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ENCICLOPEDIA MILITARE VOL II (BAI A CHAI)

Page 1



ABBREVIAZIONI

A. Ab.

-

A. C. Aer. A ffi. ,lgg. Alp.

Alt.

• Alternro.

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Ant. Arg. Arm. .41't. Ass.

-

Avt. Avv . Avz .

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BaJ.t. B e1·s.

Dgl. Br. Brig.

Mp ini. An1n1inist,ra.zione.

Amm. ;tmmir.

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,l.nno. Abi·tanli. ,1n 1nti Cristo. Aerona11tica, Aeroplano. :\ muen1e. A!!-gCttlvo .

Ammirag-Jlo. Antico, A111;icamente. Argento. Armame nto, Armata. Artiglie1·ia. Assedio. Aviatori. Avvocato. Aviazione. Jlattaglia. ner-,aglier i.

Battaglione. • -

Bron7,0. a ·r igata, Brigadiere. .O atterJa.

Cann. Cap. Capo!. Cm·c. t'av.

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cannone.

CC. RR. C. d'A. Cfr . Cgg. Ch it.

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Btr .

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Circ.

cm.

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coi.

com. Comb. Cor. Corv. Cp.

D. T>. C.

Dep. Dìp. Dir. Oivis.

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0\'CSt.

E. P . l::q1tip. Es. Elt.

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E. V. Fant. Fe1·r. Fig . Jt01•t. Freg .

Gen. Geog,·. Gov. Gr. Gran.

Jncr.

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lng. lnt.

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K ·n~.

L Lane. Lat. L. Ten.

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M. Magg. Ma1·.

Mat·es.

'M. E. ~l ed.

Divi,ione.

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oonore. D·est t·a Est. f>o :lloùerno . E,er-eito Permanente. Equipaggta,mento. Es"mplo. Ettometro . Era Volgare. Fan tena. Ferrovieri, Ferrovia . Figu ,·ato, f'igurat!vamen.te. f'orun.cato, Fortificazione. Fregata. Gc.ner al e. Gwgr afla. Gover natore. Greco, Gruppo. Gr amiiticri. I nc1·ociatore. Ingegnere. Int~ncleinza, 1ntenctente. Chilometro. Luogo , Loralit~. LancieJ'1. Urtino. Luo;rotenentc. Mo nte , Metro, Mila, Morto. Maggiore. Marina, Mariner ia. ~r RNlSCLallo . 1'1eclio Evo. Medaglia, Medicina-. Maggior Oenerale. .\I ili tare. •\I inatori. '.\fit.r agliere, Jlitragliatrice. Mlllzia Mobil e. Mlllimetri. ,<fob ilntazione . Jlodcllo. Montagna. Milizia Tenitorla lc. Munizioni, ~tunizlonamemo. :-iord, Nat.o, Narlvo . :'l'umero.

e.

Conrront.a.

corazzata. Corvetta. compag-nia. Codice Penale Esercito. Codice Penale Militare ~larl: • t imo. Dis locamento. Dopo Cristo. Deposito. Dipartimento. Di t•czione. Di st1·ott.o.

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E'. M.

cavalle ggeri. Chirurgia . Ci r concl.ario. Cenumetro. Colonnello. Coman,do, Comandante.

- combaul-.lmento.

C. P. E. c. P. M. M . •

Distr.

Capitano. Caipoluogo . c arcer e. cavalleria, ca ,•alli. carabinieri n eali. Corpo d' Ar mata.

Dott. Dr .

M. Gen. Mil. Min. ifl-itr.

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Mc . iY. N um.

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P. P . A. Pen. P . es.

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Ordine, Or cunamemo. Porto, Pezzo. Posizione Aus ili.tria Speclaìe. Penisola. Pe1· e~empio .


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P,·ov.

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n. E. Tleclus.

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Telg. .Pe tl. Term. 'f1er-r. -r. Gen . Tonn .

Sani tà. Servizio A1111·0 'Pet·rna11e'll ;,, .

T rr,.sp .

serviz.\-0. Sezlon~. Simili. Stau0 .l!ag-glore. 8 0.tda.to .

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Tonne'llata . Toilograna . T-0_pog-i-anco.

Torpec.Hnc, Torperlin iera.

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Terrllorio. ~·en ent<t Generale.

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Tt'aSpO t·to. ll<>mini. Grnr:1a1c. Vedi, Velocilù . 1 valo r e. Vascello . vc terinarJ a .

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huct, Santo.

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~lotonc. ì>òntteri. P o-tcnrn. Professore. 1-1ovl11ela. B1tliutclegrafia. lla;;ioniere. rteglo EsercHo. H<!rfusto ne . n c1;olamento. 1,eg-gimento. lliscna. Regia ;l[arina.

\ìa1. Fa.lC.

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ApecialistL

soJ)e biografie, Je tluc cl ate r1·a parent esi (es. f5u5-1G21J) indlcfil'IO risMtti, ameutc la dal.a della -nascita o CicJJa morre. ~ell'armamento di nav;· rla g-ue1·ra, 11 numero romano e il n umero arabo su.b lto seguen te al p r fmo indicano rispett-iVamente a numero d~i cannoni e il loro calibi-o 1n 'Tt\illimct r i (es . IV ios, XlI 75 4 oanno1:1 da 30~ ~ 12 cannoni da 75 mt;J;1.). Nella descrizione dei fatt.l ci-arme, il numero romano e il 1111me1·O araJ10 ctie l o segue incl icano ·rispettivamente battaglione e r eggimento (es . lTl/89 3° bat taguon ,) :le i 1'82° reggimento).

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-- 5 : Bainsizza (Battagha della) (1917, fronte italiano). IL possesso austriaco della. · testa di ponte di Tolµ1 ino non solo annullava o rendeva. a l meno di assai lieve entità il 11ostro vantaggio di esser padroni d i gran parte della r iva sinistra dell'Isonzo, ma rappresentava anche una grave e continua mi naccia per il nostro schier anlento, anzitutto pe.r chè collegata com'era da .una buona linea ferroviaria a.Ila Val d i Sava e da ottime rotabili alle conche de l Vippacx:o, -di Krainburg e d i Lubiana, essa poteva agevolmente trasformarsi, come p iù tardi avve1me, in una magnifica zona d i radunata per un'offensiva a fondo contro il nostro schiera mento, e poi perchè l' altipiano della Bainsizza., che è come. \lna grande terrazza digradante con fianchi ripidi all'Idria, aI vallone di Cbiapovano ed a ll'Isonzo, costituiva una vera piazza d'armi ed una pedana. per r iunire e lanciare truppe al passaggio dell'I sonzo. La Bainsizza aveva inoltre grand issimo valore per la difesa austro-ungarica, perchè essa costituiva il natu.rale riparo che rendeva facili le comunicazioni, per il vallone di Chiapovano, tra la conca d i Britof e la valle dell'Idria, cioè tra i d ifensori di Gorizia e del Carso e quelli di Tolmino. Era perciò cli somma Ì<llportanza per noi cer care di

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Il monte Jelenic1!: togliere all'esercito nemico quel!' im por tante nodo strategico, perchè, in- caso cli riuscita, lo avremmo costretto a sgombrare. senz'altro l'intera zona Goriziana ed i l Carso, portando, nella migliore delle ipotesi, la sua d ifesa oltre l'Idria e J\clla conca del Vippacco se non più in là. L a nostra offensiva del maggio ' 17 aveva lasciato il nostro esercito in una situazione molto precaria, con l'occupazione isolata del J(uk e ,del Vodice, sulla sin istra dell'Isonzo, tra Plava e Gorizia, e con le linee del Carso netta mente dominate qal bastione dell'Hermada; s ituazione resa tanto p iù grave dal pcri·ct>lo d i una offensiva, cui i l nem ico avrebbe potuto essere indotto dallo sfacelo russo di quell'anno. L'estate del 1917, d'altra parte, s i presentava propizia ad una gxande offensiva per le condizioni generali dell'esercito, a bbondantemente rifornito e dnsanguato d i nuove un ità, per quan to l'offensiva di p.rin1avera fosse stata assai costosa in uomini e materia li', in confronto dei r isultati. La nuova offensiva fu affidata precipuamente a lla 2" armata, la quale, a lla vigilia dell'offensiva, era forte d i sei corpi d'armata ·( con 26 d ivisioni e mezza), cosl schierati : IV corpo d'armata (dalla conca di Plezzo alla testa di ponte di Tolrnino) con tre divisioni in 1• linea ed una brigata in 2'; XXVII corpo d 'armata (dalla testa d i ponte d i Tolmino a Ronzina) con tre d ivis ioni in 1' linea e due brigate in 2•; XXIV Corpo d'armata (da Ronzina ad Anhovo) con d ue divisioni in

l" linea ed una brigata in 2°; II corpo d'armala (da Anhovo alla sella di Do!) con tre divisioni in 1• linea ed una brigata in 2"; VI corpo d'armata (dalla Sella di Do! a l Panowitz) con due divisioni; VIII corpo d'annata ( dal Panowitz a l Vippacco) con tre divisioni in 1' . linea ed una divisione, più u na brigata, in 2.'. Di questi sei corpi d'armata, quattro ( il IV, il II, ii' VI e !'VIII) erano dislocat i sulla s in istra dell'Isonzo, almeno con massima parte deìle loro forze, e due ( il XXVII ed il XXIV) suli~. destra, dalla testa di ponte di Plava al versante ovest del mon te Santo. L'VIII corpo, poi, costituiva una specie di gruppo a utonomo, schiera to nel• la zona dell'anfiteatro Goriziano e destinato a collegare le operazioni della 2' armata con quelle della 3". Oltre questi sci corpi <l'ar mata, la 2• ar mata aveva una r iserva d i olt,re un centinaio di ,battaglioni. L a 3• armata, che pure doveva avere parte impor tante nell'offensiva, era schiera ta su quattro corpi d'armata, e cioè, procedendo da nord a sud, !'XI, il XXV, il XXIII ed il XHI ; complessivamente 18 d ivisioni. Sei divisioni e mezza r imanevano a d isposizione del Comando Supremo. Per il nllovo sforzo sulla fronte G iulia, il Comando supremo aveva concentrato circa i tre quarti delle truppe disponibili sull'intero teatro della guerra (oltre 600 battaglion i degli 887 disponibili) e circa 2000 bocche d~ fuoco di medio e gross~ calibro. Di fronte alle nost,·c due armate era sempre schierata la s• armata austriaca (gcn. Jforocvic), che, dopo l'offensiva <le! maggio, era s ta ta battezza>a col nome d i « Isonzo Armée l>. Es=>a era, adesso, costituita su tre corpi d'armata. con 10 d ivisioni sulla fronte della 2" armata e due corpi, con 9 division i, sulla fronte della 3". La battaglia era stata. concepita come un attacco a fondo sull'intera fronte da Tolmino al mare, c011 pressione p iù accentuata in corrispondenza dell'altipiano della Bainsizza a nord, di .quello di Cornea a sud, Le riserve dovevano essere dislocate in modo da poter essere gettale con prontezza là dove si fosse aperta la b,·cccia. Il colpo p iù forte, però,· doveva- essere inferto a nord, a l comando diretto del generale Capello, comandante della 2' arn,ata. Le truppe del XXIV e del II corpo <l'armata, qualora fossero riuscite ad impadronirsi dell'alt:piano della Bainsizza, dovev'a no procedere su quello di Ternava, facendo così cadere per manovra le alture goriziane e scuotendo a nche •le difese nemiche della. zon~ Carsica, con lo scardina rne il. fia nco destro, che a quelle alture appunto s i appoggiava,' e col minactiarnc i l rovescio. Tale minaccia. so lamente potenziale se esercitata dall'alt ipiar.o di Ternova, sarebbe diventata· r~ale qualora, i n prosecuzione di una felice o-ffensiva, l';zione n ostra. si fosse protesa lino a lla regione di Aiclussina, a tergo cioè dello schieramento austriaco del Carso. Le truppe invece del IV corpo e del XXVII cor po dovevano agire con tro la testa di ponte di Tolmino ; il p r imo attaccando sul Mrzli a nord, ed il secondo impadronendosi, in un p r imo tempo, delle posizioni sovrnstanti a i così eletti Lom (di Tolmino e • di Canale) per dominare da essi il basso corso dell'Idria e minaccia re. dal r ovescio le alture di Santa Maria e <li Santa L ucia, che poi, in un secondo ternp0, si sarebbero dovute a t taccare frontalmente. La nostra azione, insomma, in caso d i riuscita, avrebbe spezzato in due la fronte nemica , obbligandola a ricongiungersi indietro in un terreno mon tuoso e boschivo; avrebbe


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• interdetto all'avversario l'uso del vasto corridoio protetto di Chiapov:mo e consentito a noi di prendere dal rovescio i sistemi fortificati di Tolmino e di Gorizia. Alla 3• Armata fu riconfermato il compito dell'offensiva di maggio: attacci\re, cioè, l'intera linea ncmiu dal Vippaceo al mare e cercare d i raggiungere l'altipiano di Comen e di wrpassarc il massiccio dell'Herniada.

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Jèrnova

La battaglia. Nd pomeriggio del 17 agosto le artiglierie della 2• armata iniziarono il tiro, ma il coro poderoso ~i levò il mattino del 18. A sera una lunga fila d' incendi segna va le r etrovie nemiche; villaggi, foreste, accampamenti ardevano come roghi. N ella notte sul 19, tra Doblar ed Anhovo, i due corpi d'armata cui era affidata l'azione principale verso la Bainsizza (XXIV e XXVII) iniziarono il gittamcnto dei ponti nelle loca-


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Tra ino d'artiglieria sulla Bainsizza lità prestabilite; per il XXIV le locali ti• d i Loga, Aiba ed Anhovo; per il XXVII quelle d i Javor, Doblar e Ronzina . L e mit r agliatrid nemiche, in taluni punti abi)mente ann idate ent r o le gallerie della linea ferrov iaria, che correva parallelamente al fiume, e le ar.tiglie1·ie, entrarqno subito in azione per impedire il forzamento del fiume, così che l'ardua opera potè essere soltanto in par te compiuta; d i 14 ponti progettali non fu possibile costruirne che sei. Il XXIII corpo, tut tavia, potè, prima del mattino, avere qua ttro pon ti, a Loga, Aiba, Ilod re ed Anhovo. P iù d if.ficile e contrastalo fu il gi ltamento dei ponti per il XXVJI Corpo, sia per la conformazione delle sponde del fiume che in quel tratto s i presentano alte, r ip ide e rocciose, sia per la violenza del tiro nemico: di ci nque passaggi prestabiliti, esso non ne poti: avere che due, a Doblar ed a Ronzina . La notevole diminuzione dei ponti, costrinse il XXVII corpo (gen. \lanzo) a mandare i bgl. alpini che <lovevano attaccare i Lom, verso Doblar, ove già affluh-ano altri reparti, così che tut ti i movimenti del!~ trup pe ne r isultarono r itardat i e<l intralciati; . le truppe del XXVII corpo, inoitre, rimasero spostate pii, a valle, più lon tano quindi dai loro obbiettivi e de,•iate dalk direttrici di attacco loro assegnate; la brigata Trapani fu costrella add irittura a passare i l fiume a Lega, sul ponte del XXIV corpo. Al mattino del 19 quattro soli battagl ioni del XXVII corpo ed ot!o òcl XXIV (gen. Caviglia) erano passati sulla sinistra elci fiume e marciavano sulle lince ,iemichc. Queste er ano disposte in triplice ordine; una prima •c osteggiava il fiume, ~ppoggianclosi a cen tri abitati, opportunamen te appre.st& ti a difesa, quali Auzza, Cana le, Descla; u na seconda ~o,·reva a mezza costa ed m1a te r za, infine, si annodava :a for ti capisaldi, come il Vhr (m. 601), l'Jdenik ( metri 788), il Kobilck (m. 627).

Mentre il IV corpo (gen. Cavacioc,chi) a nord ed jl VI (gcn. Gatti) a sud impegnavano il nemico, sul. monte Rosso e sul ).frzli il primo e sulle alture di Gorizia il secondo, il XXVII attaccava I~ difese di Auzza e tentava di passare il torrente Avscek, fortemente difeso; il II (gen. Badoglio), superate le 'difese d i .Desc!a, avanzava fii10 alla linea d i quoia 300, e sulla fronte del XXIV la 47,• .divisione del gen. Fara lanciava ardita-

mente le sue brigate ( 1° e 5') sul tratto Fratta-Semmer Kuk, travolgendone i difensori. L'altra d ivis ione · del XXIV corpo (la 60") era rimasta ferma davan ti a Cana le; soltanto dopo che su tale località venne eseguito un potente concentramento di artigl ieria, mentre vi convergeva,io due ,battaglioni di bersaglier i, distaccati da lla 4 7" divisione, anche a lla 60• d ivisione fu aperto il pas_so. !'Jella notte dal 19 a l 20 vennero riattati i ponti dan neggiati dal tiro ncmko e costruite a ltre passe relle, così da poter intensificare il passaggio delle


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·' trfppe, speci,tlh1ente sulla fronte del XX VII corpo; npn tui:t~~ le t;·uppe -d i questo corpo poterono tuttavia. rng• gi(ìiigerè la sinistra del fiume. Il XXIV corpo però, consolida ta l'occupazione della cresta Fratla-Semmcr, pt{n_tava r isolutame,ite nella -g iornata del 20 sulla liaea Oisoinca-Oscendrih, per cadere poi sul fianco e sul roveicio de'! Kuk e del J elenik. Il XXVII ·rn,po non

ri~s~iva., invece, a vince re co1npleta:rnentz i:t. n·s istcnza

av~cr-saria sull' Avscek ed alla testata deil.t rnlk Siroki Nieva, dominata dalla quota 645. Il gior.10 n , 11.c.llre le -;truJlpe del XXVII corpo s i impadronivano di Auzz3. e /Passavano l' ,\vscek, la 5' brigala bersaglieri espugna va l'Ossoinca, lit 1' raggiungeva la selletta tra la qupta 856 <lcll'Oscend.rih, s ulla quale ii nem ico si m:i.ntencva d isperatamente, e l'Je!enik, e la brigata Tortona della 60' d ivisione s'impadroniva del Kuk. L'Oscendrih, pr~so anch'esso verso mezzogiorno, fu riperduto, dopo

BAI

_XXIX ed il XXVII corpo, ;,ia per parare all'allargamento della fronte sia per risospingere verso i Lom il XXVII, ra·talmente attratto verso sud, aveva dovu'to arrestarsi davanti ai forti reticolati, quasi intatti, che coprivano la fronte Veliki Vhr-Na Gradu. Nella notte sul 24 scoppi cd incendi •si notarnno su tutta li ironie -nemica, ormai scardinata ù:illa felice avanzata del XXIV e del II corpo; eia fonte nemica sappiamo infatti che il comando austriaco, disperando ormai di poter porre riparo alle gravi falle aperte nella sua linea sul rnargine occidentale della Bainsizza, aveva predisposto, il giorno 23, la ritirata sulla linea ::VJesn iak-Kal-Vhrovec-!',-Iadni-Zagc:iric-San Ga,briele, e l'ab· bandono del Mor)te Santo e del Vodice. L e nostre truppe; mosse subito all' inseguimen to del nemico, trovarono ovunque le tracce dell'immane battaglia e d ella precipitosa ritirata nemica e raccoglieva.no un bottino enorme di cannoni, armi, materiali d i .ogni genere. Centoventicinque ca.nnoni, 29 bombarde, circa 200 mitragliatrici e 19.340 prigionieri (dei qua li 537 ufficiali) Cf?slituivano i trofei òelle vittor iose giorna(e. Il nerhico, però, rjuniti in fretta rinforzi, riusc iva a

r.annone au-striaco al1banctonato

L'artig-lier!a trainata a braccia

alterna vicenda, nel tardo pomeriggio..L'indomani anche l'Jclcnik, preso in una morsa irresistibile, era co· stretto a cedere, ed il Il corp6, ì•inta, dopo lunga lotta, b r esistenza ·nel ·tratto Rutarscc-Bavterca., !andava le sue truppe all'assalto del Kobilek. I l 23, anche gli ultimi capisaldi della difesa nemica, l'Oscendrih sulla sinistra ed il Kobilek sulla destra, s i abbattevano sotto là f uria dei nostri assàlti, ed il nem ico, dopo aver loc• calo fort i perd ite, lasciava in 11ostra mano rnolte cent ina ia di prigionieri. L'intera conca di Vhr e quella di Baie erano così in nostra .rnaiio. li tricolore sventolava sulla vetta anche del 111.onte Santo, iu nostro possesso dalla sera préccdente. I l XXVII corpo, intanto, non aveva ·pot1.1(0 cQmpiere ·.che liev i progressi in direzione d i M:esniak e deÌ Velik i Vhr ed il XIV corpo d i armatà (gen. Sagrari1oso) ch'éfa t;talo iatto entra re in linea, fin d:il giorno 2-1, tra il

riGrdinarc sal<l,lÌne\Jte !:i. difesa sulla nuova linea che dom inava le posizioni da noi raggiunte e sbarrava la strada d i Chiopa vano, sua arteria vitale, mentre le n6· stre fanter ie si portavano faticosamente avanti sull'alt ipiano, poverissimo di comunicazioni e privo d i sor genti. D'altra parte, h penetrazione per circa dieci chilometri nel territorio oltre Isonzo ci aveva di troppo allontana ti dal .nostro schieramento d i artiglieria e l'assoluta mancanza di strade, che, valicando il fiume, adducessero all'altipiano, rendeva assai a rduo lo spostamento in avanti delle .batterie cd i necessari riforn imenti. Scarsegg"ia vano, inoltre, 1c riserve e lè munizioni ; di tre milio!1i e mezzo d i colpi che eravamo riusdti ad accumulare prima dell'offensiva, già due milioni e pii1 erano s tati consumati dalla battaglia ed un maggior esaurimento ci avrcbb~ fatto correre il risch io di r imanere inermi contro un possibile attacco sul C:i.rso o nel Trentino; -ciò che il crollo della fronte oricnta!e russa doveva sclJlpre più far temere. Sappiamo, in fatti, che il 1• set'temb re, al testé èreàto gruppo di esercito J3oroevic ( 1° e 2' armata dell'Isonzo) giungeva la Jietà e ràssicuramc novella che presto una posse1ìte offensiva austro- tedesca si sarebbeabbattuta sulla fronte Giulia.


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Dal giorno 25 in poi, quindi, la battaglia s ulJ'alti·piano può d irsi si frammenti in azioni particolari, che. pi(1. che altro, possono ritenersi episodi di assestamento della fronte raggiunta. Q ualche progresso, tuttavi:i. -compì il XXIV corpo in d irezione del Volnik, senza però potersene impossessare; sulla fronte del XXVII, ,.che s i era portato anch'esso faticosan1cntc avanti, sup·crando il \ 'cliki Vhr, la 22" divisione tentò invano òi aver ragione della d ifesa nemjca nella regione di Hoje; la 65", il giorno 28, potè impossessarsi del tanto contrasta to villaggio d i Mesniak alto~ Ormai la batta:,glia era virtualmente finita ; ad ostacolare vieppiù la continuazione delle operazioni, venne, il 26, una pioggia tori·enziale. Il 29 il Comando Su premo dava ordine d i sospendere l'offensiva e d i tentare soltan to un e ,sforzo estremo contro il blocco delle organizzazioni difensive a nord e ad csl di Gorizia, r itenendo che l'e,spugn azione di esse avrebbe potuto favorire le ul time operazioni della 3° arn1:ita. (V. Jso1izo, X I battaglia). L'Altipiano della Bai nsizza f u a bbandonato dalle no,stre t ruppe appen a avvenu to lo s fondamento delle nostre linee a Caporetto.

Baiona. V. Bayom1e. Baionetta. Arma bianca corta. con lama di accia io gu isa di daga, pugnale, coltello o stocco, a sezione tr iangolare o di losanga, con manico di varia forma

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ta in guerra <lal Regg

dei fucilieri del re .Nel 1674 .e nel 1675 altri regg. d i fanteri:i furono armati di baionetta: . i dragoni l'eb bcro nel 1676 ed , granatieri nel 1678. J ,a pri,na carica alla baio:ictta, registrata dallr, Scoria, avvenne nel 1708, a lla ,battaglia di Spira nella Baviera . 2 3 L'inconveniente di n<;m I ) Baionetta ciel no~tro fucile inor.. 1 SG0; 2) Spaùa-tiaionett.a potersi valere dell'ardel ruci le. ,..J\lauscr mod. 1808; cl:ibuso come arma da 3) s rada -l)aionett2 riel rnclle fuoco, quando aveva ì:\'e<tteril' mocl. 1870. la baionetta entro la canna, n e fece trasformare l' impugnatura in un man ico vLtOto, con spacco per il mirino, e con la lama un poco discosta dalla· bocca dell'arma. Le prime prQve di questa idea non cbbc.-o buon risult:tto, ma 'nel

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4

Baionetta austria~ 1830-·ll,50; 2) Balonel.\a dell-O Ghassepot rranccse (mod. 1866) ; 3) Baionetta del Marrlint-·Henry ing lese (rnO,I. 1811); 4) Baionetta francese mod. 1640, con man ico di Jegno da Introdurre nella canna del fucile ; 5\ Baionetta francese del 1717. I)

Fin dal 1575 era già cosi chiamato un pugnale di cor ta misura, che forse venne (a Baiona o altrove) trasformato nell'arma da innastare sull'arch ibugio. La baionetta, ver;t e propria arma bianca innastata sull'arma da fuoco, si crede s ia l stata adoperata la rpr iI ma volta in Fiandra j dai sìg. Puységur nel 1642 : aveva la lama . poco lunga, con manico di legno; s i por taI! va :Pendente a l fuincc sinistro in luogo della spada, ed al bisogne si piantava il manicc di essa n;lla bocca dc· fucile. Nacque così )a baionetta, cho s i vide per la prima voltà ic Francia ne l 1670, usa-

Essa si innastava e · si innasta ancora oggi a ll'estremità' delle a rmi portat ili da fuoco, facendole così ser-vire anche corne a rmi d'asta.

3 1) Coltello -baionetta del Tùcile Arisaka

.5

rnoct: 1897:

2) Coltello baionetta del rucile Rubin-Sch mldt mo: dello 1889 -95 ; B) Coltello-baionetta del rucile it.aHai:io mod. 1801; -f1 Coltello-baionetta cleL fuctlelllannli!:ller mod. 1895; 5) ColtoJlo -balonetta del focl!e n'oss moù . 1905.


BAI

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l i03, perfezionatosi il sistema di innastamento, la baionetta <liventò praticissima: furono abolite le p icche, ed i fucili delle faJ1terie fmono mun iti tutti· della baionetta. Questo perfezionamento viene attribuito al Vauban che ideò la « ,baion etta a ghiera)) : essa era cioè munita d i ghiera, che girata d ietro la base del mi1·ino, opposta alla bocca, veniva ad impegnarsi con un r isalto della canna e così si aveva il collegamento del manico alla canna.

Le a rmi moderne portatili a fuoco hanno un fermo di bai011etta generalmente r icavato sul bocch ino metallico della cassa : sulla ~assa, ·e solo come gu ida e per momentaneo appoggio, si investe scnz;a attrito u na ghiera del rnani-co od un ·anello del braccio a crociera. E' quindi provvista d i una impugnatura disposta lungo l'asse della lama, in :-nodo da potere servire benissimo come arma b ianca in pugno. Viene detta (< spad:t 1baionetta » se serve solo come arma da punta; « scia• boia baionetta,, se serve da taglio e da pun ta; (( coltello baionetta » se ba la lama mol; o corta. La lunghezza della lama va-ri'l. dai 50 a i 30 centimetr i. ,Nei moschetti (quello italiano ad esempio) in genere la baionelt:t è fissa ripiegabile: la lama è triangolare unjta a snodo ad una bra.ca o a letta fissata con una vite al fermo che fa parte della ca nna. Nella sciabola e spada baionetta, dalla parte opposta all'anello del braccio -cli crociera, genera lmente esiste tm prolungamento a gancio rivolto dalla parte della lama: esso è detto gancio di crociera, e serve per forma re il cosidetto fascio d'arm i. Nel coltèl!o baionetta il gancio di crociera generalmente è abolito e la crociera termina cm;: un breve braccio terminato a sfera e norma le all'asse dell'arma; cosi.cchè colle moderne armi p ortatili ò abolito il fascio d'arm i.

Baionettiere. Era così chiamato in antico l'operaio, armaiuolo inc2.ricato d i riunire tutte le parti della baionetta, fissandole in modo da dare l'arma completamente finita e pronta all'uso. Bairaktar. Gran Visir ottomano, n. nel li55, rn. nel 1808. Era pascià di Rusciuk a l tempo della r ivolta dei Gia nn i2zeri, che r ovesciò Selim III e diede il trono a. :Mustafà. Bairak tar marciò su Costantinopoli, rovesciò Mustafà e diede il trono a l.V!ahmud, fratello di Selim. Nominato gran visir, morì in me.zzo a una nuova rivolta de i giannizzeri. Baird (sir Davide). Generale britannico n. d i Newbith (1757-1829). Inviato nelle Indie, combattendo a Pcrimbancum fu fatto prigioniero eia Hyder Alì (l 7i9), che lo liberò dopo tre anni e mezzo. Nel 1799, col grado d i magg. generale, partecipò alla campagna con tro Tippoo-Saib al quale tolse Seringapatam, dopo aver preso parte ancbe all'assedio di Pondichéry. N cl 1801 servì in Egitto sotto il gen. Hutchinson e nel 1806 comandò la spedizione che tolse agli Olandesi la colonia del Capo. Sotto Cathcart ebbe il comando d i u na d ivisione impegnata nella guerra contro la Danimarca e operante davanti alla città di èopenaghcn. Nel 1808 fu invalo ìn Ispa gna, dove .si d istinse nella battaglia della Carogna; succedette poscia a Moor come genera le in cap o delle truppe in I rianda. Baistrocchi (Achille). Generale, n. a Parma, m. a Bologna (1821-1895). Partecipò da soldato nel 2°

Battaglione _ di linea delle Truppe Parmensi alla camp agna del 1848, ed entrato a far parte del Regio Esercito col grado di Sottot. di fanteria, prese parte a.I fatto d'armi della Sforzesca cd alla battaglia d i Novara,_ Pa1·tecipò quindi al Corpo cli Spedizione in Crimea ed alla campagna del 1859, meritandosi un a me'd. di br. a1. val. nel fatto d'armi d i Vinzaglio. Promosso Capitano ( 1860) prese a ltresì parte a lle campag11e del 1866, e del 1870. Colonnello nel 1882, ebbe il comando del 23° Fanteria (1882-84) e del Distretto di Bologna; collocato in posizione aus iliaria (1889), raggiunse ne1. 1891 il grado di )faggiore Generale nel la rise rva.

Bajazet (o Bayozid). Quano sultano dei turchi ottomani, acclamato dai suoi soldat i dopo la battaglia. d i Cossovo, nel L390, 111. prigioniero dei Ta rta ri. Tolse a i Grec-i la :Macedonia, la .Bulgaria, la Tessaglia ed· a ltre provincie. Vin se i crociati a :Nicopoli; strinse.d'assedio Costantinopoli, ma lasciò questa impresa per correre a fronteggiar e Tamerlano, da. cui però fu vinto, e fatto prigioniero. Bajazet Il. l"iglio d i :.iaometto Il e suo successore· nel 148l. Vincitore dei Veneziani, fu vinto in Egitto, e costretto ·p oco dopo a ceder l'impero a Selim suo figlio, che gli fece t)ropinare il veleno nel 1512 .

Baker ( Vale»ti1t0) . Ufficiale britann ico, nato net 1825, morto a 'Iè ll-el-Kebir (Egitto) nel 1888. F ece la campagna contrn i Cafri ( 1852-53) e quella d i Crimea. (1855) rimanendo ferito a lla battaglia della Cernaia .. Raggiunse il gr ado d i colonnello nel 1860 e nel 1873 viaggiò nell' Aifganistan e in Persia. Tornato in patria,. fu costretto a d imettersi ( 18i5) in seguito a processo, subito per ragioni J1on m ilitari. Entrò q uindi (1878)., nell'esercito turco co l grado d i maggior generale e partecipò, distinguendos i, alla campagn a conti:o la Russia (1878-79). E bbe il t itolc, di pascià e d ivenne poi generalissimo dell'esercito egiziano ( 1882). Nel 1884, riaccesasi la guerra n el Sudan, Bakcr pascià venne bat-tuto presso Toka.r dalle truppe d i Osman-D igma. Pub blicò parecchi volumi, fra cui <( La cavalleria inglese;; (< Le nostre difese nazionali>) ; « L'Ingh ilterra e la Russia nell'Asia. centrale>); «La guerra in Bulgaria>), eccNewton D . Boker. :Ministro della Guerra degli Stati. uniti cl' America d ura11tc la guerra mondiale, n. a Martirn;burg nel 1871. G li wnne affidato il portafoglio della. Guerra dal Presidmte Wilson il 9 marzo 1916 e lo, tenne fino al 4 marzo 1921. Quan do negli Stati Uniti si svolgeva la campagna per la partec.ipa2ione alla guer-• ra europea, B. sosten ne cbe prima di r icorrere alla leva. ooblig,,toria s i dovesse provare l'efficienza della _Guar-· dia ::-Sazion ale. Salito• al potere, provvide alla mobilita-• zjone, po:-ta ndo gli effettivi dell'esercito da 270 mila a quasi quattro ~ iÌioni, lasciando ogni responsabilità tecn ica a l generale :Per.shing . Dopo l'armistizio appoggiò , la p olit ica pacifista di Wilson. Baksar (o B 11xar) . Pia,mra dell'India inglese, zy,r-· corsa dal Torah, nei bacino del Gange, n on lungi da Patna. Vi si comb:i.Hè il 23 ottobre 1764 una battaglia fra gli inglesi comandati dal magg. ~fonro, e le truppe, di alcuni principi indiani collegati, i quali avevano per consigliere e istruttore mi.I. l'alsaziano R einha rd t e a ltri eur~pei, e armeni. Gli inglesi disponevano di 900• europei, 8 bgl. di C ipays (5300 u .), 1000 cavalieri mao-

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-H meltani, con 28 cannoni ; i collegati di circa 40000 u. fra i quali 300 europei; circa 12000 erano organizzati all'europea. La battaglia fu ostinata, ma le linee inglesi rimasero incrollabili, malgrado i [miosi attacchi degli llvversari, fino a sera : allora i collega.ti batterono in ritirata. Gli inglesi avevano perduto 850 u. fra morii e frriti e dei morti ohre 100 erano europei.

Ba la bio (Carlo) . Generale, n. e m. a Milano 17591837). Laureatosi in giurisprudenza si dette prima al commercio, ma per ro,·esci d i fortuna dovuti ali<' guerre in Lcmbardia, si ded icò alle armi. Durante la guerra del .1799, fu scelto per aiutante di campo da :\Ioreau e da Jouben, ai quali fu molto caro per solerzia, v.a lore ed imrepidezzn . Dopo la morte d i J oubcrt. fu con :\Iasscna a Geno\'a che lo nominò, /sul campo, colonnello. Più tardi guidè in T oscana. un reggiment.c di usseri, d istinguendosi a Siena. Successivamente con lo stesso l\Iassemt, andò alla conquista del regnc d i Napoli e più tardi si trasfed con Pino nella Pomeran ia e poi in Catalogm.. Dopo l'espugnazione di llostalricb e Gcro.na, nominato generale, fu preposto al comando civile e milita1·~ del Canton Ticino, disimpegnando in pari tempo le funzioni di ispettore genera le della cavalleria, po,tc, che rico!)rÌ fino al 1813. Dopo il rovescio della potenza napoleonica. Dalabio si ritirò dal servizio. Ba laclava (Battaglia di). Appartiene alla guerra di Crimea del 1853-55. Durante l'assedio di Sebastopoli, il generale russo :\.Centscicòv, giunto a Ciorgun, decise di attacca re la destra del corpo di osservazione degli alleati, comandato dal generale Dosquet, sulle alture d i Jnkermanr. e di Balacla,·a. Il mattino del 25

ottobre 1854 il generale russo L ipr:mdi, comandante la 12• divisione fanteria, uscì con 20.000 uomini da Ciorgun su due colonne per at taccare le posizioni di Balaclava. Prime, obiettivo <lei russi erano 4 ridotte costit~•ite su una catena di •basse colline che attraversa la piana della Cernaia e presid iate dai Turchi ; le ridotte, troppo isolate, furono conquistate dopo viva resis tenza. La cavalleria russa avanzò tosto in massa nella piana appoggiata dall'artiglieria; su una collina era schie-

rato _un reggimento d i Scozzesi, dietro il quale si erano ritira ti i Turchi. Circa 400 cavalieri russi, staccatisi dal grosso, attaccarono il reggimento sul fianco destro, ma furono due \'Olie respinti. Intanto il grosso della ca,•alleria r ussa scendern sulla piana , ove era schierata la cavalleria pcsa m e inglese (gen. Scarlct.t) che aveva ricevuto ordine di prendere posizione a sinistra degli Scozzesi. La brigata Scarlett mosse contro i Russi, li caricò .: dopo furiosa mischia li respinse. Gli allea ti avevano così :irrcsta to a tempo i progressi dei Russi e l'cpisc,tiio sarcbhe rimasto sen?.a importanza, ma i Russi, che si cran ritirati sulle ahurc delle ridotte, sembrava imcndessero asportare i cannoni conquistati. Allora gli alleati decisero di lancia re la ca,·alleria alle loro calcagna e di cercare di riprendere le ridotte perdttte. ~Ia, mentre si irnpartiYano gli ordini, i Russi si trano r iord inati d ,wcvano schierato nu merose batterie sulla fronte e sui fianchi. Dopo la carica della brigata Scarlett, la ca,•alleria leggera inglese (gcn. C\lrdigen) la aveva raggiunta e tutta la divisione (gen. Lucan) si era disposta nella piana parallelamente alla linea delle ridotte perdute; intanto due d ivis. di fanteria inglesi scende,·ano nella piana e si schieravano

su due lince fra la ca\'allcria e llalaclava e truppe francesi si schieravan o a sinistra degli inglesi. li gen. I.ucan, ricevuto l'ordine di attaccare prontamente sulla fronte, trasmise l'ordine alla brigata Cardigan ; questa venne d unque lanciata attraverso la piana contro le masse intatte della fanteria russa, sostenuta da numerosi pezzi, allo scoperto, in condizioni sfavorcvolisst me. Infatti venne decimata senza aicun risultato, e dovette ritirarsi protetta da una carica ·di 2 squadroni d i cavalleria francese. I Rus,;i r imasero in possesso delle ridotte e dei cannoni turchi.

Balàd. Villaggio della Somalia italiana, presso l'Uebi Scebèli, 40 km. circa a X . E. di Afgòi. Già fin dal tempo della r ivolta dei B imàl, Balàd era il centro dell'agitazione ma.hdistica nel medio Uebi Scebèli; dopo la sottomissione definith·a dei Bimal ( luglio-agosto 1908) Balàd divenne il centro di raccolta dei r ibelli, sotto la ,bandiera ciel Mahd .:M ullah, onde il Governo della Somalia italiana dovette organizzare diverse spedizioni per ltbcrare quelle regioni. Prima spedizione sit Balàd . Con la sottomissione dei Dimàl, (agosto 1908) la regione del basso Scebèli poteva dirsi pacificata. ~clic regioni a nord di Gheledi


e nel medio Scebèll con tinuarouo però le os tilità; bande di dervìsc, inviate da l 1\Iullah, risvegliarono gli assop iti spiriti aggressi\'i e prepararono nuove minaccie. Verso la metà di settembre del 1908 si seppe che a Balàd ~r ano compars i una c;iriquantina di soma li armati di fucili, i quali raccoglievano attorno a loro numerosi lllivi e Daud con propositi di rivolta. Altre informazioni ;facevano conoscere che i dcrvlsc avevano divisato di scendere verso i Ghelc<l i per punirli dell'accoglienza am ichevole a noi fatta. In seguito a tal i informazioni, il Comandante delle truppe decise pel 23 set· tembre un:i. ricogniiione offensiva su Dalàd con un battaglione Eritreo, la 7' compagnia della Somalia e una batteria un tot2.le di 650 fucili e 4 pezzi, des tinando a rimanere di presidio ad Afgòi la 6• compagnia e un d istaccamemo di cannonieri per il servizio delle mitragliatrici. Il mattino <lei 23 fu iniziato il passaggio dell'Uebi Scebdi che fu traghettato su zattc're. 11 Sultano di Ghelcdi, con 100 lance, si unì alla colonna che proseguì nel pomeriggio per Buhoo, sul fiume, accampandovi. All'alba del 24 le truppe lasciarono il campo risalendo il fiume att raverso l:1 boscagli:1 per snidare i ribelli. Presso i\rarè il nostro buluk di arnnguardia fu sorpreso e assal ito, u n bulucbasci e due ascar i caddero ucc isi. Dopo breve com bat timen to, il n emico fu r esp into e la colonna potè prnseguirc la marcia su Balàd che occupò pernottandovi. Il 26 set• tembre rientrava ad .\fgoi. dopo aver incendiato per la via, i l giorno 25, il ,·ill~ggio d i Gicolè ptr rappresaglia contro i r il-)elli. li 28 settembre' le truppe eseguirono una ricognizione su Ouerta che Lro,·arono abbandonata; il giorno seguente il maggiore Di Giorgio. cqmandante della spedizione, fece r itorno a. )Iogadiscio . Seco11da sped·izio11c su Balàd. Sul finire del mese d i gennaio del 1909 il Reggente della colonia ebbe notizia che i dervlsc l!.vnano fatto centro della loro azione e propaga11da la regione BaEtd-Totcilè, e operato alcune razzie n el territorio dei Mahad ~foldera e dei Ghcledi (P.ullalò). In seguito a tali fatti il comandante delle truppe, maggior e Rossi, r ice\'Ctte ordine di procedere ad. una ricogn izione offonsirn su Balàd, e mosse con tma colonna d i cir<:a iOO asc:ui, 1 i ufficiali, 4 pezzi da cm. i5 ed una salmeria di un centinaio di quadrupedi. Le truppe trovarono sgombri i villaggi di Balàd e T eteilè, essendosi i dcr\'Ìsc all'avanzarsi dei nostri ritirati piÌl a Nord, negli Scidlc; cd il giorno 8 febbra io, dopo aver bombardato Teteilè ed incendiato Balild, Aiestò e G igolè, fecero ritorno in .- \fgoi. O cc11pacione di Eahìd. Nel dicembre 1909 JJa làd venne defi11itivamcntc occupat:i. L'operazione f u compiuta dalla sesta, ottava e nona compagnia e dal reparto cannonieri che avanzarono per la riva sinistra d ell'Uebi Scebeli, mentre contemporaneamente la 7' Compagnia, inviata da Afgoi, procedette per la riva destra del fiume Nessun incidente si verificò nelle operazioni sulla riva s inistra. Sulla riva destra la 7• compagnia fu molestata presso Gigolè e Buio Daud da un gruppo di circa una sessan tina d i dervìsc, armati di fucili, che furono però tosto messi in fuga lasciando sul terreno 5 morti e qualche ferito. D a parte nostra non s i ebbe n essuna perdita. Rimasero a presidiare Balàd due compagnie di fanteria indigena e un reparto cannonieri.

Ba la guer (a.nt. BaJagueri1m1). Borgo della Spagna,

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B.\L in prov. di Lcrida . Nel 1280 venne occupa to da vltr1 signori ribelli a C iacomo I d'Aragona, i quali s i di- • fesero contro di lu i che aveva assediato la città. .:\"el 1413 venne assedia ta da Ferdinan do d i .-\ntcqucra e <li fesa dal suo r ivale Giacomo << lo svent urato». L'asse dio durò c!al S agosto al 31 ottobre e le cronache spagnuole lo descrivono come terribile, per l'accanimento delle parti. Nel 1646 i francesi si impadronirono di B. e ne f urono cacciati dopo asprn combatt imen to nel 1652. Vari scontri nelle vicinanze della c ittà avvennero durante !"occupazione francese della Spagna, e durante la guerra civile del 1869.

Balàrath. F iume della Persia. S ulle sue sponde Binda!. generale di Cosroe, nel 393, riportò una v ittoria sul ribelle \'ararne. Quest'ultimo disputò lunga mente il successo per mezzo di una linea di formidabili elefanti mon ta ti d.u più bravi soldati ; ma i romani, che combatteva:10 cialla parte di Cosroe, r uppero q\!dla terribile barriera e portaron lo scompiglio e il te1:rore nelle file dei rivo ltosi, mandandoli in rotta. Balbi. Nobile famiglia della R epubblica di Chieri che arrivò a contare, sotto il suo dominio, più di 40 castelli e fu alleata con Geno,'a, Venezia, Casa Savoia e<l a ltri Stati italia ni. 1 signori del Monferrato le fecero guerra, ma i B. s i d ifesero lungamente e fcliccmentt: ; essi costruirono una catena di forti denominata Torri dei Balbi, demolite quasi tutte da Federico Barbaro~sa. ln alleanza con i J\-lilanesi. i /3. s i segnalarono per va lore n ella memorabile giornata di Legnano (1176). .'\ccolti come libera tori 11cllc mura di Chieri, fecero poi lega e in seguito guerra colla R epubblica di Tor tona. Le fazioni interne travagliarono la repubblica. pe r modo che i 'Bal bi s i d ieder o spontaneame nte ad Amedeo D uca di Savoia nel 1347, riservandosi però il reggimento interno nel quale ebbero la preminenza fino a quando, nel 1455, da Lodovico duca d i Savoja furono interamente spogliati <lei potere·. Uno di loro, Egidio di Dcr ton. passò nel 1456 ari Avignone, dove ottenne da Luigi XI privilegi, dando origine al ramo più noto sotto il nome di Crillon. Un'altra fam iglia dello ~tesso nome Dalbi, originaria d i Venezia, ebbe uomini che si distinsero nelle armi e nelle imprese marinue. Pietro Balbi. Generale, nato a Garbagna nel 1864. Nel 1885, dopo gli studi nel collegio mii. di Milano, era sottot. d i fanteria. Partecipò alla campagna d' .-\frica del 1896 e venne ferito e preso prigionier o a lla bat t. di Adua : ottenne in tale circostanza la mcd. d'arg. al valore. ).i"cl 1915 con1andò ·il 119° fant. come tc.n. colonnello e guadagnò una med. di bronzo nell'azione d i P lava. Poi andè col regg. in Albania e ne tornò nel 1916. Durante la ritirata di Caporetto aveva il grado di brigadiere generale,· coma ndan te della br. Ber gamo ; si battè a Pozzuolo d el Friu li meritandosi la croce di cavaliere dell'Ordine mii. di Savoia. fatto prigioniero,


13 fu lib~rato a ll'armistizio. >rei 1919 ebbe il comando dcl1_a br. Pesaro, poi della br. Re. Nel 1920 venne collocato in P. A. S. Nel 1923 fu nom inato generale d i brigata.

Balbiano. Vicerè di Sardegna nella fine del sec. XVIII. Organizzò nel J 792 la d ifesa dell'I sola contro i F rancesi, e riuscì a obbliga.rii a rinunciare all'impresa cl i Cagliari ( 1793) tentata invano dall'ammiraglio Truguet.

Balbo (Conte Cesare B. di Vinadio). Ufficiale, uomo cl( Stato, scrittore; n. a Torino ne! J 789, m. nel 185~. Fu uomo di Stato con N apolcone, quando la fortuna dell' imperatore era all'apogeo; servl nell'esercito sardo dìno a l grado <li maggiore. Come tenente dello Stato Maggiore prese parte alla campagna cli Grcnoble del 1815, e in qualità. cli maggiore fu addetto all' am,basciata della legaziom sarda a Ma drirl, retta da suo padre, conte Prospero. Nel 1820 comandò u11 battaglione a Genova,· m a poi dovette abbandonare l'esercito e la diplomazia, perchè sospettato di sentimfnti liberali. Ri1;mrato per ,m certo tempo in Francia, si diede agli studi. Scrisse: « Studio sulla guerra cl' indipendenza di Spagna di un giovane ufficiale italiano JJ ; « Storia d'I talia sott~ i bar bari ii; <f Somma,:io della stor,ia d'Italia JJ. è-I el 1848 fu Presidente del Consiglio e poi Ministro ,lella G-u erra, seguendo Carlo Alberto nella campagna di quell'anno. Un fratello cli C . Ba lbo, Ferdinando, morì combatten'd o nella campagna di Russia del 1812, ed un figlio, anche d i nom" Ferdinando, morì nel 1849 sul campo cli battaglia d i ~: ovara. P.rospero Balbo di Vin.amo. :Medaglia ·d'oro, n. a Parigi nel 1824. Seguen• d o le tradizioni delle_ case aristocraticl,e P iemontesi, si dedicò a:lla carr iera delle armi. Uscì dalla R . Accademia Militare, nel 1842 · col grado cl' luogotenente di artiglieria . Nella <:\J--,;lpagna ·'de: 1848 si trovò · a lla bat,t a· g lia di Gu stoza e vi guadagnò la med. 'd'oro al val. m ii. con questa motivazione: (< Per essers distinto ne-i fatti d'arm i combattuti dalle trup pe del 2° Corpo d'Armata sulle a lture d i Rivoli, Santa Gius t ina, ~ona e Volta dal 22 a l 25 luglio 1848 >>. Italo Balbo. Luogotenente ge:nerale della M. V. S . N ., n. a Quart.esana nel 1896. Volon tario cl i guerra nel 191_5, nell'a nno seguente era sottoten. degli Alp ini. Du-. , rante la guerra raggiunse il grado di capi tano ed ottenne una ~,ed. d 'acg. e una di br . a l val. mii. Si congedò nel 19~ . e s i( ,ddottorò in scienze sociali. Dopo

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la marcia fascista su Roma, del 1922, çbbe il comando . . della M. V.. S. N. per qualche mese. ·

Balboa (Vasco Nmies de B.). Avventuriero s,p;i.gnuolo, 11. a Xc~es nel J 475, de~apitato a Castilla de Oro (America del Sud) nel 1517. Fu uno dei conquistatori dell'America Centrale, e ,quindi a cape d ella nascente coloo ia di Santa ~'1aria de la Antigoa del Da.rien (1510; ove ebhc nwdo di dimostT'arsi abi'lc amn1inistra-

tore e valoroso generale. ~èl 1513 attraversò le montagne dcli' isfmo d i Panama, ·giunse all'odierno golfo d i S. Michele, impos...sessandosene in nome del re di Spagna . Balbo Italo Nel 15 15 fu nominato governa tore del mar.e del Sud da Perlra rias d' Avila, governatore della Castilla d'Oro . Concepì grandi p ropositi di esplorazione su l litorale del Grande Oceano verso il Perù, ma accusato d a Pedrarias d i delitti immaginari fu condannato a morte nel 1517.

Balbona. Località dell'Ungheria, nella valle della R aab. Il 28 dicembre 1848, un corpo di ungheresi, che aveva lasciato le linee del detto fiume cd era in ritirata, vi venne raggiunto d_alla briga ta d i cavalleria -del gen. Oitingcr, e immediatamente a tta.ccat.o. Gli insorti vennero scompiglia ti e sciabolati dai cavalieri austriaci e lasciarono sul campo 700 morti e molti feriti. Balbuzie. Kevròsi spastica o atassico-spastica · dekli apparecchi della fayella, e propriamente d i quello respira.torio (poimoni coi muscoli respira tori, prindpalmente i; d ia fra mma), di quello di fonazione (laringe), ed infine dcli' apparecchio di articola7.iÒne della parola ( velopen-· clol0, lingua, arcate denlarie, labbra).. Essa in.fatti .,:onsiste, in contrazioni clon iche e toniche, le quali s i manifestano nella muscolatura de' tre apparecchi suddett i, quando questi devono entrare in fanzione . La caratteristica della balbuzie è di essere intermitten te e d i restar,e influenzata da -cause cosm iche (pres. sione a tmosferica, influenze ciimaticbe) e da cause morali, e propriamente dalle emoMonumento a Balboa zioni gaie, n1entre l;ira proeret.to a. Panama d uce il fatto opposto. Il can• to, I~. declamazione, gli esercizi ortofonici in generale rendono meno intenso il d i.fetta. Nella pratica militare p iù che simulazione s i ha esagerazione d ella balbuz ie. Questa, a mente dell'art. 66 dell'Elenco ,ì,, è · causa <l"inabilità. assoluta a l servizi;:, m ilitare soltanto se è grave, accerta ta in u n ospedale militare e, p ersistente oltre il_ periodo della_ r i,'.edibilità. 0


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l,..a balbuzie deve considerarsi grave quando impedisce <di trasmettere una consegna in modo in telligibile o di ;gridare le frasi d i uso più frequente: all'armi!, ccc. Le forme lievi, a mente dell'art. 4 dell' Elenco B, limi tano .Tidoneità e quindi. danno luogo all'assegnazione p er~ ·manente ad un servizio sedentario.

Balcaniche (guerre). Vedi anche le guerre Serbo'T1trche e R1tsso-Tmche. P er la Guerra Mondiale, v. .Alba11ia, 11iacedonia, Romania, Ser~ia. P RIMA GUERRA BALCANICA. Gli Stati balcanici, non •ostante i loro interess i antagonist ici e le reciproche gelosie, già dal 1908 avevano progettato' d i unirsi contro il comune nemico turco, e l'alleanza militare fu alfine firmala n el settembre 1912. Il 1° ·ottobre cominciò la .mobilitazione. il 15 la guerra era apertamente dichiarata.

P o rze belligerant·i : T urc!da : in Europa 7 c. d' A. 1(350.000); in Asia S c. d'A. (250.000). Montenegro: -4 divis. (40.000). Serbia: 5 div is. attive ( 85.000) e una ,divis. di 2° bando (50.000), 15 regg. d i 3° bando. Bul.garia: 9 divis. d i 1" linea e una di vis. cava li. (220.000) _più 200.000 uomini di riserva. Grec-ia: 4 divi,. d i l " .iinea e 7 br. cava li. (75.000) p ii1 4 divis. d i riserva. Il 1i ottobre Bulgari, Serbi e Greci penetrarono con·temporancamentc in territorio turco. I teatri d i ope-razione erano la Macedonia e !a Trac ia. I Bulgari conCP.ntrarono quasi tutte le loro forze in Tracia, nella 'Valle della Maritza. La 1" e b 2' arma ta marcia rono su Adrianopoli; la 3' finse di portarsi in Adrian,Jpoli "Tua si spostò a N. <li Kirk- Ki lisse, finta che poi determ inò il successo di Kirk-Kilissc. L a 4' armata intanto ·si concentrava a Sofia e doveva puntare per la valk -dello Struma su Scrcs collegan do i Bulgari coi Serbi. In Macedonia operarono i Serbi e i Greci. Il piano ,serbo consisteva in una marcia concentrica su Usku!J -(meno un contingente inviato in rinform a , R,1lga7 i) '111 centro la l" armata (5 divis.) da N isc e V:·~nia per la valle della Morava; a sinistra la 2" armata (3 di vis.) da Kustendil per Egri Pa l,rnka; a destra la 3" armat,., (3 divis.) da Kursiumlie p er Pristina lungo la vaJ' c del Vardar. La 4" arinata (r iservisti) doveva sgombrare d ai Turchi il Sa11giaccato d i N ovi Bazar. I l ·piano greco mirava a Salonicco: il grosso (armata di Tessa_glia S divis.) doveva marciare da La.rissa su Salonicco, J'annata d 'Epiro (2 clivis.; doveva tenere a bada le \ -for ze turche d'Albania e impadron irsi di G ianina. Il ·p iano turco, progettato da l gen erale tedesco '.'on del Goltz, contemplava la formazione di 2 armate; della 'Tracia con tro i J3ulgari e della Macedonia contro gli altri a lleati. Errore fondamentale, complicafa dal fatto d 1e complementi dovevano a rrivare dall'Asia M inore.

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I più temibili erano i Bulgari e contro essi i Turchi avrebbero dovuto concenttare tutte le loro forze.

L ' ofjensiv a montenegr-i.,.a . I :Montenegrini m,ossero l'S ottobre su 3 colonne: la 1• (1 divis.) a sinistra investì il 9 l:lerana che occupò il 16, mentre un distaccamento scendeva per la valle della Lima su Gussin je; la 2". (2 di vis.) e la 3• ( 1 di vis.) marciarono lungo le due rive del lago d i Scutari ·per investire la citti, attorno alla quale s i u·ov,\v~no r iunite il l S in iziandone l'assedio. L'offe·nsiva S erba . L~\ n:ircia su Usk ub si svolse rapidamente : la 1" armata (88 bgl.) scese con rapida marcia da Vranja a Kumanovo ove giunse il 21 e 22; dal 22 a l 24 attaccò la città, che prese la sera ·del 24 dopo aspra lotta; la 4• arma ta forzò il passo di Tenenechdol e ·bombardò e prese il 23 )< ovi Bazar; la 3• armata (32 bgl.) occupò il 23 Kra tovo, Cossovo e Pristina. In seguito a.Ila battaglia di Kumanovo, i Serbi occuparono Usku:b senza combattere il 26 ottobre. L'ofjeti.siva Greca. I Greci, lasciate poche forze in Epiro, il 18 col grosso puntarono su E lassona con 2 colonne di 2 divis. c iascuna e 1 d ivis. in r iserva; superato il passo di Meluna il 19 attaccarono Elasson a che prese~o dopo 4 ore di combattimento; dopo un nuovo combattimento ad Ambelia i Turch i ( l b1·.) si ritirarono su Scrvia. I Greci, avanzando verso Salon icco, dovevano superare la catena <lell'Olimpo: forza to il passo di Sarandoparos attaccarono il. grosso dei Turchi a Servia e lo batterono. Servia, nella valle delle Vistritza, apriva ai Greci la. strada su Salonicco, per Ver ia e Kociana, su Monastir e su Kastoria. A Servia i Greci si divisero in 3 colonne : a s inistra una volante, col re Giorgio, verso Monastir, raggiw1sc il 30 Kailar dopo un combattimento a Nalbankeni; a l centro il diadoco discese la valle della Victritza, prese Veria il 29, raggiunse il 3 nov. la via Egnazia dopo u n violento combattimento a Yenidje, tagliando all'armata turca d i l'vlacedon ia le comunicazioni con Salonicco: proseguì quindi la marcia in avanti; a destra una 3' colonna lungo il litorale, coll'appoggio della flotta, occupò il 28 Katerini e giunse il 30 a Capo Atherida.

L 'offensiva B,tlgara. Il 18 ottobre la 2" armata passò· la frontiera, superò il passo di Kuskeni e accerchiò M ùstafa Pascià, che i Turchi evacuarono; 2 d i vis. scesero lungo le d ue r ive della Maritza fin presso Adria nopoli respingendo a Yurusc .gli avamposti; il 23 la 2' Armata era già schierata davanti ad Adrianopoli. Anche la l " Armata s i d iresse 1'8 ottobre su Adrianopoli, mentre la 3• pun tava di sorpresa dal N . su

La cava.lleria bulgara att,·aversa la Boiana


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:rruppc ,t urche in r itirata sul Serheni Kirk-Kìlisse. I Turch,i non si aspettavano questa mossa e si riten evano s ic\,lri dal nord; essi asp~ttavano i Bulgari sotto Adrianopoli per ba.tterveli. Invece la 3• Armata, s u 4 colonne: sup~rato l'Istra ngia D·agh, il 22 raggiungeva col centro gli ·avamposti tu~chi su·Jla linea Ercklcr-Eskipolos e la notte del 23 vinceva la resistenza dei Turchi avvolgendone la destra e obbligandoli a rip iegare. Il 24 le 4 colonne della 3• Asmata attaccarono la fortezza di Kirk K'ilisse, ma i Turchi già l'ave.vano evacuata e i Bulgar i vi entrarono trionfalmente, me1itre Adrianopoli veniva i,n vestita. I Turchi, in rotta · completa, s i erano r itirat i sulla linea Lule Burgas.Bunar H isar. I Bulgari, C1·edcttero invece che il nemico si fosse ritirato verso l'Ergene, ove . ritenevano avrebbero dato d i nuo·,•o battaglia, e in questo preconcetto perdettero ogni contatto. Solo il 27 ottobr e si accorsero della vera direzione della ritirata turca e, sospesa la marcia intrapresa verso i l sud, le d ue arma te bulgare l' e 3• fec_ero una conversione verso ,est che le portò di fron te alle nuove posizioni turche. 1 Turchi s i erano schierati s11Ìla riva s inistra del Caragac, a ffluente dell'Ergcne, con 6 corpi d'Armata (1 75 m ila uom ini) ben ·armati, ma senza viveri nè telegrafo, 111 · un'1mme1isa pianura ondulata e fangçsa. Xe venne la ,battàglia di L ulc Burgas, e tultQ l'esercito tu rco ri i Ti;acia si r itirò nel mass.imo disordine ve ,-so Costantinopoli.

Seguito delle operazion; in Macedonia . 1l 9 11ovcmbrc Salonicco si a rrese senza resisten za a i Greci e i.I diadoco l'i entrò iì ·10; contemporancanicutc vi giungevano anche i B ulgari : una qilonna bulgara (7" d iv. ed elementi d i r iservà; ·gen. '.:fheodorov) che s i era concentrata a Dubnitza, aveva passato la frontiera il 18 p er collegare le operazi~ni ·<lei due scacchieri <li T racia e <li M aced onia e per ·atta~care le truppe turche (5° corpo) operanti i ra \1 Vardar e lo Struma. R espinti i Torchi a l passo di Giuma e a l{rupnik i Bulgari giunsero il 6 novembre a K ilkic e qua11do il 9 arrivarono a Salon icco la città si era già arresa ai Greci. Dopo l'en trata a Uskub, la 1" armala serba, giunta a K uprulu, r espinse su Monastir l'armata di Zeki Pascià. Dopo un asprQ. combattimento a Pr ilcp, il grosso en trò_ 11ella p iaµ~ra q i Monastir, mentre un distaccamento,. respinte forze , turche da Kalkandele, maréiò su Kitt;hevo; e, supcrat_a quivi la resistenza del n emico dopo due giorni di combattimento, si congiunse il 15 col grosso davanti a :Monastir. Intanto la divis. Greca in_viata <la Servia su :Monastir, cacciata una retroguardia turca d a Nadbankeni, aveva raggiunto Banitza, taglian -

do ai Turchi ima delle due strade per Salenicco ( l'altra, era stata tagliata d a l Diadoco a Yenidje). l i c·erchio , terbo-greco s i andava chiudendo. I Turchi erano co&irelti a dar battaglia o a rft irarsi in Albania . Dopo . f giorni <li battaglia (15 -1 7 nov.) fra i 2 C. d ' A. e 2 d i,vis. turche e la l " armala serba (V. Monastir) i Serbi accamparono sul"le a lture dominanti l\Ionastir, sic-• chè i Turchi, messi J1ell'impossi'bilità d i resistere, cercarono di ritirarsi verso ovest. 1,fa il 18 la destra ser ba avviluppò la sinistra turca ta.glfandole la linea di ritirata verso Okrida. Da 30 a 40.000 turchi furono così costretti ad arrendersi e l\Ion astir fu occupata dai Serbi. L'arma.ta turca di M a cedonia er.t annientata; solo 100000 uomini riuscirono a sfuggire verso il sud, ·andando ad. urtare còi Greci a .Banitza. il 19; lasciata davanti ai · Greci una forte retroguardia, il grosso sfuggì versoSud Est per Florina su Kor itza. Dopo la capitolazione · cli Salonicco il Diadoco, lasciatavi u na divisione, avevamarciato col grosso verso ?>1onastir su due colonne per Vodena e Kailar, 111a lentamente, sicchè non fece a tempo a concorrere all'accerchiamento dei T urchi e a, rendere p ì(1 completa la vittoria.

Seguito delle operazioni i11- Tracia. Dopo Lule Burgas. la sola d ifesa di Costantinopoli era la forte linea di·. Ciatalgia. 1 Bulgarì, superando immense difficoltà logistiche, il 14 nov. er ano già schierati di fronte alle difese tmcl1e, la 1" armata a destra la 5' a sinistra. Il: 17 ebbe inizio' l'attacco ma non r iuscì, e dopo due. giorni. di sforzi i Bulgari lo sospesero. Intanto fot i Turchi· scoppiava il colera. Le operazioni ·i n Albania, Dopo le vittorie di K umanovo e d i 1'1onastir I i Serbi ed i Greci ava;~zaro~o con p arte 9~lle forze in Albania per o~cuparla e bal-tnvi gli avanzi delle forze sfuggite da· ~onastir . A, no,:d , çlopo Kumanovo, 1.;na ( razione della 3' armata: Serba s i diresse ali' Adriat ico, occupò Prizrend e D iakova e per la valle d el Drin e della Matia raggiunse ili 19 novembre Alessio, ove si congiunse con una colonna. :Montenegrina; si sp,inse q11ind i su D urazzo che occupò, il 28 nov.; intanto la d ivis. della .Morava (1" am1atà),. di Kalkande!e s i era portata su K itchevo donde d istac-, cò una colonna che entrò a Dibra ir 21 nov. dopo vivo, combattimento; l~ <livi~. della :Morava raggiunse O krida il 23, indi E Ìbassan, ove entrò il 28; l'armistizio le im-• pedì d i ra.ggiungere Tirana e Dura~zo. La· 1• armata, r ientrò quin di per ferrovia in Serbia concentrandosi a N isé a ca11sa del contegno dell'Austria. Dal canto loro i G reci incominciarono l'occu pazione d ella parte di Albania loro assegnata. 0


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Re Pietro dl Serbia a.,slste oll:t bene<llzlonc delle b;mcllc1·e vittoriose

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L'armala di TC;ssaglia, dopo Monastir, avanzò con 3 di vis. da Banitza su Florina; procedendo quindi al Sud respinse i Turchi dalla stretta di Biklista e spinse una divis. su Kastoria che fu occupata il 29 nov.; le altre 2 d ivis. mo.rciarono all'Ovest, e, incontrat i i Turchi al passo Cia11gan, li gcllJrono dopo aspra baltaglia su Korit7.a. Di qui i Turchi, allaccati di frome dalle due divisioni e di fianco da quella proveniente da Kastoria, ripiegarono su Gianina cet·cando di raggiungere le truppe di Essa<l Pascii1. L'a rmata greca d cll'Epiro marciava lentament(; su Gianina, difesa da Essad Pasciit che disponeva d i forze superiori; alla metil di novembre i Greci presero il fone <li Pontepigadia, a una tappa da Gianina, indi intrapresero l'accerchiamento della dttà, ma Es3a<l pascià resistette energicamente. Ai primi di dicembre la flotta greca bombardò Valo1u sollevando le giuste proteste ciell'Italia. Il 3 dicembre l'armistizio di Ciatalgia sospese le operazioni in tulli gli scacchieri. Alla fine di gennaio 1913, mentre i D elegati alla conferenza di Londra discutevano le clausole della pacr, a Costantinopoli i_ Giovani Turchi con un colpo di Stato si impadronivano del potere. La conferenza fu sciolta il 29 gennaio e le ostilità riprese. Le operazio11i dopa l'armistizio. A Ciatalgia i 'Rulgari s i tennero sulla difensi1,a e continuarono l'assed io di Adrianopoli. Enver bey allor.i tentò una diversione nella penisola di Gallipoli, dove sbarcò con 2 corpi <l'A., e in altri punti del Mar :--ero e del )far di Marmara; ma tali tentat ivi furono tu Ili resp imi con gravi perdite. In Epiro il d iadoco Costantino, ;icco,·so con altre truppe da Salonicco e da Monastir, condusse di persona l'assedio di Gianina. che cadde il 6 marzo 191.3. Adrianopoli .pure cadeva. In quanto a Scutari, quell'assedio, com inc ia.lo il 15 ottobre, durò p iù dl 6 mesi finchè con l'aiuto de i Serbi e de lle loro artiglierie, i }Jfontene;rini riuscirono a prenderla il 22 aprile, ma, in seguito alle pressioni e alle minacce dell'Austria, furono costrelli a sgombrarla il 5 maggio. I Turchi erano ormai co111plctamente battuti e senza speranza; si in tavolarono trattative d i armistizio colla mediazione delle potenze e il 30 maggio 1913 i delegali dei belligeranti fi.nnarono il Traltato di Londra. SECONDA GUERRA BALCANICA. La pace di L ondra non aveva risolto la questione balcanica, f(iacchè, men tre il trattato non definiva la divisione dei territori fra i vincitori, la Romania accampava pretese, e la spartizione dcli' Albania dl va luogo a rivali1à fra Austria,

Italia, Serbia e Grecia. Specialmente grave era la questione della ripartizione dei territori fra i vincitori: Fra Bulgaria e Serbia per questioni di confine; fra Bulgaria e Grecia per Salonicco e per odio di razza; fra Bulga ria e Ronia nia per una rettifica di con.line che questa es igeva a suo favore. Non essendosi pervenuti ad un accordo, la Bulgaria venne assalita da ogni parte, anche dai Turchi e dai )Iontenegrini, e ricominciò la guerra. I Bulga ri formarono 5 armate: 1' (SO bgl. e 120 pezzi) - Fcrdinandovo - Belograclzik; 2• ( 40 bgl. e 100 pezzi) - Ka,·ala - Dojràn; 3• (40 bgl. e 80 pezzi); Kustcndil; 4• (80 bgl. e 230 pezzi) - Est di Istip; S" ( 40 bgl. e 120 pezzi) - di fronte a Pirot. L'esercito Bulgaro però c,·a logoro e in condizioni assai inferiori a que lle che aveva all'inizio della guerra contro la Turchia. I Serbi erano così dislocati: l • armata, attorno ad ,Egri Palanka; 2° armata, a~torno a Pirot; 3" arma ta, fra Istip e K liscl i ; di vis. del Timok a Sud di Tstip. I Greci erano d islocati colla massa principale delle forze fra Salonicco e il Golfo d'Organo. Ope,-ozioni Serbo-81tlgare. li 30 giugno i Bulgari avanzarono d i ~or prcsa a cavallo del la Bregalnizza (V.) respfr1gcndo i Serbi e impadronendosi di Istip. La 3• armala serba, sorpresa, dovelle retrocedere e tenersi sulla difensiva. La I• armata serba invece, schierata a N. e a S. d i Egri Palanka, passò subito alla controffens iva, riuscendo a 'far retrocedere la 3• arma ta bulgara e minacciando il fianco des1ro della 4'; questa, contrat1accata anche sul fianco sinistro dalla divis. del Timok, rinforzata da quella della ).forava, accorsa in suo a iuto, la sera del 7 luglio s i d isimpegnò ritirandosi verso Est. I Sc1,bi inseguirono av·anzando fino a lla linea Krupis te-Radovista, prendendo contatto coi Greci che intanto avernno vinto a Kukus e Dojràn. Anche davanti alla s inistra Serba, i Bulgari ripiegarono su lla frontiera, mentre a Sud fa 2' armata bulgara cercava arrestare l'avanzata greca. I serbi erano quindi riusciti non solo ad arrcsiare l'offensiva nemica, ma a contrattaccare felicemente, specie sulla Brcgalnizza. l Bulgari allora decisero di tentare un nuovo sforzo su Egri Palanka. I Serbi da l canto loro, ass.icura ta la situazione della destra e del centro, inviarono subito rinforzi da quella parte. X e derivò la battaglia di Egri Palanka: i Bulgari presero l'offensiva contro la sinistra della 1• armata 2


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sor ba, ma, subito contrattaccati (21-22 luglio) non la condussero a fondo; le opernzioni languirono da una parte e daM'altra; soltanto il 29 i Serbi si decisero a riprendere l'offensiva, facendo avanzare la 3• armata per dare appoggio alla sinistra dei Greci; questi furono d is impegnati, i Bulgari retrocedettero e la lotta si svolgeva aspra attorno a Garevoselo, allorchè l'armistizio fece sospendere le ostilità.. Intanto a ~ ord, alle frontiere della vecchia Serbia, Ja 2' armata serba teneva in iscacco la 1• e s• armata bulgara; la prima fu costretta a ripiegare su Sofia e reparti serbi penetràrono in territorio bulgaro collegandosi coi Rumeni e investendo la fortezza d i Viddiuo. Operazion·i Greco-B11/gare. Il 29 e 30 giugno la 2• armata bulgara respinse gli avamposti• greci su tutta la linea Lectera-G ievgeli, occupando la cresta Ilesik

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Dag-Krusa Balcan. I Greci presero tosto (2 luglio) la corifroffensiva con 3 colonne dirette r ispettivamente s u Orliak, Kukus e Dojràn : quella di destra respinse i Bulgari oltre lo Struma e puntò su Seres; quella del centro attaccò le posizioni d i Kukus, sulle quali i Bulgari s i e rano fortificati; quella di sinistra respinse i Bulgari su Dojràn. Il 5 e 6 luglio l'avanzata greca prosegui obbligando l'intera 2" armata bulgara a ripiegare su Straulizza; il 7 i Greci erauo sulla linea Dojràn-Demir Hisàr. Frattanto sulla Bregalnizza la destra e il . centro bulgaro avevano ripiegato e la loro .sinistra, spinta.si troppo avanti, s i trovò in pèri-• cdlo e dovette anch'éssa ritirarsi, p;o[etta dalla 2• arma ta che si era iermata sùlla linea Tielasica,-Planina. Per ·sfruttare il su<:çesso i Greci proseguirono l'offensiva; i Bt1lgar i, che si erano rafforzati al passo d i Kosturino, minacçia ti di aggiramento, ripiega·rono verso Pehcevo sgombrando l\11che Seres e le due rive del basso S truma. Il 23 luglio i Greci avevano raggiunto la linea PehcevoObid in. I Bulgari si wncentraronc al)ora -per un u ltimo sforzo a N. dello stretto d i Kresna, davanti a Simitli. I Greci li attaccarono jl 24: ne venne la batt. di Simitli, nella quale si trovarono in condizioni critiche da cui li salvò l'armistizio . 0

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Opera;;ìotii Rumeno-Bulgare, Già durante le operazioni contro i Turchi, alle quali aveva rifiutato di partecipare, la Romania aveva lcuuto un contegno dubbio verso gli alleati, ed ,tveva c11iesto minacciosamente alla Bulgaria una retti-fica d i frontiera. Il 10 luglio la Romania dichiarava la guerra alla Bulgaria. e iuarciava con tutte le forze su Sofia , meno il V corpo che puntava su Tortuka i-Balcik . Gli a ltr i 4 corpi e due divis. di cavalleria passarono il D anubio a _ Corabi~ < Turnu J\,lagurcle e puntarono su Ferclinanclovo, ove la cavalleria catturò la retroguardia <lclla l' armata che ripiegava su So,fia. I Rumeni avanzar~no quindi in direzio111 S. O. e all'armistizio erano dislocali in semicerchio attorno a Sofia O peraz·i oni T11.rco-Bulgare. Ancht i Turchi vollero approfittare delle tristi condizioni della Bulgaria per attaccarla; essi avevano 5 corp'i d'A . a C_iatalgia e nella penisola di Gall ipoli. J: Turcbi raggiunsero in breve l':in tica frontiera violando così i patti cl i Londra e riprendendo Adrianopoli.

Balcarras (Alessandro Lin<Jsay, çonte di B.) Generale inglese .n. in Scozia. Fece la guerra d'America; nel J. 793 . ricevette if co-

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ca.nnoni abbandonati dal Bnlgarl a Kllllch

mando dell'isola di Jersey e poi quello della Giamaica, ove si rese famoso per le misure crudeli adottate per soffocare una rivolta di schiavi negri. Bactra, capitale della Bactriana. Vi s i combattè nel marzo del 900 una battaglia nella quale Ismail, signore della Transoxiana, attaccato da Amr signore del Korasan e d'altre regioni, lo sconfisse e lo uccise nella lotta.

Baldanza (Andrea). Genera le medico, n . a Tropea, m. a Napoli (1854-1916). Sottotenente medico nel 1877, raggiunse nel 1908 il grado cfl. Colonnello ed ebbe la carica di D irettore dell'Ospedale Militare di Napoli e quella di D irettore d i Sanità del X Corpo d'Armata. F u promosso nel 1915 Maggiore Generale Medico nella riserva.

Balconata. Chiamavasi così un grande balcone sistemato a poppa estrema delle grandi navi a vela e che venne consen•ata per qualche tempo anche sulle navi a vapore. Nel secolo 17° e 18° la balconata si sviluppò in maniera esagerata, come del resto erano esagerate tutte 1e sovrastrutture delle navi, ossia li castello e il cassero. La balconata caratlerizzò specialmente !P. navi militari d i lusso destinate a portare per mare illustri personaggi, i quali avevano così il modo

Baldasano (Giuseppe B. y Ros). Generale di marina spagnuolo, n. di Cartagena. (17i7-1861). Nel 1793 era alfiere, e si distinse nelle guerre di quel. tempo; ebbe il comando di Cartagena, di Barcellona, delle forze navali del Mediterraneo. Fu poscia. a capo del Tribunale di Guerra e Marina, senatore, tenente generale nel 1852. Un fratello del precedente ( 1764-1859) servi nella marina spagnuola per 81 anni e vi raggiunse il grado di generale; si distinse nella spedizione della F lorida.

Baie h. Borgo del Turchestan rr,erid ionale; è l'ant.

Uakonata di p0ppa cli vasco llo del soc. XVII di godersi la vista. del mare e di tutto quello che si svolgeva s u di esso stando a completo ridosso. del vento. Le grandi na\·i da. guerra moderne, fino a qualche anno fa, specialmente quando costruite per fare da navi ammiraglie, avevano a poppa la balconata che corrispondeva all'alloggio dell'ammiraglio e dava maggiore aria e luce. In questi ultimi anni si è abba.ndo-

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n1tta anche questa tradiz.ione, per far fronte alle necessità più urgenti della protezione dello scafo.

Balda ssari (Eliseo). Generale, o. a. Milano nel 1865. Sottoten. di fanteria nel 1884, partecipò alla guerra mondiale col grado di Ten. Colonnello; comandò il J 25° fan t. ( br. Spezia) e guadagnò a Zagora (1915) la med. d'argento a l valore. Fu per breve tempo a.I Comanc.lc Supremo per l'organizzazione dei campi di concentramen to dei prigionieri austriaci; passò all'Intendenza d' Armata sugJ' Altipiani, a l comando c.1: ~rappa di Vicenza, e poi, nominato Generale, comandò la brigata Catania; nel 1920 andò in P. S . $. a sua. domanda. Baldini (Filippo, patrizio di Rimim). Generale n. a Rimini, m . a. Firenze (1858-1924). Sottot. d i fanteria nel 1878, partecipò da tenente alla Campagna <l'Africa · del 1887-88 e da capitano a quelle del IS95-96-97. Ebbe


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da colonnello ( 1910) il comando ·del i6° fanteria e partecipò col grado di magg. generale alle Campagne di guerra 191 7-18.

Baldissera (Antonio). Generale, n. a Padova, m . a Fin:nze (1838-19 17). 1hguifica figi:ra di comandante, il cui nome è scnìpre legato alle nostre i1nprcsc d' :\ frica. Sottot. di fanteria nel 1857, prese partE ,,elle file dell'Esercito a ustriaco alle campagne dc' • 1859 e del 1866 segnal_andosi nel combattimen• to della Scsia ( 1859) · e nel la battaglia di Custo· za. Entrato a far parte del :Regio Esercito col grado di Capitano ( 1866), raggiunse nel 1879 il gra • di Colonnello ed ebbe successivamente il comandc Baldinl Filippo del 10" Reggimento Fanter ia e d el 7° Reggimento :Bersaglieri. Promosso Maggiore Gener a le (1887), pa.rtecipò alle campagne d'Africa del 1887-88-89, meritandosi la Croce <li Commendatore dell'Ordine M i li~are di Sa voia per l'azione esplicata quale com:indante super iore delle truppe cl',.\ frica. Promosso Tenente Generale ( 1892), ebbe il comandç delle divisioni militari cl: Catanzaro e di Novara e nel 1896 r itornò in Africa assumendo i poteri civ iìi e militari della Colon ia ( 1896), cd esplicandc quella sagace opera di comandante e di Governatore che gli valse la nomina a Cav~lierc di Gran Cr oce decorato del Gra,1, Cordone dell'Ordine -:\filitare di Savoia. Rientrar.; in Italia nel 1897 ebbe Bal<J i3scra Anton io comando dell'VIII Corpc d'·Armata e nel 1904 ent rò a far parte del Senato elci Regno. _

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Ba ldo (Battaglione Alpino Monte B.). Costituito nel 1915 presso il dcp. del 6° regg. alp. colle cp. 92", 1418, 142". Dopo la guerra venne sciolto. Fece la camt>agna 1916-18; operò sull'altipiano di Asiago, in Val Sugana, all'Ort igara. Durante l'offensiva austi·o- teclesca dell'autunno 19 17 parleci,pò alla difesa degli Alt ipiani combattendo alle .Melctte di Gallio, a Col '.\loschin e in Val Frenzc!c; prese parte alla batt. <li Vittorio Veneto combattendo a )'L T3alcon (Valdobbiadene) e M. Zogo. ': I f!II R icompense : /\I 6° r egg. mcd . arg. a l val. mii. : « Per !e pr ove innumerevoli di fulgido valore e d i incrollabile tenacia date dai bgl. Verona, ì\I. Baldo, Sette Comuni e Bassano (M. O r tigar a, 10-20 giugno 1917) >>,

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Baldovino. N ome di cin que re di Gerusalem me appartenenti alla famiglia dei conti di Fiandra, e di due impera tori di Costantinopoli. ~ Baldovino I. Accompa gnò nel 1095 il fratello Qof-

iredo di Buglione in Pa'lcst ma. Alla morte di Goffredo ( I '100), s'impegnò di guidare la Crociala e, preso il titolo cli « re di Gerusalemme 1>, raccolse gli avanzi dell'esercito crociato, e li condusse a l combattimento di Rama ( 1102), ove fu sconfitto. Asseèiato a Giaffa, Baldovino battè i nemici in una vigorosa sortita; poi si impadronì di San Giovanni d'Acri nel H04, di Beyrouth net' 1109 e di Sidone nel 1110. Dopo aver vinto i Saraceni in par ecchi scoi,tri e ingrandito il suo regno, morì a El-.-\rish, mentre marcia,•a contro l'Egillo, nel 11 l S.

Baldovino II, re cli Gerusalemn'1c nel 1118, m . nel Uno dei suoi primi atti iu quello di liberare Antiochia, minacciata dai 111usul111a.11i. Cadde poscia prigioniero <lei nrnsultnani nel 1124; liberato nell'anno seguente, ritornò a Gerusalemme e continuò la guerra. 1131.

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Baldovino III, salito al trono nel J 142, nel 1162. Sconfisse );"orcddino a. Tibcriade nel 11S8; succe.,sivamcnte conquistò Ascalona. Sotto i l suo regno avvenne · la seconda crociata. Bnldovi110 IV, salito a l trono nel U 73, m. nel 1185. Sconfisse a Rama Saladino (lÌ. 77) ma il suo regno fu continuamente disturbato dalle sconerie dei mustt!mani <l'Egitto e d'Asia. Nel 1184 cedette il trono al cognato Guido cli Lusignano. Baldovino V, nipote del preccùentc, n. nel I 128. Morì sette mesi dopo che era salito su l t rono di Gerusalemme (1186). Nello stesso anno Gerusalemme cadeva in potere di Saladino. Baldovino I, imper atore òi Costan t inopoli, n. a. Valenciennes nel 1171. :\'el J .195, riunì nelle sue mani la sovranità delle due contee di Fiandra e d i Hainaut. Nel 1200 r,rcse la croce, e si recò a. V~nezia, dove, unitosi al Dandolo, andò a Costantinopoli per cacciarne l'u surpatore Marsuflo. lmpradronitosi nel 1204 della città., con l'aiuto delle forze crociate, ne fu eletto imperatore. Le nuove conquiste furono didse tra i capi dei croc iati. In questo modo Baldovino fondò l'impero latino d i Costantinopoli. Assalito da Gioan nice, re dei Bulgari, istigato dai Greci, fu vinto e fatto prigioniero nel 1205, presso Adrianopol i. D i lui non si seppe più nulla; sembra che sia staio fatto uccidere , Baldovi110 II, ultimo imperatore di Costan tinopoli. N . verso il 121 7, m. nei 1273. Giovanni di .Grienne, uno dei cap i più celebr i della quinta crociata, ebbe la tutela <lei go,•erno a causa della giovane età. dell'imperatore; tentò di. opporsi ai progressi di Va tace, imperatore d i Nicea e d'A~an, re <lei Bulgari; riusci a respingere i neinici c he ·l'assediarono per due volte a Costantinopoli, allorchi: la flotta veneziana vinse la !lotta greca nel 1234. :M::, pri\'O 'd i t·isorse di uomini e d i denaro, l'attività che Baldovino II potè spiegare fu vana . Michele Paleologo, cbc si era associato all' impero di N icea, assediata Costan tinopoli, vi penetrò per un sotterraneo, nel 1261, riuscendo a sottomellere senza comba ttimento la d~bole guarn igione che presidiava la citlà. Baldovino fuggì su una barca a ~ egroponlc, donde riparò in Italia. ~cl 12i0 fu sul punto cli concluJ'J'c una nuova crociata a Costantinopoli; ma i d isastri di San Li1igi gli tolséro quest'ultima speranza.

Baldrich (Alberto B., marchese di llallgomera). Storico spagnuolo ( l i90-J.864). Scrisse fra l'altro una


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u Storia della guerra di Spagna co::i:ro :-Sapoleone » e un « Manuale per il servizio e fortificazioni di campagna».

Dhiorca, finchi: Carlo \' le uni definitivamente alfa Spagna.

Gabriele JJaldrich y Paia 11. Generale spagnuolo (18141885). Cornbattè contro i Carlis ti, fu partigiano di P rim, capitano generale in Catalogna, governatore di Porto Rico.

Sprdizio11c dei Pisa11i alle Baleari. I pirati che nel 12° secolo infestavano il Yicd iterraneo avevano scelto fra le altre loro basi di rifugio alcuni punti delle I sole Baleari. L:i repubblica d i Pisa era allora nel suo per iodo di ascesa e i pirati davano non poco fastidio ai nu111ernsi traffid che la città cercava intavolare con tutte le parti del Mediterraneo. Venne deciso per conseguenza, nel 1113, d i eseguire una spedizione alle Baleari per snidare i pirati da queHe isole. ed armato un numeroso naviglio i Pisani si recarono dapprima in Sardegna, ove l'ipart irono le unità in gruppi, assegnando a ciascuno un incarico. Il gruppo maggiore, diretto verso ponente, un po' per contrarietà di tempo. un po' per imperfetta conosccn7~'1 della na,·igazione, andò ad approdare sulle coste di Catalogna ttnzichè alle Baleari. I P isan i, credendo d i essere s ulle isole, scesero e com incbro!lO a dare il s:icco; ma, ricredutisi ben presto, si scusarono col Conte di Barcellona, il quale accordò il perdono cd anzi volle con altri signori, cd aggiungendo navi e so ldati prop ri, prendere parte a!la spedizione. L'impresa non polè essere manda ta in effetto per tutto quell'anno. Finalmente nel 1114 i cristiani collegati assal irono e presero hiza. Ripetuta la gesta nel 111 i . s i impadronirono di :'-laiorca; dopodiché Pisa, venuta a contes.i, nell'anno appresso, con Genova, dovette abbandonare le sped izioni d'oltre Tirreno.

B alduino (F.11gr11io). Generale, n. e m. a Torino (1840-1915). Sottot. di fanteria net 1858, prese pane da ten. alla campagna d'Ancona e Bassa Italia, meritandosi una medai;l ia di bronw nella presa d i Perugia_ e 1:na medaglia d'argento nella presa d i )loia di Gaeta; da opitano alla campagna del 1866, guadagnandosi una seconda medaglia d i bronzo nella battaglia di Custoza. Comandò da colonnello (1890) il 9° Reggimento Fanteria cd il -t• Reggimento Alpini, e, promosso maggior generale ( l896) ebbe il comando della Brigata Lombardia. Collocato in posi7,ione ausi liaria a sua domanda ( 1900) raggiunse nel 1906 il grado di tenente generale nella riserva. Ba leari. I sole del )Cediterraneo, costituent i una provincia della Spagna. Possedute in uu p rimo tempo dai Rodiani e dai Cartaginesi, caddero sotto il domi • nio romano. Erano allora un covo temibile di pirati. Nel 123 il console :',{etcllo riusciva ad impadronirsi delle isole, facendo strage dei difensori . .\i R omani gli abitanti delle B. fornirono abil i frombolin i ed arcieri, come_ già li :wevano forniti a i Cartaginesi. I Vandali se ne impadronirono nel 426; i Goti nel 630; gli impera• tori d'Oriente nel 650; gli Arabi verso il ì14 e Carlo Magno nel 798. Cadute novellamcnte sono il giogo degli Arabi, furono tolte a quest i ultimi da G iacomo I re d'Aragona, negli anni che vanno <lnil J229 al 1235 . Fo rmarono allora la principale parte del reame d'

Battaglia delle Baleari ( 1755). La pace di Aquisgrana (1748) aveva. lascialo viva l'ostilità tra la Francia e l'Inghilterra, le quali continuarono a combattersi in mare. La Fra11cia aveva <l ivisato d i impaclronirsi di Pori )lahou alle R.ileari, cd a tale scopo allestì

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a Tolone w1a squadra di dodici ,'ltscelli e sci fregate, a l comando del tenente generale Barin marchese della Galissonière. Questa squadra doveva scortare una flotta di centocinquanta legni mercantili sui quali era imbarcato un piccolo esercito al comando del :l\,faresciallo di Richelieu. Il convoglio prese il mare nell'a• prile del 1755, approdò a :Ylinorca e assediò Port )Iaho11. Accorse il vice Ammiraglio inglese Byng, con una squadra di 16 vascelli, qua Uro fregate e una corvetta. Aveva a bordo anche dei soldati con incarico di soccorrere l'isola. Il 20 maggio arrivò sulle coste di Minorca e trovò la squadra francese in navigazio11c in linea di fila . Formò le sue navi nel-lo stesso modo e mosse incontro all'avversario. Le due squadre àssunsero così l'aspetto di due linee coavcrgenti col vertice alla testa delle colonne; l'ammiraglio Byng, che stava al centro della formazione, dette ordine alla propria avanguardia <li attaccare, e questa, agli ordini de: Contrammiragno West, accostò ad un tempo coraggiosamente verso il 11emico. L'Ammiraglio Byng però si preoccupò di mantenere le proprie navi in linea di ò la e tutte riunite, per timore di incorrere nello stes· so errore del quale era stato incolpato, alcuni anni prima, l'ammiraglio iVfattews, quando, ai combattimento delJe isole Hyères contro i fra neo-spagnuoli, non aveva saputo portare tuite le sue navi al fuoco. Successe per conseguenza che, mentre la sola avanguardia inglese entrava in azione, .le a ltre navi rimanevano troppo a distanza dall'avversado, e soltanto mezz'ora dopo l'infaio del combattimento poterono avvicinarsi a tiro di cannone. In quell'istante però il vascello « Intrepid », ultimo dell'avanguardia inglese, ebbe l'albero di gabbia abbattuto sulla mezzana in modo da non po·· ter più governare e andò a scadere sul rimanente della formazione inglese che s i trovò cosi disorganizzata, dovendo, le singole navi, manovrare per evitare gli abbordi. Si ebbe così, per qualche tempo, l'avanguardia inglese separata dal resto della flotta, e soltanto in seguito, facendo forza di vele, le navi che si trovavano indietro poterono riordinars' e riuairsi a quelle dcli' Am-• miraglio West. Approfittarono di ciò i Francesi per mettere un po' di spazio fra ·]oro e l'avversario, e riordinare anch'essi la propria flotta, ma non ricercarono nuovamente il combattimento; le due squadre, dopo essere state alqua11to a guardarsi, ,;ira rono di bm·do e si allont~mirono. Le J.>erdite erano state lievi da ambo le parti. L 'ammiraglio Byng rii:nl sulla propria nave un consiglio di guerra, · nel quale mise in rilievo come '1a flotta inglese si trovasse in istato di inferiorità 1·ispetto alla francese, specialmente per essere questa prossima a Porto Mahon, il quale stava per capitolare per l'accerchiamento dell'esercito; fece osservare inoltre che gli era quasi impossibile soccorrere l'isola e propose di desistere dall'impresa. Il consiglio di guerra a pprovò la proposta che fu mandata ad effetto. L'orgoglio britannico rbbe da questo fatto un urto gravissimo, l'opinione pubblica s i indignò, e Ilyng verrne condannato a morte e fuci la to,

Balegno di Carpeneto (Mickek). Colonnello, medaglia d'oro, n . nel 1814 a Torino, m. sul campo nel 1859. Entrato giovanissimo ' nell'esercito Sardo, col

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grado di )Iaggiore, al comando di un battaglione di volontari, fu destinato alla d ifesa delle frontiere del T irolo nel 1848 e passò a d isposizione del Governo provvisorio di Lombardia. Ritorna·to in Piemonte dopo Ja capitolazione di Milano, fu riammesso ne ll'esercito ed a Novara, l'anno seguente, combattendo da valoroso, guadagnò una medaglia d'argento al valore. Prese quindi parte alla campagna di Crimea, sempre se-

La morte cli Balegno (quadro cl! no5sl-Scout1)

gnalandosi fra i migliori. Il 24 giugno 1859, mentre alla testa del 14° reggimento fanteria, del quale aveva il comando, si lanciava arditamente all'assalto sulle alture di San Martino, cadeva colpito a morte. Alla memoria del prode colom:ello fu decretata la suprema ricompensa al valore, con questa motivazione : e< Pc! singolare impeto nel'l'attacco della Cascina Trecan i ( Con• tracania), .pel sommo valore e sangue freddo dimostrato sotto il fuoco nemico nell'occupazione della medesima» . Plac:ùk Ba/.egn.o di CarPc11cto. Generale, medaglia d'oro, n. nel 182.8 a Novara, m. nel 1881 a Verona.. Luogotenente d'artiglieria a vent'a1rni, prese subito parte onorevolmente alla campagna d i guerra de>! 1848. Nella giornata di Santa Lucia protesse con molta fermezza la. r itirata della fanteria, meritandosi una medaglia d'a rgento al valore, cd eguale valore spiegò il 4 agosto, sotto le mura di l\.fillno. L' annc seguente, sui campi infaus ti di Nova'r a, guadagnè una seconda medaglia d' a rgento, cd in pccasione dello scoppio della. polver iera nel Borgo Dora,. a Tor illo, il 26 aprile 1852. una menzione onorevole Nella campagna del 1859 lo troviamo capitmo, al comando della 7" ·batteria da battaglia . Per essersi segnalato sulla Scsia, il 22 cd il 31 maggio, sia nella direzione del fuoco sia nella costruzione di un ponte militare, fu citato a ll'ordine del giorno. Sui campi di San )1.artino, poi, guadagnò la massima ricompensa al valore: cc Pel brillante coraggio e per l'intellige111,a. d imostrata nella direzione della batteria. F erito, risalì a cavallo e comandò per mezz'ora


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.in batteri_a ii . ;Nella campagna ciel 1866 il Balegno era Colonnello comanàan tè la riserva di artiglieria dell'esercito, e per il fermo contc,6no tenuto in 1·icogni:mone vérso la tes ta di ponte d i Borgoforte (5 luglio) 'fu insign ito della croce di uffidalc dell'Ordine M ilitare di Savoia. Comandò in seguito il 6° reggimen to artiglieria, la -brigata Pinerolo e la 4" brigata di cavalleria e p iù volte fu inviato in missione all'estero. Fu anche deputato al Parlamento Kazionale per la XllI e la XIV legisla tura (Colleg io di Castiglione delle Stiviere).

di Leone ne armò i fanti del suo Còercito nel 119.8. Nell'Itali a è nominata la balestra nel 1181 in un'alleanza tra Genovesi cd Alessandrini. Le balestre, ecceltuate quelle a pallottole, si caricavano in quattro maniere, con quattro strumenti diversi, che. s i chiamavano: e-rocco, le-va., 111a.-rt·i11ello o martinetto, molinello o !1/Ulinello, o organello, o tornio, o cianfrogna. Un tipo di balestra per lanciaré bombe a mano fu in

Baleniera. Nel med io-evo s i chiamarono baleniere delle grandi navi da guerra, -potentemente armate, .c he portavano fino a Sòo uomini ed avevano la capacità di diecimila cantari. Si sono poi chiamate baleniere, n avi a vela meilto veloci attrezza te per la pesca delle balene e per la navigaz ione degli ocean i polari. 1\1 giorno d'oggi la baleniera, a bordo delle navi da guerra, è un a imbarcazione sottile e veloce, con 5 o 7 r emi, manovrata da altrettan1i vogatori di punta. Ques ta imbarcazione trae a s ua volta o rigine da quelle che le navi b~lenicre usavano per inseguire la balena prima e dopo il lancio dell'arpone. E' di forme molto affinate e perciò molto veloce. Baleno. Piroscafo a motore, in ferro, va1·ato a Londra nel 1860: lunghezza m . 45,58; larghezza m . 5.59 : dislocamento T. 198 ; poten;,;a HP. 340; arma.mento guerresco II 37 H; stato maggiore 2, equipaggio 27. ·Già rimorchiatore, poi nave di uso locale, proveniente dalla mar ina siciliana, fu rad iata nel 1907. Balestra (latino: ,11a1rnbalista, arcubalista, balì.sta, ecc.). Arma da corda, manesca e ·da posta per il lancio d i freccie. Si compone: dell'a.,co d i legno o di corno, ma più comunemente d'acciaio; del fu sto, detto. anche tetti.ere; della noce· la quale è un d isco d i corno d i cervo o è di metallo; della chiave o manetta; della corda o ne,...JO. L a balestra era d i varie grandezze, secondo l'uso cui doveva servire, cioè se si doveva maneggiare e caricare d,~ un uomo solo e fosse portat ile, oppure se si ponesse a d ifesa delle mura. Perciò d istinguevasi in « manesca ll e << da posta». Era conosciuta dagli antichi, ed è nominata da Vegezio. Nel medio evo è citata ai tempi della 1• crociata (1098). · Nel 1113 ne fu -proibito l'uso tra i crisliani, ma permesso contro gli infedeli ; ciò malgrado Riccardo Cuor

Balestra ,lancia g1·anate In F r ancia (19 15)

uso per breve tempo sul fronte francese duran te la Guerra )fondiale. Balestra a croceo: prendeva lai nome dal gancio a staffa di cui era fornita per tendere l'arco, con congegno a leva.

Ball'itra a e da le-Ja.: si caricava colla leva, da cui prese il nome. La leva si componeva di un braccio d i ferro biforcato verso il mezzo de/la sua lunghezza, cd a'll'estremità ripiegato a mezzo cerchio, con uno o due ga nci snodati che, affen;ata la corda, facendo gira rt

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I Da destra a sinistra: Balestra tt-allann; a martinetto; a start'&; a bolzoni; a p iè di capra,; a Jcva.


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l ciuè rami sui perni di ferro posti a i -lati del ten iere, traevano ed ap p iccavano la corda stessa alla tacca del• la noce. Era a nchè arma dei -balestrieri a cavallo, con m inori d imensioni e con la leva fissata su l teniere.

Balestra a martinello: era generalmente Ltna balestra <li grosso d imcnsion: che s i caricavà con un martinello. Balestra a molinello: era così chiamata un a balestra di maggiori clirncnsioni delle altre, e quind i molto potente: -per farla funzionare occorrevano vari uomini, e per tendere l'arco occorreva un grosso e forte con.gegpo, dal quale _appunto l'arma stessa traeva il nome • (un argano). E ra arma da posta e si adoperava a difesa delle mura. Vi erano poi ·a.ncora le balestre con a'ltri · nomi, secondo la nazione dov'era stata fabbricata, secondo il modo di caricarle o !a loro forma;-·oppure anche secondo il proiett ile che lanciavano, come:

24 te una ruota dentata d,e sp[ngew · lungo il teniereu n'asta den tata da una parte •come una sega.

Balestra a pall(J/tole: : lancìa1<a paJkittole di -pioll)bo_ balestra a pistola : iu in lliSO nd XVI secolo. Era una balestra munita an<:hc q i una specie di p istola d isposta Jnngo e sotto il teniere; cosicché essa era a doppio uso : pistola o balestra, a seconda se veniva usata voltata d i sopra o di sollo.

Balestra a staffa: perchè si caricava con i crocchi ~ colla leva, -premendo però col pÌede su una stalla. Di questa •balestra. erano armati i balestrieri Genovesi alla -battaglia. di Crecy ne l 1346, e forse a quella cl'Azincourt nel 1420. Ba.lestra a 1m piede o a due p·ie_d i: quella che si carica va colla forza d i uno o di due piedi. Balestra a bolzon-i: era una ba lestra che . lanciava una freccia chiamata. « bolzone >> . Ba./estra a bussola. Essa aveva la girella conten,uta entro una scatola tonda a mo' di bussola. Balestra a e da tondo: era la ba lestra p iù grossa e non manesça ed il no1ue dçrivava dall'ordigno acconciato a.ll'cslremttà del teniere per tenderla . E rano ba-

Balestra a Panca: era così chiamata quella che ave"a il fusto ria'izato da terra sopra -un appoggio a for- . ma d i panca.

lestre grosse da n1ur o. eia posta, ed erano tra. sportate a. sollla.

Balestra a tagliera: era così chiamata quando il fusto era a: foggia di uila tavola larga, quasi a. guisa dj t:i.glicre.

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Dalc.:;t rieri ing1e·si ciel sec.• XY

Balestra. a. te/aro : era così chiamata quando il fusto era costruito -alla foggia d i un tela ro o telaio. Balestra italiana : piccola. bakstra, che si p oteva te1i<lere col so-lo appoggia re il calcio del teniere a l corpo tirare colle mani la corda.

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Balestra chinese <l r-i:f?etizi.:me : ~ una balestra cl,ie ha 11.na. specie d i custodia sopra e lungo il teniere o fusto, la. quale pnò fornire successivamente venti frecce, in -essa custodi~ d isposte l'una sull\altr~. ,

XIV secolo

XIV s ecolo

Balestra a girella: La balestra -che s,i carica va a mezzo di una. rotella scanalata, o carrucola, la quale raccoglieva -lo spago che serviva pel" tirare .la corda dell'arco per tenderlo. Balestra a P,iè d-i capra: il meccanismo per, tc1ìdere la -corda era così chiamato per la _sua forma a ll'estremità .ctivisa in due parti. B a.lestra a mota d'ingranaggio : Si caricava median-

Balestra. (Mar) . Ordegno che trovasi negli scali" di costruzione dclie navi, e che è basato sullo stesso princip io delle antiche armi d i egual nome. L e balestre dello s calo sono due,- e s ituate p r_esso alla estremità su periore, una per lato. Sono· po tenti leve di legno che fanpo fulcro su due· bitton i fissa.ti al suolo; con una e~trcmità forzan o suJ.la in vasatura della nave, e dall'altra estremità, son munite cli paranch i le cu i cime vanno ad avvolgersi agli argani. Le balestre costitu iscono un potente mezz.o d i spinta per imprimere il Jl_rimo movimento cli discesa alle navi durante il varo.

Balestreria. f u detto l' ufficio del balestriere, e a n• che la yaga d i q uesto u fficio. B, significò an che tal• volta la compagnia elci balestr ieri:


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Balestriera. Buca nella muraglia da cui si bales trava il nemico. Specie di feritoia lunga e sottile, adatta a fare con s icurezza la scarica del.la balestra. Si è usato tale termine anche per indicare bombardiera o cannoniera, o qualunque palco di opera morta dove al coperto, e con buoni ripari, potessero i comb attenti offendere da lungi il nem ico. D ivenne poi "archibugiera>> e cc feri toia». Balestriere. Tiratore d i balestra. Furono celebri i I}. Genovesi prima, e i Pisani poi. Si ebbero corpi di balestrieri a piedi e a -cavallo. Nelle an t. marine da guerra, i balestrieri formavano cc la guarnigione militare della ga lea J>, come dice il Vecchi, e in caso di battaglia erano a iutati da tutti gli uomini liberi dai servizi essenziali della nave. Balestrieri (Giuseppe). Genera le, n. a Lodi uel 1829. Partecipò da militare d i truppa alle campagne del 1848-49 e alla spedizione di Crimea del 1855-56 e, promosso Sottotenente di fanteria, si distinse durante 'la campagna del 1859 m eritando.s i una medaglia d'argento al valore nella ,battaglia. di S . ì\fartino. Prese q uindi parte alla campagna cl'/\ L1cona e Bassa I tali,t (1860-61) ottenendo una medag lia di.,xonzo al va-lore -e partecipò col grado d i Capitano a.Ile campagne del 1866 e del 1870. Ebbe dal 1880 al 1890, prima nel grado cl i Ten1;11te Colonnello, poi .nel grado d i Colonnello, il Comando del D i.,tretto di Caserta, e, collocato in ,posizione ausiliaria. a sua <lomanda, raggiunse nel 1895 i' grado di 1v[aggiore Gcuerale nella i-1serva..

Balestrino. Balestra molto p iccola, "be s i tendeva med ian te una vite d isposta lungo il ten iere e Balestrino messa in moto dal d i dentro , del calcio. Si pol-eva portare nascosta, e perciò ~ra considerata a-rma proib ita. ovunque, da i bandi sulle anni. La.ncia:va im cortissimo dardo.

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Balest1'one. Grossa balestra che si caricava con fortissimo tornio o mut inetto, .ed aveva u,n arco d i ferro o -d i acciaio lungo dai quattro ai sei metri. Era arm.;. d a posta, sulle mura, come macch ina cli difesa. Bàlia. Si chiamavano .bàlie (nurccs) gli ufficia li della marina inglese (secoli XVIII e XIX) proven ien ti dalla: bassa forza, e ricchi di esperienza nautica e bellka, i qc1ali slava.no in sottordine a i gtova~i (C midshipmans ll e ufficialett i di marina delle famiglie nobili, destinati :a far ·ca.rriera e a comandare le 11avi. Supplivano, que.ste cc bàl ic », a ll' inesperienza elci giovani comandanti. Balìa. Uffic ia•li forn_iti di balÌa. (autorità) in F iren.2e, Siena, Bologna; magistratura p er le cose di Sta lo e d i guerra; nelle pr ime due delle dette città divenuti stam:iali. I fiorentini li chiamarono, dal loro numero, · gli cc Otto l> o cc Dicci ii d ella guerra; li costit uirono per la prima volta nel 1363 .per la guerra co,~tro P isa, in numero d i otto, e li portarono a diec i nel 1384. Scomparvero verso la fine del secolo XV, sotto j Medici. Baliaggio. Grado nelle r eligioni militari: il grado

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e- l'ufficio di balì, ossia di capo di tutt i i cava lieri di una provincia, inscritti a uno stesso ordine cavalleresco.

Balilla (Giova.,,11i Battista Pe-rasso, detto B .). N. in Montobbio verso il li32, m. verso il 1781. Erasi recato a Genova per imparare il mestiere del tintore. Era h città s tata occupata dagli Austro-Sardi, e il commissario con te Hotek avc,·a intimato a lla città d i pagare una ingente taglia, sotto pena d i ferro e sacco. Fu quindi necessario privare i cittadini del loro argento e aprire le casse finora inviolate del Banco San G iorgio. Gli Austriaci non paghi del copioso bottino, usavano contrc i cittadini maniere

vessatorie; ed. essendos i una coinmissionc di ciuadini recata dal generale Bqlta per o ttenere la CC'ssazione di quelle enonnità, s i sentiro• no r ispondere che ben restavano ai Genovesi gli occhi pe, piangere! Intanto i: medesimo generale da va ordine d i por• tar via le artiglieli Balilla nel Glani a Genova rie da Genova pe, mandarle in Provenza. Il S d icembre 1746, gli Austriaci, versù sera, trasportavano un grosso morta.io passando per il popoloso riuartiere <li Portoria; al pesò soverchìo del -carro, Je ruote sprofondarono, ed essi, n on l"iusccndo da soli a rimettere in inarcia il pesante trasporto, pretesero il concorso dei popolan i, ricorrendo al bastone per costringerveli. Fu allora che il giovinetto Balilla, raccolto un sasso, si voltò a.i popolani, gridando : - Che l'inse? (cc che la incomi'1ci, che la rnmpa »); e, scagliatolo contro l'ufficia le, lo colpì in faccia. F u questo i! segnale della riscossa.: una fata sassaiuola cadde sui prepotenti invasori, i quali, sebbene r inforzati, ripiegarono a grado a grado. Dopo cinque giorni di lotta, i Genovesi r iuscirono a cacciare gli invasori non solo dalla città, ma eia t utto il territorio, oltre la Rocchetta e Gavi. I popolan i in quella impresa gloriosa. gareggiarono per valore ed ardimento e l'eroica azione di l'lal i!la, che fu il pr incip io della insurrezioric, venne ricompensata dalla Repuhbl ica con la concessione del p errncsso cli aprire una vendita di vino nelle vicinanze della porta delta del Portello, permesso ch'era a quel tempo un p rivi legio. Allorchè egli potè mettere insieme un sufficiente gruzzolo, tornò a i suoi mont i. Genova gli eresse un rnonumcnto.

Bali'.lla. Aernpiano da caccia costruito dai Cantie ri Aeronautici An~aldo, biplano, a fusoliera, monoposto, monomotore, con una a,1tonomia. di volo d i cir-ca due ore e mezzo Le disposizioni a dottate nell'apparecchio <c Ilalilla » consentono que lla maneggevolezza e quelle dot i di volo che sono richieste pt:r la caccia. Il nome cli e, Balilla l) venne dato a questo velivolo perchè la Ca.mera di Commercio di Genova aveva dc• liberato di offrire ali' Armata Aeronautica un aeroplano che sostitu isse quello già donato alcuni anni prima al-


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l'Esercito d alla Città <li -Genova, ,andato distrutto nelle fortunose vicende della guerra . La .scelta .cadde sò'prn l'aerop lano Ansaldo, sia perchè il tipo di aeroplano da pura caccia pareva meglio s i addiccsse a porta re il nome del piccolo audace genovese, s ia perchè era un prodotto non solo prettamente italiano, ma anche della gloriosa ind ustria ligure. L'apparecchio nell'agosto del 1918 era alle sue prime prove, così che quello che

quali servono ; .per la deter minazione della granitura, più appropriata de lla polve1:c di lar1cio relativamc.nteai vari cannonj ; 'p.er Ja ile.rer:n1inaiione ùeìla forma.. delle cinture di rame dei proiettili c délla .loro posizione ; per le prove di comportan,ento dei . bossoli che:~ontengono la carica di lancio; per le p rove delle spolette, de tonanti, inneschi, ecc.; per Ì'I controllo e lo. studio d i tu tti i tipi d i proiett ili: perforanti, scoppian ti, illumina nti, traccianti, shrapnells, granate anti-aeree, antisommergibili, ecc.; per lo studio dei dispo-. s itivi antifiammici della polvere, ecc. Il bal iped io è si-. tua to generalmen te in un -terreno pianeggiante e si, compone d i piazzuoiç e piattaforme per caru10ni, linee,: di tiro, laboratorio di strumenti di m isura, deposito , esplosivi, deposito proiettili, stazione meteoi:ologica, of-:ficina, alloggi ,personale.

Aeroplano Balilla A. t venne offer to dalla Città di Genova ben può ritene rsi come il primo della serie, tanto che il nome di « Ba lilla» passò a tutti gli apparecchi dello ste~so tipo. La iine ' della guerrn . ~mpedì che l'apparecchio veni,;se largamente usato dail' aviazione m ilitare, che poi lo usò con carattere sperimentale e n ei campi scuola d a caccia come velivolo da istruzione per i piloti. Venne adottato da , Nazioni estere. Durò fino a l 1924, e venne sorpassato dalle success ive costruzioni.

Baùllà. Sommergib ile, costruito dalla ditta F iat-Sa n Giorgio al Muggiano· (Spezia) n e l 1915; lunghezza 111. 65, larghezza m. 6,05; dislocamento in su perfic.ie T. 700, in immersione T, 850; velocità. in superficie N. 18, in immersione N . 10; armamento guerresco cann. I 76. landasiluri VI 450. Nella grande guerra fu gloriosamente a ffondalo nel fatto d'armi del 14 luglio 1916, pcl quale alla memoria del capitano d i corvetta Paolo Farinati degli V.ber ti, suo comandante, fu conferita ·la medaglia d'oro. Lo stesso nome di « Balilla >J sarà d ato ad a ltro sommergibile ora in costruzione.

Baliol (Gùn•anni). Discenden te da grande famiglia inglese, origin aria daJla N ormandia, e per parte di madre (Margherita) dai re di Scozia, nel 1249, alla morte di Alessandro III, accampò dir itti sul trono d i Scozia, che ottenne p~r arbitraggio d i Edoardo I di Inghillerra. Lo stato di vassallaggio verso il Re d'Inc ghilterra però n on garbandogli, iniziò guerra contro di lui, ma ne fu sconfitto a D u n-bar; venne deposto ( 1296) e rinchiuso nella torre di Lond ra e due anni dopo, liberato, passò in Francia dove morì (1 314). Balipedio. E' il campo sperimentale d i tiro, nel quale si eseguono tutte le prove necessarie a determinare esattamente il compor tamento d i un'arma da -fuoco. Il balipedio serve per le prove ~ collaudi dei cannoni, degli affusti, dei proiettili, degli esplosivi di lancio e di scoppio; per la raccolta dei dati per la costruzione delle tavole di tiro; per. le prove di perforazione delle corazze; p er là deter minazione .della forma più appropriata dei proiettili in relazione a i cannon i per i

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La linea di tiro . Parte da 1.111 pu nto ben defini to in vici nanza delle postazioni o p iazzuole dei p·ezzi e si prolunga in linea retta per 20-30 fino a 40 km. la generale, per ottenere questa possibilità, i balipedi sono costruiti s ulla riva del mare ( in modo da sparare· avendo sempre il m a re sulla· destra per ragioni d i sicurezza, dato che i proiettili derivano sempre a destra. con la rigatura èl'ei cannoni normalmente usata) . La. linea di tiro è indi vidua ta da una serie di pilastrini in muratura, allineati ad inter valli d i 100 in 100 metri, e tutti della stessa altezza. Ciascun .pilastrino porta un, numero d'ord in e cd è riferit<> a pun ti trigonometr ici.

Caverne a grotte p e r prove di proiettili cont ro corazze ben determin ati e v isi bili. Le linee d i pilastr in i pos-. sono essere piit di una e tutte parallele, A p artire da una certa distanza ( 6- 7 km.) dalla origine si trovano, a conveniente distanza dalla linea d i tiro, delle sta zioni di osscrvazio~e, •blindate, nelle quali si pongono. gli osservatori per la determinazione dei punti di caduta, determina zion e che vien e fatta _a ccuratamente, misurando la distanza del punto c;li a rrivo d el proietto dal p ilastrino più vicino . Quando le gettate sono maggiori di quelle che possono segnare i p ilastrini ( 30-40100 km .) si ricorre allora al tiro verso il mare, ed i p unti di caduta ven gono dctemiinati mediante l'incrocio sulla carta. delle visuali misurate con teodolitì da apposite stazioni a terra. Eviden temente il metod0; dei teodol iti è meno esatto di quello dei pila strini, e per questa ragione si prolungano le lince di tiro in.. terra per quanto maggiormente è possibile. Le stazioni" ai osser vazione sono collega te fra di loro mediante telefoni, oppure piccole stazioni R . T . da campo od· anche radiotelefoniche, per le comunicazion i da farsi.


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durante il tiro, comunicazion i che nella maggior parte dei casi si limitano a segnali convenzionali. Lungo tutte le linee di tiro, a conveniente distanza, corre una strada camionabile che serve per il trasporto del personale e dei materiali. · All'origine delle linee d i tiro si trova il campo delle

discordanza fra i calcoli teodci e i risultati pratici. Si introducono ;llora opportuni coefficienti, i quali fanno in modo che con pochi tiri di controllo si possano ricavare i dati relativi a tutte le gittate possibili con il cannone che si esperimenta. La misura delle velocità iniziali (e residue) coi reticolati è basata sull'impiego di telai che vengono posti, uno a 100 meiri dalla bocca del pezzo, uno a 200 metri. Detti telai portano nell'interno u11 reticolo metallico percorso in continuazione da corrente elettrica. Al passaggio ·della corrente il filo s i strappa e la corrente si interrnmpe, facendo fu nzionare un apposito apparecchio chiamato « cronografo Le Bouhrnger )l ( dal nome dell'ufficia le belga inventore). Questo cronografo pcrmeLle in tal modo d i misurare esattamente gli istanti in cui il proiettile è passato attraverso i <luc reticolati, ed allora, conoscendo questo tempo e la d istanza esatta dei re'ticolati, e ammctten<lo che il proiettile nell'in tervallo abbia conservato una velocità costante, si ricava il va~ lore di detta velocità che, per essere nel tratto di traiettor ia molto prossimo alla bocca del pezzo, si dice velocità iniziale. Analogamente si procede per le veloci tà residue. Per controllare se il proiettile si conserva in posizione conveniente lungo la traiettoria (ossia non si traversa) si pone un cartone prima del primo telaio e si osserva se il foro lasciato a l _passaggio è perfettamente circolare). I . tela i vengono alzati ad appositi alberi metallici a traliccio, che permettono di regolarne l'altezza in relazione alla elevazione della · bocca del pezzo al momento dello sparo.

Telaio per misura della ve'locltil iniziale

Gabinetto deg/-i strmnenti di misura. I cronografi

piazzuole fisse in calcestruzzo. Fra le suddette piazzuole corrono bina ri ferroviari, i quali si prolungano molto indietro e servono per eseguire il tiro eventualmente da postazioni ferroviarie. Anche questi binari sono su fondazioni di calcestruzzo, e, oltre a quelli ordinari, se 11e trovano a scartamento maggiore, sui quali poggiano le campate d i grue a ponte della potenza fino a 150 tonn., che servono ad estrarre i cannoni dal parco e metterli in postazione sui carri ferroviari, oppure sulle p iazzuole. Dette grue sono in generale a manovra elettrica. I car ri ferrovbri-affusto vengono trainati mediante apposite locomotr ici a vapore. Le p ia ttaforme fisse sono da p referirsi, semprechè s ia necessaria un'esatta livellazione dell'affusto prima del tiro e s-pecialmen te n èlle prove di t iro antiaecco.

Le piattaforme sono del tipo universale, ossia sono tàli da potervi incavalca, e i ·cannoni di vari calibri, mediante opportuni spostamenti degli organi di sostegno. I n generale si hanno due t ipi d i _.p iattaforme : una per grossi calibri ed una per piccoli calibri. L a d isposizione è evid entemente creata da rag ioni economiche. In vicin anza delle piattaforme s i ]Ja. una camera blindata., nella <1uale può ripara,si il personale durante speciali circostanze. Sul dinnanzi delle p iattaforme, lungo le linee di tiro, sono posti i reticola.ti per la misura della velocità iniil'talc. Altri reticolati sono posti in vicinanza. del pun to di caduta del .proiettile per la misura delle veloc.i tà residue. Queste misurazioni di controllo sono quelle ch e servono a determinare fino a qua l punto le tavole di tiro calcolate balisticamel'Ìtc sono attendibili. In generale s i trova sempre una certa

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Telaio per misura della velocità residua elettrici « Le. Boulanger )) sono _situa ti in appositi locali insieme ad oscillografi e ad altri apparecchi di precisione per. la misura del tempo, resistenze, reostati, ecc. O ltre alle misure delle velocità b1izia!i e residue, si devono prendere per il controllo delle tavole d i tiro a ltre misure, vale a d ire: la gettata (coi pilastrini), la


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d urata del tragitto, la densità e la temperatura dell'ar ia, la velocità e la direzione del ven to, la pressione massima all' interno del cannone a l momen to dello sparo; la derivazione del proiettile, o~sia lo scarto laterale sub ì to da llo s tesso alla fine ciel percorso, l'angolo d i tiro con cui si è eseguito ogn i colpo, la. temperatura dell'esp losivo adoperato, e i l peso esatto ciel proiett ile. Deposito. delle 111.11-ttizìoni. Le munizioni che ser vono per le esperienze sono conservate in appbsi ti magazzini lontani dai locali dei balipedio, e maschera te eia terrapieni d i s icurezza. Questi depos iti sono d istinti per cariche, in m·schi eù esplos ivi sfusi. Sono allacciati con le piattaforme del tiro mediante una rete di ferrovia Decauville, su lla quale vengono spinti a mano i ca rre lli delle mun izioni . Sulla strada fra i magazzini pc;,lveri e le piattaforme si trova il deposito proietti. Tutti questi magazzin i sono provved uti dell_a necessaria or ganizzazione per evitare gli incendi : vale a dire serbatoio d'acqua e ca11alizzazione per l'a llagainento automatico, par afulmin i, impianti elett rici sistemati con disposit ivi di sic~rezza, ecc. li deposito proietti è mun ito d i una piccola gruc e cli un piano inclinato per il rapido· maneggio de i grossi ca Ii br i ( un pro ietto da 38 1 pesa 800 kg. c irca ed uno da 406 ne pesa 1100). L'esp losivo con çui sono confozionate le cariche di lancio deve essere ad una 1emperatuni. ben definita al momento ,in cui si usa. Per ottenere ciò, il deposito cariche è -munito di impianti a termosifone, regolabili in modo da · av~re per molti giorni di se_suito delle temperature ambiente cli 15°-20°-30'" a seconda del bisogno.

Osservatorio meteorologico. Si è detto che per valu tare esattamente la forma della tra iettor ia dei proiettili occorre raccogliere, immediatamente pr ima, e durante le esperienze di tir o, numerosi dati meteorologici. Per questo lavoro esiste un apposito gabinetto i l quale con tiene: barometro, termometro asciutto e bagnato per la misura. dello stato igrometrico dell'aria, anemometr o (sistemato su l tet to) e che mediante trasmissio1ie elettrica comunicano costantemente con appositi strun1enti dai qualì si ricava in ogni istante la velocità e la d irezione del vento alla superficie, d el suolo, p luviometr o e nefolometro (per la misura della densità· della. nebbia). La t raiettoria si svoìge per ò nell' ar ia, arrivando ad altezze notevolissime: è q uindi n ecessar io raccogliere gli e lemen t i di temperat ura e press ione dell'aria, direzione e forza del vento, n on solo alla superficie del suolo, bensì anche a lle var ie a ltezze di 1000- 2000-3000-4000 met r i. Questi dati s i ricavano mediante palloni frenati, i q ua li si a lzano portando con sè struinenti autorcgistratori a 1nassin1a e minima. Il balipedio è per ciò fornito anche di un .p iccolo hangar che dipende dal laboratorio meteor ologico e che cont iene i pallon i di piccola cu,batura con relative bombole di id rogeno e imp ianti accessori, come verricell i di innalzamento, d ispositivi cont r o g li in cen di; ecc.

Officine. In luogo appartato sorgono le varie piccole officine che ser vono per le ripa razioni del materiale : fcn cle:ria, tor neria, macchine u tensili in gener e, e l'officina d i generazione dell'energia elettr ica, la quale u ltima viene d is trib uita con due can alizzazioni e serve per la illuminazione d i t utti i fabbr icati e per la forza motr ice delle grue, d ell'offici na, ecc. L'officina elett,·ica ha la sua -batteria cl i acci1mulatori di riser va, fo modo

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che i l b alipedio è com.pletamcnte indipendente eia qualsiasi ente esterno. A bitazioni . Sorgono infine in località appr opriate fabbr icati d i a bi tazione del comandante del balipedio, del personale di concetto, degli operai e dei militari adibiti a lla esecuzione delle esperienze cd alla guardia cl i tutto l'insieme. Oltre a tutto quanto sopra, e che serve essenzialmente per la determinazione delle caratteristiche balistiche dei cannoni (funzione più importante del bal ipedio), esistono in apposito locale tutti gli strumenti di controllo, verifica e misurazione di p rc-

Bal ls Ca (da Veg-e z io)

cisione, che si adoperano quando devono essere collaudati cannoni, affust i, spolette e il materiale da guerra . Il balipedio è una istituzione del tutto moderna la cui origine r isale a pochi a1uii soltanto, ossia da quando le artigl ierie, perfezionandosi, hanno permesso cli ra.ggiungcre le gr andi gittate (che arrivano ai 110 k m., e per le qual i è necessa rio tener conto dell'inlluenza della rotazione terrestre).

Balis1.a (da vc:,ezio)

Balista (o Ballista). Specie d i Balestra atta ,al lan, cio cli grossi p roietti (sassi) ma specialmente grossi dard i. Essa fu una maçchina mil itare dei Romani. Veniva costr uita in varie maniere e d i svariate dimensioni: ma tutte gran di. Ponevasi in azione con ,manovelle, con. taglie, con argani, ccc., secondo il peso del proietto o del dardo a. secondo la velocità ch:e s i voleva imp rimere ad esso nel lancio. Sulla sua vera for ma, s i·

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13AL

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è nell' incertezza, ed è da ritenersi che si sia semprè andata modifica ndo col tempo. Se ne troYa però qualche esempio scolpito, ad es. sulla colonna Traiana in Roma. Secondo Vcgezio pare che fosse una grande arc<J balestra fissa atta a lancia re dardi lunghi. \·itruvio invece è d"avviso che la Jla lista fosse destinata a lanciace pietre del peso di 200 e 250 libbre; ma non fa conoscere se la macchina fosse messa in azione da contrappesi o eh, molle. Secondo ,\ mm iano ::'lfarcdlino, alquanto meno os::uro nella descrizione delle macrhine da guerra del suo te mpo (sec. IV), la Balista

Balista ( \iegezlo)

era una specie d i grande arcobalestra il cu i proietto (giavellotto) era lanciato dalla forza d i reazione d i più co rde d i nervo. Si caricava coll'arganello e, messa sul carro come la moderna artiglieria da campo, si portava ove ne occorresse l'impiego. Il vocabolo balista fu p roprio della m ilizia romana; gli istrumenti guerreschi affini ebbero altri nomi nell'antica milizia ita lica. I dard i lanciati da queste macchine pesa\'ano fino a 22 k g., avendo una lunghezza d i circa 122 cm. I n generale le baliste s tavano fer me in posizione, ma YC ne erano pure di que11e che andavano al seguito degli eserc iti, rnouta~ su r uote e traina te da mu li : chia ma -

Balista ro mana ronsi « car rubalistac i,. Le L egioni imperiali ne avernno seco fino a SO, e rappresentavano, rispetto alla fanteria, le od ierne nostre a rtig lierie da campagna . Ogni centuria a"eva la sua, cd occorrevano u ndici uom in i per manovrarla : ponevan.,;i in batteria dietro il gros80 della fan teria, nè v'era corazza o s cudo che valesse a

pararne i colpi. Si crede che ne fossero inventori i F1:nici. C'è però da ritenere che realmente s iano sia te impiegate dai Romani per i primi, poichè dagli altri popoli non ne è fatta alcuna menzione.

Balistari. 1 soldati che adopera,·auo la b-~lista m:1le legion i romane: erano divisi in arcobalistari, carr11balistar·i, ma1111 balistnri. Si diceva {ialistario anche l'ufficiale incaricato della custodia delle macchine da guerra, e il luogo stesso do,·c le macchine venivano custo<lit~. Balistica (Ar., balistica, dal ~reco pc,.Hrn , io lancio). F,' la ~cienza del mo\'imento dei proiettili lanciati nello spazio, secondo una direzione qualunque. Si applirn particolarmen te ~i proie tti delle artiglierie. Si di~tinguc in Balistica i11ter11a, che è la parte riguardante il movimento accelerato del p roietto, allorchè esso è sottoposto dentro la bocca <la fuoco all'azione delle forze motrici dei g-as infiammati dell'esp,lo<ivo; e B alist. ica astrm a, che è J:i parte rib'l1a1,dan tc il m<'vimento ritardato del proietto, fuori della bocca da fuoco, quando è 50ttoposto solamente a ll'azione del la gravità e della resistenza dell'aria, ed ha per <>".,getto la detcrmina.Gionc d i tulle le circostanze del movimen to del p ro ietto, per dar modo d i eseguirn -con giustezza il tiro delle differenti armi ed ottenerne l'effetto più efficace. La B. i nterna studia particolarmente il movimento del proietto nell' interno della bocca da fuoco, dall'istante che s'in izia la combustione della carica d i lancio ffoo all'istante che ii proietto abbandona l'am1a. La risoluzione esatta e completa del p roblema presenta d iffiroltà finora non superate, cd è quin<li necessario limitarsi a soluzioni approssimate. Queste si ottengono sia srmpli ficando median te opportune ipotesi il complicato fenomeno dell'esplosione nell'interno di un'arma, sia trascura ndo gli elemea,ti che hanno un' influenza secondaria su ll:L le;;;ge del movimento. P er lo stud io della balist ica in terna s i parte dai principi generali <lclla Tcrmocl inamica e de lla T eoria. degli e~plosivi, da cui s i deducono alcune rela1.ioni fonda mentali, che <liu;ino u na' soluzione p,Lrzia le del problema: la soluzione viene completata facendo deile ipotesi sulla legge con cui avviene la combus tione della ca rica. L'esplosione in un·arma viene iniziata mediante un innesco c he produce l' infiammazione d ella cal'ica, e procede poi gr:idatamcnte fino a che l'intera carica abbia su bita la reazione. li pro ietto inizia il 111ovimento quando la tens ione d ei ,gas .prodotti dalla combustione della carica. ha raggiunto un certo valore, dipendente dalle resis te111.e passive (inerzia al mov imento, in taglio delle corone, re.;istenza do,·uta al forzamento, ec<:.); s i nmove quindi dapprima lenta mente, lascia ndo d ie tro a sè piccoli ,pazi, dove la quantità <l i gas sviluppata. non potendosi espandere molto, eleva rapida.mente il va lore dcl!:i sua tensione, raggiungendo in un tempo più o meno piccolo il \'alore massimo; lo spazio dis!)Onibile pei gas in seguito va crescendo rap idamente (movendosi il j)roiclto di un movimento molto accelerato), mentre l'emiss:one di essi decresce o tu tto al più r iman~ costante ; deve quindi decrescere il valore della tensione con rapid ità più o meno grande. P ossia mo ra ppresentare graficamen te ta le fatto, per mezzo di un sistema d i assi carte~iani ortogonali. in


BAL

-

cui !'a,5se delle ascisse rappresenta l'asse della bocca da fuoco (arma teorica di lunghezza infinita), e quindi le ascisse rappresentino gli spazi percorsi dal proiotto nell'interno de1l'anima nei successivi istanti della combustione e dell'espansione <lei gas; .e le ordinate rappresentiiio i corrispondenti valori della pressiòne interna: ]a c11rva, chiamata delle pressioni, rappresenta la legge con cui varia la pressione interna, in dipendenza degli spostamenti dei proietto.

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A puità di a ltre condizioni, la pressione interna crescerà tani:> p iù J'apidamente, e raggiungerà quindi tanto p iù pr~sto il suo vak,re massimo, quanto maggiore è Ja vivacità d ella polvere costituente la carica. Nelle polveri vive pcrc10 la pressione raggiunge il suo valore massimo in un tempo più breve <.hc nou nelle polveri lente, e quindi nella curva delle pressioni corrispondenti, ad unn. polvere viva l'ordinata massima sarà più vicina a_ll'asse delle ordinate che non nel caso ,delle cune corrispondenti ad una polvere lenta.

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Lo stesso diagramma; cambiando OPflQ.r:lunamente la scala, ,può Papprescntare le accelerazioni in corris,pon· denza degli spazi percorsi dal ,proietto. La ipotesi fondamentale ,p er la determinazione a~a,• litica della pressione e della accelerazione (quindi della velocità) in corrispondenza alle successive posizioni del -proietto è che l'espansione dei gas della reazione sia adiabatica, cioè che tutto il calor(; contenuto nei prodotti dell'esplosione vada impiegata a produrre lavoro esterno. Inoltre si suppone che tutta l'energia poten• zia!e dell'esplosivo si trnsformi in calore d i mano i.1 mano che procede la reazione esplosiva, e che qua.ndo la reazione è avvenuta per tu-Ua la carica, non abbia più luogo sviltLppo di calore. La reazione termina ordinaria:nente prima che il proiet!o abbandoni l'arma, cd occorre perciò conside• rare due per iodi : nel primo il proietto si muove mentre ha luogo la trasformazione chimica dell'esplosivo; n el secondo i p rodotti dell'esplosione si espandono, continuando la loro azione sul proietto.

A

Fig.3

I

Pt.::ri O:;--B~':-.B-!:--------=s'=--------s-

p Ammesse queste ipotesi, dai principi d i tcrmodina• mica si deduce la ,clazione fondamentale, che esprime che tutto il calore svolto nella combustione della carica si trasforma in lavoro:

[ l] In cui;

E Cv (T 0 E

-

T) w q = L

è l'e<]uivalente dinamico del ca.lore,

Cv calore specifico assoluto medio -dei p rodotti

s Ricordiamo ,però •che non tutto il lavoro compiuto '<lalJa pressione viene utilizzato per comun icare forza ·viva al r,roiet lo (effetto -balistico) ma che una parte JI -esso viene speso per vincere le resistenze passive che ostacolano e qu indi ritardano il movimento del p roietto (inerzia al movrmento, forzamento del proietto, intaglio delle corone, re,i.stenza dell'aria, ecc.). Akune <li queste hanno àzione ~pecialmcnte nei primi istanti, e quindi la s,,muna delle resistenze passivé cresce rapidamente da principio, fino ad un massimo, per di minuire poi e mantenersi praticamen te costante per tutto i l rim:wentc per:orso del proie tto, nell'anima. Rappresen t;m<lo me<:liaate una curva. la legge secondo -cui varia h somma delle resistenze passive (ci1rva delle resistenze) e rifcrenr!0la allo stesso sistema d i assi (Vedi · fig. 3) avremo una curva analoga alla I P A' M', e l'area compresa fra qi1esra curva e l'asse delle ascisse rappre,ent-a il lavoro speso dalla .pressione per vincere tutte le resistenze, mentre l'area compres,t fra la curva delle 11ression i e 1-a stessa asse delle ascisse rappresenta il lavoro -tota-le della .pressione: l'area ·c0<rnpresa fra le due curve ra ppresenta il )avoro utile.

della combustione, To temperatura asso1uta che si sviluppa nella reazione, T temperatura assoluta n1edia dei prodotti della combustione, rn peso della carica, q frazione di carica combusta, L Lavoro esterno svolto dai prodotti stessi. Dalla Teoria degli ·esplosivi s i ha forza <le11' esp'losi vo f R e T0 [ ove R è la costante caratteristica dei gas prodotti dall'esplosi,;me, E è il peso dei prodotti gassosi dell'unità di peso dell'esplosivo] e la , [ 1] p uò scriversi REL

=

[2]

R

E (T0

-

T) = - -- E c., q w RE

0 = --

ed introducendo il simbolo

E

Cv

0 L [ 3]

- -- - ' -

cioè

i!


T fcoq--+ 0 L = f<0q To 'èhc ·.è chiamata l'equazione fondamentale della balistica it<terna. Questa equazione combinata con l'equàzione carat..tcristica del Sarrau

-

I

+

[ 6] P ( V - o., co q) 0 I; = f m q .çve o., è il covolume dell'esplosivo. (Il covolume ,dell'esplosi.vo è il volume occupato dai prodotti dell'esplosione delJ'u11 ità. d i peso dell'esplosivo a fh temperatura <li 0° e alla pressione di 760 mm. d i ,mercurio). ba1l'e<1. [ 6 ] si ott :ene I' eq,uiz-ione ge1terale d el mo::vimento del proiet to 0 m v2 [7] P Q (s+ z) + - - =foo q 2 Tove n è l'area della sezione retta dell'anima S è lo spazio percorso dal proietto Z è 1; lunghezza ridotta del volume libero cioè il volume intermolecola re dei prodotti dcli' esplosione ] -.e l'espressione generale della pressione f (ù z e m V2 [8]

P= -

-

(q - -

-)

2 f ul L a formula che ci dà la velocità. del p roietto nel se•Condo periodo si ottiene in tegrando l'eq. del mo,·i.,mento, cioè : m V d v=P n d s ,cioè . 2 f co stf-:: z e 0 1[9] v' - v•,=--- (l - - ) [ l - (-) m0 M z s+z -egpressione · della velocità corrispondente ad un. percorso -,s > s l essendo s 1 e v l rispettivamente il percorso e la · velocità nell'istante in cui la combustione della carica -è "Comp leta. Per il pr imo periodo invece occorre fare delle ipo,tcsi circa. la legge di combustione ddla. carica, perchè --si possa determinare in ogni· islanle q , frazione d~ ca:rica combusta. Le ìpot•~si quasi generalmente ammesse sono: 1° L' infiamma ;;;ionc è simu ltanea per tutti grani -costil-uenti la carica. 2° La "Com·l)Ustione de i singoli grani avv iene per , strati pa;-alleli. 3° La velocità di combus.tiona d ell'esplosivo cre,sce p roporziona:lmcnte alla p ressione. In virtù d i queste ipotesi, qualunque sia la forma •-del grn~o, s i ottiene per q una espressione della forma generale q a y ( I - ), y µ y") [ 10] in cu i y è la frazione di grossezza combusta, cioè 1 y (essendo I la lunghezza d i cui ha proceduto Il ·la combustione cd 11 l,1 min ima dimensione del grano) ; ..e a , ì, e µ coeff. numerici che d,pendono solamente !.;! z s + z

=

=-

dalla forma del grano e son o indipend enti dalle sue dimensioni. Questi coefficien ti si chiamano perciò caratter-istiche geometriche della polvere. Per le ipotesi fatte si ottiene la relazione [ 11

~1,:

l

che dà la velocità nel I periodo, cd in cui ,

Ct

·a cquista la rfom1a

BAL

m

R T P = -V

31 -

+

== ~1- rai,co

presenta la d,u rata delli, combustione del grano sotto la pressione 1. L a relazione [ 11 ] si suole trasformare metten do }. X= -

-

(y - Yo)

-<Yo

cioè :

[ 12]

Q,: v =--

m

À

Analogamente s i ottiene l'espressione che dà la pressione per il primo periodo. La soluzione ottenuta è rapp resentata dalle formule es_pri-ment i la velocità e la pressione corrispondenti alle successive posizioni del 'proietto, noncbè dalla formala della velocità. iniziale e della pressione massima. Queste formo'le sono una conseguenza ana liticamente ri,g orosa delle ipotesi fondamentali da cui si è partiti per determinarle, e contengono delle funzioni pura.mente n umeriche d elle variab ili ind ipendenti, nonthè due parametri d i carica.mento i cui valori dipendono dai d at i dell'anna e della carica. I va1ori d i queste fm1zioni si ottengono median te tabelle numeriche a doppia entra ta: l'impic-go di esse rende possibile l'applicazione d i formu le anche molto complicate. Balistica esterna. Fu per molto témpo oggetto di ricerche da parte di geometri e matem~tici insigni. Prima delle loro ricerche si avevano delle idee errate sulla na tura del movimento dei p roiettili. Sino alla metà del XVI sec. l'a rtiglieria fu trattata empir icamente: per mo.ilo tempo si era creduto che le pa·lle dei cannoni sì movessero in linea retta e che la 'loro traiettor ia si componesse <li un arco di j:erchio e di due segme nti d i r etta. T artagli-a, il primo _che si occupò d i r icerche scienti.fiche su tale q·u estione, dimostrò che nessuna parte di traiettoria è in linea retta e che l'angolo d i elevazione di 45° dà la p iù grande gittata. Galileo, combinando rl principio -della composizione dei movimenti con le leggi dell'aocelerazìone della gravità, d imostrò che la curva descritta <lai proiellili, se.. non ci fosse la resist~nza dèll'aria s,n-ebbe una parab<!la. Newton :volle tener <:onto di questa resistenza e stabili ch' cssa è ,p roporzionale a l quadrato de lla velocità del mobile, -ma non diede nessun n1etòdo per la determinazione effettiva della, traieuoria. Eulero, supponendo la resistenza proporzionale al quadralo della velocità del mvbile, diede l'espressione finita dell~ lunghezza di un arco della traiettoria compresa fra due punt i di cui si conosee la inclinazione delle tangent i, e partendo da un'inclinazione data e r.onsiderando degli arch{ d 'ampiezze d iverse, terminan ti r,on inclinazioni scelte arbitra riamente, egli ne determinò le lu11gbezze. Proiettandoie •inoltre come se fos-


-

BAL

32-

Fig. 4

'

;11

p

:I

_.:_ __ -- - --- ---X- -- -- --- - - -- - ---- - - - -- - - - -">I scro dei segmenti di rette aventi un'i ncli nazione med ia, egli ottenne le due coordinate di ciascun punto della traiettoria, <orrispondcnte ad una data inclinazione. Allo s!esso modo determinò la velocitfl. <lei mobile in ciascun punto e qu indi la durata dc'! tratto percorso. L egendre. per correggere il metodo di Eulero, sosti• tuì al segmenti di rette degli archi di cerchi osculatori, :iventi rispet tiva mente alle d ue estremità le stesse inclinazioni della traiettoria. Lambert impiegò il metodo dello sviluppo in serie, e questo metodo fu segu ito da molti altri. D 'altra parte fuiono intraprese delle esperienze per determinare la resistenza dell'aria al movimento dei proietti, senza che si sia rit:sciti a determinarla esattamen te. Una soluzione abbastanza esatta e veramente pra tica fu trovata dal Siacci. Gli clementi principali che si trattano nella balistica esterna sono (vedi fig. 4): Tra.jettor-ia: è la linea ,percorsa dal centro di gravità del proietto. Linea di projczio11e: è la d irezione della velocità iniziale, ossia, la tangente alla lrajettoria all'origine (OV). Piano di projezio11e: è il piano verticale passanic per la linea di projezione. O rizzonte del pezzo : (OC) è il piano orizzontale passante per l'origine della traiettoria. P,mto di cad11ta: (C) è il secondo punto in cui la traiettoria incontra l'orizzonte del pezzo. Gittata: (X) è la d istanza del p unto di caduta tlall'origine (O C). Angolo dì projezio11c: ( cp ) è l'angolo acuto fa !lo dalh linea di proiezione coll'orizzonte. Altezza di tiro: (Y) è l'altezza (PV), sull'orizzonte del punto V, vertice della trajtttoria. Il vertice è il punto più a lto della trajettoria. Pm,to d'arrfro: (S) è il punto in cui la traiettoria incontra il terreno. Li11ca di sit·o: è la retta che congiunge il pu nto d'arr ivo coll'origine. .4,,golo d·i sito: ( E) è l'angolo acuto çhe la linea di sito fa con l'orizzonte. Angolo d i j>artcn.za: ( \jJ cp e) è l'a ngolo che la linea <li .proiez ione fa con la linea d i sito (VOS). lt1cli11azione : ( 0 ) è l'angolo acuto che la d irezione della velocità in un punto qualunque della trajettoria fa coll'orizzon te (TM~ e T 1 S~ 1) . L'inclinazione nell'origine coincide coll'angolo di projezione, diminuisce

lungo il ramo ascenden te; al \'Crtice è n ulla, oltre il vertice è negativa. A 11go/-0 di caduta: ( oo) è il valore numerico dell'incl inaz ione nel punto di cadu ta. Angolo d'arrivo : (E·0) è l'angolo acuto che la tangente alla trajettoria nel punto d'arrivo fa colla IÌ:\l'a, di sito (OST'). L'angolo d i caduta è il valore pacticolare dell'angolo <li arrivo per e - O ossia nel punto, di caduta ( 0 w). l"rl-Ocità di cad1,ta: (u) è la Yelocità nel punto di caduta. Velocità di arrh·o: ( v) è la ,·elocit,, nel punto di

=

arrivo.

Durata: (T) -è il tempo che il proietto impiega <per passare dall'origine a l punto di caduta. Mo-,1ime11to tzcl vuoto. - Le cause che modificano il movimen to del proietto fuori dcll'am1a sono: il peso, e h, resisten,m del mezzo. Quest'ultima ha quasi sem- • pre valore prevalente; solo in casi particolari, per esem. pio nel caso d i grossi proietti lanciati con piccole veloci tà inizial i, la ,-esistenza del mezzo è minore del peso del proietto; tuttavia giova indagare le leggi che regolerebbero il movimento, qualora la resistenza del mezzo fosse nulla, cioè qualora. il proietto fosse la nciato nel vuoto. Queste leggi rappresentano i limiti· cui tendono le leggi <lei movimento nell'::.,·ia col dimi.11uire della resistenza, e sono espresse d a relazioni che ta lvolta si possono applicare per risolve1·e con una pl'Ìma approssimazione le questioni relative al movimento nell'aria. Inoltre, le relazioni più approssimate ottenute tenendo conto d ella r esistenza elci mezzo risultano soven te d i form::i analoga a quella delle relazioni determinate per il movimento nel vuoto. Equazioni del movi111e11to. - Supponiamo un proict- to la nciato nel vuoto in una direzione qualunque, con una velocità iniziale <lata. E ' evidente che la gravità . è la sola forza che agisce sul proietto, ed essendo la direzione di questa verticale, la trajettor ia descritta dar proietto sarà tutta nel piano verticale di tiro: questo piano conterrà anche la linea d i projezione. Siano: p il peso del .proietto, g la gravità, t il ' tempo. contato a partire dall'origine della traiettoria, . x e y le coordinate di un punto qualunque della trajet"' toria. Considerando il peso come una forza ·costante,,. dato ohe i valori di x e<l y sono molto piccoli in con-, fronto del raggio terres1re, si anà:


-

BAL

p d' X

p

33 -

=

d' y

= 0

(x O) l'altro è il punto di caduta, la cui ascissa rappresenta ·la gittata (X) : V' sen 2 <p [4] .X = - - -- -

- p, d t'

g

g d t'

ossia: <l'

d' y

X

g

--= O

g

d X

d t'

d t'

I ntegrando una prima volta ed osservando che d y • d t .e sono le componenti orizzontale· e verticale della d t

velocità del proietto in un punto qualunque della traiettoria, e che nell'origine, ossia per t O, esse hanno rispettivamente i valori V cos <p e V scn (p , (V è la velocità iniziaÌe del proietto) si ottiene: d X d y V sen <p _ g t [1] - - = V ~os lp d t <I t Integrando una seconda volta e determinando le costanti colla condizione che per t = O sia x = O ed y O, si ottiene:

Dalla [ 4) appare che la gittata -uria p roporzionalmente al quadrato <lella velocità iniziale, e cresce col crescere di <p da 0° a 45°; aumentando cp oltre 4$ 0 , la gittata diminuisce. La gittata massirn,a corrisponde a sen 2 <p 1, cioè <p = 45°, cd espressa da

=

V'

X= -

=

-- =

=

[2 }

X= V

t cos rp

y

= V I sén rp -

g t',

2 che sono le espressioni delle coordinate di un punto qualunque delllJ. traiettoria in fur,zione del tempo, Elim inando t fra le

Equazioni della trajettoria. -

[ 2}, si ottiene l'equazione della trajettoria:

g

Se nell'espressione della gittata si pone 90° <p i,, luogo di <p , la X non varia: quindi per una data velocità iniziale vi sono due angoli di proiezione, ai quali -corrispondono eguali gittale, e ~1uesti a11goli sono completamentari. Delle due linee di p roiezione cui corrisponde ·la stessa gittata, una fa _coll'orizzonte un angolo eguale a quello che l'altra fa colla vei-ticale e quindi l'a.ngolo compreso fra queste due linee di proiezione è diviso per metà dalla linea di proiezione- O B corrispondente a rp 45°, che è quella. con cui si ottiene la massima gittata.

=

Fig6

.Y

g x'

[ 3)

I

·1

y=x t g

<p -

2 V' cos' <p Q uesta equazione rappresenta. una parabola avente l'asse parallelo aH'asse delle y ( ossia vertica·le). Il vert ice della\ parabola coincide perciò col vertice della trajettoria, e d il ramo· ascendente è simmetrie.o al ramo discendente.

Fig.5

o Altra equazione della trajettc,ria si ottiene eliminando V fra l'equazione [ 3] e l'equaz ione [ 4]. y

= (1

X

- ) X tg cp

.X

nella quale ·la gittata X entra come .parametro.

X X

p

X

Ponendo in questa equazione x ne l'altezza dd tiro Y

Abbassa-n,ento. membro della (3): g x'

- -- -- =

J l secondo term ine del secondo

1 g (2 =

X

tg (p - y= y 1

2 V' cos' <p 2 I , "I rappresenta l'abbassamento M N del proietto (fig. 5) a l disotto della linea di proiezione. Difatti: M N::=P M - PN, P M = xtg ,p P N = y Gittata e altezza d-i tiro. Se ncll'equ._azione [ 3] facciamo y = O, si ottengono per x due valori che determinano le ascisse dei punti che la trajettoria ha comuni <::on l'orizzonte. Uno di questi è l'originale

=

si otiie-

Xo

2

X tg cp 4

Ora X lg cr- rappresenta l'abbassamento corrispon~ dente ad y o cioè al punto di caduta, e dicesi ab• òa.ssam.ento totale. Quindi: ' L'altezza del tfro è uguale a l quarto dell'abbassamento totale.

=

J.lcruùnento nell'aria. In questo caso oltre la gravità sul proietto un'altra forza d i d ifficile determinazione: la resistenza· dell'aria. Essa è dovuta all'azione delle molecole aeree sulla superficie d el proietto. Se consideriamo per llll istante il proietto privo del •D1ovimento ·<li rotazione, 111a. muoventesi nelltaria in di- · rezione obliqua al suo asse, l'azione delle molecole ae3


-

BAL

ree sulla superficie sono simmetriche rispetto al piano meridiano parallelo all:i velocità. Componendo queste azioni, la loro risùltante R giacerà in questo p iano. Il punto C <li intersccnzionc di questa coll'asse chiamasi

Ftg.7

.Y

I

x~r I

I I

y f?

I

I I

r

'"'f----- - -:X-- - - - - .;,,I

X

I

centro di resistenza. Nei proietti d'artiglieria generalmente questo punto trovasi innanzi al centro d i gravità ll, ossia più vicino alla .punta del ptoietlo. La resistenza dell'aria R genera lmente non è parallela alla velocit1, V (resiste nza obliqua).

Fig.8

3411 moto di rotazione del proietto intorno al suo centro d i gravità non si può considerare indipendente dal moto di traslazione, perchè qu•~sto influi!'ce su l valore delli} coppia perturbatrice; e viceversa il moto di tr11slazione del .proietto non P(!Ò essere considerato indipendentemente da quello rotatorio, perchè questo movimento influisce s\llla forza r itardatrice. I due movimenti dovrebbero _ quindi essere trattati s imultaneamente, il che darnobe luogo a d ifficoltà. aa a litiche che sarebbero gravi quando anche fossero note esattamente le funzioni che rappresentano le forze e le coppie generali d ella. resistenza dell'aria. Una p rima semplificazione è ottenuta considerando nulla la forza devialrice, ossia supponendo coc· la direzione della resistenza dell'aria è approssimativamente opposta alla direzione della velocità: da questa ipotesi r isulta che la trajettori~ è piana.. Possiamo quindi rHcrire il moto del centro di gravità del proietto ad \lll sistema di assi cartcsian(. Le forze cui 'è sottoposto il pr:oictto sono : il suo ·pe,o i' e la resistenza dell'aria, (v. figura 9) cui corr ispondono le due accelerazioni - g e f (v), f (v) è una funzione che dipende solam~nte dalla velocità del proietto.

.!I

Fig.9 .

..i,

Trasportando questa forza d a C in G nasce la copp ia R - R 1 (coppia pert:urbafrice) e decomponendo la R 2 nelle dirnzioni d i V e peypcndicolarmente ad essa, si otte.ngono le due compm,cnti r e d. La coppia R - R 1 determina il movimen to del proietto attorno al centro di gravità. (rotazione), e tend!! a rovesciarlo. L a componente r opposta alla V, tende a ritardare il movimento del proietto, ed è chiamala forza ritardatrice; la d, normale a.Ila r, tende a spostare il centro .d i gravità dalla ~irczione dell; velocità, ed è ch iamata foi·za deviatrice. Al proietto ,.si dà una grande velocità angolare attorno a l -suo asse per mezzo deHa r igalur;,. della bocca da fuoco; questo movimento d i rotazione velocissimo rispetto a quello dovuto alla coppia R - R, s i compone con questo, neutralizzandone gli effetti danno~i (rovesciamento del proietto) e ottenendosi invece una pcrturb.a zione n ella rotazione del proietto (l'asse di rotazione istantan eo varia continuamente, man.tenendosi però vicino all'asse del proietto). li mov imen to del proietto, prescindendo d a r movimento di traslazione, può essere paragonalo al movimento di una u·ottola: essa ruota rapidissimamente intorno all'asse -di ifigura mentre questa descrive una su p erficie conk.a rispetto alla ,,·e rticale, e nello stesso tempo compie p iccoiissime o,cillazioni intorno ad u11 asse perpendicolare a l piano verticale che contiene l'asse di :figura. Anche nel proietto chiamasi precess·ione il movimento conico, e nutazione le piccole oscillazioni, in analogia a l movimento dell'asse terrestre.

Eguagliando queste due accelerazioni alle componenti <Jelle ac~elerizioni del movimento secondo i due assi si ottiene <l (v cos0) d (v' sen 0 ) v) cos 0 f ( v) sen e - g d t d t

--- = -.((

=-

e combinando queste eq. collè relazioni c inematiche

dx

--= V C05 0

dy

--;:;;-- = v scn 0

d t d t si hanno le quattro equazioni:

ds -- = v d t

'-,

gdx=-v'<l0;g•dy=v'tg0 d 0; g d s=: - -

v' -dE)

cos 0 [ 5J g d ( v cos 0) v f ( v) d 0 Quest'ultima è l'unica equazione che conten a due . 9 sole variatbili : la velocità e -l'inclinazione, ed è l'odografa <lei movimento, Il ,problema è ora r idotto all'integrazione dell'equazione [ 5] : tale integrazione è solo possibile per particolari forme della f {v); r,erò nessuna delle espress ioni di f(v) che rendono integrabili quell'equazione può r appresentaxe con su fficien te esa ttezza la legge reale della resistenza dell'aria per qualunque valore d~lla velocità v. Il Siacci fu il primo che ottenne mediante l'integrazione approssimata una soluzione generale, applicabile

=

,.


I

I

I

r

BAL

-

.qualunque s ia l'espressione della resistenza dell'aria. Il metodo del Siacci è oggi quasi universalmente applicato, come quello che dà una soluzione semplice e pr·atica, e nello stesso tempo più esatta di quelle cl;e si pdssono ottenere con a ltri metodi. Il Siacci ottenne l' integrazione approssimata del problema alterando l'espressione deHa resistenza cd integrando mediante quadrature l'espressioni ottenute. I va lori di questi integrali ptr i d iversi valori della variabile furono da lui calcolati e riuniti nella Tavola bal.istica generale. li Bianchi generalizzò il metodo Siacci apportandovi modificazioni per ottenere soluzioni app1·ossimate anche in quei casi (tiri quasi verticali, ccc.) in cui il metodo Siacci non dà r isultati soddisfacenti.

Balistite. Inventata da Nobel nel 1888, è la prima polvere òi lancio che contenesse nitroglicerina. Infatti la pr ima balistite venne composta con Ni troglicerin:i. (parti ,1,9.5); Fulmicotone solubile ( 49.S); Anilina, oppure difcnilami11a (l)r La b,tlistite è sosta11za di color rossiccio cupo, di consistenza c0rnea ma cedevole, infiammabile a 180° e -della densità cli 1.63: abbrucia lentamente all'aria libera e resiste a lla percussione. Tale esplosivo si comporta, per velocità d i t rasformazione ,in gas e quindi per progressiv ità, in modo paragonabile a quello della polvere ner a, e può quindi servire per carica d'arm i, portando però, in confrohto con la polvere neri,. magg~ore forza per effetto del volume d i gas molto pii! grande e della temperatura molto pii1 elevata .che esso svolge a par ità di peso, perchè composto genera lmente d i nitrocellulosa e di n itroglicerina e bruciato con reazioni non troppo lontane da quelle di detonazione di questi detonanti. Gli esplosiv i cosi: prepai:ati, costit uiscono appunto le polver i senza fumo, le quali hanno per messo di d iminuire il peso delle cariche, a umen tandone la potenza; d'altra p arte sopprimendo il fumo per l'assenza dei prodotti finali solidi. La maggiore velocità nel bruciare di a lcuni detonanti, o miscele d i detonanti, s i ottiene trasfor mandoli in una massa dura, <li visibile in frammcn ti più o meno grandi. Poichè quando certi, detonanti bruciano, -essi incom inciano a bruc iare. dalla parte in cui sono stati accesi, ed .il fenomeno s i va via via propagando nel resto clclb massa, sempre p arten do dall'esterno verso .l'interno, è evidente che se, invece di 'lasciarli in una massa unica (come la gelatina in car tqcce) si dividono in tanti frammen ti, e s i provoca l'accensione contemporaneamente a lla supe'rficie di ciascuno di qùesti, tutta fa. quan ti(à d i .esplosivo brucierà fo un tempo molto p iù breve ; tanto più breve, quanto p iù piccoli e n umerosi saranno i frammenti contemporaneamente accesi. E' appun to que\lo che si fa nelle cariche d 'ar mi, investendo, mediante oppo1·tuni d isp-0sitivi, tutti i frammen ti ad un tempo con u n getto d i fiannna. Interviene poi nell'interno delle armi un altro fenomeno, che coopera ad assimilare i l br uciar e di questi fram i<Jen ti a una deflagra zione; cd è che essi a-bbruciano con una velocità crescen te col crescere della pressione che lo stesso svolgimento del gas pr oduce nell'arma. Appare così chiaro come le polveri se1~za fumo siano per eccellenza progressive. ·' La balistite s i prepara non già. impastando semplicemente nitroglicerina e collodio come -p er fare la ge-

35 lati,ia, ma incorporando dap)'nma al collodio polpato il doppio del suo peso di accrua e aggiungendo poi la nitroglicer ina. Dopo parecchi,, tempo si separa il più clell'acqu~, trattando la massa <!ttenuta :id un idrocstrattorc, e si ottiene una mater~1 ancora gelatino.,a . non ostante un residuo contenute, d 'acqua di circa 20%. La materia stessa si lavora P"l lungamente con delle presse e sotto la"minatoi, i cu, cilindri sono cavi e Tiscaldati moderatamente a 60°-iL'. Sotto la doppia azione ciel calore e <lelh pressione s i elimina l'acqua e si r iduce l'impasto in placd1c cHre, brune, semitrasparenti, d i aspetto còrneo, che si terminano di asciugare in un essiccatoio a 40° e po, con macch ine appropriate, si dividono in trucioli ,, bastoncini, o cubetti, o piastrelle, o nastr i, o granuli di grandezza maggiore per le, •grosse bocche da fuoc, ,, nelle quali si esige una maggiore progressività ~ qnindi minor veloc.ità di combu$tione e di grandezz" Jccrescente col calibro delle d iverse arni'i, fino a 5cenl1erc a piccolissimi grani per le armi portatili (un t\rammo in questo caso può contenere 10.000 granuli). L'accensione s i fa, nelle cart" cci e da fucile, da una piccola quantità di m istura full'ninante contenuta nella capsu la. All'urto del per cu,;,ure fa mistura si infiamma e dà una vampa che pr111etra attraverso la carica e accende contemporancam~llte molti granuli. Nelle cariche di artiglieri,,, alla capsula ·contenente la mistura fulminante fa seguito un (,-..:,nnello ripieJ10 di poi. vere nera che s i protende a ttravtrso la caric_a. La l)1islura fulminante accende la pulvere, la cui grossa fiamma pervade la carica. La 1ilìstura fulminante deflagra all'urto del percussore pr-1<:hè contiene un poco cl i fulminato di mercurio, deto·11,111tc che facilme1;tc e·splode all'urto. Il fulminato pf· tò vi è contenuto in .quantità totali · così piccole (kt mistura stessa è in quantità piccolissima) che non 1111ò assolutamente fun7.ionare da innesco. Per diminuire la temperatura dell'esplosione, e quind i il deteriont111ento delle artiglierie, fuono adoperate balistiti con tlha minor percentuale di nit roglicerina; ad a lcune d ì esse si aggiunsero,. in sostituzione della nitroglicerina, !Jci nitrotolueni. · la balistite al 42 % contiene 12 parti cli nitroglicerina e 58 di cotone collodio. La llalistife G. C. 13, preparata dalla Società Nobel, contiene solo 25 parti di nitroglicerina, 60 di nitrocellu los:l. (30% d i trinitro cotone e 30% di cotone collodio) ey 15 d i binilro toluene; ha per ò l'inconveniente che col tempo <liventa fragile e s i frantuma per urti. o scosse. liai Tedeschi fu adoperato, durante la guerra, un dpo d i balistite al tritolo (20%). Durante la guerra la D itta Bombini-Parodi-Delfino ha fabbricato della ba listite (con u n po' di vasellina) in scagliette grafitate, non laminata in modo completo. G li Austr iaci ne fabbriGarono di varie forme: in quadra tin i, in tubicini, dischi e g raJlÌ grafitati, ecc., pressati fino ad acquistare notevole du- ' rezza. Però non tutte le loro balistiti contenevano solo n itroglicerina e cotone collodio: quelle in dischi contenevano anche nitra to cli bari,; lino a l 17%. 0

Pare che gli Austriaci, come anche i Tedeschi, avessero delle balistiti ad alta temperatura d i esplosione pé'r obici e mortai (giacchè in queste bocche da fuoco le erosioni sono meno temibili) e balistiti• a bassa temperat ura di esplosione per i cannoni. L'abbassamento. della temperat ura. d i esplosione sarebbe statò ottenuto impiegando nitrocellulosa a titolo azotometrico un po'


BAL

-

36 -

basso e addizionando o la Centralitc, o a ltri nitroderivati del tuolene. Impiego tielle 1ni11e. Per le mine si impiega la balistite in p iccoli granu li (a più di 800 a grammo) e la si innesca con l' in nesco di fulmicotone di 30 grammi, innesca to, a sua volta, da una capsu la di 2· grammi di fulminato di mercurio (capsula del n. 8 della Scala di Sellier e Bellot). In queste con dizi~ni la balistite si comporta, ad un dipresso, come la d inamite; la sua forza quando agisce come detonante è di poco inferiore a quella della gelatina ed è uguale a 10.000 circa; il suo covolume è d i circa 8/10 di litro. La ba. listite per le m ine si distribuisce in sacchetti di tela racchiusi in iscatole di latta, contenen ti ciascuna• 15 kg. di esplosivo e messe, due a due, in cassette d i ]e. gno. E' stata pure impiegata in m iccie (miccie Spaccamela) .

Balla. Massa d i lana, borra o simili, con che si faceva i r ipari, od anche· u·incee improvvisate contro l'artiglieria nemica. T a le r iparo è di an tichissimo uso; il G uglielmott{ ricorda còme il campanile d i S . Miniato non fu mai tocco da.ll'artiglieria tedesca n ell'assedio d i Firen ze mercè i r ipari d i materassi postivi da Michelangelo . Nel medio evo questo riparo s i chiamava « Cilicio >J e «Man tello)), precursore della Blinda e della Corazza. Ballada (conte Paolo B. di Saint Robert). Tenente colo1u1ello, scrittore militare, n. a Verzuolo d i Saluzzo, m. a Torino (1Sl 5- 1888). E n trò all'Accademia M ilitare nel 1826 e ne u scì nel 1833, tenente di artiglieria. Appassionato studioso di meccanica, d i ipsometria, d i . termodinamica, ecc., insegnante d i ba.listica a lla Scuola d'Applicazione d 'Artiglieria e Genio, pub• blicò opere pregiat issime. Maggiore alla fine d el 1848·, f u segretario al Con gresso permanente d'Artiglieria, e poi d irettore della R. Fabbrica P olveri di T orino (1830) e d el R . P olverificio di Genova 1854) ove rimase colla promozione a tenente colonnello, avvenuta nel 1855. Dopo breve permanenza a Fossano quale Di• ret tore di quel Polveri,ficio, nel 1856 ·si ritirò dal serviz io per a ttendere con maggiore intensità a i suoi studi. F.ra le sue o_pere r icorderemo: ~ « Studio sulla tra.iet• toria >J; (( Del moto dei proietti n ei mezzi resistenti>>; « Della fabbricazione della polvere >> ; ecc. B~llarat ( CombaUin,ento d-.). L 'Australia, che ha iniziato, ~i può dire, la sua storia nel 1788, con l'ap• prodo della prima flotta nella Baia di Dotany, h a vissuto sempre in u no stato d i pace, sino a che gli avveniment i del 1854 n on la condu_ssero al combattimento di Ballarat del 3 dicembre ·1854 fra truppe Inglesi e minatori Au str alian i. Questo piccolo scontro ebbe con• seguenze notevoli. _La :causa d i ìquesto conflitto fu del tutto economica: la scoperta d i alcune miniere di oro fatta nel 1851, indusse i governi della N uova Gal• !es del Sud e di Vittoria a d ichiarare tu tto il metallo proprietà esclu~iva ·della Corona, e ad imporre un tri• buto mensile a tutti coloro che intendevano darsi alla ricerca dell'oro. I mina tori 'accolsero di malo animo questi provveofmenti, specialmente quello di carattere finanziario, e chiesero insistentemente cbe. venisse a~ brogata l' imp.osta. Ogni lc ro tentativo fu vano, anzi ii governo adottò le misure più energiche per assicurare i l man tenimento dell'ordine. Ne venne la loro insur-~ rezione. Il Governo p rovvide ad inviare truppe di p9-

lizia sul luogo e la notte del 28 novembre 1854 raggiunsero Ballarat a nche distaccamenti del 12° e 40° Reggimento di Fan teria inglese di s~de a Melbourne. I minatori, armati di fucili, di pistole, di picconi e di ogni a ltra sorta d i armi, presero posizione sul pia• noro Eureka, che guardava le provenienze dalla strada di lYielbourne, cingendosi con u na specie di barricata; scelsero come loro capo l'ingegnere P eter Lalor, nominarono anche un :Ministro della guerra nella persona di Alfred Blach, e tutto prepararono per instautare, vinta la partita con gli Inglesi, una forma di governo repu bblicano. L'attacco condotto dalle truppé inglesi dalle forze di polizia ebbe ragione della resistenza a ccanita dei minatori. Parecchi capi dei ribelli furono feriti fra. cui lo .stesso Lalor, che incitava alla lotta con la parola e con !"'esempio. Le forze inglesi avevano circondato le posizioni degli insorti, i quali fra l'alu·o di.s ponevano d i armi e mezzi di difesa inadeguati alla lotta. I minatori ebbero· perdite considerevoli, molti d i essi furono imprigionati. Lalor trovò scampo nella fuga, ma, nominata una commissione d'inchiesta la qua le stabilì che la causa della r ivolta dei minatori doveva farsi r isalire alle cattive leggi che vigevano, il vecchio Con• siglio L egislativo fu abolitò ed una n u ova costituzione creò due camere legislative, elettive. Allora i minatori p rigionieri furono liberati (1855) e Lalor, tornato a Melbourne, si diede alla vita politica, occupand o ne· governo posti elevatissimi, quali quelli d i Ministro del Commercio e di }.,finistro delle Gabelle. Da allora in poi le cond izioni della colon if hanno progred ito nella pace perfetta.

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Ballard (Giorgio Alessandro) . V ice-ammiraglio in-

glesp, n. nel 1862. P rese ,parte alla càmpagna del Sudan orientale (1884) e alla guerra per l'annessione di Burma . (1885). _1 el 1912 venne nominato direttore del reparto operazioni dello S. M. dell'Ammiragliato. Nel 1914, col grado d i contrammiraglio, c_omandò la d ifesa delle coste orientali britann iche (1915) e l'anno seguente gli stabilimenti navali di Malta. FÙ promosso vice ammiraglio nel 1910 e còllocato a riposo nel 1921.

Bai latoio. Andito che stava davanti alle sponde e. usavasi in cima alle mura di d ifesa ed a lle torri, dalle quali sporgeva d i parecch-iq spazio 'in fuori, in maniera da poter mandare giù, per cateratte praticatevi, de;te « caditoje.>> o << ~iombatoi >>, pietre o materie 111fiammabili, perchè gli assalitori si tenessero lon tani dal muro e non vi d es• ' sero la scalata. E' opera usata nelle ttntiche fortificazioni, e vedesi ancora nei vecchi castelli del secolo XI V-XV. Ballatoio (lvlar.) . Si chiamò così quella parte che si erigeva attorno al cassero e ai castelli d elle navi, come luogo p iù acconcio alla difesa p iombante.

Ballatore cario

Ballatore (Carlo Felice). Generale, n. a Pinerolo m. a Roma ( 1839-1920).


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Par tecipò da so!tuff. alla campagna del 1859, mel'Ìtandosi una med. di br. al val. nella battaglia di Palestn; quindi alla. campagna di Ancona e Bassa Italia (18601861ì e-d a quella del 1$66. Ebbe d a colonnello ( 1888) il comando del 1° Regg. Bers. e del D istretto di An cona, e, colloca to in P. A., ( 1898), raggiunse nel 1910 il grado di Ten. Gen. nella riserva. Pubblicò Ira a ltro «~'lozioni >> di tattica, di strategia, d i tiro, d i fortificazione, di ·topografia, e studi sull'educazione del soldato e sulla preminenza delle forze morali nella mil izia. Ba/la11d Antonio. Generale e uomo politico francese, n. d i Pont-de-Beauvois ìn (1751- 1823). Entrò nell'esercito francese nel 1769 come soldato; nel 1793 fu p romosso com. di Brigata e nello stesso anno gen. di divisione. Fece con Napoleone le campagne d'Italia , e nel 1797 comandava le truppe francesi che operarono la repressione delle Pasque Veronesi.

Ballerina. Nome dato ad una bomba a mano usata dall'esercito italiano, durante la gl\erra mondiale. Tale denominazione, non regolamentare, ma entrata nell'uso, d ipese dal fallo che la bomba stessa, per l'im• pennaggio, era munita di un'appendice d i tela foggiata a guisa di gonna di ballerina. (V. Bombe a mano). Ballerini (GiusepJle). Scrittore mil. del principio del sec. XIX, di Napoli. Autor e d i un « Dizionario scientifico m ilitar~» (Napoli 1824). Ballestreros (don F rm,cesco). Generale spagnuo-, lo, n. a Saragozza nel 1770, rn. a Parigi nel 1832. Colonnello nel 1808, all'epoca dell'invasione francese, prese parte alla campagna \ dell'indipendenza. Nel 1813, pro testò contro la decisione di conierire a Wellington il comando delle armate spagnuole, e fu esiliato a Ceuta. Ferdinando VII lo chiamò nel 1815 al ministero della guerr a. Pii1 tardi egli favorì i tentativi del pa.rtilo nazionale, che reclamava il ristabilì• mento della costituzioll( de<l 1812. Nel 1822 e 1823, fu alla testa della r ivoluzione. All'epoca dell'interven to del duca di Angoulemc, tentò di resistere all'invasione. Sconfitto e condannato a morte, r iuscì a mettersi in salvo r iparando a Parigi.

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Ballon . Borgo della Francia, nel dip. della Sarthc. Nel secolo XI, i signor i d i Beliem e del Maine se ne disp\ltarono il possesso. Filippo Augusto lo conquistò nel 1199 e ne r ase al suolo la fortezza. G'inglesi l'occuparono nel 1417 e lo tennero fino al 1484. Ballottata. Aria d'alta scuola contemplata nei regolamenti d'istruzione superiore d'equitazione m ilitare. Si tratta di ottenere dal cavallo un salto coi quattro p iedi in aria mostrando ad un tempo i quatlro ferri come se vole~e scalciare. Serve non solo ad istruire il cavallo, ma ad abituare il cavaliere a resistere in sella nel momento d i maggiore reazione del quadrupe9e. Ba lmaceda (Giuseppe). Generale e uomo d i

Stato cileno, n. di Santiago (1838-1891). Nel 188é giunse a lla presidenza del Consiglio; nel 1890 scop• piò una guerra civile che terminò con la sconfitta de i suoi pa1'tigiani, 300C dei quali caddero combatBalmaceda Giuseppe tendo. Ed egli, ceduto iJ potere al gen. Baquedano, pose termine a i suoi giorni col suicidio.

Ball's Bluff. Località della Virginia (Stati Uniti d',\merica) a nord-est di Leesburg, sulla riva destra ,!el fiume Potomac, presso il punto in cu i il corso d'acqua dividendosi .forma l'isola di Harrison. Battagl-ia di Ball's Bluff (21 ottobre 1861). Nell'autunno del 1861 la divisione del gen. Stone dell'esercito federale, composta deilc brigate di Gorman, di Lande:· e cli Baker, vigilava i traghetti e i guadi del Potomac

Ballina e Ballinamuck. V. Irlanda (seconda spedizione francese, l 798).

Ba llivian (Giuseppe) . Genera le boliviano, 11. a ;L.a Paz, m. a Rio Janeiro (1804-1852). Era figlio di un colonnello spagnu olo; partecipò alla batt. d i Ayacuòo agli ordini del Sucre guadagnandosi il grado di capitano. N el 1828 s i ballè in difesa del Sucre, nella &'llerra civile. L' intervento armato del gen. Santa Cruz nel Perù, gli fece riprendere le armi che aveva lasciato c◊-1 grado di colonnello, e guadagnò quello d i genera.le nella batt. d i Yanacocha (1835). Divenu to pos.cia presidente della repubblica, sconfisse i Peruviani a Ingavi ( 1841). Sei anni dopo, il potere gli ven iva tolto da una fazione avversa, cd egli andò in esilio.

d i fronte a Poolesville (llfaryla,rd). La br igata Baker (3 reggimenti) passò il fiume la mattina del 21 ottobre, mentre il gen. Stone avviava la br. Gorman a valle dell'isola H arrison, verso il luogo dove erano state avvistate le princip,di .forze nemiche. Il comandante delle truppe dei confederati, gen. Evans, accortosi dei


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- - 38 -due movimenti degli Unionisti e avendo il va ntaggio d i una linea non solo p iù breve di quel!a del nem ico, ma anche nascosta dalle accidentalità del terreno, ritirò gradatamente tutte le sue forze (meno un solo regg imen to) dal settore d i Edwards Fcrry, dove lo stesso gen. Stone s'era recalo con la divis ione Gormal'!, e le concentrò a · nord contro le truppe del B ak er. Alle tre del pomçriggio, i confederati s-f errarono un violento a ttacco. Le forza contrapposte eiano pressochè u~ua li : c irca 1700 uomini _per parte. I p rimi disponevano anche di tre pezzi di artigl ieria leggera, che subilo venn ero inut ilizzati; i confederati non avevano artiglier ia , ma i loro uomini mossero all'attacco d à posizioni vantaggiose, in tereno folto di alberi e di cespugli, mentre gli avversari si trovavano male disposti su un terreno scoperto, avendo a lle si)alle la riva scoscesa dei fiume.' l\.falgrado gli sforzi eroici d i ogni repaito, e nonqstante l'arrivo di rinforzi, costituiti dalle truppe dc! 42° rcgg. di K ew York, i federali, dopo aver inutil mente tentato di forzare l'ala destra dell'avversario, vennero sopraffatti e imniobilizzati sul ciglione, senza possibilità di ritirata. L~ battaglia durò fino all'imbrunire e si chiuse col seguente bilancio: perdite dei federali, 49 morti, 158 feriti, 714 prigionieri e dispersi; dei confederati, 33 morti e 115 feriti.

·Balta (Gù1,seppe). Uflìciale e uomo di Stato peruviano, n . ~ i L ima ( 1816-1872). Partecipò a lle lotte intestine e raggiunse il grado d i colonnello e di istrut• torc deÙ'esercito nel 185.1. Si d istinse nella battaglia della Pal ma e nel c:ombattimen to del Callao ( 1866) contro gli Spagnuoli. Fu anche per breve tempo m inistro della Guerra. e l\•I ariJia. Costretto a espatri,are dal governo. d i P r ado, tornò nel Perù , sconfisse a Chiclayo il suo avversario, ottenne il supremo potel:e. N el 1872 p erì assassinato a causa di una sed izione ~ontro d i lui. Balta-Liman (Trattato di) . Concluso fra l~ Rus:s ia e la Turchia il 1° maggio 'J849. L e tru ppe russe, .mentre si preparavano ad entrare in T ransilvania per sostèlicrvì l' A~strìa contro l'Ungheria insorta.l' erano penetrate nei Principati di Moldavia. e Valacchia', p rendendo occasione da alcuni disord ini verificatisi. T e.1111endo le conseguenze di probabili trionfi della poli·tica russa in Oriente, l'Inghil terra appoggiò con tanta energ ia i - r ichiami della Porta, che la Russia non osò far progredire le sue inilizie senza aver concluso il trattato cli B. L., della d,:ra ta di sette anni. In esso fu stabilito: 1) Un corpo misto di. truppe russe e ottomane (circa 35 mila uomini p·er ciascuno de i due eserciti) occuperà. temporaneamrnte i Principa ti di )foldavia e Valacchia . 2) L e riforme da introdurs i nei Principati · consistono : «) nel Ìimita rc a sette anni la durata in ca;·ica degli Ospodari, la çui n omfoa s i farà d 'accordo colle due Potenze; b) nel sospendere le assemblee dei «Boiari >>, salvo a r istabilirle, quando le duè Corti lo crederanno opportuno. Frattan to in ciascuna delle due Prov incie s i istituirà un Consiglio o « D ivano l> compo,!o dei maggiori <<Boiari» e di alcuni membri dell'alto clero, colla funzione precipua di . curare l'assetto delle imposte e l'esame del bilancio annua le; e) due comitati cli revis ione, l'uno a Yassi e l'altro a Bukarest, avranno il compite d i ri,·edere i regola menti esistenti

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e d i stud iare le modificazioni più opportune per ren• dere regolare l'amministrazione del ,paese. Il loro lavoro, a sua volta, dovrà. subire l'esame del governo ottomano, il quale, d'accordo colla R ussia, darà alle p roposte dei Comitati la sanz ione definitiva.

Balta (Oglù). Anuniraglio turco di Maometto II. · Nel 145.'l comanùò la flotta di 40C vele che egli stesso aveva costruita nel Bosforo, e che bloccò Costantinopoli dalla parte del mare, men tre ::V[aomctto l'assediava dalla parte di terra. Non es,endo riuscito · a impedire che un rinforzo d i cinque galee genovesi attraversasse, la sua flotta e raggiungesse la c ittà assediata, venne fatto lnttere ,-la )faometto con 100 colpi di bastone e destit u ito. La baia in cui venne costruita la flotta conservò il nome dell'ammiraglio. Baltà. Sorta di scure turca, fornita d i lungo ma-nico. Era già usata attorno a l 1776_ Baltagi (Mohammed) . Gran visir dell'impero Ottomano, m. a L enmos nel 1712. Comandò l'a rmata ché accerchiò P ietro il Grande al Pruth, ed avrebbe facilmen te potuto annullare .Ja nascente fortuna dello Zar ; ma l'a bilità di Caterin a r[uscì a regolare .la pace <li Falksen a vantaggio della Russia. Baltea (Battagl-ione a/pino Val B.). Costituito nel 1915 p resso il dep. de l 4° regg. alp. con le cp. 241",

242", 280". Dopo la guerra venne sciolto. Fece la campagna di guerra 1915-18. Operò all'inizio nella zona del M. Nero e d i T olrnino e nella primavera, del 1916 fu trasferito nella zona dell' Ad; rnello, ove rimàsc fino alla fine della guerra partecipando a numerosi combattimenti.

Balteario (dal lat. baltei,m ci11tura). Ufficiale romano preposto alla guardia dei centurioni e bandolieri dell'esercito. Ufficiale della ca~a imperiale, iricarica t-J della guardia degli oggetti d 'uso e di ornamento. Balteo ( !a t. baù,:mn) . E' ii hudrierc d egli antichi, portato ad armacollo anch'esso, a ,fine di sospendervi un'arm/l, · che in genere era la spada, OPPl./re le scudo. I Greci antichi, portavano due baltei ai tempi d i Omero; uno più grande, e sovrapposto a questo uno p iù piccolo, r ispettivamente per lo scudo e per la spada. Il balteo era purn usate per sostenere il turcasso, e con questo ta lvolta anche l'arco.

Bai uardo. Particolare caratteristica dell'architettura militare, che, quantunque apparsa $ tl edifici militari di epoche anteriori, in modo - ancora indeciso, divenne comune n ella seconda metà del sec. XV, e condusse per gradi e •per tentativi al baluardo pentagonale, il quale rappresenta il coronamento dell'arte nuova. Baluardo, nel suo s ignificato gener ico, vorrebbe d ire guardia di guerra, « belli guardia,, (Galilei, Fort. Cap. 30). Il Promis lo definisce come il ramparo maggiore di alcuna fort ificazione, tanto che fosse d i legname, o d i terra, o di muro. Il baluardo entra come riparo tumultuario delle brcccie a Rodi ed Otranto ( 1480). Nella fortificazione moderna è sinonimo di bast ione, dal qua le non d iversifica nella forma, ma sol-


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tanto, alcune volte, nella mater ia; perchè, mentre il baluardo propria mente. include la fermezza d ella muraglia, o almeno l'incam icia tura del muro, il basti,me include ·principalmente l'opera imbastita di terra e fa. scine. Riferendosi ambi.due i termini a q uella moderna forma pentagonale fortificativa che, alla. ·metà del sec. XV, fu inventata d a i grandi a rchitetti italiani, rin-ian-

S pezzi, dovettero condurre un vero e proprio assedio regolare, che durò per tutto l'inverno, li.no aJ 24 maggio 1690. Alla vigilia dell'attacco dec;isivo preannunziato dal gen. Feuquières al R e di Frau41a, i d ifensori della B., i quali non a mmoJ1tavano a,, più di 370 presero il largo a ttraverso alle rupi del contiguo Pain de S ucre, credute inaccessibili, non lasciando al ne1nico che i cadaveri dei prigionieri uccisi p.rima della fuga.

Bamberg. Città della Germania, anticamente principato e residenza del sovrano· della F ranconia, suJla Reguitz. Venne fondata. dai Sassoni nel secolo IX. Nel 1834 vi si tennero conferenze per l'annessione deglì Stati minori tedeschi all'a'. ieanza Au_strÒ-Prussiana. Combatt-imcnto e prMa d·i Bamberg ( 4 agosto 1796). L'esercito della Sarnbra e ,Mosa, comandato nel 1796 dal generale K léber, s'a,·anzò verso Bamberg, importante ci'uà della F ranconia; gli Austr iaci ne d ifesero gli approcci, ma i loro corpi isola ti non p restandosi reciproco appoggio, f urono s ucces,iv:i.mente e separabmcnte respinti al cli là ciel Jvleno. A poco a poco, preso possesso dei posti ll)CllO importanti, i Francesi puntarono su Eamberg rimasta indifesa. Al loro a vvicinar.si, gli In1periali finsero di ritirarsi da Bamberg; e

dopo avtr ripiegato-qualche istan te, vi rientrarono, impegnando con estrema violenza il combattimento. Esso durò circa ui,'ora, dopo d i che gli Austriaci batterono in ritirata, abbandonando in B. immens i magazzini di g rano, di farina e d( avena.

Baluardo impronisato alla cl!fesa cl! Siena (15-iOì

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diamo il lettore a lla voce Bastio11e. Ricord~remo però i ba luardi, con le facce ricurve, della F ortezza d i Pescarn, che rappresen tano un trovato dei;-l i ingegneri . milita ri dd secolo XVIII, i quali li applicarono col Bo,1s'nard.

Balza (Nlascalcia milit~re) . Arnese da maniscalco in dotazione nell'apposita cassetta di mobilitazione pe1· carro-fucina da cavalleria, per atterrare un quadrupede. E' costituiio da una robusta cinghia d i cuojo, 'imbott ita della parte interna, e munita all'esterno d i fibbia e di apposi to· anello in ferro; si applica a l pastorale dei cavalli o m uli. L a dotazione è composta di 4 balze, co,1 annessa cor-da da passarsi nei sopracitati anelli onde abbattere il quadruped~. Salzigli•a (La) . Loca lità nella valle d i Pcrrero, com une di l'vfassello. Durante la guerra dei Valdesi, venne nel 1639 occupata da qua lche centinaio di essi, co-

'j n1a11dati dall' Arnaucl. Essi trasformarono la posizione, elevata e isola ta, in una temibile fortezza, conlro la quale i Francesi Catinàt e Fcuguiè res, èon 4000 u. e

Bampton. Città della con tea d i Devon, in Inghilterra. I Bretoni vi riportarono nel 6l3 una vittoria sui Sassoni. Banbury. Città dell'Ingh ilterra m ila Oxford, sulle r ive del Cherwa ll.

Contea d i

Batt,1glia di Banbury. E doardo I V d'Inghilterra, attaccato nel 1469 da; rit,elli, ri\!nÌ il su,:, esercito e lo pose agli ordini del Conte d i Pe,nbroke. L o scontro avvenne a B ., e il conte venne sconfìtto da un ,orpo comand ato da l conte di Warwick; cinquemila dei suoi restarono sul campo d i battaglia, e altrettanti furono fatti prigionieri ; egli medesimo, fatto prigioniero, venne fatto deca pitare nella s tcs,a gion nt.a.

Banchina. Alzamento di terra non molto rilevato, posto al piede del parapetto, dove montano i difensori per affàcc;iarsi al parapetto a scoprire la campagna ed a t irare contro il nemico. Banco (di condotta). V. Condotta. Banda (annata). R eparto, costituito normalmente d i volontari, che esercita la guerriglia operando in genere con larga autonomia. ·Bande armate di partigian i si costituirono in ogn i tempo presso i vari popoli duran te le guerre; oggi, d ata la n:ole assunta dagli eserciti moderni, che in tempo di guerra asso~bono tutti gli individui idonei a lle armi, la formazione di bande, ,se non da escludersi, è da consid erarsi indubbiamente eccezionale in ui1a gnerra fra gra ndi nazioni. P uò, invece, trovare larga a~plicazione pre_sso i popoli che non posscggo;!o grandi eserciti e che sono militarmente meno progrediti (ad es. fra i popoli balcanici: le <( Bande :Macedoni >1). L ' impiego. ç]i bande avviene tuttora su larga scala nelle colon ie. Noi abbiamo ban•1e regolari ed irregolari di forza varia rielle no8lre colonie dell'Eritrea e


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Banda Auagblr ctelle nostre truppo coloniali (Lillta)

coli X e Xl. L'Italia allora parve d ivenire cosi la lorodella Libia: esse furono sempre_ di grande rendimento patria -adottiva, e vi si ord inarono in corpi regolari, pase di validissimo ausilio e in varie occasioni diedero sando or sotto l'una or sotto l'altra bandiera (V. Comprova della loro fede ltà (V. Colon-iati truppe). Durante la recen te guerra, analogamente a q ua11to venne pratipagnie di Ventura). La reputazione delle bande di avventurieri comincato dal!' Austria, furono da parte nostra create alcune bande in Albania, con personale indigeno volontario, ciò a d eclinare coll'afferma rsi dell'uso dell'artiglieria. allo scopo precipuo di avere repa1·ti leggeri, mobili, che Carlo VIII· assegnò il servizio delle artiglierie ad un potessero vivere sul posto, pratici <lei paese. Queste corpo speciale che divise in <(bande», di cui ciascuna liande vennero sciolte nel 1918. era UJ1a riunione di. uomini, cavalli, carri e cannon i Un italiano, Carlo Bianco, scrisse nel 1830 in Frand ipenden ti da un un ico corpo. La decadenza del le cia un trattato sulla « Guerra delle Bande "· Due anbande segnò nel progresso dei tempi un beneficio della ni dopo Mazzini pu bblicò un opuscolo « Della guerra civiltà e un vantaggio della pubblica mora le. In Frand' insurrezione conveniente all'Italia >l ,i. cui _negli anni cia le bande cessarono alla fine d el secolo XVI, aven• seguenti aggiunse il ca.pitolo delle << Istituzioni per le do Enrico IV istituito un esercito francese permaBande nazionaJi » con 42 articoli, costituenti il Vade nente; in T oscana il nome di band a n on servì che ad ,uec-um. delle Bande insurrezionali d'ogn i paese, accenaare le milizie paesane chiamate a l pu bblico serIl no~e d i « Banda ll s'incomincia a trovarlo nello vizio. _In Francia, nel scc. XV, le ordinanze reali s toria dei prim i s~coli della milizia bizantina: allora d iedero il nome d i bande a certi corpi di fanteria detesse erano ordinate in modo da . conservare in qualche ti « Compagnons >). Queste bande occuparono cronolomaniera la forma delle coorti romane; si componevano gicamente il tempo di mezzo fra gli eserciti feudali e di accensi, conti, dei;,utati e tribuni, distinguendosi -. quelli propriamente detti. Bande si dissero quelle dei l'una categoria dall'altra per le banderuole, chiamate Brabanzoni al soldo d i F ilippo Augusto, e i 1000 fan«fiamme», avente ciascuna segni d ifferenti. E rano sudti di Carlo VII nel 1440, e i 10 o 12 mila di fantedivise in chilarchie, mentre le minori componevansi. di ria nazionale di Luigi XI nel 148 1. Il numero degl i una decarchia, suddividendosi ancora fino alle decuincorporati va riò eia 600 sino a 200; sotto Enrico II rie. L' imperatore Leone chiamò banda un corpo riuvennero ridotte a soli 40 uom ini. Lu igi XII volle rinito sotto un' insegna. pr istinare il credito di queste formazioni e v' introAl tempo delle repu bbliche italiane si chiamarono dusse i nobili col titolo di Capi.tani. Queste bande ve. bande cer te compagnie d i. gente esotica, che venivano n ivano formate per i periodi bellici e sciolte in tempo d'oltremonte, per offrire i loro servigi ora all'uno, ora di pace. all'altro Stato italiano; della milizia mercenaria si coBande neYe. Ebb~ro eminente reputazione in Franm incia ad aver cogn izione nella nostra storia nei secia ed in Italia d urante il sec. X V. Una delle p rime di queste bande· occupò per lungo tempo il Piemonte, e .furono perciò dette cc vecchie bande di P iemonte >> o cc bande nere di P iemonte>>. Nel l509 vi predominavano elementi spagnuoli, specie Baschi, Guasconi e P icard i. Queste ba11de - secondo quante opinano alcuni scrittor i - s i disse. ro « nere » dal colore bruno d ella, loro armatura o dall'us,:i di cc sporcai-si di nero la faccia per spaven• tare i 1~emici >>. Vi ifurono -dellebm1de tedesche, che a l comando del duca d i Gheldria, offrirono i loro servigi alla Francia ; Francesco I assoldò, nel 1515, circa 6000 di quest i lanzicbenecchi, i quali contribuirono efficacemen te alla vittoria di Marignano. Nel 1511 occuparono di sorpresa Hes<li1\, e nel 1528 Lautrec le inviò a Melfi. Enrico II, nel 1152, le condusse in Banda del secolo XVI


aiuto degli Elettori; avevano allora circa venti insegne tutte nere. Nel 1118 furono ordinate in un reggimen to detto d i Piemonte, la b:mdiera del quale s i mantenne sempre nera . In Italia ebbero alt1a ongme. Si composero di venturieri che sulla fine del seco!o XV furono capitanati ùa Giovarmi de' Medici. Q:.icsti arm igeri erano addestrati alle rapide evoluzioni della fanteria francese e abituati alla fermezza della disciplina spagnuola. Si dice pure che Giovann i de' Medici istituisse per primo i vestiti uniform i tra la propr ia gente. Sembra però che la novità del tentativo non a!lccch isse troppo, poich~ nel 1567, passati più che quarant'anni dalla morte di Giovann i dalle Bande Nere, gli appartenenti ad un esercito si distinguevano dagli appartenenti ad un altro solo per la « banda » che portaYano cucita sul ve• stito. Comunque gli uomini di questo prode condottiero stimposero al!'an1mirazione di tutti i g uerrieri di quell'epoca. Le bande nere seguirono la fortuna del loro capo fincbè visse; poi si posero al soldo dei fiorentin i, i quali le inv ia ron o sotto il comando <li Orazio Baglioni, alla guerra di :-Japoli nel 1528, dove furono quasi interamente distrutte o disperse, dopo la resa di Aversa. Banda (Mar.). Sporgenza che correva tutto intorno ai fianchi ,{elle antiche navi in legno, in corrispondenza del ponte superiore, e deriva ta da necessità coslruiiive. P resso alla scala che serviva per salire a bordo (barc:irizzo) sulla banda venivano a schierarsi alcuni uomini dell'equipaggio con fanale, ogni qual volta saliva a bordo un ufficiale od un person aggio ragguardevole ed a seconda d ell' i mportanza dell'individuo il numero degli uomini chiamati alla banda variava: due, q11attro, oppure sei. L'usanza è rimasta per trad iz ione n egli onori che s i rendono ancora al giorno d'oggi a bordo delle nad <la guerra, tutte le volte che sale o scende l'ammiraglio, il comandante, gli ufficiali ed i funzion ari <li rango corrispondente. L'ufficiale d i guardia, a seconda del grado della persona che riceve gli onori, dice ad alta voce : Due (o quattro, o sei) alla banda, fuori! E quando la persona a lla qua le si rende il saluto h a tra nsitato sul barca rizzo ordina: Rientra l A questi ordini seguono degli speciali segnali di rischi, emessi dal nostromo di guardia, ma naturalmente gli uomini destinati ad u scire alla banda col fanale non vi sono più, e l'ordin e serve soltanto come avvertimento al personale di bordo che sta nelle vicinanze perchè as,uma una posizione di r ispetto, o di saluto. Ba11da dei pa11talo11i. Striscia di ,p anno applicata lungo i lati esterni dei paataloni. Per gli ufficiali delle varie arm i (esclusi quelli dei carab inieri) cons iste in un nastro d i pan no grigio verde, della larghezza d i tre centimetri, avente nel mezzo una strisciola longitudi nale d i seta del colore caralleristico delle varie armi e dei vari cor pi. Gli ufficia li generali portano bande attraversate logitud inalmente da una strisciala di seta di colo: bianco. I colori caratteristici sopra accennati, eccezion fatta per l'arma di cavalleria che ne ha vari, sono i seguenti: rosso sc.arlatto per la fan teria di lir.ca cri i gr:inatieri; cremisi per i bersaglieri e il genio; verde per gli alpini; giallo per l'artiglieria; azzurro per il e0mmissariato, la sussistenza, il corpo di ammi1:1istraz ione e quello veterinario ; amaranto per gli ufficiali medici. Gli ufficiali dei carabinieri e quelli

dei corazzieri .portano su la d ivisa nera bande di panno rosso. Sui pantaloni grigio verdi portano bande d1 panno gr igio verde, simili a quelle degli ufficiali delle altre arm i, aventi nel mezzo una str isciola longitud ina le di color rosso. Banda 1>11tsicale. V. Fa1ifara e Musica. O rdine della Banda. Nel 1330 fu istituito da Alfonso XI re di Castiglia. In origine si conferì a quei valo rosi che per dieci anni a\"CV:l.Il'l comb:i.ttuto contro gli infedeli e su ccessivo.mente fu esteso anche a coloro che per un decennio avevano serv ito negl i eserciti o nella Corte di Spagna. Fu chiamato « della banda», per essere il d istintivo di questi cavalieri un iargo nastro rosso in forma d i croce, posato sopra la spalla destra t> fermata sotto il braccio sinistro. Giovanni I, re di Castiglia nel 1379 lo ampliò col creare cento ca,·a• lieri nel giorno della sua incoronazione. Ferdinando I lo trasferì nel regno d'Aragona nell'anno 1412. In ,~guito ·ru abolito, ma Filippo V ritenne di porlo ili o,,ore nuovamente nei primi anni del secolo XVIII. Ordine della Banda o Sciarpa. La città di Valenza ne!la Spagna, tro\·andosi sotto Giovanni I di Castiglia ( cbc regnò dal 1379 al 1390) cinta d'assedio dagli inglesi, fu brillantemente difesa da lle n obili donne, lcquali, facendo una improvvisa sortita nel campo degli assedianti, indussero· quest'ultimi a levar !"assedio . Il re volle r icompensarle con tutti i p r ivilegi dei cavalieri della Banda, e accordò loro di portare una sciarpa d'oro che dall'omero destro ricadeva ad allacciarsi sotto il braccio sinistro.

Bande lle. Così erano chiamati i prolun gamenti della gorbia, o del ferro delle armi d'asta, della forma di due vcrghette con parecchi fori alternati percbè nori si incontrassero i chiodi o le viti che a mezzo di quei fori si fissavano sull'asta. Le aste (lance) moderne, se· di legno, hanno sempre le b3ndelle. Bander ese. Dal francese banncret, derivazione da. bamiière, bandiera, ovvero da baii o banda., che a11ticamCJ1te volc,·a dire bandiera. Ufficio def porta bandiera vessill ifcro. AUorchè gli ordinamenti feudali ebbero trasformat i i titoli, le d ignità, i ,benefici, che fino a quel tempo eranc stati d istinzioni, l'ufficio del porta bandiera. fu connesso al diritto di nascita, unito al possesso di un feudo di rendita sufficiente a poter mantenere una compagnia di uomini - atti alle armi, al servizio del re. Questi dignitar: erano di grado inferiore ai baroni, e s i di videvano in grandi e p iccoli cavalieri: i primi. detti «banderesi», appartene,·ano all"a lta nobiltà ; i secondi, detti << baccellieri >l, appartenevano a lla med ia nobiltà. Occorreva che il banderese fosse gentiluomo di nascita e di armi, che avesse


B.-\N

il diritte di assoldare un deter minato nerbo d i uomini armati che fosse abbastanza ,ìcco per far le spese almeno a trenta d i essi. Quest'one:-e era ingente, poicbè ad ogni uomo d'ar mi s i aggregavano per ·dirit:to, oltre ai famigli, <lue cavalieri incaricati di servirlo, armati l'uno d i balestra e l'a ltro di arcq e di acce~ta. l cavalieri banderesi apparirono nella storia di Frnn·cia ai tempi di F ilippo Augusto, cioè verso il 1190, e .durarono fino alla istituzione delle compagnie d'ordinanza, decretale c!a Ca.rio VII verso la metà _del 1.'V .secolo. Lo stendardo dei baaderesi si distingueva dai ;pennoni a code dei baroni, per la ferma quadrata. L:i istituzione dei banderesi viene da a lcuni a ttri;buita a Con2n, luogotenente di :Massimo,, comandante ·1c legioni tornane in Inghilterra, l'ai,n_o 383, sotto l'im-pero ùi Graziano. Questo generale divise l'Inghilterra ·e la Bretagna i n qùaranta cantoni affidandoli ad altrettanti cavalier-i, i quali avevano l' incarico di riunire sotto ciascuna bandiera tutti g li uomini atti a lle armi. Si vuole _che da questo fatto si originassero i banderesi, titclo che probabilmente ha o,·igin,1to il successivo e< baronetto » . Comunque l' istituzione <lei banderesi in Inghilterra fu molto a ntica, e d i là passò in- Francia non pr ima <ii Filippo Augusto. I:, origine il titolo fu personale, in seguito divcr,ne er~ditario, passando a coloro che possedevano il feudo . I banderesi in J t1lia furono noti come vassa lli. con dotti in gllerra__ dai- re. d i Francia; essi non ebbero mai parte n elle isti tuzioni mi litari i taliane,. dalle quali lo stato libero delle repubbliche li escludeva. Con l'an·· dar d i!l tempo, i Romani del medio evo introdussero questo nome nelle loro istituzioni municipali ; verso b fine del secolo XV, chiamarono banderesi i governatori del popolo, i quali portavano le bandiere dei tredici rioni di Roma. I capi dei : ioni ù i questa ciltà si dissero cc decarconi l> alla fine del X secolo; e nel 1392, regnando U r bano V, si chiamarnno per ia prima volta cc banderesi Ìl, dalle bandiere che usavano in guerra. Nel secolo XV guard avano Roma ed avevano tu tto il governo dcila I Repubblica, · men tre al senatore era affidata l'ammin istrazione della giustizia. Al ritorno della Santa Sede in Roma,_ i banderesi si -precipitarono a deporre le proprie bandiere ai pied i d i Gregorio XI; ma, istigati dai fiorentin i, le ripresero, misconoscendo l'autorità del pontefice, partecipando per molto tempo alle gare per le elezion i dei papi. Aboliti nel 1400, i banderesi risorsero nel 1408 per volontà di Gregorio XII. Sc~mparvero completamente dal tempo che La-

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Banderuola della lancia (sec. XVI) -<lislao, re di Ì\ a poli, penetrò in Roma, scaccia11done Gregorio XII. Poco dopo ad essi furonc surrogati i « C3.porioni'!l, i quali però non furo1,o mai nè tanto audaci nè tanto potenti come i banderesi.

In Savoia, gli Statuti di Amecieo VIII prescrivevano che i! ba.nderese dovesse comandare almeno a 2 4 fuochi e a. un vassallo nobile. In g•1erra alzavano il proµr io pennone, seguendo il balio duca le. Banderuola. P iccola ,bandiera quadrala, con la quale i cavalieri dei secoli di mezw e i banderesi ornavano le loro bncie. Oggi s ignifica quel drappo a fiamma, che i lancieri portano attaccato presso la punta della lancia. In Italia, è di colore azzurro. Bandi (Giuseppe) . Patciotta, n . a Gavorrano m. a L ivorno ( 183-1- 1874) . Si laur·eò in legge a Siena; sino dal 1358 era, pel ~uo spi.rito patriottico, -vigilato dalla poli1-i?- della Toscana; ituprigionato, venne libcra.to d al popolo il 27 aprile l859, ed accorse a combattere, pri ma come sottut. nei volontari toscani e poi come ten. ( 1860) dell'esercito regola.re. Di_ messosi poco dopo pe,- ~cgrJirc Garibaldi nella spedizione d i Sicilia, fu nominato rap itano e si distinse a Calatafrmi dove r iportò tre ferite d'arma da fuoco, meritando la Croce <li C:,valiere dell'Ordine rnil.itare di Savoia. P romosso maggiore, partecipò alla battaglia di Milazzo. Dopo la campag1,a r ientrò nell'esercito, che lasciò nel 1870 per dedicarsi al giornalismo; , ed il 1 luglio 18i4 morì a Li,•orno ucciso da ignota mano omicida. Bandiera. Dra1}po, per lo più rettangolare, di vari colori, di tela ed · anche di seta, attaccato lungo un lato ad un'asta, sul q uale sono dip inti o ricama ti gli stemmi ed i colori <li u no Stato, o il nome cd il numero <li u n reggime nto, , cl a ltri determinati, e che si porta per insegna negli eserciti. Credesi che la voce s ia derivata dal tedesco band, nastro, banda, striscia d i drappo ,portata da: soldati anticamente su'. vestito, per distinguere Bandiera Sabauda coi varii colori le m iii~ie (E. FiHber·to) de i d ifferenti Stati. Le insegne o bandi.ere trassero origine dalla necessità di distinguere a certa d istanza il Corpo al quale appar tiene una trur:.pa., e d i offrire agli ind ividu i · d1e la corupongono, facilità d i riunirsi a l lorn corpo nel caso d i essere dispersi. L'originç ne è antichissima. ed i libri san ti ci hanno conservata la memoria delle differenti insegne delle 12 tribLt d'Israele, ciascuna delle quali aveva un colore ed un segno s imbolico tutto suo proprio . I Caldei e gli Assiri ebbero le insegne. I Greci già le portarono all'assedio di T roia, e di ban d iere fecero uso per distinguere le loro nav-i . Nei temp i d: Romolo, un manipolo sulla J?Unta di una pertica fu l'insegna dei p rimi Romani: al manipolo fu poi sostitu ita una mano a perta, sulla punta di un'a.


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L'oma~g•io l1etl e bandiere de l reg-g, rli sclolll, alìa tomba 11~1 .\ lilite Ignoto ( 19% )

, sta, con sot to p iccoli tond i a moòo d i scudi v,>ti,ii, ne i qua li poncvansi i nomi del COl"pO e dei capitan i, ,o le immagini dei Numi tu telari, Marte, Nettuno, Romo lo. Il sign·11m mi/ilare fu comune alla loro fanteria, -ed il vex-i //um alla cavalleria . ·A l tempo di Costantino fu adottato il Labarmn; la bandiera d ivenne qualcosa cli sacro e la Cl\iesa, con rito apposi to, la benedì. I pap i la inviavano ai Sovrani considera ti patrizi rorna ·ni, e, della Chiesa, avvocati e d ifensori. La maggior parte degli antichi ,popoli clell' A5ia fregiarono di en1blemi le loro insegne n,{iitari con leoni, leopard i, uc-celli d i rapina, ecc. I l dragone, cmble'.ua degli odierni Ci!lesi, Ju lo stenda rdo dei P arti, che lo ,recavano in battaglia su lia punta <l'una p icca. Lo stondardo cli ;i\'Iaometto Yeniva s piegato unicamente

Lè p rìme 1Janclie1·e tricoJori it aliane,

nei grandi r,ericoli. Pri,,ia d i ~iaometto, la mezza luna ,er_a l'emblema degli Ara bi. La tigre ed il lupo furon:1 i prim i simboli negl i stendardi dei Germani e elci Fra nchi, p oi vi surrogarono l'a qu ila , -l'avvoltoio, ecc I Ga ll i ebbero il gallo, il toro selvat ico, l'orso, il ll1 po ed altre belve delle loro foreste . I Cimbri. il toro; i ·Goti, !'.orso; gli Alani il gatto quando entrarono nella .Spagna. I .Sassoni_ un pu.lcdro nero prima della con1·ers ione al cristia nesimo, a\"venuta n el 590. I )fori in-

vaso_ri della Spagna al princ1p10 del ,secolo VIII porta:-O11O in E11rop:i. l'uso del le band iere tr iango lari-. P iù tardi si vide la croce sulle -b:111cliere dei popoli cl'occident~, ccl i re di Francia, poco dopo Carlomagno, presero la bandiera cli S. D -i onigi prima d i partire per ia guerra, e la chiamarono << oriflambe >> (orifiamma). per i r icami d'oro in ca mpò rosso splendenti a modo cli fiamma. Le croci n ei vessilli non trovansi prima clell'XI secolo : i Francesi l'ebbero rossa, gli I nglesi bianca ►

gli Alemann i nera; gli Italiani, gialla;

i Fiarn-

minghi, verde; quella dei guerrieri ché -·rnmbatterono contro gli Albigesi n el 1122 era bianca e nera . Clodoveo, dopo il suo battesimo (anno 492) adottò la ba11diera di S. ~fartino d i Tours; azzurro cupo; ed i successori di C'go Capeto, nel 966, la rnssa cl i San Dionigi, com'è detto p iù sopra . Ma poichè l'Inghilterra avevci inalberalo il color rosso a causa delle pre- . tese sul trono ùi Fr ancia, Carlo VII, nel 14S8, mutò lo stenda rdo na7,ion:i.le da ndogli campo b ianco. Per ta l modo J'azzu rro scuro, il rosso ed il bia nco· diventarono i colori na7.ionali di Francia. Luigi XI, nel 1468 restituì il color rosso; e nel dì 26 luglio 1i89 il 1urchino cd il ro~so divennero colori nazion~li, per essere quelli della città di Parigi, ed il bianco vi s i aggiunse in onore del re. Questi tre colori fregiarono le bandiere repubblicane con l'iscrizione (( discipline et obéissance it la loi '> e continua rono sot to l' impero cl.i "-fa,poleone . Le ban diere della cavaller ia chiamansi p iù comunemen te s tendardi, e sono di formato più piccolo. La fanteria ha u na band iera per ogni reggimepto; essa viene sempre porta ta in tutte le cerimonie, alle manovre ed in guerra, ed è sempre pr~cnte a l g iura1nento cl i fedeltà dei soldati nuovi giullli sotto le armi.

Bandiera bianca, dicesi cli quel d ra ppo o pannolino bia nco che alzano gli assed ia ti per accennare che sonQ d is posti a trattare la resa .

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BAN Bandiera nel sacco, è queHa bandiera che s i a vvolgcva intorno all'asta e si piegava nel sacco, come condizione d isonorevole che s'imponeva talvolta a i vinti. L'uscire da una piazza a Ba11dierc spiegate è '.ma delle pi(t onorevoli condizioni che possa 9ttcnere un presidio eh•! sia costretto ad abbandonarle. Bandiera significava ancora la gente raccolta sotto la stessa insegna. Ai1tta11te di bandiera. V. Aiu.tantc. Bandiera d'Italia. L'Italia è la nazione, senza dubbio, che ha veduto nei secoli, dopo Roma imperiale, la più grande varietà d i bandiere nella sua storia. Tra signorotti medioevali, condottieri, principi stranieri in vasori; imperatori e papi; comuni, principati, ducati, monarchie, -la varietà delle bandiere fu grnndissirna. L'attuale nostra bandiera è costituita da un dra,ppo tricolore: ver de-bianco-rosso, con uno scudo e lo stemma di Casa Savoia sul bianco, al centro : croce bianca in campo rosso con sopra la corona reale. Circa il primo sorgere d i questi colori a d inotare l'indi pendenza - cd uuità nazionale, credesi che si debba stabilire all'anno 1795, Difatt; i:, Bologna nel novembre 179.'i, due studenti, '-uigi Zamboni bolognese e G. 13attista Df Rolandis d i A-sti, ordirono una specie di r ivoluzione contro il R egno pontificio, e<l idearono tina bandiera co: colori bianco e r o5so della città d i Bologna, cui unirono il verde, Bandiera del t 848 in tendendo con tale coper l'esercito lore d i significare la speranza della indipen<lenza ed unità nazionale. II 14 novembre li95 fu tent:ito di spiegare al vento tale bandier a e di portarne la coc,-.u-da, m a il movimento fu sutiito soffoca to cd i due student i furono messi a morte. Nel 1796 fu inalberata da lla Repubblica Cisalpii1a per fa sua legione, costituitasi in Milano nel settembre stesso anno. Lo stesso NapoIeone I nel 1796 confermò i colori nazionali ita liani per la Guardia civica, cambiatasi. ,poi in Guardia "'.\'azionale d i Milano. Così fu per la legione Lombarda. Colla caduta del primo Napoleone, anche il tricolore italiano cadde, !}la r isorse nei moti per l'ind ipendenza del 1821, in quelli del 1828 nel Cilento, in que!Ji del 1831 ; nel 1832-33 sorse ancora il tricolore nei moti di Napoli, e nel 1837 in qu elli di Catania e Siracusa. Se questi moti generosi fallirono, si a ffermò però la bandiera dei tre colori come emblema definitivo della indipendenza ed un ità italiana. In P iemonte Carlo Alberto, col d ichiarare, nel 1848, la guerra ali' Austria , ritirò dai suoi reggimenti che varcarono il Ticino, le vecchie e gloriose bandiere piemontesi, e consegnò appunto quella tricolore con lo stemma Sabaudo, la quale era il simbolo popolare deJla rivoluzione ita liana, e dal 1796, ad imitazione della Fr ancia, era stata innalzata ogni volta che si trattava <l' insorgere per la indipendenza, la, libertà e l'unità della patria.. E dal 1848 il tricolore ita liano si man tenne al vento: si glorificò

44sui campi di battaglia e nelJe guerre; con •es.so fu portata l'Italia alia sua completa unità, e con esso, questa si mantiene inalterata e salda. I rrggimenti costituiti p er ·1a guerra del 1915-1918, e poscia d iscioltì, ebbero anch'essi la loro bandiera; e t.utte, con solenne ce-rilnonia, nel 1naggìc 1925, insieme alle bandiere, o gagliardet!i di minori reparti, vcnnercportàte nel Musco de' Castel San t' Angelo, do- • ,·e restano custod ite . Se un corpo di trup. pe accantona, la. ban-diera va collocata e custodita nel locale stesso dove è stabili~o l'uf. fìcio del èomandante der Bandiera d e l 18:i-f corpo, facendola vigila. per l'esen:i to re ·costantemente da u-na apposita sentinella; se invece· il C(1rpo accampa, Ja bandiera viene d isposta su lla fronte dell'accampamento; l'referibilmentc presso-• l'ingresso principa le e sotto l'immediata custodia della gua,dia al campo, la q ua le vi colloca in ogni modo una sentinella esclusivamente incaricata di v igilarla. Nelle· m:;.rce, la bandiera di un . reggimento di fanteria prende posto ~-I cen tro del battaglione che risulta secondo nell'ord ine di incolonnamento; perciò al momento della adunata l'aiutante maggiore del detto batta glione, il sottotenente portaba11diera e i due marescialli addetti. s i recano a rilevarla dal luogo dov'è custodita, facendosi accompagnare anche da un p lotone di scorta qualora tra il hwgo di custodia e quello di riun ione del battaglione interceda una sensibile distanza. All'arr ivo · presso il battaglione la ,bandiera è ricevuta con la presentazione delle armi, e, sempre quando la vic inanza del nemico non · imponga di evitare i suoni, anche con alcune ,battute della marcia a l campo eseguita dai trombettieri e tamburini. Il portabandiera, insieme coi due· marescialli di scor ta, va qu indi a collocarsi accanto alla, guida d i testa della compagnia che risulta terza sull'ordine di incolonnamento del battaglione, e ivi ~i mantiene per tutto lo svolgimento della marcia, facendosi sostitu ire, .fuori dell'abitato, dai due marescialli alternativamente, n el trasportare a spalla la band iera. Questa durante la. marcia è tenuta avvolta nella guaina. All'arrivo alla tappa la bandiera, con gli stessio nori e con modalità analoghe a quelle osservale allorchè il reggimento lascia gli a1Joggiamenti per iniziare la marcia, viene accompagnata a l luogo in cui dev'essere custodita durante la feirmata. · I

Esenito della Bandiera. Era così chiamato il col)•_/ pless~ dei soldati sedentari della Cina (secolo XVII e fino al XIX) che abitavano da pr incipio i qua rtieri , tartari di Pechino e formava.no la guan1igionc della c ittà. Erano soldati a vita; costituiYano 1165 compagnie,. delle quali 266 di Cinesi. Solo i cacdatori portavano· armi da fuoco; gli altri laJ1cia, sciabola, archi e giavellotti. La cavalleria aveva cora2Za. di cotone imbottito. L 'artiglieria da campaf,'lla era costituita. da 300 uomin> con 800 scudieri; quella da fortezza da 900 uomini armati di colubrine; più vi erano 2ÒOO pionieri. Più ta.r•·


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Gran gaJa•dl bandiere su nave da guerra

<li, ·le !ruppe vennero ripartite in otto band iere, disti1!t!l con colori diversi", e am,uontarono a 250 mila uomini, fornendo guarn igioni fino a lla Manduria e ·af Turches~an Nella seconda metà del secolo XIX, i Cinesi assunse.Io come istruttori militari ufficiali tedeschi; l'artiglieria venne arma ta di cannon i Krupp, e l'esercito fu orga11izzato alla moderna.

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Ba,.diera (Mar-ina) . Le prime notizie d i uso deile bandiere a bordo delle navi risalgono ai te mpi dell'assedio di Troia, in cui i greci inalberavano dra ppi con .emblemi raffiguranti nomi delle navi stesse: Pegaso,

in tutti i punti ben vis,bili, specialmente quando a bordo erano imbarcati cavalieri e baroni con i ,!oro seguiti. Le · unità da guerra, o che trasportavano eserciti, avevano in testa dell'a lbero maestrQ una speciale bandiera d i forma molto .allungata, e che andava assott igliandosi verso l'estrem ità inferiore, la quale portava nel centro lo stemma o le armi del cavaliere più elevato in grado. Detta bandiera si ch iamò dapprima «- pennone l>, poscia « pennoncello >l e infine «pennello» . Questo nome è rimasto ancora al giorno d'oggi ad una bandiera da segnali che ha forma precisamente molto a llungata. L 'usanza di alzare in testa d'a lbero la bandiera i'lella nazione e gli stendardi dei principi regnanti ai quali le navi apr.artenevano, è rimasta fino a ll'ult imo nella marina velica. Talvolta, •in Inghilterra si permise agl i a mmiragli di grande rinomanza d i inalberare il proprio stendardo. Fin dal secolo - XV le ban• d iere delle marine si distinsero da quelle· degli eserciti. anche quando appa.Itenevano a Ua stessa nazione, e questa distinzione è rimasta tuttora in quasi tut:te le nazioni. L e bandiere sulle navi servono a tre usi di; s tinti : l • a· designare la naziona lità ; 2° come insegne d i comando e per d istinguere il gra do dei comandanti quando le unità sono r iunite in formazione; 3° a segnalare, di giorillo, fra le varie un ità.

Bandiere su nave medievale

Toro, Ariete, ecc. Gli Assiri e Babilonesi, per distit1guere il proprieta rio d ella nave od i personaggi imbarcati a ~ rdo, usavano d ipingere le vele con emblem i o simboli. -L'usanza venne riprodotta dai Romai1i ed è rimasta tuttora fra -le navi da pesca di a lcune reg ioni ( pescatori del!' Adriatico). Tuttavia in alcune monete romane si osserva che gli uomini armati inibarcati sulle navi a remi tenevano a lzati i labari. Sarebbero questi i primor<li dell'uso della -bandiera a bordo de l'lc navi <la guerra. Nel medio evo venne in trodotta l'usanza d i alzare le insegne a gli a J.beri d elle ·navi a vela, e non si tardò ad esagera re sventolando bandiere e stendardi

Le bandiere, sia nazionali, s ia da segnali, sono in generale di un o speciale tessu to d i lana (stamina) che resiste mo lto bene alle intemperie. Per le marine m ilitari le band iere vengono preparate negli arsenali dalle officine « Vele· e band iere ll, officine che godono delle più antiche tradizioni. Uso della bandiera da g·1<erra. La bandiera da guerra s i tiene a lzala all'asta d i poppa estrema in porto, a l picco d ell'albero di maestra in navigazione. L e navi da guerra in posizione di armamen to, oltre alla bandiera nazionale a ll'estrema poppa, portano a prora, quando sono all'ancora, una specia le bandiera quadra che chiamasi' bandiera di bompresso (Jack, in inglese). La bandiera di bompresso italiana riproduce lo scudo


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di Casa Savoia . Hanno inoltre una bandiera n azionale a bordo tu1 comandan te militare (ufficiale di Vascello)., di forma sottile e lunghissima che chiamasi (< fianuua l>, e sono a utorizza te, volta per volta, ad alzare le stesse e che tengono a lzata, sia in porlo sia in navigazione, bandiere d istintive d elle navi da guerra. in testa all'albero di maestra. L e navi da guerra di 01,ori c{,e si rcndo110 alla bandiera e con la bandiera piccolo tonnellaggio, salvo circostanze speciali, alzano nazionale. All'ancora, al mattino alle 8 e alla sera a.I " la bandiera di bompresso soltanto nei giorn i festivi. tramonto, allorchè viene a lzata o amma inata la banLe navi in posizione di riserva adoperano la bandiera d iera nazionale, il picchetto formato dai marina i che nazionale e la fiamma, ma mai quella di bompressé. devono prestare la guard ia in quel. giorno, si schiera Quando una nave deve alzare a lla maestra un'insegna in riga in coperta a poppa e p rese1Jta le <l rmi. Ledi comando, ammaina la fiamma. Le bandiere naz iotrombe suonano la marcia al campo, la musica suona nali (e quelle di bompresso in porto) in tempo d i pace s i tengono alzate solo dal matti;)O alle 8, al tramonto. La bandiera nazionale in navjgazionc si tiene a lzata ogn i qua l volta si navighi in p r,esenza di coste o in v,cmanza di altre navi. Un bastimento che 11aviga senza bandiera · in prossimità di un altro che la tiene a lzata /; obbligato ad a lzare anche la propria per rivelare la su·a 1iazion'a lilà. Le navi <l'a guer;.~ i taliane sono inoltre dotale di u;,a speciale bandiera naziona le d · seta, donata da comita ti cittadin i e della gran d~zza regolamtntarc, la quale viene consegna la in forma· s·olennc: dopo essere s tata hencdttta" dalle autoritit. cccle-_, s iasliche e serve per essere a lzata in presenza del nemico. D etta bandiera, che si chiama « di combatti-

Ca.ociatorp0(Jiu iere con alzato il p 1'0prlo nomlna.llvo co.sti tutto da •I.re IJ.anctiere-se g-nali la marcia reale. Le sentinelle àrmale che prestano servizio in coper ta in quel momento, scarica.no i fucili: e prendono poscia la posizione d i presentat'arm ; tutti col~ro che trovansi sul p~nte e non sono riunit i p er qualche ser vizio prendono la posizione d i attenti ri vol-gendosi verso poppa, s i scoprono e rimangbno in tale posizione per tutto il tempo della funzione di alzata o d i arnmainata della bandiera. Modalità del tutte

Gran gala cli bandiere su nave ospedale mento )l, è normalmente conser vata nella sala del consiglio, nell'alloggio del comandante, fo r ~cco cofano scolpito, che viene del pari regalato dalla munifi~~nza ' cittadina insieme con la bandiera. La bandiera di combattimento si alza anche in tempo di pace nelle grand i solennità (festa dello Statuto, Genetlillco d i S. M. il Re) ed in quelle altre stabilite dall'atto d i donazione ed allorquan do è presente a bordo S. M. il Re. L'ammainare la band iera durante il combattimento è segno di resa e di disonore. Sono innumerevoli gli esempi d i eroismo in ·cui la bandiera strappata dai colpi del nemico venne subito rialzata . La nave in combattimento, anche quando soccombe e affonda, continua a mantenere la bandiera a lzata, mentr e l'equipaggio rende ad essa. l' estremo saluto. Le imb~rcazioni delle navi_ da guerra, in por to, nei giorni festivi inalberano la bandiera nazionale a poppa; nei por ti o nelle rade estere la ina"lbenino tutti i giorni. In navigazione _la bandiera nazionale, con .l'estremità aggruppata, si dice « in dcrno" e ·s i a lza. per chiedere soccorso, a ccompagnando, se necessario e possibile, l'alzata con spar i di artigl ierie per r ichiamare l'attenzione. Le n av i mercantili requisite o 11oleggiate dalla R.. Marina per serv.izi d i rifornimento delle navi da guerra, o per traspor lo di tr uppe, d i armi, mun izioni, ecc., rice':ono

Cofano per la bandiera di com.bat1,imento del la n . l'ìave «Roma~ identiche si seguono n elle colonie per l'alza e ammaina bandiera qÙando questa deve sventolare su di un fortilizio, o stabilimento <li presidio, ecc. Un a nave saluta un'altra ammainando lentamente fino a metà la bandiera e poscia rialzandoìa del pari lentamente. La nave salutata r isponde in modo analogo. L a bandiera a mezz'asta, ossia a mezza altezza, è un segno cli lutto. Si tiene in-


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tal modo quando vi è qualche morto a bordo o si commemorano defunt i. Si forma la (< gran gala di bandiere i> riunendo tutt< quelle ·da segnali con una stessa sagola e alzandole in modo che la sagola par ta dall'est rema poppa e arrivi all'estrema prora passando p er le cime di I tutti gli n,lbcri. Si inalberano nello stesso tempo in testa di c iascun a lbero le ba,{diere nazionali. (V. Onori, Saluto).

Bandfrre distintivi. Insegne. Chiamansi con questo nome ,speciali bandiere, gaglia.i·dctti, guidoni, che si alzano sulle 11avi per i ndicare personaggi imbarcati a bordo o ~pcciali i11carichi assegnati alla nave. Le principali per la :\'farina italiana sono: Stendardo reale; Gagliar detto de i reali Principi; Insegna del Ministro deila ]\farina, del Sottosegretario, del Capo di Stato :Vfaggiore (della :i\farina e dell'Esercito), di Grande Ammiraglio e d i Amm iraglio, V ice Ammirnglio, Contrnmmiraglio di Divisione, Contra,inniraglio, ;di Co-

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' Govcnlillore, o (\mmiraglio, portano a poppa. la bandiera nazionale e a prora. lo stendardo reale, o il gagliardet to dei Reali Principi, o la bandiera distintiva del pcrsomtggio più elevato in grado che sta dentro la imbarcazione, Queste insegne o bandiere-distintiyi ae!°'.. le imbarcazioni sono obbligr,torie soltanto nel caso di funzionj o di visi te ufficiali. Band-iere dii segna.li (V. S egnali). Attilio ed E111i:lio Bandiera . Patriotti, nati a Venezia:. r ispettivamente nel 1817 e nel 1819, figli di un ammiraglio ;eneto al ser vizio del!' Austria. Nel 1842, entrati in rappor ti con G iuseppe !lfazzini, divennero cospira tori conu·o il dominio austriaco ù1 I talia. Scoperti, furono costretti a r iparare a Corfù, donde, attratti da voci di movimento J.:<berale in Napoli, v i si recarono con pochi amici e sbarcarono in Calabria poco, lungi da Cotrone - nel giugno del 1844. Cosenza, iF. 15 marzo di quello stesso anno s i era ribella t/t, AJ breve nucleo dei fratelli Bandiera si era unito Pietro Boccheciampi, il qua_. le aYcva per forza volut,) seguirli, sin1uìando atnor di patria e fede r epubblicana L'eroico d rappello si dire.1s:.! verso Sih, ove, pe! (alse notizie, credeva d i trovare buona scorta di anni e compagni pronti a lla. rivolta. Verso l'alba i giovani Bandi~1·a s'incontm,rono con Attillo Bandi;;ra alcuni propr ietar i del luogo, che Li dissua,scro dal nobile nut vano tentativo. Um tal ~alociro si offrÌ d i ospitarli in luogo sicuro e di forn ir .loro i mezzi per porsi al sicuro su ter ra .straniera.. Accolti gli animosi giovani in un luogo ben custodito dal Calociro, la. notte seguente,. il Boccheciam pi, con, cod~rdia. sc~za pari, lasciava i compagni li rivclav:1 alla pol izia di Cotrone . I Bandiera invano attesero g?: a iuti promessi e 'le guide che dovçvano condu rli a salvezza, poichè il nobile Calo<:iro ed a ltri amici e ra. JlO già stati a rrestai i C non r imaneva loro altro scampc che -la ifuga suHe balze propizie della S ila. Ripr~scrc il cammino, dopo tre giorn : giungevano a San Severin c,. e quindi a Bclvederé SpiEmilio Bandiera n ello, ~love furono raggiun t' ch!!e soldatesche borboniche. Al pr imo scontro, le ; 1,buttarono; p rosegui rono la via alla volta della Sila, quando furono circo11dati da nmnerose guardie u.rbane<li Sa.n Giovanni in F i6re. Non cedettero ; nella P'lgna. caddero morti G iovanni M iller d i Forlì e Frnncesco T esei d i Pesaro, mentre restarono feriti Domen ico Moro di Venezia, e An a carsi Nardi di Modena. Il va lore non valse contro la sover ch iante forza nemica; i r imasti furono fatti pr igionieri e tradott i nelle

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· La bandiera italiana ammai11at.a a Gòrfù (1923/

mandante superiore· di un gruppo di navi quando detto comandan te non è ufficiale ammiraglio, dì Governatore delle Colonie, ambasciatore, ministro plenipote_nziario, ecc. Sopra una R egia Nave non pui> essere inalberata che- una sola insegna, cioè quella del personaggio ·più elevato in grado, anche quando a bordo vi s iano più personaggi. Lo stendardo reale inalberato esclude l'uso di qualsiasi altra insegua d i COlll,l!lld0. Per i comandi dei gruppi di siluranti esistono due speciali guidoni : uno dei cacciatorpediniere ed uno delle torpedinier e. Gli ufficiali ammiragli in1bar cati temporaneamente su qualche navé per eseguire missioni di servizio, inalberano l'insegna che loro ·Compete. Il distintivo è alzato a lla 111aestra insieme alla fiamma, se le navi sono equipaggiate con .Personale militare. In caso d iverso le navi vi alzano il solo distin tivo sen za fiamma. Si alzano del pari all'al ber o d i maestra tutti gli altri distin tivi : navi ospedaliere - doganali - da diporto p iroscafi ascritti a l servizio ausiliario, ccc. Le imbarcazioni delle navi da guerra n elle quali trova.nsi S . :Maestà, o qualcuno d ei Reali Principi, o M inistro, o


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çarceri di Cosenza. Malumori e gravi sintomi d i ins offerenza sì accentuarono vieppiù in quelle estreme .contrade calabre, mentre da Napoli ordina,,asi che il _g iud izio fosse dato da una Commissione militare. Breve fu. il processo ed inesorabile la condanna, che fu loro letta nel cortile delle p rigioni al cospetto di molte sol.da.tesche radun ate. In forza d i tale sen tenza, now furono condannati alla fucilazione, e cioè: Attilio cd Emilio Bandiera. e Do·menico Moro d i Venezia, Nicola -R icciòtti di Frosinone, ,\nacarsi Nardi di :Modena, Giovanni Vcneruc.ci di Rimini, Giovanni Bocca e Francesco Ber ti d i Lugo, Domenico Lupatelli d i Perugia. Ad a ltri otto l a peua fu commutata; essi erano: Pietro Bia.ssoli d i Forlì, Giovanni Manassi d i Venezia, Paolo Mariani d i Milano, Tommaso Ma'sso)i d i Bologna, Luigi Nani di Forlì, Carlo Osma di Ancona, Giuseppe Pacchione d i '.Bologna e Giuseppe Tesei d i Pesaro. Sull'alba del 25 luglio i nove condannati furono portati su l luogo del .supplizio, tra il fremito malcelato, le imprecazioni e il · dolore, della folla. E p oichè gli stessi soldati che ,doveva.no ucciderli tentennavano: <e Tirate senza paura - gridò uno di loro siamo soldati anche noi ll, Dopo il bacio della frate llanza e l'estremo saluto all'Italia, caddero trifitti. Dopo la _rivoluzione del po;polo c,osentin o, nel 1848, le eroiche salme ebbero onoratta sepoltura e sul luogo del loro martirio, per volontil ·unanime d ei cajabr'csi, sorse a r icordanza un marmoIe,o monumen to.

Bandier:i. e Moro (Legione). Corpo volontario della !f orza di 120 arl iglieri, costituitosi. a Venezia il 13 giugno 1848, al co;mando del capitano Alessandro Le·vj; il 1° ottobre fu riordinato su -2 compagnie, agli òrdini dei capi.tani L uigi Basi e M ir.helangelo .Mc. ;negazzi, e uno stato maggiore co.mandato dal maggiore Luigi To.lotti; 'la L egione si distinse nella .<lifesa di Venezia e in modo par:ticolare a Marghera. Ordi1te della Ba.,ulìera Rossa. •Costituisce l'unico ordine mii. e ,cav'àlleresco _d ella Russia sovietÌ'3Ul Questa onorificenza viene concessa Dancf!c ,•t ·per a.tti di valor~ m ilitare, e può L egt~~e e Moro essere conferita fino a tre volte: la ,concessione è _in facoltà dei comandanti e dei commis.sari politici d ei repar ti dell'Esercito, della flotta, del-

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.1'aviazione. Ba,z,diere Nere. Denominazione data a· bande irre:golari d i soldati dell'esercito cinese, le quali misero seriamente in p ericolo la sicurezza dei Francesi nel Tonchino durante la lotta da questi intrapresa per con-,quistarlo.

Ba ndi nel I i ( G1tido) . Capitano senese parente del ·papa Alessandro III. Condusse 900 crociati in Terrasanta, coi ·q uali partecipò alla presa della città di "Damasco nel 1219 e alla conquista <li Gerusalemme e «li S an Giovanni d'Acri ; per il suo valore fu fatto Ca.,aliere ed ascritto a!la. nobiltà del suo paese. Bandini. Illustre famiglia perugina che dette nu-

merosi. suoi membri al!~ armi : Ba11di110 B.: generale delle anni della Chiesa, che al comando delle milizie di Città della. Pieve, ruppe l'esercito orv-ietano nel 1226; Vanne di Galasso B.: capitano di ventura sotto Poncello Orsini.; Ranieri B.: figlio del precedente, strenuo difensore di Castel della Pieve contro Perugia; Lazzaro B. : si d istinse come capitano della R epubblica Veneta, alla quale assicurò la conquista d i Candia.

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Marco Ba11di11i. Nobile senese che nel 1554 fu d alla repuhblica di Siena nominato fra gli cc otto della guer• ra ll. Avendo nel 1555 la sua patria ceduto alle armi degli imperiali, uscì da Siena, con altri notabili, e recatosi a ì\fon talcino vi formò la repubblica e stett.e colà fino alla pace segu ita fra le due parti. Morì nel 1558 benemerito ,;!ella patria. Avanti la rivoluzione aveva con lode tr attato le armi in qualità d i capitano di fanteria e di eavalleria al servizio del Papa Paolo 111, della R epubblica di Venezia e del Duca di -Baviera. Lorenzo Bandùii. Ge.nerale, n. a Borgo S. Lorenzo, m. a Siena. (1847 -1913). Partecipò da ·soldato n el Reggimento Genio Volontari _Italian i alla campagna del 1866, e nel 1867 fu promosso sottot. d i fanteria. Fu per vari anni addetto all'Istituto Geografico Militare e nel periodo 1888-1891 ebbe l'incarico di insegnante presso la scuola cm:rn!e di tiro di fanteria. Maggiore a scelta nel 1891, prese parte alle campagne d'Africa del 1895 -96-97 e promosso colonn ello (1900) ebbe il comando del 25° e del 34° reggimento fanteria e le funzioni di D irettore Capo di Di-visione ' presso il Min istero della Guerra. Coilocato in posizione a usiliaria nel 1905, raggiunse nel 1912 il grado di maggiore genera le nella riser va. Oreste L eonetto Bandù1-i. Generale, n. a Borgo S. Lo: renzo, m . nelle acqu e di Vallona (1860-1916). Sottot. di f~teria nel 18S1, ent1·ò da ,capitano (1890) nel <:;orpo d i Stato :tv,{aggiore· e fu successivamente addetto ai: Comandi di Divis ione della Sardegna, di Livorno e d i Ba.ri e all'Ist. Geografico Militare. P romdsso coìonnello (1909). fu capo di S. M. dell'XI Corpo d'Armata e comandan te del 47° reggimentc fanteria ; col grado d i maggiore genera le comandò le Brigate Pinerolo e Pistoia. Partecipò quindi alla g:ande guerra ( 1915-16) prima da maggiore g,:nerale poi da tenente generale, e trovò la mor te nelle acque d i Valona in Albania ( lJ di~embre 1916). E1ir·ico Bandini. Generale, n. a Orbetello nel 1863. Uscì col grado di ten. d'artiglieria dalla Scuola di Applicazione d i Torino; col gr ado d i colo1inello (1911) assunse il comando della Maddalena. Nel maggio 1916 comandò nella zona <li P lava il 22° raggruppa.mento d'assedio, dal quale passò' a quello del XX Corpo d'Armata, e su gli Altipiani, durante l'offensiva austriaca. Nello stesso anno era brigadiere generale, e l'anno successivo magg. generale. Partecipò al comando dell'art.

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del XX C. cl' A. alle azioni del llJonle Zcbio, del monté Forno, dell'Ortigara; colpito da gas asnssianti, nel dicembre 1917 lasciò la zona di guerra. Nel 1919 fu col!oca to in P. A. e poi a r iposo, per mala ttia che lo fece ascrivere fra i grandi invalidi d i guerra.

Bando. Era una pub• blic:azione fatta ad alta vo• cc, unita a colpi di tambur o, o suono di trombe e timpani, alla tesla d i un corpo di truppe, o nei quartieri, sia per proibire l'uscita dal campo, ~i~ per fare osservare la discip lina militare : o per r icevere un nuovo ufficiale, o degradare e punirt Bandlnl Enrico un militare qualunque, re. sosi colpc,·ole di reati. Un Uando era pubblicato all'arrivo delle truppe in nuovi a lloggiamenti, per vietare ad ogn i ufficia le e soldato d i commettere disordini, sollo pena di rigorose punizioni. Era anche pubblicato nei riguardi della popolazione. Ba11do d'arme e di «r.;alli. All'epoca dei Comuni, il B. er:t un comandamento che tutta la gente da cavallo

e da pied i fosse pronta in a rme e cavalli per combattere. Diceva.si B. dei ca~•alli. nell'esercito piemontese, la messa a ll'asta dei eav.1lli d i r iforma dell'esercito. Ba11di militari (C. P . .<Il.). Potranno pubblicare B . .\{. che avranno forza d i legge nel territorio del proprio comando, il com. in capo dell'Esercito, ovvero il com. di un corpo dell'Esercito o di una fortezza assrdiata che non sia in comunicazione col romand ante in capo. Durante la guerra ccl in zona dove si s,·olgono le attività ad essa relative, l'art. 251 del Codice Penale per l'Esercito, tonferiscc a i comandanti militari poteri legislativi, in virtù ·dei quali essi possono pubblicare band i che avranno forza di legge nella p eriferia del loro comando., Di t:de potestà i comandanti militari possono avvalersi in ogni materia, e non soltanto in materia penale, che abbia attinenz,,. colle n e~essitit della guerra. T rattasi, come si vede, di un caso di vera e propria delegazione di potestà legislativa, conferita per ragioni d i opportunità ai coman~anti d e ll'Esercito i,i guerra. Il Giudice non può sindacare l'uso che J' Autor ità rnilitare abbia fatto d i questa sua potestà, del quale essa risponde esclusi~·amente a l Governo, e questo a l Parlamento. li magislrato può soltanto esaminare se co.ncorrono le condizioni soggettive cd oggettive auto• •r izzanti, e se ii bando, che si tratta di applicare, sia stato reso noto Ili pubblico in un modo idoneo qua ls iasi, non richieùendo la legge nessuna forma lità per h ~ua p:ibblicazione. In base ad una pretestata analogia fra il tempo di guerra o d i assedio per causa d i guerra, col :empo d i calamità o d i tor bidi interni, s i è voluto estendere l'eccezionale potestà legislativa, pre• vedu ta nel citalo articolo 251 Cocl. Pen. per l'Escr c., al cosi detto stato d'assedio civile.

B andoliera. St r iscia di cuoi o por tata ad a nnacollo, cd alla quale erano attaccati generalmen1e 12

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bu,solctti di lci;no o cli ferro stagnato, muniti di coperchio e ricoperti di pelle : essi contenevano ciascuno una carica d i oolvere. La por tavano gli archibugieri e<l i moschettieri, ad armacollo da sinistra a Jestra, ed alla riunione delle due cstremitil era appesa. una scarse!. la ( tasca) per le pallottole ed il fiaschino della polvere.,Sembra sia sta ta messa in uso sullo scorcio del XVI secolo. La B (nome derivan te da x band», naslro (ted.) attraverso alle suc.:·,ss ivc · trasfor mazio,1i delle uniformi dei va1·i e~erciti, conscrvè prcss' a poco le sue prime caratteristiche. 0andollcra (scc. XVI) :--Jei temp i di Na1)0· leone la B . veniva portata sia dalle fanterie che dalle armi a cavallo. Era costitu ita da un largo nastro di cuoio d i bufalo imbianca to che r,ortava rrll'estremit.\ un anello quadrato di ferro o di ottone, cui era attaccata la giberna per le cartuccie. :\ bandoliera veniva pure putato il cimurino, d.1I. A A la spalla destra al fianco sinistro1 cui veniva appesa la sciabola. Sole nel 1842 e 43, nell'esercito P iemontese, venne abolita la R. per la fanteria, e ad essa venne ~{'stituito il cinturino òi cucio nero1 con grossa fibbia; ma le a rmi a cavallo cominuarono a )or. tarla dello stesso tipo di cuoio, bianco per la ea,·alicria, e g iallo per la artiglieria. Per gli 11flÌciali delle ann i a cavallo, la B.- era di cuoic nero, per la tenuta J ' campagna; e in tessute JJandollcra del secolo XVII: AB, bandoliera - e, 0bbla ornato d'argento o d'oro, di rame - o, porta IJOIO·· rispettiva mente per la ca. ne ua - E, 1Jalo 11c1ta - l', . . . . nascbetta per poi vere - G, vallena e per I artir,he- sacchetto per polv-erino e r ia e genio nella te1rnta · spillo II , s~cche tto per paHe di para ta. Con l'adozione della bardatura in cuoio naturale, {1910-11) anch e la bandoliera di campagna f~ in cuoio naturale per truppa ed ufficiali. )fa, prima della. grande guerra, venuta di prescrizione la d ivisa grigio-verde, fu adottata per truppa ed ufficiali in campagna l.t B. grigio -,•erde, t:lnto per la cavalleria, che per l'artiglier ia . Però ,;i mantenne per la tenuta di parata agli ufficiali delle arm i a cavallo la B. d'argento o d'oro, con g iberna nera orlata in argento od oro. Senonchè, abolita la tenuta di parata, venne adotta to nel 1923 per gli ufficiali d i tutte le anni il cintmonc con bretella, tipo


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inglese, in cuoio marrone ~curo. La B. grigio verde in cuoio viene tuttavia canser vata per la tenuta d i ma1·cia d alla truppa d i cavaller ia e d i artigl ieria a c.wallo e d i campagna.

Bandoliera (Mar.)_ Il ;,er-,01n!e <l~lia R . l\Iari,1a u s1 la bandoliera soltan to quando d~v~ a rmars i di p iMola, 6ssia durante il posto ili combattimen to e ndle c9mpagnic da sbarco, nelle parate militari a te rra o in sci-vizic <l.i or dine pubblico. Le bandoliere sono d i cuoio per gli ufficiali E- i sottufficiali, di tess11 tr; speciale gr igio-ver de per sot tocapi (caporali) e comuni. A l posto d i combat t imento sono a rmati di pistola ( e portano perciò la bandoliera) t utt'i gli · ufficiali e alcuni dei sottl1Hinanctollera (ufficiale) ciali, a seconda degli incarichi che disimpegnano . Nelle. compagnie d a sbarr.o J1anno la b2ndoliera, per chè armati d i pistola, alcn~ i sottocapi e comuni che disimpegnano servizi spcci::ili (m itraglieri, puntatori dei cannoni, por ta-ord ini, 111inatori, ecc.i.

Banel (P·ictro) . Generale francese, n. a Lcdome nel 1766, m. a Cosseria nel 1796. Divenne gener.t.ie <l i Brigata nel 1793; fu agli ordini di An_gerau nell'esercito d'I talia. Si condusse con grande va lore all'attacco del <Castello di Cosseria dove fu colpi to a morte il 13 aprile 1796. Baner (G-iov a1t1ti Ci.stavo) . Generale svedese n . nel 1598 a Djurshaim, p resso Stoccolma; m. a Halberstadt nel 1641. Ent rato in servizio come sem piiec cavaliere nel 1615, fu generale nel 1631. Si d istinse nelle campagne d i Gustavo Adolfo; fu comandan te in capo dell'armata svedese nel 1634; riportò u na ser ie d i brillan ti successi, specie con 1~ battaglia di Chemnitz ( i 639) e la ·conquista della Boemia ( 1640). Fu generale prudçqt: cd :i,pile, e çapo 1tm;tto dai 'l')Oi ,o!cl~ti,

Bang-Bo (Combattimento d,). Appartiene alla caml>a.gna francese nel Tonchino del J 885. Dopo l'occupazione· d i Lang-Son da par te dei Francesi (febbr aio 1885) i C inesi si p 1cparavano a prendere l'offensiva, éÒ all'uopo avevano fort ificata !a posiz ione <l i BangBo, a 4 chilomet r i a N . della Porta d i Cina, donde d istur bavano con t inuamente gli avamposti francesi a Dong-Dang. II generale De Négrier decise allora di sloggiarli eia quella ,posizione, che rendeva in tenibile Dong-Dang. U na coloi:na composta <li 4 bgl. e 2 com pagnie (2300 uom ini) ,\tta ccò i l 23 le posizioni d i BangBo occupa te da circa 10.000 Cinesi. I Francesi r iu~cirono a prendere due fort ini che costituivano la 1" linea ci nese, .ma il giorno dopo, attaccata la posizione· principale, furono respin ti su tutta la linea. I Cinesi presero a!!9ra la controffensiva, e dopo avere infl itto a i Francesi gravi perd ite, mossero con due masse contro i loro fia nch i ; la sinistra francese :,e rimas~ .avviJuppata, e la stessa lin~a cli r it irata si trovò acria-

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mente minacciata . Allora i Francesi, con l'aiu to di 508 uomini giunti loro in r inforzo, ripiegarono in disordine s u Dong-Dang, dopo av,e,r per duto , ufficiali

e 72 soldati mort i e 6 ufficiali e 190 soldati feriti. L'insuccesso d i Ban g-Bo segnò l'inizio della r itirata dei Francesi dall'alto Tonchino.

Bangcok. Città capit?Je dei Siam, sulla sinistra del Menam, con porto e cir ca 500.000 ab. Trattato di Bangcok : concluso nel 1917 tra il Siam e la Francia. Furono cedute a quest'ultima le p rovincie cl i Battambang, d i Sicm- Reap e di Lisofon'. 1) Si:un ricevette in compenso i territori di D ansa i e di Crat. Trattato di Bangcok: concluse, nel 19 19 tra il Sia•n e l'Inghilterra. A q\tcst'ultima furono cedute le provincie c!i Kelantan, Cota Rarn, T r ii,g- g-ai)U e Keddah.

Bange (Carlo Ragm, de B.) . Colonnello d'artiglieria cd ingegnere francese n. a a Balignicourt nel 1835, 1J1. a Chesnoy nel 1914., E' noto quale riorganizz1tore del i'ar t iglicria francese dopa b grande guerra 18i018ì I , dove l' inferior ità dc: nnieria!c francèse · si era di:1~oslrata fortemente, di fronte a quello tede;co. Egli non solo creò tUl tipo <Pacciaio. per cannoni, assai super ior e a l b ronzc fino al lora univcrsalmrnte usato per le art iglierie; ma inventò un o ttu ratore ed un cannone da cam·pagna che presero il suo nome, e furono adottati subito ed esclusivamente per l'ar mamento dcli' artiglieria fran cese. La bonfà di quèsto materiale e le eccellen ti qualità balistiche di quest i pezzi furono dimost r ate daHa <l nrata di tale t ipo, che restò esclusivancntc in servizio fì ne, a i nostri ;:iorni, quando fu ;oslitu ito d al modello 75 a., a tiro rap ido ccl a defo,mazionc. Il col. Bange nel 1882 si r itirò dal servizio m ililare per dedicarsi all' indust ri"- pr ivata Banias. C ittà della Siria. Ne era s ignore, durante le C rocia•e, nel 1 15 7, Umfredo di Toron. Essendosi i


m usulmani accin ti all'a~sc<lio della ci ttà, comandati d,1 Norcddino, varì principi cri$tiani e i cavalieri d i San Giovanni accorsero in a iuto di Umfredo, e, dopo di ,1.vere combat tuto p~r via con i musulmani, riuscirono a liberare B . dall'assed io .

51 il dipartimento del Golfo, e occupò Por t-Hudson nel 1863 con una brillante operazione. In seguito fu ;,er molti anni p residente del comitato degli affari esteri.

Banna listi. Nome d' un corpo cli Croati che era stato formato per le cure del maresciallo Bathiani con uomini scelti. Era ritenuto come uno dei - m igliori corpi dell'esercito aust riaco. Ba nnio. ,comune della provincia cli Novara, circ. di Domodossola. sul tor rente Anza. Durante le feste del pac~, 5 e, 24 agosto, sfila \lll drappello di abitanti nel cost ume <!ella tradizionale milizia, che è stata istituita J~el 1622. In quel tempo dominavan o gli Spab'l1uoli, ma pa1e che tale m ili~ia sia stata creata dalle autorità del paese, giacchè le uniformi hanno il tipo di quelle usate negli e_serciti piemontese e francese.

cannone s istema Bang-e: 1) <lettaglio della vite Cli chiuwra; 2) meccan ismo ùi chiusura; 3) culatta; 4) cannone da. ,c ampagna l.fottaglia di Banias (li 79). Fu combattuta fra Sa. lJd ino e truppe cristiane, particolarmente costituite da cavalieri gerosolimitani. Essendosi queste frazionate presso B. in vari cor;ii, Saladino p iombò successivamente sopra d i essi e i i annientò quasi tutti.

Bankert (Giuseppe van Trappen). Ammiraglio oland ese, n. di Fless inga, m. ne l 1646. Si elevò dalla posizione cli semplice marinaio alla d ignità d i cornanda;;-;-e della cc-~ta della Zelanda .iel 1637 . Capitano a l tem po ddl:t presa delh (< flotta d 'ar ge,ato » spagnuola, accompagnò come vice- ammiraglio il generale Loncq alle lnùic occidenbli, ~ riportò ur;u vittc,ria a P ernambuco; al suo r itor:io con quattro vasct;Jli attaccò ;;etlc navigli usciti da Du nkerque, fac-c:1donc tre pr igionieri. Fu uno degli ufficiali p iù audaci di Tromp. l\'el 1645, fu nominato amn,iraglio della flotta diretta verso il Brasile per la Compagnia ddlc Indie Orientali. Durante fa rotta s'incon trò con ·..1aa flotta portoghese, riuscendo a vincerla. J.\1orì poco dopo per apoplessia, Adr-ian-0 Ba1tkert. Figlio del p r ecedente. Fu luogotenente-ammiraglio della Zeland,t. Il suo coraggio lo rese celebre : nel J 659, in Danimarca; nel 1666 contro l'ammiraglio inglese Monk, il quale rifiutò d i arrenders i, tanto che -jl suo vascello fu colato a picco; nei 1672, sotto il comando di Ruytcr, contro i frar1cesi e gli inglesi. Morì a Micldelburg nel 1684.

Bank s Nataniclc

Ban ks (Nataniele). Gen era le americano, ( 18161894). Fu p r esidente della, Camera dei rapprescn tant: del congresso nel · 1855 e governatore dello Stato de' :Massachusetts. P rese parte alla guerra di secessione e ò m e 1naggiore generale nel" a rmata del Potomac. Comandò dal Ì862 a·l 186~

Ba nnockburn. Borgo della Scozia, contea di. Stirling, sul Bannock. Vi si combattè il 25 giugno 1314 una battaglia fra Edoardo II e gli Scozzesi (30.000 u male ar mati e male equipaggiati) agli ordin i di R~berto Bruce . Edoardo mosse contro cost u i, con forze superiori e numerose macchine da guerra. Il Brucc appoggiò le sue a li da una parte al villaggio cbe era stato incendiato poco tempo prima, dall'altra a una palude: Fece. scavare sul/a fronte una. serie di fosse piccole e profonrlc per ostacolare le car iche d i cavalleria. Roberto Bruce prese il comando di u n corpo di risen•a· d ietro il cent ro; affidò la destra a Edoardo

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Inglesi rzzzm Scozzesi

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u) E<loar<lo

Bruce; b) Ranclolph; e) Conte di Moray; d ) Roberto Bruce

Ilruce, la sinistra al coni.e d i 1foray, La fanter ia inglese attaccò il centro, e Roberto accorse immediata mente sul posto, respingendo l'attacco. La cavalleria inglese, comandata dal conte d i G loucester, si slanciò al soccorso dt lla fanteria, ma fu -s compigliata con gravi perdite nelle fosse preparate d agli Scozzesi. Allora Bruce lanciò all'atta,·~o la propria cavalleria, comandata da James Douglas, e questa fece a pezzi gli assalitori. L'eser cit-0 inglese si pose in ri tirata, che s i convertì in fuga. Edoardo si rifugiò a Dunbar e di qui si imbarcò per l'In ghilterra, nwntre il s uo tesoro e le sue macchine e i bagagli dell'esercito r imanevano preda elci vincitori. G li storici s cozzesi fec<;ro ammontare i morti di parte inglese a 50.000. La battaglia, che . assicurò !a indipend~nza della Scozia, prese il nome di Bannockburn (Bannock bruciato).


52 Baiiolas. "Borgo presso Gerona, nella Catalogna. ~el giugno 1909, il gen. Verdier lo fece ·occupare dal gen, Guillot, con due bgl. francesi, tre cp. del 113° (To• scani) e a lqua nta cavalleria del 2° rcgg, cacciator i a cavallo (Napoletani}; in tutto 1500 u. Il 20 giugno, gli Spagnuoli, condotti da Rovira, in numero d i 6000, attaccarono B ., ma dopo una giornata di sforzi va ni, perduta molta gente, furono costretti a ritirarsi: le perdite dei difensori ammontarono a 400 uomini. Bantry. Dnia dell'lrlanda, nella con tea d i Cork. Nel 1689 la F rancia, che rarteggiava per il re G iacomo II, mandò una squadra di 24 vasce lli, comandata dal luogotenente generale CMleau R cnau lt, nella baia cli J;, L'Inghilterra vi spedì l'amm iraglio H erbert con 22 vascelli. Le due squadre s i incontrarono nella baia e ne seguì u11 combattimento rimasto indec iso: llerbert abbandonò le coste d ell'Irlanda; ciò malgrado, fu ~on siderato in Inghilterra come vincitore. Le navi francesi, che prima della battaglia avevano sbarcato le truppe, se ne tornarono a Brest. Nel dicembre 1796, nei pressi della stessa .Baia d i Bantry, si disperse a causa del vento un numeroso :1a,·iglio francese che doveva sbarcare in Irlanda un corpo d'es(•rcito di 25.000 u . comandat6 dal generale Iloche. In questa circostanza i francesi perdettero tre rnscclii, tre fregate, una corvetta e cinque legni onerari, naufra. gati o p resi dagli Inglesi. Bapaume. Borgo della Francia nel dip. del Pas-dcCa.lais. Venne presa e saccheggiata da Luigi Xl, presa dopo assedio da Francesco l, da l L a )Ieillcrayc, e nel 1641 agli Spagnuoli.

BAP

punto di passaggio sulla Somme, gli avrebbe reso ii-npossibile ogni ulteriore operazione a sud del fiume, in quanto tutta la region e n ord fino alla Scarpe sarebbe rimasta nelle mani del nem ico, decise di soccorrere quella piazza, e si mise in marcia il 1° genna io, nell'i:1-

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tenlo di punta re su J3apaume il ~. raggiungere Péronne e il 3 ributtare l'assediante a sud del fiume. :\ll'avvicin:irsi d<'i Francesi, il gen. prussiano von Goeben, coma ndante l'VlIT corpo, dcdse di contenere l'attacco nemico <lavarti a .13apau mc. cercando di avvilupparne i fianchi colla numerosa cavalleria della quale disponeva. Il malli.no del 2 gennaio il 22° Cor po francese, a destra, respinse gl i avamposti n emici da Bucquoy e da i\chict; il 23° corpo invece, dopo avere

I . Combattiu,en!o di Bapaumc. Duran te l"a;;sc<lio di Amiens (1597) u no corpo Spagnuolo di 900 ca\'alli, appartenen te a ll'esercito di soccorso della citti, assediata, comandato dal Coutreras, avente ai suoi ordini i ma.rcscialli di campo Gastone S;>iffrvillers nola e Ta.ssedo, venne presso B. o.ssalito all'improvviso dal re Enri- C'ourcelles co IV, con 600 cavalieri. Gli 5pagnuoli, sorpresi, furono sbaragliati, e rnolti fat ti prigionieri, malgrado O[l11i sforzo dello Spinola per evitare 11 panico nelle file. 11. Battaglia di Bapawne (3 6, r:• naio 1871). Durante la guerra F ranco-O'russiana, i T edesch i, riconoscendo la n ecessità d i impadronirsi di tutta la linea della Somme, -., 1: per passarla, ma per garantirsi d1 quel lato dalle incursioni nemiche. assediarono l'<:ronne ; ne fu inca.-icata la 3" divisione d i riserva, e parte della 16•, mentre un corpo ,r ·o sservazione si d ispose fronte a No,ù col centro a Jlapaume; esso era ..:ostituito della 1s• divisione a Ba.pa.ume e. dintomi, della divisione m ista del principe Alberto a destra e dcli~ divisione caqtlleria ,·on Grobe:1 a sinistra.. Il gen. F aidhcr be, ritenendo eh, la caduta <li Péronne, suo ultime

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occupato Behagnies e Sapignies, venne respinto su Ervillets; l'ala destra s i trovò cosi molto avanti, minacciando la strada di Alberi. I Prussiani, tolti rinforzi dal corpo d'assedio, li diressero verso la loro sil).istra, mentre il principe Alberto iniiiava d a lla strad~ d i Cambrai il movimento avviluppant~. Alle 9 ant. del 3 i francesi avanzarono da Achiet su Grévillers; la divisione Du Bessol, sboccando da Bihucourt, attaccò B icfvillcrs; la divis ione Paycn mosse da Ervillei·s su Fav reuil. A mezzogiorno i Tedeechi avevano ripiegalo da questi villaggi barricandosi in Bapaume; il gen. Faidherbc, s i disponeva ad accerchiare il villaggio per le ali, ma la d ivbiàne Robin, che doveva at taccare Bcugniìtre e F rémicourt, ripiegò invece su Vaulx e Vraucourt, lasciando che il princire Alherto si impadronisse della strada di Cambrai. li 22° Corpo avanzò quind i da solo, spingendo la divis. Derroja a ll'attacco di Thilloy-Ligny, punto d'appoggio della sinistra tedesca, riuscendo ad occupare Thilloy; ma alle 16, mentre i Francesi si sforzavano di vincere la resistenza di Ligny, ove intanto accorrevano i rinforzi, tedeschi, i difensori di Bapaume ripresero St. Aubin e attaccaronc davanti a Favreuil il fianco sinistro della d ivisione Payen, rimasto scoperto in seguito al ripiegamento di Robin . I Francesi dovettero allora ripiegare da Thilloy ed Avèsnes sulla linea Grévillers, Favreuil, VaL1iz. Durante la notte i Prussiani sgombrarono su Péronne e il mattino dopo i Francesi s i ritirarono ad Arras. Allora Prussiani rioccuparono Bapaume.

Baquedano (Fema11ilo). Generale cileno ( 17941862). Si arruolò a 14 anni. Fece la campagna dell'indipendenza; nel 1823 combattè al Perù agli ordini di Pinto; venne ferito a Yungai nel 1838. Ema1111elc Baq1teda110. Generale cileno, n. a<l Aranco nel 1826. Fece Ja campagna del 1838-39 contro il Perù. X cl 1876 combattè contro gli Araucani. N cl 1680, allo scoppio della nuova guerra contro il Perii, venne nom inato gcnrrale di cavalleria e prese parte a nu!lleros: fatti d'arme; promosso generale d i divisione, vinse cileni a Los Anjeles, a Tacna, ad Arica.

Bar. C ittà della Polonia . D istrutta nel 1452 dai Tartari, fu riedificata nel 1540. Dopo la morte di Federico Augusto III di Sassonia, re di Polonia, appoggiato dai Russi, venne eletto re dai patriotti Polacchi (1714) Stanislao Augusto Poniatavoski. lv.Ca i Russi occuparono la Capitale ed arreMarono i membri della Dieta che lo avc,·ano eletto. In B. però, il 9 febbraio li68, s i ç,ostitui una confederazione fra le principali famiglie polacche, per cacciare i Russ i, e r ia_cquistare l'indipendenza. Il capo del-

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BAR

la Confederazione fu Casimiro Pala,•oski, che per quattro anni sostenne una guerra di ventura contro la Russia. Ma i confederati, nel 1772, attaccati a un tempo dagli alleati russi, prussiani, cd austriaci, unitisi in lega, non poterono resistere all' immensa superiorità di forze, vennero battuti, e la Confederazione fu sciolta, mentre si decise lo smembramento della Polonia, col trat, iato di Pietroburgo (5 settembre 1772).

Bara. Importante nodo stradale carovaniero della pro,<incia di Kordofan (Sudan orientale). Nei 1883 (settembre) fu assediata dal l\fahdi; il Governo inglese organizzò una spedizione d i soccorS<>, composta di circa 2000 uomini agli ordini di Ali bey Sufti, ma essa, attaccata dallo sceicco ,Mohammed-Rahma., incapace di difendersi anche per le sofferen1.e sopportate dai soldati privi di acqua, ,fu completamente distrutta. Solo 200 uomini circa poterono scampare e rifugiarsi in B., dove portarono la triste notizia. La guarnigione si difese eroicamente sino alla fine di settembre, quando, r idotta agli estremi, dovette arre.ndcrsi a ll'Emiro Abd cr Rab::1.1n Woled ~egumi. Bara bino (Giaco·ma). Generale, n. e m. a Genova \1773-1848). Entrato cadetto nel cor po del Genio delh R epu bblica Genovese nel 1796, pa rtecipò alle campagne dell'epoca, prima nelle armi della Repubblica, poi in quelle Napoleoniche. Kel 1815 col grado di ten. colonnello del. Genio venne accolto n ell'Esercito Sardo. Nel 1821 venne coinvolto nel moto costituzionale e fu dimissionato. Due mesi dopo però fu annullata l'accusa e potè co.sì rientrare nel!' Esercito dove raggiunse il grado di maggior generale. Baracca (e ,/;iaraccamento). La B. è una specie di capann:i costruita coa stuoie, graticci, tavole, ecc., per dimorarvi durante campi di lunga durata, o, in guerra, nelle soste per lunghe operaiioni d'attacco di posizioni. Il materia le che vi si impiega è quello che più faci lmente si trova sul silo. Le B. sono in genere costruite dagli zappatc•ri delle singole armi, o da soli, o coadiuvati dalle truppe del Genio. Il tipo <li B . p iù in uso nell'Eserc ito Italiauo è quella ch iamala « gourbis » che è composta di graticci, sostenuti da un'ossatura a due falde, e da pali confitti nel terreno, e serve per il ricovero di 6 uomini. Sopra i graticc i si cl i~tende uno s trato d i malta d ello spessore di 5 centimetri, e so,r'esso un secondo strato della grossezza di IO centi!11Clri di terra vagliata, leggermente bagnala e pigiata, di modo che, consolidando.;i, stabilisce una specie cli muricciuolo. I ntorno si scava un fossetto per lo scolo delle acque. Entro la B.

Baracca la grat.lcclo per sci uomini


BAR

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Bar acchetta smontal>lle

~i costruiscono tre lelli pure con graticcio, lunghi metri 1,90, leggermente inclinati dalla testa ai piedi, sospesi su assi a paletti sullo sci+vo interno ; uno a l fondo in senso della larghezza, gli altri due a destra e sinistra della porta, larghi m. 0,70. La porta e la iinestra sono munite d i imposte fatte pure in graticci di vimini, spalmati di loto, oppure impagliati . . \Ila metà d i uno dei la ti maggiori, si scava un calorifero a fornello con gola che metta ad un camino esterno. elevata al massimo di m. 0,60 da l suolo. Le B. i n montagna, o dove esista abbondanza d i tavole e legna me, sono cost ruite p iù rapidamente con ta• vole; spesso s i addossano a nicch ie o sporgenze naturali del terreno montano, per risparmio di materiale e -maggiore s icurezza. L'ins ie:ne d elle baracche di un corpo o repa r to prende il nome di «Baracca111entoll. Le B., come costruzic,ni definitive previste dalla castrametazione, sono d i <lata meno antica delle tende; d ifatti non hanno a che vedere col « ligellum >l o la << suna >l dei r oman i. S ino al XVII secolo in Francia la paro!a 73. s i usava solo per indicare i ricoveri della cavalleria, e soltanto alh fine di quel secolo furono usate a nche per le truppe a Aicd i: Nell'esercito fra11ccse, a quell'epoca, le B . erano costrui te su tipo uniforme con 4 pali forn iti agli angoli di u11 parallelogramma, tracciato sul terreno, lungo circa m. 2.50 e largo circa due metri ; questi pali sostenevano delle traverse; il tetto era fatto di ra moscell i o di stoppia. L'adozione della R . fu <:onsigli3ta da ragioni igieniche, specie contro il freddo e l'umidi tà. Il J>rimo campo moderno di B, fu costruito a Dunkerque nel 179-l,

ma, come al campo di Ilou logne-sur-mer ( 1803-1805) le B. furono costru ite senza idea d i insieme. Invece nel 1809 in Slesia fu p!·omulgata una vera istruzione, con tutte le prescrizioni ·i gieniche, per D. da 16 a 18 uomini. Successivamente nel secondo campo di Ilou!ogne ( 1853- 1856) le B. ver.ncro perfezionate con copertura d i lavagna, soffitrn e pavimento di abete, elevalo que.5t' ult imo, al disopn1 <lei suolo esterno cl i almeno 30 cm. onde garantirlo perfettamente dall'umidità. Venne curato in modo particolare il riimo,·amen-

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to dell'aria, a me..:w <l i porle e finestre, e speciali spiragli alla base delle pareli. Fra le prescrizioni igieniche sta in primo luogo la scelta della località, giacchè, come è sti to osservalo nelle ispezion i mediche, se il suolo non è pern,eabile, le fosse scavate sollo la B. si riempiono d'acqua e d i muffe diYentando fomite di malallie. Le B . andarono d i man.o in mano p erfez ionandosi dal lato igienico, tantochè le vediamo giò. p iù vaste cd arieggiate nella camp:1gna 18i0-'il; e nel 18i2 vengono costruite per le truppe d i occupazione tedesche sollo


BAn

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le d irettive di una Commissione presieduta da un mc-: dico militare prussiano. Nell'esercito inglese l'accampamento sotto B . viene in modo particolare curato, portandolo a perfezionamenti <la far lo stare a pari delle famose caserme << Block-System ll, con riscalclamento interno, e disposizion i per la prevenzione degli incendi. Si è procedu to alla nomina di un dirigente ciel servizio dei · baraccamenti, che si chiama << Barrak-mastergeneral ».

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BAR

A seconda della natura e della forma ciel terreno, nonchè dei mezzi a disposizione p er la costruzione, _le forme regolamentari lasciano il posto ad adattamenti mrticolari; si utilizzaron~ ad es. nell'ultima guerra

Trasporto di baracca ìn montagna

Baracca-sw.-Jerla: sezion e trasvcrsalP Baracche sc-uderié. La n ecessità, nei lunghi soggiorni all'aperto, d i proteggere anche i quadrupedi dalle intemperie, ha imposto la costruzione delle B . scuderie . Il tipo regolamentare di tali B: per l'esercito ita liano, è quello inaicato dalla figura. Di solito sono larghe m . 4,50 e lunghe tante volte m. 1,30 quanti sono / cavalli, prù 4 o 5 per il maggior foraggio. L'ossatura della B. è costituita da tanti ritti (travicelli o paletti), lunghi m . 3 a 3.50, interrotti a m. 0,60, sormontati da in canallature unile con chiodi o fasciature, rinforzate eia saette. La copertura è fatta con ta ·,ole sovrapposte o con paglia inclinata fissata d a per tichctte, e ricoperta sul salmcreccio da a lto stra to di paglia. Si può fare anche di graticci, di tela forte, o di carta catramata. Vi sono porte e finestre, nonchè internamente mangiatoie, ripostigli per foraggi ed esternamente abbeveratoi.

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anche i rottami d i ferro o d i legno, derivanti eia d istruzion i provocate dalle artiglierie o dalle bombe. E i baracca.men ti vennero coperti cli lam ieroni cli ferro, cli lastre d'ardesia o cli marmo, cli tavoloni, di imposte, di porte o .finestre, e appolla i,tti contro le pareti rocciose d i posizioni conquistate, o n egli a ngoli morti de i t iro delle a rtiglierie nemiche, o dovunque il terreno s i prestasse meglio.

Baracca (Francesco) . .Medaglia d'oro, n . a Lugo nel 1888, caduto su l M ontello il 19 giugno 1913. E' l'eroe, che sembra imperson are tutto il valore dell'aviazione ita li:1n-1 nella gran de giicrra. Entrato a lla Scm,la N[ilitare di 1vfodcna nel 1907 ed u scitone sottotenente di cavalleria nel 1909, fu canlicrc arditissimo, ed in mo lte gare s i distinse tra i p r imissimi. Desideroso d i emoz ion i nuove, volle passare nel corpo cl i aviazione e ne l 1912 venne ascritto alla scuola d i aviazione francese a R eims, clo{•e conseguì il brevetto d i p ilota. Scopp ia ta la guerra con l'Austr ia, tutta la sua vita d i sold a to fu un conì.inuo rncccdersi di ardimenti e d

Baraccamenti sull'Adamello


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vittorie : è del 7 aprile 19·16 la sua prima vittoria (un sato agli apparecchi -da caccia, durante la nostra grande Aviatik abbattuto nel cielo di Medéuzza) e la: sua offensiva del maggio-giugno 1917 battè u n vero record: ih trentasette giorni trentacinque combattimenti prima medaglia d 'argento al valore. A quella prima aerei -e nove apparecchi nemici abbattuti! Fu p_er quevittoria ne segLtirono a lt re trentatrè: a lla prima meda• sto decorato della medaglia d'oro al valor militare. Il glia al vaiorc a ltre dLte quelle nove vittor ie molte :i,ltre ne seguirono,' tanto d' argento ed una d' o:c che alla fine della guerra il tenente Baracchini contava ( dopo la 30• v ittoria) olben trentadue vittorie aeree: aveva ottenu to parecchie .tre alla promozione a mag. altre ric_ompense al valore, nonchè la promozione a tegiorc per merito straordinente ed i l trasferimento nel ruol0 d egli ufficiali effct" nario di guerra ed alla tivi per merito di guerra. L a motivazione di medaglia croce dell' Ordine M ilit:u€ d'oro dice: d i Savoia. II suo no!1le « Abilissimo ed a rditissimo pilota di aeroplano da varcò i corrfini della Pa ca,1:cia, con serena incuranza del pericolo cd indomito tria, e corse per il mondo, coraggio, nei 30 giorni di serv izio alla fronte SOitenne come quello di uno de' brillantemente e vittoriosame10tc tre)1tacinquc combattipiù au<laci, fu hi1inei, ag. menti aerei, riuscendo ad abbattere nòve velivoli avgressivi assi del cielo; ;· versari)). leone rampante, disegnate Baracelli (o Banacelli, o _Baracellan) . Milizia lo• sulla fusoliera del suo aµcale o_comunale, istitu ita dai Re di Sardegna in cambio parecchio, divenne segnacolo cli mone per il nemico. Dudell'esenzione concessa ai Sardi dalla leva militare, sul rante la battaglia del Piave egli ,più volte si levò a tipo di q uella già impiantata dai viccrè spa1,;nuoli. La_ volo, da ndo un prezioso contributo ai nostri comandi, milizia dei B. era ripartita territorialmente nelle diverse" con l'impedire agli aeroplani avversari di volare sulle p rovincie e regioni per battaglioni d i truppe a piedi, nostre linee e ron il mitragliare da bassa quota le che portavano iJ nome delle divers~ città. Così ad esemtrincee avversarie. Purtroppo il bollettino del nostro pio nella zona di Alghero i B. erano organizzati S!1 Co1i1anclo Superiore del 21 giugno dovette annunziare d ue battaglioni ( Alghero e Thiesi). Il territorio della all'Italia: « Il valoroso maggiore lli/,racca, che aveva raggiunta la sua 34' vittoria aerea, il giorno 19 cor- · llarbagia. era diviso militarmente in quattro Battaglioni, rente non ha fatto ri torno da un eroico volo di guerra>>. e parimenti le a ltre regioni della Sardegna dava.no il Una pallottola d i fucile austriaco aveva forato il se.rloro contingente di B., a second,,. dell'impor tanza de!I11 batoio della benzina e provocato la caduta in fiamme località, ed in f)roporzione della popolazione. Ogni batdell'apparecchio. I l valoroso aviatore fu raccolto intaglione aveva alle proprie d ipendenze un contingenle forme cadavere. Nessun migliore ritratto di lui che di « çacciatori a cava.Ilo >l. L'armamento dei B. conle parole della motivazione per la medaglia d'oro: sisteva in archibugio e coltellaccio di 4 a S palmi, in« Primo pilota di caccia in I talia, campione indi- serito obliquamente tra la cartucciera e il seno. scusso di a,bilit/, e di coraggio, sublime affermazione I B . erano noti fino dai temp i dei Giudicati, ed :ivedelle virtù italiane di slancìo e di audacia, temprato vano carattere ,prevalentemente c:unpestre sollo il nome in sessantatrè combattimenti, ha già abbattuto 30 velidi « Compagnie di B.» o << Compagnie cli assicm,ivoli nemici, undici dei quali durante le più. recenti zione », comandale da un << capitano J>. Le Compagnie operazioni. Negli ultimi scontri tornò due volte col di B . sono una istituzione tuttora v igente in Sardegna, proprio apparecchio gravemente colpito e danneggiato ,p ur avendo subìto una serie d i trasformazioni, circa da proiettili di mitragliatrice.» ( Ciclo dell'Isonzo, della le a ttribuzioni che fu~ono .precisale con un r egolamento Carnia, del Friuli, del Veneto, degli Altipiani, 25 noapprovato con R. D . 14 luglio 1898 N. 403. I gradi ivembre 1916; 11 febbraio, 22-25-26 ottobre, 6-7-15-22 nelle compagnie sono elettivi, tanto per il capitanonovembre, 7 dicembre 1917). •quanto per gli a ltri graduati, e l'a ttua rio cd il cassiere. Baracchini (Flavio Torello). Medaglia d'oro, n . I B. possono essere adoperati solo temporaneamente e a Villafranca l.unigiar.a in caso d 'urgenza pe.r servizi di P. S. fuori del loro nel 1895; vivente. E' un territorio, ~u r ichiesta dell'autorità. di P. S. o dei Carabinieri. I B. banno segnato una pagina importante a ltro <legli assi della n.'.l• nella storia d el brigantaggio, perchè hanno soslen,1to stra a viazione di guerra. una fiera campagna, :a fianco dell'arma dei C.C. R.R. Chiamato alle armi ne: in momenti gravi e pericol0si. D a l 1819 al 1822 il scr• 1914, men tre era ancor~ vizio dei B . fu assunto e mirabilmente disimpegn,to intento ai suoi stu<li, ed d al Corpo dei « Cacciatorl' R eali di Sardegna J>, figiiaassegnato al genio telegra. zionc dell'arma dei OC. RR. fi.sti, volle diventare aviatore; <lopo un breve corse ò' i,truzione, conseguì i' breYetto d i ,pilota e i u: finire del 1915 raggiunsE la fronte. Non tan:lò a da;re prova di singoJare Qr• dirnento, guadagnando u n encomio solenne per alcune ard imen tose ricognizioni nelle linee nemiche del Carso. Pas-

Barado (Francesco B . y Font) . Ufficiale e scritt9rc mii. spagnuolo, n . a Baclajoz nel 1853. Entrò come a:. lì.ere nelle milizie provinciali ( 1874) e fece la campagna contro i Carlisti. Scrisse un grandissimo numero di opere, fra le quali: << La guerra e la civilizzazione J>; << Eloquenza m ilitare»; « •Cesare in Cata.logna JJ; << ::\!lusco l\,iilitare » ; << Letteratura. militare spagnuola)); (< La pitlurn milita re >J; « Storia militare della Spagna >J.


Baraguay d'Hilliers (L'!-igi) , Generale, n , a .Parrigi, m, a Berlino (1764-1812), Fu dap-prima a iutante ,.d i campo <li Custine; passato col grado di generale di ,brigata ( 1795) sotto Bonaparte, fece con lui la campagna d'Italia ( 1796-1797). d ivenendo qu indi generale d i divisione . Partecipò dia spedizione d' Egitto; dopo la presa di Malta . incaricato di portare in Francia una pane delle ricchezze conqu istate ,1ell'isola, durante la traveHala iu fatto p rigioniero d:i.. gl i Inglesi con lutto il sue ricco carico. Rilasciato poco -dopo, in seguito si condusse brillantemente .,d Austerlitz, in Spagna ne: 1810, e nella campagna di Russia, dove fu fatto p ri;gioniero con la maggior parte della sua divisione. Achille Barag11ay d'Hilliers, figlio del prcc~dentc, ma.resciallo d i Francia, n. a Parigi nel 1795, m. a Amélie nel 1878. Luogotenente nel 1813, ebbe la :na_no sinistra asportata nella 11:,attaglia di Lipsia . Ne: 1823 fece la campagna d: Spagna e nel 1830 quella ,<lell' Algeria, in cui fu pro·mosso colonnello. Dopo . aver comandato la scu ola -<li Saint-Cyr, ritornò in . Algeria ( 1834) ove s i eb' be la promozione a luogo• · tenente generale nel 184.3, E letto deputato, si u~l a: presidente Luigi Bona• parte che lo inviò in missione a Roma e lo not>1i_nò comandante dell'annata di Parigi. Sotto l'Tmr~ro ,comandò il corpo s::,edizionario del Baltico; prese nel a854 Bomarsund, riccvcndo, col bastone di mar~sciallo, un seggio a l Senato . Durante la guerra d'Ita!lia, vinse la battaglia di Melegnano ( 1859). Dopo la ,dichiarazione di guerra del 1870, fu per qualche tempo ,c omandan te della piazza d i Parigi, e dopo la guerra -p resiedette il consiglio d' inchiesta per le capitolazioni.

Barail (Carlo' Di). Generale francese n. a Versail'.lcs, m. a Neuilly (1820-1 902). Si a.rruolò negli spahis -nel 1839 e fece la campagna d'Africa. Col grado di colonnello p rese parte alla spcdiz ione del Messico, Ge:neralc d i brigata nel J 870, r imase prigioniero a Metz. <Generale d i divisione ne.! 1871, comandò un corpo d'armata nella guerra con tro la ·Comune. In segu ito fu m inistro della guer ra, prendendo parte attiva nella r ior1ganizzazioe1c dell'esercito. Congedato per limiti d'età nel 1885, s i rnnsacrò alla direzione del partito bonapar tista, e alla redazione degli interessanti suoi « Ri.cordi » apparsi nel 1894. Barai lh (Gio,•anni, marche.<e di). Ammiraglio fran• ,i:ese, n. a ~fonclar, m. a P arigi ( 1671-1762) _ Si di,stinse a La Hogue, a Malaga, e agli assedi d i Gib il-

terra e di B:trcellona. In qualità di comandante della squadra d ire~se nel 1744 ·1a flotta destinata a trasportare in Inghilterra il pretendente Carlo Eduardo Stuart.

Barambaras. Denominazione data in Abissinia ad un capo milita re, in sottordine ai ras.

Baranòv. Borgo della Galizia, sulla Vistola. Vi si svolse battaglia fra le tr uppe di Carlo Gustavo e i p olacchi, nel 16S6, con la vittoria del primo. Baranov (Pietro). Generale russo, 11. a Pielrogrado nel 1892. Au tod idatta e rivoluzionario, subì condanne fra il 1913 e il 1916. Durante la guerra, iu solda to nell'VIII Armata zarista alla. frontiera rumena. Cominciò a prestar servizio nel!' Armata Rossa·, n ell'agosto 1918, qua11do fu mobi litare dal Comitato Po litico d: Mo,ca e designato al pos to d i comandante milita• re dello Stato Maggiore della IV a nnata. Fu cape del h Sezione politica d ell'eserci to della frontiera orientale e, successivarntnle, membro del Cons i,;iic de 1.la Guer ra e della Rivo, luzione p resso lo stesso esercito, p resso la I armata àlla frontiera turca , presso la XVI armata alla fronti era sud•O\'est, capo della Sezione politica delle lru.ppe d i Ucraina e di Cr imea e comandante dell'esercito della regione di T eregham_ Occupò poJcia altri comandi importanti nelle forze blindate ed aert ~, facendo parte ciel Consiglio della Guerra .

Baranowichi. Città della Polonia orientale; importante nodo ferrovia rio a metà distanza all'incirca tra Brest-Litowsk e M insk. Venne occupata dai tedeschi alla fine dell'agosto 1915 in seguito alla grande offensiva comi_ncia ta in maggio con la battaglia di Gorlice, e costituì uno dei capisaldi del nuovo fronte che comprendeva Riga-Kowrw-Graclu-P insk, ecc. : Con. tro Baranowichi si r innovarono e si accanirono gli attacchi russi. In segui to, d urante la lotta fra la Polonia e le forze bolsceviche, Ilaranowichi fu pure preso e ripreso dai due av\·ersari. Baranzov (Conte Alessandro). Generale russo (1810 1882) . Si distinse n el Caucaso; fu comandante del!' artiglieria a Sweabo,g; prese par te alla campagnJ di Crimea (1853-1856). Nel 1863 venne p romos;c generalissirno dell' art iglie .. ria. Fra i suoi meriti piimcggia l'aver saputo de• vare l' ar tiglieria da lu,tezza, in passato trascurata, all'altezza dell'artig1ie, ria da camp agna. Baratier (Alberto) . (ì ~nerale francese ( I864-l915;

Baranzov Alessandro


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T rascorse quasi tutta la vita in Africa ; fece parte del-la sp edizione Marchand. Allo scoppiò della guerra eurnpea era colonnello d i cavalleria; venne promosso ge• nentlc per merito d i guerra alla battaglia della Marna, poi generale d i -D ivisione. rvforì in trincea, mentre ispezionava la fronte: a Reims. Lasciò alcuni volumi di . viaggi attraverso l' Afri{:a.

Baratieri ' (Oreste). Generale, n. a Condino m. a Sterzing (Alto Adige) (1841 - 190 1). Non ancora ventenne fu dei Mille sbarcati a :11,f arsala con Garibald ; ;_ promosso subito dopo sottotenente partecipò alla campagna dell'Italia ::vreridionale in Sicilia e nel Napoletar.o meritandosi una medaglia d'a;gento al va,lore nel combattimento d i Capua. Prese quind i parte col gra:. do d i capitano di fanteria alla campagna del 1866 gu:iclagna.ndosi una mecla 6 lia di bro.nzo nel fatto cl',u-mi di Custoza; promo-;,c colonnello ( 1885) ebbe ;· coma.ndo del 4° reggimen to bersaglieri. Parteci;;è quindi alle campagne d' -1 . frica del 1887-1890-1891. prima come comandante <l' più battaglioni, poi come comandante in 2" ciel C,.'po d i Spedizione e . :·omandante della p iazza d: :Massaua e della zona d' K eren. Nel 1891 fu nominato comandante in capo · delle regie truppe d' Africa. Rientrato in I talia nel dicem bre 189 l , dopo qualche m~se veniva rin viato in Africa con . le funzioni di Governa tore della Colonia Eritrea, carica che mantenne a n che nel grado di maggiore generale ( 1893). Nel periodo 1893-189$ la. su:i opera <li Governatore e di comandan te, altamente apprczzat~, gli valse· la croce di Commendatore dell'Ordine Mili tare di Savoia « per aYen, con raro discernimento, in occasione della p resa di Cassala (17 luglio 1894) . preparata l'impresa e condotte le truppe alla vittoria c on avvedutezza pari a ll'intelligenza ed al valore>> e, nel marzo 1895, gli valse a ltresi la promozione a tenen te generale per merito d i guerra. G li eventi sfor tunati della nostra~ campagna d'Eritrea nel 1896 offuscarono rapidamente la gloria d i questo valoroso condo! tiero coloniale, che ebbe anche a subire l'onta d'un proces$O, che si svolse ali'Asmara. per abb:indono d i comando in guerra, p rocesso nel quale venne p rosciolto per .,,ir)esistenza di reato. Ne! 1896 fu collocato a riposo !t sua domanda. Si ri tirò allora nel T:·cntino e scrisse le « lvJe01orie cl'Afr ica ». AYeva già pu bblicato alt re opere d' indole m ili tare, fra le qua li: « Da Wcissemburg a 1Vfotz >>; « La situazione miii tare de lla SYczi:t nel l872 >J; « La tattica odierna della fanteria>>; «·L e istitu:doni militari della Cin a ii ; « L 'esercito russo nel 1871 » ;, << La guerra civile di Spa. gna ~ 1875 >;; << Tredici ann i in Eritrea». I l generale Baratier i d iresse anche per un certo tempo la. « RiYista militare italiana.>J. B arattieri. :siel lii,guaggio mi i, del med io evo, d iccvasi dei r i baldi che seg,1ivano, ordinati spesso in masnade, gli eserc iti, per predare, ardere e saccheggiare.

58 Barattie_r i di San Pietro (conte Vitton·o). Generale, n. a Piacenza, m. a Milano (1819-1887). Sottotc di cavalleria nel 1838. ~e: 1862 fu comandante in 2' della Scuola di Cavalleria d i P inerolo, e l'anno seguente ne fu il comandandante, col grado di colonnello. Comandò il regg, <( Foggia >> e poi 11cl• la campagna del 1866 il regg. « Genova JJ; g·J adagnando la medaglia <l' JSgento a. Villa,franca. Nel 1868 ebbe il grado di maggiore generalé ; cotn3. l ~c:c il l)residio di Cagliari t poi la brigata Toscana. F u collocato a r iposo nel 1875. Barattieri d-i S . l'ietro (conte Patrizio Piacentino, Paolo) . Generale, n. e m. a San -Pietro in Cerro ( 185.2: 1919). Sotto!. d i caYalleria nel 1871, entrò da capitano ( 1883) nel corpo di S tato Maggiore e fu successivamente addetto all'Ispeltorato Generale dell'arma di ca Ya llcria ed al comando de l ·c or po di Stato Maggiore .. Ebbe da colonnello ( 1897) il comando del reggimento Piemonte Reale e la carica d i Capo di Stato Maggiore del III Corpo d'Armata, e nel grado d i maggiore ge-nera le comandò la brigata Re e la 4' brigata di cava lleria. Promosso tenente generale ( 1909) fu comandantedella d ivisione milita re d i Cuneo e comandante in 2" del corpo di Stato Maggiore ( 1910-1913) ed ebbe successivamente il comando del X ed VIlI Co!·po d'Ar mata. Warmondo Barattieri d·i San Pietro. Generale, n. a Lodi nel 1866. Nel 18,86 era sottot. nel regg. di caval-leria « Lodi ll. Fece Jr campagna d' Africa de1 1894. Partecipò alla gu,;:·ra d i L ibia ( 1911-1913) t poscia. alht guerra eon tr~ I' Austria, e fu decorale due volte con mecl. d'arg a l valore . )."el 1918 ven···' insign ito dell'Ord ine militare d i Savoia (ciocc cl, cavaliere).

Barbacane. Era gcnéralmente conosciuta con 1al nome, la costruzione ~he serv iva a coprire il piede Barattieri Warruonrlo delle n1ural n1a che, ,!istaccata da _quelle, costitu iva una difesa bassa. Fu a,sai in uso nel medioevo (es. Mui,-a d i Viterbo, sec. XlTIJ. Quando negli storici delle Crociate si trova menziune cli c ittà. con doppio o trip lice recinto, come tra le a ltre· Damiata, Costantinopoli, ecc., è da ritene1·e che alme.,w uno ·di essi non fosse che un barbacane. Nel castello d i Saphet, edificato nel 1243 dai Franchi in Palest ina ,, e considerato come una delle migliori fortezze dell',•poca, venne penfezionata questa parte della d ifesa, in1prontata all'architettura romana, giacchè il B , non èche l'an temurale dei romani, p ervenuto sotto a ltro no,JJe· attraverso il mediqevo a lla fortificazione moderna.


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Questo p articolare della for tificaz ione bastionata risale agli architetti militari del R inascimento : la tanaglia applkata dal Vauban era sta ta ideata col nome di barbacane da Francesco di Giorgio sul fin ire del secolo XV. Di quest'c-pera, a p rotezion e dell'ingresso di un recinto, si r invengono numerose traccie nei suoi studi.

ta era la devozione degli artiglieri verso questa San° ta, che essi n on trascuravano mai d i in vocarn e il nome e l'aiu to prima cl i far partire u n colpo di cann one, o quando i fulmini di un temporale mettr.nno b. pe, icolo le polver iere.

Barbarano. Comune <le: Vicent ino, a i pieòi dei Colli Berici. feudo nel medioevo della Chiesa vicenGiorgio 11:artini, riprodotto con tal nome nel primo ti na, al confine delle quarto d el secolo XVII da Francesco Tensini. Signorie <li Vicenza e Barbaoena ( Fil·iberto Caldu ra Bra1tt marchese di) . Padova, fra Scaliger i ed Ezzclin i. Fu più Generale e uomo di Stato brasiliano (1772- 1842). Eduta rdi orribilmente saccato in Portoga llo ebbe il coma ndo in capo a Bahia. cheggiato e messo a Scopp iata la r ivoluzione in Bras ile, s i recò alle corti ferro e fuoco dalle di P arigi e Londra onde ottenere la separazione del tru ppe imperiali a ll'eBrasile d al P ortoga llo. Accompagnò Don Pedro I n el poca della lega d: nuovo impero. Nomina to generale e ma rchese, comb.a t"";ambra i (XVI ,;e:Òh), tè sul fiume La P lata. Fu nominato P residente del Consiglio ( 1830), ma, perduto i l favore del Re, s i unÌ agli .Nei 1848, du.rante i avversari e lo costrinse a ritirarsi ( 1831). / tentativi cli Radetsky Barbagia. R egione della Sardegna nella massa più per occupare Vicenza, subì danni e mole.';tie Sant a llarllara aspra della catena montana principale, che comprenda lle truppe austriaci1e de il Gennargentu e -la zona di ~ecora. T rae il suo nome dal latino « Barbaricum >> da tole a i tempi delle. che in tendevano quivi di scavalcare i Berici. Nel 19 17, dopo Ca.poretto, fu sede d i reparti itaguerre Puniche, e success ivamente a i tempi d i G iustiliani che vi si riordinarono per riprendere l' <Jffensiva n iano, pcrchè le legioni roman ~ dovet tero accampare sul Piave. ai pie<li delle mo,nt:ignc, non riuscendo a sottomettere Barbaoannone. E ' il barbacane di Francesco d i

i «Ba r baricin i » , popolo fiero ed ind ipendente. Quei sardi alpigiani in flissero, scendendo al piano, succes-

· Barbareno. Comune in prov. di Cuneo, sulla destra del Tanaro. :t'{ el 1222 es.,énclosi staccato da Alba

sive sconfi tte non solo ai .. romani, rna ai carta&inesj,

per dars i agli A.srjgiani

trincerandosi, dopo le vittoriose spedizioni, nelle inaccessibili naturali ridotte, fortificate con intelligente arte, e d ifese con raro valore. La loro sottomissione non fu. possibile che a llorquando, stremati di forze e colpit i da malattie, avanzai-ono essi stessi tra tta tive d i pace, all'epoca in cui S. Gregorio ; i adoperò p er convertirli a l Cristianesimo.

le due R epubbliche. R itornato ad Alba, dopo il trattato di Cher asco venne in pntcn, dei D uch i d i Savoja.

dicck: n1o tivo 3.lh g .1erra fra 1

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Barbareschi. :-.Jornc generico dato ai pirati che infestarono il l\fod iterranc0 fino alla metà del secolo XIX, ccl erano annidati, sulle coste del!' Africa settentriona le : algerine~ tunisine, tripoline. Le loro scorrerie fora no debella te con la presa cl'Alg~ri per opera dei francesi ( 1830). V. Pirati.

Barbanè gre (G-iuscppe). Genera le francese, n . a Pontacq, m. a Parigi ( I 77 2-1830). Entrò 1Ìella marina Bar.bari. Con tale denominazfr,ne s i cia,;siftcarono ma passò su bito nell'esergener icamen te i popoli p rivi della civiltà Greco-RornaJ1a. cito ; fece le campagne dei S i diede il nome di B. :ti popoli provenienti dalle reP irenei contro la Spagna , g iun i settentrionali d'Eu ropa, ed anche orienta li, che e po i quelle d'Italia e cli combatterono contro Rnma, e determinarono la caEgitto. Tornato in Euroduta dell' I mpero d'occklen te. I B ., nel mentre 'esercipa, s i dis tinse a ]viarcn• tarono opera cl i dissoluzione nelle organizzazioni mil~go, e in scgu ilo ad AU• rari romane, eserc itarQno dall'altra \m 'azione d i r innosterlitz, dove guadagnò il vam~nto. J?receclentcmcn'.e all'epocs. delle invasioni vegrado cli colonri.ello, e ad re e proprie, era. av~ enu ta già una pacifica e lenta i mmigrazione di gcrn1a.t1ici guerricri 1 che accorsero da Eylau, dov e guadagnè oltre Reno e da oltre D anubio sotto le aqu ile romane, quello cli generale . Dopo !a per indossarne la èlivisa e portarne le armi in q ua lità campagna cli Russia, di• èi speciali truppe ausiliarie assoldate. fese Stettino fino alla ab• L'ir.filtrnzionc d i elementi B. comincia difatti ai temdicazione di Napoleone, pi di Au gusto, il quale colonizza la riva sinistra del Durante i 100 giorni, eb• R eno con saldati germanici, pone nell'isola dei Babe i l compito <li difendere Hun ingue, ciò che fece :1111- • tavi i Catti, in Gallia i Sicambri. Ed i suoi successori mircvolmcr:te, con un pugno cli uomini. ).Te] 1819 fu none segu irono rese1npio . L'antica Ron1a btiniizava le minato ispettore dell'esercito; n el 1820 anelò a r iposo. provinc.ie conquista.te, h. nuova gern1anizza alcune provincie roman e. Claudio II in cor pora nelle sue Co01"ti i Ba rbara (Santa). Santa cristiana, scelta come proGoti; Probo assolda 16.000 B. e tra.pianta 100.000 B~tettrice del cleposÙo cli polveri e munizion i chiamato starni in Tracia. Galeri@ traspor ta Slavi su lla riva dela Santabarbara (V .) sia nelle navi, che presso gli sta.stra del D anubio. D iocleziano arruola i Goti contro i bilimenti d'artiglieria, af/inchè Jle tenga lon tani i fulPersiani. Costantino organizza un corpo cli 50.000 G0mini ed il fuoco. Le a rmi <l i artiglieria e genio, e la ti. Giu liano cede la Fassambr ia a i F ranchi, e già <) l\fari11a, ne festeggiano l'ann iversario il 4 d icembre. Tan1


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quei tempi s i trovano in Alsazia molti Germa11i, perI primi erano {lobili, e for:m,avano il contingente della chè gli_ Alemann i a rcampaw.no diritti in. quella protavalleria, nonch~ quella dei capi e gi•.tdici ; i secondi vincia . Valen te riceve in Trac ia 200.000 Go.ti, G raziano costituivano i gregari. La disciplina era larga ed · ine Teodosio cedono loro la Mesia. L'esercito d i Teodocerta, giacchè vi dominavano le relazioni di parentela sio è prcssochè interament_e forma to di Barbari ; l'ime rela tive in!luenze. Rari i castighi corp'.lfali, fre(]uenti p_ero 11011 ha più truppe naziona li invece le multe. La guerra era ragione di esistenza. I B ., infi.ltratisi a poco a pc>co ncl!e legioni, vi por·· Dopo la vittoria, i capi distribuivano doni, terre, schiatarano ·1e cara tteris tiche del loro sangue giovane e pievi, in propMzione del grado della persona, e delle cano <li vitalità, e wn esso il sentimento del valore e tegorie in cui era divisa la gente. Di solito, presa stanza in un paese, erano ripartite le terre per uno o due della forza in<lividuale: :Xe venne di conseguenza che terzi, colla ste,~a 1,iisura adottata nella bro primii •:omandi pissarono nelle mani d i B. emergenti pet qualità per,.on~li, che dominarono alla Jìne gli stessi tiva sede d'origine. l\"e! combattimento, dopo i contatti impcrato;-i ; gli stessi generali fi. nirono per eliminare gli impera tori, e <:on Odoacre posero le mani sulla corona regia ( 476 d. C.). Infiacchita cosl l'organizzazione cldle legioni romane, i B . con masse· ognor nuove minacciarono i confini, che vennero alla meglio d ifesi da linee d i fortificazioni, e <Ja forze concentrate verso la frontiera. Ciò servì a prolungare l'esistenza dell'I mpero. Verso il 370, apparvero gli Uirni, e poi Abn,, Goti, Alemanni, tutti eccellenti ed arditi cavalieri, che misero a dnra prova la cavalleria romana, non abituata a sostenere l'impeto d ' audaci gr uppi, e pe r conseguenza incapace di resistervi. La fant~ri~ in vece si difese valorosamente; però·, sopraffa tta dal nu mero e ·spesse volte accerchiata e aggirata combattimento ctl Ba!'bari con tro Romanl <.!alle disordinate ma veloci scitie• coi Greci e Romani, 11savano talvolta ordini massicci, re dei. B ., dove tte più volte cedere e soggiacere specie di falangi, e raramente ordini a cuneo, con ca·ali' urto nemico. Successivamente, avverrncro le rnvalleri::t a l!e aii, cc,:ellcnte tra · gli lfoni, Sarmati ed ,;asioni d•!i Vandali e Svevi ( 406), dei V isigoti ( 453), Alani, successori ed imitatori. degli Sciti e dei Parti. Q,trogoti ( 489), F ranch i (511), ~ nel S65, sotto Alboino, J\'Icttevano il campo in luogh i_ naturalmente forti, o dei Longobardi, che dominano fino a l sopraggiungere dentro boschi, che cingevano d'una cerchia d i carri. dei C~rolingi : ,1uando, sullo scorcic d:,I sernlo VITI, Ign oravano l'arte dell'assedio delle posizioni fortificate, C.•,rlo l\fogn<,. sconfitto e fatto prigionie.ro Desiderio a tantochè qualunque castello diventava inespugnabile, Pav ia. riun isce la corona Longobarda alla F ranca. i)urchè in mano di b,ioni difensori. I B . non lasciano, m ilitarmente parlando, alcuna imConseguenza del dominio e degli usi dei B. fu la _rpro.nta duratura. I l loro modo di combattere, genedecadenza dell'arte mili tare romana, e del combatti·ralmente p rimitivo, non ha forme particolari ed è affimen to a piedi, l'esaltazione cd il predominio della cadato al valore persona le dei singoli combattenti. I /3 . valleria, e del caratteristico scontro dei cavalieri ricJianno carattere di gente nomade, armata d i rozze arcamente e pesan temen te a rmati, e d ifesi da cimo, com i, per lo più ascie, spuntoni, spade, pugnali, giavelrazza e scudo, sopra cavalli pure coperti d i armatura 1oti i; ia lvolta aste uncinate bipenni (le francesche dei in ferro e sc:gu iti da u01nini ar1nati al!a leggera con Franchi); a rchi, freccie, d i cui mal sanno serv irsi, abiarch i, balestre e stocch;. T ale modo d i combattere rituati al combat timento vicino, più che da lontano. Per chiedeva ind ividualmente costante esercizio d i agilità e armi difensive, scudi, spesso di legno o vimini, pitt che forza, giacchè le tenzoni. tra cavalieri costiiuivano es.di metallo. Taluni portavano l'elmo, pochissimi comsenzialmente il modo di decidere le questioni' fra dopleta armatura all'uso romano o greco. I combatten ti minatori. E siccome i (( militi maggiori>> d ivennero aperano seguiti da don ne, fanciulli, servi, somieri, e carri punto i signori, aggregandosi i minori e costi~uendosi ,carichi di- prede. Pfù tardi presero le armi dei vin ti. una buona rocca o castello in sito naturalmente forte, Erano tutti uom ini liberi e valid i, giacchè lasciavano ne der ivò quella superba oligarchia d i tirannell i che 'ind ietro invalidi e vecchi, e immolavano o vendevano diede origine verso 1'800 al Feudalismo. ·gli schiavi esu beranti a l servizio. Non esistevano ordin i -o formazioni regolari di milizia, finchè non ne app reBarbarich (conte Eugenio) . G~ncralc, n. a Pasiano .sero dai Grec i o dai R omani. di Pordenone nel 1869. Sottotenente d i fant. nel 189i, Le milizie erano divise però in « mil iti maggiori » e fu in seguito alla Scuola di Guerra e poi nel Corpo di •« militi minori» a seconda d ella loro posizione sociale. Stato ]).faggiore. Nel 1915 comandava u n battaglione d i


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' fanteria, a!l'inizio della guer ra , poscia passò come sottocapo di Stato M aggiore n el X IV e XVI Cor po d' Armata su l Carso e in Albania; dopo essere stato capo ufficio del Comando S upremo, nominato generale, coman dò la Brigata F riuli e a Cim a Zugna e Passo Ruole meritò una med. d'arg. a l val Nel 19 18, Capo d' S. l\L del comando in capo delle forze italiane nei Balcani, guadagnò la Croce ddl'Ordin. Mii. d i Savoia per le operazioni in Albania, :Mon tenegro e Dalm,1z ia . Dopo la guerra ebbe d iversi inc,1richi politicomilitari all' interno ed all'estero; ,f u presiùen k ddJe Comm issioni di delimitazione della frontiera tra I ta lia e J ugoslavia, Dalmazia, F iume; fu delegate nelle Conferenze I la.lo- Jugoslave di Belgrado, San '.a Margherita, Venezia, F irenze e Nettuno . Ven ne nel 1926 nomina!~ coman. dante fleila Brigata Livorno. Il genera le B. è a utore di molte ed importan ti pu bblicazioni d 'indole militare, r iguard~n ti, storia , geognfia, tattica, geologia, economia, letteratura, ecc. Sono fra queste da citarsi con par ticola re considerazione gli << Studi tattici su!la battaglia di Cusloza ll • 1866 (Torino 1891); « L a guerra , ivile chilena 1891 », ( Torino 1892; « La guerra Serbo-Bulgara 1855 », ( Torino 1893); << L'assedio d i Osoppo 11el 184S >l, (Ud ine 1899); « L a decade_nza militare della Ven eta R e!A!bblica l>; « La Campagna del 1796 nel Veneto l> : << L'Albania ll, (Roma 1905); << L' arte militare sul Carso >l, (Roma 1907); << Una Scuola di Artiglieria e Genio sotto la Sereni, s ima >l, ( R or.1a -1908); << I l combattimen to d i Pordenone nell'aprile 1809 ll, (Ud i11c 1'911); « I l comba!limenk d i l\fon terotondo e Men tan a )), (Roma 191 1) ; « La P iave in due guerre di L iberazione I talica ll, (Roma 1923) ; « L e prime lotte per la libertà i.n I talia >l, (Roma 1923); « La Ca:nia G iulia ll, ( R oml\ 1925); << Tra t,•oria e pratica di guerra ll, (Roma 1926). Il generale B . è collaboratore ordin;irso cli molte riviste milit1ri e stor ich e italiane, e collaboratore d ella Enciclopedill. militare. F u direttore della << Nuova rivista di Fanteria» ( 191?:IS) e della « R assegna dell'Esercito Italiano,, , ( 1920 -25).

Barbariga. Comirne della L ombardia, Circon dario d i Rrescia fra il Mella e la Barbaresca, fondato dai Barbarigo '<li Venezia . Nel 1317 Ugolin o dei Maspcroni vi batteva i Ghibell ini, che avevano devastalo il circostan te con ta do. Barbarigo. N obile famiglia veneziana, che d iede a lla R epubblica d i S. :>.farco due Dogi. P er qualità e virtù militari vanno r icordati : Nicolò Barbarigo, capitano della Repubblica nella gue rra ( 1345) con tro il R e d' Un gheria ~llcato dei r ibeHi di Zara. Giova11-11i Barbar-igo, che pare sia stato il pritno ad introdurre in Italia l'uso delle a rt iglierie. Agostino Barbarigo T, Doge dal 1486 al 1501, il quale combattè contro S igismon do d' Austr ia e contro Car-

61 lo VIII di F rancia . Agostino Barbarigo Il, p rimo ambasciatore della R epubblica in Spagn a con Filippo II e po i p rovveditore generale d i Venezia ; prese pll.rte alla · battaglia di Lepanto ( 1571), contribuendo fortemente alla vittoria, n1a lasciandovi la vita .

Barbaro (Monte) . 11 monte Gauro degli a,ùich i, a n . o. d i Pozzuoli. Il Cor.sole Valerio Corno vi baltè: i Sann'ìt i (343 a. C.) conqu istando il loro campo. Tale vit t9ria ebbe una in1portanza speciale, pèrch('. fu l' inizio della potcn. za d i Roma col sopravvento decisivo sui Sanniti lforbaro (Nicolò). Sto· r ico veneziano del sec . XV;. e autore d i una « Cronaca dell'assedio e presa di Coslan tinopoli nel 1453 Jl. Barbarigo Agostin o

Barbarossa (Aru.gi) (14ì 3- 15 18). P irata del secolo XVI. Giovanetto ancora fu a capo d i una squadra cl i circa 40 ga lere. Entrato al ser vizio del Sultano d i T unisi, depose lo Sceicco arabo d i Alger~ e si fece p roclamare- sovrano in s uo luogo. Aveva già ,·into due re nemici, quando Carlo V gli mandò contro una for te annata spagnuo la che lo scon fisse ed uccise d urante la fuga, a T lemcen. - Haireddùi Barbarossa. Corsaro algerino, detto d agli ita liani ,1r·iadeno. Era fratello del preceden te e fu nominato sovrano in Algeri alla morte di lu i. Portò per molti ann i la desolazione e il saccheggio su tutte le coste del' :Mediter raneo c1:i. stiano, con incendi ed audaci rapine, spingendosi per ta le bisogno anche fuori dello stretto di G ibilterra. Chiamato a Costantinopoli da Solimano ll per r iorganizzare la flotta turca nel 1534, seppe portarla in breve ad a lte grado d i efficienza, e r;on essa si recò a devastare le -coste italian e, volgen<los' poi a li' /\ frica ove sottomise Algeri alla sovranità del Sultano. Lottò contro Carlo V e fu alleato di F rancesco I. Distrusse T alamo ne, a rse l'vfon ticano, saccheggiò P or to E rcole e l'Isola del Giglio. Rispettò Civitavecchia, ma fece strazio d i P ozzuoli, I schia, Procida e le coste della Ca labria. E' il primo vero ammiraglio, per i Ìnussulmani ; sotto d i lui la marin a turca acquistò fama d i invincibile, rnantemmdo per qualche temp o riputazione, anche dopo la morte d i colu i che l'aveva p or ta ta a tanta a ltezza.

Barbastr o. Città della Spagna n ella provincia ùi H uesca. Nel 166 d . C. fu presa e distrutta da l console P orcia Ca tone, essendosi ribellata a i R oman i. Nel i34 venne in potere degl i arabi. R ii-,resa loro da Berna:·d.:,


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15 ottobre 1800, il gen. Dupont, d ell'esercito Napoleodel ,Carpio, venne tolta ancora a i -Cristiani da Oma r nico, sconfisse a B . un corpo toscano comandato dal ben Hafrun, e anuora da essi r iconquistata nel 1064. genera le Francesco Spannocchi. sotto Sancio Ramiez. Nel 113i si concluse a Barbaslro ( 11 agosto) l'unione <:le ll' Aragona con la CataloBarberino di Val d'Elsa. Comune nel circ. di Firengna. N el 1366 B. f u saccheggiata dalle truppe franc,si . ze sul pianoro che separa la valle Pesa dalla val d'Ela l comando <li D u guesclin. Più voile fo presa e ripresa . sa. Cinto d i vecch ie mura con <lue porte castellane. durante la •guerra di Successione d i Spagna. Il Castello d i B., nominato nel secolo XiII, era mun ito d i presidio; viene annoverato fra le fortezze ·prese Barbato (Orazio). Uno dei secondi decemviri, capo nei 1312 da ll'imperatore Enrico VII dopo abbandonadel tumulto popolare causato dalla morte di V irginia. lo l'assedio di Firenze. E letto Console insieme a Valerio, riportò una vittoria ~ui Sabini ; non venne port:ito in trionfo per vole-re del Barberis (Pietro Gi1;seppe). Generale commissario, n. e m. a Torino ( 1826-1908). Partecipò alle campaSenato, ma lo celebrò egualmente per ordine del popolo. gne del 1848, 1849, 185SBarbault (Royer, Barba1tlt P. F .). -Pubblicista ne1856, 1859, 1866. P romosgro, vissuto nella seconda metà. del secolo scorso, celeso colonnello comm issaric b re per ltvcre propugnato l' indipendenza dei negri ed all'atto della costituzione aver preso parte nel 1792 all'.insurrczione di S. Dodel Corpo d i Commis,ainingo. Lasciò varie opere fra cur! <e La guerra 'contro riato Militare ( 187 3), ebk. Spagna>>. he la carica di Direttore nei Commissariati l'YlilitaBarbavara (Edoardo). Ammiraglio, n. a Pallanza ri territoria li e, collocale nel 1855, m . a Roma nel 1919 . Entrato in servizio nel a riposo nel 1879, raggiun1871, raggiunse il grado di contrammiraglio nel 1910; se nel 1893 il grado d: fu collocato in posizione ausiliaria nel 191 I e promosso vice ammiraglio n ella riserva navale nel 1915. n1aggiore ge11erale cominissario nella riserva. Barbayan (Arnaldo di). Generale francese dell'epoca di Carlo VI e Carlo VII, sopi'annominato « Il Tarsilio Barberis. Co·Cavaliere senza macchia)>. Difes~ .i.VIelun n el 1420 con• lonnello dei bersagli<,r: Barberls Pietro tro le truppe inglesi. Batlè a La ,croisetle Inglesi e (1832-1896). Nel 1861 a n'Borgognoni, nel 1431. :WJ.orÌ l'a nno seguente, in seguito dò in B irmania e vi organizzò l'esercito birmano. Tornato in patria, ven ne nominato sovraintendente deìa ferite r ipori'ate a Bullcgucville presso N ancy; batta:glia ingaggiata contrariamente a l suo consiglio da Rel'0ssario di San :Martino. naio d'Angiò: Barbetta• (ant. Barba) . Luogo eminente s1<l terra• Barbazione. Generale romano di fanteria. Fu in_pieno d'un opera di fortificazione, sul quale s i colviato, nel 355, con u n esercito a cooperare con Giulocano pezzi d'artiglieria alla scoperta, senza cannoliano nella caIJlJ}agna contro gli Ale.•.n anni, ma non riusci a impedire un, saccheggio da parte loro, e la loro ritirata col bo ttino . Tenuto in sospetto di tradimento, per questo e p er altri motivi, fu n el 359 per ,ordine di Costanzo decollato.

Barberini (Taddeo). D iscendente dalla celebre fa. m iglia fiorentin a, fu nel secolo XVII generale della ·chiesa 'e conquistò il p rincipato di Palestrin a. Fu in lotta cc,i Medici. coi d uch i d'Este, e coi Farnesi. Spi.'1tosi con 20.000 uomi11i all'attacco d i Parma, venne sconfitto <la Odoar do F::irnese, che però non seppe trar profitto dalla. vittoria. II generale B . morì a Parigi nel 1647, profugo, dopo la rotta riportata dal Montecuccoli, che obbligò il Cardina le Antonio B. al trattato <li p ace di Venezia, cd a r iparare in Francia sotto !a protezione del Car<lina le Mazarino. Barberino di Mugello. Comune nel circond. di Fi renze, le cui memorie storiche r isalgono al secolo XI; deriva <la i Castello a rocca dc'i Cattani d i · Firenie. Nel DS ! era p residiata da soldati <lclla Repubblica, -quando Nicolò da Barberino vi fece entrare d i nascos to i soldati di M ilano che s i trovava allora in guerra con F irenze, Ripresa ( 1352) dai Fiorentini, fu smantellata; però gli a bitanti scesi in, basso la riedificarono. Ne! 1364 a nche questo nu ovo paese fu assalito dall'ordà pisana ed inglese com.andata da Giovanni .I\. culo, che vi p rese molti p rigicinieri e vettovaglie. :[I

niere, per dominare la campagna tutto d'intorno. E ' superfluo r ilevare che, nelle attuali condizioni della d ifesa, le artiglie1,ie, poste allo scoperto in bar betta, rappresentano un vero .ana cronismo. Barbetta protetta o corazzata. E ' un' installazione a pozzo protetto <la cupola metallica atta riparare h parte vitale dell'artiglieria ed il person ale di servizio; in relazione al concetto deJl'occullamenlo, questa p rolezione parziale devesi r itenere sufficiente. Un'opera di fortifica zione conformata a lle esigenze 111odene della semp licità e dell'occultamento, si riduce essenzia lmente a_d un banco di calcestruzzo, largo noq piu d i 10 me-

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.;\, cannoni - B, spalto corazzato fisso - e, tarrwuro della tor re (parte ruotan te) - O, t;,mburo clella torre· (parte nssa) - E. rnlli cli rotolame nto d<H taml;nro ruo tante su quello Jlsso - 'F, elevatore principale delle mun izion i (cli r ifornimento) G, ,cucclllaia cli trava,so - I-I, elevatore seco11dario dc1Je munizioni (~i carie.i.mento) L, s tru ttura d ella nave - M, torcil!o cli rinculo - N, coJ1gegno di elevazione ciel ,p ezzi - o, tubo corazzato elle conduce a! depos iti m un1z1on1 - 'f, calcatolo - P, cielo ctena torre girevole

.cri, non eme rgente dal terreno sul quale affiorano le bocche da fuoco, installate dentro pozzi di pianta cir ,colarc ricavati nel banco cementizio e p rotett i <la cupota metallica. Negli inttrvalli tr~ i pozzi vengono dispo~te le riservette pcl munizionamento. Nel corridoio retrostan te, che p uò essere a do ppio piano, si avrà tut10 lo spazio protetto che occorre nell'interno dell'opca-a. L' installazione a pozzo, col -campo di tiro esteso a tutto il giro d 'orizzonte, pres.:,nta molta analogia colla :torre corazz1ta, d:dla qua le peraltro d ifferisce pel' la di spos1z1one, per la struttura e per molti part icolar i tecnici. Sul fondo del pozzo è collocato l'affusto, disposto sopra una piattaforma girevole attorno ad un pernio centrnle. La cupola metallica riposa sull'orlo ed -è resa mobile da una corona di sfere collocate, ad uguali intervalli, sopra cuscinetti mc tali ici. Esse sostituiscono, in questa installazione, i rulli che allo stesso ·i1,tento venivano disposti nelle grandi torri corazzai·.! ,girevoli. Mediante l'ingranaggio di un l'OCchetto, mosso da una manovella su d i una dentiern continua posta ·nell'in terno della cupola alla base, viene imprcsw il movimento cli rotazione alla cupola stessa, la qua le tra·scina il canno1:e, l'affusto e la piattaforma girevo le. ~tante ìa relativa leggerezza dell'apparecchio e la r.i:s/ rellezza del pozio, il cui d iametro è, in media, <li 4 111dri, il movimento d-i rot;izione de lla cupola. viene -esegu ito eia due uon tini. La grossezza della piastra metallica varia secondo che !'opera deve essere esposta a l ·tiro dell'artiglieria d i assedio ovvero solo dei cannoni <la campagna o de i fucili. Nel concetto della r istret·tezza e dell' invisibilità del bersaglio, la bocca da fuoco, a differen za delle torri corazzate, emerge quasi per in tero da ll'orlo del pozzo, il quale non è che un pa i-apetto avvolgente. L'esperienza della grande guerra ha d imostrato che la barbetta protetta a coranata (installazione a pozzo) è insufficiente a resistere ai grossi proietti moderni ad alto esplosivo.

Barbetta (Marina). Dicesi delle a rtiglierie sistemate {a terra e a bordo) a c ielo scoperto sopra qualsias i

specie ,cl i affusto, su ,p iattaforma fissa o mobile, in batterie, d ietro parapetti, in to rri. Questa s istemazione era stata adottata a bordo delle 11avi da battaglia, specialmente in Inghilterra e<l in Italia, per i cannoni cli grosso calibro (cannoni da 343 delle navi << Sardegna"• << Sicilia "• « Umberto»). In essa il cannone ha il centro degli orecchioni poco al disot to del cielo della torre, di modo che il cannone stesso r imane con h sua metà su periore tutto allo scoperto, e sostitu isce le corazze per questa parte d i cielo. Lo spalto corazzato che costituisce la pa rete verticale del-

Cannoni in onr!Jetta della « Italia» la torre non ruota nei movi menti d i brandeggio per la ,punteria orizzontale, ma rim:rne ,fisso; men tre all' interno ruota la torre -propriamente detta, cost ituita da un tamburo d i robusta lamiera. I ca.nnoni nel 111ovimcnto orizzon tale passano con la volata a l disopra del ciglio ckllo spalto corazzato. . La sistemazione offre il van taggio di una maggiore possibilità di angolo di cle;·azione massima e d i una lieve d iminuzione d i peso rispetto agli impianti in torre chiusa e con cielo ·c ompleto. Per contro si hanno maggiori difficoltà nel caricamento, nella protezione deg li organi in terni degli impianti dalle intemperie, e del


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personale. Questo tipo di impianto in barbetta è stato abbandona to da tutte le n azioni cd ora è universalmente adottata la torre corazzata ruotante, che permette di bilanciare meglio il peso della vola ta dei rnnnoni, sistemandoli con gli orecchioni molto vicini alla parte anteriore della corazza.. Le a r tiglierie in barbelta, in generale, venivano sistemate a coppie, come ora i cannoni nelle torri.

Roberto Barbetta. Generale, n . a Modena nel 1862. Sotto t. di fant. nel 1882, insegnò daì 1902 al 1907 topografia alla scuol a d ; . Yl"odena. Fece la scuola dé guerra nel 1905. Fu nell'Eritrea da.I 1907 al 1910. in Libia 1912-1913, guadagnandovi una med . d'a,gento a l valore. Nel lsl l S entrò in campagna come colonnello del 91° fant.; nel 1916 era destinato a: comando della Scuola CÙ• lievi ufficiali di Caserta; nel 1917 ven iva p romosse magg. gene rale; nel 1911: comandò il 15° gruppo dc' centri di mobilitazione di Parma . Venne congedato nel 1919 cd ebbe nel 1923 il grado d i ten. generale nella riserva . Come-. scri ttore 1nil., il gcn. .Barbctrn 1 oltre a vane pubblica~ ioni d i topografia e d i geografia militare, h a scritto: « La preparazjone alJa guerrn cli ·montagna ·" ( 1902); (( La colonizzazione dell'Eritrea )) ( I 9 I 2); «J.~• battaglia dtl Volturno>) ( 19 17), ecc.

Raffaele Barbetta. . Generale, 11, a "l\fapoli m. a Dolo (1857- 1917). Sotto!. di fanteria nel 187i, raggiunse il grado di colonnello nel 1909 ed ebbe il comando del 69° reggimento fanteria; fu qu indi comandante degli Stabilimenti M ilitari di pena. Colloc:tto in po.;izione ausiliaria nel 1914, e quindi richiamato in servizio temporaneo, raggiunse nel 1916 il grado d i 1naggiore ge-

nerale nella riser va.

Barbetiti. V. Valdes·i. Barbiano (conte Alberico da B .) Condottiero italiano, m . nel 1409. Era signore d i castelli nelle vic inanze di Bologna. Al tempo che le compagnie di ventura in festa vano la penisola, e• gli ristabilÌ l'onore delle ar mi italiane, p romuoven• do la istit11zione d i 1m corpo che chiamò « Co.:npagnia d i San Giorgio>> Cominciò a farsi noto nel !3i7 per la parte che ebbe nella presa di Cesena. Riportò una v ittoria di• nanzi a Marino il 28 '1.· prile del 1379, sopra i Bretoni che erano i più formidabili fra i soldati stranieri che militavano in It.:.lia, assicurando co.,ì l'ono::e della sua novella soldatesca. Servi Car lo HI di :--;, a poli e Gian Galeazzo Vi-

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sconti d i 1:lilano. Quando morì, nel castello della Pieve p resso Perugia (1409) era al servizio di L adislao,. re d i )l°apoli, e si p reparava, in nome di questo mo• narca, ad iniziare la guerra contro i fiorentini.

Alberico Il, figlio di Alberico da Barbiano e conte·. di Zagonara. Si pose sollo la protezione della repubblica di Firenze con i feudi che possedeva negli Appennini. :Nel 1424 fu assediato nel castello di Zagonara da Angelo della Pergola, generale del duca di Milano. I fiorentini dettero l'i ncarico a Carlo Malatesta, s ignore di R imini, d i liberarlo, ma qu~st'ultimo fu battuto efatto prigioniero, ed Alberico di Barbiano si trovò co·strclto a rendere atto d i sottomissione al duca di :---tila.no. D'allora in po i, parteggiò sempre per questi, e· nel 1430, essendo generale dei Senesi, suoi alleati, riportò successi sui Fforcntini. G'-iovam,i Giacomo da Barb·iano. Generale (!5651626). Entrò a l servizio di Spagm; combattè nei Paes i Bassi sotto il duca di Parma e fu ferito a Berg-opZoom; accompagnò il duca in Francia per soccorrere la lega nel 1592, e fu nominato generale delle truppe del Papa. Partecipò all'assedio di Rouen e marciò in soccorso del Duca di Savoja Carlo Emanuele I. Richiamato nei Paesi Bassi, si distinse a lla presa di Cambrai, a Dourlcns, alla difesa di Nieuport, e d ivenn~ generale di cavalleria. Nel 1603 entrò al servizio dell'Imperatore Rodolfo, e in Ungheria. r iportò molti succes,i sui Turchi. 1\forì nei Paesi Bassi.

Conte Carlo Caiic.illo Ba.rbia110 di Belgioioso. Gc-nerale, n. e m . a l\Jilano (1835-1909). G ià laureato ingegnere civile ed a r,chitetto n ell'Università di Pavia (18Si), partecipò nile campagne del 1859 e del 1860-61, meritandosi la Croce di Cavaliere dell'Ordine· Militare di Savoia all'assedio di Civitclla del Tronto. Prese quindi par te da capitano alla campagna del 1866: e p romosso colonnello ( 1886) ebbe prima la carica· di direttore territoriale d'artiglieria in Roma, quindi (1888). quella di comandante del Convitto Nazionale d i Milano. Collocato in posizione ausiliaria a sua domanda (1890), raggiunse nel 1907 il gri:do di tenente generale nella riser va. Barbia110 di B elgiojoso (Principessa Cristina, nata· Trfrmlz·io) . Y . a :Milano nel 1808, m. nel 1871. Donna.

d'an imo altamente patriottico, diede la ~ua vita alla causa italiana. Protesse a Parigi i profughi italian i. Scopp iata la rivoluzione del 1848, armò a sue speseun cor po d i volontari in Milano. Ne! 1849 fu a Ror:1a. Ca.duh la RepubbEca romana, via.ggiò in Grecia, Turchia, Asia 1\finore, adoperandosi in favore dei d isegni. d i Cavour.

Barbiere (soldato). In ogni compagnia, uno o p iù: soldati di professione b«rbicri ~ono dal comando della stessa destinati a radere la barba e tagliare i capelli ai sottufficia li caporali e soldat i della stessa compagnia. Vengono retrib\1iti in m isura fissata dal Consi-• glio d'Amministrazione, in proporzione del numero <lei milit.ari servi!i, con somma prelevata dalla massa generale uomin i. Devono a proprie spese tenersi c@slantemente pr01'visti degli utensili necessari per disimpegnare le propòe incombenze, e tenersi alle prescrizioni rcgolame?1tari circa la lunghezza del taglio dei capelli, dei baffi, della barba a pizzo. Al militare di trupp,1 non possono radere i baffi.

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)."ci tempi passati, il barbiere eserci tava la bassa ichirurgia sui bastimen ti dello St.ato, nell'esercito, e :1.egli -ospeda li militari. Era sottufficiale alla partcmmezza, e si trova semp re nomi,nto nei ruoli di m1rina (Guglielinott i).

Barbieri (G-iova.n Batt-ista). Generale, n . a Bassano m. a Fireme ( 18.W-1910). Prese parte quale volontario nei bersaglieri dell'E milia ·alla campagna <lei 1859 e da sot:otcncntc d i fanteria alla campagna della :Bassa Italia (1860) rr.eritan<losi una medaglia d'argento a l va loic. Entrato da tenente nei Car:abinieri Reali, partecipò alla campagna del 1866 e dopo essere stato addetto al l1 L egione Provv isoria Veneta e alle Legioni di Bologna e d i P a lermo r ientrò nel J 878 come capit ano n ell'arma di fanteria. Promosso colmmello ( 189Sì cornan<lò il 56" fanteria e, collocato in posizione ausiliar ia (1897), raggiunse nel 1906 il grado di maggior e generale nella. r iserva. Lo<lo·vico Domenico Barbieri. Genera le, n. a Bologna nel I843. Sottot. ciel Genio nel 1863, parteci pò alla campagna del 1866 e dopo aver p r estato lu ngo periodo d i servizio al comando del corpo di S tato ]viagg io:e, ebbe da tenente CO · lonnello le funzioni di Capo di Staio Maggior e delle division i militari d i A11-· cona e d i Genova . Pramos,o colonnello ( 1888) :u comandante del 10° regginlcnto f anteria e co1nandantc in 2" della Scuola Militare e col grado ,J: magg. genera le delle brigate Regina e Brescia. K e: 1896 partecipò alla carn• pagna cl' Africa. Tenente gen erale nel 1900, ebb~ successiyamente i l comando della divisione • m ilitale cli_ .\'avara, della Scuola Militare di Modena e del l Corpo d'Armata (1906-1910); nel 1910 Iu collocato in posizione ausiliaria a sua domanda , nel 1914 venne colloca to a riposo. Fu nominalo senatore n el 1910,

Ugo Ba,·b-iel'i. Genera.le, n. a R eggio Emilia n el 1861. Uscì sottot. d' a rtiglie ria ( 1880) dall'Accademia d i 'Torino, raggiunse il ~r,t· do di colonnello, nella .k t. ta arma, nel 1916 (dopç aver passato in P . A. LII breve periodo . di tempv n el 1915) ed ebbe i l co• mando del deposito del I ' 1·egg. A. P . C. Fu promosso brigadiere gener:ih nel 1919 e collocato a riposo n el 1920. Gi,.seppe Barbier-i. G~. ,nerale, n . a Ferrera Erbognone nel 1866. Sottoten.

Barbieri Ug-o

del 71 ° fanteria nel 1886, l'anno seguente fu inviato in Eritr ea dove rimase pochi mesi. Allo scoppio della

65guerra mondiale era maggiore ; nel 19i 6 colonnello; nel 1918 br igadiere generale; nel 1925 generale Ji briga ta. Combàttè in Cadore, ·sull'Isoiizo, sugli Abpiani, e clui'an te la ritirata di Caporelto fino al P iave. Ebbe il comando delle briga te Treviso e .Bisagno; tornò a combattere cloric la detta r iiirata sugli Altipiani e sul Piave e infine partecipò alla balt. cì: Vitlorio Veneto. Guadagnè cinque medaglie d'arg~nto al val. m ilitare, due croci d i guerra. e l'ordino m ilitare di Savoia. Ne: 1925 assunse i l corn:indc della 2" zona (Lombardict; della M. ·v. S. N.

Francesco .Barbieri. ]vf,~Barbie ri Giuseppe claglia d 'oro, n. a ~iila no nel 1894. caduto su lla Cima di CosfabeJla il 6 ottobre 1916. Conseguito, giovanissimo, il diploma di capomastro, a llorchè scoppiò la guerra italo-a ustriaca, appagando in un tempo il suo ardeme sentimento patriottico e la S\l'.I. passione per la montagna, chiese cd ot tenne di essere arruolato negli alpin i. :N'ominato sot totenente d i complemen to nel 7° n'ggimento e raggiunta la fron te Cadorin a , si segnalò subito per zelo, disciplina, ardimento, così èa essere prescelto quale aiu. tante maggiore di bàttaglione. Allorchè però, s: trattò di compiere un' impr.e sa audacissima, qna!c la conquista della Cima ti Barbieri Fran cesM Costabclla, subito si offri sponta.ncamente di guidare una ventina di animosi, co .. me lui volontar i, all'assalto d ella temu ta posizione. All'alba del S ottobre, a.Ila testa dell'a rdito manipolo, iniziò la scalata : ferito ad una mano, r i fiu tava ogni medicazione e balzato risolutamente sul pianoro di quota 27 l!i, costringeva alla resa il presidio nemico, che con tava circa un centinaio di uomini. Mentre però il baldo ufficiale stava incolonnando i prigionieri, una fucilata, sparatagli quasi a bruciapelo, lo uccideva. La motivazione, con la quale alla memoria dell'alp ino valoroso fu concessa la medaglia d 'oro, dice: (< Ogni suo atto di fronte a l nemico fu d i ardimento e di va lorc. Tenente aiutante maggiore in 2", si oi[irÌ spo~laneamcnle a condurre un nucleo ardito alla co11<1uista di p osizioni nemiche, per rocce impervie e dirntc, s ulle quali aveva p iit volte già rischiato la vita. P rimo sempre in tu tto lo svolgersi dell'operazione, conquis tò le d iff,cil i posizioni nemiche. F erito, non volle recars i a l posto di med icazione, nè volle farsi medica re su l posto per non d ist rarsi dall'azione. P ropostogli di farsi p recedere nel labirinto dei camminan1en ti ncrnici rifiutò sdegnosamente, e, primo setnprc, con soli 17 a lp ini si slanciò sui baraccamenti av1

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versari, costringen do alla resa l' intero presidio d i oltre cento uomini. Ferito nuovamente ed a morte, quasi a bruciapelo, menìre dava ordini per organizzare i prigionieri, spirava sul camp<> stesso lancian do l'ultimo grido del suo brillan te ardimento : Avan ti sempre ' Evviva gli Alpini ! »

nave corazzata del medio evo. Fu adoperata già durante le Crociate. T a luno fa derivare b. denominazione d i B. dallo sprone fernto e ricoperto di cuoio irsuto, a guis:i. di barba, che por tavano tali navi. Dicevasi barbottare, o imbarbottare, il mettere sulla nave la volta inarcata e ferra ta, e lo sperone.

Bar bola. Scure d'armi a due mani col martello dentato dalla parte opposta al taglio, e con un ferro in cima a , guisa di la ncia . Arma proveniente d ai po,poli banbari delt' Asia, fu introdotta in Europa dopo le guerre contro co;toro.

B arbotto (o ba.-rbotw, barbozza o barbozza). Così chia-

Bar bola ni da Monta uto ( Conti).

mavasi la << baviera » che si aggiungeva alle celate aperte o si savrapponeva a quel1a.' della celata come pezza di rinforzo. D ifendeva il vis,;i dove cresce. la bar ba, d'onde il nome.

Nobile famiglia toscana, di cui sono d a J 1ncnzionarc tre amn1ira.gli: Francesco, :01. nel 1599, amm iraglio della marina militare toscana nel 1590: si battè per lunghi Barbou - Descourrières (Gabriele). Generale a1rni contro i corsari c,he infesta vano il francese, n. ad Abbéville Mediterraneo : ottenne il titolo di << genenel l 761, rn. a P-àrigi nel ra le d e l mare >). - G i11lio, ammiraglio co. 181i . Fece tutte le campame il precedente: servì agli ord in i delg11e della sua epoca, dil'Inghirami nell'impresa d i Aghà L iman, ,stingue:n<losi grandemente dove coma ndò le truppe da sbarco : s i in molte occasioni; divenbatlè più voile con i corsari barbareschi; ne generale nel 1794. Dal succedette nel 1616 a ll'Inghirami nel co1810 al 1812 fu corhanmando della flotta toscana. Ottavio, <la nte militaJ·c in Ancona. ammiraglio com~ il p recedente, e a lui Nel 1813 era gen. d i divisucceduto nel comando della flotta toscas ione; aderì l' anno sena nel l 620; tenne il comando un anno, guente ai Borboni, ma tore poi lo dovette cedere a l vecchio Inghinò con Napoleone d uran rami, il quale _essendo morto nel 1624, il te i 100 giorni; esiliato na,·Jio1a B . lo riprese col titolo di « generale del per questo dalla Restaumare»: dec ise <lella vittoria contro i bar bareschi al- ' razione, venne amnistiato e reintegrato nel grado m~l l'isola di San Pietro in Sardegna: veleggiò combat1816. tendo nell'Egeo fino ai Dardanelli ; tornò in patria e battè u na flotta. d i pirati alla T avolara; andò a r iBarbula (Emilio). Console romano 11el 281 a. C. Fu poso nel 1632. Altri membri d i questa famiglia, come capo -dell'esercito contro i Tarantini, che sconfisse. In Federico, Bartolorne0 e O tto, si distinsero nelle gucne ,.cgtl ito, come proconsole dell'Italia meridionale, sr.ond'Ungheria e ,d'Ilalia nel secolo XVI. , fisse Sanniti, Salen tini ed Etruschi.

Barbosa (Eleaza.r) . Ammiraglio brasiliano d el sec. XlX, n . a Ba.bi;1. Fece la campagna contro il Paragu ay. Fu nel 1894 ministro della Marina. Barbosc·hter (Barbastro). Fortezza di frontiera dei musulmani, nella Spagna (Aragona settentrionale). Nel 1064 un esercito com,posto di Normanni, Borgognoni e Franchi, varcata la fron tiera, vi pose l'assedio. L a guarnigior~c, pri\·a di ogni socc~)r~o, dopo vi~:a resistenza fu costretta a capitolare. I cristiani sterminarono e d isfrussero col ferro e col fuoco gli abitan ti e la città.

Barbot (Viscon te Stefano Maria) . Generale francese, n. e m. ·a Toulouse (1 i70-1839). Nel 1i92 si ar• 1·uolò volontario; pa rtecipò a tutte le campagne dell'epoca, distinguendosi a Tolone ne lla Va ndea , alle A i:,1 tille. Raggiunse ;i grado di generale J1el • 1799. Un generale Barbo/, di d ivisione, appartiene a ll'e, poca nostra: si dist inse nella 1• e fu ucciso n ella 2• battaglia dell'Artois. , Ba rbot,ta. Specie <li nave antica, cata,fratta, à franchi rotondi, come a dire barca a bo'.te, coperta d i ferro e a guisa d i casamatta, tan to da non essere offesa dai proie:ttili e d ai fuochi a llora usati; insomma, la

Barbuta. Specie cli cimo chiuso, di ferro, o anche di acero, con visiera e ·criniera, oppu re conj' sempiicc. linguettil. a riparo <le!

naso, dei secoli XI V e XV, molto s imile a ll'elmo dell'oplita greco·Creato dapprima in Ital ia, fu imitato altrove.

Barbu.ta. :Nome ·c ollettivo d i mil izia a cavallo, armata e forni-ta d i lancia, sotto i l quale nome si comprendevano in genere tre uomin i e tre ca valli. Ques.t a •cavall~ria esi. steva fu1 dal sec.. XIV. Le 'barbute italiane di tale secolo s i compone vano solo_di due « coBarbuta genovese {see. X V ) razze )) e di d ue cava ili. Rappresentavano una via di mezzo t ra l'uomo cl'arme armato cl i tu tto pun to e seguito da tre o q uattro ca-


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valli, e gli armati alla leggera, come gli Ungheri. Il ,~ome si cambiò poi in « lancia».

Baroa. Nome generico che indica imbarcazioni di piccole d imensioni, generalmente destinate a l ser vizio dei porti o in acque chiuse. Ogni nave da guerra ha in dotazione numerose barche le qua li prendono il nome d i : Barche a vela, quelle che possono essere attrezzate con a lbero a vela. Servono- in generale a trasportare le persone stando a rimorchio di a ltre imbarcazioni a motore. Possono portare dalle 100 alle 200 persone e si adopeBarbuta ra.no soprattutto per il trafficc dei marinai franchi di servizio. Barche a vapore. Ve ne sono di varie dimensioni d,1 4 a 16 tonnellate di spostamento, con macchina a vapore della potenza dai 10 a.i 40 Hp, e velocità dalle 10 ai·~ 15 miglia orarie. Possono essere armate con un cannone di piccolo ca)ibro a prora (d.a 47 mm. in generale) e due mitragliere a poppa. Occorrendc portano anche speciali lanciasiluri (a tenaglia) ed hanno di dotazione due siiuri d1 <:alibro 350-400. Quando sono fornite d i tutte le armi si ·dicono:

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ta, e a poppa tagliata con p iano verticale, così da poterla, in caso di bisogno, accoppiare con altra. Serve per trasporto di truppe o materiale, ed anche come sostegno per costruzione di ponti militari. Il tipo è press'a Poco eguale per tu tti gli eserciti; solo in alcuni si usa la 13'. scomponibile, in due parti, che si congiungono al momento di mettere i galleggianti in acqua. Tale sistemi è più p ratico per il trasporto, ma richiede poi tempo per h costruzione della barca, e più carri pel trasporto. L'Austria fino dalla metà dello scorso secolo adottò una B. in lamiera di ferro, ch'i! successivamente venne introdotta anche n egli altri esercit~ meno nell'italiano. Ora però, perfezionatone il tipo, fu adottata anche in Italia, dove è in uso presso le sezioni da ponte da zappatori e da cavalleria. Le caratteristiche principali delle ìJ. in uso nell'esercito italiano sono le seguenti: La B. comune da equipaggio da ponte, in legnc, è di larice, lunga m. 7 .SO, larga 1, 75, a lta a poppa 1, 10 a prora 0,80. Ogni barca contiene un allestimento complesso di oggetti che servono per navigazione, ancoraggio, adattamento a sostenere impaka,e da ponte. La B. vuoht pesa kg. 450, con allestimento 850; ha una portata ma~-

Barche annate in guerra, e si adoperano nella cs·: cnzione di sbarchi a viva forza, rimorchiando imbarcazioni car iche di armati o di materiali di riforni"llento, e concorrendo, quando occorra, a con trobattere ii mu:ico stando presso la riva. In queste circostanze si a:·n,anc, con cannoncini anche le barche a Yela del.te ir,nanzi.

Barche et n,otore. Le barche à. vela banno ricevu 1.0 ii: questi u ltimi anni dei piccoli motori a combustione interna da 20-30 HP, che le rendono autonome, scn7.,t d imùrnirne per questo la capacità a trasportare personale o .roba. Detti motori imprimono alla barca una ve-• locità media oraria di 6 miglia. Barca pompa. Imbarcazione data in dotazione agli ar. senali e che per' -avcre a bordo. u.na potente pompa ;erve a concorrere. aJlo spegni1ncnto degli incendi che evcn-

Barca metallica per sezione da ponte zappMori sima d i kg . 9400, r idotta nella pratica a circa la mdii.. P~r metterla in acqua occorrono 24 uomini,_levandola dal carro trasporto. Nell'acqua per sicurezza è bene che spor. ga di 30 cm. L'unione di due barche, per la poppa, co~tituiscc il (( Barcone ll . La B. delle compagnie zappatori, simile per forma alla pceccdcntc, è di dimensioni più piccole, e pesa col proprio allest imento kg. 600; ha portata massima di chilogrammi 4300. Per maneggiarla r ichiede solo 14 uomi1i i. La B. in metallo (camicia acciaio) ha for ma simile a q·.1ella di legno; è composta di 3 pezzi. uno di prora, uno intermed io p rismatico, ed uno d i poppa. Le parti w no unite con chiavarde, e sono fatte in modo che di 1re B. normali se ne p ossono formare due di maggiore por tata. Dimensioni principali: lunghezza m, 5,75. larghezza m. 1,60, peso con l'al lesti mento kg. 617, portata massima kg. 300. Per poterla maneggiare occorrono 18 uomini (v. Ponte) .

tualmente si sviluppano sulle navi. Si chiama Barca o llattello-port.a la chiusu_ra del Bacùw (v.).

Barca Pietro Antonio. Ingegnere militare milanese del $Ccolo XVII; dedicò a Filippo IH di Spagna un trattato di archi tettura militare intitolato: « La p rospettiva ~ la architettura militare per offesa e difesa di fortezze l> (Mi. !ano 1620).

Barca (Esercito) . Galleggiante in legno o metallo, di forma prismatica, colla p rora leggermente r ialzata a pun-

Barca Giuseppe. Capitano del secolo XVII, 11. a Milano nel 1585. M ilitò all'estero, divenendo capitano gc-

Barra-pompa in azione


.. nerale a l serv1z10 di Spagna. .'\!l'espu gnazione di Ve,• cel li n el 1638 toccò una tremenda moschettata, eh~ lo lasciò infermo 8 mesi·, e ne mor ì l'anno dopo, appena quarantaquattrenne. Compose due opere: « Breve compendio di fortificazione moderna,, ().1ilano 1609) e « Della d isciplina m ilitare>> ined ita tut tora .

Barc'l Amilcare. V , Amilcare. !forca bombardiera . V. Bombarda.

Barcarizzo. S,ala clic serve per salire a bordo d-~:le navi da guerra e merc;~m tiij_ I l non:c. deriva <lai fatche a cktta scala vengono ad accoslare tu tte le barchç che trn!Jìc,1no _c on b nave. Il barcuiuo è ~mon tabil<' e dotato cli mezz i che pcrmct:0110 cl i rialzarlo e rientrarlo sul µonte -delb. i1é!.VC tutte le volte cl1e questa si n1 ctte in n~1xigazi0ne. I ba i·ta.rizzi ,su1!e na •ii EOno si:mpre a lmeno due, a poppa, uno j)~r law. Qudio d i de6tra... ?: riservato a!le persone di .rig1.1a.:::Jo1 quc-Ho cli sini$lra a tutto il re::;to del personale. Le granl:j uav i) per esigenz~ di tt:lffito hanno quat t:\} barca rizzi; dut! " ropp <:d altr i .Juc al centro. A gna1dià di ogni barc::1. riz.zo sta se!nprc di se rviz io g iorno e notte un a ~cntind!a art!lata di fucile ed un marina iù dcstiua to a h:ncia re le cime ( corde) che SCJ'\'ò m i .,cl ormeggi.u-e Je imb=ircazioni che Ycngono ad acco,tarc al b:ircarizzo.

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Barchetto· (da J,onte mod. 1886). Galleggiante di piccole d imensioni, che fa µarte del ma teria le delle comr;agnic pontieri . Serve per ricognizioni su corsi d acqua~ per salva taggi, per sor,:eglianza. durante esercitazioni, e per operazioni -acces.,ioric (ancon1ggi, portai: funi1 e:cc.j. l·:' allest ito con 5 ffmi, un graffio, un ancorotto, una gottazza, una fune per ancoro tto, una funicella d i 100 metri, 8 trivelle, 4 vogarolc, un salvagente. Di massima è condot to çla qu at tro vogatori in picxl i. Tn acque tranquille può essere condotto d a u n solo voga tore . Senza a lle~timento pesa kg. 380; s i sommerge con 3000 kg. 1

Barcei lona (spagn. Barcelono; la t. Fa·iJentia) . C i:tà marittima di Spagna ; sede della capiLa11cria gencnle d i Cat alogna; grande porto militaJ"c e commer ciale. Credesi che sia s tata fonda.la d al caTtaginesc Amilcare Barca. Conqu istata {lai R omalli, dopo la caduta dell'Impero d'occidente ri.1.ssò successivamen1e sotto la dominazione dei Got i, dei Mori, dei Franchi; sul finire <lei XII secolo fu riun ita all' Aragona. ;\'cl 1258 a B . si p·1bblicò quel celebre codi~e maritti mo che va sotto il n ome di « Consolato del lVIare ». I l castello d i B., d 'antica data, r icostrui to da Carlo III, è situato sull'altur a cli :\lronjuich, don de t rne il nom e. Può contenere un presidi0 d i 3000 uomin i. Una citta • della fu eret ta da Filippo V dopo il 1715, con opc~c avanzate ver so il mar e, a · protezione del porto. I. Battagli'!. di Barcellona (5 10 d. C.). Appar t iene a lb g,,er ra cli Teodor ico c,mtro i franco-Borgognoni. Ibha, gpncra l'" cli Teodorico, vi sconfisse G esa lico, figlìo cl i Alar-irn II, i l qua 1e c:idde comLatten do

II. Assedio di llarcdlona (801). F u po8to alla , città da L udo•;ico il P io, figlio d i Carlo Magno, p er ordine d i qucst\ Jl t.imo . Ludovico affidò al conte R ostagn cli

Ceroni il comando dell'assed io, m en tre a lt r i d ue corp i r imllnev:rno co llocat i a ponente è a norc.l delht p iazze, allo scopo d i impedirt che essa veni$se ·soccorsa, Essa era ten uta dal vali Zocldo e ~i d ifese dall 'aprile a l . 25 d icembre, arl'cnclcnclc,si solta nto qu ando, essendo s tato sconfitto un esercito d i soccorso provenien te da Cordoba, tutti i corpi di Luc.lov icò si dedicarono all'assedio. ~ Il i. Sacco di Barcellona (985ì. Almanzor, avvicinatos i con un p<Jten 1c esercito a Barcellona, dopo di a,·crc devastati: la Castig iia e la ):avarra, Ja ç r ese a v iva fo•z1 . L~ guarnigione e ia maggior parte degli abitanti fuono massacrati, a ltri t rascina t i via come sch iavi; la città saccl;eggiata comp letamente .

IV. Assedio di Bane/lona. Nel 1461, essendosi ribcl!a ta a Giovann i II d'Aragona, questi, ai utato d ai Fra11cc:si, vi pose l'assed io, ma dovet'.e abbandona rlo per la fiera resistenza degli abitanti, e non potè riavere la cit1:ì. che nel 1473. V. T rattato di Barcellona . Concluso il 19 genn,,h ! s93 cb i rap;Jr csentanti d i Carlo VTU e di Ferc!inanc::., i! C~ttolico. In ba,e a questo trattato Carlo Vlll rinLmciò ad ogni diritto sulla Cerclafi a e sul Rossiglione, che pas.sarono al re aragonese. QuesCultimo e b. regina. Isa uella s'impegnarono, in ca:nbio, di non permetter,; nntrin,oni tra la lo.ro prole e quelh di 3'fassi,n iliano e d'. Enrico VH ,- e cli non oppors i ai progetti form ulati d,1 Carlo :v nr per Napoli. V I. Trattato di Barcellona (1529). Concluso il 29 giugno, fra Car lo V e il papa Clemente VII. L'':'lf•.'ratore s i impegna a. far tornare all'obbed ienza del µ apa :\iodena e Reggio, prese da l due" di Ferrara, e Cet vi:t e Ravenr,a p rese <la i Veneziani, nonchè d i aiutarlo a r ipristin ar e i l dominio dei Medici in Toscan:1. Clemente VII si impegna d i dare all'i mperatore l'i nvé;titura del r egno d i Napoli.

VII. Combattimento navale d·i Barcellon,i ( 1642). Ap partiene a lla campa gna d ella F rnnc ia per la conquista del Rossiglione. I I marchese di Brézé, con 29 vasrelli_ e 12 ga.lcre, ,ncontra la flot ta spagn uola ( 20 giugno) composta cli 42 vascelli e pa recchie galere, all'alteu:t di Barcellona. li Brézé lancia arditamente il suo v,1 ,cello sulla flotta spagn uola, e l'at t raversa fra una tempesta di fuoco; le sue navi lo seguono, e gl i svugnuoli, separati in due gruppi, approfittando del sa:>prnggiu n gere della notte . battono in r itir ata, lasciando un vasccl!o nelle rnani dei F r ancesi. L 'inseguimento, il iiorno dopo, ve'i"so le Baleari, diede luogo ancora a qualche piccolo scontro. V.III. Assedio d i Barçcllona (1652) . Dal 1640 la Catalogna era in p oss,;sso elci Francesi, comandat i dal maresciallo de la M othe. Nel 1652, approfittando riel!'\ guerra della F ronda, don G iovan n i d'Austria decise d i r iprendere B . che bloccò da mare con la flotta imper iale, men tre un esercito comandato dal marchese di Velez la bloccava dalla parte cl i terr a. Il rnaresci2lio de h Mothc riuscì (22 apr ile) a forzare il blocco dalla parte di terrai n1a una squadra francese) inviata ai soccorso della cit tà, non osò cli atta ccare la flott,i d i d on G iovann i. E il maresciallo dovette arrender si il 15 ottobre a don G iovanni, con l'onore delle armi, libero d i ritir arsi con le sue truppe.


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69 I X. Assedio dì Barcellona ( 1697). F t1 pe>sto alla cit tà

if 7 giugno dal d uca di Ven<lòme, con 42 bgl., 55 sqdr. (20.000 u.), 60 grossi cannoni e 24 mortai, Dalla p:ute d~l mare, n ._ era bloccata dalia squadra dell'amn:ir. lYEstrées, composta d i 9 vascelli, 1 fregata, due b.ombaTde, e mol te na vi da trasporto. I d ifensori, comanciati da l conte d i Corsa na, ammantavano a 11 miia fanti e J 500 cavalli regolari, oltre a 4000 borghesi a ,·rnati, sulle mura, 100 canoni. I l vlcerè spagnuolo coatc d i Velasco formò due campi vcla11ti, uno a l suo comando, l'altro a quello <li lli ichele d'Ortasa, verso le montagne, per molestare gli assediant i. La trincea., agli ord ini dell' in g. di Lapara, fu aperta il 15 g iugno; vennero p iazzat i 30' cannoni e 5 mortai e il fuoco ebbe in izio. Nella d ifesa s i d istinse particolar -

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Toulouse, che aveva ai suoi ord ini 25 vascelli, J\,fa i soccorsi dell'impero e . de:l'Inghilterra, guidati dall'ammiraglio Bracke, costrinsero Filippo a togliere l'as,edio e a r itirarsi in F rancia, abbandonando le artiglierie. XII. Assedio di Barcellona (1713-1714) . Nel 1713 B. venne inrestita dal duca d i Popoli e quind i assediata da I duca di Berwick , pe. conto d i Filippo V, con un esercito di 40.000 u. e 200 cannoni. I difensori e rano appena 3000. Dopo una res istenza accanita che du,ò undici mesi, e d opo 61 giorni cl i trincea aperta, la p iaa,za fu costretta a capitolare ( 12 'settembre 17 14).

XIII. Presa di Barcel/011a. Ne l 1808, ) l 29 febbraio, la divis. italiana Lcch i, de ll'eserc ito francese, giunta a B ., n~ occupò di sorpcesa la cittadella; il forte di

J\fonj uich non cedet te ;;e non per ordine del capitano generale spagnuolo cl' E zpelcla. Nei d iniorni, le truppe italiane dovettero sbaragliare varii corp i d' insorti spa• gnuoli per assicurarsi il possesso della città. Nell'agosto, erano d i presid io in B. 3000 ita liani, comanda ti dai gen. Lechi ; essi resistettero validamente ai tentat ivi ir:.glesi (ammir. Cochrane) cli prendere la città, con l'aiu to di numerose bande annate spagnuole che le stri.11gevano da presso, ammontanti a 30.000 u. L·arrivo del gen. Duhesme .as,icurò alla F rancia, per allora, il possesso della città. i\J tra lotta la divis. :Cech i soste•m~ dall'8 novembre, per alcuni giorni, contro gli Spagnuoii che tentarono nuovamente invano, di occupare Barcellona. I F r:1.ncesi tennero B. fino al 181J. 1

XIV. Assedio di B arcellona ( 1823). Fu posto alla ci:tà ùai rca1 is ti, aiutati dai Francesi, e difesa dai costituzionali. Il 2 novembre la città s i arrese. XV. Bombardm11c1tlo di Barcellona ( 1843). Appartiene alla guerra cirile di Spagna, d i quell'anno, e fu C3·cgu ito dal reggente gen. Espartero, essendosi la città a lu i ribellata.

Barcellona Poe.so di Gotto. Comune a settentrione di Cast.rorcale, in p rov. di -:vlessina. Re Gerone d i Si.-1cusa p resso questa città riportò una. decisiva vittori:i. su i i:Vlamcrtini. Durante gli avvenimenti del 1860 a B . si

concentrarono truppe

garibaldine e

insorti, finchC

.Messina ri mase occupata dalle truppe borbonichç, e vi si rifugiarono 1n0H i 1nessinesi. D i qui il gcner.::d e

0arcellona nel sec. xvn men te un cor po cli hidalgos (v.). La lotta contro i cor1,j dei vicerè <!ide luogo a l comba lt iincnto di Comè-lla (v.). 11 18 luglio, una grossa breccia era aperta nelle mura; vennero fat te saltare due mine . L a lot ta eon: inuò .fino al 5 agosto, giorno in rn i la piazza si a rrese all'esercito francese. X. Assedio di Barcellona (1i05). li conte di Pcte, sborough, comandante d elle truppe. che sostenevano il pretenden te ( Carlo I II) contro F ilippo V, assediò· lhrccllona. Una bomba avendo fatto saltare la polver ien del forle di ::11onjuich, il Pctersborough se ne impadronì, e allora la piana capitolò.

XI. Assedio di :Ra-rccl!ona ( l i06). Venne posto ' il 3 aprile alla città eia Filippo V, il quale era appoggiato da 37 bgl. e 31 squadron i francesi comandati da.I ma,·esciallo di T essé, e assecondato dalla /lotta del conte d i

Medici emanò i proclami ai ìvlessi r1csi e ;-(apo!it,1:1i.

Barcelò (Antonio) . Generale spagnuolo di ma rina

( i 717-179i). En trato in giovanissima età nella mari- · na , nel J 738 era alfìcre, e conquistò tutti i suoi grad i fino a queilo d i tenente generale (1783) battendosi 3f'-'cialn,entc contro i pi rati delle ceste ~et tcntrio,u ìi ,,f ~ica.nc1 ai qua li non d~cde ma i tregua. Com:i.ndò la flotL.t che ,,rote,sc la spedizione d'Algeri -del 177S; le forze u ava li <le, tinatc n.l blocu:, d i G ibilterra ( 1779); la flottn. im iHa contro Algeri ( 1783); e ancora le forze cli ,uare e d:terrn - di blocco di Gibilterra.

Barchou (.-lugusto di Pcnhoen, ba,o,w d·i H.). Sto; ico e pubblic ista fnll1t ese, n. d i :M orlai., (IS0 l-l l\55). Capitane, d i stato m3gg iore nella spedizione cl' i\lgcri, 3i dimise per decl1carsi ai suoi studi. Frn le sue opere si annove!·ano: « R icord i della spedi~ioae d'Africa :-i (1S32); « Storia della conquista e della fondazione dell'impero i;1gle~e nelle Indie» (1841).


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B AR

Barci. Nome di un pugn ale indiano a òue lame, scpar.itc w llo stesso tallone, in uso nel Rajputan a.

Barclay de Tolly (pr·i ncipc M ·ichele Bogdauovitch. Generale russo, n . in Livonia n el 1751, m. a• Insterburg nel 1818 . Entrò in servizio nel 177 3, pre,e par te alle cam pagne cli · .~ ~ Turch ia (1788), cli Svezia i\~'\Jj .-· ( 1700), di Polonia ( 1794), \~-~:- . l d i Prussia { 1807), di F in~ ~ land:a ( 1808); M inist ro della Guerra nel 1810, co mandò nel 1812 la pJ·ima annata dcli' Ovest, com,. battendo a Borodino. Abbandonò il comando in sei guito a dissensi con Kutusov1 ma ritornò al suo :.. h- ' ~ • I ·· . _• . . .,.-.--:..,1~. --li posto nel 1813, prendendc parte alle can1pagne di Sassonia e d i F rancia ( 1313L8 l 4) al comando ddle trnppe russe. Si distin se grandemente a Dresda e a L ipsia, guadagnandovi il grado di feldmaresciallo e il titolo d i principe.

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mando dell'so• D iv isione Alpina e fu s•il Grappa, partecipando a lla battaglia d i Vittorio Venero e raggiungendo, dopo a spra lotta sul Valderoa, F eltre, il 1° novc:ubre ; i l generale Ear co guadagnò quivi un'altra med. d'ar g. al valo.re. Nel 19 19 comandò 1~ divis. militare di R or.1a; nel 1920 la 2" D i vis. ,'.).lp in a a Brescia. Nel 1923 venne nominato generale d i divisione e nel 1924 ripre.ie il comando della d ivis. mil. ùi Roma.

Barcocheba. V. Gi1,dafra guerra. Bard (J/ort~ di). Situato sopra u na. roccia, allo sboèco della V11llc d 'Aosta, sulla Dora Baltea. La. roccia occupa con la sua ba~e quasi tutta b la rghezza della \·alle. non lasci,111Jo su l fianco s inistro che il sito per il letto della Dora, e sul destro la contrada d i Bard, la qua!e è centro dell.l comunicazione principale fra Ivrea e Ao5ta. Il rlorso della posizione, ri volto all'alto della v311e, si pre5rnta ad anfiteatro, e le falde sono cir'condate da a lti scarpa men ti d ifficilissi mi ad essere sormonta ti . Su l cocuzzolo r occioso, i signori di ..Bar d, venuti dalla Lorena nel secolo XII, edificarono il Castelb, che nel scwlo seg'.1cnte fu cedu to al Conte d i Savoia Amedeo I V, e che, successivam~ntc rafforzato ed

Barco (Monte). In Val d'Astico, ad oriente del rn . Cengio (alt. m . 1353). S ulla linea monte Cengio - mo,1-te Barco • mon te Lemerle, a cavaliere della Val Canaglia, si schierò, il 30 maggio 1916, la .30" d ivisione, dopo la p,:,rdita d i Punt:i Corbin e della linea dell' Assa. 11 morrtc Barco venne attaccato v iolentemente nei giorni 31 maggio e 1° giugno, e non ostante la valorosa difesa di reparti de lle brigate Granatier i. Pescara e Ca tanzaro, il nemico potè impadronirsi · della v<c>tta. Venne da noi rioccupato dopo il r ipiegamen to austr iaco. '

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l3q.rco Lorq11.w . Generale, n . a Casalcc:·melli ne l 1866. Uscì daJla :jcuola d i Modena n el 1884; da: 1887 :,l 1890 . fu in Africa; nel 1899 fece il cor,;0 aJa Scuola di r,uerra. Nel 1908 comandò in 2" il Collegir :ilil. di Roma. Nel 1912 andò in Libia al comando del bgl Alpini «Edolo», e gua<la.gnò a Bu Msafer la croce dell'ordine Mii. d i Savoia . Rimpatriò nel 1913 e all'inizio della gueri-a co. sti tuì e comandò il 154° Fanteria, -r imanendo ferito nel 1915 a M onte Coston guadagnandovi la medaglia d'ar gento al valore Nomi1fato colo11J1ello brigadiere, comandò successivamente u n raggru ppamen to Alpini, le brigate Barletta, Piacenza, B isagno, il settore Va ltellina . Nel 1917, p r omosso magg. genera le, ebbe il coma!1do deVa 20' D ivis ic ne, con la quale par tecipò all'undicesima battaglia dell'Isonzo. Avvenu to i l crollo d i Ca poret.to, ripiegò in ordine a l Piave e passò roscia. a lle Giudicarie. ·. Quind i ( 1918) assunse il co-

Il forte cli Bard ar mato, ebbe parte notevole nelle guerre int~rne ed in qaella delle inva sioni francesi nei secoli successivi. D0po b d ifesa del 1800 venne cli3trut to dal generale Shabr:1r. pe,r ordine di Napoleone. La sua rico3truzione fu ~tuniata nel ~ecolo scorso dal colonnello Oliver<:' che r.e r ur ò i bvori, ai quali par teciparono come tenenti del genio 1v[enabrea e Carnillo d i Cavour. L e n,1ove difes~ erette dal corpo del Gen io · Piemoutc;,e, consistonc in una su ccessione d i opere, le quali, occu panrlo i punti pitt importanti della ;)osizione, per battere la strada d i fondo valle ed i s iti favorevoli all'imJ.>'anto - delle b:i.tterie nemiche, sono collocate in modo da r,oter appoggia rs i a vicenda, in caso Ji attacco approssimc1to. Queste o pere, sc!:>bene s ian0 unite fra loro da una s icura comun icazione coperta, che r icorda con ·ninorc gr:rncliosità quella monumen tale d i Fenestrelle,. possono r~ndersi in<l ipenden ti, in modo che la caduta dell'una non tragga seco la resa immedia ta dell'altra.


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Oltre h detta comunicazione coper ta, un'altra più sp~z i1.ta si svolge all'aperto sul d')t·so della posizione pel Iransito delle artiglierie e del carreggio. Le opere di fortificazione che costituiscono la p iazza sono tre: l'inÌeriore o has:;a, l'intermedia e la su periore. L ·opera inferiore è costitui tJ. a tanaglia, compost~ d i due corpi d i fabbrica se.parati da un fosso. I fab~ricati sono ~ due pian i, dei qu_ali quello all'indietrc, p iù e levato, contiene batterie che a giscono con due ord ini d i fuochi lungo la valle e sopra alcune delle pos it ioni circostanti. L'opera int~rmeciia, situata quasi a r,ietà della dorsale, serve a· legare la d ifesa tra l'opera bassi;. e ìa su periore. Cnnsiste in una fronte bast ionata _con lunghi.5sima cort ina, ·casamattata su tutto il suo svi luppo . Le casamalte della cortina, ad un solo p iano, sono destinate in gran parte per le artiglierie, poste in grado cli battere i siti p ii, opportuni per la d ifesa. L'opera alti, Ja quale occupa il punto culminante del r.1asM roccioso, _è forma ta da una cinta alla quale ~i appoggiano tutti i fabbricati. Essa racchiude due cor-• t ili, l il pi,1 spazioso dei quali è circondato d a portici. Per quanto lo per mettono le esigenze d ella difesa, l'opera segue l'andamen to èel terreno naturale_; è :-nuniia d i sotterranei, c isterne, casern1e e magazzini d i ,,.gni sorta . Secondo la disposizione delle diverse p;r ti. queste si fiancheggiano naturalm,e:1te all'iJ1iuor i del '.;1to ri volto a l villaggio di Ilard, il quale è inaccessibile. Un fosso si sviluppa intorno all'opera a lta meno ver,io i \·illaggi d i Ilard e di Donn az, dove la configuraziorie ùel terreno non lo consente, mentre d'altra parte gli ;carpan;tenti del terreno lo rendono superfluo. La ((ittata raggiunta dalle ·artigli~ri" di oggidì · e l.l loro azione distruttiva sulle murature, hanno tolto la ma~~inn p·-1rte del valore difensivo al forte di B a rd, il quale p·.1ò e:=sere battu to d a bocc!Je da fuoco inòta llate su posizion i ,he, a ll'epoca i n cui venne costruito, non potevano, per la lim itata g ittala delle a rtiglierie liscic, considerarsi pcricolo3e, 11 forte di Ilar<l, peraltro, considerato in xelazionc a ll'epoca;.in cu i sorse, rr.pprcscnta pe l concetto dire!tivo, per la bene iatesa a.;,plicazione delle opere a l terreno, e per :a perfezi(,ne dei partico lari tecnici, uno dei più notevoli modelli di '<lifesa in montag111 della prima metà del ~ec. XIX. Nel 1862 nel foitc di B. venne sta·bilito un car~;re militare.

rip idezza di alcuni tratti, le artiglierie ed il carreggio :"!·,n vi poterono, passare. Un nuovo assalto al forte, dato dal Bonaparte, rimase infruttuoso, quando Marmom pensò ad uno tratagemma. Per impeJire il rumore dei carr i, fu disteso letame sulle vie di Bard, e furow, fa. sci-tte le ruote deJ.le artiglierie con ,paglia e strame; e cli notte, traiaando con cc.rdarni, si riuscì ad eludere J.,_ vigilan,a dei difensori ed a sboccare in· pianura. Si acwrse però il ca~tellano dell'artilicio usato dai Francesi, e con furore, nel buio della notte, continuò a incalzare col fuoco i nemici; ma l'oscurità e la celerità fa voriror.o i Frances i, che, riuniti, si apprestarono alla vittoria cli Marengo. Il generale Chabrau inta11tc, rimasto sul posto, apriva la breccia, a cannonate, e alfine, il 1° gii, gno, costringcrn alla resa il forte cli B . i difensor i del quale uscirono con l'onore delle armi.

Ba rda. E' nome collettiH, di tutte le p ezze d'anr.c difensive necessarie per vestire in teramente, cli lui.lo

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Difesa del forte di Bard ( 1S00). Appartiene a l paò• saggio d i Napoleone in Italia, die lo condusse a Marengo. L'avanguard ia frantcse· giunta davanti al forte, occupò il villaggio di Bard (21 maggio) ma dovette ar:·cstarsi davanti a l -fuoco <lei forte, a l quale i nvano intimò la resa . Il presidio ammontava a soli 400 uomini, ~.1m 20 cannoni, comandati dal capitano austriaco Stockard von Bernkopf. I Francesi dovettero, dopo d i avere supe~ato con rara abilità. i ghiacci delle Alpi, fermarsi. l\,fa occorreva iar presto, chè un ritardo avrebbe potuto riuscire fatale, tanto p iù che il genei·ale austr iaco Jv!elas, lasciata la regione del Varo, s i dir igeva velocemen te verrn la p ianura di Alessandria. S u consiglio di Ber thier i F rancesi _pensarono allora di aprirsi un a strada lungo il M . Albaxeclo, a s inistra e fuori del tiro del for te, ed in men d i due giorni, distraendo intanto i difensori ron tiri persino dal <:ampan ilc d i Banl, ( dov'era stato issato un cannone) si prepararono-una mulattiera. Ma, data la

J.Jarcla vcne2lana tl~J sec. XV

p,rntc,, un 11oir,o ed un cavallo ; ma l'armatura del cavallo chfamasi più propriamente « bard'l. "• mentre << armatura l) è quella dell'uomo. La barela, eccettuato

Barela del sec. XVI solo il «frontale>> usato forse anche dagl i antich~ n,:m fu flnler iore alh pr ima metà del sc~olo XI V, duran•e il quale comparve la barda cornpleta. Il più an tico esemp io di ((catafratto)) si trova nel!a Colonm. d i T r1.iano (105 d . C.), nella quale si vede un soldato d i cavalleria .r~ravc : cavallo e eavaliere sono cc-perii da capo a piedi d'una armatura fatta a modo di squ~ma di cocco<lriJ.lo, più specialmente propria di a lcune nazioni forestiere (Parti, Persiani, Sarmati).

Bardarioti (o Varda.,·iot.,). Soldati delta guardia degli imperatori bizantini. Primitivamente erano reclu• tal i in P ersia in una colonia di persiani stabilita su l fiume Va.rclar. Vestivano di rosso col tur6ante alla per•


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siana, erano armati di bastone e di frusta, precedevat.o r!mpcratore per schiudergli II passaggio.

Bardas Foca. Generale bizantino del X secolo, originario dell'Asia Minore. )<ipotc dell'imperatore Xiceforc Foca, dopo la morte di quest'u ltimo, approfittò .degli imbarazzi della guerra russa per sollevarsi conlrv Giovanni Tzimiscès (9ì I); ma, battuto da Bardas SclcJ'01 fu fatto prigioniero e intc.m ato in un convento di Chio. Ne uscì nel 97S, allorchè Sclera, r ibellatosi a Ila· !io II, aveva nv!sso l'impero vicù:,issimo :dia rovina. Nominato generalissimo dell'esercito <l' /\sia, divenae il salvatore della monarchia e co111andò per molti anni gli eserc iti della frontiera della Siria. :.\fa lenuto in ,)i. sparte dall'imperatore, che diffidava di lui, promo~se una secon,fa r,volta (987). Popolarissial() in Asia, col favore cle!l'cscrcito era r,cl' conquistare Costantinopoli, (989), scnoncbè una morte subitanea venne a spezzargli suoi sogni di trionfo.

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Bardas Sclero. Generale bizantino del X secolo, nriglnario dcli' Asia Minore. R ese all'impero servizi em inenti schiacciando la rivolta d i Bardas Foca nel 971 e combattendo i Russi e gli Arabi. T entò di proclamarsi imperatore nel 976 e per quattro ar1ni tenne l'im• pero in con tinua rivolta. Fu bauuto eia Barda., F oc:1 nel 979; CO• stret to a ripara.re presso gli Arabi, rimase per M:tle anni prigioniero a

Bagdad. ):el 986 tornò n n c or a a pretendere l'impero, ma fu fotto ilrigioniero da Foca; rimesso in libertà, dopo la morte del r ivi le, si con/;Olò del nldncato impero con gli onori clargitigli <la Basilio II.

Bardatura.

Voce

òerivata rhll'arabo « barDrtglla militare llaliana dahet » o co!)Cria, che. cli prescrizione mentre nel medi'-' evo ind icava il complesso delle ,1;-.11ature difensive del C.\· vallo, ora significa l'insien1<! ciegh arnesi in cuoio che ~,:-rvono a mon::irlo, guidar!u e caricarlo delle armi ccl at l rezzi occorrenti al cn1 alicre mili tare . L a B. militare nell'Esercito Itasi compone di: l,riglia-<:avczza; sella di ordinanza; tasche <fa sella; copritasche; bi• 5...'h:ce; copcrti!1:i o fe!• t ro sollo~clla; sopraffascia ; valigia o false mantello. o mantello arrotolato. E di martinScl)a l,allana di gala, groppiera, pettora• in arei a (per "ffi<'lalc) le, braca (facoltative) Fino alla vigilia della guc:-r,, 1915- 18, esisteva anche, per gli ufficiali, h grande bardatura o B. di parata,

72che, oltre agli arnesi soprndc.ìdti, aveva un copritu.sche di g_rn nde bardatura, una '.;Ualdra.ppa di parata cd una gualdrappa sotlosclta. Abolii'\ la grande UJ1iforme in panno nern per gli uffici:d~ è staia pu~c soppressa Ja B. tli parata, rimasta ;olo per l'arma dei RR. CC. Sono rimasti due tipi rego:a. mcnta r i di B.: di marcia. e vrd inaria. La B. di marcia è costituita da sella carica d i armi, bisaccic. briglie con correggia da ca vczza e coperta. Quella ordinaril ha sella scarica, briglia e coperta.

Sella italiana di tr·11pr,:i completamen te affanlllll ot~

.Bardazzi (Ruggero). Medaglia d'o-

ro, nal.o a Signa nel JS$5, caduto a Re~ima (Ci,·cnaica) il 22 aprile 1913. G'ovanissimo si dedicò 1lla mrricra delle anni, arruolandosi in un p lolone ,tllicvi sergenti cl i cavalleria; ammesso p_jù !ardi a.Ila scuola militare d i llfodcna. ottenne h nomina a :iottot. neì i" regg. Lancieri di )Iilano. Prese parte 011orel'Olrncntc alla ;;ampagna di Li~iat t, <lopo la. :)ace <li Losanna, rimase in Cire• naica, partecipando con uno sc(uadrone indigeni Sa\'al'Ì alle varie spedizioni 11ell'interno, dirette ad acquistare il pieno do::ii ,.,i(, del paese. Il 15 aprile 19 13, ncll' attaccc u,ntro Benina, sull'altipiano di Gebcl-/\i(d:u, il giovane ufficia le: guadagnè uni mcd. di br. al val. mii., per il fermo e risoll:to cont~gno dimostrato q111rc -::onhndante dell'anngu ardia; pochi gioca, dopo, i,e! combattimemo cl i Rehima, egli incontrava. morte gloriosa, avendo , oluto riu:ancrc sul campo, bcnchè ferito. Alh memoria del tcnrnte Rarda.zzi fu conferita ta medaglia d'oro al valor mil itare con la se~L:ente •not;vazionc:

« I mperterrito da·,anti al pericolo fronteggiava valorosamente, col proprio plotone, ;1 nemico incalzante. Uccisogli il cavallo e rimasto ferito egli stesso, 1·ifiutava l'aiu to dei suoi, inc itandoli invece a continuare il combat timento. Colp ito nuovamente, rimaneva ucciso sul campo». Bardenet (Giacomo). Gene rale francese (1754 - 1824). Fece dapP.rima parte dell'esercito del Reno. Si dist inse po~cia nella battaglia della Trebbia, do,·c iu promosso gcn. di brigata. In seguito, partecipò alla campagna con tro )'Austria., a li,~ guerra nella Sp~gna, e infine in Germania, dm•e difese valorosamente l\lagdeb>Jrgo, Alla Restaurazione fu mandato a riposo.


- 7.3 -

B..rn

Bardet (Luigi). Generale napolet,,n<.,, 11. nd 1757; ·.rn. a Napoli nel 183-1. Raggiu1ise il grado d i tenente ,generale. Bardgisi. V . Ma111111alucchi. Bardiei. Schiavi illir ici, adoper at i da Mario nelle _guerr e civili cont ro S illa per le sue azioni più crudeli -e sanguinarie. Serlorio ne fece massacrare circa 4000. Bardi-Magalotti.

R eggimei;lo di fanleri:L italiana a l serv izis, <lella Fnncìa ( nella seconda metà del .secolo XVII) così denom inato da l nom~ del suo co mandan te. :'-.'cl 16i 4 era nell'esercito del Condé; tre anni dopo si battè per Luigi XIV in Olanda.

Bardin (Stejano, barone di B.). Gencxalc e scr it.torc m ilita re francese, n. a Pa,·igi, m. a J\fonlar gis ( 1774 1840). Fece con onore le guerre della R ivoluzione e dell'Impero. F r a le sue opere not iamo un « :Manuale --della fan ter ia» che fu adottato nelle scuole e tradotto in . t utte le lingue, e un << Dizionario dell'esercit o>> ovvero << Ricerche storiche sull'arte e gli usi militari degli an.tichi e dei moderni _», ·ve ra miniera di notizie, ben clas,s ificatc e vagliate. Capolavoro dd genere, tale libro, ben ché ora an tiquato e sorpassato, forma una delle gemrne più preziose della letteratura b ellica francese. Bardineto. Comune del mandamento di Albenga _presso le sor gen t i della Bormida, circondato da importami colli fra cui il YL Scttepani, - il Calvo ed il Ror.ca Barbena. Possedette ant icamente un castello. Nel 1 i95 B . divenne un grande campo t r incerato degli Austro.Sardi, -collegato c on Montecalvo e le montagne a sin istra del Melogno e cie l Settepani. Battagl·ia d·i Bardin eto. Sull'alba del 23 novcmb1~ 1795 dLte colonne del gen. :Massena, l'una J)rovenicnte da Sambuco, !"a ltra dalla valle di 'C astclvccchio, pion1.baron0 sopra le t ruppe scoraggiate e mal dirette de_gli Austro-Sardi, comandat i dal gen. Argcntau. Una .terza colonna, percorrendo il vallone di Erli, attaccò le posizioni della Dondella, tenute da P iemontcli. U n a quarta colonna, di 6000 uomini, raggiunto Calvi, si arrestò in attesa di notizie dalle al tre tre. I Piemontesi, ·,colli d i sorpresa, f tu·ono fatti prigionieri ; gli avamposti austriaci, sostenuto l'attacco per 1nczz ora, si riti.rarono poi disordinati; e quando Argen tau giunse colle riserve, tenute t roppo lontane, la p rima linea era dis fatta; 11ontclungo e Rocca Barbcna erano già. occu pa t i dai F r ancesi, sicchè non r i maneva che r itirarsi a .1:. Quiv i f\rgentau mos( rò d i volere opporre resistenza . !ntanto però la quarta colonna francese, sicura della ·p resa d i Rocça R ar bena, puHtÒ per ]\fonte .(:;alvo sul Scttepan i con la massima r.cled(à. A r gentau, informato ,d i questa mossa, riten~ndos i perdu to, ordinò la r itirata . 1

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pe francesi occupassero i punti della Reggenza giudicati necessari, e rinunciava a compiere qualunque allo di carattere internaziona le . Rimaneva cioè sovrano s,,lo per l' interno, e lim itatamen te, e la T unisia diven iva cosi un ~ero e proprio protettorato della Francia, più p r ecisamente delin eato nel s uccessivo (1883) tratta to de La J\farsa (V.).

Bardolino· (Combattiment o di. B., 28 maggio 1848). Appartiene alla prima guerra d'Indipendenza Italiana. Il 28 maggio il generale Bès, comandante della br. Pien,cmte (3° e 4° Fant.) ebbe notiz ia che una colonna aust1·iaca avanzava per Garda su Bardolino. Dispose alìora che i l comandante del 3° reggimento, c.Òn ',Ìc trup,. ,.'I, ' pc a i suoi ordini, si fosse portato da LaMs~1; posizione da interd ire le comunicazioni da Cisano.. su CaJmasino e sii Lazise. Verso le 12,3Q il ne11lic6 avai,zÒ su due colonne; una d iretta verso .B ardol inq,, l'altra per le falde d i Cavaion, spingendosi verso i due punti che ~bbraccir. vano le a lture occupate dalle truppe ·· italiane . Jvlent rc le truppe d i Calmas ino (5 compagnie senza artiglier ia e cioè le 4 compagnie elci battaglione cacciatori del 3° reggimento fanteria e la compagnia bersaglieri student i) sostenevano l'urto di una delle colonne nemicbe, due battaglioni della. brigata P iemonte, in via t i verso Cesano dal generale :Sès, si impegnavano con l'altra colonna discesa da l3ardol ino. La lotta fu cruenta, ma il nctnico venne spinto c0n le baionette alle reni fino a Bar dol ino subendo per dite grandissime. Anch,, le truppe dislocate a Calmasino, dopo un primo ordina lo r ipiegamento, contrattaccarono respingendo il nemico. L"azione ben diretta sortì l'esito che il valore del!~ truppe i taliane ben meritava: -5 battaglion i, 1· compagnia di bersaglieri e pocbissima, artiglieria, avevano te~ nuto testa all'impeto di più di S mila austr iaci. L'ar-· r ivo delle nostre (ruppe a Barcblino liberò quella disgra ziata popolazione dal saccheggio, dagli orror i e da ll~ a.\ rocità d i ogni specie, ai quali era stata sotÌoposta d urante il ·momentaneo soggiorno del nemico . Barella (servizio sanitario militare). Specie di portantina a s tanghe, e talvolta a ruote, che serve al trasporlo elci feriti o malati nelle varie contingenze della ,·it.i. militare. 1.a forma della B. è prcss'a poco eguale pe,· tu t ti gli eserc it i ; essa può esse re rig id"; o pieghe1·ole nel srnso della lung11ezza e larghezza. E' con o senza cuscino; con o senza piedi . Le medalità d i costruzione d ipendono dal genere di servizio cui deve s~,·vire, giacchè, mentre hl B . rigid" è più solida, la pi~-

Bardito. Fu definito come canto di guerra de i bar,<li germanici. P iù propr iamente, è «barrito>>, come ne fo menzione Tacito nella cc Germania>>: urlo a i guer ra ,degli antichi Germani.

ghevole è pii, adatta per t rasportarla su i ca r r i, od a ba.sto. I t ipi in uso nell'Esercito Ita lia110 sono :

Bardo (Trattato del). Concluso a B., villaggi0 a 3 ·km. da Tunisi, i l 12 maggio 1881 tra la Fran cia e .Mobamrned-es-Sadok, bcy di Tuni,;i. Venivano confer ·m a ti i preceden t i trattati. Il bey consentiva che le trup-

1° Barella «Arena» per a lpin i e art . da montagaa, divisi bile in due per lunghezza e larghezza, oppure in tre pa:-ti, secondo il modello cc Randone >). Tale tipo ha dato buoni r isultati prat ici, specie in montagna, per

ilare nr, impr ov1' isat.a con pali e cingbie (o ,01·rle)


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la facilità d i r idurre la lunghezza a seconda delle strette curve in mulattiere o sentieri. 2° Barella pieghev ole modello « Guida. l>, per reggimenti di Cavalleria.

l'asse del cannone può scorrere un'asta di ferro che h a. a ll'esterno uno speciale ringrosso nel quale vengono fic~sati gii u tens ili da taglio (coltelli). L'asta a barenar~,,_ es,endo appoggiata con tro la Rarte anteriore del can-

3° Barella modello 1897, per fanteria e sezioni sanità . 4° Barella rigida, per sezioni sani tà e treni attr,, zza ti per malati e feriti. Vi sono state delle B. a tipo za ino (lfartel) ed •i,Jo ger la (D onato) od a ltre utilizzabi li con ciclo; si sono dimostrate poco pratiche nell'applicazione. Sono pure

Macchina per bal'cna.l'e

Barel la imp rovv isata con cappotto e f1?c1Ji

state sperimentate le B . str iscianti sul terreno (:ì\1ajewski, Port) a ltre mun ite d i apparecchi immobilizza:iti per gli a rti inferiori (Nicolai), e le B . amache, spec ialri1e.nte usate in colonia. Vi è poi la serie di B . impr.Jv-· visate con mezzi trovati sul po~to, o con l' attrezzamento ed equ ipaggiamento militare del sold ato. Le più u sate di queste ultime sono: a) la ]:; . costituita da un cappotto, o pastrnno, e due fucili infilati nelle maniche ; b) con due fucili e due o p iù zaini ; e) con fucili e cingh ie incrocia te in diagonale; d; con fucili lò coperta da campo o telo da tenda; e\ con lancie di cavaller ia e pastrano, o telo, o coperta. Fra le B. d'occasione vi sono pu1·c le scale, a p iuoli, amache· con coperta., slitte, che non hanno bisogno di particolari a datta menti, ma solo d i un pa-

l

.,,,ne, è fatta p rocedere gradua lmente, men tre il can· none gira, ottenendosi in tal modo il foro che, sgros-sato d apprima, viene poscia portato, con successive !">.1renature, alle dimensioni stabilite. Con la stessa asta :i• barenare si può pra ticare la smerigliatura dell'anima del cannone, rendendola perfettamente liscia, e poscia, la rigatura; nel qual caso il bareno, nel movimento d i traslazione, segue anche una rotazione voluta, in n1odo-

da incidere nell'an ima la riga, che con successive pns;,atc viene portala alla profondità ed al p rofilo st:1bili ti <lai progetto della bocca d:i. f uoco . Esistono ba-

.~ ~~ ~ ~ ~ :.. ::-:,~ ?'t~~~="""' :~ ~

reni che, invece di tr 1cciare superfici cilindriche, danno la superfic ie interna leggermente conica, come è voluto

Barella ctcil'esercitn il.aliano mrcriorc

a.) pane superiore - b) parte

g!iericcio che le renda soffici. Le slitte per trasporto di feriti o malati in montagna r ichiedono sempr~ ]'0pera di due uomini, uno che tiri, l'a ltro che trattenga. Per la montagna, un tipo di B . a slitta si ott iene c,)n 4 sci attrezzati coi sistemi sopraddetti.

Bareno. Macchina u tensile che serve a « barenare »; a praticare cioè il foro nei cannoni. E' costituita cssen·zialmen tc da un lungo banco a guisa di tornio, con « plateau l> e disch i verticali ,(girevoli intorno ad un · . asse orizwntale) sui quali viene .fissata la estremità d i un cannone, appoggiandolo p er tutta la lunghezza r-0pra appositi calastrell i a rulli . In corrispondenza del•

dalla pratica d i costruzione d i alcuni cannoni cerchiati. Per la inclinaz.ione da dare ai coltelli sulla testa del L:ireno e per la forma dei coltelli, s i seguono regole tnaloghe a quelle dei torn i. Vi seno bareni tubolari, i . quali praticano un solco circolare entro il massello del! cannone ed annzano, rica vandovi in tal modo un lungo nocciolo intero ( in luogo dei turaccioli) che viene· riutilizza to. Questo tipo di barenatura è molto p iù rapid o del precedente e richiede meno dispendio di energia

Barezim. Borgo della Polonia, nel qua le i Prussiani furono sconfitti dai Polacchi (1675). Barfleur. Città marina ra della Francia, nel clip. della Manche, nella Pen isola del -Cotentin. In· essa, e a Saint Valéry, Guglielmo il conquistatore aveva adunato nel 1066 più d i 3000 navi (alcuni storici limitan o


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il numero a 800, ma bisogna tener presente che trattasi per la maggior pane di imbarcazioni di assa i modesto ton nellaggio) con le quali attraversò la Manica per sbarcare in Inghilterra e conquistarla. Nel 1346 Edoardo d'Inghilterra adunò a Portsmouth una armata, dicesi di mille e più navi, e vi imharcù un grosso e~crcito col q\lalc &b.,1·cò nei pressi di Ba.rfleur e si impadronì della città. F ilippo IV di Francia ordinò allora agli ammiragli della sua squadra (impotente affatto a resistere agli I nglesi), che disarmas se1O, e conducessero gli equipag2;i all'esercito. Fra quest_i ammiragli trovavansi i due genovesi (assoldat i) Grima.ld i e D oria con molta gente loro. Il porto di Barfieu r cadde presto in mano d:gli inglesi e i genovesi trovaronsi poscia alla battaglia di Crécy do,·e il DoriJ restò mor to con molti dei suoi marinai. Le fonificnzioni di B. vennero distrutte per ordine <li Enrico lV. Qualcuno ha chiamato battaglia di B. quella che ,·a più comunemente sotto il nome di battaglia de La Hogue.

B a rga. Comune della Provini;ia di. Lucca, su l Sc rchio. All'epoca dell'Imperatore 'Federico I fu dich iarato indipendente da Lucca. Xel 1228, durante la guerra fra Pisa e Lucca, fu teatro d'una vittoria dei Pisa ni sugli alleati L ucchesi e Fiorentini, che l'avevano assediata. Nel 1298 venne presa e smantellata ; gli :,bit:inti ne riedificarono le mura e si posero sotto la :Jl'/i• lezione dei Fiorentini. ~cl 1332 sos'.enne un assedio contro Francesco Castracanc, e r.el 1359 e 1363 respinse P isani, combattendo c0ntro di essi anche le donne. Assedio e battag/;a di Barga. Appartiene alla lotta fra )iilano e Firenze (sec. XV). Xicolò Piccinina, al servizio dei Visconti, entrato nella Toscana e tro,·Jto appoggio nei Lucchesi. pose l'assedio a Rarga. Firenze ord inò a l proprio condott.iero Francesco Sforza d i Ebcrare il borgo assediato. Lo Sforza inviò a tal uop0 un corpo di truppe, circa 2500 uomini, comandati da Xicol<'i da Pisa, Pietro . llrunoro e Ciarpellione. Que~ta truppa p iombò, allraverso i monti, quas i all'improvviso sul Piccinino, 1'8 febbraio 1437, e il Piccinino l'im:ise scon fitto e riparò in Lombardia. Rimase tra i prigionieri Lodovico Gonz:iga, figlio del marchese di :Mantova, che divenne condottiero sotto lo Sforza.

Bargal. Località sulla costa çlel paese elci 11<Iigiurti11i (Somalia ita liana). Il 28 oaobre 1925, decisa l'occupa?.ione del paese, la nave «Campania», al comando del cap_ cli vascello Gregoretti, si presentò davanti al pae,c. Ma gli abitant i, contraria mente ad assicurazion i da.le in precedenza, accolsero a fucilate le scia luppe, le qt:ali dovettero tornare a bordo. Frattanto era rimastn a terra un piccolo gruppo dei nostri, composto drl comm. Coronaro, del ten. Ros;otto, del guardiamarina Di Cossato, d i un sottocapo timoniere e cl i cinque a~c1ri e due indigen i ; i quali, battendosi corpo a corpo con gli indigeni, riuscirono a penetrare nella mosch.'a e a trincerarvisi. Nel tentativo di sbarco erano caduti quattro bianchi e un ascaro, e cinque ascari erano dmast i feriti. Gli ind igen i che a~secliavano la moscl1ea ammon tavano a parecchie centina ia, tanto che telegraficamente S. E. il conte De Vecchi di Val Cismon, governatore della Somalia, da 1,o['do della « Campania li

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ordinava al magg, Berti, che si trovava ad Alula col 2" bgl. « Benadir » di inviare a B . la 6• compagnill. per via di mare. La notte passò cosi, mentre gli assed iati · nella moschea resistevano magnificamente; tornato il giorno (29 ottobre) dalla «Campania» si riprendern il bombardamento tutto intorno alla Moscliea, già iniziato la sera precedente. Alle li, a bordo <lell'« Arimondi », giungeva la chiesta compagnia. Sotto la protezione delle artiglierie e di mitragliatrici piazzate sulle !.cialuppe, gli asc2ri sbarcarono e piazzarono sulle dune mitragliatrici. Gli indigeni, demoralizzati, abbandonarono ogni p roposito cl i ulteriore resistenza e si diedero alla fuga. L e loro perdite ammontarono a un cCJ1 t!naio di n1orti.

Barge. Comune in prov. di Cuneo (ant. Bargac;, Fu conteso fra i :Marchesi d i Saluzzo ed i Conti di Sa\'oja, finchè, dopo lunga guerra, nel 1363, venne as. segnata al principe Giacomo ù' ,\caja. Appena costruitovi il Caste!lo però, il :\farchcse Federico di Saluzzo, alleatosi con quello del J\Ionferrnto e assoldati avvenrnricri inglesi, glielo ritolse. Due anni dopo il Principe gli rese la pariglia, e a mezzo di ingegnose balestre, rovinando le mura del .Rorgo, n e \'enne nuovamente in possesso. Fino al 1536 rimase alla Casa di Savoia, ma in qudl'anno Francesco I di Francia lo occupò; senonché gli imperiali lo rioccuparono, fortificarono e vi misero al gc"erno il prode napoletano Annibale BÌ-ancaccio, che respinse i francesi con gravi loro perdite. Ritornati questi in grande numero, sotto gli o rd ini dei Capitani Guido Rangonc, Lelio Filoma.rini, V,. Strozzi, B. Rinacorti, Galeotto :llalatesta, il Hrancaccio, oppresso dal ctumero, fu vinto. fatto prigione. e B. messa a sacco, e distrutte le sue mura. Una seconda volta fu ancora ~acchcggiata dal gen. francese L esdiguiè res ai tempi di Emanuele I come rappresaglia per l'assedio e pgsa di Bricherasio_ X el 1690 B_ fu cli nuo,·o oggetto di rappresaglie da parte delle truppe di Catinat dopo la h3tlaglia della Staffarda. Coutc di Barge fu il nome as~un to da Carlo Albertc quando and<'i in es ilio.

Barge llo. Capitano di guardia, ufficiale di giustizia, in seguito capo della polizia presso le ant ich~ r~pJ.1bhliche it2 liane. Prese vari nomi secondo i tempi: « Difensore o Conservatore della pace >l, « Esecu tore della giustizia», « Capitano della custodia)), « C:iv:iliere dei birri », ecc. Bargilli (Giuseppe). Ufficiale e scrittore militare, nato a Figline V:il d'Arno, m. a Torino ( 1841-1925). Appena la Tosca na venne annessa al Piemonte si arruolò nei bersaglieri (1863); passò ufficiale, fece !a campagna contro il brigantaggio e quella del 1866. Fu chiamalo all'insegn amento -della letteratura alla s~uo~ militare di :Modena, donde passò all'Accademia di Torino. Dimessosi trattò interessanti argomenti militari, su la « Rivista militare italiana» cd a parte: « Di alcuni scrittori militari del 500 >>; << G. I. Fiammelli e i suoi Q uesiti milita ri »; « Una disfida. storica e i D iscorsi militari del duca di Urbino)); « Cesare Saluzzo '!ducatore, poeta e storico militare»; 1C La penna di Na..


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poleone ,> ; << G li scrittori militari francesi ». Inoltre romanzi e novelle a s fon do milita re .

Bari ( la t. Barilm,). Capo!. di provincia, nelle Puglie, sopra una lù1gua di terra che si protende nel mare Adriatico, con porto sicuro e a t t.ivo. E' r icor data da. varii autori latini, ma non paN : avesse g ran de rinomanza , se non <lopo la, caduta ~lell'impero d i Occidente .

i . Nell'anno 842 una banda. <li S araceni, giun ta da Taranto che era , ta ta da loro occupata <lue anni pri;na, si impadroni va d i Bari, e i l duca Radekhi di Benevento, ··padrone allora delle Puglic, <lovdle ra.,scgnar ~i a s ubirli come allea ti. L'emiro musulmano d i Sicilia vi s i recò, e, resosi indipen dente fece della conqui;tata. ci ttà b. propria ca.pitale. Nell'852 Lodovico II ,mdò a por vi l'assed io, ma , dopo d i a vere aper t.1 con le su<! macchine la brecc ia , i·inunciò a ll'assaltr. e si ritirò. Nell'870, Jo stesso Lodovico, stret ta alleanza con Basilio ·I contro i Saraceni, .scaccjò le truppe Saraéene dalla campa gna e le costrinse a chiudersi ne lla città, cui pose i'asse<lio. Que.sto durò fino a l 2 febbraio 871, giorno nel qt;ale il sultano d i Bari si arrese. Quattco anni dopo, essendo ve•nu to a morte Lodovico, B. fu occupè.ta d a l patrizio bizantino Gregorio. Per brc,·e tempo B. fu in potere di .A.io,1e, fratello di Radelch i, il qua le la tolse (884) ai bizantini; ma p osci,L la re, tituì loro accettandone la supremazia . Una r ibellione <l i B . e delle P ugl ie, p romossa dai Longobardi che mal sopportavano il giogo /le: bizantin i, venne repre,s,, (9,.16).

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da l catapano bizantino G regor io Tracaniot is. Pe r cinque mesi la resistenza fu str~nua, ma poi lo scoraggia mento invase i d ifensor i, e B. era prossima a cedere, quando comparve nel porto un a. gl'ossa armata venezian a, condotta dal doge P ie tro O rscolo Il. Il 22 settembt·c si combattè un'a ccanita e decis iva battaglia, nel. b qu ale i musulmani r imasero scon fi tt i, e B. fu salva . Il provvidenz ia le i ntcn ento <li Venezia era connesso :i un tra t ta to concluso n( I 922 con .Costantinopoli contro i musulma n i - e co l proposito della Repubbli. ca d i divenire padron a dell'Adr ia tico. IV. Come in a ltre città sottom~sse a l dom inio d i Bisanzio, . così anche in Bari si era andato creando un coptrasto fra l'elemento indigeno,· latino, e quello straniero, greco. E si era an dato formando altrcsi un.1 sorta d: regime mu n icipale ,111tonomo, che aveva da!-:; origine persino a milizie loca li, che ebber o p arte c.lecisiva nella lotta sostenuta poi dai Normanni contro 1 Bizan tin i. I l peso de lle impo~te, le frequenti carestie, il malgoverno dei funzionari greci, finir ono per detern,inare, dopo p arziali !'ivolte, quella del maggio I 009, capitanata da l nobi le ba rese J\telo. L a r ivolta, scoppiala in città e affermatasi vit tor iosamente, d ivampò nel terr itorio e diede o rigine a lunga lotta': Nel lfll I B. fu assed iata dai B izantini, condotti dallo stratcg:1. Ba s ilio: dopo d ue mesi d i resistenza la città fu presa (giugno) e :Melo, che la d ifcndF-va, s i salvò con la fuga Nel 1038, il figlio di Melo, Argiro, rito lse, dopo brcv assedio, la città a i bizan tin i, ma nel 1040 lo stratega D oceano, reduce da lla s pedizione contro i m usulmani di Sic ilia, si presentò davanti a B . con forte esercil ù, e ne ottenne la sottom issione senza con trasto. D ue anni dopo, Arg iro, appoggfato dai Norma.n ni che gli forn irono buon ne rbo rii truppe, rientrato per sorpresa di notte tempo °in B ., e vi ven iva acclamato P rinc ipe •, d uca d i P uglia: rnen til·e i b jzantin i abbandonavano h città. Nel l044 Guaimaro TV cl i Salerno - appoggi,tto a sua vol ta dai N onna,rni -- tentò dì prendere Bari, ma Argiro fece buona guardia, e l'avversario, non osan-

do l'a,sa lto di viva for za, si accontentò d i dare il gu asto a i dintorni. battendo poscia in ritirata. V . Assedio d·i Bari (l068- 10 7J). La morte dì Ar giro soprn ;;-vcnne men tre l'impero d i Costantinopoli si sforzava di r icuper:i.re i perdu ti domin ii nell'Ita lia mer idiona le, e a tal uopo vi avcn mandalo il proprio ministro Pereno, -il quaJe era riuscitn a susdtare ·varie

II cas tello di Bar i

lI. Otlone I, concepito il disegno di restaurare l'impero romano, avendo d ivisa to di caccia re i G reci cb!l'Ita lia meridionale, marciò nel!~ }>uglic e nel 963 post l'assedio a Ilari. j\,fa la ma ncanza di un'armata navale, avendo lascia to liberti, d i a pprovv igionamento da lla pa ,·te del rr1arc agli assediati, nrnnd ò a vuoto Pirnpresa e l'imperatore dovett~ ritor11ars2nc nell'Italia sc tlent;io)la lc. I II. Assedio di Bari (1004). Venne posto alla cit(èi dall'emin.> musulmano di Sicil.ia, Dschà Afar, sbarcato a T2.ranto con forze cons iderevoli. La città era d ifes~

r ibellion i contro i Normanni. B . si rese c ittà libera, mc: Roberto Guisca.r do nel 1068 Yi pose l'assedio, ce rcando di bloccarla anche da lh parte del llJare, dove le galee dei cittadi11i. unite a q uelle bizant ine, rappresentav.in~ un forte ostacolo. Soltan to nella pr imavera del lOiO i X ormann i r iu s,cirono a blocrnrc i! porto di B., per mezzo d i navi r iu nite fra loro da robuste catene', e caugiuntc ~ ter ra, alle estrem ità opposte d ello sbarrnmcn lo, da ponti li di legno. Sembra che a lle navi nor1nan nc rç ne siano agg iun te a lcune montate da 1n:uinai plsJn i. La resistenza del Il;:,, re~i fu croica malgrado i ror menti della. fame. L' impçratore di Costant inopoli sped ì in soccorso <lcgl i asse<liJti (I0il) un a Ootta al coman<lo cli Gocelino, e Robcrtr. Gu iscardo afndò a l fr;itelio Ruggicro i l com1lito d i vigilare dalla parte del mare. Questi, avv ic inatasi la flo tta greca, l'assalì con 1


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11 po1·10 vccthio (in basso) e il porto 111,orn ( ill alto) di Bari

impeto, ne investì la capi tana e la prese facendo p rigioniero G )celino. In breve la flo tta greca, perdute molle mivi, fu -dispersa e messa in fuga. E allora gli assedia ti, deposto ogn i pensiero d, u lteriore resistcnz~, il 5 aprile 107 L s i a rres~ro a i Nor manni, i quali trattarono con r ispetto e umanità gli a bitanti. VI. 1lsscdio rl-i Bari (1 139). Appartiene a lla lotta fra il re normaJJno Rugg iero II <li Sic ilia e i suoi barnni. Bari, gelosa <lella propria autcnornia, non aveva volnto ricevere il legato papale, cardinale Alberico Ostiense, che a nome di Papa Innocenzo I I 1 alleato di R.uggiero, la consigliava ,1d arrendersi. Allora. Ruggiero fece LOstru ire trenta torri e molte p etricrc, e bat lè furiosamente e incessantemen te le m •_irn. durante i mesi cli agosto e settembre del 1139. Il crollo d elle mura soUo i colpi r ipetuti, e, più, la mancanza d'acq~a e d i -.,ettovaglie, costrinsero gli a bitanti a venire a patti. J] io ro capo, G iacquin to, creato principe in dipenden te J i Bari da Lotario II, ottenne condizioni onorevoli, ma R uggiero non le rispettò, e fcr.c mettere a morte luii ( > alt ri cittadin i ragguard_e~oli. Quindi smnntellò le murn e rafforzò invece il gii esisten te castello, ed ifica to _.-cr.so il 1000 su rovine d i cosi! uzir>ne più an tica. VII. Presa e distr11zio11e di Bari ( 115S- 1156). l'e.1 opera del papa Adriano IV, e dell' impera tore bizan•ino ).fanuelc I Commeno, avversari di Gu glielmo il Maivagio, scoppiò contro i · Normanni, nel 1155, una .fiera ins urrezione . Gugliel mo affidò ad Asde ttino il coma.ndo dell'esercito. Le truppe alleafc, composte d i mercenari. di truppe inv iate da Costantinop oli, e d i milizie loca!;, guidate da Costantino Ducas, ~ ichelc Paleologo, e altri, mosse ad espugnare Bari. L a città aveva avuto di nuovo solide mu.ra, era fortemente mun ita, con mili-

z ie agguerr ite e fedeli. 11a il P.1lcologo ricorse eoi; successo a li.i ~orruzione, ciò che d ivise gli an imi <ki d ifensori. Le porte vennero aperte a i Greci, e quant i r ' ·· mascro fedeli a Gu glielmo si rit irarono nel C:t5lello i , ne l tempio d i Sa n N icolù. Il tempio f u preso coi, uno s tratagemma: inviando soldati traverst iti da pellegrini a venerare le reliquie ciel san to. Accolti nel l'interno, i ialsi pellegrini diedero mano alle armi, e aprirono ;~ porte ai greci rimasti fuori. Aspra invece fu l' impre'..!a di p rendere il castello, e la rcsi,tenza d urò vivissim:. sette giorni: i l presidio, visti arrivare considerevoli rin--. forzi a i nemici, si arrese a pa tti onorevo li. Il Palcolog1..,,

fece abba tttre i! castello a furore di popolo. ::\fa G uglielmo, dopo di aYe,·e r iprisitina to l'o:·d inl! quasi dappertutto, e domati i baroni ribelli; mo~,. (1156) contro Bari, rifugio d i tutt i i suoi nemici ,: balua rdo dei greci nelle Puglie. • D i fronte a ll'esercito normanno, or ma i vittorioso dovunque, caddero i prepos iti di resistenza, e ognuno cerci, salvezza pc:· suo conto, così gli inviati d i papa Adriano I V, cosi i Greci, cosi i baroni r·ibclli. I baresi, abbandonati a sè stessi, mossero incontro al _re d isarnuti e supplicl1evoli, lll-t ottennero solo di lasciare, incolumi, la città con le cose loro, mentre Guglielmo faceva_ abbattere la città e J., mura, solo risparmiando i luoghi sacri, Bari fu rir.-:,. struila d,1 G iovanni il Buono ( 1189). VIII. Durante la guerra d i Luigi d'Ungheria con trc. Giovann a di Napol i, il re nel 1348 p ose l'assed io a Bar i ; ma la fiera resistenza degli abitanti, e una pestilen za scoppiata nelle truppe assedianti, !'0bbligar0!10 a desistere _dall' impresa. Sei anni più taroi, il conte Giovanni Pipino d i Minervino :Murge, · app rofittando del malcon ten to delle po-


-78polazioni contro la regina Giovanna, occupò Bar i :li-• ,chi:uandosene principe e unen dosi con Luigi di Dur azzo, parente ma n emico de lla regine: entrambi a-;s o!darono la compa.gnia di ventura del conte di LanJo, m:t di questa, Giovanna si liberò per mezzo di grossa somma d( denaro, e Bari facilmente fu r ipresa d alle truppe regie, e Pipino impiccato, mentre Luigi d i D unzzo si riconciliava con h Corte di Napoli. Nel secolo XIV B. d ivennr: Ducato, e appartenne successivamen te a vari s ignori, terminando per seg,1ir,· le sort i del reame di K a poli prima, del regno d'Italia poi. Durante il Regno di Napoli, K fu sede del coman ,do mil. della Provincia, e di Tribunale militare.

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forma della garretta in cui il marinaio di guardia prende posto.

Barile da polvere. Il xecipienté, d i legno o di metallo, ove s i conserva la polvere, qualunque essa sia. Anticamente i barili da polvere erano della. stessa forma di barili usuali per liquidi: erano abbastanza piccoli, iJ1 modo da essere maneggia,bil i facilmente. Servivano :mche pe,· caricare le mil1e nei forti, ed erano allogati tali e quali nella mina stessa, accanto e sopra gli •mi agli altri. Innescato uno, scoppiando questo scoppiavano tutti gli altri. Oggigiorno, essendo oramai abbandonata quasi totalmente la p olvere nera, invece di barili, si usano, per gli esplosivi, delle cassette di legno o di zinco,

Bari (Br-igata). Costituita il 1° marzo 1915 dal dep . 10° fant. (Ilari) col 139° ( dep. del 10°) e 140° ( d~p. Barile ardente o fuÌmù,ante. Antico artifi cio di guer-del 47°; regg. Fanl. En trò in guerra nel luglio 1915 1·a , consistente in una botte contenente · materie incen-operando nella zona del M. S . Michele e <li S. Martino del Carso e, al principio del 1916, nel settore del Sa;botino. Prese parte alla controffensiva italiana nel T rentino (giugno-luglio 1916) e nel settembre, ritornata sulla fronte dell'Isonzo, alle operazioni nella zona di l\fonfalcone è di Sclo, ove si distinse per slancio e valore Durante l'off.ensiva austro- tedesca dell'ottobre novembre 19 I 7 fece parte delle truppe di retroguardia cfoila diarie, o materie esplo~ivc con granate cariche di poi3" armata e ripiegò dietro . al Piave contrastando a pal- . veri detonanti e scoppianti. Si gittava dall'alto delle_tormo a palmo il terreno al nemico. Nel 1918 p artecipò ri o delle mura, o dalle breccie sul nemico assediante. alla conquista del M. Asolane (gennaio), alla cui diBarile a ca/z(I, (fr. B . à bourse). Specie di botte di fesa concorse durante la battaglia del P iave (giugno) wi si fa uso negli stabilimenti p irotecnici militari, per -distinguendosi per incrollabile tenacia. Durante la battencn·i den tro polvere e polverini per la fabbricazione taglia di Vittorio Veneto concorse alla. lotta sul Grapdi fuochi di guerra. Questi B. hanno un solo fondo, pa confermando le sue glori.ose tradizioni. Il 12 setcon una manica di cuoio sopra, per chiuderli. tembre 1919 venne sciolta. Rico>nPense: alla Bandiem del 139° fant..: medaglia -d'argento a l valor militare, per l;i sua brillante con<lof., ta su l Carso (giugno 1917) e sul m. Asolane (giugn o 1918). Alla Bandiera del 140° fant.: med. d'argento al -:valor militare, pcl valore e b tenacia d imostrnti sul rn. Asolone nel giugno 1918. lvlostrine della brigata: Due striscic orizzontali, l'una. ·superiore, rossa e l'a ltra, inferiore, gialla.

Reggimento prov-incia/e di Bari. Regg_ dell'esercito ,delle due S icilie, costituito ael 1752. Bar·i. Incrociatore leggero, varato nel 1914, nel cant iere Schicau d i Danzica, costruito per la marina russa ed iiiéorporato al p rincipio della grai,de guerra in ,quella. tedesca col nome di Pi!la-u; passato alla. marii1a italiana nPl 1920. L unghezza m. 122,80; larghezza me tri 14; dislocamen to T . 4420; apparato motore 10 cal, <!aie a tubi d'~cqua e 2 turbin~; potenza HP 274L1u; velocità. N. _27,S; armamento cann. VIII 150, I II 76 AA, lanciasiluri II 500; sta tu maggiore 15, equipag:gio 402.

Bariatinski. Nome di una principesca famiglid russa, che diede vari generali: l11ri Nikivitch, nel 1660, r iportò segna-late vittorie sugli Zaporogi ; Ivan Sergicwitch, gener~le, m. nel 181 l; Alessandro Ivanowit ,;,_ feldmaresciallo, ·nel 1859 assoggettò tutta la regione del Caucaso e m.orl a 65 anni a G inevra, nel 1879.

Barile. P0sto di vedetta delle navi, in testa all'albero di maestra o di trinchetto, cosi chiamato d a lla

Barile (Antonio, duca di Marianella). Maestro di campo napoletano del sec. XVII. Comandò un « terzo >) di fanti eh~ andò a l soccorso <li Valenza. assédiata dal n•aresciallo di Créqui (1635). Si distinse ali-a presa delle isole di Hyères, e ·si battè contro i Francesi e gli Olandesi in v.arie occasioni, .ottenendo dal re Filippo di Spagna, in ricompensa de' suoi servigi, l'ordine di Calatrava e l'in vestitura dell'isola di Capri.

Bariletta (o barletta). Piccolissima botticella che ;,orto.vano a. tracolla. le antichr. viYandiere, o vivandieri, al seguito delle truppe in marcié.. contenente i n generale anice, od altri cord iali o dissetanti. Barilotto (o Barilozzo). Cerchietto di pochi centimetri d i diainetro, segnante il centro di un ~rsaglio militare. Di consueto dà un diritto di p remio al tiratore, quando questo -! o colpisce. Far B., lo stesso cl;c: co lpire nel· centro. Barin (Assedio e battagl-ia di). L'emiro Imad-eddin Zenki pose l'assedio, nel 1137. a! · castello di B. nellu Fenicia, appartenente al conte Raimondo di Tripoli <l i Soria. Questi ottenne l'a·iuto di Folco di Gerusalemme,


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,-ed entrambi marci:irono a l soccorso della p iazza asse.diata. Zenki abbandonò le oper az.ion i d'assedio, e a s. sali l'esercito cnstiano, distruggendolo quasi compJ(;. >tamente: solo pochi cavalieri con Folco riuscirono a . salvarsi in B., cui l'emiro pose nuovamen te- l'assedio. Un nuovo esercito cristiano, armato a Edessa e Geru_salemme, agli ordini di Raimondo d'Antiochia, si stava .apprestando, e Zanki, temendo di ciò, offerse agli 1sse.d iati condizioni che questi a~cettarono: demolite le mura di B., essi poterono r itirarsi a Gerusalemme.

Bariola (Pompeo). Genera le, n . a :M ilano, m. a ;Pisa ( 1824-1894). Aliievo della Scuola Cadetti d i Neu. stadt (Vienna) ne uscì sottotenen te nel 1843. Ne: 1848 dette le d imissioni ; , e s i mise a disposizione . ciel governo provvisor ie · Lombardo e fu nominate rma.6giore d i S . J\·I . nella p rima brigata Lomba,·da, passando quasi subito n elTesercito Sardo, d ove fece . parte del!<,. S. JVL del ge_n erale Ra111orino; nel 1849 fu inscrit to regolarmente col grado di capitano nell'esercito piemontese. Set:-te a.n?1i tlopo fu 1:11i;1i1rnto p rofessore <li geOgrafia. alla Scuola cli guerra; nel 1859 era. addetto al quartier genei·a lc dell'esercito operante; dopo la campagna fu m ominato comandante del Collegio milita re di :.\Iihno. Nel 1866 fu mandato dal gener a le La :Marmora. a. Verona a portare all'arciduca Alberto la dichiarazione di -guerra. Nella spedizione su Roma (1870) il H. fu ~Capo d i ~- :\f. del gcn. Raffaele Cadorna. Luogotcnc:1te generale da.1 1874, comandò prima la d ivis. di R om,1, p oi il Cor po d 'armata d i E ari, e successivamente quello -di Alessandria. Nel 1891 an dò in posiz ione ausiliaria . Ebbe varie ricompense a l valore. Fu nomi:,ato sena tore nel 1886; uomo di la rga cultura fu anche uno dei . membri piit assidui de l Consiglio della Società Geo._ grafica I taliana. Barka. Città cieli' Africa settent rionale, n ella Cir,:.-naica, già ri,a.le di Cirenc. Subì nel SI.O a . C. un assed io d i nove mesi da pa rte d~i Persian i, i qual/ tentarono d i espugnarla median te g allerie sntterrnnec (mi. ne) sventate dagli assediat i me diante cont romine. In. fine però dovette arrendersi e i suoi abitanti furono trasportai.i in Persia. Batta.glia di Barha (8S0 cl. C.). Fu cnmbattuta. e vi:1: ta dell'emi ro Abu I brahim II, coadiuvato dai Berberi, con tro i\bbas Ibn Ahmed, emi1·0 d'Egitto:

Barkam. Cosi si chiamava 11cl secolo XVII la v::sta .,<li ponte es istente sulla destra del Danubio, <love ora trovasi P a.rkany . Essa aveva una specia le importann, ··perchè, p osta di fronte a l confluente del fiume Gran col DJnubin, domi1w.va le provenienze dei Carpazi ed ·il nodo stradale dell'antica S trigonia (attuale cittit di •Gran).

.Batta,glia di Ba·rkam. (7-9 ottobre 1683) . Una. parte

dell'eserc ito turco aveva passato il Danubio sul po:ite d i B ., e si era. situato d i fronte a lla testa di ponte . Giovanni Sobiesk i che ven iva dall'aver liberato Vie:1na. dec ise d i scacciare i turchi da quelle posizioni, e avanzò contro di loro. I turchi, all'avvicinarsi dei ;,nlacchi, iniziarono l'azione, ·gettandosi sulla p rima lin~a polacca senza darle il tempo di ordinarsi e rovesciandola. _Sopraggiunge Sobiesk i col grosso della sua cavalleria, ma la sua p resenza. non -riesce ad arrestare l'impeto de l vincitore, Kara-Mehemcd P ascià, e Sobiesk: ha ap pena il tempo di r:ifforzarc la sua linea di resistenza, nella. quale riceve l'assalto dei turchi con intrepido valore, ed a sua volta anche contrattacca. l\1a ess i fanno indietreggiare l'ala s inistra, opprimono la destra, sfondano il centro polacco. La ritirata. d iviene p rcci;:iitosa e anche Sobieski è· travolto. Fortuna tamen te 3i vede giu ngere a pnso di corsa la fanteria polacca, seguita dall'esercito imperiale : l'artiglieria prende i-osizione immediatamente. e i turchi ripieg,tno e torn,rno a l loro ca mpo indisturbati. Due giorni dopo, i due eserciti escono dai loro accampamen ti; fiero della vittoria del 7, il Pascià pr~nclc ordini di ba tt aglia, avendo a sinistra il Danubio, a destra una ca tena montana, d ietro il fiume Gran: la su a unica linea di ritirata era il pon te cli Stxigonia. protetto da l forte d i Barkam. Era come d ire ai suoi soldat i: « O vincere o morire ». 1 turchi si schiera.no in una. sola linea profonda con scarsi intervalli, scaglionati su tre cnlnnne, ciascuna di 15 squaòroni, l'uno dietro l'altro. Comandano alle a li il Pasciit di Silistria e que llo d i Caramania ; al cen tro è Kara-Mehemccl. L'esercito cr istiano sopravanzava col 1uo schieramento quello turco d i circa la. metà della fron te. Le trnppe tedesche e polacche erano sta.te mescolate in p arti eguali, affinché non si generasse un falso spir ito di corpo. Il R e Sobieski era alla destra, Iablonowski a lla sinistra, il Duca. di Lorena a l centro. L'attacco fu in iziato dai turch i, i quali ve11ner9 , icevuti da una tremenda scarica. d'artiglieria che fece cadere numerosi uomini e cavalli ma. n on ne a rrestò l' impeto. Venuti,si all'arma b ianca, il pasciit d i ~: ili3tria, a vviluppato da.Ile truppe cli Ia.blonow~ki, è fattO prigioniero dopo la completa disfatta. q,ella sua ,L;a. Anche il -Pascià d i Cara.man ia è fatto prigioniero, e K ara-Mehcmcd, feri to eia due fendenti d i sc-iabola, p.-nsa alla ritirata. Sobieski tuttavi:t non gliene dà il tempo, ed a lla testa della. cavalleri_a. punta sul fianco dell'avversario per togliergli la ritirata. Già le p rime truppe turche s'erano portate. a l ·pon te d i Strigon ia. Il cannone fl agella i fuggenti, che, s lipat, sul ponte di barche; danneggiato dalle artiglierie, affonda sommergendoli n el Danub io. 2000 u. soltanto s i salvarono. I vincitori si rivolsero con tro il forte d i B. ma il difensore innalzò band iera bianca. Ciò IL1ttavia non fece rispa rmiaTc la. vita a quel presidio.

Barlassina. Comu ne· n el circ. di Gallarate a m~t,, strada fra Como e Milano. Fin dal :Medio Evo ebbe un forte castello, di cui esistono tuttavia i rud@ri dci!c torri. E' ricordato nelle cronache delle guerre fra. i Comuni, qua.le teatro d i _parecchie fazioni, specie fra Milano e Como. Nel 1286 venne a B., fra Milano e Como, firmai~


80 un trattato di pace, dopo la lunghissima lotta fra ques ti due· Comu ni . Nel 1511 B. fu assediata da una banda svizzera, agli ordini del cardinale di Sian.

'-------igis). Bar-le-Due (o Bar-sur-Omain) (ant. Tatur· Città della Francia, <lei clip. della Meuse. Nel 1419 venne presa da Luigi XIV. Nel novembre 1652 fu assediala dal visconte d i Turenne . Fin dal p rimo giorno una batteria d i cannoni cli campagna aperse una grande -breccia nelle mura. G li assedianti diedero l'assalto e penetrarono ne!Ja città bass.t, mentre gli assediati si rifugiavano in quella alta e nel castello. I l principe di Condé marc iò a lla libenp,ionc della città, e il Turenne, lasciati il duca d'Elbcuf e il maresciallo d'Aumont all'assedio, mosse con tro d i lui con molta cavalleria, .,000 fanti e 6 cannon i. Ma il Condé non osò d i accettare battaglia e si ritirò; cosÌ che il T urenne, tornato a B._. potè ot tenerne la resa .

Bar le D11c (Era·rdo). Ingegnere francese del XVl secolo. A lu i è al(ribuita la d isposiz ione <lei fianchi de i bastioni ad angolo acuto con le cortine. Questo sistema permise di celare alla vista e ai tiri lon tani dell'at tacco, le bat terie dei pezzi es istenti nei fianch i stessi. I l B . è l'an tesignano della rastramenta1,iouc francese, derivata dalla schiem dei valorosi i ngegneri ital iani d1c a,·evano sparso per tutta l'Europa la loro arte. E ' autore dc « La. .for tificazione d imostrata e r idotta in arte>' (Par igi 1594).

Barletta. Capo!. di -Circondario nel[c Puglie, ant . Bonlu.lu.111 . Di incerte origini, per molti anni non fu che nna borgata ; a.ssunse importanza all'epoca degli T{Q.henstaufcn. Il suo cas tello ri'° l'e alla n1età del seo.:,!o XVI; nejle sue fortiiìcaz.ioni i fianchi dei baluardi s i scorgono, dovè perpendicolari a!!e 1:uce di d ifosa, dove perpendicolari alla cort ina, e dove ad augolo acuto con la mrdesi;na. In quttld1c fron te un fianco è ad angolo acuto cd un altro è ad angolo retto, od ottuso, con la cor tina. l i Re Yerd inanclo fu assediato ii, R. d alle truppe cli Renato d'Angiò, comandate d:i.l P iccinino; e non venne liberato se non con l'aiuto di G iorgio Castr iola, eh~ sconfisse l'esercito francese. :'.\'--:I 1503 fu di nuovo assediata i nvano dai Francesi. N ~l 1528 il marchese cli Lau trec !::e ne i.mpacìronì, conunetten<lovi òeyastazioni e cr udeltà. B . seguì _poi la sor te del reame di Napoli e Sicilia ; dal 1861 a.ppa r tiene al Regno <l'Ita lia . Disfida di .Barletta. Men tre B . era assediata dai Fran. cesi ( 1503) comandati dal Duca d i N emours, Consalvo di Cordova, com. il corpo degli Spagnuoli, messo il campo in Barletta, ten tava di sloggiarli d alle Puglie. Sottc, gli Spagnuoli militavano parecchi cavalieri italiani, ira cui Prospero Colonna. L a riputazione degli I ta lian i era caduta in basso dopo Ja calata di Carlo VIII, e i Francesi non ·n,apcavano di ostentare disprezzo vc'.r-So

gli I taliani, i quali li s fidarono à s ingolare tenzone. Scelto un campo fra Corato cd Andria, nominati giudici, P rospero Coloima per gl i Italiani ed il cav. Il~,jardo per i Francesi, testimoni neutri i Venezi ani, che

occupavano T rani, furnno eletti da una parte- e dal- l'a llra i3 prod i, che dovevano decidere la partita d'onore. Principali campioni francesi erano: G . de la Mothc, G . de la Fonta ine, M. de Frange, Giraut de Fo rges, Martcllin de Sambris, P. dc Sigie, cd il piemontese · · Graiano d'Asti, Gli ita liani erano: Et tore Fieramosca, G. Capaccio, Q. Brancaleone, E . Giovena le, M. Carr llacio, l\fa1·iano <la N ami ( Abignente), Romanci lo da Forlì, L . ./\minale, F. Salomone, G . Albimonte, :M ia le da

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·/ froja, Rino da Par ma, Fanful!a da Lod i. P remio a i vincitori: le armi ed il cavallo dei vinti, pi(t 100 ducat i d~oro per ciascuno. I Francesi s i tenevano così sicuri della vittoria, che non portarono seco il danaro ;. ma, vénùti alle armi, ebbero la peggio; Graiano d'Asti fu ucciso; gli altri, scavalcati e feriti, furono tratti pri- gioni nel Castello di Barletta finchè pagarono il p·r emio fissato. Questo avvenimen to ebbe un'eco vastissima m tutto il mondo. Sotto i Borboni, n el scc. XI X, B. fu piazza forte ùi quarta classe, sede cli un commi$sar io di guerra, delLt XI Dire7,_ d'Art. è della di,·ez.ione del G enio d i un d istretto per la iscrizione nella marineria d i guerra.

Bri:gata Barletta. Costituita il 1° marzo 19 15, dal dep_ del 29° (Potenza) co l 137° (dep. 14°) e 138° (dep. 29"). regg. Fan!. Entrò in ·guerra 11el luglio 191S e prese· parte alle operazioni sul C:arso (Polazzo-M. Sci B,J,,i), fino al giugno 1916, a llorchè, trasferita nel Tren tino, prese parte alla controffensiva italian a, combattendo a. 1\-f . Cimane, ].VI. F ia ra, M . Zcbio. Ritornata quindi s,,l Carso, vi pa.r tccipò a tu tti i fatti d'arme fino alla r iti- · rata di Caporetto, <lurant,: la qu ale ripiegò d ietro il Piave. Nel 1918 operò n ella zona del Grappa (gcnnaiomarzo) e su l Montello (battaglia del Piave: gi•Jgno1918). Venne sciolta nel 1920.


Ricompense: Alle Bandiere de l 137.• e del 138° fan-

teria: medaglia d'arg. al val. mìl .. per la valorosa condo!ta tenuta a Castagncvizza (1 -2 novembre 1916) ; il ·133• auch~ pel valore dimostralo _dur~tc l'offensiva· del , niaggio 1917. Mòstrinè della brigata: Due striscic orizzontali, l'una superiore bianca · e l'altra, inferio:e, verde .

Barletta (Nicolò). Generale med ico, n. a Caltag:ronc m . a Rema ( 135()1924). Sottot. medico neÌ l87t, <litessc da Tenente Colonnello ( 190()) gli ospedali militari di Chieti e di Jvfessina_ e promosso Colonnel!o (1908) fu nominato D ireltorc di Sanità M ili tare del VII Corpo d'Armata. Collocato in posizione ausiliaria nel 1912, raggiunse n el 1915 il grado di Maggiore Generale e con tale grado fu richamato (luglio 1917 febbraio 1918) a reggere la Direzione di Sanitit Territoriale del Corpo d'Armata in Ancon a. Barn;iba. Antichissima fam igl ia friulana già sigwira del paese di Ruja, nota per il suo patriottismo e devozione all'Italia. Do111cnico Barnaba. Prese par te alla insurrezione ei Udine del 1848 cd alla testa di p ochi Yalorosi, portò l'ordine di resa a l Comando Austriaco residente in quella Città. Fu poi al Forte di Osoppo dove ot tenne la resa di quella guarnigione e fu il primo ad inalberare il vessillo tricolore sulla storica Rocca. Lasciò un libro : « R icol'di », che tratta per la maggior parte della resistel17.a. d i Osoppo.

Pietro Barnaba, fratello del precedente. Prese pa:·tc . a lla insurrezione di Padova dcll'8 febbraio 1848. Ins ieme a l fratello organizzò a Buja una milizia civica voloniaria che venne chiannta i « Croc iati d i Buj.1 ')·, assumendone il comando. Ricevuto l'ordine ùa l Governo Provvisorio del Friuli di ostacolare la ' marcia su Urline della colonna austriaca del Generale Nugent, forte di 20.0.00 uomini, mosse ad incontra rla con 3(•0 crociati, a cui s i aggiunsero in seguito altri p icco!i d is taccamenti cli volontari Cadorin i e T revigiani. Scontrati gli austriaci il 15 apr ile 18 48 nei pressi d i Vis,o, ingaggiò battaglia r iuscendo ad impadronirsi del pa~s~ cd a mantenervis i, malgrado i ripetuti assalti avvers..ri, fino a! 17 dello s tesso mese, giorno in cui il nemico, incendiando il paese, costrinse i nostri ad a bb:m<lonarlo ed uscire jn campo aperto, dove non poterono sosteners i d i fronte alla preponderanza numerica avversaria e dovettero ritirarsi. D urante la battaglia :Pietro Barnaba rimase ferito. I n seguito egli prese pacte alla battaglia di Montebelluna, ed alle difese di ' l'rr.viso, Vicenza e Padova, riuscendo in fine a ragg;ungere Venezia dove fu tra i <lifensori ciel Forte ,Ji Marghera. Barnaba Barnaba. Fratello dei precedenti. Studeme

all'Università di Padova allo scoppio della guerra,, èèl 1859, riuscì ad eludere la vigilanza austriaca ed .a.·1·/rg• giungere il Piemonte dove· s' incorporò nel 2° .Gra.n.iitieri, combattendo a Palestro, Montebello e : s. iv.lartinO'. Nel 1860 òisernva clall'E....! sercito regolare e si univa alla spe<lizione :Medici [?CI la Sici lia. · Fu alla pr~sa di

Palermo e comb~ttè a M ilazw, al Garigliano ed Volturno.

r:

Dmnenico Bar11-0ba. Cugino dei precedenti, p rese parte alìa Campagna 186( 1861 in Sicilia con la Sp~. d izione Medici; nel 186é si arruolò nel 2° btg. dei ;Bersaglieri di Ga ribaldi con il magg. Castellini. S' distinse specia lmente ne' Barnaba Ba,i,r1Aba. fatto d'an11i del Caffilfo; G . C. Abba lo r icorda nel suo volume << Cose GarÌ. ba!Jine ».

Pier Arrigo Barnaba. );Ie<laglia d'oro, n . a Buja (Udine) nel 189J.. Allo scoppio della guerra del 1915, ben• chè fosse stato <licl1 iarato inabile al servizio militaie per un vizio card iaco, volle ad ogni costo esser rnldato, e vi r ilisci. Arruolato negli a lpini, si distinse in varie-~ occasioni. Sopraggiunta l'ora tragica di Caporctto, tenne testa fino aJrestrerno nelle posi:tioni affi.~ dategli ai ripetut i attacchi avversari, ripor tan<lo una ferita e guadagnando u11a med. d i hr. al valore. Per k conseguenze ·della ferita fu dichiarato inabile ali.e fatiche d i guerra: altro dolore che s i aggiunse a qud lo, cocentissimo, di sapere la sua terra 1latale invasa e la 0

sua

famiglia

profuga

e

sofferente. Dopo qualche tempo si p1·escntò alle au• lorità militari cd espose un suo p rogramma arditissimo: rinunciare all'jnabilità e ~ar5i calare da un ·,elivolo nel tenitorio invaso, mediante un paracas dute., per fornire notizie,

organizzare repar ti con ; ta11ti dispersi sfuggiti alla prig-ionia e<l ancora vagan-

ti per le campagne friula, ne. serv irsi cli essi ai danni <lel!'avvers:irio, favorire r ivolte ed insidie a i danni delÌe truppe nemiche, r isollevare ecl alimentare lo spirito d~lle nostre popolazioni oppresse. Dopo aver vinto non poche difficoltà, ottenne alfine d i esser destinato a l com• pito grave e rischioso, e, n ella notte del 23 ottobre 1918, il Rarnaba, legato ad un paraca<lute, fu lanciat,o da 500 metri d i altezza. nel vuoto. Bcnchè nel cadere al suolo fosse rimasto alquanto pesto e contuso, si j)Ose su bito all'opera, sfidando pc~icoli di ogn i sorta e di ogni ora, e r iuscì a far pervenire non poc.he importanti n ot izie a i nostri, a recare non pochi danni a l r.e~ mico, a d iffondere nei paesi invasi la fiducia nella li-


BAR

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l,erazione. Il 5 novembre, infatti, le tluppe liberatrici entravano ia Fluja. Il ten. Barnaba, che fu nominato nel 1924 deputato al Parlamento, e luogotenente g•:ncralc <:!ella M. V. S . N., ottenne la mcd. d'oro a l v1l. mii. con la seguente motivazione: « Sebbene inabile alle fatiche <li guerra per feriL1 riportata in comhRttirncnto, con elevato senso di ,uuor patrio si offrì volontario per es,ere trasportato in aeroplano e ca lato con pHacadute in territorio invaso <la! nemico. Sprezzlndo le gra,·i conseguenze nelle quali Sl• rebbc incorso, se scoperto, inviò per ,·ari giorni ton mezzi .i.crei importanti n otizie sul nemico. Ogni Sl'.O atto fu, un fu lg ido csc:mpio di valore e di patriot tismo. (Pi,we-Tagliamento, ottobrt-novembre 1918).

Bar nard (A 11drca) . G enerale ingle..c ( 1i73-1 855). Si distinse so tto \Venington 11clh Spagna e a \Vaterloo, <love rimase ferito. Dopo la capito lazione di P arigi, tenne il comando delle forze d'occupazione inglesi ndla F rancia. Un gcn. inglésc B. (E>trico) ( I 799-155i) partecipò alla guerra di Crir.1ca al comando di una Jiv1s1onc; inviato poscia n ell'India contro i cipay, ribelli, vi morì d i colera. Gi<Y.:01mi Baniard. Ingegnere, generale e scrittore r.1[litare americano, n. di Essex (:\la~sachusets) {1811•1882). Uscito dall'accademi a militare di West-Point, prese parte a li~ campagna de l l\,fess ico. Fort ificò il porto di S. F rancisco in California, e dires,c le Iortifi-:azioni di ::\'ew-'\"ork ed altre. Fu colonnello del Genio nell'esercito del Potomac nella guerra di Secessione, tenente generale nel 1865. l'ubbl icò · << L'cs!)lorazionc e misura dell'Istmo cli Tehuantcpec »; cc L 'esercito dei Confederati»; « La battaglia di Bull' Bun »; cc Xote sulla fortificazione ro• sticra n, ecc.

Barnaud (Leoue). i\t11tniraglio francese, n. di i\n• tibcs ( 1845-1909). Partecipò alla campagna elci T onkino; fu poi presidente del Comitato tecnico <ll'lh Marina. Barnet. Città dcll'Inghiltcrr:l, nella contea di H erlford, presso L ondra.

I. Battag/;a, di Barnet ( 1461). Appartiene alla guerra delle << Due Rose>>; fu comba ttuta e vinta dalle mi.l izie di :Margherita con tro quelle d ella casa di York , comandate dal conte di Wa rwick . lI. Battaglia di Barnet { I-I aprile 1471). Appanicn~ anch'essa alla guerra delle « Due Rose » . \Varwick, al leato ora di Margher ita, aveva i! comando delle (ru pp,~ del re Enrico VI. Dall'altra pane, stava Edoarcl~ l V con suo fratello Riccardo di C loucester. vVarwick, ù i buon'ora, dopo un bombardamento inefficace, mosse all'attacco. La lotta durò accanita per sei ore sc111.1 !'Ì· sultati, Jinchè, essendosi sp::t rsa nelle tì le di Margherita · la voci: d i tradimento, le sue truppe incominciarono ;, sblndarsi. Un ,,igoroso slancio offensivo di Edoardo 11c completò h di~fatta; \\'arwick k ucciso, e la strage delle sue trup;>c gr:rndissima.

Barney ( G-ios·11è). Ammiraglio americano ( l ;59. 1818). Si distinse durante la guerra d'indipendenza contro gli Inglesi ; dal 1799 al 1802 fu al servizio a:i!.1

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Francia, comandando una squadra. Nel 1812 dife<;.! contro g li inglesi la baia di Chesapeake.

Barnkla n (Giovanni, baron~ di Shonreith). Generale austriaco ( l 700- 17-16). P rese parte alle guerre in Its.lia e cadde in un combatt imento a Rottofreno. Barnostene ( Battaglia di) Fu combattuta dagli Achei, comandati da F ilopcmene, contro gli Spartrn.i comandati da Yabide, e p rese il nome dal monte IJ., a 10 miglia da Sparta. filopemene preparò un'imboscata, e, attaccata la pugna, finse di ritirarsi. Gli Spartani ins~guitori, giunti a l punto dove il gcn. avversario a.veva occultalo una schiera poderosa e fresca, vennero all'impron•iso assaliti e sco,lfitti. Quindi B. prese il campo nemico, devastò il paese e tornò in patria . Barocci (o Ba,.rocch-io) ( P ropcrzio). Ing. mii. del secolo XVI. Occupò un posto notevole nell'esercilo di Alessandro F arnese, allo rchè questi ,·enne innalzato al gr:ido di gc:1crale supremo dell'Esercito di Spagna ( 1578). ,\1. l'assedio di Anvcr~a ( 1584-85) co,truì, per ordine di ;\. Jessandro Farnese, s ulla Schelda, in un punto designato presso il villaggio di Callao, il famoso «sbarramento», che era una specie di ponte colossale di struttura 1;1;sta, parte su palafitte, parte su navi; il ponte era difeso anleriormen tc da un aggruppamento di barche u mate di spe rone che si chiamarono « flotte 11 . Barodo (don Fra11cesco). .Scrittore militare spagnuolo contemporaneo; autore di (l La vita militare i.dia Spagna», (Barcellona 1895); e< Il musco militare.-;; « La letteratura mil itare >l, ccc. Baroffio (Felice). Generale medico, n. a Milano a Roma {1825-1S93). Ancon studente in medicina, partecipò l]ua lc volontario sottc i1 Governo provvisorio della Lombardia alla campagna del 1848, e, laure1tosi in medic ina e chirurgia nellTn i\'t r,ità di Torino ( IS-19), pr~3r parte q~1ale chirvrgo maggiorr nell'E~<'rcito sardo alla campagn"l d el 1849. Seguì come medico di battaglione il cor po di sped izione di Crimea (1855-56) e partecipò quindi alle campagne del 1859 e del 1866, mer it:inclo:;i una med aglia d i bronzo al valore nella !;attaglia di S. )lartino (2·1 giugno 1859). Promosso colonnello ( 1876), fu direttore di sanità milit:ire nella divisione d i Torino e n1cmbro del Comitato di Sanità Militare; co l grado cli magg ior generale (1877) cbb! la carica d i ispettore capo d i sariit't m ilitare. Dura nte fa sua carricr:i fu incaricato di varie missioni, fra le qual i nole\'Olc quella di Plenipotenziario p resso la Conferenza internazionale per la neutrali tà dei feriti in guerra (Ginevra 1864 e 1868) e que lla d i membro del Congresso lnt~rnazionalc di Statistica ( 1867).

111.

Barografo. E' lo strumento che in base alla prc,sione atmosferica registra t:altezza che un aereo raggiL,,,ge ~uccess ivamcntc. E' larga mente usato nell'a viazione. ~pccia lmente µer i voli di prorn e collaudo, ed ~ strumento di massima importanza, in quanto, re~i-: strando su apposita cartina barogra fica le quote raggiunte du un velivolo, dà la prov.1 irre futabile, 11011 ~oio de lle a ltezze raggilln te, ma anche del tempo impi~gato dall'aereo per raggiungerle. L'cnttezz1 dello strume:ito diprnde anche dalla si-


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slemaz·ione a bordo dell'aereo, in modo da evitargli qual_ s iasi vibrazione: a tale scopo seno s tati stu<liat i d:versi tipi d i sospe!!sione elastica ; la soluzione migliore è risultata quella di piazzarlo su di una ta voletta a , mezzo di cinghie, e con interposizione d i una striscia rii feltro. La t:ivolelta è sospesa nell' intemo del velivolo per mezzo ,di . cor<loiii elastici fortemen te tesi e che dai vert ici q,clla tavole( ta stessa v~nno ad attaccars·i· ad elementi resistenti della fusoliera del velivolo. In tale mod0 il supporto degli strumenti .non è a contatto Barometro con quadrante di retto con la fusoliealwnet rJco ra e gli effett i · delle vibrazioni sonc, a~s0lutam,'nte trascurabi li.

Barometro. Strumento atto a misurare la pressione atmosferica e :i. renderne note le variazion i. Si hanno due tipi d i barometri, a mr,·curio, e metallico. Il primo è più specialmente usato quando occorre grande esattezza nelle osservazion i. I I barometro metal!ic,J, entrato nell' uso pratico sin dal 1866, si distingue in « ,1ncroide >J cd «olosterico». Il primo è formato da un tubo di ottone, a pareti sottilissime, a ·sczio1,e lenticolare, pri\' O d 'aria, riµ ie~3 lo ad a1·co e fìssato nel punto ccntralr. Coll'aumentare della pressione diminuisce la sezione del tu bo, il quale v iene così ad iticun-rursi nnggiorn1ente1

avvicinando le

e.::;{rem ità; queste, agendo su delle leve, fanno spostare una lancetta cl1vanti ad un quadrante. L '« oBarometro aur.orcgistrator~ l<Y.;1erico J) è costitu i(O IJarograro) to eia una scatola di ottone, chius.:. e vupta d'a1·ia, con un sottile coperch io p rovvisto

di sc~nalature circolari, scnsibili<;"simo,

pertanto, alle più piccole variazioni di pressione. Gli abbassamenti cd i sollevamen ti del coperchio vengono segnalati da un indice, messo in movimento, su ùi un q uadrante, d ~. un s istema di molle. Il barometro met:tllico viene usato frequentemente nei rilevamenti speditivi <lei terreno per calcolare le (!jffercnze d i livello :rn i vari pur.ti d i esso. Oltre a quelli descritti, si usano anche i ba1omdri « autoregistratori )l (barografi) costituiti da. un barncnetro aneroide, la cui lancetta, inwce di dare indicBioni S"-' d i un quadran te, lascia una tracda scritta, con inchiostro umido, su d i un foglio di carta convenientemente arrotolato in torno ad un tamburo, che r uota co·,1 moto uniforme med iante congegno di orologeria. l i b:trometro autoregistratorc è il più usato perchè al marinaio interessa non tanto conosce re il valol'e assoluto della pressione atmosferica in un d ato istante, quanto le var iazioni della stessa nelle 24 ore. Quando il baro-

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metro scende è indizio di tempesta; se sale, in generale si hanno venti d i tramonto e buon tempo. Per i mari della Cina è consultato talrnlta il << barociclonometro ,i inventalo dal Padre Algbé, il qna le, in ba~e a lle p re5sioni ed alle direzioni dei venti, può dare indicazione della direzione in cui trovasi in ogni istante il centro del ciclone, o tifone, che come è noto &i scatenano d i frequente in determinate stagioui sulle coste del Pacifico occidentale cagionando danni forti;;simi, Col barociclonomctro s i può seguire approssimat i,-amcnte lo spostarsi del centro del c iclone e sfuggirlo con la nave. S i pubblicano mensilmente carte nautiche d~gl~ oceani, ,ielle quali sono riportale le isobare, ossia lince di uguale pressione atmosferica più probabili nel mese per il qua:lc le carte sono pubblicate. Queste carte '.;ono stampate va lenrlosi dell'esperienza e vagliando opport•.1namente un grandissimo n umero <l i osservazioni e di informazioni che speciali uffici raccolgono da tutti i nnviganti..

Baroncello (Gian France.,co). Fu ingegnere militare agl i ordini del Duca cli Savoia. V isse nella seconda metà del secolo XVII. Barone. Titolo nobiliare che veniva conferito s111 principio del sec, XVI ai magnati e ai grandi vas,a 1li della coron:i. Dapprima, baroni, in Francia, furono del ti gli ufficiali incaricati del comando dei castelli fortificati alle frontiere Qaincli ebbero proprio governo e amnénistrazionc sopra territorio che fu detto « baronia >l. X ci paesi dr! duca d i Savoia a l d i là delle Alpi, e anch~ in Val d'Aosta, i baroni, in base agli statu ti cli A,i12 cleo VIII, avevano feudo direttamente dal Princip~; dm·c,·ano possedere un'entra_ta d i almeno 3000 ·lire e .:,,mandare a lmeno a 25 vass1 lli nobili. In caso di gucrn•., il barone ri univa i dipendent i sotto il proprio vess illo e li comandava. In seguito il titoio d i 13. dimin uì la sua importanza; ,·cniva ·d ato ·alla bassa nobiltit ed era inferiore a l conte. Congi-ura dei Baroni. Tn seguito alla morte di Aife,nso il .:Vfagnanimo, re d i Na.poli e d'Aragona, i barem i deci.,ero di esc ludere dalla corona il principe Ferd inando, suo figlio naturale. N on trovando alcuno. che fosse degno ilei ramo legittimo d ella casa d'Aragona, i baroni r icorsero a. Giovanni, duca titolare della Calabria, figlio d i Rena to d'Angiò, il quale era sopravvissuto e protestava contro la r ivoluzione che lo avn:i. deposto. I baroni con molla facilità riuscirono quindi a persuadere Giovanni alla conquista del regno d i Napcli. Firenze aiutò l' impresa col danaro e anche Venezia l'appoggiò; •lo Sforza, signore d i Milano, rimase i,1vece fedele a !l'alleanza che lo legava a Ferdinando. 1Jn numero considerevo·le di nobili napoletan i, fra i quali l'Or~in i, principe cli Taranto, il vassa llo più potentt della corona, inalberarono la bandiera dei d' Ang:ò, sotto la quale s i strinsero anche tutti i ,veterani ,Jc]k guerre p recedenti. Il duca Giovanni dopo qualche felice successo, fu abbandonato a poco a poco dai baroi,i, i quali si sottomisero a Ferdinando. j\fa dopo 20 a,1ni insorser0 d i nuovo, chiamando in loro aiuto Innocer,zo VIII e Renato II, duca cl i Lorena, al quale offe,-sero la corona. Non vedendo però giunge re nè le tru ppe del papa, nè quelle de,] d uca di L orena, stipularono ron


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Ferdinando un tratla to, nel quale entrarono mallevadori Ludovico Sforza, règgentc d i :Milano, il re di Spagna e Lorenzo ·d c' Medici. Subito dopo, Fer dinando e Stio figlio, per dar sfogo a l loro risentimento e alla vendetta che covavano biecan1entc nell'animo) invitarono .a :~~)frlazzo i primi dei nobili sotto il pretesto di farli :l3sistere ad una festa nuziale; qu ivi li caricarono d i ferri, e li fecero perire tra orribili supplizi. P otè salvarsi ~olo il ·sanseverino, principe di Salerno, i l quale, col cuore rigurg itante di vendetta, passò a · venczia, e quindi in Francia, . ove si adoperò con tutti i mezzi per indur:c il re Carlo VIII a deporre il tiranno che aveva così iniquam.c nte trucidato i suoi conci ttadin i. Questo delitto inA uì non poco sulle rapide vittorie che r iportarnno i francesi, allorchè vennero in Italia per la conquista ciel reame di Napoli.

Barone. Soldato p iemontese, medaglia d 'oro. Arruolato nel R eggimento Monferrato, partecipò, verso la. :fine del secolo XVIlI , e sot to i l comando del colonuello G iovanni F rancesco A YDgadro <li Casanova, alla campagna di guerra contro la f'rancia. Egli fu uno dei pochi soldati che per f ulgido eroismo vcnnern decor ati d i quella medaglia d'oro a l valor militar e che il Re Vi ttorio Amedeo I II aveva istituito il 2·1 maggio 1793. I l Barone si mer i tò l'alta ricompensa nella battagli:i. di Cosseria del 13 aprile 1796; in tale giornata, sebbene avesse ripor tato tre ferite, rimase iri,perterrito j)resso il cadavere d i un suo super iore, il Del Carretto, per impedire che cadesse nelle man i del nemico. Barone Em-ico. Scrittore militare italiano, n. a Napoli, m. a Roma (1859-1924). Ufficiale d'artigl ieria, passò nello Stato Magg, e fu insegnante alla Scuola di guerra. Raggiunse il gra.do

~l di colonncllo ma nel 1906, 1

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si dimise, ent rando nella redazione de l 3i0rnale « ·1,a T r ibuna » µr ima, e del « Popolo Romano» poi, come cr itico militate. Fu in seguito direttore dell'I stituto Superiore di Studi comme rciali e sociali fi no :tlht morte. T ra le sue nu n'>l:rose opere son da ricordare: « I grandi capitan i ~ino alla R ivoluzione)); « Il ·pens iero d i :'.l•[olfre sull' invasione della BJcmia )) ; « Come operano i gu·~ di eserciti )J; « Studi sulla condot ta della guerra )) ; « Storia militare della nostra guerra fino a Capor~tto >); e, in unìone con Vico l\c(antegazza, la voluminosa « Stori<l della grande guerra J) . F ondò anche e d iresse il giorna le poli tico-milita re << La preparazione)), che dibatti: p iù importanti problemi della d ifesa nazionale.

Baronis ( Luigi Davide). Genera le, n . a Gorzegnq, m. a Torino ( 1860- J 921). Sotto!. dei bersaglier i nel ISSO, par tecip ò da tenen te alla campagna d'Africa jcl 1887} n1critai1.dosi una medaglia d'argento al valore; si dist inse poi col grado di cap itano, d urante l' insurrezione cretese del 1897-98. Si meritò due medaglie d i bronzo a l valor civile in occasione d i gr:ivi infortun i (settembre 1

84 1894, Muràzzano • .lu glio ! 9o'!, Napoli), e, promosso ·C Oionneiio (1914) ebbe -il comando del 9° Bersaglieri. Partecipò alla guerra mond iale (1915 -16-17-18) prima col grado di Maggior Generale poi con q uello <li Tenente Generale.

Barozzi (Jacopo) detto Il Vignola. dal 1uogo d'onde ebl,e i natali (1507 _ 1573) . Architetto, teorico e pratico. L'opera che lo re3e celebre si intitola : « Le regole dei cinque ordini di ar chitettura )>. F u ingegnere ,1uilitarc; il palazzo Caprarola, edi.ficio civile e m il itare famoso, commessogli daJ CardinaBaronts Davide le Ale<5sandr o Farnese, rapp resenta la sua pii, perfetta costruzione.

Barra. Comune nel circ. di Ì\apoli. Il IO giugno 1799, · una piccola colonna francese, di circa 300 u., a l comando del gcn. Man thoné, spedita contro le truppe del card inale Ruffo, venne attaccala dal nemico a B ., e tcr_ sagliata anche dalle case e dai tetti, sì che dovette 1·itirarsi a Napoli. Bai·ra FraJt.ce,co. Costru ttore di artiglierie, spagnuolo, del secolo XVII; fu a capo della fabbrica di cannon i di Darcellona e lasciò un << T rattato d i artiglieria)) .

Barraceli i. v·. Baracelli. Barrachino. D enominazione clata nell'antico esercito piemontese alla tazza di latta che era in clota?.ione a ciascun soldato, quale piccola misura della razione di vino, caffè ed a,ltre bevande di conforto. B a rragan (Mich ele d,). Generale e uomo di Stato messicano (1789-1836). Conquistò i suoi gradi nelle lotte dell'epoca; assediò gli s pagnuoli a Vera Cni7., e, ridotèili a difendersi nel castello, li costrinse alla resa (1824). Fu minist ro della guerra, ed ebbe poscia la presidenza della Repubblica. Barrai (Pietro) . Ingegnere mii. francese ( ! i42-1826). Fu impiegato quale ingegnere militare in Corsica (17601788) ; diven ne comandante di un corpo cli ingegneri d i pomi e s u adc nell'esercito d'Ita lia del Bonaparte. Barranca-Seoa (Combattimento di). Appartiene alla guerra dei F rancesi nel Messico; il gcn. de Lorenccz, i l 18 màggio 1862, battè a B . un cor po d i messicani, i quali perdettel·o 100 morti e 200 fucili, e lasciarono 200 prigion ier i. Barrani. Località co,ticra dell'Egitto occidentale, ·a SO Km. a c, t. di Sollu m. Vi s i combattè (26 febbraio 1916) una battaglia c be appa r tiene alle operazioni ·.11ilitari inglesi del 1916 contro i Turco-Senussi, (V. Egitto). La ba tt . prese anche il nome di Agaguir o Agagia. B. era stata occupata da i Turco- Ara b i, al comando .d i Gaafer Pascià e cli Si'di Ahmed, rie l novembre 1914, allorchè gl i Inglesi abbandonarono tutta la costa dalla


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frontiera circnaica fino a MatrU<.:h è vasta parte dell'ir.terno del paese. D ecisa la rioccupazione d i B ., gli fnglesi ne a ffidarono l'incarico al gen . Lukin, il quale i u posto a capo di una forte colonna, composta di pareccni bgl. di fant. · e sq<lr. <l i cav., con art . leggera e autoblindate. Il 22 fobbraio egli si po;;e in marc ia, e la sc,·a del 25 giungeva a contatto," ad Agagia, con le tr ~ppe di Gaafer Pascià. Il mattino seguente, verso le 11, !a battaglia era impegnata al cen tro da un battagli,me <ld Transwaal, per dar tempo al corpo dei Yeomanry, con due pezzi autoblindati, di attaccare l'ala destra nemi~l, e ad uno squ adrone di Yeomanry e due altri pezzi auto. blindati d i assalin1e la s inistra. La fanteria, adunq•.1e, era stata destinata a trattenere ,: scuotere il nemico sull.1 posizione e le. armi p iù <:eleri a determinarne la disfatta con azioni d'ala e possibilmente avvolgenti. Gaa fer Pascià intuì la manovra nemica e per sventa rla ten,ò d i allargare il p roprio fronte oltre la sin istra inglese, per avvolgerla a s ua volta. 1-fa la contromanovra non riusc ivi e frattanto i tiratori del Transwaal erano pe,venulì a soli 450 m . circa da quelli nemici. La situazione tr1 giunta alla crisi, ed il generale Lukin ne sollecitò la soluzione èon l'intervento della riserva e col riunire tutt:i la cavalleria sul propr io fianco destro per lanciarla alla oarica. Sotto la pression~ incessante dei sud-africa.ni ": dopo due ore di lotta, il nemico, che s i era battuto con estremo accanimento, fu costretto açl in iziare lo sgombro delle sue posizioni. Non appena avvedutasene, la cavalleria inglese irruppe a l galoppo ed il duro combattimento venne deciso da una beHa carica dei Dorset Yeo- man ry. I Turco-Senussi 1asciarono sul terreno 200 mor• ti e feriti, oitrc ad alcune decine di prigionieri, fra i qua li lo ste3so Gaafer Pascià. Due giorni dopo, Lukin rialzava la bandiera britannica a. Darrani.

Barraquer (Ca,-lo). Genera le del genio mii. spagnuolo ( 1833-1902). Partecipò (1863-65) alla guerra di Cuba, dove tornò nel 189S per r innovare le fortificazioni dell'Avana. Infine fu direttore dell'Istituto Geografico. Gioacchino Barraq1ler. Generale del genio mii. ,vn.gnuolo ( 184S-1909). Partecipò alla guerra carlista ciel 1873 e nel 1884 andò come ingegnere m ii. capo alle Filippine.

Barras (Feraud de). Cavaliere francese. Nel 1243 fu il comandante jn capo dei Cavalieri di San G iovanni. Combattè poi in Italia con Carlo d'Angiò. Gian Antonio Barr.;s dc /a. P e1ine. Ufficiafe di ma. rina fran.:csc, ciel sec. XVIII, m . a Marsiglia nel lì.'iO. Si distinse nel boÒ:1-barchmento di Genova; diventò tomandan te del porto di Marsiglia e ispettore delle co• st,·uzioni nan li. Scrisse sulle marine antiche, _sulia forma cklle triremi, ecc. Paolo, visconte di Bnrras. Generale e uomo di Stato tfrancesc ( 1755- 1829). Prese parte alla èampagna delle Indie ( 1775-1778). Lasciato l'esercito, durante la R ivoluzione fece parte della Convenzione come rappresentante del Dipa rt imento del Varo. llfandato in missione presso l'Gserc.ito che assediava Tolone, vi conobbe Bonaparte di cui divenne amico. Fu uno dei capi delh ;.e"azione del Term idoro, Presidente della Convenzione e membro del Comi tato di salute pubblica. Nominato generale in capo, il 13 vendemmiale, dovette il succcs-

so d i quella- giornata a Napoleone comandante delì'artiglicria, che destinò al coma ndo dell'esercito d 'Ita-lia. G iunto al D irettorio dopo i·l colpo d i Stato del 13 fruttidoro dell'anno V ( 4 se ttembre 1797) cedette al Bonaparie, giunt_o dall'-Egitto, il peso_ della pubblic,t amm inistrazione e del potere si ritirò a Bruxelles poi a Roma, infine presso Parigi.

Barre. Si chi,imavano <<barre)), nella marina velica, le coffe superiori degli a lberi, quelle che stavano aJl'a ltezza dei velacci e del velaccino. In narras Paolo molte navi, le coffe a lte era no appunto ridotte a delle semp lici traverse o ~barre robuste di legno sulle qua li pptevano appoggiare i piedi e star seduti i marinai per riposarsi prima di uscire lungo i pennoni a!Ja manovra delle vele. Cowe punizioni!, per lievi 1nancanze, si usava infliggere l'obbl igo di stare sulle barre, anche per qualche ora, e C-")!1 tempo càttivo. Questa punizione è tu ttora in uso per gli allievi dell'Accademia navale e per i mozzi <lural!!e le campagne d i is truz ione sulle navi a vela. Barreca (Riccardo). Colonnello, n . ad Alessandr;a nel 1881. Uscì tenen te dalla scuola militare di Modena nel 1901. Ent.rato in guerra col grado di capitano, fu promosso maggiore per merito d i guerra nel 1916 e tcn. colonnello, sempre per merito di guerra, nel I 9 Li. Come tale comandò il 26° F anteria, reggimen to elle al suo comando ebbe la rnedagli,L d'oro al valor militare nella batt:tglia dell'Hermada 23-26 maggio e 4-S giugno 1917. Successivamente, il B. fu pro11103.,o colonnello n el 1918: ebbe 'il rnrnando del 33° reggimento i:zeco-;;lovacco. che ,;e1 1919 prese parte al!; . operazion i per l'occupazione della' S lovacchia. Tornato in• r,atria. comando il 1° reggimento fanteria, indi -la scuola allievi ufficiali d i R0ma, il 18° fanteria, il Distretto d i Orvieto. Il col. Barreca guadagnò in guerra tre medaglie di argento e due <li bronzo : di esse, due ne1la guerra ItaloTurca <lei 191 1-12. Barreto (Gio.limn·i). Ma resciallo brasiliano (li;d1879). Fu insegnante alla scuola superiore mi i. (1318); ebbe insieme col gen. Stocler, l'incarico di fortifica r:è ia b?.ia cl; R io Janeiro. N cl 1840 venne da don P edro ;,emina.lo generale in capo dell'esercito del Rio Gra11de del sud. Fu ministro della guerr:1 dal 1844 al 1846. Barrett (sir Artlmr). l',faresciallo di campo dell'esercito ·britannico, nato nel 1857. Promosso rnagg. gen.


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nel 1907, ten. gen. 1,cl 1911, \j<I: . nel 1917, collocalo ,i riposo nel 1920, maresciallo di camp·o nel 1921. Partecipò a diverse campagne in India, e alla guerra mond iale col corpo di spediz ione in Mesopotamia.

Barricata. Così chiamasi u,i r iparo occasionale, .-o. -stituito di legname, d i ba!Jc d i lana, d i botti piene d i terra, di n1asserizie, di ~arri, carrozze, ec0., che s i fa attraverso le vie di una città o di un borgo per impedire il passaggio ai nemici. I nostri antichi lo chiai-narono « Serraglio>> . Da prima, quando · an cora non si usavano le armi da fuoco, le barricale s-Ì formavano attraverso le strade di citlà o · villaggi con catene tese, raccomandate ad arpioni mur~ti, \Jcuni dei quali si veggono ancora nelle vecchie st~ade d i Parigi.-_ Con quest'ostacolo il popolo r itardava l' avanzarsi delle t n;:,pe che gli andavano contro. P i<'i tardi, non •r iuscendo le catene a proteggere il popolo dal fuoco n emico, vi si sur rogarono sacch i o barili pieni d i terra:; e ;:iczzi di legno, o a lberi abbat tu ti o ruine di fabbrica ti. In ò ifetto d i queste cose, più tard i in parecchie citti, d i Europa,. in occasione d i sommosse, il popo!o forn,0 subito le barricate con sassi, mobili delle case, car -

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a ,·cr falto assassinare. nel castello d i B lois il duca d i Gu·isa e suo frateilo il cardinale di Lorena (23 di· cem bre).

Guerra di banicate fu detta la lotta del _1848- 49 :1eil' inlerno di c itià europee, a causa di sommosse popolari: tipica quella già citata delle Cinque giornaie di Milano.

Barriera, Per porre k vecch ie fortificazioni in meno siavorevoli condizioni. di resisknza d i fronte , a ll' in troduzione delie bocche da fuoco, i cui proietti ne sc_uote• vano i r ivestimen t i di, p ietra, d isfacendo· il m uro e liberando la terra che andava a dispors i a scarpa ; i..'l• turale facilitando l'accesso a.Ila, breccia, si i ncominciò l'inter posizione ai terrapieni interni d i barriere d i k gnarnc o <li fascinaggi.. Talvolta, a llorchè l'assalitore era agli u ltimi approcc i e batteva con le artiglierie. le mura in breccia, s i costru irono diet ro la fronte attaccata, O))lè• re d i legname terrapiena te d i poco rilievo che, munite d i bocche da fuoco, potevano arrestare le colonne d i assalto. Nella difesa di Siena ( 15 14) i l l\fontluc fece erigere d ietro le vecchie nn1raf una barriera del gene.re e dispose; sui punti che prevedeva p itt facilmente rovinabili, rarnpari rìentranti. Barriera. Denomin azione data aù ,pio degli ostacoli (sbar:·a) artificiali e regolamentari, che esistono n clie cavaller izze mililari, per a bituare i cavalli a l salto. Può essere fì5sa · o mobile; quest'ultima è appoggiata alle estrem ità a cavalletti per poterla elevare grndatamcme. · In generale serve come ostacolo feriale n elle competiz ioni, e concorsi ippic i m ilitari, per l'aggiud icazione <lei

prem i.

T rattati della Barriera. Sono r;ue lli del!' Aia (29 ottobre 1709), di U t recht (3Q gcntnio 1713), di Anversa (1 5 novembre 17 15).

Rarr!cna a Santa Ilrlgi<la (Napo l! 1848)

rctk, vetture rovesciate, con tutto ciò insomma che .-,'.lò costituire ostacolo. Fu un modo di eccellente difesa, coronato da s uccesso finchè le armi da fuoco non raggiunser o soverchia potenza. La r i volta del popolo di Milano contro gli Austriaci, che finì colla cacciata d i questi ( 1848) offre un esempio mirabile dell'uti lità 1.lellt barricate. Dicesi anche barricata la stretta naturale d i un:1 Yalle montana, dove i l fiume scorre per un certo trat• to incassato fra alte ed impervie mu rag lie di roccia . Una stretta così fatta è .facilmente difensibilc e p resenta un ostacolo pel nemico. Esempio tipico ci è dato dal!e coi:i dette «Barricate» della Valle Stura d i D emente.

Gùmuita delle Barr-icatc. Venne dato questo nome alla r ivolta preparata da l duca, Enrico d i Guisa cont ro i· Valois (12 maggio 1588). Enrico III di Valois spiegò le sue forze - cir ca 4000 Svizzeri e il regg. delle guard ie - a Pa r igi, occupando vari punti strategici in città; ma il popolo non s i lasciò in timidire: eresse r n grande n umero di barricate e sfidò le forze reali. En:. r ico III, <li fronte a questa insurrezione, s i r isolvet!e ad abbandonare la città e si r itirò a T ou rs, dopo <li

Piazzeforti della B arriera fur ono de tte q uelle dei i"a•'Si l\assi, giit appartenenti alla Spagna, nelle q ua li gli Ohn~ ùesi, in base ai tra t tat i sopra accennati, acquista:ono il d ir itto di tenere presid io. E rano comp rese in terr itorio che d ivenne poi belga .

Barriti (Anton Giulio) . Romanz iere italiano, n. a Savona, m. a Genova (1835-1909). Fu soldato ·<lell'csercit.o sardo nel 1859 e ga-• ribald ino ne1 1866-67. Le sue impressioni e i suoi r icord , bellic i lasciò in due opere : « Con Gar ibal<li alle porte d i Roma ll e « Voci del ,pa.ssato » .

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Barrili s (nobile Felice) . Generale, n , a Tori-

no rn. n el Canton Valais (Svizzera) '(1840 ~ 1911). Partrdpò da sottot. ~li art. alla campagna del 1859, <la tcn. a quella d i Ancona, e da capitano. a Barrms Feilcc que!Ja Idei 1866. Promosso colonnello (1883) comandò il Collegio :Mili-tare d i Firenze ed il 3° regg imento art iglieria. Maggiore generale nel 189 I, fu comandante di a r tiglier ia da cam-

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pagna m i3ologna " comandante <lella Brigata Pisa; promosso tenente gen erale, comandò le Divisioni militari di Firenze e di Bologna.

Barrington (Sa 11111ele) . Ammiraglio inglese (17291800). N cl 1778 si dist inse contro i F r ancesi nel le foùie occidental i, dove batiè il d'Esta.ing, impossessando:,;' dell'isola di Santa Lucia. Par tecip ò alla fazione di Gibilterra del 1782, come comandan te in seconda della squadra de!J'ammir. Howe, Barrios (Gerardo). Gencr<)le e uomo di Stato del Salvador (1809-1865), Dopo aver preso parte alla guerra contro i fi libustieri d i Walker, partecipò alla r ivultl contro i l presidente Campo (1857). Fu varie volte m inistro. Norninato presidente ( 1860) tenne la carica per sei anni con p ieni -poteri d ittatoriali. Trasportò la capitale di Cajutcpeque a San Sa-lvador e r iorganizzò l'esercito affidandone il comp ito ad ufficiali francesi. Nel 1882 entrò in guerra con Carrera, presidente del G uatemala; l'Honduras si a lleò a Banios, mentre il N ic.1gua si strinse con Carrera. Barrios fu vinto e fatto p rigioniero sul territorio del Nicaragua (1865); ·conzegnato a l suo successore, Duenas, questi lo fece fuc ilare (1865). Giusto Barrios. Uomo di stato del Gua temala (.1,'Ì°:l~1885). Dal 1867 al 1869 prese par.te all' ins\1rrczioné_J iberale. Divenuto d ittator e, si propose di p romuovere l'unione dell'America cen tr ale; non essendovi 'r ius~ito con. i mezzi pacifici, nel 1885 lo decretò di autorità; e, noncurante delle minaccie del lVfessico, in vase il Salvador, a cui si a llearono il Nicaragua e la Costa-R ica. ma venne bat tuto e ucciso a Chalchuapa. Candido Barr·i os. Generale spagnuolo del sec. XIX.

Fu insegnante d'ar tiglieria, e crea tore di un cannone (1d anima l"iscia (1862) da 22 e 28 cm., per i l servizio delle artiglierie da costa. Au tore di va,·ie opere, tra le qaa li: « Nozioni d i artig lieria» e « Armi portat ili da fuoco».

Barros (Cim.'anni d,). Storico portoghese · ( 14961570). F u governatore della Guinea pocloghesc e dell:i. prov. brasiliana di :ìYfaranhas . E' autore d i una (( Storia del-le conquiste dei Portoghesi oltre m are ll che inspi rò Camoens e gli mrritò il sopr~nnome di (( T ito LivicJ portoghese ll, D-iego Barros Arana. Storico cileno del sec. XIX, n. verso il 1824. Fu professore all'università di S:m-

t iago e ministro del Cile a Buenos Aires. Fece pa r!~ della Commissione per la ùelim_itazione dei confini fra Argentina e Cile. Fra le sue oper e principali si 1·icordano: <( Storia generale dell'Iridi pendenza del Cile 1) (1854-.57); (( Storia della G uerra del Pacifico ll (lSS0BJ\; "S:oria generale del Cile >l ( 1884).

Barrosa (Battaglia d1) (S marzo 18 11), Appart iene alla campagna francese nella Spagna. Nel marzo 1811, in Andalusia, specialmente intorno a Cadice bloccata dal Corpo del Victor, .Ja. situazion e francese s i faceva sempre più critica. Un cor po composto di 10.000 Spagnuoli comanda.ti da-I generale La Penna, e di 4000 Inglesi · comandati d al generale Grabam, si era, sul finire di febbraio, ri unito a Tarifa, e, protetto da lla flotta dell'ammiraglio K eath, aveva raggiunto il 5 marzo 1811,

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BAR

per la via di Vejer e di Con ii, gli avamposti francesi d i Ch iclana e li aveva già in parte rovesciati,. quando il marescia llo Victor, senza nemmeno attendere la riun ione delle sue forze, sferrò un'offensiva contro una par te dell'eser ci to nemico, affidando al generale Villata. il comando della destra ed ai generali Levai e Ruffin.quel lo ciel centro e della sin istra; e rinforzando in pa d tempo con -la div isione _ Cassagne la posizione di ~cd in a Sidonia, contro cui pr evedeva un attacco anglospagnuolo, dipendendo da quella posizione tutte __le a ltre sottoposte intorno all'l sola cli Leone. I generali .La Penna e Graham sostennero l' urto di Victor, ma, poco fusi nell'azione, s i preoccuparono più d i aprire le conwn icazioni con l'Isola Leone .che di battere defin itivamente il ne1r ico, - soverchiandolo. alla s inistra e costTingcndo il Vietar ad abba ndonare la linea e p ortarsi a l d i là del Guaclalete. I l corpo d.i Lardizabal si portò su una posizione elevata a tergo di Chiélana, appo.,·giato1 da Barr osa, dai generali Graharn, Vittinghea1n .,.e Ponsonby; ma, ,per la ma ncata _coordinazione deg)i ; forzi, non ottenne l'esilo che poteva spc1:are. G li Spagnuoli1 battenàosi con ost)nazioJle e. coi1 gra"nd~ vaJol·e, ottennero i! - risultato cli aprirsi, attFà verso le _linee francesi, la strada all'Isola cli .L eone. _flia -si ·àJlontanaro,io dagl i Inglesi, i <1uali, da pr inci1;io . yi;t~riòsi sulle truppe de! generale Ruffin, a cui tols~r.0;_ 8 pezzi d'artiglieria ed un'aquila d i ~eggilYlento, .f&is'iìo-poi battuti dalle sopraggiunte .l:i.servc elci . Y~cl~.d -~◊Stretti a rifugiarsi nell'I sola ~l i 'L eoné. ' . . , Quest'azione ; ngÙ;i-sp;gnuçJ-i; /sé non sortì il successo voÌuto di · far -togliere.)1 blocco da èadice, pur tuttav i_a ebbe i! ,ri6ultato di richfa,nare il Soult in An<lalusia, f:tç:endo -coflSegu irc clc[ r• và.h t~ggi al generale

J3eresforcl in Estrernaclur a, e ùi distrar'i'e lo stesso Soult dalla :marcia in Por togallo . Le perdite s u bìte dagli alleati fur ono circa 2000 u . ed altret tan te quelle di parte francese.

Barry (Alfredo d ,). Ammiraglio a ustrfaco: nato a Genola ( Cuneo) nel 1830; ent;·ò nelJa marina austriaca, e nel 1848 partecipò al blocco di Venezia a bordo della fregata ((Bellona». Promosso cap. d i fregata nel 1864, nella ballaglia di L issa comandava la (( Principe Em;cn io l). Allà .fine della sua carriera ebbe il comando della p iazza di Pola. Barsaenti (o Barzaento), Satrapo della. Drangi1:1a. Prese parte a l.Ja battaglia di Arbcla (331 a. Cr.) con l'esercito d i Dario, contro il quale cospirò con Bessa, dopo la sconfitta subìtR da Alessandra. Fu tra colorn che feri rono mortalmente i l p roprio re; fuggito poi in Ind ia, fu d agli stessi abitanti consegnato ad Alessandi;a che lo mise a mor te. Barsanti (Pietro) . Capora le lucchese, n. nel 1849, fucilato il 27 agosto 1870, sotto l' imputazione di avere or ganizzato una sommossa mazziniana a Pavia, la notte del 24 marzo 1870. Il moto, nell'intenzione di Giuseppe r~fazzin i, doveva man ifestarsi nell'esercito a forma di pronunciamento, allo scopo d i marciare su Roma per unirla a ll'Ita lia. Fu invano presenta ta dalla marchesa Pallavicino Trivulzio petizione d i grazia . Bar-sur-Aube. Ilor go della Francia, in origine fortezza romana, esistente fino all'epoca dell' invasione


degli· Unn i. Distrutto da questi barbari, fu ricostruito in riva a l· fiume.

• · Combattimento di Bar-sur-A ube (24 gé1maio 1814). App:trlien-e all'invasione della Francia da parie degli Alletlli. 11 maresciallo Morlier, duca· di Treviso non ave. '-'a potuto difendere nè Langres nè Chau mon t,' per :11ancanza d i rinforzi, ed era stato costretto dal nemico, ben superiore in numero, a ripiegare a Bar-sur-Aube, che occupò con una parie della vecchia guardia e con la divisione italiana agli ordini del generale Cristiani. L'a vanguard ia 1:>ccupò il ponte dcli' Aubc presso Fontaines. Il 24 ge1m. 1814, il principe r eale d el Wurtcm·berg ed il generale conte Giulay si riunirono per attaccare il :Mortier. Erano circa 30.000 uomini contro 13.000 francesi, scarseggianti di munizioni. L':ittacco fu sferrato a mezzogiorno, e l':tvanguardia francese subito

respinta fino a l ponte d i Fontaines; ma 8000 uomut1 della vr.cchia guardia e della d ivis ione ita liana contral1accarono gli austriaci con tanto impeto, da sopraff71rli quasi complttamente. Ciò nonostante il nemico, sotto la protezione del ben nutrito fuoco d'artiglieria e della brigata di Trcnek, riusd n. riprendersi. Bar-su-Aubc n el frattempo era stata aggirata dai corni Wurtemburghesi, e poichè era noto che il principe reale avrebbe fipetuto l'attacco il giorno succcssh•o, il ~Iortier, certo di non potere ricever<: rinforzi, per risparm1.1.,e il sangue dei suoi soldati e la stessa cittil, durante la nòtt'e abba1idonò la p osiz ione dopo aver pe:rdu to qaasi 2000 uomini fra morti, feriti e prigionieri,

Co111battimc11to di Bar-s11r-A 11be (27 febbraio 1814) (\ppartiene :illa invasione già accennata. Il generale bavarese conte d i Wrede cm. rientrato a Bar-sur-Aube il 26 febbraio 18 14. Lo stesso giorno i francesi ripreser o la città, ma i bavaresi resta rono padroni dei sobborgh i. L'indomani, i maresci.a.lli Victor e Oudinot s'impadronirono delle alture di Arsonval e piombarono arditamente sui bavaresi e russi riuniti, che furono costretii a rip iegare, lasciando i francesi padroni del bosco di Lcvigny, Verso il mezzogiorno, i russi, rinforzati per l'arrh·o di altre truppe, ripresero. l'offensiva, appoggiata da una violenta azione d'artiglieria. I ballaglioni fran-

88cesi, benchè sostcnùti dalla cavalleria del generale Michaud, dovettero rip iegare abbandona ndo morti e feriti in forte numero cd 800 prigionieri. Durante l'azione restarono ferit i anche il principe Schwartzenberg ed il generale conte Wi11gensteiu dell'esercito co'a lizzato.

Bart (Giovanm). Ammiraglio francese, n: e m. a Dunkerque (1650-1702). Servi per fa prima volta ,1ella Marina olandese sotto •l 'ammiraglio Ruyter. Scoppiata •la guerra tra Fr::111cia e Olanda tornò in patria, e, avuto il comando di una nave armat.1 in corsa, predò molti bastimenti olan desi, favorito <lalhl grande conosce ,za delle abitudin i che n e aveva. Nel 1679 fu ammesso nella marina reale come ufficiale, quantunque di rado si accogliessero i non nobili. Fu spedito a perseguitare i pirati di Salé, qu ind i a incrociare nel Mediterraneo con!ro gl Spagnuoli. Si acquistò presto fama d i marinaio esperto e audacissimo; nel 1686 fu promosso Capitano di F regata. Propose allora di adunare molti corsari in squ:i.d;e, facendo si che le navi s i separassero e si riunissero secondo le circostanze in maniera che, p~·r continuando a corseggiare i legni mercantili nemici, potessero al momento opportuno cost ituire una for. za na.valé importa.nte. Si racconta che avendo a bordo un figlio di 10 anni e ,,cdutolo impallidire ri.i primi colpi di cannon e, lo legò all'a lbero di maestra lasciandovelo per tut~ ~ - · ____,;.......___ ~ to il tempo del co1nbatti:11P-nto. Nel 1689, fatto prigioniero dagli inglesi, riusci a fuggire traver~:mdo la lVIanica con un battello. E-bbc il comando del vascello « Alcyon" col quale pre~. parte alla battaglia di Beachy Hcad agli ordini dell'ammiraglio Tourville. Xel 1691 fu preposto al comando _ di una squ;idra di 7 fregate ·con l'incarico cli assicurare l'c-ntrala a D unkerque d i un convoglio di n avi cariche: di grano. Uscito nel :Sfare del ~ord, troYÒ il convo,;lio già catturato da otto navi olandesi, ma senza indugio a~salì queste, le sconfisse, ritolse loro il convoglio e lo condusse a sa lvamento I dentro Dunkerquc. Per questa ;zione Luigi XIV conces;c. a Jean Bart « lettere di n ,_ biltà >>. Nel 1696, com:rndà.ndo u11'altra squadra, itKJ,, trè, presso Tearl un convoglio _ola1!dcsc, attaccò la scort.1, se ne impadronì e prese pure molte navi del co1wogliJ. Ma assalito a sua volta ·da forze s uperiori, arse la preda e r iparò in Norvegia . Tornato in Francia fu nonuna,J Capo di squadra, ma non ebbe più occasione di con,picre ardite imprese. Dunkcrque gli eresse un monu111enio; e il nome d i ««Jean Bart >l fu dato a una '.mportante nave çla battaglia francese. Bartestein. Città della Prussia orientale, nel distr. " di Kéinigsberg.

T-raltato di Bartenstcii. (26 aprile 1807) fra Russia e Prussia. Il s uo scopo era quello di ragg iungere una pace generale e solida, arrestando il progressivo ingrand imento della Francia, facendo rientrare questa Potenza in giu<sl i liiu iti, senza però ingerirsi nel suo governo interno, ~e;-


BAR ss.icurnndò l'indipendenza degli a ltri Sta ti con uri m1g,:,;r . -s'i~téma 'di' frontiere e di equilibriò, e risarcendo queili ·<;~~ avessero p a ti to deÌle perdite. Fu stabiliti:>: a) che .ia Prussia dovesse riacquistare le provi,,,.i~ invase; b) ch e non dovesse sussistere la Confederazione ·, e..i;_iana, ma invece che si dovesse creare una Federazi mc •~ermanica; e) che !' Austria, partecipando alla guerra contro la .Francia, dovesse riavere il Tirolo, la frontiera del 1-F.1_.cio e la Piazza d i Mantova ; dl che l'Ingl1ilterra fornisse agli alleati sussidi, anr.i ..-e munizioni, facendo qualche diversione alle spalle d~g:i .esercit i Francesi. e) ch e si cercasse di ottenere l'intervento della Sve.zià e del.la Danimarca; f) che si dovessero consultare l'Austria e Inghilterra ·circa l'osdinamento definitivo da d arsi a ll'I tal ia. In ogni -.caso si dovesse prendere il più vivQ,_ interesse re-lat ivacmente alle parti dei Re d i Napoli e di Sardegna e in-. sistere per la separazio.ne delle corone di Francia e 1Italia; g) che s i mantenesse l'indipendenza e l'integrità cle l,la Porta Ottomana; h) che durante la guerra n essuna Po tenza poks-se fare conquiste per _proprio conto; relativamente a • qu~ll~. che durante là guerra si facessero sul nemìco -comune e i suoi alleati, si pron·edesse ad accordi a:b conclusione della pace, e le parti contraenti non depo:nessero le armi se non d'accordo e contemporaneamente, ,fino al tenuirie della guerra, facendo causa comune. Questa convenzione è stata g;udieata come una r!elle •p iù ardite del secolo. E ' notevole per la vastità e l'or, goglio dei disegni che osarono fare due Potenze, :.lclle ,-;qua-li una era a1mientata e l'altra aveva già soffert0 ,gravi da nni. E' notevole anche perchè contiene in germe gli ordinamenti che avranno in p arte la lorò appli,.cazione n el 1815. Del resto ess:i. non fu che una sorcgente di illusioni, che dovevano essere seguite eia tin ·-risveglio an1aro e doloroso: non una parola di essa fu attuata, non una delle Potenze sulle quali si facc,·a -assegnamento d i_ mosse.

Bar~hlémy (Ippolito). Ufficiale e scrittore 111ilit1re francese, n. n el 1840. Autore cli molte opere, fra le quali : « Mhnuaic del fantaccino )) (1870); « Corso ..,:l'arte e di stor ia ì11ilitare )) (1875); « Le piccole o;ic:nazinni di guerra )) (1&77'); •«Prima · della battaglia ,)J 1{ 1886) ; <( La guerrn ll r ( 1889-1890). Bartolena (Cesare). ' Pittore di Livorno ( 1830·903), specialista nel gcne,.rc militare. Fra i 5uoi •l1uaJri : « Campo .mili ta! re )) ; « A vanglla1•d ia >> ; << Partenza dei volontari · livornesi per la guerra di '.Sicilia. )l; « La. niorte J i ~Ccisiniò del Fante)); «La iBa}tenzà. del coscritto)).

Ì3artoli Vincenzo

Bartol i ( Vincènzo). Gericrale, n. il. Fimrle nel 1855. fu ìnsegnànte nel collegio mii. di Firenze; èomandò da colonnello il 33° Farìt~ria. Durante· la guerra mondial~, richia mato dalla P . A., comandò · il- presiàio specia le ài Tw1i col grado di rnagg. genernle f)po a fl'ar• mistizio; ne! 1923 fu promosso tenente generale nella riserva . Bartolino (B. Terni il Vecchio) . Uomo cl'ai·me illustratosi nel 1484 nella difesa di Crema, d urante Ja guerra fra i Veneziani e la lega dei principi I taliani. Fu po i nominato dagli stessi Venezian i governatore della rocca di Cremona nel 1499. Bartolomei (Ugo). Medaglia d'oro, n . a Roma nel 1899, caduto riella conca di Alano n el 1918. Giovane ar• dente ed entusiasta, à quindici ann i fuggi da cas:L ed andò ad arruolarsi con Peppino Garibaldi, sui campi cl, F rancia. Tentò quindi l)ilt vvlte d i essere an1messo al · servizio militare in Italia, ma dovette attcnJere di ,iverc il inif'.imo deil'età prescritta; a poco p iù di diciassette an. ni, quindi, anco.ra dolo· rante per la morte di un fratello caduto eroicamen·, e sul Cengia nel giugno 1916, ottenne finalmente d i essere accolto quale volontario nel l O reggimento granatieri. Durante la ritirata d i Ca.poretto, fli sorpreso da una pattuglia di ulani e catturato, ma nella notte e~li, trucidat i i suoi guardiani, riusci a. fuggi re. Invia t0 quindi a frequentare un corso allievi ufficia li, ne uscì sottotenente nel 1° reggimento fanteu ia, col quale prese parte alla battaglia del Piave, ri:uanendo gravemente ie.-ito. :\'on appena guarito, tornò alla fronte, nell'attesa fremente dei g iorni radiosi della vittoria. E con la. vis ione della vittor ia cadde il 31 ottobre, dopo essersi battuto ancora una volta lconina111ente. Il fulgido episodio, nel quale il giovanissimo uffici:de u·ovò la morte e la g loria, è così sintetizzato nella motivazioi1e d i mcclaglia d'oro: « Entusiasta della nostra guerra, fiducioso negli a!ti clesténi della Patri:>., •primo tra i primi, trascinò con impareggiabile va lore il suo p lotone alla conquista d i una importante e fort.e po.sizione, i-aggiungendola di ;.rn solo sbalzo e batt.enclouc le ,s olide ùifcse accessorie. N ci n:01uento ass1i critico in cui la sua Compétgnia era quasi completamen te accerchiata dal nemico soverchiante, rnn generoso s-iancio e con fulgido coraggio, alh testa d i pochi uomini affrontando sicura morte, volle attiraré su d i sè le forze avversarie, gettandosi con irresistibile impe lo contro cli esse e tenendole ii11pegn,cte . G ravemente ferito, r inunciò ad ogni aiuto e continuò a coinbattere eroicamente, infondendo con le parole e con l'esempio fede e resistenza nei d ipendenti, e, vicino a morire, in un supremo scatto di energia e di entusiasmo, trovò ancora la forza d i gridare le sue ultin,e parole incitatrici: « Avan\i ragazzi, avanti per l'I\:.lia nostra! Coraggio! ii (Conca di Alano, 24- 31 ott. 1918),


90 Bartolomeo da Nami. N . .nel 13_7 i a _:Narni, fu 1ica-

1\:, ~ l_uç,got~;1~;1te del Ca;di!1ale_ A ll;>0nio~, e capit.rno ;en.e r ~le del popolo romano «'ad gue;ram e t pacem)\; poi _senatore di R oma.

· Barulè' (<lai francese:·· bas ·rou.lé). F rancesismo adot!àto -dai soldati per· indicare il modo d i por tare il c:ippot-io arrotola to ad armacollo. Baru·r ii

('Suleiman-el~B.) . Sceicco o· ipolitano del Gebel, capo della r esistenza araba in Tripolitani,t contro l'Italia . Nel m arzo 1913 fece attaccare d i notte la ridotta Tolmezzo, ciò che ùie<le motivo ad opeiazioni di guerra dirette

m. a Padova (1853- )92S). Solto!. commiss. nel 187S, fu successivamente addetto a varie di~czioni di commiss•. m ii. cl i Corpo d' Anna.t.a, e, prornosso colo1ù1ello ( 190$) fu nominato c!irettore d i commi~s. mii. del ·· vr Corpo, d'A rmata. P artecipò · alle· cam pagne d i guerra del 1915 e 1916, ed r.bbe l'incarico di direttore di comm issar iato del IX Corpo.d',\rmata. Raggiunse nel 1917 i! grado di maggiore generale nella riserva.

Bas. R e d i R it in ia. ( 376-326 a . C.). Sconfissi= Cala nte genera le d i Alessandro e conservò l'indiper.è\e,~za · della Bitinia.

dal gen. Ragn i) coron ate

da fe lice- successo. I r ibelli, riti ratisi nel Gebd, sen;pre agli ordini di B.; insidia rono la _avanz~ta i taliana su queJ_la regione, che: in.fine venne oc.cupata (jal!~ n~st.r e truppe mentre ·B . si· ritirava verso I1interno.

Ba~utell (Carlo B. Y Po·wer) . Ingegnere- e scrittore; mi i. spagnuolo, m. nel ·ISSO. Fra le sue o;)Ci"l << Idet mùdcrne :sulle p iazzeforti marittime»; « Artibiicrb e fortific::t.zioni <la campagna )L

France~co di Bas. Scrit-tore m ilitare olandese, n . · uar,anti Ezio a lrAia nel 1850. Publ:>licò « l'. PriaciJ)e F ederico ed i s4oi. tempi ll.; « La g1.u:rra Dancsc-T,èc!C$ca. ll : « Storia e tallica de-Ila Cavalleria» •.

Basamento. Nome generico che indica un so,;te• gno . di qualche ordegno od organo della n a ve. Chia 0 mansi basamenti dei cannoi1i i .:=;oitoaff\1stii in generale~ foggiati -~ c an1pana rovesciata, r.e i Ctuali viene i nfilataP. 0

la forchetta con le orecchioniere che sostengono gli 9recchion i della culla. La for chetta · col suo perno ccn-

Baruzzi ( A urelio). 1\-f edag_Ji;i d'oro, n. a Lugo nel 1897. Nel 1915 sf· ar'ruolò voÌon tario, e nel d icembr e aveva già guadagnato una med. di br. al valore sul Pcxi'gora, e la promozione_ a sotto!. in S. A. P. per mer ito di guerr a. S i distins•, nel ) 920 in .-\lbanìa . N cl 1926 era ça.pitano . La mcd. d'oro gli venne confer ita con la seguen te motivazione. « Comandante di u n 1·epa r to di bombardieri a I man o, si slanciava per primo in un camminamento ,

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aust.riaco, catturand(>Vi uo-

n ,ini e materia li. Due giorni dopo, ac_com pagnato da soli qu~ntro uom ini, i rron1peva in un sottopassaggio della ierrovia preparalo :i difesa, contro il quale si er ano spuntati gli 3tlacchi d i rlue giorni precedenti, intim1ndo a udacemente la r esa a ben 200 uomini. che ve• j1iv"J.n o cntturati ·Hnitan1c:nte a due cannon i e riccò bottirto <l'armi e materiali. Più tardi partecipava al p as• saggio a guado del !"Isonzo, s i spingeva in Gor izia e sulla stazione innalzava la p rima bandiera italiana» . ' (Gorizb 6-8 agosto l 916). 1

Barwalde. Città della Prussia, nel d istr. di Fran coforte sull'Oder. Ne-I geimaio 1631 v i fu conclu~o . il Trattato cli B. o dei su.ss_idi, fra Gustavo Adolfo di Svezia, e la., Francia.

' Barzanti (EzioJ. Generale commissar io, 11. a f'.o rlì

Basamento tli eimnonc eia costa trale permette a l cannone <li ruotare sul b<15an1entQ. Anche i telemetri hanno il basamento d i tipo simile a quello unzi descritto . Speciali dispositiv i d i antifrizior.e " renclono più agevole il br andeggio, d im inuendo gli :H-triti e r iducendo al m in imo indispensabile la superficie d i appoggio. I basamenti vengono fissati al po11;-e • della nave con perni o chiavarde. Alt.ri dispositivi rheIa!rno parte del basamçnto dei telemetri chiamansi antivibranti perchè att u tiscono le vibraz ion i che lo snfo-. della nave in moto !rasmctterebbc, agli strumenti, 1·endendone maggiorlllente difficile l'u so. Per la presenza delle vibrazioni, i bas;rnicnti dei telemetri fatti per l'uso,

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di bordo sono in · generale molto p iù robl1Sti dei basamenti che si adoperano per i · telemetri terrestri. Anche i sostegni delle bussole si chiam,mo basamenti. ]\folti organi delle motrici a vapore hanno il lnsa-

Durante la guerra russo-turGa del 1809:-10, la c(t!à v;n~ ne assaltata e pr,esa ·cJai Russi. Dur/jnte la guerra russo- turca ciel 1828-29 i ~u~si, passato il Danubio, avanzarono in B~lgaria. Il III oorpo si d iresse da Karasu a Varna per· Bas;rgik: ·preceduto da ·una avanguardia (~en. :\kinfief) cl i 4 bgl., 1 sqdr. e 100 cosacchi, e fiancheggiato da una colonna a·i 4 ·bgl. e 12 sqdr. lungo la strada Costanza-Man-

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Basaniento (li telemetro ri,ento (ad cscnipio i condensa.tori, le <li namo, ecc.). LI questo ca,o il basamento è di robuste,.21 cccezionaic perchè da esso dipende la buona conscrva7.ione <lc:lla livellazione delle organi rotanti, malgrado le con tinue vibrazioni dello scafo.

Basantello. Loca.lità a mez.zodì di Cotrone, do·:e B izantini e Saraceni (13 luglio -982) sconfissero Ottone II. imperatore. Questi, presa Roma e posto fine a l clespotismo di Crescenzio, volse il suo esercito verso la Calabria, accampando diritti su quelle terre in nome fl della moglie Teofania principessa bizantina. Sbaragliato a. B. il suo esercito, cercò scampo per mare, sa lvandosi con ui10 stratagcrnJna sopra una nave greca. Basarad. Fam iglia di vc,ivoda della Valacchia, della quale si distinsero nelle ar mi Trigomiro (regnante 1290-1320) che battè i Tartari, i Rumeni, gli Ungheresi e consolidò l'inclipendcnZ't òel suo ;:iaese; Alessa,idra (1320-1360) che lo difese validamente, respingendo gli assalti dei Polacchi e dei Ser bi; Vlad·islao ( 13601372) che sconfisse i Turchi nel 1366 e gli Ungheresi nel 1369; Matteo (1633-16M) che lottò per sei an ni con tro Basilio, prinr.iP..e clell:t ~-1 oldavia, finchè lo sconfisse e lo obbligò all'esilio; egli firmò nel 1638 1111 tralt~to cl'alleanz,1. con Venc7.ia, contro i Turchi; Costantino, che ebbe a lottare r.011tro Austriaci, Turchi, Russi (1688-1 714); cadlllo prigion iero sul Prnth, e condotto a Co;;tantinopoli, vi fu ·.icciso con tutta la sua famiglia. Basargik. Città della Bulga ria,' a Nord di Varna.

1:alia. I Turchi ave,·ano distaccato a B·asa,:gik 8000 uomini, quasi tutti a cavallo, che, all'avvicinarsi dei. Ru~si, uscirono da lla città. Il generale Ak infìef credette cli poter attaccare senza attendere l'afl'ivo ddla colomu fiancheggiante ( gen. Rudiger); ma, appena la sua avangua1,cJia sboccò sulle alture a .<oud <lella città, trovò il n~mico schierato e ne venne assalito, e sconfitto, e inseguito dalla cavallcrict turca fin oltre 13a,argik ; 2 squadroui, accorsi in aiuto dei fugg iaschi, furono dispcr,i, ed ugual sorte ebbero altri due squadroni inviati a proteggere la ritirat,i. Soltan to col sopraggiungere di una brigata di fanteria i Turchi furon o ancslati, e a-Ila loro volta costrcui a r itirarsi, lasciando 200 morti sul terreno . I Russi ebbero una cinquantina di uomi,,i fuori di combattimento.

Bascaran (Gistseppe di) . Generale spagnuolo, n. nel 1843. Fu insegnante al'a Scuoh di C1.1erra; nel 1893 partecipò a lle opcraz ion: di ':l'fel illa; nel 1903 era ten. generale; nel 1907 goven , atore di 1\fadrid. Un suo lavoro sul Materiale d'artiglieria fu adottato come test0 nelle scuok mii. spagnuole. Basche (J,ro-vinc-ie) . ::-;;orne generico delle provincie cli Biscaglia, Alava r Gu ipuzcoa, fra l'alto b~cino dr.1l'Ebro e i Pirenei occidenta li, nonchè della bassa N'2rnrra, Labourd e Soule. Tali provin cie, per il carattere fiero dei propri abitanti, e per la natura impervia della zona, riuscirono a mantenersi indipendenti a lungo dalle influenze spagnuole e francesi, che se ne contendevano il possesso, e, anche dopo la sottomissione, queste p rovincie mant~nnero per lunghi secoli franchigie e di~itti, fino al 1839, quando in forza del trattato di Vergara, accettarono il regime costi tuziona le. II berretto basco è una caratteristica· copertura del ca.po, adoperata dalle pop~lazioni basche, costituita da


BAs ,U1iii. larga -calot'ta èli. pa-nno, terminata- - iii ,una str-1sc1a· .che fascia la testa. E' statd· àdottato :come copertura 11\ilita re pér ·gli alpini frànéesi i< Chasscilrs des Alpes >>-

tCur<li,' Circassi, Èg iziani, Arabi; Kabili, ecc.). Avev'anò if carattere de( soklati d i ventura, che accorrevano dove c'era sentore d i guerra; e soprattutto dove prèsentiva,io d1str~zioné e saccheggio, g iacchè tal gente viveva éd

• Baschi ri.. Popolo .che · vive ne_lla· regione sud-oricn1.';J.le. ~~gli. ÌJraH, ,J amo d_~li.a fan: igli;i, T a~!a.r<.1: Di na,'!• _.-~.r-'lk•':l ~.:1 • •• -=-i;

ra combattivat irre-

quieta, nomap e, non s.i rese mans'-!7to che a mezzo della forza armata d ella Russia. ~fa, a nche dopç, sottomesso, con tinuò a devastare con incms ioni e scorrerie a ca vallo, i vicini; e solo dal 1735 a l 1741, fu ordinato a guisa dei Cosacchi, coi qua li però fece causa comune durante la ribellione d i Pugatchef (1774). Il Governo rus,o tuttavia. .a poco a poco riuscì a farne delle ottime truppe di frontiera come i Cosaèchi. I B . sono abilissimi ccl appàssionati cavalieri; negli antichi tempi erano a rmati d i lancia, arco e freccie; solo ta rdi aggi.u nsero alle preferite armi bianche, quelle da fuoco, divenendo buoni t ir a tori anche <la cavallo.

Basoi-Buzuk. D enomttt~zionc che in lingua turca corrisponde a « testa matta"• Jai Francesi trad otto in « téte- briséc >> . Erano, fino a questi ultimi temp i, trup;,e irregolar i, costitu'ite da personale volontario, accor• rcnie dalle popolazioni più d isparate della Turchia

,..,. B. B. a ~ll'F.ritrea

B .. B. (Asta Minore)

mestiere delle armi. Erano arma ti e vestiti in modo assai diverso, a seconda del paese da cui proveniva1~0. In genere il loro a.nnamento constavc1. di fucile, !! di i1na o due pistole, le quali ultime servivano più per le fantasie che per il c ombattimento. La Francia, durante la spedizione di Crimea, ebbe ad assoldarne un certo numero fra i più scel ti, r.ia tentò con scarso successo d i sottometterli alla di$ciplina, e d i organizzarli regolarmente in squadroni. La Turchia, durante la campagna contro i Russi (1877 -i8) ne organizzò a lla meglio circa 50.000, tenendoli in rispetto con pene corp orali severissime. L'I talia, durante

nasci-b uzuk al senrizio (lell'Jtalia n ell'F.rit r ~a ('IS8gJ


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rii, campagna eritrea ( 1885-88) ebbe purp ;id assoldarne una certa quantità, per adoperarli specialmente n,ei ~c;-vizi di espl0Jazio1)e, e perlustrazione, cd anche in : e.parti specia,li d 'avanguardia. La disciplina era tenuta con sistemi adatti a quella gen te e a q11ell'epoca; l'uificiale si faceva obbedire col << curbasch » (staffile cii pelle di ip popotamo). La paga era fissa ta allora in med ia a S talleri di ..Maria T.::resa, (pressocl1è 36 lire) al mese. Base Navale. Il probabile teatro delle operazion i ma rittime viene accuratamente studiato fin dal temp'l cli 1:iace statisticamen te, geografican;c.nti! e meteorolo .. gicamente. Dallo studio scaturisce la maggiore importanza d i quei punti del-la costa che per la IÒro funzione e conformazione geografica meglio si p restano a fare da rifugio alle forze mobili. Questi punti psr.n dono il nome di « basi di operazioni n avali» , o semplicemente « basi navali». Se preparate fin dal tempo di pace, si chian1eranno basi navali pern1anenti, )nentrc invece, se studi.tte in ogni dettaglio per essere org:t • n izzate al p rimo sintomo di opcraziorie bellica, prendono il n ome di basi occasìohali od a~chc passeggere . Dalle basi na vali muovono dunque ,]e forze mobili 1v;compiere le operazioni m ilitari e , da lle stesse, il naviglio trac tutte le risorse per la conservazione della mass ima efficien za bellica, ossia uc rnini, viveri, carb,Jne, nafta, acqua, munizioni, 1na leri~le di equipaggiamen -

to, ecc. La base navale deve inoltre offrire ancoraggio ;;icuro, per la squadra o per le unità per ·le quaìi ,; stata creata; devono esservi pre_par ati mezzi rapidi · ,li rifornimento e di riparazione. e deve potersi d ifendere da sè, e d ifendere all'occorrenza anche le navi che vi hanno trovato riparo, senza che queste rimangano mcnomamentc vincola te nella lo:co libertà d i rnovimen!i. Una base n:tvalc avrà quind i una serie di magaz1.ini di ogni mate riale, pontili e mezzi di sollevamento di imbarco e sbarco, bacini d i carenaggio ·fissi o galleggianti, officine in terra o navi officine, una ben munita se,·i,~ di fortificazioni in posi1.ioni avanzate e convenien\i r,:.:i· la difesa dal mare e daJ.l'ar ia, ostruzioni retali, cam,•i di mine difensivi, ccc., ecc. J..e bas i naval i possono essere d i varia importanza, a second_a che sono destinate a fare da punto di appoggio a l grosso delle proprie forze, oppure semplicemente a flottiglie d i esploratori, di s iluranti e d i sommer:;ibili. D i qui la d istinzione fra basi navali p rincip1li e basi navali secondarie . Una ba$C navale può conten . e,; a nche un arsenale completo, organizzato in tal modo fin dal tempo di pace; rna la circosta117.a in tal cJso non è che fortuita, poichè gli arsenali sorgono in kC<,lità specia li che, oltre dalla sicurezza dell'ancoraggi", traggono origine da lla maggiore facilità d i ccinrnnicai ione con i più poten ti centri industria li del pa~~~, mentre per una base n avale la condizione ora dcli:\ non è necessaria, ed è d i gran ]unga soverchiata da tla ubicazione geografica rispet to al probab ile tea tro di cperazioni. Prendendo ad esempio, nella guerra mondia le, i teat ri d i operazione costitmi dal ì\farc del ::-S-Jrù e cb\l'Adri~tico-Jonio,. si consta ta che gli inglesi :,el }.lare del ".\"ord avevano come basi di opcra1.ione : Scapa. Fimo (Nord Inghilterra, hola Scilly) ; R.nsytl,, base navale secondaria ( con arsei;ale) per gli incrocia-

tor i da battaglia e le forze di esplorazione avanzat e r Harw·ich, base navale secondaria per le forze leggere· cli osservazione; Dover, base navale per la .p rotezioùe del traffico della Manica. I T edeschi tenevano le loro maggiori forze n~lle basi navali d i C1'xhaven e 'Wilhclmshaven ( con a r,ea nale) e adoperavano come base avanzata per sommergibili e s iluran ti l' isola d i H eligola.nd. Nel nostro tea tro di opera1.ioni, aveva mo: Tarc..nta (cou arsenale) come base principale della flotta ; B,·indùi e J/en ~zia, come basi secondarie per le forze leggere c . c;]i cspiorazione. Corfii.. era base principale della flotta francese. L'A ustria aveva : Pola (con ar,énale) come base pri'1ci pale deila flotta; Seben-ico e Cattaro, come basi secondarie utilizzate talvolta dalla flotta. intera, tal altra dalle so'c forze· leggere di copertura ed esplora1.ione. Le basi n avali possono essere a nche di carattere occasionale, ossia create da necessità. che s i verificano in segu ito allo svolgimen to delle operazioni. Così, ad r~ ., la base rh sba.rco, loca lità marittima pre.,celta cd organizza ta in regioni di oltremare per dare appoggio e sostegno ad un corpo d i truppa incaricato d i operare nell'interno delle regioni medesime; essa ha una fm1-zione di capita le importanza , come quella da cu i dipende in gran parte, -per il corpo sbarcato, la po,;,;ibilità di vivere e di com battere. Fanno capo alla ba.-;e dì sbarco lut ti i rifornimenti di uomin i, di vettonglie e di ma ter iali che, provenienti dalla madre patria, devono affluire ininterrottamente alle truppe operanti: è perciò indispensabile che la località prescelta abbia una relativa facil ità d i approd i, che sia .. ampia quant'J. basta per contenere materiali e meni destinati ad csse,.e in essa raccolti, e che offra p_ossibilit.à. di sicuro rifugio, s ia a lle navi di trasporto, sia al.Je unità della flo!!a, aventi il doppio compito d i scortare i convogli e (:i proteggere la .b"ase. Occorre inoltre che essa abbia, o le siano conferite, b uone condizion i d i s.icurezza ansbe dal lato di terra; il che s i ottiene sfruttando sin -dove ~ possibi le le natural i cara!_teristichc del terreno circostante e completando poi la s istemazione con lavori d i rafforzamento e con riparti mohili d i protezione. L 'impianto d i una base di sbarco ha luogo dapprima on rnc2zi per così dire itnprov visati; suc(;essivan1ente, n1an

mano che k operazioni p roseguono erl a seconda dell'importanza e dura ta che esse assumono, la base va svilu ppata e sistemata con lav.ori d i maggior" lena rd anche con costruzioni di caràtt<·,·c s tabile. Ad una b.1·:f. di sbarco, che si identi/ìca sostanzia lmente con i, na base cli operazione, fa riscontro nella ma dre patria un·t località analogamen te predisposta, donde muovono i Ci.l:lvogli cli rifornimento. tJn esempio d i sapiente organi1.zazione della base di sbarco è offerto dalle operazioni italiane in /\lhan ia, per lo ~volgimcnto_ delle qua li Valena era sta ta posta in condizioni da rispondere egre giamente a Ila funzione asscgnataìe, in stretto coll~gamento con la p iazn marittima di Brindisi. Nel periodo della· marina vel ica le navi portavano a bordo viveri e acqua per qualche mese, e munizioni ~ufficienti per sostenere ;,arie battaglie, e le riparazior.i potevano essere fatte con notevo!~ facilità; non era perciò sentita fortemente fa necessità d i basi d'operazioni. Si hanno tuttavia note\"Oli esempi di local ità nemiche


scelte -dagli ammiragli come ba•; i delle prc,prie flot·.e, durante operazioni spinte nei mari lontani (campagna .di Suffren nel Mare delle I ndie) o in caso di lunghe campagne fuori della madre patria (xelson alla :Yfaddalena per il blocco delle forze francesi d i Tolone). Ma le navi moderne sono oltremodo divoratrici di combustibile, hanno una , enorme quantità c)i congegni deEcati, portano r ela tivamente poche munizioni, ed è perciò assolutamente inclispensa!Jile per esse una base: la nave moderna è molto pi(t schiava della terra ferma, di .quello che non fosse ìa n :ive a vela. Quando uno degli avversari vuol condurre energic"men tc le operazioni, ha bisogno di crearsi una 1)1~e avanzata r ispetto alle coste del nemico. ~i p restano ,\ tale scopo mirabilmente le isole, che vengono occupa!~ di viva forza quando è necessario. Sono evidenti esemp i di ciò l'organizzazione dell'isola Elliot. a circa 100 miglia da Po.rt Arthur, fatl'.t da ll'am miraglio Togo, per la propria flot ta, durante !a guerra Russo- Giappom,,e, l'or ganizzazione della isola ,,;i S tamp1Iia, fatta da noi nel Mare - Egeo durante la guerra .Italo-Turca; quelh d i Corfù, fatta dalla Fr ancia, nella guerra mondiak; quella di Lemnos, o;-ganizzata dagli Inglesi per la sped izione dei Dardanelli. In mancanza di isole, po,sonQ esser scelti, per le basi occasional i, i punti della costa che mBglio rispondono ai voluti requisit i, ed i Tedeschi, n ella guerra mondiale, dopo l'occupazione dd fc Fiandre, or ganizzarono poderosamente le località di Zeebrugge, Ostenda e 1lruges come basi navali per le loro siluran ti e sommergibili, crea,,do con ciò non ,p oco impaccio agli Inglesi n elle operazioni di r ifornirne11to attraverso la }\fonica. No i ci serv immo d i Valona per la sor veglianza del Canale di Otranto e per le nosr:·c comunicazioni con l'Albania. Il materiale per la base occasionale è gencralmcnl~ fin dal tempo di pa.ce minuziosamente org1nizzato per un rapido e pronto impiego. Comprende varie batt·~! ie di medio e piccolo calibro, stazioni fotoelettr iche, jJar ·· chi di comando, vedètte, segnalazioni, aeronauti,: a, cost ruzioni, ecc, Tutto questo materia le viene accuratamente preparato, smontato e raccQito in colli poco ingombrant i, tutti numerati e contrassegnati con disthtivi ben vis ibili, in modo da pc tersi rapidamen te tra. sportare e mettere in opera. In poco più di due giorni una base passeggera può essere sbarcata e posta· in efficienza. E' p rev isto inoltre, fi n dal tempo di' pacr, l' impiego· di navi officina, p iroscafi-deposito, bacini galleggianti, pontoni, bet toline, ecc., che a l momento opportuno vengono t rasportati dalle propr ie basi prin~ipali alla base passeggera, per l'efficienza bellica d elle :oavi da guerra che la base dovrà in seguito ospitare. Sono basi n1vali permane1,ti in Italia quelle cli Maddalena, N a poli, Pola, Venezia: possono d iventarlo i n caso d i guerra anche le lornlità. di Messina, Augusta, Brindisi (come s i è già visto) e qualche altra. In tempo di pace u na base navale è comandata da un contrammiraglio comandante militare marittimo· e gli- uffici comprendono: 1 ° Un ufficio di segreter ia militare. · 2° Un ufficio d i vigilanza militare e servizi marinareschi. 3° Un ufficio amministrativo, 4° Un ufficio d i ragioneria ,

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La base lfavale ~ composta de i seguenti organi: a) il reparto tecnico dei lavori; /;,) l'Ufftcio Tecll ico armi nava li e muntz1onamento; e) :'Ufficio T ecnico Macchine e Combustibili; d) l'Ufficio galleggian ti; e) là Giunta di r icezione e di verificaz ione; f) l'Officina fari e seg,1alamcnti marittimi. I compiti d ella base navale nel tempo di pace sorio : l" la conservazione, manutenzione e riparnzione del materiale fisso, mobi le e ga lleggiante assegnato o che fa parte de Ila base . 2° la prcstazion~ di mater iale o mano cl'ope·a p er le piccole riparazioni del naviglio che comunque viene :vl appoggiarsi alla base. J• la sorveglianza dei lavori fatti dall'industria p r ivat,_ sul nav iglio che fa capo alla base navale , 4" l'approvvigionamento dei 111ateriali d i consumo e clei combustibili, l~brifica,;ti, ecc. per i ser viz i e per rnagazzini di rnobilitaz ione. 5° la co,~~ervazione e sorvegli.:,.nza dei ma.teriale bdlico, o.s sia: a) delle artiglierie, armi portatili e mun izioni cld parco, che in caso di mobilitazione servono ad arma,·e p iroscafi, batterie costiere, navi di uso locale, dragam ine, ecc. nella giurisdizione della basi!, b) siluri, mine, paramine, assegnati ai· parchi. e) ostruzioni rctali e materiale da dragaggio. Le ba,i navali, infine, possono servire come teste di lin~a per le ,partenze e l'arrivo dei convogli di ua,·i mercan tili e delle relative scorte a rmate. Il servizio dei convogli è divenuto, essenziale per la vita d i una n~.zionc, con l'avvento della guerra con i sommergibiE, e la presenza delle basi navali ne facilita l'organiz,a1,ione e l'impiego,

Base iu ope,-a2ioni, V. Oj,erazioni.

. . Basilea, Citti, della Svinera, capo!, del, Cant1me omonimo. Fu ,rnticamen te .f ortificata, ed è notevole, " ~Ila sua fortifica1,io,'.c , la Porta Sai; P aolo, la quale conser va una bella merlatura del princip io del sec. XVI, con le feritnic pre;ia ra te per gli archibugieri. La mcr1.ttura è sorn:tta <la false caditoie le (]'lali hanno soltanto ufficio decorativo , I merli, attraversati nel scaso l0ngi tudina!t dalle f cri\oie, sono assa i r obusti ma strettbs1mi, allo scopo probabilmen te d i offrire meno pres:i a i proiettili, e sono profilati i n modo da impedire i r imbalzi, e c iò che ci dà un esempic. dei perfezionamenti introdotti nella fortificazione n,edioevalc in Isvizzen come nel Kord d'Europa, mentre s i d iffondeva l'irnpi,:;;;o delle arn,i da fooco, Pace di Basilea. Conclusa nel 1499 fra Massimiliano I, arciduca· cl' Austria, e gli Svir.zeri. L ' arciduca r iconosce l'indipendenza della Confederazione elvetica, Twttato di Basilea (5 aprile 1795, tra Francia e Prussia). Si convenne:

1° la Pru$sia si stacca dall'alleanza con l'Austria. 2° scanibio dei prigionier i senza riguardo a l grado e al numero . ' 3" le t ruppe della Repubblica Francese terrairno occupat i i pa.e si prussiani alla sinistra del . R eno, r i,innendo ogni disposizione definitiva d ifferita alla conclu-


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sione della pace generale tra Francia e Impero G~r:m anico. 4° le parti contraenti p renderanno d i concerto le m:sure per allon tanare i! teatro di guerra da lla Germani,1 ,del N ord. 5° la Francia a ccog lierà l'intcrvent() amichevole -:! d _Re d i P russia in favore di que i P rincipat i e Stati dèl. l'lmpero alla destra del R eno (esclusa l'A ustria - a rti<CO!o segreto) che deside rassero t ra tta re direttamen te c.:,n

d el le altre P otenze bell igeraì1t i che s i ;;-ivolge;;sero ad essa per negoziare colla Francia. 5° r ip:·esa delk rcl;zioni -;:ommcrcia li e scambio dei prig ion ieri. Articolo segreto : I termini << all ri Stat i l talia.ni » dell'a rticolo 15 non potranno essere a pplicati che agli S t;ti dd P a pa, nel caso in cui questo Principe non fosse i,1 r,ace colla R epubblica e avesse bi_sogno d i entrare in negoziati per r ista bilire la buona armon ia.

-essa, a i q uali i ntanto accoràa una tregua di 3 1ne5i.

Tratla.tò di Basilea (28 agosto 1795 _ tra Franci,i e Assia Casse I) _ Si con venne : 1° il Langravio D'Assia Casse! non potrà, d urante la guerra presente, nè p rorogare r.è rinnovare i trattal i d i sus,iclio esisten ti coll'Inghilterra . 2_0 i terr itori occupa ti dalla F ra ncia nel L a ngraviaio lo riman-an no fino alla pace tr;,, la Francia e i p3.t~i :edeschi ancora in guerra con essa. C !1erra cii•ile di Basilea.. Scoppiò nel 1831 fra i:_li abitanti delle città e quelli della campagna, f quali essendo tenuti in cond izioni di inferior ità e d i subordinazione, finirono -per r ibellarsi e costituiro no a Lic,;t,11 un governo provvisorio. I r ibell i Iurono dapprima di spersi co.lla forza e il governo provvisorio cacciato da Licsta l; ma poi r iuscirono a battere i cittad ini e a costringerli a r itirarsi a B asilea. Coll' in tervento del C <:,vcmo· federale svizzero, fu s ta bilita la d ivisione ciel Cantone d i B . in due (B. città e B. campagna) è h lotta ,·enne cosÌ a cessare.

6° a rticoli sr parati e segreti: La Prussia non fo,) ..atti d i ostilità contro l'O landa e i Paesi occup_a t i dalla :1'rancia. Se alla pacilicazio?1e generale la Franda cvnserveril la sponda s inistra del R eno, la P russia s i i,;.t enderà con essa riguardo all'in denn ità che in ta l CJ.',·) _,Je toccherebbe, ed accet terà la garanzia che per !ale . indcnn ita le sirà offerta da lla F rancia (art. 2). Si sta bilisce, in applica zione a ll'a rt . 7 del trattato, la neut, 1 ~·Jità della Germania Se tten tr ionnie ( vVcstfalia, Sassor.ia, . F ranconia e la parte dei due circoli del R eno posta su!. la destra del ::'11cno) sollo la garn nzia ael R e cli P rus-sia, a condizione che gli S ta ti compr es i en tro la <le. termina ta linea di demarcazione r itirino i loro con!in, genti d i t ruppe e non accettino più <li fornire forze ..armale per comba ttere b Françia. Le parti contraenti si accorderanno nei punii essenzia li, allo scopo di far , osservare la neutralità (art. 3). Questo -trattato è d i somma importanza nella stoeia •d-,lla Rivoluzione Francese, e no11 a torto è conside'rato ' come u no degli avven imenti decisivi dcll'ctic, moder,u. ,I nfatti per esso la veccb ia Eu ropa si disorganizza: que ·S!o t rattato segna vera mente la fine del Sacro Romano Hmpero. I n esso si deve vedere anche un serio tenta . fr,o della Prussia d i sostituire in Germania la sua infl uenza a quella de ll'Aust ria: Infatti il R e <li Prus.;i:i -n on trait.a come ta le, ma i: l'Elettore d i B randebu rgo, ci:-me S ta lo d ell'Impero, che trat ta delle cose dcli' l:ì1p<;:ro stesso, stipula per altri Stati, giungendo pe rs in o a -escludere dalla pace l'Imperatore. I n esso è q uindi i,nplicitamen rc stabilita la egemon ia della Prussia nella · G erma nia Settentr ionale e s i p reparano le futu r~ 1tllnessioni.

Trattato di. Basilea ( 17 magg io 1795). L 'anicoln 3 ~del tratla to precedente fu oggetto d i un:i pnrticc,brc , c o,w enzionc tra F'r:incia e . Pruss ia ; il ~ e d i Prussia s i impegna a p rendere in deposito l'elettorato d i Annovcr il R e d i Tngh illerra, nella sua qua!i:à d i Principe elettore di Armover, r ifr1ta, d i associa rsi a lla pattu ita , i1en tral iià.

-se

- Trattato di Basilea (22 lug!_io 1795 - tra frantii\ e • · S,i~gna). S i con venne : 1° la F n ncia cede alla S pagna tutte le con quiste fotte •-durante la guerra. · .2° la Spagna cede in cambio alla F rancia tutt:1 h · p:1rte spagnuola dcl!'-Jsoh rii S . D omingo. 3• la pace p resen te è dichia ra i" comune a ll'O lan,fa ,11lleata della Francia . 4° la. F rancia accetterà la med iazione della Spagna ii, •favore d el P ortogallo, d i N apo li, della Sardegna, d i 'l'arma, e d i ·a ltri Sta ti I t:ilia ni che volessero tr:iUa re la -.;p ace. Accoglierà anche i d i Jei buoni uffici i:i ·favor~

Basilicata. U na delle c inque reg ioni -0ell'ltalia n:ericliona le, costituita dalla prov incia cli Potenza. Ta le cìenominazion~ p_arc· derivi da Basilio II imperatore Bizantino, che nel secolo XI la ritolse a i L ongobard i e Saraceni. Prima di annettcr~i al R egno d'Italia, fu una delle provincie <lei R eame di Napol i nei domini al d i qua <ld Faro. La. B. è costitui:a in grail. parte da!Ja antica Lucania, e in · part-~ dalla );fogna Grecia, e la sua oss1tura è costituita dall'Appennino Lucano, che daHe sorgen ti dell'Ofan to, con altezza media su-perio,c a i l OOù m., s i spinge in direzione di sud-sud est fin presso Lagonegro dove cu iruina al Monte del Pa.pa (200i m.). Dalla catena principale si staccano contraJiorti, dai qua li scendono pc,· valli degrada nti lentamen te, i: Bradano, il Basento (o Vasento), il Cavone, !'Agri, ti Sinni, che scendono tu tti al Golfo di Taranto pe.r valli strette cd incassa te nella parte alta, e toi·tuose cd ampie- nella bassa. Nessun accidente geog,:afico sa liente forma sparti:i.cque tra i num i Luca n i e i' Adriatico, mentre verso occidente e libe·ccio si ·converte in i-cgione veramente montagnosa cd a lpestre. I cors i d'acqua hanno carattere lorrenziaJ.,, cosicchè sono poveri d 'acqua in molta parte de ll'anno, guadabili in molt i pu nti, non navigabili ; paludos i verso la foce e malsani .

Militarme nte parìando, le ooerazion i che dovess,'ro svolgers i nel senso tr asversa!~ lendcran nn a svilupparsi p re ferib ilmen te verso la pa.:·1e inferiore, dove gli ostacoli sono m i110ri. La rete s trada le, povera e scarsa . d i buone <:onmn icazion i, rend e la B. poco ada tta a grand i operazioni militari. D a t<1 p oi la s ua situazione r ispetto alle p ro·vincie fin itime, vuol essere considerata come terreno tli passaggio piuttosto che r:l i pérmanenza. L e valli ed


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i con trafforti sono altrettanti ostacoli impaccianti le cperazioni che si svolgono n0rmalmente a d essi-. La ,·etc ferroviaria, per quanto non ricca, è suffici_e nt_c alle esigEnze militari della zona, rel_a tivamen te all'importanza di questo scacchie re. Le linee ferroviarie sono cinque. L a Taranto-Reggio Calabria che costeggia il litorale J onico; la Salerno_-Potenza-ì\fotaponto che mette in comunicazione la precedente col Tirreno per linea interna e sicura da incursioni; !a Sal~rn_o-J.agontgro che si

prolungherà verso Reggio Calabria; la Potenza-RioneroR occhctta; la linea che da R occhetta conduce a Gioia del Colle nelle Murgic Baresi, e per S. Ger.vasio si ~ongiungc a lla Altamura-T3ranto. Tali linee p~rrncttc.no rapide e sicu,c comunicazioni _tra il più importa nte porto militare del lo Jonio e la Penisola. L a Basilicata seguì le. sorti d,elle regioni lin1illofc n_clla lotta contro J{oma, nelle invasioni Greca e Nor-

manne, nella dom inazione Borbonica, ecc. Ne!ia lotta• dei real isti contro i Francesi, d iede bande a!l'ins urre- · zione del 1806, appoggiata dall'Inghilterra, comandate da Lodovici, da Suriotti, da Sternuti, da Costa, dà, Guariglia. Queste oande vennero disperse da due colormc francesi agli ordini dei colonnelli Gentile e Be-· lelli. Nel 1820, nel 1821, nel 1822, •partecipò alle r ibel- · !ion i contro i Borboni . .Nel 1860, in Corlcto, ven iva proclamata l'insurrezione lucana e delle forze militari,. che poterono essere raccolte in .ta le occasione assunse ii comando il colonnello Bol<loni. Egli costituì uno-• i.qdr. di cavalleria e cinque legioni o colonne d i fan-· tcria dette de i « Cacciatori Lucani >> (in _ll.! lto 3000 u.), costringendo alla r itirata il 6° rcgg. di fant. borbonico,. _il quale riparò a Sa.Jerno. Le truppe h,ica'1e vennero, incorporate nella. dfris. Coscnz e dopo la cam_Ragrta. fui


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J3AS

buona ;iarte a,1darono a costitu ire i reggimenti che formarono p iù t:i.rdi la br igata « Basilicata>>.

Brigata Basilicata. Costit uita nel 1883 coi regg. fant. 91 e 92: Il 9J reggimento fu costituito il 1° novemb,·e [834 in Napoli con due o tre compagnie di ciascuno dei reggimenti di fanteria 1°, 19°, 33° 35° e 41 °. Con• temporaneamente veniva ;iure creato in :-<apoli il 92° reggimento con due o tre compagnie d i ciascuno è.d reggimenti di fan teria 16°, 20°, 34°, 36° e 42°. La Brigata Basilicata dc:·iv,1 in gran parte da i (< Cacciatori Lucani J>. Campagne di guerra. Durante la campagna del I88i1888 inviò in Afr ica la 7' cp. dd 91°. Durante la campagna <lel l 895-96 concorse alla formazione dei bgl. 2° e 10° -coP. S uff. e 41 gregari del 91 ° regg. e 6 ufii • ciali e 41 gregari de l 92" r egg.; il 2° e 10° bgl. parteciparono alla battagl ia cl i Aclua. Durante la guerra Italo. Turca ciel 1911-12 la brigata concorse alla mobilitazione di varii reggimenti, fornendo con1plesslvamen te 52 ufficiali e 2234 gregari. Durante la gt1erra Italo-Austriaca 1915-18 com:nttè in Cadore, fino al r ipiegamen to , dopo Caporello, quando dovette ripiegare colle a ltre tru ppe; andò al:ora a

97 Sasilio della Scola. Ingegnere militare, uno dei pitt grandi del suo tempo, n. a Vicenza nel 1460. Nel [494. alla cala ta cli Carlo VIII, era già così noto come ingegnere militare che il sovrano francese lo volle alh sopraintenclenz« delle artiglierie. Secondo le abitudini di quei te mpi l' ingegnere, come disegnava le fortificazioni, attaccava e d ifendeva le p iazze, governava, i pezzi. Due anni dopo, nel 1496, ilasilio passò a l soldo dei Venezian i, sopraintendente delle artiglierie della ReptÌbblica, cr,!l'incar ico di gettare 100 grossi cannoni eia batter ia. e di incavallarli su carri o su affusti fatti su disegno allo scopo. Nel 1500, p robabilmente dopo essere ripassato al servizio della F rancia, fu fallo prigioniero dagli aragones i i n Napoli, e per essi al principio del 1501 costruì un modello cli fortezza secondo i nuovi crite ri: merloni e torri in triangolo, difese a cantoni, pm:• toni e balua rdi rudim entali, riscuotendo l'ammiraà,ne d i soldati ed ingegner i. ::S:cl lS0S ritornò a l servizio dei veneziani e compì una ispe7,ionc per le loro fortezze a r ivederne le difese, le m tu1izioni e le armi. P i,1 tardi, accresciu ta la sua fama, ebbe inviti alla Corte dell'Impera tore Massimiliano, stipendi da Carlo V e r ichiesta d i consigl.i e di lavori a. Rodi, ove emerse l'abilità sua di ingegnere. Chiamato non a demolire, nè a gettare nuovo di pianta il fondamento d 'una cinta com piuta di fortificazione, egli lasciava in p iedi come erano tu tte le torri, e le convert iva ne' cava lieri d i nno• vi ba.luardi secondo la maniera sua: fr'regolari, misti, senza proporzione deter minata, con poco riguardo ,Jh continuità della radente, legandc,., con lunghi allineamenti di bu-bacani e controguardic, il vecchio col - / nu~vo perimetro, il quale perciò in più luoghi prende l' aspet to di cin ta. doppia. Tuttavia è facilmente d istinguibile il nuovo d al vecchio, giacchè, men tre le antiche m uraglie cadono a pio1nbo senza fascia. e senza ornament i, le tnur~glie di Bas ilio della Scola scendono a scarpa, col r is:ilto di grosso cordone in pietra al p iano delle batterie e col parapetto difeso da merloni massicci, d i pianta quad,· ilunga. e di sezione triangolare, corrispondenti al nominato suo modello, eseguito nel 1501. Basterebbero le opere di Rodi ad assicurare la fama -di Basilio della Scola, che degli art ist i del suo tempo possedè la mu!t ifor:-ne genialità, unendola ad uno spirito irrcquiet'> ed avventuroso. 1

La banrlicra e1e1 02 ranteria

prendere posizione fra il ìVI. Tomba e P ede robba. [ vi resistette bravamente ai poderosi assalti sferrati d al ne m ico nel novcmbi·e) distinguendosi per la sua incro llabile tena ria; spostatasi quindi nel seltorc M . Asolone- Col della Berretta, partecipò alla difesa di qu,:1ie importanti po$izioni (dicembre 1917). Nel 1913, sern,, .c nel set tore :M. Aso!one- Col delb Berr etta, partecipò .1!la ba ttagl ia del Piave (giugoo) <Ì ist inguendosi ancora ;,rJ suo valore e a lto spir ito d i sac r ificio. Durante la b.,ttàglia d i V it torio Veneto p rese parte alla lotta c:ul Grappa, avanzando poi in valle S. J~or enzo fino a Sczz·::. R:icmnpensc : alle: bandiere dei due regg.: ìvleda!~liJ. d'arg. al val. mil., per la tenace d ifesa de l Monfcn,ccJ (novembre 1917), del Col Fenilon (giugno 1918) e +i Coi del Miglio ( lugl io 1918). Altra 111eclaglia d'argento ebbe il 92° regg . per la brillant e conqu ista delle po.,izioni d i M. Rothcck (4 agosto 1915).

}.{ostrine della brigata: Color rosso mattone, attoversate ori2zontalmentc, al centro, da una riga bian~.·1. Basilicata. Nome d i un 1eggirnento provinciale delle Due Sicilie, c::istituito nel . 1752 ed abolito nell'ordinamento del l iSf.J.

lla,il-io Lobo . rrincipe · ·l i Moldavia, salito a l potere ne! 1634. Lottò lungàmen te con Basarad, principe di Valacch ia, d al quale, dopo varie vicende, fu vin to e cacciato dal paese.

Basilio (Comneno). V. Comneuc>.

Basilisco. Notnc antico <li una specie di a r t iglieri::. lunga . che non poteva essere por't ata. se non daì le grosse ga lee. E r a una smisura ta colubrina che lanciava palle di ferro, e che venne in • ;_iso specialmente nelle guerre di mare, allorchè le antiche cd enormi bombarde cessarono di essere adoperate. L'uso d i tale. grossa art igiie• ria risale al 1500, nel quale anno il generale Pesaro, as• seòiando Ccfa lonia, aoeva basilischi sulle navi, la r.u·, palla di feno trapassava un muro grosso due. metri Nel 1508 il Contarin i batteva Trieste con basilischi di mmc lunghi metri 7,63 che mandavano palle di ferro '.'

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2800 passi, ed erano costituiti da d ue p_ezzi aY,Vitati.. a$• sieme. Così li usarono i Veneziani nel· 1509 alla bah:1glia di Agnadello e i Turchi, nel 1554 all'assedio ,,i; Rodi. La mole di queste artiglierie e la loro carica andò crescendo a dismisura, e nella battaglia navale ne,J golfo di Napoli ( 1528), un basilisco di . Filipp ino· Doria

tirò :m'enormc palla che . t,apassò da prua a poppa una galea imperiale, uccidendo, secondo Labeltico. più di trenta soldati. ì\f.a queste smisurate artiglierie pre.st;i an. d arono in disuso, perchè, se facevano grave da1,no al nemico; era però gran<lemenk- d ifficile gover.narle; solo i Turd 1i le conservarono fino al secolo XVII. Il peso del proiettile variò da 20 fino ~ 200 libbre. .:Vfolto usato in Ita lia, fu ne l scc, XV il B. da 48 libbre di palla; Francesco I lo ebbe da 80 libbre di palb ( ,, le grnnd basilisq:.1e »).

Basilium. Cannone con orecchioni, ad avancarica, chiamato da Fronspergcr Basilium, pesante ~s quintali trascinate, da 25 cavalli. La mira era in generale presa dall'artigliere a me1.zo di u na squadra. Esso era caricato col caricatore, det•0 anche << lallterna >>. Basi ng. Località del l'Hampshirc; nella Gran l3rctagna, che ha da to il nome a u na battaglia appartenente all'invasione dei Danesi. Dopo -la vittoria di Ashdon, Eteliredo, che a vcva inseguito i Danesi, si trovò d i fronte a loro, rinforzati d i nuove truppe giunte r,cr mare; quindici giorni. 'dopo Ashdon, il re del Wes~cx Etelfredo attacca va nuov1mente i Danesi, ma questa volta, sul campo d i B ., uc rimaneva scon.6 LLo. 0

Bass (Pietro) . T ecnico olandese. Fu il primo direttore del cantiere navale impiantato nel 1694 a Vo rnnegc da P ietro il Grande . In quel cantiere, -dove h vorn•;ano operai veneziani, furono costru it_e 66 n1vi del tipo delle galeotte·, p orta ,1ti comple;,sivamente 2346 boc.:he da fooco. Bassa. ·Intendevasi la diminuzione giornaliera della forza • d i un corpo o reparto, che risu liasse d alle mutazioni avvcnu1e nel corso àelle 24 ore, sia per mortalità, eh~ per di"s erzio ne, ~he per entr:i.te a ll'qsp~dale. Jr, seguito ind icò anche il foglio (<<bassa di passaggio )) ) consegnato al soldato interesiato per la sua entrata all'ospedale o la. sua u~cita dal medesimo, o per il p:i.ssaggio da reparto a r~parto. Bassanello. Piccola terra d'origine antichissi!lla già esistente sollo la signorie- degli Etruschi, nel territor io d i Civita Castellana. E' 'ricordata nella storia per la sconfitta che il Console P. Con1elio Dolà bella inflisse agli E truschi rtel 283 a. C. B. divenne anche ·cciebrc più tardi sotto il papa Alessandro VI per la cittadella m unita d i quattro torri e ponte levatoie,. Bassanesi (Congedati B.). Colonna mobile di 60 Volontai-ì, comandati _d al capitano Pietro Montini, che

98difese il confine del territorio di Bassano dal 9 aprile a tutto giugno 1848:.

Battaglione alpino Bassano. Co~tituito nel 1886 presso il 6° · regg. a lp in i, in Verona; appartenne al 6° Alpini durante la guerra e passò a l 9" alpini nel 1921. regg. di nuova cost ituzione. insieme col cc \riçenza », il « Fcltre >>, il «Cividale>). Camjmgna di guerra: 1915-1913. Nel 1915 operò su ll'altipiano di Asiago ed a fine n ovem bre passò nella conca di l'lezzo sul m. Rombon ove prese parte alla ricc.,nquista dc! KukhL; nella primavera del 1916 ritornò nel Trent ino par tecipando alla controffensiva italiana e nell'anno seguente, alla battaglia clcll'Ortiga1·a; nell'ottobre-novembre 1917 a lla d ifesa degli altipiani duran te 'l'offensiva austro- tedesca; n el 1918 il bgl. operò in Va l Brenta e sul m. Grappa; partccir;ò alla batt. di . Vittorio Veneto passando il Piave ne.i pressi di Valdobbiadene e concon-e ndo all'inseguimento del nem:co .

Ricompense: Al 6° regg_ a lp ini med . d'arg. ·al vnl. mii. per l'azione svolta dal bgl. Bassano nella conquista di tr inceramenti n emici sul , il. Kukla (10 maggio 1916); a ltra mccl. d'arn. a l 6° alpini per la co1,dotta dei suoi battaglioni, compreso particolarmente il BassanCl,, a ll'Ortigara ( 10-20 giugno l 91.7) .

Bassano. Ca pol. di cli~tr. in prov. di Vicenza, sortn intorno a un castello costruito verso il 1000 -dal vescovo di Vièenza. Il suo possesso venne lungamente (iisputato frn /\Iberico cd Enelino IV figl i di Ezzelino II(; p oi fr.1. Padova ni e Vicent ini. Can Grande clellà Scala assed:2, e prese ]~as~no q.i Pà<l~vani, d~vastan dola. B. fu poscia sotto i Carrara e i· Viseonti, i "cjua'li la i'lrti6.ca.i:ono, cor. num;e mura. e fo.-ti . Sul principio·· del sec. XV B. si J:edc ··a Venezia. Nd 1411 il gene~aÌe Spano, , ai' servèzio ddl' ir.iperntore Sigismondo, as~a lì .'-i, nn b difesa degli abitanti fu en tusiastica ed energica e gli ir.1pedlli dovettero nl1rat ~i. Nel 1511, o re%O B., ::;ia.no Fregoso e Guido F,a.ngone, capit:tni de ll'esercito veneziano, con (iOO cavalli, vennero a blttngìia col tedesco ,conte di Prosnich, il quale scarazza va .con 300 cavall i. Dapprima il RaTlg:one fu battl!tc, e preso prigioniero; 1na sopraggi.'unto

il

Frego:)O,

d-

ruppe i tedeschi e cupcrò i prigionierj.

T Ol'l'C

(!egli Ezzelioi

Battaglia. di ìfossa11,o I~ settembre 1796). Appartiene alla camp:~gna rl'Italia


-

BAS

del Ronapa11 e. li generate austriaco Wnrmser , che si trovava con Juc divis. e uua 1·iscrva. a J3aSsano

1

a\'CY,\

di'stao:at-0 truppe a Primoiano, e mandato ~d bgl. presso Campolungo r Solagna. L:i. mattina del g iorno ~. questi battaglioni venivano \'Ìgoro;;amente al!a::cati <!a.Ile ;iva.nguardie francesi. Dopo viva e as;,,·., ì.;,;ta, riuesti

ot=== '==2==:::t3 km.

90-

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centrare liberamente tutte ..le sue truppe dietro l' Adige. Durante la guerr:i italo-austriaca, nel 1918 B. venne piì1 · \'Olte bombardata da ve!ivoli, e per mezzo di un cannone a lunga oortata.

Bassein. Città marittima <lell'Jndia,. nella presidenza cli Dombay. Venne presa dagli Inglesi nel 1802. l' 31 dicembre ' di quell'anno veniva a B. firmat;i una Convenzione con la quale gli Inglesi riuscivano a frantumare la polente confederazione dei }.fahratti. Il capo questa confederazione crdeva territori alla Compagni'.l delle Indie e st.-ingeva .con e~sa pat ti di alleanz;i <; ifensi\'~ e di reciproca protezione.

,i,

A. r.ampo di Wurmser - R. ire b gl. austriaci - c ., idem - i,, Augerau - E, .,ras5ena - F, G, avanguardie rranrest )

bgl., decimati, ripiegavano sul gross:1. ;\(taccato da Au gc:rri I.! a sinistra, da ~fas::,cna a destra. \1/urn1ser v~nnc rotto e PQsto in fuga. Alle tre del pomedgi,:io i Franresi entra\'ano in B., do✓~ i granatieri austriaci, , imaM i ·°', proteg~ere, la. ritirat~ del loro c:iro. si balle• rono .ewicamcntc, ·assolvendo il loro compito. I Fnwcesi presero :utto il ma:erialc aù striaco d'artiglieria e da pt-n te· e· fecero 6000 prigion ieri. Fra i vincitori si di,tinse particobrmente i! gc:-n. :\iaret, eh(! in scgaito fu cre<1to rh1ca d i ,. Bassano. \Vunnscr, ritii-atosi dappr imii;· a V,i~ehza, , ~nì pe1~ chiudersi in Mantova. Battaglia. di B'lss1n10 (31 · ottobre 1813). Appartiene alla campagn:i. del - <letto anr.o in Ital;a. Il principe F.ugenio·, ·pér potersi ritirare e: concentr:ire dietro l'Ad ige senza O$lacoli, deliberò di p rendere B ., occupata da un corpo ,1ustriaco. Il gcn. G,·enier, inc~.ricato dell'operazione, marciò con tre colonne contro gli austriaci, schiera ti con la destra a R ezzonico e b. sinistra a San G iacomo. Dopo qualchz ora d i lotta, gli a_u s\ri~ci vennero cos tretti a r ip iegar•) su B., e, at taccati quivi alla baionetta, mes~i · in rolla e cacciati· dalla città, lasciando 300 prigionieri e wendo perduto 500 uomini. Qu'."sta battaglia pe::nise al prindpe Eugenio di con-

B.assi (Ugo) . Patriota, n. a Cento, m. a Dologna ( 1801-1849). A 15 anni si jl'r esentò per essere arruola to con le trnppe d i Mm·at. Si dedicò, vcstit0 nel 18 l8 l'abito sacerdotale, alla p redicazione, ma per le idee troppo liberali gli fu proibito <li predicare nello Stato pontificio, da cui fu anobe cacciato. P:is3Ò a .'-apoli, sotto la protezi,)ne del cardinale Caracciolo, ma morto ques1; (18H) fu cacciato anrhe dal Xa.poletano. Pas'!Ò a Palermo, ove era già ,tato sette anni prima a dar e la sua. opera in occasione dell'cpi<lemia col,:rica. Coll'amnistia concessa da. Pio I X, potè rientrare m Bologna. Nel 184S parti ,er il campo c,mtro gli all3tri:i ci, fu a Treviso, a Cornuda,- a Venezia e toccò tre ferite. Nel febbraio 1849 fu nominato cappellano maggiore ncll'eserc_ito romano e ass~gnato a Rieti al!a leg ione di Garibaldi. Il 30 aprile a Vil!a. Pamphili fu_ fatto prigioniero dai Franc,!si, che due giorni c!opo lo lasciarono libero. Segui Garibaldi nella memoranda ri tirata da Roma sino a S. :\forino, proseguì poi col capitano l.ivragh i verso Co:nacchio, o·,e fu arrestato; il governatore di ques!a città lo ma:ldò a Rolog~'.I, ove 1'8 agosto fu condannalo a morte e fucil:ito il giorno stesso. Riccardo Bas.ri. G enera.le medico della R. Marina, n . a Ticineto ( Alessandria) nel 18.'l0. Fu medico requisito al seguito dell'esercito francese in Italia durante la campagna del 1859°; entrò in servizio nel nostro esercito nel 1861 e raggiunse il grado di ispettore medico nel 18'93. Fu segreto.rio dell'ufficio centrale di sanitò presso il Ministero della, Marina dal 1877 al 1881, ~iudice effettivo del T.ribun'a le Supremo di Guerra e M3rina dal 1895 al 1896, collocato in posizione ausiliaria nel· 1897. Prese ·p arie alla campagna. del 1866 come mc • dico a bordo del (( !Yicssaggero », venne encom i:1:0 per essersi distinto durante le epidem ie coleriche negli ann i 1865~67, fu tra i primi medici inviati a dirigere il servizio· sanitario di Massaua al principio dell'occupazione italjan_a dell'Eritrea. Di la,rga coltura, promosse la pu bblièazione degli <( Anna)i·,.ji :Medicina Nava!~ ». ·Ugo Bassi. Generale, n. a Bologna m. a Torre Pellice (1857-1918). Sottot. di fanteria nel 1879, raggiunse i! grado di colonnello nel 1908 al comando dell'81° reg-


-· 100 gin-lento fante-ria e collocato in posizione ausiliada (J.913J raggiuns~ :nel 1917 il grado di maggiore gen,,ralc, ottenendo il comando, a Torino, del gruppo dei centri di mobilitazicne.

Bassi g_nana. Comune in prov. di Alessandria, presso lo Ebocco del TJnaro nel Po. Possedette in an t ico fortificazioni notevoli, dem0lite nel 1691 e nel 1745. Nel 1361 vi si concluse la pace fra il marche_se GioY:mni del rv[o:, fer ra!o e Ga leazzo Visconti. Venne pres.c da Lodovico di Savoia :nel 1447, e da F r ancesco Sforza nel 1454; dai Francesi nel 1459, 1635, 16:\6. Battagl;a di Bassigna11a (6 ]uglil' 1322). Combattuta •e vir:ta da 1\-.[arco Visconti, capita no dei Ghibellini lombardi, contro le milizie guelfe, agli ordini di Rairiionclo di Cardona. Bartar;lia di Bcssign :11a (27 settembre 1745). Com~attuta e vinta ,fa] l\-Iaillebois, comandante dei galloispani, contro i Pier:10nte~i agli ordini di Carlo Emanuele III, alleato di 1\lfaria Teresa, Car lo erasi trincera to a B. per proteggere Akssandria, e le truppe austriache. dello Sclrn lenburg lo abbandonarono per nrnoYere verso :Milano, che credettero minacciata da una finta <le! Mailleoo is. R imasto solo, Carlo, che disponeva di appena ~0000 u., venne assalito su.Ile sue posi>.ioni da 65000 gallo- ispani e cost1·eHo a ripiegare. La cavalleria (6 r igg.) agli ord ini del gen . D ella :vhnta, protesse b. ritirala verso Valenza e Casale, mentre :i r e m andava 7 bgl. ad Alessand1·ia. Delle truppe reali, la sola brigat,i di I'iemonte fu seriamen te pi-ova ta, non avendo voluto il ,e impegnarsi a fondo iri una lotta disuguale.

Combattimento di B<issignana ( l2 Jnaggio 1799). Combattuto e vinto dai Fran:-.esi, com andati dal Moreau, rnntro i Russi di Rosenberg. Qu<,sti u ltimi, in numerc. di 7000, avev:u)O appena passato il Po,. quando Moreau lanciò contro di loro le d ivisioni Grenier e Victor e li cacciò su B., da dove, minacciat i di avvolgimento, rip ararono in un'isola del fiume a guado, lasciando 4 cannoni e iOO prigicnieri nelle mani dei Francesi, e avendo perduto 800 uomini . Il giorno dopo Rosenberg ripassava d ~I tutto il Po.

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Bassigna no (Achille) . Generale, n. a Cuneo nel l8il. So·uot. negli Alpini nel 1'391, p rese parte alla carnpap,a d 'Africa 189396; u lfr11ò la scuola di guerra. 1:el 1902 e v,~nne destinato .:d io Stato .M ag-, giorr\ tlove rima5e t~nn al mag<sio 1915. E ntrate- in cà.rnpag-na quale n1aggiore addetto al Coman,lo ~npremo, dur ante e dopo la guerra ebbe a disfrnpegnare molti e delicati in-' carichi; fu inviato in Russia quale capo 1111 ,~,one per gl-i irredenti prigionieri di guerra, daìl'a.gosto 1916 all'ottobre 1913, e poi nel 1919, quale c,po d ella :Missione MilitaTc pngso il Comando in capo ddk iorze comba ttent i nel sud della R•1ssià, rimauenclovì :ino

a l termine delle ostilità: ma.ggio 1920. Fu al congr.~-;;;1 <!ella pace a Parig i, obl:,r, brevi m issioni i,.. Alhani,1, tenne il comando delle truppe ilalbne d i Fiume duran te un <lelicato p,riodo del 1921; nel <licembre dello stesso anno venne inviato a Costantinopoli quale Prcòidcnte e dekgato Italiano della Commissione interal leata per i l disarmo delb Turchia. Rimpatr iò nel giugno 1923 e coprì, per un anno, l'incarico di Presidente delle Commissioni di reclutan1e.nto. Generale di l:.rigara da! giugno 1918, ebbe nel 1924 il comando della Brigata ((Reggio».

Bassini (Angelo). Ten. colonnello, n. e m. :. Pavia (1815-1888). Fu dal 1836 al 183-J soldato negli Ulani rnstrbci. Nel 1848 entrò come ca pitan o nel battaglione bcrsa.gliexi pavesi; poi iù alla d ifesa di Ro'rna nel 1349, e rimase; terito a V illa Corsini; nel 1859 combattè nel 1 ° reggimento C3cciatori delle At,i; J)assò per breve tç,mpo nell'Esercito dc11:i. Lega dell'I talia centraie. Nella spedizione den Mille ·:omandò l'ottava compagn ia, detta « compa.grria di ferro>>, o « compagnia <lei berga1n1sch ì )) ; vi vttcnne la promozione a n1aggiore e poi a tenente colonnello, e per il suo eroismo a )\fars.tla e alla baUag!ia del Volturno fu decorato della croce mil. di S,,voia; nel 1866 com battè a :Monte Suello col 3'' rcggin1en to ·✓0lontc.i ri e si guad::1.gnò la n1edaglia d'argento. Rientrato 11cll'cscr cito regolare, nel 1S63 fu collocato a riposo. Bassino (Roberto) . Generale, n. a Torino n~ 186.i. Uscì nel 1880 sottot. cli fanteria dalla Scuola militare. ì\'cl 1896, col grado di capitaHo degli Alpini, fu in Africa ali.i libcrazio,1e di A<ligraL Durante ia campagna di Libia (19 [21913) comandò da maggiore i l bgl. << Sus.i )> e r1rtecip<¾ alla bllt. <li Ambaa. Nel 1915 en trò in guerra come colonnello ,:,i1nan<la.nte del 75" fantc.-ia da cui passò a l 6'' Alp ini. N cl febbrcJ.io 1916 ebbe il· comando della br. « ,\ r no >> in Alban ia e ;,ello ste~so _:tnno la oor:ò sugli A ltipiani; neil anno seguente comandò la 13"- divisione. Nel l921 vem1e collocato in P . A. S. a sl'.a. èmna:,<l:-, e nel L92S in aspet tativa p::,. r iduzione di quadri. 1

■asso (Gio·uanni). Patriotta, n . a Nizza Marit tima, m. a Geno,a (1814-1881). Combhttè con G a ribaldi a Rom~ nel 18'40, lo seguì nell'esi-lio, e dà allora fu il se: gretar io fidato, «l'ombra» di G;tcibaldi, fino alla morte dell'Eroe. Fece come soldato nei Cacciator i delle Alpi la


l

cam pagna del 1859 e la finì come sottotenente; passò poi n ell'esercito della L cgn òcll'I talia Cen trale ; fu al Q1.:artiere Generale della spedizione dei M ille, uno tiei pcchi che entrò in N apoli (nn Gariba!di; coml;:1ttè al Voltu;·no, f•.1 a.cl i\sp r,11nonte e segaì Car :baldi 11ella. prigion;a del ·, ·a ri~:1,1.110. N cl J 866, i,,agg · ori.: del 5° .t<.egy;ir::11.:nto \'Olonta.ri 1 vi guan.1g!1Ò la. i,·,cd . d'a1·g. al va.I. milit.:r-::. <Combagè cou lo s,: ~S$1~ grado, ne,]iè~ ca.n 1-

p g:rn del 1867 dell'Agro e .nel 1~70 con~c C'~lpo sqaadro nc de!lo Stato ::Vfaggiore nella A,-mJ.la <lei Vosgi.

l< orn:1 110,

::·ar!o Ba•;,o_ · ,\ mm irag lio, n . Palermo 111. a Napoli ( IS64-190i). Entrò in servizio nel 1864, passò alla r iserva navale nel 1898, fu pr-omosso con tr,:umniraglio nd J.902. F u direttore de; R. Arsenale di Napoli, e -~ar,o d i Stato "\foggia re d i quel dipartimento mar it timo. L u-igi Basso-Anwux. Genr.ra!e medico, nato nel 184~. entrato in se;-vizio nel 1871, promos~o maggiore generale nella r iser va navale nel 190S e tenente generale nel 1920, col!ocato a riposo nel 1923 . .E' stato giudice del Tribunale Supremo di Guerra e :Mari na dal 1912 a l 1916.

L11.-igi Ba.sso. Generale, n . a Torino nel 1861. Uscito dal!' Accademia di Tori no sottot, <l'artiglieria nel 1881, partecipò da tenente alla Camp:n,gna d'Africa del 1888. E ntrò

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1915 come colonnelio com,-.ndu1tc del ù 0 Art da ioan1pagna1

in1ettencì0

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lucr k sue brillad1 doti d i ui:nanda.ntc e di soldato. I'u cinque volte decorate, al val qrc e duf'. volte ~~r ito. Si mcntò una prima medaglia d'argento per l'ammirevole opera spìeg,tta n ella d ireziÒne dell'i,0lamento di u i.a colonna di carri fcr rovi::trì ca riò:i <ii esplosivi, iILcendiati da una bom ba gettata. ,fa un velivolo nemico. F,1 promosso generale n el 1916 e dècorato della Croce di Canlic.r e ècll'Ordinc :Militare d i Savoia qua le ccmandante della Brigata Salerno ·n elle azioni del ·settembreottobr e 1916 sull'altipiano Carsico e della medaglia d'arg;cnto nr ll'attacco della Sella ciel Vodìce del mar~~i,1 1917. Comandò dal settemhrc 1917 al marzo 1918 IJ. 31• divi,ionc fan teria e nominato comanda nte del XVIil '.Corpo d'Armata si mer itò !'alta onorificenza di Commenclatore d r ll'Ordiae M ilit.1re di Savoia , p er avere Tibut:,to vi:toriosamentc ;ulla fronte del pro,,rio Corpo d' ,, r m1ta (1T. •~ r,,ppa), ,nercè la salda ed amorevole 1,rep1,a?.ione dd mezz i e degli animi, ht ,·ioienta of-

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BA'3

fons irn nemica <lei 15-16 giugno 191.8. Ottenne una t<;rz1. me-d:1gli:=t d'argento al va lore per il valido C\.) ntr i-

buto d1,c, col p r0pr io Corpo d' ,\.rmata a l succcs<;co c'i Vit tPJio Vcnew. Ress,, :Jal 1919 :il 1926 i l C0mando ,"le' C'orp•1 d'Arm1ta di l'1tler,no. /lasso (Fo ,tezza da) . V . Firenze. Basso Reno (Battaglione). Costituito nel 1848 ~on volontari del bolognese e dc! ferrarese, a l comando del ten . colonn ello D ia na. Nel 1849, al comando del t'!n. colo1mello Angelo Ti ttoni, prese parte alla difesa di Roma e fu incorpora to nel « R eggimento Unione» poi cc 9° cli linea >> della Repubbl ica Romana.

Bassompierre (C ristoforo rli). Genera le francese ( l., 47- l ~%). F.nt r ò giovanissimo al servizio di Emanuele F iliberto di Savoia e comba:tè in Ungheria cont:·o i Turchi. S•èrvì poscia sot to Carlo IX di Francia ÒÌ$tinguenci0si i i: tutte le guerre del suo tempo . Fra.n.cesco

di

Bctst1 i~i,

baro,?e

di

Bassompicrrc_

~•ln reschllo d i !'rancia, n . in Lorc1n ( !S79- 1646). Si ar r ,.,olò nell'esercito imperiale, contro i T urchi; tornat'J in :)atri~, !:>Crvi sotto Ennrn 1V sconfiggc,·,dc;i:? p iù volte g li avversari ; quindi ?otto Luigi XIII, d ist ingiJendosi n eHe gacr-

re èi quel tempo in tutti i camp i di ba tt~gl ia, sp~cia!mrnte negli ttsseclii di Iortez~e, com~ : Rcthel, Montpcllicr, Montauban, ecc. Nel 1625 tenne il. comando delle !ruppe francesi ;n Valtellina, c.:,11tro gli Sp~girnoli; nel 1628 fu all'a~sedio de La Rochelle. dove s i d istinse gran<:lemcntc; qu:ncli in P iemonte, do, ·e, forzato il passo di Susa, co,trrnse i Savoiard i alla pace. Caduto in disgrazia. rii R ichelìeu e chiuso a lla Bastiglia, si dec-fkò a scrh·ere

rncrno ric su quc.:;tioni

:11ilitari e storiche. Per dodici anni, fino al 1643, rima, ~ jmpr!gion:tto; appena :ibere, rio t:ennc le sue caric~1e, ma si ritirò a vita p r ivao .

Bassora (o Basrri1 . C:i tti, sulla dr. dello Sciatt-clArab, a 90 km dalla foce. B a:t.a.giia d,; Bassor:1;, Appal'liene alla seconda guerr,1 civile, e fu combattuta t vin ta ria l bn J u3uf, al set vizio del ca liffo Abdel-.M elik, contro l bn Mohamme<l che si era rir,dlato al califfo e n e a·;,eva :i.ssunto i l titolo. Il primo dove~tc !a. viUo ria a! VC4lorc della sua cavalleria; tuttavia non potè tenere la ci ~tà che era riuscito, dopo la ba:ttaglia, a.d occu pare, e dowtte r itirar3i.

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Bassot Giovanni

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La Cltt.à e i dintorni d i nastia (fi ne chn secolo xvm,

Bassot (Giovanni) . Generale francese ( 1841-1917). ~i dictinsc nella campagna del 1370; r aggiunse il gr:tdo c!i generale nel 1899. Si occupò particolarmente di !averi geodetici, come aimo del g~n. Perrier, a l q•Jalc S'1~ccdetle. Fu direttore del servizio geografico dell'esercito fino al 1903. Lasciò. molte memorie e varie opere di g~odesh Bassufficiale. :t-;:ome us1to anticamente in luogr:, .d i sottufficiale. La voce è andata completamente in disuso. Ba sta (Gio-rgio). Capitano italiai,o, forse di Volpiano Piemonte, ma, secondo a ltr i, di Roc:a Tarantina. Visse all'inizio del 1600, e ;figura fra le glori~ della nostra cavalleria. A 15 anni e~a soldato in F iancira e ritoglieva al nemico una bandiera da lui conqui$tata; poi militò per 40 anni, partecipando a oltre cénto combattimenti in ogni parie d'Europa, terrore dei Turchi, rigido e severo, ma modello di giustizia, servendo in fanteria, in artiglieria ed in cavalleria, divenendo comandante in capo dell'esercito spagnuolo nei Paesi Bassi, govei;natore ùi Vienna; e conte dell'Impero. Studiosissimo - parlava sei lingue - lasciò due opere classiche: nella letteratura militare: « Ii governo della cavallel'ia leggera>), che rappresentò il primo regolnmento atto ad organizzare ta le arma, e fu tradotto in francese, in spagnuolo e tedesco; e « Il Maestro d i campo generale"• che Io consacra « soldato di gran volon tà e d i gran CO!llando ", giusta il dire del Rentivoglio; questo libro, vera ll ibbia del comandante in guerrà, tutto esperienza e buon senso, ebbe numerose r istampe, anGhe per_chè in d iscreta lingua ita liana. Oltre a _q ueste -due opere famose, lasciò anche il libro: « D el governo dell'artiglieria>>. Bastarda (o Bastardo). In senso generale indica un'arma da fuoco, ·'che per avere la canna molto r accorciata rispetto a:I, cal ibro, non può avere le caratter1stici1e. dell':i..rtnà ti,po · del suo ·genere. Particobrmente 'veniva· :dello· li, que~ cannone che a,eva la volata più ~orta <leÙa ·.,n~rh1a1è, p~r' ~onservando il calibro d el crnrione:; -~ta!~\ ~o~e;.:ç9:m~ ~ltri, si u5avano nel periodo d i tempo che precedette la chiara e netta divis ione ,Jelle artiglierie in cannoni, obir.i, mortai. II cannone B . ve-

rdv:t: detto a.nche <.< 1nezzo cannone)' e se ne <listinscto tre tipi : uno che passava la portata degli nitri pezzi dello stesso calibro, uno medio, uno che al'eva penata inferiore alla nonn:ile. Bastarda (Mar.). l•u detta la galea « grossa, d i r,;ran qu:\rtierc, alta, tonda, larga cli groppa, quasi p i(t nave che galera : le Capitane per lo più erano di questa forma>> (Guglielmotti). E /3astardella ern la galea alq·1 anto m inore della 1>., ma sempre maggiore della eot tile.

Bastar della . P iccola bastarda; cosi era chiamata quell'arma a fuoco, n ei primi temp i, che avendo for,11a di una bastarda, era però di d imensioni più piccole e quindi ern più leggera e maneggevole. Bast ard i (Guerra de·i) . Fu ch iamata con questo nome la ' guerra combattuta nel XIV secolo dai Francesi cont,o agli avventurieri ,o masnadieri,' che s i erano a'leati cogli li;1glesi per d evastare la Guyenne. B astarni. P.o;~ lo germanico, che verso il 200 d. C. si :mdò a stabilire sul basso Danubfo. F urono in lotta ·con tro Pompeo, ' venner:> sconfitti da Licinio Crasso, servirono in numero di 100.000 sotto P r obo l'irnp,.::ro romano, si' dispersero assorbiti da altri popoli. -B aste (Pietro, conte). Ammiraglio francese ( l768J /H4) . Entra to 1iel!?. rnarina nel 1781, fu col Bonaparte all'assedic, di l\fantova del 1796, a l comando di una flottiglia armala sul lago. Si battè in segu ito ad l\ bukir, a 1\·f alta, a San Dom ingo, nella Spagna. :MorÌ a Briennc:, in seguito a ferita ,·iportal,t in quella battaglia.

Ba st ia (o Bastida, :i Bastita). Fu dapprima una fortificazione o ripa.r o improvvisato, fatto con legnalne ·o terra pe r riparo dei combattenti, cosi difcm0r i come assa.litori -di città ·o ca mpi. Le B. vennero costruite verso il secolo XIII i n Francia e in Italia. per lo più s ui punti d i comunicazione, per intercett2rli. l _n seguito furono rese permanen ti, come piccole fortezze di for;11m quadrata, rafforzate da torri agli angoli e pro- • tette da fosso, talvolta con terrapieno e s teccato. Servivano a proteggere i passi dei fiumi e le strade. A que-


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battifredi, 'i· bats to· :_gener,;,:;s i rifer iscono :e bicocche, tifolli.· d, l Bastià. Cit tà ma11tt1m,t della Cors ica, fondati "' .ge; L li I 11· Il d · ' d '· ì ,·1.'-s:Cc. · rioves':! eone o ..ome 1no ne a. scccn a meta .·· C,4.

e nel E •?..4 ehhe il con,and,, ,1c1 9' .l,l~rEagiìc, i. S.i ·dedicò in speci:tl modo alla ;)oeria cd a lh ·novellistica, ma co~1pos~ ·anche prc<• is.ti scritti tecnici fra i qurd i ne pri" •ncggia uno· in t re vo!t:mi: cc L'evoluzione de!l'arte della ,· ,

XIV. Venne for tifica ta nel 1430 da T ommaso }'n;goso;: ~ ,f-u~ra ·» ( i l pass;to, il secolo XX, i l f uturo) - (Fir~nze

( lavori furono terminati nel 14SJ da Be,nardin o: '.~ r i• r Ji;>Z~}mald i; !a cittadélla fu compiuta nel 1521. · Bastiglia. D enom ina,;,icne generica dal provenzale N el 1553 E. venue a,~edia ra eh ma re e da terr a. dal << R tst;da >>, ind icante fortificazione cinta d i fosso e muco~siu-o Dragut, - ma egli 110n r i u~ci a p r ~nderla. Ne·! ait:, di torri per difcsg_ ed offesa. A Parigi yi er ano tre 1745 fu bombardata. dagli l nglesi. Nel 1 ì 4S venne asB . Quelle del Tempk, quella d i S. Dcnis e quella di sed i~,ta e presa agli a us(1 o- piemontesi. S. Ar.toine, d ivena!a celebre ndl'epoca della r ivoluzione (1~ luglio 1739). Quest'u ltima fu in origine CO• Assed·io di Ba.stia. ( 1794). App artiehe ali,\ lotta fra struita ( 1369-83) come c ;ttadella a rocca contro gli InTnghi!terra e Fran cia. D opo lo sbarco d i un cor po d i glèsi, durante i regni d i Carlo V e VI dall'ar chitetto 3000 · anglo-napolet:111i,. i Francc<;i, com:m<lati dal Latl'Aubriot, sLd medesimo s ito dove già. sorgeva ·u na com be, erano sta ti costret ti a chiudersi in Bastia , dove porta fortificata della Ci,tiL d i l'arigi, opera <ldl'arfurono b!oc~ati cla !b parte di t e.i ra e dalla Parte d i chi_tctto ;-1:trcel. Consistet te dappri,aa in d ue toui rotonde a lte circa 22 met,-i. P iù tardi vi furono aggiu1. tc Jtrc. i:!ue torri para1lele alle })fi111c, dt:n ite fra loro da ,t!ti t})ur:iglion i ; da uitimo (13S'l) furo~.--1t'lò tost-niiti àitre • 4 torri, pur.e col. ,, ' " . \Y: ..: • ' ;· _!è·g a'/4} i:!;\':(nit.ira ~jlCsSi&sime ( co_rti~cosi da ·formare u n ve-ro forte '• ;!el!'alt~zza u,niior:ne ·cii r:irca 22 m~t rL La p!irt2. della cill\ _da cui e':>bc origine la B., fu cliiu:ia, e la stPda mi lita r~ di accesso fu deviata fuori cl.Jl'~dific io. So!o nel 1634 vi fu èc~v:ito inforno un fosgo estrema mente hirgo (36 m.), quasi Bastia C-1799) seir:p're asciutto, circondato da mumare. Venti vascelli alleati, a l comando del l'ammirara alte 11 m. e più basso dei cort ili interni d i circa 7 m . Le dPc corti 1n.ternc erano separate da un ed ifiCio glio Hood , · erano schiera ti d avanti a l porto : l'attacco :rasversg_lc costruito sotto Luigi XV, ove alloggiavano cominciò nelh notte fr., il 28 e il 29 marzo. I difeni! corna ndo e le truppe.. sori si batter ono ene r~:camentc, <li~truggendo con ;:,:i,llc a rroven tate 1: na fregata inglese. Vuso la fine <l'aprile, .Per penetrare n elh' B . bisognava entr:i.re attraverso Lacom be passò :i,lla d ifesa di Ca lvi e quella d i Bastia un·i 3fih ta di fabbricati che si chia mava la Corte del 0

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, enne a ffìùata a.I ge n. G entili. ~c ggia va1101 e

·r..ra .k

mu nizioni scar-

il 22 n13ggio la piazza capitOlava con gli

onori di guerra.

Bastìco (Ettore). Còlonnello, n . a Bologna nel 1Si6. Sottot , dei Bersaglieri nel 1896, -frequentò con successo la Scuola odi guerra •~ <fa capitano passò nel cor po dello Stato ìvfaggiore. Pa rtecipò alh camrn:;na libi• ca ~,uale o,ser vatore <l 'ctcroplano e-cl a q uelle: ~uropea J 915 -18 co:nc sott.Jcap o e poi car o <li Stato 'Maggi~re ia varie Divisioni, meritan dosi la medaglia. d i bron;.o al valor m ili tare a Plav~ ( 191 6) e quc Ila d 'argento à Col- Jel R os,o-Echele ( 191.S) . Insegnò storia. éd a r te m ilita:·e all'Accademia N av,1!c di Livorno (1 919- 1923), L1 pre3idcnte t;1 - commissioni d'esame alla Scuola d i -gucrr:t

A, torre - n, r:orllna - e, D, -corti - E, abitaz ione ctel coinamlnn te - F, in gresso

passaggio, preceduta e sbarrala. ' :t metà strada da l ponte leva :oio e saracinesche _dct t,, il pon te dell';,vanzata . Gli ass,1htori che fo·; scro riusciti a -, :irculo si sarebbero lrovati su <l i un3. spj:lnata con~o; nata da cos~ruzioni diien, i,e, detta Cor t~ d el g•:w ernatore. I n ternamen le vi er ano 40 carcer i oscu re, e 40 sotter-


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Presa della Dastig-11a (14 l uglio 17$9)

ranei pe.r · prigion ieri di S tat;p. La B. fu :1ssediat;1 e presa nel 14 18 <lai Borgognon i e nel 1594 da Enrico IV. Ma la da ta passo.la :ili~ s toria sotto il nome d i Presa della E . è quella del -i4 luglio 1789, che segna l'inizio della R ivoluzione Francese. La E. aveva come. goverm,torc in quel ·tempo il marchese Dc L aunay, che disponeva di una gu arnigion e <li soli ~2 sold ati svizzeri e 95 inva lidi. L e pb.tteforme àelle. torri er ano gua rnite d i 15 can noni. J.I Governatore, tino dal mattino del 13 luglio,. chiu.,e le saracinesche, fece r ip iegare le scarse truppe nelle muraglie, r itenute 5uffìcientemente sicure. 1,1 ma11cJ1eso De Lau nay tan to più d i fron te al ca t- Governatore della Bast1g-!1a tivo :u-mamento dei rivo!tosi. :Ma questi, ammontanti a parecch ie migliaia, malgrado il fuoco dei d ifensori rimcivano a imped ire il sollcva11wnto ciel ponte levato io e a precipitarsi n ella co•·te (14 luglio) Il marchese De L au nay, dis!)ernn do onuai di resistere. tentò allora d i da~ fuoco a lla S_anta '!3~barn, ma ne fu impedito, ed egli s tesso, con la gua rn igi,J ne, passato a fil d i spada. E la fortezza venne completa mente demolita dal popolo parigino nei giorni s eguenti.

Bastimento. .Nome generico che serve per indicare qualsiasi nave d i dimcasio:1i rimarchevoli. Vi s;ono bastimenti da gucna. mercantili, <la pesca, a vapore, a vela, ecc. Si d ice bastimento d i a lto bordo una nave con i fianchi molto alti, che serve per la n av igazione a lturiera. Le corazzate, gli incrociatori, i tra nsa tlan• t1c1, ecc. sono basUmcnti di a lto bordo, come lo erano vascelli e le fregate. Bastingaggio ; L u ngo ripost iglio che corre all'interno dei fi»nchi della nave, nel quale si conservano le brande dei marina i. La voce '. ha origine ùalla. parola francese - a basti ngue >> > striscia di stoffa pesant~ e in1-bottita, con la. quale si rivestivan o all'esterno tutte le -posizioni più esposte degli antichi vascelli, per dare qualche riparo ai marinai durante il ccmbattimcnto . Le brande, col loro materasso in terno, hanno fornito _per lungo tempo un a ottima difesa contro le schr,ggc, e p er qu~sto sono state adoperate, e si adoperano tuttora in circostanze special i, per formare dei r ipari ai combattenti. ' P er •qucst;1 ragione il bastingaggio corr~ lungo tutta la m u rata nei pon ti scoperti, .in corrispondenza del bordo•non corazzato, concorrendo in tal modo alla d ifes~. dell:i nave, Il bastingaggio p rende an che il nome <li impa vesata o semplicemente pavesata (V.), Bastionato (Front e). Nel secolo XJII si delineò nella storia <lclParte m ilitare un avven imento destinato a trasformare sostanzialmente l'arte d ifensiva: l' invenzione delle armi da fuoco. Sulla metà del secolo XV, in seguito a lla migliornta fabbricazione delle artiglie-


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\ •~-;;,,· f'ig. I. Tracciamento ul l'irtrnori cle l l ato di tiase

rie lunghe, idonee_ a tirare di lancio proietti me tallici, gli effetti dis,rutti,•i contro i vecchi recinti merlat i ad a lte torri andarono a mano a mano accrescendosi, !,er il che s i riconobbero inefficaci i tentativi d i ingross'.Lmento clellé mura, a cui s i era dcorso -p er opporsi all'aumentata potenza distruttiva àclle anni. In tale epcca, con Frnncesco di Giorgio J:vfartini da Siena, con Giulia no ed Antonio Giamberto da Sangallo e con Ba~cio Pontclli, si manifestarono forme fortificatorie d iverse eia quelle anter iori. Le rocche di :\fontefeltro, co~truìte da l Martini, la rocca d'Ostia, eleva ta da Baccio

Tal i forme, in apparenza ta nto semp lici, r appresenhno b con cezione de lla nuova. ar te che s i ria-f fcrnn nel fian chegg iamento e uclla d ifesa. radente. Cc,l baluardo, o bastione, _ gli architetti del r inascimento riuscirono, in relazione ai mezzi di offesa. dell'epoca, a risolvere il problema tattico della fort ificazione, ·ed in corrispondenza delle caratteristiche di quelle guerre, le quali s i limi tavano a ll'attacco ed alla difesa delle p iazze, ed a soddisfare a lle esigenze milit:1ri del loro tempo, fra. le quali principalissima e::a quella <li imped ire le invasioni ottomane . Prova di questo si ha nelle ostina le resistenze, spesso vittoriose, à c!le for tezze ven~te assediate dai turchi . Esempio de-

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Fig. 2. Bastione con spalla

quadrata eon mu:'o-ne Pontelli p er il cardina le Della Rovere, la cinta qua• clrata di Castel Sanl' Angelo, erett,•, da Antonio da Sau ga Ilo per Alessandro VJ, cost ituirono le p rime forme della fortificazione di passaggi9, nelle quali, sebbene prcdon1in: .1 ncora la n1assa, ,come nelic o.;.)ere preccà enti, emergono altresì gli elementi dell'arte nuova, quali il punton e, precursore d el baluardo o bastione, per a tten~arc l'urto dei 'proiet ti colla percossa obliqua; la mura.glia scar,pala per lo stesso scopo ; la casamatta per artiglieria, p rimo inizio delle installazioni protette. Inoltre il ,f iancheggian:1.ento radente, affidato a i pezzi tradi torj d ei fianchi casamattati, venne a sostituirsi alle caditoie mcd ioevali. Così si andò, a grado a grado, ,p assando dalle torri pentagone, cimate a pari altezza delle cortine e rivolte col saglientc a lla campagna, ai baluardi, o bastioni, che in prin cipio U '.l llO quasi aggiurti, e di cui costituivano le parti p iù forl'i.

Fig. 3. Bastione rnn spalla quadrata con orecchione

gno d i menzione è, come osserva il Promis, la difesa d i Padova nel 1509, nella quak gli ingegneri i talia.ii riuscirono, coi nuovi trovati d ifensivi, a prostrare b sforzo della Lega di Cai~.brai. Dagli stud i d i Fran ce sco di G iorgio .Mart(ni e di Giuliano da. Sanga.llo si rileva tutta l'evoluzione del loro ,p ensiero nel passaggio d alla torre al baluardo . Il codice Magliabechiano di macch ine e fortificazioni del Martini, cd i progetti ed i d isegni d i Giu liano d a Sangallo, fino a q_tfelli per b nliova cittadella. ,di Pisa, dimostrano la priorità. italian a delle nuove forme fortificalòrie, che sullo scorcio del secolo X V finalmen te si affermarono, generalizzandos i. In tale epoca :\ntonic, G ia.mbcrto d i Sangallo ,,ostruiva i prim i baluardi · del fortino quadrato di Nettuno, saggio primitivo ma splendido della nuova fortificazione, e del pentagono d i •Civita Castellana. L ~ nuove forme vennero dagli ingegneri militari dell'epo-

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·/' -· ", __' , Flg. •!. PQ (della llg. 3ì ciel n1111co rlllralo e d el nanco alto

ca diffuse dapprima in Italia c,>I mezzo dei loro co-

dici e poscia in Europa, a llorchè gli stessi dovet!ero esulare al servizio d i principi stranieri, in consegu.;nza tiella. decadenza politica dei vari Stati dr.Ila penisola. Così, auraverso· ai contal!i ~he quei no!ltri maestri ~bbero con gli uomini di guerra delle diverse nazio:ii, derivarono e p resero sviluppo le varie scuole cli fortificazione, tra le quali la francese, la olandese, la :cdesca. I l fatto che all'in izio della nuova a rte difensiva i baluar di erano quasi aggiun:i a l recinto, portò n li~ .:ostruzione del tracciato bastionato sul lato interno ( ''l• A

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a/, . IP"~- 6c=t:d . /(f_m Fìg. 6. Tracciamento del Pagan

s1ruzione all'infuori) del poligono che racchiudeva !a piazza da fortifa:are o del -poligono di base (fig. 1). Sulla estremità del lato interno o di base AB, , i prendevano le semigole AC, BD, col criterio di la~!::arc alì.t ccrtina CD una lunghezza p:iii alla gitlata ,i-~i:~ a:1•1: di fiancheggiamento, e d i permet tere una convenient<! organizza~ione dei baluardi. S i d irizzavano quindi i fianchi CM, DN, perpendicolari a!Ja cortina, e si c,:_,mpletava la fronte colle faccie E;\1, F~ dei balu1rdi, determinale dalle lince di d ifitsa. ED, FC, e lim;latc dall'estremità del fianco e dalla capitale I::A del ::lplicnte. I" fianchi, destinati a difendere l:i cortina, eri i saglienli dei bastioni, costituivano nei primitivi tracciati bastionati le parti più important i di una front~, cd erano muniti di due o rdini d i .fuoco: uno b:i.s,'l, casnm:i.ttato, ed uno alto a ciclo scoperto. Si pose quindi grande cura nel proteggerli contro le offese lontane, s ia facendo acuti gli ani,;oli d i cortina,

c-on-,e nelle prime forme del }lanini, in modo da imped ire al nemico d i battere dallo stes30 punto en trnmi)i i fianch i, s ia còstrucndo una sporgenza che i primi architetti chiamarono «spalla». Questa ebbe nome :.li «musone» (fig. 2) quando usciva in fonnl quadrolunga; fu chiamata invece, « orecchìon~ » allorchè sposgeva. a semicerchio (:fig. 3). 1n seguito, per protegg·,,-c :neglio i fianchi, gli stessi furono :nrttr:11i, cd ebbero così c-rigine i fianòi ritirati (fig. 2, 3 e 4), dove ,i sistemarono artiglierie che veru1ero denomina te « traditrid », perchè, senza essere viste, erano destinale ad agire d i sorpresa sul nemico che, sceso nel fosso, a.ttentQSSC alla cortina, Anche i fonch i I itir:ui cr3no :i doppio ordine di fuoco: u no a lto, a cielo scoperto, uno basso, ca,amattato, fra. i pezzi traditori. La fig. 5 mostra il profilo della cortin~ di u na fronte bastionata. Per tutto il 1500 si fortificò « all'italiana >J; celebri sono rimaste le opere d i Fiorenzuola, d i Viterbo, di ::\Iiche!c Sanmichèli di Verona (J484-15S9), di Antonio di Sangallo (1482-1546), il quale progettò fra altro le cinte bastionate di Civitavecchia e dì Roma. I discini a.utog~n,fi sJe! grande architetto che s i conservano :tllt Galleria degli -Uffiz i di Firenze, consentono di stabilir~ .la saggia ;:9ncezione militare èa lui avuta nell'adattamento al terreno. A Civitavecchia il Sangallo, dopo avere esaminato il ti,:ncno, con giusto apprczz:wiento delle sue · forme reputò di occupare con un potente baluardo un'altura di grande importanza tattica, il l\!ontc dell'Ulivo, facendoné il punt~ ,,1incipale della difesa verso terra. Se non che egli trovò ostacolo nell'eccessiva d istanza intercedente fra la punta dell'altro bast ione della fronte (quello così d.:tto di Terra), e la posi~io:i:! dcl!'ljli\'o. Tale distanza, di m. 411, era superiore ,dia porta ta dell'antico moschetto, che ern d i soli m. JOQ. D 'altra parte il Sangallo, non ,·olendo r inunciare ad ottenere il fiancl1eggiamemo radente, nè spostare il Lastionc di Terra o quello dell'Ulivo, perchè entrambi situa ti su posizioni import3nti, rkorsc al plrtito del fiancc,

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Flg. 5. Promo della CO!"l!na di un rronte bastionato

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Fig-. 8. Pianta al piano di baLt.eria del bastion e ardeatino a florna

doppio . Prolangò cioè la faccia sinistra del bastione di Terra, munì questo d i una nuoita f.1:::ci:1, te! affe~ trl!-

cortina spezzala a doppio fianco con mirabi le roag .. stero d i adattamento al terreno. Si ha infine un se• \ condo bastione incompleto che s i immorsa nelle mt;n

mi tic vi collocò un fi.anco. Procedette quindi verso J°l.llivo con una cor tina lunga soltanto 300 m. circa., dai,,h romane. al bastione dell'U livo un doppio fianco, così da otte,\1 principio del secolo XIX, per l'a umentata gittala ner ~ il fiancheggiamento raden(e completo . Nella c i;\ la e precisione delle artiglierie e per la crescente mole di Roma, progettata dal Sangallo, su invito di Paolo Hl degli eserciti, le p iccole fortene a recinto bastionato Farnese, allo scopo di dare sicur,;zza al terri torio poncontinuo s i d imostrarono assolu tamen te insufficienti ai tific io minacciato _dai bar bareschi, troviamo un magnibisogni della difesa. Perciò sul principio del secol<l .fico adattamento al terreno del magistrale fronte baan,idetto, colle prime proposte, coi primi tenta tivi di slionaèo, sopr:tltu tto ne l tratto clcll'Aventino, con coapplicazione, si può ritenere iniziato il periodo d i trrnmando e campo d i t iro sull'opposta riva del Tevc:re. s ito delle piccole fortezze a recinte. bastionato continuo, Inoltre la ' d isp~si",,ione dei fianchi dei bastioni non ,\ &l!e gr~ndi piazze o campi tr incera ti : (forti stacr:~ti più normale a li'andamcnto della -cor tina. E,si sono per• di cintura ed organizzazione degli intervalli}. Nel c~mpend icolari a.Ile linee d i difesa, co,i8 A seguenza del concetto di considerar e i 1baluarili come i capisaldi del rec0to da difendere, e . d i costr~·i\ re il tracciato bastionato non p iù 1 \ I \ sul lato interno del poligono, cioè' \ I \" I in fuori, come sulla •fine del '100, \ I \ ma sul lato e~terno ( cioè in d en · I \ tro) del poligono di base del nttOYQ /H•f I.E \ I \ q,HG=IOm I r ecinto di.fensirn. ,Così il grande'. Gl=J.l'V'(J architetto l~li'ano nel 1537 ;:>c'?.corre le cò11cezioni del Pagan flr;. 7. Tracciamento del r ecinto d i saarJouls (-Vaunan, 1680) (1650) il cui tracciamento ba.stiopo tr incei·ato si afferma però ancora, sotto forme diBato è da:to daìla figura 6, e il tracciato del nr,inverse, p iù adatte alle nuove esigenze della difesa, il to di° Saarlo:.iis del Vauban ( 1()80) dato dal b. 1ignconcetto d irettivo del le linee bastionate: infatti nei camra in cntrai-nbi, i fia.n.chi sono non11ali alle line~ p i trincerati i forti staccati possono considerarsi coi?oe di d ifesa. Il ·Sangallo; nella fronte sud, .di Roma, s•;I balua,·d i ingranditi, collegati dalle organizzazioni dip omerio fra b. Porta S. :Paolo e quella_ di San Sebafensive degli intervalli, che ebbero il compito delle ,i..1stiano, pian ta il meraviglioso bastione A,rdeatino, aventiche cortine. E il parallelo ha tutta la sua forza, ,..,crte il doppio fianco per affiancare il fìàricheggiamcnto cbè le "front i bast ionate del secolo XV e le cinture dei della cortina (v . fig. 8, 9, 10). C JÙ si ree:,. a Hsitari campi trincerali del secolo XIX rispondono entrambe :-.1 l'i mponente opera fortificatoria. che·' pu) g"iusto divisa.I ,.,. giusto coordinamento dei d ue grandi princ ip i militan: men lo del Governo Nazionale, .; arl · ,rcsta:uii-:ta, inconil concentramento delle forze (bastione e for te stacc:t• trn dapprim:i. una breve cor tina, colleg~t~ ✓..l'd una t<,,-ce to) e <lello sviluppo (cortine e_ organizzazione degli indel recinto ,\ureliano, poscia, il bastiont sÒpraekvato tervalli fra i forti di cin tura) . da un ca,;alicrc a guisa di torrione>· qui~;1j una !u:;ga

7;

• A Porla, Appia.- Flg-. o. Il bnsl-ione ardeatino a Roma


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iOS -

Bastione. Fortificazione o riparo di legnarne o di terra, o di muro per difesa di posizione . Le sue parti sono: il saglien te (o saliente) ; due faccie; due fianchi ; due scmigole (o gola del bastione}, la scarpata, -il rive-

R\'I'

per segno di autorità, veniva da.ta ai capitani di eserciti, ai governatori d i c ittà. ed a chi esercita va il magistrato supremo. Nei tempi moderni il bastone di ccmando non si dà più come segno d i autorita, ma ~i dà~ in casi rari, come omaggio e cotnt riconoscenza per l'opera già compiuta, specie dai generali comandanti d'esercito. Così il 14 giugno 1925, in Padova.

nastone (11 comando (sec. XV)

l'ig, 10. Bastione delle mura aureliane

(Roma)

stimcnto, il cordone, il parapetto, il terrap ieno, la batteria; tal\"olta la p iazza a lta, bassa e d i mezzo; l'orecchione od il musone: I bastioni, secondo le denominazioni che si danno per intelligenza delle opere a r tistU,e e storiche, sono chiamati : Reale : delle n, aggiori piazze, dette Reali; P-ieno : quello tutto terrapienalo; Vuoto: quello senza terrapieno; Regola.re: che ha eguali i lati omologhi; !?'regolare: senza eguaglianza d1 lati ornologhi ; Piatto: dove le semigolc fanno una .retta; Doppio : formato di due, uno dietro l'altro; Avanzato: all' infuori, verso la can1pagna; R-itircto: in den trc, ver,o la piazza; S1tperiore: quello che ne domina un altro; Inferiore: quello che è dominato; Distaccato: tagliato da.I recinto primario; A quattro facce : irregolare per facce doppie; Casa»zattato: pCl" batt.:ric a. botta cli bomba; Corazeato: a botta di qualunque proietto; lvlezzo ba.stione : di una faccia sola ed un fianco.

Bastone alpino. E' lo speciale bastone, d i modello regolamentare, che fa parte de.ll'equipaggiamcnto ind ividuale per le truppe da montagna e che h a caratteristiche e scopi comuni a tutti gli ordinari bastoni !errati usa li dagli escursioaisti a!pini. Comunemente è chiaroato << alpenstock >l _ Il suo impiego giova specialmente nel percorso delle zone montane a.spre e diff,.cili, a forti pendenze o ricoperte di ghiaccio. E' di legno 1 csistente e nello stesso tempo non troppo pesante (generalmente frassino); ha lunghezza di circa due metri e Peso di u n chilogrammo all' incirca; all'estremità i:1.feriorc è munito d i punta in ferro acciaiato, mentre all'estrcroità superiore è coronato eia una ghiera a bottone i n ottone; infine, verso questa medesima estremità, è provvisto di un solido laccio in cuoio, median,te il quale il bastone si assicura al polso del soldato, 'in guisa da impedire che, sfuggendogli casua lmente d i mano, debba il bastone precipitare lungo il fianco della iuontagna. In sostituzione del bastone 'alpino regolamentare può essere usato, all'occorrenza, un qualsiasi baston e d i fortuna, ricavandolo da iin pezzo di legno o da un ramo d'albero opportuna mente digrossato. Ba.stone di Coma1tdo. Dicesi quella bacchetta, che,

ve1ine consegnato con grande pompa il Bastone di Comando, a mezzo dei rappresentanti della città, quale omaggio e gratitudine riconoscente delle Provincie e .Jei Comuni ita lian i ai nfarescialli d 'Ital ia Luigi Cadorna ed Armando D p er l'opera· loro nella gr_J,ncle guerra 19 15-1 918. Il bastone cli comando per lo pii, è l ungo cm. 60- i0; ba un manico, e l'asta che termina o con un gk>bc}, o ton una. scultura allegorica: il tutto è r icco per lavori artistici e p er materiali preziosi impiegati.

iaz,

l3astone porta miccia. Era u n' asta recante ad una estremità due spranghette di ferro, terminate Ì11 modo da. potervisi fissJrc la 101ic.ci,L per dar fuoco a.U'arch ibuso o alla bombarda. -Fra le due spranghetk ~ravi gcnendmente una. p unta a md di lancia, 1a q•.ta le trasformava lo strumento in ar m:, eh offe:,a, ad asta. (}ucst'arma ~ di in~C!1z.ione ita.lia.iia (s~colo XV); era destinata alla difesa dei bombardiel'Ì; venne in segui to introdott,1 in Francia ed i n Inghilterra.

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Bastone (P1t11izione del). v~niva inflitta nei va:-i eserciti e ccnsisteva in un certo numero di ::olpi di bas:c.ne, adeguato alla manc~nza commessa <hl so:d.,to. Nell'e-"ercito francese venne abo lita dalla R ivo!uzimi,:; in altri, ad es. negli ·eserciti tedeschi, durò fino a qua· si tutto il secolo XIX. Bat•Agos. Guerriero abiss,ino, capo dell'Ok1de--Cusa i : si pose al servizio dcll'l tal ia, ma nel dicembre 1894 s: ribellò, imp rigionando il ten. Sanguinett i e chiedendo mina.cciosaincr,te a.mii e muni;;ioni. Il genera.le Bara.tieri inviò il 1na;giore T osclli, alla testa di un fort(: d istaccamento, per ridurlo alla ragione. Ma E . oppose resisteuza, e ne derivò it combattimento di Saganeit i ( 18 dicembreì nel quale il capo abissino !ro•1ò la morte


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BAT

Bataillar d (Carlo). Generale, n _ a Ch:unbéry m. a T o rin o (173.3-1849). Dal 1805 a l 181i militò nelle file n:,poleon iehe, raggiungendov i il gra;lo di c:i.pitano ; quin d i pas-!Ò nell'esercito pi~mon tese, dove raggiunse nel 1837 il grado d , mag:;. generale cd eb~e il com:rndo della bi'. Aosta . Nel 1848 fu collocato a r iposo col grado di tenente generale. Batai Ile (Enrico) . Generale francese ( 1816-.1882}. Fu ii~ lta li,t nel 1S.i9 e prese parte alle battugli-: d i )'lagcnta. e Solferino_ Nella guerra Ira.nco-tcd cscn dd l lì'i0-71, fu colllan dante della 2• c!ivisionc (2° cnrpc). A Vionville venne frrito graYemcnte alla !es:a rinuncndo prigioniero dei rrussiani. Fatta b p:,_ce passò al co111:inJo t!e! 5° corpo a Orlé.rns.

Batava V. Olanda.

(Repu.bNi,a) .

Batavi . Antico popolo tedesco, d i cui non si sa !1ulla prirn,1 dclb conquisi.\ dei Romani ; ebi:iero una µa.r ie importante nell:t vii a militare dell'impero romano, prendendo pane. con le loro coorti affiancate alle legioH i, a Farsaglia e ad Az io. Ri dot ti in Sl'hÌftvitù , riven,J icarono la lor o liber tà in seguito a:llc interne dissensioni dell'impero romano. Dopo la mr,rte d, Xerone, il batavo Cidlis si mise :i.Ila testa dell' insurrezione gallo-r o man a, e )':trteggiando per V itdlio portò le arm i contro Vespasiano, allo sco,>0 d i fondare un impero gallico. :\la. Vespasiano, vinto \'itcllio, represse la r ivolta. I Jlatavi a llora r imasero fedeli alle~ti d~i )~ omani lìnchè passarono poi sotto il dominio dei Franchi. Batavia. Cap ita le della prol'incia di P.atavia e delle Indie neerlandesi:, ~pparren ento.i .alll'O!a.nda, residenza de! Gorernatore generale, con l'arsenale. Fondata nel 1617 dall'ammiraglio olandese Jcan Kocn, appartenne sem!) re all'Olanda, tr ~nne da l 1811 a l 18 16, qua ndo fu 'JCcupata. d::;:li Tnglesi, i quali la restituirono agli Olandesi per il trattato di Vienna. Bathiani ( Carlo Giuseppe). Generale dell' impero (1629- 1772}, Fu i:no dei guerrie, i più distinti del 5uo secolo. Come gen era le fu sotto le insegne de l principe Eugenio ; combat tè Federico d i P r ussia in Bocm i:i, e i Francesi e i Bavaresi, capita n at i dal conte di S~gur. Xci li64 fu fatto principe dell'impero. Batianov (Mich ele) . Generale russo, n . nel 18,,5 J niziò la carriera in marina, e poscia passò nell'eser-

dto. Si distime nella campagna ~1r! Cai:urn del 1852, nella guerra di Cr imea e in quella del 1877 contro la. T urchia, dove guadagnò il grado d ; ten. generale. Ne! 191)3 fu chiamato a far parte del Consiglio supr<!mO della Gue rra. Nel J905, dopo M ukden , andò a l comand o della 3' a rmat:i. B at.i us kov ( CostantÌ11o). Uffkiale e ~cri Ilore russo

8.\T

, 178i-1855) uno dei migliori autor; slavi. I nni guern:schi come "Il pass~~gio del Reno" ( 1814) : .: « Il pri• 1:ioniero », figurarono su tuttt le antologie russe. La~t:iò anche « :Mc:morie " · Per gli strapazzi bellici, le ferite e il superlal'oro impazzì nel 182:i e ,·isse ancora per ~o anni i n ta le sta to . ■aton Rouge. Città degli Stati Uniti (Luisi,rna), sul Mississipi. Appartenne :iila Franci.i, poi ali'lagh:1terra. Ne l 1779 don J.lcrnardo Gal,rz, generale spagnuolo, marciò su '8. R . dove trovò gli Ingksi fortifi cati, ma ne ottenne facilmente la capi1olazione.

Batori (o B at hori). Antica famigli1 u ngherese che ha dato principi alla T ransilvania e un re alh Polonia . Il più famoso dei membri d, questa fa.miglia è Stefan o 13. (]532- 1$86). Fu re in Polonia nd L5iJ Vinse: i l icuo <:ompetitore 1\,fa,similiauu d 'Aus tria ,, gli p1csc Danzica; lottò per cinque anni contro i R ussi, togliendo loro la Cu l'laHd ia e parte dclh Li\'onia. Cm, la ca\'al!eritl pola.-cca. Sigis111011</o 3 ., nipote del prccerlent~, venJè la Transilvania all'imper:iwrè Rodolfo II di ,\ ust r ia; in con:pcnso a vrebbe dornto l'iceverc i l cap pello car<' in:dizio e und pcn~ione vitalizia. •\ fa, pentitosi, invocò l'aiuto dei Turchi, fu b:ittuto ;_,,,icmt ,:on c;si, chiese pe rdono e morì ll Pra!;a n el 1613. Batsoh (Carlo). Ammi1·aglio tedesco (1831-189:3) _ l'artecipò :i.lh guerra del 1848 e a quella del 18&1 contro la D animarca. Nd 18i 8 fu comandante della squadra inviata a Salonicco . Capo dell'Ammiragliato dal 18i9 al 13~3, diede le dimi;;sioni quando von Caprivi venne nomina to min istro della .Marina. Lasciò uno studio sulle origini della mal'in1 tedesca e una biografia del principe .\da.lberto di Prussia. Batta . Termine indi,rn.o, usato nrll'cserc ito britan nico p er jndicare indennità specia li che una volta si corrispondc,-ano a ufficiali delle truppe in India, quando essi prestavano servizio fuori della residenza u suale. N cl 1765, avendo voluto il governatore cldl'India, Lord Clive, abolirla, circa 200 ufficiali, istiga.ti dal colonnello R oberto Flcchter, si opposero, offremlo collettivamente le loro à imissioni. I l governa tore fece venire u f~ciali d a .\fadr:is e P.ombay, arre,tù i malcontenti e li fece sottoporre a Consiglio cli guerra, che pronunciò sentenza di degradazione p er t utti. Battaglia (dal basso latino bat,u,lia) che indic:,,va il luogo do,·e i gladiatori s i esercitavano al combattimento . '<cll'el'o di mezzo e fino in picr.o c inquecento, la voce baltaglia significò anche un reparto organico cl i truppa, collie complgnia, lxmda, ccc., e persino, ma- pii1 tardi, un in tero eser cito. D ,i qui l'origir,e della voce << battaglione» . Francesi e Spa gn uoli ebbero da ll'I ta lia la rnce bau:ig lia (bataille - batclla) sia per ind iéare,

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, prima un reparlo di truppa, come per indicare, poi, il combaitimento. 11 mezzo attraverso il qua le la guèrr:i ri.;olve le grandi que.stioni fra i popoli -~ òJ combattimento. Questo assume il nome cli battaglia, solo quando abbia determinate caratteristiche che derivano dal fatto dell'urto di grandi unità avversarie e dal proposito d i raggiungere un effetto med iato o immed iato risolutivo della guP.rrn. L'urto suppone il movim~nto cli almeno una delle due. forzi' in con!ras to: non si può dire battaglia il fatto di eserciti nemici che si fronteggiano, neanche se dalle due parli si compia una serie di operazioni offensive - difensive in senso lato. La battaglia comincia quando la Yo!onti, d.>i capi di rags;iung~re l'obiettivn si lramuta uc! movimento dei gregari secondo la direzione Yoluta. Inoltre, perchè sia battaglia, occorre che al combattimento determinato dall'urto partecipino grand i unitit. Infine il proposito -che da una o da en trambe le parti si pe1·;,,cgue, allraverso il combattimento, di raggiungere un effetto mec!iatamentc o immediatamente risolutivo della guerra, ferma la sostanza della battaglia. La ricerca cd il raggim1gimento di obiettiv i tattici sono soltanto cpis<i<li. Certo in essi · può anche, per circosla!lzc varie, esaurirsi b battaglia, ma è, la mir.t ad obicLtivi più generali o, come abbiamo detto, a funzione risolutiva, che compiutam~nle 1:1." caratterizza e la delìniscc. Così possialllo dunque definire la baH~glia come << l'urto di ~ran<li unità. avversarie che si co11trastano un obictti\'o dal quale mediatamente o immediatamente dipenda la risoluzioni, della gucrr1 ». L'evoluzione ddl'.irte militare è l'el'oluzione ste~s:.1 della battaglia chr ne spcrimcnt.i gli elaborati e ne attua tutte le risorse e -:he a sua volta le offre il materiale di osscn•azione e di studio. Distinguiamo due grandi fasi che hanno come punto di incontro e di distacco il periodo in CL1i entrano nell'uso le armi da fuoco. Queste due fasi ci si presentano oggimai come cicli compiuti e storicamente superati. Xon ci sembra audace affermare che l'impiego dei mezzi aerei e quello èelle risor;e della chimi::a schiudano una nuova ia.sc, alla quale danno ca,·atteristiche profondamen te diverse e nettamente distintive rispetto alle due precc<len ti. Questa fase nuc,·a però, essendo ancora al suo primo inizio, non può c~sere oggetto di una trattazione, sia pure schematica. Nctiamo, ad ogni modo, che, in queste fasi di sviluppo <lell'arte militare e della battaglia, i mezzi nuovi non elidono mai del tutto i mezzi vecchi. Operano per integrazioni successive e modificano gradualmente le forme. :\fa gli clementi fondamentali del combattere rimangono sempre naturalmente due: l'uomo e la macchina. Il rit rovato della polvere da sparo ~ l'impiego delle armi da fuoco coincidono con un periodo storico in cui si distacca dal vecchio mondo ruomo moderno. L'età. moderna si fa cominciare dagli s1orici - e non a torto - dalla fine del decimoquinto secolo, in cui appunto avvengono la diffusione çlclle armi da fuoco, il rinnovamento dell'economia mondiale con le grandi scoperte geografiche, l'affermarsi cd il consolidarsi dei grandi raggruppamenti ~latali. L'impiego delle .umi du fuoo h.i. wuto come effetto pnncipale quello di estendere in modo impen;ato il raggio di azione dell'offesa. Di più ha accresciuto enormemente h potenza d i urto degli eserciti. Da qui una

110 ' l'i,·oluzione neUa tatlicl. Il campo di battagl:a si estende in profondità con l'estencl~rsi della gittara delle nuo1·e anni, risp~tto alle quali poi ie formazioni compatte diventano 1:-ersagli ,·1ilnerabilissimi, Le operazioni ossidionali escono trasformate radicalmente, e con esse l'arte della fortificazione camµale e pcrma;,ente. Il i-annone sostituisce con ben .iltra efficacia l'ariete, e la mina ?. polvere è tutt'altra cosa della m ina che i · maestri d'arme preparavano con i noti antichi sistemi. Fra la prima dunque e la. seconda fase dell'evoluzione della battaglia, troviamo questa fondamcn1alc diITe1·enza, che per l'intervcnt9.,.11;lle armi da fuoco il campo dell'offesa si i: esteso· enormemente in profondità cd è accresciuta enormemente la potenza d'urto degli eserciti. Tn conseguenza le antiche fom1azioni t'l!tichc ?1011 so110 più_ possibili. Le coperture d ifensive degli uomini si <limç,struno inefficaci e sono vi:L via :ibba1;dfJna:e. La cà.valleri.l si mod ifica nel suo impiego e ne l su? armamento cd in sostanza decade. La batlaglia di Rocroy specialmente rh·ela le nuove necessità imposte dall'intervento dçl cannone. :Wfa l'ia:1 iego delle armi da ft:oco fa compicra alla battaglia un'altra e· più interessante evoluzione. li combattimento è sempre legato al terreno, nel senso che dalla morfologia del terreno viene influenzato profondamente. In ;i ntico e fino ai tempi degli eserciti permanenti tutte le disposizi,mi teudevano ad un combattimento in terreno raso, nel quale fosse possibile mirnnrsi senza essere disturbati da alcun ostacolo. Ove queste cond izioni cli terreno non si presentavano, era possibile rifiutare battaglia. Gli eserciti si trinceravano allora negli accampamenti (castra) che erano considerati inattaccabili. Una battaglia non diventava pos1.ibile se non quando l'avversario usciva dal suo camoo per entrare in lizza schierandosi su un terreno accessibile. Ma in seguito ci si abituò sempre più ad atmccare l'avversa rio anche nel teneno così detto ina~cessibile. E' vero che la natura difficile dei luoghi non cessav,1. di costituire un vantaggio sensibile 9er .:olui che sapeva trarne par! ito, ma ad ogni buon conto cessò d.: costituire un· circolo magico, dal quale erano bandite le forze naturali della guerra. Il tiro delle a rmi da fuoco poteva ora snidare il nemico dai suoi ripari ed il terreno perfettamente spianato cominciava ad apparire non del tutto necessario, quando, fosse pure in embrione, si delineava la manovra di fuoco. In rebzione a questo fatto nuove ordinanze vengono adottate, che danno alla battaglia una plasticità sempre maggiore, per la quale si giunge al combattimento su qualsiasi terreno. Quindi l'evoluzione della batta· glia accelera ii ritm0 fino ad assumere l'aspetto che ha assunto nelle guerre recenti. L'impiego del fuoco di\"enta sempre più vasto; l'aumento delle git:ate, l'accresciuta precisione delle bocche da fuoco, la celeri;à d i tiro sempre maggiore, rendono possibile la manovra di fuoco che si sos'.ituisce in un certo senso cd entro un .::~rto limite al gkoco delle ri3e:ve 8ul campo di !:>a!t'lglia. Il grandioso progresso industriale, realiz11to in poch i deceuni, l1a accresciuto tut~c le possibilità tattiche e strategi~ 1,e e !ogistichc che ~i rnncre1ano nella battaglia. Questa è d il'cntata quale ,il ricordo della guerra recente ci fa vedere e si avvia ad uua fa..c nuova dC1min:lta ora dai mezzi aerei e chimici


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-·· 13atta,<l1a clel Sù t'l lO XVI

Lo studio delle grand, battaglie cìell'antichità ha dat? element i per èesume..-c come enorme importanza sia stala conferita volta a volta tdl'ordine della battaglia e al terreno sul quale. gli eserci ti <svolgcnno la. loro azione di combattimento. I .a vittoria in concezioni ana,oghc sarebbe dipesa da!l'infrangere l'ordine di battaglia aners'.lrio, o dal costringere questo a sgomberare le p~,siz'oni d i terreno occupate. Da tali concez ioni rispcttil'amrnt~ gcometr ich•è e tc~ografiche la b~t.taglia si ~arcbhe e•;oluta ad ima m•(,va co11cezione nella quale la lott:i avrehbc avuto come fin" essenziale la distruzione <:!elle forze avversarie. Vero in linea di massima il prinl'i pio fissa to dalla dottrina moderna, per cui alla battaglia si assegna il .fine della distruzione delle forze av,·ers:irie. Però questo non è concetto esclusivo <icila battaglia mCYJerna. I grandi capitani di tutte re epo::hc lo h:urno sempre avu to presente cd hanno cercato d i a ttuarlo a ttraverso vari mt'zz i ch e non sono - assolutamente consid~rati - distintivi d i alcuna epoca, come ii manlcnimento del proprio ordine di schieramento J1ei1:1 battaglia e J'infrangimen to dell'ordine avversario, il mantenimento delle proprie p osizioni e la conquista delle posizioni avv~rsarie. E n tro il qu ad ro a mp lissimo che abbiamo tracciato, prendono posto i vari periodi dell'arte militare, e specificatamente i ,·ari periodi e,·, lutivi della battaglia, che, presso i greci e presso i roman i, è c:irntterizza.ta dalla grande un ità fondamentale impiegata: la falange e la legione. La falange è, come si ~a, formazione compatta: inquadrati in essa, gli armati sono condotti a massa ad affrontare il nemico e la battaglia si riduce ad assalti e resis tenze fron tali. N elle battag lie campali le falan gi ,·enivano a cozzarsi e si logoravano punta ndo a fondo l'una contro l'altra: quell!l che prima si smagliava era

perduta. Da qui la necessità di fare le masse molto profonde (cunei) là dove lo sforzo della battaglia do•:cva essere maggiore . L'ordine obliquo si evolve da questa. necessità. Nelle ba:taglic di -Leu tra e di Mantinea (rispettivamente ·attacco d'ala rafforzata e attacco centrale di ala rinforzata) Epaminonda applica appunto il principio della massa. prevalente e inaugura l'ordine ol,bliquo. L a leg ione è forma1.io11e più clastica e meno densa della falange. Era organ izzata. in modo che la battaglia prendeva grado a gr&do vigore: si ·impegnava:10 ,;ucccssi,·amente veliti, astati e principi. A sostegno e r incalzo ~ta v3no i triari, truppe sceltissime che inttr• venivano a d ar l'ultimo crollo. Il terreno frastaglb.to non inreppa va il combattente leglona.rio, mentre crJ. penoso per la falange. Gli c,rdini della legione di,·cnnero più compatti e p iù stretti quando Roma si dovette misurare con i baroari del setten tr ione. Ciò s ia per il valore impetuoso dei n uovi nemici, come anche per lo scadut'> pregio dei soldati romani è el tempo. Tanto per. i greci che per i romani notiamo lo stesso sviluppo evolutivo della b~ttaglia, che va dagli ordin i d i combattimen to lineari e rigid i alle d iverse applicazioni dell'ordine obliquo. J\fa nell'epoca romana l'arte della hattaglia assume sviluppi assolutamente s;iperiori, che culminano nelle superbe manifestazioni del genio d i Cesare. Ora il terreno è considerato per quello che è, ed è s fruttato n ell'impiego tat tico delle varie armi. La manona dà alla battaglia movimen ti e forme determinati dalla logica dell'azione e commisurati alle necessità contingenti. Soprattutto il genio· del capo cond u ce le masse, cd in ogni istante è presen te a d irigere e coòrdinare, a vagliare e risolvere, a dominare insomma il grandioso insieme d el combattimento. Questo fallo riscontreremo per altri du~ gr,ndi capitlni: F<'-

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derico II e Napoleone I:lonapan~. Dopo Cesare, i'I,upero rom:rno non ci offre esempi di ulteriore sviluppo. ~I.asi e decarl ~nza fin suil« sogli:t del medio evo, nel qu:i.lc il ciclo evolutivo ricom incia quasi d al pun to èi par tenza. Nel caos -de lle grandi battagìie medioevali è, p iù che altro, ,il valore persona le che conta. Espressione tipica questa di individualismo, se n on proprio d i 1narchismo militare, che caratter:2-za la Cavalleria. ~foti'.tmo che nel medioevo s i arriva a-cl un punto in cui la fanteria è quasi scom parsa dal cam po d i battagli,,, o l' considera ta pochissimo. Poi la su a ricomparsa e la sua graduale valorizzazione segnano .le varie tappe. del1~ risorgente civiltà. fino all'apparizione delle armi da fuoco. In questo v:i.sto periodo l'orcliric d i battaglia è, più che semplice, semplicistico. La Cavalleria tutta spiegata in linea costituisce la mass:i. principa.le. La fanteria guernisce le ali e ta l,•olta p rotegge il rovescio. Rare volte si vede supplire alla sc:i.rsità. delle forzt con la scelta delle posizioni o con par ticola;·i schieramenti cl i truppa. Nell'epoca poi delle compagnie di ven /ura la battagl]a degenerò in n:odo impensato. Intan to cli rado ~i veniva veran1ente alle n1ani, e, quando proprio non ~e ne poteva far.e a meno, la battaglia appariva più una gio,tra che una mischia sanguinosa, accontei1ta.ll• dosi i cavalieri d i scava ic,tre e far prigioni i nemici e toglier loro i cavalli G le armi. Coi fanti svizzeri e terltschi, e ~on i gra~d i condottieri italiani, s i schiude il m,ovo ' ciclo che p rende carn.lterc dal d iffonder.,i òelk anni da fuoco. .i\ia un primo e deciso passo avanti 11011 si compie che con lYlaurizio d i Nassau, che sptn~ i grossi ordina1ncn! i precedenti ed ~tssumc ancora :td esempio l,1 legione ...-omana. Con lui a bb iamo un primo si~temalico impiego su l ca111po di battaglia delle tre armi : fanteria, cavalleria e artiglieria, e sapienti a ppl icazioni èc lla forlificaz:one campale, d i cui in , segui to si dovrà molto 3busare. Con Gustavo Adolfo di Svezia. l'artiglieria da posizione viene in gran par te trasformata in artiglieria leggera, trai:iata da cavalli ; artigli~ria mobile e - d iremo - a tiro rapido, poich~ egli introdusse l'uso dei ca,tocci da cannone con il proictw att accato, accrescendo così la celerità del t iro, Si passa per un'epo~ di perfezionamento: il fuoco acquista maggior potenza e gli ordini d i battaglia si a5sottigliano, E' l'epoca cli Turenna e J\fontecuccoli. Poscia il fucile con la baioneu a a manico soppianta la p icca, la tattica è tutta imperniata sul fuoco e cl i conseguenza sugli ordini estesi e wttili e sulla scelta delle posizioni. Dal tipo <li ordine di battaglia esteso e sottile si trascorre ad abusi e si hanno lungh e lince cout inue, qu indi ordini troppo rego1ari, di lenta e d illicile formazione, spesso mal rispondenti a l terreno e quasi immobili. La Cavalleria, messa ora a lle ali, ass·1-,~ 1:clla battaglia putc seconda.ria. Una svolta decisiva segna invece Federico II d i Prussia, clic' ebbe veramente il grnio della tallica. Eg' i, çhe preferì sempre l'offensiva, risolvette i suoi a ttacchi in assalti· di fianco eseguiti per marcia aggiran te in colonna aperta, talvolta fin sotto a l tiro del cannone nemico, o usò altrimenti attacchi 'd'ala rinforzati. E ', in a ltri termini, l'ord ine obliquo che F ederico II rimette pienamente in onore. Per lui gli a ttaccl1i sulle due a li, e gli a ttacchi di rovescio, diventano norma.li. Si fa più forte la parte ~,ttaccante, s i lasciano

112 più deboli le altre. « Federico - scrive il Corsi - preferì dapprima gli a ttacchi d'ala conducenti agli attacchi di fianco; in seguito, per la .necessità. di ottenere successi più dec;isivi, tentò gli attacchi d iretti di fianco e quelli di rovescio, non però con la stessa fortuna: Fece grande uso delle marce d i fianco a portata d i manoyra del nemico (anche a meno d i 2000 passi), ma p iù spesso per mettersi su miglior terreno e p repararsi ad attacco d'ala che per deliberato proposito di effettuare vero attacco di fianco o di rovescio. Così a Hohenfricdbcrg, a J'raga, a Collin, a L eu then, a Liegnitz. A Rosshach e a !(lin,iers<lorf mirò•invece· a l fi:rnco dei nemici. A Zorndorf e a Torgau girò invece alìc spalle di lui; in am~o i ca.si i luoghi gli impedirono l'attacco d i fianco e gli consigliarono Ì'at tacco di ,da. Vero attacco di fianco fu quello solo di Kiinnersdorf. A Sohr fu conversione controffensiva e attacco di ala; :i. Czaslau e a Lowosi tz attacco cii ala di.ritto >> . Federico II dette quindici battaglie (undici nella guerra dei sette anni) delle quelli ne vin se codici. Consideriamo il pe,·iodn di Federico II come il prologo del periodo napoleonico, durante il quale la battaglia d iventa capolavoro ò'artc e n1anifcstazione viva

di genialità. Nel primo periodo della rivoluzione francese, il bi5ogno d i far guerra leggera e impetuosa. impone l'istituzione deli'artiglieria a cavallo, l'approfittare dei terreni impediti, il -fuoco a stormo e gli assalt i ia colonna. In tanto come grnnde unità tattica vien e ass:.inta la di1·is icmc, composta cli truppe delle varie armi. .Nel period.:> n,ipoleonico spes., o r,e rò la C-avalleri,1 è tra•.!a dalla di,·isione e va a formare a parte gnndi ùnità. La battaglia n apoleonica i, frutto sempre di un proposi<.o offensivo, avviato 1·isolutamentc contro i"csc.-cito nemico, per averne vit toria pronta e il p ii, d 18 sia possibile compiuta. Quindi la ma novra rapidissima per costringere il nemico a lla battaglia, l'impiego po<l~-rn~o di masse, l' inseguimento ad o ltranza. Sul campo ùi battaglia l\·apoleone, o che cerchi -di sfondare il centr" (nnnovra cen t!'alc) o che cerchi d i sopraffa:·c :e a li (e,anovra laterale) non si può d ire che segua un principio, un ~istc111a fisso . L'urto in direzione univoca. è da lui escluso, come quello. che non può dare,

tranne casi eccezionalissimi, la decisione. Egli cere:\. la sorpresa. Tenta spesso d i ,,vvilupparc il nemico per sfruttare a l massimo la convergenza degli sforzi ( «Le feu circonférentiel est inesi&tible ») e questo. consitlera i! tipo ideale della battaglia. Non ha schiarimenti :1ormali : adatta la disposizione delle forze alla situazione ,: al terreno. La fanter ia è già la regina della battaglia, malgrado che essa non abbia ancora perfezionati i suoi metod i Lat tici, sviluppan<lo, la sua forz-;,_ d'urto con ii fuoco. Un'a liquota di fanteria agisce col fuoco cd un'aliquota con -l'urto . Le altre armi, artiglieria e cavaller ia, ne coadiuvano il compilo. L'artiglieria è adoperata a masse, e con fuaco potente, seppure d i breve durnta, apre il passo alla fanteria. La Cavalleria è sempre :1clle m1ni di Napoleone il mezzo potentissimo per r isolvere la crÌsi della battaglia e determi,iarne la soluzione. La dislocazione delle masse di Cavalleria sul campo· di battaglia era appunto domina ta dal concetto che potesse sempre in tervenire a tempo, anche a costo d i esporla a gravi perdite fin dalla fase di attesa. G li insegnamenti della battaglia napoleonica sono an-


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11 4 cora fondamentali in tutto il scrn!o XI X, per qua n to la d ella ba ttaglia è quello d i d istruggere quanto più è ta ttica, seguendo lo sviluppo· cd il. perfezionamento dei 'possibile della forza -avversaria, la scelta degli obbietmezzi_ <li lotta, s i ·.~ia r affina ta, e modifica to il .valore ti vi mediati deve essere coord inata a quello scopo. Gli rccip; oco dellè ;arie ài·,ui sul ca mpo di battaglia. P er · obbiettivi debbono essere chiaramen te e .i1e:iamente secogliere- una, fisionomia n uova d ella bat tagÌia oècorrc . -gna,ti ai ~api-·i n -soUord i~c e d a questi ai gregari, afgiungere a lla grande guerra 1914-1918. Ivfa quc.strr. è •Jinchè · l'azione generale tenda· ·automaticamente ad a rmateria <li s tudio non an~ora. suf-f1citntemente ela borato . mon izzarsi, ed a fJinc hè l' iniziativa dei singoli s ia resa Della ·ba tta glia esaminiamo tre momen ti : ·1a prepaposs iblle e s i effettui 5econdo direzioni convergen ti razione, lo svolgimen to, la r isolusi0ne. Q uesti tre n,-~, · nell'azione generale, e non d ivergen ti. Il gioco dellen:en ti -si riscontra.no in tutti i tipi di ba ttaglia che Jc riserve deve essere effettuato in modo d a poter eserclassificazioni che si sogliono fare ci offrono: e cioc: citare nel momento giusto e nella direzione giusta !o nella ba ttagl ia offensiva e nella battaglia d ifensiva; nella • sforzo decisivo. L a battaglia ha in sè gli elementi della battaglia preparata e nelb. battaglia di in-: ontro ; nelh sua soluz ione. P er ta nto, frnchè c'è una sola possibibattaglia manovrata ed in quella d i pos izi<'ne. Q udua lità d i· vittoria, bisogna. perseguirla. •Chi si ar.çesta pri~ que momen to della battaglia è dominato dalla nece;sit/1 ma., ha perdu to lutto. »fa qua n<lo, nella coscienza del d i conoscae tutto quello che è p·J,:·;·.i.,ile concs~erc del capo, s i , è formata la convinzione che la soluzione per nemico. I mezzi d i informazione sonn infi niti, i,u- quanlui avve:'.sa si è matu rata, continuare nello sforzo è to sia d elica to il servizio che li coord ina. Va nno dalun inutile danno. Sorge da quel momen to la nece3sità l'esplorazione, della quale il mezzo classico è s tata la· d i sottra rre a l nemico e d i sdva r~ il più che è pos~icavalleria e che ora si svolge con i mezzi a erei, con la bile delle -proprie forze. L 'atto di5pera to non si compie cavalleria, con i ciclis ti, w n ap~o;iti repa rti d i trup p'è che nel caso disperato; o,u ando cioè per un popolo dotati d i molta mobilità ; a lla informaz ione a ttinta co1" tutto è assolu tamente perduto e l'on ore es ige il sacr:l'interrogare i prigionieri, a llo spionaggio, all'osservaficio dell'ult >ma v ita.. zione d iretia. L a. preparaz ione d ella ba ttaglia muove N im è se'mplice d eterminare il momento r isolutivo d alla base della conoscenz:! che si ha del nemico, e ;;i d i u na batta glia. A volte s i può a vere la soluzione racoordina al fine che s i vuole raggiungere. Il fine è impida e netta per un alterarsi improvviso del r appor to med iato e mediato. Il fine immed iato non ·può esserr d i forze dei conten d en ti. I segni della ' d isfatta dell'uche quello di indurre il noni~o ir. condiz ioni di infen o si rivelano chiari e immed iati alla sensazione del,:iorità, d istruggendo q uànto · più i· possibile della sua l'altro. A volte, e più frequentemente, la decisione forza. Il fine media to può essere va rio e i'appresen ta to pende a lungo incer ta sul campo della. lotta. Indubbiaanche da obiettivi topogrà fici . Nella preparazione della mente la proporzione delle r iserve fre~che è nella batbattaglia sono l'ordinamen to delle propr ie forze e la· taglia moderna indiz io scrio. L'alterarsi favorevole di si~temazione del terre90. All'ordinarnen to delle forze, questa proporzione è for i;:rc, di viÙoria. Riserve, inte,1 presiede il princ iyio che esse tutte possano çsscre imdiaino, non soltanto d i uomin i, ma anche di mezzi piegate in tempo ut ile alla de finizionè della lotta . Alla bell ici d i immedia to imp iego. Par ticolar men te d i munis is temazione del te rreno p resiede il p rincipio che esso zìon i. Delineatasi la soluzio ~e, il limite entro il (lua1e s ia scelto e orga nizza to in modo da r iuscire van tagi! vin to P" Ò ancora ostinarsi in un atteggiamento di lotgioso punto d i p artenza per .J',, ttacco e van taggioso cai ~ è •iato dal perico k• d i ~vere ccmpromessa la r itiposaldo di resistenza per la d ifesa. ra ta. O ltre questo lim ite è il d isastro. M aterialmente · La sis tema zione dd lerrtno per l'a ttacco e per h la soluzione della battaglia determina l'avanzata d ell'esercito vincitore ed il rip iegament0 o la fuga del vind ifesa s i giova - d i tutt.e le risorse della fonificaztùne campale, che nell' ultima guerra ha. assunto importa nza to. l frutti migliori d ella vittor ia si raccolgono sul nemico che ri1:,iegr1. Jlisogna quinài aver semp re mod:, d i enorme. N ella .prepar azione dell'attacco non si può non cffeUt,arne l'insegtiimer1to. l\1olte vittor ie r imangono trncr conto della s istemazione che, a. seconda del tempo sterili appun te, 'per l'inosservanz.i d i questo principto. e delle r isorse di cui si è avuta possibilità d i d isporre, può avere assuù ta importanza decis iva. P oche forze sal I Battag/;a can,pale. Con questa espress ione si vuole damente rafforza te s ul terreno possono respingere gli indicare lo scontro del grosso de 5 li eserciti ordinat i in attacch i più imponen ti. L o svolgimen to d ella battag iia campo aperto e fuori della zona di opere di fortificanon è governato da leggi fisse .e determinabili. 1fa in zioni perma r.en ti_ L e s i conferisce cara ttere decisiv::>. questo tremendo episodio della v-ita dei popoli valgono tutte le virtù e tutte le risor se fisiche e sp ir itua li e ~i ECon(ano d eb-:>lezze d i governan ti ed incertezze o deficienze cli generali, come si scontano g li stessi difetti della razza, la sua ineducazione milita re, la s ua tep idezza di sentimento patrio. Al di là d i èerti lim iti. segnati dal rapporto delle forze, ' lo S\'olgimento della bat, taglia è funzione cli genia lità di capi e d i vi.rt(1 m ilitare d i gregar i. Per teorizzare s i può d ire che tan to da par te chi atlacca, quanto da pa rte di chi s i difende, occorre l' impiego raziona le d elln forza. E ' impiego raziona!e quello che d irige le forze ver so il punto d i più faci le e d i più redditizi:l applicazione. Poichè lo stòpo immedia to,''

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Batta~l;a difen siva. L a battaglia. assume carattere d ifrns ivo per quello <.legh ,,serciti che su bisce l'inizi'ltiva dell'azione ~vvers aria. Puè> es,,ere imposta da circostanze di vario gen ere1 ma spec iahneqte da ins 1Jffid enz;,. di forze e da incompleta preparazione. I ;irincipi che la go\·ern a1,o sane: 1) ottenere il m ag5iore logoramento <lell'a vve.rsario con il minimo d i perdite 1,ropr ie. 2) S frut tare tut te le risorse tattiche del :e,rcno, in modo -che l'a vversi rio trovi più difficile l'a. Y:mzola. J)) A'.,er scmp;·c di mirn il con trattacco, che va cffcitna to nel mornen Ll cri tir.o, in cu i · l'avversario è preso dallo scorame nto ;!er le perdite -subite e dalla <;fid ucia per ·· il fallimento delle1. p ropria ' azione.


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Nellà batta.glia difensiva lo schieramento assume càhtteristiche prop-ric. L e · forze si dishonp;ono in foro mazioni rade e si scagiionano in profondità . Le priine li'nce so·,m guernite 'da .poche truppe, che vogliono ,contrastare il passo all'avver,;ario,. ic,fiiggendogli le .per d ite . p iù gravi e costringe'.ldolo a , indugiare nella zona immediatamente antistante sotto il martellamento del fuoco delle p roprie artiglierie. Quindi la difesi\ addens:t i propri ·mezzi difonsivi in zone I etrostanti o naturalmente forti o rafforzate con tutti i mezzi della fortificazione rampale o della fortificazione semipermancnte. Specialmente le artiglierie sono scagiionate in i1roioJ1<lità; ,parte del loro settore di tiro è costituito dalla zoJ1a che si p revede povrà nercssariam~nte cs.; cre ceduta a l nemico. Particolare importanza assume il giuoco delle riserve, che d<:vono c;serc tenute a portala di ma,_10, in maniera da farle àffluire prontamente là dove l'azione avversari;t avesse ottenuto minacciosi risuìtati, Valgono per il re3to tutti gli altri pri,icipi che governano ia battaglia in genere. Accenniamo solo che, anche nella battaglia difensiva, si contrappone, quando è possibile, alla manovra av•:ersarìa una _man.ovra. !lrOpria. All'avversario che svili..ppa la propr ia azione contro le posizioni centrali dello schieramento della d ifesa si risponde con azione delle ali, e v;c~vPrs:t all'avversario che manovra sulle ali si risponde con azione offensiva contro il suo centro.

Battaglia di inco,itro. 'P er quanto siano pe1·iezionati mezzi di informazione d i cui un esercito in campagna. può disporre, non sarà raro il caso èi battaglie cli incontro, cioè di battaglie che nascano imprevedute durante le mano·:re degli ese,·citi nrroici, In queste Lat:aglie il cmnanclante supremo giungerà talvolta sul luogo dell'azione quando forse non sarà 1'.)iù in tempo a conferire -un indirizzo tutto prop rio all'azione. Egli cercherà di raccogliere le fila dc·ll'azione, coordi10,rn• dole a scopi ben chiari e definiti, che farì conosce:·e via via ai comandan ti in ~oWordine. Quindi il giuoco delle riserve, che terrà sempre in mano, dovrà portare l'elemento risolutivo. Esempi di battaglie di incoIJtro si hanno nelle campagne napoleoniche, come Marengo, F.ylau, Essling, Lutzcn. Ordù,e di batta.glia. L'ordinamento delle forze a battaglia costituisce quello che i classici dell'arte bellica d1iamano «ordine di battaglia)). Di or<lini di battaglia se ne noverano parecchi, e sono schemi geometrici ai quali si possono ricondurre gli schieramenti di t utte le battaglie classiche. Essi non hanno mai avuta una importanza assoluta, se si tolgono i periodi delie batta~lic combattute nell'antichità ellenica con la formazione falangitica, e nell'antichità romana con la formazione legion ar ia . Contingenze d i tempo e di luogo (; geni.i'.ità d i capitani han fatto preferire l'un ordine all'altro. ·o ra o non hanno significato o vanno intesi senza alcun r igidismo. Ordine parallelo (fig. J .). Le fcrze r.vverse s i co,1trappongono unità lper unità parallelamente, Taluno crede d i poter asserire che .'.\'apoleone ad Arcole ab')ia fatto· ricorso a tale schieramento. Ord-ine p•.ua!lelo co1' schieramento in poteuza 9 a martello soj)ra 11.11 fi,a,,co ,fig, 2): .Per protegl)ere e ,coprlre un fianco dell'eseréito male àppoggià to è ,p~r il .

quale si tema ·un attaccò. Còstringè l'a'vversario a: ài: s tendersi col mo•;imerito assai -piì1 prorungato per sopraavanzare. N"e fece · cattiva esperienza .•il principe Carlo di Lorena sotto Praga 11ella guerra dei sette a nni ( li57)•.

Ordine concavo · s11l centro ·(fig. 3 e fig, 4). Consente la concentra;o;icine del fuoco, . ma può indurre l'avversa.rio a gettarsi su una delle ali . . Cosi si schierarono gli inglesi a Crécy e ad Azi.ncourt. Così l'arciduca Carlo nella battaglia. di Essling.· Ordine con-.,·esso sul centro (fig. S), Schieramento di un esercito che combatte a ridosso di un fiume e copra una testa di ponte (Napoleone a Lipsia) o resiste a<l •;r. nemico schierato in ordine concavo ( Jourdan a. Flcurus). Ordùie scaglionato sopra le due ali (fig, 6), Ordine scaglionato

,..,il centro (fig. 7),

Ordine parallelo molto dttforzato su.I centro (fìg. 8). Ordine parallelo molto rinforzato s11 1tn'ala (fig. ')), Ordine di attacco it, colonna sul centro e sopra u1i'e~ ,,tremità (fig, IO). Per operare ~n gagliardo attacco sul •centro, secondato da un'ala rinforzata che prem~ su una estremità della linea 11emica. Jl,,lanovra cli Napoleone a Wagram e a Ligny, Ordine perpe11dicolàre sopra mia o d11e ali del 11e111ico (fig. 11 e fig, 12). Ordine obliquo (.fig. 13). Consiste nell'assalire il nemico sopra un solo punto con la maggior parte deile proprie forze, adoperando le rimanenti a tenere in scacco la maggior parte delle forze avversarie . In sostanza, da quello scaglionato sopra le due ali in poi, tutti gli ordini che abbiamo cita ti si riducono ·a ll'ordine obliquo. I classici dell'arte bellica, e specialmente lo Jomini, lo ebbero in grande onore, Ricordano Epaminonda come il primo a concepirlo e a. sperimentarlo nelle battaglie di Lcutra e di Mantinca. Turcnna. ed il Principe Eugenio di .Savoia ne svolsero i- p rincipi con grande .fortuna; ma fu specia lmente Federico II nella guerra dei sette anni che ne trasse grandi vantaggi, Il principio contenuto nell'ordine obliquo appare larga. mente nella battaglia moderna, nella. quale la concentrazione degli sforzi sopra uno o sopra 'pochi punti della fronte avversaria è normale. l'iattaglia marittima, La battaglia marittima ha assunto tre {:aratteristici1e spiccatamente d iverse nelle tre epoche principali di sviluppo della marineria: ' Periodo rem·ico. Le formazioni dei due avversari erano yiressochè rettilinee o f;lcate, presentandosi le navi dapprima con la prora, per venire poscia al combatti·me.nto a corpo a corpo, 1;.pesso gettando passerelk da una nave all'altra . . Il combattimento per mare h a cioè la stessa fisonomia del combattimento terrestre, Al centro si mettono le navi più poteùti e più. lente, ai lati le più leggere e veloci che tenteranno aggirament i a guisa• di reparti di cavalleria. Periodo velico. E' accompagnato dallo sviluppo del'ie artiglierie che permettono di svolgere il combattimento ~ distanza. Non è -p erò del tutto abbandonato l'a.r:rem• baggio. Con le vele ·i due av;ersiìi,i ·~a.vigano genera"!- . mente in linea di fila e ciascuno èlei due cerca di gua~ <lagnare il ·sopra vento, ossia. por.ta rsi nella direzione


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<la cui spira il vento per poter poi così gettarsi verso ]'.avversario ne1• momento che riterrà p iù opportuno. Nelson introduce una nuova fisonomia alle battaglie navali, perchì, cerca con tetta la mas.~a delle sue n avi <li attaccare dapprima una parte soltanto di quelle del-

(muto d :1 un maresciallo di campo. Le B . si riun!vauo .per estrcitazioni ogni domenica. Durarono s ino alla fine <H sr;rnlo X\'II.

Ba1taglia genera.le. Nel!' « lstruzione » di Giova,mi Antonio L eva, sergente maggiore del duca Em.a nuele F iliberto d i Savoia, era prescritto che l'esercito ducale dovesse riunirsi due volte all'anno (Pentecoste e San Martino) in « battaglia 5e ,crale )> per l'istruzione. L e riunioni dei reparti avvenivano, singolarmen te, più spesso. ,

Battaglia. Comune nella prov. di Padova, fiancheggiato dal canale detto « della, Battag1ia ", derivato dal Bacchjglionc. .Ricciardo da Camino, andato con le sue truppe, nel 132 7, in aiuto a N iccolò da Carrara, la saccheggiò. L 'esercito spagnuo-ln, rinforzato <la armigeri pon.tifici e tedeschi, comandati dal Cardona, tentò nel 15 \3 di assediarla, ma Battaglia, difesa da numcro3a ,nilizia, con a capo Andrea Gritti, BatHglia nav~le (secolo XVIII)

l'avversario, quelle che stanno più avanzate nel sen$0 del v~ato, in n,0<lo che le altrr abbiano a 5tentare per soccor.,:erla.

Periodo del ~-apo,·e. E' a ccompagnalo dal rapido sviluppo de ila portat'1. d~lle a rtiglierie. F er un po' <li te:npo Ei conta -di poter usare lo ~pewne, ma poi l'idc:i. s i abbandona, afndantlo · l'opera d i distruzione a l cannone e a! siluro. La battaglia s i svolge per due linee di fila, e ciascuno degli avversari tenta di conre_n trare tutto lo sforzo verso una delle e,;tremiti ddl'avversario, ciò che si d ice acquistare una posizione favorevole a lagliare il T. La d istanza d i cambiamen to sale rapidamente col crescere della gitta.la dei can_n oni ed arr irn ai 22 mila metri ( di aperturn del fuoco ) per rimanere quasi semp re· al d isopra dei 10 mila fra i due nuclei p rincipali. 1L e forze secondarie invece (esploratori e CC. TT.) si avvicinano maggiormente tentando di eseguire lanci di siluri a lla portata me~lia di queste armi (6000 metri circa). (V. Tattica navale) . Battaglia. (o 111:;t;zia, o O,-dinanza delle Battoglid. omc dal.o nel sec. XVI, r,egli Stati romani, toscani, napoletan i e vene ti, a lle schiere in cui dividev,si la milizia del Conta do IJ 'Di;;tretto. Nello Stato romano, particolarrnente, si trattava di milizie paesa- · ne e,rdinate per opporsi a . gli sbarch i dei pirati bar~ baresd1i. Ammontavano a ·60 mila uomini. Ogni B . si divideva in 4 compagnie di 200 · uomini ciascuna ; quattro B. costituivano una «Legione >> . Il comando in capo era BaUagJ!a Federico \

1

sventò ogni tentativo.

Federico lfattaglia, Generale n. a Pinerolo nel 185d. t\ppartenne all'arma d, cavalleria. Nel 191C fu nominato d irettore- delle istruzioni di equitazione, e in,egnante d i storia mìlitare ai sot.tufficiali della Scuola d'applicazione di cavalleria. Fu anche addetto all'i~-peltorato dell'arma e dfrettore della Rivista di cavalleria,,; venne promosso magg. generale nel 1917, i·i 0

«

posizione aus~!iaria.

Rinaldo Battaglia. Generale, n. ad Alessand,·ia ne! 1~67. Sottoten. d'art. nel 1891, partecipò alla campagna Edtrea nel 1895-96; seguì i corsi della Scuola di guerra; fece la camp'.lg,1a libica e guada~nò l'ordine mii. di Savoia in var1 combattimenti. Prese parre alla guerra 1915- 18, vi comandò il 3° art. ùa c1mpagna, cd ottenn~ la med. cl'arg. al valore a l po11te <li Latisana, du rante la r itirata <li Caporetto. Promos,o clo;:>v la. guernl n1agg. genera le, eb-

be il comando rì'a!:'tiglicria della Cirenaica nel 1919, la direzione d'artiglieria a Torino p rima e a Fùla poi, e nel 1920 assunse il comando della brigata Napoli.

Battaglieri (A1~g·;isto). Avvocato, n . a. Casale :Yfonferrato nel 1854. Fu sottosegreta rio alla Marina dal 1913 aJ 1917; sottosegretario ai Tra.sporti n el no1·embre 1918; alla Guerra nel gennaio 1919 . Senatore del Re~no nel 1919. Battagliola. Era detta così la finta battaglia, ro,i spade e mazze ed elmi e scudi di legno, che si usava di


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-

far e mlle città italiane del medio evo la domenica, per esercizio di guerra. E ra detta in Siena « battaglia dell'elmora >> ••

Battagliola (Mar.). Specie d i balaustrata sottile, fornia:a con leggeri montanti di ferro ( candelieri) e ca,·etto <li acciaio (clr-aglia) che corre lungo tutto il bordo, sul ponte scoperto delle navi (specialmente siluranti e di piccolo tonnellaggio) r,er impedire che gli uomini cadano in mare. La voce ha origine dai ripari che si costruivano lungo ii bercio prima della battaglia. Attualmente -invece, sulle navi moderne, preparandosi a l combattimento, si a bbat tono tutte le ,bat tagliole per sgombrare i ponti e far liberi i campi d i tiro ai can11'.lni e ai lanciasiluri. R imangono in piedi soltanto le battagliole <lei ponti di comando e dei luoghi generalmente posti più in a lto. lJi questo caso le battagliole vengono rivestite con brnnde, paglietti, cd altr o rnaier ialc di p rotezione.

Battaglìni (Attilio Vittorio) . Generale, n. a Bagni San Giuli~no m. a F irenze (1856-1921). Sottot. d'Artiglieria nel 18i8, raggiunse il grado di colonnello nel 1910 ccl ebbe i! comando del 9° R egg. Ar t. da Campagna. Colloc.ato in posizione ausiliaria (1913) e ricl1i,ilmato iii ser vizio durante la guerra mondiale ( 1915- 1918) ·c on incar ichi teì-ritoria li ; fu promosso maggior generale nel 1916. Battaglione (da. batta.glia, che sig:iificò anrhc .;;cbicn, coe1pa1,'l1ia. d i ianti o d i ca valli, anzi più s:>e3;o di cavalli. ·Per la f~nteria s i usò i nvece i l t<)r mine sq,ia• drnne ; poscia l'uso delk due parole si invertì). B. i: l'unità tat tica fondamentale della fantcri:i. . Compar ve per fa. pr ima volta ,•erso la metà del sec. XIU e ~omprese attraverso i temp i un ll'.!mero var io di com-

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IJ Raitagr tonc rrancc~e ciel secolo XVI (A, battaglione;

B, avang-uai·clia; e, retrog,uar dta; E, enfans perctus)

pagnie, inquadrando una forza variabile di uomin i. In i7rancia nel secolo XVI ebbe 'da Q a. 10 n cih ùorn in i. l 'oi un po' dappert utto la sua comµosizi.one si fermò intorno a.i 1000 uomini ; p iù precimmen te cia.gìi 800 a i 1600, co,tituit i generalmen te in s~i a <lieci rnm;:,agnie, d ivise in d ue gruppi uguali, <lett i « mezzo battaglione»·

1i7 -

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di destra e cti sinistra. :\Te!la costituzim1e degli c,erciti romani è la morte l'unità che più assomigii.i al no• s tro battaglione, come la legione assomiglia al!a nostra divisione. II B. ~ sol itame1~te inrruaclrato nel reggimento, ma ·t.:,lvolta forma part~ organ ira a s?. 1 battaglloni -:li alpini per esen1pio, per quanto raggnir,pati in regg i1ncnti, conservano ciascuno una propria (len.omina..-

zione, come hanno un reclutamento a parte che attinge in particolari region i. In guerra poi l'h1picgo dei battaglioni a lpini 1· normalmen te atlt'mc-n10 cd affatt:i indipendente dal reggimento cbe con.;erva fanzioai territoria li 3.m1nir._ist;::itive. (jli è che, specìalme:1te nel campo tattico, i l battaglione, unità armonicamente comp iuta nel suoi elementi, ha un rapporto che lo collega. direttamente a.Ila. divisione, che ~ la grande unità c'i guérra fonda,mentale. Reggimenti e Brigat~ non inte:·rnmpono e non modifica no sostanzialmente quel rapp orto. Del resto tali unità intermedie non hanno cara tteristiche ta ttiche defmitive, ma sono complessi ò i un numero varia bile r ispettivamente à i ba!laglioni e di reggimenti. Si può d ire che, come la battaglia si co:nbatte - specie modernamente - a colpi di divisicni, le divis ioni combattono a ,:olp i di battaglion i. Ciò p~; chè il battaglione può _svolgere nel combattimento tutti i compiti assegnati alla fanteria, d isponendone di tutti i meni in misura adeguata. Na:uralmente la composizione del -battaglione Jia rispecchiats> fedelmente le ide~ pr evalenti sul!' impiego della fanteria e sul suo ar ·- .imento . L'azione della. fanteria. nel combattimento è in:esa come s intesi d i fuoco e <li movimento, COSÌ che )~ sua potenza va commis•1rata al!a stregua della ca,ms:irà di svilupp?,re riues ti due clementi. L'unità, diciamo cosi, cellula re della fanter ia il fuciliere - realizza tipicar.1entc la fusione èei due elementi: fuoco e movime1.1to. Ciò fino a che il rapporto non viene spezzato per l'a~rrcscersi delle n ecessità e delle -possibilità d i uno dei due elementi. Di fattQ l'intervento della n,it ragliatrice ha spezzalo il rapporto che c'era prima tra fuocr> e movim<:nto, moliipìica ndo k possibilità di fuoco, ~cl ha s~gnatc i~ punto cii trapas:;o da una forq1a co;;titntiva ciel battaglione ad un'altra. F ino a l 1914-15, sebbene la ini traglbtric~~ fr1sse :irrn:1 ·n ota e spetìme;Uata !ar,~2mc-ntc, - tutta via nc-n possiamo d ire che avesse ancorJ. pr~fot,<lan:ente :nfluenza!e le forme ciel combattere. Ciò av,·er.nc invece durante h g,!erra 1914- lS. ;l,1a il Ì-'rocc-;so evolutiyo cbc Questo fatto deter minò fu. lt1ugo cd a,sorbì qua si tut ti i quattro ann i di guer ra, tan to ò~ !e realizzazion i nel campo organico-tattico son~ state d<.>! dopo guer ra, frutto r!eila ela borazione dei dat i forniti dttll?. va~ta esperienza. Abl,ian·10 <letto della mit raglia( .ice con:c dell'arma ~i,e p iù espres,iv1!.n1e1,te ral-'present.a la potrr.za d i fuoco a ir>mieùiata disposizione deiJe fanterie. l'Ifa potremmo d ire wche degli ·al tri meui b?.listici - a r tiglieri! legr,erc, lan cia-bombe, lancia-fia.~m~, ecc. - · che nelle mani de.Ila fanteria. hanno accresciuto e1,onnemente la · ~ua capacit:', di fuoco. P er r i~tabilire r equiìibrio dive1!tava n rce,sai io mndi!irnre la costituzione del bat tagli., oc. ln 'Italia r,i era g iun ti alìa g•Jerra con il battaglio1Ìe d i fucili~ri. La sezione ir.iti:agliatrici era dotazione 1.lcl reggimento. Il Battaglione era casi costituito: 4 com: ag:1ìe, cias,u :1:t d i ·4 p lotoni, éon un totale d i 24 uffi .


118, cial i, 1030 uomini di truppa, 25 quadrupedi, 9 carrette ~u(I fucili, r iJ•Htiti ndk •I compagnie. )1a. pre~tissi:no le ncccs~ità èrll'a,.ion~ richiesero un volume d i fuoso n10Ito nrngsiore, e in un priino Un1po ~i sopp'!rÌ 1.1al:uncntr. ;lroictt:mdo in lim·a più uomini a raffiuire !a catena rada e sottile voluta dall'impiego nomialc del h~na3linne. Di p iù 110,1 si potev.1. fare, ma era tro9;;0 poc::, ed i' risultato mediocre si pagava a caris~imo pTezzo per l'aumentata vulnernbiliti>. d ella linea. T•osci~ 1~el ca lllpo tattico ebbero larghissimo impiego le compagnie mitragliatrici e il combattimento della fanteria se ne avvantaggiò. Ma la sua unità base r imanc,,a 1rnr .~cmprc difet tosa e squilibrata; chè il battaglione, diventato misto, a veva tre compagnie di fucilieci cd ,.m:1 compagnia cli mitragl iatrici pesanti con 8 armi. Il pri111u problema tecnico che il dopo guerra pose in istu<lio per la fanteria. fu appunto quello di congegnare un nuovo battaglione nel quale fossero realizzate le nuo,·c esigenze del combattimento. Tali esigenze si po~so,w cosi riassumere: 1) èi~porrc di a rmi a utomatiche potenti ed abl:on <lanti; 2) co3tituirc intorno a c iasc una a rma un ~1·u;>1,o di uomini nel ,rnmcro ~!retta mente in dispensabili: per impiegarla e per ri fornirla (!iratori e rifornitori); 3) costituire gruppi di fanti muniti di arma.r.icnto individuale (eia tenere 1·iunit i nello stesso gruppo coi :,recedenti o µistinti in 'J :1 gruppo a ;>arte) per ·,alo-

: izzare col r10\ imenio gli ~f:Nti di fuoco delle !llilraglfa trici, integrandone l'azione, e ;subordinata men te per conferire loro sicurezza; 4) dare ad immed iata disposizione della fanteria un:i p icrola :irtiglieria ~hc possa permetterle c!i eliminare tcmpe:;tivamcnte quelle resistenze residue (postiscoglio, nidi òi mitragliatrici, ccc.) che talora si presentano imprOV\'ise da vanti ai suoi reparti, a:-rcstnndonc l'al'anz:,ta con perdi te sanguinose; 5) i;rovvederc con clementi specializzati a lle varie esigenze del combattimenti> di fanteria (e.s plorazione, lavori de! campo di b:l.ttaglia, ~c~.); 6) as~icur:ire ,ir-1 modo migliore le funzioni d i com:rndo (collegamc!1ti) e il rifornimento d~lle truppe (servizi); 7) d isporre t1H ti quest i clementi convcnientemc.n t~ d ist:inziat1, sia nel senso dclii fro11te, sia nel ,;en~o <'ella profondità, in modo ria ridurre al minimo la ·rnl11t·r:tbili tà e d:t :i;sic.urarc una. con\'cnien~c alitncnt2zio11P c!el com battimento, specia lmente :idhl fase di penctc:,:cion~, allorchè maggiormente si I isent:Jno le forze rcaLtive dcl!'av,·ersar io, mentre pe.r contro viene a difcliare. l'azione di Juow dcll:i propiia art iglieria. • Sulla base di tali c.vncetti si svelse un lento i,roces<;Q evolutivo, che in ~utti gli eserciti po11è, alb cosl ituzione !lrf:anin di un ba tt aglio111,• di fanteria schema:icamente cos!: congegna.:0:

1~•':;,n a) coi, l'arma a,,.. to111atù:a /;,ggera parte integrante ddh squadra

b) con, l 'arme a1tlomatica costùuit,~ i,, sq·uadrn a iè nel pioIone C) ic11za arma lcg.

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- Francia ....... P.clgio - Czcco - Slovacchia -- America - Russia

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- Germania - Ingh ilterrn - J1u!garia .

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L:i. Russia ba oltre alle 9 mitragliatrici leggere 54 fucili mitragli:11ori. Recentemente lo Sta.'.o :Maggiore ltalhno ha cc-ncr~:ato i propri studi ccn la costitu;:ione organica di un battaglione nuovo tipo destinato via via a sost ituir~ il battaglione che abbiamo chiamato misto fucilieri è niitragr;eri. Il battaglione nuovo tipo (X. T ,) è com:,'lsto . di un comando, di 3 compagnie armi leggere (A. L J, d i una compagnia armi pesanti (A. P.) (mitra,l!ia trici e cannoncun), <li una compagnia. Stato )laggiore (S. ,:\[) che rit:niscc alcuni plotoni specialisti. Cbscuna compagnia A. L. è compost:i. di tre p lot_o ni · combattenti e d i un plotone misto. Ogni plot<me combattente con,pren<le due s,:iuadre di 20 uomini. Ogni squadra. disponP.

cli una mitr:ig!ia.trice !eg;era. 11 ploto11e ha durv1uc 2 .'.\i. L. e la compagnia. ne ha 6. Gli altri uomini SOll>J armati di fucili o moschetti. Il plotone misto comprende: rancicri, porta ord ini, r ifornitori, armaioli, ccc. La :om;,agnia A P. cor.i;>rendc. 5 çlotoni combattcnt, e uno misto. I p i imi 4 posseggono mitra~liatrici pesanti, il 5° cannoncini. I ploton i mitraglieri s i compongono ciascuno di due squadre : ogni sc;uadra. ha un:i. m ilr.J.gliàtricc pesante. I! plotone cannoncin i si compone di 4 sq•1a-.lr~: c,gn i squadra ha un onnon cino. In com:,lcsso la comra gnia d ispone di ·s m itrai!'iatrici pesanti e 4 cannoncini, oltre all'armamento ind ividua le. La com-


BAT

:BAf pagnia S. :M. comp rende 4 plotoni: esplora tor i, ;zappator i, collegamenti, ir,isco. l' · p lotone esp loratori ha dué mitragliatrici leggere. Gli altri uomini della comra,~n i.t: sono -armati di fucile mo•rhetto o pistola. So~tanzialmente j; battaglione i1à costituzione tc•rnJ.ria, i.nquantochè le compagnie di fante.ria di ma.110vra sono le tre cor.1pagnic A. L . .Le allre costituisccno o un w.ezzo potente <li appoggio ( col fuoco) oppure clementi au,;iliari, per qua nto indispensabili, nel comb:1!timento. Ed inÌatti la 4• compag:nia A. P. è costituita cia11c armi d'appog:gio, che sexvono · a ringagliarcì ice e

reggimt nto, cli un plot(•nc di ,::ullega menti con la seguente dotaz i0ne di guerra : '1 a pparati telefon;ci- co.1 4 ch ilomètri d i fil0, ?. apparnt i ottici, 4 ba ndiere eh se-

Battaglione di fanteria N.T. Comando

gm.lazione a lc.mpc, d i rolorc, due ceste con 4 colomb\

3~Cp.

. PI.

PI. comb misto PI. PI comb comb

rrente a feconda delle varie esigenze del combattimento; i! clie risponde agli · ste»i criteri r.er cui si costituisce veneralmentc una riserva di uomini, da manovrare a tempo debito e n ella d irezione più p ropizia. Il rnOJa;idante <lei batfaglione deve avere un suo posto di coman ilo, dal qua l~ poter seguire !'aJ1damento dell'azione, e dov1à. melier\i in conctiziocti di guidarla. con gli àbhondanti mezzi di coilega,nento di c•1ì dispone, intervenendo in <:s~a opportunamente col fn<Y~o delle sue armi d'>tpr,cggio . e coll'impiq;ù dei suoi r incc.lzi. Per i .:olle~ammti il comando del ba ttaglione dispone, oltr~ ai t"!ezzi che evcntualment~ può cedergli• il comando <lei

PI.

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comb misto PI. PI comb comb

PI.

comb misto PI. PI. comb comb

Compagnie1

Armi leggere.

Tromba in sip

- f'rima1.1nita·•

I

"3:: tI1J I CI Ef1f I !tIJJ Seg1: ale di bauaglic.ne. (li « sol» dell'ultima battuta è ripernto 2, 3, ,i volte .p er la ~•, 3•, 4• unirà).

Compagnia mitragliatrici·pesanti comi,letare l'azione delle armi leggere, e possono e~sere impieg,ite a sernncla delle cir~ostanze o de-Ile ncccssit.\ di manovra, o suddivise frn gli elemcnt; d i battaglione, o tutte riunite agli ordim d iretti dd comandante d i esso. · Quindi la compagni.i A. P. non è unità ta!ti,:a, ma es~enzialme!lte organica. Nè ha funzione tattica la cc,:npagnia S. M ., inquan toch è fin dai primi inizi dell'azione, essa si scinde nei suoi vari elementi (esplorntori, zappatori, collegamenti, misto) che vengono impie-gati direttarr.ente e singolarme!ltc dal comandante del pattagliene. Le compagnie A. L . hanno anch'esse, sostanzialmente, costituzione terna.ria, iuquantochè si com· pongono, ciascuna, di tre plotoni di combattimento. I: plotone misto completa la costituzione organica deìla compagnia, raccogliendo tlltli gli clementi n ecessari nl funzionamento e alla vita d i essa che, per ovvie ragioni,- non è il caso di frammischiare in mezw agli clementi comb3ttenti. L'impiego del battaglione così costituito è quale il combatli..nento dr.li.i. fanter ia e~ige, cioè azi0ne di un insieme di squatlre, variamente in tervalb.tc sulla fronte e sc:i~Jiona.te in profo:iclitil , chc

1

appoggiate d:i n~i tra-

gliatrici, cannoncin i e artiglierie d i accompag,n mcnto, a lt.:mano con stretta e mutua cooperaz.ione fuoco movimento eè. urto. Compito della mitrngìiatrice pesa nte è d i appoggiare e sostener.! le compagnie :i.•mi leggere di primo scaglione già. impegnate o nell'attacco o nelh difesa; ciò dderminerà spe;so l'assegnazione è i quakhc plotm:c M. P. alle compagnie stesse, specia lmente 'luando il battaglione avrà un:i. fronte estesa. Il roman<lante del battaglione terrà- a sua disposizione quei mezzi ck gli sono necessari per intervenire efficacemente nella zona d i -propria compet.:nza, e cioè un adeguato nu• mero di mitragliatrici ( oltre i cannoncini che hanno compiti -p articolari). Dovrà;· in altri termini, tenere 'all1, ro"·a no unà riserva di• fuoco, d a manovra re oppor(,ina-

via;;giatori. Il p lotone può •impiantare così quattro sta,ioni' telefoniche, 2 ,tnioni ott iche, 4 st,\zioni da segnala,cione, 3 post i d i corrispondenza composti c iasèun:> d i ·:; s0ld~.ti e un ~racluato. Ncn -~ esclJ.sò rhe dispord ·in ~cgui to 1nchc di speciali app:irati ottici e ra.diotc· Ìd;mic i. ll batllglione nuovo tipe rivcl:i., per la. potenza di mezzi d i cui <lispJnc, per il nume.r e considerevole ·di uific iali e gradu"t i che n e inquadrano le varie unit.ì, pe1· l' insiem~ dei meui tecnici di collegamento, ·, ma notevoli' superiorità sul baltagiione fucilieri, ed annonizza la n ecessità. che ha la fanteria, oggi, di potc.-c sviluppare una grande ·massa di fuoco, con qut'4lla. che rimane sempre la sua ca ratteristica fondamentale, ' !:i possibilità. di movimento e quindi d i urto. Lo snodamento tattico dei reparti, il buon inquadramento e l'abbondanzu. dei mezzi ili collega.n,ento,' compensano b. d lificoltà. di comanJo creata dalla complessità ddle armi · da impiega.re e dal maggio~ <lirad'amento <lei!~ trnppe su l terreno. Il battaglione è comandato dal mag~ giorc o d,tl tene.nté colonnello. 0

Ar11w1111mto del battaglùmC: Dopc la guerra. gl'i studi e ie cs:!)ericnzc hanno av ..1to e lu.nno ovunque, presso a.

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1

le seguenti tendenz{) :

A r11•a.• ,1cnto indi-1,·idu.ale : a) moschetto automatico ,Jel

calibro fra mm. 7,5 e 8, di peso non superiore a 3 kg., con carirnt0rc m~,ailico d i pochi colp i, con tiro intermittente (cioè colpo per colpo) e anche cont:nuo, rnn ~icureua automatica. ed ordinar ia, fornito di roltdh- baionelta.. I calibri di 6,5 eci infe.ri,:,ri, a i quali una vole.i. s i mirava, ven gono ..cart:,ti, essenzialmente perchè si r itiene <lai più che i proiètti mlllt.o pkc0ii non pos,-,iedano potenza vulncran t~ sufficiente per mettere 3,•mpre foori combattimento ~ubilo e per un ;perioéo ,lf tempo p iuttosto lungo cbi .ne è _col_pito); />)' -bombe:. a mano tipo p etardo offensivo, Jel peso di 200, a -~00 gr., nella mi;;ma d i 12 circa per soldato; · A nnamento collettivo

(armàmenfo ' princip~le ' '.deTI:l' ,


.'

;;qaa<lrn). mitragliatrice teg~ern, del calibro di mm. 7.5 a S, dd peso di 9 kg. se col sostegno leggero e ,li l!i i·-.g. se col sostegno pesante, con ca.nna facilmente r i cambi:xbile, assicurnnte lo . sparo d i almeno l0.000 colp i, rnn c:1ricatore met:i.llico di cir~a 30 ·colpi, con raffr.ed<lamento a radi~torr metallico e possibilità ,:Jj far fuoco anche camminando coll'arma appoggiata e .;o;tenuta rial corpo del tir'.ttore;

Ar11•1w1ento d'appoggio: a) mitragliitrice pesan!.~, dd calibro d i circa 13 rr H ma>.., lanciante un proietto 1,crforantc o e;;plosivo o i11re1Kiiario c;ficace contro gli :1e,d av'\1e.-:-sari, con raffreddamento per irradfaz ione, alimenta7.ir,ne a na-strn ri i circa 250 ca.rrucce e po5sibilità •di un tiro ininterrotto di non meno <li 500 colpi. Mo!tisf.in1i però sostengono la convenienza della scomparsa d~lla mitragliatrice pesante, sostituendola 11c] compito di appog~ia re l'azione di fuoco delle squadre con armi più potenti e piìi precise, quali i cannoncin i; b) lanciabon,bc leggero portatile, 'in sostituzione dello 3tokcs, impiega,~do cariche ridotte e bombe di circa 4 kg. ; è) canooncino da fanteriil del calibro di mm. 37 a 42, con affusto a deformazione, 'c on materiale (arma compresa) scomponibile in gruppi pesanti 20 kg . ciascuno, lanci:mtc un proietto tipo ~ranata perforante ~~plosiva di circa 700 gr. con :iro teso e giusto fino a lO00 m., con po5s1bilità. d'impiego ~nche come lancia\JQmbe per tiri cur\'i fino oJ. 600 metri. L'adozione di l1UO\'C armi fu svedalmente ostac:Jlata, nei dopo guerra, da!Ja questione finanziaria e dalla convenienza, che per !~ nazioni sneno ricr:he è una necessità, cli sfruttare al massimo il materia le re~iduato di guerra e quello di preda bellica prima di affrontare forti spe5e per un nuovo arm~rr.ento. JJa#aglione Sacro (o Im,(nc-ib-ile.). Si chiamò cnsì ;,n corpo di 100 tebani di Beozia., crga:nizzato da Epamio1011da, Pelopida e Gorgicla, dopo la liberazie;ne di T ebe nel 379 a. C.). Seml>ra che fosse composto d i gi0vani delle migliori famiglie, reciprocamente legati da profondo sentimento' di solidarietà e <li affetto, ciò che esaltava le · loro forze ed eccitava l'emulazione. ).Teila batta.glia di Tegira (37S), pur combattendo •mescolati con altre t ruppe, compiro:10 prodigi di va.l orc. Alla battaglia di Leuctra (37 J) si presentarono invece i n battaglione organicamente co3tituito, combattendo in testa a tutte le altre truppe, e assie11rando la vittoria col loro eroismo. I.a disfatta cli Cheronea (338) segnò la rovina d i Tebe e mise fine ?.nche al l>attaglione sa-ero. r.fa la fine fu splendida. Filippo, che dopo la vittoria r iportata visitò il campo di battaglia, trovò i corpi dei combattenti ùel b attaglione sacro con il petto squarciato dalle a.3te contro le quali avevano formato bah1ardo. Ne dice Plutarco nella. vitR di Pelopida. Battagl-ione italiano. Battaglione di volon tari costituito in Toscana dal ministro della guerra Mar iano D' Ayala. nel principio del 1849, destina to ad incor porare i patriotti che intendevano arruolarsi per continuare h guerra a fianco del Piemonte.

. Battello. Piccola imbarcazione generalmente a remi (ma èhe può essere attrezzata anche a vela) che serve per le comunicazioni fra. le n avi e la terra quando la distanza non ·è grande. Ogn i nave ne Jia un certo nu-

120 mero. Si è dato per lungo tempo il nome generico ùi battelli, anche ai sommergibili. La voce non è per? molto usata in questo senso. Alcuni battelli sono dotàti di motorini a scoppio di pochi cavalli, che possono essere sistemati a poppa rendendoli semoventi. Sulle a n tiche n avi s i osservavano delle norme speciali per le dimensioni dei battelli. Ad esempio ne!t.1

jJ Battello· di salvatairg-10 Afarina ' Ven~ta si faceva il battello ma.ggiore della !un~ ghezza di tanti p iedi quanto era. il doppio della lunghezza in passi della nave. s;· chiamano ·battelli di salvataggio speciali imbar··cazioni cl1e hanno lungo il bordo, a ll'interno, delle casse d'aria completamente stag,w, in modo da renderli insommergibili, ed una chiglia molto pesante che impedisce ad essi di capovolgersi. Questi battelli, con i loro rematori e con mare molto agitato, rimangono a galla in posizione dritta, nqrmale, an che quando sono pie,u completa mente d'acqua. Ogni n ave ba una o p iù imbarcazioni di questo genere.

BattP!!o-porte, (o Barca- f>orta) r- quello che serve a chiudere il bacino d i c°arenaggio.

Batteria. Dic-esi b<lttrrià d i nrtiglieria, o anche semplicemente batteria, il raggruppamento di un certo nume, o di bocche da fii:ico ; il loro numero viene determinato dalla considerazione di a,,ere una sufficiente potenza di fuoco, onde raggi•Jngere un determ inato obbiettivo; i! massimo numero è dato <lai!~ possibilità ;)er la batter'i a cli poter essere comandata. da un unico comandante e da considerazioni d i spazio e manovrabilità; tale numero varia da J2 a 2 pezzi, a seconda della celerità di tiro dellè ~ocche da fuoco, del loro calibro e dello sco_po che si ,·ttol 1·aggiungere. Man mar:o che anelarono manifescanclosi p rogressi nell'artiglieria, si andò sempre p1ì:1 a ccentuando la tendenza di diminuire i pezzi nella batteria, potepdosi ottenere ia stessa efficacia di fuoco con un numero inferiore ùi bocche cl:t fuoco. La batteria è la più piccola unità dell'artiglieria; è comandata da un capitano e corrisponde alla compagnia nella fanteria oo allo squadrone nei:a cavalleria; è la vera unità tecnica dell'arma. In tempo , di pace il numero dei pezzi nella batteria, per ragioni di economia, viene talvolta ridotto. La batteria, per ragioai d i p iù facile funzionamento e di maggiore comandabilità, .può scindersi in due mezze batterie o iu

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BAT

Uat,ter!a rll baliste (a tlcstra) e m catapLJIIC (a s inistraì ,m numero variabile cli sezioni, ciascuna di due pezzi. J_a r iunione cli un certo numero di batterie, generalmente mai più di quattro, costituisce il gruppo (una' volta si ch iamava brigata) ·11.mità tattica per eccellenza.' Per batteria, oltre che il solo raggruppamento di pezzi, si in tende anèhe l'insieme del materiale, del personale e dei mezzi di trasporlo necessari per il servizio, il munizionamento ed ,i] trasporto di quel determinato numero d ì bocche da fuoco formanti l'unità pos ta sotto il comando del capitano. Le batterie, a seconda delle specie di bocche da fuoco di cui sono costituite, si distinguono in batte.rie di can11ùnii di obid, di ·111orfai, di bon1ban:ie di n1itra5Jiati-ici. A 3econda del modo con cui sono trainate s i di<:ono: someggiate quando il materiale è trasportato a dorso di mulo, ippotrai11ate quando il materiale_ è trainalo <la cavalli; camellate, quand~ è trainato da cammelli; autotrainate quando è trainato da motori meccanici, qua li autocarri o autotrattrici, autoportaté qua.11. do il materiale è piantato sopra autocarri. Se nei movimenti defla batteria i serventi seguono i p ezzi a piedi la batteria si dice a piedi; quando sono trasportati sui pezzi o sui cassoni · si hà la batteria montata e quando i serventi seguono a cavallo i pezzi si ha la batteria a cavallo. Le batterie sono costit:.iitc in modo d iverso a seconda deJ.lo scopo ché con ess~ si vuol r aggiungere, del calibro delle loro 'boccl,e da fuoco e delle grandi unità a 1

cil i in rn:t.5sbna sono assegnati ; abbian10 infatti:

Batteria da campagna: Devono avere una grande mo.. b ilità, s ia sulle strade èhe su terrtno rotto, per p;:itcr ~egnire le fanter ie; fino ad ogg i .sono o ippotrainate o someggiate (o, neiie Colon ie, camcllatc). Le i ppotrainate, nelle qaali il peso della vettura pezzo non deve oltrepassare i 2_000 kg., possono essere armate con un cannone che di solito non oltrepassa iJ calibro di SO m iilimctri, o rnn un obice del ca libr o intorno a 100 mm.; gli affusti sono a n.iote; la vettura è di massima tcain:i.ta da tre pariglie; le munizioni sono trasportate da 8ppositi cassoni pure tr1inati da tre pariglie; i serven ti sono montat i. Urn batteria da campagna ippo~ trainata è costituit2, ogg-i generah:nen te da 4 pez7,i, & cassoni e un c~rto numero d i carl'Ì per il trasporto dd bagaglio della batteria, Le someggiate ~ono. armo.te con u:1a bocca da. fooco che ha le rnra tterist iche dell'obice ed il cui calibro di solito n on sorp assa i 75 mm. per le

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e~igenze. del someggio; il materia i~ per il trasporto vicnc. scomposto in carri carichi, c iaswno del pes:, di 100 kg. circa, quanto è il carico che può soµportare un mulo . Ogni p ez.z o si scompone di soHto nelle seguenti parti : bocca da fuoco; slitta ; culla; testata dell'affusto; c~ih dell'aff11sto; scudo; sala; ·ruote; ogni cari~o è port~to da un mulo; a ltri muli poi sono assegnati a l'a batteria per il trasporto de!ie munizioni e · d i oggetti d i servizio generaie; la hatteria ha anche un certo numem di carrette a due ruote o per trasporto di altre rnunìzioni o· del bagaglio.

Batter-ie da montag1t,(], Sono costituite in modo analot~o aìle baHerie da ..:am~agn1 sotneggiate ; hanno però un minor numero di carrette ed un maggior numero di muli, per potere avere una n,aggiore bdipendenza da.ile strade rotabili.

Baùcria Imperlale all' asseélio cl1 Padova (1509) Batterie. e cava.Ilo. Hanno costituzione analoga a quella dcl,le batterie da campagna ippotrainate; però · i ,erventi, anzichè essere montati sui pezzi, sono a cavallo, per potere seguire a celere andatura, in ogn i circo~t:1nza, la cavalleria, cui le batterie sono addett~.

JJatte,·ir: campali pesa11t·i . D evono poter seguire abbastanza facilmente le truppe combattenti, pur essendo p iù potenti delle ordinarie artiglierie da campagna e perciò il peso della vettura pezzo non deve oltrepassai~ i 3000 kg.; possono essere di cannoni del cal ibro intorno ::i.i 100 mm. o d i obici dei calibro intorno a i 150 mm . ; sono organizza te con affusti a ruote e possono essere ìppotrain.ate, o più spes~o, come da noi in Italia, autotrainate. Nel primo caso i serventi sono montati e le mun izioni sono portate da appositi cassoni; nel secondo caso munizion i, personale e materiali vari sono trasportati s ulle trattrici e su a lp·i autocarri. Sono su 4 pezzi.


uarterla rii cannoni (S€C0l0 XVlf) Aì B) C) D) cannoni in batterla; E) .F) G) servizio oe11e polveri; H) maga7.7.ino di pol vere; I) sentinelle

i;atterie controaaei. Servono per eseguire il tiro contro aeroplani e dirigibili. Sono armate esclusiva;11ente di cannoni, d i calibri · d iversi, che vanno dai più pir;coli fino al calibro di 120 mm. Hanno 4 pezzi e d i massima, a meno che non si tr:i.tti di batterie di po$izione destiu:i.te per la d ifesa perJllancntc di detenninate località, sono au toporlate; oltre gli autocarri pezzo, vi sono a utocarri pe,· mun izioni· e per materiale. Batterit pcsanh. Ser\'ono ad eseguire tiri a grandissime d istanze, a battere bersagli molto resistenti, a battere fortificazion i, a ;irodur•·,, grandi effetti; sono perciò ·armate con bocche da fuoco di medio e d i grosso calibro; comprendono batterie di cannoni (fino a l calibro di 210 mm.), di obici (fino a l calibro di 381 mm.) e di mortai (fino al calibro di oltre 400 mm.). Sono sempre ·autotrainate ; ma gli a.ffusti possono essere di diversa specie: a ruote o di forme speciali. In questo secondo caso, pel trasporto, gli affusti o vengono caricati su appositi carri-trasporto, o vengono adattali ai traino coll'applicazione d i sale e ruote. Le batterie pesanti possono avere un nu mero variabile <li pezzi da 2 a 4. F'ri!!la dell'ultima guerra le attuali batterie pcsa:1ti si denominavano : batterie d'assedio quando servivano per assediare piazze forti; batterie da fortezza o da piazza quando armavano le c•pere di fortificazione. Le prime er?Jlo organizzate su affusti a ruote o su affusti che facilm~ntc si 1:otevano a dattare a l traino e non sorpassavano ma i il calibro di 150 mm. per i cannoni, di 210 mm. per gli obici e di 260 mm. per 1 morta i, con traino fatto con motore animale; le ~econde erano a.nche di calibri maggiori cd erano incavalcate su affusti ad installazioni fisse, dato il lorn carattere d i stabiliià·. In tempi precrdenti ai nostd prendevano il nome di batterie da bai.taglia quelle mobili destinate alla guerra campale, men tre si chiamavano batteriI' da posizio11e quelle più specialmente impiega te nella guerra d'assedio .•

Britterie di fanteria sono qi.:elle armale con bocche da .fuoco d i piccolo cali_bro, ippotrainate o someggiate, che in alcuni e~erciti seno assegnate permanentemente alla fa..'1!r.: ia, di cui vengcno a risultare pa rte inte•-· grante. A seconda d ella forma ta.ttica di tiro, si hanno: batterie per il t iro di di.;truzione; per il tiro di neutra lizzazione, di accompagnamen to, di sbarramento, cli interdizione, di accccament<J; antitanks. Colla parola batteria intendesi anche il luogo pr~pa-rato per collocarvi le artiglierie, in modo che personale e materiale rie·s cano protetti e da dove le artiglierie stesse eseguiscono il tiro: in tal caso batteria indica. un'opera di fortificazione: si . distinguono in batterie d'asseJ io, batterie da po.,izione e batterie da. costa.

7:-atterie d'cssedio. Sono quelle che si costruiscono dall'attaccante intorno alle fortezze assediate pe,; d istruggere le difese, aprire le breccie e rendersene padrone. Un tempo s i costruivano secondo norme tassative che dovevitno servire per tutti i vari casi della. pratica, ta11tochè era prevista la batteria normale d·i os.,edio. F.~sa era occa5ionaJe, cioè improvvisatn. al 1110mento del bisogno, e in barbetta, cioè a ciclo scoperte; ern costituita ·da : un terrapieno, ove venivano collocati I paiuoli coi pezzi ; un parapetto in terra,. preceduto da un fosso che serviva essenzialmente per rica·,a re ìit terra per il parapetto. ~ scarpe del parapetto e del fosso erano r ivestite a. seconda dei casi con gabhioni, fascinoni, sacchi a terra, zolle e talvolta. an che Cùll mn tc ria le occasi<1na le, ,:ome botti, tavole, poutrelles, ~ietre, ecc. In massima !a volata dei pezzi stava liberamente a l cli sopra del jlc.n<lio del parapetto, ed in ::il caso l'altezza. di questo doveva essere uguale al ginocchiello dell'affusto; talvolta però per tenere il parapetto più a lto e aumentare la protezione, in corrisponuenza <lei pezzi s i scavavano nel parapetto dei solch1 scavati dall'interno verso l'esterno nei quali s i nlloglva la volata dei pezzi: con ciò ~ s i veniva i limitare il sett,ire or izzontale di tiro. Completavano la


BAT batteria le traverse, cioè'-::iilievi cli terreno col!ocati frJ ptzzo e peno, o fra. sezio'uc -e ;sezione e d isposti no:·malrnente a l parapetto, e çh e servivano a protegge1 c personale e materiale d ai tiri d' infilata. Sotto le traverse erano praticati ricoveri per personale e 1nunizioni, come pure allo stesso scopo, n el parapetto e ra, ..:

gamcnto della faccia della fortificazione da. battere ; Batteria d·i sbfoco, e r:1 una batteria la cu i direttri~e formava un angolo cli 20° a 30° co!l'orP.ra dclh piat.:rn ; l3titr( ria di rricscio., era la batt~ria colloca.tl in ;nodo da battere l'opera alle spalle. Quest1 specie di batteria era poco usata. Batterie da posizione o da piazza.. Sono quelle otabl• lite nelle piazze forti, o negli intervalli fra es.se, per d ifendere determinate località, per sbarrare passaggi e per distruggere i la vori dell'assedian te. Possono essere O~• casionaii ed a ilora • sono in barbet ta ccl han no costituzione analoga a quella delle batterie di as,cdio o permaner.ti, ci~ costruite Jin dal tempo d i pace. Se i,i barbetta il t:-acci~to è .similt a quelle d elle bat'.crie d'as0

Batteria di mortai a ì\lon•is Islanct (Guerra ctì 3ecession e conrecterat-i) ~cavate delle nicchie. Quando le batterie dovevano ser• vire per mor.tai si costruiva110 qualche, volta le cosi dette batterie a Jnmtamen{(J i1tdù-etto nelle quali JJczzi e serventi r isultavano completamente mascherati dal parapetto ::tntistan te ; i tiro allor1 Yeniva cseg~ito scava lcanòo il parapetto. Oggi in vece si fa assegnamento sugli ostacoli na tur1li del terreno, non sono date norme tassative ed è lJ.sci1ta massima libertà a l comandan te di batteria d i sfru ttare nel m odo migliore le r isor,;e locali. L e batterie d'assedio, secondo la loro pos1z1onc relativa all'opera che dovevano battere, erano designate con nomi diversi:

Batteria diretta, ,quando il suo fronte en pressochè parallelo a quello dell'opera nemica; l'una e l'altra dovevano a vere p ressochè diretti;ice comune; la batteria diretta prendeva poi il nome d i ba.tte,-ia di breccia se doveva r0vinarc le sc3.rpe de ll'opera, d i co-ntrobat.teria se batteva le batterie è ella piazza; Batteria di br·iccòla, di rim~alzo o rii infilata, quando era messa su l pro!:m•

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Jlatterla di cannoni da 12 mm. a tiro rapldo ~.;e<lio; soltanto i rh·estiinenti,

le costruzioni sona in

muratura od ir. cemento e perciò p i(1 resistenti. Le batrcrie a cielo coperto sono o in Ca.s a-matta., ( che p uò cs~e. e anche scmicorazzata o cora7-.~ta), o in Cupola. o in Torre, o in Pozz o corazzato (V./. N elle pt~zzc forti, oh e !e batterie costruite n elit op ere principali, vi erano a nche : Bat!i,rie annesse. Er1no costruite in vicinanz'.l dei forti della linea di cintura di unJ p:an1, attaccate a i fianchi o sul prolungamento della gola e collegate con essi mediante comunicazioni scoperte o coperte. Costi• tuivan,:; delle vere e p roprie· appendici del forte a l qua le

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Batterla di mortai (secolo XVTI)

A) riparto di fascine e terra; B ) C) D) mortai; F) asta pér il puntame nto ; G) terra per Il caricamento de i mortai; H) polveriera_protetta; K ) ~i ) bo1nbe e loro tras-port.o; · N) sentinelle

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Batt<?rla antlaçrea montata su automobili s i appoggiavano e ne accrescevano la capacità offen5iva senza aumentarne sensibilmente le dimensioni e lo sviluppo, perchè contenevano solo i locali indispensaoili per il servizio delle a rtiglierie (ricoveri pei serventi e riservette per le munizioni), mentre i locali pc! presidio e per il munizionamento si trovavano nell' interno dei forti o sul rovescio delle posizioni occupate. Avevano spesso carattere permanente. l:Jatte,,:e intermed·ie o degli i'lltervalli. Erano compie-

~tr.uirnno su tutte le fronti attaccate (Issy-Mon:rougc: Kogent-:'\oissy) ed in numero di 3 a 4 per intervallo, cosicchè risultarono assai ravvicinate fra loro. Nei campi trincerati odierni si dovrà per le batterie intermed ie a,ppl icare il principio della mobilità nella maggior · misura possibile consentita dal terreno e dalla costituzione del materiale. Lungo ltt linea di difesa e ncgìi inter valli delle opere s i dovranno costruire batterie i11 numero superiore a quello· che s,uebbc richiesto dalle art iglierie disponibili, disponendole, quando il terreno lo r,ennena, a scacchiera; qucs:e l:>atterie saranno collegate fra loro mediante strade che ,partono da lla gola di ciascuna di esse. Saranno interrate e mascherate più che sia possibile. Ba.tteria è anche l'insieme degl i strumenti a percuss ione, come gran cassa, tamburn, timpani, cht> fan pa rte dì una 'banda musica le.

Batterla In caverna (Val FelJa)

mrnti indisp~nsabili degli organi v rincipali cli un campo trincerato moderno. Venivano costruite negli inte,·,·allf delle opere principali per rafforzare tali intervalli e- per accrescere le difesç nei settori attaccati, e così permctlcvano di portare in ai:ione le artiglierie de lla riserva della piazza, o quelle tolte dai forti non attaccati. A Parigi nell'assedio del 1870-71 se ne co-

Batt, r;a (.\!ari11n). Qu;rndo le bocche da fuoco :;ono d isposte in fih una accanto all'altra ai due Iati della n ave, con 1111 boccciporto in corrispondcnz:1 dì ogni volata di cannone, diconsi "in ,batteria». L'origine della Latteria d1 cannoni sul naviglio da guerra è essenzialmente della marina velica. Nclh ma1·ina rcmica", anche dovo l'introduzione delle anni da fuoco, si è \!Salo per ragioni dì nccessifa - sistemare i cannoni, le bombarde, ecc. sulla prora e sull:I poppa lasciando lìberi i fianchi per i rematori. Nella t;mrina velica invece, i fìanchi essendo liberi, hanno potuto essere guarniti di più file di cannoni dando cosi origine alle batterie. I ponti della nave sui quali poggiavano i cannoni hanno preso i nomi di batterie, e qu ando le file erano diverse, sovrapposte. si chiamava prima batteria la più bassa; seconda la intermedia, terza la più alta. I vascelli e le fregate ave,·ano in generale tre ponti guarniti con ,;an-


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non i, os,ia tee :,atterie ; i~ corvette ne avevano soltanto due ed anche uno solo coperto, mentre i ponti s:operti era.no guami:i a loro volta di u na fila di cannoni r,iù leggeri. Lè p rime navi in f~rro J1anno avuto anI

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ce ricop ri.re con molte tavole formando così un p iano sul q uale vennero fermati quattro cannoni (Brantòn,c). Notevol.i quelle di Erno Capodilista a Tunisi. L'impiego maggiore delle batterie galleggianti fu fatto però dagli spagnuoli nel 1783 a Gibilte:-ra. L'csperimet1to con le batierie galleggianti venne ripetuto nel 18$4 d unnte la guerra d i Crimea, a Sèbastopoli e a Kinbu.rn. Tn America, venne costruita da Roberto Stevens una batteria galleggiante che fu impiegata per molto ,empo alla difesa dell'en trata del porto d i :New-York. Con l'apparizione però del canuone r igato di mag · giorc potenza, e con la corazzatura delle n avi di linea,

Aspe tto dell e tre hatter ir~ sovrapposte cli antico vasceu o ch'csse due batterie di cannoni sovrapposte, ma q uest'uso è stato ben prest'> abbandonato, per ridursi al tipo "ùn ico della nave da battaglia moderna che ki. i grossi ca libri in torri e i calibri an ti, iluranti ( da! 1.52 al 102) in ba tteria. Per r agioni di s icurezza le batterie cl.elle na,·i moderne wno ~uddivise mediante traverse corazzate i!l due o più sezioni. Ciascuna d i quc, te sezioni è quasi del tutto in dipenden te dalle pro5.. sime e prende il nome di C'lsam 3tta corazzata.. T..e batterie prendono anche il nome dal caiibro dei -:annoni che portano (da 36-31-2·1 quelle <lei bastimmti de! periorlo velico, da 152-1 20 .111i1. le batte~ic delle navi m•Jderne). L a batteria è in generale d ifesa da corazza dello spessore uguale al cal,bro o prossimo ad esso.

Batteria golle.ggiante. I l primo tentativo d i batteria galleggiante sembra essere staio fatto nel 1550 · da Don Ga.rcia di Toledo, vicerè di Sicilia, quando per a.ndare con tro Tunisi fece disarmare alcune galere e ltgatele due a due le fe-

natuiria rii nav·e do! secolo XIX

il tipo venne abbandonato e la ba.tteria galleggiante fu ripresa soltanto nella recente guerra mondiale, speciallllente dall'Italia che le ha usate sugli estuari alle foci dell'Isonzo e del PiaYe p.e r . fiancheggiare l'~scrcito operante. Ve ne erano di tu tti i calibri, da 381, 305, 25-!, 190, 152; 76. Quelic da. 381 e 3U5 portav<1no un solo o al massimo due pezzi, le altre ne ebbero in vario numero. Caratteristica principale di queste ba tterie galleggianti quel la d i essere conformate col fondo piatto e di pochissima 1pcscagione, in modo da poter risa1ire il fiume anche là dove vi era poca profondità. Alcune di dette batterie galleggian ti sono tuttora in servizio e ,:ervon o per la di-

Pon-..,te di c operta


Pont~ dì

batteria'.

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fesa costiera. e d ifesa aJitiaerea dei porti. Ve ne sono di semoventi, munite di motori a scoppio che possono imprimere circa 6 miglia orarie di veloéità. Altre sono prive di motrici e vengono usate rimorchiandole sul luogo assegnato e ,p oscia facendole ancorare. Per costituire le suddett~ batterie galleggianti si sono adoperati ,spesso dei vecchi pontoni da carbone o da deposito di altri materiali, donde anche il nome d i « pontone armato >J . In vicinanza de i passi obbligati, a ll'entrata dei port-i militari /: basi navali, s i costruiscono spesso an-

Batterla di corazzata moderna

che batterie subacque di lanciasiluri, che servono come ultimo mezzo <li difesa quando le navi dell'avversario stanno per forza1·e l'entrata .

Batteria costiera. Serve pe1· la difesa delle coste :ontro i tentativi di sbarco e contro i bombardamenti da.I mare. Se ne d istinguon'.) varie specie: di grosso calibro. generalmente in torre o in barbetta con cannoni binati o singoli; hanno gli stessi requisiti degli impiant i na vali e vengono organizznte con sistemi del tutto ana• loghi a quelli delle na,•i. Di obici, sistemate nelle posizioni pi.ii elevate delle coste; servono per utilizzare il tiro di sfondo contro le n avi, ossia per battere di p referenza i ponti di coperta alht distanza di 12-13 km. a c·~-i i ca,111oni n:wali colpirebbero col loro tiro le zone meno vulnerabili delle corazze verticali dello scafo. Anche gìi obici sono in ger.erale di grosso calib.o : 4203-10-305-230. Di medio calibro, 3istemate in batterie generalmente scoperte e defila te pel· quanto è poss ibile dalla vista dal mare o maschera te ·p crchè si pe>ssano distinguere poco i pezzi. Anche le batterie di medio r.alibro (20.1-1~2- l?.0) vengono $Crvite con criteri simili a quelli navali, sia nell'organizzazione del personale, sia per la direzione del tirn. Ogni batteria, oltre alle p iaz. ~uole ,-ropri.a..'nen'.e dette, ha. delle riservette munizioni accanto a ciascun cannone, un deposito principale di munizioni, una. stazione d i direzione de! tiro in p osizione elevata e un fabbricato di alloggiamento per_ il pe rsonale. Ogni balleria di gro3s0 e di medio calibro

è· accompagnata da u na o due batterie d i piccolo ~a,libro antisilura,1te ed antiaeree>, aventi anche lo scopo di evitare piccoli sbarchi Ìn prossimità degli impiimp per compiere opera di distruzione. Le batterie di med io e piccolo calibro si sistemano oltre che alla di.fesa dei passi obbligati e delle basi navali, anche per la protezione degli sbarramenti d i reti e di mine, 1à <love gli sbarramenti stessi venge>no interrotti per ia~ciare stretto passaggio al traffico delle proprie navi. Fino a qualche anno fa si ;1ava costruire delle così dette batterie a scomparsa, in cui il canne>ne, dopo partito il colpo, si abbàssava nel rinculo al disotto del cìglio dell'opera per il caricamento, e poscia vcn'.·1a spinto nuovamente per mèzzo della forza idraulica alla posizione elevata di tiro per eseguire il fuoco. Questo sistema è abbandonato, perchè il van taggio che offriva la s istemazione a scomparsa, data la poca pr0hr,biErà c!lr In un cannone di essere colpito · dal mare, non era sufficiente compenso all:i. maggiore lentezza di tiro ed al rnaggior ce>sto di impianto r is;.>etto alla solita sistem1z ione in torre o sotto cupola corazzata. Talvolta si è preferito invece, per aumentare la i:wulnerabilità dei peni, dotare le- battèrie di un · numero di p iazzuole s-iperiore a quel!o déi cannoni, •e di organizzare pronti e facili mezzi di se>lleYamento in · modo da poter cambiare di pe>~to rapidamente. rr sistema è stato mes30

Batteria costl<ira dl medio calibro

in uso dai tedeschi nella difesa dei Da.rdanel!i per qualc!1e batteria durante la guerra mondiale. Le ba!terie .costiere possono essere mobiÌi- su can,ion, ed · a l:ora vengono usate lungo le strade costiere, opµ:,ure mobili su treni armati, per essere impiegate_ là ove la strada ferrata. passa in vicinanza della spiaggia. li primo sistema è. largamente usato d '.\_ll'artiglieria. da · costa degli Stati Uniti; il secondo sistema, impiegato sçecialmente dall'Italia d urante la grande guerra, h a reso notevoli servizi lungo le coste del!' Adriatico. ( \.'.


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Batteria gallegg-iante rti grosso calibro In aztone

T reni armnt·i e Difesa co.<tiern) _ La tendenza antica n el {:Ost ruire le batterie cost iere era quella di m unirle d i eno rmi bas tioni in mura tu ra con for me geometricÌle ben clelineat~; la tendenza_ moderna è invece quella di <lare alle oper e caratteris t iche per quanto è possibile .campali, adattandole al terreno e facendo in modo da -:impliarne i settori di offesa con il dislivello dei pezzi stessi. I'er h protezione dalle o ffese dall'alto si fan,10 1c r iser vette e i depositi munizioni in caverne. I can1'1oni cli una stessa batt er i.i sono uniti mediante cam1ninamenti e trincee.

Batteria bolognese. Reparto d i artigli.e ri volontui, ,sii « batteria civica mo bile d i F errara e llologn a ll, c he nel 1849, forte di 1 i 2 a r t iglieri, :omandati chi capit~a o ,Cami!lo Atti, pr e5e parte al la d ifesa d i Ro.na; nel lug lio una parte de i volon tari uscì da Roma per seguire Cariba!d i. Batteria s1.,izzera. Reparto di artig lieri volontari, in maggior anza svizzeri, che, forte d i 4 pezz i e 110 l!O rnini, comandati dal capitano D eserè, pr ese pa r te :,Ila -difesa di R oma ne, 18 49.

Batteriologica ((,uerra)_ L a scienn posta a s~-:vizio della. guerr a, . come ha dato l'arma chimica, po t Pebbc ancora offrire l'~m'a bat ter iologica. Dic iamo H thit c che nella guerra l914-191S, durante la qua le s,,nc s ente fatte le pj(, lar ghe ea,pe r ien1.e, n on si è avu to esempio .di' impiego da parte d i poten ze belligerant i dei ba t:~ri per colpire la. vita degli eserciti nemici o per fiaccare la r esisten za delle popolazioni civili _ S embra pe_rò che 11ci locali d ella Legazione d ; Ger man ia a Buca rest ·s ieno state t rovate, all'alto dell'entrata in guerra <ieila Romania, culture di mor va con le i nd icazion i necessarie per contaminare la cavalleria. rumena. Pure i n mancanza. d i esempi concreti, la. possibilità d i i mp iegare in g uerra le. r isor~e deHa scienza batt criolo3ica r.on è de! tu tto esclusa, !a nto p i ù supponendosi, ragi-'.lnevolmcntc, un con t inuo t>.lteriorc ~viluppo della scienza s tessa. L'impiego dei batter i potrebb e avere d i m i rÌI tanto gli eser cit i in campo q uanto le popolazioni civili. S treptococchi, sta.filococchi, spore d'antrace, bacilli di morYa, ecc. potrebbero essere ciiffusi mediante mezzi idond, C' determinare epidem ie fra gli uomini e fra i quad ru,-

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pc<li. Non si pt:ò escludere nem meno che si possano disseminare parassi ti i quali distruggano i raccolti. E' certo però che allo st ato attuale della &cienza l'impiego su larga scala dell'arma. batteriologi{:a non presenta larghe possibilità; comu nque, la profilassi e l'igiene offrono mezzi d i difesa abba stanza sicuri. L'impiego ,ii {:Olturc d i tifo e d i colera per contaminare le acque (;otahili potrebbe essere wmbat t ut,, a mezzo d i . filtri o con il tra t tamen to delle acque fluviali a mezzo di cloro. Bisognerebbe che i! ner-1ico co:1 taminasse l'acqua fil!rat:i. nei s~rbatoi a mezzo d i aeroplani .e questa appare un' operazione· notévolmen te difficile. Tuttavia. contro b. diffnsione del tifo e del colera esis•,e la pos:;ibilità di premun irsi a mezzo della va·~cinazione preventiva. L:i propagazione della peste mediante topi :nfettàti, sarebbe ::dtrettan to pericolosa per chr ne pren desse l'iniziativa come per il suo nemico, perchè i top i circolano eia un .fronte a ll'altro. D'altronde l'esperienza d imostra che oggi si può arreslare pron tamente un.1 epidemia d i peste. I germi potrebbero essere lanciati con i proiettili. Si deve Jlerò pensare che i germi r.on resisterebbero ad una preparazione effettuata a lunge1 scadenza. e che esigerebbe un disseccamento sopra super fici met alliche. I m messi ne ll' in terno di un proie:tilc, questi germi non rcsisterebbem neppure a ll'urto della par!enza, ,il la clcvah t cmpe:·atma ed allo strappo della esplosione, elemrnt i distruttor i di qualsiasi vita lità Soltanto gettando <la aeroç b ni pa11oni di vetro i:ip ieni d i germi potrebbe p re;;entar si q ua lche pc· r ico!o_

ron tro la giiC"rra h3.tteriologica, ~ncor più for~~ d1e centro la, guerra chimica , son o ::~-'~<?te n-:osse ohbie·tioùi che àiscenclono da un insoppr imibile se,iso umanitario . E' stato osservato fra l'altro come .sia possibile che t.:ntepi<le1nia provocata in un d eierminato paese ;;;i c~tenda ai~che in altr i, e divent i 11r. flagello che colr,isca l'umanità a _ di fuori di ogni ragione di guerra. Per questo a Ginevra, nel maggio del t925, è stai;, firmato un protocollo, al quale hanno pa r tecipato 46 Stat i, per cste,idcre a lla guerra batteriologica. il ,)i .. vieto consacrato nell'articolo cinque del trattato d i \ \'a.shingt on ,·elativo ai sottomar ini ed ai gas_

- Battesimo della nave. Funzione che s i svolge in for ma solenne i mmediatamente prima dd varo. Una


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speciale impakatura. costru ira intorno alla prora (che è la parte più alta dello scafo sullo scalo pcrchè le navi si Ynrano con la poppa avanti) permette di gi:mgere fino n contatto clcl!o scafo. Su q:iesta. impalcatura si 1 ecano le autorità civili, · militari, ecclesia~tiche e la madrina della nave. D all'alto della pr_ora, pende mediante un lungo nastro fino all'altezza del palcq, una bottiglia di champagne. Le autorità ecclesiast iche, pcrc-:,rrendo l'impalcatura, benedicono la nave; si pronunciano i discors: di rito e poscia la madrina, afierrando la bouiglia, !:i disco,;t.'l più che può dallo scafo, lascian-

Battesimo della « Dante Alighieri> (19 10) òola c:idcre violentemente contro di esso. La bottigli:\ va in frantumi, lo champ~gnc bagna !a lamiera e il ba ttesimo è compiuto. D opo di che si iniziano le operazioni del ,aro. L 'origine di questa cerimonia è antichissima, cssenclosi sempre benedette le navi prima di vara.rie, din dal tempo delh 1rcarina remica.

.R-ice:,c·re il ba.ttcsimo del f-110.:0. Locuzio ne del linguagg io militare: partecipare pè,· la prima volta a un fatto d'armc.

Batticulo. Voce d i basso conio. Indicava l'armatura difensiva, generalmente a scaglie o rtte, che co1,riva le parli deretane. Battifolle. Forti.ficazione antica in campo aperto, del genere delle bastie, piccola, di forme diverse, ;.,er batter-:: sul nemico cd impedirgli il folle scorazzamento. E ra per lo più fatta di grossi legnami cd in forma di torre. La voce servì anche a sign ificare Castello o Cittadella, ma andò poi in disuso.

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Battifredo. Torre 5tabile di legno che gli a11tichi italiani fabbricavano per guar dia a difesa di qualche sito, tenendovi sentinelle che all'accostarsi dei nemici r.e davano il segnale con una campana posta in cima della stessa torre. Significò anche torre mobile con trave ferrata sollo, da abbattere le mura delle città e propriamente la « Testuggine Arietaria » dei Romani, della quale gli italiani ne i .bassi secoli a vevano perduto il vocabolo, non l'uso ()for:itori). Battin. (Combattimento di B., 28 agosto 1810, e: battaglia di B ., 7 settembre 18:0). Appartengono :tlia guerra russo-turca del 1809-11. Mentre -i Russi assedio vano Rusciuk, un corpo turco si era concentrato 4 miglia a monte della città, sulla riva destra del Danubio, presso il villaggio di Battin, coll'intenzione di minacciare gli assedianti. I Ru r.s i <lcciscro allora <li a ttaccare l'incomodo vicino. F u incaricalo dell'opcrnzi.Jne il gen. Kam inski che dispon~,·a <li un corpo d i 2U battaglioni, 30 squa<lroni e 1()() pezzi (circa 12.0ùC. uomini). 11 27 agosto 1810 venne riconosciuto il c:i..11;>0turco che risultò fortemente trincerato; i Russi Jecisero di agg irarlo col g ros~o delle for7,e per la sinistra · attaccandolo frontalmente col resto delle forze. L'atta~ . .:,. fu iniziato la notte s u l 28; la colonna principale ag;irante si diresse per la strada. di Tirnova su Ablanoif, dove si trovò d i fronte al ca mpo 11cmico, dal quak era. separata da un burrone non attr:1 versa bile frontalmente. perché la sponda opposta, su cui erano i Turchi, era <laminante e non poteva e3sere battuta ,·antaggiosam~n;,; dall'artiglieria. Allora il gen. K am inski, lasciate poc.ie truppe ad Ablanoff, incnricò il gcn. Kulnef d i pro,1eguire l'aggiramento co l resto delle forze. l Turchi ùCtupavano due campi trincerati (l e 2) che si appoggi:wano a vicenda; il centro russo si trova\·a di frnnte alle posizioni nemiche; la colo1111,L russa d i dcst,;i. :..ht· avanzava lungo a riva del D.:.nubio puntava sul fiancosinistro dei Turchi, m entre la colonna Kulnef avreol>c: dovuto cadere sul loro fianco destro, ma es.sa, µer non allontanarsi troppo, non giunse che di fronte al secondo campo nemico; il gcn. Illowoisk-i, con11ndan te la colonna d i d~trn, r iuscì ad impadronirsi di una altun do n1inanle dove poi i Turch, costituirono la ridotta J, donde si po'.eva battere d'infilata con l'aniglicria le posizioni nemiche ed avanzò colla fanteria; anche Ku.1nef iniziò l'at tacco della ridotta 2; i Tur chi contrattaccarono con stormi di cavalleria che, respinta da i c;ua<lrati rlclla fanteria russa, rimase alle prese coi cos:icchi; il comballimcnto volgeva favorevole ai Russi e il gen. K aminski inviò qualche rinforzo alle òue colonne, ma, temendo un a ttacco alle spalle da un corpo turco che diccvasi a Belle, e che in realtà trovavi,si gi:i. nel campo d• Battin, non osò impegnare tutte le riserve rimastegli (6 battaglioni e 1 reggimento dragoni), rosicchè la colonna d i destra, non . potendo senza alt.i rinforzi attaccare con s uccesso il campo n. 1, come voleva Illow,,iski, i Russi èo\'eltero sospe:1dcre fozioue e decisero di ritirarsi nella notte. Fu disimpegnato clap· prima Kulncf, indisturbato, quindi Tllowoiski, contro jl quale però i Turchi lanciarono tutta la cavalleria e anche della fanteria; si dovette contrattaccare il ncm icù fino alle sue ridotte, cd allora i R ussi poterono r iti,ar$i r.ei loro campi. I R ussi avevano perduto 300 uomi•1i e


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i, 2, 3,4, 5 Posizioni turche

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600 i Turchi; ma il combattimento del 28 agos.to ;u mente le posizioni turche, l':tltra doveva scostarsi a- si~ t:n insuccesso pei Russi a. causa dell' irresolutezza del nistra !)rr ~ttaccarlo di .lìaJ1CO e a tergo. L'attacco do· gen. I<aminski, che volle far passa··e l'azione fallita c.1rn~ ,,cva com incia re dalla destra . una semplice r icognizione. Il mattino ciel 7 il generale in capo avanzò coWal~ 11 generale in capo r usso fu ma.lcontcnto della gio,-di sinistra su due colonne, una, preceduta dalh ~~val1:ata e decise d i condurre egli stesso l'attacco di Datleria, oi avvicinò al ca,npo n. 2, l'altra (gen. Kulncf\, tin. Ordinò a l gen. Woinov di raggiungerlo <la Silistria p~~sò il vallone anelando a schierarsi sul costone a coi suoi 5.000 uomini per attaccare Battin prima eh~ tergo delle .r idotte turche; intanto l'ala destra si ,chie• il gran Visi,· ::ccorresse colle sue truppe da Sjnwla . rava formando i quadrati. Mentr~ il gen. Kuhef eseIl generale russo fece anche ' egli' una ricognizione e guiva il movimento, il generale in · capo èominciò à decise di rinnovar~ l'attacco nello stesso modo, ma -cannoneggiare i; C'1mpo n. 2, donde i Turchi risposedando maggiore sviluppo all'azione aggirante sulla d~ro colle loro artiglierie e con vivo fuoco d i moschet-, st~a nemica, in modo da cadere possibi lmente a te, go tei-ia, senza per altro re.t;u 1nolto d~ 111w. Intanto ~ Pa la delle ridotte. Furono fatte accurate r icognizioni del t-,r· destra. alle 10 a veva in.iziato l'attacco impegnando~i reno alle :,palle di ql:este, che risultarono a ccessibili d·.i seriamente e conquistando, a costo di gi'avi perd_ite,, fronte di gola. Il 4 settembre giunse \-Voinov, elevando le nuove r idotte nemicbe 3 e 4. Da qui Kaminski le forze operanti contro Battin a 19.000 uomini ci,rn, avanzò con due colonne: una, a c!e5tr,a, costegghndo_· il il 6 i Russi avanz:trono come il 28 agosto su due co• °!)~nubio, raggiunse la ridotta 5 òonde poteva bi ttere !onne; quella, di destra, che doveva a1tacc1re d irett:i<li rovescio le i-i.dotte 1 e 2; l'altra tentò, ma invano, mentc r isalendo il Danubio, a l coma:1do del genèrde d i attacc:tre la ridotta l , venendo respinta con grnvi I<am-inski; davanti ad essa però ]e d ifficoltà eran:, c,·epcrdi,e; anche Kulnef a tt:,ccò a tergo il campo n. 2,. scittte perc!1t i Turc!1i avr,·,Lno fortificata l'altura ma YCnnc respin to Le varie colonne sostarono su' po• dominante occur,ata già da Jllowoiski. co~tr:1cndov i Jlla sto: i Turchi erano completamente accerchia li: i Ruf.si r idotta (3) mentre a ltre r idotte m inori ( 4, 5 e 6) fu• stettero in forse se aprire l!na yia di scampo a! nemico rono costrn it~ fino a lla r iva del Danubio ove erà u na per as;icurafsi il successo, ma poi si decisero per -111_ flottiglia. La colonna d i destra avanzò alle 10 del ;;.nt-: att acco generale alle 5,30, eoerc.itando lo sforzo princit ino e, prese posizione davan ti all'ai.i sinistra nemica; la pai~ 1<ul te:·go delle 1·iòott~ turcÌle. G ià. l'attacco ,:q, 1 colonna princiµa le, a l comando ciel generale in opo, . com inciato con succcs:;o) tcuando improvvistl.m cn t~ tutta mosse alle 5 del mattino per la strada di Tirnova , la cavalleria turca con Muctai pascià, uscila in massa ~ppoggiand0 q uindi a :;i nistr:i, andando a pre...1h1cre da una calanca dietro il campo n. 2 ove si era :unposiz ione allà testata di -un vallone_ -che scende a! mass3ta, s i lanciò al galoppo nel vallone verso TirDanubio, da dove si poteva acced ere alla r idotta dell'ala nova; i ·r~ussi dapprim,t credettero ad una sortita ofs inistra nemica, su tre linee: in pri.11a linea la cavalfensiva, ma poi, ·,edendo che dal campo n. 2 a.nche lt l~ria, che fu tosto invidia in ricognizione; le nltr~ fanteria usciva d i corsa dandosi alla fuga, si reser,:> due disposte ;ier l'attacco dell'indomani, che dçveva conto che il nemico cercava sottrarsi all'accerch ian·,er,to farsi con due colon.ne : una doveva a ttaccare d irdl'.le si diedero all'inseguimento; la fanteria turca venne

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in gran parte massacrata; della cavalleria solo una parte venne nÌggiun ta da quella russa. Le truppe si lanciarono sul campo che venne conquistato; rimaneva il campo n. 1 assai forte, e si dedse di attaccarlo l'indomani; ma alla notte Ahme<l pastià che lo c,oma.nd~va si arr'.ese con 5.000 uomini, Il bottino dei Russi fu aS·· sai abbondante; viveri, armi, cavalli, 14 cannoni' e l'intera flottiglia turca carica di viveri e munizioni dc~.tiuati a soccorrere Ruscit1k.

Battipalla. Così si chiamava l'estremità ingrossata della ,bacchetta metallica dell'archi buso o del fucile ad avancarica riga ti, foggiata in modo eia in vestire bene, senza sforma.ria, la rotondi tà della palla, quando colla bacchei ta stessa si davano i colpi per fare a.cìerirc ccl entrare i lati della palla stessa nelle righe presso la culatta della canna, nel caricare l'arma. Era ~.nche così chiamata impropriamente l'asta per Io più di legno e ferrata colla quale s i caricava l'ar tiglier ia ( Vedi Calcatvin).

Battiponte. Allorchè la lunglwzza dei ponti ievatoi nelle fortezze n on ecc.:deva l'altezza delle J)0.rle <lalle quali si :;i.bbassavano, risultando insufficiente pe,· un fosso di discreta larghezz.t, s i faceva il ponte in due parti o (:ampate, sostenute nel mezzo del fosso da u::1 pilastro, il qua le, po iché. vi batteva il ponte levatoio~. ebbe nome di battiponte. Di esso fa menzione Francesco Di Giorgio Martiui da Siena. Battistella (lna). Infcqniera volontaria dcll:t Croce Rossa Ita liana <,lurante ìa guerra i t:do-austriaca. Nel 1916 a Connons veniva decorata cli mcd. d i bronzo ;e, i! suo contegno durante un bombardamen to; nell'ottol;>re-novembre 1918 di :necl. d'arg. a l val. mii., pc c essersi unita ai primi cittadini insorti, per combattere e sbaragliare un battaglione austriaco che ancorct resisteva ad una delle porte della città. Battisti (Ces(lre). Magnifica .figura di ,cienziato, di uomo politico, <li pubblidsta, dì apostolo, di soidata. 2:\"ato a Trento n el 1875, çompÌ 11ella città natale gli studi seconda ri ; inscrittosi poi nella facoltà giur idica dell' Univer~ità di G ratz, ne fuggì subito per recarsi a F irenze, ove frequentò i <:orsi letterari nel R . Istitnt.J Superiore laureandosi nel 1897 . Fin d'allora egli mostrò particolare tendenza a quegli studi geografici, nei quaìi doveva poi stampare un'orma personalissima e geniale, come ad es. nell'opera <<Il Trentino». To_rnato a Trento, la politica s'impadronì <lei suo spirito r ibelle e combattivo, e d ':dlora in poi tutia la sua vìllt fu una ·soh b:tlt;iglia per la liberazic,ne della sua terra d all'Austria ed insieme per la reden zion e <lcgh umili. La sua attività varia e febbrile era. una continua sfida a ll'Austria; p iù d i una volta comparve davanti a l magistrato ed agli · uomini della i. r. polizia, ma nulla mai potè p iegarlo o farlo tacere. Diresse il giornale socialista-autonomista «11 Popolo>' e fondò la rivista << Triclentum ». Sola distrazione consentit;-dalla sua vita arden te e pugnace era 'l'alpinismo; nelle frequenti ascension i su per i' mon t i. del s uo Trentino, come in una palestra gigantesca, egli r itemprava l'animo ed il corpo, ed i ri.sultati delle sue atten te osservazio11i consacrava in molte importanti pubblicazioni. Nei mesi di ansios:t ,·igilia che prece<lettero la n ostra

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dichiarazione d i guerra ali' Austria, Cesar~ Battisti si iece infaticabile crociato della nuova guerra santa e n on si cu:1eesS{' sosta e dposo fino a quella ser:i <lei 24 maggio in cui, sulla selva di b:mòicre e sulla marea d i popolo ondeggianti nella piazza del Campidoglio, egli potè gettare un grido alte, eà impérioso come uno squillo di fanfarn: « E d ora alla frontiera! >J E per la frontiera naturaimentc fu il prime, a partire, semplice solchto. Indossò· la d ivisa dell'alpino e fu soldato umile e silenzioso, mai ristando da nc,stma fatica e da nessun sagrifizio. Nel combattimento di Punta Albiolo (regione Adamello) il 21 agosto 1915, guadagnò una me- , <Jaglia d i bronzo a l vaior militare . Nominato sottotenente alla fine dell'ottobre 1915, fu promosso poco dopo tenente per merito di guerra . Con questo grado egli raggiunse il battaglione alpino Vicenza, in Val!a1·sa, ai primi d ì giugno 1916, durante la grande offens i\'a 'austriaca. Il 10 Jugiio, dur:intc una nostra sfortun,i,ta azione sul , monte Corno, insieme col comandante del battaglione Vicenza e gran parte del battaglione stesse, cadevano in mano del nemico anche Cesare Battisti, che durante tu.tto il combatt imento era st:i.to, come sempre, avanti a tutti, ccl il sottotenente Fabio 'F,ilzi, di Ro\'ereto, amico ed ammiratore dì Battisti. Riconosciuti ed ammanettali come malfattori., pass:i.rono rigid i e fieri, tra le baionette austriache. T radotti a Trento, raggiunsero il fosco Castello del l3uon Consiglio tra un'oscena gazzarra inscenata da tutta la marmaglia austriacantc e dalla sbirraglia. Cesare Battisti comparve davanti all:t Corte marziale, non con l'atteggi,, mento di prigionier0 accusato di a lto tradimento, ma piuttosto come un accusatore ed u n giud ice. Con parola ferma e sicura rivendicò tu tta la sua fede italica e ribadì il suo profondo disp rezzo per l' Austria. Fu, come F ilzi, condannato alla forca, <lopo un rapido processo, che sembrò un'ironia, p,:,ichè il boi« era stato gfa chiamato ~la V ie,ma subito dopo la cattura. Nella fossa. del Castello alle ore 18 del 12 lu.glio, Battisti, erett~, impassibile[ ascoltò la lctt:.ira cl~lla sentenza; poi salì il patibolo in.fame. Per caso o per meditazione il la-ccio postagli al collo s i spezzò dopo averlo sollcva;o ; il rr,artire, ricadendo, trovò ancora la forza di gridare: « ,, iva l'Italia! ». Alla memoria de.l grande Trentino, S. M . il Re, dopo la vittoria, volle con cedere di motu proprio la medaglia d 'oro al valor militare, con questa motivazione :

« Esempio costante dì fulgido valore militare, il 10 Iu~Iio , 1916, dopo aver con.dotto all'àttacco, con mirabile sla.ncio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverch iante, l'esistette con pochi a.lpin i fino a ll'estremo, finchè tra l'incerto tentativo d i salva,:si voltando il dcrso al nemico od il sicuro mart irio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando, prima di esalare l'ultimo respiro: « Viva l'Italia! J> Battistoni (Giusepp~) . Generale, n . a Trento m. a


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Firenze (1869-1921). Sottot. di artiglier ia n el 1888, entrò nel 1901 a .far parte del Corpo di Stato Maggiore, contro l'Austria e scoppiata la guer ra mise in luce le sue elette qu:tlità d i comandante' e di soldato, p rima come colonnello poi come, maggiore generale, meritandosi le croci cl.i Cavaliere e d i Ufficiale dell'O rdine :Militare di Savoia per l'azione d i coman do esplicata sull'altipiano di Asiago (giugno-luglio 1916) e nelle ùperazioni che condussero alla liberazione d i Trento ( 1-3 novembre 1918).

Battistotti (Luisa) , Palriotla., n. nel 1824 a Stradella. Parteoipò alla lotta delle C inque G iornate a :tvlilano, com battendo eroicam~nte vestita da uomo, e ottenne dal Governo provvisorio, ins ieme con Pasquale Sottocorno. in ricompensa dei servigi prestati, una pcn.. sionc annua d i .365 lire. Batu-Khan. V. Timur·i di. Batum (lat. Absa·ro). Città e porto della Transcau casia, e ~.ntica stazione :>1iiitarc èei Romani. Dal XV al XIX s~c. appa rtenne ai Turchi i quali la fortificarono, e nel 187S-per il trattato di Berlino fu ceduta ai Russi. Bauco (oggi Bodle E~nica). Città antichissima del circ. di Frosi none, come lo d imostrano i r uderi d i mtl• ra c iclopiche e di un anfiteatro. Pontificando Adriano IV, fu a rsa da Guglielmo il Malvag io; nel 1186 fu sac• ·chcggiata e devastata dal conte Enrico R occaborga e nel 1194 fu saccheggiata da Enrico figlio dell'imperatore Federico I. Nel 1204, Bauco, assalito dal conte d i Sorella, s i difese strenuamente riuscen<lo a respingere l'attacco. Dopo questo fatto glorioso, Bauco govcrnossi a libero comune salvo un tributo alla Santa Sede. ~elle guerre di Eu~enio IV coi Colonna. e sotto il pontlficato di Paolo IV ebbe a sopportare gravi danni. Combattimento di Ba11.co (28 genn . 1861). Ai principi del 1861 il generale Mau rizio de Sonnaz f u mandato ad assumere il comando delle truppe ita liane incaricate di comb:ltlere le bande bor boniche, Il De Sonnaz, saputo che una banda comandata dal De Christen s i era rifugiata nel· villaggio di Bauco, e ivi stava afforzandosi, divisò di mover tosto con tutte le sue forze, circuirla. assaltarla. Erano .le otto antimeridiane del giorno 28 gennaio 1861 quando il generale De Sonnaz giunse davanti a Bauco, e piazzati i pezzi, fece aprire il fuoco che d urò due ore, , lopo le quali fu dato il segnale dell'assalto. Il colonnello De Christen finì per arrendersi a questi patti : l'intera banda avrebbe in 24 ore a bbandonato Bauco, e, deposte le armi a Veroli, s i sarebbe sciolta, nè sarebbesi più foçmata.

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( I 774-1842). rartecipò alle guerre napoleoniche, aderì alla Restaurazione e<l ottenne allora il grado di ammiraglio.

Carlo Baudù,. Ammi raglio francese, n. a Sedan, m. a Ischia (1784-1854). Entrò nella marina all'età di 15 anni ed a 22, nel 1808, si distinse in vari combattimenti nel mare <lelle Indie contr0 le navi inglesi. In uno di questi scontri per.dette il brace.io destro, ma rimase tuttavia in servizio. Nel 1812 fu promosso capita no di fregata. Lasciato il servizio, fon<lò ali' Havr~ w1a casa di commePcio ,:;he fallì nel 1830 a causa della rivoluzione. Tornato in marina, fu nominato coutranJmiragl·;o e nel 1838 venne mandato 11el Messico ad e sigere riparazione per ·,•iolenze u sate ad alcuni commerciant i francesi. Avendo ai suoi ordini soltan to quattro vascelli, osò attaccare il porto d i S. Juan de L'lloa, fino allora ritenuto quasi impre,1dibile, e Io d istrus·,e, ponendo cosi termine alle ostilità. Questo fatto valse al Baudin la nom ina ad ammiraglio, Il nome del Baudin è stato dato a lcw1i anni or sono ad u n incrociatore della marina francese.

Baudissin. Generale danese (1596- 1646); ser vì nell'esercito svedese d urante la guerra dei trent'anni e vi ragg iunse il grado d i feldmaresciallo; nel 1634 passò nelle file dei Sassoni contro gli Svedesi. Ferito gravemente, lasciò ]'esercito. Ottone, conte cli Ba11dissin. Generale tedesco (1792• 1865). Servì nell'eserci to danese e partecipò con onore alla guerra del 1848 n ei Ducati, raggiungendo ;.,_el ISSO il grado di magg. generale.

Baudens (Duciano). Chimrg:o militare francese ( [804-1857). D urante la spedizione d i Constantin e nel 18.36 inventò l'ingegnoso apparecchio per le fratture che prese il suo nome. Fu messo a capo d el ser vizio sani• tario dell'esercito francese a Costantinopoli e in Crimea ( 18.54-56) .. Fra le sue opei-e sono da ricordare : << Cura delle piaghe prodot:e da arma da fuoco >l ; « 1\- uovo metodo pzr le amputaz ioni»; « L a guerra di Ci-imea >l.

Baudoin (Giztseppe). ~ledaglia d'oro, n. a Giletta m. ad Adua. Uscito dall' Accademia militare col grado di sottotenente d i fanteria nel 1866, prese subito parte alla campagna del 1866 meritando una medaglia di b ronzo . Pa.«sò nei bersaglieri ; frequentò quindi Ja Scuola di ·Guerra. Partito per 1'Africa, da maggiore, nel 1896, si sa.cr ilicò eroicamente col ~uo ,battaglion'c ~ul monte R ajo, nella tragica giornata di Adu a. Fu conferita alla memoria d i lu i iJa medaglia d'oro con la motivazione seguente: cc Imperterrito sulle falde di monte Rajo, comandò il -3° batta_glione fanteria d 'Africa, mantenendolo saldo al fuoco contro forze enormen.. ente superiori, fincbè fu distrutto. Informato che le altre truppe si ritiravano, r ispose: « N o:i importa; noi dobbiamo restare qu i », e vi r imase, finchè una palla nemica lo uccise l>.

Baudin (barone Francesco). .l\ mmir:lglio francese

Baudricourt (Giovanni di). Marescial!o di Frall-


eia del sec. XV, m. nel 1.4 99. Fu uno dei migliori capitan i . del suo tempo. Nel 1485 cacciò dalla FranGa Contea le truppe <li l\fassimiliano I. Prese parte alla conquista del rcgnq d i Kapoli (1495) sotto Carlo VIII.

Baudry d~ Assori (Gabriele). · ·Capo Vandeano (1755-1783). Partecipò alla lotta còntro i repubblicani, e nel J 792 si impadronì c'i Ch,ttillon-sur- Sèvre ; ma, scon fitto, visse per sci n1esi nascosto in un sotten·a!1eo. :\"e! 1793, alla testa di una d ivisione di vandean i cadde combattendo a Luçon. Su0 fratello, Sp-i-rito, m ilitò nelle file dei repubblicani. Bauer (Adolfo). Gene1·ak rnsso, n . de!l'Rolstei11 (1667-1717). Servì sotto Pietro il Grande contro Car'Io Xl1; b;;ttè gli Svecle5i a IS:~lish, si cfalinse a Pnltav,i, riorganizzò la cavalleria ;:us.sa. (,'u,glie/i,,o Bauer. Geaeralc assbno (I 731 -1733) . Partecipò all1 guerra dei sette ru1ni tome addetto al genio, divenendo apprezzato consulente per la par te tecnica rlclb guerr:t ccl esercitando grande influenza sulle opcl'lZioni mi litari. Lasciò una <• ::'.fomoria sulla Valacchia»; f'erdùianclo Ba.1ter. Feldmaresciallo austriaco (1825 1893). Par t<iciriè: a1la guerra del 1859 e poi a quella del

1866 in Italia; in quest'ultima era comanda!lte d i bri gata. Nel 1883 divenne ministro della. guerra e tal-~ rimase fino alla morte. Rio;·ganizzò l'esercito, paxticcla rmentc l'artiglieria e i servizi logis tici.

Baugé-le-Vieil. Comune francese nel cli;?. Maincet-Loire. 11 22 ru~.rzo 1421, il ma.rese. La Fayettc vi sconfisse gli inglesi comandati dal duca èi Crenton. Insieme con i Fra ncesi si tro\'ava un corpo d i 7000 swz · zesi, agli ord ini del conte di B~chan e di Giovanni Stuart, il p r imo elci quali verme creato co11J1estabilc di Francia da Carlo VIl.

Baulina ( Giovam,;) . Generale, n. à Cuneo m . a Padova (1827-1883). Prese parte eia sottufficiale dei bersardieri alla campagna del 1°848 meritandosi un": niedaglia d1 argento al valore nel fatto cl' anni d i S . Lucia e la prom02ione a sott0t. nel combattimento di Governolo; durante la campagna stessa ottenne ancora una me-d aglia cli bronzo al valore per essersi d is tinto nei fatti d'armi di Somn1aca1npagna,-Berettara1 Custoza, \'aleggio e sol.lo le mura di M i lano, ranecipò quindi alla campagna del 18'19. Riaffermò il suo valore col grado di capita-I).o di Stato :Yfaggiore alla battaglia di San )fartino, guadagnandosi la Croce d i Cavaliere dell'Ordim; Militare cli Savoia. Prese parte da maggiore capo d i Sta.lo Maggio.re della 13" d ivis ione attiva alla campagna del 1866. P romosso colonnello (1872), comandò il 28° reggimen to fanteria e il IO reggimento bersaglieri, e col gra<lo d i maggiore generale ( 1877), dopo aver comanda to le brigate~ di fante,·ia 28• e 24'' , la briga ta Reggio e la brigata · R egiJ1a, r,::sse la carica <li direttor e dell'Ist ituto Geogia:fico Jviilitare (1882).

Baumgarten (Alo·is). Gen,:rale . austriaco (1814!8'.J.5). Fu -insegnan te alla scuola di guerra; nel lo5':! era generale e partecipò alla guerra in Italia, e poi, nel 1866, alla guerra in Boemia. Baumgartner (Ec/,,u,,,da). Generale, n . a ?\'a.poli nel 1864. Sotto!. d i artiglieria nel 1884, fu addetto a l Polv,e rificio d i Far.tana Liri ed . a ! 10° e al 2° Artiglieria da Campagna. Partecipò alla G rande Guerra ·(1915 -1918) meritandosi una medaglia d i bronzo quale colonnello comandante del 2° reggimento A1·tiglieria da Ca.111pagna nelle operazioni del)' Altipiano Carsico del 1916 e b. Croce di Cavaliere dcll'Or'cline M ilit;irc cli Savoia quale comandante di reggimento e quale co:i:nandantc cl' Artiglieria di Corpo d'Armata nelle a.zioni di Monfalcone (maggio 1916 - aprile 19 17), durante il ripiegamento dal Carso al Piave, e nella magnifica resistenza sul Grappa. (novembre-dicembre 191i). Nel 1919 fu nominato giudice effettivo prese.o il Tribunale Sup remo di Guerra e Marina e nel l924 membro del la Commissione Speciale per l'esame delle proposte di ricon;pense al vafore per la campagn:i. di guerra 1915- 191~. Baumkh•cher (Andrea) . Generale dell'Impero (14201471. Ser vì dapprima. come semplice soldato nell'eser~ c'i to imperiale, e si d istinse talmente nell'assedio di Viemia (1452) da essere fatto nobile . In seguito però, venuto a contrasto con l'imperatore, corse ad offr ir~ i! proprio braccio a :Mattia Corvino, sotto la cui bandiera riuscì ad infliggere gravi scacc!,1i alle truppe imperiali. 1\-fa n e l 147 L, a Grntz, ov'cgli si era introdotto con falso s2.lvacondotto, fu arrestato e g,,,sti-zialo come traditore, .. Bausan (G,:m,an.ni). Capitane di vasce.llo, nato a· Gaeta, m. a So rre,uo ( 1757-1821). Giovanir simo entrò nella m'.l.rina inglc~e e µartc-cipò alla bat taglia del C ,1jo 3. Vincenzo con l'a·mmiragl io Ro•:lney. Al servizio della Fr Jncia," fu cGI l\fassen/i. .:.ll'assedio d i Gaeta nel 1796. !-,cl 1806, si distinse in combattimento contr o le navi ang!o-•,o,..bonich<', e n~l 1809, battendosi contro le navi inglc-si dell'arnmir:•.glio :.\Iartin, )Jresso P rocida, con la' i ,.-egata « Cerere >l a I.traversò le l,:iro linee conducendo in salvo la nave ; fl! allora dal re 1viurat nominai.o capitano cli vascello. Tornato nel 1&20 a Napoli Ferdi.n an<lo cli Boi·bone, Eau~ùn rnilitò in appresso so!to la sua bandiera. e finì la sua carriera dirigendo la spedizione marittima, nd 1820, cont ro Palermo in rivoit:zione. Bausk. Città fort ificata rlel!a Rus,ia sul ftunic Aa. Pie!: o 11 G ~·1nr]c v i rip<1r tò

un:1

vittoria

sull'esercito

svecksc. \'i ,\\'v~nn~, nel JtH2, u:, comba t timento' fr1 · i Russi e 1! maresciallo Yorck. ,.

Bauto. Barb~ro <li otigme gallica, uno elci migliori gc11enii de l I V steolo. l\fawlato d~ Gi'azian'o in aiuto


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- P russiani lIIIlllIIID Francesi o~=,'====2 t ==3È;=41::::=1s Km.

al coll<'i;:1 imper3 tore T eodosio, concor~e alla liberazicne della Tncia e della :Macedonia . Bauto ebbe i l titolo di conte e d i mac; tro della mi lilia.

Bautzen. Città della S:ts.;.rrnia, cnpol. cli circoh. su lla d r. C:clla Sprca. T. Assedii .li Fa11tzr·1• (1004 e lOOi). Il primo fu posto alla. citti, da Enrico II :1cl 1004, e dopo lunga i·csistcnz:. essa gli aperse le porte. Tre anni dopo, il duca Rolcslav di Polonia assediò a sua volta B., che s i a r!'cse solo dopo energica lotta, e con l'onore delle armi. Il. Battaglia di Ba11tze11 (20-21 maggio JS13). Appar tiene alla campagna del 18 13 in G trmania. Ba tt uti a Lutzcn, gl i a lleati s i ritira ,·ono parte su l\leisscn (Isliicher), parte ~u Dresda (Wittegenstein) e, dopo qualche combJ Ltimen to J i retroguardia, abbandonarono la fo,ea clell'Elb:1 avvicinandosi alla frontiera austriac:1. .'.\apoleone, che per mancanza di cavalleria non :iv:va potuto sfrnttarc completamen te la vit tor ia di Lutzen , d istaccò N ey ,·erso Berlino mentre egli col grosso ( 4", 6°, 11•, 12° c,:po e la Guardio.) seguiva il grosso nem ico. I I 9 en trò a D rcsda, rimise sul trono il re ,Ji Sass0ni:t e kce guard:irc i ponti dell'Elba G li alleci~i r,rcscro posiz ione al di lit della Sr,rca, sulla linea Jhutzcn-WiiVichen-1fochkirch per pJ·epararvi una battaglia difensiva, organizzando all'uopo un grande campo trincerato sulla doppia linea d i alture a N . del fiume. X'.lpoleonc, giunto d i fronte a.Ila posizio,w, decise di attaccarla frontalmente con Ou<linot, :ì\Iarmont, ~Iacdon1id e Eertrand, mcnu·e X ey dove,-a. 1x:r \Ycis,;ip: e Klix niombare su l tergo dello schierru11ento n emico. II mattino del 19 maggio gli alleati erano così schierati: Bliichcr a destra, sulle alture dì Kreke"·itz e Prcilitz; \Vìttgen •~tein a l cen tro, sulle a lture t rincerate davanti a Ba,chiìtz; 1\1:i loradow itch a sinistra d ietro :Bautzen; Barclay

distaccato con 30.000 uom ini all'estrema destra. presso i l mulino 3. vento ; Iii riserva e la cavalleri:t presso B!oesa: gli a\'amposti lungo la Sprea. I Francesi avanzarono nel seguente orù ine d i battaglia: a destra Ouciinol su S inkw itz; a l centro Macdonald, la Guai dia e la ca,·alleria su Bautzen; a sinistra J.farmont e BertrJnd verso la Sprea, il primo a v:ille d i Bautzen, il secondo s u Glirok ; all'estrema sinis tra Ncy su Klix e Prcilitz. li 20 a mezzogiorno Napokonc ordinò l'attacco, r ipromettendosi di C'Ccupa.rc in giorn,l ta le posizioni avanzate cd attaccare b. seconda linea l'indomani. ~le:tlre l)udinot occuplrn Sindk witz, )facdonnlù e ì\hrmont s i imµ:idroninu10 del ponte di Uautze11 e poi della stes,a città, respingendo le tnippc che E difendevano. Il centro potè così passare la Sprea, mentre J3ertrand la. passaYa a l µon te d i G iir ck; :illa sera la testa della colo,ma di Xcy er;,. giunta. \'erso Klix. Il 21, alle 6 ani., Ou<li1:01 ricominciò il comhaHimento attaccando I.i. sin istra nemica, che, dopo tenace resistenza, pc! sopraggiun;;ert> d i l\Cacdonald h costretta a cedere. Lo Cz:1r, ,·cèendo la s inistra minacciata, sgua1nÌ il centro 1,cr r infortarla , men tre ~cy, sbocca lo da K lix e resp into Barrlay. punta,·a su Preilitz, Io conquistava e alle IO gi;~ era alle spalle d i Bliicher, la cui s inistra era intan!O alle prt•se con Bertr and. Il corro del }11,icher , sarcobe ~•ato annientato se i\ey, mancando d i notizie sulla situ:iziùnC genera le e temendo di e3scre a sua volt:i taglia to fuori, non avesse sospeso il suo movimento offensi\'O sgombrando anzi Prcilitz. :\'apol,•one allora, \"Cèendo I,: ali nemiche gravemen te scosse ed il centro ,sguarn ito. dopo un violento fuoco d'artiglier ia che r;dusse a l silenzio le b:itterie n!miche, sferrò l'assalto finale . Bliìrher si era già r itirato su Wcissenberg; Wittgenslein e l\f.iloradovitch, sotto la pressio11e del cen t ro francese, sgombrarono anche e.,;si le loro posizioni, !(Ul-


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<lagnando la strada di · Lobau; la ritirata avvenu,e in buon ordine pcrch~ ordinata a tempo e per la mancanza di cavalleria dei Francesi.

Bauvais (Luigi). Generale ha itiano (1759-1800). Fu alla testa della r ibcllion_e degli schiavi di San D omingo (1790) ma si rifiutò di prender parte al movimento separatista del 17CJ0. :Morì in mare, mentre era in viaggio per la Francia. Bauza (Rufi,w). Genera le urugua iano del sex. XIX. Partecipò alla lotta p~r !'n,dipendenza contro la Spagna, armando a sue spese e comandando un corpo di , olon tari, distinguendosi così da mer itare il d iplo:na dì <e Benemeri:o della patria in grado eroico )>. SegùÌ Arti gas contro i' Argentina e partecipò a lla batt. d i Guayabos. Combattè contro l'invasione portoghese; quindi si siti,·è nel!' Argentina tornò in p atria nel 1325 difendendo Montevideo attaccata dal gen. argen1.ino 'oribe. B . fu ministro della guerra nel 1344 e morì verso la meti del sec. XIX.

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Bava (Eusebio) . Generale, n. a Vercelli, m . a T c1ino (1790-1854) Uscilo dalla, scuola m ilitare cli Saint Cyr nel 1805, nell'anno seguente fece la campagna di Prnssia. Partecipò qu indi alla campagna nella penisola i berica; ferito a<l Oporto e fatto prigioniero dagli Inglesi, fuggì ritornando in Francia e fu di nuovo nella Spagna 6no al 181,3 . Dopo la battaglia d i Tolosa e la r inuncia di ~apok.one, tornò in patria, nel battaglione dei reduci, che prese il nome cl i « Cacciatori Piemontesi i). Fu all'assa lto di Grenoble, sotto il generale Gifflenga, che premiò il valore del · ·Bava con la croce di San Maurizio. Raggiunse nel 1832 il grado di .magg. generale. Ne! 1838 fu comandan te la d ivisione di Torino· col grado d i luogotenente generale. Vincitore a Goito nella guerra del 1848, salvò l'n1tero esercito piemontese ritirandosi sul Ticino dopo l'insuccesso <li Custoza. Appena cessai.i. la guerra scrisse una « Relazione ,d elle operazioni militari' n ella campagna del 1348 " . X cl 1849 ;1on approvò il p iano dello Chrzanowski e sostenne invano la necessità cli u1)a guerra difensiva. Nello stesso anno fu per un paio· di mesi, fino ai primi d i novembre, ministro della guerra. Nel 1848 e:-a stato nominato senatore. Bava-Beccaris (Nob. Fiorcuzo) . Genera le , n. a Fossano, m. a Roma (1831-1924). Già da tenente <li artiglieria , si <listinse in occasione dello scoppio della polveriera del Borgo Dora (26 aprile 1852) mcr itar,ùosi una medaglia di bronzo. Dopo aver fatto par te della S])P.è izione in Crimea ( l!l.5 5-56) riafferinò il ~uo valor•.' nelle campagne del 1859 e del 1866 guadagnandosi una rnecl,iglill d'argento nel fatto d'armi d i Pozzolengo e la Croce di Cavaliere deil'Ordine Militare di Savoia n el combattimento di 1-fonte Croce. Comandò da colonnello (1876) il Collegio Militare di Milano e il 59° reggi-

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mento fanteria e, :premosso ma~giore. generale ( 188<-), fu successiv-.mente comandante della 2" .brigata di cavalleria e direttore generale di artiglieria .e genio. Tenente generale nel 1887, comandò la d ivisione m i•litare <li Roma e quinùi il VII e i-I III Corpo d' Armata. Durante i moti di Milano del 1898, fu nominato Regio Commissario straordinario con p ieni poteri nella provincia d i .Milano (7 maggio-31 luglio 1898), incarico dc.li-cato e difficile che gli valse l'ambita onorificenza <li grand e ufficiale dell'Ordh,e ::'-iilita.re di Savoia. Entrò nel 1898 a far parte deJ Senato d el Regno e f u n ominato nel 1904 m.embro del Consiglio dell'Ordine M ili-tare di Sa;oia. Snisse: « Esercito italiano, sue origini, s{10 successivo ampliamento, suo stato attuale » ( 1911) .

Bavastro (Gi<rnnni). G~nerale, n. a Sampierdarena nel 1818. 'Pa rtecipò :la tenente cl.i fanteria a lla campagna del 1849 meritancJo,,i una medagl ia d i bronzo al valore alla lJ'.ltla glia di Novara e alle campagne del 18S9 e del 1866, guadagwrnc!osi un~ medaglia d'argent0 al vaiore a Villafranca. Promosòo colonnel!o ( 1868), comandò il 1° reggime nto fanteria cd il distretto di }\,[ila no, e-• nel I 877 fu nominalo comandante superiore dei rlistretti militari della divisione di Chieti. Baviera. Così chiamavasi quella parte d i celata. da incastro, che copriva la faccia dal mento sino alla boera e alle guar..cie, e che era imperniala ai. lati, sotto alh visiera, affinchi: fosse p ossi~ilc di aprirla qumdo si doveva rreeltere o levare la celata. I n genere era a lame articolate. S i distingueva dal barbotto pcrchè questo nome si da va solaménte a quella parte volan te o posticcia che s i sovrapponeva alla bavicra clella celata per rinforzarla, o a quella. che si metteva alle celate aperte. Baviera. Il maggiore Sfato <lei!:,. Germania meridionrdc, confinantr. cc-l PAssia elc:torale, con la Sas~oni:tt coll'Austria, col Baden) · col Wurtemberg. La Ba.viera fu conquistata da Druso e da Tiberio, diede imperatori alla Germania, e bbe propri sovrani, e la sua unità. di Stato rimonta a l 1314-1347, all'epoca cli Luigi di Baviera . Dopo la pace di Westfalia, acqu istò un' impor:tanza particolare per la Francia, la qua le cercò di opporre i duchi d i B aviera alla Casa d'Austria, facendo l0ro sperare la corona imperiale o un ingrandimento di territorio. All'Elettore d i Baviera la Rivoluzione francese fece perdere il Palatinato, eh.e fu ceduto defi n itivamente nel 1800. La Rivoluzione e Napolcon~ in-• grandirono e resero p i,ì compatto il territorio bavarese. Napoleone mostrò tutto il suo buon volere a .Massimiliano IV a cui r iconobbe il titolo di <e re)> (1806), col nome di Massim iliano I. Nel 1813, qualche giorno ;,rima èclla uattaiia ' di Lipsia, la Baviera si schierò contro la Francia, ma dopo la pace dovette rendere una grande parte delle terre che aveva ottenute du-


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1·:inte la Rivoluzione;. per la restituzione_ del P alatinato iu compensato co1.1 territori in Svevia e in F rancc>nia, perdendo però la su a con tigu ità territoria le. Fino al ISSO la Baviera ve.n ne a trovarsi tra la Pru~sia e l'Au~tria . I.uigi II combattè nel 1866 la Prussia, ma n el JS70 fu con essa alleato con tro i francesi, e fu Lu igi II che propose il ristabilimento del trono imperiale (1889). Dopo il 1870 la Baviera visse all'ombra della Prussia. Il regno di Baviera, prima di far parte della Confederaz ione g0rma.nica, possedeva. un esercito compo~tv di 16 r eggimen ti d i fanteria, 6 ba.ttaglion i d i alpini, 3 compagn ie di san ità, 8 regginienti di cavaller ia, 3 reggimenti di artiglieria su 12 batterie, un reggimento di artiglieria a ciLvalJo, un reggimento del gen io, cornpagnie di operai, treno per equipaggi; il tutto ammontante a 204.988 uomini. A questi si devono aggiungere la landwehr con 54.000 uomini e 2500 cavalli. Dopo l'w1ione con Dragoni bavamsi r1eµ•epoca 11apo1eontca la Germania, continuo a forinare un'entità militare a sè, agli ordini del granclè Stato Maggiore tedesco. Prima dello scoppio d ella guerra mondia le, comp rende-v a 3 corpi d 'annata su 6 divis. (23 regg. cli fan teria. 2 bgl. di cacciatori, 10 regg. di cavalleria: 2 rcggime'nti di art. da campagna, ecc. Ed aveva in Monaco propri~ Accademia di guerra, Scuola del genio- e ar• tiglieria, Scuola di guerra.

Bayazet. Città e fortezza deli'Armenia, nella prov. di E rzer-,1m, con cittadella. Presa di !foyazet {settembre 1828). Appartiene alla guerra russo -turca del 1828-29 nel Caucaso. Al princip io delle ostiliià, il pascià d i Bayazet aveva tenl!to un contegno incerto verso i R ussi, ma poi, istigato dai Curdi, aveva assun to un contegno apertamente ostile, che, m inacciando l'ala sinistra dei R ussi, obbligò il 5enerale in capo, maresciallo Paschcvic, a rinforza.re le truppe dell'Armata. Avendo così mezzi sufficienti, il magg. ge/1. Cevtzeva~ze, coman dan te in Armenia, formò una coloru1a mobile d i 1500 fanti, 200 cosacchi, 400 ausiliari tartari e a.m1eni di Erivan e 6 pezz i, e, passa te le montagne di Casc-Ghe<luk , il 28 agosto 1828 tnarciò su Bayazet. Respin ti 1300 .cavalieri nemici, si stabili a Zang:hezor, a 3 verste dalla città. Avendo questa rifiutato la capitolazione, il g,;nera!e russo si apprestava :i.d a ttaccarla quan do seppe che alle sue spalle avanzava un corpo d i 30('0 Curdì; il generale mosse tosto · con tro d i loro, m anouando in modo da impedirne l'ingresso nella fortez za, e, raggiuntili, Ii ()ispersc; indi, postala ia- batteria., aprì il fuoco contr o i bastioni deJla città. La guarnigion e, spaventata per la sconfitta dei T ùrch i, a bbandon ò la p iazza che cadde

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nelle 'll1ani dei Russi ; essi vi catturarono il pa:;ci:ì. e 12 grossi pezzi. Le tribù curde dei dintorni s i sottomisero. La popolazione armena, di Bayazet, favorevoJe ai Russi, armatasi, si impadro,ù <;!cl forte di Diadin.i ( 8 settembre). Assedio rli Baya.zet (giugno 1329). L'occupazione dd pascialato di B. aveva troppo esteso la sin istra: russa che d isponeva di scarse forze. I Turchi ne a.pprofit~ ta rono. per tentare d i impaclronit-si cli Bayazet. I Curdi cominciarono a rauiarc i dintorni, e il pascià di Van, raccolti 15.GOO armati e 12 :pezzi, si dispose a ripren~ derc la città. Q uesta, circondata da alture intricate . che paralizzavano il tiro d'a,-tiglieria, non aveva una cinta d i mura continua, m a era difc~a da opere stacca.te Co• stituen ti due lince fortifka.tc, u na rivolta · verso Maku e l'?ltra verso Erinn. Il P1-esic'Jio era di 13 cp. (1500> uomini), un rcgg. di co3accbi, 17 pezzi e un m iglia io• di Armeni armati. Il gene1alc Popov · d ivise le forze fra> le due linee, tenendo i;, riserva il reggimento cosac~o a ppie<lato. n 15 giu gno 1829 gli esploratori segna!aro,;o l'avang•J:udia del pascià a 2 marcie da 13ayazet e in lS la sna cavallcrh accarnpò a· 12 verste dalla p iazza. l i 20 il corpo nemico avanzò, respinse gli avamiJosti r us5'i e si in,ta!lò sulle· altu re circostanti. Dopo avh fatto un'azione d imostrativa sulla strada di E rivan, "i Turd,i attaccarono 'il quutierc orientale, mentre -la 1mr,ola2ionc musulmana che lo -abi tava in·sorgeva, e,· dopo ripetuti ass"- lti, a lla sera s'impadronirono della batteria chf lo difendeva·. Allora i :Rus~i si r idussèro a difericlere il castello nuovo e il Ctl!;tello vecch io, ove concentrarono tutti i loro mezzi d i dife'~1. Il giorno dopo i Russi, dopo avere respinto un attacco contro il castello nuovo, ri'.lscirono a riconquista.re la batteria orienta le per'iuta il giorno 'prim:1. I T urchi cercar~no con '1h1 u ltimo sforzo cli riprencltrla, mi, respinti, vi rinunziarono e si ritira:·nno, avendo perduro 2000 uomini. ~I Russi ebbero 24 ufficiali e 400 uomin i fuori combattimento . L 'eroica d ifesa cl i Bayazet fu uno dei fat ti , più gloriosi dell'eserciw russo gel Caucaso.

Bayly (sir Lr.wis). Ammiragl io ingiese, n. nel 185'7. Partecipò alla guerra, contro gli Asciant i, alla sp,e dizione contro i pirati del Congo ( 1~75), alla guerra 'egizian a (1882} . .N'el l9!Ò era addettu navale à Washin'g ton, nel 1007 commodoro, -1cl 1908 contrammiraglio ' e comandan te clell' Accademia navale di guerra. Vice arn- · mir•,g:i~ nel 1914, ebbe il comandc della flotta àeha Man ica; i'anno dopo divenne presid ente del Collegio Nnvalc cli Greenwich ed ebbe il comando <:lelle coste .dell'Irlan da; fu promosso ammiraglio nel 1917 e collo~ calo a ripo30 nel 1919. Bayona (Pietro B . Villan·ucva.). Gel!erale spagnuolo del sec. XVII. Fo1·tificò fra il 16.,4 e il 1664 Santiago cli Cu l,:t; soccorse la Giama ica attaccata dagli inglesi; fu inviato come ca,Pitano genera1e nel P araguay. Bayon ne. Città fortificata dei Bassi P frenei su l' Adour e h N irse. Nel 1189 fu presa da Giovanni senza Terra. Nel 1495, quando gl'Inglesi restituirono alla Francia tutte le città deJ!a Guyenne, llayonne soli:. volle restare agl'In glesi, ma dovette aprire le porte a D unois, il agosto 145 1. Gli Spagnoli, tentarono -~i impadronirsene d ue volte d i sorpresa, nel 1595 e nel

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BAz 1651·. · Fu a Bayònne che il <lùca d'Alba Caterina tle' , Medici e ·cario X premeditarono la no;te d i San Bai-tolomeo, e fu ·a Bayontie che nel 1523, si dice fo~s~ ·inventlta la baionetta. Verso, la fine dd XV scc. lhyonne divenne rinomata ~1 le sue fabbriche di anni e · di coltellerie. ·Traltalo di Ba;•or1.ne (S maggio 180S). Tra Fra,1cia , Spagna. Il Re d i Spag11a. Carlo l V, confessa l'impoten~ sua e del suo Governo .td assicurare la. 1].Jicte delb S9agna, e cedr; :1ll'[111peratorc Napolco:1c I :utti i suoi diri tt i al trono di ~pagna e del le Indie a pali,, che sia man t~nu ta ia :,llegrità cìcl R egno e che in Singna non vi sia altra religione che la cattolica. T rat.tato di Baytn111e ( 10 maggio 1S03). Convenzione fra l'Imperatore Napoleone I e Ferd inando vli di ~pagna, figlio d i Carlo I V. Ferdinando VTT aderisce; alla cessione sotloscritta dal padre. In seguito a q~ csto e al precedente trattato, Napoleone assegna la coro,n di Spagna a suo fratello Giuseppe Bonapart.::, -:o! trat• tato seguente: Trattato di Bayonne (S luglio 1808). Convenzione e alleanza fra l'Imperatore Napoleone I e Giuseppe Bonaparte. ::\'apolcone gli cede i suoi dirilli sulb Corona d,i Spagna e delle Indie a patto che non possa mai essere riunita sullo s tesso capo ad altra corona. Il Re Giuseppe Napoleone -si impegna ad adempiere a tutti gli impegni contratti dall'Imperatore :Napoleone colla decaduta Casa di Spagna seconde, le convenzioni del 5 e de l 10 maggio e cede allo stesso Imperatore la corona d i Napoli e S icilia perchè ne disponga a suo talento. Viene inoltre pJ.ttuita una lega offensiva perpetua tra Francia e Spagna: in caso di guerra contiuentale la Francia si impesnava a fornire 60 mila uomtni e la Spagna 30 mila. In caso di guerra marittin,1 la Francia si impegnava a dare 80 vascelli e la Spagna 50. Fu p:i.ttuito che il trattato, per il momento, sarebbe rimasto segreto. Trcttato di Bayom1e \ 15 luglio 1808). Convenzione e . alleanza fra l'Imperatore Napoleone e Gioacchino Muni i. L'Imperatore cede al Pri ncipe Gioacchino Murat, r ai suoi di$Cendenti maschi, il trono di .:-:apoli e questi cede ali Imperatore Napoleone, afiinchè ne dispong1 a Mto pi:1cimcnto, il Granducato di Clèves-Berg. Fra le due parti è pattuita una alleanza offensiva e' clifensi\'cl, in base ,illa quale, il R e di Napoli, in c1s0 cli guerra continentale, si ùnp~gna a fornire all'Imperatore un esercito di IS.500 uomini e in cli guerra mariaimn I: frega te e 6 corvette. Le trnppe francesi necessarie alla difesa del Regno delle Due Sicilie sarebbero st3 te a carico dello stess'.) Regno.

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Baza (ant. Borti). Città fort.: de! regno di Gran:ita, sul Guad..lquivir. I . Assedio di Baza. Venne posto alln città nel l.ì23 <lai re moro d i Granala, e dopo aspra resistenza la citlà fu presa. Si dice eia un cronista sJ>agm,olo che in quell'assedio i r.1ori abbiano messo in opera m:1cchinc le quali 1:mciavano « globi di fuoco con gra,1de strepito >J. Il. Assedio di Baza. Nel 1489 Ferdinando V di Ara(tOna, in lotta contro i )fori, si presentò alle porte della .città :tlla testa di centomila uomini. Xella città, di-

fensori (20.000), ,viveri, armi e munizioni abbondavano. I Musulmani, com:i.ndali da .Cid Hiaya, 'si difesero · valorosa.men le· con com ba ti i menti sanguinosi e fre'quenli, e già questo a3scdio era costalo agli Spagnuoli 20.000 uomini, quando i generali consigliarono n Ferdinando di rinunziare all' impresa. ),(a il re, fidando nella sua buona. fortuna, rianimò i soldati, fece costruire attorno alla città una spes~:1 murngìia con fossato, e dop:> sei mesi di accanita pressione, il 4 dicembre gli Spagnuoli espugnarono la piazzaforte. III. Co11,battù11e 1110 di Baza . Appartiene alla campagni francese nella Spagna (3 novembre 18 10). Il generale inglese Blake a,·eva prc:;o posizione sulle colline presso Baza. In tulio avc,·a ai suoi ordini 6000 fanti e 100 c~valli, in µarte spagnuoli. I Francesi avevano circa 3000 fanti agli ordini del gen. Rey presso la città, e b di vis. d i cavalleria del Milhaud nella pianu ra, so~ sienuta dall'a rtiglieria. Rcspin'.a la cavalleria francese, .Blake :l\·anzò ccn metà òeilc sue forze in pianura .;u <]Uattro colonae, preceduto dalla cavalleria. )1a il g,:,n. l\[ilhaud pio mbò su questa e la d isperse, rovesciando subite dopo la fanteria del Dlake, il quale si ritirò ,·erso le colline dove aveva lasciaio il resto della fanteria: il disord ine dei suoi lo persuase a battere in nlirata, lasciando al nemico 5 cannoni e avendo perduto in tul to 1rn migliaio di uomini.

I V. Batta.glia. di Baza (agosto 1811). )l'e( luglio, il gen. Illal'.e, sbarcato ad .\!meria, si riuniva all'escrc.ito spagnuolo di :'.V!urcia pr~sso Baza, disponendo in :utto di circa 20.000 u. Sorvegliava le sue mosse il lllH~sciallo francese Soult, il quale si portò rapidamente ,ul r,osto e attaccò il centro della li,~ea alleata, mandand.> il gen. Oudinot ad aggirare la destra (9 agosto). e;; dleati furono cacciali dalle loro posizioni e si rifugiarono su lle mon tagne, soae> la protezione della loro c:irnlleria . JI giorno dopo però, cs~l venne attaccata -.igorosamente dalla cavalleria francese, e, battuta e sb«· ragtiata con la perdita di · 500 u., si ritirò anc!ÙS..."-" ,·er,o ~Iurcia. La pcrdi!a, e la dissoluzione dei corpi di (< gueri!leros » ridussero l'esercito del Blakc, dopo questa battaglia, a poco p>tt di 6000 uomini,

Bazaine (Fra.1i~~sco Achille). }IIarcsciallo di Fnncia, r;. a \'crsailles, m. a ì\ladrid (1811- 1888) . .'\rruolat0si nel 1831 , dopo quattro anni porta va il grado di luogotenente e la croce della Legion d'onore. Nel 1835 combattè in Spagna.; co11 la legione s traniera foce le campagne <l' Africa; passò, generale, in Crimea. ln Italia comandava la 3• divisione del primo corpo. Nel 1863 fu comandante in capo al lVIcssico, e l'anno seguente ricevc"a il ba,;tone di marcsci:>.llo. Per i suoi intrighi, denunziati dall'imperatore Massimiliano a Xapoleonc llJ, fu da questi nel 1867 richiamato in Francia, ad assumere il comando dei 3° corpo a Nancy, e di poi nel 1869, quello della guardfa imperiale. Scoppiata la b'llerra del 18i0, Bazaine ebbe


137 -<la princ1p10 il comando del 2", ,3" e 4° corpo, poi il 12 agosto fu n ominato comandante supremo dell'esercito· del ·R eno. ·Costretto dalla manovra dei Prussiani a r itirarsi :in J\ifctz, vi .rimase bloccato e si rassegnò a çapitolare. Accusato d 'inerzia, per non aver tentato di rompere !e Jinee assedianti, fu processato e con<la1rnato a morte previa degradazione , :Ma dal .Mac 1\fahon, la pena gli iu -commu tata in 20 an ni <li carcere_ Riuscito ad evadere 11el 1874, si rifugiò nella Spagna.

Bazan. V. San,.c Cruz (lviarchese <li). Enr-ico Bazan. Gene rale, n . a l'alermo nel 1864. Allievo d ell'Accademia :vfililarc di Torino, ne uscì sottot. d'artiglieria nel 1885. F u inseg1).ante di g:eograJfia n1ililare e di impiego dell'ar.::glieria n ella Scuola d' •\;p..i:,licazione d'Artiglieria e Genio ( 1900-1904) . Inse_gnò poscia geogradìa rn i... Jitare aJ!a Scuola d i Gue r-.ra dal I 9 l0 a l 19 14. AIJ 'in izio della guerra fu as.scgna,o presso il comando -d'artiglieria della I Ar ·_mata. Colon nello nell'apriJe 191.6, d uran te l'offensiva .austriaca nel Tren tino fu incaricato del comando d i artiglieria de.Ila I Armata, guadagnandosi la promozione ;a generale per m.erito di guerra. Nel marzo 1918 venne nominalo comandante dell'artiglieria d ell'VIII cor po d'ar:mata, e a.I :Montello guadagnò l'Ordine milita.re di Savoia. Dopo Vittor io Veneto fu comandante dell'ar tiglieria ,di <:orpo d'armata a Torino. Nel 1921 domandò il collocamento ia P. A. S., e nel 1924 fu richiamato in servizio e n omi nato Ca.po di S . 'M . della M . V. S. ~- E' .autore di parecchie •pubblicazioni di carattere militare e geografico, <fra le qua li cc L 'artiglier ia nella gue rra ,campale>>, e collaboratore militare e di politica estera -<l i varii giornali.

dve, si rese noto per I1,!nvenzionc dì un tipo generak di rase antisismiche, dopo il tene1noto ca.laoro-sicu lo . Richiamato alk a r mi quale ufficiai~ di complemento, allo scoppj~re ddla. g!L~J'!"l. fu dapp!.•:i1na in Carnia col 1"

reggimento ,~!pini. Nel· scttembrc 1915, promosso capitano, fu trasferito nel 9" rcggi11Je11to fanteria, sul Carso, ove si segnalò subito tra gli 11fftciali p iù a.nirnosi e r isoluti. li 13 ma rzo, dovendosi attaccare h teinuta posizione del C0'-1:cìetto «ridottino)), sulla sella d i San Martino, la s'1:?. compàgnia fu prescelta. per costituire la p rima ' ondata; l'episodio in cui t:gli trovò la morte è descritto ·nella motivazione con cu i ottc1;ne la n1assi ma r kornpensa al valorP.:

« :\Ila testa ciel pronrio :·~pasto, con mirabile ~ cosc i~n te ard imento irrcmr,eva, entrandovi p~r pri1no in un ~aldo trinceramento !1e111icn, i1npadronendosene e 1

catturando i difensori ed una mitragliatrice. Contrattaccato da forze superiori, diede intelligenti disposizioni per la resistenza, r iuscendo a respingere l'attacco. j\>fentre p;t, accanito era il combattimento, egli, bello esempio <l i virtì1 m ilitari, s<lcgno30 cli ogni riparo, dall'alto della trincea, impugnando il fucile, invitava i propri d ipendenti alla resistenza, fu1chè colpii'& alla fron te sugge! · lava con una morte gloriosa il suo a tto eroico» .

Bazzichelli (Roberto) . Colùimello, n .

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Vi•erbo,

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Bazancourt (Cemre d,) . Storico francese (18101865), autore d i cc Cinque mesi a l campo davanti a Se·oastopoli » elle poi ampliò e completò in e, La s:)ed;.zione d i Crimea, cronaca della guerra d 'Oriente» la ,qua le attrasse l'attenzione e suscitù discussioni e polemiche. ottenen do varie ri,,fampe. Nel 1859 fu aggr~ _gato allo Stato l\'Iagg. dell'imperatore Napoleone, e :;te3e la pr egiata cc Campagna d'Italiit 1859 n. Scr iss,, inoltre •« L a spedizione di Cina e cli Cocincina ,i e u na speci,e ,d i trattato di scherma, intitola to cc I segreti della spada >l. Bazzanti (Carlo) . Generale, n. a Orbetello, m. a F irem,~ ( 18.35-1915) . Sott0t. d i fan teria n ell'e,ercito ,Te,. scano (18Si), partecipò da tenen te a lla campagn,1. del 1859 e nel 1860 entrò 'co i grado di capitano a far parte -del R egio Esercito. Prom%so c<>lonnello nel 1884, ccma:iclò i d istretti militari di Cata,-,zàro e di Napoli e, <:ollocato :i. riposo ~ sua éomanda, raggiunse nel 19U: il grado di tenente gene ra i•: n ella riserva. Bazzi (Carlo) . Medaglia d'oro, n. a Milano nel 1883, -cad uto a San Martino d el Carso il 13 marzo 1916. D i J>rofessione cos:ruttore, spirito pratico e ricco di i nizia -

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m. a Roma ( 1839-1893), Dottore in matematica, :.ifii-

ciale d'ar tiglieria nelle campagne del 1866 e 1870, direttore nel 1888 nel labor2,(orio -di precisione dcli' Artiglieria, fondatore nel 1894 e direttore sino a lla sua morte del polverificio di Fontana Liri. Inventò la spoletta a velocità d i combustione costante per gli shrapnels.

Seachy Head (Battaglia clcl Capo B ea.chy, al s\1d cl'Tnghi"lterra, presso la Manica). Fu combattuta nel luglio 1690, tra ht flot13azzichell i Roberto ta fr~ncese ·comandata dal Conte di Tou.rville e la Aott,t britannico-olandese comandata dall' ammir. T orrington. Tourvillc mosse per l' isola d i W ight dove trova.vasi Torrington in attesa della squadra ,batava, capitanata da Cornelio Evertzen. Dal 13 a l 20 giugno ,l a :Y[anica. fu liberamente solcata dall'armata di T ourville, così composta : squadra bianco-azzurra, di 26 navi d i linea, capitanata. dal Cbiiteau Renaul! in avanguardia; sq'-la.dra bianca, guida ta dal Tourvi!I~ in ;Jt:rsona sul « Solei! R oyale », d i ,00 ca,moni; squadra azzurra, di 26 vele, comandata dal Conte d'Estrées. Torringtcn, che ;i.vev<1. mandato fuori esploratori, seppe ·aa alcune ba.rche peschereccie che i Fram:esi correvano


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il mare. Salpò il 24 giugno con quante navi aveva pronte, lasciando ord in i che gli mandassero quante navi britanniche e oiandesi si potesse. La sera del 29 T orrington ebbe in linea 3-l vascelli di linea inglesi, capitanati dal vice ammir. dell'azzu rrd Ashby, da Dehval, vice ammir., e d:i Rookc contrammir. della rossa . Inoltr~ 2?. vascelli neerlandesi, guidati dal luogotenen te amm ir. Everlzen e dai contrammir. Dick e Van Brakel. J\irntre, indotto dalla disparità delle forze, Torrington pensava d i non combattere, un ordine della regina gli impose di combattere · a qualunque costo. Capo Beachy ,era in vista i Francesi sotto vento con prora a tramontana. Alle 8 del mattino del lC luglio Tourvillc rettiJicò la linea <li battaglia. L'avanguardia (Olandesr) si impegnò a lle 9 con Chàtcau Renault e con To~rville, mentre gli inglesi non erano ancora a tiro. I Francesi fulmi• narono successivamente la squadra biança (Evertzcnì e l'azzurra (Delaval), mentre Torrington non potè cominciare il fuoco se· non alle 10. Intamo i Neerlandesi, violentemente cannoneggiati, erano stati costretti ad an -

Battnglla (lei capo Bca.,:ky

corare, e Torrington, che li volle imitare, non potè r,he alle 5 interp:>rsì tra ì suoi alleati ed il nemico. Alle 9 della sera salpò, e tentò di trarre in salvo quanto r ima• neva in stato di navigare; ma l'indomani sei navi neerlandesi erano arse od affondate, due britanniche erano perdùte. Morirono i contrammir. Dick e Van Brakel. L'Armata inglese riparò ·entro il Tamigi. Torring ton, richiamato in Londra, fu chiuso n~lla Torr-~. in attesa del giudizio, ·c<l anche per s◊ttrarlo al furore della plebe.

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Lord Kitcher,er lo portò con sè nell' avanzata di Fa~hoda, facendolo presenziare a l convegno col Ma.g;:io:·c· Marchand. Dopo la battaglia di Kartum, Beatty venne promosso capitano cli fregata per meriti speciali. Du cante !a r ivolta dei Boxers, p rese il comando della brigata navale inglese cbe factva parte della colonna Sey-• mour -per la liberazione del.le legazioni di Pekino, ,~ po~cia contribuì a lla presa di Tient5in. Per questi servizi. venne ·promosso capitano di vascello, nel 1900, al!'ct1, di 29 armi. Nel 1910 divenne contrammiraglio e poco dopo nominato segretario del 1{inistero della l\.far ina ( W. Churchill), ,posto che te1rne firio al 1913. Con questa carica però co · mandava già una squadra di incrociator i a lle manovre nanli del 1912. Nel 1914 assunse il comando ,della prima squadra incrociatori da battaglia e nell'agosto <:lello stesso anno gli vennero date le fw1zioni di vice ammiraglio col comando delle forze di esplorazione della << Grand Fleet )J . Il 28 di agosto sostenne un combattimento nelle acque dell'isola di Heligoland causando ai tedeschi la pe1xlita d i tre csp.loratori, N el gennaio 1925 comandava gli incrociatori britannici alla battaglia. del Dogger Bank, e dopo lo scontro gli venne assegnato il comando della flotta degli incrociatori da battaglia, e prese parte alla battaglia dello Jutland, sostenendo per molte ore un fiero combattimento con gl~ incrooiatori similari tedeschi e po- , .scia -con le d ivisioni di testa della flotta germanica, nell'intento di -cond urre quest'ultima a contatto balistico con la « Grand Fleet J) jnglese che frnttanto si avvicinava. :\!la. sua condotta nelìa. battaglia dello Jut!and si deve i,rincipalmente se, nel n òYembre del 1916, a 49 aru,i, venne creato comandante in capo della « Gra.nd F'ee: » o5sid della piu. grande flotta delìa guerra mondiale. L'a.m. miraglio Be2.lly è Grande Uvficiale dell'.Ordine Militare cl i Savoia.

Beauca ire. Città della. Francia, nel d ip. del Ga,·d.

Beat Indo (Battaglia di). E' la prima battaglia che preannun cia l'arrivo e insieme la potenza dei Turchi. Mahmud vi sconfigge Tebal (999 d. C.). Beatty (Sir David). Ammiraglio inglese, rt. nel 1871. Entrò nella marina britannica nel 1884. Durante h guerra <l'Egitto servì sul N ilo, cooperando con l'esercito inglese sotto Lord K itchener, e rese amrnir~voli s-crvizi sia portando la cannoniera al suo comando sulle cateratte, sia come comandante in seconda della flvl• iiglia, nella presa di Hafir (tenuta dai Dervisci), ncJlci quale circostanza, e,:sendo fer ito il comandante in prima, Beat:y fronteggiò con persistenza e successo le ba:· 1erie nem iche. Nel 1898 s i trovò di nuovo sul Nilo a combattere nel Sudan, facendosi ancora molto 011ort.

Torre cli Beal!Caire (MC. XIII)

Pare che Beauca.ire sia stata edificata. sulle rovine del « pagus J> latino, U1gen.,m1, dove Avito fu proclamato nel 455 imperatore. Nel 589 fu_ presa da Riccardo re dei Visigoti ~abbandonata a Gontrano. Nel 1174 vi s i tenne un convegno, promosso da Enrico II <l'I nghilterra, allo• scopo, non raggiunto, di pacificar~ il conte di Tolo:,a, <lOI re d'Aragona. Nel 1632, Beaucaire, per aver parteggiato per il duca d i Montmorcncy rivoltatosi contro R ichelieu, fu da questi fatta smantellare.

Beaucé (Giovanni) . P ittore francese d i battaglie. ( 1818- 1875). Seguì l'esercito francese in /\lgeria, in S u·ia, in Crimea, in Italia, al Mes• sico. Oltre ai quad,·i eseguì un grande numero d i di-


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~ni per opere illustrate, fra cui quelli della « Storia d i Napoleone I >>. Fr a .i suoi qua:dri migliori è la « Battaglia di Solferino ».

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a Dunois e a l duca di Orléans. Nel 1568 /a bruciarono.

protestanti

Battaglia di B eaugency (dicembre 1870). Appartiene a lla guerra franco-prussiana ed è costituita da una secie <l; combattimenti svoltisi fra il 7 e il 10 d icembre. Dopo r.ia. Nel 1268 venne assediato da Beibars, Sultano cl'E la presa di Orléa.ns, il principe di Mecklemburgo si gitto. Il castello appar teneva ai Templa ri, i qua li vi <liavanzò su B lois con il gr,1sso delle sue forze (17.0 e 23" sponevano •di scarsa guarnigione, e dc.po breve difesa, d ivis. di cav. e 1° corpo bavarese) pcr la destra della non potendo ·ricevere soccorsi, si arresero. Loira e con un distaccamento (25" div. di fant.) per la Giovanni Beaufort, Duca di Sommerset (1-103-1444). sinistra, inseguendo la 2• armata della Loira comandata Generale inglese ; prese parte att iva alle guerre di Frandal generale Chanzy e composta dai corpi 16, 17 e 21, cia, per conservare all'Inghilterra. i suoi domini fu che avevan,) piegato verso Tours: questi corpi, che avecapitano generale di Nor mandia e di Aqui tania sotto vano poco sofferto nella battaglia di Orléans, poterono Enrico V. sostenere ancora una serie d i combattimenti, che p,eBea1tfort (Duca). V . Vendo-me. sero il nome cli « •battaglia di Beaugency >>. Nel pomenggio del 7 dicembre 1870 la 17' àivis., nello sboccrue Carlo Bea11fort d'Hautponl. G enerale francese, n. a d .. Menung, urtò contro la divis. francese Camo che il Napoli rn . a Parigi ( 1804Chanzy aveva m:u,dato colà p er coprire Beaugency. !)i 1890;. F ece la campagn:t attaccò il corr.battimento e vi presero parte anche la della l',forea e partecipò 4" divis. bavarese da un lato, e dall'altro la 1• divis. alla spedizione <l'Algeri.! ( IS30). ~el 1837 fu a.iu- _ del XVI e la I• del XVII. La siJ1istra francese respinse il nemico, m a la destra dovette ripiegare. Il giorno dopo _tante <li campo d i Solila lotta r iprese estendendosi a tutto il fronte conti·mano pascià, poi del dunu ando n~I giorno seguente: i tedeschi. restrinsero il ca d i Aumale . E ra generaloro ampio spiegamento e presero Beaugency, co3trinle nel 1854. ::--:ella campagendo Chanzy alla ritirata verso Le 1\,fans. Le perdite gna d 'Italia, fu capo di dei \<incitori ammontarono a circa 4000 uomini tra. morstato maggiore del V Corti e •feriti, ma molto di più soffersero i France,i, i po. ]\el 1860 comandò ii quali lasciarono inoltre 5000 prigionier i. corpo francese di spedizioae in Siria. Beaugerant (Nandoz di) . Capitano di ventura dei Beaufort cario Beaufranchet d'Ayat sec. XIV. Alìa testa d i una compagnia di ven turieri, r.:arciò nd 1361 verso Avignone, mettendo a sacco a (L,.igi). Generale francese /1757 18J2J. Si d istinse, :tlla testa del 2° regg. d ei genferro e a fuoco la Provenza e il contado avignonese. darmi, alla bat taglia di Valmy, dove fu promosso mareGiunti aÙe porte di Avigncne i vtnturieri, 'il pontefice sciallo di campo. Inviato in Vandea, prese parte alla fece bandire la crocja ta contro di loro, dandone il rnbattaglia di Fcmtenay, e, in unione al generale Noumandc, al c1rd inale vescovo di Ostia. Molti accorsero vien, riuscì acl arrestare il n emico che era divenuto pasotto la bandiera pontificia, ma, saputo che il Papa drone riel c~mpo <li battaglia. Nel 1809 assunse la dire- - non dava a ltro soldo che le bened izioni e le indulgenze, zionc dell'a ll~vamento dei cavalli dell'~sercito, posto che disertarono andando ad intenne fino alla morte. grossare la compagnia del Beaugerant. Allora il pa• Beaugency. Città della F rancia, nel d ip. del Loipa indusse il marchese di ret. Nell'epoca romana fu una stazione dell'incrocio Monferrato ad assoldare il delle vie <la Odéans a Bcaugerant per adoperarTours e da Char tres a lo contro i Visconti di Bourges. Al tempo d ei M ilano. Ricevuti 30.000 fioCapctingi questa piazza rini in oro dal papa, le era tra le meglio fortifibande d i Beaugerant pascate del ,-egno. La !,'1.lersarono in Italia. r a dei Cento anni, le Beauharnais ( Alesguerre di •r el igione, come sandro, V isconte d,). Gela guerra del 1870, misen erale francese, della '.Nfa.r- , r o in luce I' impor tanza ti nica (1760-1794) . Si , distra.tegica. di questa cit Beauharnats Alessandro· stinse nelle guerre d' Ametà. N cl · 1359 fu presa rica. Inviato come deputalo della nobiltà agli Stati gedagl'Inglesi. Il 5 giu'gno nerali, nel 17\12 par ti CGI\ l'esercito come aiutante ge1429 fu assediata dal dunerale, e n el 1793 era genera.le in capo dell'esercito del ca d' Aleinçon; comanR eno . Arrestato come responsabile deHa resa d i 1\fadava la rocca R iccardo gonza, fu condannato a morte. Guètin, il quale, d i fronte alla superiorità delle Torre di Beaugency (sec. XI) Eugenio di Beauliarttais duca di Leuchtenberg, f,ri>i-: forz~ n emiche (<li Giovanna d'Ar co) si arre.se il 17 con cipe di Eichstadt, vicerè d'Italuz, n. a Parigi, m. · a gli onori delle armi. Nel 1485 La T remouille la tolse Monaco (1781-1824) . Al srguito di Bonaparte, che uve-

Beaufort. Castello della Palestina, al sud d i Sido-•

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140 -va sposato sua madre, venne in Ita lia durante la campagna del 1796; quindi lo seguì in Egi tto, come suo a ic1tan tt di campo. Do].ìo b. battaglia di ::-.farengo fu promosso capo squadrone, e r agg ic1nsc il grado di generale nel 1804. Con la fondazione dell'impero napoleonico fu successivamente nomina to p rincipe f ranc~se, arcicanccHiere di Stato e in u ltimò vicerè d'Italia. Venuto a Milano, si · de<licò alla creazio-ne di un esercito e a rin1e tte1:e in sesto l amrninis trnzÌone: riunì 80.000 uomini di truppa, che si di" l• . ·~ . ;tinse::·? n'elle campagne na poleoniche. :\°cl 1809 dif ese l'Ita lia contro ·l 'invasione ùegli Austriaci, facendo d im enticare, col vaÌore spiegato nella campagn:1 in Ungheria, e una splendida vittoria a lla R aab (14 giugno) qualche leggero scacco avuto in Italia. Nel 1812, dopo il disastro d i R ussia, mostrò tuita la sua -fedeltà a Yapoleone. Dopo essersi dist into a L utzen ritornò nel suo regno per p repararne la d iièsa, e con tendendo palmo a palmo il terreno, restò vincitore, a l ]\>lincio ( 1814). Dopo la cadu ta à i :\far)(}leonc si r itirò a l\'lonaco di Baviera, dove morì. 1

Beau lieu. Comune della Francia, nel clip . d 'Indre-et-Lo ire.

Pace di Beauliim ( 14 11Jaggio 1576). Fu detta anc!,c Pace di Mons;cur, <lai titolo del ·d uca d'Alençon, fratello d i Enrico III, e fu conclùsa fra protestanti e cattolici dopo il comb. di Dormons. · i protestanti ot tenevano il 1ibero esercizio de l loro cul to, ·salvo che a Par igi, e b. r iabi lita zione delle vittime dcllà liotte di San Bartolomeo. Per r eazione a queste condizioni, s i costitul la famosa <e L ega» (cattolica). Combattimento di. Bea,tli~u. V . Sain:t-La,11 bert. Sebastiano Bea,,/ieu. :Maresciallo di campo france.;c, morto n el 1674. Fu il fondatore della topografia militare in Francia sotto il Re Sole. Di lui restano ri Le vedute degli asse<li e delle battag.lie di Luigi il Gra ne-le>, . Barone OicYMnni di Bca11lieu.. Generale austriaco (1725-1819). ,Servì nell'artiglieria. P artecipò a lla guerra dei sette anni. Nel 1789 fu incaricato di re,,rimere l'i nsun ezione <lei Brabante. Scoppiata la guerra <lei 1792, a Valenciennes, Beau lieli respinse i F rancesi e nel settembre dello stesso anno "li r igettò sa!la riva opposta del Lys. Nel 1794 fu nominato comandante del Lussemburgo e vinse la battaglia d i Arlon; il 19 maggio s'impadron\ <l i Bouillon. Alla ba ttaglia di F leurus ebbe gravis:,ime ierite. i\"c! 1796 fu comandante in capo deffc.,ercito d'Jùlia, ma, battuto dal Bonapar te, venne destitu ito e il comando pa~sò al \Vurmser.

Beaumont . Comune della Francia, nel d ip . delle Ardenne,, pr~sso Sedan. JJattaglia cli Beaumont (30 agosto 1870). Appartiene alla guerra fran co-prusssana. Il 5° Cor po francese, comanda.t o .dal gen. De Fai!ly, appa_rtenente all'esercito

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~he s i d irigeva a Sedan, ,verso n:ezzogiorno, -mentre si preparava a partire- da Beaumom, dove s i era accam-• pato momentaneamen te, venne improvvisamente assalito <lai tedeschi, sboccati col 4° e 1?" corpo dal margine ncrd del i)osco di Dieule: in co!oime di divisione: la 23• per la strada di Stenay; . la 24' per la strada di Fontair,e-!e-Fresnc; la 7' per la strada cli .Belle-Tour; 1'8' sulla Tuiledes. Q.uest'ulti,rna giunse in";vvertita fino alla fattoria · dc!!a Petit-1' orètc :. 700-800 '"m. <lai bivacchi francè"si. L 'a,-tiglieria pcnsssana. apri li>sto il fooco d i sorpresa sui bivacchi ; dopo il primo moto d i panico, due :-eggimcnti francesi tentarono d1 contrattacca re; d'a!:ra pane !e colonne · tedesche l)On potevano avanzare che a~sa; lenta1nente atlra1t' ers0 il bosc0 acqu itrinoso, -: osicfrè il generale <le F ailly rotè raccogliere il grosso Jd 5' corpo ~ulle alture a nord d i Hcanmont e soltant0 alle 2 i t~desch; occuparono i bivacchi cd il v illaggio. I F rancesi si schierarnno sulle a lture fra la i\fosa <'. lo Yoncq; d1 parte tedesca., i Sassonl e il 1(\ Lavarcse cntra;on,, in linee a clestra e a sinistrt. del 41) corpo; J11entre i "Bavaresi p un tavano sulla T hibaudine per . avvolgere la destra francese, SO pezzi p reparavano l'attacco gcnci-'!,le. lv[a i1?. questo n1omtnto i Bavaresi furono essi stessi attaccati sul fo.nco dalla divisione . C-onse il-Dumesni l che da Storme si recava :r Ì'lfouzon per la va lle dcil'Yoncq; 1w nacque un combattimento 9articolare clic frnì con la riti:-ata sn Youcq e Villers della divis ione francese, che trascinò seco anche il grosso dei Bavaresi; questi si arrestr.rono 3Jla Bcsace e n on n resero p iù oarte a lla b'.lttaglia principale. Alle 4 il prin~ipe di Sass~nia, rinuncia.ndo all:r coopenzione dei Bavaresi, fece r ipren dere - l'o ffonsh·a a?\ . d i Beaumont: i Francesi, scossi dal lungo canno:"leggiam~nto, cacciati dal la Harnotcric e minac,;ati s ul frmco sinistro dai Sassoni s boccanti ,fa Létanne, si Titirarono su Ville,·mon try e il Monte d i Brune; i Prussiani cercarono d i tagliarli da Mouzon, ma la resistenza d elle Yetroguardie n el bosco di Civodcau e a Villemontry rallentò la marcia della loro dc~tra, eh~, p resa sotto il tiro dell'artiglieria del 12° corpo francese, appos.ta tas i suil'a;tra r iva della 1viosa, rhnasc immobilizza ta. Il generale Lebn.in fece anche passare la :Y!osa a lviouzon a due reggimenti d i corazzieri e alla ciiv. Gran(ll:n mp , r:.a il maresciallo Nfac-1\fahon richiamò q,Ksta ::.ulla riva destra . I - Prussiani !)roseguirono con !a loro sin istr,1 la 1marcia, :attaccarono di fronte e ,Ji rov,~s~io il n~onte di Bn.:!'?e, k\ presero~ e di là dire5... sero il fuoco d i 60 pezz i ,u :Mouzon e sul ponte, proprio mentre I<" truppe <lei 5° w r;,o ~i gtltavano ·in ,liso,.dint· verso la l\1osa .. Ncl!r, , pcranza d i arrestare l'avanzata nem ica, ven ne allora la.~ciato alla carica ·ii 5° reggimentn corazzh:;ri, che si sacrificò inutilmt:nte; ~\lla

sPra i Prus,hni erano pad1oni d; i ,obborgo di riva sin i~tr:i e del !)On te; i Franc~si tenevano ancora la città sul!~. riva di:stra. L a no!k pose fiat alla battaglia . Bcau;1to11.t -le-Roge,-. Comune deila F rancia, nel d ip . dell'Eur,,. Da borgata fu resa piazzaforte da Royer <li Bcaumont, da cui prese il noa1c (1040) . Nel li?~ c1<lde i n potere d i E n rico I d'Inghilterra . Filippo Augusto se ne impad ronì nel 1192; _Riccardo Cuor di Leone nel ·1194. N,:1 · 1199 F ilippo Augasto la r iconquistò di nuovo e !a dic<lt a lle .fiamme. Nel 1378 Du Gucsclin ·&'impadronì di Beaurnont, demolendone il castello.


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Btl'l taglia cti Bcaumont (30 u.gosto 1870)

,llarco A 11tonio de la Bo1111i11ière, co11lc di Bca,11110111. Generale francese (1763-1830). Si oppose al<, Terrore» e fu condannato a mor te, ma i suoi dragoni si opposero o.i la sua esecuzione, ed r.gli cornba tti: sotto Ma~scn.t e Schérer in Italia, ad Austerli tz, a J ena, a Waterloo Ritorn:1.10 il re, fu alh Camera dei P ari, dc\"e er1 5t:uo anche sot:o X apolc,:mc. Bea11111011t. C'ostrnltorc che d iede il llOmc a l [ucil~ ol;inclcse, a ret roc:U"ica, m ;id , 1871. Esso era a cilìn-

dro girevole e scorrevole: colla chiusura dell'otturaL01·e, il percussore si armava automaticamente.

Beaune-la-Rolande. llorgo della Francia, nel dìp. del L oirct.

Battaglia di Bcaune-la-Rolande. Appa nicne alla guerra aranco-Jlrussia.na. del 18 70-7 l e fu com battuu. il 28 novembre 1870. L'e~rcito francese della Loira, dopo la sterile vittoria di Coulm iers, si era immobilizzato

nel campo trincerato d "Orléans ove venne r inforza.lo dal 18° e 20' corpo a destra e d_al t;• a sinistra. Fina.J:nente ebbe l'ordine d i marciare &u Parigi per Pithivicrs e Fonlaincblc,w, oie doveva incontrarsi colle truppe del Ducrol. I tedeschi, inquieti per l'inazion.: dei francesi, sospcua,·ano che l'armata della Loira mirasst- a congiungersi colle truppe della Bassa Senna; il 27 novembre essi eseguiron o il congiungimento deila 1I armata (pr. Federico Carlo) colle truppe del granduca d i l\lcclcm burgo, formando così un grande arco a ~ - di Orleans lungo la linea Chatcaudun- Or,:~rcs-TouryPithiviers-l\Iontargis. l Francesi, dopo qmlchc indeci~ione, decisero <li a ttaccare la dest ra della n arm:na pruss iana per riget ta re questa d icl ro il Loing, separarla da l ~randura e puntare qu indi su Pithiviers; il 18" corpo a destra, av:1nzanc!o da Ladon sulla linea )Iaiz;èresLorcy do\'ern attaccare Beat:nc ; il 20° corpo a sinis tra, doveva sbocca re ciall:t foresta. d'Or!éaCJs su 2 colon ne: a <.lcstra b. ?.• d iv. seguit.L da lla 3° per St. Lonp Su Hc1t1ue; a Sini:;1ra !a 111 dh·. doveva cercare di rag·ghmgcr~ h linea 0rr.ae-ilatilly; all'estrema sin istra i 1·c-lontar i del col. Cathclincau, e, più indiet ro. una div. dd H" ~arpa. dovcv,t::o coprire il fianco ~inistro. I tcùesr.hi n0n avevano al principio in prima linc:t che ,re br. dei 10° ~orpo; nel CN~o della battagli i soprnggi-an~r::- da Pithivicr; pt-r Boyne la J • di1·isio11e


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BaHag-lia d i Bcaune -la-Holancte (28 novembre 1870)

rnval k r ia per coprire la destra tedesca e la 5" d ivisione per arrc~tare e resping'!re l::i. s inistra francese avanzan te. Mentre il 18° corpo francese, respinti gli avamposti nemici da Lorcy e Cor beilles, alle 9 occupava J uranville, il 20°, caccia ti ~li avamposti attorno a ·neaune, cercava di guadagnare la strada di Pithiviers, ma veniva arrestato dall'artiglieria nemica appostata al margine del Bosco dc La Leu. Alle 10 la bat taglia era genera le : a destra la 1° divis ione del 18° corpo, s barcata da J uranville, fu resp inta d a lcs Cotelles, perse Juranvillè, lo riprcs.e, r ia Ltaccò les Cotelles, ma a!lo scoperto e senza preparazione d'artiglieria. I tedeschi contra ttaccarono ma u na ù ivis. del 20° corpo salvò il 1S0 da una cri tica. situazione . A s inistra il 20·' corpo avanzò colla destra d ella 2• division e oltre Marcilly, colla sin istrà della 1• divisione prese le P ierre Percée e col centro attaccò Beaunc-la-Rolandc; ma a ll'una la 1° .li,-ision c d i cava lleria pru ssiana attaccò il fianco s inistro francest:, arrestandone l'a·,,rnzata. Alle 3,30 sopraggiu r1sc d a B oynes la 5• divisione p russiana, che, attaccata la l' divis ione francese, la cacciò dalla P ierre P ercée, d,i Arconville, dal Bos:o de L~. Leu e da Batilly, cootr ingendola alla ritirata su Boiscommun. Il 18 rimase fino all' indomani sera a Venottille- J uranville, indi r ipiegè su J ,acion e B cllegarde. All'e,.trcm a s in istra il colonnello Cathrlineau :tv~va r ipiegato prima della fine della battaglia e la d ivisione del 15° corpc, n on s i era mossa.

Beaupréa u. Comune fra ncese n el dip. d i Ma incet-Loire.

Cmnbattùnento di Bewpréau ( 29 marzo 1793). Appartiene alla guerra della Va ndea. I repubblicani, ~000

u., comanda'.i da Gauviller, avevano occupato B ., ù'ord ine del gcn. Berruyer . I Vandean i, al comando d i D 'Elbée e di Bonchamp, vennero quivi ad assalirli in numero molto superiore. I repubblicani s i diksero con a ccanimento, ma a lfine furono sopraffatti: i cannonieri si fecero uccidere sui loro pezzi, d i cui i r ealisti si impadronirono.

Beaupuy (Michele) . Generale francese del secolo XVIII. .Si distinse a ·worms, a Spira, a Magon'z a e nel 1795 p rese parte alla guerra della Vandea. M ili:ò poi sotto Moreau nell'esercito del R eno, e venne colp ito a morte da un a palla di cannone nella battaglia di E rmandingen. Scrisse le (< :Memorie sui trionfi, delitti cd errori» dei quali fu testimon io. I

Beaur ai n (Giovanni di). I ngegnere e s torico fran cese ( 1696-l i 72). Autore d i um « Storia della campagr;a d i Fbnd ra, 1690-1694 ». S uo figlio, pure d i nome Giovanni, scrisse u na « Ste ria della ca,npagna del gran Condé >> ~ u na << Stocia delle u ltime qmttro campagne dei' T urcnn~, 1672-1 675 ». Beaurega rd (Pietro Toutan dif Generale amer icano ( 18HS-1893). Figlio di un ricch issimo piantatore e d iscendente, da parte d i s1,1a madre, s i dice, dai d uchi d i Reggio, abbracciò la cal'r iera milita re e fece con grande valore la campagna del Messico (1846-1848;. Nel 185 1 era direttor e della scuola m ilitare d i « West P oint », quando scoppiò la guerra di « ~.ecessione ». Diede allora le s ue d imissioni e s i u n i a i secessionist i. Nominato genera le. Ileattrcgard ebbe poco dopo li coman-


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.do dell'esercito <lei Potoma,c, e batté lluttler a Bulls'Kun { 186l.). Accusato di non aver saputo, o voluto, appro:;fittarc <li questa vittoria, f u sost ituito d,1 Lee. Era agli ordini di Johnston, coma.i1dante in capo dell'eserci to .del M ississipl quando que.. .sti batlè Grant a PittsburgLandi.J1g ( 1862); Johnston ..fu ucoiso in combattimen,to e Beauregard, preso il comando, d iede il giomo ,dopo una nuova· battaglia,, .ma fu sconfitto. N cl 1864, ,quando G rane aveva già ìnvaso la V irginia col suo :fo1•mìdabile esercito, Beau.rega!'Cl fu chiamato a diifenciere le li nee di P etersburg. Battè i federali connandati eia Buttler, a Drarg's Bluff (16 maggio), :na, malgrado altri su·cce;;si, <lovette ripiegare davan ti a :Sherman, arrendendosi a lu; a G reensboro n ell'aprile 1865, quando le disfatte succes,ive di Lce lo persua:sero che la causa del Sud era inesorabi lmente perduta. Il gen. B . scrisse: «Prin:cipii e massime cli guerra>> e •« Rapporto della diJesa di Charleston ».

Beaurepaìr e (Nicola di). U fficiale francese (J'i-1(.)1792). Senza aver mai fatto. nul.la cl'imporlante che lo !evasse dall'oscurità, nel 17g2 era tenente colonnello dei .2° batbglione d i Mainc-cl-1:o ire , e coma,1dan t~ di Verdrn1 (]Uando questa città fu assed:ata dail'csercito au~troprussiano (31 .:gosto). Dopo un bombaràamcnt•J d i 15 -ore, fu clecis,o q i abboccarsi col re di Prussia, per 0ttenerc da lui una onorevole capitolazione. Beaurepaire, ,che aveva !)reso parte a lla d iscussione, opp0nendo3i invano a lla decisione, si suici<lò con un colpo d i p istola. •Giosuè Carducci, n el « ç:i. Ira l> d isse d i B. che « il viwere rifiu ta oltre l'onore». Beauséjour (Comb. eh). V. Macheco-ult. Beausobre (Gio·va1t1ti Jacopu di Bca·u.x Conte dil. .:i\faresciallo di Campo Francese del XVIII secolo. Comhattè n elle guerre fiamminghe e germaniche. Nel 1759 fu promosso tenente generale, e morì nel 1.ì83. La.sc.iò una pregiata traduzione dei « Commentari Greci della d i-• fesa <lei luoghi fo1ii di Enea il tattico>>. Bea uva is (ant. Bellovac11s e Caesaro1nagus). Capol. del clip. dell'Oise, a 19 iuu. <b. Parigi. Nel medio evo ,venne forìificata. Fu d,::v,1s1ata d a i Nor mam :i n cil'b30 e -assediata dagli Ingle~i, invano, nel 1-1-13. T. Assedio di Beam,a-is (1472) . Carlo il Temerario, in lotta con _Luigi XI, dopo :i.ver messo a ferro P a fooco Ncs!e, anelò ad assed iarc Beauvais il 2 7 giugno, clicesi con SC.000 uomini. J:,;i città, era mal fortiti.cata e con una guarnigione cli appeo:i. 300 uomin i a rmati. Coman. -dante ne era il signore di Baìagay, il quale infuse co,raggio ai difensori; per.,ino le donne si annarono . fra le quali si d istinse Giovanna Hac11ette. La btta :fu ac-canita,· ma tutti gli assalti dei borgognoni di Carlo ven,nero respi nti, _dando temp:> di a1 riva re a un corpo di 1201'! cavalieri francesi, segu iti cloco dopo da altre trup• :,pe rc·ali, mentre vari corpi battevano la campagna ta-

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gliando i \'iverì agli assedianti; Carlo allora fu costretto a togliere l'assedio ;1 32 ;l!glio.

li. Co1tferc1'za di 8~au-w·i s. Tenuta, durante la guerra mondia le, il 3 aprile 1918 frn i rappresentanti dei governi francese e britannico. I n essa, a complemento <li ciuanto era stato convenuto in precedenti riunioni a Doullens (26 marzo) .fu deciso cli a ffidare al generale Foch la direzione strategica delle operazioni militari, mentre i! marc~ciallo Haig e il generale Péla.in avreb· bero conservato la con<lottr, tattica dei r ispettivi cser · citi e il diritto d i ricorr~re a i rispettivi Governi qualora :i.vessero ritenuto che un'istrazionc del gencra!e Foch potesse r iu,, cire pericolosa pe: le forze eia ciasc!mo <l1 essi dipendenti. Fu il secondo pasw dell'Intesa v~rso l'un ità <l• comando. Il terzo fu fatto ad Abbeville. B. P. di Bcauvais . Capo vandeano, ufficiale cl'<>rlig!ieria. Si disLinse nella lotta con tro i repubb!icani ma per urli con gli altri co1tmnclan ti finì per r ilirar~i in Ingh ilterra, dove pubblicò (Londra, 1798) un << Comptndio de!Ja. guerra in Vandea» ~tguito da un '< P c;stscriptum >> nel 1799.

Beauvais ( barone Lu,igi ài) . Generale .francese e scrit:ore militar(: ( 17i2-1830). Partecipò alla spedizione d 'Egitto col Bona,parte, e fu fatto prigion iero dai Turchi. Raggiunse il grado d i generale nel 1809. Conquistò la. fortezza di Neuss . Scrisse, fra altro, le « Vittorie e conquiste <lei Francesi)) .

Beauvau (Carlo di). Mare3ciallo

di

Francia

( 1720-1793). All'età di 13

anni entrò nella carriera m ilitare e a. soli 20 anni fu nominato colmmello delEoau vais Luigi le gi:ar<lie del re Stanislao. Carlo d i Lorena avendo as- , scdiata Prag.1, la difesa di questa c ittà fu affidata al •Beauvau, il quale vi si distinse grandemente. In seguito, <licde prova cli grande intrepidezza al passaggio della Bormida . .Fu poscia comandante della Linguadoca <' nel 1782" della Provenza con l'alto grado d i 1nar~scia lb . fu min istro della guerra nel 1789, per pochi mesi, e nel 1793 si rit irò d~I servizio mili tare.

Beaver Dam Creek. .Piccolo corso d'acqua negli Stati Uniti cl' America, affluente del fiume Chickahominy, a NF. cli Rich mond, nello Stato della Virginia.. Battaglia di Heaver Dc,n1. Creeh. Appartiene alla guerra aw.ericana <li sece5, Ìone, e precisamente al comp,e~so d i. operazioni che si svolsero dal 25 gi,Jgno a l l • l uglio li>62 e che vennero <lette « battag;ie dei sette giorni». A B ., il 26 giugn o, i confederati, passato il fiume Chickahominy verso le due del oomerirgio, avanzarono contro le posizioni dei Federali, situate sulla r in SÌ• nistra del B. I Confederati marciavano come se ·ignorassero il vanta,,gio che gli . avve~sari avevano nelle loro posizioni ben preparate e fornite di artiglierie e d i appostamenti per tirntori. I Federali li lasciarono avvi-


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B.EA

ein are fi11chè non arri val"ono , a metà del declivio, verso il corso del piccolo fiume; a llora:. apdrono u n i uoco intensiss imo, che sco'lllpigliò i reparti nemici e li decimò, e. infine ne àctcrminarono la precipitosa ritirata in d irezione d i ~1echanicsville. Solo ·all'estrema a la destra,

.BEA

rocche e per sostegno dei randelli. La copertura dd cammi110 di ronda d i molte opere del primo albore delh. Rinascenza .è sorretta da beccatelli collegati dagli_ archetti, come ad es. nell.a basilica Lauretana del Sangallo.

Becco. E' una parte del (< caJ1c ll, generalmente di forma tronco-conica, e che con la. punta agisce hattendo

1) Becco riel cane della pistol,, ;ia,l iana per ulflclltli, mod. !SSJ; .2) Becco clella leva di sl,curczza n el ruc iJe' HaHano ,vetter ly _

sull'irin<'sco·· della cartuccia. Trovasi generalmente nellep isto!0 a rotazione. E' p ure una parte della leva <ji sicurezza appl icata al fucile italiano Wcttcrly e sue trasformazioni.

lle,:co <Ji corvo. Era cc,sl chiamata queila parte del martello d'armc c he aveva, la penna a forma del becr.o di t!n corvo. Becco di falc.o. Parte della scure d"a r me, e cioè quella opposta al taglio, e detta « a becco cli falco», percb~ la curvatura della p11!1la (verso l'impugnatura) aveva l'andamento del becco d'un , falco.

V2 7 Km. un piccolo repar to di confederat i : iuscì a passare il B., senza più molestare i Federali, e vi r imase fino a!!a èera, ritirandosi poi col favore delle tenebre. I Confedernti ebbero circa 2000 uomin i fuori comli.ittimento, su ,un totJ.le d i circa 10.000 uomin i che partecii)arono all'attacco, sotto la direzione del magg. gcn. Long5treet. I ff,4ec~ li, che er ~no circ'l 5000, a l com~nc!o del generale Poner, ebbero 250 uomini fuori eombattimen to.

Beca. Così cbiamavasi nel medioevo una fascia, o bandoliera, che i militari cingevano a<l arnncollo ,,ul!::i sopraveste_ dell'ar matura.

Beccaria (Ferdinando B . Incisa dì S. Stefano) . Generale, n. a Chambéry nel 1849. Nel 1868 uscì sottot. d'art igl. <lall' Accademia di Toriuo. Nel 1879 inscgn<Ì a r te mii. ali' Accademia di Modena; nel 1902 comandò da colonnello il 13° artiglieria e n el 1907 fu pro mosso magg. generale. Collocato in P . S. nel 1911, lici 1914 fu p romoss-0 tenen te generale. Beccastrino. E' una specie d i zappa grossa e stretta, che serve per cavare sassi, Si usa nei campi µer i lavori d 'assedio. Beccaria Fendlnanclo

Beccatelli. :Mensole poste per sostegno -sòtto i capi delle trav i Jìtte nel muro. Si mettevano altrcsi sotto gli a,·chet: i dei ;,iomh:uoi aelle

Becco Ci! falco

Becco <li corvo

Becco di pappa~allo. Era così chian:,:t,i. quella pa~teclel martello d 'a.rme che aveva la penna a fon11,, ùel becco di un i:,appagal!o.

Bee de Corbin. Antico uffidale francese il qualenelle g~and i c~rimonie e nelle battaglie dovn•a stare vicino al Re. Béchaud ( Giovan1ti barone di), generale francese (1720-1814). Fece tutte 1c campagne dalla Rivoluzione sul R eno e nell'esercito àcl Nord. Nell'anno li99 fu lasciato dal generale Moreau, con 300 u ., di guarnigione nel castello d i lVIila!lo il 28 aprifo, e il giorno .,eguentc gli alleati vi posero l'assedio. Il 24 maggio, dopo un bomba1·damento comincia to il giorno p recedente, B. s i arrese alla conòizione di 11011 combattere ~ontro i collegati per lo spazio di un a1mo. Dopo la campagna di Russia ritornò in Francia per difendere il territorio invaso, e cad de combattendo a Orthez. Bechi (Stanislao) . Colonnello, n. a Portoferraio, m. a Wloclawck (1828-1863). Figlio di un ufficia le d i artiglieria, entrò n ell'esercito toscan o nel 1843, e nel 1843 combattè a Curtatonc e a Goito, o ttenendo dal Re Carlo Alberto la med. d'arg. al val. m ii. e la norn im .


B t~C

BEO

ad ufficialç d'artiglie ria.• Nel 1859 era maggiore, quando, in seguito a va:rtenza cavalleresca con un suo superio~e. ,·enne collocaro a lh s tato maggio . e delle p iazze. Disgustarci' ciel provved imento p re~o contro di lui, nel 1863 p;.csen tò le sue d imissioni c<l accorse a combattere con ia · J>oionia insorta, otte nendo colà il grado d i colonnello e· compiendo att i d i valore in vari scoQtri, fino a che, r c111asto prigioniero <lei Ru;si, venne fucihllo. Morì <la eroe gridando: « Viva la P oloni a! )>.

vizi(l della Spagna (1588°1648) . Entrò --neli'- es~rciro come 'S~mp!ke soldato e per il· suo valore e ·i suoi -talenti m ilitari arrivO::, al grado d i luogotenente generale, barone e governatore del Lussem burgo. Si segnalò specia1nwnte alla battaglia d i Thionville (1'640), all'assedio di Aire (164 l ì e alla batta glia di Lens_ ( 1648) dov:ò fu f erit o mortalmente.

Fec!e,-ico, /•arane di Beef<. Generale auslt'iaco, n . ài Fi iburgo (1830). I'rc,c parte all1 campagna dd 1848-4•1; e si trovò a lle· cl itc i ,;io,nate di Brescia; quindi alia c;irnpagna del 1~59 e a 'l'Jclla dd 1866. Fu il ri:.,rganiz2:1tore d~gli « honved5: n 11ng:herc.:::;i. 0

(7iu!~C' Br.r.hi. lvl~daglia d'or9) 11. a F irenze nd i 070, caduto su-I Sa n Marco il 28 agosto I 9 I 7. Era noto ,ion soltauto nelle file dell'esercito, ma :m che nel <:a 111vo lettcr:irio, po ic!1è con un<1 ser ie d i p regevoli volumi, da (< Ca(ci:1 grossa>> a i « Semin~tori )), aveva acquistato fa:rn:'l di narratore abile cd ~ffi:acc, ed a.veva ancb:::aHro11t:1to e dis~·usso con coraggiosa sincerit~ in~portanti erì appa~sion.tti prqblemi m ilitari e sociali. Giunto a.f grado <li capitano, aveva abbandonato la carrie,·a per potersi dedicare interamente alla sua anività letterai1·ia, ma, ve• nuta · nel .. 19.1 I la gucrra L ibica, aveva ,s ttbito cl1ie• sto di esser e -riel,iamato in servizio ed a :eva. preso onor!'volmente parte. alla Cé\,mpagna, gua~lagn andos i, in uno SWn\r.o a Tobrnk, una meda1,?;lia d i bronzo a l va.lor m ii. La gue;rra Ita loAustriaca lo trovò m aggiore nel 7° r egg, fan t. Anima bella di solda to_ è di poe:~, egli era stato sempre per i suoi soldati esemp io di forza indomabile e vivificatore di ciiergie. e ta le fu fino all'ultimo istan te d ella sua v ita . Il niatt.ino del 28 agosto I 917, il 254° fanteria, del quale il co!m"!nd lo Ecr.l· i :-tvtv:-i il coma.:ido, 1nossc a lPa! tacco dclh forte posizione d i quoia 16J sull'al tura di .San 1,larcn di Gorizia, e q_u ivi trovò mor te g loriosa. Alla menwria di lt:i fu conferita la medaglia d'oro a ! va!or militare c<Jri !a scguc!}te 111otivazio1ie : << Comandante di reggimento fu sempre fulgido esempio di ent•isb:;mo, di valore, di sprezzo del pericolo, -cli ca!m:t e di fermezza, susci tatore delle più belle energ ie, animatore dei suoi uomini. N cl rn,10verc all'a ttacc:o d i una fone posi,ionc, sotto l'inwmo fuoco nemico eh 1

1nitraglbtrki e di artiglieria, p ri~no innanzi a tu Lt i1 s i

sbnci1va affass'3! to, trascinando col suo ard ire il rcg.gimento . t~dut i 1 suoi ufficiali, nùn cu r3.n te di sè, .3] esp0ncv:1. dovu nque la ~ituazione ~ppariva plU gra\'t, a tutt(l p,;ov1·edcncìo. •:olp it,, inortalmen te, ba r collando, pur nello str3;.do delle gcavi e n1o lteplici ferite, incitava i soldati a l combattiment<' . Visse ancora 36 ore, tenendo contegno subl ime. Fu guerdero, artista, poeta e lasciè, di sè~ nel n-gg imento, ridl'csercito e nel paese, j( pi~t _grande ri ~1p1anto. San Marco d i Gorizia, 28 agosto I 9.l7 »..

Bechll. Soldato turco a cavallo dei secoli XVII e XVIII, òe faceva il servizio de lle provincie, nei p re-

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_sidii e ne1h guardia dei confini.

Beck (Gi,:,,:an.ni _barone di). G enera le tedesco a l ser-

Becker (Nicola). I'o~ta tedesco (1809-1845) divenutp e r in1a:sto fa!H()SO pe r canti patriottico-gucrreschj e principalmente r;,'e, « Il Y.cno tcdc~co » composto nel 1

1340, è1uan<lo in Francia ferveva la p ropaganda per t iconquistare la sponda renana.

Becula. ·Ant: città deÌla Spagna Betica, forse nel ltioi;o dove roi sorse JJi(ilcn . I. Battaglfo di Becu.ta (208 a. C.). Fu com balttu ta fra Rotnuni e Ca rtaginesi, i pr i1ni comandat i dal proconsoli; Pu blio Cornelio Scipione, i secondi da ,\sàrubaic narca (l_u~sti, eh~ av.:va sc~icrato i sµo i _sopra un po,::gio, venne asJ;al ito dalle. !ruppe leggere 1;onBt1P. fro,1talm~nte, ;,.ppoggia te d a fa:1teria ·pesante. Frattanto_ Sci.p ione aggirnva la sin istr a d i Asd rubale, e mart(bva tru;:>r,c, al co~,àn'è!o e!~! le 5ato Caio Celio, ad aggi rar e la dei.tra . L'assalto' ·iron taic, malgrado che la salita. }Ò.<se dif}c ilè ~ la di·fesa dei Cartaginesi ostinala, ri uscì, e i R oniani giunsero a metter piede sui pogg_;o. 1~ ora AsJrnbak, mentre si iniziavar1,0 i due attacch i laterali,· or<linò hl ritiratJ.., che s i volse ben presto i:1 f 1.1ga riisoi·clinata. I a strage dei vinti fu grande: 8000 uomini. I Roman i catturarono inoltr•ò 10_000 fanti e 2000 cavalli. IL Battà1:l-ia di Becula (206 a . C.). f u combattuta fra Romar.i e Cartagi:1e,i, i primi, in numero· d i 45.UOù, agli ordini del procorisole Publio Corn:;lio Scipfonc, i secon<.li :ti comando d i Asdrubale di Giscone e :Yfagonc di Ami lca,rc, ammontant i a 70.000 fanti e 4000 cavalli, con 32 e lefant i. Lei battJglia s i iniziò fra le clu~ cavaìlerie e è_urò a: lungo senza r isultati. Scip_ione avan~è a llora cor. le due a li, prendendo i l comando della dest r,i e affidando 01.1cllo dcli.a sinistra a Siiano e a Marcio. L 'a'ii,a:to· per · !e :1li r i\lsd, e quelle Cartàgirte·si, • con1postc d i Spagn uc>li, a,.1d:tron-'.l in rotta., lasciando scop<;:·to il centrò. l\. llor a i Car taginesi si · r ifogia.rono ne.I loro campo ,fortiftc:a.to, e vennero protetti da un furioso tempor ale che· costri nse Ron1>,ni ad aibbandon.ar e la lol ta e a ritirarsi nel proprio campo. I Ca1·taginesi, i l giomo seguente, batterono in ritirat/1 a Ca.dice. Secondo Polibio, il luogo della ,ba,ttaglia si chiama va 1/.l in ga, e secondo altri autori Tlipa, sempre pe,rò nella S·p agna Retica . BMeau Alfonso

Bedeau (Alfouso 1".laria). 10


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HG-

Generale francese (1804-1863). Fu lungamente in Algeria, partecipando a.Ila lotta per la conquista della regione. Poscia fu ministro della gue.rcra e comandante milita.re di Parigi. Durante il colpo d i Stato ( 185 I.) fu arrestato e ba...,,<lito dalla Fr·a ncia, dove r itornò nel 1859.

Beder (o Bedr). Villaggio dell' Arabia, presso M ed ina. 11 13 gennaio del 624 fu teatro di uno :;c0n t.ro fra mia whnua. di Cor.:iseiti comandati d a Abbas. zio di Maometto,· e un piccolo corpo di seguaci . di :Maometto, d'l lui medc.,imo comandato. L o scontro, :nilitarmente insignificante, ~bbc una grande importanz:i. per le sue corn;~guenze, :ivendo :'.11:aometto sopraffatti i L'.o·· r eisci:i malgrado che fossero superiori di numero, cosi d,e si divu 1gò il convincimento che egli fosse protetto <fa -\:h,h.

Bodford (GiO'o•annì di La11cast.re, duca di). Fratello di Enrico V, re <!'Inghilterra ( 1389-1-135). Fu a c:i.po delle truppe inglesi di oc,;upazione in Francia, e lottò; alleato dei duca. di Borgogna, con tro i Francesi, finchè il tratta to di pace d i Arras, fra il duca d i Borr,ogna e il re di Francia, annientò le sue sperallle, ed -egli ne morì di crepacuore. Bedier (Giuseppe). Scrittore mii. francese, n. nd 1864. Autore di : « Le leggende epiche», pubblicate p rima della guerra mondiale, e de: « L o sfor zo francese~ , pubblicato dopo la guerra, durante la. quale fu addetto ,dia propaganda e al Mini~tero Armi e :r-.fonizioni. Bedizzole.. Borgo di Lombardia sulla sinistra. del Chiese. Il castello che 1)-:>SJiede, costruito nel IX secolo, fu 1~cll'ag0sto -d el· 1485 assooiato ·da-.. A!fonso V di Calabria e cl ifeso dai frateìli Overo!d i, con grande bravura. Esso fu espugnato 1d !SU da Gastone di Foix; nei suoi pressi 'p ose il Cé!tnpo nel li04· Eugenio d i Savoia. Vicino al cc Ponte delle .. N"ùove.ii, non lungi da. Bedizzole, G iovanni Acuto, nel 1391, pose in rotta l'esercito di Gi0vanni G aleazzo Viscr.nti.

Bedral (Gemal). Gener ale musulmano, (1014- 1094). D~I 1064 al 1067 governò la ::iir ia. Sollevatosi l'Egitto, contro il califfo fatimita, lJ. fu da lui chiamato in aiuto, ed i:g1i :rndò di S. (1 iovann: d'Ac r i, con cemo navi, :n Egitto, risalì il N ilo ed en trò al Cairo, assicurando a l califfo la vittoria sui ribelli. Bedriaco (o Bebriaco). •\nt. vilhggio della Gallia T r:rnspadana, fra Cremona e Verona. Batt11glia di Bcdria~v (aJ,rik 69 cì. C.). Appartiene al per iodo òi amrchia militar e e si ricollega alla batt. d i ('rcmona che avv..:nne qualche n-..ese dopo. Vi s i batterono i par tigiani di Vitellio e quelli di O t tone. I primi erano com.1ndat i da .S.. C,,cin:i. Alic1io e Fab io Valente, gene ra li delle legioni insor te di Ger mania, Britannia e C-all i,1. I ~~c0n:li erano comar,cbti d a Paolino Sw,toni@, "'.lfario CeJ50, L icinio Pronilo, Salvio T izia,10, Annio Gallo. L'imperatore Ottone rimase a Brescello co:1 una parte delle trnppe e ncn partccip0 a lla k,:ta. 11 , uo esercito era in ordine di marcia quando s i scoatrò con quello dei \'itel!iani già onl in:u i a. !)~uagljaf e

i repar ti o t:oni:i.ni ent ra ronc.> pertan to in lotta succcssivan1ente, venendo battuti malgrado la loro strenua res!stc111.R. Infranta. qucJta, !a s trage dei vinti fu grande; si dice che -10.000 ,_ii essi siano caduti sul campo. I

superstiti> H giorno d cpo1 capitolaruno .a Bc<lriaco 1 e-

Ottone si suicidò.

Beganj (,llessandro). Generale, n . a Napoli, rn. a Capua. (1770- 1837). Uscito dal collegio mii. di Napoli nel ,1792, fu in q_uell'atino con gli_ Inglesi alla diiesa d i Tolone, assediata <lai F rancesi Tor nato in patria e divenuto repubblicano, fu arre.stat<,, ma riuscì a evadere e nel 1,09, a Roma, entrò neffeser cito renubbli: a no, e partecipò alla difesa di An~ona. Quindi ~ntrò n,,lla Legione Italica che si costit~ì a. Bourg-en-B;·esse, in. Francia, e divenne ufficiale d'artig lieria della Repubbl ica Cisalpina, fmo al grado ù i generale co,nandantc dell'artiglieria n ella campag,1a del 1814. Seguì Gioarchino Murar ed ebbe i! comando della p iazza di Gaeta, che d:fese energicamente per -due mesi e cedette solo dopo il trattai<> d i Casa!anz-a.. Ernigrnto in Corsica, fu r ichiamato in patria nel 1820 ed d etto deputato. Emigrat•:> nuovamente in Toscana dopo il crollo dei costituz ioaali, fo richiamato da Fr ancesco lI nel 1837 e no,nin ato ~ omandante d ella fortezza di Capuà. Beggiami (o Beggia;no). Capitano piemontes:: di. Savigliano, n. verSQ la metà del sec. XIII, m'. nel 131.2. Cominci,:, la carriera delle armi al serviiio del marchese di Salnzzo. Unitamer,te al marchese di Ceva, il Brggi3mi riponò una notevole .vittoria sulle truppe dd re di Napoli, a F.occavivne, nel 1274. P-ic/.ro B~ggiami. ,~ltrv capitano piemon tese d i Saviglia1~ (136.2-1436). A venti anni era sotto le bandiere di Amedeo, p r incipe di ,\caia. e s ignore del Piemon te, distinguen<losi nel. 1394 all'assedio di :Monasterolo wut10 le milizie di Tommaso lI marchese di Saluzzo; _,uc anni dopo servl sorto le bandiere di Amedeo nella gu.:.rr:i. di questi contr'J Tc.:>doro, marchese d i Monferrato ; el.Jhe a llc,;a a competitore .Fadno Cane, condottiero ddl'escrdto monferrino. Nel 1402 il Beggiami pa5sò al servizio di L odovico d' Acaia., sue-ceduto ad Amedeo nti la signoria del Piemonte.

B ég in (Luigi) . Chirurgo m ii. francese ( 1793-18S9)>. Fece le campagne napoleoniche, e poi si doo icò all'in segnamento. Organizzò i servizi di chirurgia dell'esercit_o. 5cris~e « Stuc!ii sul servizio d i sanità m ilitare» i1S49).

Begni (Gio~'anni B,1ttist-a). Genera le, n . « Porlo Ferraio, m. a.d Anzio (1826 - 1898). Partecipò d,t sol<lato nei Volon tal'i Toscan i a.Ua. campagna del 1848 e come tenen te farmacista alla spedizione di Cr imea dd J8.54-1855, P.-ornosso tenen te nel l O reggimen to delle. colo,me mobili d elle Romagne, comandate da·, generale Roselli, p rese parte alla campagna del 1859, ed ent rato n el R. Esercito col grado -di ca-pilano, si di,ti11SC n elle campai;ne <lell'Italia .11'feridionale (1860) e del 1866 mcr ,tanclosi· ta croce di cavali,1re de.1l"Or<line ).1.ilitare di Savoia cd una medagl ia di bronzo


BEH

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al vaJore. Colonnello nel 1877, ebbe il còmando del 13° reggimento fanteria e quello degli irregolari d' Af-ric.t nelle campar,ne del 1887-88.; collocato a riposo ( 1895) raggiunse nel 1898 il grado di m;ggior generale nella riserva.

Beham (Hans SeboldJ. Pitlore, tedesco del sec. XVI. Allievo del Diirer, fu, con questo, uno dei creatori dell'incisione all'acqua forte. Lasciò una bella serie d'incisioni su l'« Assed io di Rodi» . L e sue tele, poco voluminose, arieggiano i quadri <li genere del battaglista francese Détaille e del nostro Dc Alber tis. Fra essi sono ricordevoli « L'entrala d i Saul in Gerusalemme », « L'assedio <li Rabbath >>, ecc. Behanzin. Re del D ahomey, n . nel 1844. Costretto a 6.rn1ccre a Whydah un trattato per cui riconosceva il protettorato francese, alla p rima occasione cercò <li eluderlo, dando così pretesto a lla Francia, nel 1892, di intervenire militai-mente e d i impad ronirsi del Dahomey. Behanzin resiste tte come e Jìnchè gli fu possibile, mie nel genna io del 1894 fu prew prigioniero e internato alla :Martinica. Di qui nel 1906 fu trasferito nel!' Algeria, dove morì poco tempo dopo. Behuchet (Nicola) . Ammiraglio francese. Prese Portsmout11 . Fu uno dei ùue wmandanti della Jlolt~

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BEI

fra11ce~e alla. b:ta. de L'Ecluse (1.:40). Avev,1 compiuto t·na spcd iztGnc con 5ucces,o sulle coste dell'Inghilterra. Ca iut0 prigioniero ::li Ed.Jardo I II <l'Inghilter ra. ndla ,ì etta batt:igli,t, osò d i sd iiaffeggiare i! Re, il quale lo fece appiccare.

Beibars. V. Abulu,tehz.. Beiburti (o Baiburt). (Battaglia di) (27 settembre 1829) . Appartiene alla gucrn, Russo- Tu rca del 1828-29 nel Caucaso. Beibu rti, capoluogo del Lazistan, era una fortezza ben munita a circa 20 migli,i a N. O. di Erzerum ; i Russi se ne erano .impadroniti senza colpo ferfre il 19 luglio 1829, ma alla fine di agosto l'avevano sgombrata, dopo averne fatte saìtare le opere, concentrandosi ad Erzerum. Ai pr imi di settembre la notizia Ghe parte delle forze r u ,se rientravano per svernare in Georgia, fece risollevare k popolazioni che accorsero sotto le ba11dierc turche. A Beiburti, che costituiva l'ala sin istra turca, s i raccol;,.ero 10000 uomini. I Russi decisero <li attaccarla d i sorµresa prima che la r iserva turnL vi potesse accorrere, per gettarsi poi su Cifl ik. Il generale Paschevic, comandan te in capo, lasciati due distaccamenti ad E rzerum e a Ach-Kalè, mosse il 24 se!tembre da, E rzerum con 2 colonne , una (gen. Potemk in) di 4 bgl., 1 regg. ulani, 2 r egg. cosacchi, parte del 3° regg. musulmano e 6 pezzi; l'altra (gen. Guillenschanidt) di 3 mezzi bgl., 100 J) ionieri, 1 reggimen to di dragon i e 24 pezzi; le due colonne giunsero, per vie diverse, il 26 a Miss-Maydan. La strada che da Erzerum conduce a Beiburti s.eguendo la valle del Ciorok, a un certo

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L'occupazion~: dt neir1H ne l 19·1s ,run to ~i biforca a sinist ra; Paschcvich decise d i occupare il g iorno stesso il bivio, per lasciai·e incerto il nemi.co sulla clirezionc che avrebbe preso, e il i:iÒrno dopo di attaccare per il ramo d i sinistra in modo da agg ir are la piazza e tagliarne la linea di comunicazioni verso Gumic Khane. Le forze russe esegu irono .il movimento respingendo attacchi d i eavallcr ia ed occu parono il bivio. Alle 5 del mattino del 27 i R ussi avanzarono su 3 lince e una r iserva per la strada d i sinist ra, precedute · da tu1 avanguardia di 3 regg. di cosacchi. 1.a, colonna si à liungò dur::tnle la marcia ; l'a vangu ar<lia si i mpadronì delle a lture (A)· dominanti la città ad OL'Cidente, resistendovi fin o a l sopraggiungere della fanter ia; ,i tu rchi che le occupavano ~i ritirarono al di .Jà d i un burrone, ( B) soprastante le colline ·della. ci ttà, su u;1'altra collina (C) a ridosso della città s tessa e dominante il burrone, in fondo al quale dei trinceramenti impe<].ivano l'unico facile accesso alla. città, cioè per il fondo valle. Di fronte a i Russi vi erano inoltre, su altre elevazioni, due ridotte (D) armate d'artiglieria, che battevano gli sbocchi delle varie st rade. :-fontre i Russi s i awmassavano, circa 6000 tu rchi, dei quali 2000. a cavallo, fecero una sortita contro d i ioro . Il m:i.resciallo Paskevich allora diede l'ordine dell'attacco. lVIen tre la 1' l inea av:ini:iva fronta lme,1t·; sostenuta ,fall'artigìieria i cosacchi si lanciarono sulh smistra ·per i ntercettare le strade d i Mazora, Arzagan e K hast. I T urchi sorpresi dall'improvviso attacco si precipitarono in d isord ine giù dalle wlline· nei trinceramenti mascherando così il fuoco delle loro batter ie. La cavalleria r ussa, che si teneva p r on ta sulla destr a, si lanciò su i fuggiasch i penetrando nelle ri<lDJ,\f <!lle loro calcagna e d isperdendoli ; p arte verso la città, parte verso I spir ; u na. colonna d i fuggiaschi che ten tava aprirs i la via verso K hart urlò nei cosacchi che la rigottarono in fondo valle, verso l'unico pnntc sul Ciorokh, ove venn ero caricati e d ispersi. I dispersi s i raccolsero allora s ulle alt ure ad oriente della cit tà e attorno al v illaggio d i Duclusar, sulla strada di Ispir, cercando di rinnovare la resistenza; ma, caricati dalle colonne russe prima che avessero il tempo di rior gan izzarsi, vennern in parte uccisi e in gran parte cattur ati. Cn'u ltima or-da d i ,fuggitivi che cercò d i resistere sulla cin,a cléll'Egr i Sut venne completamente ac1

ce-rcÌ1iata e costrel'la a.d arrendersi. L'inseguimento continuò fino alle 4 pom. I T urchi perdettero nella gior• nata 6 cann.:,ni e 1200 prigion ieri e lasciarono i00 morti sul ter reno. I :Russi ebb~rc- 100 u . fuori combatti, 1ren to cc:-mprèsi 3 ufficiali morti e 7 .feriti .

Beiliera, Por tava quesio nDme (sec. XVlI) la galc:i. turca armata a spese <li un bcy. Ciascuno di que,,ti, ~r,cci:i.lmcnte se governatore di isole del!' f\rcipelago, do• veva armarne u n cer to numero, e porle, quando occorreva, a disposiz ione del -:omandantc in c:1po d_ella flotta tutca. Beirut (o Beyre,ith; ant. Berytis e Ju/iq A11gusta Fr-lix'. Cittèt marit tima della Siria, sopra una pc1:i~vlc1ta. Fu colonia romana. all'epo::i. imper iale. Nel 61-1 fu sarchcggiata da 10.s r:,e ; c;;.dde in potere dei musulmani C!nan~lo conquistarono la Siria. Jl 17 maggio l ! lO l-< , venne c.;pugnata da Baldovino I i·e cli GerHs:dcnune, con Pabno di navi genovesi e ve.. ne,.iane. Y el 1182 fu iPvano assedia ta da Saladino, ma. esli r iprtè cori succes5o i l tentativo cinque anni dopo. A·naur i, re d i C ipro, la riprese nel 1196 ai Saraceni, i quali la r iconquistarono nel I 290. Nel 1831 Ibrahim Pa~ciic la occupò, ma nell'agosto de! 1840, una -'fott<1 anglo -austriaca comparve davanti a B., difesa dagli Egi. ziani, e do,)0 bre,·e ·bornbardamcnto l'assalì cd csµugnò, ,rialzandovi la bandiera turca, Il 24 febbr,~io 1"112, durante la. guerra italo-T urca, a. B . vennero dalle R. :N. << Garibaldi >l e « Ferr~cio », at comando dcll'ammir. Revcl, sor prese all'ancora la cannoniera cc Aunillah )) e ìa torpediniera «Angora>>, tu rche. J'ntin~ata invano la resa, fu ape, to il fuoco dalle navi italiane. L a cannon ier:i venne affondala coa 1m siluro lanciato dalla ,e Garibaldi»; la torpedin iera, colpila da proiettili di cannone e abband0nata dall'equipaggio, vem1e affondata -da lla <<Ferruccio )). Durante la guerra mondia le, JJ . ve1u1e occupata dagli alleati nell'ottobre del 1918, dopo la sconfitta d ei 1w-w-arabi in Siria.

Beisan (ant. :~icitopr;/;). Cit tà della. Palestina, nella valle del Giordano. Nel 1181 vi ven ner o a battaglil Sa!adino, sult~no <l'Egitto, e i Cristiani, i quali riuscirono a ~atterlo dopo sanguinosa e acca:1 ita. lotta.


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Beivars. Villaggio p resso U dine. li giorno 28 ottobre 1917, durante hi ritirata d i Caporetto, v i si svolse u n eroico epi:;odio. Avendo, infatti, il nemico, rotto la nostra linea di resistenza nei pressi ù i .13eivars, tre squadroni del reggimento cava lleggeri di Saluzzo (della 2a divis ione d i cavalieri.i., comandata d al col. brig. Filippin i) attratti verso tale località da!l' in tcnso fuoco, vi accorrevano e con risoluta azione, che costò nun1erose perdi te, riuscirono a r ilanla r c a !quanto l' incalzante a,·anzata nemica ed a proteggere il ripiegamento delle nostre fanterie su Uùine.

Beja (anl. Pax ]11/ia e poi P~,, A ugusta). C it tà forLinca t -i dèl Portogallo, nel lMcino della Guadiana. Fu in potere dei Barbari, e nel 7SO di Alfon..<;o di Leone, passando :ii I'ortoghes i nel 1162. ,-; Ji arabi l'as&cdiarono nel l I ì9 e nelle vicinanze venn~ro a battaglia ron i Por toghesi, dai quali furono sconfit ti e cacciat i 'ctalla rcRione . .\l'c, l ~O!C\ venne qu' vi ;ruciclato, dagli insorti porto· ghesi, un piccolo pr csi{lio italo- francese, a tradi mento. Il c0!. 1vfannsini, c!,c er.-i. d i stama a Mertola con un r,,pa r to piemon tese, acconc subito t, B . e trovò le por te chiu<a e le murn gu ar ci'lte; ciò non i mpedì :1lle truppe del Maran,,ni di assalire e supera.re le mura, <li pc.1ctnrc in r: it tà e di castiga r la duramen te, col sacco e c-? :i 1'11ccisione d.:gìi ' armati. Cen to uomini pc1ùcva il ;\hr ~nsini, 1200 i Por to;,;hcsi .

BEL

viluppati <:b i !1emici, dcpù fiera l,)tta furono ~baraglla ~i e in grande parte massacrati : Ruggero cadde combat-

tendo.

Belbeys. C ittà del basso Egit to, sulh Cairo ~Ila Sir ia.

st rada dal

I . Assedio di Belbeys (1164). La città ern tenuta da Scirku generale di Ì\-orcddino, e fu asse(i i,ua. dagii Egiziani 6 uidati d:iJl'cmiro Sciaver, aiu tati da A,nalrico. re di Ge:·usalen~nie. L'assedio durò u e m~si, doµo i w1a!i Scirk•1 demandò e Nlenne la resa a buone condizioni: 1

vcnnt infatt i lascfrll.O libcr0 di ritirarsi :1 D~rn~sco ronle sue tr uppe.

ll. Vattaglia di Belbeys (marz.o ;800). I 1-'r :ince,i, rnmandati rla Klébcr , s i p,·cscn tano i l 28 d avanti alla c ittà, occ-.tpata cb fan teria turc1, mentre un corpo d i mi lle: cavalieri era schie rato fuori della piazza. L 'artiglieria francese ;pr c il Iuoco: i turchi rispoudono · daJle mur., e dal for te. La divis. X egnier rimane d i fronte 'alla città, n1e ntre h1 divis . Friant cseguìsce · un n1ovirnento aggirante': riascendo a sgominare ~e n~cttt:re in fuga la cavalle ria turca . Parte della fan teria ia segue nella fuga., parte si chiude nel for te, mentre i francesi penetrano• facilmente in città. L'indomani i turchi rimasti nel forte s i :irrendono.

mattmatico, s i d iede alla carriera. delle armi, dapprima agli st ipendi dell'O landa, poi J1ella legione del con te :'.\1aillebois, p-iù iardi in ,Prussia, infine in F r ancia, dove, nel 1792, fu no minato ingegnere capo per le for ti ficazioni della città di l'a.rigi, poi generale nell'eser cita del X ord. Nel 1794 r ient rò a Prurigi e s i clecl.icò al l'agricoltura. Puhblicò, fra l'altro : « Difesa di un s istema d i guerra nazi:::lnale )) ; e< N uova 5c ienza degli 1J1gegneri )> ; « D ifesa <li P arigi e <li tutto l' i mpero>>; cc 211anuale del cittadi no arniato di p icca >l .

Belchite (Bnt.tag!ia. d i) (18 giugno 1809) . .\ pp,tr· tiene alla c:impagna francese nella S_pagna . .li generale francese Lava.I, la.s ciaw .i. presidio d i J\lcaniz, vistosi quasi avvi luppato dalle forze_ ùel gcn . Blake, si r i ti,·ò in ordinc sopra Ixar, s ulla strada ùi Sa.rragozza, dove si r iunì ai rinforzi che ùa qllcsta citlè, po.rtava il generale S uchet. li gen. J:!akc si era accampato a Helchitc, paese a cir ca venti ch ilometri da Sarr agozza, posto su l pendio delle colline che degradano dolcemente verso l'Ebro. Il gen . Such~, deciso a dare battaglia, raccolse 12.000 uomini e li J,)r eparò per l'attacco; la sera del l i giug no i due eserciti s i trovavano di fronte pronti pzr la bat taglia: quello di Rlake, forte di circa 20.000 ucn1In 1, assunto atteggiamento, di fensivo, si appoggiava con la destra tt Belchite e con la sin istra verso Ca.-inena; nella stessa ,ernta Suchc l, per distrarre l'at ten zione <lei ncn1ico, operò va rie a7tlon i dimostrative contro la destra spagnuola; il mattino successivo J .~ giugno - sferrò u n violento attacco cont ro l'ala sin istra. d isperden-dola in ter::unente. Il centro dcll'csertito del B lake 1·accolse e con tenne a.lquan to i fuggia.,chi, m,, sor preso esso pure. e preso da panico, provocato chil'attacco nemico su un fianco e dal tiro ben diretto delì'artiglieria avver saria, s i sbandò abbandonando equi paggi, cannoni, bandiere e pro\·vigion i. Il gen. B lake, dopo di aver e im tt [lmen tc tentato di r adunare i corpi ·che sconnessi si erano dati alla fuga inseguiti dalla cavaller ia francese, lasciò egli pu re i! campo d i battaglia e con pochi uo min i si d iresse verso J\:Iolin a, ove atlc.-;e a l riordinamento delle tnippe sb.anda te.

Belàth. Città della S-iria, presso Aleppo. I l 27 _c;iu gno 11 19 vi si com batté fra Crist iani e i\Jusulm<1n i una battaglia che a npa1·tienc alla Crociata. I p r im i erano comandati d al duca R u ggero, d i '\ n tioch ia, i second i dall'e.m iro Ilgha r i, della M esopotam ia. R uggero era accampato in un~. valle, dove fu assalito d a ire rnlonnc :,em ich e scenden ti chi monti circostanti. I C1:is tian i, av-

Beleno (Gius eppe) . :Medaglia d'oro, uato a Fossato di Vico (P e rugia) nel 1863, cadu to presso Gorizia il 1° novembre 1916. lVIaggiore di aniglicria, era perv~n uto a tale grado dopo una carriera lunga, infaticabi!e, ,oileriziÒsa, du ranie la q•.1ale aveva sempr e trovato m0dc cli compiere degì1a~1cn te ;i suo dovere di soldato: sulle ambe eritree come su lle sab bie li biche. Tn que, ta guerr a,

Beker (Nicola Bagert, conte c1; 1Wons). Generale frn.ncese ( 1 ìi0-1840). E ntr ò nell'ese:roito ne.I 1786, e foce le campagne della R ìvolu7.ione. Pa.rtecipò, in ltalia, nel 1799, alla battaglia d i Cassa,10, dove fu gravemente ;ferito. Guarito e promosso generale·, f ccc la campagna nell'esercito ,del Reno. Dopo la guerra del 1806 .-iccve.tte il titolo d i conte dell'I m pero. Aderì ai Bor boni e ne fu n0111in.at <l' l,ari.; qa i.n-

a i ad~r ì a L'gi Filippo.

Belair (A . P. J,ùienne di) . Gene rale frances~ (lì40- 1819). Ingegnere e buon


dopo d i aver da Lo be:le e cominuc prove d i valore, il l 0 J1ovembre 1916, inizia.ndo~i la nona battaglia dcll'Iso1\l.o, colp ito b p ie no da una grnnata nemic:i., perdeva eroicamente la vita. Alla memoria del ,·aloroso campione dell'artiglieria. italiana fu concessa la. medaglia d'oro, con la seguente motivazione: « rulgida figura. di comandante e di combattente, sul Grafembeg, sul Sabotino, a Santa Caterina, a Castagnevizza, d iresse impavido il fuoco delle l)roprie batterie sempre sulle primissime linee, che egli. spesse volte oltrepassò · por spingersi a immediato contatto d ell' avversario e scrutarne le mosse e gli intendimenti destando ovunque anm1irazione per il suo oroismo divenuto quasi lcggend.1rio fra le u-uppe. Per a ssicurarsi pcrsomdmente cli avC'r ben prcp:i.rato l'att:1.cco • delle nostre fanterie e p(:r potcrle meglio accompagnare nei loro sbalti, s i portò in un punto avanzatissimo e, splendido esempio di valore e delle più elette virtù militari, vi rimase per circa due gio rni, intrepido e sereno, sotto violen to bomba.rdamcnto avversario di ogni ca:libro, lino a che, colpito in pieno da una grana ta nemica, vi la.sciò eroica.mente la \'ila». - (Gorizia, 1° novembre 1916).

Belfiore. Local ità (Vallo di BclJiorc) JJresso ::llantO\'a, sacra a lla venrrnzione degli italiani perchè quivi , il 7 dice,eibrc 1852, vennero impiccati per a!Ìo trad imento i pat1 iotti Tazzoli, l'orna, Scar:,ellini, Zambelli. De Canal; il 3 marzo 1853 )fontanari, Speri, Gr:izioli; il 19 marzo F1·attini. Il 5 nov. 1852 era s tato fucilato C:r ioli. La co~pirazione contro l'Austr ia, oltre a quc~tc dicci ,·ittimc, diede una quantitil di condannati a l carcere. Combattimc11to di Belfiorc (19 aprile 1S48). Appartiene alla prima guerra cl'lr.dipendenza Italiana. La guarnigione austrilca dì Manto,•a, ma l provvista d i viveri, operava frequenti sortite, allo scop'> di procurar~cne nei dintorni, corr.pitndo rapine di cercali e be,;tiame. In seguito a ciò ,·enne decisa, dal quartiere ge.nerale c!i Carlo Alberto, ,m:i. ricognizione ,a:lla r,iaz1.a ,n ell' in tento d i ogscrvarla e di far dei prigionieri, cd .anchP. di i;oter risol,·erc le popolazioni a rnllevar3i in ,nassa contro il presidio. Furono pen.iò riuniti a Gazzol<lo, nella notte dal 18 al 19 aprile, i rrggi ,nenti di cavalleria Nizza e Aosta, cor. un battag lione della Brigata Casale e mc2?1 battel'ia di artiglieria a cavallo, agli ordini del magg. gen. Olivieri. A questa colonna fu dato il compito di rivolgersi su 1\Ian1ova, dopo aver attaccato il nemico d i f-ianco se. avesse cercato di difendere l'argine dell'Osone. Un'altra colonna comandata dal generale D'i\ix, co3tituita dalla Brigata Aosta, rinforzata da una compagnia bersaglieri e mezza batteria, doveva pure portarsi su )lantova, passando l'Osone ed attaccando il nemico di fronte. Erano in 2' linea alc uni battaglioni ,della Brigata Casale, rinforzati da altri elementi; costituiva riserva la brigata Cuneo con 1,m a batteria.

150 La colonna O livieri s i spinse fino a breve distanza del forte di Belfiore, ma gli Austriaci, prevenuti, benchè inseguiti dai bersaglieri, riusciJ'Ono a r ientrare in Man tova. La colonna Olivieri decise di r itornare sui suoi passi, ma. durante questo movimento fu sorpresa d1I fuoco d'artiglieria del forte <li Befiorc che aveva ~i.no ad allora taciuto. Per le disposizioni prese, ciò non perturbò l ffatto l'orqine e la d isciplina di quelle truppe, che sostarono per sostenere i bersaglieri, i qua li stavano ancora sollo il forte. Il nemico tentò allora di operare mrtite, ma non riuscì nell' in tento pcrchè i b<'rsaglieri

Il mon11men10 ai martiri d i llelflore

lo respinsero ogni volta infliggendogli gravi perdite. A questo pu1110 venne ordinato che le truppe rientrassero ai loro accantonamenti, sempre che il nemico n on avesse tenta to di molestare la ritirata. Ma il nemico non disturbò e il mo,·imc1110 venne ordinatan1ente e regolarmente compiuto.

Belfor t . Città fortificata sul confì.ne Sud-Est della Franc ia, a ntico ca.po i. del dip. dell'alto R eno. La fortezza fu costrnita fin da l Xli secolo sopra una roccia a picco sul fiume Savoureuse, a 36:i n:. d 'alt., dominante la celebre stretta a gola <li B. formata dal Giura e dai Vosgi. Deve il suo nome al vecchio castello, uno dei migliori esemplari d i architettura militare fino a l secolo XVII. La Francia in seguito converti !a fortezza di B. in un campo 1rinccrato, costituito da selle forti principali i11to, no alla citta<lel!a, ed altri fortini staccali, con opere accessorie, sulle altur<: dominanti le principali lince <l' accesso alla stretta <li Bclfort. F a.nno poi sistema su l campo trincerato di B. le opere di fortillcazione d i )lontbèli,u,d e di M. Lomont, costituenti posti di sbarra.mento per le r,rovcnienze òa!Ia. Svizzera lungo l'alta vallt\ del Dou b; e dcli' Allainc. Il campo trince rato di 13. è uno d e i cap isald i del sistema di fort ificazioni ptrmanenti sulla grande linea difensiva. d ella frontiera di levante. Il valore delle opere di fortificazione costruite nel campo trincerato di B. ha consigliato la Germania , neWultima grande guerra, d i evitare un'offensiva in questa 1.ona.

I. Nel 1286 appartenne ai Co1:1ti cli :.\ fontbéliard , ma più tardi fu presa dalle truppe austriache e passò in proprietà della Casa d'Asburgo. Nella guerra dei trent'an ni però venne conquistato dalle truppe francesi ; ne ottenne b signoria il cardinale Ma?K'lrino, alla cui famiglia rimase fino a i tempi della rivoluzione. Dato il valore strategico della sua posizione, Vauba.n, sulla fine


,del secolo XVII, ne rafforzò le fortificazioni, trasforruando B . in una fortezza d i primo ord ine, e facendone 11110 tlei p iù caratteristici t ipi òel fron te bastionato.

ord ini del genera le Bourbak i. Il con cetto era g,.~n dioso, ma falli, perché superiore alle forze di quell'armata, cui ma.i1c~va la bontà dell'or gan izzazione, la 8aldeza delle truppe, l'abilità dei capi, quasi tutti improvvisati. Il colonnello Rustow, parlando dell'assedio di Belfort, d ice : cc Nella. notte dal 7 all'S germaio, i Tedeschi s i impadronirono, dopo un aocanito c0mbattimcnto, del villaggio di Danjoutin. Poi vennero t giorni d ifficili duran te i q ua li l'avvicinarsi d i Bourbaki minacciava temporaneamen te il Wer<ler e l'assedio di Relfort )). Il 27 genna io il generale Treskow, credendcrsi abbastanza vicino

II. Assedio di Belfort ( 181 4) . Fu posto da un corpo .bavarc.;c u :1itan1<;nte a dLt~..cca.rncnti ru~si ed au~triaci .che iniziarn,10 l'a ttacco il 28 gennaio agli ordini del ,maggior gcn.e mle Drcchsel, con 4 battaglioni (2700 tio~ ;mini) SO cavalicri e 4 cannoni . La. guarnigione al comando del ten. col. Le Grand, si componeva di 3000 .t;o,nini d i fanteria e 70 d i cavaller ia; a veva scarsi a.pJJrovvigion amei,ti. Il 29 gennaio il prc8id io fec,;, uua .sortita con 1500 uomini, 2 cannoni e la .cavalleria, verso Ba villiers, ed il 13 r-- -- -- - ----,m--;,-:-----,-',;::.::---s:--,r-"'"'I="-=-=~, 1

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marzo turn. seconda più in forze verso Danjoutin. Ambedu<!l le volte esse 1endevano a procurare i viveri ; 111a le ri.sor,e vennern presto agli estremi, e il 6 aprile . la guarn igione dovette capi;tolare.

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III. Assedio di Bcliorl ( 1815). La •d if<:;5<1. di B . era s ta ta affidata a l ge.nerale Lecourbe, il quale venne stret.to nella p iauaiforte ,:!alle truppe :dlea tc agli or-clini à ol generale CoUonxlo. Il gei,. francese, con scarsi mez.zi, si difese validamente e non abbassò le armj se non qua.nclo - 11 luglio - gli venne notificato l'a.rmisti?.io d i .Parigi. I \!. Assedio di Beljort ([870-7 1). Ap partiene a lla. guerra Lranco-prus-

~dana Allorchè i T edeschi cinsero d' assed io ·P a r igi, par11cch ic p iazze forti della Francia era.no già in loro potere; al 1) Forre cl i Gi romagny: 2) Fo rte di Roppe; 3) Forte del SMber t; 4) Forte t re capitolarono durante l'assedio stesclella Mtotte; ·5) Forte cli Bcssrmcour t; G) For te clell a Glustìzia; 7) Forte uene uarres; 8 e g) Fo t'ti delle Alte e Basse Pcrches; 10) Forte di so, Deifort e Bitche resistevano ancora ornl'ert; 11) ForLe ciel llo3mont: 12) Forte d i Vezelois; 13) Forte del a l momento della cap,i tola,;ion e della Bois cl'Oye; 14) F011te del m. v.anctols. capi tale (28 gennaio 1871) e si arresero alle d ue r idotte delle P erches, verso le quali erano state rnlamente in seguito ad ordini del governo francese, quandirette le trincee, fece antaccare, ma i T edeschi furono do cessarono le ostilità. Belfort costituiva un campo trin réspinti con gravi perdi te. L'assedio d i Belfort durò cerato costituito d a tante p iccole fortezze tipo Vauban, 103 giorni di cui 73 d i bombard amento, durante i quali pepfe ttamente collega.te fra loro da linee di trincerala città fu bersaglio di oltre 100.000 proiettili, mentre menti. La guarn igione s i componeva di 16,000 uomini l'artiglieria <lella piazza non ne sparò che 80.000. Dopo e l'arma.men to consisteva in 300 -bocche da fuoco. l'armistizio, a mczwgiorno del 24 febbraio, la piazza di I Tedeschi si presentarono d i <fronte a Belfort verso Belfort dovet te essere lasciata a i Tedeschi con tu tto il la fine di ottobre del 18ì0, con la prima divisione della suo materì,tle d';uerra. L a guarnigione potè però riLan<lwehr, comandata dal gene rale Treskow. Il 3 notirarsi libernm .,te in ar mi e bagagli, con gli onori vembre ebbe inizio l' investimemo della p iazza: la d imilitari. visione T reskow, rin.forzata più tardi da altre d ue (Von Schmcling e Von D cbschit.g) l'a t taccò dall'ovest, mentre al XVI Corpo d 'Ar mata tedesco, agli ordini del Werdcr, veniva affidato il dcrppio compito di proteggere il fianco sinisu-o delle forze d i Feder ico Carlo in J11arcia verso la Loira e di pr o teggere lo stesso inve stimento d i Belfor t. La piazza resistette all'mto, e fu allora posto accanto a l Treskow il generale De Mertens, che era a Strasbur go, con l'incarico d i dir igere i lavori del genio. Intanto il gover~o francese, p er obbligare il Werder -alla ritirata, liberare Belfort e solleva re poi le p rovincie alle spalle dell'esercito tedesco e minacciare la Germania meridionale, costituiva l'i'1 rmata dell'Est, agl i

BelforLe. Borgo delle Marche suìla sr. ciel Chieuti. Nel 1799 alcune m igliaia d i montanari vi si rifugiarono, e, sostenu ti <lalle truppe d i Ancona, sbaragliarono un corpo d i repubblicani fran cesi. Belfredi. Nome d a to nel medio evo alle Torri (V.) mobili, ·d'assedio, poste sopra ruote e generalmente munite di ponte. Belgard. Città d ella P omerania . Venne presa d'assa lto nel 1107 d a Boleslao II re di Polonia. Belgio. I Belgi, popolo derivante da ceppo germanico, appariscono prima.mente nella Storia, ai tempi di


-152 Cesare, in quella par te dell'ant ica « Gallia belgica ll che essi abitavano <la epoche r emote e che era allora. limitata. a N. e ad E . dal R eno, a N . O. d al mare germanico, a S. O . dalla. Ma.m a e dalla Senna. Assoggettato nel Si-54 a . C . da CesaJ'e dopo lung<1 resistenza, spe.cia lmen te da. par te d'un a sua. tribù, quella dei Ner vii, il Belgio fu incluso con altri tcrritor1 nelle pro-v incie « Germania infer ior ll (c<tpoluogo Colonia) e « Belgica se-

:\lonunie nto elci Tl'C Assectli a Bclfort cunda >> (capoluogo Reims). P iù ta rdi parecchi imperatori ebbcl'o d i nuovo a portare le loro armi contro le sue genti per r idurle ad o bbedienza. Dalla Gallia belgita si introdussero i Franc!li, guidati <la Clodoveo ( verso vi 429 d . C.) dopo a.vere, per lunghi anni, fedeli all'impero, d ifeso i confini d i questo dalle incursioni dei ba r bari. Dal 486 il Belgio appartenne al r egno Franco, e quando questo, alla m orte del r e Clo<loveo, fu diviso in :\"eustria, o Francia occiden tale, e Austrasià., o F rancia orien tale, esso fece p ar te di quest'ultima, fu

governato dai p refett i <li palazzo, e non ebbe gran giocò nelle vicende d i que: tempi. Dopo la· ~orte cli Cariomagno, i l grande ed i licio che l'invitto impera tore aveva creato, s i sfasciarn e il Belgio attuale veniva 'l-d essere diviso tra Lotario e Carlo il Calvo, per la. paste maggiore al primo. Frat tanto i .:\"ormanni devastava.no An versa l'isola d i ìVakhercn la F .risia, Ganrl ed -3.ltri paesi vi~ini; finchè il re E~dc, succeduto all'imbelle C.:trlo il Grosso, in fl isse loro in due battaglie così gr avi per dite da costringerli a tessa.re ìe loro scorrerie . Alla. morte d~ Lotario - (855), il suo reame fu aneora su<ldiviso fra i suoi tre figli, e al secondogenito, Lotario II, toccò il paese tra il Reno, la Schelda e la 1.fos;,. che d a lui prese iì nome di Lotarin gia, con tr atto poi in Lorena. S ul regno di Lotaringia, dopo la morte d i L otario II (869), per molti ann i s i avvicen<larono le signorie di Fra.nci,i, e di Germania, fu1l'.hè, nel 940, r imase in signoria gennanic;i e fu da a llora governato da <lucb i. Nel 954 il Belgio attuale entrò qua.si t utto nella Bassa Lvrcna, di cui formò !a parté principa le. La llassa Lorena. s i sminuzzò poi in tan ti fond i imp-eriali : .Brabante, Hainaut. Lusscmburgo 1 Liml,urgo, ,\rtois, F iandra, 1vfalines, Anversa , \'escova.clo di Liegi, ecc.; e dal XII a l XV secolo il suo territorio, bcnchè spesso teatro d i guerra e d, torbidi d inastici, politici e soc ia.l i, fu uno dei più atti vi mercati di E uror,a e p,·osperò inira·b il mente nel campo indu~tria le, con!mc1-cia le e colturale . Poichè -buona pa1·te di quei feudi (fiandra, Artois, ;\falines) cadde nel 1384, per dotazion i, compere, eredità, in domi nio della casa d i Borgogna, questa a poco a poco si impossessò con C]lleilj o con altr i mezzi dei restanti; ma tali acquisti 1wn ando.rono scevri di contrasti, cliè tanto i l Duc,t fil ippo il Buoi;o quanto Carlo il Temerario molto vi dovetter o combattere per sottome ttere il Brabante, l'Olanda e il Lussemburgo e per domare i G andcsi e i Liegesi in continua ribellione. :\icl 14 '/7 llfassimiliano d'Austria o tteneva per 1natri monio una la.rga. porz;ione delle terre costitutnti il Ducato d i Bor gogna, e p iù tardi Carlo V formò le 17 p rovincie <li quello che fu detto il (< C ircolo d i Borgogna l) o « Paesi Bassi ll, incorporandole (1548) n ell'impero e dandole poi ( 1556) ih appartenen za. a.Ila linea spagnuola d i Casa d' Au~tr ia ,

La ìnotJ iJM,azione IJelga ('I 9 14)


153

La mobilita1,1011e belga (1914) In quel tem po i Paesi llassi comprendeva.no gli attu3li regni dcll'Ola~ da e del Belgio, e le prov incie confinanti della Francia (Lilla, Douai, Arras, Valenciennes, ecc.). Variavano da provincia a provincia gli i nterni ordinamenti; ogni città aveva franchigie e privilegi speciali; ma tutte le provinc ie cran soggette all' au tori tà d'un governatore gcncPale detto << Stathold er >J, assistito <la « Stati generali 1,, costituiti dai rappresentanti provinciali. "1'cl sec. XV! il paese fu turbato dalle guerre d i religione. li protestantesimo aveva già da tempo fatto pro;elili in quelle terre, e invano Carlo V e F ilippo TI avevano tentato d'infrc,rnrlo con efferati rigori. Il malcor. tento, che s'era andato ·,ia via a ccumulando, scoppiò in aper ta -rivolta nel 1567 (V. guerra d i Fùmdra) . I l trattato di Rastadt (li 14), eh~ pose fine a t gran conflitto per la ::u.~ccssione d i Spagna, pose sotto lo scettro d' Casa d'Austria. i « Paesi B1ssi austria~i » (llelgio e Lussembmgo belga) i quali videro ancora scorazzare sui loro campi gli e~erciti nemici durante la. guerra per la Successione d'Austria. ::'\cl l i89, i Paesi .Bassi au3triaci, offesi nei loro J)ri,ilegi, si sollevarono contro l'mperatore Giuseppe II e lo dichiararono deca duto dal trono. G li insor ti, guidati chi] va.n der Jvfersch, inflissero agli Austriaci parecch ie sconfitte e I' 11 gen1iaio 1790 t•Jtte le p ro,incie, eccetto il Lussemburgo, si proclamarono libere, e costituitesi in « S tati Uniti del Belgio,>> elessero un congresso ove per la prima- volta, dopo lungo ternpo, il nome del Belgio ricomparve. Alla morte d i Giuseppe lI (20 fobbraio 1790), il suo succcs;,ore Leopolcio II fece proposte cli pace che furono respinte; onde il maresciallo Bendcr, en trato con .for?.e austriache ~,el Brabante, batlè i belgi e li forzò a sotl;mettersi . Conqtdstato momentaneamente nel 1792 dalic armi rivoluzionarie di Francia e assicurato poi a qc,csta definitivamen te con la vittoria di Fleuns, il Ilelgio forn1ò un dipar timento francese. ::'\el 1814, dopo la caduta d i i'J apoleone, fu amministrato per alcun i mesi da un governatoxe austriaco. N cl 1815 vide tramontare sul campo di Waterloo l'astro del grande imperatore e, pel trattato di Londra (19 maggio) e per l'Atto conclusionale d i Vienna (9 giugno), ven ne utJito alla Olanda. formando con questa un nuovo Stato indipenden te (regno dei Paesi Tiassi) sotto la Cs.sa d ' Orange, che fece parte della Confederazione german ica; i suoi confini meridionali furono resi più sicuri con l' incorporamento di alcuni distrett i, con le forten:e di Philippeville e di Marienburg, e col Duca to di Eouitlon.

Per parecchi anni i llelgi parvero contenti d i questo asse tto che legava il loro paese, agr·icolo e indust riale, con l' Olanda. 1'.)0tenza. marinara. e commerciale e cbc, integrandone le forze, poteva essere per entrambi fecondo di grande prosper ità, ove la loro fusioncfoJse stata p iena e sincera. J\1:a presto sorsero screzi fra i due clementi costitutivi del nuovo regno, il vallone cii fi:tmmingo todesco e in breve un confl itto apparve inevitabile. La rivoluzione francese del luglio 1830 incitò i Belgi .. c21spernti per la. <:ondolta. del governo contro l'opposizione, per le persecuz io ni e i bandi con tro i più eminenti rappresentanti di questa, a seguire l'esempio cki loro vicini. J torbidi cominciarono il 25 d'agosto e tosto tutto il Belgio fu in fiàmme. Fallite· le trattat ive per un componimento, si creò in Bruxelles un governo provvisorio, r.lie respinse dopo quatrro giorni di lotta '( 23-26 settembre) le forze olandesi alle quali rimase· salo h munitissima Anversa, e proclamò l'indipendenza. del Ilclgio e la sua separazione dall'Olanda. Nel febbraio 1831, il congresso eleggeva a re del novello Stato. il Duca ,di Ncmours figlio di Luigi F ilippo; m,1 avendo• questi posto il suo veto, una nuova elezione da.va ii · -I giugno la corona a Le'.>poldo di Sassonia-Coburgo. La Gran Rrctagna, h Francia, l'Austria, la Prussia e la Russia, che gii, avevano r iconosciuto l' indipendenza del Tielgio, conclusero il 15 novembre a Londra un trattato nel qua.le venivano fissati i lillliti del nuovo regno e si garantiva a re Leopoldo il tranquillo possesso d el suo territorio, il quale veniva costitù ito -dalle provincie· del Brabante meridionale, di Liegi, <li ::\'amur, dell'Hainau t, della. F iandra occiden tale cd orientale, di An-· versa, d el Limburgo ad eccezione d i alcuni distretti e, finalmente, d i una par te del Granducato di Lussemburgo. ]\fa gli Olandesi, non acquietandosi ai fatti com piuti, avevano intanto apprcstttto un esercito che, gui-➔ dato dal p r incipe d'()range, d oveva soccorrere Anversa e ridurre a· obbedienza i Belgi. Questi, nell'agosto 1831,. ven ivano battuti presso Hasselt e presso Lovanio, ma. furon salvi pe.r l'intervento della Francia che in loro, soccorso mandò un cor po d i 45000 u., comandato dal maJ·escia llo Gé.rard, il quale ,scacciò dal . Be~!,rio gli Olandesi. Tuttavia, l'ostinatezza dell'Olanda ·nel nl)n volere riconoscere un articolo· del trattato di Londra., secondo il quale ,,_ Lussemburgo e il Limbur.go dovevano, a1~dare spartiti fra 'i due contendenti , iiid\1~i;e nel 1832:


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BEL

ìe grandi potenze garanti, secondo il trattato, àella perpetua neutral ità e dell'inviolabilità territoriale del Belgio, :a ricorrere a n1ezzi coerci tivi, e una flotta anglo-francese bloccò le bocche della Schelda, mentre un nuovo corpo francese sotto lo stesso maresciallo Géran.l s i impadroniva <li Anversa che era rimasta in mano olan<kse (23 dicembre). Un nuov'o t rattato d i Londra del 23 maggio 1833 pose fine alle ostilità, ma non por tò ad una pacifica conclC1s ione del litìgio. Soltanto nel 1838, l'O landa si dichia rò disposta ad assoggettarsi all' articolo per essa

154 tendosi in grado di sostenerle con le armi, dovette piegare e il pericolo pel Belgio fu scongiurato. Duran te il conflitto :franco-germanico del 1870-7 1, la ncu-ti-alità del Belgio fu r ispettata e per molti anni di poi esso ,nantenne pacifiche relazioni con gli altri popol i. La sua vit-a pclitica in terna continuò ad essere caratterizzata da lla lotta fra liberali e clericali che d;ede luogo a ,ollevazioni e conflitti talvolta (1892) sa.nguinosi. Un a ltro argomen to <li interne ed ester:1e èontrovers ie fu pel .Helgio l'assetto politico ed amministrativo dello Stato òel Congo (v.). Sul principio del secolo XX, nel Belgio fu argomento di largo ed appassionato dibattito i l problem:i. militare. Avversato <lai clericali cui non talentava, nè l'invocata adozione del servizio personale obbligatorio, nè il parcg_ giamento, in tale obbl igo, degli ecclesiastici agli altri ci ttadini, la soluzione anodin a che gli fu data m irò p iuttosto a procrastinare l'urto dei partiti, che a conferi~ all'esercito un'appropriata e moderna organizzazione, poichè venne fissato un conti ngente annuo di soli 13.000 u., si elevò il numero dei volontari, si mantc1me la surrogazione e si diminuì il tempo del servizio attivo per talune a rn1i.

Cav-allcria belga in r icognizione sulla frontiera tedesca (1014)

sì cstko; ma fu a llora il Belgio a non voler visi acconciare, però che gli- fosse mestieri abbandona.re territori, gli abitanti dei qua li non volevano in n iun modo d iven tare sudditi dell'Olanda. Tuttavia, un nuovo intervento delle grandi potenzé indusse le camere be lghe ad autorizzare re Leopoldo ad accettare il trattato, il quale fu segnato finalmente il 9 aprile 1839. II Belgio cedè ,11l'Olanda la parte pii1 considaevole del Limburgo cd -ebbe in compenso que lh,· vàllona del"Gr<!-nducato di Lussemburgo; la parte restan te di questo r imase sino a l 1890 in personale anione col regno d'Olanda. Da allòra lo sviluppo interno del Belgio progredì notcvohncntc ; ma di gra n lunga maggiore avrebbe potuto -essere se le discordie fra. i due grandi partiti, liberale -e clericale, che volta a volta salivano al potere e la ·questione -delle lingue, fiamminga e vallona, che ne cela va una ben più profonda d i prc<lominio politico e religioso, non avessero tenuti divisi gli animi. Non man-carono perciò i torbidi nel nuovo Stato; ve n'ebbero ad es. nel 1848 per la r ipcrctJSSione di quelli di Francia ,e nel 185i per l'aJozione d i talune leggi ecclesiastiche. L 'esercito fa rafforzato e s i fece d'Anversa u na mo-derna e formidabile fortezza. Nel 1867, regnante Leopoldo II saiito a l trono alla morte del padre Leopoldo I ( d icembre 1865), il Belgio ebbe ragione di temere per 1a propria indipendenza, poichè l'imperatore Napoleone III disegnava a lla.rgare i confini nord-orientali della Francia e annettere a questa il Lussemburgo per contrappesare i guadagni fatti nell'anno precedente dalla. ·1',·u.;;sia in Germar.ia. :Ma il principe di Bismark, can .cc11iere germanico, che, 1nentre ferveva la guerra austroprus,;iana, aveva. dovu to far most ra di assecondare le ll)Ìre della diplomazia napoleonica; ora, conclusa la pace tra. Prussia ed Austria, le avversava a viso aperto e miuacci:wa la Francia di rottura; onde q uesta, non sen-

Fidente nelle potenze garanti della sua neutralità, il governo belga. stimò il paese sufficientemente protetto da ogni ins idia o peiicolo e persistè in tale convincimento anche nel 1906, quando rifiutò di propugnare un progetto dello stato maggiore inteso ad accrescere valore a l campo trincerato di Anversa ed alla fortezza della Mosa (G ivet e Charleville), ad elevare le forze militari a 250.000 u. e ad introdurre il tanto desiderato servizio obbliga torio; di tutti questi provvedimenti, l'unico adottato iu quello di irrobustire alquanto AnYersa allarganùone la seconda linea d i d ifesa. Questa politica del governo, così contraria agli insegnamenti d ella Storia. così non cura;,tc delle reali condizioni

Artlg!icr;a bclg-a (1OH)

ci'Europa e dei problemi che vi si agitavano e che per lor o natura non potevano essere pacificamente risolt i, non doveva tardare a recare a l Belgio amarissimi frutti . Con la sconfitta delle potenze centrali ( 1918), il Belgio riebbe i suoi confini ; ma il suo grande sacrificio e il suo indomato valore 110n gli valsero che un esiguo guiderdone, come accade in ogni spartizione di bottino tra deboli e forti; e però esso dovette starsene pago del piccolo ma produttivo territorio di :1',foresuet e dei Circoli già prussiani di Eupen e di :\-falmédy. Pc! trattalo di pace wn la Germania (giugno 1919) fu abrogatd quello dd l'aprile 1839 (Londra) che dichiarava e garantiva la neutralità del Belgio. II 3 apri le 1925 $: con-


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Fa111 cria bt'lg-;1 ia n:a ,'Cia 1·/'1·so k Jillee del fuoco (1014)

,eludeva all'Aia (V. n el « Su;,f,lemento ») un trattato Bclga--O landcse, di revision~ del trattati) d i L ondra. I nvasione del Belgio (G1,cna Mondic,le). I l ·2 ugosto 19 14, alle 19, il Governo helga i-ic eveva la nota- ult·i mat,.,.,,, -della German ia , con la quale <Ju esta chiedeva, in base alla presunta eventualità che I<: truppe dell'Intesa 11elrassero nel Belgio, <l i avere libero passo per i suoi eserciti e sicure garanzie eh~ le vie d i comunicazione non venissero comunque in terrotte con d is truzioni. l i _governo belga, che già il 31 luglio (ore 19) aveva ordinata la mobilitazione genera le richiamando 15 classi d i milizia da1 congedo, r ispondeva fieramen te che « avrebbe con tu tti i mezzi a sua disposizione rrspinto qualsiasi .attentato alla neutralità del territorio naziona.le e si sa:rebbe opposto con le arm i all'i nvasione straniera». Kclla no tte sul 4 agosto, in seguito alle no tizie l"icevute di -sconfinamenti avvenuti sulla 1-i:0sa, il go•Jerno, non esistendo alcuno accordo per un'azione militare comune, s i r ivolgeva a lJe p otenze occiden tali, francia cd Inghilterra, chied endo il con corso effettivo dei loro eserc1t1 per la difesa del territorio belga. R e Alberto assunto il comando supremo clcl!'esercito , s i apprestav~ a svolgere il d isegno cli difesa manovrnta, gii, concretato, d isegno che si basava su due ip otesi : che le truppe a llea te giungessero in tempo per affron tare insieme a quelle belghe il nemico comune, o che esse, nell'impossib ilità (ii concorre re, a lmeno in primo tempo, a lla d ifesa diretta del P aese, lasciassero l'esercito belga solo alle prese con !"invasore. I n un caso o nell'a ltro. si sare,bbe avuto un periodo p reliminare, durante il quale le forze belghe avrebbero dovuto interd ire all'invasore il passaggio d ella :\fosa e ritardare in ogni modo, su posizioni q uanto p iù possibile prossime alla frontiera, l'avanzata nemica. Tale compito sarebbe s tato affidato al sistema difensivo permanente - fortezze di L iegi, ::--:amur e forte d i Huy - cd a lle truppe mobili ad esso assegn ate: d iv1s1oni 3' e 4• e ò ivision e d i caval-leria. Il 6 agosto, l'esercito belga era pronto ad entrare in azione. Esso compren deva o ltre le 2 d ivisioni so·p radette a 4 brigate mis te, e la d i~is ione <li cava ller ia ~4 d ivisioni c iascuna di 3 brigate miste, 1 r eggimen to di cavalleria, l di a rtiglieria d ivisiona le, truppe tecniche e servizi, così dislocate : ·Comando supremo in Bruxelles, - la 6" d ivisione ad Hamme Mille, la 2'' a Lovanio, la l • e la .s• tra T irlemo.n t e Io<loigne lungo il fiume Gette, la .3" a L iegi, la 4° a N amur con una brigata m ista a d Huy, la d ivisione di cavaller ia a Waremmc. Oltre a queste forze campali, sommanti a 117000 uomini, si

pe-

erano mobilitate le truppe d i presidio delle tre fortezze, tratte dalle 7 classi più anzia ne di milizia, e la Guardia civica destinata al servizio <li guarnigione. 1 Tedeschi, intanto, non avevano perdu to tempo. Nel ma ltino del 4 agosto 2 d ivisioni d i cavalleria avevano

passata la ::vrosa a Lixhe fuol'i dal tiro dei cannoni di Liegi ed il giorno dopo arrivavano con le p tmte a Touyres; nella notte l'armata della Mosa a l comando del rnn Emmich eseguiva il colpo di. mano sulhL fortezza d i L iegi (V. Liegi) senza, però, riuscire ad impossessarsi d i ~lc:u na opera. Il re decideva di schierare l'esercito su lla Gette, che, p rolungata dal corso della M osa cd appogg iata. alla p iazza d i N amur, costituiva la prima linea na turale d i d ifesa, sbarrando tutte le provenienze dalla Mosa. e coprendo la maggior parte del territorio naziona le . Contro il p iccolo, ma valoroso esercito belga si appresta.vano a rnuovere le imponenti masse delle armate d i destra germaniche: la 1a agli ordini del von K lu ck e la 2" al comando del von Biilow; quella in corso d i radunata attorno a Crefeld, coper ta dal L itnburgo olandese, questa attorno a J\falmédy. S ino a.I 10 agosto il contatto con gli avversari n on venne preso; soltanto in detto giorno reparti d i cavalleria tedesca, sostenuti da battaglioni di cacciatori, s i prcscntarnno sull.t Gette verso Hassclt e Diest, mentre la d ivisione d i cavalleria be lga veniva alle prese ad Haelcn con le avanguardie d elle division i di cavalleria del von Marwitz. Il 12 agosto, giorno in cui si compiva la radunata della l " annata e la 2• era già schierata sul fron te Iulémont-Hamoir, avveniva l'urto fra le opposte cavallerie, urto favorevole a i Belgi, a malgrado d ella p revalènza d i forze n em iche, specie di artiglieria; il valore dei l3elgi luminosamen te s i addimostrava, resistendo al poderoso urto per tutta la giornata cd obbligando Ì'avversar io ad abbandonare il campo della lotta. Naturalmente, tale favorevo<le successo n on poteva modificare la s ituaz ione generale, dato il rapporto delle forze contrapposte, s ituazione che si veniva rapidamente aggravando per l'appross imarsi alle Gette delle masse tedesche. L a l • armata, infatti, i) 13 m att ino giu ngeva con i corpi d i prima linea attorno a,d Aquisgrana, il 14 s i attestavi' alla Mosa, e, poichè, in detto giorno cadeva il forte di Pontisse, per cui fu possibile il gittamcn to al sicuro di pont i a nor<l della P iazn, il 15 essa passava il fiume, -il successivo giorno giungeva con le avanguard ie a Ton grcs e la dimane, l.7, s i schierava sul fron te San Trond-Kerenpt, pronta a marciare contro i Belgi. Nello s tesso tempo la 2" armala si schierava pr ima s ul


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fronie Liers-Hcnnalle-?\1o<lane, poi su quello WaremHuy, <:ostiluendo .la base di pa rtenza per la travo lgente offensiva prevista dal disegno germanico. L 'ord.i ne del comando supremo germanico emanato il 17 agosto prescriveva che le ar mate l' e 2", precedute dal II rnrro cl i c~valleria, r iun iti sot\o il coma11do del von Bii!ow, raggiungesse,ro la lin ea Bru xelles-Namur nel mattino del 20 e nello stesso tempo cercassero di tagliare fuori da Anversa l'esercito belga. I n conseguenza d i tale ordine il genera'1e von Biilow affidava alla 1• armala il compi te d i attaccare i Belgi sulla Gette, mallO\Tando per i l nord, ed il von K luck disponeva che le proprie tru ppe - corpi I V, III e IB - alle quali era stata aggiunt;i la 28 d iv. di cav. <lel II corpo :'l·farwitz, 11el matti no del 18 s i d irigessero alla Gette li attaccassero frontalmente quella posizione d a Bet~ a. T ìrlemont, men tre il II corpo <l'ar mata ne effettuasse l'avvolg imento per Diest e la. 2" divisione d i cavalleria per Beerle. Xon appena le avanguardie tedesche presero contatto con g li avampost i belgi e si delineò contempor;ineamente l;i minaccia a nord del Demer, ii re Alberto, che a.vcva, intanto, r i<:cvute precise notizie dell'avanza ta su J ocloigne e Pervcz di masse imponenti d i truppe tedesche, costituenti <:on quelle che lo fronteggiavano alla Geue e che p untava.no su D iest un'a forza valutabile a mezzo milione d ì combattenti, giudicò assai pericolosa la situazione delle proprie truppe. Qu este, invero, erano sole a con tatto i mmediato con l'avversario, in rapporto di forze pari a nie110 cli 1/5 ; nessun indizio cli prossimo arrivo d i con tin genti a l-

un

.Retnel lcati) anzi la q uasi certezza. che questi 11011 giungessero

p rim,c d i una settimana, poichè i Britannici non avevano ancora u ltiinata la loro radunala verso :vfau beuge ed i Francesi - 5" armata - marciavano su Phìlippevillc, a due tappe, cioè, dalla. Sambrc. In s iffatte condizioni bisognava rinuncia re alla difesa della Gettc, J ifcsa, del resto, inu tile, non potendosi p iù su d i essa effettuare la riunione con le forze alleate; ogni ulteriore per manenza s u tale linea portava alla necessità cli i mpegnarsi il 19 in battaglia ,dec isiva e d i essa non si po teva certamente prevedere a ltro esito, se non la rovi na dell'in tero esercito, non potendo i 90.000 Belgi aver ragione dell'enorme massa tedesca forte d i 150 battaglion i ( 1:1 an nata) che) 1ninacciosa, s i avanzava. straripando a nord ed a sud della posizione. Re :\ Jberto giudiziosamente, quindi, ordinava n el pomeriggio l'imme.cliata ritirata da iniziarsi \,ella notte, in d irezirme d i Necryssche - L ovanio - Rotselaer, vale a d ire sulla. linea della bassa Dylc, ove rite neva d i potere ancora guadagnare tre o qua ttro giorni, quanti , accelerando il movimento, occorressero alle truppe alleate per e ffe ttuare la riunione con l'esercito belga. ::Vfa anche questa ultima speranza cli immediata azione comune doveva s,·anire; l',tla destra dell'armata del von Kluck - II cor po e 2" divis. cl i ·c av. - con rapida marcia nel momen to stesso in cui le truppe belghe raggiungevano il nuovo fronte, si presentava davanti Aerschot e attaccava a fondo la 3• d ivis ione belga d i es trema. a la sinistra ob~ bligand ola a retroce dere. li pericolo cli avviluppamento era imminente ; p er scongiurarlo non restava altro ri-


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BEL

medio se non quello della immediata rn1rata sotto forti di :\nvc.rsa, ritirata che. infatti, si effeauava in b uon or dh1c e cc ler rncnle senza che, da µa rte -de i Te deschi. si accennasse a tentativi d'inseguimento. L'esercito belga, che per 13 giorni :l\'e,·a assolto il rroµ rio compito di copertura per r ispetto alle a rmatc alleate, ritardando, solo p er il fatto ddla. sua presenza sulla Gcuc, quella marcia travolgente alla quale il comando tedesco mira,·a per arrivare d i sorpresa in tertiror io fran cese ed iv i a,vviluppare l'intero ~ch iernmento

1:,1r1·icata M l .BCl.gì n Ma l ines ( 10'14)

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fran~o-britannico, ora quasi intatto si raccoglieva sotlo i forti del grande campo trincerato, in po~izione di attc,;a, p ron tu a riprendere il ca 111po al niomen to opportuno e. comunque, in ottima situazione per minacciare il tergo ,lcll'ala destra germanica duranie la sua ulteriore a,·auiara a sud della Sam\Jre e verso l'Oise; nello stesso tempo l'eserc ito belga, appoggiato ad Anversa, copri\'a buona parte del territorio nazionale e specialmente la regione delle Fiandre; es;,o, infine, obbliga,·a J'a,·,·ersario a d istrarr~ dalb massa operati va ingenti fonc per osservar lo· e per opporsi ad eventuali riprese ofiensiw contro la linea di comunicazione dell'esercito. Il gen . 1011 Tliilow, convinto che o ramai fosse impossi bi le obbl'lgare l'eser cito beiga n batter si, e ta n to 111eno tagliare le co111unicazio:1 i di cs;;o ron An\'ersa, decideva <li iniziare il 20 la conversione a sud, pur raccoman da rido al ,·on Klnck di tene re la propria destra forte ,e cl i lasciar e d i fronte a :Maline~ ~ufficienti forze per c=n-are i Belgi. In detto giorno le du~ armale rag-giungevano il fronte \'ilvorde - \\'aterloo - Gembloux; il lV cor po de lla 1" a~mata ent rava a lle 15.30 n ella capitale belga a bandiere sp iegate e musica in testa ai reggimenti, la cavalleria del von :'.\farwitz si spinge,·a sino 'L 7\1 inove e gl i aeroplan i solcavano il cido belga sino a Gand ed Ostenda. Contempor aneamente, il generale von Gallwilz, con i due corpi d'armata Guardia di riserva della 2' armata e XI della 3 armata, costituenti corpo -di assedio, bloccava Namur e ne ini1.iava nello stesso ,giorno 20 il bombardamento. (V. Na11111r). O rama i la ,·ia verso la Francia era aperta alle armate <lc ll'ala destra germanica : alla sera del 2 1 esse ragg iungevano il fronte Ninove - Cast re - Gosselics - Roselies - Tamincs - Je:,1cppe, mentre la J• armata, che si era radunata clielro J'Ourthe, g iungeva sul fronte Spontin - Fay - C icrgnon . Intan to. nuove di ret t ive del comando supremo tedesco (giomo 20), in p revis ione d i una battaglia genera le sulla linea )[osa - Sambre, regolavano

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l'ulteriore avanzata delle tre suddette armate per i giorni succe,sivi; ma il pas~::iggio intempestivo da pane dei corµ i <li sin istra della 2• armata sulla riva destra della Sambre, nel pomer iggio del 2l, ed i l conseguente urto con le truppe della s• :irmata francese, già. giunte sul fiume, davano inizio alla battaglia di Charleroi.\ lons (V. lMttaglic delle Front iere) con Ja:' conseguenti' ritirata degli · eserciti alleati 1·erso la :.\farna. L'in\'asione del Belgio, dopo tali avvenimenti, era compiuta: N amur cadeva il 23; la 2" a r mata tedesca si avanza , a a 3ud dcJla Sambre e ra,::gi unge1•a il 25 sera il confine belga-francese a sud dì J'>hilippcville; la 1• lo aveva già oltrepassato il 23 ed inseguiva i Britann ici in d ireziont: cli le Cateau , sÌ che in Jlclgio non rimanevano che i corpi lII e IX di riserva fro111c a<l i\ll\·ersa, contro i quali l'escrci10 belga a\'e,·a combattuto nelle giornale del 25 e 26 agosto, a scopo d i diversioni' in favor e degli alleati impegnal i sulla Sambrc e sulla )Cosa. oltre alla IJ• div. di riserva e rlue <lidsioni di J::.rsatz nella regione di Licg i-N amur. li l3èlgio settentr ionale cd occiden tale in questa prima fase de lle operazioni 11011 aveva subìta l'invasione straniera ; fu soltanto dopo la caduta di Am:rrsa ( \' ,) e la ritirata dell'esercito campale belga su ll'Yser ( 15 ottobre). (V. Battaglia delle Fiandre e Corsa al wa.re) che le truppe tede~che estesero l'occupazione sino a tale fiume, occupazione che cessò alla fine della guerra. L'esercito b~lga, ridotto, nel momt:n to in cui si schierava dietro l'Yser, ,1 82000 uomini, dei quali 48000 fucili, s i apprestava ad interdire al nemico l'ultimo sacro lembo del terri• torio n azionale. Esso iniziava finalmente. in ben tristi condizion i materia l i e mo1,1li invero, quell'azione in comune con gli alleati che era mancata sulla l\Cosa, sulla Gette, sotto gli spalti <li An\'cr~, che doveva <"~sere azione di ~acrili.cio, di eroica i llim i{nta decli1.ione a

nar11l i•' rr ctcJ .1·••11;'glm rn 11 belgi cll,;l'loltt po r·Ultc, al )l11,e11 d<'ll'E,~rcilo in uruxeHes cr~bbrato 1926)

quella Patr ia c be ave,·a v isto som mersa dall'onda t ravolgen te dell' invasione str aniera. :\fa non aveva mai ripiegato la sua gloriosa bandiera, e rispondeva all'esortazione del glor ioso Re : « guardate l'avvenire con fiducia, lottate con coraggio !>> con il suprerno· giu ramen to di difendere sino all'ultima goccia <li sangue l'onore e la libertà del Belgio. E mantenne la parola; non cede tte un palmo di terreno per qu a ttro lungh i, terribili anni d i lotta senza quartiere, e dall'Yser mosse so!L, n to per ritornare, a bandiere spiegate, là dove la strapotenza


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del n em ico lo aveva costretto a ripiegare nei tristi giorni dell'agoslo 1914.

Annibale. Dopo la sconfitta di Pavia, nel Castello Ileigioioso trovò rifugio Francesco I.

Esercito Belga. Le frontiere del Belgio misurano 1226 km., di cui 593 con la Francia, 279 con l'Olanda, 163 con la Germania, 19 1 col Lussemburgo. Il bilancio militare ammontava nel 1924 a 540 milioni di lire (88 nel 19 13), comprese le spese rela tive alla marina. Il ministro della Difesa Nazionale, a~sistito d a l « Consiglio superiore della D. N . ii, ha il comando dell'esercito in tempo di pace : in tempo di guerra il comando è assunto dal R e. Il capo di Stato )faggiore è il consigl iere tecnico del ministro. Un Comitato dell'Esercito, composto degli ispettori e dei comandanti di grado elevato, ha carauere consultivo. II terri torio nazionale è diviso in 3 circoscrizioni territoriali, a ciascuna delle quali corrisponde un corpo d'armata. L'esercito si compone di 3 corp i d'ar mata, comprend enti 6 divis. d i fante ria, l div is. leggera (cavaller ia e c iclisti), 1 divis. d'artiglieria d'esc1cito, 3 regg. d'aeronautica (7 gruppi, 21 squadriglie, 150 apparecchi), 1 regg. di carri d i combattimento, 1 corpo torpedinie ri e marinai (marina), servizi. La fanteria si compone di 18 reggimenti a 3 battaglioni (granatieri, carabinieri, cacciatori a piedi, linea) ; è annata di fucile Mauser mod. 1889, ca li b. 7,65, d i fucili mitraglicri mod, JS, di mitragliatrici liotchkisse e. Maxim. La cavalleria s i compon e di 6 reggimenti (lancieri, cacciatori a cavallo, guide), armati di carabine mod. 16. L 'artiglieria si compone di 6 regg. di divisione cli 4 gruppi, 6 regg. d i Corpo d 'Armata d i 2 gruppi, 1 regg. d'artiglieria a ca;allo, 4 regg. d'artiglieria che costituiscono la divisione d'artigl ieria d 'armata. Armamento: ca nnoni da mm. 75, J0S, 120, 155. Il genio si compone di 3 reggimenti. Esistono a Bruxelles una scuola di guerra e una scuola m ii. per tutte le armi; a Namur una scuola dei cadetti e una scuola centrale scientifica. La durata del servizio attivo è di 10 mesi per le truppe a piedi, 12 mesi per le truppe tecn iche, 13 mesi per quelle a cavallo. La durata degli obblighi militari è di 25 anni, di cu i I 5 nell'esercito attivo e nella sua r iserva, e 10 nella territoriale. L 'esercito attivo e la sua riserva comprendono: a) una prima aliquota costituita, di massima, dalle unità attive d el piede di pace. b) una seconda aliquota. costituita, di mass ima, dalle unità d i riserva d el piede d i pace. e) una riserva di complementi, comune alle due aliquote. In caso di guerr a, :illorchè il territorio è m inacciato, le truppe dell'esercito territoriale, ad eccezione degli uom ini sposali con 4 figli vive nti, possono essere versate nell'esercito d i campagna. Gli effettivi di pace co111prendo110 43 78 uffic iali e 50000 u. di truppa. In tempo di gue rra il B . può militare circa 400000 u. Le forze - coloniali (Congo) ammontano a i 6000 u omini. La marina da guerra è costituita di 15 navi, di cui 14 torpediniere, con un tonnellaggio complessivo di 3840 tonnellate. Gli e ffettivi ammonta no a 610 uom ini.

Belgioioso. Nobilissima famiglia milanese a cui a p· µa rtennero distint i u omin i di arm.e, come Alberico, prodecavaliere del scc. XI, il primo che usasse in Italia armare le braccia e le gambe di ferro, e por tar la bu ffa all'elmetto; L odovico, capitano di Francesco I alla d ifesa d i P avia, governatore e cap itano generale di Ca rlo V nello Stato cli :Milano ; Fra11ce,co, valoroso capitano• alla Mirandola.

Belgioioso. Dorgo d i Lon1bardia, tra il Po e l'Olona, lungo la via che da Pavia conduce a Casalpus terlengo e Cremona. Presso B. Scipione fu sconfitto da

Battaglione Pr-incipessa Belgioioso. Costituito a Xapoli nel 1848, q uasi completamente a spese della Principessa Belgioioso di Milano, (V. Barbia110 d i B.), raggiunse la forza d i 4 ufficiali, tra i quali P ocrio e Rossaro~ e 2iS volonta.ri napoletan i bene vestiti ed equipaggiat i, al comando <lei capitano Gherardo Milisci ; aggregalo alle u uppe del generale L cchi, giunse a I3rescia il 3 luglio, combattè a Cw tatone, a. fianco del 10° regg. di linea n apoletano.

Belgrado (lat. Singid111111m e nel )fedio Evo Alba. B 11lgarornm e Bclqgrallm11). Capitale <lolla Jugoslavia, alla confluenza della Sava col Danubio. Fu celebre forleua. all'epoca delle guerre dei Turchi, forti ficata particolannente dagli Ungheresi, i quali la ebbero nel scc. XIV. I. A ssedio di Belgrado ( 1439- 1440). Fu posto a lla. città dal sultano Amum t II. Durante questo assedio si ebbe il tentativo d i una rudimentale contromina con là. polvere. Ave!1do il sultano, per mezzo di cunicoli, cominciai'~ ad ava nzars i verso le fo11da.mc111a delle m11ra, Gio.v ann i Vrano Castellano di Belgrado, di famiglia Ungherese ma nato ed educato a Firenze, condusse un cunicolo opposto, riempiendolo di salnitro, polvere di bombacela, ed altre cose atte ad ardere ed a cacciare repen tina fiamma e grande fumo, lasciando a lla cava uno spiraglio solo, turalo il rimanente. P oi quando sentì il cunicolo dei turchi giunto a piè delle mura e che s tava per sboccare ne l silo, diede fu·oco alla polvere e: colla fiamma e col fumo uccise i cavatori nemici, con ta le danno per Amurath da costringerlo a togliere l'assedio, dopo sette mesi d i lotta, e 17.000 u. perduti d ai Turchi. In questo stesso asscòio, come narra'. lo scrittore bìz,n.mino Ducas, i difensori · lanciavano << da una. macchina di rame» palle di piombo grosse quanto una. noce, capaci di attraversare il corpo di due uomini protelli da armatura, per mezzo di una combinazione di. nitro zolfo e carbone cui ,·eniva appiccato il fuoco ». II. Battaglia di Belg.-ado ( 1441). Dopo lo scacco dell'assedio sopra accenn a to, il genera le turco Isciabcg, a. c:ipo di un grosso esercito partito da Semendria, a.van~ su Belgrado, in mezzo all'incend i; - all:i strage, al saccheggio- prodotti dalle sue trupp/ G iovanni H unyadi, duca di Transilvania, assun se in nome del re Vladislao, III la cl irezione delL-t g uerra, e affrontò e sconfisse presso B. l'esercito ottomano.

III. Assedio e battaglia di Belgrado ( 1456). :\ ppartiene a lle guerre di Maometto II contro i Cristiani_ Verso Ti., il potc11te baluardo dei )lagiari, mosse ::\faometio nella p rimavera del J456, con ,111 esercito d i 150.000' uomini fornito d i n umerosi e potenti cannoni servili da. cannon\cri magiari, tedeschi e italiani. Nel giugno la città era comp!ctarnentc investita, anche d,d ln parte del Danubio, do,·e crasi stabilita una flottiglia di 200 pie-


Belgrado n<il secolo xv

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cole navi tu rche. Sui primi di lu glio le batterie cominciarono il fuoco contro le mu ra, armate di u n centinaio di cannoni. D a qt:indici giorni durava il bombardamento, 'quando sopraggiunse G iovanni Hunyadi, con un esei,cito compo5to d i Ungheresi, e <li una quantità di Crociati d'ogni condizicne, incita ti a lla lot ta con tro gli in fedeli d a lle prediche di fra G iovanni d i Capistrano. E ra.no 60000 u., ma le armati, inqu adrati da u n certo numero <li lanzichenecchi tedc~-chi e 'polacchi. Il primo colpo, tentato con tro la flottiglia tu rca, riu~cì felicemente. Una .piccoh squa dra cr istiana, appoggiala da tr uppe a terra, riuscì il 14 luglio, dopo aspra lotta durata cinque ore, a sconfi ggere le navi tu rche e a catt:ir.arne una p ar te . Allora Hunyadi si gettò nella, città con parte delle sue truppe, e ne difese eroicamente le opere esteme, fi.!1chè nc>n bruno ridotte a ,m mucchio d i rovine; quindi fece passare il fiume ai Crocia ti rimasti sulla sponda sinist n. e affrontò (21 luglio) l'assalto decisivo che Maometto la1,ciò contro ie mura . Al mattino del giorno seg\lentc, dopo lotta fur ibonda, i G ia nnizzeri riuscirono in alcuni punti a superare le m ura e a penetrare nell' interno. nfa, giunti fra le case, vennero da ogn i par te a.s~a lit i e fatti :i , pcui o rc3pinti. frattanto il Capis trano aveva p reparato fascine impregnate di zolfo, e, 1c<.esele, le aveva fatte gitta re sugli ass_a litori. I Turchi accennarono a cbdere, e allora i ,Cristiani, en tusiasmati, s i slancia,·ono in massa ff°pra d i loro e ìi caccia rono fino a l loro campo. L a lfita si accese furiosa anche qui, ma i Turchi subi rono una grande sconfitt;,, in una lotta che d~trò fino a sera, perdendo tutte le loro artiglier ie. E dur;mte la notte si po$ero i..'1 r itirata, protetti d a un corpo di 6000 cavalier i giunti loro d i fresco. :Maometto era r imasto fer ito nel combattimento : aveva r,erduto nell'assedio e nella battaglia 24000 uomini 11onchè le sue a r tiglierie; fra es.se furono trovate d od ici bombarde grosse d i bronzo, di venti pàlmi di lun ghezza. I V. As.,edio di Belgrado ( 1$2 lJ. Fu posto alla. città d:, Solimano Jl. Durante sei sett imane battè le mu ra rr,.. fuxo continuo, sierran<lo ogni gion,c, furiosi assalti, finchè co3trinse, il 20 agosto, la guarnigione a ca~-.itolare. V . A ssedio d i B elgrado ( 1688). L a Porta era in possesso di B . fin daWanno 152 1; divenutq ì'elettorc ~'lassimiliano di n aviera generalissimo òelle truppe unghe-

resi sotto l' imperatore Loopoklo, cominciò a battere i Turchi alla Sava e Ii insegtù fin sotto Belgrado cheassediò il 30 luglio 1688. Dopo 25 giorn i d i attacchi, il rnnnone tede,co vi aveva fatto breccie sulle mura da ogni parte. Intimata la resa, che venne rifiutata, nel mattino <lei 6 settembre fa dato il segnale dell'assalto, genei·:i.lc per le varie breccie. Al gr-ido di << D io è con noi » le truppe ted esche si gettaro;10 a lle 10 1/ 2 sui: T urchi con tale vigore da ricacciarli d ovurlqae e inseguirli. Il co:nbattimenlo fu terribile. I Turch i, 9000 uomini agguerriti, ·r iuniti i p.ropri sforzi si battono con furore; gli I mperia li rinculano passo a passo e stanno, rcr cedere, qu ando l'elet tore d i Baviera cd il Principe Eugenio <li Savo ia s i mettono alla testa dei battaglioni, gridando: ,, Figliuoli seguiteci, bi~ogna vincere o mori re ll . T orna.no all'a<SSalto; il P rincipe E ugenio riceve un fendente sull'elmo da un giann izzero ; ma lo trafigge e caln,o cont inua a comba ttere. L o ~te,,o elettore· d i Bavien1 ~ fer ito da una freccia alla guancia però il coraggio gli s i raddoppia e schiacciato il nemico n eriporta piena vittoria. B. viene i11ondata di sangue; la guarnigione di 5000 Turchi 1esta atrnicntala; ma :uiche i Ted eschi perdono 4000 uomini. Però conquistano• un rilevante bottino. VI. Battaglia di Belgrado ·( 1690). L a clamoros,a conqu ista <li B. del 1688 a veva r ìempito d i gioia l'im~cro_ Ma il Gran Vis ir Mustafà Koproli si presentò davanti a.Ila fortczm con un p oderoso esercito; e v i pose il: blocco. Sap.,'.o che gli I mperia li venivano in soccorso, della guarnigione, con metà delle sue truppe si apprestò a forzare le trincee, coll'alt ra puntò verso la Sava per contrastan1e i! passaggio. Tale piaJ1c era. ardito, 1na· pericoloso. P erò d opo otto giorn i d i bombardamento le-artiglierie turche avevano aperte -diverse breccie nelle mu ra, e per di più avevai10 tolpito nna torrc- ma.gazzino

di polvere, che scoppiò portando la rovina. N'e appro-fìttò ::lfostafà, àan<lo l'immediato a,sa lto colle sue truppe alla citti, che riusd a prellélcrc a malgrado dell'eroica <lifc,a degli I mperiali, r itiratisi 1'8 ottobre oltre· D anubio sotto gli ordini del genernìc d'A~;Jrem,:nt. Seimila soldati tuttavia f uroi'lo ma.ssacrati dai Turc~1i, e--

buon,t parte degli abitanti. Inutilmente ucl 169--1 il Duca. d i Crc,i ne tentò la riconqu ista con w1 colpo <li mano, giacchè il Gran Visir•. gli si contrappose con un potente esercito.


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1° l'<hoMOn i clC111'l l rmpnrlall• prima della lrnu.ag·J(a: n) IIIH' a •1 i rl:'ronvanai.lonc: l'J) linea cli •controvailaztonc: e) 1.r inc·ce cli tiaue,•ic dei t:rlsLian i conlro Bel~TildO; _Il) ba.ltClrlc cli 20 cannoni Cl 15· mortai cnu· 10 truppe <l'osservazione aglt ordt111 ciel generate Haubcn: e) tr•nccr e bartPrlr sulla riva st ni~t1·a drl Oam'blo agli ordini CIC>I colonnello :'ìcu. perg; /) testa di p011tc per copriN il ponte sulla sava. Pos1z1ont dei Tu1-cbl: g) ~ltu11zione clcll'eserc;w turco rtes1111 ,to " r-1r toiclicre J'a,;<,rdio ,une allurc ,11 Bayuna -0 Dtc11na; h) campo tI'inccraw rnrco; i) trincee o haucrte t1Jrrl1o .co ntro la linea cli rontrova 11azlon<1 degli tn ll)e rlali. 2° Posizioni dOI (:rlsuan l nel giorno <lell a IJattagJta: 1,) cc,n1i·o 1• li1wa. ?~ batta1tlto11 1 e 23 compagn ie grn11atle1·1 -comanclat.i ria.I conti Harrarl< e. Stabrcn-tbcrg; O centro 2• linea, 18 baLtagllont comnnclatl dal principe di llel'ern: ni) ala destra, 11 reggimellil dr cavallerla m due 11ne1:: 1• coman<1.~n1e conte Ebcrgnl, 2• r:omaodante generate )tc1TY: 11) ala sinistra, 12 rcggimemt di t'ava.llerin In clnc lince: 1• com:mdante conte ~1ontcc<1t'Oll, 2• ,-omanaan:e coni.(; .\ lartigni: u) arl!glterla, 36 pezzi ClavanH al Cl'Dtro, ,i ro.JMnc!II al,1 cleMra, r, rnteonetti ula sinist1·a: 71) i•i ,;ervn. 9 hatÌtagUon1 e compagn ie trunat1er1, agli orcltni ch:-1 rch1 m arc'dClallo Sc.J,cm1orr : ql corpo cli osse1·vaz1one p11r 11, sonei;lllanza della ro1·1.ezza: 7 rrgg·lrne:nt l di cavail erta, 6 lJaL1atllonl cli .f,ante i·la, -i co111pag·n1c cli g rantnleri, ~omandall tlal reJd maresciallo Vlard. VII. ,l ssedio e l•a./taglia di Belgra.!o ( giugno-agosto 1717). ti principe Eugenio cli Savoia, d ivenuto ce lebre per le sue vittorie in Euror,a ed Asia, s'a·,anzò 1'8 giu_gno 1917 ,·erso B. con un c.crcito di 150.000 uomini; molti principi francesi lo seguirono per apprendere da iui l'arte degli assedi. L 'esercito accampò su lle alture -<li Visnitiga e<l arche il carreggio potè arrivarvi indisturbato. quantunque stormi di Tartari battessero la ,cal'npagna.. II conte Palli venne inca.rica.to di invcs1ire la piazza. Due giorni dopo il P. F:ugenio fece in persona una ricognizione, e scorto dai Turchi fu attaccato; ma l'ufficiale turco che lo inseguiva pagò con la vita la sua 1emcrarietit, cd i 111ussulmrun i vennero dispcJ·si. Lungo il Danub:o !e galere e i ca icchi turch i con le proprie arti_glierie disturbavano le opcrazioui di invcs1imento. Eu-

genio ordinò d i distruggerle. e un lungo combattimento si svolse sul fiume con esito favorevole agli Imperiali. JI blocco <li,·cnne così generale. Lince di circonvallazione e controvallazione completarono il sistema di attacco e difesa; per collegare le sue operazioni il Prindpc fece get tare ponti su lla Sava e Danu•biò. Un'u rag'ano però li -distrusse ed i T urchi ne vollero approfi ttare per disturbare gli Imperiali, che attaccarono nelle ridotte di Hessois ma le trovarono foneme.nte difese e non r iusci,rono a. p renderle. ll 22 luglio tutte le- batterie dirette contro la piazza si lrO\'arono smasche•ate e bat1u1e. La guarnigione, forte di circa 24000 uomini, rispose però viva.mente al fuoco; ma ben p resto i suoi pezz i vennero smontat i e fu costretta a rilllancrc spettatrice inattiva degli effetti terribili del cannone imperiale. ~fa d'improHiso sulle al-

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:ture compar ve l'esercito del Gran Visir forte di 50000 .uomini in perfetto ord ine di battaglia. Il Principe Eu.genio si trovò allora nella posizione di Cesare all'asse.dio di Leucade; egli bloccava B. ma a sua volta era ,bloccato daLle Ione turche. Cir,:ondalo per terra da t utte le parti, egli sarebbe stato perduto se fossero state ,violate le trincee. I Turchi inizia.rono il tiro d elle artiglierie il 2- agosto e nella notte dal 14 al 1S a gosto forzarono le trincee d i fronte al centro imperia.le, spingendo i loro approcci fino a cento metri d a lla linea cristiana. Allora il Principe dècise come Cesare di preve11ire l'att;i,<.-co ,lei Turchi ton una offensiva contro le trincee n emiche, Le forre, come rL5ulta dallo sch izzo sulla battaglia, .erano così distribuite~: Esercito Imperiale: 62 battaglioni di fanter ia, e 200 .squadroni di cavalle1,ia; n el complesso una forza d i ciria 70000 uomini. L 'esercito turco aveva: guarnigione <:!ella piazza 24000 uomini ; esercito esterno fra gianniz.ze.ri, milizie asiat iche, m ilizie europee, Tartari e Spahis 150000 uomin i ; in tota le dunque 17'1000. Il piano d'attacco del Principe Eugenio, circondato. da. :tre settimane dai Turchi, ed assillato da 250 bocche da fuoco, era quello di get tarsi sul campo nemico e, se lo trova va disposto, ·impegnarlo in una bat taglia generale . Prima dell'alba nel massimo silenzio fece uscire dalOa linea di controvallazione tutte le S'.le d ivisioni, cavalleria in testa, mettendole nelle posizioni prestabilite '(k - m - n ). La r iserva rimase ent ro la linea predetta. ~\l[entre la fanteria segue il movi mento, i l conte Eber_gni in-:cppato da una fitta nebbia, anzichè appoggiarsi alle due r idotte (f) dell'ala <l~stra, giunge alle prime .t r incee de i giannizzeri che mettono l'allarme fra i Tur.ci1i. Le due cariche di cavaller ia <lell'E bargn i, sono respinte da i Turchi finchè la prima linea della fanteria, .dopo molte ore di comba.ttimer.to, girando a destra ristabilisce il conibattimento . La 2' linea continua a sboc-cure dal campo.

La mischia s i diffonde in tutto il campo, ed Ebcrgni -caccia i Turchi dalk trincee, toglie loro le batterie ( i), ,delle quali dirige il tiro sul ca mpo turco, :,\.fa la prima .linea della fanteria nel suo movimento a destra lascia .a l cen tro una lacu na nella quale penetra un corpo turco, con l'intento di spe1,zare la liHea. G li imperiali per mettersi al copeno p rendono dalle due parti posizioni -di difesa. che piegano verso l' in terno. I n questo momen to sp2.l'Ìta la nebbia il P. Eugenio vede con un colpo d'occhio l'intero can1po d i ha tt<1glia. La seconda. li·nea della fantcri<1 rompe la resis tenza dei Turch i che erano pene trati a l cen tro . Le Lruppc dell'ala destra giuncte a l trinceramento pr incipale del n emico r icevono l'or,d ine di dar"i l'assalto, riuscito egregiamente colla dist ruzione dell'ala sinistra t u rca. Kcllo stesso tempo l'ala sin istra degli imperiali piom,ba sul nemico ; 6000 Bavaresi p; ecedono tutti sotto i l comando di La Colonnie. Il Principe Eugen io li segue ,con tutte le forze punta ndo sulle a lture di Batyna, I Turchi dopo questo impro\'viso attacco sono r igettati .dietro il loro principale trinceramento. U na batteria di JS grossi pezzi d ietro la qua le stavano 20000 gianniz.zcr i, e 10000 Spah is comin cia a bat tere l'ala sinistra imperiale, pe1 ò d'm·clinc del Principe E ugenio la batteTia è presa d'assalto e d istrutta; le truppe messe in i uga. Poiché le truppe t ur,hc del cent ro s'ava.n zano werso l'ala destra, il P r incipe riunisce le sue truppe, e

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marcia sulla nuda campagna verso i l nemico. Sono le 9 del mattino, I Tu-r ch i presi da un ,p anico terribile prendono· la fuga; un ultimo attacco perè- viene sferrato da stor mi di Tar tari e Spabis sulle truppe imperiali avanzate; un reggimento difatti viene massacrato, ed il Principe 'ferito da un colpo di sciabola; infine tali stormi si spczza1,o contro i granatieri, contro due reggimenti cli dragon i che li mettono in fuga con una: vigorosa carica, La battaglia è vinta. Risultati d ella vittor ia furono : 131 cannoni, 20 mor tai, 52 ban d iere e molte m unizioni e vettovaglie prese dagli imper ia.l i. 10000 morti turchi ci rca, 5000 feriti ed altrettanti prigionieri; 3000 uccisi nell'inseguimento. Gli imperiali pcrdettei'o 1846 morti, 3 282 ieriti, Belgrado si arrese il 17 agosto, e molte a ltre v i-azze. forti nel corso della campagna . Le cause clélla sconfitta dei T urchi, si attri buiscono: 1) alla perdita di tre settimane da par te del Gran Visir dopo ij suo arrivo alle spalle dell'esercito imperiale, _. 2) a lle eccellenti disposizio;,i d'attacco del Principe Eugenio. 3) alla supposizione avuta per tanto tempo dal Gran Visir d i non aver di fronte che una parte dcll'eserdto imper iale, e a lla sua negligenza nel concentrare le proprie forze nel punti minacciat i, 4) alla si:perior ità dei T edesch i in quanto a discip.l ina e tattica, ed al valore spiegato in quella giornata . 5) a ll'influenza morale d ella fama del Principe Eu genio sulle p roprie truppe e sul nemico . VIII. Battaglia di Belgrado (Estate del 1739) . L'in vid ia fra comandanti austriaci avc·: a fatto dimentiore le b ,1one massime militari, e -l'annata Danuòiana era disseminata in punti lontani anche dalle nC1.turali r isorse. In ta li condizioni ne prese il comando il generale Wallis, impres-sionato dalla sorte dei predecessori. Le forze a sua disposizione erano di circa 60000 uomini. Di fronte egli aveva i Turchi con forze pressochè doppie. Wallis però deci;e d i marciare contro d i loro, sen-za dare disposizioni. Atta: cò i Turchi con la sua ca valleria su <l'una strada . incassata presso Grotzka dove essa non s i po teva spiegare e difendere, coskchè fu falcidiata dai giannizzeri Jìno a che non venne raggiunta dalla propr ia fanteria, Essa fu dunque condotta a l macello con imperdonabile imprudenza . Gli imperiali si ritirarono sulla sera avendo perduto 20000 uomin i, Guai se i Turchi avessero potuto insegu ire il ì.Vallis cd il re.;to èel suo ese:rcito I S tordito da questa d isfatta Wallis aggiunse errori ad errori. Quantunque raggiunto dal gener.a!e i\ cuµeJ·g con. illl grosso distacC<unento, non s i credette sicuro che nei t rinceramehti di Belgrado. Inseguito dal Gran V is ir, abbandonò anche la p iazza e ripassò il Danubio. L 'imperatore imp ressionato d a tal i rovesci, ordinò a. ::\Teuperg -cli trattare la pace, che costò all' i!11pero la perdita della Serbia e di B. Il Wallis fu condamiato agli a rresti nella forten.1. di Briinn, ed il X eu pcrg in qudla di Graz. IX. Trattato di Belgrado (lS seHembre 1739) , Segna la pace fra l'Austria e la T u rchia. La prima restituiva alla T urchia la città di Belgrad o e la fortezza d i Sabachz, con arsenali 1 cannoni, n1aga2zini, ccc.; la provincia d i Serbia, n ella quale trovasi Belgrado, per cui il Danubio e la Sava segneranno i limiti fra i due imperi; tutta Ja Valacchia austriaca, compresa la pa.rtc montuosa e il forte di Pcrisham, che doveva però

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es~ere dcn1olilù senza poter essere più rico5truito; l'isola .:: la for tezza <li Orsowa e il forte di S~nta Elisat,ctta. ,\ ll'Aust ria rimaneva il Danato di Temeswar fino ai confmi della Valacchia. Veniva concessa auu1istia ai ~fr,Jda,•i e,I ~i Valacchi che avevano preso parte all'ostilità nel partito dell'Imperatore. La Turchia si obbligava a reprimere e distruggere i pirati delr Adriatico e del ).l[eJ h crraJ1eo. Gli Ungheresi che, ,-ibellalisi all'Austria avevano cercato a3iio in Turchia, dovevano essere allontanati dalle pro,·incie di confine e obbligati ad abitare in luogo cbc la Pona avrebbe loro assegnato. Questa pace fu molto vantaggiosa per la Turchia, ma umifiantc per l'Austria. Tutti gli sforzi fatti in seguito dall' ,\ustria per vendicare l'onta <li questo trattato furono vani, e le disposizicini in esso contenute rimasero in vigore fino al trattato di Berlino (18i8).

X. Trattato di Belgrado ( 16 settembre 1739). Segna la pace fra la Russia e Turchia, mediat rice e garante !a Francia. Fu stabilito quanto appresso: I confini fra i due Stati saranno quelli stabilili dai precedenti traltati; la fortezza di Azof sarà demolita · e il territorio d i essa., sccontlo i limit i fissati nel tratta to del 1700, reste.rà deser to e servirà di barriera fra i due Jmperi; la Russia potrà costruire una nuova fortezza presso l'Isola di Ccrcask sul Don. e la Turchia un'altra ai confini del Cuba11 presso Azof; i Cosacchi, i Calrnucchi o altri ])()'poli soggetti alla Russia no11 faranno atti di ostilità c011tro i Tartari della Crimea o altri popoli soggclti alla Turchia; nè questi contro i territori dipendenti dalla Russia; la grande e piccola Cab.uda resteranno libere coi loro abitanti e serviranno di barriera fra i due Imperi; la Russia non potrà tenere armate sul Mar Nero, e quivi il suo conunercio sarà fatto con ,-ascelli Turchi. Lo scopo al quale mirava la Russia con la guerra, che era costala il sacrificio di ben centomila uomini, non fu raggiunto con questo trattato. Infatti Azof rimase ai Turchi, e la libertà del :Mar Nero non fu ottenuta. E' da osserrnre che la Russh, male assecondata dall'alleata, che subi,·a continue sconfitte era per giunta minacciata di guerra. dalla parte dell~ Svezia, .la qua le aveva fatto en tra re le sue truppe ·in F in landia, e stava negoziando contro di essa un lrat lato d i alleanza con la Porta. Inoltre una cospirazione della nobiltà a,·eva riempito di spavento ranimo della Czarina Anna, la quale, non volendo compromettere l'opera di P ietro il Grande a l Nord, col pretesto d i compierla al Sud, dovette concludere il presente trattato. XI. Assedio e presa di Belgrado ( 1789). L'import:u1za della ciuà forte di 13., spinse nuovamente l'impero ad impadronirs~nc l!e! 1789. Sui primi di settembre un'ar-. mala a us triaca agli ol'dini d el maresciallo Laudon, s i presentò nei pressi di B., for:c ùi circa 80000 uomini. mentre il Gran Visir era impegnato contro il principe ,li Coburgo presso FoJ..sani. La guarnigione d i E., comanda ta da Osman Pascià, .si trincerò fortemente. L'l 1 sct\embre il Lau(Ìon, µassala celermente fa Sava, si diresse contro l'entTata della for tezza, ma il presidio rispose con intenso fuoco. Intanto veniva in soccorso della guarnigione una colonna comandata da Abdi Pascià, che, giunto il 30 settembre nei pressi della cil!à,, s fcr:·ò 1111 a~salto contrn le truppe imperia li, e liberò 1 bassi sobborghi che erano caduti nelle loro mani. In scgu;to però giunse al comandante della piazza la no-

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162 11z1a della vittoria del Principe di Coburgo riportala il 21 settemhre cd i! valoroso o~•nan Pascià dovette cap itolare 1'8 ottob,·e.

XI!. B. fu restituita ai Turchi con la pace di Sistovo nel 1791. Il 12 febbraio 18Q-I però i Serbi, sotto Giorgio C.terny, insorgono contro la dominazione turca, e il 23 sc o cmbre del 1807 conquistano B. Xel 181.3 Czerny fugge in Austria battuto dai Tul'Chi, i quali riconquistano B. Pnò nd 1815 avviene altra in~urrezione clri Serhi sotto ~[ilovÌ'C ObrenO\·itch, e nel 1816,. in seguito ad accordo coi Turchi, B. e la Serbia hanno governo indipendcme. Nella pace d i Adrianopoli è confermata ( 14 settembre 1829) l'autonomia della Serbia con B. ça.pitalr., ma sollo la sovranità <lei sultano, il quale tiene guarnigione ndle piazze forti. Nel giugno 1862 B. è di 1•uo,·o teatro di conf!illi sang•.1inosi frr.. Turchi e Serbi; i Turchi. <lalhi fortezza bombardano la città. L'8 settembre a Parigi si conclu<lc un accorcio i n seguito al qual0 i Tùrchi <le1•ono evacuare B. );°e] 1867 i: accordato lo sgombro di tutte le truppe turche dal territorio e fortezze serbee B. resta capitale del Regno. Senonchè nel 1876 scoppia una nuova guerra colla T urc:hia; B. stava per essere occupata nuovamente dai Turchi; J)<!rÒ la pace <leL 28 febbraio J8i7, colla mediazione della Russia, ristabilisce lo « statu quo», ed il u-.illato di Berlino ( 1878) conferma la Serbia indipendente con B. capitale. XIII. Belgrado (ca,mpagna 1914- 18). Dopo l'cocid iodi Scrajevo e la conseguente dichiarazione d1 guerra alfa Serbia. da parte dell'Austria-lJnghe.ria, B. venne bombardata nella nolle dal 28 al 29 luglio 1914 dagli austriaci e ribombardata dalle a lture di Semlino il 31 luglio . In d ue successivi momenti le truppe austro-ungheresi tentarono il passaggio del Danubio e della Sava; ma le batterie serbe, poste' sulle alture di Ilenitza, obbligarono gli Austriaci a ritirarsi, mentre i Serbi fecero saltare i ponti. Dopo tali insuccessi le artiglierie au striache s i sfogarono a bombardare la città ormai abba.ndonata dai Serbi; gli Austriaci l'occuparono in fine no,·embre 1914. Senonchè dQPo 12 giorni in seguito a.Ila vittoria di Topola. (dicembre 19 14) Re Pietro, alla testa delle sue truppe vi rientrava trionfante. P erò gli imperi centrali prepa rarono un a poderosa. offensiva, e B. venne nuovaruente abbandonata dai Serbi che si limitarono ad una d ifensiva temporeggiante. Solo alla fine dell'estate del 19 15, B. torna in campo come primo obbiettivo di un'offcnsi ~a in grande stile. I l generalissimo Von Mackenscn, incaricalo d i !.,attere decisivamente i Serbi, destinò la. 3' am1ata pcl passaggio del Danubio a E. La citi.i era stata n el frattempo messa in istato di difesa dai Serbi che oltre a.Ile fortificazioni prebelliche vi aveva.no aggiunto: Una posizion<: di difesa al bordo del fiume con opere accessorie; una a lla scarpata della ferrovia; due µunti d'appoggio colle fortificazioni di KalimJgdan e cli Vracar con casematte e muraglioni; u11a linea cli fortiJicazioni a sud dc.Ila città, appoggiata alle alture d i Tia.11ovo, Topcider.ko, e Zeleno. Anche l' isola degli Zinga,-i era. fortificata. La guarnigione di B ., sulla fine del d icembre 19 15 ~ra di una divisione combinala con truppe delle tre amiate e della forza di 20 battaglioni di far.teria agli ordini del generale Zivkov ic. Ben forniti di munizion i e viveri i forti, . e le trup pe con morale alto. Vi erano inoltr~ pezzi da marina francesi ed inglesi. Le forze destinale all'attacco di B. erano: VIII corpo d'ami. austro-ungarico a. Str.

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Parova; corpo di r iserva tedesco XXII a Ruma; XIX corpo d'arnut;t a Tova:rnik; comando della 3" armata ~ Uj ividek . L'a r tiglieria pesante fu mandata subito sulle posiziont d i combattimento. l i p iano d'attacco di B . era d i formare due grupp i col III corpo d 'annata; essi dovevano agire autonomamente protetti dalle rispettive artiglierie inrnricatc di 1,rcparare con tiro di distn;zione il terreno per l'assalto e pr<He2g~re il pa,saggio del fiume . Il 30 settembre 1915, il III corpo emanò l'ordine pel passaggio: l'attacco era prestabililo per il 4 ottobre. I cor p i I ed VITI dovevano passa.re Sava e Dam1bio a, valle di Kalimagdan; il XXII <orpo

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tc,~t'Sc.:o <li riserya •passare i fiumi per l1isola 1ni-

nore e rna('.g iorc . Proibitò ogni tentativo di passaggio in vicinanm di .B., finchè l'artiglier ia serba fosse intatta. L'aviazione 'n iziò una atten ta r icogn izione rilevando la dislocazione dei Serbi. A l!otte a lta •l e batterie occuparcno le pos izioni (6-7 ottobre 1915). Al gruppo <l'esertito ciel Fe!cl,riarescia llo :Mackens~n fu asstgnato un completo equipaggio da ponte, g ià ::t posto dal 5 o t tobre ira S:a r i e NoYi-Banovci, con barche a Zen:u n . Vérso menogiorno del 6 ottobre venne aperto il bombardar.1ei;lo con trncpo pessimo e durò lento fino alle 14, dalla quale ora di venne generale ed intenso; si ottenne ,ma profonda distruzione delle vecchie mura della for tezza a Kali'lllagdan, e della scarpata della fer rovia . L 'arti;,lieria ser ba r:spo~c con r ar i colp i su Zemun. Nella notte dal 6 ;,l 7 ottobre s i iniziò il passaggio dei Ji·umi Danubio e Sava, che in gran parte riuscì di sorpresa per 1 S~rbi verso Kalimagda,n . A malgrado della sorpresa r erò, s.i:i per la valida difesa fatta d ai Ser bi, sia per le pessi me condizioni meteorologiche e la. conscguent ~ viok n1a de!l,t çorrentc c!~i fiumi, i li austr o-tedeschi subircno fortissime perd ite. Ad ogn i modo i l 9 otloDrt' 1915 t·ntrarono in B. incendia11dola ; quindi procedettero coi1 170 battaglioni per la valle della. Morava e si diressero ver30 Vr an ia ed Uskiib . B. r imase in potere degli imperi centrali fino al termine della guerra (2:! otto bre 1918) a llorquando le truppe austro-tedesco-bulgare sgombra rono coonple tamentc ia Serbìa . R . vta.i.le

provv isoria.mente occupata, dopo il 4 novembre I 918, da truppe franco-ser be, d islocate tra. B . e R usciuk e divem~e poi capita le del nuovo Stlto Serbo- Croat0-Slove.no.

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Belgrano (Mr:muele). Generale argen tino

( 17701820). Iniziò la carriera militare partecipru1do a lla lolta ( 1806) contro gli Ingl<'1si; nel 1810-1 l combatti:: col grado di generale cont ro il P araguay; nel 1812 - 13 fu comandante <.icl!e trnp,pe nazionali ne l Perù, combattè per quattro .anni ancora centro gli Spagnuoli. e vi11sc le battaglie di Tucuman e d i Salt a . Tornato nel 1815 11el Pe:rù, combat tè per quattro anni ancora contro gli ,Spagnuoli. Fn uno degli artefici dell"ìndipendcnza del Sud Amer ica. Nel 1926 1.111 monumento al gen. B. f u eretto a Genova..

Belidor (Ber11c.rdo Forét d-i). Ingegnere militare fran-

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cesc (1697-176_1) . App_licatosi a.gli studi balistici, scopr ì il modo c!.i rispa!7niare polvere da sparo, di cui si tac~va grande spreco nelle grosse ca riche del le armi. Scrisse vari lavor i, f ra i qual i « Il Bombardiere francese "• che è reputato il suo capolavoro; e poi « Sommario d 'a.rchitdtura militare»;« Trattato delle f m-tificazioni », ecc.

Belisario. Generale bizantino del 1 V sec. Trace d i origine, n. verso il 494, m . nel 565 . Ncl 528 er-a comandante a.Ila. fron ti<'..ra di P ersia, a llorchè, salito G iustiniano all'imHr11t<1or pero, gli affi:<lò il ~1.1premo comando clell'ese.rcito. Vinse. i P ersiani a Da.:ra (530) e subì uno scacco nel 531 a Callinicio. Chiamato a Costantinopoli durante la tenibile i11s11n·ezione d i Nica, sa.'1vò la monarchia bar<:ollante. R esosi pertanto indispensabile, divenne lo strumento d i tut[e le ambizioni ddl' imperalore. P.P..catosi in .Africa per ri·r)ren<lerla ai Vandali, ln tre mesi e due ba:ta;slic abbatti; il regno di Gcli!"1ero e trionfa lmente condusse ai piedi di Giustiniano p/indpc barbaro v.into e prigioniero. Dopo l'Africa fu la volta dell'I t,lia. Nel 535 Belisario occupò la Sicilia, e, dopo un breve so;;giorno in A rrica dove 1·epressc tlna r ivolta m ilitare, con poche forze, s'accinsc .~cl 'abbatter~ ii regno italiano cìegli Ostr cgoti. Napoli e Roma cadd~ro senza quasi resistere ; ma subito dopo, gli Ostrogoti, gui<.bli dal re Vitige, venne ro ad assediare Helisario in Roma; per un anno int1ero (marzo 5,,7 - :narzo 538) Beli~-ario, con meravigliosa energia, re,;istè a tutti gli attacchi. L'eroica difesa cli R oma decise della gùcrra· e pur contras:ato da i generali alle sue d ipendenze, specie :\'arsete, nel 540 .B elisario prendeva Ravenna. Richiamato a Cosl.antinopoli <la Giustiniano, che s i era ingelosito dei suoi rncccssi, fu incaricato nel 54l e 542 <li fermare i progressi d i Cosroc in Asia, e vi riuscì. 111 seguito ~u rimandato in Italia, dove gli Ostrogoti riprendevano il sopravvento (544) guidati da Totila. Que~ti, che era en trato a Roma per tr adimento, riconoscendosi impot~nte a tener la, l'aveva a,bbaJKÌonata, dopo a verla deva;;tata ed avern~ assai danneggiate le mura. Belisario l'occ,upò, ma assalitovi dai Goti dovette cederla. T ornò allora a Costantinopoli, che, ne! ~58, difese felicemente 'd al l'at tacco degl"i Unni. Semp-re sospettato ,da ll' imperatore, nel 562 fu implicato in una cospirazione, e dimesso da tutte le cariche, ma prima di morire riguadagnò i l favore <lell' i.m perntore. Belisario è l'eroe del regno <li G iust ìn iano, adoralo dai soldati e dal popolo.

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Bellangè (IjJJ,ol;to) . Pit tore d i ballaglie ( 18001866). Fr a i suoi quadri si distinguono « l,c Battaglia di Wagram » e un « Episodio dell'assedio di Seba.stopoli ». Bellano. Antich issimo borgo d i Lombardia nella sponda des tra del lago d i Como. -='< e] 1447 fu s accheggiato <lai ·veneziani, ritornanti eia Ber gamo, a l tempo d~lla,. guerra de-Ila Veneta Repubblica contr o i signori di Mi lano. E fu saccheggiato anche dagli Alemanni, passati colà n el 1629, d iretti a :Mantova. Bellarmati (Girolamo). Ingegnere militare del secolo XVI. Fu uno degli ingegneri italiani cl~e durante le guerre dell'I mpero (1536-1559) portarono e d iffusero


Brr.L

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in Francia i dettami della n uova ar te fortificatoria, eserc itandovi esclusivamente il m.tgistcro del!' Architettura Militare . Egli servì la Francia dal 1539 a) !555. Provvi<lc all'afforzamento dei confini del Regno sulla frontiera dL Borgogna, ove_. sorsero per opera sua le p iazze di L angres, Dijon, Nuits, Ve-soul, Besançon od a:ltre, che nel J 548 erano in completo assetto di d ifesa. Y."iglio di un fuoruscito senese, era noto in lialia come valente ingegnere prirna che passasse in Francia. I)al ca.rteggio degli ambasciatori veneti sembrerebbe che a~•esse servito anche la R epubblica. Nel 1540 iniziò i lavor i d i affor zamemo dell'Hiivre, -affidatigli d a Francesco I, che costituiscono la pagina più importante di quanto può n corclare l'opera del llellarmati al servizio della Francia. Egli creò di getto con linee ardite città e fortificazioni ed alle esigenze d i queste su bordinò il p iano edilizio. ,\nzic:hè il fortificatore, il llella·r mati potrebbe d irs i il fondatore d i Ha.vre, e ciò a ttestano numerosi documenti dell'e poca d ati in luce da. Gaetan o ::\IIilanesi a Siena n ei 1898. )/'el 1544 il Bellarmati venn" d'urgenza invia to ~ Parigi, ,per munirla in fretta contro gli in,peria li che avanzavano dali'Est, dopo la resa. di Saint Didier. Poco si conosce dei lavori d i d ifesa compiut i in quell'occa sione, ma alle fortificazioni di Parigi dell'anno 1544 si collega il ricordo d'uno dei più grandi artisti de.I Rinascimento, Benven uto Cellini, che nella sua « Vita l> ne fa p articolare narrazione. Chiamato per la sua fama dagli Estensi, venne a Modena, ove nel I 546 tracciò, e pare abbia egli stesso eseguito il trincera1nenlo del baluardo d i S. Pietrn, uno dei ' principali e forse il più grande e il p iù robusto della n uova cinta. :Morì in Francia n el 1555.

Bellati (Gi11-seppe) . Genera le, n . a Chiavenna morto a Como ( 1841 -1916) . Partecipò riuale volontario nel Cor-po Bersaglieri alla ca1npagna del 1859 e come caporale volontario n el 3° mggimento d ella brigata As5a11ti alla campagrui. de l1'Italia Meridionale (1860) in S icilia e nel N a poletano. Prese a ltresì parte cd grado di tenen te -cii fanteria a lla campagna d el 1866 e dopo a ver brillantemente frequentata la Scuo.la d i Guerra entrò da. capitano ( 1872) nel cor po di Stato Maggiore . S.i dist inse n el grado d i maggiore durai1te l'inonda.zione di Verona del 1882, meritandosi tuia p1ec!a1slh ~l'argen to al va.lor civile e promos:;o tenente colonnello fu capo di Stato M aggio.re delle d ivis ioni di Salerno e di N apoli. Nel grado d i colonnello ( 1888) co.mandò il l 7° reggimen to fanttlia ed ebbe ic fonzioni di capo d i Stato ma ggiore del II corpo <l'armata e promosso niai(f. gene.raie ( 1896) comandò la hrii;ata Pis!o ia e fu COJ11an<lan1e d ella Scuola Centrale di tiro di fanteria e de!h d ivisione di P a lermo. Tenente gcner:tle nel ]901, ebl.Je il comando della divi:sione di Alessan<lrht e n el -pcr i0do 1905 -1908 resse la carica di coman<ia nte generale. dell'arma dei ca.r abinieri reali. l i gen. Bellati pubblicò: « L'assoluto nell'arte della guerrn )l (Roma 1884); « Le ricognizioni m ilitari J> (Ro -

164 ma 1885); « La revis ione dei Codici P enali militari i, (Bergamo 1890); « Dialogo sulla tattica» (Parma 19001.

Emilio Be/lati. Genera le, n .. a :Morbegno m . a T orino (1845- 19 17). Partecipò alle campagne del 1866 e 70 e fu i1isQgnantc presso la scuola, di "\.! guerra. nel periodo 1880-82. Comandò da colonnello il 17° reggimento 1fanteria e promosso ma.gg. generale ( 1898) ebbe il comando -della brigata Calabria. Collocato in posizione a us iliari;i. a sua domanda, ( 1904), raggiunse nel 1908 il grado d i tenente generale nella riserva.

Bellay (G,iglie/1110 11,). Generale, d iplomatico e ·scrittore fra.n cese ( 1491-1543). Combattè a Pavia dove fu fatto prigionie ro. Nel 1528, si ad operò, ma inutilmente, per far restare Andrea Doria rul servizio d i Francesco I. Una tregua st:al>ilita ( 1533) tra. l'Inghilterra e la Scozi•a, u n trattato <lei suo re con i princ ipi lu terani della lega d i Smalcalda sono sue opere. Ne.! novembre d el 1537 prese pa,·te alla presa d i ;\foncalieri. Nomi.nato poco dopo luogotenente di F:·ancesco I a Torino e vicerè del Piemonte, imp iegò il s uo tempo· a contrastare i p iani del w archesc Del Vasto, luogotenente generale dell'imperatore nel M ilanese. Lasciò << Tre lib.ri sulla d iscip lina mil itare l> e un volume -d i << ::\IIemo,rie " · Suo fratello, lvfart -ino, m. n el 1559, lasciò nelle « Nlemor ie >) la narrazione delle guerre tra Francesco I e Carlo V. neHaM Emilio

Bellecombe. Comw,e della Savoja, circondario di Chambéry, sopra un affluente del Chéran. Nel 1287 Amedeo V scon fisse colà i Pelfinatesi, facendovi un centinaio di prigionieri. A questa battaglia parteciparono fanterie di Gex e dei comuni di Vaud, al soldo dei Savoia, primo esempio d i soldati svizze.ri mercer.a ri. Pidrr, Sarrazin di Bdlecoi;1be. GeHcmle france~r, n ato nel 1715, m. nel 1796. Servì n eHc colonie e s i illustrò con la bella d ifesa cli Pondichéry contro gli Inglesi ( liiS}. F u fatto maresciallo d i campo,. poi goyernatore di San Domingo, e nel 1789 luogoten ente generale . Ne! l i92 emigrò irl Gennania.

Bellegarde. Paese fort ificato s ituato nei Pirenei Orientali pres;,o la frontiera francese verso la Spagna, suJI'un tca Ji.iea d i comun icazione tra Perpignan e F igui.èrcs. Costrnito nel 1679, fu preso da.! generale s;:,agnuolo D on Rica rdos nel 1793, e ripreso nel seguente anno dal gcn. D~gommier. Battaglie di JJellegarde. Allorchè l'esercito spagn uolo neWa:prile del 1793 entrò n ella provincia de.i Roussillion il gen. Ricard os a ssediò B . erigendo una batteria d i _cannoni e una d i anorta i. Dopo avere saccheggiato d i\ crsi campi francc~i, passa to all'assalto deHc pos1z.ioni, i! forte d i Bnins si arn,sc dopo du e or-e d i bombardamento. Due giorni d opo cadde pure il forte La Garde. I l comandante della p iazza dichiarò ch e .fino a quando b cittudolla fosse s tata in tatta non intendeva, arren dersi e d ifatti ,,esistette p er parecchio tempo. M a i11finc gli Spagnuoli, ripreso il can.r.oneggiamcnto, riu scirono ad aprire la breccia , fi.nchè il comandant~, scarso d i viveri e d i r.mn izioni, decise <ii cap:tolare il 24 giugn o 1793,


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doro un bombardamento <li 40 giorni. La guarnigione o ttenne gli onori di guerra Subito dopo arr-ivò il gen . Dugommier, e gli Spa.gnuo• li, lasciata g~arnigionc a Bcllegar<le, batterono i n r itira ta . D ugommier vi ·pose allora il blocco, con 25000 uomini agli ordi10i di Augerau, mentre altri 10000 agli ordini del gen. Cbarlet., stavano in risc·rva. I! qua.:·tier generale di Dugommier era davanti a La Junquièrc. L 'esercito spagnuolo cm pure diviso in due CO'flÙ; l'uno di 50000 vc.r3o F igu.ièrcs; l'a ltro d i 15000 presso Puyarda. S tanco di stare in attesa, il generai.e La Union '!olk te:itarc di fr•:zare il blocco ed att'lccò Aurer:rn sopra S. Lorenzo di Moriga. G li Spagnuoli, battuti, non ebbero più s;:,eranza .di soccorrere B.; però la sua guarnigione resistette fino al 17 settembre, nel qua l giorno il .Marchese d i Valsa nta ra, che la comandava, propose al Dugonmtier d i capitolare. Questi però impose la resa a d i~crczione che venne accettata, e l' indomani i francesi vi en trarono, trovandovi 60 bocd1e da fuoco (18 settembr e 1794). Ruggero di Be/legarde. Maresciallo d i campo francese ( 1510-1579). Sen;ì agli ord ini del maresciallo di Thermes, e poi a quelli del du ca d'Angiò, che, diven uto re di Fr a ncia (Enr ico Ill) lo fece maresciallo per ricompensa di a\'ergli procurato alleanze in Italia. In seguito fu al servizio òei du chi di Savoia, i mpadronendosi del mar chesato di Saluzzo, Belle'garde; (Fcderic1J Eit•·ico, conte d·i). Grnerale e uomo politico austriaco di famiglia originaria della Sa-voia (1 760-1845). Da p rincipio fu ufficia le saSGonc; nel 1771 passò a l servizio dell'Austria. Combatté con· tro i TLtrchi nel 1788-89 e poi contro la Francia della. R ivoluzione e dc,ll'Impern. Nel 1799 ebbe il comando de ll'esercito d'cJ Tirolo. Fu presidente del consiglio aulico della gucr· ra d opo il 1805. Dal 18 13 a l 1816 f u governatore dei possedimenti austriaci in Italia; s i baltè contro il pri.n.oipe Eugenio e contro ::IJurat. Nell'anno l/:1.0 2 andò a riposo.

Belle-lsle (o Belle· Ile-en-r:ur), Isola sulla ro;,ta sud ·della Ilretagna (Francia) nel dipartimento <li Morbihan a 1:2 k m. dalla penisola <li Qui!leron. P la p iù grande delle isole Bretoni ed ha 43 km. di costa con divers i porti. Anticamente si chiamò Vind ilis; fu presa ,fagli, Inglesi nel 1761 e restituita alla Francia nel 1763. La cit tadella del Caste llo e a lcw,c batter ie costituiscono '.a sua d ifesa., T. Combatiime'nto di Bell,·-l s[e (22 novembre 1759). Una squadra francese comandai a dal Conllans, incontrò a l sud d i ./3. I, l'ammiraglio inglese Hawek . I l vento eta violen tissimo e il mare assai a gitato. Il combattimento si iniziò senza or-dine; la retr oguardia francese fu ar tnrcata da 8 n1 d i11glesi c~:l in hre,•c l'a battaglia diven tò genera le r iuscendo fun est a a i Francesi. T re delle loro n avi colaro no a fondo, d ue furono incendiate, .ana s i get tò sull,t costa, ed una fu presa dagli Inglesi,

16fì -

BEL

Però i vincitori stessi -soffrirono assa i, giacchè due delle loro navi vennero sommerse. La notte fortunatament e perm ise alla flotta frar:ce~e di sottrarsi all' insegu im.ento degli Ingles i.

II. Co;;,b,ittimenti di Bellc-Islc (1 i61) . Un primo tenta tivo di sbarco ùa pa1·te degli Inglesi (7 aprile) venne respinto: gìi assalitori perdettero 800 uom ini. Comparsi di nuovo con una ffotta di 115 vele agli or dini dell'ammiraglio Heppel, riuscirono a s barcare e si · trincerarono d i iron ie a forze francesi. Il 5 maggio un'azione di sorpresa dei Francesi cagionò serie perd ite ·agli invasori, ma nef!a n otte dal 14 a l 15 gli Inglesi assalirono Je trincee avversarie e cost rinsero i Francesi, sconfitti, a capitolare. IIL Combatti1ilento di Bclle-Isle (24 giugno 1795) . L'amll\ir. francese Villaret-Joyeuse, con 14 vascelli e akune fregate, venne n elle acque di B . I. a ttaccato <la una flo tta inglese ai comando <li Br idport . La linea francese fu ~spezzata. in due, e tre vascelli caddero in potere degl i inglesi, mentre- le aHre navi del Villarct r i4Jaravauo a Lorien t.

Belle Isle. V . Fo11quet.

Bellemare (Adriano Carrey Ji). Generale francese ( 1824-1894). F ece come colonnello Ja campagna del 187018i L Autore d i un libro: « L'Empire, c'cst la paix )l. Belleme. Citfa della Francia, nei <lip. dell'Ornc. Cedu ta da L uigi il Grosso ad Enrico I re d 'Inghilterra, sostenne nel 11 1.1 un a,scdio contro quest'ultimo, ma dovette arrendersi . ·:1\el 1226 fu p resa. da Luigi IX; le truppe <li Carlo VII la occuparono nel 14 12, e gli Inglesi nel 1417, m a ne furono cacciati dal duca Giovanni II nel )449. Saccheggiata dai protestanti nel 1562, occupa ta <lai leghisti nel 1588, dai real isti nel 1590, fu presa da i Vandean i nel 1800, e info1~ r ioccupata nello stesso anno dai repubblicani, Bellengé ( Gi11seppe) . P it tore francese (1800-1866) specialista nel genere militare, Allievo del Gros; app lica tosi, come tant/ altri in Francia, aUo studio delle campagne napoleoniche, produs~e inintenottamen te, divenendo uno dei p iù fecondi e reputa ti battaglisti, talcbè i suoi quadri -di guer ra si ,;ontano a centinaia. Iniziò con (( Batlaglia della M.oscova », e proseguì con le batt. di Fleu1 us, d i Loano, della Corufia, tutte ora nel :Museo d i Versailles; infine con « Combattimento di :Vfalakoffl,, «Bali. c i Solferino", (<Batt. dell'Alma» , ccc. Belleni (Sifoio) . Ammiraglio, n. a Bologna nel 1861 Ent.rn.t.o in servizio nel 18i7, raggiunse il grado d i contrammiraglio nel 191'1; fu d in,t tor c generale degli ufficiali e del servizi<> militare nel ;.finistcro della Mar ina dal 1913 a l 1915; venne colloca(o in posizione ausiliaria nel 1916 e promosso vice nmmiraglio n ella riserva nava le nel 1918 . Meritò nella grande guerra la croce d i guena pcl· avere in flitto al nem ico d anni rilevanti tenendo il comando di un reparto navale. In posizione ausiliaria man tenne lodevolmente la c:i.rica di direttore generale della Marina Mercantile. Belleni .411-rclio. Ammiraglio, fratello del precedente, n. a Bologna nel 18ì 1, entrato m sr1·vizio nel 1886, promosso contrammiraglio nel .1923. F u membro e se gretario elci Consiglio Superiore cli :!\farina ( 1923-l924ì; comanda nte della P iazza ma rittima e del R . Arsen ale


BsL

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della Spezia ( 1924-1925); comandante i11 capo interinale del Dipartimento Marittimo dell'Alto T irreno ( 1924); comanq ante superiore del Cor po Reali E q.uipaggi (1925); quindi direttore generale del personale e dei servizi nù lit<1.ri del :VIinistero de.Ila Marin a . Ven.ne insignito, nella grande guer ra, <folla croce d i guerra a.I valor militare poichè il 18 ,gennaio 1916, al cuma·n do della R. N. « Piemon te »., p rocodetlGi"al bomba.r<lamento, con t-angibili risultati, della P ia.7,7,a bu lgara di Dooe Agateh ins ieme ,con una d ivisione inglese cd un:1 nave f rancese.

Bellent an i (VincenBellcnl Aurel io zo) . Gen,:,rale, n. a Sor bolo ( Panna) nel 1824. Partecipò <la sottuf.lìcia le alla campagna del !848 e promosso sottot. nel 23° fanteria <lclk truppe- lombarde prese par te alla campagna del 1849 cd alla specliiione cl'Or icute del 1855-56. Si d istinse ne l.., la campagna dei 1859 meri tar~dosi una meda.glia di argento a.I Ya.lore nel fatto d 'a.rmi d i Palestro e riconfermò brillantemente il suo valore n ella campagnà d'Ancona .e Bassa, Ita.lia. ( 1860-61) d w·,rn te Ja qua le s i guadagnò trna medagl·ia d i l:xronzo al valore ,per la presa di Perugia e l'assedio d i Ancona e l:t croce d i cavaliere dell'Ord ine :Jvfilitare di Savoia 1.>:>J· la p resa <li CaB(l]Jentan1 Vincenzo pua. Fu insegnante alla Scuola M ilitare cli ~Iod-~,1a, ( 1862-1866) e prese ]}arte quale capitano addetto al quartier generale principale a.Ila campagna. del 1866 Promosso colonnello ( 1Sì8) C')mandò il 469 ed il 64'' reggimento fanteri<[, <lopo aver trascorso d ue ·anni nelJ'a r ù1a dei carabinieri reali quale com:tn{!aute della Leg ione To1'ino e della L egione Allievi. Collocato in posizione a usiliil.ria a sua domanda ( 1885), r aggiunse n el 1894 il gra;:lo dì maggior generale ne lla riserva. Bellezza (C'7'ioacchino}. Medaglia d 'oro, n. ad Oggebbio (~ova.rn) n el J801, morto a Cannero nel 1887 . Ufficia le ncll\u tiglieria sarda, nella giornata di Santa Lucia, col grado di luogotenente, s i meritò la meBellezza Gioa cc Il ino da.g lia <l'oro in un glorioso ep isodio, nel quale pori, salvare i suoi can non i solo medi,u,te il valore rldla !e,gione Volon tari Lomba.rcli,

1.66 comandata da quel Saverio Griffini, che già al ponk di Goi to (8, apri le) aveva meritato anch'egli la meda.glia d'oro a l va lor militare. Il BeJle7,za fu posteriormente insegnante dr scherma, nella qua.le era valentissimo, al!' .J\ccadernia mili tare, e della nobile a.rte f u ma.estro anche a i princip i Umberto, Aniedeo ed Oddone. Fu collocato a riposo nel 1863, col grado d i maggiore. L'episodio di Santa Lucia è così riassunto nella motivazione di medaglia d'oro:

« I n un momento grave, rima$tv solo in pos1z1one co,1 la sua sezione, apri a breve di5tanza un efficace fuoco,

supplendo ai pezzi i soldati mancanti e non indietreggiò se non quariclo vide che wl tiro de, suoi cannoni era r iuscito a renders i padrone del campo di battaglia (Santa Lucia, 6 maggio 1848).

Belli (Pierino) (li Alba (Piemonte), s ignore di Grit1zone e di Bonvicino e patrizio astcse (n. 1502). Datosi agli studi legali nell'allo1 a celebre Università d i P eru g;a, vi eccelse ta lmente che a 30 anni era. aud itore di guerra presso Carlo V, poi consigl iere bellico di Filippo II cli Spagna, i nfine .consigliere cli Stato cli Emanuele Filiberto di Savoia . J\cq1J.istò pertanto una conoscenza profonda. del fenomeno guerresco e vi scoprì, con geniale :.n tu ito, gli intimi rapporti colla civiltà . Dopo varì scri tti di giurisprudenza e letterario-poetici, pubblicò in latino iL volume « De re militari et bello», veramente precursore, segnante un caposaldo nel d iritto di guerra. Il Belli costjtuisce q1., ind i una genuina gloria italiana, essendo l' iniziatore <l<:gli stud i sul « gius » bellico; il T iraboschi riconobbe in lu i il primo che app licasse •la scienza delle leggi aJl'uso della guerra. Belti Carlo Edoardo. Medaglia d'oro, n. a Roma nel 1818, m. nel 1873. Proveniente dall'esercito pon tificio. passò nell'esercito italia110 ne>I 1865 col grado di ca.p iiàno. Guadagnò tla medàglìa d'oro n e l settembre .1 866, <l,ua.nte a lcuni: mot i avvenuti in ,P alermo, con la seguente 1notivazione :

« Coma,1dante il deposito del 70° reggimento fanteria. nel forte di Castella.ma,,e, ove, oltre a molto materiale. di guer ra, erapo r inchiusi 264 conda,nna.t i, riuscì1 con .rara p<'..rizia e

dcstre7,za, a p orre in istato (li cli fesa. il diroccato forte e quind i seconcla·re le azioni della fanteria, dando rifugio a cittadini ed a soldati dispersi ed al fornimento ài munizioni dei vari presidi dislocati in P alermo>> (1623 settembre 1866).

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Belli Salvatore . Genera le, n. a 'Pann:,. nel 1822. Sottotenente nelle Truppe rar mensi (1847\ partecipò alla campagna del 1848 n ei ranghi do! corpo di operazione di Lombardia e alla campagna de.! 184r, quale tenente nel 23° reggimen to fanteria del!~. d ivisione lombarda. S i distinse nella spedizione d i Crinwa <lei 1855-1856 meritandosi una med. di bronz.a al vak,rc ne! fatto d'1rmi della Cernaia., e, .dapo aver prc.so parte col grado di capitano alla campagn a del 1859 riaffermò il suo valare nell'assed io di Gaeta ( 186C) dove s i guadagnò la.


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-croce d i cavalier(: dell'Ordine Illilitare d i Savoia.. Partecipò qu indi da maggiore alla campagna del 1866, e, promosso colonnello ( 187 3), ei:.b-c il comando del di.stretto militare di Lecce. C0Jlocai0 a riposo nel 1875, /a ggiunse nel 1893 il gra do di maggivr go,nerale nella riserva.

Belli di Ca.rpeneto conte Sinio,,,, C:ii,seppe. Generale, .n. a Racconigi nel 1823. Sottot. d i fanteria nel 1842, .si d istin se già d a tenente nella campagna del 1848 e 49, meritandosi un a mcd. di bronzo al valore a _O almasino, una med. d'arg. nelle azioni de lla Berettara e di Sommacampagna, do,·c fu a nche ferito, c<l u11a seconda medagiia <li bronzo a Novara. Promosso ca.pilano ( 1852), fece parte del corpo cli spe(\i7,ione in Crimea e Tiaffer mò le sue brillanti qua.lità di soldato nelle campagne <lei 1859-60 e 61, durante le quali si meritò un'altn1 mcd. d'arg. al valore nc1la battaglia di San Martino e la croce di cavaliere d ell'Ordin~ .Milita,~ d i Savoia a ll'assedio di Civitella del Tron to e neil'attacco di San Nicola (1861). _prese qu in<li p;in-e cor:ie colonnello co111andante del 14° reggimento 'a r teria alla campagna · <lei 1866 e comandò da maggior gcncrak ( 1875) la l " e 29" brigata d i fanteria. Fu quindi i,C'!minato comand.1nte ,;upcriore dr i distretti militari dcl!R divisione di firenu:, e collomlo in posizione ausiliaria a sua d omamla ( 1882), raggiunse nel 18Sé il gr,,do di tenente generale n ella riser va. B,·lli Giorgio. Generale, 11. a. Torinc. m. a La Log-gia ( 1826-1898). Prese parte «lla can,p~gna del 1848 quale volonta rio nella colonna 1\lanara a l servizio del. -Governo pmvvisorio d i Lornbard i,l e p~rl<:c ipò alla campagna del 1849 qua le tenente Hei cor-,,o bersaglieri trid entini a l servizio sardo. Entrato a fa r par te del R egio Esercito, si meritò una mcclagli,t d i bronzo al valore 11ella campag11a dell'Italia Me rici,c nale I 1360- 61 ) e partecipò col gnido cli capitano ;dia campagna del 1866. Promosso colonnello ( 1832), chi", il c<nnando de l 42° reggimento fanteria e collocato ÌJ1 posizione aus iliaria a sua domanda ( 1886) ,-.,.ggiunse nel 1895 il gr·ado di maggior generale nella r iserva. Belli Edoardo. Gen erale, 11. e m. a Napoli (18541923). Sotto t. di fanteria nel iS7 5, ebb,: da tenente k funzioni cli insegnante neJ Collegio Milita re di K a poli e da capitano fu temporancanier,tc com? t?clato presso 11 deposito cen trale delle truppe cli Afr;ca.. C_oma ndò da ~~Jonnello (1908) i distrélli m ilitari di S iracusa e d i Foggia e raggiunse nel J920 ; t grado di generale di TI r iga ta nella riserva.

Be Il iard (Augusto, conte d~~ . Generale france~c (1769-1838). Parteci pò alla batt. d i Arcole, e vi guadagnò il grado di gen. d i brigat,t; f.ece tutt le campagn~ dell'epoca. Aderì a i Borboni e poi a Luigi Filppo, il quale lo mandò ambasciatore a Bruxelles (1831). Q uivi rnntribuì a ll'organ izzazione dell'esercito be lga . 0

Belligeranti. Secondo il c,,n cttto giuridico attuale della gue,·ra, gli atti d i ostilità ,,ehbor.o aver luogo solamente tra belligerantC" e a questi esclusivamen te si a pp licano ie leggi, i diritti e i dov~:·i d ella guerra;

mentre chi, senza ~ vere !a qualità cl; belligerantt:', com;:.ie atti ostili, cade sotto le sant.ion i della legge penale comune, con le eventuali aggravar,ti stat:!ite durante il periodo bellico dalla l~gg~ maniale . E' quindi di gran d issima importanza stabilire con preci,;icne a chi debba amibuirsi tale qualità . Innanzi tulle debbono considerarsi tali tutti gli uom ini appartenenti _alle fo_rz~ armate regolari cli terra, di mare, e <l~]l'aria. Ad essi per a ltro sono assimila ti le milizie e i corpi volon ta.i che, senza. far parte in a lcun 11,odo d~ll'esercito regola re, r iunis<;ano le condizioni seguenti, tassativamenk indicate nell'art. 1° del regolar.,e,~to concernente le leggi e gli usi d ella guer ra terrestre annesso a lla convenzione del!' Aia <lei 29 luglio 1899 e a 4,1clla ;,uccessiva del 18 ottob:e 1907 : _l~ di avere rulla. lom testa una persona responsabile per i suoi subord inati ; 2° -cl i _avere un segno ,distintivo fis,o e r iconoscibile a distanza; 3° di -portare apertamente k armi; 4° d i conformarsi n elle loro operazii:,ni alle leggi e agli u:,i della b'lierra .

Naturalmente non è necessaà.i che ta!i volontari siano cittadini dello Sta.to sotto le cui insegne combattono; però il cittadine, d ello Stato contro il quale combatte, se catturato, p uò da questo es.sere a~soggettatc· a lle penalità con;mi nate contro clii s i rende colpevole, d i a lto tradimento. E' invece proibito agli Sta ti belligeranti di servirsi di milizie selvagge, JJOn r,erò cl i truppe coloniali, disciplinate ed organ izza.te regolarmente. In territorio ,! non ancora occupato dal n erni,:.o >> la popolazione c.hc, 1 >tll'avvicinarsi dd n emico, prrn<le spontaneamen te le arrni per combatlere le truppe d'invo.sione s1,nza aver avuto il tempo d i organizzarsi regolarir,cnte, è considerata, secondo il -regolamento predetto, come belligerante qualora essa porti le armi ap ertamente e ove rispetti le leggi e gli usi <lella guerra . Per quan to non combattenti, fanno T>iu:te delle forze belligeranti i saccrcioti addetti al servizio di truppe, il perwnale déstinato a l servizio di commissariato e di amministrar.ione, il perwnale sanitario : ques ti, se cattmati, h anno diritto· a l trattamrJ1!0 <lei prigioniexi d i guerra : egua le tratta rr.ento avranno i giornalisti, vivandieri, fornitori, ccc. che seguono un corpo di truppe belligera :cti, se muniti di autorizzazione scritta rila$ciata dall'autorità milita re a l comando d i tali truppe. N :Jn potranno ill'1cce essere tn:ttenuti, se catturati, gli ufficialj di potenze neu trali ammessi sotto determinate con.d izioni a seguire •.1no degi·i eserciti combatten ti , salvo il caso in cui vi sia perico lo che divulghino notizie tali da da;meggia:·~ il belligerante che ebbe a ca,ttura rli. Sei riguardi d ella guerra mc.rittima sono consiçerate belligeranti sola men te le navi eia guen\L e quelle mer·Car. tili trasfom1ate in n avi <la guerra . Sono navi da guerra qu elle adibite a usi mìlit1,.,i, comandate ed equ i· paggiate da personale m ili tare o militarizzato. Esse 'devono essere inscrilte nei quadri del naviglio da guerra e .legi ttimare la p ropria qualitii. mediant~ i segni dist intivi adottati a questo fine dallo Sta to al quale appartengono. Sono cons iderate tiasformate in navi da guerra, ed hanno i <liritti e gli ,-,bblighi inerenti a. <1uesta <JHalità, le n avi n;err;antili quando sia.no poste sotto la d_iretta autorità dello Stato cd usino i segni d1e distinguono le navi da guerra.


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B elli ng (Guglielmo) . Capitano di cavalleria sottu Federico II (1719-1779). P rese parte alla prima e alla seconda guerra di Slesia (li40- 45). Nella guerra dei Sette ann i con pochi uo1,n ini ( 1759) mediante un subitfu1co attacco fece prigionieri due r eggimenti con tre cannoni e, qr1at(ro bandiere. Per questo fatto, fu nominato colonnello da Fccleri-co IL Prese parte infine a lla guerra in B~viera n el 1778. Belling ieri (Gi1tsePPe). Generale, n. e m , a Carezzano (Alessandria) ( 1841-1911). Sottot. <l'artiglieria ncl 1861, partecipò da tenente alla campagna .<lei 1866 e col grado di capitano alla ,presa d i R oma ( 18i0). Resse d a tenente colonnello ( 1888) la carica di diretto1·e d'artigl1ieria a Napoli e promosso colonnello ( 1892) con..·1.ndò il 24° reggimento d'àrtiglieria e fu direttore territoriale d' a.1:tiglier ia a Torino. Maggior generale, nel J.'398, eLbc il comando della Brigata Pie,11onte dal 1898 ;,.ì 1903. Be llini (Giuseppe). Genera le, n. a M ilano m. a Co1;io (1837-1912). Laureatosi ingegnere id ra,dko ed architetto civile nell'Università di Padova, .fu nominato sottot. <l',u ·tiglieria nel 1859 e si d istinse nella campagna d'Ancona e llassa I talia, meritandosi una medaglia di argento al valore nell'assedio d i Civ itella del Tronto. Prese quindi parte da capitano alla campagna del 1866, e. prnmosso colonnello (1886), comandò il Collegio :MilÙarc <li Napoli e fu d irettore territoriale <l'artiglieria a Firenze. Colloca to in ,posizion~ ausi liaria (1887), raggiunse nel 1907 il gr.1.do d i tenente genera.le nella riserva. ììell-ini Francesco. Generale n. e ;n. a ::vrnano ( 18401913). P.artccipò alla campagna del 1359 qua le s,;,l<lato volontario nei cacciatori delle Alpi, e, promosso sottotenente nei bersa.glìeri, si distinse nella campagna d'Ancona e Bassa I talia , mer itandosi un a medaglia d'argento nel fà tto <l'armi di Castelfida rdo e riportan<lo una icrit a nall'azione del Garigliano. P romosso colonnello {1896), eb6e il comando del 1° reggimento bersaglieri e, collocato in posizione ausiliaria (1898), raggiunse nel 1908 il grado di n1aggiorc generale nella :r iserva.

Belli.no. Villaggio dell'alto P iemonte, nelìa valle della Vraita, presso le sorgenti di questo torrente, vicino ai confini della Francia. Ne.I luglio del 1743 tnt?Pe galloispane J)iombarono addosso alle truppe del re di Sardegna e, ma lgrndo .l a resisten za d i queste, si impadronirono delle terre d i Bellino, Castcldclfmo e Ponte Chianale, distruggendo tutte le linee <li tr incea_ che Carlo Emanuele IlI aveva fatto costruire àal colle dcll'E lva al .Monviso. Bellinzona (lat. Bilitio). Città della Svizzera, Questa città, che fin dal 1242 apparten,e va ai d uch i di Milano, fu p iù volte presa e ripresa dai Tecìeschi, dagli

Svizzeri e dai Francesi. Dopo il 1499 passò delinitivamente alla Svizzera e dal 1798 fa parte de l Canton Tiçino. Combatiime11to di Bell-i11.zo1z.a (novembre 14i8). Appartiene alla lotta fra Viscont i e gli Svizze,·i, alleat i

L'arsenale 1111litare di Helllnzona (Castello ,lì Uri) cli Ferdinando I d'Aragona. Una bançh d i costoro scese nel Canton T icino, e prese varii castelli, lìnchè venne affront,ita cb i Viscontei, ~omandati da Federico Kovello marchese d i :i\Iautova, presso Bcllinwna. G li Svizzeri sconfissero i loro avversari, ucci<len<lo loro SOO u., e co-· stringendo i swpei-stit, a cercare scampo in llellinzona, donde erano •p artit i. (Taluno ha d ato il nome di Beliinzo,z.a alla bai.taglia d i Arbe,.f.o) .

Be llite. iYii,cuglio di ;\l'itrato d i ammonio (part i 82 a 85) e Dinitco benzina (parti 18 a JSì. Qud.;tc due so stanze solide sono finemente macinate, quindi intima. n1cnte n1cscnfate i n u11:.1 b0tte ciEndrica girante st1 ,se ,;tessa, e riscaklate col vapore a 100°. La Dinitro ben -

zina s i fonde, ed avvolge le pai-ticelle del n itrato, che vengono cosi protette dall' umidità . La Bcllite e~plodc a ll'aria libera, con un innesco d i mezzo granuno di fulmina to d i mercurio (capsu le del 11. 3) .• Questo esplos ivo fu inventato nel 1888 dallo svedese Carlo La1nm.

Bellona, Divinità d'origine Sabina. P resso i· Romani fu la Dea della guerra, sorella o moglie o nutr ice di !J\,Iarte. :\'cl temp io d i Bellona, situato fuori _del «Pomerio», il Senato attend eva i generali vincitori prima della cerimon ia del trionfo; e quivi pure venivano r icevuti gli ambasciatori s tranieri ai quali la legge vic1av:i di entrare in città. Davru1ti alla porta del tempio er,1 la colonna <<bellica,> contro la quale l'arald o lanciava un dardo ogn i volta che Ro!lla faceva una d ichiarttzione d'i gucrrn. Bellona era rappresentata ar• mata di w1a fiaccola o di una lancia o d i una clava o d i una s ferza, con elmo e corazza. Belloni {Pietro). Generale, n. a Valenza nel 1867. Uscì sottot. èìi fant. dalla Scuola di .?,fodena n el 1887. Entrò in gnerra. n el 1915 col grnd.o di 1naggiore e nello stesso BeJ!oni J'•iet.ro a.11no ·veniva pro,hosso .tenente colonnello e comandante . <leJ 79° fanteria. Durai1te l'offensiva austriaca del 1916 si meritò u na medaglia


d'argento aJ va.lorc. Promosso colonnello, comandò il 24i'" fantéria; n el 1917 era genei·a le co11u1.ndante della br. Aquila e si di~-tinse, durante la ritirata di Caporctto, a Susegana. N cll'anno seguente prese parte alla battaglia del giub'llO sul 1'.fontcllo dove si meritò un'altra mcd. d'argento. ·Collocato a sua domanda in P . A. S. nel 1920, fu nominato luogotenente generale della ·M. V. S. N. nd 1925.

Belloste (Agostitto). Chirurgo militare francese, nato a Parigi nel 1654, m . a Tor ino ne/ 1i 30. Lasciò un trattato ~ul « Chirurgo di ospe<laie )).

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Bellotti (Carlo Giuseppe). Generale, n. a Mila.no m. a Mcl (Belluno) (1864- 1922). Sottot. di frt.nteria ne l 1883, entrò col grado di tenente (1888) nell'arma dei carabinieri reali e si distinse da maggiore nelle legion i di Milano e d i llari in occasior,e d i gravi tumulti popolari (l'ill- 1914). Farteciç ò qtundi alla guerra 19151918 quale 1en . colo:rnello addetto :t!la legione di Verona e comandò da colonnellp (1919) la legione territo:·ia·le di Treviso. Promosso generale di brigata nel 1921, fu nominato comandante dc\ .3° Grnppo d i Legio»i Carabinic·ri Reali in Rr.ma . Be/lutti Francesco. Generale n. a M ilano nel 1869. Sottot. di cavalleria nel 1889, fu promosso capitano nei Cavalleggeri Gu ide nel 1903 e maggiore n el 1914. I'al"tecipò quindi a lla Grande Guerra (1915- ) 918) meritandosi una prima meda_g lia d'argento al va lore quale com:mdante dj un i:,ruppo di squadroni appiedati 11ell'azione d el settembre 1916 sui Carso e la promozione a colonnello per· merito d i guerra ( dicembre 1916). Si distinse com.e comandante del reggimento Genova Cavallcr>a, ottc:n.cn,gp una soconda medaglia d 'a rgento nel ripiegamento dal CaJ."So a.I Piave (Pozzuolo del Fritlli - 30 ottobre 1917) e s i a.ffermò anche come comandan te d i brigata d i fante!"ia, ottenendo la croce d i caV>a.liere dell'Ordine M ifoare d i Savoia per la sua brillante azione di comando nelle operazioni dell'ottobre-novembre 1918 sul Grappa e nella Conca d i Fonzaso. Xel 1919 fo nominato comandante della Scuola d'Applicazione di CavaUeria e nel 1923 ebbe il comando della 2' br igata d i cavalle.ria.

Belloveso, Capo gaHo vissuto nella seconda metà del VI sec0lo a. C. La popo lazione dei Celti essendosi accresciuta in modo considerevole, una parte di essi guidata da Belloveso, calò in Ita lia, vinse gli E truschi che occupa vano .la · p ianura del Po, e fon dò :Milano. Altre bande, avuto il permesso da Belloveso, r,i stabilirono successivamente in nrescia e in Vcron,l, poi a tti·,tvcrsarono il Po resp ingendo gli Umbri sull'Appennino: Fu a1lora che questi fecero·a,ppello a i Romani, contro i quali Bellovesc avrebbe combattuto. Bellucci (o B.ellitzzi, Giovanni Bàttùta). Ingegnere militare del sec. XVI, detto it San A,Jarino dal luogo d i nascita (1507-1554). Lavorò alle for tificazioni fatte

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dal duca <li Urbino a Pesaro. Disegnò le fortificazionii. della Repu bblica d i San Marino, eseguite dopo la sua morte. Nel 1543 pas~ò al servizio dei Medici; oltre a. fortificazioni eseguite a Pi~toia, a Castrocaro, a Borgo San Sepéllcro e neil'isola d'Elba, fu nor: indegno continualo.re del ::VIichelangelo n eil'afforzam'ento delle difese d i F irenze : nel tratto di recinto fra Porta San N icolò e Porta Romana, eseguì una forbice la quale metteva i.n n:ezzo una porta. per San Miniato. Nel 1554, all'impresa di Siena, mentre piant ava una batteria d 'ar-· tiglieria, -cadde colpito a morte da una palla d 'archibugio. I l B. raccolse i suoi studi in ,e Nuova invenzione d i fabbricar fortezze>> e nel <e Trattato delle fortifica-· zioni d i terra J) . Autore importantis;.,imo, perchè fu il primo a parlar cl i ,proposito dei rip;,,ri in terra, e può qu indi riguardarsi come il creatore della fortificaz ione· campale.

Belluno. Capoluogo C:i ,provincia; c0mprenJe se!tc Dist.retti o C ircondari duo dei qua li costituiscono il. Cadore. La città. ha origini antichissime e pare s ia stata fondata dai Ven,,ti-Taurini o Galli col nome di Virunu1n; sorge sopr'a un poggio sulla destra del Piave al confluente del torrente Arda, sulle fald e di a lti ed alpcsLr-i monti. Ebbe già sollo i Romiu1i qua lche importanza; fu ascritta ,,lla tri·b,1 Papiria. Nell'epoca longobarda venne for ti,fica(a; si schierò col Duca. .Jel Friuli contro Carlo .:vfagno. Fu' cinta di mura e tor ri, e servì di rocca e base d'operazione per J.e imprese guerresche contro i Veneziani, clic sotto il DogeOrscolo imposei:o la pace (996). Ne derivò un"alleanza. fra Belltu1esi e VeneziaJ1i, durata molto tempo. Travolta più ta rd i nelle lotte fra. Guelfi e Ghibellini,, fece parte èella Lega Lombarda e guer reggiò con T.reviso. :\ cl 1197 in tmo scontro a Cesana morì ii Vescovo cli B. (de' Tacoli) e i Bellunesi dovettero , ritirarsi, ma Venezia ed il Papa impedirono ai Trevisani di prosegu i.re su E. Nel XIII secolo si \\llÌ a Feltrc T.reviso e· Pa,clova con tro Ezzelù10 da Romano, che ar rivò nel 1248 fin so!to le mura deih citta, ma ne fu respinto. Però u n anno dopo se ne imoad.ron"i. :Morto <Juest i, .'1. pa.;;:,Ò, sotto varie signorie iìnchè Venezia nel 1420 la riprese sotto il suo dominio, e quantunque ripresa clall'Imperoa ll'epoca. della Lega di Ca.mbrai, venne in dicc:nb.rc del 1511 nuovame11te in pote.re dei Veneziani e tenuta fino alla caduta della Repubblica . F iorirnno i.n quel tempo a. B . r in omate fabbriche d'armi . Verso la fine del secolo XV fmono costituite milizie, ad. es. compagnie di balestrieri, per timore delle invasioni dei Tw·chi. Nel 1797 i Francesi en trarono in B., la quale, duran te le guerre Napoleoniche, vide più volte alternarsi le dominazion i francese e austriaca. Nel 1798 il gen .. francese Delmas dovette sgombrare la città, che cadde in potere degli Austriaci cama.ndati dal generale Cordon. Xci 1800 una tu rba di contadini capitanati da Florio Berta.ld i e L azzaro Andriolo, avuto sentore de lla vittoria d i ?lfarengo, inscenò u!la somrnos;a contro gli Austriaci ; ma i due capi furono con astuzia catturati e g ii a ltri d ispersi. Poco dopo i francesi r ip resero il dominio d i B . che "fu dichiarato Feudo dell'Impero; rn gen. Victor fu c reato Duca cli B . nel 1806.


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Dopo la restaurazione B. riwrr.ò sotto l' Austria, ma mando della brigata Trapani vi rimàS<! fino al 31 dicem:;i dirno.,trò sempre insoffer ente del giogo straniero, e bre 1915. Ricollocato in P. A. per ma:lattia, nel 1917 fu fu tra le prime ci ttà, nel 1843, a r iconoscere il governo collocato a riposo, e d al febbraio 1923 promosso gen e• T,rovvisorio di Venezia, e ad- istituire la guardia civica, raie d i d ivisione llcl!a. Riserva. :reggend osi a mezzo d i un Comitato provvisorio presieBel mondo Caccia (E11,-ico) . Ammiraglio; n . a duto da G iuseppe Palatini. ù.\folli suoi figli scesero nel T orino nel 1362, ent r ato in serv1z10 n el f 8i5, promosso F riuli e molti a-Jtri seguirono Pietro Fortunato Ca.lvi, e contram\nfraglio nel 1914, collocato in posizione ausicombatterono per l'in<lipendcnza d'Italia . L'infausta Nolia ria n el 1916, promosso contra mmiraglio d i d ivisione vara., portò a B. la p it', feroce r eazione d a parte delnella r iserva navale nel 1923, collocato a riposo nel T Austria, che fece fucilare fra gli a lt ri l'avv. Iacopo 1925. F u direttore generale èel R. Arsenale di Venezia Tasso, reo d i aver procur ato volontari per la difesa d i ( 1913 -1915). Pe1 d ist inti servizi resi in àipcn rlenza della ·v-e,,ezia. F ina lmente nel 1866 B., col p lebiscito del 21 guerra i ta lo-t urca meritò un ~ncomio solenne, e fu nooùobre, s i dich iarò per l'unione d'Italia, con votazione minato cavaliere dc_l l'Ordine lVIilitare di Savoia per l'auna.nilnc. Durame la. guerra 1915-1913, fu sede della I V Arma ta • zione spieg,,ta il 19 ottobre 1911, quale comand a nte di ·e sulla fine dell'ottobre 1917, dopo Caporetto, venne inspiaggia a lla presa d i Bengs1si. vasa da·lle truppe austro-tedesche. Un anno dopo, nel Belmont, Ci ttà del l\fissour i (Stati Uniti) sulla :,Gvembre del 1918, verme liberata da lle truppe italiane. sponda destra del fiume Missi,;si ppi. Br;gata Belluno. Cqstituita nel luglio 1917 da l depoRa.ttaglia di Balmont. Appart iene a lla guerra. di sesito dell'8° Tegg, fant. Ent rnta in campagna n ell'estate cessione, e fu comba ttuta il 6 nc:,vembre 1861 fra 3114 19 17, prese parte alla battagl ia della Bainsizza (agostofederali e ~000 conf.ederati. Questi u lt imi, che nell'ul.-settçn,bre) nella zona ;vrc~njak-Hoje; durante l'offen• tima fase della baUagl ia ebbero u n r inforzo di 1000 siva austro-ted~sca dell'ottobre, rip iegò comba ttendo uon1ini~ rimasero vittorios i e costrjn.sero gli avversari dietro il P iave ed il 18 novembre venne definitjvamcn te a ritirars i precipit~samente. Il gen. Grant, che coman .sciolt~. dava i federali, si prefiggeva lo scopo di distruggere un :Mostrine della brigata : Azzurre, a ttraversale vcnicampo d'osservazione che i confederat i, sotto il comando .._,aJmente al centro da una lar ga str iscia gialla. òel gen. PQlk, avevan o stabilito a 73., di fronte a CoBa.ttaglione alpino Be//11.,w . Costituito il 1° ottobre 19-IO presso il 7° regg, a lpini (Belluno), con un nucleo -di'M:·M. :\Ila fine d i o ttobre 1917 venne disciolto ed in segu ilo riçosti tuito. Fece la campagna di guerra 1915·1918. ~cl 1915 il bgl. ope1·ò in Cadore. Nell'agosto 1917 p rese par te a lla bat taglia della Bainsizza; durante l'o f-fensiva austro- tedesca clell'autunn:i successivo partecipò ,alla difesa. rlcl m. Nero donde ripiegò combattendo sul :rn. S to! e di qu i i superstiti si ri tirarono a l T aglialllrnto ove vennero incor,porati in altr i repar ti.

Belluomini (Giacomo). Colon n~l!o to-;ciino del se-colo XlX, n. di Lucca. Comandò nel l ::!'13 il pri,~10 J-epar to, d i ,-egolari e volontari, avviato verso l'Ita!ia settentrionale e partecipò a l,Ja, batt. di :Montanara, ottenendovi un « me<I. d'onore Jl da l granduca d i Toscan a . Ncil'agoslo d el 1848 ftcc par te come ministro -della G uerra del rniuistero r<'tto <la Gino Capponi, i l ..qua le cad0c nell'ot tobre, Allora passò a l comando del .3° di linea. Tornò al ::Vlinistero della Gucn :a nel 1849, .<.Jopo -Novara. Beli uzzi (Sec01iclo) . Generale, n . in Asti ne t 18.55. Sottot. <li fanter>ia ,n el 1878, ,d a tcne1ite fu insegn ante a lla Scuoh mi lita.re cli l\fodena, e da capita,;o a ,quella <li Case rta . Da colonnello · p rese r,arte a lla ,campagna Italo-Turm col -6° regg. fanteria, combattendo in clivé,rsi scontri in 'Tripolitania. Rimpatriato, comaJ1dò il 75• regg. fan• -teria. Nel 1_9 13 fu collocato in ;posizione ausilia-ria per limiti d'età. R i.chi1mato nel 191S a l co-

lumbus (Kentucky), sull'opposta riva del fiume. Verso le 8 della mattina i l gcn . Grant fece sbarcare le sue forze a circa cinq:.ie m iglia a mon te di E, mentre ordinava alle cannoniere cl i sp ingersi a valle per impegna re le batterie di Columl.>us. L a battaglia fu lunga eci acçanita. G li avversari presero contatto verso le 10 e con· tinuarono a combattere fino al tramon to, fino a q uando, cioè, i l gen. Gr,rnt non si vide cost,rc tto alla ritirata èhe effettuò lasciandr. sul campo un rilevante numero di prigionieri. I confederati, che nell'azione di B . erano comandati da l gcn. Pillow, ebbero circa 640 uomm, fu or i com baHimento ; pressochè ugual è fur ono le ·per· dite dei federali Combatti11,c11t o di Belmont (23 11oven1b.re 1899). Appartiene alla g uerra anglo-boera (V. Boeri) . I Boc1·i,


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che assediavano Kimberlcy, avevano distaccato un cor po da tenente colonnello durante i moti di Yl:ilano guadadi osservazione <li 2000 uom ini con 2 cannoni a Belgnandosi una medaglia d 'a rgento al valore. Promosso mont per guardare la provenienza <la De Aar. I l 21 colmmello ( 1899), ebbe il rnmando della legione cli Finovembre la colru:na inglese del generale l\1cthucn avan renze e, collocato in posizione ausiliaria. nel 1903, rag2,ò verso Kim bcTley cd il 22 •giunse a ,,,.-::"co,;tatto del corpo di ossorvazione O 10 2 boero che si <"ra trincerato, fronte a<l l::::::=:::l:::==l:===l= =:i=:=::J O., su una trir,licc linea di alture sueInglesi cessive ad est della. ferrovia, S km. a r=::::, '-~~ ~ 1 sud di Befmont. Lord ]vleÙ1Uen deo ' cise di compiere una. ma.rcia. d i av'/ BELMONT 1,icina mento por portarsi a distanz,a di ~1.ssalto dalle posizioni nemiche senza ;;ubirc g li effetti dell'efficace .fuoco d i fucile r ia <le'i Boeri. Alla notte de l 23 ( ,gli Inglesi avanzai·~no lungo la ferrovia fino all'altezza delle posizioni nemiche; indi, fatto fronte ad est, si schierarono su 2 linee !<piegate, e, se,nza .esp loratori, nè pattuglie, nè elementi di protezion e, . avanza,rono ,-erso le colline scavalcai1<)0 la ferrovia. All'a lba erano giunti a 30() m . dalla 1' linea d i c<>lline, <Juando im provvisa.mente i lloc,ri, {;he con pattuglie di combat timento avevru10 se_gu ito le mosse degli Inglesi, wpi-irono un violento fuoco <li fuci leria . Gli Inglesi, sorpresi, ebbero un momen Il oomhatt.imento di Belmont (1899) to di imlecisionc, ma poi, per l'ing iunse ncl 1911 il grado cli r.,aggior generale nella ritervento della loro ru"1iglier ia, si ripresero e l"Ìavanzarono, serva.. ,giungcnùo sulla l' l inea che frnttanto i Boeri avevano sgombrata, r i_tirandosi -velocemcnte sulla 2". Questa e la Beltrami (Ca~lo). Generale, n. a Saluzzo m. a T o3' ,·cnnero successivamente, occupate nello stesso modo rino ( 18,31-1905). Sol tot. -d'art iglieria nel 1850, fece parte .durante quat tro ore d i azione. Alla fine i Boeri si ridella spedizione di Crin1ca ( 18551 irarono, rh.1scelldo a sfuggire all'inseguimento della ca1856) col grado di tenen te e pa.rY,tllcria inglese. Gl i Inglesi avevano perduto 300 uomini, tecipò a-Jla. campagna del 1859 e 30 ufficiali e l generale; i Bor;ri ebbero circa 60 uodel 1866, r ispetti vamente nei gra~ 1nini fuori cC>mbattirncnro. di di oopitailC> e di maggior<!. R esse da tenente colonnello la caBelmonte (Monte). In Val d'Ast ko, a n~rd-est del rica cli di.rettore della. fonrleria cli :m . Cengio (alt. m . ·1206). Durante l'offensiva austriaca Napoli e col grado di colon.nel:in Tremino, nella primavera del 1916, fu attaccato dalle lo ( 1876) quella di coman-dante trup,,c del I Corpc, d'Armata austro-ungarico. l'erduto territoriale d'artiglieria a Roina. il giorno 30 maggio, fu toste, r ipreso dalla . brigata GraMaggior gene.raie nel 1833, :fu naueri. So"tto la crescente prcssic,ne nemica, però, fu membro del Comitato d' APtig liedovuto, dop,:i eroica difesa, nuo,·amente sgombrare il ria e Genio, e dei'la Cc,nnnissic,nc d elle proposte d'i r igiornc, 3 giugno e tornò compense, a l w..lor m ilitare; promosso ten. generale ne l in nostro possesso soltan1888, ebbe le fui:izioni d i ispettC>rc <lell' Artiglieria da to :dopo la i·itirata avverFortezza. e cldle Direzioni e degli Stabilimenti d' Artisaria. glieria nel periodo 1888-94. / Below (Gustavo). GeBeltrami Ettore Augusto Genera le, n. a Cremona nerale prussiano ( 1791 m. a .:\lila no ( 1852--1919). Sotto!. d'artiglieria nel 1875, J.855). Come aiutante del fu succcssivame1 te addetto col grado cli maggioxe alla duca <li York, fece lo camc! ire~ione -d'art13litria, all'A rsenale -òi cost ruzione ·e alla pagne del 1812, del 1813 Fonderia d i Nupoli e più tar di a ll'ispettorato delie armi e <lei 1815. e materia.li elci corpi ; d a tenente colc,nnello fu coman Beltrame (Alessa11dro) . dato p resso la C:i, ezione d'artiglieria d i Venezia. Pro·Gcnerale, n. a Schio m . a mosso cc,JonneJlc· nel 1?06, ebbe la d irezione del!~ F abl\ f ila.no (1845-1912) . Partebr ica d'Armi di Br~,;cia, e, collocato in posizione ausicipò da sotto!. d i fanter ia liaria (!9ll)), raggi unse nel 1015 il grado di n1agg;or ge,di.a ·campagna del 1866 -ed Beltrame Alessandro ner:dc nella. r iserva, -ent rato col grado di teBeltramini (li-farce/lo). Generale, n. a Ilorgo Laa1en te ( 18i7) nelol'arma dei ·Carabinieri R eali, si distinse

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vezzaro ( Xovara) m. a Torino ( 183i-1S94)., Partecipò da sotto!. di faJ1teria a lla campagna dèl 1859 e si di• s linsc da tenen te nella campagna d'Ancona e Ilassa I ta • lia del 1860-6 l meritandosi una med . d i b ronzo a l va• lore nell'assedio di Gaeta. Fece nel 1865 la campagna. contro i l brigantaggio, e prese parte a lla campagna del 1866 a lte· nendo una mcd. d'arg. al valore nella battaglia di Custoza. Ebbe d a colonnello ( 1884) il coma ndo dell'83° regg imento fanteria. P romosso maggior genera.le nel 1893, fu nomin ato comandante d ella bl'iga.ta Savona..

Beltramo (Gio-.•a11111) GcncraJe, n. a Caraglio nel 1867. Sottot. degli Alp ini nel 1887, &-gui poi i corsi dclb Scuola il i ;;uerrn . All'inizio delle ost ilità <lt.I 19J5 coim n<lava un b;;I. Al!,ino e s1 diotim,c a Sella )l°ov~a. ~el 19 16 era col!'nnel!o, r, l comando dd 61° F anteria, col quale conquistò P ria Forà, guadagnandosi la medaglia d i bron?,0 al valore. Nel 1916 lo condusse in :;\Iacooon ia. L'anno scgucme comandò come colonnello brigaci iere la. br . Caglia.ci, e poi l'Ivrea . ).' cl 1918 fu promosso generale di Brigata. Per le operazioni in )laccdonia ottenn e la croce d i cav. del1' O.rd ine Mii. di Savoia. '.:':cl l9J9, rimp:1triato, ebbe il comando della brigala Toscana e nel 1920 a.ndò a sua donw nda in po3i~ione ausiliaria speda.le. Dcltramtnl )larcello

Beltriooo (A ldo) . M ed aglia d 'oro, n. nel 1892 a San D amiano :;\!aera (Cuneo), caduto sul costone di Lora (m. P asubio) il 10 settembre 1916. Giovanissimo capitano degli a lpini, era comandante della 4 l" com pagnia, del va loroso Battaglione « Ao~ta. ». Iniziandosi l'azione della. 44• divis ione per ltt riconqu is ta del pia11oro tra l' Alpe d i Cosmai,'llon, il Pasub io e<I il R oite, egli vi tro,•ò gloriosa morte, come dice la mo tivazione della. mcdaglia d 'oro: « Con indomito coraggio, in testa olla propria compagnia, sotto un fuoco ,·iolentissimo d i mitragliatrici Nl artiglierie n em iche, si p ortava presso le trin:ee ~v\'~rsa rie. Magn ifico esempio d i eroismo, al grido di: Savoia !, si s lanciava per ben tre YOl te successive con i propri uomini all'assalto, e, raggiunto il ret icolato si apri,·a un

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,•arco; quindi si spingeva, con pochi superstiti, sul cigiio della trincea a vvcrsaria, ove, colpito a morte, perdeva g lor io~a.mcnte la vita. - Costone Lora - ( 111. ·P a.•· su bio) 10 set tembre 19 16).

B e lucistan. Stato del!' Asia. meridionale confinante al nord con !'Afganistan a est con l'ludia, a o,·cst con la P ersia e al sud col Golfo di Oman. Il B elucistan è l'antica Geclrovia che nell'an tich ità f u conquis ta la prima da D ario re di Persia. e poi da Alessandro il Grande. :'-lell'ottavo scc. il Belucistan fu sottomesso dagli Arabi. Ora esso è sou.o la protezione inglese. Belvedere Marittimo. Capol. di llfan<lam cnto in, provincia <li C0scnza, d'origine a ntichissima, co~tru ito sopra un celle in riva al fiume M urdico, su i ruderi dell'antica Blanda. E' dominato da un'amica fonezza r ~5ta ura.ta nel 1499, più ta rd i abbandonata. Nel 1289 8 . f u a.ssèdia to scma su ccesso d a G ia,como II re di Sicilia; gli ahitami, agli nrdin i riel feuda tario loro. R•1i ;;cro Sangeneto, re!>pinsero valorosamente gli assedianti. frustrandone i successivi attacchi. Per indurre il Sangeneto a lla resa, il re a rr ivò a legare alle macchine E,'\lerrcsche i figliuoli <li lui. Ma lo st renuo d ifonsore mandò a d ire c he tutti i combatten ti erano suo i figliuoli, no,t q·1ei due sohantc, e non cedette. Bem (Giuseppe). Generale pc-lac:co, r1. :. Tarnovo, n el 1795, m. ad Aleppo (Turchia) nel 1850. Prese p ane a ncora gi<l·.-ine, to a lle u h i,11e camp:t!;nc n a.polcrrnic.he (1812 - 1815); nel 1S30, -scoppiata b. rfroluzionepolacca., lasciato il suo µos to d i capit1u10 e insegn:mte alla Scuola d'anigficria in Varsaxia, vi prese par• te dist ingucndosi a,d O- • strolenska. dove fu promosso colonnello. D orn,Hn d ai R ussi la rivolu z ione, riparò all'estero, e scoppiata la ri,•o}uzion e a Vienna, ne organizzò la difesa ( 1848) combattendo col solito v-:Liorc; passa to i11 Ungheria vi battè gli Austriaci cd ebbe ai suoi ordini anche una lcgionè Italiana sotto il comando del colonnello A. ) Ionti. Battuta la r ivoluzione u ngherese, ripa rò in Tu rchia, doveprese ser vizio divene11elovi pascià col nome di Am urat, e ottenendov i il govematorato d i Aleppo.

Bembezar. F iume della $pagn:1, affb.:eme dèl Guad alquivir. Nel ì73 vi s i comba!tè una. ba ttaglia fra m usulman i d i due fazion i rivali. Un luogotenente d i Abdc1a man, Abd-el-1klik ben O mar, vi scon.fiss~ una tribù di Jemeniti eccitati alla ri\'Olta da un preteso disctndente del Profeta. Benbow ( G iova11-11i). Ammiragl io inglese, n. n el 1650, n1. nel 1702. Condusse moli~ vittoriose spc'{) izion i con tro i pira ti ; sotto Gu glie lmo III comandò nella :;\fa nica le crociere contro la Francia e contro la. Spagna. Nel 1693 prese parte a l bombardarnento d i S. ) !alo, bloccò D 11111:erque, don de p erò non riuscì a impedire la sorlit~ d i J ean Bart. Battuto a Barbad os (1 701) dalla squadra francese, comandata da Ducassc, r iportò una ferita che lo trasse a. morte nel seguente anno.


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Benàdir (Colonia italiana del). Col nome di Bcnàdir ·venne denominata ,ciagii arabi la stri.scia 1neridionale ,della costa della 1>enisola dei Soma li bagnata dall' Ocea; 10 Indiano ( « Benàdir » è il pll'lra le .della parola araba hènder che significa « ancoraggio »). La colonia del Benadir, o Soma lia IJaliana merid ionale, fu il prlmo pos.sed imento di dominio <liretto dell'Italia n ella Somalia Italiana (V.). Nel maggio 188S la R. Y. Barbarigo offcttua,·a da Zanzibar una crociera alla foce del Giuba, ,e poco dopo il console Cecchi concludeva col Sultano di Zanzibar un primo accordo commerciale, seguito i1el 1892 da una nuova convenzione col detto Sultano e col Governo inglese cbe accordava all'Italia, in affitto per .50 anni, l'amministrazione dei porti di Brava, ìVIcrca, J\:Iogadiscio e Uarsceich che vennero cedu ti dal Governo nel 1897 in amm inistrazione alla Società Filonardi. 11 24 ;gennaio 1905, in ~eguito a laboriose trattative con l'lnghilterra, il Bemàdir venne de:fu1itiva:men te riscattato d all'Ital ia che, nel luglio successivo, ne assunse l'amministrazione d iretta. • K Corpo di Truppe Colon-i.ali del Benàdir. In origine la sicurezza degli abitati costieri era affidata a circa 300 indigeni male armati e mal pagati, comandati da capi ·indigeni (Aghìda) postivi dal Sultano di Zanzibàr. Tali forze p a3sarono a l nostro serviz io, ma, dimostratesi in -seguito insufficienti e indisciplin ate, la Società Anonima Commercia le del Benàdir (1899-1905), succedu ta alla Filon arcli, le portò gradua.lmente a 1 100 uom in i al comando .d i ufficiali italiani . Vennero così costituite 3 comp. al comando d i capitani, ciascuna for mata d i cen tmic a l ,comando d i stibahcrni, ar mate di fucili ,vettcrly, e un reparto arti3lieria. Q ueste truppe presero il nome di .cc Corpo delle Guardie del Bc.nà<li1 » (800 uomini). Ma una vera r iorganizzazione del cor po si ebbe d opo che ·i: Governo italiano ebbe assunto l'amministrazione di .i:etta della colonia. Il « Regoktmento organico per la Somalia Meridionale ,l (1° maggio 1906) affidava la sicu_rezza de lla Colonia a un « R. Corpo d i Tru,ppa Incii,gen a Jl. II primo, organ itza•o ad i mitazione di quelle .delle truppe ind igene d'E.-itrea, si componeva d i 3 cp. -<li fanteria, ·su 4 centurie, ed 1 cp. cannonieri, con una forza complessiva <li 16 ufficiali, 145$ indigeni e 16 .quadruped i, a l1a ùipcndc1lirt del R . Commissario, non ,essendo 1•rcvis10 ur. comanchntc ciel R. Corpo ; le com pagnie ve:1;,cro p c-i :portate a 4 . Venne inc,llre compilato un cc Regolarrcnto unico» per le truppe indigene, ,che _s tabiliva, fra l'altro, le seguenti gerarch ie dei rn1:litari indigeni : Jusbàsci - Bulucbàsci - :Muntàz - Ua-

chìl - Ascari. Nel luglio 1907 le cp. furono portate a S, su 15 centurie, e la cp. camaonieri s u 4 sezioni ( tota le 21 ufficiali 2 sottufficiali 2091 indigeni e 21 quadrupedi) . Con legge 5 aprile 1908 venne nominato un comandante delle truppe e venne in iziato l'aumento delle forze, in vista della occupazione d el medio Uèbi Scebèli: le cp. vennero portate ad 8, costitu ite tutte le salmerie, creata una btr. mobile (trainata con muletti) e una centuria d i ;;corta. L 'o1°dinamento a mmi nistrativo del luglio 1910, mentre d iscip linò le varie attr ibuzion i, portò le cp. a 10, p iù 2 scz. mitr., con una forza totale di 52 uff., 23 milita ri bianchi e 3637 in digeni . Nel 1912 venne costit.iita ht M ilizia Mobile cr,i militari indigeni in congec)o. Nel corso dell'anno 1913 le cp. del R. Corpo, che il I O gennaio . erano 12, vennero portate a 15 per completare i battaglioni destinati in Libia (I, II e 111). Nel 1916 vennero aumentate le forze di 200 uomini e costituiti due distaccamenti mobili, di 2 ufficiali e 150 uomin i ciascuno, che in sel,'llito vennero sciolti. Durante la grande guerra, a causa delle difficoltà. d i arruola.re u m_nini in Arabia, fu aumentato il ;ium.cro dei somali nei reparti. Nel luglio 1918 entrarono in vigore n uove tabelle organiche, in base a lle qual i il R. Corpo fu costituito d i: 1 coman do, 10 cp., comprendemi comrplcssivamente 27 ce,ituric, 16 sez. mitr. da posizione, 1 comando artiglieria, l cp. cannonieri ( con sez. mobili e da posizione), 1 labora torio d'art iglieria', 1 repar to deposito; nel 1920 vi fu aggiu nto un nucleo d'Aviazione che nel 1922 venne sciolto. Nel 1923 al R. Corpo fu concesso l'uso del la baro, la cui consegna venne fatta solennemente in Mogad iscio. Nel 1925, in vista dell'occupazione della Somalia settentrionale, vennero ricostitu iti colle cp. del R . Corpo il I, II, III ba.ttaglione cc Benàdir ». L a festa del R . Corpo ricorre il 1° maggio, data della sua costituzione. Oltre ai fatti d'armi cui prese parte in Somalia, il R. C. <partecipò anche alle operazioni militari in L ibia , ove furono in viati su ccessivamente 3 battaglioni Benàùir >>.

I B attaglione <e Bmàdir J> . Costituito nel marzo 1923; il giorno 3ù il bgl., a l coniando -del maggiore Pantano, e formato delle cp. 8", 10", 13", 14' e 15", fu inviato in Libia, dapprima nel Gebèl Gariitn e negli Orfella, e nel febbraio 1914 in Cirena ica. Fece parte del.le colonne Latini e Ca11tore par tecipando ai falli d'arme di Umm Scicàneb (26 febb.), Sclcidlma (28), Zàuaia Msus (3 marzo), Zuctìna (12), Agedà bia (16 marzo e 15 aprile) ; perdendo complessivamen te un uff. e 5 ascari mor ti e


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lì4 -

Il 2°. ha11ai11one e Benàdir :o a ,1ogadisclo (H/25) 20 asca ri feriti. Nell'aprile il bgl., colle cp. 8", 13', 14" e 1s•, rimpatriò e venne sciolto; la 10• (distaccata. nel Fezzan con la 11", 12• cp. e una centuria Amhara formarono il lI Battaglione« Benà<lir J>. ll 1° agosto 1925, in previsione dcÌle necessità militari derivanti dalla progettata occupazione della Somalia Settentrionale, il I b-attaglione « Bcnàdir » venne ricostituito a Baidoa., con un comand o e 4 cp. ( J •, 2', 3• e 48 ) . Così costituito il battaglione prese parte alle operazioni per la occupazione del Sultanato di Obbia, che diedero luogo a numerosi fatti J'anne contro i ribelli. Il l O dicembre successivo venne r iordinato su 3 cp. ( 1\ 2", e 3"). Distintivo del Battaglione: fascia e fiocco color cremisi.

II Battaglio11e « J3e,rd.dir ». Costituito nell'aprile 1914 ad Agcda bia con le cp. 10", Il• e I 2• e una centuria Amhara. La 10' cp. era distaccata nel Fezzàn colla Colonna i\Iiani colla quale rimase fino alla fine del 1914 allorchè rimpatr iò. L'I 1• cp. fece parte dal 1° al 15 luglio ùella colonna Cantore, partcci-pando al combattimento di el-Cta.fìa; la 12• cp. e la centuria Amhara furono inviate alla fine di aprile nella zona di el-Merg ove operarono con la colonna Conza ga partecipando all'operazione di Letzaca e di Ccrdes. In tutte le operazioni il bgl. ebbe un ufficiale morto e 13 ascari feriti. Alla fine di settembre l' 11' e la 12• rimpatriarono e vennero sciolte. II 1° ago,;lo 1925 il II Battaglione « Benàdir » vCJu1e ricostituito colle cp. 6", 7", 9• e IO', prese parte alle operazioni per la occupazione del Sultanato dei Migiurtini, che dk-dero luoiso a numerosi fatti d'arme contro i ribelli. Ti 1° dicembre successivo venne riordinato su 3 cp. 4", 6•, 1•, che presero la numerazione di l •, 2• e 3'. Distintivo del Battaglione : fascia e fiocco di colore azzunro. III BaUaglio,re « B1mà-<lir l>. Costituito nel marzo 1914, venne inviato in Libia ove prese parte a lle operazioni militari per la penetrazione in Cirenaica; scoppiata la grande guerra il battaglione rimase in Cirenaica sosti~uendo gradatamente gli clementi somali di cui era composto, con clementi abissin i, finchè nel maggio 1921, per ord ine del ::Vfinistero delle Colonie, , enne trasfe>rmato in battaglione eritreo-libico, assumendo la denominazione d i XVI Batt:.i,gljone Misto e conservando i colori distintivi. Il 1° dicembre 192S, in vista delle ,)perazioni militari progettate dal go,•ematore della Somalia Italiana, S. E. De Vecchi, per la. occupazione dei su ltanat i cklla Somalia settentrionale (O bbi e :Migiurtini) il III Battaglione « Denàdir » venne ricostituito

•:on comµagnic di somali e con element i arabi. Prcsei>"-1 te alle o:,erazioni per la occupazione del Sultanato <li Obbia e ptr la reprtssione della rivolta scoppiata a cl-1\ur d isti11gucndosi e mcritanàosi un encomio dal Com,.ndo Truppe della Somalia. Distinti,·o del batta-glione: fascia e fiocco di colore verde.

Bcna res. Città dell'India inglese (prov. del N. 0), sul Gange. T; venne nel 1191 prcsr, da ::VIohammed Couri, musulmano, il quale, assoldati Turchi ed Afgani, si spinse sulle terre dei Bramini con 300,000 fanti, 130.000 cavalli, e 3000 elefanti, vincendo p resso B. una grande battaglia. Nel 17i5 B. cadde sotto il dominio inglese. Benavente. Borgo della Sp:igna, in prov. di Zamora. Nel 1387 fu assed iata da anglo-portoghesi comandati dal duca di Lancaster ma questi dovette togliere l'assedio a cagione delle ottime: fortificazioni, con_ robusto cas!ello, e della vigorosa. difesa degli abitanti. Combatt-i111e11to d·i Bc11ave11te ( 1808). Gli Inglesi al comando di )foore, fecero occupare B . da. una loro forte retroguardia, comandata dal gcn. Paget. Il 29 dicembre, un corpo di cacc ia.lori a cavallo della guardia imperiale, agli ordini del gen. Lefévre, avanzando su B_ venne sorpreso dalle truppe del Paget, scompigl~to e messo in fuga lasciando il suo generale prigioniero degli inglesi.

Be,ra;,e-,ite Gii/.Seppe Maria. Generale cileno ( 175518.13). Partecipò alle campagne dell' indipendenza e nel 1829 venne nominato governatore di Valparaiso. Be11ave11te Diego Giuseppe. Patriotta dlcno ( 1789186i). Prese parte alle campagne dell'indipendenza; nd 1829 fu m in istro. La.sciò u na. «:'-fomoria. sulle prime campagne dell'indipendenza». Benci venga (Roberto). Generale, n. a Roma nd J.$72. Allievo dell'Accademia militare di Torino e della. Scuola d'applicazione d'Artiglieria e Genio, ne usci tenente, òesti:1ato al 13' artiglieria da campagna. Frequentò la Scuola. d i Guerra dal 1900 al 1904 e passò nel 1908 nel corpo d i -S. M. Nel 1910 fo inscgn:uue di tat1i:a alla Scuola di guerra. Partecipò all,l campagna di Libia, guadagnò una medaglia d'argemo ad Ain Zara. Nel 1914 entrò in guerra come maggiore d i Stato J11agg iorc, nel 1916 era tcn. colonnello, e, promosso colonnello per merito di guerra, fu più tardi insignito dell'Ordine :!llilitarc d i Savoia. X el 1917 fu promoS$() colonnello brig,ld icr·e per merito di guerra, cd ebbe il comando della brigata <1 Casale)>, poi della « Aosta » e


175 guadagnò w1'adtra. mcd. d'a,rgento. Nel 1919 fu inviato a Berlino: capo uella 1fissione mi i. italiana. firmata ,Ja pace, il B. lasciò il servizio a ttivo por dedicarsi alla vita politica, schicrandosi contro il regime fasciista; fu d<wutato rul Parla.mento ne!h , XXVJl .legislatura, Nel ~-1926 venne ·wllocato a ri:po_,o 1)Cr motivi disciplinari e clecwddc d a l mandato p,~lam~ntare ~•e,rChi: partecip,:, alla secc53ionc aventiniana.

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Benckendorf

(Eme-

sto). Generale sa-\lsone di cavalleria {1711 - 1801). Partecipò alh guerra dei sette ann i, e a Kollin {18 ·giugno 1757) attaccando quasi arbitrariamente la fanteria p rus.~iana, conBencivenfJ"a Hoberto tribuì alla sconfitta di Federico il Grande. Avvenuta la batta.glia di Freiberg, coperse la ritiraht ddle truppe dell'Impero. Venne nominato ispet tore ddla. Ca.valkr ia nel 1775.

Bender (r, Bende,·,-) . P iazzaforte della Russia europea. Nel 1770 i Russi, capitanati dal generale Panin, se ne impadronirono e la incendiarono e quattro anni dopo la re.s til uirono ai Turchi; n el 1789 la l'Ìprcsero e la restituirono, ma ripresa.la per la terza volta nel 1811 la tennero con il resto della Bessarabia. A B ., in una modesta ca.set, Carlo XII, <:he v i si er a ri tirato dopo Pultuva, sosttnne il primo febbraio 1713 con trecento svedesi e qualche polacco un assedio contro 6000 Turchi e 20 mila Tartari, ma venne dopo aspra e vana r.c sistenza, catturato. Earo11e Gim·amzi di Bc11der . Generale austriaco ( I 7 J 31798). Si segnalò nella difesa del Lussemburgo contro i Belgi insorti (1790). Nel l 798 ebbe il coma.n do militare della Bosnia.

Beneadi. Villaggio dell'alto Egitto, teatro di combattimento (18 aprile J 798) che appartiene a ll'invas\one napoleonica. I l generale Davout credeva di a.vere distrutto i resti delle tribù arabe di Jambo cfle i mportunava l'alto Egitto, qua.n<lo fu avvertito che a B. s i concentrava un grosso corpo di .Jvfammalucchi, Arabi, e Darfuriani p rovenienti dall'interno. ~1urad Bey doveva assumerne il comando venendo dall'Oasi. · Davout decise d i attaccarlo celermente. Arrivato a B. il 18 aprile 1798, coperto il vsilla.ggio dalla parte del deserto con molta Cavalleria, divise la fanteria su due colollJ1e, una che do v>cva. dare l'assal-t.o al villaggio, l'altra circondarlo. Fanteria e cavalleria francese si slanciano alla carica, il paese è invas<>: la fanteria vi ent ra, e se ne impadronisce malgrado il vivo fuoco fatto dalle case. Duemila nemici r estaBene<lek Luigi

no sul campo di battaglia, ed i,n pochi istanti il villaggioè ridotto in cenere.

Benedek (Li,igi). Generale austriaco ( 1804-1881). Si disiinse nel repr imere i !llOlÌ in Galizia. (1846). Prese parte qu:,,\,; generale di brigata alla campagna del 1848-49 di,tingucnclosi a Curtatone, a ì',,1orta.ra ecl a. ); o van; nel 1349 iu inviato contro gli insort i ungheresi e vi rimase ferito . )J' el la campagna d ei 18S9, ebbe il coman<io dell'8° corpo <l'armata, e combattè valorosa.mente a J\klegnano e SoUerino, meritandosi la promozione a coruandante generale d'artig!ierift. Nel 1naggio, 1866 ebbe il comando in ca.po dell'esèrcito r,ustriaco in Docmia, ma sopraffatto da lle armate Prussiane a Sadowa, venne sostituito nel comando dai l' arciduca A lberto. Sottoposto ad u n'inchiesta, essa venne poi sospesa, ma do,·ette ritirarsi dal servizio.

Benedetti (Antonio) . Generale, n . a Brescia m, a Urago ::v[ella (Brescia) ( 1844-191i). Sot tot. d'artigliePia nel 1864. fu da capita no addetto alla Fabbrica d'a,rmi <l i Brescia e col grado di maggiol"e fu mem bro e segretario della Commissione per lo studio delle :\rmi ,portatili e<l insegnante presso ila Scuola Centrale di tiro di fantena. Pramosso colonne\Jo, ( 1899) diresse il Polverificio <li Fontana L iri, e, collocato in po3izionc: ausiliaria. (1902), raggiunse nel 1911 i l grado d i maggior generale nella riserva . Lelio Benedetti. Generale, 11. a l\fontaione (Empoli)nel 1850. Entrato alla Scuola mili tare d i :vrodena nel 1868 ne uscì sotto!. d i fanteria nel l8i0. T enente colonnello a.I 6° regg. fante;· . 'i" r ia nel 1899, venne desti_..,. nato nel 1904 col suo bat' . .(D taglione a Canea (Isola di Creta) colle truppe internazional i. Esonerato da tafo comando ·a sua domanda nel settembre 1906, dopo essere stato promosso, nel giugno 1905 colo,mcl-lo de\'1'83° reggimento fan-· teria, pùi del 72°, venne al suo r itorno in I talia as-· segnalo aJ! comando del-· 1'88" regg. fanter ia. Collocato in P. A. per ragioni d i etò. n el 1908, venne collocato a riposo nel 1913, epromosso generale di brigala nella r iserva nel 1914 e gcneraJe di divis ione nel 1924.

Benedetto Brin. Kave da. battaglia., a due ridotti· esterni carazzati con cupole corazzate, murata centra le e cintura corazzate, ponte cellulare corazzato, scafo in acciaio, varata nel R . Cantiere d i Castellammare di. Stabia nel 1901. Rappresenta, con la R . N. « Regina. :\fargherita )), il primo tipo europeo di nave a potentearmamento· secondario e con protezione estesa, che diede:


TIEN

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;poi luogo alla corazzata monocalibra: lunghezza m. 130 ; larghezza rn. 23,84; d islocamento T . 13427 ;_ potenza .'H l' 2ù475; armamen to guerresco cann. IV 305, lV 203, XII 152, XX 76, II 75, II 37 H ; mitr. II; lancias i-

176 tenimento. In genere erano vecch i e provati soldati che, dopo compiuto il servizio legale, portavano un distin tivo d'onore e venivano talvolta richiamati in servizio per° incar ich i <li fiduc ia. Quando erano in servizio richiama ti si chiamavano « evocati»; prima del richiamo ,e emeriti >). B . erano pure chiamat i gli inna lza ti a gradi più elevati per favore dei T r ibuni o altri magistrati, c0111e rilevasi da iscrizioni lapidarie ron1ane_ '

Benemeriti della Patria (Medaglia per i) . E ' l'unica onor ificenza della R epu bblica. Boliviana. Venne ist ituita per coloro i q uali parteciparono a fatti d'arme in d ifesa della R epu bbl.ica . Si porta appesa a nastro dei colori bnli,-ian i: rosso, gia llo e verde.

l ur i IV; stato maggiore 37, equipaggio 772. F u d istrntta da un'esplosione della S. Barbara a Brindisi nel 1916, ,con grayi perdite d i uomini.

Benedizione (di bandiere, stendard·i, navi, caserme, escrcit1). Cerimonia religiosa in tesa ad imp lorare l'aiuto e la p rotezione <li Dio. Anticamen te il Cappellano maggiore dell'a r mata, o nparto, nel p\mto di iniziare la battaglia benediva da lontano, stando a cavallo, le truppe, col doppio scopo <li prop iziare la vittor ia, e <li assoh·erc i peccati d ei morituri. Tale r ito p are derivi (fa lle religioni pagane, perchè già i Greci lo os3crva, ,ano, come risulta <!alla «Tattica,> <li Leone imperatore. E così pure i Romani facevano precedere la battaglia dalla « espiazione >l o cc lus trazione J> p er tutti i .soldati. S ell' Escr ~ito i ta liano la B. d ella bandiera ha luogo con un solenne cerimoniale in cui il misticismo si collega int imamente colla severità ma rz iale. 11. regg imento, riunito in gran<le uniforme nel sito scelto per la fun.zione, si schiera. in torno ad un a lta.re p redispos to. La band iera. avvolta n el fode ro, vi è portata dall'ufficia.le port:d.1andiera, presenti tutti gli ufficiali. I l comanda nte del Regg imento, segu ito d ai comandanti d i battaglione <e compagnia, colla sc iabola sguainata, scorta la bandiera fi no ail'altar~. Fatta estrarre la bandie ra dal fodero la sp iega, e la p1esen ta al ~acerdote per la B., e d opo la ricon.segna a l portabandiera; quando i comandanti dei reparti sono 1·itornati a l loro posto, il comandan te fa p resen tare I~ anni è suonare la i\liarcia Reale, qu ind i parla a lla truppa. Rimesse le arm i a l piede, il R eggimento si riunisce per sfilare in parata davanti alla ban•diera pa,-sta a ·<lest,ra del comandante. In modo analogo ·vien fatta la B. -dello stendardo dei reggùnenti di cavalleria, che restano a cavallo durante la cer imonia. La B. <lelle navi da guerra viene fatta gen eralmente ·p rima del varo, con r ito e cerimonia religiosa corr isponden te a quelli della band ier a . Viene s~elto per b . B . uno dei p relati più elevati nella gerarchia ecclesias tica del sito dove avviene il varo.

Beneficiari. Soldat i semplici (grega,·i·i m ititcs) . As..,egnati al servizio privato degli ufficiali, come sono gli attual i attendenti. Essi erano esonerati dal servizio milit:tre armato. S i chiamavano pure B . i prosciQlti dal servizio militare aven ti speciali beneficii per il proprio man -

Beneplacito. Durante l'epoca delle comp agnie di ventura, s i d iceva anno di beneplacito, o semplicemente B ., l'an no che veniva lasciato in potestà delle s ignorie di far ser vire i capi!ani e le compagnie olt rr :ti periodo èelh ferma, stabilito dal le Caµ itolazioai. Talvolta il B . fu 011inore di un an no : ad es., sulla fine del scc. XV e il principio del XVI, normalmente la condotta durava otto mesi, quattro d i ferma e quattro d i beneplacito. Bene pubblico (Lega e guc-rra dd). N el 1464 il Duca d i Bretagna , alleatosi con Carlo il T emerario di Borgogna, fondò una formidabile lega. fra i principi d i Alençon, Borbone, O rléans, D unais, F oix, Armagnac, capitanata da.I Duca <li Beuy, fra tello del R e Luigi XI, lega che fu den oinin,,tta del B . P., perchè creata sotto il pretesto di sollevare il popolo dalle angherie del Governo cen trale. Luigi XI mentre coll'astuzia cercava d i staccare i principi dalla lega, organ izzò rapidamen te un esercito offrendo doppia paga. ad ufficiali e soldati. La guerra scoppiò nel Re rry e nel Bor bon ese dove il Re, approfittando ckg li indugi della coalizione, i rruppe con circ'a 2 0000 uomini, e s i impadronì in meno d i due mesi di grande parte delle d ue regioni. Frattan to i coalizzati, con Carlo il T emerario, dal levante irruppero nelle terre del Re, costringen do il conte d i Ne,·ers a S. Dionigi a indie treggiare; e il Duca di Bretagna con 10000 uomini, e il conte d'Armagnac, e il Duca d i Ncn1ours1 avanzarono da n!ezzogiorno.

L uig i XI dovette dapprima ritirarsi d i fronte a forze p reponderanti; ma c on ra p ide mosse, s ubito dopo, p,csa Gaun at, e R iom, <love trovavansi i Duchi di Borbone e N emours, il s ire d' A,lbret, e i-t conte <l' Armagnac, a bbattè la p;·e~unzione d ei principi, che ch iesero armistizio, concesso •p revia deposizione delle armi. Il Re procede tte su Parigi per proteggerla <la un colpo di mano, con un esercito cli soli 14.000 uomini. Carlo il T emerario s'avanzò fino presso Parigi, contando di r iunii-si co i <fedifraghi Duchi di Ilerry e Bretagna per battere Luigi. Ma questi, date disposizioni d i cli>fesa a i Parigini, quantunque dotalo <li meno poten ti a rtiglierie, e d i m inor quan tità d i uomin i, mosse contro Carlo il T eme rario: a ìvionthlér y Yenne combattuta una. sanguinosa battaglia. Le sorti di essa rimasero indecise, ma essend osi il R e r itirato a. Carbeil, •Oarlo ri tenne (ii esserne vincitore, e si JJreparò a conqu istare Parigi, coll'esercito riunito dei Confederati. Il Re tuttav ia v i accorse con numerÒge tru ppe, e frattanto ricevette r i11forzi dal Duca Francesco Sforza, comandati da Galeazzo Sforza, così che p otè tenere inopegnat i intorno a Parigi i Confeclera.ti con piccole scara muccie, mentre faceva un'azione

d iversiva nel D elfin ato a mezzo delle truppe italiane


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•( 1500 uomini d'arme, e 3000 fanti) agli ordini cli Ga·1eaz.zo Sforza e di Giovann i Palla.vic ino. Il temporeggiare favoriva la d iscordia n el campo confo<lerato, e Luigi XI iniziò con j Confederati pratiche per ven ire ad un aC6or ùo rnosu·an do di accondiscendere ai loro desidera ta . Nell'ottobre 1465 furono d iscussi a. ·Conllans i c:qJi toli del la pace e Y,Qi a Saint 111:aur. L e -convenzioni v<'nnero pubblicate i l 30 delle stesso mese f,·, l' i11diffrrenza. del popolti i n nome J el qua le asser iVét.-=.i

di coJ11battcrc.

col Re e lo seguì a Roma. Perd uta la speranza cli vedere 1estaurata la monarchia borborùc~, s'i r i tirò in N apol i.

Guglielmo B clleventano del Basco. Generale, n . a Napoli rn. a R esina (1817- 1880). Alfiere nell'arma di ca• valJeria nell'esercito delle Due Sièilie ( 1837) prese parte col grado cli •m aggiore alla campagna .<lei 1860; entrnto a far parte del R egio Esercito, si distinse nel grado di tcn. colonnello d urante la campagna del 1866 meritandosi u na med aglia d'ar.gento al valore a Villafrann\. Promosso colonnello (1867), comandò il reggimento Nizza cavalkria ecl il d istretto militare di Verona, e col grado di maggior e generale fu comandante superiore dei d istretti m il itari della divisione di Verona.

Bene-Vagien na. Connu,c in prov. di Cuneo sul ,confluente dc: :}fondala.via e della Cussea in pianura circondata <la colline. Venne fondata dai Liguri Va_gienni col nome di Augusta Vagiennoi-un1; vi esistono ., Alfreda Francesco Bene-uentano del Bosco. Generale, ruderi cli ed ifici, terme e torri, che la fanno r itenere ann. ad Aversi m . a Bologna ( t859-1920). Sottol. d i ca-tica (: it ta fortificata, prima della conquista romana (114 valleria nel 1878, raggiunse il gra do di colonne llo nel -~- C.). Pare s ia s tata d ist rutta da Alarico nel V secolo, 19 l1 al comando del 1·eggimcnto lancier i di Mantov;;,. ma i cittadini ne ricostruirono il Castello poco discosto Collocato in posizioJ_1e ausiliaria nel 1915 e r ich iamato ,dall'an tiéo, nel posto dov'è attua lmente. Amedeo prinin servii.io· durante la Grande Guer ra (1915-19 18) ebbe cipe d 'Acaia, nel 1387, coll'aiuto d i /\mecleo VII conte le funzioni d i presidente delle C9mmissioni incette e d i Savoia, la e~J?ugnò togliendola al dominio ' del vescovo requ is izioni >del Corpo d'Armata d i Bologna e quind i -di Mondovì; ma nel 1388 la r ipe;·dctte v er opera del la carica d i ispettore presso le Commission i d' incetta conte cli Virtù ; tuttavia la ripfcse p iù tardi perdendola dei Corpi d' Armata cli Bc,logna, Verona ed Ancona. nuovamente nel 1396, quan do fu conquist a ta da F aciFu prom0sso maggior g":"era le ne_l 1917. Jto Cane . Nel 1399 tornò in potere dei Principi di Acaia e vi r imase fino a.I XVI secolo, quando Ye1me in poteH Benevento (ant. 111alevent-uni e poi, n el 268 a . C., -di France,co I che ne fortificò le mura ed il Castello per Be1Hrucn t1on) . Città capo!. <li prov., cli cu i costituisce resiste re :ti reiterati attacchi delle truppe i mperiali, che uno dei p rincipali obbiettivi strategici, essendo centro .avevano già preso ·chcrn,;co .e Fossano. B. V. resis tette cli irradi·a.oione ,di comunicazioni in o'.fino alla pace d i Crépy, .ma nel 1551 fu nuovamente asgni senso·. Per questa situazione, fu sedia ta da Carlo V,- ed Enrico II vi m~dò come diteatro <li numerosi e impor tanti fatfensore il maresc. cli Montluc che difese coraggiosamenti <ran nc. te B. V . e la Jcce li berare dall'assedio. Dieci ann i dopo I. Battaglia di Bene,iento (29i a. C.). ri tornò in potere d i Emanuele F ili berto e fu r imessa in Appartiene a:hla terza. guerra. sannitica. _perfette condizioni d.i di fesa, riattandoac le fortificazioni. Fu combattuta e v inta dai Romani a .Slll'la metà del secolo XVIII Cal1lo Emanuc.Je III la elevò gli ordini del console P. Decio ~fore. .a p r·incipato, investendo,~c il D t•ca di Chia.blc3e suo figlio. contro gli Apuli, a lleati de,i Sanni ti . .Segui poi la so~te del P1iemonte e ,]e] Regno d'Italia . Lo scontro terminò con la fuga degli Apuli, elci quali 2000 rimasero uccisi. Beneventano del Bosco (Ferdinanda). Gene.ra ie <le ll'eser-cilo delle dae Sicilie, n . a Palermo nel 1813, m. a Napoli ::iel 1881. Usci nel 1829 :dal collegio dcli' :\nnunzia tè lla a :-Sa.poli, tcnonre <lei _ gra,natie.ri del.la gua.rd ia. Nel 1845 in causa d i un d uello riparò a :'V[ailta; tornò in p,uri•a noi 1848 p romosso rnpitano. Con ta l grado cornbwt tè contro ~:i insorti in Calabria. e Sicilia.. Ferito a lla presa cl i Messina, segnalatosi p er valo re nella pr es-a. d.i Catania e S iracusa, poi fu a.1J'attacco cl i Palermo dove il suo contegno decise della presa. della. - citL.-\. Proi11osso maggiote, fu al comando dcil 9° ba ttaglione cacciatori nel 1860 a battere la campagna. contro gli insorti. Presa da Gar ibaldi Paler mo, fu promosso colonnello ecl inviato a :Messina qua le comandante d' una bri_gata cacciator i. Prese parte a l combattimento di :Milazzo contro i gari bald ini, e vi guadagnò la p_romoiione ·a gen. di brigata . Il 20 novembre raggiunse il R e a Gaeta, dove comandò le truppe nella sort ita . P romosso ma resciallo d i campo nel gennaio 1861, uscì da Gaeta

II. Ba.tta.g lia di Benevento (275 a. C.). Fu l'ultimo grande fatto ci'arn-,e della lotta dei Romani contro P irro, alleato dei Tara n tini, 1 Romani, agli ordini del console NJ.anio Curio dentato. stavano accampati sulle a lture presso llcnevcnto, quando P irro venne· ad assalirli. Sulle prime i legionari su birono uno scacco, ma poscia lanciarono contro i temuti elefan ti d i Pirro freccie infuocate, le quali li infer ocirono, e li posero in fuga attraverso le proprie fi le, le quali si tlisordinarono. I R omani, approfi ttando subito cli ciò, con un a.ssalto decis ivo e r isolu to \crminarono d i sbandare gli av,·ersari, dei q ua li fecero -strage. Si fa ammontare a 36000 i l nu mero <lei caduti epiroti, e a 1300 con 8 eldanti i prigionieri. Pirro tornò a l cli I:\ -cieli' Ad riatico, lasciando presidio a Ta ran to. III. Battagl-ia di Benevento (2 14 a. C.). Appartiene a lh seconda guerra punica t fu combattL;ta fra i R o•nan i, cornandat i dal vroconsok Tiber io Scmprt:nio (lracco, cd 1· Cartaginesi comanda ti da Annone e an1montanti a 17000 fanti e 1200 cavalieri. La lotta iniziata a llo spuntare del giorno, venne decisa mediante un as,,aJto degli sch iavi mi litanti ~elle file r omane, ai qu ali fu pro:nessa là. liber tà in premio della vittoria. JI loro sfor1n infra.ns.e ra rcsi-stonza. dei Ca1·taginesi, e invano la cavalleria d i qµesti ten tò di fare argine ; ,\nno-

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1:e s1 salvò cella fuga e perdette grande numero dei

suoi: le perdite dei R omani ammontarono a 2000 uom ini.

IV. Batta{ilia di B,neventò (212 a. C.). Appartiene, come la pr:!ce<lente, alla seconda guerra punica, e fu combattuta ?J1cora fra Romani e Cartaginesi, i primi al corn1n <lo ciel console Cneo Valerio Fiacco, i secondi al. cor.,an<l~, di Annone. Questi aveva preso posizione t ulle ah ure a -3 m iglia da Benevento, e attendeva c1u ivi i suoi alleati Capuani. l i console romano andò a<l assalire l'accamyamcnto nemico, che i Car taginesi, benchè 1),resi alla sprovvista, d ifesero valoro&-:i.mente. Reparti condotti dal prefe tto Vibio Accao e dal centurione T ito l'eda n iQ, r iusciroao però, dopo grande sforzo, a superare lo steccato <lei campo e invaderlo, decidendo della vittoria.. La strage <lei d nt i- fu grande, 10000 u. ; i prigionieri ani rnr.nta rono a 7000. A!lnone, chf! Sii <'ra assenta to prima della battaglia per foraggiare, riparò nel DruZ10 con i resti ciAl s c,o e;èrcito. V. Jì~rh,vento et.be sotto i R omani un:,. grawk imp ortanza, sino a.I termine dell'Impero. T otila la prese nel 545 e ne at terrò le mura, ma i Longobardi le r iedificaron o e la città rapida-men te rifiorì. Per 500 anni fu la capitale del loro regno n ell'I talia meridiona le, e ii ducato che da B. prese il nome rappresen ìò uno Stato organican1ente cnsd tu~!o.

VI. A ssedio di Bene-.1ento (66.ì <l. C.). Appartiene alla spedizione dell'imperatore bizantino Costante II in Italia. La città. era d ifesa dal duca longobardo R,,.n11aldo, il quale invocò l'aiuto di suo padre Grimoaldo. Ques ti, che trovavasi a Pavia, radunò un forte esercito e si avviò verso l'Italia meridiona le. F rattanto Costan te spingeva alacre mente i lavori dell'assedio, ma non r iuscì a vincere la resistenza dei longobard i, e, all'avvic':ia:si d i Grimoaldo, <lo, etk aì,bandona i:e !'imp1esa e ritira rsi a_ Napoli.

VII. Coinbatlimc11to di Ben<tfento (350?). Si ricollega alla guara c ivile scoppiata fin dall'839. Da un lato il Ducato di Napoli a!leat<> col principato di Salerno, d all'alt ro la contea di Capua con la repu bblica d i Ama lfi . I Saraceni, ·a pprofittando di que~ta lotta, inv1t• dono il ducato di Benevento e press() la città ,·en gono, verso 1'850, battut i e respin ti dalle popo lazioni. VIII. Assedio di Benevento (891). Appartiene a l per iodo della prep,mden,nza bizan tina neU-l talia meridionale, e [u posto alla città d a l generale greco Simbaticio nell'aprile. Nel luglio B . si arrese, e i greci vi trasportarono da Ilari la sede del Governo. Quattro anni dopo, essendo stata d i nuovo trasportata la cwitalc a Bari, e B . rimasta con scarsa guarn igione bizantina, Guido IV òi Spoleto marciò sopra la città e ne scacciò i Greci; nell'899 di B. s i rese padrone Atenolfo, con te di Capua.

IX. ,lssedio di Benevento ( 1001). Fu posto a lla citta da Ottone III d i Germania, il quale ,w,biva di r istabilire la s upremazia imperiale nel mez7.0giorno <l'Italia. L'assed io non riuscì, e l'im,peratorc dovette rinuncia.re

.a l suo d isegno. X. Assedio di Bc,unic11to ( 1047). F u posto nel febb.-aio alla città dalle tq1ppe d ell'imperatore Enrico III e della Chiesa, le quali poterono impadr()nirsi dei sobborghi e devastarli, ma non riuscirono a supera re la -.cal it.la resistenza degli abitanti, che difesero con ener-

i78 g ia le loro robuste mura. Costretto a togliere l';tssedio, Enrico s i accon tentò di fare lanciare dal papa la scon:un ica sulla ribelle città.

XI. T rattato di Bc11evento (12 agost<> 107.3). Concluso fra il papa Gregodo VII e Landolfo VI principe d i !3enevcnto. Il p rincipe ..ccetta il dominio pontificio sul principato, r icono~cendosi vassallo della Chiesa. XII. Asscriio d-i Beneve.n to (1077-1078). Fin dal 10ì3 B. si era da ta al governo ponti ficio, ma i No~m.,nni, ormai pad1·oni della. regione, decisero d i impadronirsi anche d i B. Roberto Guiscardo comparve il 19 d icembre 1077 davanti alla città e la cinse d'assedio. Varii assalti f urono respinti coraggiosamente dagli abitanti. Frattanto Gregorio VII lanciava la scomunica sui Normanni, e G iordano, duca di Capua, raccolti i partigiani del Pontefice, muoveva verso B. nel maggio 10ì8 e costringeva Rober to ad abbandonare l'assec!io.

XIII. Assedio di Benevento (1155). Appart iene a lla lotta scoppiata fra il normanno Guglielmo il Malvagio e i suoi baroni, appogg iati dalla Santa Sede e dall'imperatore Federico Barba.rossa. Aschettino, generale bizantino e alleato di Guglielmo, pose l'assedio alla cit· tà nelrapr ile I 155. B., sempre fedele a l papa, s i d ifese

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Battaglia. di lle ncvc11to (1266)

energicamente, e, soccorsa dai ba ioni, riuscì a respingere ogni as~alto, fino a costringere gli as,eclianti, nd maggio. a rit irarsi . X I V . Assedio e Pace di Ben even to (1156). Xuovamente tornò Gu glielmo, nel I 150, ad assediare Benevento. determina to a togliere a l papa questo suo possesso.· I baroni erano stati ormai debellati e la regione dom inata dai Normanni. Nessuna speranza di soccorso per B. da parte delrimperatore, il quale trovavasi in Germania. In queste condizioni, il Pontefice, Adriano IV, si r isolse a trattare. E venne conclusa la pace presso B ., nel giu gno 1156. IJ r~ n ormanno giurò a l papa. fedel tà e obbedienza, mentre ne veniva investito del regno di Sicilia, del ducato di I'uglia, del p rincipato di Capua.

XV. Assedio di Be11cvento ( 1240-1241). App,u-tienea Ha lotta fra '1' iiwperatore F cderico II e la secon<la Lega. Lombarda. L'imperatore cinse d "assedio !J. nel 1240 e riusci a debellare la resistenza ostina ta dei cittad ini soltanto ncll'a.prilc del 1241. Ay·,cnuta la resa, i soldati. imperiali abbatteron<> le torri e le mura della città . XVI. Battaglia di Be,wuenlo ( 1266). Appartiene alla guerra fra Carlo d'Angiò e Manfredi. Questi, che crasi


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,collocato nella. pianura presso B. all'alba del 26 febbraio 1266 vedeva giungere da Vessafrv e Alife l'esercito angioino. Manfredi attendeva rinforzi da varie par:. ti del regno, e pareva perciò saggio consiglio evitare la battaglia; prevalse invece il par ere di accettarla, nella considerazione della stanchezza degli angioini, i quali avevano fatto "Jna marcia )unga e faticosa. L a lotta venne impegnata dopc:, mezzogior no . ~Janfred i a ttraversò il Calore e assaltò la fan teria francese, che non re,sc all'urto. ,-La cavalleria di Carlo r i~tabilì la si tuazione, ma venne seriamente impegnata da un assalto di cavalieri d i Manfredi. La lotta continuò cou accunl!nento) n1a i francesi riuscirono in .fine a sopraffare la cavalleria. avversaria., e allora i seguaci <11 Manfredi in pa rte com,nciarono a sbandarsi, in parte a pass~re addirittura al nemico. Manfredi s i lanciò nella m isch ia, e vi trnvò la morte <lei prodi; avendo perduto le insegne, il suo coo-po v,c.'nnc r itrnvato o.riveillato di ferite so l·tanto u·e gios-n.i dopo. La. città d i B . fu a.bbandonata a l sacco e a l,la strage . La vittoria di B . diede a Carlo d'Angiè la signoria di Napoli e della Sic.ilia .

XVII. Nel 1820, il .'i luglio, u n a sommossa invocan te la Costituzione e l'unione allo Stato napo letnno scopp iò in B ., ~idata dal colonnello Valian te, carbonaro; la J)icco la guarnigione pontificia si chiuse nella rocca e l' 11 ottenne di lasciare la città i ndisturbata. Venne co~titu ito un gove,'no provvisorio che d urò fino al fcbhraio 182 I; quel giorno la città tornò all'obbe<lienza del 1-'apato rimanendovi fino al 1860, epoca in cui en trò .a far parte del Regno d'I talia. 8rigata 13e,ievento. Costituita il 1° marzo 1915 dal <lep. del 40° fant. co l 133" (dep. 31") cd il 134" (dep. 40°) regg. fant. Combattè fin dall' inizio della guerr a, prima sul rn. Sei Busi (giugno-luglio 19) 5), poi nella zona di Aj ba (ottobre 1915) nel settore d i S. Lucia ~ i Tolmino, nel Trentino, ove p rese parte alla controffe,i,siva i taliana del giugno- luglio 1916, nella zona di Gorizia e finaln1entc in Carnia ove. <lurante l'offensiva austro-tedesca dell'ottobre 1917, subì for tissime perdite tanto che il 18 novembre venne defi nitiv~.mente sciolta. Rico,,,pense. Alla Bandiera èel 134'' rcgg. fant.: medaglia d'a,·gento a valor militare, p el magni6co slancio çon cui conquistò forti posizioni nemiche sul m . Sei Busi (25 -28 luglio 19 15). Mostri,ie della brigata : Due striscie orizzonta li, l'una superiore rossa, l'altra inferiore verde.

i79 del corpo d'arn1ata speciale per la occupazione della Libia. La 2' <liv. era così composta: 3• brigata (22° e 68° fant.) gcn. D'Amico ; 4" briga.la ( 4° e 63° fant.) ge11. Arneglio; 2 squadJ'oni cavalleria; 2° reggimen to ar· tiglieria campagna specia le (da 75 A.) una compagnia zappatori ; servizi. Lo sbarco doveva compiersi coll'appoggio della fl otta. A Bengasi erano le segtienti forze turche: 1° e 2° bgl. del 124" fa11teria ; 1 squadrone del 38° cavalleria ; 2 compagnie artiglieria d a fortezza; 2 batterie artiglieria ca.rn pab'lla; I batteria artiglieria montagna; inoltre parecchie miglia.ia di indigeni armati.

Combattùn.ento ed occ,,pazio-ne di Bengasi ( 19-20 ottobre 19 1 t). I l 15 ottobre p:u:tiva da Napoli il p rimo scaglione di truppe della 2• d iv. dest inato in Cirenaica .

Il castello InOl'CilC.O, J)l'lma. sede de\ c omàndo ìt.aliano

Tale scaglione giungeva ne1le acque di Bengasi il matt ino del 18 ottobre. Riconosciuta rapidamenLe la costa, venne dec iso d i effettuare lo sba.rco sulla spiaggia sabbiosa. della G iuliana, nel le vrime ore dell'indomani 19 . !'\el mattino del d etto giorno, verso le ore 7,30, le navi da guerra d ella prima <li visione ( l" squadra) agli orclini dell'ammiraglio Aubry, aprirono il fuoco battendo la. spiaggia della Giu li a.ria, là dove doveva effe ttuarsi Jo sbarco, i pressi della caserma. della Berca ed una poi-

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Benfeld. Città della bassa Alsazia. sull'lll e sulla ferrovia Strasburgo-Basilea. Fu i n passato una piazza forte francese e venne parecchie volte assedia ta.; nel 1331 subì il sa ccheggio da pane delle truppe del conte Uhlrich dd \ Vurtemberg che se ne impadronì. Inutilmen te assediata dagli Armagnacs nel 1444, venne nuova.men te atta~cata, assediata e conqu istata dagli Svedesi nel 1632. Fu ceduta alla Germania dopo il trat tato di Francoforte, e nel 1918 pel tratiato di Versailles ritornò alla F rancia. Bengasi (o più esattamente: Ben Gltàzi). Città della Cirenaica, capitale della Colonia, di circa 30000 abi-

tan ti ; sor1;1e sulle rovine della an tica Berenice, nome imposto dai Tolomei a lla c ittà d i Evesperide fondata dai Greci nel V secolo a. C. Scoppiata la guerra italo-turca (1911) fu deciso di procedere fin dall'inizio alla occupazione di Bengasi. L'operazione venne affidata a lla 2" div. (gen. Briccola)

mctotta granclc di Bengasi

veriera turca. Dopo circa un'ora di fuoco, con il 1n-ar e agitato e sotto l' imp erversare di un acquazzone, prendevano terra le còmpagnie da sbarco della. marina, con alcun i pezzi da 75 delle navi, al comando del capitano di fr~ga ta Frank. Verso le ore 10 si ordinarono s ulla spiaggia i prrmi reparti di truppe deìj'esercito (compagnie <lei 4° fanteria, u na batteria da montagna) al wman<lo dd generale Amcglio, i quali provvidero subito a<l allargan, la zona d i ,barco. Tali primi reparti presero terrn senza valers i dei pon tili, i quali venivano frattanto rapi{lamcntc costruiti dalla compagnia zappatori della divisione. I n questa prima fase dell'azione, i marinai, p recedendo le trupp~ d i terra, ebbero a soffrire delle per<:lite, tra le quali è da SCb>Tia la rsi quella del


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Caste!lo ili Tobr a a 50 km. da ll(ingas i guardiamarina. ll ianco. Subi to accorsero a rincalzo alcuni nsparti del 4° fanteria. <!' 63° fanlcr.ia, e la linea cl i fuoco si consolidò talmente, da poter affrontare be~1 presto, con successo, la. massa dei combattenti n emici spa rs i sopra un'am p ia fronte, da lla -caserma. <leJla Berca, oltre il Lago Salato, fin contrn la µun ta Bu Sctiba. Il tiro d ei cannoni dellr n avi giovò molto in questa a va.i1zata dei nostr i, così PLU"e il fuoco della. p rima batteria da .montagna s barcata, la quale s i era posta in · posi:.<ione sulle dune tra !a spiaggia ed il Lago Salato. Verso lè ore 15.30 l' intiera nostra linea, appoggiata dai tiri della ba tteria da montagna, si slanciò all'attacco de lla caserma della Beica. Di fron te, con 1·ipar ti della ma1·ina, del 4° e 63° reggimeftto fanteria ; per il fia nco destro, con due battaglioni dd 4° ; i restanti ripa.iii, che suc;ccssi,·amente prendevano terra, ve.nivano dìsposti in riserva. Il combattimento si impegnò subito aspro e se1·. rato contro le trincee occupate dagli a rabi e dai turchi e poi nelle adiacenze della caserma della Berca. Cadc·va110 feri ti in questa azione il ten en te colonne llo Gang itano ccl il capitano di fregata. F rank coi: due comandatiti di compagn ia ed alcun i ufficiali s uba lterni. Alla fine il _generale Ameglio, con r ipetut i assalti alla baionetta, r iusciva, verso sera, a caccia re gli avversari d alle trinccè e ad impadronirsi della. caserma Derca. Occupa ta. quest'ull ima, le nostre truppe s i impadronirono delle località d i Sidi Daùd e Sidi Husèin, alle porle di Bengasi, sostan do a l ma rgine dell'abitato della cittit, in attesa che la flottn la bombardasse e facilitasse il compito delle trup pe dell'esercito. Avvenu to il bomba.rdamcnto, nottetempo, alla luce d ei riflettori delie navi e inalzatasi· Ja. bandiera bianca. sul Ca stello, l~ r,ostre truppe penetrarono in città· nel ma ttino del 20 ottobre e vi si afforzarono. Le perdite d ella giornata del 19 salirono, <la. parte nostra, ad un uffi.ciale e 25 soldati mort i, ed a 9 ufficiali e 70 soldati feriti : quelle del nemico s i fanno ascendere a pa recchie centinaia tra mort i e feriti. Il 2 1, dai porti d i N apoli e J>a Jcm10, salparono le navi recant i il 2° scaglione della 2• divisione, cioè la •I" brig:ata d i fanteria con due batterie da montagna ed

aliquote di serv1z1. Ai primi d i novembre, intorno a. Bengasi, non si ebbero avvenimenti d i grande rilievo. Le truppe ne approfitta ,·ono per sistemare fortemente ed alacrement<:: le rjspettive linee di difesa; si effettuarono alcune ricognizioni lu ngo le p iù probabili direttrici di a·ttacco dell'avversario, e tra queste merita specia le cenno quella che s i effettuò nella notte ~ul 6 n ovembre, composta d i uno squadron e di cavalleggeri di Piacenza ( 18°) e d i 3 compagnie ciel 4° reggimento fan teria, la quaJc ,i spinse fino a lla località di Hàusc T lùba, dove catturò 4 pezzi d i art. camp. Krupp, iv i abbandonati d ai Turchi, privi d i otturatori, insieme a molte munizioni .per artiglieria e fan teria . JJ 9, due squad roni dei cavalleggeri di P iacenza, due compagnie dc! 63° fanteria cd una. batteria da campagna si spinsero fino al margine dell'altopiano, ed ivi dispersero alcuni gruppi di beduini. Il 12, le ricognizioni s i ripetevano con ottimo ~uccesso, contro Hàusc T lì1ba . Altre ricognizioni si rinnovavano a l p rincipio della 2• quind icina cl i novembre verso il Gebèl i\uaghlr segna lando notevoli concentramenti cli truppe nemiche. Il 28, unà colonna delle tre arni ii a.g li ol'<lin i <ld 111,agg ior generale D' Arnico 1 per

molestare i · segnalati concentramen ti in d irez ione <li S\di CaJìfa, muoveva contr o questa loca liti inJ1i66endo una grave sconfilla alle truppe arabo- turche che ivi s i trovavano racco lte e che s i ritirarono con forti perdite . Il 28 novembre ebbe luogo cii fatto d'anni cli el- Coèfia (V.). Sullo scorcio di novembre cd. ai pr,imi di diécmbre prosegui il lavoro p er la sistemazione difensiva d i Bengasi. S i <ldimita.rono attorno alla città. i settori di d ifesa e si pre.~idiarono convenientemente, si consolidò ,)a c inta. <li sicurezza e si completò con difese accessorie costru ite a d isto.nza n.ri.; dalla cinta stessa, Si sistemarcno otto ri<lotte e vari p0st i difensivi (blokhau.s) interpo;t.i tra le r idotte stesse. Tutte le ridotte ebbero per presid io una compagnia e c i.J1que d i esse a11che un a rmamento d'artigl ieria. O ltre ai presid i corrispondenti a. ciascun settore venne anche costruitll una riserva generale. In d icembre giunsero a Bengasi il 4° bers., U11a btr. camp.. una btr. fortezza e uno sq. cav. Lucca.


:'\ella prima qu indicina di dicembre, i nuclei araboturchi si accrebbero progressivamente d i forza, ta1110 per l'arrivo di regolari provenienti dalla frontiera tgiz iana, quan to per l'appoggio più largo ed esteso dato da lle popolazioni. Tattica preferita ~!agli avversari fu quella di intensificare gli allarmi, op~rati di preferenza nel corso della notte, allo scopo d i turbare il r iposo delle nostre trnµpe, d i provocare spenpcro di munizioni con tiri di a.!'tiglii\ria 110n sempre effi.cati, di adescare le truppe stes,c fuori delle lince, e di tentare infine qualche ;:orpresa contro le opere avanzate della difesa e contro la cin ta di s icurezza di Bengasi. Nella notte da l ;3 al 4 dicembre - ci rca a lle on: 2l - la rid(llta costruit,L nel fabbricato del .I.la.neo di koma (a sud della Berca) ccl il Castellacr,io vennero impron·isamente attaccati da forze imprecisa te le quali furono b~n presto respinte dal no~tro fuoco di fucileria• cd ,Lrtiglierh. Circa le ore 24, a nche la ridotta n. 3 del settore orientale veniva viokn tcmcnte attaccata da alcune ,entinaia di beduini rhc l'av,·ilupparono. :O.fa il calmo contegno delle nostre truppe, con fuoco di fucileria e <li ar1iglicria ricacciò l'avversario infliggendogli grav i perdite. Qualche perdita

co mrncmo1·a1.1onc alla lHuJlana vrnn~ lamentata anche dl parte no5tra. Xci nm11ino cid -I dicembre, il tencnt,· di v:1scello Robcni, elcvato:.i con un aeropl,mo Rlcriot, avvisò la presenza di quat11·0 acca mp,tmcmi, uno s u lle falde del Gcbèl, gli altri ire ne!!a piana j"iù ad Ovc-t, tutti a c irca 20 km. da lle no.stre lincr. Tali accampament i crebbero succc1-sivan,cnte di numero sino a. sei, e si n1antrnne-ro s·~n1prc in vista p~r l'inticra prima quindicina rlei mese. :-Sella. notte d a l 10 all'll, c irca alle ◊ re 1.30, la rido tta 11 . 4 (fronte oric,ntale), non ancora ultimata. e pre:si<l iata da una compagnia del S7° fanteria, protetta all'esterno da un battaglione del i9°. vcnr.e p ure impetuosamente attaccata da a lcune centinJia d i beduini. ..\ò onta del buio fitto, il ba ttaglione ciel i9' fanteria respi11se brillnnten•ente, dappr ima col fuoco e ,poi con la baionetta, l'a,•,·eriario, inlliggendogli numcrC!,.e perdite. Lie\'i perùite subirono invece le nostre h-uppe. ~ella noltc dal 1-t al 15, alle ore 24,10, la ridotta R oma venne nuovanien te attac-ca ta. da grossi .:;t1.\rtni dì nemici. La fui.:i lcria cd il cannone li dispersero cd i beduin i, inseguiti dal tuoco d'artiglieria,' ripiegarono in direzione del l;uchilt. ;1 brillamento di una fogat:1 petriera sulla fronte della

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BEN

ri<loua wpra citata contribuì :t sgominare i nemici, i quali, sorpresi da ll'inatteso scoppio della mina, si disper~ero in gra nde diso rd ine emctten<lo grida di terrore. :-Sello sviluppo di questi episodi la R. ::,\larina, con le propri,: unità 01,1>onunamentc dislocate, concors~ sempre all,1 sicureua. ed alla prot~zione deile nos!rc truppe, sia co:1 l'azione a ruoco s ia con l'n1.ione dei p roiettori, i qua!i il luminarono il terreno antis ta nte alle linee dei settori rontigui al mare. Le stt:S.'!C R. >lavi lx-mbarda10110 inob-c le localtit di cl-Coèl;a e l'oa.si di Suàni Osmàn. l i 6 dicembre la R. Nave «Roma>) bombardò Tolmella, Rcrsis e Tocra ,per pltnirc quegli abitanti che alimentavano la guerriglia nei <lilllorni di l.lengasi. Dopo bre,·e sosta nelle opera,.i<'ni, dal 16 al 21 dicembre, l'attidtà dell'an-crslrio si manifesti'> di bel nuovo il 22, attaccando in quella notte la Ridotta n. 3, presid iata Ja una compagnia dd 4° i)crsaglieri la quale respinse il violento attacco. Lo s te.,;so giorno 22, alle ore 19, il posto difcnsi,·o A venne attaccato di rovescio da un gruppo di beduini che, ,cspinti, ripiegarono con gravi perdite.

Co111ba.tti111e11to dr/ 25 dicembre. Nella ser·a del 24, un in formatore riferì al comandi) d i 1.leng~i rhe ?;li ,\r:1bo-Turchi av~,ano stabilito di procedere all'indomani, ricorrenza. del )fatale, all'attacco generale <!ella città. Scco1,do tali informazioni gli Arabo-Turchi foni di circa 10.00C uomin i -- do, evano spingersi, verso le ore 9 del 25, da pi ù pa.rti contro le nostre trincee piocuiando di fur.tarlt Dal.i. l'~:lc--iJiL,ili1:1 dcll'informawrc, il comando prese tosto le di5posizioni opportune: I nfotti. circa alle ore i del mattino del 25, dall'osserva t0rio della. Berca s i avvistarono le prime colonne di Turco-Arnl.,i avanzan ti su larga fronte da SudEst e da :--:ord-Est, con obbictti\'O probabile la regione ciel Fucllilt. :\Ile 8 la nnstra arliglicria aprì il fuoco. Tutta l'azione ;voltasi in quc.,ta giornata, per il procedere cauto degli Ar·abo-Turchi e per il fatto che questi si mant<:nncro ,cmprc a note·wle distanza dalle nostre lince, restò quindi escll!sframente affidata all'arti glieria. Infatti il nemico, dopo essersi mostrato in forze, arrestato da.I HOSlro fuoco, sos1ò alquanto a circa 4 o 5 km. d,rlla lk r·oa; successivamente riprese l'avanz.,ta, sudd ividendosi in colonnr minori ed accennando a p;rnttrt, oltreché sul Fuchiu, anche \'erso l'ampia apertura costituita dalla tan:i.glia della fronte orientale delle nostre lince. Collocò in seguito olio pezzi ia batteria, ma il tiro di essi non giunse n en1111eno contro le nostre· linee più avanzai~: addensò altre r iser\'e in ;.i,ossimit:i, di Sìrct .-1-H adri, ma, tormentato sc·nza treg:ua dal fuoco delle artiglierie, rinunciò infine al divi~ato attacco 1ipiegando a piccoli 11uclei d i•:tro le p ieg:ie dd terreno e dileguandos i col farnre ddhi notte. Il ciè lo rimasto coperto per -l'intera giornata e più ~pe<.ialment~ la lontananza <lei]~ c('Jonnc nemiche r.on pcrmi,,.:ro rii dctermina1·c con csattcua la loro forz1. e I~ l<,rn intenzioni. Probabimcn1c il comanclo ttirco si lusingarn, con u n im ponen te suiegomcnto d i r, rle, di a lt ran·c i nostri fuori qcl!c linee fort ifica te allo scopo cli impegnare il con1b:uti111ento in aperta campagna con forze soverchi'l.nti, c..scndo diminuite le no,tre dal prc,iclio che si dm·eva necessariamente lasc iar~ a protezione di Bengas i. T.c perdite del nemico s i cono bbero con rsattezza .S<>llanto nel pomeriggio <lei 26·. o ltre 150 mort i, varie ccntina.ia di feriti, due cannoni smontati e molti ca,·alli perduti.


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f.BuSceil,a

La cattiva stagi()ne ostacolò a lquan to nel mese di d i,::embrc l'a pprodo d elle na vi a Ben gasi, r ita.rdando gli :sbarchi .ed il prosieguo dei lavvri attorno alla piazza. :Nondimeno prosero ter,ra. i cannoni _d a 149, e molti com·p ]emen ti, mate riale e vctlo,•aglie. S i costr.uirono p ure due batterie per cann oni -<la l.49, una presso S idi-Husèin per 4 pezzi, ccl u na a.lla Iic1•ca p ure per 4 p ezz i; s i C()ntinuarono i lavori d i allargamento e cl i s istr1ua;:i(J11c clcilc ope re, la costruzione di serbatoi d 'acqua in cemento armato e lo s tend imento di una linea D ecauville per il servizio dèli'3.cqua da S idi-Husèin verso il F uchàt. X e i successivi mesi di gennaio e febbraio n on si ebb,: ro che scaramuccie e a ttacchi parzia li d i beduin i a l!e opere J eHa piaz';:.'ì, tu tti .respin ti ; il nemico contin uò a r.icevere largamente da.ll'Egittù soccors i di ann i, mun izioni, viveri e danaro e qualche u fficiale e soklato. X el mairw, le replicate interrnzion i notturne, tentate da i bc<luini a lle corn;inicazioni tclc;;ralìche e telefoni-che tra la ridotta Grande e quel,la del Fuellitt, avevano indotto H comando <li Bengasi a p recfopo.rre ( notte ,in,l'i' 11 al 12 m:irzo) ui10 specia le serv izio d'a pJioslamento a llo scopo di sorprendere i nemici; questi l'indoman i a ttJ.tca rono in forze ccl ebbe c<l<SÌ lu ogo la- battaglia de11e D ue Pal11;e (V). che segnò un brillante s uccesso pe1- le nostre anni. Il nemico ebbe gravissime perdi'te ( circa I 000

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mo.rti) e non osò piiù in segu ito sp ingersi in forze sotto la p iazza di Bengasi.

Bengasi. Nave sussidiaria (i>iroscafo da caxico), in acciaio, già « D erna >>., vaa·ata nel cantiere B urrneister & Wa in cli Copenagnen nel 1904: lunghezza m . 87,37;

larghezza m. 11,28; d islocamento T. 3i50 ; p otenza HP 2026; armamrnto guerresco cann. VI 57; stato magg io re 4, equipaggio 58. G ià a ppartenente alla ]\farina Impe1,iwle O ttomana e 1·icupe.rat a dalla R. Ma.ina Italiana nelle acriue di Tripoli in novembre 1911, venne rod iata nel 1925.

Beniconi (Paolo) . l\fcdagl ia <l'Oro, sergente delle

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milizie piemontc~i, detto « Il Romano». Gu:i.dagnò la medaglia d'oro al val. mii., ,per avere il 20 marzo 1793, <.on w1 pug110 d'uomin i, assalito e sbaraglia to una forte colonna francese, facendo prigionieri alcuni ufficiali del genio francese, presso Lantosca.

Benina (Combatti111c11to e presa di). Appartiene alle operazion i m ilitari su cces~ive a lla pace d i Losann a per la occupazione <lella Cirenaica occidentale. La situazione a Bengasi, ai primi di aprile 1913, nonostante la bella vittoria delle Due Palme, non era molto chiara. Di fronte alle nostre opere fortificate, a Coèfia, a Bcn ina, a Coèbia, permanevano grossi accampamenti d i rioolli. Questi aliaccavano <li notte qua e là i no.stri posti avanzati e venh·ano a sparare fin sollo i reticolati dei forti. Nella notte fra il 12 e il 13 aprile, tuonò improvvisa monte il cannone: era il cannone nemico, cd una <lon ina <li shrapucls \'Cni"auo a cadere :li torno al fo11e d-Huèsci. Le n ostre tr•1ppe. ;:,cs,;c rapidnm,•nte so:tn le ~rmi, a1 comando <li1ct10 dei gcner.tlè lYAlc~s:mdro, uscirr>uo vr·réo le 7 riel mattino dalla linea de i forti. A destra la rolonna .',r it·::io l2 bgl. deil 4°, una btr., la banda a caYallo) mosse aJl'atca.cco dC'I Giocc.h cl-Chcbìr; a sinistra la colonna Albcrtini (1 bgl. del 43°, I lm. indiger.i) puntò contro il G iocch elScdir, protmla a sinistr:1 da una hand,.1 di irregolari, mentre la colonna Arvonio era prolclta sulla destra dalla co,·alleria. Ancora più a oriente, sulla dest_:,a della colonna. ..\ryonio, ma alquanto indietro, avanza.va la. colonna Marghieri (2 ))gl. del 79°, l del 68°, J dd 43° e 2 btr. da camp.). A disposizione diretta del gcn. d'Alessandro erano rimasti il bgl. eritreo, la op. bengasina e tuia bt r. chi mc>nl. Totale circa 5600 fucili, 300 sciabole, 20

calzo. ,\I comandante nemico non sfuggi l'importanza dell'azione. Egli era riuscito a far accorrere tutte le forze di cui d isponeva. Sull'Hagiàgg, infatti, si notava un gran movimento di armati che discen<lcvano velocemente per opporsi all'avanzata delle nostre truppe; l'artiglieria nemica cntra\'a anche in azione. La colonna Arvonio, per accosta.rs i alla colonna l\lfarghieri, dovette sostenere un'aspro combatt imento nei pressi di Sidi Muftàh. La colonna Albertini, pure nel suo spostamento, inconlrò difficollà non lievi. .\fa la colonna )larghieri prncedev,-.1. diretta., so:,tenuta da,ll'artigliei-ia. /\:Ile I 5,30 il 79° fanteria (colonnello Fioretta) inalberò la sua band i~ra là dove pochi minuti prima era lo st,'!11dardo turco, e il campo nemico venne dato alle fiamme. 1 ribelli ft!ggirono precipitosamente,. abbandonando ca,-

j>C~ZÌ.

La colonna ..\n:onio e la colonna Albcrtini conquistarono i loro obbiettivi superando l'accanita resistenza del n em ico a.ppostato ne i giar<li.ni e nelle case, men tre la cavalicria respingeva poch i nuclei di bedu ini che 1110lesta\'ano la de.,tra della schieramento. Attorno al Giocch e a.Uomo al marabuuo cli Sidi )Iuftàh la lotta fu accanita. i\113 fine la resistenza fu vinta, e il generale d'/\lcssa nd ro, che frattanto aveva av,ln1.ato sen1.a contrasto sulla cicstrn de lla colonna Arvonio, ord inò a l generale )larghkri di puntare decisa.mente con la sua colonna e con quella ,\rvonio sull'Hagiàgg Lègiem, amJ>io ciglio che contorna la. base , lei Gebe.1, e sul quale {a una vcnlillo. cli ch ilometri circa do. 13c11g:tsi) sorgeva Renina, la nuc,·a Bengasi d i Azìz Bey, costituita da una sessantina di case arabe, sparpagliate su un chilometro cli fronte e 600 o 700 metri di profondità, e intramezzate da tende di ogni specie. La mossa del generale l\'larghieri fu seguita dalle altre tn 1ppe, lè qua.li perciò dovettero spostars[ verso oriente. \"orso Benina con,·crge,·ano perciò il 79° sulla fronte, il 43° verso la nostra destn, i! 68° verso s inistra, il rimanente in rin-

se di munizioni, tm a,·antrcno Krupp, armi, indumenti, merci e anche vecrhi e bambini. Noi perdemmo a Benina 5 morti e 4.'i feriti. I l 15 a,prile il generale Torelli, che aveva pres.o il comando del campo di Ilenina, visto che i ribelli del ciglione del Gchel molestavano coi !oro tiri 1~ truppe, mosse ìn ricognizione, li ribullò, li insegui e tolse loro abbondanti anni e munizioni.

Benintendi (Do111cnico di G-11idoiie). Valente ingegnere militare dal secolo XIV al XV, da Firenze. La sua morie sembra avvenuta ncll'a1;no !-l09, nell'assedio della ciltadclla di Reggio Emilia da parte dell'esercito àd .\forchc,c Nicolò d'Este. Scr isse infatti il Campori : « Soprnsta.va a lle opere d'assedio Domenico da Firenze, ingegnere del Duca d i ).filano, il quale, nel <lrizzare una bombard,t contro la cittadella, fu da quelli di dentro, ~ur con una bombarda, ucciso 1>. Pare che a lui risalga la prima idea delle mine a polve re, d u rante la guerra dei Fiorentini contro Pisa ( 1403). Essendo stato i11formato che es:steva, nel:e mura di Pisa, una antica e di~usata. porta, murata da ambo le parti con un vuoto in mezzo, ospose: « COJnc mellerebbe certa quantità di poi-


ver e da bombar da nel vuoto di quella por ta, per quelle buche, e che poi le <larebbe i l fuoco, e che senza dotta (du bbio) immantinen ti in un momen to, la forza del foco getterebbe quelle mura d i mattoni per for~a dentro e d i fuori l). A\'endo i Pisan i avuto sentore· della cosa e r imurata la porta, la prç,post.a <:li maestro Domenico non potè aver e effetto, tuttavia rivela il tentat ivo d i app iicarc h forza espans iva della polver e alle m i11e.

Benite:z: (1Ma?1uel B. y Parodi). Generale spagnuolo, n. a Siviglia nel 1845. Occupò importantissime cariche nel l'escn: ito e n elle scuole miLi tar i. E ' autore d i n umerose opere d i l',fa tcm.atica e l\,fanuali per le tru ppe. Benjamin. Armaiuolo francese (lll60-186S) che costrusse un fuci le con cilindro otturatore m unito cli una cerniera <:lie lo u11isce ad un coperchio, che si aggancia a ila testa della scatola dj culatta. Quan<lo l'otturatore è cl1 iu so, esso è niantenuto a posto eia una molla fissala

sulla pan e destra del coperchio. Se si sga.nc ia questa molla d'arr esto, i l copc.rch io s i apre, funzionando come braccio d i leva, i i cilindro ret roce<Ìc, e s i presen ta l'ap ertur a d i caricamen to. L e cartucce devono essere a fondello guernito. La chiusura fu detta « alla ,Uenjamin )l.

Ben kei. Guerriero giapponese, sem ilcggcnda rio, del sec·. XII. Combattè con t ro Yosh itsune, ma poi n e d ivenne a lleato e con lui co11 clussc ll'i. guerra contro i (< la ira», b tten<Ìo3i eroica mf:nle in n'.lmero-;i con1battk 1enti e tr ovando infme gloriosa morte a Koromogl,,Ta.

Benkendorff (CostanGenerale russo ( t818-1858). Fece le campagne del Caucaso contro i T urchi; scrisse i « R icordi <li w1a cam'pagna nel Caucaso )) .

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della ca.nna., :si può r iba!tare sopra Ldtra verso la bocca. Così · ribalta ta, s i intro<:luce d i ro,-cscio Ja cartuccia, i11 modo che la punta del p r oiettile 6manga indietro verso iì ca lc io dell'arma. Chiu dendo, col ribaltatamento in verso, i l pezzo cli canna che fa da camera. di caricamento, s, ha. il fucile carico e pronto per lo sparo. Risultò però molto svantaggioso il fatto di dovere caricare l'arm a alla rovescia.

Ben nati (L11cimio): Generale 11 . a ){ila no n el i852Allievc del Collegio :ìlfili tarc dell'Annunzia tella in Napoli, poscia sotlot. d'artiglieria nel 18i4, percorse gran. pane della sua carriera n ei Tcgg. <l'art. da camp. ( i 0 , 8°, 9"). };:bbe da colonnello la direzione <:lei Laborntorio P irotecn ico di Capua ( 190 1-1 903) e poscia quc.l-Ia del Laboratorio cli Precis ione di Roma ( 1903- 191 0). }'romosso generale comandante <l' art. d,t fo11t. in P iacen7la attese per quattro ann i alla completa riorganizza;<ione d~l tP·a rco d'Assedio. Prese parte a lla Grande Guerra (1915-19 18) d urante la quale raggiunse il grado <:li generale di divisione e si gua<lagnò la medaglia <l'argento -a·l ,~alor militare qua.le comandante l'artiglie r ia <:lel'i'armata Carn ia . Passò nei ruoli della Riser va ne.I 1919. Fu l'ideatore del «,Goniomet ro cl' Assedio i1 cl1e por ta il suo nome. Quale sc,,ittorc militare collaborò n ella R ivista d'Art. e Genio e nella R iv. 1lil. Italiana. Ben net ( Guglielmo). Capitano d i uob ilc famiglb scozzc~e, uno dei p iù affezionati compagni d 'a rme d i Carlo XII di Si,czia , al qua.le salvò anche la vita seguendolo fiao a Pultava. Ven ne incarica lo d i molte. n1iss io11i d i fiducia dallo s tesso Re, e prese par te eroicamente alla di resa della Svezia, dist inguendosi pnrt icolarm<:nte a lla battaglia <:li Hels ingborg. :\for\ bar one e governatore dclhL provincia di l\falmo nel I ~62. Bennct (polvere) . Appartiene alla categoria delle polveri· derivate dalla polvere n era. E' costitu ita da: :\"itrato cli potassio ( iJarti 165); Zolfo (IO); Carbone (13); Ca lce diluita (7). Quèst'ultima sen;e a dare maggiore ,~ La·ezza alla g:~ na _

ti110).

ncnl,et

Ben ki n. Inventore, france.se, ve rso il 1860. d i u n fucile a. r·ctrocar ic:i a. camera. U1, gancio, t~n uto fermo a mezzo cli una molla, tiene a iposto un tratto della

canna del focilc che è unita al resto della ca1uia stessa a mezzo d i una cerniera. Se s i sgai1cia la par te mobile

Benn ici (Giuseppe). Pati-iolta, n . a P iana t1e· Greci nel 1$4 l. Incarcerato dal Borbone, fu liberalo per l'en tra ta in l'alermo d i Garibald i, con cu i fece il resto della campagna del 1860, dopo lr, quale en trò nell'esercito regofat'C. Tent nte <li f,mteria nal 1862, si di1~1is~ per un irs i a Garibaldi: prigioniero dopo Aspromonte fu con danna to alla fuc ilazione: invano per d~e volte il generale P indli chiese la sua grazia; solo alla terza r ichiesta ht p ena fu commu tata ill quella de i lavori forzati a vita, poi in q uella ùel!a relegazione. Nel 1865 fu a 11mistiato, nd 1866 fece la campagna con Garibald i e nel 1867 co,nbattè a ?,fontana col g rado di capi ta;10. Si d iede poi all' insegnamento e divenne direttore di Scuola tecn ica. Bennigsen (conte Augusto) . Generale russo, <l'ori-


185 gin<: tedesc.t ( 1745-1826). Partecipò a numerose campagne: contro la Turch ia ( l i&S), h Polonia (179.ì), la J'ersia. ( l 796), la Francia ( l806-l2-1 3); è in queste ul t ime che mas!>imamc1llc emerse, di,·encndo illustre e popola.re. Alle battaglie <li Dresda, d i Eylau, della ::'I toskova, d i L ipsia , ebbe parte p , enlinentc. Gr.1ve macchia pesa pc1ò su di lui, per essere _stato uno de i capi della congiura che costò il trono e la vita. all'imperatore l'~olo I. AkS!>:.ndro I lo nominò conte. }fori completamente ticco. Le sue « M c111oric "• rispecchian ti tanti e\·tnti, contano ùa le migliori del genere, e fra le !)iÙ interessami della letteratura militare rr.ssa.

Bennington. Citt!L degli S tati Uniti, nel Vermont. Bott11glia di B,;1rni11gtoi, (16 agosto 1777). i\ppartiene alla guerra d ·Jndipendenza d~gli Stati Uniti. B. era divenuto un centro d i rifornimento dell'esercito rrpubbicano, e il gen. inglese Burgoy11e decise d i operarvi uno. wrpresa, malgrado cbc il campo fosse a ISO miglia di distanza dai c.uoi alloniamenti. Affidò pertanto al colonnello icdesco Rau.m una colonn,l d i 500 cc1,va liei-i con due cannoni, e al colonnello Breymann allra colonn.1 di pari forza per sostenere la 1>rima. A B. a,·eva il comando delle milizie i·epubblir:me, ammontanti a circa 2000 u., il col. Starkc, il quale mosse contro Jhum, a ssali e sbaragliò le sne schiere, e Raum stesso Ieee prigioniero. Sopraggiunto Rreymann verso sern., la !,attagl ia s i riaccese, e terminò con la sconfitta compktn deg li inglesi, i quali perdettero 500 uomini e i cannoni, oltre a 200 prigionieri. B enservito. Diploma con privilegio che, accompagnato alla ~ittad inanz:i Romana, ,•cniva dato a i soldati benemeriti dai Cesari. Consis1c,·a in ta,·olette di metallo, lçgate nel mezzo da fili cli rame, rapJ>re~cntanti come un di ttico o li hro. Due esemplar i d i ta le B., l'uno dato da Galba l'altro da Domiziano, sono nella Galleria Medicea a Firente. Uno è stato trovato negli ~cavi di E rcolano. Corritpondcrebbe al foglio d i con gedo con carattere speciale d i elogio. Be nsington. Borgo <lell'Inghihcrra, ad est di Oxford. Xci 779 Offa, re <ii :.\lercfat, vi sconfisse Cinevulfo, re del Wesscx, impadronendosi della riva s inistra del Tamigi. Be n so. ì\'obile fomiglia p iemontese or iunda di Chieri; sotto Carlo Emam1elc TIT ebbe col titolo d i ':\la.rchese il borgo d i Cavoi.:r, di cui fu inff'udato il :\farche.-;c l\fichcle Antonio, iuogotcncme generale. Fra i pe1 son aggi c he si ckdi~·arono a lle anni, ricorderemo; Goffredo, 1'-Iarcsoiallo di camJ)(}, e prima go,·ernatore <li ::'lfontn1eillan in Savoia, da lui strenuamente difesa per 13 mesi contro le truppe <ld R e :Luigi Xl TI d i 1-'ranc-ia; poi governatore di f\sti e di Torino; .-l11tonio, colonnello dì ca,·alleria al servizio dcll:i. Repubblica di Venezia nel X\'l secolo; A 11to11io, é.vfarescial lo di e,ampo, :.\londm·i.

governatore di

Carlo A n/1miu, g~ncrale d·artiglieria e nel 1720 govcl'lla!orc di Cu neo. A questa famiglia appartenne Camillo B ., conte, di Cc:·our ( l'.).

B ent i nck (G11glicl1110 Ca,.,e11dish, Ioni). Generale inglese (1774- 1839). Fu go,·ernatorc di :\laclras, e po i plenipotenziario e comandante delle truppe ausiliarie in Si-

t.ilia, dove si adoperò per dare ai Siciliani una costituzione (1312). I nviato ;,el 1813 in Catalogna, vi fo sconfltto e riavette imbarcarsi di nuovo. Xel nnrzo 181-l sb:ircò a Li,·orno con truppe anglo-siciliane, e ne tenneil comando 1,e.r breve •tempo, chè venne inviato ad occupare Genova; la tenne per a lcun i mes i, finchè fu unita a. I regno cli Sardegna. Dal 182S a l 1835 fu go,·crnatore dell'IJ.dia inglese.

Benti vegna. Famiglia nobile s ici liana, pa,triotti-

ca, di Corleone. Dei tre fratelli Fra11ccsco. Gi11-sePPe, ,.

Steja110, il pr11110, ( 1820J 856) prr,c parte 110:cvoJ,is;,ima. a Ila r irnlm,ione 5iciliana del 18-IB. fu dept:tato di Corleone al Parbmcu to s iciliano, com battè .sino alla fine dcll,, rivoluzione ;1e.s.sa. Conùnuò n cospir:i.rc e fu 11np,,g10nato dal 1353 :d JS56..\ppc.na liberato iniziò una nuova sollevazione n :.\fezwiuso e dintorni ; catturato· e con<linnato a morte, venne fucifato '.\ )IezGiuseppe Rentl ves-na w iuso (20 dicembre !856). suoi fratelli, Gfoseppc e Stl'/0110, cos;;iratori con Franrrsco, furono condannati a trmt'anni, ma liberati nel 1860 da Ga,r,ibakl i, che seg\uirono nella spcd izìone elci 1862, tenente colonnello comandante di reggimento il Jll'imo, coma n<ian ; te d i battagl ione il secondo. Loro parente, l'i11ce11~ :o com!,att~ nel 1848 e poi con G,1.ri-ba.ldi a ) i ilazzo e al Vo!tmno; passò wme colotuie,Jlo comandU.J1te il 19° fante1•ia nel l'eserci to regolare, che Jàsc:ò per entrare nella magistrantra, nel 1863. Vlnce11zo Bentll'Pp;na.

B entivog lio (.!111,ibalr). Capitano bolognese del scc. X\"-X\'l ( l-16'1-1540).

Nel 1487 partocipò nelle file fiorentine alla. lotta con tro i G enovesi nel s:11·1.anesc. L',anno sc!(Ue11tc passò a servizio di Lo<lo\"iCo il :'I (oro ; .nel 1-19-1 lo Lrovia.mo n11ovamente roi F'iorcl\t'ni, i quali lo man<larcno nell'Emilia in aiuto degli . \ ragoncsi e contro Francesi e :\E!ane<i. Si di :1tinse po~cia a. F,,rnoYo ('>01\lbatttJndo cont l'O Carlo \'III. Nel 1496 fu al soldo <lei \'cncziani. in diies,1 <li Piro contro i F iorcntitni, e poscia ancora al Swrano Belllivc8'na soldo di Firenze contro Pisa (1503). )Jel 1509 fu con i Veneziani che gli affid,1rono


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)a <life5,1,· di lbvenna donde venne cacciato . Passò poS€ia al servizio dei Francesi, e ne ottenne la s ignoria -di Bologna; nel 1512, sconfitti i · Francesi a Ravenna, il B., che a"eva p artecipato alla battaglia, dovette rifugiarsi a Fenara; di qu i tc11tò i11vano più volte <li riprendere la signoria d i Bologna. Cornelio Be1tt ivoglio. Condottiero d i truppe con _Carlo V, · poi coi Francesi, con Cosimo I e con Alfonso II <l'Este in Ungheria e valcn.te altresr, secondo il costume del tempo, in a rchitet LUra militare. Il Litta gli attribuisce il disegno della fortezza di Mon talfonso in Garfagnana, fa lla erigere appunto da Alfonso lI da] 15i9 .al 15&4. Certo egli ebbe l'alta _direzione de i lavori ;tl cui studio e ,,11,t cui costruzione collaborò ì\iiarcwttonio Pasi da Ca-.pi. Fu. scrit tore d i cose militari.

Un Jppolt:!o B., fu generale degli Estensi (sec. XVII) .od ebbe d a loro il coman<lo d i truppe ( nel 1602 e nel 1613) im·ia tc a guerreggiare contro i Lucchesi in Garfagnana.

Guido Bentivoglio. Cardinale, di Ferrara ( 1579- 164-1), repu ta to stc:,rico de-I seicento. Inviato >-' u.nzio pontùfì-cio nelle Fiandre, , i stette nove a~m-i, ed ebbe agio a conoscervi Juoghi1 uomin i e fu.Hi, così c:he potè scrivere quella (< $te;. ri·a cieli~ guerre d i Fiandra )l, che conta fra le no• stre cl:.i.ssichc, iJ1 24 libn Anche k su e « 111\'moric r, autobiografiche -contengono preziose notizie su gli av-

ven ùnenti militari <lell"epoca.

Bentonville. Villaggio nello stato della Ca.rolina del ::\lord (Stati Uniti). Battaglia d;i Be11tonville (19 marzo l.865). Appartiene alla guerra di sttessione (campagna detta delle due Caroline) e fu combattuta fra l'esercito fodcxale, comandato dal generale Shcrman e quello confederato (arniata

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,del T ennessee) agli c:xrdini del gene.raie Johnston. La vittoria arrise ai fedet·ali, i quali ebbero non solo il vantaggio del terreno a<latto a sostenere i ripetuti attacchi degli avversari, ma \'Crso sera ebbero anche notevoli rinforzi che permisero loro d i r espinge re i confederati -e di costringerli ad arretnvre. Le perdite deJ.la. giornata Jurono le seguenti : fc--lerali. morti 191, feriti 1168, pri-

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giomen e d ispersi 287; confc<lerati, morti 239, feriti 1694, p rigionieri e dispersi 673.

Benvenuti (Gimeppe). Medaglia. d'oro, n. nel 1893 ad Arezzo, caduto sul monte Cucco il 15 maggio 1917. Studente di legge nell'Università di Siena, allo scoppiare della guerra aveva lasciato gli studi per seguire l'imp1ùso dell'animo entusiasta. Fu dapprima soldato semplice di a,,..tiglieria. e quimJi sottotenente nel 1279 reggimento fanteria. "N"e:1 l 916, nel settore d t Plava, guadagnò un e:nconlio sokJlllO, e l'a.iu10 seg1.Lentc, q uando 11a 2• armava mosse all".,tlacco delle ahure del Kuk e del Vodicc, cgl·i fu tra i primi a muov0r-e aU'a.ssa.lto col suo p lotone, che condusse alla con quista. d i una forte t:rincea. nemi{:a suHc falde <lei Kuk. Ferito, volle ,·ima.nere al suo posto; s i offrì ,ìnzi, poco più tardi, di eseguire una perigliosa. 1·icogni7.ionc, durante la ~ua.le ù1contrò morte glo;-iosa. Alla memo.ria dell'eroe vEmne conferita la medaglia cl'oro con questa motivazione:

« Con sl,rnc io ed ard i,\len!o m irabili, sempre alla testa dei suoi uomù1i, a i qu·ali seppe daa-e, du1rrunte aspre giornate ,di lotta, fUJlgido esempio di valore e d i devozione a l do·, ere, e che sepp e tra,r.inr,.re <:ol suo ascendente a ll'assalto c<l al la vittoria, concorse alla conquista. d i una forte linea nem ica, faceiado dei prigion ieri . Ferito il giorno successive:,, volle rinlanere al suo posto, e, più tardi, durante u n momento d i crisi, mentre era in prossim it/, dell'obbiettive> assegnato, ,i offrì volontario per un'a rditéL ricognizione durante la quale cadde da prode, mo1 talmente cc>lpito, coronando la sua opera con una fine glo.dosa )) (:!\fonte ,Cucco, 14- 15 maggio 1917). Benvenuto. Trasporto a vela proveniente <:ia lla. marina s iciliana; •dislocamento 289 tc>nn. F ece parte (dal 1860) della marina italiana fino a.I 186S. Benzile (Bro111uro e Cloruro di) . Si prepara.no p er nionc del bromo. o del cloro, sul toluene: Il bromuro d i benzile è un liqu ido che bolle a 210°. I Francesi lo chiamarono col nome di Cyclit~. I l cloruro d i benzile è un liqu ido che bolle a I i 6°. Dlll'a.nte la guerra venne, olrrc ad essi, impiega to anche il Jo<luro di benzile. Sono w~ta111,e- che, porta te allo stato d i vapore, intaccano vioienlemente la congiuntiva e le mucose delle vie respir;1torie; la bro az;ione lagri1nogena è assai ,p iù energici che non l'azione soffocante. Tuttavia, respirati a lungo, i vapori possono pro<lurre bronchite e congestione pohnon:ire. Questi prodot ti alogenati del toluene ebbero dai tedeschi e dagli austriaci la denominazione di T s/.o[f, e risu ltarono costitui ti dal prodotto g rezzo di bromurazione e di clorurazione del toluene non rettificato, contcneJ1te perciò ancora notevoli quantità di benzolo. Beolch i (Fili'.ppo) . Gentiluomo alla Co rte di Francesco Sforza e va loroso soldato; morì combattendo alla d if<'sa d i Lod i assediata dalle truppe di Carlo V comanda te da A,ntonio dc Leyva, nel 1529.


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Beolchi Giu.lio. Celebre spada,ccino m ilrunese, salito in ·fama fin da gioYan e. Ebbe duelli in Italia, Francia, Fiandra, Inghil!erra, nella quale fu nominato maestro di .scherma a corte. Servì sotto ·Ca.rio V nella guerra- .contro i Turchi, ed in quasi tu tte le campagne d'Ita lia . Fu Ca.stellano <li Asti, poi della zona di Arona, e morì nel 1578. Beolchi Carlo. Patriotta, n. ad Arona m. a Tor ino ( i796-186i). Era laureaito in giurisprudenza e fu uno dei _principali fatto11i d ei moti piemontesi d el 1821, ù1 seguito ai qua:li venne con<lanrnato a morte e alla conlisc.i. dei beni. Riuscì però a fuggire e riparò nella Spa._gna, ove combaltè per la difesa della costituzione. Nel 1823 ùovette riparare in Inghilterra, ove insegnò lingua italiana. Rimase in esilio per 30 anni, e quando tornò in pa!Ì-ia scrisse: « Gli Italiani in Catalogna»; cc R em iniscenze dell'esilio)); e cc Vittorio Ferrero e il fatto -d i S. Salvario ll (motJi dd 1821). Veime eletto d~putalo 11ella VI e VII legislatura. e fu assai stimalo· da Cavour.

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di r itirala di R ozaj e Iµek. I Nfontenegrini, valendosi del terreno, riuscirono ad avvicinarsi senza gravi perd ite, e, coll'appoggio della loro artiglieria, inferiore di numero, n1a in posizione dominante, riuscirono a con-seguire superiorità di fuoco; a sera l'ala s inistra turca a Gjurgevo Stu•povi era spuntata ; ma il mancato con corso della colonna fiancheggiante fece mancare il successo completo perchè i Turchi nella notte ripiegarono su Rozaj . I :Montenegrini, stanchi, non inseguirono che i! giorno <lopo catturando 700 r itardatari. In Bcrana tro\'arono 14 pc;:zi e molti viveri e munizioni. I l giorno 18, due battaglioni albanesi provenienti da lpek, ignari delh pre~a di Bera,ua, vi si dirigevano senza misure di skurczza, quando, attaccati di sorpresa di fronte e di fianco nella valle del Pecnik (affluente del Lim), vennero quasi distrutti; i comandanti, con 280 superstiti, furono catturati.

Beranger (Pier G·iova.nm). Notissimo e patriottico pop ola,·c, poeta. fraJ11ccse (1780-1857) detto cc il poeta. naziona le >l. Pra i s uo.i cai1ti mila tari p1"imeggiru10 (C Le vieux drnpca,u ll e cc Le vietL, scrgent >l, che si trovano in q:ia.;i tu tte le antologie -ed ogni buon fra-nccse sa a

Berana (Combattime1Jto di). Appartiene r,lìa 1• :guena l:aJcan·ica: 1912-13. Occupato B·iek,polje, la 4' divisione l-Iontcnegl'ina risall il Lim per attaccare Berana da nord; i turchi (3 battaglioni di nizam, 1000 armati e qualche pe.zzo a l comando di Gema! bey) si erano portati sulle a.l ture inlmediatamente a nord d i Bera,1a, dato il loro ;ittcggiamento passivo il gen. Vuco tic JJUBtÒ risolutamen te sulla ci ttà con due colonne ; una ( 7 b:itta~lio11i e 2 t / 2 btr. mont.) doveva r isalire il Lim

Gi11sef,j>c M:ar-ia Beranger y Ri.iz de Apodaca. Amrn.iragLio spagnuoio (1824-190ì). Partenipò alla ri voluzione del 1868; nel 1890 fu ministro <lella Mad1~a e tale posto ebbe in <lieci Ministeri; occupò a lte cariche · navali, fra cui il comando della squad ra dell'Avana.

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Berardi (Guglielmo) . Ca.pilano italia,10 del secolo XIII, m . nel 12i7. Ne] 1272 coman<lò le trnppe che gli Angiò d i Napoli avevano nell'Albania. Tale carica passò poi a suo figlio.

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Berardi lvlarco Tt<ll-io . Scrittore mi!. italiano dei secolo XVI, 11. dt Perugia, m. sul principio del secolo XVII. Fu luogotenente di Matteo Orsini. La.sciò un (< Trattato della :).:lil.izia n (Bologna. 1603).

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-Turchi ~ Montenegrini / d,t R jocc; l'altra (2 bgl. con 2 pezzi mont.) doveva fian cheggiare la principale per le a lture ad oriente della valle del Lim, col -compito andie d i tagliare ai turchi le comun icazioni con Rozaj. La città. era protetta -da qualcJ1e fortificazione campale sulle ailture ci.rcosta,1ti. La s;ra del 15 gl i avversari p resero contatto; men.tre -l'avanguard-ia montenegrina (2 i,gl., J sezione mont., 1 scz. mitragliatrici) avanzava frontalmente, i 4 batta.glion i del grosso s i d iressero due per ciascuna a la, men; ·tre uno r imaneva in riserva. . I turchi avevruw quasi trascurato la d ifesa delle alture di sinistrn del Lim, per 111eglio gutJin ire quC!lle di destra e.d assicurarsi le lince

Berardi De La To·;,.r Giovanni Battista. Brigadiere dell'esc,-oito modenese, n . nel 1726 a. Sommiers (Francia) rn. a. l'l-fodena nel 1817. Nel 1744 entrò al serv izio del duca <li Modena; nel lìS6 era colonne lo del reggimen to dd F1·ign,a,no, nd 1778 brigadit:""..re, e &oprai1,tendcnte a ll'economato militare. Entrati i Francesi in .:Vfo<lena, venne fatto ispettore militare e nel 1801 s i ritirò <la I srrdzio. Berardi Frnn.ot·scG. Generale, :Medaglia d'oro, n. nel 1856 a Dusino (Alcssa.nclria), ca-duto sul monte Zcbio il 6 lug!io 1916. Arruolatosi \'olontario nell'eserci to cd ;pnmesso, ;poi, alla Scuola mifita.re <li Modena, dopo aver p ercor,;o tu tta la sua c:1.rricra 111.:·lii'arnJa di fa.11 ... te;:i:i, ;,e] J9J.4 (col grad J di tenènte cokmnelio), Yenne colloca to in '))Osizi.otte a usifi.a.ria. )fa richiamato tm anno dopo per la guer1,a, fu_promosso successivamente cal-::mnollo e maggior genc:i-.i.le. Egli ca.<lev,1. il 6 lui;lio, al comando d€:lla Uri-g:,ta ::vf ilaiH\ ment..re in un momen to crit ico


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della lotta sug,li a ltipia11i, dava le d isposizioni per un nuovo alùacco alle fort i posi;,ioni nemiche del monte Zebio. La memoria. del 'faloroso genc.-alc vrurne onoo:ata della 111a.s.siinu ricompensa aI valore, · con la seguente motivazione:

il comando dcl!a divis. speci_ale inviata a occupare C01,fù. nel settembre 1922, e, dopo aver retto la carica d i generale a disposizione per. l'arma di cavalleria. ( 1925). nel dicembre di quell'ànno ebbe i l comando della divi~ione di Ver,ina.

« Costante e m irabi le esempio di a rdimento e di senso del dovere, conduceva con impeto giovanile la sua brigata, superando con bellissimo slancio le difese accessorie e scacciando il nemico· dalle· sue trin cee. Per res istere a violen tissimi contrattacchi n em ici, impavido su lla linea di fuoco, incoraggiando le sue truppe, cadeva colpilo a. morte da una granata nemica. » (:\.fonte Zebio, 6 luglio 1916).

Berat ( Vdàrdi pei. Turchi). C ittà dell'Albania, in pa.esc ubertoso e ben colti vato . Ai tempi dello Scandcrbcg era protetto da. una fortezza. F u obbiettivo della colonna cli. destra (gcn . Rossi) del XVI corpo itaLia110 n eH'·o ffonsiv-a <lei luglio 1918. Occupata il 9 luglio, dovette venire sgomberata un mese appresso in seguito 1I nostro arretramento sulla :Ualakastra. Venne però d a. noi. rioccupata a lla -fine di settembre, ed oltrepassata per concorrere alla vi ttoriosa offensiva. dell'Armata. d'Oriente.

Berardi Gabrfrle. G cnernle1 n. nel 1861 a Sant' Angelo dei Lombardi, caduto sul Carso il 15 dicemlirc 1915. Ufrito nel 1880 ,,falla Scuola 1nilita1·e di ~J odena} verco-rse tu:lta la can•iera nell'a.rma {.ii fainteria. La guerra J ,tailo-austrfr,ca fo t rovò cok,nn.ql'lo~ c:ornanda nte i l 56" r eggi.mento fanteria (briga.t;a. 1-farche) . Promotso poco dopo l'inizio d elle ostiJità 1tl grado -d i n1aggioT generaile, a.ssun~e il comando della briga la Sass a.ri, che condusse va loro5'amcnLc alla c-0nqu ista <.!ella ,fa:1m,.;,c « trincea delle frasche)). l i JS d1ceml.Jre, essendosi spinto fin sulle .primis-sirne lince pe.r nw6 ho <li~r>0rHe l'organizzazione e studiare una nuova azione, veniv;i. ferito graveme.n te. ·:vior ì ci.rea un me,,e dopo all'ospedale di Villes,;,e, 5erbanclo Jino all'esLrcmo, contegno nobiÌe ed eroico. A I p rode comandante l'rnnc conce»1, la 11i~d:'tglia d'oro con questa .n1otiva2iionc : << l lltrepir.!o conclott icro di una brigata eroica, espugnatore d i posizioni for temente difese, inst,uica.bife animatore di fede, affer mò col suo sangue il proprio va lore, me nu·e nuovi a rdimenti st aya med itando ». (A ltopiano Carsico, J0- 14 novembre e 15 dicembre 1915).

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Bera·rd-i G11stavo. Generale, n. a Valfenera (Asti) nel 18i0. Sottot. di oavaHeria nel 1889, entrò aie! 1903, <la ca;pit:a110, nol co·rpo di St,tto 1faggio,·e; e fu a.dd eito .i,1 roma11do del.la d~visi.one Cata.nz:a.ro e aJ commndo ciel cor po d'anna ta cli Torirro. Scoppiata la guerra <lei 1915-1 8, coma.ridò LI ·r eggimento kmcie ,·i d i Firenze (19.1 7) e si d istinse come romandante ,della 6• ,lyrigata. di ca.vallt-.ria ciu.ra.nte I' inseguimento <le:lle truppe ncn:iche <!al Piave a11'Iso11 zo (29 ottobre - 10 novembre 1918) meritandosi la croce <li ca'0a liere d e'll'Os<line Milit-a,re di Sa.v oia. Nel 1920 ebbe. i l comando delhi 4• e della 1" b1~gata di c.tvalleria e promosso generale di divisione ( 1923) f u nominato com.t1J1dante de lla divisione d i Catanzaro. Ebbe

I/attaglia di Berat (1281). Appartiene alla lotta fra l'imper atore bizantino Michele VIII Paleologo e gli Stat i. grcco-fr,tncb i della penisola balcanica, coadiuvati d<tl re di N.!!poli Carlo l d'Angiò. Il generale bizantino Michele 'l'a.-,a'l1iota, su.i. primi <l'aprile de.I 128 1, riu$CÌ :r sconfiggere le truppe alleate, comandate dal cav. d i Sully.

Beraudi (Tomn.aso) . Uffici.a ie piemontese, nato a Boves (Cuneo) m. a ::lfantova ( 1801-1848). Era figlio cli un valoroso ufficiale piemontese e appena ; iuindicenne· cominciò ìa carriera milita re come semplice solda.to nella. brigata Cuneo. Nel 1848, col grado di maggiore, il Governo P iemontese lo mandò in Toscana per raccogliere e ordinare le mili7.ie volonlarie ; egli organizzò un brillante battaglione di bersaglieri e lo condusse al battesimo <lei fuoco. II 29 maggio, nella memorabile giornata d i Curtatonc, men tre il Bernucl i s i. slanci.ava ancora una'. volta con impeto meravigli.oso contro il nemico, vcnnc gravemente ferito al fianco e morì all'ospedale di :.\fantova dopo un mese. Beraudo di Pralormo (co-nle E;igrnio; . Ge,:epale, n. e m . a Torino (1822-1907). PaJ·tecipò da tenente· d i cavalleria. alla. carnpa1,'l1a del 1848, meritandosi 11na med. d i br. a.I va:!. rulla Beretta.ra, e col graclo di cap•illano a Ila c a mpagna <'c:J 1'l49 otte11c11elo w1a n1odaglia <l' argento alla bat tJglia. d i :'{ ova.ra. Prese qùindi park c,1n1c n1a~giorc nel 1eggb11ento Alessand~·ia a.Lia tamPffgna <lo! 1859 e promosso coldnaiello ( 1861) comandò i.I reggimento Cavalleggeri d i :i\[ontebe'lio cd i.I reggimento Lanci.cri Vittor io Emanuele; n1agg ior ~cnc.rrdc nel 1865, partecipò alla ç3mpagna ,de.I 1866 quale coma11<laJ1le -cli brigata di ca,-allc ria. presso il llI ed i l IV cni-po <l'arm.:i.ta . T;:t,be 'Jl!i!tdi la ca1·ica. di aiutante di campo effettivo . d i S. :SI. il R e V ittorio Ema,iue-Ic II e promosso tenente generale i 18ì4) ebbe il , .orna ndo della divisione m il ita,-c d i Chieti, Berber. ì,ittà della Kubia, sulla dr. ciel ~\ ilo. Il 23rnaggio 1884 d urante la guerra Mahdista, fu presa <l'ass.alto da circa 45.000 r ibelli, seguaci del ::-Iahdi. Tutta la guarnig ione, 1500 uomi11 i cir ca, che slcrano difesi con eroismo fino a l consumo cli tutte. le munizioni, fu trucidata dai Mahdisti, ,i. quaili s i resero così pa,:l,-oni de,lla .regione. Gli I n glesi riuscirono a caccia.rn c clefinit-ivamente i ribelli n el 1887.

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Barca (o Bai-ce, dal france3e l>erche) . P•iccola bocca <.la fuoco, sul t ipo del .falconetto, p iù cor ta e di maggior calibro, adopemta nella marina velica, secoli XVII ·C XVIII.

Berchet fGwva;mi). Fu uno <lei poeti patriottici più popolari della gloriosa epopea J}Cr l'irtclipcndcnza i tana. ~ . a :Milano (1783) m . a T orino ( 185 1) divenne uno dei cavi del.la swolh ro1nandca. <l-eJJa t:< G iovù1e I ta lia. ll; ne.I 1821, dopo 'i rovesci politici, esulò all'estero, e vi rin11a.se pcT 20 arm i. )lcJ 1848 VCJlllC sçelto èirctlorc generale .degli Stucli dal Governo provvic;;orio di ~i-ila.no. RicadU1ta i'I talia sot to il <lom.i,nio a tL<,t.r iaco CJJJigrò a Torino dove coprì la carioa di <I i-ret tore della << Gaz7,etta ufficiale ll e fu elet to .deputo.lo d el collegio di P ia-cenza. Le 1ioasic pol itid ie tt Il 1·imorso JJ, « li Rom ito dcl Cenisio », « I profughi. di Praga », ecc.) ispira,te ad altissim i sen timenti pat riot·tici, lo fecero chiamare tt Il T i,-teo i tal-iano Jl. Berckheim ( barone Federico) . Generale fra nce5e ( I 775-1819ì. Fece tutte le guerre <iel suo tempo disti!llguflndosi in ,,arie "c<oasio.n i, e parti.::oh1T•mentc nella d ifesa d el!' A·lsazia affidatag1'i da N a r,oleon,, 11el 1814. Quindi aclc.-ì ai Rorl>oni. Berckwith (Giorgio) . ·Generale Inglese ( 17531823) . . ComL,atti: •con molto valore n ella guerra di in<lipendem.za <l' Amcr,ica col grado cli maggiore e fu ·,de!!)li ultimi a rp1J·tire <li fa con 1a. retroguardia, nel Fe<leriro flerr.klle1m 1783. nivenn'è rnlebre !"' 1 !'-impresa delln 1Iartinkca e cldla Domi.n ièa ( 1309). Tenne poi il Governo d i Barbados .fino a-l 1814. Nel 1316 venne nom inato com,mdante delle truppe lxi.tanniche in Irlanda, donde r iton1ò a Londra nel 1820. Berdaa (Battaglia d.:). Appartiene alla guerra del _granéluca russo I go;· contr o l'impern b izantino nel 944. :Battuto una prima volta in' mare presso Costantinopoli tre anni avnnt~ Tgor organizzò una seconda spedizione . Ùu1 corpo di tru])pe r usse r i""1.lì il Kur e presso B. sconfisse I maome ttani che s i era.no avanzati a cl Lfcndere il paese. Tu ttavia i russi dovet tero retrocedere in seguito a un'epidemia, e l'anno seguente Igor faceva la pace ·c on i bizantini. · Berdan. Genernk americano, -d'artiglieria, a l servizio deJ.la Russi-a nd 1871, m. a Washington n el 1893. Partecipò ama gu:c.rra di Secessioae. Diede il nome ad tm fucile a. ret.rocaJ:ica da guerra, a per-cu.:.,.;sione, il quale, con successive t.rasfocm,a.zio11i, venne a<lo t tato da va-r1 Siaiti dal 1860 -in poi.

B ~r1_/t:zn, trasformazione nmcrica,na del 1g6(',. I..a culatta, comp~eso il luminello, era foggi~ta in mò<l,. da forn1are com e- una scatola, cori coperchio a cerniera, a 1,rentesi in avanti . La cartuccia era introdotta nella camera, previo r•ibaltau1en to del coperchio. L'estJJ:azione

d~I bo.;solo aY,cni·✓a per l'aziw,~ ,Ji due molle pos1e esteriormen~e al?a c~u1na ed unite a(l LH~ piccoh gancio cfes:razicnC" . La perCU$sione era centrale.

Bc,·,Z:m, Ìlir,dello Russo N. l, del 1So7. Fat10 co,ne i i mod. JS6o; :;nlo che il cane es;:i t ra.sfor mato (entro un tuho) in un'a~ta (percussore) circondata da una molla, ed era disposto sullo stesso asse del la ca nna, po-

;tcriormente alla cu.lac ta a cerniera . Il p<.rcussore por·· tava all'est rc·mi>à la coda vertica le, co me f!uclla d t i can~ ne! n•od 1866.

Berdan, trasfc>mwiinn ~ spagmwla del 1867. X on a.ve-

va sensibili varian ti j11h"'nic a cunfivnto del Bcrcian 1uc-

dci lo 1866 :1mericano. Si nol.wano Jicri d ifferr.nze n el•n forma fsterioTe •:leLie pani rifiettenÙ la çu]atta.

B erdan N. 2 P,r la fan teu-ia Russa, rnod. 1871. I ucile :011 còlindro ottuntore scorrevole e gir~,·cle, scomparendo c,:,s ì il coperchio a cerniera. /\ me.,,zo rJi un

1~1anubri<1, s ì apriva l'ctturatore per caricare l'arnu, e ne l r ich iuda lo il pel·cussorc rimaneva armato auto · maticamentc; nun portava più la cresta come nel modello 1860 e 1867.

In.11esco Berdan. Il .fondo do] pqrtacapstda. è ripie·;a to a capezzolo in modo <la forrn"fe l' incuòinc: ncg1i anp,dl i dalla ri1iiegatura sono ,1J1·aticati i fo<ri d i pas-


lJER,

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saggio della fiamma. La capsula si forza n cl portaca,psuh ·in modo che ,la ma.te.Pia f-ul minante vada a contatto dell'incudi~e. Il s istema fu adottato allo scopo di avere un bossolo pii1 leggero .

B erdica. Arm?. in asta, sorta di alabarda adopemta dalle. fanterie ~vedesi e slave (a lab,u·d ier i) a l·l'e-

poca di Gustavo Vasa (scc. XVI). li ferro era a lto circa un metro.

Berea (o JJeroea., o B croe). P iccoh ant. città della T racia. (250 d. C.). I. Battaglia di Bcrea. Venne combattuta tra il :figlio dell' imperatore D ecio c i Goti, comandati dal loro re Cu iva, invasori della T racia. La battaglia fo \'inta dai Goti, i quali rimasero padroni, per allora, della Tracia e della J\lacedonii, essendo stato i~ figlio di Dccio, dopo la sconlìtta, costretto a J'Ìtirarsi neUc fortezze romane del D anubio. II. Battaglia di Bcrea (1122) . Comba ttuta i,i primavera, fra gli ultimi resti dei Peceneghi e l'imper.i.torc Giova,m i Il Con1J1 ono. Q uesti a ffPon tò presso B. i P ecencghi thc ave,•ano im·aso le terre imperiali e li sconJìs.se completamen te. Un grnncle numero d i essi r imase prigioni(,ro; in parte furono arruolati nell'esercito bizantino, i.ii 1)arte distribuiti come co loni nei paesi balcanici, in pari~ venduti come schiavi. Questa battaglia segna k1 f.nc <lei Pe:ceneghi, le tene dei quali, al di là del Danubio, ven nero occu pa te da i Cumani. Berea . A nt. Littà <iella l\laccdonia sulla Vistritz..1, oggidì chiamata Vcrria. Gli ateniesi la a ttaccarono e la. prcsuo nel 432 a . C. durante la guerra del Peloponneso. D opo la battaglia d i Pid na fu assed iata e presa da Paolo E milio, e venne comi,res;, nella provincia R omana :\.lo.ccdone. Ebbe robuste mu ra appoggiate ad alte torri, restaurate o riedificate all'epoca Rornano-.13izantina per renderla città forte.

Berebiste. Guerriero della Dacia. Battè gli Sciti e s' impa<ironì de lle colon ie greche del Mar Nero. Morto Giulio Cesare, llercbiste cont.inuò le sue spedizioni sulle <iue sponde dd Danu bio. Fu vinto ma non wttomes.so dalle armi di Ottaviano. Morì assassinato dai s;.ioi soldati, stanchi di segu irlo nelle sue imprese militari.

Beregava (Battaglia dr). Nel i59, l'imperatore biz.i.ntino Costantino l V, assalì i llulgari per punirli di avere compiuto razzie nelle terre dell'Impero. r.Ia, essendosi avvc.nturato, fra Anchiala e Varna, nelle gok di B. senza suffic ienti p recauzioni, ,•enne avviluppato dai Bulgari, sconfitto, e costretto alla ritirata. Berengar-io I . Re <.l'Ita lia. nell'anno 888. Furono suoi rompetitori Guido di !:ipweto, Arnolfo di Gennan ia Lu igi cli Provenza. Verso il 915 liberò l'Italia mericlio~ n ale dai Saraceni. Le gelosie dei grandi, dopo 36 a11 ni di regno, gli suscitarono contro un emu lo in Rodolfo II, il quale, vintolo, lo fece chiudere nel castello d i Ver:;na, dove fu ucciso l'anno dopo. Berengario II. Pronipote del precedente. Eira marchese -di lvroa e divenne R e d'Italia, essendo stato <.la Ottone

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il Grande a iutato ad impadronirsi di una parte d 'Ita lia_ D allo stesso Ottone fu fat to prigioniero e mandato a Bamberga, dO\·e mori nell'anno 966.

Berengaria (per gli Spagnuo:i one:rs:rrla}. Figliuola d i Ra imondo conte di Ba rcellona ( l l0S- 1149). SposòAlfon.:o VTII re di CaHigti:i. (1128). l{inchiusa,;i· .;, To'.eùo nel 1139 J)Cld ifcn<lerla contro i )fori, mcnt ,·c il coni.01·tc assc<lia,·a Oreja, mostrò fermez1.a virilo cl:i carattere e talento, quale comandante dd preù:lio, obbliga11do i Mori a. toghiore a'assedio. ;

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Berer.guer (Pietro Al-

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canJara 8. y /Jalleslcr). t . 'Cfficiale e scrittore mi-I. . ' _, ·y ., •• . ....--r-, !:pagno,o ( 1852- 1900). Fu in_-;egna.nte alla Accademia B cr eng-al'IO r ' militare. Fra l'! sue opero; c.. X Ok di ~toria ~lilitare »; « Estetica <lella guerra JJ.

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Bcrengucr F uste d on Da111aso. Generale dell'esercito spagnuolo, n . nel t 87J. Studiò all'Accademia generale. mili tare uscendone s01tot. di cavalleria nel 1892. F~ all'isola di Cuba nel 1895, do,·e si distinse comba!lendo lun gament e co otro gli fosorti. R itornato in patria nel 1909 fu destinato nel 19 10 a :Yielilla, dove ebbe il comando d el gruppo Regolari Indigen i, coi q\rnli p rese parte a diversi comballimenti. X el 1913 guadagnò la promo1.ione a genera le di briga ta per la intclligeme direzione delle operazioni nel Marocco, dove rimase fino al 1916, in cui fu trasferito a Malaga qua le governatore. N el 1915 venne promosso generale cli divisione e nominato )finistro delta Guerra. Successi,·amente fu scelto come Alto Commissa.l"io S))3.!!iJl.UOlo a l M a rocco . Nel 1921 diresse personalmente la campagna ne.Lia zona d i M elilla, e nel .luglio 1922 tornò tin patria, do,ic, nel 1924, venne promosso tenente generale, cd assegnato al Comando dell'VITI Corpo d'Armata .

Berenhorst (Giorgio). Scrittore. militare tedesco 11 ; 3.3-1814). L asciò: «Aforismi» ; « L'artt1i della guerra», ecc.

Beresford ( C11gliclmo Cau, 7,isco11tc di) . Generale inglose (176S- J854). Fece le campagne nell'I ndia orienra.'.c od occidenta.lc, e f u alla conquista. del Capo di Ruona Spera.i11~1.. Si impadronl di Buenos A in.-s nel 1806, ma fu poi costret to a capitolare. P ancci-pò alla lot~a contro i fmncesi nella Spagaa da.I 1807 ; si dist ini;c alla Corufia. (1808) . .Ncl 1809 fu fel<lma.rescia.llo e ta'J)O dcll' esercito portoghese; baaè Loison, e .poi Soult ad A'1buera.; si distinse ancora nelle battaglie di Vi1toria e T olosa . Da.I 1816 al 1820 fu comamlantc in capo dell'esercito porioghesc; n el l 817 fu mandato a reprimere una ÌJ1$u ri·czio11e a R io dc J aneiro. Nel 1826 comandò le trupr,c inglesi inviate in soccorso di Don Michele. lJercsford (Lord C arlo Gugliel,110 de la Pocr) . .:1,mmi-


raglio inglese (1846- 19 19). E nt rò nella marina nel 1659 ; si distinse -p articolarmente ad i\lcssandria nel 1882 e nella guerra. del 1884-85 contro i Mahdisti. F u me mbrn d ella Carnera dei Comuni, e lord dcJI' Amm iraglia to dal 1S86 aJ 1888. Nel 1698 fu incaricato d'una. missione in Oi:na. P ubblicò diversi ar!icoli im1Jot,ta.nti in favore dcli' aumento della flotla, e << N clMn e i suoi l( mpi Jl,

Beresina. Fium e deLia Russia, a ffluente del D:ùep c.r, già noto pe.r i l pa.,;sa.ggio di C:i.rlo XII nel 1708. Battaglia della Beresi11a (26-28 :novembre 1812). N apolcone, g iunto crm gli De resrord Carlo avanzi <lolla Grnmle Armata. su lla JJernsina, d ecise di tentare il passaggio di que,to fimlle a Stu<li~nka. II mattino <lei 26 nm·cmbre v: si r ecò e persona lmente si d iede a dirigere i lavori elci ponti, per accelerarne la costruzione. F rattanto aveva ordinato d imostrazioni a valle di Dorissow, dimost razioni che avevano tratto l'ammiraglio russo Tchitchagoff nel convincimento c he i Francesi mi rassero a congiu nge1s i cogli Austriaci di Schwa.rtzcmbe:·g. L'ammiraglio infatti, richiamò su Rorissow, da lle alture di fronte a Studianka, la divis. dol gcn. T scbaplitz, che obbedì lasciando nelle primitive posi1,ioni soltanto alcuni nuclei di cosacchi. A Studianka, sollo la p rotezione ùi una batteria di 30 pezzi, stabi lita da. ;:,,fapoleonc sulle al tllre, si lavorava assiduamente alla costru1.ione dei due _ pon ti; l'uno per le vetture, l' altro per fa fanteria e cavalli a mano. La brigai.a di cava.llcria Corbincall passava la Dercsi ua a nuoto per pr oteggere gii operai. Quelle maestranze da vano prova della più coraggiosa abnegazione, rlella mrtggiore attività. Pontieri e marina.i Francesi, Italiani, Polacchi, Tedeschi, a ffratellati nell'ardua,

191 pericolosa opera, pri vi cli cibo e cli riposo, sopportan do atroci sofferenze, anima.ti dalla vista di Napoleone e da ll'esempio elci lor o ufficiali, vinsero ogni d ifficoltà, di modo che il ponte destinato per la fanteria, fu promo. all'una pomeridiana del 26 novembre; quello pci ca1Ti alle 4 pom. del medesimo giorno. Il battaglione ita:lia no dtl (;cnio, ai comando del :'.farieni, si distinse in questi lavo,·i in modo .:ccczionale. Appena allestito il ponte della fanteria, Napoleone v1 fece passare il corpo del maresciallo Oud inot, che occu1;ò gli sbocchi delle foreste verso Borissow. Con talemanovra la. lin ea di ritirala che l'eserc ito d oveva percorrere per recar~i a Wilna, era messa al sicuro. Alle. 4 pom., sull'apposito ponte transitò d'artiglicri:i cli Ouclinot. G li Ttruli:1,11 i gi\lnsero sulle alture di Studianka il 27, e accamparono sopra una collina a lla destra della strada. Ad un'or:i. <lopo mezzogiorno, Napoleone pa.ss& il ponte; lo ~-cguiva.no il suo Stato M aggiore e la Guardia impCtJ' iale . \iorso le quattro, UJ\. distaccamento 1·uss<> del corpo di Wittgcnstein s i spinse fino in prossimità. <lell:i. gros,a arti,gliel'ia di Victo.r, ipa1·cata n ello S()ltloposta ·pianura. Gli Italia.ni, prese immediata.mente le ar,,1i, si slanc i,a.rono sul nemico, obbl1ga.ndolo a ritir arsi. N ella notte da.I 27 a l 28 novembre r esercito d'I taJia passava la Bcresina ; precedeva il Vicer~. segu ito dalla Guardia Reale, r idotta ormai a soli 500 u omini: a 20 minuti di d ista.nza la 13• e 14• divisione, in gruppi d i cinque o sci uo mini di fronte, e ia divis ione Pino. Frattanto Tchitchagoff si era accorto dell'inganno in cui era cad uto e<l aveva pensat o di porvi ripar o, preparando, nella. giornaLa del 28 no,·ernbre, un vigoroso atta.e co sulla sponda destra, d'accordo cogli eserciti di K utusoff e di Wit tgenstei.n. Dalla sponda sinistra, Kutusoff mandò la cavalleria a dar la mano a T chitchagoff, mentre \\'ittgenstein, avanzatosi a sud, verso Borissow, minaccia,·a le spaille d i Victor. La ret roguardia nnpolcon ica compost.a clel:a divisione Parton.neaux, lascia ta in Borissow, riceve il 27 novembre, l'ordine di recarsi a Stu<li.cn;,a per pass;ire la RercsiJ1a. J\,la l'avanguard ia d el genera.le r\l~SO ~(iloradowitch, marciando sulla strada O rch:1-Borissow per cong;ungersi con le tru ppe di


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192-

'Tchitchagoii, s i era in cuneat·a fra Victor e Partonneaux. D eclinava il giorno quando quest' ultimo generale ven iva <l'improv,>iso aggredito ver fa str,ada proveniente da Orçha da un ò i;taccamen to cli T ch itchagoff, che tentava di passare la Be.resin a su i rottami del ponte d i l~ori.ssowi e da. no.rd daH'a vanguardia

,Ji \ Vittgcnste ÌI\ che

,da K ostr itsa muov<:.va r isolu tamente su Staroy-Borissow. L a s ituazioHe ,pericolosissima ciel I'ar tonn eaux era resa a.iKhe p iù critica da un enorme intoppo cau sato eia pa recchie mig!iaia di sbandati, i qua.li credendo di tro·,·arc un passag-gio a vaùJe di llorissow, si erano affollati coi loro bagagl,i attorno alla d ivisione, aspettando invano cl,e si costi'uisscro dei ponti. Le a.rtiglierie ne ·miche fulm inavano quella massa confusa, che presa da un folle panico, 1.xisa!lizza va i movimenti del.I~ tre p ict0le d ivisioni francesi. T u ttavia il gc.nera le Parton neaux ,-i;;olse di ap rirsi con le baionette i.I varco su StudJia,n ka.; ma <lopo aver comba ttuto a lungo con grande eròismo, ,clovelle, il mattino del 28 novembre, arrenders i alle forze nemiche sempre più soverchiant i. A S tudianka u na mo ltitudin<> di sba.ndati ù1gombrava, nella notte dal 27 a l 28, la ,;:poncla ~i11istta della .Ileresina e, bcnchè i pont i fossero liberi, non si affretta va a<l a bbandonare i tuguri della. can1pagna 1 ove a ve-

va trovalo ricovero e r iscaldamen to. I daJmi del ritardwto passaggio di quelht enorme turba, furono, come .si vedrà . spaventosi. Ll 2S .novembre i R ussi posero in -esecuzione ii p iano ideato da Tchitchagoff ; le truppe d i questo ammiraglio si scagliarono su i corpi d i Oudinot e d i Ney che campeggiavano sulla riva destra della llercsina. A l p rimo urlo O udi.n ot r imaneva ferito e ".\ ey, precipita ndosi valorosamente innanzi, alla testa della cavallerkl. .e dell'artiglier ia, respingeva il nemico. I talia ni, P o lacchi e Svizzeri rivaleggia rono in valore coi Fra.n.cesi; parccth i genera li rimasero f eriti) e v i fu rono uf -

ficia;li che, afferralo l'll fucile, s i m escolarono nelle file prendendo il posto <lei soldati caduti. Scesa la n otte il combattimento ebbe una sosta; i Russi di Tchitchagoff .acca mparono att.Òrn.o a S takhow, le u:u-ppe <li Ney rimasero al lo sLocco <ldla foresta, che il loro valore ave1·e saputo conveni,,ç in un' inespugnabile fo1:tezca. i\frntr~ con sì fulgido erois mo si combatteva sulla sponda destra de.Ila llcresinà, non minore valore spje_gaYasi s•~lla r iva sinistra. i\ l mattin o del 28 uovembre

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W ittgmstein a ttaccava col poderoso suo corpo 'le p oche migli:i.ia d i uomini che, dopo la capitolazione di Paa·tormeaux, rimanevano al mrurescia llo Victor. Questo pro<le condottiero tentò d i supp li re alla scarsezza del numero ·con una buona posizione difensiva. Pe-rtan to si collocò dietro u no stret to burron e, ingom bro di s terp i appogg iè, ht destra alla Beresina, dispo3e sul!~ altu~e ·cd arlla s inistra la poca a niglieria r ima.stagli ; rna il i;>fficolo rnaggioxe per Viotor era la d ifficoltà di una ritirata, poichè i pon ti erano ormai osu·uiti dalia turba degli sbanqati, che, a vvertiti degli imminen ti a ttacch i russi ,·i s i erano preòr,itati, anelanti d i pors i in salvo sull'altra sponda. L 'artiglieria di Wittgenstein cominciò un fuoco in fernale contro le linee di Victor; ma spesso i proiettili cadevano .su i .ponti, au men tando la confusione e il ler= rorc. [ carrettieri spavental i sferzavano i cavalli e, gareggiando frn loro, ten lavano attra versare quella calca; le vetture si investivan o, si rovescia.vano, preçjpi tava.no r~eU'acqua t1·ascinando nel la rov ina uo1n ln i, clonne, quR-

drupedi . Si era così ad densata u na massa informe, com1iatt,a di uomini, d i cavadli', <lì ruote che n on riusciva.no a sciogìiers i e c he rimaneva là con fitta, agitan-

dosi, Ji,battcn ùosi d isperatamente esposta a l tiro violento deÌle batterie n emic he. LI maresciallo Victor, a.Ila vista dello 9pettacolo o rrendo che p resentava il ponte, giudicò che non po leva liberare il ·pas.~aggio in un altro modo che allontanando il ncm.ico ; ,perciò prese enc.r-g icamente l'offens iva contro il centro russo . Le truppe d i faJJteria del Vietar, alle quali si unirono alcuni sbandati cli tutti ,i corpi, s i pr_;dpi ta rono sui Russ.i s fon dandone_ il cen tro, ed obbl igando le ba tterie a r itirarsi. J\Ien trè la fanter ia s i b atteva così energicamente a.I centro, la cavalleria caricava per . la s inistra le a rtiglierie nt~f,':., che, s,tre lle d i fron te e di fianco dai d isperati sforzi nem ic i, furono costrette anch'esse a ritira rsi. La notte pose termine alla mischia sanguinosissima . ./\Ile 9 pom()rid iane, Viotc,r, d opo aver lasciato u na. retrogu1rdi>t di fronte a l n emico, passò su i ponti ; all'una antimerid iaJ1a del 29, t utte le truppe erano suJ!a spon d>t destra. Ìl mattino <lei 29 novembre il generale Eblé, ~econdo gli ordin i ric<cvuti, d istrusse i ponti. Moltj sband at i che, per a patia, non avevan o a ncora compiu to il passaggio, a.Ila vista ddle fiamme che si inalza~ vano dai ponti, si precipita.rono sopra d i essi. Ma era. ormai troppo

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~-i Il passagg'io <lclla eercsina (Litografia <l i A<lam)

tardi ; u ri.a. cicca dispe1:a.1'JÌone in-

va se quelle turbe; molti si gettarono nel fiume, altri s i affidarono -a 91:occhi d i ghi~ccio gaiiegg i-a.nti, che,. m-oµp o deboJi per sostoo~J·l!i, s i capovolsero; a.Ju·i ru1cora si spinsero _r isolutamente ,tl·a lei fuuume elci ponti: questi, rovinan do, li trav olsero. Ahle 9 e 111C27.o i pon ti ~rru10 nnlerrun ente distrut~i, e,d il gc1mra-le Ehlé si rit irò wn l'animo a1naireggiaito per aver dovuto abbando.naJ"c suHa sp01,·c1a destra m i~liaia e migliaia <li in feli ci. La massa dei •soldati, che cadde.re prigionier,i, p uò· essere vailutata a. 10.000 uomini. 40 ca,n.no.ni e t utte le v·ottun·c dei gone.rali, con una p aJ·te delle casse 1n ilitairi~ rimasero ai Ru•s.si.


BER_

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Brn

Operazioni suUa JJeresi-, ta dcll'l"J1oca. no stra. Fino a ll a Bcrcsina g iunser o i Tedeschi nelJa p r imavera del 19 18 ~ sull~ Bcresina s i stab ilì gran pane dell'esercito polac_co nell'nut unno del 1919 e vi si ra fforzò, m entre l',t!tra parte s i pr9(endcva lungo il Dn icper fino a · sud di K icw rlovc prendeva collegamento con gli Ukrain i di JJetliura. Gli importanti punti di pa.5-,aggio, Boriso.ff e .ilobru isk, atlora, vC'l\llttO protetti dai polacchi con teJ.Stc di p onte sulla r iva sinistra. Nella battaglia di Molo<lccno ( luglio 1920) hl linea della. Beresina. venne allacca.ta d i f,;-onte, e aggirata verso -l a s llà testata rfa forze molto prevalenl i che avvol~ero la. sinistr-i. pola.cca.

Jell,, piazza, sulle a lture della collina di N uet, I liberali dit-<lcro l'assalto alle posizioni dei carlisti, e dopo aspra lotta riuscii·ono a conquistarle, volgendone in fuga i d ifensori. Questa baAtaglia pose ter1:1ine alla lotta chè era stata iniziata sette anni prima. Il gcn. Cabrera si rifugiò in Franci:i. Ne! 187,l (27 m a rzo) i ca.rlist i, mpiianati da don Alfonso d i Borbone, attaccarono e presero B ., ma i l gior no sc,guente, avvicinandosi truppe liberali, l'abbandon arono senza lotta. l i 4 a,!\OSto don Alfonso tornò di nuovo a B. e l' assediò, e diede inrnno a lcuni assalti, senza riuscire a prenderla.

Beretta (Luigi) . ~lcdaglia d'oro, n. nel 18i 0 a Ron-co (~ov,ira) cacluto a San :-fartino il 24 g iugno !859. Ufficiale dell'Esercito Sardo, fu m anda to nel 1848 a Brcscia per coadiuvacre a lla formazione <li ba t mglioni lombardi ; col graJdo cli -m aggior e ne con1aadò un<: aHa ,difesa. -dello Steh1io; ebbe 1.>0scia. -dal Govco1c prov visor io il grado d i colonn ello e. i,! comando de l I O reggimento br esciano. T orna,to nell'eserc ito p iemoiÙc,se, vi rip,-esc il grado d i maggiore, Promosso ten . colmmel!o, prese parte prima a lla ca:mpagna di Crime/ ove si guadagnò ·ia legione d'onore, e pC1i alla 3" guerra d'i.n<l ipcn:<len za, durante la quale, colonnello c.omamdank del 7° reggimento fanter ia, ca<kle da pro-de nella giornMa di San 1\-ia,rtino. Gli fu con-ferita la mecfaglia d'oro « Per -l'ener-gia, l'intelligenza e<l iJ coraggio con cu i condusse il reggimento al fuoco. Cadde estin to sul ca.m po di battaglia)> (San Martin•), 24 giugno 1859).

Bergalli (A11g11sto) . Generale, n. e m. a Torino (.1830-1896). Sottot. d'a,-tiglicria nel 1851, partecipò da tenente alla Spedizione di Cr imea del 1855-56 e si dist inse ~la ca,pitano nelle campagne del 1859- 60-61 e )866, rnw itandosi una nied. d'arg. al valore alla batrla.glfa di .S , J\-lartino, la croce q,i cavaliere dell'Ordine Milita.re di Savoia all'assedio d i Ancona ed una seconda medaglia d'argento nel fatto d'aa-n1i <li C-ustoza. Comandò -da colonnello ( ) 877) il 15° r eggimento artiglieria e promosso macggior generale (1884) fu comandante tc-rritorialc d'artiglieria m Verona; _lbbe successivamente il conia.n-do della brigata Pugl ic e , !e lla divisione ,militare di Chieti. Col'locato i n posizione ausiliaria (1890), raggiunse neJ 1894 i-1 grado di tenente gc,nerale nella r iserva.

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Berettara. Combn t t im,J~lo a,1)par teneme alla battaglia d i C 11stoza (V.) de l 1848. Berg (Conte Pedcrico di). G enerale russo (179-11874) . Fece le campagne -di Russia e d i Francia del 1812, '13 e '14. Combattè contro i Chirghisi nel 1822, e col g,-ado di ge11era.lc, nel 1828-29, contro i Turch i, cooperan<lo a lla presa di S i·l ist ria, Difese Rc\'al e h Finlandia contro gli Alleat i nel 1854-SS e fu governatore della F in la nd ia nel 1861. Comandante in capo in Polonia, ne rep1·csse l'insurrezione e r1el 1866 r iceveva il grado di fe ldmarescia llo. Berga (ant. Bcrf!ium Ca.strnm) . Città. della Spagna, in prov. d i Barcellona . Fu presa d~po' duro as,e<lio da :\fa.rcio Porcio Catone . Cad uta nelle mani dei Visigoti, :i questi fu tolta e d istru tta dagli Arabi d i Muza. R ipresa dai 1·e Franchi , ven ne n el1'822 ·assediata da AbdeJ''.\.nlan; rna soccorsa in tentpo \"C\1Jle salva ta.. l'rcsa dai francesi sotto Filippo IV, venne conquistata e.la don l}ioYa nni d' :\ tÌstr ia nel 1653. Battaglia di Herga (1840) . A,ppartienc alla sollevazione carlista. I l gen. Cabrera l';weva occupata 1'8 giugno, e vi si era stabilito. Il gen . l iberale E spa r tcro ma rciò su lla città e il 4 luglio s i trovò di fronte alle truppe :del Cabrern, le quali avevano preso posizione fuori

Bergamasca delle Alpi (Legione). Costituita a Bergamo nelrapri lc .1848 su un battaglione di volontar i, divenne in seguito il << 1° rcggirncnto fJ11t cria leggera d i Bergamo», che oper.:. nei pressi di Stenico; la 3u cp., al cornJ.n<lo del capitano ba.rone G iovanni Scotti, protesse b r i t irata del Corpo .:lel generale Allemandi su Stenico, so,tenendo un tiaP.!,'1.t inoso scontro a Campiglio, in Val Renckna, nel quale subì perdite gravi ed ebbe il capita •oo fer ito mortalmente. Una legione di volonta r i bcr garnaschi .pr ese il nome di Gu.a.rdia i1-1obilc (V.) . Ber•gamasco (Eugenio). Ingegnere, n . nel 1865. D r,putato <l i Mortara per le leg-i.slature XXI , XXII e XXIII, senatore 11el 19U. Fu sottosegretario alla Marina dal l9 l0 a l 1913. Bergamini (Cesare) . Generale, n . a f inale Em{lia, m. a }fodena ( 1813-1886). P r·esiò servizio nelle milizie modenesi; nel 1848 venne fatto cap itano d,tl Go,·cmo proHisrn·io di J\.fodena; passato nell'esercito p iemontese, vi fece le campagne del 1::148-49, 1854-55, 1859, 1860. I'rotno,so colonnello nel l862, fu norninato <lirettorc d'Jrt. a Rologna, e collocato nella i-iserva (1870) raggiunse nel 1874 i l gr ado d i magg. generale. Bergamo. CaJ)Oluogo di provin cia, nella Lomba.1xlia, presso il B rembo e il Scrio . Fu il cm11,ro maggiore ,J'el:lc genti Orobie, che dopo ostinata ,lot ta f.urono ·.soltomesse ·a Roma nell'a1mo 198 a. C. Rci,ga,mo salì be_n }}resto agli oMri -di M 1micip io privilegiato ed ebbe la cittadin anza romana. Il p&riodo romano fu r,er Bergamo un periodo d i prosperosa. for13


Br,:n·· tuna,' ma con la Jeoa<lenz.a dell'Impero decadde anche · Bergamo. DuJ·antc l'invasione di Alarico fu d istr utta, e ·· -in ~,te r icostruita poi da Stilicone. Da Attila B. ven_nc sa.cc.hcggia.ta. Pa·esso B. nel 462 d. C. venne S1COnfJJtto · Beor-gar<>,· r e <lei Vandali, in wt'incurs ione da. lui tentata in I talia.

I. Assedio di Bergamo (702). Fu posto alla città da .",,ribcrto II, che ,r iuscì a prenderla mediante gr a,1de ,foggio d i mau:hine da guerr a per bat tere, le mura. Era difeBa da R otari, d uca di B., il qua le, cond otto prigioniero a Too-ino, venne quivi messo a morie. II. A ssalto di Bergamo (894). Appartiene aHa prima spadizione italiana del re Arnolfo d i Genn ania e si r icollega alla guer ra fra i due pretendenti al regn o d'Italia,'. l}erèngatio <lei Friuli e Guido di Spoleto. Ar'notfo, d opo di aver preso Brnsçia, nel gennaio dell'894 si p resen tò con .fo,:te esercito davanti a 'Bergamo. L a citt,, e:·a, be~ ·ronifièat'a, C comaa1pat1: dal conte Am brogi,;, vassa.llÒ, di Guido. Arnolfo assalì le mura con energia, e.' j cÌìtei1so;,i ne- i-espi nscro gli a'ssalti fin chè, il 2 febb;-~io,'· _;per~ \tn; larga breccia :ne)le _mus·a, le tr uppe im_pçri.11Ì(.penetrarong pe.r essa i11 città, superan<lo ogni rc,sist.é.nza · e si diedero alla strage e itl saccheggio . Am .c.. .,,. ' .. . : brog~<;>., .Y~nne m·cso .e fatto imp iccare.

LIL : N:o!'l si era :u1cora rimessa d agli enormi dani:ii dell'assalto,. quando Bergamo fu ·di n uovo ~a.echeggiata dagli UJtgari .chiamati da Berengario. J\'el 1146, per il po:;.~esso.·di ·akuni c;,.stell i, tra Ilrescia e Bergamo, retta otmà.i :a.comune, vi fu sani;,'1lin osa guer~a in cui i Bresciani r imasero vi,~citori. . Dw-ante. le prime i ncursioni di f -'i?erico. Barbarossa in Lombardia, Bergamo si mant~11ne-neutrale, ma dopo la: caduta di _li.filano e d i Cre, nla' J eii'trò- ne lla « Leg~. ..Lombàrda )> e prese parte atti..~~i;n,{ alla battaglia di L egnano . Nel 1333 Giovanni re di :Ooèmia tentò· d i" p rendere Bcq:,;amo ;.,,a fu respin to e messo in fuga. IV. Assedio di Bergamo (1412). Fu posto aJla ci ttà cl.a faFino Cane, genoraile dei Visconti, con fo1·te eserci.t_o. La città era posseduta, fin dal 1408, e venne difesa da Pandolfo Malal{;sta. Facino conquistò a.bbastan Z<!- facilmente i sobbor ghi e accin gevasi a dar l'assalto decisivo, quando cadde gravemente ammalato; traspor. tàto a Pavia, \"i morì, e l'assedio fu abb:u1<lonato. V. Assedi<, di Bergamo ( 1419). Fu posto alla città da1l• Carmagnola, generale dei Visconti, sulla fine d i giugn o dei 1419. La città si difese validamente fino a l 2~ luglio, ·giorno nel · qua,le fu assa.lita, e presa. Un gruppo ,di difensor i s i r inchiuse nella cil ta<lella, ma il ?6 fu costretto ad aucnde::si. D ifendeva la città P andolfo Ma. Jatcsta, i l quale ebbe tlai Veneziani, cui avev,c chiesto aiuto, solamente soccorsi di denaro. VI. Ne l 1428 Ikr gamo passava di propria volon tà al -dominio della r epubblica veneta . Sotto Venezia verso il 1530 venne eretta .Ja forteua., per opera del celebre ingegnere milita~c Sarnmichcli. Trent'anni dopo, nel 1560, le ~;>rt.ificazioai :furèH;o rinnovate dallo Sforza· Pallavicino, per met tère B. in condizione di fron teggiare M ilano · e <lomina.e. da:pprésso lo sbocco d ella Valtellina. l,o .Sforza, con larghe· vedu te e con sapienti lavori di ing~g.nci:ia , distrusse con la mina chiese, conventi e p iù di; 5ÒO case, estehdendo in g iro per qua si tre miglia la l ine;i_:·di difesa, che con tava d ied bastioni inte:ri, sei mezzi e p"iù d i ven ti piazze alte e basse sui fianchi.

VII. ner gamo r imase sotto il dom in io d i Venezia tiao a lla caduta del h rerul:,blica. Solamenté nel 1509, durante la guerra ' cfeilo l.C';'.'.1. di Camhra i, fu per pochi giornì occupata dai Frances i, i quali, prima di aiblYdl1•dona.rla, fecer o saltare il torrione •della rocca.. Nd 1797 il gen. franc~se Baraguay d'Hilliers, con truupe frni1co cisalpine (du e bgl., uno sqdr. e quattro pezzi) ;;'impadr-onì per sùrpresa d ì B ., dove il pre5iclio . ( U00 hn ti e 5 00 ca,a!ieri napoletani) n on ardì ·di fa.re resistenza. La ci ttà, per il tratla:to di Camn'>for mio, 1i a~•ò alla repubblica Cisa l~ina, seguendo da allora le sorti d i Mila;,o_ )<e! ma-rzo dd 1848 i Bergamaschi non furono ,ordì ' all'appe}lo contro lo straniero, e, sollevatis i, çostr insero il · pr~sidio austriaco, agli o;·clini d ell'arciduca Sigismondo, a usciJ:e dalla città, mentre inviavano una c<Ylonn" d i .300 u. a :}filano, dove giungeva no in tempo :i. partecipare all'ultima. delle C inque giornate. Per questo suo alto, a l Com une di B.ergan10, con Decreto del 15 gi ugno 1899, veniva conferita la medaglia <l"orn « in i·ico,1,pensa del valore, dimostrato dalla cittadinanz~ negli ep isodi m ili tar i dc-I 1848 » ;

Bergamo (Brigata.). Costituita il 1" novembre 1859, coi reggi1rnent! di nuova f ormazione 25° e 26°. Concorsero a formare il 25° i ·r eggimen ti della br igata Savona (15° e 16°) co l r ispettivo 3° battaglione e 3 çom-

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pagn ic deposito. I l 26" venne formato dai reggimef1ti della brigata Acqui (li" e 18°) fornendogli anèhc cs;Ì. j,} 3° battaglione e 3 compagnie dcpo.5ito dascuno . .

Campagne di g-uer1·a. La brigata prese parte alla campagna del 1860- 61 nelle l\larchc e n ell'Um bria, partccipa.ndo ai fatti d'anne di Fano (25" fartt.), Sinigaglia, Castelfidardo, Ancona, S. G iuliano, Gaeta. Par tecipò alla campagna del 1866 con tro l'Aust r ia, d urante la quale non s i trovò a f;itti d'a.rme, ~iccome appartenen te alla 13• divisione (Della. Chiesa) del IV Corpo { Ciald ini). AlilL campagna d' Africa del 1887- 88 partecipò la 2" comp. del -25'' fant. Durante la campagna del 1895-96, •concorse alla. formaz;ione dei hgl. 5, 16, 19 e ·30, con 6 ,,fficia li e 254 - grcgari <lei 25° regg. e 10 uff. e 2i0 gregra1ri del 26° ·regg. I l 5° e 16° bat t. si trovarono alla batt.1 gl1 a d i Adua . D,,ran tc la guerra Italo-Tn,·ca 19 111912, il 25° regg. concorse alla mobilitaziune elci reggimenti 6°, 26°, 43° e 93°, fornendo complcs,ivamente 19 uff. e 1275, gregari. Il 26" r cgg. i nvece venne mobili ta to e prese parte aJla campagna nella zona d i Derna, comba ttento in numerosi fatti d'anne e d istinguendosi speciaJmente nel combattimento d i Abdalla. Durante la ,g uerra Italo-Austriaca 1915-18 h brigata Bergamo pre se parte alle or,erazioni svoltesi. ne lla zona di S . Lucia di Tolmino, ove :·imase fino :illa fine del 1910; passò quindi nella zo11a •J i M onfalcone, q uindi in quella d i Gor izia, ·poi ancora sul Debcli e infine, durante la ritira.fa de'll'ottobre- no,·em bre, dopò avere combattuto a


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PozzLolo del Friuli (30 ottcbre) r iportando gravi per-<lite, ripiegò d ietro il P iave. Nel dicembre 191i fu inviata sull''Altipia.no d i Asiago ove r imase fino a l giugno 1918, allo~ahè, nei .p ressi <li Monastier, partecipò ,iJla ba!laglia del P iave., d istinguendosi d uran te b. n o5t.ra controffensiva. D u rante la battaglia di Virtor io Ven~to co111battè. sul M. Badenecche (Ahipiano di Asiago) conquistanèolo ed avanzando PQi verso Ospedaletto e lforgo.

RicomJ,e,ue: Alle banàie, e <lei due rcgg.: Mcxl. <l'argento al valor milita.re per essers i <listinti a ll'assed io_ d1 Gaeta (12 novembre 1860). Alla bandiera del 25° regg.: Med. <l'argento a l valore militare. pe l contegno tenu to a S. Lucia d i Tolmino (agooto 1915), a Fiondar (111a,ggio 1917), a Pozzuolo del Friu·Ji (ottobre 1917) " ·sul P ia.ve (giugno 1918). ~fed . d'arg. <li beneme-. -renza. ,per l'.abnegazìonc c_on cui s i segnalò dw·a,n te il terremoto del 28 dicembre 1908. Alla ban<liera de: 26" regg. : Me<lagl ia <l'aj•gento al val. m il. pel con tegno tenu to a Santa Lucia di Tolmin o ( 1915- 16), a Raccogliano (ag°'~o 1917), a Pozzuolo del Friuli (ottobre 1917) e sul P iave (gi,ugno 1918). Medaglia di bronzo al- val. m ii., per la ferma condotta tenuta nel coihbaltimento di Sidi Abdalla (Derna, 3 mar,,o 19 12). lvlostrùie deUa brigata: Bleu, a ttraversate oriu.ontalmente al cenbro da una ri•ga rossa

Festa de·i reggùnenti: 12 n ovembre, am1iversario d él <:on{ba1timcnto davanti a Gaeta

Berganelli. Erano così cl1iamate le tavole <lisposN:o pÌ:t· piano lungo la parte super iore dei bordi, nelle barche .per trasport o d 'a r tiglieria. Bergansins (Giovanm.i). GCJ1CJ·:i.le olandese, 11. nel 1836. Fu due volte ministro della 'b"llerra (1888-1891 e 1901- 1905) e r iuscì malgrado vive opposizion i a fa,· approvare Ber:i-barto la coscrizione obbligato ria. Bergara. Borgo della Sr,agna nella prov. de!la Guip nzcoa. I l 31. agosto 1839 vi fu concluso 11n t, a tLato fra <:arlis ti (gen. Maroto) e 1ilberali (gcn . Espa,iero). I n base a questo trat tato, la maggior parte d ei carlisti depose le armi e don Carlos si r ifugiò in Francia. I car listi r imasti in arme .furono battu ti l'anno dopo a Berga. Bergbarte. Nome dato a<l u na scure d'arme, d i parata, <ki minatori Sassoni, nel secolo XVII. Bergen. Vi'llaggio dell'Olanda, presso Alkmaar.

r: Battaglia di Bergen (1759ì. Fa parte del ciclo della Guerra dei Sette anni. E' una battaglia di non grande importanza, sia per le forze impegnate e sia perchè ccmbattuta i11 uno scacchiere socondario del teatro d i -operazioni. I l duca di Brnnswick, con 28.000 uomini, pu nta su Francoforte, difesa dal duca di Broglie che -comitn<la 35.000 Franco-Sassoni. Lo scontro avviene a Bergen il 1., a prile 1759. Il d uca d i l3roglie aveva la destra appoggiata su B . e la sinistra, costitu ita dai

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Sassoni, su colline boscose. Disponeva 4i buona a r tiglieria. ll duca di Bl'l.lnswick fece a tta,ccare la città due volte, ma non riuscì a s uperare ·la resistenza dei Francesi, tanto più che dal ccn:ro i F rancesi fecero accorrere verso la destra alcuni bgl. della riserva. Ritirate indietro le sue linee , il duca cambiò il suo ordine d i battaglia, e, mentre pr ima aveva messo la cavaller ia alle a li e la fanteria al centro, ora portò a l centro la. cavalleria e a lle ali la fan teria , e ·tentò d i attaccare nuovamente i Francesi. Tuia dopo brevi scaramucce di cavalleria. le forti posizioni avversarie, dalle quali J'a.r 1 iglieria fU'hnina.va incessantemente, e la posizione dei Sassoni, m inacdosa sulla sua destra, persuasero il dl,lca d i Brunswick a rinunciare al l'attacco generale. li duca d i Broglie si accontentò d i non essere ba ttuto e non pa,;.sò alla controffensiva, e nella notte seguente l'avversari-::i si ritirò indisturbato. Le perdite franco-sassoni am,uoutarono a 2500 u . ; quelle francesi a 1800. II. Battagl-ia di Bergen (1i99). Appar tiene alla guerra Francesi e Alleati nell'Olanda . Dopo lo scacco di Zrp il gen. francese Brune ;;i trincerò per attendere ]'attacco degli Inglesi, sol>leòtaudo nel contempo l'in vio di r inforzi. G li Inglesi si limitarono ad estendere la loro s inistra fino a Medenblick, prote tta dalla flotta, ed attesero, prima di avanzare, lo sbarco del rimanente della spe<lizionc. Giunsero ben presto 13.000 Russi, coi gen. Her ma,m N:I Essrn, e 4000 I nglesi col d uca d i York: questi assun.;;e i•l comando in capo e s i dispose tosto a prendere l'offensiva., formando tre colonne dr attacco : , La destra, al comando <li H enuann ccl Essen, composta d i 9000 Russi e ,2400 IngLesi; il centro, al comando dd duca di York, composto <li Inglesi; la s inistra, al comando del principe d i Orange e <lei gen. Pultney, composta d i I nglesi. Il gen. ,~bercrnmbie con 7000 uomini fu inviato il 18 settembre ad Hoorn. Disegno del comandante inglese ern d i staccare dal mare la linea J'i e-. m ica, gettarla con le spahle ai ·(< pol<le.rs l>, incalzandola poi su Abc,·crombie in modo che, attaccata d a que~,t i a lle spalle, si sarebbe trovata fra due fuochi . Il JI) settembre gli A.nglo-Russi avanzarono: La destra a.ttaocò la d ivisione francese occupando Kamp e Groot od avanzando fin oltre :Bcrgen, che i Fr ancesi sgombrar ono, ~oncentrandosi .nel bosco a sinistra <le'lla strada; i Russi, erodendosi ormai sicuri della vittoria, prnscguir•o no ancora per separare Van<lamme dagli Ola ndesi ; al centro il duca di Yor k, che cercava il collegamento con la destra ver,so Schoorl, a vendo trovato una forte resistenza da parte d i Dumonceau, non r iu sc i a passare il canale di Alhnaa r ; la sinistra aveva aperto il fuoco conko Daen<lels. Era venuta così ad aprirsi una larga falla fr:t i l centro e l'ala destra degli attaccanti, e Brune n e approfittò ab ilmente : tolse a Dumon ceau un forte distaccamento e, fattogli passare il canale, lo lanciò alJe spalle di H ermarui; egli stesso colle riserve s i gettò sul fia.n.co dei R ussi. Compensò D umonceau della sottrazione d i truppe rinforzandolo coi1 parte dc.Ila divis ione Dacn<lels, poco preoccupandolo la sorte dell'ala de.stia. La. manovra, secon data dalla vigorosa r csistCJ1za d i Vanda.mme che, non appena si vide soccorso, passò a rdit.amente _a-Ila controffens iva, portò a:ll'acce.rchiamento dei Russi ; essi, asscragliat isi in Ber gen , cercarono mantener visi fino a ll'arrivo <lei duca d i York , ma, circondat i da ogni ;làrte, dovet ter0 a,r,rend ersi. Intanto il duca di York. ri uscitò finalmente a ,pa-s sare il cana le, cercando il colti,a


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Bai.tag·ll,i cli Berg·e·11 ( 1ìa9)

lega.n1ento coi Russi giunse a Schoo11l contemporanc~amentc ai Francesi lancia li a lle calcagna dei Russi ; tcn• tò allora stendere la s ua destra fino alle dune per colmare la fa lla, ma la. sua. linea , così indebolita, \'enne. rotta cd egli stesso assa•lito in Schoorl<la.m dovet le ripicgitre a l di là di K ra bendam. La rotta della destra e. d e l centro anglo-ru,so era comp leta; la sinistra erJ. rÌLL5ci ta: a r~sping~r c: D:1cn<lels _fino a S. P ancra6~ nrn. l'insuccesso sul re,;to della fronte li obbligò a Tip iegaJ'C in frett.a, non senza perdite. Abercrombie, il cui intervento s i sarebbe verifi oato in caso di successo nou 1

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solo r imase i mmobilizzato dal fallin-cnto del p iano anglo-russo, ma venne a trovars i dopo la battaglia in pos izione critica cd alJa notte si affreL1tO a raggiungCJ·c il grosso. G li Angio-Rus.5i pfrdettero circa 5000 uon1in i e 25 cannoni. Dopo la battaglia Br u ne i nondò i «polders)) rendendo in tal modo i nespugn abile lo spazio fra A lkmaar e lo Zuidcr-Se.e. Il teatro cld le operazion, venne così limiia to alla fascia dunosa CÌ1e costeggia il ma.re elci K ord. I ten tativi susseguenti degli Anglo-Russi dovevano per ciò ridursi a respinge.re l'ala sinistra gallo- batarn, sen· 7.a spe.ra.nza di poter amplia re la prnpria fronte; Br u -

ne invoee veniva ad ave.re l'appoggio dei fianch i assi• curalo ed, ancile se rdtcrat,lmente battuto, avrebbe fi nito prin1a o poi, col sopraggiungere di nuovi rìnfor7,i, per avere la superior itèl numerica e la. possibilità cli pa.ssare all'offens iva. Dopo la battaglia di Re:rgcn i due eserciti rimasero inattivi fino al LO ottobre, intenti a •·iorclinarsi. ed essendo frattaJJto sbarcata 1'11ltinul divisione russa. con 4000 uomini. al comando del gtmera.le Essen, il duca cl i Yor k prese nuo\'amentc l'offe.n siva.

Rcrgcn. Città forte marittima della Xon·cgi1, di cui fu in antico la capitale. Fece parte dc!lla Hansa . Fazione navale d·i Bergçn. Appart ien e alla guerra t ra le Sette Provincie e l'In ghilterra. La fazione del 3 giu• gn o 1665 (Texel) aveva obbligato il duca di York J rientrare n ei porti per riassettare le sue navi. Non appe11a fu pronto ne riprese il ,co1nando; 111a :-;ic~ome egl i

Pra l'erede presuntivo del trono d'Inghilterra gli fu or· d inaro dal R e di asslllnere da terra Ja. direzione dd la campagna; cd il conte <li Sa11dwich ebbe il carico di tutta l'a rmata inglese con la quale anelò ucl incrociare al 11rave.rso del Texei per blnccal'vi le navi della R.cpubhlica. In tanto due stuoli mermnt ili ol,u,clcsi, l'uno re duce rblie Indie, l'al tro d o. Smirne, valutati C01ll[)lcssiv'.1tncnte in 25 milioni d i lire stedine, avvi-sal i in tcnipo della rottura delle ostilità, avevano girato a I largo, con• to,rnal:a la co.,ta cli ponente dell'Islanda, sorpassata h punta settentrionale della Scozia e si erano r ipa.rati J1cl porto danese d i Ber g:en in Norvegia. Il conte di San· dwich pensò di anda rvele a catturare e veleggiò a Bcrgcn con una divisione dell'armata. Sembra che il re di Danimarca, cui era sta.tic promessfc una parte delle spoglie olandesi, con.sentisse che la neutrali tà del suo porto d i l1ergen fosse viohta; ma che poi, preoccupato dell~ con.5eguenze, voltasse bandiera. l me.rcanti o landesi aveva.rio ad. ogni buon fìae stabilito 40 cannoni in batte• r ia sulla spiaggia. L 'imp resa di Lord Sa.ndwic11 non riuscì che a metà. L'ammi•raglio ola.ndese Cornelio de Witt, malgrado i venti contrari ed il blocco inglese, stppe, per certi canali fino allora inesp lorat i, ·sg-attaio-


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lare fuori del Texc! a mare l;ngo, raggiungere i suoi compatriotti a Bergen e trarneli fuori con la pere.lita d i sole otto navi da guerra e di 22 legni del convoglio. Lor<l Sandwich sa.echeggiò per suo conto le poche prede fatte e permise che i suoi comandanti facessero a l· trctlanto. Per (al fatto Sandwich dovette doman:lr,re scllsa alla Camera dei Pa,ri, fu deposto dal comando, ma in compenso fu -invia,to ambasciatore a .Madrid.

Berger (M·iscela. f,wrigena.). Una delle più importanti rniscdc fum igene, la cu i compo;izione di base è la seguente: Un metallo (zinco od alluminio in polvere) il q•.1,tle rcagtnd.:> coi, un çlo ru1·0 organico ( T ckacloruro di Carbonio) forma un clorurn metallico che sublima per etfctto deì calore della reazione. Perciò· contiene ;rncora un agente ossid ante ( C loruro d i Sodio) ed un m:iteria-le coh1·bustibi.le (Cloruro d i Ammonio). Si completa. la misccfa co!J'aggiunta di un rnaleriaie che assorba. il Tetra.cloruro di Ca rbonio (farina fossile. Kicsc l-

capocchia al fosforo fori per l'uscita del fumo

maniglie accenditore

gulu, o Carbonato di JVIagnesio precipitato) . La n!.isccht ha la .seguente formula. : Zinco in polvere (34,6 per cc:nto); Tetracloru ro di Carbonio (40,8); Clorato Sodico (9,J); Cloruro di .·\ mmonio (7); Ass.ovbente (,precipitato e.li Carbonato d i )fagnesio (8,3). .\lira form ,da. è la 1,eguen te : Zinco in polvere (25 per cento); Tclraclornro d i 9,·bonio (SO); Ossido d i Zinco (20ì; Kieselguhr ( :i). Cori queste miscele (se ne hanno aJ1che a ltre dc.Ilo stesso tipoj· s i r iempiono ,·ecipienti di !a lta su l coperch io dei quali s i s is tema l'accenditore, la cui est rem ità i nterna è affogata nella inassa. fum igena. L'accen<litore C! nntnito d i capocchia p r-oprfrt per l'accensione. LI forno, bian-

co grig iastro o biaJtchi,JSimo, che s:i sviluppa, è dotato di un notevole potere oscurante. Nelle guerre moderne siffatti a rtifizi riv,·stono grane!,, importanza tatt ica per la costituzione di cortine di neb bia ar tificiale.

Bergerac. Borgo della F,·,u1cia, nel dip. ddla Dordogna. Nel :M edio Evo era fort iJicata, e p'iù rnJtc fu presa perduta e ripresa. dagli Jnglc~i e dai Francesi. Xc! 1345 il conte d i Lisle- Jou rclain, generale d i F ilippo VI ,

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BEH

nel i -ISO tornò ancora in potere degli Inglesi. .Divenuta

in segu ito uno dei piu i mportanti centri dei pr(ltestanti, fu atta ccata nel 1621 da L\l igi XlTI, il quale, impa dronitoscne, ne rase al suolo Je Jorti.ficazioni. Tra tla.to di Berf{ernc (15ìi). All'epoca d i Enr ico lII, il 17 settembre 1577, fra questi cd i principi avversar i

venne conclu5o un trattato di pac<\ inteso, come l'Edit-

to d i Poitiers, a. diminuire la potenza della lega e dei Guisa. Tale trattato, di 48 articoli segreti, assicurava ai protestanti il libero eserci;,io dd culto, giudici speciali ecl altri privilegi.

Bc rgfried (Bat/a.gl-ia di) ( ISOi). Vinta la Prussia, Xapoleonc nel Illese d i genna,io ciel 180i si r ivolse contro l'eserci to r usso, il quale aveva in tutta fretta indiet:·eggiato ripassando la Vistola e <lisponendcsi fra il ,·ilhggio d i ì\Joucktcn e Joukow a copertura dcl!a stradR cii Licbstadt. N a,poleone, posta la Guardia in r iserva a Gecktcnd<>rff, schierò le sue trt1ppe ponendo al centro il Corpo del maresciallo Augerau, ed a .sinistra e a destra rispe ttivamente i Corpi del );"ey e del Soult. Allo scope, d i tagliare le cmnunicazion i all'avversario. con una manovra decisiva che non gli Jasdassc via. di scanlp<>, liuonapane ordinò a l 111a1"csciallo Soult di oc cupare il ponte <li Rergfricd. l n segu ito a ciò Soult del· le ordine al genera.le Guyot d i marciare con la cavalleria. leggeri!. verso Gustad t. I Russi. so,rpresi da qucoto movimento, che fruttò ai Francesi 600 prigionieri ,pa.ne dei -b::i.gag!i nc-.1nici 1 ebbero la sensazione completa (!ella lllanona avversaria cd invi'a rono in tutta fretta 12 battaglioni a d;fendere il ponte d i Re.rgfricd, che era il solo pas.,aggio per la ritirata de lle truppe situatesulla si nist·rn. Alle tre del pomeriggio a l ponte di BP.J·gfrie~J si aree.se fra le due parti un vivissimo cornbattimcnto che s i concluse con una vittoria francese. li 4", i1 24° e il ~su reggimenti di linea. passa.rono -il ponte a ~iasso <li corsa, rne.n(re i Russi, abbaJ1Clon,1te le loro pcsizioni r ipiegavano in d isordine lasciando sul terreno molti tra morti e feriti e abbandonando al ·n emico quattro c,rnHoni. La notte sospese l'azione che fu ripres" a l 1na.lti.no con un prolungato inse.gujmento <la parte dei Francesi. Bergh (E11rico). Generale kdesco. ( 1573- 1638). Combattè gli Spagnuoli sDtto ::\:laurizio 'd i Nassau, ,111 poi passò a l serv izio del la Spagna, e nel 1628 assunse il ,coma.ndo dell'esorcito, spagnuolo nei J>acsi 'Br,ssi, to·rnando infine a combattere gli Spagnuoli. Berghes (Adriano rii 8 . signore di JJ0/hai11). Fu il primo capo ( 1569) dei ribell i olandesi a l giogo della Spagna e iniziò la prima guerriglia, correndo le coste d,Jla .F-risia, « predando roba di sp1gnaoli, inccncliando conventi, insomma iniziando la cosi detta p iccola guerr·a, la quale è p iù torme1~t0,,a della grande" (Vecchi). Ca tturò 60 vele spag1rnole al passo <lei Vlic nello Zuyder·See e poi altre 40. Ini1,iò così, cedendo però ben p resto il coniando ad altri, la fama dC'l_la giovane ma.rina ola.n dese.

vi si rinch iuse, e respinse due assalti degli Inglesi, nul s i decise ad abband011,u·e B. nH?n trc gli avv~rsari preparavano il 1ct·>.o a ttacco. Tu tta la regione cadde con

Berg ia (Chiafjrerlo) . •\ledaglb d'oro. 11 . n el 1840 ;: Paesana (Cuneo), mor to a Bari nel 1892. Sottufficiale nr.i reali ca rahinicr i, fu J'c-roe-tipo <le-Ila campagna contro il brigan1aggio, durante la quale guadagnò tre n1cdaglie d'argen to, l'Ordin.:: i -J.ilit.are di Savoia, ben quat

ì3. nelle loro mani. l i duca d',\ ngiò , la r iprese nel 1370;

tordici n1enzioni onortvoli, una prowozione per merito.

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eçl infine la suprema ricompensa al valore. Dopo dic-ian :1ove anni <li a:.rdinientoso servizio, venne nel 1880 nomin:tto sottotenente nell'arma b enemerita, e successivamente fu p romosso te,n cnte e capita110. La moth·azion_e di rn-cda.glia d'oro così s i es.prime: « Per l'intelligenza d i cui dette prova n elle replicale pcrl·ù,;;~:az:0!1i ed insegui:.nento d i uaa ba.ndr, di briganti, nc~cbè per r inconte,;tabilc vaiare spie-• gato nei c!~1c- :-.;:.:c:essivi combattimenti; lottando corpo a co!·pc co: !a..~igcrato ca-poband:::. :Y:\.!c:aa e col brigante Pomponio, i quali rin1asero ucc1s1 in conHitto >> (Bosco Dogliola e F~1rci) (Chieti, 27 set: tembre - 2 ottobr~ 18i0) .

198 diu a le. Alla canna è avvitato un supporto d ell'otturatore sorretto <l:a:l•la scatola di culatta; l'otturatore porta sotto ap posito spacco :Per il passaggio del bossolo spa.n,to, e sopra altro spacco longiludnna.le per impc.gnau,,i l'appendice inferiore della massa battente. Porta poi un risalto che urtando contro l'arresto trasversale limita l'a -

Bergmann (Teodoro). Inven te>rc tedesco di Gaggen~u1 ddl'epoca nostra. ldeò una pistoia a~toa~a~i~a co:~ serbatoio <Sotto la camera d i caricamento. Aprendo uno sportello posto sui fianco destro del serbatoio, si oadca J'cenn:t con cinque. ca,rtucce. Ch iudendo .lo sporte\lo si \'Ìcnc a di::porrc a. .1tc~1KLticamente una leva spinta in :tlto cb. una molla, sotto a lfa cartuccia inferiore. Tirand o i.ndiet•ro l'otturatore, · viene a.rm,tto i! ca ne che .-;ta sopra. l' ,mpu gnatura; abba.ndG,1a.nclo l'otturatore CJl.\C,;to si chiude spinto da una molla spira.le .e l'arma s1 1

va.nzata del s istema di chiusura . L'alimentazione è fatta wn nastro d isposto a tramoggia . li peso dcH'arma è di kg . 20, del trc-ppiede 22.

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· Berg -op-Zoom. Antica città dei P aesi Bassi, nd Brabante infc-J· iorc, fortificata fin da antico tempo, L' restaurata ndla seconda metà de-I sec. XVII dal Cohorn. Quest'open iu giudicata. addi,,i<ttura come il suo capolavoro. carica d i una ca1·tuccia, s:pi,nta in su dalla .leva. Ad ogni C-Olpo, si apre automaticx1.mente l'otturatore che a rma il cane, e s i ricarica. l'arma. H bossolo viene espulso per un:i finestra posta a s'in istrn della camera di car ica1nenlo . L J.rn1a ha i congegni serhplici e robusti, 1na è molto squililjrata, pesando troppo in avan t i quando ~ carica. 1

Mitragliat.-ice Berg11w1m (mo<l. 1902). Fu co3truita a t ipo automatico, basato su ll'utilizzazione del !'Ì;r1cu.lo prodotto da llo sparo. Questa mitraglia trice appartiene a lla categoria d el,Jc arn1i 'con ca.nn;i scorrevole a ll'indie tro, a percorso limitato in rapporto a quello compiuto ·dall'otturato,·e. L 'arma ha esterna.111cnce un tubo cilindrico T destinato a conten ere la canna e u na certa qtiantìtà di liquido rd i-igerantc, e u na scatola pr ismatica d i culatta fl., che serve ad imperniare l'a.rma sull'alfusto. L a scatola d i culatta è chiusa superionnente <la coperchio C, ,ti qual<" è unito un alzo a cursore . L a scatola d i culatta pr~,:.,cn ta nell"interno · lilla cavità ci iin dr ica longitudinale, d1 iusa con ta.p,po a vite. l\"cll' intemo <lei tubo T è s ituata la canna sorretta da due p iastre che permettono un lim itato movirncnto longitt;_

I. Battaglia. di Berg-op-Zoom ( 1574). Don Luigi di Rcquenscns, succeduto a l duca d ' Alba nel governo dei Paesi Bassi, si volse a soccorrnrc Middleburg, diia,·c ùella Zelanda, stretLa d ~g.li Olandesi, e adunò aH'uopo 75 navi a Berg-op-Zoom solto gli ordini dell'ammiraglio D c G limcs, che p,:rò doveva obbedi re a Romero, gene ra le dei soldati i;nl>arcati. A ,combattere queste navi spedì i1 principe <l'Orange un a squa<lra comandata dall'ammira.gl.io Boisot. 11 29 gennaio la squadra de.I Romcro. in tre divis ioni <li 25 n avi c iascuna, uscì da Berg. li governatore De R eque.nscns era anda to a mettersi s ulla d iga di Schakerloo per assistere a lla b attaglia. In faccia a R o:nerswa;I] la. squàdra di Boisot, in linea di fronte, aspel'.ava gli Spagn uoli. Arrivata la 1>rima d iv isione spagnuola. a tiro, J,uiciò la sua. bordata; l'annniraglio Boisot perdette un occhio, molti ufficia.li e marinai Olandesi furono u ccisi e feriti. Yla · gli Spagnuoli non ebbero tempo d i ric,aricare ; assaliti da ogni parte, inabil ita ti d:a.ll'angustia. dello spa2:'io a spiegare le forze, perdettero 15 navi, e circa 12.000 uomini e s i ritirarono. Il Romero, salvatosi a irnoto, si. p resen tò al gover natore sulla d iga <li Schakerloo e gli disse tranquillamente che.


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,;ra fatto per battersi a terr a e non a. bordo, e che se ~li avesse dato altre cento squa.dre da comandare avrebl>q<:> fu;iito ~utte. ugualmente ma.le ! Questa sconfitta costrinse il R<::quensens ad abbandonare Mid<llcburg a!lla ..sua sorte. H. Assedio cli Berg-op- Zomn (1588). Fu posto dagli Spagnuoli, agli ordini ciel duca Farncsc; · la città er:i difesa dal capitano ingle.,c Mor,1 :::. Un tentativo d i pe11drare nella p iazza, fatto per mezzo di due uftkiali di .\forga,i1 che, si erano prcsentat i come di,po;;li :i ser·vi-re i! duca. servì soltanto a rrarr? i soldati <lei Farnese in un' imboscata <lalla quale u,;cirono ,nalconci. L'as sedio dovctt~ - e,serc tolto, dopo v:ini :enl.al ivi di assa.1:c,. HL Assedio di Berg-op-Zoom (1622) . Fu po~tc, a n-chc questo, dagli Spagnuoli, coman<lati dall' ita liano marche.se Spinola. Questi, che aveva a i suoi ordin'i un esercito <li 60.000 u .. eresse va!·ie batterie e aperse un fuo, o violente, contro i hastiolii. l\'.fa, le paludi ci-rcostan ti non gli pern~!sein di circondare st:J.·ct ta.mentc la. pia.zia, e ii princiJJ.: d'Orangc · ))Otè soccorrerla con solda.ti cJ ap;1rovvigiona_m cnti, tanto che, ·n1algrado i ripeluti san• guinosi tentativi~ gli Spagnuoli JtOn riuscirono nell'iin ~ p resa e i] 2 ottobre ha :tcrono in rit irata dopo di ave• r,crduto 10.000 uomin i.

IV. AHerliv di Bcrg-np-Zoom (J ì 47ì. Fu or di nato da L uigi XV, il quale ne affidò l'esecuzione al genera le 1 ,0mcn<lahl. L:i. piazza. fu investita il giorno 11 luglio; e s..~a era ben gua.rdata e bene approvvigionata., e gli assedianti soffersèro l'lùl'o per il terreno basso e palu•·I= nel qual.: ~lavano a.ccampati. E,·ctte !,, batterie, '1 ue~te apersero u.11 violento fucco e in brc.\·e a.p riron'J

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,~io de! fo;;so, dovette can1biia.rc il punto di attacr,0 e cagionò un r itardo considerevole neli'occ:.ipaz,ione del ramparo; quella di dest,·a, venuta a mancare dei suoi comandanti, pcrchè un generale cd un colonnello inglesi enno r imasti uccis; ed un'alt.ro generale ferito, si sbandò e subì gravi perdite fra morti, feriti e p-rigion icri; la colonna del centro fo costretta a retrocedere p ure con p erdite c~10nni ,pro<lottcle dal fuoco violento dc!Ja. piazza. Jl resto degli asse<lianti fu egualmente respinto e messo in fuga . Vollero gli Inglesi opera.re una ritirata ordinata, ma fu vana i ntenzione, perchè furor:o circondati e in gran parte costretti a capitolare.

Bergues. •Cit.til fortificata. d ella Trancia, presso Dunkcrque, con la quale comunica a. mezzo del Canale di Colme (8 km.) . Il mun icipio, costruito né! 1664, ha una torre :nunit,r di notc,·ole battifred~. L a città tostruit.1 'ntorno :li Casto11o, fu disputata parecchie volte fra Spa.gnuo 1.i e Francesi; fu presa rial Turem1e nel 1658 e ceduta a lla Frnnda. nel 1659 per il trattato dei P in ,nci. Riperduta dai Frances i pochi a:mi dopo, fu ripresa <hl mo resciallo cl' Aumont n el 1667 e per la paca cli Aqui,.,grana (166SJ assegnata. a lla Francia. G-li Inglesi la assediarono inutilmente n el 1793. A sseclio di B erg·1ies. Nel giugno d el 1658 il marescia:1lu Tu onne, due giorni dopo avere p reso Dunkerquc,

marciò verso B. iJ)Dr pon·i l'assedio. Nella p r ima noi.te, forzala una n•;ncea, tolse a.I nemico u;1a ridotta ché gli Spagin101i avevano costruito vicina alla ~,çarpata del forte. L'indomani H conte di Schombcrg conquistò iutte le opere esterne, e si piaz::è sui margi:1i do! fossato. Poi, a vendo ,f atto spara.re i l cannone a.Ilo scoperto, dava11t; -:tlla por ta. del forte, gl i abitanti t!ella città chiesero <li capitola.re. La resa fu accettata con la con<lizi@e che i 90() u,:,m;ni della g' iarnigione si co'<tituis•· sero prig ionieri. i\pper,,1 ·,1pcrto il forte, le .,oldatcschc spagn uole si gettarono parte nelle paludi, parte al saccheggio; però tutti furono pre~i e inviati in Francia.

Bergzabern. v. Weis,en,burg.

lu

tre brecoie, ve,$0 la. fine di ago,to . 1! settembre, a notte, i Francesi danno l'assalto, e riescono a supera.re le- l,recde, inv,tdcndo la città. L''u.lt ima resistenza, te.ii· tata dal rna.rchcse d' Assia Phi!lipstadt, nelle vie, con ..iuc rcg..~i1nenti . 11~10 sco1.z~e e uno sviz ~ero, fu supera,la. , e la ·pr-:!sa. città fu messa a sa.eco. Il Lowcn<lahl, che fu pe,r questo su ccesso creato maresciallo, confossò c na. per<lita , 1i sole 400 u. contrn 5000 perdut i da.I ,1e ' "!11ico.

V. Assalto di Herg-op-7,,00111 (1814) . La c illà era, Ml B 14 in p0kr e dei l~r ancesi comandati <lai generale B i:.i;a.net. Gli Inglesi, agt~ orcli1-~i riel genera.le Cook, ave•

Yano progettato d i prenderla d'am;,c'llto 1'8 marz:>. 11 gencnde Cook riparli le sue forze iE quattro coionne . Quella d i, sinistra floveva attacc~ire fra le _,·,or!e d i :\nversj e del ;:>orto, la ~econda doveva agi.re a destra della nuGrn porta, l" ttrna. doveva d ist:-ar:rc l'attenzione del neJnico iacendo una fin ta azione presso la ,porta cJ.i '3tcenbcrgcn, la cok,nna. d i destra, infine, doveva attacca.re l' ingresso a l porto. Quest'u ltima penetrò nella piazza ; quella. d i sin~stra, per una clifficoltil inattesa a l pa~sag-

Beri-beri. 1\,[alatlia endemica, 11eli'EstTemo O rien te, ndl' Africa del Sud e nrl Brasile, che ha una particolare predilezione per !'.a mbiente nava:le. Nella marina. italiana da. guerra si è presentata con limita te epidemie sulle rn,vi « Umbria ll, «Colombo)), « Volturno)) e (< Veniero». Nell'Armata giaµponc:se cagionava un tempo una 1fortiss ima. morbosità.; presente.mente, gra?.ic alle 1nisure flreventivc, è qua...,i scc>mparsa. L'opinione oggidì pi:eva.lentc è che sotto l'eti•c hctta d i cc beri•beri » sono comprese d ue m&lattic affini clinicamente, ma originate da fattor i causali. differenti. L'affezione dell'Estremo Oriente è d eterminata dalla. scarsena nel vitto d i una specia le so-stanz2, la yitamina a.ntibcribcrica, indispen• sJ bile alla nutrizione dc! s ist,ema. nervoso. La vita.mina è contenuta nella cru,ca <lel riso, ciò cl>c spfo!c".a ,;hc la ma:latiia evlpi;;ce le popolazioni, il cui alimento prevalente è il ri.;;o brillato. Invece, la forma d i « beri- bcri » delle navi i,taliane, del Brasile e de l!' Akica meridionale ripete probabilmente un'or if,>'Ìne infettiva, quantunque 11011 se ne conosca nè l'agente determù1ante, nè il modo di trasmissione. Berioa. 42' L cg;ionc della M . V. S. N . Prende il n ome <lai monti Berici, sul cui territorio essa si d;stcnde; ha. sede d i comando i n Vicen:oa e fa parte d eHa IV


ntn

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Zona (Vc.nezia T,riden t ina). E' composta. su tro Coo rti in completa efficienza, che hanno sede di coma.ndo ,L

Vicenza, a Poiano i\Iaggiore a T.-ou igo. L-a Legione J1a 1

anche dù e repart i speciali di ciclisti e mitra glieri .

Serico ·(Mo11ff) . V . Via11zn. Battagl-io11e A /p;uo Alonte Bcri:co . Costitu ito nel l 916 presso il dep. del 6" rcg,:. colle cp. 3J", !OS', 143'; dopo la gucrn. vt•nne sciulto . .\Cd l916 i l bg l. operò nel Trentino c01nbattcndo sullo Zugna, sul Pasubio e in Va l Posina; ncll'ago~to 1917 fu trasferito nel medio I sonzo jonde rip iegò durante l'offensiva nemica dell'ottobre r itirandosi dietro il Piave; prese posc ia pa.r lc alla battaglia. -de l Piave nei pressi di :,_vfussolente, ed . a quel l,1 cl i V ittorio Veneto . Guadagnò (6'' r eparto) uha me<i. <l'a rgento ,il valo,·c al ()ente del T'asubio.

Berlenghi (Carlo). Ingegnere mii. del scc. XVT. n . di Berga mo. Si dedkii alla fortificaz i-one Jelle mu ra della. sua c ittà; quindi andò a ·la vorare alle fonificazio11i cli Cand ia. Berlichingen {Goffredo d ,). Gucrriern tedesco, soprannominato cc ?.Iano di ferro >) ( 1480-1562). Fu al sen·izio del Ilrn.ndebw·go e <lella Baviera. i\ll'asse<lio di Landshut !)Cr ur.a feri ta ;Jcrc!/, h mano destra., ,e ;.in arM ma iolo gliene foce una d i ferro, da cui il sopr annome, Comhattè contro fa. Lega Sveva, e quindi aocott0 i! comando dei contadini sollevati. ?\'d 1525 abbandonò l'i mpr esa e si recò .n el campo degli im,periali, che :o tennero p1·rgioniero per due ~nni". Servì qu indi sotto Carlo •V contro la. Fra11cia. Lasciò una au,tobiog.rafia..

Berlingieri (Adolfo). Generale, u. ,1 Cot ronc nel 1858. Uscì dall'Accade.mia. di Tor ino sottot. d'ar t iglieria e · fece hì sua carriera in artiglieria, raggiw1gcndo i l gr.ido di colonneno nel 1908 al comando del artig.lie-ria.. Andò in P. A. nel 191 l,. e r ichiamato in scr1·izio nel 1915, fu no111 inato in qucffaUJlo magg. gener ale; collocato a r iposo nel 191ì, ebbe il grado ù i genera.le d i d ivisione nella

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sfer imen to J1el Cor po degli Inva.liùi, 110n potendo più servire ncll'csercilo- attivo per , le conseguenze delle ferite, che egli aveva riportate nella campagna contro il banditisrno sardo e ohe gli a vevano va lso la. medaglia <l'oro a.I va:lor m ililare. D i questa, la rnoti·1azione dice: (< P er i segnala ti servigi resi al Governo e gl'fanpo,·tanti a.rresti da lui fatti, con ff m.uo coraiggio, di facinorosi e di 1ban<liti che infestavano le ca.mpagnc nei dintorni d i Sassari, e particolarmente quello da lu i fatto co-lla mass ima. intrepidezza. d i Battista Canu, inquisit o d i proditorio omicidio sulla. stra<la. rna.csu·a <lei signor dottore Felice Sini-Corda, nel quale Bcr'l{ngieri Adol fo arresto riportò egli tre pericolcse ferite d i arma da .fuoco sparntagli sopia dal sovrannon1inato assassino al nìo.rnento del suo arresto >l (Sassari, 25 giugno 1835).

BerI i no. C ittà della Gcrrn,u)_ia, capital~ ciel Bran .Jeb':lrgo e della. R epubblica Tedesca, sitml,1 sulb S; ;-e.a.. s boccante nd mare del 2\"c,n.l, cd attraverso a l Canale Federico Guglielm,~, comunicante col Ba;ltico, con 3 milioni e 300.000 a uira11Li. Pare fondata d,L Alberto n che regna.va dal 1206 a l 1220. 1n B. tul\lo sembra essere stato sa.crifi.cato all'arte militare cd alla difesa. Le ca.s0rrne sono dei veri palaai; la. fonderia ,·eale è u no degli stabilimenti più importan t i, e la costruzione dd·ra,rseJ·1alc e gii ingrandimenti successivi ddla fortczz~ di Spandau , sembra.no ispirati, come Lutti i 111onumen1 i. al culto Jcl:la forza e delle r elative conquiste. La città fu rnuaira fiuo dal JS\)."i -94 di un Castello, e nel 16581683, d'una cin ta forti firnta col sistema olandese. sacrificata ,in seguito alle ragioni del lo svi luppo edilizio . Il Ca.sklìo fu costruito da Rocco Gucr r ini cla .1\'far,radi dei Cont i di Linara, che s ul fu1ire del scc. XVl raµprcsentò in Gennania la t~cn iahtà italiana del Cin·· quoccnto e fo uno dL'Ì 1-Jii, imporf.a.nti dell'epoca . .1' Ja di tale splendi~Jo edificio del R in ascimento italico, in seguito a.Ile radicali modificazion i dello Sc_htilter, non ,,imo.ne, <loll'epoca de l Guc rrini, che la scala a chicccio la. cd il corrid,Jio ~os;,c,o che divide i due c,:,r t ili_ D elle ant. fortificazion i .,·i mangono solo i l Castel!o di Charloltcmburg, h fortezz,L d i Spanclau dove era con~ervato pernianentemcntc ;{ tesoro di gue1Ta. [I C:astcl lo e piana d'armi <li Potsda.m. J. Bcrii no fu invasa ed occupata il 3 mo.ggio, 1631.

riserva .

da . Gustavo Adolio di Svczfr,, d-op0 fa sua vi1toriosa campagna con tro G iorgio Guglielmo. Nel 1632 Gior gio

Berlinguer (Gfrolamo) . Medaglia. d'oro, n. e m. a !Sassari ( 1792-1867). Ufficiale dell'esercito sa.r-clo. Sotto\. a. 2 l anni nel r eggimento provinciale d i Sassari, dopo essere st ato aelBerl.ing-uer Girol amo lc m iliz ie Hara.cellal'i della. Sardegna, fu luogotenente ·e ca,pit ano nei cavalleggeri di Sa,r dcgna , che la.sciò a SO am1i in seguito a l su o tra-

Guglielmo, a lleai.osi cogli Svedesi, d i fese fdiccmentc la città dagli attacchi del Wallenstein _ Dopo la battaglia di Wittstock ( 1636) gli Svede,,i, comandati <ìa'! Wr a llgcl, posero in B . i loro q,,ar tieri <l'i nverno. 11 \,V n111gc.l, cacciatone nella primavera. successiva, vi tor!1ò 11cl 1639, ma poco dopo gli Svedesi abban donarono le loro conquiste. A ncora B . fu invasa, e posta a contri l;uzione , devastata, n el 1757, da un cor.po- d i A ustr o- C roat i, mentre Federico Il st ava p repa.radldo la batl. cli R Òssbach . Nel 1760, gli Austria.ci, agli ord in i dd gen. T,ascy cd


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i Russi, del Tottleben, <lopo avere ir.Yaso il RrandC·· bu rgo, si gettarono d i sorpresa su B. il 9 ot tobr e 1760. E qua n tw1quc avessero promc~so ai! comàn danle del p residio, negli articoli della Ci:.pit()lazi()ne, d i r ispettare i ben i del R<! e dcì cittadini, e d i non usaa·e violenza, ma ncanJ() a lla p~ro-l a data non ebbero akun ritegno, dupre<fando e saccheggiando e dì3\ruggendo : fra l'altro distrussero J'aJbcrgo degli i,n,·ulidi, ta fonderia e Fa.•.rsenale. Dopo la batt. di J ena (1806) .N'apoleo11e marciò su B . e radunò. il 26 ot tobr e, le sue, truppe a Potsd:i.m, do\'e i magistJ·ati cittadini) in.ti1noriti gJi portarono le chiav i ddl'1 città, alla quale fu imposta una grossa contribuzione la ci u :l venne re,~tituita in segu ito ail trattato d ì Tilsit. 1

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11. 1·rattato di Berlino (23 giu gno 1672) fra Austria e Brandeburgo. Si rinnovò per un deccirnio l'alleanza difensiva del 9 febbraio 1658 allo scopo di mantenc:rc le paci d i \Vcstfalia, dei P irenei, d ì O liva e di Aqui~grnna e per allontanare ogni esorcito straniero dal là G erma m a.. A ta l ftne ciasc,ma delle c.l\le P otenze ç()ntraenti, con articolo segre tot si i mpegnava a for;1ire un contiJ, . gente d i 12.G00 uom iai.

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mento della costi tuzione gcnnanùca secondo la pac~ di Westfalfa.

IX. Trattato di Rrrli110 (7 lugEo 1709) fra Da.nimarca Polonia e Prussia. La Prussia p romette alla Danimarca e alla l'olouia tutta l'a;;.~isten7.a cl1e è compa t,bik con la neu tralità. propostasi, e d i par tecipare a lla guen-a quando sarà fin ita quella per l•i successi()ne di Spagna. X. Tratt,1to ,!-i Berlino (23 dicèmbrc 1728) tra Impero Prussia. F u ~.ti ;.n rlato segretamente p,n,sso a J)<X() alle stes.,c condizi()ni del tr:i.llato d i \Vustcrhausen del J2 ottobre 1726. è

XI. Trottata di Berlino ( J3 d icrrnbr'-' 1732) fra Rus sia, .Prussia e Austria (det to pure tratt ato di LovenwoklcJ . Le Potenze conrr acnti si obbligano ad a iutare l'I nfan te Don Emanuele, fratello <li Giacomo V, Re di Portoga llo, ad ottenere, dopo la rn()rte di Augusto TI. la corona. dì Polon ia, dalla quale, con forze r iun.itc, escluderanno S t,u1ì-slao L eczinski e l'Elettor e d i Saswnia. Scopo d i questo tratta to era <l' i,npecliTe che ht Polon ia diYcnta.ssc u1u client.:; <le lla Fra.ncfa : ma, prima che le Corti inteJ"essate confcnnasscro la p r esente convenz:one, mori i\ugusto JT (1° febbraio I , 33): la Prussia si tenne 11eu11·ale e h1 R ussia e r Austria promossero la suc(CS5i011e d•:Jll'.Elet torc d i Sassonia. 1

Hl. Trattato di Berlino ( lO febbraio 1682) fra Danimarca e B r and ehurgo. S i rinnova l'antica alleanza. Le parti contraenti ·promettono di soste1n ers i rcciprocan1entc wn un corpo d i 4000 fan ti e 160;) cavalli, suua però che la parte s-ichiesta d'aiuto sia tenuta a d ichiarare la gue1-ra a lfa Potenza nemica della p~r te ricbieden te. I-V. Tra.ttqlo di B~rlina ( 1° magg;o 1682) fra Danimarca e F rancia. La F1·ancia promette : di pagare :i.Ila Danìma.r,ca una s<J1n rna di otlOC('ll1(omi la lire pc,- il mantenimen to di dodicimila uomini e diciotto vascelli d a guerra~ <li non estcnderè le .sue conqu iste in Gennanial e dì assist,:ic la Danimarca e i l Era.n<leburgo ql1a ndo queste .Potenze fossero in lotta con la Svézia. V. Trat tato di Berh110 ( IO febbraio 1686) fra Svezia e j{randcbur:50. Si conviene d i provved ere ai mezzi neces'l~l'Ì per re-spingere qua lunq11e assalto e per wgliere qualsiasi ntgione di tu r bolcnze. I n caso di guer ra la Svezia fornirà un corpi) ausiliario di i 0.00 uomini e J'E letterc d i Ilrandcburg<,l uno di_ 6000. · VT. Trattato di Berlino (8 m aggio 1686) fra Impero

-e B r andeburgo. L'Imperatore s i obbliga a. pagai·c a l-

l'Elettore un sussidio arUlU() ~li 10.000 fiorin i in t empo d i pace e 150.000 in ·tempo d ì guerra. L'Elettore ri11unzia, verso la cessione del circolo di S chw ihus. ad ogni pre tesa s ui Duca ti della Sie.sia e promette i l suo voto per felezionc a R e dc ì R o ma ni dell'Arciduca Giuseppe. VII . T rattato di Berlino (28 n01·e.mbrc l i04) fra. Inghilterra " Prnssia . La. Prussia manderà in Italia u n corpo d i 8000 uomini che ope,·.er,umo colle truppe dell'Impero e di Savo-ia ne l li0S; l'Inghilte rra pagheri, lo so:,1ma d i trece,01to>nil.1. scudi.

V III T rattato di ]Jc r l'Ì/10 ( l Ò '1.gosto I i07) fra Pruss ia e Svèzia. Scopo d i ques"to trattati) segreto, era quello d i rendere perpctu.i. la lega fi~sa t.i. a I.O anni ·I1 29 luglio 1703. Veni va. stabilita una. gara11z.i=i reciproca dei r ìspettìvi S ta t i; in caso d i guerra, le par t i contraenti si ai'llter-anno co!l 5000 fant i, 1000 cavalli e 1000 dragon i; s'adop tcranno pcrd1è siano dovunque r ispetta l i i d iritt i della rd igionc protestante e vegliernnno a l manteniI

X II. Tra/.tatu di Berlino (24 dicembre I ì •ll) fra l'r ussia ed Elcltor i Pala tino e d i Colonia. l i Re di Prussia rin unzia 1,i suoi di-rilli sui l l ucati di J u liers e J3c rguc in favore della Casa di Su ltzbach. X l ll. Traltato rii Berlino (28 luglio 1742) fra .-\ ustria, t> Prus~ia (1nc<liatrice e g::Lrante l'Inghilterra} . Con cluso dcpo i prel,minari di B resla,,fr, dc ll' ll giugno 1H2. L'Austr ia c,·-odc a•lfa P russia in piena sovr anità. la contea cli Ghrz e la Slesia bassa e.d aho nicno qualche territorio. L a Prussia m;U1 ten-à lo << S (a lu quo 1> della rel igione cattolica nella Slesia e negli altri paesi cedu ti; (; salva la libertà cl i coscienza ~d seguac i dc•lla rc ligiùllC: protest ante. XIV. Trattato d i B erlino (23 luglio 1785) « L ega dei Princip i >> di Sassonia, Brand!'burgo e Brunswick-Luneburg. Questa lega, sott() h1 protezione del Re di Pruss ia, ha lo scopo d i conservi/re iJwio la t i gli S_tat u ti delPi mpero german ico ed ì possessi e d iritti d i tutti ·i suoi membr i cont ro qualsiasi sccolarizza, ionc, smem.br 3..1nento o ca mbio che fosse te;;tilto da chiunque. A questo trattato ac<:edette ro ~uccessivamcnte rnol ti altr i principi tc<.lesc;hi.

XV. Trattal o d.i Berlino ( i 5 ap-rik 1788) fra Prussi,i e O la nda.. Si :fissano i soccorsi da pr estars i "· vicenda in ca~o d i guerr a., e p recisamente : da parte della. Prussia 12.000 ,10min i, e da .parte dell'Olanrla la metà; oppure J1equivalentc in <lana:ro; la Pn1s~ia garanti5c.c al-

l'Olanda lo statoldCirato ereditarlo ncllct Ca~J d"Omnp;c quale fu stabilito nel 1787. XVI. Frattat,, di f.er! ino (U agosto 1788) fra Tng!1i ltcr ra e Prussia. Quc~to t rattato con.ferma le disposizion i dd trattato d i Loo del 13 giugno 1788, col po.t!o &altanto che l'1ngh iltcrra non p()&-Sa adop,,.rare le t ruppe a usi liarie l)n1ssiane fuori d'Europa e n eµpur c " G ib ilterra .

XVU. Trattato d i Ber/in.o ( 7 fcblmtio 1792) fra Au stria e rn1s~ia . .Le partì contraenti rinnovano gli a11tich i ~rattati, s i gar antiscon() recipr ocamen te i r iwct•• ,rivi S t a ti, i,, caso d 'a~tacco promettono di soccorn:rsi :i.


·vi~-enda con 20.CO0 uon11n1 o con l'equivalente in danaro, e s'impegnano infine d i veglaa.re a che la costituzione sia integralmente mantenuta. La .Russia, le Potenze mar itt_imc e la Sassonia. sa.ranno invitate a partecipare all'alleanza. Q uesto trattato è im portante per il fatto che q ueste due Potenze da mezzo secolo s i erano considera te sempr e come naturali nemiche. XVIII. Trattalo di Berlino ( 5 agosto 1796) tra F.ra.ncia e Prussia. Si stabilisce che la linea di demarcazione oltre la quale non potnumo spingersi le operazioni di guc,rra, seguirà la front iera deU'Ola.nda, poi il Reno sino alla foce <ldla Ruhr, r isalirà quindi questo fiume sino alla sua so,gen te, di fa si dirigerà verso l'Ed~r e accompagnerà questo corso d'acqua fino alla FtJda risalendo fo10 alla sua sorgente. La .Prussia deve vigilare che nt,;suno degli Stati compresi nella detta linea di d.:mal·cazione eserciti atti dì ostilitit contro la Francia e l'Ohµ,da. Con tetto a<id:z;nnale, che fu segnato a Berli.no il 29 novembre 1796, è compie.;<, acìb .neurralità della 0 G•; r,11ania Strtcntrionak l'Elettore di Sasson ia. còn tuW i l'ri11ciµ,i e S,at, dd Circolo dell'Alta Sassonia, per cui la g uant rc~tò c irco3c.ritta fra Austria ,, Inghilterra da un !alo e J-'rancia dall'aitro.

XIX. Tratta.lo di Berlino (25 agosto 1796) tra Fr aJ1cia e Prussia, In questo trattato segreto si conviene: se la sr. del Reno dovrà essere ceduta alla Francia, la Prussi:t non s i opporrà a Ila cessione, a pallo p,;,rò che k s ia .-Jato, aJn1eno ìn parte, il Vescovado di ~Iuns.tcr col l:'acse di Rec.klinghauscn . Se il principe d'Orangc non J!C,trà · essere r istabiLito nella sua d ignità in O landa, le pnrti cont~·ac.nti !:::;1 intcnporranno :)tr un acco1nodamento fra la R epu bblica )la tava e lo ~t·.,w P rinc ipe, in favore ciel quale la Franch procurerà di o ltencre la dignità e lettorale con la secoiariuazionc d ei vesco,; di Bamberg e Wu,.tzl,urg, i quali passera,nno alla Casa cii Br ande, burgo quando si dovesse estingucrt~ la disc:cndenza 1n a scol1na ndla Casa di Onu1ge. XX. Tru.tta!-o di B erlino ( 14 noven,bre l!'-02) t•.-a Frani,ia e Prnssia.. La Prussia ceck al:., Repu b'ilica Batava ogni diri tto su SrveJJac,. Huysse il e Jyfalbo•1rg. Questa convenzione non _fu e5icguita, e i' U la11da. ottt:r:nc il pos-

sesso <li ,qc,ei D istret ti soltanto dopo la pace di Tilsit. XXI. Trattato di Rerli1,o (24 n,aggio 1804). D ichbrazione de:! R e d i Prussia in r; ;;Jo ,ia ad aitra s imilr. s pedilagli dallo Czar il 3 maggio. Dichiarazione cquivale.ntt' ~tù un tr;:d t..ato, in scgtJ\;1) ali 1cccu r:1z ione dell'Hannover per parto dei Francèsi e la chiusura dei fiumi die ne iu la consBguenza. S i conviene quanto a.ppresw : L'i.fe$a ton~une contro 0gn 1 nu 1)vn. 1Jreporen2:?

tentata dal Governo frcincrsc a <!anno degli Stati settentrionali dell'Impero germanico estranei a l confl itto con !"Inghilterra; sorveglia nza r igorosi. di lu i! i i preparativi della Repubblica e p ,-onto soccorso agli Stati mi :1ot'i per p roteggerli d ai pericoli derivanti dall'eventuale :t umen !o delle forze francesi ; in circostanze serie e g ravi ci;;clu.sione di tutte le n1cize n1is.urc e concorso delle pJ rti aJleate con tutte le proprie forze. x:,..,.n. Tratltito d i Berlino (6 nove:n!)re 1S04) fra Aus tria ~ Rus.;ia. In questo ~ratta.lo stgreto s i conveniva cht le ,p arti contraenti dovevano coopera re alla. q:,nserrnzione. d ella Port:t O Ltoma.n:t e ciel Rea me di Napoli contro possibili '-Surpazioni fran cesi, armandcsi a tal •U opc non meno d i 350.000 uomuu, ac1 quali 235 .000 forniti dal!' Austria, gli altri cla!l!a Russ ia. Oltre a que-

202 sie forze dcsdnate a combattere i F rance,5i, u no speciale corpo di osservazione r imarr,'! indictr~ per assicurarsi <lei contei,,'!10 passivo della Prussia. Se h fortuna sarà .propizia alle armi alleate, l'Austria. potrà estendersi in Italia sino ali' Adda cd al Po, saranno rcst ituiti i loro Stati a.i D uchi di Tosc.una e di Modena, e al!'Austria, sk-;;~..i. i l Salisburghe.,,:: . e la llrisgovia. L e parti 1~ont.raenti procureranno inolire ;a restaurazione della Casa di Savoia i·n P iemonte çon ulteriore' ingrandimento. Questo trattato fu p e~· :1 mezzogiorno d"Europa ciò che .per i l Nord era. sta ta la convenzione dei 2·1 m~.ggio fra Prussia e Russia. l'A uslr;a lo stipulò come atto di pura cautela, esif,-crn.J,, dall'alleata . il p iù profondo mist(,rn: nè , per quanto h Rus.,ia la sollèci ta.ssc, s'indusse a fa.re apparecchi di gucn·a se noH ali.i not izia delle innovazion i compiu,I) d:tl Bonapar te in Ttalia, e specia:men\e la anne.ss•ionc d i Gen ova al'l'Impero francese, la creazione ciel Ducato di Lucca e l'as~unziottc del titolo <li R e <l'Italia; il qua•le ulti,no d estò gravi so;;petti in tutta l'Europa, XXIIl. Tral!ato d·i Beri-ii:o (5 ,iovcmbre 1608) tra F rancia e P!·ussia. F issò · le cpoch~ n elle quali gli Stati Prussiani doveva.no e.sserre sgon1brnt ì in app~icazionc a·lla con venzione dcll'S settembre 1808.

fra

XXIV. · Trattato di Berlino (25 agosto 1814) Da.ni1murca e Pru,;sia . Si ristabiliscono t ra i d ue Stati le relazion i quali erano prima de!l'u'1t ima gue.rrS:. I~, Pcuss ia si u nir·à alla Svezia, a.Iì'Inghilterra e alla Russia, affinchè, a lla pace gcrn:r:de, la Da.n imaTta abhia u n <::on venieut.e ris:tfrimento per la perdita della Norvegia. XXV. T,·attato di Berl-ino ( 14 febbraio 1~28) tra -Pruss ia e Assia-Da.rn, sta<l t. Il G rand ucato d'Assia si unisce alla Prussitt per la formazione di un comune s istema dogana.le e comrner ci,Lle. Il 2S ago,to 1831 entrò nel!' Unione l'Assia Elet tora.!c e nel 1833 la Baviera i l \~,-mtcmber,é, la Sass0:nia e poi molti a ltri Stati, 'man 'm a no che s i sp0rimcnta.rono i vantaggi <lei s~,te:ma.; fìnchè nel 1861 ,·i furono i nclusi tutti i paesi tedeschi, eccetto l' Austria, E nr <lc rivò per ,tut ti una sola linea <logana!e, men t re prima ben 38 linee dogana:li e di gabelle parali?.zava:n.o il t raffico. Dopo i l 1866, e sJ:i<~ic <lopo il 187 1, l'U nione Doganale d ive.nne i.I regime costituzionale della n11ovJ Germani'.!. Gradatamente così Yennc a rivGlarsi a~1a coscle~1za. ci i cia~cun gover.f1o gf!rmanico che ht p iù perentoria clelle forze, quella degli interessi nntor iali, gl i imponeva. di u nµ-si alla Pnissia. A poco a poco i T edeschi cominciarono a trova r~ che la Corte di Berl ino •!' "a p iù liberale de<l!' Au;tr ia e capirono che la P r ussia era intoressa.ta a procu,rar lorn il grande beneficio dell'unità nazionale. Questa iusionè cli interessi doveva nocessariamente genera.re quella dcille idee e delle isti t uzion i. XXVI. Berlino pre,:e pari~, ,n el 184'3, al moto costituzionale ger manico, parnllelo a.i moti scoppiati in a ltre na1,ioni europee. 11 13 ma rzo un lieve conflitto con le truppe ,p rovocò la r ivolta della massa, e sorse:-o bari:icate in tutta Berlino. La lotta fra d i1nostranli e soldat i durò 14 ore e provocò molte vittime. In fine, il Re cedette, r itirò le truppe, conce;,,e la guardia na zionale. XXVII . Trntt ato. di Berl-ino (2 luglio 1850) fra Prus,,ia ( in nome della Confederazione German ica) e Danimarca. Q uesto tratta to fu concluso con la mediaz.i one clell' foghi.lte1-n dopo i preliminari di Ber! inr, del 10


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I.e a:ni~IJe rorl iO/e:J'l.iOn i . rli Rr l'l iBò (S('C. XV I I) luglio 1849. Venivano con esso r istabiiit_i tutti i tratta ti e convcozioni s tipulati tra la· Confederazione GcrJBa n ica ,. !a ·oanirnarca, e. si an1m citteva. che il Re di Danimarca., conformcmcillc a l diri t to federa!le, potesse recb.111arc l' intervento della Confederazione Germanica per :ristabili re l'cserci,,,io ddla stta autorità legittima nell'Holstein; nel caso che la Confc.cle:ra zione non giucli ca.,--sc per il .momento <li dover i n tervenire, o che il suo intcrv(;.llto risultas;;c inefficace, Ja, Danin1ar<:a era Jibcl'~ cli estendere all'Holste in le misure mili tari, e di adoperare a ta le scopo la sua fon,a armata. XX\lllI. Trattato di Berlino (20 aprile 1854) tra A\1stria " Prussia . Venne concluso in seguito all'azione della Rus~ia cont ro la Turchia. Comprendeva la mutua garanzia <lei r i,:;pett ivi Stati tedesch i e non tedeschi e la conve1nzione che s i dovessero preserva:re i di-r itt i e gl' interess i della Gcr ma.nia contro q ualsiasi al-tacco, invitandosi tutti i Governi della Confederazione ' Germanica ad accedor~ all'alleanza. L' Austria intimerà allo Cz;,.r di sospendere la marcia delle sue ·t ruppe e di fis;;:1,:·c un termine a.ll'occupa,,ione dei Prirn:ipat i : m1'azionc dec isiva non sarà r isolta dalle ,parti contraenti se non in segu ito all'incorporazione dei · Principati da parte ddla Russia, o quando questa Potenza abbia pa5sa to la linea dei Ilalcafli. 0

XXIX. Trattato cli Berlino (8 apri.le 1866) tr'd. ItaHa e Prussia ( Alleanza offl' ns iva e d Lknsiva). Sc0po di questo trattato fn di consoli,larc le ga.ranzie della pace geJ1C!_"::l.lc-, consklcrati i bisogni e le a~pirazioni ìcgitti:i,c dei rispett ivi -p opoli. Si conven ne: J ) Se fallissero i negoz ia ti aperti da,lla l'r ussia coa g-1; a ltri gow.rni ir-<leschi pf.•· atl >ta.rc una r iforma della costituzione federale rispondente a i bisogni d ella na-

7. ionc germanica, e la Prussia s tessa d ovesse scen dere

in campo f>{'r far prevale.re que:ste proposte, .l'Italia, dopo l'in iziativa p resa dal la J'r11ssia, e non appc11a ne s1uà avvertita, à icb iarer:i la ~erra a ll'Austria . 2) D0po questo momento b guerra s i far,1 dalle pu ti allea te con tutte le forze, e non s i stipulerà· pace ed :,.-rnistizio senza reciproco consenso. Tale consenso no11 polrà essere ricusato se PAustrh conscntfrà a cederè pll' I ialia i l T_o1:1ba.J·clo Veneto od all" P russia u n te rr itor io equiv:1lente in Germani-a . 3) O ve la Prussia non <lich ia ra.ssc la gu.::rra a ll'Au-

,1,·ia ttci krmine di t re rncsi dopo la ,o ttcscr izione ciel presente traua.to qut~~tv s i tonsiden~rà co,ne ì~uiio dal Governo ib lia.no. 4) N~l ra·-o ln flotta austriaca ~i r ecasse n ~I Bal tico, pa rte delia flotta italiana d ovrà unirsi a quelh pruss i:l:.ia allo ::;copµi;ire dcile 0st1iitil.

5) I.a Prussia ' ornirà a ll'Ita lia un suss id io di 120 ;uilion i.

XXX. Tra.tt,,to di Rcrlùio (13 agosto 1866) tra Prussia e Wurtemberg. l i Wur tem berg paghe:rà entro due mesi a11a Pr;.issi,1, "'J.Jl)inrknnità d i ~ucrra di ot to milinni cli fiorini e a.de·ris~c alk w wh zioni stipula.le nei preliminari cl i :Nikolsburg fra Prussia e Aust r ia (conformale poi nella pace defìlnitiva di Praga) per ciò che r iguarda l'avvenire della Germania . Quallro giorni dopo la conclusione cl i que,:;to tra ttato ,;i stipula. fra le stesse Potenze un'alleanza offens iva e d ifensiva, con la qua.le s i garan.tiscono l' integritù <lei •rispettivi territori e il R e del Wurtembcrg cede alla Prnssia. il comando deilc sue forze m ilita1·i. XXXI. Trattato d·i Berlino ( 1i agosto 1866) tra Pruss ia e Bade-n. Condizioni, le stesse del trat tato pr ocede11 te. I l Badcn pagherà a.Ila Prussia entro due mes i uua indennità di due m i lioni di fiorini. XXXII . TraUato di Berlino (18-22 agosto 1866). Pa.ce fra Prussia e lla viera. E' concluso il 10 a.Ile cond izion i s tes<e del tratbto 13 agosto IS66. La Tlaviera i)agherit alla Prussia entro sci mesi u n'indennit.it di i:,>1.1er-ra d i 30 milioni d i fiorini e ·le cederà i distrett i di G crsJeld e O r b e il territoTio di Kaulsdorf. Il 22 del-lo stesso mese s i conchiude fra le du e Potenze u n'alleanza difens ivr, e offensiva segreta a lle medesime condizioni dell'alleanza fra Prussia e Wurtembe-.rg, del 17 a.gosto. XXXI II. T rattato di Berlino ( 18 agosto 1866). Allca nz.t offens iva e d ifensiva. fra :Prussia da u na parte, e dall'altra: 11.cklcniburg-,&hwe,rin, Sassonia - Wcima.r, IvJcklemb11rg-Strelitz, O J.clen burg, B l'unswik, Sa.s:;;<,,niaAlte mburg, Sassoni,i- Coburgo- Gotha., Anbalt, Schwartzb\lrg- Sondcr~h,ù3eP, S,h,;-:~1izl>urg-Rudnlsl:ldt, W~ldc-ck, "R cus$ ( linea cade-t la), Schau mburg-Lip pe, L ippe, Lu· bc-cca. B rema e .\mburgo . Scopo: per m.:tnt<~.nere Pin -

dipendè11za, inie~ri'. :1 e sicurc1.za. intrrna c:1 CS?e.rnn de-i rispettivi S ta ti. Le Potenze con tr aenti s'obblig-.1no alla


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difesa comune dei toro territori, che n:ciprocamc<nlc si garaniiicono; il fin~ dell'alleanza.· ,·crrà òctcrminato <la uno S tatuto federa.le <la stabilirsi sulla base delle proposte fatte <.ialla Prussia e colta coopera.tione d'un Parlamento comtu1c. Lè truppe dei Governi a lkati sono po,,, c seno il comando delta. l'rnssia; particolari convrnzic,i1i r,·~0lr,rnnno ic prc!:)lazioni da !i.usi in guerra. XXXlV. Trattato ,1; /frrli110 {3 settembre 1866) tra l'rus.;ia e G r a nducato cl' Assi,t. Alle stesse condizior..i 1<:i trattati con \\'urtemberg, P,aden, e :Ravi,•m. l.' As~ia JXtghcr:. ua'indcnnità. d i guerra <li due milioni, e cede :illa l'russia 'I langra,·io di Assia-Homburg. I! romingen LC tii tru1JPC dell'Assia app,1r,cnemc alla l:onf,·dcrazio,w del )iord, 1,a.,sa sotto il comando supremo cld lC di Prussia.

XXXV. Traitoto ,/i J,1r/i110 (26 :;Cllc111hrc 1~061 trn Pn;s.~ia è Reuss. TI principe di Reuss riconosce cd a.e< ella le cond izioni stipu la te nel 1rnlla10 di pare fra Prussia cd .'\ustria e aderisce al trattato ,li confe<lera7.ion e del 18 agosto a. c. fm la J'ru~si,t e gli a ltd gO\-erni del :'\ord.

XXXV!. Tra/lato t/i !lcrli110 (26 ottobre 1861,) trd Prussia e Sassonia. TI n · d i Sassoni:-.. arcclta le ,!isposizion i dd Lraltalo di pace fr:r Austria e Prus~ia per c-iò che riguarda. rav,·enirc cklla Gun,ania e della Sasson ia in particolare, non che le condizioni del trattato cl'allcanz:i del 13 agosto fra ,Pru ssia e Sta.ti tedesch i, I .e truppe sa,,so111 fa.ranno parte ;ll!egrantt: dell·.,s<-rcitt. •ic!L1 Confc<lcrazicmt e in tempo d i g-1erJ'a ~arnnno sot,o il comando dd re cli Prussia. I.a Sassonia pai:herà un'inde:1:;it:1 cli gucrr,1, d i l(' m1fa·ni di talleri Tutti que;;ti trattati hanno origine comune. _\hntre ncgo✓.iuva la. pa Ct! -co11 l'Austria, fa. P russia si vol5C Yer'V) i pkcn!i Stau che n'!!!a ~ente ;.;uerra avtl\"a.no pa.rt,·ggiato per qucst'ult irna Potenza, alto scopo di inlliggcre loro una specie di amm~n<la e tral;Cinarli ncll'orb it~ .~cl!,t ~ua 1,olitic:·,. ),i inaLcÌ:.ti d~.lla Prnss ia di esii::.-nz<' l.:onme, taluni rii codesti St.lli im.,caMno i uuoni uffici della Fr~ncia, che µrom ise di sostenere i loro interessi. )!a, d inan,.;i ali.improvviso ed cno,me accrescimen to della p'llcnza prn•siana. ·la ?rancia clor11n<bva qualche comp<.nso, e non potendo reclamare territori pru ssian i, chiese l'annessi01ne della Baviera renana e ui:a r,anc Jdi',\,,,ia. lhstò al Bi,1,1arck rivci,ire quczto flr'Jge, ~o ddla I raJ1ch. pcrchf! :.;i risvcgliJ.i;;"i~ l'~Plica :intip1tb t :de~,·3 c-c·n ln, il !1en.icv r:rec.111ario. T11~ 1i ·3egnaro110 al lora la pace con la Prussia, della quale (:iv;~nnr-rc1 altrf>Hanti 'i:ltclliti. 1

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X>.XVl 1. Trattat,, di Bcr!rno { 1-l luglio JSiS) :r::. R ussia·, Austria, Fr:tncia, Tnghilter ra, Italia e Turchia, 1'cr il 1ra11.1to <li S. StPfano, !a Ru~,ia non a,·,~va lasciato :dia Turchia che Co~tantinopoli, e ,n torno a 'lllc~ta. un territorio rn,n più esteso di queao che g:i i111pc,·ato, i greci oc,:up"vnno qua,v lo gli OttornaJli in,·asero la T r~,cia ; per cui la Turchia non a,·eva. più forma cli St<LIO. Lo Czar .\lc3sa.ndro TI, contento <li aver sot~•attc, le po)>OÌ.ir.ioni slave dcll'lmpcro O,:<'mano al giogo turco, accettò che il suo trattato colia. Turchia fo~ esaminato <lalle Potenze europee raµp, esentate in un Congres.,;o. Berlino fu sccila come sede dd Congresso e ne u~ci il p1 e.sente tra,t(ato ne.I quale, elci 1·e~to, non si fece che sanzionare tutto quello che già era stato ~eg,·etamcnte concertato e deciso. X el trattato venne dec iso:

I.) Jl priudpato di Bulgarh~ è costilllito in principato autonomo e tributa.rio òclla P orta, con un Governo cristiano e .mi lizia naziontt le. T!~unn1 lnis!raz.ionc provvisoria della Rulgaria sarà diret ta, sino a che non ~al"it compilato ii regolamento ori:<anico, da un commissario imperiale ruaso assistito da un conunis.,ario impcria le otto111.tno e dai consoli <lclle altre Potenze firmatarie. L'esercito ottomano non soggiornerà più in Bulgaria e tutte te antiche fortezze .sara1mo msc al suolo entro un anno a spege del l'rincip:ito, il quale non potr:'.i. costruirne di nuove. 2) E' forn1ata a Sud dei J3alcani u na provi11cia çh•_ pronderir il 1tome d i Rumclia Orientale. la quale rima1,rà sotto rautoritit <l in.•ua politica e 1nili t(1 rc dèl 'iultano con amminislrazione autonoma; cs.,1. av"'1 ur governatore gcnc:nie cristi~1no. 11 Suhnno avra i) diritto <li j)rovvcde.rc alla d ik-<a delle frcnticre d1 1crra r ,li mare della Rumelia Orienta.le. 3) L'cfieuivo dc-I Corpo d'occupazione ru;;so in Bu. ;;:aria e neHa R"ltmclia, O r ienl<Lle non eccederà i 50 mila uomini e sarii mantenuto d.il l'aese. I.a durata dcll'.~ccupazione è fissa ta a 9 mesi. I) La Porta si obbliga di ap1>licare scrupolosamente 11•~ll' isob di ("reta i l regolamento o rganico del 1868 (articolo 23). .'i) L e provincie rii ·Hosnia cd E rzegovina sa.ranno occupate e amministrate dall'.\ustria. 6) E' rir:onosciu ta I' i11d ipc11dcn4a del .:\fontoocgro. An:i,•ari o il ~uo litorale sono annessi, sotto de.tcrminat" cund izion i, al :Moatenegro. Questo porto è tutte le a, que del )lontcnegro saranno chiuse n tutte le navi da guerra di Lutle le nazioni. Le fortificazioni fra il Lago e il !iter.de sul lCJTitorio montcntgrino saran no ra~e. La pol izia marittima e sanitaria lungo la C'),ta ,;d )lontef'cgro ,arà. escicitata dall'.\ustria . 7) E' riconosciut:,. l'indipendcrv,a ddla S<:rbh TI ,no territorio è accresciuto di parecchi distrett i tolt.i alla Turchia (tt'l>ritorio di ); iscn). 8) l,c r>arl i contraenti riconoscono l' inclipt:ndcnza dcll<L .R u mania. TI princtpc di Romania retroct.'<ie a.Ila Russia la porzi<>ne <le! terr itorio della Bc,sarabia, stao,:a ta dalla Russi::1 in seguito ::11 trauato di Parigi del 1856. 9) l .e isole formant i il Delt,1 elci Da11ubio, deì µari che l'isola dei Serpenti, il 33.11giacca10 <li Tulcia e il territorio s itua lo a S, ddla Dohruggia, .,ono rillnit i a.li.i Rumania. IO) /\ ni.ti:;giorc garn nzia ddla libcrti1 di navigazione ,ul lJa.nt!oio, riconosciuta d'intt:re~sc europeo. le pani contraenti decidono che tutte le for.itlcazioni ché si tro,·ano ,ul dello fiume, dalle Porte di Ferro :tllc ~uc foci, !':bt,10 rase t: ( hc nes:,una n:1 vc ùa guern:1 possa 111.n·igarc ,ui iiume, eccetto i legni kggeri d~slinat i alla polizia lluvialc ed a l servizio dog,rnale. 11) La Porta <:<.-de alla Russia nell'.\~ia i tcrritod cli ,\1'<:la ha.n, Ka,rs. Batum, e tutto il territorio çornpr_.,o nella linea dctc-rmin.tta dal trattato d i S. Stcfa.110. 12) La Porta si ol>hliga <li attuare nel più brc,·c termine le: riforme in Armenia. Essa s'i1upcg;na a ltrclli a mantenere il principio della libcrt,, religiosa, dandogli in tutto l'Tmptcro Ottomano la più la rga estensione.

XXXYIH Co-11fere11zr di Berlino (15 noYcmbre 188~26 febbraio 18S5). Vi _partecipano undici Potcr1ze per discutere il problen1a d d Congo, il qualè vfone co;;tit u ito in « Stato libero» sotto la sovranità del re de[ Jklgio.


XXXIX. Trattato rii Berlino (25 agosto 1921). Fra gli Sl:.t ti Unit t e la Gennania. E' la pace tcdesco-amc1•icma, seguita alla Guerra Mondiale. I n b:1.s c ai due artiwli del u-attato, la Gem1ania. si obbliga a riconoscere agli Stat i Un iti i vantaggi stabil iti a loro favore d1 l trattalo di Versailles; gli Stati Uniti r inunciai10 ad abmc parti del trattato sucklclLo, e precisament<, a qudk che riguar dano la Societit dehle ;'/azioni, la puni?.ione dei colpevoli, e le clausole politiche europee.

Berliri (Ci1tsepj,e). Goncrale, n. a Cannagnola m. a Pavia ( .1 842-1919). Sot tot. d'art. nel 1861, pa,-tcdpò alla campagna ' del 1866 mcr it~ndos i una n,eclag lia cl i bronzo a l valore nel fa tto d'ar mi ~i Monte Croce. Resse da colonnello (1892) la D irezi0ne Territoriale di Ar t iglier ia d i Ales;;anc:ria e collocJ to in pos i1.ione ausiliaria ( 1894) raggiun~e .nel 19 11 il grado dì tenen te generale nella liserva.. Berliri 11/essandro. Genera le. n. l3CJ'I il'i (;i nse'ppe a Carrnagnola 111 . a Tor ino ( 18461916). Prese ,parte da sottotenente di fanteria alla campagna del [866 e r aggiunse il grado d i co'lonnello ne l J89S, Q'J a le •comandante del 41~ ·rcg;:;imcn to di fouteria. Collocato in posizione ausiliaria, (1903), rnggiun ~e n el 1915 il grado di te1F:nte g~neralc nc..: ll:i .ri=,c1Ta .

Berma (ani . jortificazione) . S pazio che si lascia l ra il pa:rapol!o e l'orlo d i una trincea per ,vrestare h terra . Bermudes. ~rcipelago nell'Oceano Atlanticc a c irca 1000 krn. ciaf continente americano, avente una superficie di 30 kmq. ri,pa rt ita in numerose isole. Scoperte da B crnn« lez nel 1522, vennero occupa te -da.gli In glesi, a i quali appartengono, Pot~ntemcnte fortifi,2-te, ser virono ,]i ,ba.se agli alleati durant e la Guerrn :\iondh1le. Durante h GLc.rra <li Sece--5sione avc·vano ~ervito di ba;;e a i vìo 1a tori d i blocco.

B ermudez (G'i·uscj,t,e). Generale ven,.;zuelano (17821831). Vrese parte a l-la. guerra d'in<lipencìcnza contro gli Spagnuoli, e noi 1814 e ra a capo dell'esercito dd VPne::-..ucla. Fu in Jotta con ,·aria allcrrrn.Liva. di succes• s i e insuccessi cont'ro il gen. s;,a.gnuolo J\foralcs. L iherato fl ì:en.czuds dalla dom inazione deJila Spagna. B. cadde cornbatlcndo durant~ una, rivo lta intest ina.

Bcrn,mlez l'iet ro . Generale peruviano ( l i93- 18S2). Fece le campa-g11e <lell' ind ipendenza. partecipò :il.le lotte intcsti11e asse<l'ianclo n e l 133-+ Ù Cal'kw. ma venendo sconfltto. Co,nbalii: qu ind i contro C ileni e .Peruv jan i. Bermuda Reina Edoardo. G enera.le spagnuo.lo ( 18311899). [Cece l,1 ca,. rnpagna .d'Afric'1. e nel 1872 quella contro i Ca disti . Ebbe var ie imp.;r tanti c,u·icl1e dir ett ive nel :Mi..nistero della. Guerra e nel 1890 fu ministro della guerra. :\u.ore -di numero3i scr itt i d'indole storicomil itarc. !i

Bermudo (o Vcrcr:iondo). Re di Leone e delle Astu r ie discenden te <la Pe lagio. Reg11ò dal 78.8 a l 791. Comba•tè wrytro i Jlfò1-i e li vin se. Dopo la vitloria ottenne la r ic0nciliazione fra i G r·an di, e r inunziò al t,-0110.

205 .berr;,.1do Il. Re di Caliàt chi 982 ,.; '199. V in:;,: il cugino R amiro III d i Leone e riunì sotto il suo reg:no Ga iizi:t. Castiglia e Leo:n c. Nd 902. vinto dai Mori che av~vano iuvaso il suo regno, passò i suoi ultimi . anu i a ripannc. i danni fatti dalla loro ];1va3ione. J3er,,:udo li!. R e di Leone dal 1027 a 1 1037, QbbJigato a fu ggiro in G a lizia dalle truppe vittoriose di Sancio il Grande re d'Aragon a, riunì un esercii o per batLcrc gli Aragonesi, nta, fu obbligato a firmare un tratt ato ·di ces~ionc dì un a par to dei suc,i St~t i alla sorella che sposò i'l figl io di Sancio. Alla mone del padre di quest'ultimo tentò di Ticntrare in possesso dé\i beni cedtui; ma col!Jbatlendo contrn Navarre~i e Castil'iliani ,p erdet te b v ita presso .il fiume Carron n el 10.ì7, Con lui frn i b. di:":itc·ndenza dei Polagi.

Berna. Capoluogo del cantone svizzero omonimo, e dopo il 1845 capita:c della Confederazione Svizzern. E' situala scpra una specie d i .penisola ci rcondata da tre lati da,IJ'Aar . Fond,.ita dagli E lv<:z>i, passò sollo i l dorn!nio di Rcn1~ ~ e: fu , succ.:essiva111C'J1te dei GermRni 1 dei Jlorgognoni e d,,i frai1Chi. Ne l 1191, Rl;:rtoldo V duca di Zarhingen, ·luogotenente clell'Impera;ore, \'i fece costruire u n castello, e lo cir con<lò di mur a r enden dola città fo,·te. Nel 1288 il figlio dell'impera.torc Rodolfo ,,l'Au stria tentò -cli ,prendere B ., di sorpresa, ma i citt adin i riuscirono a impedirglielo, es.sendoscnc accor ti r,er tempo . I Bernesi r iporta.rono vittorie conlro principi e nobili confederati. Nel 1.353 B. entrò nella Confederazione Svizzera; tolse con le armi l' .\rgovia a l duca, d'J\usu· ia ( 14l5) e il paese di Va.ud (1S35) al du ca di Savoia. ~ ol 1559 Ti ., che ormai aveva abbnwciato 1a riforma., c,bbe nuove lo tte col d uca d i Savoia Emanuele Filiberto. La lotta si concluse con una con ferenza per la pace, che terminò col trattato di L0sa11.11a (1564). Rimasta tut.lavia pendente '1a lite fra il duca <li Savoia e Ginevra, sì stipula rono a /3, due distinti trattati (S maggio 1570), l'uno Ti!,'lla,,dame il « modus vivendi ll tra i l Duca e Ginevra ; l'altro una lega d ifensiva fra. il Duca ed i Jlerncsi, per la durat e. di 20 anni, col patto c he il Duca dovesse for1tirc a B., ii1 caso di attacco, da i 300 a i 500 cavalli, e da i 2000 ,ii 5000 fanti; mentre B . dovcya fornire ai _1)ura ~iai :lOOO a i 5000 fanti, escluso però il caso di guc~r ra. per que~tion i 1·eligiose. Combatti;;umto e prese, di Rema (lì98). Durante !a Rivoluzione Fr(!.ncese, essendosi i can toni d i Argovja e Vaud n1c.s~i so,tto ki. protezione della Francia e clichi:.irat isi ·i ndipendenti ( 4 genna io 1798) 13. fece ap pello ai cantoni di Soletta , F1·i burgo e Zurigo c.d a ltri ; raccolti così dai 25 ai 30.000 uomini, li pose agli ordini del gcn. D'Erlach, ex co.lonnello a.I se.rvizio deJ l·a Fra ;,oia, da ndogli per capo di S. li-I. il colonnello Gross, clistiutosi in O ltu1cla. Le t1·uppe frallcesi, d ivise in due repasti, avevano 'quale coma,ndant e supremo U genernlc Br une. Questi si preoccupò subito d i r iu,n ire. le due colonne rimaste l'una a Friburgo, e l'altira a Vau-cl, della forza di 4000 uom111_1. Un terzo cor po, col generale Schawembourg, con 12 .000 u ., non poteva giungere prima del 15-20 fc-hbr a io. Brune, vista la critica situazione, per guadagna.re tempo intavolò trait a tive con B. il ~ui Senato, temendo la guerra, ottenne u n a r mistizio di 15 giorni a partir e dal l 3 febora io. Spirata la tregua, Brune diede l'ulti-


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matum intimando di licenziare l'esecrcito berne.se. 'fa.le imposizion e, rifiutata , determinò la battaglia. Brune decise di puntare con la sua destra sul ponte di Bur(.;)1, con la sinistr,1. su So·Ietta, e con le altre truµpc sulla città diret tamente . Rampon, colla sua brigata, dovev·a occupare Morat, ed i•l gen. P igeon Friburgo. Dal su.o canto D'Erlach aveva deciso ,li d ividere i suoi tre corpi in dodici rpiccol'e colonne, che dovevano aitacca.re a.lla. loro volta su tutti i punt i le colonne francesi. Brune intanto lanciò ai Bernesi un prochuua, eccitam:lo il popolo contro -l'oligarchia, e -i ncominciò I'indoma.ni le ostilità su,l .far del gio1·no. Schawcmbour g, proce<lcndo per Dorna,ch e Sodctl'a, e R arnpon , per ::Vi orat, si d iressero su Berna. . l'I gen. D'Erlach, che per la di-fesa d i B. s'era portato verso Lohn, si scontrò con la colonna dello Scha wembou.rg, e, presa posizione s ulle alt ure di Frnubr unnen, iniziò un micidiaie fuoco d i fucileria, sostcnu_to ,mche dall'a.rtigli()l'ia assai ben postata. 1fa, attaccato impetuosamente d i fronte e sui due franchi, do vette battere in ri tirata. per non essere am1ientato. Eg.li tentò'· di arrestare ancora i Francesi davanti alle porte di B. su d 'una spianata, sostenuto anche da par te della popolai ionc in -a nni, 1ua., caricato dagli Usse9·i francesi del· 7° ed 8° rcgg., la resistenza. fu infranta e B . circondata e g irata. dalla. cavalleria di Scha wemr ou.rg, che guadato il fiume cadde s uHc truppe bc:rncsi in ritirata. Una deputazione di notabili s i preS<.'lHÙ al generale per ottenere Lma capitolazione senza ràpprcsa.glie e Schawembourg, con -le prome"sc d i ris.pcttare persone e p roprietà, i! S marzo entrò in città. Le rimanenti truppe bernesi, rimaste a 'Laupen ,, Grcminen, caduta JJ., lascìarono sgombro il ·passaggio al Brune, che enltrò in B. nella notte da l S al 6. Furono prese e mandate a -P ar igi 25 bandiere svizze,·e, e con esse altre, costitu enti trofei di vittorie, tolte a.i Borgognc,)Ili e Lorenesi nelle battaglie di Mora.t e l\" a11cy perdute do. Catlo il T emerar io. Dopo la caduta d i Napoleone, JJ . fu retta d all'aristoorazia fino a l 1830, epoca in cu-i il popolo. so-llcvatosi impose un govemo democrat-ico, basato sui principii che ser virono a dare la Costituzione del 1848, modificata ne,l 1869 e n el 1893. T.-atta.to di Be-r11a (8 dkembre 1862). T ra Francia e Svizzera per T>iccole retti.fiche di frontiera.

Bernabò B rea .(Luigi). Ge11era.le, n . e m . a. Ge110va. (1838-1913). Sottot. d'art. n el 1861, partecipò da rapita.no n.lla cam pa.g11a <le,l 1866 e fn i nca.rice.to ,.h tenente colonnello . delle funzioni <li dir ettore d'artiglieria in Genova.. Promosso colonnello (1889), prese parte a.Ila campagna d'Africa del 1889 qual~ d irettore d' a Dtigl ieri a. d i l\fassaua. e r ientrato in I ta:lia ·d iresse successiva.mente I",hsenale di Costruzione di N,,poli e la. Dir ezione d'artiglier ia d i Genova; quindi ebbe il comando del 28° reggimento d'artiglieria. Collocato in posizione ausiliar ia ( 1895), 'raggiunse n el 1908 il grado di tenente genera.le nella riserva. Fu in Genova amministratore dell'Ospe<lale Galliera..

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Bernadotte ( Giavamu). Ma.rescia.l!o francese, 'poi re di Svezia e Nor\'egia., n. a P a.u e morto a Stoccolma. ( li 63-1844). Fece la sua rapida carriera durante la RiYoluzione. Fu <lapP'rima cof Jou,rdan e si distinse a Fleurus. Passò poi in I ta!ia col Bonaparte . Duran te la guerra.. della se-

conda coalizione eib~e i l com[w1<lo dcli' esercito dèl Reno e suc.:css~vamente fu m inistro della gucrra. Fu in questo momento che l!ernadottc raggiunse la p iù alt.a stiJna con1e ge;1crals, fii10 ad cs;erc considerato come il Jlo")\\.i bile rivale <li Bom.pa r tc, dal quale ,fu tenuto in scacco dopo il colpo del 18 brumaio'. :\"cl 1804 fu nominato maresciallo e nel 1806 comandava. un corpo d 'escrdto; venne nominato principe d i Ponteccrvo. Nel 1810 accettò l'ere<lità a l trono che gli offersero Svedesi e Nor vegesi, e dopo la morte d i Carlo XIII, avve.nuta.. nel 1818, divenne re. Pa.r tocipò fra.ttan to, n el 1813, , a lla -guerra. conlro :\"apoleone, avendo parte importa nte nel'b batt. d: Lipsia .

Ber na r d (Simo1i) . Gen erale francese del Genio _ ( 1 779- 1839). Fu a iu ta,11.e d i mmpo di N a.paleo.ne e combatt~ a Wa terloo. l\"eJ 181-1 s i r ecò agli Stati Uniti e ne curò·· l'organizza.i<ione milita.re, mettendo in stal<l di <lrfcsa i con.fini e . le coste . T erminati quest i lavori. r i tornò in patr ia. ,per lo scoppio della rivoluzione del 1830. fu aiutante di campo del re Lu igi Filippo e nel 1836 nomi,1ato ministro dchla guerra.

Ber nardi ( Vincenzo) . Generale macchinista ; n. a. Venezia nell'anno 18.34. Entrò in servizio nella. M ar ina. austriaca nel 1850 e passò in que lla italiana ne l 1867 col grado di primo macchinista.. Fl! p romosso d i-rettore del cor po <le i Genio Navale nel 1888 cd ispettore macchinista nel cor po stesso nel 189i; collocato ii, posiz ione ausiliaria nel 1 ° dicembre 1899. Ufficiale colto td intelligente, fu mem bro dd Comitato per i. disegni di navi da l 1889 a l 1891; riorganizzò il Corpo dei :Macchinisti dcila R. Marina: Berna rd ino (Fran.cesco B . da. Vi111 ercate). In.gcgn.crcn,i l. del sec. XVI , cm. a Parigi nel 1559, conosciut() com\1nementc col nome di « Vimercate )l. E'bbe in Francia. nel 1547 è 1548 incarichi di lavori d ' ingegneria. ed 'attese particolarmente a.Ila costruzione · dd Forte di ~,-fontmellian in •Savoia ( 1547). Dopo aver provve<luto alla d ifesa di Lione, tornò in P iomonte ove fece le fortifioa.zioni ài Bra e d i :ì\·I ondav\ e nello stesso anno rnmù San Martino nel Canavese. ?\Te,l 1555 provvide alla fabbrica. di due forti, che, presso Torino, str ingessero Volpiano a l!ora oc.:upa.ta d agl i impe,riali. Ì'vse p ure i n stato di difesa Valenza. quando il duca di Guisa la. tolse agli imperiali. ·N ell'arte d el fortificare · ebbe sicura intuizione di esperto soldato; nelle opere d i d r~ :esa che e,;eguì seppe coordina.re essenzialmente la for tificazione alle svariate continge.11~ d i guerra in cui. ebbe a tro~rs i, a lieno da preconcetti e da. regole teo-lichc.


BER Bernardis (C,1.rio). Generàle del Genio NavaJe, n. a Udine nel 1872, entrato in servizio nel. 189S, promosso gencrnlc nel 1925. E' fregiato di due medaglie d'oro per l'incrcmemo dcillc Scienze Navali, un.a per pubbritazioni tcn1ic-he, l'ailt ra per un progetto di sommergi.bili di med io tonnellaggio. Bernardo (Conte). Paladino Carolingio, figlio naturale di Carlo ~.fart~lo. F u ,uno dei generali <li Car!o1n.~gno, e comandò una -colonna dei Franchi nP-ll'invasione dell'fodia tJer combattere i Longobardi. Egli ebbe il compito d i scendere per il Vaf l-ese e ·il S . Ber nardo in Picn1ontc, facendo poi una larga d iversione verso :la. pianura lom barda, ed assolso la sua missione egregjamente congiungendosi con l'altra colonna, comandata daUo stesso Ca.domagno, obbliga:ndo i Longobardi ad .u na r it irata precip itosa su Verona (Adelchi) , e P a via. (Desiderio), (77 1-774). ~el 77.7 il conte B. comandò la prima schiera ddùa spedizione Fra,,ca. contro la Spagna. Bernardo. Duca di Sassonia-Weimar, genera-Jr d urante ' là Guerra d ei Trenta anni (1604-1639) e sotto Gustavo Adolfo, fu all'assedio di Wurtzburg e a. quello · Ma.nhci:m. P rese il coman-clb dell'esercito ~-ve<le,:.e alla ba,bta.glia di Lu1ze-n qua:ndo Gustavo Adolfo fu fer ito morta lmente. Vinto a Nonl.lingen nel 1634 e abbandonato dagl'i · Svedesi, pass ò a_gJli ordini del cardinale Riche•lien. Prese l'Alsazia agl i im peria li, condusse una mirabile ritirata -in Lorena, ripOtrtÒ una vittoria deoisiva nel 1638 a Rherinfo!<l e s'impadronì di Fribargo e di Br-i sach.

di

Ber-nardo Carlo . Duca <li Sassonia-Weimar, genera le al servizio dcll"Olan<la ( 1792- 1862). Come ufficia.le p-r ussiano fu a.lla battaglia d i J ena. (1806); capitano nella . guardia sassone, combaltè sotto iii generale Bernad.ottc contro l'Austria (1809). Sotto le bandiere -dei colle gati fu nel 1815 a.Ila battaglia d i W ater loo. Durante I' insurrci.ione <ld Delgio · comandava ui1a d i vis. olandc.sc; fu poi governatore del Lussembu.rgo; nel 1848 venn e inviato nelle Indie Olandesi, R capo delle truppe c(}lon ia li. L a.sciò un « Sommario della campagna di G iava" ·

Bernardon i (A lberto) . Gener ale, n . a Bologna nd 1858. Era sottot. dei bers . ne l.- 18 74 e fece la ca.mpagnR ,l'Africa del 1895-96 distinguendosi in varie occasioni. Raggiunse il gra:do <li ,magg. gener allc n ei 19) 5 e comandò la divis. m ii. tcnitoriale d i Ca1a,1zaro. Andato in P . A. nel 1923 coo grado di gCJ1. di d ivisione, venne richiama to in se,-.-izio n el 1925. Bernay (ant. Be-rnac11111) . C it-tà della Francia nel d ip. dell'Eure. Fu fortezza duran te la. Guerra dei Cento am1i. Venne ;resa. n el 1378- <la.I Du Guesclin che vi ba.ttè Carlo il Malvagio. Net 1417 vi si stabilirono gii Inglesi, che ne 1forono scacciati nel 1449. Nel 1S63 fu saccheggfata da.i Calvinisti Berneok (Carlo C11st0.,·o di) . Ufliciale e scrittore mi!. tedesco (1803- ISìJ). F u ~ scgna.nte netlle ,cuole militari della Russia e andò in conge<lo nel 186~. Fra le sue- opere : « Efomenti di ,fa,tt ica. »; « St oria dell'arte de lla guerra. )> ; « L ibro di batta.glie >> ; Atlante di S to-ria Mi-lita.re >>; « Atlante dei servizi logistici »; ecc. Bel'lne- Bellecour (Fra.ncesco). P ittore ftrancese (n. nel 1838). Allievo lie1 Barrias, insigne << battagli.sta », vn

con singolare facilità dalle sceme t ranqu;~lle della ca.sctmà e delle esercitazioni del tempo di pace·, a lle con citale zuffe delle ca.mpaginc recenti, massime della franco- prussiana, 1870- 71. « La h reoci,t », « LR spia»,« Nella trincea.», «L'allarmi!», << Un colpo di ca.nnone » , contano fra le su,' opere migliori. Esegui anche il gnn<lioso panorama <lell'a.sse<lio di Betfort.

Ber,ner. Maggiore tedc,;C<> che a Braunschwcig cost ruì nel I 832 un sistema ovale di rigatura, per fucile, .<letto « alla Bcrner >>. L'anima della canna era perco:·~a. da due righe rapp-resCllltanti un ovale. In principio, coJ1

questo sistema, s i usa l'~no palle ovali o ccm una specie <li cintura circolare J:>ilev,it,i, c he ent rava. nelle due righe; µiù tardi si usarono p alle semplicemente sferiche. Q ue.,to sistema ebbe successo nel Bra.uJ1sch wei g, nell'Oldci,burg, in In~hillterra od i11 R us.5i-a.; prcsenta.vtt però l' inconveniente che il proiettile non corn,ervaVI! una d irezione molto esat ta.

Bernesi (Reggimenti): An tichi corpi pictllontcsi così denomina~i, pel'Chè costit-uit:i con solda.t.i bcrnesi. Un primo reg~imento bem ese venne formato nel 1704, du.rante la guerra pe,r la successione d i Spagna, cu,i pr ese pa,·te. Fu denominato « La R eyne » in onore della R~gimt d'Inghilterra. Venne soio!to nel l 705. Un a ltro reggimento bernese venne costit uito nel l 733: ebbe suçcessiva,ncnte vari nomi, a seconda. dei ~uoi comand anti, e subì numerose u·asformazioni organich<". tincbè 11e.l 1798 passò alla d ipendenza. de l generale in capo comandante l' a.rnlRta francese i n Italia. -L·anno dopo vcno1c incorpora to nclha. 1" legione elvetica, che ii 30 ottobre '1800 passò a l soldo de11,i R"pubblica francese. Q uosto reggimM!o fece la guerra col P iemon :e contro l'Austria per la successione d i Polonia ( 17 34-35}, quella cont ro Fr ancia e Spagna per ia s uccessione d ' Au stria ( 1742-48) quella contro ia l"r.tncill (1792-1796); fece con la, Francia la guerra contro l'Austria e la R uss ia ( 1799-800). Bernhardi (Federico -vo-n). G cnl"'ra le tedesco, n . a. Pietrogrado nel 1849. Sottot. di cavalleria. nel 1869, p:{Ssò nello Stato M aggiore, rnggiungcnciovi n e l 1897 i l grado d i wlo1u1dlo . Nel 1900 o ttenéva il grado di maggior gen era le comandante d i una. hr igata di cavalleria: tene-n te generale n el 1904, ,comandò la -div isione d i I\fagde!.,urgo ; :,cl 1908 -fu nomina to comandante il VII corpo d'apmat,i· a J\.iunster, l'anno succcs:-:ivo v~nnc c11llorato in ccingcdo. N'd 1914 fu r iahia,nato in servizio qua le con1-1ndante del V corpo d'armata. territori aie . Solamente nel giug1io 19 1é app a.re il suo nome nella guerra mond iak : _gli venne affi<lato il rnmando del « Gruppo Bernhardi" che p iù ta-rd i -assu11se la d enominazione di LV cor po d'armata . Con tale unità il Bernhardi fu in linea, sul fronte rvs-


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.so dello Stocl10<l, prcs.;;o Kowel. .Fu <la lui d iretto l'attacco coi gas a Toboly su llo Stochod (3 apri le L917) che fruttò la cattura di 10.000 prigionieri. Pa.ssò quindi, col suo corpo d'armata, sul fronte francese ver,so i primi d i a,prile 1913, entrando :1 far parte della 6' armata, partecipò a lla ,baHaglia di Armemiè1Ts èd ai comiiattimem i sul fronte de lle F iandre, sino a lla ritirata del settt"lnbrc-otto.brc. Come ,sariit.crc von Bernha,,di ebbe a.nelle Jlrima della guerra un'assai estesa rinomanza in Germania e Iuo1·i, dovuta alle s ue opere: « La guerra odierna JJ e ri 1,rt German ia e la prossima, guerra,, . Lavorò anche alla stor ia ddle guc1Te d i FcdCTi,co If, compilata da1lo Stato • ::\faggiore. Dopo la. guerra, nel 1920, pubbl icò « L a .~uerra del,l'avveni re >J e nel 1922 un sommariu della guerra mo1,di,ale : « La lott.c eroica della Ger mania >,.

Bern i (Massimiliano) . Colonnello e scr ittore militare, n. a San Benedetto, "ll. a Ilia.nlova ne l 1888. Volontario nel 1859, pavtecipò alba campagna d i quel l'anno-; ner 1862, da cupitnno, -insegnò a P incrnlo e poi a .\lodena. Come colonnello comandò ·Ila. d iv,s. terrilori,i le d i I\La:mova. E' autore d i UJl otìi.mo volu ,ne: << Anni r,ortat i,Ji e artiglic,r ia l> (Modemt IS68). Bernina. P<Lsso alpino (alt. m. 2334); partendo d.i Ti:rano in Valtellina, por Poschiavo, su strad a carroz zabil.c costru ita nel 1863) s i Taggiunge i} pJ.sso e si srcn,dc a Pont rcsiila ne.lfalta Engadina. Di qui, per Ponte ,e la valle dell' Al buia , si g iunge ,1 J.ler giin, l'arpan e Coim. Da .Pon~rcsina una via risale la ,·alle dc.ll'In u fino a Silvap,lana, e di qui a Stal!-1, }>ar pan e Coira per .il passo del J ulier. Bernotti (Pietro). J\'1e<lagl ia d 'oro. n . nel 1884 a Casa) '.}fonfe.rnato (i\ le..ssamiria). caduto sul San 1lichelc il 22 ottobre 1915. Ufficiale in servizio at tivo pe,·ma.ncntc; sott.ot. nel 38" reggimento fameria e, con la pror-10zione a capitano, nel 1915, pa$sato nel 155° reggimento. Al com,wdo appllHto di una compagnia clt dcuo reggimento, affrc1'tÒ ·inLrC'J) i<l.;uncn.tc la mor te, per nnantenere fino alrcst rl.'!Hù \.J;i.l

r. o.:;izionc con

1nclti ~a,.-:rifici _::a~giunta. Alla me:n:c,ria cli lui vc ,nc conferi1a la 1m,-laµ: lia d 'Clro con la 111ot.iva7, ione se,;;ucnte;

« Coma.nchto a mantcb po-

Here a-tl ogni co:;;to

s izione d i San Martino, la c;.ii perdita avrebbe conrpromcs.se'. le su-ccessivc opç1·aziotti, v otMosi al la morte per a<lcmpieJ·e il suo dovere, disse ai suoi soldati : «Ragazzi ! abbia.mo l'ordine <ii non retrocedere : 110n i111rporta se gli ahrì se ne vanno; noi restrr::1110 qui anche se dovessimo morire lLttli ! >; ccl it:ip;ignato un fucile ,c ontro i ne1nici che onnai io stringevano da presso, cMlcva. colpito da un a pallottola alla fronte >l (Sella cli San Mar tino, 22 ottobre 1915).

Beroldo (Tf). Fregata sar,da da 40 cannoni va.rata 11el 1828 dai! ca;ntie,·e della Foce presso Genova. Uno dei bastilllenti dhe •·ealizzarono il graJ1de vrogra.mma

BER

,.,w,w~ di C,u·lo Felice. .1\innaita il 24 aprile 1831, prc_se pane allba <limost1iazione nava.le <lei 1833 contro Tun isi; l'anno seguente f u a Ta1nge11i per pi-otcggcrc i ba.cstimc-nti merca11tili sarcl i contro i corsa.r i ma1·oocli_ini. Fu radiata dn,i qua<lri del K navigliÒ nei 1859. Berretta ( Col della). Altura nel massiccio det monte !Grappa (m. 142~) ch'ebbe u,1a pari.e molte jrnporL~nte negli storie:! avven in1e.nti òèl 191 i'- 18 . •:.:i fu st r;tpl)a.ta, la pr ini::. volta, dal nemico, il gior;10 11 dice-rn bre 191 i , e, 11011 o;,tante i pronl.i e decisi contrattacchi, le 11os1 re truppe furono costre-tte " µon-e !e lo ro trino<'·c s ulle falde del -coìie. Solo, µo i, d urante lu bat taglia d i Vi tte.rio \ cnelo, il IX n.1p,u-to d'assa.lto e repan i di fantcri8. riu.:-;ci:rono a r iporvi due \ 01 :.t il pie<.le, il giorno ~.5 ol tobre 0d il giorno 29, ma non fu pos·sihilc inJntennvb '.\i-- _Vittorio Veneto). 1

I.ierrcUa. Si disse B. quella che portavano i fanti italiani ne-! secolo XVI, dopo smesso il morione. Eia di 1xwno, o ~-li cuoio, o <li velluto, bassa e «·otonda, ornata s11cS$ù di pìcco)o pennacchio o d i medaglia., o fioccc o gallone, e ;"tnche d i ~ma. Jarga str iscia di panno che si teneva ,-i,·o>ata in :1l to e si abb:1ssa va sul cc,llo in 1c111pu di pioggia. Venne sostituita dal ,a.JJ.,cllo lar go di fel tro, alla $pag:1aola.

Si dis$C <e berretta eia. pre te» Popera di fo1·tifi.cazione nr.,ro. col non,e di oJICra a doppia forhice ù a d0ppia 1a11aglia. O semplicemente (Gugliclmotti) B., « un r idot to t•.rmpale a qua,tlro facce ". 1.lerr.-tlc Pietro . Tdcatmc e co~truttorc in Ga rdonc Valtrompi,t (B-rcsda) di una pistola au tomatica dei sistema a ca,1111a IÌosa ed Otturntore rincu lante (Dn:vdto 1915 - Calibro ì ,65). Essa ha un mecca11ismo molto sca1plkc, for malo d i poche pari i; si scompone r si

rkomp,,ne scn7.a a iuto di strurncnti o di cacciavite. La r1oila ricuperatrice de,l s-Jistcma. ot.tttta.to:rr. dncula11tc è:

disposta. sotto la cam1a. Ha doppia &icw-~ua, à leva ed a11ton1a tica. I i caricatoTc è a sca.tola, con 7 cartucce, allogato ne l SC.!·batoio esistenlè nel l'impugnatura. ll i tali p is tole ,e ne hanno di due tipi : modello 1917 e ;oodeEo 1i;d9_ pocc d iv,cr~i run(J dair:t!tro. J~.· un'arnia molto bene c<,1tiiil, ra ta e molto con:0<.!a a p,:,n:ir,i. \':e vanno irmati molti uffk iaLi dell'Esercito iuliano.

Berretto. E ' il cop,·ic:-,·po per ~li uflicia i i e ,wr la trur,µa , ad cccezil,nc di talune arm i e wecialità. Il Lcrretto r,er ·ufficiai-i è ,di p tLrUJO gr igio ve-rde, con v1sic,.~ e sogt,,olo di c uoio a.nch'esso 5ngioverdc, sorraf-fasci:1 e filetti di panno gr-i~ioYcrd'c. foderaci (l;i raso i11tcr!la :Hé1Hc, ed cstcwarn~ntc i l fregio r icarnat,:, in or o od in a rg-ento con i <liistinti v i <li grado metallici. Il be, retto

llc tT.:n·ti <li 11 llkiali cli ma,•ina

è po rtato: ci) d"gli ufficia li g.oncralt di qual3iasi grado d'atma co111battentc (' rtlci servjz'ì. con J1uniforme ordinaria e con la grande uniforme ; b) <;fagli ufficia li d i fanteria di lint:a, dcii gra11aticri, d'a.rtiglicda. (e.;clusa quella a carnllo)a del gen io e ù-,i servizi con l'unifoi:mc ordinciria e con la grande uniforme; e) da.gli uf-lìcial i

J


l

-

IlER

,degli alpini, dei bersaglicrsi, di cavalleria e <l'artiglieria a cavaHo con l'unifonne or<limaria..; d) ,'!agii ufficiali dei carabin ieri qua,ndo indossano l' w~iformc grigio-verde. G li ufficiali cfoi c-<1rabin ier,i, pei quali è stata conser-

209 busta, sim ile i.n• tutto a quello çli fat/r-a. d,çglj ufliç['!-li.-.

I ~ottufJicia li della l{. A. oltre al ber-retto ~, lmsta,. d i foggia ugm1le al preceden1e,. hanno anche. il berretto con visiera di cuoio e soggolo per !' un iforme ordinaria e la grande un iforme. li b~rretto per la. tru ppa del R. E. è <li panno grigio verde con soggolo ,; visiera ·di cuoio pure grigio verde

Berretti ,u uff. o soituJT. cll rnarina va.ta la divisa n era, harn10 ai~che un bocrelto di panno nero, con visiera e soggolo di cuoio ne-ro vernkiato, r.on sopraffasoia <li vollufo noro, filetti cli conloncia10 d'ai·-

Gen.

Avi~t-z ionè

Gen. rii cllr islonc

gcnto1 fregio in r icaJlìO d'argento e distintivi di grado met:allici. G li uffidaVi della R . Aeronautica hanno due spe,cic

B. Frigio

B. piptié Somalia

d i berretiti: uno da fat ica, a busta, d i panno color grigio-azzurro. foderato inte1,1amente d i raso ed avente esternamente il fregio in ricamo d'orn e i d istintivi' di

-

Gcn. tedesco

grado; uno p or l'uniforme ordinaria e la grande uniforme di foggia uguale a quello degli ufiìcia,li d i ma1•ina, <li ponno grigio azzurro con soggolo e vis iera cli

Bcrrett-.l di cavalleria cuoio griegio verde, il fregio ricamato in o:ro ed i d-istimivi di gra.do. Ciii uom ini <li ll'uppa della R. !\ . 1. ortano w1 berretto J i pam10 grigio azzurro, a foggia di

Il. cli

marinaio

ed il fregio d.ell'anna o corpo in la,ia nel'a ( d'argento o d'oro per i sottufficiali). E' por t&to : d alla fanteria, dall'artiglieria (esdus.i. quella a cavallo), dal genio e da.f.le tru,p pe ·dei ser viz.i con l'un ifornie ordinaria e con la _grande unifom1e; dai CC. RR. con l'unifomue grigiover<l~. Oltre ,t questa foggia. di berretto sono in uso: 1) Il berretto a <fez per i be.rsaglicn , a forma <li .::alotta, di lana rossa e munito <li ùn fiocco d i lana azzurra unito al berretto a mezzo d i un cordoncino. E' usalo come copriB. C1ella ,1. V. S. N. capo d i fatic_a; 2) berretto d con nooco alla tJc1·sag\lie1·a p:urno, a <lue punte, con soggolo e visiera in uso per l'artiglieria a c:i.vallo e la cava lleria come copricapo òi fatica.

Berretto frigio. Berretto porta.lo nella Frigia, e adottato - neHa fornn'a. - dai rivdluzion1ari francesi del 1789. Berretto (Marina). Ncl1a. ma•r ina remka quando la d istinzione ,pe.r il co.mbaùten te e il condi.icentc era mol to natta, il marinaio 11011 portava il cop!ricapo. I rematori aveva.no ta lvolta un fazzolctto i.n test<I. con i pizzi am10clati J)er <ti dietm. I coma.nd:i.nt1 e i graduati in genere portavano -il tocco secondo le divise dei tempi. ); clla m1a,rina vclioa, si è andato g~neraJi7,7,an do fra i marin ai una specie d i be.rredto di <lana f.al1o a. sacche:Uo d1e terminava con ,m fiocco colorato. Questo ben-etto era. però essenzialmente adoperato per le fatiche grossolane, giacchè le d ivise contemplavano invece ca.ppolli a tricorno ,per uffici-a li e per aim:ri nai molto simi1li a quelli dei militari, ·spocialmente nella Marina Ingilese, Francese e Spa.gndla che furono le p iù organizzate. )<e) princip io del seoolo 19° !'-uso del berretto d i la:na si è venuto gcnerali27....·mdo e poscia., specialmente per l'i nflu eimt della. Marina Ingl.;,e si è sti-

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BER

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lizz.aito ,passando dalla forma a sa.eco floscio, a quella rotonda, r igida che ha attualnmnre. H fiocco o nappi:na con cui terminava è scomparso eccot.tuato che n ella. Mar ina Fm,nce-5e che lo conserva. ancora per tradizione. L'aggiunòa lde.!l'a visiera di cuoio a,l berretto rntondo è stata fatta per d ifesa del viso, specialmente quando, negli a rremba,g;gi, si combatteva ancora all'arma bianca . Presso tutite ,le marine si usa attualmente il bcrret-to rigido per i servizi normali, ma per le manovre faticose e per i servizi alle caldaie e alle macchine :1lcune marine, specialmente qttella degli Stati Uni,i, ham10 adottato un cappello ·d i feltro molle e di piccole dimensio11i. Durante l'estate e n~i climi tropica:li il berretto viene sostituito con un ca.pipello di tela o col casco di sughero.

Berrettone. E ra quel tipo speciale d i bcn elto, che veniva po,rtato da tutte le tr uppe scelte, e particolarmente <lai granatieri, nel vecchio esercito piemon• tese, ad imitazione del « Bonnet à poil >> francese. Copertura del capo a lta, rotonda, fatta di pelle d 'orso col pelo all'infuor i e gltarnita di cordoncino e di fiocco, ,con p iastra argen tata o dorata sul davanti e piumctto d i fianco del colore Jel ,·eggimcr,to o brigata. Berrìno (Punta) , Nel massiccio del Lagazuoi, Berrettone di g-ranatic1•,1 . ~ pr·sso le Tofane ( a lt mepiemontese (180 1) ~ ç ' ' • '-"" tri 2668). F u conquistata il l9 ottobre 1915 da.gli alpini del battaglione Val Chfao1~c e 'fu battezzata dal n ome del valoroso capitano Bern no, che guidò l'a3,.,alto alle possizioni e vi · lasciò, qualche giorno dopo, la vita. B_ e rrìozabal (Filippo). Gcncmle messica~10 (18271900). S i baHè contro gli Stati Uniti nel 1847, contro i conservaitori nel 1856, contro i Francesi nel 1862. Nel 1865 fu M inistro della Guerra, ,poi generale in ca·po, poi ancora (1896) J\/I inistro, introducendo vaste riforme nell'ordina.mento dell'eserc ito messicano .

r

Berruyer (Gio,,,a-mti). Gen erale francese, (1737 1804). Entrato nell'esercito nel 1753, fece le campagne del 1756-1762 in Germa1:ia e ·, le! 1768-69 in Corsica, rrporta.ndovi 14 ferite. Nel 1791 · era genera le di brigata. della RepuibbliBcrruye,· Oiov·annt ca e p rese parte alla guerra~ in Vandea.. Quindi fu ispettore gen. della cavalleria e comandante dell'Hotel degli Invalidi a Parigi. Suo figlio, Pietro, (1780-1816) _fu p ure generale e fece tutte le camp'1!gne dell'Impero. Berry (Giovmmi). Ammiraglio inglese (1635-1691). Si ba.ttè contro gli OJa.n<lesi n el 1660; nel 1683 coman-

BER

dò la squadra che bomba.1<lò Tange.ri ; nel 1688 combattè ancora contro gli Ola.itde.si.

l.>crry Edoardu. Ammiraglio inglese dell'epoca napoleonica. :Kcl 1797 si. d istinse a:lla battaglia del Capo San Vincenzo guadagnandosi la promoz ione a ca.·p itano. Pa.rtedpò quindi a'lle battaglie di Abukir -e di Trafalgar: venne promosso vice a lll!niraglio· nel 1821.

Bersagliere. Caociatorpedinie.re, i,1 acciaio, va:·ato nel Cantiere Ansaldo Ar.mstr<)ng <li Sestri nel 1906; lunghezza m . 65,075; larghena m . 6,11 ; disloca.mento 6.412, potenza HP 5954; ar:namr.nto guC'l"re1wrry Edoar do sco cann. IV 7 6, lanciasilu ri III ; stato ma.ggiorc .,, equipaggio 52. Rese utilissimi servizi durante la guerra libica e nella grande guerra; fu radialo noi 1924. Bersag I ieri. Soldati addestrati ,;on sr ~ciale cura al tiro e particolarmente a bili nel colpire il bersaglio. Corpo d i fante-ria celere i taliana, attua.lmente montato su bioidetta, l'affetto per il qua le è tanto d iffuso e così profondo in Italia, che, nonostante tu tte le d iscussioni verifica tesi fra gli stu<liosi d i organica milit,u·e sulla opportunità d i conservare una speciale fan teria celere, a detrimento della massa di fanter ia d i linea, i Bersaglieri conta.i10 oraniai (1926) ben 90 anni di esistenza, <luran te i qua.li essi hanno sa']Ju to se,mp re, in '])a.,ce ed in guerra, ,ser barsi degni della fiducia della Nazione. Il cappello )l !Ulll(ll-0 I I . nuovo Cor pò venne (Ben i to MnssoJln l) istituito, nell'esercito sardo-piemontese, da re Carlo Alberto, col R. Brevetto in da ta 18 gi·<1 gno 1836, ~liet1·0 pi;oposta di Alcssan<lr ò. La Marmora, a llora capitano n ei G ranatieri-Guardie . Qùest i aveva presen tato n el 1835 a l generale di Villa.marina che era. in quel tempo Primo Segretario di Guerra e 1\1arina e che aveva sa pu10 dare aU'cscrcito sa.r<lopiernontcse un nuovo ord inamento - ·u na « P roposizìone per la formazione di una Compagnia d i Bersaglieri e modello <li u n'arma FI'C!,IO per elmetto per uso loro ». In essa L'autore, cc convinto dei servizi ,mpo1·tanti che potrebbe rendere una truppa. di ab ili bersaglieri, particolarmente nelle mon tagne e paesi rotti, quali c.oprono i R,egii Stati e confinanti, e nv,,,isamlo dall'indole e dalle abitudini del-


BER

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la popo]a,,ione -la facilità <li o rganizza.rii ll, p roponeva la formazioHe d i una compagnia, della quale gli ufficiali cd i gregar i <lovevano possedere speciali qualità. intellettuali, morali e fisiche. Secondo iè p,rime idee del

1

rr n:vtrt1 I

lìllOrncllo de i lJcr saglicl'i La :Ma.rmora, il nuovo Corpo <loveva essere cost ituito, infatti, .da mi liti ,;pocialmente aridcstrati \\ a po.riarsi i.n sito coperto ed a non .spara.re -che giunti a p,·ecisa. portata, a conce11trare gli spa.,-i in un pun to solo ed a non

BER .

211 -

essere « di ottima condotta, intelligenti, sensibili al punto <l'onore >l ed oltJ'e ad una. pa.rticola:i·c robustezza. fisica. doveva.no •possedere una. speciale abilità ncll'imp,iega.rc l'arma da fuoco. Questa, in campagna, doveva essere « uno schioppo d i maggiore gittata (400 passi) e<l aito ad un •tiro più celere (7 colpi ogni 2') deJ:l'anna adoperata dalla fanteria. l). Tutt.i gli appartenenti al r,uovv Co:·po dovevano avere età non inferiore ai 19, nè superiore a.i 25 armi, e sta.tura non minore di m. 1,64, nè maggiore di m. l , 72. P.er quanto r iguarda i compiti da assegna.re alla compagnia proposta dal La Marmora, es5a doveva, in tempo di pa.cc, concorrere a i diversi servizi con le alta..: truppe di fanteria ,e,d (< attendore con opero-sità alla sua r,arlicolare ist ruzione ll, mentre, ù1 tempo di guerra, e:,sa doveva venù·e assegnata- ad una Divisione « per coucoi-rcre nei servizi dei posti a va11zati, d ì vanguar<lie,

Unlf'orrn! ùì porre a l·tra cura che d i colpire con csa.ttezza ». Caratteristiche, queste, che sono già accerrnate nell'appellativo di « Bers;iglier i >l pr-escelto per i nuovi soldMi, la cui prima quali tà, doveva essere, infat,ti, quella di sfrut-

13er;agl1cr•i (!83$) (Acquerello di Gon in)

Unlrorrnl dl bersa:gllcrì tare la loro a.ma, « così òa pote1·si considel'a.rc, J'er la precisione del tiro, come u na specie <li artiglieria ~ piccola portata e di gran<lc mobihtà ll. Gli ufficiali doveva1:o avere « somma attività e capaciti l> ed i gregari

pattuglie, sropcrte, esploratori l>; ma più s,Jecialmente per venire inapiegata « nei paesi montuosi, nelle d ive;.se fa~ioni della guerra minuta ll. L 'importanza d i tali compiti rendeva cvide,n te l'esiguità degli effettivi del nuovo Corpo, ed infatti il La Marmora aveva. accr.nnato, nella sua proposta, idla possibilitit d i aumentarne -l a for;,:a, qualora. iJ p rimo reparto crn;tituito avesse be.n ris;)osto all'a.speUazione. Il Re Carlo Alberto, tenendo presente taJe proposta, col R. viglielto sopra ricordato, costituì il nuovo Corpo di. uno Stato Maggiore e di 2 compagnie, a l comando di un maggiore « con la riserva d i costituire in processo di tempo un maggiore numcrn di co1t1pagnie secondo che richiederanno le occorrenze del servizio ll. Le d Lre compagnie bersaglieri - a.ll'ist1 uz1onc delle quali provvide lo stesso L a },fa.nnora, assai bene c0adiuvato da giovani ufficiali entusiasti - poterono subito dare buone prove e far ritenere ben fondata la fiducia in esse riposta. Tanto che 11el 1839 vennero costituite altre due compagnie, e così il primo battaglione


-212bersaglieri era stato formato. La fama dei nuovi soldati piemontesi rrattanto si affermava anche all'estero. Infatti gli ufficiali degli eserciti stranieri che assistevarto alle esercitazioni annuali dell'esc:rcito sardo-pie-

Tr·omba

~rçf PJd (]fF[e1 tftj Seg-Jla.lc di

-tare a S i battaglioni bersaglieri, incon1rò la generale approva,;ione. Gli ufficiali ed i soldati migliori dei reggi.menti di fanteria vennero incorporati nelle nuove unità e, con R. D. in data del 30 d icembre 1848, i 5 battaglioni vennero, infatti, costitu it i. Il La 1vfa1,mora, col grado di generale, ebbe anwra affidata l'alta son·eglianza sull'acldrstramento e sull'impiego del Corpo. Denunciato l'armistizio di Salasco, 5 b.itta;Jlioni bersaglieri poterono cosi 1iartecipare alle caJn,pagn.e del 18-19. Essi e,·ano tutti al comando del colon.nello Savant. J ~in~oli hattaglioni erano comandati rispellivam~nte dai maggiori: Verani, Lions, di Saint-Picrre, Morancl ccl Araldi. Altr i reparti, intanto, avevano assunto l'appellatlivo già glorioso d i l3ersaglieri. Così 4 battaglioni di fanti leggeri, costituiti di volontari lombarçli, che facevano parte della divisione del generale Ramorino, presero il nome rispettivamente di « Bersaglieri lombard i >> comandati dal 1ei1. col. Ma.nara, d i « Bersaglieri lrentini » a.I comando del maggiore V<."l'ini, e di « Bei·saglicri studenti» a.I comando del tcn. colonnello Pasotti, « Bersagl1ièri cli Valtcll i,n a >> aJ comando del capitano Enrico Guicoiarcli. E anche durante la breve e purtroppo infausta campagna ciel 18-19, i bersaglieri seppero distinguersi, in ispccial modo alla Sforzesca, e fe-· cero <.li tutto pcrchè la fortuna arridesse a.Ile armi pir"montesi ; ma l:t vittoda. non sorrise a l loro va,lo,rc ed, anzi, il 1° battaglione dovette accorrere a Geno\'a a se<lan•i la rivolta. Bene a ragione dunque il colo1u1cllo francese 1\'[anin, nei suoi « studì militari sulla campagna del 1848-49 >>, defiiù i Berswglicri italiani quali « soldati impareggiabili». Dati i 1i.sultati ottenuti, il giornne Corpo ,·cnnc rapi-

« Via llbC'J'a ! •

montesc, non tardarono a fermare la loro attenzione sul nuovo Corpo e ad ammirarne le belle qunlitit. Per conseguenza. si tentò di imita,-Ji, e nel 1844, il generale prus.~iano Deckcr definiva il piccolo Corpo come una. fanteria speciale ,·era mente ammirabile; ·nentcc una commissione di ufficiali francesi, dopo avere esaminato l'ordina.mento e l'addestramento dei Bc,rsaglieri, proponeva l'istituzione di truppe simili i11 Francia. Tali truppe, che ebbero presto la forza cli 10 battaglioni, costituirono gli « Chasseur,; dc Vincennes o d'Orléans ». Se i Bersai; lieri rispondevano in pace ,dia fidur.ia in loro ripo~ta e cominciavano :i godere lo s:,eciale aliclto della :-!azione, occoric,·a che essi super.i-sero le pro,·e più ardue di fronte al nemico. E l'occasione non tardò a. presentarsi con la. prima. guerra por l'Indipendenza d'Italia. Nel 1848, all'inizio della difficile lotta, nella quale il Piemonte, ascoltando i'J.ppello della. Lombardia, doveva eroi:camente sfidare la grande e terribile Austria, ven,nero costituiti 2 battaglion i bersaglieri; cli questi, aJl'inizio delle ostilità, sollanto pothi reparti c.cano già costituiti, ed infatti poterono partecipare alle operazioni soltanto tre compagnie, con una forza complessiva di circa iOO uomini. I due battaglioni previsti si poterono costituù·e soùtaJ1to a poco a poco, durante lo svolgimento delle opora;,,ioni: il 1° battaglione su 3 compagnie; il 2° su -l. I bersagliori grandemente si -distinsero in ogni occasione durante la campagna ciel 1848. Questa terminata, venne deciso cli aumentarne 1c unità, ed il progetto col quale, nel dicembre deilo stcs..so anno 18411, il Go,·emo propose al P arlamento di por-

Ber~aglic1•i clcll~tl sulle ,\lpi

damciltc, accresciuto, fino tL raggiungere, nel 18S2, i dicci battaglioni. ì.Jna metà di tale forza, S battaglioni, partecipò alla spedizione di Cl1Ìmca, dove i bci·saglie ri, in nobile gara con gli zua,·i francesi, accrebbero col loro


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eroismo il pr~stlg10 dcUc a.nlli piemontesi. Essi s i coprrrono di gloria a.lia battaglia -della Cernaia, m,t ebbero il :dolore di perdere i l loro venerato fondatore, ucciso a 55 anni da.I colera. A sostituirlo, venne chiamato il gen . Cialdini. Per la cawpagna do! 1859, i 10 battaglioni bersaglieri vennero prontamente mobilitati ed il 28 aprile avevamo già raggiu n ta la forza di 695 uomini ciascuno. E,;si fur ono ripartiti fra tutte le· divis ioni <lell'ese,rcito, in r agione di 2 battaglioni per ogni divisione. Un nuovo battaglione venne costituito in A-· lessanclria, con gli clementi già istrniti presso le com-

'l'a.Ltica d-i llersa g-licrl ciclisti

pagnie deposito;

ma esso non potè partedpa.rc alle

OIJc>raziQn i

Durarne la nuova gucrn, Ì b~saglieri ò(.)l'pero mostrar;,i dc!1ni del loro "br.eve, ma glorioso passato, e s1 Ji~t;n~e-ro n ei fatti d'ar:ne d i l',destro e d i Vinza:,:lio, di M:igcntrt. <l1 S . Martino. Le perdite subite dal Coruo dei bc:-saglieri duran te ìa s ~cnnclo, guerra per l1in1

dipendcn~a italiana, filrono d i 19 u'ficial i morli e ili 18 feriti, d i 140 uomini d i trupp:1 l\ccisi e di 6Je feriti. Dopo le anncssion i, ar grachtale aumento dclk forze militari della Nazione, non poteva. non con-ispondere un aumento delle \mit:à dei bcrs.-iglieri. Infatt i, nello stesso anno 1859, i battaglioni de l Corpo, dopo l'annessione ddla Lombardia, vrnnero portati a 16 e ne.i l~-60, dopo l'annessione <lell'Emil'4 e doHa Toscana, ,rag;:,riun sero il nu:nero <l i 2i con 14 compagnie deposito.

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scuno: a.i singoli ·hruttaglioni ,;-ei1J1c· lasciato però il nu mero rispettivo e la necessaria autonomia tattica. I . 6 reggimcnti btrsaglie:ri, all'atto della loro costituzione, ebbero sede !"Ìspettiv-a me.nte a Cuneo, Como, Modena, Ra,,enna, Livmno e Capua. I battaglioni di nuova formazione venne1·0 impiegati, d ivisi in paircechie colonne mobiJ.i cd in nume-rosi distacoame;nti, n ella repressione del b1,igan laggio e concorsero effica,cemente a ristabi-lirc !'ord ine e la sicmcwa 111cll'Ita.lfa Meridionale. :'.\'el 1864 i reggimenti bersagliaci vennero ridotti a 5, ciascuno su 8 battaglioni attivi cd 1 compagniia deposito, ma, ne.i 1866, nell'imminenza della nuova gucrn, per l'unità nazionale, ,pur non mutanclo.,i il numero dei reggimenti, i battaglioni del Corpo vennero portati a. 50, senza che per questo venisse a manc,ue ai reparti la necessaria efficienza. E pa,rteciparono con onore anche a,lh nuova guerra, combattendo con .l'usato valore a Custoza. emuli degnissimi dei bersagliei-i del 1848.. Anche per conquista re all'I talia la crupitalc pil1 degna, l'Urbe eterna, il Coxpo dei bersaglieri offrì un contriLmto considerevole\ pa,rteoipan<lo alla. breve campagna del 1870 con 5 battaglion i. Dopo la presa di Roma, il Corpo subì un nuovo riordinamento e venne rido.tto a 40 battagHoni, ai qua.li fu tolta l'autonomia t attica, per raggrnpparli definitivamente ( 13 novrnòrc 1870.l in 10 reggimenti su 4 batta.glion i. D odic i 0.1111i dopo, con R . D. 29 giugno 1882, i Bersaglieri costituirono, invece, 12 reggiment-i su 3 battaglioni ed 1 compagnia deposito, e ciascun reg,g imcnto venne assegnato ad un corpo d'armata, ne'lle cui truppe suppletive e,si rappresentarono c]egnaJJJentc la fanteria. Nel 1895, ~n occasione delle grandi ma.i10\'l"C, V()JlllC impiegata con la cavalleria una compagnia bersaglieri diclisti, che poi vcnn o conservata, quaJe compagnia organicat pres.;o il 4'\ reggimento bersagiied; e, per i buoni ri-sulta.ti conseguit i, si reputò opportuno costituire compagnie ciclisti anche presso gli a ltri , ·eggimenti. Il che ,·enne effettualo do;:,o il 1901. IP. 12 compagnie ciclisti così CO$(ituite vennero considerate, secondo le is.tn1zioni

Assegnati n e.Ma rnisura cli 2 baitaglio11i ~Jcr cic1~cuna

divisione, i bcnsaglieri ;:,artcciparono, con i corpi d 'armata Cialdini e Della Rocca, ai)che alla campagna de l 1860; ci,·costanza, questa, che occo, re ricorda.re perchè appunto <lu ra11te tale campagna, cominciò a manifes tarsi e a<l avere attuazione l'idea d i imp iega.rii in raggn.1ppamcnti d:i •pitl ba ttaglioni. Infatti, sia presso il 4°, sia presso il l O corpu d'arn1>ata, venne lasciato a cia~cuna divisione un solo ba ttaglione bcu:saglieri, per potere i;unire 1g li altr i in speciali raggruppa:mrqti, da impiegare come avanguardia, oppure quale riserva a disposizione del comando del corpo d'armata. Tale nuovo concetto d' impiego venne tenuto presente anche dopo la campagna, n el nuovo ordinamento stabilito per il Corpo dei be,rsagl>ieri in data 24 genn aio 1861. Con esso, poichè Je · divis ioni dell'esercito . erano state portate a 18, i battagl-ioni bersaglieri r aggiunsero il nu(.\ero di 36, oltre i qua li ç'e.rano 6 battaglioni deposito. E, t on R . D . in data 31 d icembre 1861, vennero raggruppati in 6 reggimenti su 6 baittaglioni e della forza complessiva di 14 1 ufficiali e di 3907 uomin i dli truppa eia-

umciali ciel 1O• J3crs. in g-rande uniforme _rclati\'e, tome Jistac<:amcnti di fanter,i a forniti di mezzi ra1)idi di -traspor to iudivi<luale, che potevano, eventualmente ed in via eccezionale, venire assegnate a coloru1e <li" fanteria, speciaimente quando queste era.no del tutto sprovviste di cavaLleria. Nel 1908 le compagnie ciclisti dei reggimenti 3°, 5°, 6° e 9° ve-nnoro riunite, a titolo di csr,crimento, nel 1° battaglione ciclisti e, nel luglio l\llO, ria.;cun re,;.~imento bcrsa~lieri ebbe il proprio :battaglione ciclisti, formato di 3 . compa.g nie.


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comp:ignla di bersaglieri ron m11rag11a1r1c1 D1u.i111c fa gucna nwndiale anche i rcggimonti bcr~ngHcri vennero gt·:1datan1cntc anmc:itJ.li, ron,e e1.l>r a ,·erificarsi per 1ut!c le altre •Jnib dell'c.serr.i10. e raggiunsero 12i a;:,rilc 19 1i) il numero di 21. I 12 hat1aglioni dclisti, all'in izi() dc Llc ostilità, era.no stati tolti a,i rispettivi reggimenti ,per costituire speciali unità celeri più omor;once. Durante la smobilitazione, nel 1919, con R. O. in <l1ta 21 no,·emb,c, i rc~gimcnti bersa~lieri vennero ridotti nuovamente a 12, forma.ti su .3 ba1ta glioni. Pr,-ssc i 2 p rimi reggimenti \'CJUlC, inoJu·c, ,on~crnto un l>:ittai;lione cicli~ti. Una nuo,·a e pi(1 grave riduzione il Corpo <lo,·ettc ~ubirc col nuovo orclina.nwnto del 20 ar,rile I C120; ma per breve tempo, poicbè ben p,·c.0 to poté conservare i suoi 12 reggimenti (ciascuno su 2 bgl. effe1tivi e 1 bgl. quadro). Con di,,posizione del luglio 1924, ,•eJme stabilito che il bgl. quadro fosse di:.ciolto, e i 2 bgl. effet1ivi tra.-,forniati in cicli~ti. Atru~ ltncnte ( 1926) sci reggimenti sono <.:nmpleta.mrnt(· trasformati in rcgg. bcrs. c;clistì: e sci sono ancora in via di trasfonna7,ìone. R eggi111e11ti b,Jrsaglicri. 1° Reggi111e11to. Costituito ml 1871. I rop,urti che andarono a. formarlo presero parre alle s<igucnti campagne di guerra : 18-18-49, 1855-~6. 1859, 1860-61, 1866, 1887-88, 1895-96, 1911-12, 19151918, 1919 in Tripolitania. I rcp:1rti del r~gg. ottennero le seguenti ricompe11se a l valor militare: l\Jcd. di bronzo, Verona lS-18; mcd. di bronzo, ).fonte Baldo 18-18; mcd. di bronzo, 1848; due med. di bronzo, Genova 1849; medaglia d'oro ( 7° battaglione: <t Per la bella condotta tenuta nella p res,t e battaglia di PaJcstro >> 1859); due med. di bronzo, 1859; mcd. di bronzo, Spoleto 1860: mcd. di bronzo, 1860-61; mcd. di bronzo, contro il briga.maggio. 2° Rcggi111c11to. Costituito nel 1871. Campagne d i guerra: 1848- 49, 1855-56, 1859, 1866, 1870, 1895-96, 1900-901, 1911-1 2, 1915-18. I 1·eparti ciel regg. ottennero ,re seguenti ricompense: 1-[cd. di bronzo, Vc,rona 1848; mcd. di brollZO, Governolo 1848; mcd. di bronzo, Novara 1849; mcd. di bronzo, Custoza 1866; medaglia d'argento, 1916-17.

3° Reggimento. Costitu ito nel 1871. Ca.1111>agne di guerra: 1859, 1860-61, 1866, 1870, 1895-96, 1911-12, 1915-18. I rcpaJ"li d el regg. ottennero le seguenti ricompense: i\Ied. di bronzo, Anco!la 1860; mcd. di bronzo, Aspromonte I 862; med. d'argento, Borgo e Le vico 1866; mcd. d"argento, Carso 1916. 4° Reggi11:e11lo. Costituito nel 1871. Campagne di guerra 1860, 1866, 1870, 1887-88, 1895-96, 1900-901, 1911191.2, 1.915-18. I reparti del regg. ottc,nnero le SCb'l1Cl1ti ricompense: i rc<l. di bron?.o, Castclfidardo 1860; medaglia di bronzo, -P-sitos 1912; mcd. di bronzo, .Bainsizza 1917.

5° Reggiwc11to. Costituito· nel 1871. Carn1>-1gne di gut,rra: 1860-61, 1866, 1895-96, 1900-901, l911-12, 19151918. I reparti del regg. oltcnnero le seguenti ricompense: ~!cd. di bron1.o, Ancona 1860; due med. di bronzo, :,\fola d,i Gcteta 1860; rne<:I, d'argento, Carso 1916; medaglia d'arge.nto, Stcufle e 1Iontc 1-,lclago 1917. 6° Reggime11to. Costituito nel I Si I. Campagne di guerra: 18-18-49, 1855-56, 1859, 1860-61, 1866, 1870, 1895-96, 191 i-12, 1915- 18. T rep,,rl i del rc~ 6. o t1cnnoro le seguenti riw•11pc1?M:: :Med. di brnnzo, 18S9; .n~d. ,11 oronzo, .\,,promon(è 1862; mcd. di bronzo, Custoin 1866; mcd. di bronzo, .Bainsizz:i 1917. ? 0 Re,<ir-i111,·11to. Co.~t ilu ito nel 1871. Campagne d i guer:·a: 1855-::6, 1859, 1860-61, 1866, 1870, 1887-88, 1~95-96. 1911-12, 1915- 1~. I reparti ,lei regg. cl!enncro le SCi:'.llCnli ricompense: l\k<l. r1i brn111.0, Sa.n Mr..rtmo 1859; rr.td . di Lro nzo, Custo?.a 1866; nwd. d'ar,;ento, Ja miano-Fionda.i· 1Cl17.

8" Rcggime11l0. Costituito nel 18i I. Campagne di guerra: 1848-49, 1855-56, 1859, 1860-61, 1866, 1870, lf,S-✓ -88, 1395-96, 1900-901, 19 ll - 12, 1915-18. I reparti del rcgg. ottennero le seguenti ricompense: due medaglie di bron?.o, :S:ovara 1849; mcd. di bronzo, 1859; rneci. di bromo\ i\lerg:1eb 1911 e LcbJa 1912; med,1glia d'argento, Cadore, Piave, V ittorio Veneto, 1915-18. 9° I<eggime11/o. CostillllÌlo nel 1871. Campagne di guerra: 1866, !'!70, 1895-9~, l'll l-1 2, 1-.15.1~. i r<>p'.lr-


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ti del rcgg. ottenner o le seguenti ricompense : Medaglia di bronzo, San G iovann i in P ersketo 1869 (durante tumulti contro fa tassa sul macinato). 10° Reggimento. Costituito n el 1871. CamJX!gnc d: guerra.: 1860-61, 1866, 1870, 1895-96, 1911- l2, 1915-l8.

.I1° Regg·i men/.o. Costi tui to nel 1883. Campagne di guerra: 1860-61, 1866, 18i0, 1895-96, 1911-14, 1915-18. ~l rcghimcnto ottenne le Sèg•Je nti ricompe113<.; : l\1cda glia d'oro, e< per cs~ersi IYirticob .rmcn lc <lislÌ!lto per :r;ro.,,e di rnira1,i'.c valere ~ di cscmpla,re ferrnc;ZZ:1. nel fatto d'ar m~ <:le' 23 ottobn: 19!1 davanti a Tripoli.,,; mE"daglia di bronzo, /,~abaa 1913; m erl . ò'a.rgcnto, San Michc:lc del Carso l \lJS; mcd. d'a,rgento, Carso 1916 (bat-

contribuiva aila riconquista <:tcl primo lembo della Patria invasa, ricongiungendosi n eilla glc.ria ahle più antiche e fogide trad izioni dei Bersaglieri ll (Fagarè, 1617 novembre 1917; Basso P iave, 22 giugno 1918, 2- 6 luglio 19 l8). 19" Reggi111enlo. Costituito nc:l- 1917 . Can1pagna di guerra 1917-18. 20" Reggimento. Co5titui!o nel 191 7. Campagna di guerra 19 1 i -18.

titg~ione cklrist i): n,ed. d argento, Fl,.H1·dar 19, 7.

12° Reggùueiito. Costituito nel 1883. Carnragne di guerra: 1860-61, 1866, 1870, 1895-96, 19 11- 12, 19151918. l reparti del ,-cgg. ottennero le seguenti r icompense : Med. d i bron7,o, Bor go 1866; med . d 'ar gento, Sleme 1915; med. d i bron1.0, Bainsiz;,;a 1917. 13° Reggime1,to . Costituito nel 1915. Campagna eh g•1e: rn 1916-18. Ricornpcme · '.\f..:d. rl'areeHlo ndlJ <.!ella campagna .

14° Rcggimeu/.ù. Costituito nel 1916. Campagna d i r ucrra 10 l 6-18. Kicomrense: ì\'J:ccì. d i hronzo n ella <letta c:1n1.=1agna.

15° R eggimento . Costitu ito n el 1915. Campagna è i guc,n·a 1915 -18. Rico1npense : 1'kd. di br onzo, Carso

191 ' . 16° Rogg·i meu to . Costit uito nel 19 15. Campagna di guerra 19 15-18. R icompense: ::VJc.d. ri i bron,.o nella detta campagna.

17° Reggimento. Costituito nel 1')17. Campagna di gc1erra 191-ì-18 . R ico,,1pcn,c: 1-[ed. d'a r gento n ella <letta -campagna. 18° Reggime1<t rJ. Costit u ito nel Fili. CampagIYa di gueirra l 9 l7- 18. R icomp<;lnse : ::-Ie<laglia d 'oro: « Con impeto fulmineo si get:;i.va sul nemicç, passato sulla dest ra del P iave, fiaccando11e in mischie furibonde la d isp,:nta tenilcàa. Con cnlusiastko sacrificio d i san gue

ncrsaglicrl 111 trincea 21" Reggimento . Costi tuito nel 1917. Ca.m,pagna d i b'lterra 191 i- '1 8 R icompense: :Me<l. d i bronzo, Bainsizza 1917. 1 reggimenti dal 13'' a.I 21° vennero sciolti nel 1919. Drign.te 13ersagl·ieri. Vennero costit uite clura.nt-c la guerr a . La l" (1916) coi regg. 6° e 12° ; la 2" (1916) coi regg. 9° e 11°; la 3' (1917) coi rcgg. 1," e 18° ; la 4• (19li) coi regg. 14° e 20°; la 5" (1917) coi fcgg. 4° e 21°; la 6" (1-918) coi :-egg. 8° e 13°; la 7" (1918) co i n:gg . 2° e 3°. Dopo la guerra furono disciolte. Bersag/,ieri a ca-a•a/lo. Spccia.liti, di B ., propo-sta dal gc-

Ufficiali tlel bersaglieri in t enut,a da campo

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Tattica dl ucrsagliel' i ci-cllsLi

ntmìe Griffini nel 18(5..i, ed .i sti tu ita nel 1875 dal Coman<lo Generale d i Palermo, che n e organ izzò <JUattro p loton i di 24 uo min i, con 1 caporale e 1 sergente. Furono istituiti ptr comba ttere il l>rigantaggio ; erano a rmati d i fucile Vettcrli senza sciabola-bajonetta. La lx,rélatunt ern quelfa dei carabinieri, con bisaccic da cav;dlaria.

d ifesa d i Viceni::a e di Venezia. I n giugno furono aggregat i ai << Bersaglieri <lei Po i> dai qua li poi s i distac- . carono per tornare a Venezia. Bersaglieri Corsi. lstituiti nel 1805. Si d istinsero ac.1 ,\usterlitz e a ,Tena.

Bersaglieri A lto Ren.o (V. Alto lfono) .

Gare cli sai r.o (60 Ber sag-J.ieri)

Bersaglieri Bresciani. Istituiti per arruol·amento volontario a Hresc ia nel 1805. Forn,a.rono un 1,gì. diviso in 6 cp. cia.snma d,i 100 uornini, ,d comando del colo,nnello l ' ranccsco Gamba.ra. :Ma non. diedero buona prova. P1·ccedcntùmente, nel 1800, il capo di battaglione P ietro F-orcsti aveva organizzato un bgl. <li B . B. su S00 11. e n el 1801 esso ven ne riunito, i nsieme con _altri 2 bgl. d i fantoria leggera, in una << mezza brigata di fanteria leggera» d i cui fu comandan te il f ontanelli. Nel 18 13 fn crea to in Brescia un a.1.tro hattaglione di B . B., ch iamati anohc Volontari bresciani. Ebbe vita brevissima, fin{) ali.a metà del 181.4 . l:j~rsaglicri civici cli. Schio'. Corp o franco costitui to a Schio il t• aprile 1848 agli ordini dd capitan o Arnaldo Fus ina to e de i tenenti Clemente Fusina.to e Francesco :Brocchetti, della forza <li 3 u fficia:li, 6 graduati e 46 bersaglieri ; vartecipò ai comba ttimenti d i Sch io, M ontebello Vicent ind ( 6 aprile), Vallarsa · ( 25 ap rile) cd alla

Bersaglieri d'Africa . (V. Lcg-ione Africima). B ersaglieri del Po. Costituiti nel 1805, parteciparono alla.. ca1npagna dì quell'anno in Ge.Pmania; agli ord ii1i

d i Ilario Ponti ;ii d istinsero a. lllma, ad Austcrlitz, a J ena. B ersaglieri del Po . Compagnia d i vc}lonlai'i costitui:asi in Ferrara ncl!',ipri!e 1848, a l coma,,dc, del marchese Tanc:·edi .Mosti Esl·cnse, de lla forz,t cli 88 bersaglieri c S ufficia li. Fece ,p ar te delle truppe pontificie del gcnt.ralc I)uranJo, a.ggregata at~a d ivisione Forro.ri; il 7 maggio si battè verso Cornuda, e poi al '\ font~ Rerico. e ::tggregata 3.l 2° rcgg. est0ro. In quei combattimen ti la com)):tl;:nia Bersaglieri del Fo ebbe 30 11on1i1n i f uori cornba.ttim~nto su 90; il Du,m11do ebbe pa.rok d i encomio s ulla cond otta. da ossi tenuta a Cornuda. L ' anno dopo, 1$49, i BcrsagLieri del Po, cresciuti di


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::numero e r iorganizzati su 6 compagnie, forinarono un bat taglione, ftl comando del mag giore .E,nrico F rancia ; dcstiuati nella l\.for ca. <l' /\ncnna, la 4" cp. ebbe uno scon·;tro con gli Austriaci al ponte delle Sirene, e difese le Jn ura della città, al Lazzaretto. _ L'ur.iforrnc dei Bersaglieri <lei Po consisteva in un'l b lusa. di panno scu ro con una grande croce sul petto cd m n cappe llo aWitaliana con piuma da un lato; la han-1

Bcrstigl-ieri del Tebr/J. Cor.po d i vç,lontar i dello Stato Pon tifici0, detto anche dei « f inai,z,u i Mobili >l, costi:uito su 2 compagnie uclla forza complcs3Ìva d i 236 uomini che, agli ord ini <lei capitano Cullimaco Zambian · chi, p ie.se pa.1te a ll t difesa d i Roma r.el 1849. Nerwp)ie,·i Garii•aldini. Ebbero questo non.e alcuni •ici revar ti cl1e combatterono con Garibaldi . Nella campa gn:i. <le: 1860- 61 combatterono al Volturno i b.lttaglioni bersaglieri Menotti Gai·ibald i, Boldini, Specchi Sgav1!lino e T m1ara.; -il 2 ottotre a Castel lVforrone sl trovò i l hatbglione BronzcLI i. Nel.la c1mpagna d el 1866 iurono fra le trui,pe g,t.l'ibaldine i; 1° baltac;lione bersaglieri, comandato d al M Òsto, che si segnalò a 1fonte Suello; il 2° bat ta.glio,ne bersaglieri, comandato dal Ca!òtellini, che c.:nnbat.lè il 25 giugn,, al Cd-faro erl il 4 lu glio a Vezza o·Gglic.; una co:1:1pag:1ia. di << Bersaglieri ì'a!ltellinesi >>, conn nchta -d al capitano Salis, che com-

Labar o llel 6° Bers. in guerr a

e

-d iera del Corpo òeposita.ta nel M usco del Risori;i·m ento d i Fen-a.ra.

Bersagli~ri del Re11-o . Battaglione di • voiontari, in mag-gioranza bol0f,~1Csi, organizzato a Bologna nel 1848 dal ·mar chese P ietr o Pietramellaxa, e f01·te d i 600 uomin i,

Sali.o ne l vuo to (6° Bc,r saglieri) h:=t..ttè l' 11 luglio a Bormio, ecl inline una com;)agnia di ber~aglieri comandata dal capitano O liva, che wmhattè il 16 lugli0 a Condino e Cima.go

!3asa.gl-ie,-i J,ivome:.i. Compagnia di volon l,tri formatasi a Livorno nel 18-18 e destinata a far parte' del corpo <l-i spedizione toscano; era cond0tta da Virn:eJ1zo 1 Ialenchini e si disti nse a (u rtatone ove protcs5c la riti1-ata dei volontaJ:i toscani su Goito .

"'-• 8 comragme . Combatte valorosamente a Vicenza mc:a·itan do un particolare encomio del generale Durando. N elh pfr11,wera del 1849 parrti p~r R oma par ted~ ando Rlh d ifesa de!la cit tà, d urante la quale s i d i-stinse a Villa Pamµhi li, a Villa Corsini, a i Pa<rioli, per -dcndo nella. '1ot ta il propr io corn1n<lantc. Dopo la par,te.nza di Gruribaldi e la caduta della Rc1iubblica Ro1111na. :il battaglione si sciolse.

Bersaglieri Livornesi. Compagnia di volontari for mane.I 1848 su 4 compagnie n.l servizio del G overno provvisorio di Milano. Al comando di Luciano 1\'lana.ra partecipò alla campagna <lei '48 con la d ivisione ciel gener ale Dur ando fu10 alla caduta <li Vicenza ( Il giugno) e<l -il 6 a.gosto passò in P iemon te, ove fu aggregalo alla d ivis ione O livieri; nel 1849 fu i:ncor porato nei bersaglieri piemontesi assumendo la numerazione di 6° battaglione, ma conservando l'uniforme ori~inaria ( tunka verde scura e paraman i scarlat ti) e p assò agli ordini


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del gen. Ramorino; con questi si trovò a l disgraziato . combattimen to della Cava ( 20 marzo), dopo il quale fu iml,a.cato per Civitavecchia, d onde raggiunse Roma par pa-rtecipare alla difesa della città. Si distin.,e in tutti i combattimenti e nella spedizione di Velletri. Con la caduta della Repubblica romana il bgl. si sciolse. Fra gli ufficiali dei B. L ., rimasoro famosi i nomi del 1lanan, del Dandoìo, del Morosini, del Bronzetti, del Nicote.ra.

Bersagheri P.1anto;;ani. Corpo volontario organizzato da Napoleone Mambrini a Gazzuolo nel marzo 1848. In or igine era su 4 cp. comandate da ufficiali eletti dai volontari; prese pane a i co,nbattimenti dei Du·c Castelli (22 aprile), d i Castellaro (23) e cli Governolo (24) agli ordini del gen. Bava, coman<hu ,te il 1° cor,po d' armala piemontese, che ne afrìdò il comando al tenente Am lm:igio Longoni; ne fcco.ro •p,:,,rte in quelle giornate

L egione Tridenf.ina (V.) allorchè questa fu congedata, (-settembre 1848) formarono una cp, di B. T . che, ai comando del Vcni.ni, entrò nella d ivisione mista del gen. Olivieri; a llorchè questa fu sciolta, dopo Nova.l'a,. i B . T. si recarono a Roma, ove giunsero il 1° maggio , 1849, entrando a far p,i.rte del battaglione del maggiiore· Baroni col qua le si distinsero nella dife.sa deUa città. Be,·.;aglieri Valtellinesi. · Corpo volontaa·io della Valtellina , comandato dal Dolzino, che nel 1848 fu inv iato. a guardia dello Stelvio, In seguito, raggiunta la forza di circa 500 uomini, questo Corpo, coman<lato da'! mag-•

Goffredo Mameli e Nino Bixio. Dopo Governolo, ridotto a 182 uomini su 2 cp., il battaglione fu invia to al blocco <l i JVfanlova: il 26 setteml;re le 2 cp. furono sciolte e 1' 11 novembre i pochi superstiti, insieme coi volontari mod enesi e reggiani, furono incoq)(~r-i.ti in un battag;lione di bersaglieri p iemontesi aJ comando de I 1naggic re Antonio Arai-di.

Busaglier-i Parn,cusi. Ebbe questo nome una colonna di volontari che a.g li ordini de l capita.no .E ugenio L eorui.rdi combattè a Villafranca ed a Saud.rà il 26 e 27 aprile 1848. Anche il 10 febbraio i849 il conte Sanv;. ta.le e Gaeta.no Can telli oùcnnoro dal Governo p rovvisorio ,d,i formare una comp,ti;nia d i 150 bersaglieri da aggregarsi. al 1° bgl. bersaglieri .pie'J\1ontesi, nut questa _compagnia fu inviata al deposito d•i Tori110 e non p•res,: parte a lla campagna. Bersaglier·i Toscawi. Ilattaglione ist ituito dal generale Ferra.r,i rnèll Gra.tducato :.Ii Toscana ( 1854). Era forte di 617 u. divisi in 4 compagnie . L 'un iforme. fu simile a quella dei cacciatori tirolesi. Bersaglieri Trentini. Un centinaio di volontari clclla

Monumento a i ca, luti nella caserma AJcssandro , La ~larmora in Torino giore G iuseppe G asoa, passò alla dipendenza d el gen. D'Apice, al servizio del Governo provvisorio lombardoI Bers. Valtellinesi combatterono: il 20 aprile 1848 a :'lialè, il 15 giugno a l passo di S. Maria, il 27 h1glio al T onale, 1'11 ago~to a·I Passo dollo Stelvio . Dopo la campagna pas5a.rono 'Ìn Piemonte e vennero incorporati in , p:u-tc nel 19° fanteria.

Bersaglieri Valtellinesi. Corpo volontario (un battagl-ione) costituito a Novru-a in pr incipio elci 1849, con: volon tari valtellinesi e bergamaschi, di cui buona parte· aveva militato n el battaglione precedente, Prese parte alla campagna del 1849 nella brigata Solaroli, al coman--


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do del rnagg. Enrico Guiccia.rdi e meritò a.lla batt. di Novara la menzione onorevdle. Dopo la campagna il bgl. verme d isciolto.

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d i scuole o ~u-ppi premilitari a carattere pretta.mente bersagl iercsco; e) p romuove, mediante attiva propagaùda, svolta in

cooperazione con le sezion i, la costituzione di nuove sezioni, nelle divorse città; d) prc,nd<.> tutte le ini~iative che servono a diffondere no! popolo la conoscenza delle glorie del Corpo; e) rna.nt.iene contatti e rapporti con le Autorità mi11tari [Pti' la d ifesa e per la conservazione dclie tradizion i e delle caratteristiche del Corpo; f) d'accordo con la Direzione competente collabora. allo svilllp po <lei ?.Iuseo Storiico, interessandosi alla -raccolta dei cimeli e 1:icordi cd a q\lanto possa essere dalla predetta D irczione ,·i.chiesto.

)l:rnumento n azionale al Bcrs;tg-Jiere inaug-umto a Ponte cli Gotto nel 1926 Bersaglieri Valtclli1tesi. Nel giugno 1859 a Sondi·io si formò un'altro corpo volontario d i Bersaglieri Valtellinesi che, al · comando del maggiore Angelo Vachfori, fu incorporato nei Cacciatori delle Alp i, pairteci-pa.ndo bdlla.iHemente alla campagna; venne sciolto il 20 maggio 1860. Anche nel 1866 una compagnia di Bersaiglieri Valtellinesi,· comandata dal capita.no Salis, fece pa1·te dei Bersaglieri Garibaldini e prese pa;rte a.J combattimento del1'11 luglio a Bormio.

D. LonùMr,10 ( 18-19)

R. Bresciano (1813)

Associu.z·ione Nazionale Bersaglieri. Costituita nel 1924 dalla trasformazione d'una Fe<lerazione fra Associazioni Hersaglieri preesisten ti. Ne ebbe la presidenza onoraria S. A. R. Emarrnele Filibe,r to d i Savoia Duca d'Aosta. Conta una cinqu,mtina di SC2Jioni (1926) . Ha w1 organo proprio di stampa nel (< Velite d'Italia 1,. Condizione essenziale per es..,ere sooi è cli avere a,ppa.rtenuto con qualunque g1rado e in qua:]unque epoca per a lmeno tre m esi a l Corpo dei Bersaglieri, anche come medici o cappellani. L'A. N. B. non ha scopi po1itici, e il suo fine essenziale è quello di mantenere vivo e inalterato lo spirito bersaglieresco ; per qtH',5to: a) mantiene e promuove le più ccr<liali relazi9n i con i reggimenti bersaglieri e con gli organi superiori da cui essi d ipendono; b) appoggia e p romuove le iniziative di costituzione

...

Bersaglio. Costituisce bersaglio tutto ciò che si vuole co l.iire, s ia col tiro delle a rmi da fuoco che con le anni da g illo e con le armi da mano. E dicesì bersaiglio il segno (:ui -si 11'1<li.riz.za la. mi.ra. di ogni sorta d'anni per abituare ' j'] t·iira tore a. tenere giusto il colpo. Bisogna d istinguere: a) Bersagli da guerra. Costituiscono l'obbiettivo che si vuole colp ire e contro cui s i deve dirigere il fuoco. P er la fanteria. ·s ono !Jc.rsagli: uomini, ca vall i, quadrupedi da soma e <la tra ino ( Qllesli .,0110 bcrs1gli animati) inoltre mater iali da gucr•ra, ostacoli che servono di riparo ai combattenti (bersagli fa1an imati). Sono bersagli dcll'artiglie1ria: fortificazioni permanenti e campali, depositi dì munii:ioni e di mat.,ria:li; batte1·ie, truppe, palloni, aeroplani, d irigibili, localiti,, comunicazioni, opere d'a,rl'C di vie ordinarie e ' ferrate, impianti ferroviari, navi : cioè essere animati o resistenti. I bersagli, secondo i,l modo come sono s ituati rispetto a ch i escguisce il tiro, si possono classificaire: in visibili (se scoperti alla vista); rum ,·isibili, o semplicemente r/.; f;/ati ella vista, se ,l'ostacolo coprente intercetta scilo la vist1ale, non la traiettoria , o se sono mascherati in modo da non essere visni; dejilat·i alla 1:ampa. ( vale solo per a.i·tiglier ic), quando l'ostacolo coprente J1on intercetta. solo la visuale, ma -anche la visione della vampa a l momento dello spaa-o; cope·rt·i o defila.ti al tiro, se n on possono es.-:;ere coJ1piti da. nessuna traiettoria, pc:r quanto cunra; ripatJ:ati, se s i trovaJ10 a ridosso d'una ,1:na.ssa coprent~,. di Utl paira•p etto in tePra, di un a.rgi..nc, cli uri muTo, n ell'interno di una ca.sa., <li una ca.sa.matta, di una ton-e, di una cupola, ccc. Aà ogni genere di bcrsaglio si conviene una diversa specie di tiro ed un d iverso genere di pro ietto da impiegare . I bersagli, secondo la loro natusa, si prestano ad essere obbiettivi più oppol'!una.mente <ldla fante.ria o di una specialità. piuttOGto che d,i tun'albra dell'artiglieria. Sono Lersa.gli pei: ·l'a.'l'tiglieria da campagna, a cavallo e da montagna, ed in genere per l'artiglieria leggera: i bea·sag,li Ql1,i:rnati, i Lersagli inanimati mediocremente re;;istcnti (batterie scudate, mate,·ia.le da guerra, parapetti, m,LTi, abitali non robusti, località, n.idi {li m it,aglia.1,rici); per le artiglierie pesanti campali e per 1e at·tiglie,re pesanti : bersagli animati ebersagli resistenti (opere di fortificazione, mater-iali da. guerra, ba tterie, panupetti di terra, reticolat i, 'difese acces.so,rie ccc.);. ,per le artiglierie d a costa: navi coraz7.a.te, naviglio leggero siJurante, navi traspe>rto,

ecc . ~

per le ar tiglierie controacrei: essenz ia lmente dir igibili. ('(] aeroplani. -Secondo il modo come s i offrono a.I tiro i bersagli .cii possono distinguo.re in ve-rticali ed orizzontali.


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Bersag'ii N" csNcUazion i Cli ti r'o in mare

b) B ersagli per esercitazioni, scuole di tiro e per tiri esperienze. Se per armi portatili, sono costituiti da telai, di legno o d i ftio d i ferro, rkope,:ti di tela e carta, di dimensioni e, forme va.Pie a seconda deUa specie d i esercitazione che si deve compiere, talvolta sagomati per rappresenta re uomini (in piedi, in ginocchio, a terra) e quadruped i. Sono fermati al suolo con puntelli o t iranti. Nelle esercitazioni di t iro individuale i bersagli sono rettangolaJ·i e al centro portano un dischetto bianco <letto cc ba.rilozzo »; nei tiri collettivi si usano invece ben,-agli sagomati. Per l'artiglieria si usa.no: bersagli sagomati rappresentanti uomini, quadrupedi, peni, vetture, occ., costituiti di lamiera o di tavole, op pure da telai <li fil di ferro o d i legno, r icoperti di tela; teloni o tela i rettangolari, d i dimensioni va1·ie, ricope-rti di tela. Talvolta si impiegano, CDme be<rsagli, anche affusti e vetture d i mate.!'iali fuori servizio. Per il passato si usaronD. talora. bersagli mobili fissati su slitte, oppure su tèlai d i ferro muniti di ruote e trainati a distanza per mcuo di funi e canucole. Si possono impiegare anche come boi-sagli nelle scuole di tiro: d all'artiglieria da campagna muri reali o simulali, parapetti in te1•ra, difese aCCessDrie a•ppositamente costruite; d all'artiglieria pesante, oltre quelli suaccennati, batterie in terra, armate di pezzi s imulati con-a[usti in legno o fuori servizio, mur-i <li scarpa visibil{ o mascherati, magazzini e ricoveri costruiti come 'lo sarebbero in guerra. e talvolta anche vecchie opere d i fort ificazione. I bersagli <lell'a,rtigliesia cont-roaerei sono palloni liberi, o frenati, ma piit specialmente cc a0roplan i sagoma» COi;tituiti da un tela:io leggero, ricopertD cli tela, foggiato ad aeroplano, il quale è sostenuto da un pa.lloncino che si riemp ie di id1°ogcno a l momento dc:l' impicgo. Si pDssono inoltre impiegare, sia pc:t· le a rmi portatili che per le artiglierie : bersagli a. scomparsa automatica, che cadono a llorquando sono col.pi ti ; bersagli ,e indi-cazione automat ica, i quali, appena colpiti, modificano il lorn aspetto in modo chiaramente v-isibile dag1i osservatori ; bc~rsagli apparenti e scomparenti, per simulare o la ma;rcia delle fantede scomparenti dietro i ripar i e le pieghe del terreno' .per riapparire in altri p unti, o tiratori che a ppaiDno momentaneamente ·per f_a r fuoco e che poscia s i rimettcmo al coperto. ai

Bersaglio (Marina). Tutte le :Marine da guerra, per .le esercita.zioni d i tiro con le ar-t-igJ-ierie e cli lancio dei silmi, a<lopera,110 speciali be.1-sa,gli i quali possono essere <li va.rio tipo: Bersagli jis.ri : quando si sceglie u.no scoglio ben vis ibile presso un'isola disabitata. In ta:l caso le navi sfilano a co1wcm.iente ~istanza dallo scoglio e sparano le fiancate nel modo prescritto 'l'ilevando i punti di cadu ta da posizioni convenienti i'ÌSpetto allo scoglio stesso, e

nelle quali sono posti gli osservatori (in mare su navi a~positamcnte dislocate) oppure in locaJità de!Ue isole prossime allo scoglio' bersaglio, quando ·vi sono. .Bersagli format1: con ,iecchi scafi: Quando i_ tiri vengcmo eseguiti <la grandissima distanza (superiore a i 20 km.) e si vuole o~-se.rvare anche ht potenza d istru ttiva dei proiettili,. si imp-iegano vecchi sca.fi o na vi radiate dal servizio Dpportuna:mentc riattate pe,· fare eia bersa~lio . Queste vc.;r,hie navi-t>ersaglio vengono rimorchiate, oppure la.scia.te in deriva, oppure, come si è fatto nel 1924 dagli Americani, mettendo le navi in rnoto e ditigen<lole sul mare !)C'.l" mezzo della ra<.lio-lclcmecc,rnica, c:on comandi posti su a ltre navi. Gli Americani per guesta esperienza imr-,iegarono le navi da battaglia della cx J.\tiarina. gcnnanica avute dopo la guerra appunto per ta-le s,copo. Eet'sapti ngolamentar·i: Più generalmet'.tc si costruì.. scono grandi zatteroni, sormontati da aste sulle quali vengono ,distese (lclle ,tele ro,,e. Gli zatteroni, che hanno una lunghnza d i una <liecina di metri, vengono uniti in numero ta le da raggiungere la lunghezza di un bast imentD di medie ch rnensioni. L e "''e di cui sè-no forniti hanno un'altcz;:a di I metri. V~ngonò posti a rimorchio d i apposite navi che li trascinano con lunghi cavi galleggianti. E' p rescritto che la lunghezza. de l rimorch io s ia 9ari (per le medie distJnze) açl 1•n decirr.o rlclla dista11za d i tiro. Questi bersagli servono anche per l'art iglieria. da costa. Oltre a quest i zattc,roni slono altri uCJ·sa,;li <.i i dimensioni minori che ;wr v0no r.er il t.òro delle meà ie e piccole artigli~ric del navi'llio s ilurante. Quetsti bersagli devono prestarsi a ra.~i:;iuugere una elevata velorilà anche Qllando tra.scinati a rinlorchio, c,.:l hanno per-ciò una specie di chiglia a piano inclinato che li fa solleva.re dall'acqua, (JUando trascinati, <liminuc,r.do 'la resistenza. Questi bersagli p rcndcmo il norne di e, s littanti >>. Nella. :Marina inglese in fine si 113:1, wrmontare gli ;;alkrnni con u n fitto traliccio di a!li paletti, il ~1ua le, pm essendo ben visibile anche d'.t lontano, offre poca resistenza alla spinta del vento specialmente quando questo soffia. latcra.lmcnte. Quando i hcrsa,ili sono co11d0tti a rimorchio nelle esc,·citazioni di tiro, oltre agli osserva.tori sugli idrovolanti, ne vengono insta llali alcuni sul rimorchiatore per prendere le fotografie delle salve e rileva.r e, con appositi strumenti, i punti di cadu ta.

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Bersagli per silu.ri : Sono costituiti in akuni casi da zaHere simili a qudle dei bersa~li per i tiri con le artiglierie e vengono ancorati in apposite localitì che .-ispondono a requisiti voluti specialmente nei rigua1·di della fac ilità d i ricupero <lei siluri la,ncia.ti. I siluri, approntati pe-r gli esm·cizi, ha1lllo una a:pposi ta testa scarica (porta.ti al peso voluto mediante introdu-


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z ione çli acqua) e non sono perciò pericolosi. Su'lle r.a.tte;rc-bcrsagli possoiw per conseguenza mettersi gli osservatori i qua.E controlleranno se il s iluro passa sotio il bersaglio oppu;·e '1onta110, e d i qua11ti metri. Jn questi lanci i siluri sono regolati per marciare alla profondità di m . 2 o 2,50. Quando si vogliano fare esercitazioni confro bersaglic, in moto, si sceglie come bersaglio un cacciatorpedi11iere (la cui [)escagione media è di metri 3,50) e si la11ciano contro d i esso, seguendo apposite norme, i silm i regolati a lla' p rofond ità di m, 6. Poiché anche a detta profondità, per la scia che vie11c alla superficie, è sempre pos3ibilc seguire la mar-eia del siluro, si lm modo di giu dkare sulla giustezza o meno del lancio.

Berseth (A.nt. Berea11) . Lùcali_tà della Siria , teatro di battàglia in fine mar7.-0 del 161 a. C., fra Giuda .:\Iaccabeo e il gen. 13:icchidc, a! srn izio d i Dt·metrio I re <li Siria, quale <li~poneva di 20.(}10 fanti e 10.000 cavalli e <loveva vendicare la sconfitta cli Adasa. Giuda non aveva che scaTsissi1!1e ,truppe, 1na affrontò ugualmente la lotta; egli sconfisse la destra avversaria, ma dall'altra parte i Siri sbaragliarono la sua s inistra. Dopo

ri

una g icrna.t;.J. d i lotta 1 essendo ca<luto u cciso G iuda 1 i

suoi presero la fuga.

Bersinicia. Località p resso Adx-ianopoli, teatro di battaglia il 22 giugno <lell'S13, fra Bulga1:i e Riza11tini . Crum, khan dei Bulga,·i, vi battè l'imperatore Michele J , il quale, in seguito alla disfatta subì:ta, venne deposto e costretto a .-itirarsi in un monastero. Qualche s torico dà a questa battaglia il nome d i Adria11opoli. Berta. « Maochina d a fi.c-car pali l> (Crus~a). Congegnp formato d i pia,Ha con tre speroni cd una puleggia, da cui pen de un pesa11tc ceppo o pestone di legno, ferrato in testa (battipalo o mazza-picchio) che tirasi in alto e si lascia cadere sopra i pali che si vogliono affondare, Questi sono imboc-colati con un anello d i ferro, perchè, percossi da ta,:iti co l-pi, non saltino fuori, ma entrino, anzi, nel terreno. Si 'l.LS<'t nei lavori iclrnuIici sui fiumi, a far ponti ed a r.gini, per fortificazioni e pahfttte. l i tipo d i N. da ca.1npagna, leggero, a base triangolare, è quello indi-cato dalla .figura. Berja L11.ig·i Felice. Generale, n. ad Aviglima Berta nel 1847. Paa·-tccipò <la sottoteneute ·nel regg. Lancieri di Foggia alla ca:m!H1'gna d el 1866. Compì nel 1875 la Scuola di Guerra e comandò da ten. colonnel-lo il ,r egg. cavalleria :Novara e p romosso colo1mello (1892) fu nominato coma11dantc della Scuola cli Cava.1-leria. Comandò da maggior generale ( 1893) la 9' e la 7" brigata di cavaJJer.ia e la Scuola d i Cavalleria, e nel 1904 fu nominato ispettore di cav,dlcria e giudice ,presso il T;ri buna.le Supremo d i Guerra e :;vrarina. Promosso ten. generale n el 1905, ebbe -l'alta caTica di ispettore genernle della cavailleria e collocato in po.sizion e au siliaria nel l 913, h a assunto dal 1923 il graido di generale d'armata nella riserva.

Bertacchi (Daniele Simone). Uflìcìa.le vcterin.aTio e scrittore, n. a Ilobbio. m. a Torino (1820-1909). Stud iò veter inaria, laureandosi poco più che ventenne. Nel 1847 entrò, quale uflicialc veterinario, nell'esercito, dove r imase per 42 a,mi, raggiungendo il gra<lo di tenente ,colonnello (1387). Insegnò veterinaria alla scuola militare di Pinerolo e fu fecondo scrittore d i ippiatria militare; fra le munerosc sue opere sono da cihtre: « Com1iendio d' ippologia m ilitare» ( 1860) ; « La questione ippica rispetto all'eserci to >l ( 1875); « Completamento organico <ld Corpo VeteGen. Berta Luigi rinario l> ( 1876); « Igiene ippica militare » ( 1384), ccc. Bertacchi (Paolo). Gen era le n. a Pinerolo nel 1861. Sottot. d i fa11leria nel 1879, prese par k ahla guerra di Eritrea (1887-88) e poscia alla campagna L ibica quale colonnello <lei 22° fanteria (1912) ; si distinse a Ila battaglia di KasrRas-el-Leben, così da -mer itarsi la croce di cavaliere dell'Ordine rnilita1·c d i Savoia. Promosso magg. gen. nel 1915, si trovò all'aprirsi del la gra:ide guer ra comandmte della brigata Emilia ~1ella 1.,ona di Plava e .:\fonte Nero, distinguendovisi. Colpito da infermità. ,~e! 1916 fu <lestinato ai comandi territoria li 6J10 al 1919. -Collocato in P . !\. Iu nel ;923 <promosso generale d i d ivisione. B erlacch:i G·io·vanni, ~1eclaglia d'oro, 11. a Lugo nel 1894, caduto a case ~ambugari CVal Frcnzefa) nel 1?17. Studente di lettore all"Univcrsità di Pisa, non appena scoJ)piata la b'llerra lasciò immediatamente gli studi .p er correre alle a.rmi, se-· guendo l'esempio di suo ,padre Paolo generale nell'Esercito-. Nomina.to aspiran te ufficia le neJ 15i0 reggimento fanteria clicclc ripetute prove di valore, guadagnando un encomio solenne ~-ugli Altipiani, nel comba:ttimento del 16 giugno sul Busibollo. E nel dicembre 1917, durante un furioso attacco, col quale il n emico tentava di a.prirs i il rasso verso la Val Brenta, il tenente Bertacchi cadeva al proprio µo, to di comba,tt imen to, nel modo detto dalla bella motivaz ione della medaglia d 'o:-o, concessa alla meuioria del valoroso, uflicia lc :


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« Eseiupio d i ardimento e d i valore, per oltre vc,nti mesi continui d i t-r incea, trasfuse nei dipenden ti le alte virtù rnifaari che lo animavano e trascinò più volte brillan temente in lotte v ittoriose il ,p roprio p-lotone suMo Zovetto, su'I Pasu bio, sulle :Melettc e la compagnia su l\[. Zomo. In servizio d i posto avanzato, durante un violento a ttacco nemico sferrato dopo intenso bomba,i·damento, con fulgida prova d i incrollabile tenacia trattenne coi suoi uomini lei ,prime ondate avversarie, soverchianti di numero e, gravemente ferito, pers istette nella · lotta, ~ncitando i <li·pendenti alla più strenua resistenza, finchè, col;Jito da una bomba a mano nen1ica, glor iosamente cadde aJ proprio posto di combattimento, senza aver mai ceduto un solo palmo del terreno affidatogli » (Monte Zorno 16-17 novembre; Sambugari, 4 dicembre 1917). Bertalazone (Gfoscppe). Generale, n. a Sa:luzzo m. ; Torino ( 1839-1902) Sotto!. di cavalleria nel 1859, comandò r. da colonnello ( 1884) il regg. cavalleria Genova e ))romosso maggiore generale (1891) ebbe suc{:Cs,ivamenle il comando della 4'" e l O brigata di ca valle.ria. Collocato in posi.zio:1e a·Jsilia ria ( 18%), raggiun~c nel 1898 11 gra<lo di tc11en te generale. Bertaldi (nob. :lugusto). GcGen. Bertalazone neralc, n . ad Alassio m. a Soresina ( 1812- 1887). A. 16 a nni fu cadetto nei Cacciatori Piemontesi. Da capitano partecipò a lla campagna del 1848, e per il suo valore a R ivoli e Volta :;vra11tovana mer itò la medaglia di bronzo a l valore e nel 13~9 a Novara quella d' argento. Promos.~o maggiore nel 1851, con tale .g rado prese parte a lla Spedizione <li Crimea. Nel 1859 da tencn te colonnello venne fe:rito a San Martino e si meritò la croce di cavaliere dell'Ordine militare <li Savoia. Colonnello nel 1860, comandò il 47° fan·• teria e .poi Ju inca.ricalo ciel comando d ella brigata llrèscia; pochi 111esi dopo ve1u1e

p rmnosso 1na.g gior

generale. Collocato a sua Gen. Bertaldl doma,n da , a r iposo n d 1861, s i 1·itirò a Genova, dove n el 1866, fu nominato comandante superiore <lella Guardia Nazionale. Nel 1871 cessò da tale carica e si ritirò a Bergamo.

Bertani (Agostino). Medico, •p atriotta, 11 . a ìviilano, m. a R oma (1812-1886). Laureatosi in modicina a Pavia, iniziò la sua 1nissione un1anitaria. e patrioHica partecipando a lle Cinque G iornatc di l\1ifano, dove combaltè sulle barricate e curò i feriti. Nel 1849 fu alla d ifesa d i Roma e vi prestò l'opera già spiegata a Milano; poscia si stabilì a Ge.no•;a, <love con tinuò a occuparsi dcHa << Gazzetta medica l> d a lui fondata a Milano, mantene,n<losi in contatto col Mazzini e con gli a ltri patriotti. N el 1859 fu medico chirurgo capo dei Cacciatori delle

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Alpi. Fu l'anno dopo uno dei pochi a spingere all'impresa dei M ille, e Ga;ibald i, partendo, lo lasciò a Genova come suo rappresentante : come tale o.rga.niz.:ò le spedizioni )1cdici, Cosenz, Sacchi, e il 12 agosto mggiunse a Me,55ina il D ittartorc, ,con w i nel set! embrc entrò in N",lpoii. Nel 1862 curò Gar ibaldi per la ferita di Aspromonte, nel 1866 ft1i di nuovo :on lui crune colonnello ll1Cd ico capo del!' ambulanza. Sebbene non approvasse la spedizione di Roma dell'anno seguente, giunse luttavia in tempo a curare i feriti di .Mcntapa . t\ssistè poi il l\.fazzin i rnoren te e ne fr ,balsamò fa. sa !ma col Gorini. Fu deputa.lo a l Parlamento nelle Legislature dalla IX alla XIII e nella XV, per i Coìlegi di :\Iilano, Milazzo, Lecce, Pizzighettone, Rimini. Bertatz,i Gi11seppe , G enerale, n. a Pa1ana m . a. S. Prospero P armense (18281891). Sottot. nelle Truppe Ducali Par mensi nel 1851, entrò nel 1859 a far parte del corpo d ei Carabiniel'Ì R eal i a l servizio <lei Governo Sardo ed ebbe da colonnello ( 1885) il comando della legione cli Napoli. Collocato in posizione au;;iliaria ( 1889), raggiunse nel 1894 il grado di maggior generale n ella riserva.

Bertarelli (Edoardo). Generale, n. a Casale Monferrato m. a Tmino ( 1844- l910). Sottot. d' artiglieria nel 1862, partecipò alle campagne del 1866 e 1870. Da colonnello (189i1901) comandò il 5° reggimento artiglieria da campagna. Promosso magg. gene.raie ( 1901) ebbe le funzioni d i co1nandantc d'artiglieria in Genova e <li isp ettore d'artiglieria da campagna; collocalo a riposo (l905J ragg iunse nel 1910 il grado di tenen te generale nella riserva. Bertarido (o P ert arito) . FiGcn. Bcmarelli glio primogenito d i Ariberto re elci Longobardi. Rcgaù in Italia ( 661 - 686) risiedendo a ì\Jilano. Venne a guerra col fratello Gondeberto <l i P avia., che chia111ò in aiuto Grimoa.ldo duca di B ene.vento. Quest i però l'uccise a tradimento, ed usurpò ~l trono a B., che dovette rifugiarsi in Francia. Rientrato in Italia n el 6H, r isali a l trono deponendo il figlio cli Grimoaldo e governò lranquillC\ fino al 679, in cui mosse guerra ad Alach i duca di Trento e di Brescia ribellatosi, e lo v inse e sottomise . Bertelli (Luigi). Ammiragl io, n. a Ge,no'va nel 1831,


.1J1m

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-entTa.lo in scrv1:7,10 nel 1843, promosso contra.mmiraglio ,nel 1880, vice-ammiraglio nel 1S87. Colto e valoroso ufficiale, f u <lirettorc generale del R. Arsenale d i !\'apoli -<la.I 1880 al 1884, membro del Consiglio SUIJleriore d i Marina dal 1885 al 1886, -comandante in capo del Dipartimento Marittimo d i Ven~ia dal 1886 al 1887. Per avere briUantemcnte preso pa rte alle guerre -dell'Indipendenza fu nominato cavaliere della cro•cc di Savoia; all'assedio d i Ancona del 1860 gua•dagnò la medaglia d'argento al valor militare.

223 n i, in modo ohe potesse ruota re su se stessa, c0pren<lo o scoprendo il combattente a. secon:la del bisogno. Le aperture d'ogni sorta munite <li B . dicevansi « imbertescate >). lfortesco11c d i,evasi una bertesca più grande.

Berte/li Giu,seppe. Am·miraglio, n. nel 1868, entrato in servizio nel 1881, ,collocato in posizione auBerteli[ Luigi siliaria nel 1916, promosso contramrniraglio nella riserva navale nel 1923. Fu destinato al Tribunale Supremo di Guerra e )farina -dal 1917 al 1919.

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1JfrteUi Gitiseppe. Ufficia le e scrittore mii., nato a Brescia nel 1847. Partecipò da sottot. alla campagna -<lei 1866, <lopo esser stato allievo del Collegio Militare <I' Asti o della Scuola M ilitare. Quando nel 1872 vennc.ro istituite le prime compagnie alpine, fu tra i primi a iarne parte; dopo 7 anni fu aWistituto Geografico )1ilita re s ino a quaindo venne promosso capila.no ( 1883) e ,destinato al collegio militare di Milano. Nel 1888 lasciò il servizio militare passando al )Iinistcro delle Finanze, <divenendo poi ispettore del Catnsto. Egli fu uno <lei -primi, dei ,più entusia.5li e competenti studios i delle truppe alpine, come lo prnvai•o i suoi numerosi soritti, ira i qua.li: « Discussioni nel campo delle truppe alpi·11c » (1878); « Le t rup'Pe al.pi.ne dxl Cividale a l Falte;rona )>; « Le Alpi e le compagnie a lpine»; cc Le truppe ·alpine nella difesa territoriale <l'Italia» ( 1879); « Il ·montanaro e la recluta a lpina»; ecc.

Bertesca. Torretta, c.-tsotto di legno guorn ito di fc :ritoie, pogta nei luoghi piu alti delle antiche fortifica_;doni per velC1ttare il nemico e per combatterlo al co-perlo <lelle balestre. .Socondo ,],a Crusca : « specie <l i ri:paro da guerra che si fa in su torri, mettendo tra l'un merlo e l'altro, una cateratta adattata in su due perni in maniera che si possa a 11.are ed abbassare, secondo il bisogno dei co:nb:tttenti. Così detta pcrchi: il soldato, coprendo,;i e scoprendosi a suo tak n to, dava la berta e si faceva beffe del nemico JJ. Era <letta n., in genere, ·>;:ni opera atta a coprite e r iparare la pcr.;ona dei ro111bat1cnti. L;t 73. trovasi anche nel vano delle finestre delle cannoniere. Era genen ~lmente cli legno, applicata a due perDert.esca d i finestra

B!'rt~sche ( A) del castello di Mo nlbarct ln norgogrl"a cr., caditoia)

Bertha. Nome dato <lai Francesi (da Re,-iha Krnp,p) al cannone che tirò da un centina.io di km. di distanza su Parigi nel 1918. I Tc<leschi lo chian1arono « schreckliche K anonc ii. Daf.>priltna se ne ebbero sette esemplari, poi ne furono allc.~titi, altri tre dalla casa Skoda : provenil•ano dai logori 381 della marina con tubi interni ridotti al calibro 210. Erano lunghi 37 m. ed avevaJ10 u na gittata massima di crl'Ca 120 km., con velocità iniziale di 1500 m. L'~losivo adoperato era il trinitrotoluene. Il proietto, lungo m. 1,05, saliva a 29 lon. <l'altezza, impiegando 3 m inut i e 3" a supera.re la distanza massima. La 7 costru7ionc fu dovuta all'ing. R ausenberg. Questi B . t irarono su P arigi 898 colpi, e uccisero 402 persone, e ne ferirono 809, a comi nciare da l 23 marzo 1918. Berthaut (Gio:.'a111u). Generale e scrittore milita re france$e (1817-1881}. X ella guerra franco-prus-- i s iana si distinse :ille battaglie di ilourget, di Cham_ i pigny e di )fontretout. Nel Oen. Derthaul 1876 fu nominato ministro de lla guerra. H a lasc iato : « Marcia e combatt imenti ii; « Principi d i strategia i,; ecc.

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Berthelot (A.). Genera.le francese, nato nel 1861. Iniziò la sua carriera nel 1883 quale sottot . nel 1° mavi; si distinse nelle imprese coloniali de.U'Algeria e n el. Tonkino; frequentò la scuola. di guerra. Promosso generale nèl 1913, la guerra lo trovò sottocapo di S. :M. dell'esercito, carpo del repar to operazioni. In tale carica egli ebbe pane preponderante n elle decisioni del •Comando supremo francese ~lurante le battaglie delle Frontiere, della Marna e dcll'Aisne; n el dicembre assunse il comando del , settore di Soissons, ove subì 'Uno scacco, cl1e, però, non influì sui propri destini, tanto che, assunto i! coma11do della 53• div. e posci,t quello del XXXII corpo d'armata, prendeva parte alle oper'?tzioni in Artois e Champagne (1915) ed alla battagl ia. di Vcrclun (1916). Ncil'ottobre del 4916 il Jierthclot fu nominato C<LPO della missione inviata in Romania. per ricostituire l'e,crci!o romeno; r ientrato i n Fra'.ncia nel 1918, fu posto a capo della s• armata. A pace conclusa, il generale Berthelol fu su ccessivarl1en te destina to alla carica d i 15overnatore di Metz e di Strasbm,go. Bertheraud (Alfonso). 1\fe<lico mii. francese (18151887). Fu insegnante alla scuola m ilitare dt Str,1.sburgo, e scrisse varie opere, ira le quali : cc Le ferite di guerra ii (1851) e « Le campagne delht CabiVia )l. Berthet (Fmnccsco). Colorn1cllo, 11. a Ch,u;ibéry 11el 1826, m. nel J899. Fece le campagne del 1848-49, 1859, 1860 e contro il brigan-,, tà.g gio. A11dò a riposo nel - ~ - - -· 1893, ma nel 1897 itccorsc in aiuto dei Greci in guerra contro i Turchi. Aveva J·accolto un gruppo di volontari socialisti, e non volle sottomettersi agli ordini di Ricciot li Garibaldi, J)'Ur vestendo abusivamente Ìa camicia rossa. Diffidato a<l obbedire, non r iuscì a mantenere la disciplina ne i suoi dipendcnt i che furono a Zavarcla persino presi a fucUate da.i Greci, e rimpatriò. P er giustificarsi fece varie pubblicazioni sul1' Avant·ì ! Berthezène (P1'.etro). Generale francese ( 1775-1847). Prese parte a t utte le campagne della Rivoluzione e dell'Impero, distinguendosi nella campagna. d'lta,lia, a Wagram, a Lutzen e a Bau\zen. Fu comandante delle truppe nell'Algeria neil 1831. Lasciò i cc Ricordi Mi:lita.ri>).

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Berthier (Luigi). Maresciallo d i Francia (17531815). Entrò a 17 <Limi nel corpo di stato maggiore e fu 11ominato colonnello nella guerra d'Ame rica sotto il Rochambeau . Generale della guanlia nazionale di Versailles nel 1789, divC111.ne nc/1 1792 genera.le e nel 1796

BER.

capo di S. M . dell'esercito d'Italia.. Noi 1797 mosse contro Roma e l'occupò, e ,poscia passò in Egitto con Na:-poleone. Rientrato in Francia lo aiutò nel colpo del 18", brumaio, e da Napoleone fu nom inato ministro dell<L guerra. Dopo :Marengo curò l' organizzazione delle truppe nel P iemonte. Nel ·J804 venne crea lo J\farcsciallo e fu uno <.lei priilcipali collaboratori d i )fapolcone, che accompagnò in tutte le sue campagne, assicurando con intelligenza la ,perfetta esecuzione degli or~lini impe1·iali. R icompeJJsato per questi suoi servigi col titolo di pr inr..ipe <li Neufcb?ttel, di VaJengin, di W agram, fu tut tavh uno. <lei primi ad . a,bbandonare Napoleone per aderire a Luigi :XVIII. Tornato l'Imperatore, si ritirò a Bamberg dove si suicidò_ Lasciò le ,« :Memorie del campo d'Oriente )> e << ::Vfomorie » au tobiogra.fìche. Bertkier Vittore-L eoj, oldo. Generale francese, fratellocli Luigi (1770- l S0i). Fu ingegnere geografo e ca.po bat- • taglione ( 1794) e c<>ml:>atiè in .Italia dal 1 i96 al 1798. Prqmosso gen.e rale e capo d i stato ma.ggiore ne.ll'esercito d i Napoli nd 179~, fu a.Ila battagJia. della Trebbia dove si distinse. Prese parte alle guerre del 1805 e 1806, segna landosi ad Austerlitz e alla conquista ' di Lubooca.Un altro fratello dèi precedent i, (Cesare, 1765-1809):, fo pme gene.raie francese e governatore deHa Corsica. Il f)adre dei gcn: B. (Giovanni Battista, 172 1-1804) fu direttore al Deposit<1 della gucrrn e ingegn.e r c capo d-el corpo dei topog_ra.fi.

Berthollet (Cla11-rlio L'll·igi, Conte). Celebre ch1miccrf rancc,e (1748-1822). Apparteneva a nobile fa.miglia savoiarda e si addottorò ·n el 1768 " Torino, passando poì. a :Parigi. Fra le sue scoperte, è importante dar punto,, d i vista milita.re .quclla. che r igmLrda. i clorati, e tra. essi quello di potassio, ,Ja cui viva deflagrazione a l contatto del fu_oco e la forza <l'espansione, più forte cl1e · quel-la della pòlvere, gli fé~ro proporre l'adozione per le <Lrrn i da fuoco. In collaborazione col Mongc scopri altri esplosivi. ·Creata la Scuola Politecnica di Parigi, ne fu uno dei .fo::idatori. Sotto gli auspicii d i Carlo Alberto,. Annecy gli elevò un monumento ne l 1844. Polvere di Berth ollct. I l clorato d i potassio ispiròr

nel 1785, a l ohi:rù iw Be1·thollct l'idea <li sostituirlo aJ ni-· trato d i pota.5sio nella COlllJ)Osizione della polvere nera, ritenendo cli dotarla cli maggiore ,,clocità di combustione, accompagnata da grandissimo sviluppo d i calore e <la forti pressioni in iziali. La polvere Bertholletaveva la seguente composizione: Clorato di potassio.• (parti 75); Zolfo (12,50); Carbone ( 12,50). Ma la eccessiva. s~nsibilità del eforato, benchè ,,nescola.to a so-• stanze combustibili, diede luogo a. formidabile esplosivo. che fece vittime umane. Le polveri a l clorato ebbero seguito sotto a lt re formeide<Lte da Strcct (vedi Chedditi).

Berti (nob. Oiov anm). Generale, n. e m. a F irenze, ( 1831-1896). Partecipò alla campagna del 1848 quale:


volontario ni:1 corpo d i spedizione toscano ed a quella <lei 1859 quaJ!e capitaJ1.0 di fanteria al ser vizio del Governo Provvisorio di Toscana. Entrato a far parte del Regio Esercito ( 1860) s i distinse nelile o~razioni del 1861 e del 1867 per la pa,:;ificazione dell'Italia. Mcrid iona,!e, gua<lagnarn.losi una niedagli,t d i argento al valore n ei fatti di )fon.reale in Sicilia (3 settembre 1867). Prese anche pai·te col gra<lo di maggiore alfa campagna del 1866 e promosso colonnello (1875) ebbe il comando del 55° reggimento fanteria. Collocato i n posizione ausiliaria ( 1881), raggiunse nel 1895 il gru.do di magg ior gcnera!-le nel1a riserva.

Bertln (L11-1'.gi E111ib'.o). Ingegnere uava,Je n. a Nancy nel 18'10. _Si recò nel Giappone, dove fu il creatore d i quella marina da. guerra, e di ritorno in Francia fu nominato direttore della Scuola del genio n avale e poi (1895) direttore delle costruzioni navali. Inventò l'oscillog,:afo doppio per lo studio del milio e beccheggio. Fra gli scritti di que_sto eminente ingegnere r icordiamo: « Dad i teorici e spefimentali sulle onde e sul rullio» ( 1874); « La Jl.farina eia guerra e mercantile» (18ì5); « Le gra.n d i guerre civilì del G iappone l> ( 1894); « Caldaie 1mirittime, .e Corso di macchine a vapore ll ( 1896); cc Evohizione della. potenza difensiva delle navi da guerra>> (1905). Bertlnatti (Èntfsto) .. Generale, 11. a Castellamonte nel 1847. Partecipò da sottot. dei bersaglieri alla campagna del 1866, e raggiunse nel 1899 il grado di colonnello, andando al comando del 2° reggimento bersaglieri. Promosso maggior genera le ( 1905)'. fu nominato comandante della brigata Torino •: qu indi membro della. Commissione per l' esa mc delle proposte d i .ricompense a l valor miLitare. Collocato in ,p osizione ausiliaria nd 1909 raggiunse ( 1913) il grado d i tenente generale n ella riserva. f u direttore ,de] :.'.Iuseo simico dei Bersaglieri a Roma . Durante la, guerra tenne la carica. di giudice del Tribunaie Supremo di Guerra e )farina. Scrisse: cc Considérazioni sul le trincee >J .

Bertinoro. Ca.JJoluogo di mand . in prov. d i forlì :ille pen<lki dell'Appennino Tosco-Emiliano, sul torrente Beva11.0. E ' probabi-lrnente il <e Forum Trncnlinorom » r ìcorda,to ,da P linio. Ai tempi d~i Comuni, Federico Barbar◊ss..1. pare n e avesse fatto •u na specie di base d'operazione per riconquL~tare la Romagna; a quei tempi ern già Jorti-ficato e munito d i Rocca. Sostenne parecchi assedi, nei secoli XIII, XIV e XV. Il 17 agosto 1307 vi fu combattuta UJUL fiera battaglia fra le truppe del Malatesta, ']lodesti. d i Cesena, e <juelle di .Pino Ordctaffi, signore di Forlì, che r iportò completa vittoria fugando i malatest iani e facendone 1800 prigionieri'. :\"cl 1350 la stessa Rocca sostenne un seconde assedio cont-r o Lodovico Ordclafii, che J1e cacciò Rartolucdo :waina-rdi, ma dovette impiega.re tre mesi per ~-spugnarla . Nel 1443 B . tornò in potere dei Malatesta. ::-Jet 1496 rcsi;;tet,tc felicemente a Carlo VIII; a;p-

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partenne nel 1500 a Cesa,·e Borgia che h tenne fino al 1503 e poscia fu teatro di lotte tra le. interne fazioni citta<lu1e:

Berti Pichat (Cario). Patriotta, n. e m. a Bologna ( 1799-1878). Studiò matematica e agronomia ncll'tmiversità della sua città, d i cui nel moto del 1831 comandò -la guardia civica. X el 1840 fondò ~I. giornak cc Il Felsineo >> che, oltre a<l ess'!re giornale agricolo, era tribu= di propaganda nazionale, e nel 1846 il giorr,ale cc L'It,lliano ». :'<el 1848 comba.ttè col battaglione Lolognese alla. çlifesa d i Vene?.ia, .riftu•a!1do cli essere deputato cli Parma perchk ritenne viit utile combattere che discutere. Nel 18-19, ritornato a Bologna, divenne comandante militare delle Legazioni: mise l'ordine nella cittil. turbata dai <e Seltembr.isti >> . Passò poi a Roma, tenente colonnello al comando del battaglione bolognese, che si distinse spedalmente il 15 gÌ'lg110 ai Parioli. Caduta '1a repubblica roma11a fu es'.lle in Francia e neJl,1 Svizzera e nel 1854 si stabi lì a Pinerolo ove .'Cris~e I.i. sua opera maggiore i, Istituzioni di agricoltura » . Nel 1859 ritornò a Bologna, che lo elesse deputato_ per le lcgi'slafure dalla VII alla. X; nel 1872 fu nominato sindaco, e nel 1874 senatore. Bertola (Anton-io). Inb<egncre m ilitare p iemont..,.s c dd sec. XVJIT, n. nel 1647 a :Muzzano (Bielb). Coridiuvò Carlo Emanuele III nell'assetto difensivo dél Piemonte e s'i-llustrò 5pecia lmente nella ·difesa di Tori~10 del 1706. :\'cl 1708 progettava ed iniziava i grand iosi lavori deJJ Forte della Brunetta presso Susa, r.h d urarono SO anni Quest'opera fu meritamente vantata. come una de·lle prime fortezze d'Europa. Nel 1713 iniziò i lavoi'i a Yenestrelle, che vennero ~ominuati da Ignazio. J;ertola Ignazio, nato Roveda, figlio adottivo di An toi;io, iJ1g. mii. (le i sec. XVIII, 111. nel 17~5. fu creato, nel 1725, da Villor io Amedeo II, ma.estro di fortifica zioni ~ pose mano a i lavori del forte delìa Brunetta. T re anni dopo iniziò, sulle rodne dell'antico Borgo <li Ilorgo,:lio, la g:-a;mios,a cittadella di Alessandria. Costruì il fc.ne _d i Exilles (1748) opera di d ifesa mont~Ba consid")rata come il capolavoro dell' ingegnere piemontese, che ne ricevette in premi<r il titolo di conte. D iede pure ampio sviluppo a.Ile fortificazioni cli Fencstrdle e rimane Ìll tutte le nun1erose e-d insigni opere la personalità più erninen te, per valore tecnico e larghezza <li vedute, clic incarna fa grandezza fortificatoria del Pi0monte nel sec. XVIII. E' <h ricordare che egl i fu p ure ingegnere da campo; nella guerra d i ,;cc_>s·;ie>ne austriaca (1740-17-18) seguj le truppe preclispouenclo opere campali, tr inceramenti e strade. E dopo la pace. di Acquisgrana cosLruì il for te di Exr!Jes, giu<lica.to il suo capolavoro. E' sua la strà<la detta cc dei Can11oni JJ, che percorre la displuviate tra Maira e Va raita. Il B. fu anche a·rtiglicre e tentò con due modelli d i ca.nn<>ni sco:nponibiìi di r isolvere la d ifficoltà. del trasporto della artiglieria in montagna. Fu infule -l'organizzatore cd il primo direttore generale d ella Scuola fondata da Car- _ IJ Emanuele III per la formazione degl i u fficiali ,fartig lic..ria o ingegne1·i mil itari, e che ebbe la denominazione di « Regja Scuola tecnico- pratica di ,\nig!icria >J. La.sciò a lcuni manoscritt i, tra i qua.qi un cc R epertorio cli fortifìcazi<>ne ».

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Bertoldo (Giovanni). GCJ1erale, n. a Forno Rivara. 15


BER

llJorto a R oma (1847-1909). Sotto!. del genio nel 1S67, entrò· da. capitan o tiel Cor po d1 S taio ìvfaggiore r icoprendo importanti fun1.ioni presso il comando del Corpo e gli stati maggiori territoria li. Si app licò a llo studio del le armi p ortatili e concretò ·un 'ar ma a. Tipetizione1 concorrendo anche a <lcterm ina.re il fucile m odello 1891. Comand ò d~ colonnello (1891) 1'11" reggimento fa nteria e promosso maggior generale ( 1898) ebbe successivamente il cr;mando delle brigate Sicilia e Friu li. Tenente g~neralc nel 1904, fu comand ante delle d ivisioni di Caglia1·i e d i Genova e nel 1908 fu nominato ispettore generale delle costruzioni d'artiglieria e gen io.

Carnùim, Bertoldo. Consiste nella trasfor:rna1,ionc, ideata d al gcn. G iovanni Bertoldo, _d el fucile Vettcrli mod eHo · 1870, in c~rabina a 1·ipeti1-ione, che fu in uso per qua lche tempo nella M ar ina italiana. La canì1a di detta car a.bina (detta anche modello 1882) è identica a queHa del .M. 1870, salvo che è p iù cor ta ; l'a lzo è grndu ato fino a 1400 m. L a culatta mobile ha un r isalto per fermare le c:utucce del ser bato io . L 'ottw·atore è come nel M. 18i0; h a però una scMJ.ala tll'l'a lon gitudiJ1ale sotto il cilind ro, destin a ta ad alloggiare la. pa.rte posteriore di una leva. La cassa ha il fusto p iù grosso e ipiù cor-

delle a.rmi con ser batoio lungo il fusto: squ ilibrio dell'arma carica, d ifficoltà d i ca·rica del serba toio durante il tiro, <lefor mazione d eJ.le pailottole (d i piombo) oon tenutcvi, per ·le scosse del trrc, impossibilità. d i sapere il t}u,n ero de-Ile cartucce nel serbatoio, peso non ind ifferente.

Bertoldo di ZiiMingc1· (Ordine d,). Ordine cavallere,;co ùel G ran ducato d i Badc11, fondato nel 187i dal granduca F ederico in memoria del granduca .B<:noldo I dell'XI secolo. Consta di u na stella a qualtw raggi bianchi filettali in oro, sospesa ad una corona p ure in oro; nel centro un mcxlaglione irosso. Nastro verde str iato d'arancio.

Bertolé ( Vittbrio). Generale, n. a Codogno nel 1860. Sottot. d'ar tiglieria nel 1880, dopo I' Acca,clcmia mil. di Tori no, pevcorse la carriera nel 1° rcgg. art. <la montagna, :fin o a divenirne ( 1914) colotrnello. Durante la guerra 19 15-18 fu dapprima a l comando dell'art. <la mon tagna d ella 3• armata; nel 1916 p rnmo;;so colonnello brigadiere e. subito dopo magg. genera le, passò ,Ll comand o cieli' ar tiglieri a. dell' XI cor.po d'arma ta . Nel 1918 passò a ll'Intendenza del· l'Esercito ; nel 1919 andò a comandare l' Accac!,, mia milita re di Tor ino e poco dopo venne collocato in P. A. a ~ua òomand a. N el 1922 venne promosso ten. generale. :Meritò speda.li encollJii, dura nte ,1a guerra., per l'organizzazione della -:lifesa con tro ae rei e per la costitu• ~ione e -d irezione <lella Scuola per i mezzi sus.~id iari d i a ttacco e difesa ,della fanteria : ottcnr1e - a llora la croce d i cav. r.lell'or,cline mil. di Savoia . Bertoletti (baron e A11tonìo). Gmcntlc, n . a )iilan o rn. a Vienna (1775-1846). Servì dappri ma nelle file na-

to di quella del fucile, e ,porta il canale per la bacchetta su!! fian co sinistro ; 3l disotto della cula tta mobile porta

una i ncavatura con cw1ctta 1uetallica, che ser ve per conten<lre e far funzionare il congegno d i r ipetizione. Il ser-

batoio è a llogato lungo il fusto della cassa: è un l\tbo in lamiera di ottone: in esso si muove una molla spi,·alc che porta. un capp el101.zo ed u n'ani ma che serve ad impedi re l'accavailamcnto delle spire della molla quando il serba toio è eaa·ico. H congegno di caricamento compre-.n.de una leva d i carica.mento cd una sotto leva; la pri ma serve a sol·leva.re la cartuccia; la seconda serve per arrcsla,re .le <:a•rtucce ne.! serbatoio tra 1111a ca.r ica e l'altra, e quando si, vuole il tiro a caricamento successivo. Cosicchè d'aa·ma può fun;,iionare a ripet izione o no . Una chiavetta, determinando la corsa d ell'otturatore, mette in funzione o meno il congegno di r ipetizione. I l congegno di sicurezza è dato dalla leva Chwai·ino, senza però il becco. La sciabola baionetta è idci,t ica a quella del fucile. Jl peso dell'a:rma scarica senza sciabola baionetta è cli kg. 4 .116; con sciabola baionetta kg. 4 .696 ; Ja lunghezza, senza sciabola baio~elta, è di m . 1,22 ; con sciabola b:~ionetta., di m. 1.736, Il s is tema è . semp llçc nd suo meccanismo, ma ha tutti gli incon ven ienti

poleoniche ; si d istinse combattendo in Italia, in G ermania. e nella Spagn a; ,fu nominato n el 1806 colonnel lo della Guardia R eale italiana:; e· poi genera le e barone dell'Impero ( I 809). D ifese con grande pcrizta e successo la for te1-za di Tarragona ( 1813). :\'el 1814; col grado di generale di artigl ieria, p?.SSÒ al servizo dcll' Austria.

Bert oléaVia le (Felice) . Generale, n . a Crescentino, m . ad Asti ( l i79 -1849). Entrò come volontario nel reg,gimento P iemon te fanteria ( 1795) e prese parte alle campagne di quegli anni, emigran<lo con la Casa Savoia dura1}(e l'occupa• 1-ionc france5e. Fece la campagna del 1815; nel 1835 raggiunse il grado <l: colom1cllo ed obbe il counan<lo del secÒnòò reggiJt1ento <lella briga.t;, Savona; !fu pro1nosso i:nagg. generale nel 1839 e n omi.. nato comandan te ::!ella città e prov. d i :\sti.


-227 B ertolé- Via.le Carlo Francesco. Generale, figlio de l · precedente, n . a Crescentino, m. a Torino ( 1826-1899). Uscì dal!' Accadem ia mil. sotlot. d i fan!. nel 1845. Prese par te alla canrpagmt 1848-49 meritando a No vara la ·mcd. <li bronzo al valore . D•1 capitali.o, pan~cipò alla guerra <lei 1859 e a Pale,itro ottenne la mcd. d'ar,gento. Un'altra ne guadagnò nella campagna del 1860-61, a Gaeta, come n1aggiore

l

dei

hersa,glieri

Come ten. colonnello dei granatieri fece la campa~a <lei 1866 ottenendo a Custo7.a una mcd. <li bronzo. Colonnello nel 1868, comandò il 6° rcgg. fanteria; nel 18i9 raggiunse il grado ,di magg. genera.le e comandò la brigata. Sicilia; nel 1885, promosso te: ,,ente generale, coman<lò la divi~ione militare d i Chièti, ;poi qu ella di Napoli. Nel 1890 andò in P. A. a sua domanda.

Bcrtolé-Vìale Ettore. Generale, fratello del precedente, nato a Genova, m. a Torino ( 1829-1892). Uscì da.l'l'Accademia mil. sotto!. di fan teria nel 1848 e prese parte alle campagne <li quegli anni, e poi a quella di Crimea. Da ·capitano di S. IVI. prese parte a lfa guerra d el r1859 ,gùa<lagna.ndo a MagCJ1ta la med. d'argento e su lla Sesia e p.rcsso Pozzolengo la croce di cav. del!' Ordine mil. <li Savoia ; .partecipò <la mag!'(iore alla campagna del 1860-1861. e ottenne !a croce di uffi-ciale del detto O!'d ine per esser:;i d istinto a Mola di Gaeta. Nel 1s'u1 ~ra. coc01me:lo e 11ell'am10 1S66 magg. generale; fu in quell'anno, durante la camp~gna, lnten<lente generale dell'Esercito. Nel 1867 venne nominato, ministro della guerra, e tenne la carica fino a l 1869; poi fu aiutante di tam.po d i S. M. il R e. Nel 18i4, prnmosso ten. genera.le, fu capo di S. M.; passò al wmando del 6° e poi ,dell'8" corpo d'a rmata. Nel 1887 fu nominato ancora ministro della Guerra. e vi rimase fino a l 1891, anno nel quale fu collocato a d isposizione. F u deputalo a l Parlamento per le legislature dalla X alla XIV per il collegio d i C~cscentino, e senatore nel 1881.

t.

Bertolini (Bartolomeo). Ufficia.le e 5crittore trentino ( 1782-1871). Entrò a vent'a1mi nell'esercito francese ; nel 1812 1)artecipò alla spedizione di Russia . Durante le sue campagne toccò ,·entise:tte ferite. Sctissc d ivc-rse opere <li éarattere autobiografico, quali : « Il veierang <l'Oriente»; « La. mia. .prigionia in Russ ia,,; · « Il valore vinto d'a,gli clementi nella' ca.m pagna. di Russia,,; « Storia deÌla caduta di S. Giovanni d'Acri>>BertoZ.im: Francesco. Generale, n. a Zarn nel 1859.

!Studiò ingegner ia a. Padova e passò poi ali' .'\{:cademia mi!. di Torino. Entrò .nell'art. da montagna; orga.riizzò le batterie durante la guerra in Eritrea.; partecipò a quella di L ibia comandando .rari. sbarcata a Derna. Al lo scoppiare della guerra 1915-18 fu in Carnia. com e colonnello ,comaadante ·l'art. di quel settore; poi venne n on'linato n1agg. f,TC ...

nerale e comandò le briga.te Cal tan issct,a e P isa. P.ro.mosso tcn. generale, comandò la 9" divis. e sbarrò a1J 11emico le valli ~lei!' A stico e del Posirul nel 1917. Nel novembre 1918, s barcò a Trieste con la p rop ria divisione. Fu poi a Volosca e nel 1920 passò al -comando della 3' divis. alpi na a T reviso; l'anno seguen te, andò in P. A. a sua domanda.

Bertolino da Novara. Ingegnere mii. del secolo XIV. Condusse a terunine il Castello degli Estensi in Ferrara ( 1387). Bertolli (Giovanni) Generale, n. a Pisa nel 1863, proveniente d a lla. Scuola d i Modena. Sotto\. n el 1884, prese p arte alla guerra lib ica col 22° fant. quale capi tano e combattè a Derna. Entrò in guerra ucl 1915 come com. di battaglione e n ello stesso anno assunse· i l comando d el 123° fant. combattendo sul Carso e gua-clagna.11do una medaglia al valore. N el 1917 era . maggior generale e comandò la br. Catanzaro e in seguito a ltre.' Tevminata la guerra, andò al comando della br. Sicilia. a Salonicco e nel 1920 pas,ò in posizione ausiliaria speciale. Bertolotti (Gù,seppe) . Medaglia d'oro, n. nel 1890 a Gavardo (Brescia), m . p·l'igioniero a Innsbruck il 4

dicembre 1917. Ufficiale d'ar tiglieria in S. A. P., era uscito, col grado di sottotenente, dall'Accademia m ilitare d i Torino l'anno stesso che cominciò la guerra. Si d istinse subilo in Cadore e n1I ·Carso con l'artiglieria da montagna. Ca pitano corn2.,1-clante la H' batt. d a montagna, ,prese parte alla strenua {lifesa degli Altipiani, nelle giornate seguenti la ritirata <li Ca,p oretio. La fine , li questo v aloroso ufficiale è nar ra ta n ella. motivazio:1 e <::0n h quale, gli fu conferi ta la mecdaglia d'oro : « :\lagnifica t•mpra di soldato, sem.prc primo nelle 1


Bert

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228 -

BER

,. più rischiose imprese· e là dove maggiore era il pcricalo, diede ovunque i·l più fulgido esempio di valore, à i ,pa~riottismo, d i fede. Comandante <li una batteria nelle più difficili con<lizioni, in terreno aspro, scoper to, fortemente battuto e sulla medesima linea delle fanterie avanzate, cooperò alla difesa della posizione fino all'estremo limite del possibile. Circondato da ogni parte, non si perdette d'animo ed incitò i suoi uomini alla resistenza. Ferito più volte mo.rtalmente e già p 1igion iero, non desistette daU'incorare gli altri fu1chè, rimasto p,·ivo di sensi, venne trasportato in ospedale nemico (a - Inm.bruck) ove decedette pochi giorni dopo, lasoianc!o scritti n ei quali si diceva lieto di morire nella visione 1 li un'Ita l.ia p iù grande, più nobile e più potente» (Yior:tc lladenecche, 21 novcmbre-4 dicembre 1917).

Bertplotto (A1tgelo). Medaglia d'oro, n, a Roma nel I 881, marto a Napoli nell'ruprile 1909. Ufficiak nella R. i ,f arina, era 'Jscito dal!' Aèca<lemia n' ilita~e di L ivorno nel L9ù0 col gras.lo di guardiam::irÌ!!a . Nell'aprile 1909, PSscndo, come tcn. <li vascello, co111andanle in òeconda del somnic r,gibile << Foc1. », per-dette la vita per uno scopp io verificMosi a bordo. Benchè straziato i n p iù pa rti del corpo, tanto che g li si dovettero J)rontamenle amputare un bracci"o e tutte e due le gambe, mostrò fino a l momcnio della morte tale :fiero e patriottico contegno, clic pap;e meritato premio a,d esso la suprema ricompc1µ;a al valore, con q1.1esla semplice motivazione : « Pe!· l'crnico \:.Onlegno e per l'elevato sentimento de l dovere, drmo.,trato dopo avvenu to lo scopp io .del sommergibile <e Foca n avvenuto a Napoli il 26 aprile 1909 mentre vi si trovava imbarcato>>. Berton (Cio·ilanni). Generale francese ( i 769-1 822). Combattè sotto ~foreau, Herna.<lotte e Vietar. Si distinse a<l Austcrlitz, a Fr iedland, nella Spagna, ~ Waterloo. Cancellato da i ruoli dell'esercito per due scritti w n tro i Borboni. riunì intorno a · sè ( 1822i· una turba di ma.lconienli. ist it,UÌ un governo .provvisorio e mosS() alla volta d i Saumur,, a capo di banck armate; ,r na il ''n1oto non

riuscì. Arrestato per tradimento, nel giugno del 1822, fu ,p rocessato e giustizia to. Lasciò un « Sommario s torico \1/aterloo·>,.

della

battaglia

di

Bertone. Si chiama.va così, nei sec. XVI e XVII, tm,1 nave ,pecialmente costruita per ia guorm da

corsa. Venne ideata dagli Inglesi. Alta di bordo, 0011 molto

l'111lga, con tre a lberi a vele quadre, da 500 a 1000 tonnellate. B ertone Cam;/lo. Generale, n . ad Ancona m. a Roccamonfina ( 1862 - 1921) . Soitot. dei bersaglieri nel 1882, fu addetto i n seguito al Collegio lVIilitare· di Roma e pi:01uosso ·colonnello ( 1915) fu nominato comandante del 12° reggimento fanteria. P;,;csc qu in d i par te alla. carnpagna del 1915, ,distinguendosi al comando dd suo reggimcntc ncll' azione di Lucinicco dell'8 giugno 1915. Collo• cato in posizione ~usiliaria ( 1916), ra.gghmsc -nel 1918 il gr ano di ma.ggior generale.

Bcrto11c di Sa111bu.y (Conte Callisto) . Gèncrale, 1 nato e morto a Torino (1801- 1365). Sottot. dei cavalleggieri del Re nel 1818, ,partecipò da colonnello comandante Od n:ggime!1to Savoia cav:ilJcggie1·i «Ile canrpagne <le! 1849 e '59. Fu nominato nel 1852 membro del Con-

r ~·-.

v· ,) ' .. (J,

gresso Consultivo della Guerra, e, promosso. maggior gen., fu Ispettore de<ll'Esercito e prese parte alla campagna <le! 1859 quale coman<la11te della d i vis. <li cavalleria. Nel ' gra<lo <li tenente ,genera le (1859), · ' fu comandante d ella, divisione militai-e di CrGmona e n uovamente Ispettore dell'Esercito, e dal 1861 a l 186.5 cHbe le funzioni d i presidente del Comita.to per ·l'ar ma di cavalleria e d i membro del Comitato s upe,riore delle varie a= i. Bcrto1ic di Sambuy Federico. Ammiraglio, n. a To, rino n el 1840. Entrato in servizio nel 1852, contrammi1·aglio n el 1888, vice an,rniraglio nel 1893, collocato in posi.2ione ausiliaria nello stesso anno . F u comandante del Corpo Reali Equi.raggi nel 1888-89 e po i d irettore generale nel R. Arsenale d i Venezia presidente d ella Commissione permanente .per gl] espcrimemi del materiale da guerra. Valoxoso ufficiale, si distinse n elle campagne del 1860 e del 1866, meritò la menzione onorevole e la medaglia d'argento al rnlor milila1·e ad Ancona (1860), la menzi011e onorevole nell'assedio di Gaeta, ed una quarta menzione onorevole nel blocco di :Messina.

Bertoni (Ubaldo) . Generale n. a T orino nei 1852. Dal Collegio mii. di Racconigi passò alla Scu o·la di "\fodena, donde uscì sottot. di fan teria. nel 187'1. Prese purte alla spedizione d i Cand ia (.1897). Raggiunse il <;rado di colonnello nel 1910 e fu collocato in P. A.


BER

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per limiti d 'età. Allo scoppio della Guerra Eurnpca, fu ri<:hiamato in servizio e nominalo comandante de l Collegio n1ilitare d i ?fapoli ; carica tenuta per t utta la guerra. 1\/el 1919 fo promosst> ma.gg. generale e collocato ,t riposo; nel 1923 fu promosso .generale di clivisione nella r iserva.

Bertonini (Lu. i g i) . Ammiraglio, n. a Venezia, m . a Roma (1861-1918\. Entrato in servizio nr l 1874, contrammiraglfo nel 1912, vice ammiragiio nel 1914. Si dedicò !)articolarrncnte. agli stud i di elettrotecnica e di armi subacqu ee, tanto da conseguire brillantemen te' n el 1888 la la urea di ingegnere Bertolli Ubaldo elettrotecnico a L iegi. Fu presidente della Commissione perma nente per gli esperimenti dtl materia le d i guerra da~ 1911 al 1913, e direttore generale di ar tiglieria ed a;rmamenti presso il Ministero della Marina d:tl 1913 alla data della sua morte. Bertotti (Em;Jio). Generale, n. a Meina nel 1855. Sottot. di fanteria nel 1880, raggiunse il g.ra.do di maggior generale nel 1913 e di tenente generale nel 1915. Addetto a l corpo di S. M., studiò particolar·lllen te i problemi bdlcan ici, A lla vigilia della Grande Guerra fu ca.po di S. )1. dd ·ge nerale Cadorna. ed in seguito capo della sped izione a Valona (1915). Si dimostrò valoroso combat lente durante la guerra, succedendo a li' eroico genera le Cantore nel comando delle tl·uppe opera nt i nella zona d i Cortiaa d'Ampezzo. Nel 1926 andò in P . A. S. e nello stesso _anno pubblicò: (<La nostra spedizione in AlbaniaJl . Bertrand (E,wico). Generale francese ( 1773-l844). Segui Napoleone in E gitto e in tu tte le altre campa.gne, distinguendosi particolarmente a Wagram, dove p reparò il passaggio del D anubio. R icevette nel 1813 lt~ successione O.i Duroc~ gran de ma.resc_ia llo d i palazzo. Il « fido Bertrand ll , come ifu chiamato, d ivise le sciagure del su.o grande Imperatore, seguendolo all'isola d i Elba e a S. Elena, d ove restò fino alla morte d i Napoleone ( l82 l) I suoi figli nel 1847, rac: colsero e .pubblicarqno i suoi liibri : << Campagne di Egitto e d i S ir ia ll; «:vre-

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BEn

morie per servire alla storia d i Napoleone, dettate da lui stesso, a S. E lena, al genera)c Bcrtra11d JJ.

Bertuccia. ~omc dato a un ca,rnonc de.i primi temµ i d cll'a:rtiglicria, quoodo si usava. battezzarli con denom inazion i cl i animal i. S1>arì n ell'ordinamen to dato a ll'artig licri>1 eia Ca11lo VIT. Beruto (Gùruanm:). Generale, n. a B rescia. nel 1867. Allievo <lella Scuola mili.ta re cl i J\Iodena ne uscì sottot. dei bersagì ieri ,1el 1886 e prese parte alle campagne cli Africa ( 1895-96) guadagnando. ad Adua dove fu ferito, a Ca.ssala e a Coa tit due n1edagl ie d' argento e una {lv bronzo a l valore , Da ,capi tano comandò una delle prime compagnie bersaglieri c iclisti ; a llo scop· p ia.re della Gunclc Guer• ra venne ferito a M. Sei B us i (1915). Dal novembre dello stesso anno, 'J)r omosso ,colon neJllo, ·c oman<lè; l'11° b ersagliel'i. Dal febbraio 1917, promosso generale, •Comandò la brigata Cremona poi la 8" d ivis ione, che, assegnata. al II <:or.po d' armata, si distinse a Blign y. R ientrato in Italia ebbe il comando della 21• d ivis., e fu poi rnllocato a sua domanda in posizione ausiliaria speciale ( 1920). Berwalde (o Barwalde). Borgo della P.russia., nel quale venne concluso ( 13 gennaio 1631) un trattato detto di B. o « de-i Sussidii ll, tra Luigi XIII e Gustavo Adolfo. Il trattato era impegnativo per cinque anni. Il re cdi Svezia si impcgnav,1, a . te,1crc in Germania 36.000 u., per sostenervi i P rotc~tan ti contro l'lmpe1 atore. La Francia si obbligava di pagare a.I R e 100.000 soudi, oltre a un vernamcnto regolare d i 400.000 se.ud i all'anno. Berwich (Giacomo). 1-farescia•llo francese, oriw1<lo d'Inghilterra. (figlio naturale di re G iacomo Il, n. 1671, m. 1736). M ili tò in Ungheria, dove, a Buda, venne ferito (1688) poco ,più che sed icenne ; p oi in F iandra . Luigi XIV lo creò capo supremo in Ispagna, poscia in L ir.,gua.doca contro i « Ca1Jnisardi )) . Promosso 1narescial lo, tornò in lspagna t vinse la battaglia di Aiman sa ( 1707) restitue11do il regno d i Valenza a Filippo V Combattè ancora i,1 Delfrnato e in Catalogna, dove prese Barcellona. Cong~datosi. tornò alle a.nmi nel 1736 su.I Reao, dove morì, colpito d , una cannonata .1.11' asscdic di P hilipsbourg. Le sue vicende sono rispecchiate nellt « :Mem()rie » p ostume, c he fa l_e tteratura. milita.re francese a nnovera fra le sne <!) ÌÙ cu riose e più belle. Berwick (ant. Bar·vicma.) . Città mnriHima fortificata dell'Inghi'lterra., sul mare del Nord, alh foce della Twc-


BER

-

cd. Fu d isputata a !~J1go fra. Inglesi e Scozzesi, fino al 1648, amro in cui la ·prese Cromwel! e da allora appartenne a ll'Inghilterra.

Assedio di Berwick (1296). Fu ,posto alla. città da Edoardo I <l'Inghilterra . La città, d ifesa dagli Scozzesi, venne presa. d'assalto, e 7000 d ifens<>ri passa.ti a fil di spada.

230 -

BES

tiene a lla sollevazione di C, Giulio \/indice nella Gallia. llelgic a, <: fu combattuta da lui contro le trnppc rimaste fedeli a ll'imperatore Nerone. condotte da L. Virganio Rufo. TI r ibelle fu c;mpleta.mcnte sconfitto e pagò con la vita il s uo gesto: rimasero uc.cisi con lui 20.000 Celti.

f.{~C't'.'':~~ . N~..~ .

Trattato di Be,wick (27 febbraio 1560). Concluso- fra Elis.abetta, regina d'Lnghilterra e hL Francia . Questa. si impegnava ad evacuare la Scozia, salvo Dunbar.

I

Bes (Michele) . Generale, Medaglia d'oro, n, a Oulx nel 1794, m. a Torino i1el 1853. Iniziò la sua carriera nell'esercito nar oleo11ico; entrato r.el 1815 nell'esercito ,ardo, vi raggiunse il grado di colonnello comanda.nte del 14° fanteria . Da maggior generale, ~ll ~ornando ~ de Ila brg. P iernon te, guadagnò la medaglia d' Pro s ulle alture di Ca lmasino e Cavajon, lt 29 r;1aggio 1848 . Chiuse la sua carriera nel 185 l, qnale co1uanda ntc la l.liv i~ione mili tare d i Cuneo, e success ivamen te fu de:pu!alo di Susa, per le legisla ture III e IV. La motivazione d i medaglia d'oro •dice : <( Guidando conggiosamcnte ed animanJo !e sue truppe in un momento d ifficile, riuscl a Ca .l masino a fe rmare e v incere una forte colonna <li austriaci prove·nienti da Rivoli e diretti a por gere ai.u1o a. Pcsclìiera, respingendoli fiBo a l di là delle alture di Cavajon " (22 maggio 1848). Besançon (la!. Veso·;•.tfo). Città detla. ·Frar,cia, capoluogo dd oipa1·t. del Doubs. Ver50 la metà del XVI secolo venne fortificata, e.on cittadella, per opera del'.'in gegnere militare italiano Bellarmati. Nel 1648 venne presa dagli .Spagirnoli e nel 1674 assedia ta da Luigi XIV, e ,presa in nove giorni, per mezzo specialmcnt.e dell'azione efficace del parco <l'assedio del Re. I. Battaglia di Besançoii (10 settembre 58 a. C.). Appartiene alfa seconda guerra gallica. e fu combattuta da Cesare confro Ariovisto. Il primo aveva i ·solda ti divi3i in due accampamenti. Ai:iovisto attaccò il minore dei due, ma. fu respinto. Si schierò a llom davan ti a i propri carri e ~ttese l'uTto r omano. Cesare prese il comando dc-ll'a la <lestra dei Romani ~ sbaragliò con un violen to attacco la s inistra avversaria: ma nelle opposte ali avvenne il con trario: la sinistra romana fu re~.pinta da forze superiori. A s;rlvare quest'ala, 111QSSC h riserva .romana condotta d?. Publio Crasso, e passò da lla difensiva a.ll'offensiya, ~espin ge.n<lo a sua volta l'ala destra avversaria. Il centro di Ariovi's to, rimasto così scop erto s ui fianchi, venne attaccato di fronte e dai lati. Dopo aspra e lunga lotta, e gramle strage, i Germani supcJ'Stiti s i diedero a.Ila fuga con Ariovisto ferito: d i costui più nulla •si seppe, ma ,pochi r iusci.rono a raggiungere il Reno e a varcarlo, e qu~,.sto fiume divenne il nuovo confine d ella Gallia romana.

II. Battaglia di. B~sanç,on (maggio 68 d . C.). Appa1·-

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1) Forte cte; monti Boucons; 2) Fori.e:, des ,lusuces; 3) Forte de la PL,rnoisc : 4) For te di Hosemont.; Vi Forte flu pe1ti Ch:rn<1a 11111.!; 6) Forte cli Chauaaune; 7) For'l.e ovest t li Buis: S) Pol'te dt f' Ontain; 9) Forte est di lluis; 10) Fo rL~ di 13I'ég-ille; 11) Fo,-te di Beaureg-a1•d; 12) For-:te <Ji )!ontl'anr·.on ; 13 ) ro rte di Sain t BenolL; 14) Foi·te. cli

Chaillt1r.

III. Battaglia di Besançon (366 d . C.). Appa.rtiene all' invasione degli Alemanni nella Ga.Jlia. Contro costoro mosse .Ca.rietto ( o Chariettone) conte e generale comandan te clel.Je << due Gennanic " sotto i'imperatore Valentiniano; con lui era Severiano. Iniziatasi la battaglia,

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Il CAMPQ ROMANO PRINCIPAU

Battaglia ctt Bcsançon rlcl 58 a. C.

Severiano ca,d<ilc t rafitto <la un giavellotto e i Romani res.scro a ll'tU"t o elci nemici. Carietto tentò di incuorarli, ma f u colpito a morte a sua volta , e la sorte d eli'azoionc, malgiaelo la ,·iva resistenza elci Roman i, fu decisa a favore dei ba.J·bari. 110 11

Besate. Comune della Lombardia, in prov. di M ila no e circondario d i Abbiategrasso, posto fra il Ticino e il nav iglio di Beregai-do. Fu ant. 111unito di castello, ben presid iato a ll' epoca de i Comuni. )\fe] 1200 fu µreso d ai Pavesi, e poco .dopo · ripre30 dai M ilanesi, i qua.li, nel 1239, vi sconfis;:ero le milizie di Federico II.


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B ES

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Beseler (Hans Hartw ig von B .). Generale tedesc:o, a G reifswald nel 1850. Entrò n cll'Eserci!o nel 1868, e fece 'la campagna del I 870, percorrendo poi tu tta la carriera. nel Genio e nello Stato ::11aggiorc. l\"el 1901, -col grado cli m;i.gg. gene-· ra.le, partecipò a.ila spediz ione nella Cina. Nel 1906 era generale di i::intcria; nel 19 11 era messo in d isponi bilità. R ichircmato a llo scop1)io della G1.1erra Mondiale, ebbe il comando delle truppe <lcs1.ina.te a ll'asse<lio -di An,·ersa, e, cr.du ta la città, 01:-rrò l'inseguimento <lei!:! truppe belghe in ritiran N, I 1915 ebbe l'incarico d dl'assedio d i N ovo-Georgie ,-.,_;;, clic prese <l'assa,lto <.'.op, pochi giorn i' di bo,nbardamento. I ndi fu gov. cli v~r,a ·, ia. ,

n.

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Beselcr Ar111ée .gruJ,pe ( Corf>o di Assedio Besel.er). N om e Convenzionale dato dai Tedeschi. a l comando ciel JlI corpo cÌ i a rmata <li riserva, ciel quale teneya il comando .il generale von Beseler, destinaito insieme al IX d i R. ad anità ciel XV attivo, a lla divisione di ma1·ina cd a ltri reparti Lanclwchr e cli Ersatz, a ll'assedio d i Anversa . Tale grande unità si costituì il 23 ago;to 191 4; ne venne modifi.cata il 26 settembre la composizione cd il 10 ottobre si r idusse soltanto al III <l'i R . e-d a lla. 4° <l iv. di Ersatz, con la quale formazione prese parte all'inseguime.., to <lei Belgi ad Anversa su Gand ed all' Yser, dopo di che vc.nnt sciolta . Nel 1915 essa si ricostituì con uni tà d i la.ndwher ccl at tive ed op,~rò dal 21 luglio al 20 agosto su_! fronte or"icntale, all'assedio d i

N ovo-Georgicwsk.

Besenval di Bronstatt. N ome <li d ue generali d i origine svizzera ; il primo, Giovanni V itto,-·io d·i B . (1671 l 736) comandò le guardie s ,•izzcrc ; il secondo, barone P-i,:tro Vittorio di B ., fig!'io del weccdc.nte ( I i 22- l791) comandava le forze monarchiche r iunite a Parigi .a llo s<:oppio della Ri,·oluzione, ma il 14 luglio 1780 fuggl e fu imprigionato, salvando tla. vit,t per l' intervento di :N'eckcr e d i JYiira beau. L asciò un volume cli ìl.fem.oric. Besenyo. Borgo dell'Ungheria circondario di Torontal, sull'Ara11ka a ffluente della Theiss. >iei p ressi di qucst'a borgata avvenn e il 7 agosto del 1849 u n combattimento cl'a vam;iosti tra la caval:leTia imperiaie e la 1na~iara, co1na ndata dal gtr,e:1le Guyon e colonnello Farkas. Gli Au!;triaç i inca lzavano gli Unghere-:;ì e già si e rano impos;essati di B., tagliando a pezzi i primi soldati Ungheresi colti di sorpresa, quando il col. ~'lc01ti, comandante clclJa legione ita liana, raccolti i suoi, li lanciava. .<:md arditamen te contro gli A ustrjaci, drl c acci ar1i

ed arrestate le molestie del!' insegu imen to.

Besi ka. Raia a ll'ingresso· dei Dar danell i. Durante la gue rra d'indipendenza della Greci;i., la flotta turca, comanda ta <la Mcheme(, trovavasi quivi a ncorata il 10 110,·cmbre 1822, quando, sul calar d el sole, venn ero scol·t i due na vicelli insegu iti da tre brigantin i greci. Di n-u lla. sospettando i Turcb i, lasciarono avvicinare i due navicelli, i quali erano brnlotti greci, comanda li da Ca11aris e da Kiriakis. La i1a ve a.nùniraglia turca con 800

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BES

uomini, d i equipaggio, a bbordata da l Canaris, e un'altra , abbord ata. dal Kiriakis, vennero cosl fatte salta.re, mentre i ·d ue coraggiosi capitani greci s i salvarono dopo cli avere dato fuoco a lle miccie d ei brulotti.

Besler. X ome d i un rcgg. svizzero (fanteria) dcll'es.crci to delle Due Sicilie. dal 1734 al V80. Besnard (A r111a11do) . Ammiraglio francese (18331903). Allievo della Scuola navale, prese parte a lla ca.mpagna di Crimea ( 1854) dcìla. C ina (1860) della. Cocincina (1861-62). Durante la G ucrra Franco-Prassia.na, essendo luogotenente <li vascello, passò .nel!' Esercito col grado di tenente colonnello. Dopo la guerra ternò in madn:i, e, n el 1890 assunse il comando della divisione navale dell'E,;trc.ino Oriente. Dal 1895 a l 1898 fu ministrn de:!a Marina. Scris;;e un « Rappos-to $Ullc torped inie re» {1891) e un « V iaggio al Tonkino orienta le». Besozzi (conte GiusepJ,e). Generale, Jl. e m. a :.Milano ( 1837-1907). Sottot. cli fante ria nel 1856, partecipò a lla campagna · del 1S59 meritanclo~i la croce <li cavaliere dell'Ord ine militare cli Sa,-oia alla battaglia di San ::lfartino e s i d istinse òura.nte le operazioni per la pacificazione della Calabria ( l 862) ottenendo una meda glia d'argento a! vak,re_. P rese qu indi parte alla campagna del 1866 e poscia (1869) fu in segnante presso la Scuola di G uerra . Promosso colonncl:o, eb!Je il comando del 75" regg. fanteria e promosso maggior generale ( 1887) comandò la b r igata R eggio e la ,liYisione militare d i Cuneo. T enente generale nel 1892, fu comandan te del I e I X corpo d'annata nonchè membro del Consiglio dell' Ordine ::\iili tare di Savo ia e presidente della Commissione per l'esame delle p roposte cli ricompense al , ,a.lor m ilitare. Nel 1901 entrò a far parte del Senato <lei R egno e nel 1905, andato a riposo, f u nominato conte di motu proprio <l i S . ::VI. il R e: .Scrisse' in collaborazione col gcn. Sisrnon<lo di Cost igliole, i << Ricordi per le cscrcitàzioni tattiche e logiotiche )) (1874). Bcsozii 1wb. Annibale. Generale 11 . a Gcnoya ·.-iel 1857. Sottot. d 'art. nel 1876; fu pr ima n ell'astiglieria a càva•llo da ca,pi tano, poi alla Fonderia cli Genova. Prestò servizio nell'ar tiglieria eia montagna e nel ruolo tecnico, e da co lonnello fu prima direttore del l'olvc1·ificio cli Fossano poi co•mandante d el rcgg. art:-

glieria da montagna. Da generale ebbe il cornand<> d'artiglieria in Ales~anclri.i . P rese parte alla campagn1 <l'Er itrea (1887-)888) ed a quella d i L ibia . Fu collo- , cato in riserva 11cl 1918 e nello stesso a nno, fino al marzo 1919, coma11dò il


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cen tro -d i mobilitazione di a rtiglieria cii idéc;;;an<lria; ,;uindi andò in p osizione ausiliaria.

Bessarabia. R egione nella zon:t S. O. della R ussia Europea, fra Dniester e Prath fino al Mar Xero. Durante il dominio ,·omano fece pane della Da~ia Trajàna; venne poi corsa da Visigoti, Un ni ed Avari, e conquistata p iù tardi da Maometto II ( L484). J,;vasa più volte <lai Russi, per la pace d i B ucarest ( 1812) ve,1iva dalla Turchia, ceduta alla R ussia . Ingrandita fino a lle bocche del Danubio pd trattato d i Adrianopoli ( 1829) veniva nuovamente d iminu ita delle p rovin~ie occidenta li C(\dute alla R oman ia ( 1856), dopo la ca mpagna di Cri~ca. Ma i RO"meni, chiamati in a iuto dei R ussi nella campagna contro i Turchi ( 1877- 78) pcl trattato di Berlfno, a ma·lgrado dell'opposizione della Francia e de1l'Italia, ebbero i n cambio della B . la Dobrugia. Senonché l'antagon ismo politico d a quell'epoca, fra R ussia e Romania, fu causa co11tinua d i tensione che tenne e t iene t1,;ttora desta. la. questione. La B., d ura nte la guerra B:ilcanica ( 1912- 13) rimase estranea alle vicende belliche, ma come già nella p receiden te ,ca,nÌpagna Turco-R ussa ebbe im portanza nel campo logistico per la sua rete ferroviaria in camun icazione col ?-far Nero. Sotto questo par ticolare p un to d i vista wche durante la grande guerra Europea ( 19141917) la B. ser vì alla R ussia. e a.Ha Rumenia 1:ome linea. d i comun icazione a tta al r ifornimento d e.Ile trup pe impegnate sulla fronte rnmcna. e poi sulla ~ìnistra è.cl Sereth. L a se.a rsa rete fer.roviaria, a d onta dei favori improvvisat i, n on fu s ufficien te a l trasporto delle truppe russe accorrenti e dei ser vizi e le colonne russe dovettero fare centinaia d i chilometri per le vie ord ina.rie. Deficiente s i manifestò il servizio fe,,roviario 1x:r lo sgom bero dei feriti e -m ala.t i, tantochè fu necessaria in B . la presenza.· del principe <li O ldcnburgo, ispet-• tore gene ra le del servizio sanitario russo, p er u na sistemazione possibile d i tale impo:-tante esigen~a milita.re. Con lo st~bilirsi del bolscevismo in Russia, la. B., composta in enor me magg ioranza di ·popolazioni rura li, optò per la. annessione a lla Roman ia (D ieta di K iscindf 27 1_n arzo 1918); la Conferenza di Parigi 11ell'ap1·ile 1920 riconosceva tale annessione.. Data p erò la sua importanza : strategica come linea di comunicazione Po11tollaltica, e come zona agricola, continua a<l essere uno dei p ri n<:ipa li obieù ivi territoria li della R ussia sovietka, e pomo <li d iscorèl ia per manente fra la Rns3ia e la Romania ( 1926). Bessière (don Giorgio) . Generale e cospi ratore spagnuolo n. in Franc ia. ( 1780- 1826). Si r ifug iò in Spagna per sfuggi.re alla coscriz ione repubblicana.. Nel 1809 si a rrnolò in un règgim. francese ma poi d iser tò cd entrò nella legione del Borbone. Accusato n el 1813 d i aver cospirato, fu condannato a. morte, .p ena commutata in quella dell'esi·lio; r isalito però sul trono F erd in ando V'II, <Ja questi nomina to generale. l\falcontento dell'andamento degli rrvvenimenli si pose alla testa di un partito d i i·ivoltosi, !ma, ancstato, venne fucilato.

valore ; fu nomin ato genera le <li divisione nel 1802, emarescia llo nel 1804 e coma11dante della cavalleria. c]e,J]a Gua.;·di,, nel 1805. Con 4ue:,;to grado fece le campag11e d'Austria, d i Pru.,-sia, d i Polonia. e della Spagna, contribuendo validamente alle vittorie <li Austerlitz, di Friedlancl, d i Sorno-Sierra. d i Essling. Xcl 1811 iu d i nuovo neUa Sµ,cgna con ) ,•[ assena, a.Ila battaglia di Fuentes d e Ofiqro. rrotessc la ritirata d i Russia, e nella campagna d i Sassouia. fu -comandante in ca po di tutta la cavalleria dell' esercito. Alla vigilia della battaglia di Lutzen, d u rante una. ricog,1izione a Rippach, fu uc<:iso ,cla un colpo di cannone, Un fratellò del maresciallo, barone Bertrando, ( 177 31855) fu generale fran cese e fece le esimpagne n apoleoniche.

Besso. Satrapo, governatore della B>ttti;ia.n.i sotto il regno d i D a rio III. Rich iamato da questa provincia dopo la battaglia d'I sso, comandò l'ala sinist ra dell'esercito pers iano alla -battaglia di i\rbela. Dopo ht scon fitta fece prigion iero il Re mercé l'aiuto d i molti a ltri satra,pi e volle condurlo verso le regioni d ell'Est, ma lo assassinò allorchè si accorse di essere inseguito da. Aleo,sand rn ( 330), allo scopo di proclamarsi 1·e della Bati·iana, sotto il nome d i Ar'laserse. Ca<lu tò però in potere d el Conqu istatore, YCJlll.e fatto squarta.re. Besson (o Bcsson-bey). Ammiraglio cg1z1ano, n . in Francia ( 1782-1837). Si tro,'a.va a uxrnandarc a R ocl1cfort, qua.n<lo N a;poleone abdicò per la seconda volta, e gli propose <li mettergli a d isp osizione tre navi per r,oter sfuggire ai suoi nemici, ma l'Tmpcra'.ore, che in un primo momento ,parve accettar'e questo progetto, mutò parere decidendosi di salire a bordo del cc Bellerofonte », consegnandosi agl'Inglesi. Allora. Besson a.bbandonò lit Francia e nel 1821 ent rò al servizio di »Iéhémet-Ali dove d ivenne ammiraglio. Besso11. Domenico. Genera le, n. a Cagliari m. a R oma (1838-1911) . Partec ipò da sottòt. d i fanteria alla can1pagna del J 85.9, e, raggiunto' il grado d i colonne<llo nel 1891, ebbe il comando del 45• regg. fanteria e quC'llo degli Stabilimenti IVI ili tari di P ena. Collocato iii posizione ausiliaria (1897), raggiunse nel 1911 il grado tli tcn. generale nella r iserva.

fu

Bessone (Giulio Cesa,·e). Uno degli i,og. m ilitari piemontesi che lasciarono traccie notevoli nell'arte detla d ifesa: fu preposto dal Bertola. alle fortificazion i di Valenza nel 1527.

Bessières (Giova.nm:). Maresciallo d i F-rancia, duca d'Istria (1766-1813). Cominciò la su a carriera nella guard ia costituzionale d i Luigi XVI , poi passò nell'esercito dei P irenei. Nella. campagna cl'lta.lia attirò su d i sè ·l'atte'nzione d i Bonapar te ch e "lo condusse seco in Egitto come generale d i brigat,a . A Marengo _d iede. prova d i

B essone Francesco. Generale, n . e m. a Torino (1820. 1887). Sottot. d i .fanteria nel 1839, partecipò a lle campa.gne del 1848, !49 e '59, meritandosi una md. d'argento nel '48, una nl!'è. , <li bronzo nella batta.~li:t di Novara. ed u na. seconda. med. <l'argento nella giorna.ttt cli S , Martino. Comandò <la colonnello il 55° regg. fanteria. e• eia maggior gener2.le la .brigata Ahruzzi. Dopo aver pa,rtccipa to alia campagna del 1870, .ricoprì sue-


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,,:c;,sivamcnte le cariche d i coman<lantc la 3" brigata di fanteria, giudice del ·tribu,ialc Supremo di Guerra e Marina, membro <led Comitato <lclle Anni <li linea e indìnc comandaotc su.periorc dei <listrc'.ti miìitari -xlclh -divisione di Tor ino.

Bestia (Lucio Calpur.1iio). Trihun.o del popolo e

console verso l'a nno ·100 .a. C. Fu inca.ricalo di portare la guerra a G iugurta 1

..ma si lasciò corrompere da q uesto principe, per cui e bbe l'esilio perpetuo.

Bestuchev (Rjim11in .1.f-iç!te,le). Luogotenente nel reggimen to d i fanteria rusBessone Francesco ,sa (( Pultava >), Si pose a capo, con ~furaviev, della rivol uzione milita.re del 1825, ..nella Russia me.r id ionalc. Domata la rivolu1,ione venne impi~cato a Pi~troburgo con alt,·i suoi complici nel 1826,

Betera. Borgo della Spagna, in prov. <li Valenza. I. JJat.taglia di Betc~a (30 dicembre 1347). Combattuta fra le truppe d i 'P ietro IV d'Aragona, comandate da. P ietro d'Ejérica, e gli << unido,; », al comando. di Gila-J.herto Dalrnan di Cru illes. L'e se,,cito del re fu scon.fi,tto e su bi· g_ravissime perdi-te. Il. Combatt-itnento di Betera ( 1.811). Appartiene alla ·guerra dell'indipenclenza contro i F rancesi. Nell'ottobre <lei 1811 si erano trincerate i~1 B. \e divis. spagnuole Vilktcampa e San Jucn, e qu ivi le assa lì il maresc. fran•ccse Suchet. Aveva questi ai suoi ordini la divis. Harispc, e la lanciò all'attacco, facendola appoggiare a dr. -<lalia br. C!opiski, e a sr. dalla cavalleria d el gen. Bous·sart, .mentre teneva in riserva la br. Robcrt. Le d i,,is. sp:ignuole, vigorosaanentc attaccate1 andarono in rotta 'in brev~ tempo e r iuscirono a. stento, dcdtm.te, a pas,sa,re i'l Guadalavar.

Bethar (o Beth.ara:n) . V . Bitter. Béthencourt (Giova.1 mi d.;;). Gentiluolno nonnanno del XV secolo, rn. nel 1422. Conquistò. le Canarie ' -dove formò i i primo stabilimento cui·opço. Imbarcatosi ;.nel 1402. alla R ochelle, con numeroso stuolo 'di a.vven·.turieri normanni, si impadronì d ell'isola d i Lanzarotte. Sottomise l'isola del Ferro e -l'isola di Palma e ne <Converti gli abitanti al cristianesimo. Si fece decretar~ il tito lo di << Signore {!elle is.olc •Cana r-ie )) <la Enrico III, re cli Castiglia. Dopo parecchi via.ggi in Nor·rnan<lia, .per :·equisirvi o.perai e coloni, la.sciò ..definitivamente le Canarie ove i·i masc come goven1a.tore suo nipote ~faciot <li Béthencourt. Delle. sue campagne contro gli indigeni delle Canarie rimane la n a rrazione nel libro « L e Cana.rien » scritto da.I ca.ppclla110 della speclizione.

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Rimane ancora il nome cli Santa Tuiaria. di l3etancuria a.Ila capitale cieli' isola del Ferro.

Bethisy- Saint-Pierre. Comune della Francia nella regione <lcll'Oise. Ii suo castello fu nel 1184 attaccato in vano da Fi lippo d i Alsazia, conte di F iandra; a ì tempo d i Carlo V fu a5sediato d ai Navarrini in Ioga con gli Inglesi. Il castello fu fatto apbattere dari card inale cli Richclieu . E1tgc1do di :Réthisy di 1V[ézièrcs. GencraJe francese ( 1656- 1721 ) . Si d istinse alla batt~glia d i Fleurus, e sep-

pe at tenuare il d isastro di R emillies. Nel 1710 fu nominalo luogotenen te genera.le; fu anche governatore di Am iens.

Eugcniu di Bé/.hisy-Verberi,,. Generale francese ( 1i 39l 32él). Diede prove d i valore nella Guerra de.i Sette an ni e nel 1789 come comandante di T olone . Emigrò nel 1, 91 e nel 1797 entrò al servizio dell'Austria. Nel 1814 fece ritorno in Franc ia, divenendo ,... governa.tare delle Tuileries. Béthisy çontc C,,r/o. Genera,Je francese ( 1770- 1827). Emigrò d urante la R ivoluzione e passò nelle file del Condé, combattendo contro le truppe repubblicane. Nel 1814 tornò in Francia. col re ; fece la campagna di Spagna del 1823, raggiungendovi il grado di tene.nte generale.

Beth len Gabor (Gabriele). Principe della T ransilvania ( 1580-1629). Iniziò la s ua carriera m ilitare scacc iando Gabriele Bathori e facéndo.,i prodanw.re principe con l'appoggio dei Turchi nel 1613. Bbbe. parte attivissi1na nella Guerra déi 1'renL'anni; 1on1inato re dell'Ungheria ( 1620) d ovette rinunciare a l trono l'ann o seguente. Combattè contro l'Austria. nel 1622 proclamand osi campione dei ,protestanti e assumendo il ti tolo di re dell'Ungheria; 111a pc.r opera del Tilly Yenne vinto, e costretto a chiedere la ,pace. Da allora r imase tranquillo nei suoi Stati. 1

Conte G'iorg-ia Bethlen.. Generale, n. a Obafaja (TJ"ans ilvania) m . a Clausemburg (Ungheria) (181.6-1367). Partecipò a,lle crumpag.ne di guerra del 1848 e '49 al scn-izio <lcll'Unghcria e<l alla campagna del 1859 quale colonnello <li cavalleria addetto allo s ta to maggiqre di S. A. R. il principe Napoleone ; nell'ottobre 1S59 fu , nominato comandante i•l reggimento Ussar i cli Piacenza delle frttppe romagnole, modenesi e parmensi. :\"el 1861 enlyò a far p arte ,del Regio Esei·cito col grado di maggior~ gcn eralc.

Béthune. Città della Fnrncia. nei pressi d i Ar.ras. Questo n ome appare per la prima volta nel 9S4. Fortifica.ta da Vauban, fu 1xesa dagl i° a lka.ti ne-! 1710, e rest ituita. alla Francia col -trattato <li Utrecht ( 1713). Durante la Grande Guerra essendo rimasta nelle ltm:e del combattimento, andò distrutta per opera dc:Jc a rtiglier ie d cll'c5crcito tedesco. Assedio di I',éthmie ( l il0). Fu ·p osto dagli a lleali durante l:t guerra di sue.cessione di Spagna. Il generale Fa,ge.! diresse l'attac(co d a lla ,p arte della porta d ' Arras, mentre che il gen. Schuylcmburg pWltÒ verso la porta d' Aire che era dalla pa.rte opposta. D opo fatta prosciuga re una prateria. inonda ta, vi cosi.russe ìe trincee d 'app roccio, e spinse celer mente i s~oi bvori perchè non ,,; esistevano q:iunt i mìnati. Il terreno invece sul quale


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opcra\'a Fagel era meno favorevole ; non vi s i poteva avanzaJ·e che a colpi di zappa, e fra mezz? a lavori di .fortificazione protetti anche da. inondazioni. Infine Francesco Vauban, difensore della p iaiza, fece ina lberare band iera bianca.

234. di Antioco, e s i ritirò a Gcrusa.lcnUJ1e, mentre B., dopo aspra resistenza, cedeva a patti onor"' oli. III. Asseàio di B. (144-45 a. C.). App:1.rtiene a!lac Iàtta fra ,\ntioco VI e - Demetrio II .p er i,1 trono -di. Siria . Sjrnone Tassi, frate'llo di G iuda )faccabeo, as.scdiò ' i Si,·i che a vevano ' g·Ùunigionc in B . fU1 dal 164, e la ·p rese dopo un a:o;;scilio -durato p iù d i u n anno.

Betis. "capo Persiano, governatore d i Gam sotto Dario ITI . D ifese la sua cit'i à per c irca due mesi dagli. attacchi d i Alessandrn. E questi, dopo di a vere debel-h ta la resistenza de~li ' assediati, fece attaccare d ietro il suo ca.no Betis. Betlemme (Ordùw. equestre di S. Mar·ia di). F u istituito dal p apa Pio IT, desideroso d i abbattere · la potenza ottomana, 18 g ~nnaio 1450 in Mantova, con la inter\zionc di clifcn<ler-e l'Egeo e combattere contro i Turchi per mezzo di una m ilizia scelta e valorosa. La principale sede dell'Ordine fu a Lemmos e gli ordinament i simili a quelli dell'Ordine di Rodi. La cìivi8a, bianca con croce rossa . Caduta Lcnmos in mano ~dei Tu.r ch i nel 148-1, l'Ordine fu a bolito.

il:

Le anuclle rortJOcazion l cli Bét111.1ne

Bethzur (o Bttsur) . Ant. città presso Gerusalemme. I. I/attaglia di B ethzur. :!\el 165 a. C., p resso B.., Giuda Maccabeo sconfisse L is ia, genera.le di Antioco I V, il quale disponeva d i 60 m ila fa!lli e .5000 ca.valli, mentre g li storici a.nt. fanno ammontare i G iudoi a soli dieci mila.

II. Assedio di Bethzur . ì':el 164 a. C. Antioco V mosse con L isia verso Gerusakmrne a lla testa cli 100.000 fanti e 20.000 cavalli, con 32 elefanti, e po,e !'as3edio a Il. Giuda. '.M accabeo accorse per ten tare di soccor rere gli ,assediati, m a ne fu impedito dalle forze sovercbianti

Betta (o Bettolina) . Ga lleggiante d i non grandi di-• mension i destinato a l trasporto dei materiali. Le bette son.o in generale d i ferro, con ossàtura tale da lasciare · un grande spazio al centro (senza bagli) in modo da permettere il facile carico e scarico delle materie che dcbbcno essere trasportate. Ne esistono di semoventi,. nel qual caso le mou·ic i sono tutte sistemate verso poppa, mentre al ce~tro esistono grandi stive di forte capacità. Nella costruzion e delle bette un o speciale studio è .fatto nei r iguardi della stabilità, per la forte differenza d, immersione che si riscontra a J:letta vuota. oppure car ica. Qnando le bette sono di piccole d i mensioni prendono• il i,Ome cli Bettoline. Le marine militari ne far.n o gran-

fle'l,\0lin3 o g-randc pontone-b i/fa presso una nave eta battagl ia in allestimento


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dissimo uso per i vari riforni:menli di viveri, carbone, munizioni ecc.; a seconda delle materie che devon o trasportare le bettoline hanno una conformazione SJ?eciale. I dis-locamenti più comuni per le bettoline sono 60, 90 fino a 120 tonnellate; queste dimensioni, u;1iversalmente adottate, sono dettate d alla coinodità d i rimorchio e di ormeggio lungo le navi che devono rifornirsi, facilitando il rapido rifomime1Jto contemporaneo di più punti del bastim~n to. L e bettoline raippresentano uno dei più importanti 111czzi logistici di una base navak. Alcune delle B. italiane vennero distinte con n ome alfabetico: a.ì tre ( dal!' l al 12} numerate. Il n. 2 divenne i·imorch iatore; il n. 3 d iven ne affondam ine.

Bettarini (Manlio) . Generale, 11. a P iancaldoli, morto a Firenze (1822-1895). Partecipò alla campagna dcl 1848 quale sergente volo nta rio n el battaglione volontari livornesi al servizio del Governo della Toscana e prese parte col grado di t;apitano n ei granatieri toscani alla campagna del 1859. E n trato a far parte del R egio Esercito (1860), si distinse durante la campagna d' Ancona e llassa Italia del 1860-61 e fu decorato della medaglia d'argento 11elle operazioni per la pacificazione dell'Italia l\teridionalt <lei 1862. Partecipò nel grado -li maggiore alla carnpagna <lii 1866, e promosso colonnello ( 1875) ebbe il coman<lo del 60° reggimen to fanteria e fu nom inato a iutan te di rnmpo onora rio d i S. M. il R e. Collocato a l'iposo (1879), raggiunse nel 1895 il grado d i maggior generale nella riser va. ·

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Bettica (!liberto). Ufficiale italiano . Arruolatosi n el 1900 come soldato nel reggimento ferrovieri del genio, entrò a lla Scuoht militare d i ::viodena e ne uscì sollotenen te del genio nel 1905; seguì qu indi i cors i ddla Scuola di Guerra con buon esito. );el 1914 fu promosso cap itano al 1° reggimento genio zappatori ; entrò in guerra al comando di una compagni,t del genio e fu ferito prestissimo, in una r icognizione sull'Isonzo il 28 maggio 1915. Ne l settembre dello stesso a;rno, fu destinato in servizio d i S. M . ed assegnato alla 14° divisione. P er la s ua competenza e -per il suo continuo studio in materia d i esp)osivi e <l-i artifizi da guerra, nel dicem bre 1915 fu addetto al Campo esperienze ddla 3° cu·mata . K cl gennaio 1916, trasferito nel Cor po d i ·S . M., ve1me nominato direttore del Poligono armi su.ssi,liarie della 3• a.rma(a a Cà del Vescovo (presso Aq•.1ileia), posto che tenne con onore fino alla .ritirata di Ca poretto drla l'ottobre 1917. Nel luglio 1917 era s tato promosso magg iore <lei genio in servizio di S . M. Dopo Capor.etto, per continuare l'opera sua molto vantaggios:t per l'esercito, i,r.1pilntò a Settimo Torinese un n uovo labora-torio che prese il nome di (< L,tborntorio torped-ini l> alla <liretta d ipendenza· del Comando Supremo. Egli, fin dal principio <lellà g11erra, vedendo quale grnvis;imo ostacolo foS.':,'€J'O all'a vanzata delle fanterie le d ifese accessorie del nemico, e specia lmente i reticolati d i fil di ferro, e come fossero jnsufficicn ti le deboli pinze tagliaftli in do tazione alle truppe, che per la le coad izione <li cose erano sogget te a perdite fortissime, studiò mezz i di d:rco.stanza., d i poco costo di semplice e facile allestimento e tali da poter essere p repaJ·ati anche in vkinanza delle .prirnc linee. senza bisogno di impianti importanti; ma che nello stesso tempo ios-sero dlìcaci a distruggere i re ticobt i, risparmiando per quan te era possi':>ile !'elemento uomo. Con felice intu•ito, egli studiò ed esperimentò prima i tubi 1

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esplosivi da portare a mano, e quelli da lancia.re per mezzo d i cannoncino; poi gli spezzoni, le torpedini ed i lancia torpedini, che, in seguito all'esito favorevole delle esperienze, furono adottati da l Comando Supremo e quindi distribuiti alle truppe. "Queste armi sono conosciute col norne <lelrin,entore (V. Lan-ciatorpeduie, Spezzone, T orpedine, Tubo esplosivo) .

Bettoia (Edoardo). èl1edaglia d 'oro, ·n . a Caluso nel 1865. Uffìcia le in S. A. P . nell'arma d i fanteria, si era

già segnala to in E ritrea, ove, nella battaglia di Adua , tra stato ferito, ed in L ibia; la Guerra l ta lo-,\ustriaca lo trovò maggiore nel 19° .reggimento fanteria, col quale comba ttè valorosamente sull' Altipiano Carsico. Fu appunto in una delle prime azioni nella zona <li Castelnuovo, che ebbe occasione di <lare prova di straordinar ia forza d'an imo e senso del do vere. D opo aver comandato, qu,t!e colonnello, 1'81° reggimento fa;1teria ed essere stato per qualche tempo addetto a llo S tato Maggiore, pas,;o in posizione ausiliaria. La motivazion e della meda.glia d'oro dice:

<( Spingeva le sue truppe all'assalto d i fortissi,n1e trincee nemiche, facendo prigioniero un repa rto a ustriaco venuto improvvisaì11ente ad atta~care su l fianco. Durante l'a,cca_11;to com.ba ttimento, ferito succ,,ssivamente per tutto il corpo da cinque -proiottili, dei quali uno gli fracassava una spalla , persisteva ad incuorare i •Sl!Oi nell'az.ione, a 1fa.rsi onore in nome del reggin-1.ento. Ferito una sesta volta da scheggia di granata e trasportato vi.1, scgl!itava ancora a.cl incitare quelli che incon trava a perseverare nel combattimen to» ( Castdnuovo del Carso l S, 19 e 20 lugiio 1915). J

Bettoli (Lino). Generale, n. e m. a. Parma (1845 1915). Sotto!. d' art. nel 1865, fu insegnante presso la Scuola <li Tiro di Fanteria ed incaricato dell'insc-gnamen to delle matemat iche al corso preparato. rio per la Scuola d i Guerra. Ebbe da tcn . colonnello la c,u·ica di d irettore <l'artiglier ia d i Verona e il comando d el 1.4° reggimen to artiglieria, e -promosso colonnello ( 1899) comandò l' 8° reggimento a1iiglieria da ca.mpaf,'lla. Collocato in posizione ausiliaria nel 1903, raggiunse nel 191 l il grado d i maggior generale nella riserva .

Bettolo (-Timoteo). Generale, 11. a .Bieno m. a filcttole ( L83 l -1910) . ..Lau.rea tosi ingeg-t1en· idrau lico ,cl 1853 e nominato wttot. del gen io nel 1855, parteci;iò eh tenente alla camp"gna del 18'.>9 e promosso rn.igg;ore ( 1866) ebbe successivamente le cariche di vie..: ,.::rettore del Gen io Mili ta re d, Genova e coma ndan te del Gen io alla Spezia. P romos30 colonnello ( 18i9) iu d i: ettor~ del Genio ad 1\lessandria e Palermo; colloc:a tn in po-


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sizione ausiliaria ,1cl 1891, raggiunse nel 19r,i il gr·,do <li tenente generale nella riserva.

fin che visse; e fu tre volte ministro della. M arina ; nel 1899-900; i1el 1903; nel 1909-910.

Bcttòlo Gi1r"an1ii. Ammiraglio, nato a Genova ne-I 1846 morto a Roma nel 1916. Guar<liàmarina 11el 1865, raggiunse il grado <li contrammiraglio nel .189i ~ d i ,viceammiraglio n e l 190S. Nel 1897 fu inviato ad Essen, in, Germania, per studiarvi la tecnica dei cantieri navali; nel 1884 si d istinse a Napoli in occasione .dell'epidemia coler i·ca, così da. merita.re w1a · d istinzione on orifica. Al comando delht <( R e Umberto » riuscì, con rara. peri-

Bett.oni (Giovanni A ntonio) . Generale italiano al servizio dcli' Austria, n. nel \"eronese, nt. in Ungheria (17 17-1773). Cornba.ttè contro i Turchi, si d istinse a Lowositz, a Hockirtcn a Ma.tten.

zia, a disincagliare la « Sardegna Jl incaglia ta nel Gran Belt, <lurant~, il viagBettolo Timoteo gio di ritorno della squadra che <::.:-a&i recata all' inaugu;',1Zione del can::k d i Kicl. Incari•ca,o nel 18'i i d i sost ituire n~l comando n av;dc d i Creta l'a mmiraglio Canevaro .per la intricata questione internaziona le allora accesa su quell'Isola, Iiusd, da.Ila (< 11orosini ,,, ad operare uno sbarco a poche miglia da. Can<lia che s i era r ibellata ai Turchi, ed indi a prendere viva pa.rte a lla rep-ressione de i ribd li; procl.1ona ta. autonoma. l'Isola., all'inse<lia.,;,ento dd p riacipe G iorgio, spiegava prudente avvedutezza politica. D a l 1905 al 1907 fu comandante in capo <lei dipartimento maritt imo di Venezia, poi ca.po di stato maggiore <lella Marina, posto ohe tenne fino a.I 1911, quando cioè, per .ragioni di età. passò nel servizio ausilia rio : in tale .periodo con tri bu b, coi suoi studi, con la direzione personale delle ma,1ovrc, con la istituzione della « Scuola N a.vale d i Guerra ll, in modo Glovimnl mirabihnente efficace alla preparazione :militare dell'I talia sul mare. Fin da giov inetto si dedicò p iù specia lmente allo stu<l io delle a rtiglierie e in genere delle armi n avali ; pubblicò, oltre vari studi m inori sulla « Rivistit :Marittima.,,. e in a ltri periodici, un « :Ma,1ua le teori-co-pratico di artiglieria. navale,,; ideò a lcuni « istrumcnti i11dicatori J), e ciC:è l'« I strumento ind~torc dei fuodh'i Bettòlo >> ( 1877) e l'« Indicatore di lancio Bellòlo Jl (1883). primo istru• mento usato per la pun teria del lancio. Nè trascurò lo studio del programma d'·insieme e "dei problemi inerent i a lla m.arina mercan tile, come attestano 11w11crosi articoli •pub blicati su · varie rivisie. Il Bcttòlo, per a ltro, non fu solamente un grande marina;io, maestro di manovra, d; strategia, d i tattica navale, qua.nt' anche una perso11alHà politica. di p rimissimo 01,dine. Entrato a far parte della Ca.mera pe r la XVH lc,gisla.tura. ver il <:ollegio d i Genova, ,i restò

Bet.ulia. Città dei Giudei, celebre -p er l"assedio postovi da O lo ferne, gcncra,le di Nabucodonosor e per la famosa impresa. <li G iuditta, la quale, uscita da B. e recatasi presso Oloferne, gli si fece amka e riuscì a. ta- 1 gliargli la testa mentr e dormiva, tornando lJOScia in città . Gli assedian ti, sbigottiti, fut'ono assaliti dai cittadini all'improvviso, e sbaragliati, e costretti· a r itirarsi. Beuret. -(Giorgio). Generale francese (1803-1859). Fece le campagne di Spagna, ( I 823) di Algeria ( 1830) e di Roma ( 1849), e ,poi ancora dcli' Algeria ( 1852) e di Crimea ( 1854- S5) . .Nel 1859, cadde nella battaglia d i •l'lfontebello, a l v rinci,pio della guerra in Italia, mentr'era al comando della. !." brigata della cliv•i s. Forey. Beurnonv ille (Pietro a·i Riel, ntarchcsc di). ~Iarescia llo d i Francia ( 1752-1821). P restò servizio nelle Indie sotto Suifren; tornato in Francia, a l principio della Rivoluzione era colonnello; nel 1792, nominato marescialo di campo, combattè, dis tinguendosi. a Valrny e à Jemappcs. Ebbe per _p oco il comando gen erale del!' eser-cito della l\fosella, <lopo d i che fece r.ilorno a Parigi per .pren-d ere il .p ortafoglio della Guerra (1793). T ornato al fronte e fatto prigioniero dagli Austriaci, riebbe la liberti, nel 1795 e servì al comando ,r.!_egli eserciti di Sambre e l\,fosa. ( 1796) e del Nord (179 7). Dal Bona.parte fu inviato poi come ambasciato re a Berlino e a Madrid. Aderì infine· ai Borboni e fu nominato maresciallo di Francia. Un suo nipote Stefano, barone di B., fu 1)Urc generale Jirancesc ( I 7i'.J-1876) e fece le campagne napoleoniche, terminando con l'aderire a i Borboni. Bevanda ( Veterùia.ria). L'unica B . semplice occorrn,nte a.I qu:i.drupcdc mi iita,c è l'acqua, che, tenuto conto delle svariate contingenze della vita militare, e d egli agglomeramenti di qua<lrnpcd i, è necessario venga somministrata nelle migliori' condizioni d i potabilità . Fatta astrazione dalJa vita d ì caserma, dove l'acqua in genere è ricavata da poni o fontane costruite con ogni precauzione igienica, <lun..ute 7a vita.. d i campagna o di manovre, è da. p referirsi l'acq_u a corrente di fiume o ruscello limpida e pura. In caso d i deficienza d i buoni corsi d"acqua, s i può utilizzare quella dei fossi o pozzi, j)revia corrc:<ione c on ,prodotti · chimici depura.nti. Nei rigua rd i d ella quantità, , la B. d i cui ha bisogno un cavali◊ milita re nelle 24 ore, va dai 18 ai ?.4 litri d 'inverno, e da i 24 a i 35 l•itr i in estate; e oer meglio dettagliare, si ritiene che ·p er ogni profenda secca il quadrupede militaro abbisogni d ai kg. 3.500 a i k g. 4.500 d'acqua ; ciò tutta.via 11011 in senso assoluto. La B . si


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somministra in _genere prima ·cli ogni profenda, e per conseguenza d alle 2 a lle 3 volte al giorno. L a B . deve essere somministrata a tem pera tura. media, giatthè gli eccessi d i caldo o di freddo sono~ per il quadrupede estrc1nan1en te nocivi .

Bevande (del soldato). Le B. necessarie all'a!imentazione del soldato sono in tem;,i normali di guarnigione limitale all'acqua, cafiè e vi.no. Queste d ue u ltime però non fanno pat,te della a limentazione quotidiana; vengono di$tribu.ite a turi,o duran te i periodi d i rna!_:g ior lavoro. L'acqua occupa il primo posto nelle B. del soìdato e deve e~scre perfetta nei suoi caratteri di potabilità · che si riassun ono nei. seguenti requi!:titi : limpi<laJ incolore> leggera, aereaia, inodora, fresca, di sapore p iacevole, esente da maLerie organiche; d eve te,1ere in dissol•1zionc una piccola q;;antità <li sal i minerali, ma non al punto da essere salmastra; deve cuocere pcrfett:un<ente i lcgu1ni e sciogliere il sapone senza far grunJi. Nelle caserme essa è fornita 6?nera.lmente da fontanili d i ac']µC• dotti ,,,unicipali, o <la pozzi, sottoposti a controllo sanitario e pertanto di s icura pota,bilil'i. )la lg.ado ciò, potendosì vcrifi<;a,·e inq\1inamenti, per d ifetto di c,mdut lura od a lt ro, sono prescritte perio<licbe verifiche a mezzo <l'ana lisi chimiche e batterioscopic:he. Durante ma~ novre, ca.mpi, ed in guerra, l'acq ua potabile cos~ituisce uno dei principali p roblemi Jo~istiéi e sanita1'i, sia p èrcliè essenziale elemento dell'alimentazione, s ia. perchè veirnlo (i n guerra talvolta ,p rovocato d al nemico) d i infezioni od avvclcna1nc..nti collettivi. La quantitic d'acqua occorrente a ciascun soldato per giorno, è di litri 6 circa; ncl1a vit,L di campagna, dove n on si trovano sorgenti naturali, .stimate lè n1igliori si ut ili.t.lan-o gc11eraln1ente i cors i <I1acqua a nt.picht corrente: scnonchè nel caso si debba valersi di un solo corso pet· parecchi accampamenti, onde evitare l'inqu im1mcn to delle acque è necessario che essi s iano scaglionati a 10---1 2 k m. di d istanza da monte a valle, cs.~cndo provato che la corrente, dopo tale percorso, p1.Irifica l'acqua. Dman te le marcie, specie in terreno n emico, o quando noa s i possa essere s icur i d i trova ,-e sorgenti o p ozzi, occorre avere al $Cguito del.le trnppe il fabbisogno d i acqua che varia, a seconda delle circostanze, eia 1 /2 a 2 litri pc;· uomo. Tale dotazione viene portata in barili od otr i.. Ogni soldato però deve avere in partenza la sua r iserva personale i;ell'apposita bonaccia. :'.\"elfe soste, quan<lo manchino corsi d'acqua, occorre valersi d i pozzi, cisterne, ecc. e quando questi tnancxlssero1 ovè non si abbia il tempo d i scavarli, il rifornimento delle B. deve essere fatto da tergo. N"aturalmente, valendosi delle acque locali, b isogn a assicurarne la potabilità.; necessita dunque provvedere all'epurazione. I sistemi d'epurazion e nell'eserci to- italia110 1

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sono:

a) 1'-Ietodo della filtrazione a mezzo dei filtri portati li, poco p rat ici però pcrch.è non facilmente slcrilizzabili ; b) Metodo dell'ebollizione, convenien te solo per piccole quantità, perchè occorre una bollitura che duri da 15 a 20 minuti, onde uccidere le spore del tetano e carbonchio p iù resistenti; l'acqua bollita poi n on è bene aocetta al soldato perchè insipi<la e indigesta. e) ::\1etoclo della. d istillazione; poco pra tico perché

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lungo, ma necessa rio quando occorra rendere pota.bile l'acqua -sa-fmastra, o minerale fortemente ; d) Me;toclo chimico, il p iù rapi<lo e<l usato, perchè esige meno materiale . Generalmente -si adoper\1- l'acido cloridrico a ll'1%; l'acqua è potabile dopo 1 ora. e 1/2; l'acido citrico o ta rtarico 1-2%: occorrono chic ore per la B.; -il perma11ganato di potassio, del quale basta qualche .goccia per litro : quan<lo l'acqua incomincia a colorirsi leggennente in violetto è segno che '.utte le sostan1.c organiche sono decomposte ; lasciata deporre per qualche tempo, l'acqua. diven ta potabile: Fra le ' B. alcooliche, la J.)iù usata negli eserciti è il vino, che, pur non fac-cn<lo parte della razione ordinaria del :soldato in guarnigione, viene però sonunin istrato nei periodi d i più faticoso lavoro, e 11ei climi freddi ed umidi. la gcr,erc nell' Esercito italiano si fanno distribuzioni d i vino rosso, che abbia a lmeno 9° a 12° di a lcool, e tutti i .requisiti come stimolo generale dell'organ ismo e come ausiliario delle funz ioni digestive. La razione è limitata a. c l. 25 per individuo, e viene dis tribliita in ragione d i 200 razioni annuali. In sostituzione de l vino, dove questo non si trovi facilJncnte, o quando ne sia d ifficile e ingombrante il trasporto, si usa sostituirlo con acquavite, n ella proporzione di l/5 circa della. razione 1:orrnalc di vino. Durante l'estate, talvolta si fa una d istribuzione di anice, d o.p0 esercitazion i o marcie. Può essere d istribuito vino bianco in sostituzione de l rosso ; i ,·ini bianchi .però contengono generalmente ,.più forte proporzione <li e teri ed agiscono più vivamente sul sistcn1a nervoso. Il vino nuovo non può essere dist ribuito a lle truppe p rima di dic.embrc. Quando v i ·siaqei conte,mpora11eamen te d istr ibuzioni di vino e caffè-. convi•sne che il primo s ia d ato prima della fatica, ed il secondo dopo, giaccbè è pii, atto a ristorare le fatiche (l\foleschott). L e truppe tuttavia n1.ale si adallanG a bere il Yino a digiuno, men tre cli prima maHina consumano assai volentieri il caffè. In a.lta 1nontagna 1 <= '!,ci lunghi soggiorn i ,in lrincea,

sia per dare maggiore .resistenza alle truppe, che .per fornire loro la ,maggior quantitit <l i ,carbonio necessa.ria nelle basse temperature, s i sono fatte, specie durante l' ultima grande guerra, distribuzioni d i B . ùi conforto, come marsala, rhum, cognac, grappa, od a lu-i liquori o vini, nella 1·azione inver$a1ncnte proporzionale al grado alcoolico della bevanda. Frct le S. e-.J a,lin,c nti nervosi, il caff~ occupa cenamente il ,primo posto, tanto più che, 11cl mentre offre sens ib ili vantaggi s ul vino, non espone ad alcuno degli i:ntossicarnenti, s ia pure a.cciclcntali, che può· dare l'alcool. Il caffè fa parte d ella razione d i viveri 01·di:nari <lei so ldato, nella razione di .gr. 10 per ind ivid uo, unito a gr. 15 di zucchero. Deve essere d i ottima qualitil r.: tosrato con venient{!Jnentc, di modo che 1Jcrda. circa il 2.0 % del proprio peso cd a umemi di I /3 circa d el suo volwne da. crudo. Deve esse1·e conserva to in casse ben chiuse cd asciu tte, affinchè ma,ntcnga l·e sue qualità di a limentazione dei cen tri n ervosi, ed il suo aroma. ): ella somniinistrnzione di tale B . ha una grande importanza per le trnppe la sua confezione, e nell'Esercito italiano si erano adottate con felici risultati le caffettiere a filtro, che avevano- i,1 vantaggio di mantenere inlegro.lmcnle gli elementi eccitanti del caffè. Con l'adozione delle cucine tipo thermos si è dovuto semplificare l'attrezzamento a l seguito delle ·!ruppe man;ianti, ma. si ha il van-


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taggio di conservare calda questa B. ristoratrice ed eccitatrice d elle forze del soldato.

Beva.ring. M ilizia territoriale nella Svezia, formata dagli uomini dai 21 ai 40 anni, non appa.rN:nenti nè a lla « Varfvade ) l nè a li'« Indelta l>. Queste t,r uppe prestano brevi p eriod i di servizio per tenersi istruite. Beveraggio. Nell'epoca delle milizie di ventura, s1 disse B . il rega.lo o ma,1cia ai soldat i, e anche ai condottieri. Beve rloo. Borgo <lei Belgio, nella prov. del Limburgo. Nel 1835 presso B. f u creato un campo d'esercizio delle truppe del .Belgio. Vi fu in segui10 isti tu ita una scuola <li soHotenenli d ella 1·iserva per la fantera, l'arrnniuistrazione e i servizi di sanitfl. Beverone. Si chiama così nell' Esercilo anche I' Abbeverata in bianco: Bevilacqua. Comune in 1>rov. cli Verona, con robusto castello a,ppa 1·tenei1te alla famiglia omonima, presso il canale della Fratta. 0' el 1848 il borgo fu occupato da una colonna di volontari al comando del conte Livio Za mbeccari; ma, assaliti ( 21 a prile) da un regg. austriaco con a,rt iglieria, i volontari furono ·costretti a r itirarsi varcan<lo l'Ad ige e il comandante au striaco, colonr.ello H eingcl, fe~e saccheggia re' e incen diare il castello. Be·v·ilacq11a.. Ant. famiglia veronese, alla qua le app:utenncro molti uomini d'a rme, fra i qua li : A nt onio Bevilacq11a, m. a Verona (1502 -1570). Fu al ser vizio di Fmncesco I di Francia; e poi d el duca d i Ferrara. Ercole Bevi/acqua, capitano ferrarese d el sec. XVI. n. nel 1554. Servì sotto gli Spagnuoli 11ella guerra <li Fiandra , e, tornatone invalido, fu nominato dal duca Alfonso d i Ferrai·,t capitano delle sue guardie e co1\s iglicre cli guerra. Alfonso Be-,.:ilacqua, marchese di Fonfrtnilc (15651610). Fu al servizio di •Carlo Emanuele d i Savoia; n el 1600 cornbàttè contro i Turchi in U ngheria; quindi passò al servizio dei Veneziani e J)oi della. Chiesa.

I ppolito Ewilacqiw., m . nel 1630. Fu al servizio elci d uca d i lviantova. e si battè nel Monferrato contro là Casa Savoia . CtJmillo Bci·ilacqua. figlio di Ercole ( 1597-1645). i\1ilitq sotto Ambrogio Spinoht in Ungheria; n el 1626 Iu governatore ' di R eggio; •Combattè con i Genovesi contro . i ,Savoia; infine fu generale di fanteria del du cato d i Modena. Onofrio Be"'ilacqua, n . cli Fer rara ( 1598-1680). Fu al s~rvizio <iegli Spagnuoli nelle F ian<lre, e nel 1640 a quello del Pap:i, col grado di generale d'artiglieda. Autore di un « Ragionamento sopra il comando, l'uso ed i1 1n~neggio dell'artiglieria)). G-io11anni Bevilacqua, nipote d i Tppoli-to {1622-1684) . Fu al servizio- d i Venezia; dal 1645 a l 1660 militò nella guerra di Candia; nel 1665 comandò h flottiglia del lago di Garda.

Ercole 13e-:.:ilacqua, n . nel 1675. Militò a l servizio del goven10 :pontificio e fiuì govematore cli Cen to.

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B ev i/a.equa Luigi. :M edaglia d 'oro, n . nel 1895 a San . Odorico (Ud ine), cadu to sul basso Piave nel 1917. Sergente nel 5° reggimento genio minatori, aveva raggiunto tale grado, da semplice soldato volontario, per successive promozion i, guadagna.le con continue, insigni prove d i valore e ,d i ardimento. Cadde n clh zona del l3a.sso Piave, e gli venne concessa la medaglia d'oro al valor milktare con la seguente motiyazione : (( l' ai·tito volontaria mente per la zona d i operazione allo scoppio delle ostilità., dette costante fulgido ese:mpio delle più elette vin(1 militari. Guastatore vo lontario del reticolato n emico a l\-iontc Piana (luglio 191S), collaboratore preziosissi.lllo alla costruzione dell'osserva.torio a vanzato del San Michele ( no·1qnbre 1915) minatore d i cccteZionalc tenacia ai cavcrnone di quota 2 19, ove, a.Ilo scoperto. tra il grandinare dei proiettili, aprì con mazzetta e J)istoletto lo sbocco stabilito. d opo d1e il perforatore era stato, ,d istrutto da una granata a vvcrsaria ( 10 agosto 1917); lavora tore e fan te a ll'occorrenza, tutta la sua opera fu cli abiliti, e cli aixlimento. Fiero del propJ·io compito, c ui ;prodigò ogni sua energia, due volte ferito (il 16 agosto 1916 a Gorizia, il 6 se ttemb re 191 i a 'q, 241), due volte rinunciò di essere all0ntanato dai suo posto. Capo ,; ;quadra incaricato dell'assestamento di un'iuterrnzionc, sotto il fuoco e i tentat ivi <li irruzione dell'avversar io, incitò i suoi uomini e condusse a termine H prqprio compito, segnalandos i come sempre e dan, lo l}l'Ova cli perizia e coraggio , Tson zo 28 ottobre 1917) Nella sft•da cont in ua e tenace :il pcr.icolo, cJdde da valoroso mentre, in una 7,ona molto avanzata, à ppresta,·a llJOVC e valide difese)) (Basso l'iavc, 24 febbraio ,918).

Bex. Borgata della Svizzera, nel cai1t. cl i Vaud, sulla dr. dei Rodano. Battaglia (f, Bex (S74) . Appartiene ad una incursion e dei Longobardi nella valle del Rodano: li d uca Zalxrno di Pavia, insieme con i duchi Talvardo e Muccio, raccolto un ~ercito numeroso, penetrò nell'alta valle del Rocla'no devastando e saccheggiando il paese. Contro i J_ongobardi, Gontrai10, re dei Franchi, mandò due suoi grn erali, '(VioliGb ç T eudofrcùo, i quali ~i scontrarcno con gli invasori !)l'esso l<., ed in fl i,sero loro una sconfitta decisiva, tale che· furono òcarsi i superstiti che poterono 1·ipas~~• e ie Alpi.

Bey (o l3eg) . Titolo ono rifico turco (lato agli uffic iali superior i d~ll'escc it,; ot tÒmano, di terra e d i mare, co'me pure agli ~ lt i funzionari dello St:l.to. E' l itolo inferiore di quello d i <e Pa.~rià ll e &upc:·iore a quello di (( Effen rli ,, ·; in passato v,'nìva attribuito anche ai go vernatori delle provincie, ed at princip i vas,;all i dcll'Im.pero turco, come a.d esempio •a l B. d i T unisi, ecc. I 73. dell'Egitto (24) erano con tempora nea.mente governatori e comandanti cleHc milizie, ed erano 1>iù 1) 0 ten ti che il Pascià inviato da Costant inopoli, quantunque a. lui soggett.i.


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Beyer (G11stm,o). Ge1lera,le _p russiano ( 1812- 1889). N'dÌ .Ì864 era: geii\;ralc di brigata. D·urante la. guerra del 1866, il generale Bey~r p rese Casse) e fece una brillante cai~p;g;,a, d ivenendo ·p oi ~ inistro della Guerra d~I _.g ran ducato di .Baden. Riorganizzò allora le truppe b~desi su l rnoclcllo prn~ia.no _e quando scoppiò la _guerra ' del 1870, ne ebbe il_comando e partecipò a l1' assedio d i Strasburgo •Quind i occupò Digione;. ~{flue r itornò a . Carlsru,he .:a prendere ' il suo posto di ministro della G uerra; fat·ta la pace, Bcyer r ientrò .ca! serviz_io della Prussia; venne nomina to i,el 1871 ;governatore di Coblenza e ~ uc anni dopo gen. di fanteria . Andò a riposo nel 1880. . Beylìé (Lcon è) . Generale francese (1849-1910). Par·tccipò alla guer ra elci 1870 d istinguendosi a· Mont:nédy; fu po.scia in Algeria , Nel 1890 fu i nviato al Tonchino, --dove ·prese parte a numerosi combattimenti. Tre anni dopo wcparò la spedizione al Madagascar, studiando segretamente sul posto l' itinera.rio, e vi prese parte con -Onore. Nel 1902, al Toncllino, raggiunse il ;;rado di gen erale; rnorì per un na ufragio sul :M ckong. Lasciò '11.cuni ' tibri di indole s torico-geografica. Be ylis (Gùtvanm). Generale, n. a Savigliano, m. a 'Torino (.1806-187S). Sottot. <li fanteria. nel 1832, par-tccipò alle c ampagne del 1849 e '49 11\Cr-Ìta ndosi una mcd. d'argento nella battaglia di Novara; si d istinse ;pure duran te la c:lmpagna del 1859 o ttenendo la croce

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cli c ava liere dcll'Ordin,e militare d i Savoia aUa. ba ttaglia d i San Martino: Pro11,osso colonnello- ( 1862), prese parte quale comandante del 24° regg. fa11teria alla campagna d e l 1866 e n el 1868 fu nominà'to presiden te del T ri bunale mili tare d i Napoli. Fu collocato a riposo nel 1871 col grado di maggior generale.

Beysser (G-iovanni). Generale fram:'c se (174.3- 1794). Dappri ma prestò servizio in F rancia; poi ;u1?ò chirnrgo maggiore nel regg. svizzere, Meuron al servizio della compagnia d elle lnd ic -:'\ eerlandcsi (1781). Tornato in pat,ria , ra ggiunse ,nel 1793 il g,·ado ài gèn, d i brigàta, ed ebbe- il comando in capo dell'esercito in Vandea, dove baltè i re:i,listi a Nanles. Battuto però a .Ylonta.igu, fu sospe ttato <li tendenze 1·ealistc; arrestato, venne deferito ad un tri bunale rivoluzionario che lo condannò a 111ortc . Bezabda. Xome .di · uua for tezza costruita. dai Romani, con <loppio muro, in una p iccola isola del Tigri, Sotto Costa11zo, Bezabda era fornita di un'importante gua rnigione romana. Nel 360 fu presa d'assalto dal re Sapore II, che fece passare la guarnigione e gli a bitanti a fi.! <li spada.. Invano Co:-tanzo, l'anno successivo, tentò cli ripren<lerc la for tezza ai Persiani. Bézie r.s (lat. Betenae). Ani. c i-ttà d ella Francia, nel dip. dell'H érault. La s ua cattedrale fortifi.cata. costituisce tm esempio delle ch iese medioevali munite di caditoie per premunirle contro temute possibHi aggressioni . L e difese della ,cattedrale d i 13éziers hanno le caratteristiche della -merlatura profilata secondo i n uovi criteri <lel!.i. metà del sewlo XIV. G li architetti dell'epoca died ero alle aperture un.i. svasatura esterna assai pronunciata e .profilala, in modo eia in,pedire i •r imba lz i, favoriti da ll'avcrtura all,antica con gli spigoli ad a.ngo!o ret-

'L'assedio di Béziet'S nel ·1200


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La battagl ia d i Bezzecca (Quadro di F. z enrnÌroì

to, che a!1clava,10 a colpire i d ifensori appiattati -d ietro a i merli. B. iu presa d ai R omani nel 120, e ne d ivenne colon ia 11el ::9 a. C. Presa dai Visigoti 11cl 418, dai $ ara.ceni nel 725, fu d istrutta da Ca rlo •M artello nel 736 e rkostruita da P ipino. Da.ll'XI a l X1II secolo i visconti d i llézicrs furono sempre in lotta coi loro <lue sovrani, il conte di T oulouse e ·il re di Aragona. Al tempo della crociata contro gli Albigesi, avendo J; . prese le loro 9arti, fu assed ia la da un esercito cattolico comandato da S imone d i :èYiontfort, mentre la piazza era agli ordini del visconte d i B ., l<aimon<lo Ruggero. I crociati intimarono che . fossew loro consegnati gli eretici, ma i cii.ladini s i r iftularo:10 di farlo, e allora gli assedianti d iedero l'assalto a lle mura, le superarono d opÒ aspra lotta durata tre ore, si impadron irono della città e la deva.s1,11rono e incendiarono· massacrandone gli abitru1ti, in nl111ero, d icesi, d i 30.000 o di 60.000. E' in questa ocdasionc che l'abate d i C1trat!x, capo spirituale dei cattolicC av,ebbe in citato a.Ila strage, d icendo che « D io avrebbe · riconosciuto i suoi»! ( 1209) . In seguito B. partecipò ancora a lle guerre d i relig ione, e venne smantellata nel 1633.

Bezons (Giacomo Baz·i n S ig1wrc di) . .Maresciallo d i Francia ( 1646-1i .33). Iniziò la s ua carriera militare nel 1667 sot to Sohombc-rgi in Portogallo; p rese parte a ll'ass~dio d i Can<lia ( 1669) ed a tutte le ca mpagne di L uigi XIV. Si d istinse quale comandante inter ina le delle truppe fra11cesi nel basso Po presso Sunara. e nelle campa.91e ne!l' Alta Italia ( 1703-1785). N cl I i08 fu alle dipendenZ<.! dell'Orléans nella Spàgna, N el '1710- 11 ebbe con H arcourt il cornando déH'arma ta de.I Reno, e con Villan; (li13) quello dell'ar mata del R eno e 11osella, partecipando a ll'asse<lio d i Landau. D Òpo la morte di Luigi XIV fu membro del Governo. ' Bezzecca. Comune in prov. d i Trento, posto a llo sbocco d i Val Concei nella Va,l <li L edro, importarttc,

sia per la s ua 1)osizione c he per mèmoi-ie storiche (com-• battimento del 1866 e telegramma d i Ca.ribaldi: « Ob-· beclisco ! ))). :N'cll'ottobre ùel 19i 5 Je truppe della 6° didsionc al: comando del genera.le Roffi (3" corpo <l'armata, tenente: generale Camerana) espugmiti con ' viva lotta durante i giorni 18, 19 e 20 il monte Melino ed il monte P,v· :o.ne, s'impadronivano, il giorno 22, di cima Noclic, per-

g-ari baldinl a Bezzecca . (1926)

,nettenùoci e<>SÌ di amplia re l:t nostra occupazione· in Va l d'Ampola e Val di Ledro, ·col possesso d i Pieve d i Lc<lro, e di Bezzecca. I nostri fanti r itornavano . così s ulla via di T1,cnto; dove crru10 sta.ti fer~1a.ti, quaranta-· nove a nni prima, i volontari garibaldin i. Battaglia. di Bozzccca. (21 luglio 1866). Fa parte delle

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c:::J Italiani

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Austriaci

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a) ' 20 luglio; b) 21 luglio, ore 10,15; e) 21 luglio, ore 12; à) 21 1ugllo, ore 15

operazioni sulle sponde del lago di Ga1ida e nelle Alpi Loy{ibarde. La sera del 20 luglio Garibaldi mandò il generale Haugh col 5° reggimento cd una batteria a prender posizione all'ingresso <lclla valle di Concei, ov'è il villaggio di. Bezzecca che giace all'estremo <lei monti che formano la valle stessa. Il 2° reggimento doveva scendere anch'esso in. val di Lcdro e collegarsi a sinistra col s•. All'estrema destra, rimanevano alcune cp. del 10° reggimento. Il 1° battaglione del 5° reggimento dei volontari italiani, avanguardia della brigata Ha.ugb, era giunto a Bezzecca nel pomeriggio del 20. Il generale Haugh, -r iconoscÌute le posizioni cd avuta notizia della p resenza di truppe nemiche oltre Bezzeoca, affrettava la, marcia degli altri 3 battaglioni del 5° reggimen to e di 4 compagnie del 7° reggimento giunte a Tiarno. Fu anche affrettato verso Bezzecca. il movimento <lei 2' reggimento. Alla ser a stessa del 20 il generale Haugh, ritenendo possibile un attacco nemico nel mattino segl!cnte, si sistemò a d ifesa . Il nemico infatti si accingeva a ll'attacco con un cor-

po di 4500 uomini e 12 pezzi d'artiglieria agli ordini del colonnello Montluisant, che frazionò le sue truppe in due colonne ed un reparto fiancheggiante, oltre a costituirsi una propr-ia r iserva. Una colonna di destra agli ordini del maggiore Krynicki, doveva muovere su Bezzecca lungo il torrente e per le alture ad Ovest ; una colonna di s inistra, doveva pure scendere su Bezzecca per la sinistra della valle di Concei. Gli Austriaci, sgominato il 1° battaglione del 5° reggimento, che smarr itosi per boschi e burron i era venuto a capitare all'alba del 21 in un vallone rimanendo accerchiato, attaccarono presso il villaggio di Locca, dinanzi a Bezzecca, le prime·posizioni garibaldine. Le truppe resistettero gagliardamente, fmchè, sop.r affatte alla destra, dovettero retrocedere su Bezzecca. Giunsero intanto dei r inforzi cd il combattimento proseguì per qualche tempo avanti al villaggio e nelle alture orientali col potente aiuto di 4 pezzi da 8 posti avanti a Bezzecca, mentre altri due pezii erano stati collocati sopra una altura tra Bezzecca e Tiaq10 per p roteggere eventualmente la ~itirata.


_, 242 La situazione s ; face,va critica; gli Austriaci continua• vano ad an•antaggiarsi verso la destra garibaldina; il 2• re'gg imcnfo atteso non giungeva; le perdite di,·eniva· no sempre p iù gra\"i; il co lonnello C hi assi, comandante del 5° reggimento, era caduto ucciso; !a destra dei ,·oJonta ri cedeva e le alture che sovrastano Bezzecca da qurlla parte rimanevano in potere degli Austriaci; Bez7.CCCa infine, i-gomhrata, cadeva in mano al nemico verso le ore 10. 111 questo frangente entrò in azione la terza sezione della batteria che già aveva impegnato parte dei suoi pezzi nelle precedenti operazioni; questa sc1.ione trat• tenne il nemico e ,permise .;ialle truppe amiche, in ritirata, d i riordinars i. Soprnggiunsc opport unissimo i l maggiore Dogliotti, comandante dell'artiglieria del corpo ga• ribaldino, con una srconda batteria da 8 che prese po· sizione sopra u n altura a dest ra della s trada e bombardò Bezzecca. Intanto un battaglioni! del 9° reggimento fermava la colonna di destra austriaca sui poggi ad ovest della valle di Conce i, e un a colonna dei p iù valorosi garibaldini, col maggiore Canzio e Ricciotti Garibaldi allo1. testa, s i lanciò su Bezzecca. )Icnotti Ga.l'ibaldi portò anch'esso alla riscossa alcuni compagni. L'assalto riuscì; gl i Italiani riconquistarono Bezzecca e Lecca, mcntr~ il 11ontluisant battè in r itirata, fu lminato dalle artiglierie dei garibaldini.

Bezzi (Erg isto). Pat r iot ta, detto « Il Ferruccio trentino >i, n. a Cusiano i n Va l di Sole, m. a Torino (18351920). Nel 1858 l"enne a )lilano llla per le sue idee liberali dovet te rifugiarsi in l'iomontc. Xci 1859 fu tra le Cuide del Simonetta nei Cacciatori delle Alpi e si <listinse a Codogno, nrl 1860 fu dei )fille, tra i primi, col ::-fullo, a entrare in Palermo e col Maric a entrare in Calabria: sottotenente a Pal~rmo, tcnc1,te a J\1 ilazzo, capitano aiutante del Tiirr a Reggio. Xel 1862 tentò invano d i far nascere insurrezioni in Roma, mentre Garib1lcli moveva dalla Sicilia. :\cco1'Chtlosi col )1azzin~ ;ireparò un'ins urrezione nd Trentino ~ con 150 compagn i nd 1864 tentò di entra.-d <ialla \ 'al Trompia, ma il GoYcrno italiano lo fece ~rrcstarc e imprigionare per brr,·e tempo, in Ale,sa.ndria. Nel 1806, capitano di Stato Mà_ggiore dei G:i.ribaìdin i, si distin,e al Caffaro, a Monte Suello e a Bezzecca O\'C fu fer ito . Nel 1867, 1rniggiore, a J:,1en tana fu ferito gravemente a una coscia. Kel 1890 fu eletto deputato di .Ra,·enna, ma rifiutò il mandato per non prestare giu1·amento. Con tinuò la sua. p ropaganda per la liberazione del Trentino, che intensificò quando scoppiò la guerra 'europea. Bhurtpoor (o Barthp11r). Città fortificata. dell'Ind ia inglese n ella pro,•. d i Agra. Nel scc. XVIII era sc<le d i un l{ajà i11dipe1idcnte. Aveva una c in ta d i terra!)ieno, alta 18 m., con fossato largo 45 m. e protetto da 35 opere staccate . •I. Assedio di Blturt poor (1805). Durante la guerra

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degli Ing les i cor, tro i Mabl"a.tt i, essendosi il R ajà di B. alle.:to a questi ulti:ni, il gen. inglese La.kc si recò ad assed iare l:i p iazza investendola il 2 gennaio; ma, di·s1:onendo d i scarsissima. artiglieria, s i trovò d i fronte a gral"i difficoltà. Quattro assalti di virn forza, nel gen• naio e nel febbraio, furono respinti e gli Inglesi vi per• dettero complessivamente 3200 u., fra i quali 102 uffi. ciali europei. L'assedio durò fino ai 1G aprile, nel qual giorno il Ra.jà scese a patti e ottenne l'allontanamento degli assedianti, col patto che egli abbandonasse l'alleanza con i Mahratti.

Jl. A.ssrdio d·i B/111rtpoor ( 1825-26). G li Inglesi colsero l'occasione che al Rajà era stato di for~a usurpato il trono da un suo paren te, iper decidere l'occupazione di B. A tale ,;,copo il gen. •Combcrmcre prese il comando di un esercito di circa 25 mila u., su due divis. agli o rdini dei gcu. R cynell e Kicolls, con 112 cannoni d'assedio e SO da campagna. Due regg. di cavalleria, tre di fanteria e 600 artiglieri erano europei; gli altri cipays. Le t ruppe raccolte <.lai n uovo R ajit, Daorj un Saul, ammonta,·ano a 20.000 u. con numerosa "ni,;lieria. li gen. Combeim1ere riusci, con abile e pronta i:10ssa, il 10 •<liccmbre 1825, a. in>posscssarsi del canale con cu i i d ifensori a,•rebbero potuto riempire il fosso, così che ques to r imase senz'acqua. Terminali i lavori di ap• proccio, fu iniziato il fuoco contro i terrapien i, mu, malgrado che fossero tirali 60.000 colpi di cannone, non fu possibi le ap,·irc, la breccia. Allora s i ricorse alla mina, e il 18 gennaio ne ,·1:niva falla scoppiare una, ca• rica di 5000 kg. di poh-ere; il terrapieno crollò nel fosso, e la d ivis. RC)'th:11 montò all'as~alto r s uperate le 1csistcn.te nemiche ptnClrò in città dove sbaragliò gli ultimi difens01·i. li Raji, a\"eva. perduto 6000 u., un migliaio gli Inglesi, fra i quali il gen. Edwards. Le for• 1ificazioni vennero rase al suolo e J'u,,urpatorc <acciaio.

Biaena, J.\l[onte in v;,I I.ag:iri,ia, su lla destra cieli' Adige (rn. 1618). Fortemente apprestato a difesa dagli Au~IJ·iaci e diventato un com di artiglierie, fu in mano del nemico, sino al termine della guerra, uno dei suoi più saldi b:iluardi di difesa ,,ulla via d i Trento. Biamino (Ettore) . Mooagl irt d'oro, n. r.cl 1896 a Torino, caduto sul Dos.,o Fa i:i nel 19 1i. Studente nella R . Università di Torino. all'iaizio della guerra lrt• sciò gli studi per entrare nella Scuola mil itare di :Modena, donde u,-cì sul principio del 19 16 aspirante ufficiale di complemcnlc nel 50° reggimento fantrria (brigata Pa~ma), col quale fece le sue prime armi nelralto Cadore. P romosso sottotenente, passò nei mitraglieri, e con una ' oompagnia. mitr:igliatrici fu d estinato nella zona del Colbricon. Al comando, infine, della 341• compagnia mit ragliatrici cadde gloriosamente. La memoria dell'eroe ventunenne .f u onora.ta con la massima ricompensa. al ,·alore, così moti\·ata: « I ncaricato della difesa. p iù avanzata d i un'importante po,izione, con mirabile e cosciente sprezzo del pc-


-2/i3 r icolo, fra il tempestare_ <lcll'a.rtigli~ria e clclb. fucileria .avversari~, domanùo con la voce il frastuono per chiamare a sè i suoi mitraglieri, metteva personalmente i n :,.zionc, a llo scopct to, una mitragliatrice contro l'irrompen te nemico. Inceppatasi l'arma, con l'aiuto di w1 mi1ragliere la sostituì prontamentr e continuò con tenacia il fuoco, finchè una granata di grosso calibro lo seppellì con l'arma cd i mitraglieri; dopo che, con la sua eroica fcm1cz1.a cd a pre1.zo d ella vita, aveva dato tempo e modo a<l un n ostro reparto di accorrere al contrattacco e riraccinre l'avversario (Dosso Fa iti 3-4 giugno 191i).

Biamonti (A 11t o1<io). Generale, 11. e m. 1 Bordighera ( !SOS-1870). Sottot. di f,mkria nel 183,ì, partecipò <la cap itano alle campagne del 1843 e '49 mer itandosi un a medaglia d'argento nella battaglia di ~ovara e promo>-So colonnello ebbe il comando del 4° rcgg. fanteria <' della brigata R avenna. Maggior generale nel 1862, fu .::omandante della brigata \'ahcllina e d ella brigata Pavia. Biancardi (Giuseppe). Generai<:, n. a )lilano, mora R oma (1839-1906). Part~cipù da volon tario alla -campagn1 del 1859 e laureatosi ing. civile a I 'a,·ia ( 18601, ebbe nello stesso anno la nomina a sotto!. d'ar t.iglic r ia. Prcsr p arte da. capitano alla campagna del 1866 e promo,,u magl(ion, s i mer itò la crqcc d i cav. dell'Or dine milita:rc di S,1,·oia per i suoi stu di intorno a l rnatcriak d'an iglicJ" ia cd al cannon,· da cm. •15. '.\cl 1871 fu insegnante <li :~nni e Tiro all'Accadem ia d i Torino. Promos.so colonnello ( 1887), fu direttore d'artiglie.ria in Ancona e coma ndante del 13° reg-..;imcnto cL1rti1dicr ia -e col grado di magg. generale ( 1895) ebbe le funzion i di comandante d'aniglic·ria :t ;-Japoli cd a Bologna. Collocato in posizion~ ausiliaria ( 1901 ), rag10

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zione i n Inghilterra nel l8i2 » ( 1875); cc L e fortezze e l'assedio >l ( 1887); « La. fortificazione di battaglia e !'artiglier i.i d a ca:mpo cornv,ata ll ( 1883-84); « La moderna artiglieria da campagna » ( 1902). Bia11cardi Raffaele. L"fficiaJc dei bersaglieri, scrittore mi litare, n . nel 1843. Scl'isse: cc L'Esercito ita:liano e la società moderna » ( 1871); « Riflessioni s ull'Esercito » (1875); ccSul. sentimento d el doverei) (18i6); cc Sulle virtù militari>> (1876).

T1iancardi A.citi/le. Generale, n. a l\Iilano e m. a )fan<lello del L ario ( 1861-1920). Sottot. d i fanteria nel 1879, passò poi nei c:trabinicri, e promosso colonnello (1915) j)arlecipò alla guerra 19 15-18 quale comandante della. Legione Verona.; raggiunse nel 19 .18 il grado di maggior generale comanda ndo successi,·amente il IV ed il I gruppo di Legioni CC. RR. a Napol i e Torino. Era d~coralo d i medaglia. d 'argento al valore civile. Uiancardi Pfrtro Engc11io. Generale, n. a )filano nel JS67. Sotto(. di fanteria. nel 1887, seguì i corsi della Scuula d i Guerra; Jcce quindi pane del corpo di spedizione in Tripolitania e Cirena ica quale ufficia le cli S. ~l. addetto al comando della 1° divi~ionc speciale e si distinse come capo di S. )f. della predetta divisione meritandosi una medaglia di bronzo al valore nelle azioni di Bukamez e di Zanzur ( l 9 12). Confermò le sue brillanti qualità d i ufficiale cli S. M. durante la Cra.nde Guerra (19l5-19l8J nellt> funzioni di ca po cli S . l\ f. della 66' divisione e del IX • corpc d 'armata. Nom inato comandante della brigata R e,gina si lllcritò l,t croce di ca,·alicre dell'Ordine militare di Sal'Oia nell'azion·, cldl'Ortigara del giugno 1917 e que!la di uffici;de dello stesso Ordine per la somma. peri• zia dimostrata ndle operazioni che condussero alla. riC'Onqui~ta cli .\fonte Va lbc\la ( 19 18). Dal novembre L9 18 al febbraio 19l9 resse la carica. di Presidente della Commis.~ionc per la delimitazione dei confini ddla Venezia G iuiia. Durante il J 9 19 resse la carica di capo d i S. )I. del corpo <I-armata di )Iilano e nel W20 . fu 1'ominato comandan te dcll.L brigata Cuneo. Promosso gcnc:ralc di d ivisione ( 1925), ebbe il comando <l~l!a didsione territoriale <li Ravenna.

Biancardo (Ugo/alto). Capitano ciel XIV secolo; co111baUi: per Francesco da Carrara di Pado\·a, contro i! qua.le ri\'olse poi le armi scr,·endo sotto Giangaleaz,o Visconti. •

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s:iunse nel 1904 il grado di tenente generale n ella riserva. Fu apprc/,Zato collabor,~tore della cc Ri\'istci d'.\ rtiglieria r Genio». Ideò un affusto idropncumatiro. presentato al :\Iù iis tcro n el 1870, nlcuni mc,;i prirna d ell'invenzione identica del l\[oncrieff. E ideò un affusto da ca~1pagna a deformazione ( 1874) i l quale possedeva in embrione tul.te le caratteristiche rlt!l'odic.rno afiusto eia campagna: oirni è conscr,ato come prezioso cimelio nel "\l'usco d i Torino. Pubblicò: cc Stud io s1111':trtiglieriu e la fortifica-

Biancheri (Giuseppe). Avvocato, n. a. Ventimiglia, m. a Torino (1821-1908). Deputato dal 1853. rappresentò dalla V alla XXU legislatura i collegi di Ventimiglia, S. Remo e Porto :Maurizio e per ben diciotto volte Yenne rieletto Presidente della Ca.mera. Fu ministro cc borghese >> <lclhL }.lfarimt n el Gabù1etto Ricasoli, dal 17 febbraio al 10 aprile 1867. .. Bianchetti ( L od<Y.:ico). Capitano bolognese che fu ve-.si llifcro maggiore dei · suoi compatriotti alla ;prima. crociata, agli ordini di Lambertino. Verme da Goffredo


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'l'omerla cteJie blciclet,te nella rabbrica fliam.b i

di Buglione nominato suo Consigliere di Stato, per essersi grandemente distinto combattendo contro i musulmani.

Bianchi. Le origini della Casa Bi,-mchi di :Milano risalgono al 1885, con la costruzione delle prime biciclette; parallelamente al progresso della trazione meccanica si svilupparono .gli stabilimenti, i quali ora occupano un'area <li 60.000 mq. Durante la guerra, la Bianohi -ha fornito all'esercito; 2000 motori di av-iazivne; 500 autocarri; 500 automobili; 60.0Q0 biciclette militari; 250 motociclette; 300 gruppi per teleferiche. Dopo la guerra ba fornito all'esercito le 12.000 biciclette militari occorrenti .per la trasformazione dei 12 regg. bersaglieri in ciclisti, 'J)ei quali è .pure stato adottato l'ultimo modello 1925 - tipo unico - adatto tanto peT moschettieri che per mitraglicri e che consente, non solo di trasportare le mitragliatrici leggere, le munizioni e gli a{;Cessori, ma anche di sparare coll'arma sulla macchina. (V. Bicicletta). Bianchi (Federico, duca di Casalattza). Generale austriaco ( 1768-1855). Incominciò la carriera battendosi contro i Turchi ( 1788). Fece poi la 'Campagna. d'I1 ta.lia sotto Wurmser e Alvinzi, e tutte quelle contro Napoleone, distinguendosi particolarmente ad Aspe.rn. Sotto lo Sohwarzenberg partecipò alla campagna di Russia (1812) o l'anno dopo si distinse a Lipsia e nella successiva campagna d'invasione della Fr ancia. Nel 1815 Co!Ilandò l'esercito austriaco -contro lVfurat, d1e battè a Tolentino;

il trattato di Casalanza gli fece guadagnare il titolo di Duca. Bianchi Antonio. Patriotta, r.. e m. a Recanati (18231904). Combatti: nel 1848 a Vicenza come sottotenente portabandiera del battaglione universitario romano e vi fu gravemente ferito. Nel 1849 comandò una çolonna contro il brigantaggio ne-Jle Marche, nel 1860 cooperò all'impianto dell'ospedale m ilitare di L-0reto, dove fu membro della giunta. provvisoria di governo. Nel 1867 seguì Garibaldi neH' Agro romano. Prestò a lung-0 se.rvizio nel genio civile, diede il disegno dell'ossario di Castclfidardo e ne curò l'erezione.

Bianch·i Gù,seppe. Generale, n. a Gambolò, m. a Firenze ( 1825-1892). Laureatosi ing. civile a Genova, prese parte a'lla difesa di Milano durante la campagna del 1848 e nello stesso anno entrò nell'Esercito col grado di 1en. d' artiglieria. Partecipò quindi alle campagne del 1855, 1859, 1860-61 meritandosi una medaglia d'argento nell'assedio d i Messina e la croce di cav. de'll'Ordine mii. di Savoia durante l'assedio di Gaeta. Resse da tenente colonnello (1863) la carica di direttore della Fonderia di Napoli e comandò da colonne'llo 1'8° ed il 9° regg. d'artiglieria. Colioc..to a riposo (1879.) raggiunse nel 1881 il gra<lo <li magg. generale nella riserva. B-ia.uchi Vincenzo. Generale, n. a Gioia, m. a Fano· (1827 -181;9). ~ot!ot. delle truppe pontificie nel 1843,

prese .p arte nel regg. granatieri del corpo d'operazione veneto alla ·campagna del 1848 e quale capitano al servizio della Repubblica Romana alfa campagna del 1849. Partecipò qu indi alla campagna <lei 1859 al servizio del Governo delle Rom~gne e si distinse da maggiore del Regio Esercito neìla campagna del 1860- 61 meritandosi una mcd. d'argento nelle operazioni di S01·a. Comandò da ten. colonnello il 13° regg. fanteria. e promosso colon11ello ( 1863) fu successivamente comandante del 700 i;egg. fanteria, della brigata Piemonte e della 1• hrigata


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BIA .di fanteria. Magg. generale nel 1871, ebbe nel 1872 il comando deJ!a 1• br. di fanteria d ella 2' divisione d'istruzione e fu quindi nominato comanda:ntc di Pre.~idio a Cagliari.

Bianchi Giovanni Battista. Generale, nato a :Milano, morto a Roma (1836-1914). Laureatosi ing. civile a Pavia (1857), entrò nel 1859 a far parte del R egio Esercito col grado di sottot. del genio. Ebbe da maggiore la ' carica di vi<:e--clircttore del genio a Napoli e comandò nel grado di ten. colonnello il Convitto Nazionale di Salerno. Promosso colonnello nel 1889, fu direltore del genio ad Ancona e a Palermo e collocalo in posizione ausiliaria a sna domanda ( 1893) raggiunse nel 1898 il grado d i rnagg, generale. Pubblicò nel 1910 un «Trattato di B;tlistica interna >J. Bianchi Luigi. Generale, n . a Cossano Bclbo (Alba) nel 1838. Prese parte da volontario alla cam,pagna del 1859 e q:iromosso sottot. di fanteria si distinse nelle operazioni per la pacificazione dell'Italia 1\-Ieridionale meritandosi una medaglia d'argento. Prese quindi parte col grado di capitano alle campagne del 1866 e del 1870 e promosso colonnello ( 1895) comandò il 37° regg. fanteria ed il di;rtretto di Bari. Collocato i11 posizione ausiliaria, raggiunse nel 1913 il grado di ten. generale nella riserva.

Bianchi Leopoldo, Genera'le medico, n. a S. Zenone al Po m. a Roma (1844-1914). Laureatosi a Pavia (1868), •p artecipò alla campagna d el 1870 quale medico di batta.glione presso la 12' divisione e promosso colonnell<;> medico nel 1901 resse la direzione di Sanità del IX corpo d'armata. Collocato in posizione ausiliaria ( 1906), raggiunse nel 1912 il grado di magg. generale medico nella riserva. Bianchi Vittor·io. Generale, n. a Romano di Lombardia nel 1860. Sottoten. di fanteria nel 1882, partecipò da capitano alla campagna d'Africa del 18951896, e da tenente colonr.ello alla campagna ItaloTurca del 1911-12. Collocato a riposo nel 1912, raggiunse nel 1924 il grado di gene.raie di divisione nella r iserva. Bia1ichi A 1,g11sto, Generale, n. a Pino, m. a Bologna (1867-1918). Sottot. di fanteria nel 1886, si distù1se durante la guerra Bianchi Vittorio 1915-1918 meritandosi una medaglia di bronzo quale comandante di battaglione nell'azione del P odgora (1915). Ebbe da colonnello ( 19 16) il comando del 17° regg. fanter ia e raggiunse nel 1918 il grado di brigadiere generale.

Bianchi Emilio. Medaglia d'oro , n. nel 1882 ad Ancona, caduto ad Hudi Log nel 1917. Semplice soldato zappatore del genio, sempre esempio di coragg\o, e di ardimento ai suoi commilitoni. Ferito una prima volta nelle prime settimane di guerra, non tardò a tornare alla fronte, ove trovò modo di segna larsi più volte, ovunque v'era un pericolo da affronta,·e, una fatica rischiosa

fu

da compiere. A Bosco Malo, (Hudi Log) terminava i suoi giorni in modo eroico, consacrato nella motivazione della medaglia d'oro, che suona co,i.: e, Sempre ,primo ove più grave era il pericolo, raggiungeva, sotto violento fuoco, la trincea nemica. Colpito da una granata a vversa,ria che gli asporta va la gamba sinistra, con mirabile sangue freddo estraeva dalla tasca un coltello, e taglia ndo i lembi della carne< sanguinante, alzava nella mano destra la gamba mozzata, gr idand o parole magnifiche d i incoraggiamento ai propri compagni. Rivoltosi al propr io ufficiale esclama, va : << Viva l'Italia!». Il giorno seguente perdeva la vita >J (I-ludi Log 24-5-1917),

Bianchi d'Adda (Giov. Battista). Generale, n. a P a rabiago nel 1748. Iniziò la carriera mii. nell'esercito austriaco, Nel 1776, dopg la resa del castello di Milano, 'J)assò al servizio della repubblica Cisalpina. Nel 1797 fu capo brigata del ,g enio. Ufficiate assai stimato, fu nel settembre dell'anno seguente membro del direttorio esecutivo per gli esami che per la prima volta vennero istituiti per l'ammissione alla << Scuola M ilitare del Genio e d'Artiglieria >l in Modena, indi fu ministro della Guerra e Marina. Quando nell'aprile 1799 sopravvenne l'invasione austro- russa, egli, col Direttorio Cisalpino, riparò a. Chambéry, ove rimase circa due anni. RitorIJato a ?>filano, fu nominato ispettore generale del genio e poi ancora ministro della Guerra. Bianchi D'Adda Marziale. Ufficiale, scrittore milita• re, 11. nel 1841. Fece le cam;iagne del 11366 e 1870 come ufficiale d i cavalleria; quindi si dedicò ad illustrare la propria arma, e fu collaboratore ddla. « Rivista di Cavalleria>>. Fra le sue opere si ricordano: « Note sul servizio d ella cavalleria in campagna» ( 1878); « Sui combattimenti della cavalleria appiedata »; « Il nuovo regolamento <li esercizi per la cavalleria prussiana» (1873); cc Impi~go della cavalleria in avanscoperta» ( 1Si2); « La <:avalleria di Federico II» (1874); « Della condotta dei grossi corpi di cavalleria 1,.

Bianchini ( Giuseppe). Contadino bolognese, celebre per l'eroismo spiégato quale granatiere di Napoleone I. l\lla ,presa. del forte Olivo (Spagna) da !,OlO costrinse nove nemici a costituirsi prigionieri gettando le armi. Chiesto dal genera le Suchet quale ricompensa desiderasse, r ispose: « L'onore di essere il primo all'assa,Jtò d i Tarragona» . Essendo stato accontentato, con 30 grac natieri si spinse contro le trincee arditamente; ferito, combatt~. vinse e cadde gloriosamente ( 1811). Il generale Suchet lasciò scritto: « Invocare quale premio il p rimo posto nell'assalto, b.nciarsi innanzi, e, più volte ferito sulla breccia, ascendere con calma invitando gli a ltri a seguirlo, è tale atto di eroismo da segnare fra le più clamorose ricordanze >J, B;anchini Beroa/do. Generale ita-Jiano n. di Modena ( 1777-1854). Entrò giovanissimo nell'esercito llllodenese. Net 1795 passò a l servizio della repubblica Cisalpina, e


BJA

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raggiunse nel 1800 il grado di comandante d'artiglieria. Nel 1802 fu incaricato de·lla d irezione della fabbrica d'ann i di Brescia, e passò nel 1805 alla direzione della fabbrica di cannoni di Pavia. Nel 1811 partecipò alla riorganizzazione d ell'esercito d'Italia e dopo la caduta dell'Impero francese entrò a l servizio dell' .\ustria; nel 1822 fu direllore della fabbrica d'armi a Verona, poi comandante di brigata d 'artigiieria (1831) e finalmente comandante generale <l'a, tiglicria. S i dedicò particolarmen te agli studi tem ici dell'arma; portò molti rniglio1an:enti sia nella c<>struzione clie nel traino delle uliglierie, fra i qt::di si l'icordano il carro mu niz;oni (1832) l'ohice <h 7 libbre per l'artiglieria austriaca ( 1843) cd i 111eccanis111i per manegg io, difesa e sparo. Scrisse pure un « ,ranuale >l per l'impiego e condotta dell'art iglieria (Pavia 1829). 2'7el 1849 ,fu collocato a r iposo.

Fucile Biau~lu'.ni. Creato dal gen. suddetto, ad innescatura fulminante. Un copcrchictto tiene la capsula, ferma sul luminel lo. per gii orli. diiendcndo cosi dagli spruzzi de l cap;Jelletto della c:t.psula all'a lto dello sparo. In tale ,~odo s i rendeva inu tile l'orla,tura della tc~ta del c:mc, che, terminando in un cilindro massiccio, risultava perciò p iù solido e re~istentc. Bia11chi11i Ccrla1lfi o . Genera i~ ncll'est:rcito della ri\'Oluzionc siciliana del 1848-49. Servì dapprin)a n ei reggimenti borbonici s iciliani, disciolti dopo la rivoluzione del 1820, ma fu lasciato in disparte perchè imbevuto d i idee liberali. Nel 1848 partecipò in Girgenti alla r ivoluzione, e poscia fece al Governo dell'Isola propo;;te pratiche per I.i difesa della S icilia e per l'espugnazione di Messina. Venne nominato hrigadiere generale e ispet.torc dell'esercito ma trovò oppo3izioni nelle sue propo~tc e finì per rimanere in disparte. S i rifugiò a ),!alta, dopo la sconfitta. dei rivoluzionari, e quivi morì in tarda età.

Biaf<chini Edoardo. 2\{c<laglia d'oro, n . a Kapoli n el 1856, cadu t0 a d Adua nel 1896. Ufficiale effe ttivo nell'arma di artiglieria, era un veterano d elle campagne d' Africa, durante le quali aveva b'Ua~lagnato gi~ una medaglia di bronzo ad J\gordat (1893) e la. croce di cav. dcll'Oròine mii. di Savoia. Alla battagli,i d i Adua era. capit:1110 co111and,U1le una <lclle d ue batterie da montagna. dette « S icili:rnc >> µcrchè formate con soldati siciliani della briga la eia montagna cld 22° rcg';ìnwnto anigl ieria d1 n1ontagna, <l i stanza a Messina (l'altra batteria era quella del )fa. sotto). Fino all'estremo, le valorose batterie tenn ero le• sta a.Ile 01"<:le ir rompenti d egli sc ioani, fino a quando ,1011 iurono u-a,·olte e<l i loro com,mdanti cnlramhi uccisi. La lllotiva.zionc d i medaglia. d'o ro rtlla memoria ciel capitano Bianchini dice:

« Si distinse rlurallte tutto il comballimento nel dirigere con intelligen7-'l ed efficacia sin&,<0lari il fuoco della propria batteria. Scrc1,o cd impertcn-ilo, sacrificò ~roicarncnlè l;1 propri.1. Yita e quella dei ,uni per rima-

246 nere s ino ·a ll'ultimo in batteria a disposizione de!!~ .11tre trup~ » (Adua 1° mario 1896).

B ianchis di Pomaretto (L11igi). Generale, n . a P inerolo nel 1807. Solfo!. d i fanteria n~l 1826, prese parte da capitano alla campagna del 1848 meritandosi u:ia medaglia d'argento alla battaglia d i S. Lucia e partecipò net. g rado di ma ggiore alla cam1.., gna del IM9 ottenendo a :--rova.ra una seconda medaglia d'argen to. Riaffermò il suo valore quale ce~ mandante d el 15° reggimento di fanteria durante la campagnl del 1859, guatla.gnandosi la croce di uiticiale dell'Ordine militare di Snvoia n el fallo d'a rmi di Palestro e comandò nel grado <li magg. generale le br. Piemonte cd Alp i. Raggiw1lo il grado di ten. generale nel 1861, comandò successivamente la 1-l' e la 2• divisione ,attiva e la. divisione m ii. territoriale di Napoli (1863-67). Bianco (Bortowmeo). Ing. mil. genovese che concorse al colossale lavoro della cinta di Genova ( 1625). Bio11co Baccio. Ingegnere mii. italiano, n. a Firenze m. a Madrid (1 604-1660). Fu al servizio dell'imperato-

re F erdinando II e )a\'orò SOlto il l'ieroni a<l J\ltenburgo, Presburgo e altre fortezze dell'lmp~rci. Tornato in Italia, aperse a \filano una scuola di prospettive, architettura e fortifica,don i; quindi passò in Ispagna, o.Ila corte di Filippo IV. Bia11co Carlo dei Con.ti di Saint-Jorioz. Ufficiale di cavalleria, patriotta e scritto re, n. a llarge (1795) morto nel Belgio ( 1843). Da luogotenente dei dragoni a 24 anni ( 1820) fu inviato a Parigi. Scoppiata la rivoluzione de l 1821 entrò col suo reggimento in Alessandria e partecipò alla proclamazione della CoMituzione Spagnuola. Dopo la sconfitta dei rivoluzionari, subita la confisca doi beni e co:iJ annato a morte in effigie, riparò nella Spagna dove combaaè valorosamente nella legione · degli emigrati comandata da Pacchiarotti cd O llini. Dattuti dai F rancesi gli emigrati, il B. soffrì a )IaJaga lunga p rigionia. Passò a 1'Ialta sempre cospirando, in Inghilterra, poi a Lione e :Marsiglia ( 1831) dove si uni a i co3pira lori della << G iovi ne I talia >l. Caccialo coi compagni dalla Francia, riparò in $ 1'izzcra. è\el 183.J fece parte della spedizione in Savoia con Ramorino, abor1ita. C.i.cciato anche dalla S,·izzera, andò a Druxelles dove per miser ia s i su icidò. Aveva pu bblica to 11cl 1828 un la\'.lro sulla « Guerra delle ha11de >l . 1Jia11w A 11gu.sto. Ammiraglio, n . a Napoli nel 1850. En1rato in scrvi1,io ne l 1863, promosso contrammiraglio nel 190 I. collocato in po:;izione ausilia ria ne l 1909, promosso vice amm iraglio nella riserva nello stesso anno. Fu direttore generale del R. Arsenale di Taranto 11el 1904-1905, sottosegreta rio d i Sta to pe r la :\farina nel 190(', e poi fino al 1909 comandante militare marittimo della l\Jaddalena.

Biandrà (Nob. Carlo dei conti B . di Rcaglie). Generale, n. e 111 . a Torino ( 1826-1909). Figlio del conte '\'c,p~;iano, comandanlé clolle guo.r<lie ciel R eal PaJa,:w fino alla loro so11pre,..,ioac. Soltot. d'artiglieria nel 18-17, s i distinS<! nelle campagiic tld 18-IS e ·-19 merit:indo~i 1111:i me<llglia di ù:on7.o n~i falli <l';,rmi ùi Go-


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German ia sì trovò in lotta t on la Lega Lombarda ; e vernolo e d i Staffalo e una medaglia d'argento n el comdalle milizie di Brescia, Novara, Vercelli; Milano e· Lodi battimento di Mortara, dove fu fatto prigioniero. Prevenne assedia to nel suo castello d i B., alla difesa dr! ~e quindi parte alle camp agne del 1855-56 e '59 e confermò il suo valore nella campagna del 1860-61 guad,t- , quà lc erano anche soldati tedeschi. l.:a r~sistcnza fu vinta e i collegati mistiro a mode il presidio tedesco e gnandosi la croce di ca.v . <lell'Or<line mii. di Savoia abbatterono il castello d i _Biantl1:ate ( I 168). Guido a llora negli assed i di Gaeta e cli si unì a l :ìvfonfcrrato e a Pavria. :i'.'lcssina. Partecipò alla · Raniero. Sostenne lunga lotta contro Verctlli e i\ O" campag.na del 1866 come vara per rioccupare i s uoi feudi, e infine vi riuscì. capo d i S. )'1. presso il coAlberto IV. Combattè nel 1229 contro :\sti ma ne man,Jo superiore d'artigliefu vinlo e ne dive!lne vassallo. ria dc!l'esercito e nel 1868 lviam,ello . Riprese ( 1264) la lotta contro Asti, a iufu in viato in mis$ionc a tato dai Savoia e d a.I Monferrato, c:on al terne vicende P ietrogrado quale delegato <li su ccessi e im,uccessi. Battuto a Somma.riva del J3o; presso la Commissione insco, abbandonò le arm i. tcrnaziona le per l' esclusioA f!to11io. Combattè anch'egli contro /\sti ( 1344). ne delle pallottole esplodenti dagli us i d i guerra. Gio11a1111 i G-11gl-iel1110. Capita110 al servizio del l'ic.Nel grado d i colonnello fu monte, fu p er benemerenze mii. creato conte di Cerva .. direttore ci' artiglieria in se~ e d i Vignalc. Venez,a e coma.ncìante del 5° regg . art. d a campagna N icolò. Generale in , Francia, m. nel 1508. e . promosw maggior generale (1877) resse il comando Teodoro II. Generale in capo delle truppe del tluca. <l'a1·t iglieria di Napoli e Verona od ebbe la carica di d i Mantova (1548). membro del Comitato d ' A1iiglier ia e Genio. Raggitui to Federico. F ratello di Teodoro, con un altro fratello nel 1883 il grado di ten. generale , comandò le clivision i per nome Alessan dro si d istinse nella d ifesa di Malta militari di Catanzarn e di :Mila110. Partecipò alla com( 1565) coniro i Turch i. Fu poi genera.le d elle truppe pilazione del Manuale d'artiglieria , ed ebbe encomii pontificie e morì combattendo in Ungheria. per stud i i sulle batterie da costa. Guido. Capitano agli ordini d i Emanuele F iliberto, Biandrù dei Conti di Reaglie Nob . Vittorio . Generacombattè con tro i Turchi, e poi n elle Fiandre. Cadde le, fratello dd prcce<lente, all'assed io di Utrecht n el 1580. 11. a Torino, m . a Bonera Guido IV, m . nel 1630. Ca.pita.no ddl'esercito impe(Como) ( 1828-1913). Sot• r iale nelle Fiand re, sposò una p rindpcssa d i Savoia nel totcnente dei gra'llatieri 1604 e nel 1608 fu nominato capitano generale della ( 1S48) partecipò a lle ca.mp. fanteria ; comandò le truppe ,piemontesi e co·m batlè a ciel 1848-49 e '55-56 e a Trino, a wfoncalvo, a Nizza, a Crescentino, ad Alba, ecc. quella del 1859, meritanNel 1625 era capitano generale d elle tru>ppe savoiarde dosi una med. d'~rg. n el e d ifese fa Verrua felicemente c011tro gli Spagnuoli. Infatto d'anni di P alestro. F u fine fu capitano genernlc delle truppe p ontificie. <la capitano e da maggiore Bianzè. Comune in prov. di Novara, sul naviglio a{lde tto ai collegi militari di di Ciglia.no. Fu dei marchesi del Monfenato e 11dlc lo~ M i la.no e di P anna c<l alla ro guerre coi Viscon ti ebbe d istrn tte le niura nel 1J 62. Scuola milita.re d i fanteria D agli alleati di Amedeo VIII duca d i Sa:voia, fu tolto e cavalleria e p romosso conel 1430 al maicl1ese Gian Giacomo, che lo 1iebbe col lonnello (1871) •ccxmandò il trattato del )4.~5. · 54° reggimento fanteria e 1'8' brigata di fanteria. Nel grado di magg. generale fu successivamente comandante s1.ll!)eriore dei distretti militari delle divisioni di Genova e d i T orino e, collocato in posizione ausi liaria ( 1889), raggiunse nel 1895 il grado di ten. gen erale nella riserva.

Biandrate. Comu11e in prov. di Novara, sul canale Cavour. Cont i di Biandrate. lllustre famiglia della quale sono da ricorda r.::

A lberto Il. Partecipò alla p rima Crociat1 5,atù\19- 1101) e poi fu capitano generale e console dei ":'IÌ;l~ nesi.

G-uid'J lf, 111. nel J l ì6. Fu anch'egli cap itano gene rale e console di )filano e partecipò aila. seconda Crociata sotto Amedeo In d i Sa,'.oia ( 1146). Condusse i \libnesi co111ro Pavia. alleata ,d ei marchesi del )Jonferrnto, e prese e atlcrrò i castell i di Gambolò e cii Vigevano. \ 'énuto in Italia Federico Ilarharossa, avendo Guido partep;giato per lui al ritorno dell imperaLore jn 1

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Biassa. Famiglia spezzina, alla q ua le appa!·tennero: A11J01iio Riassa, m. nel 1476; fu castellano dei Visconti finohè questi ebbero jn signoria La Spezia (1444) : nel 1452 comandò le forze liguri spedite da Genova in soccorso del d uca. d i Milano.

Baldass,,re Biassa. Ammiraglio- del sec. XV-XVI. Nel 1503 venne da G iulio JI nom inato capitano del mare della flotta pontificia : s i battè contro la p irateria e tctme la casica fino al 1513. Gaspare Biassa, fr,iteilo d i Ra!.dassai·e. -:\"cl 1480 f\l a l soldo della rep ubblica genovese, e s i battè contro gli Sp~gnuoli. P assò all"cpoca di Innocenzo \'Il l, nella marina pon tificia come generale <lei mare.


Giovanni Biassa, figlio di Ba.ldassa.re, fu al' servizio dell'Impero e del Papa fino al 1512, poi per breve tempo al servizio di Genova; nel 1513 entrò al servizio del ·P apa sostituendo suo padre nella carica <li ca.pitar\O del mare. Combatl<: contro i pirati barbareschi. A 11tonio Biassa, ,figlio di Baldassare. Ebbe crunando di galee pontificie. Nel 1525 combattè a Pavia, a.I comando di insegne imperiali.

Biavatl (Francesco). Generale, n. e m. a P iacenza ( 1815-1899). Partecipò da sottot. del genio alle ca."ll_pagne del 1848 e '49 e col grado di capitano alla caJl'npa.gna. del 1859. R esse da ten. colonnello e da colonnello le Direzioni del Genio di Mila.no, Mantova e Pìa.cenza, e, collocato in disponibilità ( 1879), raggiunse nel 1883 il grado di magg, generale nella riser va. Blbars. V. Mammalucchi.

Bibbiena. Comune in provincia. di Arezzo, anticamente fortificato. Nel 1289, dopo la battaglia di Campal<lino, venne presa dai F ioren\ir)i, Nell'agosto del 1359 essi assediarono ancora B., posseduta dai Tarlati e la fecero capitolare, dopo aspra lotta, il 6 gennaio 1360. Xel 1440 11n ese1-cito visconteo, al comando del Pi,ocinino, si impadronì di JJ . La quale nel 1198 divenne il qt.a, tiere generale <lei Veneziani comandati da'l duca di Urbino, e di Giuliano dc' Medici. Sconfitti i Yeneziani in cam· po aperto, i . Fiorentini assediarono B. e ia presero dopo lung,t resistenza. Nel 1509 Fi1·~nze foce abbattere le mura e le torri della città. Biavatt Francesco

Blbbona. Comune della Toscana. in pro1•. di Pisa. Ebbe mura robuste con fossato, e una rocca molto rinbm~tta, che l'Acuto assediò nel 1371 ma non riuscì a prendere. Venne Qresa invece dai Pisani nel 149~, ma ripresa dai Fiorentini e presidiata fortemente. Blberach. Città de!La. Germania. I . Battaglia di Biberach (2 ottobre li96). Appartiene alle guerre <lella Rivoluzione francese, e fu combattuta tra F rancesi agli o rdini <l-i Moreau e Austriaci agli ordini <li J.atou1·. I primi aveva.no il corpo di Saint Cyr con la divis. D ul.tesme e Taponnier, e il corpo di Desa.ix con le divis. Dolmas e Beaupuis: in tutto 4~ bgl., 52 sqdr., ammontanti a 33.000 u. e-2800 cavalli; gli Austriaci a vevano 23 bgl. e 43 sqdr., ammontanti a 16.940 u. e 6481 cavalli. l\Iorcau sta.va ,ritirandosi a causa dei rovesci subiti da J?UJ·dan, quando, vedtndosi inseguito da. truppe inferiori per numero alle sue, decise di arrestarsi e dar ballaglia. Egli schierò Saint (;yr al centro e Dcsaix a. sinistra, co11tando su truppe francesi, agli ordini di férino, per l'ala destra, ma. questi non ricevelle gli ordini inviatigli e non si m osse. Gli Austriaci presero po111z1one a n., col gen. Baillet al centro (hg!. 6 1/2 e sqdr, 12}, col gcn. Mercandin a. sinistra (bgl. 7 1/2 e

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sq<lr. 19), col gen. Kospoth a destra (bgl. 6 e sqdr. 10); La.tour rimase in riserva. con 3 bgl. e 2 squadroni. D esaix, a mezzogiorno del 2 ottobre, attaccò per il primo, e subito dopo mosse all'assalto anche Saint Cyr. L'a.la destm austriaca essendo stata sopraffatta al primo impeto e aggirata dal Desa.ix, La.tour ordinò !a ritirata, ma questa si compì in disordine per l'incalzare delle colonne frar.cesi: la lotta durò fino a notte inolt.rata. Le perd ite delle due. 1'.)arti non sono note : gli Austriaci lasciarono nelle mani dei Francesi 5000 prigionieri e una ventina. di cannoni. E }.foreau potè con questa battaglia continuare la. sua ritirata attraverso la Selva Nera.

I I. Battaglia. dì Biberach (9 maggio 1800). Fu combattuta fra gli Au;;triaci, agli ordini del Kray, e il corpo francese dc.I Saint Cyr (esercito di Morcau), il quale, marciando su B., vi trovò schierato l'esercito di Kray, prece<luto da un'avanguardia di 10.000 u. Saint Cyr aveva ai suoi ordini le èh·is. Tharreau e B:uaguay d'Ililliers ( 18 bgl.) oltre a 24 sqdr. comanda.ti dal generale Sabruc. ]lfontrc rimaneva ,i ncerto sul da farsi, a causa <lella inferiorità <lcllc sue forze d i front e a. quelle del nemico, vide giungere sul campo la divisione Richepanse. Allora lanciò tutte le sue truppe contro i 10.000 Austriaci che gli sbarravano il passaggio, li travols~, entrò in B. e sboccato oltre il paese vide i fuggia'iChi entrare nelle file del corpo principale di Kray. Riunite prontamente le divis. Tharreau, Baraguay e Richepansc in colonna, schierata la ca,valleria. sulle ali, non esitò a ord inare J'attacco generale. Le truppe del Kray, gia srusse per lo scacco dell'avanguardia, 11011 resistettero e si diedero alla fuga. I F rancesi catturarono alcune migliaia d i prigionieri e una grande quantit à d i !ipprnvvigionamenti.

Bibe rs burg. Villaggio dell' Ungheria, presso Leopoldsta<lt. Combattimento di n.,:bersburg (11 agosto 1705). Appartiene alla lotta fra gli imperiali al comando del genera.le Ilcrbcville e i ribelli ungheresi, durante la guerra. per la successione di ,Spagna. Questi ultimi si era.no schierati presso B., dove il corpo dello H erbcville doveva. passare, essendo in marcia da. Loopoldsta<lt verso la Scblitt. Il gen. imperiale risolse di attacca.re e operò con w1a ·m ossa verso il fianco dello schieramento avversario. Per circa mezz'ora. gli imper iali sofferse.ro alquanto per il fuoco dell':i.rtiglicria nem ica; ma, compiuto il loro movimento, gii lingheresi non li attesero, e si diedero alla fuga, perdendo 300 morti, 200 prigionieri e 5 cannoni.

Bibes co (Priticipc Giorgio Dcn,etrio). Principe re• gna.nte della Valacchia (IS02-1873), eletto nel 1843. Creò la prima scuola militare, e riorganizzò l'esercito. Ma, sopraffatto da un'iusurrczio11c che provocò l'invasione del paese da parte di eserciti turchi e russi, fu costretto ad abd icare nel 1848. Biùesco (Principe G·iorgio). Figlio di Giorgio Demetrio ( 1834-1902). E ntrò alla scuola militare francese di Saint-Cyr, e pr€cEe parte con onore quale ufficiale di stato maggiore alla !>pedizionc nel _\1essico ( 1862-65). Nel 1870 r ientrò col grado di comandante nell'esercito francese. Prigioniero a. Sedan e intematq a. Coblenza, rese segnalati servigi ai prigionieri francesi. Pubblicò diverse opere fra le quali: « Il corpo Lorencey davanti a


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Puebla. ( 1867); « Delfort, Reims, Scdan o ( 1872}; e< Stoda. di una frontiera )> ( 1883); « Combattimenti e ritirata dei sci mila»; « Avanti, durante, dopo » ( 1889); -« Il Regno di Bibcsco » (1893).

Biblioteche (militari), La necessità di istituire B. M. per dar modo agli ufficiali studiosi di aumentare la propria coltura, senza disagi e spese, sorse re!ativamc.nte tardi. In Piemonte, mentre i primi ricordi della Reale Biblioteca di Torino risalgono al 1297, la prima B. M. fu creata .nel 1814 presso la Scuola dei Cadetti d'artiglieria. Nel 1822 sorsero le altre due B., del Corpo del G~uio e dello Stato :Maggiore; poi quella del R eal •Corpo ci'Artiglieria. Il duca di Genova nel 1841 lasciò il proprio stipendio di ten. col. d'artiglieria, per dare una somma aJ1nua a vantaggio della fondazione e manutenzione d'una B. per gli ufficiali della Venaria Rea.le, Dal 1851 a.I 1856 vennero aperte w,a B. e gabinetto di lettura per gli ufficiali sanitari e farmacisti; una B. del Re, e d ella Regia Guaroia, poi piccole B. di presidio a Genova, Alessandria, Chambéry, Cagliari, Cuneo, Ivrea, Pinerolo; una per l'Accademia militare, cd una per il Collegio dei figli dei militari. Negli Sta.ti napoletani troviamo pure una B . dell'Esercito, istituita fino dal 1808, e nel 1822 annessa al reale ufficio topografico, ed altre B . l,J. speciali, presso il Collegio mi litare, il Comando d'Artiglieria, quello del ,Genio, la l\Iarina; e wia presso le scuole della fo1iezza -di Capua, che cronologicamente precede per fondazione anche quella <lell'Esercito. Più tard'i vennero i~tituite la B. degli ingegneri militari, e quella degli ospedali militari. Da ultimo, per merito d_e l generale Sauget, fu creata una B. :NI. a Nocora, dove esisteva una « Colo1U1a. d'istruzione », Il ciclo delle guerre d'indipcnde11za sospese per wi momento lo sviluppo cd il coordinamento delle J3. :M., ma questo importante coefficiente della coltura milita.re prese subito dopo lo sviluppo che merita,•a. Le B. M. furono istituite nei principali presidii a seconda. della tabella .fissata dal l\linistero della Guerra. In Roma presso il comando del Cor;po di stato magg;orc si fondò la B. centrale militare. In ogni B. M . la. scelta delle opere è fatta da apposita commissione nominata dal comandante del presidio, composta di un generale o di un uif. super;orc presidente e quattro ~1.fficia.li membri, più un consegnatario ed uJ1 segretario. Per quella cenha.lc, una speciale commissione viene nominata dal comandante del Corpo di stato maggiore. B. M. esistono pure presso la Scuola •di Guerra, le Scuole di Applicazione, le Accademie. Prescrizioni particolareggiate circa il funzionamento delle B. M. e la loro amministrazione sono contenute it1 apposit:i Istruzione. Attualmente esistono B. M. nelle seguenti città: Alessandria, A,icona., Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catanzaro, Chieti, Cuneo, Firenze, Genova, Gorizia, Livorno, Messina, Milano, Napoli, Xova.ra, Padova, Palermo, Parnra, Perugia, Piacenza, Pola, Ravenna, R oma (B. M. centrale), Roma (B. d'artiglieria e genio), Salerno, Torino, T1ieste, Trento, Treviso, Verona. lJibliotechc dei soldati di terra, cl-i 111are e ddl'aria. Istituto nazionale sollo l'alto patronato di S. :M. il Re, fondato il 9 novembre 1908, cretto in Ente morale 1'8 fcbùraio 1923, con sede centrale in T orino (Piazza Sta: .t uto n. 17). K el 1908, .per iniziativa di un gruppo di

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spiccate personalità torinesi appartenenti in gran parte alla categoria degli alti pensionati dell'Esercito e della Marina, sorse l'idea tli istituire ,u n Ente, il quale potesse fornire gratuitamente a.Ile sale di convegno dei caporali e soldati, .piccole biblioteche composte di libri sani cd c.-<lucativi. L 'idea. ebbe ottima accoglienza e la piena approvazione da parte dei ministeri militari. Tn breve volgere di anni la provvida istituzione andò estendClldO la propria sfera d'azione, prima ne i centri principali dei presidii militari, poi succes.5ivamente nei presidii minori e sulle navi. Durante la guerra, un comitato milanese <.!ella <e Pro Esercito», appena dalla fronte affluirono i feriti negli ospedali, pensò di provvederli d'oneste letture ricreanti e<l istruttive. Il ministro dell'1struzionc pubblica s; rese subito conto dell'importanza che avrebbe assunto una sana organizzazione tecnica, e intervenne direttamente con distribuzione di volumi, opuscoli, riviste, coc. non solo nei siti di cura, ma nelle stesse trincee e nei siti di ritrovo delle truppe mobilitate. Xci 4 anni di guerra furono distribuiti circa un milione di opuscoli e volumi, per opera dei d iversi comitati per le JJ. lYI. che si costituirono dovunque fu necessario. Dopo la guerra, nel 1923, la felice iniziativa p1ivata dei giorni della lotta ebbe il suo definitivo a~scstamento. con l'erezione in Ente morale, che si propone anche la cessione ai soldati <li opere a minimi prezzi. L'Istituto, ohe ha il suo comitato centrale a· Torino, c3tende la propria azione a meZ7.0 di comitati loca.li in tutto il territorio del Regno e nelle Colonie. Nel 1925 contava già 24 comitati funzionanti.

Biblioteche di Marina. La più notevole di esse, in Italia, è quella <lei Duca di Genova in Torino. Contiene gran copia di manoscritti e stampati 1,-regevoli. Ne esiste una presso il )Iinistero della Marina e altre sono presso ciascun Dipartimento Marittimo o Base Navale. Ogni nave ha due biblioteche, una per sottufficiali e marinai, l'altra per ufficiali. Quella per il personale di bassa forz,t è costituita a epese del :Ministero. Molte volte le biblioteche di bordo sono doni di comitati di •.fame, o delle case costruttrici delle navi. Analoghe disposizioni esistono ,presso le altre nazioni: si può dire che tutte le navi da guerra del mondo abbia.no la biblioteca per !"equipaggio.

Bibrace. Ant. città dei Rea1i, alleati di Cesare e per questo assediati da Cllba, capo della lega contro ,i Romani nel 57 a. C. C:alba circ".lndò I<' mura e con grande qµantità di gente - aveva un çsercito di qu~i 300.000 u. - ferc scagli:tr pietre su quelle per allontanarne i difensori, allo scopo di polcrsi avvicinare alle r,1ura stesse ed abbatterle. I Remi avvisarono Cesare che non potevano pii1 resistere, e Ccsa:·c, che si era a,·vicinato c<>r1 otto legioni ammontanti a circa 60.000 uomini, riuscl a gettare nella piazza assediata un corpo cli arcieri numidi e cretesi e di frombolieri delle Ba'ieari. Allora Galba tolse l'assedio. Blbracte. V. A11tun. Bibulo (Marco Calpurnio). Ammiraglio romano. Collega di Cesare nel Consolato (59 a . C.) si oppose alle leggi agrarie da Cesare volute. Scoppiala la guerra civile si schierò dalla parte di Pompeo e fu posto a capo della flotta pompeiana. Presso Corcira prese e inccncliò 30 navi cesariane ( 48 a. C.) ma, mentre teneva


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il mare con la flotta, di 5.0 0 o 600 navi, deila base navale di Corfù, venne a .11orte per ma.lattia.

Bicciacuto. V. Bip,mnc. Bichi (conte Giova11wi). Ammiraglio pon tificio del sec. XVU, n . a Siena m. a :.\ [alta (1613-1676) .. Nel 1657 ebbe <la i -papa i\les.sa.ndro VII il comando dJ una squadra navale <li J.0 navi e 2 trasporti e veleggiò verso l'Egeo con navi di J\,IIalta, per partecipare ,tlla guerra di Candia, distinguen dosi per perizia e valore in molte occasion i. Apparleneva alla stessa fa miglia un A lessandro B . che nel 1525 fu a capo della rcpubbli<:a senese. Bichot · (Aniceto). Generale frallCese ( 1835-1908). Entrò ~ella farueria di mar ina e fece con onore la Bichot Ani,ccto guerra ,del 1870, poi la campa.gna dell'Indocin a e raggiunse il grado di gene.raie <li divis. nel 1891. Nel 1899 f.u a capo dell'esercito cofomiale, p oi presidente del Cmnitat.o tecnico ddla marina. Nel 1900 andò a riposo.

Bicicletta militare. Non è -che la comune bicicletta, alla quale sono state a1,µor tatc le rnoclificazioni e innovazion i richieste <.!allo sp eciale i mpiego che di essa. si fa n ell'E=·cito per i servizi di campagna. La bicicletta militare deve infatti rispondere ai particolari requisiti di essere soli<la e nello stesso tempo Jeg-

la <li cons.::ntire al soldato di cariearsela agevolmeutc· sul <lorso e di tra~por tarla attraverso a terreni d i qualsiasi natura . La ,oluzione fu trova ta sosti tucmlo ;i) te-

Blclclctta IlOSJ Ì ò!Clll (pieghevole) J,iio rigido il telaio p ieghevole a snod o, chè permette di. ripiegare la metà mlterioTe sulla metà posterfore della macchina, formandone un complesso che si porta a. spalla ,in modo simile allo zaino.

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-·,.. _.;:::_ -Biciclcwa Btanclli completa per ufficiale (1923)

Il primo tentativo d i questo telaio venne fatto nel 1891 dall'ufficiale francese Gérard ; ma s i trattava di. macchina difficile ad essere rip iega ta e portata, mal-

Bicìc1cua Cosia per i carabinieri

gicra, d i essere trasportabile a spalla, e di consentire faciliti <l i n1ov imen ti e d i n1ancggio. L a gra.nde u tilità. d i introdumc l'uso noll'Esercito a pparve chiara fin dal momento che l'impiego della bicicletta prendeva sv1li;•ppo negli usi civili. A!lora vrn ivano att ivamen te m1ziati gli studi per concre tare il tipo di macchina clic p otesse meglio soddisfare a lle csigen.e milita,·i. Con la in\'cnzione del congei;no ,W moltip lica 1,cr ~çcclerare il 111ov imento ,Jdla r:1ota iJOs.tcriorc motrice, con 1'aun1cn-

to di scorre,·olczz,1 portato dai cuscinetti a s fera e con ia grande cln,sticilà ,,ttcnuta mediante le gomme pneuma tiche- delle mote, la hicièlella raggiungeva in lireve un grado sorprendente ·di p·crfezioname:1to: rimaneva pe rò d:t dsoh-crc il problema inerente alla caratteristica ,·~ramentc tipic;i della biciclett;:. m ilitare, che è quel-

liie icle tLa B iancJ1I co mp101.a per tr,1,ppa.,

equipaggiala ( I 9.23)

grado che sia rimasta nell'Esercito francese .fino al 1914,. Dopo la. guerra nuovi modelli wno stati studiat,i i n Francia, ma solo n..:I 1926 si è trovato un tipo adatto,


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Bicicletta Bianchi wn mitraglla1,l'ICG

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Bictcleut.a Bianchi portata sulle spalle

e si sono studiati i pl"Oget t i di fanteria montata su biciclette. In I talia, nel 1908, il capit ano di fanteria italiano Carraro presentav,t ed ot!~neva l'ado1,ione della biciclc11a p ieghevole, che prese nome da lui e che er~ caratterizzata dalle ruote a raggio molto p,iccolo: peso della macchina senza bagaglio kg. 14. Seguirono a breve distanza di tempo le biciclette m ilital'Ì modello « Costa -~ e modello « Rossi )klh >>. dai nom i degli inventori costru ttori, le qual i, porn d ifferendo dal modello « Carraro », ne m iglioravano taluni particolari di cos truzione e aumentavano notevolmente il ra.ggio delle ruote, ciò che ~ssicurava il grande vantaggio <li una maggiore velocità. D i esse venivano .prov,.-jste le compagnie bersaglieri ciclisti, i d rappelli carabiJJieri ciclisti e ia com;:,agnia d i :fanteria speciale ciclisti per la Sardegna. Bastarono -però non lunghi pcrio<li di pratico impiego in terreno vQ.!"io ·per dimosti·are che le gomllJe pneumatiche, se molto indicate per attutir e scosse e u rti tanto d ell'uomo quanto della rnacchi.na, erano causa di gravi inconvenienti jJer I~ frequenti perforazioni cui anelavano inevÌtabilmente soggette; onde apparve necessar io di sopprimerle, _sostit ucn<lovi le gomme tuqolari piene o semipiene e suppkn<lo al la conseguente <Yuninuita elasticità. con acconci dis1)ositivi di molle applicate al telaio. Questi i criteri che l'amministr azione milita re italiana poneva a ,ba.se del cor:corso indet to nel 191 1 tra le d itt e costruttrici nazionali ,per scegliere la bicidetta di cui avrebbero dovuto rsscrc provvisti i dodici battaglioni bersaglieri ciclist i allora costitucmli per trasfonn3.21ione del le esistent i compagnie . Il concorso fu vlnto dalla d itta Edoardo Bianchi, di Milano, onde si venne all'a<lozione della « Hiciclctta m ilitare tipo brevettato Bianchi ,,, quella medesima con cui le nostre unità. di bersaglieri e cavalleggeri ciclisti hanno partedpato a lla Guerra :Mondiale e che, sa l ve recenti.,sim i non sostanz iali perfezionamenti, è tuttora in distr,i buzione alle unità .;tesse. TI modello p iù re<:0nk di tale bicklclta

Bicicletta Bi,incil i con treppi ede di mitragliatrice

è quello del 1923 che ha le seguen t i pr incipa li caratteristiche: tela io pieghevole; sospensioni elastiche; go_m mc tubolari; peso a ma,cchina non equipaggiata kg._ 14; peso a macchina complet amente equipaggiata kg. 30; r endimento :1,cdio in velocità per un riparto bene allenato dai 18 a i 20 km . all'ora. In esperimenti" e gare ripetute essa ha dato prove di ottima resistenza, d itno~ strnndosi p ienamente adatta allo speciale e faticoso seryizio affidato ai nost1i piumati fanti celeri. Di modello analogo e della stessa produzione è la bicicletta p ieghevole in dotazione alle nostre unità. ciclisti per t rasporto di mitragliatrici pesanti e r elativi troppiedi, delle munizioni, acqua, accessori e parli di ricambio per le stesse arm i. Oltre :.Ila << bicicletta militare tipo brevettato Bianchi per truppa ll , qual~ sopra è stat R sommariamente descritta, è pure in uso la « bicicletta pieghevole complet R tipo B ianchi per ufficiale, con cambio <l i moltiplica». F ra le biciclette militari vanno infine -r icordati ta lun,i tipi d i macchine per ufficia li, che sono prodotte dalla stessa amministrazione militare attraverso l'officina del 1,.-cnio d i Pavia, e che vengono cedute con agevolazioni di pagamento agli ufficiali dei corpi, sia. •per servizi militari isolati, sia per · loro uso personale . Tali macchine sono per lo più a tela io rigido etl hanno d imensioni e forme c3ter iori )nolto sim ili a quelle della bicicletta p ieghevole Bianchi.

Bicocca. Piccola rocca o for t ino sui ·11onti. Si dic, anche di ;:>iai.i:a di guerra mal fortific:; !a e pero male atta alle difese (Grassi). In origine fu nome part icolare d'una. villa <listante tre miglia da :-Oiilano, ed assu,1sc il ,;uo significato mil itare nella . b:;;taglia combattuta in qud luogo nel 1522. I Francesi cluamarono quc~ta battaglia col 11omc « dell,. Bicoccaì> e da a llora i l nome rimase a significare . pegg iorativo d i luogo da difesa. B icocchicre fu detto il soldato ad<letto nlla <lii~~a d.ella

13. e anche il comandante o castellano della mcd<·s\m.t


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Battaglia della Bicocca (29 aprile 1522). Vi si era accampato, durante la guerra fra Spagnuoli e Francesi nel 1522, Prospero Colonna, generale agli ordini della Spagna. Il fosso era protetto da archibugieri (agli ordini del gen. Frandsberg) e artiglieria sul fronte ( 4-0 cannoni); sui fianchi correvano due profondi canali,

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La battaglia (]ella Bicocca (cla una rncehla stampa): -A, Svizzeri; B, artig1Jer1e del colonna; e, fanterie; D, mil!zie milanesi; E, Mtacco di Gastone di Folx per il ponte 1n plc'tl'a

e così alle spalle, Il maresciallo francese L autrec, uscito da Monza il 29 aprile, marciò sulla B . e la fece assaltare di fronte da 8000 Svizzeri mentre lanciava intorno stormi di cavalieri, agli ord ini di Giovanni De l\1edici, per distrarre l'attenzione del Colonna e mentre manùava il maresc. <li Foix con 300 lance e 1.111 corpo di fanteria, ad assa ltare la ,posizione <la tergo, dov'era un ponte in pietra sopra uno dei canali, e dov'era appostato Francesco Sforza," con milizie milanesi, agli ordini del Colonna. Il Lautrec medesimo con le truppe fra ncesi doveva attaccare di fianco, mentre rimanevano in riserva le m ilizie veneziane. Gli Svizzeri, condotti d a l Montmorency ed altri capitani, non vollero attendere che i movimenti delle altre colonne fossero compiuti, e attaccarono risolutamente a llo scoperto, ma furono accolti da un fuoco intensissimo, esegltito dalla fanteria tedesca agli ordini del Frundsberg e da quella spagnuola agli ordini d el marchese di P esca1·a. La strage degli assalitori fu grande; in breve tremila <li loro erano caduti, avendo recato a l nemico soltanto lievi perdite. Ed allora, batte:;ono in ritirata, noncuranti delle a ltre colonne d 'at• tacco, prima ancora che que;te avessero raggiunt•:) i loro obbiettivi, La colo1ma d el maresc. di Foix sbaragliò le truppe <lello ·Sforza e penetrò nel campo fortificato a ttraverso al .p onte, ma Prospero Colonna potè rinfor.z,1,rla, essen<losi ritirati gli Svizzeri, con parte delle fanterie imperiali e respingere così i Francesi La stts~a cosa accadde al Lautrec, il quale sbaragliò cavalleria imperiale condotta. da: Girolamo Adorno, si trovò di fronte alle intatte schiere del Colonna, e fu costretto a ritirarsi, protetto dalle bande del De Medici e dalle truppe venezi?.ue, le qua.li erano state lasciate in riserva.

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Bicocca. V, N<rvara e San Michele, Battaglione Alpino Bicocca. Costituito nel 1916 presso il dep. del 2° regg. colle cp. 8 1', 101", 123', Operò nella 7.0na del monte Nero e nella conca di Plezzo; nel marzo 1917 fu inviato sull'altipiano di Asiago ove prese parte alla battaglia dcll'Or•tigara.. Alla fine di ottobre fu inviato nel med io Isonw donde ripiegò combattendo durante l'offensiva austro- tedesca r itirandosi dietro il Piave, <love venne ·d isciolto a-Ila fine di novembre.

Bicorno. Fu un cappello 1111ilitare molto usato, di cui l'ultimo tipo è rappresentato dalla lucerna dei nostri carabinieri. B idale. Nome di ant. soldato navarrcse o :provenzale, a piedi, armato alla leggera, nei sec. XII-XIY. I comuni francesi fornirono ai •r e di Fr;mcia compagnie di « bi<la ux » armati d i bastoni e poi di picche (per cui daranno più tardi origine ai picchieri) oltre che compagnie <l'arcieri e balestrieri. Bidasio-lmberti (R11ggero). Colonnello, 11. a Bergamo m. a Modena (1777-1841). Uscito dal collegio militare di Vc1ona col grado di cornetta dei dragoni a ca;vaH~ della Rep. Veneta, passò nel 1796 nel battaglione della Legione Veneta C isalpina. Fu poi capitano istruttore d'artiglieria alla Scuola di Modena e prese parte alla campagna del 1798-99 rimanendo chiuso in Genova coi difensori. Combattè al fianco di Massena a Marengo, a :Mantova e sul!'Adige. Aìla fine del 1808 fu nominato a sce)ta colonnello d el regg. art, a cavallo, e si distinse l'anno seguente alla batta.glia della Raab. Fu poi chiamato a dirigere _la Scuola mil. di Pavia. Caduto Napoleone, dal!' Austria fu scelto come direttore della stessa scuola preparatoria, per gli allievi lombardo-veneti, a quella di Neustadt. Il B. però r.i.Jiutò e si dimise nel 1815 ritirandosi a Modena. B-idassoa, Fiume costituente il confine tra la Francia e la Spagna alle l!JCndici occidentali dei Pirenei; si getta nel golfo d i Biscaglia al nord di S. Sebastiano. Ha importanza militare appunto per la sua funzione di confme, e fu teatro di operazioni di guerra tra Fn.ncesi e Spagnuoli nell'epoca della rivoluzione e dell'impero francese, e poi nel 1823. Bidone. Redpiente (mod. 1882-86) di latta rinforzata o di lamiera di zirn:o. Serve per trasporto di bevande per la truppa. Fa parte degli oggetti di cucina da campagna, cd è trasportato o sui carri, o sulla sella, o sullo zaino. Ha fonna cilindrica a fondo piatto cd è munito nella parte superiore di coperchio a cerniera. Ha inoltre un manico a cerniera in filo di ferro zincato, e passante in alto e in :b asso, per poterlo fissare con apposite cinghie alla sella od allo zaino. Biel ke (Hendrick). Ammiraglio danese del secolo XVII. Tenne in scaao la flotta svedese nel 1657, e le


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inflisse diverse perdite, costringendola a combattimento presso Falsterbo, d 'esito incerto. Nel 1658 si unì, dopo la battaglia nel .Sund, con la flotta olandese sotto Wassenacr onde port~r soccorso a Copenaghen. Un anno dopo prese parte alla conquista d i Fiincns. Mori nel 1683, ammiraglio in capo.

Biella. Capo!. di cir<:.. in prov. di Novara, sulla sponda destra del Cervo. D'origine antichissima si ritiene fondata dai Celti; ai tempi romani chiamata B11iclla. Nel secolo X venne c ircondata di mura; nel 1152 il vescovo Uguocioo1e di Veroelli vi edificò un castello nella città. a lta, che d ivenne il baluardo principale della (Posizione. Nel 1225 s i costituì in comune autonomo, e lottò per svincolarsi dal vassalla.ggio verso il vescovo <li Vercelli ( 1245). Nei primi anni <lei secolo XIV fra' Dolci110, iniz iato netla. setta dei Manichei, d isponendo di 14.000 uomil1i, invaso il Biellese lo saocheggiò, e quantunque combattuto da Giacomo degli Avogad.ri, capitano delle truppe vescovili, continuò a. lotta.re nel Biellese fino a l 13 marzo 1306, giorno in cui, caduto nelle mani degli av· versa.ri, fu mandato al 1·ogo. Ne,! 1379 B. si diede spontaneamente ad Amedeo VI di Savoia. Nel secolo. XVII fu due volte invasa e sacoheggiata dalle truppe spagnuole: la ,prima volta. nel 1637, (PCr 28 giorni, la seconda nel 1639 per 43 giorni, te1minata con la. demolizione delle forti:ficazion.i. Nella Guerra di Successione di Spagna, (1700-l i07) B. fu nuovamente OOCU4)ata da truppe fra11cesi, che vi installarono i Joro qua.rtieri d'inverno; ma al termine della. ,guerra fu nuovamente asse.gnata ai Savoia. Scoppiata la Rivoluzione francese, fu occupata da tru ppe austro-russe e poi d ai Francesi, che, d opo la. formazione della Repubblica Cisalpina, poi Italiana, vi posero un presidio. Nel 1815 tornò a far paxte degli Stati Sardi, e ne seguì le vicende. Battagl-ione Alpini Biella (già l'vfo11te Levam,a). Co• stituito in Val Giudicarie alla metà di aprile àcl 1916 con le cp. 132', 864 e 111 ", alla metà di maggio u-ovavasi in Val Posina allorchè g li Austriaci sferrarono 1'0-ife.11siva nel Trentino. Il bgl. contribuì alla difesa degli Altipiani combattendo a Coston dei Laghi, suì Pasu bio e a M. SueHo. Sferratasi la controffensiva italiana il bgl. .p rese parte all'avanzata occupando Cima. Pru,:hc e attaccando ra.sso della B orcola. Dal luglio al dicembre il bgl. operò ancora in Val P osina e sul Pasubio; nel gennaio e febbraio 1917 fu in ,/:.llarsa; nel maggio-giugno prese parte all'assalto del M . Vodìce sull'Isonzo conquistando la. Q. 6S2 e catturando prigionieri e mitragliatrici. Ritornò quindi nella zona del Pasubio (Cosmagnon) ove rima.se fino aill'a.gosto 1918; prese in fu1e parte alla 'batt. d i Vittorio Veneto, combattendo sul M. Grappa (M. Solarolo-Valderoa), e all' in$eguimei1to -del. nemico fino a Fellre. Il nome di « Monte Leva.nna >l fu cambiato in quello di « Biella » ~~~

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BielopoÌje. Villaggio della Serbia, presso il confine montenegrino. Vi s i svolse un combattimento che a p-

par tiene alla 1" ,g uerra balcanica ( 1912). La quarta divisione montenegrina (gen. Vukoti'C) meno la. 9" brigata, si concentrò 1'8 ottobre 1912 a Mojkovatz, passò il 9 il Tara e, raggiunta la valle del Lim, s i copri con un d istaccamento dalle provenienze d i Berana; con le r imanenti forze ( 10" e 11• brigata) mosse il 12 ottobre all'attacco di B ie!opo!je. Difendevano la città circa 2000 Turchi ( in parte accorsi da Bera.na) bene appostati sul pendio delle a lture antistanti all'abitato. Intimata. invano la resa, Vukotic stabili di attacca.re frontailmentc

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con una. brigata, che doveva d iscendere la. vallata a cavallo del fiume in due colo1me, e di aggiraie da est le lince nemiche con tre battaglioni. La brigata incaricata dell'attacco frontale impegnò un combattimento dimostrativo che du.rò tt:tta la mattinata; ma, prima che l'attacco avvolgente potesse sviluJ)parni, i Turchi, accortisene, riuscirono a disimpegnarsi ed a ritirarsi quasi indisturbati. Il ritardo d ella colonna aggirante impedì di sfruttare il successo e di taglia.re ai Turchi la riti~ rata. su Berana per Sakata.. I Montenegrini ebbero 25 morti e 86 feriti.

Bienaimé (Amedeo). Ammiraglio e s crittore militare francese, n. nel 1843. Fece la campagna del Mess ico; nel 1870-71 combattè nelle fortificazioni d i Parigi contro i Tedeschi. Fece la ca,mpagna. del Madagascar. Nel 1900 era v ice ammiraglio. N cl 1904 c omba.ttè i piani milita ri del P elleta11 e andò a riposo, dooicandosi alla vita ,p olitica come nal'!iona.lista e venendo eletto de,pu lato. H a pubblicato: « Studi pratici sulla perforazione dei muri corazzati >> ; « Studio sull'artiglieria navale »; « Sull'impiego dell'acciaio nella fabbricazione dei caimoni di marina J>; « Il péricolo naziona.le ». Bienaymé (Arturo). Ingegnere navale francese (1834-1906): fu nel 1886 d irettore .generale delle co• strozioni navali e della Scuola d 'applicazione del genio marittimo di Brest. Pubblicò le lezioni svolte alla Scuola e << L e macchine marittime>>.


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:Hm Bienerth (Ca rlo d1). Generale a ustriaco (18251882). Prese pane nel 1848 alla campagna nell'Italia; Ycnne poi assegna to al governo m ilita.re e civile di Parma.; n el 1849 combattè a X ovara. Fece quindi le campagne del 1859 e del 1866. Xci 1878 ebbe il comando •del V corpo d'annata in Bosn ia ; infine fu comandante ,;:lei presidio d i Crncovia. Bientina. Comune in Val di Nicvolc, prov. di Pisa. Nel 1554 Ycnne assalita dall'esercito di P ietro Strozzi, ma i cittadini bravamente e felicemente si difesero. Biez (O,ulard dii). Maresciallo francese ( 1475-1553). Fu in Italia con le truppe di Francesco I 7 comundu la compagnia del Baiardo dopo la morte di questo capitano. Nel 1542 era. mucsoiallo d i Francia, e comandò tre anni dopo l'esercito di Picearòia, battendo :più volte gli Inglesi. Assa lì Boulogne, presa. dagli Inglesi nel 1544 e dopo grandi sforzi la ritolse 1010. I Guisa, gelosi della sua valen tia, r iusrirono a farlo con-dannare a morto per alto tradimento, e la sentenza, .Pronuncia ta. nel 1S5 1 non venne eseguita, m:i il B. ne !llori di dolore. li suo nome fu riabilitato nel 1577. Biezun. Città russa nel governatorato cli )' loch. Combattimento di Biez rm (23 dicembre L806). ~ell'aw1111.ata di es apolconr I dalla Vistola verso Soldau, , dio scopo d i separare i ];:.ussi dai Tedeschi del generale L estocq. il nemico, accortosi del piano, tentò di ,:onquistare la posi1.ionc d i B. che per lui era. importai;'ìe, ed il 23 dicemhn•, alle 8 <lei mattino, colonne µr ussianc sboccarono da parecchie strade. TI maresciallo Ressièrcs occupava 71. fino dal 19, e non avcY3 con In sua cavalleria che due compagnie di fanler ia, ~ui ,·ra affidata la difesa del ponte. .\ll'avvicinarsi del nc1n ico, che cr,t in forze e già si era impadronito del piccolo paese di Karmèdicn e l'ayeva fatto occupare da ,1n batta.glio1w, Dcssièrcs ordinò al ,g en. Grouchy di a,•anzare con la sua divisione. Questi caricò la linea nemica pr ima che ,potesse spiegarsi, la spezzò e la ro1•èsciò nei terreni ,pantanosi. L'attacco nem ico fu sventato così in ·pieno, e a,i francesi rim&fero 500 prigio11il!ri, 5 pezzi d'af'liglicria. e due band iere.

Biffa (Topog,·.). Biffa o Val ina, denom inas i un'a8ta di legno o di ferro, lunga generalmente ,da un metro ad un metro e d nqt1anta, tc.rminata a punta in un estremo, e re-cantc, a ll'opposto, una tavoletta rctta.11·golarc o triangolare dipinta, come l'asta, lL scacch i a lternativa mente bianchi e ner i o >bianch i e rossi. La tavoletta prcn·de nome d i « scopo ii . La più semplice biffa può essere <:ostituita. da una comune ca.ima, appuntita ad unri estremi1à, e con lo « sco;>o » di carta. E' strum ento da. drissificarsi- tra que lli di m ira, atto, cioè, a <leterminare allineamenti. Si pianta Ycrticalmente nel terreno. servendosi dcll'occlùo o facendo uso di ~111 piombino. Biffa fu detta anche una sorta di ca1a.pulta. at ta a lanciare p ietre. E' r icordata da Egidio Roma.no e Galcani Nap ionc.

.BIO Biga. V. Carro. Biga (Mari11a). P er n1anonarc grossi pesi (mentre le

navi sono negli arsenali o in rada) come potrchbero essere sbarchi e imbarchi di artiglierie, di macchi.nari, ccc., si usano speciali grù fissate su ;iontoni gallcg~a.nti, a1·enti la forma e le dimensioni più svariate: le bighe, le quali in generale sono formate da robusti alberi lignei o metallici, impi:in:ati, a guisa d i capric in-

Bl~iL che r·lcu 1w 1·a un tctl'ovo la111c

clinatc, alla cslremit,'t poppier;i di grosse e robuste barche a forma tozza. l')ic chiamansi pontoni. Dalla estrernit:'1 superiore in cui s i congiungono i due alberi della biga pende un robu~to paranco che scende a perpendicolo sul ma re ad una ùi;tanza d i .J Jìno a 10 metri dal pontone, a seconda della grandezza. l i paranco ha il suo rù,vic, a l)(>rdo elci pontone sul quale esistono a1·gani e verricelli azionat i a mano o da apposite macchine a , apore. TI po,1to11c stesso, <'ssendo la biga posta ad una <lelle cstrcnutà, f,L da cont,·OJJC~O durante la ma1·10Ha di solle,·amento clelJ'og;;ctlO. Xegli ar~cnali militari ne esistono in grande quantitit, r icorrendo assai .;pcs•;o la necessità di adoperarle nelralfcstimento e la riparaziouc delle na vi. Le più comuni hanno potenza di sollevamento <li 20-30-50 tonnellate. Esistono bighe fisse. oscillanti, a b raccia gi revoli, a mensola, ccc. Quando i pesi da solle,•arc sono rile1·anti, si aiuta il co11trobilanci,u11ento del pontone con la introduzione d i za,·01-ra liquida alla estremità op)Josta di quella in cui è pian tata. la biga. .

Biga Giaco1110. Costruttore navale, n. di Laigueglia, m. a Genova nel l 82i. Alfiere clelle Galere ponlificic nel I i93, di,·ennc cap. di fregata e ,i ng. costruttore della R ep. Romana nel l ì99, <lella Rep. ltali:ui;i nel 1803, delle Costruzioni namli del Regno d'Italia (nàpoleonico) nel 1808. Fu poi ca.pit~no di fregata e cli vascello ? ing. costruttore nella Marina sarda ( 1815). As.~unto in servi.do da G. Dcs Gencys quando Vittodo Em:tnucle I riprese po3SeSSO dei suoi Stati di terrafenna, seppe trarre: buon partito da.Ile vecchie <:areasse riunite a Genova e riattivò il cantiere della Foce. Può esser considcnto co,nc il capo~Lipi te della gr ande scuola italiana d i costrnzionc n2,·alc.

Bigarré (baro11e Aug11sto). Genera le fra11cesc (17ì51838). Fece le ~ampagnc nap<>lconichc e di,•entò generale d i divisione, nel 18'14. D urante i Cento giorni fu comandante in Vanùea, e sconfis.se l'esercito realista ad i\uray. Big-Black. Fiume degli Stnti Uniti, afflucmc d i si nistra del )1ississippi, nel quale sbocca dopo 320 km. di corso.

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· Battaglia ,li Big Black River ( 17 maggio 1863). Durante la Guerra di Secessione, nel maggio del 1863 il gen. Grant, passato il )Iississìppi presso Bruinsburg, e,cendendo .per la sinistra <lei fiume si trovò, presso ·wicksburg, di fronte all'armata ·del gen. Pemberton, ritiratosi sulla rin. destra del B. B. in attesa di rinforzi. ·D al 5 maggio il gcn. Grant con circa 40.000 uomini iniziò l'avanzala \'erso Jackson, mantenendo il suo fian.,:.o s inistro appoggiato al fiume B. B . per !xJ.ltcrc John-

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sercito nell'espugnazione di Castclnuo,·o in L'ngheria, e nella giornata del Bosco di :--rorimbcrga riporrò la vittoria con tale valore da meritarsi dal Wallcstein la promoi.ionc a sergente maggiore generale di blttaglia. Fu poi creato ciambellano e marchese dallo stesso Imperatore. Rientrato in patria ebbe altri incarichi militari per operazioni contro i Francesi ( 1635) e fu artefice µrincipale della vittoria di T orna,·ento. Dopo alcune mission i politico-mililari ebbe il comando delle milizie dello Stato di Milano. Promosso tenente generale di cavalleria, poco dopo morì.

Bigi iati (Ealti<r.:i110). Generale del genio nava le: n . nel 1840 u. Gassello, allievo ingegnere nel Corpo del genio nav:ilc nel 1862, promosso m aggiore genera le nella riserva navale nel 189.3, <la!la. riserva na\'ale a riposo, per et:,, nel 1918. G li è stato conferito· l'attestalo di bcnemer.:nza, come ricomµen.;;.-i per essersi reso benemc-

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Con/erlera!I

t=:l féder,1/i Baltaj<II~ cli Bi&' J3]ack T\ iVCI'

ston, capo supremo dei con federati, <ehc vcnil'a in aiuto del gen. Pemberton con un piccolo corpo. Pemberton ,frattanto er.t s tato r i11forzato e contava dai 30 ai 35.000 uomini, ma in\'iÒ contro Grani una semplice avanguardia, che da questi fu ricacciata fin oltre il B. B. Grant proseguì la sua marcia su Jackso1), e il 17 si gittò, dopo la vittoria riportata· presso Champion Hill (16 maggio) su Johnson, contro le ,posizioni di Wicksbu rg, •dO\'C sta,·ano a guardia di quella testa di ponte tre brigate di Confederali sotto Boove,i'. /\!l'alba. del 17 maggio il gen. Gran!, con le due di\'isioni d'avanguardia, c,fcrrò un nt tacco contro la testa di ponte. L'ala sinistra dei Confederati, scossa dagli assalii ripetuti aJ1che nel giorno successivo, cedette e fu obbligata a ritirarsi in Wicksburg, riuscendo ad asserragliarsi in quella posizione. Ma. i Confederati lasciarono sul campo 1750 uomini e parecchi prigionic1ii, men tre dall'altra parte non si ebbero che 273 fra morti e feriti.

Blggì (Emilio). Gencralé, n. a. Castel S. Giovanni nel 1855. Sottol. di fanteria nel 1880, ebbe da tenente colonnello i.I comando del Deposito del 76° e del •13° fantcri,L e prO!llosso colonnello (1914) partecipò alla Grande Guerra (1915-1917). Colloco.to a r iposo (1917) raggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione nella risel'\'a. Bigliani di Cantoìra (Epimaco). Generale, n. a Chieri. nel 1809. Sotlot. del Piemonte Reale cavalleria· nel 1832, partecipò alle campagne do! 1848 e '49 meritandosi una medaglia d'argento nel fatto d'armi di Volta e pre8C parti' anche, come ten. colonnello comandante del rcgg. Savoia, alla campagna del 1859. Promo:;so -c:olonnellc ( 1860) ebbe il comamlo dell,L Scuola militare di cavalleria e nel grado di maggior generale fu comandante di brigata di cavalleria nel 3" dipartimc1,to militare. Biglia (A11to11io). Generale italiano del scc. XVII, al servizio dell'Austria, n. a l\filano sul principio del .1600. Ini;;,i<Ì ·la carriera delle armi. nelle Fia.ndre, passando poi i11 Germania, cd era già colonnello alla. battaglia di Praga. E bbe ·poi il comando di. mcli -dcll'e-

r iw della salute pubblica in occasione dcll'epi<lcmh colerica del 188-t.

Bignami (Pao/.o). Ingcgntre, n. a Codogno nel l876. Fu deputalo pe1· Codogno e )filano (legislature XXIII, XXIV, XXV) e sottosegretario alI,: « Armi e I1Iun izio11i >J nel 1917-1918. Bignami (Ugo). C:encralc, ).Jcclag!ia d'oro, 11. 11el 1869 a )rilano. Ufficiale in sCrl'izio atti,·o permanente, percorse tutta. la sua carriern nella brigata Granatieri di S:u·degna. Prese rartc col grado di capitano alla campagna •di Lihia. La b'llCITll. Italo-Austriaca lo trovò maggiore nel 2° reggia1ento g ranatieri, col quale fece tutta la campagna del 1915, rimanendo più volte ferito e guadagnando una medaglia -d'arge,ito, nel tormentato sNtorc di Oslavb. Sugli Altipiani, durante I' ofiensil'a <lei maggio 1916, ten. colonnello comandante u11 battaglione <le! 2° granatieri, gua, la!;nÒ la medaglia cl'oro. Dopo la fine della b"l.1crrn, chi~sc di essere collocato in l' ..\. S. e nel 1926, col grado di generale presiedette al )[useo Stoi·ico dei Granatieri. La magnifica molil'azione con la qùalc gli fu concessa l'alta r icompensa cosl si esprime: « Comandante di un battaglione su di una posizione •111-0lt0 estesa e cli vitale importanza, con singolare perizi:\ ~ pur con scarsissimi 111czzi st1,pc iu1prov\'isare la difesa, e moltiplicando il valore delle proprie truppe col fa:.eino del suo illuminato ed energico comando, per ben sette giorni consecutivi, superando strao1,dinaric difficoltà. di ogni spcciè, costituì il baluardo contro cui ~i infransero i ripetuti e sempre più , ·iolenti attacchi delle ognor crescen ti forze nemiche. Gravemen te 11,inacciato su d'un fianco dai progressi dell'a,·versario in un contiguo trailo della fronte, con le p roprie scarse forze, log!)rale ormai da sanguinose perdite, mantenne incrollab ile la fede e la rinsaldò nei dipenden ti, i qua li, anin1ati dal suo fulgido esempio, continuarono çon indom ito coraggio nell'impari ed accanita lotta. Vista infine la propri;i linea. spezzata in tanti piccoli nuclei. accerchiati <lai sopraggiur,ti rincalzi dell'attaccante, dopo


un'ora di ansiosa e terribile, quanto vana, 'lttesa di rinforzi, trovatosi circondato assieme ad un nucleo di su•perstiti, impugnò egli stesso un fucile, e, confern1ando ancoi;a una volta l'insigne valore personale, già in altre circostanze dimostrato, abbattè successivamente un ufficiale e quattro soklati nemici, che lo premeva.no da presso, tenacemente persistendo nell'epica lotta, fin quando, per evitare che l'ira dell'assalitore continuasse a sfogar~i anche sui nostri feriti e moribondi, fu costretto a cedere alla inesorabile cvidcnza dell'inutilità di ogni ulteriore sacrificio » (Treschè-Cesuna ( quota. 1152) - Asiago 28 maggio - 3 giugno 1916).

Blgot (Sebastiano B. d·i Morogucs) . Fondatore, nel 1752, di una « Académie de marine" a Parigi. Aveva servito prima nell'artiglieria dell'esercito. Il B. scrisse un libro « Sul perfezionamento delle armi da fuoco>> e un cc Trattato d i tattica navale>> che fu tradotto in varie lingue. Bigot di Sai11t-Q11e11ti1t (Carlo co11te d,). Generale austriaco di cavalleria. e scrittore militare (1805-1884). Prese p arte alla guerra contro la sollevazione ungherese (1848-49); divenne magg. generale nel 1859 nella 3' armata; nd 1860 fu governatore in Serbia; nel 1866 presso il comando sup_remo. Collocato a riposo col grado cli generale di cavalleria, si dedicò alle pubblicazioni militari. Si r-icordano fra i suoi scritti: « Di un soldato tedesco>> (1847) e « Il nostro esercito>) ( 1850).

Bigotti (Lorc11zo). Generale n. e m. a Torino (18361917). Sottot. di fanteria nel 1856, partecipò alla. campagna del 1859 meritandosi la mcd. d'argento a S. Martino e a:lle campagne del 1860-61 e dc1 '66 ottenendo una medaglia di bronzo ed una =onda medaglia d'argento in Calabria e la crore di cav. dell'Ordine mil. di Savoia nel fatto d'armi <l i Villa.franca. Partecipò altresì alla campagna del 1870, ed entrato a far parte del Corpo di Stato l\!aggiorc ( 1871) fu successivamente addetto al comru1clo generale del corpo ed ai comandi d i divisione di Genova e Bologna. Nel grado di colonnello (1879) comandò il 69° reggimento fanteria e fu capo di S. M. del V ed XI corpo d'armata; promosso magg. generale (1887) ebbe il comando della br. Livorno. R aggiu11se nel 1892 il grado d i tenente generale comandante della divisione di Lirnmo, e, collocato in disponibilità ( 1896}, fu nominato membro del Consiglio dell'Ordine milita.re di Savoia. Big Sandy. Fiume degli S. U. del Nord America, ndlo Stato del Kentucky; affuente del fiume Ohio. Co111battime11to di Big Sa11d.y R;ver ( IO gennaio 1862). Appartiene alla campagna del Kentucky orientale (guerra <l'i Secessione) nella quale si trovarono impegna.ti gli eserciti dei gen. Jviarshall e Garfield . Lo scontro fra Confederati e Federali avvenne a sud-ovest di Prestonburg presso la con0uenza del )!iddle Crcek, i~ terreno aspro e ridotto in condizioni di difficile praticabilità in seguito al prolungato maltempo; aggiungasi a ciò il pessrmo equipaggiamento delle trUJ>;)e e la scarsezza dei r ifornimenti di viveri, armi e munizioni. Il 6 gennaio il colonn. Garfield ( in seguito promosso generale), cl1e

256a,·eva precoàentemenle concentrato le sue forze federali a Louisa., arrivò a. circa sei miglia da P ainlsviJ.le, òove si unì poi alle truppe a cavallo del col. Cranor. Intanto il gen. Marshall, che comandava i Confederati, arretrava oltre la confluenza di Middlc Creek, scegliendo una posizione più vantaggiosa., sulla quale attese l'attM:co dei Federali. I primi contatti fra gli avversari avvennero verso le 10 dcltla mattina ( 10 gennaio) ma la vera azione non ebbe inizio ohe a mezzogiorno, con una carica della cavalleria federale, sostenuta dalla fanteria. Questo primo attacco venne respinto con un vif va.ce fuoco dell'artigljeria avversaria; la. cavalleria di Cranor si sbandò e non r icompa.rve più nelle successive fa.si della battaglia, anche per il fatto che il terreno non si prestava all'impiego di truppe montate. li generale Garfield tentò allora di conquistare le a:t-ure occupate dall'ala destra delle forze del gen. Mar~hall. Le truppe eonfcclerate, al comando del col. Williarns, mantennero le posizioni, agevolmente, favorite dalla configurazione del terreno e protette dagli alberi e dalle rocce che formava.no, sull'altura, delle difese naturali. Per ben tre volte i Federali tornarono all'assalto lungo i ripidi fianchi del monte, ma sempre con lo stesso insucce&o. La battaglia durò fino alle prime ore della sera. Durante la notte e il giorno i;cguente gli avversari abbandonarono entrambi il campo di battaglia. I Confederati, che aveva.no impegnato nell'azione circa 1500 uomini, ebbero 11 morti e 15 feri ti ; i Federali, che ammontavano a 1700 circa, ebbero 2 morti e 25 feriti.

Biguglia. Villaggio della Corsica, presso Bastia. Fu ca.poi. dell'Isola d urante il dominio pisano, prima della fondazione di Bastia. Il suo castello fu preso da Vincentello d'Istria, dopo che aveva scontìtto 1l Fregoso e lo Squarcia.fico, generali genovesi; la vittoria diede a Vincente!lo il titolo di conte della Corsica. Nel 1739 una colonna francese, di 400 u., inviata dal Boissieux per punire gl i insorti, è affronta!, da 150 Corsi; poco dopo l'inizio del combattimento, giunge sul posto Pasquale Paoli con rinforzi, e i Francesi vanno in rotta, lasciando 200 u. sul terreno. Bilal (Battaglia d·i S-iJ·i Bila.l, 20 settembre 1912). Appartiene alla guerra. I talo-Turca 1911-12. La battaglia di Zanzùr dell'8 giugno aveva condotto a.ll'ocoupazione dell'altura. cli Sidi Abd-el-Gelll, dominante l'oasi di Zanzùr, vero posto avanzato della. p iazza di Tripoli verso occidente. Occorreva ora., in vista di eventuali future operazioni, assicurare il possesso materiale dell'oasi di Zanzùr, e perciò spingere l'occupazione, sia sulle alture che la cingono a sud, sia al di là dell'Ua.di-el-Hira e precisamente sull'altura. d i Sidi BiJà,J. Il nemico si trovava. d iviso in due nuclei e cioè: quattro mehalle nell'oasi di Zanzù r-Lmàia-Saiiàd-elHasciàn, della. forza di 4200 fucili ; ii secondo nucleo a Suàni-Ben-Adcm, Fòndugh-Ben-Gascìr, Bir-Tobràs, forte di 11.700 fucili. Il corpo di -spedizione era cosi costituito: a) dalla divis. De Chaurand (2 squad. cavalleggeri Lodi; brigate Salazar 1• e Tomassoni 5•; 2° battaglione eritreo; 2 gruppi di btr. da montagna; 1 bgl. zappatori genio; servizi). b) dalla br. di riserva Maggiotlo: (6° e 40° regg.. fanteria; 1 gruppo di batterie 906; 1 bgl. zappatori genio; 1 cp. di guardie di finanza; servizi).


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~@ut»Turco-Arabi

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La IJattaglia cli ·S1di Bila! (20 sc11embrc 19I ~)

e) dalla colo1ma mobile Car peneto: (regg. lancieri Firenze; 2° regg. bersaglieri ; 1 bgl. ]ibko; servizi). TotaÌe : fucili 11.777, lance e scia bo le 549, pezzi '34, mitragliàtric i 14. Non tutte le brigate era.no al completo data l'<)l])portunità di lasciare, nei. vari settori della difesa della piazza di Tripoli, parte delle truppe. S ia per rafforzare la d ifesa d i T r\poli, sia per favorire l'operazione, gù da tenipo, battecie di qinnoni da 149 erano state coL\ocatc a Sidi Abd-el-Gclìl, alla 3• r idotta di Gargàresc ed al forte Fornaci. Nei due forti di Abdel-Gelìl e Gargàresc, si erano concentrati i s~i·vizi p er i giorni 20 e 2 1 ; venne d isposto il servizio di esplorazione, per mezzo di aeroplani, dirigibile e dn1ieken. L a ba.ttaglia s'iniziò all'alba, col bombardamento dell'oasi; subi to si procedette all'occupazione della posizione dei 39 ettometri, a protçzione del tergo e del fianco sinistro della divisione De Chaurand, la quale iniziò l'avanzata su 4 colonne, precedu ta. da que squadroni <lei reggimento c-avalleggeri L odi, i quali, avanzando veri:<'J il margi ne sud doli' oasi, furono accolti da. vive fucilate; ciò nonostante proseguirono, finchè dovettero arrestarsi cli fronte a n uclei a rabi, che si stabilivano su una duna a sud dell'oasi. D()po parecchi appiedamen ti i due squadroni ebbero or(line d i ripiegare d ietro la r iserva d ivisionale. La colon na di destra (gr~sso della br. Salazar) alle ore 7,30 si impegna.va col nemico che ,difendeva Sidi B ila!, e con l'aiuto <Jelle proprie batterie e delle artiglierie delle nav i e del fo1:te Sicli :\b<ld -Gelìl, se ne impadroniva a lle 9,50 e subito p rovvooeva a sistemare difensivamente la posizione. La colonrnL di collegamento lrn le due hrigatc (2 ·battaglioni 82° fante)·ia) a ttraversava l'oasi cli Za11zur senza. tr ovare molta resistenza; m a., giwtta al margine occiden.tale, veniva accolta d a violen to fuoco, p roveniente da ll'oasi di Saiiad. I ba ttaglioni sostarono prendendo contatto, a sinistra, con la br. Tonutssoni (18° fan t.). La colonn a cli des tra della 5' brigat a , che doveva procedere ,l ungo il rnargine sud deH'oasi, superata una pri1na resistenza a

Zitu ie t el-Garbìa, procedette, sempre respingendo nuclei nemici cl1e si anelavano sempre più a.drlensan<lo, sull'obiettivo assegnatole, e cioè Si<li Moha.mme<d E r bey, che occu.pò verso le 10, prendendo contatto con la 1" brigata. La colonna di sinistra della 5• brigata (52° fanteria), che marciava, come si è detto, lungo il pendio settentriona le delle <lune ohe cingono a sud - l'oasi di Zanzur, ben presto dovette arrestare la rnarcia e schierarsi fronte a sud, per fronteggiare il nemico, il quale si addensa.va sulle dune stesse. Frattando il reggimento lancieri Firenze, che era stato spinto in i'icognizioni a sud, segnalava l'~vanzata d i forti colonne da Suani Ben Àdcm su Zanzùr; in consegue11za il comando de<:idcva <li ar>poggiare prontamente la s inistra della s• briga1a cou la br. di riserva 211aggiotto cd ~ma btr. e contemporaneamente facc\·a sposta.re, al posto della r ise,;va, il reggimento bersaglieri cd il battaglione 1,ibico della colonna mobile. L'entrata in azione dell'avanguardia_ d ella colo1ma ne· mica, proveniente da S uani -Ben-A<lcm, rese più intenso l'atta.eco contro la colonna di sinistra della s• brigata. Visto intanto la crescente intensità del combattimento, sempre pili violento, e più seria la minaccia di avvolgimento della sinistra della brigata. Tomasso11i, il generale De Cba.urand ,].ancia.va in quel punto <lélla linea le riserve disponibili e<l ordina.va il cont ra ttacco in direzione di sud-ovest. TI camauclo cl i corpo <l'annata. dava contempora11eamente oPd ini al generale l\.faggiotto cli lasciare sulla posiz ione dei 39. ettometri solo due comvagnie, le quali vi sarebbero restate a guai:d ia insieme col bgl. libico, <li receJ1te costituzione, e di concorrere, c{1l resto, al con trattacco della divis ione De Chaura n,l. Il contràttacco, condotto con ammirevole slancio, arrestò l'a.vanzata del nemico ed ebbe una sosta (ore 13, 10). In questo 1111omento la d ivisione· D e Cha.urand era rntta in linea; le s ue artiglierie, alle quali si erano unite quelle 906, eran o in ;izione sotto il comando del gene17


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raie ;I'et toni, co1Handa.nte d'art iglic,·ia d i corpo d'armata. I l geiieralc D7 ChnW"and, visto che il forte della

258 r ico· lo ~f{,rzo che si fa ·per dare i movimenti di ele,·a✓,ion<: e depressione s ia soltanto que llo ncces~ario per

battaglìa era fron\.r~ a sud, .spostava ·d al 1narginc occi··

vi ncere gli attriti. Le artig lierie nava li ,elevano essere

dentale dell'oasi di' Zanzmr un bgl. del 18° fanteria cd il bgl. genio ,per r inforzare la <lestra di questo tratto della linea {ii com6attimcnto. La s inistra intan to era stata raggiunta da gra n pa rte della riserva , sicchè, yer,;o le ore 13, i l 6" fanteria (meno due comp.) er a g ià, a 1){)r tata 1,e1 i,1tervcnire cff,cacemente nell'azione e la brigata ::'llaggiotto er a tutta impegnata. >fon restavano disponibili che: la ca valLc.ria e 2 bgl. bersaglieri. :\'on essendo possibik-. "j{cr la natu ra Junosa del ter reno, impiegare la cavallcriR lit ove si svolgeva il combattimen to, il comando del corpo d'armata ord inò che si spinge,sc in direzione <.li .Fòndugh d -Tugàr, per assicurare meglio il fianco sinistro, giacchè i! << d racken >> segnalava che da sud, a <li, tanza di circa 6 k m., aYanzava110 forti colonne arabe, precedute da uua ava ngua.l'd ia di 500-600 annali . E ci-ifatti, verso le 13,30, i l combatt irnc·nto, sulla fronte me r ic!ion.ik del t am;io d i battaglia., r iprese con violenza sempre crescente. J .'azio11c però delle truppe, cd il fuoco intenso d i t utta. l' a rtiglieria, fiacçarono l;en prcs'to lo spir ito offcn5ivo dt'i Turco-Ara·bi, che .p oco dopo le 14 cominciarono ad oscillare e a retrocedere . Allora l'intera linea, a mal grado della s tanche~za generale e h marcia faticosa, s i precipitò in.seguendo il n emico per alcuni cl1ilorne t r i. L 'inseguimento col fuoco s i p rolungò fin verso l'im-

pcrfrt Lanwn tc bilancia te nel· senso della elevazione come in quello del brandeggio, p er evitare che con i rnodmcnti di ro llio e becch eggio s i gener ino de lle coppie di rotazione dovl\tc a masse i l cui centro d i gravità non è cs~ttamen le s ugli assi di rotazjone. Il bilanciamento dei cannoni è otren.uto neLla costruzione e viene corr.:llo con leggeri s postamen ti in avan ti o indietro delle bocc.he da fuoco, mantenendole nella posi1,ione bilanciata mediante opportuni spessori agli organ i di collegan1en tQ.

Bilanciere. E' cosi chiama ta una delle parti costituen t i i l mec,canisrno d i sca tto nel !fucile a caricamento mult ip lo. l i bilanciere gcueraJmente consiste in u na kva disposta sotto _la. •culatta mobile e d ietro l'a pertura d i caricamento. L a lcYa è trat tenut.i circa al centro :per me?.zo <li una copiglia, ·funzionante \'.!a

cerniera . .\Ile due est remità del bilanciere, da. una par te vi è il dente di scat to. e dall'altra l'espulsore, spinto

bruuire. La c,l\·a!lcriat spinta verso sud, veniva arre -

stata. dal fuoco <li parecch ie centi na i" d i :\ rahi verso Fbnclugh el-Tugà.r; compiuta. l'azione dimostrativa e 11011 ·potendo a cau,a delle dune esplicare b . sua <:aratte ristica azione tattica. ripiegò verso se-i-a su Ga rgàresc. Durante -le due ultirne fasi non av,·e.nncr o a;,;ioni d i r ilievo nel settore della brigata Salazar, ad e<:cezionc di un tentativo d i attacco su S idi R ilal, esegu ito ve rso le: 1

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ore 14. contemporanea.mente o q uasi , all entra ta in a -

zione della colon11a. proveniente da Fbndu.gh-Hen-Gascir. L'at tacco fa faci l,ncnte -r espinto. Complessivamen te le perdite nostre furono: ufficiali; m. 10, f. 2l, prig. l ; truppa : n: , 8.J, f. 411, d ispersi 2l. Dalle informazioni pervenu te nei g iorni s uccessivi, è a. ritenersi che il nemico abbia lasc iato sul campo ·oltre 2000 morti e abliia avuto un m ig liaio d i feriti.

Bilanciamento, O pcra1.ionc ll!ollo importante ~u lle 1noden1c na,· i da gue rra., per mantenere in equ ili brio orizzontallllenrc h n a ve, anche quando. per avarie su bite all'<>pera viva., (urto contro scogli, esplosioni di siluri o d i torped ini , colp i di ca1rnone} vengono invasi dall'acqua a lcun i dei loca.li che svno al d isotto del gallcggi:tmento, provocando in tal modo uno sba.ndament) della nave. Il bila nciamento si ottiene me<liantc il pxon lo a llagamento di a ltr i locali (doppi fondi) situati dal 11 parte opposta a quella colpi ta. Esiste sulle navi da gucrrn un apposito loca le nel quale r isiede un inge~ne re, duro.nte. il combattimento, e d a cu i è possibile cmauare ,pron tan1.cnte gli ordini a tutte le s tazioni di comando d i ape rtur" e chiusura dei K ingston e deìle rnracinesche clic: mettono in comunicazione i doppi fond i con l'esterno. Dal suddetto locale si comanda no anche le pompe di cs,turimen to.

Bila11cia,;11c11to dei can.n.oni. Operaz ione che si fa per n1cttere èsllttamente in equilibrio sull'asse trasversale degli o recch ion i il cannone, in nl()do che quando è ca-

.itfanci@re Bllanciere ciel rucHe Halìa110 Moti. 189-J pemnanrntemcntc in alto da una molla sp irale, la quale a s ua volta obbliga il bilanciere a manteners i c ostan temente a bbassato da t;1lc lato, ed alzato invece dal lato op posto dove ba il den te rl i scatto . P remrndo col dito sul grilletto, questo (per effetto deltl tavola che p reme contro la culatta Jnqb-ile) obbliga i l bilanciere ad "1.,lx1s~ars i dalJJ. parte <lei dente d i scatto, e così a,·vienc lo sparo. D a lla pa r te opposta invece, la molla dcll'c'.;pulsorc, JJOn appena cessata la pressione del d ito su l grilletto,, obbliga i.I bilan ciere a torn are di nuovo nella s.ua costante e pri1nitiva posi,1ione .

Bilancio (An,111 .). I l n . per l'ammin istrazione s ta• tale è il resoconto u fficia le degl i introi ti e delle spese vubblichc. -Come nel suo complesso l' ingenza del B. è in_ relazione allo stato di ci,,iltà, cl i -progr esso e d i sviluppo del Paese, così la · portata de i B. per la guerrn e la naviga7.ione sono l'indice dcll'eflìcienza dell' Esercito e ,H!a ~l'a r i!1a a l!o ,taro pote:11.iale. Il B. può es~erc prcvent ivo o cons·.1ntivo. Per l'imo e rcr l'aJ!" tro si h,urno in Italia, tanti R. d'uscita quan ti s<>n0 ?.finisteri cd uno solo p~r l'enlrnt1.. Bilancio rii pre-.;is·ione. I corpi, istituti e stabilimenti mili!ari, harino u.n B . d i previsione che viene p re-


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Brr,

·sentato: per le ~pc;e che si riferi,cono a lla « forza » e capitoli a<l es5a annessi e con,nessi1 in n1aggio d'o~ni anno, pc1· l'ese rcizio i(n.rnèdbtanicntc sncç~ssivo e µc i caµ itoli 1,art icolari degli cnl i sµecia.li in scttembre- ot w lm:, per J'c~ert izir, succc,< i\'0. ,Per gli enti spe,tiali, quelli inca ricati di attendere a spc.iiali servi1.i ( Tsiitu to Cbrnico Yannaceulico :Militare, Istituto Gc0;.;ntlì·c o ) Iilitarc, Stabilimenti' a·a,·t iglicria, ere.) la loJ 'O J.l rcvi,ione costituisce un elemento necessario per .la ragione ria centra1!e 1 variando i bisogni in relazione ~tlrc:.,tcn~ionc cd cs~gcnza <lei servizio stcs.:;o. Hifo,.:;cio cons1uiti·vo. E' .rapprcsc-ntato dai conti ,u11111inistr ativi che t.rimc~tra lmentc rendono i corpi, istiH lli P s ta biliment i 111ilita1·i alla r agioneria centrale a mezzo degli uffici di contabilità e di revisione perife-

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· Bu.

za le var ianti soµ-ravve nutc .p er le conseguenti modificazioni da apportarsi a lle loro ass1=gnazioni. Per evitare c he le fluttuazion i del bilancio ordinar io danneggiassero la d ifesa nazionale, in ·Gcr ma11ia e in Austria \"Cnnero in fine del sec. )çIX. a,pprovatc legg i che furono dette del « Settcn.nato ll e del « Dccen nafo >l n, ili tare ; in base ad esse, la forza dell'esercito in tempo <li pare e in tempo di gucna venne fissa.la per periodi, r ispett ivamente, di set.te e di dicci anni.

Bilbao. C iti/i della Spagna, capo!. della prov. di Vizcaya, alla foce del Ncrvion. Venne fort ificata nel sec. X V, ton una cinta <li mura, munite di nl've a lte toHi e d i un castello a protezione d el ponte sul Nervion .

dd -co1nancli -di corpo d'arn1a.ta:

l. Sei 1718 scoppiò a B. una so llevazione, d elta del la « 11nchinada ),, contro la 1nonarChia, -1na venne soffocata dalle truppe del 1·e, comanda te da l maresciallo Loya.

i quali, per effttto del. dcccntnimento a1'11ninisfrath·o, valendosi deffispettore anun in istra tivo, estendono il loro esame, oltrechè a lla parle fonn;:.le della p resunz ione d i sr:c8a arnuzata dai cor-pi, ist itu t i <: siabili-

11. Nel 1794 B . fu occupata dai Francesi, dopo una serie d i combattimenti nei CJUali gli Spagnuoli, comandati da Crespo, eb bero la peggio, e fu evacuata poco tempo dnpo, in seguito al tr at tato cl i Basilea .

..inenti, anche alla lon.> S0$tanza 1 convenienza. e· portata. .:amminisLrat ivo-ccono1ni: a. G li enti 1nilitari spcdali, i11 -

H L :\"c l 1804 scoppiò in B. un'altra sollevazione. eietta della « Zamacola<la >>, soffocata ,.la truppe reali a.I comando del gcn. San Juan .

rici.

L apµrovnz ione dc·i prevent iv i dei corpi, istituti 1

,. s tabilimenti 11, ilitari è data dalla ragioneria centra le -d-:ila guerra a. ,n ~czzo

Yecc, trattano cli rc1ta111ente con i competenti uffici am Jn inist rat ivi del :'ILinistero della Guerra.

Aggi·u ntc e ,,a,ia.zioni ,li Bi/a.ncio. Sono qudle ineYita.bi li, impreviste ed imprevid ib ili 1modificazioni con -.·.eguenti a l verificarsy , fatti nuovi i quali culmina.no in una rip_..,.- ..... .~.- ·..,,nc sugbi s tanzia1nenli <l'an B. g ià legalmente <l iscu~so e costituzionahr,entc a;,prov,ito . .Le ..-~ maggiori spese)) purchè contenute entro rcrti limiI i, pos,ono essere fronteggia.le col « fondo di r iser va 11; -dtrinienti, s(! :superano questi prestabiliti limiti e d anche se sono << nuov(' ~pc.se n <levono formare oggetto <li apposito clisegno di legge da presentarsi al!e Camere d al l\,fin is tcro delle F i na11ze, q ua lunque sia il Mi1,iste 1·0 al quale i 11uovi fondi a,bbiso.gnano . Per il car(u terc, scoµi e mezzi i n grandissinl a p.reva lcnza particolari deWantmin istrazionc n1ilitase, sono ad essa accordate specia li deroghe d,L questo principio fondam cntak. Premesso che questa amminist razione ha ne l proprio stalo <li p revisione u n << fondo a disposizione" del qua.le può valersi per provvedere a lle eventuali delicienze dei Cclpi toli .r iguardanfi il normale funzionamen to d i tu ll i i suoi ser vizi, .p uò anche verificarsi h, 11ecessità, imprescindibile ed inde r-0ga.bile, d i nuove as.;cgnazioni straor di narie d i fond i per chiamate al le arm i d ovute a ragioni d'ordine pubblico oppure spese. <l'a lt ra natura don11e a contingenze eccezionali. In quc~ti Cctsi, a llorqua11do v i siano speciali mo[ivi pei quali il Governo giudich i oppor tuno d i non far noto il provved imento, questo ha corso senza l'osser vanza delle procedure normali ccl a,1che senza la preventiva r eg istrazione della Corte . dei Con t i, salvo poi, non appena cessate le dette ragioni, a rcgolat'Ìzzare le eccezionali m isure adottate ed i mezz i usati per lo scopo. I cor pi, isrit uti e stabilimenti, analogamente a quanto avv ie ne n e lle an1rninistrazionì c entra li, possono trova rsi né Ha 'necessità -fli ave re insuft}cicnti n1ezzi o nuo-

v i bisogni. I n s imili con tin ge nze, s ulla base della forza o di quegli altri clementi che possono gius tilacarle, con opportuni, periodici documenti, m ettono in cviden-

l V. N cl 1808 B. venne occupata. dai F rançesi al comando d el rnaresc. Lefèuc. B . s i sollevò nello stesso anno cont ro i F1·anccs.i: ·e venne sotto1nessa. dal gencrj le Merlin, il quale ·però l'a,bbandonò all'anivo di un eserci to condotto dal gen . inglese Rla.ke. Ìlfa, essendo questi stato battuto a Zorro3'a, Francesi poterono r ioccupa.r e la p iazza .

\·. I: J0 aprile 181.ì gli Spagnuoli ten ta rono d i prendere B ., difesa cl" una p iccola guarn igione itab-francesc, agli ordini del gcn. R oget . I .a guarnigione fece strenua r esistcnz~,, ma avrebbe dovuto in breve cedcn' al numero soverchiante dei nemici, se non fosse giunto in tempo a soccon-cr la il gen. Palombini, il quale battm1do e éacdando lontani gli assalitori, salvò B ., e i nrn.gazzin i 1nil. che conteneva. VI. Assedio di Bilbao (1835). Scoppiala la guerra civile nella. Spagna, i l 10 giugno 1835 i Carlisti posero l'assed io a B., d i fesa. per i costituzion ali, dal conte di ~-lirasol. L'artiglier ia carlista fece breccia nelle mura, mal fra !tanto cadeva coJ.p ito a. morte . Zumalacàrrcgu i, il capo dei carlisti, sostitu1ito subito da Eraso, in p resenza di Don Ca.rlos medesimo. Il bombardamento continuò fino al 1° luglfo, nel qual giorno gli assedianti levarono l' a.ssodi-0, a cagione dclPa.vvicinars i d i tul eser-

cito co3tituziona.lc d i soccor5o, comarnla to dal gcn. Va ldés y Latr e. VII. Assed·io di Bilbao ( 1836) . L 'esercito carlista, l'anno seguente, comandato dal con te d i Casa Eguia. pose .!ne.ora l'assedio alla cit tà (23 ottobre) e ricominciò il bombardamento. B. era difesa da 4300 u. sola inente, ma resistette 43 giorni malgrado gli sca,·si approvvigioname nti e Ja lotta incessante, finchè accorse a libera.ria il generale Espai·tero (25 dicembre) e i carlisti s i ritirarono. VITI. Assedio di Bilbao ( 1873-74). Du,antc la. guerra civile del 18i 3, n uovaanente i carlist i posero l'assedio a F ., comandati da Velasquez. La c iltà, -b rava.mente difesa , la 1200 costitu1.ionali comandati dal gcn. Ignazio


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J3IM

gìugn~ 1915. Ufficiale dr fanteria, da tenente fu invia to ù1 E ri trea dopo lo scontro di Amba Alagi; da capitano, nel · 1911, fu tra 1 p rim i a partire per la Libia, dove ebbe modo su bito di segnalarsi per ardimento e per abilitiL nella ·difficile guerra colonia le, tanto da guadagnare una med. d'argento a Wsurata nel 1912, una mcd. di bro~ a Derna., nello stesso anno, una seconda med. d'argento e fa promozione a. ten. colonnello per merito di guerra, l'anno successil'ci, a Sidi Garbaa, ove rimase due volte ferito ed abbastan~ gravèn1ente. Dopo la hrnga cura, cui dovette· assoggettarsi, non volle licenza alcm1a, e tornò al comando .del 15° battaglione eritreo, in Cirenaica, ove covava sordamente la ribehlione. Nel maggio 1915, infatti, il presidio di · Croce di B-ilbao. Creata per premia1·e i difensori di · B: nel 1835. Altra croce venne creata per l'assedio del Tarhuna venne assediato da bande di r ivoltosi; il 1836. E una Medaglia di Bilbao per quello del 1874. tenente colonnello :Billia, Bildars. lndigeni che venivano assoklati dall'eserco1 suo battaglione, riusci, cito britannico in 'rnd,ìa ,p er sgomberare il terreno e ridopo m1a marcia superba pu•lirlo prima di stabilirvi un accampamento. e faticosissima, a raggi\mgere Tarhruna, per recar .Bllderling (barone Alessandro). Generale russo, soccorso agli assediati. Dun. nel 1846. Entrò nello Stato Maggiore; durante la rante un'audace sortita, il guerra. Turco-Russa del 1877-78 era colonnello, nel 1892 18 rnaggio, fu ferito gm• gcn. di d ivisione, nel 1901 gen. di cavalleria. Partevemente; il 14 giugno succipò alla guerra russo-gia.µponese, dove comandò ; corcessivo decedeva. Ve.ime pi X, XVII e IIÌ nella -ba.tt: di Liao-ya.ng, e il 3° eserconcessa alla. m=oria del cito nella batta.glia di Mukden. bel soldato coloniale la Bi le ( Giovanni). Generale medico, n. a. Napoli' mormedaglia d'oro, con la seguente motivazione: to a :Montella. (1853- 1923) .. Sottot. nel 1878, nel grado cc Per le n:irnbili, splendide prove di attività, energia, di maggiore fu· addetto 'agli osped~li militari di Caabiliti e valore personale date nei combattimenti di gliari e Napoli. Resse da tenente colonnello (1907) la . K ars-Tekasis. 21 giugno 1914; Soma, 25 gennaio 19 15, carica di d irettore dell'ospedale milita.re di Ba.Pi e fu Ilu-Nic:cin, 8 febbraio 1915. Morto per ferita riportata addetto da colonnello all'ospedale militare di Napoli, ,ombattenJo ancora valorosamente a Ta.rhuna JJ . raggiungendo hel 1919 il grado di brigadiere generale medico. Billiani (conte Giovanni R. di Cm,tofra). Generale, n. d i Chiari (1794-1856). Entrò 11ell'escrcito rre.l Bilefeldt (Trattato di). Concluso fra Brandeburgo, 1815; partecipò a!la guervescovo di l\,funster e conte Pala ti.no del Reno, il 7 a ra del 1848 al comando pri.le 16i1, allo scopo della reciproca difesa dei r ispetdel regg. P iemonte reale e tivi Sta.ti e del Circolo di Westfalia, per la durata di vi guadagnò ,!a 1iromozio- sei anni. 11e a. magg. generale coBillia (Luigi Ach-il/e). Generale, n. a Susa m. a mandante della brigata AcS. Antonino di Susa (1832-1902) . Sottot. d'art. nel qui. Dopo la <;a.mpa.g:na 1855, partecipò ahle camandò a riposo. pagne del 1859, 1861, 1866, Billot (G. B.) . Genemeritandosi la croce di rale francese ( 1828-1907). cavaJìere de!l' On:li.Jic miliPartecipò aUa campagna t~e d i Savoia all'assedio di ·del 1870 e curò la riorgaCivitella del Tronto e una nizzazione dell'esercito domeda.glia d'argento ncl fatpo la sconfitta. Gli s i debto d'anni qi Monte Croce. bono particolarmente l'orBilliani di Canto ira Prnmosso colonnello nel dinamento dello stato mag1879, fu dircttorn d' a rtigiore, la legge sull'amni.inistrnzione dell'esercito, e i reglieria a Piacenz.a e Tolativi organismi di controllo, ecc. rino e comandò nel grado Bjeljajev. Generale russo dell'epoca nostra. Lavod i magg. generale ( 1887) il rò a.Ila riorga.niz7,azione deLl'esercito russo nel l913-14. Presidio 6 tabile <li VeneFu in Rom,mfa nel 1916, come rappresentante dell'e zia. Colloca1o in posizione ausiliaria.' (1892), raggim1se 'ì,eJ 1896 il grado di tenente _scrcito russo. In fine_ di quell'anno fece parte del Consiglio dei comandanti in capo, e poco dopo v.enne nogenerale ne1la riserva. m ina to ministro della guerra . Billw Cesare. Medaglia d'oro, ri . nel 1863 a VérzuoBìma (1Wizur-i&io) . Genera le mooico, n . 1 Caraglio Io (Cuneo), m. 1)èr ferite riportate a Tarhuna il 14 Del Castillo, veiu1e soccorsa d a l gen. Sancbez Bregul il quale obbligò i carhsti a togliere l'assedio. Ma per poco, chè i carlisti, in numero dì 20.000, torna,rono a circond are la città nel gei1naio 1874, condotti dal generale Elio. Scarso presi<lio costitumonale, sempre agli ordini del gen. Del Castilio, difendeva le deboli mura, protette da due ~pere staocatc imµrovv isate, Portugalete, baluardo di B,, cadde a metà ge1maio, in seguito a bombardamento, nelle mani degli insorti. Ma il comandante di B. pur disponendo di soli 3690 soldati e 1500 ·volontari, resistette a l lw1go bomba1xlamento, fino al 2 maggio, giorno nei qua le i ca.rlisti dovettero togliere, l'assedfo, essendo stati battuti sul Sonunorostro d all'ese1x:ito del Serrano.


m. a . Roma (1853-1924). Laureatosi in medicina e chirurgia nell'Università di Tori:10, fu nominato nel 1877 sottot. me<lko; raggiunto il gr.ado di ten. c.o!onncllo (1904) fu d irettore d ell'ospedale militare di Roma e vice direttore della Scuola di Applicazione di Sa11ità Yriiitare. Resse da colonnello ( 1908) la direzion e di sanità del 1° corpo d'armata., e, !l)romosso ma.gg. ,g enerale, fu nominato ispettore di sanità militare · ( 1915- 18).

Birnàl. Tdbù somala del Bcnàdir, abitante fra la costa e il basso Uèbi Scebèli. • Prima insurrezione dei Bùnàl. In seguito alla crisi politica -determù1a.ta dalla ca<lu ta <lella Società italiana del Benàdir ed a.ll'assimzione da parte <lello Stato <lell'amministi-azione della Colonia., le tri•bù principali dei Somali, ma l si rassegnarono a.gli energici provvedimenti che era.no stati presi per fa repressione e la soppressione della schiavitù e maniifesta.rono, poco dopo, il loro mal-contento con atti , di brigantaggio lungo k strade caravan iere e con a1CÙ11i assassùù i ; cd i. J3 imàl, numerosissimi e bellioosi, insorsero compatti, iniziando tma fiera azione contro di noi, ponendo il blocco, nella p rùnavcH. del ..-?1904, alla dttii di Merc1, la quale aveva piccola guarnigione che rimase per pareccl1i mesi in condizion i precarie. Nel maggio <lello stesso arino, una coflinrn i\laUTIZÌO l01111a di 200 uomini ,1en11c inviata, <la Mogadiscio coi tenenti Molinari e Ra_gusa. per tentare di riaprire le comunicazi,:mi- con Mcrca. Vigilata ,nella sua mai.x:ia gros1,i distacca.menti armati -dei Bimàl, fu attaccata. due volte: a Banzalè e a A dadde,:, cd obbligata ad entrare in Yierca, dove rùnase a rinforzo della guarnig ione, fra i d isagi, la strnttcu<L 'Clei viveri, la mancanza di riforniment~ resi impossibili anche per via di mare, p er lo spirai.·e del monsone di sud-ovest. Cessato il monsone, fu possibile rifornire la città, ove furono in viati ,mche altri ufficiàli allo scopo di organizzru·e ed istru ire. de truppe per renderle megEo adatte a fronteggiru·e il. nemico. Quest'opera d i addestramento fu compiuta intensamente con •slancio e capacità, cd in breve il presidio potè conseguire lo scopo d i rompere il blocco, tenuto d ai Eimà l fino ad allora così strettamente che le loro vedette stava.no a portata <li voce dalle mura di Merca, e di -costringere gli assedianti a •r idurs i nelle loro se<li ordinarie. L'esito d i ripetuti scontri favore-voli alle nostre truppe consentì poi d'intavolare trattative per la .sottomissione qi parte dei ribeUi - quelli cioè resi-

Uillot G. B,

d,

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B 1.M

denti 41 prossimità della città - mentre gl i a ltri piìt lontani rima neva.no a noi ostili dando luogo successidi ~amcnte agli sco,1tri di Oilìb ( 26 agosto 1905) Nellèt ( 14 otWbrc 1905) n e i qua li le nostre truppe ottennero a ltr i successi. Questi r ipetu ti oca.echi, t,:,ccati ad u1ia par te dei Rimàl, ebbero per effetto di riaffermare· nella 5ottomissione quelli di essi ohe già vi erano stati iudott i, <li tenere a freno i i-imanenti e di impress ionare le altre tri·bù, che acquistarono migliore opinione ùelb nost ra forza e mantennero per un cel"to tempo un contegno, se non amichevole, ,per lo meno non troppo oltracota.nte.

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S econda ·insurrcz-io11-e de·i Bimàl. P er alcuni mesi, la s ituazione politica parve mantenersi invariata, e forse anche wcceru,i, a migliora.re, pQichè fu perfino pe_rn1es.so a reparti delle nostre truppe di compiére, indisturbati, ed una volta anche ben accolti, lunghe marcic nei dintorni di J'vlcn:a, spinte da.I capitano Pantano (23 geJ1naìo 190i) fino a llo Scebèli; ma già verso la fine del 1906, s i era saputo che uno d ei santoni dei Bimàl piìt irrequieti e a noi 1più avversi, cer to scech Abdi Abichrr , Gaflè, s i era messo segretamente in r elazione col Ma.hd Mullah ed intrnsifica.va la p rop:i.ganda. e l'agitazione contro di noj. ll 6 febbraio 1907 doveva tenersi fra i Bimit: un'importante riunione di carattere .risolutivo in . \Ul •p ,mto sulla costa, tra Mogadiscio e Nfel·ca. Il- governo dcli-a colonia s tabili d'impedir la . Partirono all'uopo da MePca e da .Mogadiscio, il giorno S, due colonne d i iorza . pr;es,ochè uguale, riunitesi la matt ina del 6 a.i pozzi di El-llokol ; l'intera ,;p~dizione, forte di 600 ascari con S dficiali, ;tgli ordini del tenente Streva, proseguì rer il luogo di r iunione dei ribelli, li disperse e s i ritirò poco d istante, a Danane,_ per pernottare. Nella notte dal 9 al 10, la spedizione fu attaccata di sor1iresa d a oltre 2000 Bi.mi.i.I, coi quali si .trovavano. anche 500 uom ini della t;ibù Hintera. L'attacco violenrissiJno fu respinto, ma i ribcli, nonostante le gravi perdite, fanatinati <lai sa9toni, r itornarono con p iù Yiolenza a ll'atta-eco, r im1ova11doìo a p iù riprese finchi:, dopo lungo combattere, completamente sbaragliati, si ritirarono lasciando su l terreno 191 morti. Per effettq dello scontro di Danane, una parte dei ribelli foce atto di sottomissione, l'alt-ra si astenne da u lteriori ,ttti di ostilità; solo i più ostinati, ritiratisi oltre lo Scebèli, in territorio Hintera, riuscù·ono a radunare un centinaip dei p iì.1 fanatiçi -eh~, con 40 ca,mmelli, si indirizzarono al Mulla h per averne fucili e r ip rendere ~1e ostilità. E' d,a ~itenersi che se lo scontro di Da11ane non avesse colpito così proioEdameate la r ibe llione, molto maggiore sarebbe stato il numero . dei fuorusciti e non sarebbesi così p rontamente r istabilita la t ranqui!lità .

Terza inStmezione dei BiH:i.tl. Al principio de) 1908 il governatore Ca1'1etti dovette ordinare una nuova spedizione •con tro i BùniLI. Veniva.no a tale scopo invia.te a Da.nane, per compiervi i Ìavori inerenti alla costituzione della nuova stazione, due ccaturie della eompa6n ia. ·di :Mogadisc io, mentre <la :vrerca altre dL!e -centurie si u:asferiv~no a Gondersèia, ove- rimanevano pronte ad accorrere in soccorso delle <li.te prime, n el caso '"he i/ B imàl avessero tentato di oppor5i ai lavori. Questi movimenti di truppe provocaiono vivo fermento ~r,t i llimàl J a.smìn, i quali organizzarono una imponente riunione che, secondo le notizie pervenute a.I governo della colonia, contava ben 7000 combattenti. Questi, tra ma.-


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ni festazioni d i cieco fan:i.t is mo, decreta rono la rip r,'S,l delle ostili tà con l:-o di n oi e l'invio d i comm issar i d i guerra p r e,sso le cabile non inte!'Venule al,la, r iunione. C'ontomporanca.mente altre notizie, proven ient i da varie font i, assicura,·ano che numerosi Bimàl tornavano con t 05 fuci li dal ter ritorio ciel ~lahd ~follali, ove eransi recai i p er a iuti contr0 l'occupazione ita li ana e d ove lo stc~so ~1ohiunccl bin Ahdàlla, aveva da to loro aflìdamento di so~tener-, la ri,·olta, promett~ndo rin,·io di tmissari e di aiuti 1naggiori. l n ,·ist:l dcll'aggra\'arsi della s ituaziom· e nella prtvisionc c he un for te nucleo d i 1\ giuri,n, p rovcni~nti dr~ll'aLto Scc l;,i:li e da qu a lcl1<· tcmp; sta uilitisi con 250 fucili nel · terri torio d ei lla lli, pnlcssc riu;1i,.,,i .,i ribell i, ~i fu per abbandonare :•10tncnlancamenk il progcno, daj)pr ima concepito, di oc<'t1pare D:i n~:ne, e di inscdinrsi in\'CC<' a Gaitòi, .;ul l' l)~bi Sn•bèli, " 15 km. d a ~lerca; rna la nece.ss iu\ d i ,1 I fermarsi su ila costa p rima ,Ii pr,,:c,krr 1',·rso il fiume obbligò a ri1omare nell'idea p rimith·a. Fu all'uopo organizzata una colonna mobile della f,. r~a d i 130 asca ri a l ,ornando <lei rapi ta no Yi ta li, l:t ()tta le iniziò le sue <>pcrazion i col bart.,•rc la costa da )lcr ca a D an anc, onde rassicur are e prote~-ger c all'occorrenza le 1ribù a n oi frdeli cd ostacolare e neut ralizzare la propaganda per l' insurrezione fa1 1a dagli cmiss,tri dei 13in,;tl J asmin e d,t <1ue lli <le! ~lu lb.h. fo pari t empo il gO\·crnatore rnspcndcva la m is~ionc <lella ReAia ?<ave <<. Sta i'ietta >' che trov~n·asi jungo la -:osta ,·cr-,o Brava per eseguire lavori i,!rogr:11ici e studi :i:.illc cor-cmi lltc r Jncc. ,. la chiama,·a ::li frollle 1 ~lérca per o~ni cvcntuaiit:,. Il 29 fehhra io l,1 t rib(1 de i Sol im,111 , assistii,t da gen te clc·I .i\ lu ll~h, a tta•:cal'n p0co lontano ,la G ili b un'alt ra tribù d i Bi mill a ll<li h leli. ll guvcrnatore Ca rlc11i faceva bomba rdare dalla « S ta ffeu a » il l' illaggio cii _I .1,:n!Jt:r prc,so Uananc, occu;nto da ;irupp i ·i:im:il, m,:,11r c contcmpo,·ancJmentc il c,t p ita•rn V ital i, info rmate, che l'accampan,rnto dei rihdli eras i s la · :.ilito ;,, D ong;, J., a metil stntda fra G ;ttl1 e l'lfèbi Scch:li, ,·i acrorn·,·a il mattino del 7 marzo da G ilih e impegnarn un comha uimcnto c he durò tre quart i d'ora cd in st g·Jit0 cl ,p,a :e i llitll:Ìl furnno dispèrsi. )lcat rr pc·n~• la colonna r itorna va :l G ilì!\ truvò nuovan1t: 11le i r ibelli che, fuitgiti da Dongid,, ;:on rapido giru .1, cvano preparato un' in1l:-,o~c:Ha; ne scg1ì un :-.e-condo romha11 imc-1110 il qua le ;ì n) con un atlacco a lla ha ionctl:t c>f'),: rato d~i nc,s tri vi1tori,>sa n1cnt.:. L e pt:rdite 11èmiche toccarono i 400 uomini fra, mor ti e feriti mentre d:i par~t no., t r ,J 11011 furono che d i un as<.-a ro n1orto e 4 foriti ;:ra,<=111, nk. L a colonna \"ital i ricnirò in )fcrca. dowle do,·cuc l,cn p rc3to muowre 1111ovanie111c alb ,olla d i :\Jellè t, perthè i Himitl a sud <ii :\fcrca cra nsi nu ovamei,tP. raggn1,ppati in Quel vi llag;d o . J,a. mattin:t dd i n1arzo c.;rn no a t:acc:Lti t dispersi dal capi l a110 Vit ali, dopo :WN la3ciato n,·llc s ue mani oh re 1000 capi di bestian•c. li I S m a rzo la soli ta colonna mobile, coadiuvata dalle RR . .:--i avi «Volta >> e « S ta ffe tta», ma rcia.va su D allanr, la. occupava. senza incontrare r csi~tenza e procc<leva inuned iata.mcnte a fortificare la p os izione rendendola. inespugnabile. TI mc.se d i g iugno e parte di luglio 1908 iu. impiegato 11ella istr uzione dellè tr-i ppe e cos tituzione ùc i scrv1z1. Ful"ono riprese le ricugnizion i lungo la costa a llo sco;>o di a llcn 1 re le tru ppe e studiare lo s pirito e gl i umori delle t ribù ind igene. L a r ivolta dei ll imàl non pote>·:i a ncora. d irs i doma ta, m a lgrado le sconfitti: lor o

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:.'62 intlittc a D c11gàb c. )!d lèt ; le condizic,ni di sicurezza della colonia., appena fuor i ddlc c iti:\ <Ìa. n oi p c·l•,;id iatc_ erano assa i p reca r i.:; alle port ~ <ii G i lìb il 3 nn ggio

:re asc:,ri , cniv,u10 :i~;;a$sina1 i dai ili1ni1 l. Specialmente alll>rno ., _:\lcrta, i r ibelli an<bl'allo .;1rin:zcndo il l0ro cer;:h io, tanto chr la ci11it in principio di luglio pc,t~, a di:-s: blocca i:, . Il 15 lugli'I 1I m aggiore l) j G iorgio n1os>K da ~IC'l'c.a d ir igewlosi lungo la boscagl ia. a S ud Ovest. Giunto prc.sso :\1ell~t tro,·ò un forte nucleo di nimàl che a11accò e pose in fuga in•lil(gf ndo loro pe rdite considcn·voli. Da p1rk llOst ra cadd~ro un uffici,1ic e lm mun tu?, del b:1-1ta~lio1tc erit reo. La se.a lc tJ'U(•!)t· rien ti a, ono ill )fer ca, ma il giorno dopn mossrm di ,,uovo su _\Jdlèt, attaccarono e òispcrsero ,'. nemil"l' infliggenàogh altre scn..sibili perdite. Ccmples sivami:ntt\ semhn1 ~hc, nei con1b:1ttimcnli dei ~i0-rni t I e 12 lt1glio, il nc,nico ,cbbia avut i , :rea t,U() 1w,rt i. l rl imàl, per ta li pcrJ itc• ~ µcl r i fiuto loro f:itlo cl.ti )fu!lah di concedere altri fucili finch~ nun a ,·esseio vagati quelli giit a,·uti, s i doj1rcssero <i"animo e :niziart:ao subi to li; sottomissioni al nostro Governo. Le RR. ;\'a,·i << Volta », <<Staffetta » e « Ca•pn·ra », incrociando durante: tu lio qt:esto periodo lungo la costa, p orta ro110 efficace coope,-a zionc a i presidii d i terra mantcnendon<0 sgombr~ I,· , ic d i comun icazione, rifor,1e::ndoli di Yi\·tri e d i nw terial i e contrihuendo suinf)rc con la loro presenza a l risl a,biiimcn1 0 d ella nostra a utori lit. La situazione gen erale del B cn :\dir s i m,u1t<·1rnr . nell'agosto, sodd isfaccn ié. ~ Iolle t r ib(1. specialmen te B imùl e Hintcra, invia rono i loro capi a ) l ogad:scio a prestai e giuramonto di fcddt à nclltt mosche:t ; si ,;pcran. perc iò che l'occupa z io,1e prestabi lita di alcun i punt i sull' Uèhi Sccbèli po tcs.sc p resto e ffettua rsi senza in contrar!' ostilità . Ritenuta saf:ficicnte la vrcparazion<' delle t ruppe e dei scn·i~i logistici, il maggiore I) i t; iorgio decise di iniziare le operazioni il giorno 22 agosto Jl co,,po d i operaz itine, conc,.!nlra.to "· Dananc, s i componeva d i quattro compagnie di ,tsca ri a rabi di 200 110:nin i, ài qua ttro compag:1i'" critrt(' d i 150 uomini, di I hallcria d i I ca,rnon i d a 75 da sbarco e d i 8 m itra gliat r ici; tu1 totale d i circa 1500 combatient i, più le salmerie s11 nnund li conclo!t i d ~. (lldigeni 111igiu rti11i. j I detto giorno il com andante d c li<: t ru ppe. con 450 a scari l'rÌtrti. mo_;sc da D a11anc e ritggiun...<e n ;èbi Scc1:èli a :\lalah!è, con intenz ione di occupare stabilmenk questo pnnto. ~fa. 1rol'a to il pr,C$C circostante acquit rinoso <: prol,abil1111:ntc quindi soggetto ad infez ioni malarich e, prdcri scegliere come pri•no pres idio s ul fiume. Harir,•. 11iù a monte. Tornato pc.-ciò a D anane. partt con tuuo il cor po d'operazione il 2.5 agosto per B arirèchc occupò, facendovi costruire un u ii iccramento e de-

st inandovi a preiù:o una comp:..gnia delia S oma lia ~.. un distaccamento d i ça:rno1 ,icr i pcl ser vizio di quatt ro mitraglia t r ici Gar<lncr. L a popolazione, dapprima incer ta e sgomema, accolse infine festosamenl J le no stre trupp~ ,porta ndo i consueti cloni. Il giorno 30 agosto fu esegu ila una r icqgnizionc lungo il fiume su ,\fgci, allo scopo di scegÌiere un a.ltro punto da occupare stabilmente. Componevallo la colonna le 4 compagnie eritree, 2 compa1,'llie d i asca r i della. So malia e la batt el'ia, più 1:n~ nicu,la ca rovana di cam111elli. Avvistnli forti nuclei di somali in altc.ggia,nento ostile, Yerso ~ler cre, si pr ese una forrna.zione in quadrato e si procedette cautamente verso il villagg io. Giunte le truppe nei pre.;;si d i esso, fu rono ard ita-

..


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I IIIJ> la 11 0 IJinn.to cli fine • ,-;n ì nùn i

nien te J tfacca tè da a lcune ctntinaia di R imàl IIinicra e rispo3cro toi fuocoi in1r,iC'gcu1<lo anche l'artiglit~ria. D <.l po u11:t hrevc a;<ione il nemico fu <lispaso, il villaggio occupato e dato alle na,nune. Gli Hin tera, ebbero un centinaio d i morti e numerosi feriti; da part~ nostra furono feriti d i frecc ia u n ufficiale e due ascari del battaglione eritreo. La nostra colonna proseguì lo stesso giorno la sua ricognizione su Afgoi pernot tandovi, e l'indomani fece ri torno a Rarirè. D ecisa l°occu,pazionc definitiva d i .·\fgòi pcl 2 settembre. ~ssa fu compiut~ senza incontrare ostilitit. Il sultano d i Gheled i, Osmitn Aluned Jùsuf, accompagnato da ci,·ca 400() arrnati di lancia, s i recò il g io rno scguc:ntc a fa r atto d'omaggio a.I comanda nte delle nostre t,·u-ppc. Il 6 settembre il c-orpo d i operazio11e rien trò a Mogadiscio lasciando ad .-\fgòi la 6" compagn ia della Somalia, la ba lleria, qual lro mitragliatrici e la 4" compagnia del battaglione eritreo uclla q ua le si erano vcriftcat.i dei casi di meningite. Con la s pedizione sullTèbi Scebèli e la o~cupazionc di Bar irè e d i Afgòi, si conseguì ben pres to un nolcvole r isulta lo politico . L e tnbù Himù l, H intera e Abubachc.r 1 loldera si affrettarono a far a ~to d i

sottom iss ione e a ripro va dei 101:0 sen tim~nt i iniziarono

il taglio della boscaglia ,per apri re comunicazioni verso la costa. Da quel punto i B imàl potevano d irsi don,a ti definitivamen te, essendo t ràscurabilc l'azione di pochi fuoruscit i delle tsibù, insieme con elementi d i al tre. tribù somak, or mai postisi sotto le insegne del 1 1ulla h .

Bimbasci. Voce l\lrca, indicante un grado della gerarchia militare, corri spondente a quello del nostro maggiore. E ra il grado più basso che potessero as,~u mere gli uffic iali inglesi quando p rendevano scr vi&io neil'esercito dell'Egitto.

da 10:? nun.

Binasco. Comune della Lombar,dia, p rov. di '.\!liJano, ~ul ::-Javiglio grande. F u s<lmpre importante n odo stradale e fluvia le. I :\!ila.nc,;i vi costruirono w1 Cas tello fortiiìc,ito, onde sbarrare le -provenienze d a Pavia, che fu ottimo baluardo nelle lotte imercomunali, e contro i l 1la r baross,L. ~cl 1796, pce rcazion" dei nobili contro il dominio Jranccse, B. i1iso rse e bande c..i i contaùini, prese le anni. 1

assal irono i soldat i del Bonapar te, i l qua le stava per muovere contro llcaulicu. Immediatamente il generale francese, mandò Lannes a R., dove ~ssalì circa iO0 uomini ar mali, uccidendone un cent inaio, 111cltendo a sacco e dando alk fiamme la borgata.

Binato. Chiamasi binalo rrmpianto delle a rtiglierie quando i can non i so no posti a d ue a due n ella stes,;a torre o su1 medesimo a ffusto. L'impian to binato rappresenta w 1 giusto çon1,p ro mes~o f-ra b. u tilizzazione dei cannon i, la sicureua nell' impiego e il peso. Per questJ. ragione sono unive rsal1neutc adottali in tutte le 1uarinc, specia lmen te ,per l'armamento princi-pale delle na vi1 d 1e è gtneralmen tc formato èJ. 4 o 5 irnpia11ti (o tor.i) bina li posti sull'asse long-iLudinalc dello scafo. Rercutemen tc, e i n special m odo nella _\farina ItaliaJ1a. s i è adotta ta la <li~posizione binata a.n~he per i cannoni ili me<lio e p iccolo calibro dei CC. TT., per la r ilevante c<:onon1 ia d i peso che si p uò ottenere in tal modo e per la migliore utilizzazione dei camp i d i t iro. :\'egli imp ian ti bùiati di piccole dimensioni i cannoni sono posti in generale entro una culla unica che viene manovrata come se fosse di un solo cannone. In tale sistema?.ione i cannoni JlOil possono essere manovrati indipenden temente n è in senso orizzontale (brandeggio) nè in senso vertica.le ( elevazione) ma funzionano in tutto


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01,rosi1.1ortr simm<'lrica clcir11 otturatori cli due cnanonl cli trosso rallb1'0 elle c1C:\'On~ s,,,., Ire pc•1· irnp lanll l!lnall e per tutto come se fossero uri .congegno a due ~aru1e che spara due proiettili alla volta in luogo <li uno. Gli impianti bina ti delle grosse artiglierie sono pr otetti da corazze, in generale clello spessore ugua le al calibro dei cannoni, quelli delle medie e piccole artiglierie hanno dei scmpiici scudi para.schegge. (V, Torre) .

Binche. Città <lei Belgio (prm·. di Hai.tuut) bulla Hainc. Vi esis teva un castello costruito dalla. reggente )faria, sorella di Carlo V, die assediato. fu preso e distrutto dal Turenne 1wl 1654. Binckes (o Bi11krs, Giaco1110) . .\mmiraglio olan<lesc ( L644-1677). I;,u agli ordini di Tromp e di Ruytcr. .\I comando di una flolltt di li navi prese Caicnna e altre isole appartenenti alla Francia. battendo l'ammiragl io fr,\nçe$e D'Estrécs. :ìi.fa questi prc3c la sua rivincita, e B., che era sbarcato a ,Ta'bago, vrnne assalito dall'ammir. francese e mori sollo il bombardamento a,·vers~.rio.

Binda (Faniiglia). Tre fratelli, Antonio, Carlo, E11 r'i<:o, e u n loro cugino, l.11igi, sono specialmente d;\ segnalare, in quella famiglia, per il loro patriottismo. Tutli ·nacquero in Cremona . . l11to1Zio (l813-t8ii), av,•ocalo, ·ror~ a :Milano a combattere a1)pena scoppi,ttc· lè 5 giornate; rientrati gl i Austriaci riparò nella Svizzera. Dopo il 1859 divernl(, prefetto e poi direttore generale al Mil1istero a Ròma, ove morì. Carlo ( 1822-1912), combattè' ntl 18-48 con la colonna Griffati; a S. Lucia fu p romosso ufficiale per i suoi atti di \'alorc, poi fu fatto prigionìcro. Nel 1849 comhattè col « Genova J) cavalleria alla Sforzesca e a :'.\Jortara, ottenendo la medaglia d'argen to: Enrico (1830-1883), combattì; nel 1848 come volontaJ•io; fu alla Ccrnaia <love ottenne la menzione onorernle; nel 1859 venne promosso ufficiale nei cavalle~eri <li Alcssèlndria 11er il corruggio d imostrato al passaggiò della Scsia.; nel 1866' ottenne un'altra menzione a Vilfafranca. Finì la carriera col grado· di maggiore nei cavalleggeri <li Alcssanclrilt. I:,,ligi ( 1821-71) avvocato, combattè nel 1848 con la colonna Griffini, e a

S. L\1cia fu promosso tenente. Nel 1849 combatti: a Roma con Garibaldi; a Villa Pamphili e al casino dei Quattro venti il · 3 giugno fu gravemente ferito, tanto da rimanere ,per sempre inabile alht guerra; perciò nel 1859 do,•e1te limitar,;;i al comando d'un battaglione della gunrc!ia. civica.

Binder (Carlo, barone di B. Krieglstei11). Ufficiale e ~critton• mii. austriaco ( 1869-1905). Servì nell'esercito austriaco e anche in quello tedesco. Prese parte alla guerra Russo-Giapponese quale corrispondente, e morì in .èllanciud,t presso I<arbin durante la campagna. Le sue principali pubblicazioni sono: « Spirito e materia nella Guerra» ( 1896); « Sulla psicologia delle grandi i;ucrrc >• (l89i); « Ratisbona l809 » (1902). Bingen (a.nt. Bi11gium, o Vi11c11111). Cirtà della Germania , sul Reno. D ruso nel 13 a. C . vi costniì, sul ru scello Nahe, affl. del Reno, un ponte con castello, anrora esistenti. Fu conquistata nel J 639 da Bernardo di Weimar e nel 1689 dai F rancesi che la devastarono e ne distrussero le fortificazioni. Ba/I.aglio. di /Jin.gen (70 cl. C.)·. A,ppartienc alla solle1·a~ione gallica iJ1iziata nel 69 da G. Claudio Civile. I Romani p resero l'offensiva nell'anno seguente. La XXI legione. rù1for7.a Ia da coorti ài milizie ausiliarie, al comando <lei legato Sestilio Felice, avanzò su B. dol'e si era concentrato un corpo di .r:ibolli, coma udato da Giu,lio T utore, gii, uificiale romano. Gitùio ruppe il ponte s ulla Nahr, ma Sestilio passò più a monte il rivo, e as.,;ali i ribelli scompiglia:n doli e portando un colpo decish-o alk1 sollevazione. Dlnaa-Vltale

B inna - V itale (Gio-


B!N

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,:a,ini). Generale, n. a )Iacomcr nel 1856. Sollo!. <li fanteria nel 1878, partecipò da colonnello comandante del 93° regg. fa.ntc.r i;t alla campagna Italo-Turca ciel 19111912, meritandosi una medagli:t d'argento nelle opcrazioui <li Tripoli del no\'l:mbre-dicembrc 1911. Prese quindi parte nel grado di maggior g<.:JWrale ddla riserva alla Grande Guerrn. (1915 -19 18) come capo di stato maggiore della Piazza )larittima d~lla )Jadclalena (1915-16) e quale comandante della 21" brigata di marcia alla <lipcn<lenza <lclb 2• armata. 1';1g;;iu11sc: nrl l923 il grado di generale di d i\'isione nella ril>en·:t.

Binocolo. La necessità di scorgere reparti e posi:-.ioni nemiche in lontanau;ia, e d i vedere gli effetti del tiro a grandi distanze ha imposto nell'~scrcito e nella ~farina l'uso del B. Ne sono prowisti i comandi dei repar ti, da quello di <:ompagnia in su, che ha ,mo in dotazione un:t quantità d i B. in prop,miionc della lo ro i111portanz~. E' prescritto pure per talu 1\Ì ufficiali neil' equi:,aggiamento personale il B ., sptcic quando vengono loro affidate missioni coRinooolo a prls111I ~e quelle di a.rnn5Coperta, direzione di tiri, ere.: nelle quali occorre v<'<lcrc iJ1 Jont&nanz1. li B. attualmente in uso nell'esercito è quello r,rismatico immaginalo e costruito nel 1857 in Italia -dall'ufnciale <lei genio Porro, dell'esercito piemontese; ne fu poi intrapresa e perfezionata. la costruzione dalla ditta Zciss. Ji principio sul quale è fondat:i l'invcnzionr del J?or,-c, è il ra.ddrizzamenlo delle immagini me-<lianlc la ritlcssione tot2le su d'w1a coppia di JJrismi a rettangoli isosceli. li sistema dei 1>rismi ha per cf. fctto di allungare il cammino ottico tra rohietti,·o e l'oculare, in modo da ottencn· notevoli ingrandimenti .::on strumenti d i ridollc dimensioni. ::--Jcll'escrcito si a,ioperano i!l genere B. che abbiano dai 6 ai 12 diametri cli ingrandimento, e solo vrcsso i confandi d'art. da -costa, o presso a lti comandi, cd in ~farina, vengono -usali B. o c:,nnocchiali più potenti. Biondo (Carlo). Generale, 11. a. "'.\fazara del Vallo w,1 1865. Sottot. dei brrsaglicri n el J.886, frequentò la. Scuola di Guerra e partecipò alla guerra J1aloTurca (19 11-tn2) meritandosi la med. d'argento nell'azione c!i !{odi, Prese ·quin<li parte alla Grande Guerra. (1915-1918) oltcncndo quale coìnandanle -<li <battaglione una mecla,glia di bronzo nelle azioni di Co~ta d' Agn e di \ ',d Fonda ( ottobre l 9 15) dow venne ferito; raggiunse il grado d i colonnello nel 1916 c<l ebbe il coma,tdo del 126° fanteria. X ci 1918 1:omandò il 242° fanteria sul!' Altipiano di Asiago; terminata. la guerra a.ndb in Libia come brigadiere ge•neralc nel dicembre 1918 e comandò la brigata Lecce

265 combattendo per la conquista dell'inkrno della Tripolita.nia. T ornato in patria. comandò il presidio di FogKia e nel 1920 andò in P. A. S. Nel 1923 assunse il !ifado di generale tli brigata.

Bipenne (o anche B-icriac11to). Scure a due tagli, opp-osto a ll'.tltro d alle due .parti del manico. Con tale [orma si vede rappresentata nei monumenti amichi. "ìemhra che quc~t",lrrn:L sia stata adoperat:1 speci.ilmentc dai Trac i t· dagli Sciti oltre che dai Greci e dagli Egizi ,wi combattimenti di mare. I Romuni se ne servh·:.1 110 pcl: i sacrifici, ,per t•1gli1.re legnami e per ; combattimenti marittimi. X ella Gallia e nella Germania la bipenne invece e ra adoperata ne i co111l):ttli11 t·nti terrestri: specie dai Franchi; per qu,;.sto fu detta anche << Franc isc:i >> . La bipen,w era genera lmente di bronzo con mani:;o ,Ji legno, e tll\'Olta. lavorata cd intarsiaHlp~nnlf( l'O ta d'oro e d'argento. \"enne adoperata anché nel Mc<lio Evo. 11110

Bipenni/ero \'Clli\'a, chiama10 chi era armato di bipcnue. Si disse elle k AmaZ?.oni adoperassero tale arma.

Biplano. Con tal,; 10cc si distingue l'aeroplano cl1e ha la superficie di sostenta1ncnto, o come si dice in tr-rmine tecnico, fo. cellula, composta cli due piani alari sovrapposti. Nei Jlrimor<li dell'aviazione lutei gli aeroplani era.no monoplani, ovvero con la superficie sostentatrice COtl\posta. di un solo piano alare, poicl,,· i bip lani erano r itenuti macchin.r lente, pigri! a ll3. salita, poco maneggevoli, iJ1gomuranti, complicate, difficili a:llo smontaggio c<l al trasporto; con i progressi fatti dalla tccnic.t nel can'iPo delle costruzioni aeronautiche, e poic hè s i intravvide la possibiltà di usare la nuova macchina aerea per scopi militari e civili, i biplani si impo;ero, ed i monoplani vennero definili\'amcntc radia.ti per le pessime condizioni di visibilità che offrivano al pilota ed al passeggero, le gravi difficoltà d'ordine tecnirn che si incontrarono quando si pensò di ingrandirne le dimensioni per aumentarne il carico utile, la ristretlcna de l campo di tiro pc,· l' impiego dolle armi da fuoco, la delicatezza clell'insie.me e quindi la. facilità di srcgolazionc a causa delle intemperie o della catti,·a ma1111te11zionc incvitauilc specie in caso di guerr.1. Nella i.rra nde guerra gli aeropla11i impiegati dalle aviazioni <lei p.i.csi belligeranti furono JlC,lla maggioranza. del tipo biplano. ùttualmCJllc (1926) con l'imporsi delle slrullurc mctaJlich~, }Jcr oper;i. specialmente dell' ingeb"lleria e della tccnir.a tedesca, si tende a tornare all'aeroplano tip:> monoplano però con ala spessa a sbalzo. Birago (Lamp11g1w.110). Guerriero e letterato italiano. m. a ~lilano nel 1472. Della illustre fa.miglia lom· barela che d iede tanti bravi soldati, Lampo, dotto giur ista, d ivenne ·p rocuratore cl.cl d.uc;i Francesco :Maria Visconti, poi capitano della Repubblica milanese. A tanto sali la sua rinomanza che p:i.pa :'\icolò V gli aflìdò Jo studio <l'un ,progetto <li crociata contro i Turchi, insediatisi in Costant inopoli. Ed egli lo compilò, intitolandolo « Strategicon adversus turcos >> : concrete


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B i p lano ,11·I11ato con m l1 1·ag li ai1'icc

e p ra tiche p roposte, e p3 trio11 ic hc, pcrchf consiglianti di formare un esercito tutte, d i I,ta.liani e non dei consueti a1'vcnturie1·i d'ogni nazione. Calcola le spese occoncnt i per 15.000 fa11ti e 12.000 cavalieri; il tempo occonentc, J'a.miaml!nto, il vettovagliannento, ecc. in modo minuto e preciso. ::\'otevolc il fatto d1e, pur discorrendo assai ,di schioppi, ne mostri poca fiducia e li pospone alle ·balestre. )la il papa morì, e non se ne fece nulla: pure quello studio, rimasto manoscritto n ella biblioteca. vaticana e nella due.ile di Torino, rapprcse.nta 'JJla fonte viva -per le notizie d'organica inilitare del 1400.

Bil'ago Andrea. C;,pitano del :;ec. XV. Combatti: per la repubblica di '.' dilano, dopo la morte d i Filipp~ Masia Visconti, contro Venezia . Divenne poscia part igiano degli Sforza, e morì nel 1455. B irago sl ndrea . Cap ilJll ) rlclla. pr im:t metil del :secolo XVI. Xominato ~lc>n Lodovico il :I.foro comand ante a. Pavia., lo tradì e pa5sÒ a l ~.erv iz[o d ella Fra ncia, con1hatten<lo ver essa, ÌJl I talia , in tutte le guerre del suo tempo. Bira::;o f) iaRiJklC<>mn Gafoazzo. Caj;i !a1iO dei sec. X\·-

XVI. :'--ìel 1481 era castellano d i Pandino, sollo L odovico ii :lforn. ·pc>i pas~ò a l servizio della Fran~i«, infine a que llo d i Carlo V clic lo nominò rovcrn:,torP di Pavia, dove l'i:nase fino a quando la Li1ù ra<lde in p otere de i Venezian i e d ei Francesi; 1ornò a llora. a ::\:1ibno e vi ,,iori nel ) 540.

Bfrago Lork,,iro, s ig1uire rh' Ottobiano . Cap ita no, nato verso il 15 10, m. a Saiuzzc, nel !572. F u al servizio di Francesco I e nel 1536 combattè contro i Pic1!1<:>n· tesi; n el 1542 p rese la. Vcnua; nel 1544 venne !;'.':l\'C· me nte ferito a Ceresole; quindi d ifese San th ià, assediata dal duca d'.-\lba. Nel 1563 venne nominato governa• tore di Saluzzo. Birngo Ca.rio. Cn,pitano del sec. XV[, [ratcllo eh Lodovico, rn. a Torino dopo il 1580. Si battè in Francia contro gli Ugonotti e fu Jopo il fratC'Ho ~o•,cn~alore ·cli Saluno, che tenne fino ,i quan<lo n e fu cacchto da l Bellcgarde.

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Bi,·ago A·ngusto Renato conte di Borgaro. Genera le· piemontese, n. di Torino, m. n el 1746. Nel 1744 era comanchnte in capo delle tnq:>pe piemontes i. Partecipò, alle guerre d i Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III. .B-ira.go lf/nazio R enato Cami/lo, conte di Borgaro. Ingegnere mii. ita li ano, n . · d i T orino - (1i21-1783). P ru·te cipò alla. gue rra del 1743; nel 1781 era coonandante dell'art iglieria piemontese. L avorò a lla costruzione dcll'Ar,;tna le di Torino. B·i rago A 11wdeo Giancarlo. Er~. coloimellc> in Fran cia quando so p,piò la sivoluzionc ; servì ·N apoleone e fu governatore del Leon, nella Spagna, poi coma,1damc del dip. dcila Loira, infine governatore di Gre noblc ( 1814) dove morì. B irago (barone Carlo di). I ng. m ii. italiano, 11 . a Cascina d'O imo, m . a Vienna ( 1792-1845). .Fu a l servizio dell' .-\ustria, insegmu1.te di matematiche nella Scuola dei p ionieri militari di ):filano e pareggiato a colonnello. Ideò 1,el 1825 un nuo,vo materiale da. ponti, da ca:mpagna, a cavallett i e a barconi, adottato 11cl 1828 dall'.\ uslria e d a lla Spagna, e in $eguito dalla Russia, d al1:t Sl'izze ra, dal la Ser bia, ecc. Tn P iemonte, fu adottato prima della guerra del 1848, con modifica zioni del maggiore CavalJi. Il s istema era basato su barconi metallici, ò visi in due pani, an teriore e posteriore, facilmcm c,rnibili e smontabili e tra· sponabili. Il B . fortificò Linz e Brescello. Nel 1839• pubblicò a V ienn a, in tedesco, l'opera : « R icerche sui traini d i ponti militarl in Europa e saggio di un sistcma d i cos1ruzione di' tali ponti » .

Hirdwoocl Gug-I ie lrno

Birdwood (Gu.glielmo Ridde/). Generale inglese del sec. XX. P rese parte a d iverse campagne colonia.ti e si distinse particolar mente in quella del sucf


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Pon te s is-tema Birag-n_ ~on imb,wcatoio .-\irica ( lS99- I902) du rante la qua le r imase gravemente ferito. Sd corso delht Gra nde Guerra. ebbe il comando d el corpo '<ii ;:pedizione n el ).foditrrraneo e quello dell'esercito dei Dardanelli ( 19 15 - 16) quando avvenne lo sgombero ·della qicnisola d i Gallipoli. In Francia comandò i co1·pi d'a.rmata dell' ,\ \lstralia e della Nuova Zelanda e ripor tò ferite in coinbattimonto (1916-18) e in segu ito ( 1918-19) ebbe il comando della V armata.

Bireme. .Nave a due ordini di remi sovrapposti . L a l1ire-me romana aveva 24 remi s u ogni banda,; la greca ne aveva 25. Va r iarono ò i tipo e d i grandezza secondo

ll i1•crnc con 1·e la le età e i popoli. Si hanno rappresentazioni d i birem i rotnane, grcche1 fenicie, egiziane, assire} etrusche, ecc. Il modello più antico che s i conosca è dipinto so.pra una coppa. etrusca del princi pio dell'VIIJ secolo a. C . Le assir e r isalgono a l 711 a. e ,la quanto si può dedurre furono i nventate soltanto n ell'VI!I secolo a . C. Sicura.niente dopo Omer o, perchè egli non le conosce. P linio, sull'autor ità di Damastenc o Demostenc, ne altr i-

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Bir eme romana

buisce la invcn,,ione agli eritrei, non a qu elli dello Jon io, ma probabil mente a quelli del Golfo Pers ico, ossia ai Fenici. Della sovrapposizione degli ordini esistono testimonianze in Ar istofane, ·r-uci<licle e in quasi tutti gli an-tiohi stor ici greci e romani, e eh iaramente in Servio: Biremes 11.a,,es /,,abentes ordinem ·geminum. Uguailmcnte si espr ime Isidoro. L eon e i mperatore dà la !un-

ghezza <li alctutc, che corrispon<lc a 50 metri circa. Delle biremi, come cii tutle le poliremi, s i ebbero molti tipi, come: Lel)l-bi birem i, L iburne, Acapi, ecc.

Birger I (lari dc Bielbo) ( 1210- 1266). )Cembro ciel1,t Casa Svedese dei Folcundi e cogna to d i El'icl, XI re d i Svezia.; alla -morte <li questi fo reggen te del tronn. ed ebbe grande r eputazione milita.re . Liberò Lubecca che era assediala da i Danesi (1246) e sottom ise la Finlandia,. Fatta ila pace con la. Non;egia, eresse fortificazioni contro la Russia, e fondò Stoccolma.

Biringuccio (Vamwccio). Scienziato scncs~ <lei seco lo XVI. Fu i l caposcuola d egli studi sulle ai~ni, e conobbe, come nessuno prima di lui, i segreti delle artiglier ie e delle polveri <la sparo. Fu a.I servizio dei duchi di Par ma e d i Ferrara, e del-la r ermbblica d i Vcnez.ia; viaggiò all'estero faccJ1do tesoro <fogni innovazione balistica, talchè potè dare lo s fratto all'alchimia. e fondare la tecnica metallurgica. I l suo nome si col-. lega alle 1lrime fusioni e tra-panature dei cannoni e rì-mane pregiato pel gitto della celebre colubrina, de tta il" Lionfante, del peso di 1800 libbre . In un grosso volu me, « La pirotecnìa >l (Venezia 1540) ben r ipartito, con metodo e precisione, "saniina tutto ciò che attiene ad armi e ad esplosiv i. Nè qualche inesattezza., quale, ad. esemp io, t1uella d i at tribu ire l'adozione dei proietti me-ta llici a i Francesi, ,mentre cran ,1oti in Italia. sin dal 1300, toglie pregio a q uesto lavoro, veramcnte precorritore, che venne tradotto in va.rie \ingut Birmania. Anticamente era un potente e · vasto r egno, che occupava pressoch~ la metè, occident,a!e dell'a.lta lHdia: ora è una provincia inglese costituente parte clcll'Impcro indiano ( 43 .000 k mq . : ab. 12.200.000) . Nella geografia. militare, data la sua conformazione· a lunghe vallate parallele nel senso dei mer id iani, separate da sistemi montani a ca.tena, t erm inanti nei del-ta elci fiumi, è considerata come terra scarsa,mente p ra_tica.bilc da occi<Ien te a<l oriente, e v iceversa percorribile agevolmente da sud a. nord . Anche le sue coste <'!· porti p rinc ipali presen tano sensibili differenze a. seconda che sono sul Golfo d i L{cngala., dove la costa alta,. di .frattu ra, si presta all'app\ odo delle gr osse n avi, ma non ·h a sfogo è iretto nel retroterra: mentre invece lecoste s ul Golfo di Martaban, non hanno fond a.li profondi, ma ot ti mo sfogo verso l'in terno. l i porto p rinc ip ale difatti è R angun, alla. confluenza. del Pu- gungdung e del Pegtt, costit uen ti il fiume di Rangun. La B . costituiva l'a.nt. Chcrsoneso d'oro di Tolomeo, ed il reame di Mien, d i Ma rco Polo ; fu conquistata dal guerriero Alompra, ohe d iede origine alla d inastia . omonima, durata fino al nostro secolo.

I. Prù11a g·11erra di B-irmania. L ord Amherst d ichiar~


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1, soldato dL fantcrja; 2, generale italiano Cal'lo dl i"f'imiè1·ano; 3. laJ1dc1·e e moschet tiel'C; -i, guard ia reale;

5, bcrsagllcl'e; 6, peno tratnaèo da 1.cbù; 7, arti;rli ~rie su eJeran t!, addct,le alla fanteria_: s. pezzo in batteria la guerra contro i Birmani il 24 febbraio 1824; il suo piano fu un'azione combinata dall'alto Bralunaputra verso l' .'\ssa.m a mezzo di una flottiglia; e dalla foce <lell'Iravaddi con uno sbarco a Rangm1. Il comando era affidato al generale Campbell ; le truppe erano per circa la metà di E-uropei, e l'altra metà, di Cipays e di ì\1adras. I Bim1ani (20.000 circa) sotto Ì\faha Bun<lula, s'erano avai1zali nell' Arracan ed avevano assalito un posto inglese che venne annientato. Però lo sbarco a Rangun provocò il richiamo di quelle tnJIJIPC binnane. Le operazioni si svolsero con alterna fortw1a iino al febbraio 1825, quando il gen. Campbcll, potè avaJJza.re verso l'interno e prendere Donaibew uccidendo Bun<lula. I I!irmani si op,posero all'avanzata. con altri 40.000 uon,ini, ma. furono ba.ttt,ti. Il Re di Ana. tentò ancora. un attac,co in campo aperto, e combattè a Paghan-l\'1cw con 14.000 uomini. GJi Inglesi, quantunque · ridotti· dal colera a 1300, vinsero, respingendo i Birmani con gravissime •perdite. La guerra. terminò col trattato di Ya11àabù.. II. Secqrula g,1.erra di Birmania (1851-52). Venne

provocata <la attriti fra il Governo bimnano di Ava e quello inglese di Calcutta. Nel 1851 il comrnodoro .La.mbert, invialo a Rangu.n per chiedere soddisfazione, venne insultato insi<'!me a i ~-uoi ufficiali; egli sequestrò una nave birmana e ,proclrurnò il blocco di quel porto ( 7 gennaio 1852)· iniziando col bombardamento della città la seconda guerra. Coinan<lante· delle forze inglesi è il generale Goodwin. Lord_ Dà.Ih~usie- provvede ai serv'izi logistici ed al reclut:uue.iito delle truppe indigene. Nell'a,prile si svolgono le' ._operazioni di· sbarcò ed' attacco delle posizioni d ifensive inton,o ..rolta, .~apitale. Là, guerrà, in mezzo a. enormi difficoltà, e malattìe, : si protrae in~erta per l'intera annata, ma. finisce con la. conquista da pai·te degli Inglesi d i Pegù e Bassei.n, e con un trattalo di cessionè, firmato dall'Imperatore di Ava; il Governatore_ gene raie dichia ra l'annessi one delle due provincie di 1'enyab e Pcgù (20 d icembre 1892). 0

III. Terza. guerra •di Bir-mania. La B. prese parte al.Ia ribellione dei Cipa.ys (1856-1859). Nel 1873 venne in"asa <la truppe cfr1esi, che incendiarono parecchie


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città della parte settentrionale. Ne! 1878 salì al trono il re Thibo, che cominciò a ribellarsi contro la dominazione inglese. Ma gli Inglesi lo vinsero, organizzando una spedizione contro la provinci.Ì <li Mandalay di. cui si impadronirono de,porland o ii! il"e· Thibo nel!' interno dell'.Tutdia e proda.mando I' annessione a:nchc di quella zona alla B. inglese (1886). Le truppe inglesi, comandate dal gen. Prendergast, niossero da Rangun r isalendo l'Iravaddi, presero Mirrhla, forti.fica.la, con scarse perdite, e (27 novembre) .fecero capitolare ~fa:ndalay. Rimanevano p rigionie-ri degli Inglesi due ing. 'italiani ( Comotto e :i\'Ioli:nari) al servizio della Birmania, i quali avevano d ifeso M inhla; .furono presto rimessi in libertà IV. Prima della completa annessione della B. all'India Inglese, . e precisame:nte, durante il regno di Thibo (1881) l'esercito birmano era composto d i 15 regg. di fanteria, uno d i bersaglieri, \Ula comµagnia guardie del re (corazzieri), 4 squadroni d i cavalleria, un regg. di artjglieria, un reggimento di artiglieria fluviale con 8 battelli, comandato da un ufficiale di marina italiano, il empita.no ing. -Comotto Giovanni, col grado d i am mir•aglio. Altro ufficiale ita,liano era il generale Carlo Primerano, comandante di 3 reggi.menti di fa1ìtcria.

Birney

(Davide

Bell).

Ge.nerale

nordamericano,

(1825-1864) .. Scoppiata la guerra d i Secessione, o;-.g a-

nizzò un regg. di volontari a Filadelfia e ne ebbe il

comando. Si distinse in varie occasioni, e rapidamente d ivenne generale, fino a com andare sotto Grant, il X corpo dell'esercito. 1forì di ma ~ia contraila in luogo paludoso, durante I; ca.mpagn<). di Richmond, le qua le: gli aveva daw fama di valente stra tega.

Bìron (Armando di Go11ta11t, barone d,). Maresci,Lllo di Fra.nei~ dello le I:loi1eux (1524-1592) e « il più vecchio ed il più valoroso ca,pitano della Fn1.n cia >> secondo il Bra.nt&me. Fu nominato nel 1549 comandante generale dell'artiglieria, nel 1577 maresciallo; prese parte a tutte le più importanti operazioni milila.ri di• Enrico Il! ed En· rico IV. Birncy Davide

Carlo di Conta ut, duca di B-iro11. Annniraglio e pa1·i di Francia (1562-1 602). Si distinse par ticolarmente in Borgogna ( 1595), in Fiandra cd Artois (1596) contro ~i Spagnuoli. Avido però cli piaceri e cli danaro concluse a Verv in~ col Re di Spagna ed i' Duca di Savoia- un tratta· Armando (li 8fron (SCC . XVI) to ( 1598) per il quale fu a.ccusato cli tradimenjo e decapitato alla Bastiglia.

B rs

Oio·va.m,i di Gonta·11t, IJarone di Bir01t. Maresciallo di Francia nei 1622, m. nel 1629. Partecipò all'assedio della Rochelle, a. quelli di Privas e Alais, ecc. Cat"lo Annando, d11,ca di Bir011. Maresciallo di Francia (1663-1756). Ser vì sotto Luigi XIV e Luigi XV. Fu ferito all'assedio di Landau,

L1tigi Antonio di Gonta11t, duca di Biron. Maresciaillo e pari di Francia (1700-1788). Prese parte alle campagne del suo tempo; fu poi Governatore della. Linguadoca. Lasciò i11 manoscritto un « Tra llato della &'1.lerra )>.

A n1'and.o Luigi di Gontaut, duca d,i Biro,i, Generale francese e seri ttore ( 17171793), conosciuto sotto i,1 nome d i Duca di La1tz1m. Prese parte alla guerra di indipendenza di America (1778). Ritornato in Francia fu caldo propugnatore della r ivoluzione éd ebbe· il comando in capo della , annata del Reno (1792), poi quella del Varo e delle coste della Rochelle (1793) . N cl 1822 si diedero alle stampe le sue « Memorie >l riflettenti la . guerra d' Amec ario cfi JJiron (scc. X\'l) rica. Birse. V. Prattel1i.

Birsen (Trartato ·diJ. Concluso fra Russia e Polo,,ia il 9 ;:,arz'.:> 1701. Vien~ rinnovata J'alleanz1 d,;i novembre 1699. La Russia p romette <li consegnare alla Polonia duecen tomila risdallcri e mandarle provvigioni ~li guerra, con un esercito ausiliare da. quindici a vc,nt i,ri'a uomini per essere ~ducato alla di.;ciplina tecìcsca. La I'olonia promette a sua volta di tener impegnato il Re di Svezia a ponente, per !a.;;ciare alla Russia mano libera al lcvan:e. La Russia però si farà mallevadrice d'ell'acquisto e dd po3sesso d ella Livonia ed · Estoni,; a vantaggio della Polonia. L a Polonia fu detenninala a concludere questo trattato dopo che Carlo XII aveva resp into ogni proposta d i pace. L a. Russia però, sooza da1·si pensiero ~iegli impegni ass\mti, lasciò che Svedesi e Polacchi si battessero; e intan to oècupò per sè le provincie baltiche svedesi, sua. agognata preda. Degno di p;i rticola rc rilievo il fatto che !o Czar, dopo che, per la sconfitta di ::S..arva, si era persuaso che la organizzazione del suo esercito era difettosa, accettò il çonsiglio del re pola-cco d i · <lare ad esso un nuovo ordina,mcnto, discipl i:11andolo a.Ila tedesca. Cosl la I'olonia contribuiva a fabbricare lo strumento che un giorno doveva por fme alla sua ind ipendenza. Bir-Tobras. V. Tobras. E così p er le altre voci precedute da <e Bi,r » , che significa <e Pozzo». Bis (Nicolas). Armaiuolo spagnuolo, costruttore di ai·chibugi <lei secolo XVII; ebbe a maestro il celebre Bclìn, a c ui successe -nella carica di archibugiere del re Carlo II nel l 699. Continuò in questa sua carica. sollo F ilippo V, tù10 alla morte avvenuta nel 1726. A questo artefice v iene attribuita l' invenzione delle canne « de .caJlos de herradura. )l (di ,pezzi d i vecchi ferri di. cavallo) che fu imitata da tutti in quel tempo.

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l:Jisaccia. Paxtc accessoria della sella m ilitare, alla •qu~)c va sempre applicata quando sia di .prescrizione la ba1,latura d i marcia. La bi,accia è for mata cssen_ziahnente da. due ta,;chc o <,ac,:occe. in tcht olona, unite trii <li loro <la -un'a ppendice, i1i gu is:1 da potasi d ispor~-c a cpn tr appcso sui fia.nchi de lla sella. L,: due tasche 0° s~ccoccc sono divise irt due scompartimen ti e munite <li coperchio con r iscontr i a fihl:,ia. Esternamente la bi·sacda è in parte r i l'estila dfl pelle di foca o di montone, a seconda che trattasi d i bisaccia per se lla <la ufficia.le -o per sella d.t truppa . .M<'s,a a posto, essa viene a tro,.-3rsi a ter go del cavaliere in arriom e prcseHla latcral n1e1)\e apposite aperture per la sciabola e per il mos~hetto. 11 ;olcbto a ravallo ripone e trn,i,or,a nel la bi.succia .gli oggetti <li corredo e le cartucce èdla dotazione di campagna: se ne serve cioè agli stessi lin i clic -<:lei!~ wino i l soldato a p ie-di. Bisacclc;,ni (conte Maiolino). Generak .e scrittore, .n. nel 1582 ·a Ferrara, m . nel 1663 a Verona. A causa -de i suoi nu,1perosi duelli <bvcttc esulare. Guerreggiò a llora_ iI1 Ungheria, sotto Fc,·<li.nando Gomm~a, fu governatore <li Trento, luogotenente gene.raìe all'assedio di Vien.na, 1613, Fra le sue opère :ricorderemo : « Sensi ci-vili su il pedctto capitano e la. tatt ica di Lcouc imperatore>>; « 11'emoric s torid1c detla mossa d' armi di Gu st<1,vo Adol_fo in Germania JJ (libr i cinque); « Commentario delle gverre su«esse in Alcmagna >>; (< Dcll'ori-gìnc, guerre e imper io dei Turch i )) ; << H istoria delle .guerre civili di questi ultimi tempi »; ecc. Bisag no (Briga.la). Costituita 11ell'a pr ilc t9 I 6 da l ,<lep. -del 90° fant. (GeP.Orn) col 209° (dep. 90°) e 210° .(dcp. 88°) r egg. fant. Durante la guerra italo-austriaca

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battè fino a l maggio 1918. :Prese p ane alla. balta.glia. cld Piave (giugno) ed alla controffensiva. ita.liaua (luglio), distinguendosi per il suo brillante con tegno. Durante la battagtia di Vittorio Veneto combatté alla sta.zion~ <li Susegana. il 28 ottobre ed a Colle Umberto il 30. Venn~ sciolta nel gE-nna.io 1919.

Ricon,pense: alle bandiere dei d ue reggimenti : M eda.glia d'arg. a l ,,al. mii., p~r le brillanti prove di valore <late <luranl e tutta la guerra (Val d'Astico, maggio 19 16 ; Val R io F reddo- Flondar, maggio-giugno 1917; ~.f. Valbella, genmtio 19 18; basso P iave, gittgno-luglio 1918; V itto,·io Veneto, ottobre-novambrc 1918). 1J1ostr-ine della. brigata. : Gialle e bleu , in due 5cgmenti eguali, ver ticali .

.Bisogno . Nave d i uso locale (cisterna p er acqua), in ferro, varata nél cantie re di Sestri n el 1885: lunghezza rn. 18,50; larghezza m. 4,60; cl islocamcnto 6.78; potenza HP 35; equipaggio LO.

Bisanzio. V. CoslaniiiwJwli. Biscaglino (o JJiscagh,w) . .'some dato ad un vecchio fucile usato n el secolo XVIII specie come a rma <.fa, spalto. di fortezza, che aveva una g ittat~ d i circa 300 passi. La stes;:a denominazione s i d arn pu re al pioiettile, che era uua palla di .piombo ~[erica d i circa 3 cm. di diametro. Più la rdi s i adottò lo stesso non;e ·per indi care i proiettili coi q ua li si riempivano k scatole di 111itraglia. Biscaretti di Ruffia ( conte Ca rlo). Genc r·ale nato a Chieri m. a Torino ( 1796- 1889). Pa rtecipo d a sottott:nentc ,c(\j regg. Guardie a lla cam:x,gn,t del l SlS, e, ru.ggiunt,1 il gr:1-do <l1 co~ lonnello n e! liì3'l, eb l.,e il co,11aJ1d<-, del Te~g. granatieri della bl'ig,tla Gu~rdie. ercse parte col gr2do di magg. ge11erale u,manda ntc della brigat.t GHa t·clic a lle campagne del 1848 e '49, n\;rita.n{losi u:!a. 1n~nzione

La bandiera ciel 200° earttel'ia

1915-18 1u da·pprima nel T rent ino ( 1916), dove si d i.stinse in nu,merosi fatti <l'anme . :Kel 1917 venne trasfer ita sul Carso, ,partecipando a.ll'offensi1•a del maggio:gmgno 1917 nelle zone di Ca.stagnevizza e cli Floncla.r. Alla fine dell'aJmo fu inviata ia Val F renzcla ove com-

onorevole nei fatto , l'a.nni d i S. L •1ci" t·d ,ma medaglia cfarge"11to n·!il'azio111: d i Coito. r romo5:;o t...:..-:.c:ntc ge1lcra lc ( LS52) ebb,:: :l comando delle divis. ,n.il. , d ella Sardegna e della Sarnia ,; nel 1856 fu insignito <lell'al ta 01:orificenza Ji Cir. Uff. dell' Ord ine. militare d i Sa,·oia. R icop,·ì s~,cce.,siva.mcntc le cuiche d i camand,rnte ddlt ùivis . :nil. d i Alessan -dria '! d i Genova, d' ispcttort <lei Regie, E~ercito, di prnsidcnl,' del Comi ta to dell'arma <li fanteria e c.i i aiutante <ii campo onorario d i S . M. il Re. '!\"cl 1866 c.,bbc il comando territoriale d i Fi renze. ~el 1861 entrò a fa.r parie_ del Sci~a•o d el R egno e nel 1874 .fu nominato me.lllbro effettivo -del Consigl io dell'Or~line mil itare di Savoi:i.

' l:liscaretti di Ruffia conte Guido . .<\m rni ra.glio, n_ a Torino (1867). Entm.to in servizio nel 1881, fu promosso conl.riumni,ra.glio nel 1916, vice,a.mmira.glio nel 1920, vice;nmnirruglio d i squadra nel 1923. E ' s tato aiu tan!c gc-


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11cralc effclli\'O d i S . ìl'f. il R e nel 19 16-1 917; comand an te in capo del d rpartimen to mar ittilllo di Spezia dal 1921 al 1923; presidente d el Cons i.glio Superiore di :Marina dal 1923 al 1925, poi comand a nte in capo del Di-· partimcnto Marittimo d i Napoli fino a l 1926, an. no nel q uale tornò come presiden te a l Consiglio Superiore d i ì.\fo.rina. Nella guerra I talo - Turca, pel modo come d iresse le a zioni cli guerra <lella squadri.glia <l i cacciator,p~·d in iere da lu i comandata nelle acque <lell' Albania e per il valore d imostrato nel comba.tlimcnto cl i S . Giovanni ,cli ì.\![cd'ua il 5 ottobre 1912, dove, benchè ferito mantenne il coma.ude lino ad azione ftnita, fu n ominato c;w,LlierG dell'Ordine mi lita.re di Savoia.

Bisceglie (ant. Si-n11111 Vcg,.//a.nron). Città i{i provincia d i Rari sopra un ,promontorio difesn da fortif,-~az ioni, con porto s ull'Adria tico. 'F\t pod eroso castello ' forma1mo e ne rimangono due toni q uadra te di cui la « ::vL1cstra » alta 30 m ., e pochi trat ti d i am1ra con bifore elci 400. La città es isteva fin <lai tempi del!P. guerre dei L ucani e Pugliesi con tro i Sanniti ; fu mun ita di ton i i•edetta, <(Vigilia.e », da cui pa.re derivi il nome; R oberto G uiscardo h diede con And.ria e Barletta al rnnte di Trani che ricostruì .e<l ampliò il sud,letto c,t•aello. :NeWX[ secolo l'invasione de i Saracen i, che portò la .. distruzione dei v illagg i d rco,;tan( i, ,provocò la fuga ,degli a bita r)ti che ripara rono in B . atta alla difesa. Do~ po la ,pre$a d i Otranto da .parte <lei Turchi (1480), B. fu cin ta <li mura, compreso anche il borgo, e vi f u la sciata una sola porta. Sotto Filippo I V tali mura fu.rono rafforzate, aprendovi altre due porte, l'una verso il Castello, l'a.ltra a ma.re. E ve1rnern munite di ,u·tiglierie e circondate di fossi.

Bischofswe'r da. Città della SassonitL p resso llautzen.

Combattimento d1' Hischofswcrda ( l.2 maggio 1813). Nel ma,ggio 1813, la rctrogua1,cl ia della. colonna di d es tra ru ss3 (i\1[ilora<lovic) stava r itirandosi dopo la battaglia d i Gross-G6rschcn, inseguila. da.I corpo fran cese d i 1vfacd onald. Faceva parte d i esso la. brigata Zucohi, dcl,t'esercito cisalp ino d 'I t,dia, che si d istinse neli' insegu imen to. Il regg. Cacciatori a <:a.va lln, comandato dal col.• E rculei, piombò il 12 maggio di soi>prcsa sopra una colonna russa che si apprestò a d ifesa nel v illaggio cli .B. L a cavalieria rus&'\ a ttaccò gli Italiani, ma ven11c respin ta e i Caccia tori presero il villaggio d'assalto, facendo parecchi prigionieri. Un secondo comb. avvcmic a B. il 23 sctte'm brc 1813; la cavalleria francese assalì u n repa.r to ·prussia no <:omandato <la i col. I<:atzler e gli p rese 300 prig ion ieri.

B iscotto. An tica denominaz ion e della a ttuale <( galletta )J. E' un tipo d i ,µane azzimo che viene w;ato per l'alimentazione della trUJppa. in campagna. quando non s ia. po~si bile fornirle 11 p ane fresco. E' cotto in modo :tale da renderlo d uro, consistei1te e con servabile per lun -

go tempo, natura lmente preserva odolo ,falla um idità e dal tarlo. 11 B . v.iene ottenuto a,ggiungendo ad ogni quin ta le d i farina {li grano kg. ·40-44 d 'acqua, e 9 .300 d i sale. 'Lievitazione; lenta; cottura 45 mi1rnti cssicazioJlC

in stanze speciali per 5 gk,r.ni.

L a. razione di 13. ,per ciascu ,1 soldato dell'esercito è d i gr. 400 ; ed ogni milita,·c deve portarne con ,;è due r:izioni coi viveri <li riserva, i 11 carn.1) i di n1anovrc ed in campagna. iPe.i· le truppe operanti in monkLb'11a. la raz ione indiYi<lualc viené porta ta a gr. 500. TJiscr,/to (Marùw). Cost ituisce la prindpalc riserva d i viveri in tutte -le navi. L 'uso ne è conosciu to fin <la lfontiohità . Difatti in Plin io tro,·asi C( Vct.us aut nauticus pani., tunsus, a tq ue in tcrnm coctus sistit a.lvurn ». :-,/e parla P la u to, e lo conobbero a110he i Greci. J:'cr non lasci,1r deterio,are il. B . ne è p rescritta h consumaz ione a.cl intervall i P?,t:ioclici, cosa del resto che si .fa pure nell'esercito, per 'la. rinnovazione della dota~ionc. I Ve neziaJ1i avevano trovato il modo d i conscr1•ar(' a lu ngo il B.; difatt i nel 1321 s i trovò sanissimo e <11 sapore non ingrato. E. lasciato a Candia nel 166\1, 152 anni prima. l Vc!1eziani oltre che ai ::n1a1·inai <listriLuinLno il B . alle vedo\·c: e figli dei sC>!dati, in ag.• g iu r~(J alla loro pensione. Tale uso si c h iamava: cc la grazia del Biscotto J). Nelle navi attuali, l' infrod uziont: de i forn i ha porta to alla. .pan ificazione quotiàiana., ed alla d imin uzione del B. d i scorta, pote ndosi con map;1

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~ion: fac ilità e ll1Ìnor spesa conservare la farina .

Biserta. Citti1 marittima fort ificattt della Tunis ia,, sulla costa settentrionale, all'entrat,L occidenta le cli una imboccatura che co11clucc dal mare ad un la.go interno chia,mato « Lago d i Biserta » , testa di linea della ferrovia. che porta a Tun is i. distante sessantacinque ,::hilon1<:tri. Il suo JJ0rlo offre ancoraggio sicuro alle iloti<: più numero~.e; è dota.tu <li vaste ib-anch inc e idoneamente at trezzato; Ju inaugu rato nel 1894 cd aper to al commer{:io nel febbraio del 1895. I transatlantici vi fanno scalo, a,vendo essn a.cquistato, oltre che importanza mili tare, anche quella •di gramie pono commer ciale della costa mc,d itci-ra.n.ea a.frican.1 dopo Alessandria. li lago è lu ngo 16 km . e largo 8 e comunica col mare per mezzo d i un grnnde canale d i 200 m. di larghrua e 16 di J>rofoncli tà. La difesa ,lissa· <li B. è, cos tituita <la forti e batterie s ituati sulle colline. A sr. di chi entra sono lt: fortufì.ca.zioni di Djebcl-Roumaclia e d i Djebel-Rebel, a,ll'a.ltezza di 160 m. sul mare, i gra.n:di fot:ti d i D jcbcl-Kébir e di D jebel-D emma, contorna.ti da molte bat te.rie. Lt d ifesa mobile cl i B. è costituita. da sottomarini e torpedin iere, oltrechè da mezzi aerei. L'arsena le _è s ituato in fondo al. lago, presso fcrryvillc, è r iccamente all rezzato, co1\ baci11i, magazzini, caserme, ecc., ed i, uni to per mezzo d i fcrrovi,i con P.iserta, che rappresenta, per la sua posizione, una base navale importantissima.. I. L'origine ~l i lliscrta rimon ta, a.i fenici. Degli abita-n ti di Tiro fondarono la ,città e, per un nmale, fecero comun icare il 1lago col marçi, Il suo magnifico laf,'◊, Siscra lan,,s, fu ceI~bre nell'ant ich ità . I .a città ebbe '.p,u·te i1np ortantc n elle guerre· _pun iche. .'\ga.tocle, il vincitore dei Cartaginesi, la. cinse dì fortifica.zioni verso l'anno 317 a . C. e ne ingran dì il porto. Durante hc gu('.rra dei 1Ierce<nari nel 240 a.. C. gli abitan ti, ridott i a lla estrema m iseria, furono costretti, dopo lunga e vi-


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gorosa difesa, a passa.re nel -campo rivoltato. La città, assediata. allora (lai generale cartaginese Annone, dove-tte rendersi a discrezione. Grazie alla sua meravigliosa situazione, dopo essere stato un ricco emporio, la città si svilup1}ò rapidamente e divenne la capitale d·i una delle più importanti provincie romane di Africa. Augusto la elevò al rango di colonia romana.

II. Verso la metà del VI secolo gli Arabi occuparono la Tunisia attuale e fonda rono la città santa di Kairuan, Essi rperò non ne forono i soli padroni che dopo la presa <li Carta)iine. Gli asse<lìa.ti erano coman da.ti dal patrizio Giqva.nni, gli Arabi dall'emiro Abdel-Melek. Nel 661-662 B . ca<lde in mano dei Mauri. Benchè la città non contasse che 4000 à.bitanti, essa si sollevò fre-

C.Blanc tl3iserta

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sa.echeggia.re le navi; mn. presto dalla città accorsero i musuL11Ja11i, e i collegati si r itrassero sulle navi uscèndo dal porto. IV. Quando, nel 1532, il pi.rata · narbarossa occupò Tunisi, gli abitanti d i Biserta furono i primi a :racouoscerlo;. due anni dopo, allorchè egli fu cacciato, essi posero ,i morte il governato1:e nomina;to da. Assa.n, riccx_cndo un;,gu,a.migione tuKa nello loro mw-a. l\,fa Assan attaccò la, "piazza dalla parte di terra, m~.ntrc· che Andrea. Doria gli prest11-va il suo concorso dal mare; la dttà iu ,p resa e n1dementc .punita. Gli S.pagn.uoli la occuparono, ma essa non tardò a ricadere in potere dei :Mauri. Sotto i1 governo 'del Bey Amuda Pascià, Biserta fu p iù volte bombardata dalla squadra veneziana. dell'am:miraglio Enna: dapprima nel 1784, poi nel 1785, in cui la città fo. ridotta in cenere, e di nuovo nel Ù86. Verso la fine del X VII secolo H s uo porto servì di asilo agli arditi pfrati ·barbareschi. Biserta. fu uno dei principali Jlanahi deHc compagnie che monopolizzarono, a parti.re dal XIII secolo fino alla Rivoluzione, il commercio della Reggenza con la Francia.. V . Da lungo tempo la Francia mirava ad assicurarsi la posizione cli Biserta, i cui vantaggi dal punto d i vista .commerciale, milita.re e strategico era.no a butti noti, ed il 1° maggio 1881, l'ammiraglio Miot vi sbarcò, p ianta11dovi il tricolore francese, ed occupando la città senza spargimento di sa11gt1e. Da quel giorno Biserta ha rafforzato sempr e più Ja sua irnlPortanza d i piazza forte militare marittima fra le più consiclerevo1i del bacino mediterra neo.

Bisesti (Paolo). Generale, n. a }.,filano, n1. a Campodolcino ( 1840-19041). Sottot. d'art, nel 1861, prese parte da rnpilano alla campagna del 1866 ed ebbe da lcn. colonnello le funzioni di direttore d'artiglieria in M essina. Promosso colonnello (1891), fu nominato Direttore della Fonderia di Genova; collocato in posizione ausiliarh (1893) raggiunse nd 1901 il grn<lo di m agg. gcn-era!e nella r iserv·a . -

quent<èmcnte rnnlro i padroni di Tunisi, ciò che a diverse r iprese causò la st1'l rovina . Nel 1492 numerosi l\fauri cacciati dalla Spagna si rifugiarono a Iliserta ove costituirono un sobborgo che esiste ancora oggi sotto il nome di Quartiere degli Andalusi. III. Assalto di Bisorta (1516). li 4 agosto, entrò improvvisamente nel ,p orto di B ., allora covo d i pirati turchi agli ordini di Curtègoli, una flolla franco-ponti.ficiagenovesc, aJ-lo scopo di punire i pira.ti delle scorrerie e ru.berie che andavano da un peuo commettendo a danno delle nazioni mediterranee. La flotta era agli ordini <li Ottaviano Fregasi e si componeva d i sette navi pontificie, comandate da Paolo Vettori e i\nlo11io Biassa; otto genovesi, comantlate da Ami.rea Doria, nove francesi comanda.le da Preja nt de B i<loux. I pirati diS'J)oncva.no d i una. trentina di navi, e,he in qucl momento si trovavano tutte in d isam10 a terra, guardate <la poohi soldati. Fu facile aj collegati di scendere su Ila riva, cacciare i soldati Turchi, liberare i Cristiani in ca tene,

Bisesti Luigi. Generale, n. e m. a Mila.no (1842-1912). Partecipò da volonta.irio :ùla. cawpagna del 1859 e promosso sotfot. dei granatieri (1861) l!)rese _parte alla ca m[)(!gna del 1866. Entrato da capitano nel corpo di S. M., prestò servizio presso il coni.anelo gffiera.Je riel corpo e l'Istituto Geograiico :Ylilita.re e ne) grado ,d i maggiore (1880) fu addetto m ilitare presse la R. Ambasciata di Berlino ( 188 1-85) e ca.po di s tJ to maggiore della divisione d i Bologna.. P romos. so coionnello ( 1888) comandò 1'86° r7gg. fameria e fu poi ca.po d i S. M. dell'VlII corpo d'armata e raggiunto il gra,clo di milgg. gene.raie (1896) f>M"lccipò alla campagna d'Africa col Ba,ldissera. Fu poi comandante della brigala. Aosta e della divis. Jni l. di Chieti; ebbe da te,n. gene.raie il cmmmdo della divisione militare di Verona ( 1902-1907) e collocato in posizione ausilia ria (1908), fu a varie riprese


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richi:rn,atu in ~crvt,;to temporaneo pres.,,o i comandi dl'lla <i ivisione <li :'Il ilano e <lei III corpo d'arma.la.

Biso (Fcrdiiumdo). Generale, n. a. Sarz:rna m. :, Vi:1n,ggio (1837- 1902). Sottot. di fanteria nel 1S61, prese parte alla <"ampagna del 1866; insegnò topografia. alla Scuola <li :\fo<lcna; entrato nel corpo di S . :\I. fu capo ,li S. :\1. dcli.,. <iivisionc d i Ch ieti. Passato a l M inistero <lrila Guerra, ebbe part<: in Commissioni per le riforme m iliuui idi·atc dai ministro gen. Ricotti. Comandò da rolonncllo ( I 887) il 27" regg. fantt'ria e collocato in posizione Jusiliaria. (189 1), raggiunse nel 1895 il grado di magg. generale nella r iserva. Bisogno. .'.'some dato ai s~!dati Spagnuoli in Italia nel secolo XVI, perché, non conoscendo la lingua, chiedevano tutto con la parola << Ilisogno » (B. pane, B. vino. H. carne, ccc.). Cosl il popolo affibbiò loro ta le denominazione. Si disse poi R. per dileggio ai soldati nuovi c<l inesperti, o ad un soldato levato di fresco, o raccogliticcio. nel secolo XVII. perchè mal ca!,.ati. mal , est iti c- bisognosi di tutto.

Bissing (Mauriz-io , l1aro11e di). Generale prusi;iano di ca·:.1lleria, e scr ittore mii., n. nel 1844. Prese parte .tilt: campagne ciel 1866 e del l8ì0- il, e raggiunse il !;raòo ,ìi comandante gcnrrale òella ca\'a,lleria nel 1002. Fra. i suoi scritti, oltre a « Regolamenti >l per la cava.!leria, ricordiamo: « Organizzazione, condotta e in,. p iego della ca valle r ia » ( I 905); « Masse e condotta d ri reparti di cavalleria» ( 1900). Bissolati (Leonida). Giornalista, avvocato, uomo pc lit ico, volontar io di gurna e -ministro, n . a Cremona. ( 185 i) m. ,l Roma ( 1920). Fu una dcllè µiù pure figure del socialismo italiano. F.lcHo deputato elci collegio di Pescarolo e poi d[ Budrio e Roma 11. nel 1914 fu uno dei più caldi ecl efficaci fautori dell'intcn·cmo nella. gJerrn. ~coppia.la la quale, pa rti come volontario nel bgl. Alpini Val Orco. Promosso sergente, ,·étmr icrito alla presa ùel monte Rosso ( lugl ~o I 915) nwJ·,itamlos i fo mcd:1~li:i <l'a r~ento al \'a-

lon·. F_. nd ministero Rosclli minbtro senza portato!(lio, t. in qudlo Orlando ministro della· .\ssisten,;a :\lilitarc e P,·11~ioni di Gurrrn. Si dimise nel l'Jl9 per di,;l'rgc11za cli vedute nella qlicst lonc ad riatic~L

Bistagno (unt. Bistag1111m). Capoluoi;o cli man<l. in prov. di .\lc~-~ndria sulla Bormida, a11raversato dalla \'ia. Emili:i. \"<·nne fortificalo in. forn1a di triangolo iso.,celc da r-:.,,.icn Vescovo di Acqui (1253) con bas tion i mun iti di sci grosse torri r un castello. '.\"cl 1615 Carlo Em:u1ud1c I a ttaccò qu,•,ta rocca; l'as.<;<..-<lio era diretto dal ~0111~ Gui<lo di S. Gior~io. ma per <lifello di gross~ ani~li~ric il Duca don:t1,· allontanarsene; ritornato prrèJ !"anno <.topo, riuscì :,. impadronirsene, e lo restitul in virtù cld Trallatc, d i l'avia ( 1617). Verso il 1630 sn l,ì mv:isioni e saccheggi eia Francesi. T edeschi, Savoini e S1>:1;:;nuoli.

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!\d periodo ddl;i. Rirnluzione francese. esSCJ1do5i nel 1799 sollevato contro i Francesi, subì u1tll violenta repression,~. una forte ta.gl ia e il saccheggio.

Bistritz. Cillil della Transih-ania, sul fiume omonimo, in un~ nllata dei Carpazi. Xci 1602 venne presa {l'assalto e disJiutla dalle truppe imperiali agl i ordini de.I gc 11. Basta, mentre vi si era assc n·agiiato S·i gismondo Batori. Più tardi. durante h- invasioni tartare è turche, subì saccheggi e fu perduta e ripresa. pill ,·olte. Co111batti111enti di Bistritz. l\el periodo dell'insurre" io11e \tngl,erese, e ,procisamcn tc trn il l.'i dicembre 1848, erl il .ì gennaio 1849, prc,so B. sl svolsero clue combattimenti fra insorti e trupµc imperiali. Con gli t·nghcresi era pure la L egione Italiana Momi, che si distinse meritando encomi e ricompcn.-;c al valore dal Governatore Kossuth. specie per il cor:qi;gio e l'arditezza dei cavalleggeri. I l 9 lu gli,, 1849 vi s i sferrò l'offensiva del generale russo Grottcnhjelm, e nel giorno seguente avvenn~ uno :,eo111ro pre,s__so B. contro gli Ungheresi, che ,lopo lungo cd :.ccanito combattimento l'obbligarono a !·i tirarsi.

Bltohe (ant. Bidisc1w, o Biciiia). Cictà della Francia, nel dip. della .:.\1osclla. E' divisa in due parti: una sorge su di un'altura e l'altra ai pié'af di essa; quest"ultima è la. c ittà propriamen te della, mentre quella i n a lto, tutta militare, è abitualmente chiamata il Castello. X cl novembre 179.l, B. era il solo forte rimasto, in quella zona, in potere dei Francesi. Xella notte dal 16 ,1! 17 novembre, un corpo di circa 5000 emigrati si avvicini, al forte e tentò <ii .prenderlo per sorpresa. )1a i d ifensori, un bgl. del cl ip. e.folla Còrrèze e un:i cp . <li cannonieri, riuscirono ad accorgersi del tt'ntath•o e con una pronta reazione lo resero ,·ano. . !.r.<rdio di Hitchr (1870-71). La piazza. era munita cli 53 pc?.zi; la guarn igione si componeva del 54° r cg• gimento di nuucia, di un bgl. dcll'S6° rcgg., di 228 dog::nieri e di alcuni militari isolati. forn1ando in comple,,S(J un effettivo di 28.000 uomini. La città bassa. non fu difesa. Il bombardamento tcdc;,co cominciò 1'8 agosto, scnz;i. alcu n successo ; fu r ipreso il 23 agosto ed anche questa volta la piazza sostenne l'urto. Dali" 11 a l 22 ~cttembre Bitchc subi ancora l'impeto del fuoco nemico, che l'incendiò. Il governatore chiese una sospens io11e cli armi per permettere alle donne ed a i fanciulli di abbandona re la. città . I T edeschi respinsero la pr:l• µos ta, ma in effetto molti abitanti poterono uscire ~ 3ah·ar.,i a11rav~cso i boschi. l'oichè dopo il 25 settembre l"investimc-nto 11011 fu più tantn tenace, la ~narni,lionc ne approfittò, tentando, nri giorn i 29 e 30 settr mbrr, di.:e sortite che dettero qualche buon risultato. Complessivamente 25.000 proiettili caddero sulla cit:i,. che all'atto dcll'a1 mistL,io non era ancora staia pres.~.

B itlis. Città fon ificJta del Cu1rlistan, capol. di provinria, fo rse foncl :.ta da Alessand ro ~fagno. tTssun Cas.,an l" as.,('(! iò dal 1167 al 1470. ma non r iuscì a pren° derla. JJ. fu presa dai Russi il 3 marzo 1916 dopo clic. i Turchi uano stati battmi da.llr truppe del granduca Sicola. B itone. Ant. scri ttore greco. Di patria incerta, visse nr! 3° scc. a. C. Sè di lui altro si sa. tranne che compo~e un trattato sulle macchine belliche, che. nella tra1S


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duzionc latina reca il titolo « De constructione bellicorum instrumentorum >). Il manoscritto si conserva nel-

la biblioteca. Famesiana: ad esso si può attingere per tutto ciò che riguarda. i mezzi di d ifesa e di attaccoellenici.

Bitonto ( ant. B1tt1mtun1.). Comune in prov. di Bari, sul mare. Fu in passato fortificato, con castello ancora esistente. Batta.g lia di Bitonto (primavera def 1734). Appartiene alla lotta fra Impero e Spagna per i l possesso del reame di Napoli. G li imperia li, al col)lando del principe Pignatelli di Bclmonte, ammontavano a 6500 fanti e ll/00 cavalli, e $i erano schierati da,•anti a B.; pro-

A) Conventi; Il) Fanter ie imperlali t rincerate; C) Cavalleria lmpe1·!ale ; D)--SavaHerla dell'ala sinistra spagnuola In tre gruppi, comandati dal Marchese d i pozoblane, dal come 1.H ~t,ize!la, nal Marchese rii Las Mlnas; F.) Fanteria spagnuola, comandata da Cabafort; F) Fan.teria spag-nuola, comandata da ~!ontemar; O) Fanteria spagnuola, comandsita dal Duca di Llrla; H) ca~allerla ciel l'ala destra 5pagnuo1a, COTJ1andat.a dal Duca di Castropt1mano.

tetti con un fosso e un muretto, attesero quivi l'assalto degli Spagnuoli (10.000 u.) condotti da.I conte Montema r. Il 2.S maggio questi sferrò un attacco frontale, e, impegna.ti così gli imperiali, portò quasi tut ta la propria. cavalleria, sulla sinistra., la.ncia.ndola. contro la destra degli avversari. G li squ;iùroni, superate senza ·di<sorclinarsi le difficoltà del ferren0 rotte e .pieno d i osta.coli, piorn l,arono sulle line< degli imperiali, i quali. mgoros:uuenle assaliti così da due lati, ancia- ' rono in rotta.. ~:.itte le artiglierie, le muni:tion; e molte bandiere, rimase.re in potere dei vincitori, i quali subironc Ohcllsco commemorativo la perdita di 300 u. e della battag-Ita d i Bitonto fecero ammonta.re le perd ite nemiche a 2400 uomini. L,1 cavalleria nemica si r ifugiò a Bari, me.n o 200 u. che riuscirono a salva.rsi verso Pescara. La fanteria impeiia.le, invece, si chiuse ·col gcn. Rodoschi nel ca.stello d1 Bitonto, ma la mattin a. ~eguente, circondata, dovette a.rrendersi ..Duc giorni drypo a Bari il Montema.r . costringeva alla resa. anche la cavalleria imperiale, e in: premio della vittoria riceveva il tito lo di duca di Bitonto; mentre suJ luogo della battaglia veniva eretto w1 monwnento.

B1x

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Bitossi (Antonio Adolfo). Genera.le, n. a Livorno, m. a Fucecchio (1859-1926). Sottot. d i fanteria nel 1879, ra.ggiunse il grado di colonnello nel 1911 al comando dell'80° reggimento fanteria.. Collocato in posizione ausiliaria nel 1915 e richiamato in servizio du rante la guerra., ebbe il comando <li un regg. di milizia tc.rritoriale in Napoli : ricolloca,to in congedo ( 19J6) raggiunse n el 1924 il gra.<lo di gene.mie <li divisione nella. riserva.. Bitte (e lJittani). Grossi e robusti cilindri di ferro dell'altezz.1. variabile· da 20 cm. aKI un mt:tro, che vengono fissati solida.mente aJ pQnt e della. nave e éhe fii tossi Antonio scrvQnQ a dar volta (legare) gli ormeggi. Quasi a.Ila estremità superiore hanno dei fori ' attraverso i quali si fa passare una ~ sbarra di ferro (pagliuca) che impcd isce in ta.J modo agli ormeggi di sfilarsi. Esistono bitte per cavi e pc.r catene d i ancore. Queste ultime hanno ta,lvolta delle impronte per fac ilitare la adesione cd evit,tre lo. s littamento delle maglie delle catene. Le bitte e ra.no conosciute da&]i antichi, ohe le faceva.no di legnD .r inforzate con cerchi di ferro. O.gni nave ne ha un certo n\uuero a prora e a poppa per le manovre <li a.nco,·amento e di orrneg~o :ille h:mchi.ne, ed inolt.re alcune ,più piccole sui fianchi che scr-1ono ad ormeggiare le imbarcazioni quando accostano aùle n avi stesse. Bitter (o Beth.ar). Ant. •p iazza forte della Giudea, presso Gerusalemme. Nel 135 a. C. venne assediata dai Romani, e d ifesa da,i rivoltosi al co1Tuwdo <li Barcocheba e di Akiba. Gli assediati sopportarono fino all'estremo ogni privazione; Barcochcba cadde co.rnbatten<lo, e la. cit tà si arrese: i Roman; ponevano fme cosi alla guerra Giudaica. Bituito. Re degli Arverni. Fu nel 122 a. C. in lotta. contro i Romani, alleato degli Allobrogi. Ma questi prima, e poscia gli Arverni sulle r ive del Rodano, vennero sconfitti. B. si fidò di recarsi a colloquio, dopo la battaglia ( 121) con Domizio Enobarbo, e ne veimc fatto prigione. Inviato a Roma, . fu confinato a<l Alba dove mod. Bivacco. Voce d'impor tazione strai1icra, e precisamente russa, come quella che indicava il modo tipico <li stazionare dei Cosacchi, in a.perla crumpagna e senza ripari <li sorta. Nel linguaggio e · nella. regolamentazione italiana essa è stata ormai sostituita dall'altra più prop ria di 1.< addiaccio >), con la. quale ha ,p iena equivalenza cli siguificato. In antico solevasi denominare genericamente bivacco anche \Ul qualsiasi servizio o fazione <la compiersi durante la notte; ma ora questa voce nei vari eserciti - a.I pari di quella di add iaccio nel nostro - è usala soltanto per indicare il modo particolare di stazione delle truppe in campagna. Bixio (Cernlamo, Nino). Genera.le, n. a Genova, m . ad Achem (1821-1873). A 17 anni si arruolò volontario nella marina da · guerra. sarda; poi passò nella

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mercantile e rnwigò n ei mari d' Amcri<:a. Nel 1848, tornato in Italia, si arruolò volontario. nelìa. Legione Torres, poi in quella <ì'.fa.ntovana, indi in qu ella dello Za.m-. !.Jccçari <love raggiunse il grado di sottotenente, d istinguendosi a. Governolo e a Trcvi.-o. Qui11<li pas"Ò a ROJna, ufficiale agli ord ini cli Garibaldi, mettendo in , luce ndla J i fesa <lelh cit- ' tà (1849) le sue virtù m ilitari e· raggiw1gen<lo pe1 1

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Bizanet (Guisl.a.i1t-_la11re11t). Gcn. francese (17551836). Iniziò la slla carriera nell'esercito quale comandantè di battaglione dell'Isère. Pmrnos.so generale di brigata ( 1793) fece tutte le campagne clclla. Rivoluzione e dell'Impero . Fu difensore di Berg-op-Zoom. Caduto :\'apoleone, optò per Luigi XVIII dal quale fu promosso tenente generale. Bizia. Comandante della cavalleria numida, che abbandonato C.tlussa, figli; di ~fassinissa, a:lleato dei Romani, du.ra.nte la terza. Guerra Punica (148 a.. C.) pres tò servizio per i Cartaginesi portando loro seusibili vantaggi. Fatto prigionie,·o da Sc~pione durante la presa di Ca.rta.gi.ne ( 146 a. C.), comparve fra. lt spoglie opime nel trionfo ciel conqu ista.tore.

meriti <li guerral il gra:<lc d i maggiore. Caduta Roma, tornò nella marina mercantile, na~iga.n.dù fine ;iJ 1859 col grado di capi- 1 •Bizot (Michele-Brice). Genera.le francese del genio ta.no. Scoppiata i.'1 quel-· (1795 -1855). Prese parte alla difesa di :Metz (1814) ed l'anno la guerra, accorse a quella di Besançon (1815); f ece la campagna. di Spaa.gli ordini di Garibaldi e gna (1823) di.resse le foriificazioni di Consta.ntine (1849) ne e.bbe, col grado di maggio.re, il comando d i un bate <li B li<la (1850). D i,·enne generale di brigata (1S52) taglione dei Caociatori delle Alp.i. Si distinse briLl-antee comandan te della. Scuola .politeçnica. 2'.'ella. spedizione mente nella campagna. ed ottenne la croce <li cavaliere in Crimea morì colpito da llna granata. sulle t r incee di ùell'Ordine militare di Savoia.; poi passò nelle milizie Sebasloµo li, mentre copriva la. carica di comandante in toscane col grado di tenente colonnello. Decisa la speca.po ùel genio militare. d izione dei Mille, ne fece parte e<l ebbe il comando Bizzarri (Giuseppe). Genera.le, n. a Ba.rberino di elci vapore « II Lom bar do JJ, sbarcando a Marsala e Val <l'Elsa nel 111S5. Sottotenente di fanteria. nel 187S, battendosi eroica.mente in Ob'lli occasione. N cl giugno raggiunse nel 1907 iii grado di colo1rndlo comandante l86J era colonnelio, ::i.I comando della 1" brigai.i cii fandel 4° re,ggimento fanteria. Collocato a riposo nel 1910 te.ria; nel luglio era 111agg, gt::P.~ralc al cotnando Oclla e richiamato in servizio 11cl 1915 pres.so il comando del 18" divis.; neli'ottobre, dopo la batta.glia del Volturno, corpo d'a.Nnata <li Genova, ass1msc nel 1924 il grado era promosso te:n . generale· p~r.._ 1nt:rito cli guerra e otdi gcner.ùe cli divis. nella risen,a. , 1eneva la croce d i cummend.!tore dell'ordine mi i. d i Sa• voia. Nel 1862 erotrò col suo grado nell'esercito italiano, Bizzoni (Achille) . G iornalista, pau-iotta, n. a Pavia, dove ebbe vari comandi d i divis. territoria le, finchè, morto a Mila.no (1841-1903). Non ancora ventenne lascoppiata la guerra del 1866, vi partecipò a l conna.i1do sciò gli st udi di giurispru<lenz,t a Pavia per arruolarsi della· 7" divi,. ed otteane la o·oce di gr. uff. cfcll'Ore fece . ìa campagna. del 1859, alla fme ciel qual anno dine mi!. d i Savoia per le sagge <lisposi.<ioni d a.te e per fu promosso 1..fficalc nel 1° granatieri. Si distinse ad la <:alma ed ener.gia. d imostrate nel sostenere la r itirata Ancona, a Perugia ed a ::Vfola di Gaeta mer itando la del 3° corpo d'armata a Vi lla.franca. Passato, dopo la menzione onorevole e la mcxlaglia d'.argento. Nel 1864 g,,erra,. al comando di d ivis. tenitoriali, partecipò n el la.sciò 'l'esercito : fece poi con Garibaldi le campagne 18i'0 a.Ila spe<liiione di Roma , comandando la 2·• dividel 1866, 186i e 1870-71, raggiungendo il grado di magsione, con la quale oocupò Civ itavecchia. D0po la rnmgiore. Poi si diede a l giornalismo, e scrisse va.r1 libri pagna venne nominato senatore; chie~tc il collocamento fra i quali le << Impressioni di un volontario nell'esera r i.poso, si recò al comando d ella nave mercanti le cito dei Vosgi J> e « Garibaldi nella sua epopea». « 1vla<ldaloni )) nell'estremo Oriente per ,prirvi ;;uovi sbocchi commerciali, ma, colpi to dal colera nell'isola. di BJorl in ( Gusta-:;o). Ge11erale e scr.ittore mi i. svedese, Sumatra, vi lasciò la vita. Il gen. 13i.,io fu anc!.e den. nel 18 4S. E ntrò nell'esercito nel 1862; nel 1895 era putato , al Parlamento, per le lc!!,i31ature VIII, IX e X govcmatorè dell'Isola. cli Gottland . Nel 1903 era ten. gee autore cii -,.mo stu<lio pubbli<::ato nel 1369 e intito;ato: nerale e capo d ell' ufficio storico 'dell'esercito. Fra k sue << H.iflessioni su lla sistemazione difensiva. dello Stato e opere : « La guerra svedese eia.I 1808-1809 )) ; « Guerra pa.rticolarmente sul perno d'Alessandria )>. svedese 1619 >); · Ca.rio -XII)); « Ca.rio X e Gustavo»; « La guerra in Norvegia. del 18H )) . Olwiero· Bixio. Ufficiale, n ipote di Nino, n. a Parigi, mono in Amer ica ( 1842-187 6). Nel 1859 comba.ttè nel Bjornstjerna (co11tc Magno di). Generale, d iplobattaglione cc-man:Jato dal suo grande zio e guadagnò matico e scrittore svedese ( 1779- 1.847). J'rc3e -parte nel una med. d'argento; passò nell'esercito regola re, ove di1808 a lla guerra tra Svezia e Russia e a quella del venne ca-pita.no dei ber~aglieri e fece la ca.mµagna del 1813- 14. r'u promosso generale sulla fine del 1814 per 1860-61. Lasciò l'esercito per andare in Ame.rica, ove merito d i guerra. e r a.i;giunse il grado cli gene.raie di combattè nella guerra di .Secessione. Tornato in Italia, corpo d'armata nel 1826. Fra le sue pubblicazioni ve ne prese parte alla guerra <lei 1866. Q uindi combattè nçlla. è una. su << Il dominio inglese nelle Ind ie l>. Il figliuolo, guerra Fr4nco-Pr:ussiana.: a }V!etz venne ferito e decorato Co11:te Carlo B . ( 1817-1888) ten. genera.le, pu!:>blicò le a Gra.velette; dopo la resa di Metz fuggì dalla Germa C< :Memorie >) ed opere postume del padre negli anni 185 . nia ove era stato in ternato come prigioniero. Morì in 18S2 a Stoccolma. America, essendo segreta.rio della spedizione per il taglio dell'istmo d i Panamà. Black- Hawk. Capo indiano d i tribù presso il Mis-

r-


s issipp, (li68-183S) . Fu in lotta contro gl i ;) ta l i Uniti nel 1829 e ne venne battuto e caccialo al di lit del fiume. Nel 1832 riprese le a.rm i e sconfisse le truppe degli Stati Uniti, i qua li furono cost retti a mob ili tare t re corpi d'armat a (gcn . D odgc, Atkinson e Scott) per r iu scire a batterlo . Sconfit to e fatto p rigionier o, B . dovette cedere i te rritor i di cui era a capo r ritirarsi verso l'ovest.

Blackheat. Borgo dell'l nghilte rr-a, n el quale ti r accolsero ,·i rca 60.000 r ivoltosi d ella contea d i Conrn·all, n el 1496, contro E nrico VII. Q uesti ma rciò con tro di loro e li affronti, p rcs;,o il paese. I r irnltosi, male acmati, senza cavalleria e artiglier ia, erano comandati da lord ,\udley_ En r ico divise le s ue truppe, molto meno numerose ma salde, in t re corpi af!ì.clando i primi d ue a lord D aubeney e a l conte d'O xford e tenen do il C'Hnanclo d~I terzo pe.-so,1almcn tc. l\falgrado la dispera ta resis tenz.t ci i un corpo di a rcieri, gli insorti non ressero alPu rto , !elle d iscip linate t ru.ppc re.1.li e furono sgominati . Caddero prigi<;mier i 1500 uornini, insit."IHC ç.on lord Audlcy, il qua le venne fatto decapi tar e per ordine del re .

Blackstoks. Collina sulla dr. del fiume Tigre, nella Car ol ina del Sud. Vi si era t rùiçcrato con pa liz,.atè il gcn . nord americano S umter nel ·1 ì 80, du r:1,nte ia guerra d' indipendenza degli Siati U niti. li ,g cn. inglese Tarlton venne qu ivi ad assalirlo; f u resp into san guino~arnente per d uè volte ; ma, essendogli nella notte sopr,1ggiun li rinfo rzi, il gen. Sumter, ferito nello scon tro precede nte, abl,a.n<lonò il campo agli Inglesi r itirandosi s ulle nion 1

tagne.

Blackwatch (GuarditJ Nera). Xome dato a Ltao dei p i(1 famosi reggimenti clell'escr ci to britann ico, il 42" regg. .cli linea, costit-uito né! J 739, sotto i l .:oma ndo del conte <l i Crawford, con le cosiddette « compagnie indipen dent i delb, Guardia Ner a>>, le quali per a lcuni an ni. erano state i mpiegate -per servizi mi litari e d i polizia nelie regioni montagnose della Scozia. Il nome deriva dal colore dell'uniforme che originar iamen te era nero. Blackwood (., i,- Hm·ico) . V ice amm iraglio britann ico (1 ìì0-1832). P a rtecipò '1.lle fazioni na•vali con tro la Fran cia•; prima della baQtaglia <ii 1ìrafalgar con1ar:dava. una. squatkjgJia costìet a. Fu nominato« ca-

pi ta.no della flotta, •> sotio il <luca <li Clarence (1814) contra,mn1iragl io e baronet-

to nello stesso anno e comand,uttc in capo delle Indie orieHtali ( 1819-1822) • Ra.gg·iun~e il grado (1j vice '-, anm1irag-Jio nel 'I.S2t.

Bladensburg. Bor go /!egl i Stati Fniti, nel ::\farylarnl.

ll l11rkmJ•>rl T;;11rico Battagl-ia di Bladc11sb11rg ( 24 agosto 1814) . Appar tiene a lla gt1errn fra Inghilterra .e , S ta ti Uniti. Un coPpo i n~lcse d i 6000 u .. sbar caro il 19 agosto tL Bencdict, marc iò st\ _\\'ashi11gto11 coll' int rn zionc di impa.clronirscne. G li .\ mcricani non poterono opµon·c aJt.ro che S000 u., di cui 1500 reclute, agli ordin i del '5Cll . Vv'i nter, pc,· difen dere la loro capita-le; avevano

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sci cannoni che vennero porta ti in batteria cli fronte a un ponte, e alt r i sci cannc.ni, guardati eh u n reparto comandato <lall'anunir. Ba rn ey, o11e vennero postati in scconcb linea e di franco. Gli I nglesi a t tac<:a.rono risolutame:1tc; respinti una prima volta dai tiri della p r ima bat ter,ia, r iusciremo a prenderla con un secondo assalto, rnc11tre i reparti meno solia i americani si sban davan o fu ggendo dal campo d i battaglia . L'ammiraglio Barncy vcpnc ferito e. preso ,prigion iero, coi) •le s ue truppe e i suoi <;annoni , avcn ::lo resistito fino a ll'ultimo momento. Gli Jng)csi, che. ave,·d.no p e,·duto -u n m igliaio d i uon1,ni. ia ~tessa sera della ba ttaglia, prendeva.no Washington.

Blake (Gi:oachino). Generale spagnuolo, oriundo irlandese (1759- lS2iJ. Comandò le tru ppe spagnuole a la Coruiia nd 1808; fu sconfitto ,da Bcssières a Medina, e ancora bat tu to a Espinosa, e a M urv iedro ; infine fallo prigioniero a Va lenza (1812). Nel· 1820 prese parte all'agitazione dei liberali e cadde in d isgraz ia dr-I re. Rlake Roberto. Ammiraglio inglese, (1599- 1657_1, Nella guerra civi le, essendosi dimostra to benevolo verso Carlo 1, ven ne preso di mira da Crornwell e allontana to dalia patria, a.fficlandog:li ( 1649) come .pretesto, il comando d i un&. squadra rnLvalc. Fino aùlora il Blake non era rnai andato per mare; tuttavia . essendo spir lto ardentt e ,bellicoso, riuscì noi 1651 a in~egui1·e le fo,·zc avversa.rie de l principe R oberto fino sulle CO· ste del P ortogallo reca.nclc loro alcu ni dann i, poscia le raggiunse a :\1a.fa.ga. e Cartagen.:i. e le distru sse con1-

pletamente. .Ser vendo sinceramente i l p ropr io governo qualunque ne f0s;se la Jorma, r if)Ortò al:lo Stato le isole Sci lly <: Guernesey. Xed 1652 sostenne contro gli a•mmiragli ohndcsi Ruyter e Tromp due fiere battaglie a Douvres e a Godwin, e .r icacciò gli stessi Ohtndesi nel 1653 da Portland . X el 1654 in M editerraneo forzi> i Bcy di Tripoli, Algeri e T unisi a fare la pace con i'Inghiltcrra. Xci 1656 contr o la. Spagna bloccò Cadicc, batti: la flotta spa.gnuob. a San ta C.ruz d i Tener iffa, e ~i in1r.1adronì, con fainn'li.raglio ì\1ontague, di due itn .portanti convogli spa,gnuoli recandoli in Inghilterra, ove Jnori arrivando a, P lyn1outh _

Quantunque in orig ine so ldato. Blakc è annoverato fra i più g randi a.nnniragli ùei suoi te1npi; egli contribuì grandemente a far r iconoscere agli Stati continentali la repubblica inglese èd a..ffiC\·olì la ,potenza navale degli Olandesi e degli Spa.gm1o li.

Blakeney (Lord G ufil.ie/1110) . Generale inglesi: ( 16701761). Par tecipò a lla guerra di Successione d i Spagm. :\ o·minato poi vice governatore cl i ::'dinorea, d urante b guer ra dei Scttr, An ni · (likse fino a ll'estremo cont ro i F r ance5i la cittade lla di San Fi lippo a Porlo ~vlahon : vi .~adagni, il t itolo di lor d . Btolmey Edoardo. Generale inglese (1 778-1868)" Combatti: sot'.CJ \Vellirigton contro i Frnncesi nella I 'c:ni5ola Tbc rica; poi nel Por toga llo pc,· i Costituzio11~.li ; dli


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1832 al tSSS tenne il com an do su periore · in Irlanda e represse varie rivolte . 1\1aresc iallo nel 1862 iu nominato governatore <lelt'ospizio degli invalidi a Chelsea.

ra concom itan te e inscindibile dal progres~o socia le. Pubblicò inoltre importan t i scritti sulla « Antok,g:a :\1:ilitnc :\'a.polctana J>.

Blakeslee (E rasto). Generale nordamericano, r .. nel 1838. Par!ecipò alla guerra d i Secessione nelia caval-

Bianchet ti (Nobile Felice Lanfranco). Genera le, ,1. a Cuorgnè, rn. a Tori no (1819- 1907) . Sottot. <li fanteria nel 1838, partec ipò <l:i

ler ia fedc,ale, e vi raggiunse il grad? di brig.ldicre generaic nel 1864. Pubblicò una cc Storia della cavalleri a durante la guerra cidk ».

B lancardi (Giuseppe). Gcncr:ile ita liano n. a Crescen t ino (17i6) m. a Torino (1856) . Tniziò ìa carriera come cadetto ( 1 i90) nel rcgg. Vercelli ; pres~ parte alle campagne con tro la Francia ( I i92-96) distinguendosi a l fatto d'armi d i Cedager a con pochi volonta ri. Passò poi a l serviz,o della Francia, e, rientra to in Piemonte ( 1~14) fll trasfer ito nei carabinieri sa rdi, arr;•,e.ndo .fino al g rado d i magg. generale. Nel 1815 p rese ,:,arte all'attacco d i G reno-blc durante la campagna austro-piemontese con tro la Francia. Blancardi Emico. Generale, n. a Novi nel 1321. S ottotenente di fante ria ne l 1845, partecipò al/e campagne dél 1848-49 meritandos i una mcd. di bronzo a Governolo, e a lle campagne del 1855-56, 1859-6(), lo66, d istinguendosi alla Ccrua ia , dove ottenne una seconda med . di bronzo, e a :\fonte Pelago e :\Iome Pulit,l dove fu decorato della croce de ll'Ord. m ii. cli Savoia. P rolllOSSO colonnello (18i0) comandò il 7 l O fanteria. e fu comandante dei distrett i milita r i della d i,·isione cl i Catanzaro. Collocato a r iposo (!Sii), r aggillnse ,.ei 1893

il grado di maggior generale ne!lla. .riscn ·;1.

Blanch (Gian To111aso, marchese d'Oh~·rto) . Ge!lCrale napoler,rno al ser vizio della Spagna ( 1585- 1676). Combattè nel 1615. in Lombardia, sot to il marchese Dor,a, contro C,rlo Emanuele 1; nel I 62 1 ne l Pala Lina lo sot to Fernando cli C'ot·dova ; nel 1624 ;,otto lo Spi11ola fo a Il'assedio di Breda ; nel l 030 concorse alla presa di Spira, distinguendosi sempre, in tutte le gucr:e dd suo t cm1)0. Tornato a Na,poli. ebbe i l comando della Calabr:i\1. \"igiJa ndo contro gli sbarchi elci Turchi. T omato in GeJ·mania al ca.mando cli un corpo d i cavaJJeria lla.pok,uma, partecipò con onore a lla han. d i ?(ordlingcn . ~cl 1636 1·impa tr iù cd chbc t m comando in marina: si <list insc batlcndosi con tro 1.avi fra11cesi; un a. delle uluimc. s,1c gesta è del 1654, q u a1hlo contribui a. ;;acciarc il <lllCa d i Gui3a da Ca stella.n un a.re di Stabia e a r ifug:iarsi a T o lone. Blar.,eh L1tigi. Scrittore, figlio del generale n apoletano Raimondo Blanch, n . d i ~a.poli (1784-1872) . Lasciò nel 1821 il servizio militare, dopo 20 anni, per <le sue i<lec liberali, e s i dedicò agli st udi. Aveva -fatto la campagmt ,li Cala bria cont ro gli I nglesi ( 1806); poi la campa )(na d i Russia; infine q uella del 1815 con l\iarat. l i suo ìa,·oro più importante è « Della scienza m ilitare considerata n ei su o i rapporti colle altre sc ienze e col sistema socinle » ( 1S34): in essa sostiene: esser e l'ar te della g ller-

capitano alle ,campagne del 1848- 49 e 1855-56, meri tan dosi u;1a. medaglia <li bron zo nella battaglia ,di Novara e si d ist i11sc da inaggiore nelle campagne del JS59 e del 1860-61 ottenendo due med. d'argento nei fa1t i d'am1e di :\'.ladon. mi cl olla Scoperta. e di Perugia, dove rin1-asc fedto. e I:• croce di c1v. <lell'Or,cline mii. di Sa vo ia ne!la presa di '.Viola. , Comandò da ten. colonnello i l 12' Blanch r, ulgi rcgg. fant\ria e pr01nos~o colonnello ebbe il comando del 4" r cgg. granatieri di Lombarcli1, che guidò mirabilrnCll lc d urante Ja campa gna del I 866, meritandosi una seconda meri. dì bronzo a Cus102a . " 'el grado di magg. generale iu com;,nda11te Jclla brigata Cagliari e della. 2" e 3' brigata d i fa11teda; co!locato a riposo, ( 1874), rnggiun~e nel ! 89.:ì il grado <li ten . generale.

Bianco (don Ramon D. y E>'ena.s. ;1,archesc di P c·1ì.a Piota). 'lfarcsciallo spa.

gn uolq ( 18:l:l-1906). S otto!. di fanteria nd 1851, fu prornosso a c:1pitano ne] 1857, per <:ssersi d istinto nella repressione ,di una r ivolta. mii. <l. Darcdlona

rirn anendov i

ferito•. T)ar-

111"11cl!ell i 1,an l'ran co

tccipò a lla. spcd izionc d i San Domingo; guadagnò il g,·ado cli generale- nel 1872, com lxitt.endo contro i Ca.rlisti, d isiingurndos i a 1'.il,ba,., Ururita, Trùn. Pacificò la Catalogna e all'a.ssalto di "Pc:iia ,l'lata glta<latgnò" il marchesato. 0i el 1893 er,, capitano generale a lle Filippine, dove r epresse il moto del !895, ~uadag1i,u1dovi il g rado d i maresciallo. Due

anni <1opo era •capitano generale a Cuba e <lifese J' isola, ndJ1anno seguente, contr o gli i\ mericani, li,i che gli fll poss ibile.

B I a n e o Encalada (E111<l·1we/c) . Anu11ir. cileno. nato a B uenos ...-\ ire~. m. a Santiago del Cile ( I i 90-l876). Servì nell'Armata spagnuola, e si bat tè cont ro la F rancia di :\"a· poleon c. :\"ol 1812, ùwiato in .-\mer-ica., abbracciò la causa, do!la indipendenza.

Blanro narnon


BLA

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Nel 1Si 7 gli - venne affidato l'iuoarico di organizzare la. flotta c ilena, ed armò a tal uopo akune navi mercantili. Si dimostrò ca.pace e a bile; r accolse i suoi ufficia.li scegliendoli nello stuolo degli avvcmurieri inglesi, francesi e americani ohe le bufere politiche dell'epoca avevano sparso. qua e là. Fu luogotenc.lte di lord Cochrane nelle azioni naYali contro il P erù, "- dopo di lui ebbe il conmndo supremo della Holla, battendosi contro le na1•i spagnuole con sucesso. Fu p residente della R epubblica, e soffoc<> ribellioni interne. Nel 184ì si ritirò a v ita privata, dopo di avere famato il trattato di Paucarpata col Perù e la Bolivia. Riprese il comando delle flotte cilena e peruviana nel 186S, durante la guerrn contrn la Spagna. Il .,suo nome venne dato a una wrazzata cilena.

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Bu:

foce eseguire importanti lavori .pul.,blici. Dopo i'a,ssassinio <lei principe M ichele ( 1868) fece parte del Consiglio della R eggeJiza. per il- pr-inci1)e Milano, e fu , presidente del Co11siglio e ministro della Guerra fino alla sua morte. I

Blasquez (},lariano B . y Villacampa) . ,Sc1·i1t(>re militare spagnuolo n. n el 1859. Fu professore di scuole mi i., compresa la Scuola superiore di guerra. Fra le sue opere: « -Studii di Amminis trazione milita.re comparata» (1881\; « Geog:ra,fia m ilitare d'Europa» (1887 ); <( Storia ammiJJistrativa <lelle prù1cipali campagne moderne,, ( 1892); cc L'Aanmù1istra7.ione milita.;-e, in campagna» (1905); e molte altre di indole geografica.

Blaye (aT)t. Bla1,•ia 111ilitaris o B l-av atmn.) , Comune della. Francia, nel clip. della. Gironda. sulla dr. dello stesso fiume, a 33 km. da Bordeaux, Fu all'epoca ro· man:i porto rnilitare; d ivenne più tardi fortezza, e<l è tuttora forte d i 2' classe; la c ittadella fu costruita dal Vauban ( 1652) e completata col foiic Médoc sulla r iva sinistra della Gironda, ed iii forte Paté su d' un isolotto. Venne presa. dagli Inglesi quando occuparono la regione e ripresa da i Francesi, al comando del Dunois nel 1451 . Fu occupata dai protestami nel 1568.

Blancs Sablons (Scu11tro dei"'). Nel 1513, regnando Enrico VIII d'Inghil terra, fu spedita una squadra d i due n,wi da guerra e legni minori, a l comando dell'ammiraglio Hawa.r<l, a combattere la. squadra fraaccse che era rifugiata dentrn Brest. Giunto ]'a mmiraglie,_ inglese d inanzi a l porto, s i accorse che le unità avversarie era.no ben ,protette da batterie tenestJ"i e da. sba.rramenti sul mare, in modo da farlo desistere dall'attacco. Si accontentò quindi di eseguire sbarchi ne i d intorni per devasta re il paese. Proveniente dal Mediterraneo, frattanto· giu!1geva ai Frn11cesi un rinforzo di se i galere e quattro frngate agli ordini dell'ammiraglio Prégent de Bidoux. Questi, avvisa.lo della p.resenza degli Inglesi, s i r ifugiò nella ba ia dei Blancs-S:tbkns presso Conquet, protetta a sua volta da altre batterie terrestri. L'au<lace Howard ll(.111 si la -· sciò intimorire dalle difficoltà: s i imbarcò su tt11a de lle due galere c he aveva seco, affidò l'allra al comaudo di Lord Furers, e, fattosi seguire da. quattro navicelli minori, si cacciò nella. baia, 3.Ssalendo la capitana francese. Egli stesso, con la spada in pugno, saltò a bordo del la nave avversaria con pochi prodi; ma scostatesi; ad arte dei frnnccsi o per combinazione, le due galere, rimase solo e fu ricacciato in mare con tutti i suoi. Il , suo cadavere ven ne· poi trovato sulla spiaggia e riconosciuto. Gli Ingle~i, impress ionati da lla perdita dell'drnmiraglio, abbandonarono l'impresa e tornarono in Inghilterra. Il Prégen t a sua. volta., insuperbito dalia facile vit toria, andò a devasta.re le coste del Su ssex.

Carlo Bleibtre1t. Scrittore tedesco, figlio del precedente. Dopo alcuni saggi storici scrisse il volumetto <t D ies ir<W: ricoroi d'un ufficiale framcese >>, narrante la tr:ige<lia <li Sedan; poi altre pubblicazion i , guerre_,che: « Napoleone a Lipsia », « Quadro d i battaglie », <t Napo-leone I ll, « F igure di generali ll, <t Contributo a lla storia della guerra 1870-71 ll, <t ·waterloo >>, e, interessantissimo, <t L a leggci{cla di Moltke >l , dimostrante esagerato il concetto che in patria e all'estero si ha di questo generale.

Btandengue. Nome da.io in Buenos Aires, nel l i97,

Bleichfeld (Battagl-ia s'11l) . Appartien" :illa. guerra

a soldati d i un corpo speciale d i ca.va llcrifl, costituito dal vicerè nfolo, per la sorveglianza delle front iere. Fu costituito su otto squadroni: servirono nel detto corpo Art igas, Belgrano, Quesa.da, ecc. In tempo di guerra costituiva coi Dragoni la cavaHeria di linea.

civile in Germ~nia fra l'irmperatore Enrico IV ed Ermanno (o Arminio) d i Lussemburgo e fu combattuta nell'estate del 1086. La vittoria arrise a l secondo, ma non ebbe effetto sul risu ltato finale, che fu a vantàggio dell'imperatore: Ermanno finì per rin un-eia re alla lotta nel l 087 e morì l'anno seguente.

Blankenburg. Città dell,c Gem1ania (Bruns"·ick) s ull'Har;, antica residenza dei princip i omonimi, <:on un castello- fortifica.lo contornato da alte mura, costruito nel X secolo. Fu distrutta da F ederico Barbarossa nel ll82, e ricostruita qualche anno dopo, Venne assediata nel 1625 dalle truppe i-rnperiali agli ordini del Wa.llcnstein. Blasnavac (M·ili.:oi-Petrovic). Genera.le e m in istro serbo ( 1826-1873). Fece i suoi studi superiori in A ust.ria e in .Francia. Bu ministro della. Guerra e dei L avori P u bblici da! 1861. Ri~rganizzÒ l'esercito serbo e

Bleibtreu (Giorgio) . Pit tore tedesco ( 1828-1892) specia lista in qua.dri d i guerra. Fattosi cvnoscere da giovane con le ba ttaglric di « .Kat,,bach », di « Cbcfcld », di « Kocniggratz ,,, seguì le operazioni della campagna 1870-71, e, dopo l'occupazione di Versailles, vi si stabilì per a bbozza.rc i grandi q uadri di quel contl itto, 11 Grav<.èlotte ll, « ,M ars la Totu· >>, t< Ligny l>, « Scdau », che poi condusse a termine al r impatrio. Non possed,,t te l'ampia visione dell' insieme della bat!1giia, come i francesi Détaille e K euville, ma ,fu artista v igoroso cd esalto.

I

Blein (Angelo). Generale del genio francese é sct ittore :mii. (1767-1850). Prese parte alle guerre della R ivoluzione e dell'Impero. Collocato a riposo dalla rlstaurazione, f u richiamato ù1 servizio nel 1830. Venne fer ito nell-'attentato del Fieschi m1'ntre si trovava vicino a Lu igi Fili ppo. Fra le sue numerose pubblicazioni di genere tecnico citiamo: « Studi sui canali >l e « Qualo he idea sull'orga.nizza.z.ione dell'esercito .francese». Bléneau. Borgo d ella Francia, nel dip. dell'Yonne. Battaglia di Blénca11.. (ap rile 1652). Appartiene a lla


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BLE

lotta fra .i realisti e i leghisti. L'esercito dei pnnn era agli ordini del visconte di Turenne, il quale si trovava a Briare, mentre w1 suo grosso reparto, agli ordini d el maresciallo d'HocqU<incourt, aveva ·preso posizione a Bléneau, elividendo le truppe in varii quartieri. In tutto, 4000 u. con 8 cannoni, che proteggevano la• casa reale di Luigi XIV, situata a G ien, da un even:uale colpo di mano del Conde, capo dei leghisti. Il quale, disponendo di 14.000 u. con due cannoni, avendo a,·uto notizia della s ituazione delle truppe dell'Hocqui.ncourt, • marciò sop~a di esse a li' improvviso la. sera dd 7 aprile, le sorprese, as.<;a.lendo tre quartier i uno dopo l'altro, c0.nquistandoli facilmente e sbaragliandone gli occupanti. Appena il T urenne ebbe notizia d i ciò, si pose in marcia verso B . con tutte le sue truppe e nella. notte prese posizione di fronte alle truppe del Condè, avendo da un lato un bosco e d:i.ll'altro uno stagno. 1., colloca.ti i suoi otto caimoni in modo che pote,ciCIO prendere d'infilata una stretta. per la quale il nem ico do veva assalirlo, collocata la cavalleria in modo che po tesse caricare il nemico sboccan te dalla stretta, collo cata la fanteria in linea d iet ro l'artiglieria e. sui fianc hi, attese. Il Con<lè lanciò sei squadroni -i i cavalleria nella stretta, ma, appena essi ne sbocca:·ono, furono caricati e sgominati da dodici squadroni del Turenne. Quindi questi fulm inò i fuggiaschi nella i·tretta medesima con l'artiglieria, facendone scempio. Condt non osò cli impegnarsi oltre e s i ritirò a Hreteau con 1500 prigionieri, presi nella fazione del 7, mentre Turenne si ritirò verso Briare.

Blenheìm. Nome dato dagli Inglesi alla battaglia cli Hochstedt (V.). :tifa il villaggio s i chiama invece Blindh.eim.

Blenker (L11if!.;) . Ri voluzionario te<lesco (1812-1863). S'arruo.l ò 11el corpo formato da Ottone di Baviera, quando occupò il trono d i G recia. Tornato in patria e scoppiata la rivoluzione del 1848, venne nominato comandante della guardia c ivica e riunito,i all'esercito nazi<;nale battè quello badese. Dopo a ltenu vicenda, alla te,;ta delle truppe i.J1so1ie combattenti contro Badesi e Prus.5iani, fml ,per riparare in Svizzera e poi, a New-York. Scoppiata la guerra civile (1861) r iunì un reggimento d i volontari del qua le fu colonnello, d istinguendosi a Bull's-Run ( 1861). Fece poi parte del corpo d 'armata Frémont, operante n ella Virginia, prendendo parte alla battaglia d i Cross- Keys ( 1862) . Per dissensi dovette lasciare il com:mdo nel 1863. Blenorragia. V. Veueree (Malattie). Blériot (L11igi) . Uno dei pionieri cieli' Aviazione ira.ncese; ideatore, costruttore, p ilota, attraversò per p,:imo Ja MaHiCa con un p roprio velivolo monoplano,

BLI

fondò le scuole d'a·:i:LZione di Etainpes - Bue - P.aiu, d ivenne proprietario-direttore di w1 grandioso stabilimento per costrnz>ioni aeronautiche. Al suo nome sono intestati numerosi velivoli da lui concepiti; fra j quwli il mo1ioplano tipo XI, col quale negli rumi 1911- 19'12, durante la guen·;c Italo-Turca, l'Italia fece le prime app licazioni 01cl campo bellico, usandolo come velivolo da ricognizione e da bombarda.m<-nto. Nel 1913, lliériot

Biplano militare lll,1 rivt contcpì e costruì il biphno tipo militare che vèlme usato d all'Aviazione francese e da quclh italiana come n ~livolo da r ~cogniz,ione e da bombarda.mento nei primi tempi della Guerra .:I-fondi.ile. Anche neJle costruzioni d i idrovolanti H Blériot fu uno dei precursori, 1Jrogettando nel 191~ l'idromonoplano che venne usato nei primi mesi di guerra dall' Aviazione fr111cese, per esse.re poi definitivamente radiato trattandosi d i tipo sorpassato.

,rBleso (Giunio) . Generale romaJJo, n. !lei 36 a . C . !Jra governatore della Pannonia alla mor te di Augusto (14 d. C.) quando scoppiò l'insurrezione c!i q\lclle legioni, sedata a stc..,to da Druso. L' insurrezione derivò dalla <kbolczza dello stesso B., che aveva lasciato a.1lcnt:ue la disciplina. Nel 21 ottenne i l gove,·no delle colonie africane, e per la sconfitta di Tacfarina ebbe cÌa Tiber io lé insegne <li trionfo col titolo J i. « Imperator 1> ultima onorificenza del genere data ad ,m privato. l"u anche console nel 28; fu spogliato col figlio dei pubblici uffici e per questa offesa entramb i si suicidarono ( 36).

Blesson (Cio-;Jann:i;. Scl"itture mii. prussiano (1790.. 1861). Fu volontario d i guerra nel Corpo degli Inge;;neri militari ( l 815) e prestò servizio nell' Ì1~vestimento clellc fortezzCJ settentrionali francesi. Dopo ;;i. i)ace entrò come inseg.,ante nella Scuola ~li Guerra generale Nell'anno 1848 fu coman<la11te della milizia comUJ1ale di Berlino. Fra i suoi scr itti i nteressa.no nel campo militare : << L 'ar te d i fortificare per tutte le armi;, (Berlino 182 1); « Storia delle grandi maniere d i fo:·tifica.re >> (1830); << Studio comparativo tra. alcuni s i,tcmi, come qudlo del Vauban, e quelli t-xleschi "· Scrisse pure per molti periodici 111ilitari, in materia di st0ria. e quest ioni tecniche. Bleus (Dragons Ble1i.s) . Nome dato a<l \:n anticc, reggimento d i cavalleria dell'esercito 'piemontese formato il 26 gennaio 1683 e che, poco tempo Jopo, assunse quello d i Dragoni di S. A . R. e nel 1713 quello di Dragotti del Re. Dopo molte a ltre Yicende <lic<le orig ine all'at tu ale reggi.mento Gemr.,a cavalleria (V.).

Mon◊{)lano

Blériot

Blida. Vill1,ggio dell'Alger ia, nella provincia di Algeri, a cir:::a 40 km . a S.O. della città.


BLI

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,Couq-uisia di Blida. S ubito <lopo la conqui~t;i d i Algeri, il m ar escia llo d i B ourmon t approfittò dclh r ich iesta di soccorso fatt a da.gli abitanti d i lllÌ<la , p er re<;arvis i a lla t esta di 1200 uomini, giungendovi b. sera ciel 2.3 luglio 18 30; ma il g iorno dopo , ..!S-3e1h io stato attaccato e ,·esp into un r epai·to invia to in ,:splonzionc, la colonna. ripiegò in disordine su Alger i, insegu ita d,1 gli Ambi: il tent a t ivo d i occupazione per a.llora fallì. H. fu presa. nel novembre dal gcn . Boycr dopo viva ce COJJ1t a tti men to con i:L ~avalleria araba, e di nuo vo ab-

iXt.ndonata.. Fu ancora occupat<t e :.mcchcggiata. da.i Francesi ,1e l 1832, e a bbandonai-a per la t erza volta, e bombard ata rna non occupata nel 1836. Al p r incipio del 1837 il n uovo governatore gcner al·c Damrèmon t, per impedire l'estendersi dell'influenzi, d i Ahd d - K ader e preven ire la r ivolta. generale della provincia d i .\ l'gcri, decise di occupare salciamentc B lida . l i 28 di :,prik fece

una l'icognizienc su Hlida e i:ìentrò a .Bu Fari,: h; gli indigeni, credendo che i F rancesi non sarebbero tor nat i, si sciolscro 1 m~ il giorno dopo i;1vN:e ii go•,:~rnatore fece c ircondare ccl occupare Elida . I'erò neanche questa. volta vi iu lasciato un pres idio pcrmantntc ma so!o fu collocato un distaccamento a :\froci. l ribelli continuarono :1uind i ad in festare h campagna. con razz ie. TI 30 maggio, ,olloscritta la pace con .\lxi cl-Kader, Blida fu compresa nel territorio francese. è\ftt n,:ì novembre 1839, ripresa la guerra co n Alxl cl-Kader. ie jtOp()laz ion i insorsero e li [idai rimase bloccata dai ribelli. I l ma rescia llo Valée, alla test a d i \ma c0lonna, dovette soccorr~rc la piazza , ba ttendo gli Ar:tbi e rip rist in,u1do le comunicazioni. Un a ltro :1 t11cco cont ro la cit tà venne respin to i! 29 gennaio 1840; dopo d i rho to rnò la calm.t nei d in torni. La città ;-imasc da ,il!ora. fortemen te occupata e servì di caposaldo du rante le opera1.ion i cont ro Abel el-Kader , cadu to il quale il ter ritorio divenne dcfinit ivc1 n1r.nte tranquillo. 1

B ligny. Vi llaggio •della Francia , nel clip. ridia Ma rna, p resse un a ffl. della Veslc, il .fiu micello , I rdre, dal quale pu re prese il uome la battaglia.

·Battaglia d,: Bligny ( 15-17 luglio 1918). Awar l icne a lla C uerra ::ifondia.le, e coslil c.i~ce una delle azioni p it1 importami della secomla gr a nde b:i.ttaglia offen;iva deila ::i1fa.rna, ché i Tedesch i im pegnar ono il 15 !ugli,> 1918. Essa è compr esa dalle pu bblicazioni u fficial i inglesi nella bat taglia dell:1 :\lama <lcl 19 18; da quelle francesi nelia -1" ba ttaglia d i Cham pagne sotto la denominazione d i batta gl ia della ì\fontagna di R eims e, da quelle t cd•!schc, nella battaglia offensi\'a sulla l\farna cd in Champ agne. Nel se ttore dcli' Ar dr c, a sud-ovest d i Rcim~, che cos t itui,va uno dei t ra tti p iù delicati del fronte francese, tt0vava n:;i sch ierate ai p r imi di lugl io del 1918 le due d ivisioni :r• ed 8' del li corpo <l'arm ata italiano agli or<li11i del genera.le ALbricci, che era sta to in viato in F rancia. sino dal m ese d i apr i le ed inquadrato nella S" armata francese comanda ta da l generale B er thelot. l i fronte occupa•o dalle nostr e truppe, già p r ima tenuto ùalla 23• d ivisione francese e d alla 19" britann ica, si est ende va. da la Neu ville a Vr igny ; r ispet t ivamente a destra cd a sinistr a si sv iluppavano i front.i d ei corp i <l'armat a francesi ·Coloniale e V . I l fronte ital ian o for mava un sal ien te l:.>ea p ron unciat o al centro ~1ontagna d i Bligny - e cost ituiva, ver so nor d, il lato occid enta le del saliente d ì Vrigny, d i cui l' altro la to era

280 tenuto dalle truppe del I corpo d'a miata culon i1k. t.·on tro la ::'lfontagna d i B ligny, scolta avaru:a ta di tutto il settore, i T edeschi, cl1e s i acdngcvano a sfrrrarc Ja grandiosa offens iva in tesa a sfondare il fronte alleato, a vevano tenta to r ipetuti violen ti colp i d i mano dal 24 g iug no a1 3 lug lio, per potere, avutone il successo, dom inare l' in tera vallata dcll' A1·-dre. :\ malgrado, peri,, dell'insufficiente s istemazione d ifensiva che gli Ttaliani avevano credit:i.ta e che si sfor zavano con a lacrità a migliorare e completare, siffatti k n tativì non ebbero alcun r isul tato e- la Montagna di 13Ji gny, n(m soltanlo r imase in potere delle nost re truppe, ma queste riuscirnno a t rasfon nar la in u n formida bile <:a.posa.Ido ; si che, nd momento in cui si sferrò la grande offcn3iY:L tedesca, il gc,nc-ralc Albricc i ~1oteva ~sprimcrc

la sua.

µiena fiduti:i. che l'urto nemico a vrcbbe ccrtamènte 1rovato (:Uori suid i e pronti a sostenerlo cd a frustrarne g ii effetti . Il scttort della J"iva de3tra dcli' :\rdre era tenuto da hla 3" d,ivisionc, qucilo <lello. r i,,a s inistrJ dall'S·' cl il'isione; i m ercalato tra Je truppe d i q,,csta ultima, un battaglione de l 408° fran cese ten~va un tratto d i fronte ia corri~:pondenza del Bois des Ecl isscs. Delle truppe della 3• divisione - br igate Salerno e X apoli - il 76° fanter ia cm in riser va ; d i quelle <lcll'S" div isione

brigale Alpi e Br~si:.: b -

il ?>2° fantrria anch'esso in

riserva :presso Nan tcui l. Una. linea. arret rata di d ifesa, parallela alk p rcc0tk.Hti, si ~tc,tden eh Ville Dommange alla Poterne- au bois clu Ro i presso I.,elval, eh~ t:igliava. il fond o della valle del!' Ardre presso il villai;!gio di Pou rcy; dietro <li C'SSiL s i trovavano raccolti i ùue reggiment i italia ni soprade tt i e la 1203 d ivisiqnc francese, posta agli ot·clin i di retti del gcn.-ra le .-\lhriLti. Capo cli S. _\I. del corpo d'armata er a il gcn. Ago. Comandante della 3° divis. era i l gen. P i na luga (brigata .\"a,poli, gen. ~faggio, -br. Salerno, gcn. Giri) ; della 8 11 divi.s•. il gen, 13eruto (hr. Rrf'sc:in, gcn. Cai·tia , br. A lp i)

gen . Garibald i); comandan te dell'artiglieria il genera.le Conso, del genio il col. R icci. "Fronteggia.vano le tru ppe it al iane la 123" divisio,w prus~iana e la .12' bava.rese, appartcncnt i alla i' :ir:m,ta agli ord ini elci genera le d i fanteria von Bohen ,: · 1rnppe del la l arma ta von Btlow - cost ituenti unitamente a lla .1~ armata., von Ei ncn1. il gruppo <li 1rn1alc del K r onprim <li G ennania. TI generale Albi-icci c!isponcva dcll'a rtiglie ri,, del corpo d'ar mata r inforzat a d a t38 pezzi francesi. Alle 23,30 dd 14 lugiio, l'ar t iglieria ,Iel corpo d'a r mata in iziava un violentis~imo t iro d i contr ep reparazio1w, a.I quale il 11c rn ico rlùll r isp ondeva sino a.Ile O.IO del 15. In quelJ1ora, una tt:rribik- g ra!H lin.r~ d i proietti di ogni ca libro, mist i a quell i car ich i di g.:.s asfissiante. si rov,:scia,·a. eia ta le onornen to e per par ecchie ore sulle nost re posizion i e, verso Je 4, le fan te r ie tedesche in de,~sc c0Jc111nc, provviste di :.,u;:mcrosissime 1nitragli:l..trìci, p1·c cooute da lancia fiamme e da carri d i assalto, move,·ano a ll'at tacco. Q uesto si delineò. come aveva ;>rcvedu to il generale A.lbricci, s ino dal primo momento più dec iso e minaccioso contro l'ala s inistra, nel p unto d i giun zione con il V corpo francese e precisamente tra il Bois dcs Eclisses e l' J\rch:c. L a manovra si ril'elava pie namen te in tut ta la sua g ravità . D u ra1n ente prova.te dal. bom bardam en to, soffocate • dai gas venefici, t ravolte ,dal l'u rto di forze assai pr e,..·alenti, le truppe dell'S" divis ione, pu r opponendo strenua, d isperata resis tenza, lcnt1inJe.ntc cedevano tcrrcno1 ripiegando verso il Hoi'i de


B:L!

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C ourton. Poichè il nemico era riuscito a rompere il fronte in corrispo11de11za. . del Bois des Eclisscs, k truppe del 20"' fankria avanti a C haumouzy e nell'abitato vennero separ ate dal resw della divisio ne e minaccia te d i avviluppamento da s u~. T uttavia qu elle valorose t;-u ppc resistettero sino alle 11 e poscia, ctper t:tsi h via tra le ìinee nemiche e lentamente manovr ando. ripiegarono per \larfaux, pane sulle posizioni della 3• d iv isione, pane sul h posizione ar:·et rata, dife;a dalla 120" divis ione francese. Il nemico, cosi strcnua rnente trat1cnuto) progre ··

d iva a stento, ostacolato da ll'azione di nuclei di retro~uar<lfa, che d isputav>ano a. palmo a palmo l' intr ica to terreno e, soltanto a tarda sera, poteva Taggiungeré d~ una parte ' \appcs e, dall'altra, la zomt mer id ionale del Bois d c Courton, ove era. venu ta a.n che a manc:are la. ù if€'s:1 della 40" di visione francese del V corpo, ~nd 1'es,o ,· iolen tc.111cntc at taccato dai nemico. Il gcrn:rale .\lbricci aveva, in t anto, la nciat i a l con trattacco due Latlagli~1, i della r iser,·a ed ordinato alla .l' divisione d i compiere il movime nto di conversione ,;opr a accen na to e già p red isposto, inteso a r icollegare la ,parte scllcntrionalc della prima linea, ancora intat ta, con la linea arretr a ta cii difesa tenuta dalla 12~• d ivisione francese. li compimen to cli siffatta m anovra, però, s i appalesa va. ben tosto estrc• rnamen le <litììcik, poichè anche la 3' d ivisione era fortc rncn te i111pcgnata in violen ta lotta con le truppe tedesche che a.vcvano a!laccalo ~ul suo fronte, specialmente in corrispondenza del ,a,posa ldo_ cli Vrigny. A n1t1lgr aùo <li ·ciù, la 1n~no1-ra prescri tta doveva ,e tutti i costi compiers i, poichè l' 8" divis ione, come s i è detto. .non rra più in gr::tdo d i mantenersi s ulle posizion i , intem,edie a ntistant i alla li1wa arretra ta, sebbene la ipropria ar t iglieria, dando fu lgid issimo escmpic di ca,1neratismo e prova dj alte spirito di sacrificio, non esitasse a resta re su lle .p osizioni p er proteggere il mcn•imcn to retrogrado de lle fanterie, esponendosi alla perdita dei pezzi ed i•l ,,iloroso TT battaglione di assalto elci corpo <l' armat a tentasse c,,n a udaci contr attacchi -di arrestare ravanzata de: nemico sover chiant e. D 'al tra parte, la pression e tedesca s ul front e della 3a •divisione aiumcntava ~ernpre più e diventava im.pctuosa e travolgc.nlc verso le 14,30 i n segu ilo a ll'entra ta in linc-a di ,u na nuova d.ivisionc di assalto .prussiana, diretta <htl gene rale von Bohen ,tlla c,onquista del ca.posaldo -di Vrig:ny e del B ois dc P ct il Ch,wnp . L'az ion e d.:,. questo momento s'impernia sulla re,si&ten za cli eletto ca posaldo, senza la quale la manovra ddla 3' cl ivi~ione sar ebbe stata impossibile. I l caposald o non soltan to resiste va, ma il comandan te d i esso, a<J

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intervalli, lancia va con la radiotelegrafia il fiero mòn it<> alle tru ppe comballe.nti: « resistiamo ancor a, vi,-a. l'Jt;lia ». lnta;ito da Vrigny aJ Bois de Petit Champ si cost ituiva. il fianco difensivo come era. stato previsto , che ser vivi a cont enere per hmghe o;e ogni uilteriore avanzata delle falangi nem iche, sino a che, per m·dine supcr-ior e, esso veniva spostato sulle alture ad oi-icn te del va llone di Courmas, d al le quali il collegamento con il caposaldo cli Vrigny riusciva più completo e sictu·o. La iotta, con i l sopravvenire delle tenebre. andò auern1~ndosi cd i resti della S'l J ivisipnc s i racco~li._'\·ano ~utla posizione ar!·e trala, pro n ti a fi anco degli . 3.Ueati a

ripr~nd~rc la d imane l'i mpari lotta. L'8" divisione avern Fcrdnto 162 t,fficia li, 6100 gregar i e quas i tutti i pc«zi, ma i i n emico era ta ln1cnte csauslo e per le gra vissin1e pcc-ditc su hìtc e per l'accanita resistenza incontrata, che 1

non a veva pili capaciu.ì offe nsha ~ esso dove tte: fe rma rsi.

sostitui:·c nella notte le truppe impegna k ro11 unitcL frfschc e r imanda re alla dimane l'allacm dcl!a posi ziouc arre trata~ cht: contava <li raggiungere cd anche di

50 rpassarc nel mattino elci primo giorno di baaaglia. L,c s it uazione alla fine della p rima giorna ta di battaglia era, ìn condusiouc-, ottim1 sotto ogn i ~$petto: l a T' divi~ione. mantenendosi ·fortemente aprc?g i3t:1 a! c:1-


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posaklo - d i Vrigny; saJ<lava il ,proprio fronte a quello <ielià posizione· arretrata ad est di Courmas, a contatto con i bgl. II e III dei 76° fanteria ai quali seguivano Jc. truppe della 120' div. francese, sostenute all'estrema si.nd&1:ra, nel bosco di Courton, dal I O b~l. del 76° e da due bgl. del 52°, s ino allora tenuti in riservs1,. T uttavia i l cornanda.:nt~ della 5·' armata fra.11<.c-se, cc·nsLio della capitale importanza che il settore affidato alle nostre

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opposta, era.no costretti a ripiegare. L'ultimo battaglione, attaccatosi a l terreno con straordin aria energia, riusciva a sostenersi: •bcnchè in precaria. situazione, fo1mando un saliente tan to avanzato, da imporre il rifornimento delle mun izioni e dei viveri mediante aerophni. La situazione appariva. seria.n1entc <:on1promcssa, data la inesauri,bilc disponi,bilitit <lellc riserve tedesche; ma l'azione delle truppe della 14~ divisione francese, che entrava in line,1 ochierandosi da N an:euil a lle Poterne presso Belva.I e del nostro infaticabile II battaglione di assalto, non.chè ciel 52° regg. fanteria. italiano appartenente a.11'8' divisio,1c ed in p iena efficienza, valsero a muta.da in aostro favore e le, sfondamento del fronte, che sembrava imminente, iu scongiurato. I l · generale Albricci, alla fine della seconda giornata di lotta, ,poteva ritenersi, a giusta ragione, altamcn!e . soddisfatto ed orgoglioso delle imppe ai suoi ordini e , sebbene non s'illudesse sulle int,,nzioni aggressi ve del nomico per la giornata del 17, era. convinto che il massimo sforzo dei Tedesch i fosse stato compiuto. Conseguen tc,ncme. egli ordinò che, all'a lba del nuovo g iorno,

Rinforz i e munizioni in marela verso la l inea ciel ruoco

t ruppe ass:nneva per tuUo i' insieme <lei fronte di battaglia, si affrettava a mettere a disposizione del generale Albricci la 14" <li;,isione francese, poderoso e p rovvi. .~enziale rin f0rzo, che il comand~tnte italiano hr.-jn,:,db.:.amente destinava a sostc-gno della assai provata 8'' d ivisione e delle stanche truppe della 120' <livisio,1e francese, raccogli,m<lo!a presso Cor moy :):Jx, ~icuro che, a Ila <limane, il nemico avrebbè conti11•1ato nello sviluppo dell'azione con 1uaggior vigore. All'a lba de l 16 lu;:;lio, infatti, .J bo1,ibardamrnto cvntro le nostre µns izioni riprende·,•a vio!t,1ti$simo, p iù in-

Artiglieria it a liana di 1•Jncalio

Arti glieria it.allana i n azione

lenso a l centro verso Na.nteui•l-Pourcy," mentre nel fitto Losco d i Courton si delinea.va. e .progrediva. l'attacco delle fanterie tedesche, sebbene energicamente con trastato dalla 120" div. francese e dal battaglione d i assalto del nc:,stro corpo d 'armata. Alle ore 17, un n uovo violentissimo 'ù rtO si sfcrr(lva in d irezione d i Nanteu il e, sotto il peso di forze superiori, due battaglion i del reggimento frnncesc i vi schierato, ad onta della ,,a lorosissirna :resistenza

le tr uppe passassero al contrattacco. Qu esti infatti., si iniziava con un felice ard ito colpo di mano da parte d i alcnn i reparti d-ella 3' d ivisione contro l'abitato d i Sainte Euphraise, divenuto importante punto di appoggio del nemico; alle 10,30 tut te le trnppe erano impegnate; ma l'arrivo d i nuovi r inforzi tedeschi, dapprima imponeva un rallentamento, poscia u a a rresto _netto 11cll'avanzata, spccialtuen!e al centro dell'ala s inistra del fron te d i batta.glia. T utte le riserve venivano a llora tànciate nella lotta per arrestare lo sforzo su ·premo del n emico, mentre la J" d ivisione ita liana, per attenuare· la p ressione avversaria, sviluppava az'ione di:nostratìva in <lirezionc del Bois <le Petit Champ, manovra che valeva, non soltanto a contenere ogni progresso <lel n emico, nia a docidere quest'ultimo alla nt.irata. Erano le ore 17 ed il generale Al.bricci, a.I qua le iuai era ven uta meno la fede nella vit toria, ord inava l' inseguimento . L'a :;· d iv isione con impetuosa. foga s loggiava l'avver.,ario <lai Bois dc Petit Champ e procedeva oltre, ma, n el momento in cui sembrava per sempre infranta la resistenza nemica, un u ltimo disperato sforzo,


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li c;imitr1'0 di Blig•ny dol'e souo sepolti 1 caduti italiani

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co11douo con una nuova divisione tedesca, s i delineava iii direzione della valle dell' Ardrc : le masse contrapposte. moventi ambedue all'assalto. si cozzavano in pieno. La ·saldezza dei nostri, i l pronto accorrere dei r incalzi, l'cilicace concorso delle artiglierie , a l'Cva.no ancora una volta e definitiva.mente ragione <lelPavversario che veniva. arr<:Stato. La v ittoria era stata, però, ottenuta a carn preuo, gravissime essendo le perdite s ubite in u fficic.ùi e<l in g:re,g ari, che raggiunsero la cifra. d i circa 11000 u om in i, fra morti, fer iti e d ispersi. L'abile concezione della manovra, le salde resistenze. i pronti contrattacchi, semp re effet tuati la dove la situ:izione appa riva co111prorncssa, avc~ano determinato i! falliruentc del grand ioso sforzo nemico e, questo -infranto, sbarrata per sempre una. delle piit imµ ortant i porte di a.cccs~o a.I cuore della F r anc ia: la S" armata francese poteva ora sicuramente passare alla controf .. fensiva insieme alle altre armate, ,;ontroffensiva che non doveva mai più arrestarsi. l i 11 corpo d'a rmata italiano. dopo .i.vu partecipato a lle azioni d~i successivi giorni - delle quali gloriosissima quella condot ta, il 19, d:il colonnello Bassi alla tesla dei pr imi battagl ioni del 76° e g9• .frultcria e del II di a., salto i n d irc2Jione di Mercyl'reoc.cy - nelle notti sul 25 e sul 26 luglio veniva sostituito da truppe inglesi e si raccogl ieva, p er r iord i1;arsi, nella zona Oisy - Atb is - Flavigny. 1

ù) Per i sostegni e le r iserve d i settore : sul rove-

scio della po~izione ri-cava.to in galleria a grandi profondi tà e 4uando per la configurazione del terreno ciò non era possibile venivano p rotet ti da bli11damenti alla prova. I r icoveri della grandiosa linea di Hi11demburg ebber o le coperture di calcestruz7,o con lo spessore da 4 a 5 metri. e) Pc, le m unizion i : venivano possibilmente r icavati in caverna e se i.1 ter reno era p ia.no si coprivano con blinda.mento alla prova. R icoveri blindati attivi sono quel li destinati alla pro-

, erriaI -Tronchi d'albero amera · i scoppio

Pietre Terra Ferri a! amiera ondulata

~ ~ Terra

Tronchi d'albero

B linda. I n genere significa copertura militare sislcm:it.a per proteggere materia le o p ersone. B lindare, s ib'Tlilica coprire con blinde o blinda.menti. Bl.;ndamenti sono speciali raffo rzamenti delle costruzioni e delle opere campa li, in previsione di attacchi, a difesa dei tiri di fuciler ia e delle a r tigI;e,ie. Le porte e le finestre delle opere d i for t ificazione e dei caseggiati C>rdinati a diiesa si rn.fforza.no con blinde di legno o di fer ro. Le coper t ure ,blii,datc sono fatte con t ravi iii leg;io, ferro o calcestruzzo, ord in ato od armato e terra soprastante. I ricoveri blindati sono locali coperti con blindamenti, e si -distinguon o i n r icoveri blind ati pas-sivi e ricoveri b lindat i att ivi. Q uelli passivi sono destina.li alla p rotezione d i uomin i o di ma teria li e mu 11izioni. Second o lo scopo, i l tempo cd il materiale disponibile, varia. la res isten za d el b lin da.ir.ento . Nelle or g-anizzazio11 i difensive della guerra mond ia le s i ebbero ricoveri passivi : a,) Sulla linea d i tiro o sulla parallela dei ricoveri che trovavasi d i massima d ietro la pr ima di ci rca 15 a 20 m. Allor•chè non esisteva la parallela. d ei r icoveri <]uesti s i rica va.van o a grande p rofondità sotto il pa rapetto dO'l!a linea di tiro ed in co r rispondenza dei cam rn lna1ncnti.

ntcovero b lincta1.0 attivo teziouc <!elle truppe e nel con tempo per consent ire al!~ stesse d i agi re coi fuoco stù terreno esterno , (ricoveri per m itragliatrki, ecc .). K elle passate guerre s i costrus8cro coperture miste (blinda,.menti) contramezza ti dalla così detta ca mera di scoppio che. fu ideata d a i Francesi nello intento di provoca.re a meta circa della copertura lo scoppio del proietto d opo che lo stesso a veva perduto d ella s ua for za viva. Si blind ano anche i mezzi d i locomozione destinati a circola.re nelle zone esposte a l tiro o dest inati all'of. fc,ca : le parti inferiori. de.gli aeroplani per difen derli eia i tiri a nt iaerei, i treni e gli autoveicoli. QueMì blin damenti son o <li ac<:iaio specia le o di leghe metalliche d<;>ta tc cli alta resistenza. Le au tohlindatc e i carri armati


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costituiscono g,l i clementi offensivi protet t i per eccellenza. A bordo delle n avi il blindaggio è ormai fatto con pi~~stre di corazza J j acciaio sp.:ciale, e ripara Hon solo le artiglierie, bensì anche tutte le a ltre parti v.itali della nave (V. Corazzatura) . è\ ella niarina velica si faceva con vecchie gomene a.llincate in modo compatto fuori bordo, o anche su l ponte del!« nave, per p roteggerlo dalle bombe, speciah11e n1e quar,clo si opera.va contro fortificazioni terrestr i.

Bliss (H. Taslw'). Generale dell'eser cito degli Stati li niti d' America, nato· a L ewisbur g nel IS.,J. Q,•ando ., coppiò la guen·,, Ispano-America;ia egli ~ra a<ldNto militare a ?l[adrid. Prc,e parte alia caa1pagna d i Por10 R ico, ,Jurantc la. qu~le venne promosso c.olrrn nello. Fu per due ,·olte coma ndante della Scuola. d i G uf rra e me:11bro del Consiglio dell'Esercito e dellct )brina. Poco dopo l' intervento degli Stati Uniti n ella Guu,·a \fond ialc, w nnc nominato rapo cli S . :M. e tenn e tale carica <b i settembre 191i al maggio 1918; fu '))OÌ a capo della <.leleg:1zionc a1ne ricJ.na al Consiglio Su.premo di Guerra a Par igi, e negli anni 1918-19 fu uno dei p rincipali consiglier i cli \~1i lson nella Commissione American,, per la Pace. L«sciò il servizio attivo n el 1.917.

Blocco (art e 111-il.). "'ktodo d 'attacco che s i asa p c,· far cader e una Jl iazzR fo:·te pr ivandola dcll>t possibilità di rifornirs i di personale, viYcri, ;m unizioni, cd armi . Dcc i,o il B., è n ecessario di c ircondare la piazz>t togliendole ogni comunicazione con le proprie basi d i r ifornimento, in modo che la gua ,·nigionc, postavi a difesa, debba vive.re co;i le sole 1·iso,-se cbe si t rovano nd l'intcrno d i essa. All'epoca Rom ana il JJ . s i ottcnc\'a per mezzo <lclh cin: consisten te in u na cc:rch i;i <li fo rtifiCj.J:ioni innalzate in lu ogh i opportuni e Jcgati Ira loro da stecca t i o palizzate e da fossi, corrispondenti a lh, moderne tri ncee. Dietro <li e..,sc accampavano le trnppc assedianti, r iparti te in più a lloggi,uncnti per opporsi alle ~ort ite Fuori della prùn::t cer:::h ia, se ne aìz.ava Ln,'altra dell a ,, Con trovallazione >l, o << Cont rotrincea >> p er re~pinge.rc l'assalto d i m i lizie esterne dirette a soccorrere la p iazza blocca ta (V. ad es. l'incisione cli Arras). Tecnicamen te parlando il B . può essere cli due specie: Si.:111plicc e Co111f,osto. Chiamasi sempl ice que llo nel qua le le truppe assc,dianti si limi tano a tagliare le comunicazioni. senza ricorrer e ad oifcsè d irette <:on tro l;i p iazza; cmnpo,to, quello in cui l'assediante bom barda la piazzsi, non danneggiandone le forti ficazion i, come in un assed io regola re, m a incend iando le abitazioni, ed i depositi di v iveri e m unizioni, p er ot tenere con le privazioni e lo spavento degli abitant i un,1. pi(1 sollecita çapitolazione. P er ottenere il B. è sempre necessario che trupp.; <l'inv~.;tìmen to c hiudano in via assolata l'intera rete strada le e fluviale che mette a ll,t piazza,

tenendosi fuori de lla p0rtata delle artig lierie dell'assediato. Ne <le riva che a seconda dell'im.portanza e sviluppo della piazza forte, occorre un corpo di truppa proporzion almente maggior<'. f. detto il fatto che una piazza forte può re.•dstere lunghi :1~c-si al 13. prin1a. cli im111obilizza.r" il corpo rii truppe necessa.rio per l' investimento, bisogna che il comandan te s upremo abbia la sicurezza d i avere a disposizione -forze sufficienti p er condurre a termine ie. più importanti operazioni. Il J; _ di una. p i.azza fon.e _è sempre stato du nque un'opcrozionc secondaria , n1a, date te armi acre-e 111ode n1c. è

284 divenuto più di ùìcilc e ta lvolta in,UtLt1bik-. Però potrebbe avere un carattere p rovvisorio , e cioè vt::nire adottato come azione te-mporeggiante, onde distrarre l'attenzione del n emico dagli obiettivi pr incipa li, che s i in tend o.no raggiungere. Le {ìisp.osizioni che debbono p rct1derc i comandanti delle piazze bloç,:ate tendono tu tte a l rispann io ùe Hc risorse o nde proltu1gan.: la re.siste nza ~

frust rar,;,. le offese nemiche, nonc hè a n1'1ntcncre la cal ma n ella jJOpolazionc . Non è ammessa però una dife nsiva ::tssol uta e ·pass iva, g iacchè questa porta prf's1n

o ta rd i all'esaur ime nto. Diventa necessario per il dii,·rrsor~ C<!rca re d i forzare il & ., sia ])<'r rifornirsi. sia pc-.r indebolire l'a t taccante, e possi bi lnwn t~ rnmpère la rt:rch ia d'inve:st in.1cnto. l i l:J. d i un inte ro t.:scrcito jn una zona iortiftcala a cJmpù trincerato ha

i nVC"CC

importanza c.1p ita le ,

pt:l"-

dtè dec ick spcsw dcl i.e soni d i una guerra . e dimostra l'hc l'eserc ito bloCccl.iltC, guida to da, un va lente <luce, l1a raig iunto la. !nè t-a. pt·cfis~a, di:tl suo p iano s.tratc:gico, in1mobil izzando le forze a n ,ersarie, e restando padrone d el paese ;1cm ico ( \ · . :1/q ia, Ulma, Mtt z . ~cc.). B locco cont.iurnla/r. \\lisuq_ adottata da :\apolcone I per r ispondere al blocco d ichiarato da.ll'Tnghi lterra sulle wstc f ranccsi ne! I 806. T.' f mµera~rc, il 2 1 n ovembre d i que ll'anno. c111ise da T:Cr lino u n d ecreto. che fu il primo di una serie continuata per sette ::tnni in tulli i p~wsi soggetti al suo t.lou1inio o alla. su;.i infl ucnz::1; ad ,·s. i dec reti d i :vlilano ( 180i ) e di Trianon e Fonta inch lcau ( 11-\ 1 1) . Cons1dc r.1ndo ,: Jie l'l n glii ltc:rra non riconosceva sul 111arc i princip ii d i diriuo pratico-ti da 1ut1i i popoli ci,·ili, S apoieonc voile usare cont ro di le i le stesse arm i. J\Ton era ;)crO da credere, rome. difaui .tYvc11 nl che in fo.vor11,; della so la Francia tutti f!!i alt ri ~tali a\-rcbhcro .sacl"ificato i JJr<;pri lt.:·gitt imi in tcrc•.,.·,:i, darn. l'influenza della :\larinu. inglese su tutw. b vita ~cunomica cun.)pi..:a . B isog:nava ..:rcar..:. in brcn: t('mpt\ dl.:i prodoll i ·i ndigen i ù:t :s.ostitui rc a.ile 1ncrci st raniere 1nc..~sc al ba ndo : il che n.011 era possibi le. e JJon era n(·nuneno nc ilc i11lenzioni d: )/apoleone. Q uest i ,·olcva tutt'al più ~oslitu ìt·c alla tiranni~t c.k•l comn1crc-io ingks<: la tira11n i0, dcJ cun1rt1ercio francc~c, t:. ad ogni modo, aq•r scn1pre 1

pronto un prc~C'sto per soggiogare e dctrou izz~lre p rin-

cipi nrutr[~li a lui non favorc\·0Ji

1

per sacch1:ggiare eù

opprimei\:: popo li ind i pcndcn(i; una riserva inc&l\l!"" ibilc insomma ùi ;,r~tcsli di guerra e d i dom inazione. Con questo mezzo, scriv~ il Cantll ncl1~1 su~ e< Sto: i~ unive:·salc », <( >!"apolcr..m c \·olsc la guerra da i 1Y· Ji popo li pi.l1

dif1ici li a vincersi e rese necessario un _cli;potisa•o. qua le neppu re n~lle :·:·cnc;ie del Terro re 1). D_, quc;to mo mento fu data 111,;:c fornrnla a lla poli tic:i -l i :-,,;-apol<'one e dell'Tnghiltc1T1 : egli l' inceppamento, ,,ssa '"- libcrt:t d i comrn<:rcio. Le p rincipali disposizioni di quc;to ~clcbrc decreto erano le ':!Cgu(tnt i: J) Le Iso le I:ritannichc i,1 i.stato d i blocc,,. 2) E' vie tato con e.-sse ogni commercio e c(,rrispondenz« epistolare . 3) N e i paesi occu pati dsilla f ranci.t ,-, d:l i ~uoi ,1'le'.tti, 06 ni J:1.g!cse i.:. d ic hiaralo pr igìonic:o di guerra. 4) Qua ls iasi proprietà inglese sarà di buana preda.

5) E ' vie tato q ,1:J..lsiasi traffico d i me rce ii:glese. o) E' escluso dai po rti ogn i vascello c hP ·, bbia toccato sia I' [nghilte rr., o !e colo nie inglesi. B loc,;<1 d egli i mperi Cmtrali. Durante. la Guena Mondia le ( 1914 - 18) pc,· accordo intervenuto fr ,1 gli ,\ lleati,

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si ,;ono prese tutte le -misure ma, 1tt1rne e terrest ri onde tagliare agli Imperi C en trali la possibilità di r ifornii-si, ,h altri con! inemi, <l i quanio occorreva per alimen t'.l:·e eserciti e pc>pol i. Il B., in rcaltii, per a rrivare a,ili dfcll i desiderati, aveva necessariamente b isogno di t empo. li ta è ccJto c he un a d-:ilc cause principali pe r le qual, gli Imperi Cen trali !tanno dovuto soccombere, è· st at o i! d isagio in terne, a llorquando sono arrivat i ad esaurimento i mezzi d i vita i;d i rifornimenti i ndispensabili per la lotta.

Blocco cconoi1;ico. E' la sanzione st..,b ilita. dal patto della Socinà dclì:, )fazioni ( 1920) con t ro gli Si:iti :vJembn della Socie tà, che violanù gl'impegn i ;H"esi col pat to ;,tc'-éS0 c irca la. riso luzione pacifica delle con troversie intcrnazionaJi. Precede ,i trattatr d el la G ue rra ::'lfondiale (settembre 1919). L'art. 16 del rpatto stabilisce a t al proposiio d1c, qualora. uno dei ~fembri della Società r icorra ~.Jl~! guerra in viola?.ionc dei patti, s:t ià cons iderato -if so facto come colpevole d i ave{ commesso un a l to <li guerra contro tutti gli a lt ri l\ffmbri ddla So~ie!à, i quali· si imp~gnano ad fruerronlpere immediatam~ate ogn i ra.pporto commcr<:iale e fina nziario col medesimo, a proibire ogni 't raffico fr:t i · propr i cittadini ed ; cittad;ni dello Stato con travventore. e ad interdire ogni rap·p ortCJ finanziario. commerciak o personale fra i cittadini dello S ta to con tr:ivvento rc ed i .c ittad il1i d i qualsi'}si alt ro Stato, sia o non sia ~fembro della Societ à. I n ta l easo sarit dove-re elci Consiglio ddla Societ:. d i inrlicarc ai rarii Govern i intei·essa li quali forze n1iJitari, navali od 1

.1erec dovranno es~rc forr:iitc <la c iascuno d~i 1.Jcmbri 1

mmc contnbuw ,:!le forze armate: dc;t inatc a proteggere i patti sociali. D'alt ra par te i ì\fcmbri òelh1. SoCietà hanno convenuto d i pn".star-~i niutua assi stc·rni:a nei provvùdiment i finanziari cd cconmnici pi·c.Si coni{' sopra,

per attenuare le perdite e g li inconvenien ti che ne i·isu lto..ss~ro, di presta rs i <le[ pari n1utua assistenza per resiHcrc l:On tro i provvc<l imenti speciali diretti co ntro uno ùi essi dallo S t,uo con lravvento,c e d i 1,remkre i necessari prn1·vcd imen1·i per fadlitare ·il !ransito :ittrnHrso il proprio territorio alle forze d i qua lunque dei :vrcmbri ddla Socict,\ coopc,·à nt i alla protezione dei patti sociali. • f;/occo 111aritt'i11w. TI blocco m<111llrn10 cons ist,' 111 una misura attuata med iante forze navali ,·crsc, uno o p iù porti o tratto d i coSta di un da!o :;talo. a llo scopo di i1Jh.-rc<:HarP le con1t1nicaijo11i ~ pri tH.:ipa:mente cJin1pcoire il COPìmcrcio. per vla. di mare, coJ ter1·itorio UtocC'<UC. 'fa.k misura ì) UÒ esser,.;. attna.ta L".ln to in tc!11r0 di pav:, per r aµµre.,ag lia (bloc,:r- )acijico) quanto i,1 lem1,0

di

guerra.

11 b locco pacifico incominc iò aù •:s;ere usato nella 'jlrima mctù ùcl secolo XlX, per costr ingere le Staio Gloc.::at\, a forc deter m ina te coaccs~ion i o a d"sisterc da un ·modo <li agire r ittnuto ingiusto. Fu apµlicato p er In prima v,1lt~, HCI 182 i . quando le navi irig!esi, Jra1~c•..:~ i e ru.=i~e, scn.t:~1. chr i rispettiv i. ~la.ti fossero in guerra ron la Turch ia. per favo rire le a ..: ph-aL iJlli d"ir:dipcn• denz,t ,della Grec ia bloccarono le coste elleniche, volendo impc-<lirc alle. forze ottomane, che comba.ttcl'ano contro i: Greci, di dcevert soccor~i per via di 111ar c : questo blocco portò a lh bat ta,glia d i ~ava r i no. Altri esemp i di hlo,co pacifico sono; qcte llo poste n el 1886 dalla Gcnna111a, 11' Austria, l' Inghilterra e ·1Ja Russia aJlk: coste greche, 1l•:,· impeC:i rc aila i rccia. di provoca r..:· t.>~r!urba-

BLO

meati ncll:c Penisola Balcanica; quello p osto dalle predette P otenze, dalla Francia e dall'I talia nel 1'897 a ll'isola di Creta, p c,· impodire ohe il tent ativo di anness ione d i quest ' isola :illa Grecia pot esse essere causa cli complicazioni euro pee; e quello posto nel 1902 dall'In ghilterra, dalla G er mania e dall'Italia al Venezuela per r icupero di pre.;;titi. Nel dii-it.to internazionale il blocco pacifico non h1 una portata ben <.i~ttnn inat.rJ , e

trova, qnanto all.1 sua

liceit à giur idica ed alla sua efficacia, decis i opposit ori. 'fu~tavia può dir~j che la I,Jratic:\ i)llt !:CCtr:tc delle 1clazioni iincrnazionaii vuole lim itata la obbligator ietà dì cs~o, se vuol n1antencre la car:i.tteristica d i pac itico, per

le sole navi dello State, bloccato, tanto che, quando n el 1902 ie I'ote.11zc bloccant i del Venezuela. volle,:, estendere la ,p ortata. del h'locco a i terzi Stati, credettero opportuno dare al blocco stesso l'appclla.1:.ivo di gue.rrescu. Nella ·pratic,t guen·esca del passato la p ort.tta del 1,1oc-co er a. ~nnplicemen te un'affermazione con cui un bcllige;·a11 te d ichia rJva. di' vietare ai popoli che non prendevano p:irtc alla guerra, ogni commercio cor suo nemico, senza che ciò i mponesse l'obbligo d i mantenere forze nava li per impedir e l'accesso al litora le bloccato. l;n ta l blocco, eietto << fittiz io" o (('Sulla carta>> o << di gabinetto)), n1ed iantc una se111p1ìcc notificazione senza 11essuno sforzo, permetteva a i belligerant i di proibire i'I conunercio co? proprio nemico, danneggiando foi·tc1ilentt non solo l'avversario, ana a nche i neutrali. Quando però, co 11 le dichfa razioni procla'l1latc clallè d ue Leghe <lei neutri <lei 1780 e del 1800, si vennero a defin ire meglio i diritt i dei ,helligeranti, s i stabili che « la dénomination dc ,pon hloqué n'app;crlic'111 qu·• à celui où il y a, par la clisposition de la puissan cc <JUi l'attaquc avcc de, 1

vai.sseaux arrètés e t sufiìsamlllCJ1t proChcs. un danger évi-

dcnt d'cn t rcr ». L'lnghilten-a, contro le pretese della qua le era d iretta tale regola, non volle riconoscerla, ,. nella convenzione conclusa i l 5 giu.gno 1801 con la Russia, pur n1ostran<lo <li aLC.o.glierc la n1assima fissata. fece .sostituire la congiunzione et con la d isgiunzione 011, d i n.'Jo<lo dll.\ leggendosi << va,isseaux arrCtés ou. s uffisam mcnt prochcs », ~i permise nuovamente d i bloccare lunghe d istese di litorale con la presenza di una .sola n avi~ presso la costa bloccata. Qu indi nuovi abusi del diritto d: blocco s i vcrific1trono nelle guerre combattute tra· l'In ghilterra e la Franc ia, e s imasc ce lebre il così detto "blocco contine ntale il. I ! diritto d i blocco venne clofinit ivamentc regolato da lla <lii:11 iarazionc d i Pa rigi <lei 1856, i cui p rincip ii fur ono poi completati e confermat i dalla d ichiaraiionc cli Londra del 1909. Secondo t;di p rinèi-pii il blocco, per essc,·c ohbliga.tor io. deve essere; a) effetti,·o, b) d ichiarato, e) notificalo. P er essere effettivo i l bloc"o deve essere ,nanteu utc> da unct forza n avale su flìciente ad impedire realmente l'accesso alla zona blocca ta. 11 blocco è dichiarato mcrlian tc una, nol i•ficazionc, fatta. <la ! Governo e dalle autorità n:tvali d1c agiscono in suo nomc 1 la. quale deve ;,recisarc la data d 'inizio del blocco, i limiti geogmfici della zona bloccat a e il termine ent ro il Qua le sa1·à permessa l'usc ita. dc1lle navi. J;a l1otificazione deve essere conlun~cata alle 'Potenze neu tralj norm~1.lntc11.te per mè1.20 d i una comunicazione di retta a i Governi stessi o ai loro ra.ptlrescntanti aco·editati, <: alle autorità locali <.fa I comandante delle forze b loccanti. Se la nave che s i a n ·icina alla zona bloccata non ha conosciuto, o si può pre1

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sumere che non abbia conos<:iuto, resistenza del blocco, da una delle navi delle forze bkiccanti le deve esser fatta specia le notifica;,;ione. . Qualsiasi ten ta tivo d i forzare la linea del blocco costituisce « viola;,;ione di blocco», la quale legittima la conJisca deìla nave e del carico; però la legittimità della cattura di una nave per violazione di blocco è subordinata alla conoscenza ciel blocco, conoscenza che è presunta, salvo prova in contrario, quando la nave abbia lasciato un porto neutrale dopo la notificazione fatia, in tempo utile, alla Potenza da cui il porto d ipende. In ogni caso la cattura d i n:ivc neutrale per violazione di blocco non può essere effettuata clie nel raggio d i a;,;ione delle m,vi da guerra. incaricate di assicurare l'effettività :lei b locco stesso. La nave che, violando il blocco, s ia usdta da una zona ,bloccata o abbia tentalo di en trarv i, può essere catturata. normalmente fu1chè è inseguita; se l' inseguimento è abbandonato, la cattura non può più aver luogo. Però, secondo Ja, prat ica anglo-americana, la nave che ha vio lato il blocco rimane invece catturabile ovunque sia trovata durante l'intero viaggio in corso. Le Corti nord-americane giunsero, durante la guerra di Secessione, a oonsiderare ammissibi le per fino la cattura di navi <lirette verso un porto neutra le, qualora ci fossero motivi per presumere che le merci da esse trasportate, quando fossero giunte a destinazione, dovessero essere trasbordate su al tra nave onde farle pervenire ad un porto bloccato; tale teoria però, detta « de l viaggio continuo n, se può ammettersi in determinati casi di contrabba.ndo di guerra, è ormai ril·'nuta. assolutamente antigiuridica pel blocco; e infatt i è stata esc lusa in mo<lo esplicito dalla dichiarazione di Londra del 1909. Fin qui dal punto di vista giuridico ; dal punto di vista nautico, affinchè il blocco sia veramente efficace, bisogna che le forze del bloccante abbiano superiorità su quelle del bloccato, non solo come nun1ero, ma anche come capacità na.utic,1, a4tonomia e resistenza delle navi impiegate. Le forze bloccanti inoltre devono disporre di una base di operazioni convenicntemulte s itua ta rispetto alla piazzaforte bloccata, dalla quale base possa esercitarsi la sorveglianza senza correre il risch io dei siluramenti per la. presenza dei sommergibili. ~cl periodo velico rittSc iva sovente al bloccato di prendere il largo evitan<lo il combattnnento; con le navi a vapore il problema è molto più difficile, e, sia 1iclla guerra Ispano/\mericana, sia nella Russo-Giapponese, s ia infine nella Guerra Mondiale, I::. squa<lra che ha voluto uscire ùalla piazzaforte bloccata ha sempre. dovuto accettare il combattimento del bloccante. Il concorso dell'aviazione può rendere insostenibile la posizione d el bloccato, costringendolo a cambiare rifugio : allora p uò aversi quello scon tro che l'avversario ;più forte desidera, Il bloccaHte, pur d i raggiun·gerc l'intento di combattere, può anche condurre le operazioni d i blocco in mo<lo blando, lasciando u11a facile via d'uscita all'avversario, nella qua le quest i s i caccerà correndo così l'a lca di essere affronta to in mare aperto. T ale può dirsi la tats tica di Nelson. Infatt i, quando il 28 settembre 1805 prese il comando della squadra inglese che bloccava i Franco-Spagnuoli in Cadicc, invece d i man tenersi_ col grosso delle foize presso al porto come aveva fatto fu10 allora il suo predecessore Collingwood, s i spostò al largo a c irca SO miglia dalla costa, lasciando presso Cadice soltanto poche fregate. Villeneuve, sia per recarsi incontro a rinforzi, sia per il rallentamento del blocco che

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gli dava maggiore speranza di sfuggita, osò prendere il largo, ma dovette in .tal mo<lo accettare la battaglia di Trufalgar. Quando il blocca:nte ,p rende posizione ad immediato con tatto dcli<': forze bloccate (fatto çhc poteva avvenire in passato) il blocco si dice tattico. Quando iLlvccc il bloccante ha la sua base a distanza tale che gli permette soltanto una ben sicura· sorvcgliamm sugli eventuali movimenti dell'avv<".rsario, allora il blocco si chiama strategico, Il blocco serra.to o . ta ttico è ora reso impossibile dai sonlil\Prgibili ; era invece di· possibile attuazion,a nelle marine veliche, anche p er la maggiore autonomia di quelle n a vi r ispetto ai bastimen ti a vapore. J>er il passato la vigilanza <lei porto bloccato si eseguiva con op;,ortune crociere di fregate e navi di esplorazione; con la marin a a vapore vennero per qualche tempo impiegati gli incrociatori o il naviglio leggero e veloce in genere. Con l'avvento del sommergibile non è più possibile esegui.re crociere di sorveglianza con nav i di superficie, ma è invece possibile l'impiego degli stessi sommergibili, i quali .possono rimanere in agguato, a scopo di osservazione, in vicinanza delle coste dell'avversario e r ifer ire con la ra.diotele.gralia quanto viene fatto loro di osservare sui movin1cnti delle unitit bloccate Con le annate a remi era prcssochè impossibile tenere il blocco dei porti, per Ja insufficienza logistica delle navf del tempo. Tutta.via, quando la configurazione geografica <lei luoghi lo perjnisc, non mancarono d i crearsi delle s ituazioni d i effettivo blocco. Esempio chiaro s i ha nella guerra di Candia, quando gl i ammi ragli ven eziani, ·specialmente La72.aro 1\.Iocenigo, tennero da T enedo e Imbros il blocco dei Dardanelli, per evitare cbe da Costantinopoli fossero inviati soccorsi nell'hc,1a.; la battaglia del 17 luglio 1616 fu appunto la_ conseguenza di un tenta tivo dei Turchi di rompere il blocco. ll periodo della vela è il periodo. classico del blocco. Non vi è guerra maritt-ima, si può dire, in cui non se ne a bbiano numerosi esempi. 1\fentre nei primi tempi· però le operazioni di blocco si limitavano alla sola stagione estiva, nel 17° e 18° secolo, . quando le armate inglesi si perfezionarono, il blocco venne cont,nuato anche in inverno, soprattutto per merito degli ammiragli H awke, Bosca.wen, Jervis, Nelson, Collin~wood. Il blocco era generalmente tenuto con il grosso della flotta à distanza del porto bl°".:.Cato, e spccialmrntc con i cattivi tempi, quando il ven to soffiava da terra, non riusciv<!, d ifficile all'attaccato di prendere il largo malgrado la s.orvcglianza del nemico. L'ammimglio Morard d e Galle riuscì il 16 dicembre I 796 a prendere il largo da Brcst, llllalgrado il bloccò della squadra inglese di Colpoys, che per causa del tempo era stata spinta verso Nord. L 'ammiraglio Bridford, cht. con una flotta in Portsmouth doveva sorvegliare la stessa squadra di Mora.rd de Galle, per causa del vento contrario non potè uscire dal porto che 15 giorni dopo aver saputo il forzamento del bloce;. Le forze franc~i uscite da Brest non erano soltimto navi da guerra, ma comprendtvano anche un convoglio di navi onerarie caricl1e <li soldati che avrebbero dovuto sbarcare in Irlanda, Il cattivo t001po e l'imperizia marinaresca im;iooirono poscia ai Francesi d i trarre vantaggio da una brillante operazione· di forzamen to di blocco. Nelson, 1.ier stringere il blocco di Tolone dal luglio 1803 al marzo 1805 s i valse della ra<;la della Maddalena come


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base di opera,:ioni. Questo è un esempio d i blocco strategico a distanza che in inglese viene detto a.nche « mask ing l>. Tolone era sorvegliata da una catena di f~cgalC . Lord Jervis, dopo la vittoria di S . . Vincenzo nel 1798, tenne il blocco stretto di Cadke entro cui si era rifugiata la flotta spagnuola. Nelle recenti guerre con la mari11a a vapore, è classico esempio di blocco quello di Port Arthur tenuto dall'ammiraglio Togo con la flotta giapponese alle isole Elliot (SO miglia circa da Pori A1ihur). La battaglia del 10 agosto 1904 è il risultato di un tentativo di for7,amento di blocco fatto dai Russi con l'ammiraglio Makaroff. Nella Guerra Mondia le, le !J)Os izioni scelte dagli Inglesi a Scapa Flow, e dagl i I taliani e Francesi a Taranto e Corfù, rappresentano delle posi;:ioni di blocco rivolte r ispellivame.nte co:-itro le flotte germa11ica ed austriaca che stavano nei loro porti. La battaglia dello Jutla.nd e lo scontro d i Premuda sono derivati da tentativi di uscita delle flotte dai porli blocca.ti.

JHocco di chi1ts11ra . E' così chianiato il congegno di chiusura della culatta del fucile a retrocarica, quando detto congegno non ha una forma ben definita, o non presenta w1a dimensione notevolmente maggiore delle alt re. Questi. sistemi di Chit1sura a blocco sono semplici cd occupano poco spazio, ma non sono molto res istenti, a meno di non rendere eccessivo il loro peso;

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glie campali ma la11ga opera di ;ogoramcn:o; il sol<lato dovrà coprirsi e sprofondarsi nel suolo; .fronti st_erminatc; mcui ch imici orrendi; vincc:·à .il !.;locco di Potenze che saprà resistere più a lungo. Vere profezie, a'.le, quali non s i diede peso, co:rne a sogni ed allucinazioni .<li un profano di guerra.

Blockhaus (Casa. d, legno). Caserma difensiva o corpo di guar<lia, originariamente <li tronchi di legno, cil-condato da ostacolo (fosso) e da. difese accessorie, destinato a 11ipara1·e un pi<:colo. presidic per la d ifesa o la sorveghrun;:a di un posto. Fa Blocb Giovanni s'istema con altri elementi dif ensivi. primo B. sarehbc .,tata costru :to nel 1778. Furono adc,peratli da Inglesi e Americàn.i nella lotta per J'Indì,pend~ d' Amer ica, e dai Francesi ncHe campagne del 1808-1813 nella Spagna, e poi nella 6'11Cfra per la conquista dell'Àlgeria. · G li Inglesi ne fc-ccro grà.nde uso nella guerra contro i Boeri. In p r incipio, essi adoperarono i B. allo scopo d i mettere le comtu1icazjoni ferroviarie al coperto degli attacchi dei Boeri e di difendere il terreno con-

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Chiusura a blocco del fu-cile l'lem,ng-ton mocl. 18'73

B!ot'khau s a Massaua (Gllerar}) nel 1888

non sono d i sicuro appoggio, nè si adatta110 alla ripetizione. Richiedono una grande e robusta scatola di culatta, rneccan1smo <li percussione e di scatto separato; non assestano la cartuccia ne l relativo alloggia1nento; perciò servono solo pe~ le anni corte ed a corta canna, nelle quali non s i sviluppa110 elevate p ressioni. Questa com,iderazione e quella della semplicità giustific.u·ono i numerosi s istemi a. b!occo a<lot tati per la trasformazione delle armi ad ava11carica. V. Ot1u.rc,.tore.

qu istato sul davanti di queste comunicazioni. Allorcbè Lord Kitchener successe a Lord Roberts nel comando in capo delle forze inglesi nel sud Africa, i pun ti più imporfanti delle linee ferroviarie erano difesi da opere campali abbastanza forti. Ma, dat i grandi intervalli

Bloch (Giovanm). Scrit tore russo contemporameo (1836-1901). I'ul>bJi.cò nel 1899 un libro: « La guerra ll, in 6 vol., nel quale, con prevegge..nza. sorprendente, vaticinò gli eventi della recente lot ta mondiale. Lo zar N icola II, impressionato, propose allora la famosa Conferenza della pace, ahortita per l'opposi,ione c!ella. Germania, già accarezzante il sogno egemonico su ll'Europa. J.l Blcx.h preannunzia una ctnflagr a1Jione europea, spaventosa, con metodi tjta lmcnte nuovi : non pm batta-

Blockhaus inglesi nell a guerra contro l Boeri


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"sistcnt i ira queste opere, rcstava1,o indifesi vasti tratti d-i strada ferrata, che i Boe ri facilmente r icscivano a interrompere, insinuandosi negli inter valli delle oper e ed ass,tlendo ·i di5t,La;amenti inglesi situati in punti lontani l' une dall'altro. l'n rimediare a quest i inconven ienti, il maggiore Ricc, dH: aveva d iretto il servizio del gen io' a Ladysmith du,·,w1c l'ass('{lio, ideò una. specie d i 73. d i lamiera ondulata a forrna esagonale. Le pa,ret i e-rano ,fopmate da due lamine sopa rate da un'i ,1tcn;apè<linc <li IO ci11.~ che vr • niva. riempita di sabbia; potevano così res istere a i t ir i di fucileria, n1a cra110 attraversati <lai p t oietti dc: cannoni da ca1npagna, Q uest i B ., ummit i cli feritoie e<l occupa.ti da una quindicina. d i uol'ian 1a -<l~1 blockh aus ing·11•sr, m in i, bastarono dapprincl~a. g11e 1•1·a <.:Ontro i noerl ma a respingere i colp; d i mano d<'i Boer i al fine d i d istruggere le lince f erroviade o di far saharc i u·eni. Ben p resto i Boe,·i cambiarono lallica, !.-pingendosi fino ai p iedi dei blcck-

Laus, _pes tira:;·e all rave r::,o k stesse feritoie .sui difen sori. Per sottrarsi a. la.li sor prese, part icolarmente nott llrnC. gli Inglesi c ircon<la.rono i bloakhaus con abbat wtc di a.Iberi e neti di fi:lo di ferro co~i intricate, che rit:scì impossibile a i B~ri <li d istruggere. Lo,d Kitchcner fece costrni re, lungo le stra-de ferrale, B. di ques t'u.lt irno modelfo a 2800 metri d i intervallo l'uno dall'altro, per modo che qualunqlle rcpat·to Boero che a,·cssc tentatr, d i attr aversare si sarcl,be trovato esposto

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1:rancesi a ttuarono nell'estate del 19 15 nei Vosgi (po• sizioni di ,S tein back e <lc-1 Rottbcr.g). I varii B. e.rano a p iù ordini ed a scacch iera, collegati nel senso del fronte <la parallele, ed iin profondità. da crummina,menti fr,rtemente protetti da ret icolat i di filo di ferro, che coprivano la bocca delle anzidette t ri!1cee di comu n.icazione. L inee d i B lock haus furon; fatte costruire <lai generale l{luhm in Creta nel 1867 e B_ isolati dagli Italiani in Erùrea e in Libia .

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Bloemfontein. C ittà. già capo!. dello Stato Libero <l'Orange. Ve,ine circondata da lla. cavalle.ria del gcncrci.le french e si arrese senza comba tte.re agli Inglesi, il 13 marzo 1900. Convenzione di B/ocmfo11tei11- ('.!2 fehbruio 1854). Conclusa fra i Boeri e l'InghiJterr-a · consacrava l'ind'ipc11denza delio S tato Libero d'Orange.

Blois (a.nt. Rli.sa c). C itt?t della Francia, sulla Loira, con antico castello. Fu prc,a 1ccl 1568 da Mouvans, capo ugonot to . l. T ral-ta.t.o di Blois ( 15 aprile 1499). Concluso fra L-iigi XII e Venezia . Questa ottiene C remona e la Ghiaradadda, in compenso -clell'aJjpoggio che promette al re in occas ione <li s ua prossinia calata in _Italia. II. Tra.tfalo di Blois (25 febbraio 1504). Concluso fnt Lu igi XII e Fer dinando il C , ttolico . I l regno di :--Japoli passa sotto il domin io spagnuolo.

111. Trattuto d i Blo-is (26 settembre 1505). A conferma del prcceàente . Non rat ificato dagli Stati Generali. TV. Tmttato di Blois (24 marzo 15 13). Concluso fra L1:igi XII e la r cp. di Vcne>1ia. Questa si impegna a fornire al re, contro Mibno, 1200 laJl.te e 8000 fant i, ~ il re riconosce i diri tti ddla Repubblica su Rergamo e Dr cscia, olt reché su Cremomt e G hi aradadda.

\'. Pace di Blois, (S d icembre 1513). Conclusa fra Luigi XII da un lat o, e Ferdinando i l Cattolico, l' im peratore :\fassirniliano, Emico VIII d'Iaghilt<,rra e ·;1 Papa dall'altro. Esclusione dei Frnncesi dall'Italia.

lllor:kl1aus presso B~ngast ( 191~) al fuoco di fucileria da una. d istanza d i 1400 m. a l ,nassirno. La prima linea for t ificat a con ques to sistc· ma, compi uta nel d icembre 1900, f.u la Blocm.fontein Thaba_ ).' chu - Laclybrand , apprestata per separare la rc-gione ~- E . dello S tato L ibero di Orange d'ai d istre tt i ,li Sud-Est. E quando il generale Clements fu nominato .::on1andante · della piazza d i •P retoria foce costruire un ceno numero di blockl!aus µer ga ranti re la sicu rezza -dei dintorni della c'it ti,. Questi, lince di B. protCSSi!r0 le comunicazioni e resero d ifficile le relaz ion i fra i vari corpi boeri . Nelh Guerra Mondiale, q:,rima Fnum::si e poscia gli Alleati, compirono organizzazioni difensive montane ,t comp1r ti men tì, co;, piccoli B. per una o due squadre . . Degna ci i essere conosciuta è la -sistemazione chP.

Bloise (Ca.rio Gfoscppe). Genera le, n. a Bari m . a L i,·orno ( 1862-1919). Sot to!. di fanteria nel 1882, fu, da crupit ano, insegn,nte presso la Scuola Cl'llt ra le d i t iro di fanteria e partecipò col gra<lo di Lci·1cn te colonnello alla campagna 1talo-Tur<:a. r ld I \Il 1 1912, meri tandosi una medaglia d'argento nell'azion e rli Gargaresch . Bbbe da colonnello il comando del 52' regg. fanteria, e, p ro.mosso

generale (19 15), ,part ecipè alla guerra 1915 -1 918, ott~nendo la croce <li ufficiale <lell'Or-dine mii. cl; Savoia !l)Cr •l'opera svol-ta quale comandante d i <li,·isionc nelle ope-razioni che cond ussero alb liberazione di Trento. Raggiunse il grado d i ten . gc:nerale nel 19l i e nel 1919 ~bbc i-I comi'ndo <lella divisione mi litare d i L ivorno.

Bloise Alessandro. Generale. n. a. Casoria (xapoli)


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nel 1866. Sottot. di fanteda nel 1885, nel 1898 fu destinato al Ministero della Guerra ; poi prestò servizio presso il 27° e 1'88° regg. fanteria . Prese parte alla guerra 1915-1918, prima al comando del s• poi del 40° fanteria ; raggiunto il grado di generale <li brigata, fu nel 1920 cohlocato in posizio11e a.usiliai-k1. spc;;iale.

Bfondel (Francesco), Ardiitetto, sc1·itto:·e milita· re e una.resciallo di <:ampo fr3.l1ce"c (1617- 1686). Viaggiò in Europa ed O dente; d i r itorno in F rancia fu prec~tto,re <lei Delfino ed insegnante <li matematiche Cl fortificazione. Dedicò ù1 quell'epoca <lue opere al Re di Francia: (( Trattato sulB lolse AJessanclro l'arte <li gettare le bombe >> e (( Nuova m,u1icra di fortificare le piazze» (1683). Blond{n. Genera.le francese dell'eporn nostra. Durante la guerra mondiale, ebbe il comando della 65". d ivisione e.li fanteria francese ·in Italia, <lai 31 o'ttobre 1917 al" 26 mar1,o 1918. Fu in linea -con la sua divisione in un settore verso Pederobba e Rivasecca, sulla riva destra del P Ì'avc, da:! 2 dicembre 1917 al 30 gennaio 1918. ( Blorchead. Borgo dell'Inghilterra, nello Staffor<lshl.re. Vi si wmbattè, nell'a:u tunno del 1459, wm battaglia. che appa:iiiene alla guerra civile d elle (C Due Rose>>. Fu co1{1battuta fra i cc.nti di Wa.rwick e d-i Salisbu.ry, conu·o le milizie del re Enrico VI, coGenerale Blo11òin maJ1date <la lord Au<leley. LI conte <li Warwick simulò di •battere m ritirata, facendo fronte ahl'ùnprovviso contro le truppe reali quando queste si erano disordinate per insegui.re i presunti fuggiaschi. Sorprese dall'attac-co im,preveduto, le truppe reali andarono in rotta. BHlcher · (Gebhard-Lebrecht di B. pr-incipe d·i Wahlstatt) . l\!aresciallo prussiano (1742-1819). Arruo-

latosi giovamssl'mo nelle truppe svedesi, cadde l_}rigioniero nelle mai1i dei Prussiani, ,:lurante la guerra dei Sette Anni e accolse l'offerta d i servire sotto Federico il Grande (1760) col grado di capitano, pr-~ndeado parte alla guerra contro la Polonia. /ltti di crudeltà contro i prigionieri gli procurarono un i·itardo nella promozione, e ciò provocò le sue dimissioni. R itiratosi in campagna s i dedicò per 15 anni a ll'a.gricoll ura, ma alla morte di Federico II fu r ichiamato in servizio ( 1786) e si distinse nelle campagne contro la Francia ( 1793-94). Nel 1806, dopò Jena, si gettò ù1 Lu becca, dove fu obbligato a cedere le armi. Tenuto prigioniero fu scambia to poi col generale Victor, venne impiegato in missioni .interne. A 7 l a nni prese parte alla campagna del 1813

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quale comandante m capo dell'esercito prussiano. Ferito a. Lurzen, si distin5e egualmente a Bautzen e ad Haynau, e battè i\.facdonald a Katzba.ch. Messo alla testa dell'escrci-to russo-prussiano (120.000 uommi) e ripresa l'offensiva ve1·so Dresda, passò l'Elba, battè Ney, Ma.nnont, e Bertran<l e marciò su Lipsia contribuendo a quella vittoria. Promosso fel<l-maresciallo, inseguì l'esercito francese, e, passato il Reno, entrò a Nancy riportando tlll piccolo successo a La-Rothière, Inorgoglito, continuò l'avanzata fra l\,farna e Senna, ma si féce battere a Champaubert, ed a Montmi.rail, a.rrischia.ndo di compromettere Je sorti della guen-a. Però gettatosi su Soissons, che si arrese senza c·o lpo ferire, potè proseguiro fino .vllc forti ,pos1z1oni · e.li La.on dove battè Napolco),e. Dopo la vittoria dì Arcis marciò su Parigi (31 marzo 1814) insieme a.gli Alleati; a.l ritorno di Napoleone (1815) fu nuovamente messo a capo delle tru.ppe alleate. Batt1.1to a Ligny, <love cadde da cavallo e fu crcdu tci morto, decise le sorti, tre giorni dopo, della battaglia di Vi'aterloo. Entrò allora a Pa,;gi per la seconda volta. Da Federico Guglielmo II fu c1·eata per lui una ricompensa speciale, ed ebbe l'onore <)i w1a st<J.lua in bronzo a Rostock mentr'cra. a11cora vivente.

Bluhm (Federico), Generale tedesco al servizio della Turchia (1822-1900). Nel 1851, dopo di a.vere lasciato l'e$eH:ito prus.sfo.no, fu nominato ù1segnante nell'Accademia di artiglieria e gen io di C0:,tantinopoli e ragg i-unse nel 1880 il grado di gene.raie di divisione. Fortificò Silistria; ideò una linea d i blokhaus in Creta nel 1867 ,per te.nere a fre1,o i Crci,csi; fortificò I~a1's, Adrianopoli, la linea di Ciatalgia.. Col suo sistema vennero tracciate le fortificazioni di Plcwna. Infine, ideò le fortificazioni dei Dardanelli. Lasi'.:iò varie opere di geografi.a militare. Blum (Giulio). Medaglia d'oro, n. a Vieuna nel 1855, caduto' sull' A1tipiano Carsico il 23 agosto 1917. Impersona il valore di quei nostri volontari, cui ,l 'età tar<la e i 1Tu1lanni non fu · rono impedimento a vestire la divisa. d i soldato e ad essere esempio ai giovani <li entusiasmo indomito e di valore. Nato all'eMero da patriottica fa. miglia italiana, venne .porta to <la bambino a lvHJanc e co111ipì gli obb.lighi militari -i n Italia, congedandosi da c~porwlc. Venuta la guerra contro l' Austria., benchè ormai sessantenne, chiese di essere richiam.atò a.Ile a11111i e fu soldato va lorosissimo. Ferito il 20 ot~ tobre 1915 sul monte Fortm, fu docorato di mooaglia d'argento e promosso per meri1o d i guerra sergente nel

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37° reggimento artiglieria d,1 oampa.gna; successiva.mente ottenne la nomina a sottotenente di :tvI. T, per merito di guerra, nel 32° reggimc.n.to. LI 22 agosto 1917, <lw·antc .la <lecima battaglia delJ'Isonzo, in Wk'l fase a rdua · dell'azione sulle ipendici settentrionali dcll'Herroo,da, cadde <:okpito a morte. La conce.5sione della. medaglia <l'oro fu degna conolusione di questa esistenza nobilissima di eroe:

re Soldato volontario di guerra a 62 anni, in breve raggiunse, per la costante devozione al dovere, pet· l'inestrngu ibile entusiasm0, per le prove di va.lore offerte e per i,l smgue due volte eroicamente versato, il grado di tenente. Fremente, per patriottfamo, del più alto spir ito guerriero, chiese ed ottenne di parte-eipare all'assalto con i fa11ti di una brigata. Po.,tosi alla tesla di un forte gruppo di v::t!orn~issimi da lui nobilmei1te aningati e elle lo avevano con entusiasmo acdamato degno di guidarli alla contrastata vittoria, egli li precedette con la b,rndiera in pugno, incita1ore magnifico ed eroico. Cadde colpito a morte, al grido "Cli «Savoia! >l (Pendici settcn trion'alì de.Jl'Hermada, 23 agosto 1917) .

Blume (Gnglielmo Giorgio 11011) . Genera.le e scrittore ,nil. tedesco n. nel 1835. Percorse la carriera d ello Stato :Maggiore e fece le campagne del 1866 e del 18701871. Fu poscia iJiscgn,unte di Storia mii. all' Accadernia di guerra. Fra le sue opere ricorderemo: << L 'esercito e la rivolutio11e in Francia dal 1789 al 1793 >> (1863ì; « La St,·ategia }) ( l882); « La costituzione delle nostre forze >l ( 189\1); « L'assodio d i Parigi 1870-71 >l, Ma il lòbro che lo rese noto in patria e fuori e venne tradotto in tutte le lingu~ f.u « L'iniziat.iva de i comandanti in guerra>>. Blumenau. Villaggio dell'Ungheria, presso u na stretta nella. quale passa la strada che dai p iani della. Thfarch conduce a Presburgo. Co11,battì,11et.to di Blmnenau (22 luglio 1866). Appa.rtiene a.Ila guerra tra -l a Prussia e l' Austria. Il passo cli B. era stato occupato dalla b r. austriaca Monde!, la <'j l1a.le venne assalita dalla divis. prussiana Fransccky. Questi assalì d i fronte col grosso, invimdo la br. Base -a.d avvolgere la. dr. austriaca per i monti. Frnttanto la br. }\fondei veniva soccorsa da truppe del 2° corpo. Vqso mezzogiorno, giunse sul campo la br. Bose, e nello stesso tempo ,parlamenta.ri austriaci annu.nda.vauo al generale Fransecky la tregua conclusa fra i due eserciti, e pertanto il combattirncnto termina.va.

- B.lumenthal (Leonardo von). Generale e scrittore m ii. tecksco ( 1810-1900). Partecipò alla. guerra del 1849 nei Duca.ti, alla guerra del 1864 in Ditnimarca, a.Ila guerra. d el 1866 come capo di S. M. della 2" armata, .alla guerra ciel 1870 come capo d-i S. M. della 3". Nel 1888 .r aggiunse il grado di feldma.resciallc ispettore e -t enne la ca.rica per dieci anni. F u valente stra.tega., tanto che gli sorittori francesi lo a.nte-

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pongono allo ste,,so gon, Moltke. Lasciò le « M emorie clelkt guerra 1870-71 >>.

B lundo (Francesco). Medaglia d'oro, n. a Napoli nel 1894, caduto- ad /\lambrezi (Albania) il 23 agosto 1918. Studente di legge all'Università d i Napoli, entrò, allo scoppia1·e della. guerra ita lo-austriaca, nella Scuola m iJ.Hare di Modena, donde uscì, nel novembre 1915, sottot. d i fanteria. Partito subito per l'Albania, vi fu promosso successivamente tCJ1ente e ca-pita.no. Jl 23 agosto 1918, dura.11tc la nostra avanzata sulla Ma,lakasu-a, attacca.to"da prepondera.11ti i orze _nemiche, -riusciva, 1con. Polocau ..

sto della p ropria v ita, ad arresta.re l'avversario. J' glorioso episodio è così ,iasstmto nella moti-vazione di medaglia d'oro: « P r epo5to con la sua compagnia alla difesa d i una importante posizione d'ala, sebbene attaccato da forze p,epondcran ti che minacciavano un aggira.mento, vi faceva valida resistenza, respingendo l'avversario con violen ta reazione e catturandogli una mitragliatrice. Attaocato di nuovo d a. forze nemidic p iù numerose., p ur sa.pendo -di non poter essere sostenuto da r incalzi, co1:traltaccava con ardire e singolare valore. ferito ,ttia p rima volta, continuava fonper territo nella. lotta, riuscendo sl ad arrestare il nemico, ma lasci,tndo, per nuova feril'a, eroic:i,men te ,fa vita sul oampo ll (Alambrezi- Albania-23 agosto 1918).

Bninski (Alessand-ro Conte di) . Ufficia le, tattico e scrittore polacco (1788-1831). Entrò nel 1807 al servizio della Francia, prese parte nel 1830 all'insurrezione polacca e fu eletto senatore; poi incaricato degli approvvigiona-menti per l'esercito. Puhblicò: <e Tratta.lo sugli esercizi della fanteria polacca >l ( 1810); « Trattato sulla cavalleria >J ( 1811). Boa, Grosso cilindro d i lamiera, completa.inentc chiuso da tutte le .parti, in modo da costituire un recipiente robusto, ma dotato nel.lo stesso tempo d i notevole spinta di gaileggiamc11.to che ne assicura la stabilità. Esso ha le d1.1e basi parallele alla superficie dell'acqua, e sostiene una grossa catena, che, partendo da apposito maniglione situato a l disotto della boa, va a toccare il fondo del mare. E' at lra.versata, nel senso della lunghezza., da un'asta di ferro che sporge con le due estremità nei due punti centrali delle superfi,ci p iane e termina con d ue robusti occhi nei quali sono imperniati i mani.g lion i. Dal maniglione inferiore pa.rte la catena, che, arrivata a toC<:a.re il fondo, viene innestata a due o tre a.ltre catene, le quali sono distese nel fondo con direzione a. 120° una dall'altra (se si t ratta di tre catene) o a diametralmente opposte (se sono due) e ta11mina.11.o con robuste a,n core a.d una sola marra, o can grossi massi di calocstruzzo fatti affonda.re con l'aiuto dei palombari i 1l wodo da assicumre un'ottima. presa sul fondo. Le boe servono per l'ormeggio delle- navi nei porti m i-


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litari: vengono disposte ia fila, a conveniente distanza fra <li loro. Giu ngendo all'ancora.ggio, la nave si reca in vicina.nza della boa e ad essa si ormeggia, assicurando la prnpria catena dell'anconl a l man iglione superiore d ella boa. Siocomc quest'ultima è attraversata nel senso della sua lunghezza d a lla bana d i ferro, le navi esercitano trazione per mezzo di q u esta d irettamente su Ila catena che va verso il fondo del 'inare, senza

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di Sp,tgna, m ir,u1do ad impadronirsi di Gra.nata, allestirono un esercito, e B . mosse incontro col suo ma fu lnttuto e fatto prigioniero. Abu i H as.sen, approfittandone r ien trò in possesso del trono. Senonchè Ferdinando offri a B. libettà e truppe per abbattere il padre, purchè firmasse u1, alto di vassallaggio alla Spagna. B. accettò il vergogno'l-0 patto e 11,arciò contro il padre. Ciò accese le <liscord ie fra i capi Mori e prnvocò l'assedio di Granata da parte di Ferdinando ed Isabella (1491). B. dovette arrcndasi; con lui termùmva la potenza 1110resca ,iella Spagna, durata 782 anni. B., ritiratosi in Africa., si pose: a-! servizio <le.l i'e di Fez e morl durante una. battaglia data. da questo principe contro l'imperatore del Marocco.

Boadicea. Regina della Britannia dei tempi di Nerone; dife;;e coraggiosamente il suo regno contro le vio• lenze romane; alla testa dei suoi Britanni, mosse contro i Romani, e in vari fatti d'armi (secondo Tacito) sconfisse ed uccise c irca 70.000 uomini fra Romani cd alleati. L'intera Br itannaa sa:rebbe stata perduta, se Paolino Svetonio, venuto a Londra con 10.000 uomini, non rcw.sse attaccato e sconfitto i Britanna. B . che si era battuta st.renuan,cnte, 4)iutlosto che cadere in mano dei Roman i, si avvelenò.

deformare la boa. Con le boe si realizzano vantaggi:

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1) maggior s icurezza di ancoraggio, risultan do la nave assicl1rata a 2 o 3 ancore, la cui presa sul fondo è stata ,bene eseguita e verificata. Quando il vento è forte la nave puµ mandare sul ma11iglione della boa anche due delle sue catene di ancora, avendo così m inor p robabilità di stacca rs i ; 2J prontezza d i manovra, specialmente quando si deve r ipartire, essendo assai pii1 facile e rapido lasciare la boa che salpare l'ancora; 3) r.,o,sibilità di ancorare in luogo geometricamente s tabilito, in modo da sfruttare per quanto è possibile lo specchio <l'acqua della rad a senza che le n avi, p er il gira.i del vento, si urtino fra loro; 4) possibilità di verificare periodicamente l'onneggio, assicurandosi della sua buona conservazione, e fac ilità -di mam,len zione, essendo 1c •boe mur. ite di p ortelii stagni che ne permettono l'acces.<;0 nell'interno.

In ogn i porto m ilitare csi,tono boe d i r ispetto ; ogni tanto s i salpa.no quelle che stanno da p iù tempo nell'acqua e s i sostitufocono con altre ben conservate. Quelle sal,pa tc ven gono picchiettate e ricJi,pinte fuori e dentro, e se ne sostituisce la l,unicra ,u-rt1gginita, che non darebbe p iÌI g-a.ranzia di buona conscrva2Jione e farebbe correre il pe1,icolo di vedere aITonda.re la boa per lo sfondamento di qualche lamiera troppo corrosa. Vi sono boe speciali che chiarnansi « cor pi mort i » per !a manovra. che sì fa n ell'ancorarsi con esse. L e boe p iccole prendono il nome <li gavitelli. Nelle carte nautiche che rip roducono i piani d ei porti, la ,posizione delle boe è sempre segnata e le boe sono numerate. Arrivando una nave in porto, viene scmpi·e comunicato ad essa il nu mero della · boa alla quale deve orn1eggiarsi.

Boabdil (Abu-Abdalla). Ultimo re dei Mori d i Granata, figlio d i Abul Hassen, contro il quale si ribellò (1481) caccia ndolo d a lla capitale. Isabella e Ferdù1ando

Boado Y Castro (Giuseppe). Scrittore mii. spagnuolo, (185 7-1900). Ufficiale d 'artiglieria, si occupò esclusivamente <li costruzioni d i armi. Lasciò molte opere, specialmente sui fucili. Boag- Leishman (G11.gliel1110) . Generale inglese medico, m. nel 1926. F u a capo de!!a Sanità m ii. della G ran llretagna. e si distinse particolarmente nello studio delle malattie tropicali. Bobbio (a,nt. Evo1d111n e Bobium). Comune in pH'vi.n cia d i Piace11J:a, sulla sr. della T rebbia., a.nt. fortificato, co:1 mura d i cinta r inforzate da. toffi, e castello.

Le antiche fortificazioni cli Bobb io

A . castello; B, porta clell a l\lOLta: e, porta di Genova; D, po rta ,li Masserat.o; E, porùa di Pia,cenza; l', st-ra.•

•tla per Pavia; G, convento; H, cllicsa Segui i destini ~id ducato di Mila.no cu i Ju,1gamcnte appartennc e nf'I 1748 fo cedu to dal!' Austria al re di Sardegna. I Bubbio P eU;cP. . Comune in provincia <li Torin'.). Nel


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16S6 (8 maggio) durante la guerra contro i Valdesi, un manipolo di questi difese ostinata.mente il paese contro le mil izie del <luca di Savoia. Mentre una parte di esse assalivano d i fronte, il regg. delle Guardie fu inviato, al comando del <:ol. Parella, ad agg irare B . per le a lture a sr. d el Pell icc. Bersagliato dall'alto con grossi macigni, malgra<lo le perd ite assolse il suo compito e B. f u preso.

Subbio Eugenio. Gc,nerale medico, nJto a Intra morto a Torino (18$1 -1918). Laureu.tosi in medicina e ch:irurgia a, Torino ( 1874), ebbe nello stesso a1mo la naini:na a so1'tot. lll)edÌCo ; diresse da ten. colo:n:ne!llo gli ospedaAi militaxi -d i Ancona e Idi Alessa,n dria e nel g,:a<lo di colonneJlo ( 190S) fu nominato cl1rettore di Sanità del II corpo <l'>crmata. M agg. generale nel 1913, fu ispettore di Sanità militare, parie- I oi•p ò alla grande guerra f (191S-17) e fu collocato in posizione ausiliaria n el 1917, raggiun gendo nel 1918 il grado <li ten. generale medico. Bobbio Va.lentino . Generale, n. ad Alessandria nel 1872. Sotto!. degli alpin,i nel 1892, entrò nel 1908 a far

p arte del Cm·po -di S. 1'I. e nel 191 t e bbe ,l'incarico di insegnante aggiunto dì Storia :}1,il,itarc presso la Ecuola di Guerrn. Partecipò quindi a,lla campagna dii guerra itrul.<Hurca (1912)e dur ante, la guerra mondiale a ll'imrresa d'Albania quale capo di stato maggiore d~J cor,po <l'occu,pazione, rìn1anendovi sino a mar,-zo 1916. Rientrato .i n Ital,ia, partecipò brillan temente alle .;J9c.ca.2,ioni ( 1916-1 7-18) rul e,oma,ndo dei gruppi a lpini IV e VI e si meritò 'Jlla mooaglia di bronzo come capo di sta to maggiore d i un corpo d'armata operante S!11l1' 1' ,,... , ·•1t~'arsicc (niaggio 1917) e la cr.,.,ie di oavaherc ,,~il'0rdine mllitare di Savoia_ per l'i'n<lirizzo sagace e fem10 d ato al funzion~o111ento <lei ·s ervhi quaJc intendente <l'annata. Coonandò dal 1921 al 192S la ,briga-la Livomo e nel 1925 fu n ominato coma.ndante dela' Accademia ivGlitare di Mo-dcna. Pubblicò (Roma 1910) uno studio: « Camttere ccl intelligenza nella funzione del comando militare JJ . 1 ~

Bobolina. Eroina greca, m. nel giugno 1825.' Era 1ma ricca vedova <li un capitano armatore trucida to da: Turchi. Energica. e robusta, nel 1821 armò a sue spese, prendendone il comando, tre navi per soste!lere la causa della insurrezione gre<:a. Prese pa;fe a ll'assedio di T ripolitza e al blocco di Na11plia. Fu uccisa in un ammu tinamento da un maxinaip greco perchè n on era sta to pagato, rn~tre la eroica mari!ù'tra aveva versato var i milioni d i dracme a l tc,oro della ir.a.i·iJ1a greca.

Bobr, Affluente di r iva destra del Narew ; militar-· mente saldava la linea del Narew alla piazza d i Gro<lno. Dopo la battaglia di Augustowo, i Tedeschi s i proposero appunto di tendere all'avvolgimento della destra delle forze russe schierate sulla Vistola-Narcw-Bug, su-

perando il Na.rew-Bobr tra Somst.ra e Grodno, 1::ia non vi riuscirono ,p er •l'c~istcnza deJ.la fortezza d i ()3so~ ictz. e p iù ancora dei pantani lungo le .rive <lei corsi d'acqua. La -linea Bobr-Nai!:Cw-J3ug costituì durante L1. guerra mondia:Je la base di p(ll'tcnza dcll'oifensiva nissa, pcr colpire da tergo la linea tedesca Angerapp-Laghi Masuri, e della cont roffensiva contro la destra delle colonne twversaric procedenti dall'anzidetta linea verso quella del ])\"ien,en. Il possesso dei punti di passaggio sulla linea. Bobr-Na.rew-Bugera necessario per i Tedeschi, per a ttuare la -d ivisata loro manovra accerchiante delle forze russe operanti in Polonia, in concorso con analoga offensiva austro-ungarica d ?.lla. Galizia or ientale. E data hi :natura pama:nosa delle due rive del Bobr-Narew, particolare importanza aveva il possesso dei ponti stabili per cui passavano le scarse comunicazioni tra la Prussia orienlaìe e fa Polonia. Tutt i questi punti di passaggio erano p iù o meno for t ificali, ed oltre a l campo trincerato di Nowo Georgiewsk, doppia testa di ponte e perno d i manovra a cavallo della Vistola e del Bug, si avevano le piccole p iazze di Pulti<sh, di Roshan, d'Ostrolcnka, di S0111stra e d i particolàre importanza per la sua posizione strategica e per le condizioni locali che davano _grande ·valore alla piau,a, quella di Ossowict:=.

Sobri kov (Nicola h-01,ovi.c) . Generale russo ( 18391904). Parteoipò alla guerra russo- turca del 1877-78 guadagnandovi il grado d i generale. I nviato ( 1898) in F inlan<iia con la :missione <li russificarla., vi introdusse lç leggi militari, e nccolsc vivo odio, -tanto da perire assassinato per mano <li uno studente .fìnlandese.

Bobruisk. Città forte s·.tlla Beresina inferiore, in corrispondenza deHa. ferrovia Vilna-Karkov. Nel 1812 fu. invano assediata da i Francesi. Nel 1918 ve11ne dai Polacchi s istemala a ò.ifesa, con testa d i ponte sulla riva sinistra, quando si sta,bilirono a difesa della linea della Beresina. F tt obbiettivo -d'attacco, :nella battaglia di Molodechno del luglio 1920, della XVI am;ata bolscevica.. e del gruppo Mozyr, operante per la destra d el fiume, per procedere poi all'avvolgimento da sud delle forze polacche.


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Bocca, Chiamasi bocca o boccatura la parte ante• riore dell'anima d i qualwique genere di arma da fuoco ossia il foro della canna, che, essendo cilindrica, è uguale in tutta la lunghezza di questa. Bocca da f1ioco. Nome generico delle armi da fuoco .Tion por tatili. Bocca (.11Ialattie della). Dal punto di vista medico.legale milita.re sono causa d'inabilità assoluta al servizio militare: 1° il restringimento dell'orificio orale e le aderenze delle guance con le gen,give, tali da disturbare notevolmente le funzioni ( a rt. 60 dell'Elenco A); 2° la m~canza o la ca.rie estesa o ·prnfonda di un gran numero d i denti, ia modo che quelli che rimangono s iano insuffidenti alla m<1st ioazione ta nto da provocare de-~a,dimcnl!o delle condizioni generali ; nei casi dubbi l'accertamento sarà fatto con osservazione in un ospedale milita.re ( art. 61 dell'Elenco A) ; 3° i vizi e gli esiti di ·lesioni del palato osseo o molle con perdita di sostanza; .i vizi o gli esiti di lesioni dei mascellari, ledenti perm a.o.en temente e gravemente la fun zione di dette parti (art. 62 d ell'Elenco A); 4° le malattie gravi e croniche del palato osseo e molle, le malattie gravi e croniche dei mascellari; tutte dopo osservazione in un ospedale militare e trascorso il periodo della ,·ivedibilità (art. 63 dell'Elenco A); 5° la perdita di una porzione della lingua, le gravi a lterazioni o esiti di lesioni della stessa, che producano notevoli d i$turbi funzionali (art. 64 dell'Elenco A). Bocca (e Barre e Barbozza). (Ippòl. mii.). L'arte di imbriglia.re i -cava lli ha avuto fino dai tempi antichi, - grande importanza nel campo i:mlita.rc, cd è fondata sulle condizioni della B e delle sue parti, Barre e Barbozza. Difatti il cavaliere domina la cavalcatura. col morso azionato d a lla sola mano sinistra, mentre la destra si difende e offende. La B. del cavallo milit. deve essere -dunque sensibile, tenera e fresca, ed a tale scopo deve avere giusta larghezza e gengive sottili e prive di escrescenze che impediscano a l morso la libera azione sulle Barre. Queste hanno per base i margini anteriori dell'osso masc~" 0 • 0 nosteriore, sul qua.le appoggia precisamente il Cli , ' " • rf\, E appunto in base · · . ..... ,...nto alla confor «:lei divers'. una gr~de 1u1v...,_ addestra.mento ed uso del cavau.,, è- di competenza dei comandanti d i squadrone o ""'··La Barbozza è quella depressione dell'osso mascella.re posteriorq a.I disotto del mento cd in corrispondenza delle Ha.~(e, rico,,e,·ta dalla pura cute; contro <li essa s'appoggia il barbazzale, che serve d~ punto d'appoggio alle leve del morso. Affinchè il ca.vallo risponda bene al morso occo:Te che la Barbozza s ia secca e r icopeiia di cute e peli fini. Nell'acquisto del ca.vallo militare da sella le Commissioni devono tener conto anche della conformazione della B. e relative parti. La B. ha poi un'importanza speciale nell'acqu isto dei quadn1pedi m ilitari, perchè dai denti, in mancanza <li regolari certifica.ti d i nascita, si deduce l'età dei quadrupedi stessi. Il solo caso nel qua.le dalla tavola dentaria della B. è d ifficile dedurre quale sia l'c:à del cavallo, avviene quando il dente è cc fa. _g iol-0 >) o cc begù » e cioè quando n on si consuma in ra_gionc del lavorio della masti_cazione. Le commissioni m i0

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lita.r i d'a.cq•Jisto <lei cavalli possono pero 111 yuesti casi valersi di a ltri dati chs:: sono forniti ,la.Ila B. s;e~:,a, e cioè dalla inclinazione e lunghezza del dente. Bocca da lupo (Port,'.ficazio11e). E' una. delle p iù antiche difese acceswrie dcHe fortifì.oazioni; se ne trovano ese1i-tplari fin dai tempi di Giulio Cesare, a<l esempio nell'assedio d i Alesia (52 a. C.); si chiamava allora « Lilium ». Le B. da L. consistono in buche tronco-<:oniche della profondità <li circa due metri, con piantati sul fon- do uno o due paletti verticali a punta ~guzza. Sono scavate vicinissime J' una alJ'a lu·a, e con gli orli a fior di terra, in mode che non si scorga no in lontananza. Costituiscono uno degt ostacoli più insidrinsi cid Ì!n:transHabili ne:ll'attaoco a una posizione fortificata. Cesal'e -p er il « Lili~m >J teneva le seguenti misure: diametro della bocca superiore, m. 1.80, profondità ed a ltezza del p1lctto pure 1.80. Bocca degli Abati. Fiorentino che conibattè coll'esel'• cito Guelfo a Monta.perii. Corrotto con danaro dai Ghi1:Jdlini, tagliò a tradimento la m:ino a l r.apitano Bocca dei Pazzi che teneva l'insegna della Ca.valle,;i .... del Comune di Firénzc. Ciò indu<;se la cavaJleJ:ia. e il popolo a sha.ndarsi, ritenendosi traditi dai loro e dai Tedeschi, e provocò la sconfitta. Bocca di Lupo (Geogr.). Questo nome è generalmente usato per indicare l'angusto -passa.ggio o gola che trovasi nei p.ressi del golfo di Lamia fra il mare e le montagne. Sono le gole wlcbri delle « Termopoli », difese <la. Leonida contro Serse. 'Bocca Pfot:ro. Generale, n. e morto a Torù10 (1818-1868). Nel 1837 era ten. d'artiglieria. Paate·1~1 1848-49; nel

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Bocca Tcn.;su.1. v cuende, n. a ì-Uoine l ' \1t.:.~~ -m. a Verona (1S25-18Ji) . Sottot. di fmllctia nel 1845, partecipò alle campagne del 1349 e del 1859, meritandosi la. -croce di cav. dell'Ordine mi;!. d i Savoia a Palestro. N ol dicembre 1860 fu nominato ·d irettore del'la Scuola d'Applicazione del Corpo di Sta· to Maggiore. Comandò da colonnello il 56° rc,gg. fanteria e 11el grado di magg. generale (18,70) fu successivamente comandante delle brigate P-arma e Calabria, della 1' brigata della d ivigione milita.re di Torino, della 2' brigata della 3" divisione d' i.struz.ione, della 1• bri-


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gata della d ivis ione di Milano e <lolla 3" briga.la d i fanteria. Raggiunto il grado d i ten. generale (18ì7) comandò le divL;ioni di Perugia, Firen;,,~ e Ba.ri cd H VII corpo <l'amiata ; n el 1890 entrò a f ar parte del Senato <ld i<.~gno.

chi e i pirati ba1·bareschi. Costretto a rinunciare alla caricai. nel 1344, rimase esule fino a.I 1351, anno nel quale rimpatriò cacciando da Genova i Visconti di Milano e riprendendo la. dignità. cli Doge. Morì nel 1363.

Boccabianca (Oliviero). "Capitano <le\ sec. XIV,

m . nel 1372. Fu manda to da Simone in wccorso di Alfonso XI, re <li Castiglia, nel 1340, e nominato da que-

di Ripatransone. Cadde combattendo sotto le mura <l i Ascoli, nel 1362.

,i.

Bocca~i (Giorgio). Genera le, JJ. ad A,cemo (Salerno) nd 1872. Sottotencnlè d',u·t. nel 1892, partecipò alla campa.gna d'Africa (1895-96-97) e a lla can,pa_gpa italo - t·,1rca ( 1911-12) meritandosi la mcd. d i bronzo per l' opera svolta a Tripoli e a<l H enni. nei 'lnesi d i noveinbre e dicembre 1911 Partecipò a.Ila guerra. del 191Sl918 con f1Uizioni di uffi •ciale di S. M.. prima, po: come comand ante di l,riga l,a. L1 ta.k cornando si meritò la. croce doU'Ordin( mililllre <li Savoia ne:lle operazhmi <lel Col Mos:hin e Col Fen ilon ( 15- [6 giugno 1918) e nnJ medaglia d'argento per la mirabile condotta delle truppe della sua briga ta alla conquista. di forte e importante posizione a Col del l\liglio (2 luglio 1918). Nel 1920 fu colloc.:to in pos izione ausiliaria speciale a. sua. domanda. Boccalandro (U'.go) . Genera.le, n. a Voltri nel 1867. Sottot. degli alpini nel 1888, fu decor ato di med. d'argento a l va.lor civile nel 1890; partecipò alla ca.mpa.gna d'Africa <lei 1895-96, e a. q\1e!lh1 italo-turca ( 1912-13) dur·aHte la ,~ualc s i meritè la. ,promozione a. maggiore per tnerito <li guerra; ri• con fermò il suo vaJore duranti; la. guc:na 1915-lS. ri.1jorlando due ferite ed oucnend<l wia ,:1c,l . <l'a,gc:nto a,l valore; come cornan<lante di reggi11ne_ntc n cll'azio11e ,i ; M. Lcmer.fe (17 giugno 19 16) e la ero• cc di cav. dell'Ordine militare di Savoia come comandante detla brigata A· veltino, d urante l'offensiva austd-aca del P iave (15-E giugno 1918). Yei combattimenti del giugno 1918 i due reggimenti della sua brigata ebbero la mccL"tglia d'oro a l vafor militare. Sei 1920 fu collocato in P . A. S ., e nel 1925 fu rkhiamato in servizio e nominato g iud ice s u ppl<;nlle del T rihuna,!c Supremo Militare.

Boccanegra (o Boccanera) . Famiglia genovese, dalla quale uscirono valen ti ammiragli. Simone Boccanegra. Fu il primo Doge di Genova (1339); comba ttè i Doria, gli Spinola, i Grima.ldi e i Ficschi; ma ciò non lo distolse dalle lotte contro i Tur-

Egidio (o Gillo) Boccanegra. Fratello del precedente,

sti ammiraglio riportò <lue vittorie con tro il re del Marocco e una contro i Portoghesi alla foce del Tago; ebbe grande parte nella presa di Aigesiras ( 1344) e fu fatto wnte <li Palma. Con l'Egidio navigarono Ambrogio, Lanzerotto e Bartolomeo Booca.negra, ,;uoi stretti parenti.

,h,brogio Boccanegra. Ammiraglio del sec. XIV. Fu al servizio della Spagna , e passò nel 1347 a. quello della Francia., con -contratto firmato a Parigi il 27 gennaio, in cui si impeg1:ava di condurre a Filippo IV una flotta di cui facevano parte due galee e quattro legni sottili arrnati a Genova. ~Tentò, rr1a invano, con J2 galee e 70 navi di soccorrere Calais ; n el 1371 sconfisse !a flotta inglese del P em brocke <lavanti alla Rochelìc. Giovanni Battista Boccanegra.. A,mniraglio, figlio di Simone, m. nel 1401. Prese il .c omando dii Gencwa che si era r il.iellata ai Francesi, ma questi, comandati da.I Boucicault, domarono la. rivolta. e fecero decapitare il Boccanegra.

Boccapianola (Lucio). Cavaliere gerosolimitano, valoroso ca,pita.no del secolo XVI, n. d. 1'apoli sull<1. iìne del 1500. Si segnalò in va, ie cxcasioni, raggiungendo il grado d i maestro ùr campo. :,Yfo.rì all'assedio cli Vercelli durante una sortita, nel luglio 16J6, BoccapoPto (o Boccapol'ta). Chiama.nsi boccaporti t-utte le aperture praticate sul ponte orizzonta.le delle navi, che servono ,p er accedere ne i locali inferiori. Sono muniti tutt'intorno da. un a lto batten te, che impedisce all'acqua di penetrare 11ell'interno della nave quando, per una ragione qualsiasi, abbi:t invaso il ponte ; e di relativi po1ielli, che permettono la chiusura ermetica. (stagna). Quando sono praticati sui ponti corazzati, i portelli sono costitu iti con p iastre di corazza dello stes.so spessore del ponte. Per facili tarne l'apertura e la. chiusura., d a to il p eso rilevante, i portelli corazzati sono muniti d i contrappesi. Quando i boccaporti sono sul ;:>onte superiore e servono al!'aa:esso d elle persone, vengono ricoperti con una rin.ghiera munita d i tcnd,t che p rende il nome <li << tambu,ggio ,1 o <( carrozza >>. Se invece il botcapor to .serve .soltanto per dare a.ria e luce a i locali sottostanti, s i chiama osteriggio . I bocca.porti cl.I i,iccole dimensioni si chiamano boccaportelli ed hanno in genera.le forma circolare. I boccaporti dei depositi munizioni sono spesso di strnttura speciale, che impedisce ad essi d i rimanere a perti, se non nel!' istante p reciso in cui sono attravers:iti clall'ordegno cbe '})Orla. le car iche o i, proiett.i. Ciò è fatto allo scopo di e,itare che le .fiamme create da incendi esterni o scoppi even tuali, possano propagarsi ne lf interno dei depositi munizioni. I portelli di questi bocca.porti s i chiudono sempre dall'esterno verso l'inlèrno, in modo ch e una esplosione estern a. che tenda ad aumentare la pressione d ell'arnbie1n.te concorre a chiu dere ermeticamen te le por te, anzichè ad aprirle. Qoccara. V. U sbekistati.


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Bocca Trabaria. Passo dell'Appennino ToscoIllarcbigiano, che mette in comunicazione l'alta valle del Tevere con qucl!a del :Nietauro. Vi passa la grande arteria che mena d a Borgo S . Sepolcro, per Urbino, a Fano e Pesaro. Boccatura. Vocabolo adoperato da scrittori m ilitari italian i d e' secoli passati, •i n luogo <li calibro, voce francese. Boccheciampe (Gianfranf;csco di) . Corso di nascita, nel 1799 in Puglia prese il comando di numerose bande contro i Francesi, ma scontratosi con loro presso Casamassima venne sconfitto; .riparò a Br indisi, n el castel-lo, ma do vette arrendersi. Un Pietro Boccheciawpi ne.I 1844 si unì a Cotronc alla. sp edii,ione dei fratelli BaJ1dicra: ma li ~mdì, a bbandona,n doli e demmcia.n<loh a lla polizi:i borbonica. Bocchetta. L 'estremità superiore del fodero <l i un'arma bianca che ne sia ,provvist,t; ha due mol!clte laterali prolungantesi lungo il fodero dì pochi centimetri, che servono per s tringei-e la lama perchè non sfugga facih11ente dal fodero. L a bocchetta- serve anche a u-attcnere le stecche di legno o ,le st.riscie d i cuoio mes~c n el fodero all' in terno per proteggere e sistemare la lama cù attutire i ru:nori prodotti dallo sbattimen to; nel portare l'arma, tra lama e fodero, quando que,;to è tutto d i metallo . l'asso dell.a Bocchetta. Col!e <lell'AppCJm ino L igure c:,e mette in comunicazione la va.Ile della Pok cvcra con quella <lei Lemme (Orba) s ul la grande strada. Novi-Geno-ia i:clt. ii9). Fa sistema col C<.>11-e dei G iovi, e<l è ritenuto uno d ei più comodi passa6gi fra la pianura d i Alessandria e la Riviera L igure. Era fortificalo da antica òata, -con ridotte e batterie, Fu forzato n el L746 dalle truppe imperiali, q uando si aprirono la via su Genova comanda.te <lai genara.le Browne. Nel 1747 veru1e un'altra. volta superato dalle trU'!)pe austriache col generale Sohulen burg. I Francesi nel 1796 lo p resero, piombando sdl'alf, sinistra dcll'eseroito d i Beaulicu. Nel 1799 Joubert ebbe di nuovo a passarlo con le sue truppe nella marc ia. d a Genova a :\'ovi. N el 1800 (9 aprile) gli Austriaci, condotti da Hohcnzolle1·11, lo presero ai Franceé togliendo loro sette batterie d'artiglieria.

Bocchìardo di San Vitale (conte M'.assimiliano). Il'1edaglia d'oro, n ~ a P inerolo (Torino) nel 1805, m . ad i\k~sandria nel 1856. Ufficiale dell'esercito piemontese, d i nobile cd illustre famiglia. Entrò, undicenne appena, nella R. Aytadcmia 1\-f ilitarc <li 'I orino, uscendone sottotenente nei Granatieri G ua.rdic nel 132ti. Con la proD~ozi,:mc :t 1nagbiore~ nel maggio 1848, .p assò da.i gnt.na1icri a.I 1-i-0 rcggin1e11to fanteria., col qua le, in

un o 3conlrn sostenuto presso il ]v[ontc Baldo CO!l soverchia.nti for,,e austriache, gua<lagnò la medaglia d'ore al valor miìita;·e. Fu quindi tenente colonne Ilo nel 13° fa.nteria e successivamente, nel 1853, colonnello, coma.ndante d i J·ettc

reggimento. Colloca to in d isponihllità nel 1356. morì E cco la motivazione d i rnedagli,i d 'oro: « Per a\'er e col 3° battaglione del 14° reggimento fanterÌ>\ ed una com pagn ia d i volontari bersaglieri torinesi sostenuto con eroica fermezza l'u rto di Lremlla Austriaci, ricacciand oli po i shio al di là di Ferrara <li Montebaldo >> (C orona, 18 giugno 1848).

!POCO dopo.

Bocchie ri (Emilio) . M edaglia d'oro, i i. a Ragusa lnfcrior,:; ne l 1894, caduto a Breda d i P iave .nel 19 18. Uscito da lla Scuola :Militare di ·M odena col grado di sottotenen te, poch i giorni ,prima della dichiarazione di fu a:.-:se.~1wto a '. 4° regg-imcnto fanteria (bri-

gu,~:rr;t,

gMa P itmon te). Tra~forito poi n el :?01" reggimento \ t,,,igata Sesia) fu in esso pro;no;so tenen te. Con la. promoz ione a capitane passò nei mitraglieri, ed al ~omornlo della 1394" comv~gni~ 1nit raglia trici prèst:

parte alla batt,t~lia del P iave, dove la,$CiÒ h vita, h: un nngnifi,~, epiqc.,dio, cos' riassuntv nelb. !Hùtiva;;icnu. , li ~11ed :tgiia d'o.r e :

« Comanda_;:;tc <li una compagnia mitragliatrici, dopo tenace rcsistcaza fatta con la propria compagnia, ricevuto l'ordine <li ~"Postars i in una località ove ·i l · nemico a.veva rotto la nosu·a linea, vj trascinava i su-o i mitraglieri, e, presa posizione col1e armi, respingeva J'av~ vcrsario. Attaccato novella-mente da forze superiori ed accerchia.Lo perchè i nostri reparti laterali avevano ceduto, per un gioi'no intero, fulgido esempio di tenacià., resisteva strenua111en te, infiammando con atti di valore cd eroismo i suoi uomini. Serrato da presso, presa per5onalmentc una m itragliatrice e postatala. allo · scoperto sull'argine, lllitragliava a bi"uciapelo il nemico e lo ,rica:e-ciava, f:nchè, colpilo a l petto, cadde gloriosamente sull'arma>> (Breda <li P.iavc, 15-18 giugno 1918).

un:i.

Bocchino. E' la fa~celt.a che tiene ùnita la canna d el fucile alla cassa, nel punto p iù vicino a lla boèca. è-folle a rmi moderne sul bocchino è ricavato anche il « fermo >> d i sciabola baionetta. Il bocchi110 fa partè degli ogw:tti ·che s i chfama.no « fomime.nti », :1eUe armi a it:OM co rpori.atili. l'eT meuc . cli una_ chi,~ciola , praticata in esso lon.gitu<linalmentc nel senso dcll',i,sse dell'arma , si fo,sa l?_ ,bacchetta nel suo canale con un'avvi, ta tura. Il bocchino è fi.ssato alla cassa per mezzo di una. vite. Bocciarelli (Gaetano) . Genera le, n. a Seravézza, m. a F irenze (1838- )908). P a.rtccipò da sottot. di fanteria alla carnpagn a <lei 1869 e a quella d'Ancona del 1860, meritandosi una med. di bronzo a :d. Pelago e :M. Pulito. Pa.:-tecipò inoltre alle campagne del 1866 e del 1870 ; nei gradi d i tenente colonnello e d i colonnello ebbe il c omando dei d istretti militari di Livorno, Tarauto e Catanzaro . Collcx:ato in posizione ausiliaria, raggiunse nel 1905 il grado d i 1nagg. generale n~ll(l riserva.


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Bocciuolo. Cosi chiamasi nelle pistole a rotazione quella specie d i leva, che, spinta in a lto, per effetto della p ressione d el dito sul grilletto, va a p remere di sotto in su contro uno dei denti inclinati dell'anello poster iore d el cilindro, obbligando questo a rntare di un sesto o p iù o meno di giro, a seconda che il cilindro stesso contiene sei o più o meno camere per cartucce. Abbandonando col dito il grilletto, il bocciuolo r itorna automaticamen te nella posizione inizia le ed il c ilindro non muove dailla posizione p resa. (V. Capsula) . Bocco I. Re di i\fauritanLa·. Seppe tergiversare Ira i Romani e Giugur ta, quantw1que questi f osse suo genero. Nel 108 a . C. finse di appoggiare Giugurta conlro Metello, 11ell'i!rn10 seguente solledtò con C. Mario relazioni amichevoli co·: Rornan.i, ma lL"1Ì le sue forze con ·quelle <li Giugurta assalendo i Romani dai quali però ve:me ~confitto. Inviati d alle due p:irt' a)a.rlame.nta.ri, i Ror.1ani Silla e M anlio mutaronc radicalmente le idee di B., che spuii a mbasciatori a Roma,_e· poi vi i,wiò Giugurta., il qua.le venne fatto prigioniero llù6 a. C:.); B. divenne a llora a!leatç <li Roma e vi~,e in pace nel suo regno. Bocco ll. Re di Mauritania, m. nel 33 a. C. Nel ,;9 a. C . fu confeTmato re, col fratello Rogod, da Giu-

lio Cesare, che aiutò nella guerra africana. conquistando Cirta, capitale di Giu,ba, costringendolo ad abbandonare Scipione. In compenso ne ebbe da Cesare p a rte dei domini <li Ma.ssinissa, re <li Numidia.. Nella guerra civile parteggiò per Ot:av-iano con tro il fratello Ilogod, e ne ottenne l'intero r egno sulla Maurita11ia. (38 a. C.).

Boccone. E' queila quantità di fieno, filacce, zolle di terra, cor<la. usata, ccc. che si metteva a nticamente nelle artiglierie ad a vanca.rica sopra la polvere e sopra la palla. Il boccone per i fucili e per le pistole ad a1•ancarica · era fo1,mrutc> dalla car~a della. cartuccia stessa con la qt1a.le s i carica vano. Gli ant. artiglieri adoperav<UJO l'argilla quando cancavano i cam1oni a pa.ila infuocata; se ne faceva allora w1 blocchetto, detto « boccone di toppa.glio >>, che ~i introduceva nel cannone, ma aveva il d ifetto di imbrattarne Lrnima, tanto che a,1dò presto in d isuso e fu sostituito da un cilindretto <li legno, detto «zoccoletto» . Boche. Der.omùrnzione del gergo francese sorta durante la guerra monclia.le 1= indica.re « il Tedesco>>. Ebbe un'c.;;pressionc di odio e di svregio e fu popola rt anche in Itaiia.. De, ;'1-·ava dalia parola pure fnncrsc cc Albochc >l che proviene dalla concisione di « ~llemand >> e « boche » (o «buche>> ceppo) significanti « Tedesco testa d i legno >). Tale parola ebbe una consacrazione ufficiale in un d ispa.ccio del generalissimo Foch, quando nel 1918 telegrafò: << Le boche est arreté » . Boçher (Carlo). Ufficiale e ~cri!tore m ii. francese (1816~Ì908). Prestò servizio nell'esercito coloniale dal 1849 al 1855. Fra le sue pubblicazi<)ni ricoràiamo: « Lei-

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te.re e ricor:di militari, Africa cd esercito d 'Or-i en te ». Un fra tello del precedente, Emanuele, generale (18181885) fece le campagne di Crimea, d'Italia e del Messico.

Bocholt. Città della Prussia, nella Westfalia sul!'Aa, dove, !lei 779, si comba.ttè una batt<1.glia. che appartiene a u na -delle ribellioni,.d ei Sassoni contro i Franchi. Vitichindo, a iutato da bande n ormanne, raccolse i Sassoni sotto le sue bandiere e marciò ~ul Reno. Carlo Magno, cbe tornava. dalla Spagna, inviò truppe contro i ribelli, e ·quest i a. B. ve,rnero sbaragliati: Vitichindo si r ifu_giò in Daqimarca. Bocskay (Stefatt0 f,,-incipe di). Condott ie,o della Transilvania ( 1556-1606). Le cru<leltà del gcn. a ustriaco Basta e .le persecuzioni contro i protestanti, lo misero a lla testa della sollevazione ungherese ( 1604). Egl i r ior~ gan izzò la milizia degli << Aiduchi » t vinse ripetutamen te gli Austriaci; fu procla,ma.to principe dell'Ungheria. Il sultano Achmet I lo appoggiò contro l'imperatore, che dovette trattare con lui la p ace di V ienna ( 1600) as.sicurando Iibertà. di religione. Bode (Emilio) .· Ufficiale, costruttore di bocche da fooco e scrittore ( 1835-1885). Nel 1876 inventò un morta io di piccolo calibrn per d ifesa ed attacco d i piazze forti. Fece parte d i commissioni per collaudo ed acquisto di a rtiglierie. P iù tardi si occupò della costruzione d i u na vite a doppia accensione, e fece importMJli ricerche ;nrlle p-olvc-ri <la fuoco. Fnt i suoi s~ritti w no da rìco1xlare lt· « Ricerche sulle polveri in Prussia dal l 86r1 al rnso >> ( .Berlino 1881). Bodegrave, Borgo dell'Olanda sul Reno. Nel 1672, il 28 novembre, fu pt·c&'t d 'assalto dai Francesi condotti dal duca di Luxemburg e abbandonata a l saccheggio, per a~ere osato di resistere alle armi d i Luigi XIV. Bodeo. Ideatore ,di una pistola a rotazione od a Cil·indro rotante, che venne. adottata n el 1839 da.ll'lta lia per g li ultìcia li, chiamandola .« Modello 1889 »·: peso kg. 0,9 IO, lunghezza 23 cm. calibro mm. 10,35, funziornun en to continu o ed iJ1termittente ; a sei colpi. Particolare della p istola Bodeo è che per -caiica,rh1. basta ab-

bas.:;are lo sportello : in tal modo, un p iolo di questo scorre ne-Jl' incavo dell'a.pi;cnd icr; del cane e la -comprime cont,r o 11 c:-me stcsw ottenendosi così, cbe, .tgcndo sulb. coda <Ì·!.l grilletto, questa fa lur..zion<1.re il bocciolo ( mentre it ca."!e rimane fermo perchè la cresta leva non contra 5la pfo coll'appendice) perciò il cilindro ruota, e rende così poss ibile il SUlCe~3ivo carica.mento dell~ ~ei camere. I l meccanismo è G-Ol'Uplice e robusto; con la sola- pressione clel dito su l grilletto s i spara e si ri.:arica l' arma per effetto della rotazio!le del cilindro. Però, per lo ~forzo del <lito, dopo i p rùni colpi, l'arma facilmentetrema cd il puntamento riesce difficile. Per scaricare il .cilindro d ei bossoli o delle cartucce, l'operazione è a l-

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quanto lunga, dovendosi ad ogni camera spingere la lxu:chet ta volta a volta per l'csµttl~ione . L',rnma si scompone e ricompone senza a iu to d i cacciavite od altro. Questa pistola non è più ( 1926) in distribuzione a gli ufficiali, ma solo ai .militari di truppa specializzai i c<f ai sottufficiali. Fu adoperata tanto con cartucce a polvere nera e µa lla. <li p iombo, quanto a polvere bia11ca e· ;,allollcla r ivestita.

Bodine (Costantino). Re d i Serbia (m. 1102). Sotto il regno di suo padre )licliele, cacciò i Greci dalla Dulga,-ia e si proclamò re di quel paese. Nel 1075 i Gr~'Ci lo fecero p rigion iero. Ritomato in patria, nel 1080 11s urpo 11 trono a s uo zio l,ado;,la.·: ed i11gr,111<li il regno a spese di Costantinopoli. Bodon (El), Borgo della Spagna. in prov. di Sala 111anca. Nel 1811 (25 settembre) vi avvenne uno scontro fra la divis. del gen. francese Montbrun (avanguardia. del maresc. l\lannont) e una. grossa ,·ctroguar<lia angloportogb~e. :S:ella fazione si d istinsero gli Italiani del 28° cacciatori a. cavallo e del 113° di linea.: fu specialmente pei· opera loro che ai nemici, sgominati e 1)ost i in fuga., venHero tdlti qu:i.ttro cannoni. Bodrez. \'illaggio sulla sinistra dell'Isonzo, tra. Auzza. e Canale, di fronte ad Ajba. Durante l'offensiva italia.na del maggio 1917, vi fu costituita, con compito esscn,-ia lmente dimostrativo, una piccola testa d i ponte, ad opera d i trui:,pe della. 47" divisione (37° bersaglieri e battaglione alpino monte Ccrv;no); la. testa di ponte, formata nella notte sul 15 maggio. fu ritirata il giorno 19. Bodria (Primo). Generale, n . a Mezzani (Parma) rwl 18SS. Sottot. di art. nel 1875, resse da ten. colonnello la carica di di.rettore <l'artiglieria di riacenza. e comanc!ò da. colonnello il 20° reggi.memo di. artiglieria da cam pagna. Promosso maggior generale nel 1911, fu nominato coma ndante d ell'art. da fortczla d i l{om,t e p rese parte col grado <li ten. genera.le a!l,t camp1gna d i guerra 19 1S-1916. R esse dal 1916 al 1918 la carica di comandante della d ivisione territoriale di Ravenna, poi andò in posizione ausilia ria e n el 1926 a ripo.,;o, Bodt (G·io;,,ann·i d i). Generale e architetto militare francc.,c al sc1Yizio della. Prussia (1670-1745). Abbar.donò la Francia in causa dell'editto di Nantes cd entrò nella. Scuola. dei Cadetti olandese. Xd 1700 entrò

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a.I scrv1z10 della l'russia, dove costrnì l'arsenale di Berlino, e la fortezza di Pots<lam. Promosso generale, prima fu addetto a.Ile fortificazioni, poi fu ispettore generale del genio militare, e direttore delle costruzioni militari in Sassonia, do,·e prov\'idc alle fortificazioni. di quella ca.pitale.

Boedromio. Appellativo dato ad Apollo, venera to in .lloezia. ed in molte altre parti della G recia come di\'inità marziale, atta a. porgere aiuto nei pericoli di guerra. Boe heim (Va11dalino). Ufficiale e scrittol'C mii. aus triaco (1832- 1900). Prese parte a lle campagne del 1859 e del 1866; poi fu insegnante e comandante di Scuole è\Iilitari. Fra i suoi scritti ricordiamo: <e !lfanuale storico sulle :i.nni ». « :Maestri dell'arte dell'arma.iuolo dal XI V a.I X VIII secolo » . Boeing. Aeroplano blii:dato in dotazione (1'.126) p resso l'aviazione militare terrestre degl i Stati Uniti d' America; triposto, cellula biplana, ooàa nv.moplana, fusoliera in tubi <l'acciaio bLi.ndata nella. parte nnteriorc fin d?po il posto d~I mitragliere. Il motore i: monta.te. in 3.}to i!l 1n,x1o da pcrmcu cre un terzo posto di m iu~1gliere sotto il motore rnn ti.rn in avanti ed in basso. L'a.1110 1nitraiiliere è nella fusoliera in torretta. La. blindatura è costituita da la.mier-a. in acciaio di mm. ~ di spesscre. Boe mia. V. Cecoslovacchia. (Per la guerra del 1866, V. Unità) (1" Guerra dell'Unità Germanica). Boeri (Guerre dei). Nel 159!- una squadra. olandese sbarcò nella baia della Tavola fondandovi una colonia, ma nel 1620 una flotta inglese scacciò gli Olandesi issando nella Città <lei Capo ,la. bandiera britannica. Nel 1651 un'altra spedizione olanckse s i stabilì al Ca1,o di Buona Sperru1za, cd invano gli Inglesi tentarono scacciarncla. La colonia divemò fiorcme, si estese sempre pii1, resi,tendo a tutti i tentativi dcll'Inglulterra ed alle rivolte <lcgli indigen i, fino a l 1795, allorchè gl i lnglesi, approfittando della guerra civile sorta ncil:t. coloni:i. fra Olamlcsi e Francc~i, la invasc·ro in di\'crsi punti. Xel 1802 fu firmata. la pace ad Amiens, 0011 la. restituzione

Ponte 111 barche a Bodrez nel 1917


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<lella colonia all'Ola.n<la, ma nel 1806 la guerra fu l'irxresa fra l'Inghi1ter,ra e la rt1pubblica batav,i. L'8 gennaio 1806 il cannone della flotta inglese d isperdeva la p iccola truppa ola.n<lese che, rag~ruppata ai p iedi òel monte Blaawber g, tentava un ultimo sforzo per salvare l'indipendenza della repubblica batava. Venti giorni dopo la bandiera britannica sventolava sullo storico castello ddh Città del Capo. Il territorio venne dich iarato possesso della Gran Bretag;,ia, confermato da.i trattati del 1815. Gli Olandesi, o Boeri (da Bocr, contadino) come furono poi,chiamati, erano a:llora circa 21 mila, divisi per fa.miglia e sparsi nel territorio dei qua ttro distretti, che attorniavano ,l a capitale d ella colon ia . Quasi ogni famiglia possedeva va~te proprietà nel cui centro stava il « La.ager >), un recinto quadrato formato da un muro in mattoni entro il quale era la casa e veniva.no ricoverati il gregge e gli schiavi ottentotti. La venuta degli Inglesi turbò queste con<lizioni <li vita patriarcale dei Boeri, dai quali si pretese l'.bbolizione della schiavitù e l'obbligo d i conoscere la lingua d ei dominatori. Dopo var.e proteste, essi decisero d i emigrare e da l 1835 cominciarono l'erndo a migliaia verso l'in tc1·110, a.I Nord de,l!a colonia. Valicarono .J'Orange, parte _stabik.ndosi nell'alta v,tlle del firumc, ,parte proseguendo verso il Viaal, i monti del Dm.go e la va:lle <ld la Tt1gela, nel Nata!, comba:tte:ncki contro gLi in<ligeni 11:atabele e Zulti. N cl 18~8, 120 Boeri, spintisi fino a,i confini degli Zulù, potente tribù del N atal, vennero da questi att,·atti :.n una imboscata e sterminati. Dopo d i che i Zalù si diedero a razzia.re le fattorie, compiendovi rovine e stragi. I .Boe.i, tosto riunitisi in b uon numero. coa l'aiuto <i i

SITUAZIONE ALL' INIZIO DELLA GUERRA =□510=:::1:1: qo=:::J11 o Km. f'S Boeri D Inglesi ob:b..= a ltre tribù i.ndi;1enc, mos;ero ~OJltro i 110mici, ma ncll'attraver.;are la Tugda fanmo alfa. loro vo!t'l. ooq,resi e massacrati. Sorse allo,ra Andrea P retorius che, ,d isciplinati i Boer i sotto i suoi odini, -~n 4$0 uon1ini a c:tvallo con. alcun i cannoni. con pesanti ca.rri che nella notte &crvivano a cin gere il campo, p artì il 16 d icembre 1838 da Kronsta<lt, e si incontrò sulle rive del fiume Muhlatuzi con 1500 Zulù comandati dal loro capo Dingaan. I Boeri, trincerati dietro i loro carr i, ne infransero col .fuoco la bai·bara irruc.nza.. D ecimati, i Zulù dovettero ac<;ettare come re l\1upanda, fratello d i Dingaa.n e antico d ei Boc,ri, a l qua le venne assegnato il territorio fra Umbolozi e la riviera di S . John s. Dopo questa v ittoria, i Boeri proclamarono nel N ab.I la 1·epubbiica di Nata:lia; ciò turbò gli Inglesi che, insediati a Durban, vedendo in pericolo le loro mire sul Nata!, negarono di r iconoscerla. Il Govemo del Capo inviò trup pe che dapprima furono •battute d ai Boeri, i qua.li assediarono anche Port N a tal; ma nel 1840 sbarcò w1a _ forte s p edizione inglese e, dopo una al ternativa d i vittorie e sconfitte, i Boeri vennero resp inti l'8 agosto 1840. Il Nata! venne dichiarato colonia. u1glese ed i Boeri, comprendend o ehe vani erano i loro sforzi di fronte ai poten ti mezzi dell'Inghilterra, si ritirarono da,ppr;ima_sulle alte v-aUi, ,poi valicarono il Drachensberg e si .stabilirono f.ra ·l'Orange, il Waal e il Lirnpopo_ nel 1848. Quattro anni dopo l'Inghilterra riconobbe l' indipendenza d egli Stati formati dai Boeri col titolo d i « Stato libero d'Orange » e di « R epubblica S ud-Afrkana (del Transvaal) l). Ma nell'aprile 1877, un commissario inglese, appro1


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fittando delle discord ie intesti11c del Transvaa l,. delle sue strettezze finanziarie e della stanchezza prodotta fra i Boeri ~:!alle penose guerre con tro gli indigeni, invase il territorio , Jella repubblica e vi proclamò la sovrani tà delfa regina d'Ing,h·Hterra. )fon vi accondiscesero i Boeri, i quali si sollevarono il 16 d icembre 1880, procla•man<io in Heidelberg il r istahiJimento della r epubhlica e si ,prepararono arditamente a_ sostenere la lotta. l 'RG,IA CUERFA .\::iG·L O- BOERA (1881). Giunta a Pretoria, sede del governatore inglc6e, la notizia ddl'insu; cczioae, eg,i non potè ,Ji~porJ·e che d i tre battaglioni di fanteria e d'una b tr. d 'a.rtiglici.•ia. che trovavansi di,scmin,t i 11el territorio; egJi stesso era isolato ia Pretoria. \ Ordinò ,&,ito 11 94" di vénirlu J. ra.ggiung~re; mi n,J uomini che sco,r tavano

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co11\."'0-

3lio furono 'JUasi tu tti uccisi ; ìa. picoc,la. gua·r-

nigionc chiu·.i<:v:tsl neJla ~ittaddh, che fu ci.rconrfata <la i P.ocri A.Ila notizi, Ji queste primo d is:i.strn, il G o-

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d i Laing's-Nek, a sbarramento d ella strada del Transwaal : ne venne il cornibattimento d i Laing'.<-1\Tek, dove subì un gra\'e srnoco, specia lmente grave dal p unto di vista 1norale. L'esercito inglese veniva a trovarsi in W1a critica situaz ione; gli avanzi dei . J 000 uomin i di Sir Colley dovevano tenere le~ta a11cora per molto tempo a i 6000 Boeri e p-ilt rimasti concentrati a Laing's-Ne.k. Fu allora che il Governo inglese dispose telegrafirnmente aifinchè fosse prc:levato un nuovo contingente sull'esercito delle Indie. Una V<,lta giunte le tru,ppé sbarcate a Durban, Sir Collcy avrebbe potuto contare su 3500 uom ini circa. coi q ua li riprendere l'offensiva. Un cor,ro di , jfoeri d i circa 1000 uo•nini era. giunto alla retroguardia della colonna i.nglesc. Evidentemente aveva dovuto attraversare il terr itorio de llo Stato libe1·0 d,i Ora.nge, e.on lo ,scopo d i assaJin\ il for te !\mie:[ e staccare gli Inglesi dalla loro base d i operazione. La posizione diventava sempre pi,, pcr-icolosa.. Un a dimostrazione ciel gcn. Collcy verso N ewcastle con dusse a l com b . cli Ingogo, che segnò un a ltro insuccesso pe r gli Inglesi, molto p iù serio cli quello preceden te. Newcastlc, dov'erano le munizioni d i sir CoHey, u·ov,t,".1Jsi mi nacciata e la guarn ig ionc non sarebbe stata in grado di opporre resistenza

verno in~k~,;e inviò ...:;u-

bitl...l numero,;,i 1 inforz.: nc!I '.\fatai, <lall'l ng_t;ilteJTa e cb ll'InJia : i1, tu '.to I l6 ufficiali e 4400 uomini, fr:c cu: trup,pe agguerdtc

çl,e

.-\ r t.igliel'I clel Tr~,1nswaa1

avevan o fa~to Je ulti.In€

campagne dtlll' Afgai,istan. Quasi tutte quc,te forre giunsero a d~tjnazionc verso ,l a n1.età ,i i gennaio, e ai orimi d i fobbraio erano gi,1 divise in tre distaccamenti : i•uno sollo gli ordini del ge-neraJe Collcy al campo ·li La ing's-Xe?-"; FU:n. secondo fra Newostle e LadySPJi lh : il teno fra Lac!ysm ith e l'clcnnaritzJ:>urg. J nocri occ.upa,\...a no gli intervalli. Il numei-o <li ques ti ultimi veniva calcolate a 8009, d ivi:;i in tre grup p i: il .;-,rimo, che sorve• gliava la frontiera della ij)Iu.vincia d i Naiutl, a vcv~ il s uo qua.. rticr genera.le a l'vle<.".k; un a ltro, incuica· to ,li dlfendere la riviera Boero del Transwaa\ d~ Waterfall, affilucntc cli destra dol Waal, era. stal~ilito a I-Iaidd bei·g; rultimo bloccav-<1 il distacçamemo ra ccl1iuso nel forte cli Pot~ChClfstroom.

•i

Il comancia n tc inglese stabiJi la prima base cl'opera;;ione a 1\-ewcastle, al nord cli Nata l, n on lon tano d:d:a frontiera ,del Transwaal: fortiucò in fretta questa ci ttà e si pre,parò, se.n za aspetta.re j rinforzi, a liberare le guarnigioni inglesi assediate in l'retoria, Pot,.chefstroom, Wesslstroom e Sta ncierten. Mosse ù,fatti il 24 gennaio con 1000 uomini e 6 ca,nnoni da Newçastle verso la :fron tiern del T ranswaal, ma !r-OYÒ i Doeri sulle alture

Tre g·en/\r>tiloni di Boeri alla guerm

a i Boeri, ove i rinforzi spediti si fossero fatti attendere a lungo. Pc1· fo,·bw1a., le tTurppe d i rinforzo sbaxcaaono wrso la metb cli febbra io, e una cclonn:i (ge11,::·ale 1Voo<l1 raggiw1sc Newca.stle il 18 febbraio, e Sir Colley la ra;;giunsc tosto. Fu deciso di non ripr endere l'offensiva se oion q uan<lo Ja. totalità <lei rinforzi .fosse giun ta a Nr:wca.stlc. Il genera le in capo avrebbe potu to dispor re allora d i circa 4000 u omini d i fantcri1, 1000 cli cavalleria e 18 pezzi. Arrivati i rinforzi, gl i Inglesi si con centrarono a Niont's Pi·ospcct e precisamente n elle p os izion i che d omù,ano le stret te di Laing's-Nek e di Spit7..kop, mMtrc i Roeri si rafforzavano a Laing',s -X ek risoluti R resistere a oltraJ17,:t. I generali inglesi decisero il movimento in avanti, e nella notte <lai 25 a l 26 fehbraio sorpresero gli ava,mposti nemici e s'impadron irono c.iella colìi na d i Spitzkop, ma. all'a lba i Roeri contrattaccaronc,, r iconquista.11clo la collina ed in fl iggcnclo agli J n.g lesi gTavissùnc perd ite fra cui quella del genera-le Collcy (V. Spitzkop). Gli Ingles i si ritirarono. nel loro campo, inseguiti dappresso dai Boeri che si


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'l'renn inglese armato, ratto deviare e preso dai ,Uoeri all'inizio della g,:icr ra stabilirono solida mente sul ,picco di Majuba, punto cli grande valore strategico. La notizia di questo disastro produsse una profonda .impressione in In~ ilterca, I l generale Robcrts, illustratosi nelle guerre d cli' Afganistan, venne allora nominato coniandruite generale d elle truppe nel Nata! e nel T ran,'. _swaal. Ordini vennero dati affinchè nuovi rinforzi si _recassero inunedia ta,!1entc nel N :1 tal. .:via il 6 marzo, in seguito a cl un colloquio avvenu to fra il generale Wood .e il con,_andant.: dèi Hoeri, J oubert, iu conclu.s~, un a r_mistizio fino a l 14. Le posizioni investite dai Boer i po_terono es.;ere r ifornite d i viveri per 8 -giorni, ma non di ,r n1mizioni. L'armistizio venne quindi p rorogato fino al .2 1 marzo e fmalmente, 1'8 aprile successivo, t radotto nella convenzione di Pretoria (V,) seguita, tre rumi ,dopo, d alla convenzione di Londra (V.). Ma intan to che i Boeri s i dibattevano per sfuggire alle ,p retese deU'Ingh ilterra, questa s i preparava a lcnt:l.Incnte bloccare il territorio della loro i·epubblica, annettendo alla Colonia del Ca.po tùtto il paese che le stava d'iqtorno. In tal :modo, con procedimento iento e metodico, l'Inghi'ltcrra. clliuse le due repubbliche a.frica.nc ~la ogni fa:!<>, sepa:r,a:n dole da l mare. Così i Boeri ·indipendenti erano ci.Peon-dati da tutte le pru-ti. Era venuto il momento d i réndere manifesta la loro dipcn~len za effettiva dalla sovran ità inglese. Occorreva un pretesto, e fu trovato nelle condizioni degli cc U itlandcrs J>, o forestieri, accorsi sul tcnitoi-io del T ranswaal per hvorare nelle m iniere d i diamanti, scoperte a Kimbcrley ne l 1867, e in quelle d 'oro ,n el Transwaal, scoperte nel 1886. I Boeri compresero che se questi estranei, chian1ati 11ci lorù pal.!~c da un i nteresse tenlporaneo,

a.rrivav,u10 ad avere nel Governo una parte d iretta e proporzionat.i a l loro numero cd a l loro interesse, essi ne sarebbero stati soverchi<tti. A !aro volta gli Utlandcrs si tr0vavano offesi J,dlc m isure d i ogni genere prese dai Boeri per impedi re loro di .penetrare nei cons igli dei governo. Non r iuscendo ad ottenere quello che .a loro pareva giusti;d~, ricor5e-ro all'Inghilterra, che s i fece in terprete d ei loro in teressi presso il Governo della repubblica transvaaliana. I Boeri non cedettero, e la que-stione s i aggravò fino al .punto che il Governo in'l'.Jese do1,1a,H.lò H :lis:,nno dei farti di. Pretoria, il ritiro dei rappresentanti Boeri a ll'estero, la parificazione della lingua inglese alla olandc:se nei pu,bblici uffici, ed un indenn izzo pc1· le spese già incon'.rate d all'Inghilterra in questa spinosa questione. T anto va.leva d'imporre ai Boeri una soJ enne rimmcia a qualsias,i velleità d'in<lipcndenza. Le

truppe ingle;i de-l K atal eransi intanto avv1cmate a.Ile frontiere néi luc;ghi i11 cui era.no a,-rivate nel l SSI. Il presidente del Trru1swaal, Kruger, il 10 ottobre 1899 chiedeva. che le truppe inglesi fossero r itira te dalla frontiera. L a pretesa parve eccessiva agli Ingle~i pci quali la domanda del I(ruger prese l' importanza di un vero ultimatum . L 'ultimatum fu respin to e cominc iò lo stato di guerra.. SECO)ID.\ GUERRA ANGLO- BOERA ( 1899-1901). Obiettivi della guerra : <la parte degli Inglesi, forzare le frontiere d ella repu bblica sud-africana per imporre ai Boeri~ la sovranità. inglese ; <la pa1·te dei Boeri difendere le frontiere, e, se possibile, tentare di respingere e disperder e le forze ingles i raccolte w~ll'alto N atal prima che esse ricevessero r infor;,;i. T rn il libero S tato di Orru1gc e la repubblica Boera esisteva un trattato di alleanza politica. Il Governo dell'Orange ritenne suo stretto dovere d ' i11tcrccdere tm gli Inglesi e i Boe.ci del Transwaal, e d i cercare con tuUi i mezzi wia soluzione ta le da a llontruiare la guerra; ma, non essendo ciò riuscito, il Gove.rno ,dcll' Orange dichiaravu solennemente di unire le ~ue forze a quelle del Transwaal per sostenere una c,rnsa c he cc era quella d i tutta la razza bianca dell' Africa austro.le JJ • Comand,mte dell'esercito boero era i'l generale J oubert, la cui fama era conseguenza delle vittorie del 1881. L 'esercito d elle due re pubbliche, forte di ciN:a 35.000 uomin i, eN diviso- in tre grupp i principali : 20.000 u . alla frontiera d el Nata!; 8000 u. dlla frontiera occidentale ; -6000 alla frontiera m~rid iona.lc. Vi era no poi piccoli I d i, taccamenti a quasi tutt i i guad i della frontiera del L irnpopo. Vi fu un momento c he i Boeri temettero l'avam:ata -degli Inglesi d a lla parte d i D clagoa cd inviarono all;i front iera portoghese 2000 uomini. Le forze inglesi dell'Africa Australe erano così disposte a ll'inizio delle ostilità : all'ovest SOO() u . a Kimberlcy e 1fafcking, all'est 20.000 u., ùei quali 12.000 a tlorno a Ladysm ith e 8000 scaglionati lungo la ferrovia fino a DU1rban, al sud; 1200 al Capo. Queste forze costituivano le t1·uppe di copertura, destina te a tratte1,ere i Boeri in attesa del corpo d i spedizione di 50.000 uom ini che si stava a.pprestru1do in Inghilterra. Le Jn·i111e ostilità. Nel No.tal gli Inglesi con le pocl1e forze di~ponibili r inunciarono a difc;1dere la frontiera; 7ùù0 u. (gen. White) stavano riuniti a La<lysmith, ove s'inu-ociano l,:, ferrovie provenienti dal T ra.nswaal e. dall'Orange. Un d-is tacca.mcnto avanzato d i 4000 uomini era sulle alture a 68 km . dal corpo principale. ·Di~


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sgraziata divisione di ,forze, che e3pose la colonna piì1 debole e .più avanzata ad aprire la campa.gna con una disastrosa ritirata dopo una fittizia vittor.ia. I Boeri invasero il Nata! da tre direzioni : per la stretta di l.anis's Wek, 9000 u . (Jo,1berf); da Utrecht e Vrgheid, 5000 u. (~leyer) ; per la stretta, di Van R eeneu, 5000 llO·· m ini (Erasinus); punto di riunione, G lencoe. Il 18 a Bcstera, ad ,ma tappa ad ovest da La<lysm ith, e di fronte a Glencoe, le colonne boere respinsero le avanguard ie inglesi. Il 20, avveniva il combattimento di Dundee (V.), ohe terminò om la cacciata <lei Boeri d alle loro posizioni a costo di gravi perdite. I I giorno dopo però, la situazione delle due masse inglesi, distan ti fra loro 68 km. s'era fatta assai grave. L'una di circa 3500 uomini (gen. Yule) s i trnvava fra Dtu1dce e· Glencoc, l'altra di 9000 (gen. White) era raggruppata intorno a Ladysmith. Più indietro, a Colenso, stavano 400 volontari. Perciò il generale, Yttle dovette, nonostante il combattimento vittorioso del 20, abbandonare precipitosamente Dundee per spostarsi a G lencoc, nella speranza di essere ancora in tempo ad usufruire della via <liretta .per la riti.rata; e il generale Whitc, che non crasi mo$o da Ladysmith, cOlll.prendendo che da nord era il pericolo p iù grave, spinse nella mattina de,! 21 UJ1a colonna verso Elancblaagtc per r istabi.[irc le comunicazioni con l'avanguardia di G lencoe. Avvenne così il combattimento <li Elandslaagtc (V.) nel quale i Boeri, res3>i11ti, si ritirarono verso Waschbank, mentre le truppe inglesi r ientravano in Ladysmith lasciando in Elandslaagte le ambulanze e un piccolo distaccamento. Tuttavia le, comunicaz-ioni dirette con G lencoe non erano riaperte ed i Boeri avevano fatto saltare il ponte della ferrovia a Waschbank. Lo stesso gionio del combattimento di Elandslaagte il geneu-aJe Yule com1>resc che la posizione era insostenibile, e la sera del 2-3 raccolse le sue truppe e le d ispose in i,itirata., che fu d isastrosa e durò 3 giomi, per arrivare a l.adysmith. I l generale \Vhite. per garantire il fianco delle truppe clic si ritirava.no, aveva il 24 fatto assalire _da una colonna d i 4500 u. il campo boero (6000 u.) d i Rie<lfontein, situato su una forte posizione na.tttra le sulla sinistra della via Ladysmi th-Glcncoc; lo scontro non ebbe r is ultati im;:iortanti, e a mezzodÌ del 26 la· colonna di Glencoe, affranta, entrava nei campo d i La<lysmi.th. Il nemico non l'aveva molestata durante ]a 111arcia.

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Accercli-ia111e11to cli Ladysmith. Ricacciato il distaccamento nel campo inglese trincerato di Ladysmith, i Boeri si apparecchiarono a,ll'investimento di esso, e alla riunione delle forze che venivano da settentric,ne con quelle che erano scese da occidente. Il generale Withe non poteva ìasciarsi rinsena1·c, senza prima dare un colpo di spalla contro ie <lue masse nemiche, scegliendo il .punt9 di congiunzione loro per rendere il suo colpo più efficace. L 'urto avvenne il 30 ottobre e fu decisivo. G li Inglesi, battuti, si rinchiusero in Ladysmith (V.). L1111go la frontiera occidentale del Transwaal e deil'Orange. Anche da quella parte le operazioni inglesi com inciarono con la difesa improYvisata di una striscia di territo110,, e del la ferrovia che lo a ttravcnava; poi la difesa andò restringendosi attorno ad alcuni punti r itenuti come i più importanti, e tali che la loro per-ciHa sarebbe stata di grave da1mo. I prcsidii 1ùmasero in quei punti immob>lizzati dai Roo:ni, ma la tattica di questi in nessun luogo si mostrò decisa e risolutiva e gli assediati con la resistenza d i un mese e mezzo prc;1ararono e resero pos,ibile la riscossr, inglese. Temendo una insurrezione degli indigCJ1ò <lolla Rodes·ia, qualora quel territorio, per l'in terrompersi ùellc romunicazioni con la Colonia del Capo, fosse rimasto abbandonato a se stesso, gli Inglesi provvidero alla difesa della ferrovia tra la Città del Caq)O e Bulawayo mediante alcw1i corpi speciaili di volontari, le milizie locali ed i treni blindati. Questa ferrovia, per il tra tto di 1200 km. circa, dal ponte sull'Orange a Ilulawayo, correva' a breve <lisla.1tza della frontiera ed era esposta a Ile offese dei Doeri. li numero delle forze britanniche disseminate alla vig ilia della guerra dal Ponte sull'Orange a Tull, si µuò. ritenere che ascendesse a 7000 uomini; vi erano inoltre due treni blindati, incaricati di r,e~lustrare la linea e mantcnorc le co•11unicazio11i l1·a i vari presid ii. Come si è {Ìctto, mentre j:f grosso delle truppe boere era raggrupp,-.to intorno alla frontiera del Nata!, lungo la frontiera occidentale yj erano circa. 8000 ,lomini. L a p rima opcra,cione di guerra, da questa parte ( 12 ottobre) consistette nell'assailto d i un treno blindato, il quale, avendo trasporta to del materiale da guerra a Mafcking, se ne tornava a K imbcrley. I Boeri lo presero a cannonate, lo rovesciarono e presero prigionieri quanti vi trovarono. II 20 ottobre I~imberley e ::Vfafcking erano assediate <lai Boeri di Prinsloo e Cronje.

OPERAZIONI DI ·LORD ROBERTS E RESA DI CRONJE

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Cannonr .\ 1·mstrong pr~•o dai Bo\>rl a Stormberg

Opcrazicmi del corpo di spedizione ·inglese. Il corpo d i spedizione inglese, al comando del gen. Bullcr. do,cva sbarcare a East-London, Città del Capo e l'orto Eli$abcth, concentrarsi al sud dd[·Orange, sulla line;i Dc .'\ar-Stormberg. e marciare quindi a N. sulle due capita li dei Boeri. Questo pin.no, cl1e era logico perchè avrebbe obbligato i Boeri a concentrarsi verso Blocmfontein per proteggere le loro ca.pitali cd accettare una grande battaglia ca.mpa,lc, 110:1 fu attuato. l'rcssioni politiche costrinsero il gcncmlc inglese a correre subito, colle µrime forze sbarcate, alla Ji,berazionc del le cittit a~iate. All'uopo egli divise le forze in 3 gruppi: a destra la colonna Clery ( 4 br.) scaglionata fra. Durban e Eastcourt per liberare Ladysmith; al centro la co• lo11 n:t Gatacre ( 1 br.), concentrata a Q uecnstown, j:>CI' arrc~tare l'invasione boera della Colonia del Capo; a sinistra la colonna ~lethuen (3 ;,r.), scaglionata fra De Aa.r e Orange Rh·er, per liberare Kimberley; una di-

vis. di cavalleria (gen. Frcnch) dM(:va manovrare fra Gatacre e ì\lcthuen. Gli Inglesi. separando le fone, fecero cosi il giuoco dei Boeri: si trovarono deboli in tutti i punti. lHoltre le ,·arie colonne eraJiO composte di truppe le i:>iù eterogenee, raccolte a caso secondo l'ordine di sbarco. La colonna :Methucn Iu pronta per la prima : si concentrò a Orange e attaccò (23 e 25 novembre) i Ilocri a Bc/111011-t (V.) e ad En.s/i,i (V.); il 27 gli In. glesi ripresero la marcia sul )!odder River che credeY,1Jno sgo rnbro, mentre vi si erano trincerat-i 3000 Doeri; ne venne lo scontro cli Modder Rfr:cr (V.) dopo il quale i Boeri concentrarono le !ruppe di copertura ritiratesi da,·anti agli Inglesi, e parte di qu<.>llc assedianti Kimbarley, a Spytfontcin , 20 km. a sud di Kimbcrlcy, cd a Jacobsdal, donde 1'8 dicembre foccro una scorreria sulle comunicazioni inglesi guastando la ferrovia. Allora :\:Cethucn decise di ri p rendere l'a,·anzata. Egli disponeva di 3 br. cli fanteria, 1 di cavai,Jcria, 4 btr. d'artiglieria,

Il grn. 110.111a e il suo St-ato ,1agg-iore a Colenso


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OPERAZIONI TUGELA o 10 5 Km. 5 pezzi di marina, 1200 uomini <li fanteria montata, totale 12.000 uoiuini. L'avanzata provocò la battaglia di Maggersfontein (V.); l'operazione, male attuata, non r iuscì; gli Inglesi dovettero rientra.re a Moddcr Ril'er dopo aver perduto 1000 uomini; questo ,insuccesso arrestò definitivamente l'al'anzata <lolla colonna. :Methuen, che non dovel'a venir ripresa. che due mesi dopo. La colonna Gatacre si formò a Queenstown con 4000 uomini ( 800 montati) e il 22 novembre si portò a Puttcrskraal lasciando 1000 uomini a Queenstown. I Boeri occupavano Stormberg (V.) dove, attaccati dagli Inglesi, il 9 dicembre, resistettero bravamente; il generale Gatacrc dovette ritirarsi a Queenstown e rimanervi immobilizzato. La colonna French, composta di sola cav11.lleria, non potè fa.r nulla di conclusivo e ri mase anch'essa immobilizzata dall'insuccesso di Gatacre. La colonna Bullcr si andava concentrando a Pietermarizj>urg; il gen. Joubert raccolse allora le forze attorno a La<lysmith, con un <listaccamcnto sul T ugela, a Colenso. G li Inglesi avanzarono al campo d i Frère, a 18 km. dal Tugch, ove la colonna terminò di completarsj. Essa compren<leva 4 br. di fant., 5 btr. da camp., 2 l;tr. di marina, 2 regg. e 6 squadroni irregolari di cavai_!eria e 2 cp. fant. montata, oltre i servizi; totale 16.50C\ uomini e 42 cannoni. Il S dicembre la colonn11. si portò a 6 km. da Colenso ed il 15 avanzò per forzarv.i ;J Tngela. Ebbe così luogo 1a battaglia di Colenso (V ) che f'u un nuovo grave insuccesso per gli Inglesi, i' quali dovettero ritirarsi a Frèrc. Le tre colonne del· corpo di spedizione, fallito il loro compito, r imasero così immobilizzate 11.lla mercè dei

Boeri, i quali J)Crò non <SCppe.ro cogliere ,l'occasione di prendere la controffensiva. Lo scacco de1 cor:po di spedizione impressionò l'opinione <pubblica inglese, e si decise di inviare nuove forze affidando il comando in capo a lord Robcrts, con lord Kitchener come capo di S. M. Lor<l Roberts, visto che la colonna Methucn era la ·più pericolante, decise di distrarre i Boeri a.gendo nel N a tal; rin.forzò quindi subito la colonna Buller con una tlivis. per traltenere il. nemico sul Tugela, mentre intanto tre divis. si sarebbero concentrate attorno alla colonna Jv[ethucn, peJ· poi ùwa;de:re J'Orangc dal sud secondo il piano primitivo. Operazioni ,wll'Alto T11.gela. Per oltre un mese gli avversa.ri non si mossero; ai pri.mi di gennaio il cor-p o clcl :Ka tal era salito a 23.000 uomini così ripartiti: a Chievelcy un corpo <li copertura (1 br., 2 btr. camp. 6 pezzi marina); a Frère. un corpo d i manovra (gen. Buller) composto della 2' e s• divis. d i 1 br. di riserv11., di 1 btr. mont., di 7 btr. camp., <li 1 btr. da montagna, e di 20 pezzi <li grosso calibro. Il generale Bul!er intendeva p;irare h rosizionc di Colenso e pa.~sarc il Tugcfa a Vcnterspruit per poi mal'Cia.re su La<lysmith; ma per riuscire occorreva agire celermente e di sorpresa, il che non fu fatto. Il 10 gennaio comiJ1ciò il movimento e il 16, 17 e 18 le truppe pa.ssarono il Tugela; ma il 19 il generale \Varren, incaricato del comando delle truppe operanti, m1zichè ,p roseguire per •l a valle della V~nters per aggirare le posizioni boere, come aveva stabililo il generale Buller. clecise di attaccare di fronte i M. T aba Miarna ove erano trincerati i Boeri; questi intanto, col chiarirsi delle intenzioni degli· avversari e approfittando


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del grande ritardo <li questi, v i erano accorsi m sempre maggior numero; ne d erivarono i· combattimenti di Ventersprnit (V.) e di Spìonkop (V.), infelici per gli Inglo.si, i quali dovctitero ràti.rarsi a l campo a sud del T ugela, lasciando una br. alla testa di ponte di K raanzK loof. Dopo sette g iorni cli i-ivoso il gcn. Buller, falliti i tentativi a.Ila s inistra e al_ cen tro, decise <li tenta.re iL passaggio per la destra impadronendosi d el massicr.io d i W-aal-Krantz (V.); ma anche questo tentativo falli ed il gcn . Bul!er ordinò la. ritirata su Springfield e Ch ievcley, dopo aver perduto 4000 uomini nei tre inutili tentativi. Si era tuttavia raggiunto lo scopo voluto dal ,p iano del gcn, Roberts, di uattenere cioè il grosso dei Boeri nel Nata!, pennettendo al conpo principale d'invasione di concentrarsi tra.nqui,Ua.mente e c~lata,m entc nelle sue bas-i d'operazione a. sud dell'Orange.

O perazioni del génera/e· Roberts. i\:[entre i.nfatti s i combatteva nel Natail, il corpo <le! gen. Roberts si concentrava a Orange River, dietro la copertura costituita dalle colonne ìVIethuen, Fre·nch e Gatacrc. Furono dapprima accu ratamente organizzati i servizi logistici, furono costituiti forti contingenti ,di forze montate e intanto le truppe si <:oncentr a.vano a Orange R ivcr e Modder River, sen za che i Boeri ne avessero sentore. 11 10 febbraio lord R oberts <)jsponeva di 4 divis. fant . su 2 br.: 1 d ivis. fant. n1ontata (2 br.), 1 divis. cavalleria (3 br.-), 11 btr. da camp. e 20 cannoni pesanti : in totale 36.000 combattenti ( 10.000 montati) in due gruppi; uno (gen. Methucn) a vanzato, a Modder River (2 br. fant ., 1 ,br . faJ1t. montata, 1 br . cavalleria.), l'a ltro scaglionato a. sud de],Ja l'viod<ler lungo la ferrnvia. l'vientre il gen. boero Cronje si preparava a r icevere frontalmen te l'urto -degli Inglesi, lord Rober ts pensava d i aggirare k difese di Maggersfontein passando la Tugela a. K lip-D,,i.ft, 20 k1111. a_d E., facendosi p recedere da:l la cavalleria del generale French, che avrebbe poi dovuto puntare direttamente su Kinbenley che e~a. agli estremi. Il 10 febbraio cominciarono le opera2iioni : French occupò il 13 il guado di Klip, ove il 15 comin.ciò a ra.ggiungerlo la fanteria. Allora con tutta la. cavaller ia ( 10.000 cavalli, 3 btr. montate e 7 btr. a cavallo), iPUntò d ire•tamente su Kimber ley, ove entrò la sera ~tessa, altra vcr~ando al galoppo le lince boere, dopo aYcr perduto 70 uom ini e 1500 cavalli, liberando la

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città. as.<;cdiata da. 4 mesi. Intan to il grosso d i lord Roberts s i concentrava ai guadi della Modder. Cronje a llora si accorse della posi2iior.e critica in cui s i trovava; egli- avrebbe ;potuto tenta.re di piombare sui convogli inglesi o sulle loro comunicazioni col Capo, per arrestare l'avanzata della spedizione nell'Orange; mapreferì correre a coprire 'ia capitale <lell'Orange, B loemfontein. A questo scopo avrebbe potuto passare con i suoi fra Kimberley e la :Modder, fra. French e Roberts, che non avrebbero potulo disburbarlo; volle invece puntare per la via viù ·breve su Blocmfontein, passando per Paardeberg Jungo la Mod<ler, a portata del grosso inglese. Nella 11obte del 16 i 4S00 Boori d i Cronje, con 6 ; pezzi e 300 carri, presero la v i2. di Paardeberg e ai mattino passarono davanti a K lip-Drift, a 6 km . di ' distanza -dalle avanguaJ·die ingilcsi. Lord K itdhener, che sta.va sorvcglian~lo -il guado, vedendo il polverone, comprc,,e la mossa dei B oeri e li fece subi to inseguire. ' Lord Roberts, avvertito, d iede subito ,le d isposizioni. per far convergere le sue forze, compresi F rench da Kirnberley e Mc.thuen da 1fockler, verso est, a l guado di Koodoes Rand. I n tanto i Roeri si erano accampati in .forte posizione a Drieput, e gli I nglesi, stimando inutile attaccarveli, pensarono d i p reYenirli ai guadi della Modder costeggian<lo la riva. su<l del fiume, Due divis ioni furono così dirette al guado di Paardeberg, ove · s i d iresse anche UJia terza divis ione, mentre French, partito da Kimberlcy l'aggfonse il guado d i Koodoes Ran<l con 1200 cavalli. Ciò era avvenuto nel-la. notte eal matlin:> <lei 17, Intanto anche Cronje si era diretto a Koodocs Rand, ma, giunto a Paardebcrg, seppe cl1e-. Fre,,ch gli aveva. tagli1'- to la strada: ignorandone la forza, J"inanciò a ,p assare <lai guado d i K oodoes dirigendosi a queilo di Wolweks Kraal. Ivi, anzichè affrettarsi, p;,e il caompo e, 1101! a.vendo il coraggio di abbandonare il convoglio, rinunciò a fùggil'e nella nolle coi soli combattenti, come avrebbe potuto. R ì,mase qu indi accerchiato, e il mattino dopo, 18 febbraio, ebbe luogo la battaglia d i Paardeberg (V.), durante la qua.le gli Inglesi non r,iuscìròno ad assaltare il campo d~i Boeri, ma ch iusero loro ogni via di scampo; giudicando inuti-Je esporre uomini per un assalto, si limitarono ad atten<lere la resa (.?7 f?biYraio) sei1~a condizioni .. Rimaneva co,JÌ apel'la agli Inglesi la via dell'OraJ1ge-,.

\ A1'lig-1ieria. boera nel co mJJatUmento di ~loctctcrspruH


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gare nedk a cque del Paranà. Organizzò otti mamente la corderia del R. Cantiere di CastcHa,m.ma.re di S tabia, e sc;risse un utile << Manua le del cordaio)) .

Il J,assaggio del T i.gela e la liberazione di Larlysm·it/J. Mentre lord Robcrts li berava Kim berley, lord Buller r ip rendeva l'offensiva nel Nata!. Egli <lecise d i forzare la Tugela ad est di Colcnso, <li fronte a Picters. Dal 15 a l 19 febbra io vennero conquistate le a lture di r iva destra della Tugeh a est di Colenso ; furono quindi a t taccate le posizioni della ri,·a nord; le operazioni si svol-

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Boettj (Gio,·a.n11·i F ederico). Avventur iere n. del .i\lonfrrralo (174,1- 1798). Prese gli o rd in i rdigiosi e, inviato in O riente, li abba11{lonò per darsi alle armi. Nel Cmxlistan, assumeJ1do il soprannome d i El Marisur ( il '\•itt'>rioso) r iuscì a r accogliere intorno a sè un p,icco!o , eSèr Cito · e a sottomettei e territori; passato n el Caùcaso, entrò i11 lotta coi, i Russi a fianco <lei Turchi e si battè per tre anni riportando parecchi successi . Vin to infine e fatto p rigioniero d[';l l'otemldne a d Ana.pa, fu confin a lo nell' isola cl i Solovetsk, dove mori. Boctt·i G iacinto. Gen erale n . e m, a T01,ino (1336- 1913) . Sottot. del genio nel 1857, ,partecipò alle campag;nc del 1859 e 1860-61, 011e1,ita1;d osi una med. d i bronio nell'assedio <li A11cona, h eroe,; <li cav. <kll'Or<linc m ii. d i Sa vo_ia all',i,ssed io e prc5a di C:ipva, e l 1na 111r.-

cla.g l ia <l'argen to a,ll'asscàic d i G aeta. E bbe <la colonnello la cai,ica di d irettore

' Vo lo n!ar l Cll l'OI)Ci n~lle llle ])Oe rc. (I) 2° e Il 3°, da s m isl ra, sono il 1en . Cal clara e il com11nd . Riccllia r cJ I)

de! Gen io in Vcron.l'M e ne· grado d i magg. generak ft comandante territoriale de: Gen io ,li Vei·ona e Pia-

sero ,Jal 20 al 2ì fobbraio col. nome d i battaglia di Pieters (V.); quando, il 2-7, gli Inglesi r iuscirono ad

avanzare, i Doeri avevano già. sg ombrato tutte 1c po-

cenza e comandante del presid io d i Mantova. Collocato a riposo ( 1892), i-aggiunse nel 1898 il grado d i ten. generale nella r iserva.

s izioni. In seguito alla liberazio ne d i Kimberlcy e alla r esa ,di C ronje, essi avevano levato l'assedio 1, L ady smyth per correre con tutte le forze r,lla d ifesa dell'O-ra.ngc. La sera del 28 una br. di cava,lleria inglese ent rò in Ladybmiù1 . La liberazione d i Kimbcrley e di L a<lysn1iù1 e la capitolazione di Cronje decisero la (luer r1. I Boeri continuarono bensì la r es is len7,a contr o la marcia vittor ios,i ch e condusse gli Inglesi · a Rloemfontein e poscia ,i P ret or ia; non. vi furono però p iù vere battaglie, ma solo gu~rriglia condo t ta da. ar<lili capi. contro le r etrovie, i convogli, i posti ,i solati. A ques ta guerriglia gli Inglesi opposero ,l inee d i B lokha,« (V.) e camp i d i concentramento delle ,popolazion i, costringen do infin~ i Boer i a cedere e a firmare (.31 maggio 1902) la pa,cc, con la quale le antiche repubbliche boe!'~, del T ranswaal e d ell'Orangc venivano sottomesse a ll'InghilteJTa. Questa con cesse loro (1907) l'au tonomia . D al 1911 esse fanno parte de lla « F eder azione d ell'Africa del Sud ll. D_urante ,J,a, gufil'J'a mondiaJe, t n uppe boere coila bora ,ono con le inglesi n ella lotta cont ro le colonie tedesche dell'Africa m er id iona le.

13oetti Mich ele. GeneraJc, n. a Tor ino nd 1S39. Partecipò d a sotto!. d i fanteria aJla campagna del 1859, e nel grado cli ca.pita.no a quella del 1866. Ebbe da colonnello ( 1892 ) il coma:1do del 18° rcg~. fanteri;, e dd d istretto d i Casale e collocato in posizio ne ausilia ria (189ì), raggiunse nel 19 11 il grado d i tenente generale nella riserva.

Boffalora sul Ticino. Comune del ci.re, di Ahbia.tegrnsso. Ant. e,,·a presidiato, ed i :M ilanesi, d uran t~ la lo;ta de i Comun i contro l'Impero, vi impedirono il passaggio del Tic ino ad un eserc.ito di Fe<lcrico II. Nel .I 636, il ma.rese. francese di Cr équ i, alleato di V ittorio Amec..!eo d i Savoia , varcato· il 'Bicino, prese B ..; ma il gcn. spagn uolo Legancz 1-a. rioccupò, facendovi çostn ~ire una. ridotta con 4 cannoni e ponendovi a guard ia 2000 uomin i, poch i giorni prima della batt aglia d i T ornaven!o. N"d 1800 i Francesi vai·ca.rono a B . il Ticino e ne ,·enne il com b. d i Turbigo. Nel 1859 B. fu presa <.iai. Turcos (V. battaglia. di Ma.genia); a. ricordo 1li o_uesto aYvenim ento, nel 1909 venne a B. in augurato, _a lla p resenza del Duca di G enova, un monumento com-

Boerio (Ln-igi). Genera le, n, a M azzk n el 1848. P artecipò d a sottot. d i fanteria alla campagna del 18§6 e r aggi•:nto ne! 1903 H graào d i ce>l<Jnnel.lo ebbe i l comando del 56° r cgg. fanteria e del d istret to d i Roma. Collocalo in posizione ausiliaria ( 1906), fu n el 1924 promosso generale di div isione n ella r iser va .

rnen10rativo.

Boffini (Eracl-ito). G ener ale, n . a Lona to e m. a l'a,ieuglie (Br escia) (1841- 1914). Sottot. di fanteria nel 1S61, p ar•ecipò alla campagna d el 1866 e alla campa gna d ' Africa del 1887. P romosso colonnello (1897), f~ co muncb.,i tc del 61 ° r egg. fanter ia e del d istretto militare d i B rescia; collocato a 1·iposo ( 1902) raggiunse nel 190S il grado di ma gg. generale nella r iserva.

Boet (Giovam ii)'. Ammiragl io; r1. a N izza Maritt.im o. n el 1854; en trato -in servizio nel L869, p romosso co11t rammiragli_Q nel 1907, collocato ,i n posiz ione -ausiliaria nel 1911, promosso viceammiraglio nella r iserva navale ·nel 1923. E ' decorato della mecl. d'argento al va.lor q i marina, per i soccorsi da lui prestati, con pericolo ,di vita, al marin aio P r imo Pol,i in pericolo d i anne-

Bogdanovìc t_ Jfodestn-l wpumic). G enerale ru"'o e

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scrittore mi i. ( 1805-1882). Fu profc,sore di Stori:i. nell'A<:cademia militare e scrisse; « La campagna del Bonaparte in Italia nel 179 7 )l; « Storia patriottica della ca,111pagna del 1812 >>; \\ Steri.i dolla campagna del lS IJ »; « Storia Jclla nmpa;;na de-I 1$14 )l; « La gucrrn in Oriente dal 1853 .il J~SS ,,, cc.e-.

Boggetti (C:io,:am,i). Generale. n. a Uarb;iriia (Too:i110) mc,rto a Torino ( 1323 • 1893). ~ottot. di fanteri.1. nel 1843, prese par te alle campagne <ld 1848-49 e 1866. Ebbe da qolomwllo ( 1867) il comando del 6° i·egg. granatieri cli X apoli e del 76" reg,;. d i fanteria , e d::tl 1875 JJ0fflni E1·aclilo a l 1379 fu comandante del distretto m ili tare di Firenze e coinandante ~uperiorc dei d istra tti ,mi lito.ri \'.!ella divigiont d i 1\lcss:u1dria . Boggio (P:cr Ct1Tlo) .\nocato, n. di Torino ( 182,1866). Figlio ct·un vet..:,rano napoleonico, fu <lappri ma in S\·incrn e a Parigi, colta.boran<lo a vari giornali. Rimpatrialo, si laurrò in kgge. Nel 1854 pubblicò. « L ~ Chii:s.1. e lo Stato». donde pare c-hc jJ Cavour ; raesse la ce!~bre frase \( L ibera Chi,•;;.1 in lilkro S1ato >). D epu tato nel l 858, deplorò ecl osteggiò b. cessione di 1'-a\'Oia e >l'izza alla Francia , lnsq;nò all'universit:1 di T orino. e scris.,c : (< Da )lo11teYidco a Palenno >,. << Storia poli tico-militare della Guerra cl'Ind ipcn~le.nza i-taliaua »; « 'La. questione rom:tna », L'Cc. Scoppiala. la. guerra del 1866 volle imbarcarsi, come corrispondente e futuro ,;torico della. ca.mpagna, ~ulla nave mnmirag lia « Re <l'lt.alia. >>, e con essa e coi gloriosi marina i affondò il 20 luglio . L'.\tcn eo torin.:sc gli erC'SS<: n el cortile u a monumento. Bogianchino (Edoardo). Generale, n. a ::S:01·ara, m. a Roma (1851-1924). Sot tot. di cava lleria ne l 1872, raggiunse il grado d i colonncllo nel 1904 e comandò il re,ggimento lancieri d i F irenze e il distretto militare di Roma. Collocato a riposo ( 1.9:J), ot tenne nel 19 1-l il gn.do <li maggior 1,,cnerale nella risen·a; durante la gc1erra 19 15-19 18 fu per sci mc~i addetto al sntloscgre~ari,LtO d i Stato per le Anni e Munizioni . Pubblicò una monogr:i.fu sulla cavalleria.

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lo nomino ministro d i Stato ( 1750) e gli conferi il titolo di cc,lle ài .:\Iigliandolo e di \ 'ina<lio per i sen·izi resi al T'acse nella guerra cont ro la Francia ed i profondi stu<li i politici. i\ lui s i cle,·e il rcstauramento delle Scuole di artiglieria e genio. lfor10 il re Carlo Emanuele, cadde in d isgraziD. e rimase in disparte.

S og lio (Car/Q) . Generale, n. a Pinerolo, m. a F irenze (1828-1906). Par tec ipò quale volon ta rio alla campdgna del 18-18 e l)l"OllloSSO sotlot. di fanteria ( 1849), µre:.e parte alla campa,gna del 18.59 e si distinse durante l:t cruupagna del 1860-61 mer itandos i una medaglia d"argcnto nel combattimento cli Ca,crta vecchia. Pa.rtedµò altresì a llo campagna del 1866 e nel grado di onaggior c ( 1867-1S69) fu aùdetto alla Scuola liil itru·e di fanteria e ca,•alleria di )Iodena. Ebbe da colonnello ( 1879) il comanclo del 38° rcgg. f:•11lcria e del di~trctto di Alessancl.ria ; collocato a riposo, raggiunse nel 1895 il grado ài ma!!,g. ç(~ncralc nella riscrv:i. Bogliolo (r;ù;co1110) . Generale, n a Cava (Pavia),

,L l{oma ( 1838-1910). Partecipò da soltot. di fanteria, a lla >Ca.Inpagna del 1859 e da capitan o a quella dei 1866; $i distinse <lurrulte la campagna dd 1870, meritandosi 1111a mcd. d'argemo nel combattimento d i Civ ita Castellana. r rc,tò servizio poscia presso il :Min istero èella Gu·:rra; pro,no~so colonnc·llo. ( 1882) comandù il 20° rcgg. fanteria e fu capo di S. )I. del X corpo d 'aJ·111ata . .Ebbe <la magg. generale (1890) il comando ddlc brigate Cuneo e Pintrolo e la carica di Sottosegretario <li Stato alfa G uerr:i ( 1893-1896). ·Raggiunto il grn<lo di Lcn. gcnertde. comandò succcssi,·amcntc lè divis. militari di Salerno e di Xapoli (1896-1900). Fu depu tato nell a XTX legisla tura . i,1.

Boglione (Angelo). G<·nrrale, n. a Cagliari, m. a Xiz1.a }Iarittima ( 1838- 190.1). Partcr ipò qu:~lc uf1iciale nel rwrsonale · telegr.i fico alla campa~na del l 859 e come sotto!. di fanteria tlla campagna del 1860-61; nel Hlo-1 s i meritò un a mccl . d'argento in u u fa l!o d'armi a Bosco Caccuri (Calabria), durante le operazioni per la pac:ncazion-, cldritaJia }Icridionalc. Prese quindi paste alle ca:rnpagnc del 1866 e '70 ; p romosso colonncldo ( 1839) ebbe il coma, do <lei i 7° 1 rgg. fanteria <' del distretto d'I,Tca . l \,lloca to in posizione at,siliaria ( 1896), rag.giuu~e nel 190 1 ,il gr3clo <li magg, generale nella riSCt",·a. Bogod (o Bogud). F1-atcllo d i 1:0,co If e con lui re della J\Iaur it~nii,, nd I ~~c. a. C. Parteggiò per Cesare insieme e-,: fratello e contribuì alla vittoria ce,;ariana cli ì\tunda. Poscia par teggiò per Antonio contro O ttavi.i.no e <:oml,allè ad Anzio portando ad Antonio n~\'i spagnuole. llandito da suo fra1cllu, s i recò nel Pdoponncso, dove, ~ ::11etonc, venne ucciso eh Agrippa. Bogollubov (..Jle.~sio Pctro~·i.·). Pittore russo ( 18241897). fu pr ima uffi ciale di m arina. Dip inse per incarico dci l'impc·ratore Kicola. molti quadri di soggetto narnfo m ilitare, fra cui la battagl ia na1·alc di Sinope.

Bog ino (Gùr.:uuni Battista ). P r imo segrctar,io di Boguslavski (Alberto). Generale e snittore ll!ilii::ucrra, n. e m. a Torino (1701-li8-1). Apprezzato dal tare tedesco, d'origine polacca, n . nel 1834. Prese parte re C:d o Emanuele, ebbe <la lui importantissimi i,, ca- '- a lle uinpag11i: in Danimarca (1864), Boemia ( 1866) e richi, quali que lli di Presidente ccl /\uditore genera le di Francia ( 18i0~. F ra. le sue pubbl icazioni r icord iamo; guerra (li3S) e di Primario I spettore sopra le k,·atc « Lo ~viluppo della tattica dal li93 a i nostri g iorni » dei r cggi-mc.iti provi nciali ( 17.37) ; fu per hen Jl a nni (1878); << Conseguenze tattiche della guerra 1870-71 )> pcimo scgi'c:.irio di guerra ( 17-12-1773). Il :;onano, poi, ( 1872); « E ducazione e <lisciplina militare» (1872);


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« Organi~zazione ed istruzione delle redute" ( t883): ,e \"i:a del gen. Dumouriez » (1879); « L a. p iccola guèrra e la su:i. importan>,a » ( I >lSl); (( L'ari e della. guerra 111

:utti i 1e111pi >• (1882).

B6hm - Ermolli (barone· Edmo11do ;•01i). Generale au;,triaco, n. nel 1S56 in Ancon:i_ dov'era di guarnigione suo p:t<lre allora maggiore. Stud iò nell'/\ cca.demia mi litare di \ i~nna; fu in servizio di .S. ir. prcs-;o comandi; dircs~e campagne topo.;:ra.fiche nel Tirolo. Xel 1909 raggiunse il b'Tad0 <li maresciallo comandante della 12" division~ d i fante-ria: due a,m i p iù tardi fu chiam:uto al comamlo del 1° corpo d'armata in C1atovia. Entrò in guerra qunlc comandante della 2° arma,ta. Cornballè p rima contro la ::C:erbia. pc,i nella. Polonia n,s.-;a, nei Carpazi, e, nella primavera J 915, con l'anna ta (lei i\fackcnsea, confermando la f:una c he s i era acquistata <li condottiere ardito e pi<mo d'iniziativc. Quando, nell'anno appresso, Bru.ssiloY sferrò la sua offensiva, l'armata di Dohm-Erm~lli .:u w1a d i quelle che terme m iglior contegno e coprì efficac-, mcnte L eùpoli. In r:<:ompcnrn ~lei s:roi se,-.iz: fn creato baro:-ie, nel J91 ;_

307 la caduta di Corfinio. fu capitale e sede dd Co,i,;igiio dei <'onfederali. Yenne presa. d'assalto da Silla, ma ritomò in potere d, T'omrcdio Silone, <luce dei ì\1a rsi, e fu tc;,,ro del suo ultimo trionfo. D evastata poco dopo dall'ira romana, r·bbe però una colonia militare impor, tante ricordata <la Cc,arc e Plinio, fondata. pare da Cesare s tess0. ~-.Te! rncdio evo 13. venne a più r iprese <:kvasta ta <hi S:,r:,ccn;, e poi rli~trnlla da J'cderico II sul principio dd secolo XfTI, e ripristinata nel 1221 dagli stessi cilladini.

Boia1•do (Srirntiw ). Capita no del sec. XIV, 'lppart<-nen tc a nobile famiglia del :'.\Iodcnrse; fu signore di Rubiera ( 136i). K ominato capitano gc-ncrale dal marche.,c d'Esk, ( l 3i7) ebbe l'incarico drlla presa di Faen2:1. :--Jcl 1395 fu co,Ylottiero dell'est rci to es: ense nolla ~uerr:L con tro Francesco da Sassuolo, e combatti: in,;icm1: :ii suoi figliuoli cmer~cn<lo p('r valore a Fiora.110 cli cui s'impadronì. Tioiarrlo. 73" T.cgione <lolla M . V. S. N . H a s<lde in ~iir,rndola e fa pane ddla VII Zona (Bologna). Fu co~tituit,t dapprima su 3 coorti: 1. ::\firandoh · TI, Carpi: JII, Finale Emilia . Per un munifico Jono di 601) bicieid le, 1a. B. è dìvc,, uia. la I " Legione Ciclisti della :;,.,r. V

Bohmischbrod. V. Lipo11. Bohus (Castello d,). Fonczza della Svezia costru ita nel 1308 pres.so il fiume Gota. Sostenne as,;cdi i ricordati dalla sto,ia nel l502- lS21 -J563-1570-l67S. Staxa per r.adcre in rovina quando il re Carlo Giovanni · XTV lo fece rcsta\l rare. Boi. l'0r>;;-lo <lèl:'antica Galli,,. che il! parte si trasferì in 1tnlia, e in parie n~lb Ger mania. J R. condol!i <la Sigl.lveso, J>ass,,to il Reno, si diressero ·1cl cuore della German ia e pare abbiano dato nome alla Ilocm ia. l n. condotti da. l:lello,·~o, \'arcate lr Alpi Eh·ctiche e le P ennine, cntraron<' in Italia, fra il 600 e 11 400 a. C., stanziandosi sul Ta ro . Combatterono pi(1 volte, coi R oman i, ma dopo qualch e successo furono ,·inti da Scipione :-Sapia; i Romani li respinsero oltre le Alpi Can:iche e G iulie . Rimascr0 a llora nella. ,·alle della Drava, fi nchè venuti ,i,i lotta coi Geti, forono quas i intemmente distrutti, tantocl1è il paese da loro abitato fu da Pl inio chia.rnato « <le:,.;rtJ Tioiorum ». Rimasero i B. della lloemia, e quelli drll,, <( Boiaria >', l'odiern:t Ra viera. Boiano (ant. Fo:·ia1111111). Comune in 1>ro,·. di Campobasso sul Biferno, ai piedi di uno spreme del '.:Ilatese. Fu capitale de i Sanniti, pote11tissima per a rm t. Le sue m ura erano munite d i tre porte. Ebl.ic grande importanza nelle guerre ai R omani; fu asserliata im·ano (31-1 a. C.) dai consoli )I. P etrelio e C. Sulpicio. Fu 4)rcsa solo tre anni dopo eia C. Junio Botulco, il quale la saccheggiò. P erò non fu possibi le ai Romani tenere la cit:à, che fu presa u na seconda volta nel 305 a. C., ma nuO\·amcnte sgombrata. l\el 298 a. C. finalmente fu rip resa d urante la 3" guerrJ, Sannilica., dal coJ\SOic Gneo Fulvio. T.a se•on,!a gu<'rra Punica la v ide più rnlte sede del quartier generale di un esercito Romano, come punto ~trategico importan lè. Durante la guerra Sociale', dopo

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Autoaml>ulanza ctclla e Dolardo > S. ); ., cost ituita Sll Ire co>rt i ciclisti r una =rte mitraglicri: la l" ha sede 1. Conc~r::lia, l,, :?" '!. Cnpi, la 3" e la coorte milrJ.gli<'ri /\ \[irn.n doh. Jìi,pone altrcsl di una autoambJ.lanza. Dalla B. dipendono se•.e corsi di " prem ilitari >1.

Boido (Gio1.•an11i) . Gcucra.le, 11. a Calosso (Asti) m. a Torino ( 183-1-1904). Sottot. d'art. nel 1855, partecipò alle campa1,'!1c del 1859 e dd lt.60-61, meritatidosi una meda,glia d'argento duranto J'a.ssedio d i Ancona, una •medaglia <l i bronzo alla. presa. d i Ca.pua e la c roce cli cav. dell'Or<l'inq mii. <li Savoia n<!lfasscdio d i Gaeta. Prese a ltrcsì parte alle campagne del !866 e del l8i0. l,'llald,Lgnandosi una nuova. mcda_glfa (\'argento ,tcll'occupaiionc <li Roma. Promo3s0 colonnello ( 1879) fu direttore del Polverif1oio di 1:oss.,no e comandante dcii 3° reggimento d"artiglieria. ::lfaggior gener•n le nel 1887, comandò ,la brig-,1,ta Paler,mo e ricopri le cariol!.e d i co:nanda ntc d'artiglie ria da campagna in Roma. e d'ispett.ore cJlartiglicria da campagna; raggiunto il grado di tenente gencr·a.le ( 1892) i u comandante delle dil'isioni militari d i Genova e d;


!Bor

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Adessan<lria da l t892 a l 1895, allno nel quale anelò in posizione ausiliaria.

Boigne (Benedetto Leborgne conte d,) . Generale savoiardo, n . e m. a Chambéry (1751-1830). Appena diciasettenne -entrò come sottot. nel r cgg. irlandese agli stipendi dehla Francia; passò poi sotto i Russi dove combatté contro i Turchi, dai quali fu fatto prigioniero. Rimpatriato, partì ,p er le Indie inglesi ed a Madras ebbe un pos10 di sottot. :ic,i 6° fante.ria indigena. L1."<'iato i l servizio. ebbe da Sindia l'incarico di organizzare un corpo d i truppe, e vi riuscì magnificamente, élando alle truppe comandanti ed ufficia li europei, che condotti dallo stesso B. sconfissero gli atltri Mahratbi, e d ie<lero a.I S.i.ndia la supremazia. Tali tru1Ype, quantw1que da lui non più comandate, opposero gaglia.rcìa resistenza a.gli stessi IHglesi. N cl J 794 dovette per salute lascia.re l'India, e Sindia gJi volle conservare grado e competenze. Fu ottimo organizzatore e condott·iero e- amministratore; volle cd oltCJ.me che in testa alle .truppe da lui organizzate nell'esercito d i Sindia, sventola,55e la Croce B ianca d i Savoia. A Cha.mbé.ry gli venne eretto un monumento. L asciò le sue ((Memorie», pubhlicatc nel 1907. Boine {Giovamii). Scdllore, n. a F inalma.rina, m . a P ormi'iiaurizio ( 1887- 1917). E' autore d i alcuni volumi d'on dole letteraria , e ·d i un libro . intitolato « D iscorsi militari Jl. Boiorige ( lat. Boiorix). Condottiero dei Cimbri (110 a. C.). Combattè daJJIPri-ma con tro il con30Je Gneo P.apii·io A11bonc 11resso Aquileia. e a :Norcia. Non osò tuttavia ,proseguire con tro R oma; sconfisse però ]\fa.reo GitLnio S il,u10 (109 a . C.). Di vittoria. in vittoria giunse S'Ul Rodano, ri,porL1.n<lo a.Itri successi contro legion i romane, sconfi,ggend o ed ucci<lendo 11. Au relio Scaurn. Roma, -preoccupata, gli inviò contro iVIario, che lo ba.ttè ( 102, a. C.) p resso Vercelli, distn1ggendone l'esercito e uccidendolo. T ale scon fitta. arrestò completamente l'invasione -dei . Cimbri, dei quali ,p are r imanessero sul campo dai 100 a i 200.000 uomini. Boioliic (P·iet;·o). Genera.le ser bo dell'epoca. nostra. F u C,Lpo di S. M. del .!;enc.raJe Pu!!1Ìk dmante i prirni due anni di guerra ; ;ioi quando Putnik, roso dal mak che <la t.empo lo affl iggeva, dovette lasciare la carica, lo sostituì q uale ca.po di S. ì\I. genera.le. Coma.ndò effetti;vamente l'esercito serbo riorga.ninato dopo la sconfiitta in ).!a.cedonia, fino a lla primavera del 1918, epoca ii; cui passò al comando de-Ila I a.r-mata. Boìsdeffre (Raoul Le Mouton de) . Genern le francese (1839-1919). F ece la camp~gna del 1870, rag-· giun..se il grado di generale nel 1887 ~ nel 1893 f u Cfl.po •cli S. ?\L. ddll'esercito.: dovette da.re le cl imissioni nel 1898, a cagione delGen. de Bolsdeltrc l'a ffa re Drcyfus, quando fu scoperto il falso d~J col. Hcnry: a llora rima-se collocato in dà&poliòiiitè. e jJui ne:!la rise;-va (190'1).

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Bois de Fiennes (L uigi, m,zrchese di J,,,,,11illc di). Generale francese (1668- 1742). Fece · le campagne del suo tempo e si d istinse nell'assedio di Mantova -del 1700. Partecipò quindi all,a, ca,mpagna con tro l'Impero e nel li41 prese Praga. Alessandro di Bo·i s de Fie1incs. GeJ1c~·a.Je francese ( 1674-1744). Partecipò alle guerre <lei suo tempo, e n~I J 744 morì in seguito a ferite r iportate combattendo in Italia.

Boisgérard (F;ancesco Babruat di) . Generale francese (176ì-1799). Ideò ponfi di ba.rdie e lasc iò va.rie opere manoscritte. ·Mol'Ì in seguito a ferita riportata. dir igeu<lo l'assedio di Capua. Un ailu·o B. (n. nel j 739) fu pure generale francese, sospeso nel 1793 come sospetto a i rivol uzionari. Bois-Le- Duc (in fiammingo Hertogenbosch). Città. fortificata dell'Olanda nel Braibantc settentrionale, al confluen te del!' Aa e •della Domme]; fu fondata come ca.stello nel · 1184 e ingrandita nel 1453. Fu presa dagli imperiaJi nel 1629, assegnata a l.l'Olanda. col trattato di Vestfalia, occupata. dai Francesi ( 1794) res~ituit.a all'Olanda. ( 1814).

I. Assedio cli Bois-Le-Duc ( 1629). Fu posto dal principe d'Ora~1ge con ti:uppe olandesi. La. p iazza veniva chiamata. C< La Vergine del Bratba.ntc Jl perchè non era mai oa.duta. in anano al nemico; diffici1issimi ne erano gli a·ecessi in causa d el.le acque che ne circonda.van o i d intorni. Era. d ifesa. inoltre da un p oderoso m uro con 7 grossi bJstio111, for tini, rrdotte, e larghi fossi profoadi. Governatore. della piazza era il barone d i Grobendock, con una guamigione imperiaJe d i soli 2000 uomini e 4 compagnie d i cavalleria. Nel primo giorno dell'assedio egli fece uscire dalla fortezza. le bocche inutili : donne e bamb ini. R icevette un insperato aiuto d i 800 uomini da Breda, r iusciti a,d eludere ,In. vigilanza degli assedianti fra. il qua1·to e quinto giorno d ell'assed io, attraverso terreni impraticabili. I.I pr incipe d' 0 1·a1,ge con le truppe ola.ndesi, aveva iniziato l'investimen to agli u ltimi di aprile, con 30.000 uom ini, S'JlZ7. contare i rin!or;.i di oltrr> 6000 uon~ini che gli Stati genera li iaviaroa0. Impiegò JO g iorni ,1 eompiere i lavori di assedio con trincee, f ossi inondati e d ighe, nnntenendosi in comunicazione con Crèvecoeur, sua base di rifornimento, a mezzo di canaJ-i e della Mosa. Vennero piazzate ba tterie; e fu aperto il fl!or.o, a.I quale e1JergicJ.,mcnte r-isposcro gli as&rliati. Un piccolo corp0 di soccorso di c irca 500 u ., che tentava cl i entrare nella p iazza, fu circon,Ja!o e aJ1n ientato. Il marchese d i Bregues, cou un corpo spagnuolo, avanzò verso la piazza, 111a le forze degl•i asscdia11ti gli iimposero r ispetto, e non osò cli attacca.rii. Infine, il 14 settembre, dopo quattro mesi di lotta, il gover natore capitolò ottenendo gli onori militari. II. .4 ssedio di Bois-Le-D11c ( 1794). Fu posto alla piazza da i Francesi dell'Armata del è\' ord il 23 settembre.' Iniziato il bom½ia1,cla;mento, cadde per primo il forte d i Ortcn; il 29 settembre que llo d i Crèvecoeur, quasi demolito, s i an·ese a $Ua volta . Arrivati r inforzi di a rtiglierie d'asscclio, il governatore (5 ottobr~) si dec ise ,id arrendersi. I Francesi trovarono nella piazza 146 hocche <la fuoco intatte e 30 mila libbre di polvere nei n1agazzini.

Boìsot ( L11.ig·i di) . Ammiraglio olandese, uno dei p iù

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Le fortiflcnz1on1 cli Bols-Le-Due all'c,r)(}ca de'l l' a;;sccllo <lel 1791.

vaJoro:,i campioni dcJ.la libextà dei Paesi Bassi. Nel '1574, agi.i oroini del principe d'Orange, comandò una sl}ua.dra contro gli Spagnuoìi distinguern:losi a Be.rgop-Zoom, dove pcn:lette ·un ·occhio. Si d istinse poscia a Leyda che liberò con abile ma.novra. Nella· primavera del 1576 -fu inca.ricalo di soccorrere Zierickzee; Pimasto incagliato dopo di avere forzato un passo ostruito dagli Spagnuoli, per non ca'd ere nelle Joro mani si g<:t tò in mare dove trovò la mor,te.

Boissonnet <Andrea). Generale francese i:. ne! 1 '112. Prese parte alle campagne d'Algeria, all'assedio d i Rorna, <love fu ferito, alla camp~gna d i Crimeà dove, a MaJakoff, venne di nuovo ferito. Allo scoppiare dehla guerra <lei 1870, da coman<lante della Scuola politecnica passò capo di s ta to maggiore del genio nc,IJ'a.nnata del Reno, J)rendendo parte-a.Ile operazioni <li Metz, dove fu fatto prigioniero. Fu p~i eletto senatore nel 1876. - Un frateUo <le! preceden te !lmro11e Stefan;) .n. nel 181 I, fu pure genc.mk (1870) e prese -parte alla di-fesa di Parigi n manent!o ferito a Chaanpigny. Boìte. F iume d el Cadore, a.ffl. del Pia.ve. La. val Boite fu teatro di importanti operazion i durante il primo anno <li guerra. per ,parte de l I corpo d'annata, che, occupata. Cortina d'Ampezzo il 29 maggio, tentò, poi, inva110, durante il n1esc d i giugno e nei mesi d'autunno, di espugnare le forti posizioni d i Son P auses e Croda dcli' Ancona, a lla: testata della valle. Boia. An t. c ittà <ld L azio, p resso il luogo dcil'odierna Lttg1wno. Nel 388 a. C. vi si combattè una batta-

glia, nella quale 'tifa.reo :Furio Camillo sconfisse gli Equi, prendendo loro il camr o trincerato e la città.

Bolasco-P iccinelll (Carmine). Generale, n. ad Alghern (3assa:-i) rn. a Castelfranco veneto (l1331- 19lt•). Sottot. di •cavalleria nel 1853, partecipò alla campagna Jel 1859 e nd 1863 fu insignito <leMa cnx-e di cavaliere dell'Ordine mii. di Savoia. Prese quin~li rarte alla campagna del 1866 e raggPn'se 1wl 1882 il grado di colonnello quale comandante d el distreti<J di Brescia. Collocato in posizi-me ausiliari1 a sua. d:>Jran-da (1b91;, raggiun"-l nel 1903 il grado di tenente· genera.le nella, riserva. Bolcio·ne. V. Bolzone . Boldoni (Camilla). Generale. n. a Barletta .m. a Napoli (1815-1898). Alfiere n ell'8° regg. di linea. dell'esercito deilc Due Sioil ie ( 1835), partecipò a lle campagne d-el 1848 e '49 al servizio del Governo Provv isorio di Venezia e, promosso ten. colonnello, prese parte alla campagna del 18S9 · come comandante il 1° regg. Cacciatori degli Appen nini ; coman<lò successivamente il 2° rcgg. Cacc ia.tori delle Alpi c<l il 42° rcgg. fanteria. Durante la campagna del 1860 fu incaricato di organizzare la Guardia N az. nelle prnv. meridionali cd ebbe quindi il com,rndo <lclla. Guardia N az. d i Bologna e àd 37° e 34° rcgg. fanteria. Col .grado cli magg, generale


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(-1862) fu comandante d·:·lla sottodivisione mii. :li R imini, della brigata Puglie, del COl'po Invalidi e Veterani ( 1866187i); collocato a riposo (1873), raggiunse nel 1893 il g rado di ten. ge nera le della r iserv,L. Fu deputalo al Parlam ento 1iazfonale nel1'8" Jcgisla t '1r:1, per il col.. legir. cli ,Cfll'leto.

Boldrinì (Cesare) . U fficia.le .e patriotta, n. e m. a Bologna ( 1785-1849) . Fece con N"a.poleonc le campagne dal 1.806 al 1814,

raggiungendo il grado di cap.itano e ripol'ta.Jl(iovi u·c ferite. )J el 1848 fu da Carlo AJbes to n oonin.a:lo colonnello d i cavaJleri.a.; foce la ::•mpagna di quell'a,1mo, r imanen,ìovi •ferito. N el 18.49 Boldonl Camillo era colonnello dei L'ar a binieri a Ilolo~a a.gli ordini d ella R epubblica Romana. 11 giorno 8 maggio la popolazione volevR che egli uscisse per ,prendere tre cannoni austriaci che parevano aiJba11donati. Non r iùscì a persuadere che que lla era un'astuzia di gucrra1 e, ingiuriato con1c se temesse, uscì con pochi soldati, che furoi,o in gran parte uccisi. Egli fu t.raspor tato gravomcnte ferito nel pabzzo comunale ove spirò in poche ore.

Bolduch (o H,,/,J,.rc) . Ci ttà for tificata dell'Olanda. Dunmte ,Ja guernt <li F i andra, mentre aveva una pic-

cola guarnig~one ::;r·a·gnuoJa, .ò-lauYizio di Nassau dec ise cli impadronirsene e ne incominciò J' investimen to ( 1603). Gli Spagnuoli, che a.vev·ru10 ricevuto rinforzi dall'ltalia (due r·cgg. condotti da.I llorgia. e dal llranca ccio) d i~dero incarico al lo Spinola di libera.re la piazza. Lo Spinola ,,iuscì, non essendo comJ,i uto l' inve-,timcnto, ad assicurarsi le comunica>.ioni con B. introrlucendovi buon nerbo di truppe. Maurizio si fortificò n el suo campo, ma lo Sp inola, r icevuti a Itri ,-in forzi, attaccò i ncessante men te le posizioni a.v versa rie. In una d i queste fazioni trovò la. morte il marchese D elJa Bella, 'maestro d i campo. napoletano. Infi ne, lVIaur izio decise cli r itir arsi, e gli r iuscì d i farlo i n huon ordine .

Boleslao, :\'c,mc por tato da d iversi principi e sovrani ciel medio evo, tanto in Boemia, come in. Polon ia . Fra d i essi •meritano menzione nel campo mil itare:

Bolesla.o 1, <Ìetto ((L] Grande l> (967-1025). R e d i Polonia; f.u il pdmo aà istitu ire un esercit o regola.re. Sconfisse i Prussiani, conqu istò. la. S lesia, sp-insc il s uo regno fino al Danubio, conquistò la JJocmia, la :vroravia, e par te ddla Russia,

Boleslao 11, det to « L'ar d ito J> (1041- 1083) . R e d i Polonia; vinse gli UnghCJ·es i, i Boem i, cd , Russi fra il 1061 eù Ù 1064 cletrnni?-zan<:o i prindp e sostàtue,_,cloli con sue creature. l\icsso$i in lotta col papa G rego1•io VIT, ne fu scom un icato e dovette abdicare, r ifugiandosi in un convento.

lloleslao III, detto << Bocca tortR ll ( 1085- 1139). Duca cli Polonia; intraprese guerre contro l'Ungheda, la Boem ia, e I-a Russia, sulle qua,li vinse 47 battaglie. Trasportò la ca.pitale polacca a Cracovia.

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Boleslao IV, detto « Il Ricciuto )> (1127-1173), Duca cli .Polonia.; combattè contm Federico . Barbarossa chiamato dal fratello Vladislao, che era stato spodestato. Il Ba1:barossa invase la rolonia, ma non r iuscì a batleJ'e B. che resiste tte vantaggiosamente, e l'obbligò a firmare .la pace ( 1158) . Più tardi mosse guerra alla Russia, ma ne ·r iportò una sangui nosa sconfitta.

Buleslao V, <.let to « Il CastolJ ( 1221 - 1279). Duca di Poloni,,; lasciò invade1·e i suoi stati dai T a rtari per due \'Oltc e fu salva.lo da E n riço cli l3r>è$klvia e dai Cava.iicri clc~l' O r dine Téulonico. B . più tardi però organizzò e spedì un esercito cor.lro i Russi, mct ne fu ballulo.

Bolgar (o li-nlgar) . Anl. citt:', della Russia, nel go·,·crnatorato di Kasan, sulla d r. del Volga. Nel 1237, venne as..~:dita da Ba.tu, :figlio cli Gengis Khan, e distrutta. Bolina (Anclatur,, di) . D icer:i,si nelle navi a ,·eia quando queste stringevano il vento, ossia correvano con rotta prossima. a quella -dalla quale prove-niva il ven to. li nome ha origine dalile boline, ossia speoiali cordami che, attaccali alle r elinghe della vela, facilitavano l'orientamento di ciuesta. in d irezione pi(1 prnssima alla. d irezione long ,Ludinale dello sca fo. Il te1·m ine e< anela.re di bolina" si usa ancora. qu alche volta anche sulle navi a l'ap ore per indicare a.ppll.lllO -la rotta vicina, ma contraria alla d irezione del vento. Con l'andatura di bolina la deriva ddla nave è forte. P el' questo se ne tien conto. Correre la. bolina, n elle marine vdiere, speciRlmcntc medioevali, era un punizione a.Ha quale i n1arinai, speciailmemc i renmtori di galer e, potevano esser e sottoposti e che con.sisteva nel fa,- attraversare, al p unito, di corsa tutta !a coperta de lla nave, <la poppa a pruo , a suono cli s<:uù is~ iatc.

Bolivar (Si,iwne, dello « El Li!Jert,v 'or ll). Genèrale e uomo d i S tato : il Washington dell'America Latina, 11.

del Venezueh ( 17 8.3- 1830). Tni>.iò la carriera delle ' arnm nel l810, qu,Uldo,

scoppiata

la

rivoluzione

contm il <kminio :;;pa.gnuolo, venne ne.m in ato colonncllu d~l ,\l irarnia. Due anni dopo: •~ra gencrJ.le, a

c.1po cli lltl cser.:ito da. bi 01·g1nizza.to a Can,i~ena. S1lvo un hréve peri()clo dii in:;ucce,s,m, dll!·1n te il quaJe si rifugiò ad 1'-Iaiti) B ., 1ì 110 a '}Uan<lo gli Sµagnuol i nor1 furono defin itivamente cacc iati dall' Amc,-i-

ca I~a lina, rin1asc in an1lci 1 e è~mt;a.llè con grande vaiore e grande p erizia, ,Iisti ngucndo.~i in n1olte1. or:..:casioni . .Libcr~to il Vcnc~;.1ela e la ~u,}va Gr:tt1ata cl.agii S.pa[?nt~oli, B . aeco.r:e a prestare il suo braccio agli ànsorti del P erù e dclh llolivia , e contribuì g randemente a liberare Rnchc questa r egione, <l ivenendone -dittatore. I i1 segui to a lotte inteBtinc, lasciò la carica. e conservò per. alcun tempo il g ra·do di generalissimo; poi s i r itirò- a- San Pedro, dove morì a 47 anni.

Bolivia. La Bolivi a, o antico >\lto P eri,, la cui parte


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~ occiden tale era da -tempo

immemorabile soggetta all' impero degli Inca <li Cuzco, fu conq uista la nel 1533 d agli Spagnuo li gu ida ti da Piza rro e forniò col Basso PeTÙ una delle provincie del vicerearnc costituito inizialmente dalla Spagna coi possedimenti dell'AmeJ·ica meridionale; ma ,ne l t 776, quando il Paraguay ,fu eretto in vicereaJlle a sè, il territorio della Bolivia fu assegnato ad esso e pre~e nome dalla sua ca.pitale Charcas (ora Chuquisaca}. La i nsurrezione, che dal I808 in poi fece crollare nelle colonie americane la siguoria spagnuola, ebbe r ipercussioni anche nella Bolivia . Un moto rivoluzionai- io scoppia.to nel luglio 1809 11e1'1a ciLtit <li La Paz fu tosto represso; ma: ndll'anno Sllcccssivo la Bolivia veniva s trappata agli Spagnuoli dal ge-

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dae paesi e ne sugge!lav~ 11 defin itiva

De Acha d i ·r igrncrare il paese, soffocando ogni nuova veUcitit d i r ivolta e firmando trattati d'amicizia, d i commercio e di J1-a vigazione con varii Stati. Più difficile ru pel siuo gol'~rno il mantenere am;d,evoli reÌazioi1i col Ci le, col quale la Rolivia, oltre che per ra.gioir di rnnlìni, c:ra in contesa anche pel possesso del distretto d i Mej illones, ricco d i 111inieirc di 1·ame e d i saln.itl:Q. .\la -risorsero Je i,1tcstinc discordie, e il generale lvlaria110 ::vrelgarejo ( 186-t) si levò a Cochabamba çontro l'.'-\.cha e, mossoglisi contrn, lo hattè nel febbraio 1865 a Oeaza presso Porosi, poi, vo ltosi contro il Belzù, che alla: te5ta d i l'Ìl'Oltosi ·e di inc!ia r,i si era _posto a L ,1 Paz apprestandola. a d ifesa, ve lo attaccò e lo sconfisse in un,t dura battagli,, ncMa quale il Bclzù perdette ·1a vita. Dopo tal i fatti, il 1.felga.rejo, assunto alla presidenza, (24 gen na io 1866), si diede all'opera d i pacificare t rico~Litc1ire il p:1e5e, :Jisl.rntt 1 r.:1, u ltimi avruni dei r ivoh.:"donari, egli _!1sò dt~l pc!cre con ninlta ;-nodcrazionc e gene1·0::1 ità amnistiando i suoj avversari. Riusci ad ,appi.;nare il .:onfli t to c~l Cile, d i cui sopra ,\ cenno, mediante un trattato d1e li,sHa in modo certo l':indamen to delle f.·.mtiere ;' r ipHt iva eqllamente fra i , li,e p:ies i ti terreno guanifero d-i ":-.rejil!:.nes e dava a lla Bolivia \':,.mministrnzioue delle min iere d i Atacama; ed anche C<' i P.ra~ilc egli concludr:v:t nel 1867 un pa tto d'am icizia che poneva termine a parecc hie contestazioni sorte con quell'in;pcro per ragioni di ter r itorio. Varii presidenti s i &txcedettero, fino a l Daza, sotto il quale s i svolse la guerra eletta del Pacifico (V.), nella quale P eru viani e Roli vian i furono ba ttuti cbi Cileni. Il nuo. 0 presiden te bolivia,10. .Pachcco, concluse (29 novembre 188-l) un am1istizio cl"inde finita <lurata, per o ttenere il quale 1u Bolivia dove tte :,eri) cedere tutto i l .suo te l',itorio cos tiero c1· :\n wfa.6J ;ta . Dt,rantc la prrsi<len?.a del generale Panclo (eletto nel 1899) sorsero at.(riti col Br1si le pel contesta to territorio di Acre e vi fu minaccia cl i guerra; velluti ad un accornodanie11to, qL1esto provocò irri tazione col T'erù che vant-1Ya anch'esso d ir itti sui bosch i ..Ii caucc iù d i quel distrc((o, L a quc;tione fu per lungo tempo cagione di dissapori e di conflit ti diplomatici e guerreschi tra le repubbliche sud-amerioane; Bol ivia e P i?r(1 convennero di deferirla a ll'ar-hitrato de l presidente della Rcpul;b]ica Ar gcmina; ma -la prima, non paga delia sentenza da 11ucsti emanata e che t.ornavale a danno, si rifiutò di acconciarvis i e il suo presidente Montes, lungi d al reprimere o atttH il'c i mo~i intern i scoppiati nel paese, li rr ttizzò provocando le i re dell'Argentina; tuttavia anche queste nubi si dilegua,·ono mercè l'opera assennata e prudente ciel presidente Villazon succeduto nel J 909 al Montes. Dopo tale epoco., la Bolivia s i diede a! pacifico sviltt•ppo <lelh: proprie1 energi~. :\fella. gue~-r~. n1011d iale e~sa si sch ierò J iplourat icamentc contro gli Imperi Centrali, ma non prese p ane at tiva a lfa lo tta .

separazione. Le successive presidenze furono coinvolte in lunghi e accaniti contrasti, fra repentin i :, mmu tinamcnti, e cvlpi di Stato. Nel 1860, le soni deìla repubblica •precipi ta vano a tale rovina, cbe il gen. Relzù crede tte facile u n colpo di rna,10 pcr rovesciare il presidente L irnar es; ma quest i, fatto accorto della macc hi nazione, <00 11 rapida rnossa atb'av~sava, seguito da buon nerbo d i truppe, il terri torio peruviano che sepa.ravalo da Co;iacaban a, ove i cospiratori s'erano assembrati e in breve li disperse. Ma fu solo possibile a l generale

Esercii.o de/l(, Boli,,ia. Di pende dal " M inistero della Guerra e della Colo•1izza7.ione >>. li ter ritorio d ella Rcpn bbl ica .~ diviso in tre d istrett i militari, del ::--;iord, del Centro e del Sud, ed in tre comand i m ili tari, format i dai dipartiment i cli Santa Cruz, E l Beni, Tarija, e dai Territori di colonizza~ionc. L'eserc ito per manente comprende 6 rogg. cl: fa.i,tcna. ;:: J i 5()0 uon1in i e 4 di U:)0 uom ini ciascuno; :l rcgg. di cavalleria d i .300 uomin i ciascuno ; 1 regg. di artiglic'i'ia da montagna di 300 uon1ini ; 1 regg-. di artiglieri~ <la ca:npugna su 4 batte-

ne ra le Ba1ka,rce,; tuttavia per P<1.recchio

tempo ancor a es.sa fu teatro delle lotte fra regi e r ibell i. Frnttanto s i andava compiC11do la liberazione dal ~iogo spagnuolo delle a ltre colo11ic sud--amc1·ica Stemma ne e 1 in 0111agbiO a Rolintr, 11el luglio rtcila noll\'ia 1S2S, l'Alito Peru costituiva una 'repu bbl-in a sé co l nome di lloliv ia . Ne. à,,;un ;e la presidenza il Sucre, che pfr le l,ittc irttcs tinc dovetté dimetter.si . G li ,uccc,lettc ~l-ap1,,rima i.J Volasw che fo tosto r•J-

ve~da.t~1 ~)oi il gr:nerct.ie Lìaii1co che fu ucciso dai rivoltosi, e i ni;.,,e il gener ale Santa C1·uz, il quale died,; a! f)a,; se ,tlcuni an11i ,ci i quiete e d i p:tosµc_rità. ~l a lra il Pe.ri, e la Bolivia covavano motivi di litigio per i confini ma.I <lùfmiti, e, a tenerli discor<li, opernva,·10 le cupidigie e le invid ie de,i nuincro~i riva.lì dd '.Santa Cruz, fra i quali il gencri.1Ic CatnJt-ra, n .)b1·cgo:--o e,d anche il prcs idfnle del Cile, P orta.Ics, cb.e temeva pc! suo µ:1esc le -mire e i seg1'<'ti 111ancggi del presiden te boliviano. l i Santa Cruz avanzò nel P ()l"it e, ,confitto il Garnana presso Ci•zco (8 agosto 1835), vi assw1-e il potere e diede w12. costilti,ione per la qua.le Perù e Bolivia , pur r im;111endo a.utono1n i in qua.iito riguardava 1e loro interne f::tccc:ndc, veJ1ivano riu ni ti in un~ Confederazione sotto un gover110

centrale che pcr· 10 anni fu a.Jìidato allo stc;..,o S-,r.ia Crn~ col titolo di protettore. :\fa le pas6ic:,n i politiche e le mene de i mesttctori ·continuarono a infierire cd ag itare quelle in cquicte contrade. Xel Perù, i l Ga.marr o, raccolti i suoi·.seguaci, r iusciva a ha.tterc a Yungay (20 gennaio l839) il Sant,c Crnz e a. r•iafferrare i•l potere, mentre la Bolivia, rotti i patti fe..lerativi, eleggeva a propri(> pre sidente dapprima il generale Belasco e poi il genèrale lla llivian. I l Santa Cruz abbandonò il paese e il Gamarra, approfittando degH intest in i dissensi della Boli~ia, (emò di s trappare a questa la prov incia di La Paz, ma fu posto in piena rotta p resso 'Viacha ( 18 no;,e11vbre 1841) dal llaliivian il quale, entrato n el J'ei'ù, segnava. u Pasco un accor-clo che pone-va termi ne alle o stiJità

foa

L


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Bor.

r ie: -i n totale 4.187 uomini, i nclu si gli ufficia li. Vi sono 9oi delle « Colunmas » residen ti nei ca,poluogh i di d ipàrtimento, composte ordinariamente di 100-200 uomin i, ttna che possono essere rinforzate s ino, a formare dei battaglion i. Altre u nità, di 300 uomini ciascuna, stanno di guarnigione nel. Nord, nel Nord-Ovest, nel Sud- Ovest e nell'Est. La fan teria è armata di fuòli Ma.user, modellò boliviano 1898. Il re-clutamento è basato sull'ob1.,ligo mili tare dei cittadini, che va dai 19 a,i SO anni. Q Ltcsto periodo è così diviso: per sei nell'cserctto d i campagna di cui uno sollo le armi, seguono sci anni neHa riserva ordinar ia, dicx:i anni nella riserva strnordina.ria e d icci ann i nella Guard ia territoriale. L e 5pese 11er l'esercito ammontavano (1922) a l 16 per. cento del bilancio complessivo della Repubblica.

bo I lati (.4 mbrogio). Generale, n . a Zib ido S . G iacomo (Milano) nel 187 1. Sottot, d'aJ·t. nel l890, partecipò a:lla campagna, <l'Africa del 1895-9,6; nel 1905 entrò a far par te del Corpo d i S. l\-1. e fu s ucccssivarnen t~ addetto a l comando dell'XI corpo d'ar mata ed • al oomando del Corpo di S. 11. P .romosso maggiore nel 19-l..4, conf~nnù le -sue b1illa.nt i. qualità d i comanda nte e d i soldato <lurnJ1\e la gue1ra mondia le . D a,1 <l icc,m_hre 191 S al lu,gl io 1917 l'esse con ram perizia la cal'ica d i capo dell'In te.ndc~m1. S.pecialc delle Lmppe d' A,lbania e J\,J,-acedo ttia, meritandosi la pron1>0~ione a colonnello per -merito eccezionale nel 1916 e dopo aver funzionato d a ca.po di stato maggiore del XX corpo d'arnnata fu nel marw 1918 )H)minmto capfi u ffi-cio mobilitazione e oP<linameuto p rc~so il Comando Su,premo. 1920 al 1925 fu addetto a l m imiste.iu delle Colonie quale capo dell'ufficio milita:re, e nel d icernbre 1925, promosso generale d i ,brigata, fu nominato oapo reparto presso lo Stato :èlfaggiore .

Da.I

Bollati d·i Saint Pierre E1<gcnio Q11,i rùio. A1mniraglio, 1i. nel 1856, entrato in s~r vizio nel 1872, colJocato in

po'sizione ausiliaria nel 19 l l, p ro·!Uo~so ront.raT,1:n iraglio della r iser va navale nei 1912 e contr ammiraglio <li <l ivisionc nel 191S. Scrittore apprezzato e fcccmdo d i .st.ra.tegia, d 'arte e di smria navale, ha pubbli·cato, '.ra r altrn: << Aµp un ti <li a-rte mi.lita.re navailc.» ( 1898); -« Delle 5ped izioni marittime >) ( 1900); (< L o s barco inglese in E gitto ( 1882) )> ; « L a guerra <li mare >1 (1900); Navi <la guerra e d ifese costiere >1 ('1903) ; B reve r accolta di azi(mi nava li » (1904); << Prcpa:mzione politica e strategica nava,le » (19091; « Nautica.è Res - studio su hla guerra . ma1,ittima » (1910); «Le grandi operaziorti militari della Russia dal 1914 a:t· 1917 >' ( 19 19) ; « Lo sfacelo della R uss ia i mperiale>> ( 1920); « L a guer ra. sottoma:r-i na durante il confli tto rno'ridiale· » ( 1926).

BoL

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Bolletta. N cii le compagnie d i ventura, d icevansi << bollette>>

gli ordini di paga.mmllo dehle soldate,;che, spediti cli volta. in volta dai magi$t:·a:i: i tesorieri delle tl;'ne dove le milizie $tanziavano i·itiravano le B . e le pagava110) deducendone la

« gc.tbella )) ,

Bollettino di guerra. R apporto compilato giornalmente dal capo cli un cscJJC'lo, allo scopo d i informa.re la Nazione degl i avvenimenti svoltisi nell'u ltimo ir,criodo <li 24 ore. Era detto C•)Si già nel st:colo XVT. Contiene in sinll"5i le notizie più i1npor tanhi, spesso tacendo quanlo potrebbe essere pericoloso pubblicare. 1Fa1ctosi ,ono i .73. n a.poleonici, i qual.i però spesso erano ad ar te csa.gerad, tante che i France,;i fini;-0110 per llOll presta rvi p iù fede. Come esempio di imprn<lenza nella re-dazione dei .73., è: rimasto classico quello del 1870, quando i B. francesi a1rnw1ziavano anche le intenzioni del p roprio Comando: telegrafati su bito a Londra, d i qui a Berlino, e eia Bcr liau ,d Qmr tiere generale· tedesco, i nformavano l'esercito genna llico di qua.nto si a.pprçstavano a fare i Francesi e completavano in modo impensato il 5erviziv <l'j11fonnazioni dei T edeschi, pérmettcndo loro d i agire tempestivamente. Per noi Italiani, è pa.r ticolarrnente motivo di orgoglio il << Bollettino dello. Vittoria» lanciato a firma di D,iaz in data 4 novembre 1918 : « La gutrra contro l' Austr ia-Ungheria che sotto l'alta guida d i S. l'vl. il R e - Duce supremo - l'Esercito i taliano, inferiore per numero e ;per mezzi, i-niziò il 24 maggio _1915 e con fe.de incrollabile e tenace valore rondu~se, ininterrot ta ed asprissima, per 41 mesi, è vinta. << La gigantesca btLl taglio. ii1ga.g;gia.ta il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte 51 divisioni i taliane, 3 britanniche, 2 francesi, 1 czeco: slovacca ed un rcggin1ent·o a,n1eric~u1ol contro 73 d ivjsio11 i austro- ungariche, è ' fi nita.. <( La fulminea arditissi-rna avanzata dei 29° corpo d'arma ta su T rento, sbarrando le v ie della r iti.rata alle armale nemic he Jel Trentino, trnvolte ad 0ecidente ,hlle truppe ddla VII a1,mata. e ad ori-ente da quelle della I, VI e IV, ha dete1,min ato ieri lo sfacelo totale del fronte avversa.fio. << Dal llrenta a l Torre l' irresist ibile slancio della XlI, de ll'VTII, della X annàta e delle divisioni di cavalleria, ricacc ia sempre 'Pitt indietro il nemico fuggen te. << Nella pianura, S . A. R . il Duca d'Aosta, avanza ra.p ì<la,ment~ alla testa. della sua invitta III armata, anelante cii 1·itornarc sulle posizion i da essa già vi1tor iosamente conq uistate, che ,.,-iai aveva pe~d'llte. « L'c$erci to auslro-w1garico è annienta to; esso h a subìio perdite g ra.vh,~irnc nell'accanita. 1;esLstcnza dei pritni giorni e n ell'inseguimento; ha pCJ·duto quan tità i ngenlissi•m ~ <li n,ate.r ialc d i ogni sor ta e presso che i nteri : suoi magazzin i e i de!'os iti ;- h;1 lasciato fi nora nelle nostre mani circa 300,000 prigionieri con interi stat i m.a.ggior i e non meno d i 5000 cannoni. << I r esti di quello eh~ fu uno dei più potenti e,serciti del mondo, ,r is3 lgono in d iso1 d ine e senza speranza. le valli che avevan o disceso con orgog'.iosa s icurezza ». Bollettino di m obi litazione . Pu,bblicazione d i carattere r iservato specia le fa Ha dai M in isteri militari, per la asversi repar ti a cui dovrebbero essere destinati i n caso di vers i repa,·ti a cui d ovrebbero essere d estinati in caso d,. guer ra. n B. cli mobiJitazio 1:e è diviso in due parti :

),


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a) h prima contiene le destinazioni dei d i,·ersi uffi• -cia:li, in servizio permanente cd in congedo, ai reparl~ ,corpi e conrnnd i per comp letante i qu adri d i mobili!,,· zionc; quc!sta prima parte viene diramata ftno dal tem po di pace a i corpi, reparti e comandi, affinchè sappiano ·qual'è i n ca~o d i mobilitaz ione il persoM!e d i cui po3sono disporre, e lo assegnin o preventivamente a i reparti e comandi dipendenti, comi::ilandone le relative tabcll~ che devono essere tenute scntpolosamente al corrente: h) la seconda .parte riguarda invece la dcsti11a1.io1;,

di uflicia!i, sia. dc:rc.scrcito perman~nte che in congedo. a speciali comandi, od organi di mobilitazicnc che hanrg cara ttere s~grntissiì110 e r igua 1'<.b.110 movim~nt-i di perse, nalc da cs~gu irsi generalmen te n;,llc prime ore della mc• 1,iiitazi,me od anche prima. Questa parte del B. non vie•!'.! 'Con,unicata che in via riservatissima ai comandi e corpi i11caricati d i preavvisa re ( sempre in v i,i segreta) gli uf• -fida li interessati, a.ffinchè .sappiano dove devono recami .n caso di mobilitazione.

t

L 'organo centrale da cu i vengono pubblicati e comp', '.ali tali B. è il comando dtl Co,,po di Stato ?>faggiorc, ·,:.b e ha un ufficio speciale dedicato esclu:;i\-amentc al,t ori::o nizzazione e prcp--J.razionc, fino <la] tempo di pace, <lz i r cp.m i e elc i quaJ n IJ)cr i' R . E,frcito mobili tato, per ,a R. )lari1u e per l'Aeronautica.

JJùlletti110 militare delle n o111in.: e pro11102.ioni. Pubbl~ ~azione settimanale che viene falla da l .Ministero del!, Liuerra, per annunziare ufficialmente le promozioni, ne, ·mine e tra3ferimenti degli ufficiali òcll' Esercito, nonchè le variazioni d i ca.ratiere ammin istrativo, che li riguarda.no. La data delle nomine, promo,foni e trasferimenti, portata dal B., serve di notifica ufficiale per i diversi '.Jlloviment i riguaHhnti gli uffici:di cita ti, dimodochè essi devono, senz'altra partecipazione, esegui re gli ord in i in ,esso contenuti. La pubblicazione cbl,e ù1i.1.io in Picmoate rn·l!'anno 1849. I! B . è diviso pe r i\nna e Corpo a seconda dell'ordine ·portato dal!' 1\1rnuacio M ilitare. Consta inoltre d i fasci,coli di,-ersi a seconda delle categorie degli ufficiali, partendo da quelli in servizio effettivo permanen te, e ter:minando con quelli <lclla riserva. Porta da u lt imo l'elenco degli ufficiali defunti. La R. )farina ba un Foglio d'Orrlir.i ( V.J che corrisponde a.I Bollettino milita.re. Tiollcttiuo rlrll'UJj'icio Storico rll'llo Stato Maggiore dell'Esercito. ])(Il 1° gennaio 1926 l'ufticio Stor ico dello Stato Maggiore del R. Esercito ha inizialo la. pubblicaz ione d i un Hollet tino periO{Ji,co, rnntenentc a r ticoli e noJ.izic d i carattere stodco; esso serve p rincipalmente alla Junzioi;c 'ii ~ol!cgamcnlo fra quel centro di studii sto,,rici mili tari, le a lt re isti~uzioni cu lturali cons imil i, e gli st udio3i in gc1 ,cre. Il B. esce in fascicoli bimest rali d i 64 pagine ciascuna, contenenti normalmcnlc: a) articoli d i s toria militare, redatti da scrittori ci-

v ili e milita ri, d i carattere breve, 01·igina le e sen?.a intonazione polemica, con schizzi, d isegni o fotografie; b) X otc dell'Ufficio Storico, ossia comunicazioni sulla sua a ttivi t/t, e su quella d ell'Ufficio Storico d ella. R c·gia. ).farina e della R . Aeronautica, noncl1è di quelli -delle altre X azioni ; segnalazioni di caratter~ archh·istico e documenta r io, r isposte a questionari storici e l>iblio·gndki ;

e) Bibliografia storica -italiana ed estera;

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d) Ras,;,,gna di coltura storica. recensioni delle pubblicazioni, comunicazioni riflettenti a,•venimenti storici.

:/Jolll'tti110 ddla Milizia. Xcllc a.n t. m ilizie to.scane, era la « Carla o Patente stampata che si dava al descr itto 11clla. ;,\lili.tia <!elle Rande per certificare questa sua quali tà; ;,orlante i! nome de, descritto e h patria; finrmta dal comm issario delle Bande e sigillata col suo s igillo>>,

Bollo militare. Sotto I.i denomiaazione di B. si wmprendc tanto l' impronta di un sigillu, quanto lo stn1mcnto ste~so che serve a timbrare. Ogni ufficio militare, da q11ello di compagnia in .<U, J,a la propria <lotauione di 8. che devono essere del tipo prescritto dall'inventario, e cioè in bronz0 con 1111trnico di legrn.:,, e delle dimensioni e forme stabilite da apposito regolamento. I B. devono es5e:e tenuti in apposita scatola, e chiusi souo la diretta respoi,~al-ilit\ del comandante titolare del reparto od nf-

BOili cu rcg-g1rnenli <lel l'antlco !'Jc111onto licio che li ha in con-;egna, pcrchè servono a co1walidarc l.l l'trma del coma.ndante stesso, o <li chi per esso. Gli uffici sprovvisti di B. possono usare per la franchigia delle lettere di servizio, un piccolo timbro con la ~critta: << L'ufficio è ;,provvisto d i hoHo >> accanto al quale il comand a nte <leve apporre la. propria firma. Vengono bollali per riconosci111en10 tutti i quadrupedi dell'Esercito sulla coscia sinistra col numero e trofeo del rcgg. cui appar tengono. Fino a ,poch i ttnni pri ma della gue1Ta mondia.lc, venh·ano bollati, con un « R » apposto sul collo dal lato sinistro sollo la criniera, i quadrupedi riformat i ,prima di venire posti in ,·oodita a ll'asta. pu bh lka. T a le sistema però è s tato abolito pcrchè deturpava il qu:i.drupcde e ne d,minuh•a il prczz-0 commercia·lc.

TJollo 111ilitare per cajcr maggio. 5 :i tutd gli oggetti di , CJsernngè'io sono ~pposte dal Com111k1ari.,to m ili tare le i.n;:,iali A. il!. con l'it,,Jic;izio11e dell'arno in corso e l.1 classe d'uso, media,ntc apposti bolli. Essi sono impressi con tin ta. imlelchilc sui tessu ti, od a Iuocfl sul legn0. C li og;:erli usati · sono ')oliati nuovamente con la classe d'uso, annullando i precedenti bolli: Vengono pure bollati gli oggetti t utio:-a usabili, pera fuori da;,-se, con bollo spccir-:le. '1 u\ti i , ,ci,:oli ~vgg~tli :i. ta ss·~. ~µ partcncnti a ll'esercito, armata e 1I. V. S. X. po11ano apposito B. con le lettere S. M ., al posto do,·e sarebbe p~cscritto di portare i,! ba llo gov~rnativo. Tasse di registro e Boli-o. Gli atti dcll'amminisu·azione militare non sono esenti dalle tasse di rcgisu·o e B ., ma p resso i rcp:u-ti esiste, apposito J egistro, o repertor io degli atti, ohe deve essere in determinale epoche presentato agli uffici go,•erna.t ivi per l'applicazione del B. e delle tasse relative. EoUo J.11igi. Gcncmle n. a Ca.bbiano (Casale !llonferrato) nel 1844. Partecipò da E.Oldato alla campagna del 1866, e nel 1867 fu promosso sol lo!. n el 2 1• regg, fanteria. E bbe qu ind i le funzion i d'insegnante presso la Scuola :.lilitare di fanteria e fu addetto nel grado di capitano


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al 2-Iinistero <ldla Gt,cna. Comandò <la colonnello ( 1899ì il 12° regg. fantcr-ia, e, collocato in posizione a us iliaria ( 1902), raggiunse nel 191 I il grado d i magg. gcnci-alc nolla riserva: J1el 1925 venne collo0Jto a riposo . Bollo Girolamo. Ammiragl io; n. a. ).foneglia nel 1866, entra lo tn servizio nel 1916, collocato in posi2>ione ausi1iaria nel 19·1i . E ' sta to <lircttorc generale d~I R . .-\rsemtle d i Taranto nel 1916-1917.

Bologna (a.11!. Feisi:na, B-ononù,) . Città ca.poi. <li provinci-a, ,p.resso la dr. d el R eno a l suo sbocco in pian ura, al ,pun to di incrocio della strada delfa Porretta e dcl]a strada della Futa co11 la via Emilia. Fu da a n tico tc,ni:po circondata -di rnura, che vennero terra.p-iomtte al pr incip io del scc. XV, allorchè comir!ciaro110 a mostrarsi sensibili gti effetti delle aniglierie. Le porte d i ·dette mura sono d i notevole in tore.sse nella storia dcli' archileMtsra rnilil(l)re pcrchè m unite <le.Ile caditoie e deMe sa.nicinesche, aUe quali veniva aist.emma di Bologna fidata la <life~a dei recinti medievali. La porta c(Azeglìo (,g ià Sa.n ~•f ammolo) ora scomparsa, esisteva prima. del compimento <lolla terza cinta murata. Fu riedificata ne l 1417 e restaurata. nel 1850. La porta S. Feli-ce, aperta nel 1506, ìJer la quale fece il suo ingresso in Bologna Carlo V nel 1529, presen ta la particolarità di avere la parte su pcriore, dalla qu;i,le doveva. manovrars,i sulle caditoie, coperta. da tetto a. somiglianza. <lclle tc rd <lol!a stessa epoca. La porta Za.n1ooni (già S. nonato) forse la sola che non sia stata rifatta o restaura ta, conserva tuttora l'elegan te form a datale nel 1400 d a.ll'Areti.no. La p oTta. Saxagozza, una delle p iù a.ntiche, ( esisteva nn dal 1290) fu rinnovata nel 1856 colJ"aggiunla di due avancorpi Ja.teraJi esterni. Sono da ricordare, per .la grande altezza, le due torri che tuttora. rimangono a 13ologna: quella dei Gar iscndi eretta nel 1130 e quella degli Asinelli che data dal 1119. I. L'c,rigine di B. è antichissima; fu centro popolato, degli Umbri pri!lla e <legli Etruschi po i; presa dai Romani, nel 191 a . C., d ivenne ficrente munici pio fortifi.çato romano. La sua posizione l'espose a tutte le invasioni. Alarico l'assediò ma non •p{)tè prenderla; Attila invece la p rese e la sa.cd1eggiò ; Oclcac.re la prese e poi T eodorico, 5! pc.i L ititpra.ndo; e nel 902 fu saccheggiata <lagli Ungari. Ne i ~ecoli X e XI B . incoru incia. ad affermare, come altre città italiane, i~ d iJ;itto della libertà comunale. Una gra.nde serie di guerre ebbe a sostenere il Comu ne d i Bolog1h, costituito stabilmente verso la fine del secolo XI: fu in guerra con }fo<lena dodici volte fra il 1131 e il 1325; dod ic i volte con I mola (1121-130i) ; tred k i cou Forlì ( 1149 -1 350); otto con Faenza (11311281) ; d icci con R avenna. ( 1125-1250); sette con Parn1a ( 1228-1 267) ; q ua,t(ro con Forli.:mpopoli ( 1198-1307) ; quattro con Bertinoro (1 166-1307); qu,tttro con R.irn ini ( 1166-iJS0) ; q uattro con Ce,en a ( 1166-1345) ; cinque con Cremon.l- ( 1228-1236) ; sette con .M ibno (1322 -1 444); q uattro• con P is toia (1194-1214) ; tre ccm Reggio ( 12091267) ; tre con Vcron,t (1232-1366). Fu inoltre in conflitto, attraverso ad alleanze, con .-\rezro ( 1307), Bellu no (1 252), Cervia ( 1254), Fano (1215), Feltrc (1252), Fcr-

314 rara (1267-1296), Firenze (1261), ::Sfamorn ( 1205-1.325), Padova (1252), Pesaro (1215), Venezia (12ìl-1287), ViccJ11.a ( 1252), ) ii!a no (1215-130i). Scopp i<1ta la lotta fra. Guc-lfi e Ghibellini, B. fu di parlc guelfa e dovette lottare contro le città vicine, ap, pa.rtenenti tutte al part ito ghibellino: r iuscì a costringere, battendole separatamente, Imola,. Faenza, Bagnacavallo" Forlimpopoli, Forii e Cervia a passare nelle file guel.fe: fa.se c u lminante della lotta, la v ittoria della Fossa/ta (V.).

U. Battagl-ia di Bologna ( 196 a. C.). Appar tiene alla. sollcwizione gaHica avvc,n,uta <lopo la seconda guerra P u nic,i; fu comba ttuta fra i Romani, condotti da JH . Claudio :Marcello e L. Fu.rio Pwniureonc, contro i Boi. I Romalli, vincitori do po as1mt lotta, sterminarono gli avversari.

III. Trattato di Bolognc (19 gennaio 12.:"0). Fra Bologna e Modena . Segna la pace fra le d ue città: Bologna rest ituisce le terre occupate ; Modena è liberata dall'ii1teI'detto pa.pa,le e r iammette i Guelfi in città, impegnandosi a -conservarsi alleata di Bologna e a p restarle· a iuto in ogni occasione. IV. Fazioni: intestine . D ue grosse fazioni nel sec. XIII d ilaniarono B .: qucl,Ja dei Gercnei (alleati coi :Modenesi) e quella dei L ambertazzi (alleali -coi Forlivesi e coi Faentini). La lotta, nel 1273, in~anguinò per quaranta

Le mtma cli Bolog-na

giorni le vie, e in .fine 12 .000 cittad i,,,i, appartenenti a lla. scconcht fazion~, sconfi tta, esularono . Per l'i11terve1110 deJ pa.pa,nel 1279 ( 4· agos to) la pace fu ,:on elusa. trn le due faz ioni e gli esilia ti 'r. i ainunessi in cit tà. Nuove lotte di fazi0:.i condussero all'esilio dei l'epoli, Gh ibell ini, e all' inteFvent<> d i questi contro B ., la quale, sco,1frtta a :Monteveglio, riuscì non dimano a resi;tcre a un tentativo <li a~scdio, rn.a. decise di daJ-si alla Chiesa, iU che fu fatto l'.~ febbraio 1327. V. Rivolta di JJolog11a ( 133~). Rertrando del Poggetto, ca.rdin-tle legato, a veva fatto C<Jst.ru ire a Porta Ga lliera u na robusta fortezza, e, m un itala d i truppe provenzali, tenrò d i restr inge1·e le libertà comunali. I Bnlogne,;i, a -capo dei quali si pose T addeo dc' Pcpoli, strinsero lega éol mas chese d 'E s te e si prnpararono alla lotta. L e !ruppe estensi avanzarono st1 B . e p resero Cento; i t cardinale mandò parte delle sue ad as restarne la mar- eia, ma frallando la città si r ibellò, trucidando per le vie i sol<lati del pa pa. e ponend o l'assedio alla fortezz'.1. J'cr l' in terven to dei F iorentin i, i Bolognesi consentirono,


Bor,

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l'uscita liberamente al legato e alle sue tru1>pe, dopo di cl1e spianarono al suolo la forte zza (17 marzo) . ::'Ila dopo la cacciata del cardinale, i T'epoli s i impadronirono del JK>terr, tolto loro, co:1 la forza e con l'astuzia., dai Yisconti di ::'llilano, i quali si assicurarono a suon di fiorini il consenso della curia. d i :hignone (1352); due anni ,:opo G iovan11i Vis1:on ti da Uleggio, governatore d i :Solog11a, r cp,·,mcv:i sµkt,,tamrntc 11na congiura per abba'ttere il dom in io visconteo. Il quale venne a c~s~are per opera del cardinale ,\ lbomoz, restauratore. della potenza dell.1 Chiesa :1elle RomJ.gne. VI. Tentativo co11tro Bologna ( 1361). Fu intrapreso

d,d Visconti, ipcr r iconqu istare la perduta cit tà. G iovauni da Oleggio, con 2800 u ., occupò il letto della Sa,·ena e iniziò la costruzione di un ridotto. ~Ia il 20 luglio i llolognesi, in numero di -1000, condotti da Galeotto e Ungaro :\<Jalatesta, assalirono a ll' imp r ovviso i viscontei e 1000 ne u ccisero, 1500 ne kccro pr igionieri, sa lvando con questo combattimento la loro città. V II. Ri-,;ol/a di Bolog11a (13i6). ,-\pparlicne al :noto gencralé contro il mal !\Ol'c rno déi cardinali k1:ati, e 1•èm1e fomentata da~i « Otto della.' G ucrra il di Fir enze. TI popolo di B. ass;\IÌ il 19 mar w la casa dd cardi nale Guglielmo, il quale . riuscì ~ fuggire; si im1,adro11 ì rlcl castelle ,; i :',i,111 r-dice ; cacciò le mili,,ie pontificie dalla città. Gregorio xr scomunicò i Po,·ta San· Felice Fioremin i e assoklò i11 l'ra.nc ia h compagnia di l'C1Hura dc,tt;c de i Rt·ctoni, la qua;lc ent rò in ludi., condoll,L d,~I cardina le Roberto di Gù1evra. e marciò su Bologna. L a difesa. della città era ~tat.t :.ssunta dal capitano Rodolfo da \·u.-.ao, inviato rlai Fiore.minj con 2000 lance e 6000 ca.-all i ; egli si chi use iu 8. e a,tese alla fer ma dHc,a. i lellc mura. L'eser cito asS('diantc (6000 fa.n ti e -1000 cwall i) non riuscendo a superare la resi;tcna dei llo:ogncsi, si ritirò a s,·ern:uc a. C·estna · nel ma1·zo ::;cguc;1tc ( 1.) i i) venne conclusa Ja Pii• cc fra B . e il pa,pa, malgl"'.1.do il contrar io ,1vvi,o di F irenze. '!TII. Ric•ollo di liologua ( 1-10~). Xuornmeme ( 1-102) i \'i~conti tentarono di riacquist~re li. affidando un esercito. ad Alberico da Rarbiano, il q ua le scon1isse, a CaqaJrcchio, G iova11I1i Bentivoglio signore d i Bologna e i Fior: r,tin i suoi alleali. e il ,~~ nliv<Jgl;o tnn,!ò a morte. il. tornò ai \"isconti, ma. morto Gian Galeazzo, il 2 settr·mbre H04, si ribellò e ~ac-ciò da.Ile sue mura. Facino Cane, governatore della cittil per i Visconti.

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lX. Rivo/la rii Rologna (14 11.). Scop piò il 12 nu;:gio, rnntro il p<ipa G iovann i XXlII , a l grido di « Viva il Popolo e !'Arti!». Il cardinale legato si chiuse nel 1:a'itCllo e resi~tcuc fino al 2~ m:tg!!ÌO, giorno in cui ~i ar• •~se a i cit1aciini, s;dvi gli averi e le per~onc degli assed ia ti. X. Ri-;;olla cli Bologna ( L4l6). Approfittando della deposizione di papa Gio•:anni XXUI, : .Bolognesi tenta-

·ano di so11rarsi al dominio della Chiesa e si ribella.rnno proclamando la repubblica, il 5 gennaio.

XI. A s.mlio c1,: Bologna ( 1420). Fu p9sto alla ri ttà il ~ 7 111aggio, da. Rraccio <la .\fontoue. capitauo al servizio

ciellJ. Chiesa (papa ~fartino V) . ~lan mano i rn~tclli del f:ologuese furono costretti :,d ~.rrendcrsi, e infine la citlil :;i arrc.!)e nnch'cssa 1 il 15 lugl io 1 a palti onorevoli, riac•:cttando la dominazione· pripale.

XII. R,~·olta di Bologna (1428). Scoµpiò nella notte ,J;,11'1 al :? agosto, a cagione del mal governo pontificio. li Clrdinalc legato fuggì, e i Bolognesi istituirono un ,ovcl'nO <li a uzian i e gon falonieri dé l pe1poio. Papa Jl,fart ino \' spedì s ue miliidc, comandate da ".\"icolò da To:entù10 e Giacomo Calc!ora, per ridurre all'ol>hedicnza i ribelli ma la città chiuse loro le porte. Tutta\'ia trattative aperte fra i due avversari riu.ic;1rono a Lt.011 Jine, e d 22 ;i,pl'ilc 1-1:' l , in base a un accordo, B. tornò all'obllcci ic:,1.0. dello. Chic5a. conservando ·pCl'Ò una certa au!onomia. Xci J-1.38, il 21 maJ.tgio, il condonicro Niccolò Piccin ia u ocC11pÒ B. per conto ciel dum d i J:ll ila~10, a i scrv i~i <lii quale tro,·a,..,,i. TI go•:ernatorc J>Olltifido an.!va

clovuto fuggire perchè i Bc lo6 nc~i 11011 v.,ll~rc, prendere le a l'mi a difesa. ddh Chiesa.

XIII. Rii-o/:a. d; ( 1-1-1."l). Scopp iò con t r'J Vi~cont i la nette frt' ;, 5 e il 6 giugno. Francesco 1~ic ... cinjno. eh<.' CQ11:andava per conto dd pad re ~ iccolù, vuru,e fo tto Po rla cl'Az.eglio prigion iero <lo;>o breve 1.!ili!ènl~, e il . gm·eri,o <lcl!a ciu:, fi. affida io ari ,\,inibale llc111ivoglio. Luchino <l,.I Verme, gen~ralc ,·is~ont-ro. marc iò .,'1 D. e p rese e pl'csi<liò i castclH dc.i dintorni, iniziando k: ostilità con tro i Bolognesi. C)_u(.;&ti spedirono messi a F:rcnze e a Venezia, &tring~ndo lega con queste due rcpuhbliclic. Venezia mandò in socqono di /1. 1000 cavalìi e 200 fanti, agli ordin i di Tiberio P. randolin0 da. Fo t'il e G uido Rangrmc (!a ::'lh,dcn3.; Fircu.<e ma.nd,'., SOO cavalli e 200 f.mli, agli or-clini cli Simonetto da Castello. Queste truppe, unite alle milizie holognesi, a..salirnno Luchino a Ponte Poi: Iedrano e lv ~•;oniis~crQ . .~\? .-in.:-it.ori .~i .:in·escro 2Ct00 c,Lvalicri ,·isconlei, e L u('hino a sten to si salvò con b fuga . Subi to dopo tormtrono all'obbedienza d i B. i c:,stelli elci territorio; il 21 giugno si arrese il castello del la Galli~ra, tenuto dai viscontei, e venne spianato a. furia di popolo . fogna

XIV. T<ii,(1/ta di Bologna ( 144:3) Governava in f:. Annibale lkntivoglio, il qua.le (24 giugno) venne as53.ssinato da. partigiani dei '-'isccnti di Milano. )l:l il popolo bologr.ese assalì i congiurati e i loro congiun ti, e trucidò lutti quc,l li che non poterono s.iuggirc. Taliano Furla no, gener ale visconteo, accorse con 1500 ca,·alli e 500 fanti e iniz iò le ostilit/1 contro i Rolo~r.esi, a iutalo da altri due corpi inviati dal Visconti. agli or-


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tlini di Luigi da San Severino e Caro da Gomaga . I Fioren tin i spedirono in soccorso d i Bologna il loro capila.no Sirnonctto da Castello con 500 cavalli e 200 fanti. e i Veneziani spedirono Taddeo, marchese d'Este, ·con a.ltra gente d 'arme . La signoria d i B. tornò cost a i BentiYOglio. 1

XV. R-ivoUa di Bologna ( 1511). Nel 1506 papa Giulio II avanzò con forte eserci to in Romagna e occupò 13. senza colpo fe1·ir •~, mentre Ì l:lentivoglio fuggivano. M-a n el 1511 questi poterono _fomenta.re in città una rivolta e, a.iu ta ti dal Trivulzio, accorrere a. riprcndern;; •p ossessc, ricevendo .tiu t i di truppe francesi

XVI. Assedio Ji JJoiogna (15i2). Fu posto alla ci:tà, pe.r ol'<:line d i papa G iu lio II, da un esercito ispauopon tificio, a.gli ordin i <ll R aimondo di C a.rr!ona e. Mare {:a,ntonio ColO'lln~. La piazza era ò1fe:,.,1. dai Bentivo · glio e con l<:ro si trovavan:> i francesi mar e.,c. L~•Jtrec -e Ivo cl' Allegre, i ri11aJi avevano rcoato un soccorso di 200 lance e 2000 fanti tedeschi. Vennero dagli a3se<l ianti p iantate le batterie i.I 26 gennaio e in breve la corre della porta di Santo Stefano e le contigue furono 5r.u1<lilll10nte danneggia.te. Il ca.pilano ì'ic t.ro d i N avano, sotto il ba.h1:u-Jo dc.I E arra-:~ 11\1, nella ,tr~:i C'a-

mu.r;

st iglio11e1 fece 5C'd.Vrure una n)ina, 1ua lo

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XIX. Xci 1815 il gcn. Stcfani11,i, in nome dell'Austria, dopo la caduta dii 1'a,polecme, la r e3tituì a.I papa, Nel 1831 B. fu il centro della sollevazione della Rolllagna. Il lega.to pontificio concesse la co,stitm:i011c di un governo provvisorio, che formò un corpo di milizie a c:ipo delle qua li pose il colom1cllo· Ollini, già ufficia le napoleonico, e i•l polacco CrabLnsky: la battagliR d i R i'lll in i frust rò -ie speranze dei liberali e i moti furono troncat i. XX. Caccùita rfrgU .4 ustriaci da. Bologna. (1848). Nel l848 B . fu une dei centri più att ivi fJÒ entusia sti de.! 1110,·irr,ento patriotti co. Pio lX a.veva. àiohiarato essere ~na volonti di.fendere i confini dello Sta to; il popolo bolognese vùlle ailora cl,e il pr o-legato, conte Cesare B ianct1ett i. p rovvedesse alla difesa., al2<u1clo k barrkate e suonando le campane a stormo-, e i l Bianchetti nom inò ll'l1 Comitato <ii . sa.Iute pubblica, radunò' k rruppe non vincolr.te al p atto d i V icenza, e ;1e conlerì il comando al colonnollo Domenico Ga.lluzzi. Il 2 agosto giungeva not izia che iL ma.rest:iallo Welden, alla testa d i un corJJO d'armata.. pa..~sa va il I)o per entra:rc n el!e Legazio-~-~ -,w~ ni a rin1etttrvi r oc- . t!inc. Da Bonden o aveva già lanciato il 3 ago.sto un ,proclama alle •popoiazio -

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, mli\11

ni

che

tej1n1i11a.va.:

ii

-teciparono il pa,pa. stesso, Ca1·lo V, la Repu bblica di Venezia, i d uchi d i Milano, d i :Mantova e di Savoia; -clemen te VII cingtva, (22 febbraio 1530), Càrlo V della -corona imperiale. Fu questo i-l trat tato che lasc-iò mani libere a l ,p apa per sopprime1·e la libertà di Firenze. Da questo momento fino alle ripercussioni della Ri-voluzione fr:u1cese, B. r iffnase tra.nqui-Jla sotto 1a dominazione pa1;ale; iu cccupa.ta da N<tpultonc n el 1796 · e f~ce parte delfa Rièpu bblica Cisa lpina p ri ma e del Re·gno d'lt.tlia poi, fino al 18 I S.

a color o che o.i mostr=ro sordi a lla mia voce, cd o;.iasse,·o fare resisten- l ~ . . za. Volgete gl.i sguarl'orta Sa1·ag-ozza di sugli ammassi fua11ant i d1 Ser midc ! li pae-,c fu distnutto pcrchl quegli aobitant i foce,o fuoco sui miei soldati» . Il 4 agosto gli :\u,tr iaci in ,ascro la. cilt;t. 11 popolo ch.i.e.ic·;,,a armi per difenders i. Le lrn,p pc nazionah aveva.no giurato di non ba,t tersi con gli Au;;,t r iad fino ,hlla capitolazione di V icenza (10 giugno), e dove'.tero a,llontana.r si. Gii ufficiali 2.~tr ia,(,i 11110 ùJ.l nutttino dell'P ago;to passeggiavano pe& la citta c.oa a1:ia d i s fida . Cominciarono le risse, e gli Austr iaci occu')X1.Ton0 i ·p unt i st rategici delJ.a ciuà, soprattu tto la lVfonta;4nola, prospicien te alla piazza d'Armi. L a pa.zie.n za ciel p0p olo fu m essa., così, a dura prova e non resistette a quest'ult ima p rovocazione. Un -.if:ficiale fu t,cciso e aku ai soid a t i rnakunci. Il gen . austriaco I'erglas, succeduto a l vVelden, reclamò i colpevoli, e chiese ostaggi. Ma già p opolo e sokl'a t i erano in piena misch ia, iniziata.si a l 'orta. S. Fe lice, e d ivampata poi nella intcm citlà . Cacciati da ogni parte, gli Austriaci si r idussero s ul l.t lvfon tagnola, dove, vigor osamente assalit i dal furor i:,opola-rc, non poterono sostenersi. L a matt ina seguente (9 agosto) er ano in p iena r itinta, lascia.,1do 280 morti e numero,;i feriti.

XV I II. Trattato di "Bologna (1() gennaio 1797). Convenzione tra F rancia e T oscana. Si conviene che il generale i n capo dell'esercito francese d'Italia. r it irerà da "Livo.mo e da tutta la Toscana le sue t ruppe e le le·gion i ita liane, quando il detto Stato, non cscluw Porto Per rnio, sar à sgombrato dagli In~lesi ; >I grandu ca. di 'J.'o s~ana pagherà. a lla Fra11cia un milion e d i lire .

XXI. R.iv olta di Bologna (1849). In seguito a.Ila proclamazione della R epubblica Rr>mana, B. seguì il rnovimen lo <ii rihe.llionc a·ll'auto ri tà pontificia, e dichiarandosi libera si resse a mezzo d i un << Comitato d-i salu t,· pubblica >l. L 'Austria però intan to aveva notificato a Parigi h sua inte.J,zionc cli r ist~JJilir~ negli S ta t i della C h ie,,a,, l'au tor ità pont-ificia. E già nel maggio il CO-

scnppic., r.on prod~tsse ?l ri~1.dta to voltttD.

frat!anto Gastone

rii Foix ra--xo;;lieva tru·ppe a Finale, n el Modenese per soc~orrerc 73 ., e riceveva rinforzi co,tdotti d<t.l duca d i Fcrram; I iusciva· in pr imo ~empo a. far en tra.re in ci ttà 1000 fantj e 150 la.n,cc, e .in sec:>nd o tempo (5 febbr a io) a ent rarvi :on le sue :tn,p pe. Ciò fu suf1ìcie.nt~. perch~ ,;'li as5ediànt i, due giorn i dopo, rin uncia~sero all'impr esa, ritirandosi a Imola.. .Ma dopo la battaglìa di .Ravenna i Ber;tivoglio fu rono ·CO$tretti nuova.mente a fug.girc, e la. città tornò al 1)apa. Porta Zamoont

XVII. Trattato di Bologna ( 1529). Concluso il 23 dicembre, per in-iziativa ,J i p:lp'I. Clemente VII. Vi par-

e< Guai

,i


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,:arc;:ua (leg-ll .·\.JJstriac i cla IJOJvg-na (1S-rn) . HassoriJievo di T,ùlio GolJ'arel!ì _di linea. Però tutte le tn1ppc regolari d'Ewevano prestare mando generale delle truppe in Tialia, or<linava. a l magiuramento d i fedeltà a P io IX . Il governo della città fu r<.>sciaHo Wimpffen di marciare anche su B. La cit tà. assunto ·da.I gcn. Go.rzkowsky, il quaJc, per vendi,care la non aveva che 2000 uomini delle truppe r epubblica.ne à isfa.lla della ?lfontagnola, fece nelda opporre- agli :\ustriaci, i quali r,mmontavano lo stesso giorno annivers;irio, 8 agoad 8000 con ai tiglict ia . sto 1849, fucilare l'abate Ugo RasIl Biancoli, prc,idemc del Comitato, di,5posc s i, ed il caJ])ita no L ivraghi, reduci che si l'iunissero in città carabinieri e .finanzieri <la.Ha difesa d i Roma. spa.rsi nella provincia, e :le guardie nazionali c\ei XXII. Nel giugno 1859, la, guerra Yar1 còmuni, istitnendo ~na commissivne di diYi ttor iosa. co.n tro I' Austri:t. rcnd,wa possibifesa. ~'impifcn 1'8 maggio fece una. ricognizione le anohe -la liberazione dell'Emilia, e B. su B. per accerta;·si se poteva c11.tr~r(; ;)acific.icon. if>,l~bisci!to una.n inie, entrava a fa r parmeute. ivia le sue tn,;ppe furono respinte a cante del Regno <l'Italia. Q uando vennero ornonate e schioppellatc. :\Utndondo r infor zi, W ii,1gan i;,zati i cinque dipartimenti mii. delpHen continuò a molestare la ci1t:, con le ai'l.i!' Alta Ita lia (1860) E. f.u a capo di uno di glierie, elle danneggiavano 1c abitazioni. La reessi, sede d i « Gran COilllan;istenza dei Bolognesi comù1do :Vlihtare-» . I l dip. d i B . ciò a cedere; i! B ian.col-i, ( 4") ,comprese le <livis. disentendo indebolirsi .la sua autorità, la ccclottc al ,mrniB., Forlì, Ancona, e ·la. sotci.pio, ·cbé nominò 1.na, com• todivis. di R imin i. Attuai:.. missione governat,inì di 5 mente è 5e,de del VI conpu anemb.J1i. l\,fa -,;ii.à. comancla,·a cParmata e -della la d ivis. di il pop<>lo, che avuto notizia osso, nonchè di distretto midi soccorsi da parte di Rolitare (6°). ma.gnoli accorrenti a B. con Il comune di Bologna è 3 cannoni, usci,·a il l + magfregiato cli medaglia d'oro gio ad l!ncontrarh con ,·nri~ ml ,,al. m i·lita.re (decreto 11 compagnie . Gli Austriaci ne settembre 1898) <e in ricomapJ)'rofittar ono <lispcrdondojj pensa ,del vrulore dimoskatc con gravi p erdite. Intanto dalla cilta•di.na~1za. nell'epiGorzkowsky con. poderosi sodio militare de11'8 agosto rin forzi accorre,·a da l\Ia,nt.o1848 )) , va, sicchè i! corpo austri.ico Br·igala. Bologna. Nel giu· sommava a ci1·ca 16.000 uo• Monument.o ,cornmcmOTativo de.ti.a gno l 859 il co!onncillo Mas· min i con 36 cannoni. l.a òtcacciata cleg'li A11st.l'i()Jei ( 1848) sil110 D'Azeglio ven iva .inlà fu bomba,-da.ta iJ1 tensacarirn_to cl.i fonna re, co i volon tari vene,t i e ro)llagnoJi a.e rnontc <lallla mezza.norte deJ 15 a l.le 15 del J 6 maggio, e co1,si in l-'icmonte, w1a brigata composta delle tre ar:mi, fu in.dotta a de,;i~!ere dalla resistenza. X clic ore pornericol nome ,li brigat a ;httorio Emanue le. In T()rino formaòa.ne infatti, una dcputa;,ionc bolognese si recò al qua1·,·asi i l primo nucieo d i un reggimcmo fanteri<l che, C()l11tieire generale -austriaco pe1r concertare i patti ddla ca.p ip Jetaiosi poi in l3ologna, p1·c1tdev,, il nome d i 2 I O reggit.olazione. Fu sta.biùi,to che' ven issero consegnati tutti i mento faJ1te1·ia, facente pane alla brigata V ittol'io Emapezzi d'artiglieria, ma consci:vat i in. servizio d'ordì.ne pubnuele, e ch0 doveva costitu.ire .Ja. 12" brigat a di fanteria. blico i carabinieri, la guardia. civica, ed il corpo di truppe


Formatosi in Uologna il 2• reggimento fante-ria della. brigata stessa, col 3" battaglione de l 21 • reggimento e con succc5'livi arruolamenti volontari, questo prese il numc<ro 22, e- nell'ottobre 1859 la 12• briga.la di fanteria ebhe la

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318 glia <l'argenl;i per la splend ida n,ndolta tenuta dal reggimento alla battag lia di Zanzùr (8 giugno 1912/. /\ila 7" cp. del 40° rcgg : mcd. d i bronzo per essersi Jodcvo,lm~r.lc comportata n ella pro5a di )fonte Pdago e mont'! Pulito.

Prsta dei ffgt;im,·wi: 26 ;;cl1~111bre: i\nni,·cr~--a.rio del com ballimento d i :.\lonle Pelago e :\fonte Pulito. Jl.l<-s!rfre d<llo ùrigala: Bianche. altra,·crsat<' ori✓.2cn­ L~lmcnte. a l centro <la una r igo. rossa. Bolof1w . Tng. m ilit:uc, uno degli ingc,g:ieri Mtlita.ri italiani al s,•n,jzio d egli Inglesi nella !(I.ICrra. I i-.i questi e la Frnnci;,. nel séc, XVI.

<le.nominazimtc <li« brigata Bolo)(na >>. 11 1° gtnnaio 1860 il 21° e 22° 1·cgg. di fan teria mu tarono la loro mu11erazionc d'online in quctlla d i 39° e 40" regg. di fontc-ri,Lck ll'e.,erdto sardo, in cui furono irlcorporati il 25 mar✓.o 1860. La brigata B. col nuovo 01-dinimento ( 1926) è d i\:enu~a « 2.5"" br igata. di fonteria. )} ,

CmJJpag11e di g,wrra. La brigata B. prese parte alla campagna d~I 1360-61 !le-Ile )farche ·e n ell'Umbria combattendo a P erugia, An,ona, Civitc!la dC'i Tronto (39°), Tagliacozzo, Scurgola (TI--10°). Durante la r;uerra del 1866 fece parte della 1.1° dh·. C',lez.-.acapo) ~ non partecipò a fatti <l'~rme. :\cl 1870 fu con le truppe del g<'·n. CadorncL e p~rtcctJ)Ò a l fatto d'annc d i Cil"ita Ca~tellana ed alla pre~a cH Roma. Durante fa. campagna ,L\ frica <lei 1895-96 concorse a Ila formuionc dc-i bat· t,\giion i 6°, l S", 20°, e 29° con 12 uff. e 265 gregari dc! 39" r,·;:g. e 10 uff. e 271 g,·egar i del 40° rc;:g. Il o• " IS" b;<I. .,i tro•:i.rono ·,ci ..\dul. Xci 19 11-12, dwantc la. guerra ita lo-turca. il 39° regp,. concorse alla mobiiitazione de i reggimenti d i fanterfa 30°, 37°, 40° e 52°, fornendo complessivamente 41 uffioiali e 1179 gregari; il ~o• reggimento venne mobilitato e partecipr', alla. camp~gn .1. in Tripc>lirania, rombat1.cnclo in iwmao,i fol li <l'anne e dislingucnc!osi in particolar modo nella ba ttaglia d i Zanzùr (8 giugno 1912). Durante la. guerra 1915-18 la brigata comhattè nel scl~re d el S. )Iichclc e <lei Tonale; dc>po Caporct to ripiegò con le a llrc (ruppe ùicll o il Piave non senza aver contrastato aJ nemico il passaggio del Tagliamento al ponte di Pùnano, suhcndo perdite gravisorme. Nel 1918 fu dapprima nella regione de l Grappa, quindi partecipò alla battaglio. del PiaYe (giugno) nella regione del :Montello, ed ù16ne alla batta.glia di Vittori,:, Veneto, ancora nella regione del Grappa, concorren{lo all'inseguimento del n emico fin Yerso

Feltre. Ricnmpe11sc: .\Ile banàic.re dei due regg: )foti. d'a.rgenlo -p er la bcHa condotta tenuta a :ìVL Pelago e M. Pulito (26 s.:llcmbrc 1&60); mcd. d'argento p~r la b:-illa.nte .::ondotta tenuta nella conquista. dell'orlo dell'altipiano ·Carsico (23 giugno-31 luglio e 21-23 o ltobre 1915); mc,faglia di bronzo per lo slancio travolgente con cui conquistarono formidabili lrincera,mcnti avversari (C':ir::o, salien:e <li Hudi Log, maggio 10]7) . ..\Ila 7• comp. del :-9° regg.: Mccl. bro111.o al val. mii., p er essersi doclevolmcnle comportata nella pre5a. di 1fontc Pelago (Ancona , 26 settembre 1860). Alla bandiera dcl 40° regg.: :.\fcda-

Rolog11a Girolamo. Vice amn ir::blio !!ella mHina napoletana :i. a Cagliari sul princi;:,io del secolo XVIII m. a ,,a.1,,Jli nel 178 7. Stu<l iò lct!crc, n,:i. emigrò :i. Napoli per scr \'Ìrc n ella marina m ilita re solto a ltro nome. Di\enne in bre,·e ollimo ufficiale di marin:i,. Solo ..ìurantc il regno <li Carlo rrr si-cli, il sup nome e fu promosso caµi tano d i v:1 scd lo. è\cl 1784 di,·enne Yice a111m iraglio.

Bolognesi (Ftwrc,;cr1) . CoitJ11ndio 1,cru viano, na tivo della i ,iguria. Emigrato nel P orù, partecipò alla gu.:rra con• tro il Cile ( 1879). Diw•nne f,1moso 1µer Ili , lifc~tc ( let 'tllono di Arida dO\'C con 400 u. n·,;isteltc eroicamente ai 5000 u I'.'!, del gen. Haqu~-•dano <' caddt• ba ttc:nclo$i, s uilla ,breccia. L e suP gesta furono camate dal pc,et.: Choc.1110. e i Peruviani cressl'-

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TO a.Il a sua mc.m1or ia monun1r11 -

t i in ,•ari~ <'Ìltà. fra lr quali Lima. ]Jn/ogHesi L,1111be1·to. Generale n. a Scaig.dlia nel 18-17. Sol- BolO!!'fl""I Fran1'<'SC'O lei. d i fan:eria. nel 1867, fu insegnante prc..so la Scuola ::\lilita.rc <li )todena; entrato a far parte del Conpo di Stato )Ir,ggiNr ( 1882) fo promosso colonnello ( 1897) comandò il · 76" rcgg. fanteria e sncccssh·a111entc h ~cuoi:, ~filit:u-c di i.todena ~ I il Cdllcgio militn1·c d i :-lapc,li_ )l"d grado di magg. generale (1903) ebbe il comando delle brigate .\osta, Palermo e Calabria e le fon&ioni di d iret tore generale del personale ufficia li presso il 1Iiniste,·o <lella Guerra. R a,ggiunto il ,g rndo di tt:n. ,generale ( 1909), fu nominato comandante della <li,·b. mii. di Salerno ( 19091912) e rol!ocato in jJ<lsizionc Ju,iliaria nel 19!2. D u r:u1lc la g·10rra 1915-18, richiamalo i!1 4e1 vizio, ebb~ i ncarico d i direttore. genera.le presso il .M ini~tcro della Gucrca; nel 1924 i.i ;i:-.Jmosso ~cncr.:lc d i corpo d'armata iwlla ri~c-rv~.

Bolsaggine (o Bolscdi11r) (,·et. mii.). )falattia cronica òcl cavallo, caratteriz~ala da dif{it0ltà di respirazione, d1e d:ti regolaJ1\enli ,·ctcrin.1ri 1rnlit:u i è contemp lata come n-:otivo l(ii r iforma, ed è compre-sa fra i v izi redibitori in caso di acquisto d i un quadrupede da.I commercio, qualora l a!lc ,m alattia. si mani-festi c1llro i 40 giorni da lla data <lei contrallo Bolscevichi. Xome dato all'ala sinistra. del partito


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,socialista ru;;so, il quale si impadronì del potere in Russia nel 1917 e in.;taurò il regime r,ci Soviet. <,Pr;RAZIO!\I :MILITAHI CO!\TRO 1 BOLSCEVICHI.

I. Dopo la pace di JJ1est-Litowsk. La pace s.:,panta .(.1 marzo 1918) nc.,n arrestò le operazioni da .p arte degli Imperi Centrali, tanto verso n :;craii,a quanto verso la .Finlandia: queste imprese riuscivano tanto pii, faci li pcl fa tto c i ,c il governo dei Soviet, anco.r J>rima della pace ,li .l:lre..~t -Litowsk, aveva proceduto a que.l d isarmo che i pacifisti auspicavano come il miglior mezzo per assicurare la pa.cc u,1i,e.rsale, e ,c]1e cosLilurl'a. uno d e' .suoi ~logmi. Con la Polonia, e con Estonia., Livonja e, Cunlandia riunite in. un solo coTpo, gli fr1peri Centrali cercarono ,di cost it.uine clue StMi cuscinetto sotto la, prop.:ria influenza politica; ma si costitu>Tono iJw ece in sfngc>le repuhb)iche indipendenti. Le O'jlera.zioni in Uora i11a procedettero rnpide : fu1 dal I " marzo e<ra ,s tato ocoupa.to Kitw, od assn,i più che da parte <lelle forze bolsceviche, ì Tedeschi trovairono opposizione d a parte <li due d ivisioni di tn.t~)pe czcco-:.lova.cche, n~tcroguardia <li un co,,p() d i 0irca 60.000 uomini <li tale nazionalità, costituito con i prigiOiilieri austro-un.g.axici, 1clle nei 1u~s i precedcn ti a \'C\~a vnloros.a1ncnte

combattuto a fianco delle trup-

pe russe contro gli aus1xo-ledcsdti e che, ·d opo la pa-cc di Ilrcst-

L it()\,·sk, per l' l lcni.ina. ed aura,vcrso gl-i Urali s i di u- igernno Ycrso \'la.diwnstok col proposito di pr-e11dc1·e ·ivi imbarco per 1·icntrMe ncLlc lÌlc dc!rfntei,a, la quale li aveva I"iconosciuti come aìlcati. J/a.vangt;,ardia òi ,questo COl'PO, forte <li ,due •r eggi m.enti cfrca, nel maggio a rrivava a quel po rto clel Pacifico. L~ popc:>lazioui dell'Ucraina, sebbene avessero p roclaimato h r epu bblica e pur esse nutrissero idee. 41olitico-sociali molto ,w,m,-i,to, volevano p~rò rimanere indipenden ti da Mosca; perciò -da pa rte d i esse i TcJesd ,i, di massima, n on trovar0110 ostilità. Durò ivi la lolla •contro gli Czeco-Slovacchi fiuo rulla frne d i maggio 1918. In seguit o a:il'armisti1,io cà a lla p,,.ce con la R t:ssia., il fmrn·o destc0 dei Ra:neni cn, rimasto scoperto, quin!cli a.ncl1e la Romania, ca.mpleta • mente isolata, avrva dovuto entr a.re in trattative di pace con g li Imperi Centrali. Ques ti ne a1,p rafittarono per :11a:n<laJ·c ad oc-..u paTc Odessa, <léstinandovi forze 1l•<frschc che erano in Romania e che vennero ivi traspo1·tate valendosi delle ferrovie 1·omene d .,, .. Bra.ila pe:r Ga latz. I n Ukra ina i T edeschi no11 si proponevano di avanzare che tan to quanp ba.stava ,p er assicurarsi il possesso di quell' immenso granaio, nonchè il possesso del bac ino mi nera rio del Donetz. PePciò volel'ano orgaJ1izza.re il 'paese· in modo d a trovarvi un11. ·ba.se s ictu·a: 1)Cr taìe ·scopo ron i prigionieri <li origine u kraina, libe.rati, tentarono la costituzione ,ji due divi·sfoni, ma quegli uomini erano troppo imbevu ti dei sentimeJ1ti bolscevich i per non rappresentare u n <perioo'lo anzichè un a:.ppoggio, tanto che, dopo poche settima.ne, quelle d iYis ioni vrnmero sciolte.. F rattàn to la flotta r uss.1 del lvfar '>'ero, che non s i 1

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sa a qual governo ohbcciisse, e che r im aneva qui'>di una. minaccia costante per Je cornunkazioni a ttraversò il ~udd etto rna.re, venne quasi t ulta catturata dai Tooeschi cbe occuparono altrcsl la Crimea. Il governo locale costituito da i Tedeschi in Ukraiua, 'ben 1)1·esto s i dimostrò debole ed incapace : Ve.rrne sos1ituito coll l'Etman Skoro.padsky, uomo saggio, energico, che go,·ernò ditta torialmente, m a sotto il con!rn1lo del mare~.ci,dlo tedesco Eichorn, che tenc,·a occupato il paese. O ttim;c base era l'Ukra.ina per a1,poggiare i Cosacchi del D on, ostili al J,0lsccvi.,mo. lvi e n ei C:cucaso si erano i·n fatti formali centri di Tcsisten-

. ' ........... ___ :?l/1/J//f.· 8olscevic/2i C) Anlibo/scevichi 0

5ooK.

za lnti boJscc,·ica coi1 a capo il g·~11lrak l~ornilov e con Deniki 11, Etman dei Cosacchi: o ltre agli element i loca li, questi centri d i resistenza. erano formati a nche coa ek n1cnti <loll'antico esercite chi:: Qvcvano .seguito Kon1i low. La Germa nia m ira.v a ai porti dell'Oceano Artico pcrchè in quei porti (Arcangel9, l'orlo 2\Iurmansk e WlaÙi\'\·ostok) erano raccolte grandi_ 1·isorse in anni~ n1un izioni e vettova-glie, ivi depositate dalla. Intesa, per riforni1·c re;ertito russo e quello rumeno, ed a,1che per portare le sue offese. 'Cl i là nel mare d el J'\ord e nell'Estremo

Oriente. Favorì q:uin,h il mov-i rnento separatista della F in landia, con la cost ituzione d'un gove rno, repubblicano sì, ma a n tibolscevico, e favori pure la formazione d'un esercito ( trnppe bianche) pe:r costituirsi ivi una sol,ida ba,e donde muovere yerso Arcangelo e Porto :ldurmansk, e donde tenere in soggezione Pielrogrado. P erciò la Gesrman ia sba.rcava in Fialand1« un co,1)0 d i spe,d izione che si univa. al.le tnip,J:'€ bianch~ del i;<>nerslc l\fannerheint. J.I corpo cl i ,spedizione teJ.:.s<:o era state, riunito a D anzica. Venne composto da. 3 battaglioni di cacciatori, 3 reggimenti di cacciatori a carn:llo ed alcune batterie e ne fu afttdato il comando a l gener ale von der Goltz; s barcò a Hongo al principio <li aprile, coperto daUa guardia bianca finlandese <le! ~Ianncrheim a n ol'd-ovest cli Ta.nner.sfors. I T edeschi occuparono l·frlsingfors, Lov isr, t KoJka .~ 'la gu8rdia bia,1ca \-Viborg. Ndh battaskt di La.i,t·i -T(wastalms, med iante la buona cooperazione fra k due truppe, si consegul ,l a vittoria e si liberò la Finlandia dalle tru ppe bolscevid1c. 11 posses.,o d i Narva e cli W iborg rper111etteva. ai Tedesch i s ia di procedere su Pie-


BoL s iberiana, accanto a lla quak si r iunirono in seguilo tut-· le le forze ceco-slovacche disseminate ne!Veslesa regione, appena, con ·l'arrivo delle ti-up.pc a lleate, poterono venire rilevale nei presidii dell'Estremo O, iente. Nella rrgione dcll'Ura1' si raccolsero anche nuclei di cosacchi sotio Semenov, e concorsero alle operazioni delle forze ccco-slovacèo-siberia.ne di cui nell'aut:nu1u 1918 assmisc il coman<lo l'anuniraglio Kolciac. Conternporane·ime.i1te, nella re~ione <ld basso Ura.l, --1 dei Don e del Caucas<.>, il genera.le. Donikin organizzava una, tmassa. c1 i resistenza. con i suoi cosacchi, cui si uni;•ano le forze di Kornilov, t.n,pJle clell'a.ntico eser cito , ·imaste ru1tibolscevitJ1e. A fron~giai-e tali minaccie, il gove,·no boh-ccvico, sotto fa enc:rgìca, spietata rna intetligcnle azioJ1e d i Tn~tzk.i, ablxmdona,ndc le ideologie pa.oifi.ste della p tima ora, aveva r,osto 1~10 ad orgaCeco!;,lo va.cebi e treno blìnda:to n izzare w1 forte esei:cito fa, dalla pi:imavera deJ 1918. AI pl'inci,pio di settembre .(918 le fonc. bolsceviche fronteggianti I<olciaec Denikin erano ripartite Ùì cinque annate, così .di5tril)ui tc da nord a sud : 3" armata (intorno EkateTI. Avveninienti 11ell'Estre1110 Oriente e nella R11siia rinenbu,r-g); 2° (P•erm); 5• (Kaza11); l'' (Simbi.rsk); orienta/e prù;w dclCt11/fi"1'e11to in forze ddl'lntesa. In S,-I" (Nikolaie"ssk). Q uesta 4° a.n nata fronteggia.va i beria gn, ppi misti d-1 bolscev ichi e di A1.1stro-Texle:,chi cosa.cebi dell'Ural e di Orenburg, sollevati contro il si erano impadroniti del trailo cli Transiberiana che albolscevismo, ohe te1v,vano la re~ione del fiw11e Ural tr~versa il territori,; compreso tra il lago 13aikal e ì'Used a sud. Ciascuna annata compmndev:a. all'incù·ca s·1ri, spadronegi;iando su GUclle regioni, tr.isciuaHJo al due ,divis ioni <ti fante.ria cbe non superavano la for~a. clibolscevismo la popota.2.ione e minacciando Wladiwostok. 5-6 mila uomin i, .invece d ei 25.000 previsti, perciò l'el i corpo ceco-slovacco, che aveva combattuto a fianco sercito bolscevku non cvmp-ren,cleva. che an cent ù,aio di. degli ese,·citi russi e che, come è stato detto, a scaglioni, migliaia di uomini, sparsi sopra u n fronte di 500 i.in., s i d irigeva all..raverno gli Urruli verso Wladiwostck per invece dei mczw m ii-ione che avrebbe dov uto avere. ,p rendere ivi imbarco per l'Europa, ad!' intiniazione che Concetto gcnc.rale <li manoyr.t de i bòl~cevichi ~ d i ~r-il governo bolscevico, per ordine clella Germania, gli aveni' ' parare le forze <li Si beria da qùelle dell'Ural, e, p iù tàrdi fatto d i d isarmo e d i cattura, oppose categorico rifiuto; dà quelle <lclla .Rus;,ia :t1eri-dionale; perciò tendenza ùi. e da quel momerfto i re,pa,·ti ceco-slovacchi costituirono rpreponderare con .gli s.forz i \\er;,o ;,ud. Invece. con:::etto incentri d i resistenza: uno intorno a Samara, dove cercò formatore <lelle. opera;;i;;;ni dell'~.mm iraglio Kolciac è di d i unirs i ai nuclei di cosacchi antibolscevichi del colon•• manovrare per la. sua destra, per cercare di collegarsi to11nello Dutov; un secondo e<l un terzo ncl·la Siberia occile forze alieate di Arcanhelo. I Ceco-Slovacchi affa tidentale, intorno ad organizzazioni tli forze volon tarie di cat i tla. qnallro a nn i <l i guerre, non d imostrano pc·1ò più !\lexeit \· e. d i Dcnikin pres,o O1ns k, <li Somem0v e di la qmtlità. ·comba~tiva d i cui aveva.nQ dato wova, ma Mlaltri, nella Siberia orientale, tra il lago Baikal e l'Usche i ibcl;.-.cevichi non. daimo cocUwnenlc prova d i possur i per combattere i•l comune nem ico, ù1 attesa del prosede.re qualità combat tive maggiori. Si manovra molto,. messo a iuto dcll'Intesa.. A fronteggiare il pericolo germa ,mcl1e per effetto d ei larghissimi in tervalli tra i nuciei nico neU'Estrnmo Oriente, i due ,Stati piit d irettamente a:rma.ti ,; della mancanza di riserve, ma si comba.tte poco. m inacc iati - ' Gi,!.i>Pone e Cina - il 16 maggio 191S Se una pa rte avanza~ l'alt.rn si ritira. La minaccia di :l.gc avevano stipulata una convenzione per la difesa dei cogiramenti 51Pesso d etermina .paJ1ici e fu,ghc. M:1 ;froVki 1mm i interessi, in forz,i dc1la quale veniva decfao l'innon ischcrza : istituis.ce addiritt.uJ·a coni ,.11arzià li. Cotervento a rma:to in :.VIa11ciuria . I Ceco-Slovacchi si cr:.tno m:in<lanti e cr,nunissar:i del popolo alle armale pagano CO!l impadroniti -di S izza.n, Sa.ma.ra., Sim\)ii-sk, Pensa, K asan la loro vita l'incaipacità, h deoolezza., la vigliaccheria.. cd avevano occupate tutte le priii-cipali st,nion.i lungo I:!. L a ca;iupag.na <li Kolciac può es..<;e,·c d i\-isa. in !re fasi, Transiberiana, cacciandone i bolscevichi. Ciò a ve,·a solla prima delle quali s i svolge .nelJ'autun.no del 1913 e levato gli anim i degli elcm~nt i antibolscevirhi ddla reàura.nte l' im ·ern.o del 1919 con vantaggi alterni f~·a i due gione cbe, cost ituito u n governo a base socia lista, ma ,(n,1vy1;rs.u i : i bolscevichi ri;)rcn•iono K asan, Simbir,,k ~tibolscevico, a Omsk, d iedero mano a formare m1'an11ata Sama:ra; ncila .regione d i. Perni sono im·ece le forze di. trogra<lo per abl>attervi, all'0ccorrenza, i bolscevichi, sia di opporsi al conso,lida;mento delle forze dell'Intesa sulfa costa Murmana. Nel giugno il generaJe von der Goltz a.ssumcva i! comando d1 L:1tle k forze finl<1.n<lesi e tedesc-he ra.dunate, in F inlandia.: con qtLC.i!c tede,che, rinforza le con truppe di Landsturm, veniva costituito un co.--po di tre divisioni di fanteria ed una d i ca.valJeda, che veni\•a:io coa.:cnlrate in Carelia, con l'irHen<lip1ento evidente d i procedere verso la ba~e ) (urmana ed Arcangelo. Altre forze veniva.no pure radun:1.te ad ovest del lago di Onega, per marcia.re su Petrozawosk, una delle p rinci'Jlnli stazion i sulla ferrovia di Piet.rogrado-Kòla. :\ d impedir-:, !::i. mucia. <lc'l lc truppe tedcsco-finlanòesi Yerso il Mar Bia,nco e la Murrna.nia, l'Intesa pro\·vedeYa dc• cidendo t61 primo ed immediato invio di truppe ad .\rcanr;ek, e porto ~ f L1r111ansk per assicurìu sene il posse;so: es.sa, pe-rò si 1iservava~ n1e<liantc i'im.p icgo d i n1aggiol'~ forze d' inizia.re un'azione a fondo contro le forze nemiche p~r allontananlc dalla ferrovia l(tyJa-Pietrogrado, unica vfr. <li comunicazione che restasse per collegars i con gli elementi i.ntirivoluzionari russi che andavano orgai]izzandosi, e, sopratrntlo, ~)e.r portare aiuto a i Ceco-~lovacchi, parte dei quali avrebber".l> potu to dirigersi, per rientrare in E uropa, anzicbè a Wladiwostok, al porto assai n iù vicino <li ;\rcaJ1gclo. Contrattempi, indecisioni, 05t~· ~oli d'ogni genere. dontti a diver genze od a suscdtibiJità ,p olitiche fra gli AMcati, feccrn r itardare rattua.zionc dri proV\'.e<l,nne.nti Jud<letli. Co5i pa..-,$"rono aku ni :,icsi prima che l'in rervento\ln R ussia e ndla ~fa.nciw·ia diventasse w1 fatto compiuto. 0


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Kolc iac che hanno i l sopravven to, perchè il 25 dicembre prendono Pen,i, 11 1° ,,c1J1c.io 1919 pc;:ò i boi,cc,·k.hi f.: impa<lroniscono d i Ufa ed il 22 d i O ren bW"g; l'occup,;.ionc di queste località, j, iù che <li cc>n1battun,enti, ,~ frutto <11 m:i.novre. A T'cnu le t rnppc ùi Kolciac :::at•.wano 1nigiic,ia di prigion ieri e molto materia.le .p ure •senz,, esscn· i .~1 a.ra battagl la. I cosacch i dclJa regione1 non volendo a,bb;u1donare i loro viillaggi, dopo la pres1 di O ,·enhu,r g da p.1r(,_: dei bolscevichi, fam10 ad essi atto d i sottom issione e sono it1~'0l'pOrati n ell'armata rossa. La seconda e la terza fa.se della campagna di Kalciac si svolgoi;o nella primavera e nell'autunno del 1919 e d i esse s i d irà p i(1 avan ti.

III. Jn.ter-;:rntv degli A/lc,1/i in ].,furmania e neli'EOriente. G li ostacoli che fino allo ra si erano •r~rp,p~5,: d..ll'1-11tc1 vcnlo <legli AJlea ti in .1!;.u-1;.1anìh e :ie!l'E;;trcmo Oriente, fmalmente poterono venire rimossi. Una dici1iaraz ionc de i governi no rd-americano e giap ponese, resa ,pubblica il 4 agosto 1918, annuncia.va che l'accor do era stato raggiun to su lle finalità, l'essenza e

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L'cLman Pe l-liu r\1, (x) e il suo .,;tat.o rm1gg-1ote

l'estensione dcll' intcr"ento interallea.lo neUa Russia in ,:,.encrc e n elt'l;;s.:n,:11Q O r iente in specie : ad cs<o avrcb~ be·ro p,uri::c ipato, oltre a-lle due suddet te nazioni, la Francia, l'Tnghiiltcrra, l'Tt.tlia e la Ci na : fr:1.ttanto \Vlad iwostok sarebbe stato subito occu·pato d,i marinai giapponesi. ln quanto a!•la Russia Eurc;pca, ven ne pu.re deciso pe1· J'i mmc-diato rinforzo •de i deboli contingenti britannici •d i Pono -,\lu nnansk e di Arcangelo, con t r11ppc l ranccsi, italh11c, hritanniche ed a.meric;:ine. Le truppe inglesi frno dalla ·primavera. del 1918 s i erano spin te ·d a Arcangelo v,,rso sud-est nello scQpo di occu,pa.re .la fcnovia di ·vologda, per collegars i possib ih- ~c-nte. ccr. i (>:co-S!nv:• c..chi . f ·· i ,•{•Jrn)a.ni~:. prorJnan";en te de ttc:L invece il contingen te inglese non si era allQntana.lo dalla costa. percliè prima d 'operare verso sud il comando inglese voleva organizzare la base, open .zion.e che avrehbc r ichiesto qu a lche mese. Ern perciò p revedibile che non µr ima de,l la primavera del 1919 si Sjl.rebbcro potute inizia re Je operazion i da quella parte. Frctttamo il con tingc.nce veniva 1·aggiu11lo da quello f;·a.ncese e da quello i ta liaao. D urante tutto l'in1•erno s1 lavorò per costituire la base, cd anche per <l-il'c nderl,t da a1taccl1i tulc,w-holsccvich i, che il Governo d i "\'.fosca., i l qua,!e aveva a.s.sunto contegno decisan,entc o,tile agli A-I-leali a ppunto in segl<i to ai loro sbarch i a

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Por to Murman sk e ad Arcangelo, andava. preparando. Occon·eva per ciò coprire arnoitutto la f errovia Porlo l\'forma.nsk-Pictrogrado e perciò vennero scaglionate ,n:,ppe anglo-francesi sul fronte Ka.ndalaska -Nfalcha fino a circa 300 verste <l.c Porto Murmansk. Anche in Can,li.c, a t traw.r so cui passan0, oltre a l'a ferravi,: di Porto M u.rmansk anche qu<èlla di Arcangelo, era.n o av1·rnuti ;uori anti-bobcevichi, coa tenJen.:a all'unione con la F inlandia, ma. in defin itiva, era p revalso l'elemento lo~ cale bolscevico, favorevole al Governo di Mo~_ca.. Contcmpo.rane;,men te a:lle operazioni in r,,fw~na.nia e CarelÌ'a, a ltre e òi a.3Sai maggior importanza, le forze alleate svolgevano n èlla Siberia orienta le, dove o ltre ai contingenti britannico,. francese, italiano ed americano, venivano fatte concorrere tre d ivisioni g iapponesi. Tali operazfoni avevano per scopo d'allon tanare il pericolo holscevico d,1 Wlatiiwo.stok e dalia co,ta d el Fa.cilìco, non. chi· q ue)k, di anpugi:,ia.re le operz,,zi,mi che l'a.mm.iraglio Kokiac s ta.va con-,hccndo a ca.vallr, degli Ur:t!i, dove operavano D cnik in cor, i s,1()1 cosacchi e Kornilov cor r i resti dell'antico esercito. SobbGne a nord di Nikolsk forze ceco-slo-.·acchc a.vessC.l-o b,t:t u to cons1de.rcvolli tru.ppe bolscev iche, a:lloi1tana.ndole da Wladiwostok, tuttavia. il lo.ro succosso era rima.sto paralizzato da una sconfitta del colonudlo Scrncnov : ad ogni modo il porto di W ladiwostock r imaneva protet to: ivi cominciò i l giorno 3 :tgosto lo sbarco del con tingente br itannico, cu i il 10 tenne dietro quello ,del contingente francese, il 12 della 7" div. giapponese, il 17 de l ton tingen te americano. 11 18 il generale giapponese Kikuzo Ota.ni assumeva. il comatJdo d i t utte le forze alleate. H piano del generale '11.ipponico consisteva in u na rapida manovra centra.le rendente ;. rigettare le forze nemiche, <la •una. parte verso nord tra Wfadiwostok e Blagovie,x:htschcnsk e dall'altra verso o\'e.st in direzione di Ca,•bin. T,1 qualche se! ti:n.,na ie cc•lunne miste interalle?JC riusdh:ono a ùtr sgo1nbra.re <lai bo!sc,:vii;j Li1 iJtqtiadrati éon ufficiali degli Imperi Cen trali, tutta la regione co111presa. tra ,\mur ed U.s.suri . Intanto sbar cavano la 3" e 12' divisione gia,pponese e la 7' poteva marciare in soccorso d i ......,ern.enov, banc.n tio a Chita le truppe ne:mche. Il 29 ag:o.~to - i bo.!scevich i esu,10 in~oguiti cl a lla 12• d ivisione giapponese fino al fiume B ikim, a piìt di 300 chilometri a nord <li vVJacliwostok. L'offensiva delle poderose forze gia ppone--$i mutò radìcabuentc la sitm,zione nell'Estremo Oriente e migliorò sensibilnw,11tc la "Orte elci distacrnnicn ti rnssi e ceco-•slovacchi ipiù lontani dalia costa mancese, come quello del colo1u1ello Gayda, che era. stato bloocato p r.csso i l lago llai\,a.l. Verso la fine di settembre, tan to la. T ra.miberiana dal Ilaikal a Wladiwo.,tok. quanto 1:1. ferrovia del!· Amm, era.n o in p ieno possesso degli Alleati e l' intera regione dell'Amur, ~;gomLrata dai 1.Jol:sccvkhi. Giungl:va in ta11to in '.:\1anciuria, i-1 17 -Otto bre, anche il '!}iocolo contingente i taliano, e proseguiva ver;;o Ja Siberia . I)ur::1.nte il 1·igi,do inverno ~ibe.r iano, :e cpcr a.1ioni n)ilitari vennero sospcsè · s.i l~nsò soltan to a tltlR conveniente s istemazione, per trova.rsi i n

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grado, appena Ja stagione J'ave~se iperrne~, di ri pren-

dere ìa ruarcja verso on'!st, in SOClOr.~ o .:icllc forze cc<·o s !u,·a cchc e sibe,riane! clte operavano .nella n.:g!one PcrrnSa;mara cct in quella del Volga.

IV. L e operazioni dopo il crollo degli l!11peri Cent-rali. Se in seguito a tale crollo veniva ad essere r idoHa la

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minaccia incombente su l'ietrogrado, pcrchè il corpo di Yon de~ Goltz doveva e.ssere r i tirato dalla f inlarniia. e dalla Csrelia, meni.re le forze ,tllcate sharcatc a Porto ~Jurman,k e ad Arcangelo <'lai10 deboli e 11?11 :1ccePna,·ano a voler procedere ad operazioni a fondo verso Pictrogrado; se a nche da Ila Crimea, da Odessa e dall'Uc1·aiina era aUontanata la minaccia tedesca, ora invece, oltre alla grave minaccia rappresentata dall'esercito ce<:osiberiaJ10-cosa:cco delrainm.iraglio J<ok.iac, so-,tenuto daik forze dell'Intesa spinte fino a.I di là di Irkusk, andava sempro più nettame;1tc d isegnandosi, nelle regioni dell'Ura.l e del Ca,ic,,.;c\ quella. cli Dcnikin e di Komilov. Ne sorgevano poi altre ad occidente, nel•la re·p ubblica polacca, sostenute dall'Intesa, e nelle repubbliche baJt.iohe <li E.,tonia, Livonia e CurJam:lia. Invero qtÌeste ultime minaccie non era.no gravi, e non lo er ano, più ancora che per la debolezza intr i<nseca di questi stat i, per le loro rivalità, per la <l ifficknza verso la Poloaia. e per i~ preoccupazioni continue che per mes-i diede loro von dcr Goltz, il quale per quasi un anno, non ostante le cond izioni d'arn1istizio che l'obbligavauo a rientrare in Ge1·-

Treno alleato foti.O deragliare dai bolscevichi mania, r-imase sulle rive del Baltico, follando contro le forze inglesi le qua li, dopo d'avere reso impotent.'1.1 la fiotto russo-bolscevica del Baltico, operaV1no _p er assicti'rare alle foro navi una t ranquilla base,. Anche l'Ucraina capì finalmente la necessità d'u:i eserci to per superare i gravi pericoli del momen to: ne or ganizzò uno che, in principio, impiegò a favorire. sia pur-e indirettamente, i l go-

verno bolscevico, in quanto con esso cercò rivendicazioni territoriali nella Galizia orientale, sostenendo Jun,~a cd àspra lotta contro i l 'olatchi. In seguito però, dopo dure lez ioni riceyute e dopo l'intervento dell'In tesa, in appoggio della Polon ia, le forze ucraine finirono per combattere a fianco di quelle pc>lacche rontro i bolsceviahi. La s ituazione della Russia bolscevica. alla fine del 19 LS appariva ,pertanto grave: nemici da per tutto, penuria di tutto, disor ganizzazione.

V. Gli ,1,vvenimenti durante l'c,,110 1919, Fil: dall'a.go. sto 1918 Trotzky aveva decretato la formazione d i 52 d ivisioni di 25,000 uomini ciascuna: per la primavera 19.19 si ebbero quasi tutte, sebbene con forza alquan to ridotta. Ad ogni modo, di un mezzo milione <li combat11.enti ormai Trotzky poteva. d isporre. ::\-folte erano le ca.u-

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.se d i -dcbvkz2'1 degli av\•~r~ari . Le prin.cip?.li cwts.istern.no nella loro disUJ iionc e spesso nel loro a.nta,gon-ismo, Ognuno lavorava per 1J>roprio conto: a.gg 1ungast a 010

la repul.sionc delle potenze dell'Intesa. a,d intervenire HeHa lotta e.on con ti-n gent i propri, oltre che la stanchezza e l'avversione clei popo li a pa,rtecipa.re a nuo\'e guerre. FinlaJ1dcsi, Estonì, Curla11desi, Ucraini, Caucasici, (){)C., teme va.no poi che le •loro vittorie in comune potessero portare a.ll'unità, sia questa sotto Len in, sia .50tto Kolciac, esponente del 1·egimc czarista e di questa unità non vokv~no sent ire par lar·e, •dcsideJ·ando invece indipendenza e a\itonomia. Durante l'inverno 1918-19, no11 o., tante la rigidezza dd cl ima. le opcrazion i mi lit-ari no1i ccs,;arono : i Polacchi continuaro!lo a tendere ?! pùssesso cli Vi lna , c l,e, p resa. poco dopo, fu rip1csa. dai l)ol;,ccvichi, i 'qU:rli contro la l'oionia mandaro,io le loro 1n igliori truppe, .l\-1cntrc n-:oile ope1azioni della 1ìue dell'inverno 1919 i bolscev,chi c01i,;c;;;uivd.J10 qualche vant(oggio 0011,ru i Polacchi, cominciar'.lno in,ece c0n insuccessi contro Kolciac e contro Dcnik:n, venendo battut i nelh regione d i P•~rm òa Kolciac, mentre Denikin catturava. circa ,un terzo delle forze che lo fronteggia~a1io, Da.gli insuccessi la Polonia. ben presto si ri,p n:se, percl1è aiutata con a rmi, munizion i, risorse cli ogn i genere, e con l'invio di generali, dalla Francia e daWinghilterra: generali francesi furono a;ltrcsi inviati, quali consiglieri lcwici, alle rcr,u.bblid,e b1ltiche. Nel la regio11~ <li Arcangelo i bolscevichi attacca.ron() Tarasevo, una stazione della ferrovia. ArcangdoVologela, ed obbligarono i debol i distaccamenti delle forze a.lleate a. ripiegare su posizioni piìt arretrate <love ;,erò resistettero. G Ii Estoni combatterono con vantaggio i bolscevichi a<l ost di Reva.J. l\,Ia iatanw ìuac p rev.ilenti bolsceviche obbligavano i distaccamenti dell'armata d'Oriente, che avevano s0stituito i Tedeschi in Crimea e ad Odessa, a sgombra.re gran parte del paese e<l a r ipiegare su Odessa e su N ikolajev dove erano strette da presso daH'avversario. Questa fa s ituazione generale iò Russia quando, nel marzo 1919, ricominciano .le gra·n di operazioni di K olciac e Denikin, per attuare il disegno, insieme combinato, d'operare d i conserva contro )fosca, Kokiac ad Omsk sostituisce il governo socialista con un g,,vern_o militare , ,l i cui eyli rn,;)o. Numerosi ufi\t.inli <ldl'oser~ito imperiale raggiun gono J'amniiraglio e si pongono a sua disposizione. G li Alleati gli inviano missioni inglesi e francesi, anni, munizio1, i, viveri ed anche qualche d istaccamento <li truppe tecniche. Le forze <li Kolciac sono così cli$locatc : Regione di Per m, armata di S ib eria ( circa 50.UOO u omin i); R egione di lJfa, arma ta dell'ovest (circa. 50.000); Regione dell'lJro.1, armata del sud (10-15 .000 · Cosacch i). I ii 011arzo I<olcia.c prende !'offensiva puntando con l'armata s iberiana su Penu, con quella dell'ovest su Ufa, con quella del sud su Oren·burg; Per.m viene -;:,resa e d~ questa parte i bofscevid1i arrctn,no di 150 chilometri; anche Ufa cade in mano di Koic-iac : ma qu i l'avversario mantiene il contatto; Orenbmg non è ,ittacca.to. ì'i t.l mese <li aprii,~ i bolscevichi accentua.no il ripieg1 mento della loro sinistra ;-erso l' alto Volga. Anche Dcnik in Tiporta nell-a regione del Don notevoli successi. i bolscevichi .•ono pure ;,cnnfHti a 1'incga, nella regione d i ArcaJ1gt·.lc>, e p-,·esso Vi!J1a e :!'1litt:1n, da parte di tn.tppe polacche, estoni, lettoni e OUJ'landesi. F rattanto però Pctlima, ca.po <lcll-e folfZc clc!l'Ucraina, marcia su Leo-

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poli, su cui n .:c.raina vam:1 diritti : la Polon.ia invoca ,J'intervemo dell'Intesa e rna11da. dr. quella parte forze che battono Petliurn e liberaJlo la città. Inseguite dai Polacchi, truppe ucraine, poco dopo, si arrendono p resso Kovcl. L'Ucraina. tenta d i m10vo la conquista della Galizia orientale, ma è battuta a Leopoli, e, decisamente, a. Luck. Nel Me:i:zQgj.orno le co; e sono precipitate : L e forze a lleate, sebbene <l."-~O ricevuto qualche rinforzo, sono costrette a sgounbra.re Wcssa. Ormai la città e tutta h Crimc:a cadono in mano dei bolscev idii. Nella Bessarabia. invece essi .sono battuti dai Romeni, i qua li, Jì.n d1 quando era,no premuti da ogni parte Qai Tedeschi e pare\"a la loro situazi_one 'd isperata, non avevano tra: ;;curato ,però d'occupare talur.c rparti d i quella regione, già ·facente ,p arte del loro Stato, di cui viva.mente agognavano il riacquisto, sia per ragioni etniche, sia per ragioni erono1nic:he. Conte,nporancamcnte agli avveni-

menti m ilitari d i cui s i discol'rc, che avevai10 per teaU<> r~mico impero russo, in Ungheria il govcn10 bolscevico d i Bela -Kun era posto agli estremi, perché scretto fra i Romeni e i Ceco-Slovacchi. Bela-Kun invoca aiuto d a :Mosca, ma la situazione generale non consente a questa di concederlo. Durante il mese di maggio si svilup,ì)ano le offensiv.e dei Finla11dcsi sollo }.fannerheim, d egli Estoni, e di forti repart i di volontari comandati dal generale cosacco Yudcni...::. Obbjc-hivo (:0t11~1ni.: Pietro~cado, t:he i bolscevichi si propongono di difende re ad ogni costo. Frattanto le forze polacche ,prendono ViJ.n a, Baranowiki e :Minsk e<l a.yanzano verso la. Berei,,iau . )fa nel frattempo gntvi avvenimenti erano succèduti nella Siberia occidentale. Kolciac, che nella. prima metà d i aprile si era impadroni to di Samara e di Orenbmg e tondeva a collegarsi con Denikin per procedere di conserva. su l\1:osca, vede improvvisamente crol!aJ"e i suoi ,p iani per effetto del tradimento dc' suoi siberiani, che, imbevuti ormai dalla propaganda bolscevica, permettono ai bdlscevichi di avanzare ,·,1pidamente Jìno a To-bolsk. Infatti il 27 aprile la 11• divis ione sibcritl!na dell'annata dell'ovest, che teneva il settore tra Samara e Bugurustan, è attaccata. Improvvisamente i-I reggimento Te:retohenko, stabilito in seconda linea, insorge, massacra i suoi ufficiali, apre il fuoco sulle tnlij)pe che ha d innanzi, le quali, prese così a tra,dimento, si sbandano. Lo sfacelo si propaga. Per la gran-do falla aperta, i bolscevichi p rocedono a cava llo della ferrovia. La resistt nza isolata di qualche u n ità è facilmente spezzata. dal tradimento d i quelle laterali, cl1e k attaccano d i fianco e da tergo . Il comandante siberia.no fa in fretta. traspor tare d a Ufa un corpo p reso dalle risene : le otto p,r-ime compagnie, a.p[lena. sbarcate, passano in blocco al nemico, le a ltre sono presto sopr affatte : ,i bolscevich i entrano così ad Ufa sen.7,:J. coLpo ferire. In giugno, l'armata <li Siberia tutt'intera, a nord, crolla essa ,pw·e. I bolscevichi supemno il Kama per sorpresa al(altczza di Kaz~n e occupano P eran e a ltri centri . Le armate di Kolciac non sono più: i loro resti sono in fuga, mentre davanti a. loro divampa l' insurrezione fomentata d a i bolscevich i. :Malgrado questa terribile situazione, Kolciac, aiutato con rifornimenti dagli Alleati, padroni della Siberia O rientale, riuscì ad arrestare lo sfacelo totale <li quell' esercito ed a ricostituire alcune u nità. In ciò vem1e favoo.·.ito dal fatto che i bolscevichi, premuti da tutte le parti, non disponevano di

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adegu ate forze per completare il successo, che li anebbe po,·tat i a spi11gorsi troppo lontano verso oriente, a.ndando così ad urtare ia a ltro e ben p ii1 poderoso avversa-rio: Jc forze dell'Intesa, e .principalmente le solide d ivision i giapponesi. nfa, nella ricostituziono clcll'esercito, Ko!ci.ac non seppe o non p otè curare il male nelle sue. ra<lici: si ebbe l'aP1Parenza, n on la sost aJ1za, e le conseguenze si manies1a.rono ·n ell'offensh•a oolsce,·ica deìl'ottobre. Frnt tu.nto n elle a ltre par ti deìla Russia la situazione t ra. a.1irl.tta peggiorando r>~r i boisu~\"lchi. Le forze d i

.\iannCJ·heim e quelle d i Yudenic, insieme con forze estone, a vevano fatto convergere )e loro azioni verso :Pictrog.ia.do: -n ell'agosto Yudcn ic s' impad1011iq cli Pskow; le

truppe aJllibolsceviche operanti sulle d ue r ive del golfo di F inl:rndia venivano r ifornite dall'Tnghiìtcrra, p adrona di quel golfo. Verso Mo5ca p rocedono le forze polacche e quelle di D enikin. Questi, ,per mezu, ~li T em enov, uno J e-i primi organizzatori d eHa resistenza antibolsce,,ica n ella regione degli Urali, si collega con Koleiac, alla cui dipendenza si pone T emen ov. L 'annata d i Kolcia.c pan: ,lebha rappresen tare la min accia ma,ggiore perchè

n oolonnello Fassi•n f camossi (a destra) comandante <lf>lle e.ru ppe H.alian e In Sib.crla fo n ~~ pe-r numero, p\.•r organ iz1.azionc, per ahbon<la!ll.-

za d i rifornimenti d,c ricC\·e dall'Intesa. J l governo che Kolciac ha stabilito a Omsk è riconosci-ulo, a lt.re che dalle varie repubbliche che combattono il bolsccvi6mo, anche dagli Stati deH'Intesa, che J1a.nno a l suo Quar tiere Generale i loro rappresentant i. Nell'agosto D enikin era 1Pa<lrone del bacino del Donetz e di I<arkow, le regioni più ricche <li grano e di c,u,boni, dopo di aver bittuto i bolscevichi a iP~titova . Grq;o:·icv, u11 c.ipo 11krain0, c:-n una b.rn•da d i forze bianche ,carcia i bolscevichi da Odessa, dove sono inviale forze di Denikin e <li Pctlium a prendere .p iù saldo p iede. F inalmente tra la Polon ia e l'Ucraina è avvenuto ,m accordo, dopo tanti tentativi falliti. Ora le loro forze opereranno dì conserva contro ,i l nemico comune. In seguito a i continu i progressi dei Polacchi, degli Estc,ni, di Yudenic ~ulla. s inistra. d i quell i, di D enik in sulla dcHr.1., i bolscevichi nell'; :;o,t-:i si erano ritirati dietw la line,t Bobruisk-Beresina, segu iti alle calcagna dai Polacchi d istesi su una fronte <li cirrn 350 ch ilometri : al d i là delle paludi <li Polesi.1. alle quali ap'Pogg-iano la loro d estra , ~!aJrno le forze utraiue J i Pet liura. in co:Jegan1ento( con Denikin. Jvfa la ,p artenza dei contingenti


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dell'Intesa d alla lvfurmania p er:!lettc ,ci bolsceviC'lti di p revalere milita.rmentc e ,p oliticamente, non ostante la buon:t resistenza ,iella guardia b-ianca finlandese, appog- 1 gia.la t la lla, llotta inglese, pa:àrona del Baltico, che ha s barcato anche alcuni battaglioni a sud del golfo d>i Finlandia. Alla fine d i agosto truppe ucraine occupa,no };:ic-v. Deniktn it:fl ig:;zc u!la sronfi.tt~l.. ai boìscevkl1i a M-akn,rov,L ed ai p rimi d i settembre i R omeni ne -iitfliggono loro un'altra sul D;iieper pre tendendo la ca,iitola.zione c:ul neri11co acu'•.::-ci1ia.to. Te:n tarn, i bols~cviciii, veri-o b. metà di ,ettembrc, un conlrat tacco con tro la s inistra polarca, ma fallisce; i Lituani giungono a p ochi chilometri d a Dwinsk. Kolciac rientra vittoriosamente in az;ione col suo esercito riorganizzato. forte per numero e t)Cr armi: 8 reggimenti di Iamcria bolsçev ica vengono fà tt i ~rigionieri con r icco cd abbondar.te materia le d 'ogni spocie. I Polacch i; respimi i contrattacchi ,bolscevich i, ri-p rendono l'offen siva ed anche qui i bolscc,·ichi, presi da panicv, a.hba~ donano l\[okilev e W itebsk. Nel Turkestan il generale '\nenkov cirLor.da un'a.rma.1a bolscevica e la tit!tnr:1 :

Sciat-0r1 na1 1an1 a Kola (gennaio 19'19)

sono .,3 mi la uomini cd un centinaio d i can,1oni p erduti . Continuano i s uccessi d i Denikin e di Pctliura, che il 22 settembre giun gono a Kerostene dove si uniscono a.i Poìacci,i, Yudc.iic, insieme con fonc lettoni estoni e finlandesi, mu,a.ocia d a vicino Pietrogrado, ma la sua situ12ionc è alqua..,to compromessa, oltre che dalla presenza d{ von dcr Goltz con trnppe tedesche alle sue srn lk, d'.llle tr:i.ttative di pace in rava l:t k dall'Es•onia -;011 P iet.rogrado. Ciò non ostante il 17 ottobre egli ba occupalo Kra,moje Selo alle porte di Pietrogrado; il 18 d ello stesso mese D enik in è padrone di Orci e di Tuia , n.1.in3.cciandc- cos i da vil i:·,0 ·:tlOOC'l . l{icY, che. er;1 s t:'.ta o~cupat a nuovnmentc d ai -bolscevichi, ~ pure ripresa. d à Dr111kin . Fra il 20 ed ii 21.; ottnbre s i nml-;i t ·e d ispe.r..11a.m~·:1te1 0.a i Lols·.:·~vich i per d if'<'nderc Pietrogr:ido, attaccato <la forze di varia provenie11za, pdn.cipalmcnte da quelle di Yudenic, ma «;,nz" ~ccord0 rcd1,1'1>co. Sembra dunque il principio d ella fine per il regime bolscev ico, i l q uale chiede d'entrare i n trattative di pa,ce con i governi nemici; ma sopra tutto con tinu·a nella su a atti va cd abile propa.gan<la fra le truppe ed a tergo dei fronti avversa.ri, cercando a nche di cor rompere i cap i. Da· parte dei governi runtibolscev icbi si vuole la completa dedizione., :tifa in segu ilo alle forze m oHo su periori cl1e h a di fronte, Y uderùc, il 29 otlobre, è costr et to a d esistere dall'impresa e si r itiTa. Contcm,poraneamcnte le forze ,bolsceviol1e attaccano furiosa.mente il iron ie polacco fra Vm in•k e h Bercsi1u, clic r e.• iste. cd i l fronte j i Kol-

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r iac, che invece, .più an.col"a che pe,- l'entità dell'offesa, per le cond i;,;ioni di spi.rito delle tI'llppe, crolla, e la sua armata in breve è r ido t ta a u na massa di fuggiaschi, una p2rtc de' quali però fa c,1usa :;omune, con i bdl,cevic hi. Alla metà -di novembre i resti delJ',.rmata di Koic iac ~ono gia mlii al <li là degli U rali; Omi>k deve venire sg;i,ncerata <lai gover:10 civile, ol1c v iene trasportato ad Irkutsk, ove .pure riparano le missioni aJ:lcate a(]d-ctte al Q. G . di Kolciac. G li Estoni. sebbene conti1mino a combattere contro i bolscevicl1i, m inacciano di ciis.,rma re I(; iorzc ·<l i Yudenic se qu esti, n:,Ua ritirata. a t traverserà il loro territorio . In seguitò però avviene un acc()rdo per cui ),.uden ic :può p assa.re per l'Eston ia, le cui for?.e sono state< battuto dai holsceviohi. Anche il fronte chi Denikin è in decomposizione: i bolscevichi 1entano cl' indurre Petliura a •passare d a,lJa loro parte, ma non ci riescono. Però egli ora è in stato d i ostilità con gli uni e con gli altri. Compare sulla sçcna, nel diceunbrc del 1919, il gener ale W,·angel che comandava, sotto D.:n ikin, le forze del fronte d i I<arkow-Kiew: egli costituisce qui un nuovo cent ro di resistenz,t, menu·e J'a r1nata cì i Denikin, spezzata in due, è r igettata Ù1 parte $u Odessa crl in paL·te su Ta,ganrog a.Ila Joce del Don. Nella Siberia orientale è lo sfacelo comple to, tanto più che le forze d i Koiciac vo:ngono a mancare dell'ap,pog1,(iO <lell'Tmesa, la q u ale: riti ra le sue forze da·lla Siberia. Solamente la Polonia rappr esenta ancora u n apprezzabile centro di resistenza, c<l in proporzioni certo minori, anche le forze vhc vanno raccogliendosi intorno a W rangel.

V. L'o/jensiva bolscev-ica contro la Polonia nel 1920. Dopo <l'avere schiac--ciato le forze ' di Kokiac. d i Denik u1 e di Yudrnic, . i bol.sccviohi <.!cc i<lono di faria. finita con la P olonia : I1es.erc ito è riorganizzato; si cerca di migliorare tutto ciò -che r ifle tte le comun icazion i e più speci,dmeme le ferrovie: la ,pressocbè total ità delle forze d isponibili è avviata verso la frontiera polacca. Gli effe ttivi opposti alla P olon ia, che, in gennaio, com~rcndevano 5 d ivisioni è 4 bri~ate, alla ftne di marzo s i d evano a 15 d ivisioni, 15 ,br igate di fanteria e 3 d ivision i di cavalleria. In seguito queste forze aumcntad10 auc@ra finchè, verso la p,rimavern, vedendo addensarsi sempre p iì1 la m inacci,1 bolscevica, la Polonia decide d i p reven irla . L 'esercito polacco è schierato dalle paludi d i Polesia, lungo la Bcresina, fino a Dwù1sk; in p arte a sud della Polesia, insieme con reparti ucraini ; l'ctman P et i-iura ba promesso di sollevare l'Ucraina per rafforzare I.a linea difensiva in -corrispondenza della Volinia e della Podolia ; la Polesia, con gli estesi suoi terreni acquitrinosi, d ivide il teatro d'operazione in due distint i scac chieri . Il 25 aprile la Po'louia p r ende l'offensi va in Volinia, v0rso cui ba sposta to forze dal nord : le armate liobx:eviche, inferiori in for,.c, si sottraggono alla sconJit!a con la r itirata. Il 7 maggio i Polaccbi ocoupano J(ier e s i stringo.i10 fino ~ ia I.inca T cher-l{a$sy-Yarnpo; contando sul p romes;so çonçorso d i Pctl iura. li 15 maggio i Polacch i han no in linea li divisioni d istese sopra un fronte d i c•i r m 1000 chilometri, con soi~ 4 divjs. d [ r iserva; due nella .::egione di VHna e due alla frcm '.iera tedesca. Le for ze bolsçevichc sono d ivis~ in due g ruppi corr is_p onden ti ai d ue scacchieri d'opera zione. ,\I nord la XV e XVI armata (14 d ivis. di fan teria e 2 d i cavalleria); al sud la XII e XIV wmata ( IO <lh·is. cli fant. e 2 d i c:LVa lleria.). L a 1• armata d i cavai -


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:eria (llude1my). che vwnc rla! Caucaso :, tap;,~ e cì,",, lodetclrno (V.) iu seguito a l,la q uale alla fine di luglio !e forte di 4 d ivisioni, dovrà intercal ar si ne:! gruppo sud >·var.g.u~rdie bol~·.evic he sono al B ug, llJen tre due gran0 i tra la XII e la XIV armala. Sono <lunque i n tu tto 24 1_11asse opera110 oxmai indipendentein1cute, u_11a verso Va1·d ivisioni di ianteria e 7 d i cavalleria; ma poicbè la ,savia. e l'altra· verso .Leopoli. Al nord avviene la. battaglia forz:i. delle d ivisioni bolsceviche è circa due terzi di di Varsavia (V.) in cu.i i Russi so110 oconJit-ti dopo quatquella del le d ivisioni polacche, si può ritenere che le . tro giorni d i lotta (13-17 agosto 1920). forze s i equiva lgano . L'esercito oolscevico conta in to- · la vittoria ò Varsavia non impedì che fra i due gotale ben 70 d ivisioni <li fanter ia e 20 d ivisi()ni di cavalverni bclhgcranti si svolgessero tru.ttath·e di race; es<:e leria cd o r mai non ha p ii, da fronteggiar e alt r i centr i erano ~ominciate suo,to dopo la. ,·ntoria, in settembre, impor tanti di resis tenza che quello poìacco : esso d ispoe finalmente il 5 0tt1bre veniva. stipulato 11n a.rmistizio , ric quindi dl nun1crosissi1ne riserve. nel quale la Russia ?.iolscc,·ica si cl.i.mostro abbastanza l l 6eneralc bolscevico Tukaclwwsky s i pro1pone anziaccomodante, e del pari abbastanza. ragionevoli i Pù1utto di d istrarre le forze del nemico verso nord, di [are l:1-cchi. quind i rna~sa a su<I, im.piegan<lo su quello scacch iere VI. Le operazioni contro Wraug,,!. Dtu·ant~ la 1)rirannata d i c~\\'allcria Rudenny che farà riJJforzare da mavora e h prima mcli, ùeli·cstak 1920 l'attivi tà. miì111na divis ione d i cava)lcria e da due <li fanteria, e nnaltare bol;,ccvica era stata tutta ri1·olt:1. cen tro le forze n ente di r ipor tare la massa de lle sue forze a nord per pohuJ,c: ne apprnCtaa ,·a il ge:nc r<.de \\.'ran!{d per r:u.:ccglierc ed l)rclinarc forze nel mezzogiorno <ldla l.Z\ts::ia 1 le qual i \'cnnc-ro a cos!i1u ire "" centro <Li rcsi,!c1Fa aU.ada1;za irnportan.te presso a poco negli sLcs~ì 1c1·r ìtori dove pc·r due aIt-

ni Dcuik!n ave.iva svçlta la :sua atti1·iti1. .\'ell':rg:Jsto le forze di Wrang:c-1 i:;c,cupavano Ekaterinodar) la pri!1Cina le ciltit dd territorio dei COSlLCCbi del Kuhan. ,, :-./oworos,ik, principale po rt,J del Caucaso sul .\la.e '-icro. l cosac<:hi <lei J(ubcin a\·C'va.no pr0m~s~o a \\"rtngcl il kro appoggio. Jn rnr i comùat.ti,menti T t·I1p1w itaUane r11 1Ha ]'(: ii1 ::.11 1 fi ume Jeuls.sei gdalo que:.~ti otteru1e notevoli successi, r iuscendo a ca t t urare 30.000 prigionieri con molto mateproce<lerc a J,>llJo d:1 qudlu. parte. !:'in d:J.lla fme di r ia le: molt i fra i pr igio1,ìeri passarono nelle sue fi le. maggio si _sviluvpa con buoni r isultati l'attac,;o s ul fronte Durante la campagna p.rimaverile delle forze bolscenord: Lida e; fl,Ha.nowi>:i cadono in 111:1.110 dei bol,;ccvic!lc C'.)11 1.ro qt1cllc polaçche, il ~cn . \Vra11gel, ba.salo .,tdla vich i · il .comandant~ polacco abboc<:a ; i ndel.)()lisce il Crimea, aveva cercato con le sue puntate oiicn,ivc d i fronte su<I per rinforzar e q11ello nord, dovi' i i.>ol;r.è<v ir.hi di strane forze da l fronte µolaoco, ma con °carso r isulwno ricacciali nC'lle p osizioni d i partenza, ma frattanto tato. Egli concorse alla vittoria di Va.rsavi:t, a"anza.n<lo · si sferra l'attacco sul fronte sud che costit uisce la « Nladii. su<l, richiamaJ1do forze bolsceviche dalla sua parie :ioHa .di Kfr,· » (V .j jn seguito a lla quale, a lla fine di Con:sc19uilo però il sua:csso, i Polacchi, non ,p otendo congiugno, la 3• ,; la 6" a.rma ta polacche, che a fatica ed a costo d i gravi perdite hanno pov.,to 1·itin!r'5i, si trova:1C1 riconcìo l lt

su lle

po~izi.;ni da.Ile qua.li ,;ono :nos,c i! 2~ a,pr ile : Olevsk_.~ ovogracl-Voi hynsk M ok ile"·· Dura'.nte la nrnnovr:i. i Polacchi spa;;tarono forze daiio scacch iere nooxl per corrc,rc in soccorso delle annate impegnato nello scacchiere sud facendo i l giuoco del nemico, che s i pruponev;i a.ppunto di ,porta 1c da q utlila pane la sua. o ffe-nsiva ùecisi,·a. Al principio d i lug lio infatti è in co rri~pondenza dc!

fronte nord che sferrano i bolscevichi la loro grn.Jtcle offensiva; essi non hRnn v bisogno di spostaJnent'. fra d1.,e s<:acchie.ri ptr formare la , 111as-sa : quc.st,i è fonnata pe.r mc7.ZO delle risurve che affluiscoao cktl:ì' in icrnò. Ne segue la « J\1anovra rli :vin-

Il pianoro di Bolzano


-

Bo1,

Bor,

326 -

tare sopra un p ieno app0g 6io da p a rle dell'Intc•a, finirom, f":r firma;c la ["1<:e con la Russia, e k coru;e,;uc:nze non manca.rono di farsi sentire sul fronte mes·idionale; libera.tisi del nemico al fronte occidentale, vollero subito i lx}lsc.evichi libera rsi anche di Wra.,igel; !Jlerci,ò coucentr'.irOno subito cospicue for,c da quella .parte. I successi di Wrangcl erano stati, in fondo, più apparenti che r ea li: egli si era spinto verso nord ed aveva anche occupato im portanti localitic perchè non aveva trovato che scarsa e debole opposizione; ma ora, d i fronte ari un'azione· d i forze cospicue e bene condotte, il suo esf..rcito, debole e senza salda organizzazione, non r es istette: si sfasciò. Si può ben dire che w ·ra.ngel fu sacrificato per salva rr la Polonia: ,prima lusingato e fatto segno a<l onori, affinchè s'ingolfasse in una offensin, a fonrlo verso nord, .poi abbandonato da tLttti, accerchia to dalle armate bolsceviche, chiuso nella penisola <li C,·imea, addossato aJ ma.re - nell' im possibilità di resistere. U11ica sua risorsa, la fuga. I migliori dei suoi seguaci, che non vollero cadere nelle mani dei bolscevichi, -lo imitarono e furono wahi in salvo su navi francesi. Dopo <l'a.veJ·c così in quin<lici giorn i, durante il mese di novembre 1916, liquir.lato ìVra.ngel, le armate bolscevicl1e si vo lsero verso l'Ukraina, riducendo facilmente all' irn1potenza. le bande cli Bologovic, tantochè per la fine del novembre 1920 non v'erano più nc:n1ici in armi ne lla R ussia., e i bolscev1chi chiu devano cosÌ la breve serie delle loro gue,,re, consoli. dando con le armi il loro potere nella Russia . (Per la c:smpagna della Rcnm1J1ia con tro i bol•cevichi unghere:5i} V . Utn~herio).

milita-ri dcffepoca, di[esa da pa recchie torri, cli cu i resta,n o ancora le parti inferiori. Presso questo castello gli i nsorti genovesi combatterono valorosamcmc per )a loro libertà ( l 746) contro le truppe austriache.

Bolzano (lat. Bauzan111J1) . CiLtà del Trentino, nodo di i rradia:twno delle strade che ,partono dalLdto Adige. verso i-Inn, -la Drava, l'Acida. Nelfopoca romana Druso b:tttè presso B. i R czii; fu allora ~!azione inilitarc N I titolo cli « Ponte di Druso>>. .R. wnne occupata dalle trui>pc ìta lian~ nel 19l8. dopo h ho tlaglia dj_. \'ittorio Veneto; nel 1926 divenne sed~ :-lclh 3" d ivisione (V corpo cr arn,ata, Y erono) e d i d i$( retto militare (93"). · ., ..... , ~•mt:n 1:·~

..... .

iii il\

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Bolsena (ant. V11./si11:inm) . Comune in prov. d i R on1a, circ. di Viterbo. Lc1c sua rocca è un bell'esernpio di rocca medioévale ia cui costr1,1zione risa.le al secolo XIII. Fu rinfc.:·za:ta nel 1328 dagli O t-vil'ta.ni cm aHora. apparteneva. Era munita ai quattro angoli d i grandi tordoni ed anche attualmente conse1-va tutta l'imponenza delle robuste costruzioni dell'epoca. Bolsena fu c ittà etnisca ; i Volsinfosi entrarono :i,n lotta contro i Romani ma ne fu.rono sconfitti n el 391 a. C. Parteciparono nel 310 ancora alla lotta contro Roma che terminò con la sconfitta degli Etruschi. Nel 295 ancora .presero le ar mi, ma fll.rono sconfitti dal console L . Postumio 1vlegello. La loro sottomissione definitiva a Roma è del 266 a . C., dopo mia nuova lott~ in cui ancora ve.imcro battuti e. la città, p resa dai Romani condotti da Fulvio Fiacco, ve1mc d istrutta. Riedificata, r imase sempn: un piccolo borgo, il quale, per essere situato sulla via Cassia, subì varie volte devastazioni ; sotto Ludovico il Bava.ro la sua rocca resistette felicomente a un assedio.

Bolwerken. llaslioni d i le.gname e fasci.ne, impiegati in F iandra fino dagli ultimi anni del sec. XV, come organ i di r inforzo dei recinti difensivi. Nell'orga n izzazione <li simili difese acquis tarono fama i terrazzieri fiamminghi, av'lezzi ad erigere le dighe per contendere il loro terreno al mare.

,

Bolzaneto. Già chbmato « B rasòle >> costitu ì fino .al 1926 un comune a sè in va! _P olcevera; in detto anno venne assorbito dal comune d i Gemova. Fu in B., fino dal 1380, costruito un castello dalJa ls.epubblica Genovese, costituente una d elle p iù importanti opere

Le h~nclìcre della 26• ctid; ionc à Bolz:uio nel no roml)re IQ 19

Comùattù11en/.o di Bolzano (784). Appartiene alla lotta fra Bavari e Franch i. Essendosi il duca Tassilone II!, feudatario di Carlo :Magno, r ibellato a l sovrano, un conte franco della frontiera, Hrodbert, venne con · 1ui a battaglia., ma ne fu ;;confitto e uociso presso ;Bolzano.

Bolzon (Piero). Luogotenente generale della ?.I. V. S. N., mito a Genova nel 1383. Prese parte alki guerra 19 15-18, riportando due ferite e meritand0;,i <luc medaglie a l val. militare . Prese parte quindi al movimento fascista cd alla mo rcia su Roma. Fu eletto deputato <iii Pa.rlamento nella XXVJI legi·slalura. G iornalista e scrittore apprezzato, nel 192 6 v,.;n i va 1:.urniina.ro sottosegrett.,rio alle Colonk Bolz-On Pietro Bolzone (o Boldone). Comm1e•mente d icevasi d i -u na sorh d i freccia, con capocchh in ca,mbio cli ,punta, che si huaciava con balestra gross~ chiama ta « J3a,lestr.'.l a bol1.oni )> . Fu and1e cosi ch ian1a.to ii~ tcn"...pì antichi ut1a sorta cl' a riete. e runche una -tra.ve con ca,pocchia che <3 «· ..,,,,., •·•""'""' ....... ,,. . serviva a •lllllO\."Cre il poalc levato io nelle roc. ,.,if. • .,,,,.,.,, ,r ,,::_ I che.

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1

32ì -

BO.\J

Bomarsund. V . .4/and. Bomba. Le prime bomlx- era.no grosse sfere cave <li ferro !uso, o anrhe di rame, riempite di poh·en:, muiiitc di <luc p icroli.: orecchiette con anelli d i ferro per ag,;volar,• l'opera ✓,ione di prend~rlc e met to.r ie nella bocca del •nort:do, " ;>rnv,·rdute di u·n !UJi~.i spoletta di kgno con lucignoli o stoppini. Dapprima si usa,·a il <e tiro a due fuoch i» accendendo prim,t il lucignolo <lella sro lctta del la bomba e poi la caric,t del mortaio; ma in seguilo a gravi disgrazie prodotte <la scoppi pre1,iJ1uri, ,i aclo11ò il si5tCm:l di porle n~l mort:iio in

o

llo1111Jt• clt·l at><·. XIY

con C'(uelli assc·diati e ùavano notizie ~ull'eserrito assediante, senza elle il duca potesse impedire il fatto. Risulta anche eh~ il principe Tommaso di Sa.,•oia stretto ?'a.s~e<lio i~ Torino dai Francesi nel 1610, a\'e,'.a. usato no1n.Le cornr,rr, per uic·:tt\.:rsi in co~1unicazione ,ogli Spagnuoli che circondava.no t,lla toro volta l'esercito francese a~;,{'diantc. .Ed era c<'rto Zignani di Bergamo, ing. militare, che dal campo del L<"ganez ri~pon<leva con bombe corriere, mandando rorrispo11<lcnzc e per.sino commestibi li.

f;ombe a 1110110. Sono proielli nwtallici, ca,·i ., r ipieni ,Ji csplosi\'o, di dimen;;ionì ,, di peso tali da poter e,;serè hu1ciali a maJ10, ad una. i lis ta.nza. massima di 20-25 metri. Erano in uso. col nome di bombe o granale da wa 110. da breccia, da ripa.ro o ra111 paro, nel XVll secolo, per

Boml.Ja Cli ralllP (SCt'CHo XV)

mo<lo che la spoletta fosse accesa dalla vampa stessa del mortaio, il che si disse « tiro a<f"'un fuoco». P er• ché la. bomba cadesse con la. suioletta. in su in modo die 11011 si rompesse, s i dette ::d ia parete della. bomba. maggior spcs;orc dalla par te opposta del bocchino. Quando il colonnello PaLxhans, nel 182-t, inventò il suo « cannon obusicr » facendolo adotta.i·c dalla marina francesr, Iu costretto a crcarr; anche t1na bomba. che avesse la ca\'ità concmtrica rlalla parte esterna. Questa bomba aveva la spoletta metallica. a \"Ìte pochis,;imo sporgente, ed era provvista di un tacco di legno cilindrico, incavato da un lato, che si adatta,·a ali" s fe ra mcta,ll ica dal lato oppo,to della spoletta. cd era mantenuto aderente da due striscie di latta. Questa bomba prese il nome di« gra.nata ». Su Ile navi si usò caricarle anche a doppio nello stesso cannone, sfera con tro sfera. Quand o la bomba usciva. dal:a bo<.·c:i <l'llrnnle il tiro, il tacco di legno si stac~ava e b. bomba. proseguiva. da sola nella traiettoria (V. Granata, Shr<1p11dl, ecc.). L e r,.ronache de i primi telllpi •delle anni da fuoco parlano di B. in varie epoche: nel 1.435 (Napoli - Carlo V) e ancora nel J-135 (Dole); ma si afferma in talune che fin dal 14Z8-l.J30 in Francia esist~va.no « palle di rame pe r gettare fuoco l\; ne l 1-152 (Bordeaux); nel 1453 ( Costanti nopoli); nel 1460 (S igi;unondo Malatesta avrebbe fatto esegui1·s:! bombe costituite di due emisferi connessi); nel 1521 (:\Jézières); nel 1552 (Rodi); nel 1528 (O la nda); nel 15.H (La Mothc). In fine del scc. XVI nell:.i 1-iandra erano usate ampi a.mente; si d!ce che qui,·i le abbia im·cnta.te un italian o, rimasto vittima. delle ~ue C!pe.ric11ze . Certo è che <li proiettili di questa specie le cronache del sec. XVI fanno frequentemente mi)flzionc.

Bomba corriera. Era così chiamata. una. bomba la.nciata. rnn la bombarda. o con una bocca. da fooco qualsiasi, rnntcnente lette.re, noti1.ie e d ocumenti , che gli assediati o gli a=--<l iant i iia.n<lavano a l nemico, o ,per dargli noti-· zie tenden"io~e. oppure per accordi con emis.5ari nel ca.mpo a,·vcn.ario, o pc.r p1·opalare false notizie in modo da demora:liz;,,are il n ::imico. Ta.Je s is tema.<li, corrispondenza fu usato la prima l'Olla all'assedio ,d i Reuss, s tretto daJ duca. di Borgogna nel 1581. G li abitanti di fuori comunica,·ano

uomba tedesra a mano in Cadc,rc (191G)

Bomba da aeroplano con por1abo111bc ( t 916)

~sscrc lancia te a. m ano {:Ontro i n emici a1ell'attacco e nella difesa delle opere fortifica.te. Le fanterie avevano specia li reparti di uomini incaricati del lancio di tali bombe o granate. che prendevano appunto il nome di « granatieri )J . Col perfezionarsi <!elle armi d tt Iuoco p ortatili il loro uso scomparve; ma. tornarono in vigore n ella. guerra rus.,;o-gia.pponese, ne-Ila nostro. guerra libica, nella recente guerra mond iale 1914-1918. Le bombe a. mano servirono specia lmente nella g11e1-ra di trincea: all'attaccante per battere co11 tiro cun ·o i difensori delle trincee, quando non era più possibile l'impiego delle armi da fuoco e non era ancora possibile l'impiego dell'arma bianca.; al difensore per colpire, senza scoprirsi, l'assa.litore, giunto in prossimità della trincea. Data. questa dupJicità di impiego le bombe a ma.no s i d ividono in due granclì categorie: bombe difensive e /,Q111bc offensive o pet'ardi offmsiv-,:.

Le bombe difensi,•c (esempio la nostra bomb:t a .na.no


BO.\[

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Sipe) h~nno l'involucro d i metallo resistente, (talvolta munito di solcature che servm,o .1 determinare il numero e la d ime11sionc delle schcggie), il quale a ll'atto dello , c,.\ppio si fra.nt l1ma j11 t·n cc,·to numero di quest~ c~n un 1aggio d 'azione che può arrivare a i -10-S0 metri. ~e cleriv:i. quindi la nccessit;\ per il lanciatore cli ripararsi dopo di aver Ja.11c i:1to lri bornlia, per non essere colp ito a lla s•1a volta dalle schc~gie.

flomlic a mano In Cllam_pag-nc ( lQ ! i)

/\ppllcazi<Jll~ (l! !JOllll)C ad aeroplano 1edc•c1,

Le bombe 0Jj'c11sive o petardi o.(]01.,ivi (tipo il nostro 1~ctardo offensivo Tltèvenot) banno un invo lucro molto sot tile che al momento dello scoppio si sfascia; esse hanno una carica intc111a di scoppio superiore a quella <lellc bombe difensive e la. loro a~ionc è dovuta specialme11te a ll'onda esiJJlo,irn. d ella carica. Il 1·aggio d i azione è al massimo d i 10 m. e perciò il lanciatore non deve coprir~i dopo il lancio. Sono usate pe.ciò in ispecial modo dall'allaccantè. Le bombe a mano possono essere di varia forma e cioè: s feriche, lenticolari, o,•oidali, a perd, a forma di limm?e, c ilindriche, ecc. Per l'accensione de!Ja carica di scoppio le bom be a mano sono munite o di spolette a percussione o di miccia che viene accesa prima del lanc io, o percuotendo una capsula, o me<liante sfregamcrtto di u na capocch ia fosforos.-1.. Le bombe a mano posaJlO circa 200 grammi. In Russia, mancando il materiale, e l'industria atta a fornirlo, i soldati confezionarono sul principio della guerra mondiale B. a mano con scato-

328 La bomb,1 Bc11oglia: di fom1a a pera, munita di tre alelle d i impennaggio e di spoletta a <percussione. X clla parte posteriore p ortava un lun go codolo che ;;i i.ntrnducc,·a nella ca.11:ia <lei fucile. l'er i! lancio ,·eJ1;,."- 11•'lra la ordinaria cartuccia del fucile, priva però della pa!louola. T gas della carica d i laJ1Cio agivano sul codolo e spingevano la bomba. l.a bomba Bcrto11e : a,·c,·a forma cilindro-ogh·ale; nella parte posteriore e per 1/3 c irca della sua lungbezza aveva i1n a llogg iamen to <l i d iametro alquanto iuieriorc a l d ia•11ctro <lella palloHola del fucile. All'es1rcmi1à dcll'alJogg:iamento vi era una 1niccia, :mun ita di capsu!a. ir1 comunicaziom· con la carica interna cli scor,pio. P ~r il lancio s i investiva sulla bocca <lell.l caruia un tubo d:c L• teneva la bomba; si u~a va là. ordinaria cartuccia munita <li pallottola . .\!l'atto <ld lo sp~ro la pallollol.l si tr:11il,1 q nell'alloggiamento d ella i)o111ba, che vcnil'a cosi truscinata; la pa llollola stessa, ballendo sulla ca psuh. pro, ocava l'ac-cc11sione della m iccia. 1!0111be da getto, co11/ro s0111111crgibilt, da .stil'll. Quc,te bombe furor:o ideate durante la guerra mondiale, per combattere i so:11mergibili. Sono di struttura sempliciss ima e si to!npon.gono di un involucro met(tll ico, in generale d i forma cilinch·ica, che contiene una carica di tri-

flornba i nrendia1'ia austriaca ( IO I u tolo o di altro c.s,plosivo, in quantità val'ia bi!t :i ~econda de l tipo e della _gra11dez;m della bomba. 1-ono munite di uno speciale congegno, di un piatto metallico che quando la bomba è immersa s ta a contano coll'acqua. li piallo è sempre spinto in fuol'i da.I contrasto di una molla, la cui compressione è regolabile dall'esterno, e può CS'iCfe \'ariata a seconda della p.rofonditi1 alla quale si vuol far scoppia re la bomba. La bomba viene geua ta in mare a braccia. o con una tr.11noggia, a.I disopra del punto in cu i si suppone travisi iJ1 ']U~] momen to il som• 111crgib,le; affonda per il propcio peso e sè, ad c~cmregolata o>er Io scoppio a lla profondità di 20 mep io, tri, il piatto idrostatico, giunto a detta pro fond ità. vince il contrasto dtlia molla. regolatrice e rientra verse f'int<>rno della bomba, Jibcr :i.ndo un gancio che teneva a sua voltn impegna lo un porcuotitoio metallico. al d i dentro ciel quale ,·s~rc ita.va 1••·essione una S<!cc,nd1. »101la CC'mprcssa. Il percuotitoio, Ja~ciato hbero e s!)into dalla propria mo_lla, r,crcuotc e fa :icccuderr. ,ma capsula, h quale a sua volta provoca l'esplosione della bomb:1. Questi ordegni sono muniti di dispositivi di sicurca.a. basati sul prin cipio di lasciar libero il piatto idrosto.tico soltanto al momento in cui vcugono lanciate. Ha11110 anche altri dispositivi i q:.1aii fanno scoppiare la bomba mcontra1,do

e

Bomba Inesplosa (Gue rra mondiale) lette d i latta, bossoli di pro ietti, pezzi di tubo, ecc., scr,-endosi di uu pezzo di miccia comune per l'accensione .

Bo111l,c da fucile. Sono costituite a ll'incirca come le bombe a mano. Esse però vengono lanciate d al fucile :i.d una distanza che può giungere fino a i 100 metri. Furono usate nell'ultima guerra; ma il loro uso poi fu abba ndonato per il grande logoramento che ne veniva all'arma. Le bombe da fucile usate da noi erano di due ;pecie :


1111 L0rpo duro, ~mche ::e 4UCdta non

e a11co1\1 g:u11 :a a lla

pr(J fùndità r,,·r cui era stata rego lata. A \cune bombe ~ono fatte in mo,.1o che da esse si po,;sa cstnme tutto il congegno di actcn.sione. piano. perc-110titoio, ecc. mediante svitamento, ;,enza biso~no <li smontare uulla. Ciò è \atto per facili tare la cons<TVJzionc e ;lcr le vcrificl1c degli organi e.l i e~plosione. Queste bom be lii i chi.1 1naao ,t.1che òa g..:_tto, e pv~·:-01~<'- ,·rnitt• lanc:ah.·, oltre che a mano, da speciali lai;cia homlx che l<' ~c:>11110 alla dis:anza di 100-200 metri dalla naxe. Contcnc.;ot 10 in g(•ncr:tle cariche cs1, lo.:i·,·t: ~i :::.o k~ .. 1~~1 ,·e :it.. ~ono a nche ,k, 100 e 136 kg. secondo i brC\'etti ita lia n i, franCC':i i, inglC'.si o gennanici. Bombe tln reti. Sono speciali bombe di piccok dimen~io:1 i che si a1laccano alle reti che ,;cn·o,10 a formare i.li sbam,menti s ubacquei contro i scmmc rgihili. Scoppiano alrurto contro èor,pi duri. I l so111111crgihik incon-

32!l caw che ,i fosse dovuta abbandona.re la n a,·c per impor tanti av:iric, impedendo a l nemico d i impadronirsene. Tn questo caso però ic bo mbe avrcbbern dovuto essere intro<lotte nei de:>0,iti munizion i. :\'cssuna marina <la ~ucrra J>crò ha mai <lo\'Ulo fa.rne uso. Bombe f'c,· nerornobili. L'm·iaziunc, pe n11ette11do d i attaccare con i velivo!i d a bom bac<lamcnto una gra nde varietà di bersagli posti a centinaia d i chilometri al di lit del teatro effettivo delle operazioni di 1,'llerra, come nod i stradali e ferroviari, ponti, depo3ilÌ di m uni1-ioni. forti , navi, centri industria li , centra li elett riche, ecc., a el passato invulnembili se 1,011 erano en tro il limit,llo raggio cl'azi011è delle artiglierie, ha fatto sì eh~ le bombe aeree sono state s,·ihtppatc a secon<la delle cat~goric dei bersagli cont ro i quali <lebbono essere dù·ettc, ognuna di esse es;ctt <lo destinata a produrre i l massimo cffrtto cli clistrnzionc contro un dato· gruppo <li bersagli. Si hanno co.si: J-:omb,· muta o.-rlinaric, adoperate conlro he:s;,L~fi re.sistenti qua li opere in muratura. blindamenti, ricove,:i tntµp e. rkpos it i muniz ioni; contro tutti quei bcrs,1gli cioè sui qudli l'azione ri tar data dello scoppio può .ivorc un :uaggior t:ffètto <lbtruuh-o.

Bombr mina pcrfora11! i, adoperate contro bersa~li di

Bc mhr agganciai<' n veli,•oJo (Gtter·ra rnonc11alP'

maggior resis tenza, qua li ponti corazzati di navi, opere in cen1cnto arn1ato, ecc.

Bomba (!'f1er opJ<1 no (Gur,-ra mo1HI l;t!P) trando Ja r ete. e continuando a cammina.re perchè que,_ta non offre resistenza, la trascina con sè fino ad essere avvolto dalla 411cde.;ima. In tal modo le bon:bc che sono :1tt~ccate a lla rete vengono a ;,l>a~tere contro i ficn,:hi e.I~\ sommergibile cd e;;plodono 1iròvoondo11~ l'affondamento. Bombe da s/1-;,n. Sono or<l('gtll , cnplicissimi, mun11i d i miccia o d i ccmgegno di orologeria. che vrnnero usa ti da i Tedeschi per l'affonda,mcnto. de i pi rosc:,fi !JUando ,•vlc va.i10 non usare il ca.nnont <' r!s!J:t r:•ii~1,•,. i si!1!ri. J.t: bombe . venivano introdotte nella parte profonda dclb stiva dei piroscafi, dopo a,·cr intimato loro di fermarsi. Q uind i si ordinava al person ale di abbandonare la nave r,clle i1nbarc:;zion i. Il tempo concesso dnllc m iccie cr:i di J)ochi minuti, dopo di c he le bombe <'Splodernno e i p iroscafi affondanu10. B ombe di questo tipo vennero anche consegnate alle na--i da guerra p er cs~ere usate in

Bo1:ibc torpedini, comro ber-agli di poca rcsi~tenza, come i bersagli animati, e generalmente quando si vuole agire a lla superficie del terreno con !;1 potenza dello scoppio e co11 rilevante 11u111ero di schcg,gie. 801,sbc contro imbnrcazio11i e .,a111mergibili, cltc con la forte potenza del loro scoppio sotto acqua agi:;cono sulle con11c3sure degli sca.fi prO\·oca ndo delle falle. l/0111/Je ù1ccndia.1·ir, contro bersagli che possono essere distrutti con faci lità <la! fuoco e che vengono anche tlsatc in unione delle bombe m ina e torpedini per unire a i danni dello scoppio quelli dell'incend io.

Bo111bcttc 111i11oi-i, usate esclusivamente contro bersagli animat i,

Bombe a gas asJissia11tc o lacri111oge110, adoperatc per portare sul territorio nemico ga,, micidiali. L e bombe aeree n on abbisognando, come i proiettili d'aniglieria, di un forte spessore d 'involuc ro, che r iduce in conseguenza la qua.ntità d 'esplosivo, portano c irca il SO% del lo ro peso di esplosivo e si comprendono qu indi facilmente gli effetti rile,•anti di sconvolgimento che ottengono sui bersagl i con il solo .,postamento d'aria. Il


330 peso delle bombe v~ria, a seconda dei tipi, da 12 a 1000 chilogrammi; l'unico lim ite ir11posto al:e grandi bombe consi':tè ne lIn posStibilic:\ di c. ;...,ere tras1-Jurw re dai \·r livol i. Si sono fatti es]'Crimenti con bombe del p eso d i

da bombarde; in media hanno 1:i capacità da 12 a JS lit ri d i prodotto aggr;,ssivo; medie, lanciate da anni• -rla t rincea. con la capacitù,.da 2 a t re litri di prodotto; picC(l/e, •eia bncia rsi a. mano, con la capacità da 300 a 400 gra inmi <li 1prodotto . cn1inenterncntc irritante . 8umhc f u111igt1u': sono ço3ti tuitc da artiJizi speciali. muniti di 3C':mplice -;i~tema d i inne~c,ul·lenlo e Uri'll;~mento,

destinate a generare fumi per ,1110.sc:herare posizioni, n10v imenti, o lavori. Bombe fun1igenc per fanteria: gene-

rano in rnassitnéL iumo bianco lnn~cuo 1 per non offen-· de.re le truppe che debbono attraversare le cortine di nebbia. artificiale. DLtrante la guerra s, ebbero anche !Jornl>è generanti fun10 nero.

BoJ11b,, iuccndiarie . X ei primi tempi della guerra i T cdcs<:h i e gli Austriaci impiegarono l::xùnbe iaceudiarie gettate dagli ae1·opb.ni, contene nti un liqu ido infianunab ilc ,·omposto d\1na miscela di idro-carburi. Al centro cl i ta li bombe cmvi una scato.'etta od un ILtbo con tenente u na term ite specia le ( zolfo cd a llu.rninio in polvere). Da tutti i bc!ligeranti furono anche impiegate bombe incendia r ie contenenti cilindretti <lì celluloide com-

Bùnillc ;1gg·:uu-ia te rilla na\' lcena <li 1

Ull

clirlbil) i lP l t;ittano

( t9l8i

kg. 1800: il fatto che una di esse, esplcdenclo, è çapace d i scava.re un crate re largo rn. 17 e .p rofonào m. 6 iu un te rreno piancggiar:te or{liuado, può dare un'idea della 1

loro potenza ;,pavcntosa. Le bombe vengono agganciate il"ll'acr()i,:,u10 u a1 0 1rig:b1lt. t

~·b~H1cia.rc a. vcl0n 1~t 1 a

mezzo di speciali dispos-i!ivi ch ia.mat i po r ta.b0111bc. J;~,,,;!J,: n. ~e>. Bombe dettt~ F f'i 1dc. Puzzolenti, F11m~·ferc, vennero a(lottatc gii, a ntica men te. ::vra le vere B . a

gas comparvero durante h guerra mondiale. Ve 11e furono1 e ve ne sono, d i va:·ia grandezza : grosse, lancia.t e

s 10

pr~sa o cilindrcll i di fosf()rO, Per J1avven ire, fra l'altro. t:i p r~1·,;ui1zano 00:nhe coa c:;ost~nizc d:.,; srnrgt,)<lo.;:i si inrfndfo!10: ."=:,pont.1 ;~c..ti~1e nk all'ar iµ__

Homba.. V,L,t a baia della C ire11aica. a circa 50 km. da D erna, atta a r icoverare flotte -da guerra. Nel 1808 vi si rifugiò tma flotta francese per sfuggire alle navi in glesi del Collingwoocl. Nell'agosto 1913 fu oocupata da lnltllpe italiane, ma come base na\'a le fu pre.;ccHa la baia cl i Tobruk.

Bombarda. E' difficile stabilire l'origine di questa

20 K

t=:::::1:::=:1=::===1

m.

pa:ro la clic si t rova nelle cronache bolognesi ,relative agli anni 1216, 1239 e 1274 e nelle Bistorie fiorentine. d i Le-onardo Aretino a.gli anni 125.1 e 120I. L e cronache dei ternp i ricor<la no le B., i.n azione o in preparazione, nel 131 I a Bresc ia; nel 1319 a Genova; nel 1326 a. Forlì e a F irenze; nel 1340 :t

Bombarda e born.ba.,s:Here flel secolo XVII

Il gol ,o di Bomba nena Clrcmlica

Qucsnoy; nel I 342 ad Algesiras; nèl l 346 a. Crécy; nel I 351 a Perugia ; nel 1354 in Danimarca; n el 1359 nella Spagna; n d 1364 r, Pisa; n el 13i8 a Venezia. Certo è che <i:vcnne ro ccrnuni nel secolo Xl V : a !!o ra TJ. e schioppetti erano adoperati nei fatt i dlarrnc, e ogni Comune prendeva a.gli stipendi i « maestri bombard ieri >> . Du.raJ1 te


-

331 _

qut.:.s.to ~1..:-{n~o e tin n:rso la. metà <lei seguente a fianco dcilc 11un,.'l: :-tnni Ù,l fudco si co ntinuarono a.J adopernrn k anarrhinc d.i gitto. Verso la fme del sec. X V ne

rani,ma , quc-=ttO.. ero. detto ~·t?nto; rc-r rerdr>rto nlinore. e 1Yc·;crvare a ltresì l' interno dcli.i bix:ca da fuoco dagli

'='.rano i1J t:....u alcune così grosse. che per a-a inar le occorre\·ano Grn, .1 .)0 pa.ia di buoi 1 e la.J1ciava110 pers ino paHe

l'll lgcva~i con stoppa, tela o anche pelli fresche d i a nima li. L e cariche cr:ino d i ~ssa i piccolo peso in con fronto <lel proieu o si introducevano n1cdia.nte la caZZ(l o cazZHO!a o ru.cchfor(t; v 1 si so,Taµponeva. un t:ip,po· di kgno o coccow~, quind i la pa lla; s i innr.scaYa la ca rica, ac-

1

di l 2fiO lil>L·:·c. Col nc)11le gci:c,·ico di <e bo,mb;. rde » furono indicate in I talia fin da.I i-'r incip io del secolo· XIV tutte le prime

s fregament i dcli;~ pa Pla . !'ozz amc ntc hwora~a. q:..~'.:st.~t ~tv•

arligli1.:rlf• ,~n fuo~:o. E la. -più antica descrizione particolareggia ta f~Ì un:1 bo1nbarc.ìa dsa le al 13i6 per opera <lei Redusio, che CO$Ì si esprime: "La twrnha1,,ia è uno ~tnlnwnto di fe rro con tromba an te rio rc larga st1lla qua le metrcsi una pietra rctollda ragguag)ia1a alla tro1nba 1 b quak ha postt:r:ormentc congiun to un cann01ic fungo due ,·oh(• la t I omba, nia 1)1\.l sotti l~\ nel quale ,·iene n1cssa.

una polvere- ncgr:t artificiale con sa lnitro e zolfo e carbun di ca!cc r•cl rero ch.--1 preddto c~nnonc ve:~o la bocci)) . Le bon1ba1-dè cons istevano inizia lmen te in verghe pri-

~r ~

Bomha1·cll- Cl(') SN·oto X\'

r,,,2.:....e=>=!L!'S=i="'-~========Ll=lLJ==">...:,D. .~·

-r

- -

-

Rot'n]JarcJa su cavaJIC L[O (SCC. Xl V ) sma tid1~ ,'i krru l,at(utu dispO.$LC tome le doghe delie bÒtti e poi ~aldatc e rinfor~a te esternamente con cerchi

d i ferro cui , i dava la forma di cilindro saldandone poi gli or!i. ~ 1JCCb-siYa-tncntc Ycnncro us:J ti) invr:ct dd ferr0 bat tuto. il fcrrn cola to, i l bro,17.o e alt re leghe met a lliche. l n r.iassi111a constavano <li d1.te parti : l' a.J1terion;., tromba, molte co.-ta, di gran dia metro, destinala a r ice,·ere la pa Jìa; la posteriore, ca,1.11011e, gola o coda, p iù luoga, <.li minor d iamet rn, per a llogarvi la car ica. Quando le IJomhard,: .si fecero in pit1 pezz i, l.i. tromba fu anche

c.osiando al fo{:onc r ipic;10 d i µolverc una ba-cchctta unc :na ta ed a rr oventa ta in ada tti fornell i o· mediante la miccia di corda co lta. Le ~roS-se boml.Jardc ],3ncia vano anche fasci di verrettoni e fuoch i a r ti.ficia li e bigonci a<la tt i a tl'anima e r·ipien i d i sassi e dadi d i ferro chia ma t i /unlen tc, borse, sc11.ffie, ecc.; le bombarde di calibro minore avevano proietti metallici, cl i piombo, ferro, bi'on7.o e ,piombo con nocciolo d i ferro. Per 11 trasp(}rto le bombàrde venivano caricate so pr a ordina ri carri ; per il t iro s i d isponevano al momento d el

bj:-;ognt1 SOfJl"rt rozzi affHsti di forme e; st ruttura varia 1 deui letti ; vi si fissava.no con funi o catene, ~i ,av:.1, i"in ~i inazi,,ne soiìcvaJ1donc la :J)UJtc anten ore con trayi .

...

·: ·, l't'

.

.

.

Bomllarcl:1 e palla di p ie'l,t'a (SCC . XIV)

Grll]}PO rii bombarde tla 58 8

costi tuita ùa p iù parti, che s i av vitavano med iante stanghe infisse negli in t:,cchi di una fascia a denti, esistente a ll'estrcmi1i1 cli ciascur.a parte. Nelle bom ba r<.lc a r etrocarica il ca1111011e o mascolo poteva essere r iempito della ca1·ica <.li ,po lvere, quindi a<.lattato cont ro la fascia pos tériore dclh tromba e forzato m~dia-n le cunei. Il proietto e ra una p ;ll la di pietra più o me no g rc2.za. Per assicu rnrc il caricamen to lasc iarnsi gran gioco t ra la palla e

o -cun•?. Ì, o intt:'r ra nclo la coda ; si irn pediva il rinculo med ia nte paletti COJlfìccati for1er.:~1~1c in terra ._ ~l a sovente il letto ..: ra c nst.r: 1!to a gu i~n di lda io e questo stabi lito in una wccie ~li ca.$tello, che facilitava >i puntam e iito in c lcvazionè. I l bcr:;bard ic.re cr~ rii{(•i:;) d1i tiri ne-miei med iante rnantelle tt i gire,·oli, 3orretti <lallo stcs;o castello. Le più 'Picco!.c bom ba,·de cmno spesso di$poste rn picco li car retti.


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332 --·

Alle 1uun1~~1m(.; Jrtigli~rie, apparse, c:.~:n.; si è dt!llO,

~ianti, ·:c~·cicalorii, lacrimogeni~ irri1an1i 1 (:CC. Verso Ja

nel XIII secolo, !l1oJti i,·,igliornment i furonc, ap1: ortati e n ella fabbricazio11c e n el l'impiogo, specia lmen te dal L350 al 1450. In quc:;1'cpoca, nella quale la fabbricazione delle ar'.iglieri~ :t\'C\'a assunto i:\ ltahr grande sviluppo, le ,·arie ,pede ·li bon1l.arde po,sono esser,: rag.;rui,pate in q~1:1 tlr0 principali catcg,,ric: l3ombarda (peso di palla. 100 a 300 Jil:ibrc; lunghezza 5 a. i m.); Mezzana o Co11111 11e (palla di SO libbre; luniì,ezza .> a 4 m.); Cvr;a11a o Corta/dr. (lunga .l a 5 m., <li calibro uguale ai:a Bombarda; palla di llX) o più libbre), Spiugarda, l,1 più ma.11~ggcvo:c , la i;ii1 !unµ!\ (•J,~lla di J0- 15 ìihbre). '.':ella seconda metà del secc}!o XV decrebbe in Italia,• per ,·ari~ r agioni. lo ~,·iluppo nella costruzione delle artiglierie ed il pr:mato !HS~Ò :illa Francia. Le num·e armi

/ìnc della guer ra, erar,o in uso d,, noi: /~. da 5~ i\ cld peso di 450 kg,;/ B. da 58 B , del r,c;;o .di ISO k;;.; entrambe rnu b•>~!ia d i accbio da 16 ki.; B. ,fa 24n C,

si dislin~cro col non·c..: gcncric.:o <l i cannoni e li dcnomi-

11~1io11c di bo111h,11 d ., ca<:tle rcrnpktamcntc i11 disu&o per ,.Parecchi secoli e cioè 6110 :illa 1,ran<le guer ra mondiale (ICJl--1-18). DO'.io il primo tentativo tedesco di una gucna d1 r:tpidc <lccisioni, tentati\'o al,ortito ~ulla )larna quanlè lii,cc cppostc si cristalli7.zarono a hrc\'C distanLJ, e a li,: ord in a rie :11 tiglicric s i vù lle affida re l'incarico cli d istrt1ggcrc i reticolat i, di spianare !e altre difese accessorie e colma-

d,,

rr le

trincee a\·versa-

r ic, ,: i cc.nuprcnde che '.Xl:or revano bocche <la fuoc0 capaci <li un tiro curvo a brc,·e d istanza e con proie tto provvisto di una forte carica di scoppio <li potente esplosil·o. E così riwr;;e la l)ombarda, eh rispondeva a tutte queste condizioni. Il ti ro <lll!f\'o a br~v i d is tanz~ richiedeva limitate cariche di proiezione anCarlc1111r n1 0 di che con proietti molbombarcla rraucesc to p e~anti, e quindi permetteva la costruzione dc!le bocche da fu'lc'"> rnn tu!ii a pare.ti sottili e l'adczione ùi proietti con iiwolucr,, di Jimitati~simo ~c.>sorc e perci(\ con grai.cic carica di sco;'pin e d i gran<.lc r enC:imenlo, QJe~te bcmb:ude, d~pl)r ima molto rndinici. t.1ii e di t l'l l gra.nde 11101!,;:,Ecitit cli r:ilibr;, a,,<larono :n~no :t mano periczion'-lJldosi con calibri ri:lotti allo strett'l indis:ienslhile rl'ht1vament.e :igli :;copi da raggium:cr,. Tdi l>omb.:,·de iJroJ1<) nella. quasi totalit~ ad anima liscia, a-1 avanc~ri-ca riguard,1 :il r-roic l-

Bo111barllu italiana t"Olnll·o corno rii ca,·,·111, ( t!llì

cie!l pcs:> di, ld~t8 kg. l"ll bnm~a <li '•t:t i,1iu 11 -.;i k~.; il . da 2~() I,, del pc,11 cii JtJ(•O kg .. tr-n l11Ja bomba d,, 6i kg:. ; 8, da 400, cou bcmba (la 165 kg. e 4ualcu11,1 cos1i11Jita cl.i lic,·i mo:lilicazioni Jdlc su Jrl.:1t<:. Fr.1 ,,.,,~Jle delle :!ltrc nazion i. :. :Jl ricord~:i·c ìa hor-1' ~u<l t kt!~~ra tiµo 5Jol,r,, ( 1; .) eh~ fu adouata Jncf1c da n:;i Le, prime cmnparv~10 111.;'. )-~1liti..111110 del 191 4 1 <]a p· 1 r tc- t0<.lescu, coJ

,,,,me d i M Ì11P11"·erfcr ( \'.). I Francc~i, falle ,:-;,;:>èricnze «. lluù1 ne.·.,,, adc..u:trono un :naterb 1~ CO!~~i1~:Hc "\tudiato <lai gen. D 1 11nizi!. Italia1,i e bg:le;i p,o,..:ickro a dotare le loro lr.ipp~ d i E . nt"lia scco,-,,h me lù c1c! 191.i ('.' anche Ajj'11slo e ArtiglùwiCL). 1

80·1/ ,,,,/,, (,IIa,;ua) . .,,,., finir.: del X\'lf &::•colo

a1·~11-

tc, a rètrocaric:.t invece p~r h rlric..t di hncin. Esse cra:10 generaJmcntc inca,·alcate su ur: piccolo affusto, di-

spo;;to su una piattaforma sulla quale potevano spo,;tacsi per il punta1;1cntc, _in cii.rezionc; erano poi munite cli ., ppo,ilo congegno pc, il pui.tamento i1! elevazione; pc.:· il tr:t~porto, bo1nbardc, affusti e piat.taformc vcnivaJ10 caricai i su carri o su autocarri. Si ebbero però esempi, spedalmcme pre~"' i Tede'\Chi, di i.lombarde ri!(at.e e 3u aff;:•!o a :·uote; come pu re ;:i cbh<:rc, esempi , 1; bomba,1-<k, nelle quali, per il lancio del proietto, in vece di r icorrer e ad un esplosivo si impiegava l'aria. compressa. Vennero inoltre adopèratc spc~so bomhe :i liquidi sj)ecbli, che airatto dello scoppio ~1>rigionavano gas asfis-

Rombarda teclc.~ra nelle 1•1c eh ucrlin , c·ontro g-11 « sp.1rtacbiani > ( tn,o clo i B arb:u-cschi assunte insoipporta bili ba ldanze vcr ~o i Cri~tiani, dclibc,·è, il re di f-'rand,, ,li castig:•.rlì e. ne àffic!ò l'incarico all'a111111jrJglio Duqu<'snc. Que,;ti decise di andare ~d allaccarc .\lgeri, ma, per recare il ru:issi -


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3~3 -

llomllarà<' (1t1 s t r·i;irl10 prese rlai,-1 1 1'1.allrrni clopo lu b atl.agli a <Il Gor izia ('1911;)

'llO danno tllla citt.ì cò ai ln.;tioni cht strt\'ano 1nollo

prcs,o alla ri\'a del man· o,rnrr-,vano na\'i eh,, J)Otc~s•,ro avvicinarsi alla spia~gi:i e c he fossero a rmate ron morta i. Il matf'nia.tico Berna rdo R enaud d'E lir,agaray si iri rpcgn ò di far èostrui r·e. ,otto Luigi XT\'. una na\'e che rotcsst· tirare bene con i morta i come da terra. c. au1oriua10 <la Colbcrt. rnstruì a Dunkerquc la prima ù.-1

novriere. e chvcvano essere U!;:?l«' con precauzione. facendole na,·ig.1rc con buon tempo accrrtato. Le bomlurde a !·emi a ,·rva no soltanto 1111 gross'> morta io a prora e ta.1Yolta uno anche a poppa. ).iapo!Mnr ne fece costru ire

13ombar <la ciel ,~colo XV II

tipo, che fo denominata «Bombarda». Questa dette ottima pro\'a e fu poi ricopiata in vari esemplari che chiama ronsi col nome generico d i « Galeotte da bombarde n. o semplicemente «bombarde» o cc homba.rdinc ». Ernno speciali navi a fondo piatto da adopcrar3i per' le o;)crazioni ccm,., k cosi~, o n<'lla difesa d~i po, ti, armat~ princirpa.lmentc con mortai; a , cvano due alberi, dei r1uali uno cl i rnacstr~ a l centro, att rç·zzato con vele quad re è randa, e-ci uno più piccolo .i popr,a _che pc,rt,, rn la sola randa. Qticlle •lel Renaud frccro 1-uona pr.1•:a n.·i bom1.>ardamtnti di ,\lgeri (168~-1683). L e Il. e,ano poco m.1-

Bomllnr<l,1 rrancese (sec. X \ "IJ1

un certo numero a.Uorchè prepara,·a b sua spedizione nella :\fanica per invadere l'Inghilte rra, ma poi non potè usarle. Quanto alla B. come arma. ess.1. nella :'>farina sostituì ii .lla11ga11elto nel Xl\" secolo, dinmcndo importante a bordo la funzione del « homba rdicrc n. \'enne ponau sui


BoM

-

fianchi dcli~ na\'i, piutto,10 che a prua l" a popp1: s:illc galee le /J. \'Cnne ro prcfcribilme1lle colloc<Ltc a prua.

Bombardamento. Po<lcroòa e ,·iol,·nld azione d'artiglieria contro l'interno di una piazza forte, allo .;copo di rov inare c-<lifici civili e militari; intliggcre forti perd ite alla gua r r.ig ionc; a tterrire la popolazione, pere be faccia pressione ,;u l coma nda.ntv e lo decida a lla resa. Simile p:occxiimeJlto ha però poca. prol,abilità <ii ,·iuscita ~e il comandanle energico. 11 bombardamento di !Jonna non è r i,olto contro le opere di c.intura della pia7.7~1, ma cont ro il n ucleo cent rale; esso viene impiegato sia conic mezzo princi,p;1lc, sia come mezzo aus iliario cl i at'tacco ;.>rcparato. Il primo sistema \'iene usato con1ro piazzeforti an1iqua1c e d i litnita lo s..-ilu ppo (piazze i cui forti es1crni non ~iistano dal nuolco cent rale p iù del raggio d'aziouc utile delle a r tiglier ie d cll'aSS(.'dian te) ; 0·1vero qua11do, suJ)Clata la l ir.ca delle opere di c in tura, s i r itiene che il morale del d ifensore sia tanto depresso, da poter fare assegna mento su tale azione d i fuoco, l])iuttosto che rinnovare l'atlacco regolare contro le succcs~ ive <likse che debbonsi su per are ;pr ima di giunge.re a l nucleo cent ra le. li secondo s istema s i pratica quando si tenta l'espul:,'Tla.zione <li piazzeforti e campì trincerali con linea Ji cintura a distanza tale dal n ucleo centrale della p iazza, che le a.rtigl ieric cle l,J'attaccan tr., comp rese quelle d i ma.ggiore g ittata, non possono avere azione ~ull'a bita to, senza esporsi eccessivamente al fuoco dei forti. In questo caso, fatte cadere le rcsisten~e avanz'l.tc, mentre ,,, procrc1e al· l'a t tacco regolare della seconda linea cli d ifesa, s i b"tu•

e

334 barda il nucleo centrai~ allo scopo di intimid ire la µ11polazionc. Le battr r ic desti nate con tro l'abitato prc,n<lono nome d i C( ba lle, ic Jj bomhanl:nncnto": ·1uc ll,· rivolte conlrn la ,l•ro•1c.,a li1w.1 ,l i rc,i0 1 'Il~., <lico11-i « huterie di atl.lCCO )J . Dal pri1110 i1n;>ieg<> <lcllc anni <la fuoco ai tempi moderni, 11umcrosissirnc sono 5ta tc le piazzefor ti chr hanno d ovu to arrendersi per effetto del bombardamento. Con l'evoh eJ'si della. fortificazione anche il bombardamento, come procedimento di a tLacco, ha do,·uto adc~uusi alle nuove esigenze, .pcrchc il campo t r incerato sottnc il nu cleo cen tra le a ll'az;onc dell'artiglieria clcll'attacca11Lc. 0 c venne la 11cce~~ità cli bombard ar<! succcssivamrntc i forti della cima esterna, o quanto meno solo quelli rhe inte~e;;sava d i occupare, per raggiungnc una J)OSizionc che ~011scntissc i l bo1nb-drda,niento de l nucleo centrale. 1'er bornba1~la111ento d el nucleo cent rale c.idd ero d urante la. campa:;na del 1870-71 le piccole p ia,;ze iosti di Lichten berg - )Iarshal - :-: cu Brisach - La Fère - Thionville )Iontmédy - )lézièrc~ - Bitchc • Pèronne; b,l love res istem ,ro lu ngame nte; T oul - Vcrdu 11 - llelfort - S t rasburgo. Il nombardamcn to come mezzo ,wsiliar io d 'attacco fu impiegalo cont ro Port-.\rthur, quando la p iaz..:a. era ridotta agl i estremi ed i Giapponesi a\'ernno potuto aprire una brecc ia nella linea esterna <lclla difesa. Nella guer ra 111011<:l ia le il bomba.rda.mcnio d i località a bitate fu metodico e senza restrizion i, spcci~ per opei;a dei Tedesd1i, tanto che nell'uso comune bombar<la.mento Ji,·cnnc 11uasi sinon i mo di attacco. ~laubeugc, I.ongw:,, Reims e gran '[•urte della Francia norcl-oricnt1k, e le ita -

Buca prortotta clnll'esp!Oslonc cli bomba aerea cl i gro,so t·ali!H'O


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335 -

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Bombarctameuto contro linee austriache di rrontr a ' fon1c \·:ilbel la ( 1918) liane cittadine del F riu li, porta.rono per lu11go (Clllj)O i segni ,della feroce distru,ione. Me ,·ita speciale esame l'attacco delle ,pi~zzcforti c!cl Belgio, effclLUato dai Tedeschi all'inizio de lla guer ra mond iale, perchè mclle in evi<lenz:i, co1! i modern i J)rocedimcnt i, le gravi deficienze dtlla. difesa con lrn .g li effetti del bom barda.mento. Xel1':illacco di L iegi e di ~a.mur i Tedeschi non bombardarono l'abitato, m:, concen tnron o l'azione delle proprie ariiglieric successivamente sui forti che costituivano il nmpo trincer ato . Dei dodici Ioni del la p iazza di L iegi: <lue capitolarono per esplosione inte rna ( le munizioni non erano abl>a,,ta11?,'l protette); cinque per m inaccia d i asJìssia (la polvere dei proietti, il fumo, le fiamme, il gas delle esplosion i, aveva-no reso irrespirabile l'atnl()sfera). Ha però più influito sulla r esa l'ciictto nervoso prodotto dagl i innumerevoli !>'Coppi del bombaJ'Chu11cnto, che l'efficacia <li;;trutt iva ed asfissiante dei [Proietti. Come Liegi, cosi anèhe Namur cede per cause di ordine morale : il forte !l'falo1U1e si ::u-rcnde senza c.o:11battere, gli allri p er d'fct lo <lei bombarda.mento. Contro i! campo tr incerato di Anversa si ha in .pri,,uo lampo il successivo bontba.rclamcnto d i una gran parte dei forti della cinta esterna e qui n<li del nucleo centrale. Il bombardamento contro la c ittà viene solo sospeso q uando vi entrano le avanguardie tedesche; ne viene però minacciata. la r ipresa, per ottenere l'immediata d istruzione dei forti non ancora caduti od evacua.ti. 11 bombardamento navale, come quello terrestre, mira ad intaccare la r e5istei.za. mor ale del difensore <li una piazza marittima, colpendo edifici milita.ri e popolazione. E' fine a sè stesso, qua.nclo tende a danneggia.re, pun ire, ottene.re una soddisfazione: è collegato all'azione dell'esercito, quando ,prepara e .favorisce lo sbarco d i un corpo d i sped izione . Poo-t-.-\rthu r è bombar dato Lia mare per favorire l'attacco c'l1e .l'esercito 1por1ava. contro il fronte a terra ; Tripoli e Ilcngasi sono bombardati llCI 19 11 pe,: ottenere la resa delle guarnigioni nemiche e favorire lo sba.i-ço del coq,o d i sped izione; ,la minaccia d i bombarda.mento ,permette lo sbarco indisturbato di una divisione it.alian a a Corfù nel 1923 e<l in-duce la Gr ecia a dare la dovuta soddisfazione. I ,p rinci pali bombarda.menti eseguiti da.Ila fine del secolo XVU in poi sono i seguenti: Algeri ( l 682 e J 683)

- Genova (1684) - T ripoli (1685) - .Baroellona ( 169Ì) D ieppe ( 1694) - Bruxelles (1695) - Tolone (1707) Tripoli ( 1728) - Namur ( 1795) - Tr:,poli (1799) - Praga (179 1) - A lge.·i (1784) - Lilla. (1792) - Quesnoy (1793} - j\facw·ich t ( i793) - .Bmla (Ji93) - L illa (1793) Lione ( 1793) - :Ifagonza ( 1793) - l\lenin ( I 794) - Valenciennes ( 1794) - Ostenda ( 1794) - Copenaghen ( 1807) - Dan1.ic~ ( 1807) - S a ragozza (1808) - Fles.~ing1 (1809) - Algeri (18.10) - .-\nl'crsa (1832 - San Giovanni d'Acri ( 1840) - Barcdlon:i ( 1842) - Tangeri e:\logador (18.4 4) - Salé (1851) - Boma rsund e O<lessa.

..\ ppost.arilcnto dJ batterla a 1st1'u1.to cla. lJombarda.mento (1854) - Sebastopoli ( 1855) - Vicksbu,rg (1862) - Valparaiso (1865) - Strasburgo (1870) - Pari.gi ( 1871 - Belfort (1870-71) - AJessa.ndria. ( 1882) - Fu-Ceu (1884) Sant iago ( 1898) - Porth Arthur ( 1904) - Adrianopoli ( 1913). Durante la guen-a mondiale, tutti i centri che si trova.r nno nelle l inee de'lla lotta vennero distntlti dalle artiglierie; i noltre si ebbero bom bardament i navali c<l aerei nun;crosissim i, e quello a gr ande distanza su Parigi col cannunc « llert~1a >) . F.01nba,·da·11te'llto aereo. L'aeroplano e-bbe la sua p rima a:ppliçazionc come mezzo bellico da bombar<lal,ì)ento nella guerra i talo-turca, qua.."\clo, con velivoli ~rncora imJ)Crfetti, poco veloci, capaci di un p iccolissimo e poco

efficac~ carif..'.o di bombe> i pionieri dc!l'aviazione ita-


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Bo mbardamc•nro <l i linee austriache nell'altipiano <l i A~lag'I) . (S1 vedono le tri ncee e gli im l1ut1 cnu:,;at i ( allo seopplo Ciel protc1'li) liana: Piazza, .\ foizo, Gavotti, ,per primi bombarù~rono i -eentri di vita e gli accan1parneH~i nemici. Il 2 noven1bre 1911, per la {)r ima volta al mondo. tni ppe in guerra fw·ono bombardo.te dall'rtlto, mediante bombe stud iate e fabbricate alla Spezia ,per l'aviazione della :.\farina. li ten. Gavot ti lanciò sopra tr uppe arabo-turche, appo3tate ad Ai.n Zara, quattro bombe. Altri bombardarncnti conshni.li furono eseguiti in seguito; applicazioni un poco -f)iù va,tc del nuo,;o mezzo di bombarda-

mento vennero fatte durante Je guerre balca niche. Nella guerra mondiale, con la. costruzione d i .rotenti aeroplani cai:,a ci d i trn'<]Jortare forti carichi di esplosivi e di rimanere in a ria cinque o sei ore) e con l'adoz ione di strlrmenti d i puntamento perfeziona.ti e s i,curi. Paviazionc da b01nbarda,m cnto assunse un enon'ne sviluppo ed una grande impo11a.112a su tutte le fronti . L'aeroplano da bomb:i.rdamen to si può con molta s imilitud ine paragonare ad una artiiglicria da grvsso calibro e

d i poJ'lata eguale ai km. d i r agg io <l'autonomi,t dell'acrQJ)la.no; un cannone che p uò mandare i suoi prniettili a paxtcchic cen tina ia di c 1,ilo;n<:tr ', e che, non esi;tend(• per C$SO a11goli morti, può co!µ ir~ qualsiasi ol:,iettivo cou un ,proiettile d i una pctenza molto s•,pcriore a, quello d i qualsiasi a rtiglieria, rc,r il fatto che la bo.i,1 ba, 11011 dovendo resistere· come il ,proietto d'artiglier ia alle gran di pressiorii della camera di. lanc io, può avere un inrolucro sottilissimo e consegucntemeute una ca rica d i esplosivo molto grande. I l bomba1'Cla.mento aereo. a. seconda ddla distanza dei

b,,rsagli, può essere , ·10110 o l<,nta,,o: a seconda dei mezzi cl i offosa i•1~ ,µ iegat i si dislingu<· i·1 lef(gerr., mr.dìo~f1esa11te, pesante; a seconda del l'ora in cui si compie si <liotingue in d-i11mo e ,iot:t«nio. Il bombardamento leggero è fatto con spezzoni e bombe d i piccolo calhbro fino a 20 o 30 kg. ; si csegué quasi csclu., ivar.n entc contro bersagli animati, qu ali trnppa in marc ia, ca.rriaggi, autoparchi oppure aocampa menti o baraccamenti-. Quello pesante è fallo con bombe d i grosso calibro, ~la 200 kg. i.n su; serve negl i attacchi contro i porti, le ua d . i ponti, ìc piazzeforti, le centrali idroelettriche, i cen tri inJu;triali. c,j in g;ònere contro bersagli di speciale res istenza. 11 me<:ì io-pesante è fatto con -bombe leggere e con pesanti, e s i esegue cont1·0 le c ittà, stazioni ferrovia rie-i .cam1pi di a·~•iazione1 villaggi, bar~ccamenti 1 trince-ra1nen ti; quando cioè a..ffoffesa ccn-

trn l'uc>mo si vuole :1ggiungere anche i'. danno morale e materiale. Nei primi tempi della guc.rra tutti i bombarda.menti furono csGguiti d i giorno n1a aìlora non erano a ncora stati ,costru iLi gli apparecchi <la caccia, ed i velivoli da bomlxtrdamcnto erano comuni aJ>parer.cbi che, avendo ca1·atteristiche eguali a quelli impiega.ti per la d ifesa, 11011 ,potcvanc, temere l'offesa avversa.ria. Con l'a<lozio1ic r,erò degli apparecchi <la caccia. a grande velocità orizzontale ed ascensionale, armati pote.nlèmente e maneggevolissimi, ·i lenti, pesanti e poco ag ili velivoli da bombardamento si tronrono in t,na condizione d'infcrioriti, facilmente comprensibile: si cercò d i rimed iare a ciò cir1


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conàandoli, dur.;.nte le azion i, di velivoli da caccia, per protegger li e difenderli dai caccbtori avversari, ma anche con tale precau?.ione non s i raggiunse lo scopo voluto. Sorse allora ,l'idea del bomba..l'damen to notturno, cht se presen tava degli svantaggi su quello <liurno p er la difficoltà dell'orientamento, per la sicurezza sul puntamento, poichè il bersaglio di no tte molte volte era d ifficilmente visibile, offriva però l' fonegabilc vantaggio di :J~oter eludere quasi completamCJlle, col concorso dell'oscurità, i mezzi d i difesa antiaerea. e specialmente Ja

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bellica, J1ella qua,Je si conc,:eta la vera offesa aerea, oltre al danno materiale che arreca nel ,campo ta,ttico, nella zona di re trovie vicine e lonl,ane, nei centri di produzione industriale, potendo a c<:ntinaia di chilometri nell' interno della. nazione avversaria portare la morte, la uistruzione, il terrore ndl!e grandi città, sedi d i Ministeri e Banche, n ei centri polit ici, amministrativi e lecni-

Bombardamento cli quota H-1 , presso i\fonfilcone (19 I,,)

caccia avvcrsa,·ia, che era i,I mezzo , ii d i.fesa più tcm,ibilc. Con il bt,mba.rcl:unenlo nottun10 s i otteneva inoltre u na maggiore efficacia demoralizza.b"ice: la. d ifesa antiaer ea nollurna en, impotente• a d ifendersi - l'aeroplano prot<1lto dall'oscuritù s i portava. sull'obbiettivo a bassa quota. aumentando in tal modo k, possi bilità di col1iire; gli a,pparcccbi da caccia non poteva:no nella nol'te scorgere i bomb ardieri ed era qu indi inu tile la loro azione - · ie artiglierie e le mitragliau-ici conlroaeree si dovevano limitare ad un t iro cli ·sbanamento di molto dubbia efficacia. Si ebbero così i bo::nbardamenti n otturn i di moitc città, nei quali, oltre che su l danno materia le, s i contava. soprattutto su gli effetti deprime:nt.i nella nazione col;:>i ta, mixandosi a s~uotere il mora le elci comba ttent i. Il bombardamento aereo, tipica specia lità dell'aviazione

Bombardamento austriaco d i PoD'te d! Legno (19 l7ì

ci, ·può a.vere senza. dubbio ripercussioni decisive sulranclamcnlo di una guerra. Si pensi ad esemp io l'effetto. decisivo chi! a\-rebl>e IJvuto s 11lla grande gu~rra u.na riviazione da l,ombitrdamcn to ca4)aèc d ì cl istruggcre. o per lo 1n~n0 da:u1cgg1ar~ seriam<'ntc> le o fficine austriache Skoda. e quelle tecldsche Krnpp. 1:'a,lla csperiei.zr,. ciel passato è sorta la tendenza, comune a. tutte le a~~~na.utiche <lei mond6, d i creare due: sok specialità da ~mbardamenlo, e p recisa.mcJ1tc d iurna e notturna. Nella p,:ima i velivol i, d<',·_endo agire a lla luce del g iorno, e fatti segno quind i a tutte le offe~e a.v, ·,rsaric,

Bomlla!'da.rnento aereo. Si vedo no due bombe Jandalc eta velivo lo sopra un nodo $traclale di fondo valle Wuorr,a iflalo- austriaca)

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Colpo in pieno nell'abiLato di Tarhuna (1022) devono essere veloci ssimi, n1a,n~ggevoli e bene a.rmr\..ti, sia

per sfuggire a ll'art.iglieria contraerea, s ia per difendersi valida1f1ente da i cacciatori: per avere queste doti gli apparecchi da bombardamen to diurno devono qui.n<li forzatamente r inunciare a,lla caratteristica di un forte cari-co di esplosivo . ,\J contrario, nel bombardamento nottu rno, agendo i velivoli <li Jlotte, e n on avendo quindi bisogno di vclocitii cd armi per d ifendersi, devono por-• tare in co1npc11so un rileva.nte cal'ico c1i esplosivo. :\d un ,d-tro concetto fondamenta le si orient:L inoltre l'aviuiione da bomha1xlà.111ento, e precisamente a quel.lo (!ella mas,a in formazione, cioè a,d un forte numero di velivoli che agiscano contemporaneamente contro gli obbiettivi design ati : a c iò si è giw1ti anche perché l'esper ienza <lei passato ha d imostratç che l'azione <li un solo, o Id i pochi velivoli, non può dare risultati molto effic aci . Il conce.Ho di niassa è d'altrollde confor me ai fon<bmcntali princ ip ii del l'arte .della guerra, noti col uomc <li cc Principio deùla m assa>> e e( P rincip io della s icurezza» . La concen t ra1,ione degli siorzi, ottenuta. med iante una ·. fo~m~ione, fornisce un'aJPplicazionc del <e Principio della massa >l, mentr e la potenza difensi-;a insita in una formazione forni~e un'aJI>r>lka zione del cc P rincipio della sicurezza n. Nell'impi.ego l'applicaz ione del concetto .sopradtato però diversa a seconda che trattasi di bombardamenlo diurno o notturno. N cl primo la m assa ae:rea può agire nel tempo e nello spazio, cioè la massa d i velivoli in formaz ione compalla. può presentarsi sul'J'obbie tl ivo, e contern;poraneamente e simultaneamente lanciare le bombe. Nel secondo, poichè per l'oscurità della ·n otte i velivoli n on ,possono n avigare in formaz ione com patta, dato che n o11 rlistinguendosi potrebbero cozzar e fra loro, si deve agire solo nello spazio, facendo cioè partire •i ·velivoli isobti con opportuni in ter valli l'uno d all'rultrO", in modo che g iungano sull'obbiettivo a (!istanza e la fine del lancio degli esplosivi del primo ,1;ia il principio del lancìo <legli esplosivi del secondo, e così via per tutta la mQssa.

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l n u11 futuro non molto lontano tali masse di centirnua di aeromobi.li, coordina: i e dirett i da un ca,po e collegati fra loro con la radio- teldon ia, in adeguate formazioni di difesa tali cbe i vdivoli avversari non possano irnpuneJ11ente avvicinars i1 fiancheggiate e protette anche da altre masse di apparecchi da combattimento, trasporteranno tO!}IlCllate d i c!3plosivi gas tossid, nrnter ic incendiarie su lle città nemiche, r endendo impossi·bilc la vita civile, arrestando e sconvolgendo l'attivit.à t'<J i ,rai,ici, e troncando così agli eserciti i loro nervi. Nella febbrile corsa al predominio sull'aria, mentre i tecnici cd i cost-ruttori d i tu tte le nazioni ideano e p reparan o vel ivoli d,i bombarda.mento capaci di una auton omia di ot to e più ore e qu ind i d i u n r aggio d'azione d i varie cent ina iu <li chilometri, cli tm car ico di una o più ton.ne,llatc d i esplosivo e di raggiungere con 1·elativa facilità la quo ta di seimila metr i, inventan o proiettili di caduta e siluri d i una spavClltosa efficacia, &tn1ment i d i puntamen to precis i e sicuri, gli scienziat i dedicano tutte le loro at tiviti, alla preparazione d i .nuovi esplosivi, gas tossici, . fumigeni, i n cendia ri, ecc. •e<l i tecnici dell'arte mil itar e aer ea, gli strat~ghi e(! i con<iottieri, studiaJlO ed esperimentano le fonnaLion i piit adatte per la m anovra d~lle n,as~e arree . 1

Bo muardamento ( Diritto bellico). ,L'uso del bombar dam ento come mezzo d i guerra ebbe inizio nella seconda metà <lei ~ccolo XVI, e, per quanto fin da pri ncipio s-aJ"i scr ittori negassero la legitt imiti <li tale mezzo, esso tuttav ia fo sempre adottato dai belligera nt i, dato l'importan te J:,Ìsultato che può far conseguire dal punto di vis ta s ia mil ita.re che -.politico ,xl economico. Q uindi l'a ttuale d iritto positivo internazionale, an1-ichè proibirlo, si è sforzato d i r idurlo, pe r quaJ1to possibile, ad un'operazione di guen-a fra soli comlx1:ttenti, ce.reà.11do di ri.;par;n ia re d a.nni ali,, popolazioue incnne ed alle 0J,l!re d'art~. Infatti i l Rcgola,men to conceme11te le leggi e gli usi della guerra terrestre, unito alla IV convenzione dell'Aia del


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1907, pren•cssc eh~ i: proibito di a ttarcln· o d i bomba,rdarc, con qua lun que mezzo, ci tt à , vilhggi, abitazioni o ed ifici che non siano difesi, s tabilisce che il comandante delle truppe d'in,·.:s1imcnto, prima di cominciare il bomhardamento e tranne il rnsu d'at1ncco a viva forza, d ovl'à. fa.re tLHlo quello che sia in lu i per prevenire le autorit.ì. :'-<egli asscdii e nei bombardamenti <levono prc·sc tutte li· ,~1isurc ncct•ssaric per risparmiare, per quanto è possibile, gli edifici adibiti ai culti, alle 3rti, alle sdenzc ed alla benelìccn,.1, i monumenti storici, gli ospedali cd i luoghi dove sono riun iti rnalati e feriti, a condizione che non siano nello stes-o tempo destinati ad w1O scopo militare. E' dovere degli assediati ,l'indicare i t letri cxliìici e luoghi di riunione, p,r mruù di !;peciali segni visibiii d a notificarsi anticipatamente all'.lSSCdi:rnte. ,\naloghc mmnc sono contenute 1,ella cum·enzione del,. l Aia. su l hombarclamt• nto da p.il'lc di fol'?.C nava li. ~c.. <:ondo tale cvnvenzio11e, prcmcs~o il p rede110 divieto di l,omhar<lan- cillit .e po, t, in<lif<'si. anche se avanti ,i I rovino ancorate toq.cdi11i automatiche di contattn, non sono tutta vi"- compr<!se nef cli, ie10 ic opere miEtari, 1,li stabilimenti militari o navali, i ch,pos iti <l'al'll1i o d i ma-

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meati ua,ali gli al:,ita-iti hanno il ,fo,crc di indicare i mo.rttuncnti e g li edifici da rispettare per la loro destinazione, medi,,ntc segni visibili consì;;tenti in grandi telai rigidi, cìivi5i, secondo una delle diagonali, in due triangoli di colore nero in a:to e bianco in basso.

Bombardella. D iminut ivo cl i homba.rda : in dcfii1iti-

,·a. piccolo mortaio. Non era ancora arma portatile, ma do,·~,·a essere sempre appoggiata. Ve ne era.no ad avau-

(')

..

. Id

1___arL··•·....··••···-··-····u l!0lllbardella lll!rlese dl'I ,;ec. Xl\" 2. nc1111bardella con t·amera !.

car ica etl a -ca111era. fissa, COSl'l"uitc in fen·o d'u n solo peno. l .c E. adoperate in marina (,,ec. X\') a,·evano palle òi p ietra <la 3 a 12 libbre ed erano bilir;J.te sur un ceppo ( Guglielmo lti) .

Bombardiere. Colui c:hc carica e scarica le bombarde, i mortai ed i cannoni da bomba; talvolta anche colu i che carica e scarica ogni specie d i artiglieria. Presso a lcu11c nazion i sono pure chiamali bombardieri gli ari iglieri scelti, particolarmente dcstÙlati al governo dei 1110rtai ed alla ,preparazione dei fuochi lavorati, delle muni?.ioni d a guerra, ecc. In i\ustria vi era un corpo speciale di bombardieri che s i occupava dell'insegnamento tcori<"o e pratico di quanto rigua.rdarn la balistica moderna .: la pirotecnia militare.

BombaNlamcnto aereo cU nave da @'Uerrn teriale da guerra, le officine e gli impianti destinati ad es..<e?"e utilizzati per i l,isogni della flotta o dell'esercito nemico, e le navi d a guerra prr:;~nti in p•Jrto. ll comantlanle d'una forza navale polriL, dopo int imazione e con terunine di tempo ragione,v ole, d istruggerli col cannone, se ogni altro mezzo è impossibile e quando le autorità locali non a,bbiano proceduto a tale distruzione nel term ine fissalo. Se nòcessità m ilitari, esigen do un'azione immediata, non permettessero di accordare un term ine di tempo, il comandante do,•rà prendere tutte le disposizioni oc~orrcnti pcrchè ne dcri\'i per la città il minor danno possibile. Si può solo provvedere, doi)o notificaz ione ospres.;;a, a l bombardamento di porti, città, villaggi, abitazioni o edifici inclifrsi, se le autorità locali, pre,·enutc con form:.de intimazione, rifiuta.uo di ottemperal'e !l- rcq:.iisi✓. ioni cl i vi,·eri o approvvigio11,m:enti necessari a I bisogno immediato della forza navale che si trova avanti la località. TaJi requisizioni potranno essere imposte in relazione alle risorse de l luogo, non dovranno essere richieste che cnu : autorizzcv.ione <le: con1anda11tc della dttta forza n avale, e saranuo pagate, per quanto possibile, in contanti, al• trimenti saranno accertate mediante ricevute. 11a è vietato il bomba rdamento dei prt.-<lcui ,luoghi indifesi per ma.nca.to paga.mento d i contribut i in danaro. Nri bombarda-

Caf1a bombartlic,·c era nei tempi p assati l'ufficialr su• pe1·iore di artiglieria in una rocca, piazzaforte o na,·c da guerra prima che il corpo avesse un ben definito ,)rdinamcnto. Un Gio-;,anni, e< maestro delle bombarde », è citato dalle cronache del 1384 come presente all'assedio posto da Amedeo VlI d i Savoia. a Sion. Nel Piemonte, fin <lai primi temp i delle artiglierie, i H. erano riumt1 1.!1 corporazioni di mcst iore e servivano solo tèmporanca,mcntc e per mercede. Soitanlo nel 162S riusci a Carlo Emanuele I di incorporarli nelle m ilizie regolari, wstituc.ndo wn. « Compagnia Bombardieri,,. :\Itri e;;ompi in Italia ci sono ofiarti dlt Ancona, la 4ualc ne-! 1554 a,vcva una « Scuola di Bombardieri »; da Roona, dove, ndla seconda metà del secolo XVI, fu istituito un « Corpo di l:lomba.rcl iori », di S00 u., d iJ.lomllarcllt,e rran(·t,;e secolo X\"ll ,·isi in squadre cii 36 u. cia,;cuna: godevano pri"ilcgi maggiori delle :i.lire milizie e si governavano con propri statuti; da F err;i.ru, dove nel J 636 esisteva pw-e una « Scuola di Bombardieri"· ~Ia Venezia ci dà esempio della più antica Scuola di Bombardieri esi.stcnt~, fin dall'epoca delle macch in e dlt gitto (X secolo) . Tale scuola ebbe S00 uomini ord innti militarmente; si d avano allora. p icco le p ens ioni


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vitalizie ai migl,iori tù·a.tori: essi dovev_ano saper lavornre i fuochi artificiali: a bordo servirono voi da. capi cannonieri. In Francia, L uigi XIV_nel 1668 costituì due compagnie di bombardieri rinnovale nel 16i9 e ord ina.te nel 1684 in reggimc.nto di 15 compagnie. Con l'adozione delle bombarde J1ella b'Ue111·a del 1914191 S sorse in Italia, nell'anno 1916, il Corpo dci bom ba.rdieri, specialità <lelJ'a.rrna. di artiglieria., destinato appunto al servizio delle bombarde. Esso era n fr egio ciel « Co1·po costituito iu batterie d i de i no111 bard1erl » qua.tiro ad otto armi; le batterie era.no riw,ite in gruppi cd i gruppi in raggruppamenti. D opo la .ritirata. di Ca,poretto, es...endosi perdute pressochè tutte le l,ombarde, coi bomba:rdieri venne costituita una. brigata di fanteria, chiamata. « Brigata. Bombardieri ». Ricostitu ito però il ma.teriaJe bombarde, la brigata fu scioita c,cl i bombard ieri furono restituiti a.I loro compito naturale. Per le esperienze del materiale e per l' istruzione del personale venne costituita anche una Scuola Bombar•dieri che pri,ma d i Caporctto ehbe sede a Susegana. e dopo Ca.poretto a. Sassuolo.

tu.rno. E ' un triiplano a fusoliera con sci motori <la 450 Ili'.; quattro o.giscono come tral!h-i, due come propulsori. Il pilotaggio dell'aeroplano è effettuato da. una copp ia di piloti affiru1cati, a.lternamisi nel comando dcll'apparccc.bio, che, essendo pesante, abbisogna. cli frequente cambio di mano. Sotto a.i sei,batoi della benzina. sono i depositi cli bombe. L'armamento difensivo comprende sette mitragliatrici disposte in modo da copr u-c pratica.mt.nte l'ar,;parccchiu da lutti i !ali. Tale a.rman1cnto può c,,sere notevolmente accresciuto, qualora. si usi il velivolo per bo111li:LTdaunCJ1ti diu.rni invece ohe no ttur1ti. J,',:-.,.. quipaggio è d i IO uomini, il carico di 4500 kg., la velocità di km. 152.

Bombekanone. Sorta di bomba r<la da. trir.cea, studiata e ,preparat a. già prima del 1914 dai Tedesci1i. Con:;.istcva in un piccolo cannone ad avan~arica, ad anima liscia, lanciante bombe sferiche di diametro rilevante, ripicue cl i alto cspiosivo. A ogni bomba era saldamente un ito un 1uoo metallico cilindr iro contcuc11te il cong~gno di accen~ionc e a. questo tubo era collegato un pezzo di legno pure cilindrico. JI bbo metallico e il pezzo cli legno avevano diametro di poco inferiore al calibro del c,rnnone, che era. d i 3 o dt 5 cm. Il ,pe:i:zo di legno e.ra. lungo poco meno di l m., cioè quasi qua.Jllo l'anima del cannone. La carica cli sparo lanciava il pezzo di legno, il tubo metallico, Ja bomba e uno speciale conu·appcso coUocato fra la bocca. del cannone e la. bomba.; ma, dopo pochi metri, legno e contrappeso cadevano e solo la bomba p-roce<lcva, scoppiando per effetto del congegno di a.ccen.;;ionc, ovvero a llorchè toccava il terreno.

Bomilcare. Generale caJ·taginese, nominato comandante StliPrerno, con Annone, nel 310 a. C., quando Agatocle sbarcò in Africa. Sconfitto da questi in una battaglia in cui rimase ucciso Annone, riparò a Cartagine e v i si fece proclamn,n, re. Ma ,poco dopo i cittadini gli si ribellarono ed egli fu vinto e condannato a morte (308).

Bombelli (G. Battista). Colonnello e scrittore, nato .nel 1857. Insegnò topogra fia alla Scuola di Modena e pubblicò ~n « Sommario" delle lezioni. Bomberg Barling. Aeroplano in dotazione (1926) all'aeronautica militare terrestre degli StaLi Uniti cl' Ame-

Aeroplano nombcrg Barl!11g con mltr ag-llatrlcl rica; la.le velh·olo, il più grando come dimensioni e come efficienza . bell ica fra g:li a,ppa.recchi militar i in uso presso tutte le nazioni, è destinato al ibomba.J-damento not-

Bombisti. N orn~ dato nel 1726 a una compagnia di cannonieri o 1,ombarclieri costituita in Sa.rd.:gna. l\fa 1tcneraimente il nome <li B. fu dato a coloro che era.no destinati .'\ prepara.re fuochi artificiali per uso d i guerra. Bombole (per e111issio11e di gas). Recipienti speciali nei quali vengono versate ad una. certa pressione alcune sostanze particolari allo stato liquido. Le b0111bole sono mu11 ite di un r iduttore di pressione, che, manovrato, consente al liquido coll\presso di uscire all'aria esterna·ga.sificando. Il .primo impi~go di gas asfissianti fu fatto, thi par te tedesca, nel settore di Ypres, con la postazione di 6.000 bombole piene di cloro (22 aprile 191Sj.

Bm11ilcorc. Ammiraglio cartaginese, partigiano di Annibale. N on riusci ( 209 a . C.) a soccorrere Siracusa, assediata da Marcello.

Bommel. Città dell'Olanda, nell'isola omonima. I. A,scdio di Bo,mnel. Appartiene a.Ua guerra di F iandra; fu posto alla fortezza sui 1primi d i maggio del 1599 da.gli Spagnuoli. l\laurizio di ':issa.u acoorse a.Il;~ rlifesa della piaz~1., e fece costruire tr incee e ridotte fuor delle mura, poi che B . non poteva. contenere tutti i soldati che aveva. -scoo. F.ra.Ha.nto dal Jiume le navi olandesi t irava.no cont-r-o gl i Spagnruoli, i quali in questa prima. fase subirono gra.ncl i pe!'{Jite. T u ttavia essi riuscirono a proteggersi con grandi trincera.menti, e, armatili di cannoni, presero a bombardare le opere esterne e la. piazza.. ?-.faurizio, · r icevuti rin forzi e t rovandosi a disporre di 18.COO fanti e 3000 c.wa.lli, eseguì verso la metà di maggio una grande sortita, assalendo con maggior vic:ore, appoggiato da 30 na.vi nel fiume, un grosso argine tenuto da truppe itn,liane e vallone, e con minor vigore le parti tenute dagli Spagnuoli e dai Tedeschi. La lotta durò tre ore, ma gli Olandesi non riuscirono a sopraffare la difesa energica. delle truppe della Spagna. e furono cost1·etti a r it irarsi. Nella notte seguente fu dato un nuove assalto all'argine, ancora senza successo, sebbene vi rimam~se fori lo il d' Av-alos, che coma.nda.\'a le troppe italiane, Altri r inforzi, a.nglo-franccsi, avendo riccvulo M'a.ur izio, ammon tan ti a 5000 u ., questi si lanciò contro ie t1 incee si)agnuole aie-uni giorpi dopo, ma. anche il nuovo assalto fu respinto. Tultavia gli Spagnuoli, considerata. la forza ,del ncimico e clis,pcrando d i p.rcndere B., aibba.n-


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donarono l'assedio accontentandosi di costru ire un grande forte S!llla )fos:i. per tenere in r ispetto i nemici.

r,i.le, alle campagne d'Italia. e <l'Egitto. Mori di ferita all'assedio d i S, G iovanni d 'Acri.

II. Ne l 1794 (12 dicembre) a lcune compagnie di granatieri francesi, agli ordini del gcn. Vanda1nmc, sbarcarono HCIJ'iso la d i B . pee impadronirsene, m.L f u1·ono vigorosamente assalite, mitragliate, costrette a imbuca.f3i di nuorn e a ritimrsi con grandi perdite. Pochi giorni dopo, essendo ge late le acque, i F rancesi poterono inrn<lcre e prendere dopo breve lotta B. e l'isola. al coman<lo di Daendels e di Ostcn: vennero cattur:iti 1600 prigion ieri e 60 cannoni.

Bona (lai. llippo Regius). Ciltà mariltima dell'Algeria in prov. di Consto ntine, sul golfo di Bona, fondata nel VlI socolo su lle rovine di lppona, ampliata dagli Arobi nel src. XI e munita di cinta merlata, con c itta<lell.t (Kasba.h) al sud della ,piazza, a 149 m. d'ah., p iù \'Olt~ rimodernala e wtcora. esistente e con forte staccato, al nord, -detto cc Génois >>, proba,bilmcnte fonclato dai Genovesi, quando, n tl secolo XI, co1·scro quei lici i e pre,ero ,-arie terre che non poterono conser\'a.re. A quc,ti antichi ,foni. i Francesi aggiun~ero, per ht di• fesa della piaz~a, alcune balt<:rie bass,' nei pw1ti p iù adatti

Bompart (Francc,co) . .Ammiraglio francese (17571842). Fu dapprima corsaro, poi entrò nella marina reale; aderì alla Ri\'Oluz.ione e si distinse combattendo contro gli Inglesi. 1ncaricato dell~ spedizione in Irlan d:.t ( l 798) fu pre30 dopo viva lolla dagli laglesi e poi rilasciato. F.s~cndosi schi~rato contro la dittatura consolare elci Bonap·.trte, fu messo a r iposo.

I. Assedio di lfona (430). Fu posto al la cittit da Genserico. re dei Vandali: l'assedio durò quattordici 11Ni .:(cita ;,iazxa s'erano ritirali tutti i crisli:i.ni della regirine, bloccat i i l,1lla 11:irte di terra e dalla parte di mare. La

Bompiani (patri~io a11co11fta110, 110bile di Ti;:oli, ro11te Giorgio). Generale, n . a Veroli (Roma) nel 1854.

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Sottot. del genio nel 187•1. fu insog11:J.J1te presc;o l' Accadcmi,t ::,.rilitarc, passò .nel Corpo di S. :ì\f. ( 1884), ebbe le f u111.ioni di c:a,po sezione presso il :\'f inistero ddl~ Gucrm ( 1893-lll9S). Co1,mncllo nd 1898, comJ.ndò il 66° regg. fanteria e ,hl 191 O al 1904 fu comand:rn!e in 2" de lla Scuola di Guerra. PrflntOSSO .nr,ggior ~cnenle (l<lO~) ebbe successiv,uncnte il comando del ìc bngatc Crnmona e l'uglie. Collocato ù1 pos iz ione ausiliari:t nel 1910, fu ,ichia-na10 in servir.io rlllra.nto la <:(UCJ'l'a 1915-17 col gra,J o <li tenente gcncra!e cmnandar.tc della divisiouc tcnitoriJ lc cli Ve rona; in tale carie.i. meritò un'.L mcdagli:1.· d'argento al \'alore per la mirabile orera spiLpta nella direzione ,kllo spegnimento di un graviss imo i\iccrnlio scoppiato nel forte di Pi~tole (.Manto\'a), pieao d·ingente quantità. d i materiale e munizioni. Come scrittore milit.i.re, pubblicò: cc L:i. categoria unica, ossia la nazione armata» ( 1891); « ~Iassimo contingente e ordinamento scmi-terri1ori:ilc ll; cc L':i<ldcst rame.nto del sokl,Llo d i fon tcria " · F.u altre.sì U[>prczzato collaboratore militare del Corriere della Sera.

Bompresso. Albero posto sulla ruota di prua della nave, sporgente in fuori, con un angolo sulla linea orizzontaìc di 25° a 35°. )s c,lla m~ri na veli ca, davasi il comando: /Jm11prcsso sulle sartie! per investire una nave numica, cacci,inrlole il bompresso fra le sartie, in modo d a imped irle di vi,,ar d i bordo e di valersi delle artiglie>rie: il F. in tal modo \'e11i,·a inoltre a costituire un ponte di a.-;saJto. Bon (Luigi). Gcnrrale francese (l 75S-li99). Iniziò la sua carriera militare prendendo parte alla guerra d' 1\mcrica . Rien trato in Francia n el l 792, pl'cse parte alle opera.-;ioni nei Pirenei Orientali e poscia, promosso gene-

POR T GRNEV.ES

Pianta ,11 Bona (sce. X\'111) ,lifesa fu strenua e Ja lotta sanguinosa; Gcnserico, perduta ruolta gente, dovette rinu11ciarc all'impresa. Aveva comandato i difensori il conte Bonifacio, il quale tentò di battere i Vandali ili campo a.per to ma ne fu sconfitto, e allora i cristi.ani abbandonarono B. che ,·enne · occupal,1 dai \'andali. ,\ questi, nel 534, la 1olse Bcli~:Lrio. IT. Pr,•sn di IJ011a. Xci 1153. i :\farocchini invasero la regione di Ro11a e <li Hugia., minacciando persino lo. Sicilia. Il normanno Ruggicro II inviò allora una sua. flotta, la quJlc battè le navi marocchine ed eseguito uno $b,1rco a Bona s i i.mµad.ron ì della cittù· dopo averne cacciato gli in,·asori. TlI. Prr.sa di Bonn.. :\'cl 1607, essendo stati truci<lati .i.lcuni cavalieri d i S. Stefano, naufragali presso B., Ferdinando T di Tosca,1a, inviò co1à una squadra. di 9 !(alcrc, 2 ga'koni e· 3 bcrtoni, agli ordini dcl l' ammir. In ghirami e del cav. Guadagni: \:i. -,quadra aveva un co~po <li sbarco, al comando <li S ilvio Piccolomini, costituito


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~ij La presa di nona per opera elci Toscani nel 1607 A) Città di Bona • Il) r o,·tcna Jontnna 500 pu~si ,1a1 1~ ,·lttà • C) Sl)arro ctollc trnppe toscane • D) Luo go ove si !liè la -;calala alla ron czw - E) 0 rnn Co,ne,; ,ab liP ,·Ile <fil la scaln tn. F) Por,a ove ru wt1aeca1,1 11 pl' l1110 petarelo · G) I.UOR"(l ()\'e 5j ctlè la scalala - Il) l'Ol'l a 01·,, fil nll ,l('('fl l(I !'altro petn1·,10 - I) S(JUR(ll'OIW <ici ('Jll' al ierl (·he c.ornbaitè colla ,·a1·a11crla nernlc;i . li) Torrtone don' si erano ror11ncatl 1 THI'Chl co,LreLll 1>01 (l;iJ rannone delle g-alcc ad ,ùibanctonarlo - I.) Mosel1ca assai :·o 11e . ~1) To,.,.lone ,·erso la marina sopra alcuni scog-ll . N) Porta per cul ruggiro uo mo lli Turclli

<la 2()(1() uomini delle binde; 100 cavaìi<"ri di S. Ste!'1no, 200 avventurieri. Il 16 set tembre le truppe sbarcavano e si dividevano in due corri , tmo, agli ordi:ni del Gua.dagni (500 u.) contro ura fortezza staccata, clte le na,·i clov~vano 'batter~ da l .r,a.re ; l'altro ( 1500 u.) agli ordini del J'iccolomin i contro Je mu ra della ciltit. Il Guadagni fece con petardi sal,are le porte e pene trò nell'interno dclln fortcua passandone a fil d i spadr1 i ditfcnsori, che ammontavano a circa cento; le t1'U•f>pe <lei Piccolomini a loro \'Olta, con maggiore sfor.t0, penetravano in n. e ne massacravano la guarnigione, di un migliaio di uomini. Cavalleria che accorreva dall'interno in soccorso d i B., Yenne affrontata e dispersa <lai cavalieri di S. Stefano e dagli avvcn wrieri, comandati da Fa.brizio Collore<lo e ,cpp_oggiati da una nave. Una cinquantina di morti e u n centinaio di fcn:i perdettero i Toscani, i quali saccheggia rono B . e portarono in patria cannon i e bandiere dc' Tu ,x:hi, oltre a 2000 schiavi e molte cose prez iose. IV. La co11q11ista fra11cese. Dopo la presa d'Algeri, una div isione uavale mosse alla volta di Bona (2 agosto 1830) per sharcarvi una. brigata agli ord ini dei! genera.le Damri-moat. Gli abit:uiti di llona., bloccati dalle tribù de i dintorni per le loro sim patie verso la. Francia, r iconobbero s u bi to la sovranità dei F rance.si p c.nnettendo loro di occup:ire la c illà; a;pprestatal:1. a difesa i francesi respinsero un attacco degli Arabi e li dispersero, ma poco dopo, rich iamati d'urgenza, rientrarono ad Algeri; gl i abitanti, abbandonati a Joro stessi, dovettero difendersi dagli Arabi e da i Cv.bili dei d intorni. Nel l831, ridotti agli estrem i, chiesero soccorso a l gen erale Berthéùne che mandò un distaccamento di zuavi (l4 settembre) i quali però pass.1.rono a.i ribelli ; altri 250 zuavi

im Ì.lli in rinforzo al comando del maggiore Duviv:cr, riusc iror.o a xcsp ingcre i ribelli e ric11t.rarono ad :\ lgeri. L a c ilt,\ rilllasc così ,boccata, fin chè nd gennaio 18.l2 chicS<' di nuo,·o soccorso ai Francesi. Il duca di Rovigo inviò allora una nave col rnpitano Juscef e il capitano D'1\nnandy perchè: organizzassero la. difesa in attesa dei rmforzi; infatti in aprile giunsero un battaglioae di fanteria e 40 soldati di artiglieria, ma incombcv,\ semp re iJ pericolo di una r ivoltn, per cui fu inl'Ìala da Tolone una spedizione al romando del generale d'{Jzer che sistemò la difesa della citi,, e cominciò a battere i d intorni con ricognizioni per cacciarne i ribdli. <:arc;:;~iati dal bey ,\hmed. riuscendo a. batterl i più vo:te (priinavern dd 1832). r:occupaz;one potè estcndcl'si fino a 30 km . <la,11:,. cill iL. Il gcn. d'Uzc r ne.I novembre 1834 condusse una spedizione contro le truppe del bcy di Consta.ntinc che sconfisse; nell'ottobre del 1S35 costri nse i Hcni Sala a sottome ttersi rcndrndo la regione sicur-.1, agli europei. ~fa. gli intrighi dc.i funzionari civili costriusoro il gene.r alc a dimettersi. La sua partenza se· gnò il crollo dcll'inilu cnz:.t acq\1istata. I l i:;rn. 'l'rézel, giunto a :Cona J1ell'oltobre 1836. trovò la situazione doplorevole; la rivolta. dilagava, capeggiata da :\hmed che attaccò p iù volte i Fmncesi coll'a.vpog_~io delle tri bù pr ima sottomesse. Per rimedia.re a questo stato di cose fu decisa la ·prima spc<li zioue di Co11sta1zti11c (V.) e furono all' uOipO concc11t rati a Bona 8500 u omini; la. spcd izi0111c fallì e rientrò a Bona il 30 novembre 1836. ::',.fa. il tentativo \'enne rinnovato l'anno dopo e il 13 ottobre 1837 i F:i·a.nccsi enlr.:t.rono in Constantinc. li bcy Ahmed fug. gì, le tribì, si sottondsrro e tutta la provincia fu pacificata. 11011


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Bona venne bombardata :.ll'improvviso ( 2 agosto 1914} <lal « Goeben )) e dal (( Ilr cslau )), incroci,1tori tedeschi, (]uali s>1i:>ito dopo si r if~1gias ono a Costant i,rnpoli. ,

Bona. Eroi11a. i taliana del secolo XV. Fu dal condottiero P ietro Brunoro tra t t:i, dall'umile condizione d~ pasto,-clla. in Va.ltdlina e vestita. della divisa militare per condurla a combat tere sotto le insegne di F r ancesco Sfor za contro Alfonso d i Nwpoli, ~love dimostrò le sue virtù g:ucn-iere. Trattò poi con. Venezia per m ettere la. compagni" del Brunoro a i servigi della Repubblica, e per taJc ragione fu sposata dal ,prode capita.no. Nelle guerre di Venezia contr;, lo Siorza, combattè v.a loro:samentc a fianco del marito; e nella. d ifesa tli ~ egropcmte, lunga e vigorosa, dove il m arito perdette la vita, B. emerse per l'eroismo. }.,f orì nel 1466 in Morea. Botta Cesa1"c. Genera.le, 11. ad Ivrea, m. a :i\filano (li\3.3-1925). Partecipò àa sotlot. di fanteria a.Ila campagna del l 859; comandò ,da colonnello ( 1884} il 4° reggimento fanter ia e col locato in posizione ausiliaria (i887}, raggiunse ne: 1895 ii 5raJu <li )nag~. gene.rak nella Iiserva.

Bona Gi<n.,amzi Battùta. GcucrJlc, 11ato a T or ino n el lS~6. Partecipò da ~ottot. di fa.nkria alle <:a.mpa.gne dc.I 1866 e 18i0; poi fu addotto Rll'lstituto Topo,ira.firo :\iilit.Lre. Coma11dò eia colo.mcllo ( 1898) il 14• J·cgg. fan tcr ia e µr01nosso magg. genera.le ( 1904} fu 1Hm1i_na.~o CO!)Hu1<lant,c

del-

la rbrigata Puglia. Collocat.o in po5i1,ione au$iliar.ia ( I 908) e r ichiamato i11 servizio (1915-16) u,n le fun&loui ,di c0ma.11dante ter-

ritoriale <:!ella <livi.~ionc d i Chieti, rag_~i unse n2l 1924 il ,grado <li generale di C. d ' ,\. ne'lla r iserva.

Bonacini (E111-ilio). Genera.le, n. a lltodena nel 1861. Sottot. di fanteria nel i879, frçe ia Scuoh di Guena ( 1891) e fo comandato presso l'Ist i;utr; Gcog,alico Militare. Promosso colo11ncllo ( i 906) coman(iò il 12" rcg!',imf,nto fanteria e poi i c!i;t1T tti di Verona c. di Gac'.a. Du r:rnle fa guerra 1915-18 fo. dd maggio ,d settemLre 19lS, pn::sidente d el Tribm1ale di Gu~rra della Fortezza. ,J i Verona; collocato ~ r ipo0 : , nel i 920, raggiunse nel 1924 il grado Ji ge1'erale d i ·briga ta ne.Ila riserva. S,ri, ,,c l l n compendio ( 1895) ~u11:t <( G:1cna fraJ1co-grsm'.lnica )). Bonacolsi (o 1.ionacossi o Bonacossa Riualdo) detto (< P as5cri1H) )). Qul(xto ed ulti:-rio rsig;11orc di lV(ant0v:•l. Fl! ,,no dei più valorosi capita ai e polit ici He!ian i del secolo XIV. Militò nel 1:$07 n ella guerra contn;, Azzo d'Este con ~carsa fortuna. Nel 1309 ebbe il grado di ca,pitano generale ne lla si~noria. dt'l fra tel lo, poi fu 8,9101c di 'Modena e combattè in favore dei Visconti e degli Scaligeri, ,pa,·teggian<lo sempre per i Ghi,beli ini. Segn ata una pace sepa.rata coi Bolognesi, quantm1que creato, da Lodovico il Bavaro, Vicario in1peria le , accusato di a~cr tra~cinato la guerra per 20 anni senza trionfi, ca<lde vittima col

343 figlio, di una congiurn suscitata. 'dai ···Gonzaga., combattendo valorosamen te ( 1 32S). ''

Bonagente (Crispino). Genera.le, n . a. Viter bo nel 1859. Sotl0t. tli a1tig lieri;:,, nel 1880, esercitò impor\anti funzioni •pre.sso r ispettorato generale d'a rtiglieria e l'arbcnalc di costruzioni di To1·ino. Nel grado cii tcn. colonne Ilo (190',) Ju ÌH:a:icato celle f· c'1zi<-1~i di dir·~itorc dcll' al'sena,lo di costruzione d i :-lu•poli; .nel 1911 e.ntrò a. far parte d el r:J<>lo tec:1ico d'ar,i~lie.ri·t cc,me rnl011nello ,Jcll'arsen a.le d i costruzione di 'l•orino ( l 912- )915}. l'r(,mo,,so n1.1gg. s,c11eraJe 2:~l J9 15, èi,xlc smo al 1920 a.J)'esercilo tutto i l frutto d el suo vasto sapere nel campo tfcn ict.; (·ollocatc a sua <ln:11 ::u1r1-i ?n P . 1\ . ra,r,znmsc nel 1026 il t'.nvJu d i tcn . ~i.:ncra lc <L.t.rtigli~1ia. ] I Stio

nome rimanl" specia lmcnt~ ltg,lto ,ii <( Cingoli l\on.igtnte µcr aniglicria d'assedio ll, di sua inve.nzionc.

Bonaini da Cignano (11obile patrizio d-i Firenze, Riccr,,-do Adolfo). Genera.le, 11. a FiJ"enze 11cl 1862. Sottot. cli fanteria nel 1832 nggiunsc i l gra,clo di colonnello nel 1915 a l comando del 22° rcgg. fanteria . Partçcipò brillantemente alla guerra 1915-1918 meri ta11dosi tre medaglie <f arge11to a l valore e la croce di cav. dell'Ordine militar e di SaYoia, a ~1onfalcone e sul Ca.rso. Colloc:ito in P. A. a sua domand a ( 1920}, raggiunse nd J 92., il grado di genera le di d ivisione.

Bonaldi (Attilio}. Ammirag lio, n. a ·s. Francisco di Cali foniia. nel 187~, entra•to in servizio nel 1883, cont ramm iraglio nel 192.'\. F u tra i l)rimi Ml ocoupar.si d i 011etoorologia nau t ica e ne prr::ipose l'insegnarnentc, n,l'.>!la. Actd:fcmlia Navale. Per vari ann i ft' govcrn atm·e d i S. A. R. il Prin cipe: U mberto d i Savoi:t; nel 1926 fu no:ni,1ato comandante del D i.par timento dell'Alto Tirreno, dopo <li a.-ve1'è tenuto il con1a.ndo <li ·.ma. clivis . d i battaglia..

Bonali (Achille). GeBona.ldl Alt.tilio nera.le, n. a Tr-:wiso nel 1862. u~cì rotto!. d'artiglieria nel 188.3 dJl l'i,cca<lc.m.ia. d i Torino. Partoci11ò a lla. guerra 1915-18, meritando 1ma medaglw. d'arg<mto nella. ·conquista di Gorizia, e la croce d i ufficia!e dell'Ordi11c m ii. di Savoia sul P iave (novemb,·e-ciicembrc .19 L7) nella r egione d el ~fonte!Jo (giugno l'> I8), e nella battaglia. d i Vhorio ','encto (26-29 ottobre}. T e.rmina.ta. la guerra :1.n<lò in P . A. S. a ,ua domanda. Bonamici

(Cast,·•; ,c-

ciÒ) . Ufficiale ,kl genio a.l

servizio <li Don Carlo re d i :'.\'aipoli, e :;e.r i tto re (I 7 I 01761) . Kato i n T oscana, si dedicò da pprima agli

Donali Ach11lc


BoN

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studii da$sici, passand,J poi nella m ili,cia. Co•nb:J.ttè a Velletri ; pubblicò : cc De rebus ad Vcl itras gcstis ,, e •« De bello Italico l> in tre lib.ri.

Bonamico (Do111e11ico). Comandante nella marina ìtaliii,na e so;ittore, n . a Ca,va:l!ennaggio,e m. a ToriJ10 (1846-1925). Guardiann;;,ri,:a nel 1866, !(Uadagnò poco dopo una rnc,daglia. d'a.rge1Jto al valore; raggiunto il g.ra<10 ,<)i capitano di corvetL 1 ( 18K8) chiese i l collocarner,to in P. A. ver dedicarsi agli studii. Fu insegnante alla !òcuola. <li· :Vhrina e poi alla R. Acu,ckmia N".i.vale di Livorno. Fra i suoi scritti meritano particohre n,en::i,:,nc: •« Conforen7e cht•·te militare 1rn.valc » ( 1879); '!. I pr im i dcl\lenti <lella ·gucrrn mari'.tima » ( t8o0); << La difesa -maTittima d'I talia.» ( 1881); « Considera.7,ioni sugli st•u dii èi g 1~ugra:ìa militare co!1Unent'1 ]c e 111a.rittima >> ( 13S I); •<Il· problema. marittimo d'Italia,, ( 1899); « Insegna-menti cklla guerra ispano- americana" (1900). 11 .B. ottenne la n1c<i. <i'orr.> di l" classe dei benemeriti di scienze naxalì. Ronm11ico Angelo. Generale, n. a Cavallermaggiore (Saluzzo) m. a To1·ino ( 1852-1920). Sottol. del genio nel 187i, raggiunto il grado d i tcn. colonnello (1904) fu nominato sotlo d irettore autonomo de l genio in Chieti. Collocato in. posizione ausiliaria ( 1908) e richiamato in servizio nel periodo 1915-19, resse la direzione <Id gen io militare d i Alessandria pr ima come colonnello, e da;! 1917 col gra,do d i magg. generale.

Bonamy (Carlo). Gonerale francese e scr ittore ( 1770 1830). Volontario nel 1791, raggiunse il grado d i genera.le attraverso le campagne della Repubblica e dell'lmpero. Si distinse a Marengo, dove fu fer ito; a Smo lensl<o ,ed alla l\J oscova, dove fu crivellato da c~Ì-pi d i baòo • netta. Lasciò fra le sue opuc : <e Rapido l'iassunto sulle opernzioni della campagna d i Xapoli fino all'en trata dei Francesi nella c ittà» (1799); << 1\fcrnoria sulla rivolu zic.ne di ;;l'apoli » ( 1803).

Bonanno. Gcncra lè n apo letano de.I sec. XIX. N"dl'agosto del 18S9 aveva un comando in Puglia, quando vi scoppiarono i moti causati dalla spe<lizione dei :Mille. Ridusse all'.c,bbc<l ienza Canosa.; ma, p assato ad Aria• ,,.o con 4000 u. e quivi ra.ggiLmtc, dai garibaldini del Turr, mentre ù suoi cominciavano a sbanclarsi, capitolò (11 settenrbr~). Passato a Gaeta, vi fu processato, mD assc,lto. Bonaparte (o B 11onapa.rte). Nome di parecchie fa. n1iglie italiane; una di e::.sc 1 quella d i J..,otl11bardia, paJ'C sia stata i l ceppo dal 'lua,Je s i staccò il ramo d i Corsica da cui deriva: Napoleone. Essa si d ivise probabilmente nel secolo XI in due branche ; l'un.a si estinse a Treviso ( l447); l'altrn si stabilì a Firenze e pa.reod1 i dei suoi 1nembri. occuparono posti en1inenti lìclla. r?1ilizia tosc.ma. Fra i m~mbri dell,L famigìia c,k;,~ sono da :·ic.c,r<lare: Bonapa,·ce Gi11sej)j)e. Fratello maggiore di Napoìeone (1%8- 1844/. Fu ,p residente del di~tretto ç!i Ajaccio nel l79h pa.5,.sato n el Continente, essendo scorw•iata la contJ'OPi volùzione a Tolone, qua le comandante di ba:ttaglione coad iu vò il fra tello Napoleone nell'assedio <li , juella città. Q uindi si dedicò :llliL r iorg.rniaaàme ,lel i'a Corsic a che. riu-,:cì a far togliere agli I nglesi. Fu rumbasciatòrc a .Parma poi a l~oma. Ebbe ;iarte importante nei

BoN

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0r cpilrat ivi d o! 18 brumaio . Rifu.ttata la cotona di Lombardia, partecipò con _\fassena a lla conquista di N_a poli d i cui fu re con ,:sito pc-co felice, gia.cchè lasciò fra l'a.lt.J·{) cad~re i n mano degli Inglesi la Sicilia ( 1&08) . Tra~Fedo wl 1rono · di Svdgna ice.e pu t'C c.a.ttiva prova. !!:atchè a1) • pena ;iar(ilo Napoleone per ia RLtSs'ia ( l i\ I 2), subì

sconfitte cd amarezze, e vinto dagli In.gìcsi a Vit toria ( 1813) abbandonò il regno, e dopo l'ab<licazione •di Napoleone si ritirò in Svizzera, fi.no ai Cento giorni, <lurantc i quruli servi nuova:mcnte i l frate!llo fino a Waterloo. Do,po r-.migrò in Ame.r.ica. e in Inghi lterra e da. ultim.o a Firenze dove 1norì.

Bonaparte Napolemte. V. Napvleone. 73011.aparte Luciano principe di Canino. Secondo fratello di Napoleone I (1775 -l840). Compì gli studii in Francia, e rientrato in Corsica (1 73') ) fu uno dei più a;,dent i rivoluzicnari. Costretto per le inimicizie coi faoli a l·i:pa.rare ,i M a,r:,iglia ---, fu 11el 1796 commissario

<li guerra. Preparò con sagaci~ e segreto il colpo di stato del. fratello ( 18 brumaio) e divenne pooc.ia ,m inistro d ell'Interno. Fu il rio1,dùiatorc ,lelila Scuola d i Saint- Cyr. Per d issensi col fratello fu in viato ambasciatore in Spagna clondc ·r itornò nel 1802 e cooperò per la ccss ione degli Stati di Parma e Toscana r iconcilian<losi con X apolcone . Otte1u1c dal Papa il principato di Ca.nino, nJa. do,vcttf!, per dissensi con Na..poleone, ri fugiarsi in

America (1310). Nel viaggio fu catturato da,gli Inglesi e relegato a Thorngrow. Liberato e rientrato a Roma nel 1814, sposò nei Centò giorni la causa <le] iratcHo, che seguì. l>opo Waterloo ritira.tosi a Roma, vi scrisse le « .:\Iemorie », « Car lo 1'Iagno l> e Corsica salvata >•.

Bonaparte L uigi Napolevne . Ter zo fratello <li ~apo:conc I ( 1778-1846). Emigrato dalla Corsica (1793) per questioni p,;,litichc, fu destinato alla carriera delle armi e chiamato <lai frafil tel10 nell'esercito delle A•lpi Ylarittimc come luogotenente dello stato maggiore e poi aiutante di campo. Prese parte a lla campagna <l'Eg itto e a l colpo di stato. Nel 1305 ebbe il comando del co.1~;,o <l i riserva, ceduto poi a 'ì'viurat


B oN

ilJQN

,'ler pren dere quello dell'esc rci tù del Nord. Nel giugno J 806 a.ssuns.e <la. corona del regno d 'Olarnd a ; a.bdicò ne! 1810 <'li andò ramin gan do col n o me di con te d i Sain t Lcu f.ra. A11s tri,a, FJ·an cia e Sv.izzcra. -r itirandosi a lla fo1e in I ta lia. <love •morì a L ivorno. Scrisse fra l'a ltro i oc D ,)cumen ti su! Governo d 'Ola11da. "· llonaparle Gerolam o. U ltimo frateUo di Xapoleone ( l i .S-1 -1860). F u soldato nella Gmvdia consoJ,ue, e po~,eia, nom i.na to comandanti!

'Cli squadra. r:w..vale, la COJl-<:lusse cgrr.giamente $fidando le -crociere ìngksi, da Algeri a Geno1·;1. Ciò gli valse h promozione a contraunmiraglio

a

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D a l 1887 a l '1 890 servì nell'esercito italiano come ufficia.le di wvalleria. Xel 1891 pagsÒ in Russia come colonnP.l lo <1i cavaller ia, e nel 1899 raggiu nse il grado di magg. genera le. P a rtcci pù alJ;;i. guerra l"":.iSSO-giapponesc. 1

Bonard (Luigi) . Amm iraglio francese (1805 -1867l. De.I 1853 a l 1853 ebbe i l governo della G uyana ed a l suo r itorno in Francia e bbe la promo7.innc a contra mmira.g lio . Nel 1861 fu n om inato comandante in capo delle fo~ze in Coc incina, dove aµpena giunto conquistò l3 ien-Hoa r;pc-rtando brillauti vittor ie e terminando la campagna con ,Ja presa dell.t ci: taé!<:lla di Vinll-Long (1862) ch•lve cleLia zona. Orgaa1 izzò subito il paese e concluse il trattato cH Saigon. Tornato in p-,1.tria, fece pa rte <lei Coasiglio dcli' Amm iragliato.

ru1111

(1806). :::;'aminato generale <li bri-gn.ta., ,prese p1rte alle ca.mpagnc de·! Ì806-180;· -ed ebbe irr prem io la coro11a di VestJa lia ( 1807 1813). Dc,po h disfatta de l 1812 corse in aiuto <lei fra tello e prese •parte alle rnmp1gnc del J.813- 1814-1815. /\ W aterloo combatté contro l'ala <1-estra ·inglc~c, e dopo la. scon fi tta riunì i resti del granrle esercito. Jnp;anna.to dal re del \Viirtem bcr g, fu an ec;ta to e subì Lungo esilio. Nel JS-18 po tè ritornare a. Parigi e divenne maresciallo di Francia ( 185_9) e presidente ciel Se- nato, sotto Napoleone III.

Bonardell i (Edoard.v). Generale, 11. a Vi.lhu·ba,;,,c , Torino) nel 1809. lni1,iù la sua carricn1 colll~ guardia del corpo ( 183v). D a coloanello ebbe i l coma.ndo del 5" fanteri:1. Ne l 1839 all:i 1'ladonna dcll.1 Scoperta si a1e1·i tò la. croce di cav. dell'Ordi ne m ii. di Savoia. Prese parte ~- t utte le campagne ddl'Indipcndcnza dal 1848 al 1866, cri anche alla sped izione in Cr imea. Da maggior gcnerak comandò la l,riga!a. R eggio.

Bonaparte Pietro Napolcnue. Seste• figlio di ' L ucim10 (18JS-l8Sl ). P rese pane all'ìusurrezione <l<llla Roma<>na ( 1S31). Fu poi in Columbia per combattere aJ o . . . . . segu ito cli Bolivar. Offri im.,tilmcnte 1 ~uo, scrv1gl m ilitari a l govc,rno francese (lSJS) P successivamente a ldehemet-Ali ; prese parte a i moti rivolu.<imm.ri del 184~ a P a 1•igi, ma dopo l'.tvvento a.I trono d i Xupolcone III

B01w.rdi. Gio-i:a1111i. Generale, n . a. Tori110 ne·l 1873. Sottot. ciel ·genio nel 1893, entrò nel 1906 a far parte del corp o -dl S . ì\.:l. e fu anche ,,<ltletto alla. <lire1.ione mili tare, di ::\Iessirw . Sì me ritò una me.J. d i bron,-o al valore civile in occasione <lei terremoto della Calabria <ottobr~-dic~nJbre 19ù,). P .: tn~cipò quind,i :illa g;;crra. 1915- 18, e raggìun.se ncl 191i il grado di colo1rnello; iu ca,po di S. :vr. del 29" corpo d'a:rmata, ,:!ella divis. m ili ta.re d i ::\"ovar a. e dei corpi d'armata di Genova, di To:·ino e d i Ve,rom e nel 1923 ebbe il C•s>rnan do del .3° raggru,ppamcnto genio. ):ominato con1:i,ndantc del gerùo del COPPO d\1rmala. d i IlaJ'i nd 1924, fu confermato in tale carica co n la sua promo!ionc a generale dì brigata.

si r itirò a v.il,t p.:.--Ì\·ata.

Bonaparte Nap.oleon e - G iuscj,f,c. Fip;lio di Gerolamo (1822-1891). fu in collegio milit:dre n el Wiirtemberg ; dopo lunga v ita pol itica, coll'avvento a l trono di _suo cugino Napoleone III venne n ominalo gene.raie d ì divis ione ( 185:,) ed e bue il coma.n<lo d i un repai·to nella spedizione in Crimea ( 1854-.55). Sposala èlfaria Clotilde d i. Savoia <live,rne sostenitore della musa italiana e dell' intervento ,della Francia nella carnpag,n del 1859 . Nel J870 fo invaro a F irenze per sollecitare prc~so V ittorio Emanuele II il concorso m ilit,rc (k!l' Italia in favore della. Francia . Dopo la lllO rto <lei P r in ci pe N rupolconc ( L879) d iven ne il <r:a1po d el ,p,uti to na;polconico, fino a I 1884, quando il figlio Vittorio s i separò da lui. P as,:Ò poi a vita pri,rata , espulso dalla F rancia.

Borrapartc Lu igi Napole0J1e

Bonardi (Anto11 io) . Genera.le, H . a Pa.r ma m. a Spezia ( 1847-1914). So!lo t. de l gc.nio nel 186S, raggiunto il. grado <li trn. colonne llo fu sottodi.rctlore del Gen io d i Livorrn:,; su ccessivame.nte fu a.d<lotto alle Direzioni del Genio a Bari e :Mcssina e collocato fr1 P . A. ( 190.3), raggiunse ,iel 19 Ù il grado (] i rna.gg. gcncrnle nella riserrn.

13m,ardi Carlo . Avvocato, n . a Brc,;cia nel 1877 da famiglia nota per le t:ra,dizioni patriottiche ( llllO zio Ca.rio cadd-, d a valoroso a Cala ta.finni, il va.dre Mass,imo fu gar ibaklino). Nd maggio 1915, s i :uruolò volontario e divenne u fficia le cli fanteria partedpando a va rie azioni. Do.po la gue,n:a fu elet to deputa.to e r iele tto ,, elle due su ccessive legislattll'e. I\'ella. costitu zione del primo Ministero nato ,eia Ila :\'farcia. su Ro-

Bonaparte L 11,i gì Napo-

ma vc1u1e ch ia,tnat,, con1e

leone . Generale russo, n ipote <li Gerolamo, fratello <li :\-la.ria L etizia, cogm1to <li Alll1edeo di Savoia giit re d i Spagna, n . nel 18M .

sot to~cgrcta.rio 2 lla Guerra1

con a capo S. E . Arm,~ndo Diaz, Duca della Villnri:i., del q na le fu col!aboraton, nc.!l'opem gra·.cosa. di r ì,·al ut.azione e sistem:izione dell'esercito. R iele tto, fu pre,idente d ella com,u is-


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sionc per l'e~e.ròto. e mar,na, relatore delle prime leggi sulì'aeronautiea e del progetto di legge per la riforma del Codice P e1)ale per l'esercito.

Bonavoglia (o Bonavoglio) . .:S: omc che si dava nelle oiunn e delle ga!e~ cl1 va.ri i Stati 1ne<literranei, spec ialmente a ]Vfalta e Sicilia, a coloro i quali si ingaggiavano come remaìori pe, un certo tompo - · gener a lmente tre anni - e ,d ietro una data somma di denaro , I

India come tenente ( 1782). Tornato u1 1)atria, n el 1793, allo scopp io della so11eva;;ione in Vandea, Iu scelto come capo dei contadini. Batti: i repubblicani a. Drc,siure e a Thouan ; all'attacco d i Fontenay venne fori to gravomente. R ip:-cso il servizio 60tto il V Elbéc, t re mesi dopo fu rnort:rlmente ferito a Cholict (1793). llforì sul campo dopo aver ot tenuto d ,ii suoi la grazia per 3000 p1·ìgion ieri rcpubblic,.·, 1.

Boncompagni (Jacopo). Gene.raie itH.liano al servi;oio dei Papa ( 1548l 612); scnvi anche Filippo II di Spa"'.lla come capitano gene.·a!c dcll':u-mata E,jXLgnuola ;n Lombardia ed in Picm:mte. Il m·imo

J

~inisl r;i è un llonavoglln; scg,1ono 1,rc scllinvl e un for zato

come premio . S i trattava genc.ralment~ cli ant ichi forzati o d i d isperati. Aveval10 due scudi al mese d i soldo Ci due d i ra"ione. Ser vivano al remo con gli schiavi e i forzati ; ma in caso di combattimento vi partecipavano. I B. furono aboliti n dl se<:olo XVIII ; nel!a ma rina P ontificia nc'l 1738; e poicbè se1·viva110 a rlche cli aiuto agli aguzzini, ne veamc che la loro mancanza de-· lem1inò la frcquC11za delle sollevazioni ne!Je ciurme.

Bonazzi (Lorenzo) . Gcnesale, n . a Pescia m. a Roma ( l.848 -1925). Sotlot. ciel ge!lio nei° 1867, fu, da capitano, inscg.na.n:e p1 e;,;,o la Scuob d i A,p,p,licazionc di art. e ge<nio e nel gra.clo di 1111'.-lgg iOl·e fu a,d detto alla. Di rezione del genio ed al comando t?rritnrialc del gen:io d i Torino. Colom1ello nel 1899, resse la Dire?.ionc del genio per il servizio della R. 1farù1a a Taranto e l'ufucio 1e<:nico del comando dql corpo dd lo S. M . ; IJ)J"Omosso :n:tagg. .g enera le nel 1905, fu comandante del genio a Spezia e Vernn a ecl i&pet.tore del le costruzioni del genio . Ten. genera le n d 1909, p rodigò a lla sua J nna il largo C0!1t r ibuto del suo sapere nelle funzioni <li ispet tore gene1~1e del gcnj0 partécipar!.clo in taìe qu ali:tit a lla guer-r a mondia le ( 1915-191'1) e mer i, un<losii le croci ,ii uff. e comm. nell'Ordine mii. di Sa.vo·ia « per l'opera d i efficace word ina.mento deJ!c m irab ili energi~ dcl!'arma del genio (l\Jr ante i prim i tre anni d i guer r a » . Nel 1919 ~ntrò a, far par to <lei Sena to del Rc,(no e n,gg iunse nel 1923 i l grado di generale di C. d' A. nella r iserva.. P ubblicò in 3 volumi, ·nel 188i: « L a fortificazcione perma11ente >l. Bonchamp (Carlo Artus »wrchese rl1). Gen. fra.n ·· cese e capo VaJ1dean o (1760-1793). Servì d appr ima in

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Bonchamp Carlo

Boncom pagni Ugo . Grnera le di cavalleria del regno di Napoli, n. e m . a Sora (1614-1676). Spedì un. cor po d i soct or,o agli Srpagn.uoli quando il Ducato cli l\lilwo fu i.nv:iso dai Francesi ( l640). Filippo IV, in seguito a ciò, lo nominò capi la.no generale . Nel 1647 fu zelan tissimo per la causa regia, durante la rivolta suscitata ,la Uasanicllo, e cooperò a saJvare dalle mani dei po,iolan i Capua, l ;aeta, e Pozz,ioli.

Bondeno. Comune i n prov. di Ferrara. sul Pal1aro, presso la sua confluenza col Po. Fu un grosso borgo s ino dai tempi ddl'I rnpero romano, probabilmente l' antico Bordicoma.zo di Plinio . Kd 1103 fu, dalla. contcss'.l :\'fatilde <li Ca.no~sa, c in to d i mura e fossati e <l'una forte rnc~a, opere d istnitle da Alfonso I d i Ferrara. Odoardo II Farnese cli Panna nel 1643 qua$i d istrusse t·itto i l borgo, quando lo mise a sacco, mentre era setto il dominio del p2,pa Cle:11cntc VIll. );e! 1801 fu co:i. Cento e F inale knuto dalla p rima mezza brigata cisalpi na agli ordini del col. 1\fazzucclwlli. Atla.Cc<1to violcnt<'.mente da truppe a ustriache agl i ordini del gen. SommaJ·iva resistette a tutti i più a.sp.ri assalti, obbliga.n clo gli Austr ia.ci a desistere, e volgere i propr i sfo;-zi contro Cento. Bondi (,!,irel-io) . Generale, n. a Forl,ì 111 . a Roma (1858-1922). Sottot. d ' art. r.cl 181\C', raggiunto il 3r-.ulo di .çolonncllo ( 19 13/ i u 110111inato dire ttore d'artigl ieria cli Genova e quindi (1•)14) cominciante de.I 1° artiglieria da costa. Parted.pò alla guer ra 1915-1918 come colonnello a'(:k ktto a l comando d'.u·tiglicria di Ca~arsa e come com;1nJantr c!i un ra~gruppart1e111 0 cra:s:.>edio -ml C~u·so; prnmo~.so magg. generale ( 1916), si ::ìistimc quale coma.nclantc d'artiglier ia d i corpo d'armata. :.1sita.ndosi ima medaglia d'argen lc e b. c;roce d i m v. <leli'Ol'dine mllitare di Savoia . Prese a.lt.resì parte a.Ila campa gna d'A.lbania del 1919 . come coma.n<lantc d'artiglieria. del XVI corpo d'armata e delle truppe dei I\alca11 i. Bondone. Com u ne in prov. <li T rento, sulle Alp i trentine a èest ra del!' Adige. L'Austria, p rin>a della g,1erra mon diale, intorno al 1910, ,weva. dichiar3to inaccè.,,i hile i l gruppo d elle a l,pi d i B. ( Palòn-2090 ; Cornetto-2J 80 e Va.son) e: vi aveva costr-uito un ca.mpo tr incera.lo c<l uno di (;se.rcitazioni mil itari, con caserme e postazioni d 'arli,glie.ria..


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JION

Bonelli (Gerolamo). Generai<: italiano di ca,·alleria, al sc rviiio dell:t S~~i,.,na, m. nd )593. Fu cr~.1to duca di Ca.s.s:wo. Ne l 1582 fu accusato dell'assassinio d i Giulio d'Adda e fu costretto a rifugiarsi a Roma abbandonando l:i. caniem delle armi. Rondli Cesa.rc. Generale, 11. a Torino m. a Orvieto ( 1821-1904). Sottot. d'artiglieria nel 1841, 9artccipò aJla campagna ciel 18-18 quale tcn. nell'art. lombarda al servizio del governo ,rrovvisorio di Milan?. nwritandos· una mcd. <l'ngento nel fallo d 'aJ~ni di C oito; prese parte nei !(r,:cli di rapita no e n1:l~1 .re

alll· can1-

P"b'lle de l 1~,1) e <.Id 1859 {' <lei 1860-6 l ollcnendc una second:t n·c::t. è"ugenlo alrasscdio C:i Gncta dove fu ~u1Ch::! frt'lto, e J~ CJ·occ di cav. dc-ll'Ordine mii. <li Sa.vo1,1 nc;l'assedic :ii 1-fe~-;ina. F,:,I:,~ d •. colonnrllo (18(i2) ,I wmaJlClo del 1° e del 6' 1eg1: d'artiglieria. cd il comando <l'artiglieria <lei 1° w:(:K' d'a.r111:1 ta ne lla ca.mpagn;t del 1866; promosso m.1gg. generale (1368) fu con1a11dantc tr-rritorialo d':utiglic.ria di 'filano. ~apoli e Torino. ).d ISìì fu clcwato :i.' grado di ten. gcnernle comaHÙante la <liv. di V<·rnnJ, e. dc-po ave r ret to pci· du~ volte la carica. d i ministro t::cllu. G t.erra (nel 1$78 e nel 18i9-80), entrò a iar pa:-te del Senato del R egno c.d ebbe <lai 1885 al 1889 il tornando dell'XI rnrpo <l'umata. Collocato in 1-'. ,\. ( l889), (u n el 1896 nominalo membro del Cons ig lio dtll'Ordine militare di Sav.:iia.,

BoN

fucilate sui nostri, e il 9 dello S1Csso mese i;i distinse n ell'attacco d i Ilu-)foliana.

Bonessa (Alessa,ulroì Generale, n. a Torino nel 1539. Sottot. di fanteria ·id 1860, p;,\l'tecipò alla can1pagna del 186ò. Colonndlc nel 1892, ebo.: il coman<k dei <listrclli mi!. di Cda• lù, ::\lar,tova ed l:<1;11e; colloca10 in T' . •\. (1897) mggi1.:n.sc nd 1\ll I il gra• do <li tcn. gcnt·r.:lc nrlla J"Ìscrvn.

Bonet (Gfr,;•. Dattista). Anun:r. ,;p:1,;:1u,ih (liO'J1 i85), DireSS<.' i Livor i dc li' arsenale di ('utagena. Per 20 ann; l:,;H?lc il CO· mando <!cli~ f<,,re nav·a.• li del Pacifio,,, battendosi spcs,o cont.r<, ,;li Inglesi.

uoncs~a Alcssnntlro

Sonetti ,Adrasto). Generale, n. a S uzzara, m. a Santa Ma rgherit:i. (1834-191 6). Sottut. di fanteria. nel 1.359, partecipò qual'! <.1pita110 nel Y' reggimento dr-lla br. ,\~santi a.Ila c:unpagna delrlt:dia ':\leridional~ del 1860-61, merilando,i due mcdJglii: <l'a rgento; pro'llosso w lonncllo (1889) ebbe il connndo del 59• regg. fanteria e colkxa lo ù1 P . A. ( 1393), rJgr,iun,c ne! 1908 il grado di ten. ~cnerale nella riserva. Boncl'li Ach;llc. G enerale, n. a :VJ'antova nd 1844. P artecipò da. sotto11:•1cntc d'artiglieria a 11a eani,)~gna del 1866; entrò da <ap ilano nel Corpo <li S. ~I. quak ufficiale addett0 ,dl'lslhu• to Topografico !-lili tarc cd al comando del C!l1·po. Ebbe da colom,dlo (1891) i1 comru1do del './"' rcggina,n· to f anteria e (Jlla lc m.1.g• gioe generale (l::199) quel• lo della bripto. Livorno; ra.ggh1nto il gr:t<lo di te• ncntc genera.!~ ( 1902), fu nomin'.lto con,>tndanle del· ,Ja divi~ionc milita.re d i C~l iari,

Eone/li L rtigi, Generale n. a Pa.k,rmo nel 186J. SotlE>lcnente di fanleria nel 1884, fu <la capitano applicato al Corpo di S. :\L .Nel 1906 fe~c pule d~ll<" truppe invia l~ ali' isol:i. di Creta; nel 1914 J\l i:1 Libia dove p:1rtecii,0 alla sped izione sul C'a1i~.11. R:cg• gimLse il graèn di colonnello nel 1915 e r,rc.se parte a!la gu1.; rn r.1ondiale ( 1916-1\118) e,,l alla. ca,111pagna d'.\lban;ci dd 1919, comandando s11cce~,sivamente i rcggl'r1r:1 t i di fan. teria 43°, l Jù" e 2li3° e la brigata Cagli: ri. I u ferito nei pressi di E lbass:Lll ndl'ottobre 1918 e nd 1920 fu colloca to i11 pos izione aul.ili:iria a sua domanda.

Sonetto (fort.) . Piccolo r ia lzo in terra fatto con sacchi a terra o tronchi d"all>ero, s1.I pendio del parapetto ci i opere carnpnl i, o p~rma.ncnti. Ser ve a proteggere la testa dei tiratori da proicuili di fucile o iJ1rapnel. L"altezu <lei B. a terra sul cig:io di fuoco va dai 20 ai 30 cm. con inlcJVallo eia lSS(' a<l n~se di cm. 75. 1-'cr quelli co,;truiti con sacchi ne occorrono 4 in ci:i.scun bonctto.

Bo11ctl-i Ennco. i\mr,1 i1·agli'->, Jl. a V:irallo nel 186-J, cnlr,tto in servizio nel l 884, promosso contrammiraglio nel 1918, collocJt'> in l'.•\. nel 1920 e promosso colllrnmn,1raglio d i div i, ione nella riscrYa navale nel 1923. L ' decoralo di mcdagli<1 d'ar ~:en to o.I valoi· milit:i.re oercl1è la notte del 5 ot:oL,re 19 11 a Tri,'oli pcne:rò arditamente i.n una casa ove erano aippiallati nemici che 1ira,·ano

Bonfait. Generale fr:inccsc dell'epoca nostra. Telllle il comando <lc!IJ 23' divi!iione di fanteria. francese in ltalia dal 20 w>vemòre 19 17 all'armistizio. Occupò aUma dapprima un settore al :\fonte Tomba; dal 25 gennaio 1918 al 15 marzo 1918 u.11 settore vc,rso il Piave ; il 27 aprile 1918, un settore sull' ,\ltipiano d'Asiago, verso Capitel!o-Pennar. Il 15 giugno respinse un'offcnsi,·a au-


I BoN

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ilo:--;

Hangar in rcrro e legno d••lla ca11>~nl<'l'ia BollOgUo stl'i'ica. Infine, il 25 oltobrc. prese parte all'offensi\'a <ld Pi ave e il 26 lo p-1.;.;;ò a Pederobba, inseguendo il nemico a l di là <lei fiume.

Bonfanti (Filippo) . Colonnello e palriotta italiano n. a. ::\lilano 11• . aell'America meridionale (17S0- Ilil 5J. \,olontario 11d I regg. cacciatori a <·:,rnJ lo (1799), comb.1ttè nelle file nJpolconiehe in Fra11cia, Gerrnania e Spagna, <love 5i ( listinsc ~prci:d•1:onte nella co.,.,qu ista d i Tarr:igona. Com;,ndò nella c.i.mpagna di Russia un bgl. rlei ,, Coscritti della guardi:~» e 5i distinse a. )Ialojaro5Jrwitz. Xci 1813 a )lari~nwcr<l~r ba ttè i CnM~chi, Rientrato in I talia ( 1814) partecipò a l~1ttc le azioni mili t.1ri, passando poi in (;er:ua.ni:i. Sciolta. l'arrn,,ta l'Tt:tli:i, \'Olle andare ncll' .\me1ic1 ruçridio1ule a. combattere contro gli Spagnuoli, ma Yi morì di febbre g ialla in5icme col generale :'\eri. Ronfanti A11to11io. Generale, <llil sec. X\"ITT-XIX, fratello del precedente. Nel 1797 era ca,po di battaglione nella legione cispadana; due anni dopo, capo di brigata, <;loveva a.rrendersi :, Pi1,zighcttone agli austro-russi. Cornl>a.tlè nelle succes.ske campagne napoleoniche; nel 181,.) co:na.iiciiJ la riserva dell'esercito del \"icn;,, Eugcn io e ostai.: , 1ò !1 passo agli .\ustriati in \ 'a l d'.\· <lig~; si ball:. anche 11d 1814 sollo il viccrè.

Bonfìglietti !Filippo) Tenente gencr~ le dPl genio navale, nato a Th•ol i nel 1868, entrato :.crvizio

,n

nel 1892, pr,:,i:"'.lo5~0 gene-

ra le nel I 924. Ha pubblicato apprezz~ te monogra fic tecniche, per l•a quali ha ottenuto <lai ;\I i•1;s,crn delBonllglidli FllippO la :\far ina. l~ m~d. d'argento pe.r l'incremento delle scic.nzc navali.

Bonfiglio e C. Carpenteria con sede in :Milano. ~el 1•criodu della guerra, esegLIÌ impor t.mli forniture rii baraccan:cnti in legno 010J1ta.bili; hang-,ir~ smontabili in fr1TCJ e logno, sia per i-! Genio militare che per la R egia .\fai in:i. Eseguì pure i mport.rnti lavon in cemento ar111ato, f~J·ro, legno nel campo d i aviazione cli Talicclo. ·aongarden (o Bo-ngartcs A11ichino). Capitano di vt'nturJ. d~I scc. XI V, n. dell'.\l;azia. ::\lilitò dapprima ndla Grnndc Compagnia ; contriuui (13.'i8) a devastare la Tc,,:can,1, e µoi Forlì e la Romagna. SLandata la Compagni,L dai Fiorentini al << Ca.mpo delle 1'loschc », il B. per conto suo arruolò quanti più avventurieri poté e si mise al 5ervizio dei Visconti; po i del r.,.,galo pontificio in Romagna, poi passò nel!' Abru1.zo e ,pre.,c il castello di Sa11 .\Iartino JH'CS.SO Sulmona; cacciato di là. dalla fame e dal re di :-Sapoli, tornò agli stipendi dei Visconti e guerreggiò per tssi nel _\[odene~c. Si unì ad a\'\·enturicri inglesi e tornò in Toscan,t dove combatti: contro l' ,\cuto; tornò infmc di nuovo al servi1,io dei Visconti. Bongìoanpi (li,milin) . 1-'lcdaglia d'oro, 11. nel 1898 a Tori,10, cad..ito s..il c\lontello nel 1918. Dicias;cttenne :,pprno , <t'•ando scoppiò l:l gner;·a italo-au,triaca, tentò di ;1rruolar.~i tr~ i volm~t~(! garibnldi11i, rna per la sua giov:rnc c·t,ì n,n, r otè essere .1rcc~ttatt1 Intrapre~i gli stu<lii leltcrari nell'Università, di f-so,lo:::na, li fa. sciò non :Lp}.,cna rtlggiun• ta i'ctà 111 ini111:-, i~.e1· esse.re

so!dato. .\rrnn;,110,i, infatti, nd 2i" rq,;~ime:ito fa11teri~, do;'O 1wr frequentato un breve corso tii istruzioni Yenne nominato aspiraJltC ufficiai.; nel ç6° reggin1cnto, e SJ~cc.s..i;.n•:une11· le promosso sottotenente e tenente. X e:lr c,i'icnsiva d i


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agosto 1917, sul Carso, guadagnò una mcd. di or. al valor militare; nella su,.:essiva batlaglia della llainsiz1,a fu gravemente forito al cap_c-. Non appena ~uarito, volle tornare fr:1 i suo i faJlli, e sul Montello, nella battaglia del giugno 1918, trO\'Ò la morte e la ;;loria, dimoslran<lo tino all'estremo una !orza ed uno stoic:s.no, voramenle ectczionali in un gioyanc di veni.i a1111i. Alla memoria dell'eroe giovinetto venne degnamente concessa b. medaglia d'oro, :on qnesta motivazione: « A. Ila tc.,t,\ del propno ::ilotonc, precedendo il battaglione, si sliudava decisamente all'attacco di pcsi1.ioiiì foru,mmte munite, che in pochi minuti eo:i.r1uista.va ed oltrepassava. Venuto alla. lotta .:Or!Jo a corpo coll'..1vversario, e fcritn iin p iù pn,rli da ~i:hegge cl i bomba, inct.rante del dolore, =r,pre alta. testa dei suoi uomini, con:im?ava ad avanzare. In un secondo sbal.;o, combattendo contro nuclei nemid che invano tentavano ft.rmare l'irru<1nza e l' impelo clei ,uoi wk!ati, ri:na.-;to ferito una seconda volta, medicatosi alla meglio, contiauava a comhattere. Se,·cno, calmo e sorridente davanti al fJCricclo, sempre esposto ,ù1 mezzo ai suoi, fulgido cso:11pio di tenacia e v:Llore, colpito per b. terz:i. volta ed a morte, cadde glorio.-;3.mcnte ~ul campo >I (1fontcl!o, i9-6-J918).

Bonglorni (Gaetano). Generale com11,is'-<~l'io, n. a Piacenza nel test. Sottot. commissario nel 18,8, partecipò alla campagna. <l'. \ f.ica. :-lei 1890-91 ; j)O: fu addet10 alla direzione d i comm issari,Lto dr! 1V co,-po J'arml1ta. Collocato i11 1 . :\, a sua domanda (190?) e richiamato in sci viLic durante la guerra 1915 1918, raggiunse nel 1'119 il gra.dc ~i genera.le conm,issario. Bongiovanni (1hiKelo, ca,,al·icre ,fj Caste/borgo). Genera!e. n. 1: m. a Torino (1802-) %2). Fu a tredici anni cad•;ito d'artiglieria.; dopo .:-s;-ere stato tra....-ferito nello S. M da cap ita.ii o ( 1855) passò in cavalleria. ccl ebbe da colonnello 0840 il coBongio1•nf Caeo1110 ma,ndo d el rcr,g. ,\osta cavalleria; con tnJe corpo prese parte alla ~amp<1,.:na del 11'48, guadagnando a Goito una med. d'aigcnto ~ 1':wan"a.me1110 per merito di guerra a. magg. ,:ei1~ra.le. :,ella. campagna del 1859 fu all'inizio coma.nd,u1(c dclh, l divisione col grado di Juogolcmntc generale, m:i. vcimc poi chia.n1ato a reggere la divisione mii. di ::\lilano, dopo l'o~cu,pazionc della Lomba.rdia. Ro11gioc:u1111i Luigi. Generale. n . a RegRio Emilia nel 1866. Sotto!. <l'art. nel 1886, CJlU-Ò da capitano nel Corpo di S. J\,J. e •partecipò a,Jla carn,pagna. dell'Estromo Oriente dal 1901 al 1905. l,icnlrato in lt.tlia. fu <li nuovo nello S . .M. Prc,e parte alla campagna, italo-tu:·ca (!'Jtl-1913) quale oa.po di S. ::\J. dclia 2• <livisione speciale, mcritu,ndosi una med. d'argento al valore nell':1zione di sÌ.larco a -'kng:isi (19 ottobre 1911) e nel no\'en1bre 1912 la fJromozionc a. ten. colonnello per merito di guerra. Entrò in guerra. nel 1915 come co lonncilo, ott,:ncndo h r,romoz ionc a maggior genera.le per merito di guerra, la

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croce di ca.v. dell'Ordine mii. di Sarnia a. :\Ionie No,·cgno (12-13 giugno 1916) e u111 mcd. d'ar3~1110 pe= le operazioni in Valla,,a dal 25 giugno a.I 12 luglio 1916. Coman dò po,cia la br. Firenze e succeòclivamente b. 3" di vis., la {IJ" diYisione e il VII C. cl' A.; dal febbraio 1918 al JllJl"ZO 1919 fu com:i..ndante superiore d'aeronautica. Nel 1919 fu nominalo comandante del corpo di spedizione italiano nel ::\fec!itcrrn,~eo Orie.ntale, e qui,1<li gove:-natore ùcl!a Cirenaica, carica chr 1 egsc sino al 1924. ~ cl 1ç23 andò in l'. A.

Bon homme. Collcdella Savoia, nelle Alpi Graie (23-10 m.) eh-' mette in comunicazione la '✓alle del1' Arvc con quella èell'Isère. E' un 91s.so , ,on sempre facile e comodo; ma d' una cert.:l importanza strategica, pe.rchè dal saliente del Piccolo S. Bernardo e col!~ dt!la Scino11g-lovann1 L11ltrl gne, ed a t,:rs-o (.1t;l :Vloncenisio, per la valle dell' lsère e il vallone di R.:aulort, attraverso a.I colle di B., si può penetl"l'.rt' nel cuore dcll::t. Savoia. Boni (A nnibale). Genernlc, medaglia. d'oro, n. nel 1824 a Cremona, 111. ,1 Pi5a nel 1905. Sottot. di fanteria nell'esercito austriaco (1843) dopo di avere frequentalo i corsi della scuola e:: W iener N eustadt, al sopraggiungere degli avvenimenti del 1848 diede le dimissioni e fu nominai.o lt:ogotcnc.ntc <lei l O rcgg. di linea lombardo; nello stesso anno passò nell'esci·cito piemontese. Fece tutte le campagne di quei tempi, ottenendo h n•ed. d'a.rgéllto al valore, a l\'lortaxa. nel 1849, la crore di cavaliere, <lell'O:,!ine militare cli Sa.voi,, a Ca.stel:6.<la rcìo ( J.86()) e dell'Ordine Ji Sa.n Ìlfal.'rizio e Lazzaro all'a.,,sedio di Gaeta (1861). Da maggiore fu ;iiuta.nte di ~;1:npo d el prindpe Un:bertc. Nella campagna dc, 1866, quale colonncJlo cv111a 11dante 11 1° re~imeP.to granatieri. guadagnò la mc,::irlia d'oro 11e!la giornata. di Custoza, per lo ;:lrncio col quale condusse il suo reggimento alla C'>r.-,e1;~,a dello alture di Custoza. e Belvedere. Successiva.nwntc, da 1111aggior generale, fu comandante ,prima d,,ll;i brigata granatieri e poi <lcllc divis. di Perugia e 7r.,rino; da !en. ~aneralc, Jcll'Xl corpo d'a.rma.ta. Nel 1892 fu nominato senatore del Re;:no. La motivazione- con la quale gli vf'1u1e decreta ta I.i r.1ed~glia d'oro, dice: e, Pe, l'impeto e (() slancio con ::ui sePi)e animare la sua truv 11a, riconquistando alla testa délla. n ~desima le µos i,<ioni d i CL1'stoza e Delvedcre, sebbene a·,cs.;e già fin da prima ccnsum2te le C3rlu«e e per l'eni~mo e l'in-


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sistenz..'t con cui seppe conservarsi :;in ·1 ers0 la notte

sulle attuo-e di Custoza » (24 g iugno 1866).

Bonie ( Teofilo) . Colonnello francese d i cavaO.le.ria e scrittore m ilitare n. nel 1828. P rese ,p ,wte alla ca.mpagna del 1870- i l e rimase prigion iero presso Sodai1. Partecipò anche alla lotta contro la Comun.e ( 187 J). Fra le sue pubblicazioni ,sta1u10: cc :Metodo di llJddcst·m .monto del cava.Ilo ll (1864); « L 'allenamen to dei cavallo di truppa lJ (1869) ; « La cavallleria francese nella campa,gna del 1870 ll; « Consistenza e velocità d'un corpo d i cava.lleria in campagna J> (1873). Bonifacio. Città della Corsica sullo 5tretto omoniu.o, fo.1data da un Bonifacio, prefetto d cll'l so!a, feud atario di L odov ico il l'io verso l'S28. 11 s uo porto (detlo g ià Syracusanus) è :unpio e profondo e Ìleli1 ripara to. Fu classificata nel sec. sco,·so dalla Fran.;.ia come fortezza di .3" ~lasse. Lo sti·etto di B., fra la Corsica e b. S:;..,·degna, è la rgo <léL 10 a 5 km.

I. '\'el 119:3 c.1i iJ. si i:11padrnnirono i ùs:t.ni, i quali vi ços truirono un a cittaJelh. 1\11a poscia a w .,t0ro la tolsero i Genovesi, che ne ampliarono le fortiiJkazion i m u nendola di 1ba.,tioni e cli grosse nmra e rendendola quasi i.:nespt.tgna.bile1 così da -n1aJ1dare a. vuoto Wl nuovo ten ta tivo òci P isani. II. Co,ubattimento di Bom'.jacio U 420). Alf,,nso V re d'Ara.g ena aveva <li,i;,-ato d i togliere l' i;-,•s>la di Corsiu a lla r epubblica d i Geirova, ed e ra r iusdt0 :ie! 1-t::W ad impos.se!,&1.rsen e in gran part~, a<l eccezione <li 1':ùnifacio che gli resisteva. gagliaHìa mente, chiedendo aiuto ,Jla madre patr ia. E r a allorn. Doge ir, Genova TomtnJ.c'O Frc·go=,O) ii quale, cons tatate le! esanste finautc <lc!ia cit t?l, andò a L ucca oJ ivi impegnò tu tto quanto po;,cdcnt di pi"tz io.,o; col rica;;ato arrnò sette grosse navi: ìt c0:11ple ti1 d i munizioni e n e det te il comando a l fratel lo Giovanni, g-iovine di 20 ann i, ·ma di grn.n cuo re. l'a.ni questi d::t Genova il 24 dicembre 1420, e, g iunto ce,lermcntc dinanzi a Bonifacio, vi trovò gli Arag001esi capi tauati d d A!fon,;o V in persona, che a·✓ev,u10 chiuso il ,>orlo ,.(.•n una µal izzata ed una ·catena di ferro, e clietn vi avevano po sto ci.nque grandi navi, <lelleJ quali una di dmnensioni in usita te chiamata « Capo Rotondo » . Le navi erano sald amente collegate fra di loro e a lle due sponde d~I golfo. Altri legni minori stavano in seconda linea, d isposti ad assa i.ire la città. Si accorse il F:r cgoso essere ar~ d ua l' in,presa, ma, chiama ti i ,suoi, mostr ò loro gli apprc., lamtnti nem ici e le mura di Bonifacio s u cui scorgevansi gli indeboliti difensor i che chiedevai10 aiuto e dornéLll-dò cosa vokvaao faxc. I Genovesi risposero: soceorrcre Donifacio o mor ire ! E così l'irn,prcsa f t L tentata. L a .sorte favorl il giovane Fregoso, inquantochè il 26 d icembre si mise vento fresco e propizio. Fatte laxgarc le vele ·a tre delle sue navi, s i avanzò con esse verso la bocca <lei por to. l'rece,:leva la nave coméLlldélta da J acopo Bur isia, la quale urtò così fortemente 1la catena e i pa,li che si aperse UJ1 va.reo e penetrò nel porto . La seguiva la nave <li Ottobono d e Negri ed un'altra in cui ern. il Fregoso stesso. T r a queste tre e le Aragonesi comin ciò umt fie ra battagli:1. G rande ostacolo al p rncc<lere <lei Gen ovesi era il « Capo Rotondo», ormeggia to su grosse ancore . ·s i inca ricò di 1·imuovcrlo un marinaio do! Fregoso, certo Aill<l:rea, detto ìl Magrone, a bil issimo ad andare sott'aoqua, e che, tuffandosi, segò successiva.mente

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le gomene delle ancore dcl1a nave a ragonese. Questa n on tardò ad andare in deriva; ne approfittò il Fregoso p er passare nell'-intervallo, chiamando a nche le rimanenti sue navi; r iuscito a raggiunge.re la riva, sbarcava u o1nini e nmniziooi. Bonifacio ceosì riceveva il soocorso desiderato, ma il Fregoso ora. doveva tornare indietro e 1~ forze ar agonesi era, w di gra.n lunga superiori alle proprie per affronta.rie. Allora ricorse ad un stratagemma: fallo cari.ca.re un legnetto di r11atcrie infiammabili, vi im·barcò i pochi u omini necessar i tt governa.rio cd aspettò che la brezza girasse dalh parte <li terra. }fandò al'lora innanzi ·i l legnetto e con le sette sue unità fece vela per uscire. G li moS&ero tosto incontro ~li Aragonesi ord inati in battaglia, ma, giunti a conveniente distanza, gli uomini del legnetto <let teso fuoco ,d ca.rico e si s,1.lva.rono in un battello che appositamente avevano lrntto a rimorchio. Il nuovo tipo d i brulotto, favorito dal vento, mise in confusione gli Aragonesi che dovevano ma.novrarc per schivarlo, e così il F regoso, facendo Iuoco, riuscì a passtu-c; tornando trionfante a Genova con tutte le sue navi, mentre ,I re d' Aragona levò •l'assedio di Bonifacio e partì per Napoli per a.ndare a ternare l'acqu is to di quel regno.

11T. P resa di Bo1t-ija.cio. Venne fatta dai Francesi, aiutati <lai Turch i, nel 1554; ma fu re."!lituita ai Genovesi cinque anni dopo, in segui to a l trattato di Ca.teau Cambrésis. IV. Combattimento d-i Bon-ifacio (1602). Fll sostenuto da w1a squadra tosca.na, agli ordini deH'Tnghirami, il 18 o ttobre, coJ.tro una squadra turchesca. comandata dal corsaro lvforat ; quest'll'ltimél fu sconfitta ma riuscì a. d<Lrsi a lla fuga. Bonifa.cio ( Conte). G cne.,·alc rom.in o del Basso Impero; inviato ·i.n Africa dn:ll'cimpcratorc Ono:rio, a.Ila mortc, di costu i parteggiò r er G allél Pìacid ia e Valentiniano. Suscitata la .g elosia <li Eào, secondo P r ocopio p r ovocò per vendetta -l'invasione dei Vandali, ma entrò con lor o in lotta, e, ba ttutò d a Genserico, fu cacciato daH' .'I.Irica (430-31) .' M<Lrciò conllro Ezio ohe vinse presso R avenna ma fu colp-i to a. morte daì ri~alc ( 432).

Bonifacio II, co11te di Lucca. Ammiraglio ciel secolo I X, fonda tore <li Ilo,:ifacio ·in Corsica. Fu nell'828 a capo d i una arn1ata toscana, cui si CTano unite 11avi di varii signori, con cu i, pe.r d ifcnclare le i.sole mcdi,t errancc minacciate o invase da.gli Arabi, spcciahnente la Sicilia, osò d i portare le armi cr;istiane sui lici-i dclfa Tunisia, sconfiggendo -in quattro battaglie gli awers.ui, allontan illdonc la minaccia o d i essa dimi nuendo gli effetti. La .9pcdiz ionc dell'ammiraglio B. fu Ila prima ùnp-resa navale co,;picua d ella r epubblica <li Pisa. Presa terra presso Cartagine, d evastò m paese e costrinse gli abita.nti a richiamare le tru1}pe spedite in Sicilia; ciò avendo ottenuto, .se ne tenne pago e con le spoglie dei vinti tomò in Toscana.

Bonifacio, conte, e po•i marchese di Spoleto e Cam,rino . Am1ò un esercito col qu:1lc (924) ma.rciò in soccorso d el re Rodolfo, battuto ·da Berengario, ed aiutò il primo a ,pr endere la riv·in cita sul secondo, il quélle, a sua volt:t SlCOnfiUo, s i rifugiò a Verona..

Bonifacio, marchese del Monferrato, m . nel 1207. Nel 1192 sconfisse gli Astigiani pse,;so Montigl io . Nel ll98 fu eletto a Soissons generale dei Crocia ti dai pr incipi francesi; prese parte all'-a.._<sSedio e conqu-isla di Zara, e


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a ll'assedio di Costantinopoli. P er la sua valorosa condotta ebbe poi l'isola di Cand ia cd i paesi di là d al Bosforo, che cambiò con la provincia cli Tes'saJonica, divenendo re d i T es.saglia. Assediò e p•r ~ Nwpoli di l\falvasia e Corinto.

Bonifacio (Raimondo di). Ammiraglio spagnuolo (1196 1252). Ebbe incarico dal re Fc:rdinando III, nel 1247, di costruirgli una flolta, e superò, per r iuscirvi, le più grandi d ifficoltà. Ma infine v i riusd e nelle acque del ·Guada.k1uivir presso S ivig,lia, bloccò le navi dei Mori scon.liggendoli in battaglia, decidendo della presa della ci tti, assediata. <la fercl.,i.nanclo, e dando origine con (]UC.st:i. sua i mpresa alla. flotta spagnuola.

Bon i Ila (I.•:manucle). Genernqe dell'Honduras e uomo politico, JJ. a Jutica1pa nel 1849. Sposa.ta la causa della rivoluzione, divenne ten. colonnello nel 1873 al servizio <li Pelco-:\rias, e combattè valorosamente contro le tJ·uppe <le-i Guatemala e d ella Costarica. Fu eletto presidente della R epubblica nel 1903, ma. es.scucio s tato sciolto con la forza il gol'crno, dovette ristabilirne l'auto1·ità combattendo contro il generale Sierra, d1e battè a. E l-.\ceitupo. Bonin (Edoardo d·i). Gc1wra lc prussiano d i fanteria (l 79.H 86S). Prese parte alla r:cmpagna :.H 1806, e frequen tò p oscia 1~ scuole militan. Comun'.:16 r,el 1848 un::i, briga.ta. nt:lla ca.'lnpagna dello S"hlcs·..-,ig-Holst ein, coopcr.i1\d,) ,· 'l'avanzata nella pwisoh. Or gan!'.z7..Ò le lrup;J ·. <ldrcsercito prussiano !"~ •· h çampagna invernale del cb49 con particola re p,-ri7,ia. Fu due volte ministm dcìla. guerra ( 1852-18.5'1. ed emerse come riorganizz.1·. :,re dell'esercito 11el i85S-~9. Pres,~ parte anche alla v ita .polit ica. D ivenne, da u ltimo conlàll<lanfe dell'VTH corpo d'armala a Coblenr.a dove n1od.

Adolfo di Bonin. Generale tedesco (1803- 1872). S1udiò ne.Ila Scuola dei Cadetti di Berlino; venne promosso ~cnCJ·ale nel 1854. Comandò, .nolla campa.gna dc.l 1866, il I corpo d'armata e con esso prese. parte al combattimen to d i Trautei1a11. Dopo la guc.rra fu tolto dal comando di truppe cd ebbe il governo <lolla Sassonia Jìn<liè rimasero tru ppe pnissiane a Dresda; da uhi,,-,o d:,be il comanèo <lel cor,po ca,<,,-ciatorì. Durante la. campagna 1ll70-i1 fu governatore della Lorom.; e fin tta h guerra ,ebbe b carica d i governatore d i 1.lorlino.

Bon ino ( Gùm c;acomo). 1-Ied-ico e ~critt;i,re mili to.re itafoUJo n. a Torino, vissuto ~ i ten,i;'i del.la Rivolm.ionc irn.1.Kcsc. Inc01;pora.to in quell'esercito, fu medico di <livi~ione alle ba tta.glie di L'Jtzon e di Bautzen ( 1813). Con la Re., taurazionc, ·passalo nell'e sercito pim10nte..se, sa.ll ·fino a me,cl ico capo dell'=rcito nel 1548. X el campo sciCJ1tifico è n otissimo ,pc.r fa. bella e tuttora utile « 810_g rafia medica piemontese>>; lasciò anc11e: « Saggi statistici sulla mortalità nelle antiche truppe. d i S. M. i'l re

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<li SaJxlegna » (1830); « L'oftalmia purulenta nell'ese.rc ito dal 1836 arl 1838 >>, ere.

Bonino Teofilo. Ammiraglio, n . nel 1864, entrato i n sen·izio nel 187 7; collocato in P. A. nel 191 1; prornosso contrammiraglio nella r iserva navale nel 1916 e vice- amm iraglio cli 5quadra nel 1923. Fu com,uu!a.nte della difesa militare mJritti:m"- d i Messina n ~I 1~14-17, (; R. commissa.rio per il porto <li Civitavecchia nel 1918-t919.

Bonivard (o Bonn·ina,·d, Francesco) . Patriotta e campione <lcll'i.nd ipenJenza ginevrina contro i Duchi di Savoia (1493-1570). Fu da Carlo HI (1519) fatto arrestare e chiudere nel ca.stello di Groléc . Liberato dopo due anni, ncaddc nelle ,mani dei Savoi,irdi, e fu rinchiuso nel castello di Chillon. Tale castello fu preso ( l5 36' da.i BCJ·ne.si ch e liberarono B. il quale, ritornato in p atria, &..r.issc « Le cronache, <li Ginevra >l. Bonn (a.nt. B01w~) . Città della Germani·,, sul Reno, a monte di Colon ia, già fortezza, coslruit,1 d,1 Dc1so,

i nsieme con altre, verso il 12-10 a. C. Distrutta in seguito dagli Alemanni, venne falt:i. nel 359 r icosf.I•.1ire da Giuliano . Fortificata nel J.\1cdio Evo, venne smantellata nel 1717. I. Dattagiia di Bon" ( 69 d . C.). Appartiene alla sollevazione dei natavi, condotni da G . Claudio Civile. All'awrnncio di questa sollevazione, otto coorti di Batavi al servizio di Roma, .le quali marciava.no contro Vespasiano per ordine d,i Vitellio, s i ribellaxono, e mossero verso il basso Reno per unirsi a Civile, Erennio Gallo, il qua le si trovava a Bonn con la 1• legione (3000 u .) e alcune coorti di ausiliari, affrontò i Batavi ; i suoi ausi liari s i d ispersero al primo urto, e i legionari, malgrado strenua resistenza, furono massacrati.

II. Assedio di Bonn (1588). Appartiene alla guerra di Fiandra, e fu posto, per ordine del duca di Parma, da l duca J.i Croy, con fanteria italiana, lorenese, tedesca, e cavalle.ria italiana e spagnuola. Agli Italiani del maestro -di cann.po Carlo SpineHi fu or•dinato d i costruire un forte p resso la p iazz?., ciò che fecero fra continui com ba ttimenti, nei quaili si distinse il comandante di reggimento Alcssan<l.ro l\lonti. Poscia ve.nnero presi d'assalto due for ti nemici, e i n Questa fazione gli Italiani subirono gravi perdite ; ma gli O landesi. assediati, coman<b.t i dallo Schcnk, stretl t da ogni par te, si decisero al-la Yesa, che ottennero con l'onore delle anni (28 setkmbre). III. Assedio di Bonn (1673). F u posto il 3 novembre d agli imperiali coma11da Li dal p rincipe d'Ora.nge, e am mon tanti a 60.000 uomini. La piazza, d ifesa. da un picco-lo cor po francese ( 1200 u.) cùma nclati da Réveillon, fu costretta a,d arrendersi dopo nove gion1i d'assedio. IV. Assedio di Bom~ (1689). Il 15 luglio, l'elettore del Brandc,bu.rgo inve..~tì la ,piazza e incominciò a bombard a.ria spenndo <li prenderla senza indugio. Ma il ba.rune d'J\sfel<l, che comandava fa ,g uarnigione francese ài 6000 u., respinse gli assalti, cosl che l'elettore dovette limitarsi a. stabilire il blocco. L' Asfe.kl rcsistct te fu10 a l 12 ottobre, malgrado le privazioni : quel giorno, d ifendendo un:a breccia, oadde colpito a morte. Du Clérac, che l0- sosti tuì, essendo esauriti i viveri e le muni7,ioni, si arrese il 17 ot tobre e ottenne di ,p artire liberamente, con gli 8.50 u .>miui valid i che 1 imanevano dèlla. guarnigion e dopo lrc 1:1esi, e <lo])-0 20 giorni di trincea aperta.


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Bo niia ire (Giovanm). Gene.r:sle francese ( 1771-1816). Nel 1815, qu:de comaadaJlte della. p;azza d i Condè, fc-ce fucil:ue il colonne-Ilo Gardon venuto come pa.r larncntario, seguendo il consiglio dì un sno aiut:inte, e per questo venne condannato alla degra.dazionc da t·n con s iglio di guerra. Bonna l (GuglielJmoì. GeneraJe e scritto1·c mii. fra11cese, n. nel Jli-H . Da te!llente partecipò alla guen a <Ìcl 1870-71. Venne <poi invialo nel T ,mchino a<l organizzarvi quell' esercito, quindi fu a,h:. direzion e <lella Scuola ,lì Guerra F·rn. le sue ~><il:ihl_icazioni. sono da r icordare: <e L a recente guerr:, su~-africa~ na >> (1903); e, I.e pseudo tendenze nuove l.iell' esercito toclesco :-:, ( 190<:ì; « Lu spirito della gt:erra modern a >> ; varie munogr:tfie s tor iche ( « F.:-o,:5'":hwillCJ· >>; ,« Sadowa )l ; « D a R ossba,ch a Ulma »; le « Question i m ilitari d 'attualità )> . ( 1906) ; ecc. Bonnaud ( Giacomo). Generale fr:1nccse (J. 75 7-1797). Comandò l'arma ta <lei N ord , r i,portando successi sul" duca di York a Rou i)aix e Lannoy ; còadiuvò Pichegrn n ella conquista dcll'O!a,nèa; p a.<,sÒ p oi nell'armata dèlla $ambra e :lvfosa e s i' d istinse i.n parecch i combat timenti, p ar ticol~ mente a Giessen, dove cfu colp ito a morte. Bonne. Borgo della- Savc,ia pesso Ì\nvecy: F u cin tu d i mura e for tificato. I Bernesi se ne impadronirono il 2 aprile 1589 e Carlo Emanuele, p och i mesi d,)po, 1.ndò col suo gen . Antonio I.a ll,1.ume Montn.Lcl a rip renderlo. Il •c astello era occupa,o (la 400 sviz7,c:ri e.be ca.· pitola:rono e otteJ1nero d i andarsene liberamente. l\•fa avevano preparato segreta:mc·nte una mina, e questa scoppiò dop~ l'entra ta <le i Savoi•a 1xli, i q •1a l•i vi pedettern 900 u . Allora il Duca inseguì la guarnigione fedifraga, e la raggiunse e fa fece sterm inare.

Bonnemains (Pietro, v-isconte) . G ene,i,a le e legislaa tore- frwcese ( 1773-1850). En trò giovanissimo n ella car r iera militare e gi~1nse rnp idam<:nte a.I grado di generale di brigata, d opo avere p a,.-teci:pato alle campagne d el suo tempo, d istinguendosi p articolarmen te alla b a ttaglia del l\d"incio ( 1814). D opo la R estaurazione venne eletto deputa to e pari d i F:ra11cia . Bonnet (lùcolò). Ingegnere mii. del secolo XVI a cui s i devono Ie forte-zze di Valfen era e <li Volpiam ,, mci1tr'era a l servizio <lclla Francia. Il P r cnn:is, dall"essere egli a ppellato N icolò, anzicbè N icolc o N icolas , argomen ta che fosse italian? ; p are anzi p iemontese. B onnet-lYia11,rellim, Baldassare, barone di Plwles. Gen ernle francese, m. a Parigi (1814-1904). Nel 18$9 fu governator~ mi i. (li Vercelli e di Brescia . Nel 1867 partecipò a l co1nb . di li-fontana coman<laJ){lo una brigata fr'anccse. Bonnet (F ratelli) d i Comacch io. Gaetatto ( 1826-1849), Raimondo (1827-1S91) e Gioacchino (1824- 1890). F urono

uf:licia li d i -Ga1·j ba ld i : tu tti aveva.no già preso parte alla. campagna del 1848; nell'arn10 seguente Raimondo e Gaetan o com.batterono a Roma co, lancieri del Masina, e il secondo che era tenente, vi moriva croicauncnte il 3 giugno; R aimondo seguì Garibadi nella 1·,itirata guadagnan-· dosi il grado <li ca,p itano, e come tale ec>mbattè nella camp,~gna del 1859 nel .3° reggimento dei Cacciatori delle Alpi; Gioacchino che non prese parte a·lla difesa di Roma, p erchè rimasto a tener v ivo il movimento della Romagna, si trovò a },t(agnavatta allo sbarco di Gariba-ld i dopo la ritirata d i R oma, e lo salvò trasportando Anita morente per la p.ineta d i Ra.velina. Combattè ancora ncile ca,mp·agne del 1859, del 1860 e <lE-l 1866 e d ivenne colonnello n ell'esercito rGgolare.

Bonneval. Ant. borgo della Francia neì d~partiment0 <lell'Eurc e Loir a l confluente del Loir e dell'Oza-rn1e. Fu una importa,nte p iazzaforte <legli Orléans; fon<lata ncll'S41, venno ,quasi disb.rutta dai l\'"01·111a1~i, e,;offrì n elle guerre cogli Inglesi, e nelle lotte di religion e. Quando v i fu rassedio d'Orléans da ;parte degli ln.gle3i, venne fatta radere. a.I suolo da Enrico V, re d'Inghilterra_ Bomtcval ( Claudio-A lessamho, conte di). Avventuriero e gencrnle frai1cese (16i5-174i). A sedici ann i iniziò la carriera delle a1·mi c.orne ~uardia ;wbile d i Luigi XIì'; passò nella ma.rina da guerra, e r itornò poi nell'esercitoColonnello (1701) durante la guerra di Successione di Spagn,t, combattè in I t,,lia, ùove per le a,ccuse fatte al suo ,·eggimentò ,di ra.pina. e saccl1eggio, v~~11e escluso dall'avan;came:oto a generale. D iserorc in Gernia1ùa>

SC-rVÌ

Ee!J'esercitc

austr iaco ( 1iJ6> wl gr ado d i ,nagg. genernle sotto E u genio <;i Savoia, e . com.battè a Torino, d ov~ nelle .file fra.11ce.3i stava a•l!ro generale Rcnricval, c<hecadd-e prigioniero degli ·imper iali; nel 1 ~09 combattè a Malp laquet wntro i Frwcesi. Ne! 1713 f,u anmistiato da l re d i Fra.11c ia.; però r imase ir1 A,ustria e fu p-rn'l1os,0 tencntegepera lc di fanter ia (1714). P r ese par te con tro i Turchi alle battaglie d i Petervaradino e cli T cmesvar (1716). D opo la pace d i Passarovitz (1 718) fu mandatonei Paesi l3assi qua le coman<lan tc generale deil"artigJicria. Per •il suo contegno e le sue ma:ld iccnzc fu s ottoposto a tribuna le di g uerra e condan n ato a mor te ; graziato dall'imperatore\ venne ban dito dall'Impero. P assò da Venezia a CostauHin opoli ( 1730) e s-i foce ·maomettano prcn den<lo il nome d i Ac lunet P ascià . Ebbe doti m ilita1i eccellenti, ma s-pfrito vendicativo e<l egoistico, e nessw1 senti1:1cnto p atriottico·. 1

Bonnivet (Guglielmo Gouffitr, si,;,w re d·t ) . .'\mmi-raglio d i Francia, n. verso il 1488, m. nel 1325. Q uan tunque noi;, rrve.sse mai c ombat tuto in mare, dovette i l sao grado a ~l'cssc:·c favorito (lei re. F rnncC'sco I lo ,pose a.Ha testa. <li un e,errito che e.ntrò in I ta lia n.el 152.'> t d assediò Milano. M a il B ., battuto in va.rie fazioni da Giovanni De' ìl-Jed id, fu co,tretto a tormue in Fra.n-


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.eia. R itorn ato col re •in li.alia 11eJ 1525, si tr;ivò alla J,a t taglia di Pavia, dove, get tatosi disperatamente nella m ischia, trovò la morte.

d is tiJ1se in vari i combattimenti. N.e l 1\)14 venne collo cu lo a r iposo. I l g··n . B. fu colla bora tore della cc Rivista ' d i F:tnteria >>.

Sono (lvfarcr,). G,,nçr a le, n. a d -\g,,ellengn ( Novara}

Bonome ( Evasi o) . Gen~1alc co1Prnis,;ario, n. a Casale nel 1820. Partecipò alle ca,mp,Lgnc del 1848'.49. del 1855-56, del 1859, del '60-61, del 1866 e del 1870. Raggiunw il gr-,do ài colonnello cammis5a.io ( 1879), fu nominato ,'ircito,e d i commissariatv mi li:are della d ivisione ù! Ve,rona e collorn'.o in P . A. ( 1891). raggitutse ne~ 1895 il gra do -eh inagg. gt1r~ude con1 mi~-sario ncll<1 riserva.

J1el 18 (>8 . ~ottol. d'art. nel 1.8ll7, <par tecipò alla ca.rnpad'Africa del J89S-96, ed alla caJnll)agna i talo-turca ( 1911-1913) 1r,eri1andosi la promozione a :nag11iore per rneri~o di guel:r~ ~- L1na 1nedaglia d '.a.rgeiito nei co1nbattimcnti <li Jknni e di J\lcssri (ottol,re - n,wembn 191 1). R esse co; gra<lo di n1aggio re il r0nrnndo d'art:glieria dell~ tn.:ppe colo_niali <lell' Eri ...-ca (luglio 1914 - aprik J'915) e scopp ia ta la gucrCJ !915-1918 mise in nuova luce. le sut ,ql'alità di valoroso artigliere. Du rante tale per iodo resse succcs~iva:1,cntc: il coJnando <lei 6" rcgg art. da camp., del 5(' · n:,::lrupparnenlo •d·assed io, del 22" raggruppamento P. C., del 7" regg. art. da campagna ed il co,mando d'art . della 66" ,dìv-i~ione e si meritò <lue rnedag!ie d'argento, una per l'azione del Vrsic- Korite (18-24 ago3to 19 17) e l'altra <lura.nte il ripiegameH '.o deHa 3" armata <la·! Carso al T aglia.mento (27-29 ottobre 1917). Dopo la guerra comandò i l 7° ar t. <la f~r tezza ( 1919) ed il 6" art. da ,campagna ( 1920); nel J 925. promosso generale <li bri·gata , fu nominato comandante d'art. <lei cor po d'a.rmata d i Trieste ; nel 1926 fu a,:l<letto all'Ispettornto cli Art igl,ieria. e n ello stesso anno nominalo (oma ndax1te del ,C. d' ,\. di T r ieste.

1;na

Bonola (Federico, bcy). Patriotta, giornalista e geo·gra.fo it:.tli,1.r10, n . a ~'filano nel 1839 . F µ a.scritto alla. gra11/.e orgari~zzaz,ione segreta « Società N azjonale » fondata da Mazzini. Com· batti: nelle lì 1•; g,<1 iba ldine dun lllte le crun;,nj!ne del 1359, '60-61, '66 e fece a.n rhe In. ca.mpagn:t e.antro i1 l riga;i taggio. :\'cl 187 3 J as sò in Eg1 t1 ,, e collab.JrÒ in <li\·e~·...; i gicrnali italiani, cme·rg~nr!o così da venir scelto :t $Cgrctaric gene ra le della So:ietà Geognd ìca E~curn. Prcstè val ido a iuto ai n ostri viaggiarori _G,·ssi e l 'iaggin . Fra le ,.uc numPro:;e pu bhlicazioni r icordiamo: ,, .I. l'« triotti ita lia ni ( 4 voi.) »; « 1 Cisalp in i ": « L a rea zie.ne austro-russa. )> ; (< S11!Ja origine- dei Co1nuni ita1i:1ni » ; e ·,·arie opere <l i indole geografica. Bor.olis (Robrrto). Gcncrak, n. e rn. a T era.mo ( 1861-1921). Sot tol. d i fanteria nel 1879, coma,1dò d a colonnello ( 1906) il- 6i " rcgg. fanteria, e, raggiunt o il grado di 1nagg. generale, L.t 11on1ina.to comandante deilia bri,-,;ata P h crolo (1912-14) . Nel 19 13, inviato in Cire1rnica1 vi assunse il con1anùo di una brigata n1ista. e si

1

Bonomi iAm:ibale) . Generale, nato a Venezia nel 1871. Sottot. <l'art. nel 1890 i nse,gnò Armi e Tiro alla Scuola di .Modena, e passò poi nello <; ::'-1. Partecipò quiiidi :d!a gl.1erra Bono! is Rol)erto 191 S- 19 I 8 r , i r-1tritò la promo7,ione a co lonnello (1916) per merito di .,;uerra e succes., ivamcme le croci d i cav. e di uff. delfOrd' "e militare d i Savoia, per la inddessa e feconda operosità d imwtra!a quale capo uffjcio Ordinamento e lvfobilitazioue del Com.mdo Supi-cn10 e -per i10JY·r a spiegata

quale capo d ; .-:. :\ l . dell'XT co.r-po d'arma..•·:> cit•td.nte la offensiva aus:, brn sul P iave (giugno 1918) e duran'.e la no~i ra glo r;,,,1 ,·.·,anzata nella battaglia d i \"ìttor io Venr.to ( oHobr <- - 110vcmbrc 1918). Fu nel 1919 sottoctipo cli S. )1 . dell'1'" annata. Com~ndò dal 1)2; a l 192t la brigat,l _Bqlogna e p 1·0· mos,o gcncra'e d 1 divisione (maggio I\IZ6) !u nomina to comandante della. divisione milita.Te d i Salerno.

Honomi I v an0e. :Mi.n ist.ro della Guerra, n. a 11:tntova ( 1373) . Fu professore di scuole normali, p o i avvocato

e pubblicista. Studioso di questioni finanziarie e sociali, fu pe1· qualche tempo redattore dell'Avanti! Dep utato, rappresentò d alla XII legislatura il collegio d i Ostiglia e la circoscrizione di Mantova. Nel giugno 1916 ve1rne nominato m1n is!ro dei L avori Pubblici (Gabindto Boselli\, e ,poi, lj)cr due volte, fu min istro della G uerra : dal 1'I marzo 1920 a.J 21 ,maggio 1920 (G abinet to .~ .illi) e JaJ 16 giugno 1920 al 2 a.;:,rile 1921 (Gabinetto , Giol itti). E' a lu·i dovuto l'Ord in amento P rovvisorio del R. Esercito del 20 ap rLle l \>20, r esosi nc-cessario dopo il periodo della guerra e che venne poi sost ituito da!lJ'Ord inamcn to Diaz <lcl, 7 gennaio 1923. Dal 4 luglio 1921 a l 26 febbraio 1922 fu .Presidente del Consiglio; per la par te avu ta 11ella conclus ione del T rattato d i Raçallo, venne Ì.11-,.ignito del Colla.re de lh SS. Annunziata.

Bonou,i Giovanni. :Mcd,,gli,, d"o:-Ò, n. nel 1886 a Bris~-~gn (Como\ c~du to ad O.;lavia nel 1916. Caporo.1 nmg23


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J30N

g iorc ndl 206° rngg imcnto fanteria (brigiua Lambro), si

hauè (J22 d. C.) una battaglia fra i l{om.'lni conùottii

ero. sempre segnalato in ogni occasione qua.le coraggioso

1 da.H impcrator<:! Costaut•in~, e i G oti c<1m?_rt!ati d::rl lor0-

ed esemplare graduato. T! giorno 6 agosto 1916, primo giomo della ba.tta!'-lia di Gorizia, ca<lcv,, sui c,,m,io. Il semplice ed e:·c:;iw coraggio dd auode-,10 gradua to

c;ipo Raus imut. Questi ultimi, $Con fi ui, dovctkro subire la pace dettata ciall'avversar io.

fu prcu11iato con h, 1na~si-111a ricornpens1 al valore con questa rnot i, azione: « Alla tesla tli t :1 grup-

po di animosi. ru primo si slanciava c'.l•'!tro nna ca.vern:i

il

Cll i

i1ll..,(JCC'o t·ra

difeso da un,1 ,1 ni1r~glia.tr icc. Uccisi i a •!uaglir1~ austr frH.:i, in 1iw1 a v~~ agli al--

tri I~ rc.;a, ca~e.ua1i<lo co-

sì cinq ur u l11-:ia!i, 125 solda.ti e due 1n:1:-a~!iatr:ci. Pc>eo dopo, i.i 1.>n attacco cadeva mortaLmc1,tc fcr :to. « c\vanti Sa,oi:t ! l> furo no le ul t ime s ue parole» (Oskwia 6 ,igosto .]916).

Bono mo (Can1rnlo). - ';lkdaglia d'oro, n . 1·,el lSS0 a Modica (~ ira,us.t). :Scmpkc sQkhw ndl'S.,' re~gii:,cnto fanteria (br igala Venezia), 1 gua<lag1~ò la mzc!a~lia d 0ro nel comb~lfrnento di Sidi llihl (Li:,:1\, il 20 settembre 19 1:::. L~ motivazione, con la qnalc gli \'enne concess1 la mcda.l(lia d'oro, r i·:crda così il lie!l'ep isod io: ,, Coly i10 n1t-11t:1: si prcpar,i V!l a ll'::i.s~-;:1-lto. y j concor~e ron slan..: i·) i•Tcsisti-

hilc ~ nuova:11i.cnt1.! feri to. pcrslsteuc con an·an in1CtnlO· adla lolla , r.on ab1,J ndonò la li;1 •:a di fuoco se non quando [u per I;,. ter1,n vo,La colpiH,. rkst,1nr'" e:,; s uo nobile con tegno •antmt ra~ione uei c~:::~;agn l cb; i( csor·bv~ no a recarsi a l postn di mcd:cazic-nc )l (S:di R i!al (Libia) 20 sNtenrbrc 1912) . l >n1Mmo di ( osi mi,, (A/j1·cdc). G en•: r·ale n. a Palermo nel 1861, ,c., ·, ,t di fanteria ( 190,q e bbc il comando d~l c:_ ·:n,ito del 54° rcgg. fon~t:tT1. ·:"!i:to a· 19M. Colloc·a tu >1 P . A. ( 1915) e t'id1 1·1., ,tl dur,tnte la guc·rrn 19 15-1913 ebbe il comand,, <'Id 13° fan teria } ·I . T di marcia, e dopo aver cii. <'t,,; i Co11val(•scen7-iario i.:ffa.fr li <lelb 2:. a.nnata \ l')i i' fu no/ min..ro colli •11J. ,:~ del pros:dio militare di ::vrcsi re ( 1918). Rit,)'.!ocato in congcd:i 1 1r;1 J/ r ..13,w1sc nel 192-l il ~rJd:> <li genera le d i <livis. nclh ;·1,,;rv11.

Elononi ~- r·::i:i romana pre:;so \'iddino. Y i ~i ~om-

Bonorva. Bor,;:n della Sardcg,•a, n'!I cu·c. :li Al~hcro. Vi fu stabilito nel secolo ~so dal ì\1inistcro della Guerra un deposito d i cava,lli con alleva.mento d i puledri. X ci 13-lì presso 13. s i ~,·ol;,t un cornl:atti1,1cnto cbe appai tiene ulla ,;ucua rlc1 Dod1 contro gli }\r2goncsi .. JI gcn . .i.,agonesc Gu;;:ielmo <li Ccrvc·llon mar ci~v1 da Sas,.JJ·i con UJ1 e...ccrcito v ~ l'in tern o ùcll'isoh, qaa.n do· la sua i.H'a nruard ia vcnn~ 3_:;s::dita, .presso li.. o 1nass"1 .. rrnta in b,·eve tempo d:i.llè tru ppe dei D orh. Guglielmo non ooò affron ta,-c la b,ittaglia e 1:--atti; in r-it i.rnta.

l.

Bonoso (Qt<i11to). Generai..: romano, sotto Aureliano_ :.\1inaccialo di ,ptrnizionc per a1•ere negletto d i sorvegli;irc la 0ottiglia romaJ1a su l Reno, così ohe i G erman i erano riusciti a in•;,;nd ia.1:la, s i r ibellò all'imperatore; 111a, sconfitto, s i impiccò. Bonturlin (Demetrio). Generale e scrittore rus.,;o, (li90-18S0). Partecipò alle camp,igne del suo tempo e coprì le cariche ,p iù elevate, div('ncndo aiutante di campo dello Zar, senat:::re, infine dir~tlorc della. Biblioteca imperiale di Pietrogrado. Cono,citore perfetto della lin gua francese, scrissè d iretta·mentc in quell'id ioma: « Relazione della campa,gna <l'Italia 1799 ll ; cc Q_>.1a.<lro della campagna dd 1813 in Germn nia ll; C( 1\ vvcn i,mcnt i m ilitari della guerra d i Spagna ll; e JJC!la. sua. lingua~ « Storia della ca.mp. russa 1812 »; « 5101,ia. delle gi.1crre russe nel Il>" secolo ll-; ecc.

t I

1

Bonzani (Giacomo). Gcncra.k, n . t' m. a '1'ori no, (lSJS-1914) . .Partecipò da. sottot. d i fa.ntc.ri1 u.lla ca.nµa.i;nn del l 659 e nel gr::i<io <li ~aj,ila no ,tile campa~ne <ld IS66 e ·;o; pr0IT!JlSSO co:onndlo (1$91) d,bc ii ma.udo del 39° rogg. fontcria. e del <listr ctt" di Le.:coColio-:ato in J-'. A., raggilln,c l!el 19 1 l i:1 gr-::L(lc di lc-

cov

E CJll ~

gc-11l'ràle nej~a J·lscrva .

oo>rZ'l1Ji A/bello. Gcner.lic, n. a. Rimi ni nel l8i2. "ùl'·

totcncnlc à',1rt;glieria 1,cl 1892, p<!rlec~pc', d:t ticn. al!a. campagna d' V~dca del 1895-96 e nel l~vì e ntr ò a· far pa rte <le-I cot,i;•o di S. :'-I . 1,r i111a adcktt.> ,1lht d iv istone milH·.u-..· cli Chic.ti. 1

poi

i11segnnnr.i:;

\lggi t1nto

di Logisl:ca jJrcc;:so la Scuob di Guerra_; nel 1914 èro. sottocapo è1 S. ;\I. p res:io il coma!1 . ciel corpo d' occu,p,,;·'•.ll.c della Tripolitan:a. Du,·ame la :-.:1.1,·1:·a 19151918 fece riful:~c·-- le sue cmim...nli doti :ì orgaJ1iz~,:orc e di co•11:rn<lantc. fu ~ucccs,ivamcntc sottocaj>0 di S. ~l. µrc-s" il wmando del 2u cor-po d'arma.la mobilitato; ca po d i S. t• i . della 4 t.. divi~ione di fanteria, inscgnant.: titolare di Logi~t it.a nd (,-rs:i l'ra !ico nel servizio d1 S. :\1. 't radov,\; qu iudi rapo di S. ]lf. dcl1' fn tcndcnza della li r annata, e si. meritò Ja P!·o,nnzil"n~ -~ .::o!011'1dlc per nH:.ritrJ di gucrro~ 1

l


Boo

-

nel l'JJ 7 e la •ne<l. ,;',ugen tv per l'opera spiegJ ta quale di S. :!11. <lei VII conpo -d'armata nella zona dd Ca rso (maggio 1917). Si guadagnò quindi la croce di ca,·. dell'Ord ine m ii . d i Savoia qua le comanda,1le dcifat br igata :\Tova.ra. <lura nte le operazioni <li r ipiegamento dal Carso al l'iave (ottobr e-novembre 19 17) e poi la croce di ufficialo de1lo stesso Ordine. Nel 1919 fu ca'PO d i stato maggiore della 6' armata e nel 1920 cblx, I., caric:t di geneiale 2.<ldetto p r esso il M inistero della Gue rra . Co,nan<lò dal. t 921 a l 1923 I-a d ivis . di Tor ino e nel 1921 fo chiamato a ll'alta carica d i sotlosegrdari.0 d i Stato per I' Aernn:wtica. F,-,:-rò n eì 1926 :t far p~rlc del Se nato dei Re,gno; r.~llo stcs,~o 1nno fu no•n inato coman<i1nte de1h rlivis. mii. territnri:1ie di c ~1 neu. GljJC>

l

Boomerang. Arma primitiva di land0 australiana, taglia.ta ria un ramo di legno duro e compat<,o, e che ha Josma arcuJ..ta. I selvaggi deH' Austra~ia la lanciano con rnol!a destrezza, s ia contro n ern,iço s ia contro preda di

,accia.

Boonsboro. V. Sv.,:h Jlfontain .

Bootjack (Cavastì'11ali). i\iome date, da: r.•:tri.nai òtll'amm. Porter a un ordigno da l ui medesimo idealo per cornoattere le torpedini nei fiumi, durante la guena d i Secessione. Som igliava allo spa,~zar,cve delle locomotive.: era co,truito in forma di enorme pettine, s ituato a p rua de,llc 11a,·i, in modo d a" invcstìrc le torpodini e farle sto]..>piare salvando così la carena.. 1

6or (Pi,t, ,,1 . ;:,tnrir,: ol:111de~e ( I S59- 1'535). F ra l~ sne opere inte.ressél da l lato ,n ilitare la: « Origine e sto• ria delJc gucrrG cleri Pa.esi Ra.s.si ·,> .

Borbone (Dinastie di) . La. terra <l0'1{ie tra.gg,n:,

Lo s tr•1rmia (le! Hùl'/JO!! i

or'.giue le tre distinte Case di B. er,, l'ant ico « Ilor-bo:1c.,c " ( 13ourbonnai.s, donde Bo-i•rbo-,,) già a,bitato cbi Galli Boi, e faw al 474 te11utu alle d ipendenze cl i e: 'tre terre pi i, impo,·tru1ti . Sol-, nel secolo X formò tm dominio d ist:nto, retto da A<lcn1aro, uno d.t i Ù<Ìuciari <lì Carlo il Semplice. La caµ itale ne era. -clapprim..a, S01 ~viguy 1 poi Bo!lrbon l't\.Tchemhault, castello (già a ppartenente ai co11ti di L:ourgc.s,

355 -

Bon

Bo,-boue Luigi I conte di Clermont, detto il « Gnm Zoppo>> (12i9-1341). Sesto figlio d i Ltiigi IX; diede prove <li valo-re a Furnes (1 29 7), Courtrai (1302), :Monscn-Pu elle (1304), e nella guerra contro g1, Iai,!e.;i. Nel 1316 aveva concepito l'idea dì bru1<lirc una nuov;i crooia ta, che ad onta dell:i. sua buon;i volontà ed energia. nell'organizzarla non potè effettuars i. Borbone (Pietro I second;i d,,,.ca di) . Figlio del preceden te ( 1310-1356) ; fu va.loro~ coniba ttcnte contro gli ,lnglési in J:l retagna e nella G uycnne. Nel Li ,S fu nom i.na to luogoten ente del rn nelle pr ovincie a l di là della Loir a. Fe,·ito alla battaglia di Crécy, mori cornb3tt(•J1do a Poitiers. Uorbone (Gwcomo I cont( della Mana. ~ co11csta.uile di h a1tC1a) (1322-1361) figlio di Luigi I. Fu d,d 1·e di Francia in via to con un'annata. di lrup,pc n~golar i contro le ban,Jc , lei « Ta,di-'\'cm1t i ;, nel 1361, ma, ,confitto a Rrignais1 111orì in questa città f.f'r ferite• Lii,J<'r~ate in battaglia. JJorbol!e (I,u igi li t erzo duca di B., detto i l « Buone,>> e i l « Grande )>Ì - l'ri ncipc francese (1337- Hl0); fll uno dei m igliori d,iensori <!ella corona d urallte Ja prigionia di re Giovanni ( 1356-1360). S i dette in ostaggio ,d re d 'Inghilterra col tratt:tto di Bré tigny (1359) . Al suo r itorno da.ll'foghiltena ( 1367) comhattè contro gli lnglesi ne l Poilou e nella Guyerme (1368-l3iOJ e li cacciò dal ducato ò'Auvergne (13i4). Nel 1390 fu coman dante d i una spediz ione contro i Mori ed i pirati cli Tunisi, poi pa;;sò a c~t11batlerc per Edoa,~lo cli Booujcu con tro il çonte Ji Savoia. Borbone ( Giovanni I quarto duca. di) ( 1381-1434); principe francese, durante Ja guerra d ei Cento ami i dichiaratosi per gli O rléaJlls. fu uno dei campioni degli ,\ rm.a.gaa<:s e tolse a i Borgognoni Compiègne, Bapaume e Sois.sons (1414). Fatto prigioniero ad AzincO'llrt fu condotto in lnghilterra, e ad oma d ei riscatti pagali dalla Francia, non fu mai r ilasciato perchè temibile capitano; mori a Londrn. Borbone (Carlo I quinto duca di) (1401 -1456). Pr i11ciµe francese noto sotto il non1c cli<< Conte c~i ClhT11on t )). Vu dal D elfino i nvictlo in Linguadcça e vnyerme come luogotenente geJJerale. Ebbe gran parte 11eUa. prepara.zio,ne del trattato di /\rras (1435).

Borbo11e ( lt1àgi, bastardo d,) . F iglio cli Carlo I, mordi cui i B . erano vassalli) situale., sull'Alilier i!.t.· W<)rléans. 1o nel 1-18-'l. Fu nominato ma.r<'sc iallo e siniscalco ciel a.) Da 4ue,;t.o feudo sorse prima .Ja ca,sa J.i B . « anJlorbonnesc. Legittimato nel 1463, si dis-tinse nella c:1;1ntico» che si fa r imon tare a<l Ayrna,·o (9 1.3), o a Chilpag11n. ~ontro Frj_n-~. . .~o . . II d i Hrc:~tgna d:r dire~:se perdcbran<lo fra tello <li C.u·lo Martello, estìuta,, i con Arsonalmente, e fu uno dei p.ri,ncipali n egoz iator i dal t ratcamba!do VII I. tato di P icqu igny (1475) . bJ La casa. d i D. Da.111.pier.-e, fon,·lata d<t 1\rcamBo.ebo11e (Gicn:a,mi I[ sesto duca. d i B .. detto il « Ifoobal<lo TX. Ta le ramo si estin.~c con Ar-canil>a!do X, n· J ») ( 1426-1488); prese p,\rre alla ba ttaglia <l i Form igny nw110 all' isola d i Cipro ( l 249) e per linea · femmin ile ..,-( 14SO). D ivenuto duca ( i -1 56) emr ò nt!h Lega del passò nella casa di Bor go~J:J1a. Ben,, p ubbl-ico, e no fu l'ani.rrnt fino a l t rattato d i Cone) La nuova casa di B . fondata d;:t T,uigi ! n.um iJìans ( 1464). l'rcce parte alla guc,.ra de l J-1 33 contro natc, re Carlo i:l Bello ( l 32ì) duca di Borbonè. Anna di Bertujcu, con la qurtle poi si r ico,,diò ( 1486). Della nuova cas:t dei B . cii Francia sulirono al trono Emico TV, Luigi XIII , XIV, XV, XVI, XVlll e Carlo Borbone (il conestabile Carlo di B.). Uo,no d i State:> X; e del ramo B . di Orléans Luigi Filij,po I (V.). e generale francese (1489-1527). A 18 anni fece le sue Questa casa ebbe il suo rnassimo ,;;µlcn<lore dura,ntc il prime pro,·c c1·armi a fianco del Baiardo, e :-i d:stinsc ,;ecolo XVII, quando i suoi mem bri occupavano in Euad 1\ gna<lello (151)9). Francesco I <lifatti a 26 ,JJllli gi, ropa q uattr,) troni : Spa01m, Napoli e Sici·lia, Parma, consegr.ò la spa-da di • conestabile, e con lu i partì aH , Francia. conqt1ista d i :.\'[il,.~10. Lmcrse in tale impresa rer la cti1


BoR

-

sciplina tenui;\ ncll'c$Crc1to, 1>er la tra,·ersata delle :\lpi lungo S(',,tieri creduti inacce$ibili, per aver wrpreso nel ~uo letto il generale nemico, per b. villoria d1 ;\farignano (1 515) r ipor t,lta sugli indoma bili Sv iz~u-i, per la rapidità della conquist.i. della CiltadeUa <li ::lhhno, dopo soli 20 giorni, consegnando nelle mani del re. con le ch i,wi d i Mila no, la Lombardia. R ifiutata però ia ma110 d ella r çgina madre, :'Il aria L u igia, cade!<: in dis;;razia del re .\llcato,i a llora con Otrlo V c<l Enrico VII[. passò ,.ella Franca Contea ( 152J) e mc3Si insieme 60(,() lanzichenecchi scese in Italia e i11seguì l'esercito francese che si rit irava su Ivrea. e i l S. Ilernat'do. I n questa ritiratJ mori Baia.rdo (1524). B. volc·✓a p:issarc ;;er Lione, ma Carlo ,. non O:.Ò e si limitò all' invasione della Provenza. ;\fa contrast.Ho <lai m:u-chese di Pesca~a, dovette ripassare le Alpi. L'anno d op0 ebbe la r ivin r.ita a.Ila battaglia di Pavia (1525), dove Francesco I fu haltulo e fatto prigioniero. B. dopo tale av,·enimcnto non ebbe a lodarsi d ella riconoscenza di Carlo V che lo rimrn<lò in Lom bardia senza mezzi. ìl:fa dn.to l'a.srcndtl'.:.:: che godeva su i suoi soldati, pensò di crearsi in Italia uno ~tatQ indipendente, e si diresse su Roma. Questi >mpressionatn. domandò invano tr egua a Carlo \", giacchè il B. ~ icusò d i 05:;erva rla. N cl 6 maggio de l l.52 i le t ruppe del B. er;1110 sollo le mu ra d i Roma, però sen1.a arltglicric. Questi vedendo l'indecisione dei suoi a de:re l'al'salto, deciso a vincere o morire, presa. una ,;ca.Ja iniziè pet primo h sa lit,t; ma colpito da una mo.;chettata, pare sparata <la Ben venuto Cell ini, morl. mentt,' ; suoi l::llt• zichcnc,chi. presa Roma. la s.1cchcggiarono.

356 -

Bori

tano. Gli ufficiali B. fw·ono incor porati nell'es~rcito nazionale coi gradi che avevano prima dd l&oC, <lietrn bro domanùn; co;,i purc f:irono <tSsunti in scn iiio i soll'if,;cia li di rnrn,,nt. La qù~otionc dcll'a.ssumdon~ d i quc~ti clemc.r,t i E. fu assai dclic1ta, i:,èrd1~ coata111poran,,-,1mcntc do,,e,-ai10 e.,sere o;~orbiti ncUo stesso cscrci:o i garibaldin i, coi 4uali .i,·cva.no c0mbattuto; ma vorne r is0l1a c0n s pi rito d i eq;i•:1, ,, a i,oco a poco la fusione degli spirit i fu comp iuta.

Borbstaedt (Adolfo) C.olonnello pru~si:rno e •nilton: n•ii iture ( l 803- ~Si .;). U,c, <l" !la Scuola dei Caaetli e prcst-0 poi 1:i 111.ag,;ior pari.~ del suo servi,i > quale istruttore e <la ultimo c.:>luat.elk1 !'Iell.1 sc1.ola 1r.~d~s1ma . F•J ;,t1r molto t,mi,o redatlore della Rh·ista sc11h,~na!c miliL<1re .., '.\ I ilit:irwocl,cnblatb li e de lla « Militarlitrr,tturzcitttng" d i lkr!ino. Fr a le opere sue :11crit~no una special~ rncn~ione: « Relazione sulle raµprcscn1azi<mi iec:i1die nelle calle ;;co,-;r,iliche e topografiche>> (11146), « Ln campagna prussiana nel 1866 "; <C L a rn111pagna franco- tedesca del 11'70 ». Borctiardt. Coslnittore di una pi,tola automatica che prese il suo nome. Essa i: alyuanto diversa dalla llo, r.ha.tut-L ucgc1, eo.sendo que,t'ultima urr per feziona-

8,,ru<mc-Co ~dé (L·11igi III duca di) ( 1668-17 10). Ad onta dolla w a vita diso1,ùina ta fu uno dei p iù n.ud,Lci uomini d'arme. Si segnalò in particola re per n lore all'assedio di Philip,!,urg, a :\lons, a è\amur e a :--erwindc. Borbone JJ,11,ico, cm,tc di Bardi. D iscenci~nte <lai ran,,, <lei c!uch i di Parma (1851 - 1905). Fu uno :1,·i ;>it, notevoli membri di questo ra.ir.o dei B. ,\llorchè S<.op1)iÒ nel 1815 la rivoluzione carlista neJla Spagna, si mise ag'i or dini di Don Carlos e comlY.ittè valorosamen te.

Borbone (Regg. napoletani). V. R eal i~"r!.one.

,;1c11to della se1n,p) ice Borcha.rdt, la quale è 'Jasi.ta sullo stosw sistema d'otturazione dcll'altr:i m if:tlio rata, ma ha. un comvlcsw e oelic.atc meccanismo, a:tche •:oh:rni110s0, sì <la rt'ndere l'arma mala.gevole nel maneggi~rla e nel t raspr,narla, ed antiestetica nel suo insicune p~.r la sua forma è lunghczz:t. (Ca libro 7,65 - 7 ca rtucce).

1-'att,, ,Ji famiglia dei Borbo11i. Tra le case r~gnanti elc i Il . di Vmnc ia e Spagn a, il 15 agosto l iSl, fu s t ipulata una convcn1. i01ie di reciproca assistenza e difc~t\ contro evt..·ntuali attacchi di stranfo:·i. ond~ ~pr~1ntir.5i \'i• ccnde\'o!mcnte l'integrità dei pO!,St"5Ì.

13orclwrd-t-Lueger o Parabellum, mod. 1900. Pistola automatic:,, ca.libr. mm. 7,65 - i colpi. Ila <li ;,articolare che ne l rinculo riel rne-ccanismo d i ottu razione do1,o le, sparo, questo mecc.a..nisnlo, a 1ne-zzo <l i un,a..rticobzione, si ripi,·ga in due parli a.lzando,i, dando cosi nv>-Jo all'onur.i tore di indictrcggtarc cd espelle.re il bosso!,,. Appcn:-t r i piega.tosi, il congegno o ttu ratore si ridi!'\• •·11dc subito abbassandosi in avaJ1li; spingo l'otluratorc elle a sua volta caccia u11'aJ1ra. cartuccia nella camc•r,1: e l':,1ma è <'◊SÌ di nuovo pronta per lo sparo. E' una pistola che fu chiaunat;c commercia lmente parabcJJ,.,,,; i- s emp lice, robmla, d i giu sto peso, con serbatoio co,w·,lo di;po~to nell'impuw.,a.lura; è pro,·vi.sla di sicurezza ordi · nari.,, di c-0mod.1 sicurt1.za automatica sul do•~o dcil'impu g,1atura e di avviw d i serbatoio vt11.,10; '.,a baone qu.liiU~ balistiche. Se avviene scatto a. vuoto .i J11 :;i p.;l: ri<1rm~lrt: il percu~"-?.rc senza aprire a O\J._llO I"o! turo.tore. Ha però le pani mobili in pane ,·isibili e ,coce,tc.

Borbonici. Con tale a.pp~lkLt ivo so,io cl1 i~.111ali i narLgiani d~!la ca.sa di Borbone; ebbero ta!e dem:mindziollc i militari (ufficiali e truppa) pro,·enic1oti dalre:.:rcito borbonico, all'atto della annes:sionc dello Sta to ';;.:poi,:

Borchnova. Horgo <icll.i Russia nel di,tr . d i Tvt'r. :'\cl 13 19 Yi si comhallè unn. !,attaglia che ilP\Jl'licEe alle l,,f!c fra i gr:m<luca1i d i :'11ruca e dt '::v,:.- 1:ar il pos,c~-o di \'lnclimic Jud Da11ilm·ic, grandu~a di :'lfo-

Sorbonese 1,E11rico). C.ea·~rale n. e m. a ( 1849-1920). Sottot. dei grnio nel 1867, r o.gg iunse il gn:.-lo <li color.nello nel 1902 e resse la d irezione del genio di ~apoli. Collocato in posizione ausiliaria ne! 1906, ragg iunse Ml 19 l3 il grndo di maggior generale nella r iserva.

Torin:i

Borboni. Fu anche detto coC111·-

sì l'ordine cavaller esco del

do (\·.,.

norbonese En1·1ro

1

1


;;ca, vi fu sconfitto da ::-richek J a ros!a,·ic. a:,i:og~iaio òài ::\fongol i ; ma tornò in campo con grandi '.0,1.c e ot· tenne a .',ll-a ,·olla l'appoggio dei ::\1ongoli, riusc,,nclo ;-;_ far g iuslizi:uc ::\lld1elc e ad ottene re co5Ì 11 cont 1·~0 g::anclucato di \ 'b.din,ir.

Borcola \Co!/.- ,!ella). S ull'antico co1'f,_nc Tridenti-• a nod-est cl l Pas ubio ( m . 1206) . U ni.,,:e b --~!le del Poo ina con quella di Terragnolo. Venn,~ ()Ct upato dalle 1,·u,.mc del V corpo d 'su~nata il 25 ag,isto 191S. Perduto durant(; I1offensiva austriaca del nv•!")r;i,1 19 1i, la 27'1 d ivisilonc tentò invano di rkonquista..do d 1;rnntc la prima quindic ina d i luglio. Tornò in nostn ·nano n eila travo lgente offon~iva d ell'otiobr e 1918. 1,0.

0

Borda (Gir va 1mi Cad,i) . Cdcbr~ nrntematk•J fr~ nces~ ( I 733-1199), il cui "o,•,e è- lc;;ato a molte ,w;,cr le ,.cirJ1t ilid1c. Come milita.re, f<,~e la ca11 ,p1gna Jd 1757, ~0tto il .Maiilebo1~ e ncli'a rn :a del genio. Pa.,sato a l scr· ,·i.<io della marina, ne l 1782 ebbe il comando del cc Solita L'io ,, . va;;cello cli 74 c:t,rnom, nelle Antille; .,onJr tao Ja ,1ita squac!ra. in.,le,e, dopo vi,,a 1esisten1-a fu c-0stret,o ad :incuder,i . .R i lasdal0, ton,,ì in Francia. e si <lèdicò U11ica mente alic ;iL~rc!,e scient.iJìchc. Fra lt s.uc opere di genere milic11c ncord c remo u na n:l>moria slll (< ~ 1 ,to dei pro~..;Lt i )>, un1 a ltia sulìa « T eorica dei JJ1'CJ!ctt i aycu-::lc rigu,u...lo .::.Ha 1csi:,i.cn;,~a <ldl1ar ia /J; le s~,c ri èer c!w astrcmon,ich~ e ;;.eoclc! ic.' ie cont r ibuirOHC 6 c,u,de•

mente al perfc2ioname nto de-Ile ,scienze n a u tici,~.

Bordata. Cliianiav~si n,-lla m a r: m

-. elica « !J01rlat(~ )), i l camn1ir.o che una 11avc fac(:1,a con 111 1 da to ii$~Nto ve lico sCJ11u1. can1bion.: i'od.entamcitlo de i penr10J'!.j--. l)uro. nt..; i (()q1baLti1ncn t11 }t! 11::..vi ~i .:ivvic iiHL\'i\l!O a tiro rii c~J1none e poscia p rcsent«va.1 ~si il fia1,cc od il borcl.J, rorrcncto i n t:::. 1 1nodo e ~ca ricandos i tutta una tì.ancata ci1e dicevasi anche « bordala » c.ssi,, (( s1:-aro di rnttc le }lrt igJ.icrie pos~e da un bor1flo n. (J_ue.'lto tc·,nlnl..! si ,':! con-

serYato integro a.iKl iè. e.on le na·,-: (,ora1.zare a \·a pore. Pf'L" cak o la:·c una bo1·Jata. al gior:10 <l'og~i1

s i som-

111~~110 LULtc I<; artiglierie, spècif1 ca;1àont il c:-iJibro, con

çu i si p !!v ~pJ, are da un fau1co. l,a bo1·d ai a $i suole c.spr~n-:.r rc a1~chc con oin;.t! 1lOÙ Ì co11 -;_in 1J1 m1et·o ~olo, il qua.le raP').Jrcsen.ta b sù111 1ia dei d inamodi ( pe,;o <ld 1

i.,roiett-ilc :noltipiit.,LIO per la veloc Ha 1niziaJcJ :.i!la boera d i cb.s:..un pc~7-0. F:· e\·idcntc c1·.e in t1l niodo si v i<:"ne implic itam,ente a te nei ronw del ~a libro e dcli,,. energia di tutti i rainnon i.

;\',~lle na·;i mc;dcrnc p..::1è., k arti gJi.c rie non sono poste P.Jt tt s ui ftancl1i, ::tnz.i la 1~Ja~gior p~U'tC. stanno s uH'assc cen trale longitudin~le entro to rrl. X e deriva ci1e -in a l-

c,mi settor i, s1 ,ccaliucnte verso p rora o verso p,Jppa, il 11u.1nero ùclle <Ht iglierie che può spara re conte-m poj•ancu... 1nc!1!c è grancl~:ncn te rit!ntto. La l>ordata Jcvc e.~seirc consi·:--!er.ata qui11 ii n un soJt.:;lto come numero LOtak di Ci-Uinon i c-he possono spac u e, ma. a 11chc con1e .:;(~tf or,~ 1na~simo de,!l-a na.ve in cu i può lanciai-si la bor<lata; questo ,u 1golo s i chbma « settor e di massima offes~ >l .

Bordeaux (,ant. B11r1li:gala) . C i1tà d ella. F rancia, ca➔ poluogo <le,! d ip. della- Girondc, sul la d r. della G aronm1. Fu b. capit.:.lc dei Biturigi e s i svilu p pò rapidamente. Vc11,ie p r~s• <lai Vw1<lali n~: 407 , dai V isigoii n,:1 412. cla UGdoveo nel SOi', dagli Arabi nel 732, òa Carlo t,fartellP nçl 735, <la i Nor111a11n i n ell'845 e JJel l'848, da l ~.-Iontmorcncy 11el 1543 (es,rn<lo&i ribellata al re d i Fra ncia) ,

357 D u r.11:(c la ~uc,-ra ,id

B ofl 18, (, -,-i fu tras.pcr lat:i. da Parigi

la capit :i. k . E' sede del X I H corpo d'armata.

_

l. i3at foglia e incendio di Bordcau." (732) . A·pparticnc: all' inY,.silne tìe1 ::\ fo.-1 in j.-;and.1 c:om,llld:i ti d:i. ,\udcr an,o, e precede di pocL 11 u3 !la~lia <l i Poitiers. Prima di r'co, e:J rs; in 1;,,nk:iux, il duca <l' Aqu ita.ni:t volle of-. f rirc b..1tlaglia ?.gli avversa ri davanti alla n1c,desi1na.. Comp leta,men 1.:: scon fino, lasciata sul campo la maggior parte d1:-! :i-Uù•i gu:!rricrL il dura. clovctle salv:irsi c.,Jn Ia fuga, nwn(r e :\ lx],_, i·amo pr emle,·a B., pasnva a .lii d i ~pal:1 quasi tutti '1Ùt lli che non era.no f uggiti, e <lava al s.ac:cn e alle fianimc la città.

II A ssedio di 13ordea11.-.: ( 1453) . Fu p osto <la re Cado VIJ d i Frnnci:t ali,. cit h, ,!,Lfesa dag!i Inglesi, i q :,ili Ja t<:n.ev:.1..110 llu da l 1204 : la guarn ig ione a111n1c'Jnt,xa. però a soli -101)C uom in1. Carlo ottenne da Filippo, ,foca d i .!JGrgogna, l5 grossi vascclìi 0Ja11dc.si, che vennL'.l"O afii • llati all'amrn ir. De Rays. Questi entr ò n ella. G aron ne, don~ gli Inglesi \vevano raccolto alcuni piccoli basthnenti armati, c. li distrusse o c~ttun\ chiudendo og11 i via di soccJr~o :.illa piazza assediata! la qu~ le, ;,.-igoro-,:;an1e1uc

bomba rdata, fu co.;,u-etta aù arrendersi. L'a.r t i,glicTia rcak era <lirc!la d,1 Giovanni llureau, il quale ideò t:n mo:·("'io da bom be, e bombe ,;pccia.li in que&ta occasione. G li In ~~1e~i: rlo:[AJ !~1. lo!·o c~Lci,~Lt d ;i. fì~C:'"}ta rcgion~, no n consen·a..ro.no in Francia ?..l trt; chl: In. pjaz&a òi Cahd s 1)~no :1 I )558) . I fI, -'hscai,, e Tra!/a/1,,

,ti Jfordua:<.<: (163(1) . .-\pp:u·-

tien:.:. ~Ila guerra ci,·ilc. ck li.:~ FronJa; iu iJOSt l) d;:111\::-ser~Ho c!el r e, coina1,<.lato <l,Ll 1)are'{c. c.lclla i\·l ei lktra ie . SuHa Garonna., il duca d i \iendòm~ chiuse ogni soc..·01·s0 pro--

1r1c:so cL1gli Spa~n.:..:olil ... fa.C'cndo cr.;5truire due forti e occupando H 1ìu1nc con ot to vascel li, otto frc~.ltc-, tre ga lee

e \-arie na·:i 1nll1ùn. {.; ,1 p1·imo assalto :u datJ al i-Ob!.Jorgo di S. S uri,, il qua le cadde nelle a1a ni k i r'e1Jisti. D opo di c iù ve-1u1cro ape rte le. trincee e J.10$tate batterii.', le <.1u~li dannct1 gìa.rono ~C'rÌJmCnte le 1~VJ!':t. l kgl1isti ~tesero a pa tti 1 e 1i otte nnero onore.voli. t~~:1to che il 1'c potè c,arnre sole1111c111entc in cillà, , love ( \" ottohre) venne ~ottoscritto un trattato dì p ace rra il r~ ~ i ri,·olto.~:i ,Jdb reg ione. IV. Pr<'.;'1 di 6ol'llcuux (li93). Av~ndo p r-~so I~ p'1rl i <lei Cirondin i cont;-o i ~fv nabunr<li venne iava~a da trn,pµe parigine comanda te da Tallicn e castigata col 1

sacchc~gio.

Borde reau ~R e1Jata). Ero ina di gu crrn, va:llh im, (1 ìi0-13.28). D a ;,rnnplice con tadine.ila si arrnolò ncll'c~crcitç rea1i.sta , vcstit,1 -da. uoulo e sotto ii no rn~ di << Lant,cv in. o. F1e.sc p arte a ru tta la guer r a, r!ivenendo leggenda.r ia re1· coraggio. Caduttt pr ig io n ie ra.., !J rinchiuSc.L a :ìioi.te S. :,1ichelc, uove rim ase f.!lo a, 18i·I. Recatasi

poi a Parig i f u p resenta ta a.! r e Lut,;i ;,; \, ll c!1e le a~.1:icgnò 1..1na pen.$ ioac a vita.

Bordesoolle (Stefauo di P a1J1111e~o11x, co1Jt1 di). Gc n cr ak li a.nce~e ( 1 i i 1- 18.ì ,). Prese par :,, a tutte 1,-: ;;uerre 11~polc0n ic.;J1c, g~ad,1gna.itdo il gracio di cvlonne-llo a.cl ,\u~terl itz. Nel 1813 per doàici or<! d ife.,e P,trigi cont ro i Collega ti. ,i.dcrl poi ai Jfo,,boni e ::,a.neci;>ò (1 823) a lht spedizione nella Spa.gna come comandaJlle del corp~ d i r iserva , col qoalc si battè al Trocadero. Bordi (Gaetana e 011nrata) . Gua.r-cliane d i << ToJTe


-

BOFl

l\foua 1> $Ul litor ale, presso Follonica, u na di 16, 1',.ltra di 20 ann i. l i 28 maggio 1805 respi nsero d,;l ,ole, a colpi di cannone e d i focile, mi brigan tino ingl~:;c che avev1 operato lo sba1·co dì ~n reras to di niarin :iiJ resis tendo a l foo.:o dc' suoi 18 carnfiJì1i per cinq>.1e ore, fi nchè1 at..correJ1d\> <l:1 cgni p.1ne =-;li a;oltan.li c!cì dintorni, gl i Jngle._;;i $i im-bar1~ar0110 e si dJlontan ;.u·ono.

Bordiga ( Ga11.drnzia). D istgnatore ed i ncisore Ji car te n11litar1, n. e 111. a ]Vlil,uio ()79:i- 18J7). YniLiò il kwor o d i ,ma carl-a della LombaJ·<lia, ma .\.-e r l' arrivo d e i' F r ancesi (179 7) ,i~vettc sosp"nderla . 1mi ~s,u n to come disegnalo.re dell'ufficio topogr a,fico m ilitar,· sot to. ì lacler ci' Albe, e ccope,·ò ,,f~cacemente alla pt·bblicazir.nc della gra udc carta 6'l talia . Passò poi i,el d eposito <li guerra s otto la Ropubblka ita,làana ed il Regn_o, qua!c in1 ci., orç e disc,ga:itu; e <li quell'ufficio, e dopo il 1314 rir ra..-:.c al .~uo posto qu«i1'do I'u~cio -,i tr,unutO in I~tituto Gc,ografico mi litai-e (austr iaco).

Fu

Bordino (Vi'rgù,io) . Genere.le de l g.,nio, n. a Torino rn . a F irc111.c (1801 - 1 ,"9.•. Uscì nel 1!325 dall' Accaclc11:ia cli Tor ino, tenente del gc•1ic. Ideò e costJ·ui ( 1845) una ca";(,:<za a ,·apore atta a percorrete k- vie ordinarie c.d a trai11art; carreggi : fu la rprima automob ik i taliaJrn. N cl 1860 raggiunse J: grado cli m,cgg. generale e qucllu di tenente generale nel J 'l0:~. Fu Cùl• locato a riposo Del Ji',n4 . Fra i suoi hvori si notano i progetti d i « Car,•; pc, equip::igg i da ponte )) i cc Cingoli per ruote di cirriag~i ll, allo scorio d i p~r correr terreni sprovvisti d i ;\rad e : ciò c he fa del B. u.n precursore <lei modernis,;in,i cingoli. 1

Bordo. F ianco d cii,, nwe. D i alto bordo chiamasi una ·nave di forte tonnellag~io e che ha perci,, i iì:rnch i n1olto alti sul mare. ·~avi~azione d i :t1to ho.rdo di<·csi

quella che si fa lontana <!alla costa n egli ocemi e d 1e non può esse.re a ffrontata che d alle navi grandi.

I'assa,·e di controbordo, si d ice di d ue navi che 5i in .crociano la rotta p reseJ1ta.ndo-5i ciascima il ;a to dritto o sinist ro. Correre lo stesso bordo significa. fa:·e ratta par allela_ nella ~tessa <lirc7. ione 3.pprossinnat iva. Tru j,f!c a bordo. I'cr le trappe a JJ. spetta al comanci,inte m ilita.re imbar cato dare ordini circa la clis.:iplina. ?d 'il servizio; dcv;;no dipende.re da lu·i quelli con lui i mba rcati, qu alunque sia, ii loro 6rado, e tutti devon o ottemperare alle ,uc r ichieste r ifrren tis_i a lla .,i:::.irezza

358 mzione d i l'. non nrla in geJ1ere da quella ordin~ria, alÌ'infuori del pane che spesso è sost imito da11a gallet ta. l'ei quad rupedi a S . è con..'<iglia.bile la razione d i kg. 2 <l'avena ; kg, 4 <li fieno; kg, 2 d i crusca; a ui;,:vcrata in bianco con ~O g.. d i solfato d i soda. A bordo delle navi mercant ili, per le truppe iP1 ~arcatevi, deve eS6cre uimandate, un dato nwnero di u:!iciali, sottufficiali, ca,porali e soldati di servizio, in ba3e al!'cntit,ì del r-:parto imbar cato, c0me è · p rescr itto dal rt'gol:irnento d i servizio in terno nelle Ca.!;errne. Co:,ì pure I iene prat;,ca.to per i. se:rvizi di fatica e di scuderi:t, nonché per la pulizia del la nave.

Vis ite a, bordo. I.e visite d i doveJ·e fatte o rc,c cti coman<lami delle. squadre, divisioni, o navi da i;t:crr.t, da parte dei comandanti d i presidio, devono es..,c,re eseguite a B . delle navi, prev io avviso specificante l'ora e la person a che v,t a far la.. Tale notificazione viene fatta >l mezzo. de!Ll,U.!Orità marittima locale, se si tratta ,:ii i:a,·i nazionaJ.i, ed a mezzo del console della nazione se tra itasi di navi estere. T11 mancanza <li tali au torità., la noiificazione viene fatta a. mezzo <l'ufficia.le del prMid io .

Bordò (Luig-i). Generate, r1. e 1~1. a Napoli (15\49~ 1915). Pa rtecipò quale m i litare di truppa a.Ile catilpagne de l 18ù6 e del 18i0 e nel 18i,; fu i,rJlllo,.w ,;ot tot. nel 5" 1·eg,1. L,crsn;tlieri. Fu da capitano insegnante presso la , cuoia .- ottufficia Li ; nel 6 rndo <li cc,k>llnello (1905) ebbe il rnniandc degli Stabilimen ti m ilitaJ·i d i JJCna; collocato in P . 1\. ( l9('17J, raggiunse nel 19.l4 il grado d i maggior genera!~ ,;ella r iscr;a. Nel 1894 pubblici, a Ca., erla un <, :M anuale di geografia. per l'aun.mi,sione a.ib ,tur,la dei sottuffic iali ». Bordone. V. !l,and·istccco. l orrlone Og1tissmiti Filij,po. Gw,erale. n. in ,\vignone, (1821- 1892). F iglio di ma<l re piemon tese, ita,lianizzò il suo nome che era Ilourdòn. Dottore in mc-dici,na e chin:rgi8., prestò servi;do con1c cliirurgo nella 1narina sino

al LS48; fece la cawp agna di Cr i:nea; poi lasc iò i! servizio e nel 1859 sei:,uì i Cacciatori delle Alpi ; nel 1860 era ten . colonntllo capo del genio nell'cseJ·cito meritl iona le; nel l·S70, ,'ssen<:lo colonnello in F r ancia, si recò a Caprera a invitare Garib,ildi a sorcor rcre la R e,pubblira francese. Fu capo di S . J\,f,, prima col grado cl i colonnello, poi cli genera-le, dell'armata doi Vosgi. l'ubblicò succ in ti lavcri·i su Garibakli. e: « Lu repubbli,--i romana»; << I i\,f:iilc >J; « L 'A rmata dei Vosgi "• in francese.

Bordoni (Gù,sef.,f)e) . Geneqle, n . a' Firenze m. a Cromona ( 1851- 192 J). Sottol. dei bersaglieri ,1cl 1872,

dell:1 nave e ècJ ca, ico. Quando si hanno a R. m:tteriali <" provdgioni varie, è bene vi s ia im!)a.ccato anche un con~egna.tario re~pm1s~tbi:c. Le t:-11ppe a B. d evono (a cura del comandante mili-

''.l..re), essere .regola.te <la apposito orario, e sottopo~,e a particola re d iscilp iina. Devono o.!)scr var·e il pi ù rigoroso

si lem;ie, ad ogni segnale <li li.schietto <:be precede il co11)an<lo <li 1na.novra dei m ari11ai. Se la trupp<L n'.sta a B . q ua lche ~iorno, le even tuali is tn 1zic,ni ncn <:levono d isturb3.J·c la man::,vr,t della. nave, L a tru ppa im barcata consuma i l r aJ1cio d ivisa in sr,uadriglir~ :i da.~cJna <lc ae qua li -~iene .:t5scgna.ta unJ. dotazione di utens ili c,i cucia a, a11'idati a l capo-rande; la

Il r·acclatorperlin ic re Borra

fece parte dal 1898 a l 1903 del corpo di truppe colonial i ; pro1 nosso wionnelio ( 1905J eubc il comando del )0° reggime..'1to fanteria e del d'istre tto di CrCJtnona . Collocato in P. A. ( 1909), raggiu nse nel 1915 il grado d i mag.:.


t

Bon.

-

~,iior gene1rale della r iserva e con t:Lle grado partecipò alla ò,'lH,na nel 1915-16; quale comandante di una bri:ga.ta d i Milizia territo.ri.i:le.

Borea . Cacci>ttorpediniere, in a.c<o1a 1v, v.-,rdtv daì ,ca,1,tierc Pattison di N a,poli nel 1902: lunghezza :nctr i ,6.3,40, la.r gbe,:za m . 5,94, d isloca.mento T. 386, a,µpa rat o motore HP 5200, armamento guerresco cann. lV ì6, l:inciasi lmi U; stHto nm,ggiore 3, equi•p:iggio 5 3. Venne a ffonda to nel 1917.

359 -

Bort

d i parte alla campagna del 1866. Col grado di lcn. colonnello ( 1882), diresse l'ospedale mii. principale d i Piacenza ; ebbe da. colonnello ( 1888) la carica d i direttore d1 sanità del 11 coi•po d'arnna ta . Collocato in P . '\. ( 1896), ~aggiunse nel 1897 i l gra.clo di magg. genera le medico.

Borell i (Ca,lo ,:i.,umt,, di i. G ene.raie francese (177 11849). Foce le campagne

,:d o-;uo tempo e guadagnò il grado di gen. di briga' 1 a lla ;\ toscow3 . Duran 1..: i Ce nto g iorni fu co,,,3nclantc del la guard ia na : :,male d i Parigi. Non ade-

Borea Rù à (R.a.f]aele). Ammfraglio, n>tto ad ;\Jbc11_ga nel 1857. Entrò in scr·vizio nel 1871, fu prnmosso çon lra,n.miraglio nel 1909 e vicearnmiraglio n el 10 ! 2, i u

colloc'1.to in P. /\. nel 1915 e p1·omosso viceammfraglic ,!i squadra. nella riscn·a novale nel 192.;; ;··,, dirct;,ore gen~:r ak ciel Corpo 1<.caii Equipag_'-~; c:t 1 .\ iin i~:ero della 1\-fa;-iiia nel i") 11 e poi p,·,·-;k!cnti' de: ( 'onsiglio supencr,, d i l\1ar'n a fino al 1.91,1: qu ind i , c:mu,dantc' in ra-po clèl c·· ~)a rl~mento r1.1. ittimo d' \\:nczia fini) a! 1~' JS. Du• r ante

la

guerr à libica. sb~rc;i to d' it~llJ!"OYviso a 1'ripoli rapi-c.;,,1nt1 ,tc e complc·tamcnte 1-;r·,1: pns_ i;-,e.~ o della cittù. e organizzò solleòt~Lrnentc i .-:r.1, i1.i1 ac-

quìstnnclosi con tatto e sicura fe rrnezza la fiUuci;~ d ella popolazione; in ·momenti diffici li e con poche iorz~ diede ,,a lide di,,posizioni pcl mantenimen to dcll'onii11e e per la innned iata resistenza z.gli at tacchi {!cl nemico; d iresse con molta ~bili tà la spc,u i;oic,nc a ll'estremo orie., te libico e quella pc,· la occupazione della costa di iVr,surata e di Zuara; nel l'az,ione di Bud1eifa col suo imrn-·-;l io Il• in1P. r-vtnto permise che lo s~rco si effettuasse senza dainni e sen;,-1 i nconven ien ti; e per q.uestri. SU>t brillante condo tta 1r.ilira.re fo nomin~ to commendatore dell'Ordine militare di Savoia.

Bor easml. Feste istitn itc, .-,ecnn<lo Erodoto, d agli Ateniesi in onor e del d.io Borea, dom inatò're ùci vent i aquilonari. in segno di gra t itudine per la vittoria r ipo r·ta ta contro la flotta di Serse n ell'.ircipelago. Bore! (Cia1' J,111.,,i). C c11cr:l!e francese ( t8 19 - 18S4). F rese paJ·te alla spedizione in Algeria e in Crimea, al la -c:unpagna d'I talia. aJla guerra de l 18i0- 7 l come gcnernlc <l'i brig>tt a . Poi fu capo di S. M. d~l ministro de-I la Guerra, e governatore .di Pa:r igi ; infine ministro della •'Guarra (1877- i9) e coma.nda.nte d el IH corno d'annata ( 18i9- 1882)

Sorella (Silvio) . ' '. ,iv,ra le m edico, n . a Ga,gliavd2. (Pavia) m. a T orino (1834-l-. ·_ ,,J. Lau reatosi in n1edkina e chi!Tirgia a Torino (1858), fo 1or.1ìn a to nel 1859 medico aggiunto 11€-1 corpo sanitario milit are e si distinse dUTante la ca-mp>t{p1a de; 1860-61 rnerita.ndosi una n1ed,. <!,argento niella p resa d'Ancona . 'Prc,e quin -

.i J

ai Borboni : aderì in-

, .,.- e a._glì O ribi:~ (1830). Bordli Vinccn~i·,. Avvocato e patriotta P."rO{!cnesc.

::<: el fehhrai,, 183 1, %sendc fo ggìrn il duca cli ::lforlena, fn u11 dei tì rmatu i dell'at t o <·m1 \t.1 1 $i <.:ichiarava dl~ .t 1u• o il ...-w.:;1 stesso Venne eia questi ntan<lalo :1 i11rn·t1· i-·rl i ln.,iu::i.tc, il 26 B,ll"e lll Vinn·11zo

.magglo, !o Me:-3sO giorno clt.:11 t.:St.:l.ll/iurn · <11 Ciro

!\Icnotti.'

Tiore/1-i lgnuzio. Geiwr:Lk, n . a Tkrnonte m. a Sa vona (1830 -1901). Sottot. di fat1•.eria n el 1852, parlcçipò alle c.u11.p.agnc del i>lSS - 1856, 18S9, 1860-61, ottenendo una m cd. <li bronzt• a S an :,,,fa.rtino: una med. cl"argci1to ad Aecnna 1_,! la ero· ce di cav. del!'(hline militare cl i Sa v:iia alla presa

d l I\[o1a , dov :.: f u an•

che ferito. El,be d a maggiore le fu1:z:oni di comand ante in 2" c!ei collegio n1i!i tosc ,ii Ffrenz-e e comandò -da t,·i1. cnlonnd· lo e ,h c olonnelio i d istreUi .di ·rerarn:.:i, Sav-ona e Roma , Collomto in P . A. (1892) raggiun,e rei 1895 il ~rado dt 1-na:gg. generale r:.c.lla risorva .

Eorelli Eh-;,lio. :\fodag,lia d'oro, n. ne.I 1892 a Nicastro (Cat,tnzaro), caduto sul monte 1fosciagh nel 1916. Caporal maggior e nel 112° reggimento fanteria (brig<1ta P ia cenza), era tornalo spon1i.u1ea;men t.c, a llo scopp i:cre della guer ra con l'Austria, <la lle A,ner i che, e fin da-Jlc prime settima.ne d i gucrra avev>t u-ovato modo di se~naJarsi tra i ,migliori <lel suo r eggimento, gu>tdagnando una mcd. di bronzo a l va lor mil,ita.re . Sul mon te .M osciagh, durante l,1 n ostra controffe nsiva in Trent ino, trovava oroi-camenle la morte; r.ìla memor ia d el mode~Lo e valoroso graduato fu decretata ia med aglia d'oro con hl sei::ucnte motivazione:

« Durante un intero a,1110 di guerra, da va costante prova di m irabile cor ii-ggio e <li a.r<lente a more di Pa11·ia . Se:npre primo agli assalti ed a lfa distruzione delle form idabili difese avversarie, era anclie esi:,luratore ard it issimo cd intdligente informatore . Nell'attacco del 23 luglio, prn110 frn. t utt i, si sbnciav-a sul r ctiu,latc nem 1-


co, tentando ,di a.pr irs i un ,·,uco. Fèl'il.o ,, nl()rtc, incita va ancora con riohil i parole i c<nnp:-'!.gni; rulgido e,empio <.Ìcllc niù bdlc vi rtù r.1ilitari )j (~fonte ~l usciagl1 . 23 J,,gliv 1916). 1

Sorga (Pon;oo). Bor gata mari1tima della Yinland ia, rrcs,;o Frcdcriksltamn. Co111ba/.;i111,,,rto di B,,rxa, :'lfeatrc ~,\lc,r ina II guer_. rcggiava C')i Lir,:hi, ne vnlk approfittare Gusta\'o 11 I di S,·~z,ia per mole,tarè k. rivale e nel 1788 an,i1, ,ma forte sq\1adra che po0e ,utto il co:nnado del d uca d i ~u<lcrmarut, mentre egli con l' esercito guerreggiava in F in landia. Nel maggio 179() il duca di Su<lc rrnann a ttattb navi russe fl Reval. 1na ne fL, .rcsp-lllto. Lo sk-;.;o re Gustavo volle a.Uo,"a a ., ,s,,mere jl comancio d i una fl,,t!igli,a composta Ji circa trecento H:ivicelli C0!1 d:,emila cannoni. Ball(~ con cssa 1 il 15 m~ggio, presso J:rçdcJ-ik~hamn la flottiglia russa facen<lole perdere trenta. legni, e<! e,nt.rò nel porto d i Borga ordinando a l .Juc.i, di S11dcrmann di r:i,ggiungerln , Q ucsLi però tornando Jall·infeke spe<lizione di R cvst l ìncontrò il 4 giugno una squadra ru~-sa <li dici:1!;Sct tc vascelli e sette frei:;ate connndate da.ll'arumira.glio Ichickakov e per due giorn i la comba.ttè; sop~a.vvenuta rxii l'a ltrn ,parte della squa,lrn ncn1ica. e.be era ::L Rcval, gll Svt.;Òesi s j ritirarono a lloi ga. Qu ivi Gp,tavo l ll fu blocca.to d un ,n te un m,·~e da Ichickakov, contro i l quale la squadra svc<lc5e troppo inferiore non p o1c,·a rornba ttere. Allora i uia.rina.i ~vPdesi, vole:1<lo ~a.lvarc il loro r e, lanciarono nella notte da l 3 al 4 · iuglio quatt ro brnlotti iro fia.mn,~ s•i•lìa sqG~cira. nemica e profittando della co.tfysione uscirono con i vascelli e l'assalirono. Gustavo in tanto con la flotti g lia p igli~va il la r go. li comba ttimento fu glorioso per gli Svedesi, ma vi Jl<'rrJctte:o sette vasce lli tre fregate e cin quemila u omini : ii terzo della. loro marina , Guctavo qunttro giorni dopo ,prc.se la rivincita a Swcnk:,und.

'

Bor::

360 -

Borgatti (Marimw). Generale, n . a Bondeno (Ferrara) nel E ,SJ. ~ottur. Lici gen io nel l8i 7, Ju addetto da :c.ncatc e da ,:aipita.no ;illa Scuola d' Applicah<one cl'artiglicrir:. e gen io; promoç:-:c ( olonnello a sccha ecc:eiionale nel 1908, "bile le funzi,)lli .di capo dell'ufficio dell' ispettor ato <lei Genio. Colloca to in P , I\, nel 1911Ì e r ichiama to i n servizio nel 1915, fu desti nato all'U fficio F ortificazioni <li Brescia e poi al comando genio di Ven ~na, e nel 1917 [u t rasfer it0 col grado d i ma,g g, ger•erale al• l' ispe ttorato genera le terr itoT ia.lc del genio in Ro·• ma. Ri\?llocato in congc:lo, rnggiunse nel 1924 il grado di gen erale <li d ivisione ne lla r iserva. E' a ttualmen te ( 1927) ci ;:-e,,ore del magnifico :Museo del Genio di Castel S . Angelo in Roma, <la lui fo11dato. E seguì i mportanti lavor i d i fortificazione a Roma e a ltrove;'e ,:enne non,i:;alo membro di molte Accademie, Fra le sue numerose pubbli.cazioni ricorderemo ' un trattato <li <e Geometria de-

,cri ttiva » in collaborazione con lo Zanotti ( 1SS5); 11111 "Codice cavalleresco militare>>;, opere su lle « .\ fura » rii Roma, <li T or ino, d i Firenze; monografie sul ge• aio milit~re afla difesa di Venezia, alla diies:t di Roma. nella guerra 1848- 49; una « Encidl)pviia :\Iinima" (storic:t, 1894); e, Il campo trincera to mnden,o ,o. ( J f>-,)i / : « L a for tificazione pcmnancnte contemporanea >> ( 1898); « La fo!op;raf,a applicatc. all'arte mil itar,:».

Borgazzi ( Gerolr,1110) . .Pàtr;ot.ta, n . e 111 . c. M ilano (1808- l848). Nd 1S3·1 parteci pò alla ,;,pcdizionc n;a,zzi• n.ian:a in Savoia; fal!ita ques ta, entrò nc,lla Le,,;ione straniera clclh Francia, cornba.ae11do in Alge:ia . Ne: 18.36 divenne , enentc battcaclosi ,per i Costituz ioua.li sp;cgnuoli contro i Ca.rlisti . Sei 1848, mcntr'era ispettore delle. s1 rauc ferrate i n Lombardia, condusse 0irca •1000 insorti del contado a ~\,li1aJ10 d•ura.nte le Cinque Giormte. e c,idcle ~ Pvr ta Comasina colpilo da fucilata au,tr iaca. Sorgetti ( Giusej! /1e). (:eneralc, n. '.l lvrea nel 1837 , Laur~itosi ingegnere a. Torino (18.59), fu n ello stesso anrh; nvninato :-:ottot. cLut. e sì cl is~in3:.! 1101la can~pag11a del 1860 meritaCJdosi una mccl. cl'.irg·-nt.J 11cll'assedio <li i\ncc,na ed una med, di bronzo ,t.i G:irig).iano. P:·<;i::->~so capit,HH) ' l Sf.2), nclb campagna del 1366 ottennr. u11a. sr.conda. 1ncd. d'argento; ragg:unto il g!·a-do

<li colonn-!llo ( JS66) ree!;(· k d i,-ez. d'art, d i Ancona e di Piacenza e co1na.ru:lò il 2 i O regg. d'art. :duJg. gencnl0 nd 1$93, fo comandante <l'art. da cnnp:un,a in Roma t collocato in }'_ A, (1897), raggi•rn,e m:1 1901 il grndo d i tcn, generale nella risern.

Bo:-ghese (11ri11cif>e Ca1,iil fo) . Generale italian o nel- • l'rserc.i t8 na,poloonico, i; , a R<>ma, rn . a l"irenz,, ( l 7751332). Di patrizia farniglia ron1ana, app•_·na cntr:tti l Fr.:i.ncesi in I talia 1n i1itò con, c:o;si, e fu caldo pa.rtigi:ino delle idee d i Napolcm:e, che lo chiamò a Par igi ( 18().:J <H,n<logli in moglie la sorella P ,,,Jl:na, vedova del generale Ledere. Prese parte alla. guerra. contrn l'Ausriia, durante la qua le si m• ritù il grado di genera le d i d ivi,ior.c' (!SOS). Subito dnpo fu nominat;;, è uca. d i G uasta lla. Seguì N apo)<;(Jne du rante le campagne del 1806, e del 18l 2 cont ro Prussia e Russia. D a uh i.mo fu nomina to governatore <lei clip::u··~in~cn! i t ransalpini, ,-i.,icd enclo a T or ino. Cadu to N'aoohrn" s i ri tirò a vita privata..

Borgh ese (Fmncescoì . Generai~ i talian,,. ;',·,tt•:11,, de! prci;eJ;-_•nte e con1e h.1 i al servizio della l ra.K i:t. 11. e )11.

a Roma ( 1776-1839). E ntrò co1nc cap itano nelh G uard ia im!ier ia le; s i dfatinse aè Auste:rl itz e o. W agrMl! e raggiun se nel !8 11 jl grado di g,,,,. ( d :.r;;;a11. l .a•ciò la fpa.r,cia alla caduta di Napoie(.111~

Borghesi. Vocabolo derivante dal basso latino H B urgense,; n,

abiran ti rlel borgo goder. l! di part ico!~tri di rit ti, franchigie e,c[ imm,in ità, inerenti nèl .~Ted io E vo· al ç0mw1e ; 111a non .au toriz~:ui

rt

politarl:" le a r:n i 'J j a

pre~tare servizi m ilita ri. Di qu i l'attua le s i;;ni(k1to attribuito alla parola 'fl. contra.ppo, to a ·cr1ello deìla ra(egori;t ' :ni!itari. , P er i ~B , sia in ternpo di pace chi; f:1 t,~11 1pc di 3~1e-rra

I;


non

-

Yigono rpcciali di.:µo..;ihioni J~i r,.-~~b.n, ..~n· i mili1·1ri. onde .... ,. itlre che e- ,si r,c.~•<tno tnt:-an~ nc~ii edifi~i. 11 rei)ar! i. s~uza

lù presciitt(t autori1,;,;'-,zj.J,n1.~. >Jelk çascnne,

o slaLili:ncmi •1iilita.ri, i n. no;1 ,0110 ammc~si senza oppo, tu•w r!1:u11c:,,ejme1~to; e senL1 !.sscre dd,il:ln1cnte ac-

co1r,p,Li;aa.1 i,

I n. rhc hanno maosioni pHticolai·i nelle caserme r: ::.taiJili,11c1Hi 1nilitari: cJ.pi operai. can~.inieri, a_,-si-,tcnti al .t;c·rio. 01 1c:·:li, etc., ~ono n1unilt ~i appo.-;ilo certitlr'ato di n,ost r;.mc la !oro carirn cJ ide.ntitic e i'or:.irio ,:ella !oro i,erm'.UKl17..a nei fabbricati u,ilitari; sOn!l naturalm<nl< sottoposti a tutte le prescrit.i-)lli Yi,:•mi :1dl'1,:lcrn11 dei fabbricati stessi. ~ dlc mardc, cani pi ~ra.n'li inr:i.novrc rrc ., i N. an1mcssi a sc1Tiz1 p:i.rtic.obri µrcs.--o le trupi)~, ,on;i ~o,tcpost i ,tUc ~, c>ciali di~posi;.i0ni di;c;piinati e penali; •1ellc pi:,zze d'armi, i 73 , no11 sono amme~si duran te le c;crdtabion i d.·l!e trup;,c, nelle adiaccnz~ delle fori ,he1z.ioni iJ divieto rli acrc-;-.:o per i li. è pr. .·nKtP.enle, rv1:1c lo ~ m!Uc virinanz<! rldlc poh ·er:cre, dove le ~cntinellc, ìn .::a.~o di r ifiuto a retrocedcri', pos..5'..;1w arlrlv~ ~:1.r u.s.o !ell~ :inni.

I n g>1erra 1 B., non posrnno a· trav·:rsarc la linea cic-gìi avamposti se non mu niti ùi « S1lvaco11doitO >> o "I.a,,ciapassaJ·e » rila,;i.tLo dal!<' a·Jtori1;'1 compet<'nti; tale <l11~ume:11to dev'e;;.~•:rc ,·erifìc:llcl dal pi:1 vicino po;to ,,i i·ic.;n csc iint':1to . .'\clic marcic, i B. non possono nai oltrepa~sa.c le a,·a 1guaròie o tc,,te d1 c-olonna. 11:·, ,-~1wmlo ,i:tl:.1 'l.Ule rld I n~mico, proseguire u1contranrlo,i ccn c>.,,c. 1 R. in f]UC\"iti ca:::i Vé'ngono ~1·1v'r1 l tro fermati. inlcrrnga'i. C'd anch<' l1alli in arresto, ~e danno lw,a;o a ,;.)spetti. Tuili i l{_ che wno a<li:,jti a s<-r:i;.i pr,•,;,o l'e~ercito in r,urrr:i, ,-ono anthc sottwosti alla giu, isd iiionc mililarc compct,'nte, cd al C:odkc l'cna le per l'F.sr,rcitn,

361 cci ;.l!iiò 1I fuoco ck-llr sue arli'llier:e. mnli;r.>do il (!Uale1 due

Ogl. c.:~ltra.rono 1il Eorghctto. '.)i 1cring~,·anf> ora a prt S.">ar~ il ponte cd attJ-ccarr \~ altiuc <li ~/..dtggio, quanLv il pc nte fu distrutto <!all'an ighcri.1. a vvcr~aria.

'0,1 cli,p-0nca<lo cli alt, o materi.dr ~,cr il pronto ri,1ltamcnto, i due bgl. si sottrJ.sscro al fuoco austriaco. clisponendo3i, con atteggiamento dìiensi\'n, ,wlla p ianura di ifo;-gl,l'llO. .\ib sera dd 10 gli .waupr,sti J~I .;• !Htt;1·~lion~, ~otto Y.fonzan1L,~n,1, imp<',;:;n~l.tono t:\1 n1 l~!-it0 1\1oi:o di fucileria e.on gli a,·an1po~ti nemici Ciitu.tti ~•,;lh riva oppo.;ta, 1 'Jl!a~i ri.;p'-"::,t;'o .,(•~!anJo il tir•"> fn "O!:o \':1h.•7gio. Qul'sto fr, tto fece c;·c,cl<'rc a1 .h,• '1:51. cli B,ir~h~ttn che ~·li .\u,tnr,ri volc.sscro s ferrare 11n a!tacco ecl allora p re, t·itn•·ro J':1z:one 11en,;'-•a '-hi:unando in a~ione Ja. propria a1ti;;hcria che sp~rò qLa!C"i:c colp'> ~ullt posi.doni t~nutc <.lct~li AustrL:1ci, 1 qua.li ~i ...li_.;onJinarono 1:d abLat:don:irono la, P?~izivnc. Il ni.tttin.1 suc.:es"ivo i <lue hg! Sa\'01a ricoslluirono il pm~tc, p~.,;.u·ono nc;ll'alrra "ponda e si impadronirono rii \'a.1~;;,;io comp letamente nnha1iJonat<' <lai n(:miro. lior,;i.ctto (Linea di) \'. lo,1•:.,.

Borghi (Luigi) . Genera le ciel genio 1Hvale, n. a Tor in.1, 111. ali.i Spez ia l !829-JS9ùì. Enlr1to in sen i, io nd 18-B. promo,rn is;.;cl!c.,ie del g~:1io n:iv,il• nd .18R;. Fu d(·pulato .i.I I'arla11.cH,o Sazionalc µ~I JI Cc)!h•:;io di \'cr,111a nel.la XI , XTT e Xf fl l~~i,1,,L,, ra . :\;1111'(:zzato ... rit1orc ti'i11~egneria n;-.valct pubbl irò 1< J.t:tt ..·r\! !-Jl!a 111.1 inn 1) ( 1~60); « Sulro{,jii:,t·11ento ~I, :l,t marina militare i talio na )1 ( 186 1); « !::'.ti " rc;~11t c e ;ul!',t,'\ c'11irc dcll'armat:i n·t,·ale iu.JL~na. n ( l86J~ : o:~ri' :.11 una l,u,.,,n, v~rsioue cidl'opcra cli C. X ùd ,, Cam,011 . rostr,) ~ 1orµ,c-diac >>.

Horghi :lclti/le. G c,wrak, n. :t C.u:·:l1111 •>"-J nei .\1,>Bti.

Borghetto. Frazione' dd co1l!une d i Valeggio s ul ::'l[inrio (riva destra) . '\"cl 1796, gli Austriaci ~ Rc.w!ieu ave,·:1110 a B . preparata una tosi.a di ponte. Un'av:inguacdi:,. frarn·e~e non osò di a..s..sa iirla ; ma, sopraggiuu lo ;\[urat con h ravalleria, ed a,·endo un reparto di granJ.tie,i condo!ti dal G arda11ne varcato il fiume sotto il fuoc:u degli Aui'l riar i, qucst.i hatlerono in r itirat a (30 maJ.tgio). :'\:cl 1813. presso B . 1cr caYalk•ria rea le it31Ìlna ~bbc uno scontro con gli Austriaci. in cui perdette 21 111or'ti e I SO feriti.

Roma , IS~S-1918•. Sottot. dei bcrs~,g:;eri nel IM6, pa rtecipò eh ca.pilano alle cam!'"~''" <l'Africa dr! 1887-8::1 e come colonnello co1m ncì-.111tc del 32° r egg. fant~ria a ila campagna iulo-1u1-r.i c:el 1911 1912. Ebbe cl.i magi\. gen~1·alo (1 9 13) il CL>mandc dc>lla brigata -, ·allcllina; promosso 1cnen(c .gt nera le p,1 rtccipò alla '.~t1erra 19 1519li. a::sumeaclo ,id 19 1i il comando della R. (ìuard ia d i Finanza,

Cm:1bat1i111c11l0 di Borflhctto (') aprile 1S4S). Appartiene alla campagna di qt:ell'anno contro gl i Austriaci. l.l 9 apri le JS48 la 3" divisione italiana arrivò a Monz.imba.no; ment re il 1° regg. Savo ia ve1me C>(,cu,palo nella costruzione d i u., ponte sotto quella lor.aliti,, a due bgl. de l 2• rcgg., agli ordini del çolonnello '\folla rd, fu <lata la mi;;sione d i oc.cuparc Bor;;hctt o. <11i Austriaci, circa 6000, occuµa\'ano la ri,·a s inistra ,lei fiume e le a !ture di Valei;gi..i. li colonnello l\~ollard, p·,r ~•iare l'attcn2J1one del nem ico, fece aprire il fuo1:o ai propri pe7.7.i di artiglieria ed indiriu.ò i due hg!. 3n l·!orghe tto r,cr 1111a ,·ia tran:rsa. TI moviiocnto :,erò fu scorto dal nemico

Borgia (Ccsarr, riuca Ji Valcuti110). Secondo figlie,. natura.le cli papa .\lc.-;.,~ndro •;r ( 1-157-1507) ~ htto card inale dal padre fu da. lui da to ia o;tag~io a t;arlc,. VIlt; riuscito ad evadere òal campJ francese, e bbe la fortuna di sf·Jggire .illc ,·cndct:c d~I r,, CJrb; ,h qcdl'cpoca, e sixcic dopo la scor.:p:irsa Jel 1:-atello, duca <li C:and ia, attribuita allo stes;,o ('csa r•.: , q•,1~•;! i 111•110 la &l.la condizione ecclesiastica con quclh rr, il;t:,.r~. A,·ut a •ma. mis~ione presso Lu igi XJI ·h Frand1., si ao:ord6 con lui per conquiMe in J t:i.lia. i{i~ntr:uovi co11 20,)0 cav:i.Ui e 6000 fanti (1499) intraprese :a çonquis1a delb R oma?na, P re.-e In,oh, Forlì, Ce5ena; conquistò P t'saro a!

I'm ,:),esi C:ùr.;. B<itl i.,ta. Capiru,10 s-~nc-;e cle; <-e~ :,;vr; scr·i, sotto i'. d uc,1 di Firenzr e f11 a lla di fesi di Voltci ra. qtdacii ~a.:,.J., in Gc!":nanil.. d-.>ve fa nmninuto c;,lcnncllo e consigliere di guerra' d.iirimper,1tor~.

m. ·,


Ilon

-

cognato Sforz.'.t; ind i R imini a P,u1dolio -~bbtesta, e Faenza a :'ll an frer!i. il q -iale OJJl"l5e o,t i11at,, resi'"tcnza con le armi. Creato duca <lai -padre ( 1501), ' s i diresse vc r~o il pri11cipato à i .P ioml,mo, ..:h~ tol.;c nc ll':inno $Cgucn:e ali' Appiano. Teni(, pure ,ii pc·:mlerc l:Jlo:;na e Fir(.n1..c. ma Unano; e nell'a.:~nr. ~.;~ç tcnl'! i11di..,~c g~i~rra :tllo 1stato d i C.,mrdnn. e ric,111:1.;1,I,'J p,·r q 11csl0 tt upp~ cd a r tiglierie a G uidnbal-do di :',•Jr.nte idt,·o <.!11ca di ì..' rbino. Questi in on1~~~io ,ti 1•.1p:L l~ concc,;:-:t.; n.:t t! J;. se nr ,·alse µ:r occui,:,rc Ur'Jino e tut:o il ducato; ;.rcs•! poi d'assalto Camerino, facendone strangola.re, appen.1 in ;,ossi~sso, il signore ckHa citt;1, ~..,i~tl i'J .li V.t1\tnc.\ e i fì~liuoJj_ R ivolse a:lo ra 1iuovc:L:r1c11t~ k- ~uc n1irc: vc:r.:u Fin.Jtlt\ rna Luig i Xli, tocco <la~~J! Luncnu·lc dc.gli ..:podC!tttati, e ,._on~io d c~ìa 1n~t!a ié~""lJ <ldia sn, ,\;!,:Jnl'l

col B., proibì a questi di avanzare e richiamò anche le suo solçlatesc;.hc. Se.nonch.è il B., recatos i :1 M ilano ;,rcs,so il re, riet;b~ le truppe e gli aiuti ~ :.u~to 111os-

comro Giovanm Bent ivoglio, ingiur1gè11dogli di cedere Bologua. Di qu; ~or•c una lega lii principi contro il B., ed i ::0.fontefc ltro, i Vitelli, gl: Orsini, i Va.ranot i !.i ig110J'i di Per.?g ia, Fermo, Senigallia. Siena, ~fa tutti c:ondottieri, raccolti i l<>:o soldati. giurarono <li difendere le loro terre ed i 1,,rcJ di.ritli D. riun ì 3000 Svizzeri, e con ~ubdole offe rte sedussi· talun i dei pri11dpi m inori a r ito.rn-:1.re Jl(•l ~"o Cst,1·cito: ciò fatto, mos;;e contro il .Montefeltro e il Yara.nn, che costrinse a fuggire, rivolgendosi poi con~•o il dcll:1 Rovnc che vin•c a Sen ig1.llia (1502). Nello stes,o giorno fece arre~ta.rc nel -propr io campo gli u 11iciali che l',,vtv:Lilo aiutalo a riportare tale •~illoria t Vitdlozzo \'itelli, Oli,·erotto di Fermo, Paolo O~ini, il ouca <li G ravina, e France,co di Todi) e li fece metter,· a mor1,-. e faceva l1 rrcsla.re e uccidere gli ::tltri capi della casa Orsini. D iven ta to l'assol•u to sov1·ano ddl?. R a,magr.a, delle l\farche ed T;mbria, stava per c,~1e inco1onato re dal radrc. ma la morte di costui ' ;i; a gosto 1S03) co3trinse il B . a n,ccoglicre i suoi soldati ~ Roma, e a st r inge.re n uova a lleanza. con la F ra nci::t. E•letto papa Gittlio della. R overe ( 1503) queJt i organizzò ia lotta contro ì1 1::i. :;!i f )r.;ini nl! sconùs,5er'> l'esercito; i Vcne.tiani invasero la Romagn:i. 11 Borgia, ammala_to, s'era. rinchiuso in Castel S. A1:geic, ~ G iuJio lI, f .1.i! 1)?0 ~lr1·C::ttare, volle .)bbii~ii do a resti tufrc le l\)rt~z.ze: il::c:,i\l r imas~cgli in R cn::ngna; 1na i coma ndanti J i e3S<' ri.mn~cro fedeli al l:!., il quale, un anno dopo, comprò la libertà dando l'.:irdine <!i cederle; senond1i Consalvo d i Cordova, cui avc\'a chiesto os pitaliti1, lo fece :1.!'l'e~tare e mancJ:irc p ri,:ion ic ro in Spagna. D ue am1i Jopo riusd a fugi;i , c, e r ol cognato re <li Navarra ;;rese parte alle gue, re contro i ,~sti1,-ti21~i: -:enne c-olpuo a mmle pre;;~o il Ca51ello <li \·im1a ( 150 7) . L a S\::t vita ioraì il sc-gge tto ~l M :ichiw el!i ;,~r la celel.Jre op1'r:, dc ~ TI Prinoive J>. S(•

n

fJorgia Michele. Ammiraglio della Oott:i. io:nana nel 1455- 1458, nipote d i papa C:illisto ITT. e da quest i spe-

Bon

362 -

d ito con una squadra di 8 galere contro i T,,rchi ,·crso la. :,lace<loa b i11 a,iuto -cii .:icanckr b~;;. i\ ppro•hlo n,·I golfo del Dri.no, è sba.rc:..te otto bandiere della fanteria scelta romana, co,trinse 1\m~, ribelle allo Sca.n<lcrbc6 ·,d abhan<lc.narc il ca.~j)o, e ~,lllt:ihuì :on ,:ucst'ultiu,o a haitere · i\1usulmani.

Borgia J,;•rnesto. G enctalc, n . a Napoli, m. a ' lologn:t. (1330- 18()0). <\h.:nno a lfiere <lei gcn 'o nell'c~crcito

delle o~c 5ic.ilic t ISSO\, ;,arlccipò .la capitano alll cam pagna del 1860 disti:1;,1oc:1dosi all'a,secli•J di Capua; entrato ,,ell'escr cito ita liano prese p:i.rtc :dia c:tmpagna Id l866 mcr:t,rntlosi una med. c1·argent:> a Ct1$tnz.1. Nei gradi di .nr.gg,orc e ten. colrna1cllo iu c;nmr.dontc del genio mii. <li Salerno, vice direttore del g(-n:o cli Pak,:mo, Firc·nze e :'- apuli, uftìcial~ d'ordinan7.l. on•ir~rio <l i ':i. ;\l . f' romo5~0 colonnello ( J.~/f!) rc.;se le d i, c7.ioni Ht·J· genio di A les.snnrlri:i.. e d i Capua.. R..aggiunto n,·1 ;g~9 il ~r:1do <li 111~~~ r;cncr~tl~ c!,bc il comaud,;, tcl"T itari'.lle del ~cnio di l ~ol()!(na.

Rorgi~ 110b. iUccar<io. venerai~, n. ·t 1-'irna .:e nc·l 1Xf9. Sottot d'art 11':I 188b, p:,n ecipò ,dl:t ~u-~rn. l9i5- 1918 ·. 1 coU1a11do del 40" 1~Lggruppamomo as~od io e s urcess i,:m1on1.. nella r,iazz:i. m~ri,:j;'la ·li \'ea~~i.1. > cl clopo ~uerra chh<- il comau<lo <lei <lep-hilo del 5° :irt. Ja iortczza ·.!d il cnmando del l'' rcgg. 1n. ,la costa ,, rei 1•1::0 fu rnli(icato in }'. A. S .

Borgna (Giocmm1). Generale, n. a Garessio nel IS-l2. I artc:ci;>1, <la voloma:io alla ca.mp:tJna d'!l 1 ;.)(\ e alb campagna d'c\frica d<'l ]896-97; ron 11 prom~;ion,~ a rn1,mncllo ( 18•;71 ebbe il com~ ndo drl ,;4• r"gg, f,,ntrri,,. Collocato in l' . .'I ( 19,)0) e r ichiamato in sc.1v1zi11 pr<.,.•o il "oma.111" Jella cli\·isionc militare 'li Cuneo ( l ?i/l) ; <),),), r..1gg1un:-.t• nel 191; 11 ;,.r1do J1 ten. geac,·al:! :-id!a ri~-~,..l. Ro,·g11a T'olerio . Genera le, n. ad .\ lba.,

111.

a ·J-1;r ino

i 18 +2-1911). Sotto!. d•·i bersaglieri nel IS61, si oi3t in,,e

nella camnagn.1 òel 1866 mcritando.-;i una me<l. cl'nrgen to a CustrM 1. l~bbc <.ia colonnello ( t8)6) il -.omanc!o del 6° regg. fanteria e collocato in P. ,\. \1900), rar,;;nms~ nel 1908 il grado <li magg. generale nella riserva.

Borgnis- DesbordP.s (G11stn~ei. Gcllerale fr,nrcsh ( 1(139-1900). En•,i, nell'ar• tiglieria marina ( 186 I ); fu incarieit'\ LO di 1k:._~niiioni nell'a lto Scnee;a l pc.- l' in•,p ianto d e lln f ..1-r<n i.a pc, ::O.Ic<line . l>a cokmnrllo <lire= tre campa.g;n, 1 1 quelle region i fra ~ r,1ega I '-' N iger ( 1881- .183.,). H.icnu-ato a Parigi h r-,,m inatc ispettore gcneia!r. ,ldl'escr• cito; all'epoca del!« spedizione n el 'l'onkino (1884) ne ebbe i! com,, ndo Xominato gen. d i bdrat:t ( l 886). poi di divisione ( 11190) organi1.1.ò milit.1rm•~nle 11 T on:: ino, dove n1orì.

''

B org11is- Dcsbnrdc; C1,i-lo. G cncr:dc fra.ncese, f1~1tello dd preccdCnh\ 11. nel 184,<. Sotto! d'ar t. n el !.'363, prese parte :dia guerra franco-i,ru;siana; fatto prig ic>ni•ro a ) 1etz r ientrò in Frdnc ia e concorse alla repre"°ionc èclla


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BoR

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·Comune. D a t"nen tc colonnello fu direttore dd la Scuola pirr tccnica n1i l. òi Bourge:s, dove rin1a sc anche da cclon nd lo ( \ 89\). Generale nel )$98 fu poi nom i,i:tto isµet• torc geJWr~dc: dc ll'a.rn:amcnto ;-)elle r.o.s.te, e c11n~emporaneM11ente mem!)ro del co-~ mit.ato tecnico. !'~,.; 190( fu nomina lo m~,l1bro del Consiglio supe.ri::in· di gue r ra, dove r.n..1 sc fino a l 190S, colpi;o dai limit' di età. 11

Borgo

(1frci11to d-i) Cos;t.ru1to a R o,H~ rer in-

carico c!i

r ,l >!t• 1 lI

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363 -

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~~anga llo~ che p:·(.~ettò it"'

for l ifìc1z 1on i rlclia c 1tta Leonina. D:t C:1,;td S. An:i:cdu, Lt nuova cinL t. prncc-

Jev-a vcr~o i! l)d\'(.'{\ ,rc le C<YII iHe a,l m·<..,: del Va• t içonot e· cpllndi \'O)~,...n<.lc a snd rag?i• 1n~c·v~1 il :no·nte di S..--.;pi,·ito L'd il l'evcre. In n1cnn di tre ai:IHl \ 15 -IJ154:5) ~orsero tre Lu.iu; rtli! -:Otlo la Jirc7.,{one del Sa..11ga.llo · ;.1 Ila Pùrta 1 a ;\·! . Santo SpiritcJ -:ci ~l.!.di Inturc-nati; c~s i furono riuniti con cortine . Sos ;)esi i lavo ri per dispute (iamo,:i q :1elia t ra il Sangallo ed il Buon;nroti, al la presenza d i f'aolo· I II) e d iitì collà nel 1545, un :ir,no dor~o i: ~:1 1H J Hu mori,·.:1.. Riprr:~~ l'opcl·o.. su:1 nel l !-,61

Borgo, gravemente danneggiata., fo dovuta sgombrare ; nè fu poi rioccu pata , fino al termine del-la. guerra.

Combattime11ti di Borgo e Levico (23 luglio 1866). A,pparrtengo.no alla cam pagna do! 1866 in Italia.. TI 22 luglio il generale l\'(edici, che operava neUe Alpi Venete, continuava a<l avanza.re fedele a,l compito ricevuto d i marciare e far p resto. Il ma.ggiore austr iaco P ichler , il quale tentava d i contrastare l':iwrnzata. a.~versaria, deliberò d i difendere il pos.s<sso cli Borgo ove s i era rit irato J;er sfoggi re a.lh minaccia di aggira.niento che, nelle r,osizioni occupate d~1.nmk i coml,att ii,1,,11,i del Cit.mon e di Primola.1101 gli pervoniva <laHe li tLµpe i~aliane

sui monti a destra del Brenta. Borgo sorge sulla sinistra del Brenta lit dove Jìnisce il piano e le fa.!de delle d ue pé',·1dici de lla vn.lle s i ravvic.inano. A nord della città si elcrva un'altura, su cu i sorgono i castelli di T c lvana e di S . Pietro, !a quale costituisce la chia,e della posizione. Gli Au3lr iaci J' occ11puo:10 postando le prop•r ie a rtig lier ie presso lo stesse casteJ,Jo di T e lvana.

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1

1. Pol'la di s . Pie"ro ; 2, To1-rlonc di papa N icol a; 3. ne1v;-11erc; 1 . Oallinaro; 5. Can11e10 ; 6, 1ncoro na11: ì, ) lun t e S. ·, ;pi l'i1 o : 8. Po r·bu ;.: _ Sptriln : 0, Filll1lC

'

i l DuonJ1Tot i che progettò e costrusse in i,a.-te il Bas tione del 1Jclvedere . Por tarono a compimen to il recinto gli a-llicvi ~uoi J:twpo F usti detto Caslr,iolto, e Fran cesco Lapan:lli. l baluardi <li S. S.p irito ad a ttati dal Sangallo con acco;·girnento a lla c0ilina, s i er gono tuttora in1ponen ti a testimoniare con ·la loro massa n1urarh) dopo tre ~eco!i e !llezzo, la bellezza dcil'arch itNtura 111i.ii~a,·e del Cinquece nto.

Borgo. Capoluogo della Valsugam.. ".\'cl Medio Evo fu p reso e sp ianato dai Carraresi in. lotta con gli Scaligeri. ·venne occ.upato dalle nosl,·e t ru.ppe nel-ie pr ime settimane d i gue rra, e s uccessivamente, dura.nte l'estate del 19 15 la no·5tra o;;.cupazione venne 11llargata ne:!la conca 1circostar.te. Durante }'o ffensiva austriaca del .nrng~~o 191-"'.:,

Ti generale ·Medici d,,ci:.c d i a.Wtcca rli ed inviò il 2.ì" rcgg . bersaglieri a destra e il 27° regg. fonteria a sini~tra1 riservanclo l'attacco lronlalc al 25,., bc r~:aglieri ed a l 28° fanteria . L 'atta cco fu T>repa,rato e protetto da l fuoco delle a,·tiglierie con tro le posizioni nemiche e<l il ca.steillo . Il 2.3° regg. bersaglieri si impadronì delle alture a nord ; la •colonna prin ci pa.!e si lru1ciò conlJI'o i l paese e n e cacciò i l n emico, ,wvolgcndolo da sud p1,ima ancora ,che questa manovra fosse compiuta dal 2i 0 reggimento fanteria cui era stata 1x1.rticolarmentc commessa.. I l maggiore Pichler 01xlinò allrJra la 'ritira la su Levico e f ece assumere <lalle sue r iserve u na posi zione di relroguar<lia .p,e,;so R oncegno. Il },ledici lanciò la cavalleria all'insegu imen to men tr e i bersag!ie1·i cd il 28° fanteria continuava.no a.d avan za re facendo molt i prigionieri. 11 Merlici ,lccisc di ra.ggiu'!)gere L evico n ello s tesso gic,rn o, e in conseguenza distaccò sulla s i-nistra. il 61 ° reggimento, invia ndo una compagnia d i bersagl ieri verso Cakeranica e Cal<lonazzo) pe.r protcggers ì dalh~ p-roven icnze d ella Va.I Sorda e <le\ Lago Cald o1~a;;,: 1.• . A n otte l'avanguardia s'appressò a Lev ico e vi trovò il ,ncr,1ico . li maggiore Pit.'hler, col ,uo p iccolo corpo di truppe, già ba11uto a P,imola no e Bor,go, r inforza.lo da. un battaglio.ne venuto d a Verona, non s i attend(;va -l'attacco degli Ital ian i ,prima del giorno su ccessivo, ma il generale Nic.d ic i invece n on esitò ,, tenta re un art tacco notturno. Alle sue tn.tJ},pe, stanche ed affam~tc, d isse che il ciho ed il riposo li ay,rebbero troval i a Levico e mosse diri tto al-


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Espugnazione cti IJorg-o.forte (18%) l ,.,,11angoli ne1•i ;nlla rt r . clP J nu,,.,,. m1,p1·r,élntan0 11uppe italiane , <'0 1\tl'O ;

l':tttacco in orèìine- profoildo. sclt;.;a. grida : i b<:r~~gl ieri sulla fronte con il 28° fanteria in linea d i colonne di barta.glione c-d il 2i" acl ;mmcdiato sn., tegno. L'attacco ebbe esi't o folk:e: gli Austriaci sC[tte~iarono un violento fuoco, m'.l ce<lntero prtsto. ritir:wdosi disordinatamente su Pc:-g~ie. Le truppe italiane s i fcnnarono attorno a. Levico. Il ~ 4, ).ledici avanzò .su l'ergine a Gbandonata dagli Austriaci e i.l colonnello ); egr i col 61." fanteria occupò Calceranica e Caklomtzzo. Borgo I'·ietro Battista . Capitano e scrittore del secolo

x,·II, n . d i Gc1t0va. C,mil.iattè nelle file degli Svedesi e pu hhlic0 (.1633) i « Commentari dc bella succ ico n, tradotti poi in varie lingue. J:,:,rgo Carlo. Gesnita del se-e. XVJTI, n. <li Vicenza, autore di un tml tato : « Analisi ed es,trric ragi.o!'lato del 1':irte JeJla fortificazione)}, d i 1.:ui fa cenno Luig i -~Vfarin i nella << B iblioteca di Fortificazione». Fe-de,drn II fece il lJ ., che er.i andato a l ;no servizio, colonnello degli inµ;cgnc.ri n1 ili tar i.

Borgo a J,f<Jzzcmo (ant. li11tia11.·1w1 Cc;.!,·.1111). Com une in prov. di Lucca, s ulla <lr. <lei Scrcbio . Presso il B orgo nel 1169 i Lucchesi scon:fi.,se-ro un cm Jlc d i r ibelli uniti a milizie p isane; r imase.ro padroni d i B. solo n el 1227, quando riuscirono a prenderne la i-occa. :\"el 1438 fu asscd-ktto dai F ior en tini in guerra contro L ucca.

Borgoforte. Comune sulla sr. del Po. in p rov. di Mantova. Vonne dai J\,fan tovani fortificato nel 121 1, con mura e torr( e dagli Austriaci dopo il 1859 m uni-to di qu attro forti : uno (Motteggiana) come testa d j j,ontc sulla dr. del Po, e tre (Rocchetta. Bocca di Ganda e ]vfagnagu tti) sulla ~inistra. I. B attaglia di Borgojorte (28 ottobre 1379). Appar tiene alla guerra tra. i Gonzaga d i :Mantova e i V i.sconti d i :V1ilano. Gian Gak-av.<o. Vi5conti, sconfitto da

r,;rtl 1we11patl tlag-11 a11,tl'i:wi

Gonzaga a Govc,·,n olo nell'agosto dello stesso ,111110, r ichi,unò Alberico .Ja Barbiano dalla Toscana e assoldò Facino Cane; qu indi r a.ggiunse li. con forte nerbo di truppe accompagna to da una t1ottiglia sul Po. La Hottiglia v~contea as-:;n) ì le. navi a.rmate del GoHza.ga davanti a B . e le sconfisse, pron<lcndo tre galee e 25 g~deoni.

lT. Combatti;uento rii Borgaforte (24 novembre l526). Un corpo te<le5co cl i 14.000 u ., comandato dal frunclsberg, ,·ernie assalito da un corpo <li cavalleria n1entr'cra in marcia su B . L a retroguardia fece fronte e respinse l'attacco, condotto da Giova,nn i de' ìvfedici, ii quale rima.se feri to <la un colpo d i falconctto al ginocchio cosi gra\'eu1entcl che, rr:lsportato J .;\ fantova, vi morì pochi giorni dopo. 11!. Presa di 13orguforte ( I 702). Appartiene alla campagna dc-I principe Eugc.nio in It.aHa; egli aveva la.sciato nel settembr e 1702 a B. UJl debole presid io (300 u .) per recarsi contro il Vcn<lòme a protezio,ne della :'llirnndola. li conte <li Tessé usd allora da 1\fa.ntova e invesll B. dalla dr. del Po, mentre un altro corJ)O fran cese l'inves th ·:,. cblls sinistra e akune bar~he amrnatc chiudevano le conmnica.zioni per acqua. I l p r. Eugenio inviò i l conte d i Stah rc:nbcrg in soccorso del p resid io, ma quando arr ivò a Governolo e,ra già avvenuta la resa di H . a i Francesi. IV. T entativo contro Borgoforte (1814). La testa d i ponte _sulla. dr. del P o venne, nell'P,prile 18 14, i1west ita dalla divis . D'Arnbros,io ·d ell'esercito di :Mural. Il gene11aJe italiano Paolucci, agli...ordi ni del vicerè Beauharnais, comandante della piaz7.a, fece una sortita, ma non r iuscì ·a cacoioce il D'Ambrosio; frattan to però l'ah<licazionc di Na.poleonc fece sosp endere le ost ilità . V. E spugnazione di Borgojo·rte (6-18 luglio 1866). Appa·r tie:ne alla campagna del 1866 in Ita lia . I forti au-


Bon

-365 .-str iaci erano a rmati con 76 ,cannoni ed_ avevano un pres id io di 1400 ~1omini. 1 giorni 6 e 7 fur c;no i mpiegati dagli haJian i in ricognizioni mentre giw1gevano a n1ano a 1 11ano le compagnie d'artiglieria e del gcnlo ed i va.rii materia li. Il parco d 'artiglieria fu posto a Suzzara, quello , Id genio a Cà Denati .presso Tabeillano. L'8 luglio fu fissato il ,lisegno d'attaca> d a parte del generale N aglc e dei maggiore Gcné, rispettivarnentc con1J r._danti <leffartigliet'Ìa e del genio nelle operazioni ossi<l ionàl i contro J3orgofortc e fu approvato il g iorno 9 Jal gene ra le Mignario. Come ).)rimo obiettivo fu decisa l'espugnazione del forte di Motteggiana e d i quelli laterali di T<occhet ta e <li 1,lo~ca di Ganda. Il giorno 9 stesso Jm:,i,o iniziat i i lavori per la costruzione . d i 8 ba tterie sugli a.rgini del colulore ·zara, le qua.li furono ·a rmate ,ccn 74. pezzi (50 da 16 e 24 da 40). Fu deciso <l'iniziare r azione il mattino del 17 luglio. Il 16 i l generale Migna..110 trasferì il suo -quartiere generale alla Croce del Gallo e fece dislocare: .)a b r igata Regina a La Valle; il 38° regg. fanter ia a T àbellano ; il 37° dietro gli a.rgini dello Za.ra, negli intc,rvaJ-li e sulle ali d elle batter ie; i,l l O bgl. bersaglieri, con un plotone d i cavalleggeri Saluzzo, a S. Benedetto Po a guaix.lia d ell'ala destm; ,il 21 ° ,bgl. bersaglieri r, protezione d_el fianco sinistro. All'alba <lei 17, ap,pena gli Austi-ia,ci scoprirono le batterie delle aJi, com inciarono un vivo fuoco contro quellè, pTima <la! forte Rocchetta, ,poi da quello <li Bocca d i Ganda. Le pre,dctte batterie risposer o, le! i,, breve i l fooco si estese a -tutte le altre. Ben presto le artiglierie dell'attacco sovcrcl1iarono quelle della. difesa. I l forte "'.lfot teggian a :rallentò il fuoco progressivamente e verso mc-zzogiorn0 t~lcque. Gl i « Itri cont in uarono a !lran;. r.!~~ .anda rono sensibilm.ente rallenta.n<lo. A sera tutte le a r ti_glic;,ie della d ifesa. e:rai10 ridotte wl silenzio, e verso le ore 20 a l comandan te cli Borgoforte fu chiesto telegraficamente dal comandante d i M·a.ntova se quella [)()Jizione fosse ancora tenibile. La risposta fo negat iva ai1che per 1

-,a scar.siUt di n1unizioni , ,i.n conseguenza d i che un con-

s iglio di ~ruerra riun Ìlù in 1dantova., decise lo ~~0n1bero -di Borgoforte ed il genera le Sztm,kovics verso le ore 23 .spedì l'ord ine di ritirarsi Jcntrumen te facendo saltare tu tt i e qua.ttro i .forti. I,J forte cl i Mottegg iai1a fu sgombrato subito, gli a ltri ve1,so mezzanotte; tut to il p resid io xiunito s i ri·tirò su ::VIa.ntova d'oncle d ue battaglioni s'erano mossi · a<l accogl ier lo. Q.uan<lo, verso le 3 -a.nt imeridiane del 18, gli Ital ian i ,stavan o per riprendere l'azion~ in vigore, udi.rono due fortissimi scoppi sulla s in istra dal Po e due d ense coir'nne <li fu11Jo : erano i forti <li Rocchetta e: d 1 hc,cca d i G·anda che salta.vano . Q_ue lli d i :i\ Iottcggia.J1a e Centrale -ncn subirono uguale sorte pc.Tt:hè furono mal prepara te le operazioni di br illamen to; secondo ta-luni anzi i•! fmte Centrale ~arcbbe· stato salvato _p~r ,.,pc:·~ ù i un ard:.to terrazzano c he avrebbe it, tempo tagliato la m iccia ,accesa.. Il 21° bersaglieri fu fatto '])assare sulla sinistra del Po ad occupare i l forte Centrale e gua:1x.lare le strade; il resto {lelle truppe fu fat to a.ccamp:i.re presso Mot1

teggiana.

l:Jo,.gofn.,te. Cannon jera in legno, costru ita ,jn Frantia µer la rnaJ'ina sarùa ( tonn. 253, macchine 55 cavall i); 1Ja:,ò nella. flot tiglia. d el lago d i Garda e fu ra<lia.ta ~,e! 1869.

.Borgogna . Ant. regione della F rancia, delimitata da

confini ani.ficiali, che fu un:i. delle quaranta circoscrizkmi del vecchio rc:nne tra la Franca-Contea, ~J :~ive.rnese, b Cha.rnpagne. Fu abi tata nel 410 dai B urgt111di, rifugiativisi dopo la sconfitta subita <la i GopiJ; e dagli Unni; nel 436 subirono una seconda disfa1ta dai GalloRoma.ni. La B . fu incorporata nel reg.no dei F.-anchi ne-1 500. Dopo quell'epoca, ,col rallentar~i della potenza dei Carolingi, sorBero t re d ifferenti ,tati d i B . 11 reame ·isjuran ico, quello tra.nsjura.nico p!'o•v enienti dalla Contea di B., che Iuroi)o r iuniti in un solo regno (1033) da Rodolfo 11, sotto i l titolo di Graude B ., o Reame d' A rles, e il ducato di B ., ,che fu p o i la provincia di B . propria 11nen tc detta, che raggiunse la s ua massi ma potenz a miìita.re., minac,-ciando di soo:verchia.re quella dei regnanti di Francia, d a l 1361 a l 1477, C'!)Oca della sconJi:tta di Carlo il Temerario (V. Borgoguvni). Vorso Ja rnetà del sec. XV, il du•cato d i Be>rgogna possedeva un solido csercil o, nel qua;e trovavasi la migliore cavalleria. dell'epoca. Disponeva d i 300 grossi cannon i e di anigi ie:rie minot,i. Le fanterie erano ccxmposte d i mercenari (soldati tc<leschi e ita!liani, rurcieri inglesi). Le forti ficaz,ioni deHa B., secondo quanto risulta da lle relazioni de,J tempo, sono opera d i un italàru10. Tutte le opere dolla Borgogna si tTovavai-.o nel 1548 in compJe,to a.~·-se tto <-Jii d ifesa, per opera deffingegnere rnilita.rc senese

Gerolamo Bcila.rmati. '.f'-ra.ttati di Rorgogna. Vanno sotto quesio n ome tre rrn1.t1ti di a lleanza e pace : Ullr, 1dd .'i83 (fra Gmltrano di B. e Chi~perico I re dei Sa-sson i); u no del 588 (fra. il dc!lo Con t ra.no e i conti d 1 \-Varoc e W idimacle); uno del 597 ( fra T hierr-y di JJ . e Agilulfo re dei Longobardi) .

Borgogna . Non1e di un regg. napoletano, creato .nel 1734, e reclutato in F ,ancia. :'\el 1780 conservò il nome,

ma venne costituito di miliz:e nazionali. Un suo bgl. prese parte a lla difc~a d i Tolone ( 1793). Il regg. partecipò a.Ila g,u~rra del 1 i98 contro i Francesi. Cessò di csisl<:!rc nel 1799 .

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Borgognone (Giacomo Courtois, detl0 il B.ì . P i ttore francese, n . in Dor gogna (donde i l soprannone), nel 162 1, n1. ,i Rom,1 nel 1676, conosciu to anche col cognome ita lianii,.ato di Cortese. Speciailista in r.pia<lri <li guerra., f u un vero artiSlla.-so!d~Lto, e un caposcuola . Il Viardot (« Le meraviglie d ella pittu ra J>) lo d ichiarò (( primo fra i 1:rirni ». D ::>po rudi menta li studi i d'a.r ttc, sceso ir: I ta lia~ :nilitvrc nel 1640 s i 1nise a schizzar so ldat i, sc:ara.mucr~, campi; poi Ju a R oma alla s-:-t10la di lVIicbe langc-lo CerC]uozzi (ckt to :::,,1 icl,eb nge!,, ddle i,attaglie). Chiamato a Vienna, caro al principe :'l[atlia , ne dipinse le b..:;;ta; tornato a Roma, continuò a lavorare - intensamente . Ha riu:tdri piccoli, movimemati, con ottì,m i effctt i 'lontani, << p iccoli grai1di quadri », sparsi nei musei d 'Europa e apprezzat issimi dagli intenditori. 1

Borgognoni. Popolazic;ne d'origine J!~rmanica gi:r a bi tante (secolo II] e lV) fra Odcr e Vistola denominata. da i Romani « BurgL.:ndii 1 llurgundiones1 Bu.r~antes >>,

ccl a :H.:he << Urugundi ll, dal loro modo d i vivere nei villaggi : « Burgen ". Appartennero alla tri bù ck' V~ada.l i e com bat terono cogl i Unni e coi Gcpi-di dai quali vinti fu rono costret ti a.cl emigra.re vcr.so il secolo V nel la regi,,ne che da loro fu detta Borgogna. Qui però vennero


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ad acco.nita gtL(Tl'a pri1na coi Ron1ani guid~ti da E6io che l i ,sconfisse due voi-te ( 435 e 436) coadiuvato dagli Unni capitana ti da Attila. Poi guida ti da.I re Gundebaldo, pare chiamati da O<loacre, calarono in Jt,t!ia. :\fa frattan to i Franchi in iziarono una lunga g-.1erra contro i B. finchè il r e Go<larnaro f l< vinto a Digione da Clodoveo (.5 00); i figliuc,ti di questi ne con)i}letarono la vi ttoria conquista01do la Borgogna. e rendendola. provincia franca. Scnonchè, co:l'affievolivsi d ella dominazione franca, i B., a poco a poco, ne scossero il giogo. Nel 538, cir-ca 10.000 B . vengono Spediti ; n a i~to dei Goti, da · Teodebc rto re de i franchi, per sottomettere i\iila.i10, r ibdla.ta,·i a Vitige e òifesa da :.\fondila e Paolo capitani gTcd; nell'anno scgut~lc: i B . coi Goti vi entrarono e Ja saccl1c~giarono; i n 1aJe spcdiz.i,0ne i B . e'lner.sero per le loro qualità mi litari, e già si diffrse la. coscienza del nulore ò i qud popolo. Nell'879 i B . elessero re il con te l3osonc di Vicruw., cognnto di Ca.rio il Cwlvo, che si iece chiamare re d i P.rovenza, e stabilì il rea:nc d' Arles (Borgogna Cisjur a.na) . Quasi contemporaneamènle i J; , a.·1 di qua <lei G iura elessero re Rodolfo d i Lorena (883) che cs:cse j suoi dominii fra Gi,urn ed Alpi Pennine fondando il regno t,ra11sjurano d i Bo rgogna durato ftno a-1 1033 quando Rodolfo TI li riu nì in uno solo.

Bon

Borgognotta. Arenat•.1ra dd çaro ,simile ~Ila celata~ collri. visiera s2.! ien tc: aìJ'.in ruori e cci guanciali mobili. Erano co~i arn1a.ti i donz0H i. i pai;;d;i i sergenti ed,_ i soldati a p iedi. Fu anche chiamata <<borgognona», e

r.13

1

l'uno e l'altro nome at te...:;tano

l'u~iginc ('.: <1UL~to co--

:)ricapo difensivol da lla Borgogna e (h i H orgr.i[-:noui i

B. !Lt'. iaca

( :'<'C-0 lo X\' I l

Borgo~oni fu rono pure chiam1ati gli abitanti del duca.lo di Borgogna, Jonùatooi nella. stessa epoca (837), cbe fu ipoì

kt Uorgogna frrnncc....;.e proi,riarncnt1.: de~~:t, posta

ira. -J'Yo1mc, la Costa d'Oro, i l N ièv:-c, e 1· .. :,a Saòne. .l B. subirono una ::::erie di guerre in cau.;.a Cdle rivalità fra i loro <lu;:hi, e gli altri prctendcnti .i llc terre in loro possesso, spocie nel secolo XIV e XV . .Morto Carlo il Temerario sotto le murn di Nai1cy (1 :7;·1 Luigi XI riunì i l ducato d i Borgogna aJh Cornt.,t e i 8 , segu irono le soni dd regno di Francia..

n. pola,...a (X.Vfl)

1la,-xr1g-no11:i (Fa:àonc elci B., uf,posta a qw. /fo degli Ar111agnacs) . Durante la b'llerra dei Cento a.uni, e pre-

cisa.mente sotto i rer;ni di Carlo Vl e Carlo VH, sorscz·o in F'raHcia le d ue fr1zioni dei !3. e degli Arn1rign;ics,

contrappm;te pi,rchè rapµresen tava.110 due ca.tcgcrie d-i vcr~e <Cti ciltadini. I B . e;-ano g'li esponenti del popolo, o per meglio d ire della demo,;ra%ia_ Gli J\rn1agnacs inwcc nuppresentav'a.no l'a,ristocrazia. La fazione dei B . ebbe alla testa C-ionumi Senza Paura. duca di Borgogna, capo della più potente casa .principesca di quel tempo, mentre g li A Lilnagnacs erano di modesta s ignorii del 1nezzodi. Le due fazioni si fecero aJ'icate a lternativa meJ1 tc degli Inglesi, o del r e ~li Francia. Dopo un secolo di lotte, g.Ji Armagnacs riun irono intorno a sè nelle provincie meridiona li tutte le forze della nobi!ltà feudale, e del patriziato ci ttadino, co,~ituendo un esercito agguerr ito e potente. Le o,t ilità scopp iarono violentemente dopo i'assassinio de l duca d 'Odéa.ns ( 1407) per petra to dai iìch1ciari del duca di Ilorgogna. G li Inglesi "' uu,·lt'epoc,t fua·ono ora con ·l'una ora con l'alt ra faziione. Però alla fine coi B . rima.soro gli Inglesi) ment re con g1ì Armagnacs

fu il re di Francia , avendo Giovanni Senza Paura trattato cogli I ngksi dopo la battaglia di Azincourt (1415). Col trn.ttato ci' Arras ( 1435) concluso trn 1•.iJ-i.ppo il lluono di 13orgog11a e Ca.rio VIT, cessò (] Uesta lu nga guena civile, e co,n e:s,,a vc1rne a manca.re la causa delle in tromis;sfoni degli In~'.csi in Fr::i.nciaJ i quai[ i ven nero e~•:ìPtils i dal s uolo francese, men t,;·c si consolidava la monarchia fr:ince.;;e.

H. <·on µ-l utndale

e vis iera mobl le a ria ttata

B . SPffl.J)l!Ct"

a tt ·(' cn•s re

quali per i prillli le, introdussero in ltalia, ( ·,-1 Jnnµo la bcxrgognotta non ebbe più i gua..n.cfo!i e ia \·istcHi., e Jasciava perciò il vi3o scoperto 1 difendendo solu 1,:ì1 il ca.po

ed il collo: es~:.\ andò i:u disuso, cou altre ar ni <:ìf· nsivc. nel secolo XVII. 1

Borgomanero (ant. 1Jor1,,1 1;i,; niu111). CoE1une in pr0v,inoia d i Novarn sull'Agogna. Poco dopo il 1133 fu drconr.lato cl i g.-osse ·mura e torr i. l\"el 1363 venne assed iato da·He bande inglesi a l soldo elci J\farchès~ di :,,ronfcrra.tu, e nell'anno seguen te venne risparmiato da GaJc:127,() Viscont i, ché o r-di,nò la distruzione d i 1utle le altre rocche del territorio. Sotto le mura ~li B. il 20 aprile 1449 avvcn.11.e una !)attaglia fra l'eser cito "<lel d uca Ludovico di Savoi.1;, comandato da Gaspare Vara, e le truppe di Francesco S for n, condr,tte ,·la Ba, tolomco c ,,Heoni : la b:1ttag lia, che prin1:1 volgeva a vantaggio d~l Pic:n'latcsi. finì p er

convertirsi in piena vittoria del Colleoni che, circondati:: i Savoini spint isi C'.'11 in"!.peto o valore troppo innanzi,.


fl

Bori.

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s'impadronì del campo, Nel 1636 (14 giugJcJ) B . f u oc• cupato d a tntjl'po franco~piemontcsi, coll'ciottc dal p-rinc ipe T ommaso di Sa,voia. Nel l645 e nei J 653, venne nuova.men te molestato da truppe fr,,ncèsi, ~ 5 ann i dopo subì nuove devast azion i in causa cklle lot te tr., Francia e Spagna.

Borgomaro (Burgr, Marnm) . Ccnn1nr, della ,p rov. di Imper ia. Poco lungi dal caseggiato, sopra un'altura, ne~ secolo IX, fu costruito un c,ts~ello, di LU Ì e.:.istonc t uttora i ruderi, contro le incursion i sa racene ; er a cc• stit uito ·Òa. un fortino a mezzailmia, e d a una rocca c in ta di gro.:;::;e mura e porte; e ra de tto e< R..ice.to ;)_ Xc! 1614 Spa.gnuoil i e G~novesi aveva.no occu,pato Oneglis, ; il comandante ·d i questa c.•ittà, Leonardo Braglia, s i ritirò successivamente su Beslagno e poi ,u j •: dove r esi s te tte va lor osamente nel R iceto, d n to d 'assedio per lungo tempo. Ma alla fine, colp ito a mor te il comandan te eroico, il castello ca pitolò e fo ~lai nemici smctnte lla,to.

Borgonio (Giovanni Tommaso) . lngegnere m ilitare e ca rtù~rafo p iernontes:o, n . presso T orino all'inizio del secolo XVTl . Fu dal 1650 addetto alla cor te dei d uch i d i Savoia, ed accudì particola.r mentc aJla c01npilazione delle cart e t,ypografic he de l ducato, che accompagnano l'oper a di Giovanni Bbeu. La s ua principale opera fu la carta dogii S ta ti Sabaudi in 15 fogli. ail' l / 190.000 circa, pubhllicata. nel 1680, ò ia.mata <e Cart·a d i ]\fadama Reale ». E' considerata come la pr ima vcr.a ca.rta to· pogr afica ; fu r ip rodotta. cla.ll"ingle,;e Dury ( l i6S) · e da l piemon:cse Sta.gnone (17i2) e<l ebbe ,·i gore lino a.i p r im i anni del secolo X1X.

Borg(I S. Dalmazzo (Ant. U,·bs Pcdc ,w). Comune in prov. di Cuneo allo sbocco delle vaUl i <li Stura, G esso e Vcrrncni1grn1, importante nodo stradafr. fino dai tenipi romani, pa"cllè comod~ via d 'a.ccesso alle Gallie.

R esistette ai <l:i.nni recati dalle invasioni bai+xi.richc nel V s cco!o. Fu preso rie! X se~olo dai 6~ rac~ni e di· st rutto : rico truiw ver,o il 1000. g:it nel 1041 s i com in • ciò a chi,trnare li . S . .D . Nel 11 74 cor~ pericolo cli venire conquistato e disuu tto d a I'e<lerico I, che aveva già as$()(.iiato Asti e distrutto a lt re città, ma d opo la i)ill taglta di Legnano fu salvo. Nel 123 l ça,clde sotto i! fmore dei Milane~i, i quali saputo che iJ march . di M onfrrra.to e ii conte di Savoia avevano chiesto a iu t i all'Jm. pera!orc, ent r·arono r.e-1 terJ·itorio c,:,n 800 ,c,waili e 4000 faJai comandati d a Uber to da Ou:no e (! ;,, rnssern B . con altre tc.rrr. IJ con1anda.ntc 1nj]anesc periJ vi lasciò la vita . I Mi lanesi, corlh·o B. S . D. su::a ,traila di Cuneo costrusscro un forte detto cc Pizunt (_:ur~ei n. Dal 1535 al 1540 fu p iù votrc devast ato e messo a sa.eco da Lodovico Ilollero, signore <li Cent allo, e da un Ct])O rna.snad:ero al soldo rlel re d i I'ran cia, ch iamato T orrcgano_ Dopo queffcpoca ven ni.! r:costn,:t•ì, a n-ipliaw e munito di un fort e casre-llo pas,ando ai domiil ìi del m archese d i Ceva. J\fa Amcrko cli Savoia pr eso quel forte lo ,Ji5trus., e. B orgo S. Da/mazzo. Bgl. alpÌBO (2° rcgg. Cuneo) CO· st ituito nel 1882 col nome di b.;l. C ol Tenda : nei 1886 as• s unsc la <len ominazione di Borgo S. Dalmazzo;-·nel 191(1 ebbe un nucleo di M. M . ; nel 192 1. fu assegnato al 1° r egg. n1,i nel gennaio 1923 f11 nuovan,en te trasferito al 2~ r e;;gin1en to.

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Bort

Campagne di gu erra: 19 1S- 18. TI bgl. ore.;:> m Ca mia pa rtecip:11, do a v11rii fatti cl'arme nella zona di M. Paularo; nell'aprile 19 16 passò nella Conca di P lczzo, sul .\,f . Ro:'!'lhon , ove rimase fino all'ottobre 1917, allorch~, in seguito .cll'ofiensiva austr o- tedosca., rip iegò combat t e,1do dietr o il P iave ; nel 1918 fu invia to sull'Ada mello, indi &ul Tonale ove r imase fino alla fine della guerra.

Borgo San Donnino (:u1t. A ·ugusta Fident;a ] 11/ia). C ittii in prov. -di Panna, sulla. via Emil ia. Durnnte b lotta fra ).fa r io e :S illa, ndi',S3 fu qui scvntittr, un c-sc.rcito cli :i\fario, comandato da 1"1. Lucullo, daUe truppe dell'avversario. li . fu in lotta con P·ar.:,~ fino dal secolo Xt e fu poscia oggetto <li contesa fra .!:'arrna e P iacenza. 1<.imatsto a qce-st« ci tt i , vc:rnc fo:·tifica,io : i .Parmensi, a l co·nail rlo d i Rolando Dc Rossi, lo prcsèro e smantellarono nel 1198. Passato in Iéu<lo a i Pall,l\·i· cÌ110, fu ancora ([249) ripreso dai Par mensi che ne a bbatterono di n uovo le mura e le t orri erette dai Palla• vicino. J ,e lotte <lurarono fino a l 1390, quando i Vis«ln ti, estesa la. domin az ione del d ucato d i Mila no stilla clr . del Po, riiltorarono le fortificazioni di .Borgo. D ivem lli i Far(l(·se s;gnori di P iacenza, ebbe.re anche B .. e .l\.lessandrn veno il 1576 fece cinger e il borgo J i num·cmura, <:::in terrapieni ,; fossati : il ,t utto venne fatto c!r • molire da suo figliv nel 1602. Dal secolo XVII B. seguì le sorti <lei ducato d,i Parma e I' iacenza. Solo ne l 181-4 \ 14 apr ik:) si d>bc una piu,ola Lu ione, tra g :i u.u8tro1

n::i.polct:1.n i e trupp!' f1'!;L:tcesi fr1 ritir;,~a, C.Lln~..; n<Ja~e 8a1l

gcn. l":i.n1bou rg~ qu esti ulii.nri dopo breve scaramucci~ abbandona rono R,>rgo Donni no .

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1

C·,:nb(lt.tin,ento rfi oorgo Su.n Vonnir o (l uglio 898). Ap;nJ"t icnc alla ribellione di Adalberto di Toscana c011· tro Lambe1·to <li Spole to. Quegli mosse l'.lvìa, ma Larnbert0 lo p revenne e lo sor,prcse a JJ., scon.figgendo:oe faccn,lolo pr;gion icro. Poco dopo Adal'bèrtO c'ovettc la sua li berazione ( 15 ottobre 898) a.Ila mort-:· d i L,mbcrt('). rc1· 11na cadu ta <la cavallo.

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Borgotaro. Com1me in prov. d i T'a.nrn1., su·Ha sr. del Taro, :i.Ile pendici elci ~,orga Uo, cafrna cc•1trale dcll'A~pennino. ~.iii a.r- tichissirna foncbiionc. Tu a i te mp i ài. '::J .-!n J\la.gno feu:lo de i J\•1 a la.spina, poi pa».sò a P ia cen za. Pa,pa J 11nocenzo JV se ne in,po»sessò passaudolo ,ii Fi<'sc b, ( l W0) . Jl due,, di 'Milano, T'i lir,po :vr. Vi • sconti, fatto lo conquista re dal suo condottier o N'icolò. P ,ccin ino, lo la~ciò a lui in feudo : s•:;1oncliè, spent a,;i la sua cfactnùenz?., orin,a i l• 1e:;cbi, P'l i il l'arnese ( 15-'li) l'occ1•;,aronn militarmente. Ke l 1578 le popol11z1on i di B. sos te nnero un.i. viva Jutta co·, :e rn i!i;,ic ,]c-1 principe· L :t ndi rhc l'aveva tolto ai } "a rnesi, e i~vorite dal duc:1

-e·

d i Para1:i.r O~ta vio Fa..rncsc, riusciro.10 a b.J.ttcT:e ; nLll

rimase in p0;sesso <l,:lle lrnp:,e cie l Famesc e fu suo feudo (161 -1) per 0 ar,z io,ie nnpe1 ia lc.

Borgo-Vercelli (Ant. B ulgar>run e poi Bolgaro) . Comur,c in prov. d i Vcrccilì, su lla sr. <l~l!a <e ,__ ~, 1. l ntorno aì 11-80 venne munit o di cJs 1ello. "-sei 1232 (9 agosto) fu firmalo nrllo st~s.:;.o ca~tcllo un trauato Ji p,,ce tra ì/c rcciiesi e :ì\rova;-c ;i sotto Ja pr1 s~denza <li Piet;-o Ven to,

pode.=ità di 1'.lilano e<·ì arbitro. ·r~ r.l 161.4 ) clurL1nte i l dominio sµagnuolo, G:ovanni di .'.lknd0za fece fabbricare poco lont;;io b for tezc:.1 d1 Sr.,1doval, che diede mot ivo a conJlitti. sangu1n c~t /n p arte dei '3avoi;i, i cui dmnin ii dalla p.irtc di Vc:·cd li conii•-


·;1arva.no rnn ta.lc baluardo, l'o-:0 prima del 1660 ta le fortezza venne disu-utta, e di essa rimangono solo , ruderi, <.lai quali r isu lta, la sua importanza cd estensione. La sci-a del 23 maggio 1859 B. V . fu teatro di uno :scontro fra truppe italiane ed austriache. Verso l'c 17 •una colonna a ust r ia<.a della forza d i 3 cp. <li fanteria, .2 pezzi, ed 1111 pi. di oa:,alleria, fia.ncheg_f\iata da 1/2 squa,drone di ulani per Casalino e Vinza,gho. ed aHro 1/2 sqr. .per Villata, s i portò in r icognizione su l3. V. Ma a Molino Camera urtò nei pic;;oli posti dei bersa_glieri (22' op. del 6° '1:>gl.) che ripiegarono su Roggia ::vrorta. Questa compagn.ia, comandata d a l capitauo R ossi, ·0P [)O5e s•ari'1 r,:si,;te:na e ò i<,dc tempo a i r inforzi •:li ac,correre . Difatti v~rsc, le 18 arrivò una. sezjone della 2' btr . che iniziò i l tiro contro quel-la austriaoa e d iede moc!o a lla cp. bersaglieri d i prend ere alla baiori.eti1. j J mu• l ino; sopra.gg,iw1li da. B . V. due bgl_ cd uPo sq,iadr . del N izza cav:tl)eria., g"li Austriaci furono obbliga ti a r iti rnrsi s,u O rfcngo.

Soriani (Giuseppe). Gene:raJe, 11. a Caorso (P ia ,cenza) 1,el l ';68. Snttvt. ciei bersaglieri nel 1888, en trò da. capitano !iel Corpo d i ·s. l\'1. e fu aJdct'.O a comandi. Scopp i;>,ta la guerr a nel 1915, mise in luce le sue m ira,b ili doti di cornandan te e J 1 ,-a lo rose .anilllalore dd lc s11c t ru p,p c con la pa.rola •e con l'esempio. Fu sci vGli·! ferito r cinque volte tkcnrato al valore. Si meri tò una pr.i1mL me<l. <l' argento quale coman<lante di lè~g. nelle azioni di Cipr:, niscc e di ·S. Muco (10 l'i ,igostc· 1916) ; la er oe" d i cr,_v . dell'Ord ine m ili tare d i Savoia ·sulle stesse allt,rc di San 1,'1arco nell'azione del 14 novembre 19 l 6 ; un,t seconda meda.glia d 'argento quale comandante , !i brigata sulla B,;insizza nell'agosto 19L7; la riço1n.pcns:, d i ufficiale dell'Ordine m ii. di Savoia alle :Mclette c:i _r.-cza ( 16 novcm bre-5 diceflllJrc 1917) ed in6ne una terza med. di argento, pi-~na c0t11e <;omandante c.F Lu-iga ui, -p0i di d ivisione durante il ripiegamen to ,hll'Isoazc al P iave (ottobrc-n_ovembrc 1917). Nell'a.goi,to 1917 ottenne anche la p ron'lo~ione a m agg. .generale per merito d i ,:uerra, e per merito straor<.linuio di guerra quella a tenente generale. Da.I novembre ) 9l8 aJI giugno 1919 ebbe il comando ,della 7" divisione ceco-slovacca ; r ientrato in I talia comandò dal 1920 al 1926 la d ivisione cli Padova. Il gen. BoriJni, fra •le rud i fat iche , !elle a.i mi, ,·it•sd ad addottorarsi in medicina e chi.rurgia.. Borio (Francesco) . Generale, n. a Racconigi m. ad Acqui (1 840-1911). Pa,,tecipò d a. volontario alla campagna dç( I 859 meritandosi una metl. d i bronzo a Palestrn; pr omosso sotto l. d i fanteria si dist inse dufa.nte la ca,m pagna d 'Anc:ona e Ilassa Italia ottenendo una medaglia · d'a rgento a lla presa d i Gaeta. P1-e.5e parte col grado d i capi tano alla campagna del 1866, e promosso colon· ne llo (1885) fu comandante dell'l 1° fo.nt.eri,, e membro ~upp'.ente dcl!a commissione centrale magazzini militari.

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368

BoR

Collocato· in P . A. (1.898), ra.ggiunsc nel 1906 il grado di magg. generale nella riserva.

Boris (Principe ru.<So di Twer.) Nfjl 1426 combatté oontro Vassili « il Cieco JJ e contro i l principe Szcniaki. Poco tempo dopo arutò Vassili a riconquistar,' il trono con le armi.

Boris Giovanni, Gmiernle, n. a Cannagnola nel 1832. Pwtecipò da soUot. <li fru1teria. •a.Lia campagna del 1859 e nel gra-do di capitano aìle campagne del 1866 e ciel 18ì 0 ; promosso colonnello nel 1885, ru· nominato comandante <le! 54" rcgg. fanteria. Co-llocato in P . A. (1889), raggi unse nel 1903 -il grado d i ten. generale nel!a riserva_

Borisov. Citti,, s,llh Jkrcsina, in corrispondenza della fcJTovia Varsavi,t - Brest-Litowsk - 111osca, ~iste1m•.la a dif%a, con resta d i pon te sulla riva s inistra, -•a i Polacchi, quanjo si ~labi<Ì rono, nel 1919, 1 èife,,.1. della Jin2a <lc!la Bcrcsina . F u in ,porta:' te , obb1·:llivo dell'a ttacco d el cenLTo bolscevico nella battaglia di :'.1-Iolode ciino n el luglio 1920. Borjés (e J~or~è.:;, don Gi11seppe) . Gene:ralE: spa• gnuolo ( 1803- 1% 1). Pu:ccì,pò alle guerre civili della Spagna. nelle file carli.stc. Venuto in Itali~, agli ordini ,Jfi B,11honi <li i\ apoii, l u con decreto -c1~1 luglio lo61, da.I rnarcsc. Cl,1ry. p osto a rapo del movimento insurrezionale borbonico nelle CaJlabr.ie. 13 . con altri spagnuoli, coadiuvate• dal capo di S. M , col01,nello Langlois francese, sbarcato a Bivona, pro-seguì per il bosco d i Lagopesolc dove ra,ggiu11sc la rù,.1...~nada di brizanti, che e:ra agli ordini del C,u·mine, Donatc<l!i Rocco, camuffata da eser,cito insurrezionale. 11 B. s';11u~e ancora d i trovare nelle ro:ioilazion i elementi per costituire un vero esercito fe<le.lc a.1 .Borbo,~i. e iniziò la lotta ba tt~ndosi vd>ie voite; sfì<luciato però e vinto (b ile h•iche, decise di abba.ndonare l'impr c&'l, Il 2 di::cmbre 1861, coi suoi ufficiali spagnuoli, intraprendeva la via. d~l ritmno, mentre il Langlois rima.11c,•a coi briganti.. Sotto l'egida d'm1a Ga.11diera. italiana, e le spo~lie di itali;;.ni volontari .si diresse ve.rso i[ -confine pontifici.:-. Giunto al va:lico d i Forca Ca.n1so, il B. (7 d icembre 1861) attese la notte per andare a R occa Sinibalda coi suoi ufficiali. Ma a l vi,llaggio d i Santa Maria s ul :Monte Bo-ve, il màgg. Franchini, co11 40 bersaglie1i, lo raggiw1se. Dopo a udace e strenua d ifesa in un casolare, dovet te arren<lcn,i. F u nel d1 seguente fucilato a Tagliacozzo coi compagn i. 1

1

Borkowiez (llfotteo) . Governatore (voivoda) di Posen ( 1343-1358) 11oto come il creatore della più antica lega ,Jel.la nobilt,t in Polonia. Nel 1352 i signori della P olonia , ri-uniti da B . a Posen, giur uono di m:urn::iersi wlidali per la ,lifesa contro iutti -i n emici che avessero atta-ccato la con fcdcra?.ione. l ,a lega. e!'a i-,tituita <lai B. contro Casirn,iro il G rande, ma fu sconfitto, preso e r inch iu so in una torre, dove morì d i fame dopo 40 giorni. Bormann (Carlo Federico, barone di). Generale belga, inventore di a,pp.u-ccch ì per artiglieria, ,; scr ittore mil. (1796- )874). Fra i suoi scri tti meritano ;:mrlicolare segnaluionc : ,, Co:1siderazioni ed c~pcricnze sul Liro degli sbrapnels in I nghilterra e Hclgio, con paTtitolari considerazioni su l loro impiego n ell'ullima guc1r., >~ ; <( L'l nuova granata ·delle bocche a Iuoco r igale ►, . Inventò

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BOR

JlU·rc una miccia per l'acccnsiont interna deìk !,'.rnnate a tempo, che ,porta il suo nome; ed un acccn.iiiorc per car toccio a mitraglia.

Bormida. Fiume a ffl. di dr. {lCJ! Tanaro, formato J1el bacino surperiore da due diversi rami che s i riu-

1, i~cono a monte di B istagno : la B. « Oc-ci-l-,n talc >l o .J i :Mill%:mo, che nasce a N. O . del Colle di Cadibona .<, O à B. «Orientale>> o <li Spigna, che sgorga dal ]\fonte Settaprni, e, <lo,po <li essersi riunita alla pri,rna, rncco,glie a d~trct le acque dell'Erro e deU'Orba, e sbocca a vctlle <li Pavone, nel Tanaro, con un percorso di oirca 50 km. Dal ,punto d i vista mi-I. la B. aveva in passato ,maggiore imp0Ptanza che oggidì ; iù fascio stra-da.le svolgentesi attraverso la valle delta B . d i Spigno, d ,e me!te in comunicazione di retta Savona per Cadi.bona, Carcare, Dego, Acqu i, con Alessandrict, cost itui,~a una via d'accesso e di n1i11accia contro quel campo trincerato. D ifatti ta le s traida, che ha cffotl.ivamentc valore strcttegico, fu ,·ipetu lamentc ricodata nella storia per azioni i.mportanti <li guerm. Dc·ve notarsi inoltre che l'alto bacino della B. çoi suoi affluenti mette in con1uJ1icazioue una. larga zona della Riviera ligure, da ;\1benga a Va,razze con la p ianura di AJessa.nd ria , per i comodi pas-.5i di Ca.dibona, Rocchetta, Masone ed altri minori.

Bo-rmida. Nave d i uso locale (cisterna da T. 50), in acciaio, costru it.t nel caJ1tiere Odero cl-i Sestri Ponente, entrata in servizio ncl 1899, radiata nel 1925: lunghezza m . 19, .Jar3hezza n•. 4,i0. dislocamento T. 86, equ ipagg io 6.

Bormio. l.lor;_:o della Vai•cllina, sulla strada dclìo Stelvio. Partedpò nel secolo XVII alle guerre di religione e nel 1 i97 ai moti della Valtellina, untn<losi a•lla repubblica cisalpina. Comba.ttimetzto di Bormio (2 l uglio 1859). Fa parte ,delle operazioni -in Va.ltell ina durante la campagna del 1859 i n I ta lia . La br igata del generale Garibaldi il 30 · _giugno era giunta a Tinu:10, co?1 l'artiglieria a Madon na

369 -

Bon

generale Kuhn, s i credeva.no schierats! da Bormio allo Stelvio e si calkolava.no in 7000 uomini . In ~osta11za il gonerale Kuhn non d isponeva che di 4 compa.g nic cacoia,tori, 11 d i linea e 9 di landesschiitzen, di uno squa, drone di ulani, di mezza batteria di obici da montagna e di una batteri.i a cavallo: in t utto 4200 u~mini. Egli si era limitai.o a. spingere due compagnie di cacciatori sul ver,a,1te lomlnrdo dello Stelvio, tenendo la r iserva in S. Maria e son•eglian<lo più indietro le altre truppe. I l ten. rol. M ed ici ave\'a ordine di tene.r si sulla difensiva, limitandosi a.cl impedire al nemico d i prncedcrc nolla ,·allata. Kon potendo, data l'esiguità. delle forze, di,taccaro truppe da guardare tuLt.i i difficili pa%i mont ani, <:rcdotte opportuno di portare la àifcsa pi(t a ,monte, e ritenne migiiore partito di fare d ifesa, at ti va, mole.stando cioè il nem ico con continui attacchi. Gliene porsero ·l'occasione gli stessi Austriaci, i quali, avendo imposto una forte 1·equ isizione a Bormio, per il mezzogiorno del 2 luglio, in<lussero la forte popolazioHe di 'quel borgo ad invocare .la protezione del Medici. Questi, il mattino del 2 luglio, si avanzò coi suoi per lo stradale e per le allture laterali ; giuuto a Ce,pina spinse parte delle sue forze a sinistra sul monte Oga e par te a <iestra 5tll:e a lt ure d i Piazza e di Piatta, e trasse in nanzi due compagnie ad occupare il ponte di Santa Lucia, a.Ila foce <lei Fro<lolfo ne.li' Adda, en trambi non guadabili. 11 distacca.men to n em ico, costituito da cacciatori agli ordin i d i un capitano, che s i trovava a llor! mio, ve<:lendosi m i,n acciata. la r itirata dai Hc>c,tri dic prncedevano per il .monte Oga, strepitava per accelrrare le operazioni della requisizione, ma le due compagnie, che, agli ordini del maggiore Fanti, avevano passato il ponte <li S . Lucia, erano già in vis-ta di Bormio, s iccl,i, gli Austriaci, dopo di aver scambiata qualche f..lcilata, stimaronc, prudente ritirarsi e Bormio fu occ,1pata da i volontari garibadini. Questi provvidero a fortificarvisi, mentre le truppe dei maggiori Fanti " 13ixio occupar ono le alture a i piedi di l\fonte Cristalk, che co~tituivano la naturale difesa della conca di Bormio. N cl 1866 ( 11 luglio). i volontari valtellinesi, comandati d a l col. Guicciard i, respinsero presso B. una colonna austriac,1, e prote,sero la Va ltellina.

Passo di Bormio (o dell'Umbrail} . E' all'alt. di 2512 m ., fra b. val!e de l Br aUJlio e la valle d i Monastero nei G rigion i.

Bornernisza (G,.cgcrio) . Fabbro unghere~e rhe ntl 1552 con lavor i tecn ici coadiuvò !"eroico Dobogo alla s!rc-J1ua difc~a <l i Erlau contro i ripetu.ti assa lti dei Turchi, così da obbligarli a ritirarsi con enormi pe-r<lite. Fu chia.rriaito << L'Archimede di Erlau >) .

~ Austriaci

-Italiani

di Tirano; GJribaldi aveva mandato a d is-posizione del ten . col. Medici, che occupava Trescnda, il II batta~ glionc del 3° reggimen to (1-lixio} , una sezione d'artiglier ia, un dislacc,unento del genio e la compagn i.t dei ca1.ibinier i genoves i. Le forze austriache, agli o,d ini del

Borneo (Isola di) . Gra11de i,ola (kmq, 740,37()1 dcll'arçipelago indo-ma lesc, fra i ma,·i d i Cina, G iava, Cclebes, sepJ.rata <lallc F ilipp ine dal mare di Sulu, e dalle Molu cche a mez?.O de llo stretto d i j\:[acarnv. Pare s ia stata scoperta da Marco Polo intorno a.I 1271, che la chiaJ11Ò !a Gran Giava, n1a ne viene attribuita la ,ccope rta uft'icialc soltanto nel 1518, ai compa.gn i <li Magellano. La sua colonizzs.zionc non incorninciò che nel secolo XVII d a parte degli Olandesi. Essi vi si stabilirono ne l 1609; tuttavia le coste ddl' iw!a non furono del tutto note fin quasi a i nost r i tempi . Verso il 1838 24


BOR

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un gentiluomo in.glesc, Brooke, riuscito a penetrare nel Sa.rawak, trava,gli-ato da guerra c ivile, andò in aiuto con le sue truppe al Raj1L del paese, e questi, in compenso delle sue prestazioni militari, lo nominò principe, e gli ci:<lelle terreni da coltivare. Nel 1847 riusci a negoziare lllt trattato d'amicizia fra Inghilterra e sultano, ma nel 1857, &<:oppiata un'insurrezione provocata dai C inesi, fu costretto a fugg ire. Però tornò quasi subito con truppe indiane, e, dopo fie.-a carneficina sugli tnSOrti, rientrò in potere ddle proprie terre. Verso il l87i B. fu visitata con scopo coloniale anche da una mi,sione italiana, della quale fecero parte G iacomo Doria, il comandante Racchia cd il doti. Iloccari. Attualmente l'isola è tenuta nella- parte N crei eia una coloni.a i:tglc:;e alla quale è unita anche l'isola di Sabuan, cd ha per capitale Sanclacan, e da due colonie ola11desi delle quali una oocidenta,le con capitale Pontia.nak e una sud-orientale con ca.pitale Da11djen-na.ning. Da riueste colonie, come da Singapore e Giava, fu durante la guerra mondiale esportata gran parte della guttaperca ci,c servì per le gomme adoperate dagli eserciti dell'Intesa.

Bòrner (barone Cristoforo). Gen. austriaco ( 16501722). Servì nell'artiglieria riorgaaizzandola completamente e acquistandovi buona rinomanza. Diresse le artiglierie viennesi nell'asst-dio posto d ai Turchi alla ciUiL (1663;. Servl anche agl,i ordin.i del Montecuccoli. E ' cònsiderato come precursore nell'impiego tattico, a massa, dell'artiglieria. Bornholm. Isola del!a Danimarca nel Daltico, con capo!. omonimu. ,\ ppartcnnr dal X secolo alla Danimarca; fu pr,::sa nel 1645 digli Svedesi; a.cl essi si ribellò nel 1658 sotto la condotta di Jens Korfood e vollr. tornare alla Dani·narca, .i.Ila quale àa allora appartenne. Pres~u B. nd 1676 avvc11J.e mio stontro, di poco precedente alla batt. di falstersl.,r;, tra una flotta danese di 20 navi e una svc: lc,e d i 44 navi. L:i battaglia rimase indecisa: gli Svc<!esi vi perdt>ttcro una delle loro navi, ma le du~ dotte non si imr~g11aro11c a fondo e si accontentarqno di ciLnnoneggiarsi da lqntano. Nel 1809 gli Inglesi ten tarono invano di i1111.md.ronirsenc. Bornhoved. Borgo della Prussia, nell'Holstein. Il l2 !uglio 1227 il ,e Vildemaro II di D~nimarca vi fu sconfitto dal conte Adolfo IV dell'Holstein, w1ito con a-Itr i \)lincipi tcdescui_ Questa battaglia arrestò i pr->grc:;si de1 1.>a.ncsi nei t~rritorii della Germania. Bornos. Dorgo della Spa.gna -presso Cad'ce, sulla destra del Guac!alete. Cumbattimell/O di Bomos (maggio 1812). App,trtiene alla lotta dc--gli anglo-spa!lnuoli contro i Francesi nella penisola Iberica. Soult, che assediava Cadice, aveva fatto occupare B . dalla divis. Conroux (4500 u.) per coprire la strada da Siviglia a Ca.dice. Conroux, che aveva fatto c~trui•re a lcune rklotte, venne quivi assalito il 1• giugno clagli Spagnuoli de,I Ralles1:eros (7000 uomini). Il gen. francese non aspettò che l'attacco si 1;ronunciassc del tutto, ma uscì con una forte colorn1a dalle ridotte e aitta,ccò vigoros.rmcnte gli assalitori, mettendoli in rot ta e in0iggendo loro una peJ"dita di I 'iOO uomini e 1 ca1moni. I Francesi perdctte10 400 uomini.

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BoR

Borny. Vii!laggio presso 1Ietz, sulla <lr. delh Mosella. Battaglia di Bomy ( 14 a,gosto 1870). Fu detta anche di Colombcy-N011/ly; appartiene al la guerra franco-prnssi.ana del 1870-71. Dopo la disfatta del 6 agosto 1870. i Francesi batte,·ano in .ritirata su tutta la IÌ!~ca: le tru)>pe <.lclla Lorena su 1,.-Ietz, ove arrivarono il 12 e m·e lu r·ouo ragg iunte eia! grosso <lei t" co1pv (Canrobcn) provwier.tc da Chalons. I Francesi erano sohierati a<l arco, ad E. della città, con le spalle alla )[o. sella e le ali appoggiate al fiume, nel sçguente ordine. co111inciamlo dalla destra: 6°, 2°, 3° e 4° corpo; Guard ia, i11 riserva, d ietro Borny. I P:-ussia.ni avevano fatto una vasta conversione per ,portarsi sulla sinistra deHa Mosclla, girando Metz da sud. La 1• armata fronteggiava la piazza col l e VIII corpo in 1• linea e 11 IX conpo in col-legamento colla 2" .111nata. Il 14 agosto il ma.rcsc ia·llo Bazaine ord inò la ritirata su Verdun per la strada di Gravelotte, donde il 2° e 6° corpo si sarebbero distaccati su ~lars-le-Tou, e il 3" e 4° su Conflans. Il passaggio dcUa ì\fosella venne iniziato per le ali, mentre il 3" corpo restava in rosizionc dietro il val1lone di ' Co!ombcy; alle 4- elci pomeriggio il 3° corpo era ancora in posizione con le sue 4 divisioni in pTir:na linea a Grigny-Colomb:y-Montoy e Xoully, la divisione Grenier, retroguardia del 4° corpo, a J\ley e la Guardia in 2" linea, allorchè !"avanguardia del VII co1,po prussiano si scontrò cogli avamposti adl Aubigny, e, accortasi dcl movimento di ritirata dei Francesi, attaccò a fondo trascinando nell'azione, il VII e il I co1po, e facendo accorrere il Il<. Al rJmc re c!dfa, b:1tt:i.glia iìuc <livisio;ii frmce., i del 4° C. (~e,,. l.admirault) che a·,c,vano già pa~s.uo la .Yfosclìa, tornarono indietro. La battaglia di,·e1111e generale: il VH prus.,iano, av,inzando al coperto per numerosi vaUoncelli ;:,rese Montoy, le Panchc,t te e Co!ombcy. ma. non potè sbocca.re· sul p ianoro d i Re!!ecroix-. I l 1° corpo prese :Mey, ina venne ributtato dal La<imirault su Noisseville-I.auvaUicr; h destra prus..iana ,i trovò in grave pericolo e il 1° corpo dovette al pronto accorrere dei rinforzi e al fuoco della sua .potente artiglieria se potè rioccupare Mey e raggiungere il cigii011e al d i là di Lauvai!ier. Anche il VII corpo passò il vallone e si aggrappò al ciglione opposto; la sua estrema sinistra, sostenuta dall'avanguardia. del IX co~po, pres~ Grisy minacciando il .fianco dcs.tro francese. Al ca.<ler della notte i Fra11cesi, dopo avere· re1>p int<i gli attacchi contro Borny e Bellecroix, con5e-rvava.no int"ltte le loro posizioni clcl centro. I Pru,;siani profittarono della notte per disimpegnarsi e riprendere le posir,ioni del ma ttino. Lo scon lro era tc:rmina.lo con vant.aggiu per i Francesi, ma essi a ve vano perdu to un, giorno, ciò che rwcieva più agevole ai Prui;Siani di bloccarli in Metz. Borodino. Villaggio presso Mosca, da cui prende il nome. per i Rt: ssi, la b:i.ttag ia dett.1 gcncralmcnle della ililo.<llOWfl.

Boroevic (Svetoror, barone ·;:011 Boyna). F,•ldmarescia.llo austriaco, n. in Croazia nel 13:-6, m. n Klageniurt n el 1920. Parte-cipò alla campagn,-i del ]';;:,; in Bosnia-Ertcgovi na di!<t ing,tcndosi a Scraievo, Passato, doj.Jo la Scu,.,b d i Gu, rra, nello ::i. 1\1'.• f:.t insei:nante a ll"Accaclen,ia mil. di \":c.1na tlll.3i) e più tardi alla Scuola dr.i:;!i L0icialj di Kassa ( 1895). Rag~unsc il grado-


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La battaglia di Bomy (14 agosto 1870)

<li magg. geu. nel 1904 e di g~ueralc di C. d . A. nel 1912, dopo di essersi seguabto ncll'organizzu.ione delle truppe da mnntagna. All'inizio della guerra del 1914, comandò il s• C. <l' A., e subito dopo la 3• a.rmata, distinguendosi gra ndc:-nw1tc in varie occ1sioni · 1 Grodcck, a Pra;mysl, s-ii Carpazi. Nel giugno 191:5 ~H inviato a coman da.re la. 5• a rmala . (sull'Tsonzo prima e sul Piave poi) e vi rimase fino al termine della guerra: em stato -promo;so leldmarcsciallo nel JC/17. Morì povero e dimenrica tc

B oron ( Ti11/io). Gene• raie, :i. e m ~. Torino (1852-192-1?. Sonot. di cavalleria nel !lii::!, re,~giun se il grado li cùlonnello nel 1902 e fu ll:llllinato

11

Roroevlc von Boyna

conmn<lante del ,-eg,g, cavalleggeri di Catania; nel grado di magg. gcncràle ( l909) comandò successiv2.mentc la 4° e la 3" brigata di cavalleria. Collocato a ripo,,1 1:rl 1911, ra~!-(iunse nel 1915 il grado di tcn. generale r,ella riserva.

Borone (Daniele). Generale medico, n. a Vigcvan'> m. a P avia (11133-1899). La:ueato:si in mc licba e chirurgia · a To!·ino ( 1857) en trò nel 1859 a far pane del cr,rpo sanitario militare e partecipò alle ca,mpagne <lei 1866 r del 187ù. Ebbe rJ-a te,1ente colonnello le funzioni di èircttore d i sanità militare della di visir. 1c d i Perugia e di d irettore dell'ospedale mi:i:nrc ctì Perugia e pr-,,nosso colonn<'llo ( 1887J, fu n.m,inato direttore di S<'tnità d::,J IX corpo d'annata. Nei 18\IJ lu v,'!ocato a. r i,poso col grado d i .;en0ra le medico. Boroughbridge. Località dell'Inghilterra nella conica di Yo,k, teatro di battag!ia il 16 m:irz;, 1322 fra. tru i:,p,; <li l:.:doardo II rnmanù:i,t~ da S irr•.)nc \ 1/:ird e Andrea Harcley e i ribelli al sovrano gu'dati dal duca di La.nrasrie. Questi vcn,~e s-:onfiuo. ~ fa::u i'rig:onie-


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JJort

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ro, fu dato al ce.rneficc in:sien")~ a mJlt1 c!f i ~v)biH che Io avùvaJ~o -5egui to.

Borovsk. Città dcllla Russia centrale (governo di CaJ<.1.g a) ~u,l fiume Protv1. N"c-1 .i.610 i .1 ,:re~·, da •,le trupi;e del. false Dian ib·i II. dopo una splendida difesa. fattavi da Michele Volkonsky, Borra (Augi<sto). Generale, n. a Govone (Alba) nel 1863. Sottot. d i fanteria n el 1S84, partecipò.alle cam.pagne d'Eri trea dal 1888 al I 897 meritandosi due medag lie d'argento ad Agordat e a Coatit. R ientrato in I taiia, fu dal 190.~ al 1907 ·i nsegnante prs:s,o la Scuola centrale di tiro di fanteria e prese quindi parte col grado di ,11Jg'.c(,ore al-

372 -

Bcm

borraccia. Quando il militare è armato, la borraccia viene fumata al cintur ino porta baionetta; in tenuta di passegl,};a.ta, la borraccia viene p,:,rtata. a tracolla mediante cinghia. aggiunta.

Borrelli (Vittorio) . Generale, n. a Torre dd Greco nel 1864. Sottot. di fante.i-a nel 1883, partecipò da tenente colonnello nel 54° fanteria all,, can1pogna cli guerra <.H 1915 -1 918. Colk,catn in çongcdo nel 1919, raggiunse nel 192 4 il grado <li gooerale di brigata nella l'iserv>t.

0

la.

cairnpagna

di

guerra

ita lo - turca ( 1911 - 1912). lvlise in nuova luce il suo ·valore durante la guerra •de l 19 15-1918, e I tenendo una n1cd. di !Jronz0 al valore quale comandante intcrinilk di reggi1Y1rnto nel •le operazioni di S. L ucia d i Tolmino (16-20 agosto 191S) e la croce <ii cavaliere dell'Ord ine i,1ilitare d i Savoia per b mirabile azione $piega.fa quale comandante d i b,~gata nelle az,oni dall'agosto ,ii diceirnbre 1917 sull'Isonzo e sul Grappa. Nel 1918 fu in D almazia, dop:J l'armistizio, comandan d o la brigata Gaeta. Nel 1920 fu collocato a sua domanda in P, A. S.

Borraccia. Recipiente che serve al sol<la.to pc,· tenere ,l 'acqua da portare con sè. Fu ant. di cuoio, e poi d i legno e di lamiera di fcno. All'epoca della guerra

Barre/li Francesco. Generale, n . a è\apoli nel 1867. Sottot. doi bc1s;1glier i nel 18S8, partecipò - :·c,I grado cl i capita ne, dlh guerra italo - t\l.rca (1911 - 1913). Ebbe da colonnclio il comando dd ;:", e,• " 11° bersaglieri e \pa-r:-ct.:ipò alle campaigne di guerra 19161917, meritandosi una me· <la.glia d i bronz;., a! valore.

Nel 1919 fu :nrninato co:nan&dJlte <le·5li Stabilimenti mili~ari d i pena, e ;:iromosso ren en:.!e <li brigata ( 1924) el be il comando della brig_at:.1 Ferra.rn.

Borri (G1<ghel1110). Capitano del sec. Xl, n . d i Mi·lano. Fu alla pri<na Crocia ta e alla p resa di Gerusalemme. Borri Sq ;1a.rc-ino. Capitano milanese del se,:. XIII, morto nel 127i. Fu a vye.rsario dei Torriani e comba.t tè ai-poggiato da Spagnuoli in Lombardia conb·o la fazione avversaria.

8orro (marchese A lessandro). Generale italiano al ~er vizio dell'Austria, nell'arma del grn io, n . a F irenze, m. a Ve,n czia (1600-1658). Fatti i suoi studi J 'ingcgnere a F irenze, passò al servizio del!' Aus~ria nd lò:l0. Si dedicò a i lavor i. d i fort ificazione permanente, e si dist inse nei lavori <l'assedio di Stellino e cli Patisbona, ncnchè a Nor<llingen, e u Praga, Borro (marche,,, di San Paolo). Colonnrilo Jel reggimento Sardegm, promosso a qur.sto grado p,•r cs<,ersi di stinto, co<111e coma.ndantc dei miliziani sard i accamp<1-ti a Quar to, pre,so Cagliari, nel respinger-e. il tentativo fallo dall'amm1r. Truguet ( 1793) di impadronirsi di Cagliari.

1. Borraccia. per truppa

Borraccia

2 . Borrac<)la peì• umciale

di r~Htrinaiio

mondia,lc s i fabbricawno D. <li allu ,ninio, tanto per gli ufficiali che per lu trn.ppa, i•-- va rii e.;:i~rcìti. N"d nosll·o, fa B. in legno rnod. 1907 fu l' uhima adoperata p rima <li quélle mc lallid1e. B . <li ;illumÌ!lÌO veirn~:o lestina.te ad ufficia li e a sottufficiali; pe1 la truppa, invece, cli lamiera di ferro. Ant. f:.t dè! ta Ti, a,,che la lìa..schett.a m·e l'archibusir:,re teneva la polvere, p r ima dell't:<f.l d ella ban<lo\ien. La bonaccia dei marinai è ùi allum inio, r:v~stita di il)anno grigio verde, i-nunita d i ta._ppo) racch!u~ in una . gab!::>ia t< rcggiborraccia. », costituita da cinghie di tessuto grigio-verde clisp,,ste a eroe-e. Il tappo è assicurn.to a.I recipien te medìar1te catenella fi.ssata a l collo della 1

Borromeo (Giovanni'). Capitano del sèc. XV, n. di Milano. Fu a,! servizio d i FnlncQsco Sforza e si b3Jt-tè per lui in vari<.· occasioni; infine venne. non1inat0 g0veraatore d i :Wiila,no. Bormmeo Giber.t o. Fu senatore d i Roma ~euerale contro i Vallosian i. Morì nel 1508.

(1505) e

Bm.,-o,11eo Giulio Cesare , Capitano sotto le bandiere di Can·lo V, m. nd 1572. Fu governatore dell'Ossola, e comm issar io delie forti fkazioni del Piemonte (1559). Borrvrneo ui·ul-io. ?-faestro di campo del ducato di l\-:Cilano ( 1591- 1638). F u ucc iso da una ,paHa di cannone all'asscJio d i Vercelli. Evrro,neo Vitaliano. Soprintenùen te delle m ilizie forc,i ( 1646) rnaste-o di campo ( I 64S), comandante in ca-


po l'armata deJ Ticino (1657), governatore di Torto11a e l'a,·ia (16.SSJ, gcn<.:tctk di c,,valleria e (1'artiglicri.i ( 16()9) _ _\ lori ne l 1690. Borromeo Carlo. Capitano dei con,zzier i (16i"O). amba.scia tore di Carlo II (1675), govenld t<lr,, di Novara e mastro d i ca n1po .:::o,nunis.3:1 rin i1~1i)e:dale, vic.;rè d i Xapoli 1,e,· Carlo VI impcra,ç,,~ ( 17 l0). 1'Iorì nel li 34.

Borromeo Em ilio

Bor.-0111eo (cu:i,· F.111i• /io). "Patr iotta ( J'.,29-1909). /\ mli 19 an ,i i f;i "rruolò nclJ'cscrci to sa.rdr,, combanc11do come ufficiale nelle campagne c'd 1848-49. Prese parte a ih ~perli,.ionc in Cr imea ; l ~55-56) ccl alla campagna d el 1866.

Bor.sa di pulizia. Oggetto che fa. parte del corredo individuale del soldato, costituito da un piccolo jnvolto d: ~.::;a di cotùnc intpeemcabilc di color grigio, cont<'~1ente lutto il necessario per piccole riparazioni a,l vestiario e per pulizia : un pett ine, un p:iio di forbì::, un rocchetto d i .fi'lo, un assortimento di bottoni, aghi e spilli. La B. completa per alpini ed artiglieria da 111011tag,;a, in tutto eguale a quella. <lelle rult.re a.imi, con tien e in p iit un paio di lacciuoli tinti in nero per stivaletti, 5 chiodi da sca:-pe da montagna, e JO chiodi da ghiaccio. Borsarelli (Carlo B. di Ri:freddo). Genera le, n. e m. a Torino ( 1859-1 919). Sottot. d i cavalleria nel 188'~, c:itrò da crup i tru10 nel corpo di st:HG rrnag-

gior e ( J890). Ebbe d:1 ten. colonnello (190i) e eh c i.' onnel!o ( 1909) il comando ùel regg. caval leggeri cli L ucca e p'a rtecip<': al la. ca.mpa,gna inalo - turca d el 19 ll -12 meritandosi nna medaglia. d'argento aJle Due Palme. Promosso maggior gen ~;·ale nel 1913, ;xrese pane a lla campagna -del 1915 i,1 qua li tà di comandante della 4" brigata d i cavaileri\1.

Bor.sieri (Pietro) . l'at.riotta itali.ano; n. a )1ila.no rn. a Be!g irat, (1 788- 18S2). Colla borò c0•1 Si lv io P ellico nel <<Concilia tore» ; fu segreta r io a l Min is:cr,l <ii Giustizia nei ì\.egno It~Iico; arresta to nd 3 arJrile 1822 e c0nti~:1na.to a nwrte con1e cospira.t•>r<.:, thhc conunu tita l:i peaa in 20 arn>i di ca,rcerc cluro. e fo rinchiuso con gli a.lt,·i patriot ti allo Spielbcrg, d ove rimase !•I anr.i. Ne.I 1838 fu esiliato in Aml".ri::a e solo nel 1840 potè i,itorn a re in Italia. Borthwick. Villaggio <leJla Scozia nella contea di Edimburgo. Ebbe 11n castello che fu ass:J<Jiato, bombardato e preso da Cromwe.ll.

Bo..-=:, ( C:c!::rie!~;. G.:::ie~;e <ìi n1a.rina t sc:~ttvtc francese (1720 - 1801). Si foce una. p-rofonda e soda cultura marinara fra le gaardie marine e si d istinse speciaJ.mente

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373 -

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con la, ori d i ,;eodesia. Copri la carica di govcrnato1·e genera le d i S . D om ingo e del le is.ole Sotto Vento, dove real inò ott ime riforme. Lt sue pubblicazioni ,;I i valsero 1111 posto 110-ll"T~tituto (1798). Fra. le sue opere citercr,10 una (< .Memoria sull'a,nm1inis trazione della l\·f:uiu:t e delle Colonie da parte di lln generale di marina.» (1789). Bory de Sai11t-Vince1tt, G . B . Maria. Generale, nalu rnlista. e. scr•llorc francese (1780- .1846). Fece -pa,·te n el 1800 d i una spediz ione scic ,uifica in- Africa. Combattè ir, tulle k prin-:ipal i campagne clell'Tmpcro, e venne poscia elet to deputato. Proscritto dalla Restaura?.ionc nel 1315, si dedicò in .13dgio ai ,suoi studt preferiti d i storia n:1tura le. R ion trato in p:vtria ( 1319) c,bbe la c! irezione di u;1a spedizione scicnti!Icd. in :?i.JL· ~·ca e hl. :\lb-;ria. J)a

gtnenie fu capo dc.lruH1cio ~torico · del .!Hrnist~ro ddia Guerra. Fra le sue opere a11eritano d'essere ricordatt::: (< ì\ le-m0rie sulle Isole F orèunatc ll (1803); cc Viaggio nelle quat tro isolo principali dei n.a.ri d 'Africa," ( l 804l.

Borzinì (Pio). Generale, n. e m. a Pavia (18481908ì. Sot tot. d'art. nel 1866, raggiunse il grado di co10111:ello nel 189 1 e fu nom inato comandante d·cl 31° reggimento fanteria . Nel grado <ìi m:tgg. generale ebt-e Ù c-on1lnck, dc;;~ &:~gc-.~a P t,;;:~e ( ~z.;3- 1"1i,2J. Borzini r:u;iù,. Generale, n. a Oleggio nel 1859. Sotto-tenente di fantc,-ia nel U,78, r:tggi~nsc il grado d i colonnello, comandante del 65" fante1'ia, n el 1909. Par le-. c ipò alla can\[-agna italoturca del 1911-12-lS, mer ita.ndosi la croce d i ,cav. dell'Ordine m.'I. rJi Savoia in Cirenaica, alla testa lei 1" reggin:cnto alpini speàtle . Fu promosso nel 1914 magg. gen~.ralc e si d istinse durante le operaz1om del L9!.5-16-17, 111erita n<losi una medaglia d'argento nel sct!-:ire di Plava. >e<:ralc P erugia t1<>17) e qi:ello <lcll~. d ivis. di Cagliar i ( J9IS). N el 1\/20 collocato in P_ .'\ . S. a sua dom~~da.

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Bosacha, L ocalità dcll' Arabia, teatro d i bat taglia che appartiene a lla. rivo! ta di tribù a.rrube dopo la m·, ,rte di Maometto (/\32). I ribeHi cra110 guidati da E: Tobeicha, i ]vfaometta:,i da Chalid. Una park elci r ibelli, durante la lotta, a bba ndo~ nò il ca.mpo, e El T obcicha, vinto, riuscì a salvarsi co-.--; la foga, facendo p,'rn dopo atto di sotton1issione. Bosatta (Ugo). Gene 11ale, nato a. Novate 1'1ezzo 4

la (Sondr io) nel 1865. Sottot. degli al pini nel 1891, si distinse a Milano nel 1111-a gg10

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3~3 :-41t:::·:~é~:-~cs:

una. m ed. di br. a l valore ; pa,.-te,:ipò alla campagna

Bosatta Ug-o


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italo-turca (1912-13), ottc,nendo ,w1a. seconda med. di br. in Cirenaica. Prese quindi ,parte alla gran:lc guerra ottenendo una med. d'argento al valore e la pr omozione a colonnello per merito d i guerra ( ottobre 1916). Coma ndò in tale. grado il 20° fanteria e nel 1917 ebbe il comando dcli' 11° gruppo alpini. P~igionicro d i guerra nel ripiegamen to del Carso a l T agliimento, ,1c '. maggio del 1919 fu- nominato comandante della brigata Casale e nel 1921 fu collocato in P. A. S.

Boscawe n (Edoardo). A<mmira.glio inglese, p ronipote del l\l[arlborough, not0 arnche col soprannome di Ol ·l 1Jread11ou,;ht ( 1711- 1:·61 ). Capitano di v?.scello nel 17-10, ebbe quattro :umi dopo il com:rn<lo della cannoniera « Dr·cadnought » con la quale catturò molte 11 tvi francesi. Si <l istìnsc neWas,,edio di Porto-Beilo e ò C:at ,agena. Prese ,parte isnpo:tante a!le guerre ;narittime contro la FraJJCÌ.'l. Invi:ito 1tdl'India , con u n:i potente flotta, vi sbarcò e diresse va.rie operazion i mii., fra le quali l'assedio d i Pondichéry, ché poi ,fu costretto a togliere. Lor,J del!' Ammiragliato nel 1751, l:>attè la flotta irai,cçse a Terra.nuova nel l 758 e a Lagos nel 1759; in -1a,:.,:a battaglia bm ciò cinque vascelli llC'll>>Ci e fece 2 m ih p rigionieri. Il Parlamento gli votò una p ensione d i 75.000 lire.

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suo posto continuando ad -incitare i dipendenti ; ferito u na seconGa volta, .perseverava nella sua croicl condotta nascondendo a tutti, con volto sernno, le sue sofferenze, finchè un terzo più grave colpo, mette ndolo q<1,t~i in fin di vita, lo obbliga.va a lasciare suo malgrado il combattimento. S,pir ava pochi giocni dopo _in uu ospedale, rivolgendo il suo pensiero alla Patria>> (Cas.1. Due Pini d i Sa11 Marco (Gorizia), 1° novembre 1916).

Boschi (Tattica e L ogistica). I bosch i, s<>tto il punto d i vista militare, presentano valore e caratteristiche diffetenti Sono boschi .grandi, quelli -che p er essere conquistati o solo a.ttra.versati, costringono inte.rè grandi unità a penetrare e combattere nell'interno di essi ; piccoli, quell.i. che .p ossono essere cvitilli, perchè la. loro difesa. è ridotta alla impotenza. d allla stessa manovra. Le ca,·atteristiche di ostacolo a,cq,uistano inoltre maggiore o rni:t10re importanza a. second:\ della natt•ra del bosco: ari ~lto fu,to o ceduo; e ,!ella s•,a ubicazim,c: in montagna O\·vcro in pia nu.ra .

Bosch (co11te Giovanni di) . Generale olanckse ( 17801844). Fu lungamente nelle colonie olandesi; tor:·,ato nel 1806 in patria combattè contro gli Inglesi; nel 1815 fu capo d i S. M . del ricostituito esercito della sua patria. Nel 1828 tornò nelle Indie O landesi e fu nornina.to governatore generale a Batavia: represse insurrezioni di indigeni e sviluppò 1-a colonizzazione. Pubblicò un pregevole s tudio sulle color,ie olam:ìesi. Boschetti (Erasmo). Medaglia d'oro, n. nel 18i0 a Castiglione dello Stivierc ni. per f~rite riportate sul San Marco nel 1916. Ufficiale in S. A. P . nell'arma d i fanteria, aveva. in:zialo la sua caniera nel 66" teggimento fanteria, qui nd i era passato a l 7° fant. ,:ol quale aveva fatto la camp<1gna di L ibia. 1\rell' ultimo guerrn fu, col grado ùi maggiore, prima. suffaltipÌll'O carsico e poi in Albania, donde ritornò nel m~.1ggio 1916, per partecipare alla con!roffensiva in Trcntu10. Sul monte Lrnnerk, nel g iugno, venne gravemente ferito e g uadagnò una. mec'agli.a <li bronzo :ti valor l'lilita·re Ritornato a.Ila. fronte bcncl1è non ancora ca~1pie,amentt _guarito, ebbe il coi~nmdo d i un bgl. dF-1 206"' i,,ater ia. cd alla testa d i esso, il l" novem1bre 1916, r ipo1l.i.n le fe,:ite chè Io trassero a morte. Ebbe la med. d'oro con q uesta motivazione : (( Durante u n aspro combattimento, portatosi in testa al suo batta,glione, incorava i soldati ad attraversare un passaggio intensamente battuto dal ·fooco avversaa:io, daJtdo loro csempi0 del ,piìt calmo e sereno spreuo del per-icolo, ed esponendosi per ,p rimo a.Ne offese del ne;11 ico. F~rito gr; Ye~ne-nte um' pritm volta, rimaneva a.I

Sistem<c1zlonc cli renstva dei m,trg·ini di un bosco N'el can,po tattico -la -loro funzione i. importantissima e si esplica in 4uasi tutte le fasi nel comì.,atti.J,uento, perché il bo-sco p~m,ctte d i c;opri1·e i movimenti delle t ruµpe, di completare l'eificienza. di lince difensive ( co,·tituendo ottin,i centri rii res:isten.7,a), di e<>.P ,picre h sorpresa, di proteggere la r itirata La fisionomia del combattime!1.tO nei bosd:i è con;,egc;enza d.ir~tt;,. <l0!lc limitaziorù che essi oppon·gono alla· vista cd al movimento; delle difficoltà che ueano a.ll'orie:nta11iento, a i coJ.Jega.menti, alla esplorazione. L'attacco ,esige quindi particolru·i cure per mantenere i lega.1ni tat tici e. spesso impone formazioni di ma.rt ia e di ~ombaltimento 11001 sem1,rc risponrknti 2-.l le peoulia.ri esigenze del caso concreto. In genere s i progredisce lentamente e pcnosamc:lle ad onta di notrvo'i sacrifizi d i sa.nguc. Gli ordini debbono essere se:rnplici e chiari, dovendo essi trovare la Jl{"lcessaria i ntegra.zione nella inizia! iva dei comandanti e nella disciplina. e qualità J!la novricra dei gregari. La fan tbria deve fare affì. da.mento quasi esclusivame,ntc sulle sue a rmi, -perchè l'ai·t iglicria mal può ooservru·e il suo tiro, o fa caval<leria non trova c1uasi mai possibilità di impi<igo 1·cdditizio. T a11to la d ifesa che l'attacco debbono sempre schierarsi in profondità, gra,duare gli sforzi i1>i1 logica. successione, dare alle azioni il carattere di aocan \mento in qualsiasi punto della fron te di battaglia. La d ifesa oi·ganizza il margine anteriore, l' interno ed il margine. -posterio·re d e l bosco, -prepru-ando Sll-lle line~


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,di resistenza. e fra le diverse lin-ec, ost,1col,i attivi, sistcn,azioni d i a rmi traditrici, i.t-iooscate d'ogni gwere, per rompere l'attacco, disor ganizzarlo e cogiierlo di sorpresa .,-,ella localita e nel 1~1ome11to ritenuti più OP<iJOr tuni per i l conseguimento del successo. Questo scaglio,:,unento in ·profon<:ii ta J eHe forze e degli accorgi..-nen ti, faci.llla la re• •s i~-L~nza e rende possibile il ,uccesso, a.nchc quJn<lo la <lifesa e costretta a hatte, , i s:.il man:;ii,e postcdorc, s,d-

Pattuglia di testa

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Pattuglia di coda

gile, a t tivissimo e completo sistema di sicurezza. Le ali e -le comun icazioni della difesa sono i punti più deboli

che vanno specirulmonte r icercati, ma qualsiasi t ratta indifes.t costituisce ottim a falla p er infiltrarsi :illa ?·:cerca dei punti più sensibili dolla organizzazione nemica. Il comb:tttimento ncll'interno presenta caratteristiche peculiar i, pcrchè il fuoco pcr<le la sua. efficacia, mentre diviene p-remi<neu1te e decisiva. la lotta corpo a corpo. La fanteria deve spesso ri.i1•JI1daa·e al concorso delle a ltre anni o comunque contare su un loro rcndimcnlo assai li.mitMo. La superiorità delle forze per de notevolmente della sua importanza J)tlr il carattere episodico della lotta, per l'inevitabile disordine, per i'mcertezza che si h a sulJ'ao1damento generale, per ,la d ifficoltà. che inconu·a l'az:one {ii comando, ,per ·la. .p ossibilità d i sottra rsi a l combatl imonto e la d iffito.ltà di sfruttare il successo. ?\ ella difesa, prnferire Jc posizioni <lorni.tmnti r ispe'.to al terreno d',.ttacco, e, po,,,si bilme.nte, le zùne che hanno s11l davanti vaste radure. O r ganizzare le posizioni i11 ,profondità, dando a.i , entri d i resistenza il carattere di imboscata; gli ostacel i s iano molti, ma tenuti lutti sollo il fuocc• delh <lif<:;a.. ln ca30 di 1·ipicgamento, ma-

Pattuglia di testa

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J'ultima ci<,i, ddle sue linee org:in izzate a d ifesa. L'at. 1accaJ1tc, J;cr contro, d eve superare succcs.c,,, amen te le :molteplici or ganizzaz ioni, vince. e os tacol i a vo lte formi-dabi li, µrem1m irsi da lle sorprese, p0,sil:,ilì i,: 0<.;ni istante ,. da :,:,mi dir~2i01K, as,;umcre u no sc.hiaaJO~nt'l i:louco -a fronteggiar e prontamen te ·J' i.mp-rcvisto. Il combattimen·10 sul ma.rgi11e di un bosco noj1 pre.se-11.ta t ar<.Ltteristi<::he particolar i, laddove ne a-ssumc -di sue proprie, ed i.mportantissi,n,c, i l combatti.mento n ell'interno. Sul margine an te riore il coJ11batLi-men to favorisce la migliore utilizza zione del f uoco p reorga.n izzan<lo lo in tutte le su e p ossib ilità. Perduto i!, margine, fa d ifesa trova n ell' interno -del bosco una seconda ed a volte più soli<la l ùnea di -resistenza , sia p,,rchè può essere scelta una locaLit.à che o.,taccli fortcn,c,nte l'azione <leH'a.ttaccante, sia per ché, in gener e, è sottratta a ll'azior,e. efficace àel fuoco delle -a,·tiglierie avversarie . L'attacca11tc prefer isce, come procodim,,nt.o, n eutralizza.re col fuoco i salienti c destinare :dl'as,;a.lto poche forze, teinendo atla 111ano le riserve per il loro impiego a r a.gion veduta. ccl a momento opportuno. Occupato il :r nargine-i si rio1'ganizza1 assu'.Ine la formazione p ii, idonea cd inizia l'avanzala protetta da vi-

• Pattuglia di coda

.

Marcia <li l>attag\iOrHl In un bosl'O novra:rc c...on c,al111:1 e serenità, perchè l'attaccante non è

in grado d i a vanzare decisamente e cek>rmente, doYtmdo orienta rs i suNa si tuazione e procedere con molta cautela e co:1 for,rnazioni adatte.

ivlorce e stazio11i nei boschi. L e ma.ree nei boschi C\'Ìtano i forti c a lori, facili tano fa sorpresa, sottraendo i rqpa r( i all,t vista, cosa questa di particolare importanza, O!'lgi che l'a viazi,me ha r aggiunto, con la sua pe:rfezion~


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conccn'trarn•mto lll trnpp c rea gli atleti ciel Magnabosclll nel rnl6 tecnica, la p0~-sibilità d i un contin1Jo cd cffica.c.e rendirnento. rcr evita re cli essere sorpresi in forma.zìonc èi

marcia, per assicurare i collegamenti e fadlitare l'orientamento, occorre: pref~ri,·e il cammino piit ~icuro anche ~-e risulta il p iù lungo e faticoso; evitare le radure ; ma.nte;nere 'il p i:i assoluto silenzio e <lisciplina di mar-

dia completano l"n ione d i siçurezza dclrava.11guasdia, ma hanno solo compito di 3orvcglianza e qCJinJi possibilità di impiegare forze 11011 considerevoli. 1n r itirata la r.etroguarùia assume i co1npìti d::::.l l'avanguardia col carattere, però, d i n·sisknza ,td l)!tr:i.nzJ.. L e. 7.one d i s tazione ofirono, in genere, particolari comodità <li sosta e sottraggono le truppe ed H materia.le alla vista e alle off ese degli acre.i. Non sono ,però conveniCJlti per le armi a cavallo e per i çarreggi. I bo:;chi mollo estesi ren dono pe.rò Jifftcile e pcricoìo~a ia sos'.' and1e :i.Ila fanteria.. Occorre provvedere con ogni cura alla sicurezz:i. delle truppe eh~ ::a;,ionano, impiegan do forti ,i.va.mposti; com• plet11.J1do il se1v izio della fa,1teria :ii ma.q;ini del bosco, con r,attu·gl ic d i c:1·1aHeria 3p i;ne nel teneno este1,:10; costituendo, nei ,punti di p iù faòle accesso, degli osta•· c~li a.,t !n·i, ': ' ~1cllc J~c.alità d i maggiore importanr (attJca, uc1 solidi centri ,i, res1;,tc.;1z:i..

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F1tnz·iv11e del l,l);co. In tu:tt le epoche i bellig;,ranli,__ hanno utilizzato le caratteristiche de i boschi ~,e.- consegu ire determi.nati vantaggi ris petto alrazionc che volev:ino sv()}gere. Ed in nìcrit0 la :-itoria r!,: !1' /\tlc !\Iilitarcricor,~a nusnu·osi e caratterisi :<.:i csru!pi di oppo,r!:.~n o e reclditizio impiego <li essi nel combattimento. E' classic la difesa dd bo,co di TJ ~ila.teK (foresta <li ~;wicp) sostc1,uia dalla 7" divisione prussiana. contro due C. d' .-\. a u, lr iac-i il 3 Jugliu del lS66 (Sadowa). Ne lla campagna del 11Ì70-71 il bosco fu organizzalo : a centro di Mitragllatirlce in pos iziono in Francia ( 1915) resistenza, nelle giornale di Spichei·ec1, Vionville, Gra.eia; curare la d irezione del movi,mento cd i collcg1velotte (bosco di G i nil'aux); co,,,e elemento particc,larmenti, evitando d i destinare rnparti d 'ala come uni.ii - mente forte della i·inea di difesa, special-mente nel se<1; base; frazionare sempre l'unità in p iù colonne; d isbcondo perkdo d ella c~.mpagna, nelle azioni di Amie1is, ca.re le rise.rve d ietro r a !a r itenuta p iù minacciata. Loigny e l~hampìgny, Héricourt la. Lisainc; pe,· conscL "avanguardia dev~ essere tan to Jorte da po ter svolge,·e giiire la ;orj)resa, a. Wèir ih, Beaumont, Nen;oms; co,ne da sola un'azione ·vigorosa: quindi aurnen ta fa <lhaanz.a mezzo f,er copri·r e i m01,imenti di tr-u ppa, a \Veissemda.I grosso, marcia a scaglioni ben articolati e riduce Ja bourg, Rorny, Sedan; per proteggere la ,·itirata, a. Could istanza fra ,di essi. Il fornchcg;,;ia.mcnto e la retrog1,1àrm iers, Le :lfans, St. Quintin. Anche in epoche p recedenti,


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il bosco aveva svolto le sue possibili tà tattiche; così a ìVat.e.rloo era stato o rgar: izzato per cop rire movimenti di truppe; e, prima ancora, a J emappcs ed J. F ieurus per proteggere. Ja r itirat.i. Rccentcmcnlc, è stato notevole l'impiego dei boschi sull\d.topiano di Asi:1go (giugno 1916 - dicembre 19 17); sul medio I sonzo (estate del 191i) e specia lmente, nel la stessa epoca, sulla Bainsizza, per coprire i µre.parativi del l'offensiva i ta•liana. Nella

Trincee nelle for este delle Ar g-onne (0uer,·a mo nella le 191-l) guerra mondiale, sulla ,fronte francese, sono s ta ti frequen tissim i i combattimen ti svolt isi nei boschi. Notevol i, per estens ione e grandiosità, so110 stati <Juelli sostenuti nel primo a!mo d i guena nelle Argonne da·lla IV armata francese; come pure impor tantissima Ja d ifesa dei bosch i <li Courton e ,des Edisses fat ta dal II C. d'A. italiano nelle giornate àj RHgny.

Bos ch is (Francesco). Generale n. a Sampeyre (Saluzw) nel 1855. Sottol. d i fanteria nel 1876, fu insernante alla Scuola. ~iilita.r e di Modena e ;-d ..i.>p licato Jl Corp,:i di S ~:. Comandò d .. tenoote co · lonnello il deposito del 63° fanter ia e nel 1907 fu nominato colonnello co- _, mandante elci 6° fanlerir,. Collocato in iP. A. a sua <lotilan<la (1908) fu ri di ia.mato nel 1915 col grad o <l t ma,g g. generale p resso i l comando del corpo d'amia,ta d i Genova e raggiunse nel 1924 il .g rado di gener;i,le d i divis. nella riserva. Bosco. Frazione <ld Com une di S. G iovanni a Piro (Salerno). Nel giugno del 1828 fu cCJltro della in surrcrionc ,;ont,ro il governo di '\'apoli. L l soik vazione fu domata da.J ma.rcscia llo Del Ca net to il quale con for ti d istaccamenti d i trupp a <lis,perse i ribelli e dcivastò i l r·aesc. Bosco '.":appuccio, Lancia, Triangolare) . N"orni dati dalle nostre tn1pp e a-ò h;Lline r;istt:Sc ooscosc suue 1a.,oe

del M: San M ichele, a. seconda della loro forza ~ configurazione. F urono tu t.ti teatr i -d i sangu inosi combatti-

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377 -

menti durante le p r ime ,battagli~ dell'Isonzo, approfit tando il nemico della vegetazione, per moltiplicare le sue di fese ed insidie. Alla fine, per la maggior parte incendiat i, furono con<Juistati, passo a passo, dal val0rc indomito ddlc nostre tru,ppc .

Bosco .'\tal,, (]Judi-Log) . Località dell'a ltipiano c:irsico, fortemente appn,stahc a difesa dagli Austriaci; offrì una tenace resistenza alle truppe della 3" annata. Vi si combattè aspramente durante la nona battaglia ciell'Isonzo ( 101 6) e la decima; duraJ>tc qnc~ta, (25 maggio 1917) il salie nte di Bo~co ~'lalo veniva espugnato dalle lru•ppe cld XIlT co1°po d'armata. · Bosco Ferdùwndo. Generale borbonico, m . a. Napoli nel 1881. F~ce i corsi del Collegio ,m i i. d i ;..J"apoli nel 1829. Capitano ne l 1848, prese par te alla repres-sionc dei moti in Sicilia e si cl,_ stinse a l\ ressina in un assalto alla. baionetta col quale prese una batteria degli insorti, rin1anendo ferito. L'auno seguente s i distii,se alla p1·csa cli Ca l'.lnia. Tenti,, invano, di opporsi a ll'avanzata di G ar i bald i in Sicilia, su Pa lcr.n-10 • e verso 110 s tretto; a. .} filazza, f!UaJ1tunquc vinto, òbc le lod i di Gari1balcli. Diresse infine una sortita da Gaeta. Bosco Carlo . Genenvle, n. a Racconig, nel 1848. Sottotenente di cavalleria nel 1866, f.u addetto cpme istruttore dal 1884 al 1887 alla Scuola. di Cavalleria. Comandò da ten . colonnello il d istretto mii. di Potenza e collocato a r iposo ( l904) raggiunse :::: : il grado d i generale di divis. nella r iser.va.

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Bosco di Rt1I}i1w Feiler·ic.o. G P..ncralc, n. a Torino nel 1835. Sottot. nei bersaglier i (1854), par tecipò alla campagna <lei 1859 meritandosi una medaglia, d'argento alla !I-fadonna della Scoper ta, e alle campagne del 1860-61 e del 1866 ottenendo una seconda nlcd . d'a.rgcn~n Custoza . Promosso colon Bosco Carlo nello ( 1880), comandò il S(..' i-egg. •bersaglieri e ìl 13° fan teria e d a niagg. ·generale la br igata Friuli ( 1887- 1892). Raggiunto il grado di ten . genera-le, resse dal 1892 a l 1896 il comando della divis. m ii. di Ravenna.

Bosco Marengo. Comune in prov. di Alessandria, ani. forti Aca:o, con castello. Fu p reso da )farco Visconti e dato alle fia:mme nel 1316. Fu posto a sacco nel 1362 <..:a~;a c:vu.i~a..6:·.:.:-.. ~~,;!: J.vv-enturie.ri in glesi, 1neno tl castello, che resistet te. Xel 1447 Iu assediato nai : :~.:: ~~si (V . .'!fossandria I X) . Nel 1526 il conte Lo<lrone, gene-


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nle impcriwle, che aveva occ1.1,pato il borgo e il castello, venne quivi assed iato dal ma.rtsc. francese L a utrec, il .quale aperse vivo fuoco d'artiglieria contro gli imperiali a3,ediati, costringendoli alla resa. Il 24 ottobre 1799. gli Austriaci venneJ·o assaliti a B., <lave si erano trin.cerati, <lalla d ivis. Lahois- ' srère, ,hc respinsero . I i gcri. Saint Cyr foce allora .attaccare gli Austriaci dalla. divis. Dom'browski, la .qua le })rese i tr incerament i avver:xrri, mentre l·a d ivisione vVatrin, con movimento a,ggirante, d etermi1'ava l,1 fuga <legli Austriaci; i Francesi vittoriosi n1ise:ro a sacco il ,Lorgo. Nel 1806 Napoleo- Bosco (li Rtiffino Federico ne vi fornnò un cam,po di veterani, dando loro •le terre di un soppresso convento di Domenicani: tale colonia fu a,bolita alla Restaura.zione.

Bose

(conte Gi,,!io diJ. Gcnera!c p r ussiano (1.809-

1894). ;\lei 1866 comandò la 15' brigata d i fanteria, r., prendendo parte alla camJJagna in lloc-mia, distinguendosi a .Podol, a Sa<lowa e a Blumenau, ottenendo la promozione a luogotenente generale per merito di guerra. Con tale grado prese parte alla guerra del 1870 nella quale comandò l'Xl corpo, distinguendosi a \1\Teiss.en1bu1•g e a Worth. Fu poi dato il suo nome ad nno de i forti di S trasbw-go, ed .al 31° regg. di fanteria. Andò a riposo nel 1880.

Boselli (Francesw Maria). Generale, nato a Volta, m. ad Albenga (1830-1906). Sottot. di cavalleria nel 1848, parteci pò a Ila campa,gna del 1859, meritandosi una med,~glia d'argc,nlo a Palestro, · e alle ·campagne del 1866 e 1·870; raggiun1J> il gra<lo cl i colonnello ( 1877), comandò i reggimenti cava lleria ~1ilano e Monierraro. Ebbe eia rnag;gior ~enerale il comando ·della S" ,brigata di cavalleria e promosso ten. generale coma ndò le divisioni mii. di Padova e d i .Alessandrfa (1888 - 1891). Come scrittore mii., il ge·neralc B. •ha pubblica to; << Voglia.mo cavalli indigeni >J ( 1S65); (( Pjù cavalli e meno quadri » ( 1880); « La nostra cavalleria , il suo effettivo e il suo ord in amento J> ·\ 1886); (< L 'ancnire dd la nostra cavalleria JJ ( 1889); ecc.

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Boselli nobile A 11tonfo. Generale, n, a Parma nel 1840. Sottot. di fanteria nel 1860, partecipò alla ca.mpagna del 1366; fu addetto da capita.no all'Istituto Topografia Militare. Entrato nel Corpo d i S. M. fece parte nel 18S1 delle commissioni internazion:ili per la delimitazione delle frontiere turco-'f!lontenegrina e turco-ellenica e nel 1882 fu nominato c..a,po di S. M. della divis. mii. di Salerno. Comandò da colonnello ( l 886) · il 70° e<l il 29° regg. fanteria e promosso magg. gencr.ile (1894), fu nominato coman<lante della brigala Fri:1.1li. Collocato in disponibilità ( I 897), ra.ggiunse n~l 1903 il grado di tenente generale, Bose/li Alfredo. Capitano del 15° fanteri:1 ne' ·1897; ideò u na b icicletta :mi1ita.re pieghevole e scomponibile, ma anche facilmente portabile con tutta comod ità sulle spall~ de l soldato, senza arrecare l' ingombro delle alt.re consimili. Essa non aveva akuna snodatura, gia-cchè le par ti mebili sono le stesse d i tutte le bic ic lette. La differenza essenziale fra essa e "te comuni stava nella lunghezza dei tubi e nel d ia,me(ro <leile mote. ridotto ai 2/3 del comune. La bicicletta B., qua.nttmque adottata in p iccola quanti tà per ta l une spec.iali ti, dell'e;;crcito, non eboe d ura ta giacchè fu preferito il tipo (( Bianchi i, tuttora in uso nell'esercito italiano. Boselli Rodolfo. ::\•I edaglia d 'oro, ,'.. a Modena nel 1887, caduto a Derna nel 1912. Ufficiale d'a,·tiglieria in S. A. P., era uscito dall'Accademitt militare nel 1907, sottoten ente nel 23° regg. art. da campagna. Da tenente pas. sò al 1° da montagna, e con una batterfa· ~di questo reggi1nento1 comandat:i.

dal capitano d' Ange/o (anch'egli meda.glia d'oro) andò in L ibia . In battaglia presso Derna, cadde da valoroso, meritando la medaglia d'oro con quesia 111otiva?.ione ; << Comandò con grande intrepidezza la j->ropria sezione a protezione della fanteria in avamposti. Ferito alla spalla, conti nuò a dirigere il fuoco contro il nexni-co. fattosi •m inaccioso, ed a provvedere. con calrnlt esemplare ad ogni r ipieg~. Ferito lilla seconda volta , tc,me il r,roprio comando dando esempio di eroica fer mezza. find1è, nuov.i:mente colpito, lasciò la vita sul campo n (Deirna, 3 rna,rzo 1912).

Bosforo. E ' lo str·ctto di CoJta.ntinopoli, cl1e divide ·l'Asia ~all'Europa, unendo il Mar Nero col Mare di


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J3os J.\1armara. E' lungo 30 km., largo d a uno a qua t tro. '\)ueslo sll"etto, e quello dei DardaneH i, ri;,pett ivarnen te a oriente e ad occiden te del mare di ~forrnara, ebbero sempre grande impo,·tanza s tra tegica. I T 1m ;hi, padroni

., •'•~-ii,,./ .. ~

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rico-gcografico JJ supplementi.

Bos ( 1875)

corred ato

d i due successivi

_Basi A/berte. Genera le, n . a F irenze n el 1836. Sottotenen te d i fanteria ntl 1859, partecipò a lle campagne d el 1859, 1860-61; 1866, 1870, mer i tandosi ru1·., mcd. di bronzo n ella canipagna de.Ila Bassa. Italia ed una. <l'arg. nella campagna del 1866. Ebbe <la colonnello il comando del 41" regg. fan teria e collocato in posizione ausiliaria (1891), raggiunse nel 1906 i l grado rii ten . genera le nella riserva . l3osi A ngeio. ì\faggiore e scrittore mi i. n . a Ravcniia 1862, rn. combattendo a Monte P iana nel g11s. Collaborò nelia « Rivista mii. italiru1a. lJ; p u bblicò: « Per l'eclucazione e l' istruzione mora.le delle truppe J>.

11el

Il castello cl'Eu r o11a, suJ Bosforo di q uel carattensllco passo ma,·ittimo, lo fortificar ono ta.."lto verso JI l\i!a/ : foro che V-"1'50 l'Egeo, e se ne scrYirono sern·prs di sicuro r ifug io e d i salda base peL le loro flo!te. Le p r ime opere loro, esegu ite da lVIaomet to II nel 1453, sulle due rive d'Asia e d'Europa all'entrata .del l\far Nero, cons is tevano in dt 1e fortezze <li p ianta tr iaJ1golare, col vertice verso il mare, e con tre tor r ioni rotondi d i 20 rn. <l i d iametro ai t re a ngoli : 1,, cort ine ~rano lunghe 60 m. e i m~r i della grossezza d i cinque metri. J:>er le operazion i n avali ncgii strn~:i, vedi Coslant-i·nopoli e D111d,1nelli. Q u i ricor<lcremo soltan to che verso 1'88 a . C. Mitr idate, re de l P onto, scon.fisse una flotta .-omana al!"entrata <lei 13., rendend osene l!)a<lrone . E che ,nel mar zo 1915 la flotta russa. ten tò Qn attacco a ll'entrata del B. bom bardandone i forti esterni con l'a.ppog,g io d i i<l rovola,nt i, ma senz..1, S'\UXCSSO.

Regno ,]el Bosforo. Antico Stato del Mar Nero, s ul B . -Cimmcrio, attuale s tretto d i Ka,ppa o J cnikalé. Com prendeva quasi l'intern Crimea già Chcrson~so Taur ico. Eubc città e porti p r incipali Teodosia, e PMJ.ticapea che 11e na la ca,pita le. Fu fondato da i Mileni. La serie dei re greci <li questo regno si inizia Jl el 480 a. C. Fu in a 1•, ;cbc,•o li relazioni cogli Aten iesi (393 a. C.), ebbe lunghe guerre contro i Persian i. Quando il regno passò ~1elle mani d i :.Mitridate VI ( 115· a . C.) fu teatro d i gu"rr~ contro i Rornru1i per l'osti li tà decisa di Yritridate -conlrn il loro dominio. E gli potè mantenerlo libeco con 1

..1aa :serie d r cair:npagne coo1tro Roma, giuocando d as.tu .zia nella ri ,·alità fra i p artiti di Ma.rio e Silb, q uan, u i,quc vinto d a Lucullo e da P ompeo. Nel 63 a. C. diven tò pro,~ncia r omana, e fu da to d a Pompeo stesso, a Farn«ce frglio di M it•r id ate . Il regno del B . continuò anco.ra sott~ questo no1nc, però con1c provincù1 ro·mana fono .al III secolo, retto d , re parte greci .parte b,n·bar i. e ttnn inò sol lo le. devastazion i degli U nn i. 1

Bosi (Pio). Ufficia le e scr ittore ita;Jia.no, n . a I!olo:gna, rn. a. Torino (1834-1 ?95). D a volontario ncl'l'csercito r;ontificio, passò nei Caccia tori delle Alpi n el 1859 ,e salì si no a. capil.aJ10. Pu bbl icò : << I l rc-g.g. Nina ca·.vallcria » (1890) ; « Le mater ie militari cieli' Ar ch ivio di .S tato di Torino >l nel 187:, ; cc D izionario mii tiare sto-

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...

Hosi Pier E111-il-io. Ufficiale e scrittore !n. 1864 a Faenza) , Autodiòatta, da semplice operaio_tipografo, arr uolatosi volontario, pervenne a l grado d i caritano, e in congedo, a quello d i ufficia le superiore. Appr,rtenne ai Licrsaglier:, a i quali dedicò ispirate lir iche. F ra i suoi scritti emergono le liriche ,guerresche: « Spade azzurre "; « Italia e R omania»; <( La dote m ili tare ll commedia; « H snare »; oltre a un pregiato studio « La lbgua i talia.na nella politica e nell'esercito l'.

Bosio (Gi01,an ui). J\kdagli1 d'oro, n . a SaJuzzo, m. a San ta Teresa Ga.l!ur a nel 1831. Soldato nel regg. Regin a col n ome di ,iuerra « La R osa)>, passò poi nei Caccia.tori Franchi, e col grado di capora le, per avere nella notte del 21- 22 luglio 1795, d urante. l'attaoco JW·· rn ico al posto <li Lai1tru·otto, rinnovato le p rove di valore ,già d imostrate in fatti d'armc preceden ti, ebbe la rned. d'argen to al valore. D ivenuto sergen te, .:cl s<.ttcmbre d ello stesso anno, in lotta conll"o i nemicl, cadde prig ioniero. Il 19 febbraio 1796 però -r iuscì ad evac..iere. Leggendario per il coraggio e con il corpo crivellato da otto ferite, fu ritenuto meritevole della concessione di wn di quelle medaglie d'oro istituite nel 1793 dal re Vi ttor io Amedeo I II e che in numero limitatissimo ven: nero con ferite. I suoi mer iti poi lo reser o degno del grado d i u fficiale cd il LO ottobre 1799 venne promosso sottot. nelle tru ppe leggere. Nel 1815 riprc.,c servizio sotto la Casa Savoia ; per le nonnè contenute nella istituzione dell'Ordine mii. d i Savoia, ebbe mutala la medaglia d'oro n ella c.roce da ca va liere cli 3• classe. Cou i l grado di capitano e p oi (1825) di maggiore comandò s ino a lla morte la piazza d i Santa Teresa (Sassari) . Bos-io Luig-i'.. Generale commissario, n . ad Alessandria nel 1831. Par tecipò , alla s,pe<liz ionc di Crimea e alle campagne del 1859, 1860-61, 1866 e 1870, meritru1dosi una med. di bronzo nelle c,pera 1,ioni per l'occupazione del ter ritor io p ontificio. Fu dal 18i2 al 1876 imegnante fii ammin istrazione mii. presso l'A·ccadcmia m il itaJ"e e promosso colo1mello commissario (187i) ricopl·ì ·le caa·ichc di dire ttore di comrnissa.ria to militare delle divisioni di Pa.lcrJno e <li Piacenza. Colloca to in l'. A . ( 1884), raggiun;;e nel 1895 il grado di maggior generale nella riSCJ.,va. liosio G-i011anni. Generale, nato nel Acqui, mor to a Torino (184 1-

L!o,io Giovanni


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19 08). Sottotcnen ,e d'ar t. JJel J862, fece la campagna de l 1866. F u di rettore <lei ,polverilìcio d i F o$,1ll0. Com:mdò i forti di T en da e Altare- Vado ( L893-1899). N el 1899 fu collocato in P . A. e venne promosso magg _ generale nella. r iser va nel 19 03 .

B osmano ( am .). V . IV0,tro1110 . Bosn ia-E rzego vina, Vasia zona rn0ntt:J~a della regione 'balcan ica, compresa fra la. Sava. a noni, la Drina aJ est, la Una ad ovest (aitibcdue a ffluen ti clell,1 pri1naJ e le Alpi D ina riche a s ud . F u conquista ta dai R omani, e p oi inv.isa d a Croat i e <la Ser b i. Appartc11:1e all' impero d"Oriente IJno 11 secc,lo XII ; poi ,ti r egno d i Serbia; poi all'imruo turco ( 1$28); do,p o h uccupazionc del 1878 a!l' Au, tr i,t; dopo la guerra. mor:.di:tle ent ri> a far p_a r k della J ugosla via .

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le popoiazion i, mo,1te:1eva n umerose forze ,·.,golari cliralla metà ciel 1878 ammontavano a circa 40 .00G u om in i e 7ì ca nnon i; eran vi ìno ltre de:po'iiti ll i !111!lli .donl a S '..!rajevo , 1:Iosta.r, 'r ravnick. e 'fr~bigné. I ntan to -

l'esito Jella ca.mpgna, sfavorevole ai T-.1rc-l1i, t b'.liigè questi a s ubire le con<liz ion i imposte d ai R us,; w: trattato di ,S. S tefano (J m arzo 1878), fra !e q.: a!i q\1cllc riguar<l,tn ti l'autonom ia a.mministra tiva della l.o;n iJ -Er-zegovina. ivl a l'Inghilterra s i rifiu tava d i r icono,;c~:·c il tra ttat0 e l'A usLri:t p ropose un. congrcs~,o pl.!r di$cuterln; a llora la Russia, per <\!tirare l' Aus tr i,1 <la!b sua, ic offri ia B . E ., ciò che venne sta.bilito nel trattv.tJ d ; Berlino (giugno 1878). L'Au stria. si a pprestò s•1bito a inv1clere

OCCUP ,\ ZfO:-.E (ll\LLA BO',NI A-E RZ.EGOV!NA (1871, ). L'irn pero '\ ustro-Un ga rico <la temp o meditava cli impadron irsi della Bosnia -E rzego•v ina, regione · il cui r,oss.esso le

avreJbbe aper to la strada per la gra<lua lc conquis ta dei Balmni e la realizza zione ùel suo sogno di uno s booco a Salonicco. Sin dal princip io d el sec: XIX l'Austria a veva assunto la protezione delle p opola.zion i cri~•.:::::e ~e i1a B . E . costantemen te ;; uscguitate òai musulmani, con l'acquiescenza dei Turch i domin atoci; questi avevano ~~"'; sernpr e promesso , r ifom1e ., ,~~·•:•:. ~ a favore dei persegu ita ti, ma le promesse erano riCc1valic1·c hosn i<1to maste lettera anort,a e nurnerose quindi le insurrezioni degli oppressi. Nel 18 75 scopp iò in Er zegovina una d i quc.stc rivolte cii r,:1..ra!tere politico- religioso contro il giogo n1:usulrnano. Il governatore turco proclamò lo sta to d'assedio e il governo ottoma110 in viò r inforzi e s i adoperò anche per sedart: la r ivolta p acifica mente. /1. q uesto scopo s i intro, :iise an che l'A us tria, a l principio del 1876, ma g li insorti rifiu tar-è no <li d c.pone le armi e h insurr~zio:1e ~, estesé sempre più ; l' !\ustria p rese m i~ure di preqi.111.iene alle frontiere. >1ell'apr ile erano insorte anche la H,isnia e l' Albania ; inoltre Se rbia, M on tenegro e Bulgaria min ,icciavano d i prende,·e es.se p ure le armi. Jnfa.tt i il J'· luglio 187 6 la Serbia dichiarò guen-a a lla Turchia. indi il l\'Iontenegro . (V. Serba-Turche, guerre). La guerra ebbe e~ito infelice pei Sc.rbi ; intervennero le Potenze che proposero rautol1omia anllninistrat iva dc.Ha Bos.nia-Erzegovimt e della .B ulgaria. ]\fa la R u ssia, che p ropugnava l' indip~-nùenza d 1 queste provincie, n on accettò. Le t rattative d ip lomat iche si trascinaronct a lu11go e porta ron o alla con ferenza d i Cos tan tinopoli (dicembre 1S76ì che si sciolse nel gennaio 18i 7 senza. risultato . L e trattative continu arono, ma rifiutando la Turchia d i d isa rmare come chiedeva la Russia, scopp iò la gue!ra RussoT urca \ V.) cui concorsero a fian co della R.nssi,t, ·i l l\fontenegro, la Rumcnia e la Ser bia . D urante l,1, guerra, a causa dcl ranarchia. im oervers~!!.:e ::ic:;a. B . E . e Je~;e feroci persecuzioni dei T ur chi. ciroa 10 0.000 profughi si rifugiarono >n Austria ; la T urch ia , per tenere a frer~o

Città e forte cli D0ll0j

la regione, e mobilitò il 13• C. d' A., p ii, un:, òivi~ie,ne .. Nel luglio s i organizzarono forze locali per o;,rorsi a ll' in vasione austriaca a l comand o d el -bcy ( capo) Xadschi L oja.

Le prime operazioni nelle B orn-ia.. L ' Au str ia a llora ,. prima a.n cora dì avere ço.nclu so un aoco, do r~" la T ur ch ia , i·I 29 luglio facev a p assare la Sava da lle 5UC t r up·pc, Q ueste furono dapprima fissate in 82.000 uomini, e cfr,è : p er la Bosnia il 13" C. d 'i\. (gcn. !'Liiiµ;Jol' ic)· composto d .illc d ivisioni VI, VII, XX; per 1'E: r:;0 govin-n la XVIII d i•vis . (gen. J ovanovic) ; p iù 9000 uoinin i a guard ia del confine da.lm ata ; ma ;poi .fur0110 mobilitate a ltre 3 d ivis ioni ( XXVI , I e I V) la 20 br. fan te! ia e a ltri rep art i specia li ; in lu t to o ltre 270 .000" uomh i. Alla no tizia dell'im'::r.sione, grande pa rte dei ,,,,wmtt- tani d i Seraje.vo s i leivò a rumore, e la sollevazione divampò r apid a e si d iffuse per le valli e µei monti delle due provu1~ie ;;'. a ·,::-\u rche. Jn ta luni luogiii a nche r cr is ti~u.1 i furono cc.stretti a k ,·a.rsi in arme ed unirsi coi_ m usul'lllan i per opporsi agli invasori, Il gen erale Ph i--

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0_= 2:i,o=== ::1s 60~""'1:::=-=:::1100 Km.

gior momcn:o s•1lle- alture d inanzi a Zcpcé. L 'll agosto lippovic passi) la S::v:. a Brod colla c:ilc>nK, priacip~,lc, la 2olonna pr inc ipale ,i coni)un,c con h colonna cli decompost:. della VI di vis. (Tegctthoff) clrlla riscn a del stra ( 1·;:r •jivisione). Que. ta, oceoip:,.l'a !1avwl11c11 il 31 13° cprpo ,. della J9• or. Ji fanteria, tolta alla XX diluglic e quivi riunitasi, s'era rimessa in canm11no il 3 \'isiune r cr ::doperarla a ,; ,residio della p nncipa le linea agvsl.v; il S batte presso R oge/jc, una grnssa ha1:da cli •d'opern~ione. A òestra tovest) la VII <li\'iJione \duca bosniaci; due giorni dopo, mentre la Vl divisione com,\~1:;u.,10 di \Yurttcmberg) passò con du~ brigate l.t ;j:i,·a batteva pr~sso Zepcè la VII si batteva con successo a a Gra<liska e coll'altra brigat,L 'l'Una a Costa jniza. L e fai.se è 1·1 1 i-ù;o.;tc. entro vii ~cnza. con trasto in T r:ivaik. due colonne do\'C!\'ano w1irsi a llagnaluca e qu indi prose" La 2c• di-li.;ione, la rol.ian~ <ld gcn~rale S1.àr,àry, da guire per Travni.k-Serajevo. A sinistra (est) la XX divis ione (Szitpàryj co11 una sol a b rigata (41)0 ) e la sua Scianiaz per Gra<laciaz, ,giunse il 3 e 4 agosto a Graciariserva, (luindi forte di 8 battaglion i 3 bat terie \24 ;iezniza, ove respinse il disord inato a ttacco <li alcune bande scese dalle attigue montagne; ebbe una scaramuccia 1.i), di c-i.i nes;,1..na da mon;:,.gna e 2 ,;quad,oni di cavailleria, passò la Sava a Scia;maz. D oveva essa avan- , d 'avangt1,11'Cl ia rs agos·o presso Han Pir:-:ovac, S05tenne il Y e il tu a ,pri comball,menti contro ~i!mpre crcsc~I' ti zarsi su Tuzb-Zvornik, e in -p-ari tompo collegars i coll:i. forze nemiche <linruizi a. Tuzia, ove convenivano armati colo:1na principale del corpo d'am1ata a 'ic-.-ajev,;. Il .;uo cli tutta la no,,nia nord-oric111ak. Troppo ddl<lle per compi to stra tegico era clt1n<1Ue d i fianchq;gi1mcnto verso pok r ;·imanerc fa u·a i 1nvnt i, in n 1czzv a. 1,erniri n nmeest. Il 4 a.gosto l'a,vanguardia della colonna princ ipale rosi e fic.ri, cui non avrebbero tardato :.d unirsi le ir.iCalciò alcune ba1l<lc di bosniaci (i-800 uomini) d1 u:-,a J,zie lllr-r he stanziate lutlavia in quei paesi, .:on~iderata fo rte .posiz ione cii nanzi a Ko.rna, 1ra Dobuj e Magbi, l'impossibilità J1u11 solo d i con tinuare verso Zvornik, ma il 5 ne iucontrò di nuovo qualche centin,tio a J1f ag/,1.i e ancora di aprirsi, come eragli stato ocdinato, u11a nud ·a di nuo\'O ;i b:itt~. Il ì av\e:mc uno ~ontro d"as$:ii mag-


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linea di comun ,cazione colla sua base, ·la Tuzl:1 a Hrcka, più dritta e corta della via percorsa, .:. ve<Jemlosi già minacciato seriamente alle spalle, il generale Szitpàry rinunziò ad occ:1pare 'fuzla e si r!tirò, inseguito, per Graciani,m su Doboj , dove giunse il 14, sostenendo due combattimenti <ii ret.·ogua,<lia . Il µresid i0 già d a · lu i lasciato a GraÒ,\ciaz f u pure costretto a ritirarsi e r ip assar la Sava a Sciainaz. Così fu sgombra la llosnia nordoricntaie, e la li11ca p.-indpak <.l'oµe.razione del I.,'' corpo venne a trovarsi seriamente m inacdata da est. :!\fa l'i-rnportantissi•m o posto di Doboj fu invano assali to_dai bosniaci ;J 15, il 16 e il 19 agosto, e intanto irnc.ve truppe austriache giungevano da Brod. Anche da N. O. si manifestava :ma minaccia: i 111aomettan i deHa Croazia turca s i agitavano. ]!agnaluca fu assalita, p1esa, e ripresa i! 14 agosto. ),falg;.adò tali fatti, il ,;en. f'hilippovic affrettò l'oc-capazione d i Serajevo. Chiese rinforzi e, lasciato il duca di V,'u1ttemberg con dli.!: delle tre brigate da m;:rntagna d<'lla VU divisione :i -pres idio della linea Trav_nik-Ba;;;,aluca, e i; genert.le Szàp:iry a guardia dell_a lin~a d'operazione principale contro ìa Ilosnia nord-orientale, alJ;~iu1,se aJ!a sua colon:iJa ccntn.tle tll!a brigata da montagn,1.. della VII

divisione e mosse il 1.5· agosto in d•1e colonne aJ!a volta. di Scrajevo : quella cli sinistra (.grn. Tegetthcff) lntti. il 15 stesso dai d intorni di Kaka11j un corpo d i 1201) a 1'1ù0 insorti. Il l ei ambedue •le colonne wmbattcrono con pari fortt,na , quella d i destra suped, resistenz~ nc,ni,he a R att-Bjelnl,n,ac, quell;i d i sinistra dette mano all'altra e cacciò uno stuolo nemico cl.e sbarrava la stretta d i Kolotic. Il 17 n•,ovo crm1batti•men to della c:,bnna di s inist>ra alla stretta di Vissoco ad una giornata di cammino :b. Serajevo; ne fu scaccia to u,n grosso p:i.rtiio ò i sollevati. Finalmente il 19 a.gosto le due colonne cinsero Scrajevo, eò entrarono combatten<lo 1:dla citt:i. Con .1a presa di Serajcvo, e mercé. l'arrivo di numerosi 1 in fotzi daH'Lnpcro, la sollevazione fu spen ta ndla Ilo,;,niJ..

Le o;,cmzim,i 1:e/l' Erzegovina. Frattanto il g~nerale J ovanovic, fatti gli ap.parocchi per l'inva~ione dell'Erzei,cvÌ'l1<L in &J isa da man tener segreto il suo · u1segno s ino a-I momento dell'esecuzione, avea passato il confine dalma.tc e r accolta la sua divisione a Ljubushki, battuta il 4 d'agosto una ,banda di 5-600 uomini che gli s'era opposta sulla via di Mostar ed oocupata senza contrasto 4uesta città il 6. D i là mandò una l:,rigC1t,1 ad a:irire la su:i ·l inea naturale d'operazione giù i:,er la Narenta e ad occupare Stolac per assièurare quella iinrl verso est' e tenere in rispetto le genti çlell'Erzegovina sud-orientale che davano motivo a sospetti. S t nlac fu r,cn1pata il 9 agosto, e vi fu lasciato un battaglione a p residio nella cittadella. :Ma la soHcvazione diva.mp a?a nei pae&i a N. e N . E. di Mostar e a S. E. d i Stolac, ove wrsero in a rme, a quanto si disse, 8000 UO'ITlil'li. TI J6 Stolac fu .xcùpata dai wilevat i, ma il presid io au;triaco rimase nella cittadella e vi s i difese. Le truppe elle venivano da Mostar a liberarlo ebbero a sostenere nei ciriqu e gicr ni tra il 1i cd il ·21 u na ostinata lotta contro quakhc migliaio di nemici, che le trattenevano dci fronte, le mina,cciavano di fianco, si gittavano a.lle Jc,ro spalle, s0rprcndevano di nottetempo i rin.forzi lor,J condotti dallo stesso ge<ne.ru le Jovanovic. Fu quello il mon1t'nto p iù br illante d i tutta que,JJa piccola guerra, Jal lato della d ifesa mo~ta.n a. ).;fa se tanto ci volle per rompere quella

3S2 rcsi~tenza e r ioccupare Stolac, nonostante l'aiuto cJ'u110, ~tuolo di cristiani venuto da sud, -fu per cagione della ·sc,trsità delle -for1,e <lcll'-ìnvasore. E ,pc: questo stesso. motivo non fu possibile al generale J ovttnm·ic di wmp ierc ia S!'CO~da l)larte de,! suo ,mandato, cioè spedire J a :Mo5tar una colonna attraverso. alla catena ùinarica nella direzione d i Scrajevo. P ·er tenere a bada I' Er>.cgovina sctt<:nlriooale, il 15 agosto fu fatto un cenn" <>ffensivo, verso Lin,o da alcune tnippe ddh brigata J i pre.sid io. della Dalmazia nordica. Le ope:·azioni finali. Occupata Sernjevc, hi rivolta si era :.innià-1ta nella Ro.~ nla orie·n tal1 ·, nell' E rzegovina sJd-

CJrientalc e 11cHa Ilo&i1ia. occidentale. 1> iù urgente s i presentava la necessità <li domare la B. nord orientale occupando Tuzia .e Zvornik; .in secondo h;o:_;c, O?\'evasi. (agire neHa par te occide.1talc occupa.ndo C:iuc e Bihac ;. i1:fine occorreva estendere l'occupazione alì'alta Orina procedendo a l collegamento con le truppe dell'Erzegovina. A capo <kgii in~orli ddla B . 0rient. e:,. l'albanese: tfo,hamme<l effendi -con 3000 a,,iuati ; la ritirata degli Austnaci da Tuzl<t aveva oillemod:, i.nocgo:;:!itù gl i insorti, le c.,i fcle si ingrnssarnno 1ì1,o a 7-1>00) u. con T car,noni. Visto che gli Austdaci non co;itinuava.no h . r itirata oltre la Bosna, ma si erano fermati sulla ri,·a. destra davanti a Doboj, ::vlohamme-d effondi, che aveva. inseguito .fi+io a Gracia niza, vnlle attaccarli il 16 agosto tentandone l'avvolgimento alle a li e ~-pecialmente ali:! loro s inistra, appoggiata rulle 'Pendici del Majeviza; ma l'attacco, benchè -ripetuto anche il i9, .il· 23, il ~,, e il 30, non riuscì, nè le popolazioni di r iva sinL,tta d, !la Bosna s i fecero Vive a terge degli Austriaci , come i\10ham.med clfendi sperava. Intanto il gen. Sùpàr:, ··icevcva sempre nuovi rinforzi .p er riprendere poi l'offensiva1 n1a il 5ross0 degli insorti rinunciò ag!t attacchi e tentò di girare a tergo degli Austriaci pass,· nlb < valle e a n1.0ntf! di D -Jboj, Conternporanea.me;:1te iL gen. ~z;\-

;p àry mandava il 4 settembre tre ricognizioni a S. E . e S.O. di Doboj. La prima trovò eh~ gli ins:)rti avevano molto <liminuito le forze frontalmc,nte ; 1<1, ?.' s'incont1·ò a sud d i Doboj verso 1-faglaj col grosso di Mohammed. eifèndi (3000 u .) e lo respinse e<l inseguì; la 3°. giunsea Tesanj d isarmando gli abitanti. Jvfoha rn mcd effendi .prese allora posizione d ia stretta di Ko:,w1,, sulla strada Doboj-1-fagbj, in modo di tagliare la strada ùi Scrajcvo conservando le -comunicaziohi con Val Sprccia; il genera le austria,co lo attaccò il 5 settembre, ma l'atts.cco, soucito a causa del terreno ,·otto, non ru conclusivo, e il 6, quando si vol!e ripeterlo, il n~cnico s i era r itirato a N. della Spmcia. In 22 giorni si _erano avuti l t com6-1.ttirnen ti in cui gli A'\lstriaci avevano perduto un m igliak, di uomin i. Nella Bosnia occiden tale la r ivolta si era ao,:cntuata. a Cliuc. La VII divis. ohe teneva la strada BagnalucaTravnik, ten tò con quakhe compagn ia -:ma puntala su Cliuc, ma il generale in ca.po ordinò d i atte11de: c i rinforzi prii11<1 d'agire. Git1-,ta infatti la 26" rlivis. di rinforzo, una br. (gon. Sametz) mos.se <la Bagnaluca su C:liuc, che assalì l)ler le due rive della .3ana impadronendosene dopo due g iorni d i aspri con;battimcnti inrnontagna. Indi pro~cguì con tre coionnc verso Pe trovaz ove si era.no ritirati gli insorti, Intanto dal confine <lalmata veniva mandata un; brigata contro Bihac e ne deriv2rono i combattimenti che


Bos vanno sotto que~to nome e con<lussero gli Austriaci ad occupare E ihac il mattino <ld 19. Nella Dosnia .;11d orientale, mentre gli Austriaci, dopo la presa di Se rajevo, in attesa. di nuovl rin forzi, organii.~avn.no il paese conquistato, molt i insorti si andavano ,acc,)gliendo nei distretti sud orientali, specialmente ;;ul R c;m agna Planina, presso i'1okro sulla strada Serajevo- Visegrad, donde pa reva inlende_ssero tenta.re la r iconquista del capoluogo. Il 2 settembre il generale in c,ipr, ordinò alla VI divis ione d i avanzare s·u lvlokro eJ occupare i passi ; il generale Tc,getthoff divise le su~ truppe (2 , bg!. 2 btr. e 1 sq<lr.) in tre colonn e e una riserva, che il 3 settembre attaccarono l,Iokro, obbligamlo j difensori ad nbba01donarlo. Alla met/i d i sett.c-mbre, giunti n uovi r m forzi. fu decisa !'avanzata fino aJ.la Drina , che fu compiuta dai C. d',\. 4" (da Sciamac) e 3" (,h Doboj) OLCL11->ando rispet tivamente Zvornik e Tuzia. Il 19 settemhre Lt l " d ivisione si raccolse s ul Romagna Planina e il 20 iniziò ,l'avanz1la sulla s trada Serajevo-Visegiad, o,e eran ~ raccolti alcune 'nigliaia di insorti ~on :i.rtiglicria. Formate al soi ito t re colonne, una cent,-a le e Z laterali per un !arJo a ggira1n ento delle hli, gli Austriaci att~1-ccnrono la mattina dc,J 21 la forte posizione tenu t,t da ì --S00!) insorti che res istettero validamente fmcM. sul punto di esser accerchiati, si ritiTarono. La. battaglia fu d-.::cisiva: '/iscgrad fu occupato senza colµo Jerirc, e così tutta la regione, col conco1·so d i t ruppe convergenti dalla Sava e da lla Bosna verso S.E. T er minò così la l,itta per l'ocou.pazione d eHa Bosnia -Erzegovina che entrò a far parte poi dell'I mpero Austro- Ungarico_

Bosniaci. Cavalleria s peciale leggera, composta in genere di elementi polaoco-sla vi. Federico i l Grande nel 1 i45 n e costitùl dapprima una sola « Ban li<-rn ll sotto gli ordini d el capitano Stefano <le Serk is. T a le ca valleria era or ganizzata con cavalli e cavalier i molto addestrati e r esistenti a,lle fatiche . I JJ . er.ano :i.r mati <li sciabola, lancia , e<l anna da fuoco ; la di·,is3. e;a di tipo turco. Furono dappr ima aggregat i agli « U.ss~,i neri» poi, nel 1746, agli « Ulani"· Nel 1762 s~ n~ formò u n regg. di 10 squadroni. Subirono in seguito alt re tra sfor mazioni, sia ·nella. costituzione, s ia nel ves1i~trio e sia noll'arma.me.n to. N eUe carrupagne <lei 1806 -1807 si focero molto c,norc; vennrro p iù ta.·rdi incorporati nel 9° reg· - ginnonlo Dragoni, e infine negli Ulani. Bosone. Re d'Ar les e di Provenza, m. n~ll'887. Cognato de11"1mperatorc Calvo, fu <la questi c reato duca d i :--.mano e re d'Ita lia (857). Provocò con la sua condc,tta ambiz iosa, una guerra d a pa.1ie d i Carlo il Grosso, che i.nva;;e la Borgogna, fino a V ienne, dove la m oglie di B ., Ennenga.rda., resistette due anni alJ'as.~c,dio, ma dopo prodig i di valore dovet te capitolasc (882). G li attacchi dei l\ortna.nn i e d i B. obbligarono gli a lÌeati ad abbandonare l' impresa, d imodochè B . potè r iorgan izza.re il suo ,egno. Bosquet Piet ro

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Bosquet (Pietro) . Maresciallo d i Francia (18 101861). Partecipò a lla campagna d'Alger ia, e vi si distinse in modo, che fu rpr omosso. genera le a 4 1 ann i ~ parteci pò a'.la campagna contro i Cabili. ~el 1854 comandò la 2" divisione dell'esercito di Cr imea, segnalandosi ad Alma, salvando ad Inkermann l'armata alkata inglese, infliggendo perd ite enorm i ai RuS3i. L a co:;;truzio11e delle trincee contro Ma,akoff si cic,vetl-! .,; B., che s i coprì d i gloria nell'asse<lio d i Sebastopoli, rimanendovi gravemente ferito. D opo la sua morte furono pubblical i · tre volwn i d i sue « L et te,re "· Bosr edon (de Ransijat). Coma1l'iantc clcl l' O rdinc _di :Malta e scrittore francese (1743-1812). Nel te,11po della R ivol'llzione francese, qu;i;ndo arrivò Bonaparte davanti all'isola (1798) . si limitò a frnroa re la capit,Jluzione. Si distinse nel periodo <lei blocco di Malta d a parte d~gli Inglosi. Lasciò un: « Gi01,;ale <lell'ass-edio e blocco di ),fa,lta )). Bossalino (Domettico). Generale, n . a Sassari, m. a P isa ( 1840-1901). Sottot. di faJ:Heria nel 1861, partecipò a lla campagna del 1866 ed entrato a far parte del <::orpo <li S. M. fu addetto alla Scuola di Guerra. Comandò da colonnello ( 1887) il 22° regg. fanteria e<l i d ist retti mili tari d i Trapani e cli Siena; colloca to in I'. A. ( !898} raggiunse nel 1901 il grado di magg. gene.raie nella riserva. Bossi (marchese Benigno). P atriDtta, n. a :M ilanom. a G inevra (1788-1870). N el 182 1 ,par tecipò a lla cospirazione contro l' Austria e dovette rifugiarsi all'estero, inseguito <ki. · con danna a morte. Nel 1848 r ruppresentò a Londra il governo µ10,·visorio d i Lombardia. Nel 1859 iniziò a Ginevra. i comitati del!' Associazione internazionale dei feriti in gueITa, precursori della Croce RossaBossi Lttigi. Patr iotta, n. d i Pavia. Combattè nel 1849 e nel 1859 n ell'eser c,to sardo raggiungendo il grado di Gapitano e distinguendosi a Palestro. Nel 1860 seguì Gariba ldi in Sicilia col grndo di maggiore, ottenendo la p romozione a ten. colonnello dopo Capua. Con tale grad o fu comandante nel 7° reggÌi!mmto volontari nel 1866; venne sostituito per aver fatto f are una marcia eccc,;siva a ' suoi s old ati. Nel 1867 era a Roma, ove aveva aperto un negozio di formaggi, ma in verità per preparare la sommossa, poi· fallita, del 20 ottobre. N e! 1870 seguì Garibaklì in Francia ove morì combattendo .

Boss-i Gaetano. Genera le, n. a Milano rn. a Roma (1849 -1923) . Sottot. ciel genio nel 1868, raggiunse il grado di colonnello nel 1900 e fu nominato d irettore del Gen io cli R oma. Resse d a magBossi ·Gaetano gior generale il comando del genio alla Spezia. e colloca.I.o a r iposo (1906), raggiunse nel 19 13 il grado di ten. generale nella riserva.. Bossi ,\fouril-io. 11:edaglia. d'oro, n. nel 1897 a Saronno ca.du to su l Montello n el 19 18. Studente di scienze com mercial i, fu della ~chier a di quei nostri giovinetti goliardi, cl,e lascia rono i libri per le anni, non appena raggiunto il limite <li età per arruola rs i. Fu prima aspirante ufficiale- e poi sottot. nel 68° regg. fanteria. Nelle


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sanguino!>e giornate della battaglia del Pia,·e trovò eroica morte, e a lla memoria d i questo eroe vcntLmne, ricordato tuttora nel suo reggimento come "l'eroe di Villa Berti » fu Q,ecretata la. massima ricompr.nsR a l valore, con questa motivazione: « D urante quattro giorni di aspro combattimento, dopo a,·er trascinato più e più volte ali' attacco di N ervesa i suoi soldati con la nobiltà dcli' esempio e con l'ardore del suo eroismo, essendo venuto meno per ferite il çomandan te della corn p:,gn ia, rimasto solo ufficiale, di fronk a l nemico che incal1.ava in foru soverchianti, raccog lieva i poch i superstiti e con essi s i slanc iava in un ultimo disperato assalto. Sopraffatto e circondato l'esiguo manipolo di prodi, rifiutava di armndcrsi e si d ifendeva fu10 all'ultimo con la pistola in pugno finchè cadde da eroe colpito da.i pugna.li nemici. Esempio di sublime sacrificio, immolò in tal modo i suoi vent'anni alla P atria» ()fontello 16-20 giugno 1918).

Bossolati. Nome dato a miJ.izie napoletane, arruolate nel I i98 per far fronte all'invasione francese. Raggiunsero il nwmero d i 40.000 od ehbero il nome di B. daU'cssere estratti a sorte dal bossolo in ragione di otto ogni mille a bitanti. Xon vennero ammessi cambi nè altre esenzioni.

Bossoli (Carlo). Pittore, n. a Lugano nel secolo scorso, ma vissuto se!T\pre a Torino. Incaricato di riprodurre le scene capitali delle guerre d i In<l i·pendenza 1859-60-61, lo fece con 105 pie.coli quadri a tempera, vivacissimi, movimentali, che oggi si ammirano nel Mu.seo del Risorgimento di Torino.

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Bossolo (V. Cartoccio e Cartuccia). Il bossolo è un tubo di metallo, destinato a contenere le cariche d i lancio (in luogo d el cartoccio) e a dare l'otturazione perfetta della camera di combustione del cannone. La prima idea del bossolo si ha dai cartocci di µergamena ,c he usavano i Francesi dial L6° secolo in poi. Con la pergamena, incombustibile, si formava un recipiente cilindrico che si riempiva di _poh,crc. L'a.dozionc degli involucri di pergamena dava µerò origine all'inconven iente d1e i fondi rimanevano ne Ila camera <lei cannone ed era difficile estrRrli, di modo che talvolta ~i accumulavano fino ad otturare, per· di sotto, il foro del focone. Iii vero bossolo metallico per cannoni ha avuto origine nel 1868 per opera del colonnello D e Reffye, il quale vi era ricorso per ottenere l'oiturazione <lei cannone da. lui ideato, li bossolo R d fye era costituito d a. una lrumiera di fcno stagna to, e contoneva la carica, formata da rondelle Ji polvere compressa, d i guisa che potevasi, coll'aggiungere o togliere rondelle, awnentare o diminuire il pe-~o ddla. carica ottenendo velocità iniziali variabili <la 390 a 140 m .:t:ri al secondo. Qu<!StO sistema fu abbandonato in seguito all'adozione degli ottu ratori a chiusura ermetica, ma ricomparve nei cannon i a tiro rapido, specialmente nei cannoni na,ali, dando origine alla distinzione fra caricamento 01xlinrurio (rnn esplosivo in sacchetti) e c:t.rioamento rapido (con esplosivo in bossolo). I principali vantaggi offerti dall' uso del bossolo sono ; maggiore facilità di caricamento e quindi maggiore ra- \ pi<lrtà d i tiro ; po~ibilità di ottenere facilmen te la cl,iusura crmeti<.a della culatta o quindi maggiore semplic ità degli otturatori; maggior comodità d i conservazione e maneggio delle cariche, ~ cialmentc quando si tratta di cannoni di piccolo e medio calibro; maggiore sic.1rcua per il minore pericolo di a.ccensione delle cariche per effetto di residui incombusti o igneficenti, che rimangono nella camera del cannone. Passando ai cannoni d i grosso calibro l'uso del bossolo porta ad una m.l{;giore complicazione nelle ope-

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r azioni di ca,·icamcn to, spec ia lmente per la difficoltà di sgombera.e i bossoii spara.ti d a dentro le torri durante il tiro, e porta a11che un notevole au,mcnto d i spesa ri,ipetto a.I carica.mento or<limrio, specia lmente per le difJ'rcoltà di costru ire buon i bossoli <li grandi dimensioni. (Un bo;isolo pe,r cannoni da 152 di med io calibro è lungo m . 1.05 c irca). Per queste rn.gion i le sole marine gernrn,nica e ruustriaca avevano il carican1en to a bossolo

pèr tu tti i cannoni dal. 70 al 305, ,m en tre nelle a ltre mar ine l'uso del bossolo si aaTestava a l 152, riser vando il car icamooto ord inario ai cannon i da 190 in sopra. (fino ,ti 406). . 11 met allo con cui s i fabbrica.no i bossoli e ,per ora ( 1926) l'ottone, ma •s i prev~e che per affrontare le pressioni sem,pre m aggiori <.-on cui si tende a sparare nei cannoni 111oderni, sarà necessa:rio ricorrere all'accitlio di lega spec iale ad a Ho tenore di cromo e nikel e di q ualità antiruggine. Il metodo di fabbricazione è stato dapprima quello d i adoper a.re striscie di ottone che ,·en ivano accar tocciate con r ibaditure fino al fondcllo, ma taìc metodo fu presto sost ituito con quello delr« emboutissage >> col qua le, d a una rondella. d i metallo di op portune dimensioni, si 1·icava il bossolo media.ntc operazioni <li punzonatura e d i -tra.fila . Questo metodo, brevettato per la prima volta d a lla Casa Lorenti di Ca rlsru-

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è inferiore a quella interna e t utto H bossolo va ad aderire cw,tro la camera del cannon e. Dati gli spessori con cui sono costru iti i bossoli, la. reazione del metallo nella parte cent rale non è tale da ass.ictLrare che ,)' involucro cilindrico .-itorni ,p rossimamente a lle :primitive d imen s ioni, ossia si stacchi dalle pareti dopo il colpo; ma allora intervengono fenomeni vibratori, i qu ali aiu ta.no il distacco. NcMa parte più spessa. invece, verso il fonde.Ilo, il di stacco si ha sicura.mente be.nchè la deformazione

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dell'ottone è clastica. , Per questa ragione è .possibile costiru ire bo:;soli d i spet,sore · notevohncnte sottile, .p,urchè però il metallo s ia sottoposto a processo di inCJ·ud imento co1ne si è già detto. Dtùl'unitu d iagranuna. ù1 cui sono

IJos~oh> (x>n pr oiettile per orrnuon i cli ()i·ocolo cal ibro he, è diven ta to <li uso comune in q uasi tutto il mondo . Con questo -met()(jo l'ottone rimane rincrudito cd aiumenta il su o limite elastico, c iò che penm.cttc al bossolo d i torna.re ti.Ile p rimitive d imensioni, e staccarsi facilmente d a.Ila camera del ca nnone subito dopo che è parti lo i l colpo. Il rincrud im ento pei:ò ,fo. na..,;ccre d elle tensioni nel meta.Ilo, che; quando non sono un iformemente ripa.1-tite, provocano ddlc lesioni. Per ta le ragione si usa talvolta dare al bossolo ,u na leggenL ricottura nelle su(, prurti più spesse (verso il .fondo). Un 1bossolo ben fatto p uò essere adoperato fino a IO volte m ediante opportune opera,,ioni d i ricalibrarncnto (con pr e.<;sc) dopo ogni ti ro. Questo fatto rende possibile economicamente la generafi.7.zazione de ll'uso d ei bossoli.

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F,m.zionamr.11to del Bo.<solo. T ra ia parete esterna del bossolo e quella intema del cannone esiste inizialmente un 'vano sottilissimo. Al m omento dello 1;;paro penetrano in qt;esto vano i gas <lel•la polvere e tendono a restringere il bossolo verso l'interno. La p ressione che in t.a.l mod'o si eserc ita intorno al bossolo è massima presso la bocca <le!lo stesso e va man mm10 diminuc11do fino alla regione pr0&&ima al fonde Ho dove è nulla. A c1uesta pressione fanno equi libr io h pressione intern a dei gas n el bossolo e la reazi<>nc elastica del metallo oon cui è formato quest' ultimo. A,lla bocca <lei bossolo le· due pressioni interne cd esterne si cqu ivalgono. Ivi le 1)Mdi· di uttone non ader iscono a que lle d i a cciaio della ca,mc.ra. ~ ella pa rte centra le la ,precssione esterna

esagerati i valori della. prc.ssione e d elle deformazioni, si rileva che il bossolo può essere d iviso in tre zone:

.-1 . Zona <l i equivalenza deHa. ,p ressione intemct cd esterna a l momento dello sparo : il bossolo è sottilissimo e non reagisce elastica.mente, perchè oion va 111ai ad ctderire alla camera del cairnone. B. Zona d i rcazioi,c elastica 1)arziale insufficiente: il bossolo adcl"isce e poi si stacca ,per effetto delle vibrazioni elastiche dol cannone. C. Zona di adesione: p1-çssionc esterna quasi n ulla, reazione elastica complettL del metallo che è d i spessore massimo ( vi-ci no a l fondello).

Bossolo (A ntonio) . Generale, n. a :Nizza, m. a Torino (:815-1 885). Frequentò l'Aa:adc,mia mii. di T orino; ebbe da tcn. colonne llo il comando del 10° regg. fanteria e fu a Caste!ndardo (1860) dove gua.d agnò la promozione a scelta a colonnello, e la croce dell'Ordine m ii. di Savoia . :\ieJ 1861 fu promosso irnagg. gcnorale comandante la brigata Marche. F u poi membro <lei Comitato d i fa.nt~ria e cavalleri:L, e nel l8:0 coHocato a riposo col grado d i ten. generale,

Bossu (con.t e J-i) . Ammiraglio frn.mm.ingo a l servizio della Spagna. Sbarcalo (JS71) presso llr ie lle, avendo i « Pezzenti ,; inon<hto i l tc,ritorio, non potè torna.re a ·bordo e l,t sua flotta cadde in lo.ro potere. Contr ibuì nel 15i3 a fai, cadere Harlem nelle mani dc:! duca d' Al ba, a\'enrlole t~gliitto i viveri d a !la parte dol mare. l\fa il 12 ottobre, uscito da Amstcrdani, ci rcondato da navi olandesi, dopo ·fiera r csisten rn, do\'ette arrende rsi e venne

tenuto pri~i011e tre G.nni.. N el 1592 Si di!)tinse

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sull,i Senna , C0m battendo sotto H Farnese contr o i Francesi.

Bossut. Tioi;go <lei Belgio, nel Brabante.

J., Combottùnen;o di B,,.,s,,t, ( 1792). Aj)paniene all'invasiont delle truppe di Dumouriez ne l Belgio. Il 4 novembre, due giorn i JJ.riJ1la della ba tt. di J c:mn1apes, un distacca.mento a\lstriaco che oocupava B. venne assalito dai repubblicani. La lotta fo ,d ecisa a favore dei Francesi dopo efficace iuoco di artiglieria, e una carica di cavalleria . II. Combattimento d-i 13ossut ( 1794). Jl 26 aprile, un corpo di 4000 imperiali, comandato dal principe di Kaun itz, venne assalito a B. <lai Francesi comandati dal gcn. Cha1~bònnier. La ,cavalleria austriaca eseguì tre cariobe, senza riuscire a rompere la. compattezza dei battagiioni francesi e venendone sempre respinta. Infine, gli imperia li lasciarc,no B . nelle mani dell'avversario e batterono in ritirata al di là della Sambre.

Bostar. Generale cartaginese <lei secolo III a . C. Comandò con Amilcare ed Asdrubale le forne cartaginesi còntro At~ilio Regolo (256 a. C.) quando questi invase l'Africa. Subi una sanguinosa sconfitta ad Adis e1 rhuasto prig ioniero di A. Regolo~ 1110d in prigionia . Altri. due generali cartaginesi vi furono di questo nome. Vw10 fu ucdso in una rivolta dell-e sue truppe in Sardegna (240 a . C.); !'altro fu mv iato da Annibale contro F ilippo di Macedonia, e ca,dde nelle mani dei Rom,tn i (21 5 a. C.). Boston. Città dogli Stati Uniti d'Amerièa, ca-pitale del Yfassachusetts, con porto fortificato, mii. e mercantile. Venne fonda.la da una colonia di emigrati inglesi. T. Blocco e presa di Boston (1776). Appartiene alla guerra d'i1~dipendenza. degli Stati Uniti d'America. Era- · no scoppiati in B. (!774) i primi tumulti che detenninarono la guerra. Nel 1776 il gen. Cagc sba;·cò a B. con grandi froze, ina vi cfu lbloocato da 30.000 nord-americani, comandati da. ·washington. Il Gage tentò invano di rompere il blocco; quan{lo i nord-americani riusci:·,mo a. piazzare cannoni sulle altur~, e a bombardare la cittèr, gli Inglesi dovettero sgombrarla e si ritirarono per via di mare. Durante l'assedio, lo scontro più importante fn quello d i Brecrl's-hill. (V.). II. Combattimento ·rl-i Boston ( LO giugno 1813). Appartiene a.Ila b'1.lerra del 18 12- 1.3 fra g.(i Sta ti Uni li d' America e l'Inghilterra. Cli Sta.ti Uniti avevano una marina formata da poche navit 11111. i111olto agguerrite, tanto che, in varii combattimenti s ingoli, avvenµti subito dopo la -dichiarazione di guerra, le unità. americane aveva.no avuto s pesso ragione di Q\lellc ingleii. I numerosi scacchi subiti avevano però ,ne-5so molto fermento n eHa -1:i:,,r ina inglese, e gli ufficia li di quest'ultima anelavano prnndersi la . rivincita. Nel g iugno del 18 13, ~ncntrc il comandante Broke con la fregata inglese « Shannon >l da 52 cann. bloccava, ins i;;..e ad un'altra fregata, la « Ten<:dos >l, il porto di Boston, sap uto che nl'll'interno trova.vasi in ar ma.mento la fregata. americana « Chesa.peake >l da 49 cannoni, e p ensando che questa non sarobbe usoita finchè gli avvexsa.ri fossero ·rimasti in d ue, mandò via la. (( Tenedos », e provocò l'avversario alla lotta. Le due navi manovrarono con ugua-lc abi lità scambiandosi cannonate, poi si ab-

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bordarono; il cap itano Brokc si lanciò su b ito al l'1rrcmbaggioi ~i non ostante la resistenza degli An1ericani, si impadrod del ca.stello di 1lrora., ma vi cadde egli stc;;so gravemente ferito. Quasi nello stesso tempo il Lawre,;ce, capita.no ,;IeHa « Cl1esapea.kc >), ebbe passato il pello da parte a parte da una palla d i fu.cile; trasportato in hattcria p ronunziò q\l elle parole che divennero la divisa della marina americana: (C Dont -give up the ship ,; (Non rcnd~te il baslimeut◊) e spirò. La sua gente, r~spinlct dalla coperta, si rifug iò in batteria, facendo fuoco dal boccaporto, tìnchè fu co:;trctta a,lla resa. La C( Chcsapcake », ·con un equipaggio d i 376 uomini, avc,·a a,·uto ollre a.I comandante, sei ufficiali e quarantuJ10 n1ar inai morti, nove ufficial i e novantuno marinai frriti. La ì< Shannon », con un cqu ipaggio di 330 uomini, ebbe tr·c ufficiali e ventuno marinai morti; due ufiìciali, o ltre il t01mmda~1tc, e cinquantasei ma r inai ferii i.

Bostra (e Bosra). Città della Siria, " sud di na masco, grandemente sviluJYpata. alfepoca cli Traiano . N cl 663 ve11ne 'l)rcsa dai l\![usuhnani dopo breve assedio. Nel 1149 vi si comba.ttè una battaglia che fu vinta da Norcddino co!llro i cavalieri Gerosolimitani. Xci 1180, fu dai l\iusulman i devastata completamente, e da allora decadde. Bosworth. Bor go dell'Inghilterra, nella contE.,, di Lciceste,r. Bottagl-ia di Bosworth ( 1485). Appartiene alla guerra delle (( Due Rose >l, d i cui fu l'ultima battaglia. Fu combattuta (22 agosto) fra le truppe d.i Riccardo IH re d'lngh ilterm, ammontanti a 13.000 u., contro quelle di Em ico di Tudor, (5000 u .). Riccar<lo si slanciò valorosamente ncHa pugna, •na a un cert() momento un corpo di suoi par tigiani, comandato da lord' Stanley, rnltala a ll'improvviso bandiera, attaccò di fianco Jc truppe stesse di Riccardo, che tr<>vò la morte nel combattimento. mentre i suoi a,n da.vano in rotta perdendo 3000 uomini. Enr ico venne incorona.lo re dai s\loi soldati sul campo di hattagìia, e la guerra delle « Due Rose>> ebbc/fi11e.

Botale (Giuse1~pe). Medagl ia d'oro, n. a Ròcca,grimalda verso il 1770. Alla fine <lei 1785, si am.1olò soldato nel regg. Lombardia col nome di gucrrn « Coeurcontent » e partecipò alla guerra nelle Alpi mer itandosi la medaglia d'arg. istituita ~la Vittorio Amedeo ur, re,x:hè il 28 novern'b,·e 1795 concorse con due compagni a ·pr~ndere b<>ttino d i guerra dalle m1ni dei Francesi cd affrontò poi coraggiosamen te i nemici presso Pievctta. Congedatosi al principio del 1797, non ces,ò per qo.,csto mot ivo <.la,! p restar i suo i servizi alla patria, r nella primavera del 1798 cooperò alla difesa del paese nat io ed a !ib~ra.rlo <lai nemici. Per questo s uo nuovo atto di valore, la medaglia d'ar gento di C'.l i u-a i1Ìsignito, venne mutata i11 quella d'or o. Botaniates (Niccforo). Imperatore d i Costantinopoli dal l078 al 1081. Era generale in Asia e nel 1077 si 1:ibellò ail' impera1o:re Michele D ucas, conquistando <lapprillJa l'Asia bizantina, e marciando .p oi su Costantine>poli d'ove costrinse l'impe:·atore ad abd icare, prendendogli il trono. Nel 1081 f.u rovesciato da Alessio Comneno e costrelto a rsnchiudcrsi in un convento. Botero (Giovanni) . Scrittore italiano n . a Bcnevagienna, m. a S. Michele della Chiusa ( 1540-16l 7). Scris-


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se « La rag ione d i Stato >> , v ropugnando, contro il macl1iav-cllismo, un regime civile, onesto ed umano, e ded icò alle mili,ie 4 dei IO libri di cui compone.si la sqa opera ; egl i CùnSiglia d i, formar le fanterie con solda ti naz iol!laii e n0n mcru-.narit cli costru i1e valide . fortczr.~, di a vere provetti ed ahili capitani, e di lartcia.rsi a nohc sui mari. AlIre ;ue O!)Cre sono : « Del1' eccc lk n;;a de::;li antichi CRp itani J",; (\ ·D iscorso intorno a.Ila fort ifiea.zione ,, ; « Discorso sulla ncut ra ll tà )) ecc. 1

Botha (L11ig1). Generale •boero (1864-19l8). fu chippr ima.. co ltivatore e combattente ad un te-mpo 801c1·0 ,C iov,rnni come tutti i Boeri. Combattè più tardi agli ordini <li Lucas i\Ieycr mol to ,.-:ilorosa.mentc contro i Zulù. Quando scoppiò la guerra ~nglo- bocra (1899) fu chian1ato a ca po di un in1portan te rcpa.rto. segnalandosi su bito per ab ilità e qu:tlità tnttiche e batté il generale inglese Bullcr a Spion · Kop . i\.Iorto il generale JoU,bert ( 1900) fu nomina to gcncra.lissimo e CQJ1w tinuò la guerr:i con successo, finohè presa Prc- • toria da · parte de l ma re:sci::Ll1o Roberts, riunì i re· sti dell'esercilo e con tin uò con D ewct, De larey cxl al· tri a tonnt'nt:1re gli Inglesi riportando su ccessi. Ini-"'iatc le tratta tive di pace a Londra, il B . vi in tcr-veune accolto çon ri..,petto, e fu .poi destinalo quale p r imo ministro della colonia sud-africana. Durank la guerra mondiale i Tçde;chi tcntuono d i sollevare (l914-15) la colonia contro gli Inglesi, ~peoulando su lle rirnlità ira B. e De \Vct; ma B. debellò con una rapida campagna i vecchi commili toni e s i m,intenne fedele alla parola data a ir inghi l-

)

t t r ra .

Bothwell. Comune della Scozia, nella contea d i Lanark su~ fiume Clyde. Il 22 giugno L679 ,-i si combattè una batta.glia, appartenen te a lla lotta fra presb iteriani e cattol ici. Carlo II inviò il duca di l\fonmouth con 5000 \I. contro i presbiteriani e questi lo a.tteser-o presso il ponte di rì. La battaglia terminò con la vittoria del <luca.,- il qua le fece 1000 p rigionieri. Seguirono a lla batla giia n1isure repressive contro gli a'vv-ersari .

r'

Botta (A botta.). Diccsi di quelle opere d i fort ificazione, o di quelle a.rmature d ifensive, che resistono alla. botta di una da ta arma. Quindi cc a botta» (o « a p~va ») <li bomba., o di moschetto o p istola. Le fort ificazioni, e le armature, si facevano cc a. botta» d 'a.nna d a fuoco. Pe,- le armature, çiò rappresentava una continuazione d ella « p ro,,a J> che si faceva già prima, adoi:·erando k ba lest re. Ne i .p rimi temp i però la. prova si

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esigeva salo per le corazze -de i capitan i e dei principi ; ma quando queste arm i dovevano resistere ai proiettili delle armi da fuoco, allora la ·prova si esigeva anche per le armi così dette da munizione, ossia da servire ai soldati ai qua li si d avano in dotazione. Tutte le armatu re a111tiche « a bot-ta >> erano pTovate con due o tre colpi dell'ar ma alla quale dovevano resistere; e qua ndo ora si vodono su esse d ue o tre amruacçature, queste sono generalmente i segni della prova sostenuta, e 11011 quelli d i coLp i ricevuti in battaglia.

Botta~;ldor-no A ntowiotto. Gcncrnlc cd U<>mo d i Stat<> al servizio d eWAustria, n. d i Pavia ( 1688- tii4). Fu educato alla scuola del principe Eugenio d i Savoia e (.>iÙ voHe a.Ila. testa d i eserc iti a.u striaci in Fiandra, Ungheria, I talia. Nel 1746 sconfisse gul Tidonc l'esercito franco-ispaJ10. P rc~-a Genova dagli Austria.ci, ue fu no minato governatore, ma. ne fu caccia.to dal popolo genovese, sollevato da l gesto di Balilla. TI B . venne nominato poscia maresciallo dell'Imp ero, e commissario imperiale per l'Italia. - Un Giacomo B. (1728- 1803) fu 1,ure m1rescia.!lo austriaco. Botta Carlo. Storico italiano n. a S. Giorgio Canavese, m. a Parigi ( l i 66- 1837). T,aurea to in med icina, rn:t

appassionato alle lette re, si m ostrò dapprima antinapoleonico, onde h impri-

1

gìonnto per due annì; 1na

poi, rc-catos i in Francia, entrò ton1e sanit:1rio 11cl-

l'cscrcito delle A~pi e part('Ci!)Ò d ia spc:.dizio11c con-

tro le isole Jonie, dove resse ,l'o~pcrh lc d i Cod (1. S i

dju1isc, n1a rientrò :incora ncl l'esercito fino ~ Ila !:>attaglia <!i l\fa.-cngo r Jgoo). Esper to, .per tanto, <l i cose bellic he, compose, dopo scri tti minori: « Storia del la guerra rl'inclipendenza degli Sta.ti Uniti cl'Ameriu n; << Storia d'Italia d a l 1789 al 18 14 ; e « Storia d'Italia ''. in continuazione· a quel la del Gu iociar dini.

Bottacco (Carlo). G cnernle, n. a Casale m, a T ormo (1820-1830). Usci nel 1842 ten. d'artiglieria da.Ila Scuola d'applicazione. Prc-~ se pa rte a lle campa gnc de-I l 848 -49 meritandosi due rncd. d' argento al va lore nella prima e a X ovara I.! croce dei .SS. Maurizio e Lazzaro; alla campagna del 1859 ; a.Ila campagna del 1860-61 , dove s i meritò la croce di c av. dell' Or, • d in e mii. di Savoia.per essersi' <listin to a Perugia , e ad Ancona ; all'assed io di Capu a ottenne la croce cli commendatore dello stess,i Ordine. J\faggior g•ncra.le nel 1865, prese parte con ta le grado a lla ca:mpagna del l-366 gm1dagnandosi a. Custna. la terza mcd . d'a rgen to al valore ; parteçipò anche alla. presa. di Roma (13 70) . Fu successivan1en te crnnandantc .de!la scuoh~ di gu~--rra,

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388 <:!ella d ivis i<1ne d i Piacenza,. e dell' Accadem;a J11 ili tarc di T orino. Botte f 11lmùuwte o da fuoco . V . Barile.

Bottée (di T oulmon Giusept,e) ( 1764-1816). Uffic iale- francese inventore e preparatore d i polver i da sparo. e scriltore. D ive;m e nel 1798 l'ammin.istratore gene .. raie del ser vizio dei .polverifici, e f.u pure insegnante di tale materia ,pxesso la Scuola politecnica. n812). Inventò una misw·a idrostatica per provare la f orza esplosiVa delle pol\'cri. P ubb licò fra altro : « l.'arte di fabbricar,, le polveri da cannone» e « L'arte de l saln itraio ».

Bòttego (Vitf.o,-io). l\icdag lia d'oro, n . a Panna nel 1860, m. i n Afri<:a nel 1897. BcJ.la figurn di soldato e d i esploratore. Ufncia lc i n S. A . P . neJl'anna d i ar tigl ieria, senti subito il fascino della Colonia, e ch iese perciò cli css~re invia to

.l!1

Eritre:11

ove rirnase µer sette anni. Segl..!endo) ;poìi i l 1s:10 spi rito arnanlC dti f!~chio e dclP avvcnt,ura, divenne esplor atore. Nel 18\/2-93 fu

incar icato <:!alla Società geografica i taliana di stud iare ìl cor~o de l Giub:i; per r intrepidezza e l' a ud,ccia ,dimostrate durante la spedizione, •fu decorato cl i medaglia <l'argento a l valo:· ,,i ilitare. i\el 189i partì d i nuovo per l',i\frica equatoria le, a capo d i una sped izione scicntifiço-m ili tare, per esplorare la regione fra il :K"ilo e il lago Rodolfo e ,fondare possibilmente una. stazione a. Lug (,Giuba). IJ1 uno scontro con nude( d i Galla, si batl~ eroicamente, finché cadde ucciso, nè il s uo cadavere fu .p iù ritrovato. Nel l'l26 iena ~pcd iàone capitanata d<t Guelfo ,Civìn in i, ohe si era r ecata in Africa con lo scopo pietoso <li rin trnociare la tomba del nostro grande esploratore e r estituirla. alla Yenerazione della. Patria, r imase pw·troppo infruttuosa. La moti,·azione con la quale alla rnemoria del capitano Bàttcgo ven11e concessa la meda.glia d'oro così dice: « D imostrò sa·gacia ammi revole nel dirigere u11a spediz ione sciCJ1tifico-anilitarc nell'Africa eq ua tor iale attraverso paesi inesplorati e fra popolaz ioni ost ili e bellicose e spiegò eccezionale ,coraggio. altaccamlo con soli 86 uomini UJ1 nemico forte di lill migliaio cli combatten ti e morendo eroicamente sul ,campo, ferito al pet1 0 ccl alla tesla da due colpi d i a rana da. fuoco» (Paese dei Galla, 17 marzo 1897).

Botteoni (P ietro) . Generale, n. a Ti:escore (Berga mo) rn . a ToriHo ( 1852192 l.). Sottot. <le! genio nel 1371, fu atklet to alla regia, n1a.rina. a "Venezia (1884) e<l alla d ircz. del genio cli Tor ino ( 1887); proruosso colonne llo ( 190.:ll re~sc le dircz. del genio, d i Spezia e d i T or ino. N el grado di nnagg. generale ( 1903), fu ,:r,•no.n<lante territoriale <lei genio a 3pc-

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z ia e a Veron;:i; ,collocato a riposo nel 19 14, raggiunse nei 1915 il grado di tenente gener ai" nella riscn·a .

Bottero ( Gi«seppe) . Generale, n. ad .\sti nel 1845. Partecipò da sottot. dcL genio alla campagna del 1866; fu insegnan te a li' Accademia il\Iilitare ed alla Scuola cli Applicazione d'arti glieria e gc11io. X ci gradi di tenente colonnello e d i colonnello obbc le funzion i d i vice-d irettore della dinzione del genio èi Ro, ma e <li d irettore dell'officina d i costruzione del genio; promosso 111aggior g enerale1 fu no111inato co-

mandante <del genio d i Genova . Collocato in P . .'\. ( I 90i), raggiunse nel 19 12 il grado d i ten. generalenella r iserva e di gen . d i d ivis. nel 192.3. Colla bo rò in r ivis te mii. e scrisse' un Trattalo d i .'\;·chitcttura militare.

Bott il ia di Savoulx (conte Vi11ce1izo) . Genctale n. ·a Genova, n1. a Tor ino ( 18261886). Come ten . d 'artiglieria prese ,pane alla ,cam1>agna del 18481849 e fu a ll'assed io di Pesch iera. Nel 1849 formò una batteria a caval lo. Fu ia C rimea ; nel 185•) s i meritò la ~roce di Sa,·oia a S. ::VIartino. X ci 1862 (Aspromonte) ottenne una mccl. <l'argento al valore, )l'el .18i 4 vena~ pro1nosso n1aggior generale; nel 1882 re11. generale. Nel 1885 fa collocato a chspo3izione. Bottilia d-i Sa.v o·ul:t Alessandro. G enerale, n. a Su~a, m. a Torino (1830-1914). Sottot. di fan teria nel 18-18. prese parte alle cacinpagne del 1848-49 meritandosi u na mcd. ~l'argento nel ht b»tt.aglia di X o,·ara; en trò nel 1850 nell'arma d'artiglieria e parteci pò alla spe d izione in Crimea. cd alla campagna ,del 1859. -Ne! 1866 ebbe b ca rica. <i i d irettore territoriale di artiglieria jn Alessandria. Resse da ,colonnello il coman<lo ·del 9° regg. 1rl'art. e il comando dei di st retti m i i. nella d ivis. di .Messina; ,col lornto in P . A . ( 1882), ragg.iu n~e nel 1886 il grado d i 1nagg. generale nella riserva .

Bottini (Francesco) . Generale, n . a Perina ldo (San Remo) m. a Tor ino ( 1840-1917). Soltot. 11el regg . Lancieri d i F irenze ( 1861), p•.rese parte alla campagna elci 1866 meritandosi una med . d i bronzo a Gazzoklo; fu vice diret tore del d eposito allevamento d i Scord ia. Co mandò nel grado d i colonnello ( 1893) il rcgg. Lancieri cli Novara e collocato ii:i P . A. ( 1898), raggiunse nel 1904 il grado d i rnagg, generale nc!la r iserva . Bottino (di guerra) . A1)propr iazione d i persone e c nsc dei vin ti da ;parte dei vinc it or i. L'uso del B . è anti_ch issimo tantoch,, ne t ro,·ia·mo tenno n olle s torie sul popolo ,:·braic:-. ai tempi di ),fosè. l Greci ,dl'cpoca -di


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Omero, dist,·ibuirnno il B. a seconda <lei \'Olere del d uce sup.~·~mo; d i sùli tc, toha- la Parte assegnata al capo, , i distribuiva in parti eguali il B. a tutti i co1>1 battenti. [rano comprc,i nc! B. anche uom in i, (lonne e fanciu lli, cht djveniv:inv schiavi de i vincitori. 1\ Spr: i·t.a, piiL tardi, si distribuì il B . in pan i proporzionali al valore

<limostrato Curanti.! le ~ingolc battaglie dn. ci?.scu11 coni~ !.,attente. r~;·ò il capo he prclenva in ,'.:1t ici,ço circa 1/10 :pc:· dedicarlo :i~li nei. 1\les3a1v lrc, il Grando si rc.rviva del R. n0n solo per 111'en1iarc 1e truppe, n1a anche per colmare le spese d i guerra. Presso i Romani ;, r icavo àel B. doveva essere ver,;ato ùel tèsorc, pubblico, d0po che il questor e ne a,1eva fatta l:t Yen<lita. Però tale legg~ non fu .,empre os,cr vat1, g iacchè i con;oli si adornavano con p:nte del B. per il trionfo, o ~e ne serviva.no per -ornarne gli edifici pubbli~i od il Foro, o infine per l'er ezione d i r icordi trionfali . .-\!tre volte il B. veniva <liò! r ibn ito tutto od i:i pane :1llc truppe. Tarquir,,io, v in ti i Sahini, prese dal B . 1/ 10 dell'oro ed ar~ento per wst: uirJ'.e un ten13Jio : il r~sto dier'c ai :-oldati già possessori dcg!i !iChi~vi. Ci11ci~1nato e Fabrizio aulla del B. conquistato vollero per sè, nè per le loro famiglie. Quando i Romani r i'lrcndcvano ai vinti i l B _ da que.sti faU<.), lo restituiv~no ai le:~itrimi p roprietari. Nessuno pote·,•a se;va ordine <lei capi appropriarsi cli B . .:, fare saccheggi; in gener e solo metà delle truppe era dal coman<lrn tc ad ibita al sar.chcggio, mentre l'altra metà s tava iu armi. L'entità de l B. fu ai te,npi ,·omani molto spesse ele,·ata. Qc11ndo P _ E101 ilio vinse i Persiani in Epiro, fece 150.000 schiavi ; ogni soldat0 ebbe 200 denari (da 3 ,' 400 lire oro); ogni ca,alier,, 400 denari, oltre a, 100 denari <lati dallo stesso P . E.milio a ciascun famaccino, e 20ù ai centurjoni e 300 ai c:1valie.rL Presso i Franchi in genere le proporzioni del B. erano ckcise dalla sone. Clodoveo, <li fot t i, ,fopo una vittoria contro gli Unn i (486) non potè avere un vaso di valore (preso prc.s~o Reims, e da lu i desiderato), perché non favorito dalla son~. PiiL ta rdi, sotto i Borboni, l / 3 del 73. spttl'ava, al comandante suprc1no; il r esto veniva distribu ito. Nel mod io evo i•I B. serviva a compenso assol-ito <ldlc truppe, specie nelle compa.gnie -cii veqtw·a, e molto spcssu la pat-re più import.a,1te del B. era la (~,glia che si 1

imponeva. a i prigionieri, se volevano aver salva la vita. Nel secolo XV gli SviZ7.eri, ,d,:i,po fa. vittor ia di Granson, dovettero nominare dei commissa ri bottù,ieri, per potec fare le d ivision i del r icco R. fatto su Carlo il T emerario. Presso i M11sulrnani, 1fao,mctto s t~bili che ai caval ier i fosse dato il <!oppio di quota {lei B. d i quanto spe ttava. a i fant i, -detr at to il quin to prelevato dal comandante.

TI B . fu ,abolito con la istituzione del soldo regolare a lle truppe; ,per ò una parvenza ne r imase sotto a.I tre fot mc. Nel primo periodo del la R i voluzione francese, il gen. :Fioche, in a.kun i ca$i, per in<:itare le truppe, promise B. per compenso. Rugca,1d espresse l' idc:i. che il B . fosse ·u n g iusto d ir it to del soldato vinci tore. L a massima n1cxle rna na ta.via t. con lr.'.1ria aJ ip-dnciipio ,f he iJ

tmn batten te in genere tragga profitto n1a,terialc e per ~ ~anale chd dovere che gli im pone la Patr ia per h sua d ifesa. E <lrfatti ;1on è pii, ammesso nelle n azioni civili i l B. -d i g uerra; ma. qua11to costituisce « µ re<la bellica ll ' 'icrne d,,I Governo incamer·ato a Yanta.gg;o ddl'Era.r:o.

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Dotti no Angelo. '\Ic<l:1glia d'0rc>, r.. nel 1334 ad Asti, caduto a. :VIonk Suello nel 1866. Volo~Hario garil,alclino, aveva comb11ttuto va lorosa.mente n el 1859 nelle file rki Cacciator i ,delle Alpi e ;,e) 1860 a Perugia, Ancona, Gaeta ; a l\fola di Gaeta. a11zi, aveva guadagnato una med_ ,d'argento a l Yalor militare. ]\Tel 1866 si trovò a Custoza, <:.'tpitano 11cl 1 ·' reggimento volontari ga ribakl ini, cd a Monte Suclio cackie, mentre intrepidamente guidava ,1aa. colon na <l'atta.eco, com e è ricordato nella mot ivazione, coli la qua1le venne concessa alla memoria <li lui la meda.glia d'oro: << Guidando valorosamente la colonna d'attacco, r imase mortalmente ,ferito e morì pochi rn:ntni dopo l> ()fonte Suello, 3 luglio 1866).

Bottler. Costruttore del Genio navale olandese, che lètvorò per la Russia , chiamatovi r:ii ,propri opera i da. lo zar Alc3sfo. Fn le I'a vi Js. guerra allestite per ia mari11a russa, il B, ne architettò una armata eia 40 cannoni, ed altra più ,;ottile per rio;alire il Volga . IJn r-ibc llc russo, Stenko R,sin, brnciò tutte lt' navi costrnite, e trucidò gli 01,rndcsi, d i cui solo certo Rronclt riuscì J. fuggire. Botto (Antonio). G enerale, 11 . a .Mondovì ne! 1840, m. nel 1917. Sottot. de l genio nel 18é1, partecipò alh campagna del 1866; fu ad:lctto all'Istituto Topografico '.\lilitare. Era profo:;sorc. d i Scienze Naturali e ne fu insegnante al Colleg io IHilitare d i Roma (1 883.1886). Da l 1890 al 1898 fu comandato, eia ttn . colonnello e da colonnello ( 1894). presso I' I 0 titul0 Topografico :\filitar c, Collocato Ìtl •P . A. (1898), raggiunse 11e! 1913 il g rado di ten. generale nella ri serva. Come scrittore militare, pubblicò: « Con11;buto aglì studi storici sulla origine d~lla bussola >) ; cc Relazione sui progressi della cartografia ,, ; « S tud i sul!~ polveri fulmin ~nti )>; « Storia delle tor pedin i ll: (< Sulle p iù i·mpor fanti oper e Gi geografia .-;t::1mµatc 'Ìrl. I talia, dal XV a l XVIII secolo ,i; ccc. Bottone (dd ca·1 mone). P iccola pallottola. fusa, negli ant ichi cannoni, all'estremità della volata, che ser viva da m irino per il' puntamemo in sistema col B_ di cu latta. J\bolito . nel se-e. XVIII , è rimasto però anche dopo quell'epoca il H. <li culatta, che era rappresentato <fa un gruppo di fogl ie con pomo granato aperto, una Lesta cl i mosu-o, o altra bizzarrìa. Bottoni. Le d ivise m ilitari, specie nell'unifom1e di parata, p r ima della guerr a mond ia le. erano ornate da B. diversi gli uni dagli altri a seconda d el corpo, arma


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,; categoria d'uffic ia li o truppa cui appartenevano. In caus:i però della grande visibilità a .dist,u1za, , i B. meta llici vennero s:>st itu iti, nella tenuta grigio-Yerde, da B . d i fr11 tto od osso, e in gran ,pa.rte nascosti ,;Jallc pieghe ,lella d i,·isa. Rimasero tu ttavia i B. d'argento o <lorati, nella uniforme cli ,parata, tanto per l'esercito quanto per marina ed arronautica . L'arm:t dei RR. Carabinieri ha con servato anche l'antica uniforme con bottoni .

Bott.oni di fuoco ('Vctcrina rfo. mil.). Da antica da ta è iri uso nell'esercito l'app licazione dei B. di fuoco per la. cura delle estremi tà dei quadrupedi militari, affetti da esqstosi, o i:ra sfi.ancam.enti sinoviali, che provochino zoppia. In questi casi i B . di fuoco ser-vono ad arrestare il processo di formazione delle esosto., i e la infiammazione. I B . d i fuoco possono essere applicati coi normali cauter i in ferro, a rroventati o nel fornello da ma niscalco, o col tem1ocauterio con punta <li pla tinai arroventata da un getto interno di benzi na . Quest'ult imo apparecchio è p referito pcrchè lascia meno traccia sulla parte curata e non detur pa. il qua<lruped~ dep rezzandolo in ca.so d i vendita.

Bottura (Luigi). Gcne-rale, n . a Bussolengo (Verona) nel 1S67. Sottot. del genio nel 1888, pa rtecipò ai la campagi:a d'Africa. del 1S95-96. Si d istinse dur1.nte la guerra 1915 -1918 meritandosi ,una mc-cl. Ll'an;ento qua le colonneilo capo dell'Ufficio .Ponti ddla 3• ar:mta nel . 1·i·piegannen t0 dall'lsonz0 al P iave, e la c rc ce cii cav..t liere dell'O rd ine mii. di Savob per la mirabile ç,Jope. 1·;izionP. data nell'orga nizzazione del gittamcnto dei ponti c1urante la ba tta glia cli Vittorio Veneto. Nel 1919 ' " 11omin~.to dirt"t torc del genio di Ve:·on a e, collocato u el 1920 in P. A. a. su'.\. domanda, raggi unse nel 1925 il grado di generale & brigata.

Botzaris (Mario). P;triotta· ed eroe greco (1788 ·1823). App1rte.nente ad una famiglia d i µ atriotti d i cLri ,;ii, il n onno Giorgio era coma.ndantc in ca.:,o de!ic; tr ib,ì bellicose dei (< Sulioti », e ncbbe fra combattimenti e pcrico.J-i G ià n el 1806 fece nelle Isole Jonie un tenta tivo di sollevazione wmata. favorito dalla Russia . Pa,:sate, con la pace d i Ti lsi tt, ,. a i Francesi le Isole, B . e,1trò a.I servizio <lclla .Fran c ia. S cl 1820 n el!' Epi ro, con i OO a 800 sulioti, approfitta ndo ,della r ivolta d i Ali cont ro i·l Sultano, <livenne con la sua. guerriglia i l ter rore <lei 1\!usulnrnni~ che posero una tagl ia ~uHa sua testa; mentre lo ,.io Notis teneva il comando <lei •grosso dei riYOltosi, D . mise in rotta ciue pascià; a ssa lì Arta fidando sull'appoggio degl i Albanc~ i, che l'abbandonarono, ma riuscì egualmen te a.d ap, frsi una strada fra i Turcll'i (dicembre 1821 ). Vinto <lai Turohi Alì -pascià (1822) B. fu battuto a sua volta, perdendo il fiore dei suoi soldati (luglio 1822). P erò, con 600 prodi; anes tò l'esel'cito turco ncHo stretto di Cr.ionero per una giornata, e riuscì a r ipa rare in Missolungi fortificandovisi per tutto l'an· 1,0. N ella •pr imavera del · !832, un cseréito d i 200,000

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uomini, comandato da. :'.\Iostai pascià, scese d a ll' E pi. ro, e Botzaris con a:rd itissirno d isegno, decise di a.nclarlo ad a ffrontare. E si 'J)ortò a Carpcnitrè, campo <li Mostai, sollevando nel passaggio le popolazioni greche. G iunto sul campo, quantunque ferito, entrò nella tenda del pascià, ma venne colpito a morte. 'l~u ttavia i Turchi, investiti d'ogni parie dai sulioti, guidati dal frate-Ilo d i È., vennero sconfitti. Si segnalarono pure in tale combattimento, e. più tardi, a .M issolungi, Not"is e Costa11ti110 B. il quale ultimo vi lasciò pu re la vila. U n a ltro Cost,wtiiw B., generale greco, fratello di Marco, morì ad At,ne nel 1853. E un fii;lio di q:,esti, De metn·o B. (1813-1871 ) fu pure generale e m inistro della Guer ra .

Bouat (Gi11sepf>e Mario). Generale francese (18021859). Sottot. nel 1822, fu colonnello degli Zuavi nel 1844, e come tale s i distinse cinque a nni dopo nella spedizione d i Rom a ; proonosso generale nel 1851, prese parte alla spedil ione· in Crimea col grado di genc n le di divisione. Nel 1859 comandava una divisione <lei III corpo, ma nel giungere a Susa morì' d'apopless ia . Boucha in ( lat. B11c!tani11m). Comune de,! d ipartimc.nto del Nord, sulla Sensée e sµl la Schekla . Fu d)iazza. forte protetta da chiuse che perme ttevano d'inon darne, in caso di assedio, le adiacenze. Fu assediata e presa nel l 477 dalle truppe d i Luigi XI che andò a rischio cli perdervi la v it,1 per un colpo cli .falconetto . I. Assedio di Bmichai n (1676) . Fu ,posta da lle truppe francesi comandate dal <lu ca d'Orléans; la città era di-icsa da.gl·i Imperia li. M entre i l d uca, -ins ieme. col Créqui e co l Vauban, iniziava (2 maggio) l'attacco della piazz·.1, avendo ai suoi 01xiini 19 bgl. e 55 sqdr., L uigi XIV p rese posizione con 50.000 u. -presso Valen ciennes, per -1,r oteggere ì'assedio con tro truppe imperiali agli ordini del principe <l'Ornnge, e r iu$CÌ a<l im pedire a questi di soccorrere la -p ia zza. Du.e assalti a questa fallirono, 011e1 un ter zo d iede in pote-re <logli assooianti le opere dcli;, città bassa: poco dopo h guarnigione capitolava, ottenendo gli onori de lle armi. II. Assedio di Bouclwin (1 711). La piazza forte o tes ta. di ponte di B. consta va i n qu.cst'epoca. òi ui1a cit-t,tdella costruita s_ulla .parte alta della città, con fronte bastiona to principa.Je sulla sr. del fiume Sensé.e e un'opc nÌ a corno s ulla r iva dr., che s i estendeva. con success ivi fortini od opere accessorie, a gu isa d i sprone verso b. •città bassa, fin contro l'ansa. della Schelda. Qui ;il·t re open:: seconda.rie comp letavano la p iazza. L 'eserc ito a lleato comandato da.I Marlborough, fo)·te di 139 bgl., 226 sqdr. e r ~la ti ve artiglier ie, s i trovava fra Douai e March iennes, verso i pd-mi d i agosto 1711. La guarn igione francese di /3. era costituita. <la 8 bgl. e 1000 fra granatieri e <lragoni (in tu tto da 4 it 5000 i,o.n in i). Oltre a que3lo ,presid io i Fra ncesi a·vevano l'esercito del Vili'1B , f<O.'tosi a. difesa sulla ,linea da l'iar.rnr a l mare, con -centro ad Arras. L e foHc <lei due eserc it i erano quasi -p ari. Marlborough s i p-ropose di rompere b linea francese n el mezzo, impadronendosi di B. e il 4 agosto si fece precedere dal. gen. barone Becbteren con 30 bgl., 12 sqdr, sulla sinistra della Sensée; egli stesse,, preceduto dalla ca valle,·ia, si portò sull'altra riva della .Schelda con 20 bgl. e 40 sqdr. La séra. del 17 agosto incominciarono i primi contatti coi posti francesi ; n ella notte del 22 a.gosto Marlboro•~~h iniziò l'attacco a lle


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opere ddla città bassa da S. E . co~:rucndo le prime para llele; <lue giorni dopo anche le opere della città a lta erano :\ltaccate. Il cor po clel Vi!la rs, accor tosi molto in ritardo della mossa del nfarlborou gh, tentò d i venire in ,, iuto <lei d ifensori d i B. cercando di passare a vaJ.le la Sclwl<la. I'erò intanto le truppe degli alicati, inca lzando con assalti la città a lta, i•l 2 se(te,m hre avevm,o già preso po~sèsso <li due opere a vanzatc. Poco dopo cadeva pure l'opera avanzata principale, e i d ifcnsoTi pe,·c:eva.no terreno e si ritirava.no ne lle stra.de coper te. La 1ott 1i divcnH\..V<•I se1npre pill u-ccanita e genera le. L1 at-

1.1cco da Xo,·& aveva il sopravvcnt<> sui d if<'nsori nella notte del .ì settembre, e senz« lotta gli a lleati occupaYflllO anche le Oj)e.rc a I~ e a 2 . I /assalto generale fa accon)pagn:.i. to da intenso f1toco: cu i le -artiglierie dt:!la piazza r is:)osero cnn v ivac iià. I l 5 settembre erano cad ute in rna.no degli assa,litor i le opc1·e della città bassa : r Il settembre, dopo ac,,;anita !otta cacli:'1a pu re un bastione centrale, e finai!mcntc il L2 notte, fa:ta u n~ l:rcccict ncll'orera principale della città a lta, vi e:ntravano k truppe alleate e il •presidio venne fatto pr igioniero: a,·eva ancora 233 ufficiali e '.!900 uomin i <li truppa va!icli. I ...: !>et·d ite della gua~nigionc f11rono di 1500 a 1600 uomini.

lll. :l ssed-io di Bouchai11 ( 1712). D opo che Villa.rs ron la vittoria ,pre.sso Dcnain aveva ,p reso il forte di

Landrecics, assalì successivamen te Doua i, Quesnoy e h . Questa. ci ttà ern stata d agli aileati munita di una n uo\'a opera di difesa nella par te a lta, . protetta anch ~ da mine . .Ma il comandante, conte Gravenstein, aveva so lo un presidio· di 4 ,bgl., 200 svizzeri, 2 mortai e 2 obici: Villàrs vi inviò il Confla ns con un corpo deHa forza di 22 bgl, e 26 sqdr. ed iniziò l'attacco il 1° ottobre J,ì J2 sulla r iva sr. della. Sensée con trincee d'a,pp roccio .

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11 .difensore _tentò una sortita il 12 ottobre ma essa non riuscì; e<l il 14 l'assediante ruprl un violento fuoco con 110 cannoni, e 8 mortai, tanto che la debole artiglieria. della piazza fu presto ridotta al silenzio. L e opere avanzate dovettero cedere; l'assalto venne sferrato il 16 ottobre e già n ella n otte d el 18, una batteria di lJ . era cadu ta nelle mani degli assali tori. I d ifem;ori si erano r itirati nelle casamatte, ed il 19 la gua111igionc capitolò.

Bouchotte (Gio~·a,mi). Ministro delb guerra della prima repubblica. francese, ( 1754-1840). Entrato n e-ll'cscrcito a 16 anni, d urante la campagna <ld li92 fu pto · n,osso colonnello. Comandante di Cambrai nei gi<>mi dd-la .defezi<>ne d i D umourie1., si fece notare per la sua fermezza nel mantenere quella c ittà fedele alla convenzione. e ne ebbe in compenso i•l posto d i ministro della guerra ( 4 aprile 1793). Cir condatosi d i ardenti patriotti della '.\fontagna fu preso d i mira dai Girondini ; n ondimeno riuscì a mantenere il suo posto fino a ll'epoca delle commissioni esecu tive. Col suo •pah·iottis-mo, onestà. e intelligr~1za, contribuì alla scelta -dei generali <l-◊lla difesa nazionale che furono Ma.rcea u, Kléber, :Massena, Augereau, Bona.partef ecc. Organizzò 'lln.t grand e leva di 300.000 uomini. Accusato d i -cospirazione contro i patriotti si di-; mise ( I 79 3) e fu processato ma assolto, però non potè ot~ tenere il .g rado d i gcn. <l i brigata, a.nzi, fu collocato :, riposo. BouciCfl,Ult (Giovall-ni L e "tvlaingre). Maresciallo d i Francia (1366-1421). All'età di 12 anni fece la sua prima istru~ione m ilita-re sotto Duguesclin, e combattè valorosa-mente a Roscbecq ( 1382). Fu luogotenente di Luigi di Clermont nella spedizione del Poitau e della Guyenn~ (1385). Prese parte alla crociata contro Bajazet I ·C',; l conte di N evers, c. r imase prigioniero dei Turchi a Ni-


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copoli (139òJ, c,ttcncndo la libenà mcdia11te forte ri~tatto. fu per 10 anni governatore di Genova, data..~i a Carlo VI. Vinse le flotte turca e vcncz.iana e soccorse il re d i Cipro. Obbligato da una r ivoluzione a rientrare in Francìa, e Yenuto ad offrire la prnpria spada a l Delfino, fu fatto ,prigioniero alla battaglia <li Azincourt. Condotto in Inghilterra ivi morì.

squadra di evoluzion e. All'inizio della guerra dd 1870 fu posto a capo della flotta del Baltico, ma l'assenza di truppe da sbarco lo ridusse all'impotenza, così che s i limitò ad incrociare durante d ue mesi sulle coste di Annover e a fare i l ~ locco del Baltico. Rientrato a Chcrhourg a lla fine di sett!'mhre l'ammi-raglio Bouet soccom beitc qualche mese dopo alle fatiche della. sua ultimru campagna. Si deve a lui, oltre acl a lt ri illlportanti scritti, una « Descrizione nautica delle coste comprese fra il Scncgal e l'Equ ~tore ll (18491,

Boué de Lapeyrère.

Boufflérs (Luigi Francesco, d11ca d.1). :,fare~ciallo d i Francia ( L644- I 711). Pal'tccipò a lla srpe<lizioue in Africa (1664), in F ia ndra (1667), in O landa ( 1672); vcn -nc promosso gene.raie nel 1681 e poi maresciallo di Francia ( 1694); con tale grado ·combattè con tro Eugenio di SaYoia nc,lla. difesa di Lma (1708) e nella ritirata d i Ma.l.pla quet ( 1709) episodi nei quali dimostrò enninenti qualità militari, .:osì da salvare l'esercito francese, dopo c he Villa:rs, ferito, dovette itbbandonarne il comando.

A1111111iraglio f rancese. En-

trò nella scuola navale d i Chcl'bourg nel 1865; col grado di g uard ian1arir~a prese parte alla prima . ·operazione cli conquista del Tonki no; alla testa ~li una flottiglia •d i barche a vapore pre~e parte a l comBoncicau lt battimen to di F u - Ccu, a vendone il comando di una canno11iera, Col grado d i a mroiraglio comandò la divis, na,·a.le alle Antille dai 1904 a.I 1906, po( •fu prdct to marittimo <li Brest n el 1908- 1909, poscia minist ro della :Marina <la i 1909 al 1911 e infine dal luglio 19 1 l comandante in capo dell'armata nava.le del ) l cd iterranco fino a ll'ottobre del 1915. Con tale grado è passato alla storia per le prime operazioni della grande guerra in l\{editerraJ1eo

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..L\driatico1

quando la Francia pot,: trasportare i suoi ,convogli d i truppe da.Il' Algeria in Europa; rprovvi<le alle pri · me oµerazioni d i im botti• Boné <le LapPy r è 1•<; gliarnento della flotta aus tr iaca in Adriatico. Venne criticato per av~r lasciato :s'Ìuggire a Costantinopoli~ 1nalgra<lo la cnonne super iorità. cli for ze e l':i.iuto <légli Jnglesi, la divisione m.vale tedesca formar" da l Goeben e dal B reslau.

Bouet-willaumez (conte Luigi Eduardo) . Ammir agl io francese, ( 1808-1871). A·dottato da suo zio, viceammiraglio conte Willaumez, ,pari cl i Francia, entTò a lh1 si:u o!a -nava le nel 1823. Prese parte alla sped izione d i i\'forea, alla .presa di Algeri e a ll'assedio clii ·Anversa. Nel 1838 eb· be , ma m issione d i esplorazione s ulle coste d,:11'A'.frica oocidenta le, e poi il governo del Senegal. Prese pa r te alla •guerra di Crimea e fu nominato contrammiraglio nel 1854 e v i<:eamniiraglio nel 1860. Fu successivamente incarkato delle f1.mzioni di prefetto m arittimo a CherbO>urg e a Tolone, e del comando della

Bo'llfjlers duca. Giuseppe M~ar-ia. :Maresciallo d i campo francese, figl io del precedente ( l 706-1747). Governatore r]i Fiandra (171 I) colonnello ( 1720) fu promosso maresciallo di cam po nel 1740. Combattè in Baviera e in Doemia e pre5e pane gloriosa al la. batta.glia d i Det tingen ( 1743). lnviato da Lu igi XV in soccorso di Genova minaocia ta dagli impcpiali, vi battè il conte di Schulembu rg, e vi 111orì per n'!ala ltia . G,,;:nova lo inserisse con 13, sua fam iglia fra i nobii i genovesi.

Bougainville (Luigi Antonio). Ammiraglio francese, 11. a Parigi nel 1729, m. nel 1811 . Fu nel Canadà sollo ]'vfont<::alm e -divenne colonnello. Poscia passò in )fa.rina e nel 1763 andò ad occup,u-e le isole 1falvine. Dedicatosi alle esplorazioni sul Pacifico, navigò da l I 76ò al 1769, e, tornato iu Fra11c ia, pubblicò nel 1i l.I la rela zione del s uo <( V:iaggio intorno a l globo ll . Durante la guerra d'Amer ica gli fu affidato il coma,ndo d i parecchi vascelli. Ne! 1799 venne nominato comand:ulle di squadra e posto a lla lesta di una a rmata navale a Brcst. Ritiratosi dal servizio, sotto l'Lmpero fu nominat'o scnatoH. Bouillé (Fra.nascr, marchese di). Generak fra11ccse Oi39-J800). Governato-

re delle Antil le ( 1767) le :lifesc <v~loro.<sa.menle con tro g li

Inglesi

dura.ntc

la

; uena d' .\mer,ca. Nel 1780 era governatore in Alsazia e Franca Contea e con energia nd 1790 domò una rivolta -del re~~--. g i:mtnto svizzero <li Nancy'.

prepa rando la fuga <l i Luigi XVI nel lì9i. J0 alliro questo tentativo. corse a raggiungere l'esercito del Conde, poi si ri1 tirò a Londrn_ Puhblicò: « :,-re,uorie sulla Ri voluzione l> ( I 797).

Bruillé (Luigi, marchese d i). Generale frar«:ese e scrittore; figlio del preced<'nte ( l 769-1850). Emig, ò col pa<lre e combaltè nell'esercito inglese alle A mille e nel Canad it. Rien trato in Francia ( 1802) prese strvizio nell'esercito napoleonico distinguendosi nella ~pagna. Ne!


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ltl 5 ft, da Luigi X\'Til nominato marchese e tenente generale fuori quadro . Pu!Yblicò fra l'àJtro : « V ita priYata e militare del princi,pc Enrico di Prussia il ( 1809). Un al~ro B. (conte Francesco }dari.a, 17ì9-1853) emigrò 1Jel 1791 e fu al servizio degli Inglesi; sott<, la R estaurazic;nc fu governatore della ì\fartinica.

Bouitlon (Goffredo, duca di) . Principe e generale francese del secolo XI, il «Buglione>> dei tc,li italiani. Dopo aver oombattuto n ella sua gioventit }'Cl' l'imp eratore Enrico l V ed a•v cr preso parte alla conquista cl i Rama, in seguito a ,g rave malattia contrattavi fece voto di organizzare una spedizione in O rient~ a difesa de i Cristia1~i, come a:nm1end a alla guerra 1nos....:.~. al papa. Venduto il s110 d11cato, organ izzò la I cro i:1ta di cu i fu capo, e nel 1096 s' imbarcò per la Tena San ta. Prese Xicea, Antioch ia, poi Gerusalemme di cui L.1 re. :'.\forl dopo tma spedizione con l-ro il s,ultano di Damasco. 0

Bouillon. (Enrico rii La 1'0 111· d' A uvergne ,,iscontc di T ?lreun,e d11ca ,ù). :Maresciallo d i Francia ( 15551623). Parte,ggiò per Enr ico IV ,di Navarra (1576). Di iese :S1ontauban, sconfisse il duca -di ì\iercoeur, si distinse a Coutras e fu nom inato tene:,te generale d c la Guyenne ( 1589). Conquistato Stenay nel 1592, poco dopo vcniv:, nominato maresciallo J i F rancia . Avvenuto rassassinio d i Enr ico TV di , c11 iva uno de i capi ciel. par ti lo calvinista e nel 161.'i fu accusalo cli ribellione a l Te e di lesa rnoestà. :-la il rapido in tervento della pace gli permise <li a·icnt rarc alla cor te. Bouillon (Federico M miri zio di T.a T ou.,· r1·.~ 1r,,erg1te, du ca di). Genern.le francese ( J 605-1652) figli0 prnnogcnito del precedente. Fece le sue p rime a,·mi ;,, Oland a; nel 1641 si schierò con 1ro il Riche lieu ~ cnn,hattè fra gli Spagnuoli contrn Francesi. Ma aibbandonato poi ,dagli Spa.gnuoli s i r itirò a Se<.la n e free la pace ,col re . •P r omosso tenente genera le (J 64 2) e bbc il comando dell'ese rcito francese in Ita lia . Com promesso n el complotto d el 5 111a.rzo fu arres tato :1 Lione e sar ebbe stato giu stiziato se la. ,n1ogl ic. non avesse !ninacciato di la.-

sciar inva,derc la. città. di Sedan ,dagli Spagn uoli, qu alora non fosse stato :il:.erato i•I ma r ito. Ricbelicu dovette liber arlo; nel 164-1 a•hba,ndonò fa Francia: e riparò in l ta!lia, wbiurando il

protestantesimo c-d ottenendo il comando delle t rnppe del papa. Rientrato in Francia p arte-cipò alla Froncla. P ubblicò le t(:'l'[emoric lJ (1731) .

Bouin (Isola di) . S ituata nella baia di Bourgncui,

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adérentc alla co;;ra della Vanò ea da cui è sqnnta per mezzo di un èa1_1a lc cbe durante la bassa ma rea i, guadabile.

Combattimento di Bouùi. Fa ,parte dcila gutrm in Vandea durante ìa. Ri voluzione francese. Dcro il combattimento d i :'11achecoul (2 dicembre 1793) Ch;i.1ctte dovette r it irarsi nell'isola <li :-l'oirmontier; di qui si gettò sul-l'isola d i lì. dall-a quale scacciò tutti i :·er,~rti repubblicani. ~fa i repubblicani invasero l'isola e. il gen. Hasco, il 6 d icembre, a mezzanotte, iniziò la marcia d'avvicùtamcn to su 3 colonne comprendenti 6000 uomini. Charette non n e a veva che 3000, con i quali opp-,-sc ,,t renua ,·es is tenza. :Ma l'assa lto delle colo1mc repubblicane fece cadere in loro potere le artiglierie vandeane (6 cannon i) e Charette a st'ento r iuscì a sa.lvarsi con la tuga, perdendo circa 700 u . tra morti e ferit i.

Bou langer ( Gervaso) . Genera.le francese ex-gioielliere (.1757- 1794). Fu m embro a tt ivissim0 deì Giacobini e <lei Cordiglieri. S uccesse a Santerrc nel comando dell a guar-dia nazion::de e divenne generale dell'cs~rcit'> rivoluzionario. TI 9 te,~ni,d or o s i ,dichiarò per Robespierre e ne seguì le sorti venendo ghigliottinato. Ho11/onger Giorgio . Generale francese O837 - [891). Uscito da lla Sci.:ola d i .St. Cyr, fece le campa1,,'lle di Cabilia, d 'Italia, della Cocinc;na, e del 18i0-7I. Nel 1884, come -gen. di divisione, comandò il corpo <li spedizione .in Tunisia. Non1fr1ato

1nin istro

della

G uerra ( 1886) vi r imase fino al 1887 acquistandovi 'Una popola.riti,, che venne ancora aumenta ta dall' attitudine antigennanica; <la ciò 11a,cque il movimento « Boulangista. n . ('adtito i l m inistero Gob!et , fu no m inalo ,comand. del XIlJ corpo ( C lcnnont - Ferrand) e la, sua partenza <la Pari9 i suscitò <li1nostrazioni e tumulti, in seguito ai quali fo .punito e collocato a r iposo. l::lct10 de,putato ,pre3entò, nel 1888, un pro"!ramrna di revisioìl<! della Costituzione che venne respinto. Date le dimissioni da <l-cputaw fu rieletto in trè co llegi, -ciò che 'Ven ne d ich iarato un pericolo per la Fran cia., tanto <l,~ obbligare il governo a spiccare per B . u n manda lo di a r resto. Fuggito a Ilrnxei\cs, jK>i a Lond ra. e a J ersey il Sen ato lo co ndannò i11 wntum:tcia alla detenzione per pNua i n una fortezza ( 1889) . Dopcl ciò decadde il Bl•ulang is rno, tan to più q uan do se no ~cop,·ì un re tros-cena fìnan z.iario a spese de l partito !")•Jm1rchico.

E B ., r it iratosi in Belg io vi si s'uiciclò.

Boulogne- sur-mer (ant. Gcsoriacum). Città della Francia nel d ip. del P as-de-Calais, s ulla 11'1;.nica, alla foce de-ila Liane. Fu piaaa forte, ma oggi ~ ca.nccllata da l ruolo delle fortezze e non ha che tre riiccolc opca·c . H a buon porto e retroporto. Sotto i R oll'-aa; fu anche cicnominata "Bononia l>; i! suo porto vemh' fatto sca·,a.rc {ia Costa nzo C loro, e fu base m ii. nanlP..

I. C o 111battù11ento di Boulog1tc (292) . Costanzo C loro, incar icato d i riorgantzza.rc la sp; J izione abortita nel 289 cont ro Ca r ~usio, (il quale aveva rotto il t rattato


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-__;--;. I l c-:J mpo n:1po l<•o~1i1·0 et. Hau lo~nc.• l ' ltl 1101ttglia r ral H'l'"'l'

intc:rvennto suhito dopo c.k tto rowscio, a lleandosi coi Fr:1nchi. ,archt'gi;idndo la cc-sta, tenendo una guarnivion,:; ed una iquadra a R. bloccò il porto con un~ d iga c-d obbligò flott,1 e guarnigione a<I arrendersi, poi si rivolse contro i Franchi c he batté respingendoli verso b Germania. Ca rausio fu assassinato duJ s uo p rcfc1 t<' del pretorio .\!letto (293) che ne usurpò il potere, e .,: rivolse contro Costanzo Cloro che riteneva fosse presso la sua :ìotta a R. ).[a quc~t i ne era salpato pe r sbarcare in Jlretagna con Asclcpiocloto, uno elc i suoi luogotenenti, e sconfi,~e Alletto (297). I J. Attaao di Bo11log11e ( 1339). D opo le scorrerie de i Fr,rnce,i sulle cost~ d'Inghiltcna e dopo che s'erano in•· possc,<ati d i due bastimenti, gli Inglesi, cr ,: nn' improl'visa s.pod izionc contro B ., riuscirono a b:11r.i.1 ,·1!r i 80bborghi. 47 n,w i d i ogni grundezza e l'ar.,::iak che con• tcnc,•,i attrezzi ed armi sufficienti per 17 galere_.

11T. Prc.rn rii Ro11lognc ( 15-H). La citti1 ,·enne investita <i«g li I nglesi su i primi d i l11glio, e resis t~·t~. d ifesa dal goHrnarorc francese Vervins, lino alla metit ,; i settembre. epoca nella quale si arrese. Partecipo ~il"aaacco di JJ. l'ing. italiano Pennacchio, il quale ,·i h,~iò !a ,·ita. 1 Francesi, su bito dopo la presa d i B ., camr,e~giurono nei d in torni. P er ordine d i F rnnccscc• 1, l' i11~. mii: italiano Mellonc csogu i in rasa campagna e a t,ro d i cunllllne dalla piazza un forte ( bellissimo escn\fl;O di pent,1gono bastionato) d i fronte a 8. che fu <l: !t,, il forte di Ou treau; sembra su d isegni d i Girola mo :\Jr.rin i. ) V. Presa. di Boulogn,· ( 1549). X cll'agosto 1542_, pc" ordine d i E n rico JT, re d i Francia, d 1c avc,·a seguito i disegni del padre, B. venne investita da un foi •.- esercito france&e dalla. pan e d i terra, mentre l'ammir~lio it.i.lfano L eone S trozzi la bloccava d a lla parte del mare. \Jna jfotta inglese ten tò d i rompere il blw cn. ma lo Stro~zi l'assalì, le affondò pa recchie navi, ;a !'Cli,~ in fuga. Frattan:o, _(]alla parte d i terru, assalti a lle n;wrc esteme

davano nel le man i dei Fra ncesi tre fort i. p,.,., assicurare maggionncme il blocco <lalla parte del mare l'hg ?-fellone fece affondar~ na,·i cariche cli Fassi alla foce della L ia ne, imbott igliando così il porlo d i 73.; il )frilonc rimase ucciso ment re d irigel'a ques ta operazione, rhe, riu s.c ita. ;>ermisc ai Francesi d , ot tenere h resa della piazza.

ì'. GamJ,o di Bu11/og11e. Fu creato da Kapolconc J, come prepa razione e base per l.t ,progclt~,;~ invasione dell'ln gltiltcrra , a imitazione del campo p oste., d a G iu lio Cesare a Calais nel 56 a. C. per lo stesso scopo. Napoleone mira,a però, oltre alla spedizione oltr<- ) fanica, a p reparare u n gran<lc esercito, uddcstran<lolo ad ogni azione gncrresca, e <kpurandolo tla q uegli e.le:i1cnti che non fossero troppo acb tti. Quelle tru,ppc, ;;•.ttoposte ad un lavorio graduale di trasfonuazione e <li ;1erfc.:ionamento sia nello spirito che nel corpo, diYen,iero quella celebre « Gran de Armée ,> d i cui X,,poleonc seppe valersi per lr. su e p iù s trep itose vittorie. Sos peso per il trattato di Amiens (murv:> 1802), il r,:·ogclto fu continualo fino alla rottura ddla ~-ace (magg io 1803). In quell'opoca era già prcparJta •ma. flottiglia <ii 1200 a 1300 frn ca.nnonicrc, ba~: d li a fondo · piatto, naviceMi. Il corpo d i sped izione era cl i ci rca. 150 m ila u. cser-cita ti per due anni e più a l' l:,novrc di imbarco e sbarco. In esso era compresu una intera divisione italiana agli ordini de l generale ital:ano Teuliè (che a .vcva sost itu ito il gen. Pino :unmala tosi) compos ta d i vetera n i già provati dal Bonapa rte; vi er~no inoltre ii 1° e 2° rcgg. fanteria leggera; il 1° e 2° rrgg. usseri, con truppe ausiliarie d'artiglieria e z.1ppJtori : complc;;siva rnentc gli italia.ni ammontavano a circ1 'lOQO, Il 16 agosto 1804 Napoleone tenne nel cam,,o un a i;rnndc riunione e con s pec iali cerimonie d is tribuì alle truppe le pr ime croci della L cgion d'onore. Nel ma rzo i805 tutto era p ro nto per lu spedizione, ma essendo~i !"~rinniraglio


\ Bou

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Villeneavc lasciato ch iudere a Cadice dalla tlotta inglese, Na,poleone n.on credette opport uno ten t,ir• :I p assaggio. Intanto una nuova coaliz ione s'er a f on.1at"-' fra i principali Stati europei, e l' imperatore a !Jbandonò B ., conducrndo la Grande Armat a alla lotta nel con ti~ nente. Una colonna co n1men1orativa fu er,;tb\ nel cam pr> a ricordo della Grand e Annata, nel 1841. VI. Icntal-i<•o contro .Bo11log·11c (1801). Gli Inglesi non lasciaronu indist urbato il ca-mpo d i B . li 4 a:,.,sto 180 1 l'a1nn1iraglio ;\elson 1 con 30 navi, lèntò di distruggere ccn bombardamento a tiro lungo la flotliglia d i B . :M a !\apol~onc s tabilì parecchie li11ee di ba tter it a mare, e piMzò cannoni sulle berghe, in modo eh ccntroln, ttere le naYi ingle.;;L ): elson, Tcspinto, ten tò d i prendere all1 a r-

rcrnbaggio le navi francesi, con barche ar:11att , il 15 ago~ to 1 111..1 i Fra11cesi 1protesscro la Aot tigh;,1, con reti e rcspinsérQ col fuoco d e l-la moschetteria gli J,,a litvri.

VIT. Tentativo cont ro !Jou]ogne (1804). Un nuovo t en tativo contro il campo d i B. Yennc fatto nel 1804, dalr ammiraglio inglese l<:eit h, il quale lanc iò cu1:tro ia f1o',. t igl ia. francese <lelle torpcd in i allora ch ia;m,: t0 « Cataraman~ » . .\"ella notte dal 4 al 5 ottobre u na navicella della fibltiglia \·ide •una corvetta ingle~c . che .$i ù irigcva Hrso il p,irto . ~1ossasi per affronta r la, vide tu, co rpo lunghis.siJno, navigan te a fior d 'acqt~a, che non prc.se11tava alcuna sporgenza, ne iu urtata e saltò iu ar ia. Q.uakhc giorno dopo alc un i granHicr i pc, c1rono una macchjrra pìa tla a vente la fo11ma <li u n ca11otto, e YÌ trova rono dentro un n1ovimen to di o ro logèri:=t dei qua le la molla iacèva fu nzionare una ba tteria da foc;k in con,unica.zionc con una cassa {ii pohere p i, ic:i. Più t ardi u no di questi << Cataram a ns lJ scoppiò st,i fondo scope rto <ìalla bassa -ma rea. D i ques ta torç-edinc si ebbe una descrizione d0ttaglia ta: ~i tratt,l.va di u na grande cassa J i 3 -111. e SO di lunghezza per I 1,1C;t .-o cl i larghezza, terminata in pun ta a-Ile estremità, ermetica-mente c hiusa c<l equ ili brata, in modo da galleggiare a fior d'ncc1ua. Er:, piena. d i polvc-re, di ma terie i11fra mmabili , t mossa <la 111ovimcuto cl'ornlogeria. :-,;'e] 180S Fuh on ot , tenne ùal Governo inglese <l i esperi menta.re t.al; torpec~ini suìla flott igli a. francese d i B . Du e C:'.1notti h1glcsi 3.ttac.:arono cannoniere fr ancesi cc>n qu::i.~tro torpedin i, ma es...~·- .mal d irette, scoppiarono v icino J.llc i. :.a nnonicre se11w recar loro da1,no. \ 'llf. 1'e11!ativo rii 13011/oglle. :N"d 18~(1 :..uigi Hùnapartc, pumo 5cornggiato da.Ilo scacco subito a S trasburgo, ten tO nuoramen te d i enlrare ir1 f"rancia . R w :;c ilo a.d assicurarsi il concorso del tenentc .\laclcnigc, c0n d ue ~ompagnic, <li .,;tanza a B ., concep ì il p i,tno Ji sb1rcare a B . 1't~s~a, <li :';O lle\·a re Je guarnigion i -del N'n: d 1 e 1narri~Hl ~u P:uigì, Egli difatti sbarcò la noa ~ c;c] 6 agòsto 18 40 Cfin 56 uo1n ìn i, in genere vcccÌli uffldaii, çoman<h t i dal gtncralc d i }font holon, e s i diresJ•: alk, caserJ11.1 del 42' fanter ia in B., dove fu accolto dalle acclamazioni <ìelle truppe. ;vra poco dopo, giu nto il capitano Puy~el-ier, r ichiamat i i -dipenden t i ai do,·erc e:J espuls i i cong iu ra ti dalla caser1na 1 venne dato J'alla trne. La g uanlia naziona le p rese le a.rn1i, cd il prmd p-~. coi suoi 1

amici, \"fata la 1ma la par ata, corse a1lla. spiar;Ji~\ per rin1-

ha!'carsi. J1,a fu in ,eguito e d o vette arrendèr~i . l i 2 ottobre seguente. trndotto d inanzi alla Camera lÌci pari, fu condannato a lla detenzione per petua ~ cl-·it:so nel fo rte <li Ram .

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Bou

Boulou (Combatt-itnento di). Appartiene a lla campagna dei P irenei orienti li nel 1794. Gl i Spagnuoli, al comando del conte di La Union, avevano fortificato il loro campo d i B ., sulla sr. del Tcch, sotto all'altura clell'Aldères. D ugommier, che comandava le truppe francesi, nella notte da l 29 al 30 aprile mandò il generalt: P érignon a impad ronir s i dell'Aldèr es, e avanzò con tre colonne su H . Pér ignon frattanto assalì e pr ese due ridotte ciel campo for t ifica to, e gli .Spagnuoli batterono in r itir ata, abbandonando lulta la loro artiglier ia, e m olto ma ter ia le d i guerra, e i bàgagli, e 1500 prigionieri; inoltre, 2500 dei loro erano rimasti morti e k• r it i : i F rancesi perdet tero un migliaio di uom iu i. Bourbaki (Carlo). Genera.le francese ( 1S16- l897). Uscito dalla Scuola cl i ,St. Cyr, iniziò la sua carriera in Algeria, -<love ·raggi,rnse in breve i più aiti p adi dclh gcra1·ch ia. 1-' romosso generale di -briga.la (lb,-n combauè in ,Crimea. Col grado di gcn . di di\•isio0,· ;,r e;;,: parte alla campagna d' I ta lia. "'.\ella guerra ciel 1870-71 ebl;e il comando della guard ia. imperiale co1npre sa nell'armata del R eno (l:lazaine). C hiuso in Met✓, ne usci con un lascia-passare l1.,:dcsco, per recarsi p resso J'im. pcrah·ice Eugenia, che si trovava in In~hilterra. T ornato in Francia fu incaricato di organ izzare l'esercito <le i Nord. poi ebbe il comando <lell'armatà ~lestinata a sbloccare Betfort. Vinciìore a V illcr sexcl (genna io 1871 ) tentò inutilmente d i impad ronirsi delle trincee prussia ne a C. <li Belfort e d oveu e r itirarsi a Besançon, e, p iuttosto che passa.re nella. Svizzera, tentò <li suicidarsi. Dopo la guerra fu no•.m inato com. del XIV corpo d' armata e raggi unto dai limit i <li ctit fu collocato a 1·iposo (188 1). Bourbon del Monte. F amiglia toscana (mar chesi

r. del ,V oute d i S. !vlaria) a lla quale appa·,-t~,im,ro: 8011,bou del Ato,ite Cami/lo. Gen~.ra le i taliano -( 15431599). Era n ipote del Vitelli, che a·Cc;Qlrnpa.gr.è f'a giovine tto nelle sue cau,p agnc. N el 1563 fu a ll' impresa di Orano con i cava lier i di Samo S tda no; due ann i dopo andò con i Tosca n i a l s<,ccorso cli Malb . Nel 1566 fa nl Ile F iandre e pe r venti anni combatti: q u ivi per gli Spagnuoli va lorosamente. Tornato in pa\'r i:i, {;_i nel 1588 nominato g~nerale delle faiùcrie d el granducato di T o$Cana. - Altr o B ., pure Ca.milio, colonnello toscano, nel 1630 ,fu iiH·iato in tL igù.ria con un regg. di fanti per ·partecipa re a lla lotta degli I m peria li cvntm i Fra.n cr, i. - U n P-ictro ll. comandò truppe d'ass:\lto ;;ontrn Siena ( 1554) e r imase grnvomcntc ferito <:0P1 battendo s1.,lla breccia . Bom·bon del 1\1/ontc (G-io;;. Pàolo). Ammiraglio toscano ciel secolo XVll. Agli ord in i dell'In~hinw'i, pa1tecipò (162.ì) alla spcd i-zione. d ì A.dal ia, dove coma,-,,.'ò le truppe d i sbarto. Morto in quell'anno l'Inghiran,i, b sostit uì ne' cornrndo della flotta e comba ttè con trc, i .pirati t urchesch i ; l'anno successivo il comando p assò al Barbolan i da Mon tauto .

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Bou

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Bourbon del .ìlonte (Gio.·am,i Fro11cesco) . .:--'ominato gran conestabile <li Toscana nel secolo X\"11, partecipi, a ll'impresa conlro Famap:osta (1607). ,\!l'epoca della ;norte cl i Cosimo TI (162 1) era i:;eneralc romandantc òdle milizie toscane e par1ecipò al consigli, di reggenza per la minorità elci successore. - Un Filippo B. fu co mandante su premo dell'esercito toscano in torno a l 1766.

Bourcard (E11101welc d,). ::\Iarescial:c d clresercito borbonico, (1750- 1820). =-:cl 1798 fu a capo dzll"esercito napolrtano che nel no,·embrc occupò Rom!l TÌl)lanct1dovi appena quindic i giorni; e comandò lo .,;tesso esercito quando tornò ad occupare Roma nel set:Pmbr~ 1799: ebbe idlora la nomina a tenen te generale e fu r ichiamato tL ~e.poli. Comandò le truppe 1·eali n clìa spcdizionè anglo -borbonica a Procida e Ischia, nel 1809. :S:cl 1815 venne nominato capitano generale. Bourcet (Pietro d1). Ufficia le d'art. e sr,, ittore militare ( 1700- 1780). Savoiardo d 'oriRine, enti ò al servizio della Francia e f.u in. Italia du rante la l,'UCrra per la successione di Polonia; fece p oi le campagne d a l 1733 al 1741 agli ordini del )lailJobois, in I talia e Slesia ; e in Italia a11cora durante la guerra per la successione d'Aus tria, partecipanclo agli assedi i di Cuneo, di Tortona, di Valenza, di Alessandl'Ìa, ecc. Comandò artiglieria e genio nella campagna del 1756 in Ger.n'.ln ia, e il gen io, col grado di .generale, nella campagna del 1758 in Corsi,a. Fu poi commiss.i·rio generale per la delim itazione de i confini del D elfinato, Provenza e Ec:gogna ( 17S9) e cmnandante in 2• del Delfinato. Fra i suoi lavor i sono importanti : « :'llomorie storich~ della guerra condolta da i F rancesi i11 Gcriuania dal 1:57 al 1762 » ( I 792}; « )Iemorie militari su le frontie:·e della Franc ia, Piemont e, Savoia 1> ( 1801); « Principi d ella gucrrit di UlOn tn.gna )). Bourg-en-Bresse. Ci1ti iorté.' dell.~ Francia, capoluogo nel d ip, dell'.-\in. T duchi di Savoia l'ebbero b cretdi1i1 nel 1266 e lo tennero !uno u,J 1601. Il 13 agosto <li que.,t'anno, il duca d i Biron con due rcsg. e alcuni cannoni si i)reSCntò da,·anti a B., dove co-na:1<la,·a, per i Savoia, G iacomo d i J:louvcns. Fatta saltar,: 1111,, porta della c iuà. con un petardo, la invasero, e la gua.rnigionc ,arniarda ebbe appena il tempo (li ritinrsi nel);, cittadella, la. quale rimase n ella. loro mani lì-io a l 9 ma rzo l 60l , bloccata. dal barone di L ux : (luci giorno B. fu ceduta a lla Francia. Bourgeois (Gi,,,,eppr). Genera le françesc, nato n d lf;S l. Pscì <lalht Scuola d' /\1}plicazir,ne d" >\rtiglieria, e prese parte subito alla spedizione in Tunisia. Dopo la "cuoia d i Guerra fu addeuo al servizio geog• :ifico dc ll'eserci[O, e,d eseguì importanti r ilievi geo6 !'<J fici e geodetici in Francia ed in i\frica. Promosso gcn. di brigata (19 12), allo scoppio della guerra si :rnvò alla testa dr! se.rvizio geografi co m ilitare che diai•npc·.gnò con particolare compctcriza. Generale d i clivisio11c (19 15) fu prima alla. Direzione dell' Ar1iglieria poi 1 i1n<nò a quella del servizio geografico. N e l 1918 fu nuovamente alla Direzio,w dell'Artiglieria del Min istero de:.!., Guerra, cd ebbe incarichi e funzioni multiple per la d:fcsa 1:J7ionalc. Bourges (ant. A val'ic1tm. poi Bit11riges), Città della Fmncia capoluogo del d ipartimento elci Ch:,r tale dei Biturigi.

:int.

capi-

396 I. .-lssedio di Jlo11rges (52 a. C.). \"enne posto ria Giulio CeMre e durò un mese. Corpi cli cavalk1 ia dei G alli, coman{la ti da Vcrcin getorige, tencv,rno la <a mpagna cd intercettavano i com·ogli romani di appro\"\·igi<:namen10, distruggendo i ,,ilJaggi aperti e le messi. 1 u:r~n,ori ostacolarono i lavori di a,pproccio mediante i;alle, i~ sotte rranee e med ia nte so1·titc. Dopo 25 giorni <li lavoro i Romani ele,·arono un aggcre alto SO pie<li e.in ia,;cinc, :ra,·i e terra. Gli a~sedbt i tentarono d i pon·i i, iuoco

Pronio delle ror11nc·ar.1onl d i nourg-c5 (~~ :1. r .) c<.l eseguirono una ~onitit lanciando pece infia,n•nata sulk c,pcre romane. L a lotta durò molte ore, ,na infine i Galli furono ricacciati in città. Dato l'ai.,al to generale, approfittando <I I un giornc cli pioggia, i Romani ;,ènCtrarono in cillit e sterm in:irono i d ifensori e ia ·•opolazionc (circa 40.000 pcr;;one). Le fortificazioni di J;. erano molto ro bu~te, e presen tano ~rn chiaro saggio delfarle gallica di mun irn le c ittà. Xol 583. R. fu pre,;.'l e distrutta da Chilperico. poi riedificata.. IT. Assedio e battaglia di /Jourges (7.31). Appart iene alla lotta del duca Eudc d'Aquitania contro Carlo )lartello, il quale, passata la Loira, devastò il p:tc~e e prese lJ lasciandovi guarnig ione e r itirandosi. F•.,.-!e a.ssr<liò allora e riprese la città, ma Carlo, torna::, inJictro, lo sconfisse sotto le mura di B. medesima. Ill . .-1 sserlio di Bour gcs ( 76 I). 1\ p-partict,C alb. guerra di Pipino il .B~cve per b tonqui,1a dell' i\quiu,,ia. Pipino c ircondò B. con un acca,mpamento hr!iricato, e adoperò maochi 11e pe.- lnttere k m ura. ]{i·Jsci:o dopo viva lolla e serie perdi te a far breccia, d:~.. c l'a:-,alto e superò le difese conqilistando ia ci:tà . Qu:,i. ; iatlatc le ~lifesc, pose solida guarn igione, e il paese :u :i.cquisito così a lla corona di F,,a 11da.

l \ '. Trattalo di Bo11rges {18 maggio l-H21. Cr,ndu•o fra Enrico l\' d'Inghilterra e i princip i hrn,~s; allea1 i con tro Car lo v r d i Fra,n c ia . Le contee ,1cJ Pùigord e <.ielri\ngOldeme, dopo la mone dt'i loro sovr,i:ii, dovc\"ano passare alla corona d'Inghilterra. la quale fratlantp forniva ai J)'rincipi francesi 1000 ti. d'armt: e ,:'.)O(J ba lestrieri. \" . . lsscdio e pace di Bo!!rges (1 412). h pc,.,to ,·crso la metà di giugno a.Ila cittù, con rno.oor, u., dal re Carlo VT di Francia, indig:nto pe r il tratta to ;>reced ente. B. era difesa dai duchi :li Ile, ry e cli Borbone. on 1500


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J3ou

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corazz,: e -1000 balestr ieri . Carlo fece mettern in opera macchine da guerra e grosse artigl ieri~. Ei fama che una di queste, detta « L a Griote ,,, lanc ia:sse pietre della gros· sezza di •una n1acina da. :111ulh10 e occorressero 20 uomini per ma.non-aria. Le umu·a però resistettero a i colp i, e intanto scoppi-avan,o ma la ttie nel campo degli assediaI1ti. Si ve1rne pertanto a patti e s i ficniò la p ace, Carlo otteneva le chiavi d i B. e la rottura <lcgli accor<li, presi , lai p r in,:ipi a lu i ribelli, con l'Tngh ih ena. La pace venne poco dopo conformala ad Auxerre. 1

V T. Trotlato cl-i Bourges (2 novembre 1485). Concluso trn Car lo Vlll re <li Franc ia e Francesco 11 duca , li rlrelagna. Quest'ultimo si in1pegnava a. non fornire ai nen,ici del re nè truppe nè munizioni e ad ostacolarne i progetti. Francesco però concluse pochi giorni dopo un t ratta·to w n l'Imperatore, a Bru_ges, del tutto çontra r io ,al primo. VJI. Successivamente B. ebl}c a soffrire per le guerre <li religione; f u presa <la i .protestanti nel 1562; d a Emi-co 1 V n el 1594; ancora dai protest,u1ti nel 161.5 e l'anno dopo cla lle truppe reali .

VJTT.

E sper-ienze

di

I l c·a.mp~

romano per 1·ns;;c•clio di Bon t'f<\'~ (a2 a . C.)

J3o-urges

(1884-861. Esse posero in r iliev-0 le singolari qualità di resistenza del calcestruu,o cementizio all'urto ed a llo :Scoppio delle g ranate wrpe-dini. S i riconobbe che l'azione distrnl!Ì\'a, d i queste rinrnnev:i quasi del lutto lo<:a liz-

zata a l punto di percossa, senza dar luogo a fenditu re rad ia.li cd a conseguenti d isgregamenti della massa. IX. A Bou rges ris iede ,ma SC\lola ce;1t:·:il~ di pirotc-cnio., oltre ad ar;;enalc e scuola d'a r t iglieria e f<,nderia

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c,•sal'e so rveglia i lavori dell'assedio di Bourg-es (52 a. C.)


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La batrt.aglia de-1 .Bourget (O ttobre 1810)

d i cannon.i. Durante la guerra mondiale, a B . fu creato un « Ccn tre Istruction Artillcrie de T ranchée ,,. dopo la comparsa delle bombarde sul fronte tedesco. Qu ivi, sotto la direzione del gen. D urnézil, Yenncro fatte le esperienze che porL·uono al!a creazione delle b,m1barde francesi. Nel 19 15 ufficiali italiani furono a B . e dai lor-:i· studi i deri• varono la scuola bombard ieri d i Susegana ~ i tipi d i bombarde costruiti in Italia e adoperati sul n<,,tro fronte,

Bourget (Battaglia del) . E' u n episodio della guerra franco-.p russia.na, ·svoltosi nel -villaggio d i Le Bourget, pr esso Paiigi, nei g iorni 28-29-30 ottobre 1:,ifJ. l i 28 ottobre un gruppo d i franchi tiratori, di loro iniziativa, attaccarono di sorpresa Le Bourget, già oc~ cupato da ,un piccolo posto tedesco, e se n e impadroniron o. Lo 5tCSSO giorno ,·i lt re t ruppe francrsi furono iiwiate in rinforzo a i franchi tiratori, p,' r p reve-

nire eventuali r itorni offensivi del nemico; e precisa1i1ente : -un a compagnia della Senna si dislocò. pl'esso la stazioae d.i Bourg<..t; reparti ·d i nl'arina a I>.rancy, un battaglione della Loira. a Bobigny, A m~zwgit,t no i Tedesch i a.prirono il fuoco d i artiglieria, r ,1:i attesero la notte dèl 29 sul 30 ,per sferrare un attacco d i sorpresa c he non r iesci. Alle 7 del 29, vcntimib 1-..:us..~iani, r rotetti <la.llc b atterie d i Pont E blon, avan:,1rono su Bourget. La lotta si speziò in vari episodii pt'r tutta la giornata del 29, durante la quale vcni~e ro ir.viate batterie a i F rancesi ·che ne erano sprovvisti, e ,, tentò d i collegare con una t rincea Bourget e Dranc:y. Il mattino del 30 il fuoco di S bat terie te<ksche di, l'ùJizio dell'altacco ed i l generale Bud ritcki, con cinque bgl. dell,1 guar dia , su tre colonne avvolg-:: gourget e vi penetra da tre pa1·ti, dopo un a spro e h1:1go ca1n-


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L'episod lo ciel colomJe.llo Brasse11r tll Bourget (quaclro lii /i,•11 ,•ili<·•

battimento condotto anohc nelle ,-ie della città. I Fran cCsi sono costretti :i. ripiegare e poco dopo Drancy deve cede re nollORtantc le eccellen ti disposi,ioll i prese dal vice ammiraglio D c la R oncière ed i-I ccntegno va!o,oso del capi tano di fregata S,tlmon. Nor, J,,,ch i furono i morti francesi, fra cu i lo stesso co1!:e ,H.l,111te del (lgL detla Loira., llarochc, figlio d i un n1i:ù.;;~ro. Il pittore X euvillc ha reso celebr~ l'èpisodio elci la di.tesa del col, francese Giovarn1i 13 rasseur, il quale r esistette eroicam ente con pochi uomini dent ro una chiesa de l B. e ottenne <l,oglj avversari <li conser vare la propria spada, allorch'è, ferito e ridotto agli estremi , si arrese.

Battaglia del Bourge/. (21 d icembre 187°1. ~cl dicembre 1870 le posizion i di Le Bourget er e.no 0ccupa.tc dal 1• bgl. <lei regg, Regina E lisabetta e d 1 II<'. J' r,om pagnia del -batta.glione t iratori Gua rdie ( P n;•;s ia11i) . Il 21 <licemb,:-c a lle ore 7,45 i Francesi cominc iarono s1 tu tta la loro fronte d'attacco un gra.i fuoco <.ì'artigHe

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ria daHe batterie <li recente costru ite e da ,agoni d i ferrovia corazzati. J\,kzz'ora dopo, colon::~ c.-;r,patt.c mossero da sud e d a ovest con tro Le Bourgct. G li a ttaccanti, in ostinata e sanguinosa p ugna , di c.tsa in casa, s' inoltrarono lenta.mente nell v iilaggi a, n1a i lo ro ripet,uti ,tentaiti~•i ,ier altlargare la p ropria conquista fallirono per la resistenza delle truppe avvcr rnrie <:hc si difesero strenua.mente . Verso le 9 i difensor i di Le llourget ebbero il p rirno .soccorso _d a repar t i tedeschi; che, accoPrendo da L e B lanc .iVIesnil, s i gdt:uono en t ro il villaggio . Successivamente a ltre t n:ppc ~cl a ltre batterie giunsero a r inforzare la d ifesa e r~r tutta la giornata d el 21 e del 22 l a lotta s i ~vui:;~ accanitct in alternata vicenda fra i due avversa r i. Nei i;io,r.i sue-

cc.5sivi, sorse uno strano mi;cug.lio di ope: e di difesa e di attacco che i due contenden ti si a ffannav,tno a co,, struire. Lo st raordinario freddo, di cui molto soffr i\.·a.no le trup,I)c francesi male alloggiate e v.:stit~\ pose términe .i qu~i lavor i il g iorno 26. R imas1:rc, par tutta.via fo:·(em~ntc occu pate le opere costruite ed armate d i cannon i, sebbene sin da allor a scmbra.s,cro molto ;.irrischiatc r isµet to a.IPartiglieria. d>assedio Led~~~~- ..t

Bourgois (Simeone). /\mmir:i.glio f:-arcc$-e ( 1815- 1387). Entrò nella mar ina ael 1830, e nel 1868 era conti ammiraglio. Con ta le grado ebbe parte impc-rt:;ntc du rante la campagna di. C ina , Entrò n el Consi_glio di Stato <la vice a mmiraglio ( 1875); per merito suo h ricos tituita la flotta del No;·d. Lasciò opere fra èui meritano menzione : " Studi i sulle ma novre d i combattimento in m are n ; << D ella navigazione sottomarina >>; cc Il diritt0 di guerra e_ la tor pedine»; « Le torpedini »: ~cc. Bourg Saint Maurice. C01mme della Sa•roia, allo sbooco della valle s11per iore dell'Isère. Nel 1814 fu p resa (21 gennaio) daHe tr:.ippe a-ustropic,n1onte~i, 111:.1. lgrado la resistenza degli abi ►anti .

Bourk di Britaz (Tonwso). Generale oriundo itlandesc, a l ser,;izio del P iemon te, Fu maggiore del reggimen to Guar die ( 1771) ne divenne colonnello ( 1774) e nel 1 ì 7ì fo promosso gen , d i brigata. Bourmont (Luigi Vittorio; conte di Ghaisne e di). Maresciallo di Frai,cia ( 1773-1846). Uff. della Guardia fra.nces.: allo scoppio della, Rivoluzione, emig•è, nel 1789 e raggi•.mse nel 1794 i Vandeani combatten<L> nd le loro fi le contro i rep ubblicani : -p acificata la Vandea, r.i ritirò a vita privata, Nel 1800, accusato d i complot to, fu im-


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r,rigiom.,o e condannato, ma ne_l 1304 evase e si ritirò in Portog,lllo. Nel 1808, quando Junot occ,,pi; quel-lo Staio, offerse i suoi servigi ed entrò capo d1 S. M. nel la <livis. Loison. Par7 tecivò quindi alle camp.:.g:nc ~n apoleoniche e Yi J"ag·· gi,unsc nel 1814 il grado -d i ,gcn. di div isione. Adrrì ai Borboni, e, tornato N a ,poleone, subito tornò con lui, ma ,:]jsertò la vigilia d i Waterloo. G enerale di divisione sotto i Ilorboni, 11resc paTte

alla <:an1ipagna

nella. Spagna (182 .3) e ·po' a lla campagna d' ,\lgerin ( I 830) dove gua,dagnò il bastone di maresciallo. :\'on aderì a Luigi Filippo ed emjgrò in J:>ortogallo e a Roma, tornando in }\-ancia J1el IS--10.

Bourtange. V illaggio dell'Olanda, sulla fronticn ùell' Annover. Fu an i. fortificato. Venne preso <ÌJgli Spagnuoli nel 159.3 ; fu assediato invano clal le trnppe del vescovo di Munster nel 1672 ; fu p reso <lai francesi ne l!' anno· 1795.

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e salvò dùc volte Torino assediata. Avendo però la.sciato cadere Carignano in 1na,no del nemico ( JS.J.l) dovette cedere il comando a l duca d 'Enghien. Si d'.,tin,e poscia alla. batta.glia di Ce.-esole.

Bouvet (Pietro). Anm1i-ra.glio france.se ( 1775-1860). A pprcse l'arte rnarina.ra sotto suo padre, capitano di. , asceJlo; d iede prova del suo coraggio erl abilità in· parecch ie o-per azioni contro gli Inglesi, e fn IKminato contran, m iraglio nel 1822. Pubblico "Ricordi di campagna » (1840). Bouvines. Villaggio della Francia. nel d •!J. e!~! Nord. Battaglia di Bom·ines (2i luglio 1214). E' considerata come la prima manifestazione dcH'unità nazknalc fran cc~e: appartiene alla lotta u-a la Francia ( Filivro Augusto) e l'impero (Ottone IV), appo~iato dall'lnghiltuna. F il ippo aveva 20.000 fanti e 5000 ca,·alli, Ottone 30.000 uomin i. Il dispositivo preso da Filippo ~i permetteva di copri"rc il_ pon_te <l i B., sola linea cl i r;t1rata : d'avere il sole alle spalle, di fare il proprio spiegamento meglio ti, qua.nto potesse fare l' imperatore, il quale, per oçcuparc una. posizione più don1i,nantc 1 si ~ra riddossato

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Bousmard

(Enri00). Ingegnere mii. francese (174'.1-1807). Fu Ccl· .po degli ing. mii. a Vcrdun. Nel 1792 coman-dava la p ia2za: capi tolò e passò al servizio dclb Prussia. D ifese Danzica neÌ J SOì con tra i F ran ·

ocsi e vi rilnase ucciso.

li B . riconobbe opportuno (çonttaria1nente ag!i mg. mil. del secolo prcce<lente, recisamente a,·versi a.ll'or<linamento ca. sa.mattato dei <fianchi) di 13ou rt:inge ritornare a.l tipo italiano con l' in)piègo rle i fianchi casarnattati, nella te naglia mgrandita e traccia ta a fronte bastionalo, spingendo ! rivellini a i p ie<li dello spalto. Furono gli ultimi non inu tili tentativi per rafforza.re le cinte h,;stionatc, CÌ•c in tal modo poterono acquistare tanta vita lità da lol-!arc 1ier quasi ancora un se('.olo colltro i nuovi conc:ett i difensivi che s: andavano <liffondcndo in Euwpa.

Bouteiller (Ernesto eh). Ufficiale d'artiglieria e uomo politico francese (1826-1883) . Si dedicò alle rice,·clie storiche del paese in torno a l'v!etz, d i cu i divenne dcput.:1to ne l 18ì0. Fra le sue pubblicazioni sono: « IA guerra d i Mctz nel l824 >l ( 1875); cdl Maresciallo Fa-bert da lle sue m emorie e dalla corri-;pondcnza >> (1878) . Boutières ( Gnignes-Guiffey cli). Generale france;;P (ci1x:a 1495-1547). Fu agli ordini pri~1,l del Baiar<lo, d istinguendos i co~ì da ~,c,nir dichiara to « il ,t.> , r;o\tncnt•~ del Ba iar<lo ». Comandò le truppe francesi in Picmonk,

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Imperia li: A, arcieri illg-Jesl; T, avvcn tu1·1eri; L, cavalleria; I, rante1":a t edesca ; Sa, ram~ria sassone; H F, r aval lerla. F'rance·s; : B. truppe ùèl duca cli Borgogna: S, cavalleria d l Soi.ssons; N, fant eria; P. cavaJlerla.: nr. bretoni; D, milizie; M, Ll'UPpe del- Morllmorency ; n, ~crgcnl'i cl'arme ùel Re.

a ripicie discese, dove in caso d'insuccesso av.-e:1,be dovuto r itira r,i p recipitandovi. L'armata. degli alleati avanzò su tre colonne comanI date rispcttiva,mente dal conte Fevrand (Fiamminghi e Olandesi) ; <lall' imperatore, (Tedeschi); da Renato di ì'loulognc (grandi feudatari e •banrle del l:lrabançon); segu iv:rno glj Inglesi (600_0 cav:ilicri e ·arcier i) comandati dal conte d i Salisbury, I Francesi, condott i da l r e, si schicx,1rono sopra una.. sola linea: raia de:,tr:l agli or<lini · del due,, di Borgogna; a,l centro il ..e, alla sinistra i cont i di D rcux e I'onthieu. L'esercito frnnc.::se non aveva r iserve: solo 150 sergenti d'am1e del re erano rimasti a g,;;:rdia de l ponte di B. e d el carreggio. TI combatti111cnto s' iniziò poco prima dc-I v.:;-01;iorno e comprese ·ben presto tutlo il fronte; l'i,,si~n,c della baitta.glia .s.i spezzettò in una cp.ianti tà di combattimenti indiv iduali, d i coPpo a corpo. Gli stessi sovra1,i furono in 1uczto alla .m ischia; F ili.ppo venne scavakat:; ma rimase iileso; l'imperatore rese vano per la rnbc15tczza dell'arma.tura uu fcuclcn te mena togl i da Gera;·,Jo Scrofa. Dopo lunga lotta, ui, assalto da to da SO cavalie .- i e 2000


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fanti francesi contro 700 p icchieri che erano intorno all'impera tore, li sbai:agl['ì) e co_strinse l'~p~rator~ ,stess~. a darsi alla fuga. 1,utt la lmea \ ,npen a le croilo, e 1 Francesi si accontentarono di spingere l'inseg.ii:nento solo a un paio di km. dal teatro delìa fotta, ra.ocogli~ndo prigion ieri in buon numero. Per !a parte presavi da tutta la nobiltà fr.1;icesc, la vittoria di B. meritò il titolo di « atto di battc,in.p della naziona lità francese )) . Nel 1863 venne eretto al ponte di B . un monumento commemorativo.

Boveri ( Vincenzo) . Generale, n . a Piacenza ntl 1867. Sottot. di fanteria nel 1886, init..'b la guerra nel 1915 col grado di maggiore e si distinse quale colonnello comandante dell' 11° reggimento fantcria-,...meritando!>i una medaglia d'argento a Lucinico (2-10 aprile 1915) -ed una seconda me<l. d'argento alla presa del Calvario (Podgor a) e nel passaggio dell'I<.anzo durante · 1• azione offensiva t!i Gorizia del 6-9 agosto 1916. Il suo 1·eg~. .,ottenne in quella -occasione la n:edaglìa d'oro al valore. Coma11d(l poscia fa brigata. Lazio e Ja brigata Parma ed eibbe il grado di generale d i ,brigata, col quale andò nel 1no in posizione ausiliaria speciale a sua domanda.

Bovino. Comune in prov. di Foggia, r res,o le sorgenti del Cervaro. Fu occupata dai Normanni nel 1046. I. A,sedio di Bovino (960). Venne posto da truppe dell'imperatore Ottone I di Germania, coma11date da Pandolfo principe di Capua, il quale, combattendo sotto le mura, venne fatto prigioniero dal patrizio greco r.ugenio, difensore di B. per conto di Bisanzio, e man~ dato incatenato a Costantinopoli. E l'assedio fu tolto. Il. Assed-io di l3ovi110 (970). Appartiene, anche questo, alla lotta Ira Ottone I di Gen11ania o i Bizantini nel mezzogiorno d'Italia. Fu posto da un esercito imperiale, agli ordini di Ottone medesimo. II nuovo imperatore, Giovanni I , mise in liberti, Parniçlfo (V. as.,ed io del 960) e questi servì da intennediario pres.so l'imperatore per la pace fra le due potenze. Bovino frattanto, fortemen te munita e validamente difesa, aveva resistito alle truppe imperiali. 1

·Bovio (Amilcare). Generale, n . a Rhò, m. a Milano (1849-1926). Sotto!. d'artiglieria nel 1868, ebbe da tenente colon nello la caric:i d i direttore dell'Ufficio d'Amministrazione della brigata <l'ar t. da fortezza e promosso colonnello (1902), fu d i-rettore del Laboratorio P irotecnico di Ca·pua e comandante del 22° r egg. d'artiglieria. Nel g.ra<lo di magg. generale comandò •l 'artiglieria eh campagna di F irenze e M ilano e raggiu nto il grado di \('n. generale (1 911), resse sino a l 1913 il comanç!o <lella divisione territoriale di Bari. Bovis (Lodovico). Meda.g lia d'oro, 11. a Levenzo, presso N izz; Marittima. P artecipò alle campagne nelle A•lpi contro la Francia, nel 1793 e anni seguenti, prima qu ale sergent.:, nella cam,pagna volontaria di L antosca

delle ?l'lilizie di N izza, poi nei Cacciatori S<:elti del Nizzardo, ed ir:fine n~l regg. d i Nizza, e per aver dato prove di v:.lore e zeb in più occasioni durante la guerra, e spccialmrnte nei fatti d'arme successi nella Valle della Vesubia, venne decorato della medaglia d'argentO' cli Vittor io Arnooeo I II e poi, con R. Ordine del 20 marzo 1797, di quella d'oro a.v er rinnovato in ogni occasione il suo valore che ,0 rese leggendario fra i suoi• commi·l itoni.

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Bovolenta. Borgata in prov. <li Padova fr?, il Canale di Ponteloega, il Bre1Ha e il Bacchiglione. Fu nell'epoca dei Comuni baluardo di Padova, che vi eresse tal fortilizio a difesa delle incursioni <lei Veneziani in continua lotta per d iritti <l'acque. Venne distrutto dai Veneziani (1388) alleatisi con · Gi~n Galeazzo Visconti. Francesco II Novello da Carrara, Signore di Padova, ri~9CÌ però nel 1392 a riedificarlo. Nei tempi della lega di Cambrai, l'imperatore Massimiliano la fece radere a terra ( 1513). Durante 1a guerra mondiale vi fu nelle vicinanze un campo <l'aviazione militare, utilizzando quello priva to, cedt:to dal comm. Leonino da Zara. 0

Boweib. Località presso l'Eufrate, teatro di battaglia nel 635 fra il gen. maomettano Mothanna, contro i Persiani ( 12.000 u .), i quali, dopo lunga resistenza, vennero completamonte sconfitti e decimati. Box (Ippologia mil.). Chi11sura <li due o tre porte di scuderia, ottenuta con fiancate d i legno, prescritta per i cavalli <li alto p rezzo governativi, e per le infermerie veterinarie. Questo mezzo d i separazione dei cavalli si r ichiede sia nelle scuderie degli stalloni di monta, sia per le cure che si devono prestare a cavalli convalescen ti, o a cavalle sospette di gravidanza. Il quadru~ pede è completamente libero da qualsiasi legame, dimodochè può muoversi e coricarsi liberamente. Nei B. militari, tanto l'abbeverata che le profende si fanrio a mezzo di recipien ti mobili. Box da imbarco. Con la stessa <lenorpinazione che si usa per il B . da sculeria, è c'ni•uinato quella specie di cassone senza cop erchio, che serve ad imbarcare i qua➔ drnpedi mii. sulle navi. 11 quadrupede viene fatto entrare nel B. da apposita apertura, con tutta tranquillità; poi, chiuso lo sportello, il B . viene inalzato a JllCZZO <li gru e caricato a bordo. Si issano per lo più entro il B. quei co.v,tlli che àevono r imanere sop ra coperta.

Boxer. Generale i11glesc, noto costruttore cd inventore d i proiettil i e munizion i d'artiglieria (granate, cartocci, bossoli, shrapnels, occ.). Si r ivelò sulla metil del secolo XIX, inventando da.pprima la granata a dia.frammi. Nel 1852 presentò lo shxapnels con scoppio a tempo determ inato, che sLbì due perfezionamen ti, nel 1855 e nd 1865. Fra il 1862 ed il 1865 inve,ntò pure dei razzi ilit:m inanti a paracadute. I-I B ., quand'era ancora colonnello, inventò anche un bo;;_wlo-cartuccia per fucile, che fu adottato per la cil.rabina Henry-Mart ini. Boxers (La guerra de-i). La sollcvazi,>n~, e Ja guerra che ne seguì, le quali ebbero nome dai Boxcrs, e nel 1900-01 posero la Cina in iscampiglio, trassero la lorn (,rigine da molteplic i ca·use che possono essere compend iate: nell'o<l io imp.lacabilc e nel dispre,zw che il cinése nutre per tutto ciò che è esotico; nel malcontento di tutti i danneggiati dalle ·precip itose riforme che, dopJ 2&

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!'esperienza dell' infa:u.;;ta guerra col Gia,ppone (1894-95), dalle rispettive potenze una dimostrazione armata e chiail giovine imperatore Kuang-shu, istigato dal partito marono in loro difesa. (31 ma.ggio) i marinai delle navi progre35ista, andava introducendo in tutte le istituzioni s·tazionarie nei porti dnesi, poco .p iù .di 400 u. (fra i statali; nelle novità, contrarie alla religione, alle tradi- ~ uali 40 italiani della ,na-ve ELba) e nuovi rinforzi chiesero (8 e 9 giugno) ai comandar,ti delle flotte r iunite zioni, a i costumi ed a l carattere cinese, che gli stra·p resso 1~a -Ku. L' aa:nmiraglio inglese Seymour, raccolti nieri tendevano a diffondere ; infine, nelle sopraffazioni cir,ca 2000 u . <la tutte le navi (fra i quali 40 italiani çbe la Col-te e il Goven \o avevano dovuto sop portare della nO:ve Calabri.a) il 10 giugno si rportava per ferrodalle varie potenze, specialmente nello scorcio del sevia -da T ien-tsin su P echù;o; ma, giunto alla s tazione colo XIX. Di tale stato d'animo, l'elemento xenofobo, <li Lang~fa,ng, a circa 40 km. <la·lla capitale, trovò la licJ.pitana to dal ·principe Tuan, cugino dell' imperatore, nea <l-a.nneggiaita da grosse turbe d i Boxers lo serrarono s i _giovò, dopo la deposizione d i questo, per scaten'are; da presso. ì\,fentre da Pechino giungevano disperate incontro lo strani ero il popolo, ed in ispecie le società vocazioni di soccorso, e a Tien-tsin tuonava il <:annone segrete che eh secoli in mezz) ad esso pullulav:u10 ;- piL, e fiflmtneggiava110 g li incendi, la. colonna Seymour nè popotente fra tutte quella dei Boxers, sorta nello Sciantung teva proccclern verso la capita.le, nè retrocedere a l pune sv ilupoata,,i poi ,srandemente anche nel C\-li. to cli partenza. Il 19, riconosciuta la. via fe rraUc impraIl carattore di q uesta associazione la fa rassomiglia.re ticabile, l'ammiragÙo de,cise di ten tare il secondo paralle società ginnastiche esistenti in altri paesi ed aventi tito, ma occorsero alla colonna ben otto giorni -per SlLJ:>e· scopo r,atrioltico-pe<lagogico. Il fondatc;re di es~a, Li rare i 70 km. che la sepa:·avano da T ien- ts in. :Mentre Ping Hcng, già governatore dello Scia.n tung, trasse a sè ta li fatti avvenivano, i capi delle forze ·n avali incroi:.io-Ì•inetti ,-Jelle -p iù svariar.e classi sociali e d'ambo i cianti sulle coste c inesi (i navi inglesi, 16 russe, 6 fran• ,essi, infìa,rnnandoli d'odio cor:t.ro <ti barbari d'occiccsi, 6 tedesche, 2 italiane, L aust riaca, 2 degli Stati Uniti e 3 giapponesi), accortis i il 15 giugno che truppe regolari ~m1)cr iali stavano ostruendo la foce <le,J P ei-ho, così da impedire ogni movimento alle navi ancorate nella baia <li Ta-Ku, e che a ltre truppe si erano impadronite della ferrovia per Tien-tsin, imponevano al comandante della p iazza di Ta-Ku la cessione di questa.; ed avendo esso rifiuta to, aprirono il fuoco il giorno 17, e lo obbligarono ·a lla rcs:t procedendo allo smantellamento dei forti. Il Governo cinese, deciso ormai a lla lotta, ingiungeva il 19 grugno agli amba.scia/ori di lasciare P echino entro le 24 ore. Il 20, l'ambasciatore tedesco von Ketteler, .mentre si recava al l\:fin i~tcro <.!egli Esteri, veniva ucciso da un soldato cinese, ed alle 16 precise, u ltimo lim ite di (elll\po concesso a i diplomatici, i Cinesi aprivano il I.a 1>ri111a IJal'ricatn ratta a Pech ino fuoco contro le barricate erette innanzi alle legazioni ind(ti marinai rlell'« Ellla » glese, tedesca, russa ccl americana e contro gli edifici di dente », a cui imputava tu tti i mali <leJ.la p:i.tria cd esse. Il 21, il governo imperia le dichiarava la guerra impartendo loro pubblicamente un addestramento che alle potenze. :Mentre gli alleati, non tutti concordi nè era u no ,;trano miscuglio di pratiche 111i.l.itari e di mipreparati, avvisavano al modo cli soccor rere le ambasteriosi riti. Ogni gruppo di 500 p roseliti formava una sciate, la lotta si andava facendo sempre p iù aspra incompagnia, che w nsuma,va i suoi pasti e aveva dortorno a Tien- tsin , ove vivevano cir ca 1500 europei .c-d 1nitorì in ,con1une c. veniva. a.mn1acslrata da una guida ove le concessioni straniere erano rlifesc da 1400 sola cui doveva giurare obbedicnro. Vestivano camicie e dati, russi in gran paTte, fra i quali trova vasi pu re un pantaloni azzurri, al te calzature ; cingevano la testa, i manipolo di marina i italiani col sottol. di vascello Carfianchi, i polsi e ,Ic caviglie con fascie rosse~ le loro lotto. Dal 17 giugno al 14 luglio, gli a ttacchi cin'esi si armi erano rugginose alabarde, spiedi spu1Hati, coltelr innovarono ostinati e feroci , e d urante u no cli essi il lacci, larghe e pesanti sciabole, qualche an-lico e grosso Cadotto hBriava eroica.mente la vita. Il 13 luglio le trupfucile, vecchi ,cannoni montati su rozzi telai; ma la pe europee, cui s'erano a.ggiunti i reduci della spediloro arma p itl temibile era il fanatismo. zione Seymour cd altri contingenti, specie giapponesi, Nel rnaggi9 del 1899 si ebbero i p rim i atti di violenza a tta ccarono le batterie 11ernichc sul· canale Lu- tai e la dei Iloxers, che infiehrono spocia!mente contro i loro città murata, e d i questa s i impadronirono nel succescompaesani c,·istianizzati, contro le missioni . e contro sivo giorno, liberando per tal modo gli assediati delle le costruzioni di nuove linee ferroviarie e telegrafiche. concessioni. Pressati ora .cJalle affannose invocazioni C li ambasciatori residenti a Pechino mossero proteste che giungevano da Pechino, i comandanti delle forz.e inal Governo ed esigettero fossero proibite le società seteralleate, dopo molti contraMi e tentennamenti, decigrde, specie .,queHa dei Boxcrs, 1111a invano; e il movisero <li ,m uovere sulla capitale, con un conpo d i spedi·mento boo. presto dilagò d i luogo in luogo; la grandizione che verJ1e ripartito in due colonne: l'una comde siccità della pr imavera del 1900 e il conseguente scarso rosta di americani, inglesi e una divisione giapponese, t'aocolto, dei ·quali si ·,diede co\pa ai cristiani, aggrain tutto 12.ì00 t t. circa, doveva marciare per la destra Vàroi!o ·.iJ ' fermento. Già alla n nc di maggio .Ja. s ituadel Pei-ho; l'al tra, di russi, francesi, tedeschi e italiani zione èrasi fatta così allarmante per le stragi, gli in(35 marinai agli ordini del tcn, di vascello Sirianni), ia cendi, .]e <le.va.stazioni che qua e là s i andavano perpetutto 5000 u ., doveva seguire la sinistra del fiume, trando, che . gli• ambasciatori invocarono concordemen te L e undici potenze rappresentate in Pechino avevano


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i:n rortc d i Ta-ku occupato rlag·li Ttalian i 1e Jo1Jo ,Jcgazioni nella città tartara; ma, per la d ifesa ,di queste, non potevano cl isporre che della piccola forza -di cui sopra fu fatto cenno, invia ta dalle navi, e cli un certo numero di volontari armati alla meglio. Tra il 21 -e il 22 giugno, le legazioni belga, austriaca e italia na rovinavano in fiamme. L'asse.d io andò sempre pii1 stringendosi e svolgendosi in u na lotta d'ins id ie, d'imboscate -e -d i rnine da par te dei C inesi, alla quale gli strenu i d i-

ai Pei-tsang, di Yang- tsung e dl T\.mg-ciao. L assalto·

Uniti e del Giappone s i accordavano per una più vasta e df-.cis iva azione. A questa concorsero: l'Inghilterra con una divisione anglo-indiana p iù tardi r inforzata; la Francia con due brigate ; la Russia con 4000 u. inviati a T a -I<u e con imponenti forze pronte nella Manciuria; la Gern1ania con tre brigate ; il G iappone con circa due divisioni; gli Stati Uniti con circa 6000 u.; I' Austì-ia con cinque navi leggere; l'Italia con due battaglioni che, sotto il comando dei colonnello Vincenzo Garioni, partiti il 19 luglio da Napoli, giunsero il 29 agos to nella rada di Ta- ku . Dopo molti d ibattiti e riluttanze, il comando delle •forze interalleate f u affidato al feldmaresciallo germanico conte Waldersee. Una prima operazione fu eseguita contro il villaggio d i Tu-hin (30 km. a S . O . di T icn- tsin) ove s'eran raccolte forti bande nemiche. L '8 settembre tre colonne, la centrale delle quali a l comando d e l col. Garioni, mossero da T ien-tsin e per terreni resi quasi impr aticabili dalle pioggie, giunsero il 10 a Tu-L in; il paese fu raso al suolo. Successivamente furono occupati i forti cli Pei-tang, circa 20 km. a N. di Ta-Ku. I Russi in Man ciuria stabilirono una loro

·alle mura d i Pechino fu sferJ"ato la mattina del l4, e, men tre gli alleati entravano da un -la to, la Col'te impe1·iale fuggiva dail'àltro a riparare a Sin-gan-ft1. T osto i vincitori corsero a liberare.1 i l cosid de tto P e- tang o ca tte<lrale d i Pechino ove circa 3500 persone ( 40 1·el igiosi .francesi· e il resto indigeni cristiani) a ve vano sopportato un assedio non meno grave, protetti da 30 marina i fra n ·Ccsi e 11 italiani; e il 28 agosto l'in tero corpo diplomatico, i capi dei contingenti coi loro stati maggiori e le r:~ppresentanze di tu!le le truppe potevano celebrare -:I loro i;1gres.so trionfale nella città imperiale, o cit tit p roi'bita : e questo avven imento, che per la prima volta nellru stm·ia clell'fo11pe,ro s i comp iva e ohe suonava profana.zionc pci Cinesi, fu vcr essi la più tormentosa umilia .z.ione. Fr a g,li Italiani, dei 40 che parteciparono alla d ifesa,. 13 furono i morti, 16 i feriti t ra i qua li, in combattimen to, il lenente Paolini e il sotto!. Cliivieri. I n tanto, per le n otizie sempre p iù'. fosche giungenti <:!alla Cina, i governi delle potenze -euròpee, degl i Stati

ancora ta l•une operazioni intese o ad assicurare il possesso d i luogh i <li sbarco già sicu ri della foce d el Pèi-ho soggetta a l gelo, o a rin tuzzare bande d i Boxcrs e di truppe r egolari, o per vondicare massacri qua e là perpetrati d ai Cinesi. Così a i primi di ottobre si effettuò, per proposta dell'ammiraglio inglese Seymour e col con-. corso d i 800 T edeschi, 1000 F ranc"si e 470 Italiani, l'occupazione dei fort i di S han-hai-K•uan , P ei-ta-ho e SciuKuan- tao, località costiere sulla linea ferroviaria che da T ien-tsin c Tong-Ku corre verso la Manciuria. Pi r p unire i massacri compiut i da grosse torme di Boxers, miste a solda tesca, a Pao-ting-fu ( 140 k m. circa a S.O. d i Pechino), il coman<lo interalleato inviava a quella volta due colonne, l'una da Pechino e l'altra d a Ticn- tsin, entrambe in egual modo composte di distaccamen ti francesi, inglesi, italia ni e tedeschi, un complesso di cil'Ca 20.000 u. e 30 pezzi. Partite il 12 ottobre, le colonne giunsero il 19 a P ao-t ing-fu che, per la fuga dei

fensori con insonne fatica oppos~ro una meravigliosa res istenz,. F inalmente, nel la notte d al JJ al 14 agosto, -durante un furioso attacco, apparvoro le colonne li be-

ratrici. Queste, mosse da T ien -lsin il 4 agosto, avcan t rovato ostacolo nei terreni pan tan osi e nelle molestie -del nem ico, specialmente quella marciante lungo la sin istra del Pei-lio, che, per le d ifficoltà incon trate, do• vet te ritornare a Tien- tsin per esserv i ricostitui ta, onde arrivò poi a Pechino a cose fatte . L a colonna marcian te invece sulla destra dei fiume potè avanzarsi, ma dovette vincere la tenace resistenza dei ,Cinesi in aspri combatt imenti, fra i qua li p iù accani ti que lli p resso le località 1

amin1inis trazione provvisoria 1nilitare. Fu rono necessarie


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Marinai del «Fieramosca» pl'esso il forte d i ~han-lù1i-K11an Boxers, poterono facilmente occu,p arc, e irradiarono r itoJmi.i;ioni, e;,eguendo requisizioni, distruggendo covi di ribelli e infliggendo punizioni esemplari ni capi tli questi; e il 29 ottobre ripresero la via di Pechino; ma nella marcia di ritorno H contingente italo-tedesco, ora agli ordini del col. Garioni, ebbe incarico di muo\•cre verso la città d i Cu-nan -scian e d i snidarvi considerevoli forze imperiali colà raccolte. Il 2 novembre, la città veuiva occupala ma lgrado u na debole resistu 1za del nemico che fu d isarmato o d isperso, e, nel successivo giorno 4, il d istaccamento prosegu_ì la sua marcia verso la capitale. Verso la metà del mese, fra T sha - tau e K a lgan (circa 100 km. a N.O. di Pechino) furono segnalate grosse masse di regolari cine~i. U na spedizione fu ord inata d al Waldersee, e fo composta da circa 600 Tede-

Ban,liere cines i conquisi.ate dagli !lallant n ella spedizione cli Sllan -Ha i Kuan

schi, 120 Austriaci e 600 Hiliani (questi al comando dd ten. col. Tommaso Salsa). Essa lasciò Pechino al comando del colonnello germanico York von \.Varten.burg,. e, superate le resistenze qua e là trovate, specialmente· al yilJaggio d i Hwai-lai, giunse il 19 a Kalgan, ampio. ed importante centro di traffico a l con/ine tra Cina e. l\fongolia . D ileguatosi il nemico e imposte le consuete contribuzioni, .Ja colonna riprese la via per Pechino, ma" cammin facendo, il ten. colonnello Salsa, che nel frat-· tempo aveva. a.ssun to il comand~ di tutto il distaccamento, avendo appreso che nella piccola città di YungMing, a 28 km. da. Tscha-tau, era stata fatta. straged i cristiani, vi si condusse con due compagnie italiane. uno squadrone gerrnanico e un p lotone di maànai austriaci e, p iombalo di sopresa sulla città il giorno 28, inflisse punizioni e ta.glic e, -ricongiuntosi al resto della colonna, rientrò il 4 diceu:nbrc iii Pechino compiendo in 23 giorni una marcia <li 490 km ., resa ecceziona lmente faticosa dalle strade montane spesso impraticabili e dal1'intenso rigore della stagione. Per assicurarsi della tranquilli tà delle p opolaz ioni o per imporla e per .g arantire le, comunicazioni contro grnp.pi d i Boxers e d i regolari qua e là man ifestanti velleità di resistenza, d a Pechino e da Tien°tsin si mossero distac<:amenti su varì paesi e città, tra la fine d i dicembre e la fine del gennaio 1901. Ma, 011mai, dopo la spedizione di Kalgan, ,i rigori invernali, la progrcd iente pa-cif,cazione <lei paese e lo scoramento dei Boxers, de~ qual i non scorgevasi quasi più vestigia, limitavano le· cperazion i di vera guerra. Intanto le trattative di pace col governo imperi.tic s i trascinavano lente e faticose. Aà affrettarle, valse ,la minaccia, accennata dalle potenze, solo riluttanti la Russia e gli Stati Uniti, di procedere a più vasta irn~resa. Ciò · indusse la Corte cinese, nel febbraio 1901, a piegare e ad appÌi<:arc le san-zioni richieste contro i p rincipali colpevoli, e la pace venne con clusa col Imitato d i Pechino (V.) del 7 settembre 1901.

Boxtef (e Bokste[). Città dell'Olanda, s•1ib Domrnel. Il 14 settembre 1794, un'avanguardia inglese (8000 u.), appartenente al corpo del duca d i York, era in posizione sul fiume di cui aveva rotto i ponti. L'arnnata fran<:ese del Nord (Pichegrn) arrivò sul posto e varcò, il fiume sotto il fu oco nemico, assalendo e volgendo in fu ga l'avanguardia dello York. 2000 u. rfanasero prigio-


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/ 111ieri. Una ricognizione verso Boxtel tentata da l duca il giorno dopo, con 10 bgl. e a lcuni sqdr. agli ordini del gen. Aberorombie ( 15 settembre) venne respinta, o ·il duca a,bbandonò le sue -p osizioni sulla sr. della Mosa.

'B oyacà. Villaggio della Colombia, sopra r,:1 fiume -omonimo. Vi si combattè una batta,glia che a,ppart iene alla. guerra d'indipendenza <lei Su<l America contro la :Spagna. Il gcn. spagn uolo Ba,rreiro, preoccupato p er i successi <li Bolivar, gli mosse incontro con 5000 u. e dopo aspra lotta presso B. venne completamente f:,-Con.iìtto, riman"endo prigioniero dell'avversario insieme con 1000 dei suoi soldati.

Boyada. Piccolo rivo -presso il Cerro {~·l onfcvideo) teatro d i un com'batlimento (24 aprile 1844) nel quale .si -distinse la Legione Italiana a,gli ordini di Garibaldi. I gcn. uruguaiani Paz e Pacheco avevano fatto assalire il campo degli assedianti di M on tevideo a l Cer.rito. Una colonna parti dal Cerro, e una da Mon tevi<lco. Il gen. Oribe, che comandava al Cerrito, riuscì .a respingere la seconda colonna p rinia che sopraggiun_gcsse ht ,p r ima, e gli assalitori d ovettero battere in .ritirala. D i proteggere q t1esta fu incaricato Garibald i con la s ua legione;_ egli pxese posi1,io11e stilla B. e vi sch ierò parte d ei suoi, coll'ordine di sparare soltanto quando i ,nemici fossero giunti vicinissimi; con altra par te della Legione accorse verso u11 vecchio edificio, detto « Il Saladero ?), che era stato occupato dalle tTuppe d i Oribe •è minacciava il rovescio della linea della B ., e lo as·i;alì, e <lopo a-'>1)ra lotta lo occupò, cacciandone i di fensori. La linea della B. tenne fcnno, e cosi fu assi,curala la salvezza delle trup pe U.l'llguaiane sul Cerro. Boyady-Keni (Trattato di}. Tra Austria e Turchia ·(14 giugno [854). Si conviene che l'Austria s'impegna .ad adoperare tutti i mezzi, e anche, occorrendo, la for_za, per ottene.re che gli s tranieri sgombrino i principati -danubian i, ristabilendovi lo s tato <li cose risul tante dai p rivilegi assicura ti dalla Por ta per l'a,rnministrazione di ,questi paesi; che l'Austria non ent rerà in alcun d ise-){no di accomoc!a,mcnto con la Russia, che non abbia per _pui1to cli partenza i d ir itti sovrani del Su ltano e l'integrità del suo Impero; e che i Pri11cipati saranno d:i. -essa sgombrati appena sa.rit firmata la pace.

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( G·iovanm), Genera le norclamcrìca,110 ( 1764-

rn30). Lasciò n el I 789 l'esercito per andare a l servizio <li prìncip,i indian i ; tornò in patria nel 1808 e p rese parte (1812} alla guerra contro gli Inglesi. Scrisse: « D o-

-s:umenti e fatti sull'ultima guerrn ».

.Boyer ( Gian Pietro) . Presidente della 1epu bblica d i Haiti ( 1776-1850). Fautore della Franda per l'abolizione degli schiavi, quando il generale Ledere lasciò intravvedere di voler ristabilire la schiavitù, combatte alla testa dei n egri '1o stesso Ledere e .proclamò l' indipendenza di Haiti. Sconntti altri pretendentt fu nominato -pres idente della. repul:iblica (1818'} e n el 1823 s 'impossessò della colonia. spagnuola <li S. Domingo.

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Nel 1838 Ieee r iconoscere l' indipendenza cli Haiti; ma, con trario ad ogni r iforma politica, provocò una rivoluzione che _lo .fece fuggire a Parigi dove morì.

Boyer Adolfo. Generale, n. e m. a Ventimiglia (18391911}. Partecipò da volontario alla campagna. del 1859 e promosso sotto!. di fanteria s i mer itò una, med. d i bronzo all'assedio <li Gaeta ( 1860}. Prese parte a lla campagna del 1866; promosso colonnello ( 1894} comandò il 3° regg. fanteria; -collocato in P. A., raggiunse nel 1905 il grado di ma,gg. generale nella riserva .

Boyer Paolino. Genera le n. a Torino nel 1850. Sotto!. de l genio .nel 1869, da ten. colonndlo (1897} fu addetto all'Officina di costruzione del Genio d i 1Pavia e nel 1901 fu <lirettore del Genio di Alessandria, carica che man tenne anch_e n el grado di colonnelJo (1902). Collocato in P . A. a sua domanda (1910) raggiunse nel 1924 il grado d i generale <li divis. nella r iserva. Era de,coracto di u na mcd. <l'-l-rgento al valore civile per l'opera prestata nell'inondazione del P o in ter;-itorio di Bondeno (Ferrara) nel 1873.

Boyl di Putifigari (marchese Pietro} . Generale n . e m. a Cagliari (1804-1864). Uscì nel 1824 dall'Accademia ufficia le <l'artiglieria e r imase in tale arma fino al grado di ten. colonneHo nil qua le passò (1839) nel reggimento Cacciatori guardie. Da colonn ello comandò il 9° fanteria ( 1843} e prese pule alla campagna del .1848 a l co mando del 1° fanteria, d istinguendosi a Pastrer1go. Promosso ma,gg. gencrnle si segnalò con la sua b rigata •Cuneo a Sommaca,m -. ipagna, e fu ferito a Staffa lo, meritandosi una medaglia d'~rgento · al valore. Comandò poi la brigata Acqui (1848) e nel 1849 la Casale. Nel 1855 ebbe il comando della d ivisione d i Cagliari e fu neH'anno seguentt:l promosso ten. generale. P assò infine a l comando della d ivis ione di Genova, e .fu collocato a riposo nel 1860. Fu deputato al Parlamento nella. IV e V legislatura per I glesias. Nel 1862 fu aiutante di campo del R e. Boyl di Putifigari Gioacchino. Ammiraglio, n . a Cagliari nel 1815, m. n el 1892. Entrato in servizio nel 1831, promosso contrammiraglio il I O aprile 1861, collocato a riposo n el 1865. Nel 1860 resse per breve tempo il M in istero della ~ arina a Napoli e poscia f-u capo di stato maggiore del diparti-mento marittimo merid ionale, presidente d ella sezione del consiglio d i ammiragliato mercantile di Genova, com:,ndante del materiale nel dipartiment.o marittimo s éttcntrionaJe ( 1862 1863), aiu tante generale del 1° d ipartimento marittimo fino a l 1865, e fino al settembre dello stesso a.nno membro del consiglio di ammira.gliato. Tenninò la sua carriera militare come comandante iri capo della stazione navale <lell' America Meridionale. Nel


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1871 fu n ominato senatore; era stato deputato di Oristano per la VIII legislatura.

combattè contro Francesi e Turchi (1544) e si trovò. alla bauaglia di S. Quintino (1557}.

Boyl P ilo di Pttti_ìi.gari marchese C arlo Felice. Generale ( 1828-1904). Sottot. dei granatieri nel 1848, passò nel 1851 in cavalleria e vi raggiunse nel 1875 il grado di colonnello; ebbe nel 1895 il grado di magg. generala della l'iserva. Fece le ca,mpagne del 1848 e del 1860.

Boynton (E doa,•do) . Ufficiale e scrit tore nord-americano ( 1824-1923). Fece le campagne del ~lessico; fu insegnante ali' Acca-dcmia mii. di West Point; partecipòalla guerra d i Seçessionc. Scrisse, fra l'altro: « West Point e l'Accademia milita re» e collaborò al « Dizionario ::\'lilitare ».

Boyl co11te, nobile dei ,,,arc/1csi di Putifigari doi, Vittor-fo. Generale, a Cagliari m. a ;\Iilis ( 1860-1921). Sollot. cl' artiglieria nel

n.

Boynton Enrico. {;fficiale e scriHore nord-americanon. nel 1835. Partecipò alla guerra di Secessione. Lasciò varie opere, fra cui ,ma « Storia del Raid di Shcrman ».

1881, fu da. capitano addetto alla. Scuola. d' Appli• · Boyseau (u1arcltese Pietro). Generale spagnuolocazione d'artiglieria e gc• ( 1668-174 1). Da.I 1685 al l ì34 partecipò a tulle le guernio e 1promosso ren. coloni·e del suo tempo, i·aggiungendo il grado di ten. genenello (1911) si distinse rale e ottenendo il titolo di marchese di Carloforte. Si quale comandante di grup• distinse particolarnne nte a Charleroi, a. Ramillies, :1,po durante h~ campagna llarcellona, ,n ella spedizione di Sicilia ( 1718); ebbe il italo - turca (1911 - 1913), comando della spedizione in Africa nel 1731 e partemeritandosi una med. d'arCÌIJÒ alla battaglia. di Bitonto (17.34}. gento nei combattimenti di Boza (/Jcnwbco). Generale cubano, 111. nel 1908. ParTripoli e di Zanzur e la tecipò come Capo di S. )f. del gen. Gomez alla lott3 croce di ca,·. dell'Ordine rontro gli Spagnuoli r sc:-isse varie relazioni della lunga mili!. di Sa,•oia nel comcampagna. ba.ttimeni0 di Sicli B ila!. Ebbe da colonnello (1915) " Bozo (Frances<c). ~Iedaglia d'oro, n. e m. a Villail comando d el 25° ari. da campagna e parteci pò all:i. franca di Xizza (!760-1828). Arruolatosi nel regg, One-guerra 1915-1918, raggiungendo nel 1916 il grado di glia nel l i92, nell'anno seguente ~bbe il grado d i capoma,ggior genera le. ra le e poi quello di scr.gente. li 2i giugno 1795 alla fazione della Spinarcla, entrando primo in una ridotta Boyne (13atta,:lia di). Prende il nome di ur. piccolo nemica e facendo <fa ,;olo tre prigioni~ri, s i 1111•ri:ò h fiume dell'Irlanda, sulle rive del quale Iu combattuta medaglia d'a rgen to di Vittorio Amedeo ITI di Savoia( l " luglio 1690) fra C iacomo II Stuart, alleato dei Frane poco dopo ctuella d'oro (R. Ordine 2 marzo 179i). Si cc,;,i, e Gu,dielmo d'Orange. Appartiene alla guerra del~ congedò nella prima ,·era del 1797. Con la Restaurazione la « Lega <l'Augusta». Luigi XIV aveva fornito a Giavenne nominato aiutante d i ,piazza ad Oneglia prima como oltre 7000 u . comandati dal L auzun, e con CJUCr a Villafra11ca di Nizza poi e gli venne conferito il grado s!a truppa G iac<>mo sbarcò in Irlanda, riunendo sotto di sotto!enente. Quando fu istituito rOrdine mii. di di si: i partigiani che riuscì a raccogliere, e con essi, Savoia, per le nonnr. conte11ute nelle patent i di 1st1tudopo il vano assedio di Londonderry, prendendo posizione, la mcd;iglia d'oro venne muta ta in croce di cazione sulla riva del Jìurnc 13oyne. In tutto disponeva d i valiere di 3' classe. 23.000 uomini. Guglielmo arrh•ò col suo esercito, ammontante a 36 Bozza n i (Fra11r,cscn). Generale, n. e m. a Garlasce> mii.e uomini, sul posto, e s i .1cci11se a passare il fiume ( 1325-1 900). Laureat0~i ing. idra ulico cd arc hi tetto ciin presenza ·del nemico. La cavaller ia passò a nuoto ;, vile a Genova (1847}, partecipò da semplice artiglierealla campag:ia <lei 18·18 e la fanteria aveva l'acqua. fino a.lle spalle. Dopo di ciò~ promosso tcn. d' artiglie- r~ -bisognò varcare w1 terreno paludow, e finalmente i purtigia.n i di Guglielmo assalirono gli avversari. Gli Ir~ l'ia, p rese parte alla spe· landosi, gente rnccogliticcia, non tennero fermo; e, maldi.tione di Crimea e disimpegnò varie importanti grado die Guglielmo rimanesse ferito, le sue truppe, n1issioni in Francia. cd in {,'llidate dal ma.rese. di Schoonbcrg, assalirono d ,tpprima lnghilterra per lo studio le fanteri~ irlandesi, e le incalzarono e sgominarono della fabbricazione delle completamente. I Francesi pure furono sopraffatti, ma armi. D iresse da maggioriuscirono :i ritirarsi ordinatamente. La batl. d i Boym· decise le sorti della lotta fra Guglielmo e Giacomo a, re la fabbrica d'anni d i favore del primo, il quale si impadronì facilmente delBrescia e nel grado ,di col'Irlanda. lonnello ( 1869) fu d iretto-i·e ciel polverificio di FosBoyneburg (Corrado di). Con dottiero cli l.wziches.'\no e della fabbrica d'ar11ecchi di Carlo V detto « il piccolo Assiano » (1497mi di Torino. Promosso 15'67). Prese parte alle guerre contro la Francia, com7 maggior genera le nel 187, batti: a Pavia (1525), represse l' insurrezione d ei conta,ebbe la carica <li nH:m bro · del Comitato d'artiglieria e dini nella Svevia. Ebbe il comando in capo dei lanzigenio e collocato a ripeso nel 1880 raggiunse nel 1895 chenecchi all'assalto <li Roma ( 1527) meritandosi dalil grado d i tenente generale nella riserva. l'imperatore il titolo d i cavaliere. Si segnalò nella con• Bozzetti (Romeo). Generale, n. a S. Martino Beliqu istQ. dì F irenze ( 1530). Venne ferito a ll'assalto cli San ~eto, rn. a Borgoratto .\lessanòrino ( 1835-1907). PartePol ( 1537). Passato al servizio dei duchi di Baviera,

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c ipò da volontario alla campagna del 1859 e fu dei M ille sbarcati a Marsala (1860) con Gariba ldi, meritandosi la medaglia d'argento a Calatafimi e la promozione a capitano. Prese parte alla campagna del 1866 ottenendo una med. di bronzo a Borgoforte; rab,giunto il grado di colonnello ( 1877) comandò il 16° regg. fanteterìa . Ebbe da rnagg. generale ( 1884) il comando della brigata P isa ed i I comando superiore dei d i• stretti <!cl I O -corpo d'ar mata e collocato in P. A. ( 1892), raggiunse n el 1895 il grado d i ten. generale n ella r·iser va.

Bozzolino (G-iovanni A ndrea). Capitano <lei l'nin atori ,p iemontesi durante l'a&se<lio d i Torino n el 1706. Era addetto alla cli•f esa della cittadella a mezzo delle cont romine, d0ve stava appunto ùl cclt;;bre Pietro M icca. Mori mentre teneva la carica di comamlante delle artiglierie n el forte di Fenestrelle ( 1729). Bozzolùw I gnazio. Generale piemontese d el genio, (secolo XVI1T) e scritto.re. il\e! 1742 fece ottima prova a lla difesa <li Cuneo. Pubblicò un <( Trattato di for tifica-i zi(>nÌ >> .

Bozzolo. Città in prov. di l\Iantova su lla r iva dr. de!l'Oglio. Le sue origini risalgono alla metà del secolo V; sul principio del X aveva g ià un ben munito castello, e faceva parte del ducato <li Guastalla . Nel 1235 i llrcsciani lo assaltarono e saccheggiarono. N cl secolo XI'.7 B . passò agli Estensi, signori di Fer rara, e venn~ saccheggia to una seconda volta dai Collegati veronesi, mantovan i, bresciani e parmigiani, nel 1306. D i quell'epoca è la rocca <li B. Caduta la repubblica di Cremona, B . si clic-de ai Gonzaga di Mantova, e fu più, Yolte assalito da truppe del Visconti, m a resistette valorosamente, tantochè da Carlo V , a lleato dei Gonzaga, ebbe il titolo d i princi-pa to cd il 1wme d i città., Vespasiano Gonzaga nel 1599 vi eresse un nuovo caste llo- palazzo, e r innovò la cin ta <leJ.le murn. l\ cl 1848 ft; per qualche tempo quartier generale del re Carlo Alberto· il quale da B .,, dopo la sua ritirata dietro le linee del !viincio e<l Oglio, diresse aJle popolazioni ita liane il famoso proclama che le i ncita va a perseverare nella ca usi <lell'Ind ipendenza mqlgrado i rovesci sofferti. Bra (a.nt. B raùia), Città in prov. di .Cuneo, sulla sr. del Tana rn. F u luogo fortificato, importante per fa. sua posizione strategica, dominante a mezzogiorno la valle del- Tanaro ad an fiteatro. Nel secolo XII fu organizzata a difesa con ]'erezione d i alcuni castelli; ap ~ partenne ai Conti -di Torino e fu nel 1197 a ttac-cata dal marchese di Jl,fonferrato, ai quale resiste tte valorosainc.nte, conìandata èa R obaldo. N el 1345, venuta in potere <ii Ludovico <l'Orléans fu più accu ratamente fortificata., con muraglioni e torr i, bastite e barbacani. Emanuele F iliberto ,però nel 1552 ne espu gnò il castello e non ebbe akuna compa·ssioue per i par tecipanti dei Frnnccsi, 11è per la città d i cu i rase a terra le fortificazioni. Ne l secolo XVI aveva lavorato alle for tificazion i . di Bra l'ing. mii. Bernardino da Vimercate.

407 Braasa. T r ibù dcli' Altipiano Circnaico, confinantecoi Dorsa e gli Abi<l. Il suo territorio fu oggetto nella primavera del 1924 (JS aprilc-16 maggio) <li un'operazione militare contro cen tri armati senussiti che vi s i erano organ izzati. Durante l'operazione avvennero 12 scontri di varia entitil, tutti vittor iosi ptr gli italiani: Beli Husc ( 15 a,prile); .Mteifla, Bir :Ettes e Gasr Musdaci (16 a,prile); El Bucrat et Gasr Fouait ( 19 aprrlc); Helu k cl Gir (30 aprile); Uadi cl Greiad (4 ma.~io); Bir Blulu<l e Got Derua (8 maggio) ; Udeiad en Nefasit e Zauie<l en Naian (11 maggio). In tutti questi scontri e combattimen ti l'avversario ha lasciato sul terreno complessivamente 300 morti e ha wbbandonato nelle rrnani delle truppe i taliane circa 3500 ovini, 200 cam~ mclii, armi, materiale vario e d errat e. Da. parte italiana 15 morti e 78 feriti, tutti militari iHdigeni. Brabançonne. Inno nazionale belga su parole d'un poeta francese (Luigi Decl1ez detto J enneval) e su mu-

Ef~e=f:@1m -crant!es af-freux

pro -je/s.

sica del maestro van Campc.nl1out. Fu creato du;·ante ia r ivoluzione contro l'Olanda (1830) quando il Belgio si rese ind ipenden te .

Brabant (Edoardo) . Generale inglese, n. nel 1839. Emigrato al Capo <li Ruona Speranza, nel 1878 ~ ebbe il comando delle· forze loca.li: scoppiata la guerra contro i Boeri ( 1899-1902) equipaggiò e comar,dò un corpo di cavalleria detto << Braba.nt's H orse » e dopo la pace rimase a coma,n<larc le forze del Ca,po. Brabanzoni (o Brabantiu·i, da Brabançons francese). T 1'llppe mercenarie- o meglio bande d'avventurieri del XIII secolo, molto a,ggllerrite, e pe1x:iò molto ricercate dai ,principi nehle contese fiia d i loro. Generalmente erano condotte. da cavalieri irrequieti e disperati, che s i univano ad uomini di .guerra di basso ceto e vagabondi. Fra i loro ca·pi tani di ventura i più celebri furono Guglielmo di Ypres, Lupicai:re, Cadoc. Tali truppe erano assai temute perchè ·d i costumi sfrenati e dedite a l saccheggio cd al furto . Dovunque passavano costituivano un vero flagello. Vivevano d i guerr~, per conseguenza quando era tennina ta ·u na missione andavano in cerca d'un'aHra, e durante gli intervalli commettevano attentati aJk persone ed alla ,proprietà, cosicc'hè ta lvolta'i sovrani crnno obbligati di armarsi contro d i loro. Filip-po Augusto ad e., empio ne foce uccidere circa 7000. Duram e il periodo più br utto della guerra. dei « Cento a1rni » ebbero il nome di B . anche compagnie di ventura costituite <la soldati mercenari, licenziati, sbandati, o insubordinati che infestarono la Fr ancia. Brabo de Acuna (Pietro). èenerale spag"nuofo d~l sec. XVI, m. nel J608. raitècipò a lla batt. d i Lepai1to; si battè contro gli I1iglesi'; nominato governatore dclle F ilippine ( 1601) vi dominò gli indigeni: Coma.R<lò · '1a spedizione alle Molucche, che tolse a.gli O landesi, è' ·la-· sciò a lcune e( Relazioni » de lle '&-ue imprese. 0

Braca. Apparecchio per -il caricai:nento ;i .b.o rdoc de-i


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cavalli, costituito da una serie di cinghie e s tr iscic in cuoio, mediante le quali il quadrupede viene fasciato, e sollevato dalla gru e trasportato dal barcone alla nave.

Bracceschi. Nome dato ai soldati d i ventura che seguivano Braccio da Mon tone. I B . ebbero nel secolo XV meritata fama per le caraHcristis[1e qu alità militari imp rosse dal capitano a i suoi sol<lati, tantochè se ne costitu l una scuola, in contrapposto con quella degli sforzeschi. Fra i seguaci delle due scuole furono acca · nite le lotte. La rinomanza d ei B. cm venuta dalla loro .azione pronta, audace, impetuosa ohe li faceva presceglie.re fra le d iverse compagnie di ventura, non solo dai principi italiani, ma da quelli stranieri. I B. combattevano di solito squadra per •s quadra; ed erano divisi in due « Corna l> -rimanendo se111p.r e pr~nto u n « cor;po - di riscossa ». I capitani a vcvano il comando delle squa<li·e cl1e 1narciavano ,J'uaia accanto all'altra in colonne affiancate. l:n alcuni casi però stavano alle ali i cavalleggi~ri, a l centro gli uomini d'arme a cavallç; la fanteria m olto avanti. In caso di incontro col nemico le due «Corna>> si ripiegaivano f'una sull'altra e lo avviluppavano facendolo affrontare dallo squadrone di mezzo. I B., alla morte del loro gran<le condottiero, in segno di 'lutto si lasciarono crescere la bai-ba ed i capelli, e serbarono contro gli sforzeschi odio implacabile. Allora ebbero per capitano Niccol~ Piccinino, ohe ne tenne alta la .fama con le operazioni in Toscana, in Romagna, attorno a Roma, nel Veneto e da ultimo in Lombardia contro lo Sforza.

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p iegarsi e muovere liberamente. Nella seconda metà del secolo XVI , se ne fece maggior uso, e questo sistema durò fino a quasi tutta la metà del successivo XVII.

Bracctali clel secolo XVI Bracciale. Negli usi militari moderni prende nome di bracciale una striscia d i · panno o di tela, di hmghe7.za d etcnminata e variamente colonita, ohe viene portata a l braccio d a l personale appartenente a taluni servizi e specialità. Tipico e più largamente impiegato è il « bracciale d i neutralità», o ibracciale della Convenzione di Ginevra, çhc in virtù di accordi internazionali toglie a ohi lo ,porta la veste ,giuridica del combattente e gli conferisce diritto d'immunità contro le offose di guerra. E' di panno bianco e reca al centro una croce rossa ben marcata e ben visibile. Esso è .portalo da coloro

Bracciai uo la (lat. rotella o braca.rola). Sorta di bracciale che copriva fino a l gomito, dove s i allargava prendendo foggie svariatissime.

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e 2, Bracciale cli neutrall'tà (Con vcnz ione di Gine-

vra): croce e mezzaluna; 3, Direttorl di st.abilimenti ausiliari clurante la guerra 10'15 - HHS (campo b tc,u, rasecu.a tricolore in mezzo, righe ct•o1·0 o (l'argento in alto e in lJasso); .f Impiegali e oapt (itlcm, senza le rigtie); 5, Operai (fascia tri•oolore); 6, Ope rai militari (i(lcm).

Braociaiuola con guanto, spesso con punta al centro (scc. XVI)

Braccialuoto oon puntale (sec. XVI)

Bracciale (lat. brachiali-wm). Costituiva l'armatura. d ifensiva delle braccia ; talvolta cominciava dalla spalla, nel quttl caso era a ttaccato alla corazza; ma quasi sempre stava incastrato n ello cc spallaccio >l . Era forma,to da due tubi di lamiera o d'altra materia , troncoconici, imbottiti ; uno serviva a riparare il braccio, l'altro !'.avambraccio.: erano r iuniti assiome a mezzo di .u na terza pezza; detta cc cubitiera ll . Il B. era già . in uso fin dall'età d el bronzo; nel medioevo era formalo dalle maniche stesse della cotta. U na sorta d i .bracciale detto dai Francesi bras arn,é er a. costituito <la un ava1nbracciaie a llar gato a mo' d i targa, che finiva iri pw1ta. Si adoperò nei secoli XV e XVI, fissato al braccio sin is tro. Bracciale alla moderna. e ~sì .fu chiamato dagli armaiuoÌi italian i del principio dei secolo XVI ( epoca • nella quai.le se ne ebbe q ualche r uo esempio) il bracciale intcra:mcÌlte chiuso n ella giuntura tra il braccio e J'avambmccio, con lamelle articolate, che non lasciav ano alcun.a parte indifesa, men tre il b raccio poteva

che sono addetti a,! servizio sanitario di guerra: medki, infermieri, assistenti e conducentL Per prevenire abusi; è stabilito che il braccia.le di neutralità debba recare il bollo dell'autorità m ilitare ed essere inoltre contraddistinto da un numero d'oPdine progressivo. Se d istrib.u ito a personale <leHe associazioni d i soccorso, occorre a ltresì clie i •portatori del >bracciale siano muniti di una tessera nominativa d i· r iconoscimento, vid imata dall'autor.ità militare. In Turch ia, alla Croce è sostil'llita la l\fozzaluna. D i bracòale fanno uso presso l'esercito mobi>lilato i personali in genere dei servizi sussidiari o mobilizzati, pèi 4uali non è prescr itta. una specia le d ivisa : cos_ì il personale del genio civile incaricato della manu tenz ione stradale, il personale .c]el treno ausiliario militare e diversi altri. Durante l'u ltima .guerra il .bracciale fu adottato anche per d is tinguere i militari ammessi a temporanee esonerazioni in qualità d i addetti alla. p rodu zione dei materiali 1bellici od a seNizi pubhlici di particolare impodanza : e nel nostro esercito un braocialc azzurro sostituì pure la sciarpa, come contrassegno dell'ufficia le di servizio nell' in terno degli ailloggi.amenti. Non pochi son o poi i ,bra:cciali ch e si impiegano in tempo di .p ace. Nelle esercitazion i di combattimento c


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Melle manovre, ad csemp'io, portano il bracciale il di.rettore e il personale a lui addetto (braccia.le di colore .rosso o azzurro, a seconda che s eguano l'uno o l'altro partito), gl_i infomnatori J":mwcia.le g ia llo, con un ma.l"gine r ispettivamente rosso e a.zzt1:rro) e gli addetti a.I servizio posta.le telegraJìco (braccia le totalmen te verd~ ')Uelli della direzione del servizio ; bracciale verd e con un margine rosso o azzurro quelli assegnati a i corris.p oodenti partiti); <bra.ociali particolari portano p ure i &it!dici di campo, la sanità, le commissioni per i cla.ruii. Da ricordare altresì i l bracciale di reclutamen to, cioè <[Uello che viene distribuito a lle reclute allorchè si presentano a.Ile armi e s ino a quàn<lo non s iano provviste ~i vestiario militare; è d i tela bianq e porta impressa !'indicaz ione del Distretto cui la recluta. appartiene per fatto di leva. Così pure il braccia le di lutto, che i mi litari sono autorizzali a portare per la morte 1·ecentç -Oi un congim1to, fo1fo1~nandone preventi vamen te il rispeltivo comanda11 te d i corpo o ca.po di servizio.

Braccialetto d'arco (o da arc_iere) . P iastra di metallo o <li altra materia (esem- · pio cuoio, od osso) fatta a sernicerohio od a cerchio in tero, che si portava sopra il polso sin isu·o per _ripararlo dal colpo di frusta che dava la corda dell'arco, dopo scoccata la freccia. Se intero, era snodato a metà e<l agganciato come certi moderni braccialetti ; se era a mezzo c ilindr o, si a.ffibbiava per mezzo d i una cingl,ia.. Pu a.doperato fo,o a ohe durarono negli eserciti .gli arcieri. Braccialini (Scip-io11e) . Generale, 11. a Isola G iglio ( Grosseto) nel 18S0. Sotto!. d'art. nel 1870, fu addetto al Comitato d 'artiglieria e genio, c poi alle direzioni d i artiglieria d i Spezia, Firenze e R oma e a l comando della Scuola Centrale <li tiro d'artiglieria . Raggiu n to il grado <li colonnello nel 1916, prestò la. sua opera p resso la direzione del lruboratorio di precis ione di Roma e nel 1917 fu promosso brigadiere generale per merito eccezionale, e raggiunse il _grado, poscia, di ·gen. di d ivisione nella riserva. Fu .indie insegnante nella scuola d i applicazione d'art. e genio d i Torino, ~ pubblicò notevoli lavori di Balistica. Inventò alcuni telemetri e goniosta<liometri per il pùnlamento e tiro delle artiglierie da cos ta ed apparecchi elettromagnetici per la trasmiss ione <lei comandi e dei d ati di puntamento. Chiamato dal Governo giapponese, tenne corsi d i Balistica, e organizzò la difesa delle coste dì quell'I/Jpero. Bracciano. Comune in prov. di R oma, presso l'ant ico Forum ClocUi, posto suUa. r iva di un lago fo1matosi in un antico cratere vukank-0. Possiede un magn ifico caste llo, fatto costru ire nel 1470 d a Giordano Ors ini; può considerarsi tu ttora modello di solidità e belartistica. Esso riveste caratt ere m ilitare nelle mu-

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ra.glie coronate di n1erli, nelle volte, nei ballatoi, neHe torri rotonde agli angoli e r ispecchia am:ora le d ifese medioevali, rappresentando un esempio d i quella fortificazione che il Padre Gugliehnolti, illustrando lo stesso castello, definì turrita. Cara tteristiche sono infatti le torri d'angolo, la cui altezza per altro supera di poco quella <lelle cortine, ciò che dimostra la preoccu pazione dell'arcl1itetto .per fazione, ormai non più trascurabile,

li castello di Bracciano

delle artiglierie. Nelle torri del Castello d i Bracciano si scorge la rinunzia alla vecchia tattica medioevale e l'avviamento alla difesa ra den te, pur con la conservazione delle rnd itoie, della merlatu'fa. e degli altri particolari del vecchio ordinamento fortifica.torio. Il castello di Bracciano rappresenta un'opera d i transizione, ronforme all'epoca in cui venne d ivisata cd eretta. Sul lago d i Bracciano (32 km. d i circonfe,·enza) si alzavano ( 1908) i primi d ir igibili mii. italiani e sulla riva sorgevano fin da quel tempo i primi hanga.rs. ,\ B . ebbe ;pure sede la Scuola. centrale d'artiglierja, trasferita. nel 1925 a Civit:wevchia.

A s.sedio e battagl-ia di Braccia.no (1497). B., capoluogo del p rincipato deg,li Orsini, il 20 luglio 1485 era stato prc.,o e saccheggiato dai Colonna, nem ici secola ri degli Or., ini. Sulla fine del 1496 era rimasta. in B. la sorella di Virginio Orsini, Bartolomea, la qua le, raccolti i soldat i dei suoi fr:1telli, che ritornavano f uggiaschi da Napoli, li aveva armati e rimontati, facendo riparare le fortificazion i di B. e restaurare- le a rtiglierie. Inoltre i parapetti erano stati muniti d i p ietre e pentole cii fuoco per eventuali attacchi degli assalitori. Essa inoltre aveva fatto ammaestrare i con tadini nell'esercizio delle a rmi, e<l assunto il comando della fortezza, mentre Bartolomeo d' Alvia no, suo marito, scorrendo la. campagna attendeva a radunare un· esercito per liberarla. Il castello veniva .frattanto assediato d alle milizie pontificie condotte da Cesare Borgia e dal Duca d'Urbin o. Il D' Alviano r iuscì in più r i.prese ad inchiodare i cannoni, e distrusgere le opere d egli assedianti, ma, sopraffatto da forze prcpondez,anti, dovette a-Ila fine rù1chiudcrsi nella fortezza, e B, sarebbe stata certamen te presa in breve tempo, se gli alleati d egli O rsini, allestito un poderoso esercito anche con a iuti da T odi e N a111i, non si fossero affrettati a l suo soccorso. Il Duca d'Urbino, avvisato del loro arrivo, levato l'assedio mosse loro incontro sulla via d i Soriano. Lunga cd accanita fu la battaglia, però il fiore dell'esercito pontilì.cio, co stituito da circa 800 tedeschi, venne distrutto dalle fanterie di Città <li Castello armate d i lunghe picche. Tutto il resto dell'esercito del P a pa fu sgominato e fatto


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prigioniero lo stesso Duca d'Uflbino ed altri gentiluomini. Tutti i 1b agagli e l'ar tiglieria cad<lero in potere d ei vincitori e gli Orsini riebbero tutti i loro castelli, meno Anguillara e Triboniano.

Braccio (Andrea Fortebracci da Montone, conte di) . Celebre condottiero italiano del s~olo X V. n. a Perug ia; m. p resso A(]11ila ( 1368-1424). Sor to da polente famiglia patrizia d i Perugia, militò sotto il conte di Montefeltro, sotto Alberigo da Barbiano, e sotto vari i p rinc ip i. P rese Pen1gia n el 1416 divenendone signore; marc iò poi su Roma impadron endosene; ma ven ne cacciato dallo Siorn, che battè poi presso Viterbo nel 1420 obbligando il Papa ;, chieder pace. Vinse ancora lo 1Sforza in a ltra guerra combattuta .p er Giovan na II d i Napoli e Alfonso 1

d Aragona, contro il Papa e Luigi d'Angiò . Divenuto p rincipe <li Capua, conte di Foggia, conestabile del Regno ·di K aipoli, e morto per un in cidente sul Pescara lo .Sforza, la guerra contin uò '001 succes..~ore Caklora, a capo di un esercito quattro volte p iù ,potente di quello dello Sforza. B. venne sconfitto e m ortalm en te ferito e poco dopo ne morì (1424). La sua scuola fu detta dei Bracceschi (V.).

Braccio Militare. In ma.teria di esecuzioni, di << podestà di giudicare e ,-isolvcre senza forme di giudizio », d icevasi nei secoli di mezzo a ffidare ak..'Uno a l B. M ., come al secolare, a l regio, all'ccdesiJstico. :Nella Spagna, chiarnavasi R . Nl., nei secoli XV e XVI , la Camera Alta.

Bracco (Luigi Battista). Generale, n . a Genova, :n. ac! Oneglia (1821-1895). Sottot. di fanteria nel 1345, p;irttti(JÒ alla campagna del 1848 e a quella del 18$9 · meritandosi una med. d'a rge.ito a l'aleslro. Promosso colonnello ( 1869), ebbe il comando del 58° regg. Ji fanteria prendendo p arte alla campagna del 18i0; collo~ cato a riposo (1871) raggiunse nel 189,1 il gra.do di magg. generale nella riserva. Bracelli (Giacomo). Storico, n. a Sarzana, m. a Genova ( 1368-1460). Cr,prì la carica d i cancelliere della R epul:iblica genovese. Fra le a,llre opere lasciò il « D e bello Hispa.no >> tradotta in italiano dal Bcroald o; tale opera tra tta della guerra fra Genova e Alfonso V d' Arngona ( 1477). Brache (lat . bracae). Parte del vestito maschile militare coprente <lalla cintUFa al ginocch io, od anche al malleolo. Specie di calzoni strettamente aderenti alla gamba, usati <lall'eser,;ito romano solo dopo c ~..sare. Par,) che la. 111ecessità <li quosto indumento sia stata sentita dalle tmppe d i R oma quando combatterono coi popoli nordici in climi rigi<li. L'introduzione delle B. fu fatta imitando i costuJn i degli abitanti d ella « Gallia Bracata »; in realtà la storia di questo effetto di ves tiario di,ce cl:e era già in uso anche fra le popolaz;oni or ientali. Fra le B . però delle m ilizie· oi-icntali e n ordiche, e quelle adottate da i Romani, vi era differenza; mentre le pr ime erano sciolte; larghe e rilasciate, cosicchè

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i latini ' le chiamavano « laxae Jl , quelle del soldato romano erano a<lcrcnti, come si è detto. Ricordiamo eh<: mentre Alessandro Seve.ro imperatore (222- 235) faceva dono a i soldati, in compenso delle fatiche m ilitari, delle B ., Onorio e<l i figli d i T eodosio (395-424) bandirono

1, au sll ia1·io germa1n co clell'epoea d i Tra,a.r,o; 2 . abi tan li t101 1e sponde del Mar- Nero; 3, bracatus mlles.

eia R oma tutti i « bracari "• fabbricatori di B ., considerando un <lisonore per i d iscenden ti dei Quiriti vestire indumenti portati dai barbari.

B racatus mi/es, soklato con le brache: nei temp i della Repubblica ~ nei .primi. te',npi dell'fmpero era il solda lo forestiero e a usiliar io, d i nazioni nelle Guaii le B . erano ipartc del vestiario abittrnlc: i soldati romani le adottarono nel III secolo.

Brachieri ( Giuseppe). Genera• le. n. a Borgo di Viguzzolo (Tortona) nel 1793. Iniziò la carriera coJ)racatus m ilr>:s me ·cadetto nei c acciatori italiJni ( 1814); fo poi ne/le guardie <lei corpo d i S . :\'I., nel regg. provinciale d i T qrtona, nella br. Aosta, nella. br. Acqu i ; p romosso colonnello, comandò il 5° rcgg. fanteria (184 1). Collocato a r ipos,> venne pwmosso magg. ,generale. Brack (Anton·io) . Generale francese ( 1789-1850). P rese parte dal 1807 al l8 15 alle c.ampagne napoleoniche; poi andò in Brasile aiu tante di ca'111po di Don P e·à ro. Tomato in patria. n el 1830, vi d ivenne generak nel 1840 e "'~mandò la scuola d i cavalleria. Pubblicò: « Avamposti di cavalleria leggera» e n umerosi t< Mall'.l:tli d' istruzione»; colla!borò a llo << Spectateur milita.ire l) e fu in corrispon<lenza col L ama,rJ11ora : d i questa relazione h a pl!bblicato il Chiala in un suo volume sul L amaiirnora parecch ie lettere. Brackenbury (Ca.rlo). Colonnello e scrittore militare inglese (1831-1890) . .P a rtecipò alla campagna. d i Crimea, e ftt presente alle guerre del 1866, 1870-71, 1877-78 come inviato dell'Inghvl terra. F ra le sue opere : << .'-\.rmamenti E uropei nel 1867 >> ; « Esercito straniero e 1;iserve n a zionali ll' ; << La camp agna del pr incipe Feclerico Carlo nd 18701871 »; tt Vita di Federico il Grande >>; << Opere camp:tli ». Bmckenb11ry Enrico. Generale e- scrittore ingle.se (1837-19 14), Partecipò alla. repressione deLI' in s urrezione dei C ipa i, e alle guerre <lell'foghilterra noJ,J'India ; ven· ne p romosso generale al ritorno

Brar.ke nbu1·y Enrico


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in patria. iScrisse opere m ilitari e storiche, fra le quali : « L'ultima campagna cfell'Hannover » (1870); « La tal· tica delle 3 Armi >> (1873); « Storia della campagna degli Ascianti >> ( 1874); "' I marescialli d i Francia durante la guerra del 1870 >), ccc.

1858. Entrò in serv1z10 nel 1872; ·p artecipò alla guerra egizianR (1882) e a quel!a mondia le. Nel 1914 era vice ammiraglio e comandava la 3' squadra da battaglia, Fll p romosso ammiraglio nel 1917 e collocalo a riposo nel

Brackenridge (Enrico Mar·ia). Storico nord-american o (1786-18il ), autore di una « Storia della guerra degli Sta ti Uniti contro l'Inghil terra nel 1812-15 ll .

Braga (o Braca) . ()rùegno wmposto di d ue forti bande di ferro, col quale si teneva ,mito il mascolo ad a.lcuni antich i cannoni •p etrieri, ed agli organi, che per dò erano chian1ati (< a braga)). Ne fu inventore, pare, certo )faltio llecca lua , addetto all'arsenale di Venezia, verso la .fine del sec. XVI. ·

1918.

Bracorens di Savoiroux (conte Carlo). Generale, m . nel 1876. Uscì dall'accademia d i Torino sottotenen te nei dragoni d i Piemon te ( 1830). Ebbe la promozione a maggiore per merito d i ~p1erra a Governolo (1843). Prese parte col .grado di magg. generale, alla campagna del 1859, ed a quella delle 11:arche ed Umbria, durante la quale si .,,,.,adagnò una seconda promozione per merito <li guerra a tcn. gene rale. Comall·• dò Jloi la divisione d i ca· valleria d i riserva e fu aiutante di campo di Vittorio Emanuele II. Nel 1867 venne collocato a riposo.

Braga (ant. Dracara Augusta.). Città del Portogallo; in prov, di :tvfinho, già fortificata. ); el 585 gli Svevi vi furono sconfitti dai Goti. Battaglia di Braga f, 1809). Appartiene alla campagna francese ndla penisola iberi,ca; eia qualcuno è detta battaglia di La.nlwzo. Il maTcsciallo Soult, che era stato incarica to d i couqu istarc il Portogallo, concentrò eia prima il guo corpo <l'armata a Orense e poi si diresse, per Chaves, vcrrn Braga. I Portoghesi esasperat'i per la ca·· dura di Chaves, fino al punto da u còder~ il loro comandante F reire d'Andra,d c ed il suo aiutan1e di campo, ritenendoli responsabili dtllo scacco sttbìto, obbligarono il generale Eben ad assumere il comando pc<J: dare batb glia a l ne1uicc. TI generale Eben, avata notizia dell'approssimarsi dei FraJ1cesi, decise d i prendere posizione fra Falperra ed il fiwne Ca.vada, presso Braga, ed ivi in fatti schie rò le truppe che risultarono con l'ala sinistra appoggiata al Cavada, e con l'ala dcstn

Bradford (F.doardo). Ammiragl io in.glesc, nato nel

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alla foresta cd a l burrone d i Lanhozo. Un distaccamen to fu inviato ad occupare :Mon te Valongo, un altro a. Ponte di Porto, a ltri due a proteggere rispettivamen te le rotabili d i Guimaraens e d i Braga. In tutto i Francesi d isponevano d i l 1.000 u. di fanteria e 4000 di cavalleria con 30 cannon i. I Portoghesi avevano 25 .000 uomin i. R iusciti vani i_ tentativi d i pace fatti dal Soult, questi decise il 19 ma:rw d i a ttaccare ia ,posizione avversaria ; nel pomeriggio di quel giorno l'azione ebbe in izio. Le divisioni francesi Mermet e Franceschi attaccarono i Portoghesi in direzione di Lan hozo e, senza eccessivo sforzo, si impadronirono d i questo villaggio. Parimenti la divisione L'l.borde avanzò senza incontrare resistenza. fino all'al•ezza del villaggio di Ca rvalho d'Este. La notte fu impiegata dai Francesi per portare in posizione le artiglierie. Il 20 marzo alle or~ 9 del mattino il maresciallo Soult dà. l'ordine per la ripresa dell'atta.eco. Le divisioni Mermet e Franceschi tendono all'aggiramento della destra avversaria, la divisione Laborde, sostenuta dai dragoni di Lahoussayc, avanza puntando al centro; il generale Heudelet, alla testa della. brigata Gra.indorges e d'u:1 piccolo corpo di cavalleria, s i dirige contro la sinistra nemica . L'azione comb inata riesce completamente. Il Laborde con rapida manovra u rta il centro avversario che, sopraffatto, si dà a.Ila .fuga cercando d i raggiun gerc Braga pe;- la va l!e d i Pahnera, inseguito dai Francesi. L'Heudél~t, soverchiata la sinistra portoghese, s i dirige su Ponte Porto e si impadronisce del ponte di Ca.vada e del villaggio . Le più con trastate sono le division i Mermet e Franccsclli, che, con gravi fatiche e dopo avere perduto molto tempo, raggiungono la cres ta del Monte Va.longo dove sorprendono la destra av·ve.rsario. Quindi le due divisioni r idiscendono per ass icurarsi la strada d i Guimaraens, e taglia.re questa linea d i ritirata ai Portoghesi; nel r agg iungimento d i questo scopo trovano quaJche resìstcnza - subito eliminata - da ,p arte di un distacca.mento avversario di c irca 3000 uomini che occupava le falde del Monte Falperra. I Portoghesi, inseguiti dalla cavaller ia francese cercano salvezza nella fuga, dirigendosi parte al di l~ del Ca.vada., parte verso la strada. di Oporto e d i Guimaraens, ovunque pru-ò inseguiti. Le perdite portoghesi furono di 4000 uomini (fra c ui 400 prigionieri), 17 cannoni e 5 band iere ; quelle fra,, cesi di c irca. 200 u omini.

B ragadino (Marco Antonio). Generale veneziano (1525-1571). Fu s upremo coonanda.nte d i Famagosta. che difese "Valorosamente per 10 mesi d urante l'assedio dei T,uJ/Chi (1 570); ottenuti infin e onorevoli patti, si arrese; senon ahè i T urchi violarono i patti e lo fecero scorticare vivo (1571). B raganza (Casa di). Ca.sa regnante portoghese, cui a ppartennero;

Ferèina11do II, duca di Braganza. Si d istinse nellecampagne d 'Africa e part icolarmente a lla battaglia di T oro ( 1477). 1VIessosi a capo d ella lega dei n obili f ~ accusa to d a re G iacollllo II d'aver tradito la Corona e g iustiziato ( 1483). D,m Costantino di Braganza, principe del Portogallo. Ancora giovanissimo ( 1557) fu n ominato vice-re delle Indie. I niziata una campagna con tro il re del Ceylan lo ridusse tributar io del Portoga llo. Don Giova1111i di Braganza, d1lca di Lapoens ( 1719-

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B RA.

1806). Fondò l' « Accadem ia reale delle Scienze >J di Lisbona; si battè valorosamente in Germania arruolandosi nell'esercito austriaco dw·ante la guerra dei Sette anni. Divenne poi generalissimo dell'esercito portoghese.

Bragg (Braxton). Gener--a;le nord-americano (18171876). Uscito daH'Accademia m ilita.re di West Point ufficiale d'artiglieria, prese parte a.Ila campagna del Texas ,contro i Messicani ( 1846-4 i) e ,poi alla .guerra d i Seces~ione, divenendovi generale e riportando va.rii successi contro i Federali, finohè ne fu sconfiHo a IC!Jattanooga. Combattè poi in Ge.:,rgia contl"o l'esercito <li Sherman; te1111inata. la. guerra. divenne ingegnere capo dello Stato di Ala,bama. dove si occupò d i lavori di d ifesa dei porti.

Braibanti (Ei,genio). Generale, n. a Parma, m. a Modena. ( 1845-1917). Sottot. di artrglieria. J1cl 1865, fa addetto alla D irez. gen. d'art. e genio, alla Scuola militare d i Modena, a ll'ispettorato d'art. da fortezza e a quello delle costruzioni d'art. dove raggiu11sc il grado di colonnello ( 1899). Collocato in P . A. ( 1900), raggiunse nel 1911 il grado di m:agg. generale nella r iserva. Braila. Città. fortificala della Valacchia sulla sr. del Danubio; porto anche milita.re della Romania. Appartenne per molto tempo a.Ila Turchia, .p oi alla Bulgaria, ed in fine alla Romani·i. Venne munita di fortificazioni prima del secolo XVIII e già nel 1770, quando fu presa dai Russi, era munita di valide difese. Nel 1809, quando venne assediata dai Russi, le sue fortificazioni consistevano in una cittadella costitu i.ta. da u n pentagono bastionato in muratura, appoggiato ·a l fiume che ne formava la difesa naturale a S. O. Il pentagono era circondato da un lar go fosso, p,rofondo 4 m., a. S1.\a volta appoggia to a trincea. in terra., con spalti. Da,;anti esistevano ancora. d iverse ridotte staccate, e collegate fra loro da canunina:menti, specie dal lato Est, che era ma.g-giormente d ifeso, data· la sua particola re vulnerabilità. I. Assedio di Braila ( 1809). Ap partiene a lla guerra russo- turca del 1809-10. I R ussi, dopo avere tentàto di prendere d'assalto la fortezza, non essendovi riusciti malgrado grandi sforzi, che costarono loro 7000 u., s i decisero ad un regola:re a ssed io. Erano comanda ti da.I· feldm aresciallo Prosorows ky, clic il 21 aprile com inciò l'investimento della riva s r. del Da,im bio, con l'approccio sulle r idotte. I lavori di terra si· a.vvicina.-rono fino a 600 a 700 m . e ,poi, collocate le artiglierie, si iniziò il fuoco mante nendo ie fanter ie a.l coperto. I T U<rchi, con le loro a rtiglier ie eseguirono un violento fuoco di interd izione controbattendo q uelle russe, ma il Prosorowsky in tensificato -l'attacco a f uoco, ne l mat tino d el 2 maggie, divise le tru ppe in varie colonne, ciascuna composta d i 3 bgi. con cavalleria, artiglieria, 30 pionieri e


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L'assedio di Bralla nel 1828

40 volontari, Sc.gu ivano inoltre 200 operai, cd una riserva <li 3 bgl, con cavalleria e artig lieria. Le truppe avanzarono ma non poterono sferra.re l'assalto definitivo che a sera verso le 11. NcJl'oscu,rità l'operazione divenne pericolosissima, e nella mischia assai gravi furono le perd ite degli assalitori, che, malgra<lo gli sforzi fatti per mantenere compatte le colonne d'assalto, ebbero perdite di circa 5000 u. e non riu,;;cirono nell'intento. Solo il 19 maggio la guarnigione si arrese.

II. Investimento e assedio di Bra,'.la. Appartiene alla guerra russo- turca del 1828-29.. Dopo che i Russi ebbero passato il· Danubio, ai Turd1i rimasero sulla r iva sinistra del fiume solo alcune p iazze, la principale delle quali era Bra.ila, fortezza ben munita, elevata d i 20-30 metri sul livello dell'acqua, e circondata <la bastioni a lti JO metri; aveva 30.000 rubitanti dei quruli 10 .000 atti alle armi. Ai Russi necessitava impadronirsi della piazza per avere libera 'navigazione sul fiume; fu quindi ~ incaricato il 7° corpo, rin forzato con un parco d'artiglieria e repa-rti <lei genio (16-18 mila uomini) a l comando del granduca Michele, di investirla . I Russi com-parvero da vanti a B, I' 11 maggio 1828 e si impadron irono con un combattimento del sobborgo al N. della città; i giorni seguenti costruirono la ridotta 1 e le batterie 2 e 3, 4 e 5 per infilare il braccio del Danubio proveniente da Matgin e battere l'opc,ra bassa (B) a i piedi 1:lella scarpa ta presso il :fiume; il 17 giunse il parco e il 4 fu smascl1erata la batteria 6 per l'attacco principale, e, sotto la su a protezione, costruite le tr in-cee e le altre batterie 7, 8, 9 1O. L a notte dal 26 a l . 2 7 la flotta o·ussa a ffrontò la flottig lia turca e la d isperse cattu-rando 16 na vigli, Intanto i lavori progrt-<l'ivano; altre batterie vennero costi:uite, e preparate 3 mine sotto i bastion i; il loro brillamento e l'assalto furono stabiliti pel mattino del JS giugno; aperta infatti. una breccia, fu sferrato l'assalto, ,n a venne r espinto con graviss1me perdité; il giorno seguente però nuove ,p otenti mine apr irono nuove breccie e Soliman pascià, che comandava h p iazza, chiese la rc8.'l a lla condizione che la guarnigione potesse uscire con armi e bagagli per recarsi a S ilistria,

Il che, avendo i Russi fretta d i impadronirsi della p iazza, fu concesso. Il 17 i Russi occuparono B . dopo aver perduto 4 genera li, 120 ufficiali e 2250 soldati.

Brak. Capo]. dello Sciati in Tripolitania, con antico castello, Ne-I 1913 (15 dicembre) venne occupata da\ col. :Miani, il quale presso B. sconfiggeva una colonna di r ibelli (24 dicembre). Brakel (Giovanni di). Ammir aglio olandese (16181690). Si mostrò -v alente capitano nella campagna contro i corsari barbareschi del Mediterraneo (1654-571 come pure nel blocco a:lle coste portoghesi ( 1658), Prese parte alle campagne contro gli Inglesi ( 1665-67 e 16721674) guadagnandovi la promozione per diverse fortunate operazi011i ; specialmente si distinse a Chatham (1667) e a Beachy Hca<l (1690). B r amante. Architetto del Rinascimento, n, da famigl-ia di nome L azzar i in Fermignano, m. a Roma (1444- 151 4), Fu educato alla scuola di Ciro da Urbino. Come ing. rnil. fu a Milano a l servizio di Lodovico il Moro (1476 1492). Restamò il castello è i Vigevano e diresse opere mii. su l T'icino. Passato a Roma, con1c ing. ci- ' vile e m ii, al servizio d i Giulio II, eseguì il progetto, provvedendo anche in parte all'esecuzione; della fortezza di Civitavecchia, monumento insigne dell'arte difensiva del Quattrocento. E' a lu i attribuito un trattato sul « Modo d i fortificare l>. Brana (Alessio), Generale bizantino del sec. XL Battè i N om1an ni nell'I talia meridionale ( 1185); sconfisse

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i Bu}gari; nel 1187 s i fece proclamare impera tore dai suoi soldati in Adrianopoli e diede battaglia sotto k mura di Costantinopoli alle truppe dell'imperatore : vinto, rimase u ociso nella lotta.

Brancaccio. Fam iglia pa trizia, le cui ong1m rimontano a i Pa11c.-atù1s, gente latina, residente a Xapoli nei pr imi anni <ldl'era cristiana. Nel XII secolo si divise i n due aPmi; il primogenito, detto dei Dogli-1wli, figliò altri numerosi ,rami, ,dei quali uno andò a stabilirs i i11 F rancia nel 1378, infranciosando il ,cognarne in Brancas (V.); tutti si spensero nel secolo XVIII. I l ramo secon<logeiiito, detto degli I mbri.arhi, giunse fino ai nostri giorni, :c-o·m posto da due diramazioni : dei Ri,.Jja,w, prettamente n a L'arnia tlC t Bran(·acrto poletana, e <lei Triggiatto, residente a Roma. Futono i cadetti di questa famiglia che la illustra.r ono nel campo m ilitare, con 27 ufficiali generali e maestri d i campo. Nel periodo del ducnto napoletano, Sagacia Bra11ca• ti11s fu 11cl 990 cap itano generale dell'ese-rcito degli impeTatori <l'Or ien te Basilio II e Costantino IX; Lisolo Bmncatius fu nel 1120 conesta,bile della città d i :--apoli. Gli Angiò non fttrono favorevoli alla famiglia, che ebbe in vece un periodo -brillante con gli Aragonesi. R aggiunsero ,a llora alti c0<rnaJ1di : Anto11e/lo Bra.ncuccio, marescia llo d i Sicilia nel 1435; Sarro Bran caccio, capitan generale dell'esercite a r1gonese, ucciso in battaglia nel 14i9 hll Toscana; Nicola Brancaccio, capi tan ge11erale in Altruzzo nel I 458; Pietro Bra:ncaccio, luogotenente genera le di .'\lfonso II d'Aragona, ucciso innanzi a Monlechiaro neJ 1495; 1vfa.ri110 Bra.ncaccio, capit1no generale de ll'eserc ito aragonese ne:l 1490. Cinque dei B . ,combatterono a Lepanto, dieci presero parte a lle guerre in Alta Italia, dodici a quelle di Fiandra, nelle quali sei furono ucòsi. F ra i B. sono .p articolarmente da segnalare : R11.ffillo Brancaccio (1350-1416). Era maresciallo delle truppe della Chiesa, quando, nel 1378, Clemen te VII ~,bba.n<lonò Roma e si trasferì ad Avignone. Ruffillo d ivenn e in tal modo capo stipite del ramo che rimase in Francia. Comandò le forze dell'esercito di Lodovico d i Ang iò che invasero il Napoletano nel 1380. Dall'Ord ine di Malta . ebbe in feudo con titolo d i principe sovran o, l'isola d i Nisiro nel Do<lecaneso, che rimase a lla famiglia finchè Je venne tolta dai Turchi.

Gù,lio Cesare Brancaccfo .. Ingegnere mii. (1515-1586). Militò nelle 1ru,ppe spagnuole di ·Carlo V, raggiungendo il grado d i mastro <li campo genera le. Combatt•~ in Tunisia, in Provenza, in Piemon te, in F iandra. L'ultima sua campagna lo condusse, nel 1572, alJa Goletta in Tunisia. Ha lasciato parecchi so·itti mili tari: « IL Bran,catio, della vera disciplina ed arte militare sopra i commen tari d i Giulio Cesare»; « Discorso della milizia l) ; « Giustificationi et cartelli passati tra G. Bra.ncaccio et il s ig-nor conte G. Estense Tasso!1i »; \( Memoria di G. Ces. Brancaccio che s i trovò in 23 guerre, batta,glie 6, et in infiniti scon tri s i.mili a fatt i d'armi et p rese di tene più di 100 ll . Il suo nome è par ticolar-

414 mente legato, come ingegnere, alle fortificazioni erette da lui in Africa. Tiberio Brattcaccio. Vissuto fra il 1550 ed il 1600. l\,filitò sotto Carlo V e F ilippo_ II, ragg;iungendo il ,g;rado di mistro di campo generale. Prese parte alle ca1npagne in Piemonte, quindi alla guerra contro i Turchi, combattendo a L0panto e d,ifcndcnclo ,per otto mesi la fortezza della Goletta. Scipione }3rancaccio ( l.358 - 1642 ?). Volontario nelle fanterie spagnuole nd 1578, sergente maggiore nel 1600, mastro di camµo nel 1618, mastro d i ca mpo ,generale e capitano d i guerra della provinc;ia Brancacc!o T1ht>rio cli Calabria u,ltra, nel 1630. P rese parte a lle guerre contro i Turchi, combattendo a Costantinopoli. Per d ieci anni combattè nelle Fiandro e IL! agli assedii di :.fons, J\lfontargis, Cambrai. Riportò numerose ferite che lo mutilarono. Re Filippo IV di Spagna lo foce dc1ca per meriti -militari, ma egli non volle mai portare tale titolo. Lelio Bra11caccio ( 1560- 1637). In iz iò la sua carriera nella fanter ia a l servizio della Spagna. Capitano nel 1589, combattè cinque ann i nella Savoia cd in F iandra. Serglente maggiore n el 1597, mastro di campo nel 1602 d i un Terzo napoletano. Inviato con questo in F iandra, prese parte a,1l'assedio cli Bolduch, poi a quello di Ostenda, sotto Ambrogio Spinola, poi nel I 605 e 1606 a molti a ltri. Negli anni d i tregua fra i,I 1609 ed il 1620 si diede a scrivere <li argomenti m ilitari. Ripresa la guerra nel 1620, militò sotto lo Spinola in Germania -ed in F iandra. La repubblica 1 di Genova lo chiamò, nel 1626, al comando deUe sue truppe, quale mastro cii campo .ge nerale, nella guerra contro Carlo Emanuele I di Savoia. Nel 1627 passò a CO!nan<lare in Spa.gna e vi -rimase tre· anni . Tornò poi in F iandra quale mastrq cli ca,mpo generale, e seguì l'infante di Spagna in Genna,nia, combattendo a Nor<lli.ngen nel 1634; lo stesso anno <li.resse le opern~oni in Pro,,enza. Fu infine nominato membro del Consiglio . su,premo <li Stato in Spagna e genera,le delle armi n ella provinc ia di Roussillon. Di lui sono r imaste le opere « I carichi militari l>, o (< Fucina d i Marte ll, i n cui si ac-cenna a i << campi trincerati >J. Jl1arcantonio Brancaccio. Vigsuto fra il 1570 ed il 1650. J\filitò negli eserciti spagnuoli, dove ra.ggiunse il grado d i sergente ma.ggiore nel 1607 e di mastro d i campo nel 1620. Prese parte a tutte le guerre di quell'epoca in Piemonte. Ne l 1626 andò col Lelio Rrancac, cio .a Genova e fu nominato governatore cli Ormea, che


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-difese contro le truppe sabaude. Nel 1647, essendo Napoli mina{:ciata d a una flotta francese, fu nominalo per acclamazione di popolo mastro di campo ger,Jrale e preposto con T iberio Brancaccio alla difesa della città.

Giovanni Battista Branca.cciv (1600-1640). Militò al servizio di Spagna. Prese par te a lla guerra contro il P iemonte nel :MonJcrralo, dal 1614 al 1617, quindi a lle operazioni 01el Bergamasco contro la rnpubblica di Venezia.. Col suo T e,·zo combattè in .Morav ia, Ungheria, Boemia. Fu nelle trup,pe d i .Genova duran te la campagna del 1625 e poi di nuovo ne l Mon-

<lra pontificia n el 1683. Diresse le operazioni contro Turchi, ,pr<'ndenclo Sàoc1ta :Maura e Prev-esa nel 1634, e Corone in Morea nel 1685. Scrisse: « R elazioni fatte _ a ll'Eccellen tissimo Crnn :Maestro Frà D. Gregorio Carafa nelle due campa,gnc del s uo generalato, coll'a.cquisto delle 'Ire p iazze d i Santa l\lCaura e cli Prevcsa n ell'anno 1684 e di Corone nel 1685 )J.

Gùn1a1mi 'iBa.ttùta Bran-• (<letto F rà T itta) (1618-1678). (:icnì la Spagna. Sol-dato a 17 anni ne lla compagnia di C. llat t is ra suo zio, p rese parte nel 1626 (li)e operazioni in Liguria contro Carlo E ma nuele 'I. Sergente maggiocaccio

f errato. Sergen Le 11naggiore

nel 1630, mastro di c.i;mpo nel 1639,, m astro di campo generale delle truppe alla Branrnccio ~larcuntonio difesa di Pozzuoli contro Francesi n el 1640. In tal difesa Iu ucciso.

Tiberio Brancaccio ( 1601-1647). Militò a l servizio d! Spagna, cominciando a 16 anni, qu,1lc alfiere nel Terze di Scipione Brancaccio, nella guerra contro la R epubblioa Veneta. Capitano nel 1620, p ercorse combatten-<lo la ;\,foravia ·e .Ja. Slesia, ripor tan do numerose fcri·te. ~~itornato in lla li,~, s i trovo alla presa della Verrua in P iemonte, nel 1625, rimanendo gravemente ferito ,al IJ)etlo. L o stesso anno fu sergente maggiore. :\1astro di campo nel J 632, venne inviato dapprima. in S,pa,gna col suo Terzo, ,poi in G ermania . A :'-iordlin-gen fu ferit.o gravemente da colpo di moschetto e Braneaecio G. J3 . ( 1600-HH0ì n e restò storp io in un braccio. P rese parte alle campag11c in Piemon te dal 163S a l 1639, n el quale anno fu im•ia to Vicario generale e governatore dello arm i, ,prima nella provincia di Terra <l'0tra,nlo, p oi in quella di Principato citra. P rovvide nel 1647, unitamen te a :\1arcantonio B rancaccio, alla d i fesa <li N apoli. :\'el 164; il re <li 6pagn a lo chiamò in Spagna·, lo nominò con sigliere •collaterale, generale cli ar tiglieria, governato1·c d i T arragona, ca,p itan generale dell'artiglieria d i Cata_logna ne l 1646 e nell'anno se.g uente capitano generale della cava lleria cli Catalogna.

B. Tib e rio (160·t - 1047)

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G-iovanni Battista Brancacci-0 ( 1615-1637). l\.fastro dii çaJIJl ))O delle. truppe dell'O rdine di M alta nel 1646, gcn. d i Malta e d ella sq\1a -

llrancaccio o. B. (1G t :,-·t 687)

re nel 1639, partecipÒ alla -,ampagna in P iemonte, r;ponan<lo gravissi,rna ferita. Mastro d i campo nel 1640, fu incaricato o apprima delia d ifesa delle coste salernitane, poi d i comandare un convoglio di soccorsi inviato da Napoli in Spagna, e 1xese p1rte alle operazioni in Ca talogna nel 1643. Nel 1645 fu nomina lo generale dell'artiglieria del regno <li Napoli e diresse l'ar tiglieria nell'assedio <ii Portolongone (1650). Nel 16S1 ,comandò un'altrn spedizione d i soccorso inviala a Bai--cellona e, term inata la campagna ,<li quell'anno, venne nominato mastro d i campo genera.le d i Catalogna, e poi Vicario ge-

nera le dei ,prcsidi i spa!!:nuoli, in T oscana . :'.\el Brancaccio O. B. (1 618-1678) ~ 1654 ebbe la ,carica cli generale delle a,,mi in Terra d i Ba ri e nel 1674, <li governatore cli Cala;hria u ltra.. Da.I 1674 fino a lla sua morte riprese le funzioni <li generale dell'artiglicl'ia del regno, in :\'apoli.

Giuseppe Brancacc·io. ~- n el 1623, m. fra il 1670 ed il 1674. Cavaliere d i Malta, militò nelle tru,ppe d i Filippo l V d i Spa.gna. Fu mastro di campo nel 1647 d i un Terzo napoletano, generale d i artiglieria n el 1658, mastrn d i !<;a.mpo ,generale dell'artiglier ia. di Lomb ardia n el 1660. Mori in 11'.lilano. Cannoni fusi sotto la sua direzione e col suo stemma sono nel museo d'art iglieria cli Torino. E 11stacch-io Bwncac:cio. ( Circa J 635- 1714). Servì nel T erzo <lei mastro {li campo Giuseppe Brancacéio, nel 1654. Combattè a Va.len za cd a lvforta ra, e prese part~ alla d ifesa di Pavia. ~egli anni 166 1 e ì662 compì la ca mpag,;a di Portogallo ; ferito gravemente, rimase prigioniero <lei Portoghesi. Liberato dopo due anni, ebbe il comando d el presidio napoletano di Portolongone. N el 1675 fu nom inato sergente maggiore di un Terzo in via to contro il presidio francese d i :\IIcssina. Alla fine


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della campagna fo n omina to mastro d i campo generale delle truppe in presidio a N a,poli.

Scipione Brancaccio. Ucciso in guerra nel 1733. Servì per 36 anni negli eserciti spagnuoli, per terra e per mare e J u mastro di ca:inpo generale di cavaller ia. :Nel 1701 era governatore di Cadice, che difese e liberò d all' assedio postovi da.gli Anglo-olandesi, e fu fatto \Perciò duc,a per merito cli gueHa dal re Filippo V. Cadde combattendo nella <difesa ciel castello ,di ~1ilano. Nicola Brancaccio (1802 -1862). Soltot. di cavaller ia nelle Due S icilie, nel 1822, d ivenne colo1mello degli Usseri nel 1850, e Brancaccto Ntco,Ja poi d ei lancieri; d i questi fu comandante d i brigata nel 1859. Era ma.rese. di ca.m1po nel 1860 e 1° a iutante di ,campo~del re di Napoli. Prese •parte a!Ja caimpa;gna ciel 1860; seguì il re a Gaeta e poi a Roma. ove morì. Principe Nicola Brancaccio. Gènerale e scrittore miJ litarc n . a Na,poli nel 1864. Sotto!. d i fanteria nel 1883, dal 1906 o.I 1910 fu add etto a l comando del corpo di S. M. P romosso maggiore a ·scelta eccezionale (1910) fu nel 1912 nominato Jn segnante titolare presso la Scuola di Guerra. I>ar teciJÒ quindi alla igmnde guerra. (1915 -1918) come colonnèllo caipo della sezione italiana dell'Ufficio Interalleato dello 1ta.to maggiore francese, e, collocato a riposo nel 1920, raggiunse nel 1924 il grado cli generale di brigata nella r iserva. Come scrittore m i] i tare, abbiamo di lui : <e L'Eserc ito del vecchio Piemonte ,> pregevole opera in tre volumi; « Le bandiere del regno d i Sarde-. gna >J; <<'G:tribaldi a Talamone J>; « Storia della brigata. Acqui »; « Caratteristiche della. guerra napoleonica >J, e un volume riguai~Jante avvenimenti mii. dd 1918: « In Francia durante la guerra JJ. Collaborò alh cc'1l'lpilazione del volume sulle « Medaglie d'oro JJ e collabora alla « Encicloped ia }\,f i litare >l.

Brancaleone d'Andalò. Nob ilumno bolognese, conte d i Casalccchio, scelto - come senatore dal popolo di Roma (1253) d urante le contese fra nobili feudatari romani. e popolo. Uomo di tempra severa e r isoluta, era stato scelto fra i n on ramani appunto perchè fosse indipendente dai parti ti. I ncominciò la guer ra contro i baroni, assalendone i palazzi o i monumenti fortificati d a loro: Colosseo, }.fole Adriana, mau soleo di Augusto, tomba di Metella, a,b'bl!tendone Je torri ; molti n e fece impiccare. I ntimò ,poscia ad Inn ocenzo IV, in nome del popolo, di wbband e nare Assisi e r ientrare in Roma, sotto m ina ccia. di andarlo a prendere cc manu m ilitari >J: il

BR.-t. .

Papa d ovette obbedire ( 1254). ?Ila il popolo di Roma, incostante, stanco d ella severità· di B. si sollevò contro di lui e forse l'avrebbe ucciso, se non vi fossero stati di mezzo gli ostaggi dati ai B'olognesi. G li sostitui un con te Maggi <li Bres cia. ,Però nel 125 7 lo r ichiamò ed il ·B. mosse guerra alle città c irconvicine, obbligandolea sottomettersi. Voleva distruggere Anagni, ma la r isparmiò per le preghiere d i papa Alessandro IV, quantunque questi fosse nemico di re ".M anfredi di Napoli e Sicilia, col quale i,n vcce il 13. era in ottime relazioni. li B . morì nel 1258 molto r impianto çai Romani, cl1e· elessero lo zio d i lu i, il castellano d' A.ndalò, a suo successore, contro l'opposizione del papa; ed in sua memoria eressero un mon wnento.

Brancas. N ome assunto <la una famiglia francese, discendente· dai Brancaccio (V.). Fra i membri della. famiglia B. che si d istinsero nelle a rmi, sono da rico,·dare : Un conte Carlo Brnncas, il quale combatti: a Lcns.. ( 1648) come mastro di campo e venne ferito e preso prigioniero; un L1iigi R-u-fJillo Brancas, nel 1736 luogoteneme generale e governatore della Provenza; e i seguenti: Andrea Brancas. N . verso il 1535, 111. nel 1595. F~ luogotenente del re d i Francia in Normandia e govetna tore dell'Havre, e nel 1594 ammiraglio di Fra11cìa. D ifese R ouen per du e anni. Venne ucdso in g.uerra d ag] i Spagnuoli a Doullens. Lu.ig-i Enrico Branca.I (1672- 1750). Ne l 1699 era colonnello del regg. <li Orléan;,, brigadiere nel 1702, maresciallo di Francia nel 1741. Bu governatore della Provenza nel 1718, cli Nantes, · e comandante in ca,po in B retagna, nel 1738. Prese par te alle campagne Brancas Andrea mari ttime contro la Spagna del 1694-95-97, alla caimpagna in F iandra del 1702, a quella in Portogallo <le! 1703, comandò le truppe che assediarono Gibilterra ne l 1705, Barcellona nel 1706, Ci'\lda.cl Roddgo nel '1707. M.ar-ia Gi11sePJ>e Brancas ( 1680-1741). Colonnello jel reggimento Brancas nel 1709, brigadiere nel 1719, ispettore genera le della cavalleria nel 1725. B1·a1ica.s. Regg. di fanteria francese, comandato da membri della famiglia omonima. Cessò di esistere vc,<;0 la metà ciel sec. XVIII.

Br anchi (Giovanni Battista). Generaile, n . a Crema,. m. a Brescia (1822- 1904). Sottot. d.i · fanteria nel 184-8. pa.rteci,pò alle campagne del 1848- />e 1849, 1855-56, 1859 e 1866, cd ebbe nei gradi d i ten. colonnello e colonnello il comando del 36° reggimento fanteria e del distretto mii'itare d i Brescia, ed il comando superiore dei d istretti militari della. dh,isionc di ·Chioti. Colloca-: to in J>. )A. ( 1881) r aggiunse nel 1886 il grado di magg. generale nella 1riser va. Branclltnetti Frao~scG

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Branohinetti (Francesco). Generale, n. a Casale m. a Torino (1842-1912). Sottot. d'art. nel 18tl, si meritò da tenente una mcd. d'argento durante la campagna del 1866; fu poscia addetto alla fonderia di Napoli ed alla fabbrica d'armi d i Torre Annunzia,a. Diresse da colonnello ( 1894) la fabbrica d'armi di ):ltr-

Corridoio diJ'O.JJ.JJa

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tipo delle amache e porta anche il nome di «amaca>>. Il' nome di brancìa deriverc bbe dall'italiano ( dei tempi del Vespucci) « b randu·e »,.moto osdllatorio cne la branda ha quando è a.ppcsa. Per questo suo si,;tcma di &o· spensione, la branda offre un Ielativamente comodo mezzo di dormire anche con mare agitato. La branda è un letto : perfettamente adatto per le navi. Presenta il difetto di non offrire un piano rigido al dormientè; per converso, attenua sensibilmente il movimento di rollio, 0<;cupa un po~ sto r istretto, è lavabile e disinfeto tabile. Il marinaio non possiooe lenzuoli, nè biancheria per la notte, per cui si spoglia solamente degli abiti esterni e si sdraia sulla lbra.nda semivestito, avvolto nella -coperta di lana. La bra.n pa viene appesa con i due anelli della capezziera. ad ap:positi ganci fissati nei ba,gli della ,nave e poscia tenu ta allargata mediante due stecche di legna della lunghezza di 601 centimetri ci.rna. Dentro la brandm travasi un materassino imix;ttitcr di Kapok e rivestito da un sacco di tela bianca che fa da lenzuolo e chia.n1asi fascia da materasso. Sia la !branda, sia la. fascia del materasso vengono settimanalmente lavati. Le 'navi moderne hanno tanti posti d i bran<la. 0 quanti sono gli uomini dell'equipa.ggio; non così gli antichi va.séelli, in cui, non essendovi spazio sufficiente, il marina.io era costretto a r ifare la sua branda ogni quattro ore, ossia, a<l ogni cambio della guardia di servizio. Al mattino, dopo !a sveglia, le brande vengvno ' chiuse e legate in modo speciale e riposte nei bastingaggi dai

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DJsposizione delle brande a bordo scia; coll0<;ato in ·l ': A. (1899), raggiunse nel 1905 il gra,dq d i magg. generale nella riserva.

Branda. E' il letto ciel marinaio a bordo; si compone d i un pezzo d i Jela olona lunga due metr i e larga uno, orlala e rinforw.ta con u na sottile canapa sugl i orli, ed alle estremità del quale vengono fissate le testiere, o capeziiere, ossia gruppo d i funi sottili :unghc circa SO cent imetri, cbe terminano tutte ad · uno stess0 anello ed ad una presa unica. E' cioè fabbricata sul

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Tromba in do

I ~ I '1 r J I [ 5' r I

Segnale di « Brand'abbasso »

quali si tolgono la sera a l segnale di « brand'abbasso l) per essere nuova,m erae d istese sollo i bagli. In tal guisa, durante il giorno i dormitori· restano completamente sgombri, e servono per refettorio, scuole, ecc. Ciascuna branda por ta un numero che è quello assegnato al rna.-

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~10· M&Y-™ Segnale Hranùc in coperta» cll «

Sciorino di IJrancte ul l'aria aperta clu r~nte il giorno per igien e

rinaio che la possiede, e i ganci dei bagli portano a loro Yolta numeri corrispondenti alle brai\clc, dimo<locliè 0_!91; marinaio sa. esattamente il posto nel quale <leve andare a dormire, posto che a sua volta è contempla to dai ruoli di bordo. In tale maniera,, è sempre po:;sibik an27


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<lare a col{'o sicuro a svegliare un dato marinaio qu:mdo OC(;Orra, d urnn te la n ot.te, per servizi di guaròia od incarichi specia li. Ugualmente d icasi per i bastingaggi, die vengono suddivisi in tante zone, a sec->nda della ,111mernzionc delle b rande che debbono esservi ri.,mte. Il posto di .branda co,risp'onde a sua volta agli incarich i che il marinaio disimpegna a bordo. Ca.mili:u:dèl destinazio11e, il marinaio cambia numero e per co111;eguenza posto <li bran<la. D i ciò viene scrnpolnsam~n!~ tenuto conto nei ruoli. Le brande rollate ( vale a dire chiuse) sono a<lofe· rate durante il combatti nento per ri·,e;tire parti fadifese, offrendo un cuscino clastico che può spccialn:ente r iparare dalle schcggie. Con tale intento gli .;te&.Si ~astingaggi sono posti hmgo le murate. Avendo il materassino d i Kapok, le brande galleggiano sull'acqua e possono venire adoperate come mezzo di salvataggio.

4,1& -

Negli an tichi cannoni na.vali a ruota e ad avan:;a-

rica, l'ang~lo cli brandeggio era molto limita to, ed era dato spostando la coda dell'affusto nel senso op~usto a quello desideralo ; s i s-p.1ra,,a con angolo di l,:·an<lcggio fisso, e il cannone veniva t ratto con runi nelb r,os:zione di tiro prima <lel lo sparo. Negli i mpian ti moderni, il cannone (anche C]'..lan<lo è puntato dalhi ,ocre) si p,,.) dire che non r inrnne n1ai in p osiz ione fissa, rna .nn.wvc continuarnen tc► così i n brandeggib con1e in e!evaz!on-:-, per seguire il bersagl io, tcncnd_o conto dei :no·-·1rnenti d i questo e dei mot i della m,vc che por ta il ca11non,;. Gli or gl ni cii brandeggio dcvon.o consent ire una rap ida rotazione de i cannoni (p er i l cambio d ei ber3agli o per le rapide accostate della na,·e) nia nello sicss0

B .randaluccioni. Già u ffi.ciale a ustr iaco. Nel 1799 s i mise a capo- di grossa banda di contadini c!el ~ ova rese, da lui organizzata, in- appoggio degli Au;;l10-Russi contro i Francesi, col n0me di cc ì\fassa Cristiana JJ C<:ntribuì con essa a opprimere i presidii francesi del ~uvarese e <lei Torinese, e i partigiani della repubblica, mettendo a contribuzione i paesi del Cana ,e,~ pJ.rticolarmeme, dove più a lungo si fermò. Unitosi aile truppe alleate, andò con esse a investire T orino e il 26 fece la su::i solenne entrata in città col Suwa,ov. Caduta la cit t~rlella di Torino, il gen. rnsso foce caccbre foori della città la << Massa Cris tiana>> che si sbandò. e getto in CMcerc il B., d i cui più nulla si seppe. Brandeburgo. V. Prnss{a. Convenzione di Bra.,uleòurgo. Conclusa tra Feder ico ii Grande e Luigi XV il 7 set tembre lì59. E' u;n delle convenzioni fra eserciti belligeran ti inspi,:ate a i 1...oncctti

che determinarono più tardi la Convenzione di Ginevra çla cui uscì la costit•u zione della <( Cr oce Ro3sa >l .

B.randeggio (Movimento di). Movimento delle artiglierie nel senso orizzontale, per perorett=rnc la· punteria per tutto il g iro dell'orizzonte (360°). G li organi di brandeggio cons istono essenz ialmente in u11a ruota dentata che fa parte degli organi fissi del sul° affusto, ed in un pignone, del pari dentato, che viene ji,~a'.o a lla parte mobile dell'aifust⇒. Obbligando il p ignone a ruotare med ia.ntc un' asse ( mossa da un volantino a

c annon e uavnle. (la 75/50 : A, V<1la11Uno cli conunHlo:

r.:, a:--sn d i t ras.ITli.SSì0 1Hi ; e, de ntiera fissa ; D , scatoJa elci pig11011e

n1anO nelle piccole artiglit'rie , <: da un 1notore idrau lico

od elettrico per i gn,ss i canno ni) il p ignone Cl,rre hmgo la dentiera fissa e obbliga tu tto l'aITusto a ruotare nel se nso desiderato e con la veloc itit ,oluta.

Cannone nav·aJe da 127/51: A, volantino di comando, B, asse cli lra.sm lssionc; e, scato le pignoni; D, (len tle,·a cle l sottalfusw tempo devono permettere i minimi spostam,:nti che sonq nece,sari per la p recisione ..:klla punteria . ;-,,,,. tale ragione si prescrive che le torri possano compie,<" un giro inter o <li or i;,zonte (360°) e ciò in pochi minuti, come in ,nolte o re, a seconda. della velocità data a i motori. Per rendere dolce il movimen to d, lm.u1<lcggio, gli a ffusti o la to rre appoggiano sui rulli o su sfr,·,~ di a.;ciaio d uro 1 quali r11c tan0 su apposite gude ptr.-~ttamente l ivellate.

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Brandestein (Ermanno d,). Fcldma,esciallo austroun:,:arico ( I 808- I 884). P rese parte all,L c,:mpagn., del 1848 in I talia, a quell.1 d ' Ungheria del 18-1'.I, a qc1clla d'I.tal ia <Id 1859, a quella d i Boc m iri. del 1886. 1\ el 1867 ft: .promosso fe ldmaresc iallo e nel 18i6 collocato a riposo. Brandi (Giuse ppe). Generale, n. a Bari :;cl 1868. Sottot. d'art. nel 1888, iniziò la guerr,t i9l5- l<l !3 col grado d i maggiore .presso il 9° art. da camp~gna. Si meritò una mcxl. d'argento '.li valore ne:Ie azio.i.i sull'a ltipiano d i Asiago ò el maggio-luglio 1916; promesso colonnello, ebbe il comando del 4° regg. art . .:1. campagna ( 19 16) e q'..Iello del 17° raggrupp,,mento as~cdio (1917). N el maggio 19l8 fu coma ndato a lla Dire1.. ,.l'artiglieria d i Alessand ria e dopo aver comand31o nel dopo guer ra il deposito del 35° ed il 14° ai:t. da campagna, nel novem bre 1920 fu collocato in P. A: a s;1a dt:manda. Brandistocco. Veniva dato · questo n.>me ad una arma che a veva tre la<n1e: nel mezzo una :;imi!c ad una spada, ai lat i d i questa. alt re due lame corte. Tu tte ,, tre


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cli ~a;.~1ina , i i ferro somigliante ad u 11 bastone, dal quale si Jace rnno uscir fuo\i a p iacimen to col solo mo:-i ment0 oriz2 ontalc dall'innanzi a ll' indietro, imprc,:;;o all'auzidetto

.:queste l .1r.1e er~tn..:, nasc.o.~tr.: <l0ntro un tubo

Brandt (Enr-ir.o di). Generale te<lcJto e scri ttore m i litare ( 1 i89-1868). Servì la Spagna e la Russia nelle campagne contro l\'apoleone, dal 1808 a l J8t,1, l"'i s i conge<lò cd at tese allo scr ivere, mentre venne chiamato aH'inscgn:imen to nella Scuola dei cadetti tedeschi e qu in d i a lla Scuola superiore milit:irc. Capo di s tato maggior~ de l 2" c0r po nel l o·lll, ::rn generale nel 18-18. Fr a k sue nurnerosc p!tbblic,:zion i rni litari son l'icordcvo li v Giu-

d izio politico e milita re sulla Spagna »; « :Ì'.d modo d i far la gJcrra, Of(,!,i »; « Storia d ell'arte della guerra nel 1vfòHo Cvo )>; t< ).l;incale e lementare <leìh gr..1.nde strategia)); << Tattica delle tre ar m i >>; << La piccola gue1ra >i .

wbo da chi volc,sc ferire l'avversario d' un colpo a l pc;to. L' uto {li qu~st'~.rma incominciò n el se.:oio XVI, e<l i pellegrini spes;o ,l ppoggiavano l e loro don:andc a quc st,, specie d i lnstoni, coi quali $i <l ifen<lcv:1no p:1rc <lai rnasnadie ri, o fa cc:ndo c~s i stessi da 1nasnadièd seco:1<lo i casi, E' pet ciò che il 13. fu an-che detto « llo,·done \J, <la i nome del b::is tone del pellegrino del m ed io CYO.

Brando. E ra co~ì chh,r.ah una spa·:!a di gr::issc dimen sioni, da .potersi adoper are con una cd a:1che condue mani, con lama piuttosto larga, :i due ta.gli e pu11(:1.

&u.perior r : Branrlo a. 1,una la rga (se.e . XV i 1nrcr!Orc: Brando cli Emanu c le Pililicrto (sec. XVl ì

La •parola brando fu usat<L p iù che a lt.-o in ,-,ucsia, e µe, si.gnificarc sp~d" potco(c, da tcmcTSi, appun!o per la sua grossezza e peso, e più d i tutto per la ma110 r0bus ta Jel guerriero che Ja usava.

Brandol ini ( Tiberio). Capitano cl i ve,1turn dd ~ccolo XV. S i d isti nse prima al servizio di Venexia , poi <l i Franc~;co S forza. lnv iato da. questi a l'ia.c~nz.l 11n ~edarvi iu:a ribci:ione, ,,_-i riuscì; n1a, accusato <la1 g0-.1 vernatorc della. città di ac-cordi con g li iusorl i e con g!i Angioini cli Na poli. f·_, impr igiona to e fatt'.l trucid:u c nclfo1mo 1452. Brando I i no da Forlì. C apitano :li v 'atu ra del secolo XIV. Fu uno degli organizzatori della ,< restaurata mi lizia ital iana >,. c;<.:rv! \ 1enez.i~t; :fu poi a ik Jipendenze dcli' Acu to ( 1386) contro i Veronesi; ùi ser ,·izi di G ian Galeazzo Viscon t i ( Ll90). Conwrse poi a lJa fonuazione dcl!a (e Co!npa.gnia di S. G iorgio J) che -completò e perfezionò nel 1392. N cl 1395, tornato a l soldo dei Visconti, mar,ciò con Brogl ia ~cl il Pietramala contro Firenze. Prese parte d a ultimo e c0nt,inuì alla vi ttor ia de i Viscontei -cont ro R<Yberto presso Brescia nel-l'an no 1401. Altri B . o Hraudol-ini furono pure conrhtti~rì: 5\ci.sm.011do, per b R epubblica veneta sulla fine de l ~er.. XV -contro i Y iscon!i; G"1àdd e G frrva:nni, pci· h !3tessa. lZep ubblica e nello stesso secolo.

Brandtner (Rù / ,ti, ocnti d-i sca·rpa). l ,1 fcnificasione, p ortano il nome d i R,'.vestimenti B. quelli ideati ùa un opitano a us triaco d i tale nome, e co,tituiti da m·, iri s t,,cra ti d i calct:c;l runn, dello spessor~ cli m. I.SO, crçtti su ,u na pb te:a Ji raicestruzzo grossa 1 n1. e largil., in senso orizzon tale, ,la 3 a 5 m. nella p r c,un la d irezione del tiro, a p,·otezicnc delle fomla1.ion i del muro ~tesso.

Brandy ( Stazione di). E' sulla fe rro-,ia '-.\'a .ltin;((onL ynchburg, nella· V irginia (è{ ord Amer ica). Fu tea tro d l un combattimento {lw:ante la grande battaglia cli 1Jull- Ru11, il 20 agosto 1862, fra le cavaller ie federale e confcdcr,da, alla quale ultima arr iS<: la vittoria. 0

C, mòaltin:cnt.o di }irandy-Stotion (9 giugn0 1Si;3). A i primi d i gi·,.ogno 18ò3, il gcn . federale J ·lcasonton ~i trovava. con urca 7500 cavalieri e <lue dcbo:i br igai~ di fanteria sulh sinis!.ra dei Rap•_)al:annock a p ,,;;a d,stanZù da B ., quando ebbe l' impr ovvisa notizia cbc la sta 7.inne era occu pata da circa 10.000 cavalieri agli ,1rdini del gen. Culr,cpc1\ clel corpo di cavalkda ~tuan, incar ica to d i copr ire i! fianco dell'esercito con federato. l i coman dante clcll1t cavrrlleria f<'<lcralc decise allr>r:i. di a ttac(:arc i confederai i 1 e a tah.: scopo ord in0 ::ai suoi <!i pa;;sarc: il fiume in d ivcne c0lonne. lilla di esse nella noatl ina del 9 giu~no, raggi11nto Flcetwood, andò a d u rtare contro il gro~so dello Stuart e si •ro,ù circonda ta; una ~e--con<la. colonna k ,d e rale arrivò a t~rgo degli as• salitori; n•a lo StL,art tc!mc in iscacco ambedue le colonne, fa~endole attaccare Jallc m igliori sue t, uppe. Una dcìlc colonac federali non ~ra riascìta ;;1d m"t.ervcnire, e così verso sera la r.availcria dei federali dovette r ipassrirc in di:~0r,(.li!1e il Rapi ahannor:k e farsi p rotegger(' dalle bat terie d 'artiglieri:i prevent iva.mente in po,izionc sulla riva s inistra d el fiume . Le perdite fu rono ;cric da a mbo le ,pa rti. P iù di 400 p r igionieri e ·l cannoni rimasero nelle rna ni dei confedera t i.

Brandywine (Crcck). Fiume dell'/\m.,rica de l Nord, presso F ih1clelf1a. Battagl·;a di Bra11(lyu,i11e (1777) . Appartiene alla g;.1erra d'in{ìir,cnden1.a d ·,\mer ica. Sui p6mi di settcmbr~, il gcn . '.Vas11iugton a.veva preso posizione sulla .:-r. del fiume B. sopra a lcuni poggi a ovest di Chadsford, e aveva inviato un corpo agli ordin i di J\pmstrong presso il fiume, il qua le era guadabi le in diversi [)Unti. G li Inglesi, agli ,nc;ini di T-fowe, gilmsero il rnattino dell'l 1 se ttembre d i fronte cillo sch ier amento di Washington, c~senclone separciti d al fiurne. D c-eiso a dn battaglia, lord Ilowe div ise le sue forze- in d ue colo,,rne, :-Jfi<la ndo il comando d i quel!~ di <lr. al gen. J(nyp haus~n e di quel la <l i sr. al gen. Cornwall is. Sulla r iva d r. del fiume ii gcn. americano 1\1axwcll, con un cor po di scorridori, 1,·:1ttcn ne fin che pntè gli Inglesi e po i r ip~ssò il fiume.


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La battaglia Cli Bra,ncly Station (1863 )

Knyphausen attaccò con energia il gt1ado di C!ia<lsford, attirandovi una grande parte delle forze avversarie. Frattanto la colonna di Cornwallis, con largo giro, pas~ava a monte il B . verso le 14, scendeva lungo l,t s na s.r., e piombava sulla c!r. delle forze americane. \Vashini:tton, che d isponeva di circa 10.000 u. (contro 30.f!U0 lngiesi) schierò le ·sue forze e accettò battaglia, ma, rnalgraèo fiera resislenza, venne infine sopraffatto, e le sue truppe si rifugiarono ndlc boscaglie, mentre la sua artiglieria, comandata dal gen. Greene, collocata oppor tunamente, arrestò il nem ico per un certo tempo. Quindi, incalzati <lagli Inglesi, gli Amer icani batternno ir: ritira ta verso Fila<lelfia, lasciando sul campo 1-100 u. tra morti, feriti " prigionieri e J t cannoni. Gli Inglesi ebbero S00 u. di perdita.

Branicki (o Eranefzki, Gùm Clemcnie) . Generale polac<::o (1688-17il). Si mi~e alla testa d i una confederazione che obbligò Augusto II a licenziare le truppe sassoni ( I717). Fu propugnatore dell'indipendenz:i poJaoca e comtattè l'influe,1za russa; quando mori A,igusLo, aspirò alla sua sucressione, ma, battut0, fu bandito dalla Polonia e si rifugiò in Ungheria ( 1761) r ientrando, in patria con l'avvento al trono cli Poniatowski suo cognato. 0 n altro B., Frat1eesco, fu pure generale polacco, 0 1. nel 1819; avendo contribuito allo smembramento della Polonia, nel li94, dichiaru.to traditore, si rifugiò in Russia. Brankovic ( Vuk) . Genero dello czar Gtc-blianovic, abbandonò il campo di battaglia <l i Cossovo ( 1389) con

10.000 cavalieri, contribuendo alla vittoria dei Turchi, m odio ai suoi. Ne ebbe. dai Turchi m :ompenso parte elci tcrrito_rio, t,1a dovet te compattere contro i principi serbi, e finì avvelenato. Brankovic Giorg,:o d~tto « di S em.e11dn'a » figlio del precedenle, m. nel 1456. Prestò servizio miEtare durante la sua gioventù presso i Turchi. Divenuto signore della Serbia alla morte dello zio Stefano La.zarevic ( 1427), fu in guerra cogli Ungheresi ai quali dovc,te -abbandonare Belgrado, stabilendo la capitale a Semendria. Nel 1-139, dopo aver c(!ìnbattuto coi T urchi, questi occuparono 4uas1 tutto il suo tenitorio compresa la capitale, e lo i:acciarono in pri,g ione. Bra1tk01tic Zmai Vuk. Despota della ::ìerbia (1471, 1485). Sostenne guerre contro i Turchi.

Jlranhovic Giorgio ( 1645-1711). Nato in Ungheria, fu da principio alleato del principe di T ransilvania; ne! 1683 passò ai servizi dell'Austria, e combattè cvnlro i Turchi ; contribuì a far emigrare in Unghe.ria ,0 7.000 famiglie s<>rbe. Ma la sua influenza sui J,tgoslavi insospettì l'Austria, che lo fece internare prim.L a \'ienna, poi a Eger, dove mo1·ì.

Brantome (Pietro ai Bourdeillcs, signore ,li). ( 1527 1614). Guerriero e scnttore francese. Servì Carlo ]X ed En:·ico lII, p,·esc -parte a due guerre, 1110c;trandosi valoroso, ma capitano mediocre. Godette ,:rande ;,opo!a~ rità ed influenza a Corte. l'vfa, inveccl1iato, acciaccoso, venne messo da parte; e allora si ritirò a v:7C:,e di ri-


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cordi ed a scrivere, sempre scettico, mondarv:,, indifferente a l bene cd al male: « Vile degli uomini illt•stri e grandi capitani francesi ii; « V ite dei grandi capitani stranieri»; « .\ne<ldoti sul duello»; riescuno intercssant i per l'arb'llZÌa e la spon1ancità, ma sono supcrli<:iali, non avendo l'autore compiuto gli studii < le ricerche adegua.te; degli stessi difclti e pregi sono cosparsr le sue « l\1emorie ».

Brasida. Duce degli Spartani, che guidò nella prima fase della guerra nel Peloponneso. Uherò, Metone Qall'asscd io dcgl i Atrniesi ( 431 a. C.) e, congiuntosi con Perdicca in BrantOmc l'vfaccdonia, prese Acanto Stagira, T orone e Anfipoli. Nella battaglia di Anfipoli (422 a. C.) uccise il demagogo ateniese Cleone, ma fu ferito a morte quantunque vittorioso. In ricordo delle s ue gesta gli Spartani ist ituirono le feste « J\rasidce ». Brasi le (Storù, politico-mi/il are)_ Lo spagnolo \"incenzo Janez Pin,on aveva nel genna io del 1500 esplor ato alcune loca lità settentrionali del Brasile ; ma h scoperta. di questo suolsi attribuire al portogl,eiie Cabrai che il 25 aprile di quell'anno a1}prodava. alla. bai:i. di Porlo Seguro e ne ))rendeva possesso in nome <lei re Emanuele del Porrngallo. I Portoghesi per piì1 anni ignorarono l'importanza del nuovo possedimento, u'1li..:xan<lolo solo, a cominciare dal 1515, come luogo <li deportazione. Ma nel 1525 il re Giovanni III, fatto accorto delle ricchezze che il .Brasile ccb va, ,,i inviò d ap prim a Martin Alfonso <le Souz1 con un;i. squadra e 400 coloni i quali si stabilirono nello stato di San Paolo, dura.mente lottando 'J)Cr afStemma ferma rvisi. P iù ta rdi, nel 1534, il re elc i Brasile <l ivise la nuova eolonia in 12 capitana.ti che diede in feudo a sudditi fedeli a condizione che la popolassero e ne promuovessero la coltivazione ; e questi infatti, datisi a ll'opera, fondarono parecc hie città. e sottomisero a mano a mano i naturali del luogo ricacciando nell' interno le tribù sclvaggie. )fa la resistcn1.a degli iudigcni e b insubonlinazionc <lei cap itani non d iedero pace a l paese, onde il re Giovanni, a distrugg~re l'anarchia che lo inrestava, ritirò la concess ione la.rgita e, riavuti i feudi o per eredità, o per r isca tto, o j)Cr confisca, inviò .nel 15'19 T ommaso de Souza quale governatore g.-.ncrale. Sotto la costui amministrazione, il 13ral>ilc r ifiori, e questo nuovo pos.se<limcnto andò a po.::o a poco acquistando verso l'interno nuovi vastissimi tcrritorii. Un tentativo, fatto dall'ugonotto francese Villegag:ton. nel 1555, di creare nella baia .Ji Rio <le JJ.nefro una colonia sotto il nome di « Fra 1)cia anta: tica :>, ;1ndò fallito per la resistenza dei Portoghesi i qua,;, :1d 1567, fondarono nella baia stessa la città. cbe dovcv:i. div~nt are la capitale del Brasile. Ugual sor1c ebbe l'occupazione dell'iwh rii Maranhao, a<l ei<t <lel d elta delle Amazzoni, tentata nel 1612 dai Francesi che ne ,·ennero scacc iati c inque anni dopo.

IIR.\

Intanto però il Portogallo cadeva, nel 1530, in signoria spagnuola. l i Brrisile ne segu·.va le sorti, e Frand:t, Inghilterra e Olanda, in guerra contro F ilippo ll, lo lrlttarono come ttrra r.emica; specie l'O!anda, la c.ui Compagn ia delle Indie occidentali si impadronì nel 1624 di !Jrihia ( \I .). Al la ricoaqu ista d i questa coopc:rnrnno, rlistingueudosi, truppe napoletane. Cacciati Ji li,, gli Olandesi si stabilirono sul tratto di litorale tra il fium.!' S. Francisro e il Rio Grande do None, cbb~r,) Prrnarnbuco per c:1pitalc cd occuparono anche Mamnhao, resistendo a1 tentativi dei Portoghesi e Spagaoli di sloggiarli. Quando ,pe1ò, nel 1640, la Casa di Braganza ebbe ricuperato il trono del Portogallo e con •1uesto la sua colonia, gli Olandesi dovettero sostenere lunghe e cruentissime lotte che durarono nove anni ( l 6 IS-5-t) e finirono con l.t loro ca~<:iaia da }>ernambuco; la pace tra Pac$i Bassi e Portogallo fu però segnata ~olo nel 1661. Durante la g•Jerra per la successione di Spa.t,:na, 11e!la qu.ile il Portogallo s'era schierato corllro i.i. l•rnnr.ia, i Portoghesi d istrussero gli stabilimenti che :id lirasile erano stati creati da ugonotti colà trapiantatisi e nel 171(; massacrarono alcun i equipaggi francesi . La Francia inviò nell'anno seguente sulle coste brasiliane l'am miraglio Duguay-Trouin, il quale prese R io de Janeiro ( 14 settembre) e la tenne fino al 4 no\·cmbre. T.e condizioni del 13rasile cominciarono a prosperare nel 1808, 11uando, avv~nu ta per opera delle truppe francesi l'occupazione ~lei Portogallc,, il i-e Giovanni V[ si rirugiò con la sua corte a Rio de Janeiro, che dal 1773 era d ivenuta capitale della colonia. Nel 181-1 so:geva: un conflitto tra il Brasile e Tiuenos A ircs, cl,c pnchi anni prima aveva scosso il giogo spagnuolo, m:i cm dilaniata d";.. intestine discordie. Approfittando rii quc,t·: e traendo pretesto dalle incursioni fatte nella lo•o roluniru dall' Artigas c he per nove anni aveva spad roneggi t !O nella provincia della Banda orientale, i Portoghesi si impossessavano di ::lfontevidco e di tutta la rìva ~mistra del Rio de la P lata; onde B uenos Aires s i a::,iò co~tro il Bra sile e, dopo lungo assedio, riconquistò (20 giugno 1814) la capitale della Banda. Nel 1815, il reggente del Portogallo, Giovanni, per soddisfare in a lcun modo . le :ispirazioni e accattivarsi l'a.ffetto del Brasile che sentiva sfuggirgli di n;a:1"), c:m~ ferì ad esso il titolo di regno ( I 6 dicembre;; r·,i, c!ivcnu lo re ( 1816), giovandosi dell' indcbolimcmo e degli imbarazzi in cui trnvavasi la repubblica del Pli1a, volle tentare la 1·iconquista dell'Uruguay. Nel gcmrai:i 1s:?, i llrasiliani si impadronirono di Montevideo e al princip io del 1820 tu tta la Randa or ientale cade,·J. in loro potere, e, staccata dalla colonia del Pinta, vP.niva rnstituita in Stato i~dipenclente. Tali avvenimenti non pl2ca rono gli animi dei Brasiliani, chè, anzi, !a g11c LTl concorse a inas;,.cirli e, col d epau perare i presidii ,Idi~ loro guarn_igioni, die<le ai repubblicani ardimento :1<l inSQrgere. Xci 18 17 si solle\•Ò Pernambuco dove, {ì:, ,fai i',\d , s i era forn1a !a una società per J'emancipazio,1c e rcr la costituzione in repubblica dei Rrasile ; bcnchè r~press0, il movimento andò via via aggravandosi, s;iecic q;ram,o il governo fece venire dal Portogallo nuovi ng~1mcnti. I moti più violenti scoppiarono nel 1820 per 0pera del!e guarnigioni di Parà e di Rahia le qu\\li pr::,~lamarono !:i costituzione del Portogallo. Di là, n ei primi del 1821, la sedizione si propagò a Rio dc J aneiro e re Giovanni VI fu forzato a piegare. I'rima d i reslituir3i 111 Europa, ove, caduto Napoleone, il congresso di Vbrna avL-va restaurato sul trono avito la Casa di Braganza, egli lar-


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Proeiarnazionr· cl e1l' ind:pPndc11z,l 11ra~ilU111a {quact1·0 d i c. Arneric<\\

gì una costituzione al Brasile lasciandovi, quale reg-

gen te, il p r incipe eredita r io don Proro, il q• ,a !e ri uscì nel 1822 ad ottenere il titolo d i << D i fensore perpi:,uo e costituziona le <le i Brasile ll. Cedcn<lo poi :ti vet i dei ~eparatist i, il 7 setter:1bre successivo proclamaY:t l'inò ipendcnza del Brasi:c e il 12 ottobre accon:;P,nt in a'.! essere in vestilo <lella d igi,ità imperiale. Il 29 U'!;•HtO iS25 G ioval'n i VI, con t rat :ato, cedeva al figl io i pi'c;;ri diritt i sul Ilras ile e riconosceva d i questo la pic,n indi pendenza. Nello s te,;so anno risorgeva p iù aspro il con!l itto che da lungo te mpo covava tra i l Brasile e Buenr,s ,\i,·es a cagione della Banda orientale. Si guerrq:;giò ;,n- t r e anni con alterne s0rli; la pace fu conclusa il 27 apri k 1828. Inta\11.o un nuovo r ivolgi mento anda •! a m atu r ~ndosi. Nel 1826 mor iva in Portogallo il re G1ova1m i VI " l'im peratore don Pedro I , cui spettava la su<.c•:s~ione, r inunciava a. quella corona in favore della figl ia '.\laria <la Gloria, is tituendo come reggente durani.e la n 1i110r ità di cs.;;a il proprio fra tello d on 1.\:ligucl. Scrn,nrhi:. avencl.o questi tentato di ca rµ ire il tr o1Jo d!a nipc,le, don Pe<lro, :i sventarne le trame, chiese a lle Cortes brasi liane di sorreggere con le arm i i diritt i <li sua figlia . '\e ebbe i;ipctuti dinieghi; mrt c iò 11011 ostante, per conseg: 1ire il suo scopo non es itò ad affrontare spese ing;:n l i che Uisgustarono il popolo e vi ,d imentarono lo spirito di ribellione, J moti a ncnut i in Francia nelle giornaL, di lu glio del 183 I, ebbero facile ed ampia r i percussione nel Brasi le, ove la costituzione d ata da don 'P edro 1;ar ve troppo avara di popolari franchigie. Le ,ruppe, guida.te da l gcn . dc I.ima. :-:.i am·mutinarono ; onde P!!upcrntore s i clc.-cise ad abdicare alla coron~ brasiliana a favore del figlk , ,d on Pedro <l' A lcànt::i ra appena sci•!nn{!, e s'irn~ harcò per l'Europa per combattervi l'usurpawrt. Per a lcun i a11n i i l Brasile fu governato da uu:i. reggenz:i la q uale e bbe a lottare contro la smania d i inno ,·a1.;011i che teneva agi ta.to i l paese, diviso t r a un itari, federalisti è repubblicani. Le condizioni interne peggior a,ono per lo s pcrpel'(i <le lle pul.iblicl1c .finanze e per gli ambiziosi ma neggi dell'ele111e nto milita re. N ell'agosto 1334, I~ Cunere decretarono la fcdc ralizzazione della mon~rchia, 11m 1

ciò n on acquieto 1 repubblican i, e, dal '.'.6 a l '·13, nel Parà, nel S. Paolo, nel Minas G eraes e a lt.rnve fu un continuo avvampare di incendi r ivoluziona.r i c!i~ fc:c~ro vacillare il trono del giovine imperatore dich ia ra to maggiorenne a soli 15 anni nel 1840, e, a donnrli, occcr,ero dure e sanguinose repressioa i. Anche le relazioni con J'e,te ro non furono ~cevr ..: di pertur balllcnti . Nel 1350 vi fu mi11accia .Ji r01tun con l'Inghilterra la quale, per coml.iatler e il rommerci;) ucgli schiavi, acca,mpava il diritto d i perq'-l isire le J,a,· i Urasiliane; ma ogni ragione di contesa. sva nì con la p roibizione <le] traffico infame. G ià n el 1845 il Ilra.,ile s'er a ,s chierato, col Parag,.1ay econ l'Uruguay, spalleggiati da F r ancia e Inghilterra, con tro l'Argentina, il cui -dittatore R osa::; non ct.:ss1va daJl'infraimnet ters i nel le façcen<lc e nei tr a :nbus,i (IPgli. Stati fin i ti m i; ma, benrhe da l confl itto, cne n'era ,egui to, il R osas fosse uscito vinto, non per Lti1t1J srnttte•;a intrighi e lninu:cce; oncJe, nel 1850, il .Brasile, rifatta lega coi suoi Yic ini 1neridìonali e trn.tndo profitto dalla sollevazione del generale Urq uiza gov~r:1a tor~ dc!k provincie <l' Entre Rios e d 1 Corrientes cont ro Li. t ira n Hia del R osas, inviò in soccorso di quelli una lcgimle gcnnano-hrasiliana di 2000 u . forma la dagli avan1.i elci disciolto esercito dei D uca t i de ll'Elba. li Rosas, sconfitto <la i collegali ,e 11/fontc Caceros (3 febbraio 1852) dovette ceder e il potere. Da quell'epoca, le condizio11 ; dell'impero andarono p ros,per ando e fu data !arga oriera alle costruzioni di strade ord inarie e fcn·ate e a molte m igliorie in ogni cc1mpo della v ita civile del paese, il cui valor e economico crebbe cl 'a.ssai per la scope.-!a, avvenuta nel H>54; di_ :!uove e r icche miniere d'oro e di diamanti nelle terre set tentn onali di esso. Xel loé4 ,orser o nuoveà cause d i litigio tra gl i Stati o:·ient,tli, che condussero alla gue r ra del Paraguay (V.); ~a questa il Brasile llon ottenne aumenti ter,·itoria li, e, n on a vendo il Paraguay ,pot u to pagare le spese d i guerra, vide il propr io deficit fars i pauroso; ma il s uo pr estigio c~me grande potenza su<l- amer icana crebbe consirlerevnlmentc. Segu irono alcuni aan i ne i quali le 1·clazioni dd Brrsi fe con gli altri Stati s i m:ctntennero i mperturbate; n1.a


interna.men te il paese fu continuamente ag'Ìtato da. ,libattiti, spec ialmente ,per l'allargamento del suffragio, pe1 l'eguaglianza nei diritti politici e soprattu,t'.) per l'emancipazione d egli sd1iavi, caldeggiata dai repubblicani, osteggiata dai conservatori. Quest'ultima riiorlJla fu a.pp rovata nel magg io 1888: i pian tatori, offesi Hc i propri interessi, si d iedero ai repubblicani contro ia mona rchia; molti ufficiali dell'esercito e dt'lla ,fot!a aderirono al n1J~1i1ì1Cnto ins,urrez iona le, a.I quale <lava animo e a.gevohtva i l camm ino i l contegno passiv,, dcl l' im1oerntorc e elci suoi min isl.ri. I l 15 ottobre 1889, tre n quattromi la u_. d i ti;u.ppa, in1provvisamen tc insorti iil Rio Janeir o, bastarono a rovesciare d a l trono don P ed r o lI, il 'luale, rassegnato a l fatto compiuto, il 17 si imharcav:i. per l'Eur opa. Il m aresciallo D eodoro <la Fon scca.: che aveva capeggiato il rivolgimento, prcn<l~va le

423 clra governativa, la rivolta della marina fu picnament« sc,fiocata. L a guer;a civile, ,:essata negli attr i Stati <le!h 1cpubblica, ,duro tuttavia in 'quello d i Rio G rande do Sul fino a l luglio 1895; dovunque poi, congiure e moli monarchic i, favoriti e isri.gà ti s pecialme nte da numc;-osi uffi,: iali d i terra e di mare, tennero per lunghi anni il paese in fermen to. Con la presidenza èel de M oraes, ~ucceduto nel 189-1 al I'eixoto e con quella pc,st~rc d el Cam pos Salles con,inc iò la restaurazione dellc~.uianze e clell'economi,1. pubbl ica eh~ la lunga guerra intestin a aveva portata allo stremo. !)j p rocL'<ktH\ · p;.;i..:i~:,n~nL:. sotto Ja presick:1z:i di ,\lfonso M.o ,·eirn l'nma e del suo successore maresciallo llcr mes Rodr :g;ucz eia Fonscca, a lla ricostruzione della flott:t t-rl alla r iorganizzazione dell'esercito nc.J quale fu, per a lcun tempo, dato largo post.o all'influenza tede-sca. L~ p ass ioni politiche non tacquero però mai nel giovine S tato; qualche guizzo d' incendio s'ebbe ancora al princip io della pres idenza <lei Roddguez eia l;onscca, (]Ua mlo, il 23 n ovembre 1910, gli equipaggi nelle due nuove <ircadnaughts « .Minas Geracs J> e « San Paulo" s i sollevarono n el p orto di Rio de J a.ntiro to· gliendo a µrete.sto Jlesagerato lavoro a cui erano sottoposti e i mal!rattamenti loro inllìui <lag;li uffic ia li. Ed altre r ibellioni scoppiarono qua e li nel 19 11 e nel 1912 a P ernarnbuco. a Ih.hia, nel lvfatto G ro5so e nel territorio cl' Acre; ma l'ener gia spiega la dal governo polè avcrr1e ragione. L'ul tin1a r ivolta lniL di una cdta importanza, c.a.pe•g giata dal gen. Lopez, avvenne ne l luglio 1924 a San Paulo : vi presero parte 5000 u. bene armati

cavalleria ornsi li ana ( 19 1~)

con 60 can noni. Occor$ero al le tl'li ppe governative, conw.ndate da l gen. Soc rate,, parecchi giorni di bombardamento p,, r imp~dr onir5i della città, la qua.le ne r ima.se ser iamente danneggia ta .

redini del governo e<l annunciava. la costitu zione degli Stat i Uniti del Brasile in r epubblica iedcrativa, modellata s u quella degli Stati Un iti dell'America settentrionale. Ma il nuovo regime ,n n portava tranquillità al paese, sconvolto eia una democrazia parolaia cd intrigante, e non maturo ~d una ben in tesa libertà. Fra i l da Fonseca, a.ssw1to a lla Presidenza, spiri to autoritario e,c.l energico e il Congres~o che si argomcruava di invadere le attri'buziot1i tkl potere esecutivo, sorsero a tlrit i irreducibi li: 01Hic il Fonseca. $Ciolse· le Ca mere ( 4 n ovembre 1889) con un (·olpo di stato che ge nerò ammutinamenti e rnmulti. Come d i' consueto, la flotta e parte d dl'cscrc il.o, capitanati d al generale Osorio e dagli ammin:.gli <le Mello e Vanclenkolk, fraterniz,~1.rono coi solleva.t i, e il 24 novembre 1890 il da Fonseca dovette redere il potere al vicepresidente generale Floriano Peixoto. Questi però seguì le or me <lei suo predecessore ,·, alle prime velleità d i opposizione, proclamò nella capita le 16 stato <l'assedio, fece arrestare dep utati, d imise genera li, <le,>ortò avversar i n elle insalubri regioni delle /,mazzoni, fece nominare, capi dei si ngoli S tati ufficial i a lui <icvoti e li sostenne con k ,mui. 11a non seppe tenere in freno l'esercito che p resumeva dominare sulle sorti del paesi:, onde, contro lui, l'arnmira.gl io Custodio rie ·M ello, (ra ti.a a :,è nel se!.tcmbr e 1S93 una parte delh flotta, insorse e bombardò R io dc Janeiro; ma., mentre s'accin geva a sollevare le altre provi ncie, i l suo luogo tenen te Saldanha dc Gam>t nel mar zo 1894 veniva sconfitto da quella parte della flot ta che era rimasta. fedele a l Governo e costr etto alla fuga. Con l'affondamento <lei vascello ammiraglio del' de :vrello, colp ito da torpedine il 16 apr i le nell'a ltezza <l i D est.erro da lla &1ua-

Duran te la guerra mondiale il Brasile conservò b ncutralit,, fino al p rincipjo del 1917; essendo sta ta. allora. decisa la guerra sottomarina ad oltranza eia parte della Germania, ed avcnclo sotlomarin i tedesch i, nel

Arliglir.r ia brasiliana ( 19 13) maggk,, s ilurato due p irosc.."afi brasiliani : ,e P aranà. )> e

,e Macao», il 28 dello stesso mese il B . si d ichiarava in istato di gticrra con la Ger.mania e votava una legge p er la d ifesa naziona le. Inviava quindi riellc a.eque europee navi per scorta di convogli, ag;l i ordini clell'amnurnglio Frontin; dava inoltre forte comributo a servizi sanìta1 i organizzando ospedali in F rancia .

Esercito del Brasile. li coma ndo suprem0 delle for;.»c cl i tcrnt e di mare, spetta al Presidente ddl:t 1tepubblica e viene cscrcilatò in pace, dai min isl!'i ckl!a Guerra e d ell:1 lvfarina. L,., stato maggiore dell'esercito è il ce,ntro J i direzione suprema e degli studii m Yis!a della;


rpreparazione per la iguerra. I l capo dello S. }.I. è un ;generale di divisione che ha prerogativa di co:nando su tutti gli altri genei"ali dello stesso grado. Spetta a lui di propòrre al ministro tutte le· misure neces.,uic alla dffcsa. nazionale. 11 territorio na,,ionale è d i, iso in sette 1·egioni e due circoscrizioni, comprendenti ciascuna uno o p iù Stati della Federazione. Tutte le truppe federali d i prima o di seconda linea che s i trovano nel territorio d i ciascuna regione o circoscrizione dipendono dal comando d i d ivisione o d i distaccamento iH esso dislocato. L'esercito della Repubblica è costituito <lai seguenti elementi: a) Grandi unità : 5 divis . di fanteria (di cui solo 4 organizzate), cia scuna 5U 2 brigate, con artiglieria divisionale, bgl. caccia tori, genio, squa driglie d'aviazione, ecc.; 1 brigata di artiglieria su 2 reggimen ti; 1 reggi- <::.____:_~_..;, mento d i artiglieria pesante ; 1 gruppd Pairuwia negra di• a,rtiglieria <la mon tagna. ; 1 regg. di (sec. x fX) cavalleria; 1 bgl. del genio; 1 squadrig lia. d'osservazione; 1 bgl. trnspor ti; serv!Zl; 3 d ivis ioni <li cavalleria su 2 brigate; 2 gruppi d'ar tiglieria a Ga va.llo ; 1 bgl. di fan te.ria montata.; 1 squadriglia d'osservazione. La f antcda è arma ta d i fucile << M a user » cali bro :mm. 7; l'artiglieria da CaJnpagn a e a cavallo d i cannc1.e Rrup.p da nrni. 75_; l'art iglieria campale anclù~sa di ma.terialc K rµpp da mm. 105; quella pesante <li vari mo,delli . e calibri. Per l'istruzione m ii. esistono ie seguent i scuole: A Realengo: scuola ,preparatoria e di tattica; scuola d'art iglieria e genio e scuola d'applicazione delle st,;sse ar mi; a R io .Pardo, scuola d 'applicazione per fonte~ia e ca:yallcda ; a Porto Alegrc, Scuola çli Guerr:i; a R io de J aneiro, Scuola d i Stalo ;Maggiore. Vige l'obbligo gw erale al servizio milita1e per i cittadini compresi fra il 21° ed il 44° anno di età. Il reclutamento degli effettivi necessari è però assi(mato coi volontari e se essi n on sono s ufficienti, col ~er vuio ob~ligatori~ b'asato sull'estrazione a sorte. 11 perieci~ è così r-ipartito: I Ese~cito d i 1• linea : comprende i ,c ittad ini ha il 21° .; 30° ,a.mm d i età - esercito permanente - volontarì e sor~eggiati fra gli in.,critti d i le"a, coi1 f=a i 1,~imi d i l i amii i secondi <li 1 anno. R iserva dcll' ~s~t.:ito di 1• Ìi~e~ : cittadini i<lone.i fra il 2 1° anno ed il 3v" di età, non appartenenti all;csercito pcrmar\cnte, clemc 11ti ,r, coa.. geflo delle forze ausiliaiie (polizia.m ilitare e 1>Jlizi,t\ eccedenti ai bisogni delle forze stesse. E sercito ·di 2" linea : tutti i cittadini fra il 10° ed il 44" anno d i e tà . Guardia nazionale : cittadini idonei fr:i. il 30~ e 37" anno di e tà . Riserva. dell'esercito di 2• li~·eil-: _ cittadini idonei il ' 37° ed il 44° a1, ,o r\i ctit. Il coi1tingente viene _fissato annualmen te dai ministri ,della Guerra e della Marina.· I l p rimo· comunica a i va.rii :St~ti la quota loro asscgi~ata e questi la ripai tiscono fra i d istretti. 'Le reclute vengono scel te fra g!i i<l,mei mediante sor teggio. L'incorporazione si compie in due tempi: : qualora 'àlla 'pr hn a chiamata n on r ispom!a u11 nunlerb · di sor teggiati ' e d i volon tari corrispon<lent ~ al contingente fissato, viene ordinata. una chiamat a · ,uppl-rcen·l;u~. L 'isfit uto del volontaria to riguard a i c itta<L 1i bra-

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siliani compresi fra il 17° ed il 28" anno di età, soggetti agli obblighi militari, ma non sorteggiati, che si p resentano spontaneamente per la ferma normale. Gli ufficiali \'Cngono forma.ti v.elle scuole di reclutamento. Gli effettivi di pace nell'anno 1926 erano: ufficiali generali 34; super. ed infer. 4.828; sottuff. e soldati 40.393.

iWa.rina del Brasile. La marina da guerrn del Brasile è cost ituita dalle corazzate « Minas-Geraes » e « Sa11l'aulo )), del disloc. d i 19200 torm., lunghe 165 m. larghe c irca 25; esse pescano m. 7,65; con macchine a sistema alternativo della potenza di circa 25 .000 cav,•lli (velocitb 21 miglia e 1nezzo all'ora). Sono discretamente coq.z.<a:te; arm,imento : XII-305, XXII-120 oltre p i~culi c,tnnoni e mitragliere. Il resto della flotta brasi.liana è formato dal-

l I La corazzata « M!nas Geraes »

le vecchie corazzate guarda coste «Deodoro" e << Floriano )> di ci rca 3200 tonnellate; d i tre inc:ociato1i anch'cs~i ormai non più moderni, « Bahia. )), « Rio Grande d o Su l )> e « Barroso )>, di poche ca.nnonicre, c. cciator pediniere, torpediniere e sommergibilì. Il personale am·· monta a 1.152 ufficiali e 11.923 marinai (co,r.p,esi 800 uo1niJ1i <li fanteria marina). Il Brasile ha tre arsenali n a.va li: quello di Rio de J aneirn, quello del Parà e quel!o fl.u via le d i Ladario d i Matto Grosso. Sono in progetto (1927) nuove costruzioni n avali:

Brasschaet. Cornune ciel Belgio, nella prov. d i Anversa.. Vi fu costruito un poligono e campo d 'istruzione dell'ar tiglieria belga ; vi hanno sede le scuoi~ sotturìéciali <li art. e cavalleria, e la scuola d i sottotenenti cli riserva. di <:avalleria, artiglier ia e gen io. Furono dette Esper-ien.ze di Brasschaet quelle fatte da una Commissione belga ( prima della. !,"lterra. 1.vmdi.-le) per deter minar.e la .grossezza delle volte cementizie nelle opere d i for tificazione, in base agli studii e ai progetti del gcn. Bria!mont. Brasso. Città della Transilvania, sul :Uurzen. Fondata nel XI II secolo, subì devastazioni p er oper a di Tartari e di T urchi ; nel I 689 fu presa e inc,:ndi<1ta dagli Austriaci. Nel 184-8 il gen. russo Ltiders, battuti gli Ungheresi a Tomosb, prese 1;3., d ove la citt.adcl!a resis tette brevemente e si arrese a disc~ezione. Battaglia di Brasso .(8-9 ot tobre 1916). Appartiene- alla. guerra mondiale, sul fronte nuneno. Il generale Averescu fin dal giorno 6 aveva lasciato il comando dell'armala del Danu bio e<l aveva r ip reso quello della 2• armata , preceden do d i persona quattro delle sci <livisiom che erano sta.te poste. sotto il suo comando çer la co.:troffensiva in Dobrugia e eh~ ora riconduceva in Trans ilvania. Con le forze d isponrbili della 2·' armata aveva


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,foiposto per l'ocou,pazio11e marginale dei sob!-orghi d i B . fronte a nord, n,antenendo in sua mm10 sulla destra una massa di manovra costituita <la due divisioni. ; ; ,:]le prime ore del giorno 8 ottobre la 9• armata tedesca (Falkenhayn) s i trovava così schierata: ala destra : 10" D. R. sull'alta Burza, fronteggiante la r etrogua,<lia delle truppe romene cbe, staccatesi dal grc-sso dell'armata (2") si ritiravano per il passo di Torzburg; centro: ( !\l'UPPO Staabs) la 51' divisione Hònve<l a WeideniJach, cor. l'avanguardia nei sobborgh i settcn lr ionali di 13,asso; b 187" D. F. parte in prima linea sul Wciden!Mch a sinistra della. precedente, parte i n riserva a Holtoveny; ala .<inistra: gruppo wiorgen diviso in due masse; la 89" d ivisione a Foldvar, in fondo a.lla grande ansa <lcl1' Aluta; la 71' D. F. 30 klll1. più a nord al gomito che l'Aiuta fa prima di volgere il proprio corso in rìirezwnc di Fogaras; Corpo di cavalleria Schmettow: ail'~st;em, ala sinistra a protezione dell'ala sinistra de!l'ar·.n~ta. Era in tendimento (ld generale Falkenhayn d i impegnare a fondo il, centro nemico con la 51" e ;Janc deli.\ 187" D. F ~ e di sviluppare un poderoso at!acc.:, sul -fianco ·destro romeno con Ja massa della 187' divisione del gni1,po Morgen. Infatti nelle prime ore dd rnatti•10 del giorno 8, le divis1oni 51' e 187' su qnattw cole,nnc attaccavano da Kcresztényfalva a Szentpeter , .,ppoggiate da vivissimo fuoco di tutta l'artiglieria campale e di med io· calibro, spiegata sul versante orientale ,!ci monti Geistcr e Persiani. La ~- iolcnza dell'attacco aveva obbligato la linea romena a cedere. /\Ile IO però veniva fatta entrare in azione la massa d i manovra romena, la quale sviluppava un gronde contrattacco dal fronte Szas,;hermany . Szentpeter . Brasso in d isezione di Holtoveny Botgaln, contrattacco che veniva a colµire sd fo1T•CO le truppe della 187" d ivisione tedesca e che mnacciava d i separare il gruppo S taabs da quello l\'Iorgcn. J.! comando tedesco comprese s ubito la gravità della naFa. s itt1?.· zione ed ord inò quindi alla r iserva della lo7'' Ji entrare in linea, fronte a Szentpeter ed alla 89", cH ;:;ruppo }.[orgen, d i accorrere verso Szaszhermany per tenta.re di colpire il fianco destro dei Romeni cd ;.,re.starne l'avanzata. Queste truppe entrarono in nz[one vers~ mezwgiorno, nel 111omento in cui la 51' Hò.,,;,<l r,çcupava la collina d i Warthc che domina Brasso da sud. Non ostante la terribile efficacia dcll'artigiieria tedesca c he infliggeva pcr<lile molto sensibili ai Rome•1i, <;JLiesci non solamente continuarono nel loro movimt-nto contro.ffensivo, ma arrestarnno d i colpo il tentativo c!eiln ~9• D. F. del gruppo lVlorgcn. La manovra tedcsrn rli aggiramento pel nord era fallita : fL sud la 76° <iivisiL•lle <li riserva tedesca era riuscila invece ad occupa:-e Torzburg ; ma 5'U tutto il resto del fronte la 9' areno la. era stata fermata. T uttavia i 'Romen i si resero conto che, in quelle condizioni, non avrnbbcro potuto durare a lnngo perchè le divisioni acco1,renti dal Da.nubia era.no ,iucora lontane; pe'rciò, approfittando del successo riportato, decisero nel pomeriggio di procedere alla ritirat" generale verso i valichi, coperti da forti retroguardie. 11 movimento s'iniziò nella notte sul 9 e si comp; n<la succes8iva giornata indisturl.>ato ed in ,perfetto ordine. La battaglia di Brasso ebbe per i R,:,meni quasi la fisonomia d'una grande azione di retroguar<lia: l'arrivo sul campo di battaglia d'una parte almeno de1:e divis'0ni obe si erano attese, poteva cambiare la s ituai.ione. 11 su<lCesso ta ttico così fu dei Romeni, ma q~dlo st rate· gico finì per essere dei Tedeschi.

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Braullo. .Massiccio montano nelle A!µi dell'Ortlcr (.ì0J2 111.). Ifa importanza militare strategica nerchè domina le diverse m ulattiere (di Fraele, Santa M aria. Cierfs) Ira le tre valli dell'Inn, Adige e Adda; .;ul suo fianco passa la g.-andc strada dello Stelvio. Esso costituisce qui11di un grande nodo al quale sono necessariamente vincolate le operazioni militari svolgentisi dal bacino di Bormio agli attigui dell'Inn e dell' ..\dige. Brau n ( Giancarlo). Generale prussiano d\1rtiglictia ( 1771-1835). Fu fatto prigioniero durante J:i campagna con la Francia (lS07); liberato, fu l'organizzatore drll'arliglieria (1811-1813). Nel 1815 elaborò il pi~no di ricostituzione delfartiglieria, divenendo più tardi tenente generale ispellor~ dell'Arma. Braunau. Città della Boemia, vic ino al conftne c:russiano, sullo Steine. Il 7 dicembre 1744, presidiata da 3 bgl. dì granatieri, uno di fanteria, ed un regg. ussari sotto il principe Maurizio di Anhalt, fu attaccata da parecchie migliaia di Panduri ed ussari co!llandati da Nadasky, che dopo furiosi assalti se ne i mpadronì. Bmunau. Città fortificata del!' Austria, ai conlìni con la Baviera sul medio Inn, importante nodo 5'.radale per il fascio d i comu.nicaiioni rotabili, ferroviarie, fluviali fra Liegi e Monaco. Il valore strategico d i questa pc,~izione_è dato dal .fatto che essa trovasi ;il centro della linea fluviale dell'Inn, ostacolo di maggiore estità dopo il Reno, per le truppe che muovono dalla- pianura Bavarese a quella a ustriaca e viceversa. Già ai tempi romani era stato fortificata come una importmite testa di ponte e si eh iam,.wa « Brun<lunUJn >l. Nel 1260 fu invece dai Bavaresi consideratr. come forte di sba.:rra:rnen to di cmwne contro l'Austria; consolidata dal 1597 al 165 1 da l\fas.similiano I e nel 1672 da 1-'erdinando Ma.ria. Nella guerra successiva fu assed iata e presa da! p rincipe Robe_rto. Sul p rinci pio della guerra li0S- 1706 venne tolta a i Ba.varesi e fu sede elci governo provvisorio. Ne l 1742 ;B. fu nuovamente occupata da truppe <bavaresi (3 fol:lbra io) ma nel settembre venne ripresa dagli i mperia li. Nel 1743, quando l'esercito fran cese se ne impossessò, ne cedette il presidio ai Bavaresi che la occuparono con U bgl., 10 comp. di granati.ui, e 15 sqclr. comandati dal gen. ?vlinucci, Ma nel successivo anno fu a5sed iata e ripresa dagli Austriaci dopo fiera lotta. Cadde in mano dei F rancesi nuovamente nel 180S. :,·e! 1806, perdette il suo. carattere di fortezza per volere di Napoleone. Però dopo la campagna di Russia e la Restaurazione, tornata all'Austria, ebbe nuovamente opere di difesa come tesla di ponte. Assedio e. co111batti·111ento di Braimau (17-!JJ. ,\p,particnc alla guerra di Successione d'Austria . li maresci,.Jlo austriaco von Khewen.huller, lasc iati i q11artieri <l'inverno, avanzò su Schording (Inn), presso la frontiera austro- tedesca, e, divise le sue truppe in parecchie colonne, decise di p rocedere d iretta.mente all'a.ttacco. Il -.')mandmite bavarese maresc. Sekendorff, saputo ciò, diede ordine al gen. Minucci di ritirarsi su B. E ra il vlinucci in posizione presso B., quando fu attaccato dagli Austriaci; i quali esercitarono il maggiore sforzo sulla sinistra avversaria, lanciandole contro, con mo,-imento aggira.nte, un grosso• corpo di cavalleria comandato rl;i,I generale Berlic:hingen. Frattanto bgl. austriaci di fanteria, condotti dal gen. Nadasti, attaccavano il fronte bava·· rese. La lotta fu breve, chè i Bavaresi a.idarono in rotta e solo una parte d elle fanterie, col 1V[invcc1, si ri-


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coverò in B.; ma circondato quivi dagli Austriaci, si arrese (9 maggio).

Braunsberg. Città de lla Pn,ssia oricn talè, sui Passargc.

Combattimento di 13,·aunsberg ( 1807). Do110 la batta• glia di Eylau (8 f ebbraio) Napoleone prese i quar tieri d'inverno fra :\Ile e Passa.rge. G li allea ti lo imitarono.

L'ala destr a di essi era comandata dal gen. ,on l'loctz, <;<l era costituita da 11 bgl., 11 sqdr., 2 btr. a cavallo (25 febbraio). L'avanguardia consisteva in 2 bgL, 5 sqclr. e stava sulla riva sinistra ciel Passarge. Verso le 2 dopo mezzanotte del 26 febbraio, giunse l'avviso che il nemico avanza.v:t; era il gen. Dupont con un regg. di fanteria

ed uno di cacciatori per la strada di Lubstadt; 3 d i fanteria e 2 di ussar i per· la strada di Miihlh'lusen. L'avanguardia prussiana fu respinta, e if gcn . :?Joe 1z

si ritirò pre<sso /3. guardando i ponti del fit1•ne. i\ih i France,i li assal irono e li presero, a ttaccando il grosso russo-prussiano, il quale 11011 riusci a resistere e f-..i messo in fuga abbar1<lona.ndo sei cannoni, e per,kndo 700 uomini .

Brauzzi (Siro), Generale,"· a Civitavec:.:hi:! nel 1856. Sotto!. del gen io nel 18i6. R aggiunse il grado d i co lonnello nel 1808 e cornan<lò le d irezioni del C ~nio <l i Catanza ro e d i F irenze, Collocato a riposo nel 191 I, rag• ghm,c nel 1924 il grado di generale di divisione nella riserva.

Bravetta (Ettore). Ammiraglio, n. nel lou2 i,1 1\;ç5 . sandria. entra to in servizio nel 18i6, colloc:,to a :·iposo, a sua domanda, nel l911 ; promosso nella ris. nav. ,con tramnllir. nel 1916, con· trammir. di divisione nel 1925, e a nun ir. di divis, nel 1926. 'Prese µarte alla campagna d'Africa nel 1894; fu insegnai1te all'Accade· m ia

Navale,

con1andantc

del balipedio di Viareggio, comandante della difesa di Gaeta, relatore della Cnm• 111issionc

permanente

per

gli esperimenti del ma te· riale <la guerra nel 1903 ,, 190~, e v ice <liTet torc di artiglieria cd am,amenti del 3° clipan,mento marit• timo nel 1905 e 1906. Scrittore brillante ed autorevole di cose nava li, ha pubbl icato, fm l'altro: « 1 bn:lntti e le ma,cch ine infcrn,tli nella guer ra nava le iJ (1890l893); (< L'artiglieria e le sue m _ eravig lie <la llc e:6gini fino

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Bray. Comune della F rancia, sulla Somme. Duran!è il periodo della guerra tra Inghilterra e Fr1ncia, e pre<:isamcnte mentre perdurava la « Jacqucric )>, il D l1ca di Lancaster dopo aver saccheggiato tutti i v:11aggi .. iei dintorni c:011 una ma.snalcta di soldatesche (alemanni, bta-banzoni, fialllmingbi, ecc,) s i diresse su B ., ~,a di fronte a questi avventurieri, i cittadini stes5i di B., or ganizzatisi yfgorosa·mente non ,s olo respinsero la nla-

snada del Lancaster, ma le inflissero ta li pcdite, da ri. durla a soli 2000 u., che andarono a rifugiarsi ncll'cs•:r cito di Edoardo TTT d'Inghilterra (1359).

Brayer (conte Michele Silvestro). G cner,1•~ ·e legis!atore francese (1769-1840). Nel 1792 prese parie alla :ampa,g na del Reno. ,\ Hohen linden ( J 800) prese 4 cannoni e fu promosso sul campo colonnello. Prese parte alle successive cam· Dagne, ed a ilautzen mer itò la promozione a genera le d i divisione. Da Napoleo· n e fu nominato conte e governato.re <li Vct'saillcs, nonchè ,pari d i Fran cia nei Cento giorni ( 1815) . Venuti i Borboni, fu bandito dalla Francia, e servì per qualche tempo ncll'eserci,o. ar"entino. P er I' amnistia del 18l6 rientrò i n Francia e fu reintegrato nei suoi grad i e t itoli. Brazza (Ant . Brattia). Isola dell'A<lria:.ico presso i! gruppo delle Curzola ri ne ll'arcipelago Dahnat,., dipendente dal distretto d i Spalato. E' l'isola ;iiù grande e piit popoiata del gruppo, d ivisa dalla costa Dalmata dal canale omonimo. F u nel Med io Evo devast,1ta dai Goti ai tempi <li Giustiniano. All'epoca di Carlo,nagno pare che 'J3. sia r imasta ind ipendente ; ma cadde poi nelle lllani dei Narentani (secolo X) . Fu più voite campo di s-corrcrie dei Saraceni. Pjetro Orscolo, condo•·ticro dei Venez ian i, nel 1000 li berò l'isoh dai Narenèani e l'unì alla signoria di Venezia che la tenne solo fino a l 1070, quando ritornò ai B izantini; più tardi cadde nelle mani dell'Ungheria, sotto le cui dipendenze r imao,e fino a l se-colo XllI, tormentata da ultirno daJle pira:erie degli Almissani. A questi gli' isolani s i r ibellarono a lleandosi a Gargano, rettore di Spalato, i l r1ualc sconfisse i rati ca t t ura ndone i due Osser ( 1240). Nel 12,8 B., tor• menta.ta -da nuove scorrerie degli ,\ lmissan i,. decise di darsi a Venezia. che per una spontanea dedizione a Ludovico d i Ungheria la. perdette nel 1358, per riavcrh un secolo più tard i ( 1420) defin itivamente, fino a lla CJ.· duta della R epubblica.

µ,-

ai giorni nostr i » (1919); (C Sulle operazioni di sl>arc0:, ( 1907); (( Origine e proi;ressi delle corazze per n avi » (19 10); « La geogra·fìa. strategica ma r itti ma e la ò ifcs,1 costier a>> ( 1910); (< L'a.nnarncnto e la protezione d~llc na vi di linea»; (1914); « Sottomarini, sommergi-bili e torpc<lin i l>; ( 19li); cc L'insiçlia sottomarina" ( 1919); « Maccl1inc infernali, siluri e lanciasilllri >> ( 19 l 7); « J. a grande guerra sul ,mare» ( 1925). Collaboratore inol t re, Ji moltissimi gi(m1a li e r iviste.

nelle file e,1rliste, •J;arteciµando alla guerra civile. Lasciò: « Ricord i M iiitari i> e « Studi so1ira l'ultima guerra civile ll .

Braviken (ant. Bravalla) . Villaggio dc lh vczi,1 , presso Norrkoping. Le a.ntid1c cronache - o le~gend ·· - svedesi lo fanno teatro di vittoria risportata dal re cl i S,·czia Sigurdo Ring, contro Aroldo di Danimarc,1, nel secolo VIII,

Breccia. Vocabolo che vuolsi derivato dal tedesco. brechen, rompere, e s ignifica apertura, rottura e rovina, delle ·porte, dei muri o dei terrapieni d i una fortezza odi un'opera qualunque d i fortificazione, ossia abbattimento degli ostacoli per me;,;zo di macchine, di can-

Brea (Antonio). Generale carlista, r1. nel 1834. Nel J 87 3 abbandonò l'esercito regolare spagnuolo e passò-


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noni o di mine, al~scopo di aprire un varco per poter muovere ail'assalto~ penetrare a viva forza cntl'o le forten e nemiche alla«ate. Nella breccia si d is tingue l'alto, cioè la parte superiori!; il piede, cioè l'inferiore ; l'apert1tra., c ioè lo spazio orizzontale diroccato. Si dice << Breccia -matura " qu ella cbe è resa facile a lla scalata. A prfre la breccia, o far breccia, s ignilìca rompe re il r iparo nemico; s,P.ianare la brecda: a lla rgare e far comoda la ·rottura per entrarvi; 7iparare lrt breccia: r i-

mettere i mur i rovi nati o chiudere h rottura spe<:ialmemc nella notte con tavole, botti, fascine, terra, ecc:; -montare, salire o superare la brecc-in : entrare pèr l'apertura, passando sulle rovine. Nell'antich ità e nel medio evo, prim:i <ldl' invenzione <lelle ann i ,fa fuoco, p er l'~bbattimento delle mura si usarono le macchine d a u rto, quali arieti, mon ton i, baI istc, ca tapulte, ecc. ; le pie tre srnO$,e con queste macch ine si tog lievano ,< mano, e quindi 1si puntellava k, pa rte d i muro soprasta11 te ; p oscia o si bruciavano i puntelli, oppure si t ira vano via a forza, d a lontano, per mezw d i funi e di verrocchi o di a rgani, facendo così rovinare parte de lla costruzione difensiv:i.; si usarono anc.be le cc mine a. puntelli >l . Tl pr imo cenno di impiego d i ma,cchinc da guerra s i r iferisce alla guer rn sostcmna da Ozia, ot tavo re d i Giuda, contro gli Ammoniti e i Filiste i (anno 806 a. C.); esse raggiunsero la massima perfezione sotto Filippo il l'vfacedonc e Alc-~sandro 1fagno (sec. IV a. C). l Romani appresero l'uso delk macchine dai Greci e cominciarono a impiegarle n elle guerre Puniche e nelle loro s ped izioni in Grecia. N ell'epc.;ca moderna, l'adozione del cannone portò ~J usare questo per l'ape rtura <lcl le breccie, le quali poltrono essere pr:i.ticate anche da lontano ( 300 m. ci rca)

Distruzione del muro di controscarpa per poter aprire la breccia.

gli zappatori. F ino a quest'epoca i cannoni delle batté-· riè <li breccia laIH.:iavano palle p iene, dapprima di p ie:ra, •p oi di ferro. Se 110n s i dava l'assalto, s i conquistava la brç-ccia passo a passo, col praticare dapprima una trincea avvolgente il p iede di essa e quindi inoltran d osi per l'ertc:t a zappa p iena e co ronando la sornm it-ì

della bre;;cia con un 'altra p i-azza d'a1111i, detta -nido di 'ga.zza o solamente nido. <lc_stinata a servire d i a,p poggio ad attacchi ulteriori, se la difes:i fosse continuata d1lle opere più in terne. Tn riuesto periodo l'azione dei cannone era completata d:t quell:t della. mina; proce<lirne11to lento ma meno mic id ia le, col qua le, per mezzo di gallcric 1 J1atta-ccante giungC\'a od una ca mera. da rnina che veniva prat icata. esternamente al fos.so . Quindi, col bTillamento dcll.t mina, s i demoliva il m uro di controscar pa del fosso in corrispondenza dcllrt hreccia. Col1\ldoz ione d ei proietti cavi scoppianti, questi furono usa.-

ti per l'apertura del le brcccie nelle opere in terra; cont ro le opere in muratura s i con rinua rono ad impiega.re le palle piene. Qn.indo poi si in trodusse la r iga tura nel-· le artiglierie c:<l i proietti, a11zichè sfericì d ivcnta.ronu 1

oblunghi, a llo r·a p er l'apertu ra. delle breccie in ogni gellCrc di opcrn s i usarono proietti scoppianti : pa lle .per le opere corazzate od in calcestruzzo; granate ord inarie per le opere in muraturJ.; granate a rni na. e gr.anate or-

dinarie per le opere in terr:1. I noltre, <lata la maggiore precisiom, d i tiro .e le m agg iori gi ttate che via v ia si poterono rca.li7-za rc coi progres5i nella costru7-ionc dell•~ ar tiglierie e delle polveri, le ,brec<:ic .p o terono essere aper te sempre a maggiori distanze (2 o 3 k m. ed anche più). L 'apertura delle br◊ccie doveva essere eseguita da ]onta.no coi cannon i e cogli obici di maggior calibro, ma dopo compiuto il corono.men to del ciglio dello spalto, ossia prima d i procedere ali' assalto, e ciò per non <la.r tempo a l nemico d i rendere impraticabile le breccie con altri ostacoli e 'p er poter os,ervare da v icino l'effetto del tiro . N el le opere della fine del secolo XIX, in cui il muro di sca rpa era d efi lato almeno a 1/4, le breccie da lon tano si apr.h·ano sempre col ti ro indiretto, d emolendo detto muro, se a de rente, a partire da 1/3 o da I / 2 <lai fondo del fosso. Q uesta demo lizione, se il tiro era n1o lto p rec iso, s i eseguiva. praticando un taglio ori1...-

8reccia praticab,le. con le <C batterie di brecc ia ·», le quali ta lvolta venivano portate molto avanti fin su llo spalto, non r iuscendo da lung i, per la poca precisione d el tiro e per b. scars,t efficac ia del colpo, ad aprire a s uffic ienza la breccia . Nell'attacco alla Vauban (secolo XVII e· XVIII) una parte del coronamento dello spalto veniva trasfonnata (mediante a llargamento della trincea e ingrossamento dd parapetto nel quale si praticavano delle cannoniere) in batterie di breccia per dc:molire i rnuri d i scarpa. Pervenuto l'attaccante colle discese sotterra nee nel fosso, al p iede d ella breccia , se si reputava la difesa a bbas'.anza a ffievolita, s i tentava l'attacco cl.i viva fo,·za., lanciandc.; le colonne all'assa lto della breccia, p recedute da-

zontalc a l limite inferio re del tratto d i muro da rovinare e quindi un taglio vertica le a c iascw1a estremità e, occorrendo, an che alt ri inter medi. Siccome però era difficile di riuscfre, anche con un tiro molto preciso, ad ottenere simili tagli, così ord inariamen te si aprivano le brccdc ripa rtendo cimvenientemcnte i colp i su tutta la parte di muro d a demoli re. Questo modo era sempre impi~ga to quando il <l1luro era a d iscarico, e in questo caso si co,,centravano i tiri speciahmente sui piedritti. Il nn1 ro, ro\lina ndo, trascinav,1 con sè ·la terra del ra mpa.ro sovrastan te, la quale, ro;,rendo le macerie, rendeya la breccia p raticabile . Generalmente s i cercava che ogni 1:ireccia. a vesse t:ria larghezza. minùna <l i m, 30 a fine di p ermettere il .passaggio di a lmen o 40 uomini di frome. Se il muro era staccato, si, doveva demolire col t iro. del-l'artiglierial p er la maggiore a ltezza p ossibile, ma p er rendere la breccia praticabile bisogn ava poi, pri ma dell'assalto, completarne la demolizione co lla m ina o cok piccone. Non sempre però era possibile demolire da lonta no colle ar tiglierie i muri di scarpa d i 2/3 o della metà della lo ro a ltezza, stante il grado d i deJìJam,·nto pi uttosto grande (fino a 2/ 5) che avevano; allora all'esecuzione della breccia b isognava far precedere la demo-


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Ba.Ilena di breccia -·- - - -- - - - - - -:=.-..-- - •=-.: _ _ _ _ _- · - ·

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lizionc de lla con troscarpa mediante la mina, a fine di ottenere una trasformazione del profilo. In taluni casi, se la dife$a non era molto energica, la breccia poteva esse re aperta con cannoni d i p iccolo calibro espressamente avvicinati. Qualora, per condizioni tutt'affatto speciali, non si potesse aprire la breccia colle artiglier ie si doveva ricorrere a lla min a. Memorabile nella sto· ria d'I ta lia è la breccia di Porta P ia, attraverso la quale le truppe italiane, il 20 settembre 1870, entrarono in Roma, provocando la caduta del potere temporale dei papi, e d ando a ll'Ita lia la sua naturale cap itale. Anche negli assedi odierni il cannone e le mi.ne saranno impiegati dall'atlaccante per distruggere gli ostacoli p repara ti dalla difesa contro l'assaltò. Avranno a.n• cora u.n largo imp iego le mine, specialmen te quando le artiglierie dell'auaccante saranno deficienti in relazione alla resistenza delle opere permanenti e degli ostacoli da a bbattere. Così neli 'assed io di Por·t Arthu r, nella guerra russo-giapponese, la defic ier.za di artig lierie potenti, indusse i G iapponesi a ricorrere ai lenti procedimenti delle m ine per la distruzione delle opere. I l 18 novembre 1904 con sette mine, costruite sotto il parapetto del

forte K ikuan, riuscirono a farlo saltare in aria e ad occuparlo. Il 28 dkcmbre con altre gallerie da mina, scavate nella roccia, si r iuscì ad abbattere la scarpa del forte E rlung. Subito dopo l'attaocantc faceva convergere i tiri dell'artiglieria sulle rovine e còn un vigoroso attacco s i rendeva padrone della falsa.braga, e dopo poche ore, con un ultimo assalto riusciva ad occupare le rovine dell'opera. Il 31 dicembre cadeva nello stesso modo dei pre~edenti il forte di Sungsuscian del gruppo Erlung, sicchè i Giapponesi erano ormai padroni del tratto settentrionale della linea di cintura e per quella larga breccia, che colla presa di Kikuan, di Erlung e d i Sungsuscian, essi avevano fatto nella linea principale di difesa d ella piazza, eseguivano il 1° gennaio 1905 l'ultimo assalto generale che con<lusse alla resa della pi3ua. Anche durante l'ult ima grande guerra mondiale (191 419 18), che, avendo assunto la forma di guerra stabi lizzata., fece largo uso di fortificazion i e di difese accessorie, si usarono abbondantemente cannoni e bombarde per aprire a ll'attaccan te varchi a llraverso reticolat i, d ifc'se acces,orie e trinceramen ti, per r·cnderne possibile

,I

La broocla di Porta Pia a Roma ( 18701


ERE

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l'avanzata . E anche le mine ebbero frequente impiego: basta ricorda.re quella fom1idabile d i Col di L ana.

Brech in. Città de lla Scozia, nella contea di Forfar. Fu a.nticasnenle forti.ficata. Ne! 1303 venne assediata da Edoard0 I per 20 giorni, in capo a i quali, essendo stato ucciso da un colpo cli ,pietra il -governatore, si arrese.

B recki nridge

(.Gio-

lllaggio 1625, tentò una sortita, che fu brillantissima. Lo Spinola., però, rafforzati i ]avori del ge.nb, e con r ipetuti assalti, riuscì dopo 10 mesi d i assedio a far cadere la fortezza (giugno 1625). III. Assedio d·i Breda (1637). Il p rincipe Federico Enrico d'Orange riuscì a riunire un esercito d i 21.000 fanti e 3000 cavalieri, e dopo lunghe operazioni d'assedio cd assalti, che dal luglio si trascinarono fin~ all'ottobre, ottenne che il presidio spagnuolo, agli ordini del Fourdyt1 capitolasse . B. da quell'epoca rimase in possesso dei confederat i_

v anm). Generale nord-arncri<:ano (1821-1875). P rese pa.i:te aJla guerra ciel Messico, e poi alla guerra di Secessione nelle file dei Confederati. Battè a. ,vin chester il gen. Sherma.im ; Breckinr:<ls-e o. nel 1865 fu nominato ministro della Guerra, carica che tenne per tre mesi, emigrando all'estero dopo la sconntta dei Confederati.

Breda. Città dell'Olanda, già fort ificata,. nel Brabante settentrionale, su!Ìa Merk. Ebbe fortificazioni con circuito di 4 km., 15 bastioni, e relativi rivellin i con 5 opere a corno, oltre una c ittadella. Inol tre, la città era cil'condata da paludi che si potevano, volendo, inondare. Fu cinta di mura e fossi da Enrico di Nassau 1534, e da allora fu d isputata spesso tra O landesi, Spagnuoli e Francesi. Ne! 1567 il Duca d'Alba se ne impossessò per conto della Corona <li Spagna. Però dieci ann i dopo, la stessa guarn igione spagnuola ne aprì le porte ai ·Confederati. Fu ripre,,q dagli Spagnuoli coman dati <lai D u<:a di Parma nel 1581. Maurizio d i Nassau nel 1590 riuscì a r iprenderla per mezzo di uno stra tagemma. Fattivi penetrare a mezzo di una barca da torba ci, ca 70 soldati tra.ve~ stiti, questi riuscirono ad ubriaca.1:·c sentinelle e guardie ed apersero le ![)Orte della fortezza. e della cittadella.

La resa cti Brecta nel 1625 {lfllactro cli veJaslrucz)

- I. C(m,promcsso di Breda ( 15-66). P a tto concluso a B reda tra i ribelli al re di Spagna nelle F iandre ; esprime protesta per l'introduzione de'u'Inquisizion e, e volontà d i unione di tutti gli avversari di essa. E ' la p rima favilla della r ivolta che d iede or igine alla guerra di Fiandra : i r ibelli p resero per insegna un fascio di frecce lega te insieme. Pure a Breda si te1me ,un Congresso ( 1575) frà Spagna e ribelli, ,p er tentare un accordo, che a ndò fallito .

IV. Trattat·i di Breda. Conclusi con la mediazione del.l a Svezia, il 31 luglio 1667; a) Pace fra htghilterra e Francia. Questa restituisce all'Inghil terra tutte le isole e terre occupate durante la guerra; l'Tnghilten-a restituisce alla Francia tutti i luoghi occupati dalle armi inglesi e posseduti dalla Franc ia prima de l 1665. b) Pace e a./leanza fra Inghilterra e Olanda. Si conviene che entrambe le pa:t i conserveranno signor ie, isole, città e <:olonie in qualunque modo occupate durante la guerra o prima di essa e le navi catturate, restituendo solo c iò che una par te ha preso a ll'altra dopo il 20 maggio 1667. Le parti contr aenti stipulano u na alleanza contro chiu nque turberà la loro pace. Le navi da guerra e mercantili dell'Olanda saluteranno i vascelli inglesi su i mari britannic i. Le parti contraenti non tollereram10 nei r ispettivi Stati i ribelli o i profughi dell'una o dell'altra. L'Olanda poti·à su propri vascelli importare in Inghilterr a tutte le merci p rodotte n ei paesi lungo il corso del R eno. e) Pace fra Inghilterra e Danitnarca. Si conviene di abolire il d ebito di 120 mila. r isdalleri contratto dalla Danimarca con la Compagnia inglese stabilita in Am burgo. La Dan i.mar.::a conse!"Va le sue pretese sulle isole Oreadi e ·d i H itland, che altra volta i re di Norvegia impegnarono alla Svezia. a patto di poterle r icuperare (Atto sottoscritto <hg! i ambasciatori di Svezia. e di F'rancia nel congt·csso di Breda).

II. Assed-io di Breda ( 1624-2S). Il 27 agosto 1624 il gen. Spinola, a l servizio della Spagna, iniziò l'investimento della p iazza, h quale era fortemente presidiata. Lo Spinola procedette a i regolari lavor i d i app roccio. Ma ai p rimi attacchi, la guarnigione di 5 a 6000 u. resistette valorosam~n te, anzi il Principe d i Orange, nel

V. Attacco e presa di Breda (25 febbraio 1793). Appar tiene all,t campagna. di Dumouriez, il quale decise d i prendere la città a viva forza e il 15 febbraio incominciò ad occu pare post i avanzati intorno alla fortezza, che trovò ben munita e protetta. da inondazioni nel terreno circostan te. Il 33 i Francesi aprirono il fuoco


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<:on due batterie, e il 25 gli assedia ti s i decisero alla 1'esa. VI. Investimento e f,resa ,li Breda (28 dicembre 1794) . Quando le truppe francesi comandate dal gen. Pichegrn rientrarono in O landa per occupa r la (settembre 1794), B . circondata da ogni parte da uno specch io d'acqua, e n1unita di buone forti ficazion i non era fa,cile pred1. Ma p iù tardi, nel d icembre, allorquando il gelo ne aveva gl1iacciato le acque, B. divenne accessibile, e il gen . Bonneau poté facilmente p render la con un colpo <li mano, rimanendo in possesso d i 18 pe2,zi d'ar tiglieria e ducce1Jto .prigionieri . .R. rimase al!a Franc ia ( in, ierne .crm l'Olanda) tiro a l 181.3, quando all'avlllzarsi dell'avanguirdia rus3a Qgli ordini del gen. llcnkcndor f, il <borgoma~trn della fortezza, approlilta ,1do di una sorti ta de i Frances i, ch iuse loro le pone. e conse!,'11Ò le c hiavi della cit ta a i Rus ;i.

Breda. (Società Ital-ia-na Cost ruz ioni Meccaniche). Venne fomlata nel 1346 dall'i ng. Erneslo Breda. S i dedicò clapprima alla costruzione {ii matel'ialc mobile ferroviario e a poco a poco estese ad a lt ri rami b propria attività . Allo scopp io della guena mondiale fu in grado <li contribu ire validamente alla produzione -del materia le bellico. Le officine B. constaYano al-lora d i una sel"ic di fabbrica ti coperti. m isuranti 400.000 anq ., ed un 'area -d i 2.550.000 rnq. scoperti, con macchinario ed attrczErn es to Brct1a zatura 1noderni e o rga nizzazione te•cn ica µe rfctt a. Gli opcr~d otcupa tivi a1nmonmvano a cir ca 6000 ; e gli ingegneri ccl impiegati som111a,1·ano a _c irca 700. R eparti ,principa li : Acc iaieria. Lan1i11atoio, Fonclrria 1 Costruzione d i veicoli fcrroYia ri.

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Officine elcttromeccan iche, Costruzione cli macchine agricole. costruzione di locomoti ve a vapore, Ist itu to scient ifico tecnico (-per stuclii di siderurgia e metallurgia). i\ Venezia trovavasi il .Cant iere 11avale, comprendente bacini e scali e darsena. per costruzione <li motosca:fi. Q battelli. Xci l917, quando i l ministero A111ni e .Munizion i doma ndò ai grand i industriali uno sforzo di produzione, lo società B., con febbri le e intenso lavoro, creò i Cant ieri aeronaut ici, u n v,,sto campo d i aviazione, fa.bbrichc d'armi . I Cantieri aer01rnu.t·ici consta.no d i dodici grandi campate, ciascuna con vaste sale di montaggio Junghe cirC:t. 60 me tr i, larghe 25, ed alte 9, riunite in <lue grup,pi di sci camp:ttc r, mezzo d i Ù11 corridoio largo 12 metri e lungo 320, che permette lo sposta mento degli ap-parecchi da una sala all'altr a per il montagg io. Inoltre, fabbricati destina ti a 111:1.gazzino degli clementi ultimati cd officine per la lavorctzione delle parti metalliche, tlelk, prtrti in legno e degli ii,collaggi per intelaiatura e verniciatura. I fabbrirnti in totale coprono -10.000 mq. e .,0110 s ituali all'estremo S. O . d i uno dei p iù vasti e perfetti campi <li volo, lungo 1500 1rn . e lar go ìOO, spianato con scrupolo, d i stante pochi minuti d,1 Nlilano1 e, per la sua posizione elevata, rarissimament e coperto d i nebbia ; la natura perrneabilissima del suolo permette il lancio e l'atterrament o dei veli voli anche nella stagione pirwosa. L)u rante la g-uerra furono costruiti 600 apparecchi tipo Caproni per l'esercito. D"po la guerra l'atl ività aviatoria della Società B. P<-~r ragion i facili a cornprendersi subì una certa s tasi, e si dedicò a llo stud io <li n uovi tipi. D a.I 1923 l'attività a vialoria. della societ.'t ha riµrcSQ un rit.rno- p iù celere ed è fra le miglior i forn i1rici dell'esercito. :'.'/cl 1922 fu fond.tta presso i Cantieri aeroHaut ici u na Scuolct Piloti per militari e c ivili ~ià rinomata; dal luglio 1922 alJ'a,:osto 1924, cioè in soli due anni, essa dist r ibuì ben 155 brevet ti m ilitari d i 1° grado e 100 brcvelti superiori m ilitari.

11 silurificio (IClla (li tta n,·cdo

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l.arnrazlon(• di ,1hlr1 e mo1·1t11 nella (11 11a Rreda

Breed·s-hìll (Conzbatti111cnto i/i). ..\ppartieue ali, ~ucrra <l'in<lipcndegza degli Stati Uniti; a,·venne du• rante l'assed io di Roston, il 17 giugno li76. Gl i .\mc r ican i si ernnn raffo rzali sull'altura d i JJ. <'.OStrLiendovi un ridotto quadrato, e gli Inglesi, comandali dal generale Howc a·,a117.arono pc,· ass.1ltario. nrn, accolti da fuù'20 intenso, m· ,·cstaronn scom p ig liati ~ r ib111tati. Riord inatisi, tornarono a ll'assalto, e nuornme11tc furono de• .:imati e respinti. li gen Clinton. sopraggiunto con art iglierie e rinfor~i, 1cnlù un teno assalto che riusci: gli Americ:,ni si r it ir,, ro110 abb,.'n do11ando cinque cannon i. Bregaglia. \'alle al;>ina. nel bacino superiore del L\dda, deua anche \ 'alle della M,•ra; conrlu,c. pc! ~la· loia, :tllc sorgent i dell'Inn, e per queste e il passo di Julicrs, su Coira e nella ,·alle dcll'Oberhalbstein.

Bregalnìtza. Fiume dei Balcani, affl. di s.L del \'ardar

15 lugl io J>articolarmente alla lolla fra Serbi e Bulg-.i.ri. Questi ulliolwglia w/111

tim i, alle 1 del mattino del 30 giugno. s ftrrarono un attacco gencrnlr contro le armate serbe l" e 3\ annientandone gli ,,,~mposti e impadroncndo~i delle posidoni a vvC'rsarie, ottenendo maggiore successo sulla sr ., con · tro la 3' art11at a scrb:t. La sera del 30 giu gno la controffensiva serba si cr:t già pronuncial:t efficacemente, arrestando i progressi dei Bulgari, e il I • e il 2 luglio l'iu!!Ccndo rL r~spingerli in molti punti. I .a mallina del 3. i ,Serbi ~ 1tacraJl0 ,;goros:tmcntc e proseguono il giorno dopo: sulla /l. la loro Cdvalkria i· respinta dalle fante-

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L'aerO<lromo llr<'da

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Hrl'galnitza (.30 giugno -

19 I 3). Appartiene alla seconda i:ucrra 13alranica, e


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rie bulgare, ma nei giorni succcssi\"i i Bulgari si nllrano lentamente, opponendo vivaci azioni di retroguard ia all'avanzata nemica. Il successo serbo sulla B. non fo, per la: stanchezza delle truppe e le difficoltà dei rifornimenti, cosi ampio come poteva essere. Le perdite furono gravi dalle due parti, dato l'aocanimento deìl:l lotta: 20.000 u. per i Serbi, e 30.000 per i Bulgari.

Bregante (Costantino) . Ammiraglio, nato nel 1847, m. a Sassello (Savona) nel 1914. Entrato in servizio nel

1866, fu <:ollocato in P. A. nel 1902, e promosso contranuniraglio nel 190i.

Breganze (Gio-va,mi Gi1<seppe). Generale, n. a Torino nel 1866. Sottot. d'art. nel 1887, entrò <la capitano nel corpo di S. M. dopo J.ver frequentato la Scuola ' di guerra, e partc<:ipò alla guerra italo-turcR (19 111912). Resse da tenente colo:mello b. carica di commissar io militare per le strade ferrate, e nel 1915. col grado di colonnello, fu nominalo aiutante d i campo onoraJ"io di S. M. il Re. Partecipò quindi alla guerra 1915-1918 come capo della missione itali:i.nu a Parigi (luglio 1915, agosto 1917) e come comandante della br. Pisa (settembre-novembre 1917); ~i meritò la croce di cav. dell'Ordine mii. di Savoia per la fermezza ed il valore col quale guidò le mirabili truppe della 45• divis ione f,uiteria nell'azione del Piave del giugno 1918. Nel 1920 fu nominato comandante della divis. di Alessandria e nel 1925 di quella di Caianzaro : tenne q uesto comando fino al dicembre 1926, epoca nella qua.le a11dò in aspettativa per riduzione di quadri.

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Cacciatori d elle Alpi ed entrò col grado di sottot., quivi gitldagnalo, nell'esercito regolare, passando nell'a.rt iglieria e dedicandosi alla tecnica dell'arm.a. Diresse la fabbrica d'armi di Brescia, il laboratorio pirotecnico di llok,gna, il laboratorio di Torino. Fu inviato, col grado d i colonnello, a capo d i una missione mii. a Fez, a im piantarvi una fabbrica di armi ( 1892) e vi rimase per cinque anni compiendo con onore la missione; morì appena ritornato in patria. Brcgoli Luigi. Generale, figlio del precedente, n. a Genova nel 1871. Usci ten. d'art. dall'Accademia di Torino nel 1888; partccir,ò alla campagna cli L ibia e alla guerra 1915-18; nel 1917 era co lonnello al comando del 17° a..rt. da camp. e guadagnava sul nregoli Luigi Piave una mcd. di bron20 a l valo:c. Nel 1927 veniva promosso gen. di brig-al,t e destinato all:i divis. mii. di Gorizia come ispettore di mobilitazione.

B reg uet (tipo 19). Appartcchio da ricogn1z1onc in dota>.ione all'aeronautica.. militare francese, sesquiplano, biposto, ad elica trattiva motore Bugatti o R enault 450 HP. ; ha wia velocità massima di km. 226 e una auto-

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Bregenz (ant. Brigantia). Città di frontiera. del1' Austria; presso il lago di Costanza. Vi esisteva uu castello medioevale: poco lontano sta la a. Chiusa. di B.» passo alpino fortificato. L'11 agosto 1796 il gen. Ferino comandante dell'ala destra delì'annata francese del Reno e Mosella s'impadronì di B . attaccandola all'improvviso. Essa aveva un buon presidio militare con trenta .pezzi d'artiglieria, e mortai, nonchè magazzini ben provvisti di viveri. M.1 tale fu l'impressione avuta dalla sorpresa dell'attacco, che la guarn igione s'arrese senza resistere. I.,' 11 maggio 1800 l'esercito francese xaupò nuova.mente B ., impadronendosi di diciasset• te scialuppe - cannoniere della flottiglia austriaca, ohe l'inglese Williams avc"a armato nel lago di Costanza.

Bregoli (Gregorio). Generale, n . a Finale Emilia, m. a Milano (18331897). Entrò volontario nei Pionieri Estensi (1850). )l°cJ 1859 s i arruolò nei

Dr-egoll Gregorio

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Apparc<'chlo Dreguet 12 A 2 nomia.. di volo di ore 3,15. Dello velivolo e 111 sostituzione del Bréguet tipo 13 che ha caratteristiche inferiori.

Bre idel (Giovamn). Tribuno delle Fiandre, promotore delle insurrezioni popolari avvenute a Brugcs nel secolo XIV. A capo della rivolta, nel 1302, combattè eroicamente a Courtrai. Bre isach (\lecchia). Città già fortificata del GranducatQ di Badcn, su lla dr. del Reno. Fu colonia rnmana (1"vlo11s Bris-irac11s), fortificata. una prima volta da Valentiniano I (369) contro i Germa..,i. Nel 939, fu pres., da Ottone I, che ne aumen tò le fortificazioni; ma solo Emico VI nel 1190 completò le opere di difesa rc.nden doh l'Cra pia-1,~1. forte. Il castello nell'isolotto del Reno presso la città vi fu eret lo da Bertoldo V. L e sue for• tificaiioni ve1111cro distrutte dopo la pace di Ryswick, in fme del sec. XVII, e restaurate in parte nel 1703-70~ I. Assedio e presa di Breisach ( I 638). Appartiene. alla ~uerra dei Trent'anni. Dopo che il duca Bernardo di Sassonia-Weimar riportò la ,·ittoria di Rheinfeld, si ri\"Olsc contro B. con un esercito d i 15.000 Svedesi è 5 regg. francesi, e vi pose l'assedio nell'aprile 1638: b


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fortezza era. difesa da debole g11arnigiono1'iimperiale. Un esercito, pure imperiale, agli ordini dei gei . Goetzen e duca Savelli, tentò d i soccorrere la piaZ?~1, e ne derivò la batt. di W#te11-weir, in cui fu battuto. Altro esercito imperiale, r-,gh ordini del duca di Lorena, tentò nuovamente nell'ottobre di soccorrere la piazza, ma fu ,;confitto a T,w.nes, il 15 o ttobre; il 20 falliva un nuovo attacco degli inweriali condotti ancora dal Goetzen, sul!e 0 linee dcgI;° assedian ti. L'assedio contin uò con energia, e, malgrado le .privazioni, la piazza, d ifesa dal barone d i Reinach, resistette fino a I 17 dicembre, giorno nel qua le la mancanza di viveri l'indusse a capitolare: la guarnigione era r idotta a 400 u. validi e uscì con g!i onori di guerra, ahbandonando 135 cannoni. II. Assedio di Breùach (1703) ...\pparticne alla guerra di Successione d i Spagna. In B. v'era un presidio di 3458 u., 41 cannon i, 39 spingarde, molte mu n izioni, ma poche artiglierie. Corna.ndava il conte Arco. Verso il 15 agosto si presentò all'attacco il duca di Borgogna con 50 bgl., 59 sqdr. (circa 24.000 u.) 120 cannoni, 32 mortai. Occupati gli shocchi 9u i pomi, costruì una linea di controvallazione, e col grosso si pose sulla riva dr., a monte d i B. La sera del 22 agosto, il Vauban aprì gli approcci ~ulla fronte meridionale, ed il 25 si iniziò il tiro delle ar tiglierie con 10 cannoni e 6 mortai. Nella sera del 26 si fece un p rimo assalto. Vauban costn 1ì intan to altre bal-lerie, e il 28 erano in posizione 38 cannoni e 26 mortai. Il S settembre, dopo un intenso fuoco d i 80 pezzi d 'artiglieria, si era aperta una breccia larghissima sui bastioni di modo che il conte Arco il 6 si decise a capitolare. III. T e11iati:-Jo contro Breisach ,(I i 04). , Fu operato <Ìal Principe Eugenio d i Savoia, con 4000 u., e per

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mezzo di uno stratagemma. Si fecero avanzare 50 carri d i fieno condotti da 200 u. scelti tra,vestiti da conducenti e con tadini. Ji ponte lovatoio era abbassato e un carro l'occupò, mentre i condt;ce.nti assalivano la guardia alJa porta. lv1a il passaggio' stretto permi'se a11a guard ia di ostacolare l'entrata, e l'allarme fece accorrere rinforzi: le truppe destinate alla sorpresa riuscirono :i. prendere un rivellino, 111,1 la sorpresa fallì con la perdita di 200 uomini. Dopo la pace di Bade11 (8 scttei-nbre 1714) B ., fu restituita a ll'imperatore d'Austria, ma fu nuovamente oggetto di contese durante la guerra cli Successione d'Austria fra il 1741-42. Xel 1744 subì w1a d isb·uzione da parte dei Francesi, e nel 1i93 fu nuovamente bombacdata dall'armata repubblicana sul Reno.

Breisach (Nuova) . Città, sulla sr. del Reno, sorta intorno a una fortezza costruita dal Vauban nel 1699 di fronte alla Vecchia B., in forma di ottagono regolare con 8 baluardi e a ltrettante cortine, e con 8 opere staccate dal corpo principale.

Breitenfeld. Vil la_ggio della Germania, nella Sassonia, p resso Lipsia. I . Battaglia di Breitenfeld (7 settembre 1631). E' detti\ a nche battaglia d i Lipsia, cd appartiene alla guerra ~ci Trent'anni, e precisamente al periodo svedese. Dopo l'invasione della Sassonia per parte del Tilly, i Sassoni chiedono l'aiuto d i Gustavo Adolfo, .schierandosi decisa.mente al suo fianco; e<l egli, riordina te le sue for~ a Brandeburg, passa l'Elba a W ittemberg, si unisce coi Sassoni a D iiben e marcia d irettamente su Lipsia. Il Tilly vom::bbe evita.re la battaglia in attesa di ,tltri soccorsi, ma per insistenza di un suo luogotenente, il Pop-

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c::::J Alleati

-Imperiali

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penhcim, si <lecide infine a d ac~ettarla. Circa 37 .000 Sve<lc5i e Sassoni. di cui circa 13.000 cavalieri (22.000 Sveàesi e 15.000 Sassoni) con 100 pezzi d'artiglieria, compresa quelia leggerissima dei reggimenti svedesi ( i famosi << cannoni d i cuoio >l), s i trovarono contro 32.000 imperia li e collegati. d i cui 11.000 cavalieri, con 36 pezzi di artiglieria, Tilly schiera il suo esercito a nord di Lipsia a cavallo della strada che va a Duben, in una sola linea, su l pendio settentrionale di una leggera al~ura: la fan.teria suddivi.<;a in 16 bgl. quadrati, di 1800 uom ini cia•SCuno, formant i quattro g ruppi, intervallati da sqdr. di .cavalieri-a. · Sette sq<lr. di cavalleria sono all'ala destra e .sei all'ala sin istra. Tuita l'artiglieria è postata sull'aliura: 36 cannoni, ripartiti in due batterie, un a di 13 e l'altra di 23 pezzi. Il Poppenheim, mandato in primo tempo con parte della cavalleria ,per <contrastare a l nemico lo sbocco di Podelwitz, dapo breve combattimento s i ritira e viene a schierarsi all'ala sinistrn della linea. L'esercito degli allc1ti è così disposto. a destra ( l ' schiera: 4 br. di fanteria a l centro, 6 cornette di tavalleria e compagnie moschettier i d i 180 a 300 u. l'una a ciascuna ala; 30 pezzi di artiglieria a.vanti alla fanteria ~ ò;ic pezzi su ciascu na ala oltre i cannon i dei reggi• ment i; 2 cornette e 3 cp. d i moschettieri d i r iserva. 2• cschicra: 3 br. d i fan-teria al centro, 7 cornette alle .ali, 6 pezzi d i a rtiglieria sulla fron te, 2 cornette in riserva). 'A sin istra i Sassoni. su tre linee di grossi bgl. è ,grossi sqdr. disposti a scacchiera. Un cérro intervallo separa gli Svedesi daCSassoni, La destra dei collegati si appoggia a l villaggio di Kle.i.n Podelwitz ; h slriistra a quello d i Gopschelwitz; il .fronte di battaglia ·è •parallelo a quello ncniico, ma di ampiezza infeHore. Tmportàutè il fatto èhe Gustavo Adolfo aveva ¼lrescritto che la fanteria non dovesse tirare se non (< ·quando ii nemico fosse stato così 'Vicino da scorgere ii ··blanco <leglì occhi ». Allè ore 12 il tè dà il segnale

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dell'attacco. L 'artiglieria imperiale entra subito in azione con tiro continuato e violento, ( quello che oggi s i chiamerebbe d i contropreparazione), Gustavo Adolfo ordina alla propria arl.igl ieria di controbattere quella nem ica, ma dopo due ore è costretto a r itirare la sua ala s inistra (svedese) perché danneggiata fortemente dai tiri nemici. I'oppenheim d i sua iniziativa coglie quel momento per caricare colla cavalleria dell'ala sinistra, ma il Sl!O a1tacco th a poco buon risultato in quanto Gustavo Adolfo para rapidamente alla grave minaccia, ordinan do alla cavalleria d i 2• linea, che era sostenuta, secondo la tattica dei tempo, da ,plotoni di moschettieri, di eseguire una {:Onversione a destra e formare un nuovo fronte a<I angolo ,·etto con la 1• li nea, L'attacco del Poppcnheim è così dec isamente arrestalo con gravissimq per.di te, grazie agli effetti del ti ro dei moschettieri e dei 1< cannoni di cuoio JJ . Il Tilly intanto controattacca su lutto il fronte con la fanteria, e sul fianco s inistro del nemico con la cavalleria. Al ,centro l'attacco viene arrestato dal fuoco delle artiglierie svedesi collocate sulla fronte; la cavalleria invece, preceduta da drappelli di moschettieri, assalta con impeto il fianco sinistro deil'esercito sassone, c~1e si ritira die tro Gopschelwilz. La ~avalleria imperiale, con scarso intuito tattico, insegue i Sassoni, anzichè completare l'avviluppamento del fianco sinistro degli Svedesi, r imasto in a ria dopo il ritiro dei Sassoni. Attributo di buon capitano è il çonoscerc e il sapere pwvcdcre la ef&ienza e la capacità operativa delle prop rie ,u nità . Gustavo Adolfo aveva previsto la esigua res iste nza dei Sassoni: egli ordinò difa.tti a tutta la seconda Jinea dello sch ieramento di effettua:·a; u n cambiamen to di fronte, in g u.isa da fare all'ala sinistra 'lii\ angolo retto con la prima linea, che ancora saldamente resisteva nonostante i 1·eiterati attacchi delle fanterie imperiali. Il Tilly ord in;i, l'attacco decisivo su quattro colonne profonde, ma il fuoco micidiale degli Svedesi


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ha <buon gioco sulle pesant i masse delle fanterie impe--riali e arresta defin itivamente l'altacco. Gustavo Adolfo g iudica esser giunto il momen to decisivo per pronunciare l'attacco risolutivo : pertanto ordina alla pr ima linea d i avanzare frontalmente, ed alla cavalleria di cari. care il ,f ianco s inistro : egli stesso si mette a lla testa ·•d ella cavalleria. L'attacco comi.,ir.ato di fronte e di :fianco h a pieno &uccesso: la cavalleria arriva fino sull'artiglieria imper iale : impadronitisi elci pezzi, g li Svedesi li vol~ono contro le stesse fanterie del Ti lly, e, sotto un violento f uoco incrociato delle a1iiglierie, l'esercito imper iale s i· sfascia. T i lly, ferito, scampa p er 1-Ialle ad Halberstad t ·con soli 2000 u omini; metà de i suoi rimangono sul can1po morti o fer iti o p rigionier i ; ,gli a ltr i si sbandano . G li Svedesi perd ono un m igl iaio d i uom ini e i Sas.soni circa 2000, La 'battaglia è decisiva e la strada di Vieuna è aperta a Gustavo Adolfo.

ILBattaglùi di Breitmfeld (2 nov . 1642). FJ pane ctcJ .. Ja ,guer ra <lei Trent'ann i e fu delta anche 0a1 t. d i L ipsi2. Di ritorno dalla -Slesia e Boemia, l'esercito svedese agli ordini di Torstenson , il 27 ottobre 1642 venne a porsi nei ,pressi di Lrpsia pe, investirla . L'esercito imperiale, at comando del granduca Lcopoklo Guglielmo e di Pic·Colomini1 era g iunto presso Drcsda e venne in soccor~o -de lla p iazza. Le :;ue forze erano d i 23.000 fanti e 16.000 cavalli. G li S,·ede,i contavano 10.Q<JO fanti e 10.000 cavalieri. Il T ors tenson iniziò le oper azioni d 'at tacco della p iazza il 2 novembre, e il granduca ere-dette cli poter piombare sul fianco degli Svedesi; perciò accelerò la marcia, ed iniziò l'attacco con intenso fuoco sull'aleli destra svedese ( 10 regg. sotto i l maggior geu . Witten• berg), e con 26 sqd r. dell'ala sinistrn , agli ordini de l _gcn. ·c onte 13uchheim, tentò avvilup7~are il nemico. M"intanto g li Svedesi apersero un fuoco violento contro il centro degli im perial i, e co'ntemporaneamente sferra-rono un attacco della propria cavalleria agli ordi1ii dd col. M ikolaj o e del gen. bar . Soyc, r iuscendo a sfon d are il cen tro imper iale ed a colpi re a t.cr g() l'ala de·stra. L'ala sinistra svedese assaltò anch'essa le schiere imperiali e si venne ad una fiera m ischia cl1e por tò gli Svedesi ad impadron irsi delle a.rtiglierie imperiali, ed a con1pletare la vittoria c~m una carica generale di cavalleria, riu~cendo perfino a Q)rcndcre possesso de i quartieri nemi.:i. Alle d ieci ciel mattino la batta glia era term inata. G li imperiali per dettero 5000 u. tutta l'a.rtiglieria., SO carr i di munizioni e bagagli, 69 s tenda rdi, 121 bandiere. Gli Svedesi ebbero 4000 u . fra morti e fer iti, ma poterono prendei-e L ipsia.

Breithau pt ( (;11.gliel1>10) . Ufficiale d'ar tiglie ria. tedesco ( 1809- 1889). Servì dapprima n ell'ar t. dello S taro d i I-lesse, e nel 1859 passò nell'eser cito a;ist riaco. Ideò una spole tta adopcr a,bilc a percussione e a tempo, che fu a<lot-tata negli eserciti austriaco e s viZ?.ero. Lasciò Ltn'opera s ulle spolette e u na su lle gra.na te a scoppio. Brema. Città della Germania, n ell'estua rio ciel Wescr, con porto. Nel 1547 fu asse-cffa ta dagli I mperiali, ma l'assedio venne abbandona to quasi subito. :\'cl 1731 venne r iconosciu ta città libera . F u occup·ata nel 1806 dai F.-ancesi e incorporata a lla Francia nel 18 10 . N cl 1813 f u r ip resa dagli alleati, e i successivi trnttati r ip ri,stinarono la sua libertà. Fece parte d ella Confederazione Germanica: ebbe allara un proprio ba ttaglione di fucilieri di 700 u ., men tre artiglier ia e cavaller ia le ven i·vano forn iti da l granducato cl'Oldenburgo.

435 Brembana (vfllle). E' costituita d al bacino del Brembo ne lle prealpi bergamasche, fra la p ianura ,[i Be rgamo e il passo d i S. Ma.r eo (1985 m.) che la mette in comunicazione con la Valtellina a Morbegno. Non ha per se stessa un a grande importanza milita.re strategica. Però, posta in sistema con la Valtellina, relativamente facile li nea d'operazione, contro il Po, acquista. un d iscreto valore . D ifat ti un cor,po che fosse r iuscito a ·p enetrare nel ,bacino del!' A.dda attraverso ai mol•ti ad iti che si incontrano nelle Alpi Retiche, qualora venisse ostacola to ne lla sua discesa a l piano presso la s tretta d i Bellano, r iuscirebbe assai bene a girarla, p u ntando dircttwmcute per il passo di S. )farco verso la Val Brembana. Breme. Comune in prov. . di Pavia sulla sr. del Po presso il confluen te de.Ila Scsia. Fu bor go popolato cd inrnor tante lino d a l 906 a llorc.hè Adalberto marchese d'ivrea vi eresse fortificazioni. Galeazz; Visconti fece investire /3. dal suo ca;pita no .generale Luchino dal Verme cbe vi pose campo e doppia c irconvallazione ( 1360) e chiusa ogni via di st>ecorso, per giorni e notti con sei m,tcchine da guerra bersagl iò tanto i l paese da -cost ri ngerlo a scendere a. patti. J Visconti vi eressero nuove fortificazion i a d ifesa della sponda Lombarda de l P o, e R . fu nei secoli X V, XVI e XVII continuamen te obiettivo di operazioni guerreso.he. I Francesi e il duca <li Savoia nel 1635 la trasformarono in for tezza pentagonale su d iscgno dell'architetto Baglera; la rocca. era mun ita di rialti, con steccato. Datone il comando al ::\fongaillarcl, questi vi tenne per ragioni economich~ così scarso presidio, cbe non potè resistere a lle truppe spagnuole a l comando del conte Ferrau te Bolognino il quale, avanzatosi con un reggimento di fanteria, entrò a viva for7À'l nel borgo 1'11 marzo 1638, mentre altre trnpµe i~pa.nc- tedesche comandate da don Antonio Sotello e da G ildas, fulminando da ogni parte con le artiglierie la fortezza ne proteggevano l'assalto. T.:ntarono il Monga.illard cd il Crcqui un cont rattacco con cavalleria e tru·ppe scelte, ma il Crequi vi la.sciò la vik1, e l'esercito francese venne disperso ; il 26 marzo gl i Spagnuoli im pose ro la resa della rocca, che fu concessa con gli onori mili tar i. Tale facile conquista d 'una p iazza ritenu ta imprendibile provocò un p rocesso a carico del Ìl·f ongaillar d che ven ne condannato a morte. B. fu nuovamente r imessa in piena efficienza di d;fesa, ma pochi a1.ni dopo ia Spagna, ,considerato il costo enorme di manu~enzione, r isolv~tte cli atterrare le fortificazioni e da. ,quell'epoca la piazza perdette ogni irnporta11za militare. Bremen ( Gualtiero). Tenen te colonnello prussiano e scrittore militare, n . nel 1852 . Fu per lungo tempo insegnante nell'Accademia d i guerra. F r a i suoi lavor i emergono : <t L a infausta giorna ta. d a.vanti a L ipsia, 1813 J>; « La giornata cl i Ratisbona, 1809 >l; cc Federico il Grande conJe educatore d ell'esercito prussiano >J ; « Gli eserciti coloniali delle principa li potenze eur opee>>. Bremerton. Porto mi litare del Nordamerica nello Stato d i Wa:;hi ngton . Domina il braccio di mare · che s i estende fino a Charleston, nonchè il passaggio d i Rich. H a una profondità di pe$ca.ggio dagli 11 ai 13 metri ; ca ntieri e-d officine da r iparazioni. L 'importa nza. stratcgi<:a -cli questo porto dipende non soltanto da lla su:i. .posizione geografica, ma anche dalla sicurezza di ricovero offerta a lle na vi.


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Bremervorde. Città della Prussia nel distr. di Stade. Durante la guerra dei Trent'anni fu teatro di lotta fra Danesi e Svedesi. Circondata da un corpo danese agli ordini di Morgan , (S ottobre 1627) venne investita, mentre era difesa da guan1igione sved ese agli ordini del conte Ortcnber g. Un tentativo di ristabilire le comunicazioni per vie a cquee non riusci, e il 20 novembre ·1627 la città fu abbandonata ai Danesi. Nel 1645 B. fu nuovamente presa dagli Svedesi e incendiata.

bacini dell'Adda, Adige e Brenta, sulla pia1iura Lombardo-Veneta. Ha. avuto- per 'J)fÌmo la più comoda strada rotabik (l 772); vi fu costruita dalla Siidbabn la linea fcrro10iaria (1863-67) cl1c cong_iungc Verona a :Monaco, passando attraverso a 21 gallerie, e 60 ponti, con pendenza massima ciel 44 °/oo. Il valico si attravcB1 senza gal!c-ì

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Brenci (Aless,,ndro). :Medaglia d'oro, n . nel 189-1 ad Acqua.pendente (Roma). Allievo uif. di complemento nel 1914, sottot. nel 1915, iniziò la guerra col 94° reggimento fanteria (brigala :lvkssina), nel quale divenne successivamente tenente e capitano, sempre segnalandosi per valore cd ardimento, tan to da meritare una medaglia <l'ar gento al valore sulle a lture di Monfalcone nel 1915, e due di ·()ron?.O, a Santa L ucia, nello stesso anno 1915, ed a Zagora nel 1916, oltre ad un encomio soknne sulla Vertoiba, nel 1917. I l 2 luglio del '17, durante un .furioso attacco nemico, benchè ferito ad un?. gamba molto gravemente, rimaneva impavido sul campo a <lirigcre il combatti1mento, fino a quando non vide il nemico volto in fuga. Per tale suo eroico contegno ebbe la me<l, d'oro al valor militare. Dopo la gu~rrn e'. la m eò i n ingeg11eria e fu eletto deputato a l Parlamento per la XXVII legislatura. La motivazione dice : « Comandamte <li una linea di occupazione molto esposta alle irruzioni nemiche, in occa3ionc di un furioso attacco notturnD di sorpresa, con m i,·ab ile prontezza ed energia, interveniva ne.l punto più' 1ninacciato, ria-

nimando con la sua presenza i p ropri nomù1i a;. quanto scossi e riordinandoli. Caduto io-ito gravemente ad una gamba ed impossibilitato a muoversi, cont inuava ad incitare con voce alti,sima, infondendo in tutti la propria decisa \'olontà di resistere, e riusciva a respingere ]',a.vversario, costringendolo a ritiral"si, dopo di che consentiva a farsi trasportare al posto di medkazione_ Costante e fulgido esempio delle più bP.!le virtù mi litari e animato da _a ltissimo sentimento del do-

II Passo ciel Brennero ria . Data la rnmodità di access.:, il B . fu la 11aturale linea:. delle invasioni barbariche, a cominciare da quella dei Cimbri e Teutoni (102 a. C.) cd a contin uare con quelled i Ottone, Barbarossa e successivi imp~ratori tedeschi, fino ali' era moderna. Ne! 1703 fu occupato dall'avanguardia del principe-

vere, sopportava senza un pensiero <li ramnJa.rico l\l!·n••

p utazionc· <lei piede, ed al comandante d~l reggimento che lo vis itava subito dopo tale operazione .:hiedeva so~tanto notizie dei suoi solclat i feriti e gli sc-gnalava color o che 3naggiormen!e si erano distinti a l suo fianco 11 (Sella di Do!, 2 h1glio 1917).

Brennero. Colle (1370 m.) nelle Alpi Cen trali Tirolesi, che mette in comunicazione il bacino del!' Adige con quello dell'Inn, e sta sul confine naturale e politico fr.a Italia e Austria. Tale valico .f u aperto dai Romani sul tracciato della via Clau<lia-Augusta. E' · il più basso colle della cresta principale cristallina delle Alpi; la sua importanza strategica viene data non solo dalla comodità del valico in una zona alpina eminentemente impenia, _ma anche da,! fatto ohe, giunto in possei;SO d i esso, l'invasore ha la .possibilità <li gettars i per diverse su-ade, irradiantisi a ventaglio at traverso gli a lti

li cippo del nuovo confine nJ Brennero lviassimo Emanuele di Baviera e lungamente tenuto contro .gli attacchi dei Tirolesi, Dal 1796 a l 1805, fu oggetto <li .fieri com battimenti tra Francesi ed Imperiali. Nel 1809 An<lrea Hofer vi respinse attacchi d i Bavaresi e di Francesi_ Nella guerra mond ia le, il B . fu occ\'Jpato dalle truppe italiane il 10 novembre 1918. Il 13 éittobre 1921 v i fu eretto il cippo di confine, i~1 pre-


:.senza del Re e del gen. Cattaneo, il quale comandava le truppe che nel 1918 per prime raggiunsero il Brennero. Brennero. Nave cisterna per trasporto di nafta, co-

struita dalla Società. Esercizio Bacini a Riva Trigoso nel 1921: lunghezza m . 100, larghezza 16, dislocamento T. 10.600, capacità di carico T. 7.400, apparato motore HP. 2600, velocità N. 10,9, armamento guerresco I 120,

stato maggiore 10, equi paggio 270. E' la prima nave -trasporto munita d i difesa. subacquea di tipo speciale ìrlro<linamico, ideata. dal colonnello del Gen io Xavale U. P11gliese.

Brennevil le (Batta.glia d-i) . Per errore porta tale nome, chè la fattoria presso cui è avvenuta la battaglia è detta Bremule (nella piancra di Vervins, d ip. dell'Eure, in Francia). Appartiene a lle guerre tra Inghilterra e Francia e f u combattuta il 20 agosto 1 l l9. L'eserci to fra.rKese, il quale era. comandato dal re I..uigi il Grosso, era giunto 1iresso B. e stava p a.ssa.n<lo all'ordine di schiera.men to, qua.n<lo si trovò assalito· dall'esercito inglese al co,11an<lo di Enrico I d'Inghil tena. Il mon1en to fu critico~ 1na venne con sufficiente energia superato, e la fanteria inglese, respinta, si rovesciò sulla cavalleria. Tale primo successo o ffuscò i vincitori che s i diedero a l saccheggio. Enrico I ne approfittò per piombare su i francesi, che, colli di sorpresa, non poterono p iù r iunirsi e iar fronte, e in breve tempo fu-

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mini riuscì a scampare all'eccidio e, passato nell'Asia minore, vi fondò la colonia di Galazia .

Bre no. Comune in Val Camonica, circ. di Brescia. Fu c;entro del governo feudale della valle, ed ebbe in quell'epoca un castello grande e considerato inespugnabile, costruito sulla sinistra dcll'Oglio, probabilmente nella seconda metà del secolo IX, con aggiunte poste: riori. Xc restano due alte torri colossali, murature merlate p ittoresche, volte di sotterranei che danno l' idea della costruzione m ilitare imponente d ell'epoca. Tale castello fu più volte soggetto ad assalti nell'epoca delk lotte comuna li, e fu spesso presidiato cd occupato dalle truppe imperiali, quando gli imperatori di Germà.nia ,,cendevano daJ!a valle Camonica in ltalia, o la risalivano non sempre soddisfatti d elle imprese compiute. Ebbe perciò specia li privilegi dagli stcs-si imp~t·atori. Sostenne violenti assalti particolarmente ai tempi del Carmagnola. e del Piccinina. Venne più tard i smantellato. Durant"' la guerra del 1859 (13 luglio) B. fu occupa to d ai l:acciatori delle Alpi onde ostacolare l'anvan zata <legli Austria ci scaglionati sulle a lture d el monte T onale. Pochi giorni dopo furono però r ichiamati da Garibaldi, essendo stato firmato il trattato di Villafranca . Brenosa. Xornc dato nella marina itai iana, in linguaggio di bassa lega., a.Ha pagnotta n1ilita rc. Brenta. Fiume del Veneto (lat. 1vledoac11-s rnaior), che sgorga fra le prealpi trentine dai due !aghetti di Cal<lonazzo e Levico e scorre •per ·u na treutiaa di km. nella valle Sugana. Tra Tezze e Primola.no la valle' si restringe e prende il nome d i Gana.le d-i Hrenta; il fiume dopo aver r icevuto gÌi affluenti Cismou cd Oliero, sbo~-

rono sgom inati) e poco 1ma11cò non f osse preso prigio11iero lo stesso re Luigi, il quale riuscì a salvarsi con la fuga.

B re nno. Capo <lei Gall i nel I V secolo a C. Condusse un esercito contro Chius i e Roma, e sconfisse sull"Allia ,:39(1) i R omani, penetrando nella c itt~. La stor ia s'in·trecci,1 q u i con la leggenda, 11a rr andc, l'epis0<J io dei se11atori immobili nelle sed ie curuli, l'episodio delle oche ---elci Camp idoglio, l'episodi:i della spada gettata sulla bilancia, e la frase famosa: Va.e v-ict-is ! (Guai a i viati !). B . fu vin to da ·Camillo n el 389 e rnccia to, con grande . strage d e' suoi, da lla c ittà . Brenno. Capo de i Galli nel III sec. a . C. Nel 2i9 su. però i Carpazi, iHvase la D a rdania, devastò la Macedonia e la Tessaglia, passò per le Termopo li, e poslo~i in marcia pe r D elfo tendeva a. car pirne le straordinarie r icchezze. P are che uscendo da ila Pannçmia contasse 150.000 fanti e 15.000 ca va lli. U na bu fera spaventosa li sor prese a 1breve d istanza da. Delfo, e i Greci, p iom;hati d'improvviso su loro, li d istrussero completamente . .B. si <.! iedc la morte col veleno. Un corpo di 20.000 u o-

Val Brenta 1·i sia da una telererlca

ca in p ia.nura presso Bassano. A Limena se ne distacca il ca.uale delle B,·cntelle, che va a congiungers i col Bacchigli-OÌ1e presso Padova. A N . d i questa città il corso p rincipale del B., trasformalo in cana le navigabile con a lte arginature, \'a a sfocia re nella laguna d i \'enezia dopo un totale per,corso di circa 160 km. Sia come ostacolo llu viale, sia come corso d'acqua, guadab ile in parecchi punti anche quando sbocca in


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p iano, non può r itenersi iine1 di vero valore militare; però molte volte fo scelto çome linea coprente, e lungo le sue sp()ll<le s i sono svo!te i mpor tanti operazioni tal·· ticlie. Lungo la vallata si SYOlge una comoda artcr; a, la quale, per la depressione di P e1iine e Vigolo, da . Trento .porta d irettamente nella pia nura fra Vicenza e Treviso.

nato a .Strigno 1852. O ltre le molte pubblicazi,:mi storiche - fra le qua.ii ottima. la « Storia di Bass,no >> , ricca .di notizie ,guerre:;cbe - h a pubblicato: ccl tren-tini dei l'dille a l\'1a1-sala », e « I l 2" battagli,me bersaglier i volontari n el 1866 >>. Fu ,mo dei soneni tori di u11;i uniforme meno vis ibile per l'esercito, che tlivenne poi l'adotta ta unifoI'me gr igio-verde .

Battaglia dd Brent a (24 settembre 899). •\ppartic:1c all' invasione degli Ungheresi all'epoca - di re B erengario. ~ell'agosrc, essi in,•a$cro il Friuli, la Venezia, la Lon1budia. raccoglicn{lo un im menso bottino. llexcngar io r iuscì a radumtt·e 15.000 u . sull'Adda, e gli Uaghercsi si

Brentelle (Batlagl-ia alle B ., località del Pa<lovano) Appar tienc a lla lot ta tra Francesco da Carrara, signo r~ <li Padova , e Antonio della Scala, signore d i V~rona, appoggiato dai Veneziani. Questi affidò le sue trup;:,•· a Cortesia da Sarego, il quale invase i l territo rio pa,fo • ,·a no, e il 23 g i,Ìgno 1386 accam pò alle Brentd le. Quivi accorse ad as,;aiirlo (25 giugno) il capitano è ei Cnrrnresi, G iovanni d' Azzo degli Ubaldini. Il grosso dei> Padovani, composto d i contadini armat i, non resse 11 •pr imo urto, e Cor tesia scompose le r,ue file per ins,guire i fuggiaschi, credendosi orma i vittorioso; ma ai•lora ,Giova.1111i d'Azzo, 'con truppe scelte, a ffrvn '.Ò leschiere n emiche e le sconfisse comp letamente, facend·i a lcune mi-glia ia d i p ri gionieri, fra i quali lo st~sso Cortesia : gli uccisi J1cl campo dei Veronesi am montarono a piì1 di 800.

1nisero in riti ratn . A rrivati a l B re!1ta1 vi _ furono l·ag-

giunti dal r e . co.strett i a dar battaglia, gli offersero ùi 1est itu ire la preda purché fossero lasciati libe ri di tornare in J.Jatr ia; a\'endo Berengario rifiutato, assa lirono con furia il suo campo e lo c:,p,Jgnar ono facendo strage degli I taliani . QuC'Sta vittoria permise loro di 1innova rc e amplial'e le !òr<: scorrerie, dall'Emilia al Piemonte, fino a l gi•Jgno dell'anno seguen te, c11oca in c.ui ripassar0no l'lsonzo. Cam,otiù>ri del Brenta. Compagnia <li 180 Yolon tari p adovani e veneziani, formatasi 1I 31 luglio 1848 al comando del ca.p Fnncesco B runct!.i e del ten . Raffaele Gaiani. Fu addetta al servizio delle ·,utigli~tie del J' circondario e par tecipò alla d ifesa di Venezia. .Cacciatoti del Bre11ta-Bacchiç!;one. Cor po volJntario di 2 bgl. su 6 cp., organia a to nel novembre 1348, cb~ prese parte alla d ifcs:i di Venezia, a l comando <le] colonnello Giuseppe Zanellato e dei maggiori Napoleolll· Stacchi e Alber to Cavalletto; fece par te alla 3" Legio,w Veneta; vem:e disciolta dopo la resa della città. Battaglione Alpino Val Bre,ita . .0bbe or igine n el 1882 da I 4° ,bgl. a lpini ; nel 1385 prese il nome di l,gl. Val ,i:Aosta (V.) ; nel 1)15, all'i ni.,io della guerra ita lo-au&ir iaca, i l •bgl. Val Brenta venne ricostitu ito p ,e~so il c:ep._ del 6" alp. ,:.,Ile cp. 262'. 263', 274". Dopo la guerr a venne sciolto. O però sull'altipiano d i ,\siago e in Va l Sugana lino a l novembr~ 1914, allorchè partcc i,pò alla difesa del G rappa al Col della Bcrclla ; ,,e! 1918 operò nella zona del Tonale ove r imas~ fino alla fine della guerra. Ottenne la med. <l'argento, perch~ « con indomita tena,cir, e rn ira,bilc va lore resistclle su i m. Cauriol a .u;, terrifican te bombardamento » (2- 3 scttembce 1916). · )

Brentford. Città de lla contea d i :Mid dlcsex,, sul Tam igi, nc ll'Tnghi lterra. Ne l 1016 vi furono bat tuti i ù a -· · nesi per opera di Edmondo J ronsidc ; il 12 novembre 1642 i Presbi teria n i, comandati d a,ll'Essex, p er opera di C'Mlo 1: gli sconfitti per dettero 500 u . e 15 cannoni. Brescel lo (ant . Br-ixellitm). Comune in prov. d i; R eggio Em ilia, su lla dr. del Po. Fu colonia romana .. Andò ruina to durante l' invasione dei Longob:cHli, ma venne ricostru ito. I. A ssedio di Bresr,e/lo (585). Appar tiene alle lotte· fra Longo bar di e Eizan l ini. Drottone, cap itan o longobardo, aveva nel 584 occupalo B., e lo teneva per suo conto, a-ppoggiato -da Franch i e Bizantini. Autari, r:!

longobardo, dcùse di puniJ'lo, e pose l'a.9,ed io a B., che venne lungamente d ifeso. G iunta la resistenza all'e~trerno, Drottone riuscì a sfuggire alla cattura e si r itirò a R avenna : le mura della p resa Brescello venner o demolite da Autari. Nel 603 B . fo preso dai B izaJ1tini, che lo ;·asero aJ su olo. Verso la metà de l X secolo fu <li nuovo· ric<lifiCà:lo ~ ·munito cl i mu1ia , Nel 1247 venne preso e rnv inato <lo l re Enzo; due anni dopo i Parmensi lo r iBrenta. Nave d i uso locale (cisterna d i T. 80) in acstoravano e ne rafforzavano le d ifese. :\1 el 1J51 fu pr esv cia io, costruita n el e~nticre Callro di Ancona, entn ta da Uberto Pallavic ino; nel 1353 dagli Scaligeri ; nel 1355 dai Viscontei ; nel 1358 ancora d ai Parmensi. II. Comba.ttime11to di Brescello (21 maggio 1427). ApJ.Jartiene alla lolla fra i \ligconti e Venezia. Dopo la presa di Casaln1aggiore~ i Viscontei n1osscro contro BrcscelJo, n1a, giunti sotto le sue nlura, furono assalit i. dalla guarnigione, e da u-uppe deila R epubblica, sbarcate da lle navi c he e rano allora sul Po. llattuti comp letamente, dovevano darsi alla fuga abbandonando ar mi e bagagli e pe r-dea do 1200 uomini. Nel 1446 B. fu presa <lai Corrcggcschi; nel 1512 da lle arm i pontifu:ie; n el 155 1 dagli Impe riali; nei 1552 da i; serv izio n~I · 189 3~ clesti1;;-;;~i;~e~• izio- !~al~-;; ve-:-' Ercole II, duca d i F er rara e Moden,\, il quale vi fanezia, naufragata nel 1921 : lunghezza m. 24,SO, larceva costTui.t-e una fortezza . ghezza m . 5,21, d islocamento T . 175, HP. 111, equiIII. Assedio di Brescello (li02- li03). Appartiene a l-• paggio 10. le lotte del principe Eugenio contro i Francesi. Ri nald o Brentari (Ottone). Letterato e geogra fo trentino, d'Este, d uca di Jvfoden a, aveva munito ·B., con i0 can-


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noni e sufficiente presidio. :'.Ifa Eugenio intimò a l duca d i cedergli la fortezza, e conce11trò nelle sue vicinanze 12.000 u., ottenern:lo il suo in tento senza colpo fer ire ( 4 gennaio). In fine d i agosto, i l duca di Vendòme, con un esercito ga!Jo-ispano, strinse d'assedio la fortezza, la quale resistelte fii.o J.l luglio del 1703, e poi fu costretta a lla _resa a discrezione : i Francesi vi p resero molte artiglierie e munizioni. Le fortificazioni furono dell1olite ne l 1703, e fatte ricostruire n el sec. XIX ( 1838-40) per opera d i Francesco lV e V di Moden a: vi lavorarono a llora anche l' ing. Carlo Rirago ~ il Carandlni. L a demolizione definitiv:1. della fonezza avvenne n el 1859.

ottenend<> il -perdono dall'imperatore, porgendogli gross~ somme e dandogli ostaggi. La c ittà fu tra le pr omotrici della lega d i Pon tida contro l'imperatore. VI. Assedio di Brescia ( 1238). Appartiene alla lott:t fra la seconda L ega Lombarda e Feder ico II, e Iu posto da ll'imperatore il 3 agosto, c()n macohii,c di guerra, sulle quali fece legare i pri!;i:mier i bte .. sciani che rj usciva a fare. Siruilmfnle i bresciani

U!_:e:·arono

con

Bre schi (Ci11seppc). Genera le, n . a 'Pistoia nel J8SCJ.

i prigionieri impeda:i:

Sotto!. d i fanter ia nel 1880. Raggiunse ne l 1914 il grado di colonnelJo ed e bbe i l comando del 37° fanteria col quale ehtrò i n guerra. Partecipò. alla campagna contro l'Austria e vi ottenne il grado d i magg. generale. Collocato a riposo nel 1917, fu ;no'lllinato nel 1924 generale di divisione nella r iserva.

che leg:i.:·0110 alle loro n1acchine dì difesa, (;o~ struite d,i l ! ll certo Calamandriao. L~ cittit s i difese anche con vigorose sortit,:•, e in una di esse (9 ot:obre) l'imperatore corse r ischio d i essere c:,.tturato. Era

Bre scia (ant. ;Brixia). Città capol. di provincia neJJa Loonbardia, snlt ul time prop,1g:;ini delle Alpi Camonich·~, presso la dr. del Mella, fondata dai Celti verso il 600 a. C., sottomessa ,Ja. Cornelio Ccte;;no a Roma nel 200 a. C., municipio

romano

nelP e poca

lmperjalC'~

' chiamata allora << Colonil ci•;ica Augusta ii.

I. Battaglia presso Ure,cia (.H? d. C.). Appar tiene a lla guerra t ra l'imperatore Costant ino e un generak Stemma di Brescia d i :Massenzio (Ruricio Fompe iano). Oucst'u:timo scon.fitto, battè in l'itirata SII Verona. ~ Dopo la ~adu la dell'Impero, B. sofferse grandemente a cagione delle invasioni barbariche. H. Assedio ·di Brescia (563) . F u posto alla città, d ifesa <lai Goti, dal gen. bizantino Narsete, il qua le tiu scì ,a, superare la resistenza nem ica e a impadronirsi deJla città. Dopo i Bizantini, la ci ttà ebbe fra le sue mura i Longobard i e diventò sede cli uno dei loro ducati: gii, forte era, e pi(1 -venne raffor zata in quell'epoca.

III. Assedio di Brescia (774). Fu posto alla città da Pip ino, figlio di Carlo ]lfagno, per spegnere qui vi l'ultima resistenza longo ba rei.i, tentata da Poto ne, n ipote di Desiderio. Comandava le trnppe di P ipino i l contr. Ismondo, il quale condusse la lott.t senza quartiere, e, riuscito a far ca'<lere B . per fame, fece impiccare Potonc e alt ri nobili longobardi. I V. Battagl·ia presso Brescia (888). Appartiene a lla lotta fra Berengario e Guido;. la battaglia, avvenu ta nell'ottobre, ebbe esito incerto, ma le perd ite subì tc da entrambi i con tendenti erano state ·tali, da indurli a con c lu<.lere un:.i tregua per un anno . :'Jell'S94 B. fu ,presa dal re Arnolfo. Nel secolo X!

<livcm1e libero comune, e iu spesso in lot ta con gli altri comuni 11ali ani. V. Assedio di Brescia (ll58). Appartiene alla seconda spedizione in Italia d ell' imperatore Federico Barba.ross'.l.. Nel giugno, le milizie imper iali, va;·cate le Alpi, iniziava no le loro operazion i militar i ponendo l'assedio a Brescia, la q ua le resistette solta nto 15 giorni e s i anese

fraHanto

sopra-g giunh)

il m11ltempo, e gli asL'anlira for1ezw cli Brescia sedianti non avevano fatlo progressi; sicchè l'imperatore si dcci;;,, a b ruciar41 le sue macchine, a,bba.ndonando l'impresa dopo oltre due mesi di var1i sforzi. VII. Presa di Brescia ( 1258). Fu operata da E;ozelino da Ron1ano1 Jopo breve a.sscdio; la città v enne tiranneggiata aspran1ente; 111a il m:1lco11tcnt0 .:l!vc1111e cosi

grande, che Fzze lino si affrettò ad abbandonarla. VI II. T e11t1Jtivo coutro Brescia (1265). Appartien!r alla lotta dei Francesi contro gli a lleat i del re Manfredi di S icilia nell'Alta Italia. Un esercito francese, comandato dal conte Guido <li Trasignies, superatù l'Oglio mal guardato, tentò di prendere Brescia (9 dicembre) ma trovò le mura ben guardate, e, vis to respinto un tentativo d'assalto, battè in r itirata. IX. Assedio di Brescia (1311). ,\,pparticne alla disce,a in Italia d i Emico VII: llrcscia non aveva voluto abbandona re i l partito dc' Guel.fi, anzi aveva cacciato Matteo Maggi, capo dei gh ibellin i, e proclamato• signore Teobaldo Brusati. Nel maggio l'imperatore decise di 1·icondurre B. sotto il suo domin io e la cinsed'assc<lio, il giorno 19. La lotta du rò fino a l settembreVerso la metà cli giugno, in una sortita, il Bn1sati venne· cat(urato dai Tedeschi, e immediatamen te fatto squartare. I Bresciani fecero per rappresaglia impiccare merli delle mura 60 i,rigionieri tedeschi. Nell'estat(>" inoltrata, .una fiera epidemia devastò i duo: campi e la città s i arrese ( 18 set tembre), venendo costretta a smantella re le proprie mura e a pagare 70.000 fiorini d'oro all'imperatore.

ai

X. Cacciata dei Ghibellini ( 1.316). La città era. nell!. ma, ,i elci Chibelliu i, e i Guelfi fecero un tra ttato cori G iacomo Ca.valcabò, signore di Cremona, i l quale comparv,o davanti alla città il 31 maggio e vi entrò assalendo i (';hibellini . Questi si d ifesero a lungo, ma infine, sopraffatti, furono costretti ad abba11donare la città-, Xl. AssecNo di Brescia ( 1330). I fuornsciti ghibe)lin~ elci 1316 s i erano r ivolti per aiuto a. 211a.stin,o, <lclj,r Scala, ed egli nel m ese d i settembre 1330 avanzò .fin_o ,.a


-

IlRE

Brescia ponendovi l'assed io. La guelfa ci ttà chiese soccorsi a Gio,•anni, re d i Boemia , il quale trovavasi a Trento, e gli offrì la signoria della città vita natural durante. Giovanni accettò e spedì a Brescia 300 cavalieri, i quali ollcm1e,·o che Mastino si n tu asse. Il re quindi riuscì a pacificare k due fa;;ioni e a far rientrare in Brescia i ghibellini.

XII. Presa di Brescia (1332) . Furono questa volta

BRESClA

n recinto murato àl Brescia Guelfi - disgustati del contegno del re G iovanni a chiama re i n soccorso ::VIast ino della Scala; e questo principe mosse sulla c ittà il 15 g iugno 1332, con 2000 cavalli e grosso CoPJ)o d i fanti : i Guelfi si affrettarono ad aprirgli una porta, e i soldati di re G iovanni si chiusero nel castello, donde il 4 luglio ottennero di uscire ìndistu.rbati pagando grossa somma d i denaro e abbandonando la città. I gh ibellini furono persegu itati e ca.cdati. XIII. Oce11paz-ione d'i Bresc-ia (1337). Operata dai Visconti, <l'accordo con cittadini bresciani che forarono k tnura p er introdurre in città le loro milizie (8 ottobre 1337). Il µ resid io d i Mastino della Scala s i ch iuse 11el castello, ma il · 13 novembre s i arrese. XIV. Battaglia di Brescia ( 1401). Avvenne il 21 ottobre, fra le truppe cli G ian Galeazzo V isconti e quelle deJl'imperatore R oberto, il qua le aveva accettato l' in° Tito clclla repubblica fiorentina accompagnato da 200.000 fiorini - d i combattere i Visconti. Radunati IJ)erta.nto a T rento 15.000 u ., marciò verso Brescia, ins ieme ton :Francesco da Carrara, che teneva il comando clegli italiani accorsi agli ord ini dell'imperatore. G ian Galeazzo era riu~ci to ad avviare a Brescia 13.500 corazze e 12.000 fanti agli ordini cli Jacopo dal Verme : l'esercito era costitu ito cli cor pi comandati dai p iù chiari condottieri d i quei tempi: Al berico d a Bar biano, F adno Ca ne, O ttobon T erzo, Taddeo dal Ver me, Caleaz2JO e An tonio Porro, Carlo :Mala testa, ccc. Venuti alle mani i due eserciti, la cavalleria italiana .JUPPe e sgominò al primo u r to quella tedesca: la sconfitta fu immediatamen te completa, e Roberto potè sal~are se stesso e una parte dei suoi, e r ipa~,are le Alpi,

Bnn:

1i40

soltanto .per la protezione che ebbe dalla cavalleria italiana. di Fra.ncesco d a Carrara. Fu questo un a<vvenimen to di grande importanza, percl1è le mwve milizie italiane, agli or<lini dei condottieri di quell'epoca, bat tevano de cisamente pel" la •prima volta le armate tedesche, da cinquant'anni insole:i.temente vitto riose nel nostro Paese. XV. Ocwpaziou~ eh Brescia ( 1404). Ope,·2.ta da Pandolfo Malatesta; non è ben certo che egli adoprasse la forza per questa sua. c-, nquista, lo. 1uale appartiene all'epoca in cui i condottie_r i già al sen-izio d i G ian Galeazzo Visconti cercarono d i crearsi sign orie proprie dopo la mo,·te d i lui. XVI. Occ-1ipazia1l,(i di Brescia ( 1426). Appartiene alle guerre fra NÌ:ilano e Venezia, alleata <li .Firenze. Venne eseguita il 17 marzo dal Carmagnola, all'imiirovviso, ,con 8000 u ., per m ezzo <li amicizie C'1C egli teneva nella città, i:,:1lconter.la del .governo dei Vi;comi; ma la cittadella e il castello riniasero i:t ç,o tere dei milanesi. Le circondò il Carma1,,'l1ola di circonvallazione e con trovallazione, e riuscì a farle capitolare il 20 novembre. Lo stes· so anno venne fatta h race, e la città rimase ai Vene;;i,m i. XVII. Assed,io di Bre,c-ia (14381439). Appartien e alla btta di Milano contro Venezia e F irenze. Le truJ}pe viscon tee, al comando d i Niccolò Piccinino, h loccarono la città n ell'ottc,bre H.38 costruendo fortificazioni tutto intorno. Il gcn. veneziano Ga ttamelata era r iuscito a sfuggire appr:aa in tempo aU'asscdin, e aveva lasciato soltanto 2000 u. di g-Jarnigione in ciltà, comandati dal provveditore F ra ncesco Barbaro; ma questi seppe infiammai-e d'eaergia la P'Jvolazione, che partecipò tutta alla lotta ncl!e mura; i numerosi as,dti sferrati dalle truppe del l'iccinino anelarono a vuc to . Fra:tanto questo capitano, e suoi l uo gotenenti, respingevano varii tentativi di ~occorso o'tj la repubblica d i Venezia faceva (V. la.go di Garda) ma. il 16 d icembre, il Piccinino, tentati nuovi furiosi assalti du rante alcuni gforni vistosi sempre respi ato, si a llonta:nò alquanto d alle mura ·e s i accontentò d i tenere Bre,cia strettamente bloccata. :Nel noven,bre d ell'anno successivo accorse a fron teggiare Francesco Sforza che tentava di soccorrere la città.; ne venne s~onfitto, mi, lo Sfo.rza non riuscì a superare la resistenza del castello di Tenne e a sboccare in ;pianura, e solo ,p otè far entrare in Brescia 300 fanti con u n ;piccolo convoglio. So ltanto il 14 giugno del 1440 r iusciva allo Sforza di sconfiggere i Viscontei a Soncino. e a llora Brescia fu liberata d al lungo e duriss,mo assedio. 1

XVIII. Presa e sacco di Brescia ( 1512). Subito ùopo la batt~glia d i i\gn a<lello, Brescia aveva (24 sellem!bre 1509) aperto le porle ai F ra ncesi, ma questi vi s i fecero odiare, tan te c11c scoppiò una sollevazione, e B. fu r ipresa d al ,p rovved itore veneziano Andrea G ritti (3 febbraio 1512) a,iutalo da l conte Avogadro e dai p artigiani <lella R epubblica. r Francesi e i loro sostenitori s i chiusero nella cittadella. comanda ti da G iacomo di Lude, e i Veneziani cominc iarono a batterne le munt.


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L'asseclio ùi Brescia clel 1438-1'139 (Tintoretto)

<eon artiglierie e con macchine. Gastone di Foix, ciò -sapu to, partì da Ilologna con 12.000 u . scelti, e p iombò :in B. assalendo senza perder t1''11po la città, e r i uscendo ( 17 febbraio) a impadronir.4ene dopo asprissima lotta, -.che s i convertì in s trage nelle vie e nelle case, dove i }'rancesi commisero atrocità senza nome. Il saccheggio --<lie<le loro tale enorme bottino, che bu on.., par te _dei soldati, paghi con ciò della loro spedizione in Italia , .abban<lonarono l'esercito per r it irarsi in Francia a go-<lere in pace le ma le acqu istate ricchezze. Nell'assalto .:alla città era rimasto fer ito il Baiardo. I Il 18 settembre, dopo la batt . d i Ravenna cbe vide ,i Francesi ~confitti, B . fu oe<..-up:ita dagli Imperia li -( truppe spagnuole e tedesche) condot.Ìi dal gen. H ijar, :l)Oi che b. pic{:ola guarnigione veneziana, subentrata a.i Francesi, non osò di a ffron ta.rii . XIX. Assedio di Brescia, ( LS 15- 16). La gu arnigione ~mpcriale con tava 3000 fanti spagnuoli e 1500 tedeschi, , oltre a 500 cavalli, e venne ne l!'(}ttobrc assediala dal Trivulzio con 700 lance francesi e 7000 fanti tedeschi, -olt re a truppe venez;ane. Vennero posti in batteria 22 pezzi d'artiglieria che com iaciarono a battere le mura. -Una felice sortita degli as,;<cdiar i fece cadere n elle loro ·111an i 11 cannoni e cagionò agli assed ianti la perdita di ·500 uomini. I fanti t edeschi si ammutinarm10 non volendo combattere contro i loro cornpatriotti chiusi in ·città e vennero allontana ti, .e sostitui ti da 4000 fant i · guasconi condotti da P ietro Navarro. Con le bom barde · s i batterono le mura, ma non si riuscì a far breccia sufficiénte; e le mine che il Nava rro tentò furono svcn-:tate dalle controm ine de,gl i assediat i. L 'assedio f u pertanto conver tito in blocco. Nel gennaio 1516, l'impera:"i!ore Massimiliano spedì un e.sercito in soccorso di B.

e il Trivulzio abbandonò l'assedio, r iprendendolo in pri• mavera, quando il Lautrec e Teodoro T rivulzio gli recarono un r infoTZo di S00 lancie e 4.000 fanti. Il p resid io di B . era r idot to a 600 fanti spagnuoli e 400 cava lli. G li assedianti misero i n baller ia 48 cannoni e t~ntarono i nvano ( I6 maggio) un assalto d i viva for1.2. che 110n ri'-!sCÌ, ma il 24 maggio la guarnigior.e imperiak s i arr·cse con l'onore delle a r mi .

XX. Presa di Brescia (1796) . La ci ttà era sta ta occupata dai Francesi, violando la r,eu trnlità di Venezia, la quale non aveva forze ;:ier farla rispettare. I l Bonapar te vi aveva lascia to quattro compagnie di guarnigione; giunto i l Beaulieu (29 g iugno) a B., la prese fa .. cendo prigioniere k cp. francesi; il 1° luglio B. fu ripresa dal gen. Augerau. XXI. La rep1<bbtica brescian a (179 i ). Il 18 marzo, i bresciani si r ibellarono a lla. veneta repuhblka appoggia ti dai Francesi. Le m ilizie venete furono facilmente disar mate e i Bresciani si risolvet tero a co,t1t uirsi in re· puibblica indipendente, che .poi s i fuse con la. Cisalpina . fl Sena to veneto, approfi ttando di movi.menti di popolo e d i campagne contro i Frar1<:esi e· i r ivoluzionari, man dò milizie d i cu i prese il comando il vecchio patrizio Fiora vanti ; questi avanzò cont ro Brescia e trasse qualche colpo di ca1mone contro la cit tà, ma senza frutto ( 4 aprile) ; il giorno seguente con una sortita i Bresciani batterono e caçciarono il F ioravanti che inseguirono e sconfissero il 6 a R ezza to, libci-a.n<losi così dalla minaccia.

XXII. Presa di Brescia ( 1799) . La città era presidiata da truppe francesi ( 1200 u .) e venne assalita il 20 aprile, da una d ivis. a ustriaca comandata da O t t,


ER E

-

appoggiata da 2000 Russi. G li assalitor i penet rar ono in città a viva forza, dalla porta di P eschier a, e i difensori s i r ifugiarono nella cittadella : bastarono pochi colpi <li cannone per persuader li alla resa nello stesso giorno.

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442 -

20". Il 19° fant. fu cost itu ito coi batlaglJoni provvisori: lornibardi 1°, 3°, 5°, 9 °, 10°, 11° ; i l 20" col 1° regg. cac ciatori br esciani, coi battaglioni p rovvisori lombardi 2°,, 4°, 6°, con là 2• legione lom bar da, col battaglione volon tari cremonesi. I due regg. furono sciolti nel 1849 esalo il 1° novem bre 1859 ~'enne costit uita la nuova " brigala Br escia» coi rcgg. 19° e 20°. Con corsero a formare i l 19°, il 3° batta glione e 3 compagnie deposito di ca<launo dei r egg. 7° e 8° (brigata Cuneo); od il 20°, il 3'' ·battaglione e 3 compagnie cadauno dei d ue reggiment i 3° e 4° ( br igata Piemonte). Sciolte nel 1871 le brigate permanenti, i <lue regg. presero - il n ome d i 19° e i0° reggimen ti fanteria (Brescia) e, nel giugno 1910-, furono resi {!epositari delle tradizioni d i quell i die, con eguale n umerazione, er ano stati fom1ati n el 1848-49. Camj>agne di guerra: I due regg. lombardi presero paTtc alla campagna del 1848, con tro l'Austr ia, combat-

Tl cns tr:llo cli u,·escìa nel J 861

B . fu ripresa da.i Francesi, condotti dal gen , Loison, ii 6 giugno 1300. La città fece par te del la repubblica cisalpina, e 110i del r egno d'Italia; nel 1814, a l.Ja Restaurneione, passò ali' Austria.

XXIII. Sollevazion e di B rescia (1848). L' insw-rezionc d i -Mihtno e hbc eco a B., dove il 19 marzo la popolazione insorse e ottenne. dal m a.rese. Carlo d i Scl1wart2enbcrg, coi-nandante <lella guarnigione austr iaca, <li poter costituire una guardia civica. Questa ingrossò rapicb,·· ~1ente, e i l 22 ebbe var ie scaramucce coa gli Austr iaci che si rinchiusc:ro nella cit tadella, e ot tenner o di and arsene libcnvment.c i l g iorno dopo. Dieci 1tiomate di Brescia (1849). V. Oiec-i giomat,·. XXIV. Dopo il 1849, B. tornò a ll'Austr ia e soltanto nel 1859 potè en tra1:e a far parte del regno <l'I talia. Coa l'o rdinamen to dell'anno successivo, fu a capo d i uno d ei cinque dipa rtimenti milita..ri; quello di B . compren deva le d ue prov. di B. e d i Cremona: la zona fra il l\'1incio e l'Adda. At tualmen te ( 192i) è sede della 2' d ivisione, <lipendente da l III C. d'A. (;V[i lano) e d_i d istretto '111ilitare (43). Il comune di B . è fregiato della rnedJglia d 'oro p er bcncmcrcnzrr patriottica (R. D. 2(! marzo 1898) «per ricordare le az ioni eroiche compiute dalla citta<linanza ,b resciana nelle d ieci g iorna te elci 1849 ll; e di croce al merito d i guerra per la campag11a 1915-1918. Bi--igata B·rescia. Nel sct.lembre 1848, d ue regg. della d ivis ione lombar da assunsero la numerazione d i 19° e

Monumen to ,11 ca<luti cl<:l 20• fan ter:a nella caserma del! regg, a Reggio carabr:a: tendo nei seguenti fatti d'arme, rispettivamente : 1848 :190, P on te Chiese, passo del Tonalo, Lodrone, m. Suello, difesa. dello Stelvio _: 20°, <lifc~a d i Val Sabbia, inveHimcnto di Pesch ier a, combatt imento nel T remosine, Gavardo. F ecero ancbe la campagna del 1849. La briga ta Ere.scia, duran te la guerra del 1866 contro l'Austria , fece par te della s• d ivis ione (Sir tori) appartenente a l 1° co11po d 'annata (D urando) e si trovò alla battaglia d i C ustoza. Ne! 1870 fece parte delle t ruppe che cornbatlerono al la prcfa di Roma. Alla rnmµagna d' Africa del 188i prese ,par'tc la 2' cp. del 20°, che combattèa Dogali ; nel 1891-96 la br igata concorse alla formazione dei bgl. 9°, 12°, 28°, e 36" con 8 uff. e 282 grebari d,;I 19° regg. e 12 uff. e 250 gregari del 20° regg. : il. 9° bat taglione fu a d Adua. Durante la guer ra ItaloTurca ( 1911-12) il 19° rcgg. concorse a lla mobilitazionedei reggimenti 4°, 20° e 10", fornendo complessivamente6· u fficia li e 9i8 gregari. Il 20° regg. venne mobilitato e·


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fu inviato in Cirer.aica, ove fece la campagna partecipando a numerosi combattimenti. Durante la campagna italo-austriaca, l:i. br. Brescia fu inviata daJ>pr>ma nelh zona del S. )lichele (Carso), ove prese parte alle prin,: ipali battaglie s'llll'lsonzo cd alla battaglia <li Gorizia (agosto 19 16), durante la quale ava.nz.ò sul Carso, concorrendo nelle successì,·c battaglie alla conquista di in:por tanti po.,izioni sul Prci nka e sul Fajti. ::-;;ell'agosto 1917 prese parte alla battaglia della Rainsizza e durant~ la ritirata dell"o1tobre-novembre ripiegò ro:1ò,111endo di·tro ii P iave subendo forti perdite. Nel 1918, <lopo essersi ricostituita, la br. Brescia fu inviata alla fronte franLe;e, partecipando alla !,attaglia <lcll':\rdre (luglio), nll'offensiva contro la linea Oise-A isne (ottobre) cd a ll"inseguirncnto <lei Tedeschi fino all'a1•mis1izio ( 12 no,·embre) La br. venne coll'ordinamento elci 1926 trasformata nelh « 27" brigata di fanteria», su 3 regg. aggrcgan<lo~ i il 16° regg. della ex brigata Savona. Rico111pc11se: alle bandiere dti due regg.: ~Ied. d"argento al ,·,ti. mi i., pèr la condottn tenuta nei combatti• menti s ul -:\f. S. ~[ichele (luglio 1915 e giugno 1916). Altra mcd. d"arg. ebbero i due regg. per a,·cr tenuto

Le 1,11n<llcre drlln hri g·111n « Drescln » (In mezzo, il l,'t'n. cartln ; \'icino ai vessilli, I co l•>trnelll Po rodi ( Hl•) e Bcrrn1rct. ( 20") .tlto su lh fronte fr:tnccse l'onore delle a r mi d'Ita lia (Bligny - lsoi, de Ccurton - Aisne • Chemin des Dames. Sissonne, )feuse, luglio-novembre 1918) . ..\Ila bandiera del 19'' regg.: Mcd. d'arg. <l i benemerenza, per csser;, i ,.egnalato per operosità, coraggio, filantropia e abnega7,ionc nel portar soccor~o alle popolazioni funestate dal 1c.rrcmoto del 28 dicembre 190~. .\iJostri11e della brigata: Rosso mattone, attra\'ersate orizzontalmente al centro da una riga nera.

Breslau (Brcsfa,,fo), Citti, della Slesia. sulla sr. d,.ll'Oder. punto st rategico importante. nel quale si raccolgono vie di comunic«zionc fra il medio Reno, per l'aho Danubio e pel i\fcno, e i:L med ia Vistola. =-:et I-li-I fu im·a·,c as.-;c<!iata. dai lloemi e Polacchi; nel J 741 fu presa èa I 'cdenco JT, antiverlcn<lo il pn>gctto del gen. a,ustriaro :-(Ct!ppcrg, il quale mirava a impadronirsi della città. I. Trattato di Breslau (5 giugno (o luglio) 1741). Tra Francia. e Prussia s i conviene: 1° Garanzia reciproca dei rispettivi Stati in Europa e reciproca d ifesa in caso d i aggre,sione; 2° Le Potenze c.ontraen1i s'ndopreranno di conservi perchè sia portalo sul crono di Germania l'uomo più adatto a mantenere le prerogative <lei pdnc ipii dell'impero; 3° Potcru:no a questo trattato partecipare tutti gli

Stati a cui preme la pace e la tranquilli tà generale in E uropa, Esso rimarrà per il momento segreto e durerà per I S anni: 4° La Francia garantisce a l re di P,:ussia e a tutti i successol"i il po~sesso ciella Bassa Slesia con Bresla.,·ia; la Prussia s'obbliga a non ìnlro<lurrc nella nuova 1,rovincia nessun mutamen to a pregiudizìo della religione ca ttolica, La Francia te rrà impegnata la Russia, nmo·vcndole comro la Svezia. La. l'russia farà poi alleanza colla Svezia ste:>Sa, la quale potrà così li beramente tentare la .riconquista delle sue antiche provincie; 5° Le P otenze contraenti manderann•) all'Elettore di Baviera i soccorsi necessari per difendere i propr i Stati contro l'Austria. La Prussia promrttc di a,ppoggiarc, pcr quanto pc-tr,\, ·l'Elettore, di mcllerlo in grado di cominciar ;;ubi10 la guerra e di accorrere in ogni cas:> per prop ugnarne i di ritti. Federico 11 s'indusse suo malgrado a stipulru·e questo lraltato. Egli non ignora ,·1 e non poteva approvare i d isegni della Fra nei a, che nello smembramento del la monarchi.i aastriaca mirava a fondare la sua posizion<"l d'arbitra in Europa, ma vi fu costretto dalla politica del re d'Inghilterra, che meditava il disegno di smembrare lo stato prussiano cd annuncia,•a al Parlamento la crociata 1.11 difesa della Prammatica San.,,ionc. lI. Traltato di Brcslau. (4 novembre 1741). Tra la Prus~i.L e l' EleLtore di Baviera: l'E lcllorc garantisce alla Prussia la Ba,;.sa Slesi1 con Breslavia, e promette, quando san\ assunto al trono imperia le, di accordare alla Prussia stessa l'cc ius dc non appellando>> in tutti i suoi Stati situati nc ll'Ic1pero (cioè la piena autorità giu<li.1iaria e il diritto cli libero arruolams:,n to); concedcril inoltre a l re d i Prussia il titolo <li « }l'aestii >> col predicato cli « assai grande >> e la facoltà, scri,·cndo, di usare la espressione « ,:\'oi >>, ecc. li re di Prussia, garantisce formalmen te all'Elcllorc l'Austria superiore e l'anteriore, il Tirolo e la Boemia, quando questi paesi potranno essere conqu 1sta ti

III, Br1ttaglia di llresl:w. (1757). ;\ppaliiene ali.i guerra dei Sette Anni, e fu combattuta tra i Prussiani (circa ."!0.000 u. agli ordi11i del <luca di Hrunswick) e gli Austriaci ( d rca 80.000 agii ord ini del principe Cariò). La L ohc <li\'idc,·.t le posizioni dei due eserciti la mat· tina <lei 22 novembre, quando gli Austriaci la varcarono, ;1ssalendo il casnpo dei Prussiani. JI p1inci pe Carlo d iresse un attacco con 35 cp. granatieri e 12 sq<lr. su Klein :.\lochler, fulminando il centro prussiano con le artiglie rie . I con trattacchi pru~siani falliscono, sotto il fuoco incrociato delle varie colonne austriache; Klei11)[ochlcr è preso. La lotta dura sino a notte, e i Pruss iani sono ricacciati in R , e si dirigono sulla dr. dell'Ode", dopo a\"Cr perduto 6100 u. e 36 cannoni: le per· dite degli Austriaci ammontarono a 5723 uomini. IV. Investimento e presa di I3reslau ( 1759). Appar• tiene alla guerra dei Sette Anni. Il re di Prussia Federico JI im·estì B . difesa dagli Austriaci il 17 dicem• b re 1759. D ue trincee furono tosto aperti'!. Gli assediati si difesero debolmente. G ià ìl 16 dicembre una bomba ave,·a da.lo fuoco ai magazzini delle poh-cri del bastione Tachcn. L a $Caq;ata saltò jn aria e lasciò una specie di breccia. Il freddo era venuto così intenso, da -:ar temere al presidio, che i Prussiani, approfittando del ghiaccio nei fossi, sferrassero un assa lto generale. L'esercito austriaco, cacciato in fondo alla Boemia, non po1e,·a accorrere in soccc,r.,o. La guarnigione da 17 .000 si


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Bre·s1au (22 novenilire 1ì57)

,era ridotta a 14.000 u.; e solo per queste considerazioni il debole comandante si clecis~ a ca,pitolare. V. Assedio e J•rcsa di Breslau (1806-1807). Apç,ar-tiene alle guerre dell'Impero fram:ese. Il principe Gerola mo Napoleone, il 7 d icembre 1806 comparve d inanzi ,alle sue mura col IX corpo d'armata. li governatore p russiano della città ne foce incendiare subito lre sobborghi. Nell'irrternQ non stavano che 6000 u. da op• J)OlTC alle truppe francesi. P erò vi erano molte muni«ioni ed un graJ1<k arsenale. L 'investimento si completò 1'8 dice-mbre. Le trincee furono aperte alle 10, ed un fuoco violento dairneggiò le mura. Frattanto il re d i l'vussia soHcc;itò in Slesia la fom1azionc di un corpo -di volontari, con a capo il principe di Plcss. E siccome la città veniva sempre più stretta, il gcn. bava rese M inucci ma.r ciò cont ro l'arma ta. francese che attaccò il .24 dicembre, riuscendo a prenderle sei cannoni e ottocento uomin i, Quattro giorni dopo il principe di Pless ~weva a sua disposizione dai 13 a.i 14.000 u. e questa vol·ta fu attaccato dai France.si presso Schw()icbitz, e bat• tuto con la perdita di 1800 LJ. e 7 cannoni, nonchè la d iserzione di altri quattromi la u . Informato della resa -di G logau, e temendo un colpo <li mano durante il per iodo dei ,ghiacci, il governatore si decise a ca1pitolare il 3 genna io 1807. Piì1 di d iecimila bombe, granate, ed obici -.erano stati lanciati sulla città, che ne aveva sparato sugli assali tori cinque o sci volte tanto. Cinquemilacento sol,dati sfilarono con gli onori delle anni da.vanti al prin•cipe G irolamo, il 7 dicembre. VI. T rattato di Bres/.a,,-Kal-isch (28 febbraio 1813). .Alleanza difensiva e offensiva fra Russia e Prussiz. 'Scopo dell'alleanza è di r icostitu ire la P russia nelle prcporzioni ohe. devono assicurare la tr;u1quillità. dei d ue 'Stati e stabilirne la garanzia. E siccome questo doppio -oggetto non si potrà ottenere fmchè la Francia. occu;perà delle posizioni o piazze forti nella Germania set-

tentrionale e finchè vi eserciterà qualche influenza, cost il traW,to precisa che le pr.incipali operazioni della guerra saranno dirette in primo luogo verso questo punto essenziale; la Russia s'impegna di mettere in campo ISO mila uomini e la Prussia 80 m ila almeno; le Po· lenze contraenti cercheranno di indlirrc l'Austria ad unirsi il più presto possibile alla loro causa; la Rus:;ia non poserà le a rmi se prima la Prussia non sarà rico• stituita nelle sue proporzioni statistiche, gcc,grafì.che e finanzia.rie, confo1,me a ciò che essa era prima della guerra del 1806 ; la Russia garantisce alla Prussia i suoi presenti possessi, e in particolare la ~·ecchia. Prussia, alla quale sarà aggiunto un territorio che militarmente e geograficamente la unisca alla Slesia . li 17 maggio dello stesso anno 1S13 seguiva la guerra contro la Francia. VII. Tratta.to di Breslau ( 19 marzo 1813). Convenzione fra Russia e P russia, allo scopo di accordarsi sui principii politici da proclamarsi nel mome nto dcll'occu· pazione degli Stati della Confederazione Renana e del le Provincie dcJ.la Germania Settentrionale, riunite all'Impero francese. Si conviene: 1° Pubblicazione di un proclama per annunz iare che le Potenze hanno il solo scopo di sottra rre la Ger.. mania all'influenza e al dominio della Francia, e per inv,itare popoli e principi a concorrere alla liberazioi,e della patria. Ogni principe tedesco che, entro un dato termine, non risponderà a,ll'invito, sarà minacciato della perdi1a dei suoi Sta ti. 2° Si stabilirà un Consiglio Centrale di amministrazione composto d'i.;n delegato di ciascuna delle Potenze alleate, incaricato di organizzare nei paesi occupati amministrazioni provvisorie e di percepirne le ren· dite, che sa ran no <livisc in parti eguali fra Russia e Pn,s,,,:a, in modo però che la R eggenza d'Annover vi partecipi in proporzicme del contingente che fornirà. 3° Tutti i paesi che saranno occupati dalla Sasso-


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nia fino ai confini delrOlanda, eccettuate le amiche proYincie prussiane e q\1ellc della Casa d' Annover, saranno d ivisi in cinque grandi sezioni, a ciascuna delle quali si preporranno un governatore civile cd uno militare nominati dal consiglio generale. Si organizzerà un esercito di linea, una milizia ed una le\"a i11 massa.

Bressanln (Rodolfo). Generale medico della R. Marina, n. a Venezia nel 1859, lau•ealosi a Padova nel 1883, en:rat'> in servfaio nel 1884. Conseguì r~ì 1909 la libc.-,1 <locenza in oftalmoiatria a 'l'orino; fu promosso mag~ior gen~ral~ medico capo nel 1923, c-;llocato in oo.,izioTJe ausiliaria nel 19J4, prC'mosso te• 11e11te gene.roll! !toc<lico nt 1925. Fu dcl~·iato del Ministero della !,farina al congresso internazionale di oftahnoìalria riunitosi a "Napcii nel 10C9; direttore c!dl'Osped.!le militare n:arittimo di Venezia (19131917). ca1,.:1 dell'ispettorato di sanità militare manttun1 dal 1922 alla data di collocarnento in posizione ausili,1ria; nella s tessa epoca diresse gli « Annali Ji Medicina Xavak e Coloniale».

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Bressanone. Ciltà in prov. di Bolzano, alla confluenza dell'Isarco e della Rienza. Ha importanza militare strategica, perchè sta all'imboccatura:\'. della stretta della valle dell'Isarco, a I nodo delle due importanti rotabili del Ilrennero e della Pustcria: vi passa inollre la ferrovia l\Jonaco-Yerona. Fu teatro di lotte in varie occasioni: 11cl sec. XIII fra. i conti del Tirolo e il vescovo Bruno; nol 152 l fra i cittadini e i contad ini che si erano sollevati; durante le guerre nap<:>lcon iche tra Francesi e Bav.iresi. Bressui re (a.nt. Castrnm Berzoriac11111). Comune dell:i. Francia nel dip. delle Deu\-Sèvres.

litari e i bacini. La sua costruzione rimonta a RiclJelieu. A oriente de l porlo è il castello costmilo dal Vauban, munito di sette torri. Le entrate del porto sono, guardate dai forti Pen-ar-Creach, Guehneur, Pcnfeld, }fontbarrey, Portzic. Lungo la costa sono altri forti, e lunette e ba!teric; altre ~ci opere sono nelle penisole· di CU!rnaret e Quélcrn. Sulla penisola di Plougastd-Douglas sono i due forti di Corbcau e dell'Armorica. B. è sede dell'XI C. d'armata e capo!. di dipartimento rnarillimo.

I. Faziv11e di Brcst (1594). Gli spagnuoli, sbarcati all'improvviso presso l'altura di Crozon, si accinsero a costruirvi un forte, per farsi una ba~e al lo SCO'flO d, procedere alla pre;,a òi D., difesa da Sourdéo.c per conto di Enrico IV. Francesi e Inglesi, allora aileati, decisero di sharaaarsi di quel comune nemico, e nel nove:ubre 1594, mentre la. costruzione 11011 era ancora terminata, guidati dal maresc. d' i\tunonl, vi diedero l'assalto, ht conquistarono, ne passarono a 61 di sp:ida i difensori. II. Impresa di JJrest (1694). Fu operata dagli Inglesi, al comando rii Berklcy. I Francesi, essendo riu;citi a<l esserne informati per tempo, fortif1c:uono febbrilmen te R ., col p1·c1.i0s0 consiglio del Vauban. Gli Inglesi si avvicinarono alla penisola di Camaret con 8 vascelli e 100 barcacce caricnc di soldati, coll'intenzione di operare uno sbarco. Appena furono giunti a tiro, un fuoco concentralo d i molte batterie francesi danneggiò, le grosse r.a vi e le imbal'Cazioni, rendendo vani tutti i tenlati1•i di sbarco, e costringendo gli Inglesi a ritirarsi, aYendo sofferto la perdita di 400 marinai e 1700 soldati. III. Battaglia navale di .Brest ( l ì94). JS'cl maggio 1794, la squadra francese dell'Oceano, alla meglio rior-

dinata, forte di venli3ei vas.:elli, otto fregate e parecchi legni minori, -uscì da Brest per andare incontro ad un numeroso convoglio carico di farina d' Americ.1, ansi.o~a.mente atteso dal la Francia. affamata, al comando del contrammiraglio Villaret-Joycusc. C,m lui, sulla ,:ave a111miragha. la «Montagne», da 124 cannoni, la Convenzione aveva imbarc.i.to un proprio delegato: Jcan ]fon Saint André. Vigil:ll'ano gli Inglesi af:finch:: il convoglio

Battaglia di Brewiire (agosto 1792). Apparlien~ alla lotta tra

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rcp:.ibblicani e realisti n~Jla Yandca. Poche compagnie d~i l!)rimi, vi furono l>loccate da grosgo corpo di realisti e re:;i · stettero energicameme per alca- . ni ;giorni. Il 21 agosto, sopraggiunti rinforzi ai repubblicani. si venne a battag!;1 fuor delle sr~in 8 mura: i realisti, circondati e os-' s.-iTiti dalla guarnigione, vennero sbandati e subirono forti perdite.

Brest (ant. Gesocribat.J). Città ma.riltirna fortificata della Francia, sul l'enfeld, con baia e rada comunic:!nti fra di loro per mezzo della goletta 11i B., lunga circa 3 km. Il porto militare è allungato e stretto, a mo' d i canale, e sulle ; ive so:10 situai i gli ~tabilimenti mi-

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La <11rcsa di Brest (Sec. XIX)


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L'Arsenale· cli Brest non arrivasse in porto, ed allestita in fre tta un'armata d i ,·entisci vascelli, sette fregate e alcune corvette, le posero ,;otto gli ordini di Lord Howe. Le <lui! squadre si incontrarono il 28 magg io nel golfo di Guascogn:, al largo di Brcst. Villaret Joyeusc, il quale intendeva di allontanare Lord Howe dalla probabile rotta del convoglio, fece forza d i vele per trarselo dietro, e vi riuscì; ne nacque un breve combattimento fra le ·avanguardi~ inglesi e la retroguardia frao1cese. Il 29, dopo alcune evolìfaioni, \iilla ret comandò alla propria avangua rd ia d i attaccare il nemico, tenendosi egli al ven to co l centro e la retroguardia. Lord Howe cercò di approfitta re del fatto per cacciarsi nel vuoto che così veniva a formarsi nella formazione francese, e ordinò alla sua armata d i vi.rare cli bordo in prora per la contromarcia; ma l'ordine o non venne comp,·eso o non fu eseguito. VillareL aveva frattanto poggiato, qu indi or·zato d i nuovo, e le d11e linee d efilarono di controbordo scambia ndosi le bordate. Howe però riuscì a cacciarsi fra il settimo e l'ottavo vascello nemico e tagliò così la linea nemica, seguito d a altre quattro navi. Gli r iuscì in tal modo d i circondare l'« Indomptable » il (< Tyrannicide >> e il <e T errible >>. I Francesi resistettero gagliardamente; Villaret ordinò a lle· sue navi fa_manona per d isimpegnare i compagni, ma sia per a varie sofferte, sia per imperizia, i vascelli francesi non l'eseguirono. Seg.1alò allora ' !t formare la linea secondo la veloòtà di ciascuno, e dopo alcuni movimenti riuscì, non perdendo il vantaggio del \tento, a libera.re le navi, che però, graven1ente avariate, dovettero Titi r,usi. L'armata francese fo r inforzata il 30 da quattro va.scelli francesi comandati dal contrammiraglio N ielly ; essa aveva circa 26 vascelli da contra p -

porre a i 25 Inglesi, dei quali alcuni danneggiati. In quello stesso giorno il convoglio d'Amerio passò inosservato ad amici e nemici. Sopravvenuta una fitta nebbia, le due armate ne :furono avvolte per tren ta.sei ore; il cielo non si schiarò che al 1° giugno. Lord Howe. determinato a dare battaglia decisiva, ordinò che ogni vascello sfilasse di poppa a l ya-scello nemico che gl i stava viciuo, e poi orzando gli si mettesse accanto sotto ven to. Segnalò inoltre che egli avrebbe atta,·cato in questo modo il centro della formazione nemica, lasciando libero ciascu n comandan te di comportarsi come mogl io stimasse opportuno. Alle 8 del mattino tutta l'annata inglese poggiò avvicinandosi a quella francese. Alcuni vascelli inglesi attraversarono la fornuzìonc e passarono sotto vento, altri rimasero sopra vento. Il combattimento si accese vivissimo d'ambo le· parti. Il (ienso fwno fece si che ciascuno dei C(11.llandanti si governasse ,per proprio conto. Verso le l O il cannoneggiamento si rallentò, e, diradatosi il fumo, Villaret con due sue unità mezze disalberate, scorse a ltre navi sue verso sud sotto vento, e poggiò per andarsi a congiungere con 1:sse, seg,ulando a quelle che trovavansi al vento ,di imitare la ;m anovra. Ivfa queste ultime o 110n ,·idero il segnale o non poterono eseguirlo, e la mossa elci Villaret gli ,r-iuscì funesta, perchè i vascelli r imasti a l vento erano d ieci e di •p iù avariati. Accortosi del fatto l'ammiraglio francese cercò di r iparare 1e accorse per a iutarli, ma non vi riuocì che a liberarne quattro, giacchè gli altri sei, circondati dai nemici, dovettero arrendersi. Fra queste ultime navi, il « Veng~ur du >)cuple >> , da 78 cannoni, sostenne un vivo combattimento contro due navi inglesi; con l'alberatura demolita e i


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La racla e 11 g-olfo di urcst

iìa11chi perforati affondò lcntareentc senza ammainare ban diera. Gli Inglesi stessi, ammirati e conunossi, cessarono il fuoco e ma11darono i nòa.-cazioni a salvare l'equipaggio. Con tutto ciò dei 723 uomin i dell'equ ipaggio, solo 36i r iuscirono a salvarsi fra j quili il comandante R enau<lin. P er questo fatto, un modellino del (< Ven geur )> venne sospeso alla volta del Pantheon di Parigi e i nom i di tutti i component i dell'equipaggio i ncisi in una colonna del monumento. 1\lle due pomer i<lia11c la battaglia era finita : Villaret, con dicia nnove va;;<;eJli, cinque dei quali rimorc11i:,.t i, r ientrò non insegu ito dai nemici, nel porto d i Brcst. Nei tre combattim~nti del 28-29 maggio e 1° giugno i Francesi avevano perduto c inqltemila u omini tra morti e feriti e sette va,cclli, r.1entre gli Inglesi non el.bero çhc 293 morti e 855 feriti, fatto qacst,, d ovuto cer.tamente alla loro maggior perizia nel rnanegg:0 delle ,,avi e delle artiglierie. A lord Howe, cbe aveva allora 72 anni ed era circonfu50 di gloria ~,er le imprese di G ibillerra, non ve,me mosso alcun appunto per aver lasciato sfuggire i Francesi senza imeguir,i: in Francia il malcontento nazionale ,i 5fogò sopr a. u na parte de i comandanti: seLte iurono destituiti, ed uno, il cap. Gaussin, condannato a morte. I l Counnis.,;ar io del popolo, Jean Hon Saint- André, fece fare un editto secondo il quale ogni comandarne dovesse impedire a qualunque co,to che i vascelli degli avversari attraversassero la linea. Questa battaglia, che i Francesi chiamarono ciel « 13 pratile n, esercitò grande influenza sugli avvenimenti, perehè quantunque gli eserciti della re-pubblica, e dell'Impero francese poi, per corressero vittoriosi tutta l'Europa, tuttavia il potere marittimo rimase agli Inglesi, e questi poterono, incontrast~ti, impadronirsi suct:essiva111cnte di quasi t~itti i possedimenti francesi d'oltre mare, invadendo anche la Corsiro, ch iamativi da l Paoli. --,

Armata delle Coste di Brest. Ebbe questo nome l'esercito repu bblic.mo che tenne il terri torio d i Brest d al 30 aprile 1793 all'8 gennaio 1796. I suoi effettivi variarono da 20.000 a 70.000 uomini: partecipò a lla liberazione d i Nantcs ( 1793) e alla fazione di Qu i·beron ( 1796).

Brest Litowsk. -città della Polonia, n ella provincia di Grodno. Nel 1831 vennero inizia ti grand i lavori di fortificazione, che t rasformarono B. in i mportan te campo· trincerato, costituente doppia testa d i ·p onte ~ul Bug, e,

ad un tempo, ridotto <lei sistema difensivo polacco, costituito dalle piazze lungo il Na.rew-Bug ( Ossovietz, Lomsha, Ostrolenk,a, Varsavia e Ivangorod), cd uno dei capisald i della ,grande linea difensiva retro,;tante, saldando le piazze del basso Niemcn (Kowno e Grodno}· col triarrgolo Volinico (Du'bno, Luck e Rown o). B. ebbe notevole importanza nella ,p assata guerra mondia le p erchè i Russi rinunciarono alla sua d ifesa, (agosto 1915)• quando, in seguito a lla grande offensiva d egli Imperii Centrali, p reludiata con la battaglia di Gorlica, questi' poterono iinpcssessarsi con relat iva facilità, tanto del sistema difensivo polacco, quanto della grande linea dianzi accennata : 1<:owno - Grodno - B rest Litowsk - triangolo • Volinico. A Hrest L itowsk ,·isiedette, dopo l'offensiva del 1915, ifG . Q. G. dell'esercito orientale gennanico (HinclenburgLudendorff), p rima sopra un treno ferroviario, perchè la città era bruciata, poi nelle baracche della cittaJe]l;i_ I vi ebbero luogo, dopo il crollo del fronte russo, le laboriose trattative .per l'a rmistizio e per la pace tra i , delegati bolscevichi ed i delegati ger manici, :i.Ila testa . dei quali era il generale Hoffma10n .

Battaglia di Brest Litowsk ( 19 settembre 1794}. Appartiene alla ca mpa,gna dei Russi per domare i P olaccJ1i ribelli. if .primi (8000 u.) erano comandati da Suwarov; i secondi ( 12.000) da Sirakowsk i. La destra russa, composta di cavalleria, avanzò contro la s inistra polacca,_ disposta $U tre colonne, serrate, con a r tiglierie negli in-· • tervalli. La resistenza contro gli attacchi dei Russi si. prot-rnsse a lquanto, nfa infine la sinistra polacca fu sbar:i.gliata e tutto il loro esercito s i r itirò in disordine verso Varsav ia, tf>rotett.o dalla propria cava1Ieria che si sacrificò in grande parte per arrestare l'impeto nemico. Pace di Brest L itowsk. Conclusa il 5 marzo 1918, fra la Russia bolscevica e la Germania. L'armistizio er<> stato firmato il 15 dicembre 1917, e le trattative s i erano, iniziate il 22 dicembre; il 9 febbraio 1918 s i firmava: una p ace particolare fra i rrupprescn(anti dell'Ucraina e quelli della Russia, e il 5 marzo quello fra le Potenze · Centrali e b. Russia. Quest'ultima rinunciava a prose-guire la guerra; r inunciava a lla propria sovran ità sopra gli Stati che stavano sorgendo dalla Rivoluzione: Polonia, Finland ia, Ucraina, Curlandia, Estonia, Livonia. Lituania, oltre ohe sulla Bessaraibia ; si impegnava ad abban<lonare i ter ritorii presi alla Turcl, ia oltre il Cau-


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caso; a sgombrare le isole Aland ( che passarono poi alJ.a Finlandia); a restitu ire i p rigionieri.

Breteuil (lat. Bretolium). Comune del dip. dcll'Eure; deve la ,sua origine ad un antico castello, che resi&tetle vittorios.imente agli attacd1i di Luigi il G rosso e di Amaury d i Monforle . Nel 1137 B . fu assed iato, preso e<l incendia to dagli Inglesi. Du Guesdin ·se ne i mpadro,11 nel 1378, e ne fece smantellare le fortificazioni . Assedio di Breteuil (1356). Fu posto al castello tenuto dagli Inglesi, d a l re Giovann i di Francia. Venne fatta costruire allora una torre mobile a tre p iani per battere le mura, capace di ,p ortare 200 ar mati per piano, ma i d ifensori l'incendiarono per mezzo di « fuoco greco», come narrano i cronist i del tc~1po, e il castello non fu preso.

Brétigny. Villaggio della. Francia, nel dip. Eure-etLoire. Vi fu concluso il ce lebre Trattato di- Brétigny (8 maggio 1360) fra il re <l 'Inghilterra, Edoardo III, e Giovanni il Buono, 1,c di Francia, prigioniero degli Inglesi dal 19 settembre 1356 (ba.tt. cli Maupertuis). Questi r icupera la sua libertà, ma deve riconoscere il re <l'Inghilterra ·come sovrano della G uyenne, della Gascogne, del Poitou, del Pér;gord, d i Cala is, e di a ltre limitrofe regioni. Come r iscatto, 11 re di Francia si obbligava a pagare 3 milioni di scudi d 'oro. Questo tra ttato venne ratificato a Ca.!a i-s ,i l 24 ottobre. Bretoni ( latino Br-itamii). Era.no gli 4Òitanti della Gran Bretagna (Britannia) che da Tacito vengono de-

Capo 13i'ctone scritti come popolo eminentemente guerriero. D ifatti i Romani impiegarono non poco tempo a sottometterli. e vi perdettero molti uomini, con una ser ie di campagne. I B. combattevano con spada corta, lancia e scudo i n pelle. Avevano anche cavalieri, armati pure di lancia, ascia, spada e scudo. I icapi eràno tutt i a ,cavallo, e le donne rnontav:1.no e fcomba ttevano su carri, come prc3,o gli U nai. Per ~ottn.rsi nwglio alla ·vista, s i dipingevano. e ,per difendersi <lagl i assalti romani, ina lzavano trinoee me ttendovis i al coperto. ,, B. fur.:mo pure chi:1_ ' mati gli a bitan ti della ( j', « Piccola Bretagna )J in -~ Francia che ebbero co- , stumi e<l abitudini miliGuerriero nreton e

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449 tari consimili ai prnm. Questi ultimi usarono anche l'arco e la freccia., nonchè la picca o la lancia dentata, in ferro o<l io osso. Anche l'asèia fu dapprima in pietra, come del re~to f u per i B. della Gran Bretagna. B,-eto11i (Co11,pa1;nia. de,). Durante la. guerra d i Successione di B retagna ( 1341-1 365) fra. le diverse compagnie <l i ventura a l ser vizio dei principi franco-inglesi, fu creata la (( Compagnia elci Bretoni>). Fin ita la spedizione di Castiglia i vemurieri erano così stremati che il territorio di Francia poteva dirsi libero dalle devastazioni ed angherie di costoro. Ma la « Compagnia dei F., rimaneva a ncora. e superava tutte le altre in ferocia. Era capitanata da Giovan ni di Malestroi t, e composta d i -Ilrc!oni e Guasconi, i quali p ure d avano i l nome alla compa,gnia. fu asSùkb,ta in quel tempo (1370; da papa Gregorio XI contro i Rorna guoli e Fiorentini, e posta ~gli oHlin i del cardinale Rober to di Ginevra, legato in Romagna. Avc,·a a llora circa seimila cavalli, e quattrom ila fanti, coi cap itan i Silvestro Bu<le e Bernardo della Sala. Castelli. paesi, città, ebbero a. soffrire duramente per' la presenza di questa compa.gnia; più di tutti, Cesena. Recatasi n ei territori della Cbieoa,, vi fu sconfitta presso Marino dalla (( Compàgnia di San Giorgio J). GH avanzi finirono d ivisi qua e là in piccole squadre, al ser vizio dei varii signori feud.ili.

Bretschneider (barone Federfro cli). Feldmaresciallo austriaco (1771-1846). Combattè in Italia (1805), e in Germania (1809). N el 1813-14 fu in Italia contro i! Bcauharnais e si d istinse a Bassano, Caldiero e Rovi,go. Nel 1815 comandò una brigata di ca,vallcria ln Italia, passò il Moncenis io e man:iò su Lione. Nel 1821 cooperò a r("!}rirnere· i moti costituzionali in Piemonte. F u poscia comandan te di Mila no (1830) e della piazza forte di Piacenza. Brettes (Martino di). Scri ttore militare fra.l)cese def secolo XIX. Fu collaboratore del genera.le Marion per· quanto riguar-da lo studio delle artiglierie. Scrisse tra l' al-_ tro: « R iassunto sulle bocche da fuoco dall'invenzione· della polvere, ai giorni nostri »; (( Studi sulla fusione dei ,proiettili cavi J>; (( Sugli artifici per illuminare in, 11so nella guerra e sulla lampada elettrica )) ; (( Riassunto sugli studi del pas;ato e dell'avvenire dell'artiglieria di Luigi Napoleone Bonaparte, presidente dclltt Repubblica » (1852). Brevetto. D ip loma. d ' invenzione, accordato dal Ministero competente, a chi ne ch iede la p rivatìva. Per Je· invenzioni che interessano la d ifesa nazionale lo Stato può espropriare in tutto od in parte il d ir itto ::li privativa, cd usa re <lell'invef,zione senza il consenso del titola.re cui è concesso il B., su proposta del Ministro competen te, sentito il Consiglio dei M inistri. Al titolare dc!la privativa spetta però un'indenni tà, che, in mancanza d 'accordo fra le parti, è de-te1,minata inappellabilmente· da uno a tre periti, nomi nati da.I p rimo p residen te dcl!à Corte d'Appello di Roma. Durante g li otto mesi da.ll:i da ta della concessione, e nel periodo &uccessivo a quello della data del decreto di espr opriaz ione, l'oggetto della inv~nzione, è considcra~.o materiale militare in base al-' l'cut icolo 107 del Cc,dice Penale Esercito. 13n,vcUo di 11omina o Jnomozfone. E' il documento uffi ciale, diploma, rescrittn, decreto, fumato dal Capo dello S taio e min is tri competenti, d1e comprnYa. la. nomina è le successive promozioni degli ufficiali d ipend~nti d:ù_ m inisteri militari. Tale docwmento v iene tra.smesso per-

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soùalme,;te ai (itolari dopo che è stata resa di pubblica rlgione a mezzo del bollettino delle nomine e promozioni la ·!ore posizio!le. Esso porta il numero del de• creto, la d ata dello stesso é specifica il grado ccl il corpo od ufficio cui l'ufficiale è destinato. Questi documenti devono es,ere conservati da'i titolàri non solo a giustificazione della loro posizione, ma ancbe perchè all'a 1i·o della cessazione dal ~crvizio nell'esercito permanente, occorrono per allega rii alla domanda di pensione. Brevetto A erona-utfro. Chiamasi B. A . il documento che attesta e riconosce ne l titolare la capacità cli esèrc.itare a bordo degli aeromobili, secondo le condizioni fissate n ella regolamentazione dell'Arma Acronautka e in quella pe r la navigazione aerea, le specia li mansioni nel brevetto stesso i:;dica te. Esistono le seguen ti specie di brevetti aeronautici: a) Brevetto di ,pilota di velivolo (con o sen;:a motore); b) Brevetto di p_ilota d i a cro:;tato; e) Brevettç, di pilota di dirigibile di 1', 2", 3° classe; d) :Brevetto di Ufficiale di rotta od Osservatore; e.) Brevetto di meccanico (motorista o radiotele 5 rafistaJ. Nessuno può esercitare le mansioni di p ilota di vclirvolo, di aerostato, di dirigibile, d i Ufficiale d i rotta o ~li mec-canico di aeromobile senza a.vere preventivamente ottenu to il brevetto e la licenza rispettivamente pre-s.y ritti. Tutti i l.,re-vetti sono rilasciati d irettamen te dal M:inistcro dcli' Aeroaautka. Il conseguimento de i brevetti di cui sopra è su,bordinato alle prescritte visite medi<Jhe in uno dei gab inett i psico--fisiologici del R eg:10, atte a. cons!atarc i .requisiti d i attitudine mentale e fisica <lei personale navjgantc. Xella R. Aeronautica i distintivi corrispondenti ai brevetti conseguiti vengono por tati sul petto <lelfa giubba, a sinistra, so1, ra ·1e decorazioni. V. Pilota,.

Brézé. V. Mailtet-Brézé. Brezzi (Gi11seppe). Generale medico, n. a Domodoss~la • nel 1855. Laureatosi in :Medicina e Chiru;gia a Paivia (1879) ebbe nello s tesso anno ia nomina a sottotenente medico; nei gradi di maggiore e· ten. colonnello fu addetto al comando del corpo di S . M. (1903-1909); ebbe nel 1913 la promozione a colonnello e nel 1918 quella à magg. gcl.1erale med ico per merito eccezionale. Collocato. in congedo nel 1920 e rich iamato in servizio nel 1924, ra.ggiunsc nel 1926 il grado d i · ten. generale med-ico. Brial mont (E.,wico). Generale e scrittore V82 Ì-Ì903). Esordì e s i d:ece conoscer,; con. l'ard ito << Elogio della: guerra, o conf\/tazic,n~ •:!egli amici della _ pace >> ( 1849), e seguitò ,a scriv~re pur :ttten<len(\o a grandios: lavori qi fortifica,;ione, lasci,tndo: « Stoda <li Wellington,>; « Sommario dell'a,-te della guerra >, ; ,( Considerazioni politiche e rn ilitacì sul Belgio >>; altre · SO 1jul:,blica,;i~ni; grandi e'°-pic~olc, fra cùl moltissime'. sul!~ ·e< Fo':•• · '

belga

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tifie2zioni >> (poligonali, imprcvvisatc, a fosso asciullo, delle capitali, campi trincera ti, ecc.). F.' consider ato come uno dei m:icstri d ella fortificazione moderna; in un suo libro su! tiro dei grossi cannoni con tro le fortificazioni propone ( 1888) i forti corazzati; in u11 altro libro sulla « Diifesa degli Stati e la fortifica-. zione » (1895) p ropone lo schema dell'o11ganizzazione della linea di cin tura di un campo trincerato. Ess.-i è fondata sull'impi"ego di ope1·e permane:1ti, grand i e piccole, punti cl-i appoggio tali da poter esercitare l'azione alle grand i distanze, da presentare una difesa individuale -cd autonoma e da assicurare il fiancheggiamento degli intervalli, otrupali con battei:ic permanenti· ed occasionali. Sicco'llle la necessita d i porre le bocche da fuoco <!elle opere in gi;c!o d i soddisfare in modo sicuro a ta li compiti, conduce all'impiego delle casamattc girevoli corazzate, cosi il Brialmont, e gli altri propugnatori" d i qltcsto ordinamento, furono consi·derati come i rappresentar1ti della scuola dei forti corazzati. Furono da lu i costruite la cinta d ifc,,siva di Anversa nel quinquenn io 18S9-1863 e le teste d i ponte di Liegi e d i Namur (fortificazioni della Mosa). Anche le fortificazioni di Bucarest (1882) si de~ono ai p rogetti dell'illustre fortidcatore belga che nel periodo caratteristico d i transito dalla fortificazione d i mura e terra a quella di calcest ruzzo e ferro, dopo il 1890. fu, s i può dire, il consuknte d i molti Stati Europei in materia di fortificazione.

Briançon (ant. Brigantio). Comune francese del circondario delle Alte Alpi, costruito su d'un altipiano (1321 m.) che do-mina il confkentc della Dw-ance e-della Guisanne. P iazza forte di primo rango, costituita <la un sistema difensivo che, iniziatosi nel 1722, h1 continuato fino a l nostro secolo a perfezionarsi, così d a risultare un otti1110 campo trincerato avente particolai-e importanza stra tcgica. l3. è la ohia ve del bacino della Durancc cd il perno d i Jifrsa delle Alpi del Delfinato da Ginevra al Mediterraneo, giacchè da questa posizione si può con .façilità "n1an_ovrarc sia ver;so la Savoia, co111e verso il Varo e nella direzione della valle d i Oulx e Pragelato. A B. convergono numerose linee d i co1mmicazione (strade, sentieri, mulattiere) che girando i forti italiani d i Fenestrelle, Exilles, ccc. riescon-, a condurr~ verso la valle ciel Po. Dal punto di vista difensivo, B. sbarra la strada del l\fongi.nevra, e le diverse comunicazioni che conducono alla valle di Thurcs, ed a quella di Bardonecch ia . Il campo trincerato di B . è essenzialmente cost ituito da ~ei forti principali, posti ad E. e S, E . della città, sulla riva sinistra de lla Durance, circondati da opere accessorie ;ippoggiate l'una all'altra da lrazionc de] tiro incrociato, A N., sulla roccia dell'Olivo, sta u n settimo forte a sbarramento délle provenienze da S. i\fartino cl' Arco. B. è servito dalla ferrovia che r is;ile la valle della Dui•ance. Bricca (1\,f aria). Contadina piemontese di PianeZ?.a (Torino), <lei secolo XVIII. Dltl·ante l'assedio di Torino _(li06), avendo i Francesi occupato il castello di P ianezza, la B., essendosi accorta che le truppe anzichè fa1,vi buona guardia si d \\'ertivano, corse al campo italiano- e ne avvertì il comandante, che appunto attendeva il momento opportuno per r iprendere quella posizione <li sorp resa, La B., postasi a guida dei solda ti italiani, li condusse per tlll sotterraneo nella sala del ca-stello e <liede così modo di catturai-e i nemici senza - , ,· colpo ferire. Bricca Tommaso. Generale, n.< a - CÈ.ìvasso: m. a

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.rino (1830-1898). Partecipò alle campagne del 1848-49, 1855-56, 1860- 61, 1866. Fu addetto alla Scuola di Mo-<lcna . Nel grn-00 di colonr.ello ( 1883) ebbe il comando •<lei l" regg. fanter ia; collocato a r ipos() a sua d()manda ( 1885) raggiunse nel [895 il grado -d i magg. generale ne-Ila. ri.Gerva.

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Bricchetto (Combattimento dc/) (21 aprile 1796). Fa P,Jrte della ccll1l· pagna d e i Francesi in Italia ( I 7961797). Rucnajlanc dopo aver batluto gli Austriaci coma,1cbt i c!al B eat1Ìic:u a D ego e M illcsin10, e d'aver 1jres1..~ Cor.,..>.:eria, si v,)~se contro i Piemontesi (7000 u. ,;irca) agli ::irdini del gen. Colli, ri;>iegati dietro la Corsaglia, sulle altu re cli Vico_e del' B ., e ordinò al iwncrnle Serrurier ~d al Meynicr C0!-1l~dH.i ante d i rnvalleria, d'inseguire il nemico senza tregua . Il Colli, collocati 4 pezzi <li artigl ier ia :;ul B ., comi nc iò il mattino ,del 2l aprile, a -fu lmina1c le colonne francesi in;;eguenti, così da obbligarle a xipicgarc. Sopraggiun to pe,·ò il ::Vfeynier ,che aveva passalo il fiume a S. J\Iichelc, assalì d i fianco le truppe ,lei Colli. ,tI granatieri piemontesi fecero una breve resis tenza a V ico, n1a sopraffat li ripiegarono verso il E ., -(love il brigadiere Dichat, accorso con una !buona J·iserva, si era posto sulle <lifcsc, e respinse i primi assalti francesi. Per aver ragione di quel pu,gno di eroi, i Francesi in·v iar ono truppe fresche onde aggirarne le a li. ll{a i gr,,natier i resist~ttero a l B., finchè a lle 16, giunto Bu0n,t _parte, ordinò un seco:1<lo assa.Ito, che port0 all'uccisione, -del )Dichat, e di alt1i ottimi ufficia li. I granati<ori, dopo 8 -ore di combattimcnlo, cedettero, e Col li, di fronte a lla prcponderan;,,a francese (25.000 ne)• m ini ei.r,caì ordinò la ritirata verso Mondovì. Yon appena Napoleone s'accorse d i ciò, ordinò alla cavalleria -dello Stengel d i at-tacca re e prend ere di rovescio le co lonne piemontesi in ritirata. Ma alla Cappella del Cri.sto, due sqdr. dei « Dragoni del R e>> (Genova Cavalleria) agli ordini ciel col. D i Chaffarclon , vista la caval-leria n emica., non cunnti della for te inJeriorità propria, 5Ì sla11eia.rono alla carica su lla colotrna francese. E tale ne f,u l'irnpcto, c-he i cavalieri francesi, non !roppo a-bili, voltate le gn:,1)pe ripassarono a br iglia sciolta l'Ellero, aspramente inseguiti dalla cavaller ia piemon tese. Invano il :Murat, succeduto nel comando allo Stengel, cercò d i r iunire i fuggiaschi, e far fronte al nemi-co in•calzante. D ispersi i n em ici, il Di Chaffar<lon, fatto suonare a saccolta, con numerosi p ri_gionieri, rientrava fra le file delle truppe austro- sarde ri11cuora te, e procedenti sicure verso le nuove posizioni difensive, L o stendardo dei <{ Dragoni del Re>> veniva decorato per questo com ,battimento d i due meda.glie d'oro a l valor militare. Briccola. Nome dato talvolta al Mangano (V.). Briccola Ottavio. Generale 1 n. a Torino, n1. a Viarég .. .gio (1853-1924). Sottot. d i fanteria nel 1876, entrò eia ,ca,pitano nel cor·po d i Stato Maggiore; fu insegnante \

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a Ila Scuola di · Guerra e capo cli S. M. della di vis. militare d i L ivorno. Colonnello nel 1900 comandò il 4° regg. bersaglieri, ebbe i;_ carica di ca;o di S. M, ·d el X C. d'A ., e, dopo aver comandato da magg, generale

Le rorUOcaztoni di Brtançon (1006) la brigata Pavia, fu nominalo ten. generale (1911) e comandante della cl ivis. mii. d i Livorno. I'artecipò quindi alla campagna italo-turca del 1911-12 quale comandante della 2' divis. speciale di Bengasi, merita11doòi la croce di gra.nd. uff. nell'Ordine mi!. d i Savoia, e 11el 1913 resse con per izia ,l a :carica di governatore della Cirenaica. Rientrato in Italia, comandò la d ivisione mili tare di Milano e l'\IIIJ corpo d'armata e dopo aver preso parte a.lla dampagna del 1915-16 a l comando cli un corpo d'armala, ebbe il comando terr itoriaile dei corpi d'armata di Torino e d i F irenze ( 1916-17).

Briccola Ottavio Bricherasio (lai. 13'-ìd,eras·i mn) . Comune in provincia d i T orino su colline lambite dal Pellice. Verso ii 1000 era gi~ m uni to d i castello dei s ignori omonimi, ·che in gran par te si illustrarono nella lll1Ìlizia, Nel 1592 i F rancesi _ccr.naadati dal Duca di Lescl iguières occuparono cli sor presa il forte d i B. e provvidero a rafforzarne le difese. Nel 1655 i Valdesi, già scacciati da B ., vi toinarono e lo rn iscro a ferro e a fuoco . Assedio di BrichcrJ.i·io (18 settembre-23 ottobre 1594).


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l'u posto ali,, fortezza da Carlo E manuele I di Savoia, con 28 sqdr. J i cavaller ia e 8850 fanti (p iemontesi, sv izzeri, spah'Tluo li, milanesi, borgognoni.) li 25 settembre si iniziò il Juoco con 4 pezzi d'art. sulla cittadella. Un tentativo, faao dal francese D' Auriac, di soccorrere gli assed ia ti, venne sven tato. Il 30 sellcmbre, a notte, le fanterie d el Duca d iedero l'assalto a lle m ura, ri uscendo a superarle e a penetrare nel paese. I d ifensori si r idussero nella citta<lella, dove, comandati dall'Espinousc. resistettero fino al 23 ottobre, giorno in cui furono costretti ad arrendersi, ottenendo gl i onori delle armi.

Brick (e bril,). V. Bripntino. Brida. Congegno militare col quale gli antichi guerrieri aggrappavano dall'alto delle mura le macchine as• sedianti per (rnrle contro le mura e sconquassa rle. Er.i. simile a l Cv,"Vo dei R oma.ni.

Bridge (Orazio). Uomo d i stato nord-americano del sec. XIX. Fu direttore del servizio di approHigiona· menti e vestiario in Washington durante la guerra di Secessione. << 1-Jcrita che il s uo nome ~ia ra,mmcnla to al pa ri dei nomi d egli ammiragl i ».- dice il Vecch i, tan ta fu la previdenza e la preparazione e la dil igenza nel non far mancare nulla alle armale navali combattenti. Fondò luoghi di depositi sui punti della costa nemica occupati dai Federali, e ca,merc d i ghiaccio in ogn i nave -d i ,blocco per !cner fresche le J)rovvistc.

Bridlington . Città marittima dell'Inghilterra, nella contea ,cìi York. Nel 16-12 la regina Enricheua, reduce dall'Olanda dove aveva raccolto mez4i e uomini per sostenere la causa del R e contrn il Parlamento, riuscì a s fuggir e alle n:ivi d i quest'ultimo e a sbarcare a lJ . Ma le navi nemiche, arrivate a B. la bombardarono e <ostrinscro la regina a. ritirarsi verso l'interno. Bridport (lord A /cJsa.mlro Hvod). Ammiraglio in_glese (17 27-1814), fratello di Samuele l lood. S i distinse nella guerra contro la rivoluzion e cl' Amer ica ; ebbe nel 1793 il-comando della flotta ciel ire<litcrraneo. Occupò Tolone in nome di L aigi XVII, ma, non avendo p0tuto conservarla, fece incendiare gli a rsena li cd i vascelli che ~r:mo nel porto. Prc,tesse nel 1795 lo ~buco <li Quibc1on che fu fatale agli emigrati france~i. Brieg. Città già forlificata della Slesia., sulla sr. dell'Odcr. Fu rafforzata nel 16-H <lagli Sv~dcsi ; assediata e presa dai l'ru ssiani nel 1741; preso. e distrutta d ai fra ncesi nel 180i. l. Assedio di Brieg (li41). Fa parte della guerra di Succes.5ione d'1\ ustria. Jl re di Prussia, vinta la balta· glia d i Jlfolwitz, investi la p iazza. d i B. Vi era no 1200 .uomini d i guarn igione. Dopo 8 giorni d 'assedio il gene• ralc P icculo1nh1 i, governa tore della p iazza, ridotto agli estremi in viveri e munizioni, dm·ette offrire la resa, quantunque n<!ssuna breccia fosse stata falla dal le artiglierie ~ella cinta fort ificata. II. Presa d i Br·i eg ( 1807) . Fa parte della campagna napoleonica in Prussia. 1 Francesi, già pad roni della Prussia, entrarono nei primi giorni di gennaio in Slesia attaccandone le piazM! forti. Il principe Gerolamo Xapoleone fece investire 13. 1'8 gcrniaio. Le trincee d'app roccio furono suoito iniziale, ed il bomlxu·da men to comi nciò il giorno 12. All'indoma n i la p iana forte s i arrese. La guarnigione oltcnne gli onori delle armi, e slilò davanti ai Bavaresi alleati dei Francesi, che avevano concorso a ll'assedio.

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Briel (o La Briclle). Pian a forte dell'Olanda merid ionale, m ll'isola di Voorne alla foce della Mosa. Presa di Briel ( 1572). Fa parte della guerra di Fiandra. TI <lui-a d'Alba av<!,-a già. obbligalo Guglielmo di La l\farck ad abbandona re Embden, dove si era r ifugiato, quan do la miseria spinse C uglielnno a tentare un colpo au<lacissimo su 13. Consigliato dal suo luogotenen te Guglièlmo di Hluis, tentò di occupare di soi,prcsa la µiazza forte, e la sorJ)resa. riuscì periettarnente. Il duca d'.\lba spedi a l ricupero d i B., il conte di Bossu, il quale sbarcò senza ostacoli. l\,f a, mentre i P ezzenti lo riceveva no a schioppettate, uno dei loro maestri d'ascia, fatte sallarc le chiuse dclia diga, det~nninò l'inondazione intorno a B., e subito Guglielmo di Blois e Robol, suo luogotencme, imbarcatisi nelle loro navicelle, corsero ad im padronirsi delle navi spagnuole, Clii Ros.,u non potè portare alcun soccorso. L a giovane marina olandese, ebbe così piazza forte e navigl io.

Brien (o Brù111). Re d'Irlanda (926-1014). Considerato come l'eroe nazionale. Intraprese una guerra d 'indipendenz:i. con tro i D anesi e li battè in d iverse batta-. glie, conquistando Dublino (1000). Quattro ann i più tardi attaccò il re principale dell'Irlanda :\Ialachi e si impossessò della Corona. L'Irlanda godette una pace per d icci Hnni: le armi vennero riprese nel 1012 e il 23 aprile 1014 il re scon fisse decisamente i D anesi, perdendo però, a 88 anni, la vita nella. batta.glia. I suoi successori presero il nome di O' Briet• (V.). B r ien ne-Le-Chàteau (ant. Briona). Ciuà della F rancia, nel dip. dcli' Aube. P ossedette n el sec. XVIII una scuola mii. d i cui fu a llievo Napokunc, derivat,l da un colkgio fondato nel 1627; la scuola fu soppressa nel li90. Battaglia rii Bric,mc (29 gennaio 18 14). Appartiene a lle guerre d ell'Impero coetro la Coalizione. Napoleone, lasciata Parig i, raggiunse Vitry il 26 ge1rna io 1814 per mettersi a capo del suo esercito nel momento in cui il generale prussiano Bliicher con l'Armata della Slesia, aveva pabsato la :.Warna e marciava su T roycs. li 29 gen n:Lio Na poleone fu av vertito che il generai~ :.Vfarchand s i trovava fra :yfézières e B riennc, in presenza dell'esercito nemico valutato a. 40.000 u., fra Russi, al comando del generale Sakcn, ,; Prussiani, tutti sotto i! coma:.1<:Ìo del .Bliicher. Alle 4 d el pomer iggio la .piccola c ittà di 13ric nne fu attaccata. I l gen era le Lcfè bre, comandante una divisione di cavalleria della guardia, ed i generali Grouchy e Michaud, esc;:u irono parecchie cariche sulla destra della. strada e si impadronirono dell'allura di Perthe. Contempora neamen te i battaglioni fra ncesi, con a lla testa il genem le Chatoou, si fa.nciavano a l contrattacco e s'avvicina,·ano al ca.stello di Rrienne, mentre Napoleone inviava una colonna sulla strada di Bar-sur-Aube, che p re,vedcva dovesse servire di 1·itirata al nemico. La notte non pose fino al combattimen to, clic sembrava volgesse favorevole a i iZussi e ai P russiani, qu1:ido l'cquilibriu fu rotto in fa\"Ore elci Francesi, con l'occupa,.ione, da parte <li questi, del castello di Brienne. Verso le ore 20, il nemico, convinto d i non potersi mantenere nelh1 città, vi dette fuoco e cercò <l i r iprendere il castello, che fu difeso strenuamente dalle truppe agli ordini del maggiore H euder:;, il c1uale respinse gli attacchi. Quest'ultimo scacco decise i Prussiani alla ritirata. I Francesi dovc tlero deplo rare la. mork del generale llaste e


Bnr la perdita <li 3000 u . fra morti e feriti. Si disse anche di Brienne la batta.glia d i L a l~othière (V.). ùel 1° febbraio 1814 .

Briemie (e<,nt·i d ·i) . famiglia illustre francese che dal secolo IX ebbe i! castello omonimo sull',\ube già appartenente alla corona reale <li F ra.ncia. N cl campo milita·re, d i questa famiglia si d istinsero nel secolo X due ar<liti avvent,1rier i, Bngelberto e Gns/>erlo : quési'ultimo capostipite della faniiglia, che d iede origine ai duchi di Atene, ai re di. Gerusa lemme, al ceppo dei conti d'Eu e Guines, ai visconti d i Beaumont, ecc. Giovanni I conte di Brienne, re di Gerusalemme ( 114S123i); diresse la V crociata verso l'Eg itto, e prese Dam iet ta (1219); combattè come reggente l'impero di Co~tantinopol i contro Greci e Bulgari ( 1231), e l'imperator e d i Kicca. G11altieri V di Brienne, duca d'Atene (XIII sernlo). Combattè contro l'im,peratore greco di Co.;tantinopoli e fu ucc iso (1311) dai propri solcliti";neccenar i spagnuoli. Gfl.altieri VI d-i B,·ienne. Fu capitano dei Fiorentini nelle lotte contro Pisa ( 1326), e dO'])o varie vicende veru1e nominato signore d i Firenze ( 1342) che governò a ppoggiandosi a lla milizia. Cacciato dal popolo combattè in 1-'rancb, e morì ,i P,,it iers ( 1356).

Brier-creek. Ruscello af/1. del Savannah, nella Carolina meridiona'.le (S. U. d'America).

Batta.glia di Brier-creek (3 marzo I 7i8). Appartiene alla guerra d'Indipendenza degli Stat i Un ili, e fu combattu ta fra i repu bblicani agli or dini del gen. Ashe (2000 uom in i tr incerati sulle r ive del B .) e gli Inglesi agli ordini del gen. Prevost. .Questi decise di at taccare i repubblkani, e avanzò su due colonne; la <l~., con d.i,' cannoni, frontalmente; la sr. (900 u .) d iretta ad aggirare l'ala opposta nemica. Gli Inglesi arr,v.,rono d'improvviso sulla destra de Ilo schieramento del!' Ashe, e le sue m ilizie, spaventate, si misero in fuga . G li slanziaqi georgiani e caroliniani, incuorati dal gen. Ebe.rt, resistettero 'J)er un poco, e poi, sopra ffatti dalla prcpo11der anza del numero, dovettero batter e in I itirata, che si convertì in rotta completa. G li Americani perdettero 7 pezzi d'artiglieria, armi e munizioni, ed ebbero molt i feriti, e prigionieri, oltre a. numerosi morti. Poco p iù di 400 u . soltan to, del corpo di Ashe, pole10no riunns , a l LinJColn, cla.l corpo del quale eran o s tat i distaccati.

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Briga Marittima (lat. Briga Nicaentimn). Comune piemontese in prov. di Cuneo, sulla sr. del torren te Levenza. Ha importanza geografico-militare, perché nodo stradale, mettente in comun icazione la val le de lla Roja con quelle della Ta.ggia e della Nervia.; esso dà modo di girare le forti posizioni <li Saorgio. F u feudo1 dei cont i d i Ventimiglia, conquista to nel 1388 da Amedeo VIII, dopo che il padre di lui aveva preso N izza . Nel 1762 durante la ouerra fra Savoia e Genova, fu p reso e s;ccheggia to d:i Genovesi con<lotti dal Restori. Il paese restò i n mano del n<'mico fino al gennaio 16i3, in cui il re di Franc.ia impose una tregua d 'armi. Combattimento di Briga (24 aprile 1794). Dopo la ,p resa di SàO(gio d a p arte dei Fran cesi, i Piemontesi si portarono sulle al ture che domi11ano la grande rotab ile del Colle d i Tenda, e precisamente fra B. e T enda, per intercettare le comunicazioni tra le colonne francesi. II 24 apr ile furono alta.ccati da t re colonne delle d ivisioni ~lassena e l\'.facqu art, non arrestatr nè dalle

Bnn nevi, nè dalle r ipidissime ascese. Ta li ·c olonne, appena in vista dei Piemontesi, si precipita,rono 3;I'assalto coJ1tro le lorn posizion i, che avevano fulminato ,prima colle proprie a1·tiglierie. I Piemontesi n on potc:·ino rcsiskr call'irnpeto degli assalt i e si 1·i1ira.rono inseguit i su Tenda.

Brigadiere. Grado gerarchico della categoria· sottufficiali ncll'a:cma dei CC. RR . e nel corpo <;!ella' R . G. di Finanza. Nella scala gerarchica. dei gra.J i del R. Estrcito il grado <li brig adiere de i RR. CC. corrisponde a. quello di sergente nn1ggiore pres~o le altre armi. Questo grado cli sottufficiale compare per la p rima. volta in Francia nel 1590, introdotto nei reggimenti d i cavalleria ; piÌL tar di nella gendarmeria, dove comandava una brigata composta. gcneral"mente d i otto uomini. B,-igadic1·e (e sotlobrigadiere) di guardie ·m arine. Grado della n1ari11' ;1apoletana (.scc. XVIII e XIX) uhime, degli ufficiali, assimilato a quello di sollot<mente: ubbidiva agli alfieri cli vascello e comanda.va ai piloti e a.i. ,,e1•gen ti. Brigadiere e sottobrigadi,;re delle Guardie del Corpo. Grado di ufficiale nell'esercito delle d ue Sicilie (secolo. XVIII e XIX) corris ponden te a quello di cap itano e d i. tenente nelle a ltre anni. Vice- brigé!dicre. Grado d i sottufficia le, istituito nel re-• gno di Sardegna. " corrispondente a qucUo d i sergente, delle altre a rmi. P r ima d'allora vi erano due ca tegorie cli <e appuntali i>: pr ima e seconda; l'appuntato d i 1•· ca tegoria. divenne appunto Ù vice- brigadiere. Questo viene scelto fra i c,uabinieri che a'bibiano 1almeno un a nno di servizio, e fra gli aJ}pt111tati. Nella cavalleria c'erano i gradi di v-ice-brigad,1'.ere, brigadiere, brigadiere sc,.rliere, brigadiere furiere, durati fino a quasi tutto i1 scc. XIX. Brigadiere generG!e.. Primo gra<lino della gerarchia degli uilì.ciali generali, cui corrispoPdeva il comando titolare di 1. Brig-arlierc una brigala d i hn tèria. Tale 2. Vi<;ebr;gacllere grado venne creato n el 1918 e confermato dopo l'armistizio dall' orclin~.mcnto A!bricci che così stabi'liva la p rogressione oei gradi nella categoria dei generali : Generale d 'ese rcito tenente generale - maggior generale brigadiere generale. Il brigadiere generale portava quali distintivi cli gr ado la greca sul ber retto e un rettangolo d'argento· sull e manopole della giubba. Tale grado corr ispondeva a quello d i maggio1- generale esistente ante guerra, ~ nei primi ann i cli essa, ma con la creazic,.1.e del grado d i brigad iere, il maggior generale d ivenne i l secondo gradino della gera1,chia <le i generali e gli corrispose i l comando titola.re d ella d iv isione. L'ordinamento Bonomi (1920) soppresse la denominazione di brigadiere generale, sostituendovi quella più appropri,tta di generale d i brigata. Poco dopo venivano anche modificati i di&tintivì di grado del comandante di brigata, aggiungendo un filetto d'ar,g ento alla greca del berrcllo, ed una stelletta d'oro su l rettangolo d'ar gento delle rnonopolc della giubba. In marina, fu pure is tituito il grado di B. nel 1918, contcrnpor a.neame,;te all'esercito : seguiva. immediatamente quello di capi tano di va scel lo. La. marina napo-


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letana ebbe qncsto grado dal sec. XVIII fra quello di capitano di vascello e quello di contrammiraglio.

Colonnello br·igadiere. Grado creato da noi durante

ia guerra nella gerarchia degli ufficiali generali, cui competeva il comando d i una !>r. Tale grado venne soppresso al termine della guerra. Al colo1111ello brigadiere spettava lo ,te~so trattnmento economico del genera.le di brigata o - .secondo la de;1ominazione allora in vigore - del maggior generale. In

luogo del numero dd reggin1ento pcrtava la

aquila s·ùl berretto. t'<l una stelletta nella manopola ,Jclla giubba . B ·r'Ìgad-iere delle armate d ~/ re, fu detto in Fra ncia, all'epoca cli Luigi Xl V, il comandante della brig-<1ta, allora istituita; questo grado fn abolito poco prima d ella Rivoluzione ( l 788): altri paesi lo ebbero, a imitazione della Francia. Dapprima ( 1667} il grado fu d ato solo a i cornand,rnti delle brigate di cavalleria leggera; l'anno seguente fu introdotto ne lle fanterie.

Divisa cli colo nnello brigadie re

Brigantaggio. D al 1860 al 1870 le p rovincie meridionali d'Italia furono teatro d i u n'azione militare svolta {:Qn tro moti cli reazione politica sobillati dalla decaduta dinastia borbonica. TI n,ovimento a~'eva carattere essenzia lmente politico ed era provocato e diretto da alti ufficiali dclJ'e,;-annata horbQJ~ica, eh~ ri tenevano, con l'impiego <lì b:111de di propaganda e cli azione, di far breccia presòo le popolazioni del Napoletano. Que ste bande, affidate ad uomini rntti ad ogni pericolo, iniziai.men te furono vendute an ima e corpo a chi le sapeva avv incere e p roteggere ; ma divennero ben presto autonome e finirono per condurre la lotta per conto proprio. r dirigenti allora le -abbandonarono a l loro destino e si a llon tanarono dall'I talia non senza a-.,er subìto processi e d isavven ture. :\fa era sor to in tal modo nn b1'igantaggio sn vasta scala, contro il quale l'azione militare fu ini,-iata nel 1860, e raggiunse la dovuta e fficienza nel 1862, con la p roclannazìonc dello stato d 'assedio, nelk provinc ie infestate. Non tutti i r eggimenti d ell'esercito italiano parteciparono a qnesta campagna, ma si può affermare che la quasi totalitit vi prese par te, o con battaglioni, o con con~plemcnti invia ti in r in forzo ad altri cor p i. Ca.,npagna del 1861. In qncst'anno furono iHviati i1èlk provincie del mezzo.giorno i primi quattro reggimenti 1

granatieri che si d istinsero pa1·tiw larmente nei fatti_ d'arme d i Banco, Durazzano e ~[esserole, trenta reggimcnt i fanteria , diciannove battaglioni bersaglieri e qua ttro reggimenti cavalleria . l1 1° rcggimcù to fanter ia s i segnalò a: Fond i e a Balsorano, il 2° e 3° reggimento sostcimero <liversi combattimenti ; il 5° opci:ò a Banco e i,l 6° per molto tempo restò d islocato alle frontiere degli Stati Pontifici, La brigata Casale, la brigata Acqu i, i reggimenti 21 °, 23°, 25°, 26° e 28° vennero im-

piegati alternativamrnte n ei territorii d i Caserta, di Avellino, d i Sora e in tutta la regione. del l\fotcse.. Il 27° si segna lò con ìa colo1111a Pinelli nella liberazione d i Acquasanta. La briga.tr_ Pisa operò nella zona del Gargano e ne! territorio di Ba raggiano e di Gioia, sostenendo scontri fortunati; la brigata Pistoia inflisse notevoli scacchi ai briganl i a Roccamandolfi, a Riccia, a Torrefantina e a Saccionc. I reggimenti .37° e 39-0, con kt colonna d'el generale Pinclli, operarono a Salsa, Sorbo, Acquasan-ta e S. S tefano, conseguendo ovunqac diìcaci ris,, Jtati; il -40° ;;i d istinse nel Teramano, e specialmente pei· impulso del suo colonnello, n ella atcanita azione svolta nell'Ascolano: a T aglia.cozzo riusciva a 3orp rendere i briganti inftir;l1 capobrig,rn t 0 Croçro gcndo loro ,ma dura lezione. Il -13° faJ1lcria si comportò in modo encomiabile nel conflitto di Sora; il 44" ri uscì egregiamente a perseguitare la ban<ia Chiavane sino a r id ur la quasi all'impotenza. La Drigala. l'ar ma. si segnalò a Cervinara e ne llo scontro d i Roseto; la brigata Umbria n el combattimento di :Masseroie; la brigala Sicilia sostenne scontri a Muro, a Ruvo, a Coronato, a S. l\,fa~ia dei Corati, ovunque ba tternio decisamente i bm1d iti. I d icia nnove b.?.ttaglioni bersaglieri presero an ch'essi parte a molte operazioni e sostennero scontri fortunati a Sant'Angclo, 5apri, Cancello, San Lupo, Avellino, Sarno, Sciano, Atella , Ruvo, R i-p acandida. Concorsero eftka~ cemcntc anche i reggimenti di ciwalleria P iemonte Reak, M ilano, J ,ucca e Montebello.

Campagna dei 1862. La proclamazione dello Malo d'assedio impose l'imp iego di un maggiore contingente cli truppe. I reggimer.ti granatieri aumentarono a sei ; quel!i cli fanteria a 52; i reggimenti <li carval leria a c inq1,1e e ;oltant o i batt,,glioni bersaglieri restarqno im mutat i. .'\1_1che in questa campagna si ebbero fatti d'arme d i notevole importanza. I prim i cinque reggiJ1:ent i di fan ter ia operarono cfficacemen.tc specie nei fatti d 'arme di Campag11ano e <li Roiano; il 6° reggimento fu encomiato dal ga1era le · Clfrtbrera per jl contegno tenuto nello scontro d i :Mola. La brigata Cuneo sostenne accan iti combattimen ti r iportando notevoli perdite. Il 10° fan teria si segnalò a ::-foci, la ,b1-igata Casa le \ Formia e a Eboli ; la ,brigata Pinerolo a Monteµeloso, a Matera, a Stigliano; la brigata Acqui con dusse azioni di re1:n:cssione fra Sala e Piet,aga lla; la brigata Tirescia sedò i moti di Pietra Vaviana e ,procedet te a lla fucilazione d i parecchi brigaJ1ti ; la. brigata Cren1ona operò particolarmente a Castellùccio e tra Ariano e Tiisaccia . Le brigate Bcrgaimo e Pavia rastrellarono molto tempo il tenitorio fra ·J'.IJontcsa.rchio e.d Avellino; la brigata Pisa infl isse due scacd1i notevoli alla banda Croceo nel Calabrese; le briga.te Siena e Livorno svolsero la loro opera nel territorio di Bisaccia; il 3S1 fanteria a Castel di San gro, il 36° a Larino e a Santa Croce. La brigata Bologna, dislocata tra Càse'ì·ta e Piedrmonte, battè i brigrnti a Sepino e a M<Yr.rone; la brigat>1 }.foclena sorvegliò il Teramano e h brigata forlì

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si distinse nei fatti d'arme di Isoletta, Pastena e Sora. Gli a.Ìtri ng,6 i.menti, dislocati in diversi cem ri dE"lla l·e_gione, concorsero volt,1 per volta alle operazioni che si resero necessarie. Particolare menzione merita il 6 l • fanteria che distrusse la banda Cavalca.n te a Bosco La,ura. Q ua.si tutti i battaglioni 'bersaglieri .presero pa.rtc alle operazioni distinguendosi in modo pai-ticohue a Tagliacozzo, Rionero, FrL,ciano, Potenza, LtLUro, Cervinara, Sa.nt'Agata e in altre località della Campania e della .Basilicata.

Campagna del 1863. Le forze impiegate furono presso a poco qU:elle dell'anno precedente. La brigata Re con.tinuò a dar la caccia alla banda. Picciocchi; i reggin1enti 3° e 5° opera.rono nella. S ila; il 6° a. Villetta;, il 7° nella zonu. d i Castellammare cont~o la. banda del brigante Pilone, 1'8° · incalzò ,Ja !banda Masino e il 9° lo sostenne nelle azioni svoltesi nel ci1,condario di Alta,mura. Si segnalarono inoltre l'11° a Fondi, il 12° a :Caserta, il 13° a Castel di Sangro contro la banda Yin.ci>-Nanco; il 14° in Capitanata contrn i briganti Ca.stronovo e Izzo; il 17° contro la banda Tifani, il 18" .contro c;_l!ella del Pilone; la brigata Bre~c:ia in num~ ,rosi scontri sostenuti nel Beneventano. La b-rigata Cremona incalzò specia lmen te -le ,bande dei brigami Cr0cco e Caruso, sostenendo scontri fortunat i specialmente a Gattaminarda e a Ponte Ceresale. In Capitanata, i briganti dello Schiavone furono in più riprese battuti specie •per opera del 36° fanteria e il 60° fanteria infliggeva intanto notevoli scacchi a lla banda Fuoco. Colonne mobili opernrono bri llantomente nel Molise contro la banda Spinazzol,i. e nel B arese contro la banda. di Ni.nco-N anco. L a •brigata :Modena ebbe l'incarico d i i11calzare nel Teramano la banda dello Stamengo e vi r iuscì egregiamen te. Il 56" .fanteria nel Ba.rese, il 57'' ad Acqua Fondata, il 58° a Pastena, il 61° nel ·Mclfese sostennero scon tri sanguinos i su.bendo perdite di una certa entità. I bersaglieri operarono nel Bcncven• tano contro la banda Ca.ruso e nelle ::vran:he contro 1c bande Picciotti e Schiavone; s i segnalarono inoltre ad Acri contro· la banda ìVIona.co, ndb. zo,1a d i Castclhm•• mare · contro la banda P i'lone e a. Ccresale contro la banda Riccio. I 1·eggimenti di cavalleria, portali a sette, si d istinsero nel Beneventano contro la banda Caruso, nel Barese, nella Capitanata e nell'Ascolano, compiendo brillanti operazioni a $ . Giorgio ìVlelara, a. Calitri, presso la ,rnasseria Catta:pani, e specialmente contro la bamb -Pi.:zichicchio. Una ,batteria del 3° reggimento da montagna· fu i.-upiega.tà con ottimo r isultato a S. :llfarco in La.mis. Campagna del 1864. In quest'anno le forze destinate alla repressione del brigantaggio furono ri<lottc ad otto reigiii1Cnti granatieri, ,:otto 11·eg'g:inlcnti di cavaJ!cda tredici· ballaghoni bersaglieri e trenta.quattro i-eggimeMl fantei· ia èoslituiti qùasi esclusivamente con i soli quarti battaglioni. Questi r epa1·ti vennero dislocati nelle d~versé zorte del ]l;(ezzogiorno col compito di operare nelle regioni · limitrofe alle proprie guarnigion i. 1

Cai;,pagne del Ù65-66. Le operazioni anelarono assum;ndo sempre 'Pi~· il carattere di ;polizia. e fu posslbile pertanto ridurre notevolmente il p recedente contingente di forze. I battagÌioni be rsaglieri r imasero però invariati sino al 1867. In quest'-u ftimo periodo si distinsero particolarmente il 71" a Cassino; il 72° a Nlontecoppa; il 77.. a Sora; il 78° a P ìedimonte e soprattutto il 44° contro la banda Coia ohe infesta.va i dintorni di Pie-

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d imontc d'Alife. Anche queste ultime unità furono fìna.hnente richiama.te dal •M ezzogiorno d 'Italia nel 1870, quando il brigantaggio 'jJOteva considerarsi orma i coml)icta mentc debellato in ,quelle provincie. Il moto non poteva non fallire miseramente essendo venuto a. man- · care al movimento insurrezionale uno scopo politico cd una giusta. causa d a difendere. Tuttavia occupò un doloroso decennio della storia della nuova I talia ohe risorgeva a d ignità d i Nazione e richiese l'opera. di un forte contingente delle forze a rmate. Alle operazioni concorsero in mag-gior m isura i carabinieri, quindi i reggimenti granatieri, fanteria e bersa,glicri. Cooperaro;n o cgregiatncntc anche alcuni reggi~ menti di cavaller ia ; rc,part i isolati. di artiglieria. e gen io; alcuni brcttaglioni mo.bili d i Guardia Nazionale; il corpo ,di cavalleria volontari,t del ì'Jannoni. Merita in-

fine di essere ricordato il concorso delle Guardie campe.s!ri e d i Finanza. L a condotta delle nostre truppe, in quelle tristi vicende, f•u doppiamente meritoria, sia nei confroÌ lli delle opcra.7,ioni n1ilitari compiuter s ia per le virtù <.:iviche <li cui l'esercito diede prova per così lungo periodo e in tanto disa.giate condizioni. E se le convenienze politiche non hanno consigliato d i considerare ai 1·eparti, quali campagne di guerra gli anni d i lotta sosteauti contro· il brigantaggio, è pur doveroso di conoscere che per fatiche, per sacrLfici e per spargimento di sangue, l'eserc ito, anche in que lla circostanza, fu perfettamente aifallezza delle sue tradizioni, ben meritando della Patria.

Briganti. Ebbero questo nome nel sec. XV le milizie a piedi, dalla briga11t·i11a che indossavano. Briganti Fi/cno . Gtnen lc delle Due Sicilie, del secolo XIX. Nel 1860 era stato appena promosso, e inviato a sostituire il gcn. :Marra. in Calabria, per opporsi' ai Garibaldini. Concluse con questi una tregua, e fu uociso dai suoi soldati. I l paclre del gcn. (Ottaviano) era stato ufficiale napoleonico, e c<YsÌ pure lo zio U·iu-

seppe. Briganti Donato. Generale, figlio del precedente, n. a Civitella del Tronto, rn. a Reggio F,milia ( 1831-1908). ,\!unno a-lfierc del genio, nell'esercito delk Due Sioilit> ( 18~0), par tecipò alla campagna del I 860, e nel 1861 •antrò a far parte dell'esercito ita liano. Fu addetto al ,vlinistero -della Guerra,, comandò il Collegio Jnilitare di Napoli, fu successivamente direttore territoriale. del genio a Cn:pua, segrek'trio capo del comitato d'artiglieria. e gen io, e comandante territoriale del genio, carica -ehe mantenne ancbe nel grado di magg. ge1,crale (1887 -1894) . R aggiunto il grado d i ten. generale, fu nominato ispettore delle direziuni tenitor,ali del gen io delle fort ezze e dei fabbrica li e quindi ispettore de'lle costruzioni del genio (1894-96). Ese;,'l!Ì lavori ne i porti di Catan ia e ::v1cssi11 a, e o,perc di di•fesa sulle Alpi, nella frontiera occidentale.

Br-iga11ti P.ile110. Gen1cra le, n. a "1apoli m. a Parma (1862 -1917). Sottoi. d'art. nel 1882, fu insegnante p resso


Bnr

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1a Scuola Centrale di fanteria, fu addetto al comando

d i ai-tiglieria di Roma e all'ispettorato delle costruzioni di ar tiglieria. Partecipò alla guerra nel 1915-16, come colonnello, e poi col grado di magg. generale comandan"te della brigata P isa. Morì dopo un anno d i sofferenze, in seguito ad intossicazione prodotta da ga5 asfissianti lanciati dagli Austriaci contro la sua brigata sul Carso.

Briga11ti della Loira.. Dopo 'N aterloo, il ma.rcsciallQ Davout r iunì i resti dell'esercito napoleonico dic.tro la Lo ira, e fece atto di s"ottom issione a Luigi XVl II. 11a molti veterani d i Napoleone non vollero sottomettersi, e sciogliersi ; il nuovo ministro della guerra, Gouvion St. Cyr, emis~ un d eçre\o ( luglio 1815) di li~cnziamcnto, e i veterani furono bersagliati in ogni modo, accusati d'ogn i reato, e denominati « brigan ti della Loira J) . A poco a poco però si sbandarono.

Brigantina. Era così chiamato un corsaletto di lamelle di ferro o di a ccia io, sovrapposte come le tegole

457 bricl,). X ave con due alber i a vele quadre. Talvolta è munita di un terzo a lbero a poppa con vele di taglio ( rande); allora prende il nome di <e Brigan tino a Palo». Nei primi tempi (dal sec. XII) fu a remi, con 8-16 banchi e un vogatore per ogni remo. In antico aveva un solo ponte; poi au,mentò di a ltezza fino ad avere due <ponti, confondendosi con la fregata. Ebbe dapprima velàtw·" trina, poi vela grD~1<le alla maestra e al trinchettc. Essendo 11ave molto veloce e manovriera, era impiegata nella marina da guerra velica per i $ervizi di esplorazione e scoperta. I l B. fu at;mato, nella marina velica, con un numero d i cannoni variante da 10 a 20. fu a<lol)erato frequentemente <lai pirati.

Brigata. Un ità dapprima tattica, poi a ncl1c organi• ca, la cui costituzione è legata ai nomi d i Gustavo Adolfo e ·<lei visconte d i Turenne che per i primi la costituirono, sebbene in forma sensibilmente d iversa. Il re di Svezia la formò per favorire l'appoggio reciproco fra p icchieri e moschettieri, d ividendoli in gruppi di varia forza, i,1 modo non omogencò: i <lra~pclli di moschettieri fiancheggiavano, sul campo dell'azione ta.t· t ica, quelli dei p icch ieri. In base a i concetti di Gustavo,

~ P i c chieri

!9SMJ Moschettieri ll ri gantine ila ltane

d i un tetto, ribadite sopra un gitÌrbboncino di grossa tela, o pelle, r icoperto di velluto o <li seta., sulla quale spiccavano le teste delle ribaditure dorate o cesellate. L'interno della brigantina era di tela o di pelle, come si d isse, e lasciava scoperte ,le ribaditure (oppo~tc alle eslct· ne) martellate sopra <lischclti di metallo. Questa tela o pelle era ·poi foderata di u n tessuto o di una pelle di daiBrlg-antlna del sec. XVI no. Talora le lamelle non e rano ribadite; ma cucite sulla fodera interna. La B. rimonta a! XV secolo; fu sovente portata in I ta lia , dove se ne iniziò l'uso.

Brigantino. (ln francese, e ~pesso anche da noi:

Comba ttimento fra clue B rl g-arntinl (see. 18•)

(19~ M.J ~ !9JM! 1Mlk'W 1 !19~ M.! 1

1

288M.

La briga1a di Gustavo Aclolfo

,-cnnero adottate queste forme !altiche: B. su 5 linee; mezza B. su 3 linee; quarto di B ., pure su 3 linee. 11 Turenne invece la formò in modo omogeneo, con un numero di battaglion i variante da 4 a 8; è questa I~., non quella di Gusta.vo Adolfo, che ha dato origine alla B. moderna, da cui derivarono le su<X:cssive p iù grandi tmità. Sotto Feder ico II, la B. era d i 5 bgl. ed <LVtva una congrua assegnazione di artiglieria. Nella gendarmeria, il nome di B. ser vl a indicare un p iccolo num~ro d i uomini ( 4-10) comandati da un brigadiere o da un sottobriga<l iere. Nei secoli d i mezzo, B. s i diceva nel senso che oggi si dà alla parola «truppa ,,; anche si disse brigata sf,ezzata. · la soldatesca che non faceva corpo costituito. L a creazione d ella Brigata, - come quella del ba ttaglione -- fu conseguenza della necessità di addiven ire a <l un frazionamento tattico diverso da quello ammin istrativo. L a fanteria era, infatti, amministrativamente ordinata jn reggi.m enti e co1npagn.i e, di forza variabilissima a seconda dell 'entità dei fondi che poteva anticipare il coloi;ne llo prop.r ietario <lei reggimento. Vi erano compagnie da 35 a 300 uom ini; regg. di 8 compagnie e 400 nomini e regg. d i 30 compagnie e 4000 uomini. Allo scopo d i conseguire l' uniform ità occorrente alle esigenze della ,.rn1nowa nel campo tattico si dovette creare un ordinamento tattico d iverso dall'amministrativo e vennero in uso i battaglioni- e le brigate di fanteria:

\


battaglioni àeJla forza d i 500 a 700 uomm1; briv.te composte di più battaglioni. Allo schiera.mento in battaglia, ciascun reggimento (unit~ ammin istrativa) secondo la p ropria forza, concorreva con uno o più bai-

id. Ecce- • zionale

••• •• •• •.A• l •••

••

A

B

Schierameato { • per linea •

A

Atti a confe-

B

rire capaci-

tà di penetra

id.

zione al dispositivo.

,

-158

BRl

terie; 4ueste B . furono trasformate in d ivisioni nel 1813,. aumentandone gli effettivi. Gli ord:in11:menti attuali. In Germania non esiste più la ,brigata., nè organicamente, nè tatti·camente; in Francia e nel Belgio non esiste come unità tatt ica; nel G iappone esiste, su due r eggimenti; negli Stati Uniti pure, su due regg. pii, un 'bgl. di mitragl iatrici pesant i su 4 co1l)pagnie; nella Grnn Bretagna esiste, su 4 battaglioni. In I talia, l'ordinamento del marzo 1926 ha posto termine presso d i noi a q11alsiasi discussione in 111ateria, pre_vedendo la brigata di fanteria su tr_a reggimc1.1ti. Prima della guerra i 94 regg. di fa:lt'teri;t allora esi-• stenti cd i due di granatieri erano raggruppati in 47 b rigate. Dopo la guerra e sino all'attuazione del nuovo ordina•nento furono conservate con gli ordinamenti Alb1·icci, Bonomi e Di,cz, oltTe alle prece<.lenti 47, altre 5 gJm; osc brigate, le quali erano state costituite nel per iodo bellico, decorate con la meda.glia d'oro al valor militare. Pcrta1tto, prima dell'entrata. in vigore del nuovo, ordinamento, le brigate di fanteria erano 52, ~d ognuna portava il nome di una regione o c ittà d'Italia (ad eccezione cli due che si chiamavano R e e Regina) e<] ,iveva colori propri alle mostrine del bavero comuni agli uffi-ciali e alla trup pa. Il nuovo ordinamento, che prevede complessivamente 29 brigate di fanteria ed una di granat ieri - tante·

•• ••• •ilils •

AIII

B

T ipi di scbicramen10 cli una t)ri g-8'la su due reg-g-Jmentt

Btg~idi 1a linea , B i1Btg?idi2alinea~

e.lii . Btt idi 3~ linea

ru taglion i alla costiluzio11e della briga la cui apparteneva. E La );rigata rimas~ formata cli più battaglioni sino alo'l'epoca della 1·ivoluzione francese, quando il reggi mento :z d iventò anch'esso u nità tattica. La B. risultò cosi coA stituita di due reggimenti o - come allora si chiamavano - di due mezze brigate ; ebbe generalmente, nel secolo passato e fino a lla guerra mondiale, la forza d i 6 bgl., 3 pe r ciascun reggimeato. Nel 1917 la Gei;mania, per scarsezza di uom1111 e _in conscgttenza della necessità. d i creare nuove divisioni di fan teria, costituì la brigata su tre reggimenti, assegnana çonfe• done a ciascuna d ivisione una in luogo di due (divirire capacità s ione ternaria). Presso di noi nel 1917 vennero pure create 4 brigate di penetrazioternarie, 1i1a ebbero breve vita pcn:hè poco dopo furono ne al disposiridotte su due regg. ognuna. La questione della brigata tivo. 1,u duP. o su tre regg. suscitò dopo la guerra appassionrttisi,ime discussion i fra gli stud iosi d i co3e militari e_ formò oggetto :di particolari esper imenti da parte di tulti A B gli stati maggiori dei p rincipali eserciti europei. Venne a llora proposta e d is::ussa anche I;\ Brigata 'lista, come « unità binaria ii (fanteria e artiglieria) fondamentale per la battaglia, e base delle formazion i delle p iù grandi unità: la divisione avrebbe dovuto comprenEccezionale dere due, tre, o quattro brigate miste, c,~stituite cN, due regg, d i fanteria ( 6 bgl.) e con tre gmppi d i arT·:p; d i s(hicr ament.o tli unij brigata su tre J'Cl,g-tmentl tiglieria (due con cannon i d a 75 e u no con obici da 100). èlfa si preferi generalmen te creare la divi~ione cioè quante sono le d ivisioni - ha impo~to un nuovocc le.rna ria "• con tre regg. di fanteria, pii, uno d i a rraggr-uppamcn to dei reggimen ti di fanteria, noncl1è lo, tiglier ia. Una B. mista era stata in trodotta iu Prussia scioglimento di molti di essi e di un notevole numero, dallo Scharnhorst nel 1808, su 7 bgl., 12 sqdr. e 2 batdi comandi <li brigata. - ciascuna brigata di fanteria è

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contra-ddisti1Ha <lai numero della divisione cui appartiene; la briga.ta costituita dai tre reggi1n1cnti granatieri (uno, il 3°, d i nuova formazione), ha conser.vato la tradizionale dcnomirnizione di « GJ·anaticri d i Sm·dcgna » che precede il numero distintivo (XXI). Per man tenere vive le tradi7.ioni gloriose delle vecchie brigate è stato d isposto che ciascun reggimento continui a portare le mostrine della brigata d'origine e ne assuma il nome da indicarsi a segui to del numero distintivo (es. 8° reggimento fanteria - Cuneo). La costituzione delle a ttuali trenta brigate, è la seguente: I brigata (rnggi.menti 90, 9 1, 92) - II (53, 54, 68) III (43, 44, 37) - IV (33, 34, 38) - V (41, 42, 89) VI (7, 8, 67) VII (77, 78, 50) - VIIT (61 , 62, 65) - IX (79, 49, S7) - X (i L, 58, 56) - XI (231, 232, 18) - XII (15 1, 152, 12) - XIII (1, 2, 95) - XIV (23, 24, 17) - XV (73, 74, 26) XVI (35, 36, 66) XVII (27, 28, 11) - XVl II (93, 94, 157) - XIX (83 , 84, 70) - XX (21, 22, 88) - X.XI (Brigata Granatieri di Sardegna, 1°, 2°, 3° rcgg. granatieri) - XXII (51, 52, 81) - XXIII (9, 10, 47) - XXI V (13, 14, 225) XXV (3 1, 32, 40) - X..'éVI (29, 30, 63) - XXVII ( 19, 20, 16) - XXVIII (5, 6, 85) - XXIX (3, 4, 75) (45, 46, 59). Le B. esis tenti prima d ell'ordina mento 1926 erano le seguenti (oltre alla B . granatieri su due regg. 1° e 2"ì: R e (reggimenti 1 e ,2 fanteria); l'iemonte (3 e 4); Aosta' (5 e 6); Cuneo (7 e 8) ; Regina (9 e IQ); Casale (li e 12); Pinerolo ( 13 e 14); Savona (15 e 16); Acqui (17 e 18); Bre~cia (19 e 20); C remona (21 e 22) ; Como (2~ e 24); Bergamo (25 e 26); Pavia (27 è 28); P isa (29 e 30); Siena (JI e 32) ; Livorno ( 33 e 34); Pistoia (35 e 36); R avenna (3i e 38); Bologna (39 e 40) ; :Modena ( 41 e 42); Forlì ( 43 e 44); Reggio ( 45 e 4/\): Ferrara (47 e 48); Parma ( 49 e 50); A lpi (5 1 e 52); Umbria (53 e 54); .Marche (55 e 56); /\truzzi (Sì e 58); Calabria (59 e 60); Sicilia (61 e 62) ; Cagliari ( 63 e 64); Valtellina ( 65 _e 66); Palermo ( 67 e 68); Ancona (69 ~ 70); Puglie (71 e 72); Lombardia (73 e 74) ; Napoli (75 e 76); Toscana (77 e 78); Roma ( 79 e 80); Torino (81 e 82); Venezia (83 e 84); Verona (85 e 86); Friuli (Si e 88); Salerno ·(89 e 90) ; Basilica ta (91 e 92); M essina (93 e 94); Sas,:i.ri (15 1 e 152) ; Liguria (1 57 e 158); Arezzo (225 e 226); Avellino (2.i l e 232). Durante la guerra erano state costituite le seguenti brigate, eh~ dopo la guerra ven nero sciolte: Udin~ (95 e 96); Genova (97 e 98); Treviso (99 e 100) ; P iacenza (111 e 112) ; Mantova (113 e 114); P adova (117 e 118); Emilia ( 119 e 120); .l\·[ace·,a t,i (12 1 e 122); Chieti (123 e 124); Spezia (125 e 126); F irenze ( 127 e 128); P erugia ( 129 e 130); Lazio (1 31 e 132) ; Benevento (133 e 134); Campania (135 e 136); Ba rletta (137 e 138); Bari (139 e 140); Catanzaro (141 e 142) ; Taran to ( 143 e 144); Catania ( l 4S e 146) ; Caltanissetta (147 e 148); Trapani (149 e 150); :N'ovara - ( 153 e 15'4) ; Alessandr ia (15S e 156); Milanc> (159 e 160); Ivrea (161 e 162); Lucca (163 e 164) ; Sesìa (201 e 202); Tanaro (203 e 204); Lambro ( 205 e 206); Taro (207 e 208) ; B isagno ( 209 e 210); Pesca ra. (2 1L e 212); Arno (213 e 214); Tevere ( 215 e 216); Volturno (217 e 218); Scie (219 e 220); J on io (221 e 222); Etna (223 e 224); R ovigo (227 e 228) ; Campobasso (229 ~ 230); Lazio ( 233 e 234); Piceno (235 e 236); G rosseto (237 e 238); Pesaro ( 239 e 240) ; T eram o (241 e 242); Cosenza (.243 e 244); Siracusa

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(245 e 246) ; Girgenti (247 e 24S); P a llanza (249 e 250); Massa Car rara (25 I e 2S2); Porto l\faurizfo (253 e 254); Veneto (255 e 256); Tortona (257 e 258); )forge (259 e 260); Elba (261 e 262); Gaeta (263 e 264); L ecce (265 e 266); Caserta (267 e 268); Aquila (269 e 2i0) ; P otenza (271, 2ì2 e 2i3); Bell uno (274, 27S e 276); Vicenza (277, 278 e 279; Foggia (280, 281 e 282). La br . Treviso era stata costi tuita dapprima coi règgimenti 115 e 116. La br. Liguria ~bbe (ottobre 1917 a febbraio 1918) anche il 165° reggimento . J_,a br. Taro ;1~1 kl:Jbraio 19l!l fu ri~o,titu ita con i Tegg. 165 ; 207, essendc> stata sciol1

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c·;va,lleria divenne, ne] Bandiera cli brigata ran ter ia XV li secolo, unili tatti(R. di Sardegna, mor). 18 \u) ca, ces3a:ndo di essere «--::

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esclusivamente u nità ammin istrativ<t, la brigata r i,ultò for mata d i più reggimenti. Il nuovo ordinamento dell'esercito italiano (1926) non p revede più la brig.tta di cavalleria, bea~ì - in su,1 vece - il C(.'111a11do suprriore d·i cavalleria (V.).

Brigata Al pi11i. Con l'ordinamento 1926 il « Ra.ggruppamento Alpi ni >J (v. pag. 446 del I volume) ha preso la denominazione di Br igata Alpini. Brigata d'Artiglierfo e Genio. Sino alla pubblicazione della legge n . 515 del lì luglio l910; così erano chiama ti gli aggruppamenti di p iù batterie d'aTtiglieria e d i più compagni'! del genio e d' artiglieria da fortezza. In ta l '!1lodo il regg. d'ar t. o del genio s i suddivideva in brigate, laddove tale deJfomioazionc. presso le armi d i fanteria e di cavalleria, serviva ad indicare l'aggruppamento di •più .reggimenti. La su ddetta. le,g,ge del 1910 sop presse qltesta denominazione nel sign ificato sopra indicato, sostituendovi quella di « gruppo ll per ind icare il raggruppamento di più batterie d'a1·t. e q uella d i « battaglione » per de,.ignare l'aggruppa:memo di p iù cornp«gn ie del gen io . La denominazione di brigata rimase, pertanto, ad indica re solo il raggru[)paruenlo di p iù reggimrnti. Nell'ant. artiglieria si chiamò B . la riunione di cinque o sei pezzi (più tardi, b1.1tter,:a) r. a nche la r unione d i due sole batterie al comando di un maggiore. Brigata Specialisti Genio. V. Genio. Brigata di R egia Guardia d·i Finanza. E' il minore reparto della gradazione gerarchica della R. G . di Fin anza. Si compone di un numero variwbile d i guardie a seconda dei particolari cot])fpiti che le sono a ffidati, e dell'ampiezza ed importanza della zona d i terreno cli rispettiva giurisdizione. E' in genere a.I coman do d i ua brigad iere. I.e brigate ma,ggiom1enle importanti p ossono essere affidate a marescialli. Quelle aventi una z.ona di giurisdizion e ampia. cc,mprendono uno o p iù distaccamenti, cias~uno a l comando, in genere, d i un vice bri-

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gad iere. I comandi di brigata. fanno capo a quelli di Sezim,e o Te1te1tza (V.). Br-igata Aerea. L a Regia Aeronautica italiana nel suo att-uale ord ina.rnento· cons idera la << B rigata Aerea>> come riunione di due o più stormi. Tale r aggruppamento -0rgan ico dovrebbe rispondere a varie esigenze di clccentra,mento del!' Autoritit gerarchica e d i funzionamento d ella ,comple~sa organizzazione delle forze aeronautiche, sim ilmente a qualsiasi altra amministrazione milita.re. A tutt'oggi (1927) non è però ben definita la sua c omposizione; la Briga ta Aerea, in base alla natura d elle attribuzioni belliche che ad essa. verranno affidat•~, subirà mutamen ti nella sua composizione. T ale incertezza è ben comprens ibile d 'a ltronde, quale conseguenza d iretta dell'attua le periodo iniziale e delle necessar ie evoluzioni che si verifichera,rno nell'arte mi i i tare aerea che, si può d ire, è ancora a i primordi. La Fr ancia nel suo ord inamento aeronau tico terrestre considera la Brigata Aerea come xiun ione di due oppure tre r eggimenti ( equivalenti ai nostri Stormi). L e brigate ;possono essere eia bomba,~famento notturno, diurno e caoc ia, a seconda dei tipi d i apparecchio dei qua li si compongono i reggimen ti. Ha anche le « Brigate Aeree mis te», fol"mate dalla riunione di reggimenti misti «informazion i >> (forniati su tre gruppi eia r icogniz ione, un gruppo eia caccia, un · g ruppo da esplorazione) di uno o J)iù battaglioni aerostieri e normalmen te a nche d1 un reggimento di à ifes'.l con traerei. Nell'ordinamento aeronautico maritt imo cd in quello colon ia le, a differenza d i quello tel'!'Cstre, la F rancia non considera la formazione d i Brigate Aeree. Gli Stati Uniti, la Spagna, la Svizzera, b. Jugoslavia, la Grecia, l'Inghilterra. nel loro ordinamen to non contem plano la formazione di Br igate Aeree. L a Germania, a lla qua.le è vietata per il trattato cl i Vefaailles u na Aviazione .militare, ha dedkato tutte le sue attivìti, h n1ita te però anch'esse da i trattati, alla sola creazione <lell'avia.J.ione civile similmen te all'Austria ed a ll'Ungheria. l.vla s i comprende che in caso di guerra l'aviazione civile sarebbe trasformata facilmente in militare. B rigata l',Iarùia. Ist itui ta duran te la guerra 19)51918 per la difesa cli Venezia in fi.nc del 1917. Era composta da l reggimento fucilieri S an Marco e da batterie natan ti : in tutto SOOO u. e 150 ca1i noni.

'Brighenti (Costanti110) . 1viedaglia d 'oro, n . nel 1865 a Torino, m. a Beni U lid (L ibia) il 16 maggio 1915. Bella figura di ufficiale colon ia le, che, col 3.:, reggimen to fan teria, aveva. par tecipato alla campagna d ' Africa cie l 1895-96 e combatt uto va lorosamen te nella giorna ta d i Adua, meritandosi un encomio solenne. Nel 1901, da capitano, raggiunse il nostro corpo d i spe(li;,ione in Cina e vi rima0

se circa tre an ni_i guada-

,snando la croce dell'Ordine mii. d i Savoia per specia li benemerenze. ::; eJ 1907 tornò in Eritrea, d ist inguendosi sempre in ogni incarico affid atogli. P assò qu ind i in Libia, a llo scoppia~ del-la guerra italo -turc'.l, e sul Gebel guadagnò 1.el 1913 una med. d i ·bronzo.

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~ella primavera del 191S era di p resid io a Tarhuna, ove aveva condotto nuche la moglie, q uando fu inviato a presidiare la località d i Beni- Ulid. Par tì su bito, lasciando a T ar huna la moglie. Dopo pochi gicrni s ia Tarhuna che ben i F licl vennero cinte d'assedio da bande di rivoltosi : il presid io d i Tarhuna l'iuscì, dopo lunga e tenace rcsi1.tenza, a svincolarsi da.Ha stretta nemka cd a ritirarsi, nJa. lungo la r itira ta la signora Rrighen ti venne uccisa. Il ,p residio di Beni Ulid, iiivcce, fu costretto a

capitolare. Il maggiore B righcn tì, a maregg'ato dalla. prigionia, e dalla [Perdita dell'adorata compagna, non resse a tanto strazio, ed il 16 maggio 1916 s i dille la morte. Gli fu concessa la medaglia. d'oro con questa motivazione:

« Durante il lungo blocco d i Ben i Ulid diede tali pro1

ve di fer-mczza d an in10, d'ener.gia e di coraggio da de-

stare a lta ammirazione e fervido affetto nelle sue truppe, le quali lo avrebbero con fiero ardimento seguito in una vigorosa azione in campo aperto da lui ideata e predisposta, se la disperata situazione non avesse imposto ineluttabilme1ite a l pres idio d i ancndersi, nonosta nte tan to fulgido eroismo. Morì dopo un an no di pr igion ia >J (Beni Ulid, L ibia, maggio-giugno 1915), B rigltenti Jtfaria, nata. Eoni. Medaglia d'oro, moglie del p recedente, n. a, Roma nel 1863, morta a. Tarh un« il 13 giugno 1915. Unica donna decorata della medagli,i d'oro a l ;,a.lor m ilita.re, Volle seguire il mar ito in Libia. per dividerne fatiche, disagi, pericoli. Durante il blocco di T arhuna, fu anima della resistenza ed csemp;o -di cora.ggio e d i sercn il ~- l)urante la ritirata, ch'ella. aveva voluto segu ii-e _a d ogni costo, es-

sendo $lata la. colonna assalita dal nemico, la valo• rosa -signor,1 Brighen ti incitò a lla resistenza i nostri ed \ntrepidarnente s j diede a soccorrere i ferit i. Invita ta da un rnpo arabo ad arrenders i, r ifiutò sdegno~me~tc e fu vilmente ucci~J. Anche a !ci, come a ll'ero ico conso1te venne decretata la suprema r icompensa al valore con questa mqt ivazione: « D u rante i l lungo blocco d i T a rhuna, fu incitatrice ed esempio di virtù n1ilitari; ron anin10 elevatissirno e forte, prodigò le sue cure a feriti e moren ti, confortandoli colle ir,fin ilc r isorse della. sua dolce fomminil ità. Il 18 g iugno 1915, seguendo il presid io che ripiegava s u Tripoli, r ifiutò assol·ulamcnte di pors i in salvo, volendo seguire le sor ti delle truppe: più volte colpita d a proiettil i nemici, mentre soccorreva feriti ed incorava alln. lo tta, morì eroicamen te in mczz-:> ai combatten ti JJ (Tarhuna, L ibia, maggio-giugno 1915).

Brigida (Ordine di Santa). Istituito nel 1366 eia Brigida, figliJ. di un principe svedese, per i cava iieri che avessero d ifeso lo Stato dalle incursioni dei barbari. Fu approvato da papa. Urbano V, ma nor\ so• pravvisse alla Santa, morta in Roma (1373) d i ri torno <la Gt~r usa lemrne.

Brignais (ant. Pr·isci1t11iac11111). nel d ip. del R odano .

Comune francese

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BaUaglia di Brignais ( 6 apPilc 1362) . Fa parte della guena. dei èento anni tra Francia ed Inghilterra, r iaccesa nel 1359. I Francesi, comandati da Giacomo di 13orbone, ddibcrarono di non dar tempo ai banditi (Compagnia dei « Tardi-Venuti ii) d i avvicinarsi alla citti di Lione e iecero una ricogni1,ionc sulla mon tagna presso B. dove avevano preso posizione gli avversari, i quali collocarono 5000 u. <li fronte a Lione, e te1111ero a l copeno gli a.lt1·i dietro la monta.g na. Gli esploratori francesi non s'accorsero dell'itnboscata tesa dalla masnada nccrnica, e per quanto il ca\Jo banda Amaud de Arvolles avesse sconsigliato il Borbone di avventurarsi ad un attacco, questi, fidando nelle proprie truppe, diede l'or<line di avanzare. Quando però l'avanguardia si avventò con impetuoso assalto, un'enorme grandinata di grosse pietre, cadde sugli elmi e corazze degli assalitori, mettendoli in disordine. Con temporaneamente, sbucati dai loro nascondigli 9 a 10.000 u. circa, circondarono le trnppe di G iacomo d i Borbone, e caricandole di fianco le misero in piena rotta. I ma~nadieri rimasero così non solo vincito1,i, ma padroni del territorio. Giacomo <li Borbone e suo figlio, gravemente feriti, furono a stento trasportati a Lione, dove morirono.

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Br ignole-Sale (marchese Gian Francesco). Doge di Genova (1695-1760). Nel 1730 comandò una spedizione in Corsica per domarvi una ribellione. Nel 1736 con l'aiuto di truppe francesi ridu,se all'obbediema '.a Sardegn::t. Nel 1745 fu nominato comandante in capo delle truppe della repubblica di Genova (8000 u.) inviate nella vajle del Po durante la guerra di S·uceession<c d'Au,trin. Ebbe incarico di a5se<li,uc Serra.valle (1746) e la pres.::; .poi si unì all'~scrdto gallo-ispano e partecipò alle opera.zioni contro gli imperiali libcnrndo dagli Austriaci i~ territorio della repubblica, e partecipando .d falli d'artne, di Tortona, Valenza, t\lessandria, Casale. Sotto il suo Gov( ·no avvenne a Genova la cacciata degli Austrbci che immortalò il nome d i Balilla. Brìg none (Filippo). Generale, ·medaglia d'oro, nato nel 181-2 a Bricherasio (Torino), m. a Torino nel 1877. Ufficiaie dell'esercito sardo, ,percorse tutti i gta rli .1cll'a.rma cli fanteria. PRse parte alla campagna d?.l 1848,' guadagnandosi u:1'.l mcd. d'argento a Sanla Lucia; a quella di Crimc~. ove comandò uno dei tcggiment i del corpo di sp~dizione sardo; alla campa• gna del 1859, ove, ncll1 giornata di Palestro. al co· mando del 9° reggimento fanteria, meritò !a medaglia d'oro al valor militare e la croce di cavaliere dell'Ordine miHtarc •di $:,voi~; ,1 quella, infi.ne, del 1860-151, a Sr;oleto ( 1860) vrnendo nominato commendatore dell'Ordine mii. d i Savoia; a Capua (1860) gr uff. dell'Ordine stesso, e nel 1861 ottenendo la promo-

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zionc a magg. generale per m<:rito di guerra. Con tale grado comandò ~uccessivamente la brigata Lombardia, la 14•, la 15" e la 3" divisione; nel 1862 fu nominato commissario straordinario con pieni poteri civili e mili tari in Sicilia e poi ispettore generale dell'arma 'di fanteria. Promosso ten. generale, comandò il 6° corpo d'armata. Fu dalla VII alla XI legislatura deputato, prima per Bricherasio e poi per Arezzo. Nel 1872 pas~ò alla. Camera vitaJi7,ia. Morì a Torino nel 1877. La mo· ti,·a1.ionc di medaglia d'oro è la seguente: « Per ,il grande ya)orc e la distinta intelligenza spiega ta nel fatto d'armi di Palestro nel 30 e 31 niaggio J 859, avendo diretto i'azione nei punti più importanti e pericolosi )J. Brignone Antonio. Generale, Jl . e m. a Torino (18221897). Sottot. del gen-io nel 1840, partecipò alle campa· gne del 1848-49, e fu quindi insegnante d't\rte e Sto-

ria mii. nella R. Accademia Militare, e comandante in 2" del Collegio mil itare di Asti. Nel grado d i ten. colonnello, resse la carica di d irettore del genio mii. a Genova, e promosso colonnello (1861) fu nominalo direttore capo ùi divisiMe presso il :Ministero della G uerra. Raggiunto li) gndo di magg. generale nel 18 64, re;,.se su ccessi vamen te le ca J . . ' r iche ~li memhrc e segretario della commissione permanente per la d ifesa generale dello Stato, cli segretario generale pre;so il Ministero della Guerra e di membro ciel comitato del genio. Promos~ so ten. generale (1873) fo membro <lei comitato delle ann i d'art. e genio e ispettore per il servizio ddl~ k rtifr;azioni del I, IV e VI corpo d'armata. Passò ne-Ila. riserva nel 1882. P~bblicò un'opera « Sulla difesa degli Stati in generale e dell'Italia in particolare lJ e minori lavor; .

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Brìhuega. C ittà. della Spa,gna, in prov. di Guadalajra, piazza di guerra verso il sec. ✓xlv. Fu invano assediata nel 1445 dal re di Navarra. Assalto d·i Bri!wega (7 -9 dicembre 1710). A1)partiene alla guerra di Successione d i Spagna. Il giorno 8 dicembre, l'esercito- spagnuolo di F ilippo V, che aveva ; eco il duca d i Vcndéme, assalì e bombardò B. difesa da lorù Stan hope, con 4500 a11glo-olandesi; questi dovettero arrendersi. Questo fatto d'arme preludiava alla decisiva battaglia di Villaviciosa. Nel 1823 a B. avvem,e uno scontro fra realisti e liberali: questi ul•timi forono sconfitti.

Bri n (Ben edetto). Generale del genio navale, nato a Torino m. a Roma (1833-1898}. In servizio nel 1853, promosso d irettore ùelle costruzioni navali nel 1871, in P . A. nel 1896; ministro della ) farina (1876-1878 e 1884-1891) m inistro degli Affari Esteri e interinalmente della :Muina nel 1892; della Marina dal 18')7 all'anno seguente. Ingegno .potente ed equ ilibrato, osservatore acuto e profondo, egli ha legato indissolubilmente il suo nome alla ricostitu1.ione deì!a marina ita.Jiana ccl al r iso:·gimento dell'industria nazionale metallurgka. Collaborat0re del m inistro di Sau1t .13on, in.iziò nel 1873 il suo a\idace progra mma d i r innovamento con lo studio dei p iani del t ipo (( Duilio ii, nei quali per la prima volta


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s i adottavano i potenti cannoni da 100 tonnellate e le grosse corazze da 55 mm. ; intravi<le, affrontò e risolgc i difficili p roblemi di ingegneria navale che vi si wnn et!évano. Nel 1875 studiò i piani del tipo <<Italia», 1,uovi per concetti e per applicaziimi e risolutam~nte adottò per la prima volta l'acciaio nella costruzione degli scafi, v3,lutando1lé i vantaggi ed a11tivedendonc la suss~gu ita. gl!nera k adozione. D iyE-niato mi,1istro della Marina, nel ni.,r. zò 1876,. egli continuè sempre con amore ad occupaÌ·si dei suoi progcrt.i. Nel 1380 fu nominato prcsid.;ntc del ,co·) mitato <leì d i~egni òt:ilc n avi e nei seguenti .inni studiò e p rogettò i tipi cc Tripoli>> e «Folgore,, à anrlo csec:1z ionè in essì a·i _concetti che, dopo qu:ts i tu1 decennio. con::l:.issero alle controtorpe<liniere ; e progettò le splendide navi d el tipo « Re lJ mbcno >l. Nuovam ente mini~tro nel 1884 potè mettere in cant ie re !e navi da lui progettate, seguirne la costruzione ed in trodurvi i perfezionamenti che i p rogressi verifica tisi nel frattempo, e la introduzione acile armi a tiro rapido e delle granate ad alti esplo3ivi, avevano resi opportuni. Egli volle che la marin,, non restasse inrlietro nel campo degli studi inizia ti <la i Froude in Inghilter ra, e Ieee sorgere a Spezia la vasC'l. per · gl.i csperime,iti di a rc hitettura n avale, çon amorosa cura sempre seguendone lo svi,luppo ed i p rogressi. ·come amministratore colla borò dapprima col Saintllon a sollevare la mari1n dallo stato di depressione nel quale, J)er la forza delle cose e per le condizioni clella finanza, era ridotta prima del 1875; e quando, nel 1876, fu nominato ministro della Marina, si diè a tutt'uon1<J al rior<linamento di quest:i, gettando le ba.si de] suo futuro sviluppo. ln poco tempo, in.fatti, egli provvide alle p iù importanti legg i della mar ina : quella dell'organico del materiale in data 1° l•uglio 1877, in virtù del qua le il valore del nostro n aviglio doveva entro il decennio successivo essere quasi triplicato, e quella <le i riordinamento del personale -i n data 3 dicembre 1878. Dur;ntc il suo p:rvm-> ministero, un ificando le due primitive Scuole d i marina, di ~apoli e di Genova, fondò l'Aocadem i2. Navale <li Livorno;- iniziò il risveglio delle industrie navali e 1i1eccaniche, gettò le pr ime basi per la 'fonda .zionc d i uno stabilimen to metallurgico in ltalia. D ivell ta.to nuovamente m inistro il ~,o marzo 1884, in questo periodo veran:cn1c fecondo egli potè porre in atto i suo i _proge tti per l'aumen to -della flotta e per l'e.m;rncipazi,one delle industrie dall'estero. Furono allora fondati coi suoi auSJ}ici i gra:1di stabilimenti di T erni, Poz.z.uoli e Venezia., e ,per le sue persistenti cure furont• syiluppate n el paese le industrie rneccru1iche per la costruzione dei poten ti motvri delle maggior i navi. Nello stesso periodo furono -impostate le tre gramli navi d;. battaglii, << Re Umberto ll, «Sicilia» e «Sardegna», già •da lui precedentemente ideate; le mwi << Fieramosca >l e << :Marco Polo >l , le cinque navi tipo << Lombardia >l, le dodici navi t ipo << Tripoli ,1 e tipo << Partenopc ll, e. 1Vennero la rgamente introdot te le tor,pediniere, delle quali sottG la sua a mministrazione ne furono ordinate e·

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costruite bt'n 96. In complesso, delle 202 uni tà che ·costitiuivano il R. Naviglio n el 1898, data della sua morte, ben 141 erano s tate ordinate' da lui. Ben~rletto' Brin fu deputato al Parlamento per i collegi di Livorno e Torino, n elle legislat,ure dalla XII alla XX. N el 1881 pubblirò i l volume « La nostra Marina M ili t1re l>, che resta a d imoslran; con t1uanta competenza, profondità d i vedute, elevatezza. di criteri, egli studiav,{ tutte 1c questioni inernnti al programma navale. 'Prece<lentemente aveva pubblicato uno studio sul (< Materia le di navigazione e sa lvataggio a ll'esposizione universale del 1878 in Parig i )>.

Brindisi (aut. Bru.11,dusiw n) . Città marittima delle Pugli~, capoj. cli provincia, sull'Adriatico. con porto militare e rncrcantile, gjà. importante nel l'cp~a ròmana, quand'era st::i.zionc navale dd basso Adria tico, d ove si ope,ravano glr i_m barchi delle legioni destinate all'opposta sponda: a B. terminavano la YÌét Appia e la vi,1 Traiana. l i ,p orto ai B. si apre in una rada che ha l'aper tura d i 4 km., e comun ica con essa per mezzo d1 un canale ; il p0rto int~rno è diviso in d ue braccia, uno lungo 600 e l'a lt ro .J50 llletri. I Romani presero B. nel 268 a . C. dopo di avere battuto i Tarantini. N el I s':.colo a . C. f\f sacche 6giata dai pirati, verso l'anno 66. Con b. caduta dell'impero roma no, la città decadde, anche a c:i.us:i delle invasioni barbariche, e il porto, lasciato in abbandono, ai;dò interrande~i e irnpaJu~lendosi. Nel seStemma di Brindisi colo• X\TII il principe d i Ta• ranlo fece :iffomhrc alcuni barconi carich i rli pietre fra il porto esterno e quello interno, per ÌllJpcdire ,tllc navi spagnuole il passo, e la comunicazione fra i d ,1e porti r imase chiusa. La restaurazione cld porto ebbe iniziv nel 17i5 per opera dei Borboni e con maggio1e. o minore in(tnsità i lavori continuarono fino al J860. Nuove opere vennero e,eguite dopo l'unione 1i regno d'Italia. Carlo d'Angiò (sec. XUT) fece e-,eguire fortificazioni sulla costa e :fondò un arsenale per la costruzione cli 111.vi. Federico I d'Aragona, in fine dello stesso ,ecolo, per d ifendere B . d alle incursioni elci Turchi, free costnlirc il Castdlo J ì\1are sull'i,solotto d i S. ,Andrea, e suo figlio Alfonso continuò i lavori. Cnrlo -:,i rafforzò tutr~ le opere d i B . e la munì d i nuove mura, con torrioni fiancheggiati da cortine; fra !'altro rc:,taurò 11 Custc ll0 Svevo, o « Forte di Terra l>, fatto costruire da Federico II nel 1233 in forma quadrata con torri agli angoli. (Vi ha sede ora il Comando l\lilitare :Marittimo).

I. Assedio di Brindisi (49 a. C.). Fu posto da Giulio Cesare alla città, n ella qua.le si era i,iiugiato Pompeo con 20 coorti. Cesare, che aveva sei legioni a i suoi ord ini, incomi,1ciò a far chiudere il porto ,i nterno con un ar,gine sormontato da torri. Pom,peo mandò n avi con torri per distur bare i lavori, e la lotta si accese fra k due parti. Prima che la oh iusura del passo fosse comp iuta, Pompeo, <li not te, inibar,cati i suoi soldati, riuscì a passare e a sfuggire a ll'assedio, mentre i cesariani p_e1Ìetravano in città.

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L'nssedi/J cli Ol 11l io cesa1·0 ( /49 a. C.) • A, 1·i 1,t.il • B. por10 - e , 1er-rn nl~no i n coso·ni lonc per mo11c1·vl 111acc11111t' • 1,, ro1·t10rar.ion e a fìl'OLezionc cl<l ll O' sbunarnento (O) tlcl porlo • l', 1iocca riel po rlo.

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11. Assedio e pace di Briudisi (-tO a. C.). L'assedio fu posto alla cillà da Antonio, e da Gneo Domiz:o Enobarbo; la gu:unigione cm costiluila di p«rtigiani d i Ottaviano. Questi marciò al soccorso di ll .. ma si aprirono trattative fra Antonio e Ottaviano, e la pace di B. fu suggellata fra i due: il primo dei quali riservavasi l'Oriente, dall'Adriatico all'Eufrate, con l'incarico di combattere i Parli ; il secondo l'O ccidente JìnJ nll'Occa-no, con l'incar ico <li comblltere Sesto Pompeo, a J.cpiclo, che era il terzo dei « triumviri », fu lasciata l'Africa. III. Asscdii cli Brindi.si. La città subì varii assedii nel Mc<lio Evo: uno è del 668, per opera di Romoald" dt1ca <.!i Benevento, il quale se ne impadronì e ,'aggiunse al proprio ducato; uno è dell'S:s, per opera ,lei Saraceni,

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Lavori eseguiti durante la guerra 1915-918.

che diedero il sacco alla città; uno è del ii1S, per op<'.ra cl i Rugg ieri, conte d'Oria, il quale riuscì a costringere B. alla resa; uno ~ del 1132, per opera di RuJgie ri i-e ùi Sicilia; B. apparteneva a T ancredi di Conversano, il quale la difese fin che potè, ma, costretto ad arrendersi, si ri,ca11ò cedendo a Ruggieri buona parte delle sue terre. l V . Battaglia e presa. di Brindisi ( 1156). i\pparticne al la lotta fra il re nom1anno Guglielmo il :Malvagio e i suoi baroni, sost<:nuti dal Papa e da Costantinopoli. I Greci, comandati da Costantino Ducas, a,·evano preso U. e posto l'assedio alla sua cittadella,-tenuta dai Normanni. A soccorrerl i aoco1·sc Guglielmo con un cJcrcito e una flotta. li D11cas o rdinò al suo am miraglio di allontanarsi all'arrivo della flotta normanna, per poi tornare


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IL seno di ponente ad assalirla quando fosse entrata in B . Frattanto prese il comando della cavalleria e affidò la fanteria al greco Giovanni l'Angelo. Giunta la flotta nornnanua, quelJa greca, che si ern allontanala, le p iombò addosso, mentre da terra le trnp,pe del Duca.s la fronteggiavano; riuscì a stento e con gravi perdite a sfuggire alla stretta e ad allontanarsi. Ma, sopraggiunto Guglielmo, ordinò alla flotta di tornare all'assalto, e a sua volta <:on le

ma la rivolta fu in breve domata anche qui dagli Spagnuoli. Durante la dominazione borbonica, B . fu piazzaforte di quarta classe. Nel 1910, venne dichiarata piazza.forte del regno d'Italia., e armata con cannoni di lunga portata . Nel 1913 vennero ini:dati scavi per approfondi-

Castello a mare (nell'isoJott-0 S. Andrea) truppe as3alì l'esercito greco, sgominandolo in breve tempo con immens.'I. sti'age, tanto cl1e p ochi poterono salvarsi, e il Ducas fu fatto prigioniero, insieme 3 grande n umero dei baron i ribelli : dei quali molti furono impiccati e molti abbacinati". Anche la flotta greca fu sconfitta e in gran parte catturata, e 11. r ima.se in potere d i Guglielmo. V. B. fu saccheggi"1-ta. nel L352 da. Luigi d'Ungheri~ e nel 1383 da Luig i d'Angiò. Nel 1647 ebbero in B. r ipercussione i moti di Napoli suscitati dal Masan iello ;

Forte rii 1erra (ne l seno di ponente) re le acque del porto·, e i lavori furono accelerati molto d urante la guerra d el 1915- 18: si chiusero allora i passi fra le isole P eda gne, s i crearono oslruzion i dove fu ritenuto oJ)portuno, si iniz iò la costruzione d i un bacino d i carenaggio 11el braccio occidentale del porto interno, mentre si erigevano poderose batterie costiere e antiaeree. VI. La città d i B. è insignita della croce al merito di.


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JJl'lndlsl: Il Porlo di Ponf•lllO

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guerra concessa dal ;\l inistero della Jvfarina ( 18 otto .. bre 1919) con la seguente motivazione: « Alle gloriose città di Venezia . .-\ncona; Brindisi e Grado, le cui generose popobz ion i, nonostante le replicate offese dg_} mare e d al cielo, le n umerose vi ttime Jclb ferocia, e le pri,·a~ioni indicibili causate dalla sospensione di ogni traffico, mai piegarono l'animo, conferisco la croce al merrto d i guerra. All ':unmirazione degli Italiani addito le città decorate per la magnifica prova d i coraggio e di fede che hanno dato durante la lunga ed a~-pra guerra e pcrchè colla loro fierezza, efficacemente contribuirono al rag_i;iungi111cnto de lla villoria fwalc ».

Brindisi. Incrociatore leggero, varato nel 1912 dal cantiere Danubius (ora Quarnaro) di F iume, per la l\larina austro-irngarica co I nome di (( H elgoland », e p,issato alla R. Mari1!a Ital iana nel 1920: lungh. m. 125, largh. m. 12,80, disloc~mento T. 3500, ai)p:trato motore H l'. 25600, velocità n. 27, armamento guerresco canno ni IX l 00, I 76 AA, lanciasilud 1 V 500, Stato )Iaggiore 15, equipaggio 354.

Bri njar ries. Classe o casta ereditaria nelle Indie I nglesi, il ct1i ufficio era d i fo1:ni tori d i viveri presso gl i eserciti dei principi indiani in campagna. Brion (Luigi). Ammiraglio della Colombia (li83l82 I) . Con tribuì a fru.,trare un te11 tativo d' in vas ione in-

glese in Colombia, d.i parte dcll'annn ir. Murray. Combattè per l'indipen<lcn,,a dell'America del Sud, e coadiuvò Roli var ( 18 16). N cll'anno seguente p rese part~ con una flott iglia a lla sped izione d i Cayes con pieno successo. Scdelle a l Congresso di Angostura, che proclamò l'indipendenza <!ella Colombia. Spese tutto il suo B. v:rntaggio della palr ia.

Brioni (Isole). Sono 12 isolette dell'Adriatico a~- O. del porto militare d: Pola (Istria). P er la loro posizione, dominan te il cana le d i Fa.sana, che mette a1 porto d i Pola, h:rnno u na certa importanza s trategica. :\ ppunto per questo, quando Pola costitl!i,·a la princip:.le pia,;za nava le dell'impero austro -u ngarico, ta le gru ppo d i isole era soggetto alla. giurisdizione militare, e nell' isola Rrion Grande fu costruito il forte T egetthoff. Il 29

maggio 1379 nelle acque di l/. si combattè una battaglia navale tra i Veneziani condotti da Vettor Pisani ed i Genovesi sotto Andrea Doria, che vinse, cd inseguì la flotta veneziana Jìno a Chioggia. Tale vittoria segnò il mom<:n to pi(i critico per la R epubbl ica Veneta.

Brioschi (Luigi). X. a Milano nel 1853, fu presicleme del Club Alpino e l'ideatore del Grigio-verde (V.). Brisba ne (Sir Charles). Contramm iraglio della Marina britannica (1769-1829). Servì sotto Nelson. D al 1808 al 1$29 fu Governatore di San Vincenzo. Brisighella. Città della prov. d i Ravenna, 11ella ,·alle del La.mone, con ant. rocca eretlavi dai Veneziani,. sopra una collina dcli' Appennino Romagnolo. )!"el secolo XIII pare vi C$is tessero già le rovine d i un Castello, di,trutto eia .:l,fainardo Pagano. G li abitanti <li B. dimo•trarono speciale valore nel 1358, distruggendo la compagnia di ventura di Corrado di Lando; nel ! 425 o~cu,parono Faguano e v insero e fecero (Jrigioniero N iccolò Piccinino. Alla morte di Galeotto :\fanfredi, sventata la congiura di Giovo Bcnl ivoglio, s'impadronirono di Facnzn. ,,el 1509 le soldatesche di Giulio II, nei Brisighellcs i. alleati dei Venezian i, incontrarono fiera resistenza; ma per la preponderanza delle forze finirono p~r vincerli, e B. fu duramente trattata. Tuttora l'abi1a to conserva tra.ccie de I le fortificazioni medioevali. L a rocca vi fu ed ificata da i Venezian i. Brissac (Cossé, signori, conti, poi duchi d,). Famiglic1, francese di cui si distinsero nelle a rmi : Carlo I ( l.'i0S-1 563), capitano e diploma.tico, si distinse all'assedio di Xa;:,oli (1523) in Piemonte (S11sa e Aviglian a.) nel 1540-47; nelle Fiandre e i:i Sci.ampagna. Dal I 550 ebbe il grado d i maresciallo d i Francia; i itolse agli Inglesi Le Hawe ( 1563). Fu poi governatore del P iemonte, dove con poohc trlJIPpe e scarso danaro fece fronte agli b11periah e si a ffezion ò i solda ti sacr ific1ndo gran parte del suo pa trimonio. A rt11ro. l\laresciallo di Francia d al 1567, m. nel 1582. Si segnalò alla difesa di M et1. (1552) e poi a S . D enis e 11ontcor.lour ( 1567). F u rinchiuso alla Bastiglia pe-r

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aver- preso parte al mo\'imento d el « Ciovc<li Santo » (1574) .

Tfo1oleo11e ( 1543-1569) morto all'assedio di Mussidan. Carlo II (J,rimo du,ea di Brissac, 15S0-1621). C01nbattè con a Iterna fortuna e fece parte della Lega con fede vacillante. Divenne maresciallo di Francia e pari nel 1612.

Alberto. MarcsciaJlo di campo francese ( 1627-1 713). S i d istinse alle Dune ( 1658) a Tournai e Douai, dove fu ferito, nella Franca-Contea. Fu consigl iere di Luigi XIV in molte operazioni militari.

G·ia" Paolo 1'i111oleo11c (1698-1784) prese parte :i tutte le campagne di Luigi XV.

B rito-Freyre (F,·ancesco di) . Generale e scritLorc portoghese. Combattè al Brasile nelle guerre 1655-56, e ne pubblicò la storia (1675) col titolo « Nova Lusitan ia >J. Bristol. Città manllnna dell'Inghilterra, già esistente ai tempi dei Romani, i quali la presero: venne in seguito fortificata. Nell'agosto 1645, durante la lot!:l fra i partigian i d i Carlo I e il Parlamento, le truppe di quest',u ltimo, condot•.c da l'romwdl e Fairfax, vi posero l'a;;,;cjio. Il nipote di Carlo, principe Ruperto, comandava la guarnigione, e d iresc la piazza fino all'll scll=brc: quel giorno fu costretto ad arrendersi. Brìtannia. ,·. Gran Bretagna. Brivio. Comune in prov. di Como sulla dr. dcli' Adòa. Xci medio evo fu fortificato quale barriera di confi ne del J-lc.rgwmasco. Il s uo ~a.stello fu costruito ne l secolo X da un conte Ottone, in forma di vasto quadrato coi~

Passo dl Brizio torri rotonde ai due angoli mer idiona li, cd ahra torre quadrala più alta verso N . E. Fu importante per la suo posizione a g uardia del lago, con ponte e castello sulla dr.; e fort ificazioni sulla sr. di cui rimangono avanzi d i mura. Nel XIII secolo vi si ricoverarono i nobili milanesi, e vennero attaccati d a 200 balestrieri inviativi da l popolo, che presero e demolirono la rocca. Fu .preso d1i Veneziani a F rance~-co Sforza ( 1445), ed essi lo restaw·arono e munirono di forte restitu~ndolo J~r.i al Ducn ( 1454) colla clausola che dovesse esserne demolita la bastia. Nel 1799 fu minacciato di bombardamento e saccheggia to dalla soldatesca a ustro-russa. Nel 18 13 fu teatro di conflitti tra partigiani dei Francesi, e refrattari al dominio s traniero.

Brix (Enrico). Colonnello prussiano e scrittore ( 18311895). S i distin se nella guerra del 1870-71, nell'arma di

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cavalleria. Seri=: cc Memo,ie sulla organizzazione, form azione, cd imp iego della <:\1 valleria nella condotta moderna della guerra » ( 1881).

Brizio ( passo di, detto anche del Ma11dro11e.). Colle del massiccio dell'Adamello (3147 m.) coperto per buona parte dell'anno da nevi e ghiacci. 2'1cttc in comunicazione lfl Val di Genova con quella di Av io. M ilitamnentc non· ha grande importanza pcrchè vi passa un sentiero, ed ha limitala potenzialità logistica. Durante la guerra mondiak fu campo di asprissimi combattimenti fra reparti alpini. Il 15 luglio 1915 un manipolo d i alpini occu pava il passo di B. cd a.veva la sua riserva (60 u . circa) comandata dal ten. Pedrinclli Carrara, a.I rifugio Garibaldi. Attaccati d i sorpresa nelle prime ore nebbio1;c da due forti colonne austriache cou mitragliatrici (500 u. circa), non solo resistetkro al primo assalto, ma con abile stratagemma, ritir~tisi sulla lin ea Gariba.ld1, rµ1ando il nemico inuppe csulta111e sul passo ablundonato per issarvi la bandiera, lo mas.arrarono con una tempesta di pietre, bombe e fucilale, in modo da sbaragliarlo ed ol,bligarlo a fuggire, lasciando parecchi pr igionieri. mentre i no5tri rioccupavano il passo.

Brocchi (Car!o). Ufficiale. patriotta, n. a Reggio Emilia. Xel 1848 era ufficiale del genio nell'esercito pie. n1ontcsc; nel l 860 acco ,·se a combattere con Garibaldi; · mentu comandava col grado di colonnello U reggimento del genio, da lui organi:,;,;ato, cadde sotto Capua colpito morta hncnte da una palla di fucile. Ii, padre di lui, . A t1to11io, era stato ufficiale estense, ave,·a aderito ai moti del 1848, era stato nominato comandante delle t1•uppe modenesi del Governo Provvisorio, era passato nell'esercito· piemontese di,·enendO\·i magg. generale. B rocchi A dolfo. Genc,·ale conunissario, n. a T orino nel 1831. Par1cci:JÒ alle campagn~ del J S.5.'i -56 e del 1859 e si ~11eritò una med. cli bronzo in quella riel 1866. J.'romo.sso wlonnello commissario { 1880) fu successivamente direttore cii commiss. mil. dcli,; di~is. - · di Torino e di Roma e del C. d'A. d i R oma., e nel 1886 fu nomi11:tlo membro della Commi~sione per la sorveglianza dc: maga zzin i centrali militari. ~e; 1893 fu colloc;ltO a riposo ed inscritio nella riserv~ Brorcht A<tol ro col grado d i magg. generale.

Brocchiere (o Br-occhiero). Così chiamalo lo scucio rotondo, o rotella, recante nel centro una punta d 'accia io sporgente c<l acuminata, eletta brocca. o /,rocco, on• dc il nome di brocch iere. Il brocchiere r,,vcva b forma e le dimern;ioni della rotella ordinaria; ne differiva per il b~occo, che la rotella non ha. Fu usate nei scc. XV e XVI. Chiamavasi B. da. p11g110 un B . molto piccolo.


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Brock (Isacco) . Genera le i nglese (li69- 18 12). Ke : ].810 aveva il co:nando in capo <le!Je forze in glesi nel 'Canad à, q ua.ndo scoppiò la guc,-ra con gli Stati Uniti ,d 'Amer ica. Battè il gen. nord-a,mericano H ull (16 ago sto 1812) prendendo De- ttroit; morì nell' ottobre, per ferite riportate combattendo. Brock Fed,1rico. Ammiraglio ing!ese dcli' epoo nostra, n . n·, 1 1854. D ·il 19 l9 al 1920 ~bbe connndo d i divis. navale ; da! 19 12 al 1915 fu cbmandante a G ibi lt€rra.

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Brocli O s111011d, Ammiraglio ingleR dcli' cplf.; n ostra. Partecipò alla fa. zione di Hclgo,and (1914) Brock Federico -e a quella <.ii Uogger Rank ( 1915); ebbe quindi ii' conrnr1do <li una squadra d i in• crocia tori con la qua le s i distinse nella oattaglia del.ic Jutland. ·

Brodes se r (Carlo R-itter di). }faresciallo bavare,e 1785- 1876). Prestò quasi sempre servizio nel]' ar<., ~glieria bava rese. Prese !lai-te .'a lle campagne dal 180., a l 1814. ;\'.e! 1'366 divenne comandante generale delJ'ai·tiglieria <.Li. campagm. emergendo p er la condott.1 ,dell'arma durante la guer .. Ta, nonchè per la or ganizzazione del versonale e ùei materiale te,nico. Broechcm

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su affusti a ruote in locali speciali blindati. Vi erano 300 cannonieri e fucilieri d i guarnigione. L'opera era costruita in buon calcestruzzo ben omogeneo. Nella notte da l 5 a l 6 ottobre 1914 il fuocù d i tutte le artiglier ie d i lunga portata del forte si concen11·ò sul ponte che i tedeschi stavano -costruendo sul fiume X clhe a 400 m . a YaJle di Dierre. l\,fa le potent issime artiglierie pesanti campa li dei T edeschi, iniziato. verso le 9 di .~era, un t iro cli mar te llamento eù intc:·d izione su I forte, finironc dopo ·w1a gioi~ •ata d i bombardamento, non solo a fa1 tacere le s,,c artiglierie. n1a a ridurlo in annna3Y~ di macerie.

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(Gù,sePl><l.

Parr iotta; n. i m. a il\,1ila.no (1814-18-1.S). Chiamat(' a lle armi dall'Austria, disertò per r2ca··si a com rbat tere in , ,irica con le truppe francc;i. Arrestale al suo ri torn0 in patria Brogg; per disei·z.ionc~ fu li berate mediante una c.1uzio11e. Scoppiata la rivolu1.ione m,J rì durante le Cinque Gion1ate a •:.\fila no, ci:dendo colpito da una ìfillla <li cannone a Porta Ori,~n7"R~e.

Broglia (o Broglio). Famiglia italiana, oriunda di Chieri, da cui trasse origine la fa rn iglia l,roglic fra11cese. Broglia Francesco, condottiero del sec. XIV, m. nel 1.398: Fu capitano di ventura rinomato e uno dei re,Ltuntori delle -:niliz'ie. ital iane nel sec. XIV. Rroglia. di Casalborgone 1vfa.rio. Generale, n. a Casalborgone, m. a Torino (1796- 1857). Iniziò la sua carriera nei granatieri guard ie, do· ve rimase

di) . Uno dei forti del campo trinceralo di Anversa, CO· strui to coi pitl moderni ., iBrock Osmon<J stern i di fortitì.cnzione e armato delle migliori artiglierie due mcs.i p t'ia1a della mobilitazione (1914). Ebbe due pezzi ge1ne:li da 150 millimetri in cupola, due cupole per obici da 120 ; quattro c11pole per un cannone a tiro rapido da 75 e quattro scomparenti da 120; due cupole da ca1moncini da 57; otto cannoni da 57 in caponiern per fiancheggiamento basso; ed infine quattro cannoni da S7 (!1:>rte

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t1no a I

grad<=

cli colonnello "(1814- 1836). Gene.raie ( l~MJ) c01nand0 la brigata Savoia. Fu ministro della G :,erra e Ma rina nel 18-li. Nel 1848 fece la ca1upagna qu:ik comandan te d i d ivisione combattendo a Monzambano, Valeg;:io e Borghet to. :\'cl 1849 ,passò a l comandù della ·divisione di Cha m béry; poi fo ispettore ,dcll'~serc.t-1. Durante alcuni m~si dd 1856 iu inviato straordinario e m in istro p lenipot~nziario a Pietroburgo. Nel 1854 era stato nominato senatore.

Broglie. Fa,miglia francese discenden te dai Broglia. d i Chieri. Si distinsero nelle armi ; Francesco Jl,faria di Broglie ( 1610-1656). Dopo cl i essere stato paggio del duca di Sa voia, passò nel 1634 al servizio della Fr ancia e divenne ( 1650) luogole.ncnte eeneralc nell'esercito delle Fiandre. Morì aJ.l'assedio di Valenza.

· ,J punti neri ind icano i proietLIJi teclescbi cacluti su l forte

Vittor-io 1Vlaurizio, conte di R,-oglie. Maresciallo cli F rancia (1647 -1 727). F u governatore della L inguadoca: represse iì moto protestante nelle Cevennes.


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Bno,

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Francesco ,Waria, duca di Brnglie. Maresciallo di Francia, figlio del precedente (1671-1745). Fece le campagne d i Fiandra e d'Italia: ebbe il çomando in capo . nella Boemia (1741). Vit'torio Francesco, principe di Broglie. Maresciallo di Francia, figlio del precedente (1718-1804). Comb,ittè in I ta!i1 nel 1734 e var!ccipò alla guerra dei Sette Anni. All'inizio della r;voluzione fu nominato da Luigi XVI m inistro della gciernt, ma per pochi giorni; si ritirò a Coblenza cd ebbe .il ,comando {J'w1 ,corpo è i L•m i6'Tati (1792); pi,ì tardi fece atto di sottomissione a N apoleo111:. Carlo, prinòpe di BrogUe. Generale francese, figlio del precedente (1756-1794). Partecipò alia guerra d'indipendenza degli Stati Unili ; tornato in Francia, fu nell'esercito del Reno fino al 1792 ma non vòllc rico-i noscere il decreto sulla decadenza dei Borboni dal trono, e, come realista, venne mandato alla ghigliottina. Vittorio Amedeo, principe d·i Broglie. Generale francese, fratello del pre<:edentc ( 1772-1852). Emigrò col padre e fece le campagne contro la Francia n el 17951797. Rima.se fedele a i Borboni.

Broglio d'Aiano (A ndrea). Fu ufficiale napoleonico; dopo la spedizione d i Russia seguì Mural a Napoli; infine andò a combattere per l'indipendenza della Grecia e morì a ll'assalto di Anatalico (1828). Brolio. Castello in prov. d i Siena, nel bacino dell'Arbia, costvuito nel scc. XI. Nel 1252 fu assediato e

in tre parti, è circondato da solide mura pentagonali, erruppresenta un ottimo esempio d i fortificazione feudale.

Bromberg. Città della Prussia, già fortificata, in_ prov. d i Posen. Nel 1657 (6 novembre) vi fu concluso• un Trattato fra. Polonia e Russia: la prima cede·:a alla seconda Lauenberg e Biitow. Bromme (Cado). Ammiraglio tedesco e scrittore ( 1804- 1860) detto ~< Bronuny ii. Prc~tò servizio ne-Ila. marina da gua,a greca qua-le comandante d i fregat:i sotto l1a.1nn1ii'aglio },1.iaulis (1827-43). j(J tar<li fece 'parte del Ministero della, marina groco, e fu w · mandante ddla scuola mi litare della marina al P.ireo. Pubblicò f.llora un libro « La Marina>> (1848) assai considerato. Fu chiamato poi a Frnncofortc quale membro della Com-missione per la riforma della. ma rim. nazionale . N c1; 1849 ,prese pa;·te con una flotta di Ire navi a.Ila guerra contro la Danimarca e ncll'agoslo dello stesso a1mo dive1mc commodoro della flotta.tedesca. Nel 1857 prestò anche servizio nella ,narina rtustriaca, quale Jeferendario nel comando <l~ll.1 Marina inTrieste. Nel 1860 si r itirò dal servizio.

r

Bromo. Liquido rosso-scuro che emana vapori l'<>SSObruno di un odore sgradevole, soffocanti e caust ici; ha un pe5o specifico di 3,18, bolle a 63°. La densità dei. suoi va,pori è 5,51 circa. Non ebbe direttamente impiego come aggressi\'o duran te la guerra, ma se ne fece largo uso per la p roduzione dei composti aggressivi bro murati.· Bromsebro. Villaggio della Svezia meridionale. Trattato di Bromsebro (15 settembre 1541). Frn S\·e:i,ia e Danimarca . Stabilisce un'al!canza fra Gustal'o Vasa e Cristiano III,, per la durata di SO a nni. Pace di Br'omsebro (13 agosto 1645). Fra Danimarca.. e Svezia, con vantaggio della seconda. La D animarca

ottiene lo sgombro dello Jutland occupato dagli Svedesi, ma cede loro le isole di Oesel e d i Gotland e la pro\'. di

Jemtlan<l; inoltre ammette la libertà di navigazione nel. Sund.

Brondolo. Cannoniera lagunare, in accia10, varata. dal R. Arsenale d i Venezia n el! 1919 : lungh. rn. 38, larghezza m. 6,62, d'islocamen to T . 117, apparato motore HP 538, a.imamcnto guerresco I 76, equipaggio 18 .

La parte più antica. clel castello di BroHo

p reso dai Senesi; 1~1 1452 venne assalito e dopo lunga resistenza p reso dagli Aragonesi, smantellato in parte nel 1478, restaurato nel 148j. Il corp o centrale, d iYiso

Broni (ani. Brovna). Comune ·in pr<w. di Pavia aL piedi delle ,colline sub-appenniniche ed all'imbocco d ella stretta d i Stradella. E' di .fondazione antichissima, a ttJ·ibuita a i L iguri, Ne! periodo minano ~ra « ùppidum il -• di sbarramento della via Emilia. Caduto l'impero, i, Goti ne fecero un •p unto fortificato dipendente da Pavia. Nel periodo dei Comuni fu sconvolta dalle lottefra Guelfi e Ghibellini. Nel 1200 i P iacentini, in odio a,,. Pavia, espugnaro110 B . e fecero strage dei suoi abitantiche si erano valorosan,cntc d ifes i. ~e! 137 2 russando di; là Giovanni Acuto, al soldo di Bernaibò Vi<>Conti, B. fa,


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--vittima del saccheggio da parte delle truppe di questo . avventuriero. Dopo la vittoria di Ma1·cngo vi entrò Na_poleone I, che da B. d irc,;se il p r imo rappor to a l Di. rettorio sulla memoranda giornata. Nel 1859, B . ebbe a .soffr ire saccheggio per l' invasione delle truppe a ustriache.

Bronsart (Paolo). Generale tedesco (1832-1891) Partecipò alla guerra del 1870-71; fu ministro dell~ G uerra ( 1883); lasciò un 'opera su l « Servizio di Stato Ivfaggiore in pace e in guerra ll. Bronsart Gttalt·iero. Generale tedesco, fratello <ld precedçn tc (1833-1900). Partecipò alle guerre del 1866 e clel l&iO; fu ministro della Guerra ( 1893) e procedet te al r iordinamento dell'esercito, ritirandosi dal ser vizio nel 1896

Bronte. Nave trasporto ·p er carbone e n afta, in accia io, varata dal cantiere Orlando di L ivorno nel 1904 :

4.69 -

BRO

a Varese una mcd. d'argen to ed a Le<:co la promozione a luogot enente per merito di guerra. Passato col suo g_rado nell'esercito regolare, s i dimise all'a nnunzio della sped izione dei ::Vlille, e r a.ggiunse Garibaldi da vanti a l\•f ilazzo, r-ve si battè stren ua.mente. 0:imbatt•:ado infin e valorosamente a Castd l\:f orrone, cadde crivella to di ferite, così CO·· mc l'anno p rima era caduto il fratello Narc iso. Garibakl i paragonò il sacrificio <li lui a ,quello di Leonida. e dei Fa bi. La motivazione con· la quaie a.Ila memoria d i lui venne conc;-:~~a. la lllPcbglia <l'oro a l va lor militare cosj s i esprime: << Dopo essersi d istinto il :!O cd il 21 luglio nella cattura <lei va.porini borbonici« Elba >> e « D uca di Calabria >l ed ,t Milazw, il 1° ottobre 1860 a Castel Morrone, attaccato d a i bocbor.ic i ù i molto superiori in numero, oppose eroica resistenza, cadendo colp ito a morte >l . Anche un fratello di N.u·ciso e di P ilade (Oreste) fu volontario garibaldino n el 1859 e nel 1866.

Bronzina. Nome ùato alla bombard a. nel sec. XV.

lunghezza m . 116, larghcu~1 m. 14,35, dislocamento ton·nellate 9490, appara to motore H P 4291, ar mamen to guerresco IV 57, stato maggiore 9, equipaggio 28.

Bronzatura (ali.a sangnigna). Coloritma rossast:-:i. -che si dava alle armalttre, e della quale fecero molto uso gli armai110li di Norimberga dal 1650 · al 1700. Bronzetti (Narciso). Patriotta, n . a Cavalese, m. a Brescia (1821-1859) . Fu cadetto nell'esercito austriaco; si dimise e da Mantova, nel 1848, fuggì a Suzzara; organizzò i bersaglieri mantovan i con cui combattè a Castiglione e a !Governolo. Nel 184·? combattè alla Cava, po i passò a R oma, d istinguendosi nella lotta ~ - -: ... contro ,Napolet an i e F rancesi; C'l·.. . d uta R.o,na, passò in P iemonte e r iprese le ar m i n~J 1859, capita. no nei Cacciatori delle Alpi. Per merito <li guerra fu :promosso <la Garibaldi maggio,-c. ;\ Treponti, guidando i suoi a ll'a;s,alto, ebbe . j():_---..-_. - - .-::'-:.·•;,". spezzato il braccio destro e ferito il siJ1istro, ma r imase impavido al suo ;-,osto fincbè un:t palla che Io colpì a l fianco lo ab bltté : !rasportato a Brescia, vi .morì dopo due giorni, ricevendo la me. da glia d'argento.

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Bronzetti Pdade. Medaglia d 'oro, frate llo di Narciso, · n . a :Man tova nel 1832, caduto n el 1860 :t Castel }.-Iorrone. B ella figura d i volontario del Risorgimento, chia· 1nato da Gabriele d'Annunzio << emulo del R e di Spart.t » . Sedicenne appcn.t, nel 1848, corse alle armi con . i bersaglieri 1nanto vani, e l'a11no seguente fu all'asse<lio d i Roma con Luciano Man.u·a , toccando un a gloriosa fe1·ita. Implicato n ei moti mazzinia ni del 1853, soffrì il carcere in Alessandr ia e fu anche -bandito, ma l'anno seguen te venne prosciolto. Prese parte qu indi con i « Cac· •cia tori delle Alp i » alla ca.mpa.gna del 1859, guad agn ando

Bronzo (Et.à. del) . All'età dclht Pietra ( V.) successe un'CJ)oca più progredita, in cui, sosti tui(J. I.i. selce c0n !a lega del ra me e dello s tagno, si seppero fa 1.>h-cicaro;: armi migliori e u tensili p iù adeguati alle n1uta te condizioni de! vivere. Le armi d i questo per iodo sono per lo piu :fu1emen te lavorate, con disegni di tipo uni'.orme. nei q1.1a li domina la spira le. Carattcristid>.e ~ono le· a,rie: la loro lunghcz2':t varia dai 10 ai 20 cen timetri e il oro peso <lai 300 ai 750 gr. ; ve ne sono d i /forme molto disparate, ma tutte si distinguono per il manie.o longit udiJ1ale e non trasversale, come si usava. all'età dell1 p ietra. Il tipo più comune, è ,qu-~lo ad alette, ripiegate da ciascun J,ito della !amn, in modo da formare i.ma specie d i bossolo a due scompartimenti nel quale: entrava un 111anico spact:a-

to e piegato a. gomito. Altre ascie, a.s.;ai con1uni in

Francia, sono a bossolo ord inario, cilindrico o prisrnatico; e non ne 111anca-

no nemmeno e, e,mpla ri bucati trasvcr_salmen te, che usarono da ten11) i lon tan i i tpopoli civili. !'.-hl foro vcn iva in trodotto un m an ico Pugnale Arma in asta d i legno, tenuto fermo med iante un legaccio, .o ppure facendolo penetrare a forz'.t. Altre armi dc li' età del bronzo er::ino lo scudo, pu111e d i lancia, d i chiaverina, di freccia, pugnali e spade. Di queste 1Jlt'ime , le poche trovate nei laghi della Svizzera, sono in genere corte e diritte, a due tagli, senza guardisi, dalì'impL1gnatura cortissima: quella pec esempio scoperta mezzo 8<:colo fa a Concise, è lunga 39 centimetri ed h a un'im-


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p ugnatura di soli 7 centimct1·i. Rari ~o:io Pill'C in Svizzera i pugnali, nei quali b lama si soleva fi~sare nell'impugnatu;·a per mezzo cli borchie d isposte su di una scia fila. Un maggior numero di armi, invece, è stato rinvenuto nei sepolcri della Francia e dell'Europa settentrionale; ,iuclle della Scandinavia sono meglio laNOrate che in qualsiasi altro luogo. l, 'impugnatun delle spade, in Danimarca, è per lo più solidm1ente fis.sa ta nella !:una con delle l>orchic, cd è notevole a tal proposito una spada scoperta nel 1861 in un ~cpolcro dello Jutland, lunga 65 centimetri e .racchius.:i in .ina guaitia di legno; le d1ghe e i pugnali sono s imi li alle spade e se n.: distinguono per le minori dimensioni. I coltelli hrumo la lama serpeggiante e il m.anico rn'o!to ador.10; alcuni però, col man ico fo1•mato da una ligur:t 111nana, hanno la lama diritta, come si usò poi nell'rt.'t del f.:rro, il che fa credere che appartengano a!Lt fine ckll'età del bronzo. Queste le anni più usate ncll'Cj>oca di cui parliamo: esse rappresentano \IJl. enorme prog?"esso ~ull'epoca precedente, progresso che spiega come, dat:i. b, superiorità delle loro armi, potessero, i nuovi popoli che la usarono, sopraffare quelli .1ncora r ima;•i all'età c!eila pietra.

Brom:o da ca,mo11i. Il B. presenta minore durezza ed omogene ità dell'a.ccbio, Jna richiede minori cure di conservazione. 1~ suo uso fu limitato, nei tempi moderni. alle hoccl1c da fuoco di piccolo calibro. Le qualità del 73. variano a seconda degli usi che si d eve fare di esso. Si ottengono le varie qualità, modificandone i quantitativi di rame e stagno che entra.no nella. lega ed aggiungendovi altri metalli come lo zinco e il piombo. l'er il B. da cannoni si impiegano 100 parti di rame e 11 di stagno. Le m<?-tCric prime devono ess<:.~ i:,uri!.sim~; i quantitat ivi s i agf(irauo in torno a i suddetti va1 ia_ndo leggermente a seconda dei bre,·etti. Aumentando le proporzioni dello stagno aumenta la durezza ma diminuiscono la tenacia e la duttilità. Xci secolo XVII si è introdott-:> qualche po' di zinco nel bronzo da cannoni, 01tenendo prodotti buon i. Erano celebri i cannoni fabbricatì dai fratelli Kcller sotto Luigi XV. Riesce particolarmente dannosa ad una buona fusione di bronzo la formazione di ossidi di rame durante !a fabbricazione. Per questo si usa introdurre nella massa delle piccole quamità di fosforo e di manganese che agiscono di riduttori . Questa operazione si dice di a ffi namento, e la cosa deve essere condotta in modo da non lasciare tr:iccia dei sudctti corpi nel bronzo quando è ultim3to di lavor,nionc. Tuttavia s i può esprcssa memc fare in modo che ,·i rimang:u10 quantitath·i ben detenninati d i manganese e cli fosforo, n el qual cnso prende il nome d i !J. al manganese, e fvsforoso. L'impiego del bronzo fosforoso è stato tentato _per la prima volta in Belgio nel 1869 e dopo lunga esperienza adottato anche in Olanda, Germania e Francia. I miglio:i studi sulla fusione dél bronzo ~i devono a D e Roult~-:\ fontchal, Ve F on tna i; Ki.inttel, ::-.eantcs, Paisonnai, )Ionte,;snri, Lc,,i. :\foltissimi br~ntti furono P'.'~si in tutto il mondo per metod i che si diversificano dt poco gli uni dagli altri. In _\ustria venne verso il 1880 ide:i.to per la fabbricazione dei cannoni cii B. il 5i~tema detto Uchatius dal nome dell'in\'cntore. S Br~oke (Giacomo). . \ncnturicro inglese ( 1803- 1868;. • ta-b1litos1 a Sarawak , avendo a iutato il sultano a reprimere un'i.n~urrezionc, ne ebbe in premio Sarawak e

-170 il territorio come rnjà, e comba11è lungamente contro pirati della )falesia.

Brooklyn (Combatti111r11io ,I,) (22 agosto 17i6). Appartiene alla lotta per l'indipendenza degli Stati Uniti d'America, e precede di poco la presa di Xew York da par te degli Inglesi. Gli Americani si erano fortificati in Long lsland: linee trincerate, custod ite da parte delle truppe di Washington ( il quale disponeva in tutto di I i.000 u.) erano state stabilite sulle altw·e presso B., ben munite òi ar,tiglierie, al comando del gen. Sullivan. Gli, Inglesi disponevano d i 24.000 u., di cui 13.0(10 Tedeschi al loro soldo: comandante in capo il gen. Howc, coadiuvato dalla flotta inglcs;, agli ordini di suo fratello, l'ammiraglio llowc. lluona parte di queste forze, agli ordin i del gcn. Clinton, sbarcarono in L ong Jsbnd il 21 ago;;to 17i6, e assalirono il giorno dopo di fronte le lince americane, min:wcianclo le d'aggiramento sulla destra. Gli Inglesi riusc-irono a rompere le linee degli av,·crsari e a ricacciarli su B., prendendo 1080 prigionieri e cagionando loro una µer<l ita di altrettanti uomini: le perdite degli attaccanti sommarono a 400 uomini. Ma gli Americani subito dopo sgombrarono l'isola e si ritirarono su Xew York. B1•0U.i (Achille). Gencrnlc, n a :-.filano nel 1859. Sottotenente di f~.ntcria nel ISSO, prestò sen-izio per varii anni nell'Tstihllo Geografico militare di Firenze Collocalo da t~n. colonnel!o in P . .\. a sua domanda ( 1909), ebbe missioni all'Estero; d'u richiamato in servi,:io nel 19 I5 col grado di colonnello e partecipò alla guerra 1915-1917 quale cnpo <lei l" t:fficio Informazioni dipendente cl~J Comando Supremo e ooi quale dircttor: dell'Ufficia Censura Postale di Como Promosso maggior generale nel 19 18, fu ricollocate in congedo nel 1919 e raggiunse nel 1924 il grado di. generale di divisione nella riserva.

Brouage (ant. Broagù,111). Villagg:o della l'rancia. nella Charente Jnféricure. Fu un tempo fortificato e delle sue fortificazioni rimangono imponenti avanzi in. mezzo a ralucl:, esempì perfetti del metodo francese anteriore al Vauba11. .\!l'epoca di Enrico III era porto militare importante. '.\'d 1562 B. fu assediata dal duca di ::-.1aycnne e cadde in suo potere. Nel 1570 i prote• stant i la ripresero. comandati dal duca di Larochcfoucauld. Ripresa nuovamente dai cattolici, fu loro tolta dopo a~scdio un'altra volla dai p rotestanti co,t1andati da. Renato di Ponti,·y. • 'et 15i7 fu conquistata dalle armate rea li. Nel 1586 il suo porto venne colmato, .:weudovi all'uopo i Rochcllesi inviato 20 na,•i cariche di pietre facendole affondare. D opo la presa d~lla Rocbe!lèi cardinali di Rirhelicu e .\faznrino tentarono cli restaurare le fortificazioni danneggiate dalle varie vicende subhe, ma invano, e la ci11à si spopolò andando in com1,lcta decadenza. Brouard (baro11c Stefano). Generale francese ( 17(:$1833). Fece le campagne della Rivoluzione, compresa quella d'Italia. Difese )folta contro gli Inglesi durante:


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la spedizione d 'Egitto, ma non potè impedire che la; prendessero. F ece le successive campagne napoleoniche .

Brouis (Colle del). Nc!Jc Alpi Marittime, all'alt. di 880 m. Nel 1793 i Piemontesi trincerati a Saorgio avevano oc,cur,ato anche il colle del B ., con i granatieri d i Sardegna e altri reparti, al comando del gen. P ernigotti . L'8 giu gno i Francesi avanzarono in numero d i 20.000 e dopo viva resistenza occuparono i posti avanzati picmoulcsi; quindi s i disposero ~d attaccare J' Authion e il B., difesi ,h 1 L auila riemontesi, di cui d ue terzi a l B. Su questo colle convergono gli assalt i di 10.000 F:ranccsi, condotti d a Dumerbion ; i grnnatieri resistono agli assalti, e i Francesi sono battut i anche \'erso. l'Authion; ma il Colli ritira le truppe del E. verso Saorgio, preparandosi a ~esistere sull'A11thio1t (V.).

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tuto al Riucon de Obligado. Alla sua me1:>oria fu cretto in Buenos Afres un monumento, opera dello scul• tore italiano C hiassasco, e 'un a ltro in Bmwn, a 19 chilometri dalla. capitale argentin;i, opera dello scultore ita-1 liano Ca fferata. Bro,,m Giorgio. Generale inglese (1790-1865). P arteci,pò alla guerra d i Crimea (1855-56) e fu. comandante in capo nell'Irlanda ( I 860).

Browne (co111e Massimiliano). Feld maresciallo austriaco oriundo irlandese ( 1705-1757). Prese parte a tutte le guerre del suo tempo: combattè in Italia nel 1718 e nel I ì34, e poi nel 1744-48. N ella guerra dei Sette anni venne sconfitto da F ederico CI a Lobosil?. e ri'lllase mortalmente ferito a Praga. Browning. Pistola a ripetizione, così detta dal nome dell' inventore (l'americano T. M. Browning, n. nel 185S). Appartiene a l sistema a canna fis.sa ed ottura to1·e rin•

) todello p iccolo

Le rort:ncaz1on1 di urouage

Broussier (Gùr<1. Battista). Generale francese ( 17661814). Fece le campagne della Rivoluzione; partecip ò alla spedizione <li X :.tpoli e nel 1799 comoattè in Pugli'1 contro gli insoni, riuscendo a ristabilire i'or<line in q\lella regione. Finì la carriera, dopo di avere partecipato :t nttte iè guerre napoleoniche, come g::;, ernaè'lt t di Stra;,burgo.

culaute. Cal. 7,65 e 6)5, 7 cartucce, ì\Iod. 1900 e 1906. L a scatola d i cu latta è mobile uni tamente all'olt\lra tore sul sistema canna-castello. Antcriorme;itc è formala da due tubi: l' infcri'>rè, col q uale s'investe s ulla ca,,na, e il su1" pcriore, che porta il mirino e contiene il mecca!1isrr:o di ricupero del sistema scatola cli culatta-otturatore. Il movimento della scatola è longitudinale, e la molla d i r icu pero è situata nel t\lbo clic sta sopr,, la canna~ quest'ultima per tanto nel tiro 1·imane fissa. Nell' i111pu-

~J o<lello g rande

Brow n (Gia.co1110). Generale nord-americano (1 ii.5184S). Nel 1812 entrò nell'esercito per combattere contro gli Inglesi, e vi s i distinse così, di\ raggiungere due a nni dopo il grado d i gencri\le. Dopo la guerra 1·imase in servizio e n el 1841 C'bbc il comando in capo dell'eser c ito Bro,,.ni Cuglie/1110. Ammiraglio argentino, d'origine irlanè ese ( 1777 -1 857). Partecipò alla gu erra d'indipendenza, d istinguendosi gran demente. Entrata F.1\rgcntm a, in guerra contro i Brasi I iau i J)Cr il posscs,;o d i )fontevide:>, ?bbe il comando in 1capo cleila flotta e battè quella Drasiliana; alla flotta di B. o~ò, con p iccole navi ar mate, resistere ,;iuseppe Garibaldi. Nel 1845 l'a mrni,·. Brown · soste1u1c impari lotta conlro i Francesi e Inglesi e ne fu bat-

gna tura è rica vato caricatore è composto e.li una scatola di lamiera, nella quale possor,o stare sovra.pposte l'u:1a all'altra 7 <:artucce, spinte in alto da. una molla spirale sagonrnt, come i,I r., ricatorc. A s inistra, sopra l'impugnatur,1 -~ sul fianco del castello, v i è la !cva di sicureiia che p,:ò prendere due pos izioni i11d icatc dalle parole ivi incise, di « fùoco » e « sicurezza >>. E' arma con congegno semplice, sol ido, sicuro nel suo fu111.ionamento, e di facile scomposizione. :-Jegl i ultimi tipi più perfezionati l'arma s i sco111pone e s i ricompone senza aiuto d i caccia viti od ahro, avendo anche in più la s icurcz7,.-i automatica. Ne esistono in com~ mcrcio di varie d imensioni e calibri, bene equilibrate e comode a ;>Orlarsi. Ca1111n11r. Browning. Cr eato in d ue tip i d i\·crsi di peso


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e lunghezza, nel 1923, da I. M. Erow1ù1g n~;.li Stati Uniti. 11 calibro è di 37 mm.; è automatico; è aJimen taio con caricatori ; può raggiungere una celerità di fuoco d i 100-150 colpi al m inuto.

Br<r,.1ming (sir Montag11e Edoardo). Ammiraglio del la :Marina br itannica, n. nel 1863. Partecipò alle campagne dell'Egitto ( 1882) e dell'i~stremo Oriente (1900) Durante la guerra mondiale ebbe il comando de!Ja Ivi squadra di ù1crociatori (1918). Nel 1919 fu nominato Presidente della Commissione r,avale interalleata pe~ l'ar,mistizio e fece parte del Consiglio dcll' /\mmiragliato britannico.

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Pietro il Grande !1orninato comandante, ri,>rganizzandola. Fondò una scuola pc! genio militare. Negoziò la pace di Nystadt (li21). Tradusse in russo opere inglesi e tedesche e pubblicò un trattato d i geometria, cd un (< Calenda!"io secolare » detto appunto « Calendario di Brn·ce >> o <( L i bro Nero>>.

Bruco. ·Nome dato in Inghilterra ai p ri mi carri

·Brozolo. Comune nel circ. di Torino. Vi fu concluso (25 onaggio 1610) un Trattato fra Carlo Emanuele I e il .re E nrico IV d i Francia, con cui si mirava a ll'ingrandimento dei clominl di Casa Savoia, i l ,quale doveva avere lo Stato di Milano, e costituile col :Piemonte e col :M onferrato un <( Regno d i Lombardia>>. 11 trattato andò a monte, perchè 20 giorni dopo En1·ico IV veniva assassinato. Ta,luno fissa il luogo del trattato a Br-uzolo in val di Susa. B ruat (Anna,ulo). An1nliraglio francese (1 i96-1.8S5). Prese parte alle campagne nel Baltico, nel Brasile e nel Levan te dal 1813 in poi; quindi alla ba,t . di Navar;no. Nel 1829 i[.1Vè5tÌ sulle c,istc dell'Africa e fu fa •t,; prigioniero; venne li berale quando Alget·i fu presa dr,i Francesi. Nel 1652, col gra• <lo di viceammiraglio, par tecipò alla spcd i~ione di Crimèa e diresse le operazioni nel mar d'Azov. B ruce . Dina.stia della Sco;;ia, sorta nei tempi eroici di que! paes~ quando lottava contro l'Inghi:terra, per la propria indipendenza. Questa famiglia diede una serie di guerrieri fra i quali; Roberto III conte cli t\nnandale (1138-1189); accomi;agnò Gu,;lielmo <( il conquistatore >> in lnglii!terra e fondò la dinastia scozz~se. Roberto VII ( 1295-1304). :Mosse guerra a- Wallaee, che, avendo riconquista to la Scozia, pareva mirasse a l trono e lo sconfisse nella lb1llaglia di Falkirk (1298). Roberto VIII (1274- 1329). Combattè contro gli Inglesi che ·s'era.no annessa la Scozia (1305) ed i nflisse a Bannockhum una sangl1inosa sco:ititta ( l.31,!) a Edoardo II. Fu poi att&ccato da Edcardo ~lI, ma invano, e la pace con lui rese indipendente la Scozia (1328). Edoa.rdo di Eruce. Fratello d i R dberto Vllf. Guerreggiò contro gli In.g lesi per cacciarli dall'Irlanda e sbarcò nell'Ulster (1315) incoronandosi re. ì\lia fu vinto ~ ucciso a. Dundalk (1318). Davide d, Bruce ( 1324-1371). Re d i Scoz ia, detron iz· zato da Edoardo Baliol, ricominciò la guerra contro gli Inglesi. Vinto e ,preso a Nevi!le's Cross ( 1346) ot,tenne la libert;\_ mediante paga mento di un riscatto. Brnce ( Giacomo Vilimovic conte d·i) . Generale russo e scrittore, d'origine scozzese (1670-1735). Servì nell'ar-

t iglieria, disting~endosi a Pultava ( 1709) e ne fu da

corazzati (ta11ks), a motivo della loro grossolana somiglianza col bruco che striscia pesantemente sul terreno.

Bruch. Villaggio della Spagna in prov. di Barcellona. Battagl-ie del Brnch ( 6 e 14 g iugno 1808). La prima fu detem1inata dalla marcia di un corpo francese di 4000 u ., \fanti e ca.valli, con 2 cannoni, a l comando del gen. Schwarz, verso le a lture di B . Appartenevano a questo corpo un bgl. di napoletani e .uno sqdr. d i cavalleggeri italiani. Un nugolo di paesani male armati e: senza capi lo avviluppò e lo assali, costringendolo a battere in ritirata. attravtrso a villaggi ostili. Lo Schwarz perdette le sue a rtiglierie e i suoi bagagli, e 320 u _ e 60 cavalli. L a seconda fu determinata dal tentafr:o fatto dal g~nerale Chabran, con 12.000 u., di vendica.re J'insu.ccesso pr=dentc. ~fa.rciò egli verso le altw·e del B., ma i paesani non sì sgomentarono, e fecero subire a lla sua. col01111a la stessa sorte subita dalla prùna: i F rancesi perdettero a ltri 500 u . e dovettero r it irarsi.

Brudermann (Adolfo Rittcr von). C,,nnale austriaco) n. nel 1854. Fu in-..;egnante n ella 5:;uola di cct.· valler ia di Vienna. Pn:rcnosso genernle nel 1910, all'aprirsi della guerra mondiale, era c01mndantc della 3• ar-

mata, e nel 1915 (luglio) fu trasferito alla 7' armala, avendo gr:rnde parte, nel!' estate del 1916, a lla controffensiva sferrata contro i Russi.

Brueys (Francesco lJ. d' Aiga>illiers). Ammiraglio francese (1753-179&). Prese pame alla guer;:a d 'America e fu de3tituit0 nel 1792. ma poi reint~gra.to. Promosso contrammiraglio, con1andò successiva!n cnte la squadra dell'Adriatico nel

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1797 e la. flotta destina;ta rulla spedizione d i Egitto nel 1798. Dopo di a ver contribuito alla pres:t di ]\folta cd -operato fe l\cemcnte ·lo sbarco <lelì'ar ma ta , commise l'cr·rore di a ttendere gli Inglesi nella baia di Abuk ir, e nella bat ta.glia data.gli dagli Inglesi perdctt.-: eroica men .i te Ja vita., colp ito da un colpo di cannon e.

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r i,·ato ne lla posizione indicata nella car tina con le 1ctlere b b, venne accolto da un violento t~ro J ei 200 pezzi d a .5/4 dei Ga.ndesi, piazza ti di fronte a.Ila posizione. Subito dopo i Gandesi, vis~a scossa la. compagine ne.nti-ca, riunitisi in una sola colonna (e) si sìa >1ciarono a ll'assaltc, e rupj)ero i ranghi nemici. I .e r:1i?izic improv -

Brugère (Enrico). Genera le francese e ,.crittorc mi•• litare (1841- 1918). Prese pa r te a lla campagna del l87U

e~rfat!o 1)ri~ ioniero a .f\.letz, ,·iusci aJ ev2.ck,e e r i!Or• na re a -cornb:i.ttere. Pubblicò : cc L a taf.tic:t dell'art i· glier ia duran te la guerra dc! 1866 >l, lav(\l'O declot!o d all'impiego d :.lle artiglie-• rie, prussia na, ita.liana cd austriaca. Nd 1884 fu inv iarlo al 'l'un~:.ino, e si d is t inse a. Bac-Le. Geucrale nel 1887, pçrvc:1J1e al C0ma.ndo Sttpremo nel 1904. ~coppiata la guerra mon d iale, volle r iprendere il servizio attivo •. ! g li fru a f ~ fidato un comando di gr u1)po d i divisioni territoriali c he nel 1914 contribuì ad arresta re la pressione tedes ca su Amiens e Béthune. Tra i suoi scrit•i, oltre quello citato, r imangono: « &tudi sull'impiego d ell;_artiglirJ"ia nelle campa gne in Tun isia e nel To1Khi no ll. 1

Bruges (ùi fia11tmingo Bmgge). Città del Belgi~,. <::apitak della Fian dra. occidentale. Città antich issima nota fino dal ..ecolo \/Il; i nterseca ta d a numerosi ca· na.li. Baldovino d i F iandra la fortificò (83 7) p er difederla dalle incurs ioni :\Tormannc. Fu tre volte incend ia ta da l 1184 al 1280. ~ cl secolo XlV e XV, d ive nuta importan te empor io commerda le, fu oggetto di m ire conquistatrici da par te d ei re d i F rancia e degli i mper atori d 'Austria. Passata in possesso degli Asburgo, fu vessala e da nneggiata a l punto <la provocare un' insurrezione dei cittad ini, che, fallo prigion itro l'imper:>.· tore ·::.\fassimiliano I, lo obbliga-rono a. firmare un a tto di J'ir.unzia (I.Ile -Fiandre. i\'f a liberato pi1i tardi, mos,,~ guerra alla città ribelle, castigandola. con durezza., togliendole ogni privilegio, Nel 1582 fu presa <lai Fra.nc<"si; ma due anni dop o ca,dde i n mano degli Spagnuol i. N el 1704 venn,~ assediata. inchmo ,Jagli Olanclesi, e dopo la bl.ltaglia. d i R a.mili ics (1 i06) rim<1se agli alleati. La oocup:,rono poi i Francesi (1709) ma ritornò a.gli alleati n ell'anno dopo . Durante la guena d i Successione ( l i45) fu p resa da i Francesi agli o-rdini del maresciallo di Sassonia. l\ el 1794 cadde nelle mani dei Francesi ; to rnò a i Paesi iBassi nel 1816 e d al 1830 fa pt,rtc, del regno del 'Belgio. Durante la gue rra mond iale, fu base d i sottomar in i tedeschi, e venne ·par a lizzata. da ll'imbottigliamen to d i Zeebrugge ( V.), J atto d agli Inglesi. Combatt·imento ,li Brngcs (3 maggio U 82J. Fu com~ battuto fra· i G,u1<!<·,i, comanda ti da F ilippo d' Artenelle, e il conte Luigi d i F iandra. Avendo i primi avuto sentore che il conte si apparecchi ava ad assedia.re Gand, d ec isero <li p revenirlo e mossero ù1 numci"o d i circa 5000, con 2000 armi da fuoco, su B. <l<»'e $i t~ovava accampato. Ar tene-lle prese p osizione die:..ro u na palude (a a) . Il conte di Fiandm rinforzò i su ~i S00 .regol»ri con 4000 u . delle m ilizie raccol.te fra B . e din torni. Ar-

visate d i B ., non potendo sostenere J' impe,::i dell'assa!to, prese dalla paura. fuggirono in d isorxlinc n ella città. I .a cavalleria. stessa. d el conte Luigi trascinata dai fuggi,L• schi ne seguì l'esemp io, ed i Gandcsi li inseguirono colle spade alle r eni, rendendosi padroni cli H~uges.

Trattato di B rnges . Nel 1486 Fra ncesco duca. d i Bretagna, a po~hi giorni dall'aver conduso il tra tta to d i Bo,n·ges ( V.) , ne stipulava un secondo coll'irnperator•c 1\fassimi liano I a &, del tutto contrario al primo. Difatti con questo si i mpegnava, in via solida le coll'imperatore, d i non depor re le am1i finchè il re di F rancia non fosse stato obbligato ad fillontanare da sé cc i catti,·i consiglieri». I n seguito a tale tratta to ~fassimiliano r d ichiarò guerra a lla Francia.

Brugna t ellì (GiuseJ>pe). Cenerak, n . a Milano n el 1849. -Sottot. d i fanteria nel 1867, fu insegnante alla Scuola di Guerra dal 1883 a l 1886; partecipò a Ila campagna .j',\ frica <lei 1895-96. Prorn~.,;so colon• nello ( 1897) comandò 1'~8° fanteria e il ,! istretto r1.i Pia.ccn?.a. Collocato in P . .A. nel 1908, fu promosso m agg. genc:·ale nel 1911 e nel 1924 generale d i ehvisione nella r iserva: nel 1926 fo collocato " riposo.

Bruhl, Città della Prussia renana. V i fu concluso un Trattato (2 gennaio 1672) il quale sanzionava una a lleanza offensiva e difensiva , contro l' Olan da, tra Fran c ia ed Elettore di Colonia . Bru ix (Eustacchio). Ammiraglio francese, (17591805). Fece par te della spedizi_one d'Irlanda (1794) e


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. d ivenne contrammiraglio nel 1798. Fu nominato ministro della Marina nel 1798. Nel marzo 1799 riusci con ammirata manona ad aPJ)rovvigionare :Masscna bloccato in Genova. Ricevette il comando della famosa flottiglia d i Boulo6"11e, ma, poco secondato dal Mini,tero, ebbe a sostenere gr:111di fa tic!hc, a ~ rovare d ifficoltà, a suscitare rancori, tanto che la sua saiutc ne fu gravem~n te scossa e ,·enne a moi:e.

st1z1 m ~•Jodo che prendesse fuoco sicurame111e e dixampa.5se con rapi, lità e intens ità. 1 ~cl· secolo XVII si Ieee molto uso d i questa arma. Allora, per difendersi da essa, si coprivano i ponti e i fian ch i della nave con grosse tele inzuppate di acqua, e dai portelli s i facevano sporgere grosse aste. Avvistato un B., dalla nave partivano gro,;se lancie armate che impediva no il suo avvicinarsi_ Il B. iu adoperato in va rie epoche, a comincia.re dai Greci dell'Impero di Costantinopoli, i quali adoperarono il « fuoco gre,o ». Numerosi sono gli esempi di. azioni maritti n,c per mezzo di questa arnna: così il 73. contro il po111e del Famese ad A11--;;crsa ( 1585). Ed è

Brulé (Nicola). Generale francese (1758-1794). Partecipò a.t'assedio di Tolo11c. Entr,, ~o J1ell'am1ata d'Italia, 11ella d ivisione J\fassena, fu •1cciso attacèando le po5izioni dei PieBrl.-iX Eusrnechlo 11101,lcsi nella zona di Saorgio. · Brulon (,lngelirn) . E roina cor;;a (1772-1859). \foglie di un cariorale francese di guarnigione ad Ai.iccio, essendo questi caduto ucciso, ne prese il posto ( 179:?) col consem,o del coionnello; s i distinse nella difesa del forte di Gesco ( 1794) dove raccolse sotto i suo i ordini 60 donne guidandole nella lolla. Partecipò alla difes;i d i Calvi, ( .1799) a•,endo già raggiWlto il gr:ido di sergente. Per le ferite riportate, dopo le guerre napoleoniche venne accolta agli lTl\"alidi col grado <li solloluogotenente e nel 1851 ollenne la Legion d'Onore.

celebre la vittoria ollenu ta con i brulotti dai greci Costamino Canarfr. d'Ipsa.ra e G iorgio Pepinis di Hydrn il 18 marzo 1822 contro la flotta ancorata nel canale di C hifJ. Il B . andò in disuso dopo l'avvento delle navi in ferro. Tutlavia macchine s imili sono State adoperate an-

Brulottisti del T evere. P iccolo reparto al comando del cap. Francesco Facchinetli, cu i venne af1ida to il compito - durante la difesa di Roma del 1849 - di tenere pronte barche a rlllate a brulotli nelle acq11c del Tcven:. Brulotto. .l3asti.menlo di piccole dimensioni, carie-:> di materie infiammabili, destinato ad incendiare le navi contro le quali era lanciato, in generale lasciandolo correre alla d eriva approfillando del vento e d-:Hc correnti. Talvolla i brulotti erano montati da poch i ard iti, cd allora portavar:o lungo i bor-di dei rampini legati a catene, co i quali i bru lotti venivano agganciati alle n avi avversarie. G li uomini, dopo l'operazione, cercavano d i salvarsi apprl)fittando di una imbarcazione appositamen te portala a rimorchio. I brulotti venivano usati specia lmente contro nav i in rada alla fonda, durante fo. . notte. Si adopera.vano vecchie piccole navi, circa 100 tonn., apposilament(; adattate. I l car ico era fatto con barili di pece, fascine incairama~e, pttardi, granate, olio di t re1ocntina ed ogn i genere d i esplosivo che si adoperava per la guerra; tutto opportunamente collegato con mie• cie, e striscie di poh·ere da sparo sparsa negli inter~

Sfz. sull a linea E

che ncll'epoc,t attuale, rna s i tratta piuttosto di cc Siluri d irigibili ,,. Ad es. i Tedeschi, d urante la guerra rnondhle sulle coste belghe, caricarono di materie esplosive dei motoscafi, con motore a scoppio, che potevano essere manovrali d a terra per · mezzo d i conduttori elettrici e diretti Yerso navi nemiche. Prccedent•·mente, l'a:-mata italiana a Gaeta. (1860-61) aveva preparato U'l brulotto con la vecchia. cannoniera Cu.rtu lene, come ~ indicato nella figura .

Brumath (o Bmmpt) (a nt. Broconiag,ws). Citti dcli' .\h,azia nel circ. di Strasb'..lrgo.

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La piro-cannoniera e Curta tone > rido11a a bru!Ollo (sei. longilodlnale) ncll'asse11Jo ()f Gaeta (1861)

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Battaglia di llrumath (356). Appartiene all,L lolla 50stenuta dall'Impero Romano contro gli Alemanni cumandati da Cno<lomcmo. ·fu vinta, contro costoro, da Giuliano, generale d i Costanzo II, e fu vittoria. decisiva, per allora, cbè Colonia ,venne riconqu istata e il pericolo d i invasioni allontana to.

Brun (Gio1"amri). Generale francese (18-l9-l911). P artecipò :tlla campagna. del 18 70. Fu insegnante alla Scuola cl i guena e n el 190:venne nominat-~ ~apo di S. M . dell'esc, cito: fu ~n ini stro della. gue rra nel l90919 IO, e r iordi11ò gli a lti comandi ·1: il corpo d i Stato Maggiore. A lessa,ulro !fr,m. Gene• raie, n . a Tori.no, m. a Pist oia (1853- l ~J2). Sottotentnte d'art. 1wl 1873, ~n trò <la capita,10 nel Corpo di S. )f. ; fo ::tddetto a ll'Istituto Geogrnfico )1ilitarc, ed a comandi. Promosso colonnello (1897) Brun 010,,anni comandò il 53° rcgg. far:teria e fu commissario militare per le strade ferrate:. R aggiunto nel 1902 il grado d i maggio, generale, f .1 nominato comandamc della brigata R e.

Brunanburg. Borgo dell'Inghilterra, teatro di battaglia (937) vinta ,fa] re anglosassone Altrstano con•.ro i Dan~si e gli Scozzesi, che aw\'ano i,~vaso il regno. Brunati (Luigi). Generale. n. a. ~lilano nel 1854. Sottot. d i fanteria nel 1877., pnrtcdpò a ila campagna d'.\fr:ca nel 18951896. •R aggiw1se ne l 1908 il grado di colonnello e e<>mandò il -18" e il 5° fanteria. Collocato in P. Orun Al~ssandro •.-\. nel 1912, fu richia:nato in ser,·i1.io in zona d'opcrazion i nel 19 15 e colloc1to a ripo.~,1 ne l 1917; raggiunse nel 1924 jJ grado di gcn~ralc di tìi,·isione nella riserva.

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Brune (Guglielmo). :'.lla resciallo di Francia (17 631815). Da tipo;,;r;1fo div~nne an1ico <li Danton, ed r ·-.- ~ ~ebbe l'iucari-to d i occupar- [ si delle requis izioni canili e vetture ;xr l'ese.rcit0 1 i92) . Gcn~rale ncll' armata dell'l ta liJ, passò JY:ii in Olanda rioort:indovi la vittoria di Bergen ( 17991 ; pacificò quindi la Vande,, R itornato in Jt:.lia d iu coma11dan tc supremo, ri• portando vari succes~i (1801) sul ~lincio ed Adige, che porta runo all'armistizio di Trev iso. Nomirnto maresciallo nel 1804, comandò reparti n Pomerania. occupando Stralsunda nel 1807. );ei Cento Giorni battè

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gli Austriaci ed il duca d' i\ngouleme, coll'armata. del Varo. Dopo l'a.lxlicazione di Yapoleone B. ,.:j diresse su Parigi per render con to al re della s ua c,mdotta, ma fu assassinato ad .h;gnonc dai real isti.

· Brunellesc hi (o Bnmel/esco, Filippo). Celc:bre a,chitetto e scu ltore fiorentino; n . a Firenze, m. a Roma ( 1377-144-1). Si distinse anche nella architettura militare, fornendo i d isegni del le fortificazioni <li Vico :Pisano (1406), e nello stesso anno quelli del ponte con ùue torri della cittadella di risa. Fallì nel 1429 nell'opera d'allagame1.to di Lucca. con le acque del Serchio. Costruì per Filippo è\1aria Visconti il castello di M ilano, e nel 1442 forni ad :\lessandro· Sfoua. il disegno della rocca di Pesaro, costruita dopo la s ua mo rte, I d isegn i delle sue ope re militari andarono purtropp:> smarriti. Brunet (C. B. Gaspare) . Generale fraucese ( 17341 i93). E ra maresciallo d i campo allo scoppio della l{:,·oluzione, alla. quale aderì ; comandò le Guardie n azional i del cl ip , delle Basse Alp i ; ebbe il comando in capo dcll'c~ercito d'Italia nell'aprile 1793 e lo terme fino al settembre. Des tituito e a rresta to come sospetto d i tendenze monarchiche, fu trasferito a P arigi e condannato a morte. Un altro B. (C. JJ.) fu pu re generale francese (l 763-182-l) e fece le campagne della Rivoluzione e dell'fmpcro. Un altro B . (JJ. D c 1101i Vivaut G'ìovan,ti, barone) fu pure generale francese ( 1778-1866); fece le campagne napoleoniche e divenne dire ttore della Scuola d i ca valle ria. Bruneteau (Gilberto, co11te di S. Susa1111a). Generale francese (1 i60-1830) . Si distinse durante le guerra delh rivoluzione dove r imase invalido e dovette lascia re il .servizio. Divenuto senatore e pari di Francia, rifiutò d i far parte del collegio giudicante contro il maresciallo Xey. Puhblicò: « Assedio di Danzica nel 1807 » ( 1818) ; « Pro1:ctto di" mutamento di sistema nell'attacco delle p iazze forti» l 18 19). Brunetta (La lln111el!a di S11sa). F orteua fatta. costruire nel set. XVIII da Carlo Emanuele III, in pofiizione giudicata la più conveniente per lo sbarramento della Val Cenisd,ia presso Susa, perc bè non dominata a distanz~ di tiro utile dai monti circostanti che di,·ennero accessibili a convenienti mezzi <li offesa soltanto dopo la costruzione della strada napoleonica del )foncen isio; ].,receduta a l suo piede da l letto de lla Ceni?chia, costitui ta da rocci;t durissima, cr.1 di difficile accesso, X e! 1 i08 l"altura della Brune tta era occupata sul margine verso s ud dal forte Santa Maria e verso la Ccnischia dalla ridotta di Catinat, dominati entrambi d alla. Brun,Wa stessa, alla quale non s i poteva accedere SG non passando per le dette due opere, come fece il princ ipe Eugenio nella campagna del 1706. A ppunto dopo questa campagna, ne l prendere quartiere d"inverno, lo stesso E ug~nio ordinava. la costruzione d i tr inceramenti sulla Hm-netta, nel luogo già occupato dalle batterie di assedio erèlte contro la ridotta Catinat c<l il forte S. ~fa. r ia: da questi trince ramenti ebbe origine il forte dcll,i Brune tta. I la\'ori furono inizia ti il 12 aprile 1708 su proge tto di Antonio llcrtola, nell'intento d i fortificare. sotto il p unto di vista tattico, tutta la posizione, colltgando la nuo,•a opera col forte S. )faria e la ridotta Catinat, e sotto il ,punto di vista tecnico, di tenere, come ostacolo. le pareti del monte già inaccessibili o quasi, e di fare largo uso di comunicazioni coperte e di locali


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Le ror11neai1on1 della nrunena: A, La Rrunena; u, il ror1,, <:anta llarJa; e, la rldoua caunat.

a lla prova. I lavori della Brunetta durnrono circa 80 anni e comprendono due periodi: 1708-1730 e 1730-li8S. Nel primo pcrio'.lo, souo 1a direzione s1:ccessiva d <! Bertola, del V:tllcncourt e dd Guibert, venne costruita a circa metà lunghezza dell'a ltipiano la fron te d i gola, coi baluardi S. 1\laria r S. Antonio, preceduti da mezze lune; sul margine occidentale della posizione la fronte principale, costituita dai b:tluardi S. :M aurizio e S. Lazzaro; preceduti pure da due altri ordini di fuoco: cioè da c:in, trnguardie e dai bastioni S. Pietro e S. Stefano; sull:i fronte nord (,·crso fa Cenischia) il baluardo della Ralen:i. e l'opera dett:i della Vallctta a tre ordini di fuoco; a sud i trinceramenti d i Santa !Ilaria; cd infine nel mezzo, in posizione dominan te, il forte dell'Aquila knzionante come ridollo. Di più, numerc,si fabbric:iti alla prova, comunicazioni coperte, nonchè il collegamento con 1rinceramenti della ridotta Catinat col forte S. Maria. Detti lavori vennero eseguiti con concetti assa i grandiosi: i baluardi di Santa Maria, S. Antonio, S. Pietro, S. Ste• iano, furono ricavati ne!la viva roccia a forza di mù1c e di scalpello e avevano b. scarpa allri da 19 a 18 metri. J\'el s~condo periodo, a i predetti ingegneri succes,ero Ignazio Jlertola, poi il Pinto e il Di Robila1ll::-.1ellet. I lavori ebbero maggiore impulso e al periodo del macigno successero quelli della muratura con conccui non nicno g r:tndiosi. Tra la gc, la della Brunetta e la ridotta Catinat venne ce>.;truita la batteria R eale con tracciato a tenaglia, a due o rdini di fuoco, con muraglioni enormi cd una comunicazione coperta col forte Santa :Maria. Questa grandiosa opera, eret ta per anti;,1urarc il Pie• mon te verso F rancia, reso inespugnabile dalla giudiziosa scelta della posizione, da un conveniente a<lattamcnto al terreno, non chbe occasione di subire la prova, perchè col trattato di Cherasco (1796) che staccò il Pie-

monte dall'Austria, ne fu decretata la demolizione; fu perciò delta la Vergine. In seguito non fu ricostruita, percbè, coll'aumentata. poten~a. delle armi, si dovettero organiuarc diversamente le difese di Valle Ccnischia. li forte della B . arrestò i Fra ncesi, comandati dal Dumas, scesi dal )Ioncenisio nel maggio 179-1; l'anno seguente, il forte impedì ancora il passo a una colonna francese SCCS3 da Cenisio, dopo superata la resistenza delle truppe P iemontesi.

B runetta d'Usseaux (Augusto). Generale. n. a Pinerolo, m. a Torino ( 1811-1863). Appartenne alla cavalleria. Fece le 1,.:\:npagne del 1848-49 e <lei 1859, e fu promosso magg. generale nel 1860 e tenente generale nel 1%1; ebbe per breve tempo il comando dell:i divisione mi litare di Ca tanzaro e cooperò alla repressto'le del brigantaggio. Un suo fr:itello (Odoardo), cap. di cavalleria, cadde a Borgo Vercell i il 22 maggio 1859 caricando gli .\ ustriaci: e nel detto paese ( 1903) a perenne memo~ia gli venne <:retto un monumento. Br-u11ctta d'Usseaux Fra11cesco. Generale, fratello di .\ugusto, n. a Pinerolo m. a 7.ollino (Trevi,;o) (18211S95). Sottot. d i ca,,alleria. nel 1842, si di~tinse nella campagna del 1848 meritandosi una med. d i bronzo a Governolo dc.ve fu anche ferito, e una med. d'argento a Sommacampagna e \"olta. Confermò il suo valore nella campai:,'Ila del ! 866 ottenendo la croce di cav. dell'Ordine m ii. di Savoia per il fatto d'armi di Ponte Versa, dove coma nda,·a il regg. Lancieri di Firenze. Colloca to-


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a riposo nel 1875, raggiunse nel 1895 il grado di tenente generale nella riserva.

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Brunetta d' Vssea11x P-ietro. Generale, medaglia d'oro, fratello di Augusto, n. a Pinerolo, m. a Genova (18311904). Caporale volontarie · nei Granati(;l'i Sardi, guadagnò una menzione onorevole e le spalline di u!·ficiale nella campagna dc! 1848; divenuto capitano dei bersaglieri, prese parte a lla camp.1gna del 1859, meritando la croce dell'Ordine -mii. eh Savoia e la L egion d'onore nella gi•)1·nata di Palestro; cd ~ quella del 1860-1861, guadagnandosi ancora un.1 mcd. d'argeuto ad A.nco11a1 una onc1v:ione onor-i!Brunetta Francesco volc a l !,Iacc~ohe e la prc:mozione ad ufficiale dell'Ordine mil. d i Sa voia per i fatti d'arme del Garigliano, di Gaeta (dove rim;i.;c ferito) e di :V[essina. Guadagnò infine la medaglia ,J',;, o nei moti di Palermo. Tenne quindi, da l 1873 al 1880, il comando del 7• reggimento bersaglieri e raggi,:n se il grad-:: di ten. gener<l.lc nefla riserva. L'occasione, in cui egli meritò la medaglia d'oro, è così r i~ordata nella motivazione: « M ia testa del prop1·io battaglione, c~ii furia irresistibile si slm1dò all'as,;a 1to della barrica•a. maggiormente difesa, l:i. conquistò, la sorpassò e, trasportate dal suo valore, si condussi: per l'interno ddla città al Palazzo R ea.le, seguito da 0runclla Plct.ro pochi ufficiali e da una c inquantina di bersaglieri )) (Palermo, l \l·tl settem bre 1866). Brunetto. d'Usseaux E11rico. Generale, n. a Tori.no, m . a Perugia (1840-1894). Partecipò da sottot. di fan4eria a(ia campagna dtl 1859; poi .. _ a quelle d',\ncom. e Bassa I ta~ lia del 1860, meritandosi una me(, ·, \ daglia d i bronzo. Si d istinse an• j 1 cora nella campagna del 1866 o,- ! teucnclo una mcd. d'argento a Custoza, Entrò da maggiore nel Corpo d i S. H. Promosso colonnClHo (1880), comandò il 76° reg· gimento fanteria; fu poi direttore in 2• dell'Istitut0 Geogr.aiic;c, .Militare. Col grado di maggior generale , (1887) ebb<•. il comando delle brigate Torino e Ancona, R aggiun•.o n el 1893 il grado di ten. generale, fu nominato comandante della divis ione militare di Perugia.

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Brunetti (A1igelo) , V. Cicmiaccbio. Bruni (Leonardo), detto «Aretino >> -dal luogo di .nascita. Scrittore italiano ( 1369-1446). Fu uno dei più f,

dotti del suo tempo: coprì per 20 anni la carica d i sei;rciario della R epubblica fiorentina, Scris,e una « Ist,)r i:i di Firenze)) ; la ccS toria della guerra punica>>; « La guerra dei Goti >>; inoltre un trattato « De mililia )), tuttora manoscrit to, nella Bi1blioteca Ducale di Torino.

Br11ni Ubaldo (13a.lduccio d'Ai.ghiari). Capitano di ,·entura del secolo XV, toscano. Servì il Comune di F irenze, e partecipò a lla lotta dei Fiorentini nella guerr,t contro Niccolò Piccinino, che fu decisa ad Anghiari nc ll'a,nno 1440. Bruni Guido. Generale, n. a Chieti n~l 187 l. Sottotenente di fanteri~ nel 1891, fu insegnante aJla Scu?la d i ::vfodena, i.1 in Libia dal 1914 al 1916, e poi partecipò ali:\ guerra mondiale, gu:i.da~nando un:1 med. d ' arg~nto a Sagmdo e un'altni ;;resso D osso Faiti (1917). Comandè il 249° fanr. durante la guerra e il 57° dopo la guerra; n el 1927 assuns;; col grado di magg. gene1·ale il comdndo della 15' br. di fanteria a Pola.

Brunitore. Era. così chiamato in antico l'opecaio armaiuolo incaricat<> della levigatar,1, lisciatura. for bitllra, luc idatura delle armi e parti d'armi la vorate e finite. Si -diceva brnnita l'ar11Ja così trattata, e brunitura 1'operazio11e, che si faceva col brn1titoio, strumento d'acciaio o d i pietra dura, o a.11the di denti di animali, d i varia fom1a. Oggi molta pane della brunitura è fatta più completamente e più celermente, con appositi ma<.china ri, dove l'operaio non ha che da avvicinare, p iù o meno fortemente, •l e p:i,rti dcll'oggello da l,~unirc. Brunn. Città gia fortificata dcli' Austria-Ungheria, nella Moravia . Subì tre .assedii: nel 1423, per opera degli Ussiti; nel 1645, per opera degli Svedesi, comandati da Torstenson; nel 1742 per opera de i Prussia ni N el 1805 il gcn. Sebastiani attaccò i Russi in ritirata presso B . e prese loro 2000 prigionieri; i Russi abbandon arono a i f rancesi la città e la cittadella con 60 cannoni e 1nunizioni d ogni genere. 1

Trattato di Briim• (10, 11, 12 dicembre 1805). Alleanza d i F rancia con Baviera, Wlirtember g e Backt} ( in tre separati istrumenti). L'Imperatore Napoleone promette a i tre Stati tedesch i d i costringere l' Austl'Ìlt a far loro la cessione d'importanti distretti, e d i affrancarli da ogni sogge~ione feudale di fronte a ll 'imperatore di ,Germania. Agli Elettori di Baviera e Wlirtemberg è conferito il titolo regio. In compenso di ta li vantaggi, i dett i p rincipi si obbligano ad unire le proprie armi a quelle di Franc ia ogni volta che questa sarà costretta a lhi guena : la Francia, alla sua volta, s"impegna d1 prender l'armi per mantenere i principi alleati ncllà loro cond izione. Senza e., scre d 'accordo ancora coli' Auslria, Napoleone dispone anticipatamente d'una parte degli Stati di questa Potenza. Vincoland,r ind issolubi lmente ai prop ri interessi gli Stati di Baviera, Wiirtemberg e Raden, eg'i cerca di invogliare altri ad a bbracc iare la sua alleanza, gettando così le basi della Confederazione R enana. Ma


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se N a'])oleone credette di cakolare sulla riconoscenza <lei principi tedeschi, dopo d 'aver speculato sulla loro avidità, s'ing<l,11nÒ interamente: alleati della Francia per conqu istare, codesti p rincipi saranno suoi nemici per conservare.

Brunnen. Villagg io svizzero d el Cantone di Schwitz, sul lago <:Id Quattro-Cantoni; è sulla fe rrovia che pe,· il Gotta1'<:lo mette in comunicazione l'Italia con la Germania. Nel 9 dicembre 1315 vi fu concluso un Trattato - a rinnovazione dell'alleanza del 1291 - che stabili l'unione dei Cantoni d'Uri, Schwitz ed Unterwalden contro la dominazione austriaca, gettando le basi della nazione svizzera. Tra il 1799 eri il 1800 fu teatro di combattimenti fra Aus•riaci e F ra11cesi. Brunner (Gu.ùlo). Medaglia d'oro, 1,. nel 1893 a Trieste, caduto sui m. Fior ne] 1916. Appartiene a!l J. bella schiera di .giovani irredenti che, sfuggiti alla coscrizione a ustriaca, vennero ad arruolarsi sotto le nostre band ierp, sfidando irnpa vi<l i la morte st~l campo o il ca.p cslrn degli Asburgo QUàlorci, fossero caduti pr_igionieri. B.runner giovane colto, in'.elligcnte, animoso, venne in I ta lia prima ancora della nostra d ichiarazione cl i guerra, do po d i essere stato costret- . to a servire nell' ésercil<: austriaco in Galizia, e del nostro intencnto si fece attivissimo propagandista con gli scriHi e la parola. Nominato e-li nome d; « Berti Ma.rio>> sottot. d i complemento ncli'.: nna d i cavalleria, fo addetto quale ufficia le d 'ordinanza a-I comandante la ,brigata Sassari. Durante la nostra controffensiva in T1'entino, nel giugn◊ 1916, s rl into da ge neroso entusiasmo, chiese ed ottenne di comandare u n .plotone di fanti del 152° fanteria, alla testa del quale t rovò gloriosa morte. Alla memoria del p;·ode iu eden to fu conferita la med. <l'oro con la seguente motivazione: « Comandante di un plotone nella d ifficik e contrastatissima d ifesa cli :Monte Fior, conscio della suprema importanza del momento, resistette, impavido, nella li~ nea del fuoco per dod ici ore, d irigendo ed animando col suo entusiasmo il proprio reparto cd altri rimasti senza ufii.ciale, accorrendo ove maggiore era il pericolo, sempre at,dace, sereno, instancabile, fu1chè, colpito a l cuore, cadde griclaJ1do: , << Qui si v ince o si muore. Viva l'Italia!,, (Monte F ior, 8 g!ugno 1916). 1

Bruno (conte Francesco B. di Tornafort). Generale p iemontese del sec. XVIII, Da.J 174.5 al 17-IS pa,· · tecipò alla guerra di Successione d 'Austria ; nel 178; era éolonnello e comandante della piazza di Fossano ; nel 1790 ,•eniva promosso Brigadiere; nel i794 passava al comando d ella piazza d i -Ceva, che :r.d 1796 difesi! contro i Francesi fino all'armistizio d i Cheraséo, guadagnandovi il grado <li m agg. generale. Ne] 1799 passava nei .« trattenuti >l. Br-tmo Carlo. Figlio del pre-cedente, m. nel 1842; rn· trò al servizio della Francia e si battè nelle campagne napoleoniche, distinguendosi grandemente in quella d i Spagna,

478 Brn110 (Costantino) . Generale, n. a Novara nel 1867. Sottot. degli Alpini nel 1686, neJ 1903 entrò a far parte del Corpo di S. M. Partecipò come maggiore del 4° Alpini alla campagna italo- turca d el 1912- 13 e nel 1914 fu r ichiamato nel -Corpo , li stato m aggiore. Prese parte alla guerra 1915-191S qua.le capo di stato maggiore della 24• d ivisione mobilitata e del IV ,torpo d'anuata e come coman ... clante <le] 209" fanteria, delle brigale :\le.ssandria e faiul'i e de) i ' raggruppapiento Alpini. Nel 1920 fu collocato in :,csizione au• siliaria speciak a sua domanda col grado cl i genera le di briga ta.•

Brunswick (Duc"to Bruno Costanti no di) . (In tedc~w Br,Mmsch-weig) . Stato defila Germania settentrionale fra l' Annovrr, la Sassonia, e l'Assia. Conqui9tato da Car ioniagno nel se. colo IX, rimase sotto la dominaz ione d ell'impero fu10 al momento in cui Bruno II assunse il t itolo di conte 0 margra~io di B., infeu<lato da Ottone 1. Dal 1267 i principi di B. si ingolfarn110 nella conle~a fra Guelfi e Ghibellini. li Ducato d i B . fu incorporato da. Napoleone I al regno di Vestfalia, e riebbe la .•ua incliper.d enza dopo la ba1taglia cl i Lipsia. Nel 1866 il re Guglielmo I V aderì alla confederazione degli Stati del N ord, e il duca :o p re3e parte pr ima a lla guerra contro l'Austria ( 1866) poi a quella con tro la Francia ( 1870-7 J ). Nel 183S ne fu proclama to reggen te il p rincipe Alberto d i Prussia. D opo la )!Ucrra mond ia le fer~ parte della renubblica tedesca. Nel secolo XIX, quancrcra indipend,intc, il ducato d i Bnrnsw ick ebbe un prorrio p iccolo esercito, composto di 1 bgl. di Guardie, 2 bgl. cli fanteria, l bgl. di Lanclwehr, 1 regg. d i ussari su 3 sqdr, e 12 pezzi d'artiglieria: in tutto 2476 u . sul piede d i pace e 4857 u. sul piede d i guerra. Br·11n.s·dJick. Antica città d ella Germania, capitale del ducato omon imo. Fu d istrutta da Carlomagno e ricostrnita nell'850.

Trattato di Bnmsw icl, (22 agosto 1667). Alleanza fra d iversi pr incipi dell'Impero (Elettori di Colonia e Brandeburgo, principe d i ·B runswick-Luneburg, ecc.) i quali si obbliga no a formare per contingenti un esercito, a l fine di conservare i rispettivi Stati. Trattato di Bmnswick (22 settembre -1672). Alle.:.nza fra imperatore, Danimarca, Brandeburg, Bl'unswick, e Assia Casse!. Si con viene di tener pronto u n ese,·cito di 21.000 fanti e 10.500 cavalli a difesa della parte che sarà assalita. Questo trattato ebbe d i mira la difesa dell'Olanda. La Danimarca vi figura. come allea ta non disprezzabile, come utile contrappeso all'unione della Francia con la Svezia.

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Trattato di Bnmswick (ì dicembre 1775 o 9 gennaio 1776?). Convenzione fra Inghilterra e Duca di Brunswick. Quest'ultimo fornirà all'Inghilterra un corpo di 4300 uomini che potr:mno essere adoperati in Europa e in America. L'Inghilterra s'incaricherà del soldo e del mantenimento di queste truppe, pagando a titolo d'ingaggio 5 talleri e mezzo per ogni solda to a piedi, più


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un sussidio annuo di 64.500 talleri per tutta la durata della guerra e un doppio sussidio per due anni, a da .tare dal ritorno· in patr ia delle truppe a guerra. finita. T rattato di Bru.nswick (8 novenibre 1794). Fra. l'In·ghillerra e il Duca. di Bruswick. Concluso collo stesso ·scopo del Trattato d i Cassel del 10 aprile 1793. Il Duca s i impegnava a mette:-e a disposfaione, contro la Fran•cia, u n corpo di 2289 uomini. L'Inghilterra avrebbe contribuito alle spese necessarie. Bnm.1wick-L1111.eburg ( Cristia.no d1,ca di) . Vescovo luterano e c0ndottiero- ( 1599-1626). S i rese celebre per le ,devastazion·i portate dal suo esercito ne!b. guerra dd 'T rent'anni. llattuto d al Tilly (1622) s i voh '! con 11,,fan.sfeld ali' Alsazia c he devastò, passan:io poi aJ servizio dell'Olanda. Vinse gli Spagnuoli a fleury e prese loro Berg-cr,-Zoom. ::\fa sconfi tto a $U:I volta, mor ì poco dopo. . Brm,swic!, B.:vern (AI!:

gusto, d11ca d,.). Generak prussiano ( 17 15-1778). Fe -ce la campagna del Reno, le guerre d i Slesia, quella dei Sette Anni; fu sco1~fil to e fatto prigioniero da gli Austriaci nel 1757 e liberato l'anno seguente. 1ir1111sw ick Ferclinanclo Combatlè poi con tro i Russi e Jìnì governatore d i Steltino. Brirnswicl, (Ferdinando, d llca. d-,). feldmarescial lo te<desco ( .1 721 - 1792). Fece le sue prime armi con Federico 11 d i Prussia, <lei quale diventò u no dei migliori ufficia li. Pramos,;o .fcld -maresctallo dopo la pace, lasciò l'esercito de<licandosi alle belle ar ti, e agli studii. Bnw swick (Ca.rlo-Gugl·iefo, o, duca di). Generale te<lesco ( 17 35- J 806). Intraprese la carriera m ilitare &otto lo zio duca Ferdinando e F ederico il Grande n ella guerra d ei Se1ti an n i, al servizio de ila Prussia ; , poi crymba ttè in B aviera ( 1778) per la guerra di Su~cessione, cd in O landa (1787). Fornnatasi la coalizione degli Stati contro la Francia repubblican a .fu scelto come capo su premo degli eserciti alleati, e f ece precedere la su a invasione della Francia dal celebre m\nifesto che porla il ,~uo nome. P rese Longwy è Ver<lun, ma fu battuto a Valmy e<l obbligato a ritira mi. Conservò il comando nel 1793, ma per il ·dissenso con \1/urmscr e le cattive condizioni dell'esercito diede le d imission'i, r itirandosi nel s uo ducato. . Rientrato in ser vizio nel 1806, o ttc1me il comando dei Prussiani; perdette la v is ta alla battaglia . d i ,Auer ~ad t e morì poco dopo ad Altana rpcr le ferite Tiportate. Bnmswick (iltlani f esto di). D e nomina zione data a l proclama di retto dal duca d i B., in nome delle potenze alleate, alla Fra.ncia, .prima d i a.vanzare r.00 gli ese,• citi. Venne firmato a Cable~za da. lui il 25 luglio 1792, ma fo stillato dal marchese di Simon. Vi si minacciava la Francia <li ,u na guerra di sterminio, se non foss,: stato r imesso sul tron o e reintegrato nella pienezza dei s uoi 'p oteri Luigi XVI. Il proclama e bbe un risultato 1,cgativo presso l'Assemblea legisla tìva, e a ffrettò a nzi I( .sopp ressfone della monarchia.

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Brusati (o 7>rusato, Tipaldo). Capitano ita liano del secolo XIV; d i parte guelfa, signor<' d i Brescia (1.ìll). Si distinse per Ja tenacia spiegata n el combattere l'a utocrazia imperiale. Cin ta d 'assedio la ci ttà d a Arrigo VII <li Lussomburgo, ebbe in B . il p iù strenuo difensore. Fatto .p rigioniero in una sortita, ed offertagli la libe:·tà .purchè la città si a rrc:1dcsse, rifiutò fieramente, e scrisse ai cittad ini di resistere, e di n on pn:occupars~ <leHa sua sor te; saputosi ciò dagli imperiali, venne bar-· baramen te martoriato, cd i suoi mi seri resti furono portati in tr ionfo alla vista <legli assediati. Brusati U'go . Generale, n. a Monza nel 1847. Sottote nente nel 1866, nel 1875 entrò a far parte <lei Corpo di , ta to maggiore quale insegna nte Jielia Scuola <li Guerra . Fu quind i Addetto M ilitare presso la R. Ambasciata di Vienna, comandante del 7 LO regg. fanteria e capo di stato maggiol'C: dell'XI corpo d'annata. S i distinse quale comandante d i ~m regg. d i fanteria d urante la campagna d'Africa del 1895-96 mcritaadosi la croce <li cavaliere dell'Ordine m ii. di Savoia nella battaglia di -Adua. Promosso rna,gg. generale ( 1897), ,f u nominato comandante àella brigata Friuli e quindi ( 1898) primo aiutante .di campo di S. A. R. il Principe <li N apo'!i. Nel 1900 div-:.n ne aiutante di -campo di S . M . ; ragg iuJlto ,il grado d i ten. generale (1902) fu elevato a l-la carica di p ri1no aiutar:te d i campo g.;:nr.rale d i S. ,:\ r. il R e. .?anccipò con tale carica al 1~l guerra ne: 1915-1 6- 17 e collocato in p0sizionc ausi:iaria per età ( 1917) raggiunse nel 1925 il grado di ge,erale <l'ac mata. Andò a r iposo nel 1925. Nel 1912 era stato nomitiato sena tore. Come scrittore militare, pubblicò : « Ord inamento degli eserciti germanico, ausl.ria.ro, francese. e italiano)) (1883) e un (< Breve s tudio sull'ordina·· mento dello Stato :.\faggiorc >l ( 1879). Brusa.ti Roberto. Generale, fratello del precedente, nato _a Milano nel 18.' i0. Soltot. d'art. n el 1869, fu addetto all'Istituto Ge0grafico Militare e n el 1887 entrò a far parte del Corpo d i S. M. P romo= colonnellc ( 1892), ebbe il comandc del 22° regg. fa.iter ia e nel 1896 tfu non,inato Capo di S . M. d el IX corpo d'arrnata. :Maggior generale nel 1898, e!Jbc il comando della -brigata M ->ssin a; nè' '1905, ,c0l graèo d i ten. generale, comandò la d iv i.,_ d i R avenna; poi quella di Roma, poi il wqio d'armata di Torino. ):cl 1914 fu designato ,per l'eventu ale comando di un'armata in guerra: partecipò alla grande guerra, nnntencndo da) maggio 19 15 a l maggio 1916 il comando della 1• armata. mobilitata. Nel 1914 venne nomina!-:> senatore.

Brusoni (Gerolamo). Scrittore mii. del sec. XVII.


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Sue opere: « Istoria delle ultime guer:·e tra Vene~ia e i Turchi» e « L a campagna d'Ungheria degli anni 1663 e 1664 ».

Brussa (ani . P rnsa). Città della Bitinia. Assedio di l:Jrnssa ( 1326). Appartiene alle guerre di conquista degli Ottomani. Urcano, figlio del sultano Osmano, conquistala B. dopo un assedio durato I O giorni, ne fece !a capi~ale dei suoi Stati. Batta.glia di B russa (140•1). Appartiene alla guerra civile tra i figli del sultano Baiaut I. Isa, uno di essi, ottenuti aiuti da 1Solimano, sultano di Adrianopoli, marc iò contro il fratello Maometto : la battaglia decisiva avvenne a B.; Isa, sconfitto completamente, si rifu:tiò in Cara man ia dove tro,·ò la morte .'·

Brussi (Roberto). Generale, n. a Faenza m. a Dris ighclla (186ii-1925). Sot. tolenentc .Ji cavalleria nel 1858, si distinse durante la campagn:J. italo-turca del 1912-13 m~Ii tandosi la promozione a ten. colonnello per..,inerito d i guerra e la croce di cnv. dell'Ordine mii. di Savoia. Promosso icolonnollo nel 1915 comandò il rcgg. cavalleggeri di Lodi; confermò il suo valore dur:u1te la guerra 191 S-1913, ottenendo, ::iuale generale e coman:lante di divisione, due medaglie d'argento nelle azioni del )fontcllo e di Yittorio Veneto. Brussilov (.4 /essio Alexicvic). Generale russo (18531926). Entrò nella cavalleria e par tecipò alla guerra dei 1877-78 contro la Turchia. Nel 1896 era rolonnello e nel 1900 ebbe il comando della sc uola di cavolleria di Pietrogca,lo. Generai·, ne! 1905, allo scoppio della guerra. mondiale prese il comando del 19° C. d'.\ . .i poi doll'8• J\rma.ta, combattendo co111ro gli Ac1· striaci e dis, ing-Jendosi specialmente sui Carpazi e in Volinia. Rapidamente h: elevato ai cvmandi supe· riori, fino ad a vere a i suoi ordini ( 1916) un gruppc di quattro armate e riconquistò la Bucovii:a. Scoppiat"'la rivoluzione russa, ebbe da I<erensky ( 1raggio 19 17) il comando supremo dell'esercito, ma lo sfa~elo di questo lo indusse a d are le d imissioni (ago.m> 1917). Successivamente s i adattò al mov imento ul tra,ivoluziona-rio, e, tenuto in grande conto dai bolscevichi, ne fo apprezzato consigliere militare . Bruti (Bruto). Generale, n. a S. Gen~io ·ç,Iacerata) m. a ~Iontcfiore del!' Aso (Ascol i P iceno) ( 183519 18). Sollot. di fantrria n ell'Esercito 'l"oscano ( 1856), partecipò nel bgl. volontari alla campagna del 1859; entrato a far par te del regio esercito col grado di capita••

no (1860) s i dist inse durame la campagna per la pacificazione dell'Italia :.'Vferidiona le, meritandosi una mc-· <laglia d'argento; confermò il suo valore nella. campagna del 1866, 011.::nendo una med. d i bronzo a Custoza. Promosso colonnello (1880), eb be il com.,ndo dei 63° rcgg. fanteria e <lei 6° rcgg. bersaglieri e r.cl grado di magg. generale ( lS8i) fu comandante della brigata Venezia ed ispettore dei bersaglieri. Raggiunto nel 1894 il gra<lo di ten. gencrak, ebbe il comtwdo d ella d i.. ,-isione militare di Chieti; dai 189 7 al 1900 fu comandan te generale dell'Arma dei Car:l'bìni~ri Reali. Andù a riposo nel 1903.

Bruto (Lrrcic> Gi1111io). Fondatore della Repubt,lica romana. Avendo fa tto decxetarc la dc;;tituzione di Tarquinio il Superbo, ne derivi, una guerra civile giacché i T arquini tentarono di rip rendere il potere e B . mos,e contro un eserc ito prol'enientc da Vejo ~ Tarquinia: alla tesla della cavalleria di esso sta,•a Aruntc figlio di Ta.rquinio, che scagliatosi contro B. lo nccise, ri111anendo però a sua volta trafitto. TI corpo di B. fu portato a Roma <ialle sue truppe rimaste vincitrici. Brnto Nfarco. Giunio. Uno dei congiu ra li contro Giulio Cesare e creduto suo figlio. Partecipò alla guerra c ivile contro Pompeo e combattè a Farsaglia (48 a. C.) ; rienlrato a Roma fece parte della congiura per l'~s"sassinio di Cesare ( 44 a. C). Ripartito per l'Oriente~ r iprese il comando con Cassio delle truppe repubblicane, contro Ottavio cd Antonio. A Filippi, essendcstati sconfini i repubblicani, B. si diede la morte ( -12. a . C .); Ottaviano fece mandare la sua testa a Roma,. per deporla ai p iedi della statua di Cesare. Bruto Decimo. Ammiraglio d i Giulio Cesare. Sconlisse i Veneti in battaglia navale n el 57 a. C. presso la foce della Loira, e sconfisse nel 49 la flotta di Pompeo,. comandata da Nasidio, a Tolone, mentre tentava liberare :Marsiglia dall'assedio postovi da Cesare : B. comandava :i.llora alla flotta che blocca.va la città dalla. pade del mare. Partec ipò alla con giura contr~ Cesare e all'uccisione di lui; poscia si rifugiò a Modena e YÌ. fu a~sediato da Antonio; riuscilo a fuggire dalla città,. preso ad Aquileia e gli fu troncato il capo (43 a . C.).

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B rux (o Brix). Città della Boemia sulla Bila. Nèl 1421 vi s i svolse una battaglia fra Ussiti e Sassoni. li S febbraio 1759 i Prussiani vi sconfissero g li Austriaci. Bruxelles ( lat. Dm:i.:ellae). Capitale del Belgio, nella provincia del Brabante meridiona le, sul fiume Senne, che vi forma quattro i.o!e, reso navigabile dal 1550, a: mezzo d i canali. L 'ot'igine d i B. risale. al VII secolo. Uno dei conti di Sou vain vi fece costruire un castello; nel 1040 furono erette le mura. Soffrì un primo assed io da parte degli Inglesi che la presero nel 1213. Nel 1356 ebbe una gu~rra di bre\'e durata colle fiandre; la città fu provveduta allora di una nuova cinta più la rga. e più forte, con mura e fossi muniti d i un grande numero di torri. Dh·enuta capitale dei Paesi Bassi sul 1430, crchbe a nche d'importanza militare. Nel stcolo XVI vi si svolsero sanguinosi conflitti per la lotta religiosa e poscia venne munita di bastioni e cittadella. I. T rallato di B11rxcllcs (3 d icembre 1516). F°ra Carlo


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L e un tir·h c ror•r ill cazioni cl i Rruxrlles

\', Francesco I, :\lassimiliano I, per conferma re i l trn ttJto ù i iVo;,on (V.). Vcro11:1 è" ceduta ai Francesi (i qu,di dovranno trasrnel!crla ai \'cncziani) per 200.000 ducati.

JT. Boml,a,·da,11t•11/o e pre,r, di Bruxelles (16Q5) .•\pparticne alle guerrr ,cli Luigi XIV. :\Ientre i Francesi &lal'ano p;·enàcndo :'-Jamur , q~uigi Xl\/, per v~ndetta e rap1,m,saglia contro il 1·c di Spagna, mandò su J;_ il maresciallo \'illcroi; il quale. giunto il 13 agosto 1695 di fronte alla cillà. ini1.iò dalla sera dello stesw giorno e fino al mci,zodì ciel 15, un v iolentissimo bomhardameu lo, Più di tremila case crollarono, oltre agli edifici puhblici; alla Jlne le truppe francesi Yi <;mrarono e la dcvas1arono. TII. Tra/l ato di Bruxelles (13 febbraio 1701)..-\llea111,a tra Francia ed Eleltore di Colonia, fatta allo scopo e.ii prevenire ogni i mprr.sa cont raria :, Ila pace degli Stat i Spagnoli e di mantene-re la u·anquillità generale dell'Europa, quale era stata stabilita dai trattati preccaenti. Il re cattolico doveva essere invitato a p render part e al!,1 presente alleanza, stabilit:i per la durata di 10 anni. IV. _ Attacco di Bruxelles ( 1708). E' dell'epoca della guerra d i Successione di Spagna . T ermi nata la camµagna sul Rtno l'Elettore di Baviera tentò di impadronirsi di B, per indennizzare la ,Francia della perdita di Lilla. Raccolto a l\Jons un corpo cl i 15.000 u. marciò verso B . e ,in t imò ·ti comandante dclla piazza, Pasch~I, di cederla entro due ore. Il difensore si rifiutò. disponendosi a resistere a.d oltranza. JI Duca di Baviera, con tulle le regole de ll'arte, iniziò i lavori di attacco alla strada coperta, e se ne impossessò a malgradr dcll'ott irna difesa. La cittadinanza partecipò alla difesa. e la resistenza d ivenne più sai eia. Intanto il Principe f.u-

gen io di Savoia, ed il Du ca cli .!\Iarlboroug, sa-puto dell'assed io odi B., s'apparecchiarono a soccorrerla, e mo,se, o con 20 bgl. e SO sqdr. ,il primo; e I O bgl. e 20 sqdr. il secondo agli ordini del gcn. Dompre, mentre lo stesso 1farlboroug seguil'a col grosso. Giunti col favore dell:: notte, nei pressi della Schelda, inosservati, i conf-:derali riuscirono alle ore 4 del 27 novembre a gettare i pont i e p:issare il fiume, prima colla fanteria, poi colla cavalleria, ecl a schierarsi ~ulle alture d i Grave. A,"l.lt<> ~enlore <lell'ava11zala cli tali forze, l'Elettore di Bàviera levò di nolle il campo in <lisordine e non solo tolse l'aqsedio a B., ma abbandonò in mano del nemico tutta la sua art iglieria, e da 8 a 900 inferm i e feriti, ritirand0si verso N amt1r.

\'. h we.~1ime11to di Bruxelles ( 17-16). Fa parte della guerra di Successione d'Austria. Il 28 gennaio 1746, il maresc. cli Sassonia, su -qui1ttr o colon ne, per differenti strade 111arciò su B. Il conte di Kaunitz, primo ministro, si era ch iuso nella piazzct assieme al generale conte rii L anoy, governatore particolare drlla st1·ssa, con 16 bgl. e i sqdr. ed una folla di ufficiali della nobiltà austriaca ed ungherese tantochè erano quasi 111 numero superiore alla truppa. I i 7 fcbhra io, il marescia llo <li Sassonia ini1.iò le trincee d'approccio: malgrado il freddo i lavori proccdette~o speditamente. La guarnigione, impressionata, fini per capitolare il 20 d i fobbraio, us: i il giorno 23 e si arrese prigioniera con tutti i suoi ufficiali. li marcsc. di Sassonia prese possesso della citti. ed il 4 di maggio vi entrò trionfante Luigi XV pren d enrlone le ch iavi. VI. Presa di Brio:elles (15 aprile li93). );"el 1792 13. fu occupa t a dalle truppe dc! J)umour iez; nella prima• vera seguente il principe di Coburgo martiò colle sue

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truppe verso B. I due -gen~rali francesi Dampicrre e Westermann, ad onta eh!: i cittadini ne avessero aperte le porte, resistet tero, e \Vesterrnann, ritiratosi sulle mura di B., si batté valoros.uucnte coi suoi 10.000 u. Gli Austriaci gli offersero il gndo di tenente p;,:w!rale ed un premio di 300.000 fra11rhi, se cedeva. Ma il gen. francese non s'arrese che allorquando, sopraffatto dalla preponderanza delle forze, vide inutile ogni resistt!nza. VlL L a città fu ripresa dai Franc'esi del J ou r<lan il 10 luglio lì94, <lopo un Yano tentativo fatto dai collegati, agli ordini dell'Orange, di difendere la ciuà. Durante l'occ11!1azion.: f rnnces~ 13. fu capo!. di d ipartimento. Caduto i\ a po leone, dal L815 al 1830 divenne capitale dei Pac~i Bassi. Scoppia&. l'insurrezione per l'ir -. d ipendenza ( 1S30) claila serviti, verso gli O landr~i, diventò il centro della lotta e, dopo la sconfitta delle milizie olandesi, fondato lo 1,tato indipendente dPI lle!gio, ne divenne car, ita le. fin dal 18 18 perdette il carattere d i città fortificata, essendo stati smantellati i bastioni e le altre opere di cinta. VflT. Convenzione di B,·u.xel/cs (187~) . Per iniziativa dello Czar Alessandro TL di Russia, si riunì in 73. una conferenza internazionale, per concretare 1111 Co<lice di diritto bellico, nei riguardi del rispetto ai principi di umanità d urante le guc1-re. Alcun i delegat i furono incaricati di compilare il Codice, e ne -presentarono un pro• getto sistematico e completo. Ne segui u na vivace discussione clie d imostrò la disparità delle vedute. T.c potenze rappresentate,·i, forse perchè i delegati :\\'e\'anO oltrepassato le loro intenzioni. non ratificarono la Convenzione, P erò gli « u si e costumi della guer·ra terrestre» furono tacita.mente accettati ed inciu,i nei regcJamenti delle diverse nazio:ii.

IX. Convenzione di Bruxelles. Il settembre 1920, in fBa.te alle disposizioni <lei Traltato di Versailles, circa :le misure d; sicurezza <la prendersi in caso d i un'l ,nuova aggressione d a pa rte della Germania, si riu ni: rono in B. i delegati militari della Francia e del Bel•gio, per concretare un piano di alleanza e d'a,donc com une. La Convenzione fu firma ta dal maresc. Foch e .dal gen. Buat per la Francia, e dal gen. Maglinse per il llelgio. L'accordo, di carattere difensivo, tende a rafforzare la garanzia di pace offerta da lla Società deilc Nazioni. Libertà completa è lasciata ai due Stati sulle disposizioni militari interne onde assicurare la difesa del rispettivo territorio. 'L'accordo militare fu completato da un accordo navale per la d_!fesa delle coste. Bruyères. Comune francese nel cl ip. dei Vosgi. Vi esistono le l'OV ine di un vecchio castel lo. Ne1 1342 fu saccheggiato dalle truppe del Vescovo di Metz; venne dai Borgognoni occup,Lto nel 1475, e preso dagli Sve,desi nel 1635. L' 11 ottobre 1870 fu attaccato da una brigata d i fanteria badese, e difeso da truppe francesi :agli ordini del gen. Cambriels, le qua.li inflissero ai T e.deschi t111a perdita d i c irca 40 ~•. e rioccuparono B. dorio -di averlo momentar.eamcn te perduto. Bruzia. 162" Legione della M . V. S. N ., facente, parte d el Gruppo Autonomo della •Calabria. Prende il nome primo della R egione, terra dei Bruzii. JI Comando !:.1 sede in Cosenza, colla. prima delle qua ttro Coorti di cui la. Legione è composta. Le alt re lre han no g iurisdizione sui ·territori di Paola, Spezzano Albanese e Rossano. A C~senza risiedono anche i reparti speciali : una Centuria mitraglieri ed un Mani polo cic listi.

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Bruzii (lat. Bruttii o Brnti,). P opolo stanziato fra la Luca nia e lo str~tto cli :Messina, at tuale Basilicata, Principato Cite,·iorc, e .parte <lella Calabria. F urono dapprima sottomcs~i e vinti dai Lucani, ma poi di\'Clltl· rono loro alleati, rendendosene indipendenti, Trcnt'a uni dopo, uniti ap;,un to ai Lucani, batterono Alcssa.ndro re d' Epiro. Combl.tterono poscia contro Agatocle siciliano, che presa la. città d'Ipponio ne aveva. fatto una fortczllà con tro i B . e lo v insero. P•i ù tardi (282 a. C.) quan • tunque uniti ai Lucani e ai Sanniti, dovettero cozzare contru la crescente polena di Roma. Vinto Pirro, eb-

I.a ICB'IOne Bruz la alle lllllllOVl'(l tattiche

bero a. sopportare tutto il peso della guerra contro i generali roman i C. Fabricio e L . P api1io, dai quali furono battuti e sottomessi. Durante la prima guerra punica (26-l-241) e dopo i successi di Annibale nella seconda (218-202) si d ichiararono per il generale Carta• ginesc. Difatti, r ibellatisi a R oma, si a llearono .1i Cartaginesi e per quattro anni mantennero ,•i\'issimc le o~tilità contro i Romani. Senonchè la costanza d i Rom:i, spedì annua lmente un esercito ne lla regione dei B., fin chè giunse a sottomtt1erli. 11 loro paese di\'cnne ancor~ teatro di guerra duran\e la sollevazione di Spartaco, che, vinto eia Crasso, s i rifugiò nel Ri-uzio merid ionale (penisola Reggiana). T ale regione fu pure campo delle Jo:te fra Sesto Pompeo ed Ottaviano. 1-la i B. n on riuscirono più ad e mergere.

Bruzzesi (Giaci,,to). )1edaglia d'oro, n . a Cerveteri (Roma), m. a J\{ilano (1822 -1900). Volomario gariba!d ino, p rese pan e a tutte le gesta delle camicie rosse, dalla prima guerra per l'Indipendenza alla guerra del 186<:. ):'el 1848 comoattè valorosamen te a Cornuda ed a Vicenza; nel 1849 accorse a d ifendere la repu bblica romana e fu tr:1 i più audaci e valorosi, tanto da medtare la medaglia d'oro, « al valore e<l al patriottismo», della R epubblica Romana; nel 1859 fu capitano dei Cacciatori del• le Alpi; nel 1860 pre5C parte alla leggendaria sped izione dei l\Iille ; fu ferito a 1Palermo e si segnalò a Calatafimi, a Capua, al Volturno, ove Iu 1iromosso tenente colonnello per merito d i guerra. Nel 1862 si trovò a fianco di Garibaldi,


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>nella triste giornata di .-\sprornontc. -Xè mancò all'appe ll ò nel 1866, guidando anzi, con tanta abili tà e tanto ·valore i!• 3° r eggi111ento volontari garibaldini, il 3 luglio, a n--1onte Suello, da meritare la massima ricompensa a l ·valore. Fu tr.i, i fondatori della Cas.i, Umberto I per i Ve terani a Turate. L,c n1o tivazione della medaglia d'oro ,dice: << Guidò con sommo corag,;io e sangue freddo il suo reggimento nell'attacco d i i\fonte Suello il giomo 3 lu ,glio, e sostenne con molto ordine la ritirata a Sanl'i\11tonio » (3 luglio 1866). Vennero pubblicate sue Memone : « Dal Volt Limo ad Aspromonte».

Bruzzo (Gio,·aml'i Bat.tiJfa). Generale, n. a Genova, m. a Torino ( 1824- 1900). Sottol. d'art. nel 1842, fu ii,segnan.te presso la Se:uoh d'Applicazione; par tecipò alla -campagna de l 1849. Nel periodo 18S2-59 fu insegnante; :nella Scuola Complementa re del corpo reale d'art.; diresse in quell'epoca la costruzione dclJa fabbrica d'armi d i Fossano. Promosso colonnello (1861) fu successivamente direttore degli studi ncll' Accackmia ~'lilitarc, membro de] Consiglio Superiore ,ptr gli Istituti d'Tst.ruzione e d i Educazione .}1ilitare, comandante .cJci genio' del 4° C. d' A. e cornandante superiore del genio dm•ante la campagna del 1866. Raggiunto il 1grado <li maggior generale ( 1866) ebbe la c,crica di comandante del genio a Rologna, Verona e Napoli. Nel grado di tenente generale ( 1876) fu ~ddctto a l Comitato d'ar tiglieria e gen io e comandante della di·v is ione militare d i Roma. Nel 1878 fu elevato alla car ica, che tenne pochi mesi, di Ministro della Gucrm. -Ebbe successi vamente il comando della d ivisione militare d i ,Piacen7.a e del V, VI e I çorpo d'armata; rivestì altresì le cariche di direttore superiore delle for .. : tificazioni nei territori dipendenti dai comandi del Il, III, e VII corpo d'armala e d i aiutante <li campo 0110·rario di S. M . 1\"el 1892 andò in P . A. Nel 1878 era stato nominato senatore. Come scrittore mii., si occupò di fortificazioni ; a l suo 'libro : « Sulla 1)cccssità di provvedere alla difesa dell'Italia J> (18i0) fece.. seguil'e al tri scritti, i11 patte JJolemici, . sullo stesso ,<Lrgomento. Brzeziny. C::ittà della Po lonia, p resso J.odz. ,I 23 .novembre 1914, il gen. tedesco Scheffer, che aveva ai s uoi ordini il XXV C. d'A. d i riser va, la 3" <livis. della ·Guardia e un C. <l'A. cli cavalle ria, si trovò circondaH> -dai Russ i e isolato da l resto dell'esercito tedesco. I o Scheffer operò una manovra notturria di s fondamento in ..direzione di B., e prese la ci ttà, 1·iuscendo a liberarsi dalla stretta, pe rdendo però tutte le artiglierie. Bua (Giorgio). Amm iraglio veneziano del sec. XJX. Prese il comando della squadra veneta I/cl 1848, ma Tan no seguente M-anin glielo tolse pcrchè lo si accusava di inazione. Buat (Edoardo). Generale francese (1868-1926). Fu insegnante di strategia e tattica a lla Scuola superiore di ..guerra. Scoppiato il conflitto mondiale, ebhe successi••

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vamrnte comando di brigata, d i divisione, di corpo d'armata, della riserva generale dell'ar tig lieria pesante. Ne! 1918 al comindo della V armata paftecipò alla batt. di Reims e poi h, nom inato capo di S. JvL dell'esercito. D opo la guerra -fece parte del Consiglio superiore dell'esercito. Come scrittore mii., Ila lasciato: « H indenburg )>; « L'esercito tedesco dllrantc la guerra 19141918 »; « Ludendorff ».

Bu-Bagla («Padre della Mula»). Capo arabo il quale provocò una sollcvazi0ne nel!' ,\lgeria contro la Francia ( 1851-54) e fu sconfitto ( I giugno 18S3) dal generale Bosquct. Tolta gran parte delle truppe francesi per l,c sped izione in Crimea, B. n e a pprofLtlò per p rovocare nuove sollcvazimli. Inseguito tullavi~l dal 111arcscirdlo Randon, fu ferito da una focilata e finì ucciso dal caid dei Reni Abbas. Bubìerca. Borgo della Spagna iii prov. di Saragozza. 11 29 nov.,mbrc 1808 vi si svolse un sa-n guinoso combattimento fra gli Spagnuoli (5000 u.) comandati dal gcn. Vcnegas e l!n corpo francese superiore di numero, agli ordin i del gen . ~fatb icu. Il grosso dell'esercito spagnuolo (gen. Castanos) s i ritirava sopra Siguenza, e aveva incaricato Venegas <l i proteggere la ritirata. 1\.-fal-• grado l'inferiorità numerica, egli assolse ·,alorosamente il co111p ito, con tenendo a costo di gravi perd ite per tut•.a la giornata gli assalti francesi e permettendo a Castano~ d i sa lvare il grosso dell'esercito. Per questo venne creata la decorazione detta Croce di Bubierca. 1

Bubna (Ferdù,ando, conte di B. Lettitz). Feldmaresciallo austriaco ( 17681825). Prese .par te alla campa,gna del 1789-90 e poi a tutte le é,'llerre della Russia contro Ja Franci" repubblicana e imperiale. .è< el 1814 ftt governatore m ilitare in Piemonte; tornalo Napoleone <lall' isola d'Elba ebbe il comando d el II C. <l' A. austriaco e marciò su L ione occupan<lola. Nel 1818 ebbe il comando in ·capo nella Lombai·dia, e nel 1821 quello delle truppe austri:iche inviate a reprimere il moto costituzionale in Piemonte . Bubnov (Andrea) . Rivoluzionario russo, n. nel 1883. Prese ,parte fin dal 1903 31 n1ovhnento soci al ista 1·usso; SCO]Ypia la la guerfa mondiale, fu esiliato in Siberia, e ne tornò nel 1917, ,prendendo parte l'anno successivo alla lotta ii: Ucraina, dove organizzò un esercito d i partigiani. ) ,Te] 1919 venne chiamafo a far par te del Consigli,:, della guerra; p rese .par te attiva alla lotta contro Dcnikin e Wrar1gel. Nel 192-l fu nominato -direttore dc!-


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la sez ione poJì,tica, e <lirettorc d i Corsi m ilitari e politici, dell'esercito russo.

Buca (da lupo) . V. Bocca da lupo. Bucalo (Giuseppe). Generale, n. a .Messina nel 1864. Sottotentn te di fan teria nel 1884, nel 1902 fu chiamato i n ~ervizio <li S. M. e .fu addetto militare in am•basciate ali' estero. Ebbe nel 1.914 la nomina ad aiutante di cam po onorario di S. :\[. il l{e; promosso colonnello nd 19 15 ebbe il /c,oman:lo del 2° bersaglieri in zona di opera:tioni. Xd 1917 era stato da poco nominato comandante della 1brigata ·P istoia, quando vcm1e ,fatto prigioniero in un .fatto d'armi a San Vincenzo ( 6 noveo~brc) . K cl 1920 fu collocato in p osizione a usiliaria a sua domanda.

Bucanieri. Così erano chiamati certi pirati, deiti pure « Fratelli della Costa l) originari Francesi, O landesi e Inglesi, che abitavano a San Domingo ed infestavano le cosi-~ dell'Amer ica e le Antille. Erano in ori" inc cacciatori di buoi selvatici nell'isola di San Cristofow. Cacci'.ti i di là, nel 1630 dalla squadra di Federico da Toledo, si stabilirono a San Domingo, dove conti nua:·ono ad csercita;-e il loro mestiere. G li Spagnuoli d iedero loro una caccia accanita, provocando una gucr,-a a sangue. I B., fattisi alleati di al tri avventurieri, divennero dei ver: corsa ri e devastarono le colonie spagnuole col saccheggio, portando ovunque i l terrore . La sto.-ia dei B . s i confonde dal 1638 con quella dei Filibustieri (V.). Bucarest (o Buk1m:st) . Città capitale della Romania, sulla Dambovita e grande centro mi i. dello Sta to. :'Jel lS•H venne p resa <.!alle truppe d i :Maometto U I , e due anni dopo r ii;r esa da :\-fichele, ospodaro di Valac-1 chia. Ne l 17 16 fu presa e saccheggiata <lai Serbi. );e! !771 pregso B . i T ur chi furono sconfitti dai Russi. Kel t882 vcru1ao in iziati i lavori per crçare un grande cam po t r incerato in torno alla ci ttà: la d irezione ne fu a f:ìdata a l gen. be lga H ria lmont. Il tipo adottato fu quello di Anve rsa: -cinta con tinua p resso la città; linea di cinura esterna {18 forti e 1S batterie intermedie); batter ie sparse. D urante lo svolgimento de i lavori s i p rocedette a trasfomiazioni ( 1887) nel senso d i a umentare la resist.0nza ·klle torri co,anate. Durante la guerra mond iale però, dopo la batl. di Arges, detta anche di Bucarest, e ic minaccie da l passo Predéal e da Cernavoda, i R omeni ,.hbandonarono B . senza tentarne una d ifesa che, dopo "esempio cl i Anversa e delle a ltre fortezze, sarebbe stata inutile: e le fortificazion i vennero lasciate intalte. I. Pace di l3ucarest (28 maggio 1312). F ra Russia e Turchia. Si r innovano tutti i p recedent i t ratta ti., La frontiera de ll' Impero Ru~so è estesa fino al l'ruth. L a navigazione <lei Danubio sarà libera a lle due P otenze, e le isole ·su questo fiu:me dov ranno resta re disabitate. L a Por ta accorderà a lla Serbia un'amnistia generale, piit gli stessi vantaggi di cui godono i sudditi greci della

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Por ta nell'arcipelago; 11011 le imporrà che lievi contri--buzioni e le conscntisà un'amm inistrazione nazionale. La Porta era. stata vinta s~ii campi d i ba.\taglia, ma la Russia 1 m inaociata da un'jnvasionc france$::.!, acconsentL

alla pace; e il concorsq di circostanze ad esso estranee salvè l'Impero Tu rco <la -uno smembramento preparatoda lunga scadenza. Nello stesso tempo n ,,i;bil terra p<L cificò la Persia colla Russia, e questa, liber:i <la preoccupazioni da ciuella p arte, pot.è adoperare tutte le sue forze nella formidaJbile lotta con la Fra..ncia. E' questo l'u lti mo •.raltato conchiuso dalla R ussia separata;mente colla Turchia. La questione d'Oriente .nacque dopo, m a fin d'allora divenne tradizionale che un colpo di cannone non s i potesse tirare sul Bosforo, sul Danubio e in Asia, senza c he le Potenze Europee i'l•· terven issero.

II. Pace cli Bucarest (3 marzo 1886). Fra Serbia e Bulgar ia, dopo la guerra dell'anno precedente. La Serbia mantiene il suo territor io e non paga indennità, malgndo la sconfitta: ma la Bulgaria si annette la Ru~ mcl.h O r ientale, mentre la Sci·bia. aveva mosso guer ra proprio per imped ire t a le un ione. llL P,ue di B1.,carest (16 agosto L9 13). Firmata dai plen ipotenziari cl i Ser-bia, Grecia, :l\1ontcnegro, l3ulga-· ria, Turchia, Romania, a chiusura della seconda guerra Balcanica. Questo Tra ttato mod ifica quello di J,onclra, dell'anno precedent~. La Bulgaria è costretta a ccclert· a i suoi ex alleati le conqtliste fatte l'anno p recedente, dando metà della M a cedonia alla Serbia, Adr ianopoli alla Turchia, Cavala alla Grecia; inoltre cede a lla Rumcnia la Dobrugia 1neridionale . 1 V. Pace di 13ucarest (7 maggio 1918). F ra gli Irnperi Centra li e la Romania. Quest'ultima vi fu cost retta a cagione del trionfo de l bolscevismo pacifista i n Russia. L'esercito rnmeno viene ridotto in iu tto a circa 30.000uomin i, consegnando ai vincitori tutte le artiglierie, arm i, munizio11i e ca valli eccedenti al bisogno della cifra indicata. La R omanìa è costretta a restituire alla Bulgaria. quanto a,·eva ollcnuto in D obrugia 1:el 1913 e a rettificare i confini in 'Transilvania a van tagg to dell' Ungheria. Altre n or me definiv.u10 le modalità per lo sgombro dei territor i. per la naviga.zionc sul Danubio, per il rispetto al culto a seconda delle d iverse religioni, per le relazioni economiche fra a lleat i e Romania e per le q uestioni d i d ir itto pubblico e privato.

Bucato, Sulle piccole navi ùa guer ra, l'equipaggio fa il huça to nei giorni ed ore s ta.biliti d a ll'orario. Il marinaio insapona la propria roba sul ponte di cop erta ; poscia la la va dentro. bigonce ,d i le; no ripiene ord inariamen te con acqua di ma re; in fine, la distende su funi tese tra gli alber i della nave. I n quei giorni i !ca.pi di corredo appesi a prosciu garsi al sole conferiscono alla nave Llll 1spet 10 p ittoresco. Q uesto modo

Lavan da i militari

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,<li fare il ,bucato non solo riesce insufficiente per la p ulizia della b iancher ia; ma è pure malsano, in quanto le acque sporche sono ,·er.sate suJla coperta cd i marinai a pie-di scal1,i vi di;,'llatzano a lungo. )la ciò che soprattutto fa; d ifetto nel bucato pra ticato n el modo dcsc .-itto, è la li.sc iviatura a cal<lo, che libera la biancher ia dalle sostanze _gra,.;c e distrugge la massima parte dei germi. Sulle grandi navi sono collocate lavanderie meccaniche complete, rom poste di: vasche di ccmcato per rammoll ire la robn, lisciviatr ici a caldo. macch ine per iavare e risciacquare, idr~strattori per togiierc la massima par:c dell'acqua e camere essiccanti per com1>letare il pro~ciuganwmo. L 'impianto delle lavande rie mccclniche ra:)prrscnta u n progresso notevole, giacchè la biancheria virne perfettamcnre pulita e q•1asi comµletament~ ~terilizzata. Il bucato delle truppe d i terra è fatto dalle compagnie per mezzo di imp rese civi li. 111 talu ni grandi pr esidii s i sono ist it uite a p posite lavanderie p rcs idiarie che prestano l'opera loro ai vari corpi del presidio.

tra 'il IO e I' 11 febbraio 1918, tr e nostri motoscafi p4. 95, 96) scortati da siluranti, comandati da I uigi Rizzo, Edoardo Dc Santi;;, Andrea Ferrarini, e rcc:utti a bordo, tra gli a ltri, GJhricle d ' .\nnunzio e Costa nzo C iano (ca-

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~Navi austriache

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Buccarella (Ca,Jo). )fedagl ia d'oro, n. nel 1896 a Salonicco, caduto alle Cave di Selz; nel 1916. Figl iuole, d i un dinlomatico ita liano. addetto a l Consolato di Smir ne, allo scoppiare della guerra italo-austriaca volle rimpatriare ed essere ainme-;50 ad un corso all ievi uf_ficiali. l\ornina·to, q uind i, .sotllll. di complemento nel 131" reggimemo fanteria, (brigata Lazio), lo raggiuusc sul Car so, su bito ~egna fanclosi per valore e<l ardire, tamo da meritare un ~ncomio solenne. TI 29 giugno 1916, p art<:cipava, col consueto s lanc io, a:I un'azione contro le posiz;ioni austrbche delle- rave d; Sei?. e vi riportava una h.ri1.a c:hc Io faceva soccorr:.IJt-re due giorni dopo e faceva conferire alla sua nwmo

ria la med:tglia d'oro, con questa motivazione: « Vo lon t.uio d i gt1e rra, di fron te al nemico d imostrò s.emprc sereno toraggi0. cosciente sp irito d i :1,bucga1.ion~. fiduda in sè e nei i,ropri uomini . .\Ila testa del suo reparto, an imandolo con le parole e con l'esempio, si portò al la conquista cli una trincea a.v\'ersaria, ove giunse µer primo facendone prigionien i difensori. Co nt inuò la sua ooera con f ede e coraggio ,nirabili, resp ingendo parecchi furiosi attacrhi nemici. Ferito gra\'Cmentc. manten e.va fermo cont~gno. incu rante de l dolore che 11) str aziava e f,cro del dovere tompiu w. Mor iva in segui lo alla fer ita riportala. non senza prima a\'cr esortato i suoi soldati alla lott:i, gridrndo: « Coraggio' Vi,·a I' llalia ». Fulgido csrmp io d i eroismo e d i a lte virlìr militar i ii (Cave <li Se lz, 29 giugno - I" luglio 1916).

Buccari (Baia di). Sulla cost:i Dalmata. :\"ella notte

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Il mas 96 della bl'ft'a <li B11c<·arl

(a bordo:

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D'Annunzlo, Ciano e tllzzo)

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po della ~pedizionc) forz:wano l'ingresso della baia, vi affondavano un p iroscafo austriacot e poi l.inciavano nei

µorto tre bottiglie ra<:chiuclenti un cartello di scherno,

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d~ùicato dal Poeta alla flotta au,tro-ung1rfra, pavidamente asscrraglfata nei ~uoi ancoraggi, l.:i~11;,rc'.'a è 11::..:tJ. col JlOtlle d i « Beffa d i Tiuccari >>.

B uccella (Cino). -'lcdnglia d'oro. n. a Tr~nlo nd !~'I.i, caduto ,u! :'-I. Sl.-mt nd 1915. \'olontario <li gue:i·a trentino. si arruolò s,·mplicc soldato nel 12'' reggimento hcr~aglit d , che, nel le primr settim a11e di guc r rJ . :ti connndo d<·I valoroso col. De Rossi, sostenne un'aspra lotta per la conquista d<-llc forti po~i~ioni nemiche del-


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l'alto Isonzo. In un combattimento appunto, svoltosi i ! 5 agosto 1915 sulle balze impervie dello Sleme, i l Buccella, men tre tra i pr im i si gettava SO'l)ra una trincea nemica, veniva colp ito a morte; alla sua memoria ve• .n iva conferita la medaglia d'oro con .questa motivazione: (< Volontario di guerra, irredento, sempre aJ1ima Lo da forvido amor di "Patr ia, esempio mir ahile d i costante valore, nel!' assaJt-o di una forte p osizione cl1e ragg iungeva. .prin10 fra i primi, cadeva colpito a morte gridando: « Viva TreJ1to !, Viva l'Italia! ». ).,fcnt rc veniva trasportato al posto di medicazione:, incontrato -un reparto <li truppa che con la bandiera si dirigeva verso la linea di combattimenro, fatti fennare i suoi por tatori volle essere avviciJ1ato alla bandiera che baciò ripetuta.mente -gr idando ancora : ,, Viva l'Italia! >l e i11citando i ccxmpagni a prosegui.re per vincere e liberare Tren to sua ci ttà natale. Poco dopo spirava >l (Monte Slemc, 15 agosto 19.15).

Buccellarii. X ei tempi degli imperatori <l'Or iente, furono chiama ti B. i soldati d i una compagnia. istituita. per la d istr ibuzione dei vive ri e principalmente del pane (bnccellns, piccolo ~ane). Pii1 tardi tale denominazione si e.stese a i sol<lati ma-ntenuii a spese dei p rindpi e signor otti. Buccellato (lat. Buccellat11111). ))'elle antiche scritture militari vien dato questo nome a l pane da campagna, o biscotto, reso secco e duro da una doppia, cottura, per consel'varlo a lungo. I soldati ne porta.vano sempre con ~ una quan tit.'t p_iù o r~1eno granèc. Buccellino. Capo <!egli Alemanni, del secolo ·vr. Nel 553 mosse, i nsieme col fratello Leutal'i, guerra a i G reci1 in I talia, calandovi con 75.000 Alemanni e Franchi. G iunto _presso Parma, battè un esercito sped itogli contro da Narsetc,. guidato da Falcari morto colà. cornb,utcndo. Procedette verso Roma, e d ivisosi dal fratello in vase Campru1ia, Lu~ania e Bruzio, giun gendo lino allo stretto d i :vressina. (554) . Saccheggiate queste terre, ritornò verso i l Volturno, dove mise il campo. Qui venne a battaglia con ~arsete, e qua11t unque fosse in forze supe . riori a _q uelle dell'avversario, ne fu sconfi tto. cd il suo esercito passalo a fil d i spada.

Bucchia (Achille) . Ammiraglio vencziaJ10. n. a Venez ia, rn . a Torino (18 15-1851). E ra figlio di un ufficiale napo leonico. Nel 1348 abba11donò la marina austr iaca e passò a l servizio della 1·epubblica. D a11 iele Manin lo nominò comandante d ella squadr:1 v~neziana; egli cercò invano d i venire a battaglia con J,1 flotta austriaca . Dqpo la caduta <li Venezia emigrò a Torino, Bucchia To1111naso. An,miraglio, fratello di Acbilk, n. a Venc?.ia. nel 18 23.. Appartenne a lla marina veneziana nel 1848, prendendo pa rte alla fazione d i Caorle a l comando d ~lla cannon iera e( Furiosa" che saltò i n arii1 : egli r iusci a salva rsi e passò esule in P iemonte dopo la caduta di Venezia . Accollo dal Ca.vour nell>t giova ne marina i taliana, partecipò alla b at t. di L iss·.t,

486 · ra,ggiunsc i l grado 0 1 con tran1m ira glio nel 1876, venne: co!Jocato a riposo nel 1881 . Fu segretario generale a 1; :Ministero della Marina dai 187i al 1879, poi mem bro del Consiglio Super iore di ,\farina p er vari anni. Pub•.· blicò nel 1856 ,111 -buon cc Trattato d i nautica teorico-prat ico"· N ella XII p er Piove, e nella XIV le~islatura per Belluno, fu deputa to a l Parlamento. Bucchia nob. A 11-g11sto. Genera le, n . a Breganze m . a., Montecchio Prccalcino (Vicenza) (1844- 1912). Sottotenen te del genio n,,! 1863, partecipò a-Jla campagna Jc1 1866, e fu in~egnante a lla Scuola d i Applicazione <l'artiglier ia e genio ed alla. direzione <lel genio di Genova. Promosso colon.nello nel 1892, fu d irettore territoriale ç[el genio a "Rari e a Venezia e co11.1andante del 1• r eggimenrn genio; raggiunto il gra<lo di magg. generale, r icopr\ successivamente le cai:icl1,, di comandante del genio d i Venezia. e Verona . Collocato in .p osizione ausiliaria {1904), ebbe nel 19! l la p romozione a tcn. generale nella ,-iserva, Pubblicò varii lavori : ,, Fortificazione permanen te >> (1891 \; (( Sulla no3tra. <lifesa d ì N. E. ll (1907); « Cimbri e Te11toni in Italia ll; ccc.

S ucci (Da nte). Amm ,raglio, n. a )<ocera nel \871 ,. entrato in servizio nel 1886, collocato in iP. 1A. nel 1921, promosso contrammiraglio nella riser va navale n ello• stesso anno e conlrannnira,glio cli divisione n el 1923. Si. è occupato in J11odo speciale di artiglier ia ed ha pubblicato nmnerosi art ico li tecnici -su tale argomento. B11cci U111bC1"to, Am mi raglio; n. a :'sapoli n el 1$ 77,. entra.t v in scrviz,io ne:] 1889, promosso con tranuniJ"aglio nel 1926. Ottenne umi -promozione per merito d i guerra e la med. d'argento a l va lore .pe1; aver p reso pa1·te a ll'audacissima impresa <le' Dar danelli nella guerra i talo- turca, ed una. seconda mcd. d'ar gentv per a vere compiuto, quale comand ante di caccia toicpcdiniere n el B asso Adriatico) missiorri d i guerra n el 1915 e nel 1916, wnt robattendo efficacemente il tiro d i batte ri,, nemiche . Nel 1919 fu capo d i stato maggiore del Governo della Dalmazia ; passò voi a l Ministero de lla :Marina co~ me di rettore generale de l persona!; e d ei servizi m ilitari ; nel 1926 Iu chiamato a far parte della commissione r,er mancnte per l'i llum inazione e le segnalazion i costiere.

Buccina, T romba di- r ame o di osso, adopera ta dalle milizie romane p er i -segnali d i ,battaglia o da campo. D iffer iva a lqua nto dal cvrno. Si adoperava specialmente pel serv izio notturno, per dare i segnali a lle scolte; la Jorma mi i. della B. sarebbe quella r icurva: !'al-


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tra se mbra si adoperasse solo dai pastori e anche a bordo clclÌe navi.

Buccine romane

Bucci narie. Gruppo cli isole sulla cost,1 :\'. ·C . della Sardegna, facenti pa1·te dell~rov. di Sas3ari. Fra esse la maggiore è la .}Iacldalena. Nel 9.JS i Genoves i, co:i.diuvati eia.i iSarcli, v i batt~rono, in una ,:anguinosa battagli~ navale, i Saraeeni.

Buccinatore. S'Uonatç,re di -buccina. I B . erano vestiti, sui primi tempi. della romana m ilizia, d i pelli intere d'animali feroci, fin sopra a l capo. Poi ebbero co5tumi più semµijci. Esistettero nella ma ri11a imperiale d i Costantinopoli. Buccula, Danda metallica, e talvolta. d i cuoio, che· nell'elmo romano proteggeva le guanc ic. Talvolta erano

saldate all 'elmo, ta lvolta. vi erano conness·e per mez.7-0 di una cerniera.

Buchan (Giaconzo Stuart conte di). Capitano scoz1.ese poi conestab ile cli Franc ia (1380-1424). Nel 1420 s trinse l'alleanza mi litare fra Scozia e Francia, e nel successivo amio, alla testa <li 4 o 5000 Scozzesi, batt~ gli Inglesi a Baugé. Fu ~•into e cadde da valoroso nella battaglia di Verneui l. Buchanan (Franklù,) . :\,m mirag lio degli Stati Uniti (1800"1874). Fu tra. gli uffidali -<lei Confederati che primeggiarono per 1naes tria professionale. Concmodoro sulla batteria-corazzata « Virginia )) ( P'= ,r :ì\'1errimac li) si distinse ,per wdore m ilitare e nautico a,cl H arnpton Roacl (1862) e nella difesa cli Mobile (1864). Per i mc• riti acqu isi ti in quella cainpagna gli venne conferita la .pro11107,ionc ad an,,rniraglio.

Bu Chemmà.sc (o B,, Kamek, o B u.camez). Antico fortino turco della Tritolitania 1H·csso l,il frontiera lttn is ina, situa('.) sulla sponda meridiona le dcUr. baia. forma ta dalla penisoletta cli El- Fàxua. l. Ocrnpazione d-i Bi< Che111111àsc. Avvenuto il ÌO :1prile lo s barco elci pri,mi scaglion i della 5" div. speciale, coman<lata d~l ge:i,. Garion i, a E l-Fitrua, la mattin" dopo ,u n d istaccamento di una cp. eri trea, un p i. d,,j gen io e un distaccamen to di guardie di fm anza, attrn-

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versarono la baia ed ocouparono il fortino di Bu Cbemmitsc forl illcandovisi. Tosto nucki nemici si d iedero d d isturbare il traghe tto dei materiali_ Per cacciarli, il gen. Garioni il L3 aprile li fece attacca.re di sorpre3a eia 1;n bg!. eritreo, che, passata la baia ad un guado s ituato ad oriente ciel fortino, avanzò risolutamente verso cli esso, e, dopo avere superato la viva resistenza di circa 400 armati stesi su larga fronte e cacciatilì versosud, r aggiunse il fortino; qu indi, insieme col presidio, inseguì il nemico per circa. 4 km. l nostri e-bbero 9 Ieriti; il nemico abban donò numerosi cadaveri, armi e munizion i. L iberato il fortino il bgl. eritreo r ientrò a E l J\facabez. Il 15 e 16 aprile il presidio di 13u Chemmàsc fu rafforzato con due bgl. del 60° fant. e una btr. mont. e in seguito con altre trup p,', al comando del colonnello Cavaciocchi. lI. Combatt imento di Hu Chcnimà.sc. Essendosi notati nucle i nem ici a sud di Sicli Sàid . il 23 aprile il \'I eritreo fu inviat<i verso /3. E. e a 4 k m. da Ilu C:hemmàsc fu attaccalo d a mas~c nemiche p rovenienti dalia regione cli Sidi Sàid; dopo viva lot ta il bgl. eritreo, sos tenu10 da un l:,gl. del 60°, ebbe ord ine di r ÌJ)iegare per attrarre il n em ico sotto il tiro del forte. Gli arabo-turchi infatti avanzarono contro la fron te S. E. ciel fortino in parecchie migliaia, con qualche cent inaio di cava lieri e 2 pezzi, ma, p resi sotto il fuoco <lelle a rtiglierie d i li. e della pen isola, dovet tero r itira rsi; ritentarono un ,,ttacco da O ., ma f urono contrattaccati dagli eritrei e dal fuoco delle batterie e alle 12 si ritirarono definitivamente. Essi lasciarono 106 morti sul terreno, oltre a feriti, armi e munizion i e cavalli; noi avemmo 7 morti (4 eritrei) e I uff. e 56 uomini (39 eritrei) feriti. Dopo questo combattimento il nemico non si fece più vivo nei pressi d i Bu CLemmàsc.

Bucholz. Città nella Sassonia. Nel 778 i Sasson i vi subirono una sconfitta dai Franchi, mmanclati da Ca,;lomagno. Bucintoro. De.fiuito dal Guglielmotli come •« quel gra,nd ioso ·b:i.stin1ento d a rrmo che serviva ai principi <l'ltalia per p iccole navigazioni <li piacere o di compa rsa"· Tn Toscana però il bastimento granducale ùi

comparsa. era detto bargio. IJ B. per ,mtonomasia era quello famoso di Venezia. Dapprima cli proporzioni modeste, man mano che a11mcntò la potenza della Serenissim:c fu ricostruito in proporzioni semp re maggiori. S tanno Sll d i esso, il D oge di Venezia, il giorno dell'Assunzione (11 mag!,,rio) compiva la ccrim:mi:i dello sposalizio del mare. I l li. veni va rnndotto al passo ciel Lido


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Il l'Ol'lir,o cl i Bu Cllrm rnàs ,·

e là g iunto, il D~gc gettava in nrnr~ un a nello dicendo

.pagnato da ceri n10 1~ie religiose in mezzo agli spari dell1;

« T i d ispos iamo o mare, in segno d i vero e 1ierpetuo

artiglierie.

-do1n-inio )>. L orig inè <li questa. ce rimonia risale a ll1anno

J...'u ltimo B .i costruito 11el i 728 1 era lungo 35 rnctr i, la rgo I .50, alto 8,35, tutto ado rno d i ricche scolture in le~no dorato e cli ricchi cort inaggi. Aveva la tolda divisa i11 due cor ridoi con sedili per i senatori e pe r gli ambasc iatori, col tron o dogale a poppa. Privo d i alberatura, era mosso p igramen te d a 42 rem[ posti sotto coperta con quat tro • r ematori pe r remo. I F r ancesi ,è •1e imp,Hlroniro no 11cl 1797 quando occuparono· Vene7.Ìa, e .i 18 gennaio 1798, qua 11do cede: tero Venezia. agli Austriaci, lo i11cencl iarono. Fu detto che ciò faccss~:-,,

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1178, allorquando il pa1ia A lessandro llI, a iutato da i Vcnezia n i coi~tro Feder ico I Barbarossa, rimise, ia Ancona, al 38(,1 Doge, Sebastiano Zianl, un a nello jn se•• gno di riconoscenza, dicendogli : cc Voi e i vostri s uc-

cessori lo sposerete tuLli gli an ni, affinchè la poslèrità sa.1,pia d 1e il mare vi ap µa rtienc per il d iriLlo che vi viene dal.la vittor ia, e il m,vc deve essere sot-roµosto al la J ~ept>bblica come lo sposo alla sposa ». Questo rnatr i111onio s imbolico compievasi con gran po1npa1 acco1n -

""

....

~

n.

~Sezione Sanit;i

---..

(/\ Nave cisterna \J armata

.a) r1aot1c; t, ) I" r·p. 60° rant. ; e) lltr. eia mont. ; d) i,omanc.lo clivis ion c; e) acr,11np. 1ruppe l'i ,cl"V11; {) 5c1,. sussistenza, clepos il o, set•vizi ; g j aviazio ne : h ) ospc<J ale <Ja emllJJO; i) ar.t ig- ll n ic; 11) pùu l ili tli ~lJul'Co.


~ 1)

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,per r icavare l'oro dalle decorazioni d i bordo. l\fa non rndò d istcut to, e gli Aust r iac i nel 1805 lo trasforma.rono n ella ba tteria laguna re Idra a rmata con 4 cannoni. J>oi fu da essi ·conservato nell'arsen ale come ricordo ➔tor ico, finché, nel 1824 lo d emolirono. Ebbero B ., come ·'lavig lio eia d iporto, i pon tefic i, i d uch i d i Ferrara, ; s· icerè d i Sicilia, i feudata r i di Calabr ia. i du chi d i M i lano, ta nto de i V iscon ti che degli Sfor za.

Nel 1618 en trò a! ser vizio cieli' Austria. e s i dist inse alla :\1.onta gna R ian.::i e in al tre occasion i. D ,u·ante i l suo comando in Fiandra, fece pubblicare un decr eto sulle a r t iglic,·ie, prescrivendo che i pezzi regolamentar i fossero : il cannoné cl i batteria ( palla da 40 libbre) ; il rnczzo caunonr. ( da 24 libbr e); il quarto cl i cannone ( da 10 libbre); il quinto d r cannone ( d:t 5 Jibbreì.

( 1592 - 1628). Nominato .grande ~m:n\; raglio 1 col suo •co;itq,.,,o leggero pr ovocò -dappr ima Ja guerra colb Spagna e poi quella con 1a Francia. Fu assassinato men tre salpava ,da P or':smouth per segui.re le opr razioni m ilitari contro le coste francesi.

B uczacz. Ci ttà della G:tiizia , nota pe r la Pace di Buczacz ( 18 set tembre 1672) lra Polonia e Turchia. I Po lacch i, straziati da.H anarchia, e rano .stati vin ti jn guer ra . Il re ::\fic.helc Kor ibu t, vile qLtan to improvvido,

Br,cq11oy (Alberto, conte di). G enera le spagm:olo del Bucki ngham (Giorgio V-illirrs, duca di). 1'1inist r., • ,.ecolo XV fI. Co,nb.1ttè nei • P aes i Bassi e sul R en0 ( 1643-1648). fa vor ito d i G iacomo I e d i Carlo l d·I ngh ilter u

B11.ckin.gham ( CiorJ<Ì<> Villiers duw cli) . F ig lio r!c! preceden te e ministro di ·Ca d o 11 d'Inghilterra { 1628- 1680). Scoppiata I.i ( 1592- IGn) _guerra civile combattè fr~ i par t igian i ciel re . Sconfitti i realis ti d a Fai1'1:ax, si salvò ~u lle navi de: p r in cipe di G alles. Prese parte con lui .alla sped izione della Scozia ( 165 1) . Dopo la disfat ta di \\lorccster si rit irò in Franc ia . Rien trato i n Inghilter ra •f u arrestato e ch iuso nella Ton-e. di L onrlr a d ,t Cro111wd l ( l 661) . T.ibcrato cinque a nni dopo, s i ri tirò a vita privata.

B uckle (Enrico) . Storico e pensatore i,:g-lesc ( 1821.!J.862). .Precedette lo S pence r n el concetto della so.sti tut ìone di una società. mossa da intcntì economici) a qud • la militariziata . Scrisse h « S toria de lla civiltà in ln·$hi lterra » dove osserva che il progresso della civiltil rende più rare le guerre, e ,1011 è la morale che riesce id i mped irle, ma il progr·css? intellettuale. L'aumento delle ,.agnizion i accrescere bbe l'au torità della classe in!ellettuale, scemando quella della cl~sse m ilitare, e por i:in<lo a lbi d ecadenza dello s pirito m ilitctre. Buckner (Siu10n e). Generale nord-amer icano 11. nel 1823. fu insegnante nella :st>uol;i m ilitare di \\'~st J>oin l. Partecipò alla gu<'r•• ra del Messico e a quella <.l i Secessione, nelle .file <Ìc i Confeder a t i. P reso prigion iero con 16.000 uomiui a .Pillow, ebbe il cambio ( 1862) e comandò um -d ivisione agli ord ini · d i J3ragg. :\la dovette ( 1865) arrendersi alle for.:e super iori elci Federali a Chickamanga. Nel 1387 1f u .no-

minato gover natore J(entu cky.

del

Bucquoy (Carlo, conte d·i) . Generale spagnuolo, pc,i -austriaco ( 1573-162.3). Scr l'Ì la Spagna nelle Yiand rc; 1u battuto a. N icuport da llfuuri?.io di Sas,;onia (1806).

1

segnò questa pace, rna la JJie ta, per opera d i G iova nn i

Sabicscki. r·icusò d i ro.t ilìcar l:i qualificandola in fame; è le ostilità ricom inciarono . In questo tr1:ta10 il ([%.k però non ebbe applicazione, era stato convenu to che la Polonia :tvrebbe pagato al la Tur ch ia 22 mila d ucati e b. Turch ia a vrebbe imped ito ogni assalto con tro la P olonia da. pa rte d ei T a rta r i_ L, Tu rchia conservava ìa. P odolia, e i Cosacch i l'Ucra ina .

Budamer. Loca lità ne i pressi d i Kaschau (Ungheria).

CoJJ1'Jattimc11lo di BudaJJiet ( 10- l l d icembre 1843). 11 g:cn . austr iaco Schlik ma rciava su du e colonne ,li brigata (Fied le r e l'er gen) per Graa.b e Szv idnik _ Giunto però nei pressi d i B . si trovò cli fronte i r ibell i ungheresi, aiili ordini del gen. P ulsky, trincerati ~lictro un la rgo fos., o, sostenut i cl,c 24 pezzi di artiglie ria. Al prcscnt,1rs i delle truppe imperiali, il Pu ls ky, dato il segnale ciel cornbattimcr, to, Jcce smaschera re rapid;,men!c la gro.s~a. batteria. <li cannoni, che apersero un fuo.-:o infernale sulle fan terie austriache, n1en trc i tir;:igliatorì ung-hercsi si lan ciarono a ll'assa lto. G li Austriac i, piazzate in fret ta due batter ie, delle sei che posse<leva,10, apersero il fuoco, rc::;pinscro l'atiacco) e passarono al • r offensiva contro gJi l Jnghe res·i , i quali, batt 1Jtì d;__!_ ì

fuoco e car ic:tt i ,d ia baionetta, e◊clettcro, r it irandosi in J( a sc!tau e lasciando buon numero di mor t i e feriti sul ca mpo . Inseguit i, a bbandonarono pu re la ci ttà in mano :ii vincitor i.

Budapest ( la t. Aquim11J1 od Aq11i11c,m1). Ant ica colon ia romana, capitale della Repubblica Ungherese, sulle r ive del Dairnbi,), cost ituita dalle d ue r itti cli B11da ( r iva ùcsrra) e Pest (riva ,;inistra), unite fra d i lorn da. po,.;ti. Flue/a, l'antica colonia romana, fu spesse voit:.c rovinal a dalle irruzioni barbar iche. N el 1240 v i fu eretto a l sommo de lla collina il pr imo -forte, r i rnoclernato cri ampliato succcssiva men tc dai re d'Ungherb, che nel 1351 ne fecero la resir!enza r ega le, creando r; , P. capi tale del regno. Nel 1387 Sigismondo, d ivenuto imper a1

to re, la n1uPÌ d i fortificazioni, per c1uei temp i, val idi~-

s imc. Dopo la disastrosa battaglia d i Mohacs ( I S26J cadde nelle mani d ei Tu rch i, ma Solimano TI la c~·· ùette 1. Ferùinando arciduca d 1 Austri a. Tre anni dono

tutta,;ia la riconquistò, d onandola a Zopol, voivod a 'li Transilvania, fotto re d'Ungheria . La vedova di Zopo l la consegnò ai Turch i che vi posero subito guarn1gione. Fu succes-.i va111è.11tc nss<:dia.t:i da i c ristiani nd 1530 - 1540 - 1542 - 1548 - 1549 1602 - 1603, m a i T urchi vi rimasero i nd ist urbati Jì r,o al 1612, quan<lo furono scacciati dall'arciduca Mattfa . Senonchè nel 1613 i T urchi vi s i insc<liaronQ nuO'Va 1

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Bùu,

men te, e solo nel l 686, dopo lungo e tenace assedio, po .. stovi dal Duca di Lorena, fu presa d'assalto il 12 novembre 1686, e ceduta all'Austria col Trattato di Carlowitz (1699). Maria Teresa fece r icostruire il castello smantella.to nel 1686. Ne l ,. 782 era ancota la sola fcrtezza ed il solo arsenale che a vcssc l'Ungheria. :'-ìe1 1784 l' imperatore G ì·uscppe II vi ristabilì la s,ik del governo, portata durante le guerre a Presburgo. B . sofferse in tut-

Duca intensificò le m isure <li investìmento 1 e• i . Turchi, ripeterono le sortite. G li imper iali tcntamno. un· assalto, genera le, ma vcnnrro respi!lti, ed il D'-lca di Lorena, visto che la d issenteria fàceva strage ddlc sue •truppe, dopo aver perduto ci rca 30.000 u. si decise a togliere l'assedio, e lo potè riprendere due anni do;)o, riuscendo finalmente e impadronirsi della contesa città con. un altro assedio durato due mesi.

Le am:c11e forllOcazio ni rJi B"'lapes1.

lll. Assedio di Bttdapest ( 1849). Appartiene all'.in-•. sur rczi,me dell 'Ungher i>1.. 11 gen. Gorgcy, con 30.000 u. e-lO cannoni, marciò s u B. e iVi pose l'assedio il l" maggio. La guarnigione, agli ordini del 6Cil. }Ientzi, era . composta d i 3.000 u . fra cui un bgl. italiano • comandato dai Ccccopie1·i. Il 4 maggio venne detto un as.,alto, ma ftt respinte; ne ieg~tiron0 altri ,nei' glorni .~uccessivi fino al 12, cd ebbero la stes~a sorte. Allora, essenclò arrivati rinforzi d '~rtiglieria, gli i:.:nghcrcsi presero ,\ battere j , bastioni intensamente e apr irono una breccia , alla qua.le ft: d,1to l'assalto i l I 7, ma anche Cl',tcsta volta furono• r~spint i. $olamcnle il 21, con un nuovo , assalto com-piuto da .,4 hg!., gli U ngi,cresi r iu ;ciroao ,t superare le· mura, cd e,sscndo caduto ucciso il gen. Hent,i, la guar- nigi0nc si arrese.

to non meno di venti assedi, l'ultimo dei quali nel 18-19. Il 17 luglio dello stesso anno fu occupata dalle trupl)~ russe, che b riconsegna rono alle austriad1e. Nella citt-'t ha sede u,r,'accademia militare. ·

I. Battaglia d; Budapest ( 15 14). Appar: ie!le a una Eollevazione dei contadin i contro la nobil tà, regnando Vlad islao cli llocm ia. I riabclli, agli ordini dd condottier o C,iorg io Sechelo, si d iedero alla campagna. uccidenrlo i nob ili ~ saccheggiando le loro abitazi<,n i. In:b:ilclanziti da una vittoria riporta ta sulla cavalleriai !nO$Sero cr,ntro B. ·111a i l re Vladislf!O, r iunito un es<!rc it0, e posto!o agli ordini di Giovanni Bornemissa, lo lanciò contro gli insorti. I l B0rnemissa, uscito da. B ., affrontò l'esercite dei contadini, sçhier ando su lìa fronte le picche, e, a li~. ali la. cavalleria lcg.1;icra. affrnchè accerchiasse e disor dinasse le squadre dei ribelli. Dato il segnale de lla b:,:taglia, le schiere si avven tarono con violenza estr~ma le une cont ro le altre; per p iù ore la lot ta ri'r nasc indecisa, ma , a lla fine, preva lsero le tnrppe regie, e i cibcJli, rott.i dalla fanter ia, s i videro circondati ed inseguiti dalla cavalleria, che ne f ece stenninio. Scchelo e ,l!o fratello, presi prigionieri, furono getLati in pr igìon~ . lI . .-lssed-io e battaglia di Budapest (1684). Apr:a, tiene ·alle lotte contro i Turchi. Il duca d i Lorena, ,tvvicinatosi alla ci ttà sulla fi.ne di giuguo riuscì ad im pa<lronirsi cli Pcst, mcnt,·e i Turchi s i conrentravan o ili Duda, dove vennero stretta.mellte assed ia.ti dagli Imp~r ia li, i qua li açcuparono anche l'isola <li S. Andrea. l '.na sortita de i Turchi venne sanguinosamen te respin ta, disli.nguendosi in tale circostanza il principe Eugenio di Savoia, al comando cli un rcgg. di 'c1ragon; rhe pol'l:i.va 11 nome di «Savoia>>. Governatore di B. era Kara J\fr. hemet Pa3cià, il quale ostacolò come potè i lavori d'<Lp· µroccia e si d ifese con le artigli~r ie e co n frerp1cnti sortite. La città bassa fu presa dopo a perta !~ breccia. c i Turchi si ,-iclussero n ella parto alta d i Hud, .. Frat~1.n'.a w1 corpo di soccorso, composto di 12.000 T uroh i, s i ""' avvicinato alla città. JI 22 ILrglio il duca di L orena mo,se contro tale corpo, e fo assalì. Si dife~e <:r,ergicamen:e il Seraschicre comandante dei Turchi, lllR cor1 l'inte:·vcnto di Eugenio d i Savoia la vittoria a rr isi: agli im periali, e i T:;rchi furono cacciali lungi dalla p iazz~ . Il 1

Budde (Ermanno diì . Generale pru«sianc e scrittore ( 185 1-1906). Fu caµo del servizio fcrnwiario presso il: comando del Cor po d i S. l\-L Durante la campagna 1870- !Sil s i distii;ae aU'i:ivestimento di Mctz.. Fu poi diret-torc genera le delle Ia bbriche militari di mun izion i ed armi, e nel 1902 l\fin islro dei Lavori Pul}blici. Scrisse: << Le ferrovie francesi durante la guerra 187.0~71 » (1877) ; . « Le ierrov ie francesi sotto l'impulso delìa guerra tedesca ,1 (1904). Buddenbrock (Guglielmo, barone di) . Fcldm:u-csciallo prussiano (16i2-175ì). Si d ist inse a Fleurus nel ' l ò90; e a l\1alp!aquer ( 1709). Prese pa,·te a lla guem, contm la J'olonia e la Svezia (1715). Sotto Federico il Grand<;, a Ch01us1tz contribu ì alla vittoria con una car ica. d i 35 sqdr. nella quale cadde il suo figliuolo mag-giore .

Buddenbroch CMagno, barone d i) . Generale svcdl!se · ( 1685- 1743). Servì prima in Olanda poi in Svezia con, Carlo XIJ. Fu alla guerra con tro i Russi e s i distinse · a Poltava (-1.;09). Comanclù l<t s-peclizione ln Finlandia... ( 1740) e <la prin~ipio r iportò successi, ma p iù tardi, dopo la sconfitta presso vVi lman Strand, dovette ritirarsi. Avendo destato sospetti circa la ca;iitolazione C:f. H elsing.for.s il 27 luglio 1743 Iu condannato a mar- ite in Stoccolma. B1t1Jdcnuruck

( Cio-,mn-

111). Generale .p russiano ( 1707 -J 781 ). Fu coman dante ciel corpo dei cadetti, e insegnaytc ali' Accademia Militare.

Bu.ddenbrocl, ( G·«stavo, barone di). Generale pruss ia no (18 I O - 1895). Partecipò a.Ile guerre del 1864, 1866, 1870 - 187.1 e fu poscia governatore di l{On igsberg.

lludenny

Budenny (S. M.). Generale russo, n . nel.1881. N~l----


Buo

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l'esercito czarisra era semplice sottufficiale di cavalirria. Scoppiata la rivolu.tione, fu presidente di un comitato d i soldati ùi una d ivis. di cavalleria Jtci Cauca~o. Nei 1918, organizzò un corpo di cavalieri di cui prese i'. comando, consen·andolo anche quando le forze dr! corpo crebbero fìno a costituire ulla di vis. ( 4*) un corpo (Hl) di cavalleria ( 1919), una. armata (I*) a cavallo. Duran:e qt.esri aumenti di forze, 13. combattè cont:o gli avversari della rivoluzione russ.-i ouenendo varii successi, e decidenJo le sorti della batt. di Kiev. Nel 192 1 fu nominato comandante generale della cavz lleria e membro del Consiglio d i guerra, e nell'aprile 192i fu cle.. ignato come comandante di una armata s;,eciale di ca,·allcria sul fronte ove,t in caso di guerra.

Budriere. Così fu chiamata. dal 1Iedio Evo fmo al

~91 robusto castello, che nel 1686 potè resistere felicemente a_ un a3scdio dei Turchi.

Budweis (hocrno: B11dejovice). Città della Boemia. mcrid,onale sulla ~!oldova. Fu anticamente fortificata, con alte mura e torri, no11d1è opere acc·~s,ori~ iìancheggia.nt i; nc'I secolo XIX l'A ustria vi e'bb~ li 1 importante arsena lt .m ilitar~. X rl XV s~colo sostenne ·:alorosamcnt,: gli attacchi degli Hu;siti. Nel 16'.'.0 fu presa d'a;..,altJ dai protes'.~nti boerni, 1gE ordini di Thurn. Nella se-conda guc,·ra rlcl la Slc·sia ( 1744) Yenn,; presa da F~dcrico II, che Yi lasci,j òi prrsidio un u~c::ime,:to (circ1 1800 u.) al comando del gen. )licnzky_ Circondata e assediata da 10.000 Ungheresi (8 bgl. e 30 ~rtclr. agli ordini dei princi_nc d i ~ :issJ u) la piccola guamigione resistette olle giorni e poi fu c0strc1ta ad arrem.krsi. Buega (Gioaccliiuo B. y l'cz11rla). Generale spagnuolo d'artiglieria (1830-1899). Fu insegnante a lla scuola milit,1,e <ldl' \vina; partecipò .col g<'.i. 'I'rin1 alia spedizione nel :-.r...,,ico; si occupi, p:inicola, mente della tecnica dell'arma. Oltre a scritti minori, lasciò una C< Memo-ria sulle armi portatili ,i ( 1867).

( ~. X\'JI) ( ,. liti) (di 11orta baru.ll<'raJ (di tamburino)

principio del s~-colo XlX, una striscia di cuoio di n· ,·allo, di bufalo, di camoscio o di altra m1teria, che !-i portava ad armacollo da destra a sin is tra. e riunendosi sul f ianco sinistro, serviva ad appendervi la spada. la baionetta, la scia bola e anche, se di,;posta

davanti,

fa

band icra e il tambu ro. 11 B. corrisponde\'a a I « <ba Iteo >l degli antichi, che lo porta va no pure ad armacollo e sen·iva allo stesso scopo : non è naturalmente da confondere colb c in tura, pcrchè questa Buclric:>rc (see. XYlll viene portata attorno alle ren i e non u tracolla o ad a nnacol!o.

Budrio (ant. Bulr-ium). Comune in pro,·. di Bologna. Fu fortificato nell'età d i n:euo, e le sue mura, fahbr ic.ne all'epoca del card inale Albornoz e munite di p iccole torri, dette torresolti, sono ancora in buono stato. Ebbe a wfirire per le lotte tra Ferrara e Bologna e più volte wnnc dev:tstato. Budua (ant. _'111t;ia). l'iccola città marittima J1ell;i. Dalmazia, nel distr. ,:li C:ttlaro, ~oa ràda che può ospitare gros~ na\'Ì. Kel 15i 1 r,enne prc3a, per tradimenio del gover,:atorc Pasqua,ligo, dai Turchi. I Veneziani però la ripresero piu tardi, e fortificarono munendola Ji

L'ontlca fortezza YCnPztana cli Rurtua

Bueil (GiQ".10,mi d,). Eroe popolare fr,1acese del sesolo Xl/ detto « il flagello degli l nglesi ». Figlio di un ciambellano di re Carlo VI, combattè nelle lunghe lo!te · contro gli Inglesi, di\'enendo il terrore Ili quelli. Alla hatta.glia di Orléan:; garegg iò di valore ,·on G iovanm. d'/\ rco. Nel 1450 vrnne o·ealo ammiraglio di Francia. In un curiosissimo l>bro intitolato« Le Jou\'encel », SOl'Q 11:irrate le imprese a cui parteci!>'); esso costituisce la p iù genu ina fonte p er studio dell'arte militare di qt,ci tcinri.

Bue I I i (Olmi, 1U>ùi!c Cartano) . Generale, n. a Robbio (Pa\'ia) nel 1863. Sollotenente di fanteria n el 1883, partecipò alb can,pa.gna ù' Africa del 188i-S8, a quella italo turca del 1912, alla guerra. 1915-18, a lla campagn, d'A lbania del 1919. S i mt·ritò una mcd. d' argento -p er l'azione spiegata quale comandante interinale di regg. nell'azione di Ca-


JiUE

s teln uovo del 26 lu glio 19 15. Comandò successivamente il 141 ° ed il 163° rcgg. fanteria e ( 19 19 in A lbania) h br.igat a T r apani. Collocato in P . A. speciale a sua do·manda ( l'l20), raggiunse .nel 1923 il grado <li gener ale di divisione. E' de~r ato anche d i due medaglie a l va~ lor civile .

Buenos Aires. C ittà capii.aie della ,ep. Argentina, sul Rio della P lata, fonda ta nel 1535 da Pedro de M ~ndoz:i e consis ten te in u n fortino cc>!1 guarn igione , poi

(Alcss,tnd ria) m. a F irenze (184$- 1914). Sottot. del gen io nel 1868, raggiunse il grado d i colonnello nel 190() cd e bbe i l comando d el 3° r egg. genio; nel 1903 fu neminato d irettore rlel gen io a Vcrom. Nel grado d i nngg. generale; ( 1906) fu corn~nda ,\le del iienio alla S pezia, ispettore delle :nipoe del g~nio, e i niìne ispettore delle cos truzioni del ,g enio. Collocato in P ., A., raggiunse nel l '/13 il grad,1 t!i tcn . generale ne lla riserva,

Buffa di Purero Vittor-io. Generale, n. a Firenze nd ì 864. Sottot. d'art. nel 1883, ult imò b. Scuoh di Gucr,·a nel J 900 e raggiunse il grado d i colonnello nel 1915 quale capo dell'ufficio d'ispezione dei suvizi aeronau1ici, Nei 1<;,16 fu nominato comandante del la scuola cc1,tralc d'ar tiglier ia da carni)lgna. Partecipò alla gu.::rra, 19 15- 191S come comandante l'art. d 'ass<:dio d~l XX corpo -d'armaLL e s i 1neritò la croce di cav. deJl·O rciine 1ni -

iitare di Savoia. per la perizia con la qua.le seppe regola re l' i1np iego cie llc artiglierie del p roprio corpo d'ar :,11ata, (XX"VHI) c!ura~te l'offensiva au.,: riaca del giagno 19 18 SL'I Basso P ia,·e. Nel 1923 ìu nominato gcw:ralc addetto a ll'Ufficio del genera.le a J isposir,ione per l 'ar ma di a r t iglier i a . T'romossc, ge.iera le di divis. (1924) fu nominato comandant'?' ù~lla ùiv is. mil. d i Salerno, quindi genç r;,ilc a d i~µosizionc per Parti~lie ..·id ; _nel 192,S a ssunse l'a lta carica di ispet!,Jre -della d et ta arma. P iano clcl l"a11!1eo forlc c:li Buenos Alres abbandonato i n segu ito a continui atta cchi degli indiani. Nel 1.580 venne di nuovo costruito un forte. d a Juan dc Gany, intorno a l quale a poco a p oco sorse la citù. La sua storia si confonde con ,quella dell'Arge11.tùw (V.). Bast i qui ricordare che nel 1806 fu presa dagli ln g!esi, e riconquis ta ta dagli Spagnuoli il 12 agosto dello s!èsso anno. Cac~iati gli Spagni1oli ia scgui'.o ,11la ribellione d elle colon ie del sud America, d iverme la •:apil.ale della nuova repubblica .

Buffa. E ra tan to h

visiera quanto la pezza d'annc post.iccia che ser viva a coprire la facc ia, ed era acconcia ta alla borgognoHa . Fu chiaimata anche R. la pezza d'armatu ra detta Guar-

propri,i della c~lata,

rlagoletta.

Buffa di Pcrrcro Ca.rio. G enera le, n. a T o rino m. a San R emo (1839-1895). So tt. di fant er ia nel 1859, [)artecipò a lle campagne del 1859- 60-61, e '66, mer itandos i u na med. di bronzo nel 1861. Entrò a far parte Butra app lir-arn u una del. Corpo d i st ato maggiore ne· !JOrgoirnotta. 1863 e fu insegnan le presso la Scuola d i .Modena e la Scuola di Guerra . Promosso colonnello ( I 884), ebbe il comando d el 37° regg. f a,1\e• 1·ia; col locato in P. A. (1891) r aggit111se nel 1895 il 1

_grado di n1agg, . gene.raie ne lla riserva . Scrisse un v'1lu m,, ,11 « Car lo Emanuelç l lI alla d ifesa delle A 1p i . !lc lla camp,,gna del 1744 J> ( 1387) ; uno <( Studio in:er110 al reclutamento e ordì n ,1 111r.n to degli •.~scrciti germa n ico, austriaco, francese e ·i tal iano )); << ·.'.\onr1c pratiche !Per le levate spe<litive ed a vis ta"; <e Il l.{cncra le :\faz~ dc la Roche Jl ; ccc.

1:/uffa. Carlo Albe,-to. G enera le, nato a Castclla1.7. )

Bn/)"a di P errero Carlo. :VIcdaglia d'or,), n . nel 18·,7 a Torino, caduto suil''\lto:,ia no Carsico nel 19 10. Ufficiale in S. A. I'., fece carriera pa r te in ~a:,!eria e pane nP.gli alpini, p,u·tecipa ndo -1 lla ca.111p1gn,1 di Libia. La guen:a i talo-austrb.ca lo trovò nrn.ggiore comandante 11 battaglione a lpini Cadore, i:on cui combatti, <la va loroso nella zona d el mon te Cristallo, riportando d ·.,( ,ferite e guadagnélndosi unci

me,r. -cl'argcnlo. Promossr,

tcn. colonnello nel marze 1916, poco rii poi gli fo affidato i l comando dc: 138" reggimen to fanteria. :\'d ia nost ra offensiva autunnale del 1916, sul Carso, impavidamente co1n e sempr e sfidando il periculo, ca-deva colpito " mor te. l suoi •Cornandanl i. eh~ già si accir1gcvano a proporlo per la promoz ione a rn'Jonncllo per mer ito cli guerra, vo llero che la memori·.1 dell'a rdimentoso ufficiale fosse onorata con la suprema. ricompen~a al valore : e( Aib testa del st:.o reg.ginien to con sereno spre2zo de l pericolo lo condusse a lla conquista d i un,, forte e con trastata p:)sizione n emica. Superata la, ron meLtviglioso J. rrl irncnlo e rnirabiie slar1cio, sempre in pri1H(:t linea, proseguì nelJ'azionc, inseguendo i l nemico, frustrandone ogn i tent ativo cli resistenza, spù,gcndosi fo10 a lla linea più avanzata del campo di batta.~ha. lvi, co:1 insuperwbilc serenità et! incrollabile fermezza, per un'intera. notte Fiuo a rne7,zogiorno dell'inrloman i, seppe cc l suo valoroso reJ~gin1 c-n to resistere agli 1cc1nit i contrn.f.t acchi dell'~vver sarfo ed alle s,lc r ipctu:e miuacce ù t avvolgimento, as3icuran<lo così la cumpleta1 brillantissima vittoria conseguita. cfai nostri nel pon-,eriggio dello stesso giorno. Sulla stessa linea più avanza.ta, u-ovò n10:·.. te glol"iosa mentre, si ~tu<lia,'a <lì affer.'.rlare 1a vit,tor ia 1


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Dis po;;izionc dt'lle IJ u ffc tlerie col consoliclamento delle 1iJs,. ion i conriuislate >J (LcKvizza, Kostanic, 1-4 n ,wembrc 19 16).

Buffetterie. Gener ica de11orn inazionc :n cui va11 n') comp resi tutti gli specia li oggett i - per lo più d i cuoio e facen ti parte de ll'equ ipaggiamen to ·milititrc individuale - che .'ervono ;Jer rendere possibile o p iù a gevole il porto c!elle a rmi, d elle m un izio ni e degli attrezzi vari assegnati irt pennancn~e d is tribu zione dgli uomini. Così sono buffetterie le cinghie per fucili e moschetti, !e c ustodie per n~oschctt i da ciclisti, le fondi:ic per pistola, i cinturini con borrn per baione tte e scia bole, le ban-

doliere e le giberne per ca rtucce, i cimurnn i con b,~tclla, e s imili. P er la magg io1· parte delle buffetterie i1a pa rticolare importanza il giusto adattamento alla persona di ch i deve usarne, onde non avvenga che l'arm,~ o l'attrezzo o la dotazione di cartucce, sia per il peso, sia per esterne sporgenze, abbia a causare eccessivo fasti-dio o, peggio ancoru, dolorose escoriaz,ioni : l'ada_ttj_-

mento s i ottiene med iante opportuno giuoco d i fi bl,i,·, riscon tri, passan t'i e ,bottoni, che consen tono d i accorciare o allun garc1 re s tringere o alla rgare gli ogg•.;f.ti :.:;ln •

goJi d i buffetteria. E ' anche necessario che a lle parti in cuoio, med iante period iche leggicrc spalma ture <l i


BuF

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-grasso, sia mantenuta una conveniente morbidezza, la quale, 1nen tre con tribuisce alla n1igliore conservazk>ne

dell'oggetto, s i r isolve nell'in tuitivo bene.fido d i m ino. d isagio per !'individuo (,)1e lo indossa. Le buffetter ie i:i genere devono essere usate e t enute \:vn grande cura, avendo presen te che la funzione loro è p iù importan:c <li quanto un profano od un osservatore superficiale potrebbe forse st.:pporre.

Buffetterie (Mari11a). Nella R. Marina le buffetterrn sono di spc<;i,de tessuto grigio-verde ed hanno sosti-

Marinat con tutta la huffe.tteria tuite q uelle d i cuoio fin da l 1905 per te compagnie d,l sbarco. I l tessuto offre sul cuoio il van taggio di ess~n, maggior men te pieghevole, d i permettere quindi con maggiore facilità i movimenti del corpo. Ino ltre i pesi dello za ino, tascapane, attrezz i, anni, ecc., vengono distri buiti

fa maniera razionale e tale da rendere p iù agevole il traspo rto, affaticandc, meno. Tutto l'equipaggiamento è -fatto in modo da poters i smontare sul pon te della nave; ·poi si i ndossa su lla persona con u n solo movimento, ·come per infilarsi un soprabito. Le parti di cui si compongono le buffetterie <lei marinaio, risultano chiaramente <!a lla figura .

Buffi (Aldo D ario). Generale, 11. a Bo!ogna nel 1866. :Sottot. d 'art. nel 1886, entrò nel 1911 a far parte <lei .ruolo tecn ico d 'ar t. e fu addcllo al Laboratorio di precisione di Roma. Promosso colonnello (1916) fu coman-<lato presso la Scuola Centrale d'ar t. da campagna. Ebbe ,quindi il comando d i repar to art. contraerei, e, dopo essere sta to adde tto <lai 1919 al 1925 all'ispettorato costruzioni d'artiglieria, p romosso magg. generale ( 1925) fu addetto alla <l irez. superiore delle costruzi0ni d 'artiglier ia. Partecipò alla campagna di guerra <ld 1915 con ·mansioni tecniche. Buffoluto. Nave traspor to mun izioni, varata nel 1924: d is!Qcamento T. 1200, velocità N. 12, arma.men-Il· guerresco I 120, I ì6; sta to magg iore 2, equipaggio 59. Bug. Fiume della Polonia, affi. d i dr. della Vistola . Battagl-ia s·u l B11g (1017 d . C.). Appa.rtiene alla guer-

ra civ ile tra i frat?lli Jaroslav e Sviatopolk , <lopo la morte del padre Vladimiro. I l secondo si alleò con Iloleslao, re d i Polonia e sul B-ug inflisse una sconfitta a l fratello, cos•.rir.genclolo a r iparare a Novgorod.

L inea del lh1g. D urante la guerra mondiale·, il B . con-

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correva, ne!J"ultima par te del suo corso, insieme col suo afiluente. Narew-flobr e con le fortezze d i Ossowietz, Lornza, Ostrolenka, R osbam, Pultusk e Nowo Georgiewsk, a formare linea avanzata insieme con la Vistola ed il San. Invece, in cor'rispondenza del ,uo corso superiore, che ha andamen to meridiano, costituiva con Brc.,t Litowsk e le piazze d i Volinia uua 1ic,ea arretrata. o interna : entrambe le linee si venivano a salda.re a quella del Nicmen a Grodno.

Bugeaud (Tomaso Roberto B. de fa Picomwrie, d,ir,,, d'Isly). G•!neralc francese (1784-1849). 1=' rnnsiclerato come il maestro degli uf.ficiali coloniali. Da solJato semplice, fatto caporale ad Austerlitz, salì. ai gradi supremi. Inviato in Algeria, la conquistò e la la.sciò sicura: .p er la vittoria d'Isly, ivi conseguita, fu fatto duca. Eletto deputa to, per un diverbio con un collega lo uccise in duello, e divenne impopolare; ma nella rivoluzioHC del 1S48 fu governatore di Parigi. Molto scrisse ed as,sennatamente, ammaestrato dalla lunga pratica: « Saggi su qu alche dettaglio della guerra >>; « Istruzione p ratica per le ·truppe in cam!)agna >) ; « R ifk;;sio:1i e ricordi m ilitari »; « Sull'o rganihzaz ione un itaria dclJ"escrcito >) ;

'cc Sullo s tabilimento d i coloni militari in Africa ».

Buggiano. Comune i n ;:ira·,. di Lucca, nel centro della valle di N i,;volc, sulla grande rotabik Pistoia Lucca. An tica colon ia militare . romana (Castrum Bo-;;ia1tum) el:be fin da quei tempi una rocca di cui rimangono tuttora dei ruderi. B . iu assalito cl:ti Lucch~si, e ,preso nel 11?8. Fu ;poi teatro d i lotte ira le milizie dei signori d i Li:cca, ed i F iorentini. Nel 1281, l?. rocca venne distrutta dai Lucchesi perchè i borghigiani ave;:rno p ;.estato soccorsa" a Pescia. Però poco dopo Àli stessi Lucchesi, quasi pentiti, ne ricostr'-lssero le mura. Nel 1:S20 B. fu teatro d i una sàn guinos;i. battaglia ' tra guelfi fiorentini, e ghihellini lucchesi, capitanati da Enrico Castracane e Gialdo Sismondi, rimast i sconfitti, Dopo un peri090 d i lotte con al terna sorte, rimase in possesso dei Fioren tini per la pace tra Pisa, Lucca e Firenze (1342) . .Nel 1430 fo momentaneamente presa d ai :,1ilanesi condo tti da Francesco Sforza, per con to dei Lucches i, assediati <lai fiorentini. Il danno maggiore per B. però avvenne qu anelo un · esercito veneziano, péHetrp,:o in Val d'Arno e d i Nievole, asstdì, saccheggiò cd incendiò castello e borgo (1496). Bugia (ant. Salda ~)- Città marit '.ima dell'Algeria. Fu presa. <Ìa gli Arabi 11el 708, dagli Spagn uoli uel 1 '> 10, diti mori di !\ lger i ne l 1555, dai F rancesi n el 183.ì. Fortificata in tre r iprese, come lo attestano le 1ovi,ie delle cinte romana; vandala, e saracena. Aveva nel secolo XIX tre for ti: 2\1usa, Abd-el-Kacler, la Kasl)ah. ){el secolo XIX le for tificazioni vennero accresciu te; rimasero i tre antiéh, forti già detti, e ne vennero costruiti, nelle vicine colline, a ltri qua ttro, oltre a vari~ ,batkrie. A35edio cli Bugia (1555). 1-'ll posto dai mori cl i Al~cri, cornandt!.!i <la Salarci, <la rnare e d:i terra; da

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BOgia all'epoca tlell'<>ecupazio11e francese · questo Iato u na batkria diroccava V forte tem1to dagli ·Spagnuoli. La guarn igione venne a -patti. Solo il gover,natore, con te Peratto, e \·en ti persone con lu i poteron:i . abband,inarc ia città; tutti gli a l:ri rimasero prigionieri. ..Il governatore, giunto in hpagna, venne fatto mettere . a morte per ordine di Carlo V. Ocwpazione d·i B1tgfo (1633). Poco dopo fa conquista <li I\Jgeri u na na ve da -guerra ven iva sped ita a Bu·g ia per occuparla, ma per l'ostilità. degli abitanti, che massacr arono i p rimi sbarcati, dovette .ornare ad Al·geri. Nel 1833 il tentativo f,'J r ipetuto, con successo, per ,mezzo di una spedizione composta di 2 bgl. 2 btr. l cp. .zappatori, al comando <ld generale Trézcl, c_he s:ilpò da ' Tolone nel scllembrc e all'a lba del 30 giunse davanti ca lla città. I forti aprirono il fuoco, ma furono ·ridotti al , silenzio d ai cannoni francesi . Le truppe allora, n ono,-stante il vi·,o fuoco d i f uc;ileria degli indigen i, sbarca•-rono e conquistarono parte della città , metkn<lola su. b ilo in istato di •difes:i. La no tiz ia <lello sbarco fece ac' correre da i dintorni molti indigeni; il 1° otto l)re i Fran, ccsi completarono la conquista respin gendo gli attac,chi dall'esterno, indi, passand o aJl'offens in, avanzarono · sulle a lture circostanti occupando~e una parte; il l2 o ttobre, ,giunti altri r inforzi da Algeri, i Frances i con quistarono le r imanenti alture fortifica11dole, cd il 4 no• vembre, a ttaccate a fondo le bande nemiche, le disper • . sero definitivamente. Successe ,m periodo di ca lma, ma il lS genna io 183'-l , circa 4000 Ca.bili, apparsi i mprovvi~11mente s ulle altu re, . attaccarono i Francesi e solo dopo lotta accanita, nel : pcnneriggio, per le enormi perdite subì te furono co·<>tretti a ritirarsi ; il 5 m a rzo il maggiore D uvivjer, co• :-mandan te della p iazza, sapu to che il n emico preparava j11 nuovo attaco, lo prevenne nei suoi vi l!aggi che fi:cc ·incendiare, ma i r ibelli non si so ttomisero ~ i Francesi •rimasero chius i entro la linea ,degli avamp,isti. L '8 d i,cembre 1834 il Duvivier con 1500 uomi ni uscì d aii1 ,città e ,battè ·i Cabili s ulle rive dell'Uad i Bu Mesaùd. :Ma quèsto stato d i cose attribu ito a ll'asr,rezza de! go'verno politico m ilitare del D uvivicr provocò il suo ri,chiamo e ,;o~tituzione col colonnello Lemer::i,·r, che scc-

se a pat ti coi r ibelli; ,dopo pochi giorni ,;nesti att,,ccarono gli avamposti uccidendo proditoriamente dei soldati e la situazicne ritornò peggio di prim~. Il Lemercier fu sostitu ito dal ten, col. Girot che coi suoi 4000 uomini rimase sulla difensiva ; il governatore Ch.uz~I ridusse il p residio a 1000 uomini ed al Giro! successero ,·ari comandan ti che tentarono invano d i ai,;:ire trattative coi Cabili; questi nel settembre 1835 attaccarono di nuovo gli av2mposti, ma furono respir:ti. La sit•Ja· zione r imase stazionaria, iìnchè il trattato della Tafna ( 30 maggio 1837) non pose temporaneamente fine al'.c ostilità; durante le oi:::erazicmi contro Abd ~l Kader il tcl'l'itorio rimase relativamccite tranquillo e ~olla caduta cielfcmiro (1844) fa pacificato definitivamenrc.

Buglione di Monale (Luigi). Amn,ir.:glio; n. a Saluzzo, ,u. a Roma (1821-1884). Entrato in servizio nel 1837, promosso con trammiraglio nel l~ù-S e viceammiraglio il I • màrzo 1879. Fu diretto,·~ ge;,erà le dell'arsenale del I dipartimento marittimo (1$69) aiutan,e di campo cffeltivo <li S . M . il Re (1879) presidente del consiglio superiore d i marina. (1879-188·1) d i nuovo, comandan te in capo dd I d ipartime:1to marittimo ( 1884). Per essersi d i,tinlo nelle g•J erre d'In<lipendenza era ìn - . s ignito dcila med. d'a rgento al valor militare e della croce di ca·, . dell'Ordine militare di Savoi1; aveva inpltrc meritato la ancdaglia. d'oro di bene:ne,·enza 1)er ts· sers i d istin to d urante l'epide:nia colerica del 1884 alh Spezia. Po::o pri·ma d 1 venire a nt0rtc, era stato 110n1i11ato senatore . Buholzer. Svi7,7--:rn inventore (186..iJ di un proiettile per fucile, oblungo, a,, ,punta quasi og ivale, <li p.iombo, <:on tre anelli sporgenti; il fondo del proiettile aveva. un vuoto interi1o trnncoconico che arri vava fino all'altezza del secondo anello. Servi per le cartucce del fucile svizzero mod. 1863. Buia. Comune del Friuli, antichissimo. ;Nel 11848 ohiamò alle armi i suoi cittad ini contro gli Austr iaci, co.~tituendo una m ilizia volontaria chiamata « I Crociati di Buia )), affid andone il comando a P ietro e


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Lr l'Ol'llflc~z1O11i cle ll 'iS1'1TlO di 8 11 la l1· (GUHJ'ra :\lon<li;r lel

Domenico Tfarna<ba. I « Crociati di Buia» combatterono a Visco ( 15- 17 aprile 1848) e par teciparono alla d ifesa di Vicenza <lello stesso anno, subendo per<li te i n ;..1orti e feriti ed ascrivendo a loro onore p:tginc fulgide di sto,ia. Durante la guerra europea, B. fu sed>} d i concen:rn 1me'nto di truppe alpine; durante l'invasioae austr iaca <li Capore tto, d ivenne invece "Sede delle tr upne di co;:·, p lemento della V I a rmata austro-1.1ngarin.

Buidi (o Bu,1-~id,). Dinastia rnusu-lmana derivata da Ibn-Ka!lecan, esistita nel 1 V e V secolo dell 'Egira. Trae i l suo nome cbl ca.po st ipite Buyah o li1r,,a.i/1 vissuto nd 9 12 eh~ pretendPva discendere dalla dinastia <lei Sassanidi. Dominò 11clla Persia sud-occidentale. Ebbe tre figliuoli che fmi,·ono p~r rendersi indipencknt i combattendo. La din:istia dei B . s i estinse nel 105., qu ando Togr ul-Bey conquistò la Persia . Bujanovics (A ug11sto). feldmarescia llo austro -ungarico (lSrn-1894). Prese parte a lla campagna in Ungheria ( 1848-49). Nel 1859 co111batté a So!ferino. Durante la battaglh cli Custoz,i (1866) ccm.rndò una brigata di cavalleria, i n unione a quella cli P1.1lz, car icando ripetu tamente gli I taliani .ì Vìllafrnnca. Venne 1,romosso °'t enente feldma resciallo n el 1876 e collocato a riposo due ann i dopo. Bu kke. Fiord della Norvegia, nelle acqup del qu,tlc si combattè u n a lnttaglia (885) fra le navi di Amido, r r di Norvegia, e quelle dei suoi vassalli, a lui r ibellatisi. I l re sconfisse i ribelli. Bulai1•. Borgo della Turchia, nell'istm;i della penim ia di Gall ipoli: qu ivi l'istmo ]1a una. brghezza rariabilc di S-6 km. Fu teatro d i operazioni mil. nel 1913, ed ebbe allorct

linee fortificate, con le quali i Turchi a vevanc lo scopo di proteggere dd Bulgari la coc.quista d~ll,L pen isola di Gallipoli. A ta le scopo, destinarono un corpo d'armata m isto ( circ,1 50.000 u.). I Turchi erano par:roni deHe acque soltanto dalla parte del m1r di :'.11a~mara; dalla parte opposta erwi la flotta greci. Vi erano stati ,cosln 1iti <'lai Fr anco-lnglesi, nel 1_855, tre for ti (Sidtano, "'apolcone, Vittoria) collegati da tr inceramenti, che i Turchi, nel 1877-78, rafforzarono, aggiungcnd~vi una ventir:a d i lunette; riel 1913 costruirono davanti a 1 forti )una linea cl i difesa principale e vi aggiunsero la batteria lv[armara. }>iù avanti, era una leggera linea avanzata. Le opere erano armate con 60 cannoni moderni e molti vecchi ad avanc1rica, e guardate da du~ divis . co'n 16 btr. da camp. e da mont. Da Sarkoi a K escian erano schierati i Bulgari (gcn. Savov}: circr. 50.000 u . (7" e 2• divis., (liv is . macedone, br. cav. Tanev). Le avanguardie turche, cacciate da Kavak, si erano r itirale sulle linea avanzata; venne dec i30 allora lo sbarco del X corpo d'arma ta tu rco (comandato da l gen. Hurscid Pascià) p resso Sar koi: circa 35.000 u. raggrupij)ati in due d ivis. e due b rigale. La sera clell'8 febbraio 1913, 20 traworti turchi si avvicinarono a,lla spi~gia. e in iziarono lo s barco. Il g.iorno seguente, dalle linee di Bula ir, '\ma d ivis. turca marciava su i(uru Ciflik e un'altra su Dohan Aslan; questa divis ione alle 1. I respingeva i Bulga ri nrn alle 14 ne ven iva ricacciata, e c ~ò, costringeva anche l'altra. d ivis. a ritirarsi : i Turchi perdettero 4000 u. e 2 cannoni. Il gen. Hurscid Pasdèi.,. a ppena ebbe sentore d i questo insucces.;o, imbarcò ùf nuovo le sue truppe, clisturhalo da a.vang:rnrdie • bulgare. Dopo di ciò1 d a.vanti a B . nessuna azione venne t:;iù tentata , nè da.ll'una, nè dal.l'altra parte,


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Bula-Zach. ViHaggio della Somalia pr,:s.; o Mcrca, tea tro di uno scontro (giugno 1905) ira una piccola C.O· lonna italiana (150 ascari al comando del capitano Pantano) e una truppa di B imal ribelli. Questi vennero cl i• spers i lascia n<lv 5 morti e parecch i feriti, nonchè bestiame da essi razziato e che venne così ricu perato. Bulgara (Legione). Così era denomin:ttv il corpo di volontari bulgari eh~ sotto gli ordini di 1.1flìciali rnssi combattè contro i Turchi ne.Ila campagn:i. del 1877-78. Tale legione fu nell'aprile ,1877 composta di due brigate d i ,f anteria; più tardi vi fu aggiunto uno sqdr. cli ,:avaHeria. Comandante ne fu il magg. gen. russo Stoljctov. Questa legione ebbe campo di d istinguersi ia pa·recchi ,contri; principalmente, sotto il comando del ge 1;erale )i icola.jev a l passo <li Scipka . La legione fu il nocciolo per la formazione dell'e·sercito bulgaro dopo b. pace. Bulgaria (Storia militare). I Bulgari P.bl,.;ro lor dimora nella regione tra il Volga, il Caspio e gli Urali; verso il 475 d. C., epoca nella quale per Ire prima volta il Joro nome apparisce nella storia, si divisero. In parte si volsero verso la reg ione del b-a~,o Vclga e vi fond1• rono uno Stato islamico (Bulgari del Vol1;a) che fu ,Jj. strutto nel XHI secolo dag:i Czar <li l,fo,r,.a ; gli altri, che si dissero poi Bulgari del Danubio, m igrarono verso occidente, dove subirono una sconfitta per opera degli Ostrogoti, ma nel 501 si avanzarono fin sul D anubio e net -534 riuscirono a por p iede ne ll' impero d' oriente, dopo aver sconfitto ed ucci• so Chilbud, valoroso generale che p er parecchi anni a ve · va ò ifeso il pas.,aggio di qlll·I fiume . Con tro questo popoStemma r1C'lla BuJ.g:aria lo, divenuto formida bile ai Romani, l'imperatore Anastasio I fece erigere tra il 507 e il 512 da Selimbria sulla Propontide fino a D erkus sul mar N ero, una linea cl i trincee, la q uale però non tolse che i Bulgari sconfiggessero in varl incontri i 'i; zantini; an;1i diressero ,le loro s-pedizioni verso il surl fino alle Termopoli, ponendo a sacco !e :erre dell'impero e traendo seco copioso bollino e prigionieri in gran numero. Giustiniano fece costmire linee d ifensive e fortezze per porre argin e alle loro inC'Ursioni, ma inva· no ; mia d i queste, fra le p iù spaventose, portò Sb. vi, Rulga ri ed Unn i, capitanati <la I{ha n-Zaber, fin.,. sotto le mura di Costantinopoli elle fu salva per il valore d i Belisario. ::,.Jel 560, i Bu lgari soggia cquero agli Avari; il servaggio loro d urò .fino al 634, nel quale anno J',m peratore Eraclio (610-641), per ricupera re il perduto ,, rintuzzare i reiterati assalti degli Avari, approfitta ndo delle intest ine discordie d i quest i, si accordò con Ku brat duce dei Bulgari del Volga e col costui a iu to e con quello dei Serbi e dei Croati, bramosi anch'essi <li togliersi lo stesso giogo che premeva i Bulgari, poi•~ aver ra,gione <le! com une nemico e ricacciarlo nella Pannonia (634-641). Kubrat, pel servizio reso all' impera tore, ebbe d a questi in guiderdon e il titolo <li patrizio bizantino; e, redenti col suo valore i Bulgari, fondò un regno indipendente <li B u lgaria. Asparuch, figlio di costu"i, è comunemente considerato -come il _fontl.itore dello Stato (I regno bulgaro) che ven-

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ne denominato debla piccola Bulga,ia per distingueilo dalla grmule B1dgaria, appellativo, questo, dato .fin dal VI secolo n el linguaggio dei Romani al paese <lei Volgi. Nel 673, questo principe, d ichiaratosi apertamente nemico dell' impero greco, entrò nella Dobnigia e p oi nelht. .ivlesia ; contro di lui mosse l'imperatore Costantino III con forte nerbo cli trnppe. Vittorioso dapprima, l'esercito imperiale patì nel 679 così grave sconfitta, che indusse Costantino a. pacificarsi con Asparuch e a cedergli fa. ~1esia danubiana (R ulg.:.ria odierna), I Bulgari, sta,bilitisi definitivamente nella J'v[esia, vi assoggettarono gli Sloveni e gli Anti. Giustiniano II, inquieto per l'estendersi del nuovo regno bulgaro, ten tò di stornare con l'armi il pericolo d,1. cui sentivasi minacciato, ma fu battuto nel 688. Essendo stato esiliato, ottenne amic izia 'e d aiuto dai Bulgari e nella primavera <lei 705, seguito da 15.000 cavalieri bulgari, comp arve con così rap ida mossa davai~ti a. Costantinopoli che potè dopo tre giorni entra.re nella ca pitale e ristabilirvi il suo d ominio. Terbd, Khan c!ò Bulgari, avuti, in conwenso dell'a iu to prestato, il titolo di Ccs-ue e la cessione <l'un disu·etto a \;ud dei Balcanj c hiamato da allora Zagora, s i diede ad organizzare il proprio regno; ma, alla sua morte, arse la guerra. civile che p er molti anni i suoi successori furono impotenti a spegnere e pose in forse le sorti del paese. Non per tanto, i Bulgari, app rofittando delle a•1gustie in cui l' impero versava per gli assalti degli 1\rabi, non tralasciarono dal compiere scorrerie .fin sotto Costantinopoli. L'imperatore Leone III r iuscì a contenerti ; il suo sue. cessore, Costantino V, eh iuse i passi dei Balcani e dello Scardo, f,,rtificò l'.llte le città <li confine e popolò la Tracia d i coloni a rmeni e siriaci. Irritato per tali ostili provved imen ti, il Khan bulgaro Cormiscc nel 7$5 condusse u n ' forte ~scrcito bulga ro-slavo oltre i Ba lcani verso Costantinopoli, ma ne fu ricacciato ver so i! N ord. Costantino mosse aWoffesa, e n el 758 potè sconfiggere gli avversar i, e molti ne fece deportare n ell'Asia minore; indi si act.inse ad invadere il paese stes,io dei Bulgari per toglier loro o~r, i veglia d' infesta re l'im.pe,o. Bench0 gravemente sconfitto nel 7$9 nella gola di "Beregava, polè ·p enetrare nell'a nno s~ccessivo nel cuore del paese ne• m ico. Una gran parte degli S lov,~ni a bba ndonò i Bulgari e nel 762 esu lò in Bit inia assoggettandosi alla sovranità bizantina; e l'esercito ciel giovine Khan bulgaro Telec fu quasi interamen te annientato nel 763 p resso Ancl1ialos da i Greci, che macchiarono la loro vittoria con le più efferate crudeltà. La fortunata guerra bu lgara fu dai Greci interrotta nel 766, qu1ndo una spaventosa procella di.strusse una gran p arte <lcila flotta dcstinaia ad assalire la terra n ~rn ica da.I delta danubiano ; ma ormai la preponderanza dell' impero nella penisola balcanica poteva d irsi ben consolidata. Nel 78!\, regnando il Khan Cardam, i Bulgari r ip rendevano le anni contro Costantinopoli e s ullo Stn 1ma ponevano a sba raglio i B izantini rendendoseli tribut<1-r1. l\fa il giovine Costan tino VI , postos i nel i91 a lla testa del suo esercito. affrontava la nuova minaccia e, bcnchè in sulle: prime ba ttuto ( ì 92), riusciva dopo luago guerreggiare ad a ver ra;;ione dei Bulgari (796). Crum, K han dei Bulgari, s:ilit<' a l trono ncll'802, stabiliva l'un ità b ulgara; poi, giovandosi della. a umentata forza, concepì il disegno d i ricostit•uire l'antica potenza del suo popolo e conquistare n on solo la Bulga ria danubiana e 1a Valacchia, ma ftnche gran parte dell'Ungheria orientale. Nell'809 infatti egli strappava a!l' impero la città di

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Sofia e s'accingeva a p iù vasta impresa contro Cost~ntinor,oli. L'imperatore Xiceforo raccolse un forte es~rcito, e as,ist ito in sulle prime e imbaldanzito dalla fortuna, non volle accettare le proposte di pace -di Crum ed esigette h piena sommissione. Il Khan bulgaro allora arrischiò un podero;o assalto notturno a Sciumh e r iuscì tra il 25 e il 26 luglio a sgominare i Greci eh~ perdettero il loro imperatore e molti a lti ufficiali. I Bulgari non furono paghi <li quel fortunato success~. ma devastarono i distretti della Tracia e s i impadron irno d i numerose città. li 22 giugno 813 segnò una nuova rotta dei Grcc; a Hcrsinicia (presso Adrianopoli). Crum si avanzò su Costantinopoli cui diede l'assalto; respinto e costretto a nlirarsi, lasciò dietro a sè stragi e devasla1.ioni; piombò su Adrianopoli ponendola a sacco; poi, conducendo scco un 'bottinò ingente e migliaia di prigionieri ritornò alle sue terre. Il successore di Cruin. Mortagon, fu da L,ione V, sul prin cipio Je11'817, posto ili r otta; l'imperatore penetrò nel territorio stesso dei Buig:iri desolandolo: essi dovettero finalmente piegarsi ad una pace, che durò 30 anni. In questo perio-lo essi non solo s i astennero d al recare moicstia all'i1npero, ima gli furnno amici; e quando sui confini orientali di esso un generale d'origine sla,·a, Tomas, C<'r. l'aiuto degli Arabi, suscitò una r ivoluzione contro l'imperatore ;\l[ichele 11, il Khan Mortago:1 accorse in difesa di questi e nell'823 sconfisse il ribelle. Cessale le guerre contro Bisanzio, gli sgt•ardi dei Bulgari s i erano r ivolti verso gli Slavi del sud-ovest. Dal1'827 a ll'829 sulla Drava s i svolse w1a guerra che Mortagon condusse felicemente sottomettendo anche gli Sloveni meridionali della Pannonia inferiore e i Cro;iti che si erano quivi stahiliti. Presiam, s uccessorP. di Mortagon, volle poi assoggetlare tulle le tribù ;;erbe; ma la guerra da esso impresa fra !'836 e 1'839, finì miseramente pei Bulgari. i qua li si ,·idero ~fuggire anche gli Slonni della Pannonia. l\[orto Presiam, suo .figlio Bogoris e Boris, succedutogli nell'844 o 8-15, volle ri,·ale,si pOt· tando le armi contro i Croati dalmatici e pare strapi,:tssc loro la Bosn ia; ma quar.do s i argomcmò d i venùicare sui Serbi la sconfitta paterna, ebbe avversa la fo,tuna e fu sanguinosamente re~pinto; e poichè il fi)dio suo Vladimiro era rimasto ,in potere del nemico. dovette umiliarsi a ch iedere pace e a cedere ai Serbi la 'Bosnia testè conquistata. Spirata la •pace trentennale coi Bizantini, Boris s i volse contt o di essi lancimdo nel: 1'850 le sue schiere nella Tracia ,e nella Macedonia; ma la reggente dell'impero, T eodosia, seppe rintuzzare l'assalto e neU'852 la pace fu nuo,·amente ~egnata. Una nuova guerra tra Boris e l'impero, durata dall'859 a!1'864, si concluse con una pace che procacciò al r~ bulgaro la regione di Zagara. Da a,llora Boris Michele mantenne con l'impero amichevoli relazioni; lo Stato divenne forte; un regola re esercito, munito delle nuove anni d i ferro da oliesa e d a d ifesa intJodottc nel medie> evo, fu organizzato; fortezze vennero cos!.ruite. \'ladi miro, suo figlio, mos,e guerra all'imperatore Leone \Il e neH'889, in unione a.I fralcJ!o Si,ueouc, riportò su lui una grande vittoria. In tali' frangenti, Leone VI inrncò l'aiuto dei ?.fagiari. Guidati dai loro duci Arpad c Cucsan, i :\1agiari, in torno all'893, sconfissero i Rulgari. Intanto però Vladimiro era stato privato nell'892 dc!la c.orona. dal padr;, Boris, e sostituito da Simeone. Q11e~ti infliggeva ne11'892 ai Bizantini, comandati dal greco Catacalon, una grave sconfitta presso Bulgaro figo, e concludeva con Bisanzio la pace. Quindi assalì e scon-

fisse i !lfagiari costringendoli a riparare verso Q,,est, nelle térre occupate poi dai loro discendenti, ove di1vcnnero ben presto nuovamente pericolosi :i. tutti i loro vicini. La pace tra Simeone e Bisanzio fu rotta dall'imperatore Alessandro (912-913). Simco11c, ncll'estat.: del 913, invase i distretti della Tracia, e negli anni successivi si impa<lronì d i Adr ianopoli e s i avanzò fin sotto Costantinopoli. La i111peratrice Zoè, vedova cli Leone VI, si rappacificò con gli Arabi, strinse lega coi Peceneghi, coi ).fagi.1ri e coi Serbi, e nel 9 17, lraa~ grandi forze ,hll'Asia minore e postele al cornando <li Leone Foca, le spinse rtl confine bulgaro. )Ia i dis.sensi tra i condoHieri gr'!ci, n,andarono a vuoto l'impresa. I Pcceneghi, giil avanzatisi sul Danubio. s i ritrassero, e fa grnnd~ ba ttaglia che Leone Foca tentò il 20 agosto 9 l 7 a X. di Anchialos fu un disastro pei Greci. Simeone, vittorioso, catturò, detronizzò e fece uccidere il d uca Pietro d i Serbia. che gli aveva roL\o f~de e poi fra stragi e mpine si avanzò nuovamente verso la capit1k dell'impero greco. Per parecchi anni i Bizantini toc.J carono ~ronfittc su sconfitte. L'imperatore Romano l. qua ndo nel 924 Simeone 1·inppan·e innanzi a Bisanzio, fu impotente a resistergli e gli s i <lo,·eue umiliare. Di ciò fu pago Simeone che si ritirò senza segnare la pacr,; ma, guerreggi~ndo sempre, percorse la l\iandovia, la T css3.glia, l'Epiro e, benchè i suoi generali Mannais, Teodoro Sigritzi e Algoboturo patissero sconfitte dai Serbi ~ollevatisi pci feroci trallamenti usati dai Bulgari nelle lo ro terre, egli allargò grandemente i . confini del suo impero. Alla su:i morte (29 maggio 927) i Bulgari si stendevano fino al mar :Kero, ad Adria!!opoli, all'Albania, all'F.piro, al golfo d' Arta, alla foce del Drin, e alla Sava. Serbia e Bisanzio pagavano l:J,o tributi. Simeone, <lètto il Grande o il Carlomagno dei Bu.lgari assunse per primo il t itolo di « C.tar dei Bulgari >> e « Autocrata dei Greci ». L a sua scomparsa segnò l' in izio del crollo <lei suo impero. Lo Cza.r Pietro suo figlio e successore (92i-969) vide il proprio regno sgretolarsi a mano a mano. Egli in iziò una campagna in :Macedonia, ma la interruppe tosto venendo a<l .iccordi con l'imperatore Romano (927). Dopo ciò Pietro do,•ette sedare moti ri,·oluzion,,ri ~roppiati nd suo regno . Greci, Croati, Magia.ri, Peccneghi e R u ssi, si affacciarono coJ1tem~oraneamente minacciosi; i Magiari, sopra tutt~ cbe penetrarono nelle prodncie in-' terne di questo nel 934 e nel 943 e, non osteggia ti da P ieti-o cli e f tt forzalo a patteggiare rou essi, si spinsero fino in Tracia . Ma coi Greci Ja pace fu ristabilita nel 944 e Costantino VII accordava allo Czar bulgaro il t itolo di « Basilcus >>, continuando a pagargli il tributo che Sim eone aveva imposto a lla corte bizantina. Gna nuova rivolta non abbattè il Basilcus, ma giungeva a prh-arlo dei possedimenti occidentali !1ella .ìvlacedonia e nell'Illida ove ve niva a costituirsi un regno bulgaro occidentale facente parte a sè. I l decadimento della Bulgaria sollo Pietro e l'acquiesccnz:i. di questi al passaggio dei M agia ri attraverso le sue terre T,cr compiere scorrerie n ella Tracia, moss~ro l'imp~ratorc Xiceforo II Foca a rompere gli indugi. Rifiuta.to il tributo, attrasse a sè il principe russo Sviatoslav, il quale, nell'estate del 96i, comparve con porle rose for,.e sul D anubio e vinse la res istenza dei Bulgari strappando loro Srlistria e parecchie altre città. Senonchè Niceforo, intimorito per sè da tali rapidi progressi, fece p ace roi Bulgari promellendo loro a iuto contro i Russi. S,·iatoslav ritornò nel 968 in Bulgaria, ne con-


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•quistò la capitale e nell'a nno successivo min acciò l'im_pero d'oriente devastando la T1·acia. Il 30 genna io 969 P ietro morivi e suo figlio Bo..ris II dove va toato r intuuare un n uovo as5a!to mo,~o .alla Bulgaria danubi~na da Sviatoslav il quale fu però forzato :1 ritirarsi per accor-;:cre contro i Peceneghi che 1ninaccia.van0 l(iew sua capitale. Niceforo v~niva .:.1cll'an110 stesso assassinato da Tzimisccs, s uo nipole e ge.nerale. ~ el 9i0, Sv iatoslav, fatta lega coi P.ecencgbi e -coi ì\fagiari, si avanzava sulla Bulgaria con 60.000 \l . , tr"eva prigione Boris> prendeva d'assalto Prcslav, vali-

cava i Balcani, conquista\'a Fi lippopoli trucidandovi 20.000 abitanti e mirava alla Tracia e a CostantinopoE. Giovanni Tzimisces oppose a lu i il val0ro~o generale greco Barda Sclcro che riusci a batterlo e ad oiJbE_garlo a ri passare i Balcani ; poi, domata la r ibellioae .asia~ica, verso la Pa~qua del 971 si gittò egli stcs~·-=>

•con tro i Russi conducendo per tena 15.000 fanti e 13.000 cavnlicri e jnv ianùo una flot ta di 300 navi a r isa.lir1~ il

Danubio per tagliare a quelli o gni via di ritirata. Atctraversati i Balcani indifesi, p iombò sul ncinico, lo swnJì.sse, riprese Preslav e liberò 13oris . Svietosiav, che era :11.. Silisti'.ia, vide presto compari re colà la flotta impe_.,-iale, mentre le truppe di Giovann i lo serravano da '.ter ra; onde, dopo aver ;;offerto un ,blocco d i due mesi, s i iJ1dusse a chieder pac?, e, ottenutala, potè r it irorsi 111 :patria. Giovann i incorporò nell'impero greco la Bulgari,\ orien ta le, e il Danubio costitul d i nuovo il confine st:l ·tentrionale del suo Stato. Solo la llulgaria occidentale si mantenne ind ipendente. L'inopinata morte di Ti:imisces (975) fu pei Bulgari d'oriente il segnale d'una grande sollevazione che ebbe per capo Samuele; questi i n breve strappò ai Grec i quasi tutta !a Bulgaria danùbiana, invase la Trocia e la Tc.;;saglia e r.1inacciò Tessalonica e Pe loponneso ; ebbe qua e là favorevoli gli eventi, co:iquistò LJ.rissa ed a;..s,1lì Co:-i.1.to; ma qui :trovò salda resiste117.a nell'intrepido stra t~ga greco .Basilio i\pocaupo. L ' imperarn:·e, p ortando ard itam~nte il suo esexcit,, verso la Bulgaria centrale, attirò a si, Sa1nue1e obbligandolo a r itirarsi dalla Greèia; poi, cin ta ,d'ass·e dio Sofia) rèitcrò per Yenti g io rni g li assalti con_.

tro di essa; fallitagli questa impresa e forzato a ripie-:garc verso la Tracia, s i scontrò presso S! iponia, con l'esercito dello Czar bulgaro cb l :iualc venne sopraffattn •e ricacciato in d isord ine su Filippopol i. Basilio per a llnra si t~nne pago di tene,:e a bacia i Rulg~:·i, reprilnendo 1e scorrerie c:he tormentavano i suoi confini europe i e wantenendo sal<la la linea Filippopoli-Tessalonica; nel 990 creò presso que,t'ultima città un forte esercito eh<! -pose sotto il comando del generale armeno Gregorio Taronite e che per cinque ann i tenne in r ispetto i Bul:gari. Ma ne-1 996, q·Jesti si fecero improvvi,,amenle e minacciosamen te aggressivi. Tat·onitc veniva assalito e ·po~to in rotta press0 T essalonica da Samuele, il quale ·si volse ve,·,o il Peloponneso; ma l'abile generale Ve;;te ·N iceforo Urano, a cu i Basilio aveva ora co mmesso Ja condotta dell'eserci to, !o insegu iva a graildi marce e, ·m'e ntre Samuele se ne rilornava dalla sua spedizione ,onusto d i bottino e giungeva sulla sponda meridion:i!e dello S1)erchcios, egli compar iva su quella settcntr io·nalc e, a ttraversato di notte il fiume id un guado che in quei g iorni di piena pareva i ntransitabile, sorprc3e i B ulgari e ne fece macello. Samuele e il figlio suo S ,1briele ( Rom:rno) a stento riusch-ono a scampar dal <li-~astro. Nel 99i, Durazzo era perduta pei Bulgari •:,

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d i anno in anno, Basilio, deciso a sterm inarli, si spinge\·a più ìnnanzì, con avvedutezza e t--;\1ada, verso H

centro del loro regno. ~ el 1002 però lo Czar bulgaro tornò a lla r iscossa e s'avanzò minaccioso su AclrianoJioli che assaltò, prese e sar:chegg]ò; ma Basiiio intanto conquistava a sua volt8. ai B ulp ri all_re terte e città. )sfe! 1014 la lotta fra i due ac~J-rimi "~miei r iarse foribor,da. Samuele e il suo generale Nestoritzes compar_v ero con un forte esercito innai1zi a Tessalonica., mentre, da l can to si:o, lhsi!io si avanzava verso lo Std11-1one ::upericre per sotto!nettP-rc quella regione. Sa.-' muelc, rc,pinto ,Ja!fo stra tega T eofila Lto Bo toniate, occapò, ad arrestare la rna;.cia di lla.silio, i passi di Cleidio e cli Demirhissar; ma l'imperate re, wn a,bil: mossa circondatolo, lo attaccò il 29 luglio lfJ l4 eh fronte e eia tergo e gli inflisòe un,t ,- angui:aùsa d isfatta. Samuele poti> a sttnto fltggire a P rilep. Tultavia ;:;li riuscì di annientare le 1ruppe d i TcoG:atto mentre muovevano verso Strumilza, e l'imperatore battè in r itirata verso la capitale; giur.to il 24 ottobre a .M osinup<!li, apprese essere Sai;1Ucle morto il J S setternbre. Allora Basilio imprese una memorabile campagna invernale; condusse con rapide unrce le sue colonne a Tessalonica, dove giunse il 9 gennaio 1015. L a ferocia di Basilio, detto da allora « il rnacellalore dei Bulga.ri >> spinse Gabriele, figlio di Samuele, a proseguire la guerra; ma, nello ~te~so anno 101 5, egli veniva assassin ato dal cugino suo Giovann i V ladislavo che, impossessatosi della corona, si appre.stò a disperata resistenza e riuscì ad avventare p i(1 colpi fortunati ai Greci. Ciò non arrestò i pro, gressi di Basilio che, con ene rgia e accort~ mos,e, rnnquistò pBso passo l'una dopo l'altra -le fort i posizioni nem iche adattandole a difesa, trasportò i n Armenia moltitudini <li Bulgari e Slavi e stabilì invece colonie armene e greche nelle terre con<1uistate. G li sforzi dri Bulgari andarono affiev()lcndosi ; nel 1017, ur:_ u ltimo 1

loro conato1 riuscita va.n a un'invocazione d aiuto ai Pc-

ccneghi, fallì in misero modo e Vladislavo, sul :finire di quell'anno, dopo una nuova sconfitta, gittat<::>si alla disperata su D-urazzo, vi trovò la morte. La Bulgarù fu d i visa allçra, in province bizantine e :n-.i.nita di fortezze, e del s uo fiero popolo non r imasero, nelle lerr~ montane, che feudatar1 ;,ron i li greco imperatore eia cu i r icevette,·o titoli e dig:iit~. I Sel'bi nell'estate del 1040 diedero il ~cgnale della ciabcllione e tosto i Bulgari ne seguirono l'esempio, in fiammaii da t!n Pietro D eljan il quale, comparso a :Nisch e spacciatosi per figlio dello sventura to Czar Gabriele, proclanw.va la guerrn d'indipendenza. Sst!utato Czar e raccolta gran massa di armati, P ietro si P'>rtò vittoriosamente su Uskul.J, mosse all'assedio d i Tc<;;;alonica e verso altre terre del!' impero mal difese ed esa~perate dal malgoverno del debole imperatore :Michele IV eh~ era salito al trono d i Costantinopoli. I generali d i P iet,o couquistarono Duran0, sgominarono i Greci sotto T ebe e par~ occupa~scro anche il l'ireo ; ma qui si arrestarono le loro fortune. I 40.000 B-ulgari che assediavano Tessalonic,1, venivano sbaragl iati il 26 ottobre 1040 in una so,·tita degli abitanti e vi perclcvano p iù del t<;-rzo delle loro forze. Le speranze bulgare crollavano anche per i d issensi scoppia ti fra i capi; e Pietro, per non arrischia re i guadagn i fatti, chiese pace a .}Iichele; m,t questi, rifiutatala e · radunato un grosso esercito a Tessalonica, presP. l'offensiva, vi nse a P rilep (10/41) lo Czar bulg~ro e, avutolo prigione, lo fece a-bbacinarc. D opo


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qualche vana resistenza a Tria<litza e in Albania, i Bulgari r ipiombarono sotto il giogo bizantino. 2' on miglior sorte ebbe un'insurrezione causata <hl le ~frenate c,torsioni fiscali e scoppiata nel 1073 sotto Ja guida d'un Giorgio Vojtech. Questi invocò l'aiuto del re d i Serbia M ichele il qua le inviò il r,roprio fig)io Bodin che fu accolto dai Bulgari come liberatore e acclamalo Czar .: ma la sconfitta ch'egli patì dai B izantin i presso Nisch dis trusse anche questa speranza dei Bulgari• i q Ltali r ipresero vita durante il regno di I;;..1.cco 1I l'Ang~lo (J 185-l 195 e 1203). A que.;ro pw1to arJ)arisce sulla scena balcanica un nuovo elemento etnico che, già da tempo mescolatosi coi Bulgari, d iviene d<L Dra 1~iù attivo partecipe delle loro vicende: è l'elementG valacco. Da Tirnovo pani il segnale dell'insurrezione. Tutto il p<ipolo delle Ya!la:e tra le gol" ùei Balcani e il Danubio rispose all'appello e il gran capo serbo Stcfauo I N ema11io, che nel 1183 s i era reso inciipendent•~, offerse il suo aiLllo. Asan e P ietro, di nizza valacca, assunsero entrambi nel 1186 il titol9 di Czar dei Bulgari e dei Greci, fondando cosi il terzo impero bulgaro. ::Vfa gli insorti non fecero grandi progressi ; vai,o riuscì loro un attacco di Preslav, e quando irrnppero in Tracia toccarono a Eski-Zagra una così grnve sconfitta che i loro <luci avvisarono di cercare scampo al d i lit del Danub.io. Nel 1187, mentre i Scr,bi assali:·ono l'Albania e la :Macedonia settentrionale, As1n attraversò di nuovo il Danubio e i Balcani, ma fu posto a sbaraglio presso :!Jeroea. Una nuova 1·otta venne inflitta ai ribelli dal generale greco Alessio Brana, e nel 1188, l'imperatore Isacco co~trinse Io Czar bulgaro a un arrnisti?.io. Quando, nel 1189, Federico Ilaribarossa attraver~ò il territorio dell'impero greco per recar;;i in Palestina, Pietro ed Asan gli offersero un a iuto <li 40.000 u., a. J)atto che egli li riconoscesse quali Czar, Isacco, allarrrnato, riprc:sc le armi e mosse contro i bulgaro-vala~ch i (1190) i quali r iportarono su lui una grande viHo_ria nolla stessa località di Bcroea, e più tardi, nel 1194. penetrarono d i nuovo :1cl cuore della T.-acia e disfrcero ancora i Greci presso Ciatal Ilorgas. Isacco andava me<:litando una grandiosa gesta contro gli insorti, m:; suo fratello Alessio lo fece prigione, lo fece abbacina:·e, gli tolse il trono (10 aprile 1195). Frattanto Asan si avanzò vittorio~amente fino a Seres e ad Amfipo!i e ancor maggiori danni avrebbe recati all'impero se ne! 1196, un potente capo bulgaro, Ivanko, c:;e aspirava a regnare sui Bulgari e s'era posto alla testa dei boj>1.ri irrequieti e insofferenti del ferreo <lomi:1i0 di AnH, non lo avesse ucciso a Tirno1·0 carpendogli il trono. I'ictro però non fu tardo a vendicare la morte del fra tello e, mosso,i dai suoi possedimenti. d i Preslav e d i Pr0va ton, piombò su I vanko costringendolo a cercar ,· i-· fugio presso i Greci; e, riconquistati la capitale e il trono, si a.s.sociò lobanniscia, il quale, essendo perito Pietro nel 1197 per mano omicida, r,egnò solo (l 19ì1207). Iohanniscia, o Giovanni il Bello, il 12 marzo 1201 prendeva d'assalto Varna seppellendovi ancor vivi i pri-gionieri fattivi, ma, si decise, nel 1201, a stender ia mano ai Greci. Ormai egli regna,;a da Belgrado fino alla bassa M,u-itza e fino ad Agatopoli sul P onto e dal della del Danubio mno all'alto \lardar. D a l l 203 in poi lohanniscia seguì con occhio vigile i rivolgimenti eh-! a1:<lavano succedendosi nelle penisola ,b alcanka. In quell'anno, i ·Crociati prendevano Costantinopoli e Raldovino di Fiandra, saliva al trono, Lo Cz:ir bulgaro nel febbraio 1205, rnos,,e contro :Baldovino si era por-

che

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tato su Adrianopoli e l'aveva assediala; lobanniscia, lo scon.fisse il 15 apri le; Baldovino, fatto prigione, \"enne ucciso. Dopo tale successo, i Bulgari non ebbero più-, freno; essi si spinseFO fin sotto le mut.1 di Rodosto, di Selimbria e di Costantinopoli, facendo strazio delle· terre ove passavano. Sul principio di giu-gao, Iobannisci:i s i volse verso il regno d i Tessalonica, e nel 1206 h . guerra da lui condotta diventò atroce e s;iietata anche contro i Greci che .p ure per lu i parteggi;ivano ma che egli odiava e voleva sterminare; onde es3i d isertarnno la sua causa e, unitisi -coi Franchi, lo ric.aiçciarono a Ì l OCO a 4Joco \'erso il :--;-orci e ancora lo ribu'.larnno qu?.:1do alla f111e dell 'anno tentò nuovamente d i impadronirsid i Adrianopoli. L'8 ottobre 1207 Io Czar bu lgaro ricompariva con grandi forze innanzi a Tc~sa·lonica cl i c-n i era re ;Bonifacio marchese di :iYionferrato ; ma, mentre stava assediando l'an tica città, veniva asiassinato e il suo esercito s i ritrasse in Bulgaria. L'impero bulgaro andò in d issoluzione. Boris II, nipote e succcs-sore di Iohanniscia, raccolse a Tirnovo, s,,io j)ossesso rimastogli, la co.rona. Nel mezzogiorno, il principe Strez. con l'aiuto dei Se,,bi scacciò i Bulgari da P rosek, cd un nuovo principato ind ipendente fu fondato nel Rodope. Una nuova scorreria di Boris II nell'impero fran~ co fallì miseramente, chè il suo esercito, ridotto a soli 30.00Q u., veni\•a sbaragliato il 31 luglio 1208 r,resso le rovine di Filippopoli dall'imperatore Enrico. Boris non. cessò per alcun tempo dal dar molestie a ll'impero; ma nel 12 l2 i Bulgari furono rotti dai Franchi; tuttavia· Costantinopoli fu spinta a cercare l'amicizia di Boris,. e fu presto stretta un'alleanza fra Jo Czar bulga.r o e l'imperatore Enrico. Nel 1218, il p rincipe Giovanni· Asan II, aiutato <la una banda d i Rus,i, r iusciva a battere Boris e, fattolo accecare, assumeva j[ titolo di Czar. Egli fu eccellente reggitore e ri-costitutore <lei ~uo impero; nel J230 0obc a sostenere un'as;ierrima lotta contro Teodoro Angelo des:)ota d'Epiro avido cli nuovi possessi. La battagtia combatwta presso il vill,cggio di Cloconitza segi:ò la sconfitta <lcll'ep irota che cadde nel-le mani dello Czar bulgaro, il quale potè ;enza fatica_ stendere a poco a poco il suo dominio su Adrianopoli, ~ull'interno della Macedonia fino a Seres e Ocrida e· sull'Albania. Ma Giovanni Asan II non aveva dimenticato l'affronto dei latini di Costantinopoli e se ne vendicò accedendo alla proposta d'alle~nza fatta.gli d1 G iov:rnni III di Nicea. il quale m irava alla di~truzione dell' impero franco. Nel 1235 Giovanni cominciò la guerra impadronendosi d; Gallipoli, città veneziana, i cui abitanti furono trucidati. Quivi si unì con Giovar.ni. Asan Il ed entrambi si vo lsero con grandi forze r .011-tro i Franchi. -I B ulgari posero a sacco il settentrione dell' impero; i Niceani conquistarono tutte le città situate tra la Propontide e la :)faritza; poi, nd --12.36, Asan con .forte esercito prese F ilippopo!i e pose assed io a Costantinopoli <la terra, men tre una squa.dra sua ed una di Giovanni la stringevano da mare; ma orn., la sorte si volse contro ai collegati, ' poichè Asan ftr battuto <lagli assediati e nello stesso tempo la flotta veneziana, accorsa in aiuto d i Ilal<lovino, distruggeva quella niceana. Allora Asan s i rassegnò a far la pace coi Lat in i e s i alleò con essi. Egli aveva allargato 1 suoi confini fino ai limiti raggiunti da Simeone e, occupando l'Albania, a<:quistò u no sbocco sull' A<lriatico ;. ina nell'estate del 1241 moriva e la sua scomparsa. segnava. un nuovo crollo della Bulgaria la quale, per la incapacita dei suoi principi, per le internè discord ie,


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:J;er l'insofferenza e i nd isciplina de lla sua nobiltà guer.riera, andò da allora progressivamente infiacche11clo,i e dibattendosi in con tinue gucae con Latie1i, Ser bi, Uu · gari e Tartari. Costantiao, Czar bulgaro, ebbe a lottare incessantemente coi Magiari; più tardi, dichiaratoJi nemico <lell'impcrato,e greco Michele VIII Palcologo, avanzò ndla :Macedonia fino a P.rilep e Uskub ed estese le s•.1c -conquiste nella. Tracia .fino a l di là di Steinm,ico e ,li Anchialos. •Michele VI II, mossosi allora comro di Ji,i, r iguadagnò tutto il paese rigettando i Bu!ga.ri fino ai Balcani, Costantino non si d iede per vin'o, ma irrn]J · pe ancora nei distretti del la Tracia e ne fece scem.pio. Michele, stretta alleanza con i Tartari, potè rnff.re•nare i Bulgari i q uali frattanto s i andarono estenuando in aspri conflitti interni ; in uno di questi, Costantino soccombeva (12ii). Ke! seco lo seguente, :\1id1cle avan.zò sino a D imotica, ma fu ba ttuto da Andronico IU -e fece con lu i la pace. Nel 1330 venne assalito d al v~cchio re Stefano Urosch III di Serbia, prc;so Vclbuzd ,(28 giugno), sconfitto e ue<:iso n ella rui$,.;llia. Durante i torbidi , :,(c seguirono nell'imi:,ero greco nl·Ia morte di Andronico III, l'emiro tun·o di Aidin, Ornarbeg, battè G iovanni Alessand ro' A3,\ll; e questo falto apriva la strada agli Ottomani che, g ià divem1ti ·formidabili in Asia, dalle intestù1e d iscordie dei Greci si scnliva,10 i nvogliati a por re p iede sul!c >tgognate cO·· ,stc d'Europa . In quell'epoca l'impero bulg>tro si skn•deva ancora dal Danubio fino al monte Rcdope, inch.1sa Filippopli, e dal }far Nero fino ,p ress· "- poco alla ii-, .-nea Orsova-Kostendil. l'vf a infuria vano i partiti e q1testa situazione decise il su lta110 ottomano Murad I a porre in atto il vagheggiato disegno di 'invadere la pc·• -nisola balcanica. Portatovi un esercito dal Chersones<J, e g~ttatosi sui Bulgari, prendeva nel 1315Z T::sk i-Z,1gora e nel 1363 Filippopoli. Nel 1365 moriva lo Czar dei Bulgari e gli succe- , -0cva a Timovo il figlio Giovanni Schischm.1n III, men·tre l'altro, Giovanni Strnsimir domi nava a Vièd ino e il desr.,osta Dobrotic sulle sponde p ontiche. Innanzi al <,urbin~ che paurosamente si a\•a nzava da lle r ive asiatiche e mentre anche i lv1agiari a settentrione batteva· -no minaccio.;i alle porte dell'impero bulg.1.ro, Giovai,ni Scbischman III non seppe o non volle gio,arsi dell'al• leanza offertagli dall'imperatore Giovanni V Paleologo ;/ chè anzi, ess,,nòo~i questi recalo nel 1365 per patteggiarla, fu tenuto prig ione dallo Czar che favoriva le mi re dell' ambizioso suo genero Andro11i~o, figlio ùd .Paleologo e allora in grave discordia col padre. Questo lradi.m~nlo provocò la nobile ira dd _pr:x]e e cavalleresco Amedeo VI d i Savoia, cugino d i G iovanni V e nipote dell'imperatrice vedova Anna, il q:1ale accorse nell'estate del 1366 nel'le acque greche con forte ner bo •di cavalieri e fanti e, strappata agli Ottomani Gallipoli, si volse alla costa bulgara. La conquist,a da lui compiuta di tut te le città s ino alla. fortezza d i lvfescm'bria e l' assedio posto a Varna indusser(! lo Czar bul"garo a r idonar libertà a Giovann i V. ;-icllo stesso J.>~riodo <li k rr,po, i :Magiari, guidati dal loro re Lui•g i. -avevano im aso il prin cipato di Viddino (1365) e gli Ottornan i si erano estesi lungo le coste e impadroniti ,d i Iambol e delle regioni montuose cli Samacov e rii Jchtiman (1366) riducendo Schischman a venire a patti ,e a fornire a i Turohi truppe au siliarie; ciò non impediva. che nel 1382 Murad togliesse ai Bulg;n i Sofia. ;,.;cl U386 ìv[urad invase e saccheggiò la Bulgaria e costrinse

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i Se1·bi a rifugiarsi nelle loro montagn~ e a scendere a paUi umilianti; ma, appena r itornato ù1 Asia, O"ie Io chiamava la rivolta cli parecchi emiri selgiucidi, i suoi nemici 1·ip rcsero animo; il principe di Serbia, Lazzaro, e il re di Bosnia, Stefano Twartko, posero in canipo .30.000 u. e rinnovarono nel 1387 la guerra con bu·,n successo sgom inando a l'lo tschn ik 20.000 Turchi rnand,iti loro contro da 1Iurad che si prepacò con calrn~ alla r ivincita. Nel 133g 30.000 ottomani, avanguardi1 dell'esercito di ~1urad, comandati da Alì Pascià, valicavano i Balcani e, conqu istati Sciumla e il suo !erri• torio, e poi Tirnovo, chiudevano Schischrnan in Gran K icopoli ; onde questi, a l sopraggiungere del grosso nen,ico guidato dallo stesso Murad, dovette arr~dersi a d iscrezione. Un suo disperato tentativo cli riprendere la lotta appena il sultano fu partito, anelò frustrato, cl,,! .'\lì espugnò Drs(er e le a ltre fortezze daa u':Jiane e costriHSs~ m,ova rncnte i Hu lgan a posare le anni e a<lt umiliarsi . Il principe Strasimiro di Viddino òovelte pu, esso piegarsi a riconoscere la supremazia ottomana e, nclfanuCJ success ivo, anche i l vecchio 1·c Lazzaro eh~

capitanava Serbi, Croati e ausiliarì Alb1ncsi, Bulgari, Bosniaci e l\Jagiari} t1niti in un supremo ~:orzo contro la mezz~ luna, soccombeva nella memo,:ibilc battaglia di Cossovo ove egli e il sultano Murad !,ovavano la mor te. I Turchi, debellati gli Slavi settentrionali, vennero così a conta1.t:, coi Magia n e il cozzo f u inevitabi le. 1\fa Baj azct I, figlio e succe., sore di J\1urad, ,olle anzitult'.) spegnere le ultime fiamme di r ibellione ~he ancora covavano nella Bulgari<!. Nella primavera del 1393 radunò un forte nerbo di truppe nel!' Asia e lo unì con le truppe della peni,;ola affidandone il comando a1 figlio Tschelebi, il qu:dc valicò i Balcani e comparve innanzi a T irnovo. La sorte dell'impero bulgaro fu in breve decisa. 11 17 luglio l 393, dopo tre mesi d'assedio, la città fu presa d'assalto e atrocemente trattala. D,tJazct I, vin. ti gli Ungheresi alla battaglia. di Nicopoli, incorporò nell'impero anche il territorio di Viddino che così seguì le sorti d i tutto il resi~ della Bulgaria. Su questa l'implacabile ferocia turca calcò la mano spietatamente. Devastazioni di chiese, d i monasteri, di paiagi, di Cistelli, converti ti in moschee, i n stalle, in caserme; ma,sacr i di cittadin i; àeportaziOJ1 i dei più nobiii e dei più r icch i nell'Asia minore; invasioni di molt itudini di coloni turch i ivi traspor tati, specialmente nel1a Bulr,ari.l orientale; esodo di Bulgari cristiani eh~, oppressi dai nuovi sig110ri crudeli e fanatici, parte emigrarono nella Valacchia, parte si rifugiarono nelle alt-~ vallate -:lei Balcani, n~entre molti d i essi si convertirono all' islamismo e furono detti Pomachi. Tale fu allora la iìne del, la Bulgari;,.. D i,-cnuta pr0vi11cia turca cli confine, privata dell'autonomia religiosa, irta di fortezze, sorvegliata da guarnigioni, sulla via delle periodiche inwr&ioni dogli Osman li in Ungheria, gravltst da imposte, d ilaniata dalle discordie religiose a rni aggiungcvanc esca i Pomachi col loro zelo di neofiti, i:s~a che, '.,er le secolari invasioni (Elleni, Sciti, Traci, Galli, D aci, Sarmati, Goti, Unni, Avari, Slavi), era stafa un perpetuo campo d i battaglia, fu ormai un cor,po senz'anima e g iacque pe( oltre quattro secoli come sott0 una p ietra tombale. L 'antica anima bellicosa ·dei Bulgui d iede però ancora qua lche scossa. Nel 1405, una 1ivolta scop·• p iò in Bulgaria, suscita ta da due discendenti degli ult imi suoi principi, ma fu tosto repressa dal sttltano Solimano; e anche durante la lotta di Hunyadi contro i.


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Turchi, i R ulgari si agitarono e corsero in a iuto del,Pcroe ungherese. :Ma furono vani e ster ili tonati. Dopo la conquista di Costantinopoli (1453) fat ta da Maometto II e l'estendersi della costui potcma., n ella Ilu!gasia. le condizioni d ivennero così trist i ct:e gli antichi abitanti sempr e in maggior quantità esularono dalla regione del Danubio e dai paesi macedoni e tracici ab-bandonandoli agli Ottoman i. · Durante le guerre russo-turche da l 1788 al 1792 la Bulgaria fu percorsa dagli eserciti belli.geranti e molti dei suoi figli accorsero a p restar servizio in quell i c,-istia.ni; molti altri, do])-0 la pace di Jassy (9 gennnÌ() 1792), emigrarono in Russia e d i là non cessarono (b i tenere agitato i l loro paese. Nello scorcio dtl 1700, uau slavo mussulmano, Passwan Oglu, nato nel l 758 a V id• <lino, avendogli il Gran V isir fat to deca;:,itarc il µ am·.> Jier impo~se;;3arsi dè.lle BUe r icchezze, r ip arava n elle montagn e L, p ostosi a c apo d'u na schiera ,Ji r ibelli, baltè il pascià, che governava la sua cit tà natale, for tifico questa i vers0 il 1797 sì fece padrone de lb. Bulgaria e anche della Se,·bia orientale. Assalito nel l ì98 d '.l 12.000 Turch i, s i rifugiò a ' 'iddino. vi si difese !;[ren t?an1cntt e, sconfitto l'esercito n emico, riguadagnò il µr rdu to. Nel 1799, marciò su Co;;tantinoroli e giunse fino ad Adrianopoli; ma qui par vcgli miglior consiglio accettare dalla Porta il perdc,no offertogli e, con que~t'J, i l sangia ccato di Viddin c• ch'egli tenne come sovrano quasi indipendente fino a lla sua morte. Altre lotte egli impre,e combattendo a lato della Turch ia conhi - i l pascià. ,ii Belgrado e nel 1S06 contro i Russi. Morì r,el :febbraio 1807 e, dopo d i lui, la Bulgaria , s itua la n el cuore dèi la barbar ie, isolata e lontani!. <la i paesi civi li, .,;trctla nnc0r più teJ~acemente <la.I capestro t urco, ripiombò nel suo , onno secolare. :Ma le guerre che sconvolsero l'Europa tra la fine dd XVIll e il p r inci pio del XIX secolo e i L,agliori d i liber ti, •che ven ivano dall'occidente sco.s~rro l'anima bulgara. L'emancipazione ottenuta dai Ser bi e- dai G reci .nel 1829 e '30 e il progr~ssivo cro llo a cui s i avviava la :naia s ignoria ottomana furono molle poten ti che <l:e·· dero un novello impulso alle aspirazion i d i quel popolo

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·E~ rr: l@ìfrElITtlr rr1eqr1,rrrl•',-·I L'inno nazionale Jrnli;~r o

oppr esso. La scuola, la letteratura, la 3tarnpa ride,;'.~rono in es.;;o il vigore antico e le agitazio:1i dei pa.triot-d. incoraggiate dai Russi che si a.ttcggia.vano a protettori dctermimu·ono varie r ivolle, specialmen te negli ann i 18-H e dal 1849 al 1851. I Turchi infierir ono con repressioni spieta te r iuscendo a domar le, ma, in pari tempo, costretti dalle circostanze, si st udia rono con blande riforme <li renùere 1iieno gravoso il lo,·o dom inio Dorio lo scoppio della rivolta del 1875 in Bosnia -ErZ<°'· govina, un acuto fermento serpeggiò and1e in Bulgaria. Nel gen naio 18i6 i Bulgar i presentavano delle rimostranze a lla P orta, Delusi nelle loro , paanze, il 1° maggio inalberavano a D renavo il vessillo nazion.de; rna la som:nossa, insuffic ien temente prepanta, ebbe m isera fine. L e violenze ese'rci tatc dai ribeili contro !e a utorità tarchc esacePbarono queste, e la r ~p ,-essionc eh-• be carattere d 'i:iaudi ta fer oci:t. Alla fine d i maggio, .S3 località erar.o state ann ientate e pi·tl di 1.200 cristian l trucidat i. Tali orrori suscita rono indignazione in occi-<lente, specie nell'Inghilterra, a richiesta della quale, nel

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d icembre . s~~essivo, si riuniva in Costantinopoli -una,. conferenza che" decideva dovers i costiwire d ue pr ovincie autonome bulgare, T irnovo e Sofia, so'.to govcrn? tori cris tiani. Al r ifiuto opposto dalla T •H~•hia, la Rus s ia. r ispose in dicendok guerr a e costringe,1dola con l.t. vit toriosa forza delle ar mi al tratta,to di Santo Stefanq( 3 marzo 18i8), segu ito dal Congresso d 1 Berlino (gii..g:no 1Si8), in base a lle decisioni del quaie., il 16 apr ik · 1S79, dall'As~cmblea radunatasi a T irnovo, veniva votata la nuova costituzione e il 27 agosto successiv0 il giovine Alessan dr o cli Battenbcrg, nipote della Czari na,. era acclamato principe di Bulgaria. Nel settembre 1885la rivoluzione nuneLiot1 per l' un ione :on la Bulgaria, che dar.,prima era s tata incoraggia ta dalla Russia ma poi avversata quando il Ba llenberg era caduto in disgrazia. dello Czar, scoppiò violenta. Akssandrn p rese il titolo d i principe di Bulgaria e il ~ l $~ttembre assunse il governo n ella R umelia orientale e ne annunciò l'incor porazione nel principato. La Serbia, gelosa della. maggior potenza cos1 acquistata d a lla sua vicina orientale csigè da essa la cessione della vecchi.t Serbia. Avu tone un r ifiuto, ne der ivò la guerra Serbo-bulgara (V.l che term inò con la pace di I',ucarest (2 mar w 1886ì. Il 14 luglio 1886 effettuavasi l' unione della R :imelia or icl'!ale e della Bulgar ia in un unico Stato. Ciò in itò gl i d ementi russofi li, e il principe d ì Buttembcrg fo ca-stretto ad abdicare (agosto 1886). Nel u;~; veniva elet to principe F erdinando di Coburgo i l rp:ale riuscì a.. ottenere i l benepla cito dello Czar, e i l sult1110 non ta rd ò, a. seguire l'esempio <lella Russ ia; nel rna1w 1896 lra• smise a Ferdinan do il governo della Rumelia orientale. F er d inando lavorò a rafforzare lo Stato e nel 1908 • proclanlava a Titnovo ( 5 novemb r e) la el~vazione della Bulgaria e Rumelia a r egno indipende11tc. ll 24· aprile 1909 avvenh a i11 Turchia la sollevazione ·dei Gio,·an i Turchi. I costoro p1·oposit i e minacce fcccr" i mmed ia-tamente sopire ie rivalità fra i quat tro mi'1or i Stati b.,J- can ici, Serbia, Bulgar ia, G recia e :?\fontcnegro, e sulla fine del 1912, sen?-a che l'Europa lo sospcttl,SC cd ..1.1• spice la Ru ssia si concludeva fra essi u n'alleanza offens iva e difens irn. ll 30 settembre i qua!:tro eserciti si mobilitavano, apµ rofittando dell' indebolimento cagionato alla Turchia <lalla" guerra in Libia, e scoppiavar,o così le guerre Balca:nich e (\/) che s i chiusero con h pace d i B ucarest ( 10 a.gosto 1913). Scoppiata la guerra ,mondiale, la Bulgari,,, traendo, profitto dall'essers i la Serbia fortemen 1,: impegna ta, ch iese a questa alc une concessio;:ii ,w·ritor iali, cd al rifiu to avutone (24 agosto 1915) cedct t~ alle allettan ti promesse degli Imp;:-r i Centrali e della Turchia e si . sc-hierò al loro fianco ( V. Macedone fronte) . L a guerr,, riùuccva la Rulgaria ai confini stabi liti n~I trat tato d1 Neuilly sur Seine e con ta oggi 4.100.000 rubit; ,1ti. Esercito della B11tgaria. Le· clausole militari, navali ed aeree del t rattato --<)i Neu illy (novembre 1919) d ,c li mita no gli armamen ti deTìa Bulga.ria, aboiivano il se,: vizio militare obbligatorio e fissavano il ,iumcro totale delle forze militari dell'esercito bu'lgaro a 20.000 uom[s,i, iv i compresi gli uffi eiali e le truppe dei depositi, ,n:;,. oltre a lle forze d i gendarmeria, d oganieri, gu.u-die fo-restali1 agenti d·i p o1lizia locale o 1nunicip~:dc : in ogr:i caso, _per quest i, non più di 10.000 uomin i. Inoltre era concesso a lla Bulgaria di costituire un corpo d i guardie cli frontiera volontarie, di non più d i 3.000 uomini: l'effett ivo totale, d un que, d i 33.000 u . Alla Bulgari~.,


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non fu concesso d i creare nessuna nuova ;:iiazza for te, rimanendole quindi soltanto quelle di ;:ìofh, Scium );:, V iddino, Varna, Bur gas. Nessuna for za aerea, nè sommergibile. Il Ministero della Guerra è rer.te al q•1ale è- devoluto il compito di organi2-zare ed amministrare l'esercito e la guardia d i frontiera, nonch~ di sta bfrire l'impiego d i tutti i mezzi militari di cui dispone i ! paese. L:t Bulgaria è <livisa in 3 circoscriz:oni mi litari (Sofia - F ilippopoli - Sciumla) corrisponde1~ti p resso a poco ad una d ivisione. Ognuna di esse ,comprende: l comando, 2 o 3 regg. di fanter ia, l regg. di caval!eria, 2 o 3 divis. (gruppi) d'artigl ierfa, l bgl. del genio, oìtrc a 1 bgl, fer rovieri e 1 bgl. spc<:ialisti. Il recluta mento è vo lontario, con ferma di 12 anni per !"esercito e 6 anni p er le guardie di frontiera e per ia gendarn1cria. La raffern1a, può essere conce.:;•11 s jno a ~O anni- <li età nei primi 2 corpi armati, s ino a J(i anni nella gendarmeria. Gli ufficia-Ii provengono unìcanienle <la Ila Scuola ~Iilitare ; con l'am mission~ :tlia scuola ess i s'i mpegnano a 20 anni d i servizio.

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Marina. Per 11 servizio d i polizia lungo il Danubio e lu ngo le coste d el ?-far Nero, la Bulgaria d ispone di 4 torpedin iere, 4 C,lnnoniere, 3 ve dette. Il n iccolo COCTJO di polizia marittima consentito alla Bulgc.,·ia ·comprende 330 u. A com;:/lcmcnto di ta le organizzazione s i h<l a Varna un bgl. d i gendarmeria da costa (4 comp.) rt>n una cp, distaccata a Burgas ed nn'aHra a Rusciuk.

Bulgarin (Taddeo). Ufficiale e scrittore rnsso (17981859). Si arruolò negli Ulani e combattè in Frar,cia ed ìn Isvezia. Nel 1810, passò ai francesi e ,i;ìlitò con essi nella Spagna. Nel 181 4, nella disfatta ,1ar,olconica, fn fa tto prigioniero dai Prussia ni; liberata, ebbe dal Bonaparte il comando di una divisione di volon tari. Caduto l'Impero, si ritirò in Russia . Lasciò ;,arie opere: « Ricordanze della Spagna ll; Quadr i della guerra turca nel 1828 >>; « La Russia nel 1812 >>; « :Memorie >>. Bulgnéville. Comune d ella Francia, nel clip. dei Vosgi.

Battaglia di Bulgnévillc ( 2 luglio 1431 ). CombaW1la fra Antonio cl i Vaudenwnt e Renato d'An giò. I l p rimo, avuti aiuti <la Filippo <li Borgogna, prese posizione a

B. t rincerandovis i fortemente. Renato lo Jllaccò con i m peto, ma i soldati di \!audcmont, ben protetti, fecero strag~ degli ass,tlilori, e R ena to medesimo, f erito, venne fatto p r igion iero, e rilasciato dopo cinque a nni, solo in seguito alla rinw1cia a i suoi di ritti sul ducato cli Lorena, per affermare i quali aveva fatta la guerra.

Bulker Hug (Ba.ttaglia navale di). Combattuta, il 25 apr ile 17 JS nel Haltico, ;Jrcsso l'isolotto dd detto -nome. non lungi d a K iel, tra i Danesi, comandati dalJ'ammii·. Gabel, e gli Svedesi, comanda ti d all'ammir. Wachtrneister, con la vittoria dei primi. • Bullalò (Comba.tti1>1e11.to d i) (22 nov0mbre 1908/. Duran te le operazion i in Soma!lia contro i der visci nel 1908. il 20 novembre si seppe a 1Vlogadiscio d1c i dervisc i intendevano attaocare i villaggi dei Ghekdi, a noi sottomessi. P er prevenirli, il rnagg. R os,i, comandan.te delle truppe, mosse da Afgoi . la 111allina <!.~I 22 novembre con circa S00 ascaì·i e 14 uff., o'ltre 40ù armati del sultano d i Ghcledi, e si portò a Bullalò, uno dei villaggi più minacciati, sullo Uebi $cc'bcli, <li><ponendosi :i. difesa. Alle I 7 i dervisci, circa 2000, a vanzàrono Sll ,due lince, a ccennando un avvolgimento sulla destra. A

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400 metri, i nostri aprivano il fuoco. I dervisci, dc-p o un 1110111en to di indecis ione, risposero con qualche scàr ica, posçia si d iede ro alla fuga lasciando 48 morti sul terreno. L e bande furono lanc iate all' inseguimento, cD:t.1san<lo loro altre perdite . Da parte nostra si ebbero un morto e un ferito delle bande.

Bu I ler (sir E nrico Redwers). Generale i nglese 1839-1908). fece la campagna di Cina nel 1860, con tro gli Ascianti nel 18i 8-79, contro gli Zulù nel 1879, cont ro i Boeri nel 1881; partecivò alla campagna <l'Egit to ( 1882) e alle successive nel Suda11, dov-e assunse il còmando in capo nel 1890. N elh guerra anglo- boer a del 1899, comandò le truppe inglesi fino all'arr ivo del generale R oberts. Fu messo a riposo nell'anno 190t.

Bulli (Scipione). Generale, n. a FiJ·~uze m. a BO'logna ( t840-1913). Partecipò da sottotenente de i bersaglier i di T oscana alb campagna dr! 1859; entrato nel 1860 a far par te del rei,;io esercito, prese parte alla campagna del 1866. Pmmosso colo1mcllo nel 1887, comandò successiv~mcntc i distretti m ilitai i -di Vicenza , Pesaro, Bologna; collocato in P _ -"--· (1898) ragg iunse nel 191 l i l grado di tenente generale nella riserva. B ulloch ( G iacm:!o) . U'fticiale norckt:11ericano c!~1 secolo XIX. Durante la guerra di Seces5ione, cui prese parte nelle file dei Confederati, fu mançlalo in Ingl1ilterra e qu ivi armò 'I « F inga ! )> caricandolo di munizioni, e r iuscendo con questo vapore a rompere il blocco <lei Federali. Il buon successo d i questa impresa segnò l'inizio dei << forza tori di blocco >> <luran te quella guerra. Il B. poscia fece costruire in cantieri inglesi e francesi navi corazza le per con to dei Confederali, d i cui però !1on pot.è servirsi pPr l'opposizione dei Govern i inglese e fra ncese; e solo :r:iu, cì ad armare qua lch e nave, come l'A labama (V.).

Bu Il Run. F iume degli sta ti Un iti, ue!la Vir gin ia settentrionale. I. Battaglia di B ull R1m (20 lu glio l ò61). Appartiene alla guerra di Secessione, di cui rappresenta . il priq\O important-è fa tto d'arme. Sot to la pressi011c dell'opiniqnc


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pubblica, un esercito agli orc!in i del gcu. Mac Doweli marciò su Richmond. E ra costituito di 28.000 u. (qu;ittro divisioni) con 49 cannoni, e andò a urtare sulle rive del B. R. contro i Confederati (22.000 u. con 29

amm Federali

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Confederati

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mando a Mac Clc llan. La battaglia fu decisa in favore dei Confederati per l'intervento tempestivo sul campo del gcn. J ackson, il quale, a marcie forzate, giunse sul fianco e a tergo dei Federali, dopo di avere (29 agosto) d istrutto i loro depositi in Manasse.

Bulnes (Emam,ele) . Generale cileno (li99- 1866). Fece le campagne dell'Indipendenza. Nel 1841 battè a lTngay il generale bolivia no Santa Cruz e po~cia {u clcuo presidente della reJlll bblica, Lascia ta la carica, a l comando dell'esercito soffocò una rivolta dei liberali, e poi si ri1irò a vita pri,rata. Bulow (Adamo, barone di). Ufficiale e scrittore tedesco (1750 - 1807).

La prima llauoglla di Dull nu11

cannoni) comandati dal Beauregard. ~Ientre ~lac Dowell eseguiva un movimento aggirante sulla sinistra :isversaria, fu a sua volta attaccato dal gcn. Johnston (9000 u.) sopraggiunto a ll'illlprovviso su·I campo. L'csr,los ione di alcuni cassoni di munizioni gettò il disordine nella dr. dei Federali, e quest'ala si sbandò, costringendo sr. e centro alla ritirata, che anenne in disordine; i Federali r ipassarouo il fiume, avendo µ~.cluto 2708 u. di c ui 1216 prigiqnieri, e 28 cannoni: k perdite dei Confederati ammontarono a 1867 uomini. II. Battaglio. di Bui! Ru11 (30 agosto 1862). ,\pp:i rtiene alla guerra di Secessione. Il gcner,,lc L ee (co•1-

lllllIIID Federali

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Confederati

Nella « Storia della campagna 1805 )) lo. Russia ravvisò tante fa ls ità. che ottenne d i farlo carcerare. 811lncs Ema1111elc ed in prigione, a Riga. pnorì miseramente. /\!tre sue opere: « Basi d'operazione »; « Spir ito del s istema <lclla guerra moderna>>; « T eoremi della guerra moderna»; (( Tattica moderna, come doncbh'essere »; quest'ultimo libro gli attirò l'odio dei \'Cechi generali prnssiani. B11low Federico G1tgliclGenerale prussiano, fratello del precedente ( 1755 - 1816). Si distinse particolarmente nelle campagne dal 1813 al 1815.

rno.

B11low Federico E11rico. Generale danese ( 179 1 1858). Si distinse llc llu. diBulo w Feci. Gug-l!elrno fesa di Copenaghen contro gli lngle;;i e partecipò nel 18-18 alla campagna udlo Schlcswig-Holstein. Fu nel 1852 comandante generale nello Schlesw ig , B1dow Carlo. Feldmaresciallo germanico ( 18-16-1921). P artecipò alla guerra mondiale comandando dapprin:a un C. d'.\. e µoi b II A.rmata.

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Buluck. Suddivisione delle nostre compagnie cii truppa indigena, corrispondente al plotone. E' composto <li .più squadre cd è comandato da u n e< BuJuck-basci )>. Nel!' esercito turco, il B. corrispondeva a ccn,pagnia, squ:tdrone o batteria. 2

La seconda battaglia di Bui! Run

federato) aver.do ai suoi ordini i corpi di Longstreet e d i J ackson, sconfigge il gcn. Pope, SUl'Ce<luto nel co-

Bulow Carlo

B11luc-basci. Grado, nella. categoria d ei sottufficiali, delle nostre truppe indigene, cui compete il co-


:mando di un buluck, Le promozioni a i:iuesto grado avvengono nell'interno delle compagnie .

Bu-Maza. Capo algerino (1820-1854). :'.\Ientre ,\b,:-el-Ka.der, crasi rifugiato al )Iarocco (lS-lS) B. Jf. solle,·,', tutto il Dab.ra contro la dorninazion~ fra.ncc,c. Lottò còn alterna fortuna fmo :i quando, rimasto privo <li r isorse, si arrese. Condotto a Parigi trovo modo di fuggire durante la rivoluzic11e del febbraio. Riprc~ a Brest, fu rimesso in libertà da Luigi ):apolco,ne. Nel 1854 entrò nell'e~ercilo ottomano. Bu-Meliana. Localiti1 ddl' oasi di Tr ip0li, a S. della città, importa:1·te .per l'esistenza di una. abbondante 50rgente che fornisce l'acqua. alla cì,tà, occupala il 5 ottobre 1911 da.i nostri marinai, appena sbarcati a Tripoli. Nella notte sul 9 ottobre, un re• Butuc-bascl parto <li nemici aprì il .fuoco contro i nostri avamposti, ana Ju respinto, 1'ella notte del 10 nuovo au:ieco; dopo meu'ora. di vivo fuoco il nemico fu respinto dai nos,tri marinai, sostenuti dal fuoco de! 7 Je navi, lasciando 3 morti e l ferito, armi e munizioni; .i nostri non ebbero perdite. Altro tLltacco sulla fronte ,El-Hànni-Bu-~1:eliana, si ebbe il 26 ottobre. (Vedi comJ>attimcnti di El Hà11111) (Henni). Bundlu-ka-Serai. Località presso Delhi, ncll'lndu Inglese, occupata da truppe r ibelli durante la ribellione del 1857. Era posta fr:t il fmrnc Gange e il cana le dd J umna Un corpo inglese agli ordini del gen. llarna.rrJ .avanzò 1'8 giugno in due colonne contro B.; , la fantc:·i1 e l'artiglieria, comandate dal gen. Grane, sulla straù1 u-a il fiume e il canale; la cavalleria sulla destra ùcl c,,nale. Gli insorti avevano porta ti in batteria ~lcuni cannoni, e questi vennero presi d'assalto dal ·,·5• fanteria: i cipays che li difendevano si fecero uccidere sui pe7.zi. L'inseguimento, con grande strage chè gli Jnglesi no11 <lavano quartiere, arrivò Jin sotto le mura Ji Delhi. G!i Inglesi perdettero 200 uomini. Bunzelwitz (Assedio del campo di). Arpartiene aila guerra dei Sette Anni. Dopo la batt'.lglia di Torga-: (1761) falliti i negoziati di pace, gli .\lleati <lcci~cro "lma offen~iva a fondo in Slesia. Federico II, dopo aver invano tentato d i oppors i alla riunione degli eserciti alleati vedendosi impossibilitato ad eseguire una m:>.no· vra 'per linee ;nterne, a\'endo contro di sé forze qu13i iriple ddlc proprie, decise di attenersi aila stretta difensiva e d i fo rtifica rsi in attesa d i eventi favorevoli. !:ii ritirò perciò il 20 agoslo sulle a lture ù i l\un zelwitz, che '<!ra il suo unico centro di rifornimento. e vi si trin~crè :fortemente. Il campo aveva forma trapezc,iJale irrtgofare: i lati merir:lionalc e occidenta le 111i5:1ravano 7 ~hi· lometri, que llo orientale 9 e quello settentrionale 3, Con lavoro feb!.,rile, in interrotto per 10 giorni e 10 notti, le tn1ppe prussiane vi costru irono dicci gruµ-p i d i trinccr.imenti con feritoie, sostenuti da 17 luneue. ."\\'anti alle linee, profonde abbatrnte, palancate. cavalli cli frisia, bocche da lupo e ben 200 mine rn,titu ivano ur, ostacolo insupernliile. l.'artigli eria, sistemata c01wenie11, temente in pbz;.uolc protette, contava 190 <annoni )le· santi. I 55.000 uomini di Feòerico, poteva.no, in un .campo siffatto, intimamente collegato ai mag,zzini di

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Sch-.vcidbitz, attendere in piena sicurezza d1e gli avvcrs:Lri s i logorasse ro, e spcra!'c che, a non lontana scadenza, e.ssi fos~cro costretti ad allontanarsi per mancanza di rifornimenti. E così, infatti, an·cnne. Gli alleati austro-russi imestirono il campo fortificato, ma, al momento di iniiiare le regolari o,perazion i di assed io, non furono d 'acconJo sul fine da çonfei;uire e sulle rno,falità di esecuzione, e !l loro di:;corc!h S.\lvò Fc<lcriro 1T: infatti si ritirarono prima gii .\ustriaci. poi 1 Russi. per cui Federico rilcquistò LI propri;i. libertà <li movimento. E' •giustamente fomo:;o il H0111c di questo campo fortilìca(o (non esattamente chian1alo anche campo trincerato) clie consisteva in una sistemazione campa.le, in un « sistema difensivo"• come si direbbe oggi, s•udiato con molta cura e ,·alorizzato in rapµorto ad un::. part icola re s itu az ione strategica e tattica. Lo stu<lio di (]nesto campo è in LcrcssaH tc sia per la conoscenza dei critai di allora per quanto concerne la fortifica.zion~ campale. e sia per o:,servare che anche i l'.(randi capi1:111i. in determinate situazioni, hanno ricorso alla fortilka~ionc per ~1umcn lare ht prop1 ia forza, in rapporto ad un:i momentauca inferiorità numerica rispetto al nemico. e ad una situazione critica che imponeva il temporcg!!;ilrc. Passato tale momento si r itorna alla form.1 di guerra mossa o manovrata, che è 'la sola atta ii dare risultati feconcli e decisivi. E così fece Federico II.

Buogo (Bartolomeo). Genrralc, n. e l''l. a Fdllin:i (Tm•iso) (1852-1916). Sottot. dd genio nel 1873, fu ius,·gnante presso la Scuola iiilitarc. I'romil31l? colonnello (190-1) fu nominalo direttore del genio di Venezia. Raggiunse il grado cli magg. generale nel 1909, reggendo suce~s~iva.mente il comando <lei genio di Roma e di Bologna. Xci 1911 passò nella riserva. H a lasciato un « Trattato di fortifica7,ione permanente campale». Buole (Pa,so d1). I mportante i.usellatu rn, che collega l:i Va llarsa con Ja Val Lagarina. fu teatro di accanita e sanguino,a lott.a, nel maggio 1916, perchè il nemico vi cozzò ripetute volte, allo scopo èi poter acquistare la libera disponibilità della grande strada delle Fug:1zzc, che da Rovereto conduce a Schio, e di piom-

Passo di Duole bare in Val Laga rina, alle spalle delle nost re posizioni di Serravalle-M. J\lti,..;imo. Il primo a ttacco contro il r,asso fu sfcrnlo dall'avversario nel pomeriggio del giorno 3 e fu prontamc11te respinto da un baltaglione del 62" fanteria ~brigata Sicilia); scguironil altri attacchi ne i ,giorni 24, 25, 26 e 28, parimenti sostenuti e ri· bulla. Li dai nostri. Con rinnovata e dccis,~ violenza il nemico attaccò nuova.mente il passo, difeso da tre bo I· taglioni della brigata Sicilia. e due della Taro, il mattino del 30 maggio. Tutto il giorno arse la lotta, duris-


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Sa Peterwitz

o 11 ca mpo rort1Jlca10 cli BunzeJ wllz

sima e crncnta, ma alla fine il colonnello brigadiere Gualtieri, che comanda va la linea, potè fieramente annunziare al comandante della 37" divisione: « Non ,tl.ibiamo ceduto di un sol passo e non cederemo finchè resti ua sol uomo )) . 1fa dopo questo sanguinoso scacco il n~m ico desistette da ulteriori tentativi in questo settore.

Buona guerra. Guerra condotta seconrlo le nomi•) stabilite dalle nazioni civili. Buonamici (Guglielmo). Generale, n. e rn. a Firenze (1848-1915). Sottot. dei granatieri ncJ. 1867. comandò <la colonnello ( l900) il 24° regg. f:nteria ed il d istretto <l, L ivorno; collocato in P . A. ng-giunsc nel 1922 il grado di magg. generale nella r iserva. Buonarroti (Michelangelo) . Cc!lebre pittore, scultore e architet to, n. a Caprese, m. a Roma (_ 1474- 1564,l. · Lasciò im1i ronta del suo genio anche nel campo del!e ' scienze militari. A lui può d irsi ohe sia dovuto il passo finale verso il concetto mo<lcrno della d ifesa e cioè l'innesto simultaneo di terra e muraglia. Egli risolse i; problema <lell'ammorzamenlo, pensando di opporre alla violenza dell'urto la cedevolezza del ripa,·n, così- che il moto del proietto, uniformemente ritanlato pel lavou d i penetrazione nel riparo coclevole, .finisce nella quiete innocua. Cominciò a tradurre in pra tica i ,,uoi concetti difensivi nelle fortifica;,;ioni di F ircrii.e (1S2'J) nelle quali provvide a r afforzarn il monte a S. Miniato ov'erano

i;1 precedenza stati proposti lavori da Niccolò 1-fa-chiavelli. Dopo la morte del Sangallo, col cmale fu in dissid io a cagione a.ppunto delle sue vedute tutte moderne in confronto a quelle del Sangallo c;,,, propugnava l' impiego delle grandi masse murarie, gli subentrò, nei lavori dello sviluppo <lei recinto d i Horg,.> volu to da Paolo III (Farnese). IJ; grandioso 1b aluardo del Belvedere, 11011 ha pari nel. recin to s tesso per bellezza, fierezza, originalità di forme. Il J3uonarroti trasse perla difesa grande profittc.i dalla téoria del rinibalzo,. della q ua le, durante I' assed io di Firenze, d iede un· saggio bellissimo. A protezione elci Campanile di San :Miniato, sul quale era piazzata una piccola ba:. tcria, pose in opera nna, corazza mobile, la quale ad ogni urto minimo dovesse mutare l'angolo di incidenza e costringere il proietto a sfuggire .p er ogn i altra linea d i riflessione che non fosse la diretta e la nociva contro la piazza. Dopo aver applicato al.Je dottrine della difesa il p rincipio dell'ammor7,amento e del rimbalzo egli ricorse a.ltresì all'eliminazione de i proietti pieni, vuo ti, carichi, roventi, esplosivi ed incendiari e-


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ne dic-de saggi e al llla,tio · Sanmichele, concepito per la <lifesa è!clla foce del T evere, clopo che la R occa <li Ostia, per la rntta dd fiume n el 1556, e.ra re;;tata circa mille metri !unge d alla r iva. Quest'opera, tipo primi~ tivo delle moderne t0rri !itoi-a ncc, fu progettata dal Iluonarroti nel 1561. J 'c r para lizzare l'azi.:me dist rutti-va dcH0 scoppio dei prnietti carichi ed incendiari, dif)tese nel suo forfr10 la p iazza super iore a pendio verso il cen tro, aj)rÌ un pozzo cir colar e del cliamctrrJ di 8 n1ct,·i e nel sotterraneo dispose l'acqua dove, di necessità, dovevano p r.,d,pitare, t uffarsi e spegnersi quei pro ietti che fossern ,,;enuti a cad er dall'alto sulla piaz,;a medesima. Egli 1norì prùna che si iniziass.ero i lavori, ai quali vc17ne posto mano nell'ottobre del 1567 sotto la d ireziont di Giova nni Lipp i, erroneamen te creduto aL1tore del·· l'opera, che fo ultimala n el 1570. Con la genfale a pplicazione d i questi con~etti restar.,) nettamente delineali i ca ratteri tecnici della mod erna arohìtetturn militare, che a[>plicati da tutte le nazioni durarono per circa quattro secoli. La sua. teoria del rimbalw, applicata con mezzi primitivi, ma con genia!e int uizione, a lle fortificazion i d i S. ~finiato n el 1530. prelude a l concetto base dell'ade difensiv.1 odit rna, dcile sapienti disposizioni dei , iµari. a lfine di favorire il r imbalzo e lo scivolamento dei proietti.

Buonconvento. Conwne in prov. d i Siena, sul l'Ombrone, alla confluenz.t con l'Arbia. è\'cl 1288 fu devastato dai fuornsciti di Sie11G, e nel 1313 vi pose qua, tir.r generale Enrico VII, che vi morì, mentre era in 1narcia verso Roma. X ci 1366 B . iu mun ito di murd. turr ite e ,ne rla te Venne occup,tto dagli imperiali quando si port,irono all':is,edi,J cl i Siena nel 1553.

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Buoncore ((~abrieh). Ge11eralc, nato 2. N apoli nel 1338. Sottot. d'art. nel 1861, nel grado di CO'lonnello (1889). fu nomino.IO direttore della fa.bbrica d 'armi ~!i Torre Annunzia ta·. Collocato in P. A. (1894), raggiunse nel 1898 i l grado di .;;11agg. generale. Buondelmonte (:11'noljo). Capitanr, guelfo fiorentino, che combatlè a ll,t batla,gl ia di J\1:onteaperti ( 1260). Era por tastendardo dei balestrieri, e lo difese valornsa11Je11le. Posc ia errò esule a Lucca e Bologna. Prese parte a lla battagl ia cii T3en~vento e nel 1266 tornò o. Fixeioze. Buondclmontc Gentile. F u uno dei pit1 caldi difensori della libertà di F irenze ( 1312). P r ese., par te con Castruccio Castracane alla battaglia cli Al!o1,:i.scio. Jfoo11delmo11te T cgglvùho. Capo d ei ghibe\lin i in TrJscana, Combatlè nèlla bai-taglia d i ~fontccatini nel 1315 contro Uguccione della F aggiuola. B 11ondelmonte lJonghi. Condottiero al ser vizio d ei Fiorentini nella guerra con, tro P isa (1362). Difcs~ valorosamente Altopascio dall'assedio, ma tradito di, G iorgio Scali che vi introdusse i Pisani, dovel:tc fuggire .

Buonfìglio Antonio).

(Pietro

Segretario

di

Buongioi-no Gennaro

Buo

Stato e cli Guerra sollo Vittorio Amedeo II, durante la ça-mpagna del 1690, rimase in carica fi.no alJ'anno seguen te.

Buongiorno (Cenna.ro). Generale macchù1ista, natn a N·apoli n el 1867. In iziò la carriera mii. in Mar ina nel 1872, e n avigò per 25 anni; collaborò a riviste •navali. con articoli tecnici e raggiunse i l g1·ado di tcn. ge,1C·· raie maochin ista. Buonini (lei/io). Generale, n. a Luccc, m . a Li vonw ( 1859- J924). Sottot. d ' art. nel 1879, entrò 11cl Corpo d i stato maggiore; nel grado di colonnello ( 1904f fu comandante del 45° regg. fanteria; raggiunto il grado <1 i ma gg. generale, eb,be il comando della brigata Siderno. partecipandc alla ca.mpagna italo-ture,· del 19 11-12 . Collocato in P . A . (19 14), fo n el 1915 r ichiamato in servizio temporaneo presso il cmnandc della d ivisione d i Roma Fu deputato a l ,parlamen•o _11azionale per il Collegio di Lucca nella XXIII legi'slatura .

Buono (Eduardo) . Generale, n . a Napoli nel 1851. Solto!. cli cavalleria nel I Sìl, i-aggiunse i l grado d i colonnello nel 1903 ccl ebbe i l comando del rcgg. cavalleggeri <li Lucca; collocalo a riposo nel 1903, raggiunsC' nel 1924 i l grado d i generale di divisione ndla ris~rv-a . Buonomo (Lorenzo) . Generale medico, n. ad Andria m. a Bari ( 1857-1926). L aureatosi in medicina e chirurgia a Napoli nel 1883, fu nomina!,J sottot. medico nel 1885; abilimto ail'escrcizio della libera doccr.za in Patologia specia le chirurgica a R oma, fu insegnante presso la Scuola d'a pplicazione di sanità u1ilitare; cbkpoi la direzione d egli ospedal i militari d i Favenna e di Chieti. P romosso colonnello medico (19 12), fu d irettore dcll'os.ped ale mi litare di Rari e direttore di sanità deil'VIII corpo d'armata. Partedpò alla guerra. 1915-18, po,1,enclo in luce le sue eminent i qualità di fcienzia to e d i organizzato,~. Nel d icembre 1915 s i meritò la p_·omozione a magg. generale per merito di guerra, e successivamen te la croce cli ca v. clell'Orcline n il. di Savoi:i, per i p rezio3i servizi resi all'esercito. Non,inato ispetwrc capo d i sanità militare n el 19 19, fu c0liocalo a su:i. domanda in P. A. nel 1920 e fu 1·ichiamato in se~-· vizio temporaneo nel per iodo 1923-1926, raggiungendo . 11cl 1923 il grado d i genera.le m ~d ico capo. Buontalenti (J:Jemardo). In gegnere militare, n. cli. Firenze (1536-1 608-). P uò ritenersi il capo di quella namerosa scuola di ingegneri toscani che tmte fortezze innalzarono in I ta lia ed in Eu ropa . Fu aciture di ma;;chine ingegnosissime, a rchitetto ci vile e militare, arg,natore di fiumi, cosLruttore d i pon ti, ideaiure d i edificL idrau lici di vario genere. Maestro d i pi rntf.cn ia, vuoi5i trovasse nuovi modi d i palle incendiarie e di far ie mine. Artigliere, come tutti gli ingegneri n,ilitar i dd tempo, gettò un grande ,mmern di bocche da fuoco diverse d i qualit\ e cli for ma , e tra esse, un cannone d i grosso calibro, la cui palla era vuota e ,coppiava a.

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tnmine. Dura nte la guerra d i Siena, nel 1554, i difensori del forte Camd llia usarono, contro i sJldati di C0s imo, cer te a rtiglierie d i legno che il .13uontalenti ebbe fama d'aver approntate in una notte, non s i sa se per difetto di altre, o per la loro leggerezza. Ad Of,'TI i modo, esse p rece<lono di oltre tre secoli i mortai di legno che adopera.rono poi i Giapponesi nella campagna d i ::\fanciuria e contro Pono Arthur, Passato in seguito a.I servizio dei 1-Iedici, dopo averli corn!battuti alla difesa di Siena, disegnò per loro incar ico la p ianta e le fortiftcazioni della c ittà di L ivorno, ed ,ai suoi concetti s i ispirarono i futuri fortificatori nel 162i. P er France;;co de' Medici il Buontalenti progettò l a fortezza dei Belvedere in Firenze d i. cui vennero gettate le fondamenta nel 1590.

Buoso da Dovara. Capo ghibell ino, cremonese, del sec. XIII. Nel 1256 Iu alleato -cli •Ezzelino Jll da R omano e d i Oberto P allavicino e Ii aiutò a prendere Brescia. Poscia partec ipò ( 1259) alla lega d i C,·e111ona con• tro •Ezzelino e per ~fanfrcd i ,li Napoli. Non riuscì nel 1265 a difen de re il passo dcll' Oglio contrv Carlo d'Angiò, e accusato di tradimento dovette esulare. ,B uratti ( Gi1ilio) . Ingegnere w ilitare, da Senigallia . I suoi lavori si collogano alle classiche opere di difesa del secolo XVI. Coadiuvò il Jv!aculano nella costruzione della cinta transtevcrina di Roma e fu a utore degli orecchioni che vennero costruit i ai fianchi dei ,baluardi d i Castel Sa11t'Angelo g ià mu rati diritti un secolo avanti. Eseguì inoltre i r estauri de i torrioni ottagoni dei San·gallo, apponendovi un muro o, fodera esterna, a llo scopo cli ampliare le piazze degli stessi, ormai anguste a contenere le allunga.te art iglierie del Settecento, fatte allora costr uire in grande copiaj da Urbano VIII. Presumibilmen te devesi a l Buratti la co.~truzione di una caratte ristica opera a corno, che sarebbe stata, nel periodo delle velleità guerresche <li -detto Papa, aggiunta alle fortificazioni di Castello. Di -detta ope ra non è rimasta traccia, ma lii::ura fo una -iconografia incisa nel Settecento. I! Buratti eresse, sul confine modenese p resso Castelfranco, il forte Urbano, grand iosa opera bastiona ta su pianta r~ltangolare. Burco (San.te). Genera.le, n. a Cividale m. a Firenze '(1840-1913). Sottot. di fanteria nel 1860, _par tecipò alla campagna· del 1860-61 meritandosi u na mcd. d'argentv .a Gaeta ed una cli bronzo nella pacificazion.~ delle pro;vincie me ridionali. Prese r,arte a lla campagna del 1866, e comandò eia tenente colonnello il 48" regg. fanteria cli JVIilizia M obile, Promosso colon nello ( 1898) raggiunse nel 1908 il grado di magg. generale nella risern.

'Burdese (Gioacchino). Medaglia d'oro, n. a Br:l (Cm1eo) morto a Milano ( 1830- 1889). En trò soldato nell'esercito sardo e vi divenne sottot. d'a,·tiglieria. Nella campagna del 1866, capitano comanclan'.e d i batte· ria, 1meritò la medaglia d'oro nella giornata di Custoza. 1'.faggiore nel 1868, l'anno seguente s i segnalò durante

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l'estinzione di un incendio hel L aborat0ri0 Pirotecn ico cli T or ino, meritando un encomio solenne. Passato q uind i nella riserva, vi raggiu nse il grado d i tcn. colonnello. Ecco la motivazione della medaglia d'oro: « Per lo st raorclinario sangue freddo con cui si d iportò durante il tempo che i-i111ase presente alla ba,lleria , e perchè, quantw1que gravissitnamente fer ito, p rima <li essere porta lo via volle ancora rac· comandare ai cannomen il proprio dovere, incitandoli a d isimpegnarsi lode• volmente, <licendo loro che sperava di rivederli presto sul campo dell'onore» (Custoza, 24 giugno 1866).

Bureau (Giovanni). Ingegnere mi!. Ù'<lrcese del 5ecolo XV, m. ne l 1463. Si distinse in varii assedii e conlr ibui alla conqu ista della Guyenne. Fu col fratello Gaspare l'organizza tore dell'artigl ieria di Carlo Vlii. B,,,.eau Gaspare. Ing~gnere mi!. francese del sec. XV, fratello c1e·1 precedente, m. nel 1469. Fu gran maestro dell'artiglieria e si d istinse specialmente ;n N ormand ia e nella Guyenne. Col fratello G iovanni por tò per· fczionament i nelle bocche da fuoco, d iminuendo gli enormi calibri delle bombarde e aumentardo quelli de 1le p iccole artiglierie; inoltre · adoperando proietr ili di ferro e affusti da sparo adatti al trasporto c'.ci cannoni,

Buren. Villaggio della Wcstfalia. Ebbe castello e mura ,la ant. tempo, Nel 1575, durant~ :a guerra :;li Fiand1·a, fo as5ecliata dai regi condotti dd governatore H icrges, con 6000 fa11ti e 400 cavalli. Posta te le batterie e aperto il fi:oco, fu dato l'assalto e il borgo fu preso, mentre i difensori s i r it iravano nel castello, dove patteggiarono la resa ottenendo salva la vita. Bures. Località boscosa. della Francia, tra Arques e Neufch5.tel. Durante la guerra tra F ranc~si e Legi:isti, nel 1592, Enrico IV, re d i Francia, assediava Roue!1, che il Farnese e Mayenne ten tarono di so~eorrerc pu· nendo il loro campo a B. II re marciò ( 17 febbraio) contro <li loro, disperse la cavalleria avversaria, assal!Ò e p rese il campo d i B . facendo strage delle fanterie che tentarono d i resistere e voJgcndo in fuga le rimanenti . Burgas, -Città mar. della Bulgaria, ,~il golfo dello stesso nome. Fu presa di i R ussi nel 1829, e mediant~ una flotta che si r ese pad.rona delle acque vi fu creata una base n avale per le operazioni dell'esercito. Burgersdorf (BattagHa). V. Soor. Burg.os. Città della Spagna, capitale della vecchia Castiglia; giace alle falde di un monte s·.1lle rive del1' Arlànzo11. Un forte, di scarsa capacità difen siva, pc>· sto su l con trafforte che separa l'Ebro dal Duero, ia domina . Dopo l'assedio del 11 13 contro la regina Ur raca di Castiglia, Burgos non era p iù stata teatro cl i fatti d 'armi fino a quando , Francesi d i N apo leone non scesero nel XIX secolo nella P en isola Iberica, In GH(:Sto periodo storico d l1e episod i ricordano Burgos.


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Le rort ificazloni di Burgos (3sscrllo d e l 18 12)

I. Combattimento di Bu.rgos (10 novembre 1808). Il piano <li operazione nei P irenei si svolg~va secondo gli intendimenti di N apclcone. :Bilbao era ~.tab sgombrai,\ dagli Spagnuoli messi in rotta dal maresciallo Lefebvrc, il :Sessière5 pwHava su Burgos, quando Napoleone, il 7 novembre, avanzando da Vittorio, per M iran<la ~ Briviesca, raggiunse i suoi corpi, çonfcrì il comando dell'eser cito del centro a l Soult, quello di tutta la cavalleria al Bessières, e con essi, seguito dalla Guardia Imperiale, volse su Burgos guardata dal genera le Ilervedcl. Questi occupava, con guardie spagnuole e va, Ione, le alture di 11onaster io, deciso a ve nire in lotta con i Francesi per i mpedire loro di s~en<lere nel b~cino del Duero, ove dovevano tra breve ,~ccogliersi 1~ truppe inglesi sbarcate alla Corufia. Ma :\'apoleone, il 10 n ovembre, lo attaccò, ne sbaragliò le truppe, e, lancia.ti i suoi corp i in tutte le direzioni per l'insegt1imento, penetrò in B urgos ove fece u n gran n u mero ù.i pr igion ieri e ricco bottino. II. Assedio di B urgc.s ( 19 settembre - 23 ottobre 18 12). Fu posto alla piazza dal gen . Wellington, il quale il 19 sett2mbl'e 1812 la fece attaccare dal Monte S'.ln M ichele, posizione che i F rancesi avevano f peditamente, con lavori in terra, appresta ta a diksa. I l comando della d ifesa della p iazza era affidato al gcn. Dubreton. Dopo tma resisten za lunga e<l osti nata, (•!';:>Osta da un debole distaccamento che p residiava il monte San :Vl'chele, gli Inglesi r iu scirono a conqu ista rb, lasciando però circa 400 mor ti sul campo. L'armata francese d i Portogallo ohe 11011 era ancon in forza per far togliere l'assedio alla p i .,na, n on h · sciò pur tuttavia d,i d is tu rbare il n emico e d i p rocu i-argli ogni giorno perd ite considerevoli. Lurd \Velling•.on

d iresse subito i suoi sforzi sul forte d i J3 . e ogni giorn,, Ùn nuovo attacco era respinto dalla gu l< aig ione francese che infliggeva a l nemico sensibili p~~<lite: nell'attacco del giorno 23 settembre gli Inglesi perdettero 2000• uomin i cd in quello dell'll ottobre il 52° rcgg. scozzese fu quasi distrutto. La resistenza luni~a e vigorosa che il presidio francese d i B. opponevci. agli Inglesi. dette il tempo ai rinforzi attesi dall'am1ata del Porto.gallo di arrivare. Il generale Souham, volendo far conoscere alle trupg_c di B. che egli era in gndo di so:cors-erle, fece attaccare l'avanguaro ia inglese ed ard i.,?., nel me<lesimo tempo a l genera le Foy di prendere di viva forza P<,>za, occupata dalle truppe spagnuole del Castanos. Queste due azioni ebbero un successo felice e 8 produs,ero al nemico forti perdite. finalmente il 20 ottobre, compiuta la riunione dcli"' due armate del Portogallo e del Nord, tlll!i gli avamposti nemici forano attaccati e respinti con vigore, n1entre il forte d i B. continuava la sua b<:lla resis tenza. Il 25 ottobre le armate del Por togallo e del Nord entrarono nella piazza ed ·il nemico si ritirava su lle strarl~ di Valladolid,

Burgos (Agostino di). Generale spagnuolo (18231892). P r ese par te alle guerre civili del suo tempo, alla lotta in Africa contro i marocchini, a lla campagna <lì San Dom ingo. Soffocò il moto 1·epubblicano di Sar,.·· gazza ( 1874). Fu a iu tante di campo d i Am~dco d i Sa\'Oia, re d i Spagna; e presidente del e( Centro dcll'eser • cito e dell'armala>>,

Burgoyne (Giovanni). Generale ingbc (1 722- 1792)·. Partecipò all'attacco contro Cher bourg ( l 758) e Saint M a lo. Nel 17i2 andò in America e combattè cont ro gli insorti, otten endo nel 1777 il comando dell'esercito in-


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C::J Svedesi

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Imperiali

BUR campo ·imperlale e piazza 3 1btr. di 18 pezzi da 24 e 36 (d) contro il campo, aprendo il fuoco; poi col grosso d elle sue truppe s i sposta verso la sr. imperiale, colloca contro d i essa 80 cannon i, e p renòe posizione in m nt affidando la dr. (n) a J3crnardo di Weimar. FratLanto il duca d i Friedland radun:1 in k k 7000 u. con 80 canno11i ~ tiene pronta in I I la cavalleria. 'Oli Svedesi si lanciano all'allacco, e insistono per sci volte nel rinnovarlo, giungendo fin presso aH•! artiglierie nemic11e, ma gli imperiali itcngono fern10 e li respingono. e a loro volta lanciano la cavaÌleria (I /) sul fianco si11istro deg !Ì attaccanti : tu ttavia questa viene contrattaccata <la cavalleria svedese e ricaccia ta nel campo. II duca •di Weimar a sua volta s i batte ,sull'ah, dr. contro g li Imperiali, rna sopraggiunge la notte senza che gli Svedesi siano r iusciti a .penetrare nel campo avversario, e allora, non molestati, si ritirano nel loro campo di Norimberga.

Burgues (Edoardo B. de Missiey). Ammiraglio francese ( 1756-

Battaglia di Bur g5tall

g lese nel Canadà; dopo varii successi, f u vinto a Saratoga dove dovette cap itolare. Poscia fu governator~ in Irlanda . Lasciò « Y!emorie » storico-mi litari._ Bo11.rgoyne ( Giovr.mni Fox). Generale inglese 1782-

1871) figlio del p recedente. Prese parte a ll!t conquista -cli Malta ( 1798) e combattè in Cala bria e rdla pcniso!:i. Iberica contro i Francesi. Nel 1845 fu norn inato isp,, ttore delle fortificazioni inglesi ; par tecipò come ingc;gnere in capo a lla guerra di Crimea. Si;ri,se le « Op inioni m ilitar i J>.

B urgstal i. Ant. lfortificazionc presso è\ orimber ga. Battaglia di B11rgstall (20 agosto 1632ì. Combat tut:1

fra Svedesi, comandati da Gustavo Adolfo, e Imperia! 'Bavaresi, comandati dal duca di FrirJbncJ, :i: pri:11i .ammon tavano a 70.000, d i cu i 16.000 d i cavalleria, con 134 cannoni ; i second i a 60.000, d i cui n .ooo di nYalleria, ed erano trincerati come vedesi ne lla figura : Bavaresi ag:li ordin i del duca ~Massimiliano (e e); id. -ciel gen . Aldringber (h h); Imperia li r t'golari (f f); Croati, coman dati dal gcn. I solani (g g). Il re <l i Svezia, lasciata Norimberga, av:rnza verso il

1837). Aderì alla R ivoluzione e fu a.gli ordini del Truguet nel Mediterraneo. Nel 1793 fu impriJionata come « sospetto»; assolto. passò alla d irezi0ne delle costruzioni navali e dei segnali costieri. Kcl 180.3 fu a lle Antille dove d ifese -San Domingo dai negri ; tornato in Franc ia, fo inviato a<l Anversa per d ifenderla dai tentativi inglesi ; ebbe 1ioi il coma11do delle coste del Nord, e, sorto i Borboni, quello della piazza marittima di Tolone. Lasciò alcuni lavori ~ui segnali e su alt r i argomenti navali.

Burguete (Rù:ca,·do B. y Lama). Genera le spagnuolo, n . nel 18-n. l'artecipò aJl.a camp~gna di MeJilla ( 1893), a quella di Cuba ( 189S). a quelb delle Filippine ( 1896-97) tornando ancora a :Melilla nel 1906. X el 1922-23 lf.u Alto Commissario al Yfa..-occo e poscia assunse il coma ndo della Guas dia Civile. Ha pubblicato « 1',,{emorie ll su CUJba. e sulle ·F ilippint, e var ie opere fra cu i : « è\ùovo metodo di com4attimento »; « Il problema militare »; ecc. Burick. Ant. forte sul Reno, cli fronte a W escl, assediato nel 16i2 dal v isconte d i Turenne. E ra costit uito di 6 •bo.stioni e 6 lunette e difeso da 400 .u. li Ttll'enne in pochi giorni cost ruì una linea di circonvallazione e stabilì una batteria verso \Vescl. Intimal:t h resa ai difcn,ori, questi, vi.~te le soverchiant i forze nemiche, ce • clett~ro il for te ( 4 giugno) mentre preparavasi l'assalto. Burkersdorf. Vi llaggio della Slesia, sulla Wcislritz. Co111batti111ento di l:iurkersdo,-; (21 luglio 1762). Fa p<lrte dell'ultimo periodo <lella campagnct elci Sette Anr:i

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-di Federico II in Slesia. All'aprirsi di quest'uLtima fase -della campagna Fulerico II, rinforzato da un cor po rus.so di circa 20.000 uomi11i, decise di a ttaccare Daun che si era ritirato d ietro Frciburg prendendo posizione sul.le alture ed il terren& su ambe k sponde della Weistritz . L'avanzala dei Prussiani avvenne su dt,e colonne, l'una .agli ordin i del gen. Mollendorf e l'altra ,1gli ordini cld gen. Nel!w ied. Quest'ultima giltn ta al coperto d i fronte alle tr·Ìncce nemiche, aperse all'alba del 21 luglio j J tiro sulle truppe dell'ala destra austriao ,~ sferrò jioi ,contro tali truppe un assalto impetuoso, obb ligandole a ritirarsi . Intanto le batterie di Mollendotf fulminavano coi loro tir i le posizioni austriache e la guarnigione di Schweidinitz tentò una sortita con circa 11.000 u. ca; mandati dal gen. francese Gribeauval, n-:,\ con p iccolo sforzo venne respinta. ·I l re Federico allora procedette direttamente all'assalto d i Schweidnit", ma k, piazza re.sistette, e capitolò solo 1'8 ottobre. I Pru;siani perdd:tero dai 2 ai 3000 u . e 13 peza<i d 'artiglieria.

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tranuniraglio nel 1909. Ebbe vari comandi fra cui quello della flotta dell'Atlantico. Nel 1913, col grado di vice- ammiraglio, passò a comandare la flotta del Mediterraneo. Si distinse come comandante in seconda della flotta durante la guerra, mondia'.e nella batt. dello Jutla nd e nei 19 16 •fu prnmosso ammiraglio.

Burnez

BUl'nez Lu ig·I

francese di cavalleria nato nel 1845. Servì nell'Algeria, partecipò alla guerra del 1870-71, insegnò a lla S<:uola di cavalleria cli Sauinur, tcnn inò la carriera come presidente del comitato tecnico dell'arma cli cavalleria.

Burnside (A 111brogio) . Gene· raie nord-americano ( 1824-1881). Panccipò alla campagna del :'lfossico ( 1847) e a quella del )sT uovo JVIcssico ( 1849). Creò una fabbrica di focili a retrocarica, d i sua invenzione. Pastccipò d istinguendosi e guadagnandovi il grado

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generale

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guerra d i Secessione, nel!~ file dei Federali. Comandè; l'esercito del P otomac e fu battuto a Freclericksburg ( 1862); poi ebbe il comando del clipai-timento militare clell'Oliio .

L'ant.ica l'ol'tezza Cl i Burick

Burlando (Antonio). Patri.atta, il. ,, :-n a Genova ,;(1823-1895). C:ombattè nella campagn a del 1848 coi volontari lombard i ; fu ·c ol 1fonti nei caraibin ieri geno-vesi del 1859; vi fu f eri to e promosso sottotenent,:. 'L'anno seguente partì coi :Mille, e fu ferito a Calata-fimi ; nel 1866, maggiore, combatté a. llfonte Sue]. lo e a Bezzecca, e l'anno seguente a l\Icmana difesè ,fino all'ultimo il castello. Vu poi consit)iere comunalè di Genova, che gli eresse un busto alla Villetta D i ::,;~_-gro. Burnaby (Federico). Ufficiale e scrit,ore (1842-1885). Viaggiò lungamente e pubblicò varie, :relazioni di questi viaggi. Par tecipò nelle file turahe a lla guerra del 1877-78 cont ro la Russia; andato ne) Sudan, cadde combat·tendo ad Abu Klea. Lasciò le « Istruzioni prati<Jhc degli ufficiali d i S. 1\'.L ·negli eserciti stranieri >>. Burney

(sir

Cec;l),

Anunuaglio inglese, 11. nel '18S8. Partecipò alla spediz ione in Egit lo ( 1882) e u·aggiunse i l graùo d i con·

Burney ceci!

inglese

Burocchi (Gù,-wmni). Meda.glia d'oro, n. a Penna $an Giovanni (~facerata) rn. a Fiume (1881 1919). Carabiniere a piedi del la legione di Ancona, imbarcato <li scorta sul piroscafo Beker, diretto a Burn:<ide Ambrogio 3ebenico, avendo alcuni entusia•s ti dell'impresa. F iumana imposto, durante il viaggio, i l canibiamcnto di r otta per Fiume, egli, fedele alla consegna ·ricevuta, volle opporsi con tutte le sue forze, pagando con la vitR il suo a lto senso del dovere. All:t memoria dell'eroico carr,· biniere fu <:onccssa la me · d aglia d'oro con questa .motivazione : « Fulgido esem[>io cli incomparnbi!e fermezza e del p iù elevato sentimento riel dovere, di scorta con un solo compagno ad una na,·c mer cantile che in seguito ad audace colpo di mano era stata costretta a cambiar rotta, replicata· mente fatto segno, quale capo servizio, a intimidazioni e n1inaccet anche arBurocchi G(ovnnnt mata mano, <la paDte dei ri·bc lli, cori contegno ca lmo, deciso cd <'!roico, si di chiarò disposto ad a ffronta re, come affrontò di fatt:, anche la mor te piuttosto che venir mei;v ~Ila r ice\'ut.a consegna» (Fiume, 3 ottobre 1919). 0

Burudscird, Borgo della P ersia, teatro di batta-


glia che appartiene a una guerra civil~ f.rn i Turchi. La sultana Tarkùn, essendo morto il sultano 11di~, in nome <li s uo _figlio c in quenne armò i:11 ~serci to p er combattere un pretendente quattordicenntc, figlio pure· <li Mclik da altra donna. Presso B. quando gli eserciti

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difesa. Contro queste pos1zloni marci1rono le truppe fra.nrrsi condotte da ::\,fasscna, dopo aver su bìto pa-· recchio rita rdo cagiona to dalle difficoltà. del terreno per il traino delle artiglierie, e dagli attacchi c!1c. con e~ito felice, gli aveva inflitto alla coda dcll:i. r·,lnnna il coa

avversar i stavano per venire alle n1ani 1 8.kuni emiri cl i

T arki111 passarono nel campo nemico P. .:s;,icurarono :: f1\le$tO la vittoria . Tarkùn riuscì a fuggir~ a Ispahan e poscia venne a patti con l'avversario, dividendo il go• verno delle provincie con lui.

Burzagli ( Ernesto) . Ammiraglio; n. a 1Iodena ,wl 1873. Entralo in sc1·vizio nel 1&~7. promosso contranuniraglio nel 1923. lifficialc studioso ed an imoso, è decorato della medaglia d i bronzo al valor militare -guadagnata come co · man dante della base na,·ale di ·valona, durante \a rirnlta a lbanese nell'eslah' <lei 1920. Dal 1923 al 1926 comandò la R. Accademia Xavalc, e quindi passò a) comando della divisione nava le di is.truz.ione dcJ:i Burzngli Ernesto a llie,·i della medesima. Burzio (Emilio). Generale, n. a Pavia m. a Sa!lla Giulietta (Pavia) ( 1836-1908). Sotlot. ,fai l. nel 186G. si distinse n ella campagna del 1860-61 meritandosi um\ med. d'argento all'assedio di Messina; , artecipò anch•: alla campagna del 1866. Fu poi direllore territoria.le di art iglieria a Messina. Promosso colonnel:o (1888) ebbe il comand o del 29° regg. art. e col!ccato in P. A., ragisium,e n el 1907 il grado d i tenente generale nella. riserv,1. Busa del T ermin e. Località sull'altipiano de i Sette Comuni, che fu un,) dei nostri ultimi baluardi difens ivi verso la Val Brenta. Attaccata violenteBurzlo Emilio mente dal nemico ali' iniiio della battaglia del Pia,·e ( 15 giugnù 1918) venne difesa con bella tenacia, dalla brigata Lecce, che costrinse il nemico a ritirarsi in disordine, dopo una giornata <li asprissima lotta.

Busacca. Generale delle Due Sicilie, <kl sec. XDi Nel 1848, a capo di una br. òi 2000 u., fu inviato a Sapri, dove sbarcò d irigendosi a Cosc,11-1 per r eprivervi l'insurrezione. Quindi partecipò, agli ordini ,kl gen. Filangeri, alla repressione della rivoJ:izione sici.Jiana comandando la 2• e poi la 1• brigata. Busaco. Altura presso Coim0ra, nel Portogallo. Battaglia di B uiaco (27 settembre 1810). Appartiene alla campagna napoleonica nella penisoh :berica. Gli Inglesi, al comando di Wellington, avrvano preso posizione su lle a ltu re d i B. organ izzandole saldamente

un-11aglia cli llmaro lonncllo inglc,-e 'Trant. 1Iassena, arrivato il 26 di fronle alle posizion i di We llington, d ifferì i'att,,cco fino ai. giorno successivo, per raccogliere e ristorare la truppa e ripartirla in più colonne, ed anche pcrch~ ~pcrava cheil nemico non avrebbe mantenute le posi;:1011i, ma che durante la notte le avrebbe sgombrate. 11 clomlni in\·ece, 27 settembre, il nemico attese l'attacco, essendo stato rinforzalo dalla riserva del gcncr~le Leith e da tulto il corpo del generale Hill che era. andato a formare la destra dolla linea di battaglia. Erano 25.000 Inglesi e 30.000 Portoghesi, con 3000 .·a ,a iii, <li fronte a circa 50.000 Francesi, d i cui 4000 <li cava lleria. Il Massena non appurò che la s inistra nemica, ap· poggiata alla strada di Oporto, era la jUrte più debole dello schieramento, e d iresse invere 10 ,forzo principale dalla parte ove più breve era il camnli-10 da compiersi per raggiungere il nemico; fece impegnare i'l. battaglia a sinistra da l generale Reyn ier, al!a destra e al centro dal maresciallo X ey, e tenne in riserva, pc::dccidcre le sorti della giorna ta , il generale Junot, I generali inglesi Pieton e L ciLh rovcsci'l.rcno con gravissime perdite il Rcynier, impedendogli di penetrarefino a Busaco; i generali Crawfurd, Pac:C, Clement, e lo s tesso Wellington, con tenncro l'urlo di N -,y falcidiandogl i i corpi dei generali Loison, Ferey e Marchand, che s uccessivamente furono lanciali all'atlacco di posi;doni presso che inaccessibili. Vista l'inutilità degli sforzi per sfondare la fronte nemica, i Francesi sospesero l'attacco, dor,o aver subito la perd ita di 3000 uomini, e l'indomani si allontanarono compiendo un la1·go giro intornn all'ala sin i • ,tra degli Inglesi. Ii 30 settembre dis<:.'-'ldendo vcr$oCoimbra sull:1. strada d i Oporto, trovarono, con grande merav iglia, libero l'accesso e sgombern la stessa cit1à (li' Coimbra che occuparono insieme ad ogBi altro puntoprossimo alla riva destra del Montego. G ii Inglesi in i:-erfctlo ord ine e disciplina si erano r itirati sulle !incedi T orres Vedras.

Busca. I Codici Pellali Militari prevedono fra gh alt ri reati contro la proprietà, com mes,; i in tempo 1H, guerra, quello di « busc.:t. >) (art. 278-279 C. P . E., e 30.?' E. 303 .c1far.). La le~ge non definisce tale r~ato e nepi)ure la dottrina ne dà una s icura nozione. :'-fa dal pro-


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I t' La rtctolla cli Bu-Scèlra

get to del C. P. E. 1907 e dag li insegnamenti della ne• stra più autorevole dottrina, possiamo affccmare che esso conziste nel fatto del militare o d i per~ona soggetta a.Ila giurisd izione n1ilitarc che, senza !1-.!..:cssìtà, ordine od autoru~zione, nello scopo di soddisfare un suo urgente bisogno personale, non giiL cli Iocupletarsi, s'im• posscssa, contro il consenso del proprietario, di cose ed/. oggetti di ,·cttovagliamento, vestiario od equit>aggio; andando cioè, presso gli abi tanti alla cerca (busca) di pane, carne, vino per sfamarsi, legna p1,;r riscaldarsi, panni per coprirsi. Così la legge, facendo di tale ipo• tesi d i fur to un reato ~eciale, bo voluto tener conto delle particolari condizioni nelle quali _trov:isi il militare in certi momenti della guena. La busca si distingue dal furto, sia per r:igionc delk cose che sono oggetto dell'illegitt imo imposse;samento, e sia dello scopo dell'agente, che· è quello di soddisfar~ immedia tamente ai suoi bisogni personali, senza esservi costretto da uno stato di necessità. II delitto è aggravato se in occasion,~ di cs~o vengo110 commesse violcn1.e o maltrattamenti. Oltre il colpevole della l,u~ca, la legge punisce anche l'ufficiale che, .potendolo, :10n l'abbh imped ito, e ciò nella considerazione che !:i. busca può solle,·are la resistenza degli abitanti, come può facilmente degenerare in saccheggio.

'H11sca Gabriele. Ingegnere mii. milanese ùd scc. XVIX\'lf, n~! 1619. Diede nei proprii tr.lcciati di Ar• chi tettura militare la strada coperta a dente di ~cga in1itata poi dal Bousmard. Egli propose ri:.g:randim!n• 10 dt:i rivellini, con l'aggiunta del ridotto interno, adottato nelle piazze fon i dei scgucnt i secoli X \I II e XVI II. e,·idcnte dimostrazione che i particolari ddla fortifica· }_ion<' bastionata, adolfati in seguito, r is:1lgo:10 agli ar• chitc~ti m il. nostri del Rinascimento. Fu propugnatore della cinta bastionata col poligono di b.n~ esagonale. Il D'Antoni lo considera come l'inventore rJci sistemi di demolizione, nei quali le opere esterne .;·):I'.> combinai-: .in modo da poter agè,·ohnente essere distrutte con la mina, allorchè il d ifensore sia costretto .. cl a bbandonarle. Fu al servizio di rasa Savoia e Invorò alle for• tificazioni di Susa. e di Dcrnonlc; d iresse J.,oi la. for.deri:i, dei cannoni di Tori,10. Quindi passò nella Spagna. Lasciò varì scritti: « Istruzione dei h imbardieri :r.; « D ella. espugnazione e difesa delle foric1.se >); « L'ar• chitettura militare».

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Bu-Scèifa (Sidi). Marabutto situato sulla costa della Gran Sirte, a circa 1 l:m. a S. di Ras Zarrugh (:\-Iisurata Marina) .. I I 16 giugno 1912, essendo stata decisa l'occupazione di Misurata, durante la guerr:i italo•turca. un primo scaglione della colonna Fara (6,1° fanL.) preceduto da un ·bgl. di marinai, sbarcò sull:i. spiaggia a sud del marabutto e ne occupò le alture r;u'forzandovisi. li 2° scaglione sbarcò fra Ras Zarrugh e .~idi Bu Scèifa, a N. del Jvfarn butto, superando qualche resistenza (V. Zarrr'tgh e Misurata).

Buschetti (con/e Alessandro). Generale, n. ad Al~t· sandria m. a Firenze: (1841•1916). Sottot. dei grana• tieri nel 1860, si distinse nella campagna del 1860· Gl meritandosi due med. <l'argento a Perugia e a Mola di Gaeta. Confermò il suo valore nelle campagne del 1866 e del 1870, ottenendo la croce di cav. dell'Or• dine mil. di Savoia a Custoza. Fu Aiuta nte di Campo di S. M., e comandò cla colonnello il 74• reggimento fanteria ed il regg. cavai• leria Roma. F u successivamente c:tpo di S. 11. del III ed VIII corpo d'armata. Ebbe da maggior genera le ( 1891), il comando delle brigate Abruai e Ilologna, e raggiunto nel 1896 il grado di ten. generale fu nominalo comandante della. divisione mi litare di Palermo. 811.<chetti Nobile Flaminio. Generale, n. e m. ad Ales• sandria (1843-1925). Sottot. del genio nel 1S61, parte• cipò alla campagna del 1866 e alla ca mpagna d'Africa del 1887. >'et grado di ten. colonnello fuco• mandante del convitto nazional~ di S,ilerno e direttore tcn itoriale del genio alla Spezia. Rc-,;se da colonnello ( 1894) il comando del 1° rcgg_ genio e la direz. del genio di Vene~ia; promosso maggior generale (1900) iu comandante del genio in Roma e direttore generale della Leva e Truppa presso il )finistcro della Guer, ra. Collocato in P, A. ( 190S), raggiunse nel 19 10 il grado di tcn. generale nella risen·a. 0


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Busci. Prima delle quattro classi nella d ivisi0ne del popolo giapponese durar. te il medio evo, l B. comprendevano «guerrieri>> e «cavalieri>>, e cioè coloro che si occupa,vano dell'ar te della guerra. r,11.:.ci-do era Ll 11 virtù dei cavalieri », la quale comprendeva quattro comandamen ti: Fedeltà verso i superiori - Disciplina . Audacia - Amicizia verso i proprii compagni. Bu-Scimàl. ( Àin). Località. dell'alripian~ orientale della Cirenaica, p resso Ain Mara. Combattimento di Bu Scùnàl (6 ottobre 1913). P,·csso la fonte di Bu ScimàL s i erano and1.ti rae<:oglicndv circa 3000 ribelli che mo lestavano le comunicazion i nel.. la zona di Cirene-Dcrna. Il gcn. Vinai, comandante della 4" divis. specia le dislocata nella zona di Cirene, decise d i attaccare quel campo facendovi convergere anche k truppe della zona di Derna. PJ·eser~ parto! all'operazione: CC!lonna Latini (VI-VII e IX bgl. eritrei, btr. erit:ea e sqdr. Savari);

Cornbat1imento di Bu-Sr:imàl

Colonna Cavacioechi (1° regg. a lpin i ~oeciale: bgl. )\'Iondovì, Ivrea e I)nestrelle; 1 bgl. 26° fant., 1 gruppo art. mont. (btr. 15" e 19') e 1 sqdr. cavalleggeri · ,Caserta) ; Colonna lvlambretti (bgl. del 7°, 40°, l [·' e due del .·57° fant.; 1 gruppo di 3 b!r. da mon t. ,~ l cp. asc,r; Jj]?ici). I l mattino del 6 ottobre le truppe iniz;arono ìl mov imento: La col. Latini a ttraversò l'Uadi Jvlagga, su• perando vivace resistenza, e mosse verso la Conca di Bu Scimàl col IX all'estrema destra, ma il nemico non attese l'urto e fuggì, i nseguilo a canno'lak .: alle 1 t ;i campo, con oltre 400 tende, ru·mi e provvis+~, 'f.u pres,1 e incendiato. Frattanto la colonna Cavac:occhì avanzava verso S. e alle 9.40 veniva accolta clallc p rime fucilate provenienti da appostamenti sul ai,,:Eo dell'Uadi l\fagga, ma anche qui il nemico non a ttese l'urto e be11 presto si dileguò; la colonna, facendo perno sulla d estra, si distese sul ciglio dell'Uàdi. L a wionna M1m · brctti, giungeva solo alle IO alla camionabile d i Enver bey, che da el- Gubba va a Ettan gi, e avanzava lungo la camionabile stessa, scacciandone gruppi di ribelli con l'avanguardia, men tre parte del grosso, ~pos:andosi più a destra, si por tava su u n o sperone sul cigl!o dell'Uadi

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J\Iagga collegandosi ço!Ia colonna Ca vaciocchi ; l'avan~ guardia avanzava in tanto verso Gasr el-Ausc~zi, che fu occupato dalla ~p libica, rinforzata sulla sinistra dal bgl. dell'll O; i 2 bgl. del 57° rimasero a!q t,anto p iù indietro per ogni eventuale avvolgimento c!c.] nmpo nemico dalla s inistra; tale era la situazione a l!e 11. Ma i r ibelli si erano già dileguati e le truppe sostaro_n o nelle posizioni, inviando a l di là del vallone nuclei di protezione, mentre le batterie eseguivano t;ri rn gruppi d i fuggiaschi. Il nemico, oltre l'accampamento d istru tto. ebbe numerose pe,dite. Le nostre furono lievissime. L'indomani tutte le truppe, meno la colonn.i. L atini, che rimase a Bu Scimàl, rientraro,10 nei loro presid ii.

Bushnell (Davide). Ingegnere nord amcricano nato nel Co1mccticut nel 1742. Nel 1775 d imostrò che una nlina carica d i p-olvere immersa n ell'acqua poteva venire accesa con innesco. Egli fu pertanto l'inventore della « torpedine >) propriamente detta. Egli p ropose al governo provvisorio degli Stati Uniti un battello sottomarino che portasse le sue mine sotto il piano dei vascelli nemici. L' accensione <lelle torpedini di B. era prodotta per mezzo di un congegno d i orologeria. Questo ballcllo fu detto << La testuggine americnna )), o la testu ggine di B. Montata dal sergente Ezza Lee. poi dall'inventore, poLa 1esu1ggine cli uushncll \ tè accostarsi a navi avversarie, ma riuscì a far saltare solo una piccola :,ave (17i7) mandando sotto la chiglia u na macchina esplosiva a percussione. 0

Busi (Giovanni) . Generale degli inso:ti romagnoli nel 1831, n. a Bologna n el li75, m. a Farigi nel 1847. Dopo aver fatto le campagne napoleoniche, prese servizio nei ca rabinie ri pontific i cd era colonne];o nel 183 t in Romagna. Scoppiata la r ivoluzione, v i ade,ì e vi d,be il grado di generale: falliti i moti andò esule a Parigi. Busquis (Azzone). Condottiero ciel secolo XIV, nd regno d i Mar iano IV d i Ar borea. Fu as,i~me a Pietro 13. comandante supremo delle truppe cli q~tello Stato, cd ebbe parte in tulle le imprese di guerr·.t svoltesi in Sardegna verso la metà del secolo XIV. Sottomise al domiJ1io d i Arborea le più importan ti ,-Jianc <lell'Isola e tentò anche d'espugnare Cagliari e Sassari. Diresse nel 1354 l'assalto contro q\.[est'ultima t.it tà con SOOO uomini, ma fu sopraffatto dagli Aragoncsi condotti dal gen. Cabrcra, pei"dend,o 1500 u . Sospettalo di accc:di col capitano Ghera rdo della Gherardesc1 ebbe conf.sca ti i beni dal re (1355). Bussa (Vittorio Cesa.,-e). Generale com•nissario, nato ad Asti nel 1824. Partecipò a lle ca mp,,.gne del 184-8, 1855-56, 1859, 1860- 61, 1866. Col grado d i colonnello commissario ( 18i 6) fu direttore di comm issariato militare e v ice-d irettore dell'ufficio di revisione delle :natricole e contabi li ta dei corpi. Collocato a ri:,oso ( 1886ì,


, raggiunse nei 1394 él graùo d i magg_ gen ~rale nel!a r iserva.

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Busseto (B11xetum) _ Città in prov. d i Parma. Nel ··985' Adal berto T'all;ivicino vi costruì una rocca r istornndo . le mura, , ,nunite d i torri. Qtteste fortificazi,m i costit•; iscono un esempio assa i .primordiale dclh disposizione , dei torrioni 'stacca t i da i recinti. Le prin1-~ for t ificazioni, terminate verso i l 1034, furono m igliorate da Albc•to Palla.vicino tra 11 1220 ed il 1269. La di~po~izione del · torrione che serge all'angolo Nor d-Est è caratteristica . anche pcrchè i mur i di collcgam,zto col 1ecinto sor.o , tracciat i a dente, in modo da ottenere il fiancheggia.mento delle cortine meglio ch e con u,1 ,\Ildo.mento ret··tilineo. Esso ht, inoltre le mura scarpa te, ed anche in . questo particolare, <l'ordine tecnico, ha la priorità su . altre rocche rappre.sentanti prirni . sag~i di muraglie a scarpa..

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Bussi (Anton D.omenfro). Ammiraglio pontificio cld sec. XVII, nom ina,to nel 1690 dal pa,pa. /\ lessanclro VIII govemato,·e della squadra pontificia, composta di 5 galere, 2 vascelli e navi da tra sporto con t ruppe da sbar co. Queste forze navigarono verso la Grecia, e si posero agli ordini del Comero, p-artecipando all'nnpresa di I:vfalvasia e combattendo [mo al d icembre contro i Turchi. Nel 1694 con cinque galere p artecipò all'impresa di Scio. Bussir. Ant. città dell'alto Egitto, teat ro di battaglia ne.I prim:ipio del mese d i agosto del 750, nella quale il califfo :Merwan, Ornniadc, fu S<:onfitto e ucciso dagli Abbassidi . Bussola. Strumento che serve al navigante per po· ter seguire la rotta che deve compiere ,per andare da un punto all'altro della super ficie terrestre, e ;,ella navigazione aerea ha permesso di seguire una ;lessa roWI

Convegno di Busseto (22 giugno 1543). Fra Carlo V • e il papa Paolo III, il quale brigava per far investire

il suo figlio nat urale P ier luigi Farnese <lei dueati <!i Parma e P iacenza. Carlo V non accomentì a l de5ide' r io del papa, il quale crasi apposita.mente recato a Busseto. I

Bussetti (Bonifortc B. di Bersa110). Generale, na· ·1ivo di Tortona ( l ìtlS- 1861). :\l servizio della F rancia , d al 1809 al 1813, combat tè a.Ila Moscova (1812) come .sottot. nel 12° regg. cor azzjeri, rimanendovi ferito. E n. trai.o nel nostro esercito nel 1814, nel 1836 vi r aggiunse il grado di colonnello comandante la cit tà e prov. di Voghera. :Vlagg. generale nel 1845, dura nte le campagne . del 1848-49 fu p rima incaricato della d irezione delle .·truppe a Locli, poi comandante ht 2• ·brigata. di fante.. ria della d i vis. cl i riserva; quindi ebbe il comando cl d ia brigarn Cune·o colla quale combattè a :Morta ra. (1849 ) -restandovi ferito e meritandosi la med. d'argemo. Ebbe • di nuovo (1849) il comando mii. della città e prov. di Voghera, rimanendovi s ino a l 1851, epoca in cui an. dò a r iposo, assumendo poi ,1 comando della Guardia Nazionale d_i Genova . Era pu re insignito della croce , dell'Ordine 1;1il. di Savoia, che gli era stata confer it:i. in sostituzione della L egion d'Onor e che si era mcri·tata nel 1812 combattendo a lla Moscova.

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( > •·

Palro di comando di una n :we con llussola magn e tica (A ) e 1·1petitr ic:e g·in)SCOJ>ica (B)

costan temente, evitan do di com piere ca mmini viziosi a. causa di err ori .c ommessi n elle osservazioni dei punti di riferimento a terra, e quando per •la notte, b nebbia e le nubi, detti punt i cl i riferiment o non sono visibili all'occhio del na Yigatore alato. Al militare sen·e: per l'orientamcntb e p~r la misnra degli angoli orizzontali, nei rilevamenti di c..irattcrc specl iti-10. ·P er l'orientamento è suffici'c.nte una comune bussola, generalmente tascabile. P er la m isura degli angoli orizzontali, o d-i direzione, occorre che la bussola sia munita. di cerchio gra duato, in gradi o mezzi gr adi, girevole intorno ad un asse vert icale e recante due t raguardi (Bussola top,,. grafic'a semplice) o un cannocchiale (B1tssola to pografica a cannoccltfole) per fissare le dir ezioni. Volendo, ad esempio, misurare l'a ngolo che <lue direzion i, od a l•lineamcn ti, formano tra,, loro, determ inano, dapprima, gli a ngoli che ciascun al\inea1nento forma col piano mer id ia.no del luogo ove si fa stazione (a1tgoli azimutati) e poi se ne calcola la drF-'"" fcrenza. Di -bussole topogra fiche a cannoccl1ialc ve ne sono d i var1 t ip i : principa li : Berthelémy, Salmoiraghi, Gambey, Barbant-i, ecc.; quest' ult ima era unita alla tavoletta pr etoriana d ei" topogrn.ii piemonlc$i.

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Bussola :, cannoc<:11 iale Bar han11

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Bussolengo. Comune in p rov. di Vccona. Nel 934,


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o 935, Ugo <li Provenza, re d'Ita'1ia, vi . ~confisse un grosso reparto di un esercito -tedesco, sce~o in Italia agli ordini di Arnolfo, duca di Baviera, e questi battè in ritirata attraverso le Alpi. Ii 19 novembre 1796 vi avvenne un breve combattimento fra Aust,·iaci e Francesi; questi ultimi, condotti dal Sohére:, si impadronirono del paese. Nel 1848 vi ebbe luogo una scaramuccia fra una cp. ita:liana, capitano Ottonelli, e un re.parto austriaco che lasciò J1 prigionieri nelle man i ciei nostri.

Bussolino (Enrico Ginseppe). Generale del sec.'.llo XIX, m. nel 1838. Già ufficia le di fanteria nei reggimenti Torino e Piemonte, si segnalò verso Ja fine del 1700 nella guerra delle Alpi. Colla restaurazione c,.1mandò la Legione Reale Piemontese; nella campagna contro la Francia del 1815 si disùnsc a Grenoblc meritandosi la promozione a colonnello.' Con !aie grado ebbe il comando della. città di Savona, ddla città e -p rov. di Vercelli ( l818), di Alcssan<lria. Dc\r.mte i moti del 1821 fu da Carlo Alberto nominato reggente clel!a Segreteria <li guerra il 15 marzo c tenne tale carica p~r solo due giorni; la promozione a mag(l. generale, che venne effettuata il 14 marzo, fu in seguito annullata. R itorna.io il Bussolino al grado di coionnello cd a l comando ddla città e prov . .di Alessandri::t, venne r.eI 1823 collocato a disposizione del ì\1i:nistero della Guerra e, nel 1831, :promosso magg. generak. Bussone (Fraucesco) . V. Carmagnola. Bussone Giovanni. Generale, nato a fe,1estrcllc, mo;to a Corio (1847-1919). Sottol. di fanteria nel 1867, prestò servizio pre$so l'Istituto Topogra.iìco militare; fu poi addetto alla Scuola di Guerra e 1fromosso colon•• ne'llo (1897) comandò il 90" regg. fanteri[l ed il 1" reggimento a lpini e fu direttore generale d i fanteria e cavalleria presso . il Ministero della Guerra. Ebbe da mag· gior generale ( 1903) il comando dc!Ìa brig:i.ta Cagliai i, e, collocato in P. /\. ( 1905), raggiunse nel 1912 il grado rii ten. generale nella riserva. /

Bussane Ch.iattone Gioi,a,mi. Generale modico, 11. a Carmagnola (Torino) nel 1851. Laureato&i in medicir1a e chirurgia a Tor:inc., nel 1874, ebbe nello stesso anno la no1nina a sot-!olenente me<lico. ~el g r:ldo <li :c:1cn! e cc-:onneEo ( 1901) fu <li.rettore dell'ospedale militare di Livorno. Colonnello medico nel 190i, ebbe la. carica di direttore d i Sanità dcll'V'rIJ corpo d ' armala. Collocato in P. A. nel 1913, fu richia1na.to i n servizio dal 1915 a.I 1918 presso l'Ispettorato d i Sanità. M ilitare, e raggiunse nel l 926 il grado di te.ii. genera le medico n ella riserva.

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to nel 1i80, presideL e della repubblica dal 1836 all 1841. Si battè in tutte Jc lotte civili, abbracciando la. carusa dell'indipendenza agli ordini di !turbide; scomparso questi dalla scena, divenne vice-pres idente apP.artcnen<lo a l partito conservatore. Comandò l'rsercito con-· trd Barradas, soffocò varie r ibellioni e nel 1848 s i ri- • tirò a vita privata.

Bustillo (Giuseppe Maria, conte dil. !,mmiraglio, spagnuolo del sec. XIX, m. nel 1868. Nel 1849 ebbe il , comando di una squadra con la qu-1-le fu a Gaeta, e_, _ ricondusse all'obbedienza. del Papa alcuni paesi della .. spiaggia romana. Fu ministro della nnrin:1 nel 1858,_ partecipò alla specfoione d i 'Ceu:a (1860). - Suo pa-drc (Fernando di Bust-illo), m. n cl 1828, fu tenente ge- nerale nella marina spagnuola, e prese pa-r tc alla spe-d izione d'Algeri e al blocco di G i-bilterra. Busto Arsizio. Comune in prov. di V,i,·ese. Fu c·o lonia romana, e nel medio evo piana Ione importante,. con castello, smantellato durante le guct·r,~ del Barba-1ossa contro ::'.filano, alle qua li gli _a bitant i di B. p1c- ~ teciparono a fianco d ei Milanesi. Le mun e ii castello furono ripristinali da Ottone Visconti. 'Jn presidio· francese venne sorpreso a B . nel 1511 da i:uppe imperiali comandat dal cardinale di S ion e sterminato.

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Busto del Liberatore (Ordine de,!J. Ordine cavalleresco, creato nel Congresso del .Perù nel 1825 e adottato dal Venezuela nel 1854. Il « Liberatore ll ~ S imone Bolivar. L'ordine è destinato a premiare le benemerenze verso la patria. E' a ccessibile agi, stranieri e d iviso in sei classi. L'effige di Bolivar è cir condata da unct raggiera d'oro.

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Busu (Stefano). Generale comniissario, n. a Cagliari, rn. a Firenze (1811 -1894). Sottocom1nissario di guerra nel 184], partecipò da commissar io alle campagne del 1855 -56 e del 1859, e nel 1860 fu nomi- Busto ciel Liberatore nato Intendente rnil. del 3° corpo d'armata. Colloca.lo a riposo (1869) raggiunse nel 1893 il, grado di magg. generale n ella riserva. B usa Git,scj)pe. Generalei n. a R oma 1 n1. a Firenze (1850-1909). Sotto(. di fanteria i1el 1868, fu addetto· all'Istitu to Topografico ~iilitarc; raggium.c nel 1900 iL grado di colonnello comandan te del 10° regg. fan te rh e promossò magg. generale ( 1917) ebbe il comando del h . brigala Palermo.

Butera. Comune d ella Sicilia, in prov. d i Calta-- • Hissetta. I Saraceni la presero ne11'853, dopo cinque mesi d 'as5eclio e la tem1ero fino a l 1089.

Bussy (Carlo Patissier B. Castelnan). G enerale fmucese, (1718-1785). Andò nelle Indie nel l i 46 e partecipò alla lotta contro gli Inglesi sotto Dupleix; contribuì a liberare -P ond ichéry, n el 1748, dall'J.sse<lio degli Inglesi; ebbe poscia il comando in capo nelle J.nd ie.

•.Jssedio d,: Eutera (1156). Appartiene :i.Ila lotta fra il normanno Guglielmo i] l\Ia lvagio e i suoi baroni, sostenuti dal pa.pa Adi-iano· IV e dall'imperatme bizantino :'.lfanncle I . La c ittà, occupata dal'ic forze dei baroni ,i.I comando di Bartolomeo di Ga,,iglì;,1to e Gof-s frcçlo d i :Montescuglioso, fu assediata da <,uglielrno, fini per venire a. patti, e li ottenne onorevoli, tanto che iJ re perdonò ai baron i e si assicurò il possesso della Sicilia .

Bustamante (A ,wstasio). Generale me~sicano, ,,~.-

BuUer <7;e1iiamino). Generale nord-americano (1818-


:139.,J). Partecipò alla. guerra di Secessione nelle file dei .F ederali; pre$e i l for te Hatteras nel 1861, seguì Fer..ragut nella spedizione contro N uova Orleam. Lasciò ·,una « Autobiografia )). Un Btttler Gugl-ic/1110, gcne:rnle nord-americano ( J 7S4 ' - 182 1) si distinse nelb . g uerra dell' indipendenza Un altro B -utler, Matteo, genera.le nord-america : n o (n. nel 1836) par tc-cipò · nelle file dei Confederati : alla guerra di Secessione. , e nelle file dei volontari . a lla spedizione di Cuba , (1898).

Butrinto (an t. Bu-th· •-rutiim). Borgo d ell'Albani,,, --<li fronte a CoPfù. Fu preso dai F r ancesi a i Vcne_.zian i nel 1797 e da Alì Pascià nel 1798.

Butler Matteo

Butta (Giovan ,ti Battista) . G enerale, 11. a Caresai11 ( Vercelli) nel 1866. Sottot. d'ar t. nel 1888, partecipò alla campagna d'Africa de l 1895-96, e poscia a lla guerra 1915-1918, d urante la qua le ebbe il comamlo <lei 1° r egg. art., del 5° raggruppamento d a montagn,,, /! dell'artigl. della 27" dif' visione. Nel 1919 r-iprese il comando del 1° ar t. da. montagn a . Collocato in P. A. a sua. domand a (1920). raggiunse nel 1926 i l grado d i gene.raie d i briga ta. Fu per qu a lche tempo a<ldeltu - a lla redazione della « R ivista d'Artiglieria e Genio».

Buttafuoco. Cosi ch ia mava.si quell"asta p~ù o m,:no . lunga, che serviva a comun icare i l fuoco a lla carica de!

A.rt1gllcrc del sec. XIV col bullafLIOCO

.;cannone, per mezzo della cor d a-miccia che si avvolgeva calla su a estremità. Veni va anche chiamato e( lancetta :J. B,ataf11oco wnte Matteo. Generale corso ( i 731-1806). I'artcggiò per la Francia contro :il Paoli; iu deputato ,.: agli Stati generali cd esulò con i 1·ealisti. X el 1 i94 fu ,m Corsica al ser vizio degli Ingles i.

517Buttasella. Operazione specia le cli caserma e di campagna , pe r le truppe a cavallo, che consiste nell'insella mento dei quadrupedi. Dopo aver fat to suonare dai tr ombettieri il segnale regolamenta r~, ogni indiYiduo di truppa si reca nella scuder ia ad insellare il proprio cavallo, od a bardare le parigli,, drstinate al

Tromba in fa

è:i§ffi !,nm,J l4WIB;~ 1JdlnPJ!li=I tra ino dei pezzi, con la n1aggior prontczz~ possibile . In campagna, e QHando in genere ..sono pro ibite le suoner ie di tromba per non ~la re indiz i al nemico, il B. si cscgu iscc a I sdlo ordine diramato ,fai .;omandanti, e l'operazione viene compiuta nel massimo silenzio. I ca~alli vengono poi condott i ind ividualmente al sito scelto per l'aciunata, in attesa ddl'or<linc di 1<1ontare a cavallo. An ticamente, dopo il B . veniva da to il segnale di «affardellamen to ,, per mettere sulla sella e bar datun. quanto costituiva il caricamento di guen\"t. l\tf.a onn~ti. da molti anni, si è preso il s istema più pratico di es~guire il caricamento della sella, con armi, buffetterie,

..:orredo, viver i a secco: cd avc:na., prima ji portare la sella su l c:tvallo. 1

Buttington. Villaggio dell'Inghilterr,, nella conte:i <li Montgomery , Vi si combattè ne11'894 una battag!fa fra Danesi e Sassoni. I primi, r isalito il Tamigi, si t r incerarono a B . dove vennero assediati dai Sassoni condotti da l re Alfredo. R idotti agli estremi, i Da!lCSÌ fecero u na d isperata s9r tita e riusciron:i ad attraversa·:~ le linee nemiche, subendo pe.-ò gravi perdite, ed a rifugiarsi a Shobury. Butti ni (Casi111iro). Medaglia d'oro, n . a Saluu.o nel 1887. Giovane ingegnere, a llo scoppio de1la guerr,t s i arruolò semplice solda to a.utomQlbilista nel 25° reggimento d;i, campagna, ma poco dopo venne nominato sottot. del genio ed addetlo a l bat taglione acrost1er1 Chiesto quindi ed otÌenuto d i frèquentare un corso di pilotaggio d'açroplano, volle, non a-p pena conseguite il brevetto, essere destinato ad 1m,t squadriglia a l fron te. E fu aviatore di guerra, valorosissimo, così da es-sere decorato d i mecl. <l'argento e da acquista re ben p res to fama di arditissimo. Il 9 set tembre 1917, dur ante un volo ;;u T ernovJ con altri t re audaci a bordo, gua<lagn a.va la medaglia d'or o con questa motivazione: << P ilota d'aeroplano, fatto segn o dura nte un'azioHC dì bombardamen to ad in tenso e ben aggi,., _,tato tiro di artiglieria nemica, calmo e p rezzante di cgni pericoio s'indugiava sulle posizion i da· battere, per eseguire con precisione il tiro delle s ue bombe. Jnv~3tito da ra fiiohe sempre più p recise, vis to colpito a morte il secor,-


do pilota, cui una granata aveva asportata la testa, e ferito egli stesso al bracc io, col viso cop~rto d al sangue e da brandelli d i carne del compagn., ucciso, n onostante che l'aJ}parecchio, gravemente colpito in p iù parti, non obbedisse p iù ai comandi, conservava ed infondeva. col suo contegno energico e risoluto eroica ca!ma in tutto l'equ ipaggio, e dopo sforzi inauditi, r ic1sciva a r imetter e in sesto l'apparecchio chè p recipi tava; passando quind i a bassa quota sulle lin•;e n<'miche, t ra. l'infuriare della fucileria delle a r tigl ierie e ,:J.,11e m itragliatrici, r iconduceva su l suolo della Pat ri:! i com;,3.gni illesi ed i-1 suo pietoso carico di morte ll ( Cielo di T ernMa, 9 settembre 1917). 1

Butturini (Gio.;a nni) . Generale, n. a l>esenzano nel 1850. Sottot. dei bersa~lieri ?:cl 1869, raggi·Jnse il grado d i colonnello nel 1902; collocato in po3izionc ausiliar i2 a sua doma:ada 1(1 907), raggiuns-a nel 1924 il grado di generale d i d i vis. nella riserva . Buturlin (Demetrio l'etrovic). Genera le n;,sso (17901849). D al 1809 a l 181 2 p rese parte alle guerre contro la Francia poi a quella turco-russa del 18?.S-29. Scrisse: cc Relaz ione della campagna del li99 i 'l Italia)); ,e La campagna del 1813 in Germania ll; « Swria. ddla campagna di Napoieonc in Russia»; ~cc. •- Un a l!.ro generale russo, Buturlin Alessa,uho ( 1704-1767) curna ndò nel I 760 le H uprc russe con tr o Federico IL Buxhoewden (con te Federico Gu,;lfr/,110) . Generale russo ( l 750-1811) . Partecipò a1le g,.1erre del suo tempo e c:itnandò la sr. russa ad Austerlitz. Nel JS08 compì la conquista della Finlandia e dd!•: 1gole Aland . Buzancy. Comune della F r ancia, n el clip. delle Ardennes. Nei g iorni 27 e 28 agosto 1870 vi si svolse una serie di piccoli scontri fra le truppe t~desc.he del pr incipe di Sa.,sonia e le francesi del gen. Dc Failly, con la. peggio di queste ult ime.

Buzenval. Villaggio della F r ancia, id circond 4rio d i Versailles. Battaglia di Buzenval ( 19 gennaio 18ìl). Appartiene alla guen-a franco- prussiana , e si svol3e d.1rante l'as-

-f'ranc c:::I Terles t

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1 km.

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5'18-

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sedio d i :Parigi. •I Tedeschi er ano sistemati a d ifesa su--, tre linee, tra Versailles e Parigi. I Fr ancesi decisero di, attacca.r ii ·e destinarono all'u opo il'arrnata èd gen. Tro chu, forte d i 85.000 uomin i, che si forn!ò su tre colonn e : quella cli destra, com:rndata dal ge11. L:uçrnt (28.0C,O,, u. c irca) doveva atta ccare Buzenval, quella del centro (34.000 uomini) agli ordin i del gen. Bdlemare, aveva a11ch'essa per obiettivo Buzcnval, ma doveva condurre, J'attacco secondo una direttrice spostata p iù a sinistra; la colonna cli sinistra (23.000 uomin i) coma,idata dat generale Vinoy, doveva atta ccare la ridot:1 <li l.1ontretout, Pozzo di Bo1·go, Zim mennann ,; Ville Béa.ra. L'attacco, che s i sviluppò comples.,ivamente su un., fronte di 6 chilomet r i, si sferrò i l giorno El gennaio. l i nemico resistè energicamente. Il gene:-alc Vinoy cd. il generale de Be!lemare otténncro qualche tisultato, n,a. a prezzo d i gravi perd ite. La colonna di destra ( generale Ducrot) subì un tale ritardo durante la marci'l,. che ,non potè agire al momento fissato e 11r.n conco~se all'attacco delle a ltre due. I Tedesch i si r ipreser o ben presto <la lh sc,rpresa -;ubita, ed iniziarono un violento bornbard:t:!1ento she· procurò molte perdi.te e molte defezioni fra ;,. file fr211•• cesi, specialmente ddla colonna di destra. Il n emico,. con vinto di a vere in tal modo for temente scosse letruppe della d estra nemica, dispose per ,;n attacco g~ncralc . su tut ta la linea. Di fronte all',igg,·cssiv ilà delle colonne prussiane, fo ·ordinata la ritirn'.a dei frJ.ncesi, i quali non furono inseguiti.

Buzio (Ettore). Generale, n . a S. Salv:o•o:e Monferrato nel 1S65 . Sotto!. di ; fanteria nel 1884, par tecipò a lla. campagna italo-· turca ( 1911- 1913) mer itandosi una mccl. di bronzo nel combattimento d i Zavia E l Gaffa del 29 luglio· 1913. Prese quindi paatea lla guerra 19 15-1918, ottenendo u na nuova mcd. df bronzo come comandantedi reggimento nelle operazioni di Bosco Cappuccio.· s ul Carso (26 agosto 1915).. Pron108SO brigadiere gene-· rale nel 1918, nel 1920 fu collocato in r. A. S. a sua domanda.

Byczyna. Borgo fortificato presso Cracovia. Il 25gennaio 1588 l'arciduca Massirnilia.no <l' Ac1stria vi fo battuto da Zamoysk i, genera le cl(J} re Sigismonoo, e fat-to p r igioniero. Bylandt-Rheidt (conte Art11ro). Gentraie austri1ro.. n. nel 1821. Prese par te alla campagna in Ungheria (1848-49), a lle cam pagne cont ro ,] 'Italia d el 1859 e del: 1866. fece poscia .park di •Commissioni, e della direzion e per il materiale d'artiglieria; s'interessò della fabbricazione delle artiglierie presso la d itla Krupp, e coop erò p er il ;:ierfezionameh to delle artiglierie austr iache,. 11onchè per ,!'armamento delle fort ifi,cazioni de ll'impero. Fu ministr o della guerra ( 1876). Scrisse « Relazioni, della Commissione m i litare l) ; cc Memorie sulla balisti: ca ll; « :Manuale tascabile <l'ar tiglieria ll. Byng (G,:o,gio, visconte Torrington). Ammiraglio in~

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BYN

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-glcsc ( 1663-1 i 33) . Par tigiano dichiarato del principe d'Orange, s i occupò aitivamente dei negoziati relativi al suo riconoscimento come re d'Ingh ilterra ( 1688). Contrammiraglio nel 1703, partec ipò a lla. guerra della Successione di Spagna, prese G ib ilterra (1704), e difese Bar celona nel 1706. Promosso ammiraglio nel 1 ì 10, distrusse la flotta sp.:gnuola a :Messina e si oppose alle imprese dell'Albcroni in Sicilia (17 18-1720).

Byng Giovanll'i. Ammiraglio inglese, figl io del precedente (1704-1757). Net 1756 fu incaricato di soccorJ"ere Mahon assediata dai Francesi. Egli attaccò la flotta di La Ga.Jissonnière, ma fu completamentt• battuto, e Ma.han capitolò. Que sto scacco produsse in Inghilterr a un. tale eccitamento, che i l governo fu indotto a tradurre P.. davanti ad un consigJ.io d i guer,// · 1/ ra, che lo condan nò a morte, ben -

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cl1è egii avesse .fatto nel miglior. 1/!//i

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,,, -' _lt ,/ modo tutto Il suo dovere. Lo sfor- 0;,i,'Jf !Jlt\~ ;

tunato a:mmiraglio venne fucilato a bordo del vascello .Mom1.rca.

Byng (Giuliano Hedworth Gcorge, ba.rane di Vim}' e di Thorp le Soken). Generale inglese, n. nel 1862. Partecipò alla spediiione del Sudan ( 1884) d istinguendovisi, e alla campagna contro i Boeri ( 1899- 1902). Durante la guerra europea partecipò alla spedizione dei

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Bzu

Dardanelli (191S) e dor,o esser stato comandante del IX e del XVII . C. d' A. ebbe il comando di un'armata dal 1917 a l 1919.

Byron (Giovanni). Ammiraglio inglese ( 1723-17861, Si distinse nelle guerre contro la Francia, e poi ricevette il comando di una spedizione di scoperte nei mari del sud, nel corso della quale, fra il 1764 e il 1766, esplorò le coste della Patagonia e della Terra del Fuoco, le isole Falkland, lo stretto di Magellano, scopren• do parecchie terre nuove e <:ompiendo poi il giro dd mondo. Fu in seguito nominato governatore di Terra)iuova ( 1769) e, nel corso della guerra d'America, vie~ ammiraglio ( 1779). Lasciò un racconto del suo viaggio intorno al mondo . Bzura. Fiume della Russia, affl. di sinistu, della Vi• stola. .'\,Ila linea Bzura-Rawka s'arrestarono i successi dei Tedeschi nella loro offensiva dell'inverno 1914-1S. hi nel dicembre i Russi sostennero tenace resistenz<l! passando dalla :;,>uer ra di movimen to a quella di po~ sizione. L inee successive vennero organizzate tra quel• le di Bzura-Rawka e Varsa via. La linea dovette venire sgotnibrata in seguito allo sfondamento di Gorlice avvenuto ai primi d i maggio del 1915 ; la ritirata dei corpi d'armata russi <!alla linea della Bzura-Rawka rn aitra l inea piìt breve, già or ganizzata, che coprivai Varsavia a ci1·ca 30 chilometri dalla città, era però il srgno precursore della prossima resa anche di ques:a,


i.i

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C (Gmppo). Gruppo di impiegati .ddlo Stato proYvisti di d ip loma d i scuola media inferiore, comprendente gli ultimi sci gradi (8° a 13°) della scala gerarchica, in ,base a lla riforma .gerarchica de l 1923. N cll'a,mministrazione m ilitare gl'impbgati a,p,partenen li al Gruppo C sono tutti della carriera civile, e precisamente: gli assistenti del Genio, gli agenti di campagna dei depositi allevamenti cavalli, gli ufficiali d'ordine dei magazzini militari, i massaggiatori a egli ospedali m ilitari, gli archiv isti ed applicati dcli:, carriera d'ord ine. C (Cru.ppo). ,Uno dei tre gruppi in cui viene suddi·viso il rr.atcriale mobile dell'amministrazione m ilitare. Esso comprende tutto quanto si r iferisce all'arma mento ed ~I carreggio. E' e,lc,1ca10 nel « Modello p~r gli inventari del materiale d i anig;lier-ia e genio \J e s ud, diviso in ventisei categorie:

I. A.rt·i ghcrie e mi:ragl-iatrici: precisa e d istingue le .diverse specie (carn:oni - obici - mortai) il loro calibro ( il numero segnato a fianco della denominazione) la -qualità del me tallo (A. acciaio - ll. bromo - G. Ghisa). II. A,fj'usti e ca.rregg-io: gli affusti sono dcnomu1ati a seconda d ella loro specialità., e cioè: da campagna, dr, ·assedio, da <lifesa, d a momag11a ; i -<:arri, le carrette e ·tutti i veicoli aqualtco e <lue ruote sono d istinti a se-c onda -del servizio cui sono destinat i e se servono per le mun izion i dalla qual ità d elle munizioni stesse .

III. Arn1amenti ed accessori di batteria e di carre.<;_gio: tutto quello, cioè, che si impiega pel servizio di ,batteria, <la campagna, da assed io, da costa n onchè tul·t i gli oggetti che si traspor tano pel ser vizio <lei carreggio. IV. Attrezzi e ntacchine di maneggio: i materia li che ,ser-vono ,per le man opere di forza e per muovere materiali p~santi nelle ba tterie. V. M~ateriale da ponte e di navigazione : pei ponti stabili, m obili e di circo.stanza; piroscafi, cavafondo, ·barche a vapore, ba.rche diverse, canotti, gondole, peotc -e palischermi.

VI. Anni portatil-i, parti d'armi, assortime'nt-i ed ac.cessori di armi: le armi portatili si distinguono dalla.

ind icazione dell'arma o del corpo cui sono destinatt, dall'anno di adozione se servono a p iù corpi, oppure d a tutte e due queste indicazioni, quando dc--lle stcsc;e armi vi sia più d i un modello. VII. k[unizioni e fuochi da g'llerra: in questa categoria sono classifica ti ancl1e i mate riali destinati a contenere le munizioni ed i foochi, quali: i sacchetti, k· c:,sse, le custodie per imballaggio e tra.sporto e i sacchi da .polvere, le nrnnizion i da esercitazione per istruzioni eè esperienze e gli accessori ed a ttrezzi per il ser,·izio delle munizioni. L e pallottole si distinguono d alle pallctte p er essere le prime impiegate per le cartucce e le secon de per la confezione d egli shrapneJs e delle scatole a m itraglia. \'TU. Bardatw·e, Jininwntt'. ed accessori di òardat11.re: comprende tutti i differenti tipi d i bardature e<l acce~sori cli governo : dotazion i di mobil itazione, pel traino àel carreggio, ,per cavalleria, per trasponi a soma, per batterie, ,p er equitazione, ecc.

IX. L egnami: tanto se da la\'oro come lavorati per csi d iversi e p er costruzioni del genio ed i residui d i lavoro. X. Metalli : d istingue, come pcl legname, i metalli d a lavoro, lavorat i e residui di lavar-azione, e li considen in verg he~ e in fili, comp rendendo Llan1iere 1 catene, cate:nellc, caviglie) chiodii ecc.

XI. Materie diverse: quelle non cla.ssificabili in altre :ategorie che generalmente si p rovvedono dal commercio, come : acid i, cordami, 1JJcd icinali, sa li, sostanze coloranti, vernici untun1i, ccc. 1

XII. Macchine e congegni di pro·va e loro parti, strun1enti verificatori e loro riscontri : per artiglierie, pc:· a rmi portatili, per mun izioni, per collau<lazioni ed espe r imenti iu genere, per pesi e misure di sistema metrico. XIII. Strumenti, utensili, congegni ed attrezzi per la;:orazioni speciali: per fon<lerie, per fabbriche d'armi, per la bora tori pirotecnici e polverifici. XIV. Str11-1ne11ti, u tensili, congegni ed attrezzi per mi chversi : da za,ppatore, da veterinario e maniscalco, per lavorare legnami · e metalli d iversi, per arti e mestieri van . XV. Afocc!tine motrici e locomotive ·stradali e /ora parti: autoveicci!i da trasporto per servizi cli balleria ed acce,sori, autoveicoli con motori a scoppio a benzina e loro vari tipi di carrozzeria, part i di r icambio, anelli d i gomma pkna e pneuma tic i, 1notocicli, carrozzini, ecc.


XVI. Z.facchinc da lar,oro e macc/i-ine 2•arie e lolO parti: fisse e mobili, per fonderie, per piro tecnici, p olver ifici, per la lavorazione di legnami e metalli e per usi diversi nelle fabbriche e stabilimenti militar i. XVII. 1'1asserisie ed arnesi: masserizie cd arnesi per le cucine, facenti parte fissa degli immobil i militar i, utensili diversi per scuderia, materiale vario per le colombaie militari. XVIII. 11fatariale da mina e da zappa: vari tipi e fom1e d i mine e loro custodie ed accessori inneschi, cartocci, cassulc, n1icce, ecc. XIX. 1vlaterùJle da lavoro e lavorati Per costruz·io,;i murarie: comprende i vari t ipi di r iscaldwmento in uso negli edifici militar i, e tutto quanto si r iferisce a im-

522 - · rino sottot. d'artiglieria nel 1861 e fece le campagne del 1866 e 1870. Raggiunse itl grado di colonnello e comandò il 17° a r t. da campagna. Divenne magg. geneM. lc dopo il co llocamento nella riserva (1900) e ten. generale nel 1910.

Cabala (Batta.glia di). Appartiene alla guerra d i Dionisio c011 tro Cartagine e fu combattuta presso Yiessina nel 383 a. C. Dionisio sconfisse il gen. cartaginese :1',fagone, e gli inflisse una perdita di 10.000 u ., oltre a 5000 prigionieri. Caballero (Giovami-i). éenc-

Cabal Anrlrea

p ianti fissi d i bagni: vasche, docce e doccioni.

1·ale spagnuolo, •n . a. N a,poli rn. :.t

XX. Materiali da ferrovia: tutto i l materiale neces-· sario per ferrovie .fisse e -portat ili e materia le per poni.i metallici ferroviari, at~zzament i per il traspor to in fe:·rovia delle artiglierie'1'r grande potenza, materiali ed utensi-Ji da ferrovieri per istruzioni ed esercitazioni specia li nel serviz io di linea e di stazione.

Valencia ( 1712-1791). Combattè negli anni 1739-1740, sotto don Carlo, indi accompagnò lo stesso principe ia Spagna q uando questi fo chia!mato a regnare ,;:o!. nome di Car lo III. Nel 1774 difese la città d i lVIelilla contro i ]\,fori. ::,.;-e1 1779, all'assedio d i Gibilterra, comandò gli ingegneri. l'or tificò varie fortezze delle due Sicilie. Fu p oscia 111cmbro del consiglio generale del • genio n ella Spagna, d irettore delle fortificazioni e delìc Accademie militari. Un fratello di lui (Girolamo)• fu pure generale spagnuolo; combaltè a Velletri (1774) e f u (1787) ministro della Guena n ella Spagna. Mori nel 1804.

XXI. 1J1ateriali ed apparecchi tclegra.fici: tut to quanto può occor rere nei vari s istemi di telegrafia e tele fonia dettrica (pile, filo, apparecchi r icevitori e trasmettitori, accessor i, complemenLi, ecc.) ed ottica (fuochi bcngalici, lampade, lan terne, ccc. per segnalazioni). XXII. Attrezzi da . gin,zastica., da nuoto e da pa.lo,,,baro : il materia le fisso e mob ile pei manegg i ad ib iti a scuola di equitazione (barr iei·e, bastoni, cavalletti pel volteggio) nonchè .tutto il mater ia le di attrezzatura delle sale di ginnastièa>(cavalline, funi, corde, anelli, manu bri, pertiche, sbarre, ecc.). Il fabbisogno da nuoto e per palombari (berrc:tti, elmi, calze, cin tole, maglie, scarpr; p iombate, salvagente, ecc-.). XXIII . Strumenti ed apparecchi scientifici e da disegno: strumenti cd apparecchi geodetici e cannocchiali -per usi vari, strumenti ed apparecchi chimici, fisici e fotografici, s trumenti da disegno, grafometri, telego• niometri e telemetri, materiali fotoelettr ici. XXIV. Oggetti ed accessori di museo e trofei di. -:.•ersi. XXV. JJ/foteric ed oggetti estranei al serl)izio di artiglieria e genio. XXVI . Materiali aerostatici: t ut to il materia le ed apparecchi necessari per la navigazione ae1·ostatica.

Caaguazù (Battaglia d·i). Combattuta ne!J:i pianura omonima (rep. dell'A rgentina, p rov. d i Cor rientes) .fr,1_ le truppe del dit tatore R osas, al comando del gen. Ech"-• giie e quelle liberali del gen. l'az (28 novembre 1841). I liberali, passato il rio di C. di fronte alle tr uppe av,v ersarie, le assalirono con impeto e le sconfissero. Caba (o Calata). F urono designate con questo nome le fortificazioni erette dai Siciliani, durante !'invasione musulmana dal sec. XIV; in esse r ifugiat i, diedero filo da tor cere ai dominator i con fiera incessante guerriglia. Cabal (N.). Generale do! Perù, (secolo XIX). Fu uno dei primi a combattere per l'indipendenza con tro il dominio spagnuo lo, con tribuendo alla scon fitta delle forze spagnuole presso Cartagena. Cabal D ettoni Andrea. Felice. Gen erale, n . e m . a Nizza Marittima (1840-19 17). Uscì dall'Accademia di To-

Caballero y Per·11,a.ndez de Rodas (Antonio). Generale :,pagnuolo (1816-1876). Prese parte alle guerre contro i. Cadist.i, alle guerre in Africa, di nuovo alla guerra civ ile scopp iata nel 1868. Qu ind i fu d irettore generale dell'arma d'artiglieria e represse moti repubblica11i in. Andalusia. Caballero B. G onerale paraguayano, 11. nel 1831. Pre- se parte a lla guerra contro i l Brasile, fedele al dittatore Lopei, e nel 1S67 fu da quest! fatto colonnello e l'anno , seguente gen. d i divis., battendosi contro le for ze super iori ,b rasil iane e a lternando successi e insuccessi, fino a Ila sua sconfitta a Campo Grande. Cattu rato da i Brasiliani, ne fu r imesso in libc1·(à n el 1871 e d ivenne rni-nistro della ,g uerra nel Paraguay e pr esidente della repUJbblica d al 1882 al 1886.

Oaballo (Emanuefo) . Pat riolta genovese. R ese illu-stre il suo nome e si meritò il titolo di « liberatore della patria lJ, perchè nel 1513, mentre i Francesi assedia· vano Genova cbe stava per arrendersi per mancanza di viveri, r iuscì a condurre in porto un vascehlo carico <li< vet tovaglie, passando at traverso un vivissimo fuoco nemico. L'atto del Caballo indusse i France,i a togliere l'assedio. Oabanellas ( V irgilio) . Ufficiale e scrittore mii. spagnuolo dell'epoca nost ra . Fra le sue opere: « P ratica della guerra >> ( 1877); « Dottrine militari>> ; ecc. CabanEl_S (Francesco) . Ufficiale e 1.;crittore mii. spagnuolo (1 781- 1834). Raggiunse il grado di maresciallo di campo facendo Ja campagna delle Baleari e poi quella dell'iJ1dipendcnza . F r a le sue opere: « Campagna del: 1810-1811 in P ortogallo>>; cc Storia delle operazioni del· l'eserc ito d i Cata logna>>; ecc. Cabezon. Borgo della Spagna in prov. d i Valladolid~ sulla P isuer ga. I l 12 giugno 1808, il gen. Lasalle, con 4. bgl. e 700 cavalli, marciava su Valladolid, quando, p res•-


523 so il borgo di C., Yenne a urtarsi con 5000 guerrillcro3 e

:;oo cavalieri comandati dal gen. De la C uesta, che si appoggiavano con le spalle a,l fiume. Bat tuti, subirono gra ndi perdite pcrcbè passarono in disordine il ponte sotto il fuoco elci Francesi.

Cab iati ( Teodoro). Generale piemontese, n . no1 1778. Volontar io al ser vizio del Regno d'Italia , d ivenne in esso capi tano nel 1808 e si dist inse a Valencia nel 1812. Nel 1832 era coionnelJo. Pro1nosso rnagg. generale nel 1839, comandò ,la c i tti, d i Chiaqri s ino a quando fu collocato a riposo ( 1848). Cabieu. ::lfarina io .francese, n . nel 1739. l.Zifor mato, in segt1 ito a ferita, divenne guarda-costa a Sain t-Valer;, Nel 1761, durante il suo serviz,io, in t raviste delle navi

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inglesi che avevano fjntenzione <li sbarcare1 con grande audacia e prontezza d i sp irito si d iede a suon are i l tamburo, sparare colpi di fucile e òare comandi ad a lta. voce e riuscì a far credere al nemico la presenza d i truppe pron te. G li lng lesi abbandonarono l'impresa cd il paese dovette la s ua salvezza a,l ma ri naio che fu chiamato << P iccolo generale ll e che ebbe ricompense èa Lu igi XV.

Cab i li. Popolo bellicoso dcli' Algeria, nella r egio:1e montuosa. Assoggetta li dai Francesi duran te la lotta per la conquis ta dell'Alge.-ia ( V.) . .Precedentemente, d ipen d evano, ma solo i n modo nominale, da l bey di A lgeri . Cabina. Luogo cli ~bitazione per son.ile degli uff1ciJli e della maggior parte dei sottuflìci,tli a bordo deHe na,i <la guerra. Si adopera p iù comunemente la pa rola rnmcrino. Le cabine con tengono tutti i mobi li necessari, spesso in lamierino d i ferr o per evitare gli incendi in caso di combattimen to. 11 letto s i chiama cuccet ta. Gli ufficiali sL1ba ltern i abi tano spesso, specialmente n elle p iocolc unità, in due nella stessa ca:bina. Le ca.bine degli ufficia li sono sistemate a poppa, quelle dei sot tufficiaìi a prora. L e cabine del comandante e del comand ante in seconda hanno in genera le ann esso uno studiolo e<l un camerino da bagno. Cabira. Ci11à <lei Ponto, ne ll'Asia :.Min ore (oggi Sivas). F u teatro di battaglia (i2 a . C.) che appartie,valla tc1·za guerra :M itridatica. ~1arc0 F a bio Adr iano, kgato d i I_ucullo, er.i r iuscito a d isperdere la. cavalleria avversar ia, e ::liitr-idale aveva pertanto dovllto battere in Titira ta con l'esercito d emoralizzalo. Il console L. L ic inio Lucullo lo assalì pr esso C., e convertì la ritirat:t di :Mit ridate in fuga disast.tosa, facendo strage delle sue fanter ie e costringendo il r e a rifug iar si con appena 2000 uomini, dei 40.000 che aveva a i suoi ord ini, in Armenia.

Cabochiens (scorticatori, becca-,). Nome dato a una masnada d i Parigini comandat i da un certo Caboche, capo de i beccai parigini) p-Jrt ig iJ.ni dei Borgognoni con-tra gli Arniagnacs. Comm isero ogni sorta d i violenze, r:ei primi anni del sec. XV. Presero la Bastiglia ( 141.3) e costrinsero il Parlamen to ~cl approvare r iforme. La vittoria degli An:nagnacs su i Borgognon i costrinse i c:i,~ pi della rivolta a r ifugiarsi in BOJ"gogna. Cabra (ant. I gabrum). C it tà della S pagna, in prov incia d i Cor doba . F u presa dagli Arabi n el scc. VII, riconquistala d a Fer dina ndo III nel I 244, ù presa d•.1e volte dai :Mori, e definitivamente liberata da essi per opera d i A lfonso XI. Cabrai (Giuse,'>pe Maria). G enera.le della rep. Do-

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min icana. Fu l'artefice della libera zione dal d ominio di Hai ti (1844- 1855) e della campagna d'indipendenza colltro la Spagna (1861). Due villorie, Santomè, cont ro 6 li. H aitiani, e La Canda, cont ro gli Spagnuoli, lo r esero .celebre e lo por tarono alla presidenza della repubblica .

Cabrera (Bernardo di). Amm iraglio aragonese (1291'<1364). Primo ministro d i P ie t ro lV d'Aragona, conquistò :lliajorca e nel 13$3 vinse i Genovesi ad Alghero. C aduto poi in disgrazia, fu condannato a morte. Ramon Cabrera )' Grùiò, conte di 111.orella. G enera!'-' spagnuolo ( 1806-1877). Partecipò alle lotte intestine seguendo la fazione car lista; battè a Morella il gen. liber a le Pa.rdifias, ma fu ballu lo il 6 luglio 1848 dal generale Espartero e costretto a rifugiarsi in Francia. Nc!b second a guerra carlista tenne le par t i del governo.

Cabruna (Ernesto). J\IIedaglia d'oro, n. a Tortona nel 1889. Arruolatosi, non ancora ventenne, n ei Carabinieri R eali, ebbe occasione di segnalarsi du rante il terremoto nelle Cala.brie del 1908. Partecipò quindi a lla campagna di L ibia, e fu col genera le Ameglio a Rodi. !\Ilo scoppiare della guerra con l' A uslria, eh i,-,_ se cd ottenne d i frequentaTe un corso d i pilotaggio d 'aeroplano, d ivenendo ben .pres10 uno dei nostri più audaci e noti a.ssi di guc :·~

ra., Promosso sottoten. per merito di guerra, guadagnò una med. di bronzo ( una <l'argento al valore. P er il complesso, poi, delle ma::,'11i.f1che imprese d i guerra, che son riassunte nella_ m otivazione qui sotto r iportata, fu concessa al CabrumL la mcda,glia d'oro a l valor militare: « -:lfagnifico asso cacciatore dell'aviazione, n ella perfetta esec uzione di o rdini, come in ard itissime i nizia-

tive, .in combattiment i sostenu ti e vint i con incredibile audacia ancl1e <la solo contro n umero stragrande <li temuti e ben agguerrili avversari] spesso in ista to cagionevole d i salu te, p rod igò i n ogni circostanza di guerra la sua. meravigliosa instancabile attività, con tempra òi. l'Omano eroismo. Nell' ultima grande offensiva, cui volle ad ogni costo partecipar e, uscendo dall'ospedale ove era degen te per fer ita, pur avendo il braccio destro ancora immobH in:ito e dolorante e perciò trovandosi in condiz ioni d i assoluta inferior ità, con inarriva bile tenacia di volere ed animosità, a ttaccava in lon tano campo di aviaiionc vari apparecchi nem ki pron ti a partire e n e incend iava due. I n a ltra occasione si sJanciava in 1nczzo

ad un gr uppo di trenta apparecchi nemici, a1Ybat1end 0nc uno e ostacolando agli altri il r aggiu ngimento del loro obie tt ivo, essendo per lui la superiorità n umerica del nemico stimolo ad ingaggiar e la lot ta. Nelle più varie e d ifficili circostanze, dall 'inizio a lla fine della gucr ,·a,. compiendo in complesso oltre 900 ore di volo, scn:,.;. esitare di fronte a lle p iù a udàci imprese, rese alla P a tria gr and i e segnalati servizi l> (,\iello, ottobre 19 17; ciclo del l' iave, giugno, luglio, novembre 19 18).

Cabul ( o Kabul). Capita le dell'Afganistan . Fortifica ta da ant. tempo, le sue opere vennero in p ar te de-


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:molite dagli Inglesi nel 1880. Fu presa da Nadir, persiano, nel 1739 e dag li Inglesi nel 1842 e nel 1880. Trattato di CalJ11l (21 niarzo 1905). Concluso fra l'Af;ganistan e l'Inghilterra. Questa si impegna a sussidiare l'E miro, ma i rapporti dello stato con l'Estero sono assunti dall'Ingh ilterra medesima,

Cacabe los. Borgo della Spagna, in prov. di Leo,1. Combattimento di Cacabelos. II 3 gennaio 1809, i Francesi (cor po di Soult) vennero a urta rs i nel defilè di C . contro la retroguardia inglese (6000 fanti e 700 r.avalli). l i gen. Merle cond usse a11l'attacco alla baionett3 .alcuni bgl. francesi, e riuscì a volgere in fuga il nemico che perdette 300 u. I Francesi lamentarono ia perdita del gen. Augus to di Colbert.

Cacace (Ra.fjaelc). Ammiraglio, n. a Meta di Sor.rcnto, m . a Napoli ( 1825-1895). Entrato in servizio n '!l 1840, prom·osso contrammiraglio r.el 1873, collocato a riposo nel 1876. Guadagnò ,la croce d i uff. dell'Ordine mii. di Savoia nel .blocco ed assedio di Gaeta nel 1861. Prese parte alla batt. di Lissa comandando la « Castcl:ndardo ». Fu presidente del Tribunale mii. mari ttimo del 2° Dipart imento nel 1870 e n~I 1° Dipartimento 11el 1871. Cacarajicara. Mon te dell'is~la di Cuba in pro\'. di P inar del Rio. E ra occupato dagli insorti cubani co·m andati da Maceo e Socarràs, quando (30 aprile 1896) venne assa>Jito dagli Spagnuoli comandati dal generale Sua·r ez. Dopo cinqu e ore di lotta, questi dovettero battere i°il r itirata, avendo perduto 16 morti e 64 ferit i. Fra i cadu ti cu!:>ani, il Socanàs. Caccia (dare o prendere caccia) . Si dice che una « prende caccia>> quando, in presenza. di una o più unità nemiche, volge la poppa per allontanar, si. L e unità che inseguono si dice che « danno caccia». Nel periodo velico le navi prendevano ca·c cia H più delle volte volgendosi col vento in poppa e facen-/ <lo forza di vele, ossia alzando tutte le vele che l'alberatura consentiva. Al gi~rno d'oggi s i mette in mo;o alla rnassìtna forza cd in generale si sparge sul n1are1 una cortina di fumo o di nebbia artific iale che nascon<le i propri movi men ti a l nemico Quest'ultima manovra è stata spesso esegu ita durante la grande guer ra da lle .navi ·tedesche e austriache, tutte le volte che, in p resenza cli unità avversarie, han:io evitato il combattiment,; 11a\~e

Caccia aerea. Fra i sistemi cli d ifesa antiaerea il più importante, pcrchè il p iù sicuro e temuto, fu quello della caccia aerea, che sorse spontaneamente, per l'az ione <!egli aviato ri stessi, al -princi pio della grande guerra. I primi apJYHCcchi ,ca,cciatori furono i soliti velivoli con un passeggero, osservatore o m itragliere, i mpiegati in .ser vizio <li vigilanza con il preciso compito <li impedire il volo, sopra alle n ostre linee, agli aero1:ilani nemici. Detto impiego 11011 dette però dei buoni risultati, per•ohè le caratteristiche di velocità ed armamento dei velivoli avversari erano quasi identiche a quelle dei velivoli nazionali, cd il co1nbatti-niento avvenivi, solo quan<lo i d ue avversari lo desid eravano; bastava però eh,~ uno di essi non avesse taùe desiderio perchè il velivolo assalitore non riuscisse ad impegnarlo. L'aviazione da caccia si r ivelò veramente preoccupante ·con la creazione d i velivoli rnonoposti velocissimi, assai maneggevoli, armati con mitragliatrici atte a l

524 tiro attraverso l'elica. G li aP'()ar ecchi da bombardamento e da ricogniàone, pesanti, poco veloci, poco maneggevoli, male armati, se avvistati dai caccia difficilmen~ te l)Otevano sfuggi1·e a ll'attacco, che doveva per forza d i cose ,iwlvers i, o in. mia ritirata p recipitosa entro le proprie ,linee a ,bassa quota per avere l'aiuto delle armi terrestri, od in un abbatt imento. A que5ta infer iorità di mezzi si ,deve aggiungere che l'assal to del caccia avven iva quasi sempre di sorpresa, senza che l'equ ipaggio assmlito si fosse cioè accorto del terri,bile nemico. Infatti l'osser vatore, occupato a ricercare il bersaglio da bombardare o il terreno da fotografare, o ad osservare i colpi in arrivo delle •batteri~, od a scoprire i movimenti ed i lavori <lei nemico, non scorgeva l'apparecchio <la caccia che cl' improvviso gli piombava addosso dall'alto o che l'assaliva dal basso defilandosi d ictro i timoni del suo apparecchio. Si <leve ancora rilevare la faoilità che aveva il cacciatore di sapere se l'attacco aYveniva o meno di sorpresa, intuendo ciò daila manona d ell'attaccato: se l'apparecchio assalito continuava tranquillo la propria rotta, il cacciatore era s icuro di non essere stato avvistato e portava l'attacco a qual1 che decina d i metri risolvendo il combattimento con la prima mitra,gliata. Questo stato <li palese inferiorità diminuì quando vennern a<lottatr per Ja · '.ric.ognizione velivoli veloci e bene a rmati e per il bombarda,nemo apparecchi nei quali si cercò supplire alla forzata scarsa velocità con un forte am1amento di difesa. In tutte le battaglie l'aviazione da caccia è sempre stata quella che ha dato la padronanza del cieJQ ; la ri cognizione ed il bombardamento erano sempre paralizzati Òl u n'aviazione da caccia avversaria numerosa cd ardit:i, cd i velivoli di dette sr.ecialità l'IOn pbtevano s volgere i loro compiti se nOJ1 protetti dai propr i aerop lani da caccia. Sul fronte francese ed inglese, nelk

P attugli~ a ouneo grandi ba ttaglie la snpcriorità ddl'aeronautica di un avversario rispetto all'altro fu sempre determin:i.ta dall'accorrere ~u,l punto minacciato d ei reparti da caccia . A Verdun la inizia le superiorità tedesca, deter mina!:l da runa caccia numerosa ed ard ita , in pochi giorni fu annullata, e venne anzi capovolta la situazione, con lo spostamento verso quel fronte di numerose squadriglie da caccia francesi. Sul fron te de-Ile Somme invece avvenne precisamente il contrario : i Tedeschi riuscirono .te! avere la super iorità fa.cencio afflu ire tempestivamen te su d etto fronte gross.i reparti <la caccia dalla zona d i Vcr<lun ove non occorrevano. Sul fron te italiano, d urante la battag!ia di Caporetto l' aviazione italiana net primi giorn i fu quasi annulla ta da fortissime masse da caccia germaniche che tennero-


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il dominio del cielo; nella battaglia <lei Pia ve invee,:; l'aviazione austriaca fu dall'inizio in condizioni di as- · soluta inferiorità per la presenza. di numerosi ed ard iti nuclei ida\ caccia italiani che per tu tta la durata della battaglia furono i padroni del cielo, pcrmettcnc!o alla ricognizione ed al bombardamento l'esecuzione dei loro compiti ; così pure avvenne 11ella battaglia di Vittorio Veneto. L'evoluzione nell'impiego de)l'_,,a.zione da caccia du-• ra.nte la guerra si può nettamente distinguere in tre fasi : 1° P eriodo iniziale dell'indiddualità - 2° Periodo delle crociere offensive - 3° Periodo delle scorte di protezione. e pattuglie offensive - fasi che non furono però mai nettamente distinte, perchè anche nell'ultimo periodo della guerra si trovano a ttuati contemporaneamente tutti e tre i sistemi. Nel primo periodo, che si può anche chiamare eroico, si ha il carattere individualistico più spiccato, in quanto il cacciatore partiva solo dal 1, roprio campo ccl andava crrnndo nel cielo in ce:· . ca del nemico. l\Ia per quanto quest'impiego fosse brillantissimo, tutta,·ia non r ispondeva agli scopi che do· veva persegui re ad ogni costo l'aviazione da caccia; dei quali due erano i principalissimi, e precisamente: a) Permettere all'aviazione nazionale di adempiere ai compiti importantissimi della ricogn izione e del bombardamento; b) Impedire agli avversari di adempiere gli ste»i compiti. Perciò l' impiego di aeroplani isolati fu limitato ni soli assi, mentre la gran parte della caccia fu invece impiegata con pattuglie lanciate offensivamente oltre le lince di battaftlia, per impedire al nemico d i alzarsi dai campi o per lo meno impedirgli il volo sopra il territorio nazionale. Però' nemmeno quest'impiego raggiunse gli scopi anzidetti, percbè lo sbarramento non pote-'

~ Caproni in formazlonr cli 'f)allug-lia II triangolo Ya cssae continuo e perfetto ed era facile al ncmicol sfuggire isolatamente alle r atl~glie da caccia, far foto~ grn.fi~ e ricognizioni, bombarda re, ed assalire anche gli apparecch i c!n esploraz io ne e da bombardamento. Si add ivcnn~ co.,ì al terzo e più iog;co periodo <l' impiego. qu("llo cioè della proteiione diretta degli apparecchi ò r icognizione e bomb-irdarncnto, alluata, in un primo temr>o, mediante cro~iere difc,isive eseguite con fort i pattuglioni naviganti a differenti quote sul cielo delle opera~ioni, cd in un secondo tempo con la protezione dirc ttl, med iante scor te d ì velivo li da caccia assegnale ai singoli a:pplrcccb i <la bombardamento o <la ricognizion,:. Sul fronte italiano l'axiazione da caccia era organiz. ...ztitu in gruppi, alcuni dei qua li,. riuni ti in u11a « Ma.ss:1 Caccia •>. d ipendevano d irettamente dal Comand o Su-

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premo e costituivano la fonte <lei pattugl ioni d ifensivi, mentre gli altri erano assegnati aile Annate, uno per ciascuna, e fornivano le scorte dirette agli apparecchi. <la ricognizione tattica o da bombardamento. La protezione era fatta in maniera diHerente a seconda che si trattava di protegger~ o runa o l'altra specialità. Nel primo c,,so l'apparecchio da ricogniz ione'· era protetto da uno, due od anche tre apparecchi da caccia, che volavano ad esso vicini; quando un attacco nemico si delinea,·a. mediante segnali convenuti, avYert ivano l'equipaggio protetto, lo difendevano e cercavano di abbattere gli avversari. Nel secondo caso un forte reparto da caccia precedeva gli apparecchi bombardieri neMa rolla mentre un'alt.ro reparto era incaricato della protezione immediata : il primo aveva l'incarico-

;:quaclrig-lla da Caccln l'On il dhllnth·o di ron!rollare se la via fosse libera o di aprirla con il combattimento nel ca,o non lo fos,e; il secondo dove,·a sventare qualsfasi attacco diretto cd improvviso, che potesse venire dall'alto. Verso la fine d CJlla grande guerra, sviluppandosi ed intensificandosi l'impiego dell'a,·iazionc da bombardamen to notturna, si pensò di contrappon·i la caccia notturna, ma es,a incomrò grand issime difficoltà, si., perchè i proiettori abbagliavano appa recchi nemici cd amici rendendo impossibile il puatamento, sia pcrchè l;J. scarsa visibilità rhc ha l'apparecchio monopo~to d i'I•> niva cliffi·coltà, insupera bile di notte, sia perchè i veli,oli non ave,·ano speciali caratteristiche assolutamente nccessarié per tale impiego. TI combattimento notturno era perciò rarissimo; ,;ul fronte italiano du rante la guerra si citano solo due casi di abbattimento d i velivoli an·ersan 111 piena 11otte, per o;x:ra dell'asso .\ncillo!to. All'aviazione da caccia è stato dato durante la guerl a, CQn brilla nti risultati. anche l'alt ro importantissimo ;:ompito, qudk dcila difesa di città, nodi ferroviari, porti, ecc. in cooperazione con gli altri mcai, cannoni, mitrngliatrici, proieitori. Iu foturo, c0n perfette oq;;aniz1,a✓. ioni delle reti d i avvistamcn'.o che segnali.no tempestivamente ai reparti di difesa quando velivoli a.Hersari entrano nel territorio nazionale, la loro d irezione d i ma rcia e i probabili spostamenti di i-olla, si ha rag ione di credere che gli attacchi alle città libere cd a tutte le altre opere <li,·enteranno di difficile esecu~ione. T.a fine della grand~ guerra trovò l'aviazione di tulle le Nazion i belligmrnti fornite <li apparecchi da caccia monoposti a grande \'elocità orizzontale cd ascen~ionale, grande mancgge,·oleua cd armati anteriormente con armi :t tiro altraverso l'e lica per l'attacco. l\llual- . mrnte però ( J92i) da ta l'espe1 ienza del passato e<l in , i~(a delle future csig~nze d'impiego delle specialità <lell"aviazionc, esistono due d istinte tendenze circa gli apparecchi da caccia: una è per il velivolo monoposto, .


-· 526 l'altra tende alla creazione d el velivolo da caccia bip osto. Quest'ultimo possiede qualità di volo leggermente inferiori a quelle del monoposto, ma ha caratteristiche tatt iche spiccate, qu ali: diminuzione degl i ango;i morti, maggior nggic- d i azione nel fuoco, possibilità di offesa ancbe posteriormente, maggiore visibilità, possibilità di offende re senza eseguire evoluzioni che po,-. sono dar agio a ll'apparecchio at taccato d i diventare attaccante. I noltre se nella passa ta conflagrazione m ondiale la guerra nei cieli non fu che la somma di episodi, ma non l'in tegrazione ar monica di operazioni d i' masse, ora che tu tte le Nazioni t endono a lla costituzione delle flotte aeree autonome, con perfezion atissimi rne.tzi Òffensivi e ,difcn~iv i, oggi che si cammina a grandi passi vers0 la guerra aer ea ove masse di velivoli , d iretti da un comando in volo e collegat i allo stesso con la radiotelefonia, dovranno sottost are ad esigenze strat egiche, tattiche e logist iche, è logico che l'impiego dell'aviaz ione da caccia, che è quella che ha dato e nel futuro a.n cor p iù darit >l dominio del cielo, s ia oggetto <:Ìi s tud i da va rte degli strat eghi per le formazioni in1 vo lo adatte agli attacchi, alie manovre avvolgenti, aHè ,nioni a tenaglia, all'l protez ione ~ masse da bombarda mento, ecc.; studi che, fondandosi sui principi della s trategia navale e terrestre, cercano cd espcrimen tàno le formazioni più ada tte per i l volo e per il combatiimento, e Ja ta tt ica d'attacco che, è fac ile comprenderlo, dovr à essere diffe rente a second a delle cara t teristiche di difesa che hanno gli attaccati. L'unità elementare delle formazion i da cacc. ia è a t • tualmcnte la pat tuglia, composl:1 a l m inimo di cinque velivc-li che possono assumere varie formazioni a seconda delle necessità che s i pr esentano. Tale for maziOHè è estrema mente mobile ed ha in sè una r ile•/a.nte p o~ ienza offens iva d i fuoco; i cinque velivoli nav igano in formazione a cuneo, capo paa uglia in t esta, ccl i quatt ro piloti a ffianca ti, ò 1e per· parte, un po' arretrat i e leggermente spostaci late:·almentc e p iù in a ito del capo pattuglia che <le\'ono vedere pe r r icevere, con i segnali convenut i, gli ordini. Da questa formazione si passa a .quella di .rombo nella eve1~tua l ità che un a ppa,·ccchio s ia costretto a lasciare la pa ttuglia, od a t riangolo qua loca i componenti della p;ittuglia siano tr e. D a lla formazione a cuneo si può passare a qu ella d i .fila a dest ra e fila a sinis tr a, nel qual caso tutti i ve·• ·l ivoli s i spostano leg6er mente arretrati r ispetto a l c,1po :pattuglia, a destra od a sinist r:i dello stesso. La form a :zione d i pattuglie p uò essere: triangolo, con una _pattuglia i n testa e le altre due arretrate ; in colonna -a d estra od a s inistra; spostat i cioè da una parte o d all'a ltra della pattuglia r.l i testa, a tenaglia. od a forma, d i t r iango lo rovesciato, Con d ue pattuglie avanti e la terza a l centro spost a ta jndietro.

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Caccia Antonio. Reggente segreteria della guerra. Laureatosi in giuris prudenza, fu applicato alla Segreteria d i Guerra nel 1780; n ell'agosto del 1800 vi fu p rimo uffidak, e dal 24 novembre J:800 al 9 genna io · 1801 ebbe la reggenza de ll'am;c1inistrazione ciclla guerra nel Piem onte. Caccia ( Conte Afassim-ilia110) . G enera le, n. a Parigi ·n el 1807. Dal 1834 al 1845 fu ufficiale di caval'ler ia in F r anc ia. Nel 1848 fu. d al governo provvisorio di Lom.. barclia, nom inato tcn. colonnello nei cavallegger i lombar.di e, passato poco dopo nel l'esercito sardo, com bat tè nel J849 col Genova ca va lleria . Dal 1854 a l 18S9 comandò

.....

il regg. d ragoni 'N izza e da l 1860 la Scuola m ilitare dr 'cavalleria <li P inerolo ; magg. generale nel 1861 , ebbe il comando militare del circon da rio di ::11ilano e nel 1868 andò a riposo col gr ado di ten. generale.

Caccia G ustavo. Ammiraglio, n. a Firenze nel 1873, entrato in serviz io nel 188 7, collocato in P. J\. nel 1925, promosso contramm iraglio nella Riser va X a vale n el 1925.

Cacciacopiglie. Punteruolo ·a datto a spinger fuor i le cop iglie nella scomposizione dell'arm a da fuoco p ortatile, per la S\l a pulitura . F aceva p arte degl i accessor i in dotazione· al soldato. Cacciacornacchie. Uno dei tanti nom i (come bas iltsco, scorpione, ccc.) d ato alle prime a rtiglierie. E r a sim ile alla. spingarda : il proiettile che lanciava veniva chiamato Cornacchia. Caccialuminello. Spec ie di chiave concava i1el m ezzo, vuota internamente e dentata nei lati, cbe serviva pc.r avvita re o svitare i l lum inello dalla cula tta delle arm i da fuoco por tatili i percussione. Caccialupi (Gaetano) . Generale, n. a. Pavia, m . a Milano ( 1825-1899). Pre se par te a lla guerra de l J848, ed a lla sped izione in Crimea. Nella campagna del 185 1) si meritò una ,mcd. d 'ar gen to a Palestro. Ailtra ricompensa al va lore eguale, l'ebbe nel 1860- 61 a Castelfi.dardo. Fu pure alla p resa <li R oma (1870) . Nel grado d i tolonnello ( 1871 ) comandò il 55° fanteria; in quello cli magg. generale (1877) coma ndò .Ja 32' e 29" br. di fanter ia; in quello d i ten. generale (188 4) le d ivis. 1· cli C uneo e di Piacenza. Fu a iuta n te cli campo ono rario di S . ::11. il R e. Kel 1391 andò a r ip oso . Caccianino (Antom:o). Ufficiale napoleonico, n . di M ilano (1764- 1838). E ntrò nel corp o degli ingegneri militari della repubblica C isalp ina ; diresse nel 1799 , i lavori cli difesa della linea dc I Varo. P ram osso r.olonnello ( 1800) fu diretto re gen. elci genio in MilaCacrian ino Antonio no, poi dir. del11 scuola per i l genio e l'artiglieria crea ta .1 :Modena. Cad uk , il r egno <l'Ita lia, s i Iitirò a vita privata. Ha lasciat,? un libro su « La teoria delle mine )) .

Caccianoce. Piocolo arnese d'acciaio con punta conica, smussata, il q uale serv iva p er fare uscire la noce dalla piastra o cartella, q uando s i voleva smontare l'ac ciarino de lle a rmi da fuoco. Cacciapalla. Strumento che ser viva per togliere la palla dall'arma da fuoco. Ve n'erano di varie forme, m a tutti erano fatti in onodo da pot ere afferrare la palh!. dal fondo dell'anim a e ti rarla fuori. Per i fucili era in nast ato alla bacchetta; p er i cannoni era raramen te us1to, perchè il cannone non era mai sca ricato dalla bocca, stante il pericolo che in questa. operazione s· incontrava, ma veniva sca.r icato quasi sempre col far partire il colpo. Cacciardi (Carlo Andr,fa). Generale del sec. XVIII, m . a Carmagnola nel 1799. rartecipò alla campagna cli

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I :Successione d'Austria. :\"ominato nel 1788 gover na tore --di ?vfonrnlbano, tenne tale carica per dieci anni e di. venne generale Bel 1796.

Cacciardi di ,\[011/Jl e ury Gio:,o,mi L uigi. Generale, .n. d i N izza :ì'.fa.1·ittima, m. nel 1324. N el li93 panccipò alle operazioni contro Tolone al comando della freg1t1 . San Vittorio. Avuto lici 1815 i l grado d i magg, generale, :fu comandante delh città e provincia di Saluuo e . poi della. ciu ii d i M onaco.

Cacciasommergibile. Corrispondono ai nostri M.A.S. e sono s ta.ti creati dall'Inghilterra e clagli Sta ti Uniti durante la grande guer ra. Avevano uno spostamento d:dle 40 a lle 80 tonnellate, con motore a combu. stione capace d i imprimere c irca. 20 miglia. d i velocità . .Erano muniti di siluri, cannoni d i p iccolo cal ibro, bombe antisommergibili e idrofoni. Venivano i mpiegati in squadriglie di 4 aln;eno per la. caccia ai sommergibili .in prossimità de i p orti di approdo e di partenza dei -convogli, e furono le prime unità sulle quali s i u;;arono in m odo organico e razionale gli idrofoni. Talvolta ac-compa.-gnavano anche le navi da guerra nelle imprese .p rossime a.Ile basi. Alla. metà del 1918 ne furono inv·io.te, dagli St:i.ti -Uniti, all'Italia , alcune squadriglie che furono impie_gate in 1\<lria.tico e s i comportarono brillantemente n~I .bombardamento di Durazzo il 2 ottobre 1918, stando in ·servizio d i scorta d elle nostre maggiori unità. Attuai .mente continuano ad essere in uso nelle varie marim'. ma pochi se ne costruiscono di 1tuovi, continua ndosi ad impiegare quelli costruiti nel 1917-18. (V. A11tiso111111er• gibil,).

Cacciaspoletta. Arne,;c cilindrico con manico; da !la parte opposta a questo, k1 una cax ità atta a comene:~ la testa ddla spoletta. senr.a. smuovere l' innesco. Serve per togliere fa spoletta da I proietto, o per for1.arla hcne sul medes imo. Cacciatappo. S trumento che si usava per levare il tappo ai cannelli fulminanti quando questi ne eran0 J)rO\'Visti. Cacciatora (Co111pog11ia). Era d etta così la compagnia cost ituita d i caociatori (sec. X\'Ill). Cacciatori. Soldati' di leggera armatura a p iedi o a ,ca.vallo, capaci d i dimostrare in ~ucr ra le arti, le de.strczze, la velocità. de i caccia tori ti i selvaggina. (G rassi). Anche p resso gli eserciti amichi delle cti, più remote, l'urto clelle forze belligeranti vcn i,·a prece<l1tto ed a.c compagno.to dall'azione di alcuni nuclei d i uomini, non .foquadrnti nelle pesanti formazioni falangit iche od in ,quelle, più articolale, della legione. Costoro, meno gr:1wati eia pesan ti armature, celermente precedcYano il gros-so del proprio esercito, lanciavano le prime frecce contro .il nemico, quasi per obbliga.rio ad un prematuro schieramento: d urante il combattim ento costituivano trupflC legger e, pa rticolarmente mobili, incaricate di concorrer•> a deprimere le forze mo ra li e mnteriali dell'a vversario, agendo sui suoi fianchi e sul suo tergo. Era.no i « veliti >) .<lei Romani, armati alla leggera, come era necessar io per ,conferire loro la voluta rapidità d i movimento. Coll'adozione delle armi da foCJco - e più s pecial·mente col loro deciso prevalere su ll'ar ma bianca n el se-colo XVlI - venne sempre tenuta presente la necessità ,d i impiegare in modo ana logo reparti di truppa agili. ..1tti a prendere il contatto col nem ico cd a tormentarlo,

c.,c

527 -

mediante l'abile s fruttamento del fuoco e de l terreno, fallo indi,·idualmente. Si do,·ette però mutare il criterio ~econ clo il qua le occorreva scegli ere ed istruire questi uomini per renderne più efficace l'azione individuale. Ess i non soltanto ebbero un equ ipaggiamento e un armamento p iù leggero, ma furono scelti per qualità fisica e, sopra !tutto, p<;r la speciale abilità nel sapersi valere dell'arma. d:i. fuoco. lnfa 1ti, a partire dal secolo XVII, n ei ,·ari eserciti dell'epoca si trassero dagli archibugieri i

cacc iatori bavaresl sec. Xl X

ca,·1·ia101·1 Oella Guardia I n1p(q•ialr- NapOll'OB iCn

miglior i lirator i, i soldati p iù resistenti alla corsa, in modo che fossero part icolarmente adatti - secondo il Gugl ielmotti - <e per agguati e scoper te, per scaramucciare e spiJ.re, per molestare e <lanneggiare il Hcmico ;). Questa l'origine p rima elci c-acciatori, nome che ricorda il complc.,so <l i resistenza fi sica, di abilit à nel tiro, <l i particolare accorgimento, di prontcua agli stratagemmi: le qualità necessarie ap punto in rnloro che inseguono, per abbatt<'rla, la scl\'lggina. Xon altri menti furono det ti caccia tor i i m iglio ri cavall i di guerra. In Germania, esistono reparti di C., I ira tori !'Cciii arma! i d i carabin e, che servirono come truppe leggere; pare siano stati istitu iti nel 163 1 da l langravio Guglielmo d'.\ssia. Tutta,·i:i l'impiego del Yotabolo « cacciator i ll, pe r indicare i reparti di tru1,pa organicaméntc costituiti per gli scopi sopra detti, si de,·e far risa.lire a Feder ico ll d i 'P russia, che ~rruolava n elle sue compagnie scelte <li fanteria i figliuoli dei suoi celebri guard iacaccia d ella Pomer:i.nia, nom ini alti, ben fatti e, soprattutto a.bili~sim i nel ti ro. Successivamente reparti s imili s i instituirono in t utti gli eserciti d'Europa. L 'l Francia fu anzi una delle nazioni più pronte a seguire l'esem pio del re di P russia; anche nell'.\merica del );ord, nel 1779. c'erano i cacciatori, organizza ti su 6 reggimenti. In seguito al gcnerali,tarsi dell'adozione dei cacciato,i a lla fine del secolo XVIH si ebb~ro: o) Ca(ciatol'i di battaglio, che furono soldati scelti e a ppositamente istruiti, appartenenti ai comuni reggimenti di fanteria <l i linea; essi erano cbamati fuori dai ranghi in caso <li bisogno, (cfr. i recentissimi arditi d i battaglione, gli esplora tor i, ccc.). b) Cacciatori a pirdi : di queste truppe, \'anno r icordate, oltre qud lc gii, ci tate di Federico JT, i primi reparti CO$tituiti in Francia, nel I i60, dal dc Rrogli~, che 111! assegnò iniz ia lmen te una. compa1,,'llia ad ogni b'lttaglione cli fanteria di linea, per poi. alcuni anni dopo,


tra il 1766 e il 1771, far riunire le compagnie cacciatori in speciali reggimenti, armati di fucile più corto, ed adatti sia a combattere come fanteria comune che com.: ((cacciatori )>. Sot to questo riguardo, s imili a i caccia tori <lebbono considerarsi i bersaglieri italiani. Xapoleone l sciolsç i reparti cacciatori e li sostituì con i « rnlteggiatori ».

e) Cac<;ialori a ca~·allo. Così vennero ch iamati, tan• to in Francia che in Russia ed in a ltri Stati d'Europa, i soldati cli alcuni re: ··,1enri di ca"alleggeri, nei qualt J'istruzion~ individuale e quella d i pattuglia avrebbero dovuto prevaler.:: su quella di squadrone. In realtà, però, tale scopo non fu mai a pieno raggiunto ed i caccbtori a cavallo fin irono col distinguers i dalht comune cavalleria leggera solo per l'un iforme e per alcuni particolari di equipaggiafnento. Essi trassero la loro ,pr ima origine in fra.ncia, il 15 agosto 175 7, qu ando ebbe tale nome l'antica lcgiom· Carcta1or1 rrance,t a cavallo, costituita circa Ml ( 1838) 1740, dal colonnello Fischer, quale nucleo di addestramen to per ard iti cavalieri, a<latti anche a combat te re isola tamente. N ella stessa Franc ia, nel 1776, venne <lato uno squadrone cacciatori ad ogni reggimento dragoni (fanteria montata), I caccbtori a. cavallo. imiLati anch'essi rapidamente presso gli altl'i eserciti d'Europa, ebbero in "Francia momenti di splendore e moment i d i dc<:adcnza, tanto che da massimo di 26 reggimenti, raggiunto tra il 1784 ed il 1836, si giw1sc poi ad una forza minima di sei reggimenti. Attraverso tutto il secolo XlX le formazioni di Cac ciatori furono ,conserva te, s ia pu re assulllcndo speçiaii nomi nei vari paesi (carab inieri, volteggiatori, bersaglieri, ccc.) ma man mano che l'aumentata potenza del fuoco delle anni portatili e l'efficacia. sempre maggiore dc: tiro delle artiglierie resero a .poco a poco indispc;1,ab ile esten dere ::i tutta la fan teria cli linea i procedimenti del coi,1battimento in cacciatori, fino a che quesro di• venne il noto « ordine sparso» dell'anteguerrn, la specialità considerata perdelle le sue essenziali caratteristiche. Cosicché, se, a ll' inizio del secolo XX, troviamo ancora repar ti di Caccia tori in molti eserci ti d'Europ;i, essi 11011 conservano degli antichi corpi che l'uniforme ,. le tradizioni. costituendo una specie di fanteria scelta, fornita di speciali altitudini fisiche e di maggiore resistcm,a alle fatiche.

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Co1111M.ttime11to in cacc·iatori. Sut finire del secoln XVIII e quasi durante tutto il secolo XIX (meno gli ultimi decenni), il fuoco \'eniva esegui to dalla fantcrff: in fomiazioni lineari, chiuse: e, per quanto era possibile, a comando. Tn contrapµosto a tale impiego ordin:irio del fuoco, s i d isse allora << combattere in cacciatori>> l'impiegare gli uomi11i disposti in catene rade, su ampia fronte, verso iJ nemico, sia per prendere il contatlo con esso, sia per obbligarlo ad un prematuro schienmento, mediante il fuoco eseguilo a volontà. Sul finire del secolo XIX tale modo di combattere lì.ni per csset é quello normale per tutte le fanterie, e ciò per effetto de:.

528 - l'aumentata celerità e della maggiore elhcacia e preci-· sione di tiro dei fucili e delle artiglierie (comhattiment,), in ordine sparso). iN ella storia rnilita1·e d'ltalia vanno ricordati •i rrggi- . mmti di caccl,atori a cavallo del Regno italico, i quali. nel primo decennio del secolo XIX, acquistarono speciale fama nelle campagne napoleoniche di Spag11a, Germania e Russia. Erano in sostanza Usseri, ma d,. questi s i distinguevano pe r alcu ni particolari di uniforme e d i bardatura d.:i ca ,·alli. Così, ad rs., nel 1805 vennero costituiti a :Milano. nel 1805, il rcgg. C. a piedi « Redi It:iliano », e il regg. C. :\ cavallo « PrinCi!-c Reale». Xell'esc rcito p iemontese vènnero costituiti 2 bgl. di · C. nel li93, sciolti ne l 1796. Xella. stessa epoca si cb-· bero i C. del ducato d'Aosta; i C. Pia 110, dal nome del comandan1r, fonnati ad .\sti su 2,cp.; i C . di Martin, formati a Rcvello su 1 cp.; i C . scelti del Nizza,-do, su 2 bgl. d i 4 cp. ciascuno; i C. di Pandini, su 1 cp .. 1ri . Sardegna, nr.! 1i99 si costituisce un corpo detto di C. Esteri e Italia11i, che dalla forza di 1 cp. raggiunge quella. di 1 bgl. su 4 rp. ed è chiamato C. di Savoia; il bgl. viene soppresso 11cl 1831. ~el J 800 vengono co • st ituite in P iemonte 3 cp. di C. a piedi a umentate poi . a formare un bgl. di C. delle Alpi, incorporate nd 180 l nella 1• mezza brigata leggera. X el 1814 il gen. ::'\"ugent costituisce a Parma un corpo di C. passati in Pi~monte col nome d i C. Pim11011tesi (l rcgg.) comandal1 dal con te Roberti. Nei 1821 viene sciol to. Allora s i cost ituisce un bgl. di C. di Nizza che nel 1815 raggiungono• la for7,a <li un reggi1nento e vengono sopprc53i nel 1831: un bgl. di C. della R egina in Alessandria, su 6 cp., soppres.,o ne-I 183 l ; un bgl. di C. Franch-i (Alessandri1. 1815) èhc raggiunge la forza di 3 bgl. su 4 cp. ciascuno, soppres';o nel 1856. Nel 1848 a Brescia si costituisce un rcgg. C. che, dopo la campagna, va a fom1are il 1• bgr. del 20° fanteria in Pienionrc. Il bgl. Bersaglieri (\i.) Val-lcflinesi <lei 18-18 fu anche <letto C. della Valtellina, ),3 legione A u fossi (V.) fu anche de tta C. (o volontari) de/!,1, .'\Iorte. .:-.rei regno delle Due Sicilie, fur.:ino istituiti nel 178-1i C. reali; nel 1794 furono costituiti 6 regg. di C., che durarono fino al 1799: in quest'anno furono isti tuiti i C: Albtmesi, i R eali Sanniti, i Calu.br i, i -~1arsi, i Cam• pa,ii, gli A prntini. i Siculi, gli ,1 pulì; h domina zione francc~c li fece scompa- , rire. In Toscana, nel 1794 si costi tu ive un corpo d i C . volontari a piedi, aumentato di forza nel 1 i98. Sciolti <la )Iurat nel 1800, ve n ivano dal medesimo ricostituiti nello stesso anno.

Cacciatori

del/,·

Caccia1or1 napoletani Alpi. Oltre ai Cac• ( 1s:; :1, datori che <licdcro or i;;ine a lla Brigata ,Up; ( \'.) ebbe il nome <l i C. delle A. un corpo di volontari costi:uito nel 1818 e conmnda:c.


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CAC

squadrenc cacciatori a cavallo drl Corpo spec!ale d'Africa (1889) da Pier Fortunato Ca lvi, su 2 bgl. d i 6 cp, ciascuno. l.c 12 cp. erano comandate dai cap. T adini, Vianelli, Ve· ccllio Costa Colctti D e R om:mo, naraUini, 1fiari, e dai t~n. Ant~nibon, 11odena, Vittorel.li, Capellari. I cacciatori partecipa rono nel 1848 alla difesa d i Vicenza, è 1,o~cia andarono a difenècrc Venezia, agli ord ini dd col. ).forandi, comandan te della 2• brigata YCneta. Qacsto corpo in princ1p10 si chiamò anche « Legione Pier Fortumto C3h-i ». Cacciatori degli Appem1in·i. V. AJ,pe1mi1ii. Cacciatori di Bolog,ra. Costituiti nel 1860 a Bologna, coi volontari provenienti d311C città e dintorni. R aggiunsero il ~niglia io e furono ordinati a rc~gimcnto su 4 bgl. comandati d :1 Cattabcni, Jlossi, Fcrracini, Pontotti. Si recarono in S icifo. dove si unirono, n ell'agosto, ai Garib.'lldini. Il comando del regg. era affidato al colonnellt> :Puppi che morì sotto le mura di Capua, lasciando il comando :i Pianciani. Cacciatori cli Brescia. Corpo dc volont:iri costi tui to nel maggio 1848 a Brescia, dal col. Crezia, su 2 bgl. ciascuno su 4 cp. di ca.cciatori, una di carabinieri, ui:a <li volteggiatori, Al comando del col. neretta, partecipa1·0110 a i comb. d i Caffaro e Bagolino. Cacciatvri di Ca11a/e. Costituiti nel 1792 dal conte 1,folabaila di Canale, su 2 cp., che al comando del pre<letto conte fecero le campagne de: 1793-1795 contro la Francia; e, divisi in due cp. autonome (Cacciatori fran· chi d' Agliano e Cacciator i franch i d i Quincinetto) comanda te da capitani del de tto nome) anche la camp~p.!a de, 17)::i. Cacciàtori del!'Isola d'Elba. Corpo creato con isolani nel 1803, ricostitu ito nel 1810. Fece la campagna di Ru·ssia agli or<l ini del rnaresc. Ou cli not, e si bat tè :1 l..ipsia. Cacciatori dell'Etna . Battaglione costituito a Barcello1!a di Sicilia nel 1860, al comando di Enrico Pisano (3000 u.). Fu inco rporato nella brigata Medici. Rcp rc,~t: a Benevento (27 sette mbre 1860) un tentativo cli insur.rezionc borbonica. c~cciatori del Garg,i110. Corpo organizzato nel 180\J

in Pug lil. comandato da De Cieco. Cooperò alla repressione di moti borbonici nella prov. di Caserta: si sciolse in diccmb~e. Cacciatori Gran Sasw d'Italia. Rattaglione di 290 u, 15 uff. e 2 can noni, organ izza to a Castel d i Sangro nel 1860 dal col. Antonio Tripoti: operò al comando del magg. Falco, contro bande borboniche. Fu sciolto nel marzo 1861 . Cacciatori cle/l'lmo. Dattaglione formatosi 11cl Sale,nitano, comandalo d a l magg. Monica (1860). Fu sciol!o nel marzo 1861. Cacciatori Irpini. Battaglione costituitosi nel settembre 1860, a l comando del magg. Dc Marco, n el )fatcse. Fu sciolto nd marzo 1861. Cacciatori Lomòardi. Chiamato così un gruppo di volontari lombardi che pa~teciparono aUa difesa di Vcne;>.ia .( I 848-~9). Cacciatori Luca.n·i . Denom inazione data a un corpo di rnlontari organizzato nel 1859 in Basilicata per opera

dei patriotti :1 capo dei quali il Boldoni. S i batterono contro i Dorbonici e nel settembre \'enncro incorporati, col detto nome, nella d ivis. Cosenz: erano 4 bgl., detti: l.agonegro, Potenza, Matera, :r-.Iclfì, in tutto 3000 uomini. Cacciatori della Nfagra. V. i\'1ode11a (brigata). Cacciatori delle i\larchc. Corpo <li volontari, costitu itosi nelle 1farchc (ottobre 1860) con circa 400 volontari, al comando del conte Pietro Francesco Frisc iotti. Occ'.1pò Por to d'Ascoli, Grottama re, Marano, e altri paesi, proclamando"i il go1•crno d i Vittorio Emanuele II. Cacciatori della J\laruc/1ia. Battaglione di volontari elci Rimin ~se, costituito nel 1860, sciolto nel marzo 1861. Cacciatori della M.ong iana. Ba ttaglione d i volonta ri, cost ituit o nell'agosto 1860 .il comando del magg, Canna. Entrarono ncll'eoòcrcito g:icibald ino. Cacnotori di !iio11tefcltro e Sa11 Leo. Battaglione su J compagn :e al comando del n1agg. ·ra lcntoni. Crcscielo di forza, fu sdoppiato: l'altro bgl. fu al comando d el rnagg. Solaro ~ ::,re e il 110:11c di C. di Sa" Leo. SII ·I ,p. Questi \'O!on11ri presero Urbino, furono respinti a Fos sombrone, presero il forte di San L eo. 34


Cacciatori di Nizza (già Pie111011tesi). Nel 1814 rientrò in Piemonte un battaglione d el regg. francese .31° leggero, che, composto esclusivamente da P iemon tesi, aveva p reso parte gloJ·iosa a tutte le guerre _napoleoniche. Passato a far p arte dell'Esercito P iemontese, ebbe nome di << Cacciatori Piemontesi ii e dal 1815 d i r( Cacciatori di Nizza ii. Cacciatori dell'Ofanto. llatta.glione di volontari, costÙu ito a Foggia ne:! settembre 1860, su 200 u . Entrò a far parte della divis. Avezzan a. Sciolto nel marzo 1861. Cacciatori di Sa,.degna. L a Sardegna fu esente dalla coscrizione fino al 1S48. Per p rovvedere però a i servizi milita ri ,1ell'isola, s i formò nel 1744 il « regg. fant. Sardegna ll, che nel 1816 d ivenne <uegg. Cacciatori Guardie J>. Dal 1831 fece brigata con i Granatieri Gual"die. Nel 1850, ebbe nome di « re.gg. di Cacciatori di Sardegna». Sciolto nel 1852, contribuì a formare "la briga:a Granatieri di Sardegna. Cacciatori reali di Sardegna. Corpo d i polizia, in Sardegna, costitu ito n el 1726 col nome di D ragoni ; detto dei Cavalleggeri nel 1808, dei Moschettieri 1818-1819, e poi « Cacciatori Reali di Sardegna,,, su 4 cp. a piedi e 4 cp. a cavallo, connndati eia un colonnello. Nel 1822 vc,me incorpora to nei Carabinieri Reali. Cacciatori Sardi. Battaglione costituito noi Napoletaagli ordini di Suliotti, n el 1"860.

11.0,

Cacciatori del Sile. Corpo d i volontari costituito a Treviso nell'aprile 1848, detto anche Legione T revigiane, su 2 bgl. (1300 u.) a l comando del col. Amigo. Comandavano i bgl. i magg. Radog,1ich e Francesconi; quest'ultimo nel 1S49 a ssunse il comando in capo. P arteciparono al comb. d i Cornuda e a lla difesa d i Venezia. Cacciatori S·vizzeri. Co;-;tituiti a Venezia nel giugno 1848, é!app,ima con 85 u ., poi aumentati con D almatoIstriani. F ecero parte p rima. d el corpo dei C. del Sile e poi della 4° br. veneta .

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CAC-

due r egg. d i Cacciatori d' Africa e uno squadJ·one di Cacciatori a cavallo; truppe bianche costit11Ìte in massima parte per arruola.mento volontario e tenute a numero r.0mand:1.ndovi, in d ifetto d i ,·olontari, ufiìciali e cruppa del~ l' esercì to metropolitano_ Con R. D . del 20 giugno. 1S89 i Cacciatori d' Afrka furono ordinati su un reggimento di quattro bgl. di, quattro cp. ciascuno. Successivamen te, quando l'assetto stabile e sicuro dato aJl'I:ritrea permise di af-fidarne il presidio e la difesa alle truppe di colore, che tante prove di fedeltà e valore ci avevano forn ito (gli Ascar,) i Cacciatori d'Africa vennero disciolti. Repart_i simili ven: nero formati nelle nuove colonie, dopo la conquista della Libia e della Cirenaica ed a ttualmente l'Ita.lia ha dato, infatti, il nome di << Cacciatori ll ai due· bgl. bianchi che presidiaJ10 cacci a1.or1 francesi (1900) la Tripolitania ed ai quattro che presidiano la Cirenaica. Come già per i precedenti Cacciatori <l'Africa, le truppe <li questi battaglioni sorto costituite con volontari, che assumono la ferma di due anni ; salvo però, n el caso che mancassero i volon tari, ad incorporarvi soldati d i leva.

Cacciatori algerini (detti anche Zuavi a cavallo d' A-frica). Costituiti (1 sqdr.) in Algeria nel 1831, portati poi alla forza di l regg . e detti Ca.cciatori a cavallo d"AJrica; raggiunsero nel 1839 la forza di 4 e nel 1887 Ja forza di .5 reggimenti.

Cacciatori del Tab-nrno. Battaglione di volontari (228 uomini) costituito nel settembre 1860, a.gli ord ini del magg. Lombardo. Entrò a far parte ddl'escrcito merid ionale. Cacciatori del Tevere. Corpo di volontari costituito nell'Umbria (settembre 1860) a l comando del col. Masi. Raggiunse i 1500 u. d ivisi in 2 -bgl. Partecipò al combattimento d i Montefiascone e alla repressione del brigan taggio: a llora vestl l'nnifcirmt della fanteria, senza numero, col nome d i L egione C. del T evere. li comando· fu successiva.men te affidato al col. Leali e al ten. colonnello Ceccarini. f'u sciolto n el 1863. La sua band iera fu decorata d i mcd. d'argento. Cacciatori del Tro·nto. Costi-tuiti n el territorio di Iser n ia (ottobre 1860) da Carlo Acquaviva. Cacciatori V weti. Costituiti nel 1860 agli ordini del magg. M anfredo. Entrarono a far parte dell'esercito gadbaldino . . Cacc-iatori del Ves,wio. Costituitis i su 243 u. nell'agos to 1860, rap idawent'e aumentati, al comando del colonnello Pateras. Si batterono contro bande borboniche. F urono sciolti nel febbraio 1861. Cacciatori d'Africa. Nella prima sistemazione delle forze militari cl1e dovevano p residiare la nostra colonia Eritrea , con R. D . del 14 luglio 1887 vennero costituiti

Cacciator i rrnncesl delle A lp i ( I OOD)

Cacc-,iMori delle Alpi (Francesi). Subito dopo la formazione dei nostri primi repaJ"ti alpini, in Francia, vennero cl1iamat i con tale nome (« Chasseurs des Alpes l>) (18ì9) dodici battaglioni d egli ordinari Cacciatori a piNdi, pa11licobm1ente addestrati per le operazioni in alta_


montagna, come i nostri alpini. Gli « Chasscurs dcs A!pcs" si <listinguono per l'uniforme turchino-scura e per il cantt1eristico berretto. Fanno parte di un << Gruppo a lpino », che comprende 1 bgl. C. su 6 cp., 1 btr. da 1nont., zappa tori e doganieri. Attu almente (1927) i bgl. di C . d. A. sono 20. Cp,cciatori l mj,eriali d'A1tstria. Sono p iù noti in Italia, specie dopo h recente guerra, col i1ome di Ka.iserjiiger. Recluta ti tra gli abitanti <lei Tirolo, e<l avvezzi a combattere sulle loro montagne, si distinsero sempre per Jedeltà al!' Austria e per virtù. militari; la.I che essi rappresentano degni avversari pei nostri alpini e per i nostri fanti. Essi ispirarono le loro tra<lizioni al ricordo dei volont<1ri Tirolesi di Andrea Hofcr (1809); dcrinno dai << Cacciatori tirolesi ll d el 1801, regg. che contava, nel 1880, d ieci bgl. su 4 compagnie e successivamente l 2 battaglioni, .che fo:·ci,o divisi ( 1906) in 3 regg:menii. Cacciatori de/l.e co,O·e. '\'dl'an"7 marina vc·lka, erano quelli addestrati a l maneggio delle carabine; in caso di combattimen to, prendevano posto sulle coffe pe1· tirai:c dall'alto sul nemico.

Cacciatori del Tevere (M. V. S. N.)

Ca.cciator·i, in mar., si dissero i bastimenti veloci d i un'armata, destinati specialmente a servizi di scoperta. o di agguato, o d i scorta, o a dar la caccia a navi nemiche. E si d issero i cannon i- di grande portata, coHocati a prua e · destinati a tirare su I nemico dandogli la caccia.

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Cacciatori delle Alpi. 8' Legione della :.vr. V. S. X Costituita nel 192ì con sede in Varese, dov'è la l' coorte. E' su 4 coorti, e le altre tre- hanno sede a Gal. !arate, Saronno, Luino. Caccia.tori del Teve.-e. 102"_Legione M . V , S. N., co-·

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stit.uita a Perugia nel 1923, E' su 5 coort i, delle quali' la I a Perugia., la II a Umbertide, la III a Marsciano, la IV a Castiglione del Lago, la V a Todi.

Cacciatorped'iniere. Unità destinate a dare la caccia alle torpediniere per distruggerle. Hanno forma speciale molto sottile e allungata, grande potenza di macchine per ;mprimere allo scafo una forte velocità (fino a 38 mg. nel 1925) sono armate con lancia~iluri e cannoni di p iccolo calibro (<la 102,120,130 mm.). In origine il tonnellaggio si aggirava sulle 300 tonn., ma è andato man mano aumentando per la necessità di S'J~ stenere il mare anche ù1 lunghe traversate. accompa.gnando la flotta d'a battaglia. E' aumentata di pari passo l'automimia. A l giorno d'oggi sono impie,gate anche pe1· l:i, caccia ai somanergibili e µer azioni notturne di sorpresa. I primi caccial_orpediniere furono il «·Daring » e il .e< Dewy )), ,costruiti nel 1393' dalla Ditta Tomycroft in Jnghi'ltena e il « H awek l> e l'« Hamet » di Yarrow nella stessa epoca. ,\ vcvano soltanto 28 mg. di velocità. In Italia il primo cacciatorpediniere fu il « Fulmine», disegnato da l genera le del Genio Navale J\fa.rtinez 11el 1898. .-\veva 270 tonn. d i dislocamento e la velocità. di 26 mg. "\'enne presto seguito dalla classe « Lampo», «Freccia>), «Dardo)), ecc. e poscia dagli altri «Nembo>>, « Turbine,,. <<Aquilone», «Lanciere,,, <<Corazziere>>, ecc., con cui l'Italia ha fatto la guerra in Egeo, alla Turchia, nel 1911. Tutte queste unità sono orn radiate. Le macchine dei cacciatorpediniere modern i sono ,t tur·bine e le cal_daie brucia no nafta ; la potenza che si raggiunge è di 40.000 cavalli circa. Jl d isloca.mento piit usato in tutte le marine è d i 1800 tonn. circa; gli scafi! sono costru iti inten,mente <li acciaio ad a:lta resiste11zaJ le lamiere e le verghe hanno la superficie z incata. I cacciatorpediniere- sono riuniti organicamente ed agiscono in squadriglie di quattro un ità . Du e o più squadriglie formano una flottiglia. Ogni flottiglia è alla dipendenza <li un cacciatorpedin iere di maggior tonnellaggio ed autonomia, che si c hiama << Conduttore di flottiglia J> . L e flottiglie sono riuni te il piit delle volte in d ivisioni che dipendono da un amm iraglio, il quale prende 'il nome di comandante delle << forze leggere » perchè ha sotto di sè cacciatorpediniere cd esp!or:i.tori. Dal pun to d i v ista dell'igiene-presentano notevoli diif.erenze ,:!alle gra11di navi. I camer ini per gli ufficiali e i dormitori per l'eqtJpaggio stanno per metà sotto la linea di galleggiamento, e i portellin i debbono tenersi ch iusi costantemente durante la n avigazione e pure in porto quando il mare è agitato, onde manca il ricambjo laterale dell'aria. L'equipaggio è fortemente addensato, essendo la capacità dei dormitori inferiore a mc. 2 per

Squadrig lia d i caceiatorpectintcre


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C,\ G

Squacìrig-lia di cacciatorped iniere all 'ormeg-g-io uon10. L,urnidità atmosferica raggiunge spesso al n1a:tino il punto d i rugiada, per cui i] vapor d'acqua condensa to cade sotto forma di goccioline. La temperatu ra dell'aria dipende essenz ia lmente da l calorico sviluppa!n dalle caldaie che si i rradia in tutti i .punti della nave. Le cucine sono in coperta, onde la p reparazione dei c il,i riesce malagevole se il tempo è cattivo. La coperta, a schiena d'asino, offre poco post-:, all'equipaggio e non lo p rotegge contro i colp i di mare. I movimenti di roll io e beccheggio e lç vi brazioni impresse allo scafo dal!e macchine e dalle el iche disturbano e affaticano il personale. Per queste condizioni l'equipaggio d i queste navi è s celto appositamente tra i marinai più robusti e allenali alla navigazione.

Cacciavite. P iccolo strumento per avvitare e svitare le diverse parti dell'arma da fuoco por tatile, u sato fin dai p rim i temp i, special men te per gli archibusi a ruÒta. Fa parte ancora oggi degli accessori in dotazione a l soldato, e generalmente si scompone in modo da po-lere adopera.re le d ue p:,rti estreme metal'liche, che h an no i tagli d i d iversa d imen sione: per viti p iccole e per vi ti grosse. Oaccini (Virgilio). Generale, n. a T orino nel 1865. Sottot. del genio nel 1889, pa r tecipò a lla campagna d 'Africa del 1895-96 e a lb guerra 1915- JS con le funzion i d i dire.ttore del genio di Taranto. Ne! 1918 fu nominato capo ufficio fortificazioni a :Messina, e, collocato in posizione ausiliaria a sua domanda (1920), raggiunse nel 1924 il grado di gen. di brigata.

capo!. di prov., sulia sr. elci T ago, nell'Estremadura, fc.ndata nel 74 d . C. da Cecilio :\,Ictello. Venne fortificata nel medio evo con mu ra e torri. Fu disputata fra Ara bi e Spagnuoli, e p resa tre volte dagli Spagnuol i (1142, 1171, 1184) e sempre r iperduta; conquistata defi11itivamente nel 1229 da Alfonso IX di Leon.

Oacherano. Illu stre cd antica nobile famiglia piemontese che ha dato alla .Patria n umerosi ufficiali dei quali raggiunsero il grado di generale : Cacherano Osasco della Rocca, Carlo Emam,ele. G,,_ ncrale piomontese del scc. XVII- XVIII. Nel 1695 s i trovò all'assedio di Casale e nel 1706 .;_ quello d i T orino. Nel 1714 fu nominato governatore della cittadella d i Torino.

Cachera110 Osasco della Rocca Ottavio. Generale piemontese del sec. XVIII , m. nel 1773. Partecipò alla guerra d i successione di Polonia ( 1733-35) a] comando del regg. Guardie; e alla guerra di successione d' Austria ( t 742-48) segn:d andovis i · e ripor tando ferite . Si distinse specialmente nel 1746, nell'espugnazione del castello <li Savona . Generale nel 1754, ispettore generale d i fanteria poco dopo, · maresciallo nel l i 68. Cachcrano d i Bricherasio_ . Carlo. Generale p iemonte,e del see. XVllI, m a Br icherasio nel 1776. P a rtecipò alla guèr ra contro la F rancia e la Spagna (1742- 1748). Colla promozione a maggior generale ( 1771) ebbe il coman do della città e provincia di Torino; rd 1773 que llo dì Mondovì; d ivenne

Càceres (ant. Castra Caecilia) . C:'.:,, delb Spagna.

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L~ealt~nacch,ne; '' '' caccia.tor pc"Cl in i e re


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1encnte generate nel 17741 e -fu n o1ninato guvt::.i.·~-...~i. t,:,:·~

<li Cuneo.

Cacherano di Bricherasio, Owvanni Battista. Genera le piemontese, n. d i Bricherasio ( 1706-1782). Nel 17 3<! formò a sue spese a P inerolo un battaglione d i 10 compagnie cl i Val:.lesi e, col nome di « La R egina», lo offrì a l Re Car lo Emanuele III. Come colonnello dello stesso battaglione partecipò alla guerra contro l'Austria, del 1734-35 avendo tra i S\IC1i capitani due fra telli, uno dei quali, Giorgio, moò combattendo a Pizzighettone. Nel 1742 fu di n uovo in guerra e partecipò a lla p resa <li :Modena; 11ell'autunno 1743 fugò l'invasore nei combattimenti di Va l Varaita.. Promosso, per merito, brigadiere a l principio del 1744, sempre al comando de l reggimento R egin a, difese Montalbano e Villafranca di Nizza, e i l 30 settembre a!Ja. lVIadonna dell'Olmo riconfermò il suo valore, rimanendo ferito. Nel 1745 tenne testa al n emico sulle alture di Bassignana e nelle azioni di Alessand ria, Asti e Valenza . Promosso maggior generale nel 1746 e tenente genera le nel 1747 e preposto a lla d ifesa dell'Assietta, iu a lui p rincipalmente dovuta la vittoria. del 19 luglio s ulle truppe nemiche. Nel 1751 fu nomin ato vicerè di Sard egna, poi divenne governatore di T ortona ( 17S5) ; d i Alessandria ( 1758); della cittadella d i Torino (1763). e iJ1finc (177 1) gran ma si!'o d'artiglieria. Cachera!lo di Bricherasio, GfrrJamti 11,fatteo. Generale piemontese del secolo XVIII, m. a Ivrea nel 1730. Guadagnò il grado d i ten. colonnello alla :Madonna dell'Olmo (1 744) dove r imase ferito. Succeduto a G . B . Cachcrano d i Bricherasio nel comando del regg imento Regin a, nel I 711 andò in Sardegna qua le governatore ç! Alghero. Dicci anni dopo ven ne nominato governatore di Chivasso; d ivenne maggior generale nel 1774. Passato a l comando d ella città di Torino nel 1775, fu, poco d0po, promosso ten. genera.le. Nel 1777 ebbe la nomina di governatore della città e provincia. di I vrea. Cachera110 · d'Osasco, F~ancesco ;Maria. Generale piemontese del sec. XVIII, n. nel 1722. Proveniente d a lLL coivalleria , coma ndò il regg. Dragoni del Chiablese (li74). Allorchè fu isfituito uno specia le corpo d i granatieri a cavallo e di ca.ra.b t.nicri, ne ebbe il comando. Come maggior generale e poi ten. generale ( 1789) fu governa torr di Biella . Nel 1799 lasciò il servizio.

Nel 1815 comandò la città di Grenoblc e poco ,lopo il regg. Piemonte. Magg. generale (1820), fu ispettore delle leve, divenendo ten. generale nel 1830.

Felice Cachera.no d·i Bricherasio. Generale, n. e m . a. Torino (1774-1839). Percorse la carriera m ilitare nel P iemonte Reale Cavalleria divenendone colonnello nel 1821. Magg. generale nel 1831, fu ispettore della Scuola d'equitazione, divenendo ten. generale nel 1833. 511/J,ieio Cachera!lo della Rocca. Generale, m . nel 1857. Fu ufficia le di cava lleria divenendo colonn ello nel 1821, magg. genera.le nel 1822, ispettore delle milizie del Ducato di Aosta ( 1335) . Nel 1849 andò a riposo. J';Iarco A1.1relio Cacherano di Bricherasio. Genera le, n. a Bricherasio nel 1787. Ufficia le d i cavalleria, nel 1832 fu comandante del Cavalleggeri di Sardegna. J spcttore della R. Scuola d'equitazione ( 1836), nel 1841 fu promosso magg. generale a d isposizione del M inistero per le annu~ li riviste di contabilità di corpi. Andò a r iposo nel 1849. T eodoro Cachera.no di Bricherasio. Generale, n. a Bri~ chcrasio nel 1788. Col reggimento Susa partecipò alla,. campagn a del 1815 in Francia . M agg. generale nel 1836, comandò la brigala Regina e r,oi fu aiu tante di campo generale del Re. P romosso tenente generale ( 1848) comandò la divis. mii. di P iacenza e fu collocalo pochi mes i dopo a riposo.

Cacilhas. Borgo del P onoga!lo, sul Tago, presso Alma da. "1 cl 1833 vi s i svolse un combattimento fra miguclisti, comandati <l~ M olejos e d a Cadava l, e l'ibera.!i, Cacherano di comandati dal duca di Terceira. Br!rlwrasio Teodoro I p rimi furono sconfitti. Caciotti (Ug() ). Scrittore del sec. XVII. L asciò un « Vocabolario di tt1tle le voci e maniere di d ire dell'arte milita re sì terrestre come marinaresca», ancora manoscr·itto ne lla b;bJ ioteca }:fagliabecchiana. Cacula. Nell'esercito romano, era il servo castrense, militare d'infimo rango, inetto alle anni. Cadaques. Borgo rnarill imo della Spagna, in pro,·incia d i Gerona, presso alla frontiera francese. Nel 1235 n elle sue acque si combattè una battaglia n ava le tra Fran cesi e Cata lani, con la sconfitta dei p rimi. Nel 1655 C. fu assediata. e r.resa d a l principe d i Conti (28 maggio) dopo bom bardamento da terra e da mare, quest'ultimo operato da 12 navi al comando di ~fercoeur.

Policarpo Cachcrano d'Osasco. Generale, m. nel ]824. :\l comando del reggimento Saluzzc, si segnalò nel 1793. Promosso brigad iere nd 1796, fu comandante m ilitare a ìVfC\ndovì. Qua re ostaggio dei Fr;:uices i, rimase a. lungo a D igione. Tcn. genera le ne l 18 t5, ebbe il comando della SJvoia e poi fu ispe_t.tore geae:.·a le della fan teria. Genera le l'anno seguente, s i ritirò poco dopo dal servizio e d iven ne goverm:.tore del Principe di Carignano.

Cade - ( Gio-:iann·i) . Capitano irlandese, m. nel H50. F u a ca.po di un a rivolta contro Enrico I V, marciò su Lond ra con 2S.000 u., e la prese dopo di aver battuto le truppe reg ie a Seven Aks. :M:a la città si ribellò a lle bande penetra tevi, le cacciò, e C., preso, venne ucciso.

Lu;gi Pietro Ctichcrano d'Osa.sco. Generale, m. a Os~sco nel 1831. Partecipò alla campagna delle Alpi al co~ mando del regg. pl·ovinciale di Vercelli. M agg. generale nel 1798, fu l'anno seguente a Torino membro del Co,isiglio d i reggenza. Dal 1814 al 1820 fu comandante la città e contado di N izza, divenendo ten. generale ( 1815) e genera le (1816).

Cadenza (Regolamento esercizi). T anto le armi a pie<li quanto quelle a caval!o, quando manovrano o devono compiere movimenti logistici, devono osservare una (l!ldatur a uniforme, onde non inceppare le mosse altrui. E ' necessario per conseguenza che ogni arma abbia determinate C., stabilite in base alla potenzialità. media del p asso dell'uomo o del çavallo. P er le fanterie la C.


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del passo fu introdotta per la prima volta da Maurizio (li Sassonia, che studiò il modo d i far eseguire evoluz ion i a r eparti in ordine chiuso con perfetta regolarità. Per ottenere che tutti i soldati si uniformassero alla C., si ricorse aì suono dei tamburi, poi a quello delle tromlbe o della musica. La C. s i tiene per<Ì solo nelle manovre in ordine chiuso, e nel passare marciando attra;verso luoghi abitati, nelle quali circostanze il faµte deve mettere a terra il piede sinistro nel .p rimo tempo d'ogni battuta suonata dalle musiche o fanfare. La C . non è osservata durante le marcic_ su strada ordinaria, giacchè affatica inutilmente il fante; viene proi bita nell'attraversare ponti m ilitari, giacchè il ritmo uniforme trasmette a l ponte vibrazioni che potrebbero danneggiarlo. Per le armi a cavallo, è necessario che i quadrupedi siano abituati alle tre andature, passo, trotto e galoppo, conservando la velocità media, così da non affaticare" inutilmente quegli individui, che, non avendo mezz;i fisici pari ai migliori, sono costretti a seguirli nelle marce e manovre. Il t11etodo per abituare i cavalli alla C. è -costituito dal far seguire diverse volte un percorso, ben misurato da r iparti .piccoli fino a quelli più grossi; nel percorso vengono segnate con paline le centinaia di metri e man mano che si r aggiungono tali segnàli, viene osservato il cronometro, in modo da correggere gli eventuali errori, aumentando o diminuendo l'andatunt. E' provato che la giusta C. risparmia le forze tanto agli uomini che ai cavalli.

Cadesia. Ant. città. pre.sso Babilonia . .tsiel 636 un esercito arabo, inviato <la.I califfo Omar e composto di 30.000 u ., venne a battaglia presso C. coi Persiani, i quali ammontavano a 120.000. La •battaglia durò tre giorni, - e i Persiani, comandati da) loro re Isdegcrd, furono completamente sconfitti. Cadetto. Grado, in varii eserciti, u ltimo della scala gerarchica degli ufficia li, o di aspirante al grado di ufficiale, corrispondente all'allievo ufficiale. In Francia furono istituiti nel 1445 col nome di C. genti/110,nitii. Vennero ancl1e in seguito costituite com:pagu.ie di C., .p ei quali si istituirono apposite scuole, soppresse nel 1692; tal-une vennero r ip rist inate da Luigi XV nel 1729. I C. in Francia furono soppressi <la11a Rivoluzione. K ella Spagna furono creati nel 1722, e posti, a grupp i, agli ordini d i un ufficiale che ne curava l'educazione militare ed era detto cc maestro dei cadetti >>. Jn Russia, nel sec. XIX nessuno poteva essere ufficiale se pi-ima non aveva scn·ito nelle file dei soldati per lungo tempo col titolo di cadetto. Nell'eserc ito p iemontese, i C. vennero ammessi, come allievi ufficiali, nei re;g. di fanteria e cavalleria. dal 1726 in poi; faceva.no servizio mii. nelle file dei solò a-ti, godendo però di speciali privilegi. Nel 1736 Carlo Emanuele III istituì 36 posti di C. per la Scuola <l'a,r tigliei·ia, destinati a d iventare ufficiali d'artiglieria o ingegneri militan. Nei reggimenti il loro numero ft: limitato a cinque per bgl. nel 1758. Dovevano a,·ere a Imeno 17 anni, e appartenere a famiglie d istinte ~ benestanti, o d i ufficiali in scrvfrio. Vennero aboliti da Ca rlo Alberto. Nell'elicrcito napolet:i110. fo costituito nel 1771 il « battagliorte dei cadetti >J •• Nell'~sercito toscano, i C. furono istituiti come allievi u fficiali da Leopoldo JI nel 1826. Venivailo da

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famiglie distinte, alloggiavano a parte ·nella fortezza da Bassa in F irenze, avevano maestri e rettori speciali, e godevano varii privilegi, pure essendo militai mente uomini di truppa. Erano considerati come sus• si<liari a l liceo mili.are e al collegio pei figli dei militari. Corpo dei Cadetti. Chiamasi così in Inghilterra la istituzione p1·emilitare da cui si debbono trarre le reclute per l'esercito territoriale. ~el 1926 ammon t,n :1 a circa 50.000 giovan i, di cui circa 3000 erano cadetti ufficiali. In marina la parola cadetto è stata adoperata con lo stesso significato che ha nell'esercito . Nella marina inglese corrisponde a l classico nome (( Miclshipma.n » che s i usa.va fin dai tempi delle vele ed è in uso tuttora. La _parola era cli llSO comune per gli allievi del!' Accademia Navale e delle Scuole di marina fino a pochi anni or sono. La voce va cadendo in disuso.

Cadì Pascià. Genera.le turco, morto nel 1809. Fu al comando di 8 regg. di N izam, in Bulgaria, dove represse cacteao p!emon-rese ribellioni; partecipò in Costantinopoli (1736-1 730) alle lotte contro i Giannizzeri, ma fu da questi viJ1to e ucciso. Cadibona (Colle o Bacchetta di Altare o di C.). Forte depressione ( 490 rn. sul ma.re) che si apre fra i gruppi cristallini del Mongioie (Alpi marittime) e dell'Antola (Appennino Settentrionale); geognficamcnte importante, ,p erchè quasi universalmente accettata come limite divisorio fra I.e Alpi e gli Appennini; militarmente importantissima perchè apre un'ottima comunicazione fra il mare cd il ba.ssopiano del Po. Il versante tirrenico, brevissimo, cade in ma.re dopQ sqli· 9 km. in linea d'aria; è percorso dal Letimbro, che nasce poco sotto il colle, bagna Cadibona e sfocia a Savona, accompagnando da p resso la strada rotabile. Il ,;crsante padano affaccia sulla depressione Carcare-11:illesimo-Ceva, nella quale si raccolgono le comunicazioni •che .provengono dalla costa ligure fra I1uperia e Savona, e continuano verso nord seguendo il corso del Tanaro e delle due Dormide. A porci est del colle la dorsale montana è at-trnversata in gaUeria dalla ferrovia che proviene da Savona e conduce ·da una parte ad Acqui ed Alessandria e dall'altra. a Ceva e Torino. L a natura geologica del terreno circostante, che dà. caratteri aspri al paesaggio, è favoreyo]e a lla difesa di questo importante valico. Nell'apr ile del 1800, presso il ,·illaggio di C., avvenne uno scontro fra gli Austriaci e i Francesi; questi ultimi. condotti dal Soult, riuscirono v ittoriosi. Cadice (ant. Gades e Julia A'ligr,sta Gac/titana, spagnuolo: Cadiz) . Città: marittima della Spagna, nel!'Andalusia, capo!. di .prov., sulla baia omonima, allo sbocco del Guaclalete; con porto mil. e arsenale già celebre nel sec. XVI. Fu dà ant. tempo ed è tuttora piazzaforte impol'tante di cui le maggiori opere sono i forti del Troca<lero, d i San Fernando, di ·santa Caterina di San Lorenzo del Puntàl, di San Sebastia.1io. '

I. Assedia di Cadice. La città era caduta nelle mani


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CARTE rb,,la,

BAIE. DI!: CADlX

La città e la baia di Cacl!ce (sec. XIX)

dei Cartaginesi nel VI sec. a. C. ed essi la tennero fine al III sec.olo. Fu assediata e presa dai Romani nel 206 a. C., per opera di Scipione, il quale vi bloccò i resti dell'esercito cartaginese che egli stesso aveva sconfitto a Becula: Magone, che li comandava, fu co9tretto ad ar. renders i dopo parecchi mesi di assedio. II. C. liu presa dai Goti nel V secolo, dagli Arabi nell'ottavo secolo dell'era volgare, da Alfonso X nel 1262. IIL Impresa cfi :Cad,:cc (1587). Fu eseguita dall'ammiraglio iJ1glese Drake per frastornare i preparativi di Filippo di Spagna contro l'Inghilterrn. Il Drake comparve inatteso a :Cadice il 2 aprile 1587 con 7 navi da guerra ,bene a rmate e montate da 2648 marinai e penetrò ard itamente nel porto. Quivi affondò oltre trenta navi della perlata complessiva di 10.000 tonn., con tutto il materiale che portavano a bordo e ne prese quattro. Assalito da 12 galee spagnuole, J1e affondò due e mi~~ in fuga le altre. Dopo due giorni d i lotta e di distruzione, l'ammir. inglese sciolse le vele e si i-itirò. · IV. Att,µ.cco di Cadice ( 1596}. 1Fu operato da una flotta di 150 navi, d i cui 24 olandcsì e le altre inglesi, montate da 17 .000 u., al comando dcll'amrnir. inglese H oward. II 20 g{ugno ja flotta si pr·esentò davanti al porto. Qui~i era una ii:~tta spagnuola di 34 navi da guerra e 60 'ine rcant.ili annate; essa fece onorevole resistenza, ma fu sconfitta, e si chiuse nel porto. Gli Inglesi poterono sbarcare ,,;;:, co;po <li truppe comandante dal conte di :r;ssex_, assalire e p rendere i forti, saccbeggiare la citfà. Ma cnt,:àtà fa discordia fra i capi degli assalitori, tutta l'arrn·aia kt dtf;o. V. A#dcco iÌi. Cadice (1624). Fu operato da una flotta inglese composta di equipaggi raccogliticci, invi'ata dal

Buckingarn senza sufficiente preparazione. G li Inglesi sbarcarono dopo il bombardamento e presero il forte di Puntàl, ma poco dopo si imbarcarono e si allontanarono. . VI. Assedio di Cadice (1702). Fu posto dagli angloolandcsi. Era governatore della città Scipione Brancaccio, generale di Filip po V, il quale difese energicamente la piazza e costrinse gli assalitori a ritirarsi. VII. Combattimento navale di Cadice ( 1804). Se]Jza 'stato di guerra tra Inghilterra e Spagna, tre fregate e un vascello inglesi, avendo incontrato ìl 5 ottobre quattro fregate spagnuole cariche d i mercanzie e d i moneta, ritornanti dal!'America del Sud, le assalirono all'improvviso, e dopo aspra lotta ne presero tre, mentre l'altra saltava in ru·ia. C. era stata bombardata dal Nelson, ma senza successo, nel 1797. VIII. Blocco d.·i Cadice (1810-1812). La città fu bloccata dai Francesi, dalla parte d i t~rra, nel febbraio 1810. Le rimase lìbera la comunicazione dalla parte del ma.re, con l'appoggio della flotta inglese, e questo fece sì che il ,blocco si protraesse per oltre due anni, senza che i Francesi potessero impadronirsene. Dell'assedio fu incaricato il corpo del Victor: a intermii'.enze fu tentato il •bombardamento, dal Trocadero, ma la· distanza era troppo forte e i danni furono limitatissimi. La città fu difesa dall' Albuquer.que, il quale fece costruire batterie . nell'istmo paludoso e quasi impra ticabile, e una robusta trincea .p iì, vicino alla città. Ebbe a disposizione 14.000 Spagnuoli e una d ivis. anglo-portoghese, di circa 5000 uomin'i, comandata dapprima da Stewart, poi da Graha.m. Oltre a cio la difesa era aumentata da circà 8000 volonta ri. Nel porto, stazionavano una squadra inglese'


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agli ordini di Purvis e una spagnuola a l comando d i don Ignazio d' Ahva. I Francesi, padroni di tutta la costa, vi eressero numerose batterie, e tentarono anche di armare barche lcggiere sul Guadalete; ma la presenza del la flotta anglo-spagnuola mandò a vuoto il tentativo. Il blocco durò fino a l 24 agosto 1812, quando l'avanzata di - Wellington nella penisola Iberica costrinse i Francesi a concentrarsi verso Jvladrid. Erano stati lanciati, senza riuscire allo scopo, ben 16.000 proiettili sulla città. IX. Assedio di Cadice (1823). Appartiene alla sollevazione dei liberali spagnuoli, che determinò l'intervento della Francia. Le truppe francesi, comandate dal duca d'Angoulème, il 31 agosto, nelle prime ore del mattino, assalirono e presero alla baionetta il Trocadero: in questa fazione si distinse Carlo Alberto di Savoia, che milita va nelle truppe francesi. L'assedio continuò. I Francesi presero (20 settembre) il forte di San Pietro, dòpo di averlo costretto alla resa bom.bardandolo dalla parto del mare con alcune navi leggere. Il 23 iniziarono il bombardamen to della città, e dopo poche ore la costringevano alla resa.

Caditoia (o Piombatoia). Buca fatta negli sporti delle rocche, nei ballato, delle antiche fortificazioni ed anche nelle volte delle torri; specie di feritoia dalla quale si facevano piombar sassi per offendere il nemico (Bald inucci). L'uso di munire la sommità delle torr i con caditoie è d i importazione orientale e la costruzione delle stesse' in modo stabile e definitivo risale al secolo XIII. Nei secoli anteriori, si usava collocare sull'a lto delle mura

cactiloia in legname palchi di legname nei quali le caditoie erano costituite da specie di fori quadra ti, o da larghe scanalature oriz.1 zontali p ratica.te lungo il camm ino d i ronda, che permettevano d i colpire il piede del muro con pietre, pezzi di legno, materie incend iarie. D'ordinario tale aumento di difesa era applica lo alle cortine, perchè, per la loro posizione, si ritenevano più deboli delle torr i e di più, facile approccio. In seguito, siccome gli assalitori cercavano di rovinare tali difese di legname, specialmente col getto di proietti infiammati, allo scopo di provocarne l'incendio, co~a facilissi!l1a quando le mura erano poco al!e e l'armatura non coperta della difesa di pelli fresche, così, fin <lalfa metà del secolo XIII, si cercò di rendere più difficili tali tentativi introducendo l'uso di mensoloni di pietra incastrati nel muro a sostegno dell'armatura stessa, e s i ebbero cad itoie con stmttura m ista di pietre e di leb'llame. Esempio caratteristico quelle del

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Castello d i Coucy. P erdurando con tale d isposizione il pericolo di incendio, al principio del secolo XIII incominciò la costruzione s ull'alto delle torri e delle cortine, do! « cammino di ronda >l in p ietra, munito d i fori assai avvicina,ti a fine di far cadere i proietti verticalmente. In tal modo si affermò questa parte caratteristica

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.. Mura con merli e cad lloie

delle fortificazioni medioevali, nelle quali il gusto delI'arie si univa bellamente alle esigcn7.e d i carattere militare. A partire dal sec. XIV, le caditoie d i pietra fonn1ì-ono parte integrante del coronammto delle mura. Le caditoie d i pietra erano coperte in modo stabile come lo era di massima il cammino di ronda; allorchè, sulla fine del S&. XV, il.progresso delle ~rtiglierie rc~e inutili tali d ifese, si conti nuò la disposizione delle caditoie sull'alto delle torri e dei castelli in omaggio alla tradizione, e da elemento di fortificazione, diveni1e motivo di elegante decorazione che ancora ogg i si anunjra, in n101Li ca,;telli e palazzi. Nel me<lioevo si solevano munire di caditoie i coronamenti delle chiese, allorquando si temeva che esse potessero dover sostenere qualche aggres~ione. In I talia un bell'escmpio si ha nella Basilica Lauretana, munita di cadi toic dal Sangallo nel sec. XVI per agguerrirla contro la p irateria turca.

Cadlolo (Alberto) . ~k,daglia d'oro, n. a Roma nel 1899, caduto sul Pertica nel 1918. E' uno di quei nostri meraviglio-si ragazzi del 1899, « chiamati dell'ultimo bando >l come li definì Ga,brielc d 'Annunzio, she lasciarono i banchi della scuola per correre a difendere la l'atria minacciata, dopo la rotta di Caporetto. I l Cadlolo era infatti studente <li scuole medie ' a Roma qutLJJdo. non ancora diciottenne, fu chiamato alle armi. Du .. rante la battaglia dì V ittorio Veneto, immolava la giovane vita sul Pertica. dando fino all'ultimo momento esempio di mirabile ardimento e di inestinguibile en tus iasmo. Fu con cessa alla memoria di lu i la med aglia d'oro, con la seguente motivazione: « Primo fra i più v?.·


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lorosi, animato da intenso amor <li Patria, guidò con l'esempio il suo plotone all'attacco del Pertica, formidabilmente munito a difesa; fra l'imperversa.re delle artiglierie e delle mitragliatrici nemiche. Ferito gravemente ad un ginocchio da bomba a mano, sotto i trinceramenti avversari, accrebbe la fode e l'ardore, in sè e nei suoi, e raggiungendo la cima irruppe per primo nelle superate difese. Nel furioso corpo a corpo che ne seguì, piegato sul ginocc1lio infranto ma con cuore invitto iucitò i suoi solda ti a. tener fermo, agitando un fazzoletto tricolore cd inneggiando alla Patria , finchè una fucila.ta alla tempia ne troncò la giovane nobilissima vita (Monte P ertica (Grappa) 24 ottobre 1918).

Cadogan ( Giorgio). Anuniraglio inglese ( 1783-1864). Xel 1813 comandò la spedizione -contro Zara. Cadolini (Criovam,i). Colonnello, n. a Cremona, m. fl Roma e830-19 1/). :Nel 1849 partecipò con Giacomo )frclici al la difesa di Roma ove fu ferito ad un braccio. Dopo caduta di Ro,na, riparò ft Genova, ove fu !J.urcato ingegnere. Partecipò sottot. coi Cacciatori delle Alpi a Ila guerra de I l 850 .:, l'anno dopo segllì ln Sidlia la sped izione Medici; a 1VIilazzo fu pwmosso t~n . colonnello, al Volturno, comandante <li reggimento, ottenne la croce d i Savoia. Nel 1866, comandante il 4° reggimento volontari, ebbe J'iJ1carico della difesa della Valcamonica e fu nominat•J ufficiale dell'Ordioc mii. <Ii Savoia. Nel 1861 fu nominato deputato per il collegio cli Pescarolo e fu in seguito .6110 al 1896 rappresentante dei collegi di Ortona, Cremona e Casalmaggiore. Nel 1905, fu nominato senatore. Scrisse, con efficacia di spettatore e di attore: « I Cacciatori delle Alpi nel 1859 ii; « Il 4• rcgg. volontari ed il corpo d'opcrazioni in Valcamonica nel 1866 >>; « :Memorie del Risorgimento dal 1848 al 1862 »; << Intorno alla diversione di Talamone >>; « Garibaldi e l'arte della guerra >>.

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Cadoli no (Tito). Generale, n . a Cremona nel 1805. Partecipò alla ca01Jpagna ciel 18-1S in qualità di capitano dei Càcciatori Bresciani, e alla campagna <lei 1859. Ebbe da colonnello il comando del 31° regg. fanteria e raggiunto il grado di magg, generale ( 1865) si distinse quale comandante della brigat,t Siena durante h campagna del 1866 meritandosi a Custoza la croce d i cav. dell'Ordine mii. d i Savoia. :\'e] ,periodo 1866-68 comandò !a fortezza ed il circondario di Verona. Oadoni (Antonio). Generale, n . a Sassari nel 1856. Sottot. d'art. nel 1878, ,n el 1905 fu nominato comanclank del gruppo d'artiglieria da costa della Sardegna, e poi alla direzione d'artiglieria d i Taran to. Collocato in P. :\. (1912) fu richiamato d urante la guerra 1915-16 col grado di colonnello a disposizione del Comando Supremo. Colkicato a r-iposo da rnagg. genera le ( 1919) assunse nel l 924 il grado cli gen. d i divisione. Cadore. R egione dell'Italia settentrionale, in provincia di Belluno, fra la Carn ia e il Tirolo . \'i s i svolsero

in varie epoche opcra1.'oni mii., delle quali le più importanti sono:

I. D11'1·a11tc la lotta fra {Impero a Venezia (JS0'J). 11 Cadore venne invaso nel febb:.iio da circa 9:J00 imperiali, condot!i da ll'impera tore Massimiliano, e le sue rocche furono cinte d'assed io. I Cadorini, fedelissimi a Venezia, s i cliicsero onmquc con energia. Tuttavia parecchie fortezze vennero prese, finchè !'Alviano, con un, esercito veneziano, giunse sul posto a capovolgere le so:·ti della lotta. Egli occupò i passi del C. con truppe sne e con bande cli Caclorini, e chiuse così gli imperiali nel fondo valle. Questi formarono un quadrato e tentarono di aprirsi un varco, ma vennero avviluppat i: mille caddero combattendo, gli altri furono fatti prigionieri. Dopo, di ciò, l'Alviano riprese le perdute fortev.e e liberò comple tamente il C. dall'invasione. II. l)u..ante la. j,rùna guerra dell'Indij,endenza (1S48). Alhurnuncio del movimento <li r iscossa, il Cadore si sollevò, e il Calvi p rese il comando del!e milizie, le quali ostacolarono fino al termine della campagna le comunicazioni fra Verona e il Tirolo e la Carinzia, malgradogli sforzi fatti <là.Ile truppe austriache .per vincerne ia resistenza. Jn tutto, il Calvi ebbe ai suoi ordini circa. 6000 u. fra << corpi fnm chi >>, guardie civiche e volontari, armati al!a meglio con armi e munizioni inviate eia Venezia. Gli Austriaci minacciavano l' invasione dal passo di :VI. Croce e dalla Val d i Baite, per cui le forze volonta-r ic furono scaglionate in corrispondenza delle due linee di invasione, appoggiandosi alle vecchie fortificazioni dei Tre Ponti e della Chiusa. d i Venas. Una colonna austriaca. (magg. H a blitschek) scesa da Toblak su Chiapussa in Val Boite, si scontrò il 2 maggio con 3 corpi franchi e fu respinta . Intanto gli Austriaci occupavanq di sorpresa Belluno. Il Calvi a llora, riuniti i volontari, si portò a P erarolo e per Longarone giunse il 7 maggio a' Termine, in tempo per arrestare 6 cp. austriache· (gen. Culoz) che tentavano d'impadronirsi della strada d'Ala magna. Ricevuti r inforzi, il Culoz superò la resi-' stenza dei volontari presso Onigo e 1'8-9 maggio avan1.ò con tro le truppe pontificie del Fcrra ri. Queste, dopo· strenua r esistenza a Cornuda, non soccorse dal Du-1 rancio, si ritirarono a Treviso. li Calvi continuava intanto la guerriglia nel Cadore; ritiratosi a Pieve, il 919 maggio a Chiusa d i Vcnas respinse un distaccamento austriaco. I fatti cli Termine e di Chiusa obbligarono gli Austriaci a invadere il Cadore con 3 colonne, pc: la P iave, per il lloite e per il colle cli :Yiauria. Il Calvi decise d i contendere a l nemico il Passo della Morte (alto• Tagliamento), R end in,era e la Chius1 d i Venas. Il 24 b colonna Oppcl attaccò il Passo della Morte ma fu respinto; il 28 gli Austriaci attaccarono anohe Renclimera. e la Chiusa, ma non poterono avanzare; t uttavia i pochi volontari, senza n1ezzi e senza rinforzi, non poterono· resistere a lungo alla pressione ciel nemico e fiJ1irono per! sbandarsi. III. Operazioni in Cadore ( 1915-1917). Iì settore del Cadore ( dalla Croda grande a] m. Parai ba) era asseonato a lla 4" armata, comanda la èal genera le Luigi Na-'~a. Il compito dell'armata era così ;·~clicato n elle dirct:ive del capo di stato nnggiore, dc] 1° aprile 1915: « assun ta la fronte cadorina (IX corpo d'annata su l Cordcvole e I sul Boite sull'alto P iave) dovrà iniziare l'espugnazione dei forti d i Sexten, Landro e Valparola, danqo· all'azione sp iccato ca rattere d i " igore. II primo obiet-


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ctivo delle operazioni dovrà essere quello di impadronirsi con la destra del nodo d i Toblach e con la sinistra dei colli circostanti al .g:-uppo montuoso del Sella >l. Nelh notte d al 23 al 24 maggio le truppe della 4• armata pro•cedeltero a!l'occupaz1one dei p iù importanti posti di confine e s'impadronirono di qualche posizione dominante, .oltre il confine stesso. li 29 maggio venne occupata Cortina d'Ampezzo e la sua con,p; il nemico si ritirava dap pertutto senza combattere. Attendendo, quindi, le art i_glierie pesanti, necessarie per poter attaccare gli sbarramenti esistenti nell'alto Cadore (le fortificazioni, cioè, di LJ. Corte e di Valparola, che chiudevano l'accesso alle valli di Livinallongo e di Abbadia, e quelle di LandroPlatzviese e di Sexten, che c'impedivano di scendere nella Val l'usteria e recidere la grande arteria ferrovia1·ia) le nùstre truppe s i andarono piu-ttosto Jcntamentf: a vvicinando ad essi. Ritirandosi dalla conca di Cortina d 'Ampezzo, i l n eroiw aveva fortemente occupato i due sbocchi che immettono nella conca stessa <la occidenLc e da nord; sbarrandoci, _cioè, la strada delle Dolomiti, all'altezza del _passo d i Falzarego, e con le d ifese disposte nel fondo d i val Boit~, lungo le a lture di Podestagno-Son Pauses-Cro•da <lell'Ancona, la strada di Alemagna. Tra le regio1,i di .Falzarego e di Son Pauses, la difesa austriaca si appoggiava al maestoso massiccio deHe Tofane . Aspra resistenza incontrarono, quindi, le truppe del T rnrpo <l'armata (gen. R àgn i) d inanzi a Son Pauses, le cui difese furono inutilmente a1taccate 1'8 ed il l.3 giugno ; e le truppe del IX corpo (comandato fino a tutto giugno d. l .generale Marini, e i;>oi dal generale Segato) avanzate da 'la val Cordevolc e dalla Val Costeana, furono ben presto arrestate all'altezza del Col di Lana da una parte e ,4el grnppo ,Falza1·ego-Lagazuoi-Sasso di Stria. dail'altrn. All'ala destra dell'armata, il 3 giugno, soverchianti forze avversa.rie attaccavano il nostro presidio di Cima Frugnoni (Val Padola) ùbbligandolo a r itirarsi; alla testata ,de ll'Ansieì il nemico, poi, occupava saldamente Ii sommità nor<l del mon te Piana, dominante lo sbarra.mento -di Lan<lro, donde non fu pii1 _poss.ìbile ricacciarlo, e sull'alto Piave, il giorno 10, ci s trap pava il mon te Paralba. Per contro, il 15 giugno, la 10• divisione iniziava un'operazione, <liretta a lla c~nquista di Forcella Dignas e d i ·Cima Palombino, s ull'alto Val Padola; quest'ultima po1 sizione, dopo tenaci sforzi del battaglione alpino Fen estrelle, veni va occupata i] .giorno 18. Giunte intanto le artiglierie pesanti assegnate alLirmata ecÌ apprestate nelle loro posizioni, il giorno S luglio veniva iniziato il tiro contro le fortificazioni avver·sarie, e <lopo du~ giorni di fooco, le fanterie mossero in avanti. Senonchè i risultati del tiro d i artiglieria furono molto modesti, sopratutto per ['jnsufficienza delle boeChe da fuoco e per il metodo di difesa adottato dal nemico, ii quale, più che sulla potenza delle opere fortificatorie, alcune delle qu11li erano state già d isarmate, con tava sulla difficile acccssibiÌità. <lelle posizioni mo;1.tane e su gli appostamenti, multipli e non facilmen tè rag·giungibili, delle sue ,batterie. Le truppe del IX corpo d'armata, comunque, oltrepassarono il passo d i Falzarego, e .r aggiun sero la fronte Cerm:iio- Buchenstcin, di fron te alla cortina Lana-Settsas, ma dal Sasso di Stria a Cim a Bois , reitera ti nostri attacchi furono · tutti r espinti, con perdite n otevoli; solo il giorno 11, fu possioile fanti della brigata Reggio ed agli alpini del battaglion e Belluno impadronirsi d i cima Bois. Aspra lotta ·si svolse anche sulle pend ici de] col d i Lana, dove il

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nemico opponeva la più decisa resistenza. sui due co~toni, scendenti rispctth•amente sui villaggi di- Salesei e di J\gai e denominati « Panettone l> e << Cappello di Napoleone>>. Sulla fron te del I corpo d'armala, due attacchi al monte Cavallino, importante posizione che ci avrebbe dato il domi11io di buon tratto di confine, nei giorni 9 e 10 luglio, fallirono completamente. Dopo qualche giorno di sosta, il giorno 15 furon o ri prese le ope::azion i su tutta la fronte dell'armata, ma esse ebbero risultati tangibili solo n ella zona delle T ofa.ne, 0•1e furono occ\lpate la forcella Bois ed il rifug io Tofanc; vigoroso impulso a queste operazioni nella regione delle Tofane fu dato dal generale Antonio Cantore, che il 20 luglio, durante una r icognizione, cadde fulminato da una pal!o!tola nemica. In questi giorni tr1 il 15 ed il 20 luglio, si combattè anche strenuamente sul mon t~ Piana., ma, noa ostante perdite m olto gravi, le tru.p pe della 2' divisione non 1·iuscirono ad oltrepassare il Vallone _dei Castrati, che divideva le nostre po sizioni dalle avversarie. Esito in.fruttuoso ebbe anche un nuovo attacco, condotto contro il rpon te Cavalli'l,J dalla brigata Basilicata il giorno 18. I l mattino del .31) luglio, fu ripresa la preparazione <l'artiglieria, per un sccorÌdo attacco generale agli sbarramenti avversari. ?,;e lla regione Tofana, fu espugnata il 3 agosto la forcella Tofa11a, ina le operazioni ulteriori per il possesso di tutto il gruppo F alzarego-Lagazuoi. non ebbero esito fortunato; p anicolarmcn te -audac i e drrunmatici furono gli attacchi di reparti alpini (batt. Belluno e Val Chisone) a l « CasteJlelto >) , torr ione rnccios'o che si ergeva t~a la Tofana 1 e la cima Bois, a cavaliere della Val Costeana e cl_~lla Val Travenarrzes, e che tante perdite ancora doveva costarci, fu10 al luglio dèll'anno successivo, epoca in c~i fu fatto saltare con una mina. Immutata anche rimase la situazione sul Col di Lana c sul monte P iana. Davanti allo sbarramento di Landro, però, qualéhe vantaggio fu conseguito dalla 2• d ivisione tra il 12 cd il 19 agosto, co,1 il raggiungimento del margine nord della Lange Alpe e <lei Sahele Berg e con notevoli p rogressi nella rcgi~ne dei laghi Boden. e 11ella conca del Bacher Bach . Altri r iparti della 2• d ivisiQne completarono l'occupazione del massiccio del monte Cristallo. Due nuovi attacchi, invece, della 10• divisione, alle posizion'i che coprivano 'lo- sbarramento d i Sexten. il 4 agosto ed il 6 settembre, non ebbero alcun risultato. Nell'ottobre, anche per dare un appoggio indiretto alle operazioni che si svolgevano sull'Isonzo, il nuovo comandante dell'armata, generale Nicolis di Robilant, succeduto il 25 settembre al generale X ava, volle te11tarè ancora uno sforzo per il possesso di quelle posizioni ch e già ci erano costate tanto sangue e che ci avrebbero assicurato un sicuro dominio sulle posizioni avvers1,1rie ed una miglior p;-eparazione per la ripresa della primavera. Il I corpo d'armata tentò, quindi, di strappare al nemico il Rauckofl e la. p unta del Forarne, ma, non ostante il valo.re spiegato dalle truppe della 2" d ivi~ione, l'impresa non potè essere compiuta. Particolare accanimento ebbero i n ostri a-ttacchi alle d ifese dell'alto CordcvolcValparola, iniziat i il giorno 18 ottobre, con u n tentativo d i sorpresa sul Sasso di Str ia, compiuto da un d rappello di audaci dell'81° fanteria, a.I comando del sottotenente Mar io Fusetti (med. d'oro), il quale riuscì a raggiungere la sommità della posizione ed a piantarvi una bandiera, ma fu poi soverch iato dal rietnico, tornato alla riscossa. Vantaggi s icuri furono ottenuti nella regione Falzarego-Lag-azuoi, con c011quis'ta d i quot1

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2668 e di cima Falzarego (20 ottobre). Davanti a l p:i.sLire, infine, Jc truppe della 17• d ivisione, riprendendo 1~ w di \/alparola, invece, furono rinnovati, per più gioropera,doni in \'al T ravignolo ed in \'al San Pellegrino. ni, attacchi sanguinosi senza poter a,·er ragione delle «i impadronh·ano della seconda cima del Colbricon, delrobuste difese avversarie. la rima di Costabella e della Busa Alta. Il secondo inverno di guerra, particolarmente inunitc, Asprissima lotta si combattè per il possesso del Col pose a ben dura prova Jc truppe del Cadore, che sudi La11a (V.} e delle fortificazioni dell'alto Cordc1·ole. Il birono non poche e dolorose perdite per effetto delle vaforte La Corte, ~ iroccato dalle nostre artiglierie, fu raggiunto cd oltrepassato dalla Qrigata Calabria. Forti nelanghe e dei congela.menti. L'anno 1917 non fu caratte•·izzato da alcuna operazione d'importanza nel settore: vicate, quindi, vennero ad imporre una tregua sulle della 4" annata; qualche progresso fu da noi compiut,:, tormentate posizioni. Cinque mesi di sforzi quasi conin \'al Tr.1xcnan7.e,; e qualche azione di mina fu tenta,u tinui non crnn valsi a ,•inccre la resistenza degli sbar · ramcnti nemiçi, cosi da poter recidere le g;andi arterie sia <la noi, sia dagli Austriaci, specialmente nella regione del Laguzuoi, ma senza ri3ultati di rilievo. La ca<li co111t111ica,done fra il Trentino ed il cuore della Mo, tast rofe di Caporetto costrinse la 4• armata ad abbannarchia. Per insistere nel grande proget,o di isolamento del saliente Tridentino, con probabilità di riuscita, sadonare. ai primi di novembre '17, tutto il Cadore per rebbe stat.J necrs~ario impiegare la quasi totalità delle andare t1d assumere quel scuore del Grappa, che dove,·a poi tanto valorosamente difendere contro l'inutile pertinostre truppe ed artiglierie da moatagna e dare a quenacia degli assalti n emici. ste operazioni in Cadore un carattere d i importanza precipua. ciò che non sarebbe sta.to consentito dalla noCadorna (co11,te Ra/],,dc). Gcnc1alc, 11. a )filano, stra situazione generale. Ci si do,·ette accontentare, quinm. a Roma ( t8 IS-L897). Sotto!. di fanteria nel 1834, nel d i, di avere a lquanto migliorata, nel settore Cadorino, 184S fu al servizio del governo provv isorio Lombardo la nostra sistemazione difensiva, perfezionandola ancora, per orgamzzarvi i serv1n nei mesi successivi, con azioni locali, 11011 prive d'imdel Genio. Xci 1851 seportan1.a. L'in,·ernata, p:i.rticolannente difficile in quelguì le truppe francesi in le regioui d i alla montagna, fu da noi impiegat:1, oltre Algeria e prese parte alche a risolve re l'arduo prol,lcma logistico della guerra la sprdi✓.ionc della Cabiim·ernale. al raffonamcnto delle posizion i rnggiuntr. lia. ):cl 1855 fece la camTr:i le più importanti, per azioni di dettaglio, svoltesi pagna di Crimea. guadadurante la primtl\Cra 1916, ricordeccmo la bella azionP, g11ando\'i la croce dell'Ore.on In quale un ardito rcp,lrto del 51° fanteria•, al codine m ii. di St1voia. Fu mando del capitano }\lenoni Garibaldi, s'impadronin, promosso colonnello pe: con un~ scalata diflìcoltosissima, del Piuo e della Punt:i n1erito di guerra a S::u· Srrauta nel gruppo della )farmolada. La notte .,ul 16 )Canino: l'armo stesso d: aprile, reparti dc! settore Pa<lola-Visdencl~, a l comando ,·cnn,, magg .gc11e1·,tle n eldel ((c11crale Venturi, s'impos,essavano <lei Passo dcllt1 l'esercito toscano e miniSentinelli\. importante insellatura alla t,'-;tata di Val J?ostro della guerra a Firenu pn;:, rhe mette in coi,mnicazione ralta ,·a1 Padola con Predispose allora le co:,~ la valle di Sextcn. Il giorno stcs.so. poi che gli Austr iaci in modo che avvenisse agernlmcnte il passaggio dell<: inizianuo la loro grnndc offensiva in Trent ino ( 15 mag.. truppc wscane nell'esercito italiano. Comandò poscia gio) le truppe della 4' armata riprendevano le loro opt'la hrigata ,\osta, e la 17' divisione, nella campagna del razioni per il possesso della cortina Sief-Setl.3ass, che 1860. Promo,so ten. generale nel 1861, comandò le d:doveva essere il naturale coronamento della conquista v i~ioni di Chieti, Perugia e Firenze. :\'"cl 1870 ebbe il del COI di Lana; ma esse non ebbero altro risultato che com:mdo del corpo d'esercito destinato a occupare Roma. l'e~pugnazione della forte po~izim1e detta « dente de:I Ollenne allora la nomina a ca,·. di Gran Croce, decoSicf », dovuta ai fanti della brigata Reggio (21 ma~. r:no del Gran Cordone, dell'Ordine mii. di Savoia. Cogio). Scarsi r isultati consegui anche un'azione svolta in mandò il corpo d 'armata di Torino e nel 1877 venne quelle stesse giornate dalle tru ppe del I corpo d'armata collocoto a riposo. Fu deputato per i collegi di Oleggio, nella regione di Cortina d'Ampezzo c nell'alto Ansiei. li norgomanero, Pallanza, Pontremoli, nelle legislature II giorno J 1 luglio, un'altra poderosa mina si faceva esploe TTT r dalla \" alla XI. Xel 18il venne nominato senadere sotto il Castelletto della Tofana. del quale, poi, con LOrc del regno, Lasciò una narrazione politico-militare : cieciso assa lto, s'impadronivano gli a lpipi deJ V gruppo. « La liberazione di Roma)> (1889); « H.icordi logistici Una serie d'importanti operazioni, fu svolta, infine, e lattici» ( 1875}; « è\'ormc per le grandi manovre» ; negli ultimi giorni del luglio 1916 dalle truppe della 4• « Operazioni militari del n· corpo d'Esercito nelle proarmata, in territorio, però, della 1• armata, e col convincie già pontificie dal JO al 20 settembre 1870. Relacorso di truppe di que.st'ultima. Esse ebbero per obictzione al Ministro della G uerra ll ( 1870). ti~·o la conquista della lihea montuosa a sud-est del fiume A,•isio, con obiettivo finale Cavalese, e vi partecipaCadorna Conte Luigi.. Uaresciallo d'Italìa, n. a Palrono la 11• divisione ~ un nucleo speciale comandato lanza nel 1850. Sottot. d'art. nel 186/1. fu addetto al dal generale Giuseppe Francesco f errari e composto del Comando del Corpo di S. )L n ella sezione topografica 23° e 49° fanteria e <lei 13° bersaglieri. TI primo periodo Raggiunse il grado di colonnello nel 1892 cd obbe H codi dette operazioni, durato dal 9 al 27 luglio, ebbe per cmando del 10° rcgg. bersaglieri e poi fu capo di S. ~I. risultato la conquista ciel pas,;o di Rolle, di cima CarnidellTIII C. d'A. Xel grado di maggior generale (1898la zza e del passo di Col-bricon. Il 17 agosto, poi. il ba-t1905) comandò la brigata P istoia; raggiunto il grado di taglione alpini F cltre s' impossessava della vetta del C:turen. gcnc:·a le ebbe successiva1nenle i corna.ndi delle diriol, ed altre importanti posizioni a nord-est del Cauvisioni d i Ancona e :-J'apoli, e del I\' corpo d 'armata. riol vcnh•ano espugnate nei giorni ,;ucccssfri. X ell'otto· ): el 19 ll fu dc~ignato per il com~ndo di un'armata in.


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guerra e nel 1914 fu elevato alla carica di capo di S.

l'vL dell'.Eser cito, reggendo il comando dell'Esercito in gucrr;i dal maggio 1915 a ll'8 novembre 1917. Dal novembre 1917 al febbraio 19 18 fu membro del Com itato Consultivo militare permanente interal leato. Nel 1910 fu nominato senatore. Passò nella riserva col grado di ten. generale (1918) ma nel 1924 venne r ich iamato in servizio col grado di gen. <l'esercito, considerato in soprannumero, e promosso maresciallo d'Italia, Nel 1916, di motu proprio Sovrano, fu nominato cavaliere di gran eroe,: dell'Ordine 1J1il. d i Savoia con la seguente motivaz-io~ ne: « Presiedette con grande intelligenza e con ammirevole solerzia alla preparazion e delle operazioni d i guerra ; ne diresse e ne persegu ì lo svolgimento con esemp la re energia, con costante indirizzo e con tenacia di propositi. In ·circostanze particolarmente difficili seppe, col proprio personale inter vento e con instancabile attivi tà, rendersi benemerito dell'Eser cito e del Paese >i. II maresciallo Cadorna collaborò a! progetto d i r iordinamento dell'Esercito che fu d etto Zupelli- Cadorna, e dettò le norn1e da seguirsi in guerra che furono conttnute in un testo: « Libretto rosso >J, ent usiasticamente accolto dagli ufficia li, in modo specia le dall'elemento pii1 giovane. Scrisse le seguenti opere: « Il generale Raffaek Cadorna nel R isorgimento italiano » ( I 922); « La guerra alla fronte italiana fino all'arresto sulla linea del I 'iaYe e del Grappa» ( 1921). I noltre un volume di scelt.a e commento delle migliori pagine del :viontccuccoli. 1

ll , ronumento a i Caduti di Cuneo

Caduceo. ~fazza o ba;tone che portavano gl i arald i e gli ambasciatori .in tempo d i g uerra. In origine non

era altro che un ramo di alloro o di u livo guernito . di due stri.scie o fettucce di lana . Era considerato il simbolo della pace ; chi lo portava fu chia mato -« cad11ccator >J.

Caduti (Mommwnti ai). Patr iottici ricordi ai Caduti nella guerra 1915- 1918, eretti in ogni centro italiano, dai p iù piccoli a i più cospicui Insieme con i Parchi della Rimembranza, sono destinati a eternare la memoria degli sforCarl uceo zi e dei sacrifi.cì compiuti dall'Italia per raggiungere la pienezza della sua indipcnden1.a e della sua li bertà., per raccogl 'er c sotto inviol:tbili confini tuttil. la gen te di stirpe italica.

Cadoudal (Giorgio) , Capo d i Vandeani (1769-1804) . Si n1ise, giovinetto ancora, aila tesla di una cinquan:ina di realisti, e partecipò all'assedio di Grandwillc. Arruolati marinai e conta<li11 i formò una squadra d'azione; ma, caduto in mano dei repubblicani, fu cacciato in prigione a Brest, donde riuscì a fuggire. Divenne poi capo dei rea!ist i del

suo cantone e combattè valorosa.mente. I ntervenuta la pace d el 1 ì95 la ostaco!ò con ogni sua forzai favo .. rendo lo sbarco di Quiberon. Poscia divenne capo degli insorti della bassa Bretagna. Nel 1796, convinto dal generale Hoch~. disarmò e licenziò gli insorti ; ma net segù'éntè'anno fece ogni sforzo per riaccendere l'i11surrezione e vi riuscì nel 1799. Y.fa, sconfitto, si rifugiò a Londra. dove ebbe onori, e incarichi dall'Inghilterra, che lo 'i~vestì del comando del nforbihan. Sbarcato segretanfei1te· in .Bretagna, vi ria ccese i moti rivoluzionari sperando p rendere Ilrest e Belle-Ile, ma fu scoperto e tradito e dovclle nuovamente riparare in Inghilterra. Sbarcato ~r, .Bretagna nel 1804, venne arrestato e condannato a morte.

:II0:1umcn10 ai carln!I snl « San ~Jarco »

.Caemmerer (Rodolfo di) . Generale e scrittore militn re ptussiano n . nel 1845. Pres~ parte alle campagne del' 1·866 e del 1870. Quindi fu insegnante alla Scuob


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<l i guerra e raggiunse il grado di genera le hcl 1893. D it<ie alle stampe un ,, Trattato d i tattica)); cc Federico il ·G ran dit- a lh campagna del 1757 »; « L e truppe degii .s ta t i èel sud nella campagna del 11-leno (1866) »; « Mag enta» ; « Lo svilL1ppo d ella scienza strategica nel XIX secolo JJ; << Stor[a della carnpagna d i p rimavera del 18U».

Caen. Ci ttà della Francia con porto, capo!, del ·dip. dal Calrndos, su1'1'Orme, fondata nel sec. XI da Guglielmo il Conquistatore. Nel _1346 (26 luglio) fu presa dagli Ing les i, comandati da E doardo III che la devastarono e saccheggiarono, superan do facilmente la resistenza degli abitanti_ Tornata in potere dei F rancesi, fu d i nuovo presa d'assalto dagli Inglesi nel 1417. Nel 146S vi fu fi.rmato il Trattat o d·i Caen, d'alleanza fra L uigi XI e il duca di Bretagna.

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Assedio di Cae-n ( 1449). Fu posto dai Francesi sotto gli ordin i de l loro re CarIJ monumento ai Caduti lo Vll, col conte DuCli Cremuua {arcJ1. Pirovano) nois; co1nandava l'artiglieria GioYanni Bureau, il quale pose in batteria 2-1 grossi cann oni, con i quali battè !a torre di Saint R emy ,e le mura adiacenti, aprendo rapidamente una larga brec~ ia. Gli Inglesi, comandati da l duca di Somerset, avevano respin to un issalto tentato dal R ichemont, ma dopo l'aJJertura della breccia dovettero arrendersi.

Caesia (Silva). Foresta presso la Lippe, affl . del Re· :no, in Germania . Vi si combattè (388 d. C.) una battagl ia t/ie appartiene all'irruzio11e dei Franchi verso la· Gallia. Affrontali d a l gen. romano Quintino, si lrince-· ,rarono n ella foresta, e quando i Romani vi penetrarono, '!i avvilupparono ed oppressero, fa,enòone strage, sì eh~ J)ochi poterono salvarsi. Caetani ( d·i S ermoneta, Ono,:ato). Capi tano generale <!elle fanterie pont ificie <lei sec. XVI. P artecipò con onon alla bi tt. di Lepan to, riportandovi a lcune ferite, mè. -conqui~tando d ue galere turche~che, Cafa.ro (Duca di l<i-ardo, C-riovamn). Ammiraglio, 11. a ::\'apoli nei 1840, en trato in servizio n el 1856, promosso contrammiraglio nel 1891, collocato in P. A. ne! 1897. promosso nella riserva navale vice-ammiraglio nel 1901 ; decorato con medicglia d'a.rg. a l valor m ii. a Gaet a ( 1861). F u direttore generale del R. Arsenale del 3° -dipa r timento marittimo nel 1893, e del 2° diparlimento marittimo nel 1895; giud ice effettivo del Trilmnale S·l·· ,premo di Guerra e Marina nel 1896. Caffa ( ant. Feodosia o T e,idosia). Città. della Crimea, fondata nei llS0 da un merca,lte genovese, e divenuta nel J266 colonia di Genova , Nel 1296 venne assalita e presa dai Vcneziani 1 ma ben presto to rnò in ,teiere dei <Genovesi; nel 1308 fu presa d ai Ta,·tari, m:1 anche que-

541 sta ,,ol ta tornò s ubito in potere dei Genovesi che ne ristorarono le fortificazioni. Nel 1343 fu d i nuovo assed iat a dai Tartari, i quali, dopo inutili sforzi e reiterati attacch i, sempre respinti, f urono costrett i a togliere l'assedio. Fu presa dai Russi nel l ì70, e p oi ancora, defini Livamen te, nel 1783. Assedi.J di Ca,ffa (1474). Fu posto alla città. tenut:i dai GenoYes i, per opera dcl!e truppe del sultano Nfaomctto II, comandate da Ahme<l G ied ik Pascià, il q,,ale d isponeva di 40.000 u. e 300 navi, così che chiuse per mare e per terra ogni comunicazione, 1ncntrc il Bosfo10, for temente tenuto dai Turchi, imve<liva i socco rs i da Genova. L'assed io cominciò il 31 maggio ; le a rtiglierie turche ebbero ragione ,ben presto della rcsistcnz:t delle mura; tuttavia i Genovesi resistettero fino a-I 6 g iugno; la resa fu seguita da spogliazione d i grande parte delle r icchezze della città., e da l traspor to della popolazione latina a Costantinopoli. Crollava con la presa di Caffa 11 dominio elci Genovesi nel Mar Nero.

Caffarelli (Lttigi i\Ja,·ia d11ca di Falga). Generale del genio, n. in Piemonte (1756-1799). Entrò giovaniss imo nel Genio fra11cese, fu nel 1792 destitu ito, ma nel 1795 {-iebbe il grado di maggiore segnalandosi p er intelligenza e coraggio al passaggio del R eno a DUmldorf a fianco di K léber. F erito ad una gamba ne subi J'amp~tazione, ma ciò non gli impedì d i prendere p arte alla spedizione d'Egitto dove, quale coman<lantc del genio, s i distinse n ella presa d i Alessandria e nell'assedio d i San G iovanni d'Acri. Morì per ferite. Ca!]areUi ( Giuse-j, pe conte di Falga). Generale francese ( 1760-1845). Iniziò la sua carriera n ella marina, e percorse la sua carriera in tale anna entrando anche nel Consiglio di Stato quale membro per la marina. Fu prefetto marittimo a Brest ,per circa 9 anni. Dopo !a capitolazione di Parigi I eee a tto di sottomissione a Luigi XVIII e d ivenne maresciallo d ì campo e consigliere di stato. Al r itorno dall'isola d'Elba Napoleone lo nominò pari di Francia. Ca1Jarelli (A 11g11sto, conte di Falga). Genera le frances~, fratello <lei preceden te (1766-1849), Iniziò la sua carriera n eHe truppe sarde, ma passò poi in Francia. Fece parte dell'esercito di Roussillion contro gli Spagnuoli. Seguì N apoleonc in Egitto. Generale <li bfigala nell'eser cito d'Ita lia. si distinse a M are ngo. F u poi in Belgio ed a R oma con mission i militari e diplomatiche (18031805). Combattè ad Austerl itz (1805) ed a Jena (1806). Nominato ministro della guer ra e òdla marina ( 18061810) in I talia, fu d i grande aiuto a l principe Eugen,n e r iordinò la marina italiana. Nel 1810 passò in Spagna e battè nel 1811 i generali Mina e Mend izobal presso Saragozza. 2\ el 1813 comandò l'esercito del N ore!, e p rese Bilbao. Poco tempo dopo battè gli Inglesi a Villadiego. Rientrato in Francia p rese parte brillante a lla campagna do! 1814. Cad uto Napo leone venne collocato a riposo ma fu n o111inato pari di Francia.

Oafjarelli E ligio. Generale, n. a Nizza nel 1814. Sottotenente di fanteria nel 183S, pa rtecipò alle campagne del 1848, del 1859 meritandosi una med. d'argento a San Yfartino, del 1860-61 d istinguend o~i ad Ancon a ed a 21,r essina. Partecipò altrcsì alla campagna del 1866 quale magg. gene rale comandante della brigata Palermo. N e l 1870 venne colloc~to a r iposo.

Cajfarcl/i Giuseppe. Generale, n . a Vizzini (Caltagi-


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CAF rone) nel 1858. Sottot. d'art. nel 1877, raggiunse il godo di colonnello nel 1910 e fu d iret tore d'as t. alla Spezia e comandante del 2° regg. art. da costa. Promosso magg. generale ( 1915) resse successivamente i comand i d'art . da fortezza d i Roma e cli Genova e partecipò alle campagne di guerra 1915-16 in qualità. d i comandante d'a rt. di C. d'A. Collocato in P . A. ( 1917) raggiunse nel 1923 il grado d i gen. di divi~ione.

a lla repubblica il prezioso contributo della sua sapien za e delle s ue attività. Scrisse in latino i famòsi « Annali >> (« Annales I anuenses ))), che sono la storia d i Genov«j da l 1100 al 1163 ; opera mira.bile per precisione ed esattezza.

Caffaro. Torrente sulla dr. d el Chiese, e piccolo villaggio omonimo p re~so Lodrone. V'erano nel 1866 le du~ dogane di confine.

Batta.glia di Cafia (220 a . C.). Appartiene alla guerra Sociale e fu cornbatutta fra gli Etoli - comandati da

Caffè. V. Bevande. Cafla. Ant. città della Grecia, nell'Arcadia.

I. Combatti;nento di Cafjaro ( 6 gennaio 1801). L e truppe franco-cisalpine, agli ordini del gen. 111:acdona ld, batterono gli Austriaci comandati da Davidovich. I Cisalpini, condotti dal Lechi, si distinsero grandemente in questa fazione, assa·lendo alla baionetta e sgornina11do gli Austriaci.

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2, Fanteria; 3, Cavalleria degli Eto11; 4, Cavalleria; 5, FantcrHi; 7, raiange cli Aralo

eomJ:,ruuJmcn t-0 di carraro (4 luglio 1865) IL Combatthnento di Ca.f]aro (22 rnagg~o 1848). Appastiene alla p rima guerra . d'lndij)endmza d'Italia. li gen. ù) urando, con un pugno d i volontari, a l ponte di C. impedì agli Austriaci d i forzarlo e di marciare su R occa d' Anfo. · III. Combattimento di Caffaro (25 giug110 1896). Appartiene alla seconda guerra IJ)Cr l'Unità d'Ital-ia; il maggiore Castellini, con ·trna colonna d i volontari e bersaglieri (6 cp.) a ttaccò -gli Austriaci (3 <:p.), prese il pon~e e li ·costrinse a rifugiarsi nel forte d ' Ampola. La posizione fu abbandonata in seguito alla batt. di Custoza, ma· ripresa dopo il comb. cli Monte Suello, il 4 luglio; quel ,giorno i 300 Austriac i che guardavano il ponte furono cacciati alla baionetta.

Cafjaro (And·rea). Uomo di governo e d i .finanza genovese; ammiraglio, guerriero, magistra to, diplomatico, storico insigne n. e m. a Genova (1081 -1166). Nel 1100, ancora giovinetto, •corse con l'armata genovese, comand ata da Gu,gliclmo Embriaco, a combattere i Saraceni. Torna to in patr ia si dimostrò valoroso capitano, giudice incorruttibile e cittadino esemplare. Nel 1125, essendo giovane cqnsole, al comando d i sette galere, compi l' impres1t di P-iombino. Nel 1146, con 28 galere, l' impresa di M-inorca, cui seguì quella di A lm.eria. Dopo cinque consolati e due vittorie Caffa ro si ritirò a vita privata. pur continuando a dare

Scopa e Dorimaco - e le truppe della lega Achea, agli ordini ·cJj_- Arato. Questi fece - attaccare da cavalleria e truppe leggere, comandate da Epistrato, la cavalleria avversai-i.a, la quale si ritirò verso l' imbocco di una vali~;. protetta così dalla sua fanteria, collocata sulle ali sul pendio cli colline laterali. Quivi attese l'urto delle truppe d i Epislrato e le contr_a ttaccò disordinandole e mettendole in fuga. Arato potè solo evita.re un disastrc-t completo p roteggendo con la falange i fuggiaschi, ma fu!. costretto a ritirarsi insieme con gli sconfitti.

Ca_ g li. Comune in .p rov. di Pesaro, costruito dai Sabini. Fu preso nel 755 d a Pipino di Francia ai Longobardi e donato alla Chiesa. Vem1c distrutto dai Barbari.. e ricostruito n el 1208 da Ottone IV. D ilaniato e de-vastato dalle lotte fra Guelfi e Ghi bellini, fu r estaurato.dal papa N .icolò IV. :Per un certo tempo appartenne ai della Rovere (fino a•J 1626) e in questa epoca venne fortificato e munito di ca.stello, dì cu i esiste l'antico torrione, opera p regevole dell'architetto mi!. G iorgio Ma.rtini_ Cagliani (Francesco). Generale dell'epoca nostn;. partecipò a lla guerra del 1887- 88 in Eritrea, f! a.Ila guerra 1915-1918 raggiungendovi il grado di gen. di divisione e guadagnandovi la mcd. d'argento e la commenda dell'Ordine mii. di Savoia. Qui.JÌd i andò in P. A. e n el 1924 ebbe il comando della XII zona (Campania) della M . V. S. N . Ca gliari (ailt. Cara/es o Caralis) . Città. capo!. di prov. nella Sardegna, n e l golfo d i C., sopra. una collimt isolata. Il suo porto fin dai tempi ant. fu molto appre zzato, s ia .p er la sua '))Osizione strategica - quasi a l çenlro del Mediterraneo - sia, per la possibilità d i essere difeso da buone fortificazioni sui colli del golfo, sia pe: la capaci1à d'asilo per grandi .flotte. La ,p rimit iva fortezza di C. fu costruita dai P isa:1i. durante la loro d ominazione ; risale a quell'epoca ( daL 1217 i11 poi) l'erezione di molte torri, per opera special-


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mente di G iovanni Capu.Ja; due di esse sono ancora intatte e çonosciutc sotto il J1ome d i Torre di S. Pancrazio e d i Torre dell'Elefante. Altri lavori di fortificazion~ ,vennero costruiti dalla Spagna. Passata la Sardegna sotto la dominazione dei Savoia, n,;I 1740 Carlo Emanuele III fece progettare una nuova fortezza. daJ colonnello Felice De Vincenti. Essa è un'opera a corno ricavata quasi tutta dalla viva roccia. 11 castello d i San 111ichele, o di Bonveh·i, distante quasi due chilometri dalla città, è pure opera pi.sana: è qliadrato, con torri agli $Lemma cll Ca gllai•i angoli, una del!e quali più alta delle a ltre. Cagliru·i fu colonia fenicia, poi ~ artaginese; nel 237 a . C . se ne impadronirono i Romani, i quali vi crearono un'importru1te base per la loro flotta. I. Battaglia di Ca.gliar-i (215 a. C.). Appartiene alla seconda guerra punica e ftt coml>attuta dai Romani comandati <laÌ pretore Tito Manlio contro i Sardi-cartaginesi comandat i da Asdrnbale e Ampsicora. Per quattro ore gli aJleati resistettero all'impeto dei Romani ; ma, andati in ròtta i Sardi, anche i Cartaginesi furono sop raffatti. Con un movimento aggirante, Man lio completò la vittoria, facendo grande strage dei nemici, dei quali 12.000 restarono sul campo a 3700 furono fatti prigion ieri, fra i quali Asdrubale. J\mpsicora si uccise. II. Assedio di Ca.glia-ri. Appartiene alla guerra civile fra Cesare e Pompeo ne1 J secolo a. C., e fu posto alla .città, che si era schierata dalla parte di Cesare, da Mena, Juogotencnfe di Pompeo, il quale riuscì a impossessarsene. La caduta di Pompeo fece tornare C. nelle mani dei cesariani.

543 Nel 455 d. C. la città fu presa dai Vandali, condotti. da Genserico; ne furono cacciati nel 468 da Marcellino, ma tornarono a r ioccuparla nel 477. Nel 534 C .. che dipendeva nominalmente dall'Africa b izantina, fu ripresa da i Bizantini.

IJI. Batta.glia di Cagliari (551). AppartieJ1e alla. loUa. fra g li Ostrogoti e i B iz.antini. Una flotta dei primi, inviata da Totila, ri,1scì a impadronirsi della Sardegna e della Corsica. H gen. bizant ino in Africa, Giovanni, allestì una flotta. e sbarcò presso C., tentando di p orvi ii •blocco. 1'..fa, assalito con impeto da una sortita dcL presidio, fu completa.mente sconfitto e cercò scampo sulle navi con gli avanzi dei suoi, riparando a Cartagine. Gli Ostrogoti tutta.via furono sottomessi più ta rdi dai B izantini, i quali dominarono in Sardegna fino a l 687. anno. ne l quale i Sardi s i ribellarono e si resero indiipendenti, _uccidendo Marcello, che si era proclama to dittatore e Auseno, duce delle solclatesché imperiali. IV. L e invasioni dègli Arabi in Sardeg11a, eseguite dopo la conquista dell'Africa mediterranea, recarono. gr:i.vc danno a lla città, che fu .p-resa e saccheggiala (711): tuttavia guesta prima invasione fu passeggera, chè gl i. Arabi si ritirarono. C. fu poscia capo!. di w10 dei regni autonomi della Sardegna, e venne nuova.mente presa dagli Arabi, comandati da Musa, nel 1015; Genòvesi e· Pisani intervennero con una flotta agli ordini del p isano Gualduccio, mentre l'vfusa assediava C.; sbarcati sul lido, assalirono gli Arabi, li sconfissero, presero prigioniero Mnsa. :Vla .poco cippo i Pisani riuscirono a rimanere soli, scacciandone 'i Genovesi, e verso la métà del. XIII secolo erano padroni di tutto il Cagliaritano. V. Assedio di Cagliari (1324-1325). Appartiene alla guerra di Giacomo II d'Aragona contro la repubblica di Pisa per il possesso della Sardegna. Il re mosse ve.so


!l'isola con poderosa flotta e numerose truppe da sbarco ,sui .primi dell'ann o, e · a l suo arrivo i P isani, troppo dc.boli per affrontarlo in campo aperto, tanto p iù che aveva trovato alleati nel giudice d' Ar,borea e nei Sassaresi, si ,.chiusero in I glesias e in Cagliari, dove gli Aragonesi li bloccarono strettamente. I P isani occupavano l'acropoli

544 quale i P isani rimanevano nel castello come feudatari del re d'Aragona. Pisac spedi una flotta nel 1326, ma questa venne battuta dagli Aragonesi, e anche il castello dovette infine essere loro consegnato (20 giugno 1327). VI. Assedio di Cagliari (1717). G li Aragonesi munirono di mura i sobborghi Marina e Villanova, rafforzarono le opere già esis tenti, col concorso dell'architetto mil. cremonese R occo Capellino. Nel 1479, fusesi le corone d'Aragona e di Castiglia, C. r imase in possesso della Spagna. Il trattato di Utrecht (1713) assegnò la Sar-

n o4" fantcr·l,a (llr. Cagliari)

Bastioni del quartier e .del castello ,cagliaritana e il bor go di Stampace, b en mun iti. Gl i Aragonesi costruirono il castello di Bona ire ed eseguirono fortificazioni campali per mantenere il blocco. Frat1tanto Pisa in viò r inforzi, agli ordin i d i Nianfredi della Ghcrardesc:i (500 cavalli e 200 arcieri su 52 navi). Le t ruppe s barcarono il 25 febbraio, e il 28 vennero alle ,mani con gli Aragonesi, ma ne furono sconfitte. :Manfredi con 500 u. µotè en trare in C., e la s ua flot ta tornò

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Castello ,1; san Michele o di Bon l'eh i a P is,1. non osando di affronta re quella Aragonese, molto super iore.

1vfanfredi s i di,fcse virilmente; ma in una sortita ve:1nc oppresso e mortalmente ferito. L'assedio durò fino all'autunno del 1325, quando la mancanza dei viveri obb ligò i difensori a concludere una capitolazione, per la

nell e vie tli Salonicco

degna all'Austr ia, ma Fil ippo II di Spagna tentò d i r iavei"la e iiwiò una squad ra e truppe· da sbarco a riprendere la città. Posto l'assedio, e iniziati i lavori d i approccio, la città s i ar rese quando gli Spagnuo li or mai a vevano predisposto l'assalto e aperta la breccia. :\'el 1713 (2 ago3to, trattato d i Londra) la Sardegna p:issò a Casa Savoia, che ne prese possesso nel 1720.

VII. Tanlatiz•o francese contro Cagliari ( 1793). DuraHte la lotta della Francia cont ro Austria e Piemonte, una flotta francese ( 11 vascelli, 6 fregate e legni m inori) comparve net golfo, comandata dall'ammir. Tru~uct (21 d icembre 1792) ma una tempesta le disperse. R itornata il 23 gennaio 1793, i l 27 bomba1xlò la cit!.ì per 12 ore, e riprese il fuoco il giorno seguente. Le operazioni ebbero ,quindi una sosta in attesa del corpo dii sbarco, il quale arrivò il 14 febbraio e gettò a te.rra circa 4000 u ., comandati dal gen. Casabia.nca, mentre r iprendeva il bombardamento. La ciHit era d ifesa da 3 bgl. di fan teria e 4 sqdr. di cavalleria (Dragoni) al co111ando del vicerè Balbiano, olt re a qualche miglia io di mi liziani, raccol ti in fretta . Affrontat i i francesi sbarcati, la lot ta su lla spiaggia. cagliaritana durò fmo a sera, ma i Francesi furono costretti a imbarc:trs i nuovamente il 15 febbraio e a rin unciare all'impresa. VIII. Nel 1799, caduto i l P iemonte nelle mani dei Francesi, ai Savoia r imase la Sardegna. Q uando cadde ' ìapoleone, e il re d i Sardegna ricuperò i suoi stati in Terraferma, C. d ivenne sede del comando del III d ipar tii,1entò marittimo e lo conser vò J:ìno alla costituzione del regno ·d'Italia. Attualmen te è sede del 15° d istretto ·11ilitare. Brigata Cagliari (Regg. 63° e 64°). Si costituì sulle Lande d i S. ::'lfaurizio il 1° a gos to 1862. Concorsero a \or:nar'! il 63° regg. 2 cp. di ciascuno dei regg. 1°, 2°. 3°, ~•. 5° e 6° .ù i fant . e 2 cp. dep. fornite l'una da l 32° l'altra dal 4 1° fanter ia ; ed il 64° rcgg. fant. il 1° e 2°


deposito provvisorio <li Sicilia, il 9°, 10°, 15°, 16°, 2,1" e 24° regg. fa.nt., che gli fornirono 2 cp. ciascuno, o li!·•~ a 2 cp. dep . fornite l'una dal 33°, l'altra dal 42° fanteria. I due regg. accoppiati costituirono fino al 1871 la brigata Cagliari. Scioltesi in quell'anno .Jc brigate perinanenti, presero il nome d i 63° e 64° reggimen to fanteria (Cagliari). Il 2 gennaio 1881 furono nuovamen te riuniti nella brigata ·Cagliari. Nel giugno 1912, presso jj 63° regg. si costitu l un nuovo battaglione colla denominazione di 4°. N cl 1926 la br. venne sciolta; il 63° regginicnto passò a .far parte della 26° br. d i fant . ; il 6-1'' regg. si sciolse e cedette i 2 bgl., uno al 55°, l'altro a l 92° regg. fanteria.

Campagne di guerra. La br. prese parte alla carnpugna dc! 1866 con 1'8" d iv. (gen. Cugia) e si distinse a Custoza; il 64° regg. (col. Ferrar i) contribuiva a ,-iprendere le posizioni d i M. Torre e M . Croce. Nel 1887-88 il 3° bgl. del 63° prese p~rte a.Ila ca~pagna d' Africa. N cl 1895-96; la br. concorse alla formazione dei bgl. 8° e 18"' con 9 uff. e 235 gregari del 63° rcgg. e 15 uff. e 24S gregari dal 64° regg. L'8° bgl. fu ad Adua. 1911- 12: li 63° regg. fece la campagna. italo-lui-ca in Cirenaica d is tinguendosi alla battaglia delle due Palme ed il 64° rcgg. ·concorse alla mobilitazione dei reggimenti 30°, 35°, 37° e 63°, fornendo complessivamenr.c 26 uff. e 1285 gregari. 1915- 18: D urante la guerra italo-austriaca la br. fu impiegata dapprima su I basso Isonzo ove pJ·ese parte alle battaglie nella zona del :,.,r_ Sei Busi. N cl gennai<) 1916 passò nel Trentino ove durante l'offensiva ausÌriaca del maggio-giugno si distinse alla difesa del M. Novegno; partecipò quindi alla controffensiva italiana. Ne!J'agosto fu trasferita in lYiacedonia, dove rima.se si.no alla fine della guerra partecipando a d iversi fatti d'arn1e e distinguendosi nell'avanzata . su Monastir. R·icompense. Alle bandiere dei 2 regg. Med. arg. val. militare pel loro contegno sul Carso (giugno-luglio 1915) nel Tren tino (ma-ggio giugno 1916) e in Macedonia (ottobre-novembre 1916).

63° regg, fant. : Med. arg. al va l. m ii. per la valorosa cond.o tta tenuta dal 2° bgl. nel combattimento delle Due Palme (12 marzo 1912). Croce d i guerra francese con, palme, in seguito a citazione all'ord ine del giorno delle at'lllate a lleate d'Oriente (febbr. 1919) per azioni di guerra nel 1916 e 1917. Festa del reggimento, 12 marzo, anniversario del combattimen to delle Due Palme (12 marzo 1912).

64° reggimento fanteria: 1\-Ied. arg. al val. m ii. 1,cr splen<lidc p rove d i bravura e d i slancio date nel riprendere le posizion i della Casa d i monte T orre e di mon:c Croce (24 giugno I 866). Festa del reggi111e11to, 24 giugno, anniversario della battaglia di Cusloza (24 giugno 1866). ::Ylostri n e. Bianche, attraversate orizzontalmente ,fa una striscia rossa.

Oagnardi (Gaudenzio). Generale, n. a Novara, m. a ·Ghemme (1856-1924). Sottot. d ' art. nel 1879, fu promosso colonnello nel 1912 e assun se il comando del 4° regg. art. da campagna. Collocato in P. A. nel 1914 e richiamalo <lurnnté la guerra 1915 - 18 quale comandant~ del deposi to del 2° regg. art. camp., raggiunse nel 1923 iJ grado d i gen. d i d ivisione. Oagni (Manjredo) . Genera le, n . e m. ad Asti (1834-

5'!5 -1890). Sotlot. dei granatieri nel 1853, fece parte del corpo di spedizione in Crimea (1855-56) e si d istinse nel 1859 meritandosi una med. d'argento a S. Martino. Par tecipò alla campagna del 1866 o-Henendo una seconda medaglia d'argento a Custoza. Promosso colonnello (1877) fu nominato comandante del reggimento cavalleria Alessandria. Nel grado di magg. generale comandò la brigata Abruzzi partecipando alla cam· pagna cl' Africa del 1887; raggiunto il grado di tenente generale (1890) fu comandante delle divisioni di Ravenna, Ilrescia e Verona. Fu collocato in . P. A. nel 1894 e a riposo nel 1898. Ha lascia to, fra altre opere, le cc Nozioni elementari per la cavalleria>>.

Cagni Umberto. Ammiraglio, figlio del precedente, nato ad Asti nel 1863, entrato in servizio nel 1877, pro;mosso per merito di guerra contrammiraglio nel 191 l, vice ammiraglio nel 1916, ammi raglio di armata nel 1923. Prese parte alla spedizione polare organizzata nel 1899 dal Duca degli Abruzzi e poi a quella del Ruvenzori. D urante la guerra libica, dal momento in cui i primi marinai posero il piede a terra occu· panda il forte Sultanié fi. no all'arrivo delle truppe, la sua condotta non fu che ua succedersi di chiaro prove di sapere militare nell'organizzare e disciplinare la presa di possesso e la difesa della città. Nella grande guerra tenne per lungo tempo a lt i comandi in luoghi sottoposti all'offesa. del nemico, dando prova, in , ogni circostanza, di grandi virtù militari. Fu decorato dell'Ordine militare di Savoia, della medaglia. di bronzo al valor militare e a l va.lor civile, e della medaglia d'oro per il terremoto di Messina; nel 1919 venne nomi.nato senatore ciel Regno e poi ministro di Stato. Cahors (ant. Caduc.omm Civitas). Città della Francia, ca.poi. del clip. del Lot e su questo fiume.

Assalto di Cahors • (4 ·maggio 1580). Fu eseguito dal re di Navarra, 1ncntre la, città aveva una guarnigione catloiica d i 200 fan ti e 100 cavalli, oltre a buon n umero di abitanti armati, comandati da Stuart de Vezins. In p iena notte, fatta saltare una porta con petardi, le truppe d i E nrico penetrarono nella piazza. P er cinque giorni Ja. lolla_ durò nelle strade, finchè g li abi tanti si ridussero, a d ifendere il quartiere della _B arre. Quivi assaliti da un r inforzo d i truppe fresche giunto a<l Enrico, la loro resistenza infine fu vin1a, e C . p resa. e saccheggiata. Caiazzo (ant. Caiatia) . Comune in prov. d i B eneven to, sul Volturno, presso la « go·Ia d i C. », da cui il


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fiume s bocca nella pianura deJla Campania. Fu circot> dato da mura ciclopiche in epoca remota ed apparteneva ai Sanniti. Fu preso dal console Barbula nel 312 a . C. e seue anni dopo ripreso dai Sanniti, i quali lllassacrarono ;1 presidio romano. D ebellati i Sanniti, C. fu in potere dei Romani e ne divenne )11unicipio, ma decadde rapidamente.

I. Combattimento di Caiaz;;;o (li99). Apparticuc alla spedizione francese contro il regno cli Napoli. Il 3 gennaio, il gen. Macclonald volle forzare il passo del Volturno presso C., ma il regg. d i cavaJleria napoletar.a « P.rincipc Leopoldo"• comandato dal gen. Caracciolo, che vi r imase ferito, sgominò le truppe francesi, uccidendo il gen. dd genio l3oisgerard e facendo numerosi prigionieri. II. Coinb.att·i mento di Caiazzo ( 19 settembre 1860). Tra i l 15 e il 16 sr,ttembre 1860 i Borbonici occupavano Jc linee del Volt•Jrno con circa 20.000 u . (gen. Salzano); il grosso era a Capua; a Ca iazzo erano due brigate ch1; costituivano la sinistra dello ~chiernmento. Dopo una se1·ic di scaramuccie fra avamposti, Garibaldi decise di attaccare il 19 per impadronirsi di C. e dominare la destra del Volturno, tagliando le comunicazioni fra Capua e G aeta . Mentre la divis. Ti.irr attaccherebbe frontal!lllente il ,·esto d ella linea, la di vis. Jvlcdici doveva pun · tare d irettamente su C.; ma la mattina del 19, non essendo detta divis. ancora giunta, anche l'attacco di C . rimase affidalo al Ti.irr; un distaccamento di 300 uomini (magg. ·csudafy) doveva, per Solopaca e Piedimontc, 1ninaccìa.rc i Borbonici a te.rgo. La colonna d'attacco contro C. (br. Sacchi, bgl. Cattabene e Ferrarini, 1 sez. a 1:t. e parte della cp. del genio Tessera, in tutto 2100 u. con 2 cann. agli ordini diretti del Ti.irr) avanzò da S. Leucio verso la Scafa di Formicola per passare il Volturno e attaccare Caiazzo. Con temporaneamente avanzavano: la br. Milano (con 2 bgl. delle br. Papp i e La Masa) 2400 u. con 2 cannoni a l comando del br. Rustow, da S. Maria contro Capua; la br. Eber da S. Maria a S. Angelo, come collega.mento fra le ~!tre due colonne. La prima ad incontrare il nemico fra le cascine Saulle e_ Artibro_gio fu la br. Rustow; lo scontro ebbe successo e il nemico fu inseguito fin sotto Capua, ma Ja colonna non potè entrare in città pe! ·violento fuoco apertt• dalla piazza e dovette ripiegare su Ta vcma nuova. Intanto la colonna Turr occupava le alture di Gradillo di· staccando alh destra il bgl. dei Cacciatori di Bologna (magg. Cat.tahene) con l'or<liue di passaJ"e il fiume a_lla Scafa di Caiazzo; anche la colonna E ber si i mpegnava coi Borbonici appostati oltre il Volt>urno. Il combattimento si protrasse indeciso per tutta la mattinata.: verso le 2 pom. il gen. Rustow avanzò l:li nuovo da Taverna 1rnova su Capua .per a ttaccare d ,t quella parte il ne~ mico e alleggerire la pressione d i fronte a Caiizzo. La mossa .r iuscì giacchè il bgl. Cattabene potè foi-zare E Volturno alla Scafa e con un attacco a lla b•a ionetta superai·e la- resistenza. al di là del fiume cd occupare Caiazio·; alle 4 pom. GaJ·ibaldi ordinò al Rustow di ritirarsi. ·; ~ garibaldini ~bbero' 170 fra morti e feriti, in maggioranza fra i Cacciatori di Bologna e il bgl. Montesi (col. Rustow) , che a\•eva tentato entrare i n Capua. Fra i 11\or!i il col. Puppi, caduto. il.mattino sotto Capua. Anehe il distaccamento de.J magg. Csu<lafy, •i nviato"su Pie-

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dimonte, fu altoccato da 2 bgl. borbonici e costretto a ri"picgare con gravissillle perdite.

III. Ripresa di Caiazzo da parte dei Borbonici (21 settembre 1868). II 20 settembre Caiazzo venne da Garibaldi rinforzato col 2• regg. ,(Vacchieri) e la br. Eber spostata da S. Maria su Caserta. Il gen. borbonico Salzano, saputo che C. era debolmente occupato, decise <li riprenderlo e la sera del 20 vi diresse il gcn. Colonna col 4° e 6° bgl. caccia tori e 1 btr. di 8 pezzi, cui fece sèguire il mattino dopo il gen. Von :?lfcchel con 3 bgl. esteri. metà dell'8° cacciatori e 2 sqdr. cavalleria. JI col. Vacchieri, saputo dell'avanza·t a del nemico, occupò le alture a S. d i Caiauo e sistemò a d ifesa la città. Ali:! 11 il gen. Colonna attaccò le posizioni garibaldine ma f u respinto; il com b. cont inuò indeciso per parecchi(· ore, finchè, alle 3 po111., sopraggi·unte le t ruppe del Von Mechel, i garibaldin i d ovcllero ripiegare e 1·inchiudersi in Caiazzo. Quivi il col. Vacchieri sperava ricevere i rinforzi chiesti /in dal matt ino, e invece non solo non l i ricevette, ma gli abitanti, istigati dal clero, presero a fucilate i garibaldini dalle finestre, mentre i regi cannoneggiavano le barr icate. Di\·enuta Ja s itua1~ione insostenibile, i garibaldini dovettero ritil'arsi in disord ine par te sui monti, part.e verso la Scafa di Limatola ove parecchi Jurono catturati dalla cavalleria avversada. Di 1200 difensori cli C. solo 500 tornarono a Caserta e ì\iadda loni; fra i 330 rimasti pr igionieri, per la maggior parte feriti, fu il magg. Cahabene.

Ca·iazzo Ott.avio . ]Vfedaglia d'oro, n. a Kapoli nel 1891; caduto sul Kobilck nell'a l,. tipiano della Bainsizza nel 1917. Sottot. di complemento nel 19 l S, fu inviate in L ibia col 15° battaglione indigeni eritrei1 co1nan~ dato da I va.loroso maggiore Billia, e a Tarhuna rimase ferito. Guarito, passò in Cirenaica, e nel 1917 andò sul fronte dell'Isonzo dove trovò morte gloriosa. Fu concessa la medaglia d'oro alla memoria di lui, con la seguente motivazione·:. cc Comandante interinale d i un battaglione, tenne testa a preponderanti forze nemiche a-cccrchianti, fino all'est.remo sacrificio su o e dei suoi, con tanto fulgido valore ed azione così efficace da permettere la salvezza del r.imaneilte della sua brigata e di molte altre truppe d i fanteria ed ar tiglieria. Cadde da eroe sul campo >> (Kobilek, 26 ottobre 1917).

Caicco. lmbarcai:ionc di non grandi dimensioni, generalmente a remi, che ha origine dalla marina spagnuola. Era armata ,con un cannoncino a p rora. Venne usata con vantaggio dagli Spagnuoli contro gli Inglesi duran te l'a tt.acco di Cadicc 11el 1800. Napoleone ne aveva fatto preparare i n gran numero sulla riva della Manica per la sua progettata invasione dell'Inghilterra. Il caicco venne usato largamente anche dai pirati elci Mediterraneo; era attrezzato con un albero e andava alla vela. Prese anche il nome di caicco l'imbarcazione che sc-rvi va alle ga!ere per il traffico con la terra. Questo nome è rimasto nell'uso conrnne per tutti i battelli, nelle spiaggie del Levante.


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Caifa. Città della Palestina, s u l Jnare, a i p iedi del ,m onte Carme lo, presso .S. Giovanni d'Acri. Fu ant. for:tificata con mura e torri. Venne presa dai Fra11cesi il .l i marzo 1798, c. a ttaccata invano dagli Inglesi cinque

Monnrncnto nè l clrn!lero d i Hecllpug-Jiu alla Mecl. (l'Oro Ca iazzo Oi t<Lvio ,:giorni dopo: le loro scialuppe, prese a cannonate dalla piccola guarnigione .francese, furono costrette a tornare alle navi.

Caillard (Enrico). Ammiraglio francese, n . nel 1846. Partecipò a lla guerra de! 1870-71; comandò nel 1901. la squadrn spedita a Mitilene, e infine la squad,·~ del N ord. Caìmi (Giacomo) . Giu-r ista del sec. XVII, n. di Cdin c. Fu rettore all'università d i Padova . Pubhlicò nel 1678 un trattato e< De iure belli >> n el quale tratta specialmente l,i questione delle guerre ghrstc e ingiuste, riconoscen-

do che ciascuno è disposto sempre a trovare giusta, dal suo pun to <li vista, la guerra che sostiene. Caillard Enrico

CJ,a·iini Francesco. Generale del ,cc. XIX. M ilitò sottq .le bandiere napoleoniche e tornato in patria andò a riposo. Ma nel 1847, benchè già vecchio, fu nominato ,gene.raie comandante della guardia civica di Firenze, ca'1:'ica nella q uale l'anno seguente fo sostituito <lai Chigi. Caim·i Pietro. Arnmixaglio, n. a Sondrio, m. alla Spe:zia (1830-1886), c,~trato in servizio nel 1842, promoso contrammiraglio nel 1881. Fu membro del Consig'.io Su-

CAI

periore <li ]\farina nel 1883-84, comandante della divis. 11avale dd Mar Rosso nel 1885. Fece le campagne del 1848-49 e del 1855.

Caimi Gù,seppe. :Medaglia d'oro, n. a Milano nel 1890, m . in seguito a fe- r. rite nel 1917. Arruolatosi volontario nel .....~0 regg~ a lpin i, all'inizio de lla guerra spiegò subito tali qualità. cli valoroso soldato, da ottenere il -passaggio in servizio attivo per merito <li guerra, e due medagiie cl' aq;cnto. Nella t itanica lo,ta, con la qua le il nostro esercito, benché àa poco uscito dalla grande crisi morale di Caporcllo. tenne fìeran'lcnte test>t a 1fovversrtrio sugli Altipiani Ca.imi P ietro e sul Grappa, il tenente Caimi, combattei1do eroicamente con gli .i.lpin-i del battaglione Feltl'e, cadde sul Va ldcroa , p ia.gato da numerose ferite, che dodici giorni dopo, n ell'ospedale di Ravenna, lo traeva.no a morte. La motivazione di medaglia d'oro cosi si esprime: <e Ufficiale d i leggendario valore, dopo tre giorni di violentissimo bombardamento e di clisp(:;rati attacchi nemici, teneva con pochi superstiti, a ffascinali dal suo mirabile ardimento, una posizione montana <li capitale impoi-tanza, riuscendo a scompìgliare, con accanita lotta corpo a corCalmi e,:useppe po, le soverchianti forze che l'accerchiavano. Nell'aspra lotta, col• pito a morte, cadeva fnt i suoi soldati col grido di <e Savoia! >> fra le labbra, segnando cd affermando, anche nella morte, il limite oltre il quale il nemico 11011 dovcrn avanzare>> (Cima Val<leroa, 14 dicembre 1917).

Cainargia (o Kaù,ardjé). Villaggio della R omania, presso Silistria.

T rattato di Cai1targ·ia (21 luglio 1774). Mc'ttc fine a lb. guerra ; usso-turca incominciata nel 1769. La Russia riman eva. padrona assoluta. del Ma.r Nero, acqu istando la Crimea e i territor i sul mar d'Azov, e portando il confine, verso la Turchia Europea, fino a Kertch . Inoltre riceveva u n 'indennità di •guerra di 4 milioni di rubli.

Caio. Guerriero roman o ( 19 a. C. 4 d. C.). Venne adottato <la Augusto; fece le prime armi in German ia con Tiber-io. Nominato proconsole d'Asia, com.battè coa brillan te fortuna in Armenia. In un combat timento venne ferito a tradimento, e n el tornare a Roma mor\ nella L icia appena ventitreenne. Caio lvlario. 142" Legione M. V. S . N. Costituita a Caserta nel 1923, ha tre coor ti, le quali hanno sede r ispettivamen te a Formia, Sora cd Arpino. Ha inoltre una centuria mitraglicri e un nucleo di pronto soccorso.

Caire (V-i11cenzo). Generale, n. a Saluzzo m. a R ecco ( 1828-1893). P artecipò da sottot. d i fanter ia all~ camp agne del 1848 e '49 e a quella del 1859; laureatosi ingegnere nella R . Un ivers ità di Genova, entrò nel gc,


nio partccipa11do alla campagna del 1866. Resse da tenente colonnello la direz. del genio di Bari e promosso colonnello fu direttore del genio a Palemno ed Ancona. Collocato in P . A. ( 1885), raggiunse nel 1892 il grado d i ma,gg. generale. Caire E11rico. Generale, n. a Casale, m. a Torino (1844-1912). Sottotenente d'artiglieria nel 1863, partecipò a ll.1 guerra del 1866. Da colonnello comandò il 9° e il 23° reggimento da campagna. Promosso maggior generale nel 1902, corua11dò l'art iglieria di Alessandria; poi fu ispettore dell'ar tiglieria da ca.mpab'lla ed ebbe parie nella deliberazione per l'adozione del nuovo materiale Krupp. Lasciato il servizio allivo nel 1906, raggiunse il grado di tenente generale nel 1911.

Cairo. Capitale dell'Egitto, sulla dr. del N ilo, fondata nel 629 e munita di cittadella e mura. Fu presa dal Bonaparte nel 1798, ed essendosi ribellata duramente soggiogata dai Francesi con tre giorni di lolla (23-25 settembre), nella quale perdettero il gen. Dupuy.

fu

La cittadella del Cairo

Un'altra rivolta avvenne nel sobborgo di Bulac il 15 aprile 1800, mentre i Francesi combattevano a E liopoli, e si estese a tutta la città. Klébcr spedl Lagran ge e Friant a domarla; Buia.e \"enne bombardata e presa d'assalto, sì che i cittadini deposero le armi. T rattato del Cafro (25 ottobre 1926). Concluso ft:1. l'Italia e l'Egitto per la delimitazione del confu1e cin:naico. In tale occasione si stabilirono anche norme per la wmpetenza dei tribunali locali di frontiera e si iniziarono trattative per la questione della nazionalità dei Senussi. Cairo (ant. Carìum l.A11111elior1t111). Frazione del comune di I'ieve di Cairo (L omellina). Ke! 1155 subì le ire d i Federico Ba rbarossa che la s acchegg iò e d iede alle fiamme. N cl secolo XIV fu p ure sal:cheggia la d,, Facino Cane. Durante il secolo XVI Yi fu tenuto pri-

548gione il cardinale G iovanni De Med ici ( papa Leone X)catturato dai Francesi; venne liberato dal march. Isimbardi che levato in ar mi il popolo riuscì a vincere letn1ppc francesi. Cafro-Montenotte. Comune in µrov . di Savona, sulla... sr. della Bormida, e sull'antica via Romana SavonaTortona, ai piedi d'una rupe su cui sta\"ano due antichi castelli cinti di muraglie, Folgorata e Castcllazzu. Data la sua importanza. qua le nodo stradale e d'obbl igato passaggio, fu più_ volte teatrn d'operazioni militari guerresche. Nel 1625 il principe Vittorio Amedeo di Savoia, comandante degli eserciti franco-sardi, vi attaccò il presidio spagnuolo, e prese d'assa lto il paese che pose a sacco. Rivolse poi le proprie artiglierie contro il Castella.u o che s'arrese dopo 144 colpi (2 luglio 1625), e venne poi distrutto. Nell'aprile 1796 vi si svolse la.. battaglia che va ~ollo il nome di 1VI011tenotte. Battaglia del Cairo (21 settembre 1794). Appartiene; alla campagna dell'esercito francese repubblicano in Italia. Dopo il comballimenlO aHcnuto tra avamposti austro-sardi e tru ppe francesi sulla piana cl i Carcare, letruppe au~tro-sarde si ritirarono .precipitosamente su.. Cairo nella notte tra il 20 e 21 settembre, e l'indomanL l'esercito coalizzato si tro,•ava diviso in due gra·1di reparti: u no tra Colletto e Carpezzo, con numerosa artiglieria, l'altro sulle alture tra Bosro e Brovida. Alcuni bgl. croati occupavano i monti fra Cerello e Vallaro. Il comandante, Wallis, s'era deciso ad accettare b:illagli:.. I Francesi, agli ordini di Dumerbion, si diressero con . Ire colonne all'assalto delle posizioni fortemente prcp:i.rate: la prima, sostenuta <.la 500 cavalieri, fu incariLata di attaccare Alletto, mentre le altre due si portarnno su Vallaro e le sommità dominanti Cairo. Gli sforzi <lei Francesi furono per lunghe ore paralizzati dal ben, nutrito fuoco dei difensori. Infine, dopo va.rii assalti ,·iolentissimi, alle 18 LahaJ?pe riuscì a scacciare dalla Rocchetta le compagnie austro-sarde, sostenute da cavalleria ed artiglieria. Alle J8 Dumerbion ord inò l'assalto generale. La brigata lliller cedette, ma smascheròun fooco infernale d'artiglieria dalla terza linea che inflisse gravissime perdite ai Fra11cesi e ne arrestò la foga. La battaglia s i svolse accanita d 'ambo le parti fino a notte, i11decisa. .Ma il Wallis approfittò d ell'oscurità per ritirarsi in buon ordine \"erso .\equi, e C. rin1ase in potere dei Francesi. L e perdite furono da parte degh alleati di 3 uff. e 202 u.; da parte francese pare fossero di circa 2000 u. Però lo Jomini ritiene che gli austro-sardi abbiano avuto più d i 800 fra morti e feriti Ambedue le parti si attribuirono la vittoria.

Cairoli. Famiglia pavese, inspirata a i più alti sensi., di spirito patriottico. I cinque figli di Adelaide e di_ Carlo, (m. nel 18-19) segnarono lutti un'orma di gloria. nella storia del nostro Risorgimento. Cairoli Benedetto. Medaglia d'oro, n. a P a via, m. a Capodimonte (1826-1889). Primogenito dei dnquc fra-• telli. Si laureò in giurisprudenza a Pavia. Xel 1848 fu dei primi ad arruolarsi per la p rima campagna d'b: d ipendenza, e nel 1859 fu cacciatore delle Alpi, con C a-ribaldi. L'anno successivo, salpò da Quarto con i M ille, dei quali comandava la i" compagnia; a Calata fimi.. fu ferito leggermente e più gravemente, ad una gamba. alla presa di Palermo. N el 1866 seguì Garibaldi in Trentino, quale addetto al QuartiH Generale, e con lui ~r 1rovò ancora nell'infausta sped izione, che doveva finir~


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Mentana. Eletto deputalo nel 1860 per il collegio di Pavia, e rieletto fino alla XVI legislatura, sedette all'estrema sinistra; dal 1867 al 1870 fu vice~presidenh· -della Camera, e, dopo il ritiro del ministero D epreti,

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, nel 1878, salì alla presidenza del Consiglio, che tenne fino al dicembre dello stesso anno, quando fu obbl:,gato a dimcticrsi, essendo stata la sua politica resa rc:sponsabile dell'attentato di Passanante a Re Umberto: in questa occasione egli, trovandosi nelia carrozza dtl Re, con generoso impu:so si slanciò a fargli scudo del • suo corpo, ricevendo in una gamba la pugnalata diretta al Sovrano. Dopo un nuO\'O breve gabinetto Depreti,. nel luglio 1879 Cairoli fu di nuovo chiamato a succe, dQrgli, assumendo anche il portafoglio clrgli Esteri. In politica estcnL egli si mostrò, forse, poco ahile, ma fu soprattutto poco fortw1ato; con la sua indulgenza ver~o le correnti irredentiste, .si alienò Austria e Germania, e r,cl 1881 si lasciò sorprendere dalla spedizione frances~ , a. Tun isi. La sua proposta d i sottoporre la qucstionq tunisina ad una con ferenza in ternazionale n on fu ac' colta, ciò che lo costrinse a ritirarsi. Amareggiato dal:e dclusio:ii politiche e malandato in salute, si ritirò in una villa a Belgirate, sui lago ::\Iai,,giore; Re Umberto, . c he aveva p er lu i particolare attaccamento e gra titudine, ' lo invitò a recars i nella villa reale d i Capodimonte, ove s i spense 1'8 agosto 1889. E' sepoiro nella tomba di famiglia a Gropcllo Cairoli (Pavia) do,·e sono pure le sai• me dei suoi fratelli. Era decorato, oltre che della me , daglia dei Mille, dell'Ordine militare d i Savoia e della medaglia d'oro al valor militare, conferitagli, come dice · la motivazione: « Quale solenne attestato della sovrana riconoscenn per la splendida prova del suo attaccamento, esponendo la propria ,•ila onde salvare S. ~1. Umberto I dall'atlen, talo alla Su a Reale Persona>) (Napoli, 17 n ovembre 1878).

Ca-iroli Ernesto, n. a Pavia, m. a Diurno Inferiore <(1832-1859). Studente di giurisp rudenza a Pavia, dovet-

te fuggire essendo implicato in cospirazioni col fratel!o Benedet to; nel 1859 si iscrisse tra i Cacciatori delle Alpi; il 26 maggio radeva nel com battimento di Varese, onorato da Garibaldi che dopo la ballaglia diede come parola d'ordine ai volontari: « Santo Cairoli )).

Cairo/i l.11igi, 11. a Pavia, m. a Napoli (1838-18601. Nel 18S9 si arruolò nel 4° rcgl(inwnto d i fanteria e frequentò il corso pre~so la Scuola. d'Ivrea, ma non pot;,. combattere. L'anno srguenle si <limise dall'eserci:o regolare e seguì in Sicilia il Cosenz · fu aiutante segretario del Sirtori, ma non ebbe occasione di prender parte a combattimenti. Rifinito dagli strnti appena en trato in :\'a poli, vi fu colpito dal tifo che lo trasse a morte.

Cairoti E11rico, n. a Pavia, rn. a Villa Glori (184013_67). Studente di medicina a Pavia, lasciò gli studi per combattere nel 1859 tra i Cacciatori del le Alpi : nel 1860 fra i J\fillc; fLt ferito rL Calatafi mi e decorato al valore. .Nel 1862 fu nello stato maggiore di Garibaldi e diede a S. Stefano opera efficace per impedire una maggiore cffasione di sangue in quel primo scontro coi regola ri: ad Aspromonte sostenne Garibaldi ferito e fol con lui fatto prigion iero, liberato poi da ll'amnistia del 5 ottobre. NcJ 1866 s i distinse a )[onte Giove, al forte di Am1,ola. a :\!onte Suello e llci:zecca, guadagnando una seconda medaglia al valore. Xci 1867 a Terni assunse il comando dei settantotto che tentarono di favorire l' insurrezione di Roma. i\ Villa Glori cadde ucciso, tra. le braccia del fratello Giovanni. Cairo/i Gio-::a1111i, :i. a Pavia m. a Belgirate (18421869), l\el 1859 non potè prèndere parte alla guerra come i s uoi qualtro fratelli, ma d iede tali prove de' suoi sentimr nt i da essere arrestato dagli Austriaci. L'anno seguente entrò nell'Accademia. militare di Torino donde uscì sottotenente nel 1861: non ebbe però occasione di combattere neppure nel 1866, sebbene tentasse di passare tra i volontari. L'anno seguente, avuta notizia che

Monumento al rratclll Culroll (Roma)


Garibaldi preparava una spedizione nell'Agro RomaJ10. chiese il collocamenlo in aspettativa; nell'ottobre raçcolse i 78 che combatterono con lui a Villa Glori agli ordini del fratello Enrico che vi trovò la morte. Cad\ll•l

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C,\L..

Cais (Ciaco1110). Anuniraglio del scc. XII I, n. :i Nizza :'-.Carittima. Si segnalò al comando delle navi dei ca-Yalicri di S. Giovanni di Gerusalemme durante la spedizione d i Carlo d'Angiò in Terra Santa, cd a l ritorno, in Proveuza. venne promosso ammiraglio. I l 15 mag!;i() 1265 s'imbarcò a :'-.farsiglia per la spedizione contro il regno <li Xapoli e seppe ingannare la ,·igilanza dell~ flotte riunite dei Pisani e dei Genovesi, e dare così, mezzo a Carlo d'Angiò di sbarcare colle sue truppec presso il Tevere e rcalfazare i S\loi progetti di conquista.. Cais di Pierlas conte Giuseppe. Generale, n. a ~ izza, m. a Venezia (1845-1911). Sott:Jt. d'art. nel 186-1, JJH· tecipò alla campagna del 1866 e nel 1867 entrò a fa,~ putc dell'arma di ca ,·allcria. Comandò da colonnello.). ( 1897) il regg. Lancieri Firenze e collocato in l'. ,\. (1903) raggiun se nel 1909 il grado di magg. generale

Caissotti di Roubion ( Vittorio). Generale piemontcs<-, nizzardo, del scc. XVIII. Xci lii5, quan-lu· venne form:ua la Legione degli Accampamenti, vi fu trasferito. Ne] 1792 venne promosso tcn . colonnello. i,pcttorc del buon ordine dei campi e delle marcic delle truppe. L'anno seguente, quando fu soppressa la k gione degli acc.1mpamenti e venne istituito il Corpo dc,_ Guastatori, il Caissol ti fu scelto a comandarlo. Colh promozione a bri gad iere generale comandò in 2" la cil•· tadella di Torino e nel 1800 lasciò il servizio. Cajani (B,onifacio). Generale, n. a Gualdo Tadino(Foligno) nel 1865. Sottot. di fanteria nd 1883, partccir,ò alla campagna italo-turca del 1913 c prese parte. alla guerra 1915-18 quale colonnello comandante dd. 93• fanteria. Collocato in P. A. (1925) raggiunse nel 1927 il grado di generale di brigata. Mon11men10 alla fam1g-11n C:all'Oll 111 l'avt;i (Adelaide Calroli consegna al figli la bandiera della Patria) gravemente ferito, fu fatto prigioniero e trasportato a Roma, donde fu r inviato con l'intimazione d i non p rendere più le arn1i contro la S. Sede. N el 1868 fu pllb· blicata a Torino la « Spedizione dei Monti Parioli, ::?J ottobre 1867, raccontata da Giovanni Cairoli ». Cairo/i. 7' L egione :VI. V. S. N . Fu costituita il I• febbraio 1923. L a sede del Comando di Legione è a Pada. La compongono 4 Coorti: la 1• con sede a P.i-

La Sezione )lltragll<"rl della 7• Legione • Catroll > via ; la 2" con sede a Corteolona; la 3" co(l sede a Ca vu :'-.fanara; la 4• con sede a Stradella. Conta inolt_re \l ii corpo musicale, una centuria uniYersitaria, un ID<!;nipolo ciclisti ed un manipolo mitraglieri.

Cajigal (Francesco C. dr la Vega). Generale sp:i.., gnuolo ( 1695-1777). ~el 1742, governatore a Santiago. d i Cuba, respinse al tacchi inglesi, e fu promosso ge-nerale e governatore dell'Isola. f ondò l'arsenale de l-I' Avana e vi fece costruire navi per la madre palr;a .. Andò poi vicerè al :Messico; tornato in patria ( 1762}, partecipò alla g\lcrra contro )'Inghilterra e fu presi-dente del Consiglio d i Guerra fino a l 1768. Cala (Mar.). Chiamansi ca le i magazzini interni,. stabiliti nella parte più bassa delle navi, entro i qu'.lli. si conservano tutti i materiali d i r iserva delle macchine, artiglier ie, materiale elettrico , s\lbacquei, ccc. Le cale,. con tutto il contenuto, sono date in consegna a sottuf-fici:ili di bordo più anziani delle categorie meccanici. cannonieri, elettricisti, ccc., che si chiamano contabili, consegnata ri del m:nerialc e ne r ispondono persona lmente. Il marinaio destinat o alla cala si chiama calierc. Quando ,,e ne sono diversi, uno di essi è capo cala. L:i: parola ha origine dal francese « calci >l, che significa h,gno duro, e stava a cl indicare, nelle ant iche navi a vela, la parte inferiore comprcs:1 fra il fasciame e il pontepiù basso, parte che era divisa tutta in compartimenti.: che ricevevano i nomj di: cala delracqua, cala del vino, dell'arcipompa di p r·osciugamcnto . Si ch iamava cala dcf beni quella che conteneva i materiali d i r iserva, i cordami, ccc. Punizione della d~fa . Suppliiio che si infliggeva sulle· navi a vela ai colpevoli di gravi mancanze. Consisteva. in tre specie di peua: cala w11ida : quando il colpcvoie: ,•eniva alz:ito fino all'altezza dclia estremità del pennon(:; di maestra e poi era lasciato 'cadere in mare e ripe-


C.\L

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scato. La cala poteva essere ripetuta fino a tre volte. C,tlu co" passaggio della ch-igUa: il colpevole veniva legato con una fune che passava sotto la chiglia e poscia immerso da un lato e tirato dall'altra cs1rcmità facendolo passare al disotto della nave. Cala secca: il colpern!c veniva alzato al •pennon-: di mae'1ra e poscìa lasciatr, ~adere in coperta, trattenendolo a qua lche metro da questa. Presso tutte le marine queste pene corporali sono or-

La ptmlzlone della cala

mai in disuso da molti anni. La seconda cli queste pene era ancora in uso nelle navi <la guerra xusse prim:i della guerra mondiale; quando volevano infliggerla stando in porti esteri erano costretti aò uscire appositamente con la nave fuori delle acque territoriali, percbè non era raro che queste pene causassero la 111orte del colpevole.

Calabretta (A 11to11ino). Generale del Genio Xavale. n. a Riposto (Catania) nel 1855, entrnto in servizio nd 1876, collocato in P . A. nel 1911, promosso nella riserv:, navale m;igg. generale de i ge nio navale nel 1918 e generale vice- ispettore nel 1923. Calabria. Regione dell'Italia ::-rcridionale, confinantt! a N . con la Basilicata, e tulto intorno col mare (Ti11·cno, J onio, Stretto d i 1fe~sina ). Rappresenta uno dèi pilastri superstiti dell'antica Tir renide, ed è costituita di massicci cristallini largamente modellati dal tcm1>0, fr?. i quali s'interpongono striscie di basseterre recenti. I massicci hanno le tipiche caratteristiche de i rilievi 1,1bul.u i, e c ioè massima percorribilità sull'alto, sugli ampi pianori appen.t rotti da piccole a lture ton<leggianti o da groppe al lungate, localmente denominate « timponi 1, o «serre». Per contro, i fianchi sono ripidi, spesso ricopert i di scisti e perciò anche franosi e di maggior~ ostacolo a l r icavo ed alla buona conse rvaz ione delle CO· mun icazioni. Le valli sono r istrette, a fondo relativamente basso, ma tuttavia costituiscono una certa facilitazione logistica, come pure danno qualche ,•antaggio logistico le ristrette fascie costiere pianeggianti. L'orlo tir-

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551 rcnico di questi ril ievi, che superano quasi lutti l'altitudine di 1000 metl'Ì, è. notevolmente più erto dell'orlo ionico, dal quale s i ha quindi una. accessibilitil. molto maggiore alle alte terre. Queste si suddividono in qual1ro sezioni principali: la Catena Costiera - la Sila - le Serre e l'Asp romonte. Fra di esse s'interpone l'istmo di Catanzaro, antico canale marino dell'epoca terziaria, che separa la Calabria sellentrionalc <lal!a Calabria mer idionale e oggi rappresenta la massima strozzatura del!a Pcni~ola, non raggiungendo esso la larghezza di 30 km: Alle sue estremità. orientale cd occidenlale si aprono il golfo di Squilla.ce cd il go lfo di S . .Eufemia. La Caten,i Costier;;, lunga SO km., è st.rcttis~ima, cade ripida sul ruare cd è ostacolo grave alle comunicazioni. Culmina uel monte Cocuzzo ( m. 1542). L'acrocoro della Sila è separato dalla precedente dal corso del Crat i e culmir,a nel .Monte Botte Donato (rn. 1930). L'altopiano <lell,; Serre ha gli stessi caralleri della Sila, ma è più basso (~I. Pccorarn 1420) e si unisce all'Aspromonte, ampia cupola cri,tallina, profondamente incisa dalle acque e da esse intagliata in larghe terrazze circolari che prendono il nome di « piani >l o «campi ». Sulla sponda ionica le coste sono piatte e sabbiose. Tol!onc Cotrone, le cittil. di mare: Catanzaro - Siderno Gerace ~farina, ccc. distano assai dalle loro m:,.rine. Sulla costa tirrena, solo Reggio di Cak~bria ha un porlo co11 ottimi fondali e di sicuro avvenire. Gli altri approdi hanno scarso valore e gli ,Lbitati ne rifuggono ancor più che sulla costa ionica e si appollaiano sull'alto: Scilla, Palmi, Pizzo, ccc. L'idrografia rispecchi:,. le condizioni dell'orografia: sull'alto correnti chiare e tranqu ille che qualche volta anche dilagano; in basso, acque rovinose che giungono a l piano dopo salti e c:i.scate, convogliando molti detriti e spesso impaludando prima dello sbarco. L'impetuosità cd il regime incostante d i questi corsi d'acqua (fiumare) forma oggetto di particolare preoccupazione per il movimento delle truppe. L'u11ico corso d'acqua perenne è il Cra:ti. Le comunicazioni, le quali, per quanto abbiamo detto finora, impongono tutte una manutenzione continua ed onerosa, si incanalano con direzioni obbligate nellè fosse che d ividono i vari gruppi di rilievi, e specialmente attraverso l'istmo <li Catanzaro ed il Vallo Cosentino (Crati) entrambi percorsi da rotabili nazionali e dalla fcrro\'ia. Strada nazionale e ferrovia valicano altresì la catena costiera fra Paola e Cosenza (Sella di S. F ili m. 976). L,t C,llabria, con una superficie di km. 15.090, una popobzione assoluta di poco superiore al milione e mezzo di abitanti e una popolazione media di circa 100 1,.bican1 i per kmq., s i suddivide nelle tre provincie òi Cawnzaro, Cosenza e Reggio Calabria. I cen tri p rincipali sono Catanzaro, )[ icastro, Cosenza, Palmi, Reggio di Calabria. In complesso, pèr tutte le considerazioni esposte, alle quali potremmo aggiungere quelle relati\'e al clima, che per la sentita escursione diurna cd annua della temperatura - più forte naturalmente sugli altipiani - obbligherebbe a speciali predisposizio,ii logistiche, po5siamo concludere rhc questa terra, mentre ha nelle ,·arie sezioni nelle quali principalmente si suddivide aJtrcttante fortezze naturali alte a strenua difesa locale, o, come dice il S ironi a « guerra di partito >l non può consenti re il movimento nè il riforn imento, di grosse masse di forze terrestri, nè offre sufficienti quantità di buoni porti di raddobbo e di rifugio ad una flotta militare. P er cu i questa terra è qua-


s i da considerarsi più come d iga d 'ostacolo fra il ma ,.e Jonio ed il T irreno, concorrendo così a circoscrivere più nettamente quest'ultimo come mare strettamente italia~ no, anzichè come ponte di collegamento fra il resto dell'Italia p_e ninsula re e la Sicilia, furnione questa c he rimane perciò prevalentemente affidata al dominio del n1arc.

Ins11rrezi.onc ca.la.brese ( 1806-1807) . L'esercito k ancrse, che a veva potuto nd 1806 compiere la conquista del regno di Napoli senza trovsl.rsi d i fronte ad un n-~mico degno del suo valore, lo trovò in breve ndle popolazioni calabresi, che insorsero compatte. Il moto ebbe la s,m prima manifcsla1,ione il 22 marzo in Saveria. cagione di uu atto sco rretto verso u na donna compiuto da un uffic iale francese e si p ropagò rapida men te : bande armate: «masse», agli ordini del colonnello Ca r bon~, del M us itano, del D el :Michele, <le] Panedigrano ed altri, appoggiarono le città insorte. T.a repressione f u dal 1c G iuseppe Bonapa.rte affidata al generale R eynier. il quale la iniziò fulminea, inesorab ile. Confluenti fu ar,;a, :v[artorana. clonulta con grande spargimen to cli sangu,'. :Ma gli insorti, favoriti dalla flotta anglo-sicula, si moltiplica vano. :Malgrado la durezza delle repressioni, !'in, surrezione n on cessò. In suo a iuto il gen. ing lese Stuart, co11 5000 inglesi e 1000 napoletani, sbarcava il 1° lu•• glio al -tora·ione cl i Malta vicino a S. Eufemia; cd il giorno 4, presso li!fai.d,1., (V.) i . 6500 uomin i del generale Reynier fur ono battuti cd obbligati a lla r itirata. L a vittoria incoraggiò gli insorti ; la divisione Verdier, che, era in Cosenza, tormentata a Donnici Sottano, affrontata a Pianette d i Rovito e ai Vadi, r ip iegò verso le Puglie. Il gen. Stuart non ~eppe però appro fittare d ella vittor ia., nè appoggiare gli insorti incalzanti il n emico in r itirata: si limitò a spazza re la Cahtbria d alle ulti• me guarnigioni francesi di M onteleone, Tropea, Scilla e R eggio e ritornò in S icilia. Intanto altri 400 inglesi e 800 napoletani erano sbarca.ti a Cotrone il 9 luglio e se ne erano impadroniti. l l Reynicr tentò di riavanz1rc dai pressi cli Cotrone verw Catanzaro, ma difficoltà d 'ogni gènere lo costrin sero a ripiglia re la rit irata verso il nord . Il 26 luglio egli si m ise in ma rcia per C,assano, molestato dagli in sorti e bersagliato, di tempo in tempo, lungo la costa, da una fregata inglese : saccheggiò Cutro e, per rappresaglia contro alt i di cruclcllà compiuti ~u!la guarnigion~ polacca, incendiò Strongoli, dove le sue truppe si abbandonarono ad atti di brutalità. La lotta assunse u t\ carattere feroce : i soldati francesi r imasti indiet,o, ven ivano trucidati dagli in.sorti : Corigliano, dove i Francesi trovarono u na fiera resistenza, fu sacclieggiata Q poi data alle fiamme, dopo che i sold a ti si erano abbandonati ad atti a-bbomìnevoli. Finalmen te il generale Reyn ier, col suo corpo d imezzato, raggiunse il 3 agosto Cassano, ove la divisione Vcrdier l'aveva preceduto giungi'.ndovi verso il 20 luglio, non senza avere dovuto r espingere p iù volte a ttacchi cli « masse l>. ,Sgombrale le Calaibric dalle trup pe francesi, le cittit. i villaggi e le campagne r imasero in potere dei capi delle bande, a lcuni d ei quali commisero a troci vendette sulle località e sulle persone che avevano parteggiato per lo straniero.. Favorita dalla regina Carolina, l'insurrezion~ anelò estendendosi alle contigue provincie della B.a~ilica ta e de lla Lu cania, e in pari tempo andò organizzandosi. Le bande si ordinarono milita rmente ; per ordine dell'ammiraglio in glese, s ir Sydney Smith, che prese il co-

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mando in Calabria, si costituirnno battaglioni volant i. con capi regolarmente. nomin ati e parificati a quelli dell'esercito, in gra n parte gente cli sincero patriottismG~ sa lvo alcuni fanatici feroci. Ma, mentre si cominciava a dare un assetto al paese e a rista,b11irvi l'ordirie e la sicurezza, la p iazzaforte di G aeta, assediata da varii mesi, si a rrendeva il 18 lugl io dopo un'onorata rcsisten 4 za e a llont gran parte delle truppe francesi si r ivol.,;c contro le Ca la brie, d ichiara te in istato d i gue rra, a l comando del gen. Massem.. L a urino, R occa Glor iosa . e T orrac,l, che si opposero alla avan zata dei Fran cesi, forono prese d'assalto, saccheggiate e date alle fiamme : b g ua-r nigione d i Sapri sg01nbrò sulle. navi i nglesi. A guar-

dare le linee d i comunicazione, a ltri 6000 uomini al co• mando del lo stesso re G iuseppe si scagliarono p iù ind ietro in Lucan ia. Il :iYia.ssena occupò Lagonegro, e l'8 si presentò d inanzi a Lauria che, rton a vendo voluto sottome lte,si, fu presa d'assalto. La popolazione si d ifes~ con eroismo e per v incerla si ricorse all'incendio, o rdinato da llo stesso Massena; il paese, cli 7000 abitanti, fu saccheggiato e d istrutto. Ma la repress ione feroce di Lauria, non diede gli effetti sperati d,11 Massena. J:, ogni dove i Calabresi si raccolsero in armi, sfugge.ncl0 con abili mosse all'acarchiamento col quale si tentava d i schiacciarli d 'un colpo. A Saracena e a S. Basilio tennero testa alJe truppe. francesi e a Terranova osarono assalir le nei loro campi : a S. Lorenzo, un cor po cli insorti, asserragiìatisi in una chiesa, si d ifesero dispe• ratamente e vi furono bruciati fino all'ultimo. Enirato in Cosenza, che era stata sgombrata d alle masse e dai volontari, 1'fassena attese ad organizz,;:rvi il go1>erno: creò una gLtardia civicct d i clementi favorevoli ed istitu ì tr ibunali m ilitari che dovevano giudicare sommaria-mente. D i fronte all'avanzata dell'esercito francese, gli insorti, anzichè segu ire i consigli d i uno dei loro capi più intelligenti ed avvedu ti, il Gernalis, il quale proponeva d i r it irars i verso Cotrone per r imettersi sotto la p,otezione dei presidi cl i R eggio e di Scilla, logorando il nemico con una guerra d i partigiani, vollero combattere all'aperto; ma in un attacco che osarono press•-1 Cosenza furono battuti e dispersi: il Gernalis fu u cciso da un traditwe, a ltr i due capi, il col. Carbone e il capo massa Panedigrano, ripararono in S icilia . Ma nonostante le repressioni feroci ed i successi dei Francesi, nonchè le promesse cli onori e di gradi da essi fatte :ti principali capi, l'insurrezione non cessò. Scontri sanguinosi cl:,bero luogo a S. Giovanni in Fiore, ne i dintorni cli Cosenza , e a Mon te Cocuzze, presso Carolei ; un'operazione per disfarsi dei grossi nuclei raccolti verso quelle località, andò fallita e i cap i massa continua· rono qua e là a molestare i Francesi. Per le cattive con dizioni cli salute delle sue truppe e per le numerose perdite, il maresciallo si trovava obbl igato a domandare continui r inforzi. Sistemali alla meglio i seqjzi, egli, proseguì la sua avanzala nell'estrema Calabi:ia, ed il 7 settembre entrava in l\1onteleone, ·d opo che una delle sue due colonne aveva dovuto sostenere a Nicastro un conflitto contro 2500 insorLi, fra i qt1ali sembra fossero anche truppe regolari inglesi e borboniche. Ment re il generale bor bonico Vito Nttnziante apprestava a d ifesa R eggio e fortifica va l'Aspromonte e i monti Meli a, i F ra ncesi r iportavano alcuni s uccessi contro ·l e bande del Cancellieri e (lei Papasodero in -Maida ed a Capitrano, e procedevano al saccheggio, a ll'incendio e a t u tti gli orror i di una guerra stem1 inatrice. La buona volontà del maresciallo 'Per dare ordì.ne a l paese e per s istemar e gli


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approvvigionamenti trovava ostacolo nella mancanza ,~i dcna,:-o: le requisizioni forzate favorivano il furto e h rapina da p11,rte dei ~oldMi '11Jancanti di soldo, e davano luogo a rivolte feroci delle popolazioni i mmiserite; r; ..

Bancliera c1e·1 oOo Fan teria, br. Ca labria {1907ì'

yolte che. come quella dì S . P ietro in Gua rano, venivano reprç5sc non meno fea·ocemcnte. Le bande, d isperse di fronte, si r iordinavat10 alle spa!Je dei Francesi; quella del De l\•I ichele fu d ispers.i il 19 ot tobre dal gcnera!è Peyri a Paola, ed il 26 successivo, sorpresa entro l'abitato <li S. Lucido, ebbe grav i perdite, ma molti riuscirono a fuggi re: quella del Sa moro ( dello re Coremmc) fu 1battuta ad Acri ed inseguita fino a Longobuco, paesi che furono entrambi <latì alle fiaimme: altre bande, incal,:ale verso la marina d i Cotrone, si sottrassero all,1 cattura su di una flottiglia. ~ el novembre ebbero luogo nuovi scontri a .San Giovanni in F iore, a ~fotta S. Lucia, a Martorano e presso la :Marina di Ardore, ma all'attivi tà <legli invasori r ispondeva un risveglio di energie da par te della corte di S icilia: 1200 uomini, comandati dal rnaresc. d i campo R oscnheim, sbarcarono a Sar,ri; il brigadiere Filippo Cancellieri era nom inato cc mandante dei hilttagl ioni volon tari, formal i o da forma.rsi in Cala,br ia attorno ai regg. R eal Sanniti, con i'1gimlZionc ai capi rnassa di metlG'rsi a i suoi ord ini. S i

554 deHa Melia, andò ad urtare contro le truppe del Nunziante e contro gli insorti verso Pentimele e ripiegòsenza risultati; una colonna <partita da Cosenza per da rla caccia a lla banda De Michele, inflisse a questa qual~che perdita e diede alle fiamme Longobardi; un'altra, inviata a Fiumefreddo, non r iuscì a snidare gli insorti dal castello; il generale P cyri mossosi con una grossa colonna per impadronirsi d i Belmonte, vi r imase da-vanti 5 giorn i e finì col desistere dall'impresa. Così chiudevasi l'anno 1806 : dopo nove mesi d i sforzi deì più agguerriti soldati del mondo, le Calahrie non erano n~ sottomesse nè pacificate. Il gcn. Reynicr allora decise di impadronirs i d i Amantea (V.) focolare e rifugio della rivoluzione, che cadde solo dopo assedio regolare. Questa ·r esa, alla quale seguì poco dopo la ci,duta di Bclmonte e d i Fiumefrcddv;. ove il De Michele, ultimo dei capi in armi, fu preso e fucilato, segna il principio della fine della insurrezio•1~ calabrese: essa si protrasse ancora in isforzi isolati, per anni, degenerando in un briganraggio nel-le cui manifc,,tazioni, prolungatesi anche durante il regno di Gioacchino Jl.iurat, è •dif:ficile sceverare il movente politico da.. quel lo puramente personale.

I nsurrezione calabrese (1848). Scoppia nel maggio 1848, con centro in Cosenza, dove si costituisce un Comitato d i Salute pubblica e •quindi un Governo p rovvisorio, p resieduto da Gi useppe Riccia-rdi : due conpi d i insorti armati sono posti &gli ordini d i Pietro M ileti e Save,;io Altima;.i, Il 1 giugno il gen. Nunziante con 4 bgl., sbarcato a P izzo, muove 'Contro gli inserti; il 9 muove u n'altra colonna, comanda.la dal maresc. d i campo Carlo Busacca (3 bgl.) e il 17 una terza colonna (2 bgl. e 4 sqdr.). muove da Noccra agli ordini del gen. Ferdinando Lanza-.. Busacca balte g li insorti a Ca,strovillari, ~1 unziante ,1d. Angitola. Cosenza è a<bbandonata da l Governo provvisorio il 3 luglio, e le bande degli insorti si disperdono, dopo di aver sostenu to piccole scaramucce con le truppe regie. Anche nel 1860 a Cosenza s i costituì un Ce,.mitato rivoluzionario che el!b.:: diramazion i in tulla la regione e· a;utò il movimento garibald ino nel continente.

tentava intanto di organizzare, a guisa di diversion1..\

una spedizione ncll' A.bruno per farlo insorgere, mentr,· fra il Ci lento e la Basilicata, sulk retrovie dcll'cscrciu, francese e ,coll'allontanarsi di esso verso h-.sud, si ridestava l' insurrez ione che pareva sopita. La ~ìttà dì J.1aratca che da pprima em stata tranquilla, divenne centro di ria:nnodamcnto; la vicina isoletta <lì D in o nel Golf,, di Policastro, attorno alla qua.le inc rociava la flotta an glo-sicula, serviva di aippoggio e di TÌfug io agli insor1i. J\·fa i Francesi p resero Maratea (V.) e il gen. ),fassen:1 aHa metà di d icembre lasciò la Calabria, sebbene l',n-sunezionc, che diva.mpa va oramai da otto mesi, fos.;• tutt'altro che soffocata. Le operazioni •vennero continuat" con varia for tuna dal generale Reynier succedutogli ni'I comando. Una marcia- dimostrazione escb"uìta alle selle

Bancllcra tlel ò0° Fanter ia, br. Calabria ('1903)


Brigata Calabria (regg. 59° e 60" fanter ia). Venne formata il 16 aiprile 1861. Il 59° fant . venne costitu ito med iante t re bgl. rispettivamente fornitigli da l 20°, 21° e 22°, e il 60° con tre bgl. fornitig li rispettivamente dal1'11°, 12° e 17° fant. Allo sciogli-mento delle briga.te permanenti vennero a chiamarsi 59° e 60° r eggimento fanteria (Ca la bria) . Il 2 gennaio 18M furono nuovamente r iuniti nella briga ta Calabrià. (59° e 60° r egg imento fanteria). Alla fine del 1926 la br. venne sciolta; i l 59' passò a far parte della 30° br. di fant. ed il 60° venne sciolto cedendo l bgl. al 41° e l bgl. a l 42° rcgg. fant.

555 Fu nelle acque cinesi nei moti del 1900, e vi si condusse brillantemen te.

Calabrya (o Calm1ria}. Località della Tracia da cuh prese il nome una battaglia -fra d-uc eser citi greci, comandat i da Alessio Comneno, generà le d i N iceforo III, e Niceforo llri~nnio (anno ' 10i8).

Ca 111J1agne. di guerra . J.a br. fece la campagna del 1866 colla 19• divis. (Longoni). Xel J89'S-96 concorse alla

n. N. Calabria N iccforo avanz,1 col centro, ma è assal ito e respinto; i Peceneghi <l i f\ lessio disordinano l'ala s inistra di Niceforo, ma si preoccupano d i far bot tino e ciò sconvolge le truppe d i Alessio, il qua le riesce a stento a r ior<li-

F .\ ledaglia della JJr. CaialJri -i

formazione <lei bgl. J 3", 22°, 35° con 13 uff. e 233 gre, gari dd 59° •r egg. e i uff. e 229 .gregari del 60° regg. I l 13° bgl. fu ad Adua. Nel 191 1- 12 il 59° r egg. concorsr: alla mobilitazione dei regg. 6°, 35°, 60° e 82° fornendo complessivamente J 6 uff. e 1007 gregari. Il 60" regg. fece la. campagna i ta lo- tu.rea d ist inguendosi in Tripolitania nella batta,glia d i Sidi Said. Nel 1915-18 prese par te a lle operazioni nell'A lto Cordevole disting,-iendosi a l Coi <li Lana e a M. Sief, indi sul Piccolo Colbricon. Nel novembre 1917, in segui to a lla r itirata dalla fronte Giulia, .ripiegò dietro il P iave ove si distinse nella di1 fesa dei M. Tomba e Ìlfonfcncra e sul M. Grappa; iv i r imase durante la lbattagl ia del P iave (giugno 1918) distinguendosi per la sua tenacia n ella difesa d i Col del :'11iglio. Prese infine parte a ll a battaglia cli Vit torio Veneto combattendo sull' Asolone. Ricompen se. Alle band iere dei due regg . : med . <l'arg. al val. mii. pel contegno tenu to sul Col d i Lana e sul Colbricon ( luglio J915- ott. 19 17) e sul M. Tomba-Monfenera (nov. 1917). Al 60° regg., rned. bronzo al va!. milit,u-e, per la belh1 condotta tenuta 11cl combattimento cli S id i S;tid. F esta. del rcggìmc11to : 28 g iugno, anniversario del c.:>rub. di Sidi Said (28 giugno 1912). Mostrine della. brigata : Rosse, attraversate da u na striscia verde orizzontale. Cala/Jria -ultra e C,,Zabria-citra. :Nome d i due reggimemi delle Due Sici-lie, costituiti nel 1746 il primo e nei I i.52 il seccndo; furono riuniti i n uno solo col nome Calabria nel I i66. Nell'ordinamen to del 1833, C . era i l nome d i uno dei 12 regg. d i linea. Cala.qria . Nave da battaglia di S" classe, varata all,.i Spe1.ia nel 1894, lunga m . 76, larga m . 17,71, d islocamento tonn. 2492, macchine HP. 4260, ~rmamento IV 152, VI 120, I 75, VIII 57, VI II 37 H , II m it ragliatr ici, II lanciasiluri. Stato 111agg. 16, equipaggio 236.

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B, PoceneglJI; e, ranteria italiana; o . cuvalle1·1a \CS· sala; E, cava llerUt de i l'rancll i ; I' cavalleria. 1-race e maceclone; G H, fanterie trac i e ma.cedoni ; K, corpo cle g-1! ,mmo11all , L1 Francll,, M, mercenar, turcllt, "< , aus1har 1 m d lgen l, P . ca,aller, a. t u rca.

narle, n1entre gli sopragg-iunge un rinforzo di cavalleria· turca, inviata da Solimano; q ueste iru,ppe decidono !esorti della lotta; Niceforo Bricnnio è sconfitto e fatto p ri,gion iero, e la corona imperia le r imane sul capo d i. N iccforo lII J3otoniate.

Calafat (Kalafa.t). Città della R omania, sulla sr. del Danubio, d i fronte a Vid<lino. Fu fondata dai Genovesi. Vi s i combatterono quattro battaglie. L a. priam nel 1790, fra Austr iaci e Turchi, i quali furono sconfitti e subirono gravi perdite. La seconda nel 1828. L a terza nel 1854, quando i Turchi a,ggiunsc ro la testa di pollte di C. a Viddino, unendole con un ponte di bar che. La quarta nel 1877, qua ndo i Romeni in iziarono le oper:t- z ioni contro i Turchi. Calahorra (a,nt. Ca.lagu-rri) . Città della Spagna, in prov. <li Logrofib. Nel 186 a. C. vi s i combattè una battaglia f.ra i Ro111a.ni, comandat i dal vicepretore L. :Manlio J\cid ino, e i Celtiberi; questi u ltimi r imasero sconfitti e lasciarono 12.000 morci e 2000 prigionieri. Kcl '5 a. C. p resso C . Sertor io sconfisse Pompeo e M etello infliggendo loro Ull'l. perd ita <li 3000 u. Tre anni dopo, gli. abitanti furono. assedia ti dalle forze di P ompeo, cd è-


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Inglesi _on francesi

L'as~edio 111 Calais nel 13,IG-47 fama che s i nutrissero delle carni delle loro donne e dei loro figli prima di cedere, Fu con Osma l'ultima. città dell::t Spagna che venne sottomessa. <Jalle armi <li Pompeo. Distrutta in tale occasione, venne riedificata. da Ciulio Ccs.1.re.

Calais (bt. Calesi1<m o Portus 11/terior). Città marillima fortificata della Francia, con porto, nel clip. del Pas-de-Calais. J_,a sua fortezza è celebre opera di Jacopo Fusti, detto il Castriotto, il quale obbe l'incarico di ris torare le ant. difese di C. dopo il 1558, qua•n do i fran cesi la tolsero agli Inglesi. In relazione ai nuovi mezzi di a ttacco egli studiò e propose un rec in to ottagono per il quale utilizzò in molti punti il recinto delle vecchi~ mura. Esternamente k- rafforzò con un perimetro bastionato, a grandi baluardi staccati muniti di orecchioni a doppio fianco. Tra un baluardo e l'altro distese una specie di tanaglia, costituita da un parapetto di terra prolungantesi dietro gli orecchioni e coprente completa~ mente la cortina. E' il concetto chia ro ed applicato del duplice recinto difcnsi,•o che nel secolo seguente si rcn-" <lerà m·aggiormcnte opportuno per l'accresciuta importan.za deUe artiglierie. In seguito, per agguerrire maggiormen te Cala is, ne mun ì le mura con artiglierie installate sopra carri a cinque ruote che, dopo sparato, rinculavano in basso e pote.vano essere caricati al sicuro. Questo caratteristico apparecchio, da lui descritto nel suo trattalo («Fortificazione») è il primo esempio d i instal!a.zioni a scomparsa. Nel zcc. XIX C. fu munita di nuova cin ta, con due fort i staccati : quello di Ris ban, all'entrata del porto, e quello del Lapin, all'ovest, verso Boulogne. Giul io Cesar e preparò a C. la spedizione nella G ran Bretagna. C. divenne •p orto importante nel medio evo, e nel 1303 entrò a far parte della Lega Anseatica. Assed-io di Cala·i s ( 1346-134i). Fu posto alla città da Edoardo III d'Inghilt~rra il 3 settembre 1346. La città

era difesa da Giovanni di Vienna e ben mun ita. Edoardo, ritenrndo cii non poterla prendere a viva forza, costruì intorno a C. una vera e propria cillà provvisoria, in lcg110, for tifica ta, della cc Ville Neuve la Hardie ;i, stringendo la piazza con circonvallazione e controvallazione, deciso a prenderla per fame. Qualche soccorso fu introdotto per opera di ,uditi marinai francesi, ma per breve tempo; chè Edoardo fece erigere un castello dove più lardi sorse il forte di Risban, e radunò una flotta. imponente ( 738 na vi con 15.000 marinai, delle qua!i 100 sempre di guardia nel porto). E<loardo acloperò in questo assedio la maggior copia di artiglierie che fino allora si fossero vedute, servite da; 3 14 artiglieri. Filippo di Francia eseguì due tentativi per soccorrere C., ma entrambi andarono a vuoto. li primo, .per mare: avuti aiuti dalla Spagna, tentò con una flotta di 12 ga le re e 70 navi di for~are il blocco, ma la sua flotta fu balluta da quella inglese e ncn rinnovò il tentativo; il secondo, per terra : radunato nel luglio 1347 un esercito e.li 20.000 u. menlre la piazza era agli estremi, lo condusse davanti a C., m,l r.on osò di assalire le formida;bili linee inglesi, e, dopo d ue deboli tentativi d i parz iale attacco, il 2 agosto si r iLirò. Solo n llora la piazza, perduta ogni speranza e non avendo più vi,·eri, ,;i arrese. Tregua di Calais ( 1350). Conclusa fra Edoardo d'fogh ilterra e Filippo di Francia, .per la durata di 10 mesi, prorogata fu10 all'agosto 1351. Ciasctimt delle parti manteneva quanto aveva in quel momento in suo posses..~. 1'ratta.to d i Cahiis (24 ottobre 1360). Concluso fra .Edoardo llI d'Ing hilterra e Giovanni i! Buono di Francia, per ratificare quello di Brétigny. Tentativo contro Co1ais (1436). Eseguito da Filippo il 1.luono, duca d i Borgogna e alleato del re di Francia. Dopo un mese di assedio, il 31 luglio dovette rinun-


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Gl'Jng·lcs1 davanli a Calais (t3-io- J31ì)

c iarvi, pcrchè le milizie fiamminghe ch'egli aveva arruolato, lo a;bbandonarono.

J\'el . 169 4 C. fu bombar<lata da una flotta ang!oolandesc.

Presa di Calais (1558). Fu consigliata al re di Francia da Piero S trozzi. Il 1° gennaio 1558 i Francesi, soh to il duca <.li Guisa, investirono la .piazza, comandata da lord Wentwort'h. Con un colpo di mano furono CO!l➔ quistate posizioni favorevoli e subito lo Strozzi piantò una grossa batteria coperta e prese a bat t~re le mura (4 gennaio) facendovi ampia breccia. Il forte di Risban cadde subito nelle mani dei Francesi e così quello di Nicullay. L'assalto alla breccia, d iretto dallo Strozzi, fu dato il 5; il castello fu preso e gli Inglesi r icacciali nella piazza. Tentarono di r iprenderlo due volte, ma fu rono sanguinosamente respin ti, e 1'8 gennaio s i rasSè~ gnarono a capitolare e a consegna.re ai Francesi C., che tenevano fin dal 1347.

Sbarramento del Passo d-i Ca.lai:s ( 19i 7- 1918). Durante la guerra mondiale, C. fu base britannica e belga. Bambardata r ipetute volte da forze aeree tedesche, subì una perdita di oltre 700 persone. Venne ckcorata perciò della croce di guerra. Lo sbarramento del Passo fu eseguito durante la guerra mondiale, nel dicembre 1917 gennaio 1918, <dagl i Inglesi, su progetto dell'ammira,gli<> Bacon. Vennero poste 8 linee di torpedini alla profond ità da 6 a 20 m. da Folkestone a Colbal-t, e 14 lince d i torpedin i alla profondità da 6 a 30 m. da Gris Nez a Colbart: in tutto, 5000 tor pedini. Presso le due coste, inglese e francese, rcstava110 due ·passi, vigilat i da torpcclù1iere. Tentativi ·contro questi passi, fatti da cacciatorpediniere tedeschi, porta.rono all'affondamento di qualche p iccola nave, ma non ebbero altro risultalo. Lo s barramento riuscì efficacissimo.

Resa di Cala,is ( 1596). Appartiene alla guerra <li Fiandra. Mentre Enr ico IV di Francia assediava La Fère, tenuta dagli Spagnuoli, Alberto d'Austria decise cli fare una diversione sopra Calais. A ta l uopo concentrò a Valenciennes 5000 SpJgnuoli, 1500 Italiani, 6()00 Valloni, l\'500 Tedeschi e Borgognoni, tutti d i fanteria, e inoltre 3500 cavalli. C. era guard ata d a appena 600 u. coman<lati da l3iclossan. Gli Imperiali avanzarono improvvis?.mcnte e presero il porto (9 aprile) con poco sforzo. D a Boulogne a,ccorsero vascelli francesi, ma ormai il porto era tenuto solida1ncn te, e non poterono entrare. Fra.;ttanto davasi l'assal to al borgo e i cl ifcnso1·i erano costretti a<l abbandonarlo e a chiudersi nel forte ( 17 apr ile). Qu ivi il re di Francia potè far penetrare 300 uom ini. 1\fa gli Spagm:olì batterono con molti cannoni il b alua.rclo, vi fecero un a grande t.>reccia, e, dato l' assalto, a l secondo te ntativo penetrarono nel castello e fe1 cero strage dei difensori (27 api-ile). Cadde in questo assalto l'architetto mil. italiano Paciotto da Urbino. C, tornò al la Francia nell'an no seguente, in seguito a l trat:tato di Vervins.

Calama. Borgo del Cile sul fiume Loa, in territorio ,già Boliviano. Durante la guerra del Pacifico, nel marzo 1879, vi s i erano concentrati i soldati bolivian i della regione di Antofagasta, e ne aveva assunto il comando l'avv. Lad islao Cabrera . Contro C. mosse il colonnello cileno Sotomayor con 500 u. e dopo una marcia penosa a ttraverso un paese arido, comparve il 23marzo d i fronte a l borgo, cu i intimò la resa. I Boliv ianf tentarono di resistere, ma dopo qualche ora di fuoco furono costretti a ritirars i verso Patosi perden<.lo una trentina di prigionieri e altrettanti morti e feriti. Con quest,L scaramucci,1 il Cile aveva battuto la Bolivia, la qualCl. era impossibilitata a mandare truppe dal centro verso il litorale, a cagione della enorme <lifficoltà delle comun icazioni. Calamandrana. .Comu ne in prov. d i Alessandria, <;ul Belbo. E'bbe u n castello fino dal 1129. Nel 1216 fu preso agli Alessandrin i dagli Astigiani, che, vinti sottn


Valenza nel 1218, dovettero restituirlo a i primi. Ma ht g uerra si r iaccese nel 1225 e g li Astigiani, alleati dei .Monferrini e Savoiardi, vennero in soccorso dei Genovesi contro gli Alessandrini raffor:mti da truppe d i Tortona. e M ilano. Il 7 settembre d i quell'anno a C. si combattè una fiera battaglia, dove gli Astigiani, perduti pa rccohi prodi, lasciarono 800 prigionieri nelle mani degli Alessandrini, che li tennero nelle carceri fino alla pace di Milano. C. fu atterrato dai vincitori, e gli abitanti furono trasportati a Nizza Monferrato; però fu rifabbricato nel 1237 e tenuto dagli Astigiani.

Calamata (ani. Calame). Cit tà della Grecia, presso }\llessen ia. V i sono le rovine di un antico castello, costru ito da Yillch1rdonin verso il 1200. TI 14 settembre J 685, il gcn. D ~genfeld, con t ruppe sasson i e venete, dipendenti dal Morosini, assalì C. difosa da 7000 fanti ;;

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558 Calastrelli. Traverse metalliche in lam iera, che 1 iuniscono

fra loro le due cosce dell'affusto.

Calatafimi. Citt à della Sicilia, con ani. castello saraceno costruito in pianta quadrata, con tre torri attualmente in rovina. Combattim ento di Calatafi111i ( 15 maggio 1860). Appartiene alla spedizione dei .Ilille. Avuta notizia dello i,barco di Garibaldi a Marsala e della sua avanzata su Salemi, l'autori tà mii. borbonica di Pa lermo spediva ad incontrarlo il brigadiere Landi. che con 3000 uomi'li 100 cavalli e 4 pezzi muoveva da Alcamo il 14 maggio J860. Garibald i inta11to, rinforzate le sue schiere con circa 200 «picciotti>>, avendo cioè una forza complessiva di circa 1200 volon tari, ordi nava nella medcsin ,a. giornata di proseguire verso Calatafimi. l'rocede,·a in testa. il bgl. cacciatori del Carini;- il grosso era agli ordin i d i Orsi111, d i Mimrt illi e di Bixio; ch iudevano la. rnlonna i car~binieri gcn:>vesi del Mosto. L e ,;quadre siciliane agivano da fiancheggi ltori.

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;,;t;;ffit:-)~~; ·;,-'n,'_::,1 L'anrlco castello cli Calu111a1a 3000 cavalli turchi. Questi ultimi, approfittando dc!l:i loro suptriorità in ca,valleria, la lanciarono sulle ali d.:i Cristiani, ma entrambi gli attacchi vennero respinti. l Cristiani inseguirono, e penetrarono nel borgo, mentre i Turchi s i ri tiravano nd castello; disperando però di resistere, lo focero sa ltare e fuggirono per le montagne.

Calamida (Fra11ccsco) . Generale, n. a Cagliari, m . ad Alessa ndria. (1838-1913). P a rtecipò da sottot. di fanteria alla campagna del 1859 meritandosi una med. di bronzo a Villafranca; raggiunto il grado di colonnel!OI ( 1891) fu nouiinato comandante del 38° regg. fanteria. Collocato in P. A. S. ( 1895) raggiunse nel 1911 il grado di ten. generale. Calamo (lai. Cala11111-s). Piccolo dardo con bacchetta leggera e punta molto acuta. Calanna. Comune in prov. di R eggio Calabria con castello turrito. Kel 1.313 vi ,:ra guarnigione lra.ncCS<', comandata da Damiano Polizio. Assalita dagli Aragonesi, n on potè tenere il 1borgo e si chiuse nel castello, mentre gli avversari davano il slCCo alle case. X el 1443 fu presa da Melissari N icolò, dopo tr·c giorni <li lolla e messa a sacco e fuoco. Calarasci. Nome degli << Ussari neri >> in Romania. Ve ne sono 8 reggimenti. Si tratta di reparti irregolari, costituiti di uomini agiati, i quali provvedono da sè s tessi all'uniforme, a ll'oquipa.ggia mcnto e a l cavallo. Sono inquadrati da ufficiali regolari. Calasiri (o Cclasiricni) . Una delle divisioni dell'eserci to egizio nel V secolo a . C. Erano circa 250.000, e co,ì chiamati per la lunga tunica di lino che porta,,ano, d etta calasiria.

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Nella not te fu posto il bivacco, e al mattino seguente, riprese la marcia, <lallc colline di Vita furono segnalate dai «picciotti » alcune compagnie di cacciatori nap0letani sul monte detto « i I I'ianto dei Romano » forte posi>;ione su cui il Landi s i era schierato, a cavalier~ delle ,,trade di ).farsala e di Trapani. Garibaldi ordinava subito che i 37 ca,·a.bin ieri genovesi si portassero in testa insieme a I cp.. del bgl. Carini, d isponendosi in cacciatori per fronteggiare i borbonici che si erano schierati in linea su due battaglioni, uno agli ord ini del magg iore Sforza e l'altro, del 10° <li linea, comandato dallo stesso I.anòi. Dietro ai -carabinieri s i schierarono i1J linea le altre 3 cp. del bgl. Carini. Il bgl. Bixio fu tenuto i,1 riserva, e le scarse artigEeric, una colubrina e tre piccoli pezzi, rimasen) sulla strada di Vita. Garibaldi, ~pcrando che il n emico prendesse l'offensiva e abbandonasse le sue forti posii:ioni, ordinò di aspettarlo a oi~ fermo. Questa decis ione fu felicissima; in fatt i i B~r. bonici, dopo alcune scariche di fucileria, a,·anzarono <li corsa sperando di sloggiare i volontari alla baionetta. Contrariamente all'ordine d i Garibaldi, il Ca rini, non potendo trattenere r;mpeto disordinato dei suoi caccia➔ tori, li lanciò al contrattacco; ne segui una mischia nella q uale restò ucciso il valoroso Sch iafiìno clie s i era lanci:i.to all'assalto agitando la famo3a bandiera inviaL:J. a l g{:neral,: dalle donne italiane di Valparaiso. Questo episod io disordinò per un istante le file garibaldin~, on-


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-de i Borbonici, avuto il sop ravvento, costrinsero la pri-: .ma linea dei gar,bald ini a ritir:usi. Mancando tuttavia -ogni inseguimen to, B ixio, alla testa del suo battaglione, .avanzò a sua volta conquistando ad una ad una le successive terrazze del vigneto dei Romano e obbligò le :truppe napoletane a retrocedere perdendo uomini e terreno. Quando Garibaldi intuì cbc la stanchezza cd il -disordine com inciavano .ad affievolire la resi.stenza nemica, postosi avanti alle sue schiere, •ord inò u1l generale attacco, che costrinse i ..Borbon ici a sgombrare le posizioni e a r it irar.s i disordinatamen te in tutta fretta in Calatafimi. Calata la sera, mentre i garibaldini bivac•Ca vano, il L andi, pra.tico dei sentieri del versante opposto del paesc1 riuscì a sgo1nbrare non visto l' abi·tato e a sfuggire coi ~1011umen10 ossario di Calataflml ,suoi verso Alcamo e Partinico. Cosicchè all'alba del 16 maggio i garibaldini, accolti tr ionfalmente dalla popolazione, entravano in _paese senza cofpo ferire. Le perdite di quella giornata :furono di 3 l volontari morti e 151 feriti ; di 34 morti e 148 feriti da parte delle truppe borboniche. Il 15 maggio 1892 fu inaugurato sulle alture del •« P ian to dei R omano)> un monumento-ossario, opera dell'architetto E rnesto Basile, ~on bassori lievi del Monteverde. Calatafi mi. Piroscafo acquis ta to in Inghilterra dalla ·marina siciliana, con dislocamento d i tonn. 218, mac,chine di HP. 67, equipaggio 36, u diato nel 1865.

Calatafimi. P in>scafo-rimorchiatore costruito in Anco:na nel 1866, ltu1go m. 38,75, largo m. 5,56; d isloca-· mento di tonn. 2i0, macchine d i HP, 67, armamento .II 75, stato maggiore 2, equipaggio 37; rad iato nel 1892. Ca.latafimi. Nave da battaglia di 6" classe, varata a -Castellammare d i Stabia nel 1893 col nome, dapprima di_ -«Tersicore>>, -l un ga m. 70 larga m. 8,20, dislocamentq

tonn. 846, macchine HP. 4034, armamento I 120, VI 57, 111 37 H; VI lanciasiluri. Stato ma,ggiore 8, equipagcgio 117.

· Catataiiazor. Borgo della Spagna, in .prov. di Sòria. Battaglia di Calata,,azor 1(1002). Un esercito arabo, -diviso in due corpi, uno com posto d i truppe di Spagna, !!altro di truppe a fricaHe, marciava lun go il D uero, co;mandato da Alma nzor, quando davanti a C. s i trovò di

fronte a un esercito cristi~no, costituito da truppe Castigliane e Aragonesi, c ui aveva dato appoggio Sancio, re di Navarra. La notte soltanto i:;ose fine a ll'accanimento di una lotta nella quale gravissime furono le perdite dalle due parti; ma il vantaggio fu de' Cristiani, e Almanzor, perduti molti de' suoi generali, decise di ritirars i e potè farlo indisturbato, approfittando dell'oscurità. La vittoria permise a i Cristiani di rioccupare molte fortezze della regione .

Calatayud. Città della Spagna, in prov. cli Saragozza, sullo Ia lon. Venne fondata dai :\fori su lle ro 0 vine d i Bilbilis, anl. città famosa per le fabbriche d 'armi bianche, già municipio romano. A i ]\fori fu nel 1120 p resa da Alfonso I. Nel 1362 fu presa dopo lungo assed io dai CasLigliani agli Aragonesi e quat tro anni dopo ripresa da questi. I . Combattimento d,: Calatay-11-d (settembre 1811). Erano ri i guarnigione a C . i fanti del 6" regg. (l taliani e 17 rancesi) comandati dal co lonndlo P isa e d al capo bgl. Favalclli. Truppe spagnuole a l comando dell'Empecina• do, ammontanti a 8000 u. di cui 800 cavalli, assa-lii:ono gli I taliani, i quali, dopo breve d ifesa in cui perdettero alcuni u . e altri ne lasciarono prigionieri, si chiusero nel conven to dello della 1\-[ercede. Quivi si difesc:-o d ispera tamente, malgrado che tre mine òegli Spagnuoli facessero gravi danni a lle mura, e dopo una resistenza di otto giorni, in cui pei·dwcro 230 u., i superstiti, 566 u. di cui 335 Italiani, furono costretti alla resa. Gli ufficiali ottennero però d i essere lasciati liberi. C. fu ripresa dal Scveroli, con la br. Bertoletti, il 12 ottobre. II. Comb,ul:iinento di Calatay1,d (aprile 1812). Nuovamente era presidiata dai franco-italiani, ancora al CO· mando del Favalclli. I l 29 aprile, il capo banda spagnuolo Gajan assalì ali' improvviso il_paese mentre i difensori erano sparsi qua e là, e n e catlUIÒ molti, fra i quali il comandante. Nel fOJ"te, i superstiti si rinchiusero comandati dal cap itano Vaca.ni, il quale fece un a strenua d ifesa fino a l 31 maggio, dando tempo di giungere a i soccorsi (gen. Saint Paul con IO cp. d i fanteria e generale Schiazzetti con a ltre 10 cp.); l'arrivo di queste truppe costrinse gli Spagnuoli alla fuga. Il Favalelli fu poi fucilato dagli -Spagnuoli per rappresaglia della fucilazione di un sin- Ordine cl: Calatrava d aco dei dintorni. Calati no (A . .4.tti'.lio) . Generale romano. Si distinse assai nella pri,Ì1a guerra pun ica. S i impadronì cl'Jppona, d i Nfitistra to, di varie città cartaginesi e al suo 1·itorno . a Roma ebbe u n trionfo, F u d ue volte console e con Cornelio Scipione r icostruì in tre mesi la flotta romana che era andata disu·utla in una tempesta. Nel 249 a. C., venne nomirmto dittatore: fu il primo di ttatore romano che a-ndò a guerreggia.re fuor i d 'Italia. Calatrava (ant. Oretmn). Città della Spagna, in p rov. d i Ciudad Rea:l. Nel 1147, malgrado le sue robuste fortiftcazioni, fu presa da i Castigliani a i ~fori, e venne, per d ifenderla, fondato l'Ordine che porta il suo nome.


Ordine di Calatrava. F ondato nel 1158 a. C. nel!a Spagna, per combattere i Mori. I cavalieri ebbero da Sancio III in feudo la piazza di C., e l'ordine ebbe grande splendore, venendo riconosciuto dal pa pa Alessandro III. li distintivo consisteva in una croce rossa con fiordaliso, appesa a un nastro rosso. L'ordine si mantenne altra.verso i secoli, sia pure con varie modificazioni, fino a noi.

Calcagni ni (marchese Tommaso). Generale, oriundo ferrarese, del Regno d'Etruria. Comandò col t ito lo <li capitano generale l'esercito toscano dal 1801 al 1808. Ca.lt1zgnini Esteme J,forchese Clelio. Generale, n. :i. Ferrara, m. a Firenze ( 1821- 1903). Sottol. nelle truppe parmensi nel 1850, partecipò da capitano nel R. E. alJe campagne del 1859 e del I 860-61 meritandosi la eroe~ dell'Ordine mii. a i Savoia a Somma. Prese a ltresì partè alle campagne del 1866 e del 1870 e comandò nel grad0 d i colonnello il 62° rcgg. fanteria, il 10° ·~egg. bersaglieri e la 15' brigata d i fanteria. Promosso magg. generale (1880), fu comandante dei distretti mii. delle divis. Ji Verona e d i M ilano, a, collocato in P. A. ( 1882) l'aggiunse nel 1895 il grado di ten. generale.

Calcagno (Rcn,amùio/. Gc:,erale medico, n a Lauria (Potenza) nel 1850. Si laureò a Napoli ed entrò in servizio nel 1874, e fu promosso magg. generale nel 1903. Fu direttore dcli' Ospedale dipart. della Maddalena ( 1898-99); dell'Ospedale mii. marittimo di T aranto (1901-1905) ; dell'Ospedale mii. marittimo della Spezia ( 19051908) e poi della Sanit,\ :Militar~ :Marinima nel )finistero della Marina. l stituì la Scuo la di Sanità militare marittima a. ~ a poli e organizzò le Navi-ospedale. Prese parte alla gucna libica. Andò in P. A. nel 1916 e fu promosso ten. generale nella riserva navale nel 1918. Ideò un nuoyo mod ello di barelle per la R. Marina. Calcagno Vi11ce11zo. Generale, n. a Palermo nel 186: . Sottol. d'art. nel 1888, partecipò alle campagne di guerr~ 1915-16 meritandosi una med. di bronzo sul Carso. Collocato in P. A. S. (1920) raggiunse nel 1926 il grado di generale di brigata. Calcag,w Riccardo. Generale, n. a Lecce nel 1872. Sottot. d'art. nel 1893, fl, poi addetto alla Scuola di applica~ione d'Artiglieria e Genio. Partecipò alla guf.rra 1915- 1918, meritandosi una med. d'argento qua!e corna.ndante elci 46° reggimento artiglieria da cam· pagna nell'azione di "Rod rcz-L oga del maggio 191 7 e poi la Croce di cav. ciell' Ordine mii. di Savoia . Comandò, pure in guen a. la brigata Pndo\'a. Xd 19 19 fu inviato a r~ggr,n

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nel grado di generale di brigata, la Delegazione italiana. nella Commissione militare interalleata di controllo in. Germania.

Caloamuggi (Giovanni 'Bilttista). Generale, m. a S. Salvatore ::Yfonferrato nel 1820. Proveniente dalla fanteria, partecipò alla campagna contro la Francia deP 1792-96. D a colonnello comandò il rcgg. pl'o\'inciale di Casale. Promosso magg. generale nd 1815, fu governatore di Casale. Calcatoio (o cal catore o caricatore o lanterna). Strumento di rame, e anche di cuoio indurito, innastato su. un lungo bastone, che term inava generalmente con una. specie di cavaturaccioli detto cavastracci. La parte su -:pcriore, di ra111e, era più grossa e serviva per spingere carica, boccone e palla lungo l'anima della bocca <la. ~'1'1Ul\tll•c,1•11t1/11WU«IUl•111i111YtN«'l¼l/l(l(UUWl/lflll/,~l<é.ì}

Alllico t..alcatoio fuoco ad avancarica. La parte inferiore invece serviva per estrarre gli stoppacci, e per la pulitura dell'anima del pezzo. I l calcatoio aveva, rispetto al cannone, le s tesse-funzioni della lbacd1etta rispe!lo al fucile ad avancarica.. L'esercito austriaco si serviva ancora del calcatorea lla battaglia di Mollw itz nel 1741, mentre l'esercito prussiano aveva già adottato da molto tempo le cariche già preparate. Il calca!ore collo scovolo o spazzola, è ancor:i oggi in uso, per la pulitura dell'anima del pezzo. Coi cannon i a retrocarica non è venuto meno l'u~o del calcatoio, il qua le però si adopera solt:mto per le bocche da fuoco d i calibro rilevante, del 120 in sopra. Il calcatoio è necessario per spingere il proietto in sededi caricamento, ossia bene addentro nell'odgine delle righe, in modo che le cinture cominciando ad intaccarsi, assicurino che il proietto non tornerà in basso quando il cannone sarà messo in elevazione per il tiro. Per le artiglierie in torre, il calcatoio è idraulico o elettrico. It calcatoio idraulico è foggiato a cannocchiale, con tre o quattro cilindri cavi, uno interno dell'altro a tenuta. stagna. Mandando l'acqua sotto pressione da una parte-

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J Calcalo/o da 3?!da banchina dei cilindri, questi ~i sfoderano spingendo avanti la test3:. <.lei calcatoio. Invertendo la mandata dell'acqua i cilindri si rinfoderano facendo rien trare il calcatoio. I movimenti: sono comandati da apposita leva e regolati automaticamente per tre corse del cak Jtoio: una più lunga per l'introduzione clcJ proietto, un a s<X:ouda intermedia pc;; i primi due elementi di carica (quando la carica è di. quallro clementi) una terza più breve per l' introduzionedel ter?.0 e qua rto elemento. J calcatoi delle navi moderne sono in generale elettricir ma, anche se mossi da motore idraulico, vengono costituiti da una speciale catena la quale può essere fatta. girare intorno ad un asse mosso da motore rotante (idraulico od elettrico) posto d ietro alla cucchiaia di ca-


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ri-camenlo del cannon e. Il calcatoio assume in tal modo una posizione poco ingombrante potendo la catena adattarsi alla forma della torre. Qu:mdo le maglie della catena. sono d isposte una in prolungamento dell'altra, esscmdo appoggia ta su di un piano orizzontale, si irrigidiscono e trasmettono integralmente gli sforzi di pressione. Anche la corsa dei calcatoi a catena si ottiene per mezzo -di apposita leva di manovra che mette in moto il motore · rotante su ll'asse, del quale è calottata una ruota dentat:t che ha i denti d isposti precisamente in modo da far presa sui vuoti della catena come sulle trasmissioni dello ,b iciclette. Co·n la rotazione in un senso, il cakatoi0

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Cal-catoio a catena: a ) culatta ctel cannone; b) proiettile; e) calcatolo a catena; et) cu-cchlala di carlc1!lmen to; e) catena Galles. :avanza spingendo il proietto; con la rotazione in senso .apposto, il calcatoio è fatto rientrare. Anche in quelli a catena., come negli idraulici, si hanno tre corse automatiche corrispondenti ai tre stadi del Caricamento (V.).

Calce sodata. Formata daH'idrato di calcio (Ca •OH) od ossido di calcio (Ca 0) con l'idrato sodico (Na OH), a temperatura sufficientemen te elevata. Si Ùsa n~i Ja,boratori per essi-care l'aria e altri gas ed assorbire la .anidride carbonica. Ha l' inconveniente di attirare mol:c, fadlmente l'umidità e l'anidride carbonica a l punto che bisogna conservarla in vasi pcrfettame11te ch iusi. Il prof. Icilio Gu areschi d ell'Università di Torino fece un. grande numero d i esperienze e trovò che la calce sodata assorbe rapidamente il cloro ed il bro!llo, il fosgene, l'anidridt solforosa, l'acido cianidrico, il bromuro d i cianogeno, ecc. Pensò quindi nel 1915 d i applicarla per l'assorbimen to -dei gas di guerra, e propose, primo tra i tecnici cleEc nazioni belligeranti, un respiratore antigas a filtro contemente la calce sodata. In seguito la usarono gli Inglesi che riconobbero al Guarcschi la 1iriorità della proposta. L'uso ne è ora abbandonato perchè è troppo igroscopica. Latte di Calce. Disinfettante economico che viene-usa!() per le deiezioni. E' consiglirubile nelle latrine delle éaser.me e delle navi per le parti in porccMana o maiolica, n()n nelle parti metal'liche, che vengono intaccate. Si impiega in soluz ione a l 20% in volume, che sj prepara spegnendo kg_ 1 di calce viva con eme. 600 d i acqÙa cd aggiungendo dopo spenta la calce altre litri 4 d i acqua. 11 latte d i caJ,ce dev'essere preparnto d i recente, perchè

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sotto l'azi9ne dell'acido carbonico dell'aria si trasfonna in ca.rbonato di calcio inattivo. Il vaso d(I latrina dew essere precedentemente lavato per allontanare i materiali grossi e, dopo averlo irrorato col latte d i calce, si tiene ch iuso il locale per almeno mezz'ora.

Calcedonia (ant. Justinian.ea,, oggi Cadikùn). Ant. città dell'Asia M i!llore, sul Bosforo, presso Scutari. Nel 74 a. C., vi si combattè una battaglia che appartiene alla terza guerra Mitridatica. Il console romano Marco Amelio Cotta, sconfitto da Mitrida.te VI, vi si rinchiuse, m:i. non potè impedire che l'avversario gli brnciasse n el porto tutte le navi. Tuttavia Lucullo sopraggiunse a. liberarlo e M itridate si ritirò. Nel 365 a. C., vi si rinchiuse P ro-copio e vi fu assediato da Valente, ma questi, assalito eia uno stuolo di barbari' capitati colà all'improvvisò, fu costretto a<l abbandonare l'assedio. Calcestruzzo. Ii calcestruzzo cementizio appartienc alla categoria dei conglomerati conosciuti fin dalla più remota antichità. Nell'epoca preistorica s i formava uno smalto con d iversi minerali saldati insieme dall'azione del fuoco, Dai Romani, secondo P linio, veniva impiegato un miscuglio non molto diverso dall'attuale calcestruzzo, composto di cinque parti di sa;bbia e di due di calce assai viva con a,g.giunta di frammenti d i p ietra silice1, il tutto fortemente battuto col maglio. Un primo esempiJ di im1piego di calcestruzzo nella fortificazione del 1600 si ebbe in un cofano d i controscarpa della cittadella di Torino. Dopo le esperienze dc-1 1885 con proietti . allungati contro i parapetti di muro e terra · del forte della Malmaison, si rilevò l'insufficienza di tali opere fortifica tor ie e s i pensò di valersi di materiali più resistenti per le masse coJJrenti delle opere. Fu quindi riconosciuta la convenienza dell'impiego del calcestruzzo cementizi" che, in g-randi masse, si presentava capace d i resiste~: ai nuovi mezzi di offesa. La resistenza del calc'estru~ venne posta in r ilievo durante le esperienze esegu·ite a Cotroceni presso Bukarest nel 1886, contro gli spalti cementizi di due torri metalliche, tula francese e l'altra te-clesca. U lteriori esperimenti vennero compiuti da una commissione francese presso Chalons sur Marne. Ivi furono confermate le s ingolari doti del ca.lcestruz.zo, doti che si possono riassumere nella scarsa profonditi! degli irobuti e nella loéalizzazione degli effetti d'urto e di scopp io. I l calcestruzzo genera lmente impiegato nelle opere for- · tifioatorie è costituito da quatto parti in volume di /> ghiaia e pietrisco, 'da due par ti d i saobia silicea, o di fiume, e da una pa.rte di cemento tipo Portland. Siffatto· calce-struzzo è detto al quarto, e la quantità in peso del cementp che entra in un m' d i conglomerato varia da 350 a 400 kg. In Italia si irnpiegò anche il calcestruzzo di pozzolana, il quale però non raggiunge un str.ffi_çiente grado d i indurimento che clDpo .due o tre anni. Per·ciò non venne impiegato che in qualche ca,so e per le parti interne delle opere. Negli a,mi che scguiron ~ immediatamente l'introduzione delle gr anate tor• pedini il c,!cestruzzo venne impiegato princi,palmente per ottenere coperture alla. prova, e si fecero numerose esperienze per determinare le grnssezzc o spessori delle volte: in It\llia, queste esperienze furono eseguite ·a. Ciriè. I tecnici accertarono che la penetrazione delle pitt poten!i granate difficilmente superava ·un metro d i struttura cementizia, anche nel caso p iù sfavorevole che p iù proietti fossero caduti nel lo stesso punto, approfon36


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<lcndo così l'imbuto determinato dai colpi precedenti. Gli ampieZ?.a. diversa ·d a quelle della massa cementizia, dee$.perimentatori considerarono esagerate le grossezze di terminandosi cosl il disgregamento 'delle due strutture. ,n;etri tre, adottate dal Brialmont nelle opere del Belgio, Calc hi. Isoletta del Dodecanneso, presso Rodi, del;a triple di quelle che avrebbero potuto es.sere atuavcrsate superficie di 27 kmq., con piccolo porto. Ha un castello, in un caso che, secondo loro, non era da ammettere in J;rcsso il vjl]aggio di Coriò, costruito all'epoca dei Capratica, e decisero di attenersi alla grossezza massima ,·alieri. C. seguì le sorti di Rodi. di metri due. Inoltre idearono coperture con superfici esterne a profili sfuggenti, per favorire il rimbalzo d ei Ca lci (G,:o~•a,mi Antonio). Generale, n. a Livorn ), proietti, che avrebbe dovuto verificarsi quando l'angolr m. a Ilologna (1835-1898). Partecipò da sottot. d'ari. cli incidenza era minore d i 30. E confortarono le loro alb campagna del 1859 e da capitano a quella del 186,i. -convinziol)i con l'assserzione del capitano russo Schwarz, Passò n el 1881 a far paJ·te dell'arma di fanteria. e proche avendo partecipato all'assedio di Port- Arthur, affermosso colonnello (1887) fu nominato comand,ut!e del mava che le copertme di calcestruzzo della grossezza di distr. mii. di Forlì. Collocato in P. A. (1895) raggiunse un metro non erano state attraversate, in massima, n~ nel J 896 il grado di magg. generale. dai proieui da 15 cm., nè da quelli da 21.3, i qua!i ultimi facevano un imbuto da 35 a 45 cm. di profoncfo~ , Calcide (oggi Egripo). Città dcll',sola Ncgropont 1, scuotendo i) rivestimento per altri 70 cm., senza che Ja I. Assalto dì Calcide 200 a. C . .\i,paniene alla Sérimanente massa cementizia riuscisse intaccata. conda guerra .Macedonica, e fu esegu ito da Romani, Nelle esperienze compiute 'in quel volgere <li tempo comamlati da C. Claudio Centone. .2'-iclla notte, all'in,(1888-1890) le copcrtme a volta, aventi un -cuscino inprovviso, i Romani, sbarcati da una flotta giunta da! terno di sabbia secondo le ,p roposte del generale BrialPirco scalarono il nn1ro e rpresero una torre, quindi mont, ebbero un verdetto -contrario da molti tecnici per a,;sali~ono il presidio che .non faceva !buona guard ia e il fatto che, secondo loro, lo strato xli sabbia., essendo la lotta si accese per le vie. Il comandante della piazza, incompressibile, non sarebbe stato adatto ad impedire Sopatro d'A-carnania, rimase ucciso con molti de' suoi, cbe le -vibrazioni prodotte dall'urto d ei proietti si proe i Roman i si imbarcarono nuovamente, carichi di botpagassero dal manto esterno alla volta sottostante. tino. Nel 146, per pururla di essersi unita agli Achei, li •calcestruzzo fu impiegato anche .per la costruzione i Romani la saccheggiarono e devastarono. di pièdritti e ,per 'la costruzione di m uri d i rivestimento II. Assed;o di CaJcide (1470). Appartiene a lla lott.1. e di U)arapetti contro il tiro di lancio, cioè contro proietti fra Venezia e 11aomc110 Il. Questi armò una flotta di destinati a colpire con grande velocità 1·cstantc e con 300 navi, con 70.000 u . ~a sbarco agli ordini di Mah grandi forze vive. Le prove d i Ciriè (agosto 1901) dimomud Pascià, e sui primi di giugno veleggiò verso l'isola s trarono che parapetti di caJcestruzzo esposti ai tiri di d i Eubca, ~nentrc il Sult~no mardava lungo la cost:i. 1-ancio, anche se da occuparsi da sola fanteria, avrebbc~o europea dell'Egeo con grosso esercito. Mahmud sbarcò. dovuto avere grossezza superiore ai metri quattro. I.a le sue truppe nell'isola (mentre la flotta veneta, comanFrancia, nella or1,,'llilizzazione del campo trincerato di data dal Canale, molto inferiore di forze, si ritira.va a Verdun , trasformò la copertura dei forti, perchè potesCanclia) cd assali C., difesa da Paolo E rizzo, L u igi s~ro resistere a potentissimi proietti, seguendo il conCalvo, Giovanni Bondulmiero. Quattro attacchi furiosi cetto 'di ~lare a.i capisaldi di cintura coperture suscettibili dei Turchi (25 e 30 giugno, S e 8 luglio) vennero con di un a resistenza assoluta. I forti del tipo cli Douauruont, altrettan ta f•uria respinti. Due galere veneziane, comanVaux, "'-'Ionsonville, Ta,·a.nnes, ecc., ebbero coperture così date da Antonio e Stefano Ottoboni, osarono attraver- · costituite: uno spessore di 2 metri d i volta di calcare, ,are la flotta turca; il ,primo r iu9eì ad entrare in porto; un cuscino di saibbia d.i 2 metri d i spessore, cd un l'altro abbordò una n ave turca, ma saltò con quella e manto da 2 -metri a 2,50 di ottimo calcestruzzo. I con la sua ,in aria. Sopraggiunto :Maometto, fece c<lFrancesi dissentirono dall'opinione degli altri tecnici struire un ponte d i barche tra }'.isola e H continente, e, sulla n on efficacia xlel cuscino intermedio di sabbia nell~ fall;to un tent:itivo d el Canale, giu.nto da Candia r-)1 , copenure dei Ioni e la grande l,'Uerra delle lo'ro rlle ~'l.le navi, cli rompere il ponte, fece assalire l'l l-l 2gione, perchè ta li coperture resistettero vittoriosamente luglio la città e finalrncnt,c superò la resistenza dei d:ai cali•bri maggiori che all' inizio della stessa si videm fensori. La lotta prosegul n elle vie con grande strage. comparire da parte austriaca e tedesca, e cioè da 305, qua-si tutti furono massacrati, e .la stessa sorte toc~.',. 381, e 420, i proietti dei qua li intaccarono profondaai difensori della cittadella , arresis i alcuni giorni dopo. mente le teste di ponte di Liegi e di Namm (Belgio), 50.000 Turch i erano caduti i.n questa impresa. alcune fortificazioni francesi del nord ç qua-Jche opera Calcina (Betti1to) . Capitano del sec. XV, n. di Caldel fronte Italiano (Monte Verena). cinate, a llievo d el Colleon i. Combattè a Caravaggiu Durante la gueJTa mondiale, nei sistemi di fortifica• ( 1448) e a Crema, e partecipò alle guerre contro i zione campale delle diverse fronti, il calcestruzzo ebbe Turchi nell'Egeo. largh issimo impiego n ell-a costruzione di trincee, nei rafforza-menti delle stesse, nella costruzione di ricoveri Calcinate. Comune in prov. d i Bergamo. Fu muni!o• e di coperture, le quali nella •famosa linea di Hin<lemnel medioevo di forte Castello. Nei pressi di C. si burg ebbero anche spessori di copertura d i m. 6. In ~volse il 9 agosto 1201 una sanguinosa battagl ia tra tali costruzioni il calcestruzzo fu ordina.rio od annato. Bergamaschi e Bresciani, clle, scon.fitti, dovettero ritiQuello annato con strutture metalliche interne venne rasi nella loro c ittà. Sulla fine del secolo XIV subì vioanche impiegato nelle •batterie inter-medie del campo lenti confl itti tra guelfi e ghibell ini. trincerato di Verdw1, ma noi-, fece buona prova perchè1:i ma~a s i d isgregò faèiknen ie, app,mto in corrispon Ca lci nato. Comune in prov. cli Ilrescia, sulla sr_ d enza della struttura 1nctallica; di ciò si diede spiegad el Chiese. E bbe nel m edioevo robusto castello. zione, per il fatto che le \'ibrazioni de i ferri erano di Battaglia di Calcinato (19 aprile 1706). Appartien~


563 alla guerra di successione di Spagna. 11 Duca di Ven<lome. s.1,pendo che l'esercito imperiale era accampa_to nei pressi di C. e contava circa 9000 fanti e 3000 ca valli al comando del Come di R cwentlau, preparò un corpo d i 18,000 fanti e 5000 cavalieri, e nella notte dal 18 ,il 19 aprile l i06, s i diresse con tro le posizioni av-• vers:uie, rafforzale da opere campali di fortificazione. H Rewentla11 11011 ebbe a lcuna notìzia di tale marcia notturna, ma, dati gli ostacoli nawi·ali ed a rtificiali che si opponevano all'avanzata francese, fu in tempo a riunire e schi~rare le sue truppe fra Carpenedolo e C. }~ancò quindi la .sorpresa eia parte d egli imperiali, che al g iungere dei francesi li accolsero con "ben nutrito iuorn. Senonchè i Francesi colla loro ala sinistra si getwrono contro la. destra. imperiale alla baionetta e l'obbligarono a i- ipiegare. La mancata resistenza de!h rava lleria imperiale trascinò anche la fanteria; però il Rçwcntlau. ricondotta la ca'"alleria ·in banaglia. riuscì ,l paralizzare la cavalleria francese. :Mentre egli credeva di nvere quasi in p ugno la' \'ittori,1, scppè che il nemk-:> ave\':t sbaragiiato la sua ala sinistra. cd era penetrnto nel sdtorc d i ì\,fontechiari. Im,pressionato da questa mossa, elle minacciava la sua ritirata su Salò. 1wmò di rilirarsi, e mentre da principio cm riuscito a far ciò in ordine, incalzato dalle tnlppe fran-cesi, non ,potè p i1'1 trattenere i soldati. che si d iedero alla fuga sino a Rovereto, dove appunto allora giunge'"a il principe Eugenio. I Francesi, oltre a l vantaggio del numero, ebbero in tale bauaglia quello di non essere battuti dall'ast:glieria imperiale rimasta a Gavardo. Gli Imperiali perdctièro in tale giorn'.1t,1 J000 u. fra moni e feriti, gra;i µane del loro bagaglio, 25 bandiere e 12 stendardi, e lasciarono in ma.no a l nemico munerosi prigionieri.

Calcino (Torrc11tc e Valle) . .Nel massiccio dél monte Grappa, trn il Valcleroa e lo Spinoncia. Ricorda la magnifica difesa oppostavi delle nostre truppe, tra 1'11 •'cl il 12 dicembre 1917, ai reiterati assalti degli austro-te<lcsch i. Specialmente i baUaglioni alpini Val }faira e .Monte P a.vione vi si coprirono di gloria . Calcino Teodoro. G enerale, n. a Sommariva del Bosco (Alba) m. a Livorno ( 1845-1916). Partcdpò da sottot. <lei bersaglieri alla ca.iillJ)agna del 1866 e fu p oi insegnante presso la Scuola Militare. Nel grado d i colonnello comandò i distr. m ii. d.i Pavia e Livorno e collocato in P . .\. (1903) raggiunse nel 1912 il grado di magg. generale.

Calcio - Parte della Cassa del fucile impugnatura va contro la. spalla.

che da!!:l

1ere d isinfr11ame, r iesce; incomodo per le persone e. dcmro gli ambien ti chiusi, svolge gas cloro, che può provocare infiammazione elci bronchi e delle congiuntive. Solì11ri di Calcio. I solfuri di calcio divemano fosforescenti di notte al lort hè sono esposti di giorno ad un,, azione prolungata ciel wle. L'applicazione di questa loro proprietà fu in guerra tent:tta per segnare d i notte traccie o maoohie luminescenti contro alberi, su strade, su gradinate, maniglie di porte, cass~tte di munizioni, sugli abiti o sulla faccia dei ferili Pèr poterli d istinguere e raccogliere nelle ore notturne. L" particolare lumi'.. ncscenza di questi prodo11i è dc11a IÙce fredda. ln a.v\"enire saranno sostituiti <la altri composti che gii, ve11gono imp iegati sui qua.dra nti degli orologi a base di sali di lorio.

Calciolo. Piastra metallica tenuta con viti da legno a rinforz.o della base del calcio, per riparare questo ed impedirne gli schcggiamenti, negli urti contro il suolo. Può avere aperture con coperchi a cerniera ed a molla, <rualora nel calcio ,·i siano alloggiamenti per la t,acchctta od altri accessori. Fu chiamato anche « sottocalcio ». Ca lcutta. Città dell' India Inglese, capitale della presidenza del Bengala., ;;opra un r., mo <lei Gange (l'Hugli). fondata dagli lngle,;i nel 1689, protclla dal forte William costruito nel 1696 e rimpiazzato, .per opei-a di lord Cli·vc. da una cittadella bast ionata e munita. <li fossaw. ::S::èl 1756 il principe indiano Suraja- Dowlet, vicerè del Bengala, i111imò al governatore cli C., Droke, di smantellar" il forte; al rifiuto di questi, -marciò con 50.000 u. 9ulla -città, e dopo breve lotta la prese (17 giugno). Gli l nglesi che non fecero a tcm~ a rifugi,trsi sulle navi, furono gettati in un'orribile prigione, dove, ·su 146 che erano, in una notte ne morirono I 23. L'incarico di riprendere C. iu dato al col. Clive, il quale mosse nell'ottobre da Madras, il 29 dicembre prese d'assalto il forte di Baibai a sud di Calcu u a, e il 2 genna io 1757 rientrava in città alla testa di 2500 u. dei quali 1000 europei, appoggiato da navi al comando dell'annllir. Watson. Suraj.i. raccolse 18.000 cavalli, 15.000 fant i, 40 cannoni e mÒsse sulla città, acca.mpandosi nelle vicinanze. LR iiotte del 4 febbraio 1857, il colonnello Clive piombava su ll'accampamento <:On le sue truppe, che, accresciute di 600 ma•ina i della squadra, vi ponevano tal disordine, pure perdendo 200 u., che Suraja batteva in ritirata, e si induceva poco dopo (9 iebbraio) a firmare il traliato d i souomis~ionc agli Inglesi.

I Clornro di Caldo. Ha grande im portan za come diTrattato di Calcutta ( 17 marzo 1890). Concluso fra sinfettante cd al riguardo si appr~.fitta della poca sua la Gran Bretagna e la Cina, allo scopo di mantenere e· stalhilità e della s ua proprietà di decomporsi lentamente perpetuare le relazioni d 'amicizia e di buona intesa fra all'aria svilurppando ossigeno e cloro. In guerra. venn e i loro Imperi, e per definire ceni punti che si connettonq impiegato largamente quale d isinfettante dcll'yprite, e alla frontiera fra Sikk im e Tibet, la quale v iene deterfu usato in polvere ed allo stato secco per bonifica. dd minata dallo spartiacque fra la Tista cd i suoi affluenti terreni, dei ricoveri e dei materiali infettati dal detto - e il )fachou Tibetano. E' riconosciuto il protettorato del gas. Servi anche d irettamente per neutralizzare l'azion~ Governo inglese sul Sikkim. dell'ypritc sulla pelle dell'uomo, nella formazione cl i pomate antypritichc e per la d is infezione delle scarpe Co1we11.Zio11.c di. CaJ.c,ttta (20 a.prile 1908). Firmata ira impregnate del su nominato aggressivo. L e bianchc~'e Inghilterra, Cina e Tibet per regolare il' commercio del dei colp iti da yprite ven i-v ano lavate entro soluzioni Tibet verso l'Ind ia e quello degli Inglesi verso il Tibet. calde di sapone e cloruro d i calce. Caldaia. La caldaia è nata insieme alla motrice maE' molto in uso nelle caserme e s u lle navi da guerra r ina nei primi anni del secolo XIX. Il va pore per le per la disinfezione delle latrine. Esso però s i raccomacchine a bilanciere dei primi piroscafi era fornito da manda poco, ,giacchè, mentre è dotalo di mediocre po-


J caldaie a pareti piane a galleria, ossia costiLUite da un fonw che risca ldava l'acqua contenuta in un serbatoio posto al disopra d i esse. Il forno aveva dei d iafr ammi per guidare le fiamme in cammino tortuoso in modo da

564. gono lambiti in tutte le parti dalle fia mme <lella co!llbustione . Con questo s istema l'evaporazione è molto p iù rapida e si può arrivare a pressioni d i regime molto rilevant i. Le prime cald aie d i questo tipo furono le Belleville ideate nel 1849 ed esperiiucntate sulle navi , in Francia, nel 1870. Nel 1882 un'a,ltra caJ.daia a t ubi d'acqua fu ideata e sperimenta ta in Inghilterra da Tornycroit sulla torpedinier;a <<Ariete» c-hc era stata costruita per la Spagna. Dopo qi q ueste, molti altri tipi d i caldaie furono ideati : Yarrow, Bkchindcn. )dy>tbara, Norma.ad, ccc., le q ua li rappresentano successi vi perfezionamenti intesi a meglio sfruttare il ca lore delle fi.am •• me per vaporizzare l'acqua e po~cia surrisca-ldare il va pore in modo da mandarlo a lavorare nelle motrici a-vendo della energia calorifica in se stesso. L a pressiClne di regime sale così alle 20 atmosfere e il p eso delle caldaie d iminuisce gradatamente in relazione alla potenza fino ad essere inferio re a2:li 8 ke:. oer cavallo. In Italia, le

Guardia alle ca ldaie 1n na--tgnziOne sfruttarne tutto il calore. L a pressione di regime era intorno a l quarto e alla mezza atmosfera. Più tardi, verso il 1830, presero piede le caldaie cilindriche a tiro locomotiva, dove de fiamme attraversavan~ la caldaia per tutta. la lunghezza, mentre il cammino dei tubi ftt reso ancora più tortuoso spingendo la fiam ma attraverso i tubi, una volta in un senso e la seconda in senso opp osto. )',fa Igrado i perfezionamenti suddetti le caldaie, specialmente pc.r il naviglio da guerra, risultarono ben pre-

l Caldaia

Caldaia sto insufficienti allo scopo, che era quello di raggiungere al te velocità con p iccolo spazio e poco peso. Furono per ciò ideate le caldaie a tubi d'acqua e a rapida c ircolazione: l'acqua è contenuta entro tubi che ven-

llrime navi ad a-vcr le caldaie a t ubi d 'acqua furono il ~acciatorpediniere (( Fulmine)), l'ariete to rpediniere « 11incrva », l'esploratore (( Coatit )) e gli incr ociator i tipo (( Grimaldi » ( caldaie Niclausse). In questi ultimi anni, (1920-26) si è sostituita la combustione a carbone con quel la a nafta, ricavaa dosi i n tal modo u lter iori vantaggi n ella pressione di regime, nella facilità di regola.re la combustione, nell'economia del personale .addetto -alle ca!daie ed infine nella rapirlità con cui può essere raggiunta la pressione di regime, fat tore guerresco molto importante giacchè da esso 'dipende la facilità con cui una nave può p renrlere il mare dopo avere accesi i fuochi alla fonda. La ra p idità d i combustione non d ipende soltanto dalla qua lità del combustibi le, ma anche da lla quantità e dalla purezza dell'a ria che è immessa nei forni per far brucia1·c la nafta. P er aumen tare il rifornimento dell'aria si fanno andare le caldaie a tiraggio forzato, ossia i mmet tendo forzatamente n elle camere di combustione l'a ria sollo pressione mediante appositi ventilatori. T a lvolta la pressione d'aria è fatta in tutte le ca-


mere dove sla1mo i fuochisti ohe governano i forni ecl è di circa 25- 30 mm. d ' acqua. Questo sist.,ma si chiama a camere dei fuochis ti chiuse, ed è i l più usato perché rend e anche pièt abitabili gli ambienti. Si accede nella camer a mediante doppia porta e l'aria pçnetra conti• nua,ncnte nei forni <la apposite aperture. Quando le caldaie sono costruite in modo da poter bruc iare carbone o nafta s i dicono a combustione mista.

Caldaia (Igiene nm•ale) . Le grandi sorgenti di calo'e r a ppresen tate <lalle caldaie eserc itano influenza. non solo nei locali di queste, ma eziandjo sui fattori -igien ici degli a ltri ambienti della nave, e principalmente sulla temperatura. Nelle camere delle caldaie l'immenso

565 avviluppato da ior&, superiori, r iuscì abilmente a sottrarsi a lla stretta n ernic::i. e a torn:tre a Tarrasa, dov'era

!a divis. l'ino da cui era sta to distaccato.

Caldellary ( Gioc·a 11111) . Generale, n. a Torino, m. ·a )Iii ano ( I 823-1882). l • ffic ia le nel 1843, fu a S. 2\farti no <love ottenne la croce di Savoia . .\"el t860 ebbe nelle campagne dell'Um bria e <ldle :i\Ia..rche la med. d'argento, e nella guerra della bassa Italia la promozione ad ufficia le de ll 'Ordine di Savoia. Colonnello nel 1866. comandò il 2° rcgg. bersaglieri fino alla promoz,ione a magg ior generale, avvenuta nel 1875-.

CaldelJj (Federico) . Generale lllacchinista, n. a LiYorno nel 1869. entrato in servizio nel 1888, promosso • nnagg. generale per la direzione delle macch ine nel 192~, direttore centrale delle macchine a l :Ministero della ;\far ina nel 1925-1926; collocato in aspet tativa per ,-;duzione d i quadri nel 192 7.

B Scbenia cli caldaia a tubi cl'a.c,wa p<Jr nav,igllo Jeg-g-ero : A, vista cl i fi•onte; n. vtsta d i flanco; c. cine1·ar1; F, forno: S, so,rha,l-0i dell'acqua eta rl.scaldare; T. ra,c,i del t.ubl rlscaldatorl ; D, ctuomo ctt vapore : r. involucro <!ella caJd aia ,·olume di aria n ecessario per attivare la com bustione del car bon fossile o della naftctine giova indirettamente a l personale, perchè mantiene a'bbasta.n:za p ura l'aria atmosfer ica, ne modem la temperatura e ne abbassa il grado di u midità. Sulle navi d a guerra s'impiegano calda.ie tubola ri, che si puliscono con l'aria compressa. anzichè manualmente, e sono causa d 'infor tuni men o gravi. Per contro, haru10 l' inconven ien te cbe il lavoro di governo dei fuochi è p iù gravoso.

Caldarelli (Git•seppe). Gen erale nell'esen;ito delle Due Sicilie; nel 1858 era colonnello comandante il 12" rcgg. di linea. Promosso poi brigadiere generale, si tra vasa in -Cosenza quan do Garil1aldi sbarcò nel continente. Sottoscrisse una convenzione col comita to patriottico d i Cosenza, si r itirò a Yocera e sciolse le sue truppe ( 1 rcgg .. 1 btr., 2 sqdr.). Dopo l'impresa garib a ldin a, çol suo grado fu ammesso nel nostro esercito (giu gno 1862) e contemporaneamente collocato a riposo.

Calder (sir Roberto). .-'l.mmiraglio inglese (1745 1818). S i distinse a l capo San V incenzo (1797) e poscia ebbe il comando di una flotta inglese con la qual<'! bloccò il porto del Ferro! e si batti> con sue• cesso contro la squadra fran co-spagnuola del Villeneuve. :!Yla il successo non iu pieno e ciò venne a. lui attribuito a colpa: però riuscì ad evitare pu• nizioni, e nel 1813 comanda va la p iazza marittima di l'ortsmou th . Caldera. Baia del Cile. a 450 km. da Va,lparaiso. Co111batt1:11w11to di Caldera ( 1891 ). Appartiene alJa lotta d i llalmaceda, presi<lentc, cont ro il Congresso. L a co-

Caldarola ( ant. Caldariola) . Comune in prov. di lYfacerata. Fu nel sec. XIII, mentre appar teneva a Cameri.no, assalita e presa dai Sanseverinati. Quindi venne assalita <la i Varano, ma li respinse in battaglia che lasciò il nome di << Pian dell'Assalto>> alla località presso C . in cui fu combattuta.

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1.

Caldas. Borgo della Spagna, in p rov. di Barcellona, ant. d ifeso da cinta murata. Combattimento di Caldas (1809). Appartiene alla guer~ ra dei Francesi nella Spagna. La brigata italiana Maz-:1 zucc]'ielli fu inviata dal ge.n. Saint Cyr a<l occupare C. (3 aprile) e q uivi venne assalita da bande spagnuole ,:omandate <la . Francesco dc Deu. La lotta durò :fino a sera senza vantaggio per gli uni e per gli altri, e nella notte il )fazzucchell i. temrndo di trovarsi l'indomani

CALDERA


I razzata « Bianco Encalada >► e il trasporto « Bio Bio i> erano all'ancora nella baia. quando sopraggiunsero alle 3.30 del n,auino del 23 ap.rile - due incrociatoritorped iniere <lei congres.sist i: il « Lyneh >, e il « Condell Jl. Questi s i diressero sulla corazzala, la quale non faceva buona guardia e li scorse solo all'ultimo. .\ pri a llora un fuoco vivissimo; frattanto il « Condell >l lanciava cli prua un si,luro che mancò il bc,·saglio; accostava a dritta ,·elocemcnte e ne lancia va un secondo che fallì come il primo. li fuoco della corazzata si concentrò nella semi oscurità sul « Condell », e il « Lynch ,,. che veniva d ietro non visto dalla corazzata, eseguì la stessa manovr:1; il primo siluro, di prua. fallì; il secondo. lanciato nell'accostata a dritta. colpì in pièno b. « Bianco Encalad« ». che colò a picco in due minuti, mentre le torpediniere congressiste s i allontanavano a tu tta forza dalla baia . Solo 96 u. poterono esse.re sa lvati dalle lancie del trasporto.

Calderara (i\larco). Generale, nato a :.\Iagenta nel 1847. Partecipò da sotto!. d i fanteria alla campagna del 1866 e comandò nel grado d i ten. coloni,ello il deposito del 77° regg. fanteria; collocato in P . .\ . ( 1903) raggiunse nel 1914 il grado di magg. generale. C aldera.ra · G 11.glie!lllo Giova1111i. Generale, n. a Cre·

mona nel 1863. Sottot. dei bersaglieri nel 1882. partecipò alla campagna d'Africa elci 1895-96, e alla guerra 1915- 17, meritandosi una med. di bro1tw quale comandante di reg· gimento nelle azion i del luglio 1915 (Vermcgliano). :M:a.ggior generale nel 1918 fu collocato a riposo nel 1921 e nel 1924 assunse il grado di generale d i divisione.

Ca lder a r i ( Patrizio ca1cterar,1 Gul'lielmn 111ilm1esc e dei Conti di Palazzo/o Luigi). Generale, n. e m . a :\l ilano ( 1861-19 I 7). Sottot. di fanteria nel 1881, entrò nel corpo di S. )[. ed ebbe la nomina ad aiutante di campo onorario di S. M. il Re; com,rndò da colonnello il 18" J·egg. fanttria e promosso magg. gcncr:tlc ( 1914) fu corna ndant,· della brigata Reggio partecipando alla campagna d~'.l'anno 19 15. Caldcrari (Patrizio milanese e dei Coni i di Palaczuolo G u gliel1110 Carlo). Generale, n. a 1-f ilano nel 1864. Sot·

totenentc di cavalleria nel 1883, fu da maggiore dil'ettore dell'istruzione mii. nella Scuola di )fodena; ragg iunse nel 1914 il grado di colonnello comandante del regg. Saluzzo. Partecipò al la guerra 19 15-18 e collocato in congedo raggiunse nel 1924 il gndo di generai,: <li divisione.

Calderon. Ponte nel !llcssico, da l quale p rese nome una -battaglia c he a.pparlicne alla lotta degli Spagnuol i nel Messico ( 17 gennaio 1811). M ichele Hidalgo. che ave,·a 93.000 insorti, di cui 20.000 di ca,·alleria, e 95 cannoni, a l suo comando, non r iuscì a vincere i 6000 Spagnuoli, comandati da Calleja (4000 ca va ll i, 2000 fant i, IO cannoni) e dovette davanti alla loro d iscip1inala fermezza hatlère in ritirata. malgrado la sua fortL• posizione, su coll ine prossime a l ponte guarnite cou

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artiglieria. Gli insorti perdettero 10.000 uomini, gli Spagnuoli 500 uomini.

Ba11aglla !li Calcteron Caldero11 ,-lbdo" (Ordinr di) . Decorazione dello ~lato dell'Ecuador ; consta d i una medaglia d'oro coll'effigie d i Calderon. attorniata da cinque fasci di raggi dorati, a stella; è attaccato a nastro coi colori nazionali. L 'ordine è d i tre classi: oro, argento e bronzo, ed è riser vato a coloro che si sono d istinti per ragioni di servizio sotto le armi. Il nome di quest'ordine derh·a da un eroe della guerra dell'indipendenza, caduto diciottenne a Pichinca.

Ca lderoni (Anton io). Mcdagli;i d'oro, n. a Lugo nel 1838. caduto sul monte Lemerk nel 1916. Operai<> in S,·izzera, allo scoppiart della guerra tornò subito in Patria per com piere il suo dovere di soldato, e guadagnò fin dai primi mesi di guerra u11a meri d i bronzo nella zona di Flava. L 'anno seguente, soldato nel 44° regg. fanteria, lasciava la vita co• me è ricordato nella mo· tivazione di mc<l. d 'oro : « Con ferdda e incrollabilè fede, durante tm anno cfrca di campagna, prodigava le proprie energie per prestare il massimo concorso nelle più difficili prove sostenute dal reggimento. In una circostanza di estrema gravità in cu i la sua compagnia do,·i· lunga.mente cd ac· ca nitnmente lottare, accerch ia ta da soverch ianti forze, già gra,·cmcntc ustionato alle mani da l fucile arroventat,> pel prolungato tiro, continuava a far fuoco, raccomandaYa ai vicini di mirare giusto. cd alla intimazione d i res~ fieramen te gridava: « Mai il 44° ! >l. Ferito :id un polpaccio e visto w, gruppo d i nemici che si a\'\·enta rnno ad arma bianca contro il suo capitano. balzava in piedi, accorrendo in difesa del superiore. Stretto da ogni parte, ferito nuova.men te nella furibo nda lotta impegnata, cadeva ginocchioni ma, fulgido esempio di straordinario ,•a,lore, anch.e da questa posizione a11erra,·a ancora un nemico e scguita,·a a combattere con indomabile vio lenza fi.nchè, cri,·cllato d i colpi, lasciò eroicamente la vita sul campo» C:~Ionte L emcrl,; ( Asiago) 10 giugno 1916). Caldesi ( l'in.cr11so). Patriotta-: n. a Faenza. m. a


.Firenze (1817-1870): Cominciò a cospirare da giov-a ne; nel 1843 dovette emigrare; nel 1&48 era capitano col generale Durando a Vicenza, e vi fu promosso maggiore; ncl 1849 fu deputato alla Costituente Romana e commissario alle barricate. Caduta la repubblica Romana esulò in Francia, e, avendo com-battuto nelle barricate il 2 dicembre 1852, passò in Inghilterra. :Xel 1859 ritornò in patria per ordinare le milizie del governo dell'Emilia; l'anno dopo prese parte alla spedizione Medici e si d istinse a Isernia ottenendo il grado di mag:giore e la croce di Savoia. Partecipò quindi alla campagna del 1866 e a quella di Mentana.

Caldiera (Ciu1a. della). Fa parte della catena che div ide ]'Alti-piano dei Sette Comuni dalla Val Sugana, .2.d est d i cima Dodici. Occupata al!"inizio della n·ostra guerra della brigata Abruzzi, fu poi ri_perduta durante l'offensiva austriaca del maggio 1'916; r ipresa poco dopo, fu abbandonata nel 1917, nè pit1 riconquistata fino a.gli :ultimi giorni di guer ra. Caldieri (L11ig·1:). Me<lagl ia d"oro, colonnello, n. a Firenze nel 187 1, caduto nel 1916. Sottot. nel 1891, combatti: a<l Adua e cadde prigioniero degli abissini. Liberato e tornato in Patria, frequentò i corsi della ;,cuoia di guerra, passan· <lo poi nel corpo di 6. 1\:1. Prese parte alla campagna d i L ibia, col grado di ca· pitano, guadagnandovi una medaglia di bronzo al valore. Partecipò alla guerra contro l'Austria e vi divenne colonnello per merito di gueira. Nel novembre 1916, guidando un 'ardita manovra per vi.ne.ere le d iiese nemiche, cadev'1 mortalmente ferito. Fu decretala a.Ila memoria. di lui la ·me daglia d 'oro, con la seguente motivazione: · « Costante esempio a tutti di sprezzo del per icolo, cii fede incrollabile nella. vittoria, di devozione al dovere, nell'atta.eco d i una fortissi ma pos izione, si slanciava a.Ila testa dei suoi ba.lla.glioni per infondere loro quell'impeto che solo poteva aver ragione dell'accanita resistenza nemica. A pochi pa.ssi dalle mitragliatrici avversari,), oltre la tr incea dal suo va lore conquistata, cadeva col-• p ito a morte, coronando con una fme eroica la sua efficace opera di ard imentoso comandante >> (San Grado di Merna (Gorizia) 2 novembre 1916).

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M-assena contro_ la destra austriaca e Augereau contro · il centro e la si11istra. Dopo aspra lotta la destra austriaca mantenne le proprie posizioni; Augereau allora, verso mezzogiorno, attaccò e prese d'assalto Caldiero tentando di avvolgere la sir-.istra austriaca, ma, contrattaccato e respinto dalle cariche dei 6 sqdr. di riserva, dovette dopo alterna vicenda sgombrare il villaggio e ritirarsi a Gornbione. Intanto :i\,I assena, con attacco frontale e con un aggiramento per Illasi, si era impadronito verso mezzogiorno del villaggio e delle alture di Colognola. La vittoria . nonostante l'insuccesso di Augereau, sembrava dun que assicurata sui Francesi, allorchè giunse da Villanova. il gen. austriaco Provera, che ave,·a ricevuto il mattino stesso l'ordine di portarsi a Caldiero. Tal( r inforz i, avanzando su tre colonne verso Colognola e Caldiero. rista>bilirono la s ituazione a favore degli Austriaci : Augcreau, attaccato sul fianco destro, dovette ripiegare da Gombione; :i\-iassena venne rica<:ciato da Colognola su Vago. Al cader della sera i Francesi erano in piena ritirata su S . ~fartino, donde raggi unsero Verona dopo aver perduto ol,t re 2000 u. <lei quali 828 prigio11icri. Gli Austriaci pe rdettero 1244 u. dei quali 313 prigionieri.

II. Bptta.glia di Cald-ieru (30- 31 ottobre 1805). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Il mattino del 30 ottobre l'esercito a ustriaco (arciduca Carlo) era così dislocato: All'ala destra S imbschen occupava con 20 bgl. e 4 sqdr. le alture di Colognola, a N. della strada Vcrona-Viccn?-a, parte trincerati, parte in riserva. La cavalleria era a Illasi. Il centro (Bellegarde) a cavallo di detta strada con 16 bgl. e 12 sqdr. in 1• linea fra San Mattia e Pontuotto e 14 bgl. e 12 sqdr. in 2" linea. Alla sinistra (principe di R euss) 14 bgl. e 8 sqdr. fra Stra e Chiavighette. P iù a S. la divis. Nordmann (7 bgl. e 8 sqdr.) a Chia\"Ìca del Cristo, sull'Adige, a protezione del fianco sinistro. In totale 40.000 u. e 5000 cavalli Inoltre un distaccamento (Rosemberg) trovavasi nei M. Lcssini per coprire l'ala destra e un altro (Davidowic) pronto a passare sulla destra dell'Adige per u na diversione . ~Iasscna aveva. 33.000 u., con Molitor (15 bgl. e S sqdr.) alla sinistra a Cà dcli' Ara, che doveva attaccare Colognola; -Gardanne ( 12 bgl.) a l centro. sulla strada, alla Rotta ; alla destra Duhesme (13 bg,l.) sulla strada di Gombione. In riserva Partoneaux (12 bgl.), EspagnC' (20 sqdr .) e Mermet -(8 sqdr.); altri 8 sqdr . erano verso Sabbionara di collegamento con Verdier incaricato di una mano;ra aggirante per P ersago per prendere a lk spalle gli Austriaci. Compiuto l'aggiramento, Massena avrebbe attaccato frontalmente Caldiero. Ma l'arciduca non stette inattivo; nonostante la nebCaldiero. Vi'11aggio del Veneto. su lla strada Veronabi~ foce avanzare le a li: Simbschen avanzò con 10 bgl. Vicenza. e 4 ,;qdr. su S. Zeno- Cà dell'Ara, e Nordmann fece una. puntata su Sa>bbionara; ma iniziatasi la battaglia, l'arI. Battaglia di Ca./diero ( 12 nov. 1i96). Appartiene c iduca, che non aveva altro scopo che <li a ttrarre i Franalle guerre della Rivoluzione francese ( campagna d'Ila-· cesi sotto il fuoco delle sue posizioni, fece ritirare Sin1lia). Il mattino del 12 novembre 1796 il maresciallo Al bschen e Nordmann. lvfassena, . quando gli parve di ,•inzi occupava la forte posizione di Caldiero con 8 bgl., sentire il cannone di Verdier a Persago, ordinò l'at9 sqdr. (8000 u.) e 26 pezzi: a destra 3 bgl. sulle altacco generale e 1\1olitor, Garda.nne e Duhesme avanture di Colognola; a sinistra 2 bgl. nel villaggio di Calzarono. Ma Verdier, minaj:ciato sulla destra da Davidod iero; al centro 2 battaglioni. Un battaglione· avan zato, ""ic, dopo un tentativo di attacco per Zevio contro Nordera sulla strada di Verona; la cavalleria in riserva, mann, aveva ripiegato sulla destra cieli' Adige. N ordmann, 6 squadroni dietro Caldiero e 3 d ietro Colognola. Bonaparte aveva la sera precedente concentrato a S. !Vlarti- - soccorso dal prù1eipc di Reuss, potè così tener testa ai Duhesmc che però riuscì, dopo alterna vicenda , a manteno le divis. Augereau e ,J\fasscna ; all'alba del 12 !andò


568 ners, m Gombionc. La colonna francese del ceni.i-o prese e perdette p iù volte Caldiero, che alla fine, per l'intervento della riserva di lviassena, r imase ai Francesi; essi però non riuscirono a sboccarne, di fronte a ll'accorrertj di tutte le riserve austriache. Alla sinistra Molitor prese· Colognola , ma Simbschefi, ricevut i rinforzi dall'ar.. ciduc.a, ne lo ricacciò. T ale era la si tuazione al cader della sera. I Francesi bivaccarono sulle posizioni c_onquistate r iordinandosi. Il mattino dopo )fassena r iprese l'azione tentando di avvolgere la s inistra nemica con· un attacco d i Duhesme e Vcrdier; questi passò l'Adige a r Zevio e attaccò Chiavica, mentre Duhesme avan zava da1 Gombione; egli riuscì, respingendo il principe di Reuss, a congiungersi con Verdier, ma quest'ultimo non riusci a scacciare N ordrnann da Chiavi-ca del Cristo. Massena allora rinunciò ad un terzo attacco, a..nd1e perchè mi~ nacdato dai d istaccamenti fiancheggianti dell'arciduca, Rosemberg e D avidowic, e s i tcirne sulla difensiva in attesa che l'avversario svelasse la sua manovr a. Una colonna d i Rosemberg, spintasi su Poiano, vcn.ne circondata e cattura ta . lvla l'arciduca approfittò che l'attenzion,e dei F rancesi era rivolta da quella par te, per ordina,:e la sera del 31 la r itirata che fu effettuata il g iorno dopo, 1° .novembre.

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La p oslzlone d t Caldiero ( i796-1805)

III. Combattimento di Calàiero ( 15 n ovembre 1813), Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Ai primi d i novembre, gli eserciti francese e a ustriaco çrano raccolti r ispettivamente intorno a Verona e Vicenza. Il 10, gli Austriac i avanzarono su Caldiero e l'occuparono trincerandovis i, còlla probabile intenzione di p untare poi su

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Verona o pt1ssare r .- \dige Ira Zevio e Ronco come nel 1i96. Il vicerè Eugenio decise allora di attaccarli nelle loro posizioni cli Calclicro per· distruggerne le opere e ritardarne le mosse. L 'azione fu decisa pel 15, nel qual giorno la divis. Marcognet e la br. cavalleria. Bonnemains, con 12 pezzi, sboccarono da Vago avanzando verso Caldiero, mentre la divis. Quesnel da Fontana marciava su 2 colonne contro Illasi e Colognola per avvolgere la destra nemica e aggirare la. posizione d i Cald icro; un' altra colonna (gen. Mermet) composta di 1 br. fant. (divisione. Rouger), 1 br. caval i. e 6 pezzi avanzò da S. Martino fra la strada e l'Adige per tentare di aggirare la sinistra del nem ico e p revenirlo al ponte di Villa.nova.. L'altra br. della divis . Rouger rimase in seconda. linea dietro la divis. :M:a rcognet. In riserva la guardia reale (gener ale L:èhi), a S. Martino. · Alle 10 del mattino la colonna del centro iniziò l'attacco e impadronitasi del costone d i S. Pietro, avanzando lungo. la strada fino all'altezza. di Caldiero potè prendere d'infilata con una btr. le posizioni austriache, fra Colognola e la strada, s icchè gli Austriàci dovettero sgombra.i-le ; ciò facilitò !'avanz~ta della d ivis. Quesncl, che potè occupare le alture di Colognola rnvesciandone i difensori su Soave. Anche il centro austriaco dovetteallora r ipiega.re d ietro l' Alpone, incalzato dalla br. Bonnemains fino al ponte di Villanova donde l'ariiglieria, battendo le a ltu re d i Soave, obbligò il nemico· a sgombrarle. li ripiegamento della loro destra costrinse gli Austriaci alla ri tirata. dopo ave r perduto 1500 u. e 900 prigionieri. I Francesi perdcÙcro 500 uomini .

Caldo. Tra gli agen ti atmosferici, che merita.no di essere considerati dal punto di vista m ilitare e dei qu'.di è detto genericamente all'apposita voce, ha particolare importanza il caldo, il calore della tempera.tu ra esterna. AlloPchè raggiunge od ecced e una determinata intensi tà (30-32 gradi) esso è causa di grave sofferenze a.Ile truppe, specia lmep.te a quelle di fanteria, d i cui deprime la resistenza, renden do più faticosi e difficili gli spost,1.mci1ti di masse e particolarmen te le ma.ree. Contro i forti ' calori sono quindi da a.pplk;a.re speciali norme che valgano ad attenuarne i perni•ciosi effetti. Alleggerimento, in quanto possibile, del carico individuale; osservanza meno rigida delle -prescriz ioni riguardanti il modo di portare taluni oggetti di vestiario e di equipaggia.me11to; formazioni non lroppo dense ed a file aperte, in guisa che l'aria possa circolare li,b.cramcnte tra i 1·cparti e tra gli uomini; fermate p iù frequeriti e possibilmente in località ombreggiate ; disposizioni, soprattutto, che assicuri.no a<l la truppa la possibilità d i convenientemen te dissetarsi durante lo svolgimento deJl'.operazione. A quest'u lt imo intento devesi curare anzitutto che .t;li uomini muovano sempre dagli alloggiamenti con la borraccia riempi ta d'acqua o d'altra bevanda non. alcoolica. Si regola poscia il trasferimento in modo che 'lungo, il percorso essi possano rifornirsi d 'acqua. potabile, attingendo - normalmente senza fermars i - o alle fontane e sorgenii pabblkhe, oppure _a recipienti disposti appositamente sui margini delle strade a cura degli a•bitanti, che all'occorrenza vengono in precedenza in vitati a provvedervi. Se poi si debbano attraversare zone disabitate o povere di risorse na turali d'acqua., le colonne portano a l loro seguito una· conveniente provvista d'acqua a mezzo di carri-botte ordinari o di autobotti, a seconda che trattisi di truppe a piedi od a cavallo. Nelle .nostre colon ie africane, dove il clima tropicale e la generale


scarsità d i acque rendono particolarmente arduo il problema dell'approvvigionamento idrico delle truppe, gli uomini sono provvisti di borraccia p iù capace di quella comune ed i reparti sono seguiti da quadrupedi (cammelli o a3ini) con carico di grosse ghirbe.

Caldora (Giacomo). Capitano del sec. XV, n. nell'·A,bruzzo, m. nel 1440. In poco tempo divenne padrone della maggior parte di quella regione, del contado di Molise e della Capitanala. II suo valore era assai noto e teI)'luto, tanto che · i potentati d'Italia vollero tenerselo amico e andarono a gara per decretargli lucrosi stipendi tvitando il pericolo d i guerreggiare con lui. Cald(Jra Antonio. Capitano del sec. XV, figlio del p recedente, Passò dal servizio di Renato d'Angiò a quello di Alfonso d'Aragona, e poi ancora a quello del p rimo, venendo sconfitto a Sessano (1442). Preso prigioniero da Alfonso, questi gli perdonò, ma gli tolse le sue milizit e gran parte delle sue terre.

Caldwell (sir Beniamino). Ammimglio britannico (1737-1820). Nel 1781 catturò sette trasporti francesi diretti alla Martinica. Fece le campa.gne d ell'India e del ~orci . Americ'c' (1782-83).

569 nale; men tre si d isponeva a marciare contro Ottaviano, morì im-provvisa1ncnte.

Calenzano. Comu.nc in prov. di Firenze. n el med ie, evo fortificalo. Fu preso nel 1328 dal Castracane e cendiato e poco tempo dopo subì la stessa sorte per opera <lei Viscontei.

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Ca lepio. Comune in prov. di Bergamo. Fu ant. fortificato, con mura protette da 4 torri, e robusto castello munito d i torri, bastioni, fossato. Nel 1437 durante la lotta fra Venezia e Milano, il castello, difeso dal conte Trusardo di C., fu assalito (8 settembre) dal Piccinina che inseguiva l'esercito veneziano. La resistenza del castello permise a i Veneziani di salvarsi. Tuttavia, a mczzù di mine, il Piccinino riuscì (25 settembre) a far breccia e a prendere d'assalto il castello. Ca lì (Edoardo). Generale commissario della Marina, n. e m. a Napoli (1846-1916). Entrato in servizio nel 1860, promosso maggiore genera le commissario nel 1904, capo dell'ufficio d i revisio.ne al Ministero nel luglio dello stesso anno, giudice effettivo al Tribunale Supremo d i Guerra e Marina dal 1904 al 1906; collocato in P. A. nel 1911.

Caled (o Khaled). Generale di Maometto, m. nel 642. Fu dapprima ostile al ·profeta e combattè contro di lui a Ohod ; poi aderì alla nuova religion-e e comba ttè in Siria con su-0<:esso. ·

Cplì Roberto. Ammiraglio, n. e m. a Napoli ( 18511907). Comandò la squadra italiana nell'estremo oriente ( I 900-902) e poi fu direttore generale dell'arsenale di Napoli.

Calefati (Nlarc'A11.tonio). Ammiragl io toscano sotto Ferdinando I (sec. XV-XVI), m . nel 1601. Col grado di viceammiraglio fu inviato nel 1594 con cinque galere a Messina, e d i qui andò in corsa verso le acque algerine, dove perdette due galere combattendo contro i pirati. Nel 1599 fu a capo della flotta, col grado di ammiraglio. inviata all'impresa di Chio. Corseggiò ]ungamente contro le navi turchesche.

Calibro. E' il diametro interno delle bocche da fuoco, dell'an ima, rra i pieni delle l'ighe, ossia la misura del d iametro dei proiettili senza la cintura. Questo modo di misurare i calibri è diverso per i Tedeschi, per i quali il dia.metro si misura dal fondo d elle rit;be. Il C. viene espresso in millimetri dalle nazioni che hanno il sistmea metrico <lecimale, in pollici in Inghilterra, Sta!i Uniti, ecc. Chiamasi calibrare l'operazione di rettiiica. dell'anima interna di un cannone (in generale con h mola a smeriglio) per portarla al d ia metro esatto. Si dice ridalibrare i bossoli quando si p rendono i bossoli già sparati e si sottopongono alle azioni di specia li p resse idrauliche che li riportino esattamente alle dimensioni volute. Si chiama calibrato-io lo strumento che serve a verificare il calibro. In generale è fatto « a passa e 1101~ passa l), è composto di due cilindri metallici, dei quali uno avente le dimensioni esatte, l'altro quelle massime consentite dalla tolleranza. Uno elci <lue cilindri dev~ ,passare senza difficoltà attraverso il cannone <la verificare e l'altro no. I ca libri pi(t usati nei cannoni di tutte le marine <lel mondo, sono in mm. 37, 47, 57, 66, 7G, 76, 90, 100, ]02, 105, 120, 130, 140, 152, 164, 190, l94, 203, 234, 254, 305, 343, 356, 381, 406. :Molti dei numeri suddetti sono approssimativi, rappresentando la r iduzione in millimetri delle misure in glesi in pollici. Il C. s i usa anche per indica.re la lunghezza dei cann oni: cannone da 152-50 sig11i.fica cannone di calibro 152 lungo 50 calibri, ossia mm. 152X50; 305-40 significa cannone di d iametro 305 mm. lungo 40 calibri, ossia mm. 30SX40. La lunghezza su<ldetta si misura in a lcune nazioni (es. germanica) dalla fascia an teriore dell'ottur a.tore a cu!alta chiusa; in altre rappresenta la sola lunghezza della parte rigata, ossia dall'anima vera e propria, esclusa I~ camera d i caricamento. In antico i cannoni non erano d isti11ti col calibro, bensì col peso della palla che lanciavano. I cannoni da

Calegari (Giovan Battista). Generale medico, n. a Fontanella (Bergamo) nel 1859. Laureatosi in medicina e chirurgia a Pavia (1884), fu nominato sottot. medico nel 1885 ; partecipò alla campa,gna d'Africa del 188i-88 e a quella d 'Estremo oriente (1900-01-02); rientrato in Italia, partecipò alla guerra italo- turca ( 1911-12-13ì, meritandosi la promozione a ten. colonnello per merito di guerra. D iresse quindi gli ospedali m ilitari di Brescia e Bari e confermò le sue elette qualità di studioso e di organizzatore durante la guerra contro l' Aust-ria, ottenendo la promozione a ,brigadiere generale per merito eccezionale (1919). Nel 1920 fu posto a disposizione del :Ministero della Guerra per incarichi importanti e nei 1925 fu incaricato della direzione centrale cli sanità militare, col grado di ten. generale medico. Calenda (Carlo), Generale, n. a Napoli nel 1856. Sottot. d i fan teria nel 1876, raggiunse nel 1908 il grado di colonnello cd ebbe il còm-tndo del 65° e del 19° reggimento fanteria . Collocato in P . A. ( 1911), raggiunse nel 1924 il grado di gen. di divisione. Caleno (Quinto FuJio). Generale romano, tribuno del popolo nell'anno 61 a. C., console nel 47, rn. nel •11. Parfrgiano d i Cesare, lo accompagnò nelle Gallie e nella Spagna. Inv iato in ..\caia, s i impadronì d i varie c ittèi che erano partigiane di Pompeo. D opo la morte di Cesare, si schierò dalla parte d i ~Iarco .'\ntonio, ·11 quale lo pose a l comando delle legioni dell'Italia settentrici-


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24 avevano il calibro di metri 0,15254 ; quelli da 16: 0,13342; que lli da 12: 0,12123. Il calibro dei mortai r,iù usJti era di 0,222 ; 0,277; 0,333. Piccoli calibri (Leghe d.,>i). Nome assunto in Genna11ia da organizzazioni militari, sorte dopo la guerra. Poi-chè il trattato di Ve rsailles imponeva che la sola « Rei-chswehr >> e la polizia tedesca potessero detenere armi,. ma consentiva quelle d i p iccolo calibro alle società sport ive e ai singoli, così molte delle organizzazioni militari pubbliche in Germania adottarono fucili del calibro 5,6, -capace d i uccidere a 200 111. e di ferire ancora gravemente a 400 metri. Queste organizzazioni presero vari nomi : Reichsflaggc. Stablhelm, Wellrwolf, ìV"iking. ecc.

Caligaris {Eugenio). Generale, n. a 2'foncalvo, m. ,-d Alfiano Natta (Alessandria) ( 18-13 -1918). Sottot. cl'artigl. nel 1862. partecipò alla campagna del 186G meritandosi una med. d'argen to a Bor goforte e comandò da colonnello !'8° r egg. artiglieria. Collocato in P. A. { 1899) raggiunse nel 1914 il grado di ten. generale, Caligaris Luigi. Generale, n. a , Gattina ra. nel 1845. Partecipò da sottot. di fanteria alla campagrrn caligaris Eugenio del 1866 e fu poi insegnante presso il Collegio mii. di .ìviilano. Promosso colonnello (1900) ebbe il comando dei distretti di Foggia e di Varese, 'ì collocato in J>. A. ( 1903) raggiunse nel 1912 il grado di magg ior generale. Col,'.gar·is Giuseppe. Generale, n . ad Alessandria, m. a Torino (1848-1923). Softot. di fanteria nel 1866, si mer itò una med. di bronzo nei moti popolad di Borgo S. Donnino (1869) e partecipò alla campagna del 1871). Fu poi insegnante presso la Scuola :Militare, e promosse c olonnello (1899) comandò 1'11° ed il 10° regg, bersaglieri. Collocato in P. A. (1905) raggiunse nel 1911 il grado di ma.gg. generale.

Caligny. Nome di tre fratelli ing. mi i. francesi. Il primo (Giovonni Hne di. C., 1657-1 731 ) d iresse i lavori di Yprcs, Calais, Dunkerque, ecc.; il secondo (Ercole H11e di C., detto Langruno, 1665-1725) d iresse i lavori a La Hogue e a Rhe,uberg ; il terzo (Luigi 1-Iue di C., 1677-1748) fu ca.po degli ing. mil. nell'esercito della Mosa e di Baviera dal 1741 a l 1743.

570 noni da 76, 1 m itragliatrice, 3 lanciasiluri. Stato maggiore 3, equipaggio 32.

Calizzano (ant. Calitia.niim). Comune della provir~cia di Genova, anticam. fortificato. Nel 1528 la popolazione insorta ne scacciò i marchesi Del Carretto, che vi commettevano <:on le loro soldatesche ogni vessazione. Nel 1613 fu prc~o dai Genovesi, che poi dovettero cederlo alla Spagna. fu cinto di mura intercalate da torri che ne proteggevano le porte; al centro vi era una rocca, atterrata nel se-

colo XVIII dai Francesi. X ci pressi di C . sul finire del giugno 1 i95, avvenne la battaglia detta dei Settepo11i.

Callag han ( Giorgio A stley). A.mmiraglio britann ico, n. nel 1852. -P artecipò a lla spedizione dei 1900 in Cina dove icomandò la brigata navale nella Calla-ghan Giorgio marcia su P echino. Nel 1907 era contrammiraglio, nel 19 10 viceamnùraglio, e comandò la llotta metropolitana. per tre anni, venendo promosso ammiraglio nel 1917. Callao. Città mari ttima del ·Perù, porto di Lima da cui dista 14 km., fondata nel 1537 dagli Spagnuoli e fortificata potentemente, tanto da renderla quasi inespugna,bile, e il primo porto mii. del Pacifico. Le fortifica zioni furono nel scc. XIX rinnovate dal Perù, con la distruzione cli vccch.ie opere spagnuole e la creazione di batterie più moderne. T. Batl'aglia navale del Co/,Joo ( 16~4). Una flotta olandese d i 12 vasccili s i presentò davanti a l Callao, do,·e trovò sbarrato il porto da una trentina di navi quivi collocate d al vicerè del Perù. Gli Olandesi fecero for za di vele e p io"1-barono sul centro nemico, dove affondarono la nave ammiraglia spa-gnuola e altre due navi e bruéiarono la vice-amm iraglia spagnuola e altre ci;.,qne , 1-Batterie 2-Casfel/o 3· rortl! Santa Rosa 4-Batterie

Calil Pascià (o Ka/i[). Generale turco del secolo XV, gran visir di Amurat II. Vinse gli Ungheresi a Varna nel 1444 e contribuì alla presa di Costantinopoli nel 1453; poi cadde in d isgrnzia. Calimno. Isoletta dell'Egeo, nel Dodecanneso, ùi -cui sempre seguì le sorti. Il 12 maggio 1912, alle 3.30 d el mattino, Ja cc P isa)) e la cc Coatit >>, agli ordini dcll'amm ir. Presbitero, si accostarono al l'isola e sbarcarono 150 marinai divisi in tre gruppi. La caserma dei gen<la.rm i fu in vasa e i 14 u. che c'erano fatti prigionieri. Altri 14 soldati e due ufficiali vennero catturati qualche ora dopo a l monte S. Elia. E Calimno alzava la ban-diera italiana. Calipso. Torpediniera ,·arata a X apoli nel 1909l lunga m. 50,35 larga: m. 5,30, con d islocamento d i ton11el late 208, macchine d i HP. 3200, armamento 2 cari-

li porto cteJ Callao

Dopo breve tregua, la lotta si r iaccese e a l tre quattro navi spagnuole andarono a fondo e altre quattro vennero incend iate. Tuttavia gli O landesi, danneggiati e


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avendo penlurn d ue vascelli, non p oterono impadronirsi del Calho e dovettero r itirarsi. JI. Attacchi al Ca~ao (1819-1820). Durante la gucrrn d'indipendenza contro la Spagna, il C. era nelle mani degli Spagnuoli, quando venne ad attacca.rio (29 ieh-' braio 1819) l'amrnir. Cochrane, con 3 fregàte e u na corvetta, armate <li 134 cannoni, malgrado che n el porto fossero 2 fregate e pa1·ecch ie navi armate, con 350 cannoni, e le batterie d ella costa fossero a r mate di 160 cannoni. La lotta terminò con la ritirata di Coch.rané. il quale però aveva per la sua :,udacia impressionato fortemente gli Spagnuoli. Egli s i impadron ì dell'isola San Lorenw, a poche miglia dalla p iazza, e la fortificò. Il 2 ottobre 1819 con ;, fregate e 4 corvette en trò nel porto del Callao d i notte e accese battaglia tentandc d i servirsi anch e <li u na specie <li brulotti, 1na il fuocr. intenso dei difensori lo respinse u n'altra volia. N el 1820 (S novem:brc) il Cochr ane fece un terzo tentativo, malgrado che i cannoni d elle for tificaz ion i fossero stati dagli Spagnuoli por tati a ,,00. Sotto la protezion e dei forti era ancorata la fregata spagnuola « Esm~ralda », da 40 cannoni, protetta d a travata. di abeti e da scialuppe. A mezzanotte, con 14 lancie, Coch rane sorpassò le difese e salì all"abbo.rdaggio e dopo mezz'0ra d i lotta se ne impadronì e riuscì a rimorchiarla fuori del por to malgrado il fuoc:o nemico. Con questa cat· tura divenne padrone d elle acque e bloccò il Callao. i\ quale cadde nelle mani degli insorti soltanto l'anno seguente, dopo la presa di L ima (gennaio 1821), quando il gen. San Martin potè bloccarlo anche dalla parte di, terra: resistette fino a l settembre del detto anno, e a llora si arrese. ;{el 1824 un'insurrez ione l ocale militare d iede di nuovo in mano a lla Spagna il C., ma dopo b batt. di ,\yacucho venne di nuovo investita dall'esercito dell' indipendenza. Era d ifesa allota dal gcn. Rodil, il quale resistette per 13 mesi, fino a l 26 gennaio 1826, an no in cui l'ult imo vessillo spagnuolo dell'America del Sud veniva ammainato. III. Atiacco al Cal~io (1866). Il 2 maggio, una squad ra spagnuola - di sei fregate, a l comando dell'ammiraglio Mendez ::,,'ufiez at taccò il C. Dopo quattro ore di fuoco, non riuscì che a danneggiare lievemen te le fortificazioni (armate di 90. cannoni) e la città, e ripor tò danni alle navi (oltre a 38 morti e 32 ferit i) tan to che dovette allontanarsi. IV. Presa del Callao ( 1881). La flotta cilena, agli ordini del R ib~ros, pose il 10 ap rile 1880 il blocco al Callao. Il 25 maggio. in un d ue llo fra due torpediniere (« Indipendcric ia >l peruviana, e ,< J ancqueo " cilena) b prima riusci a far saltare la seconda mediante una torpedine. Dal 12 maggio, frattanto, era cominciato a intervalli il bombardamen to dei for ti, che fu intensificato nel dicembre, e la piazza fu costretta ad arrendersi 1'8 gen naio 1881. 1 P crlfviani a vcvano cercato per mezzo d i torpedin i abbandonate alla de riva, o por tate da scialuppe, di d anneggia re la flotta a vversa.ria, ma r iuscirono solo ad affondarle la piccola nave « Loa >>. Il C . fu restituite, a l Perù dopo la p ace ( 1883).

Calleja del Rey (Pdice Nfaria co-nte di Calderon). Generale spagnuolo (1750-1828). Partecipò a ll'assedio d i G ibilterra ( 1782) e fu inviato c ome vicerè a l ).'less ico 11e l 1810, dove battè H idalgo 3: Calderon, prese Zitacuaro dove gli insorti si erano rifugiati e domò cosl la rivolta ritirandosi nel 1816 in patria, dove fu goYernatore .di Cadice.

Emilio Calleja Isasi. Generale spagnuolo (1830-1906). Combattè nelle Antille, poi n ella guerra contro i Carlisti, poi fu a Cuba, governatore generale (1886-1895).

Callenberg (Gerardo). Anuniraglio olandese (164Z1i22). ~el 1676 par tecipò alla batt. di Au1,'Usta; nel 1694 tolse il blocco a l porto <li 13arcelloml; nel 1696 bombardò Sa i.nt Jl.farti n e nel 1704 comandò in capo la flotta che. con quella inglese, attaccò e prese Gibilterra. Calleri di Sala (Giuseppe). Generale. n,itivo di Carrù ( 1786-183i ). Dopo aver prestato sen-izio in Francia, passò nella nostra Cattc rl Gl usPpp,-, cavalleria ( 1814) d ivenendo colonn ello comandante il regg. Xizza nel 1833 . .\"cl 1836 andò a riposo col grado cl i maggior generale. Francesco Cal/eri di Sa.la. Generale, fratello del p recedente, n. a Carrù nel 1i9~. Volontario d i cavallerict al servizio d i Francia nel 1810, passò nei nostri Dr:igoni nel 1814. Da colonnello comandò il regg. Genova cavalleria. Magg. genera.le ( 1839) comandò la 2• brigata, d i cavalleria e, nella campagna del 1848, la ,br ig. d i cavalleria della divis. di riserva. Da ten . genera le (maggio 1848) ebbe il comando della d ivis. mil itare cli T orino e poco dopo fu collocato a riposo. Tommaso Ca.lleri nobile dei conti di Sala.. Generak. n a Torino, m. a Andorno (1847-1921). Partecipò da sottot. d i fanteria alla campagna del l.866 e coma.nel<'> da ten. colonnello il deposito del 30° fanteria ed il Distrello di Savona_ Collocato in P. A. (1903), raggiunse nel 1914 il grado di magg. generale.

Cali iano. Comune in pro,·. di Trento, intorno a d antica rocca circondata di mura, posizione s trategicamente importante della Val Lagarina, perchè costituita da una stretta e profonda gola, chiusa fra l'Adige e 11te montagne) e per conseguenza di ohbligato passaggio per truppe cbe risalgano verso il Brennero, o ne discendano. I . Battaglia di Calliano. Fu combattuta nel 1487 f n le milizie della repubblica di Venezia e quelle d i Sigismondo d' Austria . 11 9 agosto i Tedeschi, assalendo vigorosamente i Venez;ani, i quali perdettero il loro genera le, Sanseverino, li misero in rotta. Questa battaglia decise i Veneziani a far la pace con Sigismondo ( 13 ottpbre). li. Battaglih di Callia110 ( 1i96). Appartiene, come- l~ due seguenti, alle guer re de lla R ivoluzione fra ncese. Il gen . Bonaparte, nel pr-incipio del settembre 1 i96, aveva iniziato l'avanzata verso T rento. L'esercito austriaco rip iegava risalendo la valle verso Rovereto, e prese po s iz ione a C., comandato dai gen. Vucassovic e Davidowic. K apoleone, convinto dell'irnpossibi litit di attacca re d i fronte la formidabile posizione, fece dal gen. Domma.rtin ( 4 settembre) ba ttere rnn 8 pezzi d'artiglieria l'imbocco della st rada; Pigeon fu inviato sulla destra con qualche ,battaglione, e 300 t.iragl iatori s i porta rono in rlrn ali' Ad ige·. T re mezze brigate, protette da tale avanguard ia, formate in colonna. serrata, !)enetrarono con le anni alla mano nella gola. Gli Austriac i i mpressiona.ti c:¾1l 'a udacissi,no attacco e da l fu0to violento. 110n rcsistet• tei-o, ed abbandonato l'ingresso della gola inii:iarono la

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572 ritirata, che si cambiò in fuga. L.L fanteria e la cavalleria francese incalzarono i fuggenti. La rotta degli Austriaci fu completa, e Davidowic potè appena mcimolare la metà del suo corpo d'armata riparando fra le mura di Trento. Le perdite austriache furono di circ.i. 8000 uomini, 25 pezzi, 50 c,111noni e 7 bandiere. Inoltre . dovettero abbandonare Trento. II. Combattime11to di Calliano ( 6 novembre 1796). ln seguito a ritorno offensiYo austt·iaco (gen. Davidowic) ff gen. francese Vaubois si era trincerato nella stretta di C. e quivi fu assalito da forze superiori. Per tutta la giornata il combattimento si svolse accanito, senza risultato. La mattina del 7, il panico prese all'improvviso le truppe francesi, le quali abbandonarono la posizione e si d iedero alla fuga, perdendo 12 cannoni e 2000 u. ,, lasciando un migliaio di prigionieri. li Vauboi,; raccolo;e i superstiti come meglio potè, e ripiegò su Rivoli, dove '.'\apoleone, accorso in suo aiuto, battè gli Austriaci. III. Co111batti111e11to di Calli.a,io (28 gennaio 179;). Gli Austriaci, perduta Rovereto, occuparono la stretta di C., comandati dal Laudon. :Yfa J oubert fece assaJirt le posizioni di fronte dal gen. Via) e le fece aggirare dal gcn. Belliard; gli Austriaci, perduti 200 u. e la• sciati 300 prigionici-i, furono costretti alla ritirata, e abbandonarono Trento dove lasciarono 2000 u. malati e feriti oltre a vasti magazzini.

Oallicratlda. Generale Lacedemone. .Nel 406 a. C. fu mand ato ad Efeso quale comandante la flotta. Combattè l'ateniese Conone e lo assediò in :Mitilene. Gli Ateniesi mandarono un gran numer<, di vascelli in a iuto del loro generale, e Callicratida fu vinto ed ucciso nella battaglia navale delle Arginuse. Oallières (Giacomo d-i). Generale e scrittore mii. francese, m. nel 1697. Fu r:naresciallo di Luigi XIV, e comandante di Cherbourg. Scrisse varie opere fra le quali « Storia di Giacomo di Matignon, maresciallo Ji Francia». Oalligaris (L-uigi). Generale del Genio, n. a Tunisi nel 1859. Sottot. nel l 882, da colonnello fu direttore dell'officina del genio di Verona. Partecipò alla guerra 1915-18; comandò il Genio del I e · del III C. d' A., fu direttore e capo ufficio alla 3' armata. passò al Comando Supremo, al comando ~enio del XXVIII C. d'A. Ottenne la croce di ca,·. delrOrdine mii. di Savoia p<:r i servizi resi durante i suoi comandi. Collaborò alla " Rh•ista d 'artiglieria e gen io>>. Collocato in l'. A. S. a sua domanda nel 1920. raggiunse nel 1926 il grado di generale di di,·isione.

battimento (171 a. C.) che appartiene alla terza gucrr~ macedonica. Fu combattuta fra i Romani, condotti dal console P. Licinio Crasso, e i Macedoni condotti dal loro ultimo re, Perseo. L'ala destra romana, compos:a di cavalleria, fu sgominala da un assalto dei Traci. Il centro romano, assalito da quest i e dal centro avversario, ,·enne pure messo in rotta. L'ala sinistra romana salvò l'esercito da completo disastro, ,battendosi con ordine, mentre Perseo non osò· spingere a fondo l'azione. I Romani lasciarono 600 prigionieri e perdettero 2200 uomini. CaNinico. Località della Mesopotamia. 1. Battaglia di Cùllinico (296 d. C.). Fu combauuta da )/arscte, re di Persia, contro Galcrio, appoggiato da Tiridate, re d'Armenia. Questi non attesero l'arrivo di Diocleziano, in marcia per aiutarli, e affrontarono la lotta, ma vennero sconfitti. II. Battaglia di Callinico (531). Fu combattuta da 15.000 Persiani, condotti dal gen. Azarete, contro i B izantini comandati da Belisario. La battaglia si accese nel pomeriggio, e gli ausiliari di Belisario andarono in rotta: Belisario ordinò la sua cavalleria pesante in quadrato e respinse tutti gli attacchi. dei Persiani, finchè fa notte pose fine alla lotta e i due eserciti si separarono.

Callinico. Architetto, n. di E liopoli (VlI secolo). Fu l'inventore del « fuoco greco>>, che egli appunto dall'J,:. g itto portò a Costaminopoli nel 672 d. C.

Oall iope. Torpediniera o'alto mare varata a Xapoli nel 1908, lunga m. 50, larga m. 5,29, con dislocamento di 101111. 2 16,5, macchine di HP. 2900, armamento cli 3 cannoni da -17. e 8 lanciasiluri. Stato maggiore 3, equi• paggio 35. Oallippo. Generale ateniese del III scc. a. C. Quando 11el 279 i Galli invasero la Grecia, comandò le armate ateniesi; egli difendeva il passaggio delle Termopoli, quando i Galli, scoperto il sentiero seguito dallt milizie di Serse, assalirono i Greci alle spalle. Fortunatamente 1Calippo aveva tll'lllO fa, previdenza di tenere le na,·i vicino alla costa, in modo che gli Ateniesi poterono prontamente imbarcarsi e sfuggire a certa rovina. Oa llistene. Generale ateniese del IV secolo a. C. Combattè contro Perdicca re di :Macedonia, lo vinse " concluse con lui una pace vantaggiosa, ciò d1c non im pedì agli Ateniesi di condannarlo a morte. Oa llot (Giacomo). Pittore e acquafortista Iranc~se

Callimaco. Capitano Ateniese del secolo V a. C. Fu il primo ad es.sere investito della dignità di polemarca. Fu con ~Iilziade alla battaglia di Maratona e comaHdò l'ala destra degli Ateniesi; fece prodigi di valore e cadde sul campo gloriosamente. Nel suo corpo ,•rnnero· trovate conficcate numerose frecce nemiche.

della Lorena ( 1592-1635). Dimorò anche in Italia, dove incontrò le simpatie di Cosimo II de' Medici. Fantasia sbrigliata e stra na, s i compiacque nel disegnar figure grottesche. e restò famoso per le sue scene della vita dei pitocchi o mendicanti, e, so) prattulto, per quelle ,\ R Le miserie della guerra» che uniscono all'umoristic<. il raccapricciante. A parte dipinse « L'assedio di Breda» « L'assedio della Rochelle», ,, La battaglia di Saint-Martin Jl.

Oalllnico. Collina della Tessaglia. teatro di com-

Callwell (C. E .). l"fficiale superiore dell'artiglieria


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inglese, del scc. XX. Reputato scri ttore d i cose guent'* he. Dopo unù studio su « L e forze annate della Romania>>, pubblicò << Ammaestramenti delle campagne britanniche dal 1865 ad oggi »; ·« l.e piccole guerre »; e poi, sua opera magistrale << Gli effetti del dominio de~ mare su lle operazioni. militari ».

Calmar (o Kalmar) . Città marit ti1na della Svezia, nel Baltico, ant. fortificata; le sue fortificazioni vennero soppresse nel secolo XIX. A Calmar si tenevano le a.ssemblee importanti del popolo sv~dcse. Nel 1397 (17 giu• g no) vi fu proclannta l'unione dei tre Sta ti, Svezia, Norvegia e Danimarça, sol• to la sovranità d i Margherita! e del gio Calmar vane Eric. Quest« unione durò 125 anni. Nd 1611 i Danesi, condotti da Cr istiano IV, batte-rono presso ,Calmar gli Svedesi e presero la città, abbandonandola al saccheggio.

573 vo ir11cn-c1ito di un pezzo di artiglieria e merci, L:tbiliti manoniera del comandan te il 3" regg. fanvcol. Wehrli.n,I e del gen. Bes. comandante la brigata, che con opportuni spos'.amenti di truppa sorpresero il nemico di fronte e di fianco, obbligandolo a rip iegare incalza to da due plo-· toni del 3° bgl. e dai bersaglieri studenti. Contemponneamente all'attacco di Cavaion contro Calmasino, un'altra colonna nemica, preceduta da uno squadrone di cavalleria, proveniente da Garda e Bardolino, ne sferra va uno contro la posizione di Cisano. I nostri a varnposti di cavalleria 1·ipiegarono e dettero l'.i,llarme al 2° battaglione. Gli Austriaci, passando tra il villaggio di Cisa no ed il lago d i Ga,·da, attaccarono la s inistra del battaglione, costringendolo con parte delle compagnie a• r ipiega,·e verso la Pergolana; ma l'arrivo tempest ivo della 5" cornpµ!! nia di rinca.lzo nei pressi cli quel villaggio ristabilì la s ituazione. Le truppe . si soffermarono, si ripresero, e fum110 ricondotte all'attacco riconquistando k p rimitive posizioni, mentre la c itata S" compagnia inca lzava il nemico fino a Cisano. Gli Austriaci, con forze più che triple delle 110,tr~ su tutti i p un ti di al.tacco, con sci peni d'artiglieria, forono completamente hattuti. La vittoria fu dovuta a l gagliardo e valoroso contegno delle truppe del 3° reggimento fanteria; esso determinò la resa della piazza. d • Peschiera, perchè impedì l'introduzione delle vettovaglie che il nemico conduceva seco per la strada che costeggia. il lago di Garda. Il 3° reggirnento ebbe in questo fatto d'armi un sergente morto, e 25 feJ·iti, fra i quali il tenente Prola. Le perdite del nemico furono di 50 morti e<l oltre 200 feriti.

Calmasìno-Cisano (Combattimento di) . Appartiene alla 1• guerra d'Indipendenza italiana e si collega con quello di Bardolino. La d is locazione del le truppe italiane· alla vigili,c del combattimento è quella che risul\J. appunto dalla descrizione fatta de ll'episodio d i Bardo · lino; ricordiamo soltanto che a Ca lmasino vi era il bgl. Calmucchi. Popolo di razza mongola, nomade, già cacciatori <lei 3° •r egg. fanteria a l comando <le! magg. abitante nel Turkestan, poi passato in parte in Euro(,a Barone con la compagnia bersaglieri studenti di Torino, e in parte nelle regioni a oriente del Turkestan. I Ru$• comandata dal capitano Cossinis; fra Lazise e Cisano si ne trassero in varie occasioni truppe leggere a cavallo, i.I 2° bgl. del predetto reggimento a l comando del m:i.gsul tipo dei Cosacchi, adoperandole a guardia delle frong iore Giovanni di Capriglio, la tompagnia volontari <li tiere a oriente ciel mar Caspio. ,. Pavia, due pezzi d'artiglieria e parte del regg. Piemonte Reale cavalleria, e che gli Austriaci occupavano le pO·· Calolzio. Comune in prov. cli Bergamo, sulla sr. dels izioni da Bardolino a Cavaion (una brigata, a l coman!' Adda. Ebbe un castello, e fu d isputato spesso nelle lotte di ·fazione. Nel 1383 fu preso dagli abitanti di O l. -do del col. Zobel). Alle ore una del 29 maggio un colpo ginate. 7\"el 1799 (25 aprile) gli austro-russi di Vucas·· d i cannone partì dalle posizioni d i •Cavaion: fu il sesovic e Bagration vi bat ttrono un piccolo corpo fra ncese. gnale convenu to del nem ico per il movimento della colOima che doveva partire da Bardolino per attaccare le nostre posizioni, allo scopo di forzarle e gettar~ in. Peschiera assediata uil convogl io d i viveri, o addirittura di impadronirsi del parco d'assedio ita1iano. Il nemico che avanzava da Cavaion, giunto ad una certa distanza da Cal:masino, distaccò quattro .compa.,'Tlie, due delle quali verso la "nostra destra ad occupare la collina dei due Dogo.li, e le a ltre due verso la nostra sin istra sul ]\-fonte -dei ·Cipressi ; la colonna prii.cipale continuò la marcia frontalmente pc;: .attaccare Calma.sino. L'attacco, sferrato con impeto, non ebbe però ragione delle valorose truppe italiane; il nemico allora procurò aggi.rare la !()Osizione di Calma.sino, ma ta le tentativo fu sventato mercè il tempesti, ComJJatt.i rncnto d l _CaJrnasi110 (20 maggio 1848)


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Ca tona (Jgnazio). Colonneilo brigadiere rL a Palermo, m. a :1'Ioncalieri ( 1795-1864). Partecipò alla rivolu;-,ione siciliana del 1820, e fu ufficiale d'ar tiglieria nell'armata nazionale di Sicilia: preparò la rivoluzione del 1848 e vi fo membro del comitato di guerra e colonnello direttore del genio. Restaurato il governo dei Borboni dovette esulare. Nel 1860, sebbene già a vanzato in età, fu dei Mille, i ncaricato di ordinare il corpo dei volontari dell'Etna, presidente del Consiglio di guerra, coma11dantc della. piazza di Palermo, poi delle provincie di Girgenti e di :Messina, ottenendo la croce di Savoia, Passò poi col suo grado di colonnello brigadiere nell'e· scrcito regolare, nel 1862, in P. ausiliaria. Calones. ); ell'esercito romano, erano addetti special· mente alla cura dei cavalli e a uasporti: corrispondevano presso a. poco agli attuali soldati del treno. Talvolta furono adoperati come trnppe leggere, ma di sca1so rendimento. Probabilmente erano schiavi. Calonge (Eusebio). Generale spagnuolo (1814-18ì4_.. Pa,·lecipò alla guerra civile d~l 1834-35 e si batté anche nelle successive contro i Ca.rlist i. Non volle riconoscere r\mecÌco di Savoia per re di .Spagna e in quel tempo si allontanò dall'esercito, ma poi vi 1·ientri>. Nazario di Calonge. Generale e scrittore m ilitare spagnuolo, n. nel 1848. Fra le sue opere: « Vestiarin equipaggiamen to, armamento )l ; « l i corpo di Stato Jvfaggiore >l; « Istruzione militare»; « Studi e memorie scientifico-militari».

Calonne de Courtebonne (Carlo, de). General~ francese, m. nel 1695. Luogotenente del re a Calais (1637), nel 1652 ebbe il grado di maresciallo di campc: fo comandante d i Hesdin e nel 1693 ebbe la luogotenenza del re in Fiandra.

Giacinno Luigi Cato,me de Courteb01ine. Gener~ic francese (1653-1705). Percorse brilla'nte carriera in cavalleria della qua le venne, nel 1690, nomina.lo ispettore, generale. N cl 1696 fu promosso maresciallo di campo; nel 1702 ten. generale e l'anno seg1>ente direttore generale della cavalleria francese.

L11igi Ca/onne de . Co11rtcbo-mw. Maresciallo di cam7 po francese ( 1699-1 753). Combatti: in Vestfalia, in Boe• mia, nell'Alsazia . Nel li44 contribuì a lla. riconquista di Vieissernbourg e fu promosso mai-esciallo di campo.

Calori (marchese Paolu). Generale, n. a Modena,

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m. a. Man tova (1769- 1809). Entrò cadetto nell'esercito modenese (J 787) e sei anni dopo era ing. militare; rd 1795 era. colonnello e ispettore dell'armeria e artiglieri,~ ducale. Passato nell'esercito francese, veniva nominato nel 1800 genera.le di brigata d'ar tiglieria. Prese parte alle campagne del 1797, 1799, 1800 e r imase ferito ,t . • ovi. Fortificò Forlì, Ferrara., ]\,filano. Durante l'invas iòne austro- russa del 1799 fu in L iguria dove attese a lavori di fortificazione. ~el 1809 fu nominato c01~and ante della fortezza di Mantova. Pubblicò due open~: « li cannoniere pratico i> e cc Lo stato m ilitare de.I cor po dell'artiglieria italiana ».

Cafosso (a.nt. Calossuin). Comune . in p rov. di Alessanclria, sul torrente Ti.nella. Fu capoluogo for tificato della. Signoria di Acquasana, e venne preso e sottomesso <lai signori di Asti ( 1202). Calotta d'arme. Era così ch iamato il copricapo di

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metallo che si usò dal XVI al XVIII secolo per gucrnire l'interno dei cappelli di stoffa, di pelo, di cuoio, e per d ifesa del capo. La calotta era di lamiera cd aven. la forma tondeggiante del capo, senza tesa. Talvolta aveva camaglio e nasale, ed aJJora si portava senza copricapo. In Italia fu detta più comunemente «zucchetto)>. Nell'e.sercito fra11cese, prima della Rivoluzione. si portav,~ dunme il combattimento sotto al cappello, ed era. di laniiera di ferro, o di cuoio, o di corda intrecciata.

Calotta (Reggimento della) . Istituzione a tipo burlesco sona in Francia n el , 1702 pe,· opera di cor: ;gianì e giova11i ufficiali, per reagire contro il senso di tristezza che dominava la corte e società d i Versailìes. Verso la fine del XVIII secolo l'istituzione d ivenne prcttantentc militare, e fu una specie d i consiglio intimo dei.

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~ ~ 1, calotta in l'erro dc; l XVII secolo; 2. calo lt.a ln ferro tedesca· rlel XVII sceoJo ·

c.1101ta arabo- tut·ca "on r·a.mag·Jio e nasale

p ii, anziani tenenti d i ogni reggimento, per giudicare il contegno degli ufficiali. Questa specie ùi tribunale, sen .. za carattere legale, per le questioni d'onore, cessò col IJ Rivoluzione. Anche nell'esercito piemontese, e pii, tard i in quello· italiano, si introdusse tale sistema, onde mantenere se7 grete le questioni intime degli ufficiali subalterni riflettenti la condotta privata e le questioni d'onore; ed ·il pii1 anziano dei subalterni veniva appunto denominato il cc Capo- calotta». Co_n tale proced ura s i mantcn!!va una rigorosa vigilanza da parte dei più anziani sui nuo-J· vi ufficiali, e. si tendeva ad evita1·e o p revenire misure discipl inari o pena li comprometlen ti per la carrier:i. e la dignità del corpo.

Calpurnio Fiamma (Marco) . Tribuno mil. romano. Durante la prima guerra pun ica s i votò a l sacrificio con 300 soldati per salvare l'armata del console At tilio Colatino, e vi riuscì, attirando su lui e su la 3U3 p iccola truppa il supremo sforzo dei Cartaginesi. Egli solo riuscì a salvarsi per quanto coperto di gloriose ferite. Caltabellotta (ant. Triocata). Comune in provin· e ia <li Girgenti. Nel 1070 Ruggero vi fece costruire un castello. I. .4 ssedio di Ca/tabe/lotta. Appartiene alla seconda guerra servile. Nel 103 il capo di in sorti Salvio sconfitto da Lucullo in campo aperto, si chiuse in C . che aveva fortificata e vi fu assediato da llo stesso Lucullo. :Ma. questi, d opo nove giorni d i vani tentativi, dovette abbandonare l'assedio e ritirarsi. II. Trattato di Caltabellotta (31 agosto 1302). Concluso fra Carlo di Valois e Federico d'Aragona, per inter vento come paciere d i Federico I ncisa. Pone fine alla_


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guerr(t del Vesp ro e assicura la Sicilia alla casa d' Aragona.

Caltagirone. Comune in prov. di Catania, costruils.> sui ruderi della rem:ota Gelonio. Nel secolo VIII fu conqu istato dai Saraceni e cinto <li mura. Durame il secolo XI fu attaccato e preso dai Genovesi, che nel l 030 vi si insediarono cacciandone i Saraceni, ma que • sti lo r ipresero e lo tennero fino a quando Ruggero Jc conquistò. verso la fine del ~ecolo XI. Caltanissetta. Città della Sicilia, capo!. di provincia. fondata eh, i Saraceni forse su rovine di città più antica. E' sede del 31° distretto militare. Ebbe un castello, detto cli Pieti-a R ossa, ora in rovina, con tre torri. Qu ivi F eder ico ITI ne! 1361 fu a.ssaJ ito dai conti di Gerace e cli Modica. a lui r ibellatisi: l'assalto fu respinto. Noi 1718, il viceré di Vittorio Amedeo II di Savoia, s i ritirava da Palermo occupata da.gli Spagnuoli ; giunsrj 1'8 luglio a Caltanissetta con circa 1900 u. e il giorno seguente fu assali to a lle porte della città da una banda cli armati ; egli la respinse e disperse dopo di a vere perduto 18 u. e averne avuti 30 feriti, e polè entrare in C. dove si fermò appena due giorn i, proseguendo verso Siracusa. Nel 1820 marciarono su C. bande di rivoltosi palermitani e delle campagne (circa 6000 u.); la compagnia borbonica si r itirò a Messina e le bande, disperso un nucleo di circa 600 borghesi armati, penetrarono in città e la saccheggiarono. Nel 1848 C .. aderiva alla riv-0luzione siciliana innalzando il tricolore (28 gennaio). Brigata Caltanissetta (147° e 148° regg. fa)1teria). Costituita il 1° marzo 1915 ; il comando di brigata ed il 147° regg. dal dep. del 76° fant. (Ca ltanissetta) cd il 148° regg. dal dep. del 75° fant. (Siracusa). Operazioni di gr.rra. Nel 1915 fu dapprima in Carnia poi nelle zone ]l'f. Fortin-S. Michele, partecipando alla 3• e 4" batta.glia dell'Isonzo; nel 1916, da l maggio all'ottobre fu nella zona del Pal Grai1de, quind i passò sul Ca,rso, nella zona d i Oppacchiasella; nel 1917 passò 1,ella zona di T olmi no, sul ìv!crzli, ove sostenne combattimenti in luglio, (in seguito, a l brillamento d i una mina anstriaca) e in agosto. Il 24 ottobre, scatenatasi l'offensiva austro-tedesca, la brigata ripiegò combattendo dal ).fcrzli e Caporetto finchè venne sopraffatta e distrutta . Nel novem bre successivo venne definitivamente disciolta. 1'1ostrinc. D ue slriscie orizzontali rosso e cremisi,

C~ ltignaga (ant. Caltiniaca). Comune i n prov. di .Novara. Fu da Galeazzo Visconti preso arso e d istrutto, men tre le feroci compagnie d i ventura inglesi, a l servizio del marchese del l\.:Ionferrato ne avevano fatto loro sede. C. aveva un forte castello: n1unito di torri e circon~ dato da fosso.

Calunnia (Diritto Penale mil.). Il reato m ilitare di calunnia è previsto e plll1ito d agli a r t. 175, 176, 177 del C, P. E.; è reo d i calunnia il militare che a disegno di n uocere ad a ltro militare, porgerà contro il medesimo o querela o denuncia di un reato di competenza dei tribunali militari, di cui si sappia esser questi innocente, o che, a ll 'oggetto di farlo comparire reo, gli avrà dolosamente posto ad dosso od in luogo idoneo a tal fine, cose là cu i r iten zione o sia p roibita dalle leggi milita.ri, o servir possa all'indizio di detti reati. Il reato m ii. di calu nnia, pur avendo, tanto nella sua -figura. d iretta o

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formale, quanto in quella indiretta materiale, una np.;ione identica a quella di diritto penale comune, viene dal Legislatore considerato reato militare· sia perchè turba la convivenza e hl disciplina, sia perchè è militare il reato che le s i riconnette e ne forma l'oggetto. Soggeuo attivo e soggetto passivo del reato debbono essere militui, o indiv idui di marina, o persone cui, per esplicita dispos izione di legge, si applicano le disposizioni del -C. P . E,; altrimenti, se uno dei due è persona estranea alla milizia, il fatto è incriminabile a norma deL Cod. Pcn . comune vigente. La legge prevede il fatto costitutiYo del reato in due ipotesi egualmente equivalenti: a) calunnia verbale o diretta, che consiste nell'attribuire falsamen te a un militue un reato di competenza m ilitare, a mezzo di querela o denuncia, spor:a ad autorità civile o militare, o a pubblico u fficiale che abbia obbligo di riferirne a chi d( dovere; ' b) calunnia indfretta o reale, che si sostanzia nel porre addosso al calunniando. allo scopo di farlo comparire reo, o in luogo adatto a tai fine, cose la cui ritenzione o sia proibit>t dalle leggi militari, o possan<> servire di indizio della perpetrazione di un reato militare. L'estremo soggettivo del reato richiede, per la sua perfezione, l'esistenza del dolo gen erico, che si concretL nella volontarietà del fatto e nella scicn?.a <lell'innocenz:i. del cal11nniato, e quella del dolo specifico, che si sostan zia nel disegno d i nuocere. li reato di ca lunnia è punito come segue : a) in caso di condanna del calunniato e di csecu-• «ione della pena., il calunniatore soggiace a pena u gualr, in qualità e durata, a quella inflitta al soggetto passivo del reato. Se vi fu condanna a morte, il calunniatore soggiace a lla pena di morte, p revia degradazione; b) se la condanna non ebbe esecuzione, la pena viene diminuita da uno a due gradi; e) se la calUJ1nia fu scoperta prima del proced imento, o prima del passaggio in giudicato della condanna, ovvero dopo la sen tenza <li assoluzione del calUJ1niatll, il ca lunn iatore soggiace alla pena del ,:eato contemplato dalla ca lu nnia, diminuita da due a. tre gradi, ma la pena non può essere inferiore ai quattro mesi; d) se il calunniatore ritratt.a la sua calunnia p rima dell'in izio del d ibattimento, la. d iminuzione di pena sarà da tre a ci11que gradi.

Calusco d'Adda. Comune in prov. d i Berg,,mo -sulla si-. dell'Adda a lle falde meridiona li del :M. Giglio. Ebbe un castello fino dall'epoca feudale e fu teatro di confl itti armati fra guelfi e ghibellini nel periodo dei' Comuni. Caluso (ant. Calusirm,.). ·Comune in prov. di T orino. Vi era un forte di cui tu ttora restano le mura. N cl medio evo fu, con teso fra Guelfi e Ghibellini c; pitanati rispettivamente d ai Conti d i S. lVIartino e da~ Conti di Valperga. Nel 1362 vi ebbe luogo un combattimento ira il marchese del :iMonferrato e Martino <li S. l\.fartino, il quale rimase vittorioso ; ma il marchese, tornato p iù tardi a<l assalire C., r iuscì a battere a sua volta l'avversario e la rocca dovette arrendersi, per deficienza d'armi e mun izion i. ?'sei 1393 Amedeo VTII d i Savoia tentò di impadron irsene, ma ne fu respinto dai ::Vfonferrato. Solo un secolo più tardi r iuscirono i Savoia ad averlo mediante trattato.


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Sull'inizio della campagna dd 1859 C. fu uno d~i pun ti costituen ti la linea d ifensiva della Dora per proteggere Torino da eventuali offese da parte degli Austriaci. Vi stanzia.rnno truppe della 4' divisione sarda.

Calvario (Monte). Fu ch iamato con questo nome durante la guerra la groppa più bassa e merid ionale dell'altura del Podgora ( testa d i ponte d i Gor izia.). Fu teat ro di aspri e sanguinosi combattimenti durnrlte tutta la campagna del 1915, finchè, durante la quarta battagli.ii dell'Isonzo ( novembre 1915) la br iga ta Casale, detta dei « G ialli del Podgora ", riusci ad affermarvisi.

Calvi. Città della Corsica, fondata. nel 1204, situata sopra un promontorio sul golfo omonimo. Venne fortifi,cata con mura e rocca, divenuta più tardi, per opera dei ·Genovesi, cittadella, e con opere staccate, delle quali le p iù importanti sono· il forte d i Monzello e la batteria

576 vanti a C., dovettero r itirarsi. Tornarono due anni dopo con 14 galee al comando di G iovanni Cavalca dei G aetani, ma vennero nuovamente re3pinti. II. N el 1421 C. fu presa da Alfonso V ai Genovesi, ma questi la r ipresero nello stesso a1U10.

III. Nel 1553 (20 aprile) i Francesi, comandati dal Thermes, posero l'assed io a Calvi, e furono costretti ad abbandonarlo per opera di /\gostino Spinola, inviato da, Andrea Doria con 3000 fanti. Due anni dopo, p n nuovo tentativo di Francesi e Turchi (20 luglio lSSS) di prendere Calvi, andò a vuoto per la vigilanza dei Genovesi. iv. Assedio di Calvi (1794). Fu operato dagli Inglesi, con rinforzo di truppe napoletane. Il · 17 g iugno 179-t due divis. navali inglesi, agli ordini di Hood e di Hotham, bloccarono il golfo, e due giorni dopo sbarca.vano un corpo d i 1500 u. a l comando di Nelson, cui s i aggiunsero 250 marinai. La c ittà era difesa dal Lacombc, il quale d isponeva di circa 600 u ., cui s i aggiunse un piccolo nuniero di cittadin i armati. Il 3 luglio, Nelson, messi in batteria. 13 cannoni e alcun ~ mortai, incominciò a battere successivamente le opere staccate; la prim:t cadeva il 'r, e successivamente le a ltre: il I 9 i difensori erano ridotti alla c inta. Il giorno 12 Nelson veniva, da sabbia sollevata. da un proiettile nemico scoppia.togli vicino, colpito all'occhio destro e lo perdeva. Il 31, avvicinati i cannoni a lle mura, si iniziava. l'ultimo assalto; la breccia in poche ore era aperta, e la piazza, in cui le sofferenze della fame s i facevano già sentire, e in cul erano cad u ti a lmeno 4000 proiettili, compresi quelli lanciati dalle navi, si arrese (I O agosto). I difensori, r idotti a 300 u. validi, ottennero dj essere condotti liberi a Tolone. La città tornò in potere dei Francesi quando questi r ipresero la Cors ica ( 1796).

Calvi dell'Umbria. Comune in prov. di Perugia, fond ato sull'antico l11lons Calvus nel secolo I X. Nel d icem-della T orretta . Nel 1453 le fortificazioni vennero rebre 1 i98, du rante la breve campagna franco-napoletana, .sta.orate e rafforzate dai Genovesi, per opera di Salvago l'ala destra dell'eserc ito napoletan o erasi a ppoggiata a dei Salvaghi. Nel 1543 furono ingrandite da Nicolò ImC. ~I gen. Macdona.ld, coman dante in capo dell'esercito periale, governatore della Corsica. francese, con manovra combinata, avanzò verso C. su Nel 12i8 gli abitanti si con federarono con Genova. tre colonne comandate d ai gen. K ellermann, R ey, e LeN el 1282 i P isani, con 7 galee, posero il blocco a Calvi, moine, sulla strada di Rieti. L a forza complessiva dei ,dopo di avere battuto e fuga to una flotta genovese, Francesi era d i circa 14 bgl. e 10 sqdr., mentre i cliT u ttavia, avendo per duto quattro delle loro navi dafrnsori d i C . erano circa 6000. Una colon na però, comanda.I.i dal gen. Metsch, di circa 4000 Napoletani, era in marcia per venire i.n soccorso della guarnigione d i C. Ma le colon ne francesi non lasciarono tempo ai Na-poletani cli attendere i soccorsi, giacchè, battu to il grosso dell'esercito napoletano a.gli ordini del gen. Mack p resso O trìcoli, si d iressero rapidamente su C., che non ritenendo opportuno attaccare di fronte, presero alle spalle penetrando nell'abitato attraverso una breccia. praticata nel mmo del con vento delle O rsoline. Giunt i così di sorpresa alle spa lle del presidio napoletano, questo, dopo vivo comI battimento durato 6 ore, si arrese, I I _prima che potesse giungere la co. e Spane ,. ",r""'" lonna ~1etsh, che presa a sua volta dal panico, depose le armi. Piant.a della baia di Cal vi nel sec. XVJ II Calvi (SOC. X VIII)

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ff Calvi risorta (ant. Ca.les-Caleno). Comune in prov. di Caserta. Nel 332 a. C. i suoi abitanti sono in guerra conti::o i Romani ; rna ne vengono sconfitti e C., presa ed occupata da guarnigione romana, divenuta baluardo romano contro i Sanniti, iu devastata dalla: guerra. Nell'879 cadde in potere dei Saraceni che la distrussero interamente; fu riedificata, ma più tard i attaccata e presa dà i Normanni, che la diedero alla Chiesa. Calvi Giovanni Battista.. Ingegnere mii. del sec. XVI. Fu incaricato dal governo spagnuolo di d ir igere le difese di Rosas ( 1552), poi quelle di Cadicc, ( l556), di Pe.rpignano (1565) e di a ltri punti della frontiera. Un Calvi Andrea, n. di Oncglia, fu al servizio di Francesco I, come capitano e come a mbascia tore. Calvi Pasq11ale. P atriotta e storico sicil iano del secolo XIX, n . a Messina, m. a Torino. Partecipò alle congiure contro i Bor boni, e, mandato a l confino in Ca labria, vi fondò gruppi di Car bona ri. Scoppiata la r ivolu?.ion~ del 1848 vi prese parte e fu ele tto membro del Comitato, deputato e m inistro a Paler mo. La vittoria dei Borboni Jo costrinse a rifugiarsi a Malta, dove scrisse le· << Memorie storiche e critiche della R ivolu7, ione siciliana del 1848 ». Nel 1860 accorse iil Sicilia e fu da Garibaldi nominato presidente cjella Corte di G iustizia. F u deputato per Partinico nell'VIlI legislatu ra. Calvi Pietro Fortunato. Patriotta, n. a Noale, m. a Mantova (1817-1855). Entrò nell'Accademia militare di Vienna, e ne uscì ufficia le, ma nel 1848 s i dimise dal grado d i te. - -, . ' nente e accorse in difesa di Ve' i nezia insorta da. cui fu mandate> . ' a difendere il Cadore. Questa d ifesa contrn il Nugent e il Cu lz fu. eroica; ma dinanzi alle sòverchianti forze nemiche dovè ritirarsi a Venezia, dove combattè eroicamente, scgnala11dosi specialmente a Marghera, a ì\.1estre, a Brondolo, e a T reponti. Caduta Venezia em igrò a Torino

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ove con tinuò a cospirare. Preso l'incarico di operare un

tentativo d' insurrezione nel Cadore e nella valle del P iave, con qmtttro compagni, nell'ottobre 1853, passando per la Svizzera en trò in Val di -Sole, dove fu arrestato per il trad imento di una donna . T rasportato a Innsbruck, poi a Verona, Qu indi a

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Monumento a Pie11·0 ·Calvi sul colle rl; Contràs

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Mantova, quivi il 17 gennaio 1855 fu cond annato a morte coi q uattro compagni. Questi f uron.o gra.ziatì, n1a C., il 4 luglio, dopo aver rifiutato di chied ere la grazia, dimostrandosi impavido, f.J impiccato a Belvedere.

Legione Pier Fori 11nato Calvi. V. Cacciatori ( delle Alpi).

577 _ Calvi G,aetano. Generale, n. a Reggio Emilia nel 1855. Sottot. d 'art. nel 1878, fu da maggiore (1900) addetto alla Scuola Centrale di tiro di fanteria. Conservò tali funzioni anche n ei gradi di te.n. colonn~llo e di colonnello, e collocato in P. A. ( 1913), r aggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione.

Calvino (Tito Vet-u-rio). Console romano, comandante nel 321 a. C., ,:on Spurio Postumio, dell'esercito romano che i u vinto d ai Sanniti presso Nola e costretto alla vergog11a delle Forche Caudine. Calvino Sal1,atore. Patriotta, n. a Trapani, m . a Roma (1839-1883). Prese par te alla rivoluzione del 1848 e partecipò alla spedizione in Ca labria. Fallita questa, men• tre tentava di recarsi a Corfù, fu arrestato e rinch iuso a Castel S. Elmo, donde uscì nel dicembre 1849; riparò a Genova e poi alla Spezia, compagno del P isacane. Prese p,u·tc alla campagna del 1859 coi Cacciatori della Magra, donde passò nell'esercito regolare, d a cui si dimise per partecipare alla spedizione dei Mille; fu ferito a Cala tafimi, promosso ;naggiore e nominato cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Nel 1862 s i recò a Catania per tentare di dissuadere Garihalcli da ll'impresa d i Aspromonte, e fu invece arrestato a Napoli sotto l'accusa. di averla favorita. Nel 1866, maggiore dei volontari, ottenne la nom in a a ufficiale dell'Or dine mii. di Savoia: a lui Garibaldi consegnò, per trasmetterlo, il celebre telegramma « Obbedisco>>. F u deputato di Monreale e di Trapani per le legisla ture dall'VIII· alla XI. Fu poi provveditore agli studi, ispettore a l )'linistero <iella Pubblica I struzione, e nel 1879 fu nominato consigliere di Stato.

Calvisio (Céo Sabino). Ammiragl io romano del secolo I a . C. )-'"cl 38 a . C. ebbe da Ot tavio il comando della flotta contro Sesto Pompeo e n el seno di Cuma· fu battuto dalle navi pompeiane; andato in soccorso d i Ottavio verso Messina, la sua flotta. fu dispersa da una burrasca. I l wma.ndo gli fu tolto e dato ad Agrippa. Calvo (Giovanni) . Generale francese (1625-1690). Brigad iere di cavalleria nel 1667, maresciallo di campo nel 1675, nel 1676 si difese valorosamente per 50 giorni a lVIaestricht arrecando a l nemico ingenti perdite, divenendo ten. generale. D i 111aestricht tenne il comando sino a l 1679 . Calza ( Ordi'lle della). Ordine cavalleresco istitu ilo nel 737 d,d Doge Ipato nella Repubblica di Venez ia . Non ebbe lunga durnta, ma n el 1460 fu rimesso in onore dai getll'iluomini vene7.iani i quali si scelsero un capo, e fissaro110 come scopo dell' Osdine, quello d'istruire la gioventù nell'esercizio delle ann i e nelle discip line m ilitari.

calza P lo

Calza Pio. Generale, nato a Medicina (Imola) nel 1847. Partecipò da s'ottot. cli fanteria a lla can,pagna del

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1866, frequentò la Scuola di guerra, e nel grado di colonnello ( 1898) ebbe il Comando del 30° fanteria. Promosso magg. generale (1904) fu nominalo comandante della brigata Umbria . Collocato in l'. A. (1908) e r ichiamalo nel 1915 con le funzioni di comandante territoriale della divis. di 'Bologna, raggiunse nel 1924 il grado di generale di corpo d'armata. Pubblicò : (< Nuova luce sugli eventi militari del 1866 >> e conaborò a varie Riviste mi litari.

Calzature militari. La calz1tura considerata sotto il punto di ,•ista igienico-pratico-economico, costituisce un importante problema militare il quale può reggere confronto col! quello dell'armamento. Fra tutti gli oggetti di corredo, la calzatura ha, indubbiamente, grandissima importanza, contribuendo in alto grado alla resistenza e manovrabilità delle truppe. Difatti una calzatura, che mal si adatti al piede, produce, fin dalle prime marce, escoriazion i e compression i, sì d,i porre fuori combattimento più uomini che non le malattie, menomando, in tal modo, la potenzialità delle unili combattenti. Tutte le ci\'iltà : egizia, greca, romana, che già conoscevano le calza ture, riservandole solo a i r icchi, estr.sero sempre que5to privilegio ai m ili tari. Ncll'antirn Grecia, i guerrieri facevano uso d'una. speciale calzatura detta. « =emidc », in cuoio forte, guarnita di lamiere di stagno o di rame. Ebbero ancora la « crèpida. militare ». un sandalo con un intreccio d i striscr. di cuoio, che ~i raccoglievano sul dorso d~I piede. l:'rPsso i Roman i, h C. A[. tipo, fu la « càliga » senza chiodatura e con chiodatura; sandalo che fascia. ,·a. il piede e il collo del piede

t'anni compaiono i primi « stimi i >> militari in pelle e tacco di cuoio, mentre lo sperone, in origine un chiodo simile a quello -dell'elmo tedesco d'oggi, fu sin dal J'v!ille usato dai cavalier i italiani. Le impedimenta di Gustavo Adolfo riservarono spazio alle C. )J., le pro\'videnu del Loumis ne costituì-

'I. Stlvalfno alpini ,. :u·tlµ-Jlerla da montag11a (1000); 2. Scnrpa armi a plcCII (1872); 3. Sllvallno ca,all~rta (18i2J ; 4. Stirnllno modello e ardilo>; 5. suvalino

souumctali mutilc-anll (1S8-i) ; 6. Sti\'alino ~,p1111 e al'llgllc1·1a da mo111a gna (1910); 7. li!lnlino i((•nto (1880); S. Stival lno ,u•t ig-li erin e carablnlerl (1893); il. :-;noi« <·ll~fil Ic 1•ist ica de l IO i!li vali no 8.

rono dei magazzini permanenti. ::-Sapoleone vi dedicò particolari studi, estendendo ai suoi soldati quanto su di se stesso esperimentava nella vita di guerra. l i Princip<! di Hohen lohc molto a proposito chiama le scarpe nelle sue lettere sulla strateg ia << un elemento strategico». N c!lc passate campagne il catti,·o stato delle calzature poro mancò che non producesse le pi(1 funeste consrguenze, come rilevava il Von der Golt7. nella campagna francoprussié!na del 1370-187 J. Si videro ne l mese di d icembre, in un inverno r igidissimo, so ldati marciare in strade fangose, con scarpe lacere. molti in zoccoli. E nel corpo del Gran Duca di 1-Jèklemburgo, in seguito a marce faticose, molte compagnie ~vevano molti uomini senza scacpc, con scapito del l' ot·dinc e delle operazioni. In Italia, nel nostro eserc ito, fm dal 1858 era già di prescrizione una. (( scarpa per la fanteria»; man mano ,·ennero adottati tipi speciali di calzature, adatte per le varie arn1i.

1. Cnemillc del guer.,·terl 1,recl; 2. Cu llgtt ciel soldato 1·0111ano; 3 . t111tzatu ra ciel rnvali~ r i il:olln11 1 del 1000 ; J. ca111,a clavata (con 1 c·111oclJ).

sino alla parte inferiore della gamba. Xel medio evo, la ca. lzatura. dei guerrieri era in metallo, .finemente cesellata dai migliori artisti dell'epoca, trnsfonnata in complemento delle r icche armature che i cavalieri indossavano nei tornei e in guerra. Durante b guerra dei Tren-

Calzia (Francesco). Medaglia d'oro. ::,;ato a Vi lhguard ia, pa rtecipò al le campagne contro la Francia della fine del 1700 come capitano delle milizie d'Oneglia. il coraggio dimostrato nel 1798 gli \'alsc la medaglia d'oro al valore: cc per l'attivitil. e fermezza d imostrate nel far trionfare le armi nostre nel Princ ipa to d'Oneglia contro gli allentati dc' Liguri a i quali prese il 27 giugno 1 i98 la ridotta di Colle Bassa». Xel 1 i99 gli venne accordata la. paga di capitano delle milizie. Per le prove di devozione che poi continuò a manifestare, Vittorio Ema1,uele I nel 1816 gli assegnò un'annua pensione. Calzolaio militare. Il senizio delle costruzioni e


J. -- 57!) :riparazioni a lle calzature mili ta ri è a ffidato, nella qua si -totalità, a capi operai calzolai borghesi, assunti mediante regolare contratto a licitazione privata. La semplicità •<lc!la calzatura militare non esige tan to degli spec ialisti ,quanto un personale, appun to perchè borghese, di pieno --cd incondizionato gradimento per l'amministrazione mil itare pel fatto che è chia mato a vivere, in par te, In vita in t ima d i caserma . La cost ru7. ionc d i ca lzature ai capi .operai calzolai, rappresenta l'eccezione. i\d essa provvede l'OpiJido Vestiario ed equipaggiamento (Torino) il qua le p er la su a a tt rezza tu rn e per la sua orgi,nia a zionc, può provvedere a bbondantemente a i bisogni di pace, non ~olo, ma anche di guerra. Il servizio delle riparazioni, invece, è di massima affidato a borghesi, il ·che non esclude p erò che possa essere fo tto anche ad economia, sia come mezzo normale in sede d i guarnigione, sia come meuo eccezionale in particolari contin_p;enze cli tempo e di luogo, qu ali p ossono essere i11 d islaccan1ento o in guerra. S i è pe rciò, che s' impone la necessità di addestrare e preparare sin dal tempo di pace i soldati calzolai, che già del mestiere, possano domani esse re clementi su i quali poter fare s icuro afficla mento. l'er le riparazioni. col sistcm:t << ad economia» l'amministrazione militare impianLa n~lì"in•.erno dei corp i dei la boratori che funzion ano, come dire?.ione tlisc iplinarc e amministrati,·a, a mezzo di un ufficiale incaricato; come direzione ternica da un capo laboratorio borgbes.e . assu nto in se rvizio con ton trat to di lavo ro an nu ale; CO·· mc mano d'opera con solda ti c,Llzola i ed cccczionnlmen!c · con operai borghesi a cottimo; nei riguardi delle materie prime e allrezza1ura con arqu isti d irclti fatti dal corpo con l'osservanza delle disposizioni che J"Cgolano b materia contrattuale. Una apposita tariffa comprcnd~ · tutte le riparazioni possibili, e di ciascuna di esse fissa il compenso dovu to. ,\I le manovre di campagna cd in guerra i repar ti dispongon o di « colli o sacchi pel c:i.1zolaio » contenenti l'arredamento di piccoli laborator;, uonchè le materie prime neccssa rie per le riparazion i alle calzature da e~q:uirsi diret tamen te dai solcl a li-cai_zolai.

Calzuolo. Viene così chiamato il fornimento di metallo d i qualunque ar ma d ' asta, che sta dalla parlr opposta alla punta. Esso, generalmente era appuntito, tae1to nelle a-ae. quanto nelle lan<'ic, cd era fatto ;>er ferire, se le cirrostanze In richied evano, usando lo come una seconda punta. di fortuna (wspidc) op pu re prr p otere p i,wtare l'arma nel ter• reno percl1i, si mantenessc ritta srnza doverla tenere a mano od appoggiare a pare• \ I t i od altro colla. punt~. Camacho (Eliodo1'0). Generalr boliYiano I del secolo XIX. F u comandante in capo delL r.o tzuolo rii lallcla 1110le forze della llolivb <lcl'!la coo ;i,ta <l i 1r~110; 2. Idem con ast,1 metalnel 1879, contro il Pelicu; 3. Cuspide amica. rù 1 scelto a ri1npia..tzlcre Duza , m,L non potè imped ire la viltori,L cilena. Q u in-<d i fu a capo del partito liberale.

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Cama chos (l'ra,r,cesco di Borja, marchese dei). Ammiraglio spagnuolo ( l 726-1808). Si battè in tulle le lo:te che la Spagna sostenne nella sua epoca, contro i pirati, contro gli Americani del sud, con tro gli Inglesi, contro i F rancesi. Kel 1793 al comando di una squadra di 9 fregate e 2-t na,·i minori, prese San Pietro e Sant'Ant ioco, tolte a lla Sardegna po,o p rima dai F ra ncesi, e le restituì a l re d i Snrdcgna. Nel 1805 fu nomi nato comandante in capo della flotta, malgrado la tarda età; ma l'anno seguente fu assassinato dalla folla di Cartagcna, rome sospetto cl i francofìlia. Camaglio. Quella parte di armatura difensiva che si portava attorno al collo, con o sen~a cappuccio, e che

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era cli nrnglia p iù fitta e q uiJLd i più res istente; e~so co pri\'a anche le ~palle. Era portato fin dal secolo Xl\'

e forse anche p rima a copertura anche della testa; introdotti g li e lmi, pa~sò a coprire i! co llo e le sva lle. L a maglia cm di filo di acciaio o di ottone, più fitta di quella del giaco, e talvolta era attaccata a lla pa r te inferiore dell"c!mo o del bacincltù, quin di la voce <C cimo o bacinetto a camaglio ». Anche ai ca,·alli ponevasi una specie d : C. a p rotezione della testa e del collo.

Camagna (antic.tmen te Camania Canapitie11tiiw1). Comune in pro,·. di Alessandria. <:a111agl10 (le) scc. XI V E rct mun ito d i un.L forte rocca. Nel 1431 fu preso e saccheggiato eia Francesco di Cotignola. per conto del duca Filippo Visconti di Mi!aJ10. Yenne succcssiv:1111cnte ripreso d a i Conti d i Valp erga. Cnmag11a Giuseppe. Generale, n. ad Ale;;.<;andria nel 1$73. Sottot. d i fanteria n el I89 l , partecipò alla campa.gna i talo-turca (19 11-12) e si d istinse d urante !:i guerra del 1915-JS q uale colonnello coman dante del 236° reggi-


mento fanteria, meritandosi due med. d'argento nelle azioni del Monte Santo nel maggio e nell'agosto 1917. Nel luglio 1918 assunse il comando del 64° regg. fant~ria di marcia clislocato in Francia; nel [924 il comandll del 69° fanteria. Promosso generale di brigata ( 1926) fu nominato Ispettore di mobilitazion~ presso la divisione d i Catanzaro.

Camaiore. Comune in prov. di Lucca; venne fortificato nel sec. XIV per opera dei Lucchesi. Nel 1429 fu preso e danneggiato dai Fiorentini. Camara (Emam,ele della C. y Libermoore). Ammiraglio spagnuolo nato nel 1836; fece la campagna del Messico, quella del Callao, quella di Cuba, quella delle Filippine. Nel 1908 assunse il • comando d i una squadra di 4 navi da guerra, 3 cacciatorpediniere e alcuni piroscafi, destinata all'isola di Cuba. La squadra partì ma tornò indietro alla notizia della sconfitta di quella del Cervera. Camarina. V . Santa Croce Camerina. Camara Emanuele Camaron (Combattimento d,) (30 aprile 1863). Fa parte della spedizione francese nel l\fossico. Qualche giorno innanzi alla presa di Puebla, una compagnia della legione straniera composta di 3 u fficiali, e 62 uomini, agli ordini del capitano Danjou , andava d'avanguardia da Chignihuitè a Palo-Verde per far la strada a due convogli d'argento' e di munizioni, quando fu attaccata violentemente da una colom1a messicana composta d i 1500 fanti e 800 cavalli. La compagnia respinse due attacchi, e si ritirò nella Cascina C. che organizzò a difesa. Perduto• il proprio capitano, il sottotenente Vilain continuò la, difesa, finchè alla sera egli fu pure colpito a morte. Lo sostituì il sottot. Maudet, ma anch'egli velllle colpito a morte dopo a ltre 3 ore di fuoco; e finalmente i resti della compagnia furono fatti prigionieri. La compagnia aveva perduto 46 uomini con 3 ufficia li e 20 sottufficiali e soldati morti. Ma il combattimento costò ai messicani 200 morti e· 100 feriti, e permise al convoglio di mettersi in salvo.

Cambiano (fra' Ascanio). Generale piemontese delle galere ed arnmi.r. dell'annata della Religione (sec. XVIXVII). Condusse n ella primavera del 1603 l'impresa contro Lepanto e Patrasso, riportandone 16 pezzi d'ar:iglieria e 392 schiavi. Nel maggio delJo stesso anno con altra armata navale, di 4 fregate, 4 feluche e 5 galere, tentò un attacco contro Monastir, che non riuscì. Fu poi alle dipendenze de'! l\farchese di S. Croce in .l evante, contro i Turchi. Cambiano di Ruffia Gùtseppe. Generale piemontese (sec. XVI-XVII) e scrittore mii. Distinto artigliere, si mostrò a bile ~tratega sulle Alpi p iemontesi. Comandante g1:nerale dell'art iglieria dal 1580 a l 1605, fu frequentea mente incaricato d i mettere in esecuzione le imprese piìi difficili nelle guerre della fine del sec. XVI. Nel 1588 sloggiò i Francesi da Carmagnola conquistando ricco

580 bottino. Scrisse una relazione sulla vita di Emanuele Fi7iberto e d i Carlo Emanutle I e la slmia del suo tempo, dal 1496 a l 1599, intitolata « Historico discorso» .

Cambiano di Ruffia Eugenio. Generale p iemontese~ morto a Cambiano nel 1785. Primo scudiere e gentiluomo di camera dei Duchi d'Aosta e di 1\fonferrato, divenne magg. generale di cavalleria nel 1781.

Cambio (di n11111ero e di categoria) . Era uno dei modi di dispensa dal servizio, previsto s ino a pochi anni fa dalla nostra legge sul reclutamento, e consiskva 1,ella facoltà. concessa ad un ù1dividuo di compiere ili servizio militare in luogo del proprio fratello per particolari condizioni di famiglia. Tale dispensa dal ser·vizio era detta anche surrogazione <li fratello, per distinguerla dalla surrogaz ione ordinario, ed era possibile solo, quando in una stessa famiglia non tutti i fratelli erano obbligati al servizio militare, Essi si scambiavano g l i, obblighi di servizio, va.le a dire il numero che avevano, estratto e la categoria. Essendo ora state abolite le varie categorie, tale eccezione è venuta automaticamente a cadere. Essa non poteva considerarsi un'eccezione nell'interesse della famiglia, ma, come !'affra ncazione e Ja, surrogazione ordinaria, r appresentava un ingiusto cd' immorale privilegio, le cui dannose conseguenze per h sana compagine dell'esercito non occorre porre in luce tanto sono evidenti. Queste specie d i dispense dal servizio sorsero in Francia · pochi anni dopo la pubblicazione della legge Jourdan, cd ebbero larga app licazione sino al 1870; indi con l'estendersi del giusto principio dell'obbligo generale e persona le al servizio andarono gradatamente scomparendo. Si era arrivati, un tempo, ad ammettere il C. anche fra estranei', in modo che chiunque potesse farsi: sostituir:c da altri nel servizio militare, ciò che permetteva che il r icco co11Jprasse il povero per questo scopo. Cambio d·i guarnigione. Sistema di rotazio1~e de lle· gu~rnigioni per le armi di fanteria e cavalleria, che si,. usa in Italia, avente per iscopo d i a lternare, dopo un dato periodo di anni, le residenze meno fortunate con, quelle più favorevoli. Talvolta ciò avviene anche per ragioni d'indole militaxc, e morale, oppure per nece·ssaria. sistemazione delle guarnigioni per questioni ter ; itoriali. Le trnppe alpine hanno guarnigioni estive ed invernali. L'al'tiglieria ed il genio, d i massi'llla non cambiano, e solo ultimamente ebbero luogo alcun i spostamenti per nuova dislocazione delle diverse specialità. La rotazione delle residenze avviene poi semestralmente od annualmente per i disatccamenti. Il provvedimen to fu legato in modo particolare alla formazione del regno d'Italia,. aJ!o scopo di amalgamare per quanto possibile gli abitanti delle varie regioni, vissute per secoli divise. Cambfo degl-i avamposti. II servizio d'avamposti, persua natura faticoso e logorante, non può essere disimpegnato per troppo lungo tempo dagli stessi repar ti. senza pericolo che esso venga a perdere della necessaria efficacia : p er contro, nell'interesse della miglior conoscenza del 'terreno da vigilare ed allo scopo di mantenere nella zona d'osservazione la maggior possibile tranquillità, conviene che la sostituzione dei riparti in essa impiegati non sia molto frequente. I l cambio degli avamposti va pertanto regolato iu modo da conciliare le. suesposte contrarie esigenze, prendendo norma dalle circostanze e lasciando conveniente latitudine di decis ioni. al comandante dell'unità che s i copre con gli avampo-


:Sti. In massima, negli avamposti a disposizione sistema.tica completa, il cambio avviene; per le p iccole guardie, di giorno, ogni 24 ore o più spesso se il comandante ,d'avamposti lo creda opportuno; per le gran guardi,\ -ogni 24 ore; per la r iserva <l'avamposti, quando tutti i suoi riparti abbiano compiuto il turno di gran guar-dia. Il cambio si esegue in s ilenzio, senza farsi scorgere dal nemico e preferibilmen te a-1 mattino. Può convenire l'efiettuàzione del cambio durante la notte nei --cas i eccezionali, non improbabili nelle operazioni d'assedio, in cui gli avamposti montanti conoscano già la :.zona per avervi prestato altra volta lo stesso servizio. In ogni caso gli avamposti smontanti non lascia.no le pos izioni occupate sino a che quelli montanti non sia·no ben sistemati ed entrati in piena fun zione. Quando ,l'unità che staziona sotto la coperta d i sicurezza riprende la marcia, avviene il ritiro degli avamposti. Es.so ha _luogo all'ora indicata d al -comandante de] corpo principale; questi prescrive anche se la truppa deve r ientrare a l grosso della colonna (caso normale) o all'avanguardia, o alla retroguardia (nelle marce in ritirata). Nel caso orn acccnnat.o di marcia in ritirata, gli avamposti _procurano di lasciare le posiz ioni senza che il nemicQ J)Ossa accorgersene.

Cambio delle trupj1e in linea. T ermine sorto per con·suetud i11e durante· la guerra mondiale, nel periodo della sua forma stabilizzata (guerra di trincea) confermato ,successivamente anche da lla terminologia ufficiale. Al primo periodo di guerra d i movimento, condotta secon•do i canoni prebellici dell'arte della guerra ( periodo breve come a tutti noto),. seguì quel lo della guerra di stabilizzazione, caratterizzata dal grande svilu ppo della fortifica zione campale (trincee e difese accessorie) e dal ,ravvicina mento delle linee avversarie con reciproca a ttitud ine d ifensiva e temporeggiatr ice. Ne_i p rim i tempi le ,stesse truppe delle prime lince d i schieramento ebbero il compito di gucrnire e presid iare le trincee. Il prolu n•garsi però d i ta le staio di cose rese necessario non solo -di addivenire al camb io delle truppe in linea, ma di fissare, in prescrizioni d i massima, quasi con carat tere •regolamentare, le norme per <lisciplinare tale atto. · Il cambio delle truppe in linea può essere cons iderato -da un duplice punto di vista: da quello «tattico>) e ,da quello concernente l'« avvice ndamen to" delle tru ppe in linea per 11ccessità fisiologiche, morali e disciplinari. D al !alo « tattico l) il cambio delle truppe in linea rapp resenta un momen to critico per il parlito che lo esè,gue, di cui il nemico può appro fittare per effettuare un attacco. Per eliminar e tale eventualità si è ricorso a lle; . seguenti previdenze: - ricognizione 11reven tiva per parte d i ufficiali per -conoscere itinerari, punti ì,mportanti e delicati, ecc. ; - precedente invio di ufficiali e aliquote d i truppa per prendere le conseg11e; - grndualilà nell'esecuzione del cambio; - esecuzione notturna, in assoluto silenzio ; - n on provocare reaz ioni del nemico durante il camébio con tiri di artiglieria, bomba.rde, ecc. ; - effettuare il cambio per unità organiche.

L'm,..uicendame1ito (V.) delle truppe conseguì anche acl una necessità discip linare e di addestramen to, oltrccl,è ·fisiologica. La vita di trincea produceva un r ilassamen·to nei vincoli organici dei repar ti, e attutiva lo spir ito ,.aggressivo delle truppe, in quanto si radicava la me1) .; nalità della tattica p rettamente difensiva, la quale non

581può condurre a r isultati positivi. Nelle seconde linee le truppe, oltre che ritemprars i, coh r iposo e coll'igiene, venivano perciò addestrate alla guerra d i movimento e offensiva; i capi le r iprendevano alla mano, e non esitavano a ricorrere, a tale scopo ( e con ottimo successo per quanto sembrasse un ana.cronismo) alle esercitazion~ in ord ine chiuso. Il cambio delle truppe in linea si cominciò ad orgaj nizzare e disciplinare coi criteri sopra enunciati, co3Ì presso il nostro esercito come presso gli altri belligeran,l i, versò la metà del 1916. Una circolare de l gen. Cadorna, appunto del luglio 1916, stabiliva che nessun reparto doveva stare nella tr incea avanzala più di 24 ore, nessun battaglione in prima linea più di 8 giorni e nessun r eggimento in trincea più di 1$ giorni.

Cambis (Gi-useppe Velleron di). Generale e scrittore mii. francese, (1706-1772). Fu capitano dei dragoni poi generale della fanteria del papa. Lasciò diverse pubblicazioni storiche e militari di cui la principale è una « Storia d i Avignone" · Giacomo di Cambis. iVIaresciallo di campo francese, m . nel 1653 in seguito a ferite riportate nel combattimento di Palamos, in Cata logna, <love colllandava la cavalleria . Luigi di Cambis. Generale francese (1669-1740). D al I 724 a l 1728 fu ambasciatore in Savoia e poi comandante del Delfinato. Promosso ten. generale n el 1734, due anni dopo andò in Inghilterra come ambasciatore\ Luigi di Cambis. Generale francese ( 1725-1786). Combattè colla cava lleria in Boemia, in Baviera, sul Reno, nelle F iandre, fra il 1741 e il 1760.

Cambise. Re della Persia nel 529 a . C. Nel 527 marciò sull'Egitto e lo conquistò in sci mesi, devastandolo. Tentò due spedizioni: contro Cartagine e l'Etiop ia, ma entrambe fallirono. Approfittando della sua assenza gli venne tolto il potere; mentre marciava verso la Persia per r iconquistarlo, morì a Ecbatana. Cam bodge. Regno dell'Asia meridiona le sotto il prokttorato francese, compreso nell'Indocina. Ordine reale del Camboclge. Istituito d al re Norodom I 1'8 febbraio 1864 in ricordo della liberazione del Can,bodge dal dominio am1am ita. Tale ordine divenne francese nel 1896. Comprende S classi, da cavaliere a gran croce; è dato ai bene111er iti per il servizio a l paese. La decorazione è costituita da una raggiera ad 8 punte con raggi in oro tempestati da brillanti, sormontata da corona rea le in oro, sostenuta da nastro rosso orlato da due bordi verdi.

Cambrai (ant. Ca.meracum) . Fu una delle prime Lerre pa.s sate Ordine· real e del Cam.boctge dal dominio dei Romani a quelle dei Franchi, e nel 1-kclio Evo venne fortificato; n el sec. XVI, alle ant. mura vennero aggiunti baluardi robusti, .con fosso, e una cit tadella con 4 baluardi e difese accessorie. Durante le gueuc d i predominio tra Francia e Spagna il possesso d i questa città fu aspramente disputato, data la sua situazione geografica, ed il fatto di essere sta-


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ta già da tempo for tifi.cata: ed i nvero, sita sulla destra dello Schelda, costituiva u na p iazza che sbarrava la grande via d'in vasione dalle f iandre - allora spagnuole alla Francia, lungo la direttrice Sambre- Oise. I. Lega i:Ji Cambrai. Alleanza conclusa ai danni della Repubblica d i Venezia nell'anno 1508, il 10 dicembre, sotto gli a uspici di Giulio II, il qua le si proponeva « di fa r cessare le perdite, le ingiurie, le rapine, i danni che i Veneziani hanno arrecato non solo alla Santa Sede Apostolica, ma al Santo Romano Imperio, a lla Casa d 'Austria, ai Duchi d i )1ilano. ai re di Napoli ed a molti a ltr i pr incipi occupando e t irannicamente usurpando i loro heni, i loro possed iment i, le. loro città e castella, come se cospirato avessero per il male di tutti ... ». Aderirono alla Lega, oltre a :Massimiliano I, a L u igi XII d i Francia, a Ferdinando d 'Aragona, quasi· tutti i principi italiani. Secondo l'accordo, il territo rio dello Sta to Veneziano sarebbe stato ridotto a i confin i segnali da lle lagu ne; sarebbero quindi ri tornat i al Papa Rimini, F aenza e le a ltre terre d i Romagna con quistate, nel secolo precedente, <ilai Veneziani; all'I mpero I'adova, Vicenza, Rovereto, T rento, il F r iuli, l' Ist ria e il Pa, triarcato d'Aquileia; alla casa di F rancia Brescia, Iler; gamo, Crema, Cremona; al re d i Napoli e d'Aragona i porti d i T rani, Otranto e llrindisi. Era stato a lt1·esì deciso cli accog liere nella Lèga anche il re d'Ungheria, il quale mirava al possesso della Dalmazia, il Duca di Savoia, che vantava diri tti su Cipro, il Duca di l'errara il quale agognava ad annettersi il P olesine di Rovigo e, in fine, il Marchese di l\1antova che voleva ri c upera.re la c ittà d i Asola. Venezia ebbe notizie della fo rmidabile coalizione d,d· segretario residente in Milano, il Caroldo, e su bito si adope rò per allontanare ta luni p rincipi della Lega mercè

prio luogo, furono : la battaglia cli Agnadello ( 1509) ;;;. l'assedio d i Pado,,a (1S09); l'assedio di Mirandola: (1511) ; l'assedio di Bologna (1512); la battaglia di RIJ.venna ( 1512); le fazioni d i Brescia (1512 e 1515-16); la.. battaglia d i Novara ( 1513); la battaglia di M.ar·ignan<>· (1515); l'assedio a l castello di 1vl·ila,no (1515); l'assediodi Verona (1S16). II. Pace di Cambrai (1529). Pone fine ad una delle fasi della guerra sop raddetta tra Francia e Spagna: detta anche « Pace delle Dame )), perché le sue trattative furono condotte tra Margherita di Savoia , zia d i Carlo V, e Luigia d i Savoia, sorella di Francesco I . La pace fu vantaggiosa pèr gli Spagnuoli, dannosa per iL Francesi, motivo per cui nel 1536 la guerra riarse fra i due Regn i, per finire con la celebre battaglia d i San Quintiiro. Nel 1724 si riun ì a Cambrai un grande congresso. europeo per decidere d i varie ed importanti questioni . della vita poli tica europea d i allo ra, ma i suoi r isultati furono minimi. III. Tentativo fOntro Cainbrai ( 1581). Appartiene a lla guerra di F iandra. Fu posto alla città da Ales,;andro Fa rnese, ed egl i la strinse con fortificazioni, che però., dovette abbandonare all'arrivo di un esercito francesecondotto dal duca d'Alcnçon e forte di 12.000 fanti e.· 300 cavalli. 1 V. Assedio d,: Cambmi ( 1595). F u posto dal Fuente5,. agli ordin i della Spagna, con 12.000 fanti, 3000 cavalli,. 80 cannoni ; vennero atTuolat i 4000 uomini d i fatica pe1· i movimenti d i terra, e raccolti approvvigionamenti e

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l'opera degli accor(i dip lomatici che essa aveva inviato

1-2-3-4. Bas t ioni

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presso le cort i di Euiòpa. Ì\r cl tempo s tesso armava un esercito cl i ben trentamila fan ti e cavalieri con buona artiglieria, affidandolo al cornanclo d i N iccolò Ors ino e di Bilrtolomeo d'Alviano. La du,·issi rna lotta, che minacciava d i ridurre la Repu bbl ica all'angustissima cerchi:1 delle sue lagune, dmò con varia fortuna per ben otto ann i e mise in sp lendida luce il patrio ttismo ciel popolo e la saviezza ciel patriziato veneto. I l re di Fra11cia mosse pel primo varcando le Alpi; egli assoldò 6000 svizzeri, e ottenne a iuti in de naro da- F irenze e da ]Hilano, mentre var1 s ignor i italiani allestivano compagni~ per marciare contro Venezia. La qua le, provata fin dalJ"inizio della lotta dalla grav issim.i. sconfitta di Agnadello ( 1509), perduic poscia, ad una ad una, le cit tà di terra fer ma, ribellatesi ai rettori veneti o conquistate d a i confedera! i, diede prova di fermezza eroica. Col ,;1emorabik assedio di P~1dova invano assali ta dai 111crcenari dcll'iinpcro, le sue sorti sembraJ"ono rial7.ars i. Assoldate nuove truppe, rafforzata l'a rmata di ben cinquanta galee, adottati i più efficaci provvedimenti per assicurare gli approvvigionamenti, la Repubblica ~volse a ltrcsì u n 'atti\'issim,L opera d·ip lomatica, ri uscendo a staccare dalla Lega il Papa e, con l'aiuto di q uesto, anche il 1·e di Spagna. Le r ivalità tra la casa d'Austria e quel la d i Francia per i possessi d'Italia contribuirono infine ad affrettare lo sciogliersi dell'alleanza (1516). Le perd ite d ella Repu bblica in te rraferma si ridussero, in con clusione, a lla ce$sione di Cremona, di alcun e città di Romagna e di due castelli, R iva d i Trento e Rovereto. I fatti d'armc memora b ili d i questa guerra, dc' quali s i d iscorre a l pro1

100 200 300rn.

PIANATA

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L'anl i(:a ~it.ta,tclla d i Camb r•ai

rnuni7.ioni in grande copia. La piazza era difesa da 3000 fanti e 600 c.:avalJi, fr3nccsi, svizzeri, valoni al comando del maresc. francese Balagny e ben munita. Il FL1cntcs.. 1


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-d ivise in quattro corpi il suo esercito, e ciascuna delle zone corrispondenti munì d i un foi·te principale e cl i ridotte e trincee di circon vallazione e cont rovallazione. Gli spagnuoli lavora rono di, trincea tra continue fazioni e sol to il iuoco delle ar tiglier ie della piazza, controbattuto da tre batterie, di 14, 10, 8 pezzi ciascuna, oltre a cannoni portali qua e là ne' siti p iù opportuni. Le trincee giunsero al fosso e quivi la lotta si accese vivamente. Frattanto i l re di Francia i nviò 500 caval li al soccors~ di C., ed e.5.5i riuscirono a penetrarvi r ianimando il coraggio elci difensori (fine settembre). Ma i l Fuentes, rinnovatè le sue ba t terie danneggiate dai d ifensori, aperse un fuoco terribile contro le mura, e con tro la città med esima. Allora i cittadini si ribellarono a l Balagny e'_ Io costrinsero a venire a patti col F uentes, cui dovet te ceder e la p iazza (9 ottobre).

V. Tentativo contro Cambmi (1657). Il visconte di Turennet iniz iando Ja campagna nel inaggio, decise di sorprendere C., tenuta da debole gu arnigione spagnuo!a a l comando del conte Salazar, e la investì t racciando trincee. l\ soccor rere C. s'avanzò il Condè, e riuscì con 3000 cavalli ad attraversai·e le truppe francesi. Ciò decise il Turenne a rinunciare all'impresa.

VI. Assedio di Cambrai ( 1677). 1Ylentre durava l'assedio di Valencien nes, il re d i Fran cia e Va.uban decisero d i assediare anche C. Vi era un presidio comandato da Don Pedr o Zavala, composto di 1400 cavalieri, 7 rcgg. cli fanteria, e 1000 borghesi ar mati. Den provvisti erano i magazzini. L'esercito d'investimento er a; composto cli 3S bgl. e 48 squadr. Il re fece costruire le linee di con trovallazione sulla r iva dest ra del fiume fino a 2300 e 3500 m. dalle opere n e mich e; e sulla riva sinistra fece altri lavori d i fortificazione, una specie di _linea di c irconvallazione che dal 22 marzo al 25 fu quasi terminata. Ne lla not te nel 2 aprile si iniziq i l primo attacco, con tiro d'artiglieria. Solo al mattino del 3 aprile risposero i d ifensori. Lo Zavola tentò colla cava ller ia una sortita, che costò tut tavia diverse perdite. L'assalto dei Francesi s i s ferrò contro il bastione N. E . l\fa l'at tività dei d ifensori riuscì a controbatterlo. Vauban intanto il 5 ma.r zo avan1.ò gli approcci e le parallele cont ro i due r ivell in i e le spiana te relative. L'ai·ti-glier ia prendeva posizione contro i l bastione Roberq donde veniva difesa la piazza da sud-ovest. Finalmen'.e ne lla nol le sul 9 aprile, gli zappatori si avvicinarono fino a SO m. a ,inistra, ed a 30 m. a destra elci terrapieno lun go le scarpate <lei fossi . E nella notte dal 10 all'll aprile, s i sferrò l'assalto alla sµianat;i della Corona. Nelle notti dal 13 al 17 apr ile, dopo un for te bomba.rclamento d i tutte le artiglierie, ed assalti r ipetuti e sangu inosiss im i, la città. capitolb, lasciando m:lle mani dei Francesi 2400 prigionieri. VII. Trattato di Cambrai ( 17 febbraio 1720) . Pon~ ier mine a lla guerra mossa dalla Spagna per cancella re le -conseguenze del trattato di Utrecht. La pace è :firmata t ra Spagna, Austri a., Francia, Inghilterra, P iemonte. Villoria Amedeo II riceve la Sardegna in cambio de lla Sicilia, e il titolo d i re. VIII. Attacco di Cambrai (1793). Le truppe <li Kilmaine avendo dovuto battere in r itirata, davan ti a forze austriache superiori> lasciarono guar.nigionc a C ., al comando del gen. Dcclaye (·maggio 1793). Il 6 agosto la p iazza fu investita dagli Austr iaci, 111:t si d ifese energicamen te e qua ttro giorni dopo gli Austr iaci battevano i n ritirata.

583 IX. Conferenza tedesca di Cambrai (settembre 1916).

Il grave insuccesso attorno a Verdun toccato ai Tedeschi nel 1916, e le sconfitte riportate nello stesso anno sulla Somme scossero fortemente in Germania la posizione cli Falkenhayn: l'opinione pubblica tedesca ne impose la sostituzione quale Capo di S. l\'L dell'esercito germanico, ed i l binomio Hindenlmrg-Ludendorff ne assunse l'eredità. l i 7 settembre 1916, i n conseguenza di tale fatto, si riunivano a Cambrai tutte le più al te personalità responsabili della vita -politico-militare tedesca e da questa conferenza sorse la così detta « politica di CambD i >l. I suoi capisaldi furono i seguenti : 1° Proced imenti da usare per vincere militarmente la guer ra. Si riconobbe la gravi tà della s ituazione e la necessità di ra-ccorciare l'estensione della fronte, per poi agire offensivamente, ma in modo deciso, a ccompagnando le grandi azioni militari con un'adeguata politica economica, sociale ed internazionale; 2° Negoziati per un'eventua le pace. Si riconobbe la necessità di dover accettare qualsiasi possibilità di pace, basata però sul concetto della pace così detta « bianca ,>. In conseguenza : . 3° Propaganda pacifista presso l'Intesa e specie presso la R ussia. S i dispose pcrchè una ben orga nizzata campagna fosse svolta in tutta Europa, per guadagnare l'opinione pubbl ica all'idea della pace «bianca», e si decise di allacciare strette relazion i cogli estremisti russi, allora dimoranti prevalentemente in Svizzera; 4° Impiego di sot tomarini e condotta verso gli Stati Uniti. Non ostante i pareri dei tecnici favorevoli all'immediato impiego dei sottomarini ne lla guerra senza quartiere a l commercio nemico, l'impiego dei sottomarin i fu ancora procrastinato fino al mar7.o 1917. X . Prima batt~gl-ia di Ca;;1brai (Guerra mondiale, 20 novembre - 3 dicembre 1917). Carnbrai fu occupata dalle avanguardie della 2" armala teclesrn il 26 agosto 1914, e per quattr o anni d mase occupata dallo straniero: la fronte franco - tedesca si stabilizzò ali' ove.st della città., prima assai lontano, p oscia, nel 1917, col ripiegamento elci Tedesch i sulla linea di H inclcnburg, piì1 ,·icii10. Le operazioni mili tari svoltesi nelle F iandre nell'estate-autunno del 1917 col loro esito sfavorevole ave.va no depresso i l mora le degli Inglesi, per cui sir Douglas Haig pensò di tentare nel novembre una ardita azione contro i Tedeschi nelle F iand re : e a questo scopo gli pa.rve zona migliore per agire quella cli Cambrni, s ia per il terreno ottimamente prestantesi per l'impiego delle numerose tanks ( cioè sorpresa materiale e n10ralc su i Tedeschi), sia pcr chè zona fi ttamente coperta da boschi. Scopi della battaglia : a) sfondare le linee nemiche tra i l canale del Nord e i l canale d i S. Quintino; b) occupazione del bosco di Bourlon, unica posizione per agire efficacemente su Cambrni, e dei passaggi sulla Senséc; e) eventuale sfruttamento ciel successo in direzione Valenciennes. I'étain ne fu avve rt ito solo il 19 n ovembre; ciò non ostante cl ispose per il concorso alla battaglia col distaccamento d'armata D egouttc. Cosicchè il 20 noverubrq n1aU ina, la 3a armala inglese - gcn. llyng - disponendo d i oltre 500 lan ks, passò all'attacco con tro la linea di IIindeHburg, ivi tenuta dalla 2" armata tedesca, comandata dal gen. v. J\.Iarwitz: 1° obiettivo il bosco il\ Bou rlon. L'attacco d i sor p resa delle tanks riuscì piena-


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ti il 29 ' settembre in Germania cominciò a delinearsi, mente, tanto che la ·1• e la 2• linea della complessa zona d i resistenza nemica furono facilmente sorpassale) quella crisi politica che doveva rapidamente portare a l~· l'armistizio. La lotta, intanto, In questa zona continuò; dal canale del Nord fino al bosco di Lateau, salvo però circoscritta alle immediate vicinanze di Cambrai, che che nei pressi del villaggio di Flesquières : le perdite il gen. Byng finalmente il 9 ottobre occupava e restifurono gravi d'ambo le parti; come da. ambo le parti vennero subito a mancare acconce riserve, agli Inglesi tuiva alla Francia. per lo sfruttamento del successo, a i T edeschi per sferCambray (Alessio). Generale francese (1760-1799). rare un'immediata e efficace azione controffen.siva. CaPrese parte a tutte ie guerduto il villaggio di flesquières il 21, gli Inglesi contire della rivoluzione, sul nuarono ad ottenere lievi progressi, sempre p iù vivaceReno e sui Pirenei. Pasmente contrastali dal nemico, man mano che a que · sato nell'esercito d'Italia, sto giungevano rinforzi, specie tratti dalla fronte russa . fu ucciso nel 1799 nella Solo l'occupazione del bosco di Bour!on avrebbe dr,lo bat taglia sulla Trebbia. agli Inglc3i il senso di una decisa e chiara superiorità: ciò non ostante la 62' divisione inglese solo il 27 noCambria. Trasporto vembre p9tè mettere piede in detto bosco, e.be però fu costruito a Londra ne I r iperduto su•bito dopo. La linea inglese, la sera del 29 1846, lungo m . 66,50, larc,·eava un notevole saliente, contro il quale, il 30 nogo m. 11, con dislocamenvembre, ebbe buon gioco ad agire poderosamente il v. to di tonnellate 1949, ma,:J:vlarwitz, con azione concomitante da sud e da nord, chine di HP. 500, equicontro i fianchi del sa liente stesso, per strozza rlo e: paggio 118; radiato nelcattur are gli Inglesi spin tisi troppo a vanti. Dal 30 i10~ vembre a l 4 dicembre si lottò strenuamente secondo ;; l'anno 1875. Cambrla Angelo concetto di cu_i sopra, e solo il giorno 4 cessò la battaglia, i cui risultati, se fecero guadagnare del terreno agli Inglesi tra Flesquières e Marcoing, ne fecero perdere loro altrettanto, se non più, verso sud. XI. Seconda battaglia di Cambrai (settembre-ottobre 1918). Più esattamente si può nominare battaglia d i San Quintino-Cambrai. Il gen. neu.xFoch, dopo i felici risultati delle ·o : . · _.,. Cantaing offensive alleate dal luglio 1918 in llCOIJl't 1,1 .Il O poi, decise, nel settembre, dì me1ro!Je11es nare ai Tedeschi un grave colpo al nord, per continuare intensa l'opera di martellamento in vari punti, che avrebbe dovuto esaurire ogni -re11ecoeur i-esistenza nemica . Questa volta la zona prescelta fu quella tra San Quintino e Carnbrai, zona che era la chiave di tulle le posizioni tra 10"' ~~-~_,;;✓ 7:_ Somme, Oise e Schelda, quelle, cioè-, 1 ,,." d"'",,, o 'I\ ':), , 'l. .-.. o~ della nota linea d'invasione Sambre' " ..,_a';!,r:..,n,.,_c:,. Oisc. La battaglia fu prevalente1';.. e,-- - , , '-';,.,' 'Y_ance/les ' ' ~✓ mente combattuta dalle Annate inglesi: solo a sud, verso S . Quintlan/017,.'J,;ife••··••• -tino, agì lo: 1" armata francese, Debeney. Su Cambrai anche quest~ • ' volta operò la 3" armata inglese ,,, (Byng); essa il 27 settembre dieàc t:i.(1.J o •~ .: i primi assalti col solito a usilio delle tanks, puntando sui passaggi del canale del Nord, verso Moeuvres; il 28, continuando l'azione, cominc iò a serrarsi a ttorno a Cambrai, e, perseverando nella. lotta di posi;oione in posizione, il 1° ottobre si a·<'vicinava da ogni parte all'abitato di Cambrai, mentre più a sud i Posizioni francesi all'inizio della batta9lia. Francesi rioccup,1vano e liberava.no 11 •••• u II 11 O 1 2 S. QuintiJ10. Segnò questa batta••••••••• linee difensive ~edesche. Km. ti=:l- - - - d===:lt=: :t=l- - - - -l===::1 glia l'inizio del crollo della resiLa prima battaglia di Cambra! stenza tedesca in Francia, ed infat-

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Can,!lr·ia Angelo. Generale, n. a Barcellona (l'viessina) mel 1867. Sottot. d'art. nel 1886, partecipò a lla guerra 1915-18, meritandosi tre med. d'argento ed una di bron.zo oltre la croce di cav. dell'Ordine mii. <li Savoia, n~lla 7,ona di Castelnuovo del Carso, nella zona d i Gorizia, .a Monte Debcli e sulla fronte del Basso riave. Coman,dò dopo la guerra il 22° regg. art. da campagna e promosso generale di brigata (1924) fu comandante d'arti;glieria elci C. d'A . di Torino; nel 1926 ebbe la nomina .ad Ispettore cli mobili tazione presso la divis. di Torino.

Cambridge (duca Adolfo). Feldmarescial lo inglese ( 1774-1850). Partecipò alle guerre contro Napoleone e -divenne nel 1831, Jìno al 1837, vicerè dell' Annover. · Cambridge ( Giorgio, duca di). l'eldmaresciallo ingle-

.se, figlio del precedente ( 1819 1904). Partecipò al comando d i ·una divisione alla spedizione di -Crimea. Nel 1862 andò a di1·ige1:e l'Accademia di Woolwich, ,e dal 1887 al 1895 fu generalissimo dell'esercito, cli cui pro-cedette al riordinamento.

Cambriels (Alberto). Generale francese (1816-1891). Durante la guerrn in Italia ( 1859) Giorgio d i cambrWg-e comandò un reggimento di fan- · . ,teria (84°). Generale cli brigata net 1863, di di\'isione ( 1870) venne ferito gravemente a Sedan. Nei primi di ottobre ebbe il comando dell'armata dei Vosgi. Dopo una serie cli combattimenti fu costretto a ritirarsi a Besançon, e fu destinato da Gambetta a l comando del -campo di Bordeaux. Dopo la guerra ebbe il comando -elci 10° e 13° C. cl' A. Si ritirò nel 1881 dall'esercito. Cambronne (barone Pier Giacon,o). Genernlc francese. Combattè in tutte le guetrc della Rivoluzione e dell'Impero, e si rese celebre per la dispc1·ata difesa, sul campo di Waterloo, a lla testa della Guardia Imperiale. G li venne allora a ttribuita la frase: << La Guardir, muore, ma non si arrende». Dopo la caduta di Napoleone fu comandante della p iazzaforte d i Lilla.

c ambus - Kenneth ( Battaglia di) . Appartiene alla lotta fra Inglesi e Cambronnc P ier Giacomo Scozzesi nel 1298: fu clctt a anche di Stirling-Bridge. G li Scozzesi, comandati da \Vallace, avevano preso posizione sulla riva settentrionale del Forth, presso l'abbazia d i C. K ., e quivi furono assaliti dagli Ingles i di Edoardo I , comandati da Warenne. Per attraversa.re il Forth, eravi un solo ponte, non lungi da Stirli11g, sul quale inoltraronsi gli assalitori. Wallacc, che osservava tale manovra, lasciò passare la metà delle truppe inglesi e non iniziò l'attacco che quando v ide impossibile per t'ingombro ciel ponte, la ritirata del nemico. Allora s i slanciò sugli Inglesi e li assalì p rima che si potessero schierare. Respinti s ino a l fiume, dove molti annegarono, gli I nglesi furono passati a fil di spada.. La vittoria fu completa. Le truppe che

585 non poterono passare col \V~renne, furono costrette a battere in ritiraia, e la Scozia si trovò liberata dalla minaccia.

Cambusa. :Magauino situato nei ponti inferiori, a prora, delle navi, dove viene conservata una p arte dei viveri e precisamente quelli c'he si tengono alta mano per la distri-buzionc giornal iera. In essa si fa ogni mattino la distribuzione, a seconda delle razioni dell'equipaggio. Anticamente si dava il no:ne cli cambusa anche alla cucina, che durante il combattimento serviva eia ospedale. Quando i locali sono diversi prendono nomi specificativi: cambusa del vino, del biscotto, ecc. Camden. Città degli Stati Unili, nella Carolina Meridiona le. Vi avvenne un p iccolo scontro fra Inglesi e Nordamericani nel 1783; nel 1862 (J 8 a prile) il generale federate Reno vi attaccò invano i Confederati che vi si erano trincerati. Battaglia di Camden ( 15 agosto 1780). Appartiene alla guerra d 'Indipendenza degli Stati Uniti. Il gcn. inglese Rawdon aveva raccolto le sue forze a C., <love sopraggiunse a rinforzarlo il gen. Cornwallis, mentre il gen. nordamericano Gates a vcva preso p osizione a qualche m iglio dalla città . La sera del 14 agosto, gli Ingles i mossero su tre colonne verso il campo nemico, mentre Gates eseguiva la medesima manovra. Ne derivò una, battaglia d' incon tro ; il primo urto avvenne alle 2 ant . del 15, fra le avanguardie delle due parti; gli Americani (cavalleggeri d i Armand e fant i di Portenfield) respinsero gli Inglesi, ma le due parti, dopo mischia feroce nel buio, si separarono e attesero il mattino. Allora Cornwallis schierò l'artiglieria al centro e affidò il comando delle ali a vVebstcr e Ramclon; frattanto Gates pose a destra il gen. G ist, a l centro Caswell, a sinistra Stevens, in riserva Smaltwod, le artiglierie parte a destra, parte al centro. Delinea.tosi l'urto, dopo poco la prima fila americana cominciò a cedere, e presto fu in rotta, incalzata vig01·osamente dagli Inglesi. La riservll salvò l'esercito a mericano <la completo disastro, resistendo vigorosamente e si r itirò combattendo in buon ordine. Le perdite degl i sconfitti ammontarono a 2000 uomini ; quelle dei vincitori a 324.

Camenz (o Kamens). Città della Sa.ssonia. Vi fu conclusa una pace ( 1482) fra l'Elettore Alberto del Brandeburgo e Giovanni di Sagan, arbitri la Sassònia e h Boemia; il Brandeburgo acquistava i! principato di Crossen. Camera. Nelle armi da fuoco è il va.no della canna contenente la carica. Essa si trova in fondo a lla culatta . Colle prime a rmi da fuoco s i credette che restringendo o mutando forma alla camera si poteS'se ottene re una maggiore forza di lancio. Costruironsi così camere di varie forme e capacità, le quali non risposero a.ll'aspettativa, essendosi dimostrati maggiori gli inconvenienti che i vantaggi, crescendo le difficoltà di caricare e <li nettare le anni dopo Io sparo e rendendo più forte il rinculo dell'arma. Le moderne armi a retrocarica hanno la camera aperta, e questa viene chiusa colla. cartuccia ed il suo fondello 11elle armi eia fuoco portatili ; l'otturatore mantiene a. posto la cartuccia nclb camera e resiste alla forza di rinculo. Nelle artiglier ie ad avancarica, sia liscie che r igate, non c'era una camera di caricamento apposita; l'anima continuava invariata fu10 al fondo; facevano però cc-


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CAMi

cezione i mortai, che presen tavano verso la culatta un restringimen to dell'anima; in questa par te più r istrettru si al logava la carica dì lancio. Nelle artiglierie a retrocarica invece, per rendere possibile l'introduzione del

came,·a rll cannone ad avuncarlca proietto cd ottenere il forzamento, lo spazio di caricamen to deve avere un d iametro maggiore del diametro dell'anima misurato tra i fondi delle righe; la lun ghezza di' ta le spazio dovrà essere uguale alla somrna delle lunghezze del cartoccio (car ica 111assima) e dd proietto fino alla corona anteriore. Si hanno varie specie di camere; le pr incipali sono :

586 un iva, verso la parte anteriore, di una corona di isola -· mento che veniva a trovarsi nell'interno dell'anima. Anche con questo sistema !'intaglio della corona di forzamento avveniva in due tempi: all'inizio del movimento· e nel passaggio della corona nell'anima e perciò gli inconvenienti lamentati per la camera a p roietto liscia erano attenuati ma non e liminati. Ca-mera a proietto rigata tronco-conica. Per eli minare completamente tali inconvenienti la casa Krupp studiò, una camera a proietto r igata tronco-conica con fondi delle righe sopra una superficie cilindrica; in questo• . modo l'in taglio della corona si fa gradualmente dall'ori-ginc delle r ighe. Camern unica per sola carica. Nelle artiglierie di pie-colo calibro, con proietti di acciaio e polver i infumi, si può sopprimere la ca.meni a proietto; in ta l caso il' p roietto viene ad essere introdotto d iretta-men te nell'ani-

Camera unica per qar-ica e proietto concentrica. E' il primo tipo di camera adottato colla retrocarica e con proietti ad incamiciatura di piombo. _In questo tipo il p r oiet to non risulta cen trato, le parti conduttrici non si intagliano in modo uniforme e così lungo il. percorso del proietto nell'anima a vvengono movimenti irregolari, che panano irregolar i tà nel t iro. Camera unica eccentrica. Per rimediare agli incon-· venienti suaccennati si fece la camera eccentr ica colla generatrice inferiore sul prolungamento del fondo delle righe; ne r isultava l'asse della camera spostato in al!o e parallelo rispetto all'asse dell'an ima e <listante da ques to della metà del vento fra proietto e camera. Con

came r·a di f ucile acl avancarica questo tipo d i camera si ot teneva i l perfetto concent ra · men lo del p r oietto nella posizione di caricamento; 1na• i l movimento tu1•bi noso al disopra elci proietto dei p r im i gas della· carica., a l momen to <le!Jo sparo, ne disturbava il n1ovin1ento e provocava un deterioran1ento rftpido cje!Ja bocca da fuoco. Camer1- dopp;a per carica e proietto. Fu a dottata per la utilità. d imost ratasi di fare Ja ca mera a polvere di diametro abbastanza grande e di lunghezza p iccola (; per la necessità cli avere la c:i.mcra d el proietto d i diametro d iverso, fo necessario fra le due un racconbmento tronco-conico. Dapprima la camera a pro iet to fu liscia. Tale d isposizione però presentava l' inconveniente che nei proietti a più corone di forzamento l'intaglio delle co rone s i facesse con u rti successivi, d annosi per la r esistenza delle parti conduttrici, per la buona conser vazione dell' inizio delle righe e per la regolarità. d i movimento de l proietto. Came-ra del firoietto rigata. Per evitare tali inconven ien ti s i fece la camern del p roietto r igata, di diametro uguale al calibro aumentato della profondità di una riga e prolungando le righe dell'anima fino al raccordo <:alla camera a polvere. Con questa camera si dovette munire il proietto di una sola corona di forzamento, la quale veniva ad allogars i nel raccordo fra le due camere all-'origine d elle righe; per centrare il proietto lo si

ma e la c0rona cli forzarne·nto viene a trovarsi nel raccor do f ra camera a polvere e anima. Genera lmente la for ma è cilindrica; quando i bossoli sono metallici, ne copia la forma; s i adopera la canzena sti-ozzata verso. l'ot tu ratore, affinchè una parte della p ressione agisca sulla strozzat ura e non sull'otturatore. L a camera stroz-zata si ha genera lmente nelle artiglierie d i cal ibro maggiore; talvolta però si t rova anche in quelle d i medi0 e p iccolo calibro. Ca.111-era (,'1,ar.). Tipo di nav icella spec iale a vela e a, remi usata anticamente nel 1\-!ar Nero . T acito la descrive come avente 6anchi r igonfi in basso e strett i e p iani in al-to, e le estremità. d i prora e poppa perfe tta-mente ugua li, ed i l remeggio mutabile, in modo che po-levano accostare in luoghi angusti senza bisogno di inver tire la rolla. Nonio aggiunge che vi furono due specie di <<came re"• mercantili e da guerra. Erano equipag-giate con 25-30 uomini. Aveva no la chiusura a tetto e somigliavano alle galee imbarbottatc. Anche i Germaniebber o navi di questa specie che chiarnavano pur essi. «camere»Ca111crtt (Afor.) Locale chiuso adibito in gener a le ad abita7.ionc in tutte le mt1·i ( Cab-ina). Si usa anche dire ·

camera cH carabina e re 1rocar-ìca. camere delle macch ine, delle caldaie, dei lanciasiluri, delle dinamo, ecc. La camera pr;ncipale ove s i riuniscono gli ufficiali chiamasi Quadrato. :\'elle a ntiche ga-


lere le camere prendevano i seguenti nomi ; a partirci da poppa andando verso prora : l " , «· Camera di poppa •>, con il suo scannello o scagnetto (ufficio) che serviva per i capitani, gentiluomin i di poppa, per i passegger i e a ltre persone di r ispetto e per !'arme e le r obe loro; 2°, « Sca11delaro )), che completava il precedente, contenen te ancora armi e robe del persona le di poppa; qualche volta vi si mellevano le botti del vino . I Veneziani Ja chiamavano anche (< andesec::ra »; 3°, « Compagna)), che conteneva i viveri a guisa cli d ispensa; 4° « Pagliuolo )), principale deposito delle munizion i e degli effetti d ; ricambio ad uso dell'equipaggio ; 5°, « S tanza cli mezzo J> che con teneva vele e sar tiame d i ricambio, cord,,· mi, roba dell'equipaggio, qualche provvigione; 6", << Stanza d i pro ra>> che spesso non en. divisa da quella di mezzo. Vi si a ccedeva d a prora per i marinai e da ll'albero per i l comito e i personagg l d i poppa. Conteneva oggetti simili alla stanza d i mezzo. I n essa avevano allogg io anche i l cappellano e i l bar biere; quest'ul timo ·vi te neva anche i medicamenti.

Camera Umberto. Generale, 11. ad Alessandria nel 1867. Sottot. dei g ranatieri nel 1890, fu a ddetto alla Scuola cen trale d i tiro d i fanteria ; partecipò alla campagna ita lo- tu rca del 1911-12, ottenendo una mecl. cli br on zo nell'azione dell'agosto 1912. Prese quind i part~ a lla guerra 1915- 17, meritandosi t re med. d'argen to e una secon da med. di bronzo, al monte Sabotino, a Oshvia, a P unta Corbin (Altipiano di Asiago), al Chemi1, des Damts (Francia). Nel 19 19 fu nomina to membro della Commissione per l'esame delle p roposte d i r icompense al va lor militare; collocato in P. A. (1925) raggiunse nel 1926 il grado d i gener ale di briga ta. Ca:mera (Francesco C. di Vasconcelos). Capitano portoghese cl i marina ( I 689-1 742). Partecipò alle guerre del suo tempo e lasciò una disser tazione sulle mcmor,~ m ilitari di A. de Con to, e un « Trattato di nautica cd esercizi mili tari ~.

Camerana (Carlo) . Gene rale, n . e m. a Cost.igliolc (1806-1869). Raggi unse i l grado di colonnello nel 1856, di )J'laggior generale nel 1859 al coma.udo della br. granatieri) di ten. gcn. n<·ì 1861, al comando clell'S" divis. e poi della divis . mii. di Pa.rma lìn o a l collocamento a riposo. Fece le campagnc ciel 1849, 1859, 1860, ottenendo a San .Mar tino la rned . d'a rgento e a Perugia la commenda. clcll'Ordinc militare di Savoia . Da tcn. generale r icoprì 'a ca1·ica d i ispettore dell'esercito, di giudice del tribunale supremo di guerra e marina, resse il comando della divisione d i F irenze c. nel 1868, fu collocato a riposo a sua doma nda. Cameraua conte Vittor.,'.o. Generale, n. e m . a Torino (1855- 1923). Sottot. d'art. n el 18H, s i meritò una medaglia d'argento a l valor civile r.cll' inondazione d i Verona elci 1882; par tecipò alla camp ;:igna del 1887. Enlrò da maggiore nel . corpo <li S. J\f. e nel grado di colo:inello cotnandò il 37" f anteria.; pro1nosso nrngg. generale ( 1905) resse il comando delle brigate P isto ia. e G ra nat ieri. Nel 19.L0 fu nominato coma ndan te della divis. di Ancona; partecipò quind i a lla campagna italo- turca( 1911-12) mer itandosi, quale comandante della l " divisione, la croce di commenda tore de ll'Ordine mii. di Sa-

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587 voia nella battaglia di Zanzur e nella p resa d i Misurata. Rientrato in Italia, assunse la cari~a d i comandante rn 2" del corpo d i S. M. ( 1913) e n el 1914 fu nç-minato comandante del 3° corpo d'armata, partecipando con quest n ·comando a tu tta la guerra 1915-1918 e meritandosi l'ambita onorificenza cli grand' uff. dcli' O r dine militare di Savoia. N"el 1919 resse il comando del. C. d'A. di ~'[ilano.

Cameran i (Iciliù)GeneTa.Ie, n. a. Ravcrula, 111. a Roma (1843- 1925). Sottotenente d'a r tiglieria nel 1864, partecipò alta campagna del 1866, e fu addetto all'Ispettorato gc,wrale d'artiglieria; promosso colonnello ( 1897) ebbe· le iunzion i di d irettore capo divis. e d iret tore gen(;Carner-a11 a V it torio ralc d'art. e genio p resso, il :Ministero della Guerra... Collocato in P. A. nel 1901, raggiunse nel 1915 il grado d i tenente generale. Camerano-Casasco. Comune in prov. di Alessan dria. E ra caste llo for ti ficato. Fu nel 1551 assalito dal maresciallo di Rrissac ed esp,1gnato. Poco dopo venne r ipre~o dagli imperiali, ma nel 1554 fu lluovamentc attaccato dai francesi che lo tolsero al conte Federico d i C., comandante delle truppe del Duca Ema.nuele Filiber to di Savoia. Il castello di C . vemw r ipreso da i Savoia nel 1612. fu poi sman te llato durante le guerre tra Spagna e Francia. cameranl Icllio Camerata. Locale delle c,tsermc che serve a dormito rio della tntppa. Varie sono ie disposizioni e cond izioni delle C. a seconda natucalmenlc del tipo della caserma. Però devono r ispondere sempre· :i.!le prescrizioni igieniche che si esigono per la buona sa11.:te d eile truppe. E' necessario pertanto che la C. assi-' curi a ciascun m ii itare u n a cubatura d'aria dai 16 a~ 20 mc. cd abbia umi s uperfì.cic illum inante cli 1/8 circa del pavimento. Nella C ., le brande devono essere d istanziate frn loro da una cors ia d i 1.80, fra pied i .e piedi, ed :.vere un in tervallo d i circa un 111etro. ' L e C. vengono r ipa rtite dal comandante del corpo fr:L i bgl. e d ai comandanti d i bgl. fra le compagnie . Spetta poi a l comandante della compagnia d i <lestinare i post i nelle C., che in genere sono orci inati come si trovanv. descritti nella tabella cli com pagn ia, e cioè r iJ)artiti fn plotoni e squadre. Ogni C. ha il ;;uo ca.po C., in gcncq graduato d i t rnp pa, che risponde verso il coma nd ante di cp., non solo del contegno discipl inare, ma dell'ord ine:, materiale e morale degli a lloggiati i n quel locale. Quando la C. viene evacuata dalla t ruppa per istruzioni gior1, alicre od altro, la custodia d i essa è aflìdat,\ ad un p ian tone per turno d i servizio, ed egli risponde di lutto il materiale in es.sa giacente. Se si tratta di assenze lunghe, la C . viene consegna ta con r clati vo verbale ad appositi deleg:1ti. I sottufficia li hanno diritto ad una C . :t parte, in


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11 campo d'.iviaztonc di Cameri

prossimità di quelle occupate dalla relativa truppa, e s~ c iò non è possi,bile si provvede con divisioni a tramezz i dalle C. della truppa. I 1narcscialli possibilmente dc, ,ono avere una camera per ciascuno. I musicanti p rime parti dçvono ·possibilmente es.sere alloggiati in C. a parte; p uò essere loro concesso d i dormir fuori della caserma anche se non sono graduati. Gli ammogliati d i truppa. (cariche speciali) sono alloggiati in camecc appartate, o meglio fuori della caserma. Nelle C. non è permesso alla truppa di lavarsi, nè di consumare il rancio, giacchè per tali opcrn:1ioni vi sono in genere locali appositi. E' pure proibito, per ragioni d'igiene, tenere nelle C. effetti di bardatura. Le armi vi stanno disposte su appositi cavalletti; ed il corredo ed arredo di c iascui1 militare alloggiato è collocato sopra ciascun letto, su apposita plancia, nell'ordine dtscritto da apposita tabella. Camerata. Suddivisione della squadra 11cll'esercito pir.ruontesc (scc. XVIII). Il plotone .si divideva in 2 squa<lre, la squadra in due C., la C. in due manipol i. Battere per Came1K1ta. Locuzione degli antichi bombardieri, per significare il fuoco di un gruppo d i pez7,i .simultaneamente contro un unico limitato obbieltivo. Camerata. (Fig,urat-ivo). Sinonimo d i compagno d 'armi, <li commilitone; deriva dalla parola spagnuola « Ca1.1la.-ada » cioè individuo che ha convissuto nella stessa camer~. Ind ica p recisamente coloro che condividono i disagi e<l i piaceri della vita militare, così da sentirsi strettamente legati fra di loro con vincolo di solidarietà. La parola C. ha un' interpre tazione molto lata nell 'eserc ito, perchè indica tanto il compagno <li camerata, qua.ilio il compagno dell'esercito stesso. Particolarmente è adoperata nella Milizia Volontaria per la Sicurezza N:i.zionale, in cui il C., oltre che commilitone, è anche compagno di ide~.

Cameratismo. E' quel sentimento di solidarietà militare che unisce gli animi di tutti i membri de:lo

stesso corpo e dell'intero esercito, generato dall'altissimo scopo comune per cui è istituito. La comunanza delle fatiche, dei pericoli, degli eventi p rosperi cd avversi, stabiliscono stTettissimi vincoli morali, dai quali scaturisce l'intima unione, militarmente nota sotto l'espress ione: « spirito d i corpo l>. In virtù del sentimento di C. l' individuo si spoglia dell'interesse personale e dell'amor proprio, a i quali antepone quello de i compagni e del r~pa rto cui appartiene. Tale fusione di animi ha grande valore per il raggiungimento dei più difficili compiti imposti all'esercito, dove occorre soprattutto l'appoggio wora le incondizionato reciproco, cd eventualmente il s:tcrificio della propria esistenza per l'onore del corpo, e la difesa della vita dei compagn i d'a rme. Ma non soltan to in guerra deve essere coltivato tale sentimento. Fin dal tempo di pace quello schietto spirito di fratellanza che corre fra i membri dell'esercito, determina quel ~enso di a•bnegazione, di sacrificio, di mutua assistenza: morale e materiale su cui si fonda quella corrcnt'! di simpatie e di amicizie 'intime, dalle quali scaturisce una· serie di forze mora! i fra ind iv idui di d iversi paesi ~ ;egio,ni, che creano e sviluppano un più vivo sentimento d i nazionali tà e patriottismo, Dopo il 1849, riorganizzandosi l'esercito piemontese, il gen. La M:1rmora cercò opportunamente di sv iluppare il sentimento del C., cui·ando che fossero ravvivate le relazioni tra gli ufficiali dello stesso corpo e dei corpi d ifferenti, e che gli ufficiali si intrattenessero spe.;so con i soldati. Istituì anzi le mense in comune per gli ufficiali (1850) e· insistette in va,·ii modi e con yari i provvedimenti del genere perchè il senso del C. sempre 1,iù si sviluppasse, ottenendo in questo campo ottimi risultati.

Cameri. Comune in prov. d i Novara. A circa 3 km. da questo paese esiste un campo d'aviazione intestato al nome eroico dei fratelli « Natale e Silvio Palli» chi: è sede della Scuola Civile di pilotaggio Gaba;d in i. Annesso alla Scuola vi è uno stabil imento di ' costruzioni aeronautiche. Nello stabilimento, fondato quando l'Avia-


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zione era ai suoi primi passi, vennero impostati e rnstruiti gli aeroplani cd idrovolanti Cabardini. Nel 1913 venne istituita la Scuola d i p ilotaggio che, dall'inizio della guerra al .1918, produsse ben 1500 piloti, mentre lo stabilimento produceva, oltre che materiali bellici, gli apparecchi necessari al funzionamento della Scuola stessa. Attualmente la Scuola ha una notcvolissim:i proòuzione di piloti e lo stabilimento costruisce i ve!,voli per la stessa: tra questi <la segnalare per caratteristiche specia!i i monoplani per lezioni di rullaggio, linee rette ed allenamenti cd il biplano per istruzioni di hrevello superiore.

Cameria. Ani. città del Lazio, fra Tivoli e Vicovaro, su due piccoli colli, con cerchb di mura. Fu vinta da Roma, di cui divenne colonia, nel 717 a. C. Ma ,>er la sottomissione definitiva occorse una seconda spedizione, per opera di Tarquinio Prisco, verso il 600 a . C. Camerini (Giov. Battista). Architetto mii. del secolo XVI, n. e.li San M arino. Fu al servizio di Cosimo di Toscana e fortificò l'isola d'Elba, fondandovi la ben

Camerino (ant. Ca111erin11111). Ciuà in prov. e.li Macerata, esistente da antiche tempi, tanto cbe sembr,\. fosse alleata con Roma -fin dal V secolo a. C. Fu assediala <la Alarico nel 409 d. C., ma il re goto• non riuscl a prende1·la. J\gilulfo, re longobardo, l'assediò e la p rese nel 592 procbmandoscn~ duca. Astolfo invece fu vinto dagli abitanti di C. e questa passò poi alla Chiesa, come maJ·chesato. Federico II di Svezii tentò di prendere C ., ma ne fu respinto; invece il re Manfred i inviò truppe al co111:1ndo di Percivalle D'Òria, il quale prese e devastò la città. Nel 1S03 l'architetto mii. l~idolfo da Camerino ideò, le nuove fortificazioni di C., sulle più antiche (del secolo XIV) con cinta mttrata. e torri pentagone.

I. Battaglia d-i Ca111erino (601 d. C.). i\ppartiene alla. lotta fra Longobardi e Bizantini. Il gen. longobardoAriul fo, spedito dal re Agilulfo (che assediava Padovaì verso il l\,fezzogiorno, andò a urtare presso C. contro truppe imperiali, e le sconfisse completamente. II. l3attaglia di Camerino (1435). Appartiene alla lotta dei Visconti contro Firenze. Francesco Sfor?.a, generale fiorentino,. sconfisse Nicolò Fortcbraccio, il quale lasciò la vita nella battaglia, e con questa villoria costrinse i Visconti alla pace.

Nord

Camerlengo. Ufficio o dignità di un Cardinale nella curia romana, o di funzionario in varii repubbliche, cui era dato in custodia il pubblico denaro. Presiede~-::;,,,11-~ ~ j va alle spese della. guerra e della marina. In Roma, era.no ai suoi ordin i, coml! 1 « Presidente delle armi » colui che comandava le m ilizie, e come « Commissario di mare» colui che aveva cura delle cose della marina. :-<clic ciHà veneziane, il C. dipendeva dal capilano delle c ittà vene-· zianc; riscuoteva i u·ibuti e dava le paghe ai soldati.

1. S.Venarwa

2. ftadel l'arco 3. " dellall/onciafa 4. S.Franco 5. P.ta Ds!erna 6. 11 N11ova 7. Rocca 8 . piaMurata mnruto cli Camerino nel scc. XIV

munita Portoferraio ( 1548). Quattro anni dopo fortificò P iombino.

Ca111eri11i Arist;dc. Generale, n, a Sinigaglia, m. a Sassari ( 1858-1918). Sottot. di fanteria nel 1877, partecipò alle campagne d'Africa del 1895-96 e promosso colonnello ( 1908) fu nominato comandante del 16° fanteria. Collocato a r iposo (1912) e ricbia.mato col gr ado di magg. generale, par tecipò alfe camp'.lgne di guerra

L

del 191$-18, e fu comandante di centro <li mobili tazione.. a Sassari.

ç'AMERINO

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Il recinto

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Cameron (Simone). Camer oa S!rnOn <) Uomo di siato nordamericano (1799-1389). Fu minislro d ella Guerra dei Federali, nel 1861- 62. Propose cl i armare gli schiavi fuggiti vi dagli Stati del Sud, ma la prop,osta venne respinta; aùbandonò a.l!ora il ministero e andò ambasciatore in Russia. Camerota. Comune in prov. d i Salerno, sopra un poggio presso il capo Palinuro. Nel 1~06, durante lotta fra insorti, appoggiati dagli Inglesi, e Francesi, ,r gcn. Lamarque seppe che a C. si erano riunite banàei di insorti con alcun i cannoni e marciò sul paese per disperderle. Un bgl. fu inviato alla marina di C. e col resto de lle tJ:uppc Lamarque assaltò il paese. Il primo assalto fu respinto, ma il secondo riugcì : i Francesiì penetrati nell'abitato, combatterono accanitamente nelle vie e per le case, con gravi\ pere.l ite da ambo le parti. Un forte nucleo <li difensori si aperse la strada colle armi alla mano, si gettò sulla marina, travolse il bgl. francese, e riuscì a imbarcarsi su navi siciliane,

la


Camerun. Colonia ex tedesca dell'Africa Cen trale, sull'Oceano Atl antico. L e prime fattorie german iche vi furono costitui te nel 1860; nel 18ì4 ne veniva proclamata l'annessione a lla G ermania, cbe andò a llargando il suo nuovo possedimento a poco a poco, spingendo$i :fino a l h[(o C ia.d e venendo a confinare colla N igeria inglese : la delimitazione con essa fu fatta nel 1903, e confermata e rettificata nel 1906. Seguiva (1912) la con• ·venzione con la Francia, la quale, per avere mano libera al rvfa rocco, era costretta a cedere alla colonia tedesca, del Camerum gran parie ciel Congo llclga, e il possed imento tedesco ven iva, a misurare 790.000 kmq. In seguito alla guerra 1nondiale, il C . venne assegnato alla Frand.t, meno una piccoì.t s triscia di ter r itor io, a l nor d, che passò ; far par te della ~ iger ia. Durante !'occupazione tedesca la colonia r imase· tranqui l la, sa lvo due piccole r ibellioni che deter minarono due scontr i con i r ibelli, nei quali questi vennero fa.ci lmenle dispersi Q domati. Operaz·iowi 11el Camerun durn11te la guerra 111011cliale. Il 22 settembre 1914, un corpo d i sped izione a nglofranccse, rni si a.ggitmse un piccolo _d istaccamento bdga ( in lu tto 1~.000 uomini) agendo cont ro il Camerum - come d'alt ra par te si agiva contro lultc le colonie te• <lesche - agli ord ini del gener ale inglese Dobcll, sbarcò s ul!c coste del C amerum, e s'i mpadronì success ivamente; <lei porti tedesch i d i Duala. V ictoria, Buéa e Soppa. L e forze militari tedesche. che ammontavano a 5000 u., ,i rifugiarono n ell'interno del paese, agli ordin i elci co lonnello Zimmernrnnn, il qua le concentrò tulle le sue risorse a Faundè. do·~·c si accinse a resistere ad ogni costo all'azione dei franco-inglesi , p~r non essere co,trctto ad abbassue I.i band iera tedesca anche nel cuore dq Ca1nerum. Sul mare v ig ilavano L111 i ncroc iatore, u na cannoniera, una dozzina. d i piccole navi armate 1nglesi agli ordini del cap. di vascello fuller , le quali coopcr.tr-onq alla difesa elci piccolo porl o cl i K r ibi, occupato <la LU\ ,·eµarlo francese e freque•1temente a ttaccato dai T edeschi. La r esistenza dello Zimmermann fu m olto efficace, tanto che in tu tto il 19 14 cd il 19 15 i f ranco- inglesi non vennero sostanzialmente a capo di nu lla, pur avendo quest i u lt imi in trapreso.una guerra metodicamente con<lotta. Nell' agosto 19.lS i franco- inglesi si convinsero che i loro s forzi, fino allora slegat i nello spaz io e nel tem- · po, doveva no accomu narsi per aver ragione della resi·s tenza tedesca: in tal senso fu organ izzai.i un'azione offensiva concentrica s•J fatu,cle. da compiersi da varie <:olonne sul finir e del novembre 1915. Così facendo, essi finirono col serrare da presso e da ogni parte Jaunde, d imodochè il 1° gennaio 1916 la colonna inglese ciel gener ale Aymerich, p rovenendo da ll'ovest, vi entrava se-gnando la fine del possesso tedesco sul Camerum. Il govern.tlore d i questa colon ia, Ebennayer , con parte delle tru ppe r iusciva a sconfinare nell'altigua colonia spa-gnu ola di Rio Muni . L a r esistenza opposta dallo Zimrncrmann, lontano dalla m adr e patria, dalla stessa ta·gliato v ia comp letamen te, p rivo cli ogni r isorsa materiale _e m orale, fu amm irevole, avendo saputo co i soli mezzi locali, assai scar si, resistere per oltre un am10 e mezzo a lle preponderan ti e meglio organ izzate forze 1

franco- inglesi.

Cametti (Silvio). G enerale medico, n. a Gattinara. m. a .Mila no ( 1853- 1926). Laureatosi in medicina e chir urgia a Torino. fu nominato nel 1377 sotto l. med ico, e promosso ten. colon nello ( 1905) ebbe le funzioni d i di-

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rettore degli ospeda lì m ilitari di Rave nna, Alessandria e M ilano. Nel grado d i colonnello (1910) Iu d ire ttore di San ità del IV C. <l'A. e d i Tripoli, e par tecipò alla campagna cli guerra nel 1916-l7, raggiungendo n el 1926 il grado di ten. generale medico.

Camicia (dd cannone). Chia masi camicia del cannone il tubo intcn10 o fodero che porta la rigatura. I l termine è nato coi cannoni composti di va r i elementi ed ha preso sviluppo in questi u ltimi anni, nei vari tentativi fatti per c amc tt.i Sil vio rendere le armi rapidamente r itubabili, dal.i 1,l for te usura cui vam10 soggelle per effetto delle alte velocità in izia li. Esiston o ai:,cora allo stato sper imenta•e dei cannoni cosiddet t i a camicia sfi labile a freddo; quest'ultima è costituita da w1 tubo m olto sottile ( ta lvolta( di acciaio specia le) che rimane fissato a,ll' in terno riel cannone con dispositivi brevettati- (chia vette, ghiere, ecc). Q uando le r ighe di una camicia sono usurate; ,si procede al rapido ricambio, senza r isc aldarc i l cannone, e dopo h s;stituzione d ella camicia l'arma può dir si ripristinata allo stato di nuova . Nei cannoni ritnbahili a ca ldo la camicia viene i ntrodotta dopo aver d ilatato il cannone col riscalda1nen to e rimane fissata allo stesso pe,· effetto della con trazione cbe l'arma subisce col r a ffreddo..rsi. JI diametro esterno d ella camicia è leggermente super iore a q11ello interno del cannone (pochi decimi di m illillletro) e questa differenza, che viene atten tamen te calcolala, dicesi « forzamento >l . 0

Camicia dei fuma ioli. Specie d i cappe d i tel.t cilin•, clrichc che si mettono ai Iuma ioli quando le navi s0110 in d isarmo e devono st;:1rc lungamente negli arsenali senza accendere le caldaie. Camici" di maglia . Indumento eia d ifesa, rassomigliante ma da non co!l fondere però colla « colta d i maglia>). Prima del secolo VIII era l'armatura dello scud ie ro e del gen tiluomo cli mezzi limitati, ma dopo questo secolo la po rtarono tutti i cavalieri. Essa ~cendeva fino alle anche, e le maniche, piullosto la rghe coprivano il bra ccio sino al disotto de l gomito. Camida di fuoco. Arnese ideato dura nte l'epoca dei brulo tti. Consisteva in « un p ezzo di vecch ia tela olona, spalmata d i una m isn la di tremen ti na , di zolfo e di polver ino )> (Vecchi). Veniva accesa e comun icava il f uoco ad a ltre materi e incendi.tr ic, fin o al cosiddetto « salsiccione ». Camicia nera . Grado della :Milizia Volontaria Sicurezza X aziona le, corrisponden te .t soldato e ad ali icvo carabiniere. P rende i l nome da l colore della ca.micia, a colletto rovescia to, con t;iscbe all'altezza del petto, che portano tutti gli appartenenti alla ]Vlil izia, qu:ilunque s ia i l loro grado. La C . N . può essere a lt resì indossata da,gli Avaugnardist·i, dai Bali/lii, dag li appartenent i al J'art1to Nazionale Fasr.ista, ma soltanto nelle cerimonie autorizzale volta per volta dalle Direz ion i e dai Coma11di (V. Milizia V . S . N .).

Camicia rossa. E' l 'indumento indossato dai Garibal-


-clini del periodo del R isorgimento, e successivamen te d~ -quelli che andarono a com battere per la libertà della -Grecia (1897) e per la Francia (191 4). Ai volontari italiani della glierra mondiale. fu concesso - dopo h :guerra di indossare la ca micia rossa garibald ina. Questa concessione nel 1927 è stata li mitata soltanto ,ti volon tari delle Argon ne. Fu in an tico veste da batta:g lia degli Spartani, per d issirnu_lare il sangue delle loro ferite, come dice Va lerio J\i assir.nù .

Camicia Francesco. Generale, u. a l\.:fonopoli nel 186.3. Sot tol. <l'art. nel 1882, fece nel 1895-96 la campagna d 'Africa. Nel J906 J:i nominato aiutante di campo d i S. M . il Re. Nd 1915 costituì e comandò i11 guerra il 45° regg. a rt. da campagna, l'ar t. campak d el 14° C. d'A., poi ( 1916\ una br. d i bersaglieri, una -di cavalleria (1917), l'art. del 23° C. d'A. (1918, Sltl P iave, battagli.i di Vitto-rio Veneto). In guer ra gua· <lagnò una medaglia d i bronzo e la croce d i ca v·.,l iere d elfOrdine m ilitare d i Savoia .

Camiciata. P iù propriamente, lucam·iciata (V.).

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aver comandato per qualche tempo la Scuola militare d i fanteria, p artecipò alla spediz ione di Crimea, duran te'la quale comandò valorosamente il 4° regg. d i fanteria su l campo dell;i Cernaia , sostitu endo ne l comando del la brigau, il generale di ~font.eccbio, caduto mortalmen te fe.rito. Durante la campagna del 1859, nella giornata cli San 1·l artino, cadde croica1neate, meritando che alla memoria d i lu i fosse d ecretata la n1assi1na rico111pe11sa a.I valore « per aver con ind icibile coraggio e<l ab ilità condotto il suo reggi~ men to ,d l's.ssalto. Ebbe il cavallo morto e poco dopo fu i.icciso egli stesso>>.

Camisano Vicentino. Comune posto in p rovinci1 di Viccnrn fra Ba.cchigl ione e Brenta. Fu nel medio evo uno tlci t)ÌÙ forti castelli del v iccmi no, balu~rdo av:i.nza to d i Vicenza con trn Padova. Nei secoli XIU ~ XTV nelle continue lotte fra i due comuni. fu p reso e ,·iprcso p iù volle, e arso e saccheggiato. Su bì i r igor i di Ezzelino IV da Roma.no signore cli Padova. R iebbe lran<Juiilità. solo dal dominio di Venezia. .Camion. V . Autocarro.

Oam iciotti. Corpo ausiliario, composto d i Greci, creHto a ::srapoli nel 1797, all'epoca della min accia fran.CC'SL! jncombente: avvenuta l' invasione, ::;i disperse. Camilli (Augusto) . Generale commissa~io, n . a Ca-stig:ionc dei I'cpoli nel 1857. Sottot. commissario nel 1882, pa r-tecipò a llà campagna ita lo- turca (1911- 12-U). Nel 1913 fu' nom inato direttore d i comm issariato del VII C. d'A ., carica che mantenne anche 11el grado di colonnello prcndcn{lo par te alle campagne di guerra del 1915- 16. Nel 1917 ebbe la ,wmina a direttore di commissaria to a Roma, e, collocato in P . A. (19\9), raggiunse nel 1924 il grado <li magg. generale commissario. Camillo (]vlai-co F urio) . Generale romano, m . nel 365 a. C. Cin que volte dittatore, stabilì se1ldamente la potenza d i R oma soggiogando i Fali:;ci, vincendo i Vol-sci, gli Equi, gli Et.ruschi e r ipe tutamente i Galli. Ca-mi!lo Luòo F1trio. Generale e dittatore romano fig lio di l}farco Furio. Combattè e vi nse trionfalmen te ; Tiburtini e prese la città d i Tivoli loro cap itale. Sottomise intieramente il Lazio. Can,;//o P.itrio. Gucn-iero romano, proçonsolc <l'Afri•Ca sott o !'impera tore Tiberio (I secolo dell'era volgare).

Riportò una gra nde vittoria contro il capo dei :\'umid i -che aveva. voluto rendersi indipendente dai Romani .

Cam i nati (Da•vide). JHcdaglia d'oro, co lonnello, n . a Savona nel 1816, caduto a San :Vfar tino nel 1859. Guar. d ia del Corpo nel L829, d iveane poi ufficia le d i fante• ria. Prese pa rte alla campagna del 1848, comhat tendo valorosamente a Curtatone e meritandosi u na menzione onorevole. Fu poi nominato segretario generale al :Mi nistero dc1Ia Guerra toscano; tornato in Piemonte nel 1849, fu aggregato col grado di maggiore a l 4·• :regg. fanteria, tra le cu i fi le si ba ltè a Novara. Dopo

Camisardi. Nome dato a i Calvinisti delle Ccvenncs che al pri:icipio del secolo XVIII lottarono contro le truppe cli Luigi xrv. Tale nome deriva dalla parola << Catniso », specie di camiciotto bianco. C. furono pure chiama ti i. soldati delle compagnie d i discipli1M francesi, che appunto por tavano un camiciotto bianco. Rù•o/ta de-i canl'isar<li. Fu uno dei contraccolpi d clb revoca dell'editto cli Nantcs. L ' insurrezione scoppiò n el luglio 1702 e ne fu capo Gio~•anni Cavalie r seconcbto d:i Rolland, Ravanel e Catinat. Lu igi XIV dovette in,·iare contro i ribell i .fino a 20.000 u., comandati prima eia.I conte di Broglie, e da ul timo dal rn;ir-esciallo di Villars, che agi cnerg icamétùe. L1 guerro. contifluÒ <lai

1702 al 1713 con un carattere <li campagua di padg ian i. Rifugiat i sulle n1ontagne e nei boschi i C. ne scendevano per spedizioni contrn i castelli dei cattolici e <lei preti. Accanto ai C. però stavano an che dei veri e propri banditi, d isertori, o rifiuti delle carceri, che commisc,·o ogn i genere cl i r ibalderie. Essi per non wn irc riconosciu ti si tingevano il viso. Questi erano chiamati i C. neri. Vi erano poi i C. bianchi, i quali si chia11avano anche i Cadrni della Ci·oce, perchè port;iva no come distintivo sul cappe llo una croce bianca. Questi costituivano bande i rregolari, composte d i Cattolici. T. « Cadetti del la Croce» furono ster minati dal Montreal, ed i « C. Neri >> lo furono da parte dello si.esso C,cva lier ». 1

Cammarano (ivl-ichelc). P ittore, n. a Napoli nel 1849. Fra i quadri di ., oggetto mii. r icordiamo « La p resa d i Por ta P ia >l; cc La Battaglia di San Mastino ,>; « La battaglia cli Dogali >l . Cammello. Presso gli r,ntichi e presso i popoli moderni il cammello ha rappresentalo e rappresenta un non disprezzabile s trumen to di guerra. X el conflitto elci


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popoli, nelle conquiste cli espansioni coloniali, i l camme.Ilo ha una par te importantissima se n on preponderante. Vuolsi che primi a servirs i del cammello come strumento di guerra fossero gli Assiri. La storia ricord,1 la prima comparsa dei cammelli in guerra nella ba t ta gli:a di Timbrea. 55-5 anni a. C., nella quale Ciro con un corpo cli soldati montati su 300 cammelli attaccò e

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mcdari (1798). L'esempio fu seguito dagli Inglesi nelleInd ie cd in Egitto, dove anche oggi si mantengono reparti di artiglieria mon tati su cammelli. e dai Francesi in Alger ia e Tunisia, dove i l cammello serve per il\ vettovagliamento delle truppe. Tutte le nazioni colonizzatrici dcli' Africa , 110•1 appena vi si affermarono, costituirono r eparti cammcllati, e usufruirono del cammello per i trasporti logistici, I reparti cammellati sonq. particolarmente adatti alle operazioni a largo raggio nelle regioni desertiche, percbè richiedono in misura min ima predisposizioni logistiche che devono invece es-

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c:arn mcllie l'i in gles i nel Sudan ( 19 10)

cannone su cammolJo (Turclli a, sec. XVII) sconfis...se la cavalleria nelllica di Creso. I Romani nel le loro storie r icordano le qualità mili t ar i del cammello, e Diodoro descrive il modo d i combattimento dei soldat i montati due p er due e dorso contro dorso sopra ogn i cammello, uno occupato per l'offesa nell'avanzata, l' altro p er la d ifesa nella rit irata. Gli stessi Romani apprezzarono tanto le qualità militari del cammello, che costituirono tre corpi cl i dromedari in Egitto ed uno in Palestina. In battaglia fra i M auri ed i Romani, la cavalleria romana fu sconfit ta dalla cavalleria, a vversaria mon tata su dromedari ; Procopio vuole anzi che fos.,~ questa sconfitta il movente per l'adozione del cammello nelle loro azion i di guerra. In epoca più recente, dagli Arabi in Sicilia , e n ella Spagna d ai Mori, fu t entato l'a llevam ento d el cammello per uso militare; ma non r ii spOJldendo le condizioni di ambien te dee isamen te avver se a ll'allevamento, sia i11 Sicilia che in I spagna, questo dovette smettersi. Mitridate usò i l C _contro Lucullo, Ancamrne lJ!ere i nglese a Suakim tioco contro Scipio-

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( 18S8-89)

ne ; i Rou1ani, quan-

do se ne servirono, o lo inclusero n ello schieramento della legione, o lo s ituarono davanti ad essa; m a pi <1 frequentemente fu usato per trasp ortare oggetti e approvvigionamenti. Napoleone I , nella spedizione d'Egitto, p rocedette alla costituzione di u n reggimento formato con 700 d ro-

sere a ttuate su larga scala quando i reparti operanti siano forniti di cavalli e muli. La' robustezza del cammello, la sua sobrietà., docil ità e resistenza, in u n con la capacità a percorrere celermente grand i d istanze in zone desertiche, fanno di questo an imale un m ezzo veramente prezioso. Gli Inglesi, nelle lor o guerre coloniali, si servirono. largamente d el <:ammello. Ad es., nella campagna cont ro i Dervisci, organizr· zarono a Suakim UD co1·po di cammellieri, equipaggialo dapprima all'indiana, e cioè con due uomini per cammello. •Ma essendosi dovuto r idune· i l peso delle p rovviste, il ., istema, che po teva ,-:.;;sere adottato nell'India p iù ricca di acqua e cli centri abi tati, venne abbaJ1donato, e si

s. A. R. Il Duca dell e Pug)ie

assegnò un solo _uomo per ogni cammello, es-

sendo il peso complessivo sopportato dall'animale fissato in 185 ch ilogrammi. L'Italia alla sua volta ha trovato indispensabi le au~ silio ne l cammello per le sue terre coloniali. La formazione di carovane di trasporto per vettovagliare le truppe, la costituzione cl i squadroni meharist i sost ituiti a squadroni di cavalleria, la formazione d i r eparti di artiglieria per trasporto delle artiglier ie da mont.ag:rn, i reparti mitraglieri, sono prove evident i della u tilizzazione bellica del <:am melln. Il n ostro or dinamento camm elliere coloniale è composto di tre gruppi saba riao, in Tripolitania (6 pi. e 1 pa rco cammelli) e di due

su cammello co1·rlclor·e


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Battc ,·ra italiana somcg-l!'ltllu ~u cainrnolli, in Lib ia

gruppi in Cirenaica (-1 pi. e l parco cammelli). In Somalia, vi è una scz. mirraglicri cammclla ta e uno sqdr . cammellieri esploratori. La razione che si è dimostrata ba~tcvole a mantenere in forza ccl in cflìcienza i nos•ri reparti cammellieri, è composta di 5 kg. di dura o di orzo, porta ta a 7 kg. per i rcpdr(i d i corridori, e d: kg. S di fieno e 25 litri di acqua, questa sornminis!r3ta anche a giorni alterni.

Camminamento. In fort ilicaziom• d icesi ca111.111iiirimcuto, unn. specie d i trincea o scavo, munito o no d i parapetto. destinato a ser\'irc di comunicazione fra !inee di trinceramenti, fra opere, e fra il terreno circostante e le opere. S i costrniscono per far 'sì 61e i mo,·imenti di rifomime11to e di sgombero necessari a lle truppe che occupano le trincee e le opere varie. pos..<:.ano avvenire, per quanto è possibile, al coperto da l tiro o <lalla vista de l nemico. L'andamento dei camminamcnti è normale o diagonale alla fronte, cd il loro tracciato i· Tipo cli eamminam<'!1to generalmente o curvo e <·operto e olln(lato

a zig-.tag, per sotlrarli ai tiri di inli!ata. Il dislivello fr:i

massa op~ ran tc e fondo dd lo 6Ca vo deve essere ta le da assicurare la protezione a chi percorre il caroiJ minamento. Durante l'ultima guer-

ra. allo scopo di sottrarre sempre più i camminan1enti a lla

v ista

dei

nep1ico, s i fecero rasi al sullo, cioi: senza parapccto, e la loro profondità raggiunse così i 2 metri circa. La larghez7.a deve essere tale <la permettere anche il tra• sporto di feriti in barella. I camminamenti sono a cielo scoperto, oppure hanno una copertu ra c;hr può essere a prom cl: schcggic, o unicamente foita per riparare dalle in tem perie; aJlora si hanno i camminamenti c,,_

!':c-he111a cli n11111111namcn10

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perti, talvolta addirittura b lindati . Quando nella difesa delle località, duran te la guerra mondiale prevalse il concetto della cosdtuzione dei compartimenti stagni, pel' rendere possibili azioni offensfve sul fianco del nemico

51!4 ,Jenominavasi cammi1'o di ronda di controscarpa. Dicevasi invece cammùw d·i ronda di sca.-pa Ja banchina la➔ sciata dietro ai muri staccati alla Carno t, nei quali, praticandovi delle fedtoie, si otteneva una linea di difesa bassa per battere il fosso. Cammi-n:o d'approccio (e d·i mina). Lo spa7,io percorso con lavori c1i zappa per accostarsi al muro di piazza assediata.

Cammino

dironda n~ 1

Camogli -(ant. Ca-

scarl!!!...J

nrnlium). Comune in provincia di Genova.. Ebbe buon castello, posto su di ,ma rupe naturalmente fon e; fin da tempi antichi fu buon porto con sede di capitaneria e presidio m arinaro. Nel 1432 i Veneziani, che avevano saccheggialo Zoagli, S. lVIargherita , S. Giacomo d i Corte e Bogliasco, non osarono a:taccarlo mn le loro galee, avendo trovato gli abitanti

Cammino dironda dl controscarpa

I

Camminamen10 sul monte Sei Busi (1917)

che aves,;e rotto in un punto una linea di trinceramenti, si organi7..zarono così vere e proprie trincee costituenti difese normali o diago,, ali a lla fronte. Lungo i camminamenti si adattarono talvolta sistemazioni di latrine, èi; posti telegrafici, di medicazione, ecc.

Cammino di ronda. E' la banchina protetta dal

disposti a gagliarda d ifesa. N cl 1-135 C. armò u11a grossa galea, colla quale contribuì alla vittoria con tro il re <l' A;·agona.

Camonìca {BattagZ.:011e alpino Val C.). Ebbe tale nome uno dei '3 bgl. del 5° rcgg. a lp. allorchè fu ricostituito nell'ap rile 1885. Nel 1886 il bgl. cambiò il nome in quello di Rocca d'Anfo e dal 1° febbraio 1889 assunse la denominazione di Vestone. )\e! 1915, allo scoppio della guerra. ita lo-austriaca, venne costituito presso il s~ rcgg . alp. un nuovo bgl. Va.i C<tmon.ica che operò da principio nella zona di P onte <li Legno e nel ma rzo 19 16 fu trasferito nella conca. di P Jezzo, ove pal-tecipò a combattimenti nel J'II . Rombon e sul Kukla, indi passò in ,Carnia ove rimase fino alla ritirata dell'aùtunno 1917; fu trasferito in seguito su l .:.1. Grappa ove pres·e parte alla difesa di quelle posizioni (}I. Pertica - M . Fontancsclla - Col dell'Orso - :.\fonte Solarolo) nel novembre e d icembre. Rimase nella zona · del Grappa fino a l giugno 1918, allo.rchè si trasferì su l Tonale ove concorse alla difesa di Cima Cady, ed ove r imase fino all'armistizio. Cnn1111inamet110 a mon te Suello (1917)

Camoscio. Nave locale della colonia eritrea (sambuco, a vela) lu nga rn . 17 larga m . 5 con dislocamentc, d i tonn. 22, anname n.lo 2 ca nnoni da 75, Equipaggio lo. 0

rilievo dello spalto, a cui venne ridotta la strada coperta sulla con troscarpa dei fossi asciutti, per avvicinare lo spalto a l muro di scarpa, per meglio defilarlo dai tir i senza restringere troppo il fosso. Detta banchina

Camossi (G·iovami-i). Cener;ile, n. a Moncalvo, m. a Torino ( 1786-18S9). Incominciò il servizio militare nd 1804 sotto le bandier e napoleon iche. Nel 1814 tornò in

r


::Piemonte come ufficiale nel regg, Casale e nel 1915 fece ·1a campagna d i Grenoble. Nel 1832 fu promosso colon• ne llo comandante il 1° regg. della brigata Acqui. Nel J 838 divenne magg. genera le e comandò la brigata Regi1rn fino a l 1845 e- nello stesso ;lllllO passe\ a l gover no militare di Sassari. Cessò il suo servizio nel 1849. E ra decorato dell'Ordine M ilitare d i Savoia.

TI ~ambuco << carnosclo ~

, Camou (Giacomo). Generale francese (1792- 1862!. Combat tè agli o rcHni <l i Mar mon t e Soult in Spagna; flasciò il servizio c;iopo i Cento giorn i ( 1815) ma venne riel, iamato in serv izio. Prese parte alla campagna d' Algeria e ven ne promosso gen. d i divisione nel 1852. Co mandò nella spedizio'ne in Crimea la 3" divisione; com· battè alla Ccrnaja e all'assedio di Sebastopqli. Durante ·1a campagna del 1859 ir, Italia si portò valorosamente .a Magenta e Solferino, al comando d i una divis. della Guard ia impe riale.

Camouflage, Voce divenu[a di uso cor rente J1el 1a letteratura della chimica di guerra e desti.nata a indicare "lutti quei sistem i, metodi e espedienti ai quali s i ricorse , dur;i.nte la guerra europea per mascherare, d issimula: e •o nascondere all'avversario tutto quello che, ai fini pratici, si giustificò che fosse uti le di mascherare, o di oc' cultare. Tali ripieghi, per la mas~ima parte sconosciu•.i 11elle guerre precedenti, trovaronq invece il p i(t granc1è sviluppo durante il conA itto 1914- 1918, particolarrue!l· -te a causa dell'aspetto da esso ass unto d i guerra di p•.)sizione, che fu di stimolo a r icerca1·e tutte le astuzie poss ibili ten denti a ingannare il nemico, sia nc!le azioni c>f·fonsive che in quelle d i difesa. Tutte le scienze concorsero a l conseguimento cli que·.sti scop i, ma la chimica fu quella che vi contribuì in modo più largo e caratteristico. Essa for nì sostanze o comnosizioni fumoge,:ie capaci di produrre nebbie artificiali, che i mped issero all'avversario di vedere le truppe contrarie e i loro mov iment i; apprestò compos!; ·,specia li che, in miscela con gli aggressivi chimici, ne ·maschera vano l'odore o altre ca,·atteristiche; consigliò la speciale brnn itura delle armi e d i oggetti brillan ti o lucid i, acccsso rii delle d ivise. Fu ancora merito suo J•.1 studio della composizione del pan no militare e della t in•ta p iu appropriata da dargli per 1·cndere scarsamente visi bili le unifqrmi in r.ampagna; come pure fu essa ci,e s uggerì l'aggiunta delle sostanze p iù indicate alie r.ari,:he d i lancio delle bocche da fooc.n, per r idurre nel mi-

595 glior modo la luminosità della vampata prodotta dal!o sparo dei cannoni, cd evitarne h loro individuazione. (V. iv.foschera,nento).

Camozzi (Conte Gabriele) . Patriotta, n. a Bergamo m. a D a lmine (1824-1869). Par tecipò alle Cinque Giorna te di ::Vlilano e poi fu a Bergamo a organizzare voloJ1ta ri, combattendo n elle sue vallate contro gli Austriaci . N cl 1849 dal Piemonte ritornò nella sua provincia a organizzare una colonna d i volontari che rnggiunse i 1800 uom ini e fu detta Legion e o colo11na Camozzi; con essa mosse a soccorrere Brescia insor ta, sostenendo diversi combattimenti con gli Austrianus10 a c amozz, ci. Esu lò nel Regno Sardo col in Dalmine fratello Gia·m battista (n. e m. a Bergamo 1818-1906), che fu a l suo fianco nelle lotte sopra accennate e divenne poi senatore del Reg.no: nella loro villa p resso Genova fu eseg1,1ito per la prima volta l'Inno d i Garibald i. Ì\ e! J 8S9 fu luogotenente dei Ca.cciatori delle Alpi, dove raggiunse il grado di magg iore. Nel 1866, comandante de lla guardia nazionale di Palermo d iede la sua opera a sedare la. rivol~1zione . Fu deputato di Trescorre Balneario dal 1860 alla sua mor te: pl'Ofuse t utti i suoi averi per la causa. nazionale. Camozzinì (Carla). Medaglia d'o· ro, maggiore, nato nel 1869 a Verona., caduto su l San s\lichele nel 1915. Ufficiale valorosissirno già avcva preso parte onorevolissima alle campagne criSolctaio delh1 tree, guadagnandosi due medaglie d'arleglo nc camozzl gento, una a Coatit nel 1895 ed un'allrn a. Tucrnf nel 1896. 2\:ell'ul tim>L guerra, fin da.i primi giorni si era segna lato per abilità di comando e per ardimento, e già il 22 luglio 1915 era r imasto abbastanr.a gravemente ferito. P_oco ternpo dopo, durante Ja ler•r,a battaglia dell'Isonzo, cadeva gloriosamente a lla testa' del suo battaglione. La motivazione con la qua.le fu concessa alla memoria ' d i lu i la medaglia d'oro, $i esprime così: « Costante e fulgido esempio di coraggio a tutta /4.rova, calmo e sereno sempre, anche nei momenti p iù cnt1c1, ga.gliard~ temp ra di soldato e òist into ufficiale superiore, seppe sempre infoi1dere nei· suoi dipenden ti la calma. la fiducia, l'ardire, segnalandosi in tutte le occasioni per ii suo grande valore. :"\7ella speciale circostanza in cùi una gran ata n em ica d i grosso calibro colpiva in pieno la Carnozz!nl Carlo 1


bandiera del reggimen to e quattro militari che le erano da presso, con calma mirabile e sempre sotto l'intenso fuoco nemico, da.te pronte disposizioni p e1'. ricuperarne i glor iosi avanzi, muoveva a rincalzo di altri repa.iii del reggimento, impeg1mti nell'azione, e nonostante hl critica situazione, teneva testa J..l ncn1ico . Pochi giorni dopo, mentre, col consueto ardire, ,rascinava il suo battaglione all'allacco delle posizion ì avversa.rie, cadeva eroicamente sul campo» (San :Michele del Carso 24-28 ottobre 19151.

Campagna. La voce « campagna >l è considerala s inonimo della voce guerra, ma p iù precisamente è adopér.ita dagli suittori militari per indicare quel periodo d i tempo en tro l'anno in cui sono possibili e si compiono operazioni militari attive. Va ricor dato che una volta le operazioni attive non si compievano che nel periodo dell'am10 megl io propizio agli accampamenti all'aperto e più r icco di foraggi, di biade e di denatè agricole (primavera-estate). :Maurizio di Sassonia formulò la regola secondo fa quale una campagna non doveva essere iniziata che dopo l'immaga zzinameuto dei raccolti. E il Bona.par te parve approva.re, se non proprio seguire, m1a tale regola. Naturalmente il ciclo d i una guerra p uò esaurirsi in w-ia sola campagna o comprenderne parecchie. ,Con maggiore esattezza oggi potremmo cons iderare il termine « campagna. >l come quello che esprime un ciclo d i operazioni m ilitari che, da! punto d i vista strategico, si presen ta. con una certa compiutezza d'insieme e non importa che stia nell'ann o solare o s i trovi a cavallo d i due anni. D'a ltronde si possono avere can1pagne di estate e carnpagnc d1 jnvcrn()

(Federico lI ne dettò la regola e ne dette esempi magnifici) le quali u ltime sono state frequentissime e possono ancora esserlo, p u r presentando caratteristiche proprie specialmen te a seconda dei luoghi ·ove s i svolgono. La "du rata di una campagna importa poco. Famosa è la campagna di Bonaparte in Italia detta dei cinque giorni. Infatti si compiè dal primo a.I cinque agosto del 1797 e segnò la d istruzione di u n'armata austriaca " l'inizio deJJa fortuna del grande. La campagna può prendere nome .d all'anno in cu i s i compie, o da.i luoghi, e può essere anche marittima o coloniale. Naturalmente una campagna coJoniale sarà p iù legata alle vicende climatiche stagionali (V. Campagne). Campag11a d,i guerra (Ammittistr.) . Il computo delle campagne di guerra ha u na du plice impor tanza: amministrativa e storica. I m ilitari hanno dir itto che n el loro stato di servizio venga inscritto il periodo passa!<> sotto le armi in 7,cma di guerra, durante una ca1npagna, presso comandi, co·rpi e servizi mobilitati, o imba.rcati con incarichi attinenti alla guerra. L'inscrizione del servizio prestato in guerra, oltrecl1è portare a ll'interessa!o il diritto a decorazion i commemorative, per le campa~ gnc cui ha p reso parte, dà al militare avente d iritto ,t pensione anche il d iritto di integrare il compu to degli anni di servizio, onde raggiungere il limite massimo di 40 quote an nuali : ogni anno dt campagna (cui si ha dir itto dopo almeno 6 mesi e 1 giorno di permanenza in zona di guerra con rep arti mobili ta ti) viene com1n1 tato con sca la.re dopp io, agli effetti della. pensione, d i quello calcolato in tempo di pace. Lo stesso trattamento fatto ai n1ilitari in servizio sotto le armi in guerra, spetta agli equipaggi delle navi mercan tili, requis ite o n oleggia-te dallo Stato, i qual i s i siano trovati nelle zone dello Stato dichiarato in guerra, o in territori esteri oc-

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CAlVlt

cupati da.ll 'escrcito o dalla marina. Lo stesso diritto /,riconosciuto al personà le civile dell'eserc ito, della mar ina, dell'aeronau tica, e dei corpi o reparti ausiliari, che siansi trovati nelle condizioni indicate sopra. Il comp u to delle campagne è oggetto cli par ticolari decreti pe;quelle libiche, eritree, ed altre spediz ioni coloniali. Bargello della Campagna. Il capo dei soldati o dei famigli che si tenevano negli eserciti per le catture: nelle armate a.nclava i l Conestabile. (Rezasco). Gue,·ra di Carnpagna. Fu chiamata così la lotta dei. baroni feudali del :C-1ezzogiorno (secolo XVI) contro la.. mona,·chia., la quale ormai mira.va a conservare tutto il. potere nelle proprie man i, annullando una quantità rii. pr ivilegi e diritti feudali, primissimo quello di tenerearmati . a propria d isposizione. I feudatari, nel 1557, tentarono l'ultimo sforzo per impedire il fatale andare· delle çose, cd essendo questo fallito, ne venne il crollo, della baronia armata e il definitivo stabilirsi del poter~ monarchico.

Stab.:liment ,: di Campagna. Vengono così chiamati. queg)i stabilimenti militari che sono in contrapposto ag[i st?.bilimenti territoriali, con cui haru10 comune la caratteristica d i organi autonomi esecutivi, provvisti de i ma ter iali e dei mezzi necessari per il funzionamento ciel servizio a cu i ciascuno è destinato. Gli stabilimenti di campagna, a seconda della loro funzione cd assegnazione, vanno d istinti in stabilimenti di prin'1a linea, stahilimenti di seconda linea e stabilimenti di riserva. Perle rispellive attribuzioni, per la loro assegnazione a li'; grandi unità mobi litate e per le modalità di svolgimento del loro servizio v. Stabilimenti.

Campagne (11--lar.). ·Chia.mans i campagne le lunghe navigazioni fatte ne.i mari lontani da.Ila ma,h-e patria,. per assistere i propri connazionali all'estero, per protezione del commercio, per scopi politici, ccc. Le campagne servono a11chc ad allenare il persona le a tenere lunga1nentc il 1narc. Possono essere con1piute con 11avi 1 <li-• visioni od anche intere squadre. Campagne idrogi·afiche. Sono quelle compiute per ri lievi delle coste e del fondo del mare in prossimità de lk: coste. Sono fatte mediante navi con attrezzatura speciale, e durano anche degli anni, dovendo servire a1 perfezionamento delle carte marine. Ogni potenza marittima tiene co11tinuan1c.nte in campagna. diverse navl.

idrografiche, che fa.nno rilievi delle coste coloni,tli e dei paraggi più battuti dalle proprie n av i. 1\ seconda degli scopi che hanno, le C . diconsi di osservazione, di scoperta, ecc. ecc.

Ai tempi della navigazione a vela il vocabolo C. avev,t il sign ificato guerresco vero e proprio che h,rnno attual -

mente quelle delle: armate di terra, ossia il complesso.delle operazioni belliche compiute dalle varie squadre o flotte dal momento in cui u scivano dal porto d i annamento, all'istante in cu i vi r ientra.va.no p er lunghe so-. ste di r iposo e di riparazioni. -C oll'avvento del vapore, .. a l nome di C. è subentrato quello di « Crocie ra ll, perchè le n avi non possono trattenersi molto a lungo in inare, per ragioni di rifornin1ento.

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Campagne di istrn.zione. Sono quelle fatte per gli allievi delle Accadem ie e dc l!c Scuole di marina e delle· scuole mozzi. Harn10 in gcn"èrnle la durata d i pochi mesi e si compiono du rante l'estate. Alcune campagne son o, svolte tuttora su navi a vela, per abituare i giovani:: a conoscere e sfruttare gli clementi atmosferici.

i


Cam pagn e polu.r-i. li clima polare è eminenternent,: ,salubre. 1.e malattie infettive Yi fanno difetto, giacchi: non vi esistono i microrganismi che ne sono i fattori •causali e, se importati, vi trovano condizioni sfavorevoli alla loro vita t:d alla loro a uiviti1 di agenti di mal:ll• tic. Quanto allo scorbuto, le provvidenze appresso esposte, vennero a farlo scomparire anche in queste campagne. Campaguc tropicali. Da Vasco di Gama, che nel 149.ì, nel viaggio di scope rta del Capo di Buona Speranza, :perdette più di 100 uomini so1>ra un equipaggio di l ée, sino alla metà del secolo scorso, salvo rare eccezioni, le campagne che le navi da guerra in traprendevano nei mari tropicali era.no funestate d:i una mortalità alt i~sima, sino a 300 per 1000 all'anno. Le cause della mortalità erano due gruppi di morbi; le malattie infetti\'() proprie delle n uove contrade, e lo scorbuto, d ipendent~ da nutr izione con generi aliment:i.ri in conserva. Una prova di questo assunto si ha nei fatto che le sole campagne in cui lo stato sanitario si mante1me buono, furono quelle di esplorazione dell'Ocean ia. In fatti, la im: munità di queste navi si deve attribuire all'assenza di morhi endemici e alla bre,·ità delle navigazioni tra isole vicine, per cui si aveva la possibilità di rifornirsi con viveri freschi. A i nostr i giorni le tmvcrsate dei piroscafi, assai rapide, e i mezzi cli <;:Onservazionc ·degli alimenti molto migliori hanno scacciato dalle navi lo scorbuto; e i progressi della profilassi permettono di lottare vittoriosament~ contro i mo rb i infettivi; sicchè le campagne trO· p ic.tfì non presentano differenze apprezzabili c irca !o stato sanitario dell'equipaggio con le navigazioni nd mari della zona temperata. Il miglioramento sanitario ,conseguito non esime dalla applicazione 1·igorosa delle misure d'igiene, giaccbè l'esperienza dimostra che, ogni qualvolta si allentano i freni, si ha la ricomparsa delle condizioni di un tempo. TA: misure consistono iu I) costruzione cli nav i apposite; 2) scelta dell'equipaggio ; 3) razione alimentare appropriata alle condizioni climatiche; .J) disciplina del la\'oro; 5) vestiti e copri~ capi adatti; 6) cura della pelle.

Campaldino. L ocalità fra Pratovecchio e Poppi (Toscana). Rallaglia di Campa/dillo (11 giugno 1269). I Guelfi di F irenze, coll'aiuto di genti a p iedi cd a cavallo, for11ite da va.r1 signori d i Romagna e di Ho logna, il 13 maggio 1269 bandirono agli Aretini la guerra. Messi ins:eme 1600 cavalieri e 11.000 fami, il 2 giugno, sotto gli ordini cli Amerigo d i Narbona, cavaliere francese, mossero nel Casentino, e compir·ol\O scorre rie, raµ inc cd incendi sulle terre del come Guido Xovdlo podestà <li ,\rez?.O. Gli .\retini corsero alle difese, e guidati dal 1o stesso conte avanzarono contro l'oste fioren•ina con 8000 fan ti e 800 cavalieri, raccolti auciH' da l duc:tto di Spoleto e dalla Marca della Romagna. L'll g iugno le schiere si tro,·arono di fronte, nel piano <li Campaidino. Si venne alla scdta dei feritori, incaricati di appiccare la zuffa. Il ca pitano fiorentino V ie ri dei Cecchi, bcnchè malato, voile tra essi essere il primo e scelse il figliuolo cd i nipoti; da parte aretina pure furono scelti i migliori feritori, e su tre schiere avvenne la zuffa. Si combatteva da a nibo le parti con fervOJ'(! e coraggio, finchè gli Aretini urtarono gli avversari con tale impeto da metter fra loro confusione e terrore. I Fiorentini tentarono di

597riprendere gli a ttacchi alle ali, stavano per soccombere, quando il coraggioso cd impçtuoso inte rvento di Corso Donati, con duecento ca,·alieri, cambiò le sorti della pugna, che ai ri5olse in una piena sconfitta degli Aretini, scompig liali e messi in fuga disordinata.

Campana. );'ei tempi medioevali la campana fu con· siderata come strumento di !,'llerra; ad es. fu posta sull'antenna del car roccio per dare segnali all'esercito. Qurst'uso durò per lungo tempo nella rnili1.ia italiana. Le campane si appendevano anche in piccole torri agli angoli salienti dei bastioni, all'ingresso degli accampament,, e ser vivano p<!r segna re le o re, la ritirata, l'alzata dei ponte levatoio; per l'allarme, per avviso cl i fuga di d:~~rtori, dc-ll'appressarsi del nemico. eec. La campana era anche messa nelle torri isolate che servivano di sen· tinella lontana e di \'Cdctta ai castelli. Considerate come precht bellica leg ittima, se ne impossessavano i G ran maestri d'art. degl i eserciti, cd essi le fondevano per farn~ cannoni, o accettava.no dai vinti il prezzo dei ri.; scatto. Tn base alle consuetudini avrebbero dovuto rappresentare preda bellica solo quando avessero suona to per segnali o per alla rmi ; ma i vincitori passarono sopra, generalmente, a questa constatazione, dandola sempre per ammessa. Anche recentemente, durante la p,uerra contro l'Austria, dopo Cnporctto. nel Vei;ielo inva50 dal nemico, le campane vennero tolte dai campanili e destin:i.te alle fonderie austro-ungariche. Nelle navi da guerra della marina velica tenevansi generalmente due campane: una più grossa al parapetto del cassero, una più piccol:i. al parapetto del castello di prua. Servivano per segnali e per allarme. Ora. c'i· una ca.m1>ana, che batte le ore, le guardie, i segnali nelb fm;chia, l'allarme in caso di incendio, Campana. No111e dato, nelle ant. art ig lie rie, alla camera conica che si usa\'a <li fare nel fondo dell'anima d'a.lcuni pezzi, i quali perciò venivano <letti « incampanali i,. Campana dei Caduti. Grossa campana, del peso di 115 quintali, con :iltorilie\'i ricordanti la guerra, e <"Or. iscrizioni, nell'interno, dei canti prediletti dei nostri solda ti. Venne fusa a T rento, con h ronzo di cannoni alleati e nemici, fu consacrata il 24 maggio 1925 e poi is..~ata sul torrione del Castello. Campana della w11tro111i11a. Ciascuna di quelle grandi aperture a guisa cli pozzi, forni te d i lunghi sfiatatoi, e costruite insieme colle opere d i fortificazione che si vogliono controminare, perchè da quelle aperture sia sventata la mina accesa <lai nemico; e tanto minore segna il danno alla muraglia, quanto per la stessa campa1'.a esca maggiore la fuga della va mpa (Gugliehnotti).

Campana (o Consolare) . \'i:i. romana, d1c da Capua, per Cuma raggiungeva Pozzuoli e N apoli. Era una <lirnmazio11e <\ella vi,t Appia. Cn111pa11a (Legionr) . Formata nel li34 nel regno dei~ le Due Sicilie, partecipò con onore alla battaglia di Vdlctri nello stesso :umo. Campaua Cesare. Storico, n. di Aquila, Yissuto nel scc. X\'l. Fra le sue opere: «Le guerre di Fiandra»; « Imprese di Alessandro Farnese ll ; << \'ita di Filippo II, con le guerre de' suoi tempi»; cc Compend io storico dcli~ guerre tra Cristiani, T urch i e Persiani>>. Campana Francesco Federico. Generale, n. a Tori11e,

I


C.\ M

m . a Ostrolenk a (1771-1807). Entrò nell'esercito d 'Ila lia nel 1794, ufficia le proveniente dall'Accademia di Torino, si d istinse grandemen te in molte occasioni, tanto che rapidamente raggiunse il grado di generale ( 1805). Partecipò a lla batt. di Loano rimanendovi ferito; fece le campagne napoleonicbe e cadde a lla testa delle sue trup pe nella batt. di Ostrolenka, meritando che il suo nomr. fosse inciso nelle tavole di bronzo di Versailles. - Un discenden te, Camp,wa Angelo, fu generale piemon tese, e depu tato per il collegio di Demonte (III , I V, V legislatura).

Campana Anton-io. Generale n apoletano a l servi,.io dcll 'Austrh, n. a P ortici, m. a Vienna ( 1772-1841). c<u d app rima dircHore del Deposito di guerra, in Mi lano (1801) . R imase in carica all'epoca della Restaurazione, d irigendo l'I stitu to geogra,fico m ilitare, trasfer ito a Vienna nel 1838. Campana (Ferdù,a.ndo Sambia.se, principe di). Generale napole tano (177 6-1830) . Partecipò nel 1812 alla campagna d i Russia come colonnello d ella g11a.rdia napoletana·, e a lla guerra del 1815 sotto 1'.forat. Q u indi entrò al servizio dei Borboni, divenù ma resc. d i campo e combattè nel S.alernitano contro bande di costituzionali nel 1820. Nello stesso anno fu col Pepe alla spedizione di Palermo; nel 1826 venne promosso tenente generale. Campana Andrea Adolfo . Generale, medaglia d'oro, nativo di Torino (1815-1871). Ten. d'art. nel 1833, partec ipò eia capitano alla cam pagna del 1848, e fu d ecorato della massima ricompensa a l valore << per essersi d i, stinto a Staffalo, Sommacampagna, Berettara, Custoza, Va leggio, nell'assedio di Peschiera ed alie p orte di ~'filano da.I 24 luglio a l 4 agosto 1848 ». l'artecipò quind i a lla campagna. del 1849 e ,·i guadagnò u na meclagl-ia di bronzo. Da. colonnello_. comandò il l 0 regg. art. da campagna e prese parte alla guerra del 1859 ; raggiunse il grado di magg. generale nel 1860; ebbe a llora il comando territoria le è'art. a ì'iacenza (1860) e a Genova (1861). Comandò la 5• d ivisione n ella campagn a. del 1866. Venne po i 11ominato membro del Comitato d'art., carica che mantenne anche col grado di tèn. generale, cui venne promosso nel 1863. F u collocato a riposo nel 1870.

Appennini fra i golfi di Napoli e Salerno. Dai Romani> .era stato scelto come punto di limita,:ione fra d ue squa-dre n,L\<ali, che avevano l'iucarico della vigilanza contro, i pirati. L'un« p roteggeva le coste fino a l',fa rs iglia: l'altra que lle del mezzogiorno fino a l faro cl i lvfcssina. Kel 36 a . C. una parte della flotta d i Augusto sotto. Appio Cla udio vi f u colla da grave tempesta cd ebbe a soffrire p erdite r ilevanti.

Campanella Federico. Patriotta, n . e m . a Gcnov:L · (1804-1884). F u ardente seguace d i l\fazz.ini; preparòun moto a Genova e ad Alessandria ( 1833) che fu sventato dalla poli7.ia. Preparò poi l'infelice spedizione in Savoia. Fu uno degli organizza tori della « Giovine I talia >l e uno dei fondator i della (( G iov ine Europa» . Nel 1848 acco rse a M ilano; ne l 1849 fu a capo del moto, di Genova, falli to il quale accorse a. comba ucre sulle· mura di Roma. contro d i francesi. Quindi andò a Parigi e comba.ttè contro il colpo di stato di Napokoné I TI._ Tornato in I talia nel [859, cooperò alla spedi?-ione dei:.. Mille. E letto d eputa to per Corleto Penicara· nell'VlII leg is latura, si dimise per darsi alla propaganda repubblicana. Alla protesta contro la pace del 1866, f ~ce seguire un cornizio a Genova 1 in cui presentò una. 1110zione reclamante i confini naturali d'Ita lia. - il T iroh. e l'Istria -- mozione che fu la prima base dell'irredentismo.

Campanell e· marinare. Quando venne fusa la, campana. di Rovereto, se ne fusero altre con lo stesso·,

Campanella. E' cosl ch ian1ato l'anello fissato al fodero della. sciabola per poterla

agganc iare

al

cinturino. Le sciaboie da trup pa hanno una sola campanella ; quelle eia ufficia le generalmente due. E' pure de tta campanella, I' anello che 1. Campanella ctl sciabola ,1l sta. fissato alla coccia cavalleria; 2. Campane la cli della impu gna tura delp istola ti rotazione. le pistole, e serve p er a ttaccarvi il cordone d a appendere a l collo.

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Campanella (P,mta della). Promontorio del litorale .n apolitano, che si d irama d alla massa p rincipa le degli

Battesimo rlcllc campane lle mar·tnarc

bronzo nemico, più p iccole, che, ba ttezzate solennemente,. vennero regalate a navi da guerra, per essere suonate · sul tramonto, come a R overeto, a r icordo dei Caduti.

Campanelli ( nobile Felice). Generale, 11. a S. Giovann.i a T educcio, m . a .Napoli (1846-1927). Sottot. d'art. nel 1866, partecipò a lla campagna del 1870; fu inse-gna.nte alla Scuola d i Modena, e raggiunse il grado dii. colonnello nel 1901, d irettore dell'Officina d 'art. a Na.-,poli. Nel grado di magg. generale fu addetto a l comando,

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<lell'VI II C. d 'A. Collocato jn congedo (1913) raggiunse nel 1923 il grado d i generale di divis ione.

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CAM

se prima, con durissimo combattimento, non ci si è impadroniti elci massicci stessi e dei loro tetti. Di qu, la grande robustezza passiva d i questo rilievo montano. Campanelli nobile A rtit.ro. Generale, n. a S. Giova,rni a Teduccio, m . a ).T,apoli Vangustia dei cana li, l'ampiezza dei tetti, dà soprattutto (1848- 1913). Sottot. d'an. robustezza difensiva. passiva.; tanto maggior valore quinnel 186ì, nel grado di codi assumono le eventuali p iazze d'armi interne di malonnello ( 1900) resse b novra, che vengono così a snodare e rendere attiva la cordigliera eccessiva.mente passiva.; il sistema cli depresca..ric,t di d irettore d'artiglieria alla Spezia; co1nansione Benevento-Avellino, dà luogo a dei giuochi di manovra. che ricordano que lli della grande piazza d'armi dò il Collegio militare di Roma ed il 1° regg. d'art. ciel Grésiaudan tra le montagne delle Alpi calcari del da. costa ; promosso magDelfinato-Savoia cd i duomi cristallini delle grandi Alpi>> (Dc Ambrosis - Geog. mii. razionale). gi@r generale (1905) fu direttore superiore d~lle espeQueste caratteristiche struttura.li, •il clima (sub tropica.le marittimo) che consente le operazioni di guerr.t rienze d'artiglieria é comandante cl'artjglieria da in qualunque stagione, la. ricchezza della regione subap• costa ' e fortezza a Roma. penninica., le ottime qualità marinare della. costa, tutte queste circ()sta.nze insieme, c()nferiscono a lla Campania Campa ni (Cacdatori). un valore militare molto elevato per la. guerra di terra e Ba ttaglione costituito nel campanelli Fe'lice di mare. 1800 ncll' esercito delle Due L'Appennino Campa110-S,urnita si stende dalla Bocc:i. Sicilie, sciolto nel 1806. Partecipò a lla lotta contro d i Forlì a lla Sella di Conza. Il solco T àmmaro-Ufita <liFrancesi. vide l'Appennino campa.no propria.mente detto (ad \V.) dall'Appermiuo sannita (ad E.). Il primo comprende: Campan ia . Regione d'Italia, confinante col mar TirJ) il :--1.atesc (M Mi letto rn. 2050); 2) ad ovest di que·reno, e col Lazio, gli Abruzzi, le Puglie, la Basilicata. s to e da. esso separato dalla valle del Volturno, i l n,L Ha una superficie cli circa Maggiore ( m. 1037); 3) i monti C:aucli11 i, che si «tendo13.©00 kmq. n o fra il Volturno ccl il Sarno e comprendono il masLa. C. offre parecchi tis iccio cli M. Taburno (rn. 1393) che la st1·etta valle delpi cli « paesaggio ». In l'Isclero separa eia.I massiccio d i M. Tifata (m. 602) e conseguenza ciel prevalere l'aspra catena de i monti Avella, che per 20 km. costidegli sforzi verticali nelLuisce forte osb.c:olo alle comunicazioni. Fra questi gruple spinte provenienti d al pi è racchiusa la conca. di :l\1.ontesa.rchio che la. forra T ir.rcno per I' inab issarsi delle Forche Caud ine collega a l pia.no; 4) fra Sarno e della Tirrenicle, le a lte terSele il gruppo d i M. Cervialto (m. 1810) o massiccio re che venivano emergenIrpino, che la depressione di Cava dei T irreni (fra Nodo (Appennini), oltre ad cera e Salerno) lunga circa 12 km. scpa., a dalla caten:i a llinearsi su arch i pa.ralcle1 l\.1 Lattan, popola.Lissnna. montagna, Ticca di acqur, lcli alla costa, e genuald i boschi e di op ifici, che costituisce l'ossa.l\ua della pementc con più accentuata nisola. Salen tina e si prolunga in tnare con l'isola d-i rapidità verso il mare, ,.; Capri. spezzettarono in massicci campanelli Arturo L'Appennino Sa1rnita è compreso fra il B iferno e tabulari, calcarei, che hanJ'Ofan to e fra il solco Titmma.ro-Ufita ed il Tavoliere no tutte le qua lità tattiche e le cara tteristiche logistiche delle Puglie. I I Fortore divide questa sezione in due proprie a. q\1csti lcrreni ed a queste forme. Ad occidente parei: a nord i M. dc\ Sannio ed i ::vr. d ella Daunia, si ha. il Preappennino, preva/entemente costituito con catene rion elevate ma compatte che segna.no l'orlo orienmateria.li d i colmataggio fluviale, ai quali si inframmeztale dell'Irpinia e sono poco favorevoli alle comnnicazano poderose costruzioui vulcaniche che da una parte zioni; a sud i M. della Puglia. Fra il Malese, i M. Daucontr ibuiscono a lla ubertosità della plaga e la movini cd il massiccio Irpino s i apre la conca cli .Benevento, mentano con r iliev i pii, modesti, attribuendole preziose costituita da lla stretta pianura nella quale sorge la c ittà caralleristiche la ttidie e logistiche; dall'altra. parte conon1oni1na, e una serie di pianori e di n1inori conch~ tribu iscono ad un largo fratturamento costiero, a.I qual~ ( Lra le qua Vi si potrebbe annoverare anche quella di si deve la portuosità dei golfi di Gaeta., Napoli, Saler:Montesarchio) che costitu iscono nel loro insieme una no, otti111i appogg i per la guerra navale. 9-uesta rcglonc1' regione carsica, ricchissi111a di acque, sgorganti abbon.. che tulta ins ieme p rende il nome di Campania felice, dantemente eia una grandiosa circolazione sotterranea. offre le miglior i condizioni di sv iluppo umano. Appartiene a.ncora a lla Campania, amministrativa.men:e, Fra massiccio e massiccio, ne ll'Ap pennino, s i aprono il gruppo del Cilento, che sorge fra il Golfo cli Salerno canali angusti, varchi depressi, conche p iù o meno amed il Golfo di Policastro, separato eia.I resto dell' Appenp ie, che si possono considerar e come piazze d'armi, colnino Lucano, del quale fa parte geograficamente, dalla legate eia corridoi cli manovra. L'Appennino !\"apoleta.profonda depressione eletta Val!o di D iana., nella quale no è u no dei gruppi più bassi d i tutto il sistema. appenscorre pigra.incnte, impaludandosi, il Tànagro. Le magninico poichè nessuna delle sue cime supera i 1800 megio ri elevazion i: l' Alburno (m. 1742) ed il M. Ce.rva~i tri. Ma le piattefor me dei tetti delle mon tagne tabu(m. 1899) cascano ripide sul Vallo. Il Calore di L a.ular i v i permet~no dei robuslissimi e vistosi apprestarino o lucano divide tutto il ·selvaggio massiccio carsico menti difensivi, tipo Grappa e ti po Carso, e 110n s i in due massé montuose ben d istinte. Fra i rilievi vulcapuò passare pei comodi can al i interposti tra. i m;issicci, n ici della zona. preappenninica sono da nota.re il gruppo


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-di Roccamonfina, i;ompreso fra i l solco del GarigliaJ10, Je depressioni d i Caianello e di Te:tno e la depressione -di Sessa Aurunca, la quale ultima lo d ivide dal gruppo -di :tvf. JVfassico; i Campi l'legrei, che trovano la loro ,continuazione nelle isole di I schia e di Procida, il Ve.s uvio, l'unico vulcano at tiYo, benchè anch'esso nella fase -<:li spegnimento. I principali corsi d'acqua che solcano la Campania ,sono: il L i r i, che nasce i n Abruno, percorre da p rima la valle longitudinale del Roveto - arteria di collegamento fra I' Abruuo e la Campania - si asricchisce delle acque del Sacco, del Melfa, del Gar i e con il nom..: --d i Garigliano sbocca nel golfo d i Gaeta. Il Volturno J1asce nel gruppo del l\'1cta, scorre in una valle longitu dinale assai stretta fra i l Matese ed il grnppo del 1\fas.sico; riceve poi ampio apporto d i acque dal Calore, a . sua volta arricchito dal Tàmmaro e clall'Ufita e attraverso la gola del Tifata sbocca nella pianlll'a campana . a Capu,a, d iven tando navigabile per questo ultimo tratto. Il Sele ha grande ricchezza di acque; scende da l mass iccio Irpino, raccoglie le acgue del Tàna.gro, a sua volta arricchito ç!al Plàtano e dal Ca lore lucano. Fatta eccezione per la pianura litoranea, solcata in ,-ogni senso da buone comunicazioni, ne.Ha parte n1on·tana queste si polarizza.n o intorno a linee ben individuate. Il tracciato dell'antica App ia è ora in gran parte seguito dalla linea ferroviar ia d irettissima Roma-N,ipoli fino a Capua; la valle del Sacco mette in relazione (via or d. e ferrovia) il Lazio con la Campania; le comun icazioni che pervengono clall' Abruzzo per l'alto Vol. t urno in parte scendono a lla pianura per la, stretta (;i Teano (via ore!. e ferrovia) seguendo l'antica via Latina, in parte, continuando il corso del Jìume, s'incan:i.lanci per la gola di Tifata, sboccando a Capua, o r isalgono il Calore e portano a Benevento. Alla eone:\ beneventana pervengono a11che le comunicazioni ordinarie e la ferrovia che riprendono l'antico tracciato della via Appia ed attraversano le Forche CaudiJ1e e la conca di :Montevarchi. Attraverso la depressione cli Cava -<le i T irreni s'incanalano le comunicazioni per la Campania meridionale e per la Basilicata. 11 solco TàmmaroSàbato collega con ferrovia e con via or d. PontelandoHo e le conche d i Benevento e d i Avellino, oltre le quali le ,.conrnnicazioni scendono fii10 a Sa[ano. L'Irpinia, nonostante la sua a~prezza., è zona cli t ran,sito fra il Tineno e l'Adriatico. Le dt:c comunicazioni importanti sono riC:\lcate, la prima, sulla via Appia (B,·.nevento, Lacedonia, valle dell'Ofamo, Venosa) e la so,conda, dett:c anche via. delle l'uglie, sulla traccia dell'antica via T r aiana, (Benevento, Aria110 di Puglia e la !un-, .g:t goia di Bov.ino, tr istamente n ota nei fasti del brigantaggio). Tutte due sono segui le piit o meno da presso da ferrovia. Beneven to è così nodo stradale e ferroviario importantissimo:. ad cs~o adducono la Bari--1\"~.poli, la Foggia-Napoli, la Campobasso- Benevento, b Salerno-Benevento e la Caserta-Benevento.

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Brigala Ca111J>ania (135° e l36° rcgg. fanteria). Fu co_·sti tuita il 1° marzo 1915: il comando della b1·igata ed il 136° reggimento dal deposito del 64° fanteria (SaJcrno) il 135° dal deposito del 32° fanteria (Avellino) . .Nello stesso annu combatté sull'Isonzo; nella p rimaver., ,,f]cl 1916 fu in Valsugana; nel 191ì r.imase quivi fo10 ,,L ·110vembre e poi fu trasferita nella zona di Viùor ; nel 1918 fu sul l\fontello e si hat tè nel giugno contrastand.) j'offensiva austriaca; r i1natc qu ivi fino alla ball. di Vit-

601 tor io Veneto alla quale partecipò con onore. Dopo la guerra venne sciolta. La. br. C. aveva le mostrine fm. · mate con doppia striscia oriz7.ontale : rossa e azzurra .

Truppe clCJJa l)rig-a,1a campnn la cl il'Cl•LE1 3 Kon ia (M; la )!ln0t'C}

Camj>ania. Cmrnoniera vara ta a Castellammare di Stabia nel 1914, lunga m. 83, larga i2,il; dislocamcuto tonn. 2483, macchine HP. 5001, armamento 6 cannonr d a 152, 4 da 76.

Campano ( Battaglione) . Corpo volontario. composto di napoletani, detto anche ,, Cidca ],,fobi le deliri. C,111,pania ll. Partì d,i Roma il 17 giugno 1848 e giunse ad Imola J'8 l ug lio al comando del maggiore Antonio Férr,:ca.. Campanone. F u detto il grosso mortaio da bombe, de' primi lcmvi delle artiglierie, foggiato nella bocca largameu te, a guisa cl i campana. Camparini (Antonio) . Generale, n. e m. a Reggio r:m ilia (1839-1903). Partecipò da sollot. di fan teria alla 1 campa.gna del 1859, e eia capitruio a quella del 1866; promosso colonnello ( 1892) fu nom ina lo co?11anclant,, del I O regg. granatier i. Co llocato in P. A. ( 1897), raggiunse nel 1~03 il grado di n1agg. generale . Campata (di ponte). E' il lr"allo di ponte limitaw eia d ue sostegni successiv i, e comprende tanto i sostegni quanto il piano d i passaggio. Nei ponti fissi in 1nura tura la campata è di ampiezza variabile a seconda delle speciali caraU.cristiche del manufatto; nei ponti mi'.itari, che si costruiscono col materiale da equipaggi<, regolamen tare, la campa.la si denomina pi (1 comunemente « impalcata )) e la sua ampiezza, misurata da asse ad asse dei sostegni (barche, bar coni o cavalletti) è fissata in m. 5 .33,


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Campbell (Arcibaldo). Generale inglese (1739-1791). Partecipò a lla guerrn contro gli Sta ti Un iti; poi fu govcrn:itore di G iamaica ( 1782) e d i :ll·fadras (1787).

Campbell (sir Gio,-gio). Ammiraglio inglese, m. nel 1821 . J:'artecipò alla battaglia che Hotham vinse al largo d i Genova (1795), a ll'azione al largo di Bresl (1799), a quella nefie acque di Tolone (1804). Fn coman dante in capo della base navale di Portsmouth. Nel maggio 1815 costrinse il governo di Murat alla dedizione del naviglio e degli attrezzi dell'arsena le d i l\"apoli. Campbell (sir Alessandro). Generale iJ1glese nat o nel 1760, m. nel J824. campncll Gior gio P rese_ parte a ll'assedio di Gib ilterra (1781). F u nelle Indie d ove combattè va lorosamente. Capo di stato maggiorn n ell'annata di Spagna, fu ferito a Talavera e prese anche parte alle battaglie d i Busaco, Fuentès dc Onoro, ecc. Comandò le forze inglesi a lle isole Bou rbon, lVIaurice e morì comand ante il forte di S. G iorgio a Calcutta.

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Campbell (sir Arcibaldo). Gen erale i nglese (1769-1843). Fece le campagne indiane, e poi qu elle della penisola iberica fino al 1814. R imase poi nell'esercito portoghese e tornò poi nell'Ind ia doYe combattè in l3irman ia; nel 1839 fu nominato comanda nte in .capo a B6mbay.

Campbell (Colin). Generale inglese (lii6-1847). Si l,attè nelle I ndie e poi nella guernt contro Xapoleone nella penisola Iberica; combattè a Waterloo. l·u infine governatore di Ceylan.1 Campbell (sir Co/in, lorrl Clyde). Feldmaresciallo in glese (1792- 1863). Prese par te a lla guerra nella penisola. iberica contro i Francesi, alla spedizione in Cime (1842), alle guer re nell"India, a lla spedizione in Crimea, e ancora fu in I ndia per la repressione della rivolta del 1857, come comandante in capo dell'esercito.

Ca mpéche. Città maritrim,t del ·Messico, nello Yucatan. N cl 1685, i F ilibu stieri andarono ad attaccarh, in numero cli mille, com.m elati da Gram mont; batterono ottocento Spagnoli, s'impadronirono delJa città e della. cittadella, saccl1eggiarono tutte le sue ricche7.zc. D ue filibustieri furono p resi dal governatore di Mcrida, venuto in soccorso da. quel luogo. Gramrnon t li richiese al governatore, promettendogli ~i i rendergli tutti i p rigion ieri fatti finora, senza escludere il Governatore di Campèche ed il suo stato maggiore; ma la sua domanda venn e rifiuta ta. Per vendicarsi, egli incendiò la città in-cenerendola e fece sa ltare la for tezza. Campeggi (Felice) . Genera le, n , a MLlano, 111. a R oma (1859-1927). Sotto!. d'ar t. nel 1880, vennè collocato a riposo nel 1912, e, r ichiamato in ser v1z10 temporan eo col grado d i colonnello presso il comru1do d 'artiglie-

r ia di fortezza in }.,'fantova, partecipò alla guerra 1915-1918 e raggiunse nel 1924 il grado di generale di br i-gata.

Campeggiare. Particolar modo d i fo re guerra, non, stando mai in un campo ad aspettarvi l'esercito nemico, non andando mai risolutomente ad assaltarlo, ma cambiando spesso l'alloggiamen to, per pi;_eoccuparc il nemico, per indurlo a muoversi, senza dargli presa mai. Analogamente, non si dice che « armeggi J> chi stia fermo, in guardia, nè chi vada a fondo; s i dice di chi accenna azioni con finte e non si scopre e spia l'occasione di an dare a fondo. Campello (conte Pomp~o). Uomo polit ico ita liano, (1803-1884). Partecipò ai moti del 1831 ; nel 1848 fu eletto deputato delle Romagne e da Pio IX nominato, mù1istro della. guer ra. Questa car ica ebbe anche nella repubblica romana del 1849. Fu nominato sena tore. Campenon (Giova1tni). Genera le francese (1819-1891). R iorganizzò l'esercito del bey di Tun isi ; iece le campagne di Crimea ( 1855) d'Italia (1859), di Cina. (1860) e partecipò alla guerra del 1870-71, nella quale· rimase prigioniero a l\1etz. Nel 1881 venne nominato m i-n istro della guerra, rimanendo in ca;·ica. fino al 1886. Camperdown (Battaglia navale - 1797). La battaglia n avale che prese nome dal villaggio olandese di. Camperdown appartiene a l periodo della guer ra inglese· éontro la Lega franco-batavo-spagnuola . Ebbe luogo 111 ottobre 1797 fra l'arma,ta inglese, comandata dall'ammiraglio D uncan, e quella olandese él.gli ordin i ' dell'ammiraglio Dc Winter. Al mattino del 9 ottobre una n ave· avviso segnalò a D uncan, ancorato a Yannout'h, che i Batavi facevano rotta verso sud . ·L'ammir. inglese salpò, con 11 navi, altre tre lo raggiunsero l'indomaRi, ed all'alba dell' ll scoprì la squadra di De Wintcr, composta. cli 1S n a vi tra vascelli e fregate, che veleggiava sciolta-mCJ1te per il trave rso di Scheveningen, e che, appena avvistata la squad•·a inglese, si d istese prontamente in, linea di battaglia. Duncan aveva il vantaggio del sopravvento, ma osservando che il nemico a11prcssavasi, alla terra e · temendo che gli s fuggisse a renandovisi, O• dando fondo fra le secche della costiera, segna lò alle sue navi di ca lare sul nemico a buona d ista.nia, tagliarne la linea e forma rsi in colonna dalla parte di sottovento, cioè fra esso e la terra. Ardita maJ1ovra, degna del vecchio ammiraglio cu i l'I nghilterra aveva a ffidata. la missione cli combattere la. più robusta fra le marinecollcgate. JVIa la n ebbia impedì la completa esecuzione· del disegno, anche p erchè il segnale non fu da tutti. scor to. Il vice a111mir. Onslow, capo dell'avanguardia inglese, entrò in azione a mez;;ogiorno e. rnezzo, tagliaJ1do• la linea di fila nemica tra i'l< I-Iaarlcm ll cd il cc Jupiter >> che ~rano contigui. Non riuscì invece a l « Vencrablc J> di Duncan passare tra il « Wryheicl ll (vascelloaJ11miraglio cli De W inter) e lo rt Staats- General »; e la battaglia si snodò i n duelli ostinati, d uran te i quali la vittoria' fu disputala. sanguinosamente cla ambo le p~rli. P r imi ad ammainare bandiera delle n avi batave furono il « J upiter», poi il « \Vryheid ll che, c ircondato• d a l « Venerable ll , dal cc Triumph » dall'« Ardent J) e dal « D irector J> , inglesi, ebbe i suoi tre a lberi abbattut i e· d ivenne ingover~abilc. Seguirono i vascelli batavi . « D e Vrics )J , << Gelykh eid Jl, << Haarlem·», << H ercules >l , « \~7a.ssenaes >> << Alkmar >l, « Delft» e due fregate; il rimanente fuggì, I morti ba tavi foron o 540, i feriti 620; da par te-


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La 1>a11aglla navale di campcrdo" n co11obrc 1ì07)

britannica 203 i morti, 622 i feriti. Le navi catturale dagli Inglesi furono g iudica.te non meritevoli d i r iparàzioni, tanto il cannone le aYeva sconquassate. L'ammiraglio Win tcr, prig ioniero, fu in Ingh ilterra tratta to coi maggiori riguard i. L ' ammir. D uncan fu creato viscon te di Campcrdown; l"ammir. On slow baroneuo.

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Camperio (lvfo11f rerlo). Patriotta, n. a M ilano (182é1899). Tn gioventù fu a capo di dimostrazion i an tiaustr:achc, e una ,·olta fu sfida.lo dagli ufficiali d'un reggimento. Deportato a L inz e trasponato a )Iilano per il processo fu liberato dal popolo insorto nel JS48 e si distinse alrassalto del Palazzo del Genio: proseguì poi Ja campagna coi volontari. L' anno segucm,, combatlè a Sovara con,c solda to nd S,tvoia cavalleria. Esulò poi in ,\ustralia, e tornò nel 1859 combattendo d i nuovo ne!h1 cavalleria, g'u ngcndo a l grado di capitano nel 1866. Lasciò l'esercito per darsi a lla p ropaAanda dell'espansione coloniale italiana; diresse il giornale u L'Esploratore)), scrisse « Da .' ssab a Doga li », un « l\fnnualc della lingua T igrè" e pubblicò vari lavori geo~rafici. Favo rì le spcdi1.ion i del Gess.i, dell'Antinori, del J\fatteucci. Nel 18i4 fu eletto deputato per il collegio d i P izzigheuone. Campero (Narciso). Gene rale boliv iano (1815-1896). Combattè in lotte intestine contro i gcn. Cordoba e Melgarejo. Nel 18il cc~ gen. cli divis., e poi per un ceno tempo capo dell'ese rcito nella lotta contro il C ile. Era a llora anche p rcsido11e della repubblica : dopo la pace s i r itirò a vita privata.

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Camphausen ( Guglielmo) . Pitlore d i b,u ta glie, tedesco ( l8 18-1885). Fra le sue opere: « Duppcl d opo l'assalto»; « Lo sbarco nell'isola di Alsen >>; Xapolcone a Sed an »; « Guglielmo I a Gravclotte >>; ccc. Campi. Borgo in Val d 'Arno (Firenze). .Nel 1815 (9 aprile) truppe napoletane agli ordini dei gen. Pignatclli e L ivron costituent i u n:l d ivisione stacca ta dell'escrcilo <li :'.\!fu ra t, vi affrontarono e posero iu fuga u n corpo austriaco che ripiegò precipitosamente sopra Prato e l'istoia. Ca'lllpi 1Jarto!oJ11eo. Ingegnere m ii. del scc. XVI. Nel 1534 andò in Francia al servizio d i Caterina de' )ledici e larnrò alle opere esterne della cittadella di .\nversa. Nel 155S si d isti nse nell'assedio di Calais e nel 1563 in quello d'Orléans. N el l574 militò al servizio della Spagna e si battè ,·aloro,;.,mente all'assedio di H arlem O\"e morl. - Il figlio, Sciphme, fu pure ing. militare e morì a ll'assedio di Maestricht nel 1579, scr, endo la Spagna. Campi Bartolomeo. .\rmaiuolo milanese (1550-1573). Lavorò per le repubblica di Vcnezict, per Carlo V, per il Duca Gu i<lobaldo II d i Urbino e per Enrico Il di Francia.

Ca111pi baron e Ogniss1mti. Generale francese, n. in Corsica (1777-1832). P artec ipò alle guerre napoleoniche distinguendosi in molle occasioni fino al 1815 e r iportando parecchie ferite. Guadagnò il grado di generale a ì:Vaterloo e sotto i Bor boni divenne generale della fanteria, fino a l I 820. Campi Giuseppe. Patriotta, n. e m. a S. Felice <li :Modena ( l 788-1873). Usci ten. d'art. da ll'Accadem ia di Modena nel 18 12 e si distinse nella guerra del 1813 a Pescbiera e in quella dell'anno successivo sul )lincio. Partecipò aUa congiu ra d i Ciro J\-fenotti ( 1831) e vi rimase ferito; combattè a Rimini e ad Anc:ona e poi :;i rifugiò in F rancia. Accorse nel 184S a combattere su lle


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barrica te di 1vlilano; poi lavorò a T orino nell'Enciclopedia del P omba per la parte militar e. Nel 1859 fu dep utato dell'Assemblea d i Jl,fodena. Ca,npi Gi11lio. Generale, n . a Saronno, m . a :Milano (1849- 1914). Sottot. del genio nel 1869, fu insegnante

presso la Scuola 2,,filitare; promosso colonnello (1902) resse b . -carica di d irettore del genio a Bari e a Genova. Collocato in P . A. (1906) raggiunse nel 1913 il gr<l;dO di magg. generale. Can,pi Enr-ico. Generale, n. a Jvlantova, m . a Torino (18511J912). Parlccipò da sol tot. dei bersaglieri alla campagna del 1870 e promosso colonnello nel campi Gi ulio 1901 ebbe il comando del i.3° rcgg. fanteria.. Nel grado d i maggior generale ( 1908) fu nominato comandante della brigata J.farchc; raggiunto il grado d i ten. generale resse il comando della d ivisione d i Cat,rnza.ro.

Campia (Giovanni). Generale, n. a Roatto nel 1786. Nel 1815 era sot tot. n el regg. St:sa e percorrendo la carriera in fanteria, nel 1846, d a colonnello, ebbe il coman do del corpo dei cacciatori franch i. Nel 1848 combattè a Curtatone e v i rimase ferito. Promosso mag_gior generale nel 1849, tenne il comando m ilitare d i Sassari e dal 1850 comandò I.i, brigata Cuneo. Nel 1853 andò a riposo . Campi Bisenzio. Comune in p rov. cJi Firenze, su lla sr. del B is~nzio. Nel 137i vi fu costruita una R occa, .andata poi in rovina. Nel 1325 C. ftt saccheggiata dai L ucchesi e n'el 1352 dai V iscontei.

Campi Canini (Battaglia dei). Appart iene alla lotta -coi ba rbari, sui confini dell' impero romano, e f u com.battuta ai G. C. - forse presso Bregenz - nel 355, da -Costanzo II contro gli Alemann i. li gen. Arbezione, uscito con cavalleria dal campo romano, fu assalito e a .stento potè 1·ientra re dopo d i avere subito gravi perdite. Il campo stesso fu q uindi assalito d agli Alemanni; ma i R omani, con una vigorosa sortita, ruppero gli assalitori e ne fecero grande s trage, mentre i superstiti si salvavano colla fuga. Campi F enectani (Battagl-ia dei). Appartiene al!c guene dei Romani contro i popoli viciniori, e fu combattuta. e vi11ta dal console Q. P ubli lio F ilone contro i Lat in i ribellat isi dopo la calma seguita alla. batt. d i Tri~ iano. Campiglia . Comune in prov. di Pisa, nel medio evo fortiiicato, con caste llo. Passato nel J406 dal domi nio ,d i Pisa a quello d i Firenze, si ribellò e cacciò il presidio fiorentino, ma fu subito ripreso da r inforzi sopmggiu nti. Nel 1447 il re Alfonso tentò di r iconquistario ponendovi l'assedio, ma dovette rinuncia r vi per la fiera J·esistenza degli abitan ti. Tornato nel 1448, venne sconJitto d ai F iorentini e dovette ritirarsi dopo di avere perduto 2000 u . Battaglia di Can,piglia (17 agosto 1505). Fu combal-' tuta fra i F ioren tini, al comando di Ercole Bcntivo:glio e i Veneziani (300 uomini d'anne e 500 avven tu~ rieri comanda ti dall' Alviano. Attaccati men tre erano in a11arcia con la cavalleria in tesla, i fanti veneziani an-

604 darono in rotta e fur:ono ribu ttati disordinata.mente verso !a spiaggia. L a cavalle ria assaltò i Fioren tini e li fece piegare, ma allora. i! Bcntivoglio smascherò sei falconetti e fulm inò con quelli gli assalitori disordinandoli e poi !i at taccò con tutte le sue forre sconfiggendoli. L' Alviano si i,alvò con la fuga e con poch i cavalier i r imastigli.

~ampilanzi (Carlo). Generale, n. a Modena; m. a :\Tapoli ( 1832-1897). Parteci pò alle campagne del 1848, del 1859, del 1866, meri-tandosi un a med. di bronzo a S . Lucia del Tione. Ebbe nel grado di colonnello (1887; il comando dei distretti d i Teramo, Reggio e Nola; collocato in P. A. nel _1892 raggiunse nel 1895 il grado <li 111agg. genera le. Campillo (Pace e Lega del) . Conclusa in loca lità òctta C.. al confine fra Castiglia. e Aragona, il 27 marzo 188 1, tra Alfonso X d i Castiglia e P ietro III d'Aragona. O ltre a lla pace fra i due Stati, si strinsero accordi per conq uistare la N avasra, a llora in potere dei Francesi, e,. p çr la lotta contro i ~fol'i. Campillo de Arenas. Jforgo della Spagna, in provincia di Jaen.

Battaglia d i Camp-i/lo (28 l uglio 1823). Appartiene a lla guerra dei Francesi contro i Costituzionali spagnuoli Il gcn. Ballestreros, con circa 12.000 u., aveva preso 9osizio11e a C. colla sr. appoggiata a Santa Colonna e la dr. a ::'\ovaltjo. Con tro queste posizioni mosse il generale francese :èlfolitor con iOOO u ., e avviò su lla sua dr. i gcn. Loverdo e Corsin, i quali presero le posizion i di Santa Colonna a 1•iva forza, mentre i d ifensori, sopraffat ti, si rifugi:tvano n elle montagne. Frattanto il gen. Bonne1nains marciava verso la n1ontagna di Cainp illo, e Molitor, con la d ivis. Pellepor t e la cavalleri,ll elci gen. Domon, attaccava la dr. spagnuola e convergeva s u C ., cacciandone il nemico, e facendolo attaccare d i nuovo dal gen . Saint-Chamaus e volgere in fuga fuor i del paese. Un for te nucleo d i Spagnuoli s i era collocato a l di là di C ., nelle a lture di Cor tijo, e bisognè\ sloggia.rio: il compito fu eseguito dalla br. Bonnemains, sostenuta da. truppe leggere, ,; dopo ostinala resistenza messo in rotta. Un'ultima resistenza, ten tata dagli Spagnuoli a Castillo. f u sup erata con attacco alla baionettà. e finalmente gli Spagnuoli volsero in rit irata, avendo perdu to circa 4000 uomini. Pochi giorni dopo (4 ago~ sto) il gen. Ballcstreros deponeva le anni.

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Campi Magni (13attaglia. dei) . Appai-tiene alla seconda guerra pun ica, e fu cornbattuta presso Cartagine 1

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rn nero, Romanf; r ig-at i, Cartag-1nesJ 1. Astati ; 2 . Prtncip i ; 3. Triari; 4. Cavallel'ia Italiana; 5. Cavalleria numida (Mass inissa) ; 8. Cell ibcri ; 7. Nurniclt ; 8. Cart.ag-inesl.


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La llrcuaglia di Campill.o (lL1glto ·J 823)

nel 203 a . C. dal proconsole P . Cornelio Scipione, alleato con ::viassinissr,, con tro As<lrubale Giscone, gen. cartaginese, e Sifacc re della Num idia, a loro volta a lleati. Questi disponevano d i 30.000 u ., di cui 4.000 Celtiberi assolda ti nella Spagna . L 'assalto venne dato chi Romani, le cu i a li d i cavalleria, sostenuta da.gli astati, sgom inarono in breve le opposte a li nemiche. Frattanto i Prin cipi e i T riaJ"i ava.nzavano sul centro e, ma lgrado la d isperata resistenza, lo avviluppavano e lo tagliavano a p ezzi.

Campini (Leone) . Generale, 11 . a Pinerolo, m. a Br u sasco (1843-1923). Sol.tot. d'a r t. nel 1861, partec ipò alla campagna del 1866; promosso colonnello ( 1894) fu comandante del 3° ar t. da campagna e direl•. ture del polverificio di Fossano: collocato in r _ A. ( 1899) ra ggiunse nel 19 I 2 il grado di ten en te gene ra le.

Campino (Enrico). Generale cileno (1794-1877). fece tutte le campagne dell'I ndipendenza, combattendo agli ordini del Sa n Can,p in[ Leone ~ia.rtin, in Argentina, .nel Ci le, n el Perù ; fu poi deputai.o al Congresso ed ebbe cariche importanti l ivili e m ilitari nel Cile. Campion (Enrico di). M ilitare francese ( 1613-1663) noto per le sue « l\1erno rie », in cui narra le vicende del· la Fronda e s.i occupa dell'organizzazione degl i eserc it i e dei costu mi e della tattica mii. di quei tempi.

Campioni (cli -,,,isw·a). Generalmente, regoli metallic i, dei qua.li si conosce con molta esattezza la lun ghezza norma.le ad u na data. tempera tura ( di regola , zero centigradi) ccl il coefficien te medio d i dilatazione· fra zero gradi ed u na qualunque temperatu ra. Servono d i confronto, a rncu o di a ltri appara ti, dett i comparatori per determina re l'esatta lunghe7,7,a di regoli consimili n ecesS!l ri ne i lavori geodetici o topografici. Pres~oil nostro Istitu to Geografico milita.re abbiamo d iversi esemp!ari d i metri campion i (Lenois - Delmil - Bamberg) e di tese campi on i ( lesa del Perù - Spano Reichel - Erte!) ccl altre misure. Campo (lat.. Castra.). E ra, oltre che l'IÌccampa.mento (V.), anche l'accan tonamento dei soldati nelle citti, la. sede della guarnigione - come la caserma <l'oggi a ll'epoca romana. R oma infatt i aveva all'epoca i mperiale i castra priora e i ca.stra 11ova severùma. per Ja cavalleria. delle gua rd ie imperial i ; i castra n.a.11-tica o, n a.val-ia per i marina i delle flotte; i cast,-a peregrine . per gli ausilia ri, ecc. TI campo romano, in caso d i spedizioni navali, veniva fatto sulla riva del mare e lenavi erano tirate in secco, con1e giit faceva\10 .i Greci. Ordin ato con norme p recise era 'i l campo delle L egioni (V.) provinciali francesi nel sec. XVI. 1

Campo (Anto-nio del) . Scrittore mii. spagnuolo deL secolo XIX. J ,asciò: « Studi amministrativi m ilitari 9 ( 1882); e <( Storia delle is tituzion i militari dell'esercitospagnuolo » (1886).

Campo Francesco. Generale, n. e m. a P a lermo ( 18271915). Nel 1848 s i arruolò n ell'esercito sic iliano e pre,st par te alla sped izione in Calabria; fallita l' impresa, f ll!


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li t amno cl i Cesare in Ut' l tan nill, con le ttavl ~ tCl'l'a

<lt:tenuto per 18 mesi; liberato, emigrò in Francia e poi in Piemon te. Nel 1659 si ·arruolò nelle file de i Cacciatori della l\Iagra 'e l'anno <lopo seguì Gariba ldi ; a 2\filano ebbe la promo.zione a I grado d i maggiore, a Caiazzo la c roce d i Savoia. Riammesso nell\sercito r egolare nel 1862, ice« la campagna del 1866; promosso colonnello ( l877) ,comandò il 77° fanteria; ne! 1884 divenne maggior generale e comandò la bri,gata Cagliari; nel 1889, ten. generale, comandò lo divis ioni d i Catanzaro e di Bari. Nel 1910 fu noJninato senatore.

Camj,o Achille Sah,alore. Patriot.ta, n. di Palermo ,( )832-1910). Prese parte ::tlla rivoluzione del '48 come sergente, poi come alfiere nell'Armata n aziona le d i Sicilia. Esule al ritorno dei Dorboni, prestò servizio nella l\forina Sa rda come macchinista, e prese pane alla .spedi1,ione di Crimea. Nel 1860 fu <lei Mille, e a giugno fu nominato direttore dell'arsenale d i Palermo: ottenne la croce cli cavaliere dell'Ordine militare di Savoia e il grado d i maggiore d'ar .. tiglieria nell'esercito regolare, passando poi n el perso11ale <lei distretti, dove raggiunse il gra<lo di colonnello.

Campo Anton:io. Generale. n. ad Alessandria nel 1857. Sottot. d'art. nel 1877, fu promosso colonnello nel 1908, ,el,bc il comando del 17° rcgg. d'a rt. da campagna e rcs:sc la direzione d'art. di Yapoli. Magg, generale nel J913,

assunse la carica di comandante d'art.. a Napoli, e. dopo aver p:utcci pato alle c:amJ)agne di guerra del 19 15-16, fu ne! 1916 J1ominato comandante della d ivisione milita re d i B,ti·i. Collocato in congedo ( 1919), assunse nel l924 il grado d i generale d i <li visione. Scrisse: « La spedizione dei Siciliani in Calabria>>.

Campobasso. Città cap oluogo del Molise, che fu il cuo re dell'antico << Sannio l> contro Clti R oma combattè lunga e sanguic~mpo Antonio nosa guerr:\. Del l'epoca rnrno.ua non ,·imasero ricordi militari, ma C. fu ricostruita nel 1nedio E vo r iunendo i due borghi di << Campus P ni.ta » <: ,< Campu.s-Bassus ». N'cl 1159 il conte 0/iccolò di )Iolise, ribellatosi n F erdinan do T <l' t1rago11a, inalzò sulla': vetta dominante la città un castello a forma quadrata, con cortine e baluardi rotondi agli angoli, prntclti da mura difensive. La città fu contesi, successivamente da d iversi signori, Iìnchè la popoiazionc, nel I ì 39, optò per veni.re aggregata al regio demanio. tanto più che dal 1732 aveva subìto da parte d elle soldatesche ogni elevo.stazione e l'abbattimento delle o pere Stemma di difesa. cl I campoliasso

Brigata Campobasso (229° e 230° regg. fanter ia). Fu costituita nel maggio 1916 : il comando d i brigata ccl il 229° rcgg. cla l deposito del 36° regg. (Modena). N el 1916 fu nella zona del Sabotino e v i rimase fino al maggio J 917; a llora r,assò sugli AltiJJ·iani, a lle :Melctte di Gallio e nelfogosto nella zona del Gargaro. Fu sciolta il 21 novembre 1917. Le sue mostrù1e erano rosse a l centro e bianche a i lati.


Campobasso conte Nicolò. Capitano del sec. XV. Fu ;generale di .Carlo il Temerario nel 1470, dopo di aver servito sollo il duca di Calabria, e a .Tancy abbandonò •Carlo s11 l campo di battaglia, contribu endo a lla sua di·sfatta (1477).

Campo del drappo d'oro (Convegno del). Nome -<lato a l convegno fra i re di F randa e d 'Inghilterra (Francesco I ed Enrico VII) tenuto fra Ardres e Guines il 7-15 ~iugno 1520, a llo scopo di contrarre allcan-.za contro Carlo V. Lo scopo non fu raggiunto. Il nome -derivò dallo sfarzo con cui il re di Francia si p resentò . al colloquio. Campo delle Mosche. Localitii de l territorio di .Pontcdcra, celebre per la dissoluzione della ,, Grande •Compagnia)), che, al comando del conte La11do, avev:t taglieggiato mezza Italia per parecchi anni. Nel 1359, ,il conte Lando, ricevuti 50.000 ducati dal Legato pon° tincio, a patto di lasciare le terre della ·Chies.'l, tentò lo ,stesso ricallo verso fil'enze. l\fa questa armò w1 esercito, .r icevendo aiuti da Napoli, Ferrara, )Iilano e Padova, c:.J"!C affidò il comando a Pandolfo l\falatesta. Erano 3000 barbute, 500 ungheresi, 2500 balestrieri, 1000 (< masnadic,ri >>. li l\Ialates!a seguì le orme della « Grande Compa·gnia »,. c he,da Pontedera aveva mosso verso Lucca, compo:sta di 500 cavalli, 1000 ungheresi, 2000 « m:<snadicr i » e :'8000 tl. scn;,'anni, al seguito. Il ca"ntc Lancio, quando l'avversario lo strinse da presso, si rifugiò in un luogo diru_pato, detto il « Campo delle ).fosche» e quivi s i rafforzò (12 luglio). :Ma dopo pochi giorni d i sosta, a,·endv il Malatesta intercettato ogn i via e ridotti gli avventu-ricl'i senza v iveri, questi s i sbandarono e si diedero a fuggire (23 luglio) inseguiti da i Fiorentini fin nel tcr~·ito rio d i Lucca, do,·e si fra,,iona rono a grnppi muo; vendo in varie direzioni e mettendosi poi al servizio e;; ·vari signori, ma cessando con ciò di esiste re una del!e più temute compagnie di ventura. Campo di atterraggio. Si dice più comunemente, ,ormai, A eroj,orto (V.). _:__ In seguito a un decreto !eggq sulle servitii aeronautiche (192i) venne disposto che le Provincie debbano provvedere all'acquisto di acconcio terreno per l'impianto cli campi cli atterraggio, alle opere, alla manutenzione, alla custodia (lei medesimi. Ca.mpo di azione (Mar.) . Nella tattica dipende dalla portata e dal campo cli brandeggio delle artiglierie e dei siluri. NeJJa strategia dipende dall'A.u.fonami~ (V.). E' tanto pi(i vasto il carnpo di azione eh unti nave, per quanto maggiore è h sua capacità di comhustibik• cd è m inore il consumo dello stesso alle va.rie velocità. Per q11este ragioni, gli ingegneri na,•ali delle marine da guerra s i affaLicano ad aumentare il rendimento delle caldaie e delle motrici. Si usa la locuzione : portarsi fuori del campo di azione d elle artiglierie e del s iluro. Campo di battaglia, l i luogo dove si svolge l'azione tatt ica fra due eserciti.

Campo di conce nti-azione. Località in cui YCngono concentrati prigion ieri d i guerra, o anche popola.i zioni osti/I a un im·asorc, o, nel proprio Stato, cli na.zionali tà diversa e ostile a llo staio medesimo. Gli Ingle.s i se ne servirono durante la guerra co11tro i Ilocri, rac•chiuclendovi le famiglie dei Boeri combattenti. Durante la guerra mond iale, oltre a campi d i concentrazione per1 prigionieri, determinati dalla grandiosità della guerr~ che clava luogo a quantità cli p rigionieri mai viste, in

607 Austria Yennero creati campi di concentrazione in cui molti sudditi di varie nazional ità, sospetti di ostilità allo Stato, vennero rinchiusi. I campi vennero preparati in ampie spianate, e il ricovero dei concentrati in essi si faceva generalmente in baracd1e. Le condizioni igien iche ca!live, e il vitto pessimo, determinarono altissima mortalità. I campi erano circondati da reticolati di filo spinato, e vigilati da soldati.

Campo di F abbrica ("Battaglia del). Fu detta così da loca lità. imprecisata ma presso la chiusa cieli' Adige, una battaglia ciel 1002, che appartiene alla lolla fra Arduino cd Enrico II. Questi inviò un esercito, comandato eia Ottone, duca d i Ca rinzia, in ltalia. Arduino si stabilì nella valle cleiJ'Acligc, troncò le comunicaiioni fra ,Ottone e i partigiani d cll'Tmpero in Italia, e poi affron tò gli ùwasori sconfiggendoli completa.mente. Campo di fortuna. Sotto questa denominazione vengono indica.ti quei campi che, pur nou essendo sede di Reparti Aeronautici e non avendo im pianti fissi di notevole importanza, come hangars, depositi lubrificanti, dcposit i essenze, aerofari, ccc. pennettono l'atterraggio di velivoli che per guasti al motore o per le condizioni atmosferiche siano costretti ad atterrare. J campi di fortuna sono semp,·e sistemati lungo le rotte aeree, appunto perchè, essendo tali rotte seguite dagli aeroplani nella navigazione, ne possano usufruire in caso di bisogno. Le piazze d'armi, cd in genere tutti i terreni piani, sgombri da ·vegetazione, asciutti, delle dimensioni minime di metri 400X200 e senza alti ostacoli perimetrali, si prestano bene ,td essere sistemati quali campi di fonuna. I limiti di detti campi e la indicazione per la linea di atterraggio sono costituiti da T costruiti in calcestruzzo ed affioranti a lle superficie del terreno in modo che si3no ben visibili dall'alto. La testa del T indica lo spa.zio dove debbono posarsi approssimativamente le ruote del velivolo che atterra, l'asta indica la <li1·ezionc dell'atterraggio cd uno spazio libero cd utile prospiciente di circ.:1 300 metri. I campi di fonwia sono sempre dotati di una manica a v1:nto, costituita da t111 cono di tela a va ri colori, allo scopo di reoclech facilmeutc visibile dall'alto, che si orienta secondo la. direzione del ,·ento e fornisce a l pilota l'indicazione precisr,t per atterrare contro il vento, e ciò pcrchè lo stesso faccia da freno all'appart>echio che in t:tl modo può prendere terra con la m inore velocità possibile, Detta manica dc,·e' essere phzzata alla sommità di un p:do situato a l limite elci campo, in modo che possa essere visibile da tutte le parti e che il vento la invcst."t direttamente. Con il crescente svi luppo della navigazione aerea vi è 1:t tendcn7,a di sistemare lungo le rotte i campi di fortuna ad una distanza di km. 50 l'uno dall'altro, e ciò pcrchè, nella eventualità che un velivolo sia costrettq ad atterrare, possa usufni i1·e cli uno di detti campi e. non corre re l'alea d i dover scendere su terreni coltivati, con le conseguenze facilmente immaginabili, sia per il personale che per il materiale. In seguito a decreto legge sulle servitù aeronautiche (1927) sono stati d ich iarati d i pubblica utilità i camvi


<li fortuna e le opere accessorie. L'impianto, le eventu.t1i dismission i e le mod ificazioni a i campi di fortuna, l,t rimozione o demolizione di ogni fabbricato adiacente, lin ce elettriche, siepi, piantagioni, ecc., - d i quanto cio1: ~ia conveniente eliminare per l'u tilizzazione dei campi di fortuna - saranno stabilite con decreto del 11inistcro dell'Aeronau tica, previo giucli1,io di un'apposita Commissione consultiva. Tutt i i campi cli fortuna cd acroponi di tutte le categorie saranno soggetti a servitù aeronautica.

608 dato a. luoghi consimili d'altre città, finché non si chiamarono <cPiaz7,e d'Armi >l.

Battaglia del Campo di Jlartc (77 a. C.). Appartiene· al i<: guerre civili dopo la morte d i S illa, e fo combattuta dal proconsole Q. Lutazio Catulo Capitolino contro• il proconsole :\f. Emilio Lepido, passato dagli ottimati a i democrnlici. Lepido aveva occupato il Giankolo; sceso presso il ponte 11ih·io, venuto alle mani con l'av,•ersario, ne fu sconfitto e riuscì a rifugiarsi ad Alba.

Campo di mine. Chiamasi campo di mine lo spa1.io di mare nel quale sono state ancorate delle mine o dicate le localitit in cui reggimenti e riparti annualmente torpedini. Può avere scopo offensivo o d ifensivo. E' ofsi rcc:1110 pcl' svolgere le istruzioni cl' insieme, cui male i~nsivo quando· viene stabilito presso la costa dell'a,·si presterebbero i terreni nelle immediate ,·icinanze delle ,·ers.1 rio o nei passaggi obbligati delle na,·i di questo; guarn igioni. L'epoca preferita per i camp i d'istruzione d ifcnsi\'o quando è steso innanzi ai propri po,·ti per licoincid-e norrualmcme con la stagione estiva: le Iocaliti, mitare fompie.~z.'l del passaggio di accesso, passaggio cheprescelte ,·ariano possibilmente di anno in anno e le Haturalmcnte \'Ìcne indicato mediante un « rombo di truppe \'i fanno soggiorno per un p eriodo di ,:IO giorni bussola ,i e con segna li segreti che vengono mostrati solt:lllto a richiesta. I campi di mine possono scn·ire conall'incirca. Sin vcr,o la fine dello scorso secolo, erano stati in1ro sommergibili o coni ro na\'i <li superficie. Nel primQ ,·cce iu onore i camp i di istruzio'ìe a carattere permacaso le mine sono a.ncorntc a profondità di 10 metri alnente. Si usava cioè concentrare continuativamente in méno dalla superficie, e collegate mediante arcorgimenti determinate località predisposte a tale scopo un fort~ cl1P. le fanno esplodere non sollunto se urlale direttamennumero d i unità dell'esercito e: tener\'cle a fa,· v ita di te, ma anche quando il sommergibile passa a pochi mecampagna per periodi ,·ariabili da. sci ai dieci mesi. tri da una di esse. Nel secondo caso le torpedini sono In un primo tempo i s ingoli corpi e riparti vi comp lea ncorat e a tre o cinque metri dalla superficie, perchè tavano il loro p ra tico addestramento: scguivauo poi escrc~plodano contro l'opera viv,L delie navi che le urtano. cita,;ioni d'in:sieme con progressione d'importanza m:Sì usa talvolta stabilire dei campi di mine difensivi merica e applicativa, s ino a che nell'ultima fase si svolanche appoggiando le tor ped ini sul fondo, quando i , gevano manbvrc cli grandi unità comrappostc con ri1,as.5i fondali lo consentano (da 12 a. 20 m.). ln tal raso produzione di condizioni e silltazioni molto prossime a la posizione delle toi·pedini è bene stabilita nel piano• quelle di vera guerra. Come esempio tip ico di questi della loca litf., cd esistono a trrra strumenti a traguardo, camp i, possono essere ricordati quello di Chalons per. mediante i quali è possibile fare esplodere elettricamente la Francia e quello di S . ::\faurizio per r:Jtalia (creato le mine ouando la nave av,·ersaria passa sopra cli esse. nel 1832, ins ieme coi due minori cli Ciriè e 1\'.ole : si I campi ·d i mine difensivi vengono dragali ogni qualstabilì allora che ogni anno, nel mese cli settembre, ,·i \'Olta. si abbia ragione cli ritenere che il nemico sia riusoggiornassero per esercitazioni almeno due brigale cli scito a stabilirne esat t,nnente la posizione. fan teria, completate con i propri r ichiamati dal congedo Per la posa dei campi di mine offensivi si adoperano per quel mese. navi e scmmergibili speciali chiamati posamine. Nellq• Conviene riconoscere che, specialnwnte per le esercistabilire il campo, le torpedini si d ispon gono in p iù fi~ tazioni d i graud i unit~ , essi offriva1to h possibil ità d i le, alternate in modo che quelle cli una fila capitino ne ~,-ilupparlc e rinnovarle quamo e ra necessario, perchè il gli intervalli della fila precedente. La distanza fra le funzionamento elci comandi e servir. i venisse sperimentorpedini è in nu;d ia d i 30 metri, ma varia a seconda tato in misura produttiva di sicuri risultati. Senonchè della potenza delle mine, con un minimo tale da impera,·ere tali esercitazioni per teatro <li sYolgimcnto Scl!ldire che la esplosione di una torpedine farcia saltare in prc il medesimo terreno, di cu i in breve volgere di anni aria anche tut te le v icine (V. anrhe Sbarra111e11to). ogni particolare era perfettamente conosciuto da tutti i Campo di t:ro. \ '. P oligono di tiro. comandanti di vario grado, conduceva inevitabilmente a l forma lismo meccanico cd a l con venr. io na lis rno, toglienCa111fJo di tiro (Alar.). Chiamasi campi) di tiro dei · do alle situazioni qualsiasi carattere d'i1npre,·isto, ,,. c.,unoni di una na\'C l'angolo di punteria orizzonta!e isterilcn<lo nei quadri l'attitudine essenzialissima a fronconsen tito ,bile s iste mazion i, Le a rtiglierie situale in teggiare e risolvere prob lem i sempre nuovi, qual i in batteria hanno in generale un campo di tiro di l~o• guerra \'Cra si presentano. 11 sistema fu pcrciò abban(60° ,·crso prora e 61)• ,·erso poppa a. partire dal tradonato, sostituendovi quello elci cam pi d'istruzione estivi, verso). Le artiglierie in torre sui fianch i delle navi, ne d i breve durata e per un ità non super iori ordinariamenhanno uno maggiore, potendo arrivare fino a 180°, oste alla divisione di fanteria, ma. sYolti in località e tersia dalla prora alla poppa passando per il traverso. Leren i sempre d iversi. Anno per an no poi, p!'ima. che a,·torri d i prora e di poppa. arrivano acl avr.rc 300° d i. venga il congcdamento della classe anziana, hanno luocampo di tiro. La somma di tutti i campi di tiro forma go manovre per unità maggiori, che durano una. quin il cosi <letto C< settore 'd i massima offesa"· TI campo di dicina di giorni, e a cui partecipano d ue o pii, dei cortiro dei can noni ant ie rci v iene contato dal la orizzontale· pi d'a rmala territoriali, con organici e servizi opportu,•erso la posizione verticale. In generale questo campo namente integrati. d i tiro (che d ipende dalla forma d\'ll'affusto) va da o• a 85°. Negli amichi vascel li il campo di tiro era molto Campo di Marte (Campo 1'\1/.arzio). Zona dell'antilimitato. Le artiglierie sporgc,·ano dai portelloni con la ca Roma, prr!;SO il Tevere, :illa. base de l Pincio. fuori sola bocca cd avevano un lim itato bran deggio, ma n on. <!elle mura. Sè rviva. per gli esercizi milita ri. JI nome fu Campo d' istruzione. Con questo nome sono in-


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era necessario sviluppare molto quest'angolo, data l::i forma del combattimento e la esiguità della gettata dei cannoni. Con l'aLuncnto della distanza di tiro si è sen-1 lita la necessità di aumentare il campo d i brandeggio per sfruttare il massimo numero dei cannoni corrispondenti a i vari settori, e per potersi presentare a l combattimento in posizione inclinata rispetto al tiro dell'avversario, in modo da offrire la cora;,za sotto fort i angoli di im patto (minore perforazione). Per aumentare il campo di tiro la coperta delle navi s i lascia sgombra al massimo µossibil c, in modo che i cannoni delle torri abbiano d3 spa><iare in tutte le d irezioni.

Campoformido (e Ca1npoformio) . Villaggio presso U dine. Vi esiste un buon aeroporto. Trattato di Campoformi:o (7 ott. 1797) Segna la pace tra F ra nc ia ed Austria, segue i preliminari di Leoben, sanziona la scomparsa della Repubblica di Venezia. L'Austria cede alla Francia le provincie belgichc, comp rese sotto il nome di Paes i Bassi austriaci, e le consente il pieno possesso delle lsole, già veneziane, del levante, e in generale tutti i po.ssedimenti veneziani in Albania posti sotto il golfo d i Lodrino. La Francia, alla sua volta, consente cbe passino in potere dell'Austria l'Istria, la Dalmazia, le Isole g iit veneziane dell' Adriatico, le bocche d i Cattaro, la ciuit di Venezia colle lagune e coi paesi di terraferma compresi fra gli Stati ereditari austriaci, l' Ad,·ia tico, l' Adige e il Po. L' Au~ stria rinunzia ad ogni diritto su tutti i paesi che fan parte della Repubblica Cisalpina e riconosce questa repubblica; rinunzia alla F rancia la sovr:,.nità <li tutto ciò che le appartiene alla sinistra del Reno fra Zurzach e Basilea; questi ultimi paesi sono riuniti alla Repubbl ica Elvetica. La Francia s'interporrà perchè l'Austria acquisti in Germania l'arcivescovado di Salzbourg e parte del circondar io de lla Baviera; la Francia restituirà alla Pruss ia tutti i distretti che questa possiede a lla sinistra del Reno, per cui la Prussia non avrà diritto a nessun nuovo acquisto. Austria e Francia s'adoprcranno perchè l'Impero G ermanico r inunzi a quei diritti di sovranità che potesse avere in Italia; faranno opera inoltre perchè i princ ipi e Stat i dcll'lt11pero danneggia ti per la perdita dei loro possesso sulla sinistra del Reno, abbiano un adeguato compenso.

Campo fortificato. Dicesi « Campo fortificato» una. località, munita d i fortificazioni campali o passeggicre, occupata dalle truppe che debbono difenderla o 11ella quale debbono soltanto sostare nel corso delle operazioni. Si procura di dare al campo un'estensione uguale a quella delle trnppe in ordine di battaglia e d i accamparvi i diversi corpi ncll'ord illc stesso col qu ale debbono combattere/ La parte anteriore del campo chiamasi test<,, fronte o fn.cc-ia del campo; quella di mezzo ce11tro e la posteriore coda del campo, I campi fortificati furono largamente usati sia nell'epoca )~t,mitiva che nell'epoca. antica; in alcuni casi per munire punti d' irnporta11za logi~\ ica o strategica alla difesa <lei quali non s i poteva provvedere con opere in m uratura, ma più fre· quentemente per affonarc i campi degli eserciti stabiliti in aperta campa1,,'lia. Era in prossimità di questi campi 1 che gli eserciti si ordinavano in battaglia o manovravano, facendo bella mostra delle proprie forze; o tenendovele nascoste, collo scopo p rinçipa.le d i trar fuori l'av-

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vcrsal'io dal suo campo e d' impadronirsene, perchè chi riusciva a ciò aveva la s icurezza della vittoria (V. A ccampa111e11to, e, come esempi di C. F., Bmu,elwitz e B1irgstal[).

Campofreda. Compagnia di volontari, formata nel settembre 1860 da Luigi cd Achille Campofreda con volontari d i Larino (280 u.) per far insorgere il ::VIolisc. Campofregoso (Pietro). Ammiraglio della repubblica genovese, del sec. XIV. Fu anche doge d i Genova. Combattè in Cipro per vendicare la sconfitta e la strage fatte dai Venc;,iani nel 1372. Gùmo Ca.mpofregoso. Doge d i Genova, assai esperto nelle cose di mare. L'anno 1447, accompagnato da 80 giovani arditi, con una sola nave, entrò cli notte nel porto, sbarcò, assalì improvvisamente il palazm ducale ,. costrinse il doge Adorno a fuggire. I'rnclamato doge fece guerra ai .Milanesi riuscendo ad impadronirsi di Novi. Piero 'Cmnpofrcgoso. Doge di Genova. Nel 1459 volle tenta re l'impresa cl i cacciare i Francesi dalla. patria. Otteru1e a tale scopo l'aiuto del duca Francesco Sforza e di Ferdinando di Napol i, ma, mentre ten tava di entrare in città, venne preso e la sua impresa fallì. Cesare Campofregoso. Genera le della cavalleria dei Veneziani nell'anno 1528. Fu anche al servizio di Francesco I di Francia pel quale combattè contro Carlo V. Nel 1541 fu trucidato mentre si recava presso la repubblica di Venez-ia. Ftt anche architetto militare. Domenico Campofrcgoso. Doge di Genova. Compì nel 1571 la completa distruzione dei corsari che infestavano le ,1cq ue di Malta e di Mazza.ra. Fu dui·ante il suo dogalo che scoppiò la famosa guerra di Chioggia.

Campolieti (Nicola). Ufficia le e scrittore militare n. a Termoli m. a l fronte ( 1885- 1918). Meritò due mcda.gl.ie al valore e morì colonne llo, per malattia. Ha lasciato: « La mente e l'anima di un eroe >>, esaltante il prode Dc Cristoforis; cc La psicologia applicara all'educazione milita re J>; « Patria e disciplina>'; << Un 'educa tore del Risorg imento ( il patriotta Dc Horatiis) ii; « P er l'educaz ione in tellettuale militare». Campo Ligure. Comune in prov. d ì Genova, . già chiamato « Campofreddo >> sulla Stura. Era d ifeso d:t ben munito castello, che nel 1747 ebbe guaniigione austriaca. la c1ualc oppose viv:L resistenza alle truppe franco-genovesi. Campolmi (Giovamu). Generale, n. ad Orvieto nel 1869. Sottot. d'art. nel 1889, fu nel periodo 1903-1903

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insegnante presso l'Accademia Militare; ne l 191 1 entrò a far pa rte del ruolo tecnico d'arliglietia. Rese durante la guerra 1915-18 importanti servigi a ll'esercito, quale membro de lla Commissione per l'acquisto dei ma teriali da guer· nt a Londra; ultimata la guerra, passò all'lspettorato delle costruzioui d'ar~ tiglieria. Promosso maggior generale d'artiglieria nel 1926, e da allora as3'J

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sunse la car ica cli diret tore Esercito di Napoli.

del!' Arsen ale del Regio

Campomajor. Città del Portogallo in provincia di Alemtejo a 6 km. dal mnfine. Ha una vecchia fortezza, con quistata dai Portoghesi sui J\,f ori nel 1219. ;'/e! 1811 vi si svolse una fazione tra i F rancesi e gli angloportoghesi_ Dopo che il maresc. Soult (marzo 181 1) prese Badajoz si d iresse su C. con 6000 u., sapendo che ~ra ben provvista d "artiglieria, ma scarsa di pres idio ( circa 2000 t1.). Ten tò d i p renderla d 'assalto. ma essa resistette. li 15 marzo iniziò pertanto il bomba.rdamento con tre batterie, e r iuscì ad aprire una breccia nelle fort ificazioni. Cinque g iorni dopo, allargata la breccia, alcuni ul1icia li francesi, senza alcuna preparazione. si sla nciarono il 25 marzo a ll'assalto della fortezza, collo scopo di obbligare il comandante Giuseppe Talaya, a cederla. ~la all'improvviso un corpo di Inglesi e Portoghesi ( 15.000 u.) agl i ordini di lleresford, avanzò da Porto Alcgre verso C. obbligando i Francesi a ritira rsi ,·erso Ba<la joz. Campo Malo (Ba.tta.glia. di). Appartiene alla lott:c fra l'arcivescovo A r iberto di ]\,f ilano e i v,ùvassor i rihc lli cacciati dalla città nel 1035. Essi ottennero a iut, da vari i s ignori feudali e dai Lodigian i e questa unione di forze, questa specie d i lega, fu c hiamata la. Jllfotta. (V.) L'arcivescovo, nel 1036, radunò t u tte le for ze cli cui potè disporre e mosse incontro a i co llegati. L a battaglia avvenne al C. A1., local ità fra Pavia e Abbiategrasso, e si veri fì.cù questo caso singolare, che, dopo perd ite serie su bite d o ambo le parti. e dopo m o lte ore cli lotta, essendo soprnggiunta la notte, la tenzone cessò, e le schiere s i frammischiarono, e tu tti si d iressero a ]\-f ilano dove entrarono framm isti senza che il dissidio fosse risolto, ma in realtà rimanendo alla « l\fot la" il vantaggio d i ;iver r icondotto a Mila.n o i valvassori_

Campomo!on (Monte). Sulla dr. dell'Astico, poco lontano dall'ant ico confine, il Campomolon (m. 138.'i) era prima della guerra una delle sen tine lle fortificale

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nesi, guidati da.ll'arciv-escorn G ui1lo da Velai.e e da Baschine ~1anteg:azza, si scontrarono coi Pavesi al C. 1ll., località presso l'Olona. Questa contesa era legata a questioni ecclesiastiche, ri solte poi dal papa. Ca.mpowort o (Battaglia. d-i). Appa rtiene a lla guen-.1 del 1482 fra Venezia e Ferrara, nella quale in tervennero, a favore de ll' uno o dell'altr o dei coutendenti, molt i principi italian i. 11 capitano Roberto _\'lalatesta, a.l ser vizio dei Veuezia.ni, invia to a Roma ' ( la Chiesa era con Venezia) mos.se verso Ve lletri e a C. M. (località non lungi dalla detta ci ttà) si scontrò (21 agosto) con l'esercito aYvcrsario capi tanato da Alfonso duca cli Calabria. L a battaglia durò sei ore, e terminò con la. vittoria del :i',1.falatcsta; Alfonso, lasciati 300 prigionier i, perdute tutte le art iglierie, viste d isperse le sue truppe, s i salvò con appena 100 cavalli.

Camponeschi. Capitano aquilano ciel sec. XV, m. nel 1452. Corubattè contro Braccio cli ;.\fontone e fu p<,i i10n.1inato grande giust iziere in Aquila. Campo reale. Fn detto nel sec. XV~I quel campC> che era fortificato in modo permanen te e con tu tte le regole dell'arte m ilitare. Era il comrario d i ca.mpo volante. non permanente, posto qua e là da truppe 11011 nun1erose.

Campori (M.nttco) . Ufficiale cli cavalleria, n. a Moden a (.t8S6). Congedatosi, maggiore della riserva, mcir.bro clell' :\ccadcmia d i Scienze, Lettere ed !\rti, socio della D ep utazione d i Storia patr ia. si dedicò agli stucl1; scrisse fra l'altro : « Epistolario cli i\. 11-Luratori J>; « Canti e squi lli >J; « Dragoni gialli" e tradusse dal francese i « Canti d el soldato >> cl i .Paolo D éroulède_ Cam pos (Luigi) _ Generale argent ino, 11 . verso la metà de l secolo scorso. Prese parte a molte delle lotte intestine, soffocando parecchie r ibellioni parzia li , e all;1 guerra. contro il Para.gu ay, gua<lagnan<lo tu tti i suoi gr;,di sui campi di batta.glia. Sotto :\ \'ellanecla fu ispettore e comandante in capo dell'eserci to; respinse gl i Indian i verso il sud, r ior ganizzando l'esercito e crean do i l corpC> d i S . ·:i'..f. )Jel 189.1 fu ministro della guerra , e poi ancora nel 1.898. - lTn altro C . (Emanuele), n . nel 1847, f u pure gcncraJe argent ino. Camposampiero. Comune in prnv. cli Padova. fu fino da te1npi antichissin1 i no ta s_tazionc di presidio ro... mano. data la sua im portanza, quale nodo stradale. Nel medio evo ebbe va lido castel!o circondato da mura altissime e torri massicce, r icost ruito su quelle abbattu te e risalenti all'epoca dcl l'ilJlperaror.:: Commodo. Ebbe a sostenere continue guerre coi vic ini, e i Padovani, nel 1327, guidat i da Nicolò da Carrara, fecero scem pio del paese e del castello. S u bì pure a ltro saccheggio precedentemente ( 1320) per. opera degli Scaligeri. FinalmeEte p reso dai Veneziani, ne furono sma ntellate le mura.

Accan,pa,nien to s111 Campomoton ( 1\11 6)

Camposanto. Comune in prov. d i ~foclena, sulla ·; r. della front iera. Sulla s barra m ontana m. Toraro- Campomolon-Spitz T onezza s i r it irarono le truppe della 3~'· divis. costrette a -ripiegare dall 'alt ipiano cli Folgaria., dopo l'attacco a ustria co del giugno 1916; ma non vi poterono fare che una br eve sosta, essendo p oi state obbligate ad abbandonarla nella n otte del 19. " è i l Campomolon fu p iù r ioccupato prima della .fine della guerr a.

Campo Morto (Co,nba.ttimento di) . Appartiene a lle .lotte fra Milano e Pavia, e avvenne nel 1061. I Mila-

del Panaro.

Battaglia. di Ca.mposanto (8 febbraio 1743) . Appartiene alla guerr a di Successione d'Austria . Comandava gli '.Spagnoli il conte di Gages e gli austro- sardi il Traur,. Alla fine del 1742 gli Spagnoli avevano preso i quartieri d' inverno nel Bolognese e gli Alleati nel ]Vfocleucse e ne: Parm igiano. S pin to dalla Corte cli Spagna, che volern una vittoria a tutti i cost i, Gages m osse il 2 f cbbrair. I 743 verso il Panaro_ G li Alleati si raccolsero fra il Pa-


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Austropie montesi ~r=::=JJpagnuoli

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l..i baltng:lla ,1; 1.,a111po,an10 1r•·b1Jraio 17131

naro e il '\"a,·iglio d i llornpono, a )lord della strada :'.'llodena-.Bologna. Questi disponevano di 16 bgl austriaci e 8 piemontesi (in tutto 8000 u.) e cli 2 rcgg. <li ca,·. austriaca e 2 rcgg. di c~1v. p icmnn Lcse, oltre a<l a:cuni sqdr. di cav. leggera ( in tulio 2600 carnlli). Gli Spagnuoli a,·evano 31 bgl. di fanteria ( IO.O()/) uJ e -1 rcgg. di cavalleria (2400 ra valli). Il Gagcs passò il Pana ro a Camposanto. a valle di Bomporto, e il 6 febbra io tentò l'attacco delle 1.><>sizim:i nemiche. ma, giudicandole troppo forti, ordinò la ritirata. verso i l Panaro, allo scopo di pa,sarlo. Gli ..\llc:ui mailtennero il contatto. e il giorno 8 attaccarono dccisa1nen1c.

L ·cscrcito spai.nuolo era schieralo su due linee colla si nistra. a l T'anaro e con tutta la cava ller ia. a ll'a.la destra. ll conte di Traun si schierò anch·esso su du~ linee. co!la destra al Panaro, quasi tulla la cavalleria all'ala sinistra e la fanteria leggera in mezzo alle due linee. Vista la 1,osizione del nemico, il Tra un comandò che 19 squadroni caricassero i 9 squadroni che si tro,•avano all'estrema ala sinistra degli Spagnuoli. Il concerto del Traun era dunqu e quello <li cffctt11arc una rottura del·· l'ala s ini~tra nemica per poi avvi lupparla e ad<lo:<sarc le ianterie al Panaro. sul quale fiume non esistc\'ano che due 'pont i per il passaggio in ritirata.. L,t fa111cria leggera, secondo il concetto del Traun, doveva, rohnar c il vuoto lasciato nello schicr:1111cnto dai 19 squadroni incaricati dell'attacco iniziale. L'azione cominciò a meaogiorno. T 19 squ:1dron i esl'· guirono lentamente le necessarie c,·olu1.ioni p(•r hlnciarsi a ll'auacco; ne approfittò il gen. spa gnuolo Dc-Say\'r,, che lanciò loro comro i d u~ reggimcmi più ,·irini p~ • sorprenclcrli dur:111tc la manovra. G li Aus triad ricorseJ'C a l fuoco de i moschetti, ma do,·ettcro p resto ripiegan. SO\'erchiati dall'awcrsario. Il Traun impegnò allora la ,econda linea della cavalleria; ma anche questa fu r•> spinta d a un corpo di mos,he ttieri spagnuoli, che arditamente s i spinse al'anti riuscendo ad arrestare la ma5· sa av,•('rsaria. Tutamo anche le fanterie di ambo le pa1ti in iziurono la lotta ; dopo un becve ma in tenso fuoto si attacca rono alla ba ionetta. La battaglia p erdurava incerta, quando il Gages pensò di dare il colpo risolutivo, traendo tre ballaglioni da lla sua ala sinistra e lanciandoli contro il fianco destro degli alleal i. Il colr,o r iuscì non solo ad arresta re la pr ima linea degli Spa1tnuo!i e a disordinarla, ma permise ùi a\'anzare fi11 0 a

contauo colla seconda lu1c.1 che decisamente fu assalita. Essendo però giil notte, ed a,·endo scarsa conoscenza del terreno e non conoscendo bene Ja s ituazione del n emico, il Trau11 ordinò di sospr11clerc I.i lxtl taglia, proprio nel momento in cui il successo si delinra1'a sicuro e fece ripici.arc le truppe sulle posizioni di partenza ..\Bora gli Spagnuo li ne approJìtta rono per ritirars i e rompere il contatto col nemico. Entrambi gli eserciti, attribuendosi ciascuno la vittoria. ritornarono nei quartieri invernali. Tn romplesso hL ba ttaglia non ,·a pprescntò che u n 'inuti le sacrilìzio di 1·ite um:rne. L e perdite furono di I i0.3 u. in tutto da patte degli Alleati, e di I ì55 morti. I J9i feriti e 824 prigionieri da pane degli Spagnuoli, Ca111pusa11t u dri Tedrschi. Localit:1 della Corsica. presso Calcnuna. così detta per la sconfitta 1occata\'i dai

Tedeschi assoldai i da Gc,1ova. per opera d ei Corsi comandati da Cc,ca ldi (2 febbraio I i32).

Campo Stellato (Tfottaglia del). .\ppartiene alh ter1.a !l\lCrra. punica, e fu combattuta nel 295 a.. C. a l, C. .S., presso Cale, nella ·Campania, frn il p roconsoi<: Lucio \'olumnio e il pretore .-\ prio Claudio, contro i :,;anniti. T Romani riportarono completa vittoria e perdettero 2700 u., uccidendo 16.000 Scinn.iti e facendo11r prig io nie ri 2700. Campo T enese. Passo dclL-\ppennino, nella Calabria citeriore, su lla strada che rnette in comunicazior.c la Campania con la Calabria ultr riorc. Nel 1806 <lu• rante l'occupazione france.se del reame di .:-;-apoli. 'Giu""Pl>C IJonapanc incaricò il gei1. Reynier di inseguire r ese rcito borbonico in ritira ta verso le Calahde. T ~•:1· polit a 11i, a ccampati a C. T., Yi s i erano preparati a difesa. :\fa il Rcynicr il 9 mar20 li aua.ccò di sorpre,;a ,·iolen1cmen1.e e li volse in comp leta fuga, ta nto che !;li stessi principi Francesco e Leopoldo d i Horbone. Lr:ivolti, non trovarono' altro scampo che sulla spiaggia. dove s'imbarcarono per la S icilia. Tale vittoria aprì ai Francrsi il dominio su tutta. la Ca labria. N"d 18-18 un corpo d ' insorti co labrcsi tenne occupato ;1 passo di C. T. per fronteggiare i borbonici, agli ordini del gcn. Busacca. Campo trincerato. Chiamasi campo trincerato o piazza a /orli staccati, quella pia1.2a forte costituita da una cinta continua ( che però può anche mancare) e <la


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una linea ( oppure d a gruppi) d i opere staccate, p iù o meno lontane d alla cinta o dal nucleo da difendere. Nella seconda metà d el secolo XIX l'introduzione della l·igatura nelle ar tiglierie, che ebbe come conseguenza l'aumento delle gittate d a 2000 a 6000 ru., e la possibilità di impiego di proietti cilindro-ogivali, p iìr potenti di quelli sferici prima usati, i diversi altri miglioramenti apportati alle artiglierie medesime, l'aumentata mole degli eserciti, i progressi delle scienze fisiche e meccaniche e delle industrie afiìni, resero n~cessarie modificazioni notevoli, riguar dan ti i loro c\cmcrtti cost itutivi, cioè:

D1mpo lnnce.ra!o a gruppi d1 opàe staccate

profilo, tracciato e particolari diversi, non che la loro forma complessiva. Per quanto ha tratto alla forma complessiva delle fortificazi:oni, si conservò la for ma a cinta continua e a opere staccate del periodo precedente, ma si allon tanarono molto di più queste ultime dal nucleo difeso, sia per sottrarre questo da l bombar damen to, sia per dare: a lla difesa uno sviluppo adeguato a quello che poteva assumere l'attacco, e sia per poter a \'ere, tra la linea delle opere staccate e la cinta, uno spazio sufficiente a. contenere i grandi eserciti che vi dovessero cercare rifugio- o appoggio. T a lvolta la linea di opere staccate venne sostit uita da gruppi d i opere, per evitare di avere troppo dissem inata la difesa su detta linea. In ogni caso, le opere staccate avevano ~1o lto maggior impor tanza della cinta. continua. e non si consideravano più con1c opere addi;,;ionali di quest'ultima; anzi, esse stesse, al pari della cinta continua, ebbero le loro opere addi,<ionali. Ne derivarono così le piazze for ti a grande campo trincerato o a cHmpo trincerato propriamente <letto. Allontan ando sempre più le opere sta<:catc daÌla cinta, i loro intervalli andarono pu1·c a umentando: d i conseguenza esse si fecero più r obuste, e spesso negli intervalli si eressero batterie complementari. T:.e p iazzeforti vennero perciò a riuscire molto estese, costituite di molte opere robuste, armale di numerose artiglierie assai potenti, quind i costosissime e rich iedenti grandi presidi p er essere difese. T.a necessità della cinta continua fu molto discussa, anche p·er la grande spesa che richiedeva la sua. costruz ione. Ma si concluse coll'ammettere generalmente la sua

612 necessità, per premunirsi contro il probabile pericolo di un attacco d i sorpresa del nucleo, allo scopo cl i produrre danni e di influil-e sul morale del presidio e della piazza, o per attacca.re di rovescio i forti stessi. Su tale conclusione ebbero grande peso gli esempi offerti, durante la guerra franco- tedesca del 1870-71. dalle piazze di Metz e· di Parigi, le quali, se non caddero subito in potere dei Prussiani, lo dovettero certamente alla cinta. <'cmtinua. di cu i esse erano fornite. Ammessa la neccs• s ità della cinta continua s i è poi discusso se essa do\-Cssc avere carattere di sicurezza, ossia tale da garantir-, il nucleo soltanto d a. una sorpresa o da un attacco di viva for;,;a, oppure carattere p iù robusto, cioè d'assedio, 13cr resistere ad un attacco regolare; s i finì però di dare la pre ferenza alle cinte d i sicurezza. La distanza fra la cinta continua cd il per imetro d el nucleo abita to avrebbe dovuto essere piuttosto grande per più ragioni : 1° per avere tra c inta ed abitato uno spazio sufficiente per far ma novrare . le truppe ; 2" pcrchè in det to spazio po· tessero trovar posto magazzini e deposit i senu, essere addossati a ll'abi tato o alla cinta; 3° per non porre o8to.colo all'ingrandimento <legli abitali. I n generale la predetta d istar1za var iava tra i 500 e 1000 met.ri. L1 seguit0 però, come conseguenza delle nuove organizzazioni dei campi t r incerati, le cinte difensive delle vecchie piaz;,;q prima considerate ancora come elementi principali d i d·ifesa, vennero lasciate in abbandono, e nelle piazze di nuova costruz;ione si affidò completa.mente il compi to della resistenza a i forti staccati. · La distanza delle opere staccate da lla cinta era sta-' bil ita d~i seguenti concetti : 1° obbligare le batterie dell'assediante a tenersi a distanza tale dalla cinta che i l nucleo non potesse essere soggetto a bmnbardarnento; Jò dare alla linea di esse uno sviluppo ta le da rcnder<J quasi impossibile un investimento della piazza; 3° ottc11ere che lo spazio racchiuso tra la c inta continua e la linea dei forti fosse di estensione tale da contenere gli eserciti che dovevano appoggiarsi alla p ia7,za forte 1 per dare a questa un carattere eminentemente offensivo, Tenendo conto della , gittata delle artigl ierie, tale distanza variava da 4 a 6 chilometri. L ' intervallo fra i forti veniva stabilito parte ndo dal concetto cl1e t utto il terreno compreso fra due· opere attigue fosse battuto con fuochi incrociati, per impedire all'attaccante di forzare con colpi di mano od a ttac chi di viva forza gli intervalli stessi, e per ben fiancheggiare le difese ivi organizzate (batterie d i inte rvallo); es~o risultava così di 2 a 4 chilom. Oltre alla cinta e ai for ti staccati, il campo trinc~rato comprende opere complementari e cioè : batterie annesse e intermcdk, osservatori, sta.zioni fotoelettriche, comunicaz ion i, acca nton amenti. L e batterie a nnesse destinate a rafforzare la linea dei forti staccati, o a battere zone non battute dai fort i s tessi, sono poste vicin issimo ai forti, di solito sul prolungamento del loro fron te òi gola; quelle intermedie ad u na cer ta d istanza dai forti. Gli osservatori servono per scoprire le mosse dell'attaccante, o per fornire i dati di tiro delle artiglierie e p er osser vare il tir o. Le stazioni foto-elettriche servono ad illuminare il terreno di attacco e facilitare così, di notte, i l compito della d ifesa. Le comunicazioni sono stradali e telegrafiche. Le p rime, ordinarie o ferroviarie, per collega.re il nucleo colla cinta continua, questa coi vari forti, .i forti fra di loro; le comunicazioni telegra fiche (elettriche, od ottiche) per colleg,u-e i forti e la cinta continua fra d.i loro, col nucleo e col coniando òella difesa. Per comunica.re coll'esterno durante il blocco

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si r icorre pure all'uso di piccioni viaggiatori e di palloni liberi. G li accantonamen ti sono c!~stinati ad allog-' giare le truppe mobi li manovranti n egli intervalli fra i forti; .,,ono stabiliti su una linea posta eh 500 a 1000 metri da quella de i forti, e costi tuiti da villaggi, cascinali, case od altri fabbricati apprestati a difesa. Le v iazzeforti della forma. precedentemente descritta presentano i seguenti difetti: 1° Non ostante il loro grande sviluppo, possono essere a cce.-ch iate da un eserc ito numeroso, e quindi obbligate a cedere per fame; 2° Se attaccale regolarmente non possono contribuire a lh difesa cbe pochi forti ( 4 o 5 al p ii1); e una volta rotta la linea dei forti in un punto, essa può essere attaccata <li ro,·escio; 3° Esse basano la loro p rincipale azione ,ulle batterie intermedie ed annesse, da cost ruirsi ecl arma rsi al momento del bisogno. e qu indi con tempo d ispouibile assai limitato; 4° Richiedono forze troppo

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allo scoperto, e di impiega.re i nuovi materiali ( calcestruzzo e ferro) l'ordinamento della linea di cintura di un campo trù1cerato, ossia di quella fascia difensiva destinata a p roteggere il nucleo centrale, ha formato oggetto di lunghe e non sempre concludenti discussioni e di proposte svariatissime, talvolta contraddittorie. Tutte le P,(oposte, indipendentemente dalle moda lità e da i pa.rdcÌI~ri tecnici, hanno dato luogo a due specie di scuole for tificatorie, dalle quali derivarono altre proposte eh.: si es:uni.neranno somma.r ia.mente. A) Campi t-rinccrati a linee multiple d-i ope,·c cora3z.ate od a fronti corazza.te, senza organizzaz-ione clegli

·intervalli. Capo scuola fu i l generale von Sauer dell'a.rtiglieria. bavarese, il quale, stucliato nel 1886 un metodo di attacco speditivo èlclle fortezze, conosciuto col nome di attacco alJa von Sauer, deduceva come conseguenza un modo diverso di organizzazione delle p iazze per metterle in grado di resistere a l suo metodo d'attacco, Ca111jo !J-incer2io di forma ordinana senz1 dover ricorrere alla costruzione delle batterie stacca fi degli intervalli. Con questa organizzazione il recinto difensivo riusciva costituito da una semplice o doppia o triplice linea di opere corazzate, ad intervalli di 500 a 1000 met r i, disposte a scacchiera ed a distanza di un chilometro circa rla linea a linea. Le opere dovevano essere d i. calcestn1zzo senza. fosso, B~tuu,-_ 1.rmate con una torre o cupola con due bocche da d~tldCCD fuoco ; mitraglia trici o cannoni cli piccolo calibro a tiro rapido, senza. il concorso della fanteria, per la difesa dell'opera. Concetti fondamentali di queste proposte er!'-110: ottenere davanti alla linea difensiva una zona profonda p iù di 2 chilometri battuta così efficacemer.te da sottoporre a perdi te enormi l'attaccante che volesse attra.vers,irla di viva forza; di impiegare opere .presentanti così piccolo bersaglio da obbligare l'attaccante a colloca.re le proprie batterie d 'assedio a non più di 1000 metri dalle opere per poterle ridurre al si lenzio; di. .costringerlo ad espugnare successivamente le d iverse lince . Queste. idee vennero raccolte ed ù1terpretate dal ten. colonnello del genio prussiano Schuma1111, colle sue batter-ie a profilo tria.ngolare e coll'ùwenzionc di nuove e pi1t perfeziona.te car ilevanti per presidia.rie e per la costrm;ione e la difesa samat te girevoli. I.e proposte von Sauer-Schumann vendelle batterie intermedie ed anr,cssc. nero raccolte con manifesto favore in vari Stati, e speAllo scopo cli sopprimere il primo e di attenu are il cialmente in Germania e riuscirono ad avere una prasecondo dei difetti sop ra in dicati, il generale Brialmont tica applicazione in Romania nell'organizzazione difenpropose di costituire il campo trincerato a gruppi di siva della linea del Sereth. opere staccate, di cui d iede il tipo seguente: attorno al nucleo supposto ci rcola.re, tracciava una cù-conferenza B) Campi I r-i11-ce rat'Ì ad elententi co·r azzati mobih d istante 9 km . d,1 quello e poi una seconda ad altri ( per piazze ·i mp,-ovvisate). Il maggiore del genio sviz9 km . da lla prima; suddividcv,t la. corona circolare così zero .M eyer anelò pit1 oltre degli ispiratori della scuola determi nata ù1 3 settori ugua li. ed in ognuno di questi delle fronti corazzate, p ropugnando l'imp iego quasi cscl,1 costituiva un gruppo d i dieci opere, delle quali cinque sivo di costruzioni corazzate mobili; col che ai vecchi forman ti fron te esterno con in tervalli d i 5 km., tre co· ordinamenti difensivi sostituiva. il concet to di una for• stituenti fronte interno con intervalli cl i 7 km., ed altre tezza perJ11ancnte smontabile e trasportabile, costituita due, una per pa r te, formanti i fianchi del gruppo. cla fronti corazza te provvisorie trasportabili dall'una alUn can1po trincerato così organizzato sarebbe stato h1 lt1·,i frontier a. o dall'una all'a ltra fronte strategica a cla difenclere con tre ar mate (eia 200 a 300 m ila uomini) seconda delle vicende p olit iche o della guerra. Lo Scheie avrebbe r ichiesto circa 300 mila t1omini pe1• essere acbcrt, maggiore del genio tedesco, estese maggionn ente éérchiiìt.O. supponendo che il nucleo avesse un d iamele idee del :-'.feyer nel senso cbe il materia.le trasportatro d i 5 km. ::\'aturalrnente, in pratica la forma teorica bile da lui studiato non comprendeva solo le artigliecloveva subire modi.Jìcazioni d ipendenti dalla. configw-a.rie e le loro munizioni, ma anche corazzature o blindazione del terreno. Es.sa servi di base nel riordinamento menti metallic i per ricoveri e cofani cli fiancheggiamento, clelhi piazza d i. Parigi, comp iu to dopo i l 1871. Dopo il cupole trasportabili, magazzini d a polvere e materia.le 1885, mentre i grandi perfezionamenti dei mezzi cl i atf erroviario. Dei deposit i di questi materiali, pronti a.d tacco fecero r iconoscere universalmente la necessità di essere trasporta ti nei p unti di impiego, dovevn.no stabirinunzia re alle opere di muro e tena colle art iglieri<:i lirsi nelle p iazze principali perni di difesa di uno Stato.

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13,;t!en.a anntJsa

.Balleru annessa

Forte staccato co/7 balle1ie !)}?flesse ~ C) Campi tf'i11ccrati a forti cora:zati, costituiti da wia linea di cintur,t <li opere staccate permanenti corazzat~ ( grandi e p iccole), avente negli intervalli fra le opere batterie permanenti od occasionali. Questa scuola d eriv:i d irettamente dal Brialmont. Pcrchè le bocche da fuoco nelle opere potessero disimpegnare in modo sicuro i loro compiti di azione a grande d istan1.a e di fiancheggiamen to degli in tervall i, i seguaci d i questo ord in3mc11to propugaarono l'irup iq;o di casematte gire\'oli coraz?~'\tc. Le opere capisaldi della linea di cintura sono s imili a quelle applicate nelll' p iazze di Liegi e d i è\ a rnur, e cons tano d i· 8 a 12 cupole a rmate con cannoni cd obici di med io e piccolo calibro, riunite in \111 nucleo di calccstruzw. contornate da una falsabraga p.,;1 fanteria e più estcrnamenti- da un largo fosso. Sotto il nucleo centrale e rano ricavJti i loca li d i servizio e i rnaga1,zin i; sotto il terrap irno d i gola i ricoveri per il presidio. variabile da 200 a 260 uomini. Le batterie degli imervalli erano in terra. D) Cam.j)i tr·i nrrrati a fo1·t i corazzati ridott;, n difr.•a i11dipC'11dente. 1 fon i corazz:tLi a cui si è accennato p iù sopra solle\'arono molte e fondate critiche in cau~:1 del loro enorme sviluppo e dd costo ecccssh•o. Di qui l'origine d i a ltre proposte tcndctll i a disposiz ion i di fen sive più pra tiche nd riguardi tecnici ed economici. S i limita\'a l'impiego delle cupole con c:impo di tiro di .160°, si riduceva al minimo l'estensione d.-i forti e si predisponc"ano gli intervalli per la manovra e l'azione delle truppe dcli.i. clifrsa . Erano conformi a questi criteri i progetti del generale Rocch i. del maggiore del genio belga D eguise, del colonnello ,·on Leithncr. del capitano dell'artiglieria aus triaca ,·on Rehm, de l colonnello del genio spagn uolo dc la U acc. E ) Ca>npi triucl'rati ,u/ opere perml'J.11r11!i rora-;wt,1 rd a batfrrie mobili sopra .<trade frrratr per la difese degli i11trr~mtli. F,;rono prnposti dal co lonnr llo d!'l g~-

nio frn ncese l\'langin. La li nea di cintura. clovna essere costituita con una serie di forti corazzati a imrn·allo di 2 a 6 chilometri. contenenti soliamo l'armamento <li s icu rezza (3 torri pe r due cannoni da 15S mm. e -1 torrette per 2 ca n noni rc ,·o lvcr~); la massa pr incipa le delJ'ru·tiglieria d ella d ifesa do"cva venire organi7J.:J.ln negli intervalli, sistemata. secondo il principio della mobili,,,. in affusti a sco1111)arsa su piat taforma scorrevoli su bina,·i. l i .Mang i11 cscludc"a l'aiionc del l,1 fanter i,1 ne lla d ifesa delle opere e face,•a largo assegnamento sulle difese accessorie sistemate attorno alle opere. L e proposte del l\fangin non ebbero mai p ratiche a ttuazioni. F ) Ca.-mpi tri11crra.ti fondati sul principio d ella scparazionc degli organi del/'azio11e /011ta11a da quclli delia

difesa ,·ici1w. li concrtto fondamentale era di costruire la linea di cintura con punti di appoggio con azione li m itata all'~zionc vicina rei a l fiancheggiame nto degli intcrva ll i. mcHt rc l'az.ionr lontana era a ffidata esclusivamcme alle h:ittcrie erette negli intcr\'alli_ Principale propugnatore di tale conccuo fu il \\'r litschko, generale del genio russo. il quale fu inoltre fautore ciel principio del la mobilità de lle art igl krie della difesa, per poterle usare a massa e per proteggerle dal tiro dell'attaccante. senza ricorrere all'impiego di cora1.7.ate. Sono pressochi, COJlformi agli stessi principi i progetti del generale prussiano Scl1()tt . de l colonnello del genio olandese Voordu in, del genera le del genio fran('ese Lau rcut, de l colonnello del gen io rumeno Crainicianu. del generale del genio Borgall i, del capitano del ~enio francese Sancii,,, (\'. a lle varit• voci : Bria11çon, P a.ri11i, A m -crsa, ccc.).

Campredon (Giacomo Jiarti11, bar011e di). Generale francese ( I i61-183i). FcCè la sua carriera nel g,'nio militare: fu nell 'arma.la d'ltalia d istinguendosi .~ull' .\di,:-e, a Genova e nrlh d il'es:t del Varo . D iresse nd 1805 i la.,·ori d i fortifkazione di Manton. Nel 1306 fu con }fa~scna alla conquista di • 'apoli. e condusse l'a5scdio di Gaeta. ,·encndo promosso maresciallo per merito di guerra. Divcune po i ministro della guerra a N,tpoli, col re Gi usrppe. X ci 1812 si distinse in Russia al la tesla delle truppe napolNane, e nell'assedio di Dau;oìca. l'atto pri r,ioniero. \'Cnnc condouo a Riew; liberato nel 131-1 riprese in Franria IP sue funzion i di comand'1nte !(Cncralc del gen io. Camprodon. Bor1,;o g ià fortificato della Spagna, nella Catalogna, presso i Pircn~i, ~ul Tcr, fondata. nel -13 :t. l'. dal riucsto.-e r01na110 Rotllnd us . .\'"el 1652 fu attarcata da ua esercito francese. rh,, \'enne battuto dal lllarchcsc di :\lori.a ra. Xci 1639 il duca di Xoailles atlJCCÒ e· prese C. ma gli :-pagnuoli. comandati da .-\gu lln, ve nnero in fo r7.c a riwcnclerlo. t i F rancesi dovctt(:ro ahhandomtrlo. :\Te! J i9.ì. dura nte la lotta elci Francc,i contro gli Spagnuoli nei Pircnd orientali_ il g<'n. Dagohcrt, con 3000 u. attaccò C., la quale, dopo bre,·c rcsistcn1.a. vcnnt sgon1brata d:-ti difensori e abbandonata ai 1:rances i (4 ottobre). ?Ila poc hi giorn i dopo. avanzando su C. il g~n. \ 'i,·es con grandi for7,e spagnuole. il gen<·· ra le Dagobert si ritirò a Puycerda. donde era partito, Cams (Tipo 33 B) . Ldrovola n lr. 11 scafo centra le, da b(lmbardamento, in dotaz ione a lla aeronautica. militare n·tvalc francese. Ha due motori in tandem HispanoZui7.a da 250 H P . ; è armato di due m itra.gliatrici Wichcrs su torretta .-\. D.: ha una velocità. rnassima d i km . h. 175 e un'autono,n ia cl i 4 ore di volo. - TI tipo ~6 bi~ <· un idrm·olantc da caccia ( in dotazione all'ae-

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ronau tica già det ta) con motore cla 360 HP . ; ha la ,·elocità massima di !on. h . 260.

Campuzano (Fra11cesco). Genera le spagm1◊l0 <lei secolo XIX, autor e di uu libro sulla cc Organizzazione m i.!itarc, specialmente d ell'arma di cavalleria» (1882).

Idr o, ulan ie C,.111, 33 Il

Camulogene. Generale- gallo, capo dei Parisii. Difese Parigi co nt ,·o le lruppe di Labicno, luogotenente cli Giu lio Cesare. ]\fori dopo aver fa tto prod igi d i va lore d urau tt= la. ba ttaglia co1nba ttn ta presso (lUella cittit. Camulus. D io della guerra presso i Galli, che, al pari ckgl i Sciti, adora va.no in :Marte solo ua simbolo, sollo forma di spada nuda sopra ·Llll altare n•, I hosco. C. invece era personificato in un guerriero armato di p icca e scucio.

Camus (dc Richr111ont. Luigi baro·n e di). Generale francese (liìl-1853). Fece le campa,:ne su l Reno, e in l talia e si bntt~ sulle coste d ell'Albania con lill pugno di Francesi con tro 14.000 Turchi. Fatto prigioniero " condotto a Costantinopoli, fu poi li berato e partecipò al la spedizione in Russia. Dopo la s it irata si fermò a, Dan, ica. dove tenne t esta per un anno agli assediami. O bbligato a ('ap itolarc fu pri gio1liero dei RLtssi. L iher;ito. durante i Cento Giorni fu co01andarllc del Geni(). Poi di,·enne deputato e ne l 1830 comandante delta Scuola cli S:,int-Cyr. Cn frnre llo tli lui (C,·istojoro 1774-1813) flt pure generale e morì ne lla hatt. d i L ip~i:1. Cn C . barone Giovanni di :\Ioulignon fu p ure gcnc r aie francese (1762- 1846). L'n C . L :,igi fu pure gcacralc francese ( 1760-1813) e mori nella batt. di Vi tcpsk. 0

Canadà. Co lon ia inglese dcll' .-\mc ,·ica de l "'orci, fra gl i Stati (~niti. l'Oceano Glacia le ,\ rtico. i dLlc Occa11i ,\t lant ico e Pacifico. Gode di iBdipenclern,a. sotto la fonna dd 1< Don1in ion i)) è d iv isa in nove ::>tat i) che si costituirono in Federazione frn il 1867 e il 1873. Scope rto dal Caboto ne l 149i, fu occupato da i Frnncesi in pri>1cipio del secolo XVII; dopo lunghe lot lP contro gli Indiani, sopra\'venncro quelle contro gli Inglesi, tenni11ate con la bau aglia dì Abra ham (1 759) e con la. JJrcsa di Mon tréal ( 1760) rla parte degli Inglesi. Il t r attato di Parigi dd 1763 assicurò a questi ultimi la dom inazione std Ctlnad:ì.: essi dovettero in seguito d01nare qua.lch~ r ibellione. ma infine il paese fu pac ificato; la sovranitict inglese rin1asc però solo nonliuale. ra.pprcscala ta. da tn1 govèrnatore. ">lei 18 12 nordamerica ni tent.arono 1

senza successo, d i invade.re il Canad it. D elle r ibellioni sow a accennate, una durò dal 1836 al 1838 in l\-iont,·éal, estendendos i a parte ciel paese. G li insor t i fu rono battu ti a Saint Denis· e a Saint Chnrles: allora i c:,pi si rifogiarono ne• g li Stati Cniti e i gregar i si d ispersero. Altra ribellione scoripiò nel 1885, per opera cli L uigi .Riel, sccondato eia met icci frauco-canadcs i : a Ba.toche essi ve11ncro sconfitti e il Riel mandato al patibolo.

Esercito d.cl Ca-nadù Esiste un « ::\{in istero dclh :1dilizia e della Difesa" e un Capo di S . .M. Il bilancio della guerra nel C. an1111onta ( 1926) a circa l m iliardo e 200 milion i. li tenitorio è div iso in LI d is tretti. L'esercito assmnum 3 rcgg. di fonte ri:1. 2 di ca va Ileria, ,1 on 11ml·il lO li i TU l'OlltO 5 compagn ie {l'artiglieai Ct11H1c.lp:-;,i <·acl11 1i nella ~11f'1Ta ria da fortezza, reparti conll'O i l3CJCL'l di ctn. a cavallo ( in tutto 9 btr. d'art.) m itraglicr i. telegrafisti, ecc. La fon:J. i; pre,·enLi\'ala in 10.()0() u ., ma sotto le a rmi ve ne sono 3500, con 700 cavall i. I l reclmamcnto è volontario cou ia fcnna di tre anni. ì\{a le forze 1naggiori (circa 120.00t1 11omini) quelle che in caso d i bisugno vengono addestrate e i..nquaclrate., come avvenne durante la guerra angloboc-ra, c. in rnaggior tnisura. <lurante la guerra 1nondia!c, sono quel la del la << i\li lizia attiva )J e de lla (< Risen-a de lla ::l[ilizia " · Esse sono chiamate per istruzioHi per 9 gior'ni a !l'anno. La p rima con1prcnrlf' 26 brigar~ cli fanteria ~ll 4 bgl. ciascuna, 24 bgl. indipcudenii, 1-4 gruppi 1ni tragl icri: 9 brigate di cavallr:r-b. su 3 re!,!· gimenti cia'icuna e 12 r<:gg. ind ipendent i~ 20 grupp·i 1 21) htr. au tonome d,c campCLgna, 22 btr. pesanti " d'assedio. 8 cp. do fortc½za; i l genio ha 53 cp. d i varia sp(:cialità . Il <( S igna! Corps ,, . o truppe delle conmBicazioni. è: costituilo su l I bgl. e 11 cp, a1.1tonmnc; •.-i sono inoltre 12 cp. cli ciclist i e r~part i <l'Aviazione. L'arruolamentu è volo ntario: cccczioualmemc ohbliga!orio l .a riserva ,, reclutata fra i citt ad ini che non p restano st:rvizio attivo, fra i l8 e i 60 anni d'1.;la . L'arsena!~; principa le è a Q uébcc. ,\ Ki ngston è un Collegio ::1-Iilirnre, fondato nel 1376. con c ir,a 300 cadetti. Scuole del le varie :1 rnli sono in vari centri de l Canad~.

.Jiarina da guerra . ln principio del 1927, la n1arii"?~l eh g ue:-ra de l Canad,, er:i costit u ita da ll' inc,-ociatore v rotctto <( .-\ urora )l cli tonn. 3250. armamento lI 152, :VI l02, Tf 76, vc lociti 27 nodi; da i cacciatorpetlinier,, "Palrician » e ((Pa trio!" · di to,111. 1020, velocità 35 nod i, a r mamento lfI 102. I 40, lanciasiluri da 533; d a poch i sommer gibili e navi di pattuglia .

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Canadesi. Xome dato alle t ruppe de l Canadà . fin <la quando. il l " luglio 1867, tutte le colonie inglesi del Sord- America cost ituirono il (< Dom inion of Canadà )J , gli a bita nt i di queste s i sentirono legat i con saldi vin-


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coli di affetto e d i recip r,,ca stima colla madre-patria: cosicchè entusiastico fu il concorso che il libero Stato del Canad:ì. diede all'Inghilterra in occasione della guerra mondiale. Nel Canadà, ante-guerra, vigeva la legge< della obbligatorietà personale al servizio militare per tutri i cittadini; ma in pace tale obbligo si riduceva a• tre periodi di ist.ruzione, di L5 giorni l'uno. Per la guerr a. il Governo canadese divise la popolazione in quattro

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Michele Canale. Ingegnere militare del sec, XV. Fu direttore della costruzione dei primi 9astioni della cinta di Torino, es. quello di << S. Lorenzo >l. N·icr,la Canale. Ammiraglio veneziano <lei sec. XV. Partecipò alla lotta contro i Turch i e prese Enos, ma p er non a vere impedito la presa di Calcide e dell'isola cli Negroponte, fu condannato al carcere a vita. Cristoforo Canale. Capitano venc1,iano, scrittore, morto in guerra contro i Turchi nel 1562. Lasciò << La milizia marittima ll, uno dei più antichi manuali di nautica. ed il migliore dell'epoca. Canale (Giovanni Secondo conte di C-wmiana) . Gene, raie del sec. XVIII, n . "di Pinerolo, m. in Sardegna.! Percorse la carriera in fanteria e pregc parte a tutte le cam pagne del suo tempo. Nel 1748 comandò le truppe piemontesi nella spedizione in Corsica, troncata. da lla pace di Aquisgrana . Divenne generale n el 17S4 e comandante generale delle truppe in Sardegna nel 175S.

Canadesi al rronte francese (1915)

classi: celibi tra i 18 e i 30 anni; - celibi fra i 30 e i 45; - anm1ogliati dai 18 ai 45 anni ; - rimanenti cittadini dai 18 :fino a.i 60 a1mi . Attingendo successivamente da dette classi, il Canadà diede all'Inghilterra, quali truppe combattenti in Europa, 4 div isioni, che furono sempr e mantenute in efficienza dal Ca.nadà stesso, inviando in Francia 640.000 uomini complessivamente. I Canadesi avevano orga.n izzaàone m ilitare e regolamentazione identica a quella inglese, e <lipesero dai comando britannico solo per l'impiego, mentre restarono a lla dipendenza del Governo canadese sotto il punto di vista amministrativo e disciplinare. Dettero. sotto ogni riguardo, buona prova.

Canali. Corsi d'acqua clcr i vati arti.ficialmente da fiumi . o laghi e defluenti in letto appositamente scavato, con andamen to risponden te a determinati scopi irrigui od industriali. Quando raggiungono larghezza e profond ità adeguate per acq uistare carattere di navigabilità, essi possono costituire buone vie di comun icazion e util!llente sfruttabili per i l servizio dei trasporti m ilitari di guerra. V. Acquee (1,~:e di navigazione). L'utilità della na.viga1,ione interna era stata r iconosciuta anche dagli antichi popoli civi lizzati, i quali ne avevai10 scavati dei numerosi in Beozia, Assiria, ecc. I Romani hanno lasciato per ogni dove impronte di importanti lavori idraulici E' celebre nell'antichità il canale che gli Egizi avevano scavato dal I\" iio a.I Mar Rosso ( descritto <la. Diodoro) così pure quelli della :?lfosopotamia. La C ina deve gran parte della sua prosperità alla mirabile rete di canali che l'attraversa in t ulii i

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Canale (ant. Canalis). Comune in prov. di Cuneo. Ebbe antico castello, che d ivenne all'epoca delle lottq fra Guelfi e Ghibellini oggetto di fiere contese. Nel 1818 fortilizio e porte fur ono demolite. Canale. Comune sulla sr. dell'Isonzo, tra Tolmino e Plava.. Tra Canale ed ~u1,za si tentò durante la guerrai italo-austriaca, di passare il fiume, una prima volta sul fini re de ll'ottobre 1915; ma i tentativi, più volte rinnova.ti dalla 37" divisione, 'furono frust ra.ti sia dalle difficoltà che in quel tratto offre il fiume, incassato tra rive rocciose e di rupate, sia da lla vig ilanza avve rsaria, e costarono la vita a l tenente colonnello del genio D e Camillis, che dirigeva l'operazione. Durante l'offensiva del maggio 1917, appunto in quel tratto del fiume fu costituita una nostra. piccola testa <l i ponte ( V. Bodrez). Durante l'offensiva, infine, dell'agosto 1917, la 60• divisione, che doveva passare i l nume in corrispondenm. di Canale, vi incon trò un'asp rissi ma resistenza da parte del n emico, e, solo dopo che il fuoco d i numerose batterie d i medio calibro fu concentrato S\t quelle località e che la 47• divisione vi fece marciare contro due battaglioni di bersaglieri, mina.c~ia.ndo di aggiramento le trupp e avversa.rie asserragliate in Canale, queste si decisero a sgombrare (V. Bainsi22a).

Le nostre Truppe sono il castello dt canale (1917) sensi. Il più celebre è il gran canale imperiale, inizia to nel 7° secolo d. C. e :finito nel 13°, che va da Ha.ng- cenfu (30° di lati tudine) ad En-ho (37° d i latitudine). Sono del pari numerosissimi i canali marittimi cha permet tono l'accesso ai porti mediaJ1tc navigazione in mezzo a i bassi fondi. E' sistemato in tal modo l'accesso alla maggior parte dei porti dell'Europa. del Nord, dell'America del Nord e della. Cina . Questi porti, che


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in generale non sono che porti-canali, ,·imangono situati parecchie miglia entro terra e l'accesso è ottenuta con canali di 10-12 metri di ]}rofondità, mantenuti sempre tali mediante con tinui accurat i lavori di sc;,.vo! Talvolta il canale è largo un centinaio . d i metri cd an➔ çhe meno, in mezzo ad un lar go golfo o all'estuario di un fiume, e viene segnato con lunghe file di pali o boe galleggianti poste a breve intervallo, e segnali luminosi. I più famosi canali al 1927 sono: Erié-\VallandRidean - Holstein - Trunk-Canal - del Nord - Caledonico - di Corinto - di Suez - Panama. In Europa la Russia è ricchissim a di canali, e così la Germania, l'Olanda, la DaJtimarca, i paesi Scandinavi, la Francia, dove è possibile andare per vie d'acqua interne dal golfo d i Guascogna a quello di Lione. Gli Stati Unit i d'America sono particolarmente favoriti anche in questo ramo dalla natu ra; infine l'Italia è ricca di canali nella Pianura Padana. Quanto ai Ca1,ati lntemaz·ionali, artificialmente scavati per servire alla n aviga?.ione internazionale, i l loro transito è generalmente soggetto, in pace e in guerra, li speciali regole di diritto internaz-ionale, risultanti da Convenzioni e intese essenzialmente ad assicurare la libertà della' navigazione. (V. S«ez, Panama, Kiel, Co-

rinto).

Canalis (Lu.igi C. di Cmniana) . Generale piemontese del sec. XVIII, m . a Torino nel 17S3. Col grado d i cor,olonnello, comandò il regg. fanteria Piemonte (17301734). Promosso magg. generale e nel 1737 ten. generale, fu governatore di Ca~aJe e dal 1747 <li Novara. Nel 1752 ebbe il governo della cittadella di Torino, Giacinto Canalis di Cumiana. Gen erale piemontese del sec. XVIII, m. a Casale nel 1756. Comandò il regg. Piemonte nelle guerre d i successione cl i Polonia e d'Austria, d istinguendosi a G u astalla, -Camposanto e :Madonna dell'Olmo. Promosso brigadiere e poi magg . .generale, col grado d i tcn. generale fu governatore di Cagliari e di Valenza. Generale di fanteria nelle armate 11el 1753, venne nominato governatore della città di Casale e del Ducato di Monferrato. Giovann·i Seconde Canali:s di Cwmia.na. Generale piemontese del sec. XVIII, fratello del precedente, m_ a, Torino nel 1783. Combattè nelle _guerre del 1733-35 e del 1742-48. Magg. generale fu governatore d ella cittl e castello - cli •Cagliari e comandante genera le delle armi nel Regno di Sardegna divenèndo te11. generale nel 1757. Sostituì il fratello nel governo d i Casale e nel 1763 passò a governare Tortona. Generale di fanteria nello armate ( 1771) divenne governatore della città e provincia di Torino.

Cananore, Città marittima <lell'India inglese, nella presidenza <li :Madras. I Por toghesi ·vi costruirono nel 1506 w1a fortezza, che fu presa ne l 1656 dagli Olandesi, nel 1766 da.gli Indiani, nel 1784 dagli Inglesi. Canapo. Nella marineria è adoperata più comunemente la parola «cavo,,, per indicare le funi con cui si eseguono le manovre di ormeggio. Anticamen te si dava una grande importanza allo s tudio dei canapi per l'uso ~stesissimo che s i era costretti a f an1e nelle navi a vela. Se ne seguiva attentamente la costruzione e tutte le nazioni a vevano corderie proprie 'in cui si preparavano i canapi per uso de lle n avi da guer ra. In Italia è celebre la R. Cor deria di Castellammare d i Stabia, irnpia,n tata

617dal governo borbonico e r icca di tradizioni. Ancora al giorno d'oggi fornisce i cavi di canapa alla marina da guerra italiana ed a quella mer cantile. L'acciaio ha anche in questo campo preso ormai quasi il sopravvento e si usa.no cavi metallici in luogo di quelli d i canapa, potendosene fare r igidi e flessibili, pe~ tutti gli usi navali (V. Cavo).

Canarie. Gruppo cli isole dell'Atlanti(\o a ponente dell'Africa. Appar tengono alla Spagna, e ne formano mia provincia, retta da un governatore militare, e da uno civile, con capitale a S . Croce di Tenerilla. Furono con• quista te da Fenici e Cartaginesi che vi si stabilirono molto prima delle guerre Puniche . I Romani, distrutta la potenza dei loro rivali, arrestarono la nav_igazione dei Cartaginesi verso le C. che rimasero d imentica te fino a l 1338. Nel 1385 u n a nave da gue rra spagnuola fu respinta dagli a bitanti dell'isola Lanzarota . Nel l.400 una flotta normanna, comandata da Béthencourt e Gadifer <lella. Sale, riuscì ad impadronirsi di tre isole, e cosu·ui un forte a Lanzarota, costituendovi un piccolo r egno r iconosciuto dal re di Castiglia. ~fa presto tutto il gruppo delle C., fu sottomesso dagli Spagnuoli, che cost rinsero i vi nti ad abbracciare usi, costumi e 1·eligione dei vinci tori. :\'"cl 1599, durante la campagna navale tra ·0 1ancla e Spagna, l'anunir. olandese Van Der Does, non potendo espugnare Coruiia, fece una diversione sulla grande C., che tentò prendere d'assalto. Dopo bombardamento i difensori s i a rresero. Van der Does saccheggiò ccl incendiò Cana1·ia e Gomera. Portata poi la guerra nei possedimenti spagnuoli in l\merica, e disfatto dalla febbre gialla, lasciò d i nuovo le C. i n balia degli Spagnuoli che ne ripresero il dominio. Il Portogallo tentò intorno a quell'epoca d i impadron irsi di T cneriffa, ma non vi riuscì. Canaris (o Kana.ris, Costan/.ino). Patriotta greco (1792- 1877). Scoppiata la guerra turco-greca nel 1821, concepì l'ardito disegno di attaccare con brulotti le grosse navi turche e più volle V i riuscì. Pensò d i effett uare una spedizione in Egitto, nel porto cli Alessandria, dove si trovava la flotta militare turca, che stava pronta per scortare un convoglio di n avi mercantili cariche di truppe, destina te ad operare con t ro i Greci insorti. Il C., unilo a Tornbasis e Cricsis, eiascu110 a l comando d i w1a nave in cendiaria., sulla quale avevano inalzato bandiera russa, entrò per primo risolutamente n el porto. 11a dato l'allarme dovette lasciare la nave a lla quRle appiccò il fuoco, e riuscì a fuggii-e in un battello. Altra volta, insieme al fratejlo suo, afficlatosi a.cl una leggera imbarcazione, sorprese il nemico nella baja di Tenedos, riuscendo a mandare in .fiamme varie navi della flot ta turca. Fu poi capitano cli vascello, ammiraglio, senatore e più volte ministro della :Marina, ecl infine presidente del Cons iglio dei Ministr i. Canas (Gi1tseppe Maria). Generale della Costa Rica ( 1809- 1860). Parteggiò per l'unione degli Stati del Centro America. ma ogni tentativo di realizzarla fallì. Si


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CAN battè contro i nordamerican i, e fu poi m inistro della g uerra; a causa di una rivoluzione emigrò a S. Salvador dove ebbe i l comando in capo dell'esercito. Progettò di invadere la Costa R ica per abbattervi il governo, ma fu scon.6.tto, e, fatto prigioniero, venne fucilato.

Ca·iias Tr-z ,jillo (Emanuele d,) . Ammiraglio spagnuolo ( l77i-l850). Si battè cont10 i francesi di Napoleone 1, contro i Càrlisti nel 1S33-3i; nel 18.37 venne nominato m inistro della l\fa dna; passò all'Avana nel 1839 come comandante della piana <! poi a Cadicc· ~01r lo stesso jncarico .

Cancei Molara (Co/unna insu.rrez-iona.le) . Brigata voi. format asi a Bologna nd settembre 1860 a l comando del co lonnello C. M . per far insorgere le J:l•l archc; non potè però attuare il progetto, per una ·circolare del F arini che pr oibiva ogn i spedizione n el territorio pontificie,. Cancellata (Fort .). Chiusura rnn cancello di legno o di .ferro, che ponevasi da.vanti alle porte ùei castelli o di fortezze. per impedire so,·prcse e ostacolare il passQ ad un aggressore, rnentre s i alzava i l ponte levatoio e si eh iudevano le po1·te. Cancellier i (Riccardo) . Capita.no fiorentino del S(·· colo XIV, rn. a Fa.e uza nel 1406. Con l'aiuto dei fuont sciti conquistò ai F iorent in i il castello della Sambuca. Passato a l servizio del Duca di :è1'1ilano. cornbattè ancora contro Firenze, ma infine passò a l servizio della repubblica.

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Ca ncia ni (Ciro). Ammiraglio, n. e m. a G iorgio d i l'\ogaro (1869-1925). Guardia marin a nel 1889, ragg iunse il grado di contran1 miraglio nel 1919 e andò in P. A. nel 1920. Fu in Somalia; po i insegnò elettromeccan ica ali' .\ ccadernfa :Nava le ; poi andò ari-

eletto a li' !\mbas<:iat.a di Vienna e a qudla di 13cr•• lino. l\'el 19 18 eia capo di S. 1\1. della flotta dell'.\1to Adriatico. G ,mdagnò una, 1nedaglia d'arg<!nto a Durazzo) a l comando ddl a 11 San :'I la reo >> . '-'cl 1920 fu a capo della mi-,s ione interalleata per la liquidazione del materia le bell ico n a ,·ale cx austriaco.

Canclaux (Cianbattùta). Genera le fr~ncesc ( l i40 184i). Prese parte gioYanissimo alla guerr a dei Sett~ Anni. Ten. generale nel 1792. ebbe u n anno dopo il comando dell'armata ckl!'ovcst. B a tt uto dai Vandeani nel I i 9., ft) costre tto a riti,·ars i su >iantes do,·e si difese ~roicamente; ad onta di ciò fu dest itu ito. Sotto il Dir ettorio fu ambasciatore a ::(apoli. JJOÌ a :sfaùrid. :'\"cl 1304 vèrme da !'Japoleone nominato senator e e conte ddJ'irnpero; sotto i Borboni P~ri di Francia .

Ca ndahar. Città dell'Afganistaa, ancora munita delle sue ant. munt, e della cittadella. Fu lungamente disputata fra i vari popoli che s i ur larono nell'Afga11ista 1~ e pi(1 volte d evastata . ~el 1737, gli Afga,1i del Candahar, essendosi sollevat i contro la Persia, sotto la guida di Husscin , Thamas -Kuli-Kan marciò contro lorn. li at-

taccò, li sconfisse, e li insegui fino a lle porte della città d i Candahar che cinse d'assedio. Questa città sostenne coraggiosa.n1ente i suoi assalti) e non si arrese che dopo un anno di vigoro~.1 rcsjstcnza.

Battagli;_, di Caudahar (1° settembre 1880). Appartiene a lla 2" guerra. afgana (V. Afgau·istan). Il gen. R oberts disponeva i l 31 agosto cli 10.000 u . e .32 pezzi ripar t it i in 3 br. d i fant. (Macphcrson, Bakcr e Mac Gregor) 1 br. ca v. ( Gougl1) e la guarnigione di Candahar. Q ueste for:te erano, parte in Canda.bar e parte accarnpate dietro le alture a O . della città. Gli Afgani occupavano la linea di colline presso il passo di Baba \Vali Kotal con artiglierie. Dopo una ricogni&ione eseguita il 3 l agùsto con parte de lle forze, il gen. Robens decise cli aggirare !a d ifesa del passo, il cui atta cco frontale anebbe provocato gravi perdile, agenùo dimostrativa1ncnte con1ro la sinist1-a. ncnlica da vant i al passo stesso e ope ran<lo colla n1assa principale pc! villaggio di Pir P ainal. I l mat tino del l '' scttcn1brc gli Afgani> incoraggiati dalla ritira ta di una r icognizione inglese ciel giorno 1frcceclente, che essi a v<:vano creduto un o..ttacco non riuscito, p resero l'ofiensiva occupando Gundi e Gundiga.n donde aprirono un vivo fuoco. .-\Ile 9.30 l'a r t_ inglese aprì il fuoco contro il 11asso di 13aba ìVali e la fanteria avanzò colla hr. Macphersol\ a destra, fa br. Baker a sinislra, h br. j\fo_c Gregor in riserva; più indietro la cava lleria pronta a. p iombare a t ergo del nem ico. l\lentre ht br. :Macpherson conquistava Gundi, la br. BaktT avanzava sulla. sinjs tra. R.aggiunte le a ltu re <lì P ir Paimal le due b r. converscro a dest ra e conquistarono il vil laggio a. 1nczzogio rno: allora fu fatta ava1v:arc k:. br. ~lac Gregor i n rincalzo alle pr ime d ue; gli Afgani, presi sul rnvesc io delle loro posi;,;ioni, si r itirarono abbandonando i loro campi con t utta l 'artiglieria (32 pezzi) in mano degli Inglesi; la cavalleria fu inviata a.lrinseguirnento. Gli Afgani })Crdct tcro un 1nigliaio <li u01nini ; Gli Inglesi ebbero 40-morti (3 uff.) e 22.'l f cr·iti ( 1.1 uff.J.

Candale (Enrico di N ogaret d'Ej,ernon duca r/·i) . G enerale francese ( 1591-1639). l'assalo nel 1613 al servizio del granduca di Toscana, combatté contro i T urchi. Rientrato nel 1614 in Francia comandò l'esercito ca lvinista . Passò po i a l servizio <lei Principe d i Orange, cd inft11e '1 quello di Venezia. Riconciliatosi con Richelicu, fu nom inato comandante dell'eserci to d'1ialia e morì all'assedio cli Casale. Can della Scala . \·. Scala. Cand elliere. Sostegno <l i ferro o bronzo che si trova. lungo le murate de lle na,·i per sostenere le draglie cldlc rende e le battag lio le. a llo scopo cli impedire che gli uon1ini cadano i n n1arc. Tn tcn1po d i guerra tutti i candcllicri si abbattono su l ponte per rendere libero il campo ùdle artiglierie. La manovra di abbattere il canck!lie re e togliere le dragli e si chiama: sgotnberare Ja fronte. Per r endere faci le questa operazione, i candell ieri sono ma ntenuti dri tti medantc cerniere c perni, Ca.ndeltieri port.at,:/i. Cosi de lt i apparecc hi invenl,l! Ì da ingegneri militari durante l'assedio d i Ostcncb (16011604. da parte del gen. Spinola): servivano a mascherare i lavori di a pproccio, ed i relativi lavoratori. Era no una spec ie di telai d i legno. i,u cssuti con rami verd i e con corde, costituenti Lilla specie di parapetti, simili a trinCCl' [nobi li. Le rnaterie di cui erano co,nposti. cedendo

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fac ilmente ai pro iettili, non lasciavano traccia di perforazione <la pa1·tc degli stessi, e proteggevano i lavori. Quakhc cosa d i simile pare sia sta to adoperato anche da Giovanni dc' ì\-fcdici n elle sue guerre contro i Tu rchi in Ung11cria.

s ima (lurnnte la battaglia de l Piave del gi ugno l9 l3, e segnò il li mite estremo dell'avanzata avversaria, po;chè fin da l pri mo giorno dell'offensiva nemica le truppe della 31" d ivisione (e specialmen te la brigata Caserta ) vi opposero la p iù strenua resistenza, impedendo a l ne-

Cattdcllieri d'argen/.o . N ome dato popolarmente a u n -Corpo cli l·sseri. Co,tituito nel 179i con 4S0 cittadin i fa .. coltosi, divis i in 13 compagnie u cavallo, delle città di

m ico ulteriori progressi .

Candia (ant. Crei.a.) . Isola al sud della 1forea, a l• l'i ngresso de l mare Egeo, detta a nticarnen te Creta, lu nga 1.40 km. e larga da 10 a 40. F u colon ia Dorica e popolata anche c1a altri clenu..:nti greci. Fornì n1crcenari nelle guerre antiche. F u couquistat::i dai Romani nel 68- 66 a . C. durante la gue r ra. con i Pirat-i (V.); da i Saracen i nell'824 cl. C. dai Bi;,,o.ntini nel 962. Toccò a i ma rchesi del '\fonfe rrato rlurantc:le Crociate cd essi nel 1204 la ,cdettero a i Ve neziani, i q ua li t re an11i dopo vi a v~~:ano già rnandato cava lieri e uom in i d'anne, d iM viclcndo r isola in 132 Icudi di e~ ,·alicri e !llS cli sergenti . Successivamente cu rarono le fortific::i.z io ~ n i dei cent r i principali, inviando a C., fra gli altri ing. rnilitari, anche: i l Sam mic hcli. Da I 16~5 a l 1669 si svolse lct G'ucr-,·a di Ca11Jia, di cui d ic iamo p iù avanti . Ribellioni contro i T urchi non 111.:.tucarono rn ai 111,1 vt!n .. nero sempre represse, \:cl 182 1 la ribellione fu assai vasta. 1ncnl re !a 1

L:i b <11ta~·lìa cli Canr1,111:01· ( 18801

R eggio E1ni!ia, ~Jodena~ Ferrara. "Bologna. }\·f ilano. Co-

Grecia era sorta in :Jrn1i contro la Turchia ; 1u:t fu do ..

1110. P~\'la. Lodi, Crcn1a, C re111ona, ~ianlova, JJrcsciJ. 1 l{erganio, equ ipagg io.ti fastosan1entc. Appartennero alla dhris . france~c cost ilui ta con volontari i taliani a Fer-

mata da truppe egizi,tne, le quali, comanda te da '\fchemct ,\ lì, sbaJ·catc nel 1823, ,·i rimasero ftno al 1840, soifocau<lo due r ibellioni ( 1833 -18·1I). l T urch i do,·e ttero ancora reprimere rivolte più o meno estese, nel 1858, nel rn65-69, nel 187:'\, ne l 1839, iì ,10 a quella d el 1S97, rli cui s i dice p iù avanti. Dopo questa r i,·oluzione, Cn::-

rara, in fine del detto anao, da l gcn. francese L a 11oz .

Candelo ( ant. Candc/um). Com.une i n prov. di Xo1·a ra . Fondato cl:ii Roman i all'epoca della seconda gm'rra Punica, sulla destra de l Ceno. Ne l medio evo fu muni to• di castPllo tut tora ben conser vato. Ha un to,-rionc d'ingresso con porta e p uslcrla ed e m unito <li torri rotonde. aperte a lla gola. F u posto a sacco e rov lna tù nel &cco lo .\\ ', ma subito dopo venne r icostru ito e munito d i cittadella, e cli dLte forti rocche. Candelù, Località sull.t d r. dd J>i,nc. poco a sud èlel!e (;ra.n; di P apadopoli. l'u teatro di lotta aspr is-

I 1isu1·t i Cun, li o tti ( I 80~ ,

tesi non deposero i l pens iero del l'unione alla Grccio., ~ una loro asscmblco. h proc la mò nel I 908. Ciò n ou ,·enne: riconosciuto dalle Potenze : soltan[() dopo le g uene bai· caniche <lei 19 12 J"i&ola fu annessa alla Grecil.

I. Con4uista di Crrnd·ia (S24). _-\ppart iene a l periodo de lle gran di conquiste musLrlrnane . L 'emiro Abu Hafs


~barcò con numerose truppe nell' isola indifesa, sottomise gli abitanti obbligandoli ad abbracciare la religione maomettana e sterminò quelli che resistevano. fondò e fortificò la c ittà cl i Candia . JI. Co11q1tisla di Ccmdia (960-961). )/el 956 un ientaiivo dei B izantini di prendere l'isola andò a vuoto. L'anunir. Costant ino Gongila riuscì ,a sbarcare con u11 corpo di truppe, ma, avan1.atosi nell' interno, fu assalito e ma-~sacrato con tutti i suoi. Bisanz:o !innovò :I ten tativo nel 960 ed affidò a Niccforo Foca una flotta e un i;orpo d i sbn ,·co d i 19.000 fanti e 9.000 caval li. L'emiro musulmano di C.. Abd-el-i\ziz, non riuscì a impedire lo sbarco e Foca pose l'assedio alla città di C . che si n rrese dopo un :umo d i resistenza, mentre la flo tta proteggeva da ritorni offensivi di navi nemich<.: le coste dell'isola. La quale cadde completamente in potere dei vincitori. III. Fnzioni na11ali nelle acque di Candia ( l 205). 1 Genovesi, gelosi drll'accresciuta potenza di Venezia, tentarono cli impadronirsi dell'isola, ma la loro i;quadra fu più volte battuta da quella veneziana comandata dall"a mmir. Trcvisan. IV. Rit•olla di Ca11dia (1363- 1365). Sin dai tempi della 1\1 crociata l'isola apparteneva a Venezia, elio, l'aveva popolata anche con circa 500 famiglie venete. Parecchie ribellioni non gravi erano state domate d,ii Veneziani; ma nel 1363 ne scoppiò una violcntis.5ima: cui partt"c iparono Veneti malconten ti del governo centrale: i magistrali veneziani furono incarcerat i e un nuoYo go,·erno costituito sotto :\!arco Graclenigo. che alzò il vessillo cli San Tito al posto cli quello di Sa" Marco. La repubblica assoldò tn1ppe in Romagna e in Lombardia e le affidò a Luchino Dal Verme. il quale sbarcò a C. e iniziò la lolla contrQ i ribelli che ri•tscì a sottomettere soltanto dopo due anni.

\ '. Gttcrra di Candia ( 1644- 1669). Causa <'ssenziak di questa lunga guerra. finita ·colla sconfitta della repubblica veneta. fu il desiderio del Sultano cli fiacr,ue la potenza veneziana in L evante, co l toglierle il dominio cli quell'isola, che era base fomiidabile cli operazio ne contro l'Impero Ottomano. La fine diplomazia di Venezia ne aveva potuto ritardare ma non impedire lo scoppio. Nell'anno 1644 si presentò ai T urch i la causa

1nce11ct10 nlla canea (Ccbbralo 1$97) occasionale. )." avi dei Cavalieri di Malta. che davano caccia in crociera al naviglio degli infecleli, poterono in uno scontro infliggere ai Turchi un gravissi1110 scacco, parte de lle loro nav i distrnggcndo, parte facendone prigioniere. I Turchi accusarono la Repubblica cli avr, pennesso alle navi maltesi d i sbarcar uomini e materiali n ell'isola di Candia , e, pegg io ancora , di avere g li abitanti diviso coi m.tltcsi la preda di un vascello turco .

620 Vane le proteste e le dimostrazioni di Venezia: la guerra ebbe inizio. ::--rei giugno 1645 trecentosessanta navi ottomane si presentavano davanti all'isola cli C.tndia e un forte corpo cl i sbarco prendeva terra a poche m igli.t dalla Canea che fu subito strc!ta d'as.<;edio e presa. Si ha allora a Venezia un sublimt! e commovcmc ese:npio di devozione e amor patrio che r i fa ricorclare quello di Roma dopo la battaglia d i Canne: dal Doge a l

l"nl(·lall ilallanl a Candla (1$97)

più umile popolano s i gareggia per dare tutti i propri risparmi onde forn ire mezzi alla Patria per la continuazione della guerra. Si comprano e si armano galere e ,i arruolano, nello Stato e fuori. i soldati. Altre regioni d'Italia mandano soccors i : il P apa, la Toscana e Napoli, c iascuno ci nque galere. Sei ne danno i Cavalieri di ::\falt3; la Francia solo aiuti in danaro. centomila scudi. Però n ell'a nno seguente, 1646, le sort i non sono prop izie per gli alleali : il comandante generale della flotta, Antonio Cappello. non riesce a chiudere ai Turchi l'uscita dei Dardanelli e impedire loro di accorrer~ a Canòia. 11 Castello di Settimo c:ipitola; Suda resist~ ancora. La R epubblica fa nuovo appello a i suoi figli: i vasellami d"oro e d"argento sono battuti per fare moneta; ai più generosi donatori si conferiscono titoli nobiliari. Al Cappello succede il Grimani. );°cl 16-li ha il coma11do della flotta Tommaso :ì\forosini che in uno scontro riesce a infliggere u no scacco ai T urchi lasciandovi però la ,·ita. L'.tnno seguente la flotta è quasi distrutt:1. da una tempesta e lo slcs.-;o G rimani ,·i perisce. Il comando viene òa10 a G iorgio ::\,lorosini, che ha l'ordine d i recarsi coi rest i della !lotta a sba,..-arc i Da rdanelli e impedire ai 1,upudan Bascià. di uscire verso Candin, che i111anto Luigi Leonardo :ì\fon-nigo eroicamente difende dull'assaltò elci Tttrcbi. Venezia avrebbe dcside1alo intavolare a questo punto trattative col turco; ma non riesce nell"intento. :slci 1649 il provveditore generale Jacopo Riva riesce ad assaltare, nell'insenatura di Fuchie~, l'af·m:11a rnwa.Ic turca e a batterla. Scnonchè il Riva ebbe troppa fretta di allo11tanarsi da quelle acque; del che approfittarono i Turchi per riunire le naYi che poievano e rinforzare il corpo d'assedio di Canclia . Venne allora a l Senato l'idea di temeraria audacia (che in parte nell'agosto 1912 gli Italiani sapranno attuare:, di forzare i D ardanelli, di arrivare ind i a Costantinopoli e distruggere col fuoco la flotta e l'Arsenale e imporre la. pace. Il piano non ebbe neppure un principio di attuazione. tanto era impossibile. Mentre il Riva -;i era recato a Venezia per preparare navi la flotta turca uscì dalle bas·i, per farsi battere presso l'isola d i. Caros dal Mocenigo. Dopo a ltri inutili tentati,·i di pace. nel


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La sq uadra internazionale llombarda te posizioni deg'll insor ti (1807)

maggio 1654 le navi venete r ipresero la lotta nei D arda.nelli ( V.) dove sconfisserq la flotta tUJ"ca ; ma nei cam po degli a lleati, dopo la vittoria, sorsero d issid i : il p iù grave fra Venezia e i Cavalieri di Mal ta, che rit i-· rarono le loro n a vi non volendosi met tere in sottorclù1e a un capitano generale del ma.re, per una formale quc~ stione di p recedenza e di pr ior ità, inasprita c];JJ fatto che nelle relazioni ;ufficiali la R epubblica a veva messo ;., ombra l'azione delle navi maltesi n ella battaglia. La squad ra vene ta· rimase così sola in Levante. I comandanti veneziani si r iunirono a consiglio per delibera rr. se dovevano dirigersi in Cand ia per liberarla, o co!lqui,;tare l'isola cl i Tenedo (V.). Q uest'ultimo partilo prevalse, e Tenedo fu pres~, quindi Lenmo (V.). Dopo la co·n quista di Tenedo la tlotta veneziana ha il pieno dominio del mare, e vince le continue insidie del nemico, con spir i to offensivo elevatissimo,~ non os tan te le non buone su e cond izion i logistiche ; condizioni che d iventano p iit critiche su! finire del 1656 e nei primi mesi del 1657. Vedendo inutile ogni speranza di pace, p erchè i T urc hi non intendono iniziare trattative, i Vene?.iani s i p reparano alla nuova fase della lolla. Il 26 feb braio Lazzaro l'vfocenigo raggiunge la flo tta ad Au s.~a e ne p iglia l'effet tivo comando. P rima su,t cura il provvedere ai servi?.i e ai r ifornimenti di cui l' ann ata difetta, e fa urgenti e pressanti richieste di mezzi al Senato. In pari tem po impartisce or dini per in tens ificare la crociera. :,\"~l JJ'criodo che va eia ma rzo 1657 a lla s7 0ncla battaglia dei Dardanelli vi è un periodo a tt ivissimo : in n umerosi s contr i i Ven eziani hanno ragione delle navi tur che, spesso catturandole e facendo bottino. D i p articola.re i mp ortanza il comba ttimento n el Can ale d i Scio (V.) e la presa della for tezza di Zuarick. L a Sercni~3i.Jn a svoigeva intanto, e con buon esit'l, .-ara Uelamen te a lle operazion i be llich~, ~tna efficace azione politica per o ttenere aiuti dai soliti alleati : ,iuscì d ifatt i ad avere ancora l'ausilio della flotta . pontificia e d i quella dei cavalieri di Malta . Così il Mocenigo potè, finalmente, a lla fine del giugno 1657, r iunire, avan ti ài D ardanelli (V.) uha forrnid"à.b ile flotta con la quale venne a battag!i'l. con la flotta 'turca . Caduto il M ocenigo, gli ausiliar i .se ne andarono e la flotta veneta r imase sola a Tenedn. Ne pr ese il coniando R enier, che non si most rò degno successore di L orenzo :Marcello e di L azzaro l\1ocenigo. G li anni seguenti rappresentano una progressiva de-

cadenza della for tuna delle armi venete. Fu rono perdute le isole di Samotracia, T enedo e Lemno, e con esse la fama che tante vite e tanto sangue era costata alla tenace Repubblica. Le mancate fort une del mare ebbero il contr,tccolpo sulle operazion i terrestri. Nel per iodo 1667-1669 i T u rc hi intensificarono l'assedio d i Candia (V.) ove il Morosin i tiene a lto il nome della Repubb lica : con la .cadu ta della citti la guerra è finita e la contesa isola rirnane ai ,.T urchi. VI. Rivolta di Candia ( 1866-69). Fu suscitata da un gruppo di patriotti, comandati da Zambrakakis, Ilisanzios, Ascbios, Si rakas, ccc., e da un col. greco (Coroneos) . Vi parteci parono molti italiani, oltre 2000, di cui u,, 'ottantina uffìciali, reduci dalla guerra nel Trentino sotto Guibaldi. Forzato i l blocco delle navi turche, essi sbarcarono in p iù r iprese e s i posero agli ordini del Cornneos e di altri capi della. insu r rezione. Gli ltaliani p arteciparono a u na quantità d i combattimenti contro i T u rchi e molti vi lasciarono la vi ta. Domata la r ivolta. da parte dei Turcb i, i superstiti abban donarono l'isola VII. R·iv,,/ta d·i Ca.nrlia. ( 1397). Dal 1821 in poi, l'isola era rimasta sempre· ù1 fermento, ansiosa di libe• rars i dal giogo dei Turchi. N'cl 1896 il fer mento andò aun1entJ.ndo fino a scoppiare in aperta rivolta nel gennaio 1897. II moto s i iniziò nella città d i Candia; da ogn i p un to dell'isola. si segnala vano ~ubito uccisioni, in· cend i, saccheggi, mentre per le vie della Canea in fiamrne1 avvenivano con1batt irnenti sanguinosi fra. 1naornettani e · cr istiani. In quella occasione rifulse l'opera a rdis mentosa dei m;JTÌl1ai italiani sba rcati da lI' cc Etna», i qua· li sot to gli ordin i diret ti del loro comandante capitano di vascello Giorello, salva1'ono p iù di 700 fuggiasch i crist iani. Contem poraneamente altre n avi straniere incr ociava no lun go le coste onde imped ire che truppe regolari tu rche sbarcassero n ell'isola per soccorrere i correligionari. La presenza in quelle acque d i numerose n avi estere indusse cr istiani e m ussulmani a sospendere momentaneamente le ostilità ; ma per poco. Il Governo i taliano - come quelli esteri - inviava fra ttanto a Candia la l ' d ivis. della squad ra n avale, a l comando dell'ammir . Canevaro. I l governo greco decise a sua volta di interveni re, dan do così alla questione cretese tin carattere di gravità di fronte alla qua le l'in ter vento delle Potenze si rendeva n ecessar io onde scongiur are maggior i compii1


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o nor i aJJa lian l liern 1tall:111 a eia p arre; (l~I ,·nn1 i n g·cn1c' 111 10:· rn aziun.Llc• ,111:1 c,rn .. a (a:,o., ro

cazioni pol it iche. Tn quel mentre to rped in iere greche, comandate dal _pr incipe G iorgio. incrociavano anch'esse n elle acque cli Can d ia per impedire lo sba rco delle trnp pc tu rche nelrisola e il 15 febbraio un corpo d i truppe r egolari greche, sotto il comando dc : colonnello Vassos; pre.se terra sulle coste cli P latanià ndla bai.t della Canea, coll'ordine del proprio governo ,roccuµa re l'isola cacciandone i Turch i. ,Allora le l'otcnzc deciser o, d'a ccur-l do con la T urchia, d i occupa re i punti principa li de ll' isola con dis tacca.rncnti n1ìsti. L a Canea ven1h.: occu pata da un <listaccamcnto c mn posto d i n1ariJ1 a.i russi, fra ncesi, inglesi, ita liani; germanici e austriaci, tutti c o-

manda ti da un ufficia le italiano. Sello st esso tempo le bandie re delle cinque Poten ze sventola ro110 sui bastion i dello cittil accanto a. quella. dell'im pero ottomano, issa ta anch 'essa per affe rma re, s ia pL,re debolmente, il princiµiu <li sovrani tà sull'iso la . Se non che gli inso rt i caJ1cl iotti non deposero il pensiero della. riscossa . Quind icimila d i essi in ar m i, si unirono tosto a lle truppe regolar i e llc11iche e s i ini?.frtroJHJ scontri sang uinosi c o i n1usuln1 anj , l.c rruppe greche, dopo aver bombarda to e p reso d 'assa lto la for tezza ,r Aglia facendo 500 p rigion ieri, s i concentrarono min acciosi intorno alla Canea. Senza neppur riSJ)Ondcr e a l, l'c<u ltin1atun1 J) del Consiglio degli am rniragli, presie duto dal Cancvaro. che in tim ava loro di desistere d a lle ostil ità, (16 icbb . 1897) le truµpe del colonnello Vassos occupa rono il forte d i \iouk hot ies facendo prigion ieri 200 turchi. Tl 2 1 febbraio, dopo r ipetute vane ingiw1 zioni, navi ing lesi, tedesche e russe bombardarono il campo greco di Akro tiri. Al soccorso degli insorti accorrevano numerosi i ta· liani, m olt i dei quali appartennero in seguit o a quella fa lange garibaldina che prese parte, unit amente all'esercito regolare gr eco, alht lotta contro la Turchia. L e Potenze (2 ma r zo l 89i) rimettevano una nota col let t iva ai governi d i Atene e Costantinopoli in cui si affermava il prop osito d i dare all'isola autonomia, sotto la sovranità del s ultano. Alla Grecia veniva imposto di r it irare da ll'isola le truppe regolari. ::.fa le cose preci-·

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pita vano e il 18 1113.rzo scoppi a\·:.i Ja guerr a f ra Grecia.

e Turchia ( V. Greco-turca, gu erra). l) ista ccanwnt i internaziona li andarot10 a poco a poco occupando loca lit,Ì costiere, e i l col. V assos prese posizione nell'in tern o. l marina j no n bastando, f urono invia.tj reparti d i truupc d i terra : l'I talia spedi co là il l" Lgl. del .ì6° fam .. il 12° bg l. dcll'8° be rsaglieri, l' S' btr_ d:t nwnt, il 2'' bgl. de l 49" fant, il 2" bgl. del 93" fa'nl., tutti a l rnmando ciel colonnello C rispo. La Turchia frattan to, v ittorios~ in 'J'cssaglia sui G re-

ci, non solo r ifiutò d i r it irare dall 'isola le p roprie tn:p pc, 111::1 vagheggiò anche Pid ea d i opera.re uno sbarcc> ne ll'agosto l898, coll 'in tento d i r in forzare le sue gu arnigion i: e fo rse vi sarebbe riusci ta se l'atteggia1nento risolu to delle truppe interna zionali p ro ruo a.cl oppo rs i co l1

~lonuroento alla Canea. a.i mil lT,Hi ttalinn i mor ti n ell'isola cli can tlia n el 1807


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le: armi a ll'effettuazione di tale progetto, non r a \'CS.•«: dissu:isa.

ConLrasti fra le Potenze circa la nom ina del gow,natorc clelri~ola, portarono al ritiro delle navi e ddlc truppe germaniche. aust riache, italiane. Ed a llora b quctionc cretese entrò in un periodo di apatica calma. a scuotere b qua lr. giuus,, la notizia di torbidi scop~ pia t i a Cand ia il 5 settembre 1S98. In quella c ittà i 11msuh11:1ni s i trovavano ia grande n1aggioranza, tanto che non men o d i diec imila di essi erano in grado d i riun irsi in b3nclc di basci-buwk atte a combattere, esscnòo armate per un errore commesso fin da pr incipio dalle autorità ingles i col,\ resid enti. T.c truppe inglesi, inca r icai<' di mantenere l'ordine, \'ennero assalitr da ogni par te e la 1011.a s i impegnò corpo a cor po fra essi e h popolazione; caduto l'ufficiale che li comanda,·a, gli Jn. ~lesi, sopraffatti da l numero soverchiante degli nssalitori, furono costretti a riti rar si lungo 1a. rnJ rlna pc-r r iunirsi

al rimanente delle forze inglesi raccolte sui baslioni, d ai <]lla li si aprì u n vivo fuoco di fucilc,ia su ll'avversario. .\!lor.i soltanto le truppe impeJ'iali turche d ella guarnig ione intervennero in aiuw degli 1 ngks i, ma. gli assalt i pe r parte dc lbl p opolazione cccit:,ta ccssitrono solo qmu1do sul hastione ,·enne ammainata !a l>andiera britannica: cd a lzata in sua vece que lla ottoman a. Pigl iando pretesto da questi ultim i g ra ,·issim i avven imenti. l' ammiraglio Cancvaro, diven u to frattan to Jl!Ì·· n is tro degli Este ri, propose a lle potcn?.e il ritir o delle truppe turche da Candia come mezzo decisi\'o cd unico 11cr sistemare le cose dell'isola, la quale doveva rimanere autonoma. I.a proposta fu acco lta favorevolmrnle dai gabinetti europei e dopo molte tergiversazioni anche la T urch ia dovette accet tare. E il 16 n ovembre 1898 le ch iese ortodosse potevano celebrnrc il « Te D eum » per la partenza delle truppe tu rclic dall'isola; subito dopo vcn ivil in i~iato il rimpatr io di quelle internazional i. Candia era :finalmente libera. dal domù, io ottomano, e il 20 d icembre 1898 il pr incipe Gic,rgio d i Grecia, nominato governatore d i C., la quale rimaneva sotto la son an ità nomina le del Sultano, prendcve1 possesso della sua ca rica.

Ca11,l;a (ant. Erarleo) . Città nc!risola omonima, fondata e foriifì cat.a nell'826 <la !\bu l iafs . Nella 2° mt l't del ~c. XVl le sue fortiftcn1-ioni vennero J'Cstauratc per opera dell'fog. mii. lierlenghi d i Be,·gamo. C. seguì le son i dell'isola omoHima : fu assediata e presa nel 960 dai T:liz.1ntini. T. Co 111hattime11to narnlr />rcs,,Q Candi<! ( 883). Appa rtiene alle lotte fra Uizantini e )lusulrnani. J,'ammir. • "içct,l, invialo cla ll'imp<:rato rc Basil io I, affrontò con una poderosa fiott:L l'anunta musulmarm prtsso C. e la sconfisse, :tfiondando 2() na\'i nemiche e mettendo in fuga le altre. II. A .t srdio di Cnndin ( 16~8 -1669). Fu posto dai Turclii, comanda.ti da J ussuI, in numero <li 30 m ila,,.ncl 1668 . Q ualche galer.t cli )falla e del Papa furono i soli soccorsi forniti ai Venc?-iani com ro un'invasione di 60.000 Tu rch i in un 'isola considèrata come il bastione della aist ianit~ . ::\fa essa a ,·eva un degno baluardo nel coraggio e n el valore del n obile ::\forosin i. generalissimo dei Vcnezi:ini ; egli vi sostenne 56 assal ti e più di quaranta combattimen ti sottcn~nei; esegui 96 sort ite. s,·cntò p iù d i cinquecento volte le mine degl i assed iami. sopportò 1.36·1 scoppi di mine. Invano il Gran Visir Koproli, che n el 166i a ssu ns<: la <lirc1. ione <lei lavor i d 'assedio, con 50.000 uomin i. tentò di corrompere Morosini, p,·oponcndogli <li farlo princiJJC della Valaccb in e della Moldavia. Egli fu insensibile a queste offer te. Lu ig i XIV diede inut ilmente agli altri p rinc ip i l'esempio di socconcre Canclia. L e S<JS galere ccl i suoi vascelli portarono i000 uomini comanda ti dal Duca di l\availles: soccorso troppo dcholc ù1 così grande pericolo; perchè il gesto francese non fu im itato da a ltri . Se qualche altra nazione a\'csse fallo per i Veneziani presso a po~o quanto la fra ncia, Can dia avrebbe p otu to essere liberata; ma questi deboli soccorsi non seni rono che a ri-• 1 ta rdare la sua caduta. Il duca <li ~ava illes fece una sortita cùn le s ue truppe; s i d is trussero le opere degli assedianti ; si inchioda rono i loro cannoni; si fop..arono le loro linee ; i T urch i sorpresi si r ifugiarono nelle mon tagne poco d istanti. ::\fa ment re i Francesi s i consiclc-


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ravano già come i liberatori della città, essendo un soldato entrato con la sua miccia accesa in un magazzino sotterraneo di polvere situato a l disoto delle batterie, vi' appiccò il fuoco inavvertitamente. Le munizioni, incendiate, . fecero saltare il bastione con tutte le truppe che v i erano sopra. I Francesi credettero che tutto fosse minato sotto i loro piedi e fuggirono nel massimo disordine. Questo scoraggiamento fu notato da i Turchi che si gettarono subito s ui cristiani facendone un'orribile carnefic ina. Disperando di salvare Canclia, il Duca d i Navailles si r imbarcò coi suoi soldati. Del lavoro enorme di m ina e contromina fatto durante questo assedio, sono da ricordare le grosse m ine degli u ltimi tempi, dell'agosto 1669: << Una prima min:1: sotto la perduta torre, detta del P riu li, caricata con 100 barili di polvere, scosse · dalle fondamen ta quella costruzione, sconvolse l'alloggiamento che vi avevano fatto i nemici, cui seppellì c inque co lonnelli, lanciò in a ria mezzo reggimento di giannizzeri e m ise in fuga il resto, Una seconda m ina di 16 mila libbre scavalcò nove pezzi d'artiglieria e d isperse affusti e serventi. Una terza, benchè in parte svéntata dal nemico, gettò d ue cannoni nel fosso ed uccise duecento Tu1·chi. Subito dopo io scopp io di queste mine, fu fatta una sortita, al fine d' inchioda.re le artiglierie dei Turchi e scomporne le trincee >> (Rocchi). Ma erano gli u lt imi sfo rzi. Il ~forosini, abbandona(<)

624 ai Turch i nella Dalmazia e m Albania, resteranno a lla Repubb lica.

Candia Lomellina. Comune in prov. cl, Pavia. Fu costruito -anteriormente al p eriodo feudale e comunale, in cui parecchie volte d ivenne teatro d i con!litti armati fra Milanesi e Pavesi; venne csp:ignato e poi saccheggiato dai M ilanesi nel 1222. Nel secolo XVII vi avvennero combatti men ti fra Spagnuoli e F rancesi. Seguì poi le sorti del Ducato di Milano e quelle degli Stat i Sardi, e nel periodo napoleonico fu sovente visitata dagli eserciti belligeranti. Fu sede dei qua1i ier generale austrorusso nella campagna del 1799 e subì gravose contribuzioni di guerra. Candiani (conte Caniillo). Ammiraglio, n. e m. "Olivola (1841-1919). Entrato i n servizio nel 1856, promosso contrammiraglio nel 1895, collocato in posizione ausiliaria nel 1901 ed a riposo nel 1910. Fu in Cina ( 1900) dove guadagnò la croce di cavaliere ufficiale dell'Ord ine militare cli Savoia; fu comandante militare marittimo di Maddalena nel 18991900. Venne nominato senatore nel 1901.

Amm ir. Candiani

Candiano. Antica fa.miglia veneta che d iede alla repubblica ci:-.que dogi, fra i qua li :

Pietro I Candiana. E letto doge ne11'887, g•.1erreggiò contro i corsari della Dalmazia e morì combattendo nello stesso anno. Pietro II Candiana. E letto doge nel 932; condusse una guerra contro i Tarantini e morl nel 939. L'antico castello di' C~11rli;t

a se stesso, fu obbligato a capitolare (6 settembre 16691. li gmn Visir, pieno di stima per il suo coraggio, gl~ accordò tutto quello che volle. Il 1G settembre i Tuxchi presero possesso di una conqu ista che era costa ta lorq più di i00.000 uomini: i cristiani avevano perduto nell'eroica difesa 39.000 uomini. I Turchi in questo assedioJ s i mostrarono superiori ai cristiani, anche ncWarte miliuue. 1 pi i, grossi cannoni che furono visti in Europa vennero fusi nei loro campi; essi costruirono per la prima volta parallele nelle loro trincee, uso che avevano appreso çla un ingegnere italiano. Fra !'e truppe che di• fesero C. è dovernso segnalare l'aiuto mandato da Carlo Emanuele di Savoia, di due reggimenti di fanteria piemontese, di cu i poterono rivedere la Patria solo 200 uomini dei quali egli formò, a titolo di gloria immortale, una nuova compagnia de l suo reggimento della Guardia. III. Trattato di Candia (5 settembre 1669). Stabilisce una tregua per 30 anni fra la Turchia e la Repubblica· Veneta, e pone fine a lla guerra di Candia. Si conviene che il capita.no generale dei Veneziani consegn erà a l supremo. Vizi r la c ittà e l'isola d i Candia; mentre Suda, Spinalunga, Ca.rabuse e Tini, tulle le isole dell'arcipelago, .nonchè la fortezza d i Clissa e tutti i luoghi tolti

Pietro III Candia.no. Figlio del precedente, doge nd 942, combattè i corsari e morì nel 959.

Candiasco (ant. Candiascu111). Comune in p rov. di Imperia. Durante la campagna dal 1612 al 1618 soffrì danni rilevanti. Nel 1672 fu sorpreso da truppe Genovesi; ma l'aiutante del duca d i Savoia, Chia ppa, lo ricu però distruggendo il presidio genovese. Candi dato ( la t. Candidat•us). Soldato de lla milizia

Cane del rucil() a percussione

romana prestante d'animo e di corpo, che combattendo sotto gli occhi del capitano supremo n e' p iù pericolosi cimenti, cercava con forti ed egregie azioni di n1eritar grado nella legione. J:>i questi uomini che, secondo Vegezio, godevano in guerra d i molti privilegi, è antica l'istituzione, la qua le durò assai tempo ed ebbe forma diversa sotto i due im peratori Giuliano il Vecchio cd il G iova.ne (Grassi). Cand idati d i doppia e candi-


dati semplici sono apµeliat i i principali cavalieri, cioè ·capi tani a cui sono dati molti privilegi (G iamboni).

Cane. Così fu chiamato negli archibusi, quell'ordigno che stringeva la m iccia da a vviciuare al hacin etto per l'accensione della carica, e poi quello s imile che st ringeva la p ietra focaia; conse rvò il nome anche quan-

625n1crania, e analoga1nen te in a llri stati. E se ad una ve•ra, sist.crnalica organizzaziòne nessun esercito è ancurcl per venuto, s i è però avu ta ovunque la con ferma cJ1c il

cane in guerra può trovare utile in1piego nel servii.io di esplorazione, in quello di sicurcna a sussidio di s~tl · tinelle e vedette, nel servizio dei collegamenti, nel la ricerca e raccolta de i fer i ti, n ei trasporli a slitta e a bOn1a.

Anche nell'escrcilo italiano s ino da l 1395 il problema i,a formato oggetto d i studio e di par zial i applicazioni,

r:aue lici ftteile Itali,1110 Mocl. 189 I

do fu trasfo rmato per battere su lla capsula posta sul luminello, o s ul percu ssore nei fuc,!" : a. blocco (V. Acciarino) . .Nei tem p i moderni, colle a r m i a retrocaùca portatili, nel complesso dei pezzi for manti l'otturatore, es,ste ancora u na parte ch iamala cane : ma essa ba lo scor,o di aumenta re la massa del percussore, al quale è u1:1ito solidamente, per ottenere la necessaria forza viva d' urto della Jmnta del percusso.re stesso contro la capsu!.t della car tuccia.

Cane da guerra . R isale a tempi an tichissimi l'idea d i t, a rre partito da ta lune speciali attit udini del cane per farlo concorrere .ii sen-izi misi lia ri di guerra: se ne trovano infatti accenn i s in. nelle crona che milita ri di Atene e d i Roma. L'idea si venne meglio affer man do nell'età d i mezzo e nell'evo moderno, onde se ne ebbero applicazioni non in f requenti, specia lmente nei due secoli che vrecedcllero immedia tamente l'epoca n apoleonicn. Allora il cane fu u tilmente impiegalo per po rtare materie incend i,u ie tra le file nemiche, e soprattuto per dare concorso al ser vizio di esplo razione e d i sicurczz.a in campagna. Quest' ultimo fu il campo in cui vennero di preferenza utilizzati i cani a nche dura nte le guer re na~ poleonic he : ed è n oto il famoso cane (< Moustache » che prese parte a molte d i ta li guer re e che dopo la battaglia di Austcrlitz fu decorato per a vere validamente con-

sorrette spesso d a iniziative d i qualche benemerito appa.ssionato . :'\cl 19 11, quando ebbe iniz io h guerra italoturca per l'occupazione della L ibia, il nostro esercito mancava d i Wl servizio organizzato d i cani da guerra; cd essendo ovvio cbe s i cog liesse l'occasione per sottoporre a l saggio decisivo dell'esperienza bellica le incerte r isultan ti date dagli studi e dagli esperimenti del tempo di pace sino a llora eseguiti, si provvide in via d i rip iego, assegnando a lle truppe del corpo d'operazione un cer to numero di can i tolti a lla R. Guardia d i F inanza o raccolti affrettatamen te tra quelli d a guardia e da caccia della razza sarda. -"i on ostante la scarsezza del nu mero e la manchevolezza dell'addestramento, quell'embrionale improvvisata organizzazione cottfermò num a men te, ins ieme con la capacità d i utile rendimento dc! ca,1e nei ·s ervizi d i sicurezza e d i collegamento, la ncn dubbia convenienza di pers istere n egli sforzi per trarr~ da l suo impiego i11 campagna il maggior possibi le cont ributo. P r·aticamente però le cose r imasero nello stato di prima e a llo scoppiare della g uerra mondiale non esistc,·a nel nostro esercito che un canile p residia r io, con sede a Bologna e cou un numero esiguo d i clementi, rapp resen tati per la maggior parie da cani-lupi e cani da pastore. D uran te il periodo della nostra n eutralità, che fu consacrato alla intensa riorganizzazione di tutti i nostri mezzi bellici, l'a.ttenzionc venne portata anche su l m ig lior modo d i utili zzazione dei cani e si Tinnovaron() acconci cspcrirncnti indirizzandoli di preferenza aH\ntcnto di servirs i d i essi come mezzo sussidiario per t r asporti in mon tagna. Venne costruito un a pposito tipo di carrettino del peso d i kg. 53, con relative bardature, e p iù ta rdi anche un adatto bastcllo per trasporti a ~omn. Si constato che piccoli convogli trairiati da cani, con p ieno carico, potevano percorre re in terreno vario 1 1.:omprenden te anche notevol i sali te, dai 3 a i 4 chilometri a ll'ora . E n el 19 16 per disposizione del Comando Su1,remo si ebbero presso l'esercito operante vari gruppi 1

c1i cani organj~za.ti per traino ed alcuni a ltri per so -

meggio, alimenta ti tutti dal gruppo di r ifornimen to o can ile di Bologna . Ogni g ruppo per t raino si componeva di 30 caJJi da pastore e 15 carrette con bardature ; vi erano addelti 3 graduali, fra cui un sergente comandan te del gruppo, e 13 cond ucent i; ogni gruppo per soTi-ai110 ,·011 slitte e can i sull'Aclame llo

r11cggio a veva forza variabile in cani e conducenti a

tr ibuito ad ev itare c he la bandic,;a del suo reggimento cadesse in potere del nemico. Dalla caduta del Primo Impero sino ai nostri g iorn i esperimenti e tentati,·i pitt o me no coronat i d a buon successo sono continuati in tutti g ]i eserciti, m irando ciascuno a far cOJn-crgere gli s[orzi d i addestramento e d i impiego del cane de lla razza peculiare o prevalente nelle r ispettive naz ioni. Così in rrancia si è cercalo d i valers i a prefe renza della razza del Poitou, in Rms ia de.Ila r azza caucasica, in Ge rman ict della rana di Po-

seconda delle d iverse esigen ze della zona in cui prestava ser vizio e delle un ità fra le quali veniva r ipartito. I grupp i pe r trasporti a soma Iurono impiegati specialmente d agli a lpini sul!' Adamello e d alla fanteria s ul1':\lto [ud rio. Come si è det to, i :ani esegu iva!10 il h,ro se rvizio a mezzo degli appositi carrettiJ1i, oppure con slitte o con bas tclli a seconda. delle circostanze; e altraverso a llé difficoltà opposte dai ghiacci e dalle nevi, percorrendo ancbe gallerie scava te nelle nevi stesse, cs~i rifornivano le prime linee d i vi,·cr i e d i m un izioni. Che: i! loro rendimento fosse apprezzato da l Comando Su-


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L'interno •cti un nostro can ile in guerra premo p uò desumers i dall'accenno laudativo che esso ne fa nel foglio o r elazione a stampa del d icembre 1916 marzo 1917, nel qua le si legge: « E' da r icordare il largo a iuto dato ai trasporti ordinari in a lta montagna da cani di guerra, dimost~atisi assai resis tenti al freddo " capaci di trainare in pariglia, anche in mezzo alla tormenta, una slitta con carico da 70 a 80 chilogrammi ii.

Traino con can i e s li tta in Murmania Così, a lla fine del 1916, sulla fron te italiana trovavano impiego n el servizio ora detto complessivamente 478 cani, 26 carrettin i, ll0 s litte e 182 ba.stel li: cani e materia li c he a umentarono ancora nel prosieguo della guerra e che diedero nuova prova, se pur ve n 'era b isogno·, della loro u tilità. E anche n egli a ltt'i eserciti il contri-; buto dei cani di guerra fu notevole, tanto che s i ca lcola: _ il loro numero in servizio, alla fme delle ostil ità, a 10.000. Per gua rdia, il C . fu adopera to in ogni tempo nelle fortezze, nei castelli, negli accampamen ti. Ed è ancora adesso adoperato, con bu oni risultati, in magazzini, depositi di munizion i, ecc.

Protezio11e del cane dagl-i a.ggressi~•i ch-imici. I cani furono gli animali da esperimen to che in p iù larga misura vennero utilizza t i per le prove fisiologiche degli aggressivi chimici ; solo in Francia ben .I 6 mila n e vennero impiegati a questo fine dal << Servizio delle intossicazioni ». Essi si dimostrarono assai sensibili all'azione dei gas di guerra, specialmente dti soffocanti e dei vescicatorii (iprite). Gli eserciti che ne possedevano in servizio si limitarono, durante la guerra eu ropea, a curarne la protezione collettiva col ricoverarli in adatti canili, nelle retrovie; ·e, per quanto rigu arda la protezion e individuale - tuttocchè gli studii in merito non fossero ponati a compimento - vennero adottate delle appropriate mascherine di mussola , impregnate d i sostanze n eutralizzanti, che q uesti a nimal i sopportarono facil;nen te senza dimostrarne soverchio fastidio. Cane (Fac'ino) . Condottiero italiano, nato a Santhi:1, m . a P avia (1360-1412). F u a llievo di Alberico da Barbiano. Servì sotto i marchesi del ~fonferrato e i Viscont i ; fu s ignore d i Alessandria , Novara e Tortona dal 1403. Nel 1409 comandò .le truppe genovesi con tro la. Francia e nel 141.0 f u governatore di Milano.

Ca ne e Gal lo ( O rdine de[). Q uest'Ordine cavalleresco, in origine d istinto nei d ue separati del Ca-ne e del Gallo, s i attribuisce. a L isoye de Montmorency, primo dei signori fattisi battezzare dal re Clodoveo. A dare u na prova della sua fedeltà verso il re creò l'Ordine del C'., la cui decorazione era rappresen tata da una catena donde pendeva u n cane d'oro. Gli atti d'eroismocompiuti dai cavalieri dell:Ordine decisero lo stesso prin .. cipe a creare quello dd Gallo, cbc s i l'iunl al primo; la decorazione era composta da var ie catenelle alle quali e rano sospesi un cane ed un gallo d'oro, con la scritta « Vigilcs ».


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Lato ovest delle rort!Oeazton! della canea

Canea (ant. Cidonia). Città capo!. dell'isola di Candia, sulla costa nord-occidentale. \'enne fortificata e seguì le sorti dell'isola. Nel 1645 venne assediata e presa dai Turdii, comandati da Jussuf, ai Veneziani. L'armata turca era giunta davanti alla Canea il 24 giugno, sbarcò tutte le truppe e le artiglierie entro il 27 e iniziò l'investimento della C., che si arrese il 17 agosto. Il comandante del forte di S. Todaro, Bla.sio Zulian, vista l'impossibilità di resistere coi 30 soldati di cui disponeva, fece eroicamente s.,ltare in aria il forte dando fuoco alle· polveri e seppellendo sè e i suoi SOito le rovine.

Canegrate. Comune in prov. di Milano sulla dr. dell'Olona. E' antico borgo feudale, cbc durante le lotte intercomunali del medio evo fu più volte teatro di san7 guinosi conflitti tra Guelfi e Ghibellini. Nel 124 1 ù1 C. i Guelfi capitanati dai Torriani, cd i Ghibellini agli or~ <lini di Leone da Perego, vi combatterono una battaglia dcvastandCl poi a vicenda il borgo cd il trrritorio cir; costante. Canella (Francesco di Dorja C. y Secadcs). Generale spagnuolo (1847-1896). Partecipò alla guerra contro gli insorti di Cuba, sconfiggendo 1facco al Sao del Indio. Fu corrispondente di guerra e di,·cttore del giornale « E\ "Ejercito de Filipinas >l a Manilla, dove andò a comanda.re le truppe, raggiungendovi il grado di generale di divisione. Canelli (anl. Canellac e Camietmn). Comune in provincia di Alessandria. Ave,·a un castello fortificato circondato in parte da grosse e valide mura, che domi11ava. la terra ci rcosta nte. Nel 1225 fu in grado dì resistere ad un poderoso attacco da parte delle truppe alleate di Alessandria, Tortona e Vercelli. Pit1 tardi (1613) rese vani gli attacchi del duca di Nevers, che pure era dotato di grosse artiglierie d'assedio. Vi si distinse nella difesa il col. Tappini, che fu validamente aiutato dai te1razzani, i quali furono esonerati dalle imposte in rompenso del servizio prestalo. Canera di Salasco (conte Ca,·lo) . Generale, nato e m. a Torino (li96-1866). Sottoc. nel l814, raggiunse il grado di colonnello nel 1834 e di magg. generale nel

1838. Xci 1848 fu nommato capo dello S. }.I. Generale dell'esercito e p romosso ten. generale. Dopo le giornat~ di Milano, firmò, a nome del Re Carlo Alberto, l'armistizio (8 agosto) che porla appunto il nome di Salasco; nello stesso anno nndò a riposo.

Canera di Sa/asco co11te Carlo. Generale n. e m. a Torino (182'3-1891). Sottot. di cavali. nel 1842, prese pa.rtc ::Ile campagne 1848-1849, alla spedizione d i Crimea. nel 1855 e alla campagna. del 1859; col grado di colonnello, al comando del regg. lancieri di Foggia, partecipò alla campagna del 1866 meritandosi una mcd. lì'argento e, promosso magg. generale e nominato comandante la br. di cavalleria. in Roma nel 1873, ebbe nel 1875 il comando della 6" br. d1 cavali. e nel 1877 fu giudice del T ribunale Supremo di Guerra e Marina. Da tcn. generale ( 18S1) comandò la dh•is. di Salerno e nel 1886 fu, a sua domanda, collocato in posizione ausiliaria.. Ca11era, 1iobile dei co11ti di Salasco ·vittorio. General<i n. e m. a Torino (1842-1917). Sottot. d'art. n el 1861, partecipò alle c:unpagne del 1866 e del 1870 cd entrato nel corpo di S. ~I. fu nommato aiutante di campo d i S. )i. il Re. Promosso colonnello, fu comandante del 66" regg. fanteria e capo di S. M. del V C. d' A. Ebbe da magg. generale il comando delle brigate Basilicata cd Alpi, e nel 1898 fu elevato alla carica di aiutante di campo generale di S. )IL il Re. Raggiu nto il grado di tcn. generale (I 905) resse nel periodo 1905-07 il comando della divisione militare di Salerno.

Canet. Ingegnere francese ( 1846-1908). Partecipò alla guerra del 1870-71, e poi si dedicò a Ilo studio del materiale cl'nrtiglieria. Fu di1·cttore generale della costruzione del materiale di guerra negli stabilimenti Schncider. O ltre a varii perfezionamenti, ideò un cannone lanciatorpedini, a polvere, con affusto fisso o mob ile (quest'ultimo è riprodotto nella figura) che fu per Carlo Canera un certo tempo adottato nella


marina da guerra francese, e anche in varie altre mar ine. Verso la fine <lei scc. X I X vennero adottate in Francia artiglierie sistema C., _da marina e da cost:i; era fra esE;c un cannone n scornparsa.

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Lancia torpedine :Hl affusto mnhllc, s1,1cma cmwt

Ca netra. Villaggio nel comu ne d i Castel Sani' Angelo, negli Abruzzi. Il 1 ° maggio 1815, duran Le la ritirata dell'esercito di 1Iurat Yerso )Japoli, vi aveYano preso pos1z10nc cinque cp. e 120 caYalli napoletani, auli ordini del gen. ~fon tigny , L 'avanguard ia di una colonna austriaca, comandata dal magg. Flette, attaccò i Napolc~ tani e in breve li sconfisse; il gen. Montignr subito dopo abbandonò la pos izione di An trodoco. Caneva (Carlo). Generale d'esercito, nato a Udine, morto a Roma ( 1845-1922). Sotto!. nell'art. austriaca! nel 1862, partecipò a lla campagna del 1866 in Boen1ia contro i Prussian i e l'anno successivo entrò nell'cscrciw italiano; passato nel corpo di S. ~l., fu promosso colonnello nel 1891, ebbe il comando del 41 • rcgg. fanteria e fu addeno al comando del c()rpo di stato maggiore partecipai1do quindi alle campagne d 'Africa del 1896-97 e distinguendosi durante le o, pc razioni contro i Dervisci; ne l grado di maggior generale coma ndò la brigata Re e raggiunto i l grado di tencme generale (1902) fu comandante delle divisioni di Palermo, !11:essina, Verona e comandan te in 2• del corpo di stato magg iore; i1cl 1909 resse il comando del Yll e del III corpo d'armata. Designato per l'eventuale co111uudo di un'armata in guerra ( 1910) comandò il corpo di spedizione in 'fripoli tania e Cirenaica, d irigendo le operazioni militari durante la c.1.mpagna italo-turca de l 1911-1912 e nel 1912 fu elevato al grado di generale d'esercito . R ese iusignf servizi :i ll'escrcito ed al paese, assicurando all'Italia il pssesso delle nostre maggiori colonie. Durante la guerra. 1915-18 presiedette la Cou,missionc d 'inchiesta per Il, rotta d i Caporctto. Nel 1912 era stato nominato senatore. Canevari (P-ictro). Capitano genovese del secolo XVTTI , m. n el 1746. Comandando 3000 Genovesi ~ul 1J. Cornaro presso Gcno,·a, affrontò nel 1746 e ,·ù1sc gli Austriaci. !l'[cntre sta,·a inseguendo i nemici, venne ucciso d a uu croato che era s ta to fatto pr igioniero. Canevaro (duca

Felice Napolco11c). .\mmiragli,>,

G28 n. a L ima, nel Perù, da fa111iglia ligure, m. a \ 'cnczia ( 1838- 1926). Entrato in se rvi1.io nel 1852, raggiunse il grado di comrammiraglio nel ISSi e di viccammira~li<J 1wl 1893; fu collocato a Jiposo nel 1911. Era ca,·. dclJ'Orcline m ili tare di Savoia per aYer fatto p:1rte <lei blocco ed assedio <li C acta nel 1861 ; decorato con due mcd. d'argento. una guadagnata nd 1.860 e una nel 1866; fo insign ito della commenda dcli' Ord. mii. di Sa\'oia pcrthè, nella qualità di comandan te in ca.po della squadra intemaziona. le nelle acque di Candia sqipe con ta.tto inarrivabile rendere ornogene;.L e proficua l'azione delle gran<li potenze, con grande vantaggio del p restigio e della fama della Marina itali,111a. Ebbe anche una mcd. d'ari:iento per i benemeriti della sa.Iute pubblica. Fu c6mm<lante della 2• d ivis. clella squadra permanente ( 1888-l 889), membro del Consiglio Superiore di l\larina {1893-189.J), giuclice effeltivo del Tri~ Luna.le Supremo di G u erra e )farina ( 1896), comandante i11 capo <lei 3° Dipartimenlo marittimo { 1900-1903) presidente del Consiglio Superiore di :M arina nel 1903. Fu deputato di Genova per le legislature XV, XVI, XVII. Senatore del R egno nel 1896, è s tato Mi n istro della )farina nel 1898 e degli Mfari Esteri nel 1899.

Caney (E[). \". Sa ntiago de Cuba. Cangemi (,lljredo). Generale, n. a Capua nel 1862. Sotlot. dei bersaglieri nel 1881, raggiunse il gra<lo di colonne llo nel 19 J4 e comandò il 46° e 1'85° rcgg. fanteria. Partecipò qu in di alle campagne cli guerra del 19151916, e dal 1917 al 1920, col grado di magg. generale, .fu addetto alla divis. mii. d i Cagliari. Collocato a riposo (192 I}. raggiu11se nel 1924 il grado d i genera le di dh·isione. Cange111i A lberto. Generale. n. a l\lad dalon i (Case rta) nel 1863. Sollot. di fameria nel 1882, partecipò alhl. campa~na. italo-·turca { J9 11-1912) guadagn.ando mcd. <l'argento e di bronzo. Confermò le sue qualità <li valoroso comand ante durame la guerra 1915-18, guadagnandosi una medaglia cl.' argento qu,de comandante della brigata Firenie durante l'azione di G lobna (l'lava) d cli' ottobre 1915; una seconda medaglia d'argento al comando della brig, Valtellina; la croce dell'Ord. mii. di Sa,·oia come comandanll' di divisione di fanteria nelle azioni dell'ouohre-novcmbrc 1918 in Val Sugaua. !\cl 19 19 ebbe il comando della divis. di Rari e collocato in J' . .-\. (1922) raggiunse nd 1923 il grado di generale di di,,isione.

Cangialosi (Gi,,seppe). Medaglia d 'oro, 11. a Palermo nel 1895. caduto nel 1916. )/ominato uf-ficialc di


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complemento nei primi mesi d i guerra ed assegnato al 206° regg. fanteria, toccò subito una ferita grnv issima in c.ombaltimcn to. Appena guarito tornò a lla fronte e duran te l'offensiv,t autum1ale del 1916, cadde piuttosto che arrendersi al nemico. T.'cpisodio d' indomito valore è così ricordato nella motivazione di medaglia d'oro: e< D u rante due giorni di cruento combattimen to in p ri ma li nea, ogni suo atto fu a tto di valore. Avendo il 11emico, che stringeva il suo reparto in una morsa di fuoco, invitato le truppe scosse a lla resa, usciva dal riparo, ~ agitando una bandie rina tricolore in faccia agli stessi avvers~ri, scaricava baldanzoso la sua rivoltella e ad ogni nemico che cadeva sotto i suoi colpi gr id ava: « Così s i a rren dono i soldati d 'I talia! >l . Colpito mortalmen te alla fronte, bagnava col proprio sangue il terreno contèso, infondendo nei soldati, col sacrificio della sua vita, il vigore necessar io a mantenere definitivarncntè la posizione» ( Veliki-Kribach, 12 ottobre 1916).

Cangiar. Pugnale ind iano a lama larga Lriangolarc, con impugnatura a due ram i. Lo s lesso nome i Turchi

Cang•iar in<.11ano

_;::, c u11g-iar tu ,·co

hanno dato a una sciabola, c reata a D an1asco1 curva

verso l' impugnatura e rad drizzata verso la p unta.

Canigia (G·i11seppe) . Generale n. a Tortona nel l SOJ. Sottot. di cava li. nel 183 t, partecipò alla campagna del 1848; comandò poi, col grado di colonnello, nel 1857, il treno d 'arri1ata; promosso magg. generale, nel 1861, fu nominato ispettore i.lell'ese1-cito ; 11el 1863 passò nella riserva.

Cani n (Batta.gl-ione alpino). Costituito nell'a prile 19 16 dall'8° rcgg. a lp ini, operò in Va I fell;i. e vi r imase fino a l gennaio f9li . c(el febbraio fu a Dogna, indi sulh fronte Slcnka e M . P iccolo, e dall'aprile al set tcmbr~ a Casera Poccet. Il 24 ottobre , a ll'inizio dell'offensiva austro-tedesca, trovavasi a Cavazzo Carnico donde si ri tirò il 2 novembre a Bolzano Vicent ino; ivi trovavasi quando, il 15 novembre 19li, venne disciolto . Canna. E ' così chia mata quella parte delle armi da tuoco << che contiene la carica , e la pallotto la, urilizza la forza motrice della polve re p er lancia r·c la pallotto la, e dà. a quest'ultima la direzione volu ta nello spa.ro ». La canna ha sempre la forma d i un tubo meta llico, et! a ll'esterno sorregge le pani occorrenti a l puu tamcn to; porta ta lvolta anche il fermo di sciabola-b,,ionctta. La. grossezza delle pare ti della canna n-0n è la stessa pe r tu tta, la lunghezza: è massima alla culatta ove i gas ese rcitanry

w10 sforz,o 111aggiore e va gradata1nente diminuendo verso la bocca, cosicchè esternamen te la canna ha forrna tronco-conica, con sfaccettature alla culatta, per dare rnodo agli ann a.iuoli di fissare il giusto collocamento dei pu11ti cl i mira e del fermo di sc iabola baionetta, e per fac ilitare l'avvitamento e lo svitamento della culatta mo, bile, o del vitone. Lo spessore della canna è sempre superiore a quello necessario per resistere a.Ilo sparo, a llo scopo cli darle sufficiente resistenza contro gli urti acciden ta li esterni e le v ibrazioni e le flessioni che si man ifestano durante il tiro. l'cr tali motivi, quanto più lunga è la canna e quanto pitt piccolo è il suo. calibro, tanto maggiorè d eve essere lo spessore delle sue pareti. Gli archibusitri italiani, dalla forma esterna, distinguevano le canne in : quadre, tonde, a rlu.e ordini, a più. ouHni. L e canne qnadre avevano sezione ottagona, m a spesso avevano super iormente solo cinque degli otto la ti, mentre la parte inferiore (che combaciava col fusto) presen tavasi ad a rco di cerchio per tu tta I.,, lunghezza del la canna stessa. T.e canne tonde erano foggiate a tronro di cono. Le canne a due ordini, nella parte verso h cu la tta erano q uadre e nell'altra parte verso la bocca erano tonde ; ed i due o rdini erano raccordati da um. cmnicetw. sagomata o da un fregio. Le carme a tre ordi,11:, erano per una 1nrte quadre con tond ini, nella seconda a doppio numero d i faccette, nella terza tonde. La lunghezza. della canna (e qu indi dell'anima) clev<'l essere tale che i gas abbiano tempo di produrre sulla pallottola tullo il loro effetto prima che essa sia. lanciata fuori della canna stessa. Inoltre, per le armi porta tili, la lunghezza della canna deve trovarsi in relazione, p roporzionata con la lunghezza totale dell'arma·. :'lei f u J ciii la lunghezza della canna è in media di m . 0,90 ; nei moschetti per trupp e a piedi varia da lll. 0,60 a m . 0,70; nei moschetti per truppe a cavallo è in media di m . 0,50. Le p istole hanno lunghezze inferiori, :fino anche a pochi ceut imetd. L'in terno della canna delle armi ùa fuoco è sempre cilindrico, e può essere tullo liscio, oppure a r ighe in senso longi tudinale d iritte, o a d elica. Ca.nne a 1nano. E nrno dette così le prime anni d:iJ fuoco 1na11csche : consjstevano in una canna, senza cassa, molto lunga e pesante, portata n ei combatt iment i da due uon1inì, che Ja aggiustavano sopra un<l specie di trep-. piede o cava lletto, per potersene servire. 1

Canne. A.nt. c ittà. del la Puglia, sull'Ofanlo. I. Battaglia cli Canne (2 agosto 216 a . C.). Appartiene a l ciclo di battaglie della secon da guerra Pun ica. Ha interesse eccezionale, oggi più che mai, perchè. fra le battaglie dell'an tich ità, del medio evo e dell:i. storia moderna, è quella che più ha influito sulla concezione stra 0. teg ica della scuola. tedesca, cd ha serYito come modello, nel campo tattico, a i generali imperiali che hanno p reparato e condotto la guerra mondiale. Il conte Schlieffcn, capo d i S . M. dell'esercito tedesco da.I l89 1 a l 1905, predicò ed app licò il p rincip io fondamentale della supcrioriù della strategia e della tattica di annientainento, con offens iva a fondo, fulm inca, irresistibile, condotta con tutte le forze riunite, tendente al massimo r isultato, con la massima semplicità. dei p rocedimen ti d'azione. P et> il che egli indicò, come esempio classico, la vitloria cl i Annibale sull'Ofanto. Dopo la battaglia del Trasimeno, Annibale, non osan-> do, n on ostan te la vittoria, marcia re su Roma, decise scendere nell'Ita lia merid ionale per crearvi una base di operazione ed essere coJ)cgato per via di mare con Car~


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SCHIERAMENTO INIZIALE ~10 ~ Cartaginesi

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-llomani

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sulla destra del fiume e che i Romani fossero sch ierati con fronte a sud, mentre i Cartaginesi li fronteggiavano all'incirca all'altezza del villaggio di Canne. Annibale aveva: fronte am"pia, deboli forze al centro, fanteria spagnuola e galla disposte con andamento con vesso (mezzaluna) verso il nemico. Ai laLi le fanterie più forti e agguerrite (Africane). Alle a li la caval foria: quella più debole (cavalleria galla e spagnola) appoggiata al fiume; quella più efficiente e manoyricra (numid i.ca) all'ala. destra. L o schieramento di Annibale è in relazione a lla sua geniale idea di manovra, per il graduale dosamento degli sforzi nello svilup po della m anovra di aggiramen to tattico che egli intende attuare. I Romani avevano schieramento più serrato e profondo del normale, con fronte q uindi meno ampia d i quella cons entita dalle forze disponibili ; ciò per essere in grado çli forzare il centro del nemico, con azione d i fa,1tcria in contrapposto a lla p revalenza numerica della fanteria nemica. L a cava.1leria alle ali a scopo protettivo. I fanti armati a lla leggera in p ri1na linea. Comanda l'ala destra Paolo Emilio; 1/arrone la sinistra; il centro Regolo e Servilio. Commettendo un gravissimo errore tattico, i Romani lasciano 10.000 fanti nel campo maggiore, per impadronirsi durante la battagliR del campo cartaginese. I.o svolgimento della battaglia, ricostruendola secondo le fonti, sarebbe a vvenuto in tre tempi : 0

tagi.ne. Prima si. d iressc verso Capua, indi andò a passare l'inverno (217 a. C.) a Geronio, nella valle del Tiferno. Roma, riavutasi dalla sconfitta, portò l'esercito consolare ad ottantamila fanti e seimila cavalli affidandone il comando ai consoli Paolo Emilio e T erenzio· Varrone che, secondo le consuetudin i, avevano per turno giornaliero il comando supremo dell'esercito. Annibale, l'anno 216 a. C., passa to l'Ofanto, occupò Canne, ove i Romani avevano ingen ti magazzini di vettovaglie. I Romani avevano due campi fort ificati, uno maggiore ed uno minore. I Cartaginesi ne avevano uno solo. Non molto concordi sono i testi storici dell'epoca; tu ttavia ~i crede di poter stabilire che la battaglia sia avvenuta

PRIMA FASE ~ Cartaginesi

-Romani

1° T empo : Attacco fra entrambe le ca valleric Rlle a li, e attacco del centro dello schieramento cartaginese per parte dc( Romani, con successo tatt ico d i questi ultimi. Il cen tro cartaginese, premuto dalle pesanti legioni romane, ripiega. Frattanto si ingaggia l'urto fra le cavallerie. 2° Tempo: I Romani incalza,10 le schiere rotte delle prime linee ca.rtaginesi e vengono a contatto d elle fa,1tcrie africane che costituivano i pilastri dello schieramento ann iba lico. I Romani, irrompendo n.el punto ove il nemico cedeva, penetrarono così profondamente, che ebbero sui fianchi da una parte c dall'a ltra le pesan ti fanterie africane. Armibale ordina a questo punto a tali fante.rie d i entrare in azione con una conversione ali' interno, con tro i fianchi esterni delle colonne romane. I R omani, logorati dal p recedente attacco, ingaggi.ano una nuova battaglia contro le trup pe fresche di Annibale, ma in quella critica situazione non possono resis tere : la battaglia è decisa in favore d i Anniba le. La

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CAN lotta da organica diventa episodica; i Romani individualmente o per manipoli si difendono disperatamente da chi li attacca di fronte e di fianco. La cavalleria romana è battuta e volta in fuga, in entrambe le ali.

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SECONDA FASE l"ìla Cartaginesi -Romani

3" Tempo: Per volere di Annibale e per la felice iniziativa. di Asdrubale, si completa l'accerchiamento tattico colle ali di cavalleria, le quali cadono sul tergo dell'esercito romano. Delineatosi il successo, Asdrubale lascia il compito èell'inscguimento dei fuggitivi a lla cavalleria. numida, e, con gran de senso tatticò, dando magnifico esempio di cooperazione delle armi nella battaglia e di impiego della cavalleria allo stesso tempo, lancia i suoi cavalieri sul tergo delle leg ioni romane in sostegno delle fanterie africane. « I Romani - dice Polibio - resistettero combattendo finchè poterono contro i nemici che da ogni parte li circondavano: ma venendo uccisi quelli che erano alla periferia e rimanendo serrati da un cerchio sempre più stretto, tutti colà perirono. Durante il combattimento e la strage di costoro, i )fumidi inseguivano la cavalleria dei socii in fuga, che in gran parte fu tagliata a pezzi)). Questa tremenda sconfi tta, che mise il cordoglio nel cuore di ogni romano; fu determinata dalla genialità di Annibale a cui si contrappose la presuntuosa incompc1en1.a. di Varrone. Errori gravi: l'aver distolto diecimila. uomini per un compito secondario, se pur non sùperfluo; l'aver dato all'esercito i-0111ano la fommiione insolita, di una unica serrata e r igida falange su fronte ristretta invece di una articolata macchina, l'a,·er accellalo bai taglia in un terreno più propizio alla cavalleria, di cui Annibale abboudava, e infine la deficienza di w1a riserva generale. Così si spiega come Annibale, con 40.000 l?la uomini e 10.000 cavalli, abbia sconfitto l'esercito romano che aveva beu ·so.OOO fant i con 4.000 cavalieri. Gli scrittori romani, per amor di patria, tentano di giustificare la sconfiua, attribuendo ad Annibale disonesti stratagemmi di guerra e dando esagerala. importanza al ve.n·- . to «Volturno>> che in quella giornata avrebbe soffiato con insolita forza sollevando dense nubi di polvere in faccia ai Romani. Le perd ite dei quali furono enormi; secondo Polibio i morti romani furono 70.000. Tito Livio afferma che vi perirono 45.000 fanti e 2700 cavalieri. Le perdite cartaginesi furono di circa 6.000 uomini. Annibale, com'è noto, non trasse dall3 vittoria tulli i frutti che avrebbe potuto, non tenendo conto dei con-

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sigli dei suoi ufficiali, che lo stimolavano a marciare subito su Roma per essere entro cinque giorni a banchettare in Campidoglio. E Maharbale pronunziò allora contro di lui quel giudizio fatidico che Tito Livio ricorda : « Annibale, si vede che gli Dei non concedono tutte le buone qua lità a lla stessa persona; tu sai vincere, ma non sai approfittare della vittoria ». II. Battaglia di Ca1111e ( 1018). Appartiene all'insurrezione pugliese contro i Bizantini. L'imperatore Basilio II inviò in Puglia lo stratega Basilio Bojanncs, il quale, nel 1018, represse alcune piccole rivolte, marciò nel mese di ottobre contro il barese Melo, capo dei ri-

ULTIMA FASE Cartaginesi -Romani


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belli, lo assa lì presso C., e malgrado la. energica. resistenza dei r ibelli, ebbe p ie11a vittoria, mentre Tvielo $Ì salvava con la fuga e r iparava in Germania.

Cannello. Artificio impiegato, con varie modalità, per comunicare il fuoco alla carica d i propulsione delle artiglierie. I cannelli s i possono classificare nel seguente modo : 1° Cannelli a fri2io11e, per a rtiglierie di tipo antiquato che usano cartocci a sacchetto; possono essere a tt1betto o a vite. I cannellt a frizione a tubetto chiamati da noi comt1nemente canne//;: fulminanti, sono genera], men te cost ituiti da un tubetto di rame od ottone colitenen te una mistura folminante (clorato di potassa e solfuro di antimonio), una carichetta di polvere nera ed una seghetta con fibbia, immersa n ella mistt1ra fulminante. Po,sono essere a frizione longitudinale o alh D' Ambry (nostro cannello ordinario) oppure a frizione trasversale ( inglese); per la s icurezza d'imp iego è migliore quest'ultima disposizione. I cannelli a. vite sono costitt1iti da un corpo di o ttone con avvitatura per avvitarli al focone e da parti interne analoghe a q uelle dei cannelli o nlinari; la seghet ta in questi cannelli c!-:C la chit1st1ra ermetica (evitandosi così la sfuggita. di gas della carica) n1edia11te un ingrossanlento tronco-con ico,, che chiude l'alloggiamento tronco-çonico d el corpo del cannello. I cannelli a frizione sono fatti funzionare in troducendo il gancio di una cordicella da sparn nella fibbia e dando uno strappo alla cord icella; la segl1etta; muovendosi, sfrega la m iscela fulminante che deJ'lagr:,; e comu nicci. !"accensione alla polvere nera e quindi a lla car ica d i p ropulsione.

2° Ca.nnell-i a percussione, o cartu cce innesco, per artiglierie con ·cartoccio, m unite di congegno a percussione. Sono costituiti da un bossolo di ottone con capsula fulminante al fondello, d a una carica di polvere n era e da un cilindro di polvere compressa. Haru10 nell'interno una incudinetta a pun ta. s ulla qual,~ appoggia una capsula di fulminato di mercurio che costituisce la parte cen-' tra.le del fondello del cannello . Tt cor po del cannello i: riempito di polvere nera e questa comunica col fulminato mediante canaletti sottilissimi. Il pcrcuotitoio del cannone schiaccia la capsula contrn l'incudinetta accendendo il fulminato che comunica la fiamma alla polvere nera attraverso i cunicoli. La sicurezza ncJ n1ancggio cìi

così fatti cannelli consiste nella resis tenza dcli' involucro metallico con cui è composta la capsula stessa per schiaccia re la quale occorre una discreta energia ( circa 401) grammi) ed anche dall'essere il fulminato d i mercurio sempre appoggiato a lla pt1nta dell'incudinetta, di modo che per qualunque movimento o caduta non vi è scorrimento relativo fra la punta e il fulminato. 3° Ca.nnelli elett,·ici. Si impiegano in alcune artiglierie moderne. Sono costituiti <la un corpo metallii:o che si introduce nel focone delle artiglierie, nel quale. passano due fili di rame isolati, che vengono ad annegarsi in una, mistura fulminan te, dove sono collegati dai un fi lo sottilissimo di pia.tino ; vi è inolt re una carichetta cli polvei·e nera. che rinforza l'a zione del la mistura fulm inante. Al momento di far pa rtire il colpo i fili di rame sono messi in comunica.<ione coi due serrafili cl~ un esploditore (che è un generntorc elettro-magnetico <li corrente) ; produccndo la corren te, il filo di p latino si a rroven ta, e fa detonare la mistura detonante. 4° Cannelli a. doppio effetto. Possono funzionare a

percussione od elettricamente. Sono costituiti come i cannelli elettrici : hanno in p i,,, di fronte alla mistura fulminante, t1na incud inetta su lla quale, nel funziona men to a pcrct1ssione, v iene ad agire il percu.s sore. 11 Cannello è stato adottato particola rmente per i cannoni navali ed ideato sul finire del secolo XVIII, quando si· cominciarono ad adoperare tubetti ripieni <l:l polvere che si introducevano nel focone. Abbandon ati per un certo tempo al principio ciel XIX secolo, quando sir Carlo Douglas fece adottare in lnghi lte rrn l'acciarino che permetteva cli far sparase il cannone da.i p untatori stessi, tornarono iJ1 uso col cannel lo fulminante. L 'ad0zionc del cannello ha portato notevoli complica zioni negli ottura tori, per la necessità di [)Oter introdt1rre automaticamente il canne llo nel focone soltanto all'ultimo istante della chiusura dell'otturatore ( sìcusezza), pe r poter cambiare il cannello senza aprire l'otturatore in caso d i co lpo. fa llito, ed espellere automali-

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@N-=0 Crmncllo fulm inante a vii<'

cc1mente il cannello sµara to dall'aperLura de tl'olturatoro dopo il colpo.

Oànnero. Comune sul L ago )faggiore, in pr<Jv. di Novara; a ppa rtenne a lla Signoria di Cann obio . ::s;elle dt1e isolette chiamate Ca.steli-i di C . esistevano nel XV secolo due castelli eretti da cinque fra telli Mazzarditi, i qua li, col pretesto di persegui ta re i Gue lfi, si d iedero a tiranneggiare il comune con ogni sorta cli eccessi. I M :11.2arcliti per 11 airni continuarono le loro imprese brigantesche. finchè Filippo J\faria.- V isconti mandò una flottiglia. a bloccare i castelli, che solo dopo due ann i di assedio caddero per fame e furono distrutti . :,.' el 1519 i! cardin ale Lodovico "Borromeo li ricost ruì chfru nandoli Vitaliani. ;'\el 1523 furono indarno assedia ti da Anchise Viscont i, giacché il Borromeo ebbe in tempo soccorso dagli Svizzeri, Oan nes. Cilli ma.-r,ttuna francese, n el dip. ciel Varo. Ft1 fondata dai ::'11arsigl iesi st1lle rovine dell'ant ica Colonia militare romana Ca.stru.m 111arcellin'll111. D istrutta dai Saraceni, venne riedificata d a alcune famiglie genovesi. Fu assediata 11e l 1635 de1gli Spagnuoli, presa e saccheggiata nel 1707 e nel 1743 dagli impe riali. Vi sbarcò :\'ap oleone. tornando dall'iso la d 'Elba nd 1815. Conferenza. di Ca.mies (G-12 gennaio 1922). Fu umi delle conferenze successive alla. guerra mond iale, preliminare a quella di Genova . Vi parlccipa rono Italia, F ranc ia, Inghilterra, 13clgio, Stati U niti e G iappone. Le questioni in essa trattate s i riferivano alla r iduzione degli armamenti, a l modo di far pagare i contributi cl i guerra a lla Germania senza. Tidurla a lla bancarotta •!d alla probabile anarchia. R iguardo al governo dei Soviet,


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r,33 _

Castelli di Cànnero si decise d )entrare in trattative co11 esso. escludendo ogn i caratte re politico. F u quin di deciso il rinvio della. Conferenza, dandole carattere esc lusivamente economico e sccglic,~do Genova come futura se<le, e con inv iti estesi anche al!c a ltre potenze.

dei buoni valori s ia dell'uno che dell'altro bisogna aumen tare il diametro cieli' obb ;ettivo ossia raccogliere quanti p iìi raggi si possono proven ienti dall'oggetto. Un l,uon cannorchia.le moderno ha sempre un obbiettivo di

Cannet o (sult'Ogtio). Comune della Lombard ia ;i, prov. cli l\lantova. Fondato dove sorgeva l'ant ico Bcdrfocu.111., celebre per la battaglia combattu tavi del 63 d . C. N cl 1205 gli abita11ti di C., ribellatis i alla potestà dei Brescian i, vennero a ttaccati, balluti e sottomessi da questi u ltimi, che poi ne d istrusser o le fortificaz ioni. l"iit tardi però vi edificarono u n castello ch e fu abbattuto da Oberto P alla\' ieino nel 1265, e an<:ora ricostruito e fortifimto. Per la sua posizione geografica fu sempre considerato nodo strad ale mi litarmen te impor tante . :S:el 1702 e I iOS, durante le campagne del principe ·Eugen io di Savoia, fu teatro d i combattimen ti fra Austriaci e l·rnncesi, venendo a vicenda occupato dai due belligeranti. Nel 1866 vi r isiedette per a lcun i giorni il quartier geuc ra lc dell'eserc ito italiano, p rima della rottura delle ostili tà. Cannocch ia le. Con l'aumento della gi ttata delle artiglierie il cannocchiale ha acqu istato grand issimo. importanza sia. nell'esercito r hc ncll.a marina. T p iù usati son o i ca11nocchiali binocola ri prisma tic i, i qual i per effetto d i raddrizzamento de i raggi attraverso i prismi anz ichè altra verso le lent i. permettono d i ottenere notevole ingran dimento con buon campo e una sensibilità plastica o r ilievo. L'ingrandirnent,o è dato dal rapporto tra la misura clcll'angolo sotto il qua le è sottoposto uu oggetto quando è visto ad occhio m1do. e la misura d ell'angolo sotto cu i è vista la immagine dell'oggetto dentro

can nocth ialc binoculare a pri5mi

aJ cannocchiale. T....1 ingra11rlin1ento si misura in diatnetri e si indica co l segno x. TI campo è lo spazio angola re de ll'oggeHo ,·isibile attraverso il cannocch ia le. E ' chiaro che. a paritit di a ltre d imensioni, tan to p iù forte è l' ingrandiniento e tan to 1ninore s.ad1 lo spazio angolare visibile de ll'oggetto che si pun ta, ossia il campo. Per avere

l C~n nncd1ial e a1)plica10 acl un a lzo cli (·onno1w navale

diametro da IO a 12 cm. La plastica o rilievo d ell'L1nrnagine si o Lticne infine n ei cannocchia li binoculari, accentuando la p roprietit fisica della visione umai1a, secondo la quale, essendo le pupil le degli occhi poste ad una certa d istanza fra <li loro, sono obbligate, fissando un oggetto dist into, a convergere, e questa con.vergenza varia col ,·a riare della distanza degli oggetti fissati. La sen.sazionc del cambiamento d i convergenza delle pupille è quella che cl:t l.i scns:izione del r ilievo. Ti!.le sensazione è tanto più marcata per qua11to p iù grand e è la distanza della pupilla, ( in media nell'uomo è di 57 mm.). N"ci binoccoli, se si a llontanano le lenti obbiettive fra d i esse, si a umenta la sensibilità alla misurazione della conver genza e si ha p erciò una maggiore p last ica . (I cent ri degli obbiettivi cli un binoccolo p rismatico sono a lla d istanza d i circa 10 cm).


C,\N

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Per la v1s1one d iurna occorrono cannocchiali con forti ingrand imenti e campo. normale. Per la chiara vis ione notturna è preferibile rinunciare un poco all'ingrand imento per avere un maggiore campo visivo, ossia una m_a ggiore quan tità cli raggi luminosi raccolti da ll'obbiettivo, il · chè significa avere una maggiore chiarezza. P er questa ragione i cannocchiali sono fatti a ingrandimen ti variabili. Durante la visione diurna con tempo chiaro si possono usa.re fino a 18 "'°'; durante la notte o con tempo fosco non è conveniente spingersi al di sopra dei 6 a 8 x, pcrchè altr imenti le immagini riescono molto offusca te. I cannocchiali in serviz¼J a scopi militari sono delle più svariate forme e dimension i a seconda degli scopi & cui servono. Si adoperano cannocchiali terrestr i per gli a lzi d elle artiglierie ( ed anche per qualche alzo di fucile cli precisione). Se ne ·hanno dei comuni e dei panoramici, ossia cannocchiali a prismi nei quali è possibile far ruotare l'obbiettivo per tutto il giro dell'orizzonte avendo l'immagine dello stesso, senza muovere l'ocula re. In questi caimocchiali il puntatore r imane in posizione .fissa · qualunque sia l'angolo d i brandeggio, con notevole semplificazione degli a ltri organi dell'alzo. Cannocchia li panoramici s i adoperano anche per il puntamento dei velis:oli, nel qual caso è consen tito avere la visione zenitale senza spostare il centro dell'oculare d alla sua posizione normale. Si hanno anche cannocchiali periscopici spezzati, nei quali è possibile la vis ione a ll'esterno stando con la persona dietro un riparo (V. Periscopio) . Vi sono infine cannocchiali hipoplast, nei quali la distanza degli obbiettivi è notevole, potendo arrivare fino a 30 cm. e danno per conseguenza una forte sensazione di rilievo. Quando il cannocchiale permette una nitida vis ione lontana prende altri nomi come « telcfort n, « teleplast ii, ecc. Pe,gli usi militar i infine sono applicat i all'esterno dei cannocchiali molti accessori che ne rendono più comodo l' impiego : gnsduazioni, impugna tura zigrinata, paraocchi d i gomma, vetrini variamen te colorati per puntare contro il sole, ccc,

Cannoncino. Ant. era chiamato così il piccolo cannone, da una a tre libbre di palla, adoperato specialmente nelle guerre cli montagna e traspor t,Ltt, da muli, o a braccia. Nell'eserc ito piemontese àella prima metà del secolo XIX esistevano cc cannoncini a forcella ». P recedentemente era in uso un « cannoncino a lla marina1·esca Jl, ar-~ma da ramparo. Recente-· Cannon cino fl.at da 37 mm. men te, nel nostro esercito E' li più piocolo cannone Italiano sono stati adottati <e ca11noncini da fanteria», mod. 19 16, cal ibro 37 mm., con proietto cli 670 grammi, tipo granata perforante esplos iva, con gittata u tile fra i 600 e i 1200 m., con materiale scomponibile in gruppi di peso infer iore a 20 kg. ciascuno pel trasporto a spalla. Cannone (V. per le parti storiche: Artigl·ieria, Aff1,sto, B ombarda). Bocca da fuoco, o pezzo d 'artigl ieria, o a rtiglieria. Nella classificazione delle artiglierie fatta secondo la lunghezza d'anima, i cannoni rappresentano le a rtiglierie di maggior lunghezza: infatti nel nostro esercito chiamansi genera lmente cannoni le bocche da

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C.AN

fuoco che hanno una lunghezza di anima di 18 calibri e più. Come conseguenza della lw1ghczza dell'anima sono caratteristiche dei cannoni la grande gittata, e quindi grosse cariche di polveri lente o progressive, forti velo-

-we~,-=Jn tai&~ Ca nnon.l del sec. XIV citil. inizial i, traiettor ie tese, notevole spessore d i pareti per resistere alle forti pressioni. l"oichè gli effetti del tiro sopra un bersaglio sono tanto maggiori quanto più la direzione dell'urto si approssima alla direzione normale al bersaglio, qualora questo si presenti scoperto e verticale le a rtiglierie p iù opportune da impiegarsi sono appunto i cannoni. Usando però cariche ridotte e così incurvando la traietto ria anche i cannoni, come gli obici, si prestano a battere bersagli che n on sicno verticali o siano riparati dietro ost::u:oli.

C,1.nnone ciel ser.. xv

I cannonìl possono esse re di bronzo, di ferro, cli ghisa o di acciaig; i can noni moderni sono quasi esclusivamente in accia io cd in gran parte anche in accia io speciale al nichelio, p itl resistente dell'acciaio ordina.rio; cosi a pa rità di spessore d i pareti si possono ottenere cannoni più potenti o, a parità di potenza, si possono avere cannoni più leggeri. Nei primi tempi i cannoni ebbero vari nomi, r icordati già nella voce Artiglieria. In rapporto alla proporzione del metallo, jl cannone d icevasi Ricco, R·i nforza.to e Sott-ile. Il C. che possedeva la camera si chiamava lncame-

Cannone d el S<IC. XVI

rato; Seguente era il cannone che non aveva la camera, ma calava di grossezza di metallo da l focone alla bocca, mantenendo però l'anima ugua le d i cim a in fondo. litcampanato d icevasi di pezzo d'art. gettato con la campana in fondo a ll'anima. Bastardo era il cannone di batteria di minore lunghezza dell'ordinario. Qualcuno chia-


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CAN

it

cannoni dei secoli XVII e XVIII mò in tal modo anche il cannone più lungo dell'ordi•ario. Quando a lle bombarde si sostituirono i cannoni, verso la metà del secolo XVI, si arrivò fino alla ripartizione odierna delle artiglierie, a seconda della lunghezza <l'anima e del tiro che esse sono destinate ad eseguire, in cannoni, obici e mortai. I cannoni costruiti nel medio evo e nei p rimi secoli dell'età moderna ebbero forme svariate e spesso artisticamente ornatissime. Fino ai p rimi anni del secolo XIX i cannoni più comunemen te usati erano lisci e ad avancarica. Le parti dc: cannone ad avancarica sono: l'ani-

corpo del cannone col colletto del bottone ; corpo o primo rinforzo che corrisponde alla camera a polvere e a quella a proietto; il secondo rinfo·rzo che e,omprende i manici e gli orecchioni ; la volata che è la parte anteriore : queste tre parti sono coniche e unite fra loro da

cannone del secolo XVII

Ganuone-rcvol ver del secolo xvu

ma, il fondo, la bocca, il vivo di bocca. ::(e i cannoni ad avancarica si nota : nella cuJatta, il bottone di culatta che col suo codone serve per l'applicazione di leve o corde per le manopere cli forza; un listello che separa il colletto dal culo di la.mpada, che forma l'unione del

modanature: la gioia o tulipano che 1·inforza la parte ankriorc del cannone e porta UJl incastro a traguardo per la mira ed è unita alla volata con un collare,; il plinto di culatta, il cui d iametro è maggiore di quelli di ogni a ltra parte e che serviva a puntare il cannone, perché vi si incastrava una p iastrina graduata di m ira. Le modanature delle bocche da fuoco avevano forme s imili e gli stessi nomi di quelle usate. nell'architettura. L e maniglie situate nel secondo rinforzo servivano per il maneggio del cannone. Gli orecchioni servono a riunire il cannone all'affusto e costituiscono il perno attorno al quale- ruota il cannone quando s i deve puntare in elevazione. G li zoccoli degli orecchioni sono due cilindri


CAN

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concen trici agli c)ree<.:hioni, n1a di dian1etro rnaggio re per rinforzarli a I loro attacco a l cannone e per impedire gl i sbattimenti latera li della hocca da. fuoco. )[cll' inrc rno del cannone s i notano: l'ani11ta. propriamente detta che è la parte percorsa d al proietto nell'in terno dell'a.ni1na; la. canièra a jnoietto, parte delJ'an.iina che contiene i l pro ietto quando la bocca da. fooco è caricata; la camera a po!,,er,•, p arte. ch e contiene la polvere . L'asse degli orecch ioni è p iù innanz i del cen t ro di gravità ,;lcl!a bocca da fuoco e così la. culatta poggia saldamente col suo plin to sopra un punto dell'affusto . L'eccesso d i peso della. p arte posteriore del pezzo rispet to l'an teriore chiamasi prepo11dera11/e di culatta ed è misu rato d al 1

terno, poster ior mente a lla camera a proiet to . l'alloggiamento dell'ot turato1·e . l cannoni moderni poi si sono semplificati n ella for ma esterna : non hunno p iù modana:-ture od orna111entazioni 1 n1a sono costituiti unici1111ente

cannone petr•ie l'o de·t secolo XVJI peso, posto a l vivo di bocca, necessario a produrre l'equilibrio; variava da 1/ 20 a 1/40. I ca nnon i in ferro da costa e d i marina diffe rivano da quelli in bronzo di terra, oltre che per le maggiol'i di mensioni, anc he perchè avevano un solo rinforzo ed era no scn1.a maniglie, erano p r ivi d i grano d i focone ed a vevano modana ture diverse. ~ ei ca nno ni ad ava ncarica, per rendere po s.s.ibi lc la in-

tr oduz ione del proiet to nell 'in terno dell'anima, era necessario i l vento, cio~ una differen za fra il diametro dell'anima e quello del p roietto ; il vento si aggirava in media su i mm. 3.40. Per da r fuoco a lla miccia era praticato un foro cilind r ko o conico detto foco ne, praticato in un pezzo cli rame eletto gra.110, munito a ll'esterno d i u n a. avvita tura 1icr poter lo uni re solidamente al pcuo e cambiarlo a n -

f:a 11non c

Cannone eia t'ì5 <IJ rnon1agnn in Carnia

d i volata e cula t ta ed hanno gli orecchioni se vengono i ncava lcati su a ffust i rigid i; sono m uniti invece di ~peciali appendici per l'u nione del freno e del r icu pera tore se de,·ono esse re incavalcat i su affusti a dcfor1naz io11e.

Il profilo esterno cl i un cannone è conseguenza del fatto che la pressione nelrintcrno dell•anima è vai·iabilc, e perciò si aHà maggiore spessore cli pareti ove la 1,ressio 11c è maggiore e spessore d i pa re ti minore ove la pr essione è più picco la. La pressione varia n ell 'in terno da O, quale ~ ,1I momen to de ll'accens ione della. carica, fino ad un massimo nell' istan te in cui la carica è completamente combusta ; poi la pressione va diminuendo fino alla volata, fin dove cioè le resistenze eh.e si oppongono al movimen to del proietto uguagliano la for za acceleratrice dei gas (praticamente però la volata è avan ti dal punto teorico). Perciò le a r tiglie r ie a pareti sem-

acl nv:rnca 1·1ra degli S 1a 1i t a it.i <l'.-\ mcric;.i,

rlu J'ante la g:t1l'1Ta cli Seces, iom· (181; 1- G4)

che quando era guasto. Pc,· dare fuoco alla. carica prima s i metteva nel focone della polvere che si accendeva con u no stoppino, poi si usò u na cannuccia rie1npita <la u na

p asta fatta. con pqlverc e che si accendeva o con la miccia o con una specie cli candela d 'a r tificio detta so.lfioue. I n segui to s i adoperò il canuello. Verso la rnetÌt del secolo XIX, per opera d el generale Cavalli, per im pedire lo sbattimento del proietto nell'interno clell'anima e pc,· perme ttere l' uso dei p.roiett i obluHghi i cannoni ven nero 1:igati ( V. Rigat ,i'ra) e p iù tard i, a llo scopo cl i sopprimere il vento e, cli facilitare il servfaio furono cost ruiti a ret rocar ica (V . Retrocarica) e per c iò, per chiudere la culat ta a l momen to del tirn, f urono mun it i d i una par te mobile d etta Ottmatore (V.). J n con seguenza cli ciò i cannon i moderni, hanno ncll' in -

cannonr- ria 05 eta montag·na p lici, cioc in u n sol pezzo, sono cilindriche iì no poco avanti a l punto in cu i si l'Crifica la pressione massima , e poi hanno forma d i un t ronco cli cono o di vari t ronchi


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di cono successi\·i, c;on la bas~ 1ninorc vt:rso la volata Poichè i cannoni_ a pare ti sen1plici , anche se di acciaio,

specialmente quando si tratti d i cannoni di grosso calibro, ha.nno una resiste11«ct limitata cquindi possibilità di cariche e velocità. 111aggiori, per poter avere cam1oni i

zo deve mantenersi fra ·i 2500 e i 3000 kg.; ne conse• gue che il cannone non deve superare in peso i 900 kg. e qu in di, per poter avere grandi gittate e peso del proietto che pennella la osservab ilità dei colpi anche a notevoli distanze, le sue carntteri~tiche devono essere: ca-

quaJi collscntis.sc ro vclocit:t iniziali e gittate rnaggiori, ruc-

libro

diante l'uso d i cariche p iù foni, si costruirono i ca nnoni cerchiati ; cioC sopra il corpo del cannone si irn·e·· stirono cerchi di acciaio o si fece u na fasciatura d i na sl ro d'acciaio (V. Cerchiatura e T1<bat1tra). I cannoni possono cl,tssiiicarsi sia rispetto al calibro che rispetto al ser vizio. Rispetto a l calibro s i hanno cannoni di calibro minimo, fino ai 500 mm.; di piccolo calibro fino ai 100 mm.; di medio ca libro fino ai 200 nlrn. circa; di grosso calibro. fino ai massimi calibri usati. R ispetto a l servizio i cannoni si d istinguono in cannoni da fante-

velocità iniziale rn. 600 circa ; getta t;t nussima da 12.000 a i 14.000 metr i. ·

n1111.

100 circa; )unghezz~

d\111:.111~1

sui 35 calibri.

Cannone pn a.rtiglieria a ra-vallo. !fa le stesse catatt~r istiche del ca,rnonc campale 'rggero. La !tlaggior mobiliti! rich ic-sla nell'ar tiglieria, a cavallo rispet to all,artigJicria da campagn-:i

ria1 da Jnontagna 1 cla campagna lçggeri e pesanti per artigJieria a cavallo, pesanti, da costa, da 1nar.ina.) controaerei.

Can-none da fanteria è quello a ssegnato permanentemente a lla fanteria e che deve perciò essere portato a l suo seguito s ul camµo d i bat taglia, anche a hrCLccia d'uomo; deve ave re u11 peso limitato ,e perciò il suo calibro non s upcm i 40 mm.

can none da 'I0<!/32, ex rn.i teriale austriaco ' ' i.ii: ,:,r .

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è ottenuta con modificazioni all'aHusto piu ttosto che alla bocca da fuoco.

Can.,,oni pesanti:. Devono avere grande potenza e d iscreta mobilità. Perciò per soddisfare ai compi ti che sono affidati a i cannon i pesanti, e c ioè C<rntro- batteria di neutralizzazione ed interd izione lontana, questi sono di due specie: 11110 di ca libro intorno a i 150 mm., su affusto a ruote, con gi tta te dai 18-20 kni . ; l' altro di maggiore potenza di ca lihro intorno ai 200 mn1. gittata ve rso ai 25 km. Lunghezza d'anima e velocità ini,ciali per entrambi 1

li cnnnonc f ranc~sc da 75 , da c-ampagnu

Connone da 11zo11tag1!a. Deve p,ote r essere someggiato il suo peso non può superare i 100-1 10 kg.; ne conscgt1c clic il calibro non può superai-e i 70 mm. Per e perc iò

avere cannoni di potenza. n1aggiore s i studiarono e furono esperimen tati cannoni che s i d ividevano pcl tra-

sporto in due parti, ciascuna del peso d a p oterne ren dere possib ile il someggio.

Ca11,none da campagna leggero, Poichè !'anig:licl'ia da can)pagna leggera. deve avere grande 1nobilità ~m l can1J)O tallico, e p erciò h vctlu1·a ·pezzo non può superare

il peso di 1700 kg. circa, ne deriva che il peso del can none dovrit aggira rsi intorno a i 320 kg. Dato questo peso} il cann.o ne d a. can1pagna leggero ha i seguenti dati mcdi , calibro 75 mm. c irca; lung hezza d'anima sui 30 calibri; velocità inizia le s ui 500 m., gillata dagli 8000 ai 10.000 m .

Cannone pesante ca.mpalc. Le a rt iglierie pesanti camp a li devono a vere una. p otenza assai rilevante, mentre la

il

n1obilif1 e ht 1nancggevolezza dcv0no essere t ali da per·· mettere sposrnrnenti anche celeri sulle strade, di uscire per i camp i in terreni un iti. e di s istemarsi. per iJ t iro e per la marcia senza. bisogno di specia li attrezzi. J>cr so<l rl isla.rc a queste condizioni il p eso della vettura pez-

I

Cannone eia 149 devono essere intorno ai 40 calibr i e 650 m . a l m. s . 1 cannoni pesanti sistemati su istalla~ioni fe rroviarie possono avere anche calibr i maggior i che arrivano ai 400 millimetri.

Cannoni da. costa . Compiti specia li dei ca nnoni da costa sono quelli di perforare i fia nchi delle navi. di decimarne gli equipa.gg i, agire contro torped iniere e sornlllCrgibili, i mpedire sba rchi . Essendo molteplici gli sco-


pi di tali cannoni, diversi sa ranno il calibro e la potenza delle varie specie di cannoni. Si dovrà avere grande potenza e grande radenza d i traiettoria per battere i fianchi delle .navi; grande celerità di ti ro per agire con-

cannone « trnst.ardo » Ciel secolo XVII, da 24, su piau.aroi-ma, da costa e cla piazza tro le siluranti e per impedire gli sbarchi e perciò fra le artiglierie da Gosta si trovano . cannoni potenti a tiro molto teso e cannoni a tiro rapido. I primi hanno grande caUbro, grande v~cità iniziale, grande peso del proietto, traiettoria molto tesa. D a pprima, colle polveri nere, si ebbero successivamente cannoni da 240, 320, 400, 450 mm. lunghi poco più di 20 calibri, con veloci tà iniziale d i 5'00 m. deficienti quindi in radenza di tra iettoria e in g ittata; assai lenti nella manovra. Coll'adozione delle polveri colloidali e coi progressi conseguiti nella metallurgia e nella lavorazione dei metalli, si poterono ovviare le deficienze lamentate e si arrivò cos\ a cannoni di calibro 305 mm. lu nghi da 45 a 50

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CAN

del calibro. Per i can11oni a tiro rapido la 'n ecessità di agire anche a notevoli distanze r ichiede grandi gittate e quindi grandi velocità. iniziali ; la grande celer ità di tiro richiede calibri non troppo grandi, anche con funzionamento semi automatico· dell'olluratore pei calibri minori. Si hanno cosl cannoni che dal calibro · più piccolo di SO mm. circa, an-ivano ai calìbri medi sui 150 millimetri con velocità iniziale di 900 m. circa e con u11 a lunghezza d'anima sui 50 calibri.

Ca1tno1ti controaerei o antiaerei. Servono per il tiro contro aeroplani e dirigibili allo scopo di abbatterli o per lo meno ostacolarne l'attività . Tali cannoni de-..:ono avere: velocità iniziali assa i rilevanti per ottenere una

Cannone da 7 5 antlaereo su autocarro grande radenza di traiettoria e quindi lunghezza d'anin1a considerevole; cali bro in relazione alla mobilità chedevono avere ed alla estensione della difesa che si richiede; grande rapidità di manovra per avere la possibilità di eseguire un tiro celere, dipendentemente dalla. necessità di battere un bersaglio molto veloce; sonoperciò muniti di otturatore a. manoHa semiau tomatica: cannonG da cos ta del secolo nostro calibri, colla velocità iniziale di 835 a 900 m. e con una lllassa di proietto d i 450 kg. In tali bocche da fuoco si lamentarono, per le grandi pressioni che si manifestavano, forti corrosioni e quindi rapido deterioramento dell'arma. Ad ovviare questi inconvenienti e nello stesso tempo per assicurare a l cannone la prevalenza nella lotta contro la - corazza, i tecnici ritennero necessa.rio <li aumentare nuovamente il cal ibro, d iminuendo un po' la velocità inizia le. Si ebbero così cannoni dei calibri di 343, 356, 381, 406 mm .. con velocità iniziali di 700 m e con lunghezza d 'anima fra i 40 cd i 45 calibri. Non tutti però sono favorevoli alla diminuzione della velocità iniziale, mentre tutti invece sono favorevoli all'aumento cannone italiano da HO-A

Il calibro varia fra i 40 ed i 102 mm.; la lunghezza:. d'anima. giunge ai 45 calibri, la velocità iniziale dovrebue giungere ai. 1000 m . I cann,oni antiaerei attualmente· in uso ( 1927) non hanno ancora le caratteristiche sopra.enunciate perchè .finora vennero usati, con qualche leggera modificazione, cannoni studiati e costruiti come cannoni terrestri o di mar ina (V. Controaerei) .

cannont antiaer ei

C,znnone di cuoio. L 'invenzione di certi cannoni, d i costitu~ion e speciale, detti rii cuo-io, si attribyisce, benchè senza fondata ragione, a Gustavo Adolfo. Essi erano cost ituiti da una sottile lamiera di rame rinforzata estcr-


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CAN

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namcnte con verghe di ferro disposte secondo le generatrici del tubo e tenu te ad esso serrate con robuste fascia ture di filo di ferro e di cord a. Il tutto essendo ricoperto da una fodera in cuoio f ece dare a tali artiglierie la denominazione sopra accennata. E' facile comprendere come s iffatte bocche da fuoco non potessero avere che una ben limitata potenza, per cui ne fu presto abbandonata. la costruzione.

la corrente attrarrà TI proicllo che si muoverà acquistando una cer ta velocità; se, quando il proietto è nell'interno del primo solenoide e questo non p uò più imprimergli una accelerazione, viene tolta la corrente i11 tale solenoide e viene immessa invece nel secondo, questo a ttrarrà a sua volta il proietto e gli imprimerà una nuova accelerazione. R ipetendosi il fenomeno per tutti i solenoidi i l proietto riceverà successive accelerazioni e potrà.

Ca1tno1ti di legno. Le prime armi da fuoco, che appaiono in Italia nel secolo XIII, avevano dato risultati molto limitati, s ia per l'mpurezza e per la cattiva costituzione delle polveri, sia per l'imperfezione delle anni stesse. Sembrò anzi che alcune di queste · armi fossero costruite di legno a doccie, come le botti; doccie tenute assieme con legature, fasciature o cerchiature metalliche. Esse perciò non potevano lanciare proietti molto pesanti, ma erano atte a lanciare solo pietre di limitate dimensioni. Ne consegue che se esse potevano rovesciare i cava lieri copert i delle loro a rmature, rimanevano per ò impotenti ed inefficaci contro le murnglie delle fortezze. Per questa ragione contÌ.!rnaro110 per molto tempo ancora a servir e nella guerra d'assedio le macchine nevrobalistiche; si fu solamente quando per i perfezionamenti

Cannone da 15~ ;;u natante, sullo S(1obba acqui,;tare anche vc)ocità grandissime, senza che per nulla sia compromessa la r esistenza dell'artiglieria. F inor'I. però il problema è ancora allo" stato cli studio e non ha "vuto pratica atl uazione .

Cannone p11em11al-ico. Bocca da fuoco nella quale la forza propulsiva per lanciare i l p roietto invece d i essere prodotta dai gas sviluppati dalla deflagrazione di una. miscela o di un composto esplosivo, come avviene nelle ordinarie artiglierie, è data dall'espansione di aria forte -

Cannone da 149-A, scoppiato nella confezione delle polveri e nella costruzione delle armi 1 cannoni e i mortai poterono lanciare grossissime pietre, che quelle scomparvero.

Ca1t1tone elettromagnetico. Nelle bocche da fuoco in cui il lancio del p roietto si ottiene mediante l'impiego di esplosivi, non si possono aumentare le velocità iniziali oltre un certo limite, a cagione delle pression i che non possono oltrepassare la resistenza del metallo impiegato. YJ:a anche 'te velocità che, teoricamente si potrebbero conseguire senza sorpassare la resisten za della bocca da fuoco, in pra tica non si possono effettuare perchè le forti pressioni e h grande quantità di calore che si sviluppano a ll'at to dello sparo, quando si impiegano forti cariche, deteriorano fortemente la bocca da f uoco che viene messa fuori servizio do po un numero assai limitato di colpi. Onde evitare t ale inconveniente cd ottenere velocità inizùlli grandissi1ne si è pensato di CO!"'..cretare il cannone elettromagnetico. Esso è fondato sul ·poter e che ha un solenoide percorso da una corrent~ di attrarre un nucleo cli ferro che si trovi in sua p resenza. In1rnagi niamo una serie di s0Ienoidi n1essi uno in prosecuzione dell'altro; in p resenza del primo sia il proietto di acciaio. Se il primo solenoide è percorso da l1

I

Cannone pneumattco (Bomliarcta eia 1 50 ) : a, tubo (ti lancio; b, camera cll scoppio ; e·. rubine1to a ne vie; a, pie<le ct•r1ppogg;o clella camera di scoppio; e, maniglie pel ,tr asporto; f, g, l'ampana ge neratrice e campana v0Jumc1rtca clel gasogeno ; h, manelleuo cl i con cussione ; i, coprtroconc ùl s icurezza; m , cavalletlo; 1t, leva cli comando delle valvole- •della camera (8 anleriort e S ,p os1.e r iori) mente compressa. La bocca da fuoco è dota ta di uno speciale gasogeno contenente ar ia compressa, il qualecomunica con apposite conduttui·c co l tubo di lancio (il

'


I -

I

cannone propriamente eletto); ta li condutture sono munite di rubinetti e di valvole, d estinati a regolare l'accesso dell'aria compressa nell'arma. 1 ca.n noni pneumatici banno i seguen ti va.ntaggi: co lpo poco rumoroso, invisibile per m ancanza di fmnnna e di fumo e rclat iva leggerezza del materiale, m.t presentano a ll'incon tro i seguenti inconvenienti: materia le delicato per impiego e conservazione, gittate relativamente lim itate, rifon,imcn-

CAN

640 -

1000 m . a l secondo. D u rante la guerra, si arrivò alla Ber/ha (V.), lunga J 70 calibri. Per non rimanere indietro ai Tedeschi anche le altre nazioni, verso la fine de lla guerrn stavano studfando can noni a gittate eccezionali. Da noi la ditta i\ usaJdo aveva studiato cd iniziato la costr uzione cli un canno11issim9 del calibro di 200 mm., lungo 100 calibri, il qua.le avrebbe i_mpresso la ve loci tà ini7.ia lc di 1500 111. a.I ~econdo ari un p.i:oiet to di 105 kg. che, lirato sotto un a ngolo di p roiezione di 50°, ùovevlf raggiungere la gittata inassfrna di 140 k n1.1 p ercorrendo una tra iettoria ]a c.tri ordi nata massima sarebbe stata di 40 km. La fo1e della guerra fece interrompere tali studi.

Cannone .\n sa lclo eia 3Sl. su affu,to FerTov lario to difficiìc del gas. l 'er questi inconvenienti l'uso di tali bocche da fuoco fu assai lim itato. Durante l'ultima guerra il sistema cli p ropulsione ad a ria compressa fu usato i n alcune bombarde ( la nciabombe francese da 60 mm., tipo Brandt; lancia barilotti austriaci da 292, 390 e S00 mm.; lanciabombe austriaco ad aria compressa da 120 mm., lanciami ne a ustTiaci da 65, 95 e 150 Jnm.). Però l'imp iego di queste armi, d imm;tn1,tesi poco pratiche, andò col procedere della gue rra gradatamente d iminuendo.

Anlirlll c,rirnon i cl i marin11 i n un1teria tlel st.<,o lo XVIII o XIX

Cannone revobe,·. Sono chiamat i con questo no111e alcune m itragl iatrici, pe1· il ca libro grande delle ca1me ed il modo cli funzionare del meccan ismo : tali cannon i sono costituiti o eia una canna, munita all(t culatta d i una ruota o tamburo portante le Yarie cariche, oppure con

Cannone prolnngato. Il desiderio di avere gitta te sempre maggiori fece sì che s i aumentasse sempre più la ìun ghezza in c~libri dei cannoni, per poter impiegare cariche maggiori e mantenere così per un tempo più ]ungo il proietto so ttoposto all'azione e.le i gas c.lella carica. In tal modo .il p roietto ven iva ad assumere fort.issimP veloci tà iniziali e quindi grandi gittate. Dai ca1mon i lunghi 50 c_alihri, quali erano i cannoni destina ti all'ar-

Cannoni cli co1'auaw a pl'U;J

c annone revolver mamento d elle navi cd a lla difesa c;ostiern, si era giun ti prima della guerra, al cannone costiero da 406 mm. deg li S ta ti Unili. destinato ::-.Ila d ifesa del canale' di Panama., che aveva una gittata massima teorica di 34.000 metri ; a l cannone del calibro d i 15 cm. di Sir Alfrecl :N"obk, con velocità iniziale di 1130 m. a l secondo; al cannone d i Rou rges de l capita no H irondarcl ciel calibro ,li 10 cm., lun go SO ealìbr-i e con velocitil ini7.ia!c d i

parecchie canne.. Il padre Guglielmott i d ice d i aver veduto n ell'arsenale di Top hané, a, Costan tinopoli, un vecch io cannone da 24 « d i tromba aperta ad entrambe le cstre1nità e alla culatta una gran ruota. 111asslccia e girante d ietro la tromba, in gu isa da presentar le s_uccessivamcnte dodici incameratme cavate nell'istesso massiccio della gran ruota, capaci di a ltretta nte cariche e però di dod ici colp i in punto>> . Analoga costituzione aveva un cann one revolver russo del XVJI secolo. J>;ù moderno (fine del secolo XIX) è il cannone revolve r Hotchkiss a 5 canne del ca libro di 37 mm.

Cannoni di ma,·ina. Devono a ,,ere azione r apida e po-


-6.U-

CAN

i

I Ca rito e scarico d i cannoni tn ferrovi a. tente contro le navi comunque corazzate e contro le opere costiere; si hanno quindi cannoni <li grande potenza per ottenere grandi effetti di perforazione anche alle distanze medie di combattimento, oggi molto aumentate e cannoni più piccoli a tiro rapidissimo per difendere le navi dagli attacchi delle siluranti. I cannoni di grosso calibro avranno così le stesse caratteristiche dei cannoni potenti da costa; ed anche i piccoli cannoni, detti antisiluranti, dovranno avere le stesse caratteristiche dei cannoni a tiro rapido da costa. Nelle marine d a guerra, al periodo dei remi e della 1•e la, i cannoni furono del tutto simili a quelli tcnestri, d ifferendone soltanto nell 'affustarnento, ma fin dai primi momenti si è manifestata la tendenza ad adopera.re sulle navi di preferenza. cannoni piuttosto lunghi. Si distingueva.no già nel 1600 i cannoni dai mezzi cannoni, le colubrine dalle mezze colubrine, che venivano distribuiti variamente sui diversi ponti dei .vascelli. Verso il 1700 i cannoni più usati avevano un calibro in torno ai 180 mm., pesavano circa 2500 kg. lanciavano una kg. con una carica di palla del peso di 20 polvere di circa 10 kg. I vascelli a tre ponti su l finire del periodo velico (1810-1830) avevano a bordo fino a 120 cannoni, <lei qua.li: 30 del ca.libro -12 e palle da 32 libbre nel ponte inferiore; 30 con P<!,lle da 24 libbre nel ponte di mezzo; 30 con cannoniera a sezione rist.ret- palle da 12 libbre nel ta a grarlln i per cannoni ed ponte superiore, e fioblcl di medio calibro

nalmente 30 tra mezzi cannoni, colubrine e carrona.te nel ponte di coperta, cassero e castello. Per vari secoli però l'artiglieria. navale non aveva fatto molti progressi, se si eccettua l'adozione delle Carronate. Quando vennero introdotti i cannoni moderni, non si potè subito raggiungere una potenza tale da perfora.re la corazza con cui le nav i cominciavano ad essere protette, e fu d'uopo r itornare ai cannoni ad avancarica, anche per i numerosi incidenti avvenuti dalla poca sicurezza. che offriva il sistema di chiusura contro gli spari prematuri. ,Ma per poco, chè i perfezionamenti introdotti permisero a.i cannoni rigati a retrocarica di avere il sopravvento su quelli lisci, i qua.li furono abbandonati. In Italia le ca.se che costruiscono cannoni di grosso calibro per la marina sono tre : Ansaldo d i Sampierdarena, Temi d i .Spezia e Arrnstrong di Pozzuoli. In Franda la principale D itta è la Schncider ciel Creusot, in Germania Krupp, in Svezia. Beaufors, in Inghilterra Armstrong e Wichers, in America Bethlen. I cannoni più potenti esistenti nel 1927 sono quel! i da 405 mm. di calibro che lanciano un proiettile di 1200 kg. alla distanza. di 45 km. cirrn. Cannoni di questo tipo formano l'armamento delle principali navi da battaglia dell'Inghilterra e degli Stati Uniti e sono impiegati anche per la cliJesa. costiera nelle v1cma,1ze degli sbocchi del Cana le di Panama sul]' Atlantico e sul Pacifico . T eoricamente nessuna limitazione esiste per l'aumento ulteriore Cannoniere (al lati) e rucldi potenza dei cannoni liera (in mezzo) del ora detti, ma non s i risecolo XV 41


tiene per ora di affrontare il problema, non essendovi ancora la possibilità pratica di sfruttare tutta la potenza, dato che la gittata di 40-45 km. implica già la necessità di osservare il tiro con aerei essendo il bersaglio al disotto dell'orizzonte.

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Cannone da sbarco. Tutte le marine p iù importanti tengono imbarca ti sulle navi maggiori e sugli esplorafori dei cannoni speciali a ruote le cui caratteristiche principali sono : leggerezza in relazione a lla potenza balistica e agevole scomponibilità in tutte le parli principali. Detti cannoni chiarnansi << da sbarco >> ; hanno il calibro intorno ai 70 mm. e servono ad accompagnare le compagnie dì marinai specialmente addestrati agli sbarchi e che costituiscono la « forza <li sbarco ». Questi cannoni vengono traina.ti a braccia da i ma1·inai stessi cd hanno il compito di battere i luoghi occupati d a ll'avversario nelle anJrattuosità del terreno in cui non possono anivare le artiglierie delle navi destinate alla protezione degli sbarchi stessi. I cannoni da sbarco ha11no trovato largo impiego nella guerra coloniale e sono conservati in servizio principalmente per quella.. I cannoni da sbarco possono essere s istemati talvolta anche sulla prora dei palischermi, dai quali si adoperano durante le Operazioni di forzamento della spiaggia.

642 -·

CAN

base all'ampiezza dei settori verticali cd orizzontale di tiro delle bocche d a fuoco. Per d iminuire la probabilità di imbocco s i cominciò col modifi.carc il materiale di artiglieria della difesa in modo che permettesse la rotazione regolare delle bocche da fuoco attorno alla volata in Of,111i senso mentre pritna ta.le rotazione avveniva bensì attorno alla. volata nel senso orizzontale, ma irre1

Cannoniera. E' la depressione ricavata in un parapetto, l'apertu ra praticata nelle muraglie delle opere. di fortificazione, per farvi en trare una parte della volata

J)

Cannoniera sul nostro rron1e ( 1917) golarmente pèr spostamenti laterali dell'affusto e nel senso verticale attorno agli orecchioni. I l perico!o <l'imbocco si diminuì ancora pii1 adottando le cannoniere a gradini, cioè colle faccie rivestite di gross i massi di granito formanti gradini, che rendevano meno facile il rimbalzo dei proietti nell'interno della casamatta e infine adottando affusti clic permettevano la rotazione del pezzo atlorno alla volata . Per togliere completamente il

La canno niera sulla f ron -

te della poru, 1n1enz1a di

Cannoniera a gradini

Carlslhor a ,tonaco

dei pezzi durante l'esecu zione dei t iri. Le p rime cannoniere furono praticate nei parapetti di muratura d ei recin ti fortificati dopo l'adoz ione delle artiglierie; erano -scoperte e presero il nome di troniere; i tratti di parapetto compresi tr~. cannoniera e cannoniera p resero il nome di merloni. In una cannoniera <lis tinguons i le se·guenti parti: fondo, gua.ncie, bocca interna o strozzat ura, bocca esterna. Le cannoniere praticate ne lle case• matte presentavano forma t ronco-piramidale colla base maggiore in fuori (bocca esterna) e la minore in dentro (bocca interna); oppure presentavano forma di due tronchi di piramide addossati per la loro base m inore, posta nella grossezza del muro e determinante h sezione ristretta, o strozzatura d ella cannoniera. Le guancie era• no verticali e le inclinazioni del fondo, del ciclo e delle guancie, rispetto alla direttrice venivano determinate in

ca nnoni ere {c:Rterno cieli a Gal !cri_. del Grappa)

pericolo dell'imbocco vennero proposte casematte a scudo metallico, da applicarsi contro la bocca i.n terna delle cannoniere, combina to con disposizioni speciali nel materiale di artiglieria e prec isamente coi cannoni a sfera ideati dal Krupp. Lo scud o era. c ircolare, cl, ghisa indurita, con foro centra le sagom~to per l'unione della sfera applicata alla volata d ella bocca da fuoco, unione


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G.-\N

·Portelli di cannoni ere sul fianco della «Mississipp i » (Stati Unili d'Am~rica)

'I

,che avveniva mediante un vitone d i ferro e anelli di forzamento, e si appoggia va a lle retrostanti murature coll'intermezzo di massi d i granito od anche ad un fronte .sorretto da due speron i d i ghisa . I l cannone insta llato in lai modo d icevasi prigio11icro. E' evidente che con tale s istema l'imbocco era comµ letamente soppresso; resta1•a però l'inconveniente che il mm·o frontale poteva essere facilmente demolito dai tiri, inoltre la spesa per .tale in,tallazione era p iuttosto grande. Cannoniera. (Mar.). E' il portellone prat icato sul fian·CO

delle navi, attraverso il quale passa la volata dei

un grosso cannone posto sulla prora, che poteva. sparare soltanto in direzione prossima alla chiglia. La prima cannoniera a vapore con i fianchi corazzati fu costruita i11 Francia per opera dell'amm iraglio Dupuy. Portava uno dei primi cannoni a. retrocarica. Ern di piccolo tonne llaggio ed ,i,veva una macch ina. d i 18 cavalli rnpace di imprimerle una. velocità di 6 miglia all'ora. Fu presto imitata da tutte le m.trine, con l'intenzione di impiegare questi t ipi di navi nelle operazioni offens ive contro le coste, in bassi fondali, e per coadiuvare le corazzate guardacoste. Verso il 1880 le cannoniere figuravano in buon numero in tutte le marine da guerra; l'italiana ne aveva due d i 500 tonn. circa ( Castore e Polluce) armate con un cannone corto da 40 cm.; la Francia. ne aveva otto, I.:t Gcnnania undici; queste navi avevano \1na velocità dalle 10 alle 12 miglia. ]'via il tipo fu presto abbandonato e non si sono pii, costruite cannoniere che per scopi coloniali, sopprimendo le corazzature, armandole con maggior numero di cannoni di calibro più piccolo e rendendole più atte alla naviga-

Cannoniera nuvfale della niar•ina cinese -cannon i posti in batteria. Il più delle volte questo portellone è corazzato come il rimanente fianco della. nave. La cannoniera ha forma speciale, sì da permettere il massimo angolo d i brandeggio al cannone (in generale 140", d i cui 70" verso p rora. e 70" verso poppa) pur prc·scntando la minima apertura alle offese del nemico. Nelle navi moderne le cannoniere suvono soltanto per le artiglierie di medio e piccolo ca li bro, perchè q uelle cli grosso cali bro sono poste in torre; ma negli antichi vascelli, tutti i cannoni, anche i più grossi, avevano la -corrispondente cannoniera essendo tutti sistemati sui ·fianchi. Ca.n11on-ic.-a. (Na.ve). Unità d i piccolo tonnellaggio avente come a rmamento principale il cannone, in contrapposto alla torpediniera che ha per armamento principale la torpedine. Le cannoniere furono in grande uso p res$0 le nazioni che avevano shocco su...,.,-iari poco estesi. .Svezia e Russia per il D.-far Ba ltico, Francia per la Man ica, :Marine ]lfrditerranee. Le antiche cannoniere andavano a vele e a remi, ed erano armate in generale con

Cannon i era arg-è-milla « Pa t·anà »

?.ione alluriera. Sotto questa forma se ne trovano impiegate ancora molle da tutte le marine e si costruiscono più specialmente adatte a lle coste presso le quali devono agire. Così ad esempio in Cina, tutte le nazion i impiegano speciali cannoniere fluviali, che avendo il fondo p iatto, possono risalire i grandi fiumi per centi- ~ naia di miglia. Appartiene a questa categoria la. R. N. italiana « Ca rlolto ». In Ita lia, si S<lno trasformate in cannoniere molte navi che d uran te la grande guerra facevano servizio d i dragamine e disimpegnano attualmente ottimo servizio lungo le coste della L ibia. e della Somalia, ove per l'angustia dei porti e la natura delle coste a frequenti bassi fondali, non è possibile l'uso che di unità di p iccolo ton-


nellaggio. Sono di questo tipo le cannoniere Toselli, Cirene, De Lutti, Bianco, Berenice, Arimondi, ecc., armale con cannoni da 76. Durante la grande guerra è sorto un tipo speciale di unità destinate ad accompagnure i convogli delle navi mçrcamili e proteggerli contro gli allacchi dei sommergibili. Queste unità banno preso il nome di Cam,o,iiere di scorta. Sono armate con cannoni di med io calibro (102-120 mm.), hanno la velocità di 20 miglia circa ed

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Cannonieri un dislocamento di 800-1000 tono. Furono costruite spec ialmente in Inghilterra, in gran p:i.rte ne l 1917, quando i cacciatorpediniere difettavano per l'accompagnamen to dei piroscafi, e la guerra ·dei sommergibili infieriva con i suoi massimi effetti. La velocità di 20 miglia era sufficiente per l'accompagnamento delle navi mercantili e non era necessaria corazzat ura. Q ues te navi, relativamente economiche e di rapida costruzione, vengono anch'~ impiegate ora per i servui coloniali. }folte sono state acquistate dalla Francia. L'Italia ne ha costruito per conto proprio sci, delle qua li ne rimangono cinque e portano i nomi di: <c A. Bafile », « G. Farinata», (( E. Giovannini », « C. Del Greco», « A. Vitturi ». Sono armate con 2 cannoni da 102 e due da 76 mm. ciascuna. Cannoniera lag,mare. La carurnn iera lagunare è del tutto simile a quelle fluviali e serve in Italia specialmente per il servizio nella laguna veneta. La principale caratteristica è quella di avere una tenuissima pescagione : intorno ai 50 o 60 centimetri ed avere l'elica nel tunnel. Le p rime cannoniere lagw1ari furono co~lruitc in Italia presso la Ditta Tonelli di Venezia cd incamerate nel naviglio nazionale da guerra nel 1866. Avevano un dislocnmento di 88 torm. e macchina di 65 HP. Portarono i numeri 1 a 6 e furono radiate in pr incipio del sec. XX. Xci 1907 ne furono costruite altre due (luni:;h. m. 38, largh. 6,31 , pescagione 70 cm., tonnellate 106, IIP. 450).

Cannonier e. :Marinaio destinato alla manovra e a ll'impiego delle artiglierie a bordo. I cannonieri sono prelevati fra i' marinai di leva, quando rispondono ai voluti r equ is iti di in te lligenza, buona vista e svel tezza, oµpure arruola't i volontari a ll'età di 18 anni. Seguono 1111 corso presso la Scuola Ca1mo11icri di Pola, corso che dura 8 mesi, dopo di che sono classificati: C. ordinari (0) o C. armarol-i (A) o C. telemetristi (T). }fediantc altro tirocinio di 4 a 6 mes i a bordo delle nav i, in cui vengono addestrati specialmente a l puntamento delle artiglierie, possono ottenere la classifica di C. p1111tatori (l')

644 e.d infine P. S. (JJ1mtaiori scclt,), per quell i che danno ; migliori risultati. I sottufficiali cannonieri, come tutte le altre categorie, possono, mediante esami, diventareufficiali cannonieri (del C. R. E. M.) cd assumono a bordo gli incarichi di sorveg lianti negli impia,:,ti d i grosso calibro, o capi depositi munizioni, o capi batterie. A terra, gli ufficiali cannonieri sono destinati alle baueriecostiere e alle polveriere. Anche per i cannonieri telemetristi si seguono norme analoghe, destinandoli, indipendentemente dal grado, ai telemetri di minore o maggiore base, e rimangono per molti anni di seguito, al servizio dello stesso strumento. Esistono infine i cannonieri (S. D. T .) destinati alle centrali di tiro, che maneggiano gli strumenti per le revisioni dei dati del tiro. Questi incjividui sono scelti fra i p iù intelligenti di bordo. Ordinamento analogo si segue in tutte le grandi marine; in quelle nazioni dove il reclutamento è quasi esclusivamente volontario, la tendenza a far rimanere u n individuo per molti anni (fino a 10-15) nello stesso incarico è ancora più spiccata che da noi. Al pari degli artiglieri del R. Esercito, i cannonieri. di marina abbisognano d i spiccate qualità fisiche e psichiche: forza muscolare notevole per la manovra delle artiglierie, funzione uditiva normale per le comunicazioni coi telefoni e portavoce, vista ottima e prontezza di decisione per la m ira. Essi vanno soggetti ad affezioni ed infortuni professionali caratteristici. La malattia professionale più importante è determinata dai gas. degli esplosivi che si versano negli ambienti ermetica-

1, Secondo cano Cannoniere P. s. dl 2• classe; 2, Sonumc1a1e canno111e-re P. S. di t• classe; 3, souurncJale cannonl<'rP runiatol'e dl bat11•rla assen'lta; 4. sonocapo e cannoniere P. s. d1 2• classe; 5, Sot10ca110 e Cannoniere cti I • classe ; o, Sottocapo e Cannoniere Punt~toro d i bal!(irln asservita; 7, Sot1oc11po e Cannoniere P. S. abilila10 mltragllerc: 8, controspalline del Capi di 1•, 2•, 3• classe. (Il bianco corrisponde al giallo; I cannoni anncrlll corrlsPQndono al rosso).

mente chiusi d ei ridotti, torri e sirnili ; nondimeno i casi di avvelenamento sono rari. Nell'armata italiana si sono verificati sulla « Regina }fargherita »; nell'attacco dei Dardanelli avvennero sulla corazzata francese « Bouvct >>. Contro i ga.s degli esplosivi i cannonieri si proteggono mediante le maschere. Xclla battaglia navale dello Jutland le maschere offrirono un'efficace protezione sulle

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-645 navi dove le torri e r idotti erano forniti di adatti mezzi di ventilazione; furono inutil i nei compartimenti ermeticamente chiusi. Un'altra affezione professionale dei cannonieri è la sordità. La sordità si o.rigina len tamente e ins idios:,mcn:te per esposizione prolungata a i rnmori dello sparb delle aJ'liglieric, o insorge bruscamente per lacerazione della membrana del timpano e lesioni dell'orecchio interno. La sordità s i previene con l'uso di cuffie o di tappi che .occludono il condotto uditivo in modo da difendere l'organo dell' udito senza abolire la percezione della voce di .comando. Nella nostra Marina. sono in uso una cuf6a forma.la. di una fodera. 1 di tela con vari i strati di garza ,e cotone, e un tappo composto di paraffina, cera. ed olio ,<li ma.nè:lorle.

Cannonieri artificieri. All'atto dell'entrata in se rvizio vengono scelti ogni anno tra le reclute un certo numero di cx-operai sarti, falegnami, calzolai, ecc., e s i destinano presso le polveriere a seguire un corso di sei mesi. Detto corso, che si in titola dei « cannonieri artificieri», ha per iscopo di impratichire detti rnarinai alla preparazione delle cariche e del m unizionamento in guerra. Alla fine del corso, dopo esami, i promossi sono clas.sificati (( cannonieri artificieri» e rimangono, e.on un J)iccolo sovrassoldo, nelle polveriere, ove concorrono, col personale borghese, alla fabbricazione e manipolazione ,del munizionamento. Dopo la ferma dei due anni, i C. A. che vogliono rimanere in servizio sono promossi .sottocapi. Le na,·i, specialmente se destinate a lunghe campagne all'estero, hanno sempre a bordo un piccolo numero di C. A. che disimpegnano il servizio d i sorveglianza. e conservazione degli esplosivi nei depositi munizioni. Questo persona le è oltremodo utile all'atto della mobilitazione, perchè d a modo allo S tato di aver pronto un 11otevole numero di individui già. addestrati a lla fabbricazione de lle munizioni e pratico del servizio deg li -esplosivi. Cannonieri cli battaglione. Fu chiamato così, dal 17i4 al 1784, un plotone di cannonieri tratto dal Corpo Reale d 'art igl ier ia (Regno di Sardegna) addetto al serv izio ,di due piccoli pezzi da 4 libbre, portati a dorso d i 1nulo ; tale plotone era. aggregato a ogni bgl. di fanteria. Nel 1784, il plotone venne invece tratto d alle. file dello stesso battaglione, e prese il nome di Cannonieri ausitiari; .durò fino a l 1796.

brigata ( 1926) resse successivamente dei C. d'A. di Bologna e cli Napoli.

CAN

comandi d i art.

Cano (Francesco). Patriotta sassarese della prima metà ciel XVT secolo. Nel 1527 combattè contro i pirati barbareschi all' Asinara, alla testa di soli 100 uomini; sorpreso dai Turchi in numero quattro volte superiore, seppe mettere in disordine il nemico che si salvò colla fuga lasciando SO morti sul terreno e parecchi feriti, mentre i Sardi ebbero solo 5 morti. Ferito gravemente in quel combattimento, ebbe dall'imperatore ricompense. Cano Tontaso . Capitano della marina spagnuola del secolo XVII, n. a lle Canarie; pubblicò nel 1611 una curiosa opera sulle costruzioni navali : <( L'arte d i fabbrica re e fortificare k: navi da guerra e mercantili >l.

Canoa (e Canotto). I mbarcazione di forma allun. gata capace d i un numcrn molto variabile di rematori. Talvolta costruita cli un sol tronco d'albero (monossile) è usata. dalle tribù selvagge per la guerra. I vogatori Jianno remi corti che adoperano senza appoggiarli al bordo della canoa e chiam3nsi _pagaie. Ve ne sono ancora molti in uso nei grandi fiumi del!' Africa e del!' America Centrale, capaci fino di 40 uomini. Alcune tribù del!' Australia avevano canoe di grandi dimensioni e finemente lavorate con vele colorale. Canotto è una derivazione di canoa, e indica una. imbarcazione generalmente di non grandi dimensioni, di forme snelle, adatta per correre velocemente a remi o con mezzo mecca.nico .

Can onico (Vittorio). Generale, n . a Torino, m. a Firenze (1861-1920). Sottol. dei bersaglieri nel 1882, pa.rtecivò alla campagna del 1911- 12 meritandosi una medaglia d'argento a. Sciara Zauia ed una di bronzo a Zanzur; promosso colonnello ( 1915) fu nominato comru1dantc del1'84° regg, fanteria. Collocato in I'. A . e r ichiamato in servizio, partecipò alla guerra. 1915-18 quale Presidente del T ribunale cli Guerra del X C. d' A., raggiungendo nel l917 il grado di magg. generale. Canopo. V. Alessa.ndn'a (batt. del 1801). Canopo. Torpediniera d'alto mare, varata a Napoli nel 1908, lunga m. 50 larga m. 5,29, con dislocamento di

Battagl-ione ca.mionieri . .Costituito n e l 1696 nel Regno •di Sardegna, raggruppando le compagnie bombardieri già esistenti. Nel 1726 prese il nome di « battaglione d'art iglieria ». Camwnieri di Mare. Corpo istituito nella marina sarda :nel 1817 e composto di quattro compagnie. Corpo dei camw,vieri e marinai. Costituito a N a.poli nel settembre 1837, su 10 compagnie ( 4 di cannonieri, 4 cli marinai e 2 cc sedentanee »). Cannoniere Alfredo. Generale, n . a S. Maria Capua Vetere nel 1869. Sottot. d 'art. nel 1.899, partecipò alla campagna it~o-turca ( 1911-12), meritandosi u n a. med. di bronzo e alla guerra. 1915-18, ottenendo tre med. d'argento oltre a lla promozione a tcn. colonnello per merito di guerra. Comandò dopo la guerra il 9° regg. a rt. campale e il 2° regg. art. da camp. e promosso generale di

tonn. 216,5, macchine cli H P . 2.900, a rmamento· 3 cannoni da 4 7, 3 lanciasiluri. Stato Maggiore 3, equipaggio 35.

Canosa di Puglia (an t. Ca.nusimn). Comune bagnato dall'Ofan to, in prov. di Bari. fu una delle più antiche città della Puglia, nota durante le guerre dei Sanniti ,dei quali i Canosini furono alleati. F u sottomessa dai Romani nel 318 a. C. per opera del Console


L. Plauzio. Fedele a Roma durante le guerre puniche, diede ospitalità e difesa agli avanzi d ell'esercito romano dopo la. sconfitta di Canne. Xè Annibale riuscì ad impa dronirsi della città. Nella guerra sociale tuttavia Canusium si un l alle a ltre città delle Pugl ie e defezionò da Roma e nell'89 a. C. fu indarno assediata dal pretore ron{ano Corconio, che dovette contentarsi di devastarne i dintorn~. Pochi anni dopo (83 a. C.) presso C. si combattè una b~ttaglia fra Silla e C. Norbano che venne sconfitto e costretto a ritirarsi a Capua. C. soffri gravi danni per questa guerra, ma. il suo nome ricorre spesso durante le guerre civili; e riuscì a man.tenere colle armi il proprio grado municipale. Divenne colonia romana sotto M.arco Aurelio, e conservò nel medio evo la sua indipendenza, .lìnchè fu assalita e distrutta dai Saraceni. Riedilicata dai Normanni e inunita di forti d ifese po tè opporre poi lunga resistenza agli Ungari. ).fel 1502. fu stretta d 'assedio dai Francesi ai quali dopo lunga resistenza fu ceduta dagli Spagnuoli condotti da P ietro :\'avano.

I. Battaglia di Canosa (209 a . C.). Appartiene alla seconda gucna pt1nica e f u combattuta dal proconsole M. Claudio èlfarccllo contro Annibale. La bar.taglia du rò tre giorni; n el primo r imase indecisa; nel secondo i Romani ebbero la peggio e perdettero 2700 u.; nel terzo, èlfarce llo prese il comando del centro e s i trovò contro ag li Spagnuoli di Annibale, appoggiati da elefanti che scompigliarono la prima fila romana. Un tr ibuno, C. Decimo F lavo, raduna la sua schiera, e p iomba sugli elefanti facendo lancia.re contro cli essi un nugolo d i giavellotti. Punti eia queste armi, gli elefanti, irritati, si vo lgono in fuga disordinando le truppe di Ann ibale. Allo ra le fanterie romane avanzano all'attacco e in breYe comp letano il disordine dei nemici. l\farcello completa la vittoria lancia11do all'attacco anche la cavalleria, e i Cartaginesi, perduti 8000 tt. e 5 elefanti, si ch iudono n el loro campo, che la ruattin,i seguente abbandonano battendo in ritirata i 1011 inseguiti d ai Romani. II. Assedio di Canosa (1348). Fa parte d ella spedizione e guerra cli re Luigi I d'Ungh eria contro il reame di Napoli. Un corpo di Ungari, sbarcati a .M:anfrccloll'ia e condotti da l Voivoda di Transilvania, fecero la prima. n,arcia su ·C:mosa e agevolmente l'invasero e misero a sacco per un'intera giornata e notte. Ma il castello, difeso dal barone Raimondo del Balzo, non fu potuto prendere. Ed a ppena sedata una ribellione in Rarletta , il re stesso d'Ungheria ritornò per espugnarlo. Fatte d rizzare le macchine, e apparecchiata la gente d 'assalto, intimò la resa. /\vendo il ciel Balzo rifiutato, il re s i accostò a lla porta elci castello per incendiarlo. Frattanto i fuorusciti canosini, ch'erano col re d'Ungheria, tentarono da altra parte di far breccia sul m uro che sapevano debole. ".\fa il tentativo, scoperto, fallì. E fallì pure l'assalto condotto dal re. Scnonchè il del Balzo non potè resistere oltre e fu convenuta la resa.

Canossa. Castello in prov. cli Reggio Emilia, costruito sopra un nudo ed iso la to blocco di arenaria, da t\lberlo /1.zzo marchese d'Este. In questa rocca, mtmita d i triplice giro di mUJ'a, Adelaide, ved. di Lotario II, venne assediata, nel 951, da Berengario II, e liberata eh Ottone il Grande, col quale si sposò portandogli la Corona d'Ita lia. );ella lo tta fra il papato e l' impero, il Castello di C., in possesso della Contessa :Yfatilde, ospitò papa Gregorio VII, che vi fece venire lo scomu,1icato imperatore Enrico IV, quale penitente, a chiedere d'esse-

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re ribenedetto ( 1077). ln quell'epoca gli accessi principali erano difesi da un'alta torre, e le tre cinte o fortificazioni rendevano i I castello inaccessibile. La prima o• maggiore aveva un circuito di circa 300 metri, e difendeva il borgo. La seconda era alla metà del pendio su! lato S. E., e comprendeva le caserme del p residio ; la terza girav,t intorno al ciglio superiore, e comprendeva la parte più forte ed elevata della rocca. Nel 1255 iL

Le rovine del ca.s1.e1Jo di Canossa

castello venne d istrutto da lle milizie reggiane. Fu più. tardi riedificato da i successori di Bonifacio. Verso il 1412 subì un assedio eia parte di Guido Torello di Reggio, e Gozzadini di Parn1al rnandali a puni1·e i conti Guido ed Alberto di Canossa. Il castello fu allora nuovamente distrutto. Risorse ancora in condizioni assai mutate nella prima metà det secolo XVI per merito del: Duca d i Ferrara, Ercole II. ]\ell'ottobre 1557 le artiglierie di Ottavio Farnese cli Panna vi a rrecarono nuovi danni, decis ivi. Un aruw dopo Alfonso d'Este po tè J'iprend ere la rocca al Famesc, però in condizioni disastrose. E gli Estensi, decaduta l'importanza militare di C., l'abbandonarono ; da a llora r,,e1·dette ogni carattere di rocca, e solo pi(1 tardi fu sede dcll'alttorità podestariale del paese. ]\fa nel 1831 gli abitanti dei villaggi circostanti, mal soffrendo d; star sottomessi a quella ma gistratllra, assalirono e distrusssero del tutto la rocca, cii cui rimasero solo pochi ruderi.

Canova. Era detta così la stanza dove si riponeva.no, grassi pei bisogni delle trnppe; canoviere, era il magazziniere de1lu canova. Canrobert (Francesco). Ma.resciallo cli Franci>L ( 1809-1895). Iniziò la sua ca rriera m ilitare combattendo in Alger ia; partecipò a molte spedizioni colon ia li. Richiamato in Francia nel' 1850, all'epoca del colpo, di stato (1.851), ebbe il comando d 'una brigata. Gli' ~i r improverò allora la strage nelle vie di Parigi. Comandò la I divisione d'Orien te (1854) rimanendo ferito alf.'\ lma. Ebbe poi il cornan<lo generale delle truppe d'Oriente, che dovette però cedere af P elissier ( 1855) per nuova ferita riportata a Inkerrnann. Rientrato in patria fu nominato maresciallo di Francia. Nel 1859 in Italia comandò il III C. d 'A. Nel 1870-71 difese eroicamente Saint- Privat, rendendosi po-


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pola re. B loccato in :Metz con Ilazaine, cadde in man o dei T edeschi, e fu internato in Ger man ia. Terminata la guerr a fece parte del consiglio su periore di guerra. Dettò « Rico(di di un secolo >J.

Cansacchi (Stefano). Ing , m il itare del secolo XVI, n. ad Amelia. Alle dipendenze di Prospero Colonna res taurò la rocca. d' Ostia danneggiata dalle truppe cli Carlo VIII. Verso la metà del sec. XVI, al comando di truppe pontificie, contrastò p resso Ancona gli sbarchi dei Turchi. Cansstadt (an t. Clarenna) . Comun e presso Stoccarda, nel Wurten berg, sul N ecker. Combattinrnnto di: Ca.nsstadt (luglio 1796). Avvenne durante le operazion i d ell'a1·ma la repubbficana del R eno e Mosella. L'arciduca Carlo, dopo la battaglia di Ettlingen , s'era arrestato d ietro il ::-S"eck er con 26 bgl. e 45 sqdr. presso C., occupa to da 12 bgl., e 36 sqdr., mentre 3 bgl. e 12 sqdr. copr ivano l'ala sr . a P lock in gen. Morcau, preoccupa to da lla posizione presa dagli Austr iaci a C., ordù1ò a l gen. Sai11l Cyr di spazzare la r iva sr. del N ecker dai nemici colla <livisione Taponnier cd appen a sgombratone il terreno passare il Necker a Esslingen, e marcia r e verso il Danubio. L'arciduca però, intuite le intenzioni del l\Ioreau, r inforzò n el la sera del 20 luglio il posto di P locbingcn. All'a lba del 21 lu glio i gen. Laroche e T a.ponn icr, incontr at i r ispettivamente gli avamposti austriaci a Esslingen cd a C ., s 'impegnarono vivamente su tutra la linea. G li Austriac i furono respinti al di là del Nccker con tale violenza, che n on ebbero nemmeno i l tempo di farne saltare i ponti. Sen onchè la rap ida a vanzata dei due ger1erali francesi dai rispettivi grossi, che non potevano accorrer e in appoggio, diede tempo agli 1\ustriaci di rafforza rsi su lla riva dr. del Nccker, ed i l gen. Taponnier dovette accontentarsi d i consolidare le posizioni, intensificando un vivissimo fuoco da una spon da all'altra del fiume, che fin ì soltanto a notte.

Canta (Carlo). Genera le, n. a. V illanova d 'Asti, m. a Santa Margherita L igure (1844-1925). Partecipò d3 ,.17 sottotenente di fanteria a lla. campagna de l 1866. P romosso colonnello nel 1899 fu nominato comandante d el 57° r eggimento fanter ia e collocato in P . A (1902) raggilu1se n el 191 1. il grado di n1aggi.or gene~ rale .

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Cantacuzeno. Antica ed illu str e famigl ia B izantina, di cui sono da r icordar e : Giovanmi Ca.ntacu.zecan1a Carlo no, gener a le bizantino, ucciso in una. guerra contro i T urçhi verso l'anno 11 i4, o GiO"vatz.ni Cant arnzeno, usurpatore del trono d i Costantinopoli, antagonis ta dei Genovesi contro i quali comba tlè. Cant agallina (Giovan Francesco) . Arch itetto m ilita.re del sec. XVII. m. n el 1656. F u in F iandra per 11 anni, come ingegn~re e come cond ottiere di truppe. Si distin se n ell'assed io d i Bred a.. Tornato in patr ia la vor ò alle for tificazion i d i L ivorno e di G aeta .

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Cantalamessa (Michele). Generale, n. ad Ascoli P iceno, m. a '.Yiodena ( 1847-1912). Partecipò da. sottot. di f anteria alla. i;ampagna del 1866; fu poi insegnante p resso la Scuola M ilitare d i Modena e presso la Scuola centrale di tiro d i fanter ia a Parma. P r omosso colo,;incllo ( 1899) fu comandante dell'82" regg. fanteria e comandante in 2' della predetta Scuola Centrale; collocato in P . A. ( 1905) raggiunse nel 1911 il grado di maà-. generale. Scrisse w·ticoli su R iviste m ilitari e comuni col pseudonimo « Milcs >>. Cantalupo in Sabina. Comune in prov. di Roma.. Comba.ttimento di Ca.ntalupo (J l dicembre J 798). Appartiene alla campagna della F r ancia contro il r eame di Xapoli. Comandava l'esercito napoletano i l gen. ::Vlack, l'a r mala francese il gcn. Championnet. I Napoletani s'erano avanzati sulle rive cle ll' Aniene per taglia re la ritirata alle trnppe francesi. 11 gen. .M acdonald ricevette l'ord ine di avanzare su C. Contemporanea.mente i generali francc3i R ey e Duircsne marcia rono verso lo stesso punto per le strade da Roma; i l gen. Lernoine dalla parte di 1tontr.hellano ed A.1uila . Accerchiato da tale manovra a vvolgente, i l gen. 7viack pen sò di r itirarsi su Frasca ti ed Albano. Dur ante questa manovra avvenne il combattimen to; 1'11" mezza brigata francese e due reggin,enti di cacciatori a cavallo sferrarono un vio lento a ttacco. il quale p0rtò alla disfatta di un grosso cor po napoletano. Circa. I 200 uomini deposero le a rm i, ed abbandonarono sul campo ca11110ni e bandiere.

Cantaro (o Canta.re) . Voce antica , adoperata raramente ; ten tò d i richiamal'la in vigore il Botta; signif,c~va una schiera. d i 1000-1200 sold ati a p ied i. Cantavieja (ant. Ca.,·tago vetus) . Città della Spagna in p rov. di Teruel. Durante la. prima campagna cari ista ( 1833-1840) venne fortificata dal gen. cari ista Cabrera nel 1836, e fu assalita e p resa da l generale S. ~1iguel, ma (21 ol!obrc 1836) venne r ipresa dai carlisti che la tennero fino al 1840. Durante la seconda guerra carlista (1872-1875) venne p resa (6 lug lio 1875) dai genera i i J ovellar e 1vfartinez Campos aopo breve assedio. Cante dei Gabriell i da Gubbio. Condottiero in Romagna, e p odestà <li Firenze ( 1301). Cooper ò in Firenze a l tr ionfo dei « Neri >l (guelfi) ed all'eccidio dei << Rianchi ». Nel 1306 C. andò coi Fiorentini a ll'assedio di P istoia , che a bbandonò ad atrocità dop o la capitolazione. Per tali colpe p erde tte la signoria di Firenze che fu da ta a R oberto re d i "Japol i. Ca nt elm i (o CantelAndrea) . Generale n apoletano, n . di P ettorano (1598-1645). Combattè p er gli Spagnuoli in O landa ed in Spagna e fu governatoc amel mi Anclrc~, re delle ar mi d i F iandra, generale d'ar t. nel 1638, gov~rna tore della Catalogna, capitano generale dell'esercito. 1110,

Rotaino Cantelmi. Generale napoletano del sec. XVIIXVIII. Duca d i P epoli e pr incipe d i P ettorano, fu ge-


nerale d 'art. di F ilippo V. Nel 1704 comandò a Madrid la compagnia italiana delle guardie del corpo. Nel 1713 fu promosso capitano generale per aver contribuito a scacciare gli Austriaci dalla Catalogna.

Canterbury (ant. D1trovermtm). Città della Gran Bretagna, ne lla contea di Kent. Vi si eombattè nel 49 a. C. una battaglia in cui Cassibelano, capo bretone, sconfisse i Romani di Giulio Cesare; tuttavia poco dopo fu costretto ad accettare la pace e a disarmare. Canti e canzoni militari e di guerra. L'uso dei canti di guerra e delle canzoni militari è antichissimo e ne troviamo menzione già nei classici greci (Omero, Senofonte, ccc.). li ritmo del canto e la poesia musicata, non solo hanno servito quale incitamento alla pugna nel momento preparatorio e nel supremo cimento. ma sono stati utilmente impiegati, come lo sono tuttora, a sollievo dello spirito abbattuto, e della stanchezza fisica, durante le marcic, e nelle estenuanti fasi d'attesa o negli accampamenti. Noto era precisamente nell'epoca greca il << P eana o Pean ll (canto della Vittoria) ded icato ad Apollo. B isogna ricordare anche i canti mistico-guerreschi cbe infiammavano i petti dei generosi Crociati muoventi alla liberazione dei Luoghi Santi. li canto militare, diffuso in tutti gli eserciti, ebbe particolare culto nell'esercito imperiale Tusso, dove ogni c_ompagnia aveva dodici o più solda ti scelti, che formavano un coro dello dei « Cantanti d i Compagnia ll. Quando il comandante s'accorgeva. che ,·eniva a mancare la lena dei marciatori, qrdinava. al Coro di mettersi in testa e di cani.tre. l'l'[a l'esercito russo mantenne pure il sistema del C. m ilit,ire nel l'atto dell'assalto al nemico, negli attacchi alla baionetta, e nella presa di una piazza, nei quali casi il soggetto del C. ~ una canzone nazionale patriottica. Anche in Austria era in uso, se non per prescr izione regolamentare, di far can tare i so ldati. :N'apoleone I stesso, che sapeva quale azione stimolante avessero la. musica cd il canto ritmico, anche nei momenti difficili, si valse a questo fine della musica. e del C. perfino nel passaggio del S. Bernardo. Gli Svi7.zeri che militavano in Francia, presi da.Ila nostalgia, avevano introdot to il C. in coro del noto « Ranz-des-vaches Jl che dovette essere proibito per gli effetti di nostalgia deprimente che provocava nelle truppe. In Italia, data la particolare tendenza alla musica, specie nelle provincie merid ionali, s i è sfruttata questa recondita forza mora.Jr per fin i milita ri. E già nel periodo epico delle guerre d'indipendenza abbiamo tuua una fioritura di C . militari, dal!'« Addio mia bella addio» del Bosi, alla « Garibaldina.» del Dall'Ongaro, alla « Canzone del 66 » del Brofferio. E ch i non ha v ibrato di a rdore patriotticoguerriero sen tendo ripetere nei primi anni della giovinezza i canti infuocati ddla Rivoluzione francese o le epiche canzoni del Risorgimento italiano? Il « ça ira ll, la «Marsigliese», l'« Inno di 1'1amcli » e l'« Inno di Garibaldi >) sono esempi incomparabili di queste m anifestazioni dell'un im~ popola re, insorta a difesa od a r iscatto del territorio nazionale. Così la guerra del 1870-71 fu combattuta in Germania al canto della « \Vacht am Rhein ». rimasta ormai nella tradizione militare di quella nazione come segnacolo di resis tenza indomita contro ogni vio lazione del patrio suolo. Da noi, anche per iniziativa di comandanti di corpo o di grande reparto particolare cura si è spiegata nell~ sviluppare fra le trup~ pe la passione a l canto. Ricordiamo fra gli altri il generale Agostino Ricci; che diede tassative prescrizioni

648 - affinchè nei reparti aUe sue dipendenze fosse istituita una scuola di canto coral e (1886-1890) in modo che non soltanto nelle marcie, ma anche nelle esibizioni delle musiche militari in guarnigione vi fossero concerti vocali ed istrumentali, che ebbero risultati veramente artistici. Va pure ricordato S. A. R. il Conte di Torino, che volle, quando ebbe il comando dei Lancieri di Novara, fosse curata l'istruzione del canto, e fece comporre dal cap. Rosi apposito inno per i suoi « Bianchi Lancieri». Si fece così strada il concetto che « senza l'impronta della poesia il sacrificio non si compie» cd i combattenti d'Italia, qu:i,ndo s i presentò il bisogno d i esporre la vita per la patria, trovarono i canti adatti' per suscitare l'entusiasmo collettivo, riesumando canzoni delle singole regioni. l tipi di canzoni militari italiane si possono r iass umere in tre: il siciliano, con strofa ad otto versi, e due rime; il toscano tetrastico a tipo s tornello, con più o meno lunghe aggiunte; il tipo settentrionale tetrastico semplice. E precisamente all'aprirsi della grande guerra una fioritura di ca_nti aperti, di motivi nootalgici, di cori battaglieri ha accompagnato i nostri ero i alla morte. Le p iù ardi te imprese hanno a vuto la loro canzone. Cosl la portentosa impresa degli a lpini al Monte X ero ha dato la canzone « ~fonte Nero J> e la fanteria dopo « La Violetta l> ha avuto la « Vorrei volare»; e ancora. gli alpini avevano « La penna nera J>. Fra i cant i di battag lia p iù caratterist ici, più indovinati e più fortunati che l'ultima. epopea guerresca ha creato in Italia sono « Giovinezza >l e « Leggenda del Piave». Il primo, adottato i11 guerra particolarmente dai nostri riparti di arditi, è passato po i a costituire l'inno ufficiale dei fasci di _combatt imento; iJ secondo è s ta to il vero comandamento di ,·ittoria nella guerra. e nella pace.

Cantiere. Quel canto o luogo appartato negli arsenali grandi, dove si costruiscono navigli al coperto. i\ Genova lìn dal 1248 le barche costruite a dovere nel p ubblico arsenale si chiamavano « d i cantiere>>. J] C. non è l'.\rsenale marittimo, ma parte d i esso, dove si costruiscono i bastimenti, più o meno al coperto, e donde pc! pendio dello s,calo si lanciano in mare. Per estensione, fu detta C. qucll'off,, ina dove s i lavorano o raccolgono arnesi attinenti ad opere militari (Gugliclmotti.) La voce deriva dall'antico ca11tiero, ossia uno dei due lunghi travi di legno che mettevansi ai lati della carma quando i vascelli erano tirati in terra (o stavano in costruzione) per sostenerne la « colomba ll ( forma arrotondata della carena). I cantieri formavano la parte principale dell'invasatura e seguivano la nave durante il varo. Da questi è derivato il nome dei luoghi nei quali si costruivano o si raddobbavano le navi. I cantieri navali milita ri sono man tenuti dalle naz ioni marittime per varie r agioni: 1) perchè in essi si esperimentano e talvolta si costruiscono tipi d'unilà che avendo qualche caratteristica speciale devono essere tenuti riservati; 2) per avere luogh i sicuri d i costruzione qualunque siano gli avvenimenti di guerra; 3) per controllare e calmierare il costo di costruzione delle navi che si fabbricano negli stabilimenti privat i. Un cantiere navale milita re, oltre agli scali di costruzione propriamente detti, ha essenzialmente: a) vaste sale da disegno, e sale da tracciare le sagome alla grandezza naturale ;


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Il canllcrc Navale Trles t.ino a Monralcone

b) officine per il tag lio e la preparazione delle lamiere e dei sagomati ; e) grandi impianti di grue, e di aria compressa, J)er la messa in opera dei mater iali che formano lo scafo; d) impiant i per il montaggto e la p rova delle cald a ie e delle motrici; e) impianti per il montaggio e collaudo dei mecca11ismi ausiliari della nave; f) vasche per la prova dei modelli degli scafi ; g) uffici per la direzione e contabilità delle mac_stranze. In Italia, i l più importa11te cantiere Navale militare -è quello di Castellammare d i Stabia, ereditato dal governo bor bonico e che ha vecchie e ottime t radizioni di maestranze. In esso sono state costruite molte delle gran•d i navi moderne. In generale gli a.rsenali hanno tutti u n cantiere loro proprio, che costituisce una delle parti principali dell'arsenale stesso. Per queste ragioni vi è u11 cantiere alla Spezia, a Taranto, a Venezia, a Pola.

Cmitiere Navale Tri:estino. F ondato nel 190i presso llfonfalcone, era i n p iena attività quando scoppiò la guerra; trovatosi nelle line del fuoco, venne comple-tamenle rovinato, ma risorse dopo la guerra, per opera della d itta Cosulich, che già lo aveva fondato. G li stabilimenti coprono una superficie d i 300 mila kmq. e possono costruire 100 m ila lotlll . a ll'anno d i naviglio. Vi sono tre gruppi di officine, otto scali, tre bacini gal.J.~ggianti, una sezione aeronautica con h angars, ecc. Ha dato il Cani 6 te·r, apparecch io t rimotore m ilitare e -tommercialc, che ha la velocità di 180 km . all'ora ; l'Jdrovolanie Sc1tola. Cant 7, d a 160 km . all'ora; l'ldrovo.lan te Cant. 10 Militare, con torretta. per mitragliatrice e radiote legrafia; ecc.

Cantina. Locale d elle caserme e degli stabi lime111i militari, adibito a bottega, per vendere a sottufikiali, soldati td operai mi i. generi alimentar i, senza obbligarli ad uscire dai quartieri onde prnvvederseli. La C. esi.ste anche nelle fortezze e n egli a lloggiamenti m ilitari temporanei, p er campi, manovre, e servizi pubblici, on• ,de sopperire ai bisogni alimcntarì di completamento della raz ione, ed anche per sottrarre i mi litari di truppa a lle speculazioni di .avidi fornitori improvvisati. La C. <leve essere fornita di quantità sufficiente di viveri e bevande in proporzione della forza vivente nella caserma cui è adibita. Sulla qualità e sui prczz~ ei generi venduti n ella C . vigila il comandante del corpo o d istaccamento; per mezzo dei propri dipendent i, e degli u fficiali sanitari e veterinari. La C. è data in appa lto

annualmente o per tempo maggiore, ad un cantiniere o vivandiere; scelto fra i concorrenti bor ghesi che abbiano i voluti requisit i, e si assoggettino alla disciplina militare. I n passato dovevano essere militari. La C. qualora i sottufficiali non intendano istituire una mensa in economia, serve anche a fornire loro i p asti ad equo prezzo stabilito dal comandante del corpo. Nella cantina non possono prestare servizi uomini di truppa. Essa deve essere chiusa nelle ore stabilite dal comandante del. corpo, e deve avere in apposite tabelle scritto i p rezzi delle consumazioni. Vi sono vietati i giuochi d'azza1·do, ed è proibito di far credito ai militari per qualunque motivo. :'\'ella C. possono essere venduti anche generi di pr ivativa e bevande alcooliche ad alta graduazione; però tali vendite sono subordinate alle prescrizioni ed alla vigilanza degli agenti della finanza. Per l'uso delle antjche C. degli eserciti, nei diversi Stati i ta liani, ed in campagna, gli appaltatori o vivandieri, pagavano a l colonnello, o çomandante d i distaccamento, non solo una somma mensile, ma a ltro diritto fisso al Gran Prevosto.

Cantiniera. Nell'esercito francese, fino dai tempi napoleonici, fu istituita la carica di C. E rano in genere mogli di militari, che dai consigli d'amministrazione dei corpi venivano scelte per la gestione della cantina e per seguire i corpi nc.l le manovre, can1pi cd in guerra. Quando però 1·i1naneva.no vedove 1 non potevano restare in servizio a meno che non passassero a seconde nozze. Ve ne era una per battaglione. Esse doveva no vestire una divisa Cin11n1cr e de lla g-11ardta militare speciale a senel secondo Impero conda del corpo cui appar tenevano. Ogni C. aveva diritto, d urante campi, manovre, ed in campagna, ad u na vettura specia le attrezzata a vivanderia ambulan'tc. Durante le guerre, non è stato raro il caso che dette C. si siano trasformate in infermiere, suore di carità, od anche combat tenti. Le storie militari francesi registrano d iversi casi di gesta eroiche da parte delle C., e parecchie ottennero la Lcgion d 'Ono re per ben emerenze acquisite durante le cam pagne . 1


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Canto d'Yrlés (Giuseppe, conte) . Feldmaresciallo austriaco, oriundo scozzese ( 1731-1797). Partecipò alla guerra dei Sette anni; fece nel 1788 la campagna in Turchia. Chiamato a l comando della p iazza di Mantova, la d ifese contro l'assedio d i Napoleone dal 4 giugno al 29 luglio 1796. Q uando Bonaparte rallentò l'assed io di :Mantova tentò una sortita che fu sventa ta da Kilmaine. Per la sua condotta durante il lungo assedio di M antovrc ebbe l'Ordine d i J:l.faria -Teresa. Dopo la vittor ia di Castiglione da parte di Napoleone dovette capitolare (2 febbraio l 79i) e fu collocato a riposo per malattie d erivanti d alle privazioni subite. Canton. Cittit della Cimi. meridionale, sul Cin-Kiang. F u presa e sae:cheggiata dai Tartari l\fanciù nel 1650 e presa dagli Inglesi nel 1841 durn.ntc la guerra dell'Oppio. Ne l 1857 venne assalita e bombardata da 23 navi inglesi, comandate da ll'ammir. Seymour, e 5 navi francesi, comandate dal Rigault. Il 26 d icembre, gli a lleati sbarcarono 5600 u. e presero la città. T anto nel 1841 ,1uanto nel 1857 g li Europei si ritiramno poco dopo l'occupazione. ~el 1926 C. divenne capitale dei nazionalisti a tin ta comunista., i quali vi r iorganizzarono l'antico arsenale. e vi fondarono le loro scuo le militari. Esercito cantonese fu detto quello da loro costit uito, attua lmente (1927) in lotta con tro i «nordisti » per la supremazia sulla Cina. Cantone (Carlo) . Generale, n . a Torino, m. a Roma (1863-1920), Sollo t. d i fanteria nel 1882, partecipò alle campagne d'Africa del 1887-88; promosso colonnello p rese pa.r te alla campagna del 1915 comandante del 10" reggimento fanter·ia raggiungendo nel 1916 il grado d i n\aggior generale.

Cantoni (Ernesto). Generale, n . a Venezia nel 1858. Sottot. del genio nel 1878, partecipò alle campagne d' Afric,i dal 1887 a l 1891 ed a quelle del 1895- 9697, mcriLandosi una med. d'argento a Coat it ( 1895). Colonnello nel 19 ll, ebbe le car iche di di.rettore del genio a F irenze e di comandan te del 4° gen io pontieri; fu in seguito addetto a l comando genio di Verona ed alla sottodirezione genio di J' iacenza. Collocato in congedo nel 1917, raggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione. Cantoni Alfredo. Generale, n. a F irenze nel 1370. Sottotenente di fa nteria nel 1891, partecipò ·a.Ila campagn" d 'Estremo Oriente ( 1901 -02- 0.,) e a lla campagna italoturca (19 ll- l2-13) meritandovi una mcd. d'a rgento. Si distinse durante la gu erra 1915-17, ottenendo una mcd. di b ronzo e la croce di cav. dell'Ordine militare d i Savoia.. Nel 1920 a.ssunse il comando del 6° reggimento alpini ; p romosso generale di brigata ( 1927) fu nominato comandante della 3• brigata alpini (Udine). Cantoni Ermenegt'.ldo. :M edaglia d'oro, n. a 1'1usocco cadu to a Zanzur (1899-1912). E ra un semplice solda to <lei 40° reggi.mento fanteria, ed immolò eroicamen te la s ua giovinezza. sulle sabbie libiche, come è ricordato

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650 nella motivazione, con la quale fu conferita alla memoria d i lui 1a suprema d istinzione a l valore: << Nell'assalto a lla baionetta delle trincee turche, dopo• aver incitato i propri compagni all'avanzata, giungeva fra i pr imi su l nemico, ed ivi, circondato da un gruppo di arabi, ne uccideva due, fe rendone un terzo, finchè, colpito in fron te da un proiettile sparatogli a brucia 1>elo. cadeva sul can1po, vittima del p roprio eroismo» (Zanzur (Libia) 8 giugno 1912).

Canton o (Enrico) . Generale, nato ad Andorno (B iella) m. a Roma (1!'>451902). Pa:rtcci pò <la sottot. Cant<l11 l El'rnencg-ildo d i fanteria alla campagna de l 1866 ed entrò poi nell'arma dei Carabinieri Reali. '.l\"el grado di colonnello ( 1900) fu comandante della Legione d i Roma e della Legione :\Uicvi e promosso magg. generale (1901) fu richiamato presso il Comando Generale dell'Anna . Cantore (Antonio) . Genera.le, medaglia d'oro, n . a Sanpierdarena, caduto sulle T0fane ( 1860- 19 15). Fu il. primo generale ital iano caduto nella grande guerra. Uscito dalla Scuola :\1ililare di llfodena nel 1886, da ufficiale inferiore prestò ser vizio in fante ria; quindi promosso maggiore, clodo aver frequentato la Swola cli guerra, passò negli

alpini,

rin1anerido

poi in questo corpo fino alla promozione a colonnello e diventando << l'alpino» q uasi per antonomasia, sia per la passione della montagna che per la popolarità da lui acquis tatasi in grazia del valore e cantano Enriro dell'abilità di comando, che spiegò specia lmente durante la campagna di Libia. Tra i suoi alpini era nata e si era diffusa. sul genernlc Cantore una specie d i leggenda eroica ; le superiori autorità ricompcnsanmo suoi lllcriti con la croce di cavaliere prima, d i 11.1(fi.ciale poi dell'Ordine militare di Savoia . Promos~o 111agg. genera.le nel febbraio 1914, comandò dapprima la brigata P inerolo e poi la 3• brigata alpini, sempre in L i bia, don<le. rimpatriò soltanto nell'estate del l914. Iniziò la campagna contro l'Austria, q ua le comandante la brigata :Mantova (11.3° e 114° regg. fan teria), con la qu~ Can tore Antonio


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C.AN

CAN

le passò audacemen te il confme in Val Lagarina, occupando Ala, dopo breve e deciso combattimen to. Passato quindi a comandare la 2" divis ione in Val Boile (Cadore) impresse ritmo risoluto alle operazioni che si andavano svolgendo in quel settore. Il 20 luglio 1915, dman tc una ricognizione nella regione T'ofane, essencJ.osi sporto soverchiamente da un sasso che gli serviva da riparo, per

teria , e tambur ini. I l numero degli allievi era fissato a JOOO. 1\1a nel 1813, dopo la campagna cli R ussia, ed i relativi rovesci, la scuola cli C. fu sciolta e gli allievi di essa furono inviati al deposi to d i fan teria in Cremona.

meglio osservaJ"e le µos izìoni avversarie, fu

Cantù Giuseppe. Generale, n. a Pieve S. G iacomo (Cremona) nel 1862. Sotto!. dei bersaglieri nel 1883, pa rtecipò alle campagne d'Africa d el 1887 e del 1895-96 meritandosi una mecl. d'a rgen to a. :\fonte J\focram e Tucruf ( 1896). Fu quindi insegnante presso la Scuola Militare; s i d istinse durante la campagna italo-turca del 1912. ottenendo la croce di cav. dell' Ordine militare di Savoia a Sidi-Said e Sidi- All (1912). ~cl grado di colonnello ( 19 15) ebbe il comando del 3° bersaglieri. partecip ando alla guerra 1915- 18 ecollocalo in r . :\·. (1920) col grado cli inagg. generale, raggiunse nel 1924, il grado di generale di divisione.

colpito da una pallottola di fucile che, perforatagli la vis iera del berretto, gli penetrò nel cervello, fulm in,indolo. La I 'atria, r iconoscen te, gli decretò la 1nassin1a r icompensa al valore, e, do1~0 la vittoria, gli innalzò un bel monumento in Cortina cl' Ani pezzo. Dice la. motivazione <li medaglia d'oro: « Esempio costa nte e fulgido di indomito ard imen to alle sue trup pe, le con dusse ;ittravcrso regioni difficilissime ove il nemico sì era annidato, riuscendo a sloggiarlo. Cadde colpito da palla nemica sull'osserva.torio dal quale esplora va e prepara va n u ovi a rdimenti (Monte Tofane, 20 luglio 1915).

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Cantù Angelo. Generale, n. a Reggio Emilia nel 1858. Sot toc. d i fanteria nel 1877, raggiunse il grado d i colonn ello nel 1908 ed ebbe il comando del 1° regg. di fanteria. Collocato in P. A. ( 1913), e richiamato in servizio col grado di magg_ generale presso i comandi dei C. cl'A. di M ilano e di Bari ( 1915-16), raggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione.

Cantù. Ciuscj,pe . ..\mmiraglio. n. a Orzinuovi nel 18i3, entrato in servizio nel 1888, contrammiraglio nel 1925, ammiraglio d i clivis. nel 1926, sottocapo d i S. ::\{. del la R . Mar ina nel 1925. Ndla gr ande guerra è stato insignito della croce di guerra al val. m ilitare.

)!onurnento al gcn. CaMor e a Cortina (l'Ampezzo

Cantù (ant. CalUa.no). Comune in p rov. di Como, costru ito da i Galli insubrii. Fu munito d i mura; cadde sotto gli attaccbi dei Visconti, i quali lo fortificarono validamente. Nella successione d i Gian Ga leazzo Viscon ti, fu oggetto di contese fra j s uoi capitani, che ne ambivano ii domin io e ven ne preso e ripreso subendo diversi danni. Nel 140ì fu preso da.I P iccinino. e qualtro anni dopo da Barnaba Cartano che lo rese a Gian Maria Visconti, restand one alla sua morte feudatario. Però Filippo j\faria Viscont i, fattolo accerchiare dalle sue truppe, battè il Piccinina, e scacciatolo, se ne impad ronì. Le fortificazioni d i C . vennero allora nuovamente restaurate, e completato, cosicchè divenne un importante ba luardo elci Visc:omi. N eJ 1413 vi convennero Filippo Maria Viscont i coJI'J mperatore Sigismondo per s tringervi un patto d'alleanza. Ai tempi della Repu bblica d i M ilano C. parteggiò per essa; ma fu assediato e preso da llo Sforza. Nel 1S2ì fo atta ccato e preso da Gian Giacomo l\1ed ici, che ne fece il suo qua rtier generale estendendo il suo dominio a molti altri borghi della Brianza. Dovette però più tardi rit irarsi nel marchesato di :Melegnano . Duran te il regno italico-napoleonico fu sed e di una scuola militare per solt ufficiali di fan-

Canu (Enrico). Generale. n . ad Ozieri, m. a Roma (1858-1926). Sottot. rii fanteria nel 1882, durante la. guerra 1915- 18 fu addetto a l comando del C. d'A. di R oma ed al M inistero della Guerra. P romosso colonn ello (1916) fu nominalo comandan te il deposito del 53° fanterìa Ìn 'rreviso e ntggiunsc nel 1923 il gra<lo <li generale cl i brigata. Ca.mi Gustavo. Generale francese (18l 4-1903). Partecipò alla campagna di Roma nel 1849 e vi rimase ferito . Fu presidente del comi ta to d"aniglicria.

Canuto. Nome d i sei re di Danimarca, dei quali sono eia ,·icorclarc : Cmrnto II, eletto « Il grande», re dal 995 a l 1035; compì nd 1014 la conqu ista clcll'Inghi!terra e vi s i fece proclamare re. Conqu istò la :-Jorvegia nel lO~S; fu alleato di Corrado II di German ia contro la Polonia..

Ca11uto IV. Re d i Danimarca dal 1080 al 1086. Fu un guerriero; perseguitò e sconfisse i p irat i del Hallico e i Curlanclesi. Sottom ise la Prussia e la Curlandia. Voleva fare u na spedizione per conquistare l'Inghi lterra. ma una ribellione scoppiata contro d i lu i gli impedì cli compiere l'impresa, essendo stato ucciso dai r il.,elli. Canuto VI . Re d i Danimarca dal 1182 a l 1202. Conquistò la Pomerania, l'Holstein, quasi tutto il litora le del Baltico, e s i battè con successo contro Federico Barbarossa.

Canzio (Stefano). Medaglia d'oro, generale garibaldino, n . e 111. a Genova ( 1837-1909). Nella p rimavera d el 1859 lasc iò gli stu dì classici ed en trò in un grnppo,


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di volenterosi che si offrì al governo per la guerra imminente; coi carabinieri genovesi fece parte dei cc Cacciatori delle - Alpi». Tornò dalla campagna soldato perfetto ed animato dal più ardente entusiasmo per Garibaldi, del quale andò sempre p iù conquistandosi la stima e la fiducia, lavorò alla prcparazio11e della spedizione dei :Mille, e, quando fu deliberata, tornò a far parte dell'eletto drappello dei carabinieri genovesi, sbarcò con essi a Marsala e il 27 maggio venne ferito al ponte dcll' Ammiraglio, nell'entrare in Palermo. Andò a Genova a guarire della sua ferita, poi to"r nò al campo, e militando fino alla fine della guerra, ottenne il grado di maggiore. N cl novembre accompagnò a Caprera il Generale e di lì a un anno, o poco più, ne sposò alla .:\faddalena la :figlia Teresita. D'allora in poi non vi fu p i(! az ione garibaldina, cui egli non partecipasse: a Sarnico, ad Aspromonte, nel Trentino. A Bezzecca, nell'oi-a che il combattimento pareva risolversi a favore degli Austriaci, dimostrò tanta bravura e tanto ardimento, da guadagnarsi la medaglia. d'oro al valor militare. L'anno appresso mosse incontro al genera.le, custodito in Caprera. dopo l'arresto di Sinalunga, lo attese ansioso con una. paranza e sbarcò con lui sul litorale toscano. Seguì poi il Generale fino a.Ile porte di Roma.; e si dovette forse a. lui se il Generale si ritrasse vivo dal combattimento di 1-Ientana. Tre anni dopo lo seguì in Francia. Prima ebbe il comando del Quartiere generale, poi, dopo la. cari• ca. di Renois da lui condotta, OltCJme il comando d«lla s• brii,ata, e a Digione si mostrò di un coraggio veramente eroico, specie nella giornata. di Poully, Dopo la morte del Bossa.ck, per i brevi giorni, in cui la guerra durò, si vide affidato il comando della prima e dell'ultima brigata riunite. Tornò di Francia colonnello brigadiere e da Garibaldi venne elevato al grado di generale dell'esercito dei volontari, che ormai pi(1 non esisteva. Negli 11Itimi ann i della vita fu P residente del Consorzio autonomo del porlo di Genova, ed esercitò un grande ascendente su Ila classe operaia. Si spense. .-settantaduenne nel 1909, e sulla incorrotta camicia ros_-s a che ne ricopriva la. salma, gli splendeva tra le molle .altre decorazioni, la medaglia d'oro al valore, della quale ricordiamo qui la motivazione: cc Kel momento in cui i nostri, sopraffatti dal numero dei nemic i, piegavano in ritirata, egli, raccoglien..do internò a sè parecchi ufficiali, diresse l'azione, animò coll'esempio, ed ordinando da ultimo l'attacco alla baionetta contribuì specialmente all'esito fortunato della giornata» (Bezzecca 21 luglio 1866).

Oao di San Marco (Em-ico). Generale, n. e m. a Cagliari ( 1824-1891). Sottot. di fant. dell'esercito sardo nel 1843, prese parte alla campagna 1848-49 guadagnan-ùosi una med. di bronzo al valore a Nova.ra.; e 1859, meritando, a S. Martino, una. mcd. d'argento; 1860-61; J866 come colonnello comandante il 66° regg. font., guadagnandosi una mcd. di bronw. Fu collocato a riposo :nel 1874 col grado di maggior generale nella riserva.

652 Cao 110b. doti Gi1,seppe. Generale, n . a Cagliari nel 1846. Partecipò da. sottot. di fanteria. alla campagna del 1866; comandò il Dist1·ctto di Cagliari nel 1902-904, raggiungendo nel 1914 il grado di m~g. generale nella riserva. Cao 110b. doti Efi,,<io. Generale, n. e 111. a Cagliari (1849- 1927). Sottot. <li fanteria nel 186i, fu addetto all'Istituto Topografico Militare; promosso colonnello ( 1904) comandò il 24" fanteria. Collocato in P. A. (1907) raggiunse nel 1914 il grado di magg. generale. Cao 110b. don Gio-.;a1mi Battista. Generale, n , a Cagliari nel 185i. Sottot. di fru1teria nel l879, raggiur.se il grado di colonnello cno Enrico nel 19 12 al comando dcll'88° regg, fanteria. Collocato in P . A. nel 1915 e richiamato in servizio nel 191S-1916 quale Presidente del Tribunale di Guerra del IX C. d' A., raggiunse nel 1924 il grado di generale di brigata..

Caor le (ant. Caprulae). Comune in prov. di Venezia, sul litorale Adriatico, già isola., poi congiunta per l'interramento progressivo al lido presso la foce della Livenza. Fu importante città ai tempi di Roma e servì di rifugio ai Veneti durante le invasioni degli Unni condotti da Atéila. Fortificata. e cinta di mura, fu la sede del primo governo repubblicano, che trap iantato poi a Venezia., salì alla grandeu.,a e potenza marinara e militare lien nota. ::-Sell'VIII secolo, con la calata degli Ungari, fu in gran parte distrutta. E subì puTe le pÌ\l crudeli rappresa.glie di guerra dai genovesi condotti da Pietro Doria, durante l'aspra lotta fra Genova e Venezia. Nel 934 presso C., in causa d'un r atto avvenuto da parte di Istriani, la città sollevatasi in armi e condotta. dallo stesso Doge, mosse guerra ai rapitori, e li assalì presso le foci del Livenza. dove dopo accanito combattimento tulli li distrusse gettandone i corpi in mare. L'annivers~rio di questa vitto;·ia fu dal Senato di Venezia celebrato per 400 anni. Caorsi (Andrea) G·enerale. n. a Genova nel 1859. Sottotenente d'artiglieria nel 1880, fu addetto alle esperienze d'Artiglieria e partecipò alla campagna d'Africa nel 1895-96. Promosso colonnello (1912) ebbe il comando del 2° rcgg. d'artiglieria pesante campale. Fu quindi addetto alla Direzione d'Artiglieria di Roma e partecipò alla guerra 1915-1 i meritandosi nel grado di maggiore generale la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Collocato in P. A., raggiunse nel 1924 il grado di generale d i divisione. Capacità logistica (di m,a strada). E' detta anche e< portata logistica», e indica la quantità di truppe che, astraendo dalla eventuale azione ritardatrice del ne-


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CAP

mico, può percorrere una rotabile o mulattiera o sentiero in un dato tempo. Secondo il Moreno, la capacità logistica va d istinta in assoluta e relat iva; assoluta, se riferita alle 24 ore, cioè ad w1a giornata di marcia; relativa, se r iferita ad un periodo di tempo maggiore o minore della giorna ta. La preventiva conoscen za della capacità logistica di una comunicazione ordinaria. è utile sempre, ma si rende specialmente necessaria (]umido occorre stud iare e dare d isposizioni per lo spostament() di forze numerose, da eseguirsi con carattere d'urgenza lungo strade d'importanza non adeguata all'entità delle forze stesse; così, ad esempio, quando si debbano incamminare colonne per mulallicre e sentieri, con la conseguenza. incvita.bile cl i più lento procedere e di maggiore dur ata del movimento. Il calcolo teorico della capacità logistica viene fatto in base ai seguenti clementi: 1• il tempo T d i cui si dispone per la marcia di spostamento (nella giornata o in più giorni); 2" il tempo t che effettivamente occorre per compiere il percorso; 3• il tempo t' destinato a fermate in più di quelle orarie, ossia a lla eventuale lunga fermata; 4° il tempo t'' rappresent ato dalla somma di tutte le fermate orarie o piccole fermate p1·ev.iste durante la marcia ; 5° il tempo T' effettivamente necessario all'unità di marcia per sfilare traverso il tratto meno favorevole del per corso, tenendo conto anche della distanza compresa fra gli scaglioni. Ove in corrispondenza di tale tratto meno favorevole esistano v ie sussidiarie, il tempo T' deve essere computato in relazione all'insieme di tutte le vie in quel punto utilinabili. Esprimendo tutti gli indicati c lementi in ore e minuti, la capacità. logistica si ottiene, in unità di marcia, dalla formula seguen te : (T- (t+t'+t")

C- ------T' Varie sono le cause che possono portare modificazioni alla capacità logistica. così teoricamente calcolata ; l'ordine d i marcia, la. distribm,ione e capacità. degli alloggiamenti lungo il percorso, la maggiore o minore comodità dei rifornimenti, sia con sfruttamento delle r isorse locali, sia con affluenza da tergo, e simili, sono tu tti coefficienti dei quali va tenuto conto ad integrazione ciel dato ottenuto dalla formula. L'esperienza insegna che in ogni modo sulle mulaUiere e sui sentieri conviene sempre avvia re una quantità di truppe alquanto minore di quella che indicherebbe il calcolo teorico; e che, se un dato percorso deve essere compiuto in più lappe obbligate, occorre assumere come sua capacità logistica generale quella corrispondente alla. tappa d i minore rendimento.

Capalbio. Frazione del Comune di Orbetello. E' circondato da mura del quattrocento, con cammino d i ronda. Fu castello fortificato dai Senesi, ora in rovina, come vedetta avan7,ala ai confini del territo1·io fino dall'VIII secolo. Cessata la repubblica. passò alle dipendenze del Granducato d i Toscana e divenne posto di confine fortificato, di fronte a llo Sta to Pontificio. Capaldi (Pasquale). Generale, n. ad Atina (Caserta) nel 1862. SottoL d'art. nel 1883, n.ggiunse il grado d i colonnello nel 19i5 e partecipò alla guerra 1915-18 al comando del 30° raggruppame,no d 'assedio, e la carica d i capo ufficio presso il comando genera le d 'art. Raggiunse nel 1918 il grado d i generale d i brigata.

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Capanna (Napoleone) . Generale, n . e m. a Livorno (1828-1906). Partecipò da sottot. dell'esercito toscano alla campagna del 1848 ; poi a quelle del 1859 e 1861, guadagnandovi una 1ned. di bronzo, infine a q uella. del, 1866. Raggiunto il grado di colonnello (1875) comandò il 7° regg. fanteria ed i distretti di Rovigo e Firenze e nel 1880' e 188 1 ebbe le funzioni di coma11dante superiore dei distretti mii. delle divisioni di Catanzaro e d i Alessandria. Collocato in P. :\. (1882) raggiunse net 1903 il grado di tenente generale. Ca,pal<ll Pasquale

Capannato. V. Capponie1·a.

Capasso (Gesuè). Condottiero della prima metà del 1.:'00. Con i figli Jacopo e G u bello partecipò a lle Cam• pagnc di Roberto d'Angiò in Toscana e in Lombard ia e ai vani tentat ivi di strappare la Sicilia alla casa. Aragonese. Il figlio Gubello ebbe dalla Regina G iovanna I , nel 1346, la carica di sergente maggiore nella città d i Napoli e la signoria del castello di Sant' Andrèolo. Capasso Annibale. Capitano napoletano del sec. XVI, m. dopo il 1550. Nel 1515 servì sotto il D' Avalos. Si trovò nel ricupero dello Stato <li M ilano nel 1521 e partecipò alla battaglia di Pavia (1525). Nel 1528 partecipò alla battaglia del Capo d'Orso. Col D'Avalos si a.doperò per il passaggio di Andrea Doria e di Genova,. i;el luglio successivo, al partito Impe1·iale. Seguì nel 1'529 gli imperia li a l soccorso della c ittà di Vienna ass_ediata da Solimano; nel 1535 partecipò alla spedizione ispano-genovese di Tunisi contro il Barbarossa segnalandosi nella presa della Goletta. Ritornò poi a Napoli, e venne nominato membro del Consiglio di Stato e di Guerra, e fu per suo consiglio che venne fortificato e ridotto ,nell'attuale forma Castel Sant'Elmo di Napoli. Nel 1537, quando la flotta di Solimwo II minacciava. le coste di terra d 'Otranto, accorse alla difesa delle marine di Bari e di Otranto s ulle quali fece erigere molti forti rafforzando le torri e i castelli esistenti. - Un Elia C. militò sotto l' Aldobrandini nella guerra d'Ungheria (1604) e morì nell'assalio di Strigonia dove per primo diede la scalata alle mura. - Un Saverio C. fu ufficiale m.poleonico e morì nel 1812 in Russia, in un'imboscata tesagli dai Cosacchi. Capasso Paolo. Medaglia d'oro, n. ad Agerola (Napoli) nel 1891, m . sul San :Michele nel 1916. Tenente di complemento nel 30° regg. fanteria, aveva già. dato ripetute prove di valore nella guerra italo-austriaca, mer itando di essere decorato ,ti valore. Nella tragica giornata del 29 giugno 1916, in cui le nostre linee del San Michele fttrono per la prima volta sottoposte ad una vasta emissione cli gas asfissianti, che produsse n umerosissime e dolorose perdile, il Capasso dic<le prova mirabile di ardimento, combattendo fino a ll'estremo anelito per ricacciare il nemico, non ostante che fosse giii avvelenato dai gas letali. Fu concessa alla memoria del va loroso uffkia le la meda glia d'oro con questa motiva zione:


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<< D u ran te u n improvviso attacco n emico con gas asfiss ianti, rimasto separato da.I suo reggimento, pon evasi a disposizione del comandante d i un reggimento vicino, e, sebbene già soffrisse dell'avvelcnamentO d ei gas, alla tes ta di pochi uomini, si slanciava contro il nemico, arrestandolo ed inca lzandolo, finchè, morente, cadeva per non p iù r ia lzars i, dando fulgido esempio di valore ed eroico senti- , mento del dovere ll ( G rov iglio (Carso) 29 giugno 1916).

Capecchi (Icil·io) . Generale, 11. a Pistoia, m. a Firenze (1831-1895). Partecipò a lle campagne del 1848 e 1859 nell'esercito tosca.no; poi a quella del ca.passo Paolo 1866, meritando una mcd. d'argento a Custoza. P romosso colonnello ( 18i7) comandò il 46° ed il 7° rcgg. fanteria e collocato io P. A. (1883) ;·aggiunse nel 1894 il grado d i magg. gene:rale. - Un Ca.j,ecchi Olivo, n . a L ivorno, m. a Pesaro (1836-1905) raggiunse il grado di tcn. generale. Capece (Coi-melo) . Capitano napoletano del secolo :XV, m . nel 1488. F u a l ser vizio degli Ang ioini d i :);apoli, d i Giovanni di Francia, di Carlo di Rorgogna e del re Carlo VIII, che lo nominò generale . Contr ibuì alla. v ittoria d i S. All>ino ove fu gravemente ferito. Caj,ecc Francesco. Ammiraglio, n. a P icerno (Poten.za} nel 1861, entrato in servizio nel 1875, promosso contrammiraglio nel 1915; fu membro del Cons ig lio Super iore di Marina, e poi dire tto re generale ciel Persona!(, e Servizio Militare nel M inistero della )farina nel 1915; -tolloca to in P . A. n el 19 16; venne promosso viceammiragli() nella riserva navale nel 1922.

Capecelatro (Fmncesco). :Maestro di campo napoletano del sec. XVII. Fu vicerè di Calabria . Lasciò una « Istoria. dell'assedio posto ad Or betello dal principe Tommaso di Savoia )l e un « Diario d ei tumulti del popolo nap oletano, 1647-50 ll . Cape I la (S,:/vio) . Patr iotta e scrittore, n. di Pavia (1838-1891). Combattè coi Caccia tor i delle Alpi (1859), fu ad Aspromonte, nel Trentino (1866) a :Men tana ( 1867) in F ra ncia. (1870-71). Scrisse poesie patriottiche. Capellari della Colomba (nob . Mattro}. Generale, n. e m. a Belluno ( 1830- 1903). Par tecipò da sottotenente di fante ria. a lla campagna del 1848 ; da ten. nel corpo elci Caccia tori delle Alpi a quella del 1849; da cap itano dei bersaglieri a lle campagne del 1859- 60-6 L mer itan dosi u na 111cd. d'argen to alla p resa di Gaeta. Combattè n ella camp agna del 1866, e p romosso colonnello ebbe il comando del 14° regg. fanteria e del d istretto di R oma . R aggiunse ne l 1887 il grado di magg. generale ricoprendo n el per iodo 1887-91 le caric he cli comand an te .superiore dei distretti mii. del II e IX C. d ' A. e di giudice del T ribuna le Sup remo di G uerra e :Ma rina. Capelle (La). Comune della F rancia sulla Somme.

Combattimento d·i La-Capclle. Appa rtiene a lla cam-

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pagna tra Spagnuoli e Francesi nelle F iandre (1656). I l visconte d i T urenne, dopo d i a ver finto di volere entrare in P iccardia, d iresse la sua marcia verso La C ., dove esistevano i magazzin i m ilitari del nemico, facendo osservare la Somme dalla. cavalleria, e<l eludendo la vigilanza della guarnigione d i Camhrai, onde obbligate gli Spagnuoli a toglie re l'assedio da S. Guislain. La guarnigione d i La C. n oli a rr ivava a 200 u. e il Turenae in una sola notte s'impossessò d i tre ltmette, varcò il passo ed attaccò a mezzo dei minatori il bastione. Il principe <li Con<lè che era davan ti a S . Guislain, corse a soccorrere I.a C. mentre il Turenne raddoppiando gli sforzi contro le mura, r iuscì ad impossessars i di La C. cd a prcs,dia rla con forte nerbo di truppa . Turen ne frattanto, par tì nascostamente in d iligcn7~-i per S. Guislain, e riuscì a r inforzare quella guarn igione, men tre il nemico i nvano tcalò <li impedirlo. Cape/le (Von) . Amm iraglio tedesco dell'epoca nostra; durante la guerra mondia le fu nomin"-tO min istro della. marina (1916), dopo Von Tfrpitz, cli cu i er:i. già capo di stato maggiore. Pareva che fosse in d issidio col T irp itz circa. la. lotta a fondo coi s.otto1narini, 111a in realtà non ne mutò il sistema. N el 1917 (otLobre) in seguito alle gravi ri vehzioni sulle rivolle dei marinai !I bordo della flotta. ger manica h1 costretto a dimettersi.

Capelli (Lu,'.gì). Genera le, n . a Savigliano nel 1802. Laureato ingegnere civile a Torino nel 1822, fu nominato, nel 1830, ten . del genio e, col grado di colonnello, par tecipò alla campagna del 1859, fu direttore del gen io in Alessan dr ia. e nel 1860, coma.ndante su periore del gen io nell'Emilia. e poi direttore del genio in Torino. Promosso magg, geneealc, nel 186 t, fu nominato comand-tntc su periore del genio nelle provincie del Napolit"-llO e, nel 1864, membro della commissione pcnnancn te di difesa; quindi, nel 1867, da ten. generale, fu incaricato della presidenza del comitato del genio e, nel 1868, collocato a riposo a sua. domanda. Capellino (R·i cco) . Ingegnere mil. italiano del secolo XVI. Fu a l senizio cli Spagna. e cooperò nei lavori esegu iti nel 1568 al baluardo d i S . G iovanni in Cagliari. Capello (Giov an-11.,'.). Ammi raglio veneziano del secolo XVII. F u incaricato nel 1645, insieme con N icolò Delfino, di ripren dere la Can ea, cadu ta nelle man i dei Turchi, ma non vi r iuscì, e, ric hiama to in patria, fu condannato al carcere. Ca.pello di S . Franco L,,-igi. Genera le, n . e m. a Sassari (1848-1919). Sottot. di fanteria n el 1866, fu da tenente colonnello ( 1902) comandan te del distretto di Ferrara; collocato in P . A . e su bito dopo l'ich iamato in servizio temporaneo ( 1904) comandò col grado di colonnelio il d is tretto di Sassari. Collocato a riposo ( 1909), raggiunse nel 19 15 il grad o d i magg. generale. Ca.J,ello Luigi. Gen erale, 11. a In tra n el 1859. Sottotenen te di fanteria nel 1878, frequentò la Scuola di Guerrn e d ivenuto C()lonnello (1898) comandò il 50" fanteria . X ci grado d i magg. generale (1910) coman dò la brigata Abruzzi e p assato in Libia vi ebbe comando d i brigata.


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Nel 1914 era ten. generale a l comando della d ivis. mii. di Cagliari quando scoppiò la guerra mondiale. e l'anno seguente entrò in campagna al comando del II C. d' A. conducendolo alla conqu ista di Gorizia dove ottenne la croce di uff. dell'Ordine mii. di Savoia. Aveva già o ttenuto una medaglia di l>ronzo. Passò poi al coJ11ll11do del XXII e del V C. d'A. end giugno 1917 a quello della 2' armata, par trcipJndo alla presa dell'altipiano della Jlainsina e meritandosi la gran croce dell'Ordine mililare di Sarnia. Xci marzo 1918, per non avere ,cmpestivamemc valutata la minaccia incombente sull'estrema s irnstra della 2• .armata a Caporetto, fu sottoposto ad inchiesta e collocato a riposo. Offuscò tutta la sua vita di soldato nel 1925, quando partecipò a complotto contro la ,·ita del Capo del Go,·crno, Benito ~-Tussolini, insieme col mag_giore Zaniboni. Il Tribunale speciale lo condannò, nell'aprile 192 i. a 30 anni di reclusione p er tale partecipazione, e fu per !amo radiato dai quadri dell'esercito. Aveva scritto, in sua dife;a per gli a,venimenti mii. -del l9lì, un libro: « Per la ,,erità. ll ( 1920) . Capri/o Giuseppe. Generale, n. a Salò nel JS65. Sottotcncntr ,far i. nel 1884, entrò da ma ggiore a far parte del Ruolo tecnico dell'.\rma. Rese notevoli servizi durante fa guerra 1915-18, reggendo importanti carirhe presso la fal>brica d'anni di Terni ; collocato in P. .\. S. a sua domanda ( 1920) aSSUll SC nel 1926 il grado di generale <l'ar• t iglieria. Capello Carlo. Generale, n. a Gincna nel 1865. So ttotenente d'a rt igl. nel 1887. partecipò alla guerra 1915-1918, meritandosi una mcd. d'argento nel 1915 nella zona di Lucin ico-Po<lgora; promosso colonnello (1916) ebbe sucCapello Giuseppe C<'ssivamente il comando -del 22", dd 43° e 4° r egg. artiglieria da campagna. :"\'cl 1920 fu assegnalo al comando d'art. del C. d'.\. di Firenze e nel 1923 fu collocato in P . i\. speciale a sua •domanda col grado di gener a le di l>rigata .

Capena (ant. L11coferò11ia). Città del Lazio, ricordata nella storia p rimitiva cl i R oma quale città indipen•dente. I Capcnati, nell'ultima guerra dei Romani comro i Veicnti, impugnarono le a rmi assieme ai Falisci in difesa d i Veio, ed incitarono gli a ltr i E truschi a confederarsi per impedire la caduta di quella città. Però non siuscirono a far togliere ai Romani l'assedio, mentre i loro territori vennero· devastati da questi ultimi. Caduta Veio (393 a. C.) C. fu assalita dai Romani e Q. Ser·vilio ne im-ase il territorio devastandolo cd obl>liwido i -Ca1>ena1i a sottomettersi. Di C. da a llora p iù n<\1lparla

655 la storia fm dopo la guerra Gallica, quando le fu concessa la cittadin anza romana. per aver presta.lo aiu to ai Romani, creando quattro nuove tribù. A Roma rimase come ricordo l'orta Capen a, che conduceva a l tempio di Marte.

Capestrano (S. Giovanni da). Frate francescano, n. a Capestrano nel XV secolo. Partecipò alla crociata contro gli eretici Hussiti in Boemia, e si unì all'esercito di G iovanni Hunyadi contro i Turchi, pren<lcndo parte alla battaglia di Belgrado ( 1456). l\lorì poco dopo, in seguito a ferite, presso Yillach. Capctown (o Cape Toè.•11: Città del Caj,o). Cilli nell"Africn meridionale, capitale della l:nionc Sud-.\fricaua, ncll,1 piccola baia della Tavola. Fu fondatR dagli Olandesi nel 1650; gli Inglesi la occuparono nel 1795 ma colla pace di Amiens dovettero restituirla alrOlancla ( 1802); duran te le guerre napoleoniche ne ripresero possesso definith•amen te ( 1806). Battaglia d-i Capetown (1 795). L 'ammir. inglese E lphinstone, nel giugno, si presentò con forte squadra e 2000 u . di truppa da sharco davanti a C ., difesa dall'olandese Sluipkcn. Le truppe da sba rco inglesi scesero a terra, al comando del gen. Craig e la lolla durò fino al 15 settembre. Occorsero agli Inglesi rinforzi, condotti dal gen. Clarke, p er superare la rcsiste11?.1. degli O landesi, i quali, ridotti a un migliaio d'uomini, dovettero capitolare. L'anno seguente, una Bolla olandese di 3 vascelli e 4 fregate, comandati dall'amrnir. Lucas, tentò di riconquistare C., ma s i trovò d i fronte, sulla spiaggia, molta truppa inglese, mentre dal mare 8 vascelli e 6 fregate inglesi bloccarono le navi olandesi, a bordo delle quali g li equipaggi. già. scossi dalla propaganda repubblicana francofila, si ammutinarono. E rammir. Lucas dovette senza combattere consegnare agli Inglesi la propria flotta.

Capirone (Carlo). Generale, n. a Torino nel 1860. Sollot. di fanteria nel 1882, raggiunse il grado di colonne llo nel 1915 ed ebbe successivamente il comando del 90° e del 153° fanteria. Partecipò alla guerra 1915-JS, e collocato in congedo ( 1919) raggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione. Capitale. In fortificazione dicesi capita le di un saliente o cli un rientrante la b isettrice di un angolo saliente o rientrante. CaCaptrone Cnrto pitale d i un forte è la r,erpendicolare innalzata sul punto di 111ez7.o di esso. Capitana. Xome che si dava ant. alla nave che por• tava il capitano, o comandante generale di tutto il naviglio. Generalmente era la nave più grande, più forte e meglio a rmata. Aveva specia li contrassegni per distinguerla dalle altre. Corrisponde alla nave « Practoria ll dei latini ed alla « Ammiraglia >l dei giorni nostri. Capitana R eale fu detta n el 1715 quella C. su cui


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prendeva imbarco il governatore della squadra delle galere di Vittorio Amedeo II di Sardegna.

Capitanata. Regg. di f,mteria delle Due Sicilie, costituito nel 1752 e sciolto nel 1780. Capitaneria. Nell'ordinamento mil. di Carlo VII di Francia, vennero ( 1448) istituite quattro Capitanerie generali, che si dividevano ciascuna in otto bande di 500 u. l'una. Questa truppa, a piedi, era fornita dalle parrocchie, scegliendosi i più capaci : diede origine ai Franchi Arcieri. - Nella Spagna, le Capitanerie generali corrispondevano a lle provincie, sotto il rappo1io militare, ed erano rette da un << Capitano g~nerale ». Capitaneria di Porto. E' l'ufficio che presiede, nei porti, al servizio tecnico e amministrativo della marina mercantile. L e funzioni della C. di P. hanno a ttinenza con servizi di ordine m ilitare ; ad es. spetta loro di provvedere alle leve marittime ordina.rie e straordinarie e ai servizi di mobilitazione; in guerra, a l servizio ausiliario, alla requisizione e al noleggio delle navi mercantili, alla polizia marittima delle piazze forti, alla repressione del contrabbando, alle operazioni conseguen ti a lle prede marittime, ecc.

Capitanio (Giovamii). Generale macchinista, n. a Venezia nel 1864, entra to in servizio nel 1879, passato in ausiliaria nel 1919, promosso nella riserva navale maggiore generale macchinista nel 1923 e tenente generale nel 1926. Capita-no. Genericamente, capo, condottiero di soldati, uomo che eccelle nelle cose della guerra, che ha le doti per ben comandare un esercito.

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Grado della gerarchia militare esistente presso tutti gli eserciti con mansioni pressochè simili. Il capitano fa parte della categoria degli ufficiali inferiori e gli corrisponde organicamente, nelle armi combattenti, il comando di una compagnia od unità equivalente (squadrone o batteria). Ha alle p roprie dipendenze uno o, più ufficiali subalterni comandanti di plotone e varii sottufficiali. Il capitano comandante di compagnia ( od unità corrispondente) ha per incarico di istruirla, disciplinarla, amministrarla e guidarla nel combattimento; ed i tutto ciò è direttamen te responsabile verso il suo comandante di battaglione. I segni distin tivi del grado di capitano sono rappres entati da tre filetti meta llici, d'oro, o d'argento · a seconda dell'arma, specialità. o servizio,sul berretto e da tre stellette d i metallo bianco poste longitudinalmen te su ciascu na spallina. Durante la guerra, dato il grande numero di unità di nuova formazione, i capitani più anziani furono impiegati nell'incarico del grado superiore, affidando loro il comando del battaglione o dell'unità equivalente. I capitani investiti di ta le comando ebbero, nei p rimi tempi, come particola.re contrassegno,. un dischetto di panno rosso e1j'Jim1.d1t'.•'ll1dd,i,'J1iuh,(:1:1r1i1~!l) sotto le stellette ; ma poi ftL abolito, nè sostituito con a ltro. Capitano d'aviazione (manopola) I capitani che ha1mo compiuto il 12° anno d i grado, od il 20° di spalline, l1anno diritto alla qualifica di Primo capitano e portano, come segno d istintivo, una stri-scetta metallica d'argento trasversalmente sulle controspalline a lla loro estremità esterna. Il grado di C. sembra che r imonti a l 1355, in Francia, sostituendo la denominazione d i << Banderese )l e assumendo il comando di compagnia.

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Capitano (Mar .). Colui a l quale è affidato il comando di una nave. Il termine di capitano sì usa di più nella marina mercantile. In quella mj l, si d ice di preferenza « Comandante». Nella denominazione dei gradi degli u f ficiali della :Marina Mili tare addetti ai servizi generali si ha : capitano di corvet la, che corrisponde a maggiore; capitano di fregata, che corrisponde a ten. colonnello ; capitano I1 Il 'I 1, ili di vascello, che corrisponde a colonnello. Le d eno- 1, controspalline (cap. dt vaminazioni sono s imili in scello we stene·; dì l'regat.a du~ ; di corvetta una); 2, tutte le marine del mondo berretto e rnauOpoJa (cap. e corrispon'dono agli in- di vascello tr e nastrini; (li rregata due; cli corcarichi di una volta, pcrveua uno). chè la corvetta (portante circa 25 cann oni) era di importanza m inore della fre•gatà (che aveva circa SO cannoni) la quale a s ua volta era meno grande a confronto del vascello, uhe rappre-

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1. distintivo di grado (manopola) sino al 1902; 2, a1.

s ti nlivo di grado (controspalline) sino al 1916. ripristinato nel 1926; 3, cllstl1ltivo di grado (ma'nopola) dal 1916 al 1920; 4, fllettt (tre) nel berr eLto; d'argento per la ranteria e cavalleria, d'oro per le alt.re armi.


-sentava la vera nave di linea e portava da 80 a I2ù cannoni. I gradi con le vecchie d enominazioni trovano però ancora corrispondenza con gli incarichi moderni, perchè un capitano di corvetta comanda gencrahnente un cacciatorpediniere (dalle 1000 alle 1800 tonnellate) u n cap itano di fregata comanda un esploratore (dalle 3000 alle 5000 lonn.) ed un capitano di vascello ha il comando di una nave o un incrociatore di linea (superiore alle 10 mila lonn). Il capitano di fregata assume anche il comando di una squadriglia di cacciatorpediniere, come il capitano di vascello può comandare una flottiglia composta di più squadriglie di cacciatorpediniere cd esplora.tori leggeri. Il capitano è comandante assolut9 a bordo della sua nave, qualunque sia l'autorità delle persone che si trovano imbarcate, sia nella marin:i da guerra, sia in quella mercantile, e ciò pcrchè non sorgano mai dubbi sulle responsabiliti, degli avvenimenti.

65i A tale carica, come a quella dei Capitani del Popolo, succedettero in taluni luoghi e< Gonfalonieri » sul finire dello stesso secolo XIII.

CaJ,itano di padiglio11e. Fu dello così l'ufficiale addetto al governatore della squadra delle galere, nel regno di Sardegna, in l'lrincipio del sec. XVIlI. Corrisponde all'attuale e( aiutante di bandiera». Capitano di ,·c11tura. \". Co1tdotticro.

Capitano ddlc Chiavi. Fu chiamato così in antico un ufficiale a riposo cui il sovrano affidava la cura di aprire o chiudere le porte della piazzaforte, usando le precauzioni d'uso, specialmente di notte.

Capita110 gc11crale. Vcnh-a così chiamalo nel secolo XVI chi comandava tutto un esercito operante. Per quanto si riferiva all"amminis tra?.ionc, dipendevano dal capitano generale un conladorc generale, incaricato di tenere i registri del personale e del denaro, un pagatore generale, un commissuio generale dei Yi;-eri, un ,·editore generale, incaticato <li 1·iscontrare i ruoli e invigilare sulle spese, sulle comp~rc e sulle rassegne. Nella condotta della guerra e comando delle milizie venivaCapitano di ran1erla: no, in ordine gerarchico, do(SOC. XVI) po il capitano generale, un maestro di campo generale. un capitano generale della cavalleria cd un generale di artiglieria. Ncl!'e~crcito delle Due Sicilie, C. G. era il grado immediatamente superiore a quello di ten. generale (secolo XVIII).

Capitano generale delle galere. Titolo che esistette in molte marine e venne sostituito da quello di ammiraglio. In Francia fu soppresso da L uigi XlV nel 1669. In Venezia era anche detto « Generalissimo da mare»· veniva eletto per la guerra e la sua autorità era asso: Iuta. In Roma. era detto anche « Capitano del ~fare)) ed aveva pure a utorità assoluta.

Capita110 gc11eralc cli campagna. Creato da Emanuele Filiberto nel 1573: ne dipendevano alcuni prevosti e (< soldati di giustizia ll: aveva !unzioni di pubblica sicure1.za e suo capo supremo era sempre il capitano generale di giustizi3. funzionario che sopra intendcv:i alle cose della pubblica sit:urezza.

Capitano del Poj,olo. Titolo dato nelle città libere d'Italia nel medio crn, ad uno stran icro provato per coraggio e capacità m ili tare, des( inato al comando delle milizie cittadine in tempo di guerra, e capo delle trupJ>~ in tempo di pace, L'istituzione risale al XUT secolo, c fu creata per contrapposto a llu autorità ùei Podestà. onde tenere in freno i nobili, come s'us:,va per i tribuni della plebe nell'antica Roma.

Capi1a110 maggiore. Nella rep. di Pisa, fu così chiamato il capitano, che t:omandava alle varie compagnie di JJOpolo appartenenti a un quartiere.

Capita110 d'armi. Nella mar. velica era detto cosl il sotl uflìciale cui era affidata la cura delle armi minori della nave, e l'incarico di distribuirle quando fosse necessario. .Era detto anche capo ar1J1ai110/o. Capitano del Golfo. Nella repu bbl ica di Venezia, comandava la squadra posta a guardia dcli' Adriat ico per ' tenere lontani i corsari e le navi straniere.

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Capitauo· di gii.stizia. Era una specie di giudice o capo politico e militare di Terra o Distretto nelle Repul>blicht italiane. Capitano di guerra. T itolo conferito verso la metà del secolo XIII dalle rcpuhbliche C'a1>ltono di cavalleria italiane a i capitani valorosi (scr-. XVI) cui era dato il comando suJ)remo delle truppe. A ta le carica, coinc a quella dei Capitani del Popolo, succedettero in taluni luoghi <( Gonfalonieri >) sul finire dello s tesso secolo XIJI.

Capitan-Pascià . .:--ella mar ina turca, significa (< Grande .\nuniraglio Jl, comandante generale dell'armata, soprintendente generale della capflano di fanteria marina. Questo ufficio era il (sec. XVII) secondo dello ,Stato, -non essendo inieriore che a quello del Gran Visir. Il CapitanPascià rendeva conto diretlamente al Sultano. Capìta110 Samo. Piroscafo italiano armato in guerra. li 25 no,·embre 191, risalì il basso Piave di notte, fra le lince nemiche e le nostre, mitragliando gli Austriaci e operando sbarcl1i di marinai per distruggere appostamenti; riusci a ritornare illeso. Capitano l'erri (ex-Thetis). Nave sussidiaria di 2• classe, costruita in Inghilterra, lunga m. 59 larga metri 7,65, con d islocamento di lonn. 639, macchine di HP. 355, armamento di 3 cannoni da 76. Stato Maggiore 3, equipaggio 29.

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Capite censi. Xell'esercito romano, da Mario in poi, rifiutandosi ormai i ricchi di prestare servizio come semplici soldati, la maggior parte dei cittadini cbe costituivano le legioni erano i capite ce,isi o proletari, che si arruolavano per vivere e per forc carriera, essendo privi di fortuna, e censiti solo come <<uomini». Precedentemente ai tempi di ::.Iario, non facevano parte delle truppe combattenti, ma erano dest inati alla custodia degli accampamenti e delle città. Capitello. Così chiamato nella marina mii. il coperchio di ferro o legno, che si poneva sulla culatta dei pezzi per difenderne il focone dalle intemperie. Era più che un « coprifocone » perchè r iparava anche parte della culatta. Capitello Pe11nar. Altura sull'altipiano dei Sette Comuni, fortemente orgaoiZ?..ata da noi a difesa dopo la ritirata del no,·embre 1917 e denominata << Opera Brutus >>. Durante la battaglia del giugno 1918 fu violentemente attaccata dal nemico e strappata in un primo tempo alle truppe francesi che la difendevano, ma nel pomeriggio stesso del 15 giugno un deciso contrattacco del 78° regg. fanteria francese rioccupava la posizione, rendendo poi vano ogni tentativo di riscossa avvcr• saria.

Capitolazione. E' la convenzione militare che, con o senza condizioni, pone fine alla resistenza di un corpo di truppe in una piazza forte, o circondato da ogni parte in campo aperto. Per quanto possa concludersi anche ,·erbahnente, per lo 'pili essa ha forma scritta. In genere, mas~ima nei casi di valorosa resistenza, alla guarnigione d'una fortezza che capitola, si usa accordare gli onori militari. In ogni caso il corpo belligerante che capitola, dal momento in cui la capitolazione è stata stipulata, ha l'obbligo di cedere le proprie armi e non può guastarle o distruggerle, mentre ciò avrebbe potuto fare prima di stipulare la capitolazione. I regolamenti dei singoli eserciti sono molto rigorosi nel determinare le contingenze nelle quali il comandante di un corpo· di truppe può addivenire ad una capito· lazione: comunque di fronte al nemico ogni comandante di truppe che capitola si deve ritenere autorizzato a farlo: quindi in ogni caso, appena statuita la capitolazione, essa deve intendersi obbligatoria per le due parti. Per quanto la capitolazione possa in qualche ca.so avere conseguenze indirettamente politiche, tale convenzione non ha carattere politico ma esclusivamente m ilitare. Capitolazio11c. Nome dato alla «ferma>> nelle milizie toscane sotto Leopoldo II, dal 1826 in poi.

Capitolazioni. Fin dai primi contatti commerciali, specialmente per effetto delle Crociate, tra i popoli occidentali e gli orientali, i mercanii delle città marittime europee del Med iterraneo, riuscirono ad ottenere nei paesi d'Oriente speciali privilegi, come abitare determinati quartieri, depositare le loro merci in determinate località,· far giudicare da persone loro che furono dette «consoli», con le proprie leggi, le loro controversie; privilegi accordati da prima dall'Jmperatore greco di Costantinopoli a Veneziani, Pisani, Fiorentini, Spagnoli, Francesi, ecc., e poi conCcrmati dai Turchi, dopo la presa di Costantinopoli del 1453, in speciali conven1.ioni, che, perchè divise in capitoli, si chiamarono « capitolazioni».

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Il regime delle capitolazioni era presso ~ poco identico per i consoli delle varie Potenze europee nei paesi d'Oriente, in Turchia, nei Balcani, in Egillo, in Tripolitania, in Tunisia, in }.forocco, ccc., come in quelli dell'Estremo Oriente, in Giappone, in Cina, nel Siam, in Persia. I consoli in tali paesi avevano gli stessi privilegi degli agenti diplomatici, d'inviolabilità e d'immunita, cd avevano giu risdizionc regolata dalle leggi dei singoli Stati. Tutti i pri\'ilegi delle capitolazioni son "enuti grado grado a cadere nei vari paesi ad esse sottoposti: nei Balcani di mano in mano che i singoli Stati si formavano staccandosi dalla Turchia; in Africa, per le note vicende storiche, in Tunisia, in Tripolitania, nel Marocco, ccc.; e nella stessa Turchia in base al Trattato di Losanna del 1912. l\ell'Estrcmo Oriente il Giappone, con singoli trat tati stipulati coi vari stati cristiani dal 1896 al 1900, è riuscito a liberarsi dal regime delle capitolazioni; e la stessa tendenza si manifesta nella Persia, nel Siam e nella Cina.

Capitolino (Q11fozio). Guerriero romano, parecchie volte console; mosse guerra agli Equi ed ai Volsci, li \'inse e ne de,•astò le terre. Ebbe gli onori del trionfo. Capizucchi (o Capisucchi, Camilla) . Generale, nato a Roma m. in Ungheria ( 1531-1597). Combattè alla battaglia di Lepanto; condusse un esercito spagnuolo in soccorso <lei duca. cli ::.lfagonza durante la guerra di Fiandra, e nel 1595 il papa Clemente VIII lo mise al comando delle truppe che do,·ernno aiutare Rodolfo lI nella guerra contro i Turchi; in questa guerra morì sopraffatto dalle fatiche. Capizucchi Ce11cio . Maresciallo di campo dello Stato pomificio nel sec. XVI. Ebbe il comando in capo delle « Battaglie >J costituite per opporsi agli sbarchi dei pirati sulle coste romane, dopo il 1560, e fino al 1570. Capiwcchi Biagio, Generale, fratello del precedente, n. a Roma, m. a Firenze nel 1613. Si rese celebre durante l'assedio di Poitiers gettandosi a nuoto nel fiume Clain per tagliare le gomene di un ponte nemico facendole rovinare nell'acqua.. Nel 1584 fo al servizio del duca di Parma nei Paesi Bassi e fu inviato, in soccorso degli abitanti di Colonia, come generale di cavalleria. Il duca di Toscana. Ferdinando dei Medici lo nom inò luogotenente generale dei suoi soldati e nel 1594 il papa Clemente V.III gli diede il comando del Venosino. 0

Capobianco (Alessandro). Ingegnere militare, n. a Vicenza, m. nel 1570. Fu al servizio di Carlo V e cooperò alla fortificazione del Castello d i lVIilano. Capobia11co. Patriotta, n. di Cosenza, capo e creatore della setta dei Carbonari a Napoli (1808). Kemico tanto dei Borboni, come dei Francesi, combattè per sentimento di indipendenza e libertà della Patria contro i Francesi in Calabria, ma, preso per tradimento, fu condannato a morte ( 1810).

Capocci (Teodoro). :Medaglia d'oro, n . a Lioni (Avellino) nel 1894, caduto a Ccsuna nel 1916. Studente d'agricoltura a Portici, all'inizio della guerra italoaustriaca entrò nella Scuol:l militare di Modena, donde uscì sottot. di complemento nel 2° regg. granatieri. Inviato alla fronte, emerse subito tra tutti gli altri giovani ufficiali per lo slancio entusiasta e la tempra gagliarda, guadagnandosi due mcd. d'argento nel tonnen-


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talo settore di Oslavia. Sull'Altipiano di Asiago, nelle giornale del 31 maggio - 3 giugno, s i battè eroicamente a fianco del col. :Bignami (medaglia d'oro) a i piedi del quale cadde alfine, colpito più volte . La motiva1,ione di medaglia d'oro dice: « Educato al culto della Patria, informò ad esso ogni suo a tto e per esso divenne esemplare insigne di cosciente audacia e d i ogni altra più bella virtù militare, di -cui dette prova costante negli aspri e sangui nosi combattimenti ai quali prese parte. Jn una situazione di estre111a. gravità., mentre l'u ragano di fuoco J1emico si abbatteva con formidabili effetti su lla po.sizione occupata dai suoi uomini, con straordinario -coraggio accorse dall'uno a ll'a ltro punto della fronte ad incitare, col fascino -del proprio esempio e con la sua calda parola, i sold ati che lo adoravano, ed a conforta.re i feriti e morenti. Premuto da ogni parte dagli attacchi delle inconteni bili, soverchianti forze avversarie, perduti quasi tutti i suoi d ipendenti, ed essendo in procinto egli stesso di essere catturalo, impugnato un fucile, con sublime fierezza si difese dai nemici che lo serrava.no da più pr esso, finchè ripetutamente colpito, gloriosamente cadde, spirando col nome d'Italia sulle labbra.» (Quota 1152, Cesuna (Asiago) 31 maggio - .3 :giugno 1916).

Capo d'Anz io. Promontorio nel litorale del Lazio, nel Tirreno, celebre per la battaglia navale vinta da Vittor Pisani (10-7-13i6) duce di 14 navi venete, contro Luigi Fieschi, che ebbe cinque delle sue navi colate .a fondo, una gettata in disordine sulla costa, ed a ltre quattro poste in fuga. Capo di battaglione. Grado nell'esercito frnncesc ,della Rivoluzione, corrispondente a quelli di maggiore e di tcn. colonnello. Aveva iì comando del battaglione. ,Contemporaneamente fu eletto capo sq1wdro11e il coman•clante di detto reparto. Capodichino. Altipiano presso Napoli, dove, nel 1812, Murat fece costruire una delle più grandi p iazze d'armi d'Italia : vi potevano manovrare 30.000 u. delle diverse armi . Nell'epoca nostra vi è stato costruito un aeroporto. Capo di porco. T ermine m ilitare che indicava, nelle antiche m ilizie romane, la forma zi;ne di combatti~nento che assumeva un corpo d i truppe nell'assalire a cuneo uno schieramento nemico. Capo di Stato Maggiore. Ogni corpo di S. M . -ebbe, fin dalla costituzione sua, un Capo, di cui il compito essenziale fu sempre quello di tenere l'esercito - o l'armata - in piena efficienza. Da noi oggi ( 1927) esi·stono il C. di S. M . generale, il C. cli S. M. dell'esercito, il C. di S. M. della Jl,farina, il C. di S. M. dell'Aeronautica. Capo di S. M. generale. Gli stucl'ì relativi alla costit uzione dell'alto comando dell'esercito, condotti in questi u ltim i anni con fattiva a ttività, banno dimostrato ù1

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modo indubbio la necessità assoluta che l'organizzazione militar~ dello Stato sia guidata da un'unica mente direttiva, atta ad assicurarne il coordinamento, sulla base di un'esatta valutazione dei bisogni e delle disponibilit:, finanziarie, per provvedere ai medesimi. A taJe coordinamento della preparazione bellica, è stato p rovveduto nel 1927, coll'istituzione della carica di capo cli stato rnaggiore generale, il quale è scelto fra i marescialli d'Ita lia ed i grandi ammiragli, o fra i generali d'armata, o designati d'annata, e gli ammiragli d'armata, cd è nominato con decreto reale, udito il consiglio dei Ministri. Egli è la mente coordinatrice di tutto quanto concerne la sistemazione difensiva dello Stato e la preparazione bellica delle forze annate : Esercito, ma.rina, aviazione . A tale scopo è il consulente tecnico del Capo del Governo, cui propone le conseguenti disposizioni da attuars i, d isposizioni che dal Capo del Governo stesso sono trasmesse ai ministd interessati, che, a loro volta, le r imettono a i capi di S. :\f. delle forze armate perchÈc le rendano esecutive. Propone al Capo del Governo le .Jinee generali ciel piano complessivo di guerra con l'indicazione dei compiti cli massima spettanti a ciascuna forza annata per l'assolvimento dei compiti comuni a ·· due o p iù di tali forze. Propone a l Capo del Governo - sentiti in merito i capi di S. ::vr. delle forze armate i programmi delle esercitazioni combinate fra le forze medesime; assiste a tali esercitazioni e riferisce sul loro insieme e svolgimento a l Capo <lei Governo che - a sua volta - fa conoscere le proprie osservazioni e conclusioni a i capi di S. ::\·L delle forze armate per il tramite dei rispettivi m inistri. ::\'ell'esercizio delle sue mansioni il capo di S. M. G . corrisponde coi capi di S . M. delle singole forze annate a mezzo dei relativi ministeri. Egli è tenuto al corrente dal Capo del Governo della s ituazione p olitica per quanto possa interessare l'esercizio delle sue funzioni, e dai ministri delle singole forze armate dei principa li argomenti che r iguardano l'eff,·cienza bellica delle forze stesse. In tempo di guerra il capo cli S. M . G. eserciterà le attribuzion i che saraimo stabilite per la sua carica dal Governo. Per il normale esercizio delle proprie mansioni dispone di un ufficio retto da un colonnello ciel corpo di S. M. del R. E. (o da ufficiale di grado corrispondente della R. M. o della R. A.) e composto complessivamente cli sei ufficiali delle diverse forze a rmate.

Capo di S . lv[. dall'Esercito . li capo di S. M. dell'Esercito, comandante del corpo d i S. 1'L, è l'alto consulen te tecnico del :Ministro segretario di Stato per la Guerra, sotto la d ipendenza del quale dirige gli studi e le predisposizioni per la preparazione alla guerra. Il capo di S. M. dell'Esercito viene scelto fra i generali d'armata (o designati d 'armata), o fra i generali di corpo d'.a rmata o di divisione. E' nominato con decreto Reale, udilo il Consiglio dei Min istri. Esercita l'a lta funzione ispettiva sulle truppe, sui serviz1 e sulle scuole, per incarico del m ini5tro. Particolari attribuzioni del Capo di S. M. dell'Esercito sono: a) compilazione degli stucl1 relativi alla organizzazione bellica ciel territorio e ad eventuali operazioni di guerra; b) compilazione e d iramazione dei documenti relativi alle formazioni di guerra, alla mobilitazione, alla ra·dunata dell'esercito, all'impianto ed al funzionamento dei servizi; e) predisposizioni per la protezione delle vie d i co-


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municazione e per la vigilanza e difesa costiera ed antiaerea; d) studio delle questioni riflettenti l'addestra.m~nto dell'esercito ; e) stu dio della regolamentazione tattica, studi e pubblicazioni storico-militari; f) studi di mass ima relativi al reclutamento ed all'ordinamento dell'esercito ed alla circoscrizione territoria le. g) studi relativi a l funzionamento ed a ll'organizzazione dei serviz1 in tempo di pace; h) studi relativi al reclutamento ed all'impiego degli ufficiali di S. M. in pace ed in guerra.

Il capo di S. M. dell'esercito sottopone annualmente al ministro della Guerra i progetti delle esercitazioni da eseguirsi sotto la direzione dei comandi di corpo d'armata e quelle combinate fra esercito, marina e aeronautica, sempre quando l'interven to della flotta e dell'aviazione rappresenti solo il necessario concorso a lle operazioni terrestri. E' tenuto a l corrente della situazione politico-militare delle coIonie ed è consultato in merito alle più importanti questioni relative alla organizzazione delle truppe coloniali, alla d ifesa delle colonie, cd alle opera,:ioni militari che richiedano l'intervento di Stelle e riquaclrawra rosse in campo l)ianco - ge. truppe e mezzi del R . ucralc, 3 stelle; ten. g,:Esercito. Ha l'alta din cr ale, 2 stelle; magg. rezione d ella scllola di genera te, 1 stella guerra, e delle altre scuole ed accademie m ilitari p er l'indirizzo e il coorclina.m~n.to degli stud1 e delle esercitazioni. E' sotto la sua direzione anche l'istituto geografico militare, per quanto ha tratto con l'indirizzo dei lavori allo stesso affidati. In tempo di guerra il capo di S. M. esercita le a ttribuzioni stabilite per la sua carica dal regola mento di servizio in guerra. Funziona cioè da capo di S. :M. elci comandante supremo dell'Esercito. Interprete del pensiero del comandante, egli lo t raduce ill ordini, e vigila sulla loro esecuzione, raccogliendo e coordinando tutte le notizie e gli elementi che possono riuscire utili a l comand ante supremo per la condotta della guerra. Quando il comando dell'esercito è assunto di rettamente da S. M. il Re, il capo di S. M. è responsabile dell'andamento delle operazioni. Capo di S. },I[. della. R . ]Vfari1ta. L'istituzione della. carica di Capo di S . lvL della R. Mar ina e del suo Ufficio, risalgono a l 1884, quando la direzione degli studi per la preparazione della guerra delle forze marittime fu affidata al vice ammiragl io presidente del Consiglio Superiore di l\1arina., carica a llora tenuta dal vice ammiraglio di Saint Bon. N cl 1888 venne stabilito di dare a tale Ufficio u n titola.re suo proprio nella persona cli u n ufficia le ammiraglio del corpo dello S. M. genera le, che doveva però r imanere alla dipendenza del Ministero della M arina.. L'anno successivo l'ufficio cli S. M . divenne una sezione del gabinetto elci Ministro della Marina e l'Ammiraglio che lo reggeva divenne capo dell'Ufficio· di S. M. e cli Gabinetto. Nel 1893 l'Ufficio di S. M. venne aggregato al Segretaria to Generale, allora creato, ma

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nel 1906 ritornò indipendente, e nel 190i, in seguito agli ordinamenti del ministro Jvl irabello, se ne accrebbe l'importanza, tanto che a capo di esso venne preposto unvice ammiraglio col titolo d i Capo d i S. M . della Mar ina. Successivamente, nel 1913 e 1914, furono determinate le sue a ttr ibuzioni, s ia in tempo di pace che di. guerra.

Xel 1915 venne ist ituita la carica d i sottocapo di s·. J\1. durante il periodo della guerra, e nell'immediatodopo guerra vennero apportate varie modifica;:ioni al suo ordinamento, e alla suddivisione dei ser vizi fra i vari Reparti. Nel 1923 l'Ufficio prese la denominazione· di S . M. delh R. Ma.rina, che venne nel 1925 cambi:ttR in quellR di Ufficio ciel Capo cli S. M . della R . Marina. La carica cli Capo di S. M . della )\farina, che è contemporaneamente il comandante in capo delle forze navali, può essere ricoperta esclusivamente da un ufficiale che rivesta il grado· di a1nmiraglio o vice-· ammiraglio di a rmata:, Egli d ipende diretta-· Stella a riquactramra gialla Jn campo azzurro - Ammimente dal Ministro delraglio, 3 s ie Ile ; v1ccammlla 11a.rina. In tempo ragl10, 2 s telle; contramm:raglio, 1 s tella d i pace presiede all'or-· ganinazione ed all'im, piego delle forze marittime e alla loro p reparazione' alla guerra. Ha l'alta direzione degli studi per le costruzioni navali, delle a rmi e apprestamenti per la guerra marittima, esercita J'a.lto comando delle forze navali ed JÌa funzioni ispettive sui servizi e sulle scuoledella R . M arina. Egli presiede il Comitato degli ammiragli e la com.missione suprema di avanzamento. In base all'ordinamento vigente l' Ufficio del capo di s tato maggiore comprende nei vari R eparti cd Uffici l'approntamento, dislocazione e imp iego della flotta d i superficie; il reclutamento e addestramento del personale relativo; l'approntamento, dislocazione e impiego della flotta subacquea; l'appron tamento, dislocazione ccl imp iego dei mezzi aerei per la R , J\farina; la difesa marittima e sua organizzazione; i trasporti e la mobilitazione; le comunicazioni; gli uffici i11fonnazioni, trattàti, storico. Dalla sua istituzione ad oggi, s i sono succedu ti nella carica di capi di S. :M. della Marina i vice ammiragli di Saint Bon (l884- 1888); F . Acton ( l888-J 891); Bettolo (1.896 1898 e 1907-J9t0); Rocca Rcy (19 ll -1913); T linon di: Revel (1913-1915 e 1917- 1919) ; Corsi (1915-1917); A. Acton (1919-1921); Dc Lorenzi ( 1921-1922); Ducci (1923- 1925) e ancora i\ . /\cton, dal maggio 1925.

Capo di S. M. della Regia Aeronautica. Il capo cli S. M. della R. Aeronautica dipende direttamente dal :,\,rinistro per l'Aeronautica. Presiede in tempo di pace a lla mganizzazione ed all'imp iego dell'armata acre'a. ccl a lla sua preparaz ione a lla guerra. Dispone l'esecuzione degli studi inerenli a ll'impiego d ell'armala aerea in guerra e ne concreta le disposizioni necessarie, ricevendo dal Capo di S. M. generale le direttive di massima p er il concorso dcll'a.rmrLta s tessa nel raggiungimento degli obbiettivi comuni col R . Esercito e con la R . Mar ùia. Egli ha l'alta direzione degli s tudi relativi alle costruzioni aeronautiche, a lle armi, agli apprestamenti terrestri di pertinenza. della Regia Aeronautica ed in genere a tutte le questioni riguardanti il personale ed il materiale


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<lella R. Aeronautica. Esercita le funzioni ispettive sulle forze aeree, sui servizi e sulle Scuole della R. Acro• nautica. P ropone al l\iinistro l'impiego e la r ipartizione oellc s,;mme stanziate in bilancio per l'Aeronautica. ~~ ~Toserr~ r--..,__ _______ _____, :!elle sue funzioni ha alle sue dipendente il Sottocapo di S. M . della R. .\eronautica cd esplica la sua azione medi:rnte un ufficio denominato « Ufficio di Stato Maggiore della R. AeronautiS1elle e riq11adra111ra rosse ca ». Primo CaJn caJ11po azzurro po d i S. M. del!'Aeronautica fu il generale Piccio (1925-1927) cui seguì il gcn. Armani.

Capo d'Istria. Piccola città dell'Istria sopra un roccioso isolotto, unito alla terraferma per mezzo d'una diga; ha un piccolo porto. Fu co lonia romana (Aegida). Solto l'impero d'oriente, chiamata J11stim,polis, finì per proclama re la propria indipendcnz,l reggendosi a r epubblica. Nel 932 però venne presa d'assalto dai Veneziani, che ne fecero J'a1u1essione alla rc1,ubbl ica, nominandola capoluogo dell'Istria, da cui l'attuale nome. Durante !e guerre tra Venezia e Genova, quest'ultima la tolse a Vr.nczia nel 1380. ~fa Venezia, ripresa la suprema1,ia rd il dominio sull'Adr ia tico, la riconquistò e la tenne .fino .alla sua caduta. C. venne inco rporata nel regno di Illiria da Napoleone e nel 1815 passò all'Austria; fu restituita all'Ita lia nel 1913. Capodistria (GiffJa1111i co11tc di). Patriotta greco nativo di Corfù (1776-183 1). ·:Messosi alla testa del partito irredentis ta cd insurrezionale delle isole Jon ie contro Turchi, ebbe l'aiuto di Russi. Prese parte a lle campagne del 1812 e 1813 coi Russi. );'0111int1lo p lenipotenziario dell'impero russo a P arigi 1>atrocinò ancora 1(1. causa della libertà, ed ottenne: aiuti militari dalla Fran·cia. Dopo la liberazione della G rccia dalla Turchia fu ministro della guerra e -mise a capo dcll'cserrito il fratello Agostino; inimi•candosi i capi della nohiltà, venne aggredito cd ucciso dai fratelli Mauromicali.

Capodistria (Maria Agosti110 conte d·i). Patriotta greco ( I 778-1857). Fu nominato dal fratello Giovanni luogotenente plenipotenziario de ll'eserdto, cd ebbe a i suoi -ordini i ge., erali Church e Ipsilanti. Riordinò rcsercito, nel qua le era scoppiata· la ribellione e riusci a soffocarla nel 1829 . P resenziò e diresse molte operazioni militari su Vonitza, Macrinoros e L epanto, cui pose I'as.scdio, e che dopo 40 giorni fu costretto a capitolare . Dopo la morte del fratello Giovanni, fu a capo del go-

verno greco, ma, immischiato nelle agitazioni contro re Ottone, venne costretto a rinunziare alle sue cariche.

Capo d'Orso. Promontorio all'entrata occidentale del Golfo di Salerno, celebre per la battaglia n(l.vale vinta dal genovese Giannettino D oria contro la flotta. spagnuola., comandata da Ugo di 11oncada, da Cesare Fieramosca e dal marchese del Vasto. I primi due vi perdettero la vita, il terzo fu fatto prigioniero. Capo Gruppo. Carica con significazione generica, c he p uò essere data a chi è investito riel comando <li un gruppo di batterie d'artiglieria, o rli squadroni di cavalle ria; di reparti di mitragliatrici, ccc. X ella terminologia militare è però una espressione che p uò avere carattere continuativo, quando il C. G. ha il comando titolare di un reparto dcterm in(l.to; oppure un carattere tcmpor:mco, durante la formazione di reparti per ragioni di manovra o di gue rra. Il C. G. esplica sul proprio reparto in questo secondo caso soltanto funzioni tecnico-tattiche, senza occuparsi della parte amministrativa, mentre quando ne è investito pennanentementc ne ha anche la gestione disciplinare cd amministrat iva. Nel tiro delle art. da fortezza e da costa al C. G. fa capo quanto riflette le indicazioni dei bersagli da battere, i dati riflettenti l'ubicazione ed i moviment i degli stessi bersagli, e le azioni di coordinamento delle batterie. Ha speciale importanza nel tiro preparato. C. G. è pure chiamato l'ufficiale di fanteria o cavalleria incaricato di dirigere l'esplorazione di un gruppo di paltu~lie, che, per le condizioni topogra fiche ùclla zona da esplorarsi, de\'ono essere sguinzagliate attraverso a lla intricata rete stradale da percorrersi. Egli deve non solo coordinare i! servizio delle singole pattuglie, ma anche indicare la direttrice di marcia ed i punti di riferimento per la raccolta delle notizie. Deve inoltre dare i limiti della esplorazione, cd anche le lince di collegamento Il C. G. dipende dal comandante dell'avanguardia, o della colonna che lo ha d istaccato, ed a llo stesso dc,·e im·iare le notizie raccolte, che però deve pure fornire a l comandante del reparto più Yicino, se giudica che possano intcrtssarlo o richiedano provvc<limcnti di urgenza. Capolago. Comune svizzero del Canton Ticino all'estremità sud del lago Cernsio. Xel 1830 ,·i fu fondata una << Tipografia E lvelica >> d a una società di patriotti italiani, che divenne centro cli pubblicazioni piene di sentimento patrio, durante il periodo preparatorio <lei mo,·itncnto d'indipendenza italiana; essa fondò nel 1849 una << Società Patria>> e divenne ricovero dei profughi. Nel 1853, oppress.1. dalle poli:tie segrete e palesi, c!Mettc cessare la sua attività. Capolancia. V. Lancia. Capo Manipolo. Presso i Romani era il comandantr di un Manipolo (100 uomini sot to Romolo, e 200 sotto i Cesari); egli aveva anche il nome di Centu rione, e corrispondeva al nostro a ttuale tenen te. La carica ed il grado furono ora rievocati e rimessi in onore dalla M. V. S. !\"., dove precisamente come ai lcmpi di Roma, il C. J f. è il comandante di un plotone, e corrisponde al grado di tenente.

Capomazza (Francesco). Ccncralc, n. a l'onuoli nel 1853. Sottot. di fanteria nel 1875, entrò nei Carabinieri Reali e promosso colonnello n el 1907, comandò le Le-

gioni di Bari e Firenze; collocato in P. A. ( 1913) fu


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richiamato ·in serv1z10 col grado di magg. generale pe~ assumere il comando del campo di concentramento dei prigionieri di guerra dell'Asinara (1916-17). Raggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione. Capomazza Guglielmo, Ammiraglio, n. a Napoli, m. a Roma (1859-1927). Entrnto in servizio nel 1874, promosso contrammir. nel ·1914, vice ammiraglio nel 1916, coUocato in P. A. per età nel 1916, a riposo nel 1924. Partecipò alla guerra di L ibia; durante la guerra italoaustriaca ebbe il comando della 3° divisione navale n el 1915-16 e diresse l'opera di sgombro dell'esercito serbo. Fu aiutante di campo di S. M. il Re dal 1912 al 1915.

Capo musica (o capo battda) . E' non solo il comandante del corpo musicale, o banda del reggimento, ma anche il clirettorc teçnico della stessa . .Mentre negli eserciti esteri il C. },!., come la banda militare stessa, risa.lgono ai tempi antichi, nell'esercito piemontese noi troviamo una regolare costituzione della musica militare col relativo C. M. solo nel secolo XVIII, e precisamente nel 1786. Il primo C. M. fu il maestro Gaetano Pognani, primo violino della Cappella reale. Il C. M. ebbe dapprima il grado di sottufficiale; poi venne elevato, col grado di Capo musica (fl'Cgio del hnìCCìO) sottotenente, alla categoria ufficiali. Egli ,dipende direttamente dal capitano aiutante maggiore in 1• del reggimento, ed ha l'incarico di dirigere le r ipetizioni artistiche, di comporre marcie ed a ltri pezzi di musica e di istruhe i suoi subordinati. Deve inolt.re sopraintendere alla scuola dei trombettieri e dei t amburini, sia da soli che in unione a lla musica. E' esonerato di intervenire a lle marcie ed esercitazioni se ha compiuto il 48° anno di età. Può assumere fuori servizio altri incarichi inerenti alla propria arte; però gli è p roibito cl i dirigere musiche di caffè-concerti, feste ~ balli pubblici, che non abbiano scopo di beneficenza, riunioni d i carattere politico, accompagnamenti funebri di privati. Può far uso di abito civile in casi speciali. E' scelto fra i diplomati da Istituti musicali governa tivi. Capon (Angelo) . Generale, n. a Venezia. m. a Roma (1855-1917). Sottot. del gen io nel 18ì6, raggiunse il grado di colonnello nel 1908 ed ebbe successivamente le funzioni di direttore del genio d i Verona e cli Torino. Collocato in P. A. (1913) e richiamato col grado di magg. generale a ll'inizio della guerra 1915-1 7, fu addetto ai comando del genio di Torino. Capott Aug·11sto. Ammiraglio, n. a Venezia nel 1872, entrato in servizio nel 1886, collocato in P. A. nel 1923, promosso contra1mnir. nella riserva na,;ale nel 1923.

Capo operaio. Denominazione d,1.ta a operai civili assunti in servizio da corpi dell'esercito fra persone ritenute idonee, per la manutenzione di materiali di qualw1que specie. Non sono sottoposti a lla clisciplina m ii., nè hanno equiparazioni di gnido. Ve ne sono anche nei diversi stabilimenti militari. Capo Pattuglia. E' il comandante di un drappello di esploratori, incaricati di assumere infonnazioni cd

indizi sulla presenza e disposizioni del nemico, nonchè sulle condizioni peculiari del terreno. Avuti e capiti perfettamente gli ordini del comandante che lo distacca, il C. P. deve innanzitutto farsi un giusto criterio sui mezzi e sul personale che ha a sua d isposizione per disimpegnare la missione. Deve assicurarsi, specie per le missioni che richiedono parecchi gi~rni, che l'equipaggianJento, vestiario, -viveri, cd attrezzi necessari, siano in perfette condizioni per giungere alla meta prefissa. Ed a,certato tutto ciò <leve stabi lire con giusto criterio l'itin erario, e la durata di ciascuna marcia, onde compiere nelle migliori condi1,ioni l'impresa affidatagli. Il C. P., a seconda dell'importanza della missione, può essere un graduato <li truppa, od un ufficiale delle diverse anni, come pure w1 ufiiciale del corpo d i S. lvf. Tali ufficiali devono prima cli partire essere provvisti di carte topografiche, binoccolo, bussola, taccuino, ecc. Talvolta occorre che di tale clorazione siano provveduti anche i graduati di truppa. T ranne in casi d i assoluto segreto, il C. P., a ll'atto di pa rtire per la missione, dà partecipazione agli esploratori dell' incarico avuto, affinchè essi lo sappiano in sua eventuale assenza, e sappiano anche in qua.le modo intenda assolverlo. Deve indicare Ja meta cla r aggiungere e la strada da percorrere. Guida la pattuglia nella marcia cd esplorazione, JJerciò deve tenersi sempre in relazione coi suoi vari clementi esploranti. Le informazioni in genere sono trasmesse scritte dal C. P ., che soltanto in caso di breve d istanza può clarle verbalmente di persona. In casi speciali il C . .P. può trasmetterle con apparecchi fototelegrafici, telefonici, telegrafici, ecc.

Capo posto. Tanto nel servizio territoriale come in quello di campagna il C. P. è. il comandanie di un p osto di guardia, ed è un graduato di truppa. Il C. P. ha non solo l'incarico di clirigere e sorvegliare il servizio di guardia nel punto a lui assegnato, ma la giurisdizione più assoluta sulle sentinelle da lu i collocate. Avuta. la consegna del sito nel quale deve prestare servizio di guardia, deve personalmente dare il cambio alle sentinelle e trasmettere alle. stesse gli o,-dini avuti, verificando che i soldati abbiano ben capito la consegna, e la disimpegnino col necessario zelo cd esattezza. Si assicura. personalmente che funzionino bene tutti gli apparecchi messi a disposizione per segnalazioni a clistanza e per comunicazioni rapide fra sentinella, capo, cd altre sentinelle viciniori. Deve da re il turno alle sentinelle colla voluta regolarità, e nel tempo prescritto, affinchè a lternino il periodo di intenso e fat icoso servizio con intervalli di riposo; ed a tale scopo deve dare alle singole sentinelle un numero progressivo onde ognuna presti nelle 2-l ore lo stesso servizio. Non permette che alcuno dei soldati addetti a l posto si spogli o lasci le a rmi, all'infuori che quando per turno ognuno deve attendere alla breve pulizia personale. Il posto di guardia <leve dal C. P. essere fatto tenere non solo pulito e nelle miglioi'i cond izioni d'igiene, ma. sgombro da qualsiasi in1pedimento. Deve informare di ogni novità importante il proprio comandante dfretto, e deve vigilare sulla salute dei propri solcl,;.ti, in modo che qualora taluno cadesse ammala to venga a l più presto sostituito da altro sano, così da noa d iminufre l'efficienza. clel posto di guardia. In tempo di guerra il servizio di C. P. assume p iù alta e delicata importanza, dai momento che, nel servizio di accampamenti, la sicurezza delle truppe che J"iposanc.


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ai grossi, deve essere da essi c ompletamente garantita. E' necessario così che il C. P., oltre ad accertarsi di persona della sicurezza e del valore naturale della posizione in cui si trova, ne rafforzi gli accessi e le d ifest", e ne aumenti il valore visivo ed auditivo, in modo da prevenire ogni sorpresa, e da riuscire ad avvisarne in tempo il comando da cui dipende. Tranne che per ordine od autorizzazione del comando da cui dipende, il C. P. non può allontanarsi dal posto di guardia assegnatogli; e se dovesse cadere ammalato, così da non potere più prestare scrvi1,io, o rimanesse ferito, deve prima di allontanarsi avvertirne chi di ragione per venire sostituito. Severissime sono le pene comminate dal C. P. E. e M. per i C. P. che dovessero mancare a tali disposizioni.

Ca porale. Grado della gerarchia m ilitare, nella categoria dei graduati d i truppa. Nelle armi combattenti gli corrisponde organicamente il comando dei minori raggruppamen ti di uomini, quello della squadra od unità equivalente. Nei servizi gli corrisponde l' impiego in determinale mansioni d'ordine, che, pur essendo di limitata importanza, richiedono tuttavia nell'agente l'esplicazione di un'azione di comando e lo investono di una precisa responsabilità, I caporali sono tratti dai militari d i leva che particolarmente si distinguono per zelo, buona volontà, disciplina, robustezza, sentimento del dovere ed autorevolezza. Dopo due mesi che una classe di leva è giunta 1, cilporale 111agglore; 2, caporale alle a1mi, gli elementi ritenuti iodonei a divenir caporali frequentano un apposito corso allievi caporali (V.) che normalmente viene svolto per battaglione od unità equivalente e che d ura sino al congcdamento della classe anziana. Al termine del corso, gli allievi dicl1iarati idonei sono promossi caporali limitamente, ben inteso, a l numero occorrente per coprire i posti vacanti. Quelli esuberanti a tale fabbisogno sono promossi man mano che se ne presenta la. necessità, Il contrassegno d i grado del, caporale è rappresentato da due striscic di lana, un tempo rossa ed ora nera, di

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d iversa larghezza, piegate ad angolo acuto cd applicate alle manopole della giubba col vertice in alto, la più grossa al d i sotto di quella più sottile. Ha lo stesso armamento ed equipaggian1cnlo del soldato semplice. Il caporale di cavalleria cl iccvasi in passato brigadiere, denominazione che ora è 1·imasla in uso solo presso i Carabinieri Reali. Il grado d i C. è comparso negli eserciti verso Ja' metà del sec. XVI. Si ebbe, in P icmonte, anche il sottocaporale (V.). Caporale di giornata . E' comandalo giornalmente dal comando di compagnia (fureria) e resta in servizio continuativamente per 24 ore, di massima da.I precedente al seguente dista.eco di guardia (circa alle ore 17). Il C. di giornata coadiuva il sergente di giornata (o di settimana) specialmente per quanto si riferisce all'assetto e pulizia c!ei locali di uso generale della. compagnia. Non prende parte alle istruzioni esterne e non può uscire di caserma che per servizio. Sono, per il (< Regolamento del servizio interno>>, allribuzioni specifiche del caporale di giornata le seguent i : dare ordini ai piantoni alle camerale per il giornaliero assetto, e dirigerne il lavoro ; acco1npagnare j militari ammalati che si recai10 all'infermeria reggimentale per la. visita medica: per quelli da ricovera.re nell' infermeria o nell'ospedale ritira all'ufficio di comp,ignia i biglietti d i entrata aH' ospedale, che consegna ai r icovcrandi e da essi ritira gli oggetti che devono depositare all'ufficio di compagnia; in caso di ricovero d'urgenza, e in assenza del sergente d i giornata, coman• da.re uomini di fatica per il trasporto in barella dcl~~g~ ~l~~~~: i' infermo; coadiuvai·e il 3, seco11ào capo; sergente d i g iornata nel1, sot.tocapo. (f prirni tre ga11011i, l'assicurarsi della pulizia In o ro; Il 4° rosso). delle gavette prima del (J\lurina) rancio, e assistere alla d istribuzione di questo; dopo il rancio sorvegliare la pulizia delle gavette e il loro allogamento nei posti stabiliti ; presenta re all'ufficia le di picchetto i soldati puniti quando questi li cbian,a con l'a.p posito segnale; dopo il s ilenzio ispezionare le camerate, assieme al sergente d i giornata., assicurandosi che tutti i militari siano rientrati, prendendo nota dei mancanti, il cui elenco viene notificato alla fureria; ricevere in consegna il pane per gli uomini assenti per servizio, all'infermeria, nelle sale di punizione e fa.rio loro portare. In complesso si p uò d ire che le mansioni del caporale di giornata, pur modeste, sono d'importanza fondamenta.le ·p er il buon andamento del servizio interno dei reggimenti, che è tan ta par te dell'educazione militare e della. disciplina della truppa . P recedentemente il C. di G. \veniva chiamato C. d-i settimana, e il suo servizio durava ap punto una settimana, invece che una giornata come ora.

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1, chiamata capor ali; 2, chiamata caporali mag-1or1; 3, cbtamata caporali cli con t.a.billtà; 4, Chiama ta

caporali di giornata.

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La Conca di Caporctto

Ca.porale di Jvltita.. F.' clett~ così il C . che fa parte del servizio d i guardia, ed è incar.icato di dare il cambio alle: ·sen tinelle collocate per la vigilanza cli un dato edifì.cio o :posto militare o civ'ile. Nel montare 'di guardia deve p ren<lere esattamente in consegna, da quello smontan te, non solo gli oggetti e suppellettili che servono alle sentinelle riel corpo di guardia, ma anche la tabella e gli ordini spedali di servizio di cu i deve farsi un esatto cancello. Nel c ollocare la prima volta a posto le sentinelle di una muta, deve da re a ciascuna un numero progressivo, e fare in modo che il numero più basso spetti a lla sentinella piì, lontana . .!\ ei cambi successivi fara passare in coda il numero che ent in testa, in rnodo da stabilire un turno fra i posti p iù o meno disagiati. Nei posti però d i maggiore import,rnza può lasciare i più adatti ed intell igenti. Il C. di M. deve, 01,'l1i volta che fa il cambio, r iuni1·e la muta montante e visitarne le armi. Si arresta a cinque passi dalla sentinella smontante, alla quale fa avvicinare quella mon tan te, ed assiste alla trasmissione della consegna. Compiuta l'operazione del cambio riaccompagna il drappello a l corpo d i guardia e riferisce sulle n ovità. riscontrate. Ca.po,al furiere : Capora le a.ddetw a ll'uf1ìcio cli compagn_ia od unità equivalente, con mansioni cli scritturaz ione e d i contabilità. I n genere è particolarmente inca:ricato di tenere a giomo i documenti contab ili e amministra tivi della compagnia. Ca.poral maggiore. Grado deli'a gerarchia m il itare, nella categoria d ei graduati d i truppa, immed iatamen te su_periore a q uello cli caporale . Ha gli stessi incarichi e le

stesse mansioni di quest'ultimo. Viene tratto dai caporali che particolarmente si distinguono per au torevolezza, disciplina, buona volontà ed attitudine a l comando. I I contrassegno di grado del caporal maggiore si differenzia da quello del caporale per avere una striscia p iccola in più di lana 11era. Il caporal maggiore ba lo stesso armamento cd equipaggiamento del solda to e del caporale .

Caporaso (L1tigi) . Generale medico, n. a Foglianise ( Benevento} m. a Roma ( 1850-1926}. Laurea to a )-'apoli, fu nominato sottot. medico nel 1874; promosso colonnello ( 1904) ebbe successivamente le funzion i d i direttore di San ità del VI C. d' A. e d i segretario presso l'Ispettorato di San itit m ii. e collocato in P. A. (1912} fu r ichiamato in servizio presso l'Ispettorato d i Sanità. dal 1916 al 1918, raggiu ngendo nel 1926 il grado di tenen te generale medico. Caporetto. Villaggio nella conca omo11ima, sulla destra dell'I sonzo, sotto il :.Monte Nero; d ivenuto tristamente famoso nella storia della nostra guerra, per gli avvenimenti del novemlxe 1917, dei qu al i si tratterà nella voce Isonzo. Caposaldo. Elemento fortificato che, insieme con a ltri, costituisce un centro cli resistenza. E' eletto dai Francesi (( punto d 'appoggio». E' d i massima in grado di esercitare azione in varie direz:ioni; è dotalo, naturalmente o ad arte, cli resistenza ad oltranza ~nchc se circondato, e cl i reazione rispetto agli elementi vicini dello stesso sistema. · Secondo la sua importanza e il


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suo compito, può essere tenuto da forza variabile, fra .quella di un plotone e quella di una compagnia. Com:pren<le << posti di combattimento» tenuti da reparti in· lcriori al plotone. Il concetto cui s'ispira il C. risponde a quello <lei frazionamento dei mezzi sul terreno, per sottrarli a l tiro nemico; ma questi mezzi debbono essere disposti e s is temati in modo che, nell'insieme, costituiscano un'organizzazione armonica, rispondente a un determinato scopo tattico_

Caposaldo di livellazio1te. Punto del terreno per il quale viene determinata esattamente l'altezza sul livello del mare mediante la livellazione di p recisione. I C. di L. servono di riferimento per la determinazione delle a ltezze di a ltri pwui necessari al lavoro geodetico e, successivamente, a quclllo topografico. I dati ri_guardan ti ciascun caposaldo di livellazione sono contenuti in appositi fascicoli e comprendono: il tipo del contrassegno, la p osizione geografica, la monografia, l'al1ezza sul livello del mare. Vi è unito u n grafico al 100.000. I caposaldi s i distinguono in orizzon tali e verticali. I primi sono costituiti, in genere, da dischi di bronzo fissati su pilastrini, muri, ecc., i secondi, da piastre di ghisa, rettangolari, fissate ai muri all'altezza -di circa. due metri d al suolo. L'altezza. esa tta è data da una linea orizzontale incisa sopra un disco centrale di -0ttone.

un ottimo elemento morale nei momenti più salienti della vita militare, specie in campagna. Questa denominazione precedette quella di caporale. Nella lv!. V. S. N. il C, S. è un grado che corrisponde al sergente o vice brigadiere dei CC. RR.; comanda una squadra di « camicie nere». Nella marina, la carica <li C. S. ha un significato e comando ben p iù importante che nell'esercito. Dal 1600, formatisi i quadri nelle varie marine, il C . S. corrisponde a comandante di una squadra navale, e cioè al grado di ammiraglio.

Capo tamburo (o Tamburo maggiore). Dal 1832 fu introdotta qualche variazione fra i corpi musicali, trombettieri e tamburi dell'esercito piemontese, e venne 'istituito il C. T., sott11ffìciale che dirigeva i tamburini del reggimento e di battaglione. Portava una divisa speciale a seconda del reggimento cui apparteneva, ed wut mazza infioccata, sormontata da un grosso pomo. Nel 1839 l'isti:uzione dei tamburini fu tolta dai battaglio:n i ed affidata al C. T., presso i depositi dove essi po-

Caposile. Località sul basso Pia.ve. Dopo la nostra xitirata del novembre 1917, gli Austriaci erano riusciti a costituirvi una piccola testa d i ponte. Nella notte sul 26 maggio 1918, nostri reparti di a rditi e di bersaglieri

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irrompevano nel. settore nord <li essa, travolgendo le difese nemidie per una profondità cli circa 1000 metri e •catturando 400 prigionieri; d ue violenti contrattacchi nemici venivano prontamente respinti. Dopo la nostra vittoria del Piave, tra il 24 ed il 25 giugno, la testa di _p onte di Caposile fu da noi completamente riconqui_stata.

Caposoldo. Si disse un tempo d i quanto si aggiungeva a l soldo ordinario per il soldato che lo merita va. ·Corrisponde alla voce soprassoldo, di epoca recente. Capo squadra. E ' il comandante di reparto dell'e.sercito che corrisponde in genere a lla metà di un p lotone. Il grado del C. S. è quello d i sergente o caporal maggiore. Il C. S. risponde s ia dell'andamento del pro:prio reparto, come pure dell'impiego tattico. Per tale r a_gione il C. S . rappresenta n ella scala gerarchica il gra,<luato che è pi11 a contatto colla truppa, e che costituisce

Zappatore

Tamburino

Capotamb uro

(Brigata Guardie 1830)

M,1s1cante

tcvano arruolarsi all'età. cl i 10 anni, prendendo la ferma di 10 anni e passando alle compagnie a soli 14 anni. Il C . T . scomparve dall'esercito qua ndo furono aboliti i tamburi per sostituirli colle trombe. Allorquando, per desiderio cli Vittorio Emanuele III, i tamburi furono ripristinati, il C. T. non ebbe più l'antica pomposa divisa. In origine il bastone del C. T. era una semplice canna che si arricchì a poco a poco di ornamenti e lunghezza. Il C. T. era scelto fra gli uomini di alta statura.

Capotecnico (d'artiglier;a e grnio). T posti di capotecnico di 3'' classe sono conferiti in seguito ad esame. Concorrono a d una metà dei posti disponihili : i d isegnatori, i capi a rmaiuoli dell'esercito, i sottuf:ficiali capi-operai dei reggimenti d'artigl ieria, i sottu fficia li del genio asuiHi ai ferrovieri cd agli specia listi, gli ind ivi-


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<lui d i truppa delle compagnie operaie d'artiglieria, i cap i-operai ed operai degli stabilimenti m ilitari ; concor rono a ll'altra metà dei p osti: gli allievi delle scuole in dustriali che ne siano stati licenziati e non abbiano s uperati i 26 anni. Le promozioni a capo- tecnico principale di 3' classe sono fatte per due terzi ad anzianità, per un terzo a scelta per esami; le altre promozioni di grado e di classe avven gono per anziani tà . Quando nel personale tee.nico d'artiglieria e genio si debba provve<lerc a qu alche speciale servizio, si possono nominare n ei vari gradi anche i ndividui estranei alle amministrazioni dello Sta to .

!io d i Ratisbona (742) stabilì che vescovi e C. fossero. addetti agli eserciti, allo scopo di p restare assistenza spir ituale ai solda ti. Ma il vero e proprio ufficio cli C. negli eserciti, come lo intendiamo oggi, incomincia dal secolo XVI; nelle Crociate vi furono fra le truppe molti sacerdoti, ma s i trallava d i zelo religioso che li faceva accorrere, e non di istituzione regolare. Vi fu dapprima un C. per ogni compagnia, e allora il reggimento aveva il C. maggiore. T utti dipendevano dal C. generale, o Vica~·io generale, il quale era a capo di tutti i

Capo V er de (Isole del). Si trovano d i fronte al Capo V. e sono in t utto 14, ad occidente del Continente africano. Furono scoperte da Diego Gomez e dal genovese Antonio da Noli, nel 1462, mentre era al servizio di Enrico di Portogallo. Nell'isola d i S. Vincenzo trovasi un ottimo porto e in quella di San tiago ha sede il governo. H anno impor lania strategica per la loro ubicazione sulla linea fra l'Europa e l'America <lei Su d. Nel 1781 (aprile) Su ffren, con 5 vascell i e 2 fregate ed altre navi francesi, in iziò dal C. V . (Porto Praya) una fazione navale contro gli Inglesi, impadronendosi d'un vascello e fugando gli altri, comanclati <lai vice ammiraglio Hyde Pa.rker. Cappa. E', nel fodero d i cuoio delle armi bianche por tatili, la parte opposta ~ 1 pun tale, e sulla quale appoggia l'impugnatma. Essa ferma l'arma stessa nella sua corsa quando viene i nfilai.a nel fodero. La cappa è sempre metallica come il p untale, cd è d i varia lunghezza e foggia, a seconda dell'epoca dell'arma e della sua specie. Nelle spade moderne di marina essa è dorata come il puntale ; nelle sciabole baionette è di ottone: Nelle sciabole moderne dell'esercito di terra la cappa è compresa col fodero, che è tu tto metallico. Cappa Adolfo. Generale, n. e m . a Garlasco ( 18461925). Sottotenen te di fanteria nel J864, partecipò a lla campagna de l 1866; comandò da colonnello il 20° reggimento fanteria e promosso maggiore generale ( 1897) fu nomina to comandante della brigata Ravenna. Nel 1915 ebbe col gra do di tenente generale r ichian1ato dal congedo le funzioni di comand ante terr itoriale d ella d ivisione d i Genova cd assunse nel ·_1923 il gra<lo d i generale d i divisione. Cappa Giu sto . Generale, n . ad Alessandria n el 1849. Sottotenente del genio nel 1873, fu addetto a ll'Officina d i costruzione del gen io ed a l comando del genio di Venezia e p romosso colonnello (1903) fu nominato sotto-direttore autonomo del genio a Novara e q uindi direttore del gemo di Veron a . Collocato in P osizione Aus iliaria (1907) raggiunse 11el 1923 il grado d i generale d i division e.

Cappellano militare. G.i à negli esercit i greci e romani erano presenti i sacerdoti, ma allo scopo di p res iedere a i sacri-fic ii propiziatori della villor ia. Il Conci-

Capp<:llani mili tar i. neJia guerra 19 t 5- t 8 C. dell'esercito: recen temente in guerra si chiamò Vecastrense e oggi s i chiama Ordùwrio. Il Farnesc, nelle Fiandre, malconten to dei C., creò una compagnia di Padri Gesuit i, detta lo Squadrone volante. I1, P iemonte nel 1732 il grande elemosiniere del Re fu incaricato dell' ispezione e dcìla sorveglianza sui C. dei; regg. cli fan teria, e a questi era affidata la vigilanza religiosa e morale sulla truppa. Nel sec. XIX, in ciascun reggimento vi era un C., il quale aveva il compilo di . istruire i so ldati nelle cose della religione e amministrare loro i sacramenti. Negli ospedali mil., il C. è pro- posto da ll'autor ità ecclesiastica e nominato da lla direzione degli ospedali medesimi. In marina, trov iamo il C . a bordo delle navi fin daL primi secoli del medio evo. Aveva genera lmente il tra t-tamen to del « nobile d i popp a >) e nelle flotte eravi, a . ~•ordo della nave capitana, il C . maggiore. l i C. ebbe sempre onori e grado e soldo di uffic iale inferiore; ebbe come d istin tivi n appine d 'oro sul cap-· pello, croce rossa sul petto, ecc. Nell'u ltima guerra ( 19151918) era nei reggimenti vestito in grigio verde, d a uf- . ficiale, con crnce rossa a l lato sinistro del petto. I n Francia la Rivoluzione li sop[Jresse: npnst mati. dall'Impero (e dalla Repu bblica Cisalpina nel 1803 in ragione di uno per ogni reggimento) furono aboliti nel. 1830, ancora ripristin a li nel 1866, e di nuovo aboliti! (nei regg. e i n marina) nel 1907 : sono però ammessi in caso di guerra e cl i sped izioni coloniali. D a n oi, nel 1926 ven nero ripristinat i i C., e detti caP-· pellani capi, presso le forze mii. dello Stato. d ipen denti, d a due I spettori : u no 'per l'esercito, e u no per la mari-na e l'a eronaut ica. Al di sop ra degli Ispettori è un O rSCO".JO


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dinario (Vescovo) che ha ad latcre un Vicario. Il primo ha il rungo di gen. di divisione ; il secondo di colonnello; gli ispettori di tenen ti colonnello. La nomina dei C. ha luogo per decreto. I C. capi sono assimilati al grado di capitano (o di tenente di vascello). Dopo 10 anni di servizio acquistano la qualifica di primi cappellani capi, assimilati al grado di primo capitano (o primo tenente di vascello). In tempo di pace vestono l'abito talare con stelletta a 5 punte al bavero recante la croce al centro. In tempo di guerra, vestiranno la divisa mii. con croce rossa alla 12 cm. nel petto, a sinistra, sotto alle decorazioni. L'organico (1 927) comprende 28 C. capi per l'esercito e 5 per la marina cd aeronautica. Quando per accresciute esigenze del servizio fosse riconosciuto inadegua to il personale di ruolo è consentito di assumere sacerdoti col titolo di Cappellani incar-icati, ron assimilazione a l grado di tenente.

Cappellari (della Colomba 110b. ,llarco). Generale, n. e m. a Belluno (1830-1903). Sottot. nella guardia nobile lombardo-veneta nel 181l6, prese parte alle campagne del 1848- 1849, e del l 859 n d lc I rn ppe <lei governo delle R omagne, pe r passar poi, nel 1860, 11ei bersaglieri del regio esercito, partecipando a lb campagna del 18601861 e meritando la med. d'argento alla presa di )Cola di Gaeta. Partecipò inoltre alla campagna 1866. Comandò, da colonnello, il 14° regg. fant. nel 1877 e il <lis tretto militare di Roma nel 1883, e, promosso maggior generale nel 1887, ebbe il comando superiore dei distretti del II e poi del IX corpo d'armata; fu quindi nominato giudice del Tribunale Supremo di Guerra e Marina. Collocato a domanda [n P . A. nel 1891, passò poi nella r iserva. Cappelletto f ulminante

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Cappellozzo). V.

Capsula.

giovane vita a Lissa. ]'(ell'attacco dell'isola, il 18 luglio, battè le fortificazioni di ponente del porto d i San Giorgio. Due giorni ·dopo, nello scontro funesto colla squadra austriaca, il Cappellini si trovò con la sua nave, dotata di una velocità minore delle altre della squadra corazzata, in linea di fi la tra la « Re d'Italia» a prora e la « San Martino » a poppa, e con esse dovè sostenere il fuoco di ben 7 11avi nemiche. 1.lrcve ma violenta fu la lotta; ad un tratto a bordo della «Palestro» scoppiò un incendio. Pronta1m,ntc il Cappellini diede gli ordini opportuni: tra l'altro, [cce allagare le santcba rba rc, pcrchè il fuoco non vi si propagasse. Ai comandanti delle navi, mandati dal Persano in aiuto della « Palestro », rispose rifiutando ogni soccorso, poichè riteneva di poter domare l'incendio roi mezzi di bordo; all'equipaggio disse: << chi vuol<! ancia.re se ne vada, io resto al mio posto», e l'equipaggio naturalment'! imitò il comandante. La lotta co l fuoco durò varie ore; verso le 2 e mezzo J·omeridianc, infine, la nave saltò in aria per lo scoppio delle polvel'i e con essa l'eroico eq~ipaggio. La motivazione di medaglia d'oro cosi s i esprime: « Per a\'ere nella battaglia di Lissa, avvenuta il 20 luglio 1866 fra la Jlotta austriaca e quella ita liana, preferito di mori re con tutti i suoi ufficia li ed il s uo equipaggio anzichè abbandonare la piro-cannoniera corazzata «Palestro » da lui comandata ed in preda alle-fiamme >l (Alto Adriatico (Lissa) 20 luglio 1866).

Cappe I I ina. Caschetto leggero d 'acciaio rarissimamente con tesa, senza visiera, liscio e comodamente adattato al capo di chi lo portava. G li uomini di guerra non lo lasciavano nemmeno in tempo di riposo. Fu adoperato dal XV al XVIII secolo (V. Cappello di ferro).

Capjicllini. 88' Legione M. V. S. N., costituita a Li,·orno nel 1923; è su 4 coorti, di cui le prime due a Livorno, la III a Portoferraio, la IV a Carnpiglia Marittima.

Cappell ini (Alessandro). Generale 11ato a Livorno

Cappe I lo. Copertura del cripo, che si cominciò ad. adoperare nell'epoca della decadenza romana ; i soldati, abbandonando l'elmo, presero un C . di pelle o di fel, tro, detto «Pannonico» forse perchè imitato da copertu ra <ltl capo esistente in P annonia. Più tardi, nel sec. XVI, il C. sostituì il bcnetto, che era stato lungamente in uso: eta tondo, con ala larga rial?.ata da una parte. Durò fino a quasi tutto il secolo XYllI, quando venne sostituito a sua volta dallo Schako, detto quasco nelle milizie toscane. Da noi hanno il cappello d i feltro gli a lpini e l'a rt. da montagna, oltre che la M. V. S. N. (ufficiali); uno speciale cappello di rcltro indurito i bersaglieri, con piume; uno speciale-cappello di feltro indurito i carabinieri.

m. a N apoli ( 1815-1867). Sottot. d i cavall. nell'esercito toscano nel 1841, col grado di colonnello. nel 1860, entrò a far parte dell'esercito italiano ed ebbe il comando del regg. Lancieri di Firenze. Promosso magg. generale nel 1861, comandò la brigata di cava lleria del Corpo d'Armata di Roma e, poi quella composta dei regg. CaYalleggeri di Lucca e Lancieri di Firenze. Cappelli11i Alfredo. :V[edaglia d 'oro, n . a Livorno nel J828, rn. a L issa nel 1866. Uscito nel 1848 col grado d i guardiamarina dal collegio della R . Marina Sarda di Genova, fece la campagna di guerra di quell'am10 nell'Adriatico, e, nel 1855-1856, quella di Crimea. è\cl 1S60, col grado di tenente di vascello, passò al comando della cannoniera « Curtatone l> del governo provvisorio di Toscana, ed ebbe poi nella marina sarda il comando della cannoniera « Veloce >l, con la quale fu all'assedio di Gaeta del 1861, partecipando al blocco della piazza, dove ottenne la med. d'argento e la promozione a capitano di fregata di 2" classe, col qua l grado passò a comandare la nave «A rchimede >>. Nella campagna del 1866, promosso capitano di fregata di 1• classe, il Cappellini ebbe ai suoi ordini la nuova cannoniera corazzata «Pa lestro», sulla qua le terminò gloriosamente la

Capr,elli (li rer1·0 lic i secolo XVII Cappello di ferro (o d'arme). Armatura difensiva dell capo venuta in uso nelle fanterie dopo la prima metil.


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-d el secolo XVI. Esso aveva originariamente la tesa orizzontale, era a foggia cilindrica o a cono tronco e terminava a forma pressochè sfer ica. Aveva generalmente il .nasale scorrevole. Però, anche quest'arma, come tutte le altre di quei tempi, prese le forme più svariate.

Cappello (Compagnia clef\. F u una delle compagnie di ventma del scc, XIV. Ebbe breve d urr.ta. Cappello ( Girolamo) . Ufficiale e scrittore mii., n. nel 1871. Fu ùiscgnantc alla Scuola di Modena e appartenne all'Ufficio storico dello S. M. Collaboratore d i g iornali e riviste, ha puhblicato : « Gli Italiani in Russia nel 1912 ll; « La spedizione francese in Tunisia ll ; e< N otizie storiche del 7° regg. fanteria ll ; ccc.

Oappon i (Gino). Magistrato fiorentino del secolo XIV. elci sec. X Vl! Riorgani.zzò lo stato militare della repubblica. fiorentina. Fu amico di tutti i principali condottieri delle milizie mercenarie della sua epoca e sempre trattò con questi quando i Fiorentini ne ebbero bisogno. Seguì l'eserc ito q uale commissario della repubbl ica.. Era decemviro della. guerra negli anni 1405-1406 quando Firenze fece g uerra a Pisa, e la c ittà venne conquistata soprattutto per merito suo.

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pora.nea. Esse erano .più o meno vaste, semplici oppure complicate, a seconda dell'importanza dei fossi che fiancheggiavano e della qualità e f!Uantità dell'arma.mento che contenevano. Una capponicra quals iasi componevasi delle seguenti parti: due fianchi perpendicolari alla scarpa ciel -fosso o formanti con essa un angolo ottuso (non mai maggiore di 110"); la testa, che chiude dalla parte esterna. lo spazio limitato dai fianchi; la gola, che riunisce le estremi ti interne dei fianchi e nella qua.le era praticato l'ingresso; la copertura per ripararne l'interno da i tiri curvi; il fosso della testa, che separa la costruzione dalla controscarpa; i locali interni necessari a. contenere gli e lementi di difesa della capp,miera ; gli accessori, variabili di numero e di forma, aventi lo scopo di aumentarne l'efficacia, la resistenza al tiro nem ico, la sicurez-

Capanna/o

cappe I Il dl ferro teclcsco e spagnuolo

Capponi marchese Gì,tliano . Generale toscano (16671745). Nel 1722 era sergente generale di battaglia; fu governatore della Lunigiana e di Livorno ; nel 1739 venne nominalo tcn. generale e capo delle << bande ll. Capponi Pasquale Gino. Genera le toscano, n. di Firenze ( 1716-1781). Prese . parte alla guerra contro i Turchi in Austria (1736) e, tornato in Toscana, vi divenne colonnello-proprietario d i reggimento (1740). Ne! 1i66 fu nominato generai maggiore. Capponi Trenca Carlo. CapponJ-Trenca Carlo Generale, n. a Pisa nel 1871. Sotto!. d i cavali. n el 1891, partecipò alla guerra 1915-18, raggiungendo nel 1917 il grado di colonnello comandante il regg. cavallegger i di Lodi. Collocalo in P. A. a sua domanda (1920) raggiunse nel 1926 il grado di genera.le di brigata.

Capponiera (o Caponiera, o Capannato). Dicesi l'opera addizionale di una fortificazione destinata. al fiancheggiamento del fosso. Le capponie re, proposte sul prin<::ipio dell'epoca moderna da un ing. mil. ita liano, il Mar-tini, e applicate più tardi dal francese l'v[ontalembert, eraJlO le parti più caratteristiche del fronte poligonale, e ,quindi furono genera lmente imp iegate nell'epoca contern-

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za. Le capponiere potevano a.vere posizione divers.'\ rispetto alla scarpa del fosso e assumere forme svariatissime. Esse si sogliono classificare nel modo seguente: 1° secondo la loro posizione r ispetto al muro di sc:u-pa, si d istinguono in aderenti, se hanno i fianchi u,ìiti alla scarpa in continuazione della quale traevasi la loro gola; staccate, se sono isol.tte nel fosso; 2" rispetto a lla forma interna, si hanno capponiere senza cortile e capponicre con cortile, a seconda che tutto lo spazio racrhiuso tra i fianchi, la testa e la gola è coperto oppure esiste al centro una, porzione di esso scoperta; 3° relativamente al numero dei piani, dai quali si possono eseguire i fuochi, si classificano in ca.pponieie ad u.no od a più ordini di fuochi; 4° Riguardo alle anni impiega.te, si hanno capponiere per fucileria. e per a rtiglieria; iii queste ultime si iznpicgano sen1prc i fucili con1e anni sussidiarie; le n1itragliatrici si possono installare tanto nelle une quanto uclle altre; 5° infine, secondo che i fuochi si possono sviluppare sopra entrambi i fianchi o sopra uno solo di essi si hanno le capponiere o le mezze capponiere. Le capponiere aderenti presentano il vantaggio ù i essere in d iretta comunicazione coll'in terno dell'opera, ma banno l'ù1convcniente di facilitare la scalata del ramparo; quelle staccate, essendo divise dalla scarpa da un fosso largo ùa 6 a 8 m., 110n offrono lo svantaggio ora lamentato. Le capponiere aderenli erano generalmente app licate ai fossi asciutti; irivece q uelle staccate erano più usa.te nei fossi acquei. A queste ultime si aggiungevano lateralmente, sul p rolunga.mento della gola, due· a li che


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servivano cosi a formare una piccola rada atta a raccogliere i galleggianti destinati alla circolazione nel fosso. Le capponiere con cortile offrono il vantaggio di rendere più facile lo sfogo del fumo dall'interno; ma il cortile ha il difetto di lasciare i fianchi soggetti ai tiri di rovescio ed esposti ai proietti che scoppiano nel cortile stesso. Quelle senza cortile sono quindi più sicure delle precedenti e di conseguenza preferite.

lJoppia cappon/ern. con passagfio co;er!o

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fossero facilmente otturate o ùnboccate, si praticava tutto all'ingiro della capponiera un fosso dia.nia11te (ossia un piccolo fosso entro al fosso) largo da 3 a 4 metri e profondo da 2 a 3 metri, oppure si estendeva il fosso diamante a tutta la larghezza ciel fosso generale davanti alla testa ed ai fianchi. Le capponiere dei fossi acquei erano costruzioni molto più estese cd importanti: di quelle per fossi asciutti, dovendo esse difendere fossi larghi e senza muri di rivestimento di scarpa. e di controscarpa.; perciò ordmariamente si facevano per artiglieria, con co1·tile, a due ordini di fuochi (di cui if superiore a cielo scoperto, armato talvolta pure di artiglieria), staccate e provviste di ali. Esse, per avere i locali preservati dall'umidità, avevano il pavimento a metri 0,50 sopra il livello dell'acqua. Alle capponiere si giunge dall'interno dell'opera mediante poterne, attraversanti il ramparo e ricoperte con volte alla prova.

Cappuccio. E' così chiamato quel pezzo metallico che si tro,·a applicato all'estremità del codolo della scial,o la baionetta del fucile italiano mod. 1891. Nel cappuccio è ricavato anche l'incastro per il fermo di sciabola baionetta che trovasi fissato al bocchino del fucile. Tra il cappuccio e la crociera trovansi le due guancie dell' impugnatura applicate ai lali ciel codolo.

JJoppù cappomera scoperta

Le capponiere a più ordini di fuochi, frequentemente applicate nel secondo periodo dell'epoca moderna, lo furono molto meno dopo l'int roduzione delle artiglier ie rigate, per la necessità di defilare tali costruzioni non solo alla vista, ma anche al tiro dclrallaccante. );°ell'epoca contemporanea perciò noi vediamo quasi sempre impiegate capponicre ad un solo ordine di fuochi casam.1ttato. Quando però la larghezza loro permetteva, vi si organizzava superiormente un secondo ordine di fuochi a cielo scoperto, con parapetti ù1 terr.1, per sola f~ci:cria. Le capponiere a due ordini di fuochi casamattati, per sola fucileria, si vedono ancora impiegate sul fronte di gola dei forti staccati, dove sono molto meno esposte a t iri che non sui fronti principali. Tn tal caso esse prendono più propriamente il nome di tamburi difensivi e sono spesso accoppiate e poste una per parte dell'ingresso al forte. Le capponiere con artiglic.-ia erano molto più ampie di quelle per sola fucilcri.1 cd avevano pure maggior numero di locali interni. Le mezze capponiere si impiegavano specialmente per difondere i fossi molto soggetti ai t iri di infilata, come, ad es., qu~ lli <li fronti latenili di un forte staccato <li campo trincerato. I particolari delle capponierc variavano secondo che riueste erano applicate a fossi asciutti o a fossi arqu~i. /\Ila testa si dava ordi1mrian,ente tracchto ad arco di circon[cren7~"\ nelle capponicre ristrette e quello a dente ncJ!c altre. Questo a vev,t però lo svantaggio di fare sporgere troppo la capponfora verso l'esterno. Per ovviare a tale inconveniente taluni proposero di dare alla testa tracciato a tanaglia. Quest'ultima disposizione era perciè applicata con com-enienza alle capponiere dei salienti, dove appunto sarebbe stato p iù grave il difetto della sporgenza se esse fossero sta· te a dente. Per evitare che le feritoie e le cannoniere aperte nei mur i perimetrali di una capponicra, a soli m. 0,50 al di sopra del fosso,

Cappuccio (1lfor.). Eseguendo prove di tiro contro corazze, si constatò che quando le piastre presentavano, alla punta del proiettile, la parte meno indurita, erano più facilmente penetrate che non nei casi in cui il proiettile veniva ad urtare, per primo, contro 1a parte più dura e cementata. Si arguì che la superficie meno re-

I. :1, 4, ,·appuccl, rial più vccx htu al iiiù r.,,-c-11w,

appllro1 1 ad ogh·a - !?, IC!cm, con wg·lia1·e11to.

sistente presentasse un mezzo facile di penetrazione e poscia un appoggio :i.Ila punta del proietto, come avviene quando, volendo far penetrare un ago in un disco di rame, lo si immerge entro un tappo di sughero. Venne deciso che le corazze aHebbcro presentalo sempre all'este rno la faccia indurita, ma si pensò nello stesso tem-

Cdppol7Jt.'Ja C0/7 COTc7ZZc?t'Lllcl lìssa


C AP

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-po di fornire ai proietti il cappuccio, il quale è costituito appunto d a un c,ip pellozzo d i ferro omogeneo, ,che s i salda in vari modi sulla ogiva del p roiettile. Esso, .al momento dell'urto contro la corazza, attutisce le vibrazioni violente che la pun ta del proietto, essendo durissima, risen tirebbe qualora venisse a contatto imme•cliato con la parte a ltrettanto dura della corazza. Q ueste vibrazioni, il più delle volte, provocano la rottura -della punta, quando non vi è cappuccio, ed il p roietto ,non può penetrare nella corazza. Le prove comparative hanno dimostrato in modo indubbio che a parità di tutte le a ltre cond i1,ioni i proietti mun iti d i C. sono -dotati di po tere penetrante enormemente superiore a -quelli che ne sono privi. I cappucci sono stati adottati per tutti i p roietti di .acciaio, specialmente di grosso ca libro, destinati a , sfon,da re le corazze e a scoppiare n ell'interno Hanno diversi profili a seconda delle case che li hanno ideati ed applicati (Firth, Poldihutte, Ansaldo, Scbneider, Bethlem, ecc.). Le forme sono d iverse, in quantochè si è cer•Cato nello stesso tempo che si aumenta la pen etrazione di aumentare la possibilità di questa anche quando la -direzione dell'urto è lontana dalla normale (angolo d i impatta) . Per evitare che la p resenza del C . faccia dim inuire la getta ta per l'a umento della resistenza dell'aria che del'iva da lla forma de l C . stesso, si ricopre l'ogiva d i altro cappcllozzo di lamiera il quale chiamasi appunto tagliavento, e non fa che m igliora.re la forma ogivale senza p ren dere parte al fenomeno di penetrazione n ella corazza. Il C. fu proposto dall'ammiraglio Maka.rov ed espc:rimentato per la prima volta nel 1894. L'unione si fece dapprima con pressione icl.raulica in un solco circolare previttmente praticato nell'ogiva, ma questo solco favoriva l;i. formazione di una zona <li rottura, e nei proiet·tili nuovi si è preferito invece fare un risalto circola.re di tracciato cilin drico con passi di vi'tc, sui q uali si avvita il C. Sono sta ti fatti anche tentativi, alcuni abbastanza ben r iusciti di saldattu·a dello stesso cappuccio (V. Proiettile, Palla, Granata, ecc.).

Capra. Macchina di legno composta di tre gambe riunite alla sommità e munite quivi di carrucola e di corde. Serviva nelle ani. artiglierie per incavalcarle o scavalcarle dalle loro casse e collocarle sui carri da tra.sporto. Capra Alessandro. I ngegnere m ii. del sec. XVII, nativo d i Cremona. Servì sotto Filippo IV d i Spagna. Lasciò : (< La nuova architettura m ilitare ». Capra Alessandro. Generale piemontese del secolo XVIII , n. a Chivasso. Nel 1743, per essersi -d istinto a Savona durante la guerra , da grana tie re dei F ucilieri venne pro: m osso, per mer ito, a lfiere nel regg. provincia le d i T orino e vi divenne colon nello nel 1783. D opo aver Capra Oualt.tero comaJ1dato il rcgg. T orto111a , divenne brigadiere e poi maggior generale e da l 1 792 a l 1797 fu governatore di Ch ivasso.

CAP·

Capra G11altiero. Gen erale, n. a Bologna. nel 1866. Sottot. dei bersaglieri nel 1887, partecipò alle campagne d'Africa del 1895-96-97, a quella italo-turca del 19111912, a quella del 1915-18. Collocato in P. A. S. a. sua domanda (1920) raggiunse nel 1923 il gradq di generale di brigata.

Capraìa (ant. Cap-raria insula). Isola del T irreno su lla costa tosco- ligure, munita d i p orto d ifeso da un forte ercttovi dai Genovesi sulla sommità di una rupe. Fu baluardo contro i corsari barbareschi. Fu conquistata dai Saraceni, ma a loro la tolse nel 1055 L amberto Cibo. Nel 1507 fu presa da Genovesi, ai quali venne tolta dai Corsi nel 1767, condotti dal Paoli nella solìevazione contro Genova. F u presa dagli Inglesi ( 1796) ma r ipresa dai Francesi e tenuta fino al 1814, quando r itornò in possesso degli Inglesi. Occ11pazione dell'isola di Caj,raia. In seguito al T rattato di Vienna, l'isola f u destinata a l re di Sardegna. Perciò il governo d i T orino ne chiese la consegna a quello d i Par igi, il quale rispose che l'isola n on lo riguardava non avendo mai appartenuto al re d i Francia. I resti della piccola guarn igione napoleonica, sostenuta da un gruppo di cors i, intedevano opporsi a ll'a1messio-

Capra ia: castello di San Giorgio

ne, desideran do far parte di uno stato corso indipendente. Perciò fu necessar io occuparla con la forza . Questa op~razione fu affidata alle mezze galere « La Beatrice>> e « L a Ligur ia», comandaÌe da Francesco Sivori col concorso del bovo « Il Veloce» comandato da Giuseppe Albin i, e d i u na compagnia di artiglieria d i marina comandata dal rnp . Bruneri. L'assalto alla piazza, dato dal mare 1'8 nov. 1815, incontrò debole resistenza e con la resa del forte avvenne la presa di possesso dell'isola, accolta con gran favore dalla popolazio ne, men tre i pochi oppositori s i ritirnrono in Corsica. L'isola r imase alla d ip endenza diretta del comando generale della R . Marin a s ino alla costituzione del Regno d'Italia.

Capraia. Nave sussidiaria d i 4" cl. (a vela) varata a Torre del Greco n el 1889, lunga m . 26 la rga m. 7,08, con dislocamento di tonn. 236, Stato Magg iore 1, equipaggio 25.

Caprara (Alberto) . Generale italiano al servizio del · l'Austria., 11. a Bologna ( 1630). Si d istinse nelle guerre d i Ungheria combattendo contro i T urchi. Fu letterato ed abilissimo diplomatico. Enea Silvio Caprara. Generale italiano al servizio del l'Austria, n. a Bologna nel 1631, m. nel 1701, fratello


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,de l precedente. Dopo I.i. guerra dei trent'anni seguì Montecuccoli in Germania e in Italia. Partecipò a 44 campai;ne al servizio dell'imperatore.

nigionc francese di re G iuseppc, in tutto un centinaio di uomini, i qua.li resistettero per un'ora e poi ca.pitolarono oltenendo di potersi ritirare a Napoli.

Capré de Mégève (Francesco). Generale, n. e m. in Sa\·oia (1726-1811). Fu ufficiak nel rcgg. Dr:rgoni di S. :\1. dei quali divenne colonnello nel 1784 e con essi si distinse nel 1786 nel comballimcmo sul Tidone. Promosso brigadiere nel 1789 e ten . generale nel 1794, fu governatore in 2" della città e provincia di Vercelli. Generale di cavalleria nel 1800, fu presidente della commissione mi litare per la riorgaCnprara Enea ,nizzazionc dell'esercito piemontese.

Il. Presa di Capri (1808). L'isola era presidiata da due rcgg. inglesi, comandati da Hudson Lowe, ed era staia opportunamente fortificata, tanto che gli Inglesi l'avevano chiamata « piccola. Gibilterra>>. Murat risolvette di farla occupa.re, e affidò per questa impresa 1500 uomini al gen. Lamarque, il quale aveva ai suoi ordini i gcn. Pit,'Ilatclli e d'Estrées . .\!l'alba del 4 ottobre, con molte p iccole barche, r iuscivano i franco-napoletani tld accostarsi alla riva, e a sbarcare prendendo di viva forza una batter ia inglese. In breve l'isola fu invasa e gli Inglesi superstiti (800 erano stati fatti prigionieri in poche ore) si chiusero in tre forti. Quivi resistettero pochi giorni, e poi si decisero a capitolare. In questo fatto d'anni si distinse Pietro Colletta, che vi guadagnò i galloni di tenente colonnello.

E11genfo Capré de 1'1égève. Generale, n. a Tresscrve, m. a Chambérr (1762-1842). Dopo esser stato nel reggimento Dragoni di S. M. divenne colonnello comandante la citti di Chambéry. Passato nella Guardia del Corpo, vi rimase 20 anni divenendo magg. generale nel 1823 e ten. generak nel 1832. Nel 1835 andò a riposo.

Caprera (ant. Insula Phiutonis). Isola nell'arcipelago della :.fa.ddalena (prov. di Sass:u-i) costituita da una gran massa gran it icrt. Ha tre piccoli porti compresi nel raggio d'azione del po rto m il. della Maddalena, con fondali profondi, ed accessibili a navi da guerra. Vi sorge la casa già abitata dal gen. Garibaldi e vi è altresì la sua tomba. Caprera. Cannoniera già a ppartenente alla marina au·striaca, che l'aveva destinata al servizio <li vigilanza sul lago di Garda, e venuta in possesso della nostra marina da guerra nel 1866; macchine da HP. 272; ra-diata nel 18i0. Caprera. Nave da battaglia d i 6' classe, varata a Livorno nel 1894. lunga m. 70 larga m. 8,20, con dislo•camento di 101111. 846, macchine di HP. 4189, arma.mento 2 cannoni da 120, 4 da 57, 2 da 3i H., 6 lanciasiluri, Stato )faggiorc 8, equipaggio l l3.

Caprese Michelangelo. Comw1e in provincia <li Arezzo, in val Tiberina. Ebb.! in tempi medioevali una tforte e ben munita rocca di cui rimangono tuttora ru•deri di gro~sissime mura. E' celebre nelle storie militari ,per l'assed io che vi sostennero gli ahitanti contro Guido Tarlati. vescovo <li Arezzo, nel 1323. Questi dopo tre mesi riuscì ad impadronirsi della rocca, la quale fu poi presidiata dai Perugini in base al trattato concluso a Firenze ( 1363), ma venne infine (138-1) in potere dei Fiorent ini. Capri. Isola del golfo di Napoli, di fronte alla penisola di Sorrento, lunga circa 6 km. Ebbe nel medio evo un castello che fu distrutto dal Darbarossa. Subì lo. dominazione roma.na., poi quella di Amalfi, poi passò ai Borboni. Nel 1528 presso C. Andrea D aria (al servizio della Francia) sconfisse un'armata di Ca.rio V. Fu occupata. dagli Inglesi nel 1806, dai Francesi nel 1808, ancora dagli Inglesi nel 1813, e allora restituita ai Borboni, sotto i quali fu fortezza di terza classe. I . Presa di Capri ( 1806). Fu operata da ll'ammir. iriglesc S idney Smitb, per conto dei Borboni di Sicilia. Presentatosi davanti all'isola con quattro vascelli, due fregate e parecchie navi minori, intimò la resa alla guar-

Capri. Rimorchiatore varato a Venezia nel 1902, lungo m. 2i,60 largo m. S con dislocamento di tonn. 128, macchine di HP. 182, armamento di 1 cannone da 76. Equipaggio 10.

Capriata d'Orba. Comune in prov. di Alessandria cinto da grosse mura e munito di forte castello dai Genovesi nel secolo XIII. Fu dalla lega d'Alessandria, Milano, Vercelli e Tortona attaccato violentemente, ma rese vani gli attacchi degli :i.Beati (1224). Le rappresaglie però di questi ultimi continuarono fino al 1227, in cui fu concluso il trattato di pace a Milano, colla clausola però che ne fossero smantellate le fortificazioni dagli stessi capriatesi. Senonchè gli Alessandrini non tenendo fede ai patt-i assali rono nuovamente C. mettendola a sacco e passando a fil d i spada Genovesi e Capriatesi che la difendeYanO. ::{e derivò una nuova guerra terminala solo il 1231, con trattato che la cedeva a Genova. I Genovesi appena tranquilli la munirono di nuove salde opere facendone una fortezz:i. di primo ordine per quei tempi (1272) e vi posero grossa guarnigione per premunirsi contro Asti ed Alessandria. Intanto i Marchesi del Monferrato, approfittando delle lotte fra Genova ed Alessandri,i, attaccarono C. che tuttavia fu validamente difesa (1418) dal Fregoso. Più tardi però (1419) mentre Genova era fortemente impegnata in guerre navali, il marchese dt>l .Monferrato attaccò C., la prese e tenne sottomrssa distruggendone il castello. P iù tardi C. fu nuovamente teatro d i lotte nella contesa fra i signori del l\!Ionferrato .e quelli di Mantova, e subì devastazioni e saccheggi da truppe spagnuole e francesi. Infine la tennero mercenari al soldo dei Francesi, ma venne assediata dal gen. Serra per conto degli Spagnuoli, e dopo d'aver subìto tre giorni di assedio, fu dal governatore Capone ceduta con onorevoli patti. Il Serra, onde togliere per sempre la possibiiità. di annidamento dei masnadieri, ne fece saltare colle mine le opere di difesa. Da allora perdette ogni importanza militare. Capriata Giovanni. Scrittore m ii. del sec. XVII, nativo di Genova.. Lasciò una « Hisloria di tutti i movimenti d'armi successi in Italia dal 1613 al 1650 » in dieci libri.

Caprile (Col). Fa parte del massiccio del Grappa, e sì erge ad est del Col della Berretta. Bcnchè eroicamente difeso dalle truppe della 4• armata, cadde nelle mani del nemico il 14 dicembre 19 17, nè fu più riconquistato sino alla fine della guerra.


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Caprilli (Federico) . Capitano di cavalleria, n . a Livorno, m . a Torino (1868-1907). Fu uno dei grandi maestri dell'equitazione italiana, e dei migliori istruttori delle scuole di P inerolo e di Tor di Quinto. Divenne popolare in tutti i concorsi ippici riportando successi innwnerevoli cd a ll'estero tenne sempre alto il nome della ca valleri. italiana. Kel 1902, al concorso ippico internazionale di Torino stabilì il « record ll mondiale del saltc in elevazione. Caprino Bergamasco. Comune in prov. di Bergamo nella valle di San :\-fortino. Nel 1373 insorse contro la tirannia d i BerCaprllli Feclerico nabò Visconti, e s'attirò contro le truppe del s ignore di lVlilano, comandate dal .figlio Ambrogio. Ma il forte nucleo di Guelfi d i C., dopo fiera zuffa, lo respinse, e l'uccise con un colpo di lancia. Bernabò allora mosse in persona contro C. .e ne incendiò e saccheggiò i dintorni e campagne, ma non riusci a sottomettere i capi' Guelfi.

Capriolo. Comune in p rov. d i Brescia sulla sr. dcll'Oglio presso il lago d'Iseo. Ebbe un agguerrito castello nel medio evo che serviva a guardare il passo del fiume contro le escursioni dei Bergamaschi. Nel 1198 (20 agosto) vi fu stipulata la pace tra Brescian i e Ilcrgamaschi, ch'erano fra loro in guerra per la cessione di vari castelli, fatta d ai 1\.fartinengo alla repubblica di J3rcscia. Nel 1265 presso C. venne sconfitto il march. Pallavici110, dalle truppe d i Carlo d'Angiò condotte da Roberto di Bétbune, che per il tradimento di Buoso da Doara., riuscì a p enetrare nel castello del paese, saccheggiato e distrutto dalla solda tesca francese.

672 dopo la restaurazione in Toscana del governo granducale, un corpo d i volontari livornesi, che si trovava a Pistoia, essendosi diretto a Livorno dove i cittadini erano ~ontrari alla restaurazione, venne circondato a C. da m ilizie granducali di P isa e di F irenze e costretto ad arrendersi.

Caproni. Questo nome è legato indissolubilmente all'aviazione rni lit. italiana, specie a quella da bombardamento: si deve infatti all'ing. Gianni Capron i se l'idea del gigantesco e del superlativo trovò nella Aeronautica di pace e di guerra dell'Italia l'applicazione pratica assai p rima che negli altri paesi. L'ing. Caproni (n. nel 1886 presso Arco) ventitreenne appena progettò il suo primo velivolo e dopo lunghi pellegrinaggi e sfibranti delusioni il 27 maggio 1910, data fatidica del grande costruttore, il primo aeroplano Caproni volava nel cielo della Malpensa. Da questo momento il giovane inventore e costruttore d iede inizio a quella attività che coincide con il periodo a ureo della nostra aviazione. VenIng, Giannt Caproni ne fondata la Società « Capron i e C. )J, vennero lanciati nuovi tipi di velivoli e il fervido genio inventivo di Gianni Caproni tendeva verso la risoluzione dell'importantissimo problema dei grandi apparecchi a forte raggio d'azione, bene armati e capaci di portare un rilevante carico d i esplosivo. Comparve nel 19 14 il 300 HP., che nei primi tempi della guerra d imostrò la sua efficienza. come apparecchio da guerra. Il grande velivolo da bombardamento, che gli alleati, pur attraverso a numerosi tentativi, non erano riusciti ad impostare, l'Italia lo aveva

Capriolo. Sambuco a vela, di uso locale, in mar Rosso, lungo m. 17 largo m . 4,90, armamento di 2 cannoni da i5, dislocamento lonn. 35. Equipaggio 18.

Caprivi (G,'.orgio di Caprara di Moutecuccol-i, co11te d;)_ Generale cd uomo di stato tedesco (1831-1899). Combattè contro l'Austria nel 1866, e contro la Francia nel 1870-71. Ne l 1883 fu dall'I mperatore Guglielmo scelto come segretario di Stato per la. marina, e capo dell'ammiragliato, cariche tenute fino al 1888. Succedette a Bismarck nel cancellierato e lo resse fino a l 1894 . Caprona. Comune in prov. di Pisa, in Val d'Arno. E' conosciuto con r inoCaprivi Giorgio manza p er l'antico castello ricordato da Dante, che durante le guerre intercomunali servì d i rifugio p iù volte ai P isani sconfitti. I F iorentini nel 1433 ne sma,ntellarono la rocca insieme con altri fortilizi spars i nei contadi di Pisa e d ' Arezzo. Nel 1849,

Biplano Caproni eia -150 llP. per merito d i uno dei suoi figli e Francesi, Inglesi ed Americani lo adottarono immediatamen te. Apparecchio biplano a due fusoliere e tre motori F iat A. 10-100 HP. cal:launo, dotato di u11a ,•elocità di 125 km . orari, capace di portare u n c:u-ico ut ile di 1000 kg., il Ca11roni 300, o Ca. 3, nel corso della guerra venne 111odificato e migliorato nel tipo 400 I-IP, o Ca. 4. Apparecchio biplano a due fusoliere e tre motori I. F . 150/180 HP. cadauno, capace di un carico utile di 1500 kg., dotato di una velocità ll)edia d i 100 km. orari, tale tipo di vel ivolo venne usato nei p iù rudi ser vizi di guerra in Italia, in Francia, in L ibia, in Albania. Di giorno e di notte i Ca. 4 vcrmero usati per il bombardamento: Pola, Durazzo, Cattaro, Fiume, Adclsbcrg, Lubiana e le più munite basi n emiche vennero a ttaccale e bombardate dai poderosi velivoli. N cl frattempo Caproni concepisce e

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·costr uisce i triplani 600 HP. e 900 H P ., poderosi velivoli tr imotori da bombardamento capaci d i portare un carico u tile di 3000 kg. e dotati di una velocità oraria di km. 130- 140 e prima. della. fin e della grande gu erra anche detti velivoli portano vittoriosamente ne l c ielo nemico i color i della Patria; e solo l'armistizio impedì l'applicazione di tale tipo di apparecchio come silurante al servizio dell'Armata Navale. Questi apparecchi alla fine della guerra vennero mod ificati e adattati per i trasporti civili. )folla guerriglia coloniale degl:i anni 1920-21-22, il Caproni 450 HP. è di valido contributo nelle quotidia-

1'ri plano Caproni d:l 900 J:lP. In volo ne azioni d i repressioni, e le sue caratteristiche di carico permettono il rifornimen to giornaliero di viveri, munizioni, anni al presidio di Azizia circondato dai rihelli; successivamente lo sgombero per via acre.i della popola zione civile e dei feriti ed ammalati, e poi il trasporto di una intera co1l1pagnia di truppa di colore di rinforzo a ll'estenuato presidio. Nel dopo guerra Gianni Caproni, trasforma il biplano 450 HP. ccl il triplano 900 HP. da velivoli terrestri ad idrovolanti, concepisce e costruisce il noviplano da .3000 H P. capace cli ben 100 passeggeri, trasforma il Ca. 450 HP. in aeroambulanza, permettente il comodo trasporto di fer it i, n el quale i let tini barella sono applicati, olt,e che sulla carlinga, anche sulle fusoliere. Gli stabilimenti Caproni sorgono a Taliedo, Vizzola Ticino e Sesto Calende: il primo è specia lmente adatto

Capron i (la 450 HP. aurezzato p er trasp-or10 reri t.1

per la produzione in serie ; nelle officine di Vizzola, esscm:ialmente sperimentali, si impostano i velivoli e si eseguono le prove e i collaudi degli apparecchi che poi g li stabiliment i di Tal.iedo p roducon o; allo scopo le Officine di Vizzola hanno prospiciente u n grand ioso campo di volo; gli stabilimenti di Sesto Calende sorgono

6ì3 invece sul lago Maggiore ed in essi s1 unpostano, cos trniscono e collaudano gli idrovolanti. La poderosa organizzazione dei tre grandiosi stabilimenti è tale che permette una p roduzione intensissima ed una lavorazione accura ta. Con la r iorganizzazione e sviluppo per opera del Governo Nazionale dell'aeronautica militare e civi le defl'Italia, Gianni Caproni ha concepito e costruito nuove macchine, con concetti e forrnole nuove cd ardite e con particola ri costruttivi veramente interessanti e tali da attirare l'attenzione dei tecnici di tutto il mondo. Fra i suddetti velivoli sono da citare : Caproni quadrimotori tipo 66 - 800 HP. d a bombardamento, con le seguen ti caratteristiche: biplano - velocità oraria massima km. 180 - carico utile kg. 2000 autonomia di 6 ore - gruppo moto-propulsore formato da quattro motori SP A. 6 A. montati in tandem a coppie. Caproni bimotori tipo 73-800 HP. da bombarda mento notturno, con le seguenti caratteristiche: biplano ad ala semispessa - gruppo motopropulsore formato da due motori Lorrainc-Dictrich eia 400 HP. cadauno montati a tanclem - velocità oraria massima km . 175 carico utile kg. 1800 - autonomia ore quattro. Caproni tipo 70-400 HP. blindato per accompagnamento delle fanterie in attacco, con le seguenti caratteristiche: biplano-monomotore, velocità oraria. massima. 200 km. - carico utile 800 kg. Lo stesso tipo munito di motore Bristol-Iuptér 400 HP. è destinato invece, date le sue caratteristiche di visi bilità, il suo armamento e le sue doti di volo, alla. caccia notturna.

Capsula (o Cappelletto fulminante). Così chiamalo una. specie di piccolo vasetto conico o cilindrico di sottilissima lamina di rame o di ottone, chiuso ad unii. estremitit e spalma.lo nel fondo interno di polvere fulminante : esso si mette sul luminello o enu·o 11a11a Francia lnghl li erra apposito a lveolo del fon(òecolo XlX) dello della cartuccia, detto porta-caps,.Ila. Battendo sul fondello, la polve re iulminante esplode e comunica il fuoco alla carica . L'inventore della C . fu l'inglese Giuseppe Eggs, armaiuolo, nel 1818. Tale invenzione portò in pochi anni all'abolizione completa della p ietra focaia. Però la prima applicazione della polvere fulminante, per accendere la- carica dell 'arma da fuoco, sembra s ia stata fatta, in tempo p recedente, con dei piccoli granuli di fulminante, servendosi d i cer te piastre ( cartelle) che avevano una specie d i tramoggia nella quale si poneva un granello di fulminante, che, colpito dal percuotitoio, p roduceva l'accensione della carica : qu esta piastra (cartella) fu ch iamata « a torretta>>. Fu posta p ii1 tardi una tesa, intorno all'orifizio, divisa in 4 parti; essa serviva-- per facilitare l'estrazione della C. dopo lo sparo. In Austria non si usava u na. vera capsula, ma l'innescatura sì componeva di un tubetto d i rame p ieno di polvere fulminante, che si introduceva in u n p iccolo buco orizzontale della p iastra (carte lla), munito di un coperchietto, sul quale battendo il percuot.itoio, veniva comunicato il fuoco alla carica: questo modo di innescatura fu invenzione di certo Console G iuseppe, milanese; esso fu messo in uso nell'esercito austriaco nel 1837 e poi fu s urrogato da ll'altro a capsula nel 1854. Capua, Città della Campan ia., su lla sr. del Volturno, fon data dagli E truschi, e occupata da una colonia di 43


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Sanniti, i quali nel 343 a. C si allearono ai Romani. Nel 216, dopo Canne; la città si alleò con Annibale che vi condusse l'esercito a r iposo, negli << ozii d i Capu<J, ,,. Dal 456 in poi subl devastazioni per opera dei Vandali, dei Goti, dei Longobardi, degli Avari: da questi ultimi venne distru tta, e riedificata a qualche d istanza dagli abitanti superstiti ( I X secolo) guidali dal conte Landolfo. La r icostruzione avvenne sulle rovine di Casil·imm,., mentre l'ant. Capua era nel luogo dove oggi sorge Sa11ta :Maria Capua Veterc. C. godette sempre di buona rinomanza come fortezza. La città ebbe infatti robusfa cinta d i mura, rafforzate da torri, pi11 volte restaura le. Un rinno'✓mnento f!enerale della fortezza fu operato nel 1515 su disegno di Antonello da Trani e sol lo la d irezione del Stemma marchese di Mon tesarchio. Carlo V d i Capua fece eriger~ il castello nel 1532; sotto il regno d'Italia in e5so trovò sede un importante laboratorio pirotecnico. Duran te la dominazione borbonica fu piazz,~ d 'anni d i p rima classe, con arsenale, poligono, armeria.~

guerre civili fra •Mario e Silla. Il console mariano Caio Normanno Bulbo venne p resso C. assalito e sconfitto da Silla, il quale gli inflisse una perdita di 7000 u. e Io costrinse a chiudersi in C. con gli avanzi del suo esercito.

I. Assedio di Cap1ta (Casilino) (216 a. C.). Appart iene alla seconda guerra -punica e fu posto eia Annibale. Il presidio romano consisteva in un migliaio di uomini e ne rappresentava il ner bo la coorte Prenestina. Un primo assalto, tentato eia un corpo d i Getu li condotti da Isalca, venne sanguinosamente respinto, Un secondo, guidato da Maharbalc, ebbe la stessa sorte. Un terzo, diretto da Annibale in persona, fu pure respinto. Allora il duce cartaginese si decise all'investimento regolare, con macchine e m ine, ma anche questo non r iusci, e Annibale dovette accon tentarsi di bloccare la for tezza, riuscendo a farla capitolare per fame.

Franchi. Questi si e rano appogg1at1 con le ali a due boschi e schierati col centro à. cuneo. Di fronte a questo, X arscle aveva costituito un grosso quadratq, di 4000 uomini di grave a rmatura. Dietro, aveva schierato la sua linea j:)rincipale, fiancheggiata da cavalleria. Infine, in terza linea, una riserva di fanteria. I Franchi avanzarono col centro e disordinarono il quadrato cbe ripiegò verso le riserve mentre la seconda linea di N arsetc convergeva sui fianchi degli assalitori, e mentre le cavallerie deile ali eseguivano una doppia ampia conversione che le portava alle spalle degli assalitori. Si ripetè p resso a poco la manovra di Annibale a Canne, col medesimo r is ul tato : i F ranchi, avviluppati da ogni la to, furono tagliati a pez7.i.

IL Assedio di Catma (Cas-ilùio) (214 a. C.). Appru·tiene a lla seconda guerra punica e fu posto dai consoli romani Quinto Fabio e M. Claudio Marcello. Il presidio, cartaginese, ammontava a 2700 u., dei quali però 2000 erano di abitanti della regione, comandati da S ta.zio Mezio. Parecchi assalti vennero respinti, ma infine, per mezzo di macchine da gitto, allontanati i difensori da una porta e dalle mura circostanti, ìviarcello potè superare le resistenze e penetrare in città uccidendo in parte i soldati del presidio e in parte catt urandoli e inviandoli a Roma. · I II. Assedio e battaglia di Capua (212 e 211 a. C.). Appartie.ne a lla seconda guerra p unica. I Romani, dopo aver preso Casilù,o (v. n. II) assediarono C. p ropriàmente detta, la quale era difesa dai Cru·taginesi agli ordini di Bostare e Annone. Sei legioni circondarono C., agli ordini dei consoli Q. Flavio Fiacco e Appio Claudio Pulcro e del pretore C. ~Claudio Nerone. Le trnppe romane chiusero ogni comunicazione dalla parte di mare e stabilirono tre campi principali per l'assedio, cingendo C. con vallo e fosso, protetti da p iccoli fort i. G li assediati invocarono l'aiuto d i Annibale, il quale marciò verso C. e assalì i trinceramenti romani, mentre Bostare e Annone eseguivano una vigorosa sortita. Questa venne presto contenuta, e gli assalitori r icacciati in città. Più a,spra fu la lotta dall'altra parte, ma infine Annibale fu battuto e dovette ritirarsi, lasciando 8000 u. sul ~amp o. La città dovette pertanto arrendersi e il presidio fu dai Romani sterminato, IV, ]$attaglia di Capi.a (82 a . C.). Appartiene alle

V. Battaglia di Capua (Casilino) (553 d. C.). Appartiene alla guerra condotta da Narsete in Italia contro /

Ballag,lla di Capua (553 d . C.)

VI. Assedio di ,CaJnw (850 e 858). Il p rimo appartiene alla guerra civile seguita alla partizione del ducato di Benevento per opera di L odovico II. La,,done si rese, in C., indipendente, e quivi fu assediato da Ademaro principe d i Salerno. Landone riuscì a crearsi partigiani in Salerno e vi provocò una rivoluzione che detronizzò Ademaro liberando C. dall'assed io. Otto anni dopo, assediata da Guido d i Spoleto, dovette arrendersi. N uovamente C . subì assed ii, ai quali resistette, nell'866 per opera di Lodovico II,1 nell'87 l per opera dei Saraceni, nell'880 per opera elci vicin i, nell'888 per opera del duca di Napoli. )

VII. Assedio di Cap,u, (957). Appartiene a lla campagna di papa G iovanni XII per sottomettere il ducato di Benevento. La città venne· strenuamente e felicemente difesa dal suo signore, Pandolfo, detto << Testa di ferro )) e il papa dovette desistere da ll'impresa. VIII. Assedio di Ca.p,w (969). Appartiene alla campagna di Ott◊ne I di Germania contro i B izantini. Questi ultimi, battuto e fatto prigioniero Pandolfo a Bovino, assediarono C. ma dopo 40 giorni dovettero r itirarsi. IX. Assedio di Capua (1025 -26). Appartiene alla lotta. fra i due cugini Pandolfo III e Pandolfo IV. Quest'ultimo godeva il favore dell'imperatore Enrico II ed aveva nel 1022 preso possesso di C. L'altro si alleò con i Bizantini e con vari signori della regione e pose l'as,sedio alla città, la quale resistette quasi un anno: allora


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Cap113 nel s er. XVI I I : A. A. le SCI IC Fl'PCCiC -

B, Parapel ti -

I'anclolfo IV, impossibilitato a resistere più oltre, fuggì ,a Napoli, abbandonando la città al cugino.

2, C3stello -

5. magazzllli cli polver e

XII. Nel 1251 Manfredi tentò invano' d i prendere C., la quale cadde invece, f1•1e amri dopo, nelle mani di ·Corrado. Nel 1421 venne presa da Braccio di Montone. Nel 1437 il Caldora l'assediò inutilmente.

che gli aveva negato la figlia in Ìsposa, gli mosse guerra e anelò ad assediare C., secondato dal conte d i Caiazzo e dal francese d' Aubigny. L,1 piazza, difesa dal conte R inuccio :Ma rzano, resistette fieramente. Convenuta una tregua e una pace, il Borgia potè sotto sembiante di amico entrare in città, ma a.llora gettò la maschera e scatenò le sue truppe le quali commisero eccessi inaud iti; 5000 persone perirono sotto il ferro degli invasori (24 luglio). XIV. Assed-io di Cafma ( 1734). La città era stata presa dal gen. Daun nel 1707. Durante la lotta fra Imperiali e Spagnuoli nel Mi,zzogiorno (1734) i primi comandati dal Traun e i secondi dal l\1ontemar, C. venne bloccata dagli Spagnuoli nell'aprile e difesa dal conte Traun fino al 24 novembre. Questi tentò invano, con d ue vigorose sortite, di rompere il blocco; non vi riusd 1 e venne con perdite r icacciato nella piazza. Risoltosi a capitolare, ottenne gli onori cli guerra, e il presidio, di 5100 u., avendone perduti 600 nella d ifesa della piazza, fu lasciato libero. Gli Spagnuoli presero 138 caru10ni e un grosso bottino di armi e munizioni.

XIII. Assedio di Capua (1501). Cesare Borgia, nel : luglio del 1501, per vend icarsi di Federico d'Aragona

XV. Nel 1798, i Napoletani, condotti da Mack, cos tretti dai Francesi del Cbampionnet a ritirarsi, presero

X. rfosedii di Capua ( \082 e \098). Appartengono alle ·guerre determinate dall'invasione elci Normanni. Essendosi Giordano, principe di C ., schierato contro il normanno Roberto, questi, aiutato da Ruggiero, pose l'as~sedio all<J, città e dopo otto giorni la prese. Nel 1091 i Capuani espulsern i Normanni, ma questi tornarono ad assediarla nel 1098 e la ripresero dopo tre mesi di lotta. XI. Pi·esa di Capua (1137). L' imperatore Lotario II aveva tolto ai Normanni gran p arte del :Mezzogiorno, C. compresa, ma la sua conquista fu effimera; chè, appena tornò in Germania, Ru ggiern II di Sicilia sbarcò a Salerno e ricondusse in suo potere le terre toltegli dall'imperatore. C. fu presa d'assalto e saccheggiata cru•delmente.

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posizione dietro il Volturno con 30 bgl. e 20 sqdr,, con centro a Capua. Quivi furono assaliti, respinti e costretti a chiudersi nella piazza ( 4 gennaio 1799) ceduta ai F rancesi 1'11 · gennaio, in seguito ad armistizio concluso dal vicerè Pignaielli a Napoli con i Francesi stessi. In seguito agli avveniment i del 1799 nel!' Alta Italia, i Borboni r ip rendevano sopravvento e anche C. tenu ta da piccola guarnigione francese, minacciata d 'investimento, s i arrendeva. (28 luglio). Nel 1806 la guarnigione borbonica di C., comandata dal gen. Gualengo, venne assalita e bombardata dalle truppe di 1v!assena (12 febbraio) e il giorno seguente ceduta ai Francesi. Nel 1821 dopo la sconfitta. di Murat per opera degli Austriaci, il gen. Carrascosa. si ritirò a Napoli e, in seguito · a convenzione firmata con le truppe austriache, queste presero possesso della città. XVI. Assedio di Capua (1860). Nel settembre 1860, prima della battaglia del Vol turno, ]a piazza di Capua cm governata. da.I maresciallo Pinedo e l'esercito borbonico che si appoggiava. alla piazza stessa era costituito da 3 div isioni cl i fant. e una di cavalleria agli ordini del maresciallo Ritucci, col brigadiere De Corné. D i fronte a questo esercito stavano poco più di 3000 volont,u-i, agli or<lini del generale Ti.irr comandante le truppe del Volturno. Dopo il concentramento delle forze garibaldine e

gata ( 1926) fu nominato ispettore di mobilitazione presso la divis. mii. di E rescia.

Capuccio (Vittorio). Generale, n. e m. a Torino, (1838-1897). Sottot. d'art. nel 1859, partecipò alle campagne del 1866 e 1870; promosso ~ colonnello (1884) fu direttore d i artiglieria a MessimL e comandante del 12° reggimento artiglieria. Collocato in P. A. ( 1893), raggiunse nel 1896 il grado di. 1naggior generale. Capurro (Giuseppe). Nocchiere ne.Ila marina sa.rda, n. d i Ner vi. Prese parte a divers i combattimenti contro i barbareschi e· Capucelo ViW.>r-lO in essi fu p iù volle fcritò. Era << padrone ll della barcacc.ia della R. fregata « Il Commercio)> durante l' incurs ione del 28 settembre 1825 nel porto di Tripoli. Fu il primo che salì all'anembaggio di un briga.nti110 nemico. Colpito a morte, cadde gridando ai. compagni ,, io ho fm ito, tocca a voi altri fare il resto». Questo episodio procacciò al nome del Capurro grande rinomanza. S. M. il Re Carlo Felice ordinò che conti-nuasse a esser chiamato nelle rassegne come se fosse· stato ancora presente. E ' questo uno dei primi esempi di. onore reso a l valore in questa forma.

Bagno ·;:

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Catmrro Giovanni. Genera.le, n. e m . a Genova (1841191i). Fece par te dei :Mille sbarcati à_ Marsala nel 1860, e quale sottot. nella brigata Bixio si meritò una medaglia d'argento nel combattimento di Reggio Calabria. Partecipò quindi alla campagna del 1866 e promosso·. colonnello (1889) fu nominato comandante del 54° reggimento fanteria. Ebbe da magg. generale il comando, della brigata Messina e collocato in P. /\. . (1899) raggiunse nel 1905 il grado di ten. generale.

SCù).Jt'p..P

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Capua nel secolo XIX le vittoriose giornate del 1° e 2 ottobre al Volturno, il presidio di Capua si era molto assottigliato; la piazza forte rimase abhamlonata a sé stessa, senza viveri e scn .. za munizioni. li generale Della Rocca ebbe ordine di investire cd occupare la città, con 3 regg. di fant. (1•, 2", 74°), due bgl. d i bersaglieri (1° e 16°) il regg. di cavalleria «N izza >J e batterie del 2", 3°, 4°, 5° regg. art iglieria. Il Della Rocca, per risparmiare vittime, esortò il genera le De Corné alla resa che non fu accettata e la mattina del 1° novembre ini7.iÒ il bombard amento dèlla città che capitolò il 2 no,·embre successivo.

CaP!•a (Matteo da.). Capitano di ven tura del secolo XV. Difese Caravaggio, nell'agosto 1448, per conto dei Veneziani contro lo Sforza.

Capuana. 141" Legione :M. V. S. ~ -, costituita a Caserta nel 1923, su tre coorti ( Caserta, Santa 11.faria Capua: Vetere, Nola). Capuano (Ettore). Generale, n. a Firenze nel 18i2. Sotto!. d'art. nel 1891, partecipò alla campagna italoturca (1911- 12-13) e poi a lla guerra 1915-18, come comandante d i gruppo e come colonnello comandante del 27° regg. d'art. da campagna. Promosso generale di bri-

Caputi (Silvio) . Generale, n. a Ferrandina (Matera)., nel 1865. Sottot. del genio nel 1886, raggiunse nel 1916 il grado di colonnello partecipando alle campagne cli guerra del 19Ì5-.17. Dal 1917 a l 1920 fu capo ufficio fortificazioni della l\ifacldalena. Collocato in P . A. S. a sua doman da, fu promosso·nel 1925 generale di brigata .. Nel 1927 andò a riposo. Caputo (Ei.gen-io) . Generale, n. a. S. Maria di Capua. nel 1863. Sottotenente diartiglieria nel 1882, frequentò la Scuola. cl i guerra ed entrò nel corpo di S_. M. Xci 1902 fu nominato insegnante presso la Scuola di guerra, dove insegnò geografi.a genera.le e militare. Raggiunto (1910) il grado di colonnello fu

direttore ù1 seconda dell'Istituto Geografico Militare e partecipò al la campagna. italo-turca (19111912) in qualità di ca.po. jella missione geodetico-topografica. Comandò poi il 92" regg. fanteria e p romossomaggior generale ( 1914) fu nominato comandante della brigata Verona. Partecipò alla guerra 1915-17 nei gradi=


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-677 -cl i magg. generale e ten. generale, al comando prima .,della brigata detta, poi della brigata Sassar i, indi della 1• divisione. Lasciò il fronte per malattia e fu addetto nel periodo 1917-18 al comando del C. d'A. di Torino. Yu collocato in P. A. nel 1918 ed assu nse nel 1923 il grado di generale di d ivisione. Il gen. Caputo è autore d i varie monografie geografico-militari; fu delegato i taliano per la revisione del -confine ita lo-svizzero al Gran S. Bernardo, a l Sempio_ne e in val Livigno ; fu d elegato dell'Italia a lla conferenza internazionale di Londra del 1909 per l'allestimen to della ca1-ta al milionesimo della Terra, con unità di indirizzo scientifico e tecnico; e per la par te concernente l'Italia tale lavorn personalmente curò mentre era all'Istituto Geografico :Mi lita re. Pubblicò Ira l'altro: 1c L'ar te m ilitare e l'odierno indirizzo degli studi geogra fici ll; « l i 1,azio ll, una delle monografie regionali della classica opera « La P atria ll. D a lla fondazione, è collaboratore della « Enciclopedia M ilitare >> .

Ca.puto Giacomo . :.\iedaglia. d'oro, n. a Calatone (Lecce) nel 1892. Sottufficia le del R. Esercito, prese onorevolmente parte a lla guerr a libica ed a quella italo -austriaca. A Bengasi, nel d icembre 1911, guadagnò la m assima distinzione al valore per il sereno coraggio col qu ale, berr.chè due volte ferito, rimase a d ifendere una posizione. Ecco la motivazione: <e Comandante cli presidio cli un blokhaus, furiosamen te a ttaccato d i notte eia beduini, ferito una prima volta in faccia, seguita va a spara.re ed a di r igere l'azione; ferito una seconda volta non desisteva dall' incoraggiare i dipendenti rendendosi utile nel distri buire loro le munizioni )> (Bengasi (Li bia) 22 dicembre 191 I) .

Capuzzo (E,;cole) . Generale cli br igata aerea del la H.. Aeronautica n. a Castelfero (Asti) nel 18i6. Sottot. nel 1898, fu am• messo alla scuola d'aviazione di Ber! ino nel l 912, e in brevissimo tempo conscgu ì il brevetto di pilota . militare. Da ll 'inizio alla fine della guerra 1915 - 19 1S tenne importantissimi comand i. Il suo valore personale di p ilota e di combattente gli va lsc una medaglia d'argento. D opo. la _guerra, chia mato al ministero dell' -aeronautica col grnclo cli colon '!ello, resse la divis ione personale. Pro. mosso generale di brig,tta ae1·ca, assunse il comando • della III zon a. aerea territoriale. Carabaga. F u de tta così nel sec. XIII una mac·•china da gitto cbe lancia va p ietre « con lampo e tuono >l,

secondo le cronache del tempo. E' considerala da taluno come la antenata delle bombarde.

Carabai\o (Francesco) . Generale venezuelano ( 17831848) . Era figlio di un marescia11o di campo spagnuolo. :'\cl 1810 aderì al movimento r ivoluzionario contro fa Spagna e si batté fino alla vittoria divenendo generale e poi ministro della guerra. 1'.vforì assassinato per opera cli suoi nemici politici. Carabell i (Rodolfo) . :Meda.glia d'oro, n. a Milru10 nel 1899. D icioltcnnc appena, col grado d i aspi• rante ufficiale, fu inviato alla fron te al comando d i una sezione di mitragliatrici, dopo la tragedia d i Caporetto. Tra le file della brigata Aosta sul Col della Berretta, il 6 dicembre I 91 i r iportava p r ima una gravissima ferita al petto e poi a ltre ventisei f erite in tutto il co17Jo, per lo scoppio cli una granata. d imostrando uno stoicismo degno di un vetera• no . Guarito dopo lunghe cure, passava nel 1922 nel ruolo degli u ffic iali in ser vi«io attivo. L a bella mot ivazione si e5prime così : ·« Diciottcru1e, per la prima volta a l fuoco, ferito gravemente a l polmone destro, non lasciava i l comando della propria sezione e nemmeno ne informava i propri superiori, pel desiderio di rimanere in un momento critico dell 'azione a l posto d 'onore fra i suoi mitraglicr i sottoposti a violento bombardamento ncinico. Più tardi, per lo scoppio d i una granata, che lo investiva qua si in pieno, riportava 26 ferite. Accettava solo allora cli essere allontanato dalla p osizione, dimostrando di possedere un cuore da veterano, chè, quasi in fin di vita, si sforzava a1icora di fumare una sigaretta per non impressionare cui suo stato lacrimevole le truppe di rincalw. Sublime esempio di stoicismo e di elettissime vir tù mi litru·i >>. ( Col della Berretta (Monte Grappa) 6 d icembre 1917). Carabina (o a.nchc cambino od arma carabi11ata) . Arma da fuoc-ò por tatile, piè, cor ta del fucile, p iù !un-

D'alto in basso : c. te<lcs ca del secolo X\'lll; C. a r uo1a del seco lo XVII; c. a miccia ciel seeolo XV l. ga elci moderno moschello da cavalleria e della p istola . l i nome pare s ia stato introdotto da.gli Arabi nella Spagna e l'origine de lla voce deriverebbe dal moresco K arab, ossia ar ma d a fuoco. Dalla Spagna passò alle altre nazioni. In Itali,L se ne trova menzione per la prima voi-


·- 678 ta nella metà. del secolo XVI; in quel tempo però era un'arma da fuoco con canna più lunga di tutte le altre, e quindi di maggior portata, ed era usata da alcune èompagnie di cavalieri o d i fanti scelti. Sul princjpio del secolo XVIII la voce vem1e lmi vcrsalmente usata per intendere un'arma eia. fuoco più corta del fucile cd

che conosciute coi nomi d i argolettì e stradiotti. In principio erano piccoli reparti; poi Eru·ico IV ne ebbe120 nella sua Guard ia; poi furono assegnati in limitato,

Carabina a stelo

a canna rigata, e venne a sostituire l'antica voce scoppietto . Le prim~ C. erano dunque d elle specie di moschetti con rigatura dell'anima, d iritta o a spirale. La. C. fu sempre data in distribuzione a reparti di mili ti speciali: così, ad esempio, la fanteria leggera au-

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Carab ina svizzera modello J838

suiaca e i bersaglieri tirolesi erano armati di C. ; i cacciatori a piedi danesi vi inastavano anche la baionetta. I Tedeschi, invece, chiamavano C. un moschetto p iccolo, e bii.chse la carabina rigata. In Em·opa tu tti gli Stati ebbero reparti armati d i C. che in un certo periodo ven-

11" Jzt'fir-7/iiir ,r,·.., CJrotlina svizzera modello 185 1

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ne in parte abolita per le troppe cure che esigeva ed i d iversi att1·ezzi occorrenti per usarla, e perchè inferiore al fucile. Col progredii-e e perfozionarsi delle anni da fuoco, la C. ricomparve ovunque e nel secolo XI X tutti gli eserciti avevano reparti o militi speciali, o gra-

Carab i na rr o.uH;e5e

mocirno 1800

duati ed anche ufficiali a rmati di quest'arma. ~ei tempi moderni si può dire che il vocabolo è andato in d isuso, e le an11i d a fuoco portatili vengono ora. distinte in: jucil-i, moschetti, pistole.

Carabiniere. Torpediniera varata a Sestri Ponent·~ nel 1909, lu nga m. 65 la rga m . 6,11, con dislocamento di tonn. 424, macchine di HP. 6746, armamento di 3 cannoni da 76, . di una. mitragliatrice e 3 lanciasiluri, S. M. 3, equ ipaggio 47. Carabini. Cosl chiamati i militari appartenenti ad una specie di cavalleria leggera, armata d i un archibugio corto. In F rancia i -Cara.bini sorsero sotto il regno di Enrico II (1547 -1559) ; anzi, una cp. d i « archibugieri a cavallo» fu condotta in Francia allora. da Pietro Strozzi (200 u.). Generalmente era.no soldati guasconi, baschi e sp agnuoli ; succedettero alle milizie gre-

CaralJiOO; . Sec. XVI -

Sec. XVII

numero a ciascuna compagn ia di moschettieri a ca vallo: ~el secolo XVII si ordinarono in compagnie ed ebbero, r,er loro stendardo, una cornetta a :fiamma. Sotto Luigi XIII (secolo XVII) furono r iuniti in reggimenti (12 reggimenti nel 1642) composti di elementi stranieri. Servivano come esploratori o fiancheggiatori della cavalleria leggera. Nel 1684 circa furono aboliti da Luigi XIV, ~d il loro servizio fu disimpegnato, a cavallo, dagli stessi moschettieri; a . piedi, dai dragoni che esistevano già da un secolo. I carabini a cavallo portavano per difesa il cappello, ·o uno zucchetto di ferro con 11asale, una cor azza a prova di botta, la carabina, la spada lunga e una pistola . Jl no- Carabina avpiNla10 (sec. XVII) me di C . si confuse ben presto con quello di Ca.rabinieri. Li ebLero gli eserciti dell'epoca dì' Gustavo Adolfo ( sec. XVII): erano, ad es. n ell'esercito imperia le, ordinati in sqd r. di 60-65 u., armati di spada, carabina e due p istole. Portavano ellllo e piastrone. Nel 1788 furono detti in Francia C. a piedi soldati scelti tra tti dalle compagnie di fanteria.

Carabinieri Real i. Con le Regie Patenti del n luglio 1814 S. ~1. il Re Vittorio Emanuele I, restaurato il Regno Sabaudo, istituiva il Corpo de-i Ca.rabinieri Rrah, per assicurare nell'interno dello Stato ed in campo presso le R. Arma.te, la conservazione ciel i' ordine e la esecuzione delle. leggi. Organ izzatore del Corpo fu il luogo ten. generale Giuseppe Thaon Di Revcl. Il personale venne composto con quel lo stesso della cessata gend armeria e con alFl'egio ciel bel'l'e l IO tri militari che per buona Roalt Carabin ieri condotta, onestà ed am:ian ità fornivano buone speranze di favorevole riuscita, Lo stesso fu anche p er gli ufficiali, che vennero reclutati fra quelli che avevano precedentemente. ~ rvito. nelle R. Armate e n ella gendarmeria francese. Le ba-


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'! Sii

C. a cnvallo

a pie d i

Ufficiali 1s20 Piccoli, tenu 1.a e g-ra11c1c

si di un primo regolamento per il novello corpo ~i ebbero il 13 giugno 1814, ma appena pubblicate le R. Patenti il 13 luglio 1814 s i provvide a compilare defin it ivamente anche un regolamen to esecutivo. I Carabinieri Rea li furono fin da allora considerati il primo corpo dcJ I'Esercito, ma secondi alle Guard ie del Corpo, piccolo reparto costituito su quattro compagnie a cavallo per la guardia personale del Re e della famiglia reale. Al corpo fu affidata anche la curà <lei Buon Governo, istituzione che aveva l'alta vigilanza sulla Polizia, sul Potere Giudiziario cd Amministrativo. Fin dai primordi la nuova Istitu zione, sebbene numer icamente insufficiente, rese buoni servizi, tanto da incontrare subito la reale approvazione e quella delle popolazioni, che in vocarono la sollecita istituzione di numerose sta?.ioni nel territorio del nuovo Regno, funestato da continuate e gravi agitazioni. Primo organico del corpo fu di un colonnello, un aiutante maggiore, un quartier mastrn col grado di cap itano, aven te la d irezione del vitto, degli assegni e del casennaggio, quattro capitani, dieci luogotenenti, dieci sottotenenti e 776 tra marescialli, brigadieri e carabinieri, di cui 449 a cavallo e 327 a l<icdi. Il territorio fu diviso in sei divisioni e cioè Torino, Cnneo, Alessandria, Nizza, Novara e Savoia. Nel 1815 il cor po fu aumentato con uominC provenienti d aJ!a. cessata 1·epubblica di Genova; nei primi !empi il corpo della gendarmeria genovese continuò ad esistere sotto il nome <li « Reale Gendarme,ia Genovese ll; nel novembre 1817 venne incor• poralo nei Carabinieri Reali: allora questi ammonlar0no a 2068, ·compresi gli ufficiali, ripart'iti in sei divisioni, 19 compagnie, 33 luogotenenze e 355 sta?.ioni. I Carabinieri incominciarono così ad avere salda costituzione e ad acquistare fisionomia propria, anche perchè vennero chia rite le disposizioni regolamentari del corpo, distaccandolo dall'Ispezione del Buon Governo affidatagli in precedenza e che era stata causa di non lievi rancori e diffidenze, sia con le Autorità Civili che con i Governatori M ilitari. La loro disciplina era mantenuta con particolare severità e s i prescrissero speciali regole di contegno, tanto da imprimere nei loro animi il forte concetto di u na individua lità tutta propria, che

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1832-'1$13

C. a cavullO

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c. a pte,11

IS-i l

18-1'.J

Allievo u mc1a1e

doveva d istinguerli dai militari degli a ltri corP,i. Durante i moti del 1821, fra le truppe r imaste fedeli al Re furono i Carabinieri, che, comandati dal colonnello Giovanni l\laria Cavassanti, dopo dì avere ripiegato su Novara, devoti alla persona del Sovrano, con tribuirono efficacemente al ristabilimento dell'ordine e della quiete pubblica. Dopo ta.lc atto di fedeltà le cure del Governo e principalmen te del Re nulla tralasciarono per miglio•• rare il corpo anche in relazione alle esigenze del momento; venne unificato in tutto il territorio della monarchia il servizio della pubblica sicurezza e si costituirono anche in Sardegna due divisioni di Carabinieri; Cagliari e Sassari. Nel 1822 furono istituiti anche gli

Meltag-lia

comrne111orativa elc i I Cemcnarlo cl<:ll'A1·ma

a llievi carabinieri e fu creata u11a Ispe7,ione Generale dcli' Arma. L'organico fu portato a 100 ufficia li e a 2900 uomin i di truppa, più 100 allievi ; ma quello che maggiormente interessa è c,he detto anno segnò per il Corpo una d ata notevo le perchè fu approvai, il nuovo regolamento genera le, e lle a ragione può chiamarsi la base fond arnentale wlla quale ebbe a svilupparsi l'intero ordinamento · della Istitu;,;ione Jìno ai tempi nostri. Coll'assun?.ionc ai trono di Carlo i\ll:lerto nel 183 t furono iniziali studi per la riorganizzazione dell'Esercito. Il corpo dei Carabinieri, per ragione di economia nel bilancio dello Sta to, subì lieve riduzione negli organici, ma ufficia li e miUti continuarono a prestare servizio' con la usata· fedeltà e benemerenza. All'Ispezione Generale fu sostituito u n Comando Generale del Corpo. Nei moti rivoluziona.r i di quest'epoca s i rinnovò l'esempio di" ft-·


C,rn

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deità dei C., e brillò fra tutli l'esempio del milite Scapaccino. N u lla di particolarmente notevole si ha da sep,nalare nella storia del Corpo fino al 184 L, anno in cui fu istituita la categoria dei Carabinieri Veterani. Le \'icende del 1848, con la Co$tituzione promulgata da Carlo Alberto, non avevano a lterato la fisionomia del Corpo, r etto ancora. da un comando generale. Per l'entrata in guerra del Piemonte contro l'Austria furono riuniti 280 carabinieri a cavallo su tre squadroni, quale riserva come corpo di cavalleria; essi si distinsero particolarmente a Pastrengo. Durante la breve e sanguinosa campagna del 1849 i Carabinieri fornirono nuove mira-

-1/ Tromba in si t-.

j;ffi-fffi=EJ. 1: Ffftt I ~F I Ritornello cl0l carali in ierl

bili prove di fedeltà al So,•rano, alla resistenza della Sforlcsca, alla battaglia d i Novara e all'assedio di Casale, ove r ifulse l'eroismo del tenente conte :ì\ioro1.zo. Nel 1852 l'organico del corpo ascendeva. a 75 ufficiali e 2973 uomini di truppa di cui 635 a cavallo, al comando di un magg. generale. Nel 1855 i Carabinieri con tre sezioni presero parto alla spedizione di Crimea. Con la liberaz ione della Lom1,ardia nel 1859 e l'annessione spontanea al Regno di Sardegna della Toscana, della Romagna e dell'Emilia. si ebbe w1 notevole aumento nella forza del corpo, per l'accettazione, dopo accurata selezione, delle truppe cli polizia delle tre regio11i. Ne l 1860 fu r ipristinata la casi, ca di comandante generale del corpo e venne creala quella di comandante in seconda col grado di colonnello o magg. generale. L'organico fu di 114 ufficiali e 4600 uomini di truppa. Nel 1861, p roclamato il R egno d'Italia coll'annessione delle due Sicilie, il corpo fu ampliato nolcvohnenle in rcla1.ione alle aumentate circoscrizioni e la forza fu portata. a 18.461 uomini com• presi 503 ufficiali. suddivisi in 13 Legioni territoriali

t:lflrlule

carablnler~

carablnlerl Reali In .\frica (1888-1894)

cd una L egione Allievi. In detto anno il Corpo prese l'appellativo di Arma, con un comitato composto di un luogotenente generale e quattro magg. generali ; in linea eccezionale fu conservato un comando generale dei Carabinieri Reali nelle provincie napoletane cd in Sicilia, per le particolari condizioni di quelle provincie. Per provvedere a tanto aumento di forza si operar_ono reclutamenti in tutti i corpi dell'esercito, si facilitarono gli arruolamenti ,·olontari e le accettazioni di militari

ù80 -

G..m

congedati in possesso dei necessari rcqu1s1t1, si aumentò l'assegno d i primo conedo e furono riammessi in servizio sottufficiali e carabinieri già collocati a riposo. Un periodo di lavoro intenso e di sacrificio incomincia per l'Arma dei Carabinieri Reali per la lotta. contro il brigantaggio che assunse carattere di gravissima criminaJità, funestando come terribile flagello le regioni centrali, meridionali e insulari della Nazione. La storia delle Legioni d i Carabinieri Reali, site in territorio di tali provincie, ha pagine gloriosissime cli fedeltà, cl i valore e di generoso impulso da parte di tutti i militari di ogni grado, anche per quanto riflette la loro azione in pubbliche calamità, come le spaventevoli eruzioni del Vesuvio (1872-1906) i terremoti di Casam icciola ( 1881-1883), l' e( ' . a cavallo In J,lhla pidemia colerica del 1884 e il terremoto calabro-siculo 1908, durante le quali rifulse cli vivissim:t luce la tradizionale opera di coraggio, d i ·fi lantrop ia. e di sacrificio dcli' Arma. Alla repressione del brigantagsio è legato il nome del capitano Chiaffredo Bergia. Xci 1866 l'Anna, siccome fortemente impegnata contro il brigantaggio, concorse nelle operazioni di guerra contro l'Austria con soli reparti addetti ai vari Quartieri Generali, rendendo utili cd apprezzati se rvizi. Nel 1867 vennero, per ragion i d i bilancio, diminuiti 700 carabinieri a cavallo e soppressi alcuni comandi; la Compagnia delle Guardie del corpo di S. M., sostituita, per servizio dei Reali Palazzi e per scoria ai SO\·ra.ni, con uno speciale drappello di Carabinieri Reali a cava.Ilo. Jn occasione delle none del Prin.cipé Ereditario Umberto di Savoia con S. A. R. )Iarghcrita. di C. a plecli in Libia Savoia il 2 marzo del 1868, fu allestita una scorta di onore composta <li 80 Carabinieri a cavallo con corazza ccl cimo bruniti. Tale reparto non è stato più disciolto e costituì l'attuale Squadrone Carahinieri Guardie del Re (Corazzieri) alle dipendenze prima della Legione di Firenze e, dal 1874 in poi, di quella di l{cima L'organico è di 100 uom ini lrntti dai Ca r:tbinieri Reali aventi statura non inferiore a m; 1,82, e di cinque ufficiali, compreso il comandante col gra.do di capita.no o maggiore. In detto anno 1868 furono arrecate altre diminuzioni a.gl i organici dell'Arma e vennero abol ite le Legioni di Chieti e Salerno e lutti i comandi di d ivisione; però tali diminuzioni furono causa di sensibili danni alla compagine dcli' Arma, i cui effettivi andarono assottigliandosi, specie per ragioni economiche, poichè le retribu-


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;l ion i non sembrarono adeguate ai servizi che si rcn•dcvano. Si ricorse a l rimed io d i istituire i Carabinieri aggùmti. L a guerra del 18i 0 .per la p resa d i R oma n on •,ebbe pagine notevoli per la storia dell'Arma che vi pre-se parte con i soliti d rappelli distaccat i presso i Q uar•tieri generali delle truppe. Nel 1880 le disposizioni relative al reclutamento fu. -rono rivedute e ven ne stabilita la ferma d i nove ami i

Scuola di equi rnzion,, ,dei quali cinque da passarsi i n servizio e quattro in congedo, illim itato. Nel 18&2 fu abolito il Comitato del]' Arma e creato in sua vece il Comando del!'Ar ma con un ten. generale, comandan te generale e un magg. generale .c omandante in seconda. Durante la campagna cl' Africa. a ncbe l'Arma ebbe le sue pagine cli glor ia negli eventi, sia fortunosi ch e avversi ; nei 1887 fu costituita una compag1{ia Carabi nieri R eali d i Africa e nel 1888 le si aggiunsero d ue p lotoni di zaptié, reclutati fra gli uomm , del soppresso corpo degli irregolari. I Carabinieri si segn alarono a Coatit e Senafé ( 1895) a Maca11€ e Acligrat ( 1896) contro i Dervisci neì 1897, a Can dia ( 1896189i), in Cin a ( 1900). X e! 1S92 s i add ivenne alla compilazione cii due nuovi regolamen ti per l' /urna, u no per la par te orgaCar·ahinier i a cfl\'allo n ica, l'alt ro per il ser·vizio in genere senza tuttavia intaccare le nobili tra-d izion i della istituzione, il cu i funzionamento non eb,be minimamente a r isentirne. Nel 1910 fu concessa all'Arma la medagl ia <l'oro d i b enemeren za per l'opero.sità, coraggio, filantropia cd abnega.z ione a dd imostrati .in occasio ne del ter remoto calabro-siculo del 28 d icembre 1908. Tnnovazion e impor tante si ebbe nel 1911 per la r iduzione della ferma <la cù1que a tre anni ; l'arr uo lamen to <lette ott imi r irnltat i. L'an no 19 11 segnò ,a ltro p eriodo d i valore per l'Ar ma, impegnata n ella guerra ita lo-turca . Oltre ai soliti reparti addetti alle ;p:ran di u nità combatten t_i, l' Arrna venn e impiegata an,cbe con sezion i speciali per il cl isarmo delle p opola1

CAR

zion i indigene, la tu tela dell'ord ine nelle città e villaggi occupati, la composizione d i verten ze fra i d isparati elemen ti locili. Per i << segnalati servizi resi n ella campagna 1911- 1912 in Libia» venne concessa a lla barn;liera dell'Anna un'altra med aglia d 'a rgento al valor militare. Nel 1915, per la seconda volta dopo il 1848, vennero impiegati come unità tattica, mentre altri repar ti furon o assegnat i, con i consueti compiti di polizia in guerra, a i comandi delle varie truppe. Su l Poclgora il reggimen to dei Carabinieri ebbe mar tiri ed eroi e, quando per esigenze d i servizio lo stesso fu sciolto, non cessarono gli atti d i valo re inclivicluale nel disi mpegno dello specia le ser vizio di guerra, anzi la storia registra una lu nga serie cli ep isod i in cui rifulse il tradiz ionale senso cli dovere e d i disciplina ùei militar i dell'Arma. Circa 500 degli a_ppaJ·ten enti ali' Arma caci clero su I campo du rante la lun ga guerra, rirca 4000 i feriti ed ol tre 800 sopportarono le penose sofferenze della prigionia. N umerosissime furono le decorazioni a l valore; la bandiera. ùell' Arma otteneva la medaglia d'oro al valor militare con la seguente moti vaz ione : « R innovdlò le sue pure tradizioni con carrJJm ier i a piedi irurnmercvoli prove cl i tenace attaccamento a l dovere e d i fulgido eroismo, dando validissimo contri buto alla radiosa vittoria clelie Arm i d'Italia)). Attualmente ( 1927) i CC. R R . sono r iparti ti in cin que zone, comandale ciascuna da un generale ispettore (P 1filano, 2' F irenze, 3" R oma, 4• Roma, s• N apoli) e da esse dipendono le seguenti legioni : Torino, Milano, T rento, Verona, T rev iso, Trieste - Alessandria, Gen ova, Bologna, F irenze, Livorno Ancona, Roma, Chieti, Cagliar i - P alermo, Yiessi na - Napoli, .Salerno, Bari, Catanzaro. Vi è in oltre un R aggruppamento Battaglioni e un Gruppo Squ adroni '(3' wna). Dalla 4' wna d ipendono anche la L egione Allievi (V.) cli -Rom;a., la legione Allievi di Tori no, la Scuola allievi sottuffic ia li di F irenze.

Carabinieri Reali (Ser-uizio_ &i guerra) . Col passaggio della Nazione dallo stato cl i pace allo stato d i guerra i Carabin ieri R ea.li, µ1entre con tinuano anzi intensificano il loro speciale ser vizio d'istituto, sono chiamati ~cl assolvere a ltri compiti svariatissimi e di grande impor tanza . N'on vi h a, s i p uò d ire, operazione d i mobilita7,ione, non azione d i vigilanza, d i protezione e di p olizia m.ilita re a lla qua le essi non. portino il loro efficace concorso . D al r ichiamo delle classi in con gedo a lla precet tazione e requis izione dei quad ru ped i e carreggi, d alla protezione delle ferrovie alla scorta dei trasporti, da lla vigi lanza su i passi cli fron tiera a lla s icurezza dell•! lin ce d i tappa, dal m an ten imen to della disciplina nelle colonne in marcia alla repressione d i eventua li manifestazioni ind ividuali o collettive cli fellon ia eia par te cli combattenti, d ai n ecess,u i presidi per il fun?.ionamento della giustizia militare al recapito di corrispondenze particolar mente impor tan ti, a ll'assistenza d egli organ i


-682 incaricati delle incette e delle requisizioni, a lla salvaguardia di persone e di cose e via dicendo, è tutta una lunghissima teoria di compiti che si assommano nell'Arma dei Carabinieri Reali in tempo di guerra . E' oer questo che gli appartenenti ad essa, ufficia li e militi, sono considerati come permanentemente in servizi.o comandato ed hanno libero passaggio negli alloggiamenti e nel-

s . M. il Re consegna la mcd. cl'ai gcnto al valor mili1ai·,,,

CAn

cinquantina. di militi, dei quali 2/3 a piedi cd 1/3 ia bicicletta. Di tali ploton i ogni comando di gruppo al-pino autonomo o d i raggruppa.mento ne ha norma.huente nno, ogn i comando di divisione due, ogni comando di corpo d 'armata tre, ogni comando di armata un numero maggiore e variabile : così ne ha un numero impreci~ato il Comando Sup remo. Per i l funzionamento genera le del servizio tutti i comandanti dei Carabinieri presso le grandi w1ità mobilitate dipendono dal rispettivo capo di S. M ., pure conservando nello stesso tempo dipendenza gerarchica dal comando dell'arma della grande un ità superiore per tutto ciò che r iflette lo speciale servizio d'istituto. Ne consegue che es.~i si ù•ovano ad avere come una doppia e distinta dipendenza; ma quella (li istituto si esplica esclusivamente allravcr so istruzioni e .ra pporti, onde riesce normalmente agevole l'adattamento di tale istruzioni agli ord ini con temporaneamente impartiti dal rispettivo capo d i sta to ma ggiore, al quale vengono sem.. pre comun_icate quelle più importanti e caratteristiche. O ve qualcuna· di esse t'isulti inconciliabile con gli

alla J1andiera dell'Ar ma ( 1909)

le colonne; è perciò che nell'esegui.mento delle loro funzioni essi non possono essere trattenuti da chicchessia ma devono anzi, all'occorrenza, avere da tutti i C~lliandi sostegno e r inforzo. Presso l'esercito mobilitato il servizio dei Carab.inieri Rea li s i svolge, come ogni altro, per mezzo di organ i d irettivi e d i orgruli esecut ivi. Sono organi direti ivi : il Comando superiore dei. CC. RR., facente parte del Comando Supremo ed avente funzioni direttive, consu ltive ed ispettive per tutto ciò che interessa il servizio dì istituto dei ripar ti dell'arma mobili tati; i Comandi dei CC. RR . di a rmata, i Comandi dei CC. RR. di corpo d 'armata ed i Comandi dei CC. RR. di divisione, aventi ciascuno fu1nioni analoghe a q uelle suindicate nei riguardi e nel limiti della rispettiva grande unità. Sono invece organi esecutivi i p lotoni d i CC. RR. ossia riparti dell'arm,t con formazione tipica costante d i una

Monumen10 \Jel centtlna r io dell'Arma nella caserma della J.. rg ionc Alli evi d i Roma

ordin i del cap0 d i stato maggiore, gli ordini ora detti hanno prevalen7..a e prcccdcn1.a esecutiva, con obbligo, ai comandanti dei Carabin ieri di informarne la super iore au torità dell'Arma.

La bandiera ctella Legione rli Roma

Carabin·ieri Reali (A '11111/Ìnistrazione) . Pei loro speciali scrvi7..Ì d 'ordine e di sfcurczza. d ipendono da d iversi l!dinisteri, e p recisamente : da l l\'1inistero della GueJ'l'a,. per tutto ciò che riguarda il reclu tamen to, l'ordinamento, Ja disciplina, l'amministrazione, l'armamento, l'equ ipaggiamento, la r imonta e per quanto ha tratro al servizio m ilitare ; dal -M in istero dell'Jntcrno, per quanto si. riferisce a!' servizio d'istituto, d 'ordine e d i pubblica s icurezza, all'alloggiamento e arredamento di caserma; dal Min istero d i Grazia e Giustizia pel servizio d i scorta di detenuti, udienze e traduzioni; dal Ministero della :'.Vlarina. e cieli' Areonau tica sui cui bilanci gra vano gli assegni fissi e le incleuniià. eventuali degl i ufficiali, sottufficiali e m ili tari d i tn1pp:, messi a loro disposizione, nonchè una quota µarte delle spese genera.li stabilita d'accordo col M inistero della Guerra, e tutte quelle necessarie per l'alloggio e pel casermaggio degli uomini , destinati al loro servi.zio; dal M inistero delle Colonie, per tutto quru1to ha. relazione a lla. dest inazione del personale sia n elle Colonie che a ll'estero e ad oneri di bilancio relativi.


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L' un ità amm1111strativa dei CC. RR . è rappresentata dalla Legione. Il governo e la. direzione di tutto quanto 1 i guarda l'azienda economica. della Legione è affidata ad un'ufficiale gestore assistito da un ufficio d'amministrazione ed a Commissioni amminis trative interne. La Legione r ichiede i fond i e rende i conti all'ufficio d i Contabilità e Revisione del comando generale dell' Arma per tt1tto quanto si r iferisce a bilancio della Guerra; per quan to interessa invece oneri di altri 1'tinisteri, ed eventualmente anche <li p rivati, provvede sempre la Legione. Carabi1tieri aggiunti. Soldati o caporali di fanteria o cavalleria èhe, in seguito a loro domanda , o, se soldati, anche d'autorità - in caso di deficienza d'aspiranti venivano comandati a prestar servizio in aiuto dei CC. RR . sino al termine della ferma. I caporali dovevano rinunziare al grado, nel quale pe1:Ò veniva110 reintegrati se cessavano da l servizio di. carabin iere A . per causa ind ipendente da lla loro volontà. I carabinieri A . dipendevano dai gradua ti dell'arma, ed in servizio anche dai semplici cara.binieri ed erano soggetti alla disciplina dell'a1·ma stessa. Conservavano l'uniforme del proprio corpo o 1·eggimento; solo - a scopo distin tivo - porta• vano gli alamari s ulle manopole della giubba. Erano a lloggiati nelle casP.rme dell'arma ins ieme ai CC. RR ., percepivano assegni speciali, e godevano inoltre delle indennità d i viaggio, di pernottamento e delle altre competenze eventua li a l pari dei CC. RR. I carabinieri A., istituiti nel 1904 per mantenere al completo la forza bilanciata dell'arma dei OC, RR. cd anche per a u mentarla in caso d i straord inari bisogni per la sicurezza pub1,lica, vennero soppressi nel 1917. Carabinieri di Catanzaro. Corpo volontario formatosi a Catanzaro nel 1'860 (7 u ff. e 316 u .) agli ordini del magg, Colcione; fece parte dei volontari di Garibaldi. Ca.rabini-cri di Como. Compagnia volontari, detta « della .Morte >J formatasi a Como il 10-4-1848, a l comando di Abbondio Facchinetti, con compiti d i P. S. ; fu aggregata all'arma dei carabinieri. Il 28 aprile alcuni dei componen ti passarono nel corpo degli studenti lombardi. Portavano tenuta nera con cappello a lla lombar da e una croce sulla sin istra ciel petto. - Altra cp. voi. dello stesso nome, composta. di 60 Svizzeri ciel Canton Ticino, fece la campagna del 1848 colle bande del!' Arcio11i. Carabim:er,: d·ì Cosenza. Corpo volontario formatosi a Cosenza nel 1860 agi i ordini del magg. :;\1ileti; fece pa1:te de i volontari cli Garibaldi. Carabittieri Genoves·i. Compagr.ia di 200 volon tari, formata a Genova nel l 859 coi soci d i una Società di tiro a segno in vira dal 1852. Una cinquantina d i essi, a l comando cli Nicofa Ard uino, furono incorporati nel 3° bgi. del 3° regg. elc i Cacciatori delle Alpi ; il bgl. era comandato da l B ix io e il regg. dall'Arduino. Si batterono eroicamente a 1vfalnate, S . Fermo, Varese, Como e allo Stelvio. Dopo la guerra. la cp. si scio lse, ma il 5 maggio 1860, 32 ' di essi partirono da Qua rto coi Mille. Assegn ati alla 7" cp. ( Cairoli) sbarcarono pei primi a 1\farsala e a Calatafim i ebbero 5 morti e 10 feriti. E ntra rono in Palermo pel pon te dell' Arnmi1 ragliato e furon o c itati a ll'ord ine del

giorno pc! combattimento al convento dei Benedettin.i. Aumentati a l numero di 85, furono a 1'filazzo ove ebbero 8 morti e 37 feriti. Sbarcati il 19 agosto a Metilo con Gariha.ldi, a Villa S. G iovanni sbarrarono la via alle 2 br. borboniche )folenclcz e B'rigan ti. Alla metà di setlembrr furono inviati a Santi, )\!faria per prender parte all'assed io di Capua e il 1• ottobre si batterono al Volturno. Nel 1861 furono inviati a lle loro case, ma nel 1866 risposero di nuovo all'appello di Garibaldi col quale combatterono a ::vr. Suello cd a llczzecca. Nel 1867 qualcuno di essi fu a J\fontana e nd 1870 alcuni si batterono i11 Francia contro i Tedeschi. Carabin-icri Guardie del Re. V . Corazzieri. Carabinieri Lombardi. V. Colo1t11a · Vicari Simonetta. Carabinieri Veterani. Categoria dei CC. RR . costituita il 27 novembre 1841, per poter conservare in servi:tio, per il maggior tempo poss ibile, sottufficiali e militi anziani. Furono tenuti in più della forza ordinaria· ·in tutto erano 4 1, graduati, mandati in Sardegna. Nel 1848 vennero costituite 3 cp. di C. V. con comando a Torino: in tutto 690 u. con 10 ufficiali, compresi quelli della Sardegna. 1 C. TI. furono sopj)ressi nel 1852. F ederazione Nazionale dei Carabinieri Reali. Comprende le Associazioni elci CC. RR. in congedo, che a,mmon ta,aJ10 (L927) a 211 con 177.658 soci inscritti. Ha sede in Roma.

Carabobo. Provincia del ·venezuela nelle cui savane avvenne una batta.glia che appartiene alla guerra d i indipendenza contro gli Spagnuoli (21 giugno 1821). J3olivar d isponeva di_tre divisioni (Paez, Cede.no, P laza) i_1_1 tutto 6000 u. Gli Spagnuoli, che, comandati da )\,f oralès e J ,a torre, disponevano di forze pressocb.è ugua li~ 1·in1asero sconfitti, e l'indipendenr.a della regione dalla dominazione spagnuola fu con questa baltaglia assicurata. Le perdite fu1 rono gravi da at11bo le parti: dei ri~ voluzionari caddero i generali Cede~ ,. f ~ iio e Plaza. L,i battaglia era stata ~,,,;. •_. decisa da un attacco alla baionetta {" ,_ :., . ..::.•, d ella. divis. Paez. Il gen. spagnuolo 1rm_~z?----~i ~ -, •.• Valencey riuscì a radunare parte cielMonument-0 le truppe e a proteggere la ritirata, commemoral.ivo rifugiandosi a Puerto Cabello. - (batt. d i Carabobo)

I

Precedenteme nte, presso C. (28 maggio 1814) lo stesso Boliva1' aveva 1·iporlato un successo contro un corpo ~pagnuolo comandato dal !;en. Salomon.

Caracalla (illlarco A11.relio 111,tonio Bassian.s). Impe-· ratore romano, n. a L ione m. presso Edessa (188-2 l7). Accompagnò il padre Settimio Severo nella sua spedizione in Bretagna. Salì al potere nel 211 col fratello beta che fece subito trucidare. Fu crudelissimo, disprezzò il Senato cd ebbe sole:, riguardi per i soldati, con i quali divise le fatiche del campo e della guerra. R istabilì la falange, più alta, alla guerra contro i ba rbar bari, della legione. Fece una spedizione in Germa,1ia e combatté contro i Goti n ella D acia e poi


passò nel!' Asia Minore, Fece prigionieri i re dcli' Armes i impadronì <lel!Osrocne e fondò una colonia a Edessa. Invase il paese dei Parti; prese Arbela, e<l essendosi i Parti raccolti nelle montagne oltre il 'l'igri, per radunare le loro forze, Caracalla devastò la Me•<lia. Fu ucciso a Edessa da un soldato. 11 ia e dell'Osroene;

684larga m. 10,97 con dislocamento di tonn. 1661. Stato maggiore 8, equipaggio 231. Oiovan11i Caracciolo, princif,e di Melfi . Marescia llo di Francia, n. nel 1480, m. a Susa nel 1550. Seguì Car-

Caracca. Nave larga di fianchi, a tre ponti e due ,alberi dapprima, aumentati a cinque ponti e quattro alberi in seguito: le più grosse ebbero il· nome di Carnccone. Comparvero, sotto questo nome, fin dal secolo

La R. N. « i:anu·clolo »

lo VIII e partecipò a lla balt. cli R avenna. Pa,csò poi a l servizio degli Spagnuoli e difese Melfi nel 1528 contro il Lautrec. Tornato al servizio della Francia, prese parte alla campagna di Proven1,a ( 1536) e del · Lussemburgo (1543). Nel 154S ebbe il governo del Piemonte.

X II. Inventate le armi d a fuoco, la C. fu armata con camwnì, posti ne i due castelli di poppa, e di prua, :m olto a lti, e portanti fino a 35- 40 cannoni ciascuno. J"amosa è rirnasta la « Santa Anna>>, grossa C. fatta

Camillo Ca1'C1cciolo, f,rincipe d'Avellino. Capitano napoletano de l sec. XVIXVII. Nel 1594 andò a combatte\·è in Fiandra distinguendosi in molte occasioni, al servizio della Spagna. ~el 1617 venne Ji.on1inato generale di ca- t valleria in Lombardi:, e quivi morì. - Un suo fracaracclolo camlllo tel10, Do·m.ieio C., marchese Della. Bella, comandante di un Terzo napoletano, cadde combattendo in Fiandrn, all'assedio d i Bold uc. Ca.rio Andrea Ca·racciolo, ma.,·chese d,: Torrecu20 . Capitano napoletano, n. a l\faclrid, m. a Napoli {164ì1700). Combattè cÒntro i pirati, poi fo in Brasile, a l servizio della Spagna, contro gli Olandesi; quindi partecipò all'assedio della Rochelle ( 1627). K el 1633 era in Germania nel-

·costruire presso Nizza dai cavalieri di :Malta nella prima metà. del sec. XVI, a sei ponti, a lta 25 m . dall'ac·qua, corazzata con lastroni d i piombo, della portata di 3000 tmrn., oltre le artiglierie (50 cannoni grossi e 50 J)iccoli) e gli app rovvigionamenti ordinarii. Aveva un equipaggio di 300 marinai e 400 combattenti.

Caracciolo. Fregata costruita a N apoli nel 1811, già appartenente alla marina napoletàna col nome di «Carolina», cambia to in quello di «Amalia » nel 1816, passata a far parte della R. Marina Italiana col nuovo nome d i « Caracciolo >l ,.;el 1861. Radiata nel 1865, Caracc-iolo. Nave sussidiaria d i 3" classe (a vela) va.rata a Castellammare d i Stabia nel 1869, lunga m. 64,60

l'esercito i1nperiale e gua.~

dagnò a Nordlingen il grado di generale alartiglieria; posci1e passò in Catalogna a combattere con tro i Francesi, e nel 1644 fu inviato con_tro i Portoghesi come capitano generale. Passato a Napoli, ebbe il Caracciolo Dom!zlo comando dell'esercito destinato a soccorrere Orbetello assediala eia Tomaso di Savoia; l' impresa riuscita, tornò a N a poli e per le fatiche d i questa campagna venne a morte. Ca.rio Maria Caracciolo, d1tca di San Giorgio. Capi-


C.rn

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tano del sec. XVII, figlio di Carlo Andrea (1613- 1641). Militò agli ordini del padre in Germania e in Catalogna, dove morì combattendo presso Barcellona.

Francesco Caracciolo. Ammiraglio napoletano ( 1i521799). Comandò nr.1 1793 le navi napoletane mandate a Tolone, alleata degli Inglesi. Durante la repubblica Partenopea fu mm 1stro della l\,farina , e caduta la repubblica venne processato, condannato a morte e appiccato a una antenna della nave « Minerva J> per ordine di Nelson. Giovanni Battista Caracciolo. Generale delle Due Sicilie, n. e m. a )si' apoli (1765-1825). Si battè i11 Caracclolo Carlo An<l rea l .ombardia contro i Francesi n el 1796, e ancora, a l coma11do del regg. Abruzzo I, contro di loro nel 1798. Quindi passò al servi%io della rep. Cisalpina, dove divenne gen. cl i brigata e poi agli ordini cli re Giuseppe a Napoli (1806) con lo stesso grado. Si disti.ti se in molte occasioni e. raggiunse nel 1813 il grado cli ten. generale, confcnnatogH n el 1815 dai Borboni, che lo nominarono luogotenente generale nelle Calabrie. Lu.cio Caracciolo (Duca d·i Roccaromana). Generale napoletano ( 17 i 11833). Combattè nel 1799 Caracctolo Carlo ,tarla contro Francesi; ne l 1803 ebbe dal re G iuscppc il comando del regg. dei Veli ti a caval lo della Guardia, con i quali fece la campagna del 1312 in Russia, <love guadagnò il grado di maresciallo <li campo. Partecipò sotto il Murat come ten. generale alla campagna del 1815. ln seguito ebbe confermato dai Borboni il grado e fu comandante delle Guardie <lei Corpo. 1\tlario Caracciolo. Colonnello e scrittore militare, n. a Napoli nel 1880. Sotlot. d'art. nel 1899, partecipò alla guerra libica. meritandovi una mcd. d'argen to e alla grande guerra riportando su l Vodice gra·· ve ferita a l petto e meritando unR seconda mecl. d'argen to. P romosso coionnello nel 1918 fu adCaracciolo Fra,i.r.,esco - detto militare ad Atene. D opo la pace passò al com,tndo delle scuole centrali militari, alla direzione della Rivista d'artiglieria e genio e al comando del 7° regg.

CAR;

art. pesante campale. Fu anche nominato a iutante d i, campo onorario di $ . lvI. il Re. Scrisse, fra l'altro : « Come combatte l'artiglieria J> e « L ' in tervento della Grecia. nella guerra mondiale >) .

Caracenas (marchese Lu.igi). Generale spagnuolo del secolo XVII morto nel 1668. Fece le campagne d'Ita lia fino al 1640 e poi fu governatore di Milano. Passò nei Paesi Bassi nel· 1656 e ne dive1me 3 anni dopo governatore. Fece· la carnpagmL conu·o il Portogallo e fu sconfitto :l Villa vie iosa.

Caracol (o Caragol) .. POl'to militare turco di polizia di confine. Era composto cli 6 a 12 n. comandati da un sottufficiale od CaraccioJo ~farlo ufficiale, a seconda dell'importanza del passo o ponte vigilato. Coll'attuale regime dell'Impero ottoma.110 si è andato modi.ficando tale servizio cbe viene disimpegnato, come negli altri Stati, da truppe specializzate. Caracollo. 1fodo cli combattere della cavalleria, istituito nel secolo XVI, allorquando l'arma d i cavalleria dovette adattarsi alle esigenze delle armi da fuoco. Pare che il C. s ia stato creato per la prim,i volta da Nfaurizio cli N assau, che armò la propria cavalleria con pistole e stocchi, affinchè potesse combattere con arma bianca o da fuoco. Il C. è stato adottato più tardi da tutte le principali cavallerie degl i eserciti europei, ma con diverse formazioni e sistemi. La cavalleria. tedescospagnuola si formava in masse <li 20 a 30 cavalieri cli fronte, per 15 a .30 cli fia nco, ad i11tervalli cli 2 passi tra fila e fila. Avanzava. al trotto o passo fino al tiro cli pistola, e cioè fino a quando, come diceva Gustavo Adolfo, « si scorgesse il bianco dell'occhio del nemico >l. L a prima riga sparava la pistola, e, come la fanteria, si ritirava in coda per scoprire la riga susseguente, e intanto ricaricava l'arma. Così continuava fino a che aveva scompaginata la formazionè avversaria. Scornpaginato l'ordinamento nemico; metteva mano all'arma bianca e si spingeva alla carica ed all'inseguimento per completare la vittoria. In Francia, a i tempi del maresciallo di Turenne, i dragoni, annali d i sciabola d ritta, fucile e baionetta da granatiere, od i cavalleggeri armati di spada e pistola, eseguivano il C. sfilando per uno da un'ala, e passando al galoppo vicino a l nemico sparavano ciascuno l'arma d a fuoco e andando a rimettersi al posto presso lo squadrone. Molte volte sotto il Condi, ed il Turenne la cavaller ia eseguì il C. formandosi in p icc;oli drappelli con grandi intervalli, e scaricando le armi da fuoco improvvisamente sul nemico, che scomp igliava poi con carica a ll'arma bia11ca. Que~ta forma di combattimento della cavalleria, andò successivamente trasformandosi col progres,;ivo perfezionamen to delle armi da fuoco portatili. Attualmente il C. è rimasto nei regolamenti delle moderne cavallerie, ma consiste solamente nel combattimento dei s ingoli cavalieri dopo la carica, quando, per completarne l'effetto su lla cavalleria nemi<.:a, od a nche su truppe a piedi, s i fa u so della


CAR

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sciabola o della lancia nei corpo a corpo, manovrando il cavallo in modo da agevolare al cavaliere che assale, i colpi d'arma bianca contro i singoli nemici. Il C. pre.çede la raccolta o riunione dei cavalieri, in posto difeso -e riparato dai tiri avversari; per conseguenza non deve mai portare ad un eccessivo sparpagliamento. Fare il Caracollo, significò aggirare il nemico offendendolo con getto di lancic, dardi, giavellotti; tale modo di combattere fo comune alla cavalleria tartara, galla, araba, spagnuola. In tale esercizio divenne abilissima, oltre la cavalleria austro-spagnuola, quella degli S tati Sardi, che merci: il C. r iusciva a guadagnar la mano della briglia al nemico, sparandogli contro un colpo di pistola o carabina, cosiccl1è il cavaliere, perduta la sinistra, non potesse più dirigere il cavallo, e difendersi od offendere.

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Caracora. Bastimento leggiero dei mari dell'India, di cui si scn·ivano gli Olandesi nelle isole di Borneo e delle Molucchc come guardacoste. Le C. erano di di\'crse grandezze, ed anda,·ano fino a dieci tonnellate, con equipaggio da J SO a l 70 uomini, a tre o quattro file di remator i, od a vela,. Avevano in cambio degli alberi un treppiede di bambù, con vela a parailelogra mmo bislungo. Erano àgili .e velocissime. Caradonna (Anto11io). Generale medico, n. a Salemi m. a Padova (18461923). Laureatosi in medicina e chirurgia a Palcrc arara F1·ancesco :\tarla mo, fu nominato uflic i,tle n,edico n~l 1870; promosso ten. colonnello ( 1898) resse la direzione dell'ospedale mii. di Padova. Collocato in 1'. A. (1904) fu r ichiamato in servizio nel periodo l9 16J91 i e addello all'Ispettorato di Sanità mii. col grado cli maggiore generale medico. (Diomede) Car afa Guerriero e scrittore napoletano ( 1406-1-187). fu consigliere di re Ferdinando e ministro. Nell'attacco che Renato d"Angiò fece contro Napoli nel 1442, egli, benchè ferito, fu il primo a piantar la bancl iera sulle riconquistate mura. Scrisse di politica, di filosofia., di guerra: il s uo libro: "Gli ammaest ramenti militari», figucara.fa Antonio ra tra i pochi studi originali dei primordi della nostra letteratura m ilitare. Oliviero Cara/a. Cardinale e guerriero napoletano (1436-1511). Comandò la flotta pontificia che compì l'impresa di Adalia e prese Smirne nel 1472. Francesco Maria Co.rafa, duca di Nocera. Capitano napoletano, (1579-164l). Partecipò alle guerre contro i

686 .Mori, fu all'assedio di Casale del 1628, a. Nordlingen e nella Spagna ( 1640). Quivi, accusato di convivenza coi Francesi, venne gettato in carcere dove in breve morì. Gregorio Cara/a. Gran maestro di l\Ialta. (1614- 1690). ~i battè contro i Turchi durante tutta. la sua vita, essendo entrato giovanissimo nell'Ordine, e partecipò alla guerra di Candia.

carara Emanuele

Ema1111elc Carafa, duca di ~ocera. F iglio di Francesco Maria. Ca.pilano napoletano del sec. XYII, al servizio della Spagna, si distinse nelle guerre del suo tempo e fu nominato ten. generale nel 1650 dopo la guerra di Portolongone e morì nel 1665 combattendo presso Villaviciosa.

Fraucesco Cara/a. Generale del mare dei cavalieri dell'Ordine di ~falta, nel 1669-1671. Si battè contro 1>irati barbareschi comandando la 0olta dell'Ordine. Girolamo Cara/a, generale napoletano ( 1564-1633). CombatLè con Alessandro l'arnese, si distinse nella conquista e nella difesa di .\m iens contro Enrico IV: nel 1630 fu creato vicerè di Aragona. An.ton-io Cara/a . 1foresciallo napoletano del secolo XVlI, m. 11cl 1693. Fu al servizio dcli' Austria. Si distinse ndla guerra d'Ungheria contro i Turchi. Durante l'assedio di \ ·ienna l'impera torc !.eopo Ido l lo mandò in PoCoi>;ifa Girolamo Ionia a chiedere l'aiuto del re Sobieschi. Dopo la liberazione di Vienna combatti- nuovamente in Ungheria contro i Turchi ed ottenne brillanti successi. Ettore Cara/a, conte di Rnv o. Patl'Ìotla napoletano ( 1i72-1799). Imprigionalo per le sue idee liberali, riuscì a fuggire; tornò a. Napoli coi Francesi; fu comandante della legione napoletana e uno dei capi della repubblica Partenopea. Partecipò alla lotta in Puglia e prese, col gen. Broussier, Adria. Fatto prigioniero a Pescara, fu condannato a morte e giustiziato.

Caragl io. Comune in prov. di Cuneo (ant. Ca.mliz,m o, Q.·11ad-ralùm1). Nel medio evo ebbe un castello che nel 1160 fu a~lito ed espugnato dal marchese di Saluzro. Nel 1245 -Cwico la tolse colle anni al marchese dei' Monferrato che 11e era in possesso; ma nel 1285 questi, aiutato dagli Astigiani. lo riconquistò. Vent'anni più tardi fu assediato e preso da Raimondo d'Angiò. Amedeo VI di Savoia nel 1346 lo prese dopo aspra lotta. Ma Tommaso II, collegatosi con Luchino Visconti, l'anno dopo, attaccato C. lo riprese. I Provenzali, condotti dal genovese Lcrca1·0 ( 1357), s'impadronirono di C.,


-che tornò in possesso di Federico figlio d i T ommaso II qualche anno più tardi. Ma il"contc Amedeo di Savoia pose fine a lle continue contese per il possesso di C. riprendendolo con forte nerbo di truppe, e costituendovi -sana organizzazione e difesa interna. Durante la guerra -di Successione del i'Yionferrato, certo An tonio Torresano, nativo di C., capo di banditi assoldati dalla Francia, si ìnstallò nella rocca (1537) ma vi fu attaccato violentemente dal marchese del :Monferrato. I l Torresa.tto, riu-scito a fuggire da C. e riunite a ltre masnade, tornò a ll 'assalto del castello difeso da truppe spagnuole. Avuto il sopravvento, prese d'assalto il paese trucidandone gli .abitanti, saccheggiandolo, e dandolo alle fiamme,

Oara"iskakis (Giorgio). Genera le dell'indipendenza greca, n. di Giannina ( 1782- 1827). Servi dapprima agli ordini di Alì Pascià , Prese parte a l movimento per l 'ind ipendenza greca fino dal 1821. Nel 1823 salvò M issolungi dalla minaccia turca, ma tre a ,rni dopo non potè evitarle di cadere in mano d ei nemici. Cadde ferito a morte, presso il Pireo.

Oaramagna. Comune in prov. di Cuneo. Ebbe 1m castello nel medio evo, che fu attaccato e conquistato dal marchese Bonifacio d i Savona (1142) aj conti di Savoia. Passalo poi ai marchesi di Saluzzo, fu assalito <lai l'rovenzali d i Carlo d' Angi(>, ai quali fu tolto dagli Astigiani, per venire ripreso dal marchese di Saluzzo nel secolo XIII.

Caramanli. FRmiglia tripolina polente, ohe, scacc iati i Turchi d i\ Tripoli, vi fondò (1714) un principato indipendente. Tale d inastia regnò fino a l 1835, quando i Turchi, ripresa la Tripolitan ia, ne spodestarono i C. La farnigl iR però continuò a rimanere nel paese e fu fa. vorevolc all'occupazione italiana 11el 19 l l-12, tantochi: Hassuna Pascii,, appartenente ai C., venne dall'Italia ,cre~.to s indaco di Tripoli. Carandini (Giuseppe) . Ufficiale del genio n. di Mo-

687 di mura, che vennero abbattute nel 1373 e più tardi riedificate dai Fermani. Sorte questioni tra Carassai e RipRtransone per il confine, ne derivò una lotta che durò fino al 1452. Nel 1375 la terra d i C. cadde nelle mani del capitano di ventura .Boffo.

Oarasso (Giacomo) . Generale, n. a Trofarello, m. a T orino (1840-1912). Sottot. d i fanteria nel 186( partecipò alle campagne del 1866 e 70; promosso colonnello (1896) coman dò il 10° regg. fanteria. Resse nel 1898- 99 il comando del distretto di Perugia e raggiunse nel 1908 il grado di magg,. generale, Carate Brianza. Comune in prov. cli Milano presso il L ambro. Ha un'antica torre attribuita alla regina Teodolinda, ora adibita a campanile. F u luogo forte murato e guardato da importante presidio. N cl 1275, tenu to da.i Guelfi milanesi al comando dei Torriani, fu preso da i nobili fuorusciti lombard i. Nel 1285 i Comaschi tentarono d i prenderlo e distruggerlo; ma fu difeso energicamente da.i Milanesi. Battaglia, di Carate (3 1 luglio 1527) . Appar tiene alla guerra per la successione del Ducato di Milano. Le ardue imprese d i G ian G iacomo de' 1V[edici, avevano attirato l'attenzione del capitano spagnuolo Antonio de L eyva che voleva cogliere il momento per battere l'avventur iero. Saputo che questi marciava su C . abbandonò segretamente :Melegnano e raccolti i più abili soldati e capitani s i portò a Monza e di là a C . Vestite le trupp<.: con cam iciotti bianchi, come d'uso· affinché si r iconoscessero facilmente nel buio della notte, l'avanguardia giunse a C. all'alba del 30 luglio 1527 e fu scorta subito dalle vedette nemiche del campanile. Si accese la lotta che per molto tempo rimase con esito incerto ; solo a l giungere dei rinforzi il L eyva potè respingere nel borgo il Medici. Le truppe di questi n on resistettero al successivo attacco e si diedero a lla fuga abbandonando sul terreno circa 1500 morti e numerosissimi feriti.

den a ( l.779-l855). Fu al serviz,io della Frància e fece varie campagne. Lavorò alle fortificazioni di Capodistria e di Mantova. N el 1815 dal <luca di J\fodena fu posto a capo dell'ufficio topografico e nominato comandante del Genio. Fece la carta del Gen io milikuc estense, divisa ·in 44 sezioni. Diresse la costruzione delb strada d,l Reggio Em ilia a Sarw na. Fortifico Dresccllo e r afforzò la cittadella d i ::\fodena. Insegnò fortif,caz;ione ali' Accademia mii. cl i questa -città, e andò in pensione i1el 1845 .

Carathoa. Località sulla costa dell'Anatolia. K el settembre 1440, una flotta egiziana che aveva saccheggiato Caslelrosso, i11seguita dalla flotta dei cavalieri d i Rodi, vi prese terra. I cavalieri sbarcarono e sconfissero i musulmani infliggendo loro una perdita di 700 uomini e lamentandone u na di 60.

Cara1td1'.n·i marchese Federico. Ufficiale e scrittore, n. e m. a Modena ( J816- l8i7). Partecipò alla guerra del 1848 battendosi a Vicenza e a quelh del 1849 coi volontari lombardi. Passato nell'esercito snrdo, ù1scgnò topografia, tattica., strategia, storia e a rie mii. a lla Scuola <l'I vrca. Nel 18.59 organizzò e diresse quella di Modena. Scrisse : <( La guerra in I talia nel 1866 »; « La vita di Manfredo Fanti »; (< L'Assedio di Gaeta n el 1860-61 »; « La ferrovia, Spezia-Parma in relazione alla difesa dello Stato ».

293.

Carassai. Comw1e in prov. di Ascoli P iceno. G ià nel sec. X menzionato per il suo c astello ( Castr1i1n G1tardiae). Nel 1294 fu ingrandito e fortificato con cerchia

Carausio (.Marco Aurelio Valerio). Capitano generale della flotta ro;1,a11a preparata. dall' imperatore l\1assimiano Ercole per difendere dai pirati le coste dell'Olanda e dell' Aquitania. Nell'anno 287 fu acclamato imperatore dalle legioni della Gran Brettagna. Si difese con successo da lle truppe dell'Imperatore, il quale finì col riconoscergli _il potere. Regnò tJ·anquillamen te per sette anni : fu ucc iso da uno dei suoi ufficiali nell' anno Caravà (Giorgio). Generale n. a Kui.n (Sebenico) m. a Verona ( 1824-11?95). Soldato nell'esercito austriaco, lasciò il servizio per p render parte alle campagne J,.cr l'indipendenza 1848-1849 da tenente di fanteria nelle truppe del governo provvisorio di Venezia, e combattè, nel 1859, nel corpo dei Cacciatori delle Alpi, guadagnandovi la mcd. cli bronzo al valore a San Fermo; partecipò inoltre alla campagna del 1860 con l'esercito dell'Italia meridionale meritando la croce di cav. dell'Ordine mii. di Savoia. Pa.,;sa'to nel regio esercito ( 1862), col grado di tenente colonnello fece la campagna d el


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C.\R

1866 e, p romosso colonnello, ( 1867) comandò il 7° reggimento granatieri e il 77° fant. Da magg. generale ebbe il comando della 25• brigata e della brigata « Ferr ara», fu nominato aiutante di campo generale effettivo di S. :YI. il Re, e, promosso ten. generale, comandò le divis. mii. di R avenna ( 1884) e Verona (1888). Collocato in P. A nel 1890, passò nel 1892 ndla r iserva.

Caravaggio. Comune in prov. di Bergamo, giil. murato e con castello, preso e raso a l suolo dai )'filanesi nel 1251, quando \'Ì si erano r ifugiati molt i fuorusciti dalla città. Fu più volte conteso e devastalo nelle fazioni di pa.rCara và Otorgio te e nelle lotte fni Veneziani e Milanesi. Nel 1630 venne saccheggiato dai Lanzichenecchi diretti all'assedio di )fantova. Battaglia di Caravaggio ( 14 settembre 1448). Appartiene alla guerra intestina scoppiata a lla proclamazione della repubblica ambrosiana. Francesco Sforza il 29 luglio, con 13.000 cavalli e 3000 fanti, pose l'assedio .a C ., di feso dai Venezian i, e costrul vasti trinceramenti intorno al paese, proteggendosi con muro e fosso verso l'esterno. I Veneziani erano accampati a quattro miglia d i distanza, con 5000 faJiti e 12.500 cavalli, comandati da Michele Attcndolo, il quale per molto tempo tentò con piccole scaramucce di disturbare gli assedianti. Frattanto C. veniva vigorosamente battuta e grandemente d anneggiata dallo Sforza. L' Attendolo, ricevuti ordini da Venezia, si decise finalmente ad assaltare ( 14 settembre) i trinceramenti avversari. La cavalleria veneta arditamente ro\'esciò ogni ostacolo e Henclrò .fino alla tenda dello Sforza, il quale frattanto aveva spedito 2000 cavalieri scelti a prendere alle spalle gli assalitori. Questi rimasero sorpresi e furono cernplctamente sconfitti. Dei Venezian i appena. 1500 scamparono: gli a ltri fu rono in massima parte fatti prigionieri. Il comandante vene1.ia-

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no di C., )fatico Campano, vista la sconfitta dei suoi,. si arrese lo stesso giorn'b. Nel 1309, il giorno dopo della batt. di Agnadello,. Luigi XII investì C.; il paese aprì le porte: la rocca,. tenuta dai Veneziani, resistette al bombardamento per poche ore; l' indomani si arrese.

Caravaggio Oscarre. Generale, n. a Leno m. a Napolì (1840-1921). Partecipò da volontario nel 2° regg. Cacciatori delle Alpi alla campagna del 1859; passato nell'~sercito regolare (1860) si distinse nella campagna del 1866 meritandosi una med. d'argento a Monte Croce. P1omosso colonnello ( 1896), fu successivamente comandante dei distretti di Nola e di Tar anto; collocato in P. A.. nel 1898, r aggiunse nel 1914 il grado di tenente generale.

Car avana (Fort1111ato). Generale piemontese, n. nel 1743. Nel 1793 partecipò a lla guerra contro la Francia riportandovi ferite per cui divenne invalido; ebbe il comando in 2• della ciltà e prov. di ),fondovì, divenendo colonnello nel 1794 e brigadiere nel 1796. Nel 179T lasciò il servizio.

flicos11·uz1one ctelln caravella e Santa ~larta •• cti c,·1~1ororo colombo

Caravella. ~ave usata in Italia, Spagna e Ponogallo dal Xlll al XVII secolo, con quattro alberi. oltre il bompresso e ,·cle quadrale. Aveva forma oblunga, tondeggiante, più snella di quella delle navi da guerra ed ordinarie. Era munita di castello d i poppa elevato, e di. castello di prua meno alto. In genere imbarcava circa. 70 u. d'equipaggio. Tre di t.ali navi (Pintn. - S. Maria N ina) costituirono la flotttt con la qun.le Cristoforo Colombo scoperse l'Amedea. L o stesso nome C. veniva dato a una nave armata di 26 a 28 cannoni, ed equipaggio di 300 u. Tali navi t ra.no costruite da inglegi od olandesi. Nella tolda verso prora stava.no i bombard ieri' e le artiglierie, disposte lungo i fianchi in hatteria aperta sui palchi del cassero.

Una rura,·e11a

Carboidrati (A liment,). Sono le sostanze nutrienti,. fornite dal regno vegetale, che risultano costituite per la massima parte da idrati di carbonio e sono della più alta importanza in quella parte della nutrizione che comp rende gli a limenti zuccherini e quelli amid acei o fcculenti. Il principale di tali alimenti è il pane, che è la


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base del n utrimento umano. Dura nte la guerra europea la scarsezza dei raccolti di frnme nto e le difficoltà delle importazioni dei cereali determinarono uno stato di grave disagio presso tutte le nazioni belligeranti. Per far fronte alle deficienze che si maniiestaron·o, oltre a l contingentamento dello zucchero, del pane, del la pasta e delle farine, per le popolazioni civili, si ricorse pure ad a ltre misure di economia; e, in primo luogo, venne elevato il tasso di abburattamento, quindi fu imposta l'aggiunta d i a ltre farine diverse - Jcguminose (fave), riso, ccc. - a quella dei cereali. Attualmen te, in Italia, forma oggetto d i studio, a fini economici, l'impiego della . farina d i soia. In Germania le patate tenevano il primo nosto nella produzione agricola; deficiente invece era quella dei cereali, dei qua li la parte principale era costituita dalla segale. Venne quindi largamente utilizzata la farina di patate in unione a quel la di segale ; e, da tali miscele, trasse origine il << pane K K ». La produzione dello zucchero fu, al contrario, superiore ai bisogni; tale prodotto, oltre all'essere adoperato come un eccellente a limento di risparmio, venne anche impiegato da.i Tedeschi come materia prima in varie lavorazioni industriali. Per quanto riguarda l'alimentazione del bestiame, la Germa11ia durante la guerra si vide privata, a causa del b locco,- di una notevolissima fon te di 'mangime (crusca di cereali) che in antecedenza imJJOrtava in larga misura. L'« Ufficio centra le dei fol'aggi )) dovette per ciò ricorrere a misure d i grande restrizione mentre, contemporaneamente, veniva allargato l'impiego di derrate diverse e scadenti : patate e cavoli avariati, residui o rifiuti di cucina, scorze· e foglie di ba rbabietole; e s i faceva anche ricorso ad alimenti grossolani come, pei ruminanti : paglia, erica, canna. Siccome però la cellulosa di questi ultimi 11011 veniva completamente digerita, così venne escogitato uno speciale processo chimico tendente a meglio sfruttare tali derrate,. Esso consisteva nel far bolli re la paglia, ad esempio, in una soluzione d i soda caustica al 2% e in seguito farvi passare delle foxti correnti di aria. Per ottenere un maggiore rendimento si usarono anche delle soluzion i p iù concentrate di soda; ma il prodotto ,risultante richiedeva un lavaggio piì1 accurato per essere spoglia to dell'alcalinità. Con tale mezzo s i aveva naturalmente una perdita non indifferente di prodotto utile, che poteva giw1gere fino al 30%, e veniva compensata però dal maggior rendimento che poteva trarsi, pel fatto che la cellulosa r isultava trasformata più profondamente e in modo tale da riuscire così digeribile come l'amido stesso.

Carbonaia (e Carbonaria). Nell'ant. fortificazione, era chiamato cosi il fosso lungo le mura cli città o citta.della ( Crusca). Ma pitt p robabilmente s i doveva trattare di grande buca scavata nel detto fosso (una . spe· cje di bocca da lupo), forse riempita d i materie in.fiamma.bili (Raschini) oppure d i acqua come il fosso (Reznsco). Carbonaie (o Carbonili). Ch iamansi carbonaie i depositi nei quali viene contenuto il carbone sulle navi. La capacità delle C. è quella che costituisce il raggio cli azione della nave stessa, ossia la sua a ttitudine a rimanere più o meno a lungo in navigazione senza rifornirsi. Le C. sono s ituate nei fianchi delle navi ùi corrispondenza dei locali delle caldaie e delle macchine e comunicano con questi mediante appositi portelli d i rifornimen to; esse, situate al disopra del ponte corazzato, concorrono a lla protezione laterale della nave per-

689 chè offrono sempn ua riparo formato da uno spessore di 3-4 metri d i carbone che si oppone alla penetrazione dei proiettili nella parte più vitale del bastimen to, ossia negli organi motori. Per ragione d i protezione le C. sono suddivise in tanti compartimenti, in modo che, essendo una invasa da ll'acqua, tutte le attigue possono continuare a funzionare per il rifornimento. Esse sono mw1ite di tubi di sfogo e di apparecchi portatermometri per sorvegliare che non avvengano combustioui spo11tanee.

Carbonaio. Chiamansi carbonai i piroscafi destinati al trasporto d el carbone per le flotte. Queste unità seguono continuamente le squadre e sono dotate di sil temazioni speciali (alberi di carico e boccaporti) in modo da facilitare il rapido trasbordo del carbone dalla propria stiva alle navi cbe devono r iceverlo. :\ppartengono ai mezzi logi~tici di trna flotta. Carbonamento. Jn porto, il r ifornimento delle navi da gue rra avviene pr.r mezzo delle bettoline, oss ia imbarcazioni c.i.paci d i con tenere ci.rea 100 tonnellate di carbone. Per il carbonamento le unità d a guerra sono mun ite d i un grande n umero di piccoli a.Iberi o aghi di carico, con i quali si a lzano i sacchi che vengono riempiti dal personale nelle bettoline e vuotati poscia in appositi for i che dalla coperta delle navi cournnicano con le carbonaie. L'operazione del carbonamento, prima della adozione della nafta come combust ibile, aveva grande importanza e si p romuovevano in tutte le mar ine da guerra delle gare di rapidità. fra le navi, ·dovendosi suppone che una flotta, dopo essere rientrata da una crociera, avesse bisogno di rifornirsi rapidamente ed uscire di nuovo. Con l'allenamento e la perfezione dei mezzi, si era riusciti ad imbarcare .fino a 400 tonnellate cli carbone all'ora per ogni unità, adoperando l'equipaggio che per tale operazione aveva le destù1azioni come in molte altre funzioni della nave. Grande import.inza era data a.nche a l carbonamento in mare, fatto dai p iroscafi, e si erano escogitali sistemi che permettevano di r ifornire le navi in moto: il piroscafo si poneva a rimorchio della nave d a guerra e s i stendevrs fra questa ed il carbonaio una teleferica, attraverso la quale venivano spediti i sacchi del carbone. Questi sistemi sono a ndati in disuso. Per il ca.rbo-ilamento, si è usato fino a questi ultimi tempi il carbon fossile, che è stato il principa le fattore dello sviluppo marittimo del secolo XIX. Ora si tende a sostituirlo con la naf ta per la maggiore facilità che questa offre di' rifornimento a lle navi e di a limen tazione delle ca!- f da ie. I carboni fossil i si distinguono in grassi, a << lunga fiamma ll, e carboni a · « fiamma corta)). Sono riel primo tipo la maggior parte dei carbon i americani e il Newcastle. Del secondo tipo è il Cardiff. Le calda ie delle na vi, a seconda del carbone che devono bruciare, sono conformate in modo speciale per · dare il massimo rendimento in relazione al tipo cli carbone. Le navi inglesi, quelle italiane, le giappones i e in generale quelle delle marine seconda rie, bruciano di preferenza carbon i di tipo Cardiff. Le navi tedesche erano costruite per bruciare carbone Westfalia, che si avvicina a l Newcastle. Così d icasi delle navi americane. Un buon carbon fossile sviluppa 9000 calorie per ogni kg. d i combust ibile lasc iando soltanto il 15% circa di cener i e scorie. La quantità di residui dipende dalla maggiore o minore perfezione della combustione, ossia dal la qualità della caldaia che la brucia. Una quantità di caloH


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rie si perde attraverso i fumaioli con i prodotti volatili. l'er evitare questo, prima di a rr ivare ai fumaioli, i prodotti gassosi passano attraverso tubi speciali che si dicono ricuperatori perchè ricuperano il calore e lo cedono all'acqua di aliJ11ento delle caldaie.

Carbonari (Raffaele) . Architetto, patriotta, n. e m. a Catanzaro (1812-1881). Fu uno dei capi della rivolu-

zione del 1848 in Calabria e commissario generale a Cosenza, e venne perciò condannato nel 1850 in contumacia. Fu dei Mille, capitano poi maggiore del genio a Reggio Calabria e Palermo; rnv. dell' Ordine mii. di Savoia per i servizi resi durante la campagna.

Carbonari~ (Silva) . Foresta nelle Ardenne, teatro di battaglia che appartiene all'irruzione dei Franchi nel~ la Gallia (388 d. C.). I generali r omani Nannieno e Quintino riuscirono a contenere l'irruzione, respingendo i Franchi; ma poco dopo Quintino veniva sconfitto nel. la seiva Caesia. Carbonate. Comune in prov. di Como. Sembra si sia combattuta qui la battaglia che i cronisti dicono « in campo Carbonariae », nel 991 d. C., fra i nobili milanesi, guidati dall'arcivescovo Landolfo II, e la plebe, con grande strage d'ambo le parti. Ne seguì la pace fra i contendenti subito dopo. - Nel 1510 C. fu J11csso a sacco dagli Svizzeri chiamati da Ginliò II. Carbonazzi (Oiovam,i). Generale, n . a Felizzano, m. a Torino ( l834-1888). Sottotenente del genio nel 1852, partecipò alle campagne del 18S9 e rlel 1866, meritando in questa una mcd. di bronzo a Peschiera. Pro• mos:;o colonnello (1873) cb~ il comando del 34° regg. fanteria; nel grado di magg. generale comandò successivamente ( 1877-84) la 3• e 36" brigata di fanteria e la brigata Ancona. Nel 1885 fu collocato in posizione ausiliaria. Carbone (G11eo Papirio). Generale romano ( 130~82 a. C.). Fu uno dei seguaci di Mario, e per tre volte console. Si battè contro i S illani, ma ne fu ripetutamente sconfitto e fuggì in Africa, dove venne fatto mettere a morte da Pompeo. Carbone Gregorio. Colonnello, scrittore mil., n. a Torino nel 1801. Fu direttore della biblioteca mii. di Torino, direttore del laboratorio metallurgico ( 183S) comandante del Parco genio a Piacenza, membro del Congresso permanente d'artiglieria. Aveva partecipato ai moti del 1821 ed era stato cancellato dai ruoli ; r iammesso in servizio per amnistia, prese parte alla camp. del 1848. Pubblicò, insieme con l' Arnò, un «Dizionario d' Artiglieria» (1855) e lo ristampò come « Dizionario militare» nel 1863, ma anche in questa edizione è quasi tutto dedicato all'artiglieria e al genio. Carbone Francesco. Patriotta, colonnello, n. di Camogli, m. nel 1915. Combattè con Garibaldi nel 1859 e nella spedizione dei Mille; poi passò nell'esercito regolare. Carbone Domenico. Generale, n. e m. a Reggio Calabria, (1854-1923). Sottot. del genio nel 1875, insegnò fortificazione alla Scuola d i Modena. D a c,;Jonne)lo fu direttore dell'Ofbcina di costruzioni di Pavia e direttore del genio di Alessandria. Promosso magg. gen1:rale (1911)

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resse successivamente le cariche di comandante del genio a Torino e di ispettore del genio. Si distinse durante le campagne del 1915-16 quale ten. generale comandante del genio della III armata e come comandante del genio di Verona, meritandosi la croce di cavaliere dell'Ordine mii. d i Savoia. Ebbe nel .1918 le ittribuzioni d i iSJJettoi-e generale del G en io. Fu collocato in P. A. ne 1 1919. Carbone Demetn'.o. Generale n . a R eggio Calabria nel 1860. Sottotenente di fanteria nel 1880, partecipò nel grado di tenente colonnello aJla campagna italo-turca ( 1911- 12) m eritandosi una med. d'argento a Tobruk. PromosCarbone Domenico so_ colonnello (1913) comandò il 13° ed il 20° reggimento fanteria e pt·ese parte alla guen;a 1915-1918 ottenendo una seconda medaglia d'argento durante le operazion i del ]\fonte S. :.,fichele (1915). Nel g rado di magg. generale ebbe il comando delle brigate Regina, Barletta, Como; collocato in P. A. (1919) raggiunse nel 1923 il grado di generale di divisione. Carbone Vincenzo. Generale, n. a Reggio Calabria nel 1868. Sotlot. dei bersaglieri nel 1886, partecipò da maggiore alla campagna italo-turca del 1913 meritandosi una mcd. d'argento in Cirenaica. Partecipò alla guerra 19151918 segnalandosi quale comandante d i brigata in ripe-

tute azioni di guerra e meritandosi la croce di cav. dell'Ordine mii. di Savoia per la riconquista del Dosso Faiti sul Carso (giugno 1917); un:1 med. di bronzo sullo stesso Carso nell'agosto 1917; una seconda med. d'argento a Vittorio Veneto. Assunse nel 1919 le funzioni di capo di S. M. del C, d'A. di Napoli e nel 1920 fu nominato comandante della brigata Cagliari. Promosso generale di divisione (1914) ebbe successivamente il comando delle divisioni di Chieti e di Messina.

Carbonell i ( Vincenzo). Patriotta, n. a Secondigliano, m. a Roma ( 1820-1901). Nel 1848, studente all'università di Napoli, combattè sulle barricate, indi esulò; nel 1849 combattè alla dife~a di Roma; nel 1860 fu dei Mille; fu l'anima della sollevazione del Cilento e della provincia di Benevento. Nel 1866 era colonnello comandante 1'8° reggimento, .succeduto a.I suicida Specchi : fu decorato della croce d i Savoia per il suo contegno a Monte Suello e a Eezzecèa; l'anno seguente fu tra i combattenti di Mentana. Fu deputato di Bari poi di Campi Sa.lentino e di Taranto, nelle legislature dalla IX alla XIII, Carboneria. Società segreta, inspixata a sentimenti patriottici, anelante alla libertà e all'indipendenza della Patria dallo straniero, sorta in Italia, e in piena azione verso la fine del, XVIII e il principio del XIX secolo. Era ordinata sul tipo della massoneria, e derivò i suoi statuti dai principi banditi dalla Rivoluzione francese. Mirava all'unità e all'indipendenza dell'Italia sotto forma repu bblicana fedePativa, Sono dovuti alla C. i moti elci 1820-21 e quelli del 1831. Dopo d i questi, si suddivise d·a ndo origine, nella sua parte più eletta, alla Gio-


vane Italia. Dall' italiana derivarono associazioni consimili in Francia (moti di Belfort del 1822 e rivoluzione del 1830) e nella Spagna.

Carbon io clorosolfuro ( Tiofosgcne - CSCl 2). Fu ~coperto da Kolbe. E' un liquido oleoso, di colore g iallo- rosso, di odore pungente; i suoi vapori irritano g li occhi e riescono soffocanti. E' dotato di grande stabilità, e insolubile nell'acqua. Dotato di forte potere Iagrimogeno, fu impiegato durante la gueci:a. europea, ma .sola mente dai Francesi, che lo denominarono << Lagrimite >>, e dagli Austriaci. Non ebbe però molto successo pcrchè la sua azione venne facilmente superata da altri aggi-essivi chimici aven ti proprietà p iù energiche. Carbonio ossicloruro ( Clor·uro di carbonile, gas/-;;_ sgene, COCl 2). Fu scoperto n el 1812 da. J ohn Davy. E' un gas incolore, di lieve e sgTadevole odore di cloroform io e di legno marcio; è dotato di azione soffocai.lte. Alla temperatura di 7° si condensa in un liquido incolore. Non ha azione sul ferro, per cui può essere d irettamente caricato nei proietti. La Germania, p rima della guerra, ne produceva quantità considerevoli perchè esso era largamente adoperato per la preparazione d i molte materie coloranti. L 'esercito fnu1cesc fu il pr imo a impiegarlo n elle cariche dei proiell i speciali a gas e precisamente a Verdun (febbraio 1916). I Tedeschi invece lo usarono la prima volta nel dicembre 1916 ; ma gi.à gli Austria.ci lo avevano sperimentato, in m iscela col cloro, nel giugno 1916. Per le sue energiche proprietà. soffocanti e per la sua r ilevante densità, fu uno degli aggressivi che meglio corrispose alle esigenze della chimica di guerra. In principio venne adoperato in m iscela cli p. 1 con p. 9 di cloro solo per la emissione di nubi; in seguito però fu abbondantemen te utilizzato p er la carica dei proietti speciali. L'ossicloruro di carbonio è d otato d i proprietà lagrimogene; ma , sopra ttutto, possiede spiccata azione soffocante; il suo potere tossico è di tale energia che si valuta a otto volte superiore a quella del cloro, potendo causa re effetti letali anche se la diluizione nell'aria è di appena tre mmgr. per litro. Talora manifesta effetti rit ar dati, anche dopo uno o due giorni dall'attacco. Fu usato da tutti i belligerai.1ti po-ichè, per la semplicit/L d ella sua p reparazione, per la facilità di procurarsi le ma terie prime e a prezw conveniente e per le energiche azioni fisio logiche che manifestava, poichè anche a dosi 11011 mortali era ugua lmente capace di mettere i colpiti fuori combattimento, costituiva l'aggressivo p iù indicato. Ma, a causa della facile volatilità., esso fu classificato come l'aggressivo p iù fugace. Dotato infatti di mia elevata tensione di vapore, il fosgene rapidamente si diffonde nell'aria e facilmente viene trasportato e d isperso d al ven to. Per ovviare a tale inconveniente; vennero escogita ti vari i ripieghi tendenti a r enderlo permanente; e, in particolar modo, s i usò mescolarlo con ,.!tre sostanze che ne impedissero la facile volatilizzazione. Cosl, ad esempio : con cloro, per a ttacchi a ondate; con cloruro di stagno o di arsenico, con difo~gene, con cloropicrina, con difenilcloroarsina , per la carica di proietti speciali ; a llo stesso fine _di ritardarne l'evaporazione, f u anche usato dai Tedeschi insieme a granuli di pietra pomice. Le miscele tedesche erano costituite da fosgene 60%, disfogene 25 %, difenilcloroarsina 15%. I Francesi, col titolo d i « Collongite », designarono una miscela. di loro preparazione ( tossica e fumogen a) fatta con fosgene e cloruro di titanio, a parti uguali; l'esercito italiano usò

il fosgene in unione con cloropicrina in proporzioni variabili dal 20 al 75%, ma il miscuglio migliore si dimostrò quello fatto a parti uguali. L a d ifesa individuale contro l'azione del fosgene si otteneva in un primo tempo con l'impiego di maschere tampone, imbevute di una soluzione cl i solfofenato e carbonato sodico. In seguito si r ilevò che esso è facilmente fissato anche dalla resorcina e dai fenoli in genere, specie in p resenza di carbonato· sodico; mentre dall'urotropina viene assorbito e decomposto. Una protezione assai efficace si ottenne con successivi perfezionamenti; a tal fin e si impiegò j] carbone dolce e la calce sodata granulare, di cui si fece uso nelle maschere a fiJ. tro. Il carbone, in questa condizione, agiva catalitica.mente, favorendo la reazione fra il fosgene e il vapor d'acqua a tmosferico; sì generava così anidride carbonica e acido cloridr ico, che restavano entrambi assorbiti e fissati dalla ca lce sodata p resente.

Carbonio ossido ( CO). J;;' ' lll gas incolore e inodoro, p iù leggiero dell'aria, e poco solu bile nell'acqua. Brucia con fiamma azzurrognola. dando, come prodotto della combu stione, anidride carbonica; da l punto di vista chimico, è dotato d i proprietà riducenti. L 'ossido di carbonio non ha ricevuto diretto impiego bellico come aggress ivo poichè, a causa del suo basso peso specifico e dell'alta. tensione di vapore, nelle condizioni del campo di battaglia, si diffonde rapidamente e si disperde nell'atmosfera. J\-fa esso è ugualmen te importante : sia pcrchè in unione al cloro costituisce la materia prima per la preparazione del gas fosgene sopra descritto; s ia perchè è frequente averlo a contatto nelle azioni guerresche, producendosi nello scoppio degli alti esp losivi, per incompleta combustione di questi, e talora in quantità. notevole, che può ritenersi pari al 40-70% della massa gassosa che si sviluppa. L'ossido d i car bonio è molto tossico cd ha caratteristiche insidiose che s i manifes tano con azioni progress ive sempre crescent i, d ifficilmente avver tibili dagli in.dividui che eventualmente ne restassero colpiti ; i quali ·quindi non r iescono a d accorgersi ciel pericolo e non pensano a ' d ifen dersene. P er cui, sviluppandosi da l brillamento di mine, da llo sparo di cannoni, dallo scoppio di proiett~ ecc., e in specia l modo se questo si verifica. in ambienti angusti o poco arieggia ti ( ga llerie, caverne, ricoveri), opplll'e in prossimità. di essi, può subdolamente attaccare le persone presenti, causando loro gravi fenomeni di avvelenamento. Alla diluizione d i un litro in mc. 100 di a ria dà luogo a serii distu r bi ; se la concentrazione è più forté - un litro per 779 litri di aria può generare in mezz'ora la morte di un uomo. L'ossido di carbonio quindi è d a ritenersi un tossico molto energico. L'aiuto da po~ta.re agli individui intossìcati da ossido di car bonio consiste nel metterli in p iena aria libera, praticando loro la respirazione artificiale e continuandola, se ciel caso, fino al quarto giorno. Carbonio Solfuro (CS 2). Si ottiene per azione dei vapori di zolfo sui carboni roventi; condensando poi il p rodotto gassoso, si ottiene un liquido che, a llo stato pu ro, è prcssocllè incolore, U$Sa i mobile, rifri>ngente e dotato di odore etereo speciale; ma, se impuro, ha odore ingrato di cavoli marci. Industrialmente si prepai.·a., per la massima par te, a caldo direttamente con carbone e zolfo. Durante la gu erra fu largamente adoperato in Francia per la preparazione del clorosolfuro di carbonio ( tiofosgene) e del tetraclorosolfuro di carbonio, aggres-

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-692sivo lagrimogeno il primo, soffocante il secondo, che i Francesi usarono per la carica di proietti speciali. Serve anche nella preparazione industriale del telracloruro di carbonio, di cui tutti i belligeranti si servirono quale solvente del solruro di etile biclorurato (iprite) per fac ilitarne la volatilità; e, infu1e, venne anche impiegato come solvente del fosforo, nella carica dei proietti ad azione fumogena e incendiaria.

Carbo1'io tetraclorosolfuro (CCI 3 SCI). Fu ottenuto la prima vo lta da Kolbc. E' un liquido di color giallochiaro, d i odorç ingrato e d i azione soffocante; i suoi vapori sono molto pesanti. Fu il primo aggressivo usato in granate dall'esercito francese e precisamente in Champagne, nel settembre 1915. Venne prontamente adottato sia per le sue proprietà soffocanti, sia per la semplicitil che richiedeva la s ua preparazione e la facilità d i procurarsi le materie prime n ecessarie, ciò che consentì una sollecita e immediata fabbricazione e dette modo alla Francia di ini1.iare le azioni di ritorsione contro l'esercito tedesco. Ma, dotato di debole azione .fisiologica, fu presto abba11donato, avendo solo permesso di temporeggiare fino a che non fu possibile la fabbricazione di aggressivi nuovi e più energici. Carbonio tetraclomro. (CCI 4). Fu scoperto nel 1840 da Regnault. Si presenta come un liquido incolore, rifrangente, di odore etereo che richiama quello del cloroformio. Negli usi di chimica bellica costituì il solvente più appropriato pel solfu10 di etile biclorurato (iprite), col quale veniva mescolato allo scopo di facilitarne la volatilità; tutti i belligeranti lo impiegarono infatti a questo fine, di regola. nella seguente proporzione : Sol• furo di etile b ic lorurato 80%, tetracloruro d i carbon io 20%. Esso venne anche impiegato nella pre1>arazione delle paste fumogene di Berger, nella composi~ione di talune delle quali en tra come principale costituente.

Carcani (Michele). Avvocato <lei sec. XIX e scr ittore. Combattè alla difesa di Roma nel 1849 e fece Je campagne del 1859-60 raggiungendo il grado di maggiore. Collaborò ali'« Italia militare e marina>). Sue opere: « Dei reati, delle pe.ne e dei giudizi militari presso i Romani, confrontati colle disposizioni <)e! Cod ice penale per l'esercito» (1874); « Il nuovo Codice penale e la legislazione militare»; « II Tribunale supremo di guerra e marina».

Carca110 Fra1'cesco. Genera le austriaco, n. a Milano (1795-1852). Alla caduttt dell'impero napoleonico, era allievo della scuola mii. di Modena, e passò subito come' ufficiale del genio nell'esercito austriaco, raggiungendovi il grado di magg. generale. Carcano Salvatore. Ten. col. d 'art., n. a Varese, m. a Torino (1827-1903), Diede il n ome ad una mitragl iatrice a due canne da lui ideata e costruita nel 1896 e ideò il fucile che porta il suo nome. Fucile Carcano. Ha preso questo nome dal suo trasformato re il fucile it:tliano ad ava11carica cal. 7.4 modello 1860, ridotto a retrocarica nel 1868, gittata massima m. 630. II fucile Carcano è ad ago, con cilindro gi-

rcvvle e SCl)rrevole con nell'imcrno il meccanismo di percussione e di sicurezza. Nel ,complesso delle parti l'otturatore differisce di poco dai sistemi consimili dell'epoca (Chassepot-Dreysc) ma ha il vantaggio, sugli altri, di

A go e vite rlopplu

esso parteggiato nel 1160 per i :i\lilanesi, Federico Barbarossa. lo prese d'assalto e lo pose a sacco. I :Milanesi a low volta vi assedia rono la guarnigione imperiale sui p rimi di agosto. Il Barbarossa accorse per impedirlo, e ne derivò una battaglia, nella quale Pala destra imperiale sconfisse l'opposta milanese; ma l'ala destra milanese sconfisse l'opposta imperiale, e poi corse addosso a i nemici che si credevano vittoriosi, volgendoli in fuga. T utta via il castello resistette e il 19 agosto, essendo sta ta incendiata una torre di legno che i Milanesi avevano creato per batterlo, se ne tornarono a },,[ilano rinunciando all'impresa.

essere semplice, e di avere un sistema di sicurezza a tubetto con •dente e nascilo; sistema che risorse nel fucile italiano mod. 1891 a caricamento multiplo. Però, come negli altri, la chiusurn della camera non è ermetica; ad ogni colpo occorre estrarre ; rima,ugli della cartuccia; il ricambio dello spillo t che per la sua debolezza si rompe facilmen te) richiede una quasi completa scon,posizione de!l'<Jltutla tore ; la molla di scatlo è fragile. La ca.nuccia Corca110 è di ca,·ta; nel fondello dalla parte interna ,·i è un robusto dis,::o di caucci(1 o di latta, leggermente ricurvo all'odo. Sop ra questo vi è lil carica, e su es~:i, l'innesco di polverino fu lminante compreso nella carta. Tl proiettile copre rinucsco, e la cartuccia è chiusa sopra di esso. Car1ucc1a L 'ago del p ercussore attraversa completaCarcn.1o mente l'innesco, cd :tp rc il passaggio a i gas dell'esplosione fino 'llla ·cavità del p roiettile, per produrne l'espan sione cd il forz:tmcnto nell'anima della canna.

Carcano Donato. Capitano di ventura milanese del secolo XVI. Si distinse n ella guerra nelle F iandre ; fu al servizio del marchese di Pescara e poi d el duca di Sessa. Il papa Pio IV lo nominò governatore di Civitavecchia e generale della marina. Si segnalò poi in Sicilia ed a Malta.

Carcare. Comuni: in prov. di Genova, importante p unto s trtllcgico p er cllè costituisce lo sbocco dal Colle cli Cad ibona all'incrocio su cui convergono la grande arteria della Bormida, d'Alessandria, Acqui e quella di ).fillesimo risultante dalle tre del Tanaro di Dogliani e :Yiurazzano, e del Bclbo. E ' forse il più importante

Carcano. Comune della Lombardia, in prov. di Como. Era munito di un forte castello. Avendo i signori di


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obiettivo o nodo stradale nell'alto 1fonferrato giacchè <la esso s i difende e miÌrnccia tutto l'arco : Mo)1dovì, Fossano, Bra. Asti, Alessandria.. Ebbe importanza fino dagli antichi tempi, e fu sede d i llll forte ca.stello all'epoca. dei Comun i, conteso più volte fra i marchesi del )fonferrato e Genova, e i marchesi di Saluzzo. Nel 1625 fu quasi interamente d is trutto da i Franco-Sardi insieme a l castello, e d ivenne dal 1796 al 1800 teatro di importantissime operazioni militari. Bona.parte ne fece il suo quartier generale nelle azioni contro l'esercito austro-saJ'do, quando nel 1796 sboccò nella pianura d i Alessandria, manovrando fra le Bormide cd il Tana1·0. Combatti111011to di Carcare (19 settembre 1794). Ap]'tartiene a lle operazioni sulle Alpi marittime dell'esercito francese nel periodo della rivoluzione. Dumerbion, comandan te dei Francesi in Italia, attaccò le po3izioni a •• vanzale di C. il 14 settemb1·e e cacciò gli avamposti austro-sardi d i San Giacomo; cinque giorni dopo passò all'att:i.cco delle posizioni princ ipali e vi trovò viva resistenza, che riuscì a supera re dopo gra.nd i sfol'l;i, ricacciando gli austro-sardi verso Cosseria, :Millesimo, ,Cairo.

no i F ranch i. Circa 5000 ne rin1asero sul terreno e 2000 caddero prigionieri.

Carcere milita re . E' pena speciale, di caattere essenzialmente militar,;, e non va confuso, nè per sè s tesso nè per gli effetti che importa, con le pene del dir itto penale comtu1e. I l C. M. va da un minimo di mesi due ad un massimo d i mesi dodici, ed è distribuito nei seguenti gradi prevedu ti nell'art. 13 del C. P. E.: 1° da due mesi a quattro; 2° da quattro mesi a sei; 3° d a sei mesi a nove; 4° da nove mesi a dod ici. In nessun caso si può discendere sotto il minimo di due mesi, e ciò in rapporto al massimo delle punizioni disciplinari restrittive della libertà personale, stabilito in ta le durata. Entro nessun grado la pena del C. M . può

Carcasio (Salvatore). Generale, nato a Caserta ne\ 1850. Sottot. del genio nel 1871, par tecipò alle campa:gne d'Africa del 1895-96. Promosso colonnello (1902) eb.be le cariche di sottodirettore autonomo del genio a Novara e alla Maddalena e d il'ettore del genio d i lviessina ,e di ;Firenze; collocato in P . A. (1908) r aggiunse nel 1924 il grado di generale di d ivisione. F u decoralo della me.daglia d'arg. a l vn.l. civile in occasione dell' inondazione -del Tevere ( 1885). .Carcassa. Era così ch iamata quella specie di copricapo di meta llo che si usò ne l XVII e nel XVIII se-colo per guern ire l'interno dei cappelli d i stoffa d i pelo o d i cuoio. Non erano di lamiera massiccia, ma erano -0 traforate, o a lamine concenlriche od a raggiera, oppure parte in un modo e parte nell'altro; avevano la iorme d_elle calvtta. -Carcassa. Palla schiacciata a due est remità e fasciata -da due lastre di ferro: veniva r iempita d i granale, di canne da pistola cariche, d i polvere da guerra, di pece, di catrame, di m isture fetenti (la prima idea di gas asfissianti) cd il tutto si racchiudeva in una tela. Si da-va fuoco a questa palla a mezzo d i u na spoletta e quin•di la si gettava contro il nemico come una bomba, o .col mortaio. E ra chiamata anche palla lucente.

Carcassonne. Città della Francia, capo!. del dip. -dell' Aude, a nt. fort ificata, e di cui resta la cinta della -città medioevale, con le sue torr;, e cortine e porte, esempio notevole di fortificazione dell'epoca. F u assediata e presa da Clodoveo nel 507, dai V isigoti nel 700, dai Sa'nceni nel 724, d ai F ranchi nel 759. F u assed iata nel 1240 d a Raimondo T rencavel, signore d i Béziers; il sin iscalco Guglielmo Des Or mes d ifese felicemente la c ittà per conto della monarchia. Batta.glia di Carcassonne (589 d. C). Appartiene alla fotta de i Franch i con tro i Goti. Gontrano aveva mandato a combattere i Goti ii s uo capitano Antestio, il .quale prese posizione presso C. Quivi i Goti lo assalirono, e d opo breve lotta finsero u na J'itirata. Antestio si :gettò a ll'insegu imen to, ma allora i ·coti scoprirono l'imboscata che avevano tesa e a vvilupparono e mass acraro-

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Le anuc11c ro rLificazlOoJ ctl Carcassonne mai essere applicata a giorni. Se non è superiore ai q uattro mesi si sconta dagli individui d i bassa forza nelle carceri militari preveùtive. I condannali a tal pena per tempo superiore passano invece aJ. C. M . di Napoli. Ai militari imbarcati s u regie navi all'estero, condannati a l C. 1vl . dai Consigli di G uerra o sommari a bordo, la pena pllÒ essere fatta ,contare sulla nave, se la pena n on supera i quattro mesi. Gli ufficiali possono scontare la pena del C. M . di ,qualsiasi durata nel C . M. p reventivo del luogo ove fu pronunciata la condanna. Se la durata d ella pena é in'feriore a i due mesi viene scontata. d i regola presso il corpo al quale l'ufficia le appartiene, o si trova aggregato, tnume che per motivi speciali s ia altrimenti disposto dall'Avv. generale militare.

Carchero (Giovanni), Genera le, n . ad O ristano nel 1847. Partecipò da sotto!. di fanteria alla campagna dei' 1848; prese parte da capitano alla campagna d 'Africa del 1887. P romosso colonnello ( 1903) fu successivamente comandante <le11'85° regg. fanteria e del distretto d i


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Chieti ; collocato in P . A. ( 1905) raggiunse allora il grado d i magg. generale.

Carchidio (Orlando, dei cont·i Malavolti). Generale, n. a Porto S. Stefano, m . a P iacenza (1827 -1881). Da sottot. di fanteria nell'esercito toscano prese parte alla _campagna del 1848 meritando u na ricompensa al valore a :Montanara (cav. dell'Ord ine toscano del me.rito) e,- da maggiore, a quel la d el 1859, passando poi, nel 1860, nell'esercito italiano, ove, raggiunto nel 1862 il grado di colonnello, partecipò, al comando del 32° regg. fant., alla campagna del 1866, durante la quale guadagnò a Custoza la med. d'a rgento a l valore. Promosso magg. generale nel 1868, ebbe il comando delle brigate P iner olo e Modena, con la quale u ltima fece la campagna del 1870 per l'occupazione d i Roma. Fu nominato aiutan te d i campo onorario di S. 11. il Re, e comandò, s uccessivamente, le brigate 2", 4' e 22"; fu in missione a ll'estero, per passar poi, da ten. generale, a comanda.i-e le d ivisioni di Bari (1877) e d i Piacenza. (1881). F u deputato al Parlarnento, per Faenza, nella XI legislatura. Carchiclio-Malavolti Francesco. Medaglia. d'oro; n . a Fa.en~a cadu to a Cassala (1861-1894). Capitano di cavalleria in servizio a ttivo, fu invia to in E ritrea dopo lo sfortunato scontro di D ogali. Alla battaglia di Agordat s i condusse tanto brillantemente d a ,;,eritars i una medaglia d'argento a l valore. In un altro scon tro con tro i Dervisci,· a Cassala, accerchiato da forze soverch ianti, ca.d eva eroicamente, p iù volle trafitto dalle lance degl' in digeni; fu concessa a lla memoria dell'ardimentoso cavaiiere la rneda.glia d'oro, con q uesta motivaz ione: « Inviato col proprio squadrone a tenere in rispetto u n reparto di cavalleria nemica, lo caricò e lo disperse, ma · circondato improvvisamente da forze soverchian ti, dopo a.ver sbi;te1rn.to un'I. ìotta sproporzionata e aver colpito parecchi avversari cad de trafi tto eia undici colpi d i .lancia, n1entre con I~ sCiabola .i11 vugno cercava,_ f arsi la1·go e infondeva n uov;i. len,t nei suoi d ipendenti )) (Cassala 17 luglio 1894}.

Carda m ona (Domenica). Generale napoletano del sec. XIX. Era comandante in 11:cssina. quando vi scoppiò la rivoluz ione del 1848 e bombardò, da lla cittadella, la città. F u richiamato a Napoli e sostitu ito col mare-scia.Ilo P ronio. CardareI li. G enerale n apoletano del sec. XIX. N el 1860, q uando Gariba ld i passò lo stretto, fu inviato a Cosenza con 3600 u . ; scop piata quivi la rivoluzione, capitolò e partì con le sue truppe verso N apoli. Cardè. Comune in prov. di Cuneo, ant. Ca·rdetmn , mun ito n el medio evo d i castello. Nel 1551 gli I mperiali avevano tolto il castello d i C. ai Francesi: que,sti, coman dat i da Birago, gentiluomo italiano agli ordini del maresc. di Brissac, accorsero a riprenderla. Il prirno assa lto fu respinto dalla guarnigione, composta d i 400 irregolari; ma al secon do assalto d ifensori furono sopraffatti e massacraìi.

694 Cardell ( Carlo barone cl,). Generale prussiano ( 17641821). Fu prima nell'esercito prussiano, poi en trò n ell'esercito svedese, dove si dedicò a l riordùtamento dell'artiglieria e si occupò anche della difesa ed armamento di; Stralsuncla.. Prese parte alle guerre contro la Francia e comandò l'artiglieria svedese nel 1813, distinguendosi a Lipsia. Nel 1814 ebbe il comando dell'artiglieria in Norvegia; nel 1816 d ivenne feldmaresciallo d'artiglieria. Cardell i (Torqiiat-0). Medaglia d'oro, n. a Lari caduto sull'Alpe di Cosmaguon (1895-1916). Bersaglierenel 7° bgl. ciclisti e già in a ltre occasioni segna latosi per ardimento e spirito d i pa.triottisrno, durante le operazioni svoltesi nella zona Pasubio - Roite n ell'ottobre 1916, bcnchè già due volte ferito, fu tra i p rimi a scalal'C il ciglio dcli' Alpe d i Cosmagnon, ove ca.eleva a lfme abbattuto dru un:, terza ferita. Fu conces~3 alla metnoria del valo roso bersagliere la meda.glia d'oro con la seguente n1otiva.zione : (( Benchè ferito due volte, non abbandona.va il combattimento, anzi coraggiosamente s i slanciava a.vanti, entrava nella tri11cea n emica e, gridando « ~avoia ! » incitava i compagni a segu irlo finchè il p iombo nemico lo, rendeva cadavere. Le ù ltime sue parole furono: Viva. l'I ta lia I J) (Alpe di Cosma.gnon, 10 ottobre 1916). Carden (Sir Sackville 1-Ia·milton). Ammiraglio britannico, nato nel 1857. Partecipò alla guerra d'Egitto ( 1882), alle operazioni preso Suakim (1884), a lla spedizione contro il re di Benin (189i). Durante la grande guerra fu comandan te in capo delle flotte alleate 11ei Da rdanelli (1915) e tenne tale comando fino a quando dovette abbandonarlo p er rnalattia . Era stato soprin tenden te dei cantieri na vali di Malta ( 191 2) e coman dan te d ella squ adra ciel Mediterraneo orientale ( l'.)14). Car denas. Città marittima. dell'isola di Cuba, s ulla, costa setten trionale, in fondo a baia ben protetta. dalla pen isola di Ilicacos e da n umerosi scogli. Nel 1898 era stata in fretta fortificata con qualchebatteria. L'll maggio un incrociatore e due cannoniere nord-americane comparvero davanti a C. e apr iron o ir fuoco, a l qua le risposero le battcrié e due incrociatori ausiliari. L'incrociatore e u na cannoniera dei nord-americani furono seriamente dann eggiati e dovettero batte-• re Ù1 ritira ta . Per alcuni giorni i nord-americè.n i tentaron o ancora di battere C. per operarvi uno s barco, ma fuono costrett i a desis tere, da ta la resistenza opposta da-gli Spagnuoli. Carcletw s Pietro, Generale cli marina sp agnuolo, na to


a Palermo, morto a Lcòn nel Ì810. Combattè in America e poi contro i Francesi e gli Inglesi nelle guerre napoleoniche: fu infine capitano generale a Cadice.

segna una collana d'oro con gigli e losanghe; l'immagine della Vergine in medaglione, una testa di cardo a smalto verde, il motto: « Speranza>>.

Carderina (Giacomo) . Generale, n. a Genova m. a Torino (1804-1879). Sottot. d'art. nel 1822, partecipò, da colonnello capo di S. M. del 2° C. d' A., alla campagna del 1848 mer;tar.do una mcd. di bronzo e una d'arg. al valore, e a quella del 1849, per ·1a quale gli fu conferita una seconda med. d'argento. Promosso maggior generale ne! 185-1, ebbe il comando della brigata Piemonte e fu nominalo aiutante di campo di S. :'.\1. il Re. Da ten. 11enerale, prese p.irte alla campagna del 1859, comandò la.' divis. di Alessandria e nel 1862 resse il gran comando del dipanirucmo militare in Sicili:i.. Nel 1867 venne collocato a riposo.

Cardona. Città della Spagna in prov. di Ilarcelona. Ebbe un forte castello che fu distrutto durante le guerre dei Mori e ried ifi.cato in seguito.

Ca rd eva que d'Havrin court (Luigi, di). Generale francese (1707-1767). Fu all'armata d'Italia nel 1733 e si trovò a tutti gli assedi, e alle battaglie di Parma e Guastalla. Nel 1748 fu nominalo maresciallo di campo e nel 1758 generale. Cardigan (Giacomo T. B111d11ell, conte di). Genera!e britannico (1797-1868). D iresse la famosa « carica della brigata leggera» (Balaclava, 1854), che gli fece guad,tgnare il grado di ten. ge11erale. Dopo la guerra fu Ispettore generale della cavalleria. Scrisse « MaI!O\'l'e dì brigata di cavallc1·ia ». Cardinal ( C,iorgio). U!-Gciale e scritt. mii. tedesco, n. nel 1841. Partecipò alle campagne del 1866 e del 18i0, quindi passò all'insegnamento nelle scuole militari. Fra le cardigan Giacomo sue opere: « La fanteria nel combattimento e la piccola guerra)); « Il combattimento di notte». Cardina li (Liborio). Generale, n . a Vienna, m. a Firenze (1841-1911). Partecipò da sottot. di fanteria alla campagna del 1860 e da capitano a quello del 1866. Fu da ten. colonnello nel 1° rcgg. granatieri e collocato in P. A. (1893), raggiunse nel 1908 il grado di mag• gior generale. Ca rdo (Ordine del C., detto a11chc di S. Andrea). Ordine militare, creato nel 1540 nella Scozia da Giacomo V. R ecava l'immagine di S. Andrea, un cardo oro e verde e il motto: « Nemo me impune lacesset ». Venne abolito da Giacomo VI di Scozia, e ristabilito nel 1687 da Giacomo II d'Inghilterra; dopo la. morte del detto re cadde nell'oblio, ma risorse ancor:i per opera della regina Anna. Un Ordi11e della Nostra Sig11ora del Cardo fu creato nel 1369 da Luigi II di Franci:i, assorbendo in esso l'ordine dello Scudo d'oro, creato l'anno precedente. Fu destinalo a 26 nobili valorosi in guerra. Aveva per in-

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Assedio di Cardo11a (1711). Appartiene alla guerra per la successione di Spagna. Fu intrapreso (11 novembre) dal gen. Mauret, agli ordini del Vendòmc; la guarnigione, composta di Jtali.ini e S;iagnuoli agli ordini del generale Ecb, si difese bravamente, e, soccorsa. in tempo dal gen. Stahremberg, riuscì a cacciare i Francesi prendendo loro le artiglierie di assedio. Fazio11c di Cardo11a (1810). Nel 1810 eravi guarnigione spagnuola, di 1500 u. ben forniti di tulio, comandati dal colonnello Dc Baiios e protetti da un corpo agli ordini del marchese di Campoverde. Imprudentemente un distaccamento di l ta liani, appartenenti al corpo di Macdonald, attaccò ii rnstello, m:i. fu respinto e contrattacca.lo, e dovette la salvezza, lasciando però una perdita di 80 u., al pronto accorrere di Macdonald per disimpegnarlo. Il gcn. francese non osò di attaccare la forte posizione di C. e battè in ritirata. Cardo11a (.lfoimondo d i). Generale aragonese del secolo XIV, sostenitore del partito guelfo e comandante in capo delle trnppe di quel partito ( 1319) come vicario di Roberto di Na.poli in Lombardia. N el 1325 fu al servizio di Firenie, ma venne battuto e fatto prigioniero ad Altopascio dai Viscontei e tenuto prigione tre anni. Cardona (Raimondo di). Generale spagnuolo favorito di Ferdinando il cattolico, m. nel 1523. Comandò le truppe del papa e dei Veneziani e nel 1512 alla battaglia di Ravenna fu compl~tamente battuto dai Francesi. Durante le guerre si segnalò per le sue crudeltà. DoPQ la b~ttaglia di 2,1:arignano si ritirò a Xapoli ove rimase come vicerè. Cardona Gaetano. Generale, n. a Pesaro nel 1870. Sottotenente del gcn io nel 1889, frequentò la scuola di guerra e partecipò da maggiore alla campagna italo-turca (1911-12). :--el 1913 fu nominato commissario mili ta re per le strade ferrate. Prese quindi parte alla guerra 191S-18, nella carica di commissario militare e in quelle di comandante del 3° gen io e cli capo dei collegamenti dell'Esercito. N cl 1920 assunse il comando del genio del C. d'.-\. di Firenze col gru.do tli gcncr~le di brigata. E' collaboratore d i Riviste mii., dove si occupa di fortificazione, cli logistica, di impiego dell':irma <lei genio.

Car done (Giovanm). Generale, n. a Milano, m. a Torino ( 18~0-1921). Sotto!. d'art. nel 1861, pa rtecipò alla campagna del 1866. Nel grado di colonnello resse le direzioni d'art. di Firenze e di Spezia e comandò il 2s• regg. d'art. Promosso magg. generale ( 1899) fu nominato comandante d'art. in Alessandria. Nel 1902 fu collocato in P. A. e raggiunse nel 1908 il grado di ten. generale.


Cardane Giuseppe. Generale, n. a M ilano, m. a Torino (1841-1911). Sottot. d'art. nel 1861, partecipò alla campagna del 1866. Promosso colonnello (1894) ebbe successivamente le funzioni di com;mdante del 29° reggimento e d el comando d 'artiglieria di Alessandria. Nel 1897 -fu nomina to d irettore d'artiglieria in Alessandria e collocato in posizione ausiliaria ( 1899) raggiunse nel 1904 il grado di maggior generale.

Carducci (Lodovico). Ingegnere militare, n. a<l Urbino nel sec. XVI. Dopo essersi segna.lato a Macerata ed a San· Severino con Càrctone GiovaJHli architetture civili, passò al servizio del duca Francesco Maria II cd esplicò la sua valeutia in lavori di fortificazioni. Cardwell (':Jisconte Edoa-rclo) . M in istro inglese del sec. XIX, organizzatore delle difese delle colonie e nel 1868 ministro déi!a guerra nel gabinetto Gladstone, Si dèdicò alle r iforme militari. Creò· un comando in c;apo, nel ministero della guerra, e distinse l'esercito di linea da quello dei volontari. Pose termine al sistema della compera dei gradi e fissò le norme della carriera degli ufficiali. Completò le 1·iforme anche nei servizi inerenti a ll'esercito, sia dal lato del vettovagliamento, come da quello dell'armamento, gettando le basi di quell'assetto m ilitare caratteristico inglese, che perdu,rò fino quasi a lla grande guerra. Carelly de Bassy (Claudio). Generale, a. a Bassy (Savoia), m. a Torino ( 1769- 1850). D iscendente da famiglia piemontese stabilitasi in Savoia, seguì la carriera militare divenendo nel 1834 magg. generale d i fanteria. Nel 1837 Carlo Alberto to nominò governatore dei Palazz i Reali. Carena. L a voce ha.origine d a un anlichi~simo vocabo lo italico, il cui s ignificato è ancora conservato nel dialetto siciliano per indicare la spina dorsale e la carcas~a. Attualmente s' in tende per carena, tutta l'opera viva di una nave, ossia quella che sta immersa a contatto dell'acqua, mentre in {lntico s ignificava soltanto Chiglia, s ia in latino sia nei classici dei secoli passati. La C. è dunque costituita. da.Ila chiglia sulla quale s i. intes tano le ordinate che vengono in coperta dal fasciame.

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Le forme delle carene· hanno grandissima importanza perchè da esse d ipendono la velocità e le qualità. manovriere delle navi. Dello studio de lle ca.rene si occupa l'architettura navale e più propriamente la « Teoria della nave». La forma esterna di una. carena non è definita se non da molti disegni, e varia completamen te da nave a nave a second a degli scopi di queste. Le linee di carena vengono tracciate ~&ondo nonne convenzic.nali internazionali, e sono r iprodotte in grandezze naturali nelle sale a tracciare, che trovansi in tutti i cantieri d i costruzione : su queste linee vengono r icavate le seste in legno, dalle quali poi si traggono le forme delle ordinate e delle lamiere del fasciame.. P er definir~ la forma di carena in modo approssimativo esistono formule convenzionali : a) rappor to 'L/ l, ossia fra la lunghezza e la larghezza. Questo rapporto è di 7 cù·ca nelle navi da battaglia, S-9 negli incrociatori e arriva a 10 e più negli esploratori e cacciatorpediniere; b) coefficiente di fu1e1.ut V/ Llp: ossia il rapport,J fra il volume della carena e quello del parallelepipedo cfrcoscritti ad essa, ossia che abbia lunghezza, larghezza e profondità uguali a quelli della. carena. Questo coefficiente nei piroscafi da carico ha va lori da 0,60 a 0,65; nelle navi da battaglia pure da 0,60 a 0,65 e negli incroc.ia.tori cd esploratori da 0,45 a 0,50 ;

e) rapporto tra il volume della carena e quello del cilindro di uguale lunghezza circo~critto a lla region~ maestra.. Le forme di carena s i determinano per successive approssimazioni, partendo dal le navi s imilari già costruite che hanno preced ute quelle che si vuol d isegnare. Queste fan ne vengono poi controllate con appositi modelli nelle vasche Froude, seguendo una legge di proporzionalità. che esiste, per le va.rie velocità, fra la res istenza offerta a l moto da un modello in piccolo e la nave vera, quando si conosca esattamente il r apporto di tutte le dimensioni. Per queste espericn7.e, che sono di capitale importanza, ogni Nazione possiede u na vasca Froude ed un· app osito centrn di studi che serve per tutte le n a.vi, s ia mercr,ntili che da guerra.

Carenare (e Care11aggio). Diconsi quelle operazioni che s i fanno quando s i mette la nave in secco per pulirne la carena., verificarla e ripara.ria in quelle parti che ne hanno bisogno (vedi anche: Bacino di carenaggio). L a ca.rena, dopo essere s tata accuratamente raschiata, viene ricoperta. da uno strato di pittura

a

a. /}ano trasversale

h. c.

11

/011gitudi11ale

11

orizzontale

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p


r

.antivegetat iva, ossia che impedisca la formazione delle alghe e delle conchiglie quan do la nave sta ferrua. La presenza delle alghe e dei molluschi, au men ta gradata~nente il coefficiente d i attrito e fa perdere velocità. Per la presen7.a di questo strato nocivo, una nave in 6 mesi può pe1dere più di un miglio, c ircostanza importante ,d:d la to militare per le navi da guerra, e dal lato economico per le navi mercantili, J)erchè un miglio di 1.11eno all'ora, in u na lunga t raversata oceanica, rapprc··

stnta un for te aumento di consumo di combustibile ed ·u na dannosa perdita di tempo. Il periodo che trascorre fra un carenamento e l'altro dipende dal compromesso fra il costo della operazione d i carenamento e la per-dita che subirebbe la nave se non eseguisse l'operazione.

Carenzi (Francesco) . Generale, n. a Novi Ligure, a Roma ( 1837-1897). Partecipò da sottot. di fanter ia a lla campagna del 1859 -e poi a quella del 1866. Promosso colonnello (1881) fu comandante del 49° n:gg imento fanteria e quindi .addetto al comando del -corpo di S . M . e nel 1884 i u nominato comandante in .2° della Scuola militare. Comandò_ da colonnello ,brigadiere la brigata Forli n1.

e pro1nosso n1agg. genera-

·1e ebbe successivamente le ·funzioni cli comandante -della. brigata. Granatieri -<li Sa.rdegna., della Scuola militare, di sottosegretario di Stato alla guerra. Raggiunoto il grado cli tenente generale ( 1894) comandò la d ivisione militlre di Piacenza. e nel 1896 ebbe la nomina a comandante genera.le dell'arma dei carabinieri. Fu deputato a l Parlamen to per i collegi <li P isa e Voltri nella XVII, XVIII e XIX Legis latura.

Car esana ( Gitiseppe). Ingegnere milita.re vercellese ,del sec, XVI. Colon nello, consigliere d i Stato, p rofessore ..della scuola d'artiglieria, fu valentissimo ingegnere militare. Con Oreste Paciotto· fortificò N izza, sostenendovi poi l'attacco dei Turchi. Già si era distinto a Vercelli -cd a Ivrea. Fu governatore di ,M ondovì e poi di Savigliano, p rimo governatore della c ittadella d i Torino nel 1S65 e governatore della stessa città nel 1571. Carete. Generale a teniese. ,Combat tè contro gli Ar:givi (367 a . •C.), con tro Alessandro di Fere e contro F ilippo di Macedon ia (348). Caretta (En:rico) . Generale, ,n: e m. tL Torino (18401912). Sottot. di fanteria nel 1861, dopo aver partecipato a lla campagna del 1866 passò come tenente nei ·Carabinieri ,R ea,l i e s i distinse con oper a d i coraggio e -di filantropia, tanto da mer itarsi nel 1876 due med. a l va lor c ivile, una d'ar gento ed una ò i bronzo, entrambe per avei· salvato parecchie persone a Clusone (Bergamo) dura.nte d ue gravi incend i, e nel 1887 una d i bronzo dei benemeriti della salute p ubblica duran te l'epidemia colerica a :Messina. Comandò d a. colonnello le legion i cli

697 Cagliari nel l 895 e d i Milano nel 1896. Collocato in P. A, nel 1897, rnggiu1,se, nel 1906, il g rado d i maggior generale ttella riserva. Caretta A mtibale. Medaglia d 'oro, nato ad Alessandria cadu to sul Montello (1877-1918). Capitano di cavalleria in servizio attivo, iniziò la guerra ita lo-a ustriaca col regg_ Monferrato, appiedato nella zona di Monfalcone. Passato poi nei bomba rdieri, si trovò a comanda1·e il 7° gruppo bombarde, allorchè sulle nostre linee del Piave si abbattè la poderosa offensiva austriaca del giugno 1918; travolto ed accerchiato da soverchian ti forse nemiche, s i difendeva eroicamente fino a ll'estre1110, cadendo a lfi.ne pugna lato. L a motivazione d i meda.glia d 'oro dice: « 1Comandan.te d i un gruppo di batterie di bombarde votato a sicuro sacrific io, sorpreso dall'irruzio ne nemica consegnava al p roprio attenden te l' ultimt. scritto vergato, con fern.1..1

ma.no, per trasmet tere ai suoi superiori precise notizie della sua tragica situazione. Con la pistola in p ugno. a ffrontava i:,oscia ~on suprema audacia l'ù:a nemica, fincbè, sopraffatto dal numero, cadeva colpito a morte da pugna lata alla gola, immolando la nobile vita per l'onore del nome ita liano >l.. (Montello, 15 giugno i918).

Caretti (Fedele). 11-Iedaglia d'oro, 11. ad Arbizzo (Como), m. a Caposile (1892-1918). Soldato nel 13° reggimento bersa.g)ieri, diede una delle p iù m irabi li pro ve d i stoicismo di tutta la nostra guerra, come è narrato nella motivazione, con la quale alla memoria d i lui f u concessa la med a.glia d 'oro al valor militare : « Durante il bombardan1ento avversario) avuta stroncata una gamba da una scheggia. di bombarda, mirabilmente calmo, chiedeva ill'aiu ta.n te di sanità dì essere medicato dopo di a ltri feriti, e da solo, gi recideva con un .:oltello i'arto, e si a rrestava l'emor-ragia con la cinghia dei pantalvn i. Incurante di sè e dd clolcre, intorava quindi ed incitava ancora i compagni, ed al proprio comandante d i compagnia accorso per conforta1fo, cliccva che noi). ~ra nulla. Poco dopo spirava >l (Testa cli ponte · di Capo Sile, 20 maggio 1918). Ca rew (Giorg-io). Generale inglese (1555-1629). Prese parte a lla spedizione contro Ca.d ice. Combattè · in Irlanda ·contro gli insorti di O' Nei! e lasciò una storia di questa guerra, sotto il t itolo d i « Pacata H ibem ia ». Cargan ico Griffi (R izzardo). - Generale, n. a Breno nel 1868. Sottot. degli a lpin i nel 1888, partecipò a lla campagm. italo-turca. (1911-12-) e p romosso co-


lonnello prese parte a lla guerra nel 1916-18 e comandò successivamente i reggimenti depositi fanteria di Ma• cerata c di Mantova. Collocato in P. A. raggiunse nel 1926 il grado di generale di brigata.

Carhaix. Borgo della Francia, nel d ip. del Finister re. Vi fu distrutta da cavalieri brettoni, nel 1197, una banda di avventurieri inviati colil. da Riccardo Cuor di Leone. C. f ~ in seguito, durante le guene di religione, più volte saccheggiata.

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Cariati. Comune antichissimo, in prov. di Cosenza. Nel 1059 era fortificalo, e verme espugnato da Roberto Guiscardo. Venne in seguito più volte saccheggiato dai corsari barba reschi. Nel febbraio 1807 venne preso dai Francesi, i quali, nel giugno, mentre era presidiato da pochi uomini, 1·cspinsero u n assalto dei ribelli al loro dominio, costringendo gli assalitori, sbarcati sulla spiaggia, a rinunciare all'impresa.

698 ticolare con ten enti polvere nera, i qu ali costituiscono ]a, carica di infiammazione, ossia quella che si accende per. la prima per effetto dell'acce11sione del cannello, la quale a sua volta avviene p er mezzo della percussione della massa battente del percuotitoio che sta al centro dcll'òtturatore del cannone. Quando la ca.rica di lancio è· ·contenuta nel bossolo di ottone, si dice che il cannone· è a « caricamento rapido>, . Se oltre ad essere contenuta nel bossolo, è unita anche al -proiettile, il cru1none· è a « rnricamento simultaneo)). Se infine la carica è contenuta in sacchetti di tela, si dice che il .c annone è· a « caricamento ordinario».

l@Jt¾jj IJ >.Jjj ffl IJ r lfJJJJJlJJI. ca,·if•a (eavallcr ia) o rnscg-ulmento In un cannone si distinguono varie specie cli cariche::

Carica. E' la quantità d i esplosivo che s i intro-

1•, 2" e 3• carica, le quali differiscono fra loro per la

duce nella canna delle anni da fuoco, ed alla quale si dà fuoco per lanciare il proiettile od altre materie di cui è caricata l'arma. stessa. Dicesi anche C. il complesso degli oggetti che si introducono in u n'arma da fuoco per fare il colpo. Parlando di proietti vuoti, è detta C. la qu antità d i esplosivo introd ott!) nella cavità d i essi e destinata a produrre lo scoppio del proietto stesso.

maggiore o mù10re po tenzialità . Le prime cariche sono, più potenti e servono per il tiro in guerra . Le seconde· cari.che, di potenza intermedia, servono per i tir i d a. esercizio. L e terze cariche, meno potenti, servono per il tiro curvo. La potenza varia , sia d iminuen do il peso, della carica, s ia vaJ·iandone la granitura.. Una carica Il. costituita in generale da più sacchetti, specialmente nei. cannoni di grosso calibro, per facilità d i maneggio ç di. conservazione. I sacchetti che compon.gono w1a stessa. ca.rica, chiamansi elementi. L e car-iche d-i scoj,pio sono composte d i polvere nera, o picrati, o ~mmonal, o tritolo. Sono contenu te nella camera del proiettile e detonano per mezzo di apposito, detonatore, il quale è in ccmun icazione con una spoletta che può essere a tempo o a percussione. L a SJ) Oletta a tempo viene regolata al momento della partenza .. l i peso della carica di scoppio va1·ia a. seco,~da che il proiettile è dfrompente (granata) o perforante (palla) .. Nelle granate. il peso della carica di scoppio può arrivare fu10 al 12% del peso totale, nella palla la percentuale non è mai superiore a l 6%.

Carica di fazione si chiamava la quantità di polvere colla quale si carica vano normalmente le armi nelle ordinarie n ecessità d i guerra o di esercitazioni. Carica fu de tta l'operazione - complicata all'epoca del fucile a pietra •- di caricare il fucile. Insegnavasi a i soldati la Carica ·i n dod-ici tempi ( 1, Caricate l'arma - 2, Scoprite lo scudetto - 3, Prendete la cartuccia - 4, Stracciate la cartuccia - S, Innescate - 6, Copr ile lo scudetto - 7, A s inistra l'arma - 8, C,1.rtuccia in canna - 9, Traete la bacchetta - 10, Calcate 11, R imettete la bacchetta - 12, I u spalla l'arma. Semplifica.vasi in quattro lmij,i quando i sold ati avevano impa.rato ad eseguirla bene ia dod ici, e facevasi anche a volontà. Carica. Si distinguono, n elle moderne artiglierie, due specie d i cariche: la carica di lancio, quella che serve a la.nciare il proiettile dalla bocca' ùa fuoco, e la carica qi scoppio, quella che port,t con sè il proie ttile, e lo fa scopphcre al momento volu to. La carica di lancio è composta di polvere alla n itro: cellulosa la cui costifuzion-~ varia da nazione a nazio ne, ma che può r itene rs i ormai generalmente formata da un miscuglio di nitroglicerina, nitrocellulosa ed uno stabilizzante c he serve a d a umentare la durata dell'esplosivo p rima che s i decomponga. La carica d i lancio viene formata da tante bacchette, o strisce, o piastrelle, o placclte, le cui d imensioni va riano a second a del calibro e delle vivacità delle cariche che si vogliono ottenere. Le bacchette, molte volte, sono forate internamenk per rende.re p iù u niforme l'infiammazione dcli.i polvere inqunntochè questa comincia dall'esterno e dal1'interno delle bacchette forate ( tubi). Le dimensioni de lle bacchette, o strisce, o piastrelle, costituiscono quel!« che si chiama la cc granitura ll e vengono determinate mediante appositi ca lcoli di balistica interna. La carica d i lando è contenuta in sacchetti di tela iuta e porta a lle sue estremità due altri sacchetti a forma len-

Carica. - E' l'atto 1·isolutivo della manovra, il supremo sforzo, condotto con estrema gaglia rd ia, che valorizza n el combattimento ogni energia morale e materia le, tu tto sacrificando, per afferma.re, con azione determinante è travolgen te, il successo dell'attacco. Car,ca alla baionetta. - Era l'alto r isolutivo del combattimento della fanteria si.no all' inizio della guerra. mondiale : poteva effettuars i o per impulso delle truppe impegna te o per ordine dei comandanti. Tutte le· unità, che lo potevano, yi concorrevano in q ua lsiasi. formazione e da qualsiasi punto, animate dal solo sentimento di ann icntare la resistenza. del nem ko, scaccia.n.. dolo da lle posizioni che occupava. Q uest'atto supremo, d i forza, costituiva la sù1tesi delle audacie e delle energie individua li che la preparazione morale aveva saputosviluppare e valorizzare nel soldato.. Ma l'assalto alla. baionetta, compiuto da interi reparti in formazioni dense e fronti molto ampie, non fu più possibile col per-fezionarni dei mezzi di lotta, con il loro scaglionamento. in profondità, con la complessa, ai·monica e potente organizzazione de lla difesa. Questo· granilioso e trad izio-na le epilogo dell'attacco dovette qu indi sminuzzarsi in parziali ed oscuri episodi, in numerosi assalti disper si~ nell'a.mpb zona sulla qua.le infuriava la battaglia e con-


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CAn

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Car1r11 di cava ll eria (Q uadro di G. Fallori)

dotti dai piccoli elementi degli scaglioni avanzati. Il coordinaménto e l'armonizzazione di questi singoli sforzi, assume oggi, nella tattica d'infiltrnzionc, b forma concreta dell'atto determinante nella fase decisiva dell'auacco. Carica di cavalleria. - P resso gli an tichi popoli orientali la cavalleria comhattcva a lle ali dello schieramento determinando sovente il successo tattico, sia con la carica effettuata nel momento della crisi, sia con l'urto applicato, con concetto di manovra, nel punto più sensibile della fronte avversaria. Nell'epoca greca la cavalleria conserva le sue caratteristiche e carica al galoppo col centro della sua formazione proteso in avanti a guisa di punta. Nell'epoca romana la cavalleria si colloca alle ali od anche dietro allo schieramento della fanteria e carica al galoppo muovendo dalle ali od uscendo dagli interva lli esisten ti fra i manipo li. Ma le brillanti cariche che decidono del successo sono opera delle cavallerie che la Repubblica, e meglio ancora l'Impero, reclutavano fra i Galli, i Tessali e i Xumidi. Meravigliose per tra,·olgente impulso e fulminea decisione, sono le cariche che consacrarono a Zuma la supremazia di Roma sul Mediterraneo. Il :Medio Evo è l'età del cavaliere: alla carica delle pesanti e dense masse subentra un complesso confuso di singolari tenzoni, nelle quali ciascun cavaliere si lancia contro quello avversario che lo fronteggia, usando di lancia e maglio, mentre gli scudieri bastonano la m asnada dei ped<mi. :Ma il risorgere della fanteria, la sua nuova eflicienza morale e materiale, c,istringono ben pr>!sto i Clvalieri a r iunirsi nuovamente in formazioni compatte rimettendo in onore, con la carica, uno dei più classici procedimenti d'azione della cavalleria. La sua supremazia sulle altre armi viene così manten~ta, incontrastata, per alcuni secoli. Però nel sec. XVI la cava.lleria deve meglio adeguarsi al continuo perfezionamento tecnico e spi rituale della fanteria, assumendo formazioni più acconcie, scegliendo terreno di manovra favorevole adottando mezzi più efficienti cli offesa e di difèsa. S i arma di pistola per preparare la carica e si copre di corazze per sottrarsi all'efficacia del fuoco. Avanza su più righe, 0

spara e ripiega per riga ed urta, poscia, con la forza della sua massa lanciata alla carica. Gastone di Foix vince e m,1ore a Ravenna (1512) cal'icando alla t esta della sua migliore cavalleria. Emanuele Filiberto a San Quintino ( 1557) costringe i Francesi a battaglia caricandone le teste di colonna che già piegavano per sfuggir la, e dedicc le sorti della storica giornata caricando i quad rati di fanteria entro i quali l'artiglieria aveva aperto numerose e profonde breccie. All'epoca di G usta,,o Adolfo, dalle profonde formazioni d'urto, si passa a quelle sottili. La ca vallcria carica ad andatura progressiva senza far uso del fuoco ; cerca di sopravvanzare le al i dello schieramento nemico, di sopraffa!>? l'opposta cavalleria per cadere, travolgen te e decisiva, sulle fanterie. Caricando alla testa della sua cavalleria, Gustavo Adolfo \'incc a Ilreintenfeld ( 1631) e muore a Liitzcn ( 1632) dopo aver volto a suo favore le sorti della giornata. Il principe di Condè coglie a Rocroi (1 643) la sua più fulgida vittoria c:uicando nel momento e nella direzione più opportuna. Con la battaglia di Torino ( 1706) la carica prende decisamente un posto sempre più determinato nell'economia generale della battaglia. Federico II, ridonando alla carica la sua classica aJ1datura al galoppo e sostenendola con artiglieria a cavallo, leggera. e mobilissima, prepara alla cavalleria la sua età eroica nella quale coglierà i più fulgidi successi. A Praga (1757) lo Ziethen ; a Rossbach ( 1757) il Seidlitz; a Leuthen (1 757) lo Ziethcn, il Driessen, il principe di Wiirtemberg, a Zomdorf ( 1758) il Scidlitz, consacrano il successo della battaglia caricando furios.1.mente nella direzione più opportuna e nel momento decisivo. La scadente cavalleria dell'epoca della rivoluzione distrugge nei Francesi la tradizione della clas.;ica. ca.rica e solo il genio d i Bonaparte ne prepara lo splendore dell'età imperiale, con le meravigliose gesta dei pochi squadroni del 13eaumont che caricano a ,Castiglione (1796) il rovescìo dello schieramento austriaco; con le modeste unità del Leclerc e del La~alle che a Rivoli ( 1797) rompono le teste delle colonne austriache che risalivano minaçciose la stretta di Incanale, dei 400 cavalieri def


C,rn

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Carica di cavaner-Ja Italiana a Volt a ~rantovana- (2ì luglio 1848)

Kellermann che caricapo a Marengo ( 1800) preparando -e consacrando la riscossa del Desaix. La nuova epopea della cavalleria che carica· e decide, .si svolge gra.ndiosamente dal rnos al 1812. Ad Austerlit. ( 1805) si coprono di gloria., caricando alla testa dei loro Corpi, i generali Milha.ud, Treilla.rd, Bca.umonl; :Kellerrnann, Nansouty, Bessières. A Jena ' (1806), ad Eyla.u ( 1807) a Fricdla.nd (1807), Murat, Grouchy, Nansouty, conducono cariche brillanti e decisive. N el 1809 la crisi del Ma.ssena ad Aspern e del L a.nnes ad Essling i- superata. mcrcè le ca.dcho eseguite ripetuta.mente, sino all'esaurimento, dai Corpi del D 'Espagne -e del La.salle A Wa.grnm (1809) Bessièrcs cade cari•cando nella direzione più sensibile d'attacco e Lasalle ,muore carkando i difensori cli Aspern. Alla Moscova (1812) .Montbru11 e Caulencourt sono uccisi caricando alla tesla dei propri squadroni mentre rimettevano le sorti iacerte della giornata. La catastrofe di Russia determina la decadenza aella cavalleria francese: costitui:scono vera eccezione la brillante carica di :Murat a Dresda (1813) e quella eroica condotta dallo stesso Ney a Waterloo (1815) che doveva chiudere, con la gloria -del più grande sacrifizio; tutta una epopea di trionfi incontrastati. Le tradizioni sono però conservate auspi·ci in special modo gli esercit i francesi e tedeschi e la •campagna del 1870 vede ancora le belle cariche del Mi·chel e del Dnhesne a- Worth (1870), del Breclow e del De Forton a Vionville ( 1870) e iinalmente il leggendario sacrifizio del Margueritte, che, nell'ora tragica del disa.stro cli Seda11, sa tr'arre dai suoi cavalieri la forza morale ,di carica.re contro la morte. Ad onta della dura esperienza fatta, ancora dopo il 1870 si persevera nel rir.hiedere alla cavalleria ·i grnndi combattimenti all'arma bianca. Si viene cosl al suo isolamento dalle altre _armi e la · guerra anglo-boera e la russo-giapponese non servono ad altro che ad accendere vacue polemiche sulla possibilità o meno della

carica nelle guerre future. La Francia cerca con la trasformazione dei criteri d'impiego di mantenere alla cavalleria i brillanti compiti ciel passato; mentre la Germania conserva, con la la.ncia, le tradizioni dell'urto . Le cavallerie veniva.no quindi educate alle ardile i.Jnprese, alla carica, al sacrifizio. Ma questo indirizzo, di fronte alla efficacia delle armi, r ichiedeva particolare preparazione mor ale, tecnica e spirituale del cavaliere; perfetto addestramento dei cavalli, formazioni e procedimenti di manovra e di urto adatti alle speciali esigenze ; e soprattutto, una spiccata. personalità nel comandante. Le cavallerie si presentarono alla guerra mondiale con questo patrimonio tecnico e spirituale; ma anche le meglio armate ed addestrate fall irono nella missione che si era voluto loro affidare. Il Corpo francese del Sordet, i Corpi tedeschi del Richthofen, del 11arwitz, del Fromenel e dell'Hollen manovrano, compiono all'inizio delle ostilità spostamenti più o meno brillanti, ma mancano del tutto al loro compito di esplorazione e di massa d'urto. Le due cavallerie si accusano reciprocamente di essersi sottratte al combattimento: sta di fatto che durante l'ulteriore corso della guerra mondiale caddero le ultime illusioni, sino à giungere all'esagerazione di considerare definitivamente tramontata l'era delle cariche. Il dopo guerra. reagì contro tanto semplicismo e la cavalleria va riprendendo ora la sua importanza e si prepara ai nuovi cimenti col concetto di manovrare a cavallo, combattere a _piedi e conservare il culto della carica, sia per trarne motivo di superiore educazione morale e spirituale, sia per essere pronta a sfruttare le poche, ma pur sempre possibili occasioni, che anche l'odierno combattimento può presentare. Si potrà in: fatti seinpre caricare contro cavalleria che cerchi l'urto o lo accetti; contro fanteria scossa o .in movimento ; contro artiglieria in crisi d i spostamento ò di rifornimento. La cavalleria, per r iuscire nella carica, deve

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~~- -s;::.-Ca l'td1c di eavall<Wia, ,ecolo xvr (liauaglia ài DrCLIX)

oggi, più che nel passato, condurre il suo attacco con impeto gagliardo, impiegando in breve volgere di tempo e rrel punto più opportuno, tutti i suoi mezzi di azione logicamente armonizzante. L'epilogo della manovra è la carica: l'atto supremo pa1iicolarmente propr io dell'arma, col quale si profondono le migliori energie, le più grandi audacie dei capi e dei gregari. Contro cavalleria- la forma.zione classica della carica è 1a linea spiegata e discontin ua, particolarmen te adatta a mettere in valore tutte le forze disponibili. Il plotone carica in linea spi~gata o a stormi, con elementi collocati alle ali per · proteggere i fianchi della formazione. Il reggimento usa le stesse formazioni e tende ad a.,vvolgere i fianchi dell'avvenario; a seconda delle circostanze carica su due o pii, linee. In terreno rotto occorre assegnare compiti chiari ccl obietti vi ben determinati in modo che l'iniziativa dei sottordini possa dominare la realtà della situazione. I collegamenti debbono essere curati al massimo grado; la cooperazione deve assicurare di portare l'urto in modo simultaneo e travolgente. Le mitragliatrici e l'artiglieria debbono tenere, il più a lungo possibile, il bersaglio da caricare sotto l'azione del proprio fuoco. Ordina ta la carica, le forma?.ioni se,rano al centro: gli uomini di seconda linea riempiono i vuoti della prima linea; i Comai1danti en trano nei ranghi. L'esito d ella m ischia sarà la risultanza di fattori tecnici e spirituali. L'inseguimento completa la car ica annien tando la cavalleria avversaria e distruggendo la coesione delle fanter ie in rotta. Con tro fan ter ia valgono gli stessi procedimenti. La carica dovrà essere però condotta per linee scaglionate in ·p rofond ità; i colpi vibrati in rrc·lo rude e deciso. La linea più avanzata procederà in ordine molto aperto.

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Il successo risiederà per intero nella rapidità del movimento, nella decisione della manovra, nella. sorpresa, nello slancio, nella cooperazione fra i vari mezzi d'azione. Ancora oggi la carica potrà trovare occasioni favorevoli di successo perchè i momen ti di crisi materiale e spirituale della fanteria. tendono a divenire sempre più frequenti e pericolosi con la cresciut_a mole degli eserciti e col continuo perfezionarsi dei mezzi di lotta. Non deve quindi escludersi in modo assoluto la possibilità di colpire fanterie assorbite da altro compito o preoccupate da a ltre offese, oppure in movimento, per guadagnare tempo a favore della manovra, o per attenuare il danno della sconfitta; e contro artiglieria i11 movimento, o che abbandona wia posizione, sarà ancora possibile caricare con successo.

Carica aerea. E' l'in vio di successive ondate di aeroplani contro bersagli animati terrestri. L a quota è presa fuori dalla zona del fuoco efficace delle for7.e terrestri da attaccare. Gli apparecchi navigano a quota bassa, vuiabile dai 20 ai· 200 metri, e le ondate s i succedono a brevi intervalli. I I bersaglio terrestre è caricato di fronte per trarre vantaggio della m inor precisione del suo fuoco. Le formazion i sono quelle tattiche elementari (la linea, il cuneo, la fila) con distanze molto aper te per- concedere la maggiore possibile iniziativa a ciascun pilota; e vengono sce.lte· caso per caso in armonia al compito da assolvere, alle condizion i di tempo, alle caratteristiche ed efficacia. dei bersagli da caricare. Le onda.te successive vanno determinate, disciplina te e coordinate nel tempo e nello spazio, s ia per cogliere i voluti risultati, sia per evitare che l'avversario riesca a i:iorganizzarsi tra w1'ondata e l'altra superando l<!, crisi che lo travaglia. Ogni apparecchio, dopo aver m itragliato il bersaglio assegnatogli;--a ttende


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gli altri llpparecchi della r ispettiva ondata, facendo -circolo nella zona e direzione preventivamente stabilite. La carica aerea richiede squadriglie di protezione contro possibili attacchi di aerei nemici, perchè, pur, essendo gli apparecchi da combattimento a bassa quota ben~ a rmati e particola rmente manovrieri, tuttavia, -quan do sono assorbiti in attacchi contro terra, soffrono di notevole inferiorità rispetto all'azione di aerei -che li insidiano d a ll'alto. E ciò, s ia per le difficoltà tecniche del volo a bassa quota, sia. per la crisi di vigilanza che s i determina per il fatto che pilota ed -osservatore sono completamente assorbiti dalle vicende -del volo e del mitragliamento. La protezione può farsi con aeroplani da caccia e -da combattimento che vigilano a quota a lta, ovvero può farsi sgombrando la tona di attacco p rima di iniziare la carica ae,·ea.

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si abbassano nella stessa cucchiaia i primi due clementi d i carica e col calcatoio si spingono dietro al proiettile; s i rientra il calcato io, si al.,bassano gli altri _due clementi cli carica e si ripete l'operazione (in generale ogni carica i- composta di 4 clementi). La cucchiaia viene ritirnta, l'elevatore scende rapidamente in basso, l'ottura tore, appena libera la culatta, si chiude, e nel chiudersi porta il cannello ad introdursi a l centro del focone p ronto per l'accensione. Il cannone viene riportato rapidamente in elevazione ed il puntatore è avvertito, me-d iante apposito segnale, che il cannone è pronto a far fuoco nella posizione voluta. Tutte queste operazioni si eseguono in 20 secondi circa, -anche quando la massa dei proietto da muovere è quella di un 406 ( 1000 kg.) e il caimone pesa 100 tonnellate. F ra una operazione di caricaruento e l'a ltra, compreso il i-iforni.mento . dei proiettili e delle cariche dai depositi inferiori, si impiega.no dai 30 ai .35 secondi. Caricamento. E' l'operazione con la quale si caIl car icamento dei cannoni di piccolo caLibro, dal 152 rica un'arma da fuoco. N'cl cannone ad avancarica, le in sotto, viene fatto a mano d a una serie di 4 serventi -operazioni erano le seguenti : si scovolava il pezzo, si i quali vengono continuamente addestrati in questa opeintroduceva il cartoccio contenente la polvere, quindi lo razione con apposite finte culatte e fint i proietti, mesloppuccio mandandolo a posto con due colpi di ca ldiante le qmli si i•ossono ripetere più volte le opera·Catoio, poscia la palla e finalmente il tappo. In questo zioni di caricamento senza da.irneggia..rc i cannoni veri. tempo il puntatore teneva chiuso il focone col pollice della mano ~inistra, munito di apposito dita le di cuoio _ I l personale bene addestralo può arriva.re ad eseguire fino a 12 caricamenti al minuto con Ull cannone da per impedire che qualche frammento di cartoccio si 152, il cu i proietto pesa SO kg. e la carica in bossolo accendesse e facesse partire la car ica p rima del tempo. ne pesa 47. Questi esercizi hanno molta importanza a Mentre s i scovolava, egli metteva nel focone lo sfondabordo perchè da essi dipende la rapidità di tiro spetoio per accertarsi, col muoversi di esso, che lo scovolo cialmente contro le siluranti. arrivasse fino in fondo. Una volta introdotto il cartoc-cio lo si sfondava attraverso il focone collo sfondatoio D e11.sità di caricame,ito è il rapporto tra il volume e si introduceva la polvere fi na di innescamento, che era dcli.'! carica di lancio e quello della carnera del can,qmlenuta in apposito corno da polvere. Si accendeva none cbe de.ve contenerla. In generale la densità di caposcia questa con una miccia raccomandata ad un butricaruen to vai·ia da 0,55 a 0,65, ma non supera mai taJ uoco. Q uesto sistema, rimasto in uso fino a l secolo quest'ultimo ra.pporto p.e r ragioni di s icurezza ed anXIX, venne prin1a perfezionato con l'aggiun ta degli acche perchè aumentando ancora il valore non si utiliz•ciarini a pict'ra focaia poi con quella di un cannello zerebbe piit tutta la combustione della carica. cripieno di polvere. Caricamento m1ll:tiplo. Cosl si dice qùando in un Con la adozione dei cannoni a retrocarica, le operafucile od in una pistola si può introdurre contempozioni sono del tutto cambiate. In un cannone di grosso ra.i1eamente, nel suo serbatoio o scatola serbatoio, più ·calibro, in torre, il caricamento avviene meccanicamendi una cartuccia. Generalmente nel fucile e suoi derite in m"clo molto rapido. Il cannone può svincolarsi vati, sei ca.rtucce al massin10 ; nelle pistole (automatiche; dalla linea di mira ed è portato rapidamente d alla posette al massimo. ' ·si1-ione di elevazione con cui ha sparato, a quella orizApertura di caricamento: Dicesi nei fucili a retrocazontale, 5cnza che il puntatore venga d istolto dalla sua rica, quel tratto di spaccatura longitudinale fatta i;ulinea di mira; in tal modo egli continua a punta.re sulperiormente nella culatta mobile, che serve per l'introla nave nemica anche durante le opera?.ioni di caricaduzione della car tuccia nel caricamento, ed in conse:mento del cannone. Questo viene portato in posizione guenza per dar passaggio al bossolo dopo lo sparo e per fissa (in castagna) e subito, med iante motore elettrico, ricaricare.· .si apre l'ottura tore. Prima che l'ottu ra tore si sviti comCaricare (o Calcare). Operazione del caricare una pletamen te, si apre automat icamente un foro praticato arma da fuoco ad avancarica. Essa consisteva nel comnella culatta del ca.nnone, il quale comunica con una primere, battendo vari colpi, col calcatore o colla bactubulatura di aria compressa. Si ottiene così nell' inchetta, la carica introdotta nell'anima d~I pezzo o del terno dell'anima un potente getto di aria, il quale fucile o della pistola. Di!=evasi anche ricalcare, borrare. ·e&peHe dalla bocca i ·residui di tela che potrebbero esma più raramente. servi rimasti e che potrebbero dar fuoco agli elementi di carica che si dovranno introdurre per il colpo suc,cessivo. Aperto l'otturatore viene portato dietro al cannone l'elevatore seconda.rio delle munizioni o elevatore -di carica.mento. Si aprono due portelli di questo ed il proiettile viene abbassato sulla cucchiaia di bronzo che .nel frattempo si è disposta dietro a l pezzo, nel prolun:gamento esatto dell'anima d i questo. Col calcatoio idrau1ico (o elettrico) il proiettile è spinto dentro il cannone -e calcato in sede d i caricam ento. Si r itira il calcatoio,

Caricat. E' il comando che viene dato dal capo di l'esecuzione della carica. Esso è ripetuto da tutti i comandanti in sottordine, cd è preceduto da quello d'avvertimento: « attenti per la carica l) . A tale comando di prevenzione tutti i cavalieri si preclispon~ono alla carica, sia allargando gradatamente il galoppo, sia p1·en<lendo le posizioni delle armi prescritte, s ia infine serrando d istanze ed intervalli, cosl da costituire u na massa compatta quando si carica in w1 reparto d i cavalleria per


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rCAR

,ordine chinso, o di~tcndrndosi quando si carica a stormi. Al C., in,·ecc, i cavalieri, che hanno già i cavalli al'la carl'Ìera, non fanno che prendere la posizione adatta all'arma che impugnano, e, portando il corpo in a,·ant i ,per maggi'lre equilibrio nell'urto, emettono il gddo di guerra q Savoia» e si slanciano co111patti contro l'a\'vcrsario. Se invece h1 carica avv iene a stormi, al C. ogni cavaliere, seguendo il proprio capo stormo, si srn·glia contro il bersaglio vrescelto, pronto a comi,letnre ·gli cf1etti del 11rimo mto col caracollo.

Caricatore. (V_ anche Calcatoio). E' quel congegno -che serve per l'introduzione, nel serbatoio di un'arma a ripetizione, di più cartucce simultaneamente, in modo da avere così il cosiddetto « caric::imcnto mult iplo>> . Di questi congegni ne furono costruit i di varii tipi, che si possono raggruppare e ridurre a due specie, secondo il modo di comportarsi dei medesimi nel loro uso: ad involucro ed a lamina, oppure a pacchetto. II caricatore ad involucro cd a lamina contiene le cartucce ( da 4 a 5) riunite, intrndottc nella scatola serbatoio simul<taneamente ed in questa abbandonate; cosl esso viene ,estratto non appena eseguita l'introduzione completa

Ct1riralor<' a11,1rlt1<·1; ron pallollole del'orrnate -delle cartucce nella scatola serbatoio del fucile_ Fra i -caricatori ad involucro, caratteristico è quello adottato -per il fucile Vctterly italiano mod. 18'10, trasformato poi a ripetizione col sistema Vitali. Esso consta di un -dorso in legno e di due appendici di sottil; lamiera di ferro, colle estremità r ipiega te per tenel'e a posto le ,cartucce. Sul dorso di legno è segnata una freccia in-dicanfe la parte anteriore (ossia la parte della pallottola), e ,·i è una. ma ni glia di spago per potere estr:arre -il caricatore dopo averlo introdotto nella scatola serbatoio. Esso funziona benissimo, ma ha gli inconvenienti comuni a questi sistemi : è pesante, ingombrante, non permette lo scaricamento multiplo, è facilmente -deformabile e quindi causa d i inceppamenti. Il caricatore a lamina consiste generalmente in una sottile la• roicra, detta « lastrina » che investe il fondello delle cartucce e tiene queste aderenti fra di loro per mezzo di una molletta piatta che spinge il fondello verso i 'j)ordi esistenti ai lati della la mina stessa. H a il vantaggio di essere leggero e non ingombrante, ma ha tutti gli altri svantaggi. (Es. sistema Mauser, mod. 1898). Il Caricatore a pacchetto è formato da un involucro <.li ottone o di acciaio o d'alluminio, con sezione oriz-

703zontale ad U. L a cartuccia è trattenuta col fondello da due risalti dei fianchi dell'involucro; risalti che penetrano nella scanalatura anulare prossima al fondello del bossolo (bossolo senz'orlo - caricatore simmetrico). Se le cartucce hanno l'orlo, allora questo penetra in due incavi laterali dell'involucro che sostituiscono i risalti, cd il caricatore avrà il dorso leggermente ricmvo d'alto in basso (caricatore non simmetrico). Le cartucce co.,l sono appoggiate col fondello a l òorso del caricatore, e trattc11ute e guidate dai fianchi di esso. I fian~hi sono lunghi quanto la parte di maggior diametro dei bossoli. ed hanno gli orli superiori cd inferiori ripie:;ati all'interno di tamo quanto è necessario per im!)edire alla cartuccia di uscire dall'involucro. Con tale caricatore s i può caricare con w1 numero di cartucce anche inferiore al massimo che ne· può contenere. Esso rimane nel serbatoio fino ali' introdu?.ionc nella ca- Carlcator~ Lolle! :nera dell'uliima cartuccia, e cade autom:tl icamcnt~, a vvisa:ido così il tiratore che il serbatoio è esaurito. (Es_ Car icatore )Iannlicher). Presentemcnt.: sono solo in uso caricator i a lamina, e specialmente caricatori a pacchetto, perchè quest'ultimo, malgrado sia più pesante, è più pratico e consente anche lo scaricament.? multiplo, 1ualun4ue sia il numrro di cartucce rimaste nel caricatore. Le moderne pistole automatiche hanno anche esse il caricamento multiplo eseguito col caricatore contenente da 6 a 7 cartucce: però questi caricatori, che prendono posto nella stessa impugnatura dell'arma, rimangono in essa e non possono essere estratti che a mano: più che caricatori potrebbero chiamai-si scatole serbatoi, poichè hanno un involucro di lan1iera, ed una suola che spinge in alto le cartucce per la pressione di una molla spirale che punta alla base del caricatore: questo trattiene le cartucce a mezzo delle ripiegature dei fianchi dell'involurro esistenti alla sommità che raggiunge la I camera della pistola stessa.

Caricatura. Così veniva chiamata nei pruni tempi la ca·rt11ccio.: la quale però non era veramente la cartuccia come intendesi modernamente: consisteva nel cartoccio, che conteneva la carica di polvere, e nella pa llottola: mancava in essa l'innesco. Carico (Esponente di). ?\"elle navi da guerra chiamasi "esponente di carico» l'insieme di tutti i pesi che cor\corrono a fom1are il dislocamento della nave a carico normale. Nelle navi mercantili invece l'esponente di carico è il peso dei materiali che la nave può ùnbarcarc, portnndosi <la completamente vuota a completamente piena. In una nave da guerra la variazione di c:1-rico è relat ivamente p iccola rispcllo al dislocamento, perchè dipende soltanto dalla quantità di carbone, acqua, viveri e munizioni che imbarca per proprio consumo. Sono viceversa molto notevoli i pesi che vengono sistemati a bordo in posizione fissa: motrici, caldaie, torri delle artiglierie, e.cc. ed è importante lo studio della distriliuz ione un iforme di questo carico per evitare sforzi longitudinali allo scafo e conseguente inarcamento o insellamento. La distribuzione del carico ha anche ùnportanza nei riguardi delle vibrazioni longitu-


dinali cui lo scafo va soggetto durante la navigazione alle alte velocità.

Cariddi. 1\fonte dell'Attica, alle falde del quale si combattè una battaglia tra Guglielmo Villehardouin, principe della 1'-forea, appoggiato dai Genovesi, e i De La Roche, principi di Atene, appoggiati dai Venezia. ni. La battaglia, che appartiene alle lotte dell'epoca delle Crociate, terminò con la vittoria di Guglielmo il quale impose la pace ( 1258). Cariddi. Cannoniera varata a Castellammare di Stabia nel 1875 ; d islocamento tonn. 1101, macch ine HP. 820.

Cariga (Pietro). Capitano sardo del sec. XV. Nel 1442 combattè sotto le bandiere aragonesi nella guerra n apoletana, meritandosi onori dal Re Alfonso V di Aragona. Giovanni Cariga. Capit~no sardo del sec. XVI. N cl 1556 combattè contro i T urchi che m inacciavano d'invadere la Sardegna. ·

Carignan. Borgo della Francia nel dipartimento delie Ar dc11ne, ant. campo m ilitare i-omano. E!,bc nel medio evo e fino a l secolo XVI importanza milita.re come luogo for tificato. Nel 3 1 agosto 1870 vi si svolse u n combattimento fra 5 sqdr. prussiani del 3° regg. Ulani della Guardia, ed una bt.r. a cavallo contro un reparto francese del 1° corpo d'Armata. La cavaller ia prussia na pot~ procedere oltre per raggiungere gli obiettivi prefissi. Carignani (Carlo, Patrizio napolitano nobile dei Duchi di No-voli e dei D1tchi di Tolve) . Generale, n. a Napoli,;rn. -a Torino ( 18571926). Sotto!. cli art. n el 18i8 e poi d i fanteria ( 1S80) nel grado d i colonnello ( 1908) comandò 1'85° regg_ fanteria, e da magg. ' generale la brigata << Mess ina», partecipando a lle ,campagne de l 1915- 16-1 7 e mcriran<lovi, quale tenente generale comand ante di d his. ( 13") una med. d'argento ,a llfonte .Zebio è la cr ocs, di uff. _dell'Ordine mii. di Savoia nelle operazioni 'del Carso e dei T rentino. Nel 1917 fu nominato comandante tnritoriale del ·C. d 'A. di Ancona, e-' colloca to in P . A. (1918) as-· sunse nel 1923 il grado di generale cli Corpo d'Armata. Carignano. Città del Piemonte in prov. di Torino sulla sr. del Po, l'an tico borgo « Camianum >> . F u cinto di mura nel medio-evo e divenne roccaforte del principe d'Acaia nel XIV secolo, passando, poi (1418) al ramo principale della Ca..,a di Savoia.· Nel 1536, quando i Francesi s'impadronirono di T orino, C . fu assalito dalle stesse t ruppe e fu messo a ferro e fuoco di notte. Ripreso dagli imperia li, fu munito di bastioni e fosse. K el 1544, dopo la battaglia di Ceresolc, i Francesi in vestirono C . e dopo due c;iomi lo preser0 d'as$alio: avendo i soldati esita to, a ca usa della resistenza dei difensori, gl i ufficiali fran·c esi gettarono le loro bandiere nel fosso, e la truppa si slanciò avanti a r ip renderle, deciden do della giorna ta. Le fortificazioni vennero di-

704 strutte, meno il castello. 1'.fcl 1630 (6 agosto) VittorioAmec!eo, abbaudonata C ., fece in due giorni costruireuna mezza.lw1a come testa d i ponte presso la città, ma i Francesi, guidati dal Mon tmorency, la presero d'as-salto per sorpresa. Nel 1650 C. d iede il nome al prin-· cipe' cadetto di Carlo Emanuele, Tommaso, ca.postipite· della nostra Ang~1sta Casa regnante.

Carini. Comune in prov. di Palermo, l'antica Iccarcr o Hyccara, di fon.dazion,e grrca, che già n el 415 a . C., fu in guerra. con Sege.,ta alleata d egli Ateniesi. Nicia vi sbarcò, la prese e sacc!Ìeggiò, vendendone gli abitanti come sch iavi. Nel 900 C. fu presa d a.i Saraceni àgli or<liu-i di I brahim che la devastò. Nel 1860, in aprile, scoppiata la rivoluzione siciliana, in C. si radunarono gli insorti, contro i quali il gen_ Castelcicala inviò due colom1e di truppe al comando del gen. Guttenberg per attaccare frontalmente il paese, e una colonna agli ordini del gen. Cataldo per avvilupparlo da tergo. Il 18 si inizia l'attacco d i C. e dopo due ore di lotta le truppe boJ·boniche hanno il sopravvento; gl_i insorti, perduti circa 200 u ., si ritirano a PartiJ1ico, a vendo inflitto una perd ita di 400 u. agli assalitori. Carini fu posta a sacco e molti abitanti vennero uccisi. Caritti. Caccia torpediniere, varato a Sestri Ponente n el 1917 ; · lungo m . 73,54, largo m . 7,34, con dislocam ento d i to1mellate 704, macchine d i HP. 15.500, armamento di 4 cannoni da 102, 2 da 76, 2 m itragliatrici, 2 lanciasiluri; Stato Maggiore 4, equipaggio· 65. Ca·rini G-iacinto. Generale, n. a Palermo rn . a Roma (1821-1880) .Nel 1848-1849 rnmbattè in Sicilia contr» i Borbonici quale colonnello ispettore generale della cavalleria agli ordini d el Comitato generale di Palermo. e nel 1860 ·prese parte con Gari baldi alla spedizione dei ::VIille r imanendo ferito- a Pafenno, guadagnandosi a Calatafimi la croce di ufficiale dell'Ord ine mii. di S,cvoia e raggiungendo il grado d i ma.gg. generale. Passato riell'esercito italiano nel 1862, comandò successivamente le brigate Regina ( 1862), Cremona ( 1866), al cui comancfo sì conquistò nella campagna del 1866 la medaglia d'argento a l ,valore. e Reggio (1869) ; da ten. generale resse il comando delle divisioni di Bari e Perugi,i. Fu deputato nelle legis latw·e VIII, JX, X, XI, XIII pet' i -collegi di Palermo, P iacenza, S . Arcangelo. Carini Gimeppe. Capitano, n . a Cassano d' Adda, m .. a Palermo ( 1828-1867) . Nel 1848 disertò dall'esercito austriaco in cui era caporale a Cremona per arruolarsi: nei veliti lombardi. L'anno seguente combattè a Roma per la repubblica.. Emigrato in America fu tenente e poi capitano al servizio del governo d i Buenos Aires. e vi fu decorato. N el 1860 combattè a Milazzo e a l Volturno ove fu ferito e meritò la medaglia d'argento, Passò nell'esercito regolare, e nel 1866 prese parte a lla._ campagna come cap itano dei gran atieri. Carini Gaetano. Capitano, n . a Corteolona, m. a Bo-


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,•ino ( 1832- 1863). Combauè nel 18-18 come volontario al scrviiio del Governo prO\'\'isorio di Milano; nel I 859 trn i Cacciatori delle .\l pi : nel 1860 con i M ille, promos~o successivamente sottotenente, luogotenente e (.l pita no; pas~.ò come tale nell'esercito rq\olarc.

Carini Fe(!ele 1..li11seppe.

Carini l"t'<lele

('olonnd lo. n . il Pavia, m. a )Iii.inn (18 : - 1916). ~oldato volont~~ r:t\ poi caporale n<'I 17" fanter ia pres~ parte alla c~mpagna dd I!l59 . L'anno seguente f u dei ::\1illc, prun,, caporale. poi scri:cnte, J)Ol SOtLOlCJ)éllte; con tak grado passl nell' c.sercito regolare, prese J>,lrte o.l'a campagna del b rign ntagr;io, a que lle del 1866 e del 1870, e rag-

giu1,se il grado di colonnello.

Caritti Angelo. Generale del Genio Xavalc. n . a Vigevano (Pavi:t) nel 1858, G~nova nc-J 1919 . E n trato in scrvi1,i11 nel 1881, fu promosso tie:1~ra.le del Gen,o Navale nel 19 13 e collocato in 1>0si,ione ausiiiaria nel 19 16. H l. a

Carini Carlv. Console gellHalc della ::Il V. S. N , 11. a \'allo nel 1885. Sottotenenlc di fanteria (scuoi., d i 1\foden") 11el 1906, r,assò negli .'\lp11,i. Fece la tampagna di Libia (19121913) e quella l\ 115-1918 e carmi Angelo passò in P. A. :: sua domanda ntl 1920 col graclo ,i i maggiore. Pa.r!ecipò al 1110~ \'illMltO <lc: i Fasci e raggiu n.;,· ne 1926 il grado di Console generale ;il comando de lla TT Zona; fu promo~1en. colonm.l!o degli Al' pini nel 1926. t.' decorato ,:i tncd. cl'argu1to al valo~<' n1i lit~ rl.".

·'°

Car i no (lvl,,rco :l ure/:o).

Imperato1 t.

R omano

c;aJ 28.\ a i 23.' . O ifese la F r ancia con tro i h::trha ri.

Carini 0,1r lo

C.\R

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Sostenne un'aspra lotta ron tro G-iu lia,,c: II che 1 in,;e presso \'crùn a. Gucrrel!giò contro ]) ioclcziano batten dolo 111:1. fu uccise dopo b vittoria da i suoi

stessi soldati.

Carino T omtnasino. Generale medico, n. a F alerna (Cata111A1ro) nel 1855. l.aure,uosi in medicina e chirurgict. a X apo li. fu n om inato snttot. med ico ucl 1879 e nel grado d i trn. co lounello ~bbe la nomina a direttore d c!rospcdale militare di Prru,,-h. Rc,s r r l ~r~d o di

colonnello la direzione dell'ospedale militare di Napoli

e partecipò al la. guerra 19 15-16 come addetto all'intendenza. generale. Collocato ù1 P. A_ (191i ) a,,sunsc nel 1926 il grado di ten. generale medico.

Cariolato (Dom,mico). Patriotl:i.. n. di ( 11136- 1910). .\ppen« dodicenne comba.ttè a Vicen za e fu decorato con m~daglia di brou,0 dal Senato Romano; poi a Luir,o e )lo-

Vicenza

ruzwn~. Riparò in Sv i1.,7,cra e l'an-

no dopo fu tra i difer.~ori di Roma: i:i.tto p r igionie,·o, riusci a fuggire e n. rien tra.re in 'R on1u ove gli fu offerta una d~ba d'onore. Nel 1859 combattè C()Jl'C volonta-

rio n·~llc guide a cavailo dei Ca.eCarino M. A. eia tori delle Alpi; l'anno segue nte prese parte alla. spedizione dei )..fillc, ot tenendo la vrn111ozio11c a capitano e la croce d i ca\'alierc dell'Ordine militare d: Savoia. T'a,.;at<> nell'c:scrcito regolnrc coine ;..apilano nc:i I .ancicri d i .'vlilano, nel

IX66 p rese p,tr!C alla "1.mpagna del Trrnl ino e si 0 tstinse ~ Rc1,1,c•cca ove ottenne la nom ina ,i u fficiale deli"O. )1. <; :Xel 1867, Jurantc i preparativi di Garibaldi per la. spediz ione che condusse a .\Ient.ana. fu a Roma pe r coacl iuva rb preparando una msurrezione in c ittà. la quale disgraziatamente fallì. F u amicis.-;im0 cli Garibaldi, di c ui compose la salm:i nella tomba. e del Re lj mberto J.

Carise. Convento nell'isola di Candia. Era occupato n el 1366 dagli insorti e fu invano assalito da l\fostafà 1-':tscià con a lcune m igli.iia d i soldati: dopo due giorni di lolla egli dovelle batLere in ritirata. Nella difesa ciel convento si distinsero i volontari i taliani, nove clri qua li r imasero uccisi e trenta feriti. Carisio (Amedeo). l\kdaglia d 'oro, n . a Tor ino nel 1800. Arruolatosi in g io vane età nell'eser ci to sar do, fu tamburino cacciatore. trombettiere, carabiniere, prima nel reggimento Alessandria , poi nei Cacciatori di ::\1'izza e nel 2° regg. di fanteria , guadagnando la suprema distinzione- al Yalore « rJs:r e5sersi distùllo nel fallo d'armi di Santa L u cia>> (6 maggio 1848). In q uella g iornata, in fatti, il Caris io, bcnchè ferito a lla fronte, impugnata la bandiera., si lanciò avanti ai compagni, anima ndoli e t rascina ndoli con l'esempio. Andò a r iposo col grado d i tenente. nel 1851. Ca ri ssimi (A le~~andro). Patriot ta. n . a Berga1J10, m. a M ilano ( 1829-1902). Nel 1859 combattè nelle Guide dei Cacciatori delle Alpi; l'anno seguente prese parte come capita no nella sped izione :vt:edici, e nel 1862 alla spedizione finita ad Aspromonte procurando le navi pèr il pm,,a~:.:io dello stretto d i :\f essina ; nel 186i fu a. 1vJ'cntana.

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....equi, dove il COIL~Olc :\[arco Popilio Lenaie disfece i L iguri a lleati agli Staticlli abitator i di quella regione, e cortdusse schiavi i superstiti. dopo di aver dist rutta C. stessa ( I ì3 a . C.). La battaglia fu decisa dopo tre ore, con un assalto' <le lla,favallcria romana a lle spalle del nemico. I Rom,111i pcrdellci;o 3000 u, ma ne mci10 000 ·m)OJ..> · · iOO ;.ero . e ne presero pn~l?'~rr; r.sn ;:,,

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Caristo. l3aia nell'isola di rliò•~,èw~cj• 1.lSl vi venne un com ba ttimen to nav11J/luSihç, ~1ppartit 11c aib guerra tra \ 'enezia e Geno,•,1. l'-!shl\<iuadra v~11c1ia1n di JS galere, comandata da :\farco l)11pini, giun°:t nella baia di C., vi trovò 1'I galere ge11~yfi~i, wmandate J a :);'icolò di ~Iagncrri. 1>012,0.cfA~J~(:°~~t'!>, r csistenz:i. l';immiraglio g~novese riuaj10n'lltilStl\'.n pn quatll•l JlaYi a t trawrso le galere _1H·raj~Jl61<F, [h&;'lj,·11.,rsi; ma k altre dicc i navi sue r irr,ascro. :RfJl½b<lSii.cVf5lCZiaai.

Carità Cristia na '.>1('éJPNifié'"nl!~ Co-.:alieri della). Fu istituito :i. ·t>d\!igi 1 is!ìo~tf.l\SÌfè"'lfi Francia Enrico 111 per qli~k\'i''1.i'lnUta lì'~e·1~oli.ht1 é11ilf 1fossero r imast i feriti in guerra. L'ordine non eb!Sl:'JJ~ng:,.bcJurJta ,, cessò · · XIV provvide ·Rl"'ì.raW:'nhen10 tlecoros.:i

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.,9iM'I et~Al o!iQnid)tl?r,Qiei:ml~ò n!i1e~ç,J.Gi1\f 3:bk'}08). ~~JCi&GJ.Q!JÉ~:,1,~il iF~i\,,,iffiff.ìÌÒ J~k11l;i~ladl l'J:1,J!r1:itq,l:,'l[/l,er,i_stt.1ìflé1Jllf?I rilJ:ll2ilG900;rllifBlJla9dnom,~po delle truppe inglesi ÌI)' ?,/+fll~Ì!=<\~Jn,:,u5J i b obi:a:, lo:, o .o~5·1~Jti, (1.111!iki1{~,r,<i\'fe~MJifl.,u.1J.i<v.f, itlni2!ei1~a RJ!l-b\ffi 1{J;.ffinl9Jla),;;fffl l~~8..(9_~fr~Wf,) aLJR&!fMPl},Ìarc ~!Acf~SftJ1:,_:tlì1'?fi/H~if"i~rgtP.ng,:bs 11\t1Jli'l9Yì:• prjgi;i ,Jll/&; 1 ~&81°~ ~1 i5JB~\'11 SnBffil:f,~/P.'1;1f~m;i,l~l/lr.91ijN,;1,~<'-,,~P. . t;!e (~m~l\~oi\.PPYflfBm&-fijn. l)W,d0 r.iWutSC'i!li\l~rni,.;V:a ,,/fr, fi!r1gqe\ .,3°?~·;il'fi~~r;fm tr,W, ,1,br,\~MaoJN9),}t/)c,sR if.\JEi, giornate ?ell o fens1~a austriaca sulla fro11}'r,r.if,i.W:-i.'tj~1'\J 1 nel rna.gg10 1916. ); on pago del suo pietoso rninislcrio, il· Carletti •fur·s ilir su lle contese ·p osizi<l ni di (::b'.o;t;iN'\'Th.

Ima. sia su quelle di Passo di Buolc, animatore instan• cabile delle truppe e non esitò anche a porsi alla. testa d i qualche reparto più scosso, riconducendolo a.I f uoco. Gli fu confc,;ta, per tale suo nobile contegno. la medaglia d 'oro. Dopo la. guerra lasciò l'abito lah,re e si dedicò a li ' orga:1ia..azionc dei comballent i cd al pubblicisrno. La motiv3zionc r]i medaglia d'o,·o dice: « Dal g iomo in cui si presentò al reg.;imt·nto. con oper a att iva ed intèlligcnLc. seppe inspirare in tutti i militari i ;liù elernti sentimenti di fede:, di dovere e di amo r pa l r io, dan do anche in azioni miitari, costante prova Ji coraggio personale e sprcuo de l pericolo. Tn vari comba ttimenti , sempr e pri mo m·e p iù intensa infuria,·a la lolla, incurante- dei g,a,·i p{'ricoli ai quali er:, esposto. incitava i soldat i a compiere fino all'ultimo il lor,1 dove re, moslrumJos i anche in,;tancabile nel raccogliere e curare i feriti. 'len due \'Olle 1iuni mil itari d ispersi, rimasti privi di ufficiali e, approfittando de:l'asccndcnte che aveva saputo acquis tarsi fra i so ldati, li r iordinò e condusse all'a~salto. Tnt imatagli dal nemico la resa. ,·i si rifiutò risolutamente ordinando e dirigendo il fuoco con tro le forze prcponder:i.nti dell'avvers3rio, a l quale inflisse gravi perd ite>>. (Costa Violina, 1S-17 maggio; Passo del Duole 30 :i,aggio 1916), 0

Carlì (Giuscpp r). ~ledaglia d 'oro, n. a. Barletta ne l 1896, caduto sul )rerzli nel l915. ì"olontario di guerra, all'inizio de lla guerra mondia le si a rruolò nel 12• rcg" bersaglier i, raggiun gendo ben presto il grado di gente. ::S:e i prim i g iorni di campagna, sulle balze del :\frzli, bcnchè quattro volte ferito, seguit1va impa,·ido a combattere:, fi.nchè Ladeva esanime sulla conquistata trincea ne mica. Fu la prima medaglia d'oro della guerra i:alo-austria - · ca. Splendida la motivazione : (<Tn un critico c:ombal 1imento in cui era di e~trema necessità l'occupare \llla pos ii1io11c pa p rotegi(t!re il riordin«mcnto di aitre truppe e <la I loro il t<'tnpo di rin.versi da una sopresa, con s traord inario s lancio, t r asciaandu con l'eSl'mpio lutt.a la propria squadra, ragg iunse, p, imo d el proprio plotone. l'a prostamcnto indica to, furiosamente !.,attu to dal tiro d i m itragliatt'ic i ncmkllc. 1"e1 ilo gravemente per <luc ,·olle, non ccsw dall'incita.re ~011 la voce e con gli alti, bersaglkri e ~l'ad ual i. Colpilo ancora. due \'O lte, si tr;i~cinò con sto icisr,10 e coragi,-: io i·. npareggiabili • fino a poch i metri chi ciglio dell':q,poslr,mcnto, e qtriTij·, fulg ido esempio di knacia, gridò le 3lle ultime p..J:rolé "a i dipendent i che :i.v•·~bbero voluto soccorrerlo:

se;~


-707« .\ndatc ~ spara re 1 ,, e gloriosamen te spirèi ii ('llonte 'l f rzlivrk, l'' giugno 1915).

Carlino (Franccsrn). Generale, n. ad lvrea, m . a Roppolo (1846-1915 1. Sottot. d i fanteri:t nel l86i, fu insegnante presso la scuola mi!. d i Modena e pron1o~so nwggio.::c a sceltn (1892} 11artccipèi alla campagna d'Africa del ] 893-96. C-,mandò nd grado J i colonnello il 1 i 0 r egg" n1ento f anteria ed il l regginlcnto Alpini e collocato .in P . A. nel 190-l .-aggiune nel l')l2 il grado di maggiore genera le.

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Carlisti. )J ome da to nella Spagna ai partigiani di don Carlos di Borbone. Carlo. ):"ome di parecchi sovrani o p rincipi guerrieri. di cui ricordererno i segu enl i : Carlo Martello, D uGL de i Franchi cl 'Austrnsia (690; .11). F iglio di P ipino cl, Heristal governò i Francbi come maestro cli palauo, sotto Clotario, Chi lpericu ~ Teodorico; r,;o:·to questo ;1c l 737 ri.Oll fece eleggere .nesfmn re e governò egli di fatto fino .•.Il~. ~:ia morte. Cornbattè i signor i di

Carlo Il, il CaJt.o, re cli F ra.ncia (823-Sii). Sconfisse i suoi fratelli Lotario e P ipino; represse una solle va zione dei B r eton i. )." ell'8i6 fu sconfi tto d a Lodovico di Germania. Carlo III, il Scmf,licc, re di Frnncia (879-929) . F t1 in lotta con i gran<li slgnori del regno e ne venne sconfit to a Soissons nel 923, e fatto p r igioniero, nè più liberato. Ca1·/o di Valois. G ranùt~ capita no ù ·anct ~e (1270l32i) . l:llimo figlio de l re F ili ppo fTT. ftt il fon datore della casa cli Valois . Venne in Italia. chiamato d a Bonifacio VIII, entrò in .F irenze, rnmbat tè i Ghil~llini e s i rese tristam en tc celebre per a.ver esilia to D an te. Carlo di B lois, duca d i Bretagna. (1319-1364) . Fu in lotta col conte cli ).font for t per l'eredità al ducato; la lotta, con varie soste, durò 23 anni . )i e! 1.34 i fu fat to prig ioniero in un combattimento . L ibera to, r ipr ese più tardi le armi e fu sconfitto e ucciso nella battaglia d i Auray.

Carlo V, il Saggio, re di Francia (1337-1 380). Combat tè contro i borghesi di Par ig i, contro le riyolte dei contadini, contro gli Inglesi, di cui rid usse i µossessi su l suo1o francese.

Carlo VII, il Vittorioso, re cli Francia ( 1403-1461). :-;el 1422 divenne re col nome di Carlo \111. ma regnò efiettivamente solo dopo che G iovanna cl' Ar co salvò la Francia; inc1.Jronato a R eims n d 1429, entrò i n .f'arigi 11el 1437. Riµ rese agli Ingiesi le fe,,-(czzc che

N"custria. e Borgogna; sog-

g iogò nel 722 i F risi, e ne l 725 sron fase i Rava resi. Intanto g\i .\rabi, dopo aver saccheggialo llordcaux: avanza.vano contrc la Loira ; egli l i sconfisse nella mcmor,rncla battaglia di l'oitier$ (7.\2) e ancora presso N arbona (i37} salvando così la civiltà c rist iana .

Carln (Mag-1to) . Re dei Franch i, n. 742 a Inge!lieim, m. ncll'814 ad Acquisgrana . Figlio di Pipino 1! Breve, gli succedette n el 763 col fra-

tello Carlomanno, ed alla morte di quc's li (771) fu riconosciuto solo re dei Fr anchi. Nel 772 sconfis-

se e soggiogò i Sassoni, nel 773- i74 combatti. con tro i T.ongobarcli di Dèsiderio. rhe Ieee prigioni•' lO, e si fece incorona ,e a. :Monza. P assò po i i1, Lp~gna ov~ assediò Pa mp lona e con•-r..li.;tò Earc..~1lPna, 11rt nel 778 fu sconfilLo a R oncisvalle. R i bellatisi a lui i Sassoni nel 7&2 ne fecr, ucc ide re oltre 4000 a Werd~u, n e sconfisse il duca Vitichindo e nel 784 li assoggettò completame,,te conver tendoli al Crist ianesimo. Nel i8S conquistò la Raviera, negli anni se.guentì annientò gli . -\ vari e neiia notte di :\"alale del 799 si fece incoronare in Roma, d,c I.pone III , imperatore ci' Occirlente. Dop,J queste:; viltot ic s i d iede ad ordinare il re g110 1 n1ostr,1nclos i grande ?n pacet co1nc in guerra.

lJUCsti

avevanù in Fran-

cia. Ist ituì un es,rcito permanente e creò la Gendar-

1neria. Carln il T cincra.rio, duca d i Borgo~r.a, (1433 1477) . S uccedette a l padr e Filippo il Buono nel 1467; comba t ti: ripetuta.11e.n te conu o i l te. d~ F ra.n-

cia Luigi XI, e ]o sconfisse,

obbligand.o!o a se-

cario 11 T ernrwa rio

g uirlo nella SI iulizione con-

tro Liegi ; nel 1475 conqu i5tÒ la Lorena, poi portò la guerra contro gli Svi zzeri da cui fu sconfitto nel 1476 a Granclson cd a ì\ifurten ; l'anno seguente morì a X ancy. combattendo contro il .lJuca di Lorena.

Ca.do I , -il G u erriera, d uca di Savoia, figlio di Amedeo IX, 11. a Carignano, m. a Pinerolo, (1468- L490). A soli sedic i anni guidò i sold ati cont ro il marchese di Racconigi, ma1·csciallo cl i Savoia e lo assed iò nel ca stello di Som1na riva costringendolo a cap ito lare . Q ucst! allora s i unì a l ma rchese cl i Saluzzo, n>a Carlo T non solo Lipr ese quanto ques ti aveva occupato del suo territorio, ma entrò nel marchesato, assedian done la ·cap ita le che d ovette arre11dersi. li re di Franc;è. L uigi XI s i i1ucrposc come med iatore : Cariò andò a L ione, ove si o ttenne solo una tregua . ); onostanlc questo due capitani guascon i avc\·ano cont inualo la guerra : Carlo ripassò le .'\.!p i e riconquistò tutto il t enit orio del mar chese d i Saluzzo, t ranne R evello. Prima di poter venire acl un accorcio col re di IOr ancia pe r il ma rchesato di Saluzzo, morì r eµeu (inamcntc; in Torino. Prese il titolo d i re d i Cipro e di Gtrusakr,1111e.


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C.,H

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708 -

Carlo I, il Gucrrit) l'O,

Carlo VIII, re di Francia (l 470-1498). Nel 1494 entrò in Italia con u n forte esercito per prendere possesso del regno di Napoli, avendone ottenuto l'investitura d a parte di Alessandro VI. Ma costituitasi_ contro di lui una lega di principi i taliani promossa dai Veneziani, e i nuovi sudditi essendoglisi dimostrati avversi, nel maggio 1495 partì da Napoli e mosse verso la Francia. Sostenuta con successo la battaglia di Fornovo, poti, rientrare in patria, dove .morì mentre progettava una nuova calata in Italia. Carlo V lmpemto,·e, 11. a Gent, m. a Yuste (15001558). Nel 15 19 fu eletto re di Germania, n el 1530 irtcoronato im reratore o Dologn i . :'\el !522 domò b r;voluzionc di Castiglia; co1nhattè

qué.t1rro

guerre

contro f rancescc I per il domin io dell'Italia e dell.i Borgogna ( 1521-26 ; 15271529; 15,;6-38 ; 1542-44), nel 1532 conquistò Tunis i e nei 1541 fece una :spedizione contro _'\ lgeri; ne ì 1547 col Duca Maurizic di Sassoni.i. sconfisse a 11.li.ihlberg protestanti clella Lega Smalcal<lica. :'Jel 1555 e 1556 cedette a l figlio F ilippo II i Paesi Bassi, la Borgogna, la Spagna, Milano e Napoli; ed a l f n t~llo Ferdinando ; paesi tedescl1 i e la corona imperiale, 1 i tira ndosi nel <onvento d i S. Geron imo ove morì.

Carlo Eman"ele I, il Grande. Duca d i Savoia, n. a Rivoli, m . a Sav igliano ( 1562-1630). Succedette nel 1580 a Emanuele F iliberto. Occupò il marclicsato di Saluzzo, ciò che provocò p er parte dei Francesi l'invasione della Savoia; egli li sconfisse ripetutamente, mirando con costanza a cacciarli dall'Ita lia; ·rip resa la guena, durò con varie vicende si.n o a l trattato d i Lione (1601) che gli riconobbe il possesso del marchesato di Saluzzo. )i el 1612 ,oJll in ciò la gucn·a per h successione del ".:llonferrato, e continuò a combattere p rima contro la Spa-

d llC(l

d i Savoia

gna, poi contro la Francia, c he finì per riprendere la Savoia. Fu soprannom inato il Grande. Carlo E. ebbt grande cura d elle milizie stanziali e preconizzò la nazione armata . E scrisse due opere : « Paralleli fra uomini illustri dell'ebrnismo, del gentilesimo e del cristiane..sin10 » . e <( A for-ism i di guer-ra )>.

Carlo I, re d'Ing11iltcrra ( 1600-1649). Venuto a lotta col Parlamento. fu sconfitto a Naseby e lasciò la testa sul patibolo. Carlo X, re di Svezia (lli22-1660). Comb~.tl~ contrn Prussiani, Danes i, Polacchi e vinse questi u ltimi a Varsavia nel 1656. Carlo Il , re d 'Inghilterra, figlio del precedente (16301(~85). Tentò d i ricupera.re la corona, ma fu sconfitto da

Cromwell ; un secondo tentativo ( 1660) gli r iuscì.

Carlo Xl, re di Svezia (1655 -1697). Combatté contro i Prussio.1'i, ma n el 1675 ne fu battu to a Fehrbell in e perdette i possedimenti in G~nnania, che riottenne con la pace di Saint Gcrmain. Carlo X II, r e di: Svezia (1682 - 1718). Salì al trono nel 1697 ; i re di Danimarca e di Polonia e lo Czar di Russia nel 1699 fecero ' una lega contro la Svezia, confidando nell' inesper ien7.a giovanile di questo re, ma egli nel 1700 in sei settimane portò l'assedio a Copenaghen, e obbligò la Danimarca a lla pace d i Trasenda ll; poi s i r ivolse contro i R ussi che sconfisse a Narva. Battè i i>olacchi n el 1702 e i Sas5oni ne l 1703 eJ entrò nell'Ucrai na , ma ,,cl 1709 fu sconfitto a Polte va, ferito e costretto a 11parare in Turchia a .Bcndcr, dove tentò d i eccitue il ·governo contro la Russia. 11li-

nacciato di e.s pulsione, s i àifese con p0chi uomini contro un eserC!to, arren-

denclosi solo q uando la s ua casa. ardcv,:. R iusci ::.1 fuggire e :.: ttraversando l'Ungheria e b Germania


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CA H

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ca1·10 EmHfl uele 1, il Granclc, rluca di Sa\'018

giunse a ',1raisn nda chr- dife.;e valorosarne;Jf.': nel 1714 contro f):.111c-;i Sassoni, Prussiani e Rus.si. Ponò poi 1

1

la. gue rra contro la ~\Jorv,'!~i:i . 111a all ::1ssed io di frede... rickshall n,entre ispcziona,v:-1. '•· opere Ucl genio. fu ucci~o da uu colpo cr a rma da fuoco. 1

Ca.-!n 11, cl'Absburgo ( J 68S- li 40) . Si fcc.e p rociamarc re di Spagna a Vienna nel 1703 e provocò la ~uerra, as.surnendo nella Spagna i l norne di Carlo III, ma fu scon iitto da F ilippo V e n e l l7l l cinse a V icru1a la corona imperiale. Combatte con trn i Turchi fino alla pace di Passarowitz ( li l8).

Cnrio V ll, r.lettore di Bavicq (1697-1 i45). Si alleò ron gl i Spagnuo li contro ~Lari:.l Teresa e i nvase Ja Hocrnia, fact"n<los i p rocla 111~1 re in1 peratore. Carlo E111cnud,· JJ. Re cli Sardegna, n , e m . a Tor ino (1701- 1773). Sali a l trono n el 1730 per l'abd icazione del padre \'ittorio Amedeo IT. .'\ llc-a to a L uigi XV, nel 1734 comhattè cont ro gli Austriaci, conquistando tu l ta la Lombardia; f'an no sei;uen te li vinse a Guastalla e ottenne cosi i l possesso di parte della Lom-

bardia. l\iorto l'imperatore Cario VI s i alleò con :Maria T eresa e pn.:·sc p~trte a lla g uerra d i successione; la cam1ngna com inciò ma le pe r lu i, ma nel 1 i46 le sorti dei Piemontes i miglior,H"ono, spec ialmente per effett." ddla ba ttaglia dell',\ssictta. I I trattato d, Acqu isgrana ( 1743) gli diede noten,Ii auinenti d i te rritorio in Italia. Carlo Xllf, re d i S,·ezia ( 1748-1818). Da p rincipe, ebbe i l comando del la flotta nella guerra del 1788 contro la Russia. :\cquistò 11cl 1814 la :\'on·cgia.

Carlo Emanuele IV . R e di Sardegna, n . a Torino, m. a Roma (1751-1819). Figlio pr imogen ito del Re V ittorio Amedeo li, da l lii.5 al li96 fu capo del regg. Dragoni di Piemonte. Salì al t rono ne l 1796; spodestato nel 1798, andò in Sardegna e nel 1802 abdicò a fa1·orc del fratello Vittorio Emanuele. Carlo Pc/ice. R e di Sardegna , n. e m . a Torino ( 1765-183 1). Salì a l trono nel 1821, in seguito all'abdicazione del fratello Vi ttorio Ema nuele I. Durant e i l

suo regno, diede grande sviluppo alb.. n1ari11a dota11--1

dola d<0i suoi fondam~n tali ordinamen t i. Portò quasi a

i; arlo Ein.inucl e IV, re ti! Sa r·tleg:nn


C.-\R

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=-__-:::_~=-=_=_:::::::~' compimento il proponimento d i costituire una flotta di 3 didsioni costituita ciascuna <li 3 fregate ed una. corvetta. Carlo F111a1111clc, sesto principe di Carignano, n . a 'Torino m. a Pa rigi ( li70- J 800). fu educato i n Francia. e venne poi a Torino, pre,,tando servi~io nell'esercito. Fu capo, dal li91, del reg;dmento La )la.rina, e po• scia, col grado di generale. prese parte alla guerm del 1793-96 contro la Francia. Dopo la caduta del rcgillle mon arch iço in P iemon te, aderì a lla repubblica p iemontese.

Carlo Giora1111i, dura di T,•sche11. Arciduca d'.\uMria. n. a Fiienze, m. a Vienna ( I 7ì 1- 13.;i). Gr:m• dc generale, antagonista di .:--apolcone I , contro il quale si distinse particolarmente nelle campa.grv. sul R eno. Ilattè :'.lfassenJ a Caldiero, e rome capo dell'esercito austriaco fu da :'\a.poleone uattuto a Eckmiibl. F.ssliag e Walc(raJll. Fu a nclie min istre della guerra. Dopo la campagna de l l 809 s: ritirò a vita prh·ata. Fu anch, ~.::rittore militare: sono <l:! ricorcbre i suo i <e l'rincip ii d,ila parte sublirne dd l'~rlc delh gutrra ll. Carlo .-l/brr/o (dc:to il ,;\lag11ani1110\. Re di Sardegna.

a Torino. m. a Oporto ( li98-18.J9). All'epoca della dominazione napoleonica nel Piemonte, fu dal p,t<lre inviato agli studi a l'a rigi e tornò in patria nel L815. Nel 182 l. a\'endo Vittorio Emanuele J abdicato a favore d i Carlo Felice in seguito ai moti costituzionali, ed essendo il nuovo re assente. C. .-1. assunse la reggenza accordnndo la costituzione. :'.Ifa Carlo Felice lo sconfessò e lo esiliò in Toscana, donde si recò in F raacia e prese parte alln campagna de l 1823 contro ·i costituzionali spagnuoli, nelle file dell'esercito francese, distinguendosi nella. presa di Trocadero. ~el 183 l. morto Carlo Felice, di\'ennc re di Sardegna, accolse i pro11.

fughi lombardi e or~aninò la guardia civica. Sci 1843, determinatosi in Tta lia un movimento liberale-costituzionale, promulgò lo Statuto e ruppe guerra all'.\ustria, prendendo il comando ddl'csercito. Le due campagne, di quell 'anno e del successivo, si conclusero con la sconfitta di :-Sovat·:t e lo costrinsero ad abdicare, ritirandosi a. Oporto <lo\'e morì CJUattro mesi dopo. Carlo I, re di Romania ( 1$3.J- 19 1-l) . Comhatt& in gio,·entù ne lle file r u sse contro i Turchi e Iu incoronato re nel 1881.

Carlo I, imperatore d'Austria (1887- 1922). Partecipò alla guerra mondiale come comandante del XX C d'A., poi della XII a rmata. poi del gruppo d'armate meridionali, su; fron te russo-rumeno. :'-lel 1916 sa lì al trono per la morte di Francesco Giuseppe cd assunse il comando supremo del l'esercito, esonerando il maresciallo Conrad da Ca1>0 di S. :'.\I. e l'arciduca Federico dal comando in capo. Sconfitta I' .\ustria, si rifugiò nc lb Sv izzera dund<: fece un tentativo (2i marzo 1921) pe r tornare sul tn>no. rer.andosi presso Budapest; ma il tentativo fallì. T.o ripetè sei mesi dopo, e ancora inrnno; allora si ri lirò a :'.lfadcra, do"e mori. (),-dine di San Carlo. Ist ituito a X a poli nel I i -IS da Carlo J I r per premi:irc i militari cli tcrr,t e di m~rc. li rnuncro dei carnlì~ri era fissato ,\ 100 al massimo. 1,J. decoraz ionr consisteva in uru c roce con l'inuna~inc de l Santo. :) urò breve tem po. Ordi11r di Carlo /II. Istituite nelh Spagna nel 17;1: subì lic,·i mod:nc.1zioni nel 180-1 per oper~ cli Carlo IV. La d ecorn.zione con s ite iu una croce biforcata, coi: Orù i11P cli c:u·Io 111 quattr.J gigli d'oro e una corona <l'alloro. .\I centro, l'Im:11a~,1ln1a Conc~zionc. Ordi11e di Carlo Fcdcric,,. Ordine istitu ito ne l 1807 da l re C. f'. d i P1·ussio. e ra. e,rl usivamente militare. Ordi11e di Carlo .Ylll. lstituito nella Svezia nel 18 11. La decorazionç ronsbte in una croce con scudo recante la !cttrra C.


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Ort!inr rii Cnrlo l. Crealo in l{omania nel 1906; comprcnck quattro gradi. L' insegna ~ una croce d 'or-o recante l'immagine di Carlo contornata da raggi d'oro e don-1inatit da un'aquila.

CAR

rnamcnto di 12 cannoni da 152. 6 <la 120. 2 da 75. J-t da 57, 2 eia 37-11, 2 mitragliatrici, 4 lanciasiluri; Stato :\faggiorc 27, equ ipaggio 461. Fu la prin1a n.ivc d1e, messa a dispo><i~ionc di Guglielmo ~fo rconi <lai :\lini-

Carlo Fd 'ce (Il) . Sciabecco s:1nlo. :-Sell'cstate de l 1304 prese pane alle operazioni di guerra contro i pir:u i Tunisini.

'l

Carlo Felice. Fregata sarda da 60 cannoni varata alla Foce (Genova) nel 1829 e demolita nel 18-10. Xd maggio del 183.3 prese parte all:t dimostrazione navale contro Tunisi.

I

Cari., :I/berlo. Fregata, ,·arala a ~ewcastle nel 1S53, già a pµartenentc a lla mar ina :sarda, lunga m. 61,84, larga 15,30, con dislocamento cl i tonn. 3283, macchiHc di HP. -lOO. equipaggio S~O; radiata nel 1869. Prese parte a Ila guerra di Crimea e a quella dt:I 1860-61. Carlo .1/bcrto. )<aye da battaglia di 2• classe, varata alla Spc1.ia nel 1896, lunga m. 99, larga m. 18, con dis locamento di tonn. 7 t i(), macchine di HP. 13.219, ar-

stro d~lla -'larina ~li rah<'llo. eseguì in n:\l'igazione esperimenti di radiotelcgratìa. Sulla parte metallica della torretta corazzata cbc chiudeva di poppavia la stazione radio \'enne incisa l'isrriiione: « Oggi, 26 giugno 1902. Guglielmo )Iarcon i onorava. di sua µrcscnza questa

Ca1·10 .-l ibe rto. re ,tt Sar1h•irna


CAR

712

regia nave, ancorata dinanzi a J'oole, inaugurando il p rimo campione del nuovo ricevi tore mai'.,'Tletico << detector » da lui inventato e dato in dono alla Carlo A l berto che, prima fra tutte le navi del mondo, 11e constatava il funzionamento in mare ll. Carlo "Afira.bello. Esp!ora.tore, varato a Sestri Ponente nel 1915 ; lunghezza 102,85, la rghezza m. 9,74, disio-

in.

GAR

d i circonvallazione completata dalla µa r te de l litorale da un,i. batteria a fior d'acqua. proteggente il porto e golfo. Dur ante !a grande guerra il porto di C. servì talvolta di a.ncoraggio a.Ile nostre navi da guerra. Il 29 aprile 1918, un sommergib ile tedesco, approlìttanclo della. ne bbia, si avvicinò al p orto sparando contro le poche navi e.olà ancorate. ~\fa immediata.mente le batte rie d i l'orta Colonna e :Maggiore risposero. a l fuoco obbliganclolo ad allonta11arsi . CarltJforlc. :Cr iga.ntino sardo armato da 4 cannoni e 6 carronad e. Prese parte alìe lotte contro i corsari bar-

bareschi.

Carlos (c!on C. di Bo,-bone). I 'rincipe spagnuolo ( li88-1S55). Pretenden te a l trono cl i Spagna, fo dai suoi seguaci ( i Carlisti) acclamato re col nome di Carlo V,

camento tomi . 178°!, macchin°1. HP. 44.02(>, velocità nod i

:,.3, armamento cannoni 8 da 102, 2 da 40, 2 mitragliatrici. 2 lanciasiluri; stato maggiore 8, equipaggio 161.

Carloforte. Comune _dell'isola d i S . P ietro (Sardegna) antica Hiacracwm. F u sede di µorto m ilitare romano e cart:1ginesc, ed ebbe giù a quei tempi u n castello o rocca forte . Nel medio e,·o fu presa dai Saraceni e rimase in lorn potere fino all'epoca in cui il Duca di San Piet ro \•i trasportò i Genovesi. Nel 1 736 il prode genovese Agostino T aglia.fico sb:ucò con i suoi 7.50 u. e i n mezzo ~!l' isola costruì la for tezza cli C ., che ebbe anche una p iccola guarnigione. T ormentata dai pirati, dovette 1 iconere all'aiuto di re Car!o Emanuele III di Savoia, che la difese dagli stessi felicemente (1750) . i\JJ;epoca della rivoluzione francese (179.3) g li abitan t i di C . non vollero che il comandante Dc Nobilis opponesse resistenza a lle truppe repubblicane ed inch iodati i cannoni del castello lasciarono 3barcare i francesi che ne abbatterono le difese. N d 1798 C. fu sorpresa eia uno sbarco di Tunisini ehc, condotti da Ras ::viehernet, di notte assaltarono la città, commettendo brutali tà d'ogni genere. Poch i furono i ci ttad ini che messi si in arme resistettero; e la maggior parte furono condotti p rigionieri a Tunis i, venendo riscattali nel 180.3 per iniziativa d i Vittorio Emanuele di Savoia. D a quel momento però la cittit fu mun ita d i nuove fortificazioni con 6 portoni staccati, dominati clall,i. torre di S. Vittorio. Vi fu eretta inoltre una muraglia

ma d id'.iarato ribell e ;hi seguaci di .l.~abella . ~e nacqu~ ana guerra civi le che tenninò con ;a sconfitt.(1 <lei Carlisti nel 1839 t· lo costrin~~c ad al.1bandona1·e ln, Spai.;na. Suo figlio, don Carlos ( 181$- '861) ne) L~60 ~hu:cò nel la Spag 1:..~ per so_;tcn-.,r·:: con le a rmi le ,u,:: prcteS•al trow, e i Carlistj In acclamarono re col nome ,1i Carlo VI 1

ma v•,~nnc battuto.

f:1~to

prig io -

n iero. e rilascia to solo dopo b rinuncia Ior:lla!e alle SU(' pretese. .-\ncora u11 niµot" d i qu~sti, don Cadvs ( J.~4S-1909) ten tò col nome di Carlo VI di sollevare a suo favore gli Spagnuoli. ma i C,rlisti : urlno, e questa v0. ta defin itivamente ( lSìS) sco111itti.

Carlotte (Fn11n·11110), :1[cdaglia d 'oro, n . nel !SiS a Ceva (Cuneo), m . in Cina nel 1900. \'a loroso uìJìcialc della nostra n)arina rfa gur.rra. Durante la rivoluzione

elc i J3oxers c inesi, fu sbarcato da lla R . nave <l E lba l> iasie.n1e con uu d istaccamento di :n1a rinaj1 per p roteggere

dagli insorti le co,lccssioni straniere. Non avendo ritalia in quel teu1po alcuna conress ione i nostri n1a rina i furono mandati a presidiare un tral(o della concèssioae tedesca. I l giorno 18 giugno, men tre impavidamente dir igeva il fuoco d i due pezzi. il tenente Carlotto caden1. grave11_1cnte f erito. dccedei,clo q ualche giorno dopo. La mot ivazione delb rneclaglia d'oro d ice: « Sprezzando i pcricoli 1 s i espose in ogni circost::1nza 1

e cad de da prode men tre ava 11zavasi ind ifeso per sco-

Le, antlr J,c rott iOcaz loat cl i c a,·ma;rnoJa


C,\R

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prire i punti ove dirigere il fuoco del suo distaccamento ll. (Tien-Tsin, 18 giugno 1900).

Carlovltz (o Carlovzi, o Karlowitz) . Città de lla Jugoslavia, sul Danubio. Trattato di pace di Carfo·1Jitz . Concluso il 26 genna io

1699 fra Austria , Russia., l·olonia e Ve,iezia da una pane, e Turch ia dall'altra. La Turchia rinuncia alle sue pl·,,:csc n ella Transilvania e abban dona quasi tutta la U ngheria. La P.olonia r ientra in ],Ossesso dcli' 'C'cr aina e della Podolia. La Russia conserva AzoY. Venezia conserva le ;Jiazzrforti in l )a lmazia. e qt:alche isola dell' Arcipelago , e abban<lona Lcpanio e Prevesa.

Carlstad. Città clclln Carlcll D Ermanno Svezia, sul la.go \·\"enern. Vi s i tenne, il 31 agosto-23 settern!Jre 1905, u na Conferenza svcdo-norvegese, allo scopo d i precisare le condizioni d ella separazione dei due paesi. L a Non 'Cgi,i. in comprnso di un trattato di arbitra to, consentì a demolire ,·arie fort ificazioni, meno quelle rivesten ti carattcr~ storico. Carmagnola (ant. Cflra1w!!l ia). Comune in p rov. di Tor ino su lh rotabile che dal l,L Ca pitale del Piemonte conduce a Nizza. Sorse nel secolo Xl per opera di ab itanti di tre grossi borghi, infes ta ti dalle scorrerie nemiche. 1 :\farchesi di Saluz,,o la cinsero ùi mura e vi costru irono un castello, munito di p otente torre. Cadde in potere dei Francesi cui rimase Jìno al 14 10 quando Genova li cacciò; a llora Tommaso lL con l'a iuto di Facino Cane) ba ttè il governatore f rancesc1 Boucjcault. ln questo pe riodo emerse fra i g iovani de l paese Francesco Russone detto i! Carmagnola. Scoppia ta la ?,ucrra fra il duca e il p ri ncipe di Saluzzo, il pr·imo pose ;'a,sscd io a C .. costringen dola ad arrenders i. Passò poi ai Savoia. '\fcl secolo X\'I fu sa ccheggiata dagli imperia li sotto T'rospero Colonna. Poi su bì le dure cons~gucm e de lla :atta tra F r:rnccsi ed Imper ia li. lotta che tnminò cclla ba ttaglia di Ccreso le (1 54~). RimJsc in p osse.5-so della Francia fino a l 1588, quanc!a il D uca Carlo Emanuele I l'occupò di s or pres:i. con tre corpi cli truppa. è'<e! g iugno 1690 U nwrcsciallo d i _Catinat la r ip rese, ma nell'ottobre Vittorio .-'\mecleo TT la ritolse a i Francesi. All'epoca della rivoluzione ( 1799) i Ca rmagnolcsi. memori delle violenze fra ncesi del secolo p rima., fosorsero in massa e dispersero parecchi reparti n emici. Ma il gen. Frassinet, raccolto buon nerbo di forze, attaccò violentemente i ribelli debellan doli, cd incendiando- il borgo Salsasio. loro rocca. TI castello d i C. nel XVI secolo venne demolito dagli Spagnuoli, poi rifabbr icato da i Fra ncesi; allora venne circondato da bast ioni, ed ebbe mura merla te, rinforzate da cortine, terrapieno, cd altre opere d'arte del sistema bast ionato . )fa durante il secolo X\'II, smantellati i bastioni, C. cessò d'essere piazza forte. I. Assedfo di Canna.g110/a (1691 ). F u posto dal ma-

7f.3 -

CAR

rescia llo cli Ca tinat. il quale apri la trincea il 5 giugno. La piazza era d ifesa d a 3000 piemontesi e austriaci, coma ndati dal conte di ),foretta.. La resistenza durò solo cinque giorni: il 10 il conte si arrendeva con gli onori delle ann i.

Il. Assedio di Carmagnola. Fu posto dagli Imperiali agli ord ini del principe Eugenio il 28 settembre; la trincea venne aperta il 30. La guarnigione francese resistette a tre ass:1lti, uno dato da truppe piemontesi, uno da (ruppe austriac he, uno da ln1ppe spagnuole. 1vla, dopo di ciò, d isperando di essere soccor~a, si arrese con gll onori delle armi. Carut11g11ola (B 11,ssoue Francesco, conte di). Condot-

tiero italiano del secolo XV, n ato V<:r,o il 1399, morto nel 143.!. ~'. ali dagli 11mjli gradì dt..: Jla milizia Jino a l pii.L -1.lti e giov·a .. nissi1no fu con1m1daJ1t~ delle truppe dei Visconti, ;)ei quali cor,' iuistò molt i paes i e cittil . Passò nel 1425 al se,·vizi:1 dei Ve~1cxiani1 p.rCSL' Brescia e uattè· a ..H adoòio i Vitconti. :V'fa, a ve ndo ripor-

tato

qualch~

il!successo

'."Cnnc accusato di tra<li• Ji1cnto. conda.nn:.ito a morte e decapitato nella piazz:1 di San .:).farro a Venezia.

Can11ag110/a r 'ar!o _,J/l,erto . Gcue ralP, 11. a S. Salvatore (Alessandria) nel 18.,0. Sotto!. dei bersaglieri nel l 869, entrò d a capita no nel corpo d i S ::'11. (1882) e promosso colonnello ( 18931 ebbe il comando dcl l'86° .fan(eri;i e d el : 0 bersctglicri. Nel grado di magg. generale fu coninndn.,1tc drlle hriQ;ale Pa ler mo e \'a lte!lina e collocato in P . .-\ .. ragg iunse nel 1924 il grado di generaie di d ivisione.

Car mana (Lconr), )led. <l'oro, n . a Villam icozzo, ,n. a R eggio En,ilia (18941926). Dopo a ,·er fatto d ue aJ1ni di gu(•: ra in fanteria, lodevoluwntc com• portandosi, chiese cli passare nell'arma ùe1 Cf! rabinieri R e~li. D,u-J.nte una somn1os~a

p opo b r<\

aJl:J

Spezia, nel g iu,;no 1920. fu decorato del la meda .. glia d 'oro al y;dorc, pc, l'eroico con tegno co l quale, benehè fcr it,,, tenne Le• sta ad un manipolo di fadnorosi, che volevano i1npadronirsi d a una polvc, riera. T.'episodio è così narnto nella mot:·,.1zione: « Piantone a ll'in gresso di una polvçriera, scorto J'a ,·vicinarsi di una sessantina d i rivoltosi, che già si erano impossessati dei fucili di due corp i di guardia e intendeva.no impadronirsi della polveriera stessa, ordinata la chiusura della. porta dietro di sè, pur sapendo d i precludersi cosi ogni via di scampo, rispose a colpi di moschetto al fuoco dei ribelli, mantenendosi saldo al suo posto, da solo, benchè ferito, dando così tempo al


-7Hsoµragg iungcre dì dnforii, coì quali con.corse poi a fugare i facinorosi, s ventando in tal modo il criminoso tentativo, esemp io mirabile di eccezionale presenza di spirito, di coraggio e di a lLissimo scntirnwto del do\'ere » (La Spezia. 4 giugno 1920).

Carmi (Leopoldo). Ucncr:tlc, n . a Reggio Emil ia nel 1S33. l'artcc ipò da sottot. d'art. alla campagna del 1859, meritandosi una mcd. di bron,m a S. )lanino, e a quella del 1860- 61. Promosso colonnel lo ( IS8i) resse b direzione d~lla f1bhrica d'armi di Brcsci;i. " c-ollocato in P. /\. ( 1890) raggiunse nrl 1898 il grado di maggior

ge11cralt·.

Carm inati (Bor.w di). Generale, n . a Genova in fo1e de l scc. XVIII, m. a Saragozzci ne l 1s,11. Yel 1821 era luogotenente dell'esercito sardo e aderì ai costilu.?.i-mcdi; represso il movimento, emigrò nella Spag11a e lo1 nbau~ nel lS23 c:oi cost.illl i iona li. Passato in FranLia, si ba1:è sullt barricate di Parigi nel HkìO; tornato nel la µcnisola iberica, comb:ati' tra le li'c <ki partigiani di don 1:'edro <lei Portogallo e venuc gravemente ferito a Opono. X cl 1835 scr\'Ì nelle file de i costilu,;ionali spagnuoli roi,tro i Carli~ti e vi raggiunse il grado di ge:ierale di divis ione. Xci 184 1, avendo cospir;uo con tro Espartero. ,·enne giudicato e condannato a morte.

itaio--.aust.riaca il settore delle Alpi Carniche, tra il mon te raralba cd il monte .Ma gg iore, cui furono ;,.ssegnat i, all'inizio della guerra, sedici ha11aglioni alpini e taluni reparti della ~4• d ivis. del XTT C. <l' 1\ . ( più tardi rin forzat i dalla 26' di\'is., a l comanrlo del tris. gcnerak Lequio. TI compito di tali 1rupp-::. in un primo tempo conceµ ilo come più decisamente offcnsi"o, fu, il Li nnggio, fissato d~I Comando Supremo in questi termini: doµo aver saldam,en(e occupato la linea <li conline ballere con le a r tiglie rie la strada e le opere del Predii cd imi>edire c,·entuali tentatid del nem.iro di scendere da Tarvis nella rnllc clcll'Jsonzo. l'\ei p,·imi ~iorni cli guerra, infatti, le trupµc della Zona Carnia occupavano 1uui i J>ÌÙ importanti passi di frontiera. sostentndo vivaci scon t ri con reparti nemici che qu,t e li,, come s.d esempio, a l passo d i monte Croce, td a p;,.sso lnfemo, lemavano opporsi; quest'ultimo, anzi . ùovetl<· essere da noi sgombrato. J'a,·ticolan1v,nte accanita fu la lolla per il possesso del Freikofcl, che, occuµa1O il S giugno dol hattaglionc Tolmezzo e perduto

Carminiani (Gi1,scpj,e). Ge11cra le commissario, nato a Venezia nel 1S6S. Entrato in servizio nel 1888, rag· giunse il grado d i magg. generale commissario nel 1926. Fu direttore di com111issaria1O d i Pola n el 1922- 192 3; direttore di commissariato della Spezia nel 1923-1926, G iudice effettivo del T ribunale Sup remo ;\[ilitarc dal 1926. Carnaro. 61" Legione ,:\{. V. S. N. cost it uita a Fiume nel 192.3, s u 2 coorti, u na a F iume e una ad Abba~ia. Carnevale-Arella (. l11/onio). Ufficia le medico e scrillorc militare, m. nel 1866. Scr isse per ordine di Carlo :\ lberto un '( Trattato d'igiene militare>) in due volu mi. Come med ico ca.po della 2" d ivisione si meritò la n:eda!(lia ,l'argento alla Lattaglia di Xovara. Fu poi medico di,, isionalc all'ospeda le di Genova cd a quello di T orino e d al 1860 ispettore del Consiglio superiore di sanità militare. Camc :-al c A rei/a {A l cssa11dro). Gene rale, nato :e Torino nt:I 1862. Sot101. di fanteria nel 1880. partecipò eia ten. colonnello alla campagna ita lo-turca del 19 11191 2 ,. promos~o colonnello (1913) fu nominato comandante elci 1-1° regg. fanteria. Collocato in P . .-\. nei 19 15 e r ich iamato in ser vizio durante b grande guerra presso la commissione permanente di colla udi in appello, assunse nel 192·1 il ~rado di generale di brigata.

Carn ia. R egione del f rh1li (vallatci del Tagliame nto) ai piedi delle .\lpi Carniche. Fu abitata. da i Carni, i qu:ili riuscimno per c inque secoli a tener testa ::ille legioni romane, e solo nel 115 a . C. furono sottomessi dal console ~L Emilio Scamo. Sotto .-\ugusto awennc una vnsta r ibcll i~nc, che fu domata a fat ica, tanto che l'imperatore ,iortò via dalla C. un a quantità di giovani che tra locò nella pianura "encta. :-.'ella C. si stabilirono alcur.e r.ol'l'enti s la,·e, poi fu sommersa dalle in.. vasioni barbariche, e nel 1420 passò a far parte della r,;pubblic1 di Venezia. 201111

Carnia. Fu così d enominato du rante la guen;i.

poi due volte e d ue \'Olte ripreso, rimaneva alfinc sai• danìente in nostra m :rno. :,\lcntre dopo il nostro primo sbalzo offensivo. la situazione nel settore di ckstra (Fclla' si rese pressochè stazionaria, in quello di sinistra (BurDeg,mo) le posizioni da noi occu1>atc di l'al G rande, Pal Piccolo e Freikofcl di\'Clllarono oggetto di a11acchi qua s i quotidian i eia pal'tc del 11r mico. U no di que sti, più degli altri ,·iolento, riuscl il 15 giugno a travolgere il nostro prc~idio <li Pal Piccolo (un ballagl io nc del la Regia G ua rd ia cli Finanza} ma il ballaglionc alpini Tolme7.zo, contrattaccando alla baioncHa. rista biliva quasi comple 1a111cntc b posizione. ):ella notte successiva il nemico tornava a ll'attacco cli tutta la linea T>al Piccolo, Frc ikofcl. l'al (;r:,,ndc. ma, incalzato da nostri aipini, era obhligato a riti ra rs i, lasc iando circa 500 uom ini sul terreno. I nostri bollettini dovellcro tut t,n-ia registrare ancora periodici attacchi a quell'importante tratto ciel crinajc Carnico, sempre valid;1;1cnie »ostenuti dalle nostre truppe; il 2 1 giugno, anzi, un ;iostro a11dace drappello conquistarn anche la posizio;1c tli Cresta Verde, tra lo Zellcnkofel cd i l P izzo Cofri,;a , ed il giorno dopo il nemico \'Cni\'a rostrello a sgombrare and1c lo Zellenkofcl. Alla metà di a gosto 1915 la 2" an11aca i11 ii iò le op~-


,C,111

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razion i p~:- la conqui~ta. della conca di P lezzo, e il comando della Zona Carni.i dispose a.llora che una colon• na. comandata clal generale Giardino e composta Ji quattro batlaglioni della hl'igata Aost a e due di ;i,lp ini, Yi concorrc<:sc dall'alto, :l\·anzando lungo il fianco oc• cidcntale cldl.i conca cd attaccando, ove le circostanze lo ansscro ncrmcsso, il monte Rombon cd i l Cukla. La colonna. infatti, mossasi il giorn o 1-1 agosto, procedeuc 5enta inLontrarc molle <lifticoltà a ll'occupazionr di varir. posizioni quali: l<rnic,t, Planiua, Vratni , Ylirx r Pbnina Codz ica. TI 23, poi. il b:lltaglionc Cc,·a sì im padron irn, con u n hell'assa lto, del monte Cukl:t. .\Itri reparti alpini attaccavano il giorno 2ì il R ombon, ma sen✓.a roter vincere le grandi asperità clrl terreno e Il tenace resisttnzn av\'crsa ria. -x otcvole concorso dettero anche le truppe drlla zona Carnia. alle nuove opera• zioni ddln 2• arni.,ta nei mesi di settembre rd otto• brc, nella conca d i P lczzo. m:i.nl<'nendo im pegna to i l 11emko rnn a-<ioni di art iglieria e di pattuglie. li I l scttrmlire, rerò, il nemico c'in fliggeva, con un attacco ùi ;,orpre;s:1. uno scacco nella rçgione dell'alto C b ia rsò (settore Il111- 0eganoi ricarr iandoci dal tratto di cresta

sia sotto que llo cld gen . Tasson i, s uccedutogli ne l no• vemhre 1916. t·n anno dopo, nel novembre l91i, le truppe della 7.ona Carnia furono costrette a lasciare quell e posiziù1tÌ che rivevano con tanta costanza. cd abnegazione tenute. ma per riportarvi ranno seguente le nostre bandiere " !J{!r sempre.

Carnot (conte Lazzarni. Genera le e uomo di stato francese ( I iS.ì - 1823). Era capitano del genio all'epoca della grande rivo luzione . F u ministro della gu~.•rra nel 1195, nel I~()() e durante i cr·nrn gi0rn i. ma fino a l 181-1 fu all'opposizione contro il potere pcr scmalc d i .Napolt'One. l'er ìn<"arico di N ctpolcon~ scri,~e sulla "Dit'esa de lle piane fori i» ; tale opera pubblica• ta net 1810 d.ltJe t1n grande successo. Per m ig liorare le piazz-; t!~istent i r..:ar not p ropose trt' nuovi metodi di fo1tificazionc (hi:uuati << a riwrni offen• si,·i 1,, p er ch;: ido nei ad u na più cncr;;ica difes:: est erna: essi però non vcn ntro 111ai ttpplicati. Fu-

rono in,·ccc atlttaLe alcune ,-uc proposte, fra cui princi• p a lmcnte quelle dello spalto i,1 contropcnclcnzr. clelle bat• tcric casamattate prr mortai ~ dei r ivestimc1111 distaccati. Con queste proposte egli mirarn a rendere i,iù auiva la d ifesa..

'

Soallo ;,i co11tropendc11:a. P er riparare il muro di sca{ila, che con siin ile spalto r isultata scoperto, Ca rnot costrusse 1a lvoha sul fondo del fosso una controguat"d i:i di terra. Questa specie di ~palio, o ltre fac ilitare le sortite, doveva rende re n1alag~vole all'at taccante la coslnt· ,;ione ed il defilamcnto dcli-: trincee, Esso però non fu molto impiepto pcrchè facilitava le sorprese, lasciava scoperti i m uri, i quali, JJOi, se c ra 110 p rotetti eia coprifaccia. creavano angoli mort i.

1_:a111rnJn1111k•Uli nella u e,-.. i n t~;ll'nta

Lod in-Cima di T'uarti~. ch r occupa,,ri1110 in sfavo• rc •·r,li co11di1.ioni, cd obbli,pndoci a ripiegare sulla scconcl., linea di monte Pau la ro. Il primo inve rno cli guerr ,, wnne. poi, ad aggiungere, in quelle rei;ion i d i a lta mont:t!,'TI3, alla lotta contro il nemico. quella diuturna c,l aspra con tro gli elcnwnti. nuova e nou ult ima ragione di J?loria per il nost,·o e;;crcito. All'alba del 26 n1arzo cld · 16, un nuovo a.ttacco nc1nico, pronuncialo di sorpresa e con rorzc no tevoli, r iu=iciva a sopr affare una comp~i::,ia alpina. che p r esidiava. la sommitit drl Pa l Piccolo, costringendola a ripiega re sotto la cresta. Tre nostt i contrattacchi , prontamente sferra t i, veni vanr1 respint i, dopo una mischia furiosa, ma alla fine. con un br illante assalto cli alpin i e bersaglieri, Pal l'icco!c, ven iva di nuovo r iconquis ta to Altre operazioni di rilievo non si svolsero nella zona Carnia , lungo gli a nn i 1916 e 19li, salvo piccole azioni d i 1ettilica cldle li nce e di con corso a lle operazioni d elle armate limitrofe. Le nostre truppe dislocate su ll'a· sp ro crin ale s i limitarono a far buon a gua rd ia a quel trauo di frontiera. ~ia sot to il comando del ge11. Lequio,

.Battuie cisama!!afe per mor!d1 ( del Can zo?) -~

111.

-~

·,.:•,"·. '\...

....... \.,

/Julterir cusr.mallotc Ji(•r ,11ortni. Venivano collocate a lla gola d ei bastioni, al di sopra dei quali dovemno tirare, e d ietro un muro a feritoie che corre,·a a l piede della scar pa intern a del rampa r o. Le casamattc aper te a lle dut estrcmi1:, r copene da una volta e da terra. crani) protet te dtd mu ro antis tante contro le schcggie dei proiett i scoppia nti sul tcrrapii,110 de i bastioni. C iascuna cas:11na1ta !>Ote,·a rontenere due mortai, se la rga m . 8 : m a più spesso si faceva per u n solo mortaio e quindi p iù stretta. Rù•esti111e11ti distaccati. Tl muro di rivestimento della scat1~

d el fosso

t· tenuto da questo d istaccato. T ale


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ho/i/o a, nvcsc'1men!o d!:s1c1cc,tfo !~~~

( rkì Ca,-,.- r! )

--- /)·'.t[)(v111~;::::====-: :1.\ ~{f,.~ ~::· __ - ---- --- - --- -- --- --. -

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propos:a venne fa tta in precedenza dal 1:fontalan1bert; tu tLtvia questi rivestimenti furono detti a lla Camot_ Nel muro venivano praticate f er itoie per battere con tir i

ra.<lcnti i l f osso: a tale scopo era lasciata d ie tro il muro una p iccola st rada, detta commino d i ronda. 1 ri,·!!stimenti distaccati costi tuirono una delle più importanti innovazioni apportate alla fort ificazione nel secolo XIX e di essi si free un largo impiego. 11 generale C. è autore a lt rcsì d i un << Elogio di Vauban )>..

Ca.,-llot-Feulfos Claudio. Generale francese, fratello di Lazzaro (175.5-18.36). Partecipò alle guerre de lla repubblica . ma s i schierò contro il poter e JJersona lc di 1':apoltone e rimase in disparte fino al 1814; a llora as5unse la car ica di ispettore genera le del Genio e anelò a r iposo nel lSlS.

Carnuntum. Ant. città celt ica <lel!a. Pannonia Superiore presso il Danubio. V i si combattè ne l J i9 d. C. una batt~g1ia f r;"L i Ro1n1n i, eone.lotti da!l'tmpcrato rc 1\-farco A urcJio, e i :::Vlarcomann i, i quali YCnnero sconfitti.

Caro (Marco Aurelio). Prefetto clel pretorio romano. :\lb m0rtc <li Probo l"esercito lo elesse imperator e. Vinse i Sarn1at i. guerreggiò contro i Persiani e conqu istò la ::\l esopowrnia e le c itt:t di Seleucia e Ctcsifonte. 2\-1 or ì nel 2153.

Caroelli (Luigi). Gener ale, n . a Savona 111. a ;\l'apoli ( l-~25-1885). Sottot~ di font. nel 1846, p rese parte alle campagne 1.3-18- 49, a lla spedizione di Crimea nel 1855, al!a campagna del 1859, a quel!., elci 1866 e, col grado di colonnello, nel l8 i 0, comandò il 21° ;-egg. Jantcria e fu incaricato del con1aado tnililare della prc>vin cia di Vi-

terbo. Passò poi al comando della 12' brigata cli fanteria nel 1878, e, nel 1879, a l comando s·J,)Criore dei distrett i milita1·i della divisione di Bari. Promosso magg. generale rn;l 1880, r esse il comando superiore dei d istretti rnil. della divisione di :\lapoli e, nel 1882. :u collocato in P A. a sua domanda.

Caroe/li Alessa.1tdro. Generale, figlio del precedente, n. ad Alessandria nel 1861. Sottot. ai fanteria nel 1880, raggiunse il grado di colonnello nel 1913 ed ebhc il coma11clo del 13° e del 31" fanteria. Partecipò a lla cam-

~--'·'

•'

pagna di guerra del 1915 quale magg. generale comandante della. brigata Siena e si meritò una med. d'argento nel luglio 1915 a Castelnuovo del Carso. Collocato in P. A. S . a sua domanda ( 1920) raggiunse nel 192.l" il grado di gcn~1·alc di divisione.

Carolei ((;adano',. _\iedagl ìa eforo. n. a i:c l 1896. Sottnt. in se,·vizio att.ivo nell'a: rna dì .u·t iglieria, s i scgnaiò per coraggio ed ardilllento fin dai prim i mesi ddla !'(uerra italo-austtfrLc.1, guada~

>iapoli

gnando una m~d . d i bron zn. Nel maggi,, 1917, in

occasione clcl!o S<:oppio d i una riservetta di munizioni della sua batteria, p ro• vocato da un ,,iolenlo bomhardan1ento a,·Ycrsario, es· sendosi, con t~obl le se11tin1cnto di can1eratis1no spin-

to in soccor so dr due suoi ~oldut i,

veniva

c aroell! Alcssan<Jr o

investito

dnllo se.oppio di una gmnal.t ed orribilmpnte dilaniato nel viso. "'.\ cl 1927 era capitano dell'esercitn e scgn· ta rio del grnppo -~-lcdaglie d'oro. Ecco la bdia m oti,·a1,ione dclln, mcdaglia c1·oro: « Fulgido e costante esempio di ,-alorc, men tre la propr ia batteria era violentemente combat tuta da med i e grossi calibri, non cessò da I far fuoco. htnd1i- una riser vetta colpita, scop piando, aves,,, tra,·olt.o e .sotterrato t u i cannone e , 1

succ:cssiva1nente,

un

al_tro

proiet to n.vcsse pu re co lpito in pieno una.. piazzola ed uua riservc·tt,1, incen -

diandola ed uccidendo due ;cr venti. Con tir~uò, po i, con

eroico esempio di calma, di coraggio e cli spr ezzo del pericolo, tu, tiro efficacissimo su l:e tri ncee nemiche con i"ui.ico pezzo carolet Gaetano rimastogli. In una breve pausa di fuoco, insieme con un altro ufficia le della hatteria, con nobile scntim~n to d i alt ruisi:10 accorse per ricupera.re i r esti di due soldati rima~ti sotto la piaziuola sconvolta, ma invest ito ,lallo scopp io di una granata n emica ne ebbe parte de l volto asportata,


l.

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717 -

cadendo tramortito. Riavutosi dopv parecchie ore, a! cappellano del reggimento che lo assisteva, richiese a segni una lavagnetta e, scri,·endo su d i questa, per prima cosa. domandò della ha.tterja e del combattimento, d ando in tali d ifficili momenti ancora sublime prova di quella alta virtù m ilitare, di quella straordinaria fermezza cl'anir~o e di quel vivo entusiasmo che sem pre lo aveva guidato cd animato in ogni sua azione ll (Zona di Cipryan isce, 12 maggio 1917).

Carolina. Fregata sarda acquistata eia Vittorio Amedeo I.II nel l 785 a Marsiglia per la. lotta contro i barba rcschi. Cadde nel 1792 in pote1·e dei F rancesi quan• do J'ammiraglio Truguct si impossessò clcll'arsena.lc di ì' i 1laf ranca. Carolina. Gondola sarda a rmata. con 1 cannone e 2 spingarde clic partecipò il 22 febbmio 1793 alla clifes.c della Maddalena contro i Francesi. Po i servì a lungo per la rep ressione· del ,:ontrabbanclo marittimo. Il 23 ~ettcmbrc 1815 al comando del pilota Zicavo catturò una goletta barbaresca. Ca,-olina. _:-Tome di tUl regg. cli cavalle.ria napoletana,

costituito nei 1780 e cessato di esistere nel 1799.

Caroncini (Antonio). Generale, n. a Udine nel 1860. Sottot. del genio nel 1881, nel gra,clo cli tenente colonnello fu successivamente de.stinato al 5° reggirncmo genio ed alle direzioni ciel genio di Genova e di Ancona. Partecipò eia colonnello a lla. grande guerra (1915 1917) e collocato a riposo (1919), raggiunse nel 1924 il grado di g<:nerale di brigata. CarotU ((;aeta.no) . Uffici:dc del genio. n. di Novara (1846-187S). Scrisse in collaborazione col colonJI nello Cosent ino: cc Elem~nti di fortificazione>>. padre cli iu i (Pietr-c> -- 1811- 1862) scrisse un;i « Stor:a della marina m ilitare di Casa Savoia J>.

Carovana. Prende questa de nominazione nei corp i di operazione coloniale quell'elemento cbe nei corp i operanti in teatri di guerra. ordinari si chiamci i nvece colonna di approvvigionamento o di rifornin1ento. La ca-

rovana non è quindi che l' insieme dei quadrupcoi e carriaggi dai qual i vengono trasportati viveri e materia li occorrenti a lle truppe destinate a compiere azioni di guena ne lle colonie. Se importantissimo è sempre e d ovu nque il servizio degli approvvigionamenti militari, essenzia le addirittura esso diven ta in regioni che, come quelle colonia li, sono povc,·c di comunicaz;ioni, poverissime per lo più d i risorse e soprattutto di acqua, onde in tanto le truppe vi possono vive re cd operare in quanto portino al Si:gu ito o r icevano eia te rgo tullo ciò che loro occorre. Cura specialissima vuole quindi essere posta nella orgru1izzazione delle c:i.rovanc e p iù ancora nell'adozione di misure efficaci per garen tirne la s icurezza. Jl caso più frequen le pe r un cor po di truppa colonia le è quello cli spedizione a ttrave rso zone e verso località non collegate ad una. regoJare hase di operazioni) per cui esso non possa contare s u rifornimenti da tergo e debba portare al segu ito tutto il necessario in viveri, acqua,

mumz,oni, ecc. per l'in tera d ura ta della operazione. Perdere la carovana in ta le cond izione sign ilica sovente perdere il corpo d i truppa operante, o almeno metterlo nella impossibilità di adempiere al mandato. assegnatogli: per logico contrapposto la cattura o la clis tru• zione del la ca rovana cost ituisce l'obietti"'' piit ricer-

cato dalle [,opolazioni e da.i guerrieri ind i0eni. In ciò appunto trova sp iega,ione lu norma secondo cui i: stabilito che la carovan:t marci o stazioni sempre al centro del corpo a l q ua le è addetta, in modo da essere validamente 1notetta su ogni lato e garantita. contro itnprovvise irruzioni. Al quale scopo si usano anche specia li formazioni, frutto di attenta e prolungata esperienza. : notissima fra tutte b, formazione detta « a losanga» , introdotta da l rinoma to generale france;;e Bugeaud durante le operazioni per la conqu ista dell' Algeria ed accetta ta poi, più o meno inte)'\ra lmente, da tutti gli eserciti rnloniali. Variatissimi sono i mezzi di trasporto quadrupedi e carriaggi - che si impiegano per la co,tituzione delle carovane (m,tli, muletti. asini, buoi. elefanti, ca.mm~lli, carrette leggere), ai quali negli ultimi temp i sono venuti ad aggiungersi anche autocarri <li poàà ta e struttura a.dalle alle regioni colonia li : il tipo cbssico de lla carovana rimane però sempre quello rnffigurato in u,1a lunga teor ia cli cam· melli e cli indigeni portatori. Carovana. Neirantica 1narina toscana, i cava lieri di S. Stefano chiamavano fare la C. quand'erano chiamati ai primi servizi di bordo; si dicevano ca.ro,1anist1: i detti cavalieri ed esisteva. per la e,. un regobn,enfo apposito d 1e altern.i.va i servizi con lo studio.

Carpani (Gi,;.scppe). Genera le, n. a Ylilano m. a Varese (1845-1924). Sotto t. d'art. nel 1865, fo addetto, da capitano, a l Comitato d'artiglieria e Genio ( 1877) e da maggiore prestò servizio al laboratorio pirotecnico d i llologna ( 1899). Collocato a riposo a sua domanda ro.ggiunsei nel J897. i l grado di 1nagg. generale nella riserva.

Carpazi (Campagna dei). Appartiene alla guerra moncjia le e si è svolta nel primo q uadrimestre del 1915. Dalla Bucovina alla 1\1orava i Carpazi formano un ;:;rande a rco cli oltre ottocento km. di lunghcna e di uno spessore med io cli l 20. La loro a ltitudine media ,, di 1000 m., ma nella rc·gionc del Tatra vi sono vette che quasi raggit.t ngono i 2700 1n. Dalla parte convessa

dell'a rco predetto, e procedci1clO da est ve rso ovest, p rendono Migine la Moldava, il Seretb, il Pruth, il Dunajcc, il San, la Vistola., la lYforava; da q uella concava originano la Bistritza, la T isza., con t utti i suoi numerosi contlue:nt.i, il Grau , b vVag, ecc., accorrenti a versare ac4ue al Da:1ubio. Col nome gcneriro d i Carpazi si devono, agli effetti militari, comprendere i monti della regione nordica ciel i' Ungheria, che i geografi distinguono in Monti Bcskicli, T atra e Carpazi Boscosi. L'arco anzi detto p resenta le montagne p iù eleva le e più intricate alle estremità, le maggiori e più frequenti depressioni al centro. Al fon do cli queste depressioni scorrono fiun1i le cui scaturig ird stanno in valli serrate e

,·erso il piano stabiliscono lince cli difesa e cli comunicazione assai importan ti. ìVlassiccio principale della regione è il Tetra, che sorge nella pane occidentale della catena che s i considera e ch'è un blocco granitico tra h piamu·a di Neumarkt e l'alta Vi'ag. Avvolge da nord· ovest il massiccio del Tatra la catena dei Beskidi, che prende la denominazione d i Carpazi Bianchi e di Piccoli Carpazi nella sua parte meridionale, catena relativamente facile ed att raver,ata da numerosi passaggi. Fra le varie pieghe comprese tra il Ta.tra e la p iamtra di Netunarkt o porta 1'.'1orava, scorrono la. \.Vag, l'Arva cd il Dunajec che traccia no una facile via che dalla Galizia occidentale adduce d irettamente a Vien,1a. A co-


CAR

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pFr tura ùire tta de lla po rta 1-forava ed a protezione di qu esta seconda stra.da d'invasione sorge Cracovia.

La struttura dei Ca rpaLi è a forme arrotondate, tranne in corrispondenza <lei T atra; a.spri e· sclv1g~i: sono rivestiti da mediocre· ,·cgctazione. non vi difettano le s trade, tred ici di esse ottin1e, e le ferrovie; 111a la natura cretacea del suolo li rende quasi imprat icabil i nei p eriodi del ca t tivo tempo. I.a p r incipa le depressione è quella d i Dukla . Particola rmente difficili sono i Carpazi boscosi che s i stendono d alia dep ressione ùi Podrat s ino a lle sor genti della Bistritza. Ivi le profonde incassature f ornta,no una serie di barriere parallele alla cresta principale e qu alche volta alte come questa. Per gli austro-tedeschi scopo della campagna del 19 15 era la li berazione di Przc1:1ysl ; p er i Russi la conquista dei grandi o bbiettivi danubiani verso dei quali avrebbero dovuto ven ire p ure d iretti gli sfor zi dei Serbi e degli Italiani , di cui ormai si prevedeva cer ta la partecipa zione a lla guerra. L e perdi te subite nei primi cin que mesi della guerra, oltre che per morti e per fer iti, andie pel gr:, nde numero dei prigion ieri e delle diser-

zioni, speciahnente nei rcggirncnti slavi e run1eni , avevano determinato notevole squilibrio numer ico a favore dell'ese.c it0 russo, specialmente in corrispondenza d ei Carpazi ; a questo era. da aggiungere la depressione morale per le sofferenze conseguent i ai rigori della stagione invernale sui monti : ogni giorno si a vcvano centinaia di n1orti per congelamento. I Russi si erano impadroniti dei pas~i Ussok e Ve, eke e ten deva no di là ai piani Unga.rici esercitando i l loro maggior sforzo pr,1 passo di Dukba. X ccc~sitava perciò agli a ustro-tedeschi non solai;1entc d 'arrestare tale offensiva. ma di r icaccia!·e i Russi dai mont i e d i libera.re l'rzèmysl. .\'elle prime tre settimane d ; gennaio, il genera le Conrad faceva perciò r in forzare la fronte carpatica con ir•-1ppe prese cblla P olon ia e con altre prese da lla fron te ba lcanica ; otteneva inoltre d a l Supremo Cornando tedesco 3 di,·is ioni, che, insieme con uni tà a ustro-ungariche, formarono l'arniat;t tedesut del sud (generale v. L insingen) e che Conrad inserì fra la 3' :umata ( Boroevic) cd i l grup po P flanzer-Baltin t ra il passo <li U swk e la lin~a. :\funkacz-S lr y. Con ta li for ze, a rincalzo de lle quali ,areLue poi venula la 2" a rmata ( van Ilohm-Ennolli) che slava rndu;ianclosi a tergo fra la 3• a r mata e l'armata del sud, Conra.d sferrò la su:t offens iva, la quale avrebbe dovuto consistere in un,t potente azione sfond ante in d irezione di Przemysl, col

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concorso del gruppo P fla!lzer-Haltin, il qua le avrebbe ciuvuto niarcia rc ra pido allra\'crso la l3ukovina per a v,·olgcre la sinistra nemica . •\fa questa o ffensiva faH; fin da p rincip io, perr.hè le due a r mate che più particolarn1entc dovevano concorrervi, la 7• a . u. e l'armata dd sud, si t rovarono nell'i mpossibilità di presta rs i reciproco appoggio pcrchè arrestate µrirna <li poter uscire da lle strette montane, mentre loro mancavano le vie p er spostan,enti laterali. Aggiun~asi i l l'igidisslmo inverno, le a lte nevi, le s trade ghiacciate. Riconquistat i i passi d i Uzsok, di Vereke e di Wis tow, non si riuscì a fare un µasso di più. Tutto ciò de tcrm inò

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oltre ::i lltinsuc-

cesso tattico, grande logoramento iìs ico e morale nelle t ruppe impegnate. Si nutrì allora l,1 speranza che alle forze austro- tedesche impegnai.e nelle go le dei Carpazi, a vrebbe potu to aprire gli shocchi nei p ia ni ùi Galizia il gruppo P flanzcr-l3altin, che procedeva ra pido verso n ()rd, non avendo dovuto superare che deboli resistenze, allra• verso la Bukovina . Q u.csto distaccamen to d'armata venne p erciò rinfor zato e divenne la 7• ar mata : ,però anche il concor.,o rii tale annata fallì, sia p er chè la scarsa rete ferrovia ria e s tradale r itardò i trasporti, sia perchè le truppe assegna te per r inforzare quell'ala r isu ltarono insufficienti per a.ver ragione dei Russi che in tempo a vevano conven ienternenle r inforzata h loro a la sinistra: Pflanzer occu pò bensì Czernowitz i l 17 febbraio cd il 20 si spinse fitw a Stanislav di cu i s'impossessò, ma fu presto arrestalo e respinto dal grnppo rnsso del Dniester che, convenientemente rinfor?.a to, era passato alla cont roffes.."l. Si ritentò l'offensiva n ella seconda metà di febbraio, int~rcalando la 2" annata, comandata dal tenen te maresciallo llohm- E r molli, e costituita con t ruppe scelte, con grandi mezzi così da formcrc una poten te 111assa d'u rto, tra. la. 3:, anna ta e rarmata tedesca del s ud ; :HLche questa seconda offensiva fal!ì . Da p.ute della 3' arn1ala s'infranse contro ia resistenza russa e l'in clemenza della stagione e le difiìcolt à dei luoghi. Alroffens iva austrn-tedesca si contrappose ancora prima dclh fine d i gennaio, quel!a russa. Questa era in formala al concet(o operativo di sharngliarc gl i austrotedeschi ne' Carpazi, per quh1di <liscende rc nell:t p ianura u nga.rica;

contenlpora nc;1.mente

rnan.ovra rc

pure

offensiYamcntc nel la Prussia orientale, tenùendo a ll'a tla11::!fdia1nento d cJ l'a vve rs:.i.rio. Tal~ disegno d'operazicni era p ienamente J!Olo al


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comando in ca.po tcdes<:o, e mentre n ella Prussia or ientale condusse alla grave 3coniìtta d i Augustowo, s'infranse alle falde settentrionali dei Carpazi, soprattutto pcrchè la Germania pro,,vide a rinforzar e la sinistra (lcll'alleato danubiano mettendo ,l sua d isposi zione i l corpo dei Heskirli, comand:ito dal generaJc von :llfarwitz, il quale, fatto entrare in a.zione alla, sinistra della 3 11 annata, arrestò l'offensiv;,~ russa da quella pa-rtc ~ passò quindi al contr a ttacco per riprendere a lcune delle posiz ioni già perdur.e. Frattanto la 2a annata., a.ttaccata con vigore d?, forze 1Jrevale11ti, retrocedétte e lasciò a ll'avversario posizioni i mportanti. Duran te la. battaglia dei Carpazi s i manifesta rono fra le truppe della dup lice m onarchia, non tedesche, le prime conseguenze dc-

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~. l •. <~J P Pzz.o ausl r i aeo JH -~t Carpazi

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gli od i nazio11ali, anche perchè p er sost itu ire le pe rdit e gravi subite nei pr:...)'li combatt in1enti, s i c.rano incorporat i clement i d i m ar cia d'una so la nazionalit à, che spesso vi portavano la semen te del rnalconte1:to quando non era quella del tradimento: il 28° r eggimen to fanteria di Praga, in 24 o re scese d a 2000 a 150 umnini ed un d istaccamento nem ico non superiore ad un

battag!ione lo fece prigjonicro tutto senza che avesse sp.'\rato un colpo d i fucile. Durante il mese di mano i Russi trassero forze da t u tto il loro fronte pe r gettarle nei Carpazi ad a limentarC' b. battaglin, e ve le getta rono senzx rig11 a.r<lo a pcrditt ed a disagi, ma ,rnche scn;,,a bene coordinare g!i sforzi: si credeva d i poter abusare dell'elemen to di cui si a·;eva dov izia: ruon10 ; ma non soltanto di questo si abusò; si abusò anche nell'impiego del materia le e specia lmente del munizionam ento, per cui a lh Jìne l'esercito rh11asc n1oraln1ente e organica1nentc esaurito e scarso di muni;,,ioni. N on ostante tali sforzi bru tali e poco reddit i✓.: i, soltan to qualche ·scorre;·ia d i cavalleria r iuscì ad infiltrarsi attraverso le lince austro-tedesche ed a sc.cndcrc ne 1 p ian i ungarici, n)a mancò il grande sfonda1ncn to su cui il c:on1ando s upre1no russo contava. L'accen tuarsi del pericolo in co r; isponrJcn7.a dcli:,. frontiera ita liana, dove l'entrata in guerra d i questo nuovo ne1nico appariva ormai certa, e l'accentua rs i pure della m inaccia in corr ispondenza del fron te serbo, e.love appariva un sensibile risveglio, pareva. pe rò che non per mett essero ai comandi austr o- tedesch i d i trarre profitto delia fallita offensiva russa, tanto più in seguito all'avvenu ta cadut a di P r zem ysl. li Comando Supre-

mo russo, non ostante gli scacchi subiti, nutr i va fiducia che co:i l'entrata in guerra dell'Ita lia e con 1,l buona stagione gli sarebbe stato possibile di riprendere l'ofiensiva per discendere quale valanga nei piani danubiani. dove avrebbe potuto dare la mano agli italiani e forse anche ai serbi e inagari ai ro111eni che nel fra ttempo si sarebbero pur essi dec is i per la guerra contr0 l'A ustria- U ngheria. )fa la battaglia di G<Jr/.ice fece fall ire t utte queste rosee illusioni. 1

Carpegna, Comune in p1ov. cl i Pcsa.ro sul monte omonimo. Fu fende imperia le dal secolo X e diede origine alla famiglia C. da cui discesero i Fcltreschi e i :'lfalate$!fl.. Federico conte d'UrLino mosse guerra a i C . perchè alleati di S igismondo Malatesta e, sollevati i loro sudditi, si por tò cl i notu al Castello, che 'fece scabre; coad iuvato dalla compagnia del P iccini no s'impadronì anche della Castelluccia., rocca fuori dei t iri d i bale~tra. Trovat ivi iorti depos iti di vettovaglie, vi si insed iò colle tr 'J ppc e svemò, P erù, par t ito Picci11ino, il .\l<elattst,, marciò contro le truppe <lei Fe lt reschi e r iprese Castelluccio e C. sc1na r iuscire ad impossessa r si della 7.0na, difesa croica.mèntc dal conestabi le cli Federico, Sr:a logna <ldl'lsola ( 1-160). Carprgna \C'onti di). Famiglia illustre originaria di Carpcgna. rçsasi celebre.: nel:~ anni portate al servizio dei Sovr ani e clel!a Chiesa.. Ebbe il dominio su C . cretto ,L principa to e muni to d i rocche e castcl la, per quei tempi inespugnabili_ Si distinsero nelle ar!n i : Guido, ricor dato anche da Dante :\I ighieri come ottimo condottiero; Alessandro, governatore e difensore d i Valenza ( 1556) cor1tro le anni francesi; Onr.-;,;iu, capitano delle anni veneziane poi delle ponti fic ie; Ora.zio, m aestro d i campo d~lle gent i inviate da Francesco )[aria ,J' lTrbino in fa\'Or<' degli S pagnuoli, durante la guerra d ì succcssiont: del .Monferrato. I.1. famiglia si estinse nel 1749 in Roma.

Carpenedolo, Comune in µr ov. di Hrescia sul pen dio di co lline de lla sponda sinist ra del Chiese. E' r icor d;,to nelle guerre del periodo comuna le; passò nel 1428 per volere di Vcnc1,ia alle d iret te d ipendenze di Bresc ia. :,,'\" elio svolgersi della campagna d i Bonaparte in I ta lia (17<,,7) C . fu teatro d i u no scontro fro. Austriaci e Francesi, che1 v in ta h resistenza avYcrsario., puntaro-· no dire ttamente su :Mantova cin ta. poco dopo d'assed io. Co111battime11to d·i Carj,encdolo (26 giu gno li97), Fa parte della campagna napoleonica in Ita lia, Dopo la d isfatta del l'rovera, Bonaparte rimase presso l'v1antov:i per mandarne ad e ffetto la resa, incaricando i suoi generali d i inseguire Alvinzi che si ritirava divergendo su R ovcrcdo e sul Bren ta. G li imperiali, approfittando nella notle, si e rano rit irati su C. e Crespo v er le due rive de l Drcnta. Tali mosse forono scoperte dal gen. :Massena che d iede ordine a l gen . .Menard di por tarsi rapidantentc colla sua 25' divisione su l po ,1tc d i C . Un bgl. della 32' clivis . e 50 dragon i, con d ue peai d'art ig lieria, conte:mporane'1rnente furono S!.pcd iti per hL riva sinistra su llo stesso punto. I I nemico, attaccato d alle due parti, oppose la p i,1 v iva r esistc11za. C iononostante il ponte fu preso d'ass-,lto ai l1 baionetta. G li Austriac i, completamente sbaragliati, s i diedero alla fuga lasciando s ul posto p iù cl i 200 morti e 900 prigionieri, nonché un pezzo d'artiglieria.

Carpentieri (Gùiconro). Generale, n . ad f\yeJl ino nel 18i 1. Sottot. d'a r t. nel 1894, entrò nel corpo cli S


720 M., par tecipò alla campagna ita lo-turca (1912-13) e raggiunse nel 19 17 il grado cli colon nello; dopo aver preso parte alla cam pagn a d i guer ra del 1918, fu collocato in P . A., rnggiungcnclo nel 1926 il gn,lo d i generale d i briga.la .

Carpi (a11t. Ca.r pam) . Città iH prov. d i .:.Vlodc<ta , con ant. e ben conser vato ca$tello del set. X\". Venne fortin cata !ìn da antichi tempi, e le fort ificazioni rinno,·atc in p r incip io del sec. XVl. D urante le lotte dei signo r i fr ttdali i l' io s i impadron irnno d i C . (in pr incip io del sec. XIV) e la tennero Jìno al 1S25. quando, avendo pa rtr~giato per Francesco I , "" furono spogliati da Ca rlo V. Da allora seguì l~ sort i cli ?lfoclena.

I. C,,n,/Jall·imento di Carpi ( 1701). Appartiene alla gue r ra d i su,cessionc cli Spagna , nello scacchiere i taliano. I Fr,,nce~i sono comandati dal Catinat ; gli Austriaci d al prin cipe E ugenio d i Sa voia. Il Ca tiua t attende il nemico sulle i-ive dell'Adige clisscmi.nando lungo questa r iva le· sue for ze, gua.rda.ndo materialmente t u tti i passaggi ( d ifesa a cordon e). rnci non p resentando in aessun punto una efficiente resistenza. Eugenio tient'. l'esercito austr iaco riun ito a l d i là del!' Adige, p ron to a portarsi nella direzione p iù opportuna. Il cor po più con siderevole dell'eser cito francese è a R ivalta; un clistace,amen to, coma.ndato dal conte di T essé, si trova t_ra .S. P ietr o e P or to Legnago. Car p i non è d ifesa che da sette r egg imenti d i d ragoni e trecento uom ini di fan te • r ia coma.n<;lati d al colonnello Saint F ré mon. Infor mato di questa d isposizione, il 9 luglio Eugenio fa passare i l cana le li ianco a Carpi a metà del suo eserci to e a ttacca su bito con qualche pezzo di a r tiglieria i l villaggio di Cas tagno, dove s i trovava la fanteria iso• lata. Sove rchia to dal n u mero, Sain t Frémon si r it ira; al rom bo del cannone accorrono però colla cavalicria il conte d i Tessé, lontano appena due mig lia, e il ma resciallo d i Cat inat. I F rancesi caricano più volte gli Imperia li; Eugenio r imane f erito ; ma gli Aus t riaci resistono non os tante il loro esiguo n urn~ro; tale provviden ziale resistenza permette alla massa J elle forze d_i a.ccorrere al campo d i battaglia, e un deciso contrattacco obbliga i Fra nces i a ripiega re sul grosso dell'esercito d isloca to , u I 1\-f incio. Car p i appa1·ticnc a quellct categoria di combattimenti che si denominano <<s trategici"• i qual i non rappresen tano l'u rto fina le e decisivo delle masse principa li degli esercit i con t rapposti, ma hanno lo scopo d i cr ear e una sit uazione favor evole p er il successivo sviluppo delle operazjon i. Per lo scacco di Ca rpi i l Catinat si ri tirò fin dietro ì'Oglio lasciando il prin cipe E ugenio padrone di tu tta la region e fra l'Adige e l'Adda . L a r it irata sembrò a l Ca tinat saggia operaz ione, e cercò anche di giust ifica r la colla mancanza di munizioni, promesse dal m inist ro della guerra ma non giunte, ma dopo lo scacco L u igi XIV tolse a l Ca tinat il.comando dell'esercito e lo a ffidò al ma resciallo di Villcroi. il. C<'mbatthn,mto d·i Carpi ( 1815). Appar tiene alla camp agna di M urat ll!!ll'Ita lia settentrion ale . C. era sta ta occup a la da una br igata n apoletan a. agl i ord ini de l gen. P epe. L' 11 aprile il gen. aust r iaco Bianchi, Con forze superiori, atta cca la c it tà, c. m algrado la viva res istenza opposta da l Pepe, !o costr inge alla r iti rnta d ietro la Secchia.

Cnrpi Michele. Ammiraglio, n. e m. a Napoli (18261899). E n t ra lo in serv iiio nella mar i11a borbon ica nel

1344. e passato nel 1860 ne lla R . :.'IIarina, fu promosso c:ontra mmiraglio nel 1S85 e colloca to in P. A. nel 1886. f ra decorato con medaglia di 4' classe per la ,am;x,gna d i S ic ilia ne l 18---19 _

Carpi .lgostinv. Gcneraie del Gen io ;(avale, n. nel 1859 a :N"apoli, quivi lau rea to in ingegneria . E ntralo in servizio I!el 1881, fu p romosso magg. generale nel 19 19. D iresse le co&Lruzioni 11avali a T a ranto ( 190 1-1907) e, a ::S-apoli ( 190'.1-191U) passando poi al :tvrinistero, d ove. nel 19 13 era. d ire ttore: gen era1

le delle costruzioui navali car ica che· tenne con onoré anche dura nte la

gucr(':::i

Nei 1920 fu nominato p re~idente del Comitato per p rogetti delle navi, e nel 1924 andò in posizion e ausiliaria.

Carpi l'ittorio. Generale, n. a B ologna nel 1860. Sottot. dei bersaglieri nel 1878, fu addet to ·a.Ila Scuola centra le cl i tiro d i fan teria e partecipò alla campagna d" Africa del 1896; nel g,-ado di colonnello comandò il 4• rcgg. alpini ed i l collegio m ii. di Roma e da magg. genf rale fu coma ndante della brigata :Modena e della divis . di Perugia. Partecipò alla grande gu erra ( 191S-16) co l grado d i tcn. gene ra le comandante cl i d i vis. e nel 1916 fu nominato comanda nte territoriale della d ivis. cli Padova. Collocato in l' . .-\_ ( 19 li) assunse nel 1924 il grado d i generale di d ivisione. H a scritto: « Conside razion i mil ita r i sulla gue rra r usso-giapponese ,, (Roma, 1909).

Carpi Ugo. Generale, n. a Yapo li. 11.1 . a Roma ( 18681927). Sottot. 9'art. nel 1888, par tecipò a lla campagna Italo-Turca ( 19Jl.-12) e a lle ca mpagne del 19)5 - 18, quale comanchntc del 14° e t.'r regg. art. da campagna e come addet to al comando d'art. del la 4• Armata . ~el 1919 fu comandato p resso la Sezione s taccata d' Art iglieria di Firenze. Collocato in P ..\ . ( l 920) raggiunse nel 1926 il grado d i generale d i br igata .

Carpinteri ( P,w/o). Generale, n . a Can icattì (Siracusa) n el 1861. Sottot. del gen io nel 1883, par tecipò alla cam pagna d'Africa elci 1888-89, a quella italot u rca ( 1911-12) e a lla gran de guerra ( l91S-18) col grado cl i colonnellÒ. Collocato in congedo ( 1.9 19) raggiunse ne l 1926 il grado di gc11èrale di br igata . Carpinteri 111ar-io. Generale, n. a L en tini ( Siracusa) nel l il65. Sot tot. del genio nel 1886, pa rteci11ò alla cam• pagna cl' Africa del 1888 e fu quind i insegnante p resso l'Accademia mi i. d'ar t . e genio. P rese parte alla grande guerra ( 1915-18) e n el per iodo 1920-21 fu addetto al coman do genio del C. d' r\. d i J\IIilano. e comandante del d ist retto mii. d i Modica ; collocato in P. A. (192 1), raggiunse nel 192~ il g rado di generale di brigata e andò a r iposo nel 192i.

Carra de Saint-Cyr (G'ùmfrancesco Conte). Generale francese (1756- 1824). fec~ la guerra d' Amer ica e vi fu promosso generai~ di br igata, (179,JJ. Combattè in Italia agli or d in i di )fapoleone, battè gli Austriaci suila Magra. con tr ibuì ,·a litla mentc alia vitto ria di )fa-


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r·~ngo con I.i. presa d i Castel Ceriolo (l'iOOJ. S i dis tinse al la battaglia di Ilol,e:i lindcn, e fu nominato generale di divisione nel lS0l. Fu aila batt,cg]ia di Lyla u, <lo,·e si gua<la.g,nò h no1nina :i l )t, ronc delrin1pcro. Governò

c.Ja ultin1a la Gu iana fnlllCC.'.!C.

Carrabba ((;ennam). :Maresciallo di campo ncli'cscr·cito borbonico, n . e m. a :l\ apoli ( l 780-1856). Alt.ere de! regg. di cavalleria, « R e::il Borbone» nel l 797, JJart~<:ipi, alla rampagua ,]e[ 1812 in Russia. R ientrati i Borboni. ebbe da co lonnello il conmndn di rcgg. d i ca,·;11Ìt""r i;1 . Prese parte alla campagna del 1849 contro Roma . Ehbe in :Na.poli il comando della .'\" divisione e, promosso nel 1853 maresciallo e.li campo, cbb·, il comando superiore di tutta la cavalleria borbonica. Cn.rrabba .Raffaele. Ammiraglio. frglio del 1,rcce dente, n . e m. a X a.poli ( 184-l - Vs9.,). Xci 186v era guardiamarina a bo rdo della « Veloce), quando

ca.rraJ.)l)[L narraele

questa passò <1 (;ariba ldi .

Pa.rtecipO alla

ca mp:igna

<lei lbtill-61 agli o rdini del P crsa no, e poi a quella de l l X66. ~cl 1878 ehhc i l rnmando de lla Scuola ~lacch inisti di Ve;ncz ia; f ece tno lte can1p~gne <l i naviRazione aJl'('Stc-ro e 1norì appc-na -prnrnosso contrnrrnniraglio.

Carrano (Fr,rncrsro). Gcnrrak. n. di :siupoli (l81S Ji;90). Alfiere ne lla fanteria dcll'cscr,ito dcl i~ ]lue S i •cilic ud 1847, p rese j)arrc ~el le ca:npagBC del IS4S- 18.J'J sotto il gcn . Durando e il :,.cn. l)epc. )k l 1859. qnal<c maggior-e, capo di S. )1., Be i Cacciatori delle .\ lpi. mr.ritii la croce di cav. dell'O . M. S. I'assa.to nell'est rci t,1 rl.·gotare, pa rtetipò al la can1po.gna de l 1860 du rantc la quale ebbe la mcd, di bronzo ,,I va.!ore e. promosso colonnello ne l 1862. fu aiuta.n te e.li campo ono ra1·io di S. il R~ e p resti· serv ii-io nel corpo di S. ;vr. ColloG1to a riposo, n sua do1r.an(b,, nel 1871, ra.ggiunsc nd 1874 i l grado di niagg. gcnc rn re nella ri-· serv;c. Dette la sua opera per J'o 1·ganj7.zazionc della guarcl ia nazi o• nalc nei .:\apolita.no e fu depu .. tato al Par la.mento :\'azionale nel la VII legisla tura per il collegio d i Codogno. Lasciò alcune oper e, fra le qua li · << I Cacciatori delle Alpi ,i; « Della difesa di Venezia nel 1848-49 ,1; ,, Vi ti, del gcnen1 le Florestano Pepe)>; « Ricordanze ,toriche del Risorgimento».

:,1.

Lnigi Carra.no . Generale n. a Napoli 111. a Caserta ( 18 12- 189·1). Alfiere nell'eser cito del le due S icilie ( 1838), paJ'!ecìpò alla J'epressionc dei mot i di Napoli ne l 1848, a lla campagna di Roma del )849, a quella de l ls'60 nel Napoletano. Passato nel 1861 a far parte dell'esercito italiano col grado di maggiore d i cavalleria, resse, da colonnello, il comando del distretto di Caserta cd il mmando superiore dei distret ti militar i della divis. e.li Rari ( 1877) e, collocato a riposo, n ggiunse, nd 18i 9, il grado di m agg. generale nella r iserva. 1

72-J Carrano Emanuele. Generale, n. ad Aver;;..1. ne l 1844; sottot. d'art. nel 1862 partecipò alla calllpagn a del 1866, comandò, da coloauello, il 14° regg. art. ( 1893J897) e, pron1osso Jnagg. genera le) fu t:on1andantc d 'aTt iglicria in Roma (1901). Co!locaLO in P. A, a sua domamla ( 1902), raggiunse, nel 1905. il grado d i lcn. generale. Kcl 1915 fu richiamato in servi;,;io t e111poraneo qua le comandante la divis, mi\. territoriale di )sf apoli.

Carrara (,wt. Ca?mria.,;). Comune in prov. di Massa Carran,. ·. \foto a i Romani fìn d,c Augusto, ne furono giò ut ilizzate le cave dagii E truschi per costruire le m ura di Luni. Distrutto da lle irruzioui barbariche, tra.sferì ia su::i sede a Luni 1xr sfuggire alle invasioni saracene. Divenne più tardi feudo degli Estensi cd A lbc!"lco TTf nel 1558 ne costruì le n 1ura, rcndcndohL una

forte piana., disputata e conte&1. n e l XIV secolo, fra Pisani e Genovesi · {1329), e più tardi fra i signori d i i>c.tnua e g li Scali ~eri, per tornare JJOi in JJosses.so degli Estensi, ii.no alla cos:ituzione e.lei Regno d'Jtalia. Carra{(•. K onrc e.li uns fam iglia italiana che ebbe Ja sii;noria cli l'a<lova. h·a i suoi membri si notano ; Ja.,;opu, signore d i Padova nel 1318, condottiero di buona fama nella guerra fra la cittit di Vicenza e gli Scaligeri; Fr:i11ccco, signore d i Fa.dova. n. nel 13S9; con1ha llè valorosamente nelle guerre fatte dal padre; Jacopo, distintosi alla difesa di Verona , nel 1405; Fra.ncesco, sped ito in aiuto di Giovanni Bentivoglio signore di Bologna nel 1402; [u alla battaglia di Casalecchio e poi comoattè con molto valore con tro i Veneziani; Ubertino, 11. nl:l lJ89 a Fic.sOlt!: guerreggiò con tro i Visconti nd 1403 e fu alla JJresa rii Verona nel 1404.

Carrara Domenico. ::'lfedagli,1. d'oro, n . a Garessio. Dopo essersi distinto nella guerra delle i\lpi della fine del sec. XVIII rncri•andosi una med. d'ar gen to a l valor e, si arn1olò HCI 1814 nella' Legione Reale P iemontese. Con essa, combat tendo il L5 lugl io 1815 a Grenoble, nella campagna contT0 la Francia, rinnovò le sue }Jrove di coraggio rncritan<los: la 1ne<l,1glia d oro al valore e riporta ndo ferite per !~ quali passò nel 1816 neg ìi inva lidi. Nel 18li !a tneùaglia d'oro f u mutata in croce eh cavalière di 3" classe dcll'OrditlC militare di ~avoia, secondo gli Sta tu ti· d i detto Ordine. 1

Carrara Lco.M!do. Gencrak, n . a Fioren;,;uola. d'Arda rn. a Piacenza ( 1833- 19US). Sotto!. d'art. nell'esercito dcll'Emiii" ( 1859), pa rt~cipò alla ca.mpagna del 1859 e, pass:t(o nell'ese rcito italiano, prese par te a quella del 1?(66 mr, itando una m cd. cl i bronzo a l valore.. C'oma11dò il d isr rc tto m ilitare cli i\qc1ila, e, collocato in P. A. a sua domanda, vi •:aggiun.,e ,·.e l 1896 i l grado d i magg10r generale.

Cu.rrara Dazio. Generale, n. a Busseto, m. a Roma (1861-l92ì). Sott()t. d'art. r:el 1882, fu addetto principahncnte a labo.ratorii di p recisione e collocato in congedo (19 19) raggi unse nel 1926 il grado di generale di brigat a .

Carru.ra Carlo. Generale, n . a Mondovì, m . a Bologna (1865-1920). Sottot. d'art. nel 1886, prese parte alh campagna d'Africa 1895-1896, guadagnandosi a Cassala una m ed. d i bronzo e partecipò altrcsì alla guerra ,ta lò-t urca ( 1911- 1912) ed a lla grande guerra (1915-18). Comandò, da colonnello, il 3° regg. bersaglieri cd il depo~ito far1t. di Novara, e raggiunse il grado cli brigadiere generale.


-722 Carraro. V. Biclicletta militare. i::

Carrascosa (Michele, barone di). Generale delle Due Sicilie e scr ittore, n. a Paternò, m. a Napoli (17741853). Comlxtttè nel 1796 in Lombardia contro i Francesi, ma poi passò nelle loro file e nel 1799 riparò in Francia. Nel 1806 tornò a Napoli e fu nominato comandante del 1° fanteria. Promosso generale da l ll·Iurat, fu a capo di una divisione nel 1814. L'armo seguen te fu uno dei firma.tari del t rattato di Ca.sa.lanza. Durante la r ivolta del 1820, C., come ministro della G uerra, doveva comandare le truppe destinate a soffoca.re la rivoluzione} m a a.ncl1c i suoi re·~

parti aderirono al movimento. Al momcnlÒ clell'avanzata austriaca verso il regno di Napoli, fu incaricato di coprire colle sue forze la via d i Terracina, ma, sorprese dalla parie degli Abruzzi, le sue truppe si sbandarono. Egli doveva essere arres ta lo come capo della rivoluzione, ma riuscì a f uggire a Barcellon a con una nave a vela . Si ritirò allora in Inghil terra, e pubblicò « JYlcmo rie storiche, politiche e m ilitari su lla. rivoluzione del Regno di Napoli del 1820 e sulle cause che l' hanno prodotta ». Rientrato a Napoli nel 1848, fu nominato membro della Camera dei Pari. Carrascosa Micbele

Carrascosa Gaetano. Generale, n. a Napoli nel 1862. Sottotenente d' artiglieria. nel 1881, raggiu ns~ Catra.sco,;a Gaetano il grado di colo1mello nel 1915 e partecipò alle campagne di guerra ciel 1915 e del 1917 quale comandante del 25° e 41" regg. ar tiglieria da campagna; collccato in congedo raggiunse ne l 1924 il grado di generale di d ivisione.

Carrazìo (Giorgio). Capitano del sec. XV, n. di 1fontccas;iano: servi sotto Sisto IV e a d ifesa di Roma combattè contro le gent i del duca di Calabt ia. Carre. Città della Mesopotamia, oggi H,irran . Vi si combattè (9 - IO giugno 53 d. C.) una ball;tislia che ap-_ partiene alla guerra dei Romani contro i Parti. I primi erano comandati dal triumviro :Marco Licinio Crasso, cd ammontavano a circa iO mi la u ., ordi.llali in sette iegion: cou 4000 cavalieri. e t.000 frombolier i e arcieri : molto p iù n umerosi, specialmente in cavalieri, erano i Parti, cr,mandati da.I genera.le del re Orode, per nome Surcn. I R om,rni, in ritinta verso le coste del mar ~[ero, n1arci~vano in ordine chiuso, quando la cavalleria leggera avversaria, 1nobilissirrn11 li assalì chi ogni tJarte coprendoli con nugoli di frecce e sfuggendo ali.a lotta a corpo a corpo. Crasso mandò innanzi il figlio

C,IB

t'ublio con 1000 caval ieri e 6000 fanti, ma questo corpo, allontanatosi dal resto dell'eserci to, veunc in breve a,·viluppato e distrutto. Allora la cavalleria pcsa.nte dei !:'arti assalì il corpo di Crasso e gli inflisse perdite gravissime. La notte interruppe il combattimento, e le truppe romane cercarono in parte di ripa.rare nella pros~ima città di C:urc, forti1icata, in parte d i ripassare l'Eufrate. Ma a l mattino successivo i Parti li as&1.lirono •1uovamente ~ dopo breve lotta ! i costrinsero alla resa. Crasso, chiamato a discuterne le condizioui, venne u c7 ciso: circa h metà de' suoi era caduta. sul campo d: battaglia, gli altri fuTono prèsi prigionieri : soltanto 500 uomini r iuscirono a. salvarsi. Questa battaglia. è importante pere hè dimostn che la scienza. mii itare ro11;1ana nulla potè contro il modo di combattere dei Parti, e perchè nppresenta un punto culminante della lotta lr2. Asiatici ccl E u ropeì.

Carreggio. Ca.rreggio è ,·ocabolo collettivo che wmprende tutte le specie cli veicoli impiegal i nei vari 3crvizi dell'Eserciw. I veicoli destiJ1a.ti al tra.sporto per ;e vie di terra possono d ividersi i n rluc g,,1n-.li ca•:egorie: le slitte, veicoli senza ruote, riservati quasi esclusivamente ai trasporti sulle ripidissime strade c!i montagna, sulle n evi, su i ghiacci; le 1,ett,,i·e o carri, veicoli muniti di ruote, i qua li alla lor volta prendono comun~rnente l'appcHativo d i carrelte, se so,10 a due ruote,. e cli cani, se sono a quattro ruote. I materiali, la forma, le dimensioni di ogni s;ngolo tipo di vettura debbono soddisfa..re a svariale csigcnze1 in reb'l;(,nc a!l'impiego cui ogni tipo è destinato; esigenze <li resistenza, di tra inot d i conveniente a.llogarnento ckl c1riro, d i stabilità, di economia, cli ùurata pre~urnib,lc. ddìe qmdi?ioni del motore. I principì da cu i partire pc:regolare la costruzione delle varie parti di un can-o e ìa loro reciproca. disposiz.ione, sono in riassunto i seguenti: a) render qua.i,to più è possiqilc piccole le resistenze che s i oppongono al moto del carro; b) facilitare l'azione del motore applicato al carro, cioè u tilizza.me al massimo la forza; e) provvedere a che l'aziolie del motore possa: esser cmn·enientementc regolata dai con ducenti ; d) cOrltcrire al carico robustezza. e semplicità di struttura, leggerezza, forma appropriata al carico cl:, portare; e) proporzionare la larghezza massi-ma del carro a quella delle strade da percorrersi, costruirlo in gu isa che ricscan facili i ca.i11biamenti di direzione, tìs&1.rc convenientemente l'altcZ?~-i del porta.carico per evita.re incontri, per ~uperare l'alt.czza media dei guadi, per ottenere la voluta stabi lità, aflìnchè non siavi p ericolo d i rovesciamento laterale nei terreni a disliveilo; f) munire il carro di freni d'uso facile e comodo e cli azione efficace.. Si può dunuqe dire che dal carico dipende preva lentemente la lungltez✓,a., la larghezza e l'aitezza delh cass.-i del carro, e il passo della vettura; dalla stabilità dipende i'a!Lcna dc;) porta carico, e la carreggia ta; il di~metro rlelle ruote deve conciliare le opposte esigenze della facilità del trnino, per cui converrebbero ruote grandi, con le esigenze dc"ila. stabilità e della r istrettezza d i volta, per cui convcrrebL,cro ruote piccoli:; dal sistema d'attelagg io (o attacco del motore) e dalla facilità cli volta, dipende la lunghezza del timone. Invece, in base a l criterio essenzia le della resistenza , studia.nsi 1e proporziou i delle altre parti principali elci carro, sale, stanghe, bila.i1ce, scarLne!ii, maschi, parti di ruota., ecc.; per ò la determinazione delle loro dimensioni non è pu-


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can eg,s;lo del secolo XVI ramente teorica., nia è fatta anche con criteri emp1nc1, avuto riguardo lauto alle pressioni e tensioni derivanti d al carico e da] motore, quanto alle probabil, irregolarità delle strade, del terreno, dell'azione dello stesso moton:. A seconda· dei servizi cui i carri sono destinati, il C. può ripartirsi in varie gran di categorie: Carreggio di artiglieria, Cancggio per i servizi del Genio, Carregg-io 1-er iJ servùio tie-i Corpi, ecc. Il C. dei corpi ser ve per trasportare • I seguito immedia to delle trnppe quanto è nec,-ss:trio per soddisfar<! ai loro più u rgenti bisogni giornalieri e cioè pane, viveri ordinari, avena, oggetti di cucina, un primo r iforn imeiùo di munizioni, il materia!e sanitario di p ronto soccorso, nonchè i l bagaglio persona le d egli ufficiali e di alcuni sottufficiali. ln un passato assai remoto il C. dei corpi comprendeva invece lutto q uanto era necess:ario al corpo stesso per un' in tera campagn a. Un rapido accenno allo sviluppo del C. dei corpi v iene quindi ad includer~ in sè la storia passata delle impedimenta tutte degli eserciti. Le quali dopo 1a savia organizzazione data loro nelle legioni romane, non ne èbbero più fino a l 1500 una ben fiss:;ta e regolare, sicchè spesso turbarono i movimenti de!!c truppe ostacolando lo svolgimento di rapide operazioni. Carlo VIII tentò cli disciplinare alquanto i convogli che seguirono i suoi eserciti in Italia; li divise in se7.ion i e creò una specie di comandanti di C. e d i comandan ti di salmerie, co~a tanto p iù necessaria in quanto il numero dei carri era ,cramen1e considerevole (per una ar matella di circa 15.000 uomini vi erano 5000 individui addctt i ai bagagli). Tut tavia tale ingombro non era considc r~l.to come u n i nconveniente, anzi era rite-

nuto come garanzia d i sicurez,~, e cost it uiva u ,i r iparo contro gli attacchi nemici, concet to questo ass:i.i antico e caratteristico dei barbari che cir condavano i campi coi propri ca rr i. Classico è l'esempio offerto a questo proposito dal Farnese, il qu ale mosse dalla Fiandra per &ocwrrere Parigi assediata dai pro testant i d i F.nrico l V e lungo la via si protesse costantemente per mezzo del copioso carreggio che a,veva seco: in modo che il nemko non osò di molesta rlo. Gusta vo Adolfo fu il primo ad im pedire che la sua

oftim,t fanteria si facesse scudo dei carn, e, mentre volle che quella accampasse su due linee, pronta al combattimento, obbligò questi a r iprendere il posto che avevano nelle ordinanze classiche, cioè a stare dietro le truppe e separati da queste. Il Louvois fissò il numero ck-lk vetture e dei cani cl1e potevano seguire i vari corpi, stabili il loro posto normale nelle colonne cd indicò i funzionari speciali \impiegati civili e m ilitari) ini;aricati di regolarne le marce e le stazioni. Verso il I ìOO ogni battaglione aYeva tre carrette ed ogni squadrone una; p ii1 tardi il pr imo numero venne aumentando fino a sette, ma in rea ltà i ca rri seguirono le truppe in maggiore quantitit. Alla fine del secolo XVIII. in ogni regg imento di f a.ntFria s i dovevano avere una carretta colonnella, una vettura di sanità, un carro reggimentale, 2 quach'upcdi da salma per compagnia per trasportare il m!ltcri:i.le da campo, una vettura viveri e 8 quadrupedi da salma per S vivandieri. Durante !~ guer re della rivoluzione la scarsità. dei mezzi e l'abitudine di sfrut1are le risor.;e del paese fecero ridurre il C. a proporzioni assai modeste. Con Napoleone comin ciò ia pri,na regolare differenziazione ciel C. in vari scaglioni a secrmcla della specie dei servizi cui esso doveva provvedere e dr·!la m inore o maggiore urgenza dei biso~ni; J,i rich ;.sse in ta l gu tsa ancora il n umero dei carri che seguivano im media tamente i corpi e la mobilità d~i corpi aumentò notevolmente. Oggi(;;orno si può d ire che presso tutti gli eserciti delle nazioni continentali di .Europa, il problema del C. s ia risolto in modo un iforme assegnando ai corp i lo stretto ind ispensal,ile per 1-rovvedere a , bisogni delle ' t r'.lppc e costituen do sulle retrovie tanti scaglioni quanti sono necessar i per atl>Jare il rifornimento di ciò che occorre per il funzionamento dei vari servizi. Bisogna notare che con l'aument«rc del numero dei combattenti e col d iminu ire di con5eguenza de lle loro qualità guerriere, man rnano cl•e si eleva il tenore d i vita delle classi operaie e della. campagna, crescono i bisogn i ai quali è necessario provvedere in guerra ed ·i mezz i di trasporto aumentano in µroporzionc; tanto p iù poi au-

l"len ta il C. dei cor p i, il qu,,lc in guer ra deve soddisfare a lle pii, urgenti necessit,1. Così aache nei corpi di


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724 -

Ca r,•i moJcrni per !Jabte r ie (li g-roBso calilJro t rcntina

Carretta. Sen·e per il trasporto d i sv:iriatissimi ma-

d'anni fa bastavao, o qua ttro carrette per battaglione, oggi~ tale numero è di gran lunga aumentato. 'Tuttavia l'impiego degli autoca rri permetterà certo di modificare consiclerevolmcnle l'organizzazione dei rifornimenti, d iminuendo il numero dei convogli e dei carri cd assicurando in nv>do 1nigliore l'esecuzione dei vari servi t-i . La condotta dd C. può avere immensa influenza suli'esito clcllc opPrazioni, data la sua enorme mole e l'in-

terii-di, non escluse le n1unizìoni d i p iccolo calibro; ed

fanteria ne] nostro es~rci to, mentre solo una

h:t larga vane ne lla f orm:LYiotlc elc i carreggio cli comb:ittimento, del g,rosso carreggio, dei servizi d i 2• linea. Ourante ia guerra 1915-1918 p iccole e.inette ebbero per motore il cane, ed assolsero egregiamente il loro compito.

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gombro del quale esso f.1UÒ esser ca usa. L istruzione sul le, m,,rce pone come

regola essenziale della su:, condott.a quel la che il C. 11011 rlebba mai essere cli ostaco lo a i movimenti d~lle tnippc. ma ta le intento n on potri, esser raggiunto sennt una tonven-i.c:nte forrna.zionc cd u 1\ adatto posto ncJl1ord inan7,a dì 1narcia, una •rigoros,i disciplina e sopraftullo scnr,J. grande energia dei comandanti

e grai,de pron tezza da par te loro nel prendere :uttc le disposizioni che v~lg:u1n a prevenire a ritnuovcre qualsia.si cau~a d'ingombro.

Carrera. Nome d'una famiglia ciel Cile d i cui tre fratelli (Gi11sep,~e Michr/c, Gio,1/m ]osè e Luigi), si distinsero nella guerrn d ' ind ipendenza cie l Cilc-. D opo aver fatto le loro p rime a r mi n ella guerra d'indipendenza d'America, prestarono servizio nell'esercito napo-leonicc, in Sp~gna ( l S0b-1813). Giuseppe J\'1icl1c le rientrato a.l Cile n e l 1813 fu comandante d elle truppe cilene e combattè va lorosame11tc a Concepciòn infl iggen do foni perdite a l nemico, e distinguendosi pure per valore a Ycrba nu~na e a S, Carlo (1813). /\nclie gli alt ri <iue fratelli emersero per qualità militari nelle campagne dc! 1813 e 1814, tanto in Spagna come i n Amer ica, e furono benemeriti nelle guerre cl'! ndipcndcn1.a del Cile. Carrera Ra.ffa.ello. P residente della repubblica. del Gua temala, e capo del!a ri\'oluzione per l'indipendenza del s uo paese (1814-1865). O rganizzò egregiamente l'eser-cilo, e quantunque ana lfabet;i r iuscì a vi!lccre i dominatori ed a giu ngere a l potere. Nel 1847 d isciolse la Federnzionc dcli' i\rnerica centrale dich iarando indipendente il N icaragua. Dovette ritirarsi di fronte alla preponderanza delle for7,e avversa rie, ccl a ll'odio suscitato col suo governo dittatoriale, ma ne l 1851 fu r ieletto p residente e r iprese vigorosamente la lotta contro la fcdernzione dcli' America Centmle, che battè più volte, impadronendosi anche di San Salvador ( 1854).

'J' ra.iuo ('C•n L-an ·ellP e , ·an i ( 19lì j

Carrick-on-Suìr. Città dcl!'lrianda nella contea di Tippcrnry. TI 18 novembre ì.649 venne sorpresa. cd accerchiah1 da 13 sqdr. inglesi ai,;li ordini del colonnello Rèyuolds. Cron,wcll .i ntanto ;cvanzò col suo esercito vc.rso il fiu me Su ir. G i•.rnto nei pressi di C. o. S. rinfot·zò le trupJJ<:: dèl coi. R cynolds con i sqdr. e 150 fanti, e saputo che debole era la guarnigione del!« c ittà la circondò con lavori d i min« cd approccio. Il 24 novembre s.ferrl'\ un assaho gen erale; i Ca\·aiicri ingJesi contrattac ... cali dai difensori llOll poterono sostenere che il primo urto, rna frattanto ,ivveniva il brillamento delle mine, e gl-i Irlandesi dovcttc.-o ritin,rsi precipit◊-samentc. L a cav:i.lleria. inglese, inca.lz:rndoli alle calcagna, potè agevolmente en trare in città, infliggendo fortissime perdite a l nemico, " risolvendo egregiamente il proprio compito. Gli Irlandesi perdettero in questo scontro 400 u . oltre a. nun1c:osi feriti e pd gionieri. Carriera (andaturti).. E' la corsa più veloce che pur• e~sew richiesta al cavallo, e viene presa allungando il galop~. L a C. si a<iopera più particolarmente, nell'arma di cavalleria., ,ier condurre a fondo una carica e per inseguire il nemico sba raglia to dopo l' urlo. Tale


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CAR

ancb..tura viene pure a<lop~r,,ta ucr le evoluz ioni di lll anovra che rich iedono rapkìitù inassin'la di n:10Yirnr.nto1 specie da lle a li este rne dt: i J·cpanj che stanno -:.:seguendo

conversioni al ga lo11po. L>ato lo sforzo eccezionale che compie il cavallo in que....;;ta andatura velocissi1na, è n ecessario non abusarne, ,, contenerla. nei limiti m cdi d ella resistenza del quadrupede, La. C., variando in velocità a seconda delle quaiitù individuali del cavallo, non è un'andatura che possa e.s~rc rnantenuta n e i n1ovin1cnti di reparti in ordine c-hin~o} e per conseguenza amrnc:ttc di p er se: stesso una

,cumposiz ionc riel reparto, ed un periodo cl i crisi negli ord inamenti, che richiede subito dopo un rich iamo a.Ila ricostituzione ordina ta ciel 1cpc1rto cli manovra.. L'istrul io nc per tale an<latun1 è oggetto d i u na particolare sn,ola indiYidua.le, che viene svolta in appositi e p reordinali terreni, onde abitu,u·e il cava liere a d ottenere il m cissimo effe tto dal proprio cavallo, m antenendone però çostcmtememe il dominio, " conservandone le qua litit fisiche. Le egpressioni mili t:umcnw adoperate ,, A tu Ila C . )), « ì'en tre a terra", "A br iglia sciolta.» indica.no la, ra~1i<liti massirria dell'andatura di carr ie ra, 1

Carriera ·militare. E' lt1 success iva asce.sa. a i grad i superiori tanto da pane degl i u ffici(lli, che da. pctrtc dei ~ottufficiah. A ffinchè la C. soddisfi, dev'essere scopo a sé stessa., r: deve appagare le asp irazion i cui tende i l cit tadino che l'abbracda. E ssa costituisce uno dei p r int iJJa li problem i de lla d ifesa dello S ta.to, gia.cchè deve gc:ra n tire che- aìla lesta dti reparti e clcll'csercit·o si 1ro,· ino i m igliori elementi, e che nella scah gcra.rch ica clf'll<· dipendenze non avvengano attri t i derivant i da n1;1nca la sc lc1,io11c de i \·ari cleme11ti. o d a v io lazione d i

d iritti e beJ1erncren2c acqtt is ite. 1\J'e ronsq;ue che le norme che disciplina.no la C . lkvuno c~crc oggctiu di poncl<'rntn ,tmlio organico, il qua le contempli non solo le quali tù in tellettuali, tecn iche. e cu lt ur<lli del persona le, ma anche q uelle fisiche. L a C. deve inoltre garantire a eh i la i,u raprcnde 1.ut':1.dcguara posizio ne socialc mo1

rale ed èCOnom ica. a chi deve troncarla. per ragjoni ind iprnrl~,ll i dalla. p rop\'Ìa volontà. La C. ddl'ufficiak può 1 •.r..Te durata lung hissin1a.. giacchè il ci ttadino che

l'abbraccia volontar iamen te Yi entra ancora adolescente, t· s~ a rr iva ai più a,l ti :;t.ra.di viene colpito dai li1niti. cli Vigono però µrescrizioui <li legge, in alcun i cscrci 1.i, affinchè gli uftici:1Ji nm, più id01_1c i per vigoria tisica. ::t I servizio combattente, possa no tcnn ina.rc la loro {"_ iu servizio se-dentario. '1\de sislcn)~t. che era. g iù prinia deJla grande guerra adottato dalrAust ria-1.;°ngheria,

t:l Ù,

725 che pc-r il sottufnci.tl" occorre un:t meta che basti a si> s tessa, e diit pe r lo me no a clii ha ser vito per 20 anni nell'i,scrcito un equo compenso economico. Di qui l::t necessi ti di assicurare u 11. im.picgo a.i sottufficiaJi nel le diverse C<lrricre <l'ordine delle a ltre anui1inistrazioni dello S ra.to, cd un premio in dena.ro, proporzionale agli anni di servizic,. In Austria ed in Germania, ai sottufficia li, era a.ndic agevolato <lai Governo stesso il colloca.mento in ~ziende p rivate, diminuendo così l'aggravio ;)cr le p ensioni incr cllli ai ser vizi statali. ln I ta lia la C. elci sottufficiali- è stat,c oggetto d i molti e laboriosi studi, lino al p rogetto di legge del luglio 1927. Sono stati Jis..sati, per dc1rc un adeguato compenso al largo rerir1do di servizio. premi di rafferma. e premi cli congedo, oltre al diritto ad un impiego c ivile. Inoltre s i è pensato di utilizza re i buoni sottufficia li, che non ,cvcssero più la completa Yigorh fisica, in scr viJ:i d'uffici. -" aluralrnente ta.l i provvcclimc,Lli sono stati µresi solt.u1to per i sottu fficia li d i C. e non p er quell i d i leva, clw, passando a llraverso ai ·,,lornni allievi solluftìciali, compiono il loro periorlo rl i serviz.io e servono a completare i quadri dei sottufficia li nei reparti in tempo di pace, e meglio ancora durante la mobili tazione e b gucvra .

Carrino, Voce antiqua tJ, a indicare tr incea o riparo di carr i.

Carrion (Enrico) . Genera.le francese, (1660- 17~-l). i,artecipò all'assedio d i R1rccllona del 169i e si dislinst: nel J 702 a lla. ba.1 ta.glia d i S uzw.ra. Sc risse alcune mnnoi;ra.fie S\l!l'ar te dc!la guerra.. Carrion rie N i sos ( /.>e.ra ne Enriro). Generale e scr il• tore francese (li6i - rn-111. D<l giov<lnc scr isse vci teatro, con qua lche fort una, 1na. scoppiata la Rivoluzion1..:, c·ntrò volontario i n C:,l\'allcria e partecipò alle ca.111pagnc di .Prus~ ia, di Spag1Ja, del PortogalJo, diventando colonnello. Quando il Bonaparte fuggì dall'Elba., egli ne stese un eloquente elogio; e, segnalatosi :illa d iksa elci ponte di Sa in t-Cloud, fu p romo5so gencrnlc. J.a R e staurazione lo clirn inò; ègli s i dedicò a llo scrivere, proclu cendo opere di polso: « N <lrrazionc della campagn:i di Ge rman ia nel 1313 " · « Trattato su ll'orgauizzazionc dd1

fa forza anna la )) e. sopra tutto, il <( S aggio sulla storia

generai,; d<:lh rte m ili tare,, , aHaliuante i metodi dei grm1di c:i. pitani sino a -.:"\fapoleonc.

Carro da guerra. L' im piego sui campi di ha tt,1glia del carro come arma r isale a tempi c; nt ichissirni e precede l'impiego stesso de lla UL\'allcria . è-J olti stor ic i a n-

tencle oggi ad ent ra.re anche nel nostro esercito, i n modo cla sa lvagu a rda re i buoni elemen t i, nell'interesse d el s rn·i7,io e dr- I I ra tta111ento personale di pt:ns ione. Ta le

cri terio di C. serve anche ad <lttirare J11aggior qu ant ità, cli giovani a lla vita militare, g iacchi· ga,·antiscc un a pos iz io ne decorosa e rin1uncrt1tiva. a chi l'ahhracc: ia.

La C . pei sottufficiali ha im·cCC; altre rnrattcr isdchc, giacchf per essi non giova un ·vincolo che s i esienda o ltre i JS o 20 anni di vii« . Ta base a questo cri terio,

già J.dottct to dalle nazioni. eminentemen te m ilitari, romc l rnpc·r-i cen tr:::ilì, ::ii dava speciale i1t11>ortanza alle qua lit,~ Jisichc del sottufficirde, che, dMtndo esser c rani') gli

esempio di v igo ri;:-r più clireltan1e11le alla l ruppa. era necessario fos:-:.c cm l ncntcn1cntc pI·est:111 te e robuF-ro. T a le

vi~oria fisicu tnH':.t un liJnit(' n cll'ct(1. cd è logico eh~ la 1;, del sollufficia!c finisca verso i 35 o -IO a1111i . .\n-

tichi ne parhno e ne lht11no ù1.:scrizion i p iù o rneno evi~

denti. Ad es. il li bro de i ::'lfacca bei desc rive i rnrri imp iegat i da l Re di Siria con tro i Giudei Senofonte allribt1 isce a C iro l'invenzione del car ro falcato. E' c,-rlo pt>rÒ ,.: \ie questo o rdegno era ben ronosdu to anche in

lempi Jnreriori. ' r'rattavasi di un carro a due r uote ti• ~tù

ria una p,riv li a d i vigorosi rn,·alli. I mozzi de lle


-

CAR

726 -

ruote erano armati di due lunghe falci sporgenti in fuori e disposte l'una con il taglio rivolto in alto e l'altra con il taglio rivolto verso terra . Le falci erano soliclali al moz.w e ne segu ivano il moto di rotazione. Potevano però essere abbattute in m odo da riuscire inof-

,.;

CAR

pantanata nel terreno greve di pioggia e questa fu non ultima causa della sconfitta degli Indi e della grande vittoria di Alessandro.

Carro armato ( « Char de cornbat >> in fra,icese e «tank» in inglese). M.acco.ina di colllbattiment:o automobile cor:tzzala, destin a ta. a ;nanovrarc fuori delle strade; ha tutti gli organi principali racchi,tsi entro uno scafo composto <li larni,;;re <li acciaio di vario spessore; si m uove per mczw d ello scorrimento d i can-eili (rulli) entro due rotaie formate daila parte interna di u na serie di pattini componenti i ci1ti:;01i (chenilles o cart.cpillersl che si svolgono a destra e a sinistra del carro. Detto s istema di traino au tocingolato considerevolmente d iverso d i quello nor male a ruote permette: l" una grande aderenza al terreno. che fa utilizzare tutta l'energia del motore; 2° un m inimo a ffondamento n el terreno,

~

, ~

. ~·

Ca rro assiro fensive quando ne fosse il caso. La parte a nteriore del carro era coranata . P rotetti d a. corazza erano pure i cavall i e l'aur iga. Al momento della pugna i cavalli che trascinavano il carro era.no spinti contro il nemico e lo caricavano. L 'effetto della comune carica cli cavalleria veniva moltiplica.lo dall'azione laterale delle falci. In alcuni tipi d i carro falcato i cava lli avevano i l petto cd i fianchi armat i di lunghe ed acuminate aste d i ferro. facile però era la difesa contro l'attacco dei carri fai-

Carro egiz iano

cati. I Romani, come narra Livio, nella campagna di Silla co11tro Archelao im parar ono presto a n on temerli e si sottraevano a ll' urto dei carri a.prendo le , file. per attacca.rii poi a.Ile spalle. Non soltanto i popoli orientali, bensì anche i Galli e i Brettoni impiegarono come arma carri a due o a quat tro ruote . Tali carri differivano dai carri falcati orientali e la loro azione era p rin cipalmen te azione di urto per sfondar e le l inee nemiche. Servivano µe rò anche a porta re gruppi di armati, p,Lrticolarmente addestrati, che scagliavano pro iettili da l carro in corsa o colp ivano il nemico con lunghe forche e con punte di ferrn. E' pr obabile ·che i Romani abbiano avuta dai Galli l'idea di impiegare il carro nella lot ta campale. Certo i Roman i se ue avvalsero cont ro gl i elefanti di Pirro: guerrieri romani montali su carri penetrava.no nelle lince dell'epiro ta. e, Iur.cia.ndo pro·iettili incendia r i, spaventavano gli elefan t i. E' bene r icordare come fin d ai tempi antichissirn i sia stata notata la n ecessità per l'impiego dei cani <li un terreno d i m anovra pianeggiante e sufficientemc11te duro. Alla battaglia d i Arbela grnn parte dei carri dell'esercito di Ciro rimase im-

Carro 1;,-ecu

Ci.ll'l'f) J'Oll1ill10

qualità indispensabile p er poter superare terreni comunque rotti disgregati o fangosi come sono quelli dd campo di ba t tagl ia. 11 carro armato è u no strumento bellico capace d i superare ostaco li naturali e artiJìciali che arre~terelJbero gli al tri mezzi di tra.sporto; di sfond ~rc o distru ggere d ifese accessorie (reticolati); esso può anche spiègarc una violenta azione di fuoco per mezzo di ca,moni e d i m itragliatrici d i cu i è armato. L e accenm,te caratteristiche fanno del carro un'arma emineniclncnte offensiva. I carri ar111al i 1,anno, a seconda, dei tipi cui appar(e11go110 uno speci.i le illlpiego: quelli d i tipo pesante

Carro Fa lcato meclievaJc ( detti di rottura) sono impiegati per la d istruzione di ostacoli e contro opere <li 1·esistenza d i una data importanza; queli di tipo leggero sono impiegati in ·appoggio alla f anteria d'attacco, p er Io s fruttamento del successo, per aprire ad essa i passaggi attraverso le difese accessorie, per sopprimere resistenze locali ins idiose ( nidi di mitraglia trici) ed anche per concorre.re all'inseguimento disorganizzando i1 nemic;o (impiego con la cavalleria) t:d in azioni di retroguardia..

'//


-727-

O...R

I rarrj armati, che ebbero duraJ1te la gucn-a 1914i 918 lar~o impiego specia lmente da parte delle armate inglesi e francesi, richiamano per una certa affinità, il ricordo dell'antichissimo carro falca to . L' idea d i moltiplicare con l'aiuto d i mezzi meccanici la capacità of-

carr'l:I ralca10 ili un dis(•gno di L.eonàrtlo eia

Vinci

fensivo-difensiv:l dell'uomo, conservandogli o accrescendogli possibilità di movimento e di urlo, germinò nel lZirn:scimento italiano. La mente sovrana di Leonardo da Vinci 1·ipensa il carro fal~ato, sebbene di esso rielabori forme n uove, come si vede nei suoi disegni ancora oggi conservatici; egli scrive a Ludovico il :Moro: « Farò carri coperti e sicuri e inoffens ibili i qua li entrando infra g)i inirnici con s ue artiglierie non è sì ~rande moltitudine di gente .cl'arme che non rompessino.

volta due o tre coppie <li archibugieri. In acqua si muoveva per me;,zo di due ruote a p alette azionate da un uomo, sistemato nell'interno del carro stesso. Più carri congiunti potevano anche servire da ponte. In terra si muoveva a tcaino di cavalli. Questo carro fu adoperato con efficacia in vari assedi. Gli Inglesi ricordano come precursor i dei carri armati tipi di carri d a guerra scozzesi, protetti da solida copertura, armati di archibugieri e mossi da cavalli ed elencano numerosi p rogetti di inventori loro nei secoli XVII, XVIII e XlX, progetti che mostrano avere qualche attinenza con l'odierno carro armato. Con riferimento più opportuno noi crediamo di ricord,tre l'invenzione dell'ita liano ing~o:nere Balbi, che, nel 1854, presentò al Governo

t.:arro armato llleclievale tcdcsr.o

,.arro (l' .1,,a11,, in "" cli seg-no ctl Leonardo rlu Vinc i

E dietro a questi potranno seguire fan terie assai, illese scn?.a alcun impedimento >l . Altri p,-ecedenti del carro armato troviamo in prosieguo di tempo. Bertoldo Holchuber, intorno a lla. prima metà del secolo XVI, ideava un carro d'assalto gigante mw1ito <li un podero50 bastione, dest inalo ad essere lanciato nel folto della mischia rlurantc la battaglia per sfonda re le linee nemiche, ar malo di cannoni e cli fucili. La sua forza motrice era data d all'azione degli uomini stes~i che nel ca.rro trovavaJ10 posto_ ::-le! 1599 Simon Str-,·in costruisce per il principe di Orange due

vascelli terrestri. Il disegno conservatoci mostra. ta li vascelli muniti di ruote, azionati dal vento per mezzo di apposita velatura, e armati cli bocche da fuoco. Per Enrico lil di Francia l'ingegnere ita liano Agostino R amell i ( ISSS) inventa una spec ie di c arro armato an fibio cbe poteva agire in terra ed i n acqua . Corazzato

a prova cli archibugio e c!i moschetto. ponava a SLta

itaucese modelli di un s istema di fortezze mobili e semoventi costruite di ferro ed applicabili tanto nel servizio navale quan to in terra nelle operazioni di attacco e d ifesa dell'esercito. I l progett~ del i:albi ebbe esecuzione nel 1870, fu1 dai p rimi giorni dell'assedio di Parigi, aven done egli costruito un esemplare. Il ricordo dell'invenzione del Balbi dura ancora in Francia ove lo si considera il vero p recul'sore delle tanks moderne. L':1pplicazione della ruota snodata che consente

Carro d'assa11 0 <lell' ing-. namelll

.u carri <li muo,·ersi nei terreni più difficili ed impratiC'.tbili con le normali ruote, ha un a derivi.zione netta- 1 men te italiana : il cingolo del ca.pita.no d'artiglieria ita- , Jia.110 lionagente. f Le ra~ioni fo!vlamen.tali dell'evoluzione del carro ar1n.tto sono costituite dall'inve111,ione della polvere da sparo, che imporla una ri·,olu?.ionc ncgli ar:11amenti e dall'invenzione dei motori rneccaJ1ici, che schiude i p iù impensati orizzonti nell'impiego dei me7,zi mobili. Di fronte a taluni problemi posti dalla guerra moderna, soltanto il motore mecca.nico - che, perfc7.ionato, aveva già fatto risolvere il problema del volo - potev:1 consentire adegua.te soluzioni. Q uando la g\lcrra curops:a, fin dall'autunno del 1911, assumeva, specia lmente sul fronte fra ncese, decise caratteristiche di guerra di posizione, l'idea di avvalersi di un meno mobiic, potentemente protetto, per restit uire alle armai'; una qualche possibilità d i movimento, sopra e fuori un trrreno insormontabile per complicate difese attive e passive, doveva sorgere spontanea. La germinazione di questa idea veniva facilitata da·i progressi raggiunti dal motore a scoppio e dalla applicazione d i questo nel carreggio au-


CAR tomobile pesante, sia 111 quel lo dest inato a por tare, sia in quello deRtinato a trainare. Di più si fon,1ava l':unbiente ,ttto al ra.pido diffondersi di una opinione, che la guerra fosse specialmente lln problema di macchine 1e !e macchine potessero la rgamente sost it uire gli uomini. E le potenze più r icche di materie prime pensarono di sch iaccia.re il nemico sotto una valanga d i ferro, piut-

tosto che sotto valanghe d'uomini. Pe r intacca re il front1..:

728 -

C.\R

frisullalo che si sperava iu data da lla d iversa organizt'.lzione d ifens iva nemic:i. contro la. quale i carri doYCl urtare, ri,r,ctto ,i que lla che era a.llorchè ess i furono ideati Ciò videro bene anche i Francesi che nello st~sso periodo a ve va.no approntati dei loro Cftrri, eh ia ma.ti « cuir assée mobilcs )l , del tipo Schneider e Sa.int Chamondi e che giudicarono, a.Ila. stregua. della. nuova si tuazione tallita : già. supera ti. pr.in1a ancora che 1..r n-

lu-o

,-asse10 impiego.

T carl"l anr1ati i.n gksi er~no del Lipo )'lark l t ' av•,~vano .1e seguenti caratt~,·istichc : peso cù-r.a .3() T. ; lu11 Hl . g; larghezza n.1. 2,SO; altezza 1n. ~; ~~rr:.H:Lmc1110: due c:innoni da Si rnin.. e 4 111itragliatrici Vickers (ctrri rnaschi); S 1uitr~.gli~trici Vickers (carri ;:e1nmi.ne; ; velocità pratica. oraria 6-7 rl..1u.; cquipag~io S uomini cli cui un ufficiale; motore a sco1)pio dft IOLl HP; ~pessorc della. corazzatura mm. 8. I carri armati francesi avevano le ~eguenti cai-atteristichc: Tipo Schneidcr: pr:so T. 14; iu nghc❖za 111. 6; la.rghezza n 1 . 2,S0; :,:teua m. 2,40; annanwnlo: 1 cannone da 75, 2 mitrn·gliatrici Hotchiss, una per lato; velocità da 2 a 4 km . ora; e4nipaggio 6 uomini; a11tonon1ia 6-8 ore; con1zzatura rnm. 11; motore n scoppio 60 H P . 'i' i1, o è>a iJ ,t C'bar.lCn{! : peso T. 20; Junghczz.:i n1. 8; larghcz7..a JW> lrì ?.)0; aìtezza .111. 2,35; ar1nan.1c11Lo: l cannone da 7S; ·I mi tragli:ttrici Hotchi5s; velc;cità 8 km. ora; equ ipaggio 9 itnm in i; autonomia. 6-8 o re; corazzatura Il m illimetri ; n,ctorc a scoppio da 80-90 HP. Su lla base della prima esperienza offerta. da.ria.· l hll !aglia della Somme gli Inglesi si diedero a perfezionare i loro c,u·ri, e, ne; tipi detti Mark II e :\1ark TII a lkSlit i ne! gennaio 1917 e l\:fa.rk IV a llestito nd m ar w 19171 l •.1 a~.m1enta..to lo spes.sorc della corazz.alura, s1 ,er.1a.lment,' nella parte a11tcrio1c clella macchina: fu perfeziona to i l motore, il ca.rterpiller e gli organi d i l11i1:1ovr~ per dir.linuire le ca.us~ di panncs, fu aun1entnta 1,L potenza del motore per rc1,dere il carro più atto a ~-1perarc pendenze e ,·esistenze materiali opposte dal tcrrci,o ; fr potta.to a 6 i l numero delle mitragliatrici d i ciascun carro mitraglic-.re (femmina) per accre.scerne i l volume di fuoco col quale iacilitan, J'ayan;,a ta ùe!b fan-

ghez7.,a

n.en1ico, operandov i un va.reo tLe conserllisse di portare la spinta offensiva nel p rofondo della sua massa onde dc-. tenninarht a l movimento e alla manovra e uscire qu ind i dalr ùicantesimo della guerra di J)Osiziouc, occorreva una capacitit cii urto enonnc, data Ja_ forn1idabile organizzazione d ifensiva. Di simile capacità di urlo le .fanterie non potevano es,ere douttc, ment re il sussid io dell" ar l Ì·· glicria.1 p<:r quanto si mo,nifestasse su scala ad<liritturJ fantastica, non riusciva. integratore di quesra. specitica

f deficienr-a della fan teria. ) noltre, quando le fanter ie at-

taccanti riuscivano con innnet'lsù sr.tcrificiu di sa11guc a portarsi avan ti, erano costrette ad arresta.:rsi sernpre ai liniiti del la zona di efficacia d ella propria artiglicri.t rimasta ferma indietro. S u questo sfondo il carro a rmato appare come di origine naturale e spontanea. Essi, risponde ad una necessi tà . Se anche non si adegua subito alle esigenze delh lotta e del tencno, rn.pprcscnta fin dal primo suo nasce,·e la soiu zione necessaria - grosso modo - esatta. I prirni a portare il carro annato sui cainpo di battaglia e a spcrinwntarlo furono gli lnglesi, e lo chian1::u·o110 « tan k >>, che v uo l <lire ciste rna . serbatoio, poichè s i racconta cLc agl i operai addetti a lla co stnizione delle nuove 111acchinc~ pe r 111Rntenernc i l se-

greto, sia stato eletto trattarsi appunto di ci.sterne o serbatoi mobili per acqua da destinare a lla Russia. I primi carri d'assalto ingk5i due compagnie d i 25 carri ciascuna - sbarcarono in l ·ì ·ancia nei p ri m i gionti del mese di._j_ctte111bre 1916 e furono subito in viati nello sca.ccb i.er e della Somme ove er a. in corso, e nel periodo p iù furioso, l'offensiva anglo-francese. a nord e a su d del detto iiume, iniziata il l " lu gl io. La sorpresa ciel primo impiego fruttò qualche successo ma dopo i primi giorni i carri d'i1ssaltc1 non dettero quel rendimento che il Coniando Supremo inglese si era ripromesso. Di 5() c:i.rri solo 32 riuscirono , è r aggiw1gcre le posi.>ioni di parten7x1. ·- 18 essendo s tati inchiodati da pannes. Dei 32 impiegati 14 furono fermati da lle predisposte difese tedesci1e. La r agione principale per cui i carri d'assalto inglc;;;i i non dettero in complesso in quest o primo impiego <7uel

terin) f\l meglio a.d<lcstr.1.l o il p-er~onale cbc:: <lovl:va. f or-

mare gli equipa.ggi ; fu rono eseguite n10lte esercitazioni

tattiche di ll1$Ìeme con b_ ianteria. per .ra.g~iungcre u11 a lt o grado di afiìatamemo fra le due a.rmi, Con questi nuovi t ipi - ~p~cie quelli 21-iark 1 V gli Inglesi s i c i111cnta.rono il 9 ap rile 19.17 a.ll'attacco del fronte tedesco cli Arras; ma a questo successo i c:irri d'assalto contribuirono in poca misura . Si la mentò

Il


-

f specia lmenlt la mancanza d i collegamento e rii coopc 1·azionc !rei. fa ntcria e ca:-ri, o lt re a l fatto d ie il terrl'IIO insufficientemente r icuno~ciuio in11nobi!izzò gra,1 par te dei can i. Tn co,1comitar; za :cll'offensiva inglese nel scltc,rc cl i Arras, i Francesi at1 acca1·ono il 16 aprile la s i~tcmv.ionc difensiva tcdes. a nello scacchiere tra L"ffaux ·p l<ei!1!S in1pie~ando larga.1nentc. j loro carri <fassalto> 1na. anche . essi rappre:;entar ono w1a delusione . a

p<1.rte i d lfet.ti dì costruzior1e che 1nolti carri p rc:scnta:-ono si cbhc.: rn.a nca.1i1.~1 di cooperazione -:· di rol le ~~1Jnento tra fantPria e carri.

G li Tn.gle;:;i ii111Jjc-gnrono i carr i d'assalto: nella battaglia iniz iata il 7 giugno r!tlle Fiandre con notcvolc- ri-

sultato; nclh ripresa offensiva di f iandra dal 31 lu:dio :il 25 agosto con r i$u lr-ito riuasi 1n1llo. m algrado l' ingente nun1ero di un itit i1np iegate; n eirultinia gran<lc offensiva ing lcs~ del 19 17 inizia ta ;1 20 noven,bre nel settnre di f:an,brai, anche qui con risultai.o d isastroso. '\!eppure: notevole s i può dire il risui tato ottenuto dall' i1npiego che fr:ccro i Fra11<·..::! ck- i loro carri armat ì

729 -

C.\lt

.~hri r:~uTi da t:01nh:Ht i mt11tu vcug0Ji0 i1npiegati dai Tedeschi il 24 aprile nel set tore d i .-\m iens, de l tipo .Elfrieck, e nella va lle della "\ f ici t.C, durante !'offcn6irn che ebh· inizio il 21 Jllaggio ne llo scacchiere dello Chcmi.t1 de,s ùames. r<)n obbic tt in; :su·atcgico Parigi . La t:On troffr-nsi va fr;ìJ1ccsc non µott: ,n·, ·ale1si d t ll'a.zion4 dr- i carri • che nel ~iu gno del l 9 1(), 1 .' a,·auzata te desca. :1..n~ndo cost ret to lù, cl ,11 principio a sgomhcrarc precipitosamente un cent ro d i r;1cco lt ~1 e d i_ organizzazione dei carri, sr.on.volsc- k pussiUil itti. dei Fr;1ncr.5i e li cosLrinsc a ri11unc i:1rc in questo primo I(•1upo all'uso di uu'ann a alla quale. av(",·ano dediG;.tc.: k· n1iglior i cu i\:, ).'l"a uel g;ugno il n1.:u·cs,: i~1.[lo Foch, ;,d lo ~cnpo <li arginare l'ir[uz.ionc 1nlnacc ios.a dei Terlesrl1i. assegnò a lla divisione n~:-i r0c-chin a, cnmaJH la ta dal gut. .:.langin, 6 ;~zioni di

carri ci'assallo kg:~er-i.

·°"c-11111lc-nù stavolta i carri <l'as..-

:-,alt.o pOh.:rO w> fare ~ran<ll nJst~ anche per il fatto che: h; truppe n11roc.ch inl' non e raou ad<lcstra L~ a combatl crc i n coopc razlont: cm~ e:-,si . I ,11 1 g iugno invece, a n-

Lora ag1i ord ini dd pc11 . ..,\ ·l angin 160 carri t:oadiuva1nno le r iserve contro-attaccan t i Hcila regione di Com1

piègnc ed ottr·nncro vera me11te un successo g randl' 1 111a l-

g ra.do le perdih che· dn\ e ttc1·0 s ubirc 1 e t hc.: amnwntarnno al -11 per 100. ,\ ltro note,·ole .successo ebbero i carri armati il -+ luglio, intpieg:tli dal co rpo ,l'anna ta. r~n:::.na liano e da unitit americane coulro lt: po.siàoni di lla1rn,l e di Vaire, occup,Hè da.gli Austriaci. D a al lo ra ~11 poi l'impie ~To dei ca.,Ti si e ffettua in tuife le a.zioni degli (l llc~.t i e cnn 1nassc .sen1prt-. pili nu rncrost.:. Ric..:ord iarno solt anto che il 18 lug lio 191& i Francesi sierra rono ttna ofknsiv:t contro le posi~ion i tedesche tra Soissnns e Cl :ateau Th ierry , i1nµiega ndo una n1assa. di circa .~00 c.t.rri ai·1nat i. Tn questa ballag_lia venne ro a ltresi imp iegat i carr i spccia lmcnk addctl i a l t rasporto d i trupp1...:. E~si ava11zavano a l lr~Lvcrso Ie li ner tcdr-schf• , dcpoIH:~vano: a. tergo di queste\ tru ppe cou 1uitrag:li~trici in det~rminat i pun t i ada t ti per I;, costitu7. ionc di c<:ntri di rcsistonta e poi torna vano a pre ndernf' a ltre. 11 g io rno

nclh battag lia chè s i sviJup1,ò dal 22 ottobr e 1917 e c h e costituì la :i' ofiensiYa rlclk Fiand,·c. Sicchè per Francesi ed Tn glc~i il bihucio del 1917, quanto :ii carri a rmati, si c hiuse con i più modest i r isult al i complessivi. I 1'cdeschi in q uesCanno non irnpieg:uonç, carr i armati. Il 19 l8 p,·cscnta. per i carl'i annali alcune u oYit,, . l 'Tedeschi , olrn~ a n1et.terr. 111 cfficie11za i carri ca,tturati agli Inglesi c:d a ì Frances i. ne costruiscono d i tipo proprio e pr ecisamente cl i tre t ipi pesanti e d i un tipo leggero. Cli Inglesi dal tipo 2V[ark V passano ad a ltri tipi meglio perfez ionat i e ancora pilt pesami : per esempio: il :Mark IX ca.pace di t rasportare 4 mitraglia tr ici e 50 uomini 1 al lo scopo di avvicin~re- arm i e \Jomini a lle posizioni nemiche ccl anche d i portarli dentro le posizioni ste-,se. A n1on,e11to opportu no !e a.r1ni e gli Ll0111i.Hi dovevano uscire d a l c;auo e comba ttere stando fuori di questo . Jno lt,·c gli l ugleRi provvedono alla cotr~zione di tipi medi di carri : .\,Jc<lium Wippct R _ e r,,fod itnn C. I Francesi aumenta.no la co1·azzatu ra. <lei loro carri S. Chamond e creano un t ipo d i carro leggero, il R ena ult. I carri arm-tti trovano impiego i n tutta la numcrnsa serie di battaglie cbc si combattono sul fronte france~c nel 1918 e f.iHO a lla Jinc della gucrn:t.

S. agosto. <( g iorno di llltlu })t r l'annata ted~s.ca nella stor ia di questa ~ucrra H ( così d ice T.udcndor:'f Hcllc sue n 1ei1101'1c) . gli .\ llcati !ct.:ero concorrf're 60,-.:. cirri ncll'oficnsiva di .P icarc1ia t..: p rec isamente cou Lro il tratto della ircmtc l<:<.ksca fra l':\inc rc e l'Oisc. l k i 60S c.:a rri, ~18(J \'én nero nw::.;si f tto1·i sC: rYiz i o. J\la il 111aresciallo ing lc.s(.: \Vii.son pol~- dire )wila sua rda zione che p,·r effetto del l. imr,iego de i carri

fu

po~sihilr• rispar-

mi~, rç 600 rnil:i tonncll;ik cl i nn,niz iou i. .Il 20 agosto ndb nu<wa o ffcn:si :a ù l ~:lang in ;1, nord-ovest di Suis1

sons ven:H~ro in1piq~at i 1 e con. oui111i risulta.LÌ. dai Fran -

cesi -180 carri. D i essi 2 15 furono ,n essi fuor i rn 111batttiw;nto da i 'l'cdcschi .

Sa.rà utile V<:!derc ora. c 01 11L' fossero orga nizza.ti

t ca r-

ri arnrn,ti duran te la guerra. Gli Tngk-;:;i assegnarono dapprinHL i ca rri al corpo n 1itraglìeri . ~ e ! 191 ì in\"cCc fu cost itu ito il cor po delle t.anks : 9 battaglioni su tre cornpagnic, r.iascuua delle ctuali con 24 n~acchine. Si ebbero successivamcnt.<· hrigatc d i ta nks. "1 el l'ott<)bre :1 918 gli Ingles i rl isponenno d i 6 brigate con un tot.aJe cli 18 battagJi0ni. Presso i Francesi l'or g:a11 i7,zaz.ioue dei « cha rs dc combat ) i , subi più fre(Juemi mod ific he _ .\i p1·imi del 1918 i l·rancesi avevaHo ➔ gruppi di carri Sclmeider su ~ divis . ciascuno ( I divis. - .ì ba t terie: I batteria - 4 ca rri) e 4 grnpp; S. Chamond su u·c divis. .-\ll 'cpocri dell'offensiva. tedesca del 19 18 i carri lq;geri non <~rano ancora stati organ iz.zi'tti. Nell\n1tu111H.1 dr-Ilo


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730 -

C.-\R

Carri armatt ing-le"Si stesso anno 1nvecc essi era no stati riuniti in 2 I battaglioni, ciascuno su tre co111pl gnie (1 com. - 3 p lotoni, I plotone - 5 cani). D ei cinque ca rri d i ogni plotone 3 er ano armati con cannoni e 2 con 111i traglia.Lrìf.'.i . Ogn:

fra le ::iilral',lia.trici potendò pure stare in p iedi per c sserva.i-e ,tttraverso le feritoie p raticate sotto la cupola clcl la. torretta.. Le p roprietà tattiche dei Carri Anm.ti sono.

compagn ia. disponeya inoltre d i un carro specia le run appa.1·ccchìo radiotclcgrnlìcu. I battaglioni furono poi raggru1Jp~1ti :t 3 :1 3, cost :tucndo così dei rcg~•. iment i. ~ Te [ novembre del 1918 i Francesi avevano nc,ve reggiu1ent i com k1tten ti) un rcggirncnto ck_µositu e: lln batta~lionc di is(ru;,iouc. In Genna.n ia, a lla fine del 1918 ·wn vi erano che una q uicidicina di S(;zioni, ciascuna con ,:; cnrri. I, l t:ù ia - il ; ui t~rrcno di presumibili opna.?. ioni non • i p resta molto - no,1 im piegò durante la. guerra carri a rmati. ccl ora. µur nella fase di .energica r icostitu1,ione e rior,saninazionc ,lei proprio apparecchio militare. '."a con molta. prudenza ne i rigua rdi della n uova arma. L'ordinamento entra lo in vigore in Ita lia nel 1926 considera. tlll « Ceutr'J d i form,i.zione carri arniati " . Noi abbiamo u n carrn leggero « F iat tipo 3000 », capace di 1nuoversi su terreni cli natura va.r iabilissima, quali s i possono p1·cscntare n~i campi dì battaglia , d iviso nell'interno in due scompartimen t i. separati da un 'cl ia.fra.mma. i:1 metallo, di cui qu ello anteriore è destina.lo a ricevere l'equipaggio a rmato ecl i mezzi d i comando della. ma rcia; nel p oste•• riore invece trovasi il gruppo motore di trasmissione protet to anche completamen te da.Ila blin datura.. Lo spessore e la qualità della çorana è ta le che resiste ai proiettj li perforanti dei fucili . L'ar: oumc11to è composto d i due mitraglia tr ici colloFregio in rnetallo ca.te in una torrett,1 girevole su per elmett i (Carri Armati) si: stt~ssa. l,c: mitragliatrici pos.. sono inoltre essere mosse nei due sensi, verticale e orizzontale, ind ipendentemen te dalla torretta. L 'equipaggio è composto d i uno chauffeur e di un mitragliere. Il p rimo è seduto da.vanti in basso,. e tiene a portata di ma.no tutti gli organi d i comarnio, potendo esplorare la via. altra.verso le feritoie pratica le nella blinda.tura.. Il secondo è seduto in un passaggio trasversale per p oter adoperare l'arma e osservar e il terreno per mezzo di un cannocchiale che trovasi situato

a) Possibilità di rompere e superare difese passive ( ret icolati, para.petti, abbattute, ecc.), di scavalca.re trince e e cam lllinamen ti e perciò portare le armi delle qua li sc,no dotali al di 1:, delle difose e delle trincee medesime. b) Possib ilità d i percorrere la zona dcll'a.tta.cco dim inuendo g li effetti delle schegge delle granate, delle pallette degli shrapnels e dei proiettili delle a.nni della fanteria nemica ~ulle armi che essi trasportano e sul personale :i.I loro ,;,.er vizio. e) Facilità del rifornimento delle munizioni pcrchè sul ca rro stesso può esserne t rasportata ui,a notevole dotazione. Al cli fuor i di quanto si è det to, la dottrina militare non ha ancor:. ( 1927) definito i concetti della tatt ica clei carri armati. C'è ch i s i aspetta moltissimo dalla nuova arma e la vede sostituirsi a.Jle altre operando una Carrolrn llsta rivoluzione nel ca.m• po dell'arte bellica. C'è chi considera il carro armato come arma. già superata e verso di essa professa il più grande scetticismo. Certo, vinta la sorpresa, non è difficile alle stesse fanterie avere ragione dei carri armati che possono apparire un po' come gli elefanti d i P irro. L'artiglieria poi lia. ll.lla effica cia suprema contro il carro armato che opp one al tiro un bersaglio notevole ed una cora.z za.tura sempre ins'¾fficiente.

Carro d'aswlto anfibio. Nuovo carro d 'assalto entrato in uso negli Stati Uniti (1927) ideato da Walter Clrristie: lw1go m. 4.86, largo 1.82, pesante 6 tonn.; è ar·· mato coi,. 1 cannone da 75 mm., contiene 10 u ., ha la velocità d i 19 km. all'ora per terra e di_ 12 in acqua. Car-ro osservatorio. h L parte dei treni a rmati. E' W1 carro ferrovia.rio munito cli una. scala con un piccolo tcrrazzi110, che p ossono esse re a lzati a l cl isopra. clel te tto. Sul terrazzi no si sistema. l'osservatore degli scarti. Il carro osser vatorio. molto spesso, è una cosa sola col cano che serve a lla d irezione clcl tiro, nel quale sono sistemati il comandante del treno a.rma to, il telemetro e gli strumenti per la previsione del tiro . Questo carro è


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CAR

73i -

,i:·.

collegatn con i carri pezzo e carn 1nunizioni lllC<l ianh.:

porrnvoc,· e tc le1nc1ri. \'iene prepara to fin dal tempo d i pa,t e ronserntto con gli altri vagoni del treno, nelle sedi di mubi lita,cione.

gr~indr: c:uro t1 quattro ruote, vr.rn1iglio, con due a11i:enne pure vermiglie! in cui s tav.1110 il gonfalone del Con rnnc <.: l';\rmn. del capitan'J. Era t rainato <la due buoi

CoJJerl i da gualdrappa pure verm iglia . A guardia del C. ;tavanc i conti e cava lier i d i S. Giovanni; into:no il JJOJJolo. Sul C. stava pur.;:, in ci:11a ad una delle anl l'Jrnc. un:-i grande carnpana cb ia.rnata la << );fartinelb H,

Carrobal ista. O icevasi nell'esercito romano un:1 balestr;i rnontata sopra un carro e trainata da cavi1 1li e da. rnu!i. T.. . 1 incisjonc ne ripro<lucf' una tra tta <lal11L lOlonn,l d'Amon iuo . ·Carroccio. Grande carro m ili tare a q1, attro ruote, t rainato da buoi. portante la band iera o goufa lonc. insegn<L delle cittiL e dei popult italiani durante il com1:,atlimenlo, nt·i secoli X I a XIV. Ne viene a t tribuila l'adozione a ll'arcivescovo dì :'.11:ilano ,\ribcr to, il q1mle innalzò sopra un grG nde carro le proprie in~egne, coprendolo di drappi, e con !'immagine di Cristo, affmchè le mii i,cie cornunal i ne traessero conforto in battaglia e vi trovassero i l proprio baluardo nel momento supremo della lotta. Quasi tu t te J.c città ne imita.rono l'esemp io e cost ruirono C. di varie forme e d irnension i; tra essi ricorderemo il C. di Firenze, costitu ito da un

<

ti 1:arrocrlo in ussclto cl l guerra

colla qua le s1 dava all'e~crcito il segno dell'avanzata o de lla ritira l:L ; e v i stava scnlprt! un cappellano che s01n1ninisu·ay~L ~ sacra1ncnti ai fe1·iti. Prirna di iniziare la battaglia vi s, celebrava la messa. Il C. era considerato da i Comun i ilaliani come il palladio della loro indi1,cndenu, e non v·'era ignominia. maggiore che lasciarlo 111 preda ai nemici. l\'ei riguardi della tecnica militare del comhattimento, le mi liz ie comunali ebbero dal C . un valido appoggio contro k numerose squadre di cavalie ri coperti cr arm i. che t:ranu ottimamente e~crc itati


nell'a t taçco de lle fanterie debolmente armate. e non te1rntc in freno da una rigida discip li na delle ordinanze li C. costituì una specie di 1·idolta monile. che determinò Jc milizie a stri ngers i compatte su d i esso. a res istere .,ena.ccine11tc all' urto dei cava li i. a.d avanzare od a re-

CAR

geva con ·"ingoiare [)t ri~ia e mirabile ardin1ento. Riconosciuti µersona ln1en te i varch i nel retico la to nemico, alb testa del proprio l)attaglione, fra l' infur iare del violen to Juoco avve rsa rio. s i slancia,·a per hen cinque \·otre all';1ssalto, fu lg ido esempio d i rn lorc e <li sublime sr,rc?.ZO del per icolo. fmcl1/, ve~ne colpi to a morte, chiudendo glorio-

trocede re. compal te, scon-

SJ.ruente una Yita t utta con~arrata il.l\;.1 Patri~t })

ccrtand o o frustrando l'azione ind ividua.le dei ca.va licr·i. lJ C . ne l XH se:olo fu p ure introdotto nelle abi tud ini gueucscb~ <le1-

ì\larco cl i G o rizia 1-1-1.'i rn,1,:.gio I 9 li).

Ja Francia, sotto il

r H11n :--

cli << Bandiera. Reale ,, . 111., ebbe corta durata. Catruccio_ 24~l Legimir~

:\f. V. S. \:. Fu cost it uit a il l " febbra i0 19.?.l. Sede del Coma 11do <li Leg ione ,'. _\ l ila.no. I .a. cornpr,ngono i seguenti repa r ti · --1 Coorti.

I I 1,11Ja1·0 <IPli a

732 -

una centuri a un i,·c-rs itar ia

(Sa n

Carrodiavolo (o C'orn,,w,tto). C0.,i era chiarnat1J "in passato il c :1rro , ·hc cc~t cvstr uito r-sprt'~~~)1ut:ntt: pt:r il .so lo t rasporto d i grosse artiglier ie.

Carron du Vii lars (Carlo). G enerale mc~sicano, n . a Annecy. m . a R io de j ,w,• i ro ( I i 99-lS6fJ). Lrnreatosi in medicina. a T o,·ino, dopo a,·er bCrcilalo la profcs~ione andò nel lvlessico ove <lin::nnc is1~e ttor(' gene ra le de l corpo d i ch iruq:;ia m ili tar~. Carronata (p carro11ada) . Così era chi:una.to u n J;ctzo d'a.rtiglicria 1.1sato sok, i11 1nari n:1 . Era un obice ~~nza g io ia e senz:i 1nanigli~ ed orecc hiun i: invc-c.c di

qu~sti ultim i. al <lisollo ck l suo centro. a,·cva un dop-

una centur ia ,:;port i va. tut-

t~ con sede in ::Vlila no . .-\d ,,ss;i , . .iflida.ta uua ~cz ion,· di autoblinda te del la 2" 7.ona . .-\d essa appari i,·ne pu,·e fa iJanùa mu sicak (( Ca rrocc io >J .

.\ t11 nl)linda 1<· (lt'lla J.C"g-iOllù

« Ca1•ror•('IO »

Carroccio .·.l t,·.Hanrlro. )leda~! ia. d'oro. n. a ·l'o rino nel 11:'86, cadu to sul S,111 :tifa reo nel 1917. Ya.loroso ufficiale in servizio a.lt ivo, gfa nclfl1 guc-i-r:t ila lo•cLust r iaca aveva dato r ipe tu te p rove di ard imento e di s prczt.o de l pericolo. Rlmrh1g:n;:indosi ben tre nH;daglie al ,·a lorc· t ' b pru1nozion~ al gr~~do d i maggiore per n1erit() di .~ucrra Durarltc l'offens iva <lei maggio l91ì alla lesta d i u n battaglione del 20 6° rcggirnento fa 11teria, { briga la

L a.mbro) cornµ iva p,·od igi di valon:. tìnc:hl' la$Clav·r g loriosan1cntc la.

YitJ

sul

campo. L a medaglia d'on; fu concessa :dia. memo ria del v~doroso m::tggiurc • cr>:J questa rnotivazionP:

«,Splendida ngura cli so lda to e d i conùot tiero. con incrollabile attiv itù prepa r3.va Fazione che era. d i\'Cn1ata il s uo sogno pi0 ça,ro e che più rn rdi dir i-

pio anf' llo \'C·nka lc. in cui sj iulìlava un c~n· icch io cÌl1.: lo f1,:r 1na,·a al !'affu.str,. E r:1 ::1rma lcg:gcrtl f • coi? f H.ifa. (':·1r ica di polv<·rc. di cliscret:i precision e di tiro a p iccok clis ta nze. V,, n 'e r~no di d ive rsi calibri. eia 36. eia 2 1. d :t 18. ,Ja l2 . li nome proven i,-~ loro dalla fonderia (';,,._ 1 0 11. ing lese: e h(' le c-ostnll per la pritna Y o lta ud 1 i7 I. Cessarono di essere usa te 1wl principio dc- I scc. X IX.

Carrone di S, Tommaso e di Buttigliera {,·,wte (; ;"u,sf' J>j)t) . Segre rario di S t:.1(0 e d i gUi•rra, )1. ~ morto a T o r·inc, ( J 6i0- I i48). Re,sse la rar ira .s0pr~ d~t t:r cia l 169i al 169'1.

Carrosel lo. F'csl a mili tare molto in LI.SO nel a,edio evo, durante il predom in io della Cavalleria. Cnnsbtc·v:, in ~sen: i7.i d-i ab ili tù. Reparti di ca\'~1lic-ri co~tituintnn differe nti Jigurc, fonnant i u11a sptcie di passi t..·r.l a.doni <t

cav;i llo. sin1ili alle figu re d i

Ull

b~t fln, ron 1uaneg~i•t

d 'itrrlli con tro <1nc lli, teste e· busti . .li C. a,·e'::t lo ., rnpo 11011 solo cli diveni re- g li spettato ri i llust ri eh(' v i ~:;sis tt:vano, rna anche di escrci t:·HC~ i cava lie ri a.Ila pcriczim1·..: uel guicl:ir<· il cav~tllo 111ancgg ia11<lo con dc-s.tn.: zzu.. forta Pd ab iliti le ;u-mi. Cadmo o ra in disuso, fu n1nlto cc-lc1, ra lo s ollo le vecchie ;11onarch i1..: che ne facevano uno 1

spettacolo r,a rticob rc

prin.c ipcsco~ in lc rt:ala to

da cor-;:.:.

di ca.rr i. di cava lli. e g iostre . Vu in o nore specie presso

i Goti, i :\for i, gl i l t.a lian i e i Franc.csi. Il C. an"·,,


-

UAR

,cmpn un soggcllo rlctern,inato. :'(eJ secolo XVll il C. l u in gran voga in ltalia, dove a Fi1·cn1.c rappresentò P'-rsino la sp~di7. ione degli ·\rgonauti. I Duch i di Sa,oi:1 si distinsero panicolal'mcntc per l'interessamento :1 t.d ~tener~ rii ~pcllacolo militare. In Francia anche dur111tc il ~condo inltJtro fu l('l\uto ù1 J.t~·~u1 p regio.

f

Carrosio. ('omunc d'or igine antid1issimJ.. in 1n·o~ , incia cli \IP,,anrlria, :,,ull., rotabile che dal Colle della l,on·hcu., polla ad .\k,;s.11,dria.. :'(el 1625 Cado Emanu,·1<' l , i ,ronlìssc un forte c;;ercilo di Genovesi, .1,lilanesi . Panu i~iani e :llndvncsi, capi l,utali da Tommaso Car:i.cc ioin. e T.udo,· iw <.:ua,;co_ S tavano questi trinccr.tti per oppor,i alravan,.ata del Duca. Goffredo Bcnso da Chieri att'tCC' ·, per primo i coufe<lcrati. e dopo due ore di accanito combattimento, li respinse. ~1a rinJorzati da grossi reparti di cavalieri e. fanti, ritorn arono t 1I1attacco. Srnonchè l Ph:u1ontcsi cuntratt:i.rcarono sbu• ragliando le schi(·re nemiclw. :'\el maggio dd I 79~ i rl'pubblicani <li C .. protetti t!d

733 -

G.11<

aiz7.ati dal g<:n. l\ntnc. si ri,olwrono contro il governo ciel Pif'n1n ntc. si impai lronirono dt·I paese; si impegnò allora fra questi .-ibclli ,,d i1 re di Sardegna una vcrn guerriglia. I rcpul,hlicani di C.. rafforzati anche da circa duentil:• francesi. · <.hti Gcn0\4:Si, 1no~ro verso Pozzuolo. ,, la soprc,a:ro, fac~ndod -400 prigionieri che vi erano di p residio. l i 1,c ~ped i una colonn:i. agli ordini di Policarpo Cachcrano d'Os:isco, che, occupate i.~ a lture domin:rnti co~trin.se i rilx·lli alla ritirata, battendoli a Rocca Grimalda cd alla Fraschetta. Intervenne il. Direttorio per metter tregua a lle osti lit:ì, m:t i rcpublilicnni di C. si volsero m1ov,uncntc contro Aic.'<Sillldria; però il governatore di r1uell;i. rillit tese loro un agguato fra Spinetta e ?llarcngo e li mise in fuga.

Carsana (Giuli<J). lng~gner<· mil. ctd si.·c. XVT nel mezzogiorno d'Italia. l .avorò alle fortificazioni d i varie piau,c e lasciò scritti di nautica militare.

1

t' r1/t'evo /ll,o/n17

Carso. Region.: montuosi. l'le,amesi oltre l'a.nticu fonfinc ori~ntaJe italia.not cd ora ,1uasi interan1en1c compresa nel nostro territorio 11aziu1talc. aspra " rormcntata d:t a ltcrnr vicissitudin i :i.ttraverso le vari<! cn' geologiche·, di strullur.~ varia e complessa. a forti rilie"i, a terrazzi e pianori. povera di ac4ue ,.· di wg<'lazin,w, battuta d,,i venti, cospa rsa <li rnv iti, (doline. foibe, va llonc) do\'11tc a<l erosioni (lei terreno calcareo. Orograficamcnte la l'arsia G iu li:t r isulta composta di tre

,l'1 Ma99,ore

JI ..-1;,,-0i'..-;,

--- ---.. c,:,dale

' f'la

dive rse

scnli·c cakn.rt•f·,

stc11 •

ckntisi ad arco tra l'lsonw ed il Carn:i.ro cd orientate da nord-est a su<l-est, ognuna cl!'lle quali si appoggia ad una sottostante r,on., ma rnosa od a renacca. L:t pri1na r 1,iù dcrnta d i queste srnli·c si stende dalla zona goriziana a Fiumi' e comprende gli acrocori della llainsizza, drlla Selva (li Ternova del Carso ldriota. e i-;li altipiani d i Postumia, d i Piuca t del Carso T.iburnico. 11 secondo gradino di arco pii1 ristretto. si compon, del Carso di ~[onfalconc, dell'aJtipiano de lla Cars ia Giulia Jll'0priamcnte detta. del ria lto di S. Scr,·olo, del ripiano dell'Istria Bianca e del Carso Castuano. Il tcrZ<.. gradino, infine, è ripartito in quattro d is ti11tc zoné, che d igrnclan,: sull'Adriatico, e cioè il Carso di Ruie, di l'arcnw, cli .l:'ola e di Albona, i quali formano nel lon complesso la. cosiddetta,Istria. .Rossa. Fin dall'epoca. R omana il Carso fu considerato come uno scudo naturale dell'Italia; i Romani, anzi. distesero attraverso la regione Carsica l'ampia rete dei loro va.Ili, che da Aidussi11a, accostandosi alk nude giogaie dcli' Albio o Nevoso, scendev,mo a Fiume Dietro questi valli stavano i « Castra fortilitia », specie


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Hlcoverl per rillcalzl nel Carso (rn17}

di moderni campi trincerati, i più cospicui dei quali erano Plezzo, il Castrum Iuliense, alle falde del :Yionte Croce Carnico, ed Aquileia. Roma, però, per affennarc il suo dominio nella regione Carsica ed aprirsi le promettenti vie della Tialcania, dovette affrontare e vincere in lotte diuturne e sanguinose la. tenace resistenza delle genti indigene, e cioè dei Carsi Celt i e degli Istriani, annidati nei loro «Castellieri)), specie di r idotti circolari, <li terra e p ietrame. Degna cli menzione è specialmente la. battaglia dell'Hcrmada o di ]\fonte Q11ercdo (anno 178 a. C.ì nella quale il Console Aulio .Manlio Vulsone, appog~iato dal mare da una squadra di navi al comando di Caio Furio, inflisse una dura sconfitta agli Istriani, capitanati dal Re .f.pulo; questi, con poch i seguaci, riusci a stento a sfuggire ai vincitori ed a r ip iegare ne ll'Istria, p·er mantenervi desta la fiamma della resistenza e dell'indipendenza. I RonMni, d 'a ltra parte, assoHigl iat i cli forze, non poterono p roseguire nell'inseguimento del nemico, così che la guerra dovette tramutarsi. in una lolla Ji logoramento, vincolata a l durissimo terreno, finchè. sopravvenuto l'inverno, i Romani si ritirarono in Aquileia senza aver conseguito risultati d ecisivi. L'anno seguente:- però, R.orr1a rnise insieme un forte esercito, il quale, espugna le le successive d ifese che gli avversari avevan0 costruite sul ciglione di Iamiano, sulle a lture di P rosecco, sotto Capo<listria, a Tribano di Buie, ad oriente di Pal-cnzo, sotto Rovigno, a Dignano, penetrò alfuie, dopo drammatico assed io, in Nesario (l'odierna Gradisca), tra le cui murn ì difensori, a 11zichè cedere, si erano 1-utti uccisi, sull'e.,empio del loro re Epulo. Anche Mutila, (l'ocli~nto i\'lcdolino) , e Favcria (forse l'attuale .\fom0rano), estremi baluardi istr ian i, seguirow1 ben presto la sorte cli :\1'csario, cosicchè l'Istria, dopo dkc1 aru,i di lotta, passò sotto le a quile romane. Con ~quisiio senso topografico e militare, Roma a llom circoscrisse l'estrenn zona Carsica tra due fasce forti.ficate; una (Vallum exterio r) verso i Barbari, e

l'altra (Vallum interio r), rivolta verso la pianura friulana, tracciando così il vero « Jimes italicus ». P iù tardi, al tempo di :!'.-!arco Aurelio, furono mirabilmente af forzate le due grandi vie d'invasione della Ca..rsia Giulia, l'interna, tendente al Frigido ed all'Isonzo, e la litoranea, che apriva il varco a l Friuli. Tale corazza difensiva, tuttavia, non vale contro le invasioni barbariche; taluno per le vie montane, ta l'allro per la litoranea, Teodosio, Alarico, Attila., Teodor ico, avviluppano successivamente la zona caTsica e giungono all'Isonzo; sulle rive di questo fiume Teodor ico d isperde, nel 489, ie truppe di Odoacre, mentre si spengono gli ultimi ba,(]iori ciel grande impero ùi Roma. Soltanto quando Venezia riprese, a s;miglianza di Roma, la marcia verso l'Oriente, la •Carsia Giulia ritQrnÒ al suo compito fatale di Vallo italico e di arena della lotta ~empiterna tra civiltà e barbarie. Poche, però, e di scarsa ei.i:ìcicnza furono le difese costruite dai v~ne?.iani lungo la destra dell'Isonzo, a Plezzo, a Tolmino, a :Mainizza, a Gradisca, cosi che nel 4ì7 i Musulmani poterono faci Imente averne ragione e dilagare sin nel cuore dd Friuli. N uove e più terribili scofferic turchesche si ebbero uel 1482 e nel 1494. N è va lse a Venezia l'aver costru ito il Castello di Goribia e levate alcune bastite su Sa.n :Michele del Carso e sotto Fogliano, chè nel 1499 i Turchi schiantavano di nuovo qHc i ba luardi avanzati, mettevano ancora a ferro e fuoco il Friuli s ino alle rive del 1agliamento e facevan0 orrenda strage di prigionieri. D~cise fi.nalm-~nle V<'nezia1 agli· esordi delh gigantesca lotta tra essa e l'Irnpero, di r icostituire l'amica linea di difesa sc<:lt.i dal genio di Roma, e r iu nito nel 1.508 un agile e scelto corpo cli truppe agli ordini d i Bartolomeo d'Alviano, ca.pilano della Serenissima., batti: prnna con esso gli Imperiali nella classica ba tt:igli» di valle di Cadore. L i beratosi quindi dalla minaccia, che da i monti premeva sulla pianura Trevigi,um, !'Alviano si volse verso l'Isonzo ; espu-


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TI'lncca tn una <loltna Carsica ( 191 ì ) gnato il castello <li Connom, passò il 17 aprile l'Isonzo, iavestì norizia e con un violento bombardamrnto la costrinse alla resa, l >rocedette q11incli rapidamente verso Postumia e l.ubiana, sharagliando le m il izie di Massim iliano d'Austria, Jnc·ntre ~u~ n1arc venivano espugnate T rieste e Fiume. 11 leone d i S. llfarco rinnovava cosi Jc gesta de ]l'aquila romana, :'.\.1:a fu breve t r ionfo, chi, le armi coalizzatesi a Cambrai contro la R cpuhblica Veneta fecero sì che la mareggiata straniera 5i abbattesse ancora una vo!ta, dh:,truggitric<:\ sul Friuli. Quattro anni duri, tenace la guerra; alfi nc Venezia, esausta, dovette ri,rnr,ciare alle due r ive <lell'lsm11.o, a P lezzo, a Tolrnino, a Gori zh, a Gradisca, •'d accettare un'assurda frontiera, attra,·erso la pianura f r iu laua, fron tiera che pesò

d uramen te e hmgamc,ue su i destini della Patl'ia; fino, ~ìoè, a qud negoziati di Conn ons, nell'agosto <lei 1866, con i quali -.'.:J venne assegnato il confìnc, che solo l'ultima grande glterra doveva infrangere. Prin1a, pcròt di

r ipiegare del tu'.to quella bandiera d 'italianità, della quale fu audace vessillifera per secoli, Venezia volle ancora tcntare u1'!'ulOJnn. ~iscossa, per rioccupare il contado di Gorizia e c1cciare l'Austria dall'Italia. Furono queste le cosiddette guerre Grad iscane, prot rattesi per circa duto atcni (1615- l 61 7) cd a lle qua li parteciparono uomini chiari nelle armi, qu,1li Giovann i De :Medici. ~om• peo Giustiniani e Virgènio C'rsini dalla parte <lei Ve neti, ed Alberto Wallcnstein, E ugenio Duval cd Ernesto ~•h ntecuccoli da quella degli Imperiali, ma ancora

,\ quota Y2 cluran Lc l'offensiva etc! mag-gio 1917 s ul Carso


-736 una vultu. il sogno d i \'en::-.zia dovette ri piegare sconfitto

sugli spalti della g iova11e foricua d i Palmanova. IJoveva venire :\·apolcont.~ . centoset tanta anni dopo> a ripiantare oltre il varc<tlo lsunzo i segni del con fine itaJico; ricordcren10 qui fo rna.gni fica. n laHOVr'1 ~ co n la qua.•

le egli. vista la d ivisione J:lernadottc ferma da.vai.ti a Gra.d isca cd al S . lVfichde, fortemen te presidiato d agli Imperia.li, scendeva. mpida mentc colla divis ione Sérurier l'Tsonw lino a. S. P ietro, passava il fiume ·a guado, sorp rende,·a al le spali,, i Cr oati a guardia cieli';\ ltipiano e per cresta porgc \'a la ma no a fk rnadotte. occupando così Grn disca. e Goriziil.. Torna tu I'•\ 11str ia nd \ ·encto, la si.tibonda Ca rnia per

air:uni det:f'nn i non imhCv\·t'. di sa11g u e le sue ad<le .iolle;

C,1R

stnvia", ,pi11;,;cndosi sino a lle falde dell'Hermada. L 'offcnsi, a austro-tedesca de l novembre 1917 c i costrinse ad ~hh:1 1;.<.lon are que lle posizioni che tanti sforzi sa.n• f''...liJ1osi ci er,1no c.ostate1 Jna. un anno dopo le nostre

h~ndicr<· ri tornavano vit toriose su l Carso, ridiventato per sempre italiano. ( P er i particolari delle singole :izioni svoltesi sul Carso. du r ante la guena 1915-18. vedi la voce I <n·Hzo).

Can,,. 59" Le~ i,,nc l\1. V. S. :-:. costi1ui ta a Tricsk ne; 1923. E a u·c Co orti : I, Aidussi.na; IL Au r isina; HL S,·sana. Ca-,:.,·o. C :'! nn()qicra. varalà a Venezia ne l 1917, lw1ga m . 36. h rga m. 9,50, dislocamento ton11 . 360, armamento 2 can noni da 190.

Carsoli. Comu ne in prov_ d i Aqu ila sulla gra ,1de rotabili! Roma- Snhnona pr,~sso il Turano. T ito Livio la ricorda come c ittil degli Equicoli (Carscol i). ·Nel 301 a. C. f u occupata d ai .'\•I ani; sconfitti poi dai Romani, vi fu stabilita una colonia con 4000 u. Pare fosse munita d i for:czza tino d a q uei tempi (209 a. C.) giacchi: il Sena to vi relegò un figlio del re delta Tracia. Durante la guerra sociale fu posta a lerro e fuoco dagli a lleati i la.lici. Risorse però sotto .·\t,gusto. Carlo lI ne riedificò il Castello su col S. :\ngelu, fortifica to poi d agli Orsin i ( distrutto dai Saraceni.

Tiro eo1111·0 t1•inPcc ailstriaclle sul Carso (4 917)

ma il 24 mag~'. io 19 l5 le ls uppe i taliane, varcato rapidamente il confine, .;:aggiungev2r:o l'Isonzo e pochi g iorni dopo impegnavano la dura lotta per scalare i l bastione Carsico. che sbarra.v,t la vio. di Trieste. Con le prime qu.;,ttro balta~lie dell'Isonzo ( luglio-ot tobre 1915) s i r iuscì infatti ad infra ngere le prime maglie del sistema difensivo nem ico dal S . :M ichele ,1 Mon fa lcone, guadap ,a11<.lo il cigli,) tattico del!' i\ltipiano di Dober dò ; nel 1916, con la ba ttaglia di Gorizia (6-17 agosto) ·si costrinse i I nemico :L ritirarsi oltre il cosiddetto Vallone, profonda depressione cbe in senso nord-sud taglia il Carso Monfa.lconese, da lle sponde del Frigido a.I lago di Dobcrdò, e con la successiva offensiva dell'au tu nno ( 14 scttcmhrc - 4 novembre) anche la prima linea d ifensiva. i,emica ad oriente del Vallone fu da noi espugnata ; nel E, li, in.fine, con le due offensive del mr,ggio e dell'agosto, nuovi vantaggi le nost re trup pe conseguirono nell'aspro settore di Castagnevizza. Selo e Bre-

Conibattù•1cuto di Carsoli \20 febbraio 1861). Appar· tiene alla lolla cont ro i l briganraggfo. ] I 13 febbraio 1861. unil banda di briganLi assaltò il paese di Collalto nel Carsolru10 e lo m ise a fer ro e fuoco µc.r ben cinque giorni. Il colonnello ~fas i, r:on due com pa.gnic elc i Cacciatori del T evere, e s eguito da altre due, !llOsse in socrurso de l paese. ll so ttopre.fetto cli "Riet i vi avviò pu re due compagnie de lla g1Jarclia 11az ionaie1 ed una di finanzieri corna.nda.la da l tcn. Cricca.. I br·iganli allont si ritii-a rono, ma, avvertiti che poca trupp a (finanzieri) era rimasta. a guardi,t d i C. dc v'erano stat i portati molti favoreggiatori in arresto, sull'albeggiare del 20 febbraio assalirono i finanzieri '&JstJ·ingcn doli a I.asciare I ibere le carceri ed a ritiTarsi ~Ourank la ritirata, i briganti, forti di pii: di 1000 u. cin:011darono , lìrn1.nzieri; il teuen te Cr icca ca.dde, con parecchi dei s uoi e i superstiti riuscirono a ritirars i lasciando però nelle mani dei nemici i l sottotenente Federici, e 19 finan?.icr i. Jl colonnello :.\fasi, inteso il fuoco, con due compagnie di cac ciatori e due di guard ia J1aziona le, accorse in direzione di C. assalendo vigorosa.m~nte i br iganti, i qua li vennero cacciat i oltre il con.fin e romano, dove furono di.sa.rmati dai Francesi.

Carta. V. Ca-r!ografi-a e Carte militari. Ca-rta - 111ameli P :efro. Generale, n. a Cagliari, mo rto a Ffrcnzc (1338- 1924) . Presr parte a lla. campagna del 1859 e a quella del 18ò6 e comandò, nei gradi d i tenente colonnello e colonnello. i distretti milita ri cli Rovigo e di Salerno; col locato in P . /\_ (1897) ragg iunse nel 1901 il grado di magg. fsen crale nella r iserva.

Ca-rta Nobile dei Baroni cli Sparacìto e cf.,:_ Gia-rrentini e dei Signori d-i 1."v11tsebbi G1tglielmo . Generale, nato a Ragu~a n el 1865. Sottot.. elci bersaglieri nel 1886, paitecipò alle campagne d ' Africa de l 1890-9 1 e 1895- 96. meri tandosi un:i. mccl. di bro117,o a ) fai-Maret (febbraio 1896). P r~se parte a lh 6 rnr.de guerra (1915-1918) ottenendo la c roce di cav. dell'O. :M. quale comandante del-

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CAR

la brigata J,rcscia. nei fatti d 'a rmi del luglio-novembre 1918 sul suolo fran.-~.sc. Comandò la brìgata. Arezzo negli anni 1921-22.

Cartacei (Filippo). Generale. n. a Firenze nel 1825. Prese parte :ille rampagne del 18~8 e del 1859 con le truppe tos~ane. ed en trato, da c apitano, nel R. Esercito (1860) si di~tinse n ella campagna dcll'll:ilia Meridionale ( lll61-J862) guadagnandosi una med. d'argento e una di bronzo . PaTtecipò alrresì a lle c:1.mpagne drl 1866 e del 1870 e tomandò. nei gradi di tcn. col. e colonnello, i distreui militari di ~fodena e di Torino ( 18&lì. Colloc:tto in P. A. ( 1883) raggiunse, nel 1894, il grado di magg. generale nella r iserva. Cartagena (ant. Cart/ingo Nm•1J). Città della Spagna in prov. dell:1. Murcia ~ul l\'1editerraneo a i piedi della Sierra di C. Porto milita,·e di primo ordine e piazza forte, sede d'uno dei comandi di dipartimento marittimo . E' in fondo nel una vasta baja access ibile alle più grandi navi da guérra, dom:nata da un castello, e fianch<'ggiata da alture egregiamente fortificate che n e rend ono ben difeso l'accesso. D iccsi fondata d a Asdrubale Barca. Ne l 210 a. C. Publio Cornelio Scipione, presa C .. ne fece la sua principale base per le operazioni contro i due piit poderosi eserciti cartag inesi. n ,l qucll'epor.a rimase la p iù importante piazza forte dei Romani in Spagna, sino a!J'cpoca delle im·asioni barbariche. Nel 425 fu attaccata e !'resa ria Vandali , che la tennero fino a quando vennero lx,ttuti chi Visigoti. Nel 711 fu nuov:unen!c teatro di gue:rra per le jnvasioni saracene, e

elfo eiMorros eia

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½ Km. 1

cadde in loro potere. 1'11 w11a agli arabi da San Ft·r<linando e non venne più clcli nitiva mente riconq tlistata dagli Ara~onesi che ria G iacumo 1. Non fu p iù tormentata da faui di guerra che nel ISSS, quando, per -oprra dcll':immiraglio Drake, fu sottoposta a saccheggio. Co involta nella guerra d ' lnd ipendcnza vi partecipò attivamente subendone i torbidi del JS43 e '-1-1. '-'el 1873 si solleyi• romro il governo tepubblicano e fu rel la da un cons ig lio rivoluziona rio. l\fa, dopo di a ,·er subito un assedio ed un bombardamento, dovclle capitolare. Durante questo periodo. il 26 novembre 1873, le navi it:1.liane « R0ma >> cd « Aulhion » s:il va rono uomini. donne e fanciulli dal bombardamento delle navi insorte, imharcandoli coraggiosamente sotto il fuoco.

I. .4.,.rn/to e pnsa di Cartageua ( 210 a. C.). Si riconnette ai fatti della seronda guerra punica e fu impn:so dal vclltiq11attrennc proconsole P. Cornelio Scipione, figlio dcl:'omo nimo thc a,cva combattuto per sette anni in Ispagna. coadiuvato dal legalo Caio Lelio, comand:111tc della notta (.lS navi). l'resiedcva a lla difesa della città , fa.,one, che disponeva di un presidio di IOùO uomini solamente, per ,ui armò prontamente i cittadh,i e l<'ntò una sortita, ina venne respiato clcntro le mura. Sci pione allora, che aveva 2.~.000 uomini e 2.500 carnlli. ordinò un assalto ~cneralc allo scopo di distrasn· dal porw le forv: dei difensori: nel tempo stesso in viò un corpo d i 500 so ld,Lt i a l lato occ identale, i <1t1a li, approfitta1,do della bassa marea che a,·c,·a messo all'asciullo una parte del porto, scalarono le mura, e p resero , difen sori alle sp:tlle. Yh.•4onc col presidio 1·ip :1.rò Hella rocc-a., 1na, vi~ta vana ogni rr-.sistcn1.a, si arrese. La c-ittà iu messa a c,acco ,. diede in preda :;oo catapulte, iS bali;,lt, immc:1so n •J mero cli armi. 2i6 coppe d'oro, JS.300 libbre d'a1gcnto, -l(l.000 moggia di gnno <' 2i0.000 di orw, otto nad da l>atlagli:i e 63 trasporti cogli acces~ori ocrnrrcni i ,Lei allesti re una flo tta. e 600 talent i g iacenti nella cassa d i guerra. I cittadini ottennero la liì,erti, e il possesso dei loro btni; gli opcr«i furono presi in scr vii io dcllr n1vi, con la p romessa della libc1·tà a guerra finita. se a\'~ssero ~crv ito con fedeltà. La preda più preziosa fu que!Ia dct:li ostaggi rkllc popola 1,ioni ~pagnuo lc i\'i custoùiti. clic Scipion(' r imandò liberi a l.. le case loro. dimostrando che Rom:i. era ,·enu1a a fa. gut:rra alla sola Cartagcna e non agli Spagnuoli, di cui \'Olcrn css.:rc protettrice e non tir:i.nna.

H. f;,;110.1,lie uavali di Ca:-labe1111. Il 3 sc11emhrc del 16~0 si portò dinanzi :1 C. l'ammiraglio francese dt lln•zè con ~O nétvi da ba tt aglia e 12 navi leggere, cont ro la flotta sp:ignuola di 20 grosse navi e 6 galere. Gli S;,a~nuoli toccarono una sconfilta perdendo otto navi e c,irca 3000 u . l Francesi, in seguito a t:1.le vi lloria, cbhuo pc1 molto 1cmpo il dominio del mare. li 4 settembre 16-13 i Francesi vi riportarono una nuova ,·ittoria su lla flotta Ispano-Xapolctana. Nel 1706, durante la guerra per la suc,~ssiunc di Spagna gli alleati angloolandesi attarC'arono C. con una flotta cd il 18 novembre 1 ì(l6 la debole guarnigione dovette ca pi tolare. ITL Ballaglie e asserti di Carlagc11a. Dal 20 agosto al 6 diccmh1,: !SI 3 C. ,·iene assediata dagli Spagnuoli comandati <bi gcn. 1,I.orillo e Moialesi, e I.i guarnigione franca è costrct ta dopo lunga cd eroica resistenza ad arrendersi. li 20 giugno ISiS vi si svolge \tna violrnta ba ttaglia rra la □otta amer icana., e quella Alger i,ta, che virae completamente scoufi•ta. And1c durnnte b. guerra del 1823, C., a,·cndo aderito ai costicu1.ionali, è obbligata a capitolare il 5 110,·embrc. Da l 187.l a l 18i5 subì uu lungo assedio d,,i Ccnlndisti. [I 10 o ttobre !Si3 vi si S\'Olse un co111llanilnento navale tra i Federalisti (ammiraglio Coutreras ron ., frega te cd I avviso, contro una squadra central ist,1 di 4 fregate (ammir. Loho) ed alci:ne piuol~ navi. Dopo un brc,·e conflitto i Fedcrali;;ti !,attuti si ritirarono in porto. Cartagcua . Città della Colombia, sul mare delle Antille all'entrata del ~olfo di Dar,cn. Ha un ottimo porto ira i pii, sirn ri e comodi d ell'America, ed è piazza marittima hcn fortificata anche ne l re trote rra. Costruita nd l:i.ì3, fu dapprima csctu,1rnmeme porto mercantile .\! 1.: l I~(,~ fu :1ss;i li1 a da na ,·i in g,le~i <' per l~l pri1n:L \'Oll a 47


CAR

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difrsa e fortificata. Nel 1586 C. subì un secondo attacco da parte di una squadra inglese agli ordini dell'ammi•·r,gl io Dr1ke i! quale vi sbarcò colle sue schiere, la prese d'assalto e vi s i trallc1me sei settimane, dopo le qurd i I~ rese contro un risc:1tto di 23.000 sterline. Tale impresa p'!rÒ costò alla squadra inglese molto sacrificio di uomini. J\nche durante la ;:;ucrra del 1688-97 la .Franc_ia ~pedi contro C. una squa.drn. agli ord ini <lell'amJ11 iraglio De Pointés, con 6 navi di linea, 5 fregate e 12 navi minori che dal 12 al 30 aprile 1697 attaccarono la piazza, ma in•crvennc una Jlotta 11nglo-olandese con 27 unità a:;-l i ord ini dcll':unmiraglio Ncville, e i Francesi, perduta una nave, dovettero ritirarsi. l'urc nel 1739, mentre erano in guerra Inghilterra e Spagna, C. fu teatro di scontri navali. Nel marzo 17-10 e poi nel 1741, venne attaccata da una flotta agli ord ini <lell'ammir. Vcrnon, però senza successo. I. Assedio e batlaglia di Cartage1La ( 13 marzo - 22 maggio 1741). Appartiene alle operazioni marittime della guer ra d i successione d'Austria. Odoa rdo Vcrnon. ammiraglio inglese, vc,me ad assed iare C. con la flotta più numerosa che fosse mai compa.rsa in quei mari (.l6 vascelli, )2 fregate, 2 galeotte da bombe, alcuni brulotti, e navi da. tras1,orto con 15.000 u. da sharco. La flotta si presentò d:wanti a C. il 13 marzo. li 20 marzo attaccò i forti vigorosamcmc, e li bombardò costringendoli a.Ila resa. Padrone delle accessorie difese di C. si ch:·essc nc lh piazza. Ma Don Sebastiano di Essaba, vicerè di Santa fi,, fece pagar loro cara la conquista, sia a mezzo di sortite, sia col bruciare i propri vascelli af1ìnchè non cades~ero in mano del nemico, sia con fieriss ima resistenza. Il Vernon dovette rimbarcare le sue truppe e riparare nella Giamaica; gli Inglesi perdellero 20 vascelli e 9000 u. in due mesi d'assedio, mentre gli Spagnuoli non ebbero che la perdita di 500 u. avendo scarsissime truppe /2000 u. circa).

II. Battag/;a navale di Cartagcna (28 agosto - 3 settembre 1702). Appartiene alla. guerra di secessione di Spagna. L'ammiraglio francese Ducassé, rnn una squa.clra di 4 unità di li nea, l frega ta, e 4 piccole navi, saputo che la lì otta inglese dell'ammiraglio Ilembow s i trova.va nei pressi di C. con 8 vascelli cd una corvctla. non esitò ad attaccarlo. Ed il 28 agosto iniziò il com1'attimento che durò cinque g iorn i. Tale azione incessante f.i letale per le navi inglesi. I l Bcmbow, ferito gravemente, dovett<.- batlerc in ritirata mentre Ducassé entrava trionfante in Cartag<.-na.

Cartagine. C it t:t dell'J\frica settent r ionale, fort ificata dell'antichità; di essa non rimangono p iù che poche roviuc. Era situata nel golfo detto di Tunisi e più prccisameme fra detto golfo cd il lago di Tunisi. Dalla parte del conti nen te (ovest), d :1 cu i, per tutto i l tempo e.be fu, ono padron i del mare, i Cartaginesi avevano solo a temere un allacco, la città era chiusa da una triplice cinta appoggiata verso sud al lago di Tunisi (El Bahira) ed estesa verso n ord quasi fino alle a ttua li lagune <lenominate Sebka (saline), che a llora formavano un golfo di mare aperto. Dal lago di Tunisi fino a un certo punto pare che la cinta tripla seguisse una catena di colline, formando salien ti e rientranti; poscia si stendeva probabilmente in linea retta verso le saline e, riducendosi poi ad un solo ,·ecinto, continuava secondo una spezzata verso il mare, formando il lato nord. 11 lato est, lungo i l mare, era costituito da un solo mu ro, di cui

738esi~tono tuttora dei rude, i, fino al ,a po Carta~mr. Sul lato sud la cinta sviluppa,·asi fra c1uel capo cd il lato ovest, con una breve intcrruz,one, lasciando tr:i css., ed il mare un largo spazio occupato da lla c i1tadclk1 (del • ta Birsa), posta su una ,litura pres,;o la città vecchia. Questo sµ:uio era Ss!parato con \tn 111uro <lalla lingua cli terra ove trovasi ora al forte Goletta (<letto anticamente Taenia). L a parte della città a nord del tratto meriJionale della cintd chiamavasi :'.\lcgara ccl era una spe-

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I.e anll1'11e fo rtl flcttzio n i lll C11l'liig l11c

cic di ""l,horgo. Lo sviluppo totale della cinta era di 15 km. Dove la cinta cm tripla, il recinto interno era costituito da una rnurngli;i alta m. 11,10, guarnita d i lorri a lte m. ,8,85, e contenente nella sua grossezza due ;1foni di locali, dei quali l'inferiore aveva scuderie per vOO eiefanti e magauini pci loro Joraggi e il superiore pot cv11 contener~ -1000 cavall i; fra tutti e due fol'llivru10 ino:tre r:covcrn 11 2400 uomini.. Il secondo recinto era t:n muro più debole senza torri, e il tcrw, quello esterno, con~iste, a di un seni pi ice par.1petto di terra c:on palizzata, preceduto da un fosso. Quattro porte principali erano aper te nella trip lice c inta. Il l)Qpolo cartagine~c fu da principio guerriero, ma fini poi per rammollirsi quando ebbe le ricchezze, e si valse di truppe mcrcc11:uic levando i suoi armati dai popoli tributari. La cavalleria era forn ita ci.ii Numidi; la fanteria dagli Iberi; i Baleari davano i frombolieri; i Cretesi gli arcieri; i Galli le fanterie lcggicrc. Cosi nor. spargevano sangue i propri cittadini, e s i stabiliva un'emulazione fra i popoli sogf(ctli n el servizio militare. r 1:artaginesi ebli<.ro arte militare pari a quella di Roma. \'iene loro attribuita l'im·cn,donc dell'ariete. Come armarrento i Cartaginesi ebbero elmo, corazza e cimiero in acciaio, scucio e lanr ia o giavellollo, e spada. I Cartagine~i fecero lar,;o uso de,;li elefanti in guerra. furono ollimi comb:111enti. ma diedero raro esempio di capacità logis tica durante le guerre puniche, specie nella seconda.


Dove però emersero ma ggiormente fu nella guerra navale, ma non rimangono precise noti.i.ic su lla loro orga11izzaz1011e mariaar:t e sulle forme dei loro navigli, a diversi ordini <li remi. Le Aoue cartaginesi raggiunsero il numero di 300 navi, bene aTm~tc e bene equipaggiate:. I.a città di C. venne fonda ta ,J.1i Fenic i verso la fine dd IX secolo a. C. e prosperò rapidamente, divenendo padrona del bacino centrale e occidentale del ::lfcditcrranco nel V secolo a. C. Entrat a in lotta con i Greci della Sicilia da una parte, e con gli Iberi dall'altra. potiavere il sonravventn cd estendere il suo dominio dalla Sicilia alla Sp~gna, occupai,do anche la s~rclcgna. ::'vfa entrata infine in lotta .:on Roma ne veniva dominata, sconfitta e ,listrutla (V. Pu11iche guerrr). Restaurata nel 122 a . C. da Ca.io Cracco, e ampliala da Cesare nel 44 e da Augusto n el 29, d ivenne una delle c ittà p ii, fiorenti dell'impero r omano, capitale della Pro\'incia d'A frica. I Vandali prendono C. nel 439, Relisario nel 533 ( l S scllembrc) dopo breve resistenza. M a nel 698 l'ondata aralxt la sommerge, e viene definitivamente d istrutta.

I. Ass,?di(' di CfJrlagi11e (149-146 a. C.). Appartiene alla tc,za guerra punica e fu posto d a i COHsoli L. Marcio Ccnsorino e Manio 1\fassilio ~ipote, con 80.000 fanti e 4000 cavalli. I Cartaginesi, cui era stato intimato, Ilopo le swntiuc decisive suhi:c, di uscire dalla c ittà, dc-

739 1101! riu,civ·1 a 1,attere l'esercito di Asdrubale. Moriva \J 1ssi Pissa, e sC10 fi,i;lio :;ulussa si a lleava coi Roma11i. per opera di :,cipione. Subentravano ai due consoli sopradclli, L. C:1lpur nio Pison-, e L. Ostilio Mancino; il primi) al comando dell'esercito, il sccon(lo a l comando ,Je tla J.!otta ..Ma nulla riuscivano essi a fare. Il vecchio .-\sòrubale faceva giustiziare il suo omonimo, nipote di \lassinissa, e assumeva il comando supl'rmo. Roma richiamava i d ue nuo"i conso li e affidava il supremo con1amk· a l'. Cornelio Scipione Emiliano, il quale sbarcò ne l 147 in >\frin. e condu~se vigorosamente le opera zinni tli guerra, costruenclo dalla partr. d i te, m, sull'istmo, un grosso muro ben presidi-ilo, e u,ia robusta rli::;a dalla parte dei mare. I Cartaginesi. che dis1,oncva110 di circa 50 triremi, alle~tit~ dura11.t<. l'assedio, tenta rono di rompere la. cerchia dell'assed io dalla parte del mare, ma la flotta roman:i li scon65St'.. Xcll'inverno del J.li Scipione sconli..,;sc l'esercito G1rtagi11cse esterno, di cui Asdrubale aveva la.sciato il comando ,li luogotcu~nte Diogene. Ct>Si ogni speranza ~ra tolta " C., e nella primavera del 146 i Romani, con grandi sforzi e grande su age, invadcv:mo la città. Chi s i arrese, fu salvo; chi rc<;istette, massacra to. Nella ci ttadel la, Asdrubale; con <'

un migliaio <li uP.1niui, t~ntò l'ulLin1a disperata xc.:;istenza~

ma dovette infine cedere e, resa la >,pada a Scipione, ne ebl,c salva la vita.

H. 1~atlfJg!ia di Carta6 i11e (2JS d. C.). 1':.ppartie11e al periodo dell'anarchia militare romana. di quel tempo. Sotto l'irnpcnuore C. Giul io Vero Massimo scoppiò nel!~ provincia d'Africa una sommossa provocata dal Jìscalismo spietato del procuratore imperiale di Cartagine I.a casa del procuratore fu assalita ed egli ucciso. I ribell i, temendo l' ira. di Massin1ino, gli contrapposero e proclamarono imperatore il proconsole d' Airica, l'ot1an1cnnc .:-.r. .\ntonio c:ordiano I, che chiamò a parte ddl'inipcro a;1chc il figlio. ~\fa ai Gordiani stava a fianco un nemico, Cappc' lliano, devoto a ::\'lassimino e governatore della Xumidia, i! quale, a capo ddle legione III Augusta, m~rciò contro i Gordiani. Costoro non disponevano che di poche m il izie e d i un co,,ti ngentc uumeroso si, 11\a inetto e male arniato, fornito da una leva in massa fatta a Cartagine. I legionari di Cappelliano, aiirontat:l la gente radunaticcia d i ~I. Antonio Gordia no figlio, la volsero subito in fuga verso Cartagine. Gordiano figlio perdette la battaglia e la vita; Gordhr•o p:i.drc alla nuova della disfatta pose subito 1cr1nin.c ai suoi glorni.

L'aSS(•(llo <li C11nag-i ne ( I 40-I 4u (L, C.) 1. Pono mrr,antile - 2. Porlo Jllilllarc - a. Diga <Il

Sr·lpionc - 4. campo <li Scipione - 5. Sbarramento (ICll' ls1mo <Il ~clplon<: - G. t • campo di Scipione - 7. Clnla forllflcata rii Carlag-ine

stinata ad essere distrutta., si l'ifiutarono, e affidarono il comando a un Asdrubale ripote di Massinissa, decidendo di resistere fino .tll'cstremo. Il vecchio Asdrnbalc ca111p<;ggiava con c irca 20 000 u. all'esterno. D e i consoli romani. Censorino prese il comando della flotta Uoccandc C. dalla pane del mare, con 50 pentere; Manilio prese <JUcllo d ell'eserc ito. Censorino atta.cr.ò la città da una l ingua di terra detta Taen ia (ora vi sorge il forte (;oktta) ma ,·enne rcsp,nto. Frauanto l\lanilio subivJ la stessa sorte n e' su0i as~a!Li dalla µarte cli terra

Il l. Halla1:lia 1;a~·ule pressa Cnrlagi11c ( 46S). Appartiene alla grande spediYionc 111q)arata d'accordo fra Leo11c. impern tore romano d'Oriente, e Procopio Antonio, imperatore romano <l'Occiden te, contro Genserico, re dei \'anelali in !\(rira, il quale infestava continuamente I<, coste del 1lcditerranco. L'armata, composta di 1000 m .vi con 100.000 u om ini di equipaggio, ebbe alla. testa 1,11 uomo vano e dappoco, llasilisco, il quale, arri\'ato con felice navigazione al capo Ermeo (ora capo RonJ hattè i Vandali per terra e per ma re, rna invece di correre su Cartagine accor dò una tregua a Gcnserico. Questi, armate le migliori sue navi, ordinò che pigliassero a rimorchio molti barconi carichi di maicric incendiarie. e aspettatolo con vento propizio, le avvcutò HOLtetcmpo sull'armata nemica. « Fattisi i \'a.ndali - scrive Procopio - dappresso ai vascelli romani, metton fuoco alle barche e spingon le contro cli quelli, che per essere mo!-


-740 to di num~ro soggiacquero a gravissimo danno; allor• chè poi si appiccarono ad essi le fiamme, tullo. fu disordine, grida· e sbigottimento, m irando ognuno a scampare dal terribile incendio; ma i barbari, parandosi lo!:O innanzi, 11011.- cessavano di ferire, di cattura re e di sommergere chiunriuc aveva cuore di resistere, o tentava salvarsi con disperata fuga >l. Basilisco, perduta una metà dell'annata, fu costretto a riparare in Sicilia e d i là a Costantinopoli.

IV. Presa e t!ìst•uzùme rh Cartagine (696-698). II ca• liffo arabo Abd-el-Meli k inviò contro C., nel 696, un esercito di 40.000 u. i quali sconfissero i Bizantini, allorn padroni del paese, ed espugnò la ci ltà, meul re la padronanza del rnarc permeiteva agli

abitanti d i porsi in salvo in Sicilia e nella Spa gna. L'im· peratore biz,wtino Leonzio i.n• viò il patrizio G iovanni con unH

potente flotta a riprendere la città, e l' impresa riusci. Gli A· rahi furono battuti e ccicciati. 1-Ia Hassan, il generale arabo che aveva conquistalo C .. tornò nel 698 appoggiato da una !lotta musuhna.n a, e i .Bizanti•• n i, b,clluti a loro volta per ter· ra e per mare, furono cost ret ti a r itirarsi . Allora Hassan fece Guerriero carta.g-inesc (s tawetta) smantdìare le tnura e radere a l suolo la città, e costruire invece un arsenale a Tunisi, che in breve divenne fiorente, prendendo il posto dell'antica riva le di Roma. V. Presa del castello di Cartagine (1030) . Sul luogo dell'ant. cittadella di C., era stato costruito un castello, contro il quale fu tentata dai Pisani nel 1030 un' impresa che riuscì felicemente. Una loro Jlotta di 60 galee, a! comando di Lamberto Orlandi, veleggiò verso l'Africa, sbarcò gente presso il luogo dove sorgeva l'an t. Cartagine, assali ed espugnò il castello facendo molti p rigionieri.

Cartalone. Nome di due guerrieri cartaginesi. Il primo fu comandante della squadra cartaginese durante la prima guerra. punica; il secondo comandante della cavalleria nell'esercito cli Annibale; nel 217 a. C. sconfisse L. Os•ilio :Mancino in vicinanza. di Capua. Nel 201:l. quando T a ranto fu riconqu istata dai Roman-i, Cartalone coIYlanda va la guarnigione. Cartanna. Nome dato ,id alcune de lle primissime artiglierie di grosso calibro, come le bombarde, le colu·• briue, ccc.

Carte Mii itari. Le carte ad uso militare appartengono alla categoria delle carte generali; vale a dire esse riportano tu tti- que i particolari che possono trovarvi posto senza a lcuna preferenza di designazioni. A seconda della ~cala si suddividono in: geografi.che • co.-ogra.fichf topografiche. Con rapporti superiori ad 1 decimillesimo prendono nome di piano topografico, mappa o pianta. Le carte geogr afiche, a scala inferiore ad I m ilione• s imo, rappresentando grandi superfici. di terreno, servono esclusivamente per studi di ca.r attcre generale o per operazioni da svolgersi su vasti teatri d'operazione .

Allit prat ica militare invece interessano princi pal mente le corografiche (da 1 milionesimo ad l centomillesimo} e, più, le topografiche (scala superiore ad 1 ce11tomi llesimo) quali quelle che del terreno rappresentano tutte le caratteristiche e i valori in base ai quali l'az.ioue n1ilitare che vi si svolge, trae in gran pa.rtc le caratteri stiche della p ropr ia condotta. Nelle ca.rt~ militari la scala e generalmente riportata in basso. tutti i prohlemi ,elativi possono risolversi app licando la formula: 1 :L 1 :m, in cui 1, L ed m rapprcsent:-;.no rispet tivamente la d istan7.a grafica, la distanza naluralc, i! d enominatore della scala. L 'altimetria è iappresr,nt1t1 roll<. semplici quote nei terreni pianeggianti; con curve di livello e lince di pendenza ( trat· teggio) o tinte ipsom(;trichc, nei collinosi e montani. Ciascuno di det ti metodi è detto semplice, ma non esistono qua si mai da soli; generalmente sono combinati, in reciproco completamento, e· spesso con l'ausilio di sfumi. Nelle carte coloniali, per deficienza di dati geometrici, l'altimetria è resa generalmente con metodi dimostrativi. I segni convenzionali sono fissati dal nostro Istitu\o Geografico }l'filitare, di dimensioni stabilite per ogni tipo di carta. Sono numerosissimi per necessità di differenziazione, ma i principali vengono riprodotti in la rghi sunti che si trovano ,tampati sui margini della carta. Per l'orientamento tutti i nostri fogli portano in a lto il Nord. In genere le carte militari devono corrispondere a condizioni ben determinate: e., senzialmcnte, oltre che essere precise, dcvo~10 pres(:ntarc una grande parsimonia d i indicazioni ed una grande semplicità di rappresentazione; la prima per rendere facile la lettura anche in sfavorernli condizioni ,ti luce ~ d'appoggio; la seconda per permetterne il rapido tiraggio che può essere richiesto da necess,tà bell iche e rid urne i l costo. Quindi nessun abLellimento superfluo, che consista in un solo miglioramento estetico; sistemi celeri d i stampa; un solo colore, rencralmeatc nero (pi,, rcsistènte ed evidente) per economia cli tempo e di lavoro, e quindi di denaro. Il lavoro strettamente ca r tografico (carte derivate e stampa) e per l'I. G. Jyf. assolutamente secondario e limitato agli stretti bisogni militari; viene lasciato di preferenza all' industria privata, non solo pcrchè più atta a soddisfare alle svariate esigenze del pubblic0 in fatto di veste esteriore delle pub!:licazioni ,;artogra.fiche, ma ancora per la convenienza che stahilimenti privati si sv iluppino in essa per J'ut'lizza.<ione da trarsene in rnso d i mobilitazione (StaLil;111cnti Ausiliari).

=

Cm,r.i sto•ici. II primo esempio d i carte geografiche costruite a scopo rn ili tare, perché inerenti ad azione dt con quista, è rappresentato da quelle che Giosuè fece compila re dai suoi inviati per la zona ad Ovest del G ior• ciano, con snpra ind icati i vari centri abitati e le linee principal i del terreno, nonchè quelle secondo le quali se ne sarebbe dovuto fare la ripartizione fra le varie tribù. Le costru,,ioni successive, del periodo greco, cl1e raggiungono un notevole grado d i perf uione, sono lavori di stu• diosi, a piccolissima scala, che non hanno probabilmente avuto alcuna applicazione in operazioni di guerra; più; iiltere~sanli invece riescono sotto questo aspetto gli i tinc• ra11 fatti compilare da Alessandro il Grande durante la sua spedizione in Asia. ai qua li, in certo qual modo, si allacciano quegli Itin~rari (cc i tineraria p icta ») de i Romani, di cui scrisse Vegeiio e dei quali si ha un esempio


CAR

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nella ben nota carta Peutingeriana, cop ia tratta nel XII secolo da un rn·ig ina lc de l JTT. La cartografia de l rne<lio evo non fornisce a.hro che carte desunte d alle farnose t avole di Tolomeo. sotto forma dj nu merosissimi lavori diligentemente mi ni;i,t i, che r iescono <locumenti prcgcvolissi1ni dal punto <li v is ta artistico ina d i nc~sun va lo re nei rigua rd i della scicntìfic;i, c.,attezza. I portolani che si diffusero <la noi dopo 11 XIU secolo ed in così gra11 numero <la costitnirc una vera e propria industria, fiorentissi1na, de1lc nostre repufJbliche 1narinare. 1 servirono essenLìa lmcn tc agli usi n a utici; tu ttavia hasat l esclusivamen te su distanze e dìreàonì, costretti a stab ilire le distanze in base ai dati mutevolissimi della veloci tà clelJc nav i a vela, non poterono 11iai fornire docurncnti di s icura :1ttend ]. l,i lità. Ad ogni mo<lo, mentre h µrocluzionc cartografica a partire dal XVl secolo sensibilmente migliora.,•;i per o pern d i :v1e1cator , Ortelio, 1'ortel,. Sanson, R iccioli, Dclisle1 ecc., si inizia.vano in Francia nmncrosi rilevamenti shadali e di zone mi litari, per opera dì un corpo <li ingegneri m ilitar i, istituito Ja Colbcr t, che produsse gran copia di lavori raccolti. nd 1668, dal L o11vois, nel « Dépot dc la gue rre », allora formato con impo,tmt is • slrr1e attribuzioni d'ordine can,ogra.fico . Di essi si g iovò in seguito D01n cnico Ct1ssini che lì riassunse nella sua grande car ta di Francia a!la scala 86.400 che por ta il s uo uornc e che, pubblicata nel 1789. cost ituisc..: il p rimo esempio di ca rta naziona le.

II grande sviluppo d i at t ivi Là geodetiche che carallc· rizza il fin ire del seco lo XVlII, trova notevol i manifestazion i anche in I talia, ove nu1nerose operazioni dì r ilievo vengono compiute per diverse 1·cgionì ciel nostro Paese; particolarmen t.~, con personale cd impronta schiettamente m ili tare, in P iemonte, <love dal 1655 un « Corpo della Topografia Reale» forn i una grandissima prod Ltzionc. in gran par te ineJita e riservatissima, di piani di fortezze e rilevamenti vari cli cui si g iovò l'ing . Bergonio per la sua « Carta di J\.ladama R eale>> a lla scala I/190.000, la quale, publ1lic,cla fin dal 1680, ben può considerarsi come p r imo esem p lare cli ca rtografia uifici.11~. De.JJ:.t complessa documentazione ca r tografica trovata in ltalia si valse un r inomato geografo, capo dell'Ufficio Topografico cld l'rìmo Conso le, i l Haclcr d'Albe, che nel 1802 pubblicò una car ta a l 259.000; la prima esclusivamen te militare, che però, per quanto clili•gentemente e sap ientememe compilata, r isen tì nella fret ta e <lcll:i. estrema eterogeneità delle font i. Col XIX secolo, per !a grande evolu;,ione subita dall'arte militare, le cane del territorio d iventarono cli necessit'i. assoluta per lo stud io e per la wndotta delle oper azioni d i guer ra, i:rnto du: fra le att ribuzioni degli Stati Maggiori che subi to do])o la Rcstaura7.Ìonc si orga11izzarono con moderni criteri p resso tutti gli esercit i, c1uella toporsrafic1. fu, dapprima. essenzi:dc. Pci nuovi concett i inva lsi, di carte costruite scientifica1ue11te, su clementi · geometrici r igorosamente determinccti. le attività indiv iduali s i dimostrarono ben presto insufficienti aJ bisogno; i governi, co::;~r,:~tti ad uscire dalle funzioni di modesto mecenatismo che si erano fino allora riser•· va te, d iventarono gli iniziatori cd i fìnan?.iatori dei nuovi lavori. S i cos1i t.uirono così Jpposit i Uffici d i Stato, che. oltre a compiere rilevamenti delle loca liti, militanncntc più importanti, che vennero racco lti e conservali in archivi gelosissimi, p rovvidero anche alla m isurazione ciel territorio a scopo fiscale, costruendo carte che, poco per

741 volta, per le necessità dell:t 1·i1a civile, finirono per essere m esse liberamente in circolazione (V. Cartografi.a) .

Carteaux (Cioz.wmi) . Generale francese (liSl- 1813). :\ndò nel 1792 u Il' esercito <lelle Alpi e gua.oagnò il ;vado di generale combatte11do contro i \Lusigliesi. Pose pc l primo l'assedio a T olone tenuta d agli [nglcsi, ma poi fu inviato d i nuo,,o ndl'cscrcito delle Alpi. :-S<:I 1804 fu inviato al comando <lcllc truppe -del principato d i Piombino. Cartella (o Piastra). Cosi venne chiarncua tin dai pri rni ten1pi delle armi chl fuoco, un,1 pia-

Ca r1 c•aux GJovannl

sLra ol,lunga a.Ila quale erano tenu ti collegati tutti i pezzi che formavano il movimento della ru<Jta, dcll"arci,trino e del cane; ess:t era applica ta su l fianco destro ciel la caf.sa dell'archibugio o del fucile. Nei temp i presenti detta :, cartclh 1l una piastra di fonna variabile. a seconda <lei••

e

"----. Cartella per acciarino a ruota e a serpe111mo flel secolo XVI

l' arma, che copre da un lato tutto ìl movimento ciel mecci.nisrno di scatto e di carica <' scar ica delle moderne pi• stole a rotazione ed automatiche. Essa dà anche il se-

,:a t·1e1Ja a pet·cnsslone (Consol e)

~ondo punto d i étppoggio :ti vari perni del cane, dello scatto, del grilletto, ccc. e r ende stabile i l meccanismo ed il movimento delle partì. ln ogni a rma la sua forma cambia a seconda ciel congegno che ha da sostenere o proteggere. Così si ha : Cartella a miccia; Cartella a molla per acciarino; Car tella a. scodellino per acciarino;° Carte lla con copcrch io per a cc iarino; Cartella a<l acciarino a ruoto e serpcnt ino; Cartella ~ percussione per acciarino; Cartella a percussione Console; Cartella per pistole a rotazione ed autornatjclic.

Ca.riel/a Tancredi. Genera.le, n. a 1'Icssina . n1.

Cartella Tancredi


-742 presso Gorizia (1861-1916). Sottot. di fanteria. nel 1880, fece la campagna di Libia e prese parte a va.rii comba tt imenti, ottenendovi una, med. d'argento. Fece qu indi la campagna come colonnello ne l 1915 e guadagnò sul San Michele un'altra med. rl':Lrgento e la promozione a magg. generale per merito di guerra. Comandò a llora la br. Pescara con la qua le partecipò a lla lotta sugli Alt ipiani nel 1916; [Jassa to nel settore deli'I sonzo, par• tcc ip ò a lla conquista cl i Gorizia e cadde combattendo presso questa città.

Cartocciere. Così era chiama ta in passato la parte dell'armamen to elci pezzo di a rtiglieria, che serviva per allogare r custodire i sacchcUi o cariche di polvere, che si portavano ad immedia to segui to della bocca eia fuoco stessa. Cartoccio. E" hl carica di polvere del pezzo d'artiglieria, strett a ,, ri nchiusa i11 carta, tela. cartapecora. oppure in lln cilindro <li metallo colla palla, o Je pal· iine di mitraglia. Il cartoccio differisce <la.I sacchetto i n questo: che per cartcccio generalmen te s'intende tutta la car ica del p ezzo d'artiglieria, e per sacchetto s'inlcucle $<1lamcn tc Ja carica di prJlvere contenuta in un sacchetto di tela od altro. l.,t carie'-' con cartocc: crn stata preferita a quella colla. cllcchia ia., per essere quest'u ltima carica troppo lenta e pericolosa. Appartiene a ll'epoca delle art. ad a.v:Lnca.rica e fu sostituito da l hossolo. Il cartoccio er a c(1mposto cli un sacchetto o pacco. i l quale, introdotto d alla. bocca e sp into nel fondo del pezzo, vcniv:, aper to collo sfondatoio. A questo sacchetto si sovrappone va un el isco ci lindrico d i legno chiamato fondello, su l qu ale si legava, con due Iaminette di latta. poste in croce, la palla o il cilindro di latta colle pallettr, di ferro_ Quc,to mo<lo di caricare fu detto « carica.re J. cartocci ,. e « tirare a cartocc i >J .

Cartoceto (ant. Cnrtocet11.m). Comune in prov. cli Pesaro, sui colli eh~ s i elevano sulla s inistra del J\fetauro. Da talur.o ne v iene attribuita Ja fondazione a.i Cartagin esi vinti da i Rom1ni e d ispersi. Dal 135 1 il governo pont ificio ,.; cost ruì una rocca che •u rafforzata nel 1.370, e dicci a nai dopo divenne baluardo. durante la guerrn tra Urbano VJ e l',u,tipapa Clemente VII, dei domini µapa li. )<e] 1462 fu a ttaccata e presa a Sigismondo l\falatcsta d1tl Conte Federico d'Urbi no . Sotto Paolo II nel 1465, venne a11corn restaarata. Nel 1469 vi fu proc!ama tc,. sulla zona di JV!ontcfeltro, il governo dei lHalatest.a.. Durante il periodo delle conquiste del Borgia. C .. ml 1503, s i d ifese strenuamente, e solo il 10 settembre. pc, tradimento d'alcuni fuorusciti Fanesi. Guido Ubal<lo 1 duca d 'Urbino riuscì ad occuparne la ronca. P erò i Fanes i, irrompendo fra le soldatesche del Duca, tolsero dalle loro mani il p roprio capitino che es.se avcyano catt·1r a10. ed impicca rono i ribelli. Tredici anni 1, iì, tardi Leone X prese la rocca d i C., ma i Fanes i poterono riprenderla colle anni. Durante ln ~ede vaca11tc ( 1599) temendosi t umulti, fa occupata dalle milizie ùe1 Duca <l'Urbino fino all'elezione di Pio I V.

scala I : I 00.000; ne esistono n umerose edizioni sia in nero che in cromo ed entrambe con tratteggio o senza. E' la carta base della nos tra Cartogra.fia. 2. Levate di cmnpagn11 al 50.000 (quadranti) ed al 25.000 (tavolette); sono la riprnduzione in n t'.J"O degli origina li di campagna; sono documcn(i_di nessuna pretesa. artistica ma che conserva no il pregio csscnzia l~ della fedel tà.

3. Carte parziali di Ioc1lità al 10, a l 1.5, al 20 cd al 25.000 11onchè numerosi ingrandimenti sia d i tavolet te ( d al 25.000 a! 10.000) che di quadranti ( da l S0.000 a.I ,;3 000) 4. Carta corografica d'Italia al 200.000; policroma. m 9 1 fogli.

S. Cart'a corografica del R egno d'Italia e regioni adiacenti alb scala 1 :500 .000. E ' in .38 fogli ccl in tre edizioni fra cui una a tin te ipsometriche. 6. Carta ,l'Italia a lfa ~ca la 1 :800 .000 in proiezione di Flonne. 7. Carta d'Italia a lla scala l: 1.000.000, derivala dalla. precedente. 8. Carta. ·itineraria del Regno d 'I talia a lla scala 1 :300.UOO con dizionario de i Comuni e tavola poliomc1rica.

9. C111'ta itineraria speciale d'Italia ( 1 :1.000,000). A questa deve aggiungersi la produzione cartografica coloniale che non. ha ancora raggiunto una defu, itiva so luzione 1mr conta.odo de lle buone rappresentazioni per zone pilt e meno limitate :

Colonia. Eritrea. Dispone, per una sola parte del territorio, di una ottiina cart.t topografica in 36 fogli, costruita in proiezione di Cassini alla scaln 1 :100.000 ; ogni foglio copre un trapezio cli 20' d i longitudine per ;.o• di la titudine. F ' rappresentata inoltre da. n umerose corografie descrittive a scala var ia e p iù o meno recenti. Somalia.. Sono in corso (1927) i lavori regolar i per una esatta rappresen tazione a l 50.000. Li,,ia . Continuano (1927) i la,ori regolari specie per le zone adiacenti a.i vari presidi i; oltre a qualche foglio di locali tic. già pubblicato. esiste un'ottima car ta topo grafica dflla Cirenaica in 23 fog li al 50.000 che comprende tutt.e le zone litoranee fra Bengasi ed olt re D erna per u11a profondità d i più di 40 km . Alle colonie provvede larga.men te l'appos ito Ufficio Cartografico, costit uito presso il .Min istero, che cura la rip roduzione e la stampa di numerosi documenti cartografici a llesti ti dal pcrsomile c ivile o mi litare degli organi cd uffici dip endenti. l'rocluzione cartografica Jnivata . Sorta da poco s i è già valorosamen te affe1·mata con notevoli lavori che danno sicuro affidamento che anche in questo campo il nostro Paese riprenderà ben p rcstu il posto ono(evolc già in altri sccc,li tenuto.

Cartografia. La car!ograJìa ufficiale del Regno ì. rappresentata, pel territorio dello Stato, dalle svariatissime prodllz.ioni dell'Istituto Geografico Milita.re, che si possono cosi riassumere :

l·~auc-ia. Base de lla canografla francese è la ,, Carte de la France» detta dello Stato Magg iore, a11'80.000. stampata in nero, con orografia a tratteggio a luce n1ista e numerose quote. Inizia ta nel 1817 fu ult imata ucl 1880 e viene regola rmente tenuta a.I corrente. E' ad uso esclu sivamente militare e quind i senza a lcuna pretesa artistica . Derivano da essa molte a.ltre carte <li scala diversa.

1. Grande cart11 Topogra_fica del Regno d'Ita.lin. alla

Sviezera. Ha. una car ta base, al 100.000. detta del Ge-


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ncrale Dufour, pubblicata dai I S4.'> al 1863 nn tenuto a<:curataznente . .-tu.stria. Col disfacimento dell'Impero buona parte dd la produzit,ne dell'Ist.ilmo Geografico l\l i lita.re cli Vienna, è andata dispersa; l'Istituto, da ente preltamtntc militare si è tra;;iormalo secondo un indirizzo schietrnmente industriale p~r fa, fronte alle esige nze cartografidie della vita c ivile. T.a \'ccchia carta a.I 7S.000, ormai antiquata, sarà man n1a110 sostituita da un a nuo-

va al 50.000. Jugosla..,ia. ria costitu ito l'Istiwto Cartografico nel J92• con ufficio geodetic'l a Belgrado. Dispone della yecchia carta austriaca a l 75.01)0, tratta da rilievi re?obri al 25.000, e, per la parte serba, della carta ad eg::ale scala. co,truita dallo Stato Maggiore ser bo, ma roco utili?.zabilc per la. scrittura in caratteri cirillici.

Uttghrria. E' ancora (1927) nei riguardi cartografici, a lle produzioni della vecchia Mo11archia. Czeco-S/01:acc:,;a , L'Istituto Geografico Militare di Praga, costituitosi alla fine del 1918, iniziò subito, sul materiale concernente il proprio territorio, ricevuto dall'Istituto di Vienna, numc;·osi hHori di revisione in seguito ai quali venne iniziata la pubblicazione di una Carta topogr:ifica della Czeco - Slovacchia a lla scala 1 :2()0.GOO, rid:i.zionc, con toµonomastica Czeco-Slovacca, del 200.0U0 ttust r iaco ; Car t.l genera le d ella Czcco -Slovacchia a l 750.000; Carta iti ner.1ria a l 1 :300.000.

Gennmria. Come l'Istituto dì Vienna, anche l'Istituto Geografico Prussiano d i Berlino si è radicalmente trasformato in organo centra le d i studi e di produzione cartografica a fini essen,ialmcntc industriali e civili ; h cartografia tedesca di Stato ~ rimasta pertanto alla pre• bellica, della quale sono fondamentali: Una. Carta dell'Impero i;ennanico a l 100.000; una Carta dell'Europa Centrale al 200.000, in 5 13 fogli; una Carta del!'Jmpero al 200.000. Inghilterra. Ha una Carta militare del Regno u ni lo ali' l :63.360 e pareccb ie a.ltre in varie scale: l'Istituto Geografico mii. inglese ha una produzione cartografica enorme, interessante tutti i paesi del mondo. Belgio. Ha una carta topografica al 20.000 e varie alt re da qucJtil derivante. J•,./gariu. Ha d ue carte al 105 ed al 2 l0.000 compi-

late dallo Stato Maggiore russo cd una car ta al 300.00C' in l, logli, ricavata da levate eseguite dallo S. l\f. austriaco e r iprodotte in fototipia.

Olanda Ha una carta topografica militare a l 50.000 ed a!trc al 25.000 e 200.000; oltre a n umerose pubbli cazioni interessanti le colonie. l!orlOKalla. l00.000.

Ha

una

carta corografica

~enera1e

al

R1tssia. Aveva, durante l'Impero, una carta militare al 126.000 cd a ltra spec iale a l 420.000 in cromolitog.rafia : in pii, di$poneva d i una carta militare ilincra.ria ad 1 : 1.050.000. Turchia. Ha una vecchia carta Russo- rumena a! 420.000 ; ma sono in corso di pubblicazione (nel 1927) due nuove carte basi: una al 25.000 per le regioni europee, e l'altra a l Zù0.000 pei vilayets asiatici. Norvegia. H a due carte generali: una a l 250.000 e l'altra al 400.000.

rt

i

Svezia. Numerose produzioni a ,,arie scale fra cui una ca r la generale al 100.000. R11mcnia. 1-la u na carla detta (< dello Stato Maggiore Rumeno ,, pubblicata alle sca.ie del 50 e 100.000. I n pii, dipone della cana del Della del Danubio eseguita dal!a Commissione Internazionale di navigazione, e di a lcune vecchie carte austriache. Spugna.. La carta topograiita nazionale al 50.000 è iu corso di pubbl icazione (1927).

GrecitJ. Ha una ca r ta generale in 11 fog li al 100.000 pubblicata dall'lstitmo cli Vienna. Oltre cbe in Europa una grande al l ività cartografica

è andata sviluppandos i dop<l la guerra i n tutte le parti del mondo, sia per iniziative statali che di priva ti o di so<::i ettt. Così mentre ìl S iam, ultimate le operazioni di triangolazione, ba. gi,\ pubblicati numerosi fogli a.l 200 mila del proprio territorio, in India, al Congo, in Egitto, nella Nuova Zeland a, nei JiYersi Stati delle due AmericP.c:i la p roduziouc c:anografica è incessante . La Cart/J, ,!cl M.vndo alla staia 1 :l.000.000. decisa nel 1907 nella con ferenza di Londra, si arricchisce annualmen te d i nuov i fog li , ma d i [ronte ai 1000 e più che occorrono per coprire !'.intera supcrJìcic del globo, quelli fino ad. ora pubblicati •- meno rli cento - r a.pprcsen (ano hen poca cosa . Cn•togmfia Nae;tica. Provvede alle esigenze della navigaziorc per la quale le carte terrestr i Jnal corrispondono. P er la necrssità :li ;:,ttenere 1·c1tilinea la linea Jos5odromica, la proiezione generalmente adol1ata nelle carte d i grande uav igazione è quella. d i :Mercator che in,·ece è ass'.ti poco usata per le carte terrestr i per le grand i ddormazioni eh~ subiscono le regioni molto estese in !atit uùine . l'cr la p iccolo .1avigazioue, fatta di costa in costa, e per b. quale il ,:ontrollo della rol la può com· picrsi in v ista, su carte :t grande :-,cala, la proiezione di c.ucste è ~ene1:1 hnente l.t gnon1onica o centrale. pure

largamente usata :1cllt carte tcncstri. Anche le scale variano da!l'J :1 500 all'l :250.;)ùO od l :300.000, a seconda dell'uso al quale b carta è destinata; per la navigazione costiera., sper.ie se in p ro5simità d i coste frastagliate e con bassi fondali, anche le minime accidentalità dovendo e~sen, rappresentate, le carte sono necessariamente a scala assai grande; per la navigazione oceanica od in

mari privi d'insidic ie cane sono a scala minima. Le distanze sono ii,dicatc generalmen te a miglia (1852 metr i); ma le sca le e le quote sono in base ad u nità di mi3urn che \'ari;i.no a second'.l. delle inarine che hanno costruito le carte: e q uesto è inconveniente non piccolo . Giit nel 1912 si tentò alla Conferenza. d i Pietroburgo d i unil,carc· i metodi cli rappresentazione delle carte naut iche: il ten tativo fu i nterro tto da.Ila guerra, e fu ripreso in seguito, con u11a p rima cslrinsecaziotlC nel « J'vfanuale dei segni convenzionali e abbreviazioni i, che l'Ufficio Idrografico di '\Vashington pubblica in base alle comunicazion i rkevu t.e clai servizi ldrografici dei vari Paesi. L a Regia Mari!'la ha 1111 prop1·io Ufficio Idrografir.o con sedt. a Genova con n!aJ1sim1i ::,naloghe a quelle de l I. G. l',,[. pcl R . Esercito: ma le car te d,c esso pubblicate costitu isrn1to una parie assai piccol,t della produzione .mondiale alla quale banno particolarmente contribu ito le marine francese (circa 300 carte) ed inglese (circa. 400 car te). Buone co l:czioni, in parle N igina li, hanno pure gli Stati F niti e la Germani1. Com pletano le carte le notizie- mo -


CAR

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nografiche contenute nei volumi dei « Portolani » e dei « Fari e fana.li <li tutto il mondo" tenuti al corrcnie mediante « avvisi ll forniti dagli Istituti Idrografici dei vari Paesi. La dotazione di carte nautiche, falia alle noRtre navi eia guerra, è composta di c irca 3000 carte. Cartografia Aeronaut ica. La nuova. naviga?.ione riM chiede carte a sè, non potendo ad essa bastare nè le carte terrestri, nè le cane nautiche . .Mentre di queste occorre mantenere il sistema cli proiezione, necessario per l'impiego della bussola, si deve p er contro osservare nella rappresentazione <lei t~rreno rntta quella scrupolosa csattcna e cura n ella registrazione elci particolari ci1e è propria delle carte terrestri. ~1a se il metodo di proiezione di, luogo ad inconvenienti, nel senso di altera re i valori d i distanza e di superficie, tanto p iù sensibilmente in qllanto la grande velocità del me?.?.O r c11de necessario di poter disporre di ampie carte a p iccola scala, anche la rappresentazione delle lince del terreno deve essere grandemente rettificata in relazione a I nn1tato punto di vista cd a!b. opportunità di asscgn:lre ai varii particolari dimensioni ccl cviclen?.a di d isegno corr ispondenti più che al loro effettivo va!ore topografico, alla importanza ed alla funzione che vengono ad avere nella navigazione aer ea. Per le molteplici e spesso contradd ittorie esigenze alle qua li esse devono soddisfa1·e, le soluzioni fino ad ora adottate non sono ancora mli da potersi ritenere soddisfacenti e la navigazione aerea si comp ie p iù che altro, in base a striscie itinerarie raccordate fra loro Sll carte a piccola scala . Un lai sistema non può essere r lte provvisorio, presentando troppe manchevolezze; d'altra parte, per !a speciale universal ità che verianno ad assumere tali carte, appare sempre p iù opportuno che il tipo dcf<nitivo venga a fissarsi in seguito ad una intesa cli carattere ;11tct1rn.zionale. .-\ccordi in ta l senso sono stati presi a Parigi (1919) a Londra e Parigi (1922) a Bruxcll~s, Londra e Roma (1923).

Cartolina (in ,franchigia). Speciale cartolina postale in franchigia, istituita con R. Decreto n. 686 del maggio

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CAR

u istra il motto « R. l.\tarina. » e sotto l'emblema dell'Armata navale. Nel verso della cartolina vi era una serie cli formule fra le quali il mittente sceglieva la comunicazione da fare a l destinatario.

Cari olinn interalleata

1.-c carto~ine ìn fra.uchigia vennero distribuite duran 1e

la guerra 1915- 1918 11ella m isura di t re ogni settimana ocr c iascun mi litare. Ne ll'ultimo anno d i guerra si aumentò a quattro per ogni settimana il numero del le car-

tcline distribuite a ciascun m ilitare. L'uso della cartolina in f ranchigia venne 1nantenuto. anche dopo l'armi~

stizio, fino a ll'ottubr~ 1922, cd esteso anche alle truppe disiocate in Alta Slesia e nel Mediterraneo Orientale.

1915 . La sua gratuità rispondeva allo scopo essen?.ialmcn!~ r1orale di facilitare la corrispondenza fra i mi.1ita1·i alla fronte e tra questi e le rispettive famiglie. Era di due tipi: uno destinato .td uso elci militari e loro assimilati ciel R. Esercito, e l'alt ro ad uso dei mi litari e loro assimilati della R . Marina. Quelle elci primo tip,, portavano impressa la dicitura « Cartolina postale ita liana in franchigia ll e sotto quella : « Corrispondenza ,le! R . E,;crcito ltaliano >J . Nell'angolo superiore destro era stampato in colori il piccolo stemma dello Stato, senza manto, contornato da quattro bandiere nazionali. Le cartoline del secondo tipo portavano sul recto a si-

Cartolina Precetto. E ' un documento (precetto) che può essere inviato a ciascun militare in congedo :Lllorchè viene decisa la ,nobili tazione par?.ialc o tota le in forma occulta, cioè senza 1a pubb!icazione di manifesti. Può essere altresì impiegato nei richiami d i classi per istruzione ù per speciali ~s igqnze di ordine pubblico. L'uso della cartolina precetto ha lo scopo di non richiamare l'attenzione del pubblico e della stampa su ila operazione della chiamata alle armi. La cartolina precetto è formata cli due parti: b. prin1a viene consegnata agli interessati dagli ag~n ti postali, contiene le indicazioni necessarie al richiamato perchè po:,sa raggiungere il corpo cui è assegnato, serve da documento di riconoscimento e di trasportc, sulle ferrovie; la seconda viene cl agli uffici postali restituita a i Distretti m ilitari, firmata per r icevuta della prima p_artc dal richiamato o da persona della sua famiglia. Di recente h cartolina precetto ,~ stata impiegata anche per la chiamata alle armi delle reclute. Nella M. V. S. N. esistono cartoline cl i chiamata color rosa (obbl igatorie) e bianche (invito semplice cui il la voratore risponde solo col consenso del suo datore di ìavoro).

Cartuccia. Così hl chiamato il co,uplesso <leHa ca-


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CAR

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ric:i, innesco, pa l lottala, necessario p er la funzione dell'arma da fuoto portat ile. Quc~to vocabolo sorse e s i affermò quando carica. e pallottola furono r iunite in un solo involto, malgrado :111ncassc ancora in questo !'in-

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745 nel fondo dell'anima. Coi ìucili a retrocarica ,id acciar ino, h, cartuccia si compon~va rnlo della carica e della pallottola cnntenul.a in 1,n cartoccio di carta. Colla perfezione delle armi a retrocar ica la cartuccia si costrul metallica, d i rame, ottone, o leghe; essa divenne la vrra C3.rtl.!Ccia come è intesa oggidì, )a quale ha con sè l'innesco, la ca rica, la pallottola tutto conte• nuto nel bossolo, e la si introduce così completa nella camera. Dopo lo sparo non rimane più che i l bossolo, the viene tolto dalla camera da a pposilo estra ttorc, agganciando il bossolo stesso a l fondello o afferrando l'orlo circu la1e sporge!1tr di esso, u Ja scanalatura circolare 1·icavata nel massicc io del fondello.

Cartum (Cartum, o Khartum). Citti, del Su-d.tn egiziano al confluente del ); ilo azzurro col :!\'ilo bianco, fondata dal pascià d'Egitto :Yiehemet-Ali. Fu h capitale del Sudan fino a ll'insurrezione dei .Mahdisti. Il Governo sardo fino dal 1821 vi aveva avviato esploratori e già nel 1852 y'era stato posto un console per proteggere i connazionali. Dopo la sconfitta cli Jussuf-pascià (1882), vi si concentrò l'esercito d i Hicks-pascià che fu sterminalo a Casghil. L 'Ingh ilterra a llora chiese l'intervento di Gordon-pascià, che il ! il febbraio 1884 giunse a C . Egli però non potè impedire ai Mahdisti di bloc • care la città il 12 marzo. 11 26 110,·embre la città per trad ime11to cli rinnega.ti cadde in mano dei ribelli, e Gordon fu fucihto. C. però venne lascia ta da.i Mahdisti, che si ritirarono a 0rndurrnan. N cl 1896 l'Inghilterra e l'Egitto vollero riconquistare ii Sudan, affid,u1done la missione a Lord K itchener che ne <liresse la spedizione giungendo a C. nel 1398. 1 )fahdist i furono battuti a ()mdurn1an e C. ritornò agri ,ìngio-egiziani che vi trovarono l' agente consolare G iuseppc Cuggi ita]iano, già garibaldino e combattente d i Gordon-pasciil. 1

Carusi (]Jartolomeo) . Frate del sec. XIV n. di Url,i:10; scrisse nel 13-12 un libro: cc De bello campestri c!c obsessivo - dc Havali "·

-t) Cari 11cr1a compJc1a per ruci le 1597 di carta; 2) Cartuccia 1lel fucile ClrnssepoL 1866 cli ca ria; 3) Cartuccia per fucile a percussione c,'ntrnlc Ams 1e1· 18"7: /4) Cartuccia Ilei rur:il e ttallauo Veucrli 18ìt; 5) Car1ur·ctn ùel l"lwil.- 1rcles~o Ma11s,i r 187 1; 6) Car111ccia

il pallot.lo la

))Cl' ;11·mi Halia11c lllO(l. 1S70; 7) CaJ'IUCC!a a mitmg-l ia per armi il.al ia1w mo, 1. 1870; 8) Cartucda a pallotLo la pel' arm i Italiane mori. 180 I; 9) can11ccia

Caruso (Cosimo). Generale, n. ad .-\ltavilla Irpina nel 1863, Sottot. d'art nel 1885, partecipò alle campagnt d ' Africa del I 8S9-91 e del 1895-96 meritandosi una med. d i bronzo a Debra ,\ il~ ( lil95) una d"argento ad A<lua ( J 896) e alla campagna italo-turca del l9l2-13 . Durante la gr,rn -

Cartuccia per ~anuone -revo1ver

de guerra., guadagnò una seconda rnedaglia d1.1rgcn to quale comaaclantc del 14° regg. art. da cam1mgna nel 1916, nella ;,.ona di Goriàa e la croce di cav. dell'O . M . S. nelle a.zioni del 19 16 e '17 nella zona di Goriiiu, Sobcr e Vcrtoibica. Nel 1918 comanrlò il 56° regg. d'assedio e l'a1-t. della 34" divis. e nel 1920 il 7° Pcsamc Campale. Promosso generale rE brigata, ebbe il ,oma.ndo delh1 br. « Ferrara )l nel 1921-23. S i occupò dell"educazione del soldato e pubblicò in opuscoli varie delle conferenze da lui tenute.

stoppacc io l'involto stesso, e quiudi mettere la pallottola, che .ordinariamente era forzata con colpi di bacch et ta,

Carvajal (Francesco, di). Generale spagnolo. n . verso il 1464, m . nel 1548. Combatté a Pavia e nel l 548 si

a11stria ca pe,· n1·111i \Vr 1·mll con i nneseo ller1111n ccn 11·a1e ;

11) car-111e,i•1a r.eraucl1eL1x me1alli<'a pcrplstola: 12) C,rr1uu:ia a mitrag-llu

10,

nesco. Le primitive cartucce dei fucili ad avancar ica erano di carta e per çaricaxe l'arma occonevano diverse operazioni: aprire cioè l'involto dalla parte opposta alla pallottola, versare nella canna la polvere, far servire da


se,-rna lò aJ Sacco di R oma; passò in seguito a l Perù e riel 1542 divenne magg ior ge,1erale dell'Armata reale.

Carval ho ( .Mart.incz de). Ufficia le portogh~se contcmpor,iuèo, il quale va ricordato per aver composto il « D izionar io bihliogrniico mili ta.re portoghese ll (1891\ che rappresenta la fonte pii, copiosa cli notizie su gli ~cri 1Lori c...li guerra lusitani.

Cary o Carry (Roù ·rto) Ufficia le di mar ina francese (1762-1810). Dopc c.-;sc rs i rlistin t.o come au dace mar ina io nel la mnrina da ~uerra francese1 p rese parte con

onore J!b guerra d' inùipcn,1enza <l'Ame rica, a l comando cc J;Uni tè n togliendo agli l ngie:li parecchie n~vi important i. i\forì capitano di porto a BouJogne, rendendosi par ticoiarmcnte benemerito per il concentramento della flottiglia di Boulogne ideata da è\' apolco nc per b spedizione contro gli Inglesi.

deJia na.ve corsara

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Carzano. Villaggio in Val Sugana, sul torrente :Maso, a nord-est di Borgo. Il ,;uo nome è legato ad un nostro tentativo di penetrazione. ndlc linee nemiche, ope•rato d'in tesa con a lcuni ufficia li czeco-slovacchi, passa.t i nelle nostre fi le e rnan.tenut.isi in contauo con compa~nl rimasti al d i là. I l ten tativo, però, operato n ella notte dal 18 al 19 sct tcmb,·e !') lì, fallì fin da ll' inizio, per molteplici ragioni. principa li fra le qLia.li il soverchio

ad densamentc delle nostre forze, ·i n spazio r istretto, l'angusto passaggio verso ìa linea 1-Lvversaria, costituito da un sola incomodo ca1rnni111mento e da w1a passerella su l torrente ::Maso, eJ infit1c il pron to in terven to d i repart i nemici 110n inquinati_

Casa Militare. Si comprendono abitualmente in questa denominazione, tu tte le cariche milita ri, ed i reparti di truppa addetti a l servizio ed alla custodia dei Souani e dei Principi Reali . Nei secoli dal XIV al X V ebbero però anche Case m ilitari a lcuni mi nistr i che presero parte ad operazioni 'ielliche ed i grnt rali comandanti le armate in guerq . Le Case m i!itari si .suddivisero in personale in<li, idn"1mente a ddetto alla persona, ed in reparti per la s,u cu stod ia ; un ufficiale d i grado elevato fu a capo degl i 1m i e def;li a ltri. Le Case m ilitari dei min istri ~ dei capi mili ta ri, non ~bbero 01:dinamento regolare e s tabile; maggior stabilità d 'ordi,iamenti fu invece nel le Ca.se m t!itari ,lei Se;vrani e dei -Principi Reali. Nell~ Casa di Savoia s i !i:rnno notizie s irn:c, che fin dal tempo ciel conte i\medeo VII ( 1383-\/1) esisteva una guardia d 'arcieri, tu tti Savoiard i, cornandata d:'~ un capitano e con tre trombettieri. Le funzioni milita r i degli addetti alla. persona del Sovn..ao pare siano stale ademp ite d:.igli Scudieri, i quali cliptsern dapp rima. dal Mastro di P alazzo, poi dal Grande Scudiere. Il primo ordinamen10 regolare del complesso del la Casa ducale è contenuto nei « Decreta seu Statuta >> del 1430, di Amedeo V III, ma non vi si trnva alcuna d isposizione particolare per u na Casa m ilitare. ,:osi in tutti i s,1ccessivi regolamenti che. dal 1564 in poi, vennero fatti dai Duchi, non vi è mai accenno alla Ctsa militare, la qu a le nel fatto esistette, sia presso i Sovrani, s ia pr~sso i P r incipi con appannaggio; le vicende ne r isultano dai document i ma n on dai regolamenti. JI duca E manuele Filiberto fu il primo a creare i:,arecch i reparti d i truppa per sua guardia . I l nòcciolo Pe fu cos tituito dagli Arcieri già esisten ti; formtirono, nel 1560, una compagnia 0

746Arcieri. tut ti gentiluomini s,uu,ar di. A questa vennero aggiunte una com pagnia di Jrchibug ier i a cava llo, ed

una d i a labardieri ,:i p iedi, cumµ oste da vecchi soldati ; nel 1579 infine si formò una compagn ia d i svizzeri cat,o lic1. L"assicme di quest i rep:ii'ti formò la Guardia, posta a I comando di tu'I colonucllo generale della G uard ia, alla d ipendenza. a sua volta Jc1 g ran scudiere. F u rono quest i reparti• o rìgiaari che) con panda li n1od lficazioni;

continuarono a costituire i'os,l!.tura della Gua rdia in tutti i seco li success ivi. L a Gua.:-dia r imase infatti sempre formata d a trè reparti frndainrnlali, con compiti determ inati e cioè; alle Gu:,nlic del corpo erano affida ti i servi1,i d'onore e la scor•a <lei Soua.Hi e dei "Principi, in pace ed in guerra; il reparto na1,iom le d i a.rchilmgieri cd alabar-d ieri ebb-: la custodia del l'interno dei palazzi reali; quello svizzero la guardia rldl'esterno . I n guerra la. guardia del quarrier gen~ralc del Sovrano fu affidata, olt.re cl,e alle g:iardie de l co,·po, specialmente adibite come il nome l"rnd ica :.Ha .stw persona, a grossi reparti che, nella p riP1a metà del secolo XVII, furono specialmente di Svizzeri. invalse poi l' uso, quan- do furono creati i reggimenti pennanenti, cli adibirvi alcuni di questi corpi, che ebbero •1ualifìca di « Reali, o del Re ,,, e che portarono distintivi specia li, caratteristici fra i q uali l' alamaro cd :J color rosso nelle· mostreggiature. Tali furono: in fan teria, il reggimento delle Guardie; in cavalleria. i reggilncnti <!.ragoni de[ Re, caHi.Heggeri del Re, P iemonte T~eale; pii1 tardi i Ca.rahi-

:11cri R ea li. Le p rincipali trasformazioni organiche dei reparti della Guardia corrispondono ai regni <li Vitto, io Amecieo rr e d i Carlo Albe rto. Vittorio Amedeo JI, nel 1690, formò q uattro comp agnie di ~ua r<lic del corpo, d i cui la 111 fu Jn vccclJja, co1npagn ìa. a.rcieri1 Ja 21t fu Ja con1pagnia archi bugieri, la 3" e la -I" vennero forniate con la trasformazione di a.Itri repar ti. Soppressa poco dopo 1,, -1• compagnia, fo r icomposta poi ,1el 1.315. R imase trndizionale che la l " compa.l_lnia fosse formata, come lo era sempre stata, da gentiluon1l11l savola..i:di1 la 2:1 da piemontesi, la :i• prima da ~iciliani 1,oi d:t sudi. Alla Restaurazione del 1814, la -I" fu formata da ligu ri . Ol-

tre le guardie del corpo, Vittorio Amedeo 11 formò una compagn ict di archibugieri Guardie della Porta, con gli umnini a piedi provenienti dai!a sopp1·essa. C'ompagnia

degli archibugieri. InJìne rirrnuc la compagnia svizzera. Carlo Alberto nel lS:ìl , r id1isse le quattro ::0mr,:ignie di guard ie del corpo ad u na soh cbe, da a.! Jora, fu com· posta da vecchi sottufficiali ; licenziò la gua,•d;a svizzera e conser vò la compagnia d i Guitrdie della -Porta, che presero nomr cli guardie ,cali del Palane. La de nominazione di a iu tan te d i campo appar,: nella casa militare del Sovrano duraut~ il regno di Vittorio Amedeo II. Talvolt a era data ~ titolo onorifico, ma genera lmente gli aiLtlanti di ca:-n1ll> furnnv gentil•,omini cd utficiali di grndo elevato, che spe~so ricoprivano a ltre. cariche d i corte, ma che c0nkmpor:u1eamcnte avevano compiti di carattere militar ::, che si esplicavano specialmente in guerra. Jvfancano notizie precise sulle mo dalità del loro funzionamento, durante il secok XVIII; la situazione a. Corte ed il servizio degli aiutanti di campo, vennero regolamentati soltanto nel 1817, dal r" Vittorio Emanuele I . Fu a llora s tabilito il numero degli ufficiali che doveva.no e&;~r addetti a lla persona del Sovrano e d ei Principi Reali; questi ufficiali ebbero qualifica di aiutanti di campo, qualora addetti perma.-


- 747 ncniemcnt<· alla persona del Sovrano e dei Principi. e di ufficiaH <i1ordinanza qu:indo co.a1auda.ti te rnporaac-a1ncntc. Un l" aiuta nte di campo del Re. f u il capo della ca~n n1ilit;~rc_:, composta dagli ~iutan ti <li carnpo, dat1;Ji ufliciali d'ordmanza e dai rcp~rti di lrupr,a. li regime: cost.iruzioJJa le d icck ordlnameato legale a lla Casa militare <:OI R. D. 24 gennaio J.Sl9, il qu" ie subi poi sol1a11to JXln,iali mocl if.cazioni. Per (JUanto rigua rda il per-

CAS

pagnia guard ie <lei corpo era slctta a sua volta soppressa con }( . D . 9 maggio 186i. e la scorta e custodia del S ovrano rimasero affida te ,~i RR. Carabù1·icri (V.) periodicamen te comaudati a ::ile servizio.

Casa del S oldato. lst:,uzione fonclatc, dai cittadini riconoscent i verso chi [)icsta il snvizio mil ita re, onde fornire a i soldati un sito di ritJovo dove possa.no

trascorrere le or~ ri i libertà in a mbiente d i onesto e fa. mi lia re so llievo e confor to, d istogl iendoli <la ambienti inqui nati. La prima Casa del soldato sor~e a Rom,, nel 1905 col fine csscu❖iale <li creare e prop~igandare i! sentimen· to di i tal ian i tà. e rafforzar~ la coscienz:l na7,ionalc, n1cdian tc una sana e<lucazion~ rn :u·a!c, fut~ri d1dla casern1;1 e n1ediante istruzioni accessorie d';"trt i e 1nc~licri, o cult ura elemen tare. L' intcrcssdmcn to spiegato rki soldati alle d iverse srnolc ddla C. -l. S. è d imos traL,, dal(a statistica degl i inscritti, che mernre nel l')'J6-07 rra nu solo ~81 , nel 1924-25 arrivarono a 1358. La C. d. S. cli Roma svolse la sua opera ed uca t iva «ttraverso corsi di ist ruzione, scuole, sala di lett11s·a e biblioteca conferenze con proiezioni, çonfe rcnzc storiche, letterarie, cl"arte, di igiene:, tea tro, ed opere cii assistenza e confort::) . I ntanto a :tvlilano la Soc ictit « Pro Ssercito" spechlmcntc pct' iniziat iva d i S. E . il gcn . Luigi .Mainoni d 'Intignano, che dal 19 LO insisteYa su questo i1nportanle a r~on1cn to fondò nel 191J una C:. d. S. con modc:;ta ma comoda sede in via della S ignora ?. li suo sviluppo i u ancora più rapido cli quello d i Roma; difatti in poco tempo l'afflu.;nza all'istituzione fu tale d:i. doverne amp i iarc la sede. G iunto il periodo di 6ucrra, !,i C. d. S. fu trasportata a l 'rccotto nel rifugio pei mutila ti di guerra Fa.nny Finzi. .H a nei l 9 l6, per acev:·d i co li'aururiL~ m ilitare si a111pliò ancora la sede porL.u1clola in Pfrlzz~ S. /\1nbrov,io 9, dove ebbe a dispo~iz;m:c anche un bel campr, a ll'apt:rlO per giuoch i s1Jo;·tivi_ Durante: h guerra fa C. d. S. diede otrin1a. assistcnt.a n1orale e~ 1.na.tcria.Ie an che a feriti e convalescenti, e destinò a s ussid i ed crog,,ziun i oltre un mil ione e 200.000 lire. Dc.po la vitto 1

son:dc: addcuo a lle persont.:: dd SoY raHv t: <lei P rincipi, il detto decreto st abilì anzitutto quali ca se m ilitari si do, c-ssern costituire: furono a llrm1 quella de l Sovrano e qudle dei suoi Figli. Gli uùi.c1,t! i acldctli ~l!a persona, ed il cui numero fu p rec isato, ven nero qualincati a iu tanti dì ca.n1po se ufiìciali r,~ncrali. ufficjuli d on.lina.nza &<. uffidali super iori ~d infr:ri.-J1i. \ lb persona del R e fu ino ltre ad<lctto u,1 ul'lìcia lc generale di aìto grado qu ..!e suo 1° aiutante cli campo. Il R. . IJ. 31 niarzo 1851 c-onicrrnO con p iccolissinH:: \"J.l-ittzioni le chspos1zioni ciel d, crcto del IS-19 A questt: tre Casi.! ;nilitari inizia li se ne agg iunsero altre nel wrsc dei tempi. :-J el J362 l u formata la casa del principf ered itar io Umberto, 11 q uale ebbe u n luo gotenente generale quale 1° aèutame di calllj.>O , nel 1865 furono formate quella del principe Amedeo rluca d'Aosta e qud 1a cie l principe E u genio <li Carjguano : n el 1871 s i forme', la casa rni litarc dei princ1 pe To1naso duca. di Genova; nel 1890 quella del princ ipe cr-·ditar io Vit torio Emanuele r,rincipc d i X apoli e nel l 92S quella ciel principe ered itario Urnl,er to ;,rincipe d i T'i<,ononte. Gli organici part icoLl rcgg ia.l i su!)i rouo 1"":"1od itìcht ( rn1 i R. D . 11 aprile 1869 che r idusse Ì:i permancnz;. nelle singole ca riche; : settembre 1873 r he fece r iduzi"ni nelle varie ca.se militari e che ancora regolò lct pcrnn1..nc·1LZ:t ndl'i1npiego Una modifica zione di forma fu a nco1<1 i a cta, n el 1881. nei r iguard i delle qua liclie : il l'' aiu lan tP di campo prese allora il nome d i l " aiuta n te di campo genera.i,, di S. M . · gli ufficiali r:enc r11i vem'erc dc-,;om inati aiuLanti di can1po gcnendi ; -~l i ·diicialt superio!·i prrsero t itolo dì a.ìut~nti di campo; ht <.knon ,:naziout di ufficiali d'ordinanza r innsc ai s•J!i ·.1tfici.,ì i i:ifcr iori. G li ufficiali seno scelt i nc ll'Esercit,,, nella .:-la r ina nell'Aeronautica. Per (Ju anw riguard~ i 1·cpani d i scor ta e di rnstoclia. i dcc.ret i del 1S49 ,, del 18~ 1 lsi sciarono sussistere la compagnia d i ~ua r.J ic del wrpo e quella di guardie r eali d el Pab zzo, d1c ,·bbern po, parecchie ilut tuazioni nel la loro (orza. Con 1, D. 6 ìugi io 1862 venne formata una seconda con1p:1gnjcc1. d i G uard ie Reali de l Palazzo con sede in Napoli ; en tram be le c0mpagn ie fu1

rono poi soppresse con R.

1) . ;

ge nnaio 1870. La con1..

1

ria. organiz,ò scuole c lcmentll'i e di lingua ita liana per gl i allogeni, oltre a.Ile al tre di dattilografia. s!cnogra.fia. telegrafia, elogiate dalle più a tte autor ità, compresi S. M. i l R e e S. E . l\fossolini. Ot;ima e sana fu l'influenz1 delle C . d. S. durante il periodo dei torbidi dell'immed iato dopo guerra. In r eginhe fascista, questa provvida istituzione. che frattanto ~.-a 8lata imit-.tta nelle pr incipa li cittù d'Italia. continuò •1c l suo incremento. Nelle


città ma.rinare si fusero imicme le due islituzioni per l'Esercito e la ::\farina. htitu;;ioni s imili esistono anche in altre :1-.fazioni.

Casabianca. Illustre fam;glia della Corsica della quale si distinsero nella milizia:

Luigi Casabianca (liSZ-1793). Ufficiale di marina che sostituì durante la battagl ia di Abukir l'ammir aglio Br~cys, e piuttosto di arrendersi fece salta.re in aria la nave «Orien te» sacrifican<lo ::.nche un ugliuolctto di lC anni che aveva con sè a !,o,·do. lfo/jae/e conte di Casabia.nw. Generale francese (1738182S). Prese parte alle due cr,m pagnc che con<lusscrc alla sottomi,sione del la Co,·sica ( 1 i94). Fu agli ordini di 11assena nell'esercito d'.(i«lir,; si dist inse ancora alla difesa cli Calvi contro gli Inglesi. Gov~rnatore cli Genova nel 1796, due anni più tardi, con Championnet, contribuì alla conquista del" Napoletano.

Casablanca. Ant. citt!i. sulla costa del )farocco occidenta le, con porto sul\' Atlantico. Presa da i Portoghesi nel 1468, venne distrutta e solo dopo circ« 40 anni r iedificata. Poco dopo la confcrcnta <li /\lgesira.0 , che ne affidò la vigilanza .t Francia e Spagna, vi scoppiò una rivolu7.ione xenofob,t (30 luglio 1907) che provocò vittin1e e conflitti .sanguinosi. In si:guito all'assassinio cli un francese ed al movimento insurrezionista vi sbarcarono (5 agosto) ~ruppe francesi agli ordini <lei gen. Drude, dopo bombardamen to da mare a mezzo clclb flotta, e dopo viva lotta con gli abi tanti. Da allora, C. appartiene ;i.Ila. Francia. Casaglia (Colle rli). Varco dell'Appenni no toscano lra !a valle del Lamonc e quella della Sieve, a lt. 922. Vi passa la strada Faentina, da Faenza., per .ilrisighella - ?vfarradi - J3orgo San Lorenzo, ;i. F irenze. Casagrande (Eugenio). ?11edaglia d'oro, n. a Roma nel 1896. Uffic ia le della R. :Marina e valente pilota aviatore, ftt uno di quei no~t:· i ard imentosi volatori, che, fattisi trasportare nella zona in vasa dal nemico dopo la nostra rit irata al Piave, vi cornpirono un pcl'iglioso e proficuo servizio di infonnazioni, sor,·cgliauclo le mosse ciel nemico e pol'tando o invia ndo preziosi dati e no ti?.ic ai nostri comandi. Per questa sua rischiosissir•.1u e patriottica i rllprcsa fu decorato della massima ricompensa al valore. Dopo la guc rra i I CasagrJ atlc. tu ton D'.\nnunzio a F iu-me, e nell'ottobre del 1923 eH trò ,, fa r p;irtc della R. Aeronautica . -;\'ella XXVTI leg islatura fu eletto clepi1ta to a l Parl«men to. Oltre che de lla m ed. d'oro è insignito cli una med. d'argen to e una d i bronw per imprese compiute in Adriatico, d ura.nt~ h guerra. La motivazione cli medaglia d 'oro è la seguente:

« Con costan te e cosciente sublime a rdimen to compiva una serie di n 1ìrabìli <Ludacissime gesta, per ìc quali, med iante la sua en t usiastica illuminata dedizione dell'arduo compito assunto, veniva aperta la via al rag-

748gìungimento di 1mp-ortanti obbiettivi m ilitari e di alt~ finali tà nazionali» (Alto ,\clriatico, luglio-agosto 1918).

Casalanza (Trattato cli). Convenzione stipulata, il 20 maggio 1815, in un casale cli campagna, de tto avpunto C., fra Capua e Santa :Maria, fra i generali Carrascosa e Colletta per G ioacchi no .?lfurat, i gen. Bianchi, N eipperg e Stahrenberg per l'Austria, e lord J3urghcrsh per l'Inghilterra, dopo l'infelice campagna cli :\'lurat nell'Alta Italia. Il trattato rimette sul trono ; Borboni, obbligando Murat ad esulare. Casalbagliano (ant. Casale Ballia.nornm). Comune in vrov. d i Alessandria. Fondato dai signori J3agliani d'A lessandria, illustratisi nelle Crociate, giace sulla dr, ciel Tanaro e sr. della Bormida. Ebbe fin dal 1280 valido ca.stello, che servì p iù volte c.ome antemurale alla città d'Alessandr ia nei numerosi aitacchi subìti da questa piazza. C . risenti m olti da1111i dai f rancesi , du rante le guerre del 1643 e del 165~;. Casalbeltrame. Comune in prov. di Novara. G ià noto all'epoca dei Comuni, fu nel 1070 residenza fortilìcata di un conte G uido.. Sei 1358 fu teatro cli guerre tra il m:nchese del 1\1onferrn.lo Giovanni, e Galeazzo Viconti e venne a tterrato. I 'iù tardi però i conti di Biandrate lo riedificarono. Fra i Beltrami di questo paese fu u n Bauci capitano dei Fiorentini. Casalborgone. Comune in prov. di Torino. fino da i ,,;mpi di Roma fu impo ,tante colonia militare. )iel medio evo, qua le posto e.li confine fra vari statere lli, fu teatro cli incessanti conflit'.i guerreschi, finchè fu CO!!quisl.ato d ai con t i di Cocconato. Nel 1367 però venne in potere dei marchesi <lei ~fonferrnto. e ne l 150.3 elci uuchi di Savoia. Casalbuttano. Comune in prov. cli Cremona presso l'Oglio. Fondato anteriormente al mille, subì i danni delle guerre che desolarono quelle terre nd secolo XV, giaccl:iè, munito cli for tificazioni e fosso, costitul un c1·allora. un valido baluardo. Nel :i.41i venne dal Carmagnola riconquistato a Pandolfo M<1-late,ti,. Nel !432 i Veneziani l'assaltarono e se ne impa•lronirono cacciandone le truppe milane~i. Dur ante la p rima metà del secolo XVI C. fu più vol te saccheggiato e m esso a ferro e fuoco dalle solclates~hè straniere in Lombardia. Casale Corte Cerro. Cunune in prov. di Novara, sulla sr. della Strona. ))uranle il 1800 vi avvenne m1 combattimento fra t ruppe francesi sotto il comando di G iacobini, e truppe austriache agli ordini del principe di Rohan. Casale Monferrato (ant. Bodinco·magus?) Citri, in p rov. cli Alessand r ia, sul Po, già fortificata, importante nodo stradi le e ferroviario a valle cli Torino. F' punto st.rategico che specialm~ute in passato ebbe part k0lare valore. Fino dai tcmyi di R oma fu i ndubbiamente una delle colonie n iù considen1te deìla Gallia Cisalpina; distrutta. dalle invasioni barbariche, venne riedificata sul principio del medio evo e successivarncnte venne disputata fra G uelfi e Ghibellini, iì:icloè si rese libcia optando per i marcl1c3j del ::O,ionferrato e protetta dall'imperatore Fcdcdco T. Nel 1190· subì cli nuovo s«ccbeggio e distruz.ione p er essersi r ibellata al!'imperatore Enr ico Vl. Senonchi:. ;n breve i casa laschi insorsero e si r esero indipcndcn:i.


CAS

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11 castello di Ca.,;..1k. <li forma qua.,fraw, munito d i quattro hastioni. ,·enne costruito nel 1469 r restaurato e rimoderna to un secolo do po dai Gonzaga. :'lei 1852. su proposta dd Lamarmora. C. fu munita cli num·r fortif,ra,.ioni ,. d i nuova testa cli ponte. ~cl 1215, \'ercd lrsi. •\ 1.-~san dri ni e )fihn~si. con mille r:n·alli dd conte To:n~.o di Sarnia, cinsero d'assedio cl' imprriv,·iso C. ed a ,nalg rado ridia st r~nua difesa, l;i. presero e misero a sacco imprigionandone i cittadini. clistrug~endonr le (,;rt1fica,io11i, col oando di non p i(, ricost ru irla. l 'nò, annu lla to il ba ndo <fa Federico 11 nel 1220. ,·enne rierli,i~ala più forte ,li prima; le nUO\"l' 1nura fu rono mu11ilt' di LOrri ftanchcggiatt"' <ld qu attro ha lucirdi. e· sul la colli1,a fu costrui ta la bastita di S ..\nn:t. TI ,·esco.o di ~'~rtclli, choc coll, fvrza delle a rmi la giuristl iziorw s u C ., JÌ .io a l 1"4.l Nel 128.l e;_ entrò in k:ga ron ;IJ ila110. No , ara, Vercelli. Como, .\lc;,sandria. rcua dal capitano _,latteo ,·iscomi. che s"im1,i,,dronl di t utto il Mo11[crratG. C . fu dal l 316 la ra pitale degli Stati di TcodoM. marchrse del ) lon ferrato, che la conquistò; ma nella guerra <lei 1369 fra il marclicsc de l ~lo 11 fc i..-ato " C ak;1uo V isconti fu assr.d ia ta da quést'u!timo e prc;;.,; ,·~nnc però restituita nel U04 .d marrhese Teodoro II, Jopo che 11cl pn'cedrnte anno i casaln~chi, condotti tl,i F aci no Cn nr . erano riu sci i i a sorprendere :\lcssmdria saccheggiara per rifarsi d,,i dann i subit i p rece<lcmcmcn te.. ; :,• I 1408 fu m1ovarnentc occupata da Francesco Sfor7.a p·:r i V isconti. IJ!(cn·rnu t•.1 in aiuto il duca ,·iuorio .\!lledco \'IlI di Sa,·oia, fu rip rcs;t ( : 4:l5). \rei l .'-36, a\'l'nào (·trio ,. dato C. ai Gonzcigt:. <li ,:\lnntorn. alcuni <'i11adi11i i:itrodi;s.;cro in città lf'OO fanti e 300 CU\';rl li fr,ir1ces i "\fa nel castello cravi n rc:;:dio spagnuolo, e il m:11,i1e~ del \"•,sto, JJrOntamente accor o :i ,occorrerlo, cnrc iò i Francesi da lla rittà e free sacrheggiaJ"e le ca~c du loro pa r ti~ian i. S pent as i I:, seconda dinasli'.t dei marche,i del ~Iodcrrato, nel 15,.5 C. fu presa d al m~ rcsc. francese 1~riss ac, e Cl.'lla p~c<· di Cateau-C:imbr~sis aflìdat a ai ( :on1.aisa (1550). Jl,.Ja per tenerla cuntro la rciistcnza dei cittadini, i duchi di :\ ra ntova dovettero rc~taural'll\' il ca,lcllo e le for tifica zioni: il ,]uc~ \'ìnce111,o jncarkò Gcrrn:inico SavOrAl"lnno di ciò, e questi fra il 1589 e il 1595 costruì la ci11acldb C'~'lgona lc.

749 di un w r po spagnuolo di 21),000 u., invia to <1 s•istrnerc i <lirilli dei principi di Sa,oia. a~diò C., dcbolmcnlc JJrcsidiata (200 fanti e 300 c:walli) dai Francesi, coman dati da L a Tour, e munì le trincee di fort i e batter ie. TI gen. irancesc d'Hurourt mosse al soccorso di C. con iOOO fanti e· 2300 caval li, riusrl a ge ttarvi dentro tm rinfoa.o <" il l<> ;,prilc cli\'i::;c le -;u< fonc in tre sch iere e di,-de l':issalto ,,ile lin,·!' spagnuole. appoggia to da lla guarnigimw. l"nt dtlle t re schiere era com pu,;ta cli Picmontc~i. ,gli ordini <!1·i gen. \"illa e Pianeu:i. :\"elle l:ncc: SJKLgt1uol,· mi li1avano SOIJ Piemontesi. partigiani di Ton1111.1;0, e co1uandat i da l piinripe ~ l au rizio. L'assalto, conclotto con ,·if!oria. riesn; gli Spa:-:n uoli vengono lm ttu t i da.Ile i re co lonne e rnc!"iati dalk loro posizioni: i loro contr;lltacchi di canl lcria fallisco1101 e Ja Yittoria ri:na.nc ;·iena \.'.d intl'r\t ai frar.copi~mOu lr si, i qu:i!i cauur·1no alraVVl' rsa rio 18(10 u., 18 )Jt'✓,7.Ì d'art., l➔ bandiere. i,.. n1uniL.ioui e ~rande parte elci bagagli e :-:li fanno la.;ci,11,• sul r.rmpu .!tl/JO u. morti e feri ti .

111. ,lssed,o rii Casale ( 11,,>.;J_ .\pparti<:nc alla guerra C:erma n-ica de l 1689-169 7. ~r l febbra io de l 1695 C . è bloccata. dagli a llrati del D uca d i ::ial'Oia \'iuorio Amedeo II, e ,-; st:t a dif,,s.i un presidio francese di :,ooo u., che atte nde soccorsi da l l)('!lina ltJ. Cli ~lleati fanno costruir.' presso Ca:..1k un 11t11l\"o fort,· p<:r domi nare l:t piazza. E' neccss.trio completare i la,·ori di asserlio Tcgolare; i l m a..rchrse d i I ,1'g'1.11C1, prepanr sul T ir ino un con'"oglio di muni«ioni r macchine d'as...--cd:o per trasportarli da Pavia a Valen,,a; Catir1at si dispone dalla Provenza a ,·cn in! in aiu to cii C . e prepa ra una dìvtr ~ione pn Demuntc r Cuneo 'mdc liberare C.. gli alleati sono costr etti ad iaunnbil iuauc 25.00IJ u. 5 1 c,rnnon i, e ;o mortai per osscn·are i movimr!lli dell'c,;crcito d i soccorso francc.sr, ma proseguono ugualmente nei h11·ori d 'assedio. di:;turlia t i d.i sort i((' ùei Frn ncc~ i, e dr. d issensi fra i capi austro-isp:tno-piemo11tcsi. , cl giu!:(no i lavori di cirronYalla1.ione sono portati innanzi, e vengono munit i d i ridotte. tor r i r la, go fosso: s'i11con,·acia il bomhard3mcnto (lu;.:lio l6<JSJ. mentre qu.ilchc ridotta cstern :t viene presa. Intanto l'irta 600 cittadini vengono falli uscir e romc hocc!1e irm'. ili cl:i C. con pcrniesso d(•gli assedianti. 9~ Spaf!nuoli passato il l'o, •tta!'cano di fr ont~ b cittarldla, e r-iescoa o a p rendere n lcun i Iort ini cM<'rni. Il duca ili Sa\"oia dec ide cl i sfcrrirc mi p r imi di luglio due auacchi. uno contro i hastioni e l:i cittade lla e l'altro con 1ro le m\1nt; i difensori, dopo aspra difesa. si ritir:cno nella ,ia·1<lella, ma poro dopo i l rnarchc,e di Crcnant si arrt·nrle (9 luglio) ollcncndo l'onore delle armi. 1 vinc itori, d1c: ~veva no pe rduto circa 600 ti., tro\'ano nella piazza pii, di 200 1><'1.Zi d'art. e abbondanli armi e mtm izioni.

I A rn ,!io (/1 Cas"lc ( 162'{ .:9). .-\pparticn,· a:la i:ucrr., [)Cl' l;t ~ ucc.<'s,i,m~ di :'.lla11 tova. e fo posto cl~g li Spagnuoli ;u:li ordini del Cardn,n. La d ifesa drlla pia1.za era stata affidata ai France.si Jal Duca di )lantoYa. 'Xel 1628 Luigi XTJ [ costrinse gli Spag11uoli a tr,glicrc l'assedio. Questi p<'rÒ l'anno scg11<!nte ritentdvano la prova ; allora comandava la piazza :I :Marchese di Thoiras; Andrea Spi nola al comando degli S p;a gno l i, dir igc,·a le opcra~ioni di assedio. J dintorni clclla città fu rono dispu" ' t ' a lu ngo I ,o S pinola teni·, tut ti i men i che l'a rk ossid ionale su~ge r iva a lia su1 alta perizia e a l s uo brillante ingegno; ricorse anche a mine di grande volume :'l'fa T hoiras ~i d ifese co1-;""ran ra abi liti,, e fo ro~ì ben• 1ssecondato dalla. sua guarni~i1.>nc e da. soccorsi rir1.·,·uti 1 ,che gli Spagnoli furono sempre respinti. La pace di RaLisbona ])ose lì ne a ll'assedio e a lla guerra. J .a piazza ,di Cas.1le fu a!;segnata al Xevers assieme a l Ducato cli ~fantova.

1 \' . . 1sscdio di Cns1/r (:'\'11\'emhrc 1706). Appart iene. ,tl la guerra d i Successione <li Spagn,t. TI Principe F:u)lenio di :,;avoia pose il cam po sotto C . i l 5 nov. dopo ,1,·cr preso .-\sii. La guarnigione di C., agli ordini del gcn. francese Dc l\forgues.;;:in. era forte dL circa 2001 uomin i, l,en munit i ed a rm:n i. L'assedio fii spin to in • nanzi con tutta celerità; i difensori si mostrarono pure energic i, ma il L'i nov~mbt"e, appena apcr t;1 dal nemico la brcrci:i, vennero a patti per la cessione della città. Rrsistettc ancora la. cittadella. che si arrese il 6 dicembre.

II. Assedio di Casale (l{i~ù). Appart iene alla gue rra ,.!ella reggenza cli Savoia. Il :-:cn_ Leganez, rornandantc

\·. As.1edi o di Casale (1':<ll"CllJhre 1745). Fn par te delle opcra,ioni in Italia. durante la guerra di Successione


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1:assrclio d i Ca.<:1lc llt' I 1G05 - "· C'. itt,i\; il, Clllaffe ll a; e, C :l~l<'liO ; D, l·' lumt' Po; N, appr~Jrci <it'gli Jn1pr riali r P l<'Jlllllll<',1; E , Ball(•J'ia: fl. appl'Ol'Ci degll svai,nuoll; P, Q, s, \ ', Ball('rle

d' Aust1·ia. TI 2 nov. i ga llo-ispan i ciano riuniti presso S. Salvatore, decisi a porr<' r.i~scdio a Casale ed Asti, Carlo Emanu~lc sgombra da (.' il 5 nov. lasçiandonc soltanto presidiato il castello. Gìi alleati s':i.ffretlano ad occupare la citt;1, ma differiscono le opcrazioai d'assedio al castello, per dedicarsi prima alla presa di Asti, cht' riescono a far cadere il li. ~:salito il Po, i gallo-ispani. preso il debole caste llo di Gahiano, si dirigono su C. e nella nolle del 23 aprono !e trincee d'approccio. Pochi sono i tlifcnsori, agli ord i:ti del verchio ulticialc de Granjean; egli non weva ,ht .350 u., tre rnnnoni di bronzo, quattro d i ferro e tre mortai. Malgrad o ciò, gli assedianti subiscono perdite fortissime. Dopo sci giorni di tenace e fiera resistcmm, essendo stata fatta la breccia dall'assalitore n ella cint1., la guarnigione de,·e arrendersi (29 novembre) . VI. Assedio di Casale (I i46). l'u posto dai Piemontesi il 25 marzo al castello di C., difeso ùa debole guarnigione francese agli ordini di Hébert. Il 28 i Francesi si arre.s ero, dopo di avere respinto qualche attacco condotto verso la breccia fattavi l'anno pr~ccdente.

VII. Difesa di Casnle (Marzo 1849). Appartiene alla prima guerra d'indipcnden,:3 d'Italia. Il gen. Radetzky

a\'eva spedito, -il 2.1 marzo 1$-19, <luc brigate arli ordi,;1 del gen. Wimpffen per ossernre il ponte sul Po a C. L e truppe, arrivate iJ 24 rnattir1a, furono accolte eh colpi di cannone mentre ,;ta,·ano ancor.L sulla riva sin istra. I pezzi erano collocati sul cadente c:tstcllo ad occidente della cillà. La i;u&rnii;ionc, ~~li ordini elci Governatore barone Solaro cli \'ilbnova, veterano, era debolissima ( un reggimento ccl alcun i profughi). TI gener,tlc austriaco intimèla resa, minaccianclr I' a.ssalto prima d el mezzogiorno in caso di resistenza. ?>fa ne ebht risposta negativa ; molti cittadini formaron<. una colonna che, pa5sata sulla sini~tra d•· fmmc, attuccò gli Au· striaci, i quali avevano cominciato) :l moleLa U1fl·:-a u1 L.a.::iaw 11-.:l 1~4V stare la citlà colle lo(scu Ilore Porzio)


ro hatterie. Sulla sera il Wimpffen nt1ro le sue truppe fuor i del tiro di iuc ileria. ~fa nel g iorno seguente verso le undici ricominciò il combattimento, con artip-!ieria ·e moschetteria, durato fino alle 16.30. In quel mom~nto il ~ornanchnte austriaco fu informato dcll'arn,istizio, e lo partecipò n.i Casalesi ritirandosi •mila si nistra de lla Sesia. Vi furono alcuni morti e feriti ùall'una parte e dall'altra. Così la città, difesa solo da un 1·Pcchio castello ,. dal valore ~ coraggio dei citt:idini chisi erano opposti anche alle ,.attati,·c cli resa proposte dal Vescovo e da due Consiglier i, seppe res istere 1wr •IS ore a circa 3000 so ldati muni ti d i numerosa artiglieria. Per tale rcsiste;nza il Comune rii C. Jlouferratr è stato insignito della mcda~lia d',,ro per benemerenze patriottiche colla srgucnte 111oti1·,1zione · " .\ ricompensa del va lore dimostrato daJla ~i1t:vli11.,nza 11d l'ass~clio riel 2324 -25 marzo 1841) ». Brigllta Casale (rcg~. di iamcria 11" e 12°). Xcll'anno 1619 esisteva in Piemonte U?l ~rgg. eletto du Cheync,,. sayoiardo, che nel 1630 pa,si, di propr ietù del principe di lloyd anid, e nel 164.5 del rn:u-chesc d i Pi,J11ezza. l i 15 fcbbr3io 16-19 incorporò il regg. l'i1,;icro11 formato il 12 dello stesso mese con •;p. franco-savoiarde e francesi di nuova lc1·at~. 11 17 ,1prilc dello ,tesso anno una porzione di cs:;o passò al colonnello La I .oubèr~ (o La Lobelia) , il qua le costituì con esso un rrgg. t utto savoiardo. TI I ~ giugno 164•) il regg. l'ianezza divenne proprietà del marchese di Livorno. Nr~li anni ~ucccs· sivi si sostituirono poco all,1 ,olla cp. pkmontesi alle s.1voiarde linchi· nel 1660 fu ridotto a cp tulle piemontesi. Nel 1664 il rcgg. di Livomo YCnnc clvnmninato rcgg. <li Monferrato di S. A. R. e il I-! luglio 166.J incorporò il regg. Du Coudray. Il 19 ollobre 16() I g:i n:nnc assegnato ordine di anzia11i1:, quale ')trnrto regg. ddla fant. d'ordinanza, e denomiaato rcgg. « ~lonfcrrato di S. A. R.>).

I.a ha.ndiera <IC'I J?o ra1111•rla

11 9 dicembre li9S il r~gg., sciolto d:11 giur amento di fedeltà al re di Sardeg11:i., for mò coi rcgg. Saluzw cd Alessandria la 2• br. di linea, nell'esercito della na 1.ione piemontese. Allontanat:si i Francesi dal Piemonte· nell'aprile 1799, la mezza br. si sciolse. N cl giu,,;no 1799, si ricomposero in l'iemonlc con sold ati elci regg. a lcun.c1 cp. , e quindi un bgl. « ~foufcrra to >>; per com1>letarlo, nel marzo 1600 furono ad esso aggregati tutti gli uomini disp,mibili del regg. L1 i\Iarina, e reclute dei regi:imcnti provinciali di TorinJ e :Mondovì. Questo bgl. fu,

751nel magt:io, inv iato nelle alte valli della Vrait.1 ~ dcf Po, e si s,.;iolsc in giugno, ·lopo la ba ttaglia rii Marengo. Ritornato il re Vittorio Emanuele in i)OSSCSSO dei suoi S1a1i di terraferma. il regi;. )fonferrato si ricompose in due bgl. nel luglio JSH li 1• nov~mbrc 1815 cbhc il nome di brigata Ji J\Jonferrato. Avendo poi preso par te a moti politici, la hr. venne scioita il 31 maggio 1821; i: suo contingc-ntc d'ordinanza forn1ò il 1• bgl, pro1Tisorio di lin<:a. cd in parte pal»<i all'll bgl. carcÌJ.tori. Con R. D. ! , 110,·c111brc 1821 il 1° bgl. provv isorio rinforzalo ùa11c cbs:-,i provinciali richiarnatf! alle arm i, r, )loto dopo dagli '.!Omin i del soppresso bgl. cacciatori ita liani, iormo la b:·. di Casale, che con estrazione a .sorce. ebbe prttcdeaza sulle altre nello stesso modo c:rcate. li 25 ollohre .831 la br. fu divisa in 1° e 2,° rcgg. (hr. Cas:tlc) ed incorporò 406 uomini del soppresso bgl. dei car.riatori di Savo i.i. li 4 mai:;gio 18.39 i due rcg;;. presero la denominazione rispettiva di 11° e 12° rcgg. fant. br. Casale. ~cioltc le hr. permanenti nel lSi I i due regg. 1·cnnero rhi.imati 11° e 12° regg lant. (('asale). 11 2 genna io 1881 furono nuovamente r iuniti nel la hr. C"':tsalc ( 11" e 12'' regg. fanteria). L:1 br. Casale ebbe l'am,ianitii del U no,·cmbrc 1S21; nel 1009 fu resa dcpositari:t delle tradi1.ioni dell'antica brigat.t Monferrato. Nel 1926 venne sciolta; 1•11• regg passò a far parte del la 17" br. di faut. cd il 12° della 12' brigala. 0

CaHtj1aguc di gurrr,1. 16?.5-1626; 1628-1631; 16351659; I 6i2; 1690-1691; 1692-1693; 1695; I 701-li02; 1703-1712; li 18-1719; lì.ìJ-1735; I i42-l 7'18; 17921796; li~9- 1800; 1800-JS IS; 1848; 1849: 1855-1856 (cp. 1•, S', 9°, 13° cli ciascun reggimento); 1859; 1366; 1887-88 (I" bgl. ddl'll0 regg.); 1895-96; 191112 (11° regg.: il 12° forniva a vari r~.,;gimcnti 11 uiì;ci~li e 1096 gr egari); 1915-1918.

R icompense: A Ile bandiere dei tl11e rcgg. Mcrl. doro al val. mii.: << Con mirabil~ valore e saldezza ci·emplare irruppe in ben selle li,,c-e di 11 incec nem•che s1,I Podgora (Gori1.ia), vi resistette con mdomita <energia a violcn t i e rinnornti contrattacchi e ne con')uistava ~a!rbmente le pcnd iri cxciclcnta li, raggirm;;endo la dorg:tJc del Calvario (ottobre-dic. 19 15).. 1'ellc oper:izioni che condussero alla prcs.'l di Gorizia ~6 12 a1-1osto 1916) confermò le pro\'c di valore prcced~n:cmcntc date» . Mcd. d'argento e, Per la bdla cond otta tenuta ncll:L giornata di San ~fartino" (24 giugno 1&59). Alla bandiera dcll'll 0 regg.: medaglia d'argento << per la s'.)lcndirh prova di va io 1·r. da:a da l I O hattaglionc! r~.,i~tendo con esemplare i<:rmc.lza ad u11 violento attacco di sorµresa, pa;;.;;,indo poi con nnun:r".!,·ole slanc io a.I

contrattacco a fondo, che portò la completa distruzione dell'avversario>, (Derna, 12 settembre 19121. F est,L del reggimento: 2-1 giugno, anniversario della bauaglia di San MartiH1·onzo orr~r·to alla b r. Casale (scuUorc Blstolll) no. Alla bandirra del I 2"'


reggimento: meò. di bronzo: cc Alla 1• cp. f uc. per i fatti d'armi dei 24, 25 e 27 lug lio 1848 alle gole d i Staffalo, sulle a lture d i Sommacampagna, e del dì 4 agosto, stesso anno, fuori I! porte di )Iilano e nell'incominciato a~scdio di Peschiera,,. Festa del reggimento . 24 giugno, anniversario del!a battaglia d i S. 1\fortino. Casale. Nome di un « 1·eg~unento provinciale » istituito in Piemonte nel 1714, ~u 6 compagnie. Xel 1800 fece parte della 3• mezza brigala, col bgl. d'Acqui e fu ,ciolto l'anno seguente. Nel 1~14 fu ricostituito e l'anno dopo soppresso.

Co.~!Jle dott, L11igi. Chimico industriale, n. a Langosco Lomelliua. m. 'I Vigevar:o ( 1882- 19.:?i). Laureatosi in chimica a Torino nel 190.'l, si dedicò a swdii e ricerche sugli ag!!ressivi chimici, nonché alla 1,rep:i.ra,cionf d i essi, riportando anche Jn pr incip io di i11toss icazione. La soluzione di grav i e imµorto.nti i.,robl: mi imposti dalle nuo,·c esigt'nzc create dalla guerra e in special modo l'a,·er portato a termine :I più saliente di essi l'industria dell'atoto atmosferico e la prcpJrn1.ione dei composti n ecessarii alla fabbl'icazione degli esplosivi rivelarono in lui qualità di tec nico e di organizzator~ di prim'ordine. Sella prima,·era del 1919, riuscirn ad attivare a Terni il primo st::L'ilimento semi-i11dustrialc di ammoniaca s inici ic:1, con p, occdimen to di sua invcn• zionc i cui brevetti, r ilevati d alla S. A. « Ca~alc Ammonia Cy » fondata nP.l I 92 1, sono ora da questa sfruttali in lutto il mondo.

Casalecchio di Reno. Comw1e in p.rov. di Bolo-gna , su lla dr. del R eno, presso il capoluogo. D'origine a.ntich issima, venne fortificate dai llo logne&i m·! mcdiu evo. Vi si combattè una battaglia (26 !!iuc;no 1-102) eh.! appartiene alla lotta fra Giovanni Ilenti,,>glio, signor" di 13oloi;ua, e i Visconti. Il primo, ebbe soccorsi da. Francesco Novello da Carrara e da F irenze . 11 campo degli a lleati fu posto sul Reno, presso C.; i Viscontei vennero ad assalirlo, comanrbti da Alberico da .Barbiano e Jacopo dal Vcrm~; le difese ,·enncro superate, e l:l lotta in breve sostenuta soltanto dalle çor~zze fi1Jrenti11e, comandate da Berna rdone d i Scrrcs, mentre le mili:de bolognesi, in p;uk avv~rse a l Bentivoi:lio, si davano alla fuga. Cli alleati, sconfitti. lasc1r:rono molti prigionieri: di essi, il :Llentivr,glio, fatto prigiciniero combattendo in Ilologna dcv'era.~i ritirato, verwc fatto mette1·c a morte do. Alberico. Casalgrasso. Comune in prov. di Cune<1 fra la Varaita e la ì\faira. Fu importante castello fortificato, baluardo nel X serolo elci signori cli Susa. Attaccato e pre• so da l marchese nonifacio, fu nel secolo XI in feudato a l ma rc hese di Saluzzo, che clnvettc difenderlo dag li attacchi degli imperiali. e cederlo pii1 tardi ai feudatari dell' impero. ~el 1,W6 ,·enn-: !>reso a viva tona da Fa· cino Cane che lo mise a sacr'.l. La stessa surtc subì più volte successivamente duran te le guerre con! ro i F rancesi. Casal i (Uguccio). Capitano senese del sec. XIII. Fu uno d<'i capi ghibellini che combatterono contro i Fiorentini guelfi alla battaglia di J\lontapcrti. A lu i devesi la caccia ta deg li /\retini d:dl.t rocca di Cortona. Casali v;11,e11zo. Ingegnere rnilitarc. m. nel 1593. Dopo aver costruito la Darsena ,ii Napoli, fu chiamato uri Portogallo ove rimodernò varie fortezze.

752 Casali Alessandro. i\Iedaglia d 'oro, 11 . a .Piaccaza nel 1894, caduto sul Carso nel 1917. Studente d 'ingegneria

a Torino, allo scoppbrc della gucrr:i con l'Austria si arruolò e pochi mesi dopo -:ra sul Col di Lana, sotto!. di complemento nel 92° rcs;~. fanteria. Passò sucrcssivarncnte nèl1'82° rcggi1nc.:1tto, divenendovi tenente ,. poi capit:ino. S11! Carso lo sorprese l'offensi,·a a u strotedesca dell'autunno 1917, do\'e eroira mcn tc contese al nemico la posizir,nc :iffidatagli. l.a medaglia <l'oro fu conn·s..,~ all1 s•1a n1cn1oria con

f!ue;;;.ta

n10-

ti,•aziont : e, ,\cccrchiato <la i t1cmico e fatta in gran p'lr'.t prig~oniera la propria con'!pagnia, riniase gravemente e ripell1tamcn tc fcril<>. ,Vled icato alla meglio, postesi delle bombe a mano sul braccio ferito sospeso nl rollo, serenamente disposto al sacrificio cli sè. si m<:tle"a alla tesla dei sopragi.;iunti rinforzi, e, fulgido esempio <li valore, li guiclava alla riconquista della tri.t1c1,a ove caclev,l g loriosamente c;olpito in fronte>> (Wolkovniak, 26 ottobre l917).

Casal lmberto (ant. ~·-istrum I111bcr.i). Località della l'alestina, teatro di bat:dglia (J maggio 123 I) che appartiene al!a fine della 5" Crociata e fu combattuta t v inta da R iccardo Filangcri, marcsciullo cli i--.,ckrico l1 di Germania, contro il h,tro,ie Giovanni d'lbelim. A questa segui h batt. di l\'irosia (\.. ). Casalmaggiore. Citti in prov. di Cremona, sulla sr. del Po. Le noti,cic rc l,\l ive a. <.,'. rimonta110 ai secoli IX o X, ma forse esisteva già nell'epoca romana . Ebbe nel m,·dio evo u na pr::,µ1ia milizia . ì:''.cl 1012 C. \'enne fortificata dai marchesi d'Este ai quali apparteneva. Nel 1155 Galeazzo Visconti assediò e prese la piazza, diksa eia Guglielmo marchese del 1\fonfcrrnto. Successivamente fu con tesa molte volte nciie lotte dei Comuni, fra le varie fazioni e spesso danneggiata. Kcl 1426, mentre app:i~tene,·a ai \'isccmi, fu assalita e presa dai \'e:iezia ni, con un rorpo di truppe agli ordini clel Cann agnola., e una flottiglia s u l l'o agli o rdini del p1ovve<litorc Fnncesco Bembo. L'anno seguente i Vi~contci rit.sci,·an? a cacciarne con le armi il presidio ,·eneziano; ma nel J.l.:!S, ron le tratta!Ìv~ di pace, tornò al!a Sc>renissima; nel 1432 il marchese di F inale, a.gli ordini dei Visconti, b ricon<Jnis tò; tornò ad esse re occupa ta da i Veneziani nel 1499 e fino al 1509. Dopo di ciò volta a •: olta uel sec. XVI l'cbhrro 1 Visconti, i Francesi, sii ::ipi:gnuoli, i \'cncziani: strage e saccheggio la cle\'asla.rono rc.r opera dei Yisronti co manda ti da Alessandro llcnrirnglio e do. Antonio Carlo, capitani di ventura. ).: c i secoli seguent i, a ltre devastazioni subi piit \'olte, ~pccialmcme per opera dei Lanzichenecchi imperiali diretti all'assedio di Mantova ( 1629; <lai franco-sardi nel 1648, dei Francesi nel 1701. I. Battaglia di Ca.<almn_ç gir.-re (28 settembre 1446) . Appartiene a lle guerre susc ita.te da Francesco Sforza per di[enderc i suoi poss~ssi. Filippo )iaria \'isconti, ,·olendo ritogliere allo Sforza Cremona. ( data in dote ~ Bianca 1\faria, sua figlia, sposa dello Sf,,rza stesso)

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mandò a tal uopo con 5000 cavalli e 1000 fanti il Picc inmo verso Cr<m1ona, il ' !\tale, da rinforzi veneziani sopraggiunti agli S forzeschi, fH co,trctto a r itirarsi presso Casalmaggiore, dove si fort ificò in un'isoletta del Po, collegata con ponti protetti ~Ile du e sponde. li 28 settembre, il generale veneziano :Micheletto Attcndolo, riusciw a far passare a guado llll ner bo di ca,·alleria, assali la tes ta di ponte sulla sr. de l fiume e riuscì a penetrare nel campo visconteo, che venne preso, con lutti i hagagli, munizioni, 4000 cavalli, e molti prigionieri. II. Combattimento di Casalmaggiore ( luglio 1448). Appartiene a!la guerra inteJt in a scoppia la in seguito a lla proclamazione della repubbEca ambrosiana. In quell'epoca Venezia aveva press·:> C. crealo una base per una forte flotta comandat1 da Andrea Quirini, con cui faceva scorrerie su l Po n ,olcs ta:ido Cremona. Contro C. mosse con truppe mi la11esi francesco Sjo1:td., a ccompasmato nel fiume da galcoui ~rmati fatti venire da Pa~ia al com:u1do di Riagio Asscreto. Lo Sforw piantò un;. batteria di JO cannoni hUIJa riva del fiume e fece fuoco per tutto il giorno 16 luglio contro i Veneziani danne,:giandoli gravemente; il g iorno doµo il Quirin i, minacciato di rimanere bloccato dalle n avi del!'As.serdo, fu costretto ad al>l>andonare la flotta, scampando COL' sette navi e ponendo fuoco alle altre pcrdtè non fossem preda del nemico. TI Senato veneto k• punì co11 tre a nni di carcere.

Casalmorano. Comu:1c in pro,·. di Cremona, di fondazione antichissima, cam1>0 di concentramento dei Rezii cd Elvezi sccr.i al p ian'l contro R oma. Nel medioevo fu munito di castello dal srcolo XI, ba luardo delle dominazioni longobarda e franca. X el 1218 ve ,u1c assalito dagli alleati milanesi, pi.J.ccntinì e lodigiani, contro Cremona, ed appena conquistalo diroccato, Nel 1403 i ghibellini di Cremona, concentratisi a C., vi diedero battaglia a Cabrino Fondula, capitano di Ugo lino Cavalcabò. Più tardi ( 1431) Pandolfo )!ala.testa iicupcrò C. alla Serenissima. Casalpusterlengo (ant Castrum Pistariu.m). Comune in prov. <li Milano, fra Adda e La.t1,bro, importante nodo strada le, d'origine antichissima. N el medio evo appartenne al Comune di Lodi, e \'eMe cinto di n.ura turrite, ed ebbe un forte castello, di cui rimangvno atKGra i ruderi ed anche qualche vecchio torrione. Nel 1796, il 10 maggio, i Francesi, agli ordlni de l lJon aparte, provenienti da Piacenza, dopo la vittoria riportata sulla Trebbia, entrirono per C. in Lombardia, dopo di avere sbaragliate le truppe au.strbche che n;:MtaC'Olavano la marcia presso il paese. Casalta (An1 011- Fiiipj10 detto Dario). Generale francese n. della Corsica. (1760- lS,17). 1.-autore della rivoluzione, organizzò a llastia le milizie nazionali, e fu dai Bonaparte messo a capo delie truppe incaricate di sedare la riyoluz;onc suscitata in Corsica dagli Inglesi. Con l'a iuto d i patriotti rcpubblica:-ii prese Hasti:.c e San fio1·enw cd obbligò E lliot ad i,nharcarsi. Occupato S. Bonifacio e Aiaccio, e presa la )faddalcna, ristabilì la pace. );cl 1815 sollevò la CoBica in favore di Napoleone a l suo partire da ll'Elba, e fu rrcs idcnte prov··isor io. All,1 seconda re~taurazione s i ritirò a vita privata. Casalvolone. Comune in prov. di :-."ol'ara sulla .strada che da Borgo Vercelli va a Romagnano. Vi s1a

763 u11 antico castclio ci1-, era clominato da una splendid'.l torre. E' di fondazione a ntichissima preccrk:1te alla do• minazione di Roma. Nel medio e,·o fu residenza fortifi.cata dei Franchi, passando ,,oi in possesso di Vercelli. Durante il secolo XIV venne preso dal marchese del MonfcrralO, e conteso poi con lunghe guerre fra lui e Galeazzo Visconti, che alla Tille ne clis trnsse castello e torre a mezzo del conte Laado.

Casamatta. E ' il loc1le di un'opera di fortificazione, chiuso a ll'interno e coperto n ella parte superiorc a vrova di bomba, munito di ima o più cannoniere, destinato ne lla maggior 1iartc cici casi n ricevere artiglierie. 1 primi locali casamatta.ti si riscontrano nell'epoca antica nei vari piani delle torri che si tro,·1vano nelle cinte costruite a difesa di località ; loca li casamauati si hanno anche nelle fortificazioni e n ei c:1.~telli dell'epoca medioevale. Le casamatte offensive o <'!sam11lle propriamente dette futono introdotte nell'epoca moderna colradozione delle artiglierie. E rano locali chiusi da ogni parte da muro e superiormente da volta ricope rta C'On terra e aperti solo posteri'lrmcn te rcr facil itare lo sfogo del fumo, o c!i iusi in parte per evitare che le scheggit dei proietti caduti dietro essi vi penetrassero. Jn tali locali si collocavano le bocche da iuoc,:, che s i vdevano proteggete da ogni specie cli tiro; · uella parete r ivolla verso il campo di tiro era r icavata una cannoniera. L'ord inamento c.1samattato era i)OCO impiegato per l'inconveniente del fumo: n::lle opere di pianura, di solito, era solo impiegato per i pe,:zi fimicheggianti, mentre nelle for tificazioni di montagna ~i adottava spesso artche per i pezzi destina ti a lla difesa lonta n.... Ciò pcrchè in montagna l'attar.cante può occupare: posizioni dominanti ed inol!re perchè il difensore è: spcs50 obbligato di adottare più linee di fuoco sovrapposte per in sufficienza di spazio n el senso orizzon tale. Casamattc difensive o locali alla pro:1a etano i locali orga."lizwti in modo an:ilog-> alle casamatt~ offensive. destinati a tenere al sicuro ;::li elementi di ùifesa. Es.~e riuscivano p iù protette delle casarna tte offensive, p er la rngionc c he non c'era bisogno di scoprire da esse il terreno cl i attacco. Verso la fine del se.:olo X'.'llI e il principio del secolo XIX le casa.matte offensive aumentano a causa della magi:iore efficacia delle artiglierie dell'attaccante. Ciascuna casamatta crn ampia quanto occ:oncva pe r permettere il faci le e comodo servizio del pezzo e per presentare lo spazio neccs~ari-, allo spostamento di questo 11elle varie direzioni determinate dal campo di tiro orizzontale, Le casamattc s i costruirono larghe dai 4 a i S m., lunghe dai 6 ai 7 m., a:t.e in chiave dai 4 ai S 111. e si disposero anche su due o tre piani, n1 modo da occupare nelle fronti delle opee tutta l'altezza. del ramparo spor:,:entc a l di sopra del ciglio dello .<palto. Le Gtsamatte fecero buona prova finchi: l'artiglieria si ma ntenne di potenza limit.1ta; ma quando, ver l' introduzione della rigatura, pèr l' impiego di proietti p ii• potenti e di spolclte più perfezionate, aumentò di efficacia e raggiunse ra,;guardcvole esattezza nel tiro e maggiore e ffetto di d istruzione, esse ~i resero impossi bili ; giacchè al graviss imo cl;fetto, già prees istente, di limitare il campo di tiro ,Jet pezzo che contenevano, tanto nel senso orizzcntale, <J;ianlo nel sen,o verticale, si aggiunsero gli a ltri: di essere con facilità rovinate


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casamatta rl~ll'cpoca di Feclcrico Il Granclc. 13, batteria con coper1uru; ! ', ricoveri per ie muJJizloni che presentassero una maggiore resistenza intrinseca: si ricorse perciò a l ferro. L'uso del ferro per accrescere il valore difensivo delle fortificazioni ha origine antichissima; ma quegli che, nel senso mo<lemo, ne previde l'impiego nelle fortificazioni fu il generale Paixhans <lell'artiglierb francese, il quale, nel principio del secok XIX, sostenne che il ferro fosse il mezzo p iù adatto. ed anche relativa.mente pii, economico, per 1a.fforzare le opere. Prepose perciò torri r inforzate col terro per occupare fortemente con poche a rtiglierie a lcuni punti esterni delle piazze. Queste idee, espresse nel 1815, cht fanno del Paixhans un vero :precursore delle casamattc metalliche, non vennero subito attuate, ma r,erò d iedero luogo a numerose esperienze. Nel 1827 in Trigh ilterra si ~sperimentarono sbarre di hrro e piastre di ghisa applicate a murature; poi pia.,tre di ferro e di acciaio laminato e fucinato. ~ e] 1S4:i a Torino, per ini:,;;ativa dell'allora ma.ggio re Cavalli, si c~eguiro110 esperienze di Liro co11tro tubi di ghisa inclina ti a 45", p er dimostrare l'influenza dell'angolo di arrivo sul la resisten za della corauatura ; e nel 1360 Io stesso Cavalli fete c0struire, con buoni r is ul • tati, una batteria coperta rnctal iic,t a ll'assedio di Gaeta (batteria Alrat in a); ma. que,to ten tat ivo del Cavalli cadde in dimenticanza in Italia. L'arte metallurgica intanto and~va sempre progrc-

nella parete fron tale ed imboccale, e così esposte agi i effetti grandemente dannosi dei proietti che scoppiavano nell'interno cli esse :lopo esservi penttrnli per la cannoniera. Nonostante questi difetti non si abbandonarono subito le cas'.Ullatte in muratura , ma si cercò di modificarie convenienter.,ente: 1° coll'aumentare la resistenza de lla pa rete front,tle perchè fosse p iù d ifficile a demolir~i; 2° col ridurre rampiczza della cannoniera per diminufrc le p robabilità di irnhocco. Si cercò d i raggiungere il p rimo intento rnll'addossare un parapetto p a1·te vi.sta di tale parete tenen do l'altezza interna della casama tta appena quanto era necessario pcl servizio del pezzo, incavalca.ndo quest'ultimo su affusto non molto alto e facendo inclinata verso il basso la parte ant~r iore della volta ricc,pr ente !a casamatta stessa, secondo la proposta <lei generale fnnccse Haxo, e si ebbero cosi le casamattc dette appunto alla Haxo. Il secondo scopo si raggiunse in parte coll'adottare affusti che permettessrro a lle artiglierie di rotare intorno ad un asse in corrispondenza della volata, ta nto nel senso orizzontale quaJ>tc. ne l ver ticale . .Ma tuai questi r ipie&J1i, quantunque fossero bene studiati, r isultarono di poco valore, perchè, a c1usa dei materiali di costruzione di cui s i d isponeva, l'azione e la p rote1.ionc costituivano sempe due termini che variavano in rapporto inverso. E ra necessario quindi cercare n uc..vi materiali d i cost.ruzion<:

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dendo e si inu·oduceva l'uso delle corazZl1ture nt lle n avi. Nel 1367 il Gruson, per primo, te ntò la costruzione di casamattc fisse totalmente metalliche, p resentandone all'esposizione di Parigi un tipo, che sottopose a numerosissime espcrienzR, acquistandosi larghiss imo favore. Le casamattc fisse metalliche con servano l'aspetto delle cas;:unattc in muratura preceden ti, ma modificale in modo da 1·caderv i possibile an utile impiego delle parti metalliche. Queste casamatte metalliche avevano la proprietà di ris ultare p iit robuste e resistenti <:i quelle in muratura, ma avevano sempre i difetti d i limitare il campo di tiro dei cannoni che contenevano e non evitare la poss ib ilità di essere im boccate, Yin verso la fine del secolo XIX vennero imp ieg:ite s ia nelle batter ie costiere, sia nei forti di s ba rramento, quando si riteneva neccss:u-io ricorrere ad ins tallazioni robu stamente protette d era limitato il settore uriuonta le da battere. La casamat ta metallica p iù nota z quella del tipo Gruson, di ghisa indurita, che ehbe qua lche applicazione anche da. noi. Ciascuna casamatta ha !J parete frontale costituitft da. d ue scudi s immetrici (de!t i piastre-can noniera) i qua li combaciano secondo 11 p ia no verticale che passa per l'asse dclii cannoniera ~ da due spcron: (detti piastre-pilastri) che servono d i ;appoggio la terale agli scudi suddett i cd a qucl li della casamatta attigua. Scudi ,~ speroni sono portati d a un basamento cli granito, interrotto solrnn to sotto a lla r::Lnnor1iera, ove si trova un• i

casama11a Oruson (scc. XIX) wccolo di ghisa (detto pias tl'a - perno), nel quale è mlloca to il perno per i l sotto--affusto. li cielo <lclla ca.n-• noniera è formato da p iastre- volta di pia,1ta rettangolare, con grusseua decres::ente d all'avan ti a ll'i ndietro. l l collcgmnento fra le divcrsè p iaslre è fa'tto con pernietti di acci3.io e con colata di 1.inco fuso. La copertu ra della cunnoniera è poi compleuita con u no strat,, d i calcestru>.>.o sul quale è C: islcsa una capp«, coperta a sua volta da uno strato di tcrn grosso da m . 0,80 a 1.50. 1 cannon i so110 incavalcati sn :.iffusti speciali Gruson r1. cannonier'l minima. per cui il pericolo di imbocco aou è soppr esso, ma è ridotto a minime prupor>.ioni. Le casan1a Uc Gruson hanno suhìto successive tr;.1::;fom1azio .. ni e n1iglioran1entil n1a avevano sen1prc un aho prezzo

per le grosse masse metalliche ,: cemen tizie d i cui erano costituite; inoltre presentava,10 un vasto !:,ersaglio. I perfezionamenti raggiunti nella fabbr icazione delle p iastre di cora?.Zatura e l'impiego diffuso delle costruzioni cemen tizie permisero di rinunciar e nell'immediato ante • guerra a lle p esanti casama.tte di ghjsa indu1 ita, le qua li rappresentano il periodo p1·imitivo delle casaiuatle metalliche fisse.. L'impiego dell'accia io colato permise di

formare la p iastra d i corazzatura in un sol pezzo e di darle la sagoma più resistente all'azione dei proietti e più opportuna pel solido collegamento con le parti murali. Al coperchio della piastra, a forma di fe!lore c ircolare, nella parte frontale scoperta ed esposta ai colpi, si è potuta assegnare la grossc7,za d i 200 mm. circa, sufficien te a<l una lunga resistenza anche con!ro un tiro r ip etuto effettuato <la a rtiglierie di medio calioro, mentre la piastra stessa con la incl inazione a 4:, 0 favoriva il r imbalzo e lo scivo!a-TJ1ento dei p roietti. L ' impiego della cannoniera minima, ottenuto con un apposito affu-

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s,o, J"cndeva complctan1cntc soddisfacenti le condizio111 di resistenza delle parti frontali <li queste casamal te . .-\ Ila volta di calcestruzzo cementiz io, al le qna li si raccorda la piastra frontale mediante un cielo di lamiera d'acciaio (M u ti11-Sicmcns) di 50 mm. di l(l'Ossezza, di lorn1a conoi<l1ca, avente le parti laterali ripiegate e triangolari, venne dato lo spessore di m . 1,50, oufuciente a r es istere ai più potenti tiri di sfondo eseguii: dai grossi mortai esitenti lino al 1914 nei parchi di assedio. 1-fa il niassimo coefficiente <li sicure>.za <li tali c;:.samattc denominate semicorazzate o di str«tt«ra -m ista, risiedeva nella loro minima profondi:à, r idotta a m . 10, essendo oltremodo difficile, anche a d:stanza ravvicina.t,, di bomha.rd amento, da ,1000 a 5000 m ., d i colpire efficacemente una striscia d i bersaglio così sottile. In te:·reao montuoso le casa.malte possono venire ricavale in cavern a, co!l'eguaglic1111ento delle parct i rocciose e coH'apposizione cli u11a. piastra frontale d i corazzat ura. Per ovviare a mo lti deg li inconvenienti eh~ si attribu ivano i:llle casmnatte fisse, g iù finn d a,gli ultin1i ann i del secolo XIX furono ideate cd impiegate le casmnatte mobih a g-irevoli. Queste, rispetto a quelle fisse, si riteneva c,hc presentassero i sq;uenti vantaggi· 1° non limitan o il settore orizwnla.lc cl i t iro, che pnè, arrivare a 300° ; 2° sono ass.::L i meno soggette aWin1bo..:co perchè le cannoniere non r iman.gonv esposte ai Li ·i a vversari che a l momento dclio sparo ; 3° il movim~nto di cui sono dota.te dà facile smal timento al fumo; 4° costituiscono u n bersaglio piccolo e della forma piè, :!datta per 1


- 756 essere meno danneggiato dai proi,mi che lo cvlpi:s.:0110; 5" occupano minimo spazio, ,)er cui si possono applicare anche su posizioni ristrette; 6" riparai.o i peni in tutte le d irezioni; 7° permettono una grande 1npidità di tu:o, perchè il pw1lamento può effettuarsi rnC!!lle si compiono le operazioni della carica. Gli unici incc.nvenienti ché p resentano souo quelli di essere più ce,stosc delle casamatte coraz?À-ite Jìsse e di csse1·e dotate pel movimento di meccanismi ,cbb3.stanza delicati. 1\la il primo di q uesti inconveniemi è compensato dall"'- possibilità di usare, per d ifendere una posizione, w 1 m inor n umero di pezzi dato il maggior se'.tore orizzontale d i tiro cht esse hanno; in quanto :il ~econclo le migliorie introdo tte ne hanno attenuato t1 i molto la impor tanza. L~ casamattc giccvoli sono costituite, generalmo,tc dalle seguen ti parti · a) l.a corazzatura, la quale ha forma cli ~olido di rivoiuzione con as3c ver\icalc. Essa sporge p iù o meno dal ramparo che la racchiude ed è munita delle aperture necessarie per dare passaggio :ula volata dei peni, per potere vedere esternam~nte se ., necessario. Se la corazzatura è cilindrica o tronco-conica, ia casamatta prende il nome di torre; se invece la corau.atura è sferica la casam:itta prende il nome di ::uµola. Sul principio la torre fu specialmente usata dai f rancesi e la cupola dai Tedeschi ; ma poi, in seguito ad csperien'-C, la seconda forma ebbe h p referenza; ò) il soste gno, destinato a soppo, tare 1-t coraz1,atura e f'nrm:unento; ha forma varia a seconda elc i tipi; t~lvolta porta un p erno cen trale; e) il m~ccanisrno cli rot~Ò)ne, destinato ad ottenere il movimento rotatorio della corai:zal\lra e del suo sostegno; può essere a1.iona10 a mano, iùraulicomcnte o a meno dell'elettricità; r.) i'avancorazza, parte metallica che ccstituisce la sommità delle pareti del pol:7.o contenente la parte mobile della coSlruzione. L'avancoraua ~ genera lmente <li ghisa indur ita . Le casamatte girevoli possono essere ne,- un pezzo $Olo o per d ue pezzi : in questo caso le due b0cche eia fuoco ha nno gli assi paralleli. La casamatta per W1 solo pezzo <liccsi anche affusto corazzato. Ognuno d i questi due t,pi di casarnatte i,j:esenLa pregi e difoLli rispetto all'altro. Due affusti corazzati r ichiedono lCmpo più lungo e maggior consumo di munizioui per essere distrutti, perchè presentano ciue bersagli pi~ ;Jiccoli cli quello unico offerto da lla casamatta per due e.annoni; per contro occupano rna.ggio:·e spazio e coswno cli piÌI della casamatta per due cannoni. Questa l.:a anche il vantaggio di richiedere meno personale per il servizio; ha però i seguenti svantaggi: i. più facilmente distrulta cb.i tiri dell'attaccante; un 6 uasto prodotto nella costruzione immobilizza due pezzi rnvccc d i u no solo. Le casarnatLe, sia .fisse :::hc girevoli, si '1iu:.o~trarono, durante l'ultima guerra. inferiori al loro co1,. p·: to ed alla aspetta tiva che s i aveva s:.il!a loro resistenza perchè sLUdiate per resistere alle artiglierie rli nv:dio calibro, quali erano quelle che costitu ivano p r ima 1kll:i. guerra i parci1i d'assedio, furono facilmente distrutte e a lmeno gravemente danneggiare dai proiett i delle 1niglierie di grosso calibro usati anche nelle operazioni terrestri; di p i(1 il largo i:~1piego degli aerei permise di d<::tei minarne p iù facilmente la posizione o di a.ggiustare il tiro d iretto s u esse. Le uniche casamatt~ che si rlimostr;uono ancora possibili furono quelle in caverna ; però le ampie cannoniere che queste p resentavano offrivano al nemico tlll bersaglio facilmente inclivi<luabilc ed imboccaùilc. G li

studi degli ingegneri m ilitari e dei costrllltori militari vennero rivolti perciò dopo 1.1 guerm a d cl ii.1ìnan; questo incom,cniente. Casametta corazzata ( ,l\,for·ina). E ' una. camera protetta da corazza., con portellone, nella qua le è sistemato un cannone. Sulle na,,i da battaglia servono in generai~ per i cannoni d i medio calibro che stanno sui due fianchi (ne lle batterie) le quali sono divise in tante ccsamaue, mediante robuste traverse coranatc per impedire che un colpo fortunato possa danneggiare più d i w, cam1one a lla volta. Il portello della casamatta è eh iuso da uno scudo girevole che è applicato a ll'affusto del cannone. In antico, le casamatte sistemate alla estremità della b,ltteria. erano girevoli; ma queslo tipo vcru1c presto abbandonato, per dar luogo a quello più semplice delle casawatte fisse. D e11t1·0 le casamattc sboccano gli devatori delle munizioni che sono in comunicazione con !a Santa. Barbara, mediante apposita. galleria situata sotto il ponte di protezione. X elle casa.matte corazzate arriva.no p ure gli apparecchi di trasmissione degli ordini che sono in comw1ica1,ione con la. torretta <li direzione del tiro dei settori a.ntisiluranti. l.o spessore cl i una. casamatta corazzata è in generale uguale al ca libro del cannone che protegge; 152 m / m per i cannoni da 1.52, 120 per quelli da 120. Fin che si può si preferiscono ogg i, anche per i medi ca libri, le torrette corazzate, perché permettono w1 ma.ggior campo di tiro.

Casana (Severino). 1'Iinistro della gueJ'ra. n. a. Torino, m. a :Monta.Ido Don1 (1342-1912). Tngegne.re indntriale, cl.:putato di .Novara r,ella 16" e 17'- legislatura, per altre tre di Pa.llanza, -sindaco di Torino, nel 189S ~cnator~ <lei Regno, fu il pr imo ministro della guelTa borghese. nominato a tale earira il 29 dicerubn 1907 (gabinetto GiolitLi) al po~to del gcn. Viganò. JI 4 aprile 1909 vc1111e sostituito dal ~en. Spingardi. Ordi1Um11mto Casa11a. Nel 1907 il goven,o italiano, al fine rli procurarsi dat i r 1ccisi sulle effettive necess ità <lei nostro esercito, Jnche in relazione :-t ;l'efficicnza degli ahri eserciti europei, dtdse <li aflid:uc ad un'apposita commissio ne compost;i, di 17 membti (sci elett i dal Senato, sei dalla Camera dei deputa ti e cinque con Decreto Reale) l'incarico d i ;)roccde1·e ad un'esatta. valutazione dei bisogni del nostro organismo rr,1litare. Le conclusioni della Commissione furono che la nostra organizzazione militare, purchè adeguatament<: rafforzata, era ben r ispondente alla necessita del p:tesc cd alla sua potenzia lità finanzia r ia. Sulla basr. di tal i conclusioni, il ministro d~lla Guerra C'asa.n:1, il 4 giugno 1908 presentava alla Camera un primo diseguo d i legge pe r ;o slan?.ia mento di 223 m ilioni (in l)iù cli altri 60 già concessi nel J:1 07 J per il rinnovamento dell'artiglieria <la campagna ed il completamento delle opere fortilìc-ttoric terrcst~i e costiere. Success;ivamentc, il 7 marzo 1909, proponeva un disegno di kgge per apportare alcune modif1cazioui al testo unico delie legg i s1illo stato degli ufiìcial·, ed il 29 marzo un terzo disegno per modilicarc il tl'Sto u nico delle lcg!?i relative all'ordinamento dell'Esercito. Il primo disegno cli legge, approY:ito dalla Can,er:i. dei Deputati e da quella dei Senatori, divenne la kgge n. 361 del 5 luglio 1908; gl i altri due d isegn i, invece, essendosi il minis tro C.:asana ri(i.-~,.to da l governo il 4 aprile 1909, vale a dire p ochi :;iorni dopo la pr~~cntazione degli stessi, non furono rwppurc post i in -:liscussione.


CAS

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L'effettiva opera di riordina,,,imo dell'Eserc:to iniziata dal m inistro C:~saJ1a e subito interrotta per 11 suo r iti.o dal governo, fu cfficaccmcnk ripresa e coutinuat.a <lai suo successore, generale Spiugardi, in pieno accordo c•l capo di S. M. dcll'eserci10, generale Pollio.

Casa1w Oia.conu,. O~ncr ti~, n. a Torino nel 1861. Sottotenente di fanteria nel I879, p rese parte a lle campagne d'1\frica del 1888 e del 1895-96; promosso colo1mello (1910) comandò >,UCCessivamente il 58° e 1'87° reggimento fanteria cd il 2° :tipini. Collocato a 1·iposo nel 1914 fu richiamato in servizio presso il comando del corpo d'armata di Verona e partecipò alle campagne d i guerra del 1917-18 col grado <li maggiore generale. RicollocatO i.r1 congedo (19 J9) raggiunse nel 1924 il grado cli generale di divis ione.

Casanova (Cristoforo). J i.gegncrc milila1e, n. e m. Ferrara (1487-1543j. Fu a l servizio de l Duca Ercole IJ; ven ne mandato nel 1.536 a fortifica.::;; I~ c itt à d i :\fodena, <: dal 1538 al 154.:! eseguì lavori cJ 'ingcgneria militare a Carpi. ,i.

Casano·va Leonardo. Generale francese ( 1;;29-1602}. Prese parre alla spedizione iu Corsica, coml,allcndo a fianco elci Sampicro. Fattq prigioniero, e i.ostituito nella µrigione da l r,glio. riunì i r~sti d ell'esercito d1 Samp icro, e con Alfonso d'Ormmo riprese b guerra. i\fa sopraffat to dal n umero elc i 11emici fu rostretto ad imbarcarsi per la Francia. Fu " ominato a I suo ritorno generale dei Corsi cd Italiani· ;d servizio della Fiai.ci.1 . Casano•M Francesco. 1'ittor~. d, battaglie francese. 11. a Londra, m. a Brlihl ( l 727- 13'15}. Fratello del trisicm~n te celebre avvcntm·;ero, stabilitosi in Francia e datosi all'a1·tc, e produsst" tele mm·ime11tat~ e vivr. Fra c.sse : e< La battaglia di T.cns "· « Comba ttimento d i Friburgo i>, « Cora22iere al galoppo"· L°\1:iamato in Rufsia dipinse « Le conquiste dei Rus.~i in Turch ià >>. Casa111,ova -J crserinch (Art,,ru). Genera le, t . a S. Gio\'a nni Teduccio nel 1863. Sottot. di ca,·alleria nel 1883, raggiunto il grnrlo di co lonnello <1914) fu ,:nmin ato comandante del rcgg. lancieri di Vncelli. l'arlecipò alle cam1>agnc di guerrn <ld 1915-16. '-:cl 1918 andò ]'residente del Tribunalt di guerra a Salonicco. Fu collocato in congedo nel 1919 e raggiunse n el 192-1 il grado di generale di di,·is ione. Casa 11uova--J ~rs<·rinc!, jJario. Amm ir., n . ad A-

Casar~tto P1e1ro

quila nel l 367, en tra to in se1·vizio nel 18,9, promosso cont ..ammiraglio nel 1916. vice-ammiraglio nel JO I R. Decorato cO'1 meda -

i57 glia d'argento guadagnata come comandante della divivionc dell'Alto Adria tico. Fu comandante del dipartimento ma.r. di Venezia nel 1918-1919; ,·enne collocalo in I'. A. nel 1920.

Casaretto (Pietro). Geuernle n. ad A,icni.a Jtel 1861. Sottot. di fanteri:t nel 1882, tntrò nell'arn1:1. dei carabinieri reali ; promosso colonnello (1916) cnmandò le legioni di Messina e Torino. Collocato in l'. A. (1920), raggiunse nel 1923 il grado di gcn. di di\'isione. Oasasola. Villaggio del comUJ1e di Chiusafone, in prov. di Udine, sull'Isonzo, teau·o di comb:tttimento (20 marzo 1797} tra Francesi e Austria<:i. l secondi ave,>ano occupato U pente e le adiacenze di C. e h 1cono assaliti dalla divis. :i\iassena, la qu;ùc, dopo di avtre scompigliati col fuoco. i nemici, li a ssalì all:t baior.•;Lta e prese il pon te e il pac:se facendo 6<l0 prigionier i. Casati ( Gabrio, co11te). Patrioti..1., n. e m . a :vlilano (1793-IS, 3). Prese parte fn ì primi ai moti del 1S21. Lottò quale sindaco di ~1ilano contro la tira r,nia dei dominatori e nel 184S si mise alla testa della :nsurreziom, per la c~cciata delle soldatesche ed a utorità. austriache, culm inata neil<: Cinque Giornate. Nominato p rcsidenk del go,·crno provvisorio in Lombardia, si adoperò in ogni modo µer l'anncssion~ di essei al .f'ictnoc,tc, com1,atlcndo i repubblicani. Carlo Alberto lo volle presidente <lei Consiglio dei Ministri, ma dopo la batt. di Novara il C. s i fece naturalizza re piemontese, e rimase a Torino 1,iinistro d<:11':istruzioue [!!Jbbl ica. Casnti Gi,,seppe. Generale, n. e m. a >1ilanc (133819 12). Partecipò da sottot. di fanteria alla campagmc del 1360 e poi a quella del I S66 meritandosi u na medaglia di bronzo. Col grado cli c-olonncllo ebbe il comando del 30" 1·cg-g. fam. (18Si') e, promosso m:tg-g. generale, comandò le brigate Jvlcssina ( 1895} e Parma. ( 1897). Collocato in P ..\. a sua domanda ( 1897), .aggiunse nel 1904 il grado d i tcn. geucrn!e nella riserva..

Oasbaa (o .Kasbah}. Recinto murato, fortificato. costruito :i difesa degli abitati. Nt: esistono molti, specialmente ne i p rincipali cen tri dell' ,\ irica. sellcntrionalc; in genere. in tutti i paesi abi tati dagli .<\rabi. Cascia (ant. Carmln). Comune in prov. di Perugi:i; fu a i tempi di Roma colonici m ilitare. Costituitosi in 1<;pubblica indipendente, in bre,·e assoggettò i castelli dc suo territorio, circa quaranta. Ebbe nell'epoca dei Comuni .govem o repubblica.no, e domù1ò fino al )213 colla forza delle arm i. Sostenne varie guerre con i popoli vicini, Spoleto, Norcia, L coucssa, ..\fontcrcalc cd a ltri, e la sua potenza. guerresca giunse perfino :t tencc tcst:t (1310) a. Roberto re di Napol i. Per sedare tale spirito bellicoso Paolo II papa fece erigere la rocca di C.; e J\:1onteleone e Todi concor~ero a rendere p iù sic.uri i confmi. Cascina. Comune ù1 prov. cli J? isa sulla sr. dell'Arno. Nel secolo VIII aveva già fama d i borgo militarll\cnte importante. Fu più tardi c into di spesse mura in forma di quadrilatero, con due porte, Fiorenti.ria ,. l'isana; sulla. seconda sorge tuttorn l'amica tone a r,uisa di fortili?.io. Nel 1295 fu p reso <lai Lucchesi, e nel 1328-41-62 conquist:1to da i fiorentini. Il 28 luglio J.364 GiovaJmi Acuto vi venne a battaglia coi F iorentini agli ordini d i G:ileotto ~lal:itcsta. accampati :i Ca-


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La Casbaa di 11T,11·orTo

scina c0n 11.000 fanti e 4000 cavalli. Questi ult i111 i in flissero ai Pisani tale sconfitta, che F irenze decretò di celebrare ogni anno con h festa del pailio nell'anniversario di San Vi ttoriQ. l i 25 giug110 1499 i F iorentini, agli ordini di Paolo Vitelli, unitisi a l conte Ri11uccio di J'vfarciano, sotto C., costrinsero i Pisani a <:a pitolare dopo ventisei ore d i accanito combattimento .

Cascinagrossa. Borgata in pro,·. di Alessandria presso la Bormid a . I l 17 giugno 1799 vi si svolse un combattimento, che si estese fino a S. G iu liano, fra la divis ione Bellegarde francese, e le trnppe russe del Suwa.rov. Il Bellegarde vi subì gravi perdite, circa 300IJ uomini, e dovette passare la Bormidi, ritirandosi e rafforzandosi in Valenza. Cascino (Antonio) . Generale, medaglia d'oro, 11. a P iazza Armerina nel 1862, _m . nel 1917. Bella figura d , soldato, di condottiero, dì studioso. Uscito, ventenne appena, da ll' Accademia milita.re di Torino, prestò il suo serv izio da ufficiale subalterno nel 5° e nel 4" reggimento artiglieria da cam pagna . Frequentò successivamente i corsi della scuola di guerra, rivelando qua-lità non conurni d' ingegno e di coltura, che gli pe.rrnisero di ascendere p iù ta rdi alla cattedrn d'insegnante, prima. a lla Scuola milita re <li Modena e poi a lla Scuola di guerra, e di dotare la nostra lclleratura milita re di apprezzatissim i lavori. Promosso colonnello alla vigilia quasi della guerra ita lo-austriaca e nominato comandante del 3° regg. artiglieria da fortezza, ebbe, all'inizio della campagna., incarich i essenzia lmente teenici nell'arma da cui egli proveniva. Nella primavern del 1916, promosse ma.gg. generale, fu posto a) romando della brigata Avellino, la qua le, sotto il comando di lui, nella bat taglia di Gorizia (1916) e n ella battaglia del maggio 1917, compi gesta memorande, che dovevano meritarle la medaglia d'oro al valor militare. Nell'of-

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frnsiva del nuggi0 19 li, sul Vodke, il generale Cascino rim,,sc fer i to ad un braccio e per il fermo contegno dimostrato in quelle giornate, fu decorato <li una med. d 'argen to al valor m ilitare. Poco di poi, promosso ten. genera le per - merito d i guerra_, fu preposto al comando dell'8" <livis. Con essa, durante l'offensiva dell'agosto 191 ì, scalò le pendici del monte Sa.nto, sulla cui vetta, il giorno 22, i fanti dell'S' di.vis., pi,tntarono il tricolore. I I generale Ca.scino, che in quei giorn i non ,·olle mai a llontanarsi da lle prime l inee presiedendo personalment.; a i lavori di rafforzamento dell'importante posizione, il giorno 15 set tembre venne ferito da 11na pallottola di shrapnel ad una coscia. Noncu rante del dolore, egli non volle ahbandouare i l suo comando, e solo doµo le p iù in sistenti preghiere dei medici, si recò a p iedi al posto di medicazione. Un grave ed inesorabile processo d'infe7.ionc, rapidamen te sviluppa tosi, trasse dopo qualche giorno a morte il valoroso generale, alla cui memoria fu merita tamente conferita la meda.glia d'oro con la se~uentc 1notivazione: « :\'obi.le figura di condottiern e di solclato, d iede co.,tante e mirabile es,cmpio di ard imento e di valore alle truppe della sua divisione, recandosi a condividere con esse, sulle prime linee, tutte le vicende della lotta. Gravemente colpito da proietto nemico, volle ancora mantenere il comando, finchè ebbe assolto il suo compito della gior:iata, stoicamente soppor tando il dolore delb ferita, che JJOi lo condusse a morte» (:--fonte Santo, J S settembre J 917}.

Il gen. Cascina rnllaborò lungamente nelle r iviste mii., specialmente in quella d'ar tiglieria e genio, e scrisse varie opere, fra le quali : « Ar mi da fuoco portat ili>>; << L:t celerità di tiro e i l munizionamento della fante ria >J; << Il tiro, gli esplosivi e le armi della fanteria»; « Pagine di storia d 'Italia ad uso dei sottufficia li >>; <\ Enrico Cosenz >> ; « Gli esploratoti d'artigl ieria>>; « Co me si può dirigere una m anovra d'assedio s ulla carta»; ,r I l concetto dell'efficacia nel tirn d'ar tiglieria »; « L a n1lnerabilitit delle formazioni d i fanteria l>.

Casco (o Galea o Cassis dei latini). E' il nome che fu dato ai primi elmi . Esso è quindi come arma difens iva della testa, semplicissimo, senza. o quasi senza visiere e creste; generalmente a camaglio, con o senza na •


sale mobile, o a cerniera, o fisso, d i forma per lo più rotonda e talvolta anche a punta. e conica. JI casco ri;,ale ai tempi barbari dell'età del hronzo e del ferro; se ne hanno esemplari dal nono secolo in poi. Ye ne erano

759 Casella Alfredo. Generale, n. a Napoli nel 1858. Sottotenente d'art. nel 18i7, prestò sen•izio presso l'Arsenale di costruzione d i Napoli e presso l'Ispettomto di costruzione d'artiglieria. Nel 1908 ebbe le funzioni di direttore dell'Officina di costruzione d'art. in Napoli, e, 1,romosso colonnello ( l910) entrò a far parte del ruolc tecnico dcli' Arma in qualità d i direttore dell'Arsenale c'i costruzione d'art. cli X a poli. Conservò tale carica anche nei gradi di magg. generale e tcn. genera le e nel 1920 fu collocato in P . A. S. a sua domanda.

Caserma. Definizione caratteristica della C. è quella del regolamento di disciplina del Giappone: "Una famiglia nc ll.i quale i soldati mctlono in comune le loro gioie e le loro pene, imparano a vivere fraternamente ed a morire insieme». Le prime caserme (case d'armi) 1, 2, 3, cn:;cl,i greci tll bronzo; 4, :;, casC'!J i del soc. ful'ono istituite nel sec. XVII, ncll'intrnto cli liberare XVI; 6, 7, caschi dell'epoca (rallic,1, R, " ~sco !l nil citta.dino dal gravoso ccl oneroso peso <lell'alloggio mi11:mo (lc•J ,;ec. XV e XYI litare; nello stesso tempo, facendo COll\'ivere insieme i soldati, si voleva sviluppare in loro lo spirito di corpo. in rame, mn la maggio!' pane erano in l>ronzo e fcrl'o. L'antich ità. non c i parla di C., 1,crchè non c'erano eserCo l perfezionarsi della costruzion e delle arm i difensive, citi permanenti propriamente detti. I Romani ;ncomine quindi col variare ciarono ad alloggiare le truppe quando gl'Impcratori, delb loro forma, il ponendo tutta la loro pote111,a nelle armi, crearono Lecasco o t:aschctto µr ese il nomt generico gioni permanenti, alle quali dobbiamo le << castra pretoriana >) quartieri urbani d'inverno, e le « castra peredi cimo od elmetto. grina» quartieri di campagna estivi. Esistono n Tivoli In aviazione due rovine di edifici che gli archeologi asseriscono essere stasono i tipi rii C ., coI i quartieri per l'alloggio delle truppe. Costantino quanmuncmenk adoper.i do trasportò la sede del Go,·erno a Bisanzio, alloggiò le ti: quello di cuoio fo. der,1 to di pel liccia. tn,ppc in C. appositamente costruite cd il quartiere di Scutari, sulla sponda asiatica <lei Bosforo, vogliono taper proteggere dai rigori del freddo la teluni d:e sia stato costrutto appunto durante il regno di quell'Imperatore ccl originariamente destinato all'accasta del personale nase rmamento delle sue truppe. vigante, e quello di cuoio foderato di suLe C., come s i intendono al giorno d'oggi, sono una ghero, che per la sua r,arte delle molte innovazioni e creazioni militari dospeciale forma e co• vute al ministro francese l .ouvois. Ind ipendentemente struzione scnrc per proteggere l:t testa uellc eventuali dalle C. tipo Vau lmn, falle costrurre nelle fortezze, la cadute. X ell'aviazione militare italiana tale indumento storia attribuisce la prima C. espressamente costruita è obbligatorio in ,·olo a tutto il personale. per l'alloggiamento della truppa in sede di guarnigione. a l merito di un vescovo di Mcl;,;, durante il l{cgno di Casco di ferro (01'l!i11 c d el). l s tituito ncll' A,sia- C.tsl. u igi XIV « pour soulagcr Ics bourgeois du logcment sel il 1S marzo 1S14. per premiare i combattenti del 181-1. militaire, qui n'est pas sans danger pour les bonnes Era diviso in tre classi: durò brr\'e tempo. e fu ricorneurs ». In P russia le C. sorsero con Federico II, in stitu ito, pe,· breve tempo :rncora, poco pri ma dell' unione Austria con Maria Teresa, in Inghilterra durante il midello ~tato alla Prussia. nistero Pitt; in I talia, quasi tutte le C. furono, e molte lo sono ancora, o antichi com·enti, o fabbricati ridotti Casella. I n ::\Iodcna, casa., una ver una cinquantina, ed a.daltati ; dal secolo scorso però si è cominciata fa fatta fabbricare dalla Comunità per alloggiarvi le soldae.ostruzione di ed ifici espressamente e solamen te costruttesche. ( RC?~1sco). ti con tale scopo. Casella Francesco A11gelo. Generale borbonico <lei seL e C., in unione agli immobili m ilitari non fortificati, colo XVIII-XI.X. Uscì dal Collegio mii. cl i N apoli 11d costituiscono parte dei beni dello Stato, demaniali o pa1797; fece la campagna del 1798 contro i Francesi, e trimoniali a seconda dell'origine e dello scopo cui sono poi militò souo le inscjàlne napoleoniche, partecipando a destinati, e sono dati in consegna, con diritto d'uso graq uella del 1S06 in Calabria, a qudla di Spagna, a quelle tuito, p er provvedere ai vari servizi dell'Esercito. L'amdel 1812-13 in Ca labria e Sicilia, a qudla <l'Ital ia del ministrazione degli immobili m ili tari è affidata a l Mi1814. nistero della Guerra il quale la esercita a mezzo del GeCasella Giacomo. Generale, nato e morto Fiorennio Militare ed a l M inistero medesimo <: a ltresì riserzuola d'Arda (1839-1906). Sotto!. di cavalleria nel 1860, vai.a la facoltà di determina re l'uso a l quale gli immor,rese parte alla campagna della llassa. Italia del 1861. bili dernno servire. La ripartizione invece della C. per e alla campagna del 1866. Comandò, da colonnello, il gli alloggiamenti delle truppe è di competcn>~, dei Codistretto mii. d i Modena, e, collocato in I'. A. ( 189i), mandi di Divisione. Le nuove costruzioni di C. e degli raggiunse, nel 1901, il grado cli magg. generale ncll;. immobili militari non fortificati, i lavori di grai1di riserva sformazioni o che comunque comportano modificazioni

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tra-


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Caserma.. cblens1va J"ettangolare d._._:._..

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tali da interessarne la stabilità, sono affidati al Genio Ci• vile. Alle riparazioni invece, che si riferiscono a piccola e grossa manutenzione degli stessi immobili, a ttendono direttamente i corpi utent i, assis titi, in quanto possa oc• correre, dal Genio Militare. Per avere una traccia sicura. dello stato di consistenza e della destinazione dei singoli locali di una C. esistono degli appositi inventari, stesi in due originali ( uno al· l'utente, 1.'altro al competente comando del Genio) e compilati da commissioni nominate dai comandi d i divisione. Questi inventari devono contenere la minuta e det· tagliata descr izione di tutti gli oggetti cbe costituiscono dotazione pcnnl!nente degli immobili medesim i, p ur es• sendo per loro natura mobili : utensili di cucina, ra· slrelliere, a ttrezzature per riparazioni ecc..,

Caserma (lgie11e). Il medico militare deve da un lato intervenire direttamente come consulente pratico ncll.i, costruzione delle n uove caserme; da ll'altro, deve studiare con ogn i mezzo il miglioramento igien ico progressivo delle caserme già esistenti (Testi). Xella caserma, che è l'abitazione del soldato per buona parte dell'anno, il mc. d ico milita re compie precisamente le stesse funzioni del· l'ufficiale sanita rio in un comi111c : esercita la sorveglianza igienica sugli aUoggiarnenti e sulle truppe rhc ,·i sono acquartierate, dando opera continua di consiglio e d'a• zionc affincbè le cause d'inquinamento si riducano al minimo possibile (Trombetta), Caserma d·ifensiva. E ' una caserma l.t quale, ne[[,, stesso tempo cbc serve a rico\'erarc le truppe, è organiz• zata in modo da permettere di svilupparsi un'azione difensiva. Le caserme difensive erano costruzioni casamattate elevate dietro le cinte principali o nelle opere addi• zionali a fine cli dar ricovero agli el~menli di d ifesa, e, :il tempo stesso costitu ire de i ridotti che potessero ser· vire di nucleo a trinceramenti interni da costruirsi al momento del bisogno. Venivano perciò situate o dietro le cortine, o dentro i bastioni, o alla gola dei rivellini o dei relativi ridotti, assumendo p iante di forme svariatissime; erano ad uno o più piani, ma la loro altezza non superava mai quella del ramparo antistante e ciò perchè non venissero d istrutte durante la. lotta lontana. Caserma galleggia.nte. Stabilendo una base navale su di un punto della co8ta nem ica, o pro,ssima a questa. può nascere la necCòSità di stabilire una caserma nella quale alloggiare il personale dei servizi logistici della

hase stessa. Per questa caserma si :idop<!Tano, nell,i maggior parte dei ca.si, delle ,·eccbie navi, le quali offrono il vantaggio di poter essere rimorchiate sul posto già pronte e attrezza te e cl i avere ambienti bene acreati, portelloni ampi, sovrastrutture molto altr. In molti porti

Antico vusccllo r i(lOlto a caserma galleggiante militari si conserrnno tali caserme galleggianti, per lo più ricavate da vecchi vascelli in ferro. Al momento op· portuno queste caserme vengono utili7.7A'tlc come si ~ detto nell'interno del porto, cbe costitui,cc la hasc passeggera.

Casermaggio (anm1.). E. tutto il materiale mobile necesscirio per l'arredamento delle camerate, delle camere degli ufficiali comandati ad alloggiare in caserma per ragioni di servizio, dei corpi di guardia d i presi• dio, L'istitu6ione delle caserme allontanò i soldati <fai privati, ma rimase, in un primo tempo, l'obbligo ai dtt:1dini cli provvedere letti, stoviglie, mobi li, ccc., so~ti tucndosi in prosieguo di tempo q uest'ohbligo d i somminis1razione in natura con una imposta in comanti, lasciando allo Stato l'incarico di prov,·edere a tutto. Il mate· riale divenne così propr ietà. dello Stato; la sua. manutenzione, conservazione e clistrihuzionc veniva afliclata, mediante contratto, ad imprese private. Venne or non ~ molto ( 1885) esperimentalo il sistema di una gestione diretta completamente affidala ai corpi; difficoltà e in• convenienti di carattere vario consigli:vono poco tempo dopo l'attu ale sistema ,L gestione d iretta con organi speciali. Oggi il servizio de l C . si svolge per mezzo dc [[~ direzioni, sezioni ed uffici del Commissariato militare, organi direttivi; dei magazzini di C., principali (nelle


sedi di Coma ndo d i D iYis ione) e succursali ( nei presidi di maggiore importanza) e magazzini p residiari ( in tutte le a ltre località dove abbiano stabi le dimora le truppe; organi esecu tivi. Al rifornimen to dei materia li provvede il Con,missariato militare. Esso annualmente segna la il p rcsl!m ibile fabbisogno a l. M inistero, il quale o valendosi <lei Magazzini Cen trali o delegando per gli acquisti le Direzioni di Commissariato, provvede a soddisfare le richieste che gli vengono rivolte, indicando le modali t;1 da seguirsi p er gli stessi acquisti. I l ma teria le è poi. dalle Direzioni di Commissarialo, ripartito e spostato nei vari presidi di loro giurisd j;done Ùl ragione dei bisngni permanenti o tetnpontnei .

Caseros. Località presso Buenos Aires, detta C. o Jfo-nte C., teatro di battaglia: che segna la fine della dit-

ta tura di Rosas. Contro questi s i erano radunate forze in varie p rovincie argen tine, appoggiate da 2000 uruguayani e da brasiliani (3000 fanti, un regg. d i cavalleria, due btr. d'art.) : in tu tto, 24.000 u. comanda ti da l gen. Urquiza.. Questi marciò su Buenos Ai.res e venne a scontrarsi con le forze <li Rosas (22.000 u.) . La battaglia, dura ta quattro ore e mezza, terminò con la sconfitta del dittatore, il qu,i.lc si rifugiò a bordo di una n ave inglese, abban donando il potere.

Caserta. Città. in prov. d i ::\'apoli, cost itui ta. da du~ frazioni: C. Vecchia. e C. N uova. La prima secondo alcuni storici pare d i fondazione eln 1sca, ma i, p iù esatto ritenerla costru ita dai. Longob,udi cli Capua nel secolo VIII. Già nel secolo X era luogo for tificato con mura, torri e bastioni, e seppe difendersi s trenuamen te dai Sarnceni. Sotto i Normanni fu feudo clell,t Corona. Sotto i Borboni, specie Carlo III, fondatore della C. Nuova, d ivenne sede della Corte, che vi si insta llò, anche per essere a l sicmo dagli assa.lti marittimi cui era esposta nella reggia di N apoli. Il palazzo 1·ealc di C. fu. ,lopo l'annessione del reame di Napoli, all'Italia, sede di parecchie scuole militari. Dapprirua serv i come scuola degli allievi di tm battaglione d'istrnzione; poi vi fu insediata la scuola dei sottufficiali, già esistente a Mocle,ia; nel 1926 divenne sede provvisoria della R. Acc1demia aerona utica, passata poi a Li \'orno. A C .. risiede il 26'' di~treHo m ilitare. Combattimento d i Caserta Veccl,.-ia ( 2 ottobre 1860). Il 1° ottobre, mentre si svolgeva la bai Laglia del l'oltttrno, una colonna borbonic,t agli ord ini ciel gcn . Mechel .l':eva n:iarcia to su Caiano e quivi passato il Volturno, d ir igendosi il 2 s u Cm;erta., ignara degli avven i men ti del gior no p recedente. Lina colonna garibaldina, insieme col 1° bgl. bersaglieri, sehierntasi sulle a lture di Caserta Vecchia, fronteggiò i Borbonici e attaccò combattimento, mentre il gen. Bix io d a ì\facldaloni si portava a l Ponte delle Valli, tagliando l,L ritira ta al nemico. Ciò vedendo, i Bor boniçi cessarono ogni resistenza, e in buona parte (2000 u. circ:i) deposero le armi.

.Brigata Caserta (267° e 268° R egg. fanteria). Costituita nel maggio 1917; il comando di brigata ed il 267° dal Dep. 83° (Pistoia) ; il 268° da l Dep. 84° (Firtnz.c). Dopo la guerra venne sciolta. Operazioni di g,;erra: Nel 1917 prese pai-te a!F.ll' batta.glia dell'Isonzo. Durante l'offe nsiva austro-rèdcsca ripiegò dietro il Piave ove concorse a lla difesa dd fiu-

761 mc. :\"cl 1918 rimase nella zona di Candcli.i, ove partecipò nel git1gno alla battaglia sul Piave, e nel:'cttobre a lla battaglia. di Vittorio Veneto.

Ricompense. Alle bandiere dei reggimenti ?67•-26."," fanteria : mcd. d 'argento a l va.lor militare: « Resisteva.no supe rbamente per otto giorni cc-11S,'CU· tivi a reiterati poderosi a ttacch i del nemico, cbe, in un supremo formidabile ur to, tentava travolgere le nost,·e difese ; intrepid i, incrollabili contribuivano in modo efficacissimo alla gloriosa difesa del P iave ed alla successiva sangu inosa disfatta avversaria)) (I Ronchi-Cand clù, 15-22 git1gno 1918).

Caserta. Reggimento di cavalleggeri costituito nel 1864 con S sqdr. forniti da i regg. Aosta, Saluzzo, 111:onferrato, Lodi e Lucca. Nel 1871 prese il nome di 17° reg-

t@j:! r , rI QrtEtli:r.i I rd Hi!ornello ciel rcgg-_ cava lleg·gc1'l- Caserta gimcnto di cavalleria (Caserta). :'\fcl 1876 ebbe il nome di regg. di cavallerirL Caserta ( 17°) e nel 1897 quf,llo di cavalleggeri d i Caserta (17°). Partecipò a lla campagna ciel 1866. Concorse nel 1887 alla formazione del l" sqdr. cacciator i a cavallo d'Africa. Inviò 3 uff. e 6S gregari in "Eritrea nel 1895-96 e 2 u fiìciali e li3 gregari nd 191 1- 12 in Libia .

umciali· çlPl regg-_ cava1Ie1r.<reri Caserta (1900) Dma.nte la guerrn mondiale costituì la 1500' cp. mitraglicr i; durante"la battaglia ckl ~-Iontello. p iccol i re-parti dd rcgg. furon·o imp iegati nel servizio di porta ordini e. denominati « Guide del :M ontello)). Dopo la guei;ra venne d isdolto ( 1920) I l ree:~- ave, a per motto: « Ad e:-t;-,, volgo ll .

Cases (Angelo). Generale, n. J M antova nel 1866. Sottot. dei bersaglieri nel 1886, nel 1905 fo inscgnant·è p resso la scuola militare cli :Moacna. Partecipò alle campagne del 1915 e <lei 1917 meritandosi una med. d'argento qt1alc colonnello comandan te del 25° fanteria (Fiondar maggio 19 17) e collocato in P. A. S. ( 192'ì; raggiunse nel 1924 il grado <li generale di brigata. Casetta. Era eletta cosi nella repubblica di Lucca una p iccola costruzione « ove potevano stare quattro ccl anche sei soldati per gu,u·dia; delle quali casette erano due a ciascuna porta della città, una dentro cd un:c fuori, poco discosto clal!a por ta: la Gua rdia princip:tle


st.t\'a ndh Casaccia . - Ca,cltaio era. <lcllo il soldato che stava a guardi:t dentro al la Casetta ( Rczasi:o).

Casilino. Y. Cap,ui. Casimiro I . Re di Polonia ( I0!~ -1058). Proclamato re nel 1040. dovette iuggir~ davanti ai suoi sudditi in rivolta. R idiiamalo a l pot,·1·c 1·i11se il pri11cipe d i ;\laZO\'ia, Mosla1·. nrlla battaglia di P!och.

Casimiro 11. R e di Polonia. ( 1138-J l94). Sali al tro• no nel 11 ì9. ):cl 1185 rc,;pinS1: una i1wasione di Ungheresi. Tre anni dopo tolse Crnrn" ia a suo fra tello i\Jiezkr1. ( 'ombat t~ ron tro i Prussia n i. Casimiro Ili , il grande . 1{,· di Polonia, (1309-J ,, ;0l. l· u incoronato a Cracovia nel 1333. Nel 1335 vinse i Lin,ani, nel 1344 respinse unn. invasione cli T:1.rtari e un attacco di Rutcni, nel 13.5'/ una im·asione di .'.lloldo \'alaccl,i. Divenne co~ì pot,·llte che pot~ obbligare tutte le classi ,t fornirgli soldati.

ro-

Casimiro I r. Re di Jo,m (l-12i-l.J92). Incoro1ia10 nel 1447, dal 1450 al 1453 r<!Spinse gli attacchi clri Tarlai i. Xci 1454 combatti: contro i cavalieri teuton ici.

Casini (Cuntillo). Generale lkEc Capitanerie di Porto. n. a Roma nel 1859, entr.ito in .;;crvizio 11cl 18,6, comandante del Porto cli :'sapoli nel 1911. collocato a riposo nel 1914, promosso nella J{i., cn·n :'sarnlc brigadiere generale di porlo nel 1921 ; mag-g. gcncr:,lc, poi generale rnpo nel 1923. Casiraghi (Girolamo). Genera le, n. a .'.\[ilano m. :, San Remo (1848- 1925). Sotto!. elci bcrsai:l. nel 1866, fu, da ra1 ,itano. in .\fr ica cui l" h1,:I. bcrsaglkri (188S'86) c. promo,.;.';() colonnello. comarnlò il 26" fanteria ( 1904). Colloca to m P. i\. ( 1906), ~ richiamato in ~crvizio nel periodo 1915-16 presso il comando del C cl'.\ di Genova, assunse, nel 1923, il grado di <:encrn le di di-

I•

visione.

Caso- i sola dell'Egeo facente parte del Dodecanneso. Seguì le vicende cas1raghJ Girolamo della maggiore isola. di Scarµ:mto. Fin dai tempi di Omero la vedi.uno citat,\ fra quelle che mandarono na.Yi cd armati a Troia. Durame la. guerra d'indipendcn.-,a fu orribilmente dern.stat,1 dai Turchi. Dal se rvaggio di Costantinopoli fu liberata il L2 maggio 19 12 da.I capitano di vascello Acton , coman<.L-tntc la "Regina Elena», il qua.le ottenile la resa della piccola guarnigione Turca. Consen·a tuttora traccie del dominio di \'cnczi:i. nei porti che, per quanto

702 -

C.\S

d i~trut ti dalll: successive lotte e dal l<'mpo, ha1rno l' im pronta dei modelli venezian i. P ossiede un discre to approdo, cd ha. piccolo µ rcsi<lio militare.

Casole d'Usa. c,,nmnc in pro,·. di Siena. sull'altipiano che separa val d'Elsa da ,·al Cecina.. Fu importante baluardo m ilitare, munito di mura all'epoca elci Comuni. Vi è un antico fortili«io in pietre quadrate di tra,·ertino che risale a quei tempi. Sei 1259 i Fiorentini lo presero a l'i\'a. forza. ma dopo la sconfitta di )lontcapcrti. dovrucro abbandonarlo. Duran te la. guerra rnntro Siena (155-1) le mura del Castello subirono le rnaggiori ingiurie, e con esse la rocca, s ituat,t sull'alto del poggio, opera d i Francesco di Giorgio. La dcmoli:iionc tut • ta,;a d~i sohborghi di C., fu decretata per consiglio di Piero Stro1,1,i, maresci,tllo al scrd,;io della Francia, rhc intcndern dal la rocca di C. far fro1 1tc a ll'esercito spa.;nuo lo, cui i Casolani ful'Ono obbligat i di aprire le porte ,cendendo a patti, non mantenuti dal vincitore. Casoletti (Emico) Generale, n. ad ;\lcssrndria m. a Tor ino ( 18·13-1925). Sottot. d'art. nel 1862, prese parte a lla cainp:,gn.i del 1866, e, p romosso colonne llo. r esse 1-l direzione dell'officina. di costruzione d'art. di Xnpoli ( 189i) e com'.lndò il forte .'.lfonccnisio ( 1898). Collocato in P . .\, ( 1900) e poi a riposo, r;iggiunsc nel 1914 il grado di tcu. generale ndla 1·iserva. Casoli (Ernesto). Generale. nato aù Asti nel 1865. Sottotenente di fanteria nel 188.J. partecipò alla campagna italo-turca del 1912. meritandos i ltnfL medaglia d'argento a Kasr cl T.ehen e alla guerra 1915- 18 guadagnandosi una medaglia di hrnnzo nclrazionc di Monte Coston ( 1915). Comandò da colonnello 1'81° fanteria, c. rollocato in P. A. S. a sua domand,1 ( 1920) rag1,1ilmse nel 1923 il grado cl i gene rale cli brigata.

Casoni (Filippo). Scrit-

casou Ernesto

tore ge,10vcsc del sec. XVTll. Fra le su~ opere: « Storia del bombardamen to d i G<:nova. nel 1624 >); « Storia di l .od01·ico il Grande»; « Vita cli Ambrogio Spinola >1; e gli « :\Ju1ali della rcvubhlica g.-novcse "· Casoni Gfovan11i. Ingegnere e scrittore milita.re, n. e a Venezia (1785-1857). Ded icò l'opera sua a tutti i govemi che si su ccedettero nella s ua città. :"rei 1818 il consiglio aulico di guerra lo nominò architetto presso la R. I. Marina. Xel 1841 ebbe il titolo d'ingegnere idraulico della Marina e nel 1852 la direzione delle fabbrich e marittime. P ubblicò, fra. l'altro: « Dei navigli poliremi usat i nella marina dagli antich i Venez iani )J . 111.

Casor ate Primo. Comune in prov. di Pavia. I. Battaglia di Casorate (1239). .\ppartiene alla lotta della seconda Lega lombarda con tro Federico II: questi fu battuto da lle fo1'?.C della Lega e dovette r itirtlJ'Si a Pavia. II. Battaglia di Casoralr ( 1359). Appartiene alla lotta fra i Visconti e Giovanni del ,'.\,fonferrato, i Gonzaga e

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GAS

gli Estensi, collegati contro i V isconti medesim i. G! i a lleati, che avevano preso al loro soldo la compagnia del conte T.audo, furono assali! i a C. dalle forze viscontee e ,;confitti completamente.

Cassa (o l11cassat11ra). E' quella pane dell'arma da fuoco portatile, fatta di kgno, sulla quale ~ adattata e tenuta fenna la canna e sono riunit i e tenuti assieme <'d aderenti le ,·arie parti dell'arma. Colla sua fomrn ha ancl,e lo i;copo di agevolare al soldato il punWmc1110 ed il tirv, e di dare o.11':irma facilit,t cli maneggi:.>

dita e deve ottrllc la necc~saria robustezza. li calcio è la parte inferiore a llargala. e serve a favorirn l'appoggio dell'arma. alla spalla durante il pwllamento cd il tiro; a ripartire l'urlo proòotto dal rinculo su un maggior numero di punti sulla spalla; ad aumentare al·

Ca3~3 <Il arrhlbugio (~P<'. Xl\")

quanto il peso òella pa rtc posteriore dell'arma, a portare cosl il centro d i gravità nell'intervallo che sta tra le due mani quando queste tengono impugnata l'arma nella « posizione di punl n. cd anche nel suo impiego come ann;.l da punta; flnaln1entc scr\'(! a. dare all'arma

a Cl' Ol'('() ( SCC, '.'( \ ')

il nccess:1 riu appoggio ~ul suolo. 11 ca lcio segue l.t direzione dell'impugna.tura, e una direzione parallela al fusto nella parte superiore. \'iene così a dare una sezione cr,trcma, contro la spalla del tiratore, abl,asta.nza grande ; larcrnlmentc ha due facce piane per favorire

ca~~a di bomllarcta (sec. XIV) i, tuuc I.: circostanze. Il legno della cassa in generale e di noce; in sua mancan~a ~i usano fag!(iO. hetulla. fra~s ino, abete, ccc. '!'ella cassa si d istinguono trc parli principali : fusto, i11<Jmgnatz.ra, calcio. Il fusto sen·e a riparare cd a so;,tcnere la canna, dà allo!!gio alla bacchetta nel vano <letto « canale della bacchetta l>, e pernictle al tiratore di potere soslencrc l'a rma anche dopo un cer to numero d i spari, senza, pericolo d i scottarsi la mano. La lunghc1-1.a del fusto rkvc essere tale da lasciare libero so-

Cas~a di plSIOla (sec. XY)

l'appoggio della guanria nel puntamento. Generalmente sopra mia dr·llc facce son\'i impressi numero e lettera distintivi dell'arma. identici a quelli segnati sulla canna ,. sulla c:·ociera della sciabola baionelta. Il calcio può essere internamente scavato per praticarvi il serbatoio

C:1SS3 "' (ll'Chilmg-(o i~CC. X\'l)

lamcnlc il tr.itto di canna sul quale òe,·c inastarsi la l,Jionetta. TI fusto può essere internamente scaYato per p ,·aticare il canale ser batoio cli cartucce p er il t iro a r i 1,etizione. L'impugnatura è la parte arrotondata. che serYe a tenere impugnata l'arma: essa fa colla d irezione del fusto un certo angolo detto ordinariamente ,, angolo del calcio l>; quest'ultimo rima.ne, in tal modo, abbas.,;.1.lo, permettendo così al soldato di puntare facilmente a lle piccole e medie distanze, diminuendo anche l'effetto del rinculo sulla spalla del tiratore. L'impugnatura de\'c esser<- raccordata dolcemente al fusto, dew potersi stringere colla mano senza sovrapposizione dclk

del congegno d i ripetizione, oppure per alloggiarvi la bacchetta ( in due o p i(J pezzi a cerniera o da avvitarsi l'u110 a ll'a ltro) od alcuni accessori (nettatoio, scovolctto, cordicella con nettatoio, ampolino per olio, cacciavite).

Cassa a fusto staccato. Generalmente la cassa delle è

Cassa del rucl l o ila!iano ll i<)tl. 1891

armi è cli uo sol pe,:1,O; nlcunc armi pero, per la forma del congegno di chiusura (per es.: «chiusura.a blocco») e di ripNizione (es.: « a serbatoio fisso anteriore o posteriore»). oppure per ragioni economiche e di corno-


ò ità di tr:isporto (anni da caccia) sono it\ due pezzi. Alla cassa dei fucili sono applicali i fomimenti, e cioè: bocchino, fascette, mollette delle fascette, guardamano. calciolo o sottocalcio, piastrclta con maglietta-copricanna, ecc.

L'idea di pvovvcdere l'arma da fuoco portatile di una. cassa per comod ilft cd utilità d 'uso, venne coi primi tentativi nella costruzione d egli archibugi: ma le prime casse non ebbero la forma moderna, ed in principio la

ra,sa cl i p lsto la (~cc. XV) cal>S:l (il calcio) ~i appoggia,·a sopra la i;palla; J'ide:i. di appoggiarla contro la spalln. venne dopo; cd in segu ito ancora si :1ffacciò la necessità. d i ripiegarla arl angolo a ll'impugnalum Cosi fu per le pistole: le prime ebbero il calcio diritto !UllgO l'asse dell'arma. :Nel medio evo si costruirono casse di pistole tulle metalliche. e poi anche in legno, e queste durarono fino alle pistole a ripetizione ed au tomatic he: per le (Juali calcio cassa castello, sono tutto una cos,1 sola.

Cassa del ca11n011c. Era così detto un tdaio formato da due tavoloni che si chiamavano cosce. uniti con iraversi detti cn.lastrelli e sostenuti eia due r\lote con sala. La cassa era chiamat:i, . in alcune parti d 'I talia, letto, ma ta le vocabolo non era in grande uso. In altre regioni fu detta piuolo dal luogo su cui riposa la bocca da fuoco. Montecuccoli la chiamò senz'altro, alla francese cc affusto». Però, prima che il sostegno del cannone prendesse la fo rma che oggidì si intende dicendo affusto, la cassa era veramente della forma di una robusta scatola ablunga senza coperchio, e mancante del fianco clalln. parte della bocca dcll'arma; questa era adagiata e tenuta ben legn.(a nella cassa. Solo quando s i provvidero le bocche da fuoco degli orecchioni, s i trasformò realmente in quello che oggi viene detto affusto. Difatti la cassa, prima degli orecchioni, venne pure chi1mat,• carretto e carro, e vi erano varie specie di casse: e cioè. per artiglierie d a assedio, da campagna, volanti, eia w:irtai, le quali ultime erano p iù propriamente, e prcfcdbilmente dette ceppi. (\'. Affusto). Ca.ssa (a1m:iinistra-:ia11e). A differenza di quello che a.vviene per tutte le amministraidoni dello Stato, le qual i hanno comune il servizio cli C. ges tito o da lla Tesore ria Centrale o dalle Tesorerie Prov inciali, l'amministrazione militare, e con essa tutte le amministrazion i eh,, interessano la difesa dello Stato, hanno un servi~io di C . proprio che dà loro la possibilità di compiere tulle le operazioni d i gestione, d;1 I pagamento delle competenze spettanti al personale civile e militare, dal dovuto a impresari e fornitori borghesi per qualsiasi pro,·vista. alla riscossione di profitti ed utili di varia specie. Questa particolarità, la quale non ha altro scopo che di accordare autonom ia nell'esplic:v:ionc <le! servizio, senza menomare o intaccare la serie d i cautele che lo State pone a garantire l'erogazione del suo denaro e ad assicurare il dirillo dei suoi averi, tro,·a. la sua ragior.,; di essere nella necessità di meglio adattare e rendere sempre possibile il servizio <li C. nelle diverse contingenze di tempo e di luogo in cu i l'amministrazione militare può venire a trovarsi per effetto delle sue iinalità e delle sue necessità .

764L'amministrazione militare a mezzo di appositi orgn.ni -· gli uffic i di contabilitii. e revisione di Corpo d'armala attinge anch'essa il dena ro occorrente dalle Casse dello Stato, Sezioni provinciali di Tesoreria, n:: di,·ersamente potrebbe essere, ma lo attinge sotto forma d i anticipazione sulla base di u n prestabilito approssimativo fabbi!,Ogno, la.5ciando poi ai Corp i ecl ent i mili tari diversi il compito dell'impiego con tutte le responsabilità amministrative e contabili che cla tale fatto Jeri<'anO, e così le ent rate clell'a.mministrazione militare. che costituiscono per qualsiasi 1itolo pro-fitt,, ,!dlo S ta to, sono riscosse a cura e responsn.bilità degli enti militari interessati, i quali hanno poi l'obbligo c]('l versamento cliretlo ecl immediato nelle Casse dello Stato. Differen7.c fra avuto e speso, fra riscosso e vers."tto danno origine « particolari conti amministrativi. che devono essere liquidat i, per sa Ido. ogni esercizio finanziario.

Casse militari. In sede di guarnigione corpi, istituti e stabilimenti militari, hnnno due C · una corrente, l'altra di rise rva. La prima è destinata a contener(' il denaro presumibilmente occorrente ai bisogn i della giornata, e comun(Jue in una misura massima tale, clw nll:1 chiusura giornaliera clegli sportelli la rimanenza in denaro o valori che possano sostituirlo non superino ntl loro insieme la somma di lire diecimila. La C. corrrntc ha due clt i,Lvi a congegno diverso, tenuta, una, dall'ufficiale pagatore, l'altra <lai Capo ufficio d'amrninistra1-ione dell'ente. I deten tori delle chiavi sono responsa hili della consistenza. del denaro giacente. I movinwnti di aumenti e cli diminuzione non devono ittuarsi sc· non in seguito ad un ordine scritto, e rlcllu loro malcrial,, esecuzione ne è dato incarico con conseguenti responsa • bilità all'ufficiale pagatore. La C. di riserva, in'"ccc è destinata a custodire tutto il denaro eccedente i hisog-ni della giomata. '.\on ha limita1.-ionc <li somme. E' munita di tre d1iavi a congegno diverso tenute dai << responsnhili di cassa»: ufficiale gestore, capo uftìcio cl'ammin;• strazione e direttore dei ronti. La C. di riserva può rontenere denaro liquido. titoli di credito del corpo, valori dei defunti al corpo, clcnuro e titoli di credito ver~ati o deposi tati dai concorren ti alle fornit\lre mililari .1 titolo di deposito prov\•isorio. Casse presso i distacca111e11/i. Nel distaccamento cli compagnia il comandante non ha <. Egli provvede ali., custodia del denaro che gli è affidato nel modo d,c reputa più conveniente e piit sicuro, non scemando per questo l'integrità e 1a estensibilità della sua responsahilità . Il distarcamento di battaglione, invece. ,, pro,•,·isto di una C. foJ"rnta da ca.:nrag1ia, munita di d ue chiavi a congegno diverso, custodite rlai detentori rcspo11~al1ili d i cassa: il rnmandante e l'ufficiale di contabilità l'erìficltc di cassa. Allo scopo di accertare la ,•-.:uu consistenza di denaro giacente n elle C. in relaziont all e cli verse operazioni che s i compiono, sono prescritte delle ,·c ri.fiche period iche e s:t ltuarie o strnordinarie. Laddove emergesse eccedenza di ignota causa, il suo importo deve essere regolarmente introitato in cassa pcl versamento in Tesoreria a beneficio dell'Erario; nel cRso di difrtto, questo è senr.'altro adrlc-hilnto cii responsabili di cassa.

Cassala . Importante c ittà del Sudan anglo-egi~iano, presso il confine colla colonia Eritrea, situata .;ulle spon• <le del fiume Gasc le cui acque. poco a ,•alle della città,


CAS

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si perdono nella pi'111tu-,, senza raggiungere il corso dd1' Atbara e quindi il Nilo. Fu costruita. dagli Egiziani verso il 1840, dopo l'annessione d i Taka. I. Ca41<ta di Cassala. (30 luglio 1885). I n seguito al• la insurrezione mahdistica del Sudan e al conseguente sgombero da par te delle truppe egiziane, la. guarni gione di Cassala rimase isolata e bÌoccata. _dai mahdisti Jh dal principio del 1884 e il 30 luglio 1885, dopo i8 m,:~i òi a.s.scdio, fu costretta a capitolare.

II. Presa di Cassala. (17 luglio. 1894). La battagli;i. d'Agor<litt aveva dato una grave scossa a l potere del ca!lfa. Si credette per u n is t,rnlc che egli movcsse a.Ila riscossa, ma poi si limitò a r infor zare Ca ssala, aspetta mlo tempi p iù p r opizi. Il generale Baratieri, nel gennaio 1894, vide nella nuova situazione creata dalla battagk t di Agordàt l'opportunità d i impadronirsi di Cassala, base d'operazione nemica contro la colonia; in base a l protocollo anglo-italiano de! 15 aprile 189 l. C'. era compresa nella nostra sfera d'in fluenza.. Il 12 luglio iS',4 il gen. Baratieri, ra.ccolto un corpo d'operazione d i poco p iù di 2.S00 uomini i n Agordàt, cd a.ssunlone il comando con a fianco il generale Arimondi, lo conduceva. cauta.mente e per sorpresa contro Cassala, p rc,idiafa. da una forza nemica di ci.rea 1000 fucili e 600 lancie, compresi 600 cavalieri baggàra. o\ !l'alba del 17 luglio il corpo d'operai.ione i taliano giun i;eva presso la città, e l'avanguardia, comandata dal maggiore Hidalgo, attaccava suL-.i to un corpo d i cava lleria nemica comparsa su lla destra, mentre il grosso seguiva in quadrato. Poco dopo, a sostenere l'avanguardia, uscì da l quadralo lo squadrone di cavalleria del capitano Carchidio. che si slanciò alla. ca., ica. contro la cavalleria baggàra che frattanto, girando a l lar go, si era por tata sulla sinis t ra della colonna. e riuscì a fugarla., ma col sacrificio di 18 asca1·i morti e dello stesso capitano . In breve tutto il campo nemico corse alle armi e si inga:sgiò la lotta nel piano sotto le ;nura della città e nella città s tessa.. li gen. Baratieri fece avanzare tre compagnie in aiulo d i H idalgo, e queste, correndo con poderoso slancio alla baionetta. contro il campo nemico, costrinsero i dervisci a p recipitosa rit irala lungo i l Gasc e verso I' Atbara. ·r oco dopo il ;;rosso delle truppe en trava in città d ove ces~ava ogni resistenza, c il gen. Baratieri vi r iceveva. la sottomissiont dei notabili e dei capi di tsil>Lt vicine. I nemici lascia rono in potere dei nostr i 600 fucili, 700 lancie, 52 bandiere, 2 cannoni, abbondanti magazzini d i munizioni e di dura.; nel campo qualche centinaio cli inorti e feriti. Le per dite dei nostri furono insignificanti. L a felice ri uscita. dell' impresa colmò di giubilo l'Italia, cd il governo, agogn ando a l pos.sesso defini tivo della nuova. conquista, o rd inò che fosse annessa a lla Colon ia. Il gener:l.le l3ara tier i la. fortil.ìcò, lasciandovi un battaglione con due pez,.i d 'ar tig lieria, e p oi fece ritorno a Massaua. Così i confini dell'Eritrea s i por tarono dal Barca del Gasc (corso infer iore del l\farèb) a. circa 400 km. da Massaua.. III . Investimento e liberazione di Cassala. Al p rincipio del 1896, mentre le truppe it a liane cl' Africa erano totalmente impegnate contro le truppe di l\knelick, i mahdisti i nvestiron o Cassala . L'i11vasione scioa.n a e gli eccitamenti cli 1\fangascià avcva110 determinato i l ca.li.fa Abd ullahi a ritenta re un colpo di mano sul la città . I l califa fece a ta l u opo r accogliere circa 5000 fuc ili e lO00 lande nel Ghedà.rcf, sotto il comando dell'em iro Ahmcd

Fadìl, e verso la metà d i febbraio li inviò contro la città. Eravi colà di p residio il battaglione indigeni H idalgo con circa 1200 fucili, 6 cannoni e due mitragliere, mentre le bande assoldate guardavano i d in tonu e sorvegliava.no le linee d i comunicazione. L'avanguardia dei dervisci apparve presso i campi Gu llusìt (a. N. di Cassala) il 22 febbraio, e poco dopo appresso vi si concentrava, trincerandosi, anche il grosso, che si dicci•~ a razziare i dintorni. Per parare la minaccia., subito dopo la bat taglia. di Ad ua (1° mar w), i l gen. Baldisscra spediva tosto a Cassala copiosi r ifornimenti, per mezzo cli una caro· vana di 600 cammelli, ccl intanto ordina.va al colonucllo Stevani, con 4 battaglioni indigeni e una. se,,ione d i artiglieria. di muovere in soccorso de lla cit tà. La carovma , corta ta cb poche truppe indigene e da bande, sebbsne fosse minacciata da gruppi cli der visci, spintisi 1'8 mar-

Presa di c assala. (1894) zo fmu a Sabdc1·,n, potè entrare f elicemente entro il forte di Cassala. ; ma, a.vendo i nemici occupalo subito clopo la gola d i !,fonte Mocràm, ove passa la. via Cbcren, vi rimase bloccata. Incominciarono tosto le mole stie cor:lrn il forte: il 18 marzo il nemico r i nn ovò il tentativo con maggiori forze contro Sabcleràt, per isola re Cassala da Agordat e Chcrcn, ma il disegno andò a vuoto. Verso la fine d i marw, l'investimento di Cassala era cori,pleto ; i dervisci, fortificati in doppi ordini d i t r incee e palizzate tutto intorno, si facevano sem pre più minacciosi. Il 31 marzo il col. Stcva.n i aveva già concentrato presso Sabdcràt le sue t ru ppe, e ìa sera stessa, lasciato il VI battaglione d i retroguard ia, mosse su Cassa.la, dove, previi accordi con H ida lgo e girando I~ gola di :i\1. j\focràm,. potè alle due dopo mezzanotte entrare scnza ostacoli . Qu'1.11do poi il VI battaglione. proseguendo d iritto fin o alla gola predetta., venne verso k 3,30 ad u rla.re cont ro gli avamposti nemici che l'occupavano, St ~vani fece una brillante sort ita dal forte rnn tutte le sue truppe, ccl assalendo alle prime luci dell'alba i dervisci alle spalle, li sconfisse obbligandoli a ritirarsi clisord i11atamente verso Tucrùf. Così venivano riaperte le comunicazioni tra Cassala e Chercn e la carovana rim~sta bloctJ.ta nel forte potè u - sci rne e ritornare senza. n10Icsl ie. I dervisci però non e ra.no ancora debe llati e s i mantenevano minar,ciosi entro il loro campo t rincerato di


' Ci\S

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Tucrùf, a circa tre chilometri a nord della cnta. Per sloggiarli di !à il col. Stevani, all'indomani verso le sei, mosse contro il campo nem ico; ne derivò il combattimento di Tucrùf, dopo il quale ì dervisci s i r itirarono verso l'Atbara. L'a.~scdio e la liberazione di Cassaia costarono a i nostri 2 morti e 20 feriti nel forte, 20 moni e 35 feriti in a ltre isolate azioni esterne, 127 morti e 2S1 feriti nelle giornate del 2 e 3 apri le, tre quarti dei quali circa in quella di Tucrùf. I dervisci vi perdettero non meno di un migliaio di u omini. li colonnello Stevani avrebbe voluto proseguire ,L fondo l'impresa contro i dervisci ed inseguirli, ma ne fu impedito dal gen. Baldissera, che prevedendo un non lont,mo abbandono di Cassala all'Inghilterra, non volle arrischiare altre vite. Così lo Stevani, dopo aver dato il cambio al presidio clel ione e provveduto alla s icurezza delle comunicazioni fra Cassolo e Chere11, fece ritorno colle sue truppe presso il corpo principale.

IV. Cessione di Cassala agli foglesi. Dopo la batt:iglia cli Adua ed in seguito allo scoraggiamcnt'J che ne segul in I talia, l'avversione per le imprese coloniali favod la. tesi rinunciataria ùegli a.ntiafricani rhc avrebbero voluto l'abbandono dell'intera Colonia Eritrea. JI governo di allora, per <lare soddisfazionP 1 quc,.te rnrrcnti <lcll'opinioue pubbl ica. ùccisc lo sgombro di Cas• sala. Affrettò qL1csta risoluziouc un.i nt1<1v,L minaccia dei <lcrvisci, i quali, in numero d i 5500 fanti e 1500 tavalic ri baggara a l comando di :\hmed Fadie emiro <lei Ghedàret, nel genna io 1897 in,·asero la. colonia devastando e predando fin sotto .\i:;ordàt, e fortificandosi quin<li presso ~fogolò (20 gc11uaio). l.e sagge misure del genera le Viganò che informato il 1.3 dell'invasione, il 22 a,·cva già concentrato in Agorc!àt 5000 fucili e numerosi pe7.Zi, li obbligarono al!a ritirata senza combattere; ma l'avversione per Cassala si accrebbe. Così qu cl lri piazza, sebbene fosse st:ita li ben,ta dai dervisci pc! valore delle armi ita liane, in sei:;liito, col pretesto delle preoccupazioni che la sua diManza (km . -IO <la 1lassaua) destava per la sua difesa. e dato che il protocollo <lei 15 ap rile 1891 Jle contem plava. l'occuµazionc soltanto provvisoria. da parte dell'Italia, previi accordi coll'Inghilterra, il 19 dicembre del 1897 ,·eniva dall'Italia ce<lu1a. a. detta potenza, ri~ucm<losi i confini a circa 32 km. più ad est, g iusta la delimitazione concordata nel 1891 collo s tesso protocollo.

Cassandro. Re di 2\lacedonia nel sec. IV a C., m. nel 298. Sottomise la massima parte delle c ittà greche, compresa. :\tene dcli.i quale mo<l ifirò la costituzione. Sostenne una lunga g uerra contro Antigono e Demetrio. Dopo la battaglia. di Tsso r ima~e padrone de lla Macedonia e della Grecia.. Cassani (C. Alberto). Scriltorc napoletano del scc. XVI-XVII, autore di un libro (:"Japoli 160.l) sulla scherma e l'arte di schierare gli eserciti in batta.glia. Cassano d'Adda. Comune in prov. di 2\(ilano, su altura presso l'Adda, munito cli ant. robuslo castello. Fu teatro spesso di azioni belliche, data la sua posizione a cavallo di comunicazioni importanti, fra i\1:ila.no, il llcrga.m:i.sco e il Bresciano; f11 anzi cons iderato come antemurale di Mila no verso le dette regioni.

I. Battaglia di Cassa110 (1259). Appartiene alla lotta

766 fra Ezzelino da Rom ano, che si era impadronito di Ilrescia, e Martino della Torre, signore di Milano. E zzelino, accordatosi con gli avversari di Martino residenti in Milano, marciò su questa città con un grosso corpo, composto in gran parte di cavalleria, e venne a urtare contro le forze di ~fartino, che, avvertito in ttmpo, gli si era. fatto incontro verso Cassano. Azzo d'Este, partigiano di Martino, riuscì a occuparnr il ponte mentre Ezzelino era già inoltrato s ulla dr. del ftume. Invano questi tentò di rioccuparlo; riuscì tUl· tavia a ripa.s sare sulla sr. dell'Adda, e quivi venne a.ffrontato (27 settembre) -dalle ~ruppe avversarie, comprendenti Milanesi, Parmensi, Cremonesi, molto supc • riori alle sue. E zzelino s i difese fino all'estremo, ma, ferito, venne fatto pri1,•:ionicro e condotto nel castello di Soncino, dove morì undici giorni dopo. II. Batttiglia di Cassano ( l 6 a.gnsto 1705) . Appartiene alla campagna del Principe Eugenio in ltalia.. Il Duca d i Savoia, alleato dell'Imperatore. a vcva perduto per opera dei Francesi quasi tutte le c ittà del Piemonte; gli resta.va. solo Torino. L'Imperatore ordi11ù al Principe E ugenio di soccorrere ,L qualunque costo il Duca, diYenuto suo a lleato, e di penetrare a l p iù presto in Piemonte. La strada del .\fanlO\'ano e del basso Oglio era complctan1<•11tc chiusa agli imperiali. li Principe riso!-

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Il <·astello di cassano d'.\Clda

vctlc a llora di entrare n el milanese seguendo il corso dell'Adda. li Vrnd6mc, comandante delle truppe francesi, indovinò i s uoi progetti, e scguÌ i s uoi movimenti ii:ngo q uesto fiume; a lai uopo si portò verso Lodi, <,ve lasciò un distaccamento considerevole. collocò il Gran Priore a<l Agna.dello, ccl egli stesso si accampò :1 CassaJ10, dopo a ver guernito di tru ppe tut li i luoghi a l cl i q ua dell'.\dda da Lodi tino a Trezzo. J.a dislocaYione dell'co;crci10 francese pcrmettc,·a ai vari corpi di sostenersi reciprocamente, e di soccorrersi in una eventua le azione; e in pari trmpo chiudeva tutti i passaggi dell' Adda fra T.oùi e C:LSS!Ll10. Tale felice schieramento d iicnsivo non scoraggiò tuttavia il Principe, che foce co,-truirc un poi:te di ba rche di fronte alla cascina <H Paradiso, a tre miglia al disopra di Trezw. Il Duca ùi Vcnd6me, avvertito, vi s i portò con un debole <list:,cc:imcnto col quale non potè opporsi a i pro.ttrcssi de l l 'rincipe, tanto che dovette limitarsi ad impedire agii lm peria li di servirsene; a tal uopo egli dispose abilmente I<' sue tru ppe in un fitto bosco ,·erso il qua.le finiva il ponte degli /\ ustriaci ; da tale posizione fece fare un tal fuoco, che impedì loro di sboccare durante la no1te. l loro sforz i d ivennero ancora più inutili quando Vendòme chiarnò, il giorno seguente. in soccorso forze più considerevoli.


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767 -

La sconntta cli Ezz,111110 eia T\omano ,1 Cassano cl'Adcla (Qua,lro !11 Mlco(la10 ~lalatC<lal

JI Pr incipe Eugenio con 1,1ronto intuito modificò allora il suo piano e pensò d i poter ottenere il successo c:on una diversione in altro tratto <lclla fronte dell'eserci to avversario: e precisamente contro il suo centro, che egli riteneva fosse molto debole a causa <le i d istaccamenti che ne erano stati presi. Il comando del settore centrale era tenuto dal Gran l,riore: la sua sinistra era. ;,ppoi-:giata a Cass:i.no, dietro il canale d el Ritorto verso il ponte di Cassano; la sua destra si estcnde,·a lino a Rivalta. Il movimento del J'rinci pc non sfuggì a l Vcn dòmc, che. vedendo diminuire la pressione nemica i11 direzione della cascina, intuì che il Principe dirigt va i suoi sforzi verso il l]Uar tiere del C rnn l,rio rc. Immed iatamente volò in suo soccorso, lasciando alla cascin:t solamente truppe sufficienti per difenderla. Al centro infatti gli Imperiali avevano cominriato con successo il loro attacco, lanto che le truppe francesi erano stat.: ricai:ciate dalle r ive del Ritorto e !lii avversari e rano già riusciti a passare l'Adria. 1,1c11c1ra.ndo nd vi,·o dello schieramento francese, seminandovi il disordine. )fcntr~ la villoria giiL si del ineava in favore del Principe, giun:;eva ancora in tempo, alla testa di quindici l,attaglioni, il \"endome, che con deciso contrattacco i·iusci a respingere gli Imperiali, costringendoli a ripnssare in disordine l'Adda. Eugenio allora concentrò i suoi sforzi contro la sinistra dello schieramento francese, attaccandola con fiero impero. La m isch ia diven tò tcrdb ilc: il Duca di Vcndòmc caricò il nemico alla t<·sta elci suoi granatie ri; gli a ttacchi e i contrattacchi si sussc~uirono con grande accanimento da cutr amhç le pani. ma a lla fine il P rincipe, per due ,·oltc ferito, do,·ette abbandonare il campo: gli Tmperiali rnanC,lndo il ùi lui c~cmpio incitatore ripiegarono, rinunciando a soccorrere, a l-

meno per il momento, il Duca di Sa,·oia e Torù10. La viltoriiL fu clrl Vcndòme; egli però non seppe sfmttarla poichè non inseguì il nemico Yinto. .Rimasero morti sul tcrrrno iOOO austriaci; i feriti furono 4000 e i prigio1; icri 2000. I Francesi pcn.lcttero solo 2700 uomini. JJT. Bat1a11lia di Cassa11n (27 a prile 1i99). Fu comhattut:1 dagli .i.ustro- russi coatro i Francesi; q11csti ultim i, già battuti daf(li Austriaci a )Iagnanu il S aprile, si erano ritirati dietro L\clda, inseguiti dall"armata alicata a\lstro-russ.t. J .o scopo della ritirata fu di gu.tdagnare il tempo necess:i.rio per una c:fficieutc d ifesa, ed anche per aspettare l'arrivo dei rinforzi attesi dalla Francia e da ll'ltal ia meri dionale. A Cass:1110. J.ccco e Lodi i Fraucesi a\'el"ano costituito teste di ponte fortificate. l i loro esercito era frazionato sopra una fronte di 15 miglia, d:L P izzighettone a L c,co. IJn'avanguardia (Laboissièrc) era. a Pizzighettone, un contingente (\"ictor) presso Lodi, u n altro (G rcnirr) a Cassa110 cd infine lll\O (Sérurier) a Lecco. Gli alleati, dopo di aver i1wano tentato di rcspinguc i Francesi ol tre il ponte di Lecco, assunsero il 26 il ~guente schieramento per il passaggio del fiume. un1 colonna ( \\. ukassow itch) dove,·a passare presso Trezzo; il generale JI.Jelas, colle divis ioni Kaim e Fr,ih lich, do-· vern attaccare la tcst:t di ponte di Cassa.no occupando il ponte; il ge nerale Ros~mbcrg doveva forzare il passaggio a Lecco. disccnderl! l'Adda fino a Vaprio e d idgersi verso )Iilano. Il 26, poco dopo me1.zogiorno. le truppe alleate del generale \Vu kassowi(cl1, vinta la resistenz..1. opposta dal f(enerale Guillct, pass~rono l'Adda a Brivio su di un" ponte provvisorio risalendola fino ad Olginate. A tale noti,:ia il genera le l\Iorcau. succeduto


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DI CASSANO De tb. A.a:ollo

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I.a ba11agli a di CO~SIIIIO d'.\dda (1705)

nel comr,ndo in capo ai genera le Scl1crer, mcnire ordini, al generale Séruricr, che era in marcia su Vaprio. di ritornare verso Brivio lasciando un solo battaglione a Trezzo, spinse Grcnier su Yaprio. Victor su Cassano e Laboissière su Lod i facendo lasciare cl istaccament1 alle teste di ponte d i Lodi, Cassano e Lecco. L'avanguardia austriaca, tenendo a bada la guarnigione nemica del castello di Trezzo, passò il fiume e spinse verso Pozzo un battaglione della divisione Sérurier, che fu arrestato dall,L div is ione Crcnicr. Sopra~g iunta la d ivisione alk:ata Ott, ingaggiò fra Pozzo e Vaprio una violenta lotta con esito dapprima fa,·orevole ai Francesi; ma l'arrivo di una brigata della divisione Zoph nlse a far prevalere h superiorità austriaca. l i passaggio degli austriaci a Trezzo convinse il gen . •Mo rcau che in quel settore si sarebbe svolto l'attacco principale, mentre l'azione d i Bri,•io era soltanto dimoslratirn; ordinò allora al Sérurier di arrestarsi a Verderio cd a Vietar di affrettare la marcia per unirsi al Grenier. L'indugio di una consigliabile r itirata da parte dei Francesi al momento opportuno, cagionò loro la perdita di 2800 pri~ gionicri e 13 cannoni ed il ripiegamento verso Inzago e Gropcllo. Frattanto l\•l élas aveva attaccato presso Cassano. l\lezza brigata francese, schierata dietro il Canale · di Ritorto, riusci ,L resistere alla pressione nemica fino all'arrivo della brigata Argocl della divisione Vietar; ma poco valse tale resistenza, vaichè gli Austriaci passarono il Ritorto e assalirono la guarnigione della testa di ponte che dovette ·cedere. Vi mori lo stesso gcn. Argod. I Fmncesi, battuti due volte, non ebbero altro scampo che la ritirata effettuata verso Milano per Melzo, e non più per B~rgamo come essi desideravano. L'ala sinistra fr.incesc ebbe sorte peggiore. Sérurier,

come s'è detto, era fermo a \'erclcrio. mentre il resto della su:i divisione occupa,·a le posi~ioni <li Lecco, Brivio e Trezzo. Il generale Soyez, dislocato a Lecco, saputo che gli Austriaci erano passati a Brivio respingendo sino ad O lginate il Guillet e che costui , llCI d ubbio d i trovar Lecco non più in possesso dei Francesi, s'era diretto su Como, si avviò anche lui a Como e, avendola saputa già abbandonata, sharcò presso 1knagi:io e di qui proseguì, per via ordinaria, sino a. Luino sul Lago Maggiore ove: s'imbarcò clfrctto ad Arorm. La ragione della sconfitta dei Francesi, che lasciarono 200<I morli e 3000 prigionieri, si <leve essenzialmente al fauo che il loro esercito era spaq>agliato su di una fronte <li 1S miglia circa, mentre gli alleati avanzarono in m.iss:i. compatta.

Cassano Spinola (ant. Cascia111m1 Spi110/a). Comune in prov. di Aless:1.11dria, sulla <lr. della Scrivia. Fu cospicuo borgo con Castello fino dal secolo XII. Diven• ne teatro <li lotte sanguinose ed accanite fra Astigiani cd Alessandrini verso la fine del secolo XIIl. Sopportò pure gravissimi danni dalle truppe di Francia capitanate dal maresciallo Trivulzio nel 1499. Cassar ( Girol amo). Ingegnere mii. maltese, del sec. XVI, all ievo di Evangelista Menga, cui successe nella ca rica a :.\:falla. Si distinse nell'a.sscdio del 1565, lavorò poi alle fortificazioni della Valletta, e lasciò i disegni per quelle di Gozo. Casse (barone di). Uffic iale franc,isc e scrittore del SéC. XTX. Fr:t le sue 0J)ere: « Le operazioni del IX corpo

in Slesia sotto il comando di Gerolamo Xapoleone (1806ISOi) "; <e ).fcmorie della campagna del 1812 in Russia.


CAs

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( I813) » ; « Memorie e corrispondenza del Principe Eu~enio (dal 1858 al 1860) » ; « Sunto della storia delle -operazioni dell'armata di Lione ( 1814) »; << Sunto della storia delle operazioni militari in Oriente dal marzo 185-t all'ottobre 1855) » ; « I tre marescialli Orna.no J> ; -<< La guerra di giorno in giorno 1870-71 »; « La parte presa dall'esercito francese durante la rivoluzione».

Cassel (o Kassef). Comune del dipartimento del Nord della Francia, presso le sorgenti clell'Yscr. Per la su.i. posizione dominante fu sempre un'eccellente base cl'opcrazioni militari. Prima de lla conquista elci Galli fu ia capitale dei Messapi (Castcllum )Icnapiorum). ::'-;cl V secolo vi fecero delle incursioni i Normanni, F.J.tchcggia.ndolo più volte. Vi si svolsero tre battaglie. La prima ebbe luogo nel 1071 fra Roberto e Frisone conti cli Fiandra, e Filippo 1 re- cli Francia che rimase perdente. La seconda (28 agosto 1328) tra Filipp0 VI e i Fiamminghi, che rimasero sconfitti. La terza ( li aprile 167i) fra il Duca d'Orléa.ns cd il conte di Lussemburgo generale d i Luigi :'{IV; dopo una lolla accanitissima, ,I Duca fu vinto lascian-do 4000 morii, 3000 prigionieri, 3 ca1moni ed un convoglio di vettovaglie. Battaglia di Cassel (23 agosto 1328). Appartiene alla insurrezione delle Fiandre. I Francesi agli ordini di Filippo VI avevano un esercito di 30.000 uomini di cui 14.000 mercenari. e 16.000 fanti di linea divisi in l 70 bandiere e 10 divisioni. I Fiamminghi comandati da Nicola Zonnekin avevano 16.000 uomini, ed all'an-iso delJ'av,·icinarsi dell'eserci10 francese prendono posizione in forti trinceramenti (ff). A loro volt.i. i Francesi piaz.zansi di fronte. Re Filippo VI occupa il centro (bb); il re di Rocmia è all'ala destra (cc); il re di Xavarra (aa) all'ala sinistra; i Conti di Bar (d) e di Hennegau (e) ,tanno in riserva. Il piano di battaglia è quello di non

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lonne riesca ad aprirsi un ,·arco. Risultato della battaglia, 13.000 morti da parte dei Fiamminghi, ed il ristabilimento dell'ordine col ricollocamento sul trono di Luigi di Fiandra.

Cassel (nell'Assia Cassel). V. Kasscl. Cassero. Sovrastrutlura che stava a poppa delle navi a \'eia, al disopra del ponte di coperta e limitata esternamente dalle murate della nave. Il cassero aveva il doppio scopo d i facilitare il combattimento e di permettere di tenere il comando della nave da una posi-

Cassero

Castello d1 prua

zionc elevala, dalla quale si potcvlLno vedere tutte le manovre degli alberi e delle vele. Sul cassero stava la ruota del timone. /\I cassero fa contrapposto il castello, altra SO\'rll$trutura. sistemata sulla nave simmetricamente a p:·ora_

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atlaccàre i Fiumminghi, ma di limitarsi a <leva.stare la ,contrada. Zonnekin p~rò stanco di attendere pen5a di sorprender~ il campo dei Francesi, dopo averne fallo una ricognizione. Il 23 agosto, diviso il suo esercito in tre reparti, li fa venire in silenzio dai trinceramenti. e penetrare nel campo francese di sera da (re parli, prendendo le direzioni segnate nella cartina, massacrando i Francesi disarmati che incontrano Re Filippo r iesce appena a sal"arsi. Ma i conti di Dar e Hennegau. in seconda linea, chiamano le truppe alle armi e le condu•cono in soccorso dei corpi attaccati, che si ria.n imano. i Fiamminghi in breve si vedono circondati da ogni parie e sono massacrati senza che alcuna delle loro tre co-

Caslello <li prua Il cassero serviva anche a formare camere di riguar• do nelle quali alloggia.vano i personaggi più importanti della nave. Quando la nave portava una sovras1ru1tura rilevata pure al centro questi si chiamava casserctlo.

Cassetta. Piccola cassa identica a quella prescritta 40


CAS

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pel bagaglio degli ufficiali, che serve a contenere la dotazione occorrente per la cancelleria di ufficio dei sin•· goli reparti dalla Compagnia in su. Naturalmente a seconda dell'importanza dei reparti a umenta il numero delle cassette. Ve ne sono in tutti i corpi e in tutte le armi, anche per arnesi e strumenti d'ogni sorta, e per le varie specia lità e servizi. Ad es., durante i servizi in campagna campi, manovre, ccc. le d ivisioni sono provviste d i speciale an11a.rnentario di sanità, riposto in adatte C. contenenti quanto occorre per assicurarsi della perfetta potabilità dell'acqua, e delle altre bevande occorrenti· alla truppa, e per il servizio medico-d 1irurgico. Cassetta per da.naro. E' di tipo eguale a quella bagaglio e caacelleria , p ert> in lm11icra d i ferro con bordi ribaditi, e porta due chiavi differenti, d i cui una è tenuta rla.ll'ufficia le pagatore, l'altra dal relatore. Serve :, contenere il danaro occorrente a lla cassa del reggimen to in n1arcia1 çaJnpo, manovre, e guerra. H a due rrianigliè

laterali in ferro che vengono fissate con apposita catena al carro bagaglio su cui è caricata, od all'ufficio da campo, o attendamento dove è ricoverata. Tale C. deve essere sorvegliata costantemente da apposita guardia, nei momenti in cui non è presente l'ufficiale pagatore. Casscttrt (bagaglio). Piccola cassa in noce con bordi ferrati, serratura a. chiave, e maniglia in cuoio, dellt dimens ioni regolamentari, equivalenti a quelle di una grossa valigia. Agli ufficiali delle armi a p iedi ed ai maresc ialli, è concessa una sola C . d 'ordina.nza., che recano seco durante camp.i , manovre cd in guerra, per riporvi gli effetti d i corredo necessari. Agli ufficiali delle armi a cavallo, n e sono concesse due data la maggiore quantità di effetl i d i corredo. La C. è trasporta.ta dai carri bagaglio, cbe ba,mo un apposito allogamento di dimensioni a.datte a conlcncrnc il numero p rescritto.

Cassia (Via). La via C. non usciva da. alcuna porl.t di Roma , ma si staccava, come si stacca tuttora, dalla Flaminia, a breve distanza. dalla città, subito dopo Ponte 1\IIilvio. Non è fra le antichissime vie, essendo certa.mente posteriore a lla seconda guerra punica: si può perciò considerare la quin ta fra le grandi vie militari partenti da Roma, secondo il seguente ordine cronologico : J) Appia, 2) Valeria, 3) Aurelia, 4) Flaminia, 5) Cassia . Impossibile è pera.ltro determina re la data della sua costruzione, ovvero della sua definitiva sis temazione con fondo artificiale . Essa è dapprima ricordata da Cicerone, ma doveva già da lungo tempo esistere ed essere una via mi lita.re cli grande importanza, poichè, dice lo $tesso Cicerone, <(spaccava)> !'Etruria: Etr11,-ria1n rlis1.;rùufrw!

Cassia. Forse la s istemazione definitiva. era recente : poteva cioè rimontare al censore Lucio Cassio Longino Ra·· villa, che visse verso la fine del secolo T1 a. C., (, eia cui probabi lmente avrà preso il nome, allo stesso modo che la Appia lo prese da l suo sistematorc Appio Claudio. Della Cassia c i resta. qualche itinerario, come quello di An tonino e la Tavola Peutingeriana . Da quello di Antonino sappiamo che passava per llaccano, Sutri, Forum Cassi (corrispondente all'.odierna S. Ma.ria d i Forcassi presso Vetralla), e, per Bolsena e Arezzo, giu ngeva fino a Luni, dove si congiungeva colla via At:rclia. La tavola P eutingeriana' indica lo stesso percorso, ma, specifican do meglio, coll'aggiungere il nome d '~.ltre staz ioni intermedie, qua.li Se>'lum '(odierna località « se-

poi tura di N crone » ) Veios, \lacamis (Baccano), Vicus. M a.trini ('Capannaoce). La Cassia divenne in tal modo un via di sgravio a li'« Aurelia" e, più ancora, alla «Flaminia»: e permise agli eserciti di essere, d'allora in poi, ossia dalb fine della R epubblica, incolonnati su lle tre grandi lince: Aurelia, F laminia e Cassia. La via Cassia fu spesso, e fin dall'antichità, con.fusa con la via Clodia, la quale no n ne era che una di ramazione. Nel medio evo vasti possedimenti della Chiesa Romana erano compresi n ella zona della Via Cassia, posscd1111c11ti eh~ costituivano il cc Patrimon io di Tu scia ». Anche per questo motivo la Cassia finì per cssere lu via. p iù cu rata fra le tre che dal Nord scendevano a Roma: fu perciò µercorsa, da l tempo dei Caroli ngi in poi, dòl ,n,mcrosi pellegrin i, soprattutto Franchi. Per tal modo la via ebbe anche il nome, c he conservò per Ì\,ngo tempo, di « ruga (Tue) franc isca >>

Cassibel launo. Uno rlei principi e condottieri delb 1:lritannia quando fu invas:t da Giulio Cesare. Fu iJ ri 1na in guerra con tutti i suoi vicini, 1na di f ron te a l comune pericolo romano, divenue il comandante supremo dei britann i. Dopo alcune infauste battaglie LOntro Cesare, rimasto con 4000 u. d rca, s i ritirò a l di là del Tarnigi; Cesare· lo inseguì e p rese d'assalto le trincee di C., che si sottomise. Cassi nasco (ant. Cassùiasw111.). Comune in provinda di Alessandria sulla dr. del torrente llo iOJia. Ebbe lino dall'epoca dei Comuni un forte castello con torre. Venuto in po,ssesso dei march esi del :Monferrato, fu loro tolto ù4gli Alessandrini, ai quali venne poi p reso dopo violento' attacco dagl i Astigiani allea.ti dei Genovesi. Questi però nel 1227, -in base al trattato di Milano. furono costretti a restituirlo ad Alessandria . Ne! 1615, mentre vi passava un esercito del duca di Savoia, i" terrazzani usciti a storn10 in anni, uccisero alcuni sol-

da ti dell'avanguardia. I Francesi, alleat i del duca. per rappresaglia. saccheggiarono il paese e lo diedero alleJiamme.

Cassi ne (ant. Cassùwc). Comune in prov. di Alessandria, sulla s r. della Bonnida, sulla rotabile AcquiAlcssaJ1dda.. Nel medio Evo fu comune ind ipendente, e trattò colle più potenti repubbliche vicine, p er organizzazione militare solida e ben comandata. Si rifiutò di aderire a ll'imperatore Federico I (I l 64), e non potendo. resistergli finì per essere soggetto a l marchese Guglielmo del )\Ionferrato, ma poi, alleatnsi con Ales.5andria, r iuscì a liberarsi colle armi dalht soggezione. Scoppiate 11cl sec. XIII le lot te di fazione fra Guelfi e Ghibellini fu retto nel 1227 da q uesti ultimi, che soccorsero Gcnov,1 nella guerr.t contro Alessandria e M ilano. Due anni do po l;,. pace del 1231, i Genovesi si r ivolsero contro C. eh·, sacche~giarono e incendiarono. N cl 1240 i Cassinesi mossero guerra a Genova> :na vennero vinti. Nè n1ig:lior Ìortuna ebber,J poi (1293) come alleati del marchese de l :.\1onferrato contro Alessandria, cbe, riuscita v inc itrice, sfogò il suo sdegno con tro la ciltà; e C. dovette chiedere tregua (1295). Nel 1404 Eacino Cane, alla testa d i truppe dei Visconti, rotti i Guaschi, e presa Valenza, si scagliò contro C. che tolse agli Alessa.nclrini, i q uali lo riebbero più tardi, perdendolo nuovamente per opera di Francesco Sforza. Tuttavia succes.5ivamente, in causa delle tergiversazioni d i Alessand ria fra il Duca di Mi-


!ano ed il marchese del ~'lonferrato, quest'ultimo strinse <l'assedio C. per ben due volte, rn,t senza successo. Nel 1643 il gen. B iondi della duchessa di ::Vl antova s i portù ad ass:i.lta.re C. con 600 monferrin i e 200 cava lieri fra.11 cesi, ma ne fu due volte respinto. T r e a nn i dopo il contestabile di Spagna assediò nuovamen te il forte di C. che p rese e sma ntellò, così che. dopo quell'epoca, cessò la sua importanza milita re.

Cassinelle. Comune in prov. d i Alessandria su d i una ba lu, presso l'Or ba. Ebbe nel med io evo una fortezza d i qua lch~ r ilievo, di cui t u ttora es istono avan,;i d i gr osse mura. Fu de i marchesi del Bosco, che vennero attacca.ti e scaccia ti dai Genovesi nrl 14 17. Cassin i de Thury (Cesare). Celebre geodeta e topografo n1ifitarc francesc1 d i. fan1iglia oriunda i ta lia.Jl3.; ( 1714-178+) il q uale lasciò il suo nome particolarmente a lla triangolazione geodet ica e wpografica della Francia. - li figlio G ia11do111cnico ( il.748-1845) ne completò l'opera costruendo la carl,, topografica. della Francia in 180 fogli alla. scala dall'l a i l'86,400 e compilando un « .ttlante nazionale >1 .

Cassinis (Giuseppe). (; eneralc, n. a Vicenza nel )860. Sot to t. dei bersaglie ri nel 188l, fu addetto a l Collegio mi!. di Napoli e poi insegn ante p resso fo Scuoh mii. d i ~1oclena. Promosso colonnello (1914) ebbe il comando d el I• regg. bersaglieri con destinazione in Lib ia, e rien trato in I talia partecipò alla campagrn, del 1916 meritandosi la. croce d i uff. del1'0. M. S. qua le maggior generale comandante dell a brigata Taranto sul San M a rco (agosto - novembre 19 16). Nel fèbbraio 1917 fu collocato a disposizione del min istero tillie Colonie per coprire la. cari-ca di comandante delle truppe della T r ipolitania, e v1 gurrdagnò la promozione a tenente generale per merito di guerra (settembre 19 17). R ientrato in Ttalici. f u posto a r!1,.,0sizionc d el comando della 4' Ar,nat.l, pa1 1~,;ipando. alle operazioni del 1917 e 1918 comand,mdo h 59• e poi la 27" d ivisione . Ebbe nel 1919 il cornando della divis. d i llologna e collocato iu P. <\ . ~ (19~1) assunse nel 192., il grado di generale di diYisione. Entrato ncll,, M. V. S . N., ebbe comando di wna (\/") lin0 a.I 1927.

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Cassino (g1it San Gernumo) . Comu ne iu JJruV. d i Napoli, r ant. città dei Volsci Casùm111, che ven ne ()C cupata da i Sanniti prima, e dai Romani poi. ~el medio evo venne fortificata, con rocca. e opere 1n inori . }.1 d J US vi si tenne un convegno fra Innocenzo JI è i' re normanno R uggero. 1\.1a le trattative non approd aro1v • alla pace e i contendenti presero le armi. 11 papa, assed iato in C., dovet te arrendersi e per r iavere la libcrtit consentiva a ll'avversario i l t itolo di re . I. Combattimento di Cassino. Appar tiene a li' insurre .. zione pugliese contro G uglielmo J il :Malvagio. Il r ibelle conte Andrea di Rupecassina marciò su C. e sconfisse

771 un corpo normanno, assediandone i superstiti nell'abbazia di ~Iontecassino. Ma un a ltro corpo normanno marciò in soccorso degli assedia ti, e il conte dovette ritirarsi, e subito dopo u scire dal r egno, riiugiandosi presso F ederico Barba rossa. in Lomba rdia (sec. XII) . II. Trattato di Ca.,sùio (9 luglio 1230). Concluso fra il papa Gregorio IX e l'imperatore Fedei·ico H. Questi si obbliga d i amnistiare i comba ttcn1i contro di lui; di restit ui re alla Chiesa quanto le anni di lui le avevano tolto; d i non tag lieggia.re il clero; di pagare 120.000 scu di al papa ( promessa non mantenuta.) Nel 125'1 il papa, in lotta con la casa sveva, occupò C. costri ngendo J'v[anfrcdi a venire a. patti. III. Ba!laglia. d·i Cassùzo ( 10 febbraio 1266). ,\ppartiene alla guena cli Carlo d'Angiò contro ~Jadrcdi. Questi aveva inca.r icat() un corpo di 3000 sarace11i di difendere C. contro gli angioini. Arrivati questi. i saiaceni si difesero strenuamente, a iutati da m ilizie di ba ro'ui fedeli a J\,fanfrcdi, coma.n<la.ti dal conte Riccardo <ii Caserta, ma furono infine sopraffatti e sconfit ti. 1'-' el 1799 C. fu dan neggia ta dai Francesi che si xitira vano, comandati da l gen. O livier, dal .'\/apoìetan<J.

Cassio ( Ca.io Long.,:no). Generale romano c\cl J scc. a. C. Questore con Crasso contro i Pa.rti, diicsc Antio-

chia e li respinse oltre l'Eufrate. Congiurù con Bruto per uccidere Cesare; assoggettò la Siria. lJ Fenicia e la G iudea. Sconfitto a F ilippi ( 42 ,ì. C.), si fece ue<:idere da un liberto.

Cassio Viscellùio SJmrio. Console romano dei primi tempi. Conquistò Pomezia cit tà dei Volsci; fece una .spedizione contro i Latini " i vinse. Roma gli accordò gli onori del trionfo.

Cassioli (Amos). P it tore toscano n. di Ascia.111:, ( 1832-1891). Trattò specialmente soggetti storico-militari, come: « La battaglia d i Legnarlo », « Congresso di Pontida 1,, « Emanuele Filiberto a S. Quintino», «·11 Principe E ugenio nella battaglia del 1706 a Torino >l, ·<(Carlo Ema1rncle III ,t Guastalla >>, « Carlo Alberto a Pastrengo li, « Vittorio Emanuele 11 a S. :Martino>>, '<Il Princip~ llmberto a Custoza l>, ecc. Cassiopef Torpediniera d 'alto mare, varata a Nar,o li nel 1906, lung.c m. 50, la rga m. 5,29, d islocamento tonn. 2 16,5, macchine HP. 2900, a.rrnamento 3 cannoni da 47 e 3 lanciasiluri. Sta to :Maggiore 3, equipaggio .3.5. Cassisi (Lnigi). Generale, n. a Trapani m. a Roma ( 1853-1927). Sottot. d'art. nel 1873, prese par te aib campagna d 'Africa <lei 1887 e, promosso colonnello, .::bhc la carica di di rettore d'artiglieria. in "Piarcnza cd i! comando dell' l 1• art.

da campagna ( 1905); nel 1908 fu nominato clireltore della. fabprlca d'armi di Terni. Collocato a riposo raggiunse, n ei l 92J. il g.rnr.lo di generale di divisione.

Cassola (Emanuele C y Fernandez) . Gen. spagnuolo ( 1838-1890): l'ecc le campagn,e nelle Antille e quelle delle lotte in test i-.


772 n e ne!la penisola contro i Carlisti. Fu mm,stro della !,'Uerra ·( 1887- 1889) e pose mano a importanti r iforme militari, essendo sostenitore del s istem.t militare prussiano.

Casso/a Giuseppe. Generale, na to a Siracusa ne 1865. Sottotenente dei bersaglie ri nel 1.887, partecipò alla campagna italoturca del 191l-12 e alla grande guerra ( 1915-18, meritandosi una mcd. d'arge11to nel settembre 19 15 nel settore di Vrsic e distinguendosi quale coman dante della 1• brigata ber,ag!ieri nelle opera?.ioni del giugno 1918 in Val :Brenta. Nel 1920 fu nominato i.;a,;sola Ulliseppe comandante della brigat2 Pisa e nel periodo 1923-26 della brigata Siena.

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Cassoli (A.rturo) . Medaglia d'oro, n . a Ferrara nel 1856, caduto sul Carso il 21 ottobre 192-5 . Colonnello d i fanteria, comandava all'i•• n izio della guerra italo-au striaca il 142° regg. fanteria (brigata Catanzaro), che guidò in ripetuti e sanguinosi attacchi, nell'ardua zona di San Miche le e Sar Martino. ,\!l'attacco dcll, fonuidabili difese del Bosco Cappuccio, duran te la offensiva autu nnale del 19 LS, perdette c roicamcn· te la vita meritando che alla sua memoria fosse decreta la la suprerna rico111pensa al valore, con que-

sta n1ot ivazione: « Fulgido esempio di mirabile valore e perizia, seppe preparare ed impiegare il suo reggimento, esercitando sui sottoposti quell'ascendente che li condusse alla con11uista d i importanti posti.ioni nemiche a Castelnuovo, e lasciando nell'animo dei suoi d ipendenti prezioso retaggio di tenacia e d i ardire che non s i infranse ne i reiterati attacchi contro le formidabili posizioni di Bosco Cappucciò, all'in izio dei quali egli perdette eroicamente la vita ll. (Carso, luglio- ottobre, 1915).

Cassone. E' il retrotreno del le a rtiglierie modem.e , che vime organiz1,ato a carro mw1izioni, a bbinato con la vettura-cannone, o vettura-obice per formare il pezzo. 'l'ale retrotreno, a fiinchè possa sta re durante il tiro presso la· rispettiva bocca, è corazzato e ribaltabile a guisa. di armadio, e viene s taccato dal peao. In marcia viene agganciato alla coda del pezzo. 1\1 plurale la voce C. indica il complesso dei carri per munizion i ch e fanno parte integrante della batteria, con funzione generica d i r ifornimento proiettili, attrezzi e materiali di ricambio. E ssi sono divisi in più reparti, i quali sono adibiti al rifornimento delle munizioni a seconda del con sumo di esse, e perciò vengono scaglionati in p rofondità.. I C. a loro volta vengono rifornit i I

dalle colonne munizioni. 11 numero dei reparti C. è naturalmente p roporzionato a lla quantità. ed al tipo delle munizion i concernenti dato genere di pezzi. Cosi. per la btr. 75 a, dei 18 carri per munizioni che le sono assegnati, 6 ~ono i corazzati ; e gli altri 12 vengono a formare il pJÌmo cd il secondo reparto C. Nell'arligl. da montagna, per C. al plurale si inten de complessivamente finsicme dei muli porta-munizioni assegnati alla btr .. esclusi quelli facenti J)artc della linea cli fuoco ( un mulo per cannone). V. incisioni d i Affusto e Can-

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1to11c.

Cassone Clemente. Generale, n ato e morto a Torino ( 1845-1916). Sottotenente d'ar t. nel 1864, partecipò alla can1pagna de~ 1866 meritandosi una medaglia d 'argento sul Lagc di Garda e poi fu insegnante nel Collegio m ii. d i Napoli. P rese parte ali.:a,;sonc Clemente la ca.mpa6'l'ia d 'Africa def 1887 e poi fu dil·ettore dell'Arsenale di Napoli. P romosso colonnello, ricoprì la carica di direttore d 'ar t. a Genova., e, collocato in P. A., raggiunse nel 19 14 i l gra do di ten. generale n ella riserva. Cassone Fortunato. Ammiraglio, 11. nel 1828 a L ivorno, m. nel 1889. Entrato in scrv izio nel 1853, fu promosso contrammiraglio nel 1886. Prese parte alle campagne del '59-'60-'61 (assedio e blocco di Gaeta) e nel 1866 alla battaglia d i Lissa, guada gna ndosi la medaglia d'argento. Altra medaglia al valore aveva <Lvuta. nel 1858 per aver salvato l'equipaggio e concorso-ad est in guere l'mc-endio della nave cc Ida» P oscia r icoprì al J\,Iinistero varie car iche; fu membro. del Consiglio Superiore d i Marina, e dal 1886 al 1888 giud ice effettivo de l Tribunale d i Guerra e di ::viarina.

Castagna, Frazione del comune di Carlopoli. ;\ieL 1806. du rante la sollevazione delle Calabric contro i Francesi, era stata occupata da una banda ,l' insorti d i 900 u., comandata da Vincenzo Fabiani. Comro C. mosse il gen. Franceschi, con 500 volteggiatori e 60 cacciatori a cava llo. Gli insorti presero posizione davanti a l paese, e i Fra nces i li assalirono e sconfissero dopo breve combattimento. Castagnaro. Comu ne in p rov. cli Verona ~" d'un umale alimen tato dall' Adige detto « Fossa d i Cast.agnaro J> . E' luogo antico particola rmente noto come teatro di lotte durante le guerre del periodo comunale fra .Padova e Rovigo. Era allora balua rdo estremo del terr itorio veronese, munito d i forte rocca ben presidiata, che Verona teneva in gra.n conto. Fu anche, sul decli1iare della potcn?.a scaligera, conteso p iù volte con aspre ba ttaglie fra Padova e Verona. Castagneto Torinese (ant. Castanclllm) . Comu ne in prov. d i T orino, sopra una collina sulla. destra


CAS

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<lei Po. ):et 1227 fu conquistato dal marchese del Monferra to; un secolo più tardi fu preso d ai p rin cipi d ' A-caia. Nel 1397, attaccato e preso da Facino Cane, venne dato alle fiamme. Durante le campagne del principe Eugenio di Savoia in Italia, nel 1705 (gennaio) venne occupato da truppe francesi al comando cli Destyn, che saccheggiò il paese.

773 sono le tombe dei Dorboni. Vi si svolsero accaniti combattimen ti dopo il nostro ingresso in Gorizia (agosto 191 6). V. la voce I so11zo.

Castagnetta (Nicolò). Generale, n. a Paiermo nel 1868. Sotlot. d'art. nel 1889, parteçipò alla grande guerra (1915 -18) com:u1dando successivamente il 5° ed il 40° regg. art. da campagna.. Nel 1919 ebbe il com,mdo del deposito con troaere i e del deposito 34° rcgg. a rt. da campagna; collocato in P. A. {1920) raggiunse nel 1926 il grado di generale di brigata.

Cas1ag-ncv11.za, ,topo

cas1agnev lzza, prima etc-I tiri 11c11.i nM tl'a 111•1iglicri:t

Castagnevizza ( Kosta11jcvica) . Villaggio sutr Altipiano Carsico eò importante nodo strada]~; forte centro d i resistenza austriaca, e mct.i di strenui a ttacch i del le nostre truppe, durante la 10• cd 11• bauaglia dcll'lson~o {maggio cd agosto 191i). Fu raggiumo una prima volta dalle truppe della 4• divisione, il 26 maggio, ma un poderoso contraltacco n emico, costringeva, dopo q uc,lcbc ora, a sgombera re le rovine del villaggio, a ttorno cui s i continuò a comballere sanguinosamente per tre giorni. Altrettanto aspra fu la lotta nei giorni dal 19 al 23 agosto 1917, per OJ>Cra delle truppe del XXV corpo d'armata, ma a lla fine d ella battaglia le nostre lince rimasero a! <li qua del contrasta tissimo v illag gio.

CastagtU:-,1izza. Altura ad est di Gorizia (quota 143) sulla quale si erge un antico co,n-ento, nella cui chics.1

t

tiri

Castagnola (Stefano). Min istro dcll·.1. :Mu.rina, nato a Genova. Nel lS-IS si arruolò nei volontari genovesi; combauè a Peschiera, Governolo e Custoza. Laureato in giurisprudenza, <><:cupò in Genova varie importanti cariche pubbliche. Fu deputato al 1'arlarncnto 1wr Genova, Chiavari e Albenga nelle legislature da lla Vl :tlla XII. Ministro d'agricoltura, industria e commercio nd Gabinetto Lanza dal 1869 al 1873, resse tempora.neamcme il portafoglio della ~farina dopo le dimissioni dell'anuniraglio R i boly (14 <lic~mbre 1869) e fino alla nom ina ddl'ammiraglio Guglielmo 1\clon ( 15 gennai<> 1870). Castag11-..1la Luigi. Generale, n. a Pinerolo in. a Santa (iiulielta (Pavia) (1835- 1917). 1,aurcatosi ingegnere a. Genova (1357), fu nominato sottotenente d'artiglieria nel 1859 e partccipè alle campagne del 1866 e 187-0 guadagnandosi una medaglia di bronzo a lla prcstL d i R oma . Da te,1c111c colonnello fu d irettore terri1orialc d 'art. a Genova ( 1886) e, promosso colonnello, comandè l'l l • reggimento artiglieria (1888). Collocato a riposo a sua domanda nel 1892 raggiunse nel 1907 il grado d i ten. generale ne lla riserva. li generale C. scrisse una memoria: « D.i Firenze a Roma n. Castag11ola Giqva1111i. Generale, n. a Civitavecchia 11el


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1864. 'Sottot. d'art. nel l885, entrò nel corpo di S. M., · c: promosso colonnello ( 19 1S) fu capo cli S . .M:. del VII Cor po d'Armata e poi CO· mandò il 91° rcgg. fanteria. Partecipò alla grand~ guerra ( 19 15-18) meritandosi come comandante di brigata la croce di cav. del1'0. ~I. S. nelle azioni dell'ottobre 1916 sul Carso una med. d'argento nelle operazioni del giugno 19 18 su l P iave, cd in.fine la croce di uff. dell'O. M. S. come comandante ,di divisio. ne nel la hattaglia di Vit torio Vene to. Nel per iodo . l 920- I92-t resse "il comando della divisione militare di Trieste.

dato il nome a una confcrcmia fra rappresentanti delle repubbliche del Guatemala e elci San Salvador (1829). La conferenza doveva metter fine alla guerra frn i d ue Stati, ma le trattative non riuscirono.

Castaldi ( Vittorio). Ccn~ralc, n. a Firenze nel 1860. Sotiot. di fan teria, nel 1879. partec ipò a lla camp~itn:1 d'Africa del 1895-96 e raggiunto il grado di colonn1!1lo ( 1911) fu nominato comandante del 12° reggimrntc fanteria. Collocato in P. i\ ( 1915) e richiamato in se rvii.io prrsso il consiglio cl' Je,·a di .\rcao e quale pn·.;idemc del tribunale militare di guerra di TriJ)'>li raggiunse ne l 1924 il grnclo cli generale di diYisione.

Casteggio (ant. Clasti,ii,1111). Comune in prov. di Pavia, forse fondato dai Liguri, fiorente ne ll'epoca di RÒm:t, e da a llora fortificato. Fu spc-sso coinvolto nelle fazioni militari; venne saccheggiato dalle trupp1• dd Barbarossa nel I I i5; da Piacentini e Cremonesi nel I 290; dalle truppe ciel conte Lando nel scc. XIV. Xel 1392 le fortificazion i di C. furono restaurate p er opera dei Visconti.

Castaldo (Gio~•- Battista). Grncralc napoletane del sec. XV l H. a C,tva de' Tirreni, m. a ~lilan~ Castaldi Vltlerio (1500-15i8?). Combaul- i, tulle le guerr<' del suo tempo: in Italia, iH Fiandra, in \iermania, in Ungli~ria, cd in spec ia l modo s i distinse llCI 155 1 nella c;irnpa.gna cl i Transilvanht. Nel 1562 coma.ndò le truppe spagnuole in Piemonte contro i Francesi. D a t:ltirno combattè rontro gli 'Cgonotti in Franr.ia. I << Discorsi cli guerra>>, pubhlicati da .\scanio Ceatorio, furono dettati dal Castaldo. Castalla. Borgo dcll:t provincia di \ 'alcnza (Spa1t11a). Vi ebh,· luogo un combattimento (21 luglio 1812) durante la guerra cont ro i Francesi. Cli Spagnuoli ( 12 JUiia uomini circa) a gli ord in i di O' D onnell, attaccarono ~11 reparto francese di 3000 u. circa, comandato da l generale Dclort, ma riportarono una sconfi tta, perdendo 2800 u. prigionieri, 800 morti e _feriti, e due cannoni. Altro combattimento \'i si smise il IJ aprile 1813. li Ularesc. Suchcl. ;1ttaccò, sui mon ti c ircostanti' a C ., u11 c:orpo_ a lleato cli 20.000 u., agli ordini di lord :Murray; tlue divis. francesi ( Robe,t e Habert) assalirono con impeto le alture occupa te dai nemici, ma furono sooragliate e respinte da un vivo fuoco di fucileria. Perduto w1 migliaio di u., il maresciallo ordinò la r itirata . Fra k truppe agli ordini del Murray erano a nche reparti s idliani e napoletani. Càstanaza. Fattorill. del Centro America, che ha

Castafios d 'Aragona (Don Francesco Saverin conte e cluca di Bailc11). Generale spagnuolo ( 1753-1852). Combattè contro la Francia da l 1794 a l 1 i98, quando fu promosso ten. generale. :\ Bailen guadagnò il titolo di duca, e si distinse nuovamente alla battaglia di Yittoria (21 luglio 18 13). Al ritorno di ::-;apoleonc dall'Elba si disponeva a.cl entrare in Franc ia all.t tesla cli S0.000 u. quando g iunse la notizia della sconfitta di Waterloo. Nel 1825 divenne capo dell'esercito e presidente del Consiglio dcila Castiglia.. Co-sta-iios Emanuele. Ufficiale e scrittore spagn uolo, n. nel 1852. Autore di : « Gcogralia m ilitare della penisola Tbcrica >>; e< Difesa straltgìca del Portogallo »; cc Le guerre separatiste degli antichi ,·iceregni d'.\mcrica ».

l. /3ottaglia di Ca~trggio (222 a. C.). Appartiene alla i:;ucrra Gallica, e fu combattuta e ,·inia dal consok M. Claudio l\fam.,110 contro i Call i Cisalpini, i Quali avcvan() invaso il trr ritorio elci Ga lli Anamari, postisi sotto 1:1 protezione cli :Roma. I Calli Cisalpini rimasero sconfilli. ,. il loro re, Virdomaro, cadcle per opera dello stesso l-larccllo. ] l. Uattar;l-ia di Casteggio (S giugno 11800). Appartictt() ,tl:a campagna, di N apoleone in I talia. JI 1scnera le J .anncs aveva a,·an4ato con 8000 u . fra C. e ~fontcbcUo, pc·r impedire al gcn. austriaco Ott di marciare, come a,·ern di,·isato, su l>iaccnza.. Quando il gcn. Ott si tro,·ò cli frorit,i a Lan nes, schierò h cliv is. Vogelsang s ulle. alture :t sud cli C.; occupò il paese con 6 bg l. e \e nne in riserva a J\fonlebcllo 5 bgl.: in tutto gli Austriaci erano 18.000. La lotta si accese in seguito ad attacchi dei Francesi e rimase indecisa fin verso il mezzogiorno. quando a rrivò parte della divis. \lictor, inviata dal Buona.parte. Le a ltu r·e di R ivetta, i:;iit p rese e poi r ipe rdute òal L:umes, furono conqu istate dai Francesi, che avan7,arono su C. Quivi Ott concentrò tutte le suè forze e si battè fino a sera, quando ,·enne sopraffatto e costretto alla r itirata. G li ,\us triaci perdettero 659 morti, 1445 feriti, 277 1 p rigionieri. t Francesi denunc ia rono una perdita cl i soli 600 uomini.

TTT. Fazùme di Casteggio (1 i maggio 1859). Un'a,·anguardia. austriaca. mosse al mattino del detto giorno su <..:., dove non erano truppe i taliane. 1:fa la Gua.rtli,t nazionGie e c ittadini ~•·mati a lzarono subito barricate e accolsero gli Austriaci a fucilate, costringendoli a. ritirarsi. Tentarono questi un secondo attacco con maggiori forze, ma anche questa ,·olta furono respinti dall'energica risoluzione dei cittad ini, e des istettero dal proposito di occupare il paese.

Castelbaldo. Comune in pro,·. di P adova, ant icamente fortificato, con robusto castello, demolito quando


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passò con Pado,·a in possesso della repubblica di Venezia ( 1406). ·lla.ttaglia di Castelbaldo (11 mano 1387). Appa r tiene alla guerra fra Verona e Padova. Antonio della ScaÌa dichiarò guerra a i Carraresi, signori di Padova, coll'aiuto di Venezia. Avendo s ubito una sconfitta alle Brcntc lle, si p reparò sul pdncipio del 1387, con sussidi dei Veneziani, a rifarsi della rotta toccala. e preparò u n esercito di sci od ottomila cavalieri e quindicimila fanti. Francesco Xo,•ello da Carrara, figlio del s ignore di Pado,·a, aveva pure faZcolto un esercito di pari forza a quella dei Veronesi, a.gli ord in i d i G iovanni rl' Azzi ~ cli Giovanni Arulo. Ma, dopo avere devastato il territorio d i Verona, «apendo che a ltn, loric s'erano riunitr ti Veronesi, comandate eia Giovanni degli O rdclaflì, rei 1)stasio da Polenta, signore cli R avenna, i Padovani si ra fforzarono dietro alla <e Fossa di Castagnaro » cd attesero l'assalto nemi.:o.' L'll marzo 1387, i Veron es i, imbaldanziti dalla suprriorità delle for~, mossero all':ntacco delle posizioni nemiche co11 estrema violcll7.a: ma i Padovani, ben trincerati, non solo resistettero v:tlidamcntc ai reite rati ass.::tlt i, ma passarono a l contrattacco, mettendo in rolla complc1a i Veronesi. I due condottieri furono fatti prigioni, e con loro -1620 camlieri. Giovanni .\ cu lo, inseguendo i resti cldl'esercito sco,ifitto, si mise :, depredar<' la campagna cd arrivò fino alle porte di Vicenza e Verona. (La batt. è anche delta d i Casta~naro).

Castelba r co-Visconti (marchese Giaucarlo). Me daglia d'oro. n. a :\filano nel 188,1, caduto a l'u s ian Schiavonesco (Ucli nc) n el 19 t 7. U fncia lc cli ca.\'alleria in sen-izio at ti,·o, prc,;c parte alla campagna. di gue rra italo-austr iaca , combattendo sia a cavallo che appiedato, col rcgg. ::\fonCerrato prima, e poi col Roma. Durante la ritirata dc-I novembre l9 I 7 il capitano Castelbarco, i,: un glorioso episodio, ,,,fi_ cace mcntc ricostruito nella motivazione di meda )(lia d 'oro, mostrò a l nç·mico come sanno morire i ca\':llicri d'Italia. Dice· la mo tivazione: « Comandante di uno squadrone appiedato R sbarramento di importantissima. comunicazione cd a prole1.ione di nostre colonne di fanterie e carreggi in ritirata, assolveva ;I difficile compito con slancio, a rdimento e sprezzo del pericolo resis tendo a ll'urto. Ferito alla gamba sinistra e fattosi fare una sommar ia medicazione, ritornava fr3 i suoi cavalleggeri animandoli alla resistenza con vibrate e nobili parole. In\'itato dal suo comandante rli reggimento a ritirarsi, rispondeva con fierezza chr non avrebbe abbandonato il suo squadrone fino alla morte e restava impavido sulla linea del fuoco. G iunto l'ordine di ripiegare, mentre monta.lo per ultimo ~ cavali,, sfidava cretto colla persona l'irrompente nemico, ,·cniv:l -colpito all'addome. Prima di morire, dominando con coraggio spartano lo spas imo della gravissima ferita, dava con serenità, ad un graduato che l'assisteva, gli -Ordini necessari alla distruzione dei documenti riservati

775 dello squadrone affinchè non cadessero nelle mani del nemico. Magnifica figura di so ldato, esempio sublime di devozione al dovere e d i spirito di sacrificio (Pa.sian Schiavonesco (Friuli), 29 ottobre 1917).

Càstclbolognese. Comu ne in prov. di Ravenna, fondato verso il US6 presso un'antica b2.Stita fra il Sen io e il Santerno, per iniziativa d 1 Bologna.. N el H J9 fu preso dalle militie pontificie di Martino V; lo aveva a llora Antonio Bcnlivoglio, che doYette, dopo strenua difesa, cederlo e riparare in Toscana. N'cl 1501 Cesare Rorgia si impossessò di C . e ne fece smante llare le fortificazioni, che vennero ricostruite poch i anni dopo. Batt:ielia di Caslc/bolog1tesc (28 agosto 1434). Appartiene alla guerra fra i \"isconti e la lega contro di loro, costituita dal Papa, da Venezia, da Firenze. Niccolò P icciui no,. marciand o da Jmola su C., si incon trò con l'esercito della lega comandato da N iccolò <la Tolentino p res.;;o un rivo profondo le cui sponde erano collega.te da un ponte. Il Piccin ino si arrestò presso il ri\'o, imboscandovi parte delle sue truppe e lanciò una schiene ùei s uoi oltre il ponte. ordinando loro di a!'.Saltare il campo nemico, ma cli ritirarsi a l di qua del ponte subito dopo, per attirare i collegati nell'imboscata. Cosè :wvenne: e le schiere di costoro, inseguendo i presunti fuggitivi. erano sboccate tumultuosa.mente dal ponte, quando il l' iccinino p iombò loro addosso, e, occupalo fortcrucnk il ponte, eh iuse loro ogn i via <li scampo costringcnclolc ad arrendersi e facendo prigioniero anche il loro capitano: erano stati presi cosl 3500 cavalli e 1000 fanti. Questa bat1:1gl i,L determinò i collegati a rinunciare alla guerra, e la pac<' \'enne conclusa in Ferra ra l'anno seguente.

Casteldelfino. Comune in pro,·. di Cuneo, nella valle \':m, ila; ha dato il nome alla brillante opcr.ti:ione di Carlo Eman uele 111 contro i (;allo-Ispani, nell'ottobre 17~3, durante la guerra per la Successione di Spagna. perch~ a C. il Re aveva posto il suo qu artiere generale. ,\ conoscenza dr! disegno nemico di scendere dai colli dell'Agnello e di Sa.im- Veran ndh valle di Vara.ira Carlo radunò in qucst,L 24 bgl. ( lS.000 u .) schierancl~ una brigata lungo lrL s inistra del vallone di Va llante, un'altra alla sinistra. della prima, e una te!'7.a fra i monti Pietralunga e Carnllo e radunando le altre truppe a C. Contro queste forze muovono i Gallo-Ispani, con 31 bgl. e 12 cannoni per il colle dell'Agnello e con ?1 bgl. per il colle di Sa.int-Vera11 (in tutto 30.000 u.) che il 4 ottobre, superando la resistenza degli avamposti p iemontesi, sono rnnccnlrati a Chianale. Il giorno 8, la brigat1 francr.sc cl' Angiò scende lungo kt d estra del Vallone di Valbntc e i nostri hL lascia.no inoltra re complctaJ11cn te, r-oi, dalla r iva sinistra, l'opprimono con intenso tw,co e ne fanno strage scompigliandola. Jl disordine si propaga alle altre colom1c, le quali non raggiw1gono gli obbiettivi prefissi, s ia per la resistenza dei nostri, sia per do,·er porgere soccorso :tlla. colonna d'Ang iò. Chiusi cosi dall'insuccesso nell'alta valle Varaita, con scarse ,·eito,·aglic, disperando di farsi largo sboccando su Casteldelfino e al piano, i Gallo-Ispani debbono ritirarsi in fretta, prima che la neve ch iuda i due passi delle Alpi pt'i qua.li sono scesi. Dal 10 a l 12, infatti, riva.rcano i cbe colli dcli' Agnello e d i Saint-Veran e si ritirano al di là delle Alpi abl.,andonando anche i 12 cam1oni che avevano


-776vorta to seco, e perdendo 2000 u., contro 200 perduti dai P iemon tesi. Un a ltro tentativo fra ncese, pcl colle dcli' Agnello. fauo nel 1648, con 12.000 fan ti e 500 cavalli, era stato arrestato presso C. d a Carlo Emanuele I, e fallito con la perdita di uomini e d i qualche ca1monc.

Castel di Lama. Comune in prov. di Ascoli P iceno. D i fond azione antichissima, fu nel medio evo feudo degli Odoardi d i parte Guelfa. Appunto per questo fu parecchie volte attaccato e devastato dai Ghibellini. Nel 1538 su bì danni per opera d elle truppe pontificie condotte dal Vice-legato N icolò Ardinghelli. Castel di Sangro. Comune in prov. di Aquila , all'ingresso della valle del Sangro, mun ito di forte castello feudale, c ircondato da dclopiche mura. Ai tempi dei Normarmi divenne feudo del principe d i Capua, eh·~ vi sviiuppò l'arte del lavorare il fe.rro e le a rmi, note dovw1que, anche all'es tero. Nelle guerre fra papa Gregorio lX e l'imper~.tore Federico II, il cardinale Colonna, al comando de ll'esercito longobardo e pontificio, nel 1229 incendiò il castello ripreso poi e resta urato da Federico Il a l ritorno dalla Terra Santa. Durante il 1421 C., parteggiando per Luigi <l'Angiò, ~enne assediato da Rraccio per conto clclJa regina G iovanna e fu preso per stratagemma. Combatt-imerzto di Castel di Sangro (13 maggio 1815). Appartiene alla campagna austro-borbonica con tro ]'vlurat. Il 13 maggio, su l far del giorno, il gcn. S ta hrcnberg cm in marcia da l'ellerano, e<l aveva raggiunto la retroguardia nemica obb ligandola a ritirarsi sulle posizioni di C. di S. dove il gen. Carrascosa col 3°, 5° e 10° regg_ d i linea, 1 bgl. quasi tutto d'ufficiali, ed il 2° reggimento di cavalleggeri, si era disposto a difesa. Lo Stahrenberg, a corto di vettovaglie, aveva la n ecessiti

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di impadron irsi di C. di S. e ideò una manovra combinata, con movimento aggirante il fianco s in istro a mezzo dei suoi cacc ia.tori, cd att;.cco fronta le con due sqdr. usscri, e 1 comp. cacciatori sulla strad a. I l Carrascosa, temen do d 'essere aggirato e preso di fianco, iniziò la ritirata. Ma nello stesso tempo i. due sqdr. usseri caricarono violentemente sul nemico. Il 10° regg. fanteria fu 1ovesciato e sciabola to. Sei ufficiali e 150 u. vennerofatti prigionieri. Il b gl. napoletano composto pressochè cli ufficiali fece un'eroica resistenza, e non potè essere sfasciato che in segui to a reiterale cariche, le quali fecero perdere agl i Austriaci molti cavalieri e d ue ufficiali L'esercito napoletai10 raggiunse in quel giorno I sernia; esso perdette per diserzione 700 u. oltre ai numerosi. morti, feriti e prigionieri.

Castelfìdardo. Comune in prov. di Ancona, ù1 riva al Musone, fra Osimo e Loreto. Fondato da quelli di Osimo scampati all'assedio della loro città posto da Belisario, fu cretto a roccaforte. Ne! secolo XI, sollevatosi in a rmi, scosse il giogo degli Osirnani e rimase indipendente concludendo alleanze e facendo guerre coi popoli vicini, ad es. con Osimo ed Ancona. Jl:!on potendo resistere alla potenza cli Osimo si alleò e ~ ;omise al f•apa ( 1140). Gravi danni patì dalle armi del Barbarossa. Xci secolo XIII C. per opera di Aldobrandino d'Este venne decretato alla d istruzione; ma, collega tosi. con Ancona ed altre città, potè resistere. Re Enzo, figlio d i Federico, nell'ottobre 1240, con forte esercito di. Tedcsch i e .Saraceni attaccò i l castello, <liroccandone L mura e riducendolo a rovina . Papa Gregorio l X lo fec(rieclificare, e vi mantenne m ilizie pontificie. Sotto rt. ..\fanfredi, temendo la vendetta dei Gh ibellini, cacciate le guardie ponti licie, :1ecolse con festa il capitano geneia.le. dell'ai·mata imperiale Pc1civalle d'Oria, che, devastato il territorio d'Osimo, attirò contro C. l'esercito-

-Italiani c::;Jl?ontifici Batt.ag-lia di car-te!O ctarcto (18 se ttembre 18G0)


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pontificio, al quale dovette soggiacere. Il Castello cadde più tardi in mano dei Malatesta <li Rimini, che lo restituirono a lla Chiesa, in seguito a lla sconfitta subìta nel 1355 dai Ghibellini Malatestiani per parte di Rodolfo da Carnerano, c:i.pitano genel·ale delle truppe pontificie nelle Marche. Dopo alterne vicende, nel secol0 XV C. cadde nelle mani d i Francesco Sforza, al q\1alc, intimata la guerra nel 1434, si ribellò favorendo il Piccinino, il quale attaccò il Castello occupato dagli Sforzeschi aiutati dal Ciarpcllone. 11 Castello però dovette capitolare di fronte alle milizie della Chiesa. Nel 1797 si raccolse in C. una schiera di arditi montanari, insorti contro il dominio francese e con audacia sostennero numerosi scontri colla divisione francese accantonata ù1 Ancona agli ordini del gen. Monnier. Battcglia di Castdjidardo (18 settembre 1860). Appartiene alla campagna delle Marche e Umbria. Battuti i d istaccamenti pontifici sparsi nelle : Marche e costrettili a rifugiarsi in Ancona, il J; settembre 1860 le truppe del gen. Cialdini, occupata Osimo, sostarono tra Aspio e 1fosone colle lù1ce avanzate a Castelfidardo e alle Crocette, nelle strade eh~ d,1 Recanati e da Loreto fanno capo ad Ancona. Esse dovevano far fronte a due prob:i.bili attacch i, uno da mezzodì dalla parte di Loreto, l'altro da settentrione didla parte di Ancona. Contro entrambi codesti attacchi le truppe nostre (16.449 uomini con 42 peui) dovevano premunirsi con una sistemazione difensiva t:i.lc da poter p rendere la controffrnsiva lii dove si sarehLe manifestato l'attacco p rincivalc. Con questo intendimento il generale Cialdini nella giornata del J 7 rnccolse il grosso delle truppe tra Castelfidardo e le Crocette, luoghi che potevano essere piu direttamenk m inacciati d ai pontifici nella loro marci,, da Loreto su Ancona; prese poi le disposizioni per la ,;orveglianza della fronte rivolta all'Aspio, afforzando le località di San Rocchetto, della. Radia e del Quadri,·io di San B iagio. In questo frattempo, il primo scaglione delle truppe pon(ificie, condotte dal gen. Lamoricièrc, partito da Foligno il 13, era giunto la mattina ciel 15 a J\facerata, dopo di avere compiute ma.ree forzate per sottrarsi alla stretta degli I taliani, e cercava d i giungere presto alla costiera adriatica, a llo scopo d'imbarcare il tesoro di guerra per approvvigionare la p iazza di Ancona, cd i bagagli pii1 importanti da porre al sicuro dentro allo sue mura. Appoggiato ad Ancona, ben munita, sperava di logorare i nostri e dar tempo agli sperati soccorsi stranieri cli g iungere. All'alba del 16, lo scaglione condotto dal gen. ù1 capo continuò la sua marcia da ~'lacerata a Porto Reca.na ti ; quello del gcn. Pimoclan lo seguiva ad una giornata di distan7À"l, per la medesima strada, cioè per quella cli Colfìorito e Macerata. La sera del 17 i due scaglioni pontifici s i r iunirono nelle ad iacenze di Loreto. Erano in tutto circa 6800 uomini con 16 pezzi. li generale Cia ldù1i, che r itenev,, impraticabili i guadi del Musone, il mattino ciel 18, non vedendosi :,!taccato, aedendo rimessa la partita a ll'indomani, crasi recato .~ Castclficlardo, quando, alle 9,30, la colonna del genern le Pùnoèan, preceduta dai carabinieri svizzeri e dai tira tori franco-belgi (zuavi) attaccò di sorpresa e respinse il 26" battaglione di bersaglieri (capitano Barbavàra) che guardava le pendici cli M . Oro verso la confluenza del!' Aspio fra la San ta Casa cli Sop ra e la Santa Casa cli Sotto. I bersagl ieri, benché da pochi

11,csi appena l'Si alle armi, resistettero per più di un'on a forza circa otto voile superiore di numero, in terreno insidioso, ù1di r ipiegarono sull'alto del M. Oro: di cinque compagnie impegnate nella mischia, tre perdettero i loro capitani (il Nullo, il Gusberti, e il Della Casa). Erano le undici del mattino, quando il gen. Cialdini d,, Castclfidardo si recò rapidamente sul luogo del coml;attimento dei bersaglieri, dove giungevano intanto · il 1" e 2° bgl. del 10° fant., ir.viati dal gen. Villamarina. Li segui\"anO i due rimanenti bgl. dello stesso regg. ed una sez. della 2• btr. del 5° art. Appena arrivati i primi 2 bgl., il generale Cialdini ordinò al tcn. col. Bossolo di riprendere due cascinali sottostanti caduti in mano elci pontifici, e a l colonnello Avcnati, comandante la brigata Regina, ordinò di guarnire col 9" regg. il poggio di San Pellegrino, a guardia dei sottostanti passaggi sull' Aspio; a i tre squadroni dei Lancieri cli Novara, di apparecohiarsi ad operare nel piano; ad altri due pezzi della 2" btr. del 5° regg. di raggiungere la sez. già partita, cd infine a lla 4" btr. dell'8° regg. di tenersi pronta

Mon11men10 commemorali vo

dr ll .i t1a11ag-l!a e.li CaSIC'lll(larclo (5C.llltol'C Vito Pardo)

ad aprire il Iuoco. I fanti del 10° rcgg. si lanciarono sul ciglione verso la Santa Casa di Sopra: si un ironu ad essi i bersaglieri del capitano Barbavàra, a frotte, punti dal desiderio di porsi in testa della linea e di riacquistare i perduti cascinali. In questa gara, il grande ardore dei nostri era a mala pena padroneggiato dai capi. In breve la S,rnta Casa cli Sotto fu ripresa, le truppe della colonna P imodan ributtate e il gen. stesso colpito a morte; quelle della colonna Lamoricière, che erano rimaste in r iserva, travolte. Prima delle 2 pomeridiane il combattimento volgeva a l termine. Il generale Lamoricièrc, con pochi suoi fidi, r iuscì a sottrarsi alh cattura per la mulattiera di Monte Conero e del convento dei Frati camaldo lesi, cd a r aggiungere Ancona. Il 9° regg. fanteria, col brigadiere Aven a.ti a lla tesla, sbarrò la strada agli ultimi drappelli di sbamlati pontifici verso Umana; i bersaglieri dell'l1° e 12° bgl. e i lan cieri d el Novara ù1calzarono i fuggiaschi al di là della riva destra del Musone ii.n sotto Loreto. L'esercito mobile dei pontifici era distrutto. L'indomani, in R(;c:anati 1 si arresero 3094 pon tifici con 15(;

ufficia li, 11 caruwni, 135 cavalli, casson i e carri d'artiglieria in buon numero. Qualche migliaio di pontifici, per la massima parte indigeni cd esperti del paese, si ; sbandò per le vie dell' Ascolano ed andò ad alimentare la guerriglia su per i monti dell'Abruzzo. La giornata


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costò ai nostri 55 uomini di truppa e 6 ufficiali morti, 173 uomini di truppa e 11 ufficiali feriti. I pontifici lasciarono sul campo 88 morti, circa 600 p rigionieri, 3 pezzi di artiglieria ed una bandiera. Dai loro rapporti risulta che ebbero inoltre circa 400 feriti. Castel_ficlrirdo. Nave da battaglia di 3° classe, varat:.1 a S. Nazaire (Francia) nel 1863, lunga m. 76, larga

m . 15,16, d isiocamcnto di tonn. 4259, macchine d i HP. 3079, a rmamento d i l cannone d a 76, J da 75, 4 d a

57, 1 da 47, 1L da 37 H , S mitrngliatl'ici, 2 lancias il uri. Stato l\faggiore 19, equipaggio 295. X ci L8 66 fece ix1.rtc della squadra di operazione nella camµagm1 contro l' Austria, e partecipò con onore alla battaglia cli Lissa.

Castelfranco dell' Emi lia. (ant. Fomm Gallornm). Comune in prov. di Ro logna sulla via Emi lia. Di antichissima origin e fu già. noto nel 43 a . C. perchè Ot· taviano vi sconiìssc Antonio. Ne l secolo XIII i Rolognesi lo fo rtificarono come balua rdo avanzato verso :Modena, e durante le guerre com_t(n a li fu teatro <li wn tiuu~ fazioni tn le due c ittà. :Nel L:122 i l\foclenesi riuscirono ad in:1pa<lronirsenc, n1a, intervenuta Ja pace fra .le. due città, C. rimase a Rologna. Verso la seconda metà dello s tesso secolo .I3crnahò Visconti lo fece occupare. Salvo hrcvi occupazioni da parte di eserciti nem ic i, C. seguì le: sorti d i Bologmi. Il 24 marzo 1530 Carlo V vi firmò il diploma d'investitura dei Cavalieri Gerosolimitani per l'isola cli Malta dopo il loro abbandono di Rodi. Presso C., nella prima metit del sec. XVII, l'arch. mii. G iulio Buratti eresse il for te Urbano, grandiosa opera bastiona ta su p ianta rettangolare, con t.tnaglia, pure su fronte bastionala, disposta nel fo·sso davanti a lla cor-tina, con rivellino munito di r idotto, -~ con strada coper ta e piazze d 'armi rientran ti . l i for t~ venne fatto demolire da Napoleone nel ·1 ì 98. ~-~i-,• ·:...";~,

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§~i~-~~~- 1t·~ Il rorte Crbano presso Gastcir ranco rtell'E1nil1 11 Battaglia di Castelfranco (15 aprile 43 a . C.). Ap-· ·partien e alla cosl detta « Guerra di Moden a>> e_fu combattu ta fra le m ilizie _d i Marco Anton io, r ibellatosi al

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Senato che gli aveva tolto il governo della Galli~ già conferitogli da l popolo nei comizi, e l'esercito consolare. An tonio teneva già assediato in Modena Decimo Bruto, il quale s'era rifiu tato di lasciargli il coman do della Gal~ lia, quando il pretore P . Ventidio con due legioni muoveva. verso 1\lfodena per congiungersi cogli Anton ian i. Ma C. Giulio Cesare Ottaviano e il console Aulo Irzio glielo impedirono; Ventidio allora passò nel Piceno e si diede a. raccogliere altre milizie. Le cose erano a questo punto, quando, sulla fine d i marzo, l'altro console Vibio Pansa partì da Roma con quattro nuove legioni. 1r;,io gli mandò incontro due coorti pretorie e la legione di }\,farle, ma Antonio, fatte uscire due legioni e un forte nerbo di cavalleria da l suo accampamento, si appostò a Castelfra1\co, lungo una via che correva fra selve e paludi, allo scopo di assali.re la. colonna in marcia; nel frattempo ordinò a suo fratello L. Antonio di at taccare il campo di 1rzio e Oltaviano, affinchè questi due non potessero éC>rrere in aiuto di Pansa. Il piano d i Antonio riuscì. Difatti, come i primi suoi cavallieri furono avvistati, la legione di J.\fa.rte e le coorti pretoriane, che già s i erano unite a Pansa, non poterono essere trattenute. Pansa lasciò due delle sue legioni a ,;;ua rdia del· suo accampamento, e suo malgrado dovette colle a ltre sue due legioni seguire le coorti pretoriane e la legione di ~/[arte. Antonio allora fece avanzare le sue legioni e con la cavaHeria cercò di a ccerchiare le m i!i?.ic nemiche. L a lotta in breve divenne accanita; Pansa, dopo aver resistito tenacemente, rimase gravemente ferito e fu costretto a r ipiegare verso il suo accampamento, presso il qua.le si comba.ttè ancora con vantaggio di Antonio. Intanto Lucio Antonio, non avendo saputo trattenere · il console. J\ulo Irzio, aveva assalito Otta• viano, che si difendeva strenuamente. Irzio, sfuggito al l'attacco di L. Antonio, si mise con due legioni in marcia verso Castelfranco, ed ebbe il temµo ùi assalire vit toriosamente Antonio che tornava verse il suo accampamento. Antonio subì una grave disfatta, e dopo aver perduto du~ aquile e sessanta insegne, fu r igettato nelle sue posizion i. Pansa fu trasportalo a Bologn a dove n1orì.

Castelfra nco di Sotto. Comune in prov. di_ Firenze, sulla dr. d ell'.-'\.rno, con mura quadrate e quattro portè. Venne espu gnalo d a Guido Novello nel 1262, assedia to dai ~1ila.nesi ne! 1.432, saccheggiato dagli Spagnuoli nel 1S37. Castelfranco in Misiano. Comune in prov. di Benevento. Fu irnpo,·tantc Castello sotto gli Aragonesi. con torri e mura, solidissime cli cui rimangono i ruderi. All'epoca della insurrc?.ione del Napoletano contro i Borboni, fu uno dei primi a ribe!Jarsi, e inalberò il 1° aprile 1860 la bandiera trir:olore. Castelfranco Veneto (ant. Castmm francmnJ'. Comune i n prov. di Treviso sul M usone. Fondato dai Trevigiani nel 1199, per d ifendersi dalle scorrerie di Padova, fu eretto a Castello e p residiato da nobili e popolani, con l'obbligo d i mantenervi cavalli ed armi. Nel 1220 f u assediato da i F eltrini, e n el 1240 p reso da Federico II, e dato ai Padovani. Da quell'epoca subi varie signorie, finchè nel 1339 passò alla Repubblica di Venezia. Ma durante il secolo XV fu ancora parecchie volte teatro d i fazioni di guerra, qua le baluardo della Repubblica, dalla quale tuttavia venne ingrandito e rafforzato.


-779 Il comune di C. è insignito della Croce al merito di ·guerra (campagna 1915-1918) con decreto del 1920. Combattimento di Castelfranco (23- 24 novembre 1805). _,\ppartiene alla campagna napoleonica in Ital ia. J\-ren1.rc il gcn. Gouvion-Saint-Cyr manovr,lvtt per arrestare 1I nemico, aveva formato una colonna di tre d ivisioni a l comando dei gen. Regnier, Verdier, e Secchi. Egli s'er'.l avanza to verso Camposamp iero con un reggimento polacco comandato dal gen. Peyr. Rcgnicr, ch'era a )<oale, ebbe l'ordine di marciare il 28 nov. all'alba su Castelfranco. Questa era difesa dal maresc. di Rohan, che aveva deciso di prendere l'offensiva. Alle S del mattino, ini1,iata l'avanzata, assa lì impetuosamente la divis ione

Le 111111·~ 1111-rilc di castelfl·anro \'eneto

Rcgnicr. l Francc~i, colti cli sorpresa, resistettero tuttavia a ll'assalto e respinsero gli Austriaci p iù volte senza perdere terreno. Frattanto il Saint Cyr, avhto sentore -della resistenza austriaca, a,·,·iò a C. il regg. polacco da Camposampiero, e con mO\'imcnto aggirante sconcertò il Rowrn e le s ue truppe, che, già sia nche per la lotta -contro il Regn irr, s i sbandarono fuggendo in disordine su Castelfranco do\'e i Francesi giunsero contemporanea.mente a i fuggiaschi. TI Rolrnn do\'ette allora capitolare e lasciò nelle mani del nemico 6000 u . e 1000 cavalli, mentre il Saint Cyr 11011 a\'eva che 5000 combattenti ai suoi ordini. Il Rohaa con tutti gli ufficiali, 7 bandiere, 12 pcz.:i d'aniglieria, cassoni e bagagli, furono p resi dai France$Ì i q ua li ebbero solo 150 u. messi f uori di combattimento. Castelfranco (Paolo di) . Generale, n. a Napoli m. a Madrid (l i➔0-1 8 15). Fu al servizio della Spagna; s i <iistinse ncll'as.~edio di Gib ilterL"a e poi nella guerra contro i Francesi. Nri 1795 era vicerè di Xavarra.

Castelgiubileo. Località presso Roma, a nord, sulJa quale sorg(: va l'antica c ittà fortificata di Fide11c, che .a ppartenne agli Etruschi e divenne co loni11 roma na nel 426 a. C.

I. Battaglia di C:astclgi11bilco o di Fidcnc. Appartiene al periodo leggendario della monarchia romana e fu comba1.tut~, causa la gelosia. della potenza di Roma, dai Fidenati contro R omolo. Costu i mette in agguato parte dei suoi fra tenebrosi e fitti cespugli e col resto de i fanti .e dei cavalli si avanza. fin sotto Fidene per provocare il nem ico. I f idcna.ti sbocca.no fuori delle porte e incalzano i Romani, che artatamcnte si ritirano verso l'agKUato. Quh·i R omolo fa a lto e rinnova la pugna col-

l'aiuto di quelli appiattati fra i cespugli, che danno t'assalto di fianco. I Fidenati voltano le spalle e di corsa rientrano in città inseguiti dai R omani, che vi balzano pure dentro se ne imp:i.droniscono e vi lasciano un loro presidio, non duraturo, perchè Anco Marzio prese a sua rnlt:i. Fidcne e la saccheggiò. H. Ballaglia di Ca.<lclgi11bileo {fra il 534 e il 509 :i.. C.). Appartiene a l periodo leggendario della monarchhL Romana , e fu, secondo la tradi:tione, eomh,Htuta e vinta da Tarquinio il Superbo co1\lrn i Sabi11i cd i \'olsci. l[T, Ra/taglia di Castclgirtbileo (43i a. C.). Causa 11 ucc isione di quattro lega ti romani per opera. dei Fidenati. i R omani, agli ordin i del loro dittatore J\la.merco l-.milio, affrontarono Fidenati, Falisd e Yeicnti comandati da L artc Tolunnio, re dei Vcicuti, il <J\l,lie, prima d' ingaggia r lrt battaglia, mandò alcune bande dic,t ro a i monti, affi11chi, durante il combattimento assaiissero il campo romano, e poscia ordinò le schiere. I \'cicnti formarnno l'ala dritta, i Falisci la sinistra., i f'idenati il centro. Il ditta tore a lla dritta mosse le insr,g11r: contrù i !'alisei, il legato Quinzio Capitolino alla sin islra. contro i Yeiemi, il maestro d~i cavalieri L. Quinzio Ci.nl'innato affrontò il centro con la ca"alleria. Il combattimento fu ini?.i,Ho dai co.va licri t<ini.tni. e subito dopo dall« fan leria. Da nessuna banda le legioni etru sche so• st.:nncro l'impeto dei Romani, ma la loro cavalleria, animata da 1.artt>, resisteva bravamente. Allora un tribuno dei sc)ldati, A. Col'nelio Casso, vedendo che 1~ schiere romane cedevano ovunque Lartc piombasse con impelo, spronò il ca,·allo e con la lancia in resta lo in• ,cstì, lo bal1.ò di sella e lo uccL<;e, Ciò disanimò i nemici, e causò lo scompiglio nella cava lleria, che so la avc,·a resa dubbia la v ittoria.. 11 dillalore incalzò i fuggitivi e HP menò grande strage. Durante la. battaglia si comhattè anche presso gli alloggiamenti romani, contro que lla. banda di ge nte, che La.rtc aveva mandati :tll'assallo. Il lc~a to ::\L Falbio Fibu la 110 uscì per la port:t destra principa le e coi 1riarii_ la mise in fuga.

IY. /Jat!agiia di Cnstclgi11bilco ( 435 a. C.). Dopo la vittoria di :\'omento, il di ttatore romano Quinto Servilio assediò Fidcne, dove s'erano . rifugiati i v inti Veicnti e Fidenati. Ed essendo la città ben fortificata e con mura alte, Servilio risolse di scavare una mina, che mettesse capo alla rocca. Portandosi in luoghi di\'crsi, wmbatteva dì e n otte con l'eserc ito diviso in quattro corpi, i,~ modo che l'uno succedesse a ll'altro nella pugna distraenclo così rattenz.ione del nemico dal lavoro della mina . Tntanto la mina fu portata fino alla rocca; e, mentre gli ai-.~cdiali volgcvansi dal vero pericolo ,L badare alle vane minacce. i Romani sbocca.vano dalla galleria, '! penelra,•ano nella città, che così fu presa. V. Ballag/.ia di Caste/giubileo ( 426 a . C.). Fu comlxttlula dal dittatore Mamerco Emilio contro i Vcienti alleat i coi Fidenati. I'rima però della pugna mandò T . Quinzio P enno sui monti vicini per assalire alle spalle i nem ici, ed a l maestro dei cavalieri Aulo Cornelio Casso vietò d i combattere senza ordine suo. Scaglia intanto le legioni e scuote al primo scontro il nemico, ma, uscita dalle porte di Fickne una. grande molt itudine di gente armata di fuochi e fiaccole fiammeggianti, i R omani cedono terreno. Allora il d ittatore manda sull'ala s inistr:t in soccorso Cornelio con la cavalleria e r istabilisce - la battaglia. Mentre si faceva grande s trage d ei nemici,


Quinzio li assalta alle spalle. .1-'resi in mezzo e sbaragliata la loro cavalleria , i Veienti si sbandano verso ;1 ·T evere, i Fidenati verso la loro città. Ma questi, inseguiti da parte dei Romani, entrano frammisti in Fidene. 1 Romani balzano sulle mura e di là fanno segnali ai loro cbe la terra era presa. Sopraggiunge il dittatore •~ fa pezzi quelli che incontra nelle strade e nelle piazze, nè smette fino a quando non vede i vinti a getta r le armi ed arrendersi a discrezione; e, dopo aver messo a sacco gli alloggiamenti e devastata la città, se ne torna a Roma. Da a llora il nome di Fidene, distrutta completamente, scompare.

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Castelgoffredo (ant. Ca.strnm S1tfferens). Comuns in prov. di Mantova, ai confini della prov. di Brescia . Già importante all'epoca dei Comuni, subì le conseguenze delle lotte fra Mantovani e Bresciani. Cinto fin da quest'epoca di antiche e forti mura, dominato da massiccia torre, subì numerosi a ttacchi. Conqu istato successivamente da Luchino Visconti (1.348- 1404) ; <la Pa11dolfo Ma latesta (1404-1426); dalla Repubblica Veneta (1426-1431), fu r ipreso da Francesco Gonzag:i (l 431) per ritornare nuovamente a lla Repubblica da l 1439 al 1-140 . Ridato a Luigi Gonzaga questi vi fece rafforzare le fortificazioni cd il castello. Durante la. guerra d i Successione d i Spagna,- C. fu bomba1·dato dai Gallo- Jspani il 22 maggio 1702. Da quell'epoca, demolite le antiche mura, perdette ogni importanza militare. Castelgomberto (Monte). Sull'altipiano dei Sett,: Comuni, posiiione importantissima, costÌluendo, insieme ,~on monte Fior, un caposaldo difensivo dell'im ero sistema delle "!vielette. Fu teatro di lotta asprissima du rante l'offensiva austriaca. del maggio-giugno 1916; tra il S e 1'8 giugno, infatti, il nodo di Castelgornbcr·to fu impel\losamentc e reiteratamente attaccato da dense masse nemiche, cui tennero valorosamente testa i battaglioni a lpini del "Gruppo di collegamento», comandato da l tcn. col. Stringa ed i fanti della brigata Sassari. Non ostante ta le strenua difesa, il giorno S le nostre truppe furono costrette a ritirars i sulla linea di monte Spi! monte 1\-Iiela. Pochi giorni dopo, però, il nemico s i r itirava alquanto indietro, occupando le posizion i di monte Rasta - monte Tntenotlo - ruonlc Zebio. Poco più di un anno dopo, n el novembre 1917, la lotta riardcv~ sulle 1\felctte, e su quelle stesse alture di Castelgomberto e :Monte Fior le nostre truppe compirono m iracoli di va1orc; si scgna.larono particolannentc 11el Faspra lotta le brigate R egina e P erugia ed il battaglione alpin i 1\fontc Baldo. li 4 dicembre, a lfine, una tef7~-i e più vigorosa s))inta ne.rnica. riuscÌ a soverchiare la nostra strenua difesa ; a Castelgomberto, come a monte fior, nuclei di alpini, r imasti isolati, p referirono all'eventualità d i un incerto ripieg:imento, ii sacrificio d i un'eroica difesa ad oltranza, che destò l'ammirazione del nemico stesso: i nostri si erano battuti, benchè isolati ed accerchiati, per oltre ventiquattr'ore. Castel Guglielmo. Comune. in prov. d i Rovigo, a cava.Ilo del Canal Bianco. Nel J 146 Guglielmo III degli Adelardi, capo del governo di Ferrara, vi costruì un robusto castello con torre e muraglie fort issime, circondato dalle acque del Tartaro. Il Castello venne attaccato e distrutto, ma riedificato più volte, finchè nel 1438 fu p reso da Nicolò III d'Este. Più tardi, attaccato di sorpresa, venne occupato dai Pa.dovani, che lo

780 dovutcrn cedere agli Estensi i quali lo tennero fino a.!l 1482, quando i Veneziani, dopo breve assedio, lo ridussero in loro potere, tenendolo fino alla caduta· della Repubblica.

Ca.stellabate. Comune in prov. di Salerno all'estremità del golfo. Fu importante castello fortificato sottoi Normanni e gli Svevi, che lo chiamarono « Castellodell'Abate ii. D urante le guerre di Carlo I d'Angiò fu occupato n el 1286 dal r e Giacomo di Sicilia; ma ve1merip1 eso dagli Angioini che la munirono p iù fortemente. I Cittadini d i C. nel ] 806 presero viva parte al combattimento tra parte della squadra inglese dcll'ammi1·aglio Nelson ed i Corsi comandati da Buttafuoco. 111, .tale combattimento perì. il figlio dell'ammiragl io inglese· Smith, che se n e vendicò contro il castello che d istrusse· con mine, . quantunque la tenue guarnigione avesse capitolato. Castellammare di Stabia (ant. Stabia, e poi Castrum de Stabiis a.d mare). Città marittima in provincia. di Yapoli, ,tli'inizio della peni.sola di Sorrento. Città dei, Volsci, fu presa e di.strntta da L. Cornelio S illà il 30· aprile del 90 a. C., <lopo assedio, venendo quivi debella ta l'ultima resistenza della Lega che aveva dato origine a lla Guerra Sociale. Risorta a poco a poco, C. subì, nuove devastazioni all'epoca delle invasioni barbariche.

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L'isola Rev1g·11ano a Ca..,tellammar(i cli Stabia '\1" cl 1343 fu danneggiata dagli Aragonesi, comandati da Raimondo P eralta; poi dagli Ungheresi, poi da Luigi d'Angiò. Durante la congiura dei. Baroni (sec. XV} fu p resa dalle truppe di costoro. Nello stesso secolo, il duca G iovanni d'Angiò ebbe C. per tradimento, ma gli lu ripresa da Antonio Piccolomini: allora una. torre, deita Alfonsina, resistette, al comando di G iovanni Gaglia.rdi, per un anno p rima d i çe<lere. Nel 1542 C. fa presa e saccheggiata dal corsaro D ragu t ; nel 1654 <lat duca di Guisa; nel 1706 d all'arciduca Carlo cl ' Austria. Le fortificazioni di C. .risalgono a un castello fatto, costruire da Federico II nel secolo XIII. Carlo I d ' Angiò la cinse <li mura e cittadella e munì il porto con, batterie. ";\lei secolo XVII a ltri restauri alle fortificazion i furono esegu iti sotto la direzione dell'arch ilctto mii. 1-'olliero. L'arsenale di C., celebre p er le sue costruzioni, venne fondato nel I 783 ·da Ferdinando di Borbone e rinnovato nel 1875 e nel 1900. Nel 18ì6 vi fu. varata la corazzata «Duilio».

I. Batta.gl-ia di Castellammare (1284). Appartiene alla, guerra determinata dal Vespro Sicilia.no. Nella p rimavera del 1283 Ruggiero di Lauria conduceva la campagna marittima. con una percezione squisita della mobilità delle navi e dell'appoggio che la terra può dare al -' l'armata. A Messina, sua base, egli apprese dell'arma.-


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varo <li untl nave cta i;11et•ra nel canlicro ,11 Cas1cl1 am111arc ( 1786)

memo di 125 galee angioine. cosi ripartite: S5 in Provenz;i., capitanate da re Carlo per trarle seco a Napoli ; 40 a ncorate a Brindisi per difonderc la costiera jonica; 30 nel porto d i Napoli agli ordmi_ del principe ereditario. Ruggero di Lauria non aveva. che 20 galee e qualc he legno sottile in lutto. Per mezzo di questi ultimi, -dislocati a distanza come vedette ed esploratori, venne informato della partenza di re Carlo dalla Pro,·enza. 1'er impedire il congiungimento delle forze avversarie. al 11mttino del S giugno 1284 egli entrò ne l golfo d i N apoli, e rasentò la terra fra la secca della Gaiola e Posillipo, a sfida dell'am1ata angioina alla fonda, con l'intento di sni<larla. La sfida fu raccolta con gran de fer, ore: la. flotta angioina salpò per usc ire a batto.glia. Ruggiero di Lauria, con tulle le vele al vento. fece rotta per Castellammare simulando la fuga, ma col proposito -di avere nella virata cli bordo il sole alle spalle. G li .-\ngioini inconsideratamente e d isordinatamenLC gli diedero caccia. Al momento opportuno il Lauria, a vele serrate e con le navi sch ierate in due grossi s<]uadroni, ,uno d i ass:ilto, l'altro di riserv a, corse su l nem :co tempestandolo di frecce e di ,·crrcttoni. ottenendo comp:eta vi ttoria . Carlo di Salerno, principe cred.tario, il conto llcrry, Simone di J\ lonfor t, l',tmr:1iraglio Rrusson, Gu_gliclmo Stcnc.lardo da F .renzc, e dieci a ltri baroni caddero prigionieri sulla cap tana angioina e su aluc nove grdee catturate. R ipos,Ltosi u n giorno a I schia , Ruggiern -d i La.uria, carico di preda. tornò a lla consueta dimora. di Messina, mentre re Carlo entra.va a Gaeta e vi :1.pprcndeva la disfatta del figlio. II. Battaglia di CitStcllanm,arc ( 128i). Appartiene alla stessa guerra della. precedente battaglia. J.'amm ir. angioino :'.\"ar1.one il l" di maggio a,•eva sorpreso .\ugusta, mentre Ruggiero di Lauria trovavasi in Catalogna. Questi, tornato in residenza. a rm ò in M ess ina e con 40 navi ricuperò Augusta; poi inseguì l'sarzone, lo raggiunse a Castellammare il 23 giugno 12S7. e lo sconfisse, prendendogli 44 galee, rk llc SO c he componevano 1a flotta avversa ria, e vendendo a danaro contante una tregua di due anni al re di .'.'apoli. II1. Battaglia di Castellam111a.re (22 dicembre l 64i). Fu combattuta tra una flotta fr;i.ncese, co mandata dal duca di Richelieu, e una_ flotta spagnuola. Dopo sei

ore di lotta, le navi spagnuole rimasero sconfitte e si diedero alla fuga; tre erano affondate, due catturate. Le perdile degli Spagnuoli ammontarono a. 400 u.; a 180 le perdite dei Francesi. IV. Assalto di Castellammare (1654). Durante la solle1·azione <lei N apoletano contro il dominio spagnuolo, la città d i C. chiamò il duca di Guisa i n soccorso. La Francia gli affidò una flotta di 40 navi, con le quali il duca romparve davanti al porto. Il governatore spagnuolo ricusò di arrendersi, e [u dato l'assallo e.la i mare: dopo breve resistenza, la capitolazione venne firmata. ~Ia il viccre di Napoli accorse con forte nerbo di truppe, e a~s:di i Fra nces i, costringen<loli a imbarcarsi e a ritirarsi. V. Fa::Ì<me di Castellammare (li99). Il 15 aprile 1799, un corpo d i truppe ;i.nglo-napolctanc ~barca presso la citti e l'assale, vincendo la resistenza d i un corpo dì <' patriotti i> che vi si erano fortificati. Truppe francesi, partite <la è\apoli, sotto la direzione di Macdonald, investono C. da tcrr:t, e con barche armate da mare. Di fronte alla città le truppe francesi trovava.no sbarrata la via dal nemico, ma con movimento aggirante lo superano, e, ma lg rado la presenza di navi inglesi, costringono gli invasori a imbarcarsi e ad :dlontan,trsi (28 aprile). VI. Fazio11e di Castel/a111111arc ( t3 agosto JS60). Appart:enc a lla spedizione dei .l\'1ille. lt vapo re << Tuckery )), comandato da Piola, garibaldino, açcostò di notte al molo di C., dov'era ormeggiato il vascello borbonico «Monarca», col proposito d i abbordarlo e impadro11irsene. Ma la sor presa non r iuscì, chè un nocchiero dette l'allarme. Dopo breve scambio di fucilate, il « Tuckery n riuscì a disimpegnarsi e ad allontanarsi col favore dell'oscurità.

Castella monte (conte Carlo di). Ingegnere mii. del scc. XVTT. Al serv izio di Carlo Emanuele I, corop! opere imp0rtant i; migliorò la costruzione delle fortezze esistenti cd ampliò la cinta bastionata di Torino. Da. Francesco I d'Este ebbe l'incarico di disegnare la. cittadella di ":lfodena. Amedeo di Castellamonte. Ingegnere mii. del secolo


XVII . Figlio d el precedente, venne nel 1659 nominato da Carlo Emanuele II consigliere cli Stato e sovrintendente generale delle fabbriche e for tificaz.ioni. Carlo A nto11fo di Castellamon te. Generale p iemontese del sec. XVIII. Iniziò la carriera m ilitare nei D r agoni di Piemon te n el 175i e nel 1790 divenne comandante del regg. D r agoni. del C hiablesc. Nel 1793 ebbe il ca-mando della città e provincia d'Asti. P romosso brigadiere d i cavalleria nel 1796. l'anno seguente venne giubila to.

Castellane (Spirito Vittorio, conte di) . Maresc ial lo di Francia ( t 788-1862). Fece le campagne napoleoniche dal 1808 in poi; s i d istinse nel 1833 all'assedio di Anversa; si oppose al movimen to r ivoluzionario del J 848 e fu posto a riposo, n1a richian1ato in servizio l'anno

seguente e posto al comando del 4° C d 'A . a L ione. L asciò il ,( Giornale del marescia llo di Ca;,tellane >>.

Castellani

(Ludo,tico) . GeCasteJlane s. v . 11cralc, 11. e lll. a F iren ze ( 18271907) Sotto!. della gendarmeria toscana nel 1858, entrò nel Corpo elc i R eali Cara.binieri ( 1360) e, promosso colonnelio, comandò le legioni di Napoli (188 1) e di R oma. (1883). Collocato a r iposo, raggiunse nel 1888 il grado cli m agg. genera le nella riserva.

Castellani Gustavo. Genera le, n. a Palermo m. a F iren ze (13.J6- 19 10), Sotto!. d 'ar t. nel 1864, partecipò alla campagna del 1866 ; p romosso colonnello iu di ret tore d'art. in Messin a e comandò i distretti cl i Cagliari e di Salerno. Collocato in P . ~- ( 1904) raggiunse nel .1 908 il grado di magg.. generale ncl:a riserva.

7$2 collocato in P. A. ( 1920) raggiunse nel 1926 il grado cli generale d i brigala.

Castellano. E ra if custode del « castello" e delle· armi contenutevi, n ei medio Evo, per con to del Principe o della Repubblica. La sua dignità era inferiore a quella del con te. D oveva mantenere un certo numero, di uomini a rmati (d et ti fanti, o clienti , o vedette, o provvigionati) e riceveva· per questo un soldo mensile o annuo, dando però garanzie in roba o in denaro della propria. fede. Q uesl" magistratura. in Firenze cra eletta « Ufficia li delle Castella >, e cessò di esistere nel 1419. Cast;,tlano Egildo. G enera le, n. a · L ecce nel 1865. Sottotenente dei bersaglieri J1cl l884, 111critò una. medaglia d'argento a Card asi (Libia) nell'aprile 1915 e rientrato in ltalia (l9J 6) partecipò alla Grande Guerra. (1916- 1918) ed a lle opera;,ioni del 19 19-20 in Albania , reggendo il comando clelk br igale «Brescia,> e « Spezia>). Collocato in P. A. S. a sua domanda ( 1920), rag giunse nel 1923 il grad o d i generale d i brigata.

s,

Castellar. Comune in Prov. cli Cuneo sulla sr. del. torrente Bronda. Dall'epoca delle signorie ebbe un ca-• stello (ant. «Castella.re Salutiensium >l). Nel 1486 Giovanni Andrea dei marchesi di Saluzzo, messosi alla testa di Va,lligia ni del Po, riprese C . che era stato occup alo dalle truppe dei Savoia, e li respinse pigliando loro tre cannoni. Il C. d ivenne poi centro delle sue imprese mili tari. Castell'Arquato. Comune in prov. di P iacenza, ,;ulla sr. dell'Arda. Ebbe fino dal medio evo una forte rocca. con torrione. Era nolo preced entemente ,:ol nome-

Castella11i Rar]acle. Genera le n e m. a Fano ( 184i - 1918). Soltot di fan teria nel 1867, fu insegnante p resso la Scuo la l'v[ilitare. Da l:Hsl<' llani Lu dovico colonr:cl lo ( 1902), fu nomin ate; comandante degli Stabilimen ti Milita ri cli Pena, e collocato in P. A. () 905) raggiunse nel 1913 il grado di 1nagg. generale ne lla riserva. Ca<tellani Gùruanni. Genera le n. a. F ano m. a Roma (1851-1911), Sottot. d'art. nel 1873, fu insegnante p resso la. Scuola di Fanter ia ( 1879-1883) e, nel' grado di colonnello, ebbe la carica d i direttore d'art. in Tori.no (1 905) e coma ndò il 3" regg. a rt. cl" fortezza (1906) . P romosso magg. genera.le a scelta eccezionale ~bbc i l comando d'art. da costa e da. for tezza in Roma ( 1909) r resse la carica. di d ire ttore gener a.le d 'a rt. e genio p resso il Ministero della Guer ra .

Castellani Flamin-io. Generale, n. a Civi,tavecchia nel 1867. Sottot. d'art. nel 1888, partecipò a lla grande gu erga (1915-18) distinguendosi quale colonnello comandante di raggruppamen to d'art . d'assed io e meritandosi una. med. d i bronz0 cd una d 'argento nel 1917 nella w na di :i'vfonfalcone. Nel periodo 1918-1920 resse la direzione d'ar t. d i Verona ccl il deposito del 2° fortezza e

di « Castel quadrato » (Si6). Nel 1317 fu altaccato te· p reso da Galeazzo Viscon ti. Ai Visconti venne .con tesod a 11fanfredo Land i <li Piacenza che se ne impadroniva


colle armi ( 1324). Più tard i però r itorno m possesso d ei Viscont i, Ne l 1636 fu ùwan o a ttaccato dagli Spagnuoli, a i quali felicemente resistette.

Castellazzi (Giovanni). Generale, n. a Sanirana Lomell ina m. a Sa int Vincent (1824-l8i6). Laureato a rch itetto a Torino nel 1847, fu nom inato ten . del genio nel 1848 e prese parte a lla campagna del 1849, al la spedizione in Crimea nel 1855 e alla campagna del 1859. Resse poi la direzione <lcl genio a fire1v.c ( 1864/ e il comando del genio del I O C. d" A. e parteciµò alla camµagna de l 1866. l'romos,;o colonnello ( 1866) fu prima direttore degli studi e poi comandan te in 2.• del!'Accademia :\filitare, ove rima.se temporaneamente an che da m:igg. generale ( 1875). JI gen. Castellazzi prese parte ai lavori d1 fortificazione fatti c,;eguirc dal I.a m:umont a Casale ( 185.3); nel 1859 a r restò l'invasio,w degli Austriaci, rovinando i ponti e ,dlagando zone <lei No\"aresc e della Lomellina; costrussc \":tric opere mili t.tri, specialmente a Torino e pubbiirò lavori di archit~ttura . Caste/lazzi Carlo. Generale . .figlio d<• I precedente, 11. a Torino nel 1862. Sotto!. di fanteria nel I 881, partecipò alla campagna italo-turca 1912- 1914 ; promosso rolon nello (19 14) ebbe il comando dell'82" e 132• rcgg. fanteria, partecipando alla grande guerra ( 1915-1918) e raggiungendov i ( 19 16) i l grado di magg. generale al comandc di brigata. :\Ieritò una mcd. d"argento a Woko• n i k (ot tobre 1917) e la Croce di Cav. dcl i.O . 11 S. a }!onte Pertica (otto~rc 1918). ~ cl 1920 e bbe il comando della di,·is. mii. <li Livorno e collocato in J'. A. S. a sua domanda ( l920) a,;sunse nel 19.!3 il grado di generale d i divisione. Scdssc, insieme col colonnello Canin i, una monografia su ll.t storia dclh brigata Pesaro.

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CAs

J 441 C. venne presa da una compagn ia d i ventura del D uca d i M ilano.

Ca.,tcllazzo L11igi. Patriotta, n. di Pavia ( 1827-1890); combattè nel 18-18--19 in Lombardia e a Roma, ove fu fatto prigioniero <lai Francesi. Nel 1852 fu imprigion ato in J\fantova dagli A ustriaci, e poi fu amnistia to. Nel 1859 si a.r ruolò volon: tario nell 'esercito sardo· nel 1860 fu ferito a I Yolturno; nel 1866 segui Gar ibaldi nel Trentino, e nel 1870 in Francia, dopo csstrc stato liherCltO dal carcere a cui era stato con· dannato dal Go\'crllO pontificio ntf 1867 per avei prcp:irnla la fallir.i i11surrczionc di Roma. .\'cl l 88~ fu eletto depurato per Grosseto: tale elcz,onc sollevò asp re polcmichr u,·cndo il deputato Fin~i l"ibadita rontro lui l'accusa. cli aver ri\'clato i1el 18:-2 all',\u stria i nomi dei ;complici ndla. congiura. Col JJseu;lonimo di .\nselmo Ri\'J.lta pubblicò drammi <' romanzi.

Castel leone. Cornunc in pro\'. cli Crcmoua. :Par>.: fondnto (b Stiliconc nel 39fi come vropugnacolo contro i Goti minacciami l'Italia. Xci secolo X vi esisteva già un valido castdlo; l'alta torre che la domina :e di costruzione posteriore ( l 188) e segue a ,u1a distruzion·. opera ta dal Rarharossa. d ue anni prima. Nel 1213 i Cr emonesi vennero a C. col Carroccio, insieme coi· Rresciani, ,. Yi combatterono la più celebre battaglia del 1e111p0 fra Cremona e :\filano. Dopo di essere stati in primo tempo respinti, i Cremonesi r imasero vincito ri, e i M ilan es i vi perdettero i l Carroccio, lasciando da -I ai 6000 mor ti e prigionieri, " un ricco bottino. Xelle fazioni comunali anche C. fu preda ora dei Guc!Ji ora dei Ghibellini, che se ne co111rastarono il possc~o. Cahr ino Fondu lo, avuto C. in feudo nel 1420, rafforzò le sue fortificazioni. Xci 1452 C . venne assediato dai Veneziani, mentre era d ifeso dalle milizie <lei duca Francesco Sforza. Colle stesse militava OnoCastella1.zo Borm ida. Co111u1w in pro,·. di .\Ics· rata Rodia.ni, eroina di C., che cadde mortalmente fesandria fra llormida ed Orba. Fon data dai L iguri fu rita il 20 agosto. Nuovi assafti e saccheggi subi durante nominata « Casmon iu rn » poi « Gamond ium » ,od ~bbc, tut to il secolo XV e par te elci XVl per opera delle faai tempi di Roma, da sostenere sanguinose battaglie •}Il- • zioni guelfo- ghibelline, di Francesi, Imperial i, Spagnuode mantenere intatta l'indipendenza. \"inti però i Liguri li, Svizzeri. ~et secolo XVITT cominciarono le demoliStazielli, Roma li lasciò governarsi colle proprie leggi zioni delle opere di fortificazione, e già nel 18.30 non cd abitudini, che adat taro110 a lle rn111anc. E speri~ ncne rc... c~ va p iù tra.cci a. 1zli ord inamenti milita r i im itarnno i nwtocl i dei domiCnHclleo11c di S 11asa (an i. S11asa). Comune in prov natori edificando nuovi baluard i e forti licazioni con l'.Cl di Ancona ; fu muniripio romano, distrutto dui Goti di stello. Alarico. Xci 1-161 ,·i si combattè una balta!!.lia fra J., p; cl 569 C. n. venne p, eso <lai Longobardi eh,• lo !ruppe <li Sigismondo :\falatest,i, signore di Rimini, , ttr,11erc fino :LI s uben t ra re dei Franchi. .\'el l'J-11 , ~olle t ru ppe pon t.ifir ic, comanda le da Ludov ico Malvc7.7.i kvatosi, ricuperò la sua liberlà co lle :irmi. Ne l 13? 1. e, Pier Paolo d e' Nardini. La wffa durò cirrquc ore, ma per il valore dimostrato dai cittadini di C. contro il alla frrrc le mi li:dc pontific ie andarono in rotta, lasciangenerale Jr·,rncesc Armagnac. Ja citti1 ~bbc !"esenzione do sul campo tra i morti il Nardini. dalle imposte per dicci anni. l\'el 1410, dopo aver sostenu to va lorosamente un assed io di 6 mesi da parCastelletto. Ncl l'ant. fort ilicazione, era tm piccolo te d i F ac ioo Cane, che tentò sette inuti li as..;:ilti, si ce1 stello, e propriamente un forte d i forn1a per lo p iù arrese a buoni patti il _ 13 luglio. Il duca Visconti, in quadra col cassero sulla porta, e le torri a i quattro a.nsegno di riconoscenza per la ,·alida difesa di C., sccls-~ goli, che si poneva per sopraccapo alle città onde fre12 gionni della città p<:r sua guardia del corpo. ):cJ nare gli umori dei cittadini, o nel luogo più alto d'un


• CAS

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gran castello p er allungar la d ifesa. Chiamavansi anche Castelletti, certi fortini che si piantavano intorno a una città al tempo degli antichi assedii, per affortificarne la circonva lla:d one. (Grassi).

Castelletto. Torrione roccioso tra la Tofana I e la C ima Ilois (alto Cadore). Di esso gli Austriaci avevanu fatto un potente caposaldo difens ivo, poichè dominava da una parte la Val Costeana e la strada delle D olomiti, dall'altra la Val Tn1venanzes. Più volte, durante l'estate e l'autunno d el 1916, le truppe della li" cl ivis. tentarono .d'impadronirsene, ma invano. Deciso infine di farlo saltare mediante una mina, questa, rapidamente apprestala, fu fatta esplodere il mattino del!' ll luglio 1916 e, nonostante la tenace resistenza avversaria, gli alpini elci V gruppo riuscivano ad impadronirsi della temuta posizione.

Castellfullit de la Roca. Comune della Spagna, in prov. di Gcrona. Il 14 marzo 1874 vi avvenne un combatt imento fra una colonna d i truppe libera li, wmandata dal gcn. Nouvilas e bande carliste che assediavano Olit. I l gen. Nouvilas per liberare un bgl. liberale assediato a Olit, marciò in que lla d irezione con 4 bgl. di linea, alcune cp. di cacciatori, 150 cavalli e 4 pezzi. :t,.,fa, avviluppato durante la marcia dalle bande c.uliste. la sua colonna venne sgominata, e trucidati o fatti p rigionieri i suoi solda ti e presi i suoi cannoni. Pochissimi poterono salvarsi. Castelli (Agostino). :Medaglia d 'oro, n. di Cagliari ( L802-t848). Uf-ficiale dell'esercito Sardo, prima ne; cacciatori di X izza e poi nei cavalleggçri di Sarde gna, da ca pitano, nel 1840 ebbe il corna11clo della p iazza .d i Basa, in Sardegna. guadagnando la rnassim ~ distinzione a l valore « per ia somma avvedutezza così s i esprime la moti vazione - ccl il coraggio sin golarc da lui spiegati nel dirigere e condurre la spedizione d i Orgosolo contro facinorosi e banditi, la -quale ebbe felice r isultamento )).

Castelli Luigi. Generale, n. a Ozicri m. a Cagliari (1810-1885). Sottot. cli fanteria nel 1833, partecipò a lla campagna ciel 1849 meritando una mecl. -d 'argen tn a N ovara; a lla sped izione di Crimea nel 1855 e a lla campagna del 1859 guadagnando, nella prima, una med aglia <li bronzo a lla Ccmaia e venendo decorato, durante la secon da, della croce cli cav. de ll'O. :'.11. S. a Palestro. Da colonnel lo (1861) comandò il 28° reggimento fant., e da magg. generale (1864) la br. Bergamo; p rese parie a lla campagna del 1866; J1el 1867 fu collocato a riposo.

caste lll cario

Castelli Ca-rio. Generale, n. e m a Cagliari ( I 830- 1905). Appar· tenne all 'arma dei RR. CC. nella quale fece tutta. la sua carriera

CAS

fino alla promozione a maggior generale. Prese parte alle guerre del 1860-61 e del 1866.

C(lstelli F.milio. G enerale, n. a Venezia, m. a Quarto dei M ille (1832- 1919). Sottot. di fanteria nel 1853, par • tecipò alla spedizione ir Crimea (1855-1856) meritandosi una med. di bronzo alla. Cernaia ; alla campagna ciel 1860, ottenend, a Castelfìdardo, !a noce cli cav. dcll'O. :M. S. ei una seconda mecl. d'argento negli assedi di Gaeta e di :\'lcssina, e a lla campagna del 1866. Promosse colo1111ello, ebbe il ~.oman• do del i8° regg. fameria ( 1881); comandò da magg generale, la brigata ~ icilia, e, nel g.rado d i tcn . generale, conundò la div. m il. cli Cbicti. Fu deputato al Parlamento pcl collegio di Venezia nella XVII Legislatura, e senatore nel 1917. Castdli Girolamo. Generale, n. e m. a Venezia (1833189S ). Sottot. dei bersaglieri nel 1855, p rese parte alla cam pagna del 1859 ; a quelle del 1860-1861 guadagnandosi una med. d'argento nei fatti d'acme di Monte Pelago e :\fonte l'ulito, dove fu an che ferito: a lle campagne del 186é e del 1870 conseguendo u,n s,•conda medaglia d'argen to nella presa d i Roma. Comandò. da. colonnello, il 70° regg. fanteria ( 1879) e promosso maggior generale ebbe il comando della brigata Cremona. (18%-1889). Castelli Cesare. Generale, n. a Torino (1838-1912\, Sottot. del genio nel 1857, prese parte alla campagna del 185<;, e a quella del 1866. Da colonnello fu direttore territoriale del genio a Bologna ccl ebbe la norn in.t ad aiutante d i campo onorario di S. M. il Re ( 18791; fu ipoltrc comandante in 2° delh Scuoh d'Applicazione d'art;glieri?. e genio ( 1881), d ,rcttore tn,-,10riale del genio in Torino ( 1884) di;ettore dcl l'l,"fficio Studi ed E spericnzc intorno al materiale de· i;cuio cli Bologua e collocato in I'. A. (1890) raggiunse nel 1892 il grado d i ten. generale nella riserva. Castelli Riccardo. Generale, n. a Jesi nel 1866. Sottotenente d i fanteria nel 1885, partecipò alla grallcle guerra ( 1915-18) mcr·i tanclosi u na mccl. d'argento e due di bronzo, nelle azioni del giu gno t915 a i Lagh i di Presena, in quelle ciel genn'aio 1918 su :M. Val Bella, in quella ciel giugno 1918 sul M on tello. Nel grado d i colonnello ebbe il comando dell'82° regg. fanteria e dei gruppi alpini 2° e 9·0 ; promosso generale d i br igata, comandò le brigate R egine ed Abruzzi (1920-26). Nel 1927 a ndò in aspettativa per ricluiione quadri.

Castelliere. Era così chiamato un fortilizio istria-


·no, all'epoca delle conquiste romane, a forma d i r idot:to circolare, costruito con terra e pietra, con due o più cerchi di mura concentrici.

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le a ltre; ta lune, cc.me il « castellum » di Abusina, ad esempio, avevano spazio per presidii numerosi, con mura turrite. Il « huq:ms » indicato nella incis ione era co-

castellina in Chianti. Comune in p rov. cli Siena, nel medio evo fortificata e cinta di rnu;a con due porte, -<letta già Castellina de' Trebbiesi. Le sue aut. fortificazioni vern1ero restaurate e rafforzate nel 1400 per ord ine della repubblica cli Firenze, e ancora nel 1463. Assedio di Castellina (1478). Fu posto da. Alfonso If d' Aragona, con un esercito napoletan o, pontificio e u r:binate. L'assedio vide due grandi ingegneri mil itari in lotta: Giuliano G iamberti eia Sangallo, dife11sore della 1)iazza per conto dei Med ici di F irenze, e Francesco di Giorgio Martini nelle fùe degli assedim;ti. La piazza, battuta dal!e artiglierjc, dovette ,urcnclersi dopo 44 giorni ,di resistenza. 0

Castellini (Nfrostrato) . .Patriotta, nato a Rezzato, ,m orto a Vezza (1829-Ì866). Nel J.848 combattè con Garibaldi a 1\forazzc,ne e vi fu ferito; pas5Ò a Venezia e si segnalò a J\fargher a. Nel 1860 fu coi M ille, capitano di S tato Maggiore col Me•d ici, e si d istinse a M ilazzo e a ••' ....,. , ·Cajazzo. Quindi fu a M ilano, dove diede hi sua opera. per l'isti.-- , ' tuzione del tiro a segno; nel 1862 ,. '•,; cooperò all'impresa di Aspromonte; nel 1866 era maggiore comandante il 2° battaglione bersaglieri, che fu il primo a incontrarsi con gli Au.striaci al Caffaro. Il giorno 3 luglio fu mandato agli avamposti t ra. Incudine e Vczza, e il giorno seguente comballendo eroica.mente a lla testa ciel suo battaglione , cadeva sul campo.

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Castellini Gualtiero. Scrittore, patriotta, volontario nel·1a grande guerra, n. a M ilano nel 1890, m. al fronte nel 1918. Era n ipote di N icostrato Castellini. E11·tralo negli alpin.i, vi guadagnò 2 me<l. a l valore f 2 promozioni per merilc di guerra . Come capi tane; fu invialo in Fra,n cia. in a iuto dell'alleata, ma m1:1 ,polmonite ve lo fulminò Era. stato, giovinetto, in L i bia, ed aveva scritte :e L'Africa romana». Aveva tratto d alle memorie del predetto nonno le « P agine garibaldine)), a cui fece seguire « Eroi garibaldini».

Castello. l?iccola fortezza posta ordinariamente nella pa.r te più vantaggiosa. d i una ci ttà, p er tenere in freno gli abitanti della medesima o per render la. più forte contro il nemico esterno. Talvolta era costruita sopra un'altura ed era de5ti nata a difendere u n passo od una posizione impor tante. La parnla deriva da « Castellum », d iminutivo di « Castrum >). L'origine del castello è da r icercare nelle « ca.stella», fortif,cazioni erette a distanza nei (( va lli >> costruiti dai Romani a difesa de lle fron;tiere. Talune · di esse era.no semp lici torri, pi(1 vaste del-

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P ,:1111u ùeJ ça.siel lo tli AJJ11si11a

me una specie di cittadella: vi si tenevano le macchine da guerra e vi stava il nerbo del presidio, generalmente

Pian/a del castello medioevale di Coucg

'

de lla forza d i una coorte. I caste ll i romani erano generalmente quadrilateri, con angoli arrotondati; intorno a \'Cvano sçmpre il fosso.

i.:as1e1Jo cJel ~!onte, 1,re,;so Andria (Sec. Xli!)

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Ci:$1\'IJO sca.11,l'er-o H Sel'mionc (SCC. Xl I f)

I l castello ebbe largo im piego nel medio evo, come emanazione del feudalismo. Il carattere proprio, generale, del feudalismo è lo smembramento del potere e del popolo in una moltitudine d i piccoli popoli e di piccoli sovrani: l'assenza di qualunque dominazione, di qualun-

Casiello feudale francese (ricos1n1zione)

GUe governo centrale. Il fraziona.mento del popolo e del potere portò, per conseguenza, il frazionamento delle difese. Alle città fortificate vennero a sostituirs i i castelli, i quali costituiscono l'organo p rincipale dell'architettura

milita.re dal secolo X al secolo Xl V. L'anarchia µreùominante, che -spingeva le popolazioni delle campagne a rifugiarsi in località di difficile accesso ed a cingersi di difese, diede origine ad una nuova forma cli fortificazione. Ottenutilo così la sicurezza, si ravvisò in quelle d ifese u11 mezzo per esercitare il briga-n:rag:gio e per conservarne i frutti . Ai conquistatori soprattutto, chesi erano diviso il dominio delle terre occupate, occorreva un riparo, dove potessero r ifugial'Si dopo le scorrerie e respingere l'attacco degli avversari. A ciò servirono i castelli feudali, che ve1mcro pertanto a moltiplicarsi in modo prodigioso. E' nota l'enorme quantiù di castelli solii nei secoli X, XI e XII. Sul s~olo di Francia sè ne contavano non meno di 60 mila.. Molte cen tinaia erano sparsi uclla .zona alpina. Di 72 se ne vedono tuttora. gli avanzi nella sola vallata di Aosta. Kel periodo feudale il suolo si ricoprì cli castelli non solamente in conseguenza delle condiziçni sociali, Jna an -• che perchè i castelli, in relazione ai mezzi di attacco ùell'cpoca, erano atti a p resenta re la mass.ima resistenza. TI castello feudale non possiede il suo vero carattere diknsi\·o se non quando è lontano dai centri abitati t quando domina !., piccola borgata posta sotto la sua. proiezione. Allora approfitta con grande cura delle fayorevoli condizioni del terreno: si circonda di precipizi, di fossi, di corsi d'acqua.. Altra caratteristica del castellofeudale è il terreno montuoso. I più antichi castell i feu(lali, sorti tra il X e l'X! secolo, hanno la medesima pianta, il med~simo a.spetto ed il medesimo ordinamento· interno ed esterno; essi_ rappresentano l'infanzia di questo storico tipo di a rchitettura militare. Una rozza. muraglia, di mediocre grossezza, correva intorno a l margine· della. posizio,,e, limitata in montagna dalla scarpata rocciosa. Nel puntq più elcva.to dello spazio così circoscrit-


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to sorgeva u na torre, genera lmente d i pian ta quadrata, .alla quale, talvolta, s i appoggiava un p iccolo tozzo e massiccio corpo di casa. Prossime al recinto, nell'interno, rudimentali tettoie erano destinate a raccogliere e ri-

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,ùlChe i mezzi di difesa. I castelli feudal i del secolo Xlll s i manifestano pertan to sostanz ialmente d iv~rsi da quelli delle epoche anteriori, sia per le a umentate esigenze della d ifesa., sia, inoltre, per la progredita civilizzazione dei feudatari. Così il secolo XIII vide elevarsi quei superbi castelli feudali i quali, al carattere d i formidabili fortezze, accoppiava.no quello di agiate residenze. Uno dei caratteri distintivi del castello feudale, a partire dal secolo XIII, è la presenza delle torri ai vert-ici del recinto. Le torri sono generalmente cilindTiche, di forte diametro, assai robuste alte e sporgenti dalle m•Jra del rrcinto in modo da fiancheggiare le parti interposte . L e torri a ngolari hanno, nei castelli feudali, diisposìzioni diverse secondo il carattere e la configurazione della località ed in omaggio a l concetto dell'applicazione de!J' o-

Cas tello feudale france·se (sec. XV)

covera re, in caso di guerra, i pochi uomini d'arme e le popolazioni delle terre circostanti. Il feudatario viveva dentro la ton'e o n ell'attigua casa. In questi castelli non si trova p erò nessuna traccia di arte militare; si raggiungeva in èssi la d uplice esigenza del)'abitazione e -della difesa; ma l'abitazione era disagiata e la difesa

castel lo .-lella VerJ"Uca, p1·esso Me,·ann

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Castello tedesco medievale

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in completa. Dei primitivi castelli feudali r imango,v:, scarsissimi esempi i. Verso la fine del secolo XII e 11ella p rima. metà del secolo XIII, progrediti i mezzi d i offesa, prog:edirono

pera al terreno. Nella seconda metà del secolo XIV, le costruzion i feudali ascendono a perfezione sempre maggiore. Coll'iAtroduzione delle armi da fuoco anche i castelli feudali subiscono modificazioni; si vide il danno che poteva derivare alla d ifesa dai risalti delle torri; la nessuna convenienza di assegnare loro granrle altezza e la necessità di aumenta.re la grossezza delle muraglle. D ella soppressione delle a lte torri e d e11'ingrossai;nento delle muraglie, provved imenti cl{e vennero adotta.ti in via normale solwnto nella seconda n1elà cl_el secolo XV, s i hanno esempi in taluni castell i della seconda niet/i. dc-1 secolo XI V. Negli ult imi dccc,rn i del secolo XV, la feudalità, scossa in precedenza dall'affermarsi della sovranità e dall'afforzai-si delle autonomie comurra.li, non po teva affrontare l' impiego di nuove difese assai più pòtenti e costose. l signori non erano più abbastanza r icchi per erigere castelli che fossoro in grado di resi· sten.· ai nuovi mezzi d i d istruzione, nè s·i sentivano indipendenti al punto di innalzare nuove e più formidabili difese cli fronte all'autorità reale e sotto gli occhi delle popolazioni non p iù d isposte a tollerare i soprusi del feudalismo. Per tutte queste cause d'ordine scdafo e di carattere tecnico, il castello feudale passò, quasi brusca.mente, n el secolo XVI, da qpera cli difesa a residenza campestre di piacere. Le torri vennero conservate, ma spar irono le inter poste cort ine per essere sostituite da corpi di fabbrica comodi ed arieggiali.


-788 I · castelli medioevali ebbero comune con tutte le, a ltre forme della. fortificazione mediocv.ale uno speciale organo. Taie organo è la torre p rincìpale, emergen te per .robustezza. e per comando, cP.ntro e . ridotto estremo del-

CHstello P icco1omini a Ospedaletto

la difesa, Venne chiamata « il do11gionc », con voce der ivante da l f;ra.nccsc antico, che significa appunto dorni-nio, potc117.a. Non havvi castclJo feudale senza. il dongione, come non esiste piazza forte senza. cittadella. I dongioni era.no di una varietà infinita., sia nel concello, sia nei particolari della. _difesa. Mantenendo invariato il suo carattere, i.I don gio_ne, .che nelle origini del feu-dalesimo era rozzo e ristretto, ebbe in seguito ad abbellirsi" e ad aumentare d i mole, N ci ca.stelli primitivi {scc'o1( X e XI) il dongionc è rappresenta to da lla grossa. torre che si erge dentro il recin to mu rato, cbe lo domina, e nella quale il feudatario pone la sua. d imora. Con l' ingen tilirsi dei costumi feudali, il dongione abbandona la forma di una semplice Lon e e prende di prefcrema. quel la. d i un corpo di fabbrica d ifensivo, con maggiori comodità, I dongioni del XII e XIII secolo sono generalmente di p ianta. cilindrica e talvolta croci- forme, C.ontengono d'ordinario le cantine, le s tan ze d'a.h ita~ione, una. cappella. e, sempre, nella parte superiore, un vasto spazio libero per organizza re facilmente la difosa, N<:i gecoli XIV e XV la fe udalità, maggiormente progredita nei costumi, preferiva. sempre, ai gi·ossi don g ion i c ilindriti, edifici di p ianta quadrata, come p iù atti per uso di abitazione. L'estensione dei dongioni andò I I

All'affermarsi del potc,·e centrale cd al consolidamentodei pr incipati si deve l'o rigine e la. ragione di essere di quel genere di architettura. civile insieme e m ilitare, mollo affìnc ai castelli feudali, rappresentata dai ca.stelli reali e principesch i, Tali modelli cli archi[et turn, chedatano fin dal secolo XIII, vem1ero a moltiplicarsi ne~ due secoli successivi e conti.nua rono fino al secolo XVL Gli edifici sono disposti in modo acconcio a soddisfare, sia alle esigenze ed alle comod ità di una signorile d imora., che alle condizioni dì una buona d ifesa, I pa lazzi- castello differisco no dai castelli feuda li pel fatto che, mentre questi ultimi sorgevano isolati in posizioni designate dalla. natura ed intorno ad essi venivano succes,,-ivamente ad aggru pparsi, a scopo di protezione, le abitazioni dei soggetti, quelli invece venivano edificat i nell'interno o neffimmed iata prossimità di centri abita.ti, · di città importanti, allo scopo di tenerle sottoposte n dominio, Però nei caratteri milita ri i palazzi-castello presentano grande analogia coi castelli feudali. Castello. Cos, chiamasi quella parte metallica che nelle pistole costituisce la cassa. od il calcio; è tutto d'un pezzo e varia di forma. secondo l'arma; ha var i risalti, perni, fori ed incastri, ed oltre a collegare le d iverse

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Castello ùl p iSLOIO (sec, X I X ) partì dell'arma, ha par ti applicate che ne completano j; meccanismi. Nelle mitragliatrici il C. in genere è chiamato << arma.tura. >J o « scatola. cli culatta JJ, per la. sua. forma generalmente a scatola: ha le stesse funzioni del castello delle pistole. Ca.stello, di nave, v , Cassero guerra dei tempi a ntichi, v. Torre.

C ., maccbina da.

Castello Lava.zzo. Comune in prov. di Belluno sulla dr. del Piave, D 'an tica fon<)a1,ìonc, venne mun ito d i castello che serviva. di sbarra.mento nella valle. del Piave sulla quale corre_la grande stra.da. d'/\lemagna , Nel 1511, il 9 d icembre, s i comba.ttè presso C. u n'aspra bat taglia fra Imperia li e Veneziani. La posizione, che in passato ebbe grande valore strat egico, poi, data la. potenzialità delle armi moqerne, e la maggiore t"acilità d i accesso d alla va l Suga.na, perdette la. sua importanza.

Castellon de Ampurias (ant. Castula o Empo1in.). Comune della Spagna in prov. di Gcrona,

castello cli Barùi (Parma) ·sempre aumentando fino a che dive1rnero vasti fabbri1ca.ti, atti a comod,t e signorile d imora, sebbene fossero ;provvist i di tutti i mezzi p er un'efficace difesa.

I. Battaglia di Castellon, Fu combattuta e vinta dal console 1:L P o1·cio Catone contro alcuni p opoli spagnoli a l di qua dell'Ebro ribellatisi a lla dominazione ,·omana. Il Console, fatta simulaxe una fuga nelle coorti, attira fuori dell 'accampamento i nemici, i quali si scagliano fuori dalla porta. in gran disordine. Catone allora con duce a.Ila pu~na i cavali i delle d ue ali, ma quelli della. banda. cTestra vengono to&lo respinti, e cedendo portano,


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il disord ine tra i fanti. Il console or dina che d ue scelte coorti girino da l fianco dcst~ dei n emici e si mostrino a lle sue spalle. Q uesta manovra lascia indecisa la battaglia fmcM, lancia ti nella pugna soldati freschi, Catone sfonda il centro nemico e lo volge in fuga, incalzandolo con tutte le sue forze e assalen do il campo i1emico. Entrato per la porta s in istra, dove c'era poca gente, mena grande su-age. Al di r d i Valerio Anziate, che è sempre esagerato, cad dero morti p iù di 40.000 spagnoli ; certo è che questa vittoria ridusse a ll'ubb idienza i ri belli. II. Combatti1ile11ti di Castellon (1 e 2 gennaio 1808). Ap parten gono a lla guerra dei Francesi nella p~n isola I berica. A C. in fine diccmbr~ 1807 era d i guarn irionc w1 bgl. francese, il quale s i trovò improvvisamenl<: mi,1acciato da bande spagnuole comandate d al rnarchese - d i La7,an e tentò di ritira rs i a F igueras. Ma, u scito dal paese, venne avviluppato e massacrato. Solo 80, di 500 u., poterono salvarsi. Il 2 gennaio, il i;en. R ~ille partì con 3000 u. da Figueras e s i d i,e~•e a C., ma trovò le bande <lei Lazan imboscate e trincerate $UlJe a lture, e le a ttaccò invano. Resp into, subì serie perd ite e dovette ritirarsi a F igueras.

Castel/on de la Plana. Città capo!. di provincia , nella Spagna , sulla r iva d el Med iterraneo. Nel 1233 G iacomo I la tolse a i Saraceni. Nel l3.\8 venne assed iata dalle truppe reali, circa H1.01/C fanti e ('O0 ca valli, e difesa d a 6000 cittadi11i armati : iu p resa d 'assalto e data a l sacco come r ibelle a l re. Il 9 man o 1810 ven ne investita dal gen. francese J3oussard, e di fesa invano da bande armate spagnuole : i Francesi la p resero d'assa lto.

Castellot e. -Comune della -Spagna, in p rov. d i Teruel. Venne fortifica ta nel medio evo, con robusto castello. Nel 1840 vi si trincerarono e rafforzarono bande carliste, coman date da P ietro Marcò. Il 23 marzo, il gçn. Espartero, con truppe liberali, circondò C. e iniziò un violento bombardamen to che d urò qu attro giorni, lan· ciancio p iù d i 3000 p roiettili, smante llando e d iroccando torri e mura; i carlisti si fecero in grande p arte massacrare prima d i arrcndérs i, ciò che i superstiti fecero il 27 marzo. Ca stellvì (o Castel·vì, Giorgio). Capitano del secolo XVI, n. a Cagliari. Fece le prime campagne col principe F iliberto di Sa voia. P iù tardi gli venne affidato il ,comando delle· m ilizie sard e al servi,.;io d ella Spagna e andò a guerreggiare con onore in F iandra. Un Giacomo C., pure cagliaritan o, mil itò sotto lo Spinola nel :1\fonfcrrato e in F iandra ; un Fra1,!-!:.1co C.. marnhese di Laconi, fu mandato da ll'1\ustria a conquistare la Sardegna e vi r imase per governarla..

Castel nau (Giacomo, Ji C . - Mauviss·ière). )iaresciallo d i F rancia, (1620-1 658). Sì d istinse nelle campagne di F ia ndrn ( 1635-1644) e d i Germania ( 16441646). Governatore di Hrcst (1648), d ivenne tenen te gener ale nel 1650 e (ornò poco dopo a combattere in F iandra, dove nel 1656, fu nominato comandante in capo. Guadagnò nella battaglia delle Dune il grado di Marescia llo cli F rancia; quindici giorni dopo, fer ito a Dw1• kerque, morì appena trasportato a Calais. Castelnau ( De Curières de) . Generale fran cese, n. nel 1851. Sot tlJt. d i fanteria n el 1870 pa rtecipò alla guerra

di quell'anno nell'Armata della Loira; entrato nel M in istero della G uerra, concorse nei la vori cli prepar<i--zione della mobilitazione generale; raggiunse il grado dj ger,era le nel 1906 e • nel 1913 era capo di state maggiore dell'esercito. Allo scoppio della guerra, comandò la 2• armata su! fronte lorenese e po$cia tra ;Somme e Oise; infine fu nominato capo d i stato maggiore dcli' esercite cperante, dopo aver -porla lo il suo alto contribu to alla d ifesa d i Verdu.n nel 1916. Nel 1917 fu inviato a Pietrogrado; nel 1918 fu nol)linato capo del gruppo di am 1ate dell'Est ; infine p1·esiden te delht Commissione per l'esercito francese.

Cast elnaudary. Comu ne della Francia, nel dipartimento dell' Aude. E ra l'ant. Scstomagus, d istrutta dai Goti nel V !JCcolo e ricostruita col nome di Castrum Novnm Ar,a1toru1n. F u nuovamen te d istru tta nel 1212 e nel 1220 e nel 1355. Presso C. venne sconfitto (1 settembre 1632) il D uca. di ::vrootmorency dalle truppe di Luigi XII [ a l quale erasi ribellato. Le .forze del re era.no èomandatc da l mare.se. di Schomberg : il d~ica, preso prigioniero) venne g iustiziato. Castelnovo di Sotto. Comune in p rov. cli Regg1<l' E m ilia, sull,t sr. ciel Crostolo. Fonda to dai p rofughi reggiani e parmensi nel 1037 per scampare a lle invasioni degli Ungheresi, fu munito d i mura. e for tificato. Ner 1421 fu occu pato da lle truppe di Filippo Ma.r ia Viscon ti ch'era in guerra cogli Estens i•: poco dopo venne in posses.<;0 di Galasso da Correggio, ma q uei d i C. si r ibellarono a l dominio dei Correggeschi, dandosi a L eonello d'E ste. F rancesco Sforza d ue.i cli Milano p erò nel 1454 lo rivolle, e lo r iprese a l duca 13orso d'Este; nel 1'179 gli Estensi lo riconquistarono. Cast elnuovo. Ciuà nella baia d i Topla (bocche cli Cattaro). Appartenne a lla i-cpubblica d i Ragusa e venne fortificata, munita <li castello sul mare e d i rocca verso il mon te, e cinta d i m ura . D urante le guerre fra Turchi e Cristiani fu p iù volte p.rcsa e ripresa dai due contendenti. I. Assedii di Castelnuovo (1538 e 1539). Nell'ottobre del 1538 compar ve davanti a C., tenuta d ai Turchi, una flotta di cristiani agli ordin i cli Andrea DÒria, e, sbarcale truppe e artiglierie, si accinsero ad assalirla. Frattanto il Dorfa ordinò a gruppi di q ua ttro le sue navi perchç sfi.lassero avanti a l castello, e ciascun _gt~tppo, scaricate le artiglierie, desse d i volta lasdando iÌ pos\o al gruppo seguente. Ma i primi due gruppi, scaricate le artiglierie, p roseguono e approdano ai piedi delle. m1,1ra del castello : i marinai armati balzano a terra e d;u;~o l'assalto conquistandolo dopo breve e aspra lotta (Z-7 o,t tobre). li giorno dopo si arrese anche la rocca.. IJ D ori1>. vi pose 4000 ~agnuoli di p residio, al coman do ciel gen erale Francesco Sarmiento, e abbandonò con la flotta le bocche di Cattarn . L 'anno seguente, il Barbarossa, con forte a rma ta navale e 50.000 u. a terra, si .presentò


davanti a C. in fine. di giugno e vi pose l'assedio. Gli Spagnuoli resistettero fi.eramcnte, ma il 7 agosto la piazza cadde nelle mani dei Turchi, i quali parte della guarnigione massacrarono, e parte mandarono ai remi sulle loro galere II. Assedio di Castelnuovo (.1687). Fu posto dall'ammiraglio veneziano Girolamo Con1ero, il quale comparve davanti alla piazzaforte nel mese di agosto, con- 4 galere, 2 vascelli, 25 galeotte, 2 palandre e un centinaio di navi minori, recanti 9000 u. da sbarco, di cui 4000 Ve)leziani, e gli altri ausiliari levantini assoldati. Ii 3 settembre queste truppe scesero a terra e investirono la città, condotti dal marchese Borri, dal conte di Sampolo, dal conte di Montevecchio, dal cavaliere di Mecl1atin. I lavori d'assedio furono diretti dall'in. Camucci. mentre la flotta batteva la piazza dalla parte del mare. Due tentativi fatti da 4000 Tw·chi prnvenienti <1all'interno, di aiutare gli assediati, furono respinti. Ape.-ta la breccia, veru1e ·dato l'assalto il 29 e la lotta durò tutto il giorno. Nelht notte, un manipolo di au• daci penetrò di sorpresa in città, e la mattina del 30 i Tu1·chi erano costretti ad arrendersi.

. III. CambaUime·nto d·i Castelmtovo (1806). Appartiene alla lotta dei Francesi in. Dalmazia, contro Russi e Montenegrini. Questi ultimi·, dopo l'occupazione di -Ragusa da parte dei >Francesi, si erano raccolti presso C. (ci:rca 4000 u.). Il gcn. Marmont, con 4 bgl. e 2 sqdr. francesi e 3 bgl. italiani con artiglieria, marciò sa C. e· ne de.rivò uno scontro accanito, nel quale.,gli Italiani si distinsero grandemente. I Russi, sconfitti, lasciarono 1600 u. sul campo; gli altri poterono salvarsi imbarcandosi sulle navi russe che stavano nella baia. I fr11-nq>-Italiani perdettero solo 300 uomini. Castelnuovo. Comune dell'Istria, nel medio evo importante dominio feudale. Fu preso dai' Veneziani, comandati da G irolamo Savorgnano, nel 1508 e ripreso loro dal conte Cristoforo Frangipane. Castelitt<Ovo Belbo. Comune in prov. di Alessandria sulla sr. del Belbo. Nel 1497 venne assed iato e incendi\ltO dal Trivulzio, che era al servizio dei Francesi. CastelmtQVo d·i Garfag1r.ana. Comune in prov. di Luc.

ca. Nel secolo XIV venne in fama, essendo stato qu ivi ( 1}20) Castrnccio Castracani nomi.nato Vicario imperiale, che vi fece costruire mura e ponti sul Sercl1io. Tra il 1520 ed il 1522 fu 1,rima occupato dai F iorentini istigati ed aiutati da Leone X, .poi liberato da.g li Estensi ci1e sostennero la Garfagnana nello scuotere il giogo dei Fiorentini. C. fu nella seconda metà del sec. XVI do .. minata d,alla fortei:za di Montalfonso, costruita da Alfonso II d'Este. Castelttuovo di V~ro,w. Comune in prov. di Verona, importante nodo stradale sulla strada Peschiera-Verona e Mantova-Ala. La particolare situazione topografica. di C. ne ha fatto un punto strategico assai contrastato ù1 tutte le guerre che vi si svolsero dal 1796 in poi. Le divisioni francesi condotte dal Massena sconfissero in C. gli Austriaci nel 1796 mentre vi manovravano per rit irarsi iulla. linea dell"Adige. Nel 1814 una seconda volta vi si batterono accanitamente Austriaci e Francesi. Combattime1ita di Castelituovo (11 aprile 1848). E' un fatto d'armi della guerra d'indipendenza del 1$48, nel f]ttale rifulsero il valore, l'ardimento e la discipl ina

790 dei volontari del gen. Allemandi. Dallo. Stato Maggiore dell'Esercito italiano era stato deciso per il giorno 10 aprile un attacco contro Peschiera da farsi con le truppe regolari, sussidiato da. un attacco dimostrativo dei volontari, verso Bal'dolino e D escnz:a.no. In conseguenza di ciò il genera.le Allemandi 01<linò al comà.ndante Ma. nara di fare prendere imbarco, a Salò, al magg. Noaro con 300 u. sopra un battello del lago di Garda, dei quali i volontari si erano impadroniti, con il compito di sbarcare fra Bardolino e Lazise e prendervi una posizione favorevole in attesa dell'attacco delle truppe P iemontesi. Il maggiore Noaro adempì çon precisione ' la missione avuta, anzi da Lazise ove era sbarcato, si spinse fino a poca distanza da Peschiera per impadronirsi della polverie,a esterna. II colpo riuscì completamente : un nucleo di austriaci posto a guardia della polveriera fu fatto prigioniero e 500 barili di polveri rinvenuti furono imbarcati e diretti a Salò. JT corpo del N oaro si diresse quind i verso Castehrnovo, e superate lievi resistenze l'occupò. Il giorno 11 apxile alle ore 14 però un attacco di 3000 austriaci delle t1·e armi, comandato dal generale Taxis, si sfe1TÒ su Castelnuovo; i volontari si difesero strenuamente, ma. dj fronte al numero soverchiante dei nemici dovettero ripiegare su Lazise e Bardolino. G li austriaci non li inseguirono e si sfogarono ad incendiare Castelnuovo, commettendovi uccisioni e brutalità d'ogni sorta. Castelm<l)VO Scrivia.. Comune in prov. di Alessandria. Ebbe nel V secolo fortificazioni, per opera di Teodorico, Vi si ridusse ( 1481) Roberto Sanseve1·ino, in lotta con la duchessa Bona, e vi radunò truppe, e vi si fortificò, rompendo la guerra alla duchessa, la quale mandò un esercito agli ordini <li' CostaJ1zo Sforza e G iaJ1 Giacomo Trivulzio contro il Sansevcrino. Questi resistette all'assedio posto dagli avversari fin che potè, e, ridotto a.gli estremi, riuscì in una sortita a rom• pere le linee degli assedianti e a. porsi in salvo. Castelnuovo di ;Torrazzo (Ignazù,). Generale, 11.

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a Vercelli, m. a Cagliari (1782 -1839). Sottot. dei Dragoni nel 1795, lasciò il servizio durante l'occupa.· zione francese ciel Piemonte e lo riprese nel 1814. ,-aggiungendo il grado d i magg. genera.le di cavallecast,0·1nuovo Ignazio / ria nel 1833. Prese parte alla campagna del J 794-95 e alh breve lotta contro 1 costituzionali nel 1821; nel 1839 andò in Sardegna come comandante in capo. Caste!ttuovo delle Lanze (Carlo). Medaglia d'oro, nato a San Paolo Belsito (Caserta) nel 1895, caduto nel 1917. Giovane e valoroso uffaciale di cavalleria in servirio attivo, si segnalò nella nostra guerra, combattendo da fante nelle trincee di Monfalcone. Passato di poi nello squadrorle m itraglieri del « Genova Cavalleria», si trovò con esso ~1el combattimento di Pozzuolo del Friuli, dove fu uno degli eroi di quella• difesa memorabile, durante la quale cadde in mano del nemico, gravissi-

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-791 ,mamente ferito. ~lori in png1onia, e la Patria ricono·scente volle che il valore d i lui fosse consacrato nella nnotivazione d i medaglia d'o10: « Appiedato colla sua. sezione mitragliatrici per la •difesa ad oltranza di uno sbarramento importantissimo a p rotezione di nostre colonne d i fanteria e carreggi in ,·itirata, dirigeva con calma e coraggio ammirevoli il tiro •de lle sue armi e col p reciso (uoco, opportuna.men te spo stand olo, resisteva per no·· ve ore agli assalti del nemico in forze, fattosi baldanzoso per precedenti sucçessi ottenu ti. Ferito ali' inguine da pallottola esp losiva, mentre curvo su d i un'arma ne controllava il tiro, consçio perfettamente della m issione di sacri•ficio affidata a l suo reparto, con altissìmo sentirne11to dell'onor m ilitare e con grande amor d i Patria chiedeva di restare fino a lla morte che sentiva p rossima, fra i suoi mitraglieri di cui esaltava con vibrate e nobili parole l'eroismo. Allontanato a forza dal combattimento, raccomandava ancora ,ui suoi uomini di non cedere a qualunque costo e su • perando il dolore spasmodico della mortale ferita li sal utava per serr'IJre al grido di (( Evviva Genova»! « Evv iva il R e! >l (Pozzuolo del Friuli, 30 ottobre 191 i).

Castelplanio (an t. Plen·i11a e Pla,iio) . Comune in p rov. d i Ancona, esistente p rima d elle invasioni barbariche, dalle quali fu d istrutto, verso la metà del V secolo. Riedificato e munito <li castello, resistette agli assalti di Francesco Sforza per mollo tempo, ma poi fu preso. Nel 1443 venne assalito e preso dal Piccinino, e messo a forro e fuoco. Gli abitanti sr.ampati al disastro lo rie<iidicarono non lungi dalla prima sede, con torrione· e i-obusta doppia cinta di m ura, alleandosi con lesi. Castelponzone. Comune in p rov. di Cremona, noto uél XIV secolo col nome di Castelletto de' Ponzoni, dom inato dai G h ibellini. Nel 1403 il guelfo cremonese ·Cavalcabò se ne- impadronì e lo fortificò. F u preso nel 1441 da F rancesco Sforza, e nel 1448 da.I medesimo riprew e dato a sacco. Nel 1648 ebbe presidio spagnuolo, ~he, assedia to da 3001) Frru1cesi, dovette a rrendersi : i F rancesi, costretti poco dopo ad abbandonarlo, ne demolirono la torre e le mura. Castel rosso (a nt, Meg,'.,te : la Castellorizo dei Gre-ci: isola del Dodeca11neso). Ha un a. superficie di 15 k mq. ,e sta a 2 km . e mezzo dalla. costa d ell'Anatolia. Ha un porto na tura le ottimo sulla parte setten trionale. Ebbe 11cll'antichità un'acropoli, e poi un castello mèdioevale. All'alba del secolo XIV l'aud ace schiera dei Cavalieri <li Rodi assalì C ., la prese, e ne fece la base d'operaz ione per le future conquiste. Per più d'un secolo nessuno osò d isturbare i dominatori e C. divenne il luogo -di deportazione per i cavalieri indegni dell'Ordine. Nel 1440 però il Sultano d'Egitto, ch'era in guerra con ; Cavalieri, riuscl a prendere l'isola, che fu saccheggia ta e devastata. Dieci anni dopo, N icolò V l'assegnò in feudo .a re Alfonso d'Aragona che ne fece ricostruire il ca-

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stello. Nel 1471, quando il presid io .della. rocca: ten tò di ribellarsi al dominio aragonese, fu mandato Cencio Orsini da Rodi per reprimere la rivolta in pieno accordo col governatore na poletano. Nel 1480 tornarono alla riscossa i T urchi; respinti dalle milizie napoletane, solo nel 1522 riuscirono a conquistare il contrastato castello. Il Morosiui con dusse nel settembre 1659 l'armat:i. Veneziana dava,1ti a C. ed espugnatane la rocca a viva forza dopo bombardamento dal mare, propose di convertire l'isolotto in poderosa fortezza, ma prevalse l' idea di smantella.re il caste~lo. -Nel 1912, quando l'Italia fece occupare Rodi, gli abitanti di C. i1;1viarono a l gen. !\meglio una commissione, optando per il governo itali'l.nO. Il 14 maggio 1913 tardando il gcn. Ameglio ad intervenire, gli abitanti si sol-

Il c11s1cllo cli CasteJrosso levarono i11 armi imprigionando il governatore turco ed i gendarmi e proclamarono la Repubblica, organizzando un p iccolo corpo di 200 volontari e inalberando la bandiera greca e respingendo un attacco turco. Il trattato di Londra (19 13) la assegnò nuovamente a lla Turchia. Scoppiata una nuova. rivoluzione nel 1915 (28 d icem1.Jre) venne occupa ta da marinai francesi, ma col tratto di Sèvres (1920) fu cedu,a all'Italia insieme col Dodecanneso.

Castelsangiovanni. Comune in prov. d i Piacen za, sulla via Emilia, d'origir1c antichiss ima, fondato dai Galli. Sotto Roma fu colonia militare. Nel medioevo ve1111e muni to di castello e nel 1290 Alberto Scotto, s ignore di P iacen za, c inse anche il borgo d i robuste mura, onde fronteggiare le scorrerie delle bande pavesi. Verso il 1316 C. ca dde in potere di Galeazzo Visconti, e fu conteso più volte fra la chiesa, i signori di M ilano, ed i duchi di Piacenza e P,anna. Preso a lla fine da questi ultimi, costituÌ il baluardo d i confine degli Stati parmensi contro gli Stati Sardi. Nel 1441 Tiberio Brandolini, il 6 di luglio venne a battaglia. presso C. con Ca rlo Gonzaga, e lo vinse, facendo p rigioniera la m,tggior parte dei soldati di costui e<l obbligandolo a fuggire qua.si solo a Modena. Castel San N icolò. Comune in prov. di Arezzo. Ebbe un antico castello che nel 1440 fu assediato e preso, dopo lun ga resistenza., da Niccolò Piccinino. Ripreso dai F iorentini, venne smantellato. Castel S. Pietro dell'Emilia. Comune in lJro-


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La 11011n venC'i l,JM (~iorosln l) ]J()l11i)arda Cd,!;ICl rosso (22 SèblClll l)l'C 165P)

vincia di Bologna, sul Sillaro, attraversato dalla. ,·ia Emilia. Fu munito di castello dai Bolognesi pe1· difendersi dai Ghibellin i d'Imola, e divenne teatro delle continu,: vicende guerresche svoltesi nel periodo comunale. X cl 1298 vi si svolse una fiera hattaglia fra i Bolognesi cd il marchese Azzo d'Este, il quale vi r imase sconfitto e: ferito. Dopo quella vittoria. Bologna, vista l'importanza della posizione, rafforzò grandemente le difese di C , mettendovi anche un grosso presidio. Da qud momento fu legato aJle sorti militari di Bologna e sosten.ne parecchi assedi. Fra es.~i è memorabile quello diretto da Xiccolò da Tolentino, capitano delle armi pontificie, il quale, riuscì a fare capitolare la guarnigione. Sull'inizio del secolo XVI C. venne preso dal duca. Valentino llorgia ai l:lolognesi; sollo il pontificato di Giulio 11 ritornò a Bologna.

Castelsardo. Comune in prov. di Sassui, sul pro montorio sporgente sul Golfo dell' .\sina.ra. E' d'origine antichissima, però divenne celebrn solo nelle , guerre fra Pisa e Genova. Nel 1102 i Doria cli Genova, intenti a stabilirsi in· Sardegna, ,·i edificarono una rocca contro ; nemici della Repubblica. Dal 1327 al 1330 il castello fu tenuto da Azzone l\faJaspina, ma i Doria lo vinsero r imprigionarono <' il castello cadde in potere di Brancaleone Doria: r1uesti fu attaccalo dagli Aragona ( 1253) e vinto; il castello fu lasciata ai suoi discendenti finch~. essendosi q uest i ribellati agli Aragona. (1448) il C. fu assediato e preso e smantclk.to in parte. Nel 1527 Andrea Doria tentò di nuovo d'impadronirsi di C. :ntaccandolo eia mare, coadiuvato da Renzo Orsini con attacco da terra. T'erò in causa d'un uragano il tentativo fallì. Kcl 1708 la popolazione di C. si solleYÒ per darsi

aU' Austria; ma una spcdiicione spagnuola, capita11at11. e promoss,., dal cardinale Alberoni, riusci nel 1719 nd impadronirsene. Tre anni dopo venne in potere dei Sa• voia, che ne cambiarono il nome, da Castel Ge11uves,· a C. Nel 176~ presso C. si svolse una sanguinosa batta glia navale fra na\·i dell'Ordine di ::\falta, e navi dei corsari tunisini, che vennero sconfitte.

Oastelscipione. Man iero costruito ai tempi di Federico II, a due km. dr, Salsomaggiore. Fu residenza di Adalberto I marchese l'allaYicino nel 1205 e dei suoi discendenti da I XIII al X VI secolo, che ne fecero la sede dei comandi militari cb !ore tenuti. Dopo la grande guerra, vi fu crea.l:J. m:a colonia agricola. per gli orfani dei caduti. Ca stelseprio (ant. S1•J,ri1u11). Comune in prov. di l'omo, antichissimo, fondalo dai Galli Insubrii. Resistelle accanitamente all'occupazionè romana, e fo poi importame posto fortificato dei Romani. 1\el medio evo fu baluardo contro le invasioni e fu una delle più foi·ti rocc'ic dell:i dominazione franca. Dal secolo VIII al l'XI non solo il castello vcnue ritenuto uno dei più agguerriti, ma addirittura inespugnabile. Difatti resistette a numerosi attacchi ; 11cl seco!o XII e XllI fu più volte in contl itto con >li la.no, Gallarate e Como, con la quale sosteimc una guerra decenna le. Costituì il rifugio dei nobili milanesi profughi. Pi(, lardi il contado di C. fu ,·alidissimo allealo dél Barba1ossa, nella sua guerra contro ~lilano. Jla.ndita però la Lega Lombarda., a.nclw i conti di C. combatlero110 con :Milano contro l'imperatore. Nel secolo seguente C. si trovò immischiato in tutte le gucrrr: per re signorie. )sci 1257 costituì il rifugio dei


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Cas10lsarclo patrizi, e :Yiilano l'assediò con forte esercito. Tale assedio si ripetè nel 1276 pér esservisi rifugiato Ottone Visconti coi suoi partigiani. Poco dopo C. d iventò rifugio dei Torriani e loro seguaci. Ottone Visconti allora ne decretò la distruzione ·e vi spedì m1merose truppe comandate da Gasparo d i Garbagnate. Facile_r iuscì a i M ilanesi la presa della città d i Seprio, ma il castello resisteva ad ogni assalto, e si dovette ricorrere all'astuzia ed al tradimento per prenderlo, facendovi entrare dei terrazzani dell'Ossola, che di notte assaltarono proditoriamente le scolte, a prendo le porte del castello ai lviilanesi. Guido d ,L Castiglione, clic ne aveva il coman do, cadde nelle mani dei Viscontei (28 marzo 1286). Ottone Visconti, sn1Rntellata la città e il castello, impose ai terrieri di non riediJicarlo più, e così fu. Dalla descrizione degli antichi cronisti risulta che C . era doppia-mente fortificata dalla natura e dall'arte; g iacchè c ircondato da p rofondi burroni, in sito elevato, aveva tre ordini di mura dal lato di ponen,te donde solo en1 accessibile.

fortezza, il l\forosini inviò al Serraschiere una. intimazione di resa, che ebbe pieno successo; il serraschiercAgà venne ad una capitolazione, consegnò la fortezza e s'imbarcò coi suoi per Smirne.

Castelvecchio (cli Sante Maria Maggiore). Comune in prov. di Imperia, nel medio evo detto Ca,trnm Onelùw o klali;gano. Ve,rne assediato nel sec. XVII da. truppe di Carlo Emanuele I di Savoia, comandate dal conte Iliandrate d i San Giorgio, e pre,;o dopo viva resistenza. :--Jel 1672, durante la guerra di Carlo Emanuele II di

Castelspina. Comune in prov. di Alcssandi·ia presso la Bormida. Fondato dai Malvicini ( cc Castrum Malvicinorum ll) come rocca forte, nel 1300 fu preso d'assalto eh un corpo francese, e ~uindi distrutto da Facino Cane. Castel Tornese. Fortezza della Morea, che nel secolo XVII costituiva uno dei principali capisaldi della organizzazione difensiva turca in Grecia. Nel 1687 la

coinl)atrimcn 10 di cas1c1vecc!J10 ( 1672)

Repubblica. d i Venezia. volendo impossessarsi della Morea, vi spedì il Morosin i, che i'ncaricò il capit. Angelo Negro di aùaccare C. T . Prima di inizia.re il regolare assedio, presentatosi colle prnprie schiere davanti alla

Savoia con la repubblica di Genova, venne assediato il 28 luglio dal gen. repubblicano Restori. Il gen. savoiardo Catalano Alfieri, d ife nsore d i C., resistette gag lia rdalllente con 1300 u. che aveva seco. Il 6 agosto, di notte. fu eseguita una sortita contro le barricate erette dai Genoves,, e dura.nte la zu ffa il Catalano 1 iuscì a oltrepassare le barricate e a' salvarsi. Il comando della guarnigione, respinta in C., fu assunto dal col. Parella, il quale, all'estremo delle forze, dovette arreudersi.

Castelvetro. Coiiiune in prov. di Modella, d 'a.nti-


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,chissima ongme. Ebbe nei tempi d i Roma il nome di (( Castrum vetus ,,, ciò che dimostra essere stato residenza militare. All'epoca dei Comuni fu feudo e residenza fortificata di Bonifacio di Toscana. Nel 1326 fu attaccato e preso dai Venanzio Lando, capitano dell'armata della Chiesa, ' contro il Comune di Modena.

Castelvisconti. Comune in prov. di Cremona. All'epoca dei ·Comuni fu dai Cremonesi munito di for te castello onde tenere in soggezione i Bresciani, sempre m inacciosi dalla sponda opposta dell'Oglio. Nel 1S21 vi avvenne uno scontro fra Imperiali e Francesi. Castenaso (ant. Ca.strmn Na.sicae). Comune in provincia di Bologna, d'origine etrusca, dove Ja tra<lizion,, <lice sia stato posto il campo per la conquista della regione emiliana da Scipfone Nasica. Le cronache bolognesi r icordano spesso questo posto durante le guerre comunali, come importante borgo fortificafo con rocca . Nella grande guerra, dopo l' invasione del Friu li nel J ()J 7 vi furono trasportate le officine, prima esistenti a

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partecipò alla guerra. del 1659 meritandosi la menziontonorevole e due elogi !')er i lavori compiuti sotto Peschiera e per metter in istato di d ifesa la piazza di Casale. Col grado di maggiore comandò in 2• la Scuola militare di Modena, della quale fu d irettore degli studi (1872-187S). Colonnello nel 1879, fu direttore del Genio a Messina e nel 1891 lasciò il servizio attivo. Nella riserva raggiunse il grado di tenente generale nel 1904.

Castiglione d'Adda. Comune in prov. di Milano. N e] 1161 i Milanesi (17 marzo) vi posero l'assedio, con macchine, tempestando contro le mura. Gli assediati chiesero soccorso all'imperatore Federico, il quale raccolse un esercito a Lodi e marciò al soccorso del paese: ciò sapendo, i M ilanesi diedero fuoco alle macchine e si _ritirarono a Milano. Castiglione del Lago (ant. Clusium Nov·um). Comune in prov. di Perugia, d'origine etrusca. Nel medio evo ebbe mura d i cinta e un castello più volte assalito e p reso: ad es. ·da Enrico IV nel 1091 e dai Perugini nel 1187. Assedio di Castiglione (1643) . Fu posto dalle milizie dei colleg:i.ti contro la Chiesa comandate dal principe toscano Mattias, (7000 lL toscani e tedeschi con 30 cannoni oltre a 600 u . mandati da Venezia). C. era difeso dal duca Fulvio della Carnia, con .2400 u. di milizie pon tificie e 12 cannoni. Il 29 giugno, dopo violento bombardamento, e qua ndo i lavori d'approccio erano già avanzati, la pia zza si arrese; un esercito di soccorso, inviato da l Papa, arrivò troppo tardi.

CotJ n11<lo barche da ponte a Castenaso (1Q1S) C ividale, per la co~truzione d i barche smontabili, ripara.zioni carreggio, costruzione d i materiale tdefonico e telegrafico. Vi fu1·ono costruite barche da ponte in grande .numero, e fra esse quelle che servirono per il passaggio del Piave.

Cast en·ed'o lo. Comune in prov. di B rescia, fino dal medio evo munito di rocca validamente fortificata, di -cui rimangono solo alcuni avanzi. Co111'1a.ttimento d.i Castenedolo o di T(·e P01,ti (15 .giugno 1859). Appartiene alle operazioni del corpo ga r ibald ino, durante la campagna del 1859. Garibaldi, prima che si a ttuassero i movimenti degli alleati FrancoItaliani per attaccare con forze preponderanti gli Austriaci in ritirata, assaltava la retroguardia di Urban in C ., minacciando di taglia rle la ritirata sul Cbie.e. M.a, trattenuto sul fronte dalla stessa retroguardia e contrattaccato da a ltre truppe sul fianco s inistro e quasi a lle spalle, fu costretto a. ritirarsi sulle alture nord. Il generale Ciald ini accorse per soccorrerlo colle prime truppe dell'esercito piemontese, e gli Austriaci furono costretti a ritirarsi.

Castenedolo. Cannoniera in legno, costruita a Peschiera, già appartenente a lla 1\1:a.rina Sarda, dislocamento tonn. 253, macchine H P . 55, radiata nel 1867.

Castiati (P>etro). Generale, n . a Castagnole Lanze, m. a Torin o ( 1830-1906). Sottot. del genio n el 185S,

Castigl-ione delta Pescaja.. Comune in prov. di Grosseto. Ebbe in antico un forte castello, preso dalla repubblica di Pisa. Nel 1404 insorse contro di essa, per darsi alla signoria d i Firenze, la quale inviò truppe ad impossessarsene, mantenendovi poi un presidio. Nel 1447 venne assediato da truppe del 1·e Alfonso di Napoli e fu costretto a capitolare; nel 1460 cadde in potere dei Piccolorn ini e nel 1559 nelle mani di Cosimo I. Castiglione delle Stivie-re. Comune in prov. di Mantova, sul Lambro, nodo stradale delle comunicazion( fra Brescia e Mantova. D 'origine Etrusca., fu ai tempi di Roma sede d'importanti accampamenti estivi da cui l'appellativo « Stiviere ». Nel periodo dei Comuni, fu teatro di conflitto tra Brescia e Mantova; nel 1317 fu incendiato da Uguccione della Faggiola, ghibellino scaligero. Più tardi cadde nelle rnani dei Gonzaga, i quali dovett[(lo difenderlo dagli assalti dei V isconti, nel 1349 e nel 1356, e vi eressero più tardi, presso una vetusta rocca, il loro castello, andato distrutto durante la campagna del 1706.

I . Sacco e combatti.;mento di Castiglione ( 14S3). Appartiene alla guerra di successione del ducato di Milano. Il gen. Iacopo Piccinina, al servizio dei Veneziani, marciò su C., appartenente allora a.i Gonzaga, e dopo vari tenta tivi d 'assalto andati a vuoto riuscì ad ottenerne la re~a. I Veneziani, penetrati nel paese, lo posero a sacco, commettendo ogni sorta di eccessi. Il 15 agosto, le genti del duca di M ilano, comandate da Tiberio Branclolino, sconfissero i Veneziani p resso Castiglione.

II. Assedio di Castiglione (1702). Appartiene alla guerra per la successione di Spagna. Durante il blocco d i Mantova, il Vendòme, il 27 maggio, incaricò il generale R evcl, con 4 regg. di fanteria, 400 gr,anatieri, 800


795 ,<Cavalieri e 4 btr., di attaccare C. Il comandante della ,piazza, col. Salze.r, disponeva di soli 600 combattenti, più .200 contadini armati. I l 28 i F rancesi attaccarono, ma senza risultato. Nuove truppe, çomandatc dal gen. Maulcvrier, (2000 u. 300 cavalli. e 12 pezzi) rinnovarono gli .attacchi vivacemente, e il bombardamento. Indebolite le fortificazioni e tartassati dal fuoco, i difensori non poterono più resistere, ed il 1 giugno cedettero le armi. Con la perdita di C. era tagliato il eollegamcnto del .1,rincipe col Garda e tutto il terreno fino al Mincio veniva in possesso dei Francesi. III. Assedio e battagli.a di Castiglione ( 1706). Fu posto dagli Imperiali, comandati dal gen. Wetzel e dal prù1cipe d'Assia-Casse!, il 1° settembre. La piazza oppo·SC viva resistenza, tanto che il gen. francese Médavi _.p otè marciare al soccorso degli assedia ti, e gli Imperiali ,furono costretti ad abbandonare l'assedio per far fron•te al sopraggiunto nemico. La battaglia avvenne presso -C., in direzione di Medole-Solferino. V'erano circa 10.000 .fanti e 3000 cavalli per parte, ma i F rancesi erano superiori per le artiglierie e sconfissero gli avversari, che perdettero 2000 u. e parecchi cannoni, ritirandosi verso -Verona. IV. Battaglia di Castiglione (5 agosto 1796). Appar·t ienc alla campagna del Bonaparte e fu combattuta dai Franc~si (30.000) contro gli Austriaci (20.000). Gli Au·striaci, libera ta Mantova. dall'assedio francese, kntaro:no di avviluppare l'esercito nemico. Wurmsc.r , che aveva .Preso il comando dell'esercito austriaco, passato il Mincio, e raggiunta M3ntova. spinse il 3 agosto un'avan·guardia su Castiglione delle Stivie1·e, ma questa, attac,1:ata dalla colonna francese di Augereau, fu cacciata da C astiglione e dalle posizioni retrostanti e si ritirò su Solferino ( 4 agosto). Il 5 agosto Wurmser era schierato -di fronte a Castiglione appoggiando la sinistra a monte Medolano, dove aveva fatto costruire una ridotta.

na rotta per la sconjitta del giorno precedente a Lonato. Fecero però in tal modo il gioco di - Napoleone, il quale mosse all'atta.eco della loro ala sinistra, lanciando su Monte Medolano tre bgl. granatieri, appoggiati da 3 regg. di cacciatori a cavallo. Frattanto le divisioni Augercau e 11assena attaccavano ·frontalmente, sorrette da cavalleria. In quel mentre sboccavano da Guidizzolo le truppe del Fiorella, contro le quali il Wurmser impegnò parte della sua seconda linea sulle alture fra San Cassiano e Cavriana; ma sorpreso sulla destra dal Despinois, fu ricacciato su Borghetto riusctndo a stento a sfuggire alla stretta delle due ali francesi convergenti; egli dovette rfpassare in fretta il Mincio, facendone saltare i ponti, e dirigersi poi su Trento. G li Austriaci perdettero 2000 uomini fra morti e feriti, 1000 prigionieri e 20 cannoni, mentre le perdite francesi superarono di poco i 1000 uomini. Castiglùme di Garfagnana. Comune in prov. di Lucca, sul Serchio. F u munito di castello quadrangolare con t9rrioni e bastioni. Nel medio evo sofferse più volte danni nelle lotte fra Pisa e Lucca, c nel 1169 ebbe dai Lucchesi smantellato il castello, ricostruito però poco dopo. Fu preso nel sec. XIV dai Visconti, poi dagli Antelminelli, e ( 1371) dai Lucchesi i quali ne 'rafforzarono le difese. Asscdii di Castiglione (1602-1603-1613). Nel 1602, il conte Ippolito Bentivoglio, generale del duca d'Esté, vi pose l'assedio e lo battè con ai:t iglierie: in•er,e•,uto 11 rovematow spagnuolo di :Milano, fece depc>rrc le armi ai contendenti: la stessa cosa accadde nel I 6:)3. Nel 1613 altro esercito estense, agli ordini del principe Luigi, tornò a porre l'assedio a Castiglione di Garfagnana; allora la repubblica di Lucca aveva in C. 1200 combattenti, agli ordini del cav. Cesare Buonvisi, aiutati dai cittadini. Una batteria estense di 13 cannoni fece b, eccia nelle rnu,:a, ma gli Estensi non osaro:1,1 dnr~ l'assalto, per timore di essere assaliti a tergo da bande lucchesi giunte presso il paese. Improvvisamente, un delegato del governatore di Milano, giunto sul posto, dichiarò C. appartenente al re di Spagna, e con tal gesto obbligò i contendenti a cessare le ostilità.. Castiglione d'l1ttel-zn. Comune in provincia e.li Como, d'origine medioevale; fu la culla dei Maestri Comacini, architett i anche militari. Nel 1807 i suoi abi-tanti insorsero contro l'impero napoleonico. All'epoca della infausta campagna contro l'Austria (1849) Giuseppe 1fazzini vi provocò un movimento insurrezionale; ma i cittadini che vi presero parte caddero vittime del piombo austriaco.

l. Kilmaine: 2. Au g-ercau; 3. ìllassena; •i. Fiorella.

Napoleone, mentre ordinò al generale Fiorella di por. tarsi per Guidizzolo alle spalle del nemico, ed al generale D espinois d'affrettare la marcia da B rescia su Castiglione, per tenere a bada il nemico, lo impegnò con una azione dimostrativa. Le truppe francesi erano cos) schierate: a destra la d ivisione Augereau, a. sinistra la ,divisione Massena; la cavalleria col Kilmainc a sca·glioni dietro l'ala destra. Gli Austriaci tentarono l'aggiramento dell'ala sinistra francese credendo in tal modo di collegarsi con le truppe del _generale Quasdanovic, che erano invece in pie-

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Castiglione Tinella. Comune in prov. d i Cuneo. Ebbe un forte castello che nel sec. XIII ve1me conquistato colle armi dal marchese Bonifacio. Nel secolo XV fu conteso tra i marchesi del Monferrato, gli Astigiani, gli Alessandrini, i signori dì M ilano. Jl Castello, ben munito di mura cd alte torri, fu in tali fiere contese più volte danneggiato. Nel secolo XVII venne ancora conteso colle armi fra i duchi di Monferrato e d i Savoia, tra Francesi, Spagnuoli e Tedeschi. Castiglione (Pietro Antonio, da). Ingegnere m ilitare del sec. XV, n. a Val d'Intelvi. A lui sono dovuti i baluard i d i Ostia costruiti nel 1450. Baldassarre Castiglione. Guerriero del sec. XV, n. a


Casatico, m. a Toledo (1478-1 529). Si avviò alla carriera militare giovanissimo sotto Luigi Sforza e Francesco Gonzaga. l'iù tardi passò al servizio di Gu idobald<> .d i Montefeltro. Morto il D uca, il Castiglione segui il successore, Giuseppe Niaria D ella Rovere, nella campagna contro i Veneziani.

Giangirolamo Castiglione. Condottiero a l serv1z10 della Francia, m . nel 1560. Nel 1522 fu alla battaglia della Bicocca; nel 1529, alla battaglia di Landriano, dove, alla testa degli Italiani al servizio della Francia, impedì la per dita dell'esercito franel!Se, tenendo testa felicemen• te ad Antonio d i Leyva. Giovanni, conte di Castiglione. Generale austro- ungarico (1803-1871). Si battè nel 1848 a Coito, a Pastrengo, a Curtalone, e a Cusroza; poscia prese parte alla campagna del 1849 e, come comandante d i brigata, a q uella del 1859. Nel 1866 organ izzò a difesa il T rentino.

Castìgnano. Comune in prov. di Ascoli, di fondazione romana. Distru tto nel 1204, venne riedificato, e · nel 1370 cadde in potere, per assedio, d i Boffo da Massa, che lo tenne fino a l 1380, quando passò in mano del pa pa. Nel 1414, ribeJlatosi al papa, sostenne la lotta alle dipendenze dell'antipapa Gregorio XII. Ma 11,Cl 14 46 fu ancora sottomefso alla Chiesa. R ibellatosi n uovamente al potere del pontefice, dovette cedere alle milizie inviatevi da papa Alessandro VI, che per castigo lo vendette ad Ascoli; ma contin uò ciononostante a lottare per l'indipendenza, e sotto il papato d i Sisto V o'ttennc colle arm i d iversi privilegi. Casti llejos. Seno e promontorio nell'Africa Settentr ionale, presso Ceu ta. Nella p iccola valle che sbocca al mare presso C. d urante la guerra del 1859-60 contro i i\farocchini, la d ivisione spagnuola del gen. Prim, appoggiata da una brigata della divis. Serrano, da cavalleria, da truppe di marina sbarcate, at taccò forti posizioni tenute dai Jl;Ia.rocchin.i e le prese. Contrattaccato furiosamente, il gen. Prim, rinforzato dal comanda nte in capo a Ceuta, gen. 0 ' Donne!, riuscì a sgominare i nemici con un assalto alla baionetta del quale si pose a capo impugnando la bandiera. Gli Spag1rnoli perdettero 700 uomini e si apxirono il passo verso Tetuan: i l\faroccl1ini ne perdettero 2000. Castillo (Ignazio del). Generale spagn uolo (18171893). Servì nell'arma del Genio. Parteci pò alla guerra civile del 1837-40, alla spedizione contro il Portogallo (1-847), alla guerra contro i Carl,isti nel 1873 : a llora s i distinse nella difesa d i B ilbao. Quindi fu m inistro della guerra, e r i:.rganizzò i servizi amministrativi e il corpo dei sottufficiali. \

Castillon. Comune dell~ Francia, nel clip. della Gi10ncla. F u preso dal duca di Maycnne nel 1586, ma gli venne ritolto subito dalle truppe reali. Fu preso ancora dal principe d i Conti n el 1655. I. Assedio e battaglia di Castillon (1453). Fu posto il 13 luglio dai Francesi d i Carlo VII, men tre la piazza era occupata dagli Inglesi. D irigeva le a rtiglierie d 'assed io Giovann i Bureau. Essendosi avvicinato a. C ., il 17, un corpo di soccorso inglese, un miglia io d i cavalieri e c irca· 5000 fanti, Bureau rapidamente fece costruire una linea d i trincee. colloca11c!Òvi tutte le sue arti-

796glierie. G li Inglesi le assalirono impetuosamente, ma ii F rancesi, mediante vigorosi assalti di fanteria e cari~ che d i cavalleria, sgominarono e J)osero in fuga l'esercito di soccorso, comandato dal Talbot, il quale vi trovò la morte, insieme a p iù che 500 dei suoi. La p iazza si arrese il giorno dopo. Questa battaglia fece tornare in possesso dei Francesi la G uyenne.

Castlebar. Città dell'Irlanda nella contea di Con11aught. Vi si combatlè una battaglia che appartiene alla spedizione .francese in Irlanda (27 agosto 1798). Gli In-glesi, circa 5000 u. con 22 cannoni, aJ comando dei genera.li Lakc e H utchinson, erano in posizione presso C. appoggiati con le a li a un lago e a una palude. Il generale francese Humber t mai·ciò con 1100 francesi e un migliaio di repubblicani irlandesi su C., e, malgrado , che i suoi cannoni fossero rimasti indietro, assa!ì le posizioni inglesi, riuscend one a sgominare l'ala destra, ciò, che portò il disordine su tutta la linea e la rit irata. Un corpo inglese si asserragliò ir. C., ma venne assalito e fatto in grande parte prigioniero. 600 u. caddero sut campo in tu tto, e gli Inglesi lasciarono 1200 p rigionieri, Castlereag h (Enrico, 111archese d·i Londonderry, ,.'isconte di). {Jomo di Stato inglese ( 1769-1822). Fu l'an ima della lotta con tro Napoleone I, come ministro delle colonie, della. guerra e degli esteri. Castore. Betta, varata a Pozzuoli nel 1888, lw1ga m , 35,07, larga m. 11,28, dislocamento di tonnellate 530, macchine di HP. 393, armamento cannoni 1 da 40, Stato Maggiore 2, eqhipaggio 49. Castori (Campo dei). Questo bizzarro nome fu dato, durante la campagna di Dumouriez nei Paesi Bassi (1793) a un accampamento francese posto fra una rete cli canali, dove i soldati s i erano alloga ti alla meglio in ·capannuccie di paglia. Castra nautica ( o navalia). Presso gli antichi erano cosl dette le linee d i forti-ficazione che s i stabilivano intorno a navi tratte in secco sulla riva. (V. il qmpo di Cesare a pag, 606). Castracani (o Castra.cane, degli A ntelminelli, Castr-uccio). Capita.no ghi bellino, n d i Lucca (1281-1328). E u soldato di ventura in Italia e all'Estero e divenne signore di Lucca e vica.rio dell'Imperatore nel 1316. Vinse i F iorentini ad Altop:isc io nel 1325, assoggettò vicini p:.esi e éittà, fino a Pistoia. Fu anch~ signore d i Volterra, d i P isa e della Lunigiana e senatore , ;)mano . Castr am entazione.

V. Accampamento,

Campo,.

F ortificazi'.o-ne.

Ca stren se. Che ha attinenza al campo e alla milizia. D icevasi ,e Peculio castr~nsc )), nell'a.nt. Roma, il denaro che il figlio di famiglia guadagnava sotto le armi; egli ne poteva d isporre a suo piacimento. Castrette. Località del Veneto, in p rov. di Treviso; p resso Spresiano. L'll maggio 184S, il gen. ponti:ficio


797 F er ra1·i, che erasi avanzato con le truppe della sua d i·visionc, g à demornlizzata d al contegno d i P io IX, verso Spresiano, si scontrò ,1 C. con gli Austriaci . Fcrrari .aveva con sè 4 bgl., 1 sqdr, e mcz~a batteria: gli Au s triaci ammon t:wano a 3 bgl. con artiglieria. D opo lo sc:unbio di poche cannonate, i p onti fici si sbandarono •e abban donando un cannone si r if ugiarono a Treviso.

Oastries (Carlo de la Croix di). :Maresciallo d i Francia ( I i 27-l801). Combattè in tu tte le guerre di Fiandra e d i Germania dal li46 al 1763. )iel 1780 di\·ennc m ·nistro della marina. Lasciò la Francia nel 179,; per andare con gli « cm igrati >> . Cast,·frs Armando ( 1756-1842). Generale francese, figlio del precedente. Combattè per l' indipendenza degli Stati Uniti d'America. e poi nelle file degli «emigrati ,, ,contro i repubblican i. T ornati i Borboni a l potere, divenne luogo tenente generale.

Cast r illo (de la Guarena). Comune della Spagna, i n prov. d i Zamora. Vi s i svolse un combattimen to tra F rances i e Tnglts i ( 19 luglio 1812). Mar mont, arrivando .su lla dr. della Guarena, scorse le truppe a nglo-por toghesi di Wellington disposte sulle a lture della sr. del fiume e nel fon do valle. Pianat i 'in batter ia 40 cann oni, costrinse gli Inglesi ad abban don are la valle e a Tifugiarsi suile a lture, Allora f ece passare il fi.ume a --una colonna comandata dal gen. Chrnsel : questa attaccò Je alture, ma venne respinta e vigorosamente inseguita, l asciando u n migliaio d i u . sul campo e fra i prigio-.-nieri il gen. Car rié . Castriota. V. Scanderbeg. Cast ri otto (Jacopo Fusti, detto i[) . Ingegnere m ilidare, n . d i Ur bino (m. 1562). Fu a l servizio dei papi l'aolo III e Giulio I II, e poi, in Fra.nc ia , del re E n-

Fron1e di Castrio110 con torri casarna1ta1c a-:co IT: colà fortificò S. Quintino, che nel 1557 il no .. ·stro Emanuele F iliber to d<J,·tva debel lare. Scrisse un tratt_al_o cc Della for t ificazione delk città>>.

Ci;stro (lat. Castremoniu111) . /\.n t. città del Leccese, .che d iede or igine a l d ucato omonimo medievale, s u l Sac·CO, affl. del Garig:liano. fu spiana ta al suolo per ordine -di Innocenzo X, cd ora è f r:2zione del comune di D iso. C uer,·a per il ducato di Castro. I l ducato s i cstcn-deva fra il lago d i Bolsena, il m ai-e, i due fiurni Arrone e Chiarone, ed era nel sec. XVJ in possesso dei Farnese, i qual i nel secolo se~u en te a ndarono in u rto .con i Ba rber ini. protetti dalla Chiesa. Il papa intimò ai Farnese d i demolire le for tificazioni di C ., e avendo essi rifiutato, raccolse a Vi terbo, n ell'estate del 1641, c irca 6000 fanti e 800 cavalli, ,tg:li ordù1i rispettivacmente d i L uigi Malici e c ·ornelio M a lvasia . I qua!i •f:11lrarono in campagna il 27 settembre, occupando w -

CAS

Lito Mon talto e investen do C., difesa da 400 fan ti con. 28 ca nnon i, coadiuva ti da un migliaio d i citt~d;n i, t utt.i agli ordin i d i D elfino Angellièri . Il 12 ottobre, àvcndo il :Mattci piazza to le artiglierie sopra u n 'altu ra dominante e m inacciato 'di bombardare la c ittà, questa s i arrese senz'altro. Il papa scomu n icò il du ca Odoardo far nese e fece marc iare le sue truppe verso l'Emilia, concentrandole . a Caslclfra.nco, nel forte Urbano, ù1 primavera del 1642, al comando di Taddeo Bar berin i: in tutto, circa 7000 fanti e 1500 cavalli con 18 cannoni. frattanto Venezia, a llarmata per questo, strinse lega con ~fodena e la Toscana a difesa del duca d i Pa.nna. Questi a sua volta, avendo saputo che malattie nel campo nemico avevano costretto il Bar berini a disseminare le proprie forze in varii presiclii, uscì eia Parma con 5000 soldati d i cavalleria. bene equipaggiati e bene arn,at i, e fece una scorreria 111cravigtiosa1 scaramucciando qua e là, a ttraverso il Bolognese, donde penetrò in Toscana e poi nel Perugino, raggiungendo Castro, e minacciando addirittura. Roma. Il papa fece raccogliere in fretta 12.000 fan ti e 3.000 cavalli con 22 cannoni, conccntr.andoli a V iterbo a.gli 01 clini del cardina le Antonio Barberin i, e il du ca d i Parma si decise a tornare nell'Emilia, <;love la sua colonn a arrivò r idotta a meno d i 2000 u omini. I deò a llora di imbarcare truppe alla foce della M agra per sbarcarle nello Stato Pontificio, ma la sped izionc a bo rtì. La guerra s i riaccese in p rimavera del 1643. 11 duca di P a rma s i mise in campagna con poco meno d i 3000 u ., d i cu i la meta a cava.Ilo, e due cannon i, e assalì e p rese la stellata e Bondeno difese da p iccole guarnigioni pontificie. Frattan to entravano in campagn,t, uniti, i Venezian i, a l comando di Correr, e i Modenesi, col lom duca, e R a imondo l'vfontecuccoli, a llora a lle sue prime armi. Il campo pr ind pale dei P ontificii era a Cen to. Piccole fazion i avvennero con vario esito .fra le due pa.rti, anche sulle r ive cieli' Adr iatico, dove incrociavano navi venete. Fra queste fazioni, ebbero mag-· g:iore imp0rtanza quelle della Nonantola, di Cesenatico, Codigoro, P ontclagoscuro. In Toscana, 7000 110 mini, a l comando ciel p rin cipe :M attias, en trarono in campagna nel g iugno 1643 e presero Città della P ieve (< Castiglione del Lago. contro ·d i loro marciarono 6000 fanti e 1000 cavalli agli ordini del Sa.velli: anche qui la guerra s i spezzettò in imprese d i sca.rso rilievo, come ]\fongiov ino e P itigl iano, pe,· citare le d ue più important i. D urante l' in verno 1643-44 s i iniziarono trattative per la pace, che fu conclusa il 31 marzo ,t Venezia .

Castrogiovanni. V. Enna. Castro lu nato. Era cosi de tto l'accampamento ro1

mano Cingente d asscdio una piazza> quando aveva forma semic ircolare.

Castro U r dia les (ant. Fla-:Jiobriga) . Comune della Spagna, in p rov. d i San tander, ne l golfo di Guascogna. Assc,iù, rii Castra (1813) . Il 13 marzo 1813 fu investita dal gen. francese Clauscl e difesa da Alvarez con 1000 u. e 22 cannoni : i Francesi non 1·i uscirono a farla capito lare . Dieci giorni dopo, l'impresa venne affidata a l geu. J'alornb ini con truppe ita liane e francesi : d irigeva i lavori dell 'a..';Sed io il Vacani. D urante, le opera.zion i gli assedian ti dovettero respingere tenta tivi di bande spagnuole accorren ti a l soccorso di C., e sortite della gu arn igione. Riten uta &u ffieientc la prep~razione


delle artiglierie, venne dato l'assrilto, nel quale grandemente s i d istinsero gli Italian i. Presa la città mediante ard ita scalata delle mu ra, l'assalto s i ripetè contro il castello e anche questo fu preso, con la perdita d i SO uomini, a ven done inflitta una d i 300 al nem ico.,

Castrovillari (ant. La.garia). Comune in p rovincia di Cosenza. Prima della conquista Normanna, era fortificato, come a ltri della regione. Quando Roberto Guiscar do ( 1049) iniziò la campagna contro i ribelli, assediò C. e lo prese, munendolo d i nuove fortificazioni. Le truppe di re :Manfredi l'occuparono neL 1255 tenendolo per tre anni. Nel 1286 insorse contro gli Aragona, e. si resse liberamente fino a quando fu sottomesso a Carlo II d'Angiò. Subi dal 1393 al 1398, e pitt tardi nel 1401, le rappresaglie di Ladislao. Dal 1515 al l619 fu teatro della contesa tra feudalismo e li bertà demaniale e malgrado l'eroismo dei suoi abitanti subì le prepotenze della dominazione feudale, scuotendo questo giogo verso la metà del sec. XVII. Dal 1806 a1 1810 fu travolto, come il resto della Calabria, nella lotta fra le schiere degli insorti e le truppe francesi. Presso C. nel 1806 si t bbe un aspro combattimento fra una schiera del 20° stanziale, comandata daJ col. Cassan, ed una colonna francese che subì gravi perdite, Dal 21 a l 26 giugno 1848 C. f1.1 occupato dal gen. Busacca (3000 uom ini circa con artiglieria). ln una marcia di ricognizione un distaccam~n to, agli ordini dei maggiori Manna ed Ussorio, fu violentemente attaccato dagli insorti Calabro-Sicul:, e costretto dopo breve combattimento a ritirarsi in C., inseguito fin dentro la cinta; quivi la lotta fu ripresa e du1·ò _5 ore, dopo di che gli insorti dovettero r itirarsi. C. è attualmente sede dell'82° Distretto militare. Ca struccio (Giuseppe). Medaglia d'oro, n. a Genova nel 1887. Tenente di complemento nel genio, fu uno dei nostri migliori pilo.ti d i dirigibile, durante la guerra italo-austr iaca. Già decorato al valor~, nel settembre 1917 guadagnò la sup1·ema ricompensa dcli?. medaglia d 'oro, per un atto di mirabile audacia e sangue freddo, che è cosÌ narrate nella motivazione : « Ufficiale di bordo d i un dirigibile che aveva c6mpiuto un'azione notturna di bombardamento sul nemico. ~isto che l'aeronave, colpita a poppa, in una posizione inclinata d i 45 gradi, d iscendeva precipitosamente alla deriva, e intuito che portando un carico a prora s i sarebbe reso possibile il governo del dirigibile, con sereno e cosciente spirito di sacrifi.cio, esponendo la vita per la salv.ezza dei compagni e dell'aeronave, servendosi di una sott ile scala meccanica, saliva, nonostante l'oscurit~ assoluta, dalla navicella ali' involucro aprendosi u n varco ne lla parte inferiore; indi si trascinava carponi sopra iJ sottile su·atc di stoffa fino a prora del dirigibile, sfid ando la hccrazione possibile del tessuto e la conseguente caduta. Col suo gesto migliorava. così l'equilibrio dell'aeronave e rimanendo in tal penosa rischiosissima condizione per

798circa un 'ora di discesa p recipitosa, permetteva al t:omandante di condu rre l'aeronave in territorio nazionale e di atterrare». (Cielo d i Prosecco, 22 settembre 1917).

Casuccini-Bonci (Gfoseppe). Generale, n. a Firenze, m. a Empoli ( 1826-1893). Si arruolò nel 1843, l·,ell'escrcito toscano; nel 1848 era sottot. e combat • tè a Curtatone. Nel 1859 comandava la fortezza. d; Belvedere a Firenze e il 27 aprile fece inna!z~ e(' il tricolore. Promosso ma,:;giore dal Governo del1a Toscana, partecipò alla c,unpagna del 1859 e ranno successivo entrò ne li'csercito italiano. Nel 1tìl\ ì col grado di colonnelh ebbe il comando del 27c fanteria; fece la campagna del 1866 guadagnando a Levico la med aglia d i bronzo. Nel 1871 fu promosso maggior generale e comandò le brigate l', 12•. 10°; fu colloeato in P. A. nel 1882 e nel 188S promosso ten. generale nella xiserva. Casus Belli. Atto o circostanza che può arrecare· una rottura nei rapporti tra due Potenze e causa(e la: guerra. Si chiamano <.:os.t anche i pretesti con i quali s" giustifica una dichiarazione di guerra. lr C. B. può essere indicato in un << ultimatum», o in comunicazioni, sia scritte che verba li, o anche in qualsiasi altro documento d iplomatico. Generalmente però il C. B., causa,. immediata. di guerra, non ne è la causa reale, che va.e u1vece ricercata in ca.use più profonde.

·-= - - - - - = ~ Cavaliere rau1fra110

(Golonn(t Traiana) \

Casus Foederis. Circostanza prevista. in un trattatotra due o più Potenze, avyeraudosi la quale può richie- • der~i l'esecuzione d i dèicrminate clausole del trattato, stesso, o le Parti contraenti possono l'itenersi esonerate dagli impegni assunti. Allo scoppio della guerra mondiale, ad esempio, ]'Itali~. s i ritenne csonel-iita dagli impegni assunti nel patto della Triplice Alleanza,. pcrchè in base ad esso a vrebbe dovuto intervenire a fianco. delle alleate Germania ed Austria, se queste fossero. state attaccate da altre potenze. L'azione dell'Austria. cont!'O la Serbia, e la dichiarazione di guerra della Gem1ania a lla Russia e alla .Francia, furono invece atti diametralmente opposti a quel li che av1'ebbero dovuto,


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rendere l'Italia solidale con le ahre potenze della Triplice.

Catafratta (lai. catapltracta). Voce derivata dal greco, che s ignifica « coperta da tutte Je parti J>, o dalla testa ai p iedi. Quindi, per catafratta si intendeva l'intera a rmatura difensiva del cavalìeu e del cavallo, la quale, in origine, e cioè aj tempi dei Parti, Sanniti e Persiani, era a squame come la pelle del coccodrillo. Vegezio chfama catafratta qualunque geuere di corazza portata dalla fanteria romana fino aJ tempo dell'imperatore Graziano. Nel medioevo la voce andò in disuso, cambiandosi nei vocabolo "barda» pei Cavaliere catarrnllo (se'c. li.VI) il cavallo, ed in quelle di «armatura!> per l'uomo d'arme. Infine e< armatura ll servì per cl inotare tanto il complesso delle armi del cavallo, quanto quelle del cavaliere, difensive ed offensive. Catafratte (navi). Nell,• ant. marine erano navi protette nei fianchi e anche sopra, per mezzo di una tettoia a riparo dei proiettili provenienti dall'alto. Catafratto. Anticamente significò l'uomo o il cavallo armati <;li cata fratta. Poscia servì ad indicare l'uomo di guerra montato, ricoperto di tutte le pezze d 'armc difensi,e necessarie. C. era presso i Greci il cavaliere della cavalleria pesante, composta di elementi scelti, armata di lancia, giavellotto, spada, nonchè di un piccolo scudo rotondo: aveva il cavallo in parte coperto di corazza di protezione. Catalano (Lu·igi). Generale, n. a Pinerolo, m . a Torino ( [361-1925). Sotto!. dei be,saglieri nel 1882, prese parte alle campagne d'Africa 1888-1896, meritandosi una med. d'argento alla battaglia di Agordat e partecipò, da tenente colonnello, alla guerra italo-turca (1911-1 2) guadagnandosi U11a med. di bronzo a Psitos. Come maggior generale, partecipò a lla campagna del 1916. Raggiunse nel 1923 il grado di generale di divis. nella riserva. C1tala110 Gennaro. Generale, I). a Troia _(foggia) nel 1868. Sottot. di fanteria nel 1887, partecipò alla campagna d'Africa del 1895-96 e fu in Libia nel 1914. Si d istinse durante la grande guerra (1915- 18) meritandosi due med. di bronzo, llila nel luglio-agosto 19]5 a Seltz, l'altra nel maggio 1917 a Dosso del Palo. Promosso brigadiere genera le nel 1918, tenne dal 1921 al 1923 il comando della brigata « Bre· scla J) col grado di maggior genernle.

Catalaunici Campi. V. Chalons.

Cataldo (Ignazio) . ç enerale napolcta,no del sec. XIX. Raggiunse il grado di brigadiere generale nell'esercito delle due Sicilie nel 1855; comandava la 2• divis. in Sicilia nel 18.59 e fu posto a l comando delle truppe lasciate a Xapoli nel 1860 (10.000 u.) da re Ferdinando It : a ll'avvicinarsi dei Garibaldini ( 6 settembre) non osò opporsi e si mise agli ordini del Cosenz. Cata neo (Giro/a.1110). Ingegnere milita.re del 1500, nativo d i Novara. Lasciò vari scritti, utili e interessa nti, bench.è in me-diocre lingua. Fra essi il « Libro Nuòvo di fortificare >l ; « Dell'ar te milita.re)>; <( Avvertimenti el essamini del perfetto bombardiere >l. Catanese (Battaglione). Corpo di volontari, detto :mclie V Bgl. Corso, formatosi a Catania nel 1348, con volontari Siciliani e Corsi. Cata:•li (D11·111ia110). Ammiraglio genovese del secolo :XIV. Essendosi l'isola di Cipro ribellata uccidendo tutti i Genovesi che in essa si trovavano, egli vi fu inviato e nel 1373 occupò N icosia e Pafo, riuscendo a ricondurre Cipro sotto il dominio di Genova. Catania (ant. Catana). Città della Sicilia, sul mare Jonio, capo!. di provincia, fondata in tempi amichissimi e divenuta colonfa greca /in dal 735 a. C. Nel 476 a. C. fu presa da Gerone II, tiranno d i Siracusa, ma gli abitanti, cacciati dalle loro case, nel 461 r ip resero la c ittà, alleandosi poi con gli Ateniesi contro· i Siracusani. Nel 403 fu presa da Dionigi, tiranno di Siracusa ; verso il 396 dai Cartagiricsi ; poi da T imolconc. Nel 26.3 a. C. dopo la p rima guerra punica, si sottomise ai Romani e divenne fiorentissima. Parteggiò per Cesare contro Pompeo, e su bì per questo devastazioni per opera dei P ompeiani; ma sotto Augusto tornò a rifiorire. Successiva.mente furono nel- Stetllilla di Catania le sue mura i Vandali, i Goti, i Bizantini, i Saraceni, i Norma.imi, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, gli Spagnuoli, i Borboni. La città di C . fu da antichissimi tempi fortificata, con mura tur rite, e nel XVI secolo con bastioni e cortine. Federico II, per mezzo dell'architetto mii. Riccardo da L entini, fece costruire nel 1232 un,i fortezza detta Castello Ursino, in forma quadrata, con grosse mura, rinforzata da 4 torri agli :lngoli, alte 30 metri, danneggiata g randemente dall'eruzione dell'Etna nel 1669 e da terremoti, e tuttavia ancom imponente. :",!e] 1837 il Castello Urbino fu convertito in cittadella. La città è sede de l 18° distretto militare, e di un aeropor to doganale per aeroplani, capolinea delle rotte aeree per Napoli e Tripoli.

I. Battagl-ia d·i Catania (.396 a. C.). Appa rtiene alla guerra dei Cartaginesi contro Dion igi di Siracusa. Il gcn. lmilcone, cartaginese, avanzò per terra su C., mentre l'ammiraglio :1'(agone, pure cartaginese, concentrava le sue na v; a C. per attenderlo. Dionigi pensò d i approfittarne, e ordinò al suo ammir. Leptine di assafire la fl.otta cartaginese. Ciò fu fatto, ma Leptine, dopo di avere affondato parecchie navi avversarie, venne sopraffatto e costretto alla ritirata, dopo di' avere perduto un centinaio delle 180 navi che aveva seco. Secondo Dio-


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Pianta di Catan ia nel sec. XVII (in basso, n CasLello Ursino) -doro, i Ca.r taginesi avevano 2000 n avi, comp rese quelle -da trasporto. II . .1 ssedio di Catrmia (1071). Fu posto alla ,città, nell'agosto, dai normanni Roberto e Guiscardo, durante Ja loro lolla con i musulman i. C., investita da terra e da mare (58 galee) resistette soltan to quattro g iorni, e 1,oi dovette arrendersi.

III. Battaglia di Catania ( I l97). L'imperatore Enri-co VI di Germania, dopo aver domata l'Italia m er idionale, var cò lo stretto per combattere contro il partito nazionale s iculo-normanno, che si rifiutava d i riconoscerlo · per sovr ano. La lotta ebbe uno dei suoi episodi i più crudel i a C. P r esso le su!é mura, i ribelli alla vo!onta dell'imperatore furono sconfilli co1npleta mente, ed Enrico fece porre a mor te fra crudeli supplizi gra nde numero dei caduti vivi nelle sue· mani, dando al sacco la -città. IV. Assedio di Catania (1,357). Appartiene alla guerra fra Giovanna di Napol i e Luigi d i Taranto, da un lato, e Federico d 'Aragona da ll'altro. Nel J11aggio, L ui_gi, dopo di avere ot tenuti vari successi in Sic.lia contro gli Aragonesi, p ose l'assedio a C ., affidando a l suo s iniscalco 'ì\'iccolò degli Acc iai tio li, :tìorentino, 1500 cavalieri e buon nerbo <li fant.i. J\.f a essendo state prese due galee angioine, recanti vettovaglie, da navi a.r:t~~o11csi, gli assedianti s i dcmora1 .zzarono e s i decisero ad abbandona.re l'assc:dio, riLirandos i verso 1\.fessina. L a ritirata si convertì i n pi·ecipitosa fuga, con perdita dei ba.gagli, a cagione dell' inseguin;.ento dei Catanesi e della 1:uerr:glia mossa da.gli abitanti alle Lruppe in ritirata. Lo scacco di Catania volse la guerra a favore degli Ara._goncsi.

V . Insurrezione di Cata•1ia (! 83ì). Scopp iò conti'() i Borboni, durante un'epidemia colcr ca. 1 r ibelli (25 Ju .. glio), impadronit is i del potere, costituirono una «G iunta di Sicurezza)), distruggendo gli stemmi reali, alzando bandiera gia lla, e proclamando l'md ipcndenza della Si-ci lia. Al movime,lto ,ider irono subi to i paesi circostant i, ma, all'a.nuuncio che su C. m ar ciava una colonna di trup -

pc regolari agli or dini del gen. Del Carretto, in città scoppiò una controrivoluzione, guidata dal marchese di San Giuliano, che, dopo brev~ lotta, ripristinò (1° agosto) il dom:nio dei Borboni. A questo modo seguirono processi e varie condanne a morte.

VI. lnmrrezione di Catania (1848-1849). Appartiene alla ribellione della Sicilia contro la dominazione dei Borboni, e fu eseguita senza spargimento _di sangue, avendo le autorità borboniche di C. ceduto a i rivoluzionari il potere. Ma nel 1849, in apr ile, le truppe regie (due divisioni, circa 20.000 u .) r ipresa Messina, marciarono su C., agli ordini del gen . Car lo F ilangeri, e sostennero un aspro combattimen to alle porte della cit • tà, dov'erano state e1·ette barricate, e nelle vie, mentre la squ adra borbon ica bombardava C. (5-6 aprile), d ifesa in t utto cla 3 000 " · e 21 cannoni, sistemati in quattro opere improvvisate, a l comando del lv1icrolawski. La lotta durò quasi tutta la giornata, ma infine la r ivolb fu doma la, e i r ibelli lasciarono la c ittà a lle trupp~ borboniche, )e qua li s i abbandonarono al saccheggio. Esse ebbero 192 morti e 403 feriti; i r ib~lli, circa 2000 fra morti e ferit i. Per questo fatto, il Comune di Catani,i fu insignite di meda~lia d 'oro per bencm ct·cnze pa triottiche (R. D. 22 maggio 1898) , co11 la seguen te motivazione: (< Per commemorare le azioni eroiche dell:t cittad inanza catanese nei gloriosi fatti del H-:48 che iniz iarono il Risorgimento X azionalè e la conquista de ll' Unità,, . VII. l1tsurrezione di Catanùi (1860). Appartiene a lla ribcll.one della Sicil ia durante la sped izione dei }.1illè. Là piazza era tenu ta clal gèn . Tommaso Clary con 2000 uo1n ini 12 cannon i e una pi rofrcga la, e venne attaccata da colonne d i rivo ltnior,ari provenienti dal l'in te rno. Il 3 1 nnggio questi diedero l'assalto al le Lrpppe regie, e la città insorgeva: ma il moto interno venne domato, e l'assalto respint0. Tuttavia, difettando le truppe, poco dopo il Chry, r.hc aveva per du to 180 u., abbandonava C . e riparava a :Messina . In città a llora tornavano le colonne degli insorti e veniv:t nominata su bito una giunta. provvisoria. 1


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Cata,,;a (Brigata: 145° e 146° regg. fanteria-). Costituita il 1° marzo 1915; il comando di brigata ed il 146° regg. dal dep. del 4° fant. (Catania); il. 145° regg. da.1 dep. del 3° fant. (Messina). Dopo la guerra venne sciolta. Nel 19 LS-1916 operò sul Pal Grande, partecipando ad alcuni combattimenti in settembre e ottobre; ne.I 1916, (aprile) sj trasferì nel Trentino durante l'offensiva au-

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CAT

I fatti d'arme cui partecipar<)no reparti del ,regg. C. sono: Zanzur (1912); M..onfalcone (1\116); Gorizia (1917) e in Albania dal 1916 al 1918.

13enerlizìonc della banc11cra

ciel c,1va ll"g-gcri « Catani& » (1897)

Scor1.a, in guerra, alla bandiera di \111 reg-g•imeuto della brig-aLa « c a1ania » stria.ca sostenendo vad combattimenti, e passando in autunno nella zona cli :!Yfonfalcone, dove pure prese parte a combattimenti. Nel 19 17, inviata nuovamente nel Trentino, sostenne alcuni combattimenti nella zona M. Ortigara e :M. Zebio (giugno) qurindi ritornò sul Ca;so nella zona di Selo, partecipando ali' 11• battaglia dell'Isonzo (agosto-settembre). Durante l'offensiva austrotcdcsca, dopo avere sostenuto un -combattimento presso Palaz7,0Jo, il 31 ottobre, ripiegò dietro il Piave partecipando alla resistenza nei press.i di Zenson ( 12-14 11ovcmbrc), ove contese al nemico il passaggio ciel fiume. Nel 1918, nella wna del Sile, partecipò alla battaglia del Piave (15-24 giugno); passò quindi nella zona ciel Pasub io; non prese pa..rte alla battaglia di Vittorio Veneto.

Catania (Regg. Cai1alleggeri - 22"). Costituito in Brescia 'il l " ottobre 1883, con i sesti sqdr. dei regg. Saluzzo, Alcss.wdria, Lodi, Piacenza e Guide. e col nome cli <i regg. cavalleria ·Catania )>, mutato nel 1897 in quello cli << cavalleggeri ». :Sfo! 1887-88 concorse alla for•m azionc- del 1° sqdr. cacciatori :1 -cavallo (d'Africa). Nel 1895-9é inviò 3 uft. e 70 gregari in Eritrea. Nel 1911-12 venne mobili-iato il comando del reggimentc Srcrnma riel r eg-g. t 11 \·al lcggcr1 (5 ufficiali e 36 gregari) e il << Ca1.a11i~1 » reggimen to stesso fornì per vari servizi altri 2 ufficiali e 95 gregari. Nella guerra 19151918, appiedò il 1° squadrcne t: costituì la 731" cp

J@~Wl@cJtl uF I Ritornello d el reg-g. cavalleggeri « Ca1uu1a »

m itraglieri appiedati. Dopo la guerra ~enne disciolto (1920) e• i ricordi storici e lo stendardo custoditi dal .:regg, di cavalleggeri Vittorio Emanuele II.

Onorificenze. Med. arg. al val. mii.: cc Con mirabile valore ed impeto travolgente contribuiva coi suoi arditi squadroni alla caduta delle linee nemiche della Malakastra, ed aggravava d i poi la rotta nemica con audace inseguimento nella valle del Semeni. Animato da inestimabile fede, in un rriese cli ininterrotta battaglia, iu sempre p rimo ai più aspri cimenti. (Vallata del Semcni, Albania, luglio-agosto 1918).

Catania. Regg. cli fanteria del regno dellé Due Sicilie, costituito 1'8 marzo 1820: durò circa un anno.

Catanzariti (El;ia). Ufficiale e scrittore militare, nato a Santa Domenica cli Scala nel 1833. Iniziò gli .studi militari al Collegio Militare di Napoli e passò nell'a rma ciel Genio dell'esercito nazionale raggiungendo nel 1861 il grado di capitano. Fu collal>oratore della « Rivista M ilitare» e, fra a ltro, pubblicò studi sui « Lavori di Trincea», sul!\< Armamrnto delle t ruppe ciel genio >> e « G li scrittori italiani cli fortificazioni dalle origini ai tempi nostri JJ, elcgiato dal Bi.rio. Catanzaro (ant. Catasaretn). Ca.poi. cli prov. della Calabria ulteriore, sul Corace. Per quanto negli scavi si trovino ricord i e monete dell'amm inistrazione greca, non consta cl,e a i tempi della cc lvfagna Grecia» fos.se Castro militare. E' certo invece che venne fondata da un ufficiale l>izantino d cli' imperatore Niceforo Foca (963) come piazza forte che signoreggiava tutto il paese circostante, e porgeva sicuro e val'.clo asilo agli abitanti ctmtro le invasioni musulmane. Presso la città, lo stesso Foca costruì la <e Rocca N icefori >! per s1emma ,li difenderne gli approcci. Nel 1055 Cuta.nzaro Roberto Guiscardo s'impadronl di C. e, riconoscendone il valore st1·a tegico, vi fece edificare un grande e forte castello ( 1060) rimasto fino al princip io di questo secòlo, ed atterrato per lo sviluppo della città. Fu conqui~tata da Carlo d'Angiò e presa (1406) da Ladislao. Ma Luigi d'Angiò ai,,;],', a porvi


802 l'assedio nel 1424 e la riprese dopo viva resistenza. I Carafa comprarono C. da Carlo V, ma quando si pi"esen tarono per occuparla, furono accolti a cannona,c e il éontratto dovette essere annulla lo. Nel marzo 1799 C. v ide entrare fra le sue m•?ra le orde feroci del Cardinale _Ruffo: l'esercito del la Santa Fede fucilò moltissimi abitanti. Dopo la restaurazione C. è rimasta sempre città forte, cinta d i mura. Vi hanno risieduto un comando m ilitare cd il tribunale militare. Coll'annessione al regno d'I talia, C. rimase sede del 19° distretto militare, e · d ivenne poi sede di comando di divis. m ilit . territoriale dipendente dal C. d' A. di Napoli.

I. Assedio di Catanzaro (1528). Fu posto dai Francesi del Lautrcc, aiutato da s ignori calabresi, capitanati -dal Tebaldi. La città non aveva neppure un saldalo spagnuolo di guarnigione, ma solo abitanti armati, risoluti però a resistere o morire. Essa seppe opporre solidissima difesa, sostenendo intrepidamente per quattro mesi il blocco, e respingendo numerosi assalti. Alla fine di agosto, sapu to de)la morte del Lautrec, d isperse con violen ta sor tita gli assedianti ; la maggior parte dei baroni affrettaronsi a rientrare nelle loro baronie abbandonando il Tebaldi, il quale, con pochi francesi, cercò ancora di resistere sulle montagne circostanti, finchè fu armientato dal principe cl'Orange, C. a ricordo di questo assed io coniò una ossid iona le moneta d'argento: da Carlo V ottenne dispensa dell'onere d egl i a lloggi militari, e il diritto di fregiare lo stemma con l'aquila imperia.lc. II. Combatt·imento di Catanzaro ( 1806). Appartiene a lla campagna dei F rancesi in Calabria contro gl i insorti. :Mentre trovavasi in C . un corpo di insorti che non faceva buona guardia, il gcn. F ra.nceschi, con un reparto di cavalleria e fanteria francese, irruppe in città assalendoli all'improvviso, secondato dai cittadini partigiani della Francia. Dopo breve resistenza, le file degli fosorti furono rotte da.Ila. cavalleria del Franccschi e sgominate. Pochi poterono salvarsi con la fuga. Catanzaro (Brigata: 141° e 142° regg. fanteria). La brigata venne costituita il 1° marzo 1915: il comando di brigata ed il 141° regg. da! deposito del 48° fanteria (Catanzaro); il 142° rcgg. da l deposito del 19" fanteria (Cosenza). Dopo la. guerra venne sciolta. Nel 1915 la. brigata operò sul Carso partecipando alla 2•, 3• 4' battaglia dell'Isonzo nelle posizioni di San Ma rtino del Carso, cli Bosco Cappuccio e del M. S. Michele, distinguendosi in tutti i combattimenti per la sua gr ande audacia e impeto offensivo. Nel 1916 operò nel settore di Oslavia., quindi nella zona di l\'1. Fortin, poi nel Trentino, dur-d.llte l'offensiva austriaca, ove combattè valorosamente a. J'vL l\fosciagh e a M. Cengio contendendo accanitamente a l nemico il suolo della Patria. Ai p r im i d i luglio ritornò nel S . Michele partecipando alla battaglia. di Gorizia durante la qua le avanzò sul Carso oltre il Vallone. Prese parte poi a lla 1•, 8° -,, 9" battaglia dell'Isonzo combattendo nella zona d i Oppacchiasella; nel 1917 alla battaglia del Tima.vo e alla 11" battaglia dell'I sonzo, durante la quale si d is tinse per arditezza e tenacia. Tra.sferita ancora sul T ren tino ai primi di ottobre ed inviata nella zona d i M. Cimone, p rese parte alla difesa degli Altipiani nel novembre e dicembre. Nel 1918 rimase fino ai p rimi di ottobre n,•lla zona cli M. Cimone, parteèipanclo alla difesa rh,ran-

CA.T -

te l'offensiva austr iaca del giugno; durante la · battaglia d i Vittorìo Veneto rimase in r iserva. I

Ricompense: Alla bandiera del 141• reggimento: medaglia d'oro al valor militare : (< Per l'altissimo valore spiegato nei molti combattimenti intorno a l San Michele, ad Oslavia, sull'Altipiano d i Asiago, a Nad Logem, per l'audacia. mai smentita, per l'impeto aggressivo senza pari, semprè e ovunque fu di esempio ai valoro,i " (luglio 1915-agosto 1916). Alla bandiera del 142° reggimento: mccl. d'argento a l va.lor militare : « Pel valore spiegato nei combattimenti intorno a Castelnuovo del Carso e Bosco Cappuccio, sull' Altipia.ne di Asiago, al San }dichelc, nella regione d i lloschini ed a l Nad Logcm, per lo spirito aggressivo e l'alto sentimento d el dovere sempre d imostrati ll (luglio 1915 - agosto 1916). Catanzaro. Fortmwto. Generale commissario, nato a Castelvetrano, catanzai:o Fortunato nel 1855. Sottot. contabile nel 1878.b raggiunse il grado d i colo,rnello nel 1911 e partecipò alla grande guerra (1915-17); e collocato in P. A. (1917) assunse nel 1926 il grado di magg. generale commissario. Nello stesso anno fu nominato console generale delia M . V. S. N. e capo del reparto servizi prc.sso il Con1andù Generale.

Catapulta. Macchina sul genere della ba lestra, ma di potenza molto superiore, d i uso antich issimo; non scomparve che dopo l'invenzione della polvere. Lanciava lontano fasci d i dardi, materie incendiarie, grossi pezzi

e

Antt.co tipo d i catapulta di legno, pesan tissime pietre, palle roventi, secondo l'effetto che si voleva produrre, e secondo il bersaglio av-• versario. Era quindi adoperata negli assedi e nelle fazioni campali, e sempre coperta solidamente per d ifendere gli uomini che la servivano. Le catapulte da assedio erano pesantissime, per cui traevansi al seguito degli eserciti smontate, per montarle poi sopra luogo. Quelle da battaglia campa le erano più leggere e traevansi montate, e sopra r uote. La catapulta tipo era principalmente e genernlmentc cost ituita da una specie di enorme cucchiaio o mestolo (entro .i]_quale si .mettevano i proietti) unito ad un grosso e forte palo, iungo da quattro a cinque metri, che era a sua volta imperniato alla sua estremità in modo da po-


t ere passare rapidamente dall:L pos1z10ne quasi orizzontale a quella vtrticalc. Questo grande mestolo veniva tenuto orizzontale con una specie cli verricello, e nel prendere tale posizione era posta contemporaneamente in tensione o una molla od una potente corda allorcigliata.

803 opposta si rialzava violentemente provocando un repentino movimento di lancio della fionda, e quindi del proietto in essa contenuto.

Catapulta per lancio d'aerei. E' l'ordigno con il quale da bordo delle grosse navi da battaglia e navi portaaerei vengono lanciati nello spazio i velivoli. Le ricerche e gli studi sul perfczionan1ento dell'aeroplano per

Catapul1n ltallana: htnelo clell'Jcl1·01·01ante M. I~ alla Spezia (Olt0bre 1025)

Antlcc; tipo di catapulta Abbandonando la leva di tensione del verricello, ,I mestolo si rialzava violentemente facendo perno presso l'estremi tà del palo: ma quc~to, giunto colla sua rotazione in posizione quasi ,·crticale, era istantaneament•: fem1ato da un ostacolo fisso trasversale di legno, contro il quale il palo stesso andava ad urtare e fermarsi: cosicchè il proietto od i proiettili, appcmi fermatosi il mestolo, conti11uavano nella loro tr aiettoria velocissima, e, descritta una parabola più o meno curva, andavano a cadere sui nemici, o contro le mura, oppure dentro di esse, colpendo le difese cd i caseggiati. Ve ne erano però anche di altre fogge, come la. « catapulta a bilico o ad altalena», la quale aveva un palo sollevato ohe faceva perno come una bilancia od un'altalena: ad una estremità, pochissimo distante dal pemo, era attaccato al palo un grosso peso; dall'altra estremit~, molto più lunga, era attaccata una specie di fionda. Alzato quanto più era · possibile il grosso peso e poi abbandonato, questo faceva girare il palo nel suo perno e l'estremità

scopi bellici sono stati condotti di pari passo ad al1ri, riguardanti il modo ed il mezzo di portare l'offesa aerea il più lontano possibile dalla base dalla quale si spicca il volo. S i è cercato in un primo tempo di dotare il velivolo di una autonomia tale che possa spingere la sua azione a grande distanza; siccome però pel.' difficoltà tl'Cniche, imposte dal carico di guerra che debbono portare i velivoli, il carico di carburanti, ossia l'autonomia, non ba potuto essere portata al cli là di un certo limite, sorse allora il concetto di compensare questo lato debole dell'offesa aerea, portando l'apparecchio più vicino alla base d'attacco con altro mezzo e lasciandolo libero per la propria missione. Si idearono allora le navi porta aeroplani, con le quali i velivoli ,·enivano trasportati in vicinanza. delle basi da attaccare e quindi calati in mare perchè spiccassero il volo cd a missione compiuta ricuperati dalla nave base: pero, poichè lo stato del mare molte volte non permetteva il decollo dei velivoli, venne ideata la catapulta, con la quale, qualunque sia lo stato del mare ed in qualsiasi

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C>Lt,ipulta dell'epoca. 1·omana leva: B, chiave por tendere 1e corde clella lcra: C, ruo t,, ..!~ntata.; E, E;, t>raccia di_ arco teso ; traversa !n cui ventva a t,att.ere la leva; G, verTlcello ; H, fumi; I, ganelo di ferro (r!pé luto nella tlgura K): L, c ucchiaia d ella 1eva, in c111 s i rneneva ti p 1•oiet1 ilc da. lanciare; M, sez ione inferiore <lolla leva; O, uncini per Ossare il carro sul t(m·eno con co rde e paletti; l), s 1-elo cui ~I adatta la ruota

, A. F.

d ent.ata c.

condizione s i trovi la nave, il velivolo può essere lanciato nello spazio per l'esecuzione della m issione. Una volta portata a te1·mine la stessa, il velivolo, se lo stato dcf muc lo permette e la nave base non è stata nel frattèmpo costretta ad allontanarsi perchè attaccata da navi· cd aerei ·nemici, ridiscendé nelle sue vicinanze P viene ricuperato. Nel caso invece che lo stato del mare o l'allontanamento della. nave porta-aeroplani ·non per-

visero in due campi : gli uni, sostenitori della nave por- , la-aerop lani che seguendo di conserva la squadra navale lancia, quando vi sia bisogno, i suoi velivoli in aria; gli a ltri, fautori della catapulta sistemata a bordo dei grossi incrociatori e dreadnought. L a eatapult.a è una comune travatura a ponte, sospesa e sporgente su uno dei bordi della nave; la travatura ha una lunghezza variante tra i 15 ed i 20 metri;

Lancio di aereo ùa t,or ùo (Lella Cavom·, con catapulla

c,w"Lpli I ta , unerlcana S'U nave da· g-uerra

metta cìò, il velivolo con la propria autonomia rientra a lla più vicina base litoranea stabilita. li concello di s istemare la catapulta sopra le navi da battaglia sorse quando apparve indispensabile ad una squadra navale avere un ossc1Tatore avanza to che scruti e trasmetta le osscrvai:ion i fatte, osservatore che, trasportato sopra qualche uniti,. della squadra, possa essere lanciato in aria non appena ci sia la necessità cd i! Comandan te della squadra voglia ' conoscere i movimenti del nemico, sia per scopi strategici come per sco:pi tattici. A questo punto però st~ateghi e tecnici si di-

sovra d i essa scorre su rotaie un carrello, o sella, che porta. agganciato il velivolo da lanciare nello spazio; il carrello è mosso mediante un d ispositivo ad a ria comp1·essa che lo fa scoirere sulle rotaie ad una velocità di circa 100 km. orui, velocità che deve permettere al velivolo il suo sostentamento nello spazio. Giwlto a.ila fine della corsa, ossia alla estremità del ponte, il carrello, con un dispositivo meccanico, laséia libero il velivolo, che, p_er la velocità g ià acquisita, che gli permette il sostentamento nell'aria, e per mezzo del p ro, prio p ropulsore, continua il volo. Esistono vari t ipi di


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La p ace di Gateau Cambrésls. (13assorlllevo .cteJ monumento a Emanuele Filiberto in Torino)

catapulte, a seconda delle Nazion i presso le quali sono in adozione. L'Italia, per opera. del maggiore del Gen io Navale ing. Luigi Cagnotto, ha sulle sue maggiori navi da battaglia tale dispositivo. In America. si è cercato di sostituire a l dispositivo · ad aria compressa per il lan' cio del velivolo un congegno a scoppio, che lia dato buon i r isultati.

Catasoopium. Era detta cosl la nave leggera che serviva per l'esplorazione, nell'ant. Grecia e nell'antica Roma. Cateau-Cambrésis ( L e). Comune della Francia, nel dip. del Nord , il cui nome der iva da un castello crettovi nel sec. IX, anda to i11 rovina durante i fatti d'arme di cui C. fu più volte teatro, specialmente nei scc. XVI '!

XVII.

I. Trattato d·i Cateau-Ca-mbrésis (3 aprile 1559). Fu concluso tra i rappresentanti della Francia da un lato, e quelli dell'Inghilterra e della Spagna dall'altro. Pose termine alla guerra tra Francesi e Spagnuoli per il possesso della I ombardia e d i N apoli, e tra FranCè$i e Inglesi per la liber azione delle terre francesi occupa te dai secondi. (' or.fermò il predominio della cas:i d' ,\slrnrgo ~ulh Spagna, sull'Ita lia, sulla Germania, rner:tr-~ la Franci:i. rcstittri\ a ad Emanuele Filiberto i suoi po,scs~i, di cui conservava solo il marc!1esato d i Saluzzo. II. Combattimento d·i Catea1<-Ca111brésis ( 1794). Il duca <li York, con truppe alleate, era accampato sulle colline presso C., e quivi fu assalito (7 aprile) dal generale Chapuis alla testa d i 3C.00O u., divisi in tre colonne. :r Francesi non riuscirono a p rendere un trinceramento tenuto da truppe inglesi, e, dopo aspra lotta, aggirati da un corpo austriaco, furono costretti a lla ritirata. III. Battaglia di Le Gateau (26 agosto 1914). L'armat a inglese, battuta il 22-24 agosto a Mons, segUÌ il 24 agosto il movimento di ritirata, iniziato dalla 5" Armata francese e la sera del 25 e ra a Le Cateau-Cambrésis col I corpo (Douglas-Haig) a Landrecies e il II corpo (Smith-Dor ricn) a. Le Ca.teau-Cambrésis. Quest'ultimo genera le, a vendo le -truppe spossate e incapaci di proseguii-e nella ritirala (unico mezzo per salvars i d alle truppe incalzanti della I A. tedesca (v. K luck) pre-

ferì il 26 tener testa aJ nemico, benchè restato senza collegamento col I corpo, e, attaccato di buon'ora da. due C. d' A. tedeschi ( IV e IX), resistette sulla via Cam• brai-Le Cateau, meritan dosi il soprannome di « Eroico Ney della ritirata». Fu soccorso, in parte, dallo stanco corpo di cavaller ia francese del Sordet, e da una divisio~e d i riserva inviata dal gen. D' Amade, di modo che potè reggersi fino a sera, senza farsi avvolgere e tagliar fuori dai Tedeschi. L a battaglia di Le Cateau è, quindi, di valore episodico soltanto; è una battaglia « in ritirata» che J;ia per iscopo solo quello di arrestare e ritardare la. marcia del nemico; e questo scopo fu raggiunto benchè con la perdita di 14.000 u. ed 80 cannoni.

Categoria. Prima dell'applicazione della legge d1 reclutamento prevista dal R. D. n. 452 del 20 ·aprile 1920, l'a1rnuo contingente d i leva era ripartito in tre categorie : l ', 2" e 3•, a ciascu na delle quali corrispondeva una differente · durata dl servizio alle armi. Solo gli uomini assegnati a lla 1° categoria compiva.no I' intera ferma ( d ue anni); quelli di 2• categoria prestavano un servizio per istruzione di sei mesi complessivamente, ripartibile anche in più chiamate; gli ammessi alla 3" categoria potevano essere chfo mati ogni quattro anni per un periodo di servizio com plessivo della d urata di · 30 giorni, ripartibile in due, tre o quattro chiama.te. N ormalmente, però, le terze categorie non r icevevano' nessuna istruLione militare. La ripartizione del contingente d i leva nelle tre ca tegorie accennale rispondeva, nel concetto dell'organ izzatore, ad una necessità voluta essen• zia lmente da esigenze di bilancio e in via. subordinata da esigenze di ca.ratiere sociale (temperamenti, eccezioni, dispense da l ser\(izio per ragioni varie). Gli uomini delle tre ca tegorie erano in varia misura assegnati a lle Ire linee in cui s i r ipartiva l'esercito : Esercit0 "Permanente - Milizia Mobile - kW·izia Territorialé. L'E. P. era· costituito da tutti gli uomini d i t • categoria, istruiti, delle nuove classi di leva pHt giovani; la M. M. dalle qua ttro successive classi di 1• categoria e da 13 classi di 2" categoria, una parte delle q uali aveva avuto una istruzione di sei mesi; la M. T. era formata dalle ultime sei classi cli tutte le ca tegorie e dagli uomini di 3' categoria appartenenti alle tredici classi precedenti. La gra nde guerra, con le sue t remende esigenze e con.,,3'


-ecceziònale · durata, abolì di fatto le càtegorie e le mi.Jizie prima ancora che fossero soppresse dal.la legislazione. Fu il D ecreto sopra citato che, sanzionando uno stato di fatto ormai acquisito ed imposto come necessario, logico e razionale dalle superiori esigenze del conflitto appena chiusosi, stabilì che gli inscritti concorrenti alla leva di terra, idonei al servizio militare, fossero tutti arruolati in una sola categoria. L 'abolizione delle categorie ha portato con sè la soppressione dei passaggi di m ilizia, per cui l'esercito non è più rlpartito in E . P. - M . M . - M. T.; tutte le classi aventi obblighi di servizio sono fuse in un ruolo unico, ccl impiegate in modo promiscuo avuto sempre rjguardo, bene inteso, alla età delle classi stesse. Le classi p iù anziane saranno cioè iv-piegate nella costituzione di particolari reparti da impiegarsi nelle retrovie. Coloro che si trovano in speciali condizioni di famiglia, e che per tali condizioni sarebbero stati assegnati alla 2' e 3• categoria, sono ammessi a fruire di particolari ferme ridotte. (V. Penna).

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abilissima nel tiro, nella mai:ovra, nella utilizzazione del terreno. I densi stormi di cacciatori col fuoco scuotevano l'avversario preparandc l'assalto, e si avvicinavano seguiti dalle colonne d'attacco. Di queste, alcune, spiegandosi, si incastravano sulla linea dei tiratori per aumentare l'azione di fuoco: altre s i portavano sulle ali; le rimanenti, a l momento opportuno, si lanciavano all'assalto trascinando J'intcrn catena. Nell'epoca postnapoleonica, ad onta dei notevoli perfezionamenti delle armi da fuoco, solo la Prus~ia' sanzionava, nei suoi regolamenti, la cosiddetta « tattica delle colonne di compagnia» : cioè, l'adozione di una linea di tiratori, flessiLile, mobile, facilmente dissimulabile sul terreno, seguita. da piccole colonne destina le a resistere agli attacchi di cavalleria e ad urtare la fronte nemica scompaginata dal fuoco dei tiratori. Nelle altre Nazioni, compresa la Francia, si ritornava all'o,·dine lineare con impiego eventual~, non ben regolato, e quasi mai praticato, di tiratori sparsi sulla fronte cli schieramento. Cosicchè, nel 18S9, troviamo la fanteria francese che pratica, sul campo tattico, il disprezzo del fuoco e l'abuso della Cateia. Sorta di arma da gitto, sottile, sul t ipo di baionetta. Nella stessa epoca la dottrina tattica germaun corto giavellotto, adoperata dai Germani e anche dai nica dava al fuoco una grande importanza per faciliGalli. Veniva legata con una lunga corda, per ri<rarla tare la manovra e preparare la decisione con l'urto; vea sè dopo il lancio. nivano così considenti in giusta, misura i due mezzi Catena. Ordine rado di combattimento che pennette fondamentali del combattimento cli fanteria. Ed ecco la nuova fisonomia e fa speciale cara,tteristica della cateall'in<!ividuo la massima indipendenza e il m igliore impiego dei suoi mezzi e al reparto la possibilità di agire . na: essa non è più soltllnto una linea di copertura, ma indipendente su fronte molto I vasta. Sorta per impulso diviene l'elemen to essenziale dello schieramento, l'eledi volontari non addestrati, adattata dal genio napoleomento che deve iniziare; svolge-re e condurre a termine nico alla tattica del suo tempo, assurge ad ordine fonil combattimento. Su di essa vengono a grado a grado damentale di combal timentc- in seguito a processo spea sovr apporsi, fondendosi, gli sforzi delle linc1.. rntroculativo svoltosi in Germania con lo scopo di adattare sla.m:i, e, dalla rn,iova catena rinvigorita, parte l'azione decisiva: l'assalto. le formazioni di combattimento alla accresciuta efficacia dei nuovi mezzi di lotta. La guerra, dal 18 70 al 1900, non porta mutamenti soIl primo hnpiego evidente di formazione rada nel comstanziali alla dottrina tedesca, che viene quasi integralbattimento, si ebbe per opera dei volontari che la rimente accettata da tutti gli Stati. Solo si cerca di mivoluzione francese aveva levato a difesa della Patria in gliorarne i procedimenti, di curare l'istruzione degli inpericolo, i quali, per mancanza di istruzione e disciplidividui e dei reparti, di correggere il prematuro fonna; non potevano applicare le formazioni e j procedidersi delle linee retrostanti su quella di fuoco e gli inmenti tattici della scuola prussiana, riconosciuti in alconvenienti gravissimi del frammischiamento dei reparti. lora come l'espressione più completa nel campo della I G iapponesi nel 1904, preoccupati più di avan,are che dottrina militare. Quei volontari, condqtti per la prim<1 di far iuoco, modificarono ancora le formazioni, renvolta al fuoco, ruppero gli ordini, e, confusi in una dendole meno vulnerabili. Adottarono cioè catene più grossa ed irregolare catena, si gettarono sul nemico, esili, formate da gruppi più largamente intervallati. con proiettati in avanti dalla forza irresistibile della nuova i rincalzi e le riserve in formazione distesa cd accurafede che li animava. Con questo procedimento tattico tamente riparati. L'attacco doveva essere aiutato in tut:avveniva però spesso che la catena mancasse dei sosteti i modi e con tutti i mezzi possibili. A tali concetti ,gni necessaTi al comandante per fronteggiare gli avvcsi ispirava. la , dottrina tattic;a degli eserciti che entra,nimenti. Ne conseguiva che se il successo non coronava rono in lotta nel 1914. L'ordine di combattimento era la ììl prim9 iJ.ttacco, nessun mfzzo era a disposizione dei catena, in cui gli uomini, i reparti, dovevano essere disposti in formazione che consentisse di aprire prontaper rinvigoriré l'azione, o quanto meno riparare almente il fuoco e di sfruttare le condizioni del terreno. l'eventuale scacco; se invece l'attacco riusc iva vittorioNe r isultava una linea· che, alternando la sua azione di so, non era possibile sfruttar~ il risultato conseguito. Le movimento con quella di fuoco, serrava quanto più le dure lezioni èl.ell'esperienza provvidero ben presto a riera possibile, sulle formazioni nemiche. La catena di mettere un po' d'ordine in quella tattica sçapigliata: fuoco era seg~ita dai rincal:;:i, i quali dovevano mantea.gli storn{i · si fecero seguire forti colonne di agguerrite nersi in continuo e stretto collegamento con essa per ese solide truppe dell'antico regime, poste a disposizione sere in grà.do, in qualsia.si istante, di r inforzare la lidei ca.pi per l'impiego. Questi r incalzi a i,oco per volta nea di fuoco prima che l'avversario potesse riuscire a aumentarono sempre più di entità, a scapito dell'antisopraffarla. Si voleva la preponderanza di fuoco sull'avstante catena ; e finalmente assunsero tutta la responversario per preparare l'assalto. Prima dell'assalto, la sabilità dell'azione principale, riducendo il compilo della linea di fuoco doveva essere rinforza ta da tutte le trupcatena ad una pura e semplice copertura delle colonne d'assalto. pe ancora disponibili in rincalzo. L a· fanteria napoleonica, dal 1805 al 1809, divenne E' evidente che, col progrediFe dell'azione, lo scaglio-

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namento in p rofondità diminuiva gradatamente talcllè, al momento dell'assalto, la fanteria non costituiva chs: una sola linea variamente densa sulla q ùale erano venute a proiettarsi, a poco a poco, tutte le forze d isponibili. La guerra mondia le ha condannato la catena, perchè la fragile formazione lineare si spezza, senza possibilità di ripiegh i, di fronte a ll 'attacco che riesca a sfondarla anche in un solo tratto.

Catena d'onore ( in lat. catella). P remio che veniva conferito nell'esercito romano, dello stesso grado dcli'« armil la,, : consisteva in u na catenella d'oro o d'argento, che si portava a l collo. Catena metrica (Top.). Catena formata da spranghe di ferro unite tra loro da anelli, lunga complessivamente da 10 a 20 metri: i metri si distinguono con anelli di ottone od apposite last1·ine numerate. La catena termina a lle estremità con due maniglie; ad essa sono uniti dicci spilloni di ferro. Serve, come la canna metrica, alla m isura <liretta di lunghezze s ul terreno ; l'opera zione riesce più spedita che no11 con la eanna, ma la m is ura dà una approssimazione minore. Catena rnil·i tare. Deposito di punizione istituito ne) febbraio 1821 per i colpevoli di a lcuni reati senza circostanze disonorevoli. Ebbe sede dapprima nell' Arsenale di Genova, agli ordini del comandante in capo della R. Marina e sotto la cus\odia di una << Compagnia di gendarmi genovesi l) e poi, da l 1832, nella cittadella di Alessandria sotto la custodia d ei « Gendarm i della Catena milita.re"· I detenut i, dopo due anni di buona condotta, venivano · incorporati in una compagnia di operai. Col nuovo codice penale militare d el 1840 Ja C . si mutò in << Reclusione militare)>. Catena (Tiro iti) . Nel bombardamento aereo, è (< la -successione, sul suolo, dei p un ti di caduta de i proiet• tili lasciati cadere successivamente e ad in tervalli regolari"·

Catenacci (Luigi). Genera le, 11. a Gorgonwla, m. a Milano (1849-1917). S~ttoten, di fanteria nel 1868, compi, nel 1875, il corso della Scuola di Guerra e, promosso co1onnello, comandò il 21° regg. fanteria (1901) e il distretto 111iJ. di 1Casale (1905). Col!oc:.lTo in P. A. a sua domanda (190G) raggiunse nel 1919 il grado di maggiore genera le nella riserva.

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Ordine di Santa. Caterina. Ordine cavalleresco, fol) iato dallo Za.r Pietro il Grande il 25 nov. 1719, in ri, corda del coraggio <limo· strato da Caterina, sua consorte, durante la battaglia contro i Turchi sul Pruth Esso fu destinato alle dame e reca il motto << P er l'amore e per la P atria>>. L'unico uomo che ebbe tale ordine fu i! principe Meutchicov.

Caterva. Nome dato, ai tempi delle guerre dell'a11tica Roma, a un corpo ,li Germani o di Galli, mar0 r (liu c d i Santa Caterina (Russia) cianti e combattenti senza intervalli, nè distanze. P ar"! che una C. comprendesse circa 6000 uomini. Cathcart (G11.glielmo Shaw, conte di). Generale inglese ( 17~5-1843). Fece le campag11e contro la Francia. Nel 1807 assalì Copenaghen e catturò la flotta danese conducendola in Inghilterra.. Ca.thcart ( C<irlo 1J1urray, conte di). Generale inglese, figlio ciel precedente ( 1783-1859). Fece le campagne contro la Francia, e fu a combattere anche in Sicilia e Calabria: dopo le guerre napoleoniche andò gove~atore a l Can:idà. Catluart Giorgio. Generale inglese (1794-1854). F1·atello del p recede.nte. Partecipè, alle campagne del 18131814 contro Napoleone e alla guerra in Oriente (18541855) al comando della 4• divisione dell'esercitq di J.ord Raglan: morì combattendo a Inkermann.

Cathel i neau ( Giacomo). Capo vandeano ( 17591793). Comandò gli insorti .della, Vandea contro la repubblica francese, e~sendo stato eletto « generalissimo dell'esercito cattolico e reale >) dopo la p resa di Saumur (1793) neUa quale grandemente si distinse, Penetrato di viva forza in Nantcs, fu ucciso combattendo dentro la città.

Cathclinem~ Enrico. Gcnerak francese, nipote del precedente (1813-1880). Partecipò alla guer,. ra del 1870 a capo di corpi di francbi tiratori e scrisse una memoria su << I Corpi d i Cathelineau durante la guerra l). Cat.hellneau Giacomo

Ca tenacci Lulgi

Catenaccio. Nome che si dava nelle truppe gar~ • 'IJaldine ai comuni fucili militari, inferiori a lle car1:• ò ine di precis ione de ll' industria privata, di cui parec•chi erano armati. Pare che il nome sia stato dato da l Garibaldi stesso, che vi· accenna frequentemente ne' suoi -scritti. Caterina (Ordin.e di Santa Caterina al Monte Sinai). F u istituito in Palestina nel l 067, come ordine mb lita.re, dai principi cr istiani, af:fìnchè i cavalieri proteggessero, contro gli infedeli, i pellegrini che si recavano a Gerusak:mme per visita.re la tomba di S. Caterina scoperta in quel tempo. L a decorazione consisteva, in 'Una croce d'oro smaltata in rosso e chiodata d'argento, con sopra in traverso una spada d'argento con elsa -d'oro.

Catilina (IA1cio Sergio). Generale romano (100-62 a. C.). Fu qt1eslore e legato di Scribonio Curione e proconsole in Macedonia nel 75 a. C. SeguÌ le parti di Silla contrn J\fario e cooperò alle sue vittorie, Congiurò d iverse volte contro il governo, ma., specialmente per opera di Cicerone, dovette e~ulare in Toscana, e cadde combattendo a Fiesole contro l'esercito del console Antonio, Catilinaria (Guer-ra civile). Si svolge nell'anno 63 a. C. Catilina, non essendo stato eletto Console per opposizione d i Ciceron~, radunò armi e denari, e preparò con Manlio, veteran o di Silla, tutto quanto era neces• sario per impossessarsi del potere. L'8 novembre del 63


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-iniziò la gueria, sperando di trovare impreparati i consoli. Il Senato dichiarò subito Catilina e Manlio nemici dello stato e ordinò a i consoli di levar truppe, dandone •il comando ad Antonio. Attorniato da Metello Celere e da Antonio, rispettivamente dalla Gallia e dagli Àppennini, Catilina assall disperatamente le trnppe di Antonio comandate da Petrejo, e, sconfitto, cadde combattendo va lorosamente, presso Pistoia. Le forze da lui raccolte si erano rapidamente ridotte a soli 3000 u., massacrati con lui dai vincitori.

Catinat (Nicola di). Generale francese (1637-1712 ). Si segnalò in molte battaglie e specialmente a Senef, ove fu ferito ed elogiato d al Condé. Nominato generale in capo con tro Vittorio Amedeo II di Savoi"-, lo vinse a Staffarda nel 1690 e Marsaglia nel 1693 occupando la Savoia e parte del Piemonte e otte11endo il grado dimaresciallo. Nel 1697 si segnalè ugualmen te in Fiandra; nel 1701, .rimandato al comando dell'esercito d 'Italia, fu battuto dal p rin cipe Eugenio e s i ritirò da l servizio. L asciò un volume di «Memorie>>. Catone -u,larco Porcia), detto il Censore, n. a Tu~uk, (234-149 a. C.). Consok nel 195 soggiogò la Spagna, e nel 191 vinse alle T ermopoli Antioco di Siria. Fu il più deciso nemico di Cartagine. Scrisse molte opere, tra cui « Dell'arte militare l> e « Precetti sulla cavalleria l>. 0

Catone Uticense. P ronipote del precedente (95-46 a. C.). Tribuno militare, combattè nel 72 contro Spartaco, nel 67 in Macedonia. Nemico di Cesare, alla morte di Pompeo comandò un esercito, con cui si rinchiuse in Utica, ove si uccise per non cadere nelle mani d i Cesare, vincitore a Tapse.

Caton i {Guçentino). Guerriero sassa.re-se del secol0 XIV. Combattè sempre contro i P isani: dopo lo sbarco in Sardegna di Alfonso d'Aragona gli giurò fedeltà e portò i suoi in aiu to agli Aragonesi nello stringere d'assedio Iglesias, difesa da i Pisani. Non credendosi abbastanza ricompensato si ribellò agli Aragonesi, ma ne fu vinto, e dovette· riparare ad Ar borea dove morì. Catricola. Nome da to in P istoia al riparo di legname che si piantava per antemurale al d i là da l fosso o dalla cerchia della città, quando fatto a modo di palancato, quando a modo di ingra ticolato. (Rezasco). Cattabeni (Vincenzo). Patriotta (1820-1865). Fu nel 1849 alla d ifesa di Roma, dove col padre sedette deputalo alla Costituente; fu anche membro della commissione delle barricate. Caduta la Repubblica emigrò nei Paesi Bassi, ma nel 1859 fu tra i Cacciatori delle Alpi e nel 1860 andò in S icilia con la spedizione Corte. N el 1862 fu con Gariba ldi ad Aspromon te; fatto r,rigioniero, impazzì. Cattabeni ( Giovarmi Battista) . Patriotta, fratello del precedente

Cattabenl G. B.

( 1822- 1868). Nel 1848-1849 combattè a Venezia. Caduta questa, emigrò in Australia, donde tornò nel 1860 e partecipò alla spedizione dei Mille, rimanendo ferito e prigioniero a Caiazzo. Prese parte al tentat{vo di Sarnico e fu arre~tato; alla campagna del 1866 e alla spedizione di Mcntana.

Cattalochino (Alceo). Medaglia d 'oro, n. a Terni nel 1863, ca<luto sulla Baingizza nel 1917. Ufficiale in servizio attivo, era uscito dalla Scuola di Modena nel 1880 ed era stato successivamente sottot. nel 33° fanter ia, tenente e capitano nel 3° a lpin i, maggiore ncll'S 0 ' fanteria e tenente colonnello nel 2°. Partito in guerra contro l'Austria, col grndo di colonnello, comandò e condusse più volte valoro" samente al fuoco i .reggimen ti 149°, 57° e 157° aè Oslavia, a Goriz·ia, sugli Altipjani, sempre ~cgnal \11" dosi per ardimento ed abilità di co1nandante. Jnca" rica to a lfine di c:ostituire un reggimento d i nu"va formazione, il 27 4° (brigata Belluno) non volle abbandonarlo, anche quandc fu chJamato a comand•,, re una brigata, ed alla ~csta dei suoi fanti, d urante la battaglia della Bains izzli. cadde da prode, come è narrato nella motivazione con la quale alla memoria di lui fu concessa la medaglia c1·oro: « Destinato al comando di una brigata, chiedeva cd' otteneva di rimanere al comando del reggimento per una imminente azione, e, con perizia cd entus iasmo,. preparava le sue truppe all'attacco della posizione nemica, contro la qua le per tre giorni s i ~-ano invano sferrati prcccòenti attacchi. Dirigeva poi i suoi reparti contro la posizione stessa, e, poicliè le prime ondate batt~te dall'intenso fuoco avversario di artiglieria e m itragliatrici non r iuscivano a progredire, accorreva con. i rincalzi e postosi ;1.lla testa delle truppe, le trascinava all'~s~lto, r aggiungendo l'obbiettivo. Mentre g ià gli arrideva la vittoria, cadde colpito a mo.rte » (Mesnjack, 27 agosto 1917). I

Cattaneo (Ma·urfaio). Podestà. genovese di Scio, del sec. XV. Nel 1453, il 2 maggio, al comando di qua ttro galee genovesi e una greca a rmate a Scio, forzò il Bosforo a ttrnverso al la flotta turca d i 150 navi che blocèa va Costantinopoli, e, combattendo vigorosamente in vista dei due eserciti, danneggiando molte navi nemiche, riuscì a entra re trionfalmente nel porto. Partecipe:, quindi con onore a ll'e3trem~. d ifesa di Costantinopoli.

Cattaneo Carlo" Scrittore e uomo di Stato n . a Milano, m : a Castagnola (1801-1869). Nel 1848 partccip~ come membro del Consiglio òi guerra aUa rivoluzione di Mil;1.no, di cui scrisse poi la storia, in senso ostile a, Carlo Alberto. Fu eletto deputato di M ilano nel 1860 e rieletto ancora, ma non andè alla Camera perchè d f tendenze federalistiche e non unita rie. Cattaneo dei Marchesi di- Be/Jorte nobile Carlo.. Gc.nerale, n. e m. a Genova (1846-1917). Laureatosi iÌ;i. matematica a Genoya fu, nel 1866, nominato sot!ol


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d'art. e fu addetto alla Scuoi a d'Applicazione d' Arti0 glieria e Genio (1885) e al comando d'art. di Genova ( 1896). Collocato in P. A. a sua domanda (1898) rag.. giunse nel 1913 il- grado d i magg. generale nella riserva.

Cattaneo Gitruan11i. Generale, 11. a M ilano nel 1865. Sotto!. del genio nel 1886, fu nello S. M. dove particolarmente studiò un p1;ogctto di mobilitazione e radu nata verso la frontiera orientale, e un progetto di utilizzazione delle vie acquee cieli' Alta Italia, che fu la trama sulla quale durante là guerra italo-austriaca s i cf fettuarono i trasporti. Nel 1907 fu insegnante titolare di. comunicazioni alla Scuola di Guerra. Partecipò alla grnnde guerra (191.5-18) facendo rifulgere le sue magnifiche qualità di comandante e le sue valorose doti di soldato, Si mer itò una med. d'argento quale comanc dante del settore di P lava durante l'azione offensiva dell'agosto 1916; fu decorate della croce di cav. del1'0. M. S. in qualità di comandante della piazza di Gorizia, ciò che gli v:.J~e altresÌ la promozione a comandante d i d ivis. per mc• rito di guerra; si distinse durante la r itirata da Gor izi<t al P iave dell'ottobrenovembre 1917, ottenendc una med. di bronzo, ed elevato a comandante di C. d'A. (1918) con.fermò, al comando del X ·C . <l'A., la sue qua lità di provato comandante durante le operazioni militari dell' ottobre-novembre 1918 che condussero alla presa di T rento, al Bre1mero, alla Vetta d 'Italia. Nel 1920 resse successivamente i comandi dei C . cl' A. d i Genova e di Verona e dal 1921 quello di M ilano. Cattaneo Domenico. :Medaglia d'oro, n . a Favria (To-rino) nel 1869. Caporale nel 12° .reggimento bersaglieri, si trovò quale capoposto alla polveriera di Vigna P ia (Roma) il giorno dello scoppio di essa (25 aprile 1891), e nella drammatica circostanza dimostrò tale sangue freddo cd energia, anche dopo aver perduto, in seguito a llo scoppio, una ~amba, da meritare la massima ricompensa al valore, consegnatagli personalmente all'ospedale da S. M . Umberto I. La motivazione ricorda così l'episodio glorioso:

« Quale capoposto della guardia. alla polveriera. di Vigna -Pia, fu il primo ad accorgers,i cb'cssa stava per iscoppiarc. Per attenuarne le conseguenze, d iede, con impareggiabile calma, ordini e d isposizion i così raziona.li ed opportuni quali avrebbe potuto dare un p ro,·etto ufficiale. U ltimo a lasciare il corpo di guardia, dopo aver seguito i suoi superiori ovunque era magg iore il pericolo, fu investito dallo sco_ppio riportando

la frattura di una gamba la cui amputazione sopportò con sJoica fermezza l> (Roma, 23 aprile 1891).

Catta ro. Città della Dalmazia, in fondo alle « Bocche» omonime, sulle propaggini del monte Lovcen. Le Bocche di Ca/t(}YO sono formate dal capriccioso andamento dei monti paralleli a lla costa e costituiscono un sistema di golfi che comprende le bocche propriamente dette, la baia di Topla, dalla quale, per il canale di Kumbur, che ha l'asse per scirocco, si entra nella baia d i Teodo, a forma di triangolo col vertice aperto nel canale della Catena, dal quale si passa nel Vallone di Risano e nel golfo di Cattaro. Le bocche offrono ottimi ancoraggi; i golfi interni sono completamente ripara ti dal vento dei quadranti meridionali; solo la bora vi è molto moJegta. Il retroterra s i appoggia al sistema montano delle D inariche. I due massicci montan i principali del sistema sono il M. Orien ( 1895) a N. O. ed il M. Lovcen (1759) a S. E., i quali hanno entrambi spiccate çaratteristiche alpine: è fra quest i due massicci che s' insinuano le Bocche di Cattaro, formando un bacino chiuso dal qua le si esce per quattro strade: per quella che da Castelnuovo per N jivice passa ad oriente dell'Orien, essa a Gruda si biforca.; con un ramo va a Rag,.tsa e con l'al tro a Trebivje. La seconda stra_da, assai più 1nalagevole ed in parte semplice carrareccia, da Risano, attraverso l'aspra e .rocciosa regione di Krisosije interposta fra Lovccn è Orien, conduce pure a TreLinje. Una ferrovia a scartamento ridotto da Serajevo per Val Narenta e Ragusa conduce a Castelnuovo. Le a ltre due strade mettono in relazione Catta.ro col Montenegro: una per il Lovcen a Cettigne, donde ad Antivari; l'altra puie ad Antivari ma passando lungo la costa per Budua. L e bocche appartennero fino al 229 a. C. al regno Illir ico; nell'anno accennato Roma si decise ad intervenire giacchè le gesta dei corsari, che partivano dalle bocche su veloci liburne, minacciavano di nuocere alla potenza romana. Poterono i consoli romani stabilire un blocco che da va sicurezza. a lliL navigazione adriatica, occupando le costiere albanese fino a Durazzo; le bocche non furono attaccate pcrchè a Risano risiedeva un feudatario illirico amico di Roma. Senonchè qui venne la spodestata regina dell'Illiria. sconfitta dalle legioni, c e.li qui sorse un nuovo spirito di riscossa che determinò nel 168 a . C. una nu.:iva guerra, alla conclusione della quale tutto l'Illirio, comprese le bocche, divenne possedimento romano, Da a llora esse seguirono le sorti d ell'Impero e alla. divisione di esso (395 d. C.) passarono sotto Bisan1.io, subendo gli attacchi degli Ostrdgoti e dei Saraceni. Nel med ioevo la regione subì un periodo di vicissitudini senza tregua, durante le quali si accanirono per il suo possesso Bulgari e Serbi, mentre i baron i locali si ponevano sempre sotto la protezione bizantina. Le lotte, durate fino al 1378, indussero Venezia ad occuparsi con maggiore interesse della Dalmazia, e Vettor J?isani in quell'anno occupò le bocche con le sue navi. Con la pace del 1381 le bocche toccarono all'Ungheria che, incapace di tenerle, le lasciò ad un re bosniaco; alla morte di questi gli abitanti insorsero e si resero indipendenti. La repubblica di Cattaro durò fino al 1420, anno in cui il veneziano Pietro Loredano la pose, con notevoli privilegi, sotto la protezione de"lla. <<Serenissima ». Frattanto però, fin dalla fine del 1400,


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Km. 1570.A 0OBROSTICA

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si andavano affacciando 11ell'Adriatico i Turchi, che riuscivano a prendere possesso di alcune regioni prossime alle bocche. Di modo che Cattal'O seguì le lunghe viciss itudini delle lotte fra Venezia e l'Impero ottomano, rimanendo tuttavia. sempre fedele alla Regina del1: Adriatico. Con il trattato di Campoformio le bocche passarono sotto il dominio dcli' Austria, fino al 1806. Allora, i Russi, già padroni delle isole Jonie dove avevano fatto

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la base per la loro flott:1, decisero di ,:,c,.upare Catta ro, cedu to a lla Francia col trattato di Preshurgo. Il presidio austriaco, troppo debole d i fronte ai 3000 u. da sbarco che ON \e vah i Russi posero a terra, cedette lcro la fortezz.'l. Il ma.rese. francese Marmont, inviato con rinfor✓. i in Dalmazia, ebbe l'ordine ol: cacdare gli invasori, con truppe iranc:;italiane, e, dopo la bllttaglia d i Casteln1tovo, i Russi ,ibbandonaro110 C. e la Dalmazia, eh: rìm ts.::ro a lla Francia fino a l 1S14. qa:i.ndo C., che avev:L una gu'trnigionc di 310 u., dovette arrendersi all':!u:miraglìo inglese Hoste. Quest; riusci a fa,. cadere la piazza, p,:chii sbarcò cannoni che pose in b,1w:ria sulle pendici del Lovc~n dominanti le bocche. Però gli Inglesi consegnarono C. al l\1ontcnegro, cui subito l'Austria. lo ritolse, domando q ualche ribellione nei 1empì seguenti, fin verso il 1881, e facendone a poco a poco una piazzaforte di pl'imo ordine, che i trattati seguiti alla grande guerra assegnarono alla Jugoslavia. L'organizzazione difensiva dcllr bocche di Catta.ro comprende verso terra, dalla parte del Montenegro, sulle giogaie Vermac e a nord-ovest di R isano, forti e batter ie. Verso il mare, vi sono due lince di opere: a Punta d'Orsa (5 batterie, dì cui 3 a ponente e 2 a levante ddl'imboccatura principale); a Punta Lus lica - Punla Kobila (4 forti e 1 btr. lanciasiluri su .Punta Lust[ca, e 3 forti e una batteria lanciasiluri sulla penisola Sutorina. Il rovescio della fronte a mare venne protetto da S opere m inori; vi so-

Lato sud delle antiche mura dl Canaro


no inoltre due opere di grande efficienza: forte Ra.d itevic e forte Traste, atti a battere lo specchio d'ac,qua antistante alle bocche. Il tutto fu completato da (batterie verso mare, zone minate, ostruzioni e sbarramenti. L'importanza militare di C. è cresciuta attualmente, perchè la Jugoslavia possiede il Lovcen, già montenegrino, dal quale si può, con armamento adaito, dominare e battere le bocche. La Jugoslavia ha posto a C fa sede del suo 3° dip. marittimo, da cui dipendono J"arsenale di Teodo, l'accademia navale di Grarose e il centro d'aviazione di Gjenvic, Durante la guerra mondiale, C. fu base d'operazione per il naviglio leggero austriaco e per sottomarini. Fra i !J)rimi obbiettivi delle flotte alleate nel!' Adriatico era e doveva essere Cattaro. Corse infatti voce che fino dal 12 agosto 1914 ne avessero iniziato il bombardamento, ma fu un pio desiderio: le operazioni contro Cattaro da parte delle marine dell'Intesa procedettero con deplorewole lentezza cd insistendo sempre da mare, mentre allora sarebbe stato possibile ed agevole l'attacco dal Lovcen, che sarebbe riuscito molto efficace. Durante il .s ettembre 1914 gli anglo-francesi cannoneggiarono, cli equando in quando, il fronte a mare, però da 14.000 metri, per evitare danni dalle fortificazioni e dalle navi austriache. In seguito sul Lovcen vennero portate arti_glierie, ma a rtiglierie an tiquate e non rispondenti al

Sll tute e demoralizzate, infrangendo i vincoli della disciplina e m inacciando d i morte gli ufficiali. Il gen. Pfl.anzer-Baltin, che le comandava, fu costretto a chiedere l'intervento delle truppe ital iane in Albania, e la brigata Barleua fu mandata a C., dove ristabilì l'ordine,

Cat telani (Mario). Ammiraglio, n. a Reggio Emilia, m. a Napoli (1873-1925). Entrato in servizio nel 1887, fu promosso contrammiraglio nel 1925. Partecipò alla guerra libica, meritando a Bengasi, al comando di una siluraJ1te, la med. di bronzo; fece poi le can1pagne di guerra 1915-1918, e nel 1925 fu nominato comandante della base navale di Napoli. Catterick. Campo milita re inglese, crea to nel 1925, per completare- quello di Aldershot. Vi è stato costruito un poligono munito d i attrezzatura modernissima, e vi sono sistemazioni atte a contenere grande parte del corpo delle comunicazioni, carri d'assalto, due brigate di fanteria, due gruppi d'artiglieria. Cattivelli (Lodovico). Generale, n . a Carpaneto (Piacenza) nel 1851: Sottot, d i fanteria nel 1877, raggiunse nel 1905 il grado di colo1rnello, comandando successivamente il 58° ed il 35° regg. fanteria e il distretto mii. d i Catanzarq. Collocato in P. A. (1909) raggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione. Cattolica. Comune marittimo in prov. di f.orlì. La sua posizione ha importanza geogra.lko-strategica giac.. chè da questo punto incomincia la costa di frattura, protetta dalle posizioni difensive generate dai contrafforti

Fortezza all'ingresso clelle boccbe cli cattaro -compito che avrebbero dovuto d isimpegnare, cosicchè ,l'attacco di Cattaro ebbe esito negativo, Ne consegui -che mentre prima l'Austria-Ungheria non aveva a C . ,che qualche nave di scarso valore bellico, dopo quegli .attacchi da parte degli alleati, m andò una d ivisione di .4 vecchie navi da battaglia, 2 incrociatori, S cacciator_pediniere, 13 torpediniere e 2 sommergibili. In seguito il numero di questi ultimi aumentò per l'invio di quelli -germanici ed ivi ebbe la sua base il sonunergibilc U. 35 comandato dal tenente di vascello Perriere, il qual~ riuscì ad ,rffondare trecento navi mercanti li (520.000 ·tonnellate di carico). Quando l'Italia entrò in guerra trovò 1ma situazione molto peggiorata, e da C ., ormai -sicura, tanto più dopo la ritirata dei Serbi, le nav i au,striache più volte mossero per operazioni di sorpresa .nell'Adriatico. Fra le operazioni italiane contro C., è da r icordare il bombardamento aereo del 4- 5 ottobre 1917. In quella •notte, 14 velivoli cc Caproni >>, d ivisi in due squaddgl-ie, al comando dell'allora maggiore Armando Armani (ca;pi squadriglia Gabriele d'Annunzio e Nardi) partiti dal ,campo d'aviazione cli G ioia del Colle, giungevano sul cielo delle bocche di C., bombardavano le stazioni dei sommergibili, delle siluranti e degli idrovolanti, distruggevano baracche e magazzini pr-ovocando incendi, ritor,navano incolumi sul suolo della Patria. Il)urante il crollo del fronte macedone (settembre 1918), a C. s i riversarono le forze austro-ungariche bat-

Il castello di Cattolica

dell'Appennino romagnolo, scaglionati da Rimini a Pesaro, Tale disposizione del tt.rreno copre l'intera zona e


CNI'

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sbarra l'entrala della stretta nel litorale, per le provenienze da mare. _Dal 1859, al 1860 C. segnò il punto di • ·base del confine politico-militare fra l'Emilia, già annessa al Piemonte, e le provincie ancora soggette allo Stato. Ponti.ficio. Fazione d·i Cattolica (1831). Appai-tiene al periodo delle sollevazioni itaJianc per l'indipendenza. Pochi generosi, ma.le a.r mati, n iente organizzati, e peggio condotti cercarono a. R imini e Forlì di sollevare il popolo in a:mi affinchè marciasse contro la soldatesca austriaca. Ma. la rivolta non prese estensione, e bastarono pochi movimenti dell'armatclla austriaca, e un breve scontro a C., con qualche scarica d i fucileria e caimoni, per ridurre al silenzio le deboli schiere degli insorti, cd obbligarle a deporre le armi e sbandarsi.

Cattolica (Swola). Fu detta così, durante la guerra di Fiandra, la scuola di guerra che face\'a capo ad Alessandro Fa.mese, in contrapposto alla scuola detta P rotestante.

Cattura (di navi e di merci nemiche). La facoltà speciale esercitala nella guerra marittima dai belligern.nti contro le navi e le merci nemiche e neutrali, nei limiti consentiti dagli usi di guerra e dalle convenzioni internazionali, costituisce il diritto· di preda (V. anche Contrabbando marittimo e Preda bellica), il quale comprende normalmente due momenti : la ~attura e la confisca. La cattura è l'atto puramente m ilitare, in forza del quale il comandante della nave da guerra sostituisce la sua a utorità a quella del capitano della nave mercantile catturata e dispone d i essa, fa attesa che la giurisdizione delfe prede convalidi la cattura e decida la confisca, cioè l'attribuzione definitiva della nave e del carico allo Stato. La cattura quindi è ben distinta dal sequestro d i w1a mwe mercantile o del suo carico, atto questo che ha cai·attere provvisorio e conservativo, compiuto da un belligerante per assicurarsi la disponibilità della nave o del cai-ico, specialmente quando sorga qualche dubbio sulla • vera natura o destinazione dell'una o dell'altro, per esempio nel caso frequente di una naVf: neutrale, fermata e visitata da un belligerante, e quindi sequestrata per avere a bordo un carico r itenuto illecito, sul 11uaJe dovrà poi giudicare il tribunale delle prede. Sono soggette a cattura le navi da guerra e le altre navi appartenenti per qualsiasi titolo allo Stato nemico, e le navi mercantili nemiche, a meno che, per queste ultime, l'esercizio del diritto d i preda sia sospeso in via di reciprocità, nel qual caso tali navi saranno trattale come le navi mercantili neutrali. Sono invece no rmalmente esenti da cattura le navi parlameHtari e le altre navi nem iche munite d i salvacondotto, le navi esclusivamente incaricate di missioni religiose, scientifiche o filantropiche e quelle ospedaliere, sia militari sia equ ipaggiate da privati o societit di soccorso, sempre che la loro destinazione a questi fini sia stata preventivamente notificata; e finalmente le barche a vela adde tte es;Iusivamente alla pesca costiera o a _ servizi di pkcola n?,vigaz_ione _locale, con gli attrezzi e il carico loro appartenenti. Sorio parimenti soggette a cattura le merci nemiche a bordo di navi n~miche. Invece le merci neutrali a bordo di navi nemiche e le merci nemiche a bordo di

812 navi neutrali sono esenti da cattura, ad eccezione del> contrabbando di guerra. Secondo i principii adottati dalla dichiarazione diLondra del 26 febbraio 1909, rela1iva al diritto della. guerra marittima, riassunti nelle <e Norme» dettate dall'Ufficio di Stato Maggiore, della R . Marina Italiana, (1924) il carattere neutrale o nemico della nave è determinato normalmente dalla bai1dicra che essa ha di-• ritto di inalberare : se non ha d iritto di usare una bandiera determinata si avrà riguardo alla nazionalità del propriet~io. Non' è considerato valido il trasferimentodi bandiera di una nave inteso ad eludere le conseguenze derivanti da l carattere di nave nemica. Ciò si. presume, salvo prova contraria, se da.Ile car.tc di bordo non risulta legalmente accertato il pa.ssaggio di bandiera. e la nave ha. perduto la nazionalità nemica meno di 60 giorni prima dell'apertura delle ostilità; o se il passaggio di band iera è avvenuto dopo l'apertura delle ostilità. In tali casi la cattura della nave non dà luogo a· risarcimento di danni. Si considera senz'altro · valido, secondo le sudctte cc ) forme ll, uu trasferimento d i bandiera avvenuto più d i 30 giorn i prima dell'apertura delle ostilità, se è assoluto, completo e conforme alla legislazione dei paesi interessati, e, se ha per effetto chela gestione della nave e i profitti che ne derivano non, rimangano a persona di nazionalità nemica. Invece si considera nullo il trasferimento di bandiera avvenuto dopo l'apertura delle ostilità, se è avvenuto mentre la naveè in viaggio o in un. posto bloccato, o se fu convenutala facoltà di riscatt~ e d i retrocessione, o se non sono, state ossçrvate le condizioni alle quali è subordinato ù diritto di portare la bandiera, secondo la legislaz_ione· dello Stato cui la nave appart iene. Il carattere nel!lrale o nemico delle merci trovate a. bordo di una nave nemica è determinato dalla nazio-nalità del proprietario; se il carattere neutrale della-· merce trovata a bordo di una nave nemka non è provato, la merce è presunta nemica. Il cara ttere nemico, della merce caricata a bordo di una nave nemica sus-siste fino all'arrivo a destinazione, nonostante un trasferimento avvenuto nel corso del viaggio, dopo l'apertura delle ostilità. Tuttavia, se ptirna della cattura un. precedente proprietario e.sercita, in caso di fallimento· del proprietario attuale, un diritto di rivendicazione s<>pra la merce, questa riprende il carattere conforme alla, nazionalità del r ivendicante. In caso di. cattura il comandante della nave catturante ritira dal capitano della nave catturata le carte d i bordo, la corrispondenza, i fondi in dana ro e quant'altro giudica degno di particolare custodia. La nave: catturata normalmente deve essere condotta o scortata; per gli ullerior i provvedimenti, al porto nazionale più, vicino, destinato a tale scopo, o, qualora ciò non sia, po8sibile, ad un porto di Stato alleato. Solo eccezienall!lcnle, in caso d i forza maggiore, per riparare avarie o· µer provvedersi di viveri e di combustibile, essa può essere condotta nei porti neutrali ; quando lo Stato neutrale lo consenta, potrà esservi altresì condotta in caso• di assoìuta necessità, per r imanervi sotto sequestro, i lll attesa delle decisioni della giurisdizione competente. Secondo le prescrizioni della citata dichiarazione df Londra, ripetute per la guerra sottomarina dal trattato di Washington del 6 febbraio 1922, la nave nemica catturata può essere d is tru tta, ·quando le circostanze rendano d ifficile o pericoloso il conservarla, e particolarrnen-


:te: se, avvicinandosi una forza navale avversaria, sus-

813 storico, vinse nel 101 a. C., con Mario, uccise nell'87.

CAU Cimbri e si'

sista una evidente probabilità che la preda sia r ipresa dal nemico; ovvero se la preda non possa, per avarie Caù (Lussorio). Medaglia d'oro, n. a Borore (Cao per altre ragioni, seguire la nave di scorta; o se il gliari) nel 1867. Sottufficiale e poi ufficiale nei Cara.-condurre o scortare la preda in un porto possa comt,inieri Reali, acquistò grande rinomanza. e guadagnò promettere od ostacolare la missione della nave da una medaglia d'argento ed un attestato di pubblica benemerenza nella lotta contrc il banditismo sardo. Da · guerra. Una nave neutrale catturata non può essere distrut~emplice brigadiere, nel 1899, fu decorato della medaglia ta, ma deve essere condotta in porto, affinchè sia stad'oro per l'audacia e l'ahilità con bilito quanto è di dirillo sulla legittimità della cattula quale affrontò una nota e pen: solo per eccezione però potrebbe essere ùislrnt1a ricolosa. banda., nella zona di Or,quando, agendo diversamente, venissero compromessi l:l. gosolo. Col grado di capitano parsicurezza della nave da guerra o il buon esito dello tecipò poi alla guerra 1915-1918, operazioni nelle quali quest'ultima è impegnata. anche qui mostrando le sue non In caso di distruzione di 11ave catturata si debbono comuni qualità di ardimento e di metkre al sicu ro le persone imbarcate, le carte di bortenacia, consacrate da quattro fc. do e gli altri docum~nti che gE interessati credessero rite, da una medaglia d'argento utili per il giudizio sulla legittimità della cattura o per ed una di bronzo al valore, nonchè da Ila promozione a maggiore il risarcimento dei danni; ris~rcirnento dei danni al quaper merito di guerra. Promosso poi colonnello e conle hanno diritto gli interessati J1el caso che la cattura sole della M . V. S. N ., fu nominato nel 1927 giudice della nave o tielle merci non sia convalidata dalla giurisdizione delle prede, o che la cattura non sia mantedel Tribunale Speciale di Roma. Ecco la motivazione della medaglia d'oro: nuta senz.a che abbia avuto luogo il giudizio, a meno -che non vi siano stati motivi sufficienti per giustifi« Con continuo gravissimo rischio della propria vita, si recò da solo per ben du~ volte a. riconoscere i rifugi ,care la cattura. stessa. di a!cuni famigerati banditi, che avevano sparso la coIn caso cli cauura devono con siderars i prigionieri di sternazione ed il terrore nel circondario di Nuoro, giun-guerra: tutti coloro che appartengono alla marina da gendo tra le balze ed i cespugli di una località quasi -gu<'rra o alle forze armate del nemico o sono destinati i::iaccessihile fino a poca distanza da essi. Quindi prea farne parte, ancorchè feriti, malati o naufraghi; il se parte all'azione diretta a catturare i banditi e si dipersonale delle navi mercantili nemiche, idoneo a 'pre• stinse su!,:li altri per coraggio e sangue freddo,. espostar servizi utili nelle forze annate del nem ico; il pernendo pi11 volte la vita, Ebbe forato l'abito da palla sonale delle navi mercantili neutrali colpevoli d i assiavversari:i. e nell' inseguimento dei malfattori, uccise il -stenza ostile. Coloro che seguono un'armata senza far• più pericoloso di essi >>. (Orgosolo (Sassari), IO luglio ne parte, muniti di una. lcgiuimazione dell'autorità militare dello Stato la cui armata accompagnano, qualora 1899). ,non si reputi opportuno lasciarli in libertà, sono pure Ca ucaso. V. R11sso-T1trclie (guerre). trattati come prigionieri di guerra. Quando una nave mercantile nemica è catturata, gli uomini dell'equipagCa ucci (Francesco) . Generale, n. ad Ancona nel 1:io sudditi di una Potenza neutrale non sono fatti 1844. Sottot. d'art. nel 1867, raggiunse il grado di co-prigionieri di guerra : cosl pure il capitano e gli ufficiali lonncllo nel 1899 e resse la carica di direttore d'art. a -sudditi <li una Potenza neutrale ; questi però qualora l\Iessina. Collocato in P. A. ( 1902) fu, nel 1903, ripromettano formalmente per iscritto di non più servire chiamato in servizio :i.ll'XI C. d'A. quale capo de'.•l'ufsu di una nave nemica durante il corso della guerra. I ficio del treno ausiliario; collocato poi a riposo, ragpass::ggieri imbarcati sulla. nave cat1urata devono essere giunse nel 1911 il grado di magg. genera.le nella riserva. fasciati liberi e sbarcati a.Ila pr ima. favorevole occasio11c: tultavia può essere trattenuta qualunque persona a Ca ucciù (Gomma clastica). li C. o gomma clastica, bordo, finchè la sua presenza sia stimala necessaria per " una sostanza che si trova nel lnttice contenuto in nugli accertamenti ai quali la cattura della nave può dar merose piante, ma specialmente in molti alberi tropicali. Questo utilissimo e important<; composlo, che riceve tanluogo. La corrispondenza postale trovata a bordo di una na· te numerose, svariate e prnticbc applicazioni, era un · ve nemica o neu trale catturata è di regola considerata prodotto, allo stato greggio, di esclusiva importazione inviolabile cd inviata. a destinazione con il minor ritarin Europa e proveniva dai mercati di produzione: Ame<lo possibile, salvo che vi siano fon<lat i motivi di sorica, J\frica, Asi,l e Polinesia. spetto, nel qual caso viene sottoposta a censura. I pacIl lungo perdur,ue del cor.llitto mondiale, che aveva -chi postali, non avendo carnttere di corrispondenza, sudetermi nato un gr:i.cluale assottigliamento delle grandi biscono lo stesso trattamento delle mel·ci. riserve esistenti presso le nazioni europee belligeranti Le predelle norme, s.1ncite dalle convenzioni cieli' Aia e particolarmente in Germania, indusse i chimici te-del 1907, dalla dichiarazione di Londra tlel 1909 e dal deschi a intensificare gli studii, che scienziati di varie trnttato di Washington del 1922, sono ufficialmente adotK azioni avevano antecedentemente iniziati, allo scopo 't.ate dalla R. Marina Italiana. di ricercare un conveniente processo industriale per la preparazione sintet ica di tale composto. Fin dal 1879, Catulo (Caio L"tazio). Console romano. Vinse nel infatti, Bouchardat era riuscito a ottenere della gom2"-1 a. C. la battaglia delle Egadi contro i Cartaginesi, ma artificiale con la polimerizzazione spontanea del,c<ln la quale ebbe termine la prima guerra punica. Un l'isoprene; ma tale scoper ta rimase trascurata sino al ,V.uinto I.A,tazio Catulo, pure genera.le romano, poeta e


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1910, quando cioè gli studii a l riguardo vennero nuovamente ripresi dai chimici, con l'obbiettivo di sfruttare l'impiego dell'idrocarburo anzidetto e di altri analoghi, come il metilisopropene, servendosi di appropriate sostanze attivanti la polimerizz.uione (acido acetico glaciale; alcali, ecc.). Le ricerche sperimentali continuarono alacremente in Germania al principio del conflitto europeo e, nel 1915, lo sfruttamento industriale del processo era praticamen te a punto, in tuUi i suoi dettagli, negli stabilimenti dtlla « Badische Anilin und Soda Fahrik ». Difficoltà non lievi intralciarono il cammino di questa notevole conqu ista, come e più specialmente perchè il prodotto sintetico riusciva inadatto ai processi normali di vulcanizzazione che, com'i\ noto, consisrnno nell'incorporaèè aìla gomma una quantità di zolfo, variante, a seconda della qualità di essa, fra il 3 e il 16%. Tale intra lcio venne però facilmente superato impiegando sostanze che funiionano da trasportatrici di zolfo, tali ad esempio la piperidina, o tiocarbonato di piperidile, che oggi trovano un impiego sempre maggiore, come acceleranti nella vulcanizzaz io-ne della gomma naturale. La « vulcanite ,i, ad esempio, giunse a un titolo di zolfo fin del 25%. I due prodotti, quello naturale e quello sintetico, erano dotati a caldo ddla ste3sa elasticità, come se entrambi proven issero da C. naturale; senonchè, alla temperatura ordinaria, il prodotto artificiale perdeva la sua proprietà elastica. A ogni modo, si giunse così alla preparazione del prodotto sin tetico, che r isultò quasi identico a quell i s imilari provenienti da ottima gomma-para, trovò vaste applicazioni e sostituì su larga scala il C. naturale nei suoi molteplici impieghi: materiale isolante dei ca'"i sottom.i.rini e -terrestri; tessuti per coperture in genere e per involucri di dirigibili; pneumatici; ccc. Con l'aggiunta di olio al metilcaoutchouc vennero da questo preparati: bastoncini cilindrici lisci di vulcanite per la costruzione d i antenne, cellule, per accumu latori e altri oggetti diversi. Entrò anch!: a fare parte delle m iscele per copertoni di automobili; ma particolarmente utile e di largo impiego si dimostrò nei processi di rigenerazione del C. vecchio e disusato.

Cauda (ttobile F.mcsto). Generale, n. ad Alessandria, m. a Roma ( 1843-1900). Sottotenente di fanteria nel 1862, partecipò alla campagna ciel 1866 e <la colonucllo ricoprì la carica d i capo di S. M . del IX C. cl' A. 0894) e comandò poi il 10° regg. bersaglieri (1896). Promosso magg. generale (1898), fu incaricato delle funzioni di direttore generale della Leva e Truppa presso il Min istero della Guerra. Caudebec-en-Caux. Comune della Francia, nel dipartimento della Senna Inferiore alla confluenza del Caux con la Senna. E' di fondazione antichissima è fu, in passalo specialmente, importante punto strategico. Gli Inglesi se ne impadronirono nel 1419; i Cal,·inisti nel 1562; gli Spagnuoli nel 1592. Assedio di Ca11debcc (aprile 1592). Appartiene a lh guerra di F iandra. I franco-olandesi, perduta Rouen, presa. dopo lungo assedio dal Famesc, ripararono in C. ben fornita di viveri, e il Farnesc decise di attaccare anche qu~sla piazz;i,, mal difesa e poco efficiente in fotto di fortificazione. Il suo governatore, La Garde, m;i,estro di campo, a.veva a disposizione un reggimento di fanti e tre squadroni di cavalleria italiana, agli or-

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dini...di Pausania Braccioduro. Alessandro Famese pGSC il campo intorno a C., assistito dall'ing. mii. italiano Properzio. Il La Garde fece una sortita con 400 fanti e i tre sqdr. di ca valle ria italiana, prendendo posizione fra due colline dominanti C. al nord, e mettendosi sotto. la protezione di alcune navi da guerra olandesi, schie-rate nel mezzo della Senna. I Valloni del conte di Dossu, che formavano la prima avanguardia dell'esercito ducale, obbligarono dopo serio combattimento La Garde e Braccioduro a rientra.re nella piazza. Frattanto il Farnese veniva ferito al braccio destro da un colpo d'archibugio, e doveva lasciare il comando a l :Maycnne•. Quando l'esercito spagnuolo com inciò lo spiegamento. per attaccare la guarnigione in ritirata, gli squadroni dell'ala sinistra spagnuola furono bruscamente investiti àal fuoco della flotta, e gli assedianti si videro costretti. a prendere posizione colle loro a rtiglierie, le quali ehhcro facilmente il sopravvento su quelle delle navi, costringendo queste alla ritirata verso la foce della Senna. E a li ora il l\fayenne, pi:1J1tata una grossa batteria controle mura di C., con intenso fuoco produsse tale rovina~ che obbligò i difensori, il 26 aprile, a capitolare; la guarnigione uscì con gli onori di guerra. Gli Spa1,'11uoli. pagarono assai caro tale successo, poichè la ferita riportata dal Farnesc fu la cauS,L della sua rnone, avvenuta nel dicembre dello stesso anno.

Caudine (For('/ic). Valico composto di due gole anguste, presso l'ant. città sannita d i Candio, fra il Sann io e l:t Campania. 1\1'el 321 a. C. vi si cacciò incautamente un esercito romano in lotta contro i Sanniti, e, giunto all.1. seconda gola, ne trovò sbarrato con una palizzata, e guardato il passo. I Romani fecero dietrQfron t, ma, giun ti alla prima gola, la trovarono anch'essa.. sbarrata; contemporaneamente si videro accerchiati dai Sanniti che occupavano tutte le alture circostanti. Resistettero quivi per due giorni, e poi dovettero arrenders i. Allora consoli e soldati furono obbligati a passare sotto un giogo formato da due Ira.vi, sormonta.teda una terza a guisa di forca, e dovettero accettare, come patio per questa umiliante liberazione, che Roma [cvrebbc ritirato le guarnigioni e le colonie dal paese dei Sanniti, e anebbe dovuto dare seicento cittadini in ostaggio. J,fa i patti non furono mantenuti, e coloro ché se ne erano r esi mallevadori furono consegnati ai Sann iti da.I Senato. I Sanniti non vollero accoglierli, e la guerra. fu ripresa, ma con vantaggio dei Roman i sopra il capo sa1mita }>or.zio Erennio, l'autore dello stratagemma delle F. C . e l'ideatore dell'umiliaziorn• inflitla ai Rorua.11i. Caulaincourt (Augiist<• di). Gen. francese ( 177 71812). S i d istinse com battendo nella penisola iberica, e nel 1812 comandò il quartiere generale delCaulaineourt Augu.sto l'esercito napoleonico; mori caricando alla l\foskova, alla testa dei corazzieri, conI ro le ridotte russe. Un C. (J!arco) fu maresciallo di campo (1719-1771) ;


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un C. (Gabr-iele) padre di Augusto (1740-1808) fu generale, destituito nel 1792 come nobile e reintegrato nel 1804; un fratello d i Augusto (Armando, 1772- 1827) fu generale napoleonico, e infine ministro degli esteri, fino al 1815.

Caulier (kladdalena). ErniJ1a delle armate di Luigi XIV. Nel 1708, durante l'assedio di Lilla, si presentò per compiere la pericolosa missione di attraversare le linee nemìche, e vi riusci con p ieno successo, r ifiutando ogni ricompensa e chiedendo di essere arruolata in un reggimento di dragoni. Esaudita, si comportò valorosamente e morì uccisa alla battaglia di Dcnain nel 1712. Caulonia. Antica città., colonia. greca, sulla. costa del Bruzio fra Locri e il golfo di Squillacc. Fu alleata con Crotone e S ibari. Nel 389 a. C Dionisio il Vecchio invase con grande esercito (20.000 fanti e 3000 cav., 40 navi e 300 traspor! i), la Magna Grecia, e pose l'assedio a C. l Greci-Ita lioti raciunarono un grosso esercito movcndo in soccorso della città alleata, ma, assaliti dagli assedianti, furono pienamente sconfitti e C. dovette arrendersi a D ionisio, che ne trasportò gli abitanti a Siracusa. e _vi insediò i Locrii suoi alleati. Durante le guerre d i Pirro in Italia, C. fu p resa e distrutta dai mercenari Campani a l servizio dei Romani, e durante la seconda _guerra Punica si dichiarò favorevole ad Annibale. I Romani temarono d'impadronirsene a mezzo di ausiliari di Reggio Calabria, ma l'arrivo improvviso di Annibale fece togliere l'assedio. Dopo le -guerre Puniche certamente C. cadde nuovamente in potere dei Romani, e fu punita severamente col rimanente dei Ilruzii, giacchè Plinio parla solo delle (< vestigia oppidi Caulonis >>. Caumont (Gia.como: di C., d1tca de la Force). Maresciallo di Francia (1559-1652). Partecipò alle campagne del suo tempo ed ebbe nel 1593 il governatorato del Béarn, che gfi fu tolto da Luigi XIII per essersi messo alla teeta dei Calvinisti r ibelli (1621) che lo nominarono loro generale. Nel 1624 però si sottomise al Re che lo nominò maresciallo di Francia dest inandolo in Piccardia. Nel 1629 venne con un'armata a combattere in Piemonte e dal 1632 comandò l'armata di Lorena. Nel 1637 il Re lo nominò duca de la Foi-ce. Anuand,, di Cmunont duca de la Force. Maresciallo di Francia, figlio del precedente ( 1594-1675). Seguì l'esempio paterno e fu nelle file dei calvinisti ribelli. R itornato al servizio del R e, divenne nel 1625 maresciallo di campo e combatti: agi i ordini di suo pad1·c in Piemonte e in Lorena. Ten. generale nel 1641 e maresciallo d i Francia nel 1652, poco dopo lasciò il servizio. Un Enrico di C ., fratello del precedente (1582- 1678) fu maresciallo di campo; un Pietro di C., figlio del precedente, fu pure maresciallo di campo e guerreggiò in Monumen10 a Canpol!còn , n el Ci le Italia nel 1644; un Ar·mando di C., fratello di P ietro (1615-170l j, raggiunse il grado di tenente generale in Francia nel 16iS; passò poi in O landa dove ebbe il comando in

815 capo; un Fran.r,esco di C. fu maresciallo di campo nel secolo XVII. A ntor,io di Caumont duca di Lauzun. Generale francese, ( 1633-1723). Maresciallo di campo in F iandra nel 1663, si segnalò in modo particolare a Lilla ( 1667). Tenente generale nel 1670, l'a11no seguente ve,ul.e posto in cattiva luce presso il Re il quale lo imprigionò a Pinerolo e poi lo mandò in esilio. Ritornato nelle grazie di Luigi :XIV, venne scelto da questi per comaadare l'armata destinata in Irlanda in soccorso del Re Giacomo II ( 1690) dal quale venne poi nominato capitano generale delle suç armate.

Caupolicòn. Eroe della difesa del Cile contro la conquista spagnuola (secolo XVI). Fu il condottiero deg li Araucani, irriducibile contro gli invasori; gli Spagnuoli dopo !unga e sanguinosa lotta, riuscirono a far pr igioniero C., ohe venne sottoposto a tortura, e che affrontò eroicamente e stoicamente la morte. Cauriol (Monte, m. 2495). Nelle Alpi di Fassa. Fu conquistato il 2 7 agosto 1916 dal bgl. alpini Feltre e mantenuto contro reiterati contrattacchi avversari. Successivamente, le truppe del nucleo speciale, comandato

li monte caurjoJ

dal generale Giuseppe Ferrati, ampliarono l'occupaziom: del Cauriol con la conquista delle successive vette di quot<t. 2318 (15 settembre 1916), di quota 2094 (17 settembre) e della Ilusa alta (6 ottobre).

Causa. Nell'esercito romano, era eletto così il caso d i riforma. mii. per inabilità fisica, specialmente contratta in guerra; causar-i-i erano i soldati che venivano giudicati inabili, anche per età; ca11saria missio l'esenzione dal servizio in segui to al giudizio di inabilità. Causa rii scr1tizio. Le malattie, le ferite e tutte le infennità e lesioni in genere contratte dai m ilitari per « causa d i sci vizio»_ devono .tgurare sulle loro carte personali con l'indicazione precisa delle reali o presunte ccnseg11enze ohe es3e hanno lascia to. E ciò a scopo di garanzia per il m ilitare, dato che una recrudescenza od un aggravamento dell'infermiti, potrebbero porlo in con-' dizion i di non poter continuare nel servizio, ed anche trarlo ,1 morte. Il riconoscimento dell'infermità come dipendente da causa. di servizio e l'inscrizione della stessa sui documenti personali scrvP a dare piena sicurezza al militare che gli saranno in ogni caso usati quei tr~ ttamcnti che l'entità dell'infermità contratta comporta, in base alle disposizioni di legge. In altri termini, le leggi eh~ regolano lo stato dei militari in genere contemplano


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tma .serie di disposiz-i oni 'le quali garantiscono a chi i•er c:i.usa di servizio - subisce una menomazione fisica od intellettuale cure ade_guate, trattamento economico e provvidenze varie ( lice,u:e, aspettative, ecc.) proporzionati a lla menomazione stessa. E' q uesta pertanto una forma di doverosa assicurazione verso coloro che per ii se!vizio che prestano allo· Stato possano trovarsi nella contingenza di vedere cl;minuita la propria capacità fisica cél intellettuale. Le p redetw disposizioni indicano anche in modo chia ro e preciso le procedure che devono essere seguite per il riconoscimento dell'infermità come dipendente da causa di servizio. Tali procedure, mentre nulla tolgono alla s icura certezza che il militare infor tunato usufruirà di quel determinato trattamento che gli spetta in relazione all'entità rlella sua menomazione, servono a dare all'amm inistrazione dello Stato la garanzia della effettiva d ipendenza o meno delle inferm ità da causa d i ser vizio, e quindi ad e liminare la po;;sibilità che individui poco scrupolosi possano avanzare diritti in merito a ma lattie o ferite non imputabili a vere e proprie cause di scrv1z10. L e disposizioni rela.tivr alle procedure d a seguirsi negli accertamenti medico-legali del personale dipen~len te da lle ,.mmin istrazioni militari (e da a ltre ammillist1azioni dello Sta to) son:J contenute in va,-ie leggi e regolamenti d i cui ;1 pii1 recente è il R. decreto nuW<:ro 1067, che approva il regolamento per l'ese,cuzione della legge Il marzo 1926 1i. 416. Le principali norme a l riguardo sono le seguenti·: I militari di qualsiasi grado che abbiano contratto infermità, ferite o lesioni, per farne accertare la d ipendenza da eventua li cause di servizio, devono farne esplicita doma11da scritta a l comandante di corpo o capo di ufficio, o comunque all'autodtà da cui diret tamente dipendono, denunciando s pecifica tamente la natura delle ferite, d elle lesion i, o della malattia, le circostanze che vi concorsero, le cag:oni che le produssero e le conseguenze che ne deriva rono rispetto all'attitudine al servizio. Le autorità predette procedono d'ufficio solo nel caso che le fe rite o lesioni siano state prodotte da traun,i r iportati in servizio e _purchè i loro esit i siano snt.i accertati, mentre l'in teressato era tuttora in servizio. Nel caso di morte sarà proceduto d'ufficio quando essa sia avvenuta mentre l' interessato era in attività di secvi/.io C'

per fatto trau1nal ico ivi r iportato; in t utti q'i 2ftr!

casi s i procederà a domanda scritta dei congiw1ti interessati, con le no rme dianzi indicate. I comandanti di corpo o capi d i ufficio, r icevuta la domanda oppure venuti a conoscenza. del trauma. giusta il d isposto accennato nel 1,er iodo precedente, p rovvedono senza indug io a raccogliere tutti gli accertamen ti cli fatto a tti a provare la natura dell'inferm ità, ferita o lesione, come la loro conness,one con eventi eh se"rvizio. All'uopo essi raccoglieranno tutti que i docu menti che va.lga110 a provare nel ri1odc- più diretto ed efficace la causa. la natura, il tempo, il luogo e tutte le altre circostanze che precedettero, accompagnarono e seguirono il sorgere del1,• infermità o lesioni, con speciale rifer:mento a l loro propagarsi, sia nel pcrsonak a lle proprie d ipendenze che nella popolazione civile, qualora trattisi d i malattie epidemiche o contagio5e. R accolti tali documenti, detti comandanti fanno sottoporre gli inferm i a visita del sanitario del c0rpo. Que~ti, eseguita la visi ta, enuncia le proprie conclusion i diagnostiche ed esprime, in base a i dati clinici e a quegli elemen ti di fatto che potrà chie-;

816 dere ai comandanti di corpo o capi ufficio, un parere tecnico: e) sulle conseguenze che la lesione, ferita od infermità potrà avere o meno sull'idoneità a l servizio dell'infermo; b) sulla dipendenza o meno della infermità da causa d i servizio. Consegna poi tale dichiarazione a l comandante _di corpo, che esprime il proprio definitivo parere in merito. C iò fatto, il comandante di corpo o capo di servizio trasmette l'intero fascicolo istruttorio alla C01mnissione medica ospedaliera, la qua le esamina il fascicolo, vaglia. le circostan7,e e le conclusioni in esso contenute, sottopone a. nuova visita l'interessato t poscia esprime la p-ropria diagnosi e il proprio pare~t in merito a lla dipendenza dell'infermità da causa di servizio o meno, ed alle conseguenze che essa potrà avere sulla idoneità o meno al servizio del m ilitare sottoposto agli accertamenti medico-legali, concludendo con la indicazione - ove ne s ia il caso - di particolari provvedimenti a favore dell'interessato (licenze, pensione, ecc.). Il processo verbale è sottoposto a lla visione dell'in teressato a scopo di partecipazione. Nel ca.so di accettazione della decisione della commissione, ed in ogni C'aso tra~corsi 90 giorni dalla pa rtecipazione agli interessati senza che q uesti abbiano ricorso all'Ispettorato d·1 zona, copia del processo verbale è mandata a i comandanti di corpo o ca.pi ufficio c he effettuarono l'istruttoria. della. pratica, perchè essi possano provvedere a lle p rescritte annotazioni sulle matricole o sugli stati di servizio degli ii1teressati, e provocare da lle autorità competenl', gli eventuali provvedimen ti di stato. I militari che non ritengano di accetta.re il giud izio della commissione· medica ospeç.aliera possono entro il term ine pe1·cnto.rio d i 90 giorni dalfavvenu ta partecipa- . zione ricorrere all'Ispettorato di sanità milita re della rispettiva zona; il quale prende in esame il caso ad essa sottoposto e decide definitivamente ed inappellabilmente, salvo - ben inteso - il giudizio della corte dei conti in sede di liquidazione di pensione ove questa sia stata proposta. I principa.li provvedimenti che sono presi a. favore di militari infortunati in servizio sono: licenze di convalescenza, aspettative per infermità dipendenti da causa d i servizio, pensioni tempo1:a.nee o permanenti.

Causse (Giovanni). Generale francese (1751 -1796) Gener ale d i briga ta nel 1793, partecipò alla campagna d'Italia agli ordin i del Rpnaparte e cadde combattendo a Dego. Cauterizzazione (dei camlli). Per la cura degli arti dei ca.v;illi, sottoposti a sforzi eccessivi specie nelle lungh\'> marcic e nelle ra.pid<> anela.ture in terreni vari, viene da molto tempo usata con successo la cura della cauterinazione delle parti malate fatta a pun te (bottoni d i fuoco) od a str.iscie, a seconda della ·maggiore o minore entità della affezione loca le, e dell'importanza della n1ra che s i vuol !à.re. Il sistema ciel fuoco a punte deturpa meno l'arto del cavallo e per quanto per i cavalli di truppa ciò non a bbia grande importanza, esso è il più usato; e sempr e lo ·è per i cavali( di_alto prezzo degli ufficia li. Cauvin· (G-iovmmi Battista). Generale, n. a Berra nel 1842. Partecipò a.Ila campagna del 1859 e nominato sottot. di fanteria prese parte alla campagna del 18601861 guadagnan dosi una med. di· bronzo a Castelfidardo ed una d'argento sul l\facerone ed a Gaeta, Partecipò


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a ltrcsì alla campagna del 1866 meritandosi una seconda med. di bronzo a Borgoforte, e, promosso colonnello, comandò il 45.0 rcgg. fan teria (1896-1900). Collocato in P . A. (1900) raggiunse nel !91'4 il grado d i ten. generale nella r iserva.

Ca,win L uigi. Genera le, n. a Nizza Marittima nel 1856. Sottot. dei bersaglieri nel 1876, entrò nell'arma <lei Carabinieri Reali e trascorse quasi tutta la su a carriera presso il comando generale dell'Arma d isim' I pegn ando mansioni importanti e delicate. Prnmosso lenente generale (1916) fu non1i.na.to co1uandante in 2• dell'A,ma dei CC. RR. e nel 1918 fu elevato a lla carica di comandante generale dell'Arma. Collocato in P. A . (1919) assunse nei 1924 il grado di generale di corpo d'armata.

Caux -(P,:etro, di C. di Blacqiietot). Maresciallo di campo francese, ( 1720- 1792). Par tecipò nell'arma del Genio alle campagne dei suoi tempi. All'assedio di F ribourg ed a que llo di l\faestric;ht i-imase ferito. Brigad iere !Id 1i70, direttore delle fortificazioni nel 1772 e maresciallo d i campo nel 1780, compì lavori importanti d i fortificazione a Cherbourg e a Brest. Giovanni l!attis/.a. di Ca,,x di Blacquetot. Generale, francese, fratello del precedente ( 1723-1793). Servì nel gen io militare. Nel 1748 comb,,ttè a Fontenoy ed all'assedio di Tournay; poi fu al Canadà; si distinse specialmente nel 1761, come comandante del genio, alla difesa di Casse!. Brigadiere nel 1768, maresciallo di campo nel 1780 e tcn. generale ispettore generale delle fortificazion i nel 179 1, si d imostrò valente ingegnere m ilitare.

Cava. Scavo sotterraneo fatto dagli antichi, si:!. per giw1gere sotto terra fin denlrG la fortezza che assediavano, sia scavando la terra e scalzando la muraglia che volevano atterra.re, sostenendola via via con puntelli di legno ~ino alla fine del lavo ro, terminato il quale abbruciavano i puntcl li o li tiravano a terra ed il muro rovinava. Il nome d i C. si tramu tò in quello d i Mina. gii. prima dell'invenzione del.la pol•rere ; era cioè una « m ina a puntelli», vera origine d ella scienza delle m ine, co1n-::. è intesa nel senso moderno. Cavaciocchi (Alberto). Generale, n . e m. a Torino (1862-1925). Soltot. d'ari . nel 1881, entrò, da capitano, l!el corpo d i S. J\lf. e nel 1897 f u insegnante presso la Scuola di G uerra. Ebbe, da colonnello ( 1910), il comando del 60° regg. fanteria, col quale p artecipò a lla guerra italo- turca, meritandosi la croce d i uff. dell'Ordine milita re a Sidi Said. Promosso magg. generale fu l!OminaL1 comandaute della brigata Casale . P rese parte a lle operazioni in Libia del 1913, guadagnandosi una med. d'arge11to ad E ttangi, e, r ientrato in I tal ia, cbl;e il coman do della brigata Brescia ( 1914) e nello s tes,o anno fu nominato direttore dell'I stituto Geogra lìc,J }vi ilita re. Partecipò qu indi alla grande gu erra come ca,po è i S. M. dt:lla 3" a rmata, p oi come comandr.n te della

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5• divisione, poi come comandante del VI e infine come comandante del IV C. d'A. che nella giornata di Caporetto fu uno dei primi ad essere assalito. Allontan ato dal comando, fu nominato I spettore delle s·r nole :Militari. Il gen. Cavaciocohi ha lasciato importantissime e numerosissime opere, fra le quali r icorderemo: << Ratisbcna, Essling e 'Nagram »; « La sped izione francese a l Madagascar»; (C Considerazioni sulle forze coloniali JJ; « Esercito e paese ,, ; « Le istituzioni milita ri ita liane>>; <C Le legg i militari del regno d 'Italia )J; <<Le istituzioni militari tedesche >l; << La sped izione anglo-francese i1, Cù1a, 1860 >l ; « L ' impresa dcli' i\,damello »; « In torne alla rotta di Caporett<> >>. Inoltre compilò parecchi lavori presso l'ufficio storico di S . M ., di cui i più unportanti sono : « Dou1menti sÙl 1848 e 1849 )>; « Storia della campagna del 1859 » ; « Complemento alla storia della campagna del 1866 »; e una q uantità d i articoli sulle riviste militari.

Cavaggia (Colonna). O rganizza ta in Francia nel 1848, insieme con la colonna Anton ini, per partecipare alla lotta contro l'Austria. A! comando dell'ing. Cavaggia, giunse a M ilano sui primi d i maggio e fu inviata in ,·a.I Sabbia agli ordini del Durando. D imostratasi ribelle a lla disciplina, venne sciolta il 24 luglio. Cavaglià ( Ant. Caballiaca). Comune in prov. di Vercelli, sulla serra d'Ivrea. Fu nell'epoca romana allevamento di cavalli, che servirono p er l'esercito, ~ cod più tardi, sotto il dominio dell' imperatore O ttone I[j (1000), e del vescovo d'Ivrea. Quando la Chi~2a investì del feudo il marchese del ]'vlonferrato, i co11,.i c!i C 1 i•; ~sarono di riconoscerlo, e n e derivò una 1,mga lotta . l\ la ne: 1427 questo luogo cadde in potert del princi1, e /\medco VIII di Savoia. Cavag na (Giacinto). Gr:m ra lc, n . a Voghera, m . a Roina ( 1821- 1893). Sottot. di fanteria nel 1840, passò, nel 1843, nel corpo dei R eali Carabinieri, fece !e campagne del 1848-49 ed ebbe, da colonnello, il co~ mando delle Legioni 9"- 5' e 13' e della Legione di Tor i,w, Promosso maggior genera ie ( 1869) fu mem oro dell' Anna dei RR. CC. e po i comandante della brigate di fan ter ia 1• e 14"; nel Ì877 ·e bbe la car ica di coman(Ìante super iore dei d istretti mii. del• la divis. di Milano. Collocato a r ip.oso a su a domanda. ( 1880) raggiunse nel 1893 il grado di ten. genera.le nella riserva.

Cavagnari (Liiigi Napoleone, lord). Ufficiale inglese, 52


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oriundo della Corsica ( i 823- 1879) figlio del generale francese Adolfo C. Iniziò il servizio militare colla compagnia delle Tndie orientali ; fu il principale agente politico-milita re per la campagna contro l' Afganistan, rendendo grandi servigi all'Inghilterra. tanto da esserne fatto lord, e partecipando alle campagne in quella regione. N om inato residente a C~bul ( 24 luglio 1879) vi rimase v ittima d i una sommossa xenofoba cli truppe afgane: ve-• nendo massacra to coli' intera missione i! 2 settembre 1879.

Cavagrwri (marchese Giovarmi C. - Cima.glia - Gomaga). Genecavagnarl Luigi raie, n. a Piacenza nel 1827. Prese parte alla campagna del 1848 con le truppe Parmensi e partecipò da sottot. di fanteria nell'eserc ito sardo a lla campagna del 1849 e a lla. spedizione in Crimea del 1855 -1856. Si distinse durnnte la campagna del 1859 guadagnandosi u ~a mcd. d'argento a Palestro e a S. Martino e prese a ltre.sì parte a lle opernzioni di Ancona e della Bassa Italia del 1860-1861 e alla campagna del 1866. Pron1osso colonnello, fu segreta.rio capo del Comitato delle armi di linea (1871-1878) ed a iutante di campo onorario d i S. M . il Re. Nel 1882 as.sunse il comando del _74° regg. fanteria. Collocato in P. A. a sua domanda (1883) raggiunse ne! 1893 il grado di magg. geo nerale nella riserva. Cavag11ari Domenico. Ammiraglio, n. a Genova nel 1876. Entrato in servizio nel 1889, fu promos.so contrammiraglio nel 1927. Partecipò alla guena di L ibia, e poi a quella del 1916, meritandosi tre med. d'argento e la croce di cav. dell'O. M . S. in rischiose imprese di guerra compiute con siluran ti nell'Adr iatico. Nel 1927 fu nominato comandante dcli' Arsenale della Spezia.

Cayaignac (Giacomo, visconte d·i Baragne). Generale francese (1773-1855). Partecipò alle campagne napoleoniche. Nel 1807 fu a Napoli, al comando a i un,L brigata, e si d istinse n ella repressione della rivolta in Calabria. Dopo la campagna di Russia difese eroicamente Danzica; rien trato ' in Francia, fu ispettore· generale della cavaller ia. Cavaignac (Eugenio). Generale francese ( 18021857). Partecipò a lla campagna della Morea nel 1828, e da l 1832 fu in Algeria dove si distinse mola to, e di cui divenne governatore nel 1848, per pochi mesi, poi che, eletto deputato, fu nominato ministro della guerra . Represse l'insurrezione di P aJ rigi e fu nominato capo Cava1gnac Eiug,enio del potere esecutivo, ma il 10 dicembre venne sconfitto da Luigi N apoleonc nelle elezioni pre~klenziali.

Cavalaire. F razione marittima del Comune francese di Gàssin, nel dip. del Varo, sulla baia omonima. Nel 1792 (maggio) una fregata napoletana da 40 on-

818non i, diede caccia a due navi corsare algerine, le quali si rifugia rono a C. La fregata n apoletana le seguì, aperse il fuoco malgrado le .rimostranze dei Francesi e colò a fondo le due navi corsar.:, i cui equipaggi, decimati, si rifugiarono a terra. Questa fazione provocò un lunf,o dibattito diplomatico, non esscJ1do la Francia in guerra con gli Algerini ed essendovi stata violazione delle acque della Repubblica; ma l'avvenimento fu supuato da quelli, d i m'!ggior rilievo, di quell'epoca.

Cavalca (Alessandro). lr.gegnere militare parmense. del sec. XVI. Fu al ser vizio d el Duca di Parma e partecipò alle g11erre di Fiandra. Caduto n elle mani del nemico a ll'assedio di Maestricht ne! 1S79, vènne gettato nella Mosa. Se risse, fra altro, << Delle macchine in.ventate per la espugnazione di Ostenda>> e << L'essamine 1:1ilitare ». Cavalca Cesare. Generale, rt. e m . a Mantova (18341914). Sottot. nel 5° rcgg. Usseri nel 1857, continuò a prestar servizio nell'esercito austriaco fino al 1866; '1.l'I l8l7 entrò a far parte dell'esercito italiano. Promos.~o colonnello, ebbe il comando dei regg. cavalleria Caserta e Montebello; collocato in P. A. (1889) raggiunse nel 1894 il grado di magg. generale nella riserva.

Cavalcanti (Pier Luigi). Ammiraglio napoletano del sec. XIX. Nel 1848 era brigadi~re generale di marina, e fu inviato nell'Adriatico per ricondurre a Napoli la flotta delle Due Sicilie. Nello stesso anno, al comando di u na divis. navale, partecipò alla lotht per ridurre a ll'obbedienza Messina. Nel 1860 era retro-ammiraglio. Cavalcata. Nel medio evo, era l'obbligo che avevano i feudatari di seguire a cavallo l'imper atore, dietro sua richiesta. Era altresì una p iccola impresa, una scorreria, di gente a cavallo. In Piemonte, C. era la spedizione ordinaria (sec. XVI) per la quale generalmente ogni casa doveva somm inistrare un uomo, militante, entro dati limiti di tempc- e di luogo, '.I. proprie spese. Cavalchini Garofoli (ba·rorie Fr,ancesco) . Generale, n. e m. a Tortona (1819-1879). Sottot. dei granatieri n el 1837, pr ese parte alla campagna del 18481849, guadagnando una medaglia d'argento a Goito; alla campagna del 1859, meritando una scJonda mcd. d'argento, e a quella del 1860-61, ottenendo la nomina a cav. dell'O. M. S. a M . Pelago e M. Pulito. Comandò, da ,olonnello, il 5° e 6° regg. granatie ri, pa rtec ipando alla campagna del 1866, e, promosso magg. generale nel 1867, comandò dapprima la brigata Gra1ntieri cli Lomba.rdia, ton la qual•~ combattè nel 1870 alla presa d i Roma, ove si conquistò una med. di bronzo, e poi le brigate 2" e 23•_ Collocato a riposo, raggiunse ,1cl 1875 il grado d ì ten. generale nella riserva. Cavalier. Nome di un reggimento di « fanteria straniera JJ a! servizio del Pitmon te. Venne formato nel 1704, su 5 compagnie, composte di Ugonotti profughi dalle Cevenne, che avevano ~eguito il loro capo, Giovanni Cavalier. Fece la guerra contro la F ra ncia fin<> al 1707, anno in cui andò a .riposo.


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Cavalier G·icrua1111i. Condottjero francese, poi generale inglese, n. a Ribante (Linguadoca), m. a Chelsea (16791740). Combattè prima nelle Ccvcnnes, poi passò al servizio del Piemonte, e infine dell'Inghilterra, ove divenne generale e governatore di Jersey. Lasciò le 11 Memorie della guerra nelle Cevennes» (1726).

Cavaliere. In genere, chi monta assai bene a cavallo e ne è profondo conoscitore. Chi combatte a cavallo. Soldato di cavalleria.

819 Cavaliere (Forti/.). Tratto di ramparo più elevato di quello del corpo di piazza e collocato dietro a questo (cavaliere di bastione), oppure tratto di ramparo della cinta primaria sopraelevato sul resto della cinta (cavaliere di cortina). I cavalieri avevano per scopo: 1° di

Cavai/ere dt' bas!ione (lbJ a.-) Tra e eia. to

b) Profilo AB L..

Monumento al cavaliere d'ltalta (Torino, scullore Pietro canonica)

Cavaliere. Nell'esercito romano, .assumeva questo titolo chi a,·eva esercitato il tribunato: poteva allora portare l'anello d'oro. Il legionario romano C. (cques) era scelto fra i cittadini di maggior censo : ve ne erano 300 per ogni legione. li loro ordine (ordo eq11estris) era il secondo, dopo quello dei Senatori. In pri ncipio ricevevano il cavallo in prestito dalla Repubblica, quando servivano in guerra, e lo restituivano al termine della campagna. Poi ebbero il denaro con cui procunrsclo per loro conto, e per mantenerlo. La punizione di colpe per parte loro consisteva nel passaggio fra i pedoni. Cavaliere di I classe. In ogni squadrone di cavalleria., fra le classi anziane, "iene annualmente scelto un dato numero di soldati, che, in seguito a speciale esame di equitazione, vengono nominati C. di I cla.ssc e costituiscono un m1cleo di cavalieri più abili degli altri, adatti in particolare modo alla istntzione dei cavalli giovani, o cli r imonta, ed alla correzione dei cavalli viziati e più difficili cl,l montare. La qualifica di C. di / cla,<se non costituisce un gralJo, ma semplicemente un ticavaliere di 1• classe tolo di distinzione, il quak dà diritto a speciali riguardi e compensi, nel disimpegno di particolari servizi a cavallo, sia nelle caserme, sia, più specialmente, in campagna. I C. di I classe porrn.no un particolare distintivo sulla manica sinistra della giubba: una testa di cavallo circondata da due palme.

,·edere e battere punti nascosti alla vista o al tiro del ramparo principale; 2° di permettere la continuazione della difesa anche dopo caduto il ramparo antistante o i tratti attigui di cinta primaria; ossia fare l'ufficio di ridotto, I cavalieri, in terra o in muro, erano armati ordinariamente con artiglierie; la loro sopraelevazione sul ramparo principalo variava da uno a sei me, tri. I cavalieri di bastione nvcvauo forma di lunetta con le faccie cd i fianchi rispettivamente paralleli alle parti una loglte dei bastioni. 1 cavalieri di cortina erang elevati sul mezzo delle A) c avallero di un rorte cortine e constavano d i. un lato centrale, sopraelevazione del ramparo principale, e di due fianchi, dai quali si potevano battere efficacemente i salienti dai bastioni attigui. Essi facevano anche l'ufficio di traverse, per riparare dai tiri di in.filata le cortine. La denominazione di cavaliere è stata tratta dalla somiglianza che ha tale opera con un uomo a cavallo, il quale per la sua elevazione scopr,., tutto ciò che gli è . intorno. Cavaliere di trincea. Nell'attacco alla Vauban per la conquista passo a passo de:io spalto, giunti coi lavori di zappa a 30 m. dai salienti della strada coperta, si


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stabilivano le ultime « piazze d'armi», tracciate ad arco di circolo, attorno a quelli, estendendole fino ;ii prolungamenti delle controscarpe. I parapetti delle parti estreme di tali ,piazze d'armi, in corrfapondenza ai prolw1gamenti della strada co.,pert.a, venivano innalzati. ... formando cosl i cc cavalie- ,.~--· ,...l,·..,,,..l-;:;ir----1.iif t;t,~~i J~, ri di trincea», mediante ,.,:;,;-"'tl;;, ~1 ffJ ,..,,_., ""l' t'11 t-· i quali, battendo con do\i'; minio o con tiri d'infila:ta f,'.'l>è.di fucileria e con granate a mano i difensori della ~•~ strada coperta, si obbliga- ;:Ì·~)~] vano quasi a sgombrarla. I cavalieri di trincea, eret-• ti per la. prima volta dal cavaliere di trincea (sec. XVI) Vauban all'assedio di Lu:xembourg ( 1684), vennero ammirati come un nuovo tro• vato; erano ~mecc già stati impiegati dai Turchi all'assedio di Vienna. ç.

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lancieri, ed i balestrieri a cavallo. Più tardi i C. divennero w1'arma dipendente àalla gendarmeria. Solo nel 1498, in Francia, sotto Luigi XII fu dato questo ' nome a compagnie a cavallo, costituenti una sorta di fanteria montata; tale corpo specialt rimase così fino al 1570. A quest'epoca fu costituita, sotto Enrico IV, una cp. di C., molto bene istruita, ohe si chiamò d'ordinanza, giacchè venne adibita alla guardia del principe. Anche r.egli .a,l tri Stati intan to, e nelle stesse 1nilizie comw,ali -itaJiàne, si istituirono i C.; nella Repubblic,, fiorentina. venne stabilito che ne fossero regol;trmcnte inscritti 500, armati di balestre e scoppietti, con facoltà di armare soltanto il 10% di lancia.. I drai,pelli erano costituiti in (e bandiere» ciascuna delle quali era formata da 5C C. ed eri, comandata eia un « Condottiero l) . 0

Cavaliere a cavallo. Era della così quell'opera èi fortificazione che si addos.<,ava alla cortina allo scopo di difendere il fosso dalle piazze bas~e e di battere la campagna dalle piazze alte.

Cavalieri. Nome dato in Inghilterra, all'epoca di Cromwell (sec. XVII) ai difensori della causa realisla, in contrapposto ai « parlamentari l>, chiamati « Teste rotonde>> pcrchè portavaJ10 i capelli tagliati molto corti. (Per ~li Ordini cavallereschi, v. ai nomi degli Ordini). Cavalieri della Colomba. Compagnia di avventurieri, costituitasi nel Piacentino dopo le scorrerie del re Giovanni di Boemia, con un migliaio di Tedeschi e Francesi già militanti ai suoi ordini. Si diede a tagEeggiare e saccheggia.re, come le sue simili, verso il 1334; passò al servizio di Perugia contro /\rezzo nell'anno seguente e saccheggiò Citerna e Citt,i di Castello. Poi si sciolse, e una parte della compagnia andò al servizio di :Firenze.

Troreo cavallcg-g-ert (herrello)

'froreo ca ,·:1 llcg-g-eri

Dopo il 1600 troviamo che questa specialità della ca· valleria, resa pii, snella e pratica ne.I campo dell'impiego dell'arma, va divulgandosi, cd aumentando di numero in proporzion.: dcJla Cavalleria di linea o pesante. I C. in quel l'epoca erano armat i di casabina, o pistolone, e finirono per costituire la cavalleria leggera rii linea. N el 1779 in Francia vennero creati, come corpo scelto. sei

Cazialieri Angelo. Generale, n. e m. a Napoli (18511927/. Sottot. d'art. nel 1873, fu addetto alla direz. d'artiglieria dj Napoli. Collocato in P. A, (1903), fu richiamato in servizio presso la predetta direzione nel periodo 19 15-1917 e raggiunse nel 1923 il grado di ge· ncrale di divis. nella riserva.

Cavallata. Nell'epoca dei Comuni ~i comprendevano sotto il nome di «ca.vallate» alcw1i servizi di carattere militare che i cittadini erano obbligati a prestare, nell'interesse generale. quando il bisogno lo richiedeva : differivano da!le genti' d'arme, che erano stanziali. Col trasformarsi dei liberi •Comuni in Signorie, ma soprattutto per l'uso invalso di ricorrere nelle guerre di quel tempo al braccio delle soldatesche mcrcena· rie, i cittadini vennero esonerati poco per volta dall'obbligo che avevano di concorrere armati nel servizio di cavallata. (V. Cavalcata).

caval!eg-g-erl (:Piemonte) 1814

Tassa delle Cava/late, era, in alcuni Comuni italiani, il prezzo del risca!lo dei Vassalli dall'obbligo di fornire uomini per le C.

regg. di C,, e sotto Napoleone 9 regg., armati però di lancia. (V. Cavalleria).

Cavallegger i . In ongme si diede questo nome ad una cavalleria di categoria inferiore, durante il periodo classico della cavalleria feudale. Erano appunto cosi classificati i cavalieri armati di coltellaccio, i paggi dei

Cavalleggeri del Re. Reggimento di cavalleria formato in Piemonte nel 1689, denominato « Dragons· verts >l, e poi « Dragons du Genevois », su 2 squadroni. Nel 17401745 fu detto (< Di-agoni di S. A R. ». Nel 1744 fu por_-


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Cavalleria S-l'CCa

Cavalleria romana

cavalleria Piemonte Reale

cavallerJa del Galli

cavalleria (sec. XV)

Cavalleria ;•omana

cavalleria dei Galli

Cavaller1a- romana auslllarla Orag-ont p!emonest (1780)

.. cavallerla reudale (sec. Xlii)

cavalleria rcucia1e (sec. IX)

Cavalleria leggera (sec. XVI)


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tato a 4 sqdr., e denominate. « Reggimento d i cavalli leggeri d i S. :\f.». Nel 1798 ruvenne il « 2° regg. dragon i piemontesi», agli ordini del 13onapa,·te e fu sciol to l'anno seguente. Nel 18 14 venne ricostitu ito col nome

Cavalleggero ausl rtaco 1797

« Reggimento Co valleggcri del R e», su 6 squadroni. Nel 1821, in segu ito ai ruoti co,tituzionali cu i clementi del reggimento presero parte, esso verme disciolto. Dal 1690 in poi, partecipò a tutte le guerre, fino a quella del 1815 contro la F rancia.

Cavalleggeri di Napoli. Corpo ,-olontario di ca,-allcria, costituito a Caserta nel 1860 al comando del tenente colonnello Ferraro; p arte dei volonta ri furono in corporati nelle truppe di Garibaldi.

Squaclra cli cavalleggeri in un trorcne g1·1 g10-vercte

Ca,•allcggai di Sardegna. Reggimento costituito nel 1832 in Piemonte, con decreto di Carlo Alberto, per il servizio di polizia in Sardegna. Aveva il d eposito a Fossano. L'armamento consisteva in sciabola, moschetto e pistola. );cJ 1836 l'organico comprende,·a 4 sqclr. e 675 uom in i, alle d i1,endcnzc del V icerè di Sardegna.. Ven nero 1rasfo'rn11l i nel 1853 nel << Corpo d ei Carabinieri Rl'a I i cl i Sardegna >L Vert,e11 ~e ca~·alleres~!1c (fra. militari). Le cosidde tl·· rnrnllcreschc l> ripetono la loro origine dalla caval!~ria medioe,·alc ad opera d ella. quale sorse e fiori la « scicnz~ c:w,11lcresca l> e si crearono tradizion i e consuetudini relative ttl modo di definire le « question i d'onore lJ. Col decadere del feudalesim<. e della cavalleria, e coll'affermars i della a uto ritit regia, sorsero i primi eserciti stanzia li, la cui uffi1;ialità venne scella fra i Xobili, discendenti degli antichi feudatari, i quali trasferirono nei corpi militari ic consuetudini cavalleresch e, che ne dive nnero speda le attri buto. P er questa ragione, nonostanlr la distruzion~ delb « classe dei nobili >> come par<< co11s uetudi 11 i

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ticolar e elemento dell'o1·ganihlno statale, in conseguenza delh Rivoluzione francese, l'uso dei duelli per la solu zione delle verten ze s i perpet uò e si estese anche a lla bo rghesia, la qua le da allora fu ammessa normalmente ai gradi militari. Poichè il « m ilitare >> facent specialmente professione di ard imen to e d i cornggio, non si amm ise ch e egl i potesSt tollerare offe:i<: d i qu3]~iasi genere, vere o supposte; nè si am:nise che esso potesse, se richiesto di soddi~fazione o d i r ipara,;ione, presentare delle scuse ancorchè avesse torto, po ichè ciò poteva fare sorgere il dubbio che la scusa deriva~se dal timore di affrontare la sorte delle armi. Il duclk•, che è stato poi punito dalla L egge comuac, è invece rimasto come elcment, necessar io a. definire !e « questioni d'onore>> fra ufficiali, sì che se l'uffici:11'.!, comunque proYOCato od offe~o non avesse accettato o mandato un « cartello d i sfida > \'en iva cacciato dai r:tnghi pel' Jnanca.nza contro l'onori", mentre se invece affro:ua,-a la sorte delle armi, veniv:i. punito dalla giusti~ia. civile. Attualmente n ell'c~crc ito italiano le vertenze fra uffi. ri1 li sono d isciplinate dal Regio Decreto 4 ottobre 1908 (dello Legge Casana), il quale stabilisce che << quando f ra due militari- sorga una vc·rlcnza. cavalleresca, è dove re dei loro rappresentanti cli ten tare ogni mezzo per comporla amichevolmente>>. Ove la composizione ami• chcvole non sia possibile è <, obbligo disciplinare 11 dei rappresentanti d( de ferire ]a vertenza a l g iudizio di un giury d 'onore, la cui composizione è. rcgpla ta da. speciali disposizioni che variano a seconda del grado milita re rivestito dalle parti. E' ammesso che le parli possano, in casi di p articolare gravità e q ua.udo la vertenza sia sorta per gravissima offesa, non fare noti i fatti che la determinarono. Gli alti che costituiscono la vertenza vengono trasm essi per via gerarch ica e « in piego chiusi;,» a ll'autorità a cu i srcrta di nom ina re e di convocare il giury d'onore. 11 i;,r iury emette il proprio ,·crcletto che p uò avere per risultato: a) una dfo liiarazion<: ct-ie non v'h a luogo a contesa (quando i falli s iano tali da non ledere l'onore): b) un verbale di conciliazione (nel quale si stabilisce chi abbia ragione e chi torto e s i com pone a michevolmente la verten za senza detr imento dell'onore dei contendenti); e) una dichiarazione di « non intervento» nella ver tenza, q,.,ando questa « sia cagionata da fatti di na tum ta le da renclere evidente la con venienza che le µar li siano lasciate libere di risolverla come meglio credono, rim:!nendo responsabili dei propri a tti di fronte a i regola menti mil itari e a lk leggi penali » . Q ua lora una d elle due p~rli o entrambe non siano soddisfatte del lodo emesso, è facoltà di ricorrere entro tre giorn i dal p rimo giudizic- a u n giu ry costituito in sede di appello, il quale decide in via de fi nitiva . Q ueste d isposiziorr.i, obbligatorie per gli ufficiali in S. P . E., sono considerate l( obbligo moral'! 1, per quelli in congedo; e sono facoltative n elle q uestioni fra militari e borgh esi. In passalo fu obbligo del militare che ne fosse rich iesto di p restare l'opel-a sua quale «secondo», sia a ufficiali che a borghesi; u na nuova disposizione d isp ensa t;issativament.e da quest'obbligo, s trano r imasuglio di antiche consuetudini, per cu: il militare spesso era costretto ad assumere il peso di gravi responsabilità.

Cavalleri (o Cavalieri, Simonino). Ca,p itano del secolo XIII, n. di Por tovenere. Comandò le navi anna te

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Cavalleria roman a

Cnvullerlo lcg-gera (scr. XVI )

cav·ancrJa francese (cacciatori) 1797

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cavalleria !lallana della guar dia (1812)

cavalleri a olandese (;,ec. XVI)

Usserl spagnuoll 1809

Cavalle ria fl•uarolr tmperlali rrancest

CaV3JICria norrt americana redcra!e (guerra sec0ss1one)

ussaro rrnncese ( 1S12)

Ulani russi ( 18 12)

c av alle ria leggera (sec. XVI)

cavalleria Nizza


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<la questo pa~, facent i parte della flotta _genovcsc armata nel 1267 contro Venezia, agli ordini dell'ammiraglio Grimaldi, e combattè con essa nei mari del Lernnte, qualificato come vice-ammiraglio.

Cavalleria. Istituzione militare feudale de i secoli di mezzo, d' ispirazione politico-sociale-r eligiosa, riservata·, in origine, alla sola nobiltà . Essa costituiva uno speciale ordine sociale, i cui a depti erano obbligati a voti ,olenni ccl a particolari forme: cli vita : devozione a Dio, r ispettoso amore alla ckmna, fedelt à al Sovrano erano i doveri principali dei cavalieri; ciò permetteva loro cli dimostra re i p iù nobili sentimenti wuani: l'a r dimento nei pericoli, la generosità nella v ittoria, la p icti, per i deboli; ma talvolta, specialmente durante la decadenza della 'istituzione, suscitava in loro un fanatico a rdor e 1,ella ricerca cli imprese a vrnnturose. Il sorgere della Cavalleria dovette venire determinato da motivi polit ici, come la necessità di reagire all'anarchia feuda le; da motivi sociali, quali il bisogno di costumanze più civ'il i, che non fossero quelle afferma.tesi du rante le invasioni barbariche, cd infine, da motivi morali, m ist.ico-religiosi, come il desiderio di vivere in purità di sentimenti e di tombattere in difesa della Croce. La nobile istituzione si affermò in tutta · l'Europ,t e rese possibile l'effettuazione delle prime Crociate, acquistan do t ale e tanto prestigio, che ìo stesso Saladino ne chiese le insegne. L 'e-

... ... ... Cavalieri

Arcieri if ~ rr ~ if.&: if ~ ~ rrir rr

iac.ii.1i.llc:,cai;;,iai.1!.li~c:,c:,c:,c:,c:,i;;, - -

fanteria-

Schieramento in battaglia dell'epoca della cal'alleria poca delle Crocia.te fu infatti, per Ja Cavalleria, quella di maggiore splendore. La generosa impresa, da effettuare in terre ignote e lontane, per un idea.le nobilissimo, che traeva vigore dall'esaltazione ciel sentimento religioso, chiamò a raccolta i m'igliori cavalieri e fece loro reputare come un premio divino il morire per li berare il sepolcro di Cristo. G li ordinamenti più dur evol i della cavalleria s i ebbero nella Francia meridionale e, quindi, anche in Catalogna ed in Ca.stiglia . Nell'Italia medievale, dedita p iuttosto alle spcctdazioni lucrose ed ai commerci for tunati, l'istituzione venne, nel secolo X, importata dai Normanni e dagli Svevi e vi acquistò ca't·atteri par ticolari - come avveniva del resto p resso ciascun popolo senza perdere l'originario fondamento morale e religioso. , L a qualità di cavaliere veniva acquistata dopo avere superato non facili p rove ed a t traverso determinati grad i e potev" essere conferita dai Sovrani, dai Principi, dalle città libere e da coloro che erano già cavalieri. I fa1,ciu lli 1lobili, inizia t.i prestissimo "ai giuochi ginnici ed alle eser citazioni militari, servivano quali donzelli e paggi p resso qualche potente signore del vicinato e all'età. di 14 anni venivano accomp.a gnati dai genitori all'altare perchè fossero consacrati scudieri. Allora potevano usare le stesse armi d'offesa e di difesa dei ca, ,·alieri, escluso l'elmo, e dopo a ltre prove potevano es-

824 sere ammessi nella Cavaller ia.. L'aspiran te ad essere fa((o cavaliere doveva preparars,ì con la « veglia delle anni)),. p;i.ssa.11do rutt>. una notte iP. pregh iere, insieme con ·i suo i padrini e un sacerdote. La mattina seguente, dopo una cerimonia religiosa, si i ngiJ~occhia.va,. da.vanti a chi ùovev:l armarlo C. e giurava. cli on orare Dio, la religione e b cavalleria. Allora gl i veniva d ata la ca/lata, ossia tre colpi di piatto con la spada nuda sul le spalle cd era proclamato cava.lière. :La decadenza della C. qu ale istituzione sociale s'in' ziò- nel secolo XTV, dopo le Crocia.te. Essa divenne fata le con :'a ffermarsi delle i'vfonarchic feudali, col diffondersi dellt' arm i de• fuoco, col Rinascimento. Cavalfri·ù, . una delle qu~ t lro Armi, costituen ti i moderni eserciti d i terra, la cui azione principale si svolge a cavallo. E ' l'arma pi(, particolarmente aclatta a ckcidcrc le ba ttaglie con l'urto, mediante l'impiego del cavallo, mezzo atto a muovere celermente, perconenclo considerevoli distanze senza un eccessivo con~umo d i forze tisiche. E ssa può siuni rsi prontamente e ,postarsi cclcrnicntc, anche per cadcrt di sorpresa sul fianco e ~ul tergo delì'avversar io; come, in caso di insuccesso, può assai pi(, celermente dclk altre armi disimJ)egnarsi dal contatto nemico. .-\nche quando le circostanze imponessero a lia cavaller ia di combattere a piedi, essa. può costi tu ire una riserva oc! anche lilla massa di m anovra· assai mobile, e quin di pronta a quel t empestivo impiego che le circostanze suggerissero. La celerità della quale è capace, conferisce inoltre a quest'arma l'atti tudine a rendere agli eserciti in guerra preziosi servizi, oltre che nel campo tattico, anche in quelli strategico e logistico. Essa. può cercare il conta tto con le masse nemiche, esplorare jl terreno, raccogliere preziose informazioni e compier e operazioni anche a grandi distanze dalle altre truppe (colpi d i ma.no, distruzioni cli lince ferrovia rie, di mezzi di comunicazioni , ecc. ecc.). O ltre che nella travolgente azione tattica (carica), che le è propria, e con la quale, in tutti i tempi - o nell'ora d i decidere della v ittoria, come a Ca.ime ed a Leuthen; od in quella dei sacrifi.zi eroici, come a Waterloo ed a Secla.n - questa nobilissimà. arma h a raccolto gloria imperitura; oltre che negli inseguimenti fortunati e brillant i, come quello napoleonico del 1806 coatro l'esercito prussiano ; alt.re che nei combattimenti di retroguard ia, la cavalleria. è stata spesso impiegata anche nelle incursioni a largo raggio nel tenitorio nemico (rnirls) e specia lmente nella esplorazione lontana (avanscoperta) e nell'esplora.zionc vicina. l:a C. può incontrare considerevo li ostacoli nel terreno, - e ciò specialrncnte per quanto riguarda l,azionc a cavallo n el campo tattico, azione che ricbicde quelle specia li condizioni di luogo necessarie a svolgerla con la voluta celerità e compattezza - ed anche nell'oscurità della notte. cbe può render e meno efficace e talvol ta impossibile l'impiego di quest'arma . J.e carnt teristiche negative della cava lìeria nel campo dell'organica militare vengono poi rappresentate dalle spese, assai 1 gra\'i, che essa impone; dalle diffit oltà d i conservare e <li r ifornire in guerra i qu adrupedi necess.ui; difficolti,, questa, assai grave specialmente nei paesi di scarsa prod uzi<mc C<]uina, ed in.fine dal maggior tem.po richiesto per i'ad<lestramcnto degli u om ini e dei quadrupedi. Ciò 110n ostant~, grande è stata l'imporlan·za della cavalleria. in tutti i tempi; da quelli antichi, nei . quali es.st costit uiva gtneralrnente le a l: degli esercit i schierat i i:i.

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Carica cli cavalleria p iemontese alla srorzesca (1849)

battaglia, a l Medio-evo - durante il quale, per la speciale costituzione degli eserciti feudali, e per il particolare modo di guerreggiare, l'arma celere perdette le sue caratteristiche strategiche e logistiche e si affermò predomin ante nel campo tattico - all'Era moderna., nella quale, pur venendo sostituita a poco a poco, per i progressi delle armi da fuoco, dalla fanteria. quale arma principale degli eserciti, non perdette mai l'occasione di rendere brillanti servizi, Nella seconda metà del secolo XIX, poichè le a rmi da fuoco e specia lmente quelle della fanteria - poterono conseguire una maggiore celerità di tiro cd una più lunga gittata, la cavalleria fu costretta a constatare come il suo impiego sul campo di battaglia fosse divenuto meno efficace cd assai più sanguinoso, e venne quindi più particolarmente destinata a lla esplorazione, i,ur non dimenticando il suo brillante compito tattico, che, anche se d ivenuto p iù difficile, è sempre possibile, specialmente contro truppe demoralizzate e p rive d i munizioni. Ad a.ssicura.rsi la possibilità di venire impiegata ancora nel modo meglio rispon dente a lle sue nobili tradizioni, e non soltanto come mezzo di esplorazione e di sicurezza, la cavalleria. cercò di adattarsi ai tempi, sia acccttand0, nelle sue grandi unità, a liquote delle altre armi: qua.li l'artiglieria a ca.vallo, e, più tardi, reparti di fanteria celere e d i m itraglia tric i ; sia mettendosi in grado, con la dotazione d i buone anni da fuoco e con crdinamenw, istruzione cd arma.mento adatti, di combattere tanto a p iedi che a ca.va.Ilo. I particolari a.spetti che assunse la lotta dlirante il conflitto mondiale e l'uso, sempre p iù generale, di difese accessorie atte ad ostacolare l'azione della cavalleria, indussero i competenti a r itonerne d iminuita l'importanza; cosl che ne venne camhiata. la proporzione rispttto alle altre a rmi quasi presso tutti gli eserciti. ~fa, essendo la C. un'a.rm1. di difficile improvvisazione, occorre mantenerne fin dal tempo di pace la quantità e

qualità indispensabili per assoli-ere i compiti che le spettano in guerra, tenendo conto dei tre elementi: uomini, cavalli, armi. Per quanto riguarda gli uomini, la cavalleria ha bisogno di ufficia.li i qua.li unisca.no, ~ !le speciali qualità fisiche e ad una spicca.la attitudin~ cavalca.re, le particolari doti morali ed intellettuali r ichieste dall'impiego in guerra. nonchè da lla complessa opera che agli uftìciali dell'arma spetta anche in pace, quali istruttori dei loro uomini e dei loro ca.va.lii. In quanto ai gregari, essi debbono, non soltanto acquistare b stessa abilità del cavalic, c di un tempo, ma debbono essere capaci di combattere a piedi, All'addestramento ciegli uomiJ1i, e elci ca valli provvedono le scuole di Equitazùme (V.). Quanto alle anni, la cavalleria adoperò, sin dal ·suo sorgere, a rmi bia.nche, atte specialmente all'offesa.: (scia.bole, lance, mazze, spade, pugnali), cd armi difensive: (corazze, elm i, scudi). Qu&ttc ultime vennero aumc•Hate ed appesant ite, p erchè fossero efficienti rispetto alle arm i da fooco, ,fino a compromettere la mobilità dtilla cavalleria; quindi furono abbandonate, ed aJ1chc i cavalieri s i fornirono di ann i da fuoco (pisto le e car abine), che venivano impiegate da vicino, a cavallo. Attualmente la cavalleria, insieme alle armi da punta e da taglio, ha le pistole e i moschetti in tutti gli eserciti ClU'opei. ln quella italiarn, gli ufficiali ed i sottufficiali _sono a1,nati di sciabola e di pistola.: i la.ne ieri hanno la lancia , la sciabola cd il nooscheÙo con baionetta; i cavalleggeri la. sciabola ed il moschetto con ba ionetta.. I reggimenti sono J)oi dotati di reparti di mitragliatrici. ì'\'ella s toria militare antica la cavalleria greca, specialmente que lla tessala di Alessandro; impiegata a massa e riunit>, n!le a li della ìinea di battaglia, carièava a l ga .. lappo la cavalleria e la fanteria. nemica, mirando in ispecial modo a.i fianchi delle falangi; fianchi, che si presentavano meno difesi da.Ile picche. N e.Jl'epoca romana una pa.rte della cavalleria. era gene.ralincnte impiegata nell'esplorazione. mentre la rimanente parte era tenuta


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in riserva durante l'azione dei fanti, in a.ttesa che il combattimento da quest i condotto determ inasse nella iolla una fase favorevole, della quale g li agili cavalieri abilmente profiltavano, determinando col proprio intervento la rotta dell'esercito nemico e la conseguente vittoria finale. La legione romana, nel suo periodo classico, ebbe fanti leggel'i, i veliti, che, traspor tati sulle groppe dei cava lli, erano destinati come veri ausiliari della cavalleria, pei· cooperare con essa nell'azione, detenninando la situazione idonea a conseguire poscia, con l'urto, la vittoria decisiva sul nemico già scosso. Nell'epoca feudale l'azione ven iva impegnala col tiro degli archi e delle balestre; sotto la protezione di questo tiro, la ca,alleria si Janci,wa alla carica. Analogamente, nel periodo comuualc l'azione veniva iniziata dagli arcieri e dai balestrieri e completata dalla cavalleria che si slanc iava sul nemico ~eguendo le insegne. J\llorchè le prime armi da fuoco comparvero sui campi di hattaglia (Crécy, 1346) e la cavalleria si tro,·ò a combauere contro una fa11teri:.. ben armala cd equipaggiata, fu costretta a mutare i suoi procedimen ti d'azione. li c,Lva1ie rc caricò di ferro se stesso ed il cavallo ~ divenne catafratto perdendo lLJ sua principale carattcri~tica: la mobilità. Tal'! periodo segna la decandenza della cavalleria, che continuò sino a quando eletti condottieri (tra i JJrirni Uaurizir, di Xassau) compresero il _ , grave e rro re d i abbii1are ii, un unico combattente cavaliere cd archibugiere e la necessità di dare in ausi• ]io alla cavalleria. clementi d ì fuoco, atti a prepararne l'azio11e ed a coprirne il ripiegamento in caso d ' insuccesso. Il 24 febbraio 1525 i" Re di Francia Francesco J sacrificò a Pavia inutilmente la cavalleria, dir:gendola contro la fante• ria nemica non scossa. e che con le proprie arm; da fuoco le arrecò perdite gravissime. Trentadue anni Labaro di cavallerla sarda dopo, il 10 agosto 1557, E1tal 1814 al 1832 manuele Filiberto, fedele agli inscg·namen li dei gra ndi condottieri dell'antichità, non impiegò la cavalleria all'inizio della battaglia contro la compatla falange avversaria; ma, vero comandante e coordinatore dei mezzi, ricorse prima all'artiglieria e, una volta scompaginato col tiro di questa l'esercito del :.\'lontmorency, affidò a lla caval leria impe riale il compito di determinarr col proprio intervento il successo nella battaglia. Gusta,•o Adolfo rese agile e manovriera la propria cavalleria, e, per ridare all'arma una potenza di fuoco che, pur agendo con essa in intima cooperazione non doveva appesant ~rla, istitui reparti cli moschettieri, che, frammischiati fra i cavalieri, dovevano col fuoco prepararne l'azione e coprire eventualmente il np1egamento ed il riordinamento degli squadroni in caso di insuccesso. Con Federico II la cavalleria assurse nuova1nentc alla funzione decisiva che è ad essa a11cora assegnata nelle ba!laglie del XVII- secolo. La brillante azione dei 50 squadroni ciel Driescn a Leutben costituì forse l'irn-

piego più tipico di una ma~sa di cavalleria genialmente d iretta e la,1cia ta a l momcn tr. opportu no . Napoleone ebbe illim itata fiducia nell'impiego della cavalleria, che sempre utilizzò come potente strumento di manovra, atto allo sfruttamento del successo; egli non la logorò mai in azioni premature contro nemico non scosso e che facesse buon uso delle proprie a rmi. Persino n ell'esplorazione, da lla quale attende,·a le urgent i notizie necessarie allo svolgimento della manovra artisticamente concepita, egli dirigeva la cavalleria ove presumeva che non fosse il nemico e, con~en·andola così in_ piena efficienza, attendeva da essa le importantissime not izie negative. La massa di cavalleria era sapicntcmcrlte risparmiata cd il suo prezioso contributo alla vittoria finale consisteva particolarmente in un inseiiu i mento condollo con la massima celerità. cd a rdimento e diretto alla com-

Pa1tug-lfa lii cavalleria italiana (rn01) p leta disor·ganizzazion,1 dell'esercito JJernico giil vinto. Durante le campagne S\'Oltesi nella seconda metà del secolo XJX 11011 mancarono estmpi di pronto intervento della cavalleria nello sfruuamento del successo. Dopo la battaglia di Sadowa a ciò mirò la c;1valleria prussiana; ma la sua azione non ebbe 1 isu ltato grazie al sacri ficio di quella austriaca, che coprì la propria fanteria in ritirata e dimostrò quale prezioso contributo possa dare la cavalleria anche nell"opporsi alle gravi conseguenze di una disfatta. La C. ebbe ancor,, bri llant i successi nella guerra d i Secessione d'America ( 1861-GS) però combattendo come fanteria montata, e non quale vera cavalleria: si distinse tutt..tvia nell'esplicazione d, grandi raids, specie nell'occupazione avanzata di importanti lince d i resiste112a, e nel so rp rendere a te1·go cd a i fianch i le colonne nemiche. Diede ancora., durante la guerra franco-germanica ciel 1870-71, sprazzi di vivida luce nel campo tattico (\Viirt11-Vionville-·M ars-la- tour-Sedan) sia da pane francese che da quella tedesca, su bendo tuttavia enormi perdite, s proporzionate ai risultati, ·in causa del perfezionamento deìle armi da fuoco. Emerse invece nella stessa guerra in modo veramente brillante per opera dell'esercito germanico, nel servizio di avanscoperta nel campo s trategico, guidando, si può dire, le grandi armate tedesche nella vittoriosa a van zata contro l'esercito francese. Anche la recente guerra mondiale, di lotta stabilizzata, non mancò di presentare frequenti occasioni delle


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l'rtehi s tcndarcll cli cavalleria esco no ciall'Arrne ri,\ r eal(• d i 'l'orino p e r es~<:l'e 1·1Clatl al reggime nti (d lcemb t'C J 89G) . Il Con1e tli To rino con,amta il clr appcJlo

quali una carnlleri,t ben diretta cd abilmente coma,1data avrebbe potu to tempesti,·amcnt.c profittare, per d etermina re il t.Omplcto successo d i un attacco ben riuscito. DjsgraziaLa,ncnL'!, in llH(e le nazion i in !ofta, nei momenti più opportuni pc:· il s uo 'impiego, la cavalleria o non esistevil. più (come in Germania ed in Austria) oppure la sua efficienza crn· stata sac.rificata alla necessità. di impiegarla. anclct i,c modo non del tutto conforme alle p'iù spiccate c.trat teristiche.

Combattùnento a piedi. I w imi repar ti d i cava lleria rhe combattcrnno anche a piedi furono i dragoni, creati appunto da Gustavo Adolfo di Svezia pe r tale scopo, ma, a causa della poca efficacia delle loro armi e del conce tto errato di volerne fare d ella vera fanteria, furono, in generale, combattenti m ediocri sia a p iedi che a. cavallo. N apoJcone l riconobbe la necessi1à, per tutta la cavalleria, d i armars i d'un'arma da iuoco e di sa.pere combattere. a p iedi: necessità, questa, imposta. dal continuo progresso delle a rmi da fuoco. Dragoni, ussari tè caccia tori ebbero, dopo l'epoca napoleonica da l 1315 a l 1866 - l'a rma da fuoco; ma solo i.n casi eccezionali se ne servirono a piedi. In tale periodo le caYal!erie r!ei varii eserciti non aveva.no la preparazione r,ecessaria i.Ile esigenze dell'azione lontana, alla quale del restq, essi s i rassegnavano a m_a lincuore. I cavalieri vollern infatti restare a cavallo anche per sparare ed il loro fooco non ebbe efficac ia d i sorta. Appiedò spes,so, e con buoni risultati, la cavalleria a mericana durante la guerra di secessione; rare volte nella campagna del 1870-71, le- cavallerie francese e tedesca, che fecero, inveèe, uso frequente del fuoco da cavallo; ma cdii ,;es,un risul tato. App iedò di frequen te la cavalleria russa nella guerra contro i Turchi ("13771878). :Nella guerra anglo-boera (1899-1901) la cavalleria inglese combattè più a piedi che a cavallo. E oggigiorno sì può afferma re cbe 'ii combattimento a piedi 11011 ~ più, per la cavalleria, un mezzo accessorio d i azione; ma bensì una imp, escindibile necessità. N elle guer re future la cavalleria dovriù ricorrere a l fuoco di frequente, sia per poter compie re il suo servizio di esplorazione, che per poter efficacemente cooperare colle al tee anni sui campi di battaglia. Tale rodo di combattere ha, col nuovo a rmamento, acquista > grande in1-

por tan~a e potrà a vere un impiego ben p iù grande che pe l passato. Sono ormai pochi coloro i qua.li vedono in tale modo d'impiego un indebolimento dello spirito dell'ar ma; ma pcrcbè anche il combattimento a piedi p ossa dare risultali positivi, è necessa rio che la cavallc,·ia abbi.a piena fiducif nel suo impiego e vi sia a lungo esercitata. (Per l'impiego della C ., vedi Avanscoperta, Carica, Esplorazione, Raid; per le varie specie di C., vedi· alle singole voci).

Evolu.zione organtca della cavallcr'ia ital-iana. L'attuale cavalleria italiana hj/, origine da l n ucleo di tale arm<l. (4 reggimen tiì che faceva parte dell'esercito sardo, e che fu .riordinato da.I ministro L ama.rrnora dopo le campagne d el 1848 e del 1849. La cavalleria comprendeva, dopo tale riordinamento, 9 regg. di 4 squadroni: 6 erar,o lancieri (Nizza, Piemonte Reale, Savoia, Genova, N ova.ra, Aosta) e tre erano ca,·alleggeri (Sa.luzzo, Monf errato, Alessandria.). Dopo i: '59 vennero aumentat i ;, regg. cavalleggeri (Mila.no, Montebello, Lodi . Colle truppe dell'Esercito granducale toscano riordinato, vennero formati i regg. lancieri di Firenz-e e cava lleggeri di Lucca. Co lle trnppe appartenenti alle milizie di Parma, ll'fodena e Bologna, riordinate, vtnnero formati i reggimenti ì'ittorio Eman uele e Piacenza (ussari). Nel f ebbraio 1859 si costitul ii: Piemonte il regg. Guide;

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Cavalleria italiana al guado dc-ll a s esia


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trcntu stenclardl dei reg-glmcnll di cavalleria e u lablll'O del gruppo squadroni nel cortile del Quirinalè per la celebra zlone della Vlt1orla (4 novembre 1920) 17. Dopo il plebiscito per l'annessione delle provincie n:,polctanc e d ella. Sicilia, dcli(' Marche e dell'Umbria, 16 rcgg. cavallcri:i. ,·ennero portati a 6 squadroni. il regg. guide a 7 S')Uadroni. Proclamato il Regno d'Italia., vennero costituiti due nuovi reggimenti: lancieri di Foggia e cavalleggeri di Caserta cd i regg. vennero tutti formati s u 6 squadrnn i e distinti in 4 r eggimenti cavalleria di linea, 7 reggiment i lancieri, 8 cavalleggeri.

Tromba in si 9

- J r ~@frr I r, r 3/ 1 n11ornc110 della ca,·ancria Successivamente, nel 1871, venne aumentato un reggimento (R oma) e l'arma di cavalleria ripartita in 10 regg, lancieri e LO regg. cavalleggeri, togliendo la lancia. a.I regg. Foggia; nel l SS.: vennero creati 2 nuovi regg.: Padova (21), e Catania. (22); nel 1887 vennero creati altri 2 nuovi regg.: Umberto I (23) e Vicenza. (24); nel 1909 vennero ridotti a 5 gli squadroni di ciascun rcgg. e portati a 29 i regg. colla creazione dei lancieri Mantova (25) e di Vercelli (26), dei cavalleg-

g1·uppi di squadroni. Ogni gruppo d i squadroni è formato Sèt di un comando e due squadron i, ognuno dei quali comprende due plotoni. .\d ogni reggimento è annesso un c.lcposito territoriale Esistono inoltre tre centri speciali di cavalleria: del Lazio; della Sicilia; della Sardegna, dipendenti da l 3" Comando. L 'organico degli uffì: iali di ca,.illcria stabilito da.Ila predetta. legge sull'ordinamellto è il seguente: Generali comandanti s u,periori di cavalleria 3; colonnelli 22 ; ten. colonnelli 70; maggiori 58; capitan i 216; lenenti e sottotenenti 165: in tutto, 531. Stcnd31rclo Dei dodici reggimen ti di ca0 della c avalleria valleria , quattro sono lancieri, otto oa.valleggeri. I lancieri sono armati di lancia.. Così gli uni come gli a.Itri sono poi a1111ati di sciabola e J j moschetto. Ogni p lo'.one è a li resi munito di una mitragliatrice leggera. I lancieri

nllornello di divisione geri di Aquila (27) Treviso (28), e Udine (29); nel 1915 venne creato il 30° regg., cavalleggeri di Palen n o, e furono pure costituiti i 16 squadroni di )-Tuova Formazione (N. F.), assegnati come guide alle divisioni di fanteria. T ali squadroni portavano le fiamme nere sul bavero della giubba., come distintivo. Durante la guerra

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18§:1ca c11 cg cr I wn I rrl se·gna1e cli campagna mondiale alcuni reggimenti vennero appiedati ed impiegati nella. guerra di trincea. Dopo la guerra, 18 reggimenti vennero soppressi, e l'arma di cavalleria, secondo l'ordinamento previsto dalla. legge n . 396 d ell' ll marzo 1926, comprend e: 3 Comandi superiori, (1°, 2°, 3°), 12 reggimenti di cav:ùleria, 4 squadroni di palafrenieri. Ogni reggimento si compone di un comando e di due

Labaro di gruppo di squa<tront (guerra italo-ausrrinca 1915- 19 18) hanno s1a1ura da m. 1,62 a m. 1,72; peso non superiore a. kg. 62. I cav1lleggeri da m. J,58 a m. 1,68, peso non superiore a k g. .56. In campagna non v'è distinzione d'impiego fra le due specialità, potendo esse es-


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ser destinate tanto a far parte delle grandi unità di cavalleria autonome, co111e dell'aliquota assegnata ai corpi d'armata e a lle divisioni per l'esplorazione vicina e la sicurez7,a, Oggi la distinzfone ha un puro valore tradizionale. G li attuali dodici regg. di cavalleria sono raggru,ppati nei 3 comandi superiori ed hanno la denominazione e la d is loca,;ione seguente: 1° Comando superiore (Torino): Nizza Cavalleria ( Torino), Savoia cavalleria (Milano), lancieri; cavailcggeri di Novar a (Panna); cava lleggeri di Vittorio Eman uele II (Voghera). 2° Comando superiore çuc;ine): Cavalleggeri di Aosta (Ferrara), di Saluzzo (Pordenone), del Monferra to (Udine), Guide (Padova). 3° Comando superiore (Roma): Piemonte Reale cava lleria (Roma), Genova cavalleria (Bologna), !ancieri; cavalleggeri di Firemc (Napoli); cavalleggeri di Alessand1·ia (Firenze). I colori delle mostrine, filettature, ecc., dei reggimenti, sono : N izza, cremisi ; Piemonte reale, rosso scarlatto: Savoia1 nero~ Genova, giallo ; N ovara, bianco; Aosta, rnsso scadatto; F irenze, arar,cio; Vittorio Einanuele II, giallo; SaJuzw, gia llo ; :Monferrato, cremisi; Alessandria, arancio; Guide, bianco I reggimenti• soppressi dopo la grande guerra, (1919- . 1920/ sono i seguenti: Milano (lancieri) ; Montebello ( lancieri); Foggia (ca vallegger i) ; Lodi (cavalleggeri); Lucca (cavalleggeri); Cascrla. (cavalleggel'i); Piacenza (cavalleggeri); Roma (cavalleggeri); Padova (cavalleggeri); Catania (cavalleggeri); Umberto I (cavalleggeri); V icenza (ca.vaileggeri); Mante.va ( lancieri); Vercelli ( lancieri); Aquila (cavalleggeri); Treviso (cavalleggeri); Udine (cavalieggeri); Pal~1·mo (cavallegger i). Cavalleria Veneta. Corpo volontario di cavalleria, costituito dal Governo p rovvisc.rio di Venezia i l 3 aprile 1848, con 120 u. a l comando d i Jacopo Zorsi. Fusi con 40 cavalleggeri napoletani si formarono 2 squ.idroni (cap. Diaz e cap. Chinea) che combatterono eroicamente a Marghera. Ordi·11i di cavalleria. Organismi, in genera.le mi litaci e religiosi insieme, ist ituiti nell'aJto :Medio Evo per com·battere gli in.fedeli in mare e per terra. Sono particolannente noli gli Ordin i di S. Giovanni d'Acri (poi di :Malta), di Gerusalemme o del Tempio, di S. Stefano in Toscana.; in Ispa,f,'lla quelli d i Alcantara e di Caìa trava, ecc. çcc. Ult imo resto della cavalleria medievale furono i Padri Bianchi, che s i proponevano di combattere la sc1'iavilt1 nell' Afrira Settentrionale.

Assoc-iaziime dell'Arma di Cavalleria. Fondata in 1lilano nel dicembre 1921,coll'in tento d i riunire in tutta Italia coloro, ufficiali e ~ truppa, che hanno servi~ to nell'Arma, per mantenere vivi, anche nella vita civile, i sentimenti di onore e di patriottismo ap~,r.esi durante il tempo trascorso in servi.<io effettivo. S_. M. il R e concesse alla Associaziom uno stemma araldico, fre • giato di motto dettato da Gabr-iele d'Anmtnzio. L1 Stemma dell' Associazione Associazione ebbe la sanclell'A1ma di Cavalleria

zione elci Corpi dell'Arma col dono, fatto dai 30 reggi 7 menti e dalla Scuola di applicazione di Cavalleria, di uno Stendardo simile alla forma a quello in onore 1>resso i reggimenti stessi. L'Associazione è diretta da un Comitato centrale sedente a Roma e divisa in gruppi, regionali e sezioni dipendenJi. Un Bollettino mensile tiene fra loro legati i soci, riferendo le varie manifestazioni dei Gruppi e dell'Arma, ed è organo ufdiciale del Comitato Centrale.

Cavalleri2za, Edificio militare in cui si esercitano e si addestrano i cavalli e s'insegna l'equitazione a i cavalieri. E' di antichissima oi-igine giacchè usalo fino dai tempi greci e romani per l'i&truzione della milizia a cavallo, e chiamato allora «Ippodromo >> . Anticamente però era p iù in uso la C. scoperta, a forma rettangolare. Più tardi venne in uso la C. coperta. Essa consta di un fabbricalo a forma l'etta ngola.rc, in muratura, con pareti fino all'altezza media. dell'uomo a. cavallo, ricoperte in legno, foclinate verse l'interno, Il suolo è ricoperto da un forte strato d1 segatura di legno o di pula di riso, ed in mancanza d i queste materie, da un denso strato di sabbia asciutta. Nella C. vi deve essere un vestibolo con ingre$SÌ, separati, l'uno per uomini l'a ltro per cavalli ; anzi per l'entrata. ed uscita dei cavalli in genere è bene vi siano due porte diverse. La C. ha poi una galleria dalla qualé assistono gli spettatori, fra i quali talvolta gli stessi ufficiali allievi, e gli esaminatori. ~folle C. m ilitari non manca.no mai gli ostacoli artificiali, barriere, siepi, cavalletti, finti muri legno, che dì solito vengono disposti sulla metà del lato lungo della C., affìnchè il cavallo abbia la. possibilità cli sa lta rli colla n ecéssaria di~tanza occorrente alla spinla. Non manc;.no in ta lune C. d' importanza speciale, come quella della Scuola cli Cavalleria di Pincr0!0, due colonnine, p oste al centro della C., che servono ad istruire i cavalli nell'aHa scucia. L e C. militari coperte in uso nell'esercito italiano sono d i tre categor ie: piccola, media e gra.nde, a seconda dello svìluppo in lunghezza dei loro lati. Quelle grandi sono lunghe metri 52,50, larghe 21; -quelle medie sono m. 47,50 per 19, quelle piccole 38 per 13. Nelle caserme delle armi a ca vallo di solito oltre ad umc C. coperta ve ne sono due o più d i scoperte, costituite d a semplice terreno soffice. limitato da -una. staccionata in legno.

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Cavallermaggiore. Comune in prov. di Cuneo sulla dr. della ]Vfaira . Fu munito di fortificazioni ai tempi de l marchesato di Susa. Nel 1313, durante la guerra civile del marchesa_to di Saluzzo, fu tolto a questa casa e dato da Enrico VII acl Amedeo V d i Savoia. Ne! secolo XVI subi molto danno da parte dei francesi, e durante le guerre civili del stguen te secolo vennero d istrutte le sue fortificazioni. Cavallero (Ugo). Generale, n. a Casale nel 1860. Sottot. di fanteria. nel 1900, fu da ten. insegnante alla Scuola cen trale cli Tiro Pann a. Nel 1911 uscl primo dassificato dalla Scuola cli Guerra. Nel 1912-13 fu in Libia e nella giornata di Ettangi meritò una med. di bronzo. All'aprirs i della guerra con l'Austria fu i;ubito chiamato alla Segreteria d i S. E. il Capo d i Stato Maggiore del R. Esercito, ne fu collaboratore d iretto, assiòuo ed apprezzatissimo, specialmente prezioso nei moment i più seri: d urante l'avanzata austriaca in Trentino nel 1916, alla presa d i Gorizia e durante la dolo-

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rosa riti rata dell'autunno 19 17. In seguito, nominato capo dell'ufficio operazioni del Comando Supremo, ebbe _parte p reponderante nelle azioni per il consolic,lamcnto della nuova linc,1 e ncUe due grandi villorie : il Piave e Vittorio Veneto P er le benemerenze di guerra fu due volte decora to (cav. e uH.) dell'Ord; n e militare di Savoia cd ebbe una promozione per merito di guerra, a colonnello, nel 1917, e u na a scelta eccezionale, a brigadiere generale, nel 1918. Dopo aver per circa due anni rappresentato l'Italia nel 'Comit:ito M ilitare I n teralleato di Versailles ricoprendo con grande prestigio la carica che era stata, tenuta prima di lui dai generali Cadorna, Gia_rdino e D i Robilant, lasciò il servizio attivo, raggiungendo ben presto un posto cospicuo nella vita iJ1d ust.ria le. l',.fa la sua provata capacità militare e la nuova esperienza furono messe a frutto dal Governo Nazionale che, n ella primavera del 1925, quando l'onorevole M ussolini assunse la d irezione dei Dicasteri militari, lo chiamò al posto di Sol:tosegrntario di Stato p er la G uerra, devolvendogli ben presto la quasi totalità degli incarichi di Ministro. Nel 1926 il gen. Cavallero fu nominato Senatore, e nel 1927 promasso generale di d ivisione. L'opera <iel gen. Cavallero fu subito dedicata al programma di unificazione dei p iù importanti servizi comuni a l!e diverse Forze Armate. Dopo poch i mesi venivano presentati contempor~neamente a ll'approvazione del Parlamento ben sette leggi d i capitale importanza. Fra esse sono fondamentali la legge sull'Ordinamento del_R. Esercito, le leggi sulle; stato e su ll'avan1.amento ciegli ufficiali, il riordinamento del!' Amministrazione centrale della Guerra. Verso la fine del 1926 si p rovvc• deva a lla comp leta riorganizzazione dei servizi tecnici d'art. e genio e n ella prim::.vern del 1927 si aggiunse agli a ltri provvedimenti il Dtcreto- legge concernente lo stato dei sottufficiali.

Ca valletto (<l'art.). Strumento composto di pali ritti, simili a gambe, con sopra una stanga orizwntale a tta a sostenere pesi. In antico tale voce era adoperata per

Anuco cavaJlet.to per llorn.barda indicaJ'C un trespolo da adoperarsi per incavalcare pezzi sugli affusti, o per sollevare J)arti d'arma.

Cai·alletto. Specie di steccato portatile contro cavalleria, ideato da Camilla Orsino e perfezionato da Latino Orsino ( 1537). Costituì u n'ottima difesa nel secolo

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XVI per proteggere le fantcrir dalle cariche dell'arma a ca.vallo. Fu sostituito più tard i da l e, Ca vallo di Frisia».

Cavalletto da p1111ta.111e11to per f11cili e moschetti. E' costituito da tre as1e in legno de lla lunghezza di c irca 2 metri, e quali vengo-no legate da \111a cordicella a drca I/ 5 della loro larghezza in modo da formare un trep-

Puntamento 3111 tava11e110

p iode. Sopra la legaLura si colloca un sacchetto pieno ci i sabbia, sul quale appoggia l'arma da fuoco. Serve così ad insegnare ,ii soldati come .dev'essere d isposta l'arma per dirigere bene la. linea di mira su l bersaglio; e contempo;·a11eamente serve a verificare se la recluta comprende perfettamente quale dev'essere il modo di puntare.

Cavalletto da mit·ragliatrice. Consta di una testa e tre gaml.>e, e costituisce il SO$tCgno de lla mitragliatrice du1ante Io S!)aro, che viene staccalo e t rasportato a. pane per comodità. Cavalletto reggi-arma.menti. E ' costituito da un piccolo telaio di lcg110 con piedi, che si adopera iJ1 coppia per sostenere anni, e parti di arma. nel servizio in.t erno, e nel servizio delle artiglierie da fortezza. Ca.valklti consimili si adopera.no per sostenere i pagliericci nelle camerate, per sostenere le barelle, la cassa d i cancelleria, la ca.ssa-scriltoio, ecc. Ca.v alletto. ~clh gu err:i. attuale, cogli stessi critc;·i, coi quali nei primord i d ell 'uso delle arm i Kllluneschc » da fuoco, si us.irono le force lle e altri mezzi per rendere immobile l'arma e assicurare ht precisiqnc del tiro, vennero costruiti degli speciali ca.valletti sui quali erano fissati dei fucili, muniti talvolta d i specia li << cannocchiali d i pu ntamento>) p~· bauere, in punti d i passaggio obbligato, le tr incee e i camiuinamenti n emici. Queste a rmi erano affidate a tiratori scelti, i quali avevano specialmente l'incarico di colpire gli ufficiali. Il cava lletto era formato in generale da .un su pporto sai•• damente fissato sul terreno e di un congegno col quale veniva fissato il fucile. Si ebbero « cavalletti d i fortuna», costruiti dalle truppe con mezzi occasionali, mentre q uelli su cui erano poggia ti i fucili col cannocchiale erano in genere ver i e propri apparecchi appositamente costruiti, con speciali dispositivi per assicurare la mira e la costante immobilità clell'anm.


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Cavalletto Alberto. Patriotta, n. e m. a. Padova (18131897). A 17 anni incominciè a cospirare coi « Carbonari ». Laureatosi ingegnc1·e fu valentissimo idraulico. l?artccipò nel 1848 alla lotta contro gli Austriaci, fu a Venezia dove cooperò alla difrsa della città guadagnandosi il grado di maggiore. Nel 1852, a.vendo cc,ntinuato a cospirare a Padova, fu imprigionato e condannato al carcere, rimanendovi fino ,,I 1856; allora, amnistiato, riparò in Piemonte dove si dedicò alla preparazione degli emigrati lombardo-veneti. P1·cse parte alla gutrra. del 1859 e del 1866. Fu deputato per Chiari, CasaJmaggiore, VaJdagno, San Vito, Udine III nelle legislature dalla VII alla XVII e senatore nel 1892.

Cavalli (Giovamiiì. Gener.ale, n. a Novara, m. a Torino ( 1808-1897). Sottot. d'ari. nel 1826, partecipò da maggiore alle can1pagn~ 1848- 1849 distingu,:ndosi a Peschiera, e da colonnello a quella del 1859 ; ricoprì la carica di direttore della regia fonderia; nel 1860, promosso magg. generale, fu comandante genera.le dell'artiglieria nelle R. truppe dell'Emi lia; col grado di tenente generale fu membro <lei com itato d'art. nel 1862 e nel 1865 e comandante generale della R. Accademia militare fino al 1879, allorchè fu collocato a riposo. Insignito delle croci di ufficiale e commendatore dcll'O. JVf. S. e membro di accademie scientifiche e letterar ie, fo spesso in missione all'estero, fece parte del Parlamento Nazionale quale deputato pel V collegio di Torino nelle legislature III, V e VI e, nel 1876, ebbe la nomina senatore del regno. Si dedicò allo studio delle anlglierie e cercò d i risolvere i problemi dell'alleggerime11to delle ar t. da campagna, del perfe?-ionarnento delle grosse artiglierie e del caricamento dalla culatta, c risolse altresì il problema della sistemazione d ei pont i militari. I suoi progetti per i ponti e per il caricamento dr!le art iglierie dalla cula tta, ad anima liscia, sono del lS.:Z. A lu i è dovuto anche il rinnovamento degli stabili.menti d'artiglieria, che fece attrezzare modernamente. Nel 1844 furono adottate le s ue bocche da fuoco, e il suo carreggio, durato fu10 al 1882 per l'art. da campagna, e .fino a l 1914 per l'art. da posizione. L'affusto C. venne adottato nel Belgio. Dal 1839 al 1845 insegnò a lla Scuola d'applicazione, e nel 1816 sottopose alle prove. di tiro, nella Svezia, il suo p rimo cannone rigato. In seguito diede grande impulso alle fonderie dei cannoni. Ne! 1866, quando si incominciò a riconoscere presso tutte le potenze la necessità di u n fucile a retrocarica f)er la. fanteria, il generale C. fu ancora incaricalo di studiare questa importante questione, sulla quale poi egli presentò a l Comit.ato una dotta relazione nella c;uale riconosceva anche la necessità di ridurre il calibro per conciliare l'esattezza del tiro con la possibilità di dotare il soldato di un mu nizionamento più abbondante. G li scritti del gen. CavaJli furono raccolti per cura del Ministero della guerra e pubblicati in 4 volumi; fra le cose principali sono: « G li equipaggi da ponte»;

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« Cannoni caricantisi dalla culatta e cannoni rigati»;

« Vari i perfezionamenti militari,,; « Sul bacino del Po in Piemonte» ; « Sull'artiglieria di maggiore potenza >>; << :Memoria sulla Pace ,miversale »; « Saggio di dottrina morale per tutti>>; ecc.

Cannone Camlli. Le caratteristiche principali del sistema Cavalli possono cosi riassumersi: 1) la. bocca ' da

Can none Cavalli rlg-ato a retròuartca fuoco era di ghisa con anima lischt solcata da due righe a spirale diametralment~ opposte che facevano quasi tre quarti di giro ncll'ani.J.11a cilindrica; 2) il proietto era cavo, d i ghisa, di forma. ci~ Jindro-conica o ciJindro-ogivaJe, munito d i due a lette lunghe quanto la parte cilindrica, che andavano ad incastrarsi nelle righe, e portante inoltre vef'S(\ il fondo e presso l'ogiva una coppia di piccole sporgenv! chiamate guide. Nella cavità dei proietto era contenuta la ca.ri, ca di scoppio. Il peso del proietto era. uguale a una volta ~ mezzo quello della palla sferica corrispondente. L,t carica di iancio era r idotta da. c irca un terzo a circa un decimo del peso del pro ie tto; 3) il vento fra ;! corpo dei proielto e l'anima e fra le guide e l'anima. era. di circa mezzo mm. Le guide aveva.ne lo scopo di attenuare g li urti delle alette contro i fianch i de lle righe, d i rendere mini.J.ni gli sbattimenti dei proietti nell'anima e di favorire il centra.mento; 4) la chiusura della bocca da fuoco, dopo l'introduzione d el proietto dalla parte della. culatta nell'anima, avven iva medi:ulte un cuneo trasversrJe che penetrava in apposito alloggiamento praticato nella culatta stessa.

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Cm,alli di S . Gcrmatto Eti-rico Carlo. Generale n. e a S. Salvatore Monferrato ( 1824-1897). Sottotenente di fant. nel 1843, partecipò a lle campagne del 1848 e del 1849 guad&gnandosi una rneci. di bronzo alla Sforzesca e a Novara, e alla campa.go,~ del 1859 meritandosi una med. d'argento a Pozzolengo e S. Martino. Partecipò anche alla cnnpagna contro il brigantaggio nell'Italia Merid ionale e f u. comandante in 2• e direttore degli


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etudi nel Collegio mii. di Parma. Comandò da colonnello il _,• regg. bersaglieri e il distretto mii. di Alessandria ( 1873). Promosso magi,::. generale ( 1880). fu succes.,ivan1ente comand ante dei distretti mi!. delle d ivis. di Perugia e di Roma e dc.! IX C. d' i\. Collocato in P. A . a sua domanda ( 1887) raggiunse nel 1892 il grado dì ten. generale n ella riserva. Cavalli Francesco. Gen erale, n. a Cuneo m. a Milano ( 1836-1894). Sotto!. di cavalleria nel 1854, partecipò alle campagne del 1859 e del 1860 meritandosi un:i medaglia. di bronzo a Custoza. Promosso colonnello comandò il regg. di cavalleria SaCavallr Enrico Iuzzo ( 12°) e collocato in P. A. a ~ua domanda ( 1884) raggiunse nel 1892 il irado di m,,gg. generale nella risern. Cavalli Michele. Generale, n. ad Asti nel 1847. Partecipò da ~ottot. d i fanteria_ .illa campagna del 1866 e comandò do. colonnello il 90° regg. fanteria ( l899). Coliocato in .P. A. {1905) e rid,iamato nel periodo 19061910 quale comandante della. brigata fanteria Milizia Mobile di Novara, raggiunse nel 1910 il grado di magg ior generale nella riserva. Ca-.·a/Ji Emam1e/e. Generale. n. a Torino, m. a Piatt'> (1860 -1924). Sottot. di fanteria w•I 1879, en tri> nell'.\rma de i RR. CC. e comandò, col grado di colonnello, le lrgioni di Palermo e di Milano. Promosso ma~g. genemie comandò il 1° Grnppo di Legioni di CC'. RR. (Milano) ed in tale ca, ica ebbe il riconoscimento delle campagne di guerra 1915-161 i-18. Cai·alli El/ore. Generale, nato a c,.,-a111 Emanuele Lucca nel 1861. Sottot. d'art. nel 1880, fu insc~ame presso la Scuola d'Applicazione di :1 r t. e genio ed en trò (1911) a far parte del ruo lo tecnicc, dell'Anna. Resse dal 1911 al 1918 la carica di direttore dell'Esperknze d'art. nei gradi di colonnello ( 1913) e di nmgg. generale e nel 1919 ebbe la nomina a direttore de ll'Officina di Costruzioni d'artiglieria d i Torino. Collocato in P. A. S. a sua domanda (1920) fu richiamato nel 1924 con le funzioni di insegnante di Balistica presso il Corso Superiore Tecnico a Torino e raggiunse nel 1926 il grado d i ten. generale d 'artiglieria. Cavalli Molinelli Acltille Pietro. Generale medico, nato a S:ile (Alessandria) nel 1865. Entrato in servizio nel 1390, fo promosso brigadien· generale medico nel 1922, nugg. generale nel 1923, ten generale nel 1926; fu nominato direttore ccntr:i.lc di Sar.ità nel febbraio 1914. Nel 1899 prese parte a.Ila sp<dizionc polare organ izzata dal Duca degli Abruzzi.

Cavallini Bono (conte v ;1torio). Generale, nato a Pallanza nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1885, parte-

832cipò alle campagne di guerra del 19 15 e 19 16, otte11endo la medaglia d'argento nell'azione di Pilcante (1915). Comandò da colonnello 1'34° reggimento fanteria.. Nei 1918 Yenne promosso gen. di briga ta ; nel I 920 andò a sua domanda in P. A. S . · o assunse la presidenza, a Milano, dell'Associazione del P remio al Valore.

Cava llino (M01ite). ::\'ell'alta \'al Padola {Cadore). Posizione importante e dominante, fu per due volte attaccata, durante l'estate de! 1915 (nel giomi 9 e 10 lugl io ed il ,. 18 dello stesso mese) da.Ile truppe della 10" divisione. ma, non ostante il valore spiegato dalle trup- l pe e le perdite rilcva11ti, Caval11 Mollnell! Pietro non fu possibile vincere 12 resistenza avversaria, agevolata dall'assoluto domini<) delle posi.<ioni.

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Cavallo. Il cavali.o rapr,rescnta per la cavalleria un'arma e un mezzo di trai:porto. Esso deve considerarsi un'arma, poichè gli cf.1:tli della carica sono più specialmente morali e la loro efficacia è dovuta appunto a lla massa cd all:i velocità del cava llo. Questo rappre-

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senta un meno di trasport<'. sfa. nell'esplora7.ione, sia nelle ma rce per ra~g iu ngcr~ i! campo d i battaglia. Il cavallo militare deve essere , ii;oroso, atto alle andature rapide, lotato di fondo e di s:mgue, sobrio, poco suscettibilc alle vicissitudini atmosferiche, <li carattere docile ed abitualo ai rnmori cd al fuoco. Quello da se lla, oltre ad avere forme slanc i«lt ed eleganti, deve avere ~ol i<l~ estrem ità , buoni piedi e buona statura, da m. 1,48 ~- 1.53; quelle> da tiro ha forme, in genere, più toize ('.el C. eia sella ; s i r ich iede per esso solida ossatura, muscoli ben svilul)pati, corpo piuttosto corw, estremità robuste con larghe articolazioni, groppa larga, spalle non molto obblique, statura da m. 1.50 a l.68. Tutti i C. banno un nome, c he deve ccm incia re con una detenni1: ata lettera dell'alfabeto, ecrrispemdente all'anno di nascita; eosicchè dalla letter,, iniziale del nome è sempre facile e possibile stabilire l'età del cavallo. Alla lettera A, infatti corrisponde i m illesimo di nascita 1912, alla lettera B il 19 13, e così via. I nomi sono brevi, di quattro sillabe a l massi.mo. Sono da considerare come ottimi cavalli da guerra il puro sangue ed il mc7.zo sar. gue inglese, il barbero, il tartaro, il cosacco, l'ungherese, l'irlandese, ecc.; ma non tutti i paesi producono animali adatti alla cav:i.!le1 ia. L'Italia produce un eccellente cavallo militare, qua-


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le è• quello sardo, r esistente -alle fatiche, sobrio, intelli_gentc, di cacattere dolce, u bbidiente, sensibile di bocca e s icuro di p iede; ma piuttosto piccolo d i statura. Le ,qualità conferite al cavallo c'alla razza possono ,;ssere notevolm~n te migliorate e 1,uftzionate con l'addestran•c•nto e l'allenamento, in . modo da raggiungere il ma~:s imo d i resistenza e di velocità compatibili col peso d el r:-,valierè, della bardatura e delle armi. Sottoporre i cavalli ad un peso eccessivo signi:fìca logorarne le farze -e diminuirne il rendimento, come si verificò p resso la cavalleria inglese, che, durante la guerra anglo - boera (1899-1901), perdette molti cavalli. N'ella mitologia il cavallo cru consacrato a. :Marte, D io d ella Guerra , come l'anima:c più utile nelle b·1ttaglie; -era anche offerto in sacrificio nelle funzioni religiose per a vere buo,;,i presagi di guerra. Gli eroi dell'antich ità. -era.no innalzati ai più grandi onori anche per la loro :abilità nel domare· i cavalli. A cavallo! Comar\do che nelle a rmi a ca.vallo s i di, al

-cavaliere pe:r farlo_ salire in sella. Egli si colloca sul fianco sinistro del proprio cavallo, tenendon e -le r edi.ni nel pugno destro, volgendosi di fronte alla spalla sinistra del cavallo; impugnate allora le redini nella mano

· '!romba in fa

~Jffe ey ~.J:m ~ i A cavallo!

s1111stra, preso con questa un ciuffo della cnmera, infila la punta del piede smistro ndla staffa, e, appoggiandosi all'arco posteriore della ,,ella, con uno slan•c io sale a cavallo, scavalcando la gamba destra a ttorn6 alla groppa del quad rupede, scden d0,i leggermente in sella. Dato però il fatto ·che il monta.re a cavallo a mezzo de lla staffa s inistra, può, specialmente per gli inespei-ti, smuovere ;ilquanto la sella, in genere è pitt usa(o il sistema di montare a cavalle senza. l'uso della staffa. Al comando A. C ., in questo caso, il cavaliere, volgendosi d i fronte aUa ,spalla sin is tra del cavallo, afferrate le red ini ed un ciuffo della crinic1a, mette la mano destra sul J)Omo della se lla e con vigoros,,. spinta va in 1ppoggio sulle braccia e sulla spalla sini~tra del cavallo; sca.valcat;i subito la gamba destra, s: s iede leggermente in sella. Quan<lç, il cavaliere i:. armalo d i lancia., q uesta deve pure: essere impegnata. da!la n1ano sin istra, ap-

poggiandob a tern'.· Cavallo (A-n,rnt.). Per l'uttuazionc cli una p Mte del servizio trasporti nell'in terno dei presidi, ed in campagna in te1i1po di guerra, o in p,,ce in periodo di esercitazioni militari, nonchè pcl traino di a lcuni tipi di art iglieria, occorre all'Esercito un forte numero di cavalli, che- devono rispondere a speciali requisiti i quali difficilmente s i riscontrano n ei C. impiegati nella vita c_ivile. La provvista de-i quaclruped i occorrenti all'atto della mobilitazione è pure p roblema molto arduo, essenzia lmente per la quantità occorrente, che i, molto r ilevante,

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se me$sa a ralfronto -della. nost~a SCl).J'Sa. _produzione. JI Ministero della Guerra provvede a ciò in due modi : 1. T ecnicamente, cercando di migliorare la razza pacsana: a) con l'istituzione di depositi cavalli stalloni gc~titi da speciali consorzi provinciali sotto \a sorveglianza e col concorS0 economico dei. M inistero d ell'Economia Nazionale: b) con l'acquisto di ottimi soggetti per la r iproduzione, a llo scopo di costituire un buon tipo di cavallo da truppa. 2 . Economicame11te, favorendo in tutti i modi la . produzione e l'inèlustna equin::i. acquistando ' a ' cònèlizioni favorevol i per l'a llevatore la magg_ior parte dèi C. occorrenti, e ciò non solo pci C . di prento servizio, ma anche dei puledri (V. A lie~·à11·1tnto Cavalli, e A bba.tti, ·,,l ·• mento). Razione foraggio. P ei d. dell'esercito' sono stabilite delle razioni che nriano a--seconda della spee-ie e· taglr11 dei quadrupe'di e dd servizk o posizioì1e · cui · sono' adibiti. Nei r iguardi della taglia e , specie si hanno cinqtlc categorie che includono tutti i quadru ped i e di esse le prime due sono r iservate ai C. (la 1 • categoria pei reggimenti L anceri p1isanti, RR: CC. e pei C. degli ufficiali gener:i.li, di " S. M. o ii'!- serv'izio di S. M,, di c·avalleria e di' artiglieria ; la 2' categoria per tutti gli · altr i C. d'ufficia~[=·e truppa. Nei r iguard i ,L:;a pos'iziorìe d~i C. la rall'll'iie varia a stro!ida che il quadr u'pcfde i: in · stazione, in marcia o·· in· viaggio. L~ compos~io_~ -, della razione è d i a v~na o s1.rceda11èi e fieno, in quànt· tà va.ria.bile, CÌipcà1dente da · taglia e posizione, e paglia mangiativa. in q uantitii costante per tutte le c /· t~gorie e spettante solo in st1,zione. Cavallo t]..i seruiz;o degli u fficiali (Annn.) . Pe,· alcune categor ie di ufficiali è riconoscit.: l'o il dir itto al possesso del C. di S., pei qu'lli lo Stato provvede a l mantenimento ed interviene in vario n:ùdo con provvidenze econom iche per ;,gevolare i detti ufficiali nell'acqu isto dei C. di cui 1bbisogn,ino. I C. di S. degli ufficia li possono essere: d i p'roprietà assolu1,t (quelli acquistat i con mezzi propri o che han no ~uper.:tc il vincolo d i a.gev()lezza); di proprietà relativa o d i agevolezza. (quelli distribuiti dall':imministrazione mjl itarc o acquistati dal commercio con anticipazione in cor.taute; d i carica ( i C . da tr uppa dati temporane:1.nie nte in consegna agli ufficiali çhe ne possano ,cvere d ir itto). L'ufficiale che ha diritto a.I C. d-i S . acquisisce contempora.ncamente il d iritto a.ll';ndennità C. che varia a seconda del numero e della specie dei C. po3seduti e ·continua. a_riche, in 1nisura ridotta, nel caso -in cui J1u.f .. firialc ne sia temporanèa-ine11te sprovvisto. C(..iallo (Protezione dagl-i aggressiv-i chimici). Cavalli 1

e rnuli sono sensibili all a.zicnc c.!eglì a,ggressivi cbi1nici,

specia lmente dei soffocanti e dei vescica!orii (iprite) : a l contrario, il loro occhio resisLe bene all'azione dei la grim<Jgeni ; - però, per quanto possano essere vulnerabili dai vcscicatori i, f!Ut5ti non haono azione sugJi zoccoli:

e, per C]UaJ1to r iflette ltL pelle, non vi determ inano qùelle flidene larghe e 'distese, co&t moleste, come si verifica invece p er l'epidermide dell'uomo. Inoltre, la loro silua"ione di fron te ad attacchi ad aggressivi chimici non è tanto preoccupante <Juan to c;uella delle truppe combatten ti, poichiè per i quadrupeod i, di regola, non vi è necessità che li costringa a pc·nmrn ere nelle trincee e: rn, 53


&34 posti fi~si . Se un .accampa.mento di essi venisse invaso da gas fugaci, le ·perdite noi· risulterebbern certo superiori a quelle che evcrt ua lmente produrrebbero i proietti esplosivi; e, se da ga; permanenti, vi sarebbe. sempre tno-~o d i dislocarli tempestivamente, prima che l'aggres..~ivo raggiungesse la concentra.zione necessaria per p rodurre .e.ffetti _deleteri;. Come protezione collettiva., s i costumava semplicemente allontanare ·i quadru-

"ennero prepa.rati con due rnuse~t~. da. biada, o due sac-chetti da tcrr-a, uno introdotto nell'altro e separati da., materiali assorbenti; e, i11 manr,anza, da paglia, fieno,. foglie secche, trucioli di legno, imbevut-i di 1;,m a ·soluz,one fatta con sost<1.nze neutralizzanti ; iposolfito di so-.. dio, carhonatc; d i sodio e cloruro .d i sodio. Per la protezione dei quadrupedi dell'esercito ita liano •si usarono maschere costituite da strati c); mussola che veniva.no adattate alla mandihol~. supi:riorc dell'animale, in ma, niera da d ifenderne le narici. Esse era.no di facile e•, pronta applicazione, non generavano_fastidio ai quadru~ pedi ed erano costruite in modo da, presentare una ampia superficie filtrante. I Tedeschi usarono sistemi analoghi. Per neutralizzare gli effetti dell'iprite, agli animali che ne fossero stati colpiti s1 praticava un'accurata lavatura degli occhi con soluzione salata di permanganato potassio all'l per 4000; mentre, per tutto il corpo,. si esegu ivano lavaggi sap.9.nosi caldi e, in seguito., frizio11 i con c}orurd' d i. calt~ stcco e polverato. Anche le b~rcl~tu~e vcniv;mo risanate a mezzo dell'ipoclorito di calcio, p revia ripulitura con stracci asciutti o con spazzole.; e ugualmente dic,lsi pe:; terreno, sul <')uale si cospargeva dell' ipoclor ito a stra!.i sottili.

Cavallo di F1ùia. Arma fissa di d ifesa nella fortifi-· cazione campale e _penr,aneulc. Ta]e nome diaesi derivi dall'essersi usate tali specie d'armi difensive la prima

'\laschera cont.ro

gas (iiìglese)

pedi dalle zone gas,ale, acc~mpandoli in posizioni elevate, oppure ricoverandoli in .scuderie adatte, chiudendone. ermeticamehte le apertur•: e le fessw-e, e !~sciando passare l'aria solo da fori ,:, spiragli _protetti da tende <li riparo bagnàte in _soluzioni ncutrnlizzai1ti appropriate. ~;parita l'ondata aggressiva, gli animali era.no condòtti all'aria aperta e s i provveae,·r, a distruggere i foraggi, lr: paglia, l'erba, l'acqua, eve1-tualmente contaminati. La d ifesa individuale venne !in:•tata a r ipara re le narici, posto che solamente pcr 1.ak via si effettua la respirazione del cavallo. I primi mezzi ùi p rotezione vennero improvvisati con eacchetti di teta, fissati alla rarte anteriore del ca.po, e rontenen ti, ai fondo, del ficn,, o della paglia. bagnati in soluzione, di cui era imbevuta pure la mussola che riyestiva internamente il sacd,rtto. In altri ca.si, la paglia e il fi~no veniva no bagnati anche con soluzione di creolina al 4%, p er impedir · all'animale di ma.ogiarne. Taluni eserciti furono però dotati d i maschere regolamentari: quello fra ncese usò l'apparecchio Decaux, spe• rie di sacco provvisto cli varii strati di mussola impre;:;nata di neutralizzanti, sul tipo della maschera. « M 2 >> per le truppe, e cbe, perfezionato dallo stesso inventore nel 191 7 e 'hel 1918, ~i dimostrò molto efficace e di pratica applicazione. Venni! impiegata allo stesso fine anche la « ·. vlascher:i Tasset » che 1·iuscl assai utile. La maschera ing!ese e quella americana erano costituite da una specie d i sacco che lasciava libera la mascella inferiore e proteggeva. soltanto le narici; essa era :fissata con elastici. Ma i ~isultati ottenuti in pratica r.on ciues(o sistema non furòno molto incoraggianti, poichè tale maschera p roc\uceva serio fastidio alla respirazione. L'esercito austriico 'ricorse ad apparecchi occasionali, che

cavallo ùi Frisia (see. XVJI) volta nel 1594 all'assedio d i Groningen; però sembra: che fossero usati molto più anticamente, e cioè fin dal. X secolo. Dal Montecuccoli furono· chiamati cavalieri· di Frisia; a ltri li chiamarono cavalletti. Il primitivo ca-vallo cli Frisia consistette in una tra ve prismatica. cli. tre o quattro metri di lunghezza, avente so,pra ogni sua.

Cavallo cli Frisia (sec. XVJI) facc ia bastoni aguzzi, piantat i normalmente ad essa,. lunghi cir~a un metro, terminanti talvolta a punta fer-· rata, d istanti fra loro circa 15 cm. All'una delle estremità della trave era infisso un pezzo di catena di ferro· terminata da una T, ed all'altra estremità era.vi un_ anello: quella e questo servivano per legare i cava.lii di Frisia fra di loro. Con un sistema di tali difese, si. ostacolava l'avanzata tanto ai fanti quanto ai cavalieri. Ne! secolo XVII, per garar,tirsi dalle sorprese della cavalleria, si mettevano attorno a lle località campali da. difendere dei cavalli di Frisia più semplici, e ci_oè formati da pali infittì nel terrene e legati insieme to12 catene; fra questi ve ne erano intercalati d i quelli più,


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robusti e· muniti nell'estremità superiore da tre lunghe pmlte disposte a raggiera rivolta in alto : queste punte ferivano le gambe dei cavalli, i qua li inciampavano an- ' che nelle ,catene e cadevano sulle punte stesse. Era.no pratici, perchè facilmente trasportabili, poco pesanti e sollecitamente messi in opera o tolti. Anche nell'esercito piemontese furnno in uso piccoli cavalli di Frisia; un esempio del loro impiego si ha nella battaglia. della Ma.donna dell'Olmo (ottobre del 1744) dove, all'ala destra piemontese, furono adoperati per ostacolare gli attacchi della,:;avalleria francese. E ra.no paletti con fili di ferro e punte, «: che i soldaii portavano seco, uno I ) Cavallo d i rr1s1a (t e- ciascuno, e che al bisodesco) contro Je sorprese gno rapidamente compodella cavalleria (secolo XVII); 2) Cavallo di fri- neva.no assieme a mezza sia clelle g-uen e della Re- dozzina, formando un orpubblica francese (se-colo di_gno che gettavano sul XVIII) loro fronte per fermare la cavalleria avversaria; ,l'arnese poteva essere rinforzato con picche)) (Brancacoio). Nel XVIII secolo si usò, nelle guerre della R epubblica francese, uno stesso tipo di cava llo di Frisia, ma coi pali ad una sola pw1ta. a forma di lancia. I Cavalli di Frisia furono adoperati anche per munire il piede delle mura, il fosso ed _altre opere e per rendere difficile la salita della breccia al nemico. L'uso delle artiglierie leggere li aveva resi inutili nella forti-

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mente con donne: in questo caso la donna veniva posta a cavallo della berlina di cui sopra, insieme col soldato colpevole). La pena durava per alcune ore, più e

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c,.,.,~1~. " ' ~

Punizione del cavallo di legno meno a seconda della v,;>lontà del comandante della oaserma o distaccamento. Passo del ( ava.Ilo (m. 1591). Nelle Alpi Carniche, fra il Pal Grande a E st e il Freikofel a Ovest, e fra la valle dell'Anger a l Nord e la valle Collina al Sud. Nel 1915 'venne fulminato dalle nostre posizioni del Freikofel e del P a l Grande, e preso d 'assalto dalle nostre truppe.

Cava Manara (aa t. Sylva Carbona.ria) .• Comune in prov. di P a via. Nel 1848 le truppe sarde di Ca.rio Alberto vi passarono quando, varcato il T icino, si diresse:o contro l'esercito a ustriaco dislocato fra Oglio e },!lincio. D urante la breve ed infausta campagna del 1849, C. M. doveva essere occupata dal gen. Ramorino colla propria divisione. Ma questo perno della posizione difensiva venne a.bba.ndonato dal predetto generale, rendendosi éoRÌ pos,;ibile il passaggio quivi degli Austriaci e provocando la catastrofe di Novara. Infatti non riusci difficile agli Austrfo.ci di superare la resistenza del bgl. bersaglieri (comandato da Luciano Manara), lasciato a lla Cava dal R amori110, e di sboccare così sulla dr. del Ticino, avviandosi verso :Mortara-Novara, mentre il Ramorino marciava con la sua divis. verso Piacenza.

Cavan (Lord). Generak inglese del l'epoca nostra,

ficazione contemporanea, ma durante l'ult tma guerra, dato il largo uso fatto di difese accessorie, e specialmente dei reticolati d i filo di ferrn, i cavalli di Frisia ritornarono ad essere largamente impiegali per sba rra re strade, passaggi e -per chiudere i varch i lasciati nei reticolati per rendere possibili le sortite. Erano costituiti da cavalletti di legno, attorno a i quali veniva avvolto <lei filo di ferro spin05o. Cavallo. di legno. Sorta di pumz1one, in uso nel secolo XVJl nell'esercito francese, nelle guarnigioni. Consisteva in un alto cavalletto di legno , a cavallo del quale ,dovevano salire, muniti di palle a i piedi, i solda ti colpevoli di avere mancato a l loro dovere in senso disciplinare (assenze arbitrarie, chiasso nelle vie, special-

che d opo Caporetto prese parte a lla d ifesa del Piave con un con tingente britam1i.co. Durante la grande battaglia di Vittorio Veneto, ebbe, sul P iave, il comando della 10' armata, compos ta di 1 C. d 'A. inglese (XIV) e del!'XI e XVIII ita liani. Il C. ebbe l'incarico di puntare sulle Gra ve di Papa<lopoli, spingendosi fino alla Livenza.., ed assolse egregiameo te il compito che gli era stato prefisso.

Cavanlglia (Trojanoì. Condottiero mupoletano del secolo XVI. ServÌ sotto Comsalvo di Cordova e nel 1524 difese il Napoletano contro Francesco I . . Cavarzerani (Costa11-tino). Gene-raie, n. a Caneva t \Jdine) nel 1869. Sottot. degl i Alpini nel 1890, partecipò a lla campagna d' Afri~a del 1895-96 e alla campagna ita lo- turca (1911-13) meritandosi una med. d'ar-


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gento nelle azioni del ma r1,0 1913. Conformò il suo valore durante la grande guerra ( 1915-1918) guadagnandosi una seconda medaglia d'argento quale colonnello comandan te del 256" regg. fanteria nelle operazioni d•; Mon te Zebio del giugno 19 17 e la croce di cavaliere dell'Ordine milita~a di Savoia in Val Raccòlana, rper l'energia ed ii valore con cui gu idò il ripiegain1ento delle sue truppe nell'ottobre - novernbrr 1917. Nel 1920 ebJie il comando dcll'8° alpini e "promosso generale cli brigata ( 1926) fu .nominato comandante della 14" brigata d i fanteria (Gorizia).

Cavapal le, e voci a- . naloghe. V. Cacciapalle.

cu.,•atzeran i CostanllnQ

Cavas (o Kava.s). Soldato irregolare in servizio d i pòlizia, nella Turchia; specie di gendarme, addetto a Consolati, ambasciate, ed altri uffici stranieri. Cavasanti (Giovanni Marifl) . Generale, n. ad 'Alessandria nel 1774. ·Sottotenente d i fanter,ia a 17 anni, entrò .nei RR. CC. all'istituzione del Corpo e divenne nel 1820 colonnello comandante in 2'. Parteci,pò attivamente alh rcpxessione dei moti del 1821 in Torino. Nominato sotto ispettore del!' Ar•• ma, dal 1830 a l 1831 fo di essa Ispettore Genera,! co.l grado di maggior generale. Dc,po esser stat, per quakhe mr..sc a capo. della divisione militare J i~Novara, andò a riposo nel 1832 e nel 1837 fu promosso luogotenente genera le nella riserva. 0

Cavassa (A rht·ro). Ammir:;glio, n . a Recco nel 1867. Entrato in servizio nel 1880, fu comandante di spiaggia ad Ancona da l 1916 al 19 19; collocato i n P. i\ . nel 1917, fu promosso contrnmn;iraglio nella riserva llnval: nel 1918. {\ Cavastracci (o 1,v aborro). Strumento per est ri).rrc. dalla c~:u111a d,un 1arrna da fuoco ad a vancarica., ht ca-

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Cavast raccl p e,· cmmon i

rica e le s ue part i. QucUo p,,,· il can no11c crn tonipnslc d i due arpioiicin i di ferrc intrecciati a spirale l'uno contro l'altro, ed inastati ad un lungo manico di le-• gno, oppu re anche _alla base del manico del calca.CavaSIJ'aOCI svJzzcro aeJ XV secolo toù;,. Quello delle arm i da fuoco portatili era fatto neHa stessa maniera, ma ridotto

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al calibro della bocca dell'arma, e con un solo od anche d ue arpionci.ni a spirale; lo si avvitava, a l bisogno alla estremità della bacchetta..

Cave. Comune in p rov. ài Roma, fondato in anti_chissimi tempi e fortificato l!el medio evo con castello e mura. La grande strada che lo attraversa passa per il campo di battaglia in cu, Aquilio T usco sconfisse nel 487 a . C. gli Emici. Nel 1101 fu preso d~lle trnppe pontificie ai Colonna, ma ritornò poi in posStsso · dei Colonna. Nella guerra fra Sisto IV e il Duca di Calabr,i a, si arrese nel 1482 ai pontifa:i che l'avevan o as~ediato. Pnce di Cave (14 settembre 1S57) . Pone fine a lla lotta tra Filippo II d i Spagna e il pa,pa Paolo IV, detta guerra di Paliano. I l Duca d'Alba per il r_e d i Spagna, ed i Cardinali Santafiora e V itelli per il papa, convenuti a C. sottoscrissi:ro il trattato, col quale il papa rinunzia.va a qualsiasi lega contro il re e perdonava a chiunque fosse stato in armi contro il pontefice e conuo la Chiesa. I I trattato comi:,rendeva altre convenzioni segrete, n on troppo chia re r:emmeno per gli stessi contraenti. Difatti risultò che il papa voleva avere le ·mani libere per punire i Colonnesi ed abbattere così le baronie feucla li. :i',1a, o rma i vecchio, non ne ebbe il tempo. Viceversa Ffl/ppo II potè spegnere nelle ' grand i case napoletane ogni -.ricordo d i p&ssati annament i, ed ogni desiderio d i futuri, escl udendo i ribelli dal regno.

Caveda lis (Oio~am1i Batt.sta.). Generale, n . e m. a Spilimbergo (1 794-1858) IVI ilitò nell 'annata d 'Italia sotto il Beauharnais. Ca. du to l'impero intraprese la professione dell'ingegner~. Nel 18 48 dirigeva la costruzione d'un a ferrovia presso Trieste qua.ndo fo chiamato a Udine alla c1;. fesa della città come co• lonnello d i aJ·tiglieria ,, membro del comitato di difesa e molto si segnalò a Osoppo. Caduta Udine, riparò a Venezia ove cooperò alla formazione d ell'esercito. Nel lu glio fece parte dd Governo provvi·• sorio e nell'agosto fu scelto dal :Manin come dittatore cd in pa ri tempo nominato maggio r generale e m inistro della g uerra. Dopo la resa d i Venezia, riprese i suoi Ja-• vori d'ingegneria. a Trieste. Caveglia (Crescent ino). Generale, ii. a Torino, m. a Castelgandolfo (Roma) (1 844-1922). Sottot. del genio i,el 1863, pa1·tccipò a lla campagna del 1866 e, la ureatosi in ingegneria a Torino, fu in,;egnante presso la Scuo la d "a,p plicazicne d 'a rt. e genio e presso la Scuola d i G uerra . R esse poi 1a carica di direttore terr itoriale del genio a lla Spezia, e, proi,1osso colonnello, ottenne il comando del 5° regg. genie.. poi quello ciel genio in" Venezia e ill Roma e ie fu11zioni di ca1Jo u fficio presso rJspettorato generale del gt nio (1898). Promosso maggior genera le, r icoprì le ca riche d i comandante del genio ' in ~orna ( 1901) . e d i ispetto re delle costruzioni del genio ( 1903) raggiungendo, nel 1906, il gra do di ten. g~nerale con l'alta ca'ricr,_ di ispettore generale del.


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genio (1906-1908). Lasciò varie opere, fra le quali : << Studio per _un poligono di tiro)) e ~ Esame analitico della traiettoria delle armi portatili. I n collaborazione con Alberto Gabba pubblicò un « Corso d i costruzioni ~ivili e m ilitari » _in quattro volumi.

Cavell (Miss Edithl. Inglese di nascita ( 1866) divenne direttrice a BruxeJJes d'un istituto sanitario per l'istruzione dcUe infermiere, po,c o prinia dell<J. ,,guena mon\Jiale. QuantuÌl<Ì\Ì~ avesse la pqssibiIità ,_d i rientrare in Inghilterra, volle rimanere in Belgio per prest,,re l' opera sua nell' istituto, convertito in arnbulanza militaCavcglia c1~esccntino re . Avendo favorito la fu_ga d i soldati francesi, belg i e ingles i attraverso ht frontiera olan(lese, duran te l'occupazione tedesca fu denunciata da umL spia tedesca, arrestata il S agosto 1915, ~<mdannata a rnorte da un t1:ibunale di guei;ra tedesco e giustiziata n ella notte da l1'11 al 12 ottobre 1915. Cavento. V. Adamello. M o-nte Cavento ( I3atta.glione a/pfoo). Costituito a Vione (Valcamonica) il 10 febbraio 19 l 7 e per

la sola d urata della guerra itato2 aus triaca d al 5° regg. alpini con 1-! compagnie 309•, 310" e 311•. Dal 15 aprile al 15 giugno 1917 fu dislocato sull'Adamello in servizi di rafforzamento, resi penosi dalle d ifficoltà della zona e dall'inclernem:a della stagione. Dal 15 giugno iniziò •le sue azioni d i guerra partecipando a quelle contro il Corno d i Cavento ed il Passo ciel Diavolo con u11 attacco, dimostrativo condotto sulla Vedretta del Lares. P residiò poì le posizioni <lei Passo di Campo: nel marzo 1918 fu trasferito a Vezza d'Oglio, nel mag•• gio fu inviato al Passo di Brizio, ,e a.i Laghi del :Mandrone; d i qui, mentre il suo ploton.e ·arditi conquis tò la Cima dello Zigolon, la ::09• compagnia. occupò dopo vivace combattimento Cima Prcsena; il 26 il battaglione prese con un brillante assalto la q. 2921, e rimase fino alla fine della guerra sul!' Adamello .

Caverì-pack. LÒcalità sut fiume Caveri. n ell'India teatro di uno scontro nel 1752 fra gli Ingle~i (380 europei e 1300 ·Cipai, co.man'<lati dal Clivc) e un- corpo indo-francesc di pari forze. G li Inglesi assalirono all'improvviso .a.li avversari ch2 marciavano su Trichinopoly, e dopo breve resistenz.i li sconfissero volgendoli in fuga. Caverna. Spazio ricavato nella roccia, od anche sotto un qualsiasi terreno, con uno spessore di roccia, o di terreno, ta!è da poter resistere agli ef.0tti dei projettili delle pit1 potenti a rtiglier ie e delle bombe lanciate dagli aeroplani. Durante la nostra guerra, data la n atura rocéiosa del1:J. zon a nella quàle si sono svolte prevalentemente Je

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operazioni, s i è àcorso m,o ltissimo- alla caverna, sia per tenere a l sicuro truppe e materiali, sia per accrescere l'efficienza della difesa. A prescindere poi da qualsiasi altra considerazione e convenienza, in alcune località non era possibile la v ita allo scoperto, data la minima d istanza che correva dalle posizioni avversarie e J'efJetto d isastroso delle bombarde piombanti verticalmente _sul terreno. D 'a ltra parte, in alcune d i queste zone pericolosissime, era assolu tamenle necessario di rimanere perchè dal loro possesso dipendeva la possibilità o mc~ no di tenere ltna determinata posizione. Ed allora la d ifesa cercò dapprima una maggior protezione· nelle buche,. di poi nella caverna e finalmente in veri organismi complessi ricavati nell'interno della roccia in locaiità caratteristiche e particolarmente adatte della montagna. L'impiego della caverna nelle operazioni militari non è una novità_ della recente guerra, perchè ad essa si era già ricorso nel passato. Il suo impiego però fu sempre eccezionale e j'entità dell'opera molto limitata, perehè se ne sentiva meno il bisogno, data la min•or potenza del singolo colpo del t iro curvo e le maggiori difficoltà di lavoro nella 1·occia. I potenti esplosivi, il loro facile impiego ed i moderni mezzi di pe1fora.zione, sono tma con(Juista del nostro secolo. I tipi di caverna furono numerosissimi dur-a1ite la gueua ed ebbe~ caratteristiche differenti a seconda dello scopo per' il quale erano costituite. Nel complesso però rispondevano a poc-he e determinate esigenze : postazione per armi; osservatorì ; p osti di comando; ricovero di uomini ; posti d ì soccorso ; depositi di munizioni; depositi di materiale e derrate; 'depositi d'acqua; stazioni telefoniche e radiotelegrafiche; ecc. Da ciò la distinzione in caverne : a) con funzione passiva, ossia col solo compito di dare ricovero e protezione ad u omini, servizi e 1rnLter ia li ; b) con funzione attiva, ossia col compito di vecleJ'è e d i offendere. Le entrate costituiva.no il punto vulnerabile della caverna cd o,ccorse proteggerle con un conveniente strato ? i roccia. I pilastri furono costruiti di grossezza sufft.. cente e gli spigoli vivi -evitati perchè si sfaldavano facilmente. E ' bene che la C. disponga di due entrate come pure è necessario costruire gli accessi con tracci~t6 spe~za.to per diminuire l'azione dei gas tossici e gli effetti delle saheggie. Indubbia.mente offre notevoli vantaggi : a) per la grandissima resistenza offerta dalla roccia a ll'azione d'urto e d i scoppio dei proiettili di qualunq ue calibro ed alle bombe d i aerop lano (varia: cot\ la natura della roccia, con. la pendenza del terreno, con la d istanza dal nemico); b) per la possibilità di ottenere la voluta p rotezione con uno scavo non molto profondo potendosi r icavare l'imbocco a ;nena costa ed - in parete molto inclinata; e) per la facilità di difesa contro i gas e la Gcmp licità dei provvedimenti da prendersi per il drenaggio delle acque (pendenza delle gallerie di accesso all' in-• terno) ; à) per il miglior occultamentn che si pùò ottenere anche da ll'osservazione aerea (pareti pressocchè verticali, facilità di a llon tanare e mascherare il materia le di scavo). Ma prendendo in esame più specialmente le cavern,! che contengono postazione di mezzi d 'offesa, è prudente


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Cave rna 6111 San 11lcllele fare alcune J·iserve alla possibilità pratica di conseguire, ovunque e con qualsiasi mezzo, i predetti vantaggi. E più precisamente: a) le mitragliatrici, sempre c)le è possibile, conviene effettivamente portarle in caverna; b) gli osservatori. invece, è bene proteggerli in caverna solo quando sono spinti così avanti da vemrs1 a trovare in zone dove la vita non è possibile allo scoperto; e) le artiglierie in caverne è infine un provvedimento da prendere nei soli casi che occorra portarle quasi di contro alle posizioni nemiche. Il compito limitato, e ben definito, elimina in questo caso, se non tutti, certo gli inconvenienti maggiori della installazione in caverne. Il tipo di caverne più caratteristico è quello per installazione d'artiglieria. Stabilita in linea di massima l'opportunità, e constatata la possibilità di ricorrere a siffatta installazione, si fanno degli assaggi per determinare la grossezza minima delle pareti. Sono da ricercarsi le posizioni che si spingono snelle ed isolate verso il nemico e nelle quali le fonne del terreno degradano repentinamente sul dinanzi. Siffatte. confo1mazioni del terreno favoriscono la costruzione di caverne con cannoniere di limitate dimension i ed aumentano le possibilità di tiro. In generale, alla. copertura è sufficiente uno spessore non inferiore ai 4 metri. La parete frontale è bene non superi lo spessore di 3 metri. L'apertura estema della cannoniera deve essere contenuta nei limiti p iù modesti e ciò si ottiene ricorrendo aUa rotazione pressochè in volata rell arm·•. pi!:• aYerc la direzione e l'inclinazione, e facenè'J quasi coincidere la volata col margine esterno della parete frontale della caverna. Questo provvedimento però influisce· sulla consistenza della p~ete fr"ntale cd obbliga a ricorrere a postazioni e ad affusti speciali per caverne. Devesi altresì rilevare che, sempre quando fu

possibile, si cercò di attenuare la facilità d'imbocco delle cannoniere, sia riducendo l'ampiezu-. dei settori da battere e sia applicando contro la. parete interna della cannoniera dei parascheggie mobili. Un tipo applicato nelle caverne delle sistema2ioni di Val d' Astico e d 1e l'esperienza ba dimostrato specialmente adauo ,.cr le caverne dei piccoli calibri è costituito da tante tra.vi di ferro disposte verticalmente, a contatto fra loro, contro la parte interna della cam1oniera, infilate in alto, per appositi fori pnticati in ognuna, in una sbarra di ferro tonda disposta orizzontalmcnl~ ed ai>poggi.:'.nte in basso sul fondo <li un ferro ad l'. disposto pure o,·izzontalmcnte sotto la soglia della cannoniera. Spostando opportunamente i s ingoli ferri, si apriva a I p.:r.~o una apertura lunga e stretta attraverso la quale sparava, mentre i ferri profilati chiudevano internamente il rim,,m•nte vano della cannoniera. Prima del 1914 ~ella sistemazione difonsiva <lella frontiera italiana si era ricorso assai spe3so a l,wori in caverna. In misura ancor maggiore I' Austri.t aveva sfruttato le caverne nella sistemazione di frontiera, racchiudendovi persino i capisaldi di alcune delle s:ie opere, come ad esempio era avvenuto per le piazzeforti di Trento e di Riva. Durante la guerra l'uso delle caverne ebbe uno sviluppo grandissimo; nel 1915 un'opera in caverna sorgeva sotto i ruderi del vecchio forte di Casara; una batteda in caverna sulla vetta del Monte Selva; successivamente, le vecchie opere dello sbarramento della stra.da Cedine-Trento erano in corso di trasformazione con opere in caverna e lo stesso criterio si sarebbe seguito per tutte le fronti della p1az.za <li Trento, se, dopo Caporetto, ritenuto allontanato ogni pericolo, l'Austria non avesse desistito dai lavori in corso. E' import-ante ricordare che lo sbarco dei contingenti degli alleati sulla spiaggia meridionale di Gallipoli fallì


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Caverna s.tù San Mic)lole quasi esclusivamente per le nm~erose protezioni cli mitragliatrici in caverna che rendevano impossibile la vita allo scoperto. L'esperienza della guerra sul fronte italiano permise cli ottenere dalle caverne ogni possibile ausilio e si giunse alla costruzione cli organismi comp leti e potenti cli cui rappresentano un vero mod ello le opere del Monte P riaiorà, del Pasubio, del Monte Grappa, del San M ichele. a) ne! Pria.fòrà, du rante la guerra, vennero ricavate ca"tWne per artiglierie e tutto il necessario per i l fiancheggiaÌnen(n, per la d ifesa diretta e per il s'ervizio del-

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Caverna sul Prlaforil

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l'opera. Il Monte prese t'aspetto d i una potente balteria ad azione lontana e su vasto settore orizzontale. In quattro caverne furono sistemati cannoni da 105 A con affusto campale. Per ridurre . Je dimensioni delle cannoniere, ricavate nella roccia della _parete frontale della caverna, si faceva rÒtare il pezzo, nel puntamento in direzione, quasi attorno a lla verticale della volata, Jnentre il vomero di coda sconeva in un cana letto circolare scavato sul pavimento della\ caverna. Il pezw, con tale dispositivo, J)Otcva spara,re attraverso ad una feritoia ?ert icale stretta e lunga quanto era richiesto dal . settc,re verticale di tir.o ; b) tra ì due denti del P asubio correva una piccola insellatura e la vita era. impossibile, allo scoperto, sull'm10 e sull'altro çlente.,. Il dente italiano fu mantenuto mercè un complesso organismo ricavato nella roccia e cp.e comprendeva una galleria i cui sbocchi erano utilizzati per artiglierie e mitragliatrici e le d iramazioni laterali interne per depositi, ricoveri e servizi; e) le stesse necessità portarono alla complessa opera del l'.lfonte Grappa che aveva anch'esso le stesse cara tttr ist iche. Oggi s i tende a chiudere in caverna i caposald i della sistemazione difensiva. Le ar tiglierie non dovrebbero però far parte dell'armamento del caposaldo. Si vuoic, cioè, crearé -l/1'- complésso 0rgan is~10 che comprenda pa: recchie.· çaver ne, fra lor9 collegate con gallerie, con sist-ema.zio_1ie , di · mifra~liatrici, lanciafiamme, lanciagas, lancia_ l'ìòmb(): a ' mano, _. pet piccoli proiettor i. Ciò diniostra che l'odierna d ottrina, facendo tesoro dell'esperienza, limifa: i casi di installazione di artiglierie in caverne a quelli eçcezionaliss_imi d i necessità di impiego in località molto ra.vyicinate alle posizioni nemiche.

' Caverne. Sono così chiamate le erosioni od escavaz~otii che la vampa dell'esplosione della carica p roduce, dopo numerosi tfri, nell' ani1m, dçlle armi eia fuoco. Sono anche dett,;, meno ; ropriamer.te camere. Cavi (Cesare). Ufficiale e $Cr ittore ·ct837-1867). Mon capitano d'art. essendosi . già_ distinto ,con varie opere, fra le qua li: « M·e morie e considerazioni su i pontieri militari» e « Studì st1lla necessit_à degli eserciti permanen ti».


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CÀv b Cavic_o hia (Francese.o) . Generale medico, n. a L ugo riel 1854. Laureatosi in medicina e chirnrgia a Roma, fo J1~~1inato· sotto!. medico - ~e:· 1878. R esse da ten. colonnel)o la direzione dell'Ospedale m ii. di Ca.tanzaro e r,romosso colonnello (1912) fu direttore dell'Ospedale d1 Genova e direttore di ' Sanita del V C. d' A. Partecipò alla grande guerra mcritaùoosi la promozione a maggior genera.le medico per merito di guerra, e, collocat~ in P. A. (1919) raggiunse nel 1926 il grado di ten. generale medico; fu collocato4a. riposo nell'anno seguente. Caviglia (Francesco). Gc11crale, n. a Rivalta m. a :-.'filano ( 183i-1901). Prese parte da sotto!. di cavalleria alla campagna del 1859, meritandosi una mcd. d'argento a )folltcbello, dove fu ferito; alla campagna di Ancona e Bassa Italia dei 1Sé0-JS61, ottenendo una med. di bronzo, e alla campagna. del 1866. Promosso colonnello ( 1888) ebbe il comando del regg. cavalleria \'ittorio E manuele (10"); coJlocato in P. A. a sua domanda ( 1891~ raggiunse nel 1$98 il grado di magg. generale nella riserva. Cav-igtia Cesare. Generale, 11. a Castel Vittorio, m. a Bolzaneto (Genova) (18611927)), Sottot. d i fantcritl nel 1881, passò negli alpin i e partecipò alla campagna italo-turca (1912- 13~ .meritandosi . tre med. d'a r-gento al valore nelle azio, ni cli "\fcgosta, Assaba, Ettangi e Tccny. Ebbe da .colonnello il comando del 1° regg. Alpini (1914) e promosso magg. generale. 1>artecipò àlla grande guerra e fu investito, nel periodo dicembre 1916 - giugno I 91 7, delle funzioni cii 1en. generale. Collocato in P. A. a sua. domanda (1920) assunse in tale posizione il grado d i generale d i divisione ( 1923). Caviglia F11rico . .ivfaresciallo d'Italia, n. a Finalmanel 1862. Sottot. d'art. nel 1883, partecipò alla campagna d' Africa del 1888-89; entì'ato eia crupitauo nel Corpo di S. M., ' prese parte a.Ile campagn'. d'Mrica. del 1895-96-97 distinguendosi nelle operazion i contro i Dervisci. Nel 1904 fu addetto militare n Tokio e segul le operazicni di guerra in Ma.nciu, ~.,-,· ria . J.?,,-ese parte alla can1pagna italo-turca (1911 1912) -e promosso colonncl·10 (1914) fu nominato di rettore in 2" del!' Istitu . to Geografico Militare. L, sue ,qualiti• di abile condottiero dovevano rifulgere in sommo grado durante la grande guerra., dove guadagnò ben presto la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia nelle opcrazionj del Bosco Lancia. (ottobre-1{0,·embre 19LS) e dell'altipiano d'Asiago (giugno 1916).

Investito per merito d i guerra al comando di un corpo. d'armata (ottobre 1917) si meritò una medaglia d'argento ,per l'energica difesa dell'Isonzo e nel r ipiegamento dall'Isonzo al Piave. Elevate, a comandante d' armata per merito __di guerra, si pa!csò ancora una volta geniale comandante .nell'azione del giugno 1918 e nella battaglia di Vittorio Veneto, sì da essere giustamente anuoverato fra i maggiori artefici della nostra vittoria. La sua opera in questa ultima fase della guerra i, efficacemente lumeggiata nella motivazione èbe accompagnò la s ua nomina a cav. di Gran Croce nell'O. M. d i S . : « Capo insigi:c di truppe, per rapidità d' intuito, genialità di concezione, energia d'~ionc, durante tutta la guerra rese eminenti servigi ; nella ultima battaglia, comandant.c di un grnppo cli armate incaricato della manovra decisiva, giunse a spezzare il munitissimo fronte nemico oltre il P iave- e a determinare, con pronta percezione delle possibilità strategiche, l' irreparabile rotta: onde tgli fu uno dei nrnggiori 'artefici della vittori,t » (giug110-nov'embre 1918). Nel 1919 fu elevato alla carica di ~finistro della Guerra e nominato senatore del R egno; dal 1920 nl 1925 ebbe le fonzioni di comandante dcsii:nato d'armata. Nel 1926 fu promosso Maresciallo d'Italia.

Cavite. Città n ell'Isola. Luçon, del gruppo delle Filippine, nella l;,aja di Mani!Ja. I. I'rgsa d-i Cavrte ( li62). Appartie.nc alla campagna nava le inglese in America. Un~ Ootta inglese, al comando dcll'am mir. Cornish, s: present{> davan ti a C., e pose a terra truppe da sbarco, agli ordi;,i del gen. Drappcr, le qua/i al primo assalto stra1>parono agli Spagnuoli il for te che essi vi avevano co$lruito. Dopo di ciò gli Ing!csi abbandonaron o le Filippine, avendo fatto un ricco bottino di oro. II. Battaglia di Cm,ite (1" masgio 189S). Appartiene alla guerra Ispano-Americana. Il 26 aprile 1898, due

~Spagnuoli C> Nord ..americani

J ina

Ll Umiglia giorni dopo la dichiarazione di g'.Jerra. alla .Spagna, il commodoro Dcwey colla squadra ,u nericana ' còmpostà. di cinque nioderne na"i da gu_c rra, si diresse su Ma-


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uilla. L'ammiraglio spagnuole, Mon1oyo, ohe disponeva solo d i navi antiqui).te, si ritirè- presso C. dove sperava essere appoggiato dalle batterie del forte. Dewey, verso la mezzanotte del 30 aprile p enetrò nella baia e all'alba del 1° maggio, riconosciuta la squadra spagnuola,, aprì il fuoco colla nave ammiraglia a 5000 m., ed in linea di fila più volte sfiJò da\·anti a lla flotta spagnuola all'ancora, fulminandola. La « Reina Cristina i,, nave ammiraglia di Montoyo, salpò dirigendosi verso la flotta americana, ma soccombette a l fuoco e si ritirò incen diata. Due torpcdinicr.e tentarono pure di avvicinarsi alle navi :unericane, ,na furono respinte. All~ 7,35 Dewey si ritirò per da.r riposo e ristoro aJla sua gente e al!~ 11,4'5 r icominciò il tiro di distru~ione delle n avi spagnuole. Undici di queste furono bruciate ed affondate, due rimorc11iatori e piccole barche ven nero 'catturate. Gli Spagnuoli ebbero una perdita di 381 uomini fn morti e feriti; gli Americani s oltanto quattro f_e riti. I cannoni modenii americani ebbero un facile sopravvento sugli spagnuoli antichi, i cui colpi non raggiungevano le navi avversarie.

Cavo. Il grosso c:u,a,po adc•pèrato sulle navi da guerra e n1ercantili, per l'attrcuatura, l'a.rtiglieria., i ponti militari. Sulle grandi mbvi, ii cavo di acciaio ha sostituito per la maggior µade i cavi d i canapa, offrendo rispetto a questi una ruaggiore resistenza, a parità di peso e di dimensioni. I cavi d'acciaio si distinguono .in varie qua lità, essendovene dei pfo o meno flessibili, Han-

c avo d'acciaio no talvolta un'anima forma.la d a. liii non attorcigliati. I cavi di acciaio trovano vasto impiego sulle navi da guerra, oltri! che per !'~rmcggio, anche per gli e.levatori delle munizioni, i montacarichi delle ceneri, ccc, Cavo sottoma.ri110. Secondo le regole contenule nella IV e V Convenzione del!' Aia del 1907, in tempo di guerra i cavi sottomarini, ·che mettono in comunicazione territori del n.cm ico e da esso occupati, sono soggetti a tutte le misu1·c ostili imposte dalle esigenze delh guerra, e ciò tanto nelle acque territoriali quanto in a lto mare. Quelli che mettono iu comunicazione un territorio del nemico o da esso occu pato con un territorio neutrale, possono e;serc tagliati e distrutti al di fuori delle acque territoriali neutrali in caso d i assoluta necessità, o quando risulti che essi sono su scettibili di essere utilizza.ti da.I nemico per le operazioni di guerra. I cavi invece che mettono in comunicazione territori appartenenti a Stati•ncutrali, devono essere considerati inviolabili cd esenti da o~ni misura di ostilità. In tempo di pace la p rotezione dei cavi sottomarini è regolata dalla Convenzione di Parigi del 14 marzo 1881.

Cavour (ant. Cabi,rrmn) Ccmune in prov. di Torino, alJe falde di un masso g,:anitico che sorge isolato :n mezzo alla p ianura, allo 162 m. s u_!_ piano, e fortifi-

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cato fin dall'epoca romana. Nel medio evo vi fu eretta una torre delta di Brama.fame, a llacciata con mu.ra a l paese posto in basso. Le fortificazioni furono demolite nel 1690 da i Francesi. Nel 12S i C. fu attaccato e preso dagli Astigiani. Nel 1690, il marcsc. d i Catinat assali la rocca d i C., d ifesa. da una cp. del rcgg. :Monferrato e d:t poche miliz ie valdesi. Dopo qualche ora d i lotta, la resistenza. fu s uperata, (! Ja rocca pr~"l.: i Francesi j_:-iassarono la guarnigione à fi ! di spada. Pace di Cavour (S giugno 1561) , Fu conclus<L fra Emanutlc fi liberto e i Valdesi, a chiusura della lotta fm di loro, e dopo che il conte della Trinità, con 4Ùù0 fanti e 200 cavalli, aveva invaso le Yal!i, ma era stato costn,rto a retrocedere. -La pace ricono~ccva. per a llora, p iena libertà d i culto ai Valdesi Ca-milio B c1tso, conte (li Cav m,·r. Uomo di S tato (na'to

e morto a Torino 1810-1861} discendente da lla famiglia d ei B,:1tso ( V.). F•J educato a lt' Accademia m ilitare di Torino, e ne uscì luogotenente del Genio. )/la il suo caratte re \'ivace gli procmò a Genova, J'nentrc sorvegliava la vori di fortificazione (1331) una puni?.ione scontata nel fortr. di Bard , dopo d i che diede le d im1 ioni. ~cl 1847 fondò col conte Balbo e c:ol Santarosa << Il R iso q,,;in\cnto li giornale poli tico, il quale influi sulla pre!>arazio nc dell' Ttalia alle guerre <l'indipendenza. Eletto deputato, il mandato gli fu rirmovato s ino a ll'VIIJ lcgislatura ;: fu piì1 volte 111inistro e p1·esiden te del Consiglio. Nel 1854 volle l'alleanza con l'Inghilterra e la Fxancia. durante la guerra della Crimea, ciò che permise a,[ piccolo Piemonte di far sentire nei 1856 la sua voce nel congresso di Parigi e rese facile l'alleanza del 1859 cor, la F rancia. Il C. fece restaurare le fortificazioni di Casale e di Alessandria, e fece trasportare la ba.s~ nava.le del regno d i Sardegna da Genova alla Spezia, dove sorse il grande a rsena le militare ma rittimo. Nel 1S60 favorì abi1mentc i'impresa de i .Mille, e le annession i, e la campagna de ll'esercito regola re nelle :Marche, nell'Umbria " nel Napole tano. Fu min istro della Marina, e ded icò mÒlte cure a l!a. ,;ua. organizzazione, prOHedcn<lo a costituire lo sta to maggiore della Marina, il Corpo d i fanteria marina./ il Corpo del Genio Navale, il Corpo Rea le Equ ipaggi, 'il Cor po Sanitario, il Consiglio dell' Ammiraglia to.

Cavriana (Pace di) . V_ Cremona. Cawnpore (o Cawnpttr). C itta dell'lndia Inglese. sulla. dr, del Gange. I. 111-st<rrezione e presa di Caw,~pore (6-25 giugno 1857). La guarnigione é i C., comandata 'dal gen. Wheeler, comprendeva, nel 1857, 4 rcgg. indigeni di cui uno di ,cavalleria. 1 soIda ti europei si riducevano a 60 artiglieri, p iù un centinaio di u. dell'846 fucilieri. Il Wheeler avev;,_ preveduto :ma solkva.zio1\C generale . dei _ppai


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-ed aveva chiesto r inforzi a. sir H. Lawrence à Lucknow. Jnta.nto aveva sistemato a difesa due caserme, situate :a breve distanza dal Gange. Scoppiata l'insurrezione dei Cipa.i (v. India Inglese), seguila da mas&-icri di E uropei, Wheeler raccolse gli Europei nelle caserme protette da semplice parapetto di terra, e difese da soli 300 inglesi. Nana Sa.hib, crede ciel trono dei Ma.br;it.tì, che ca.pit.anava gli insorti, ini..ziò un intenso bombardamento contro le deboli difese e in breve le caserme furono incendiate. Gli inglesi resistettero uer ben tre settimane ai furiosi assalti dei .soldati di· Nana ~perando anche sortite, Ma, venuti a mancare i vfrcrì, il 2i giuguo, Wheeler, paitulta la J"e.sa colla clausola della salveZ?,a della vita per tutti i suoi, comp res i i bambini e le donne, fece salire su bar-che nel Gange parte dei suoi soldat i. Questi furono presi subito a cannonate e maSSacrati. Il gen. Wheeler e ,gli altri soldati, fucilati. Le donpe e i bambini, fatti a pezzi, e i loro corpi getta ti in un profondo pey,ozo. · Sui primi di luglio giungeva a C il gen. H a.velock -con 1400 soldati, batteva. davanti alla città e metteva in fuga le tr uppe dì Nana Sa.hib, e procedeva a terribili rap2rcsaglie, passando a fil di spada prigionieri e .abitanti.

II. Combattime,ito di Cawnpore (1857). T,antia. Topi, _,gen. di Nana Sa.hib, nel novembre 1857 giunse con 20.000 u., e 40 cannoni presso C., il cui presidio era costituito da 500 Europei a.gli ·ordini del gen. Windhan, rinforzato da una. brjgata di Cipa.i di M adras e da di.stacca.menti d!)l 34°, 82° e 88° deUa brigata Reale dei Rifies. Windhan deliberò di portarsi incontro a. T a.ntia, ed uscito il 24 novembre da.i trinceramenti di C. con 1200 u. lo attaccò perdendo 100 u. circa, prendendo 3 -cannoni al nemico, ma tornando subito nei trinceramenti. Tantia Topi, dopo breve b.ombardamento; assalì Je p0sizioni degli Inglesi e li costrinse a chiudersi nelle trincee, abbandonandogli la. città. Gli Inglesi perdettero in questa lotta 400 u. Frattanto il gen. Ca.mpbcll, .saputa la loro critica situazione, marciò su C. e il 3 ,dicembre venne. ad assalire con 5000 u. e 35 cannoni Je truppe di Tantia. Topi schierati nella; pianura e 1Ye assalì, protetto da vivo fuoco d'artiglieria., la destra con -due brigate, mentre invia.va. la. cavalleria a compiere un mo,·imento avvolgente. Gli Iudiani non ressero a.ll'at·· tacco delle disciplina.te truppe inglesi e si diedero alla foga, perdendo, nell'inseguimento· condotto per 40 km. ,:falla cavalleria inglese, molta gente e 15 cannoni. Le perdite inglesi ammontarono a un centinaio d'uomini fra. morti e feri\i.

Caxias (/.Atigi !l luez d·i Lima e S-ih•a, d11co di) . .Magsciallo brasiìiano ( 1800-1880). Nel 185S fu nominato m inistro d'!lla guerr,l e nel 1866 diresse le operazioni <:ontro il Paraguay, durate tre anni; 1·iprcse quindi il portafoglio della. guerra e lo terme fino al 1878. 0

Cays di Pierlas (Gùiseppe). Generale, n. a Nizza, rn, a 'veuezia (1845- 1911). Sottot. d'art. nel 1865, fece la campagna del 1866 e poi passò in cavalleria.; coman<lò da ten. -colonnello ( 1895) e da colonnello ( 1897) il r egg. Firenze, fino a.I 1903, quando andò in P. A. Fu -promosso magg. genera.le della riserva nel 1909. Cazetta (Enrico). -Generale, n. e m. a Toi:ino ( 1840, 1912). Sotto!. di fanteria .nel 1861, passò. nell'Arma dei

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RR. CC. e prese parte alla· campagna del Ì866. Comandò da. colonnello le legioni di Cagliari e òi Milano; colioca!o in P. A: ( 1898) raggiunse nel 1906 il grado di magg. g.cnerale· 11ella rjserva.. Fu insignito di 1.ma medaglia d'argento e. una di bronzo al valor civile.

Ceba llos (Pedro di C., Corles y Caldero~). Generale spagnuolo (1715-1788). Si distinse nella guerra. in Italia ( 1744). Nel 1756 fu inviato come governatore a .Buenos Aires. A-ssediò e prese Sacramento ai ' Portoghesi e la difese felicemente contro Anglo-portoghesi tornati alla riscossa. Nel 1776 fu nominato vicere del Rio de la PJata e combattè ancora nello Stato di Rio Grande contro i Portoghesi. Ceballos (F,·ancesco d-i C. ,, Vargus) . Generale spagnuolo (1814-1833). Sì battè nelle guerre civili della. penisola, fu governatore a . Cuba. e due volte min:istro della guerra.

Ceballos (En·r ico Q-1<ì11tana C.). Scrittore mii. spagnuolo dell'epoca nostra. Fra le ~ue opere: « Militari celebri spagnuoli»; « Albwl1 del carabiniere»; « Album della gua.r,ciia civile » ; ecc.

Ceberet (Cla1idio, d1). -Generale francese ( 16731756). Partecipò a tutte Je campa.gne della sua epoca., rimanendo ferito alla gola alla batta.glia della Mar-sa.glia (1693), e dive~e brigadiere di fanteria nel 1706. Ispettore generale della fanteria nel 1716, ten. generale nel 1731, fu governatore d'Ypres (1744) e di Aire ( 1749). Cebicev (Panmio). Generale e scrittore russo. Fece epoca quale capo della. scuola del tiro non mirato, in contrapposto a quello dei fautori del tiro mirato. Col suo connazionale Volozkoi e col tedesco Tellembach, sostenne, contro il KW'opatkine, che il tiro di precisione è assolutamente da escludersi in guerra, per l'ernozione, l'eccitazione nervosa dei combattenti. Insegnò ali' Accademia d'artiglieria, inventò un alzo, un telemetro e un congegno per la. verifica della. linea di mira. Ceca (di Vaglieraiw, Paolo). Generale p iemontese del sec. XVIII. Iniziò la sua carriera nel regg. Saluzzo. Combattè contro la Francia dal 1793 al 1796 distinguendosi e meritando una ricompensa al valore. Lasciò l'esercito quando il P iemonte fu annesso a.Ila Francia, e vi rientrò nel 1814 quale ten. colon. nel regg. Alessandria. Fu promosso generale nel 1817.

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Ceccarelli (Ca·rlo). Generale, n. a l'esaro nel 1861. Sottot. d'art. 1882, fu poi insegnante titolare presso la Scuola di Guerra; promosso colonnello, ( 1915) ebbe il comando del 49° regg. art. da campagna. Partecipò alla grande guerra meritandosi la croce di cav. dell'Ordine militare di Savoia quale generale comandante d' artiglieria di \tn vasto settore di montagna. nelle Qperazioni del maggio 1918 nella zona di Presena-Monticelli. Promosso brigadiere _gc1ieraie: ebbe il comando d'art. del Hl C. d'A. si'ìo àl 1919. Colloca.to in P. A. S. a sua. doma.uda ( 1920) assunse nel 1923 il grado di genera.le di brigata e andò· a r iposo nel 1927.

Ceccherlni (Sa·, ,tc). Generale, 11. a Incisa Vo.ldarno nel 1863. Sottot. di fanteria nel 1884, partecipò alla campagna d'Africa del 1889 e si distinse nell'11° bersaglieri durante la, ca,mpa,gna italo-turca del 1911-12 meritandosi una medaglia. d'argento a -Sidi Ali ed unà _di bronzo a Macabez. e Sidi Said. P rese quindi parte alla grande


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guerra e si palesò valoroso animatore di uomini, ,meritandosi a ltre due medaglie d'argento; una quale comàndante di · bgl. sul S. Michele (luglio 1915) e l'aJtra quale colonnello comandante del t2" bcrs. nelle azioni del Pacinka dell'ottobre-novembre 1916; inoltre la crocè' di cav.- dell'O. M. S. ~nme comandante dell~ 3" "brigata bersaglier i su l P iave. r\el novembre 1917; e la croce di uff. dell'Ordine stes.;o ancora sul J.?iavc r ·nella battaglia di V1tlorio Veneto. Collocato in P. A. S. nel 1922, raggiunse :1el 1923 il .grado di ,:cnen.Ie. di divisione. Partec,pÒ a)la marcia su Roma dc! 1922, e nel 1926 fu nominato luogotenente generale Cece~i·e111 Carlo della M. V. S. N . al comando dcll'VIII ?.mia ( Firem,e), comando eh~ -lasciò nel 1927 per cri~ire a far parte dell'ufficio i$pettori generali della ~ifilizia, in Roma.

Ceochi (Emilio)_. Generale., n. a Limitè sul l'Arno. m. a :\1ilano (1863-1923). Sottot. di fanteria nel J882, divenne coloiwellc comandante il 16° regg. a.I principio del 1915; con esso partì per- la. guerra com: battendo sull'Isonw . Dal novembre 1915 al giugnc 1917 comandò da brigadiere generale e poi da ma.~ior generale la brigata Forlì e per essersi dii;t into nel 1916 sui monti Lei.n erle e Nfa.gna.boscll i, venne -decorato dell'O. M. S. Poco dopo la guerr;. Crrc11e1'ìni San te lasciò il servi.zio attivo. Cecchi (Amerigo). Generale, n. a Pesaro nel 1866. Sottoi. di fanteria nel L88S. parlc-cipò alla grande 1,,uerra (1915-17) meritandosi due mcd. di bronzo, una nel luglio 1915 su l Podgora, l'allra nel.l'agosto 1917' 'nella zona. di Gorizia,. Comandò nel grado di colonnello il 55• cd il 235° regg. fanteria ed il deposito del 28° fanteria. e collocato in P. A. (1920) raggiunse nel 1924 il grado di generale di brigata. Ceochin (Giovmm·t). Medaglia d'oro, n. a Marostica, caduto a.l fronte (1894-1917). Entrò in guerra nel i 915, dopo di aver seguito i l corso a llievi ufficiali di complemento, nominato sottotenente nel 6° Alpini. Guadagnò nel 1916 due med. d'an,iento, su! San llfasco, e a Cima Caldier:i. e la promozione a tenente. P iù volte ferito, era stato _proposto per la promozione a capitano per merito •di gµerra, . Q1J.ando avv~ru1e l'episodio in cui gloriosamente _la.sciò la vi\a, così narrato nella motivazionedi medaglia d'oro: « Di fronte .al nemico dimostrò sempre sereno coraggio, cosciente spirito d i abnegazione, fiducia in sè e nei propri_-uomini. Fulgido· esempio di eroismo, guidò

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la propria compagnia all'assalto di forti posizioni nemiche, primo a s lancia:rsi fuo~i dei ripari. Con teriaca volontà rinnovò ripetute volte gli attacchi, non mai fiaccato dal fuoco avversario, e riorganizzb poi la truppa rianimandola per nuovi combattimenti. Nell'azione• che pot·tò alla cònqu ista di · una forte posizione, ri-confermò' ancora una volta le sue doti di valoroso ed abile condolliero. Ferito gravemente da una scheggia. cli granata nemica., manteneva fermo contegno, incurante del dolore ohe lo sLraziava, ma fie.. ro dcli'esito vittorioso conseguito nell'azione. Si spegneva tre giorni dopo, in seguito alla ferita riportata» (Cima Ortiga.ra. 10-19 giugno 1917).

Cecchino. Nel gergo della trincea i soldati Italiani, durante la gucna italo-austriaca., chiamarono « cecchino>> il tira.fore scelto nemico che, appostato in luogo conveniente, generalmente armato di fucile « a cavalletto>> e con cannocchiale, aveva l'incar ico di battere, con colpi isola.ti, i punti di passaggio obbligato delle trincee e dei camminamenti, per abbattere, preferibilmente. ufficiali e graduati. Ceccon i (Gio:•a,mi). Genera.le. n. a Sc.u1sano, rn. a F irenze ( 1833-19 .12). Fu uno dei preparatori della rivoluzione toscana del 1859. Entrato nell'esercito regolare, vi raggiunse il grado di ten. generale. dopo di essersi distinto specialmente nella campagna contro il bdgantaggio cd a Custoza. Mostrò buone doti di scrittore in varie opere, quali « Il 14 luglio a Desenzano '»; « La -pace di ViiJafranca »; « li 22 aprile 1859 » ; '< Nap.oleone e Cavour»; « Il battaglione d'istruzione ll; . cc Sull'ordine norma.le di combatti.mcnt9 >,; « La genesi dell'Italia >i e nel caldo opuscolo « Non tocc,a.te l'esercito! ». Ceccopieri (L1iigi). Generale austriaco, n. a Massa Cauara. nel 1780. Sottot. della legione cisalpina nel 1798, fece la campagna di Na.. poli, si batt:è a Marengo. si ~istinse grandemente MIia Penisola iberica, Ie • ce le campagne d el 1812 e 1813 e q uella d'Italia del 1814,- col grado di colonnello.. Passato poscia nell'esercito a ustriaco, v raggiunse nel 1840 il grado di ten. maresciallo i un reggimento austriaco Cecek (Stanislao). Genera.le cecoslovacco; na t, n:el 1886. NeJ· 19141 entr~to a Kiev, come·volontario

Cceck Stanislao


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nella Legione cecoslovacca in Rus.<;ia, fu successivamente ufficiale su balterno, comandante d i compagnia, d i battaglione, del Gnippo del Volga, della, 1• <:livis. _hµssi ta (1918) e delle truppe dell'Estremo O riente ( 1919). Nçlla R epubblica cecoslovacca occupò il posto di sostituto del Capo di S. i\11. genera le e Capo dell'ufflcio militare del Presidente della Repubblica, quindi fu nominato (1927) Capo' del reparto aviazione al Minis tero della Difesa Nazionale.

Cecoslovacchia. Repubblica costituita con i territori della Boemia. della Moravi,i, della Slesia, della Slovacchia, con um. popolazione di 13.500.000 abitaniì. Ca• pitale, _P raga. Dr.gli abitru1ti, 3 milioni sono Tcd~sch,, e· uu milione :Magiari, cìò che mantiene nell'interno del nuovo stato vive le quest ioni irredentistiche. La Boemia fu Stato indipendente nel sec. XIV, essendosi a llora sticcat,t dall'Impero. Venne unita a lla Corona RU· striaca nel 1526, coll'assunzione degli Asburgo al t.rono boemo. I . nobili cecoslovRcchi non si sottomisero senza lotta, ma fu.rono vinti nella battaglia della Monta 6'Ila Bianca (1620) e da a llora la Boemia s ubì il gfog,o di Vienna fino alla guerra mondia le, dopo la qu ale o•tc,s,c di costitu irsi in Stato indipendente. D u rante la guerrR, i CecoslovRcchi residenti in Russia .iniziarono, lìn dall'agosto 1914 un'azione antiaust r iaca e antigerma.nica, costituendo la Ceioa-Dn,zi11.a., e c ioè il .« gr.uppo annRto dei cecoslovacchi JY e 'ireffottobre dèllo stesso anno era già in linea un battaglione. A poco a poco gli a rruolamenti s i intensificarono, anche con d isertori e prigionieri dell'esercito austriaco. Nel 1915 era costituito, in Russia, un reggimento; ne l 1916 tre regg. costit uiti in brigata terna.ria; nel l'ottobre 19 17 csi-

p rigionieri cer.oslova.cchi e nell'apri le 1918 si costituì 11c.ll'Umbria il Corpo cecoslovacco, agli ordini del generale Andrea Graziani : 10.000 u ., riuniti in un_a divi~ione su 2 brigate e 4 regg. (31°, 32", 33°, 34•)'. l.a divisione venne inviata a est del Garda, sull' Alt issimo ( agosto-ottobre 19,) S); _111a già reparti di « esploratori ll avevano çombatt uto ·su·._,iarii punti del nostro fronte. Sui prim i di ottobtc,Jag_g ~~l~ la clivis. anche il 35° regg., costituito a FoliW1-6,·'è16;v'i:rn il deposito della d ivis. stes sa. Kel novembre 1918. le forze cecoslovacche in Ita lia ammont av3110 a un C . d'A. su 2 divis., al com,in<lo del ge11. Luigi r iccionc. fnoltre a Gallarate crr1110 stati costituiti 55 bgl. territorial i ceco.s lovacchi. 'Tutte queste for ze raggiunsero la loro Patria. nel dicembre 1919, dopo l'armistizio.

;Esercito é:ecoslovacco. L'organizzazione dell'E. C. si. è effettuRta mediante· ì'a fusione degli antichi quadri austria~i con i . c9rpi cecoslovacchi volontRri organizzati durante la guerra in Italia, in Francia, in Russia . Capo-

II g-t11 1·amen1.o del le truppe cec0$10va~chc (10'19)

Eseciizione rli volontari cccos1ovac('h i ra11u ra11 r1n \'l'A r1;;t.1·ta su l Piave ( t~18) · steva. tlll C. d 'A. cecoslovacco, con una brigata cli riserva. Queste tr uppe combatterono valo)'osamen tc contro g·li Jmperi, Central i, fino . alla Rivoluzione russ:i : all;ra il Corpo cecosl~vacco si r i ti.tò verso gli Ur a li e pCl).J;tiò in Sib.cria, dove· fu d islocato lungo la ferro,·ia Trru1siberiana e dove combattè cont.ro le forze bolsccvjf~~\i. Bo!sce-uiche _guerre e Siberia) venendo poi, in parte, tr'd.Sportato in · Fn.ncia,-e il rimanente trasportato in latria dOJ)o l'a.rwistizio. l;i;i ..J.raucia, nel _1915 _i Cecoslovacc:hi arruolati nella . ~gione •straniera costituivano una cp. chiamata << Na zdar pe_l ;1917, cop. reparti provenienti dalla Siberia e imb1!,cati a Vladiv?Stock , furono costituiti due reg,:ii• menti (2 1° e 22°) r iunjt i i n brigata, .che .c oinbattè . nel!' Alsazia e nelle Argonne. Alla fine della guena le forze cecoslovacche in Francia ammontavano a una divisione. I n ItaJia, nel 19 17 s i comincia rono a ocganizzare i

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s upremo dell'esercito è i l P residente della Repu bblica, c:"on propria Cancelleria militare che serve di collegamento col Min istero .della Difesa Nazionale, del qua.le fa pane -lo S. M . dell'Esercito. Vi è poi u n Cons iglio interministeriale per la d ifesa dello Stato (MSOS) con funzioni analoghe a quelle della nostra Commissione suprema di difesa. Le Circoscrizioi1i mii. sono quat tro. Boemia (5 divis .' fanteria); Moravia e Slesia (3); Slovacchia occidentale e centrale (3); Slovacchia orientale (1) . Oltre a queste 12 divis . d i fanteria, .esistono: 2 brigate cli fanteria d,L montagna; l brigata autonoma di artiglieria leggera; 1 . pesante campale; 2 pesante; 20 .bgl. genio; 3 brigate ai caval leria; 3 regg. di .wiazione. L'arrnrunento è costituito dal fucile e dalla mitragliatrice Mauser, fabbrica ti nelle officine di stato, a. Brno. L'artiglieria ha cannoni da cam pagna e da montagna., obici e mor tai pesa.nti fino al 305. 11 servizio mi litare è generale cd obbl igatorio, ed ècosì ·d iviso: Esercito aUi\'o, 14 mesi di fenna; 1" r iserva, sino a 40, anni ; 2• riserva, sino a 50 anni. Il gettito medio d i o'gni classe d i leva s i può calcolare sui 75- 80 mi!R uomini. Gli effet tivi d i b ilancio sono circa: Uf.ficiali 11.000; truppa 110.000; cava.lii 29.000. LR gen darmer ia compref)de 750 ufficiali e 13.000 u. di truppa. Vi sono numerose. scuole d' istruzione dei quadri, ira cui la Scuola di Guena, l' Accaçlemia Militare, le Scw;ile d 'Applicazione per le var ie Rrmi, e Scuole d i fa:nteria., di artiglieria, d i cavalleria, di aeronautica, ecc. I reggimenti ·di fanteria hanno u_n nome: quelli da.I nu-


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mero 3 l al 36 ricordano la loro ongme ita liana, essen.d o stati formati in Italia durante la grande guerra: Arco, Garda, Dosso Alto, Giovanni Cap-,ek , Foligno, Esploratori. L a mnrina d,1 guerra. della Cecoslovacchia consta di una p iccola flottiglia di navi ,da pattuglia e d i barche . armate per il servizio sul Danubio.

gli Aragonesi, prO\·eniendo con w1a. flotta di SO navi da Napoli. C. è sede èell'87° distretto militare.

Cedar Creek. P iccolo · fiume della Virginia (Stati Uniti) n el bacino dello Shenaridoa.b'. Nel 1$64 (19 ottolrr.:) durante la guerra. çli Secessione, vi s i svolse w1 combattimen to fra il gen. Sheridan federale, ed il gcnerà.lc Early confederato. Quest'ultimo, alla testa d i circa 20.000 u., si trovò di fronte ad un corpo d i cavalleria federale che costituiva l'avan guardia della grossa, armata del Sheridan, Dopo u no scontro fra le cavallerie avversarie, si impegnò i l combattimento, che si protrasse per quasi tut ta la giornata; dopo il mezzogiorno cominciò a delinearsi la superiorità dei federali, che riportarono completa vittoria. Le perdite dei fede~ ra li furono di 4600 fra morti e feriti, olu·e ai prigion ieri, mentre i Confedèb1ti per<lèttero 3000 uomini.

Ce-fu. Città della Cina, sul golfo del Pc-ci-IL Possedette un antico arsenalemil., smandellato nel 1884 cb una fiotfa francese agli ordini dell'ammir. Courbct. Poi vi fu la' sede -di una Scuola della marina mi!. cinese.

Cedar Mountain. Collina. fra R ichmond e Wa shington (Stati Uniti), Nel 1862 (9 agosto) vi s i combattè una sanguinosa battaglia fra le truppe dei Confederati, comanda te dal gen. J ackson, e le truppe de! federali coma ndate d al gen. Banks. Nel mattino dell'8 agosto 1862 il gen, federale Pope a veva stacéato un corpo agli ordini del gen , B,u1ks, che aveva preso ·posizione ~ulla riva destra del Cedar RWl. 1ackson s'era diretto, preceduto da cavalleria., sulle altu re di C. eseguirvi u na ric.ognizione offensiva, Qui si trovò cl-i' fronte· a circa 30,000 federali, che, con abile manovra avvolgente, passato il Ccdar R u n, atiacca.rono la cav:tlleria avversaria obbligandola a ritirarsi. Lo scontro fece lasciare sul t erre110 ai confederati circa 1300 u. cd ai federali 1200, J ackson, credette opportun0 ritirarsi colle rimanenti truppe in Cordonsville. E Banh a sua volta non azzardò di inseguirlo,

per

Cefalonia (an t, Ce[allenia). La maggiore delle isole J onie. Ai tempi d'Onw,ro aveva. per Capitale Sarno, fortificata, con acropoli, che sostenne un assed.io di 4 mesi contro i Romani. Xel secolo XII fu presa dai francesi, e successivamente dai Tocco di Napoli. Ceduta nel 1224 a i Vènezia.ni, venne occu pat11 nel 1479 dai Turch ;_ Nel 1501 fu •assa.lit:i. da una flotta ispano:veneziana, agl i ordini d i Consalvo d i Cordova e de ll'amm'ic Cornaro. Sbucate le fanterie, gl i Alleat i assediarono il castello, cannoneggiandolo e tentando p iò volte d i assalirlo. Ma i Turch i resistettero, e i •Cristiani abbandonarono l'imprr.,a, Due an ni do110 i Veneziani ottenevano, ne>lla pace con b. Turchia, C, r inunciando a Santa. i\faura, e la tene,·anò .fino al la caduta della R epubblica per o pen\ dei Francesi. Q uesti occuparono anche C, ma. vennero cacciati dai Russi nel 1799. Colla p ace di Tilsitt (1809) C. ritornò in possesso dei Francesi, i quali dovettero . cederla agli Tnglesi, che nel 1S64 la. d iedero a.Ila G recia. Cefalù (:wt. Cephaloedi1m1) . Città della Sicilia, in prov. di Palermo, d i antichissima o rigine, forse fenicia, Fu presa. rla Dionigi di' Siracusa, poi da Agatocle (30, a. C.), poi dai R01nani (254) . .All'epoca delle invasioni musulmane era ben munita, situata in a lto, dove sono ora. le rovine di una rocca; ali'epoca norn.1anna la città s i trasferì in basso e · fu circondata di mura. Nei 1338 vi operò u110 sbarco· Carlo d'A11giò, in lotta con

Cefaly (A n,lrea). P.ittore calabrese, n . nel 1827, Fra i suoi quadri : « Il 2 ottobre al Volturno »; « L a battaglfa d i Benevento»; « L a battaglia. dL Legnano ».

Trattato di Ce-fÙ (13 settembre 1876). Concluso fra Cina e I n ghiiterra, a.Ilo scapo di fissare la giurisdizione consolare ; stabiliva che se un cinese era ~ 1 .to d i un reato contro un inglese veniva giudicato dalle autorità cinesi ; e viceversa se i rap prcsc.nta.nti de!Je due nazioni: « non sono soddisfatti della sentenza avranno d iritto di protesta; la pena che colpirà un colr,cvole, sarà rupplicata secondo la legge della nazione cai apparti~nc il giudice ».

Cei. Ufficiale dell'esercito italiano, che, usufruendo della canna del fucile italiano Mod. 1891, mentre era capita1w dei bersaglieri, nel 1901 costruì un fucile a

ca,ricamen to mu ltip lo automatico che prese il suo nome. Questo fucile usufruiva di parte degli stes.,i gas della carica, per ottenere tutti'. i movimenti automatici d i scai-ica e carirn dell'arma . n fucile C fabbricato dalla società Glisenti, avcv., un caricatore, con 6 cartucce, ad involucro ,ji cartone, tipo Rubin-Scbmidt. O ltre a questo fucile, il cap_ Cei p resentò pure un f-11.cile mitragliera pe, marina, collo stesso suo nome e con ser batoio per 24 oartuccc: fucil~ come il precedente, meno nel serbatoio, il cui ca.rica:rnen to s i ottcncv::. rn~dia11te l'uso succe.,sivo di' due caricatori ad involucro contenenti ciascuno 12 cartuc1

ce . Queste due anni riFuti le mi!rù glicra Cci sentono an.c;h'esse di tutti i difetti od inconvenienti delle armi automatiche sistema a sottrazione d i gas: peso dell'arma, indebolimento de lla. cassa, rincu lo non r igido sufficientemente, d i.Jatazione col calore, corrosione facile, facili inceppa-. menti, ecc. :v1a.lgrado lo studio sia stato ingegnoso e ben, coudotto. nessuna delle due armi venne adoftata. Cei Ugo, Generale, n . a Castelfranco nel 186ì. Sottot. di fanteria nel 1887. entrò nel Corpo d i S, M, e partcci,pò a lla. campag-;,,a italo-turca del 1912-13, meri tandosi una mccl. d'argento a Ettan gi, Prese parte alla gran.-. dc guerra confermando Je sue qualità di valoroso comandante , Si meritò altre due med. d 'argento qua le comandante d i hrigata nel maggio e nell'agosto 1917 sul versante carsico del Vippacco. Fu insign ito della croce


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Il c :1s1c110 cli Celano

di cav. dell'O. M. S. quale comandai,te cli grossa. retro- _. della parte supcr :ore del viso, che completò. e sostituì: guardia durante il ripiega.mento dal Carso al Piave, e il nasa!e; cd infine vi f u aggiunta la baviera. Le prime la croce di ~ff. dello stescelatç. -avevano sul davanti una spaccatura orizzontale so Ordine, aJ comando delper la visuale; muura.lmentc, a causa di ciò, per vedere la brigata Abruzzi nel giu·'tramezzo a tale spaccat ura, la celata vcniv11 portata obli- . qua e pendente verso la nuca. Ordinariamente, colla gno e settembre 1918 in celata s i portav,i anche la baviera e quest'ultima faceva Val San Lorenzo e Col parte della gorgièra. Le celate ebbero svariatissime forMoschin. Fu direttore del-me, e così pure vennero d istinte con vari nomi, per lo la scuola ufficiali mobilitati dal settembre al dicembre 1918 ed ebbe poi le- funzioni di capo di S. M . delle forze italiane nei Balcani e del C. d'A. di Roma. Assunse nel 1920 il comando della brigata Torino; promosso generale di divisione ( Ì924) coniandò successivamen te le di vis. di Bologna e di Genova e nel 1926 fu destinato a l comando delle truppe della Cirenaica, dove rimase fino a l 1927.

Celano (ant. Clitemu,-n.). Comune in prov. di Aquila, ai tempi d i Roma città di qualche impor tanza . Nel medio evo fu munito di grande castello, di lorma quadrilatera, appoggiato ai quattro angoli da torri robuste e. munito di fosso. ' Nel 1221 il conte di Celano, dichiaratosi avversario di Federico II, venne da questi fatto assediare- in C., per mezzo di un esercito comandato dal conte d' ,\ccrra. I d ifensori, abbandonato il paese, si chiusero nel castello, dove resistettero fino al 1223 : allora si a;resero col patto di andare in esilio, e la città fu data alle fiamme. Due ·rumi dopo gli abitanti poterono rientrare in città e restaura ria. celate d()i ser. x Iv e xv

Celata. Arma!t,ra antica del capo per gli uotmm d'a.rme. Differenziavasi dall'elmo per non avere nè c imiero, nè cresta: al p iù la celata aveva una cresta appena acce1n1ata. Fu molto in uso fi.ncbè durò l'uso delle anni difensive, e non venne abbandonata eh.e verso la fine del secolo XVII, Il nome di celata fu aJ1che dato all'uomo d'arme che anda;va coperto di celata. La celata sorse alla fine del XIV secolo e sostituì il bacinetto ed il Ca.'lCo, dei quali fu una trasformazione a vantaggio d ella maggior difesa del capo del viso del collo e della nuca. Fu conservato il copri;mca del 'cappello di ferro, e vi s i aggiw1se sulla fronte una difesa

più a seconda della loro forma.: si ebbero pertanto : celata aperta; celata alla Viscontea; celata a becco di passero; cela t<1, a vista fissa; celata a nasale fisso; celata a visiera mobile; celata alla borgognona; celata con buffa; celata alla veneziana.; celata con visiera a mantice; celata con goletta; celata con visiera e buffa; celata con soprabarootto; celata savoiarda; celata con sportellino, a destra; celata a bande; celata a botta d'archibuso; celata da incastro.

Celebrini (Costanzo). Generale, 111. nel 1835. Rag~ giunse il grado d i colonnello nel 1830 e comandò in z•


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il corpo Veterani ed Invalidi._ Al pri_ncipio del 18.35 venne, nominato comandante della çittà e provincia di Novara col grado di maggior generale.

Celembo lo. Nome di particolare ordinanza di battaglia degli antichi ©Te,;i,. nt lla quà.Je la falange addoppiata, a.prendo i due corni di una delle sue fronti, serrava insieme ed a foggia di cuneo quelli della posteriore. (Grassi). Celeres. Nell'a.nt. milizia romana ai tempi µi Romolo, erano detti così i cavaliéri ( 300, divisi in tre centurie). Celeri (Truppe). Sono cosi chiamate quelle truppe che orga~ nicamente dispongono per il loro movimento di un mez~ celèrè d i trasporto. Loro c_a.ratteristiche sono: rilevante· vc.locità di marcia; possibilità di pronti, . rapidi e lungh'i spostamenti anche per più giorni consecutivi; notevole. autonomia degli 01,gani di r\fornimènto. Sono truppe celeri: i reparti ciclisti e motociclisti, la cavalleria, le fanterie montate, i reparti ca.r-ri armati, l'artiglieria a cavallo, l'artiglieria leggera portata ed autotrainata, ecc. Loro compiti sono particolarmente i seguenti: copertura, esplorazione tattica <' strategica, preoccµpazione di località, costituzione di riserve strategiche e tattic~e da rapidamente e tempestivamente spostarsi ove si renda necessario, ecc. L a riunione di tali truppe in grandi unità dà luogo alle Grandi lh,ità Celeri. Tali sono le brigate, le divisioni e : co;rpi di cavalleria in cui quest'aima costituisce il nu-. eleo principale, intorno al quale, in misura varia, si raccolgono,. ai'tri elementi di fuoco e di movimento: ciclisti, fanteril!, portata, autoblindqm itragliatrici, artiglieria a cavallo, autotrainate; ecc. Presso il nostro 'esercito sono previste solo brigate e divisioni di cavalleria, P resso vari eserciti esteri sono previsti anche uorpi di cavalleria: così in Francia, Germania, e Russia, corpi di cavalleria agirono in larga misura durante l'ultima guerra, e specialmente al suo inizio, con compito di copertura, di esplorazione e di riserva mobile di fuoco. Le truppe celeri, per gli stessi compiti che sono loro normalmente affidati, devono essere pronhunente mobilitabil i, in modo da poter muovere dalle rispettive sedi verso le località d'impiego nel più breve tempo possibile. Celebri !Ì i Cos tanzo

Celes (o Celete), Barca leggera dell'antichità, a un solo ordine di remalor~ adopei-ata dai pirati dell'arei-

pela.go greco da;pprima, e poi come nave esploratrice delle antiche marine da guerra,

Oelesia di Vegliasco (Emanuele), Generale, n, a,d Oneglia, m. a Palermo ( 1818-1877). Nel 1840 uscÌ dal1'Accademia m ilitare tenente d'artiglieria e partecipò alla campagna del 1848-1849 meritandosi a Mortara la mcd. d'argento. Nel 1859_ a Palestro venne decorato del-

847 l'O. M. S. :Maggior gen_erale nel 1865, ebbe il. comando dell'ai·tiglieria , del VI dipartimento.;, da tenente generale (1874) comandò, sino alla morte, la divis. mii. di Pàlermo.

Celeust e. zi=.

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Aguz-

Cella ( Giova,mi Battista). Patriotta, n. e m . .1

Udine (1837,79). Sott9t. dei Cacciatori delle Alpi nel 1859, l'anno seguente fu dei Mille; nel 1864 prese parte all'insurrez:ione 1 del Trentino e mentre questa quasi dappc,rtuttq abortiva egli con pochi Celesla Emanuele compagni resistette a lungo alle milizie austriache sulle montagne del Friuli. Nel J866 era tenente nel battà,glione Castellini e .si d istinse a Caffar o, ove ebbe durante la battaglia un duello singolare con un capitano nemico, e a Vezza d'Oglio. Nel 1867 fu a Roma per -tentare l'insurrezione che doveva aiutare l'impresa di Garibaldi: ma a Porta S . Paolo egli e il Guerzon i invece dei cento congiurati che attendeva.no ne trovarono solo me~za dozzina. Raggiunto Garibaldi, combattè a Mcntana.

Cella Pietro, Medaglia d'oro, n, a· Bardi, m . ad ·Ad11a ( 1851-1896), Proveniente dai sottufficiali, divenne sottotenente di fanteria nel 1879 (37° reggimento) lj l'anno seguente passò ne7 gli Alpini. Inviato in Africa, f\l ucciso nella batt: di Adua, consegµendo primo degli Alpini - la med. d'oro con la seguen• te motivazione: (< Comandante delle compagnie 3• e 4• sulla sini• stra dell'occupazione al monte Raio, le tenne salde in posizione contro soverchianti forze avversarie Jìnchè furono pressochè distrutte, e combattendo valorosamente lasciò la vita sul campo prima d i cedere di, fronte all'irrompente nemico» (Adua, 1° marzo 1896).

Cellai (Martino). Ufficiale e scrittore mii. n, e m. a Firem,e (1816-1882), Capitano di fanteria del corpo Volontari Toscan i nella campagna di Lombardia nel 1848, si battè a Curtatone. Entrato nel 1860 volontai·io nell'esercito dell'Italia meridionale, due anni dopo passò nell'esercito italiai10 come maggiore nel 44° regg. fanteria. La.sciò nel 1865 il servizio attivo. Nei 1863 pubblicò in 4 grossi volumi i « Fasti militari della guerra dell' ind ipendenza d'Italia dal 1848 al 1862 ». Ce! I ama re (Antonio G-iu.dice, principe di). Maresciallo di ca mpo, n. a Napoli, m. a Siviglia (16571733). Partecipò alla guerra di successione e guadagnò il grado alla battaglia d i Luzzara (1702). Alla presa di Gaeta ( 1707) cadde ,prigionie.o delle truppe imperiali. L iberato nel 1712, tornò in Ispagna, si ded icò :dia di-


p lomazia e per le benemerenze acqu istate Filippo V lo nominò capitano generale d ella Vecchia Castiglia.

Cellario (Giuseppe). Generale, n . a Borgomanero nel 1839. Sottotenente d'art. nel 1860, partecipò a lla cainpagna del J866 è del 1870. Raggiunse il grado d i colonnello nel 1893 : comandò il Collegio mii. d i N a,poli e poi fu direttorQ del polverificio di Fossano. Nel 1898 fu collocato in P. A. e nella riserva fu promosso magg. genera.le nel 1903 e ten. generale nel 1912.

848 in F rancia, in Italia, in Inghi-Iterrn, 'in Gennania; sem bra qu indi che sia stata usa.ta da tutti i popoli d'Europa, e non solo dai Celti.

Celti. Popolo dell'antichità, abitante nell'Eu ropa centrale otto o dicci secoli prima dell'era volgare, donde si diffusero n ella Gallia, nella penisola Iberica., r.elle ,g

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Ce lle. Città della Germania, nell' Annover. Fortificata nel sec, XVI. Fu p resa dai F rancesi ne! 1657 ; le fortificazioni furono distrutte un secolo dopo, durante la gueri;a dei Sette Anni. ce11a ,·ìo Giuseppe

Trattati di Celle. Sono due: uno del 1610, per garantire l'integrità del principato di L uneburg; uno del 1679, assicuran te il ,concorso della Svezia alla p ace di N imega.

·cellulosa. La ceHulosa, che costituisce la parte più essenziale delle pareti delle cellu le vegetali, oltre a svariati impieghi industriali, viene largamente adibita per la preparazione della n itrocellulosa; il prodotto che meglio si p resta a q uesto fine, si ottiene di regola dal cotone idrofilo. Questo, a segui to di un p revcr1tivo trattamen to a cal.d o con potassa caustica d iluita, quindi con acido cloridrico diluito, poi con alcool e infine con etere per asp&rtare le sostanze grasse, fornisce la cellulosa pura, che ·si present•a;- sotto fonna di una massi' bianca, soffice, leggera, sen?.a odore e senza. sapore e costituisce la base delle moderne polveri infumi e di taltu1i esplosiv i ch im ici, ottenuti per nitrazione di essa : le pirossiline, delle quali Eder ne specifica cinque varietà, contenenti quanti!/, d i azoto variabili fra 6,76-14,14%. Praticamente i derivati più importanti sono : la Trinitrocell11losa (cotone fu.l1ni1iante) che è il dei-ivato p iù a lto del la nitrazione; e la Binitrocel/11/osa (cotone collodi-O o nitrocell,ulosa solubile) che è il successivo tennine inferiore. Per la preparazione degli esplosivi di que-sto tipo si è tentalo di sostituire la_éellulosa del cotone con quella estratta da l legno di piante comu ni e dalla paglia. Questa cellulosa però si- presenta assai impura ~ con fibre molto corte, ciò che rende assai periçoloso il procedimento della nitrazione, perchè dà luogo a nitroderivati molto instabili e con un titolo ;iwtometrico assai ba..~<;<:>. . Duran te il periodo bellico la Genna,iia, privata d elle norma.li importazion i d i cotone, risolse la, crisi ricavando la cellulosa cJal la pasta di legno. P er questi fini verme p rescelto il legno bianchissimo dato d a,! « P inus Silvestris » il quale, olfre a p restarsi per l'estrazione dell'essenza di trementina e delle resine, fornì abbondantemente la materia prima., tanto per la preparazione degli esplosivi che per _e ssere utilizzata nella fabbricazione di ii bre tessili Celta . Nome dato ad un'arma offensiva· di bron7.o, di considerare come. una maz,:a, od anche come una lam a di · da:rdo <J giavellottc> malgrado la mancanza di punta; aveva un occhio laterale da servire per tenerla immanicata. Fu in uso nei popoli settentrionali antichi; ma ne sono stati rinvenuti esempl~ri Ì11 Russia,

A.rmt del Celi! : 1) spacla e fodero; 2) pugnale e fodero; ~. 1, 5) punte cli frecce; 6, 7, 8) p unte di armi da gitto e in asta; 9. 11) cascht di bronzo; 10) scudo rl! legno; 1.2) insegna; 13) celta.

isole Britanniche, nell'Italia settentrionale, nella·· penisola Ba lcan ica e nel!' A.sia ~Iinore. :Furono valorosi guerrieri, armati d i scudo, spada , asta, giavellotto. Si presentavano a l combattimcn.t o con falangi p rofonde, di_ 30 e p iù ranghi. I Celtiberi, porz ione dei C. che occupò la pe,ùsolJ Iberica, combatterono valorosamente, prima contro i Cartaginesi, poi contro i Romani pùrante la seconda guerra punica furono d ai Romani sconfitti e sottomessi. R ip.resero più volte le anni contro i domina tori, e furono battuti nel l i9 a. C. da T. Sempronio Gracco, pochi anni dopo da Appio Claudio, e poi ancora d a C. Marcello e Li.c.i:nio Lucullo, finchè, dopo la caduta di Numanzia (133)-eroicamente difesa contro Scipione Emilia.no, non osarono p iù d i sollevarsi e si adatta rono alla dominazione di Roma.

Cement o arma t o. Le costruzioni cli cemento ar mato sono formale cot} un conglomerato o calcestruzzo o beton di cemento, uso Portland ( ossia a len ta presa), sabbia o r.;h iafr1 . rinforzato da un'ossatura metallica in esso annegata. I l grande sviluppo preso dal cemento armalo, n on solo nelle costruzioni civili, ma anche in quelle militari, ha indotto a lcuni suoi fautori a sostituirlo al calces iruzzo di cemento nella c;ostruzionc dc1Je ope re d i fortificazione. Le poche esperienze finora escgu ite al r iguardo e gli ammaestramenti tratli dall'ultima grande guerra non sono ancora sufficienti per accettare ta le sostituzione nelle parti delle opere esposte a ll'urto cd allo scoppio dei p roietti, tanto più che, secondo alcuni, potrebbe darsi che l' introduzione nelle masse di calcestruzzo dell'a.1111atura metallica, avesse per· effetto di fare perdere al calcestruzzo la sua proprietà caratteristica di localizza.re l'azione d istr\.ttÌiva dei proietti. Non mancano pertanto studi e proposte dirette a dare c·e-· menlo anitato capace d i sostitui re il calcestruzzo di cemento col qun!e s i formano ordinariamen te le parli es·po-· ste al tiro del.le opere. In attesa che le esperienze diano

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risultati esaurienti, s i può intan to, come a ltri propongono e come è stato esegu ito già prima della guerra in Francia ed in Germania, impiegare il cemento nelle parti interne, non soggette al tiro, delle opere, come nei p iedritti interni dei locali aUa prova , nei solai interni, nell' introdos,o a sostegno delle coperture a lht prova dei solai e delle volte, nelle fondazioni, nei ' rivestiment i di scarpa e d i controscarpa del fosso, eéc., per quelle stesse ottime qua lità che lo kmno reso di impiego generale nelle costruzioni ordinarie. Sulle navi il cemento ba va.rii impieghi. Si usa per rivestire il pavimento dcfle lat-rine, gabinetti per bagno e simili, sotto forma d i mattonelle. Si adopera pure per rendér p iana e rivestire la superficie delle sentine, dei doppi fondi e dei canali di scolo dei ponti scoperti (trincarini). E. utile perchè aderisce fortemente a lla lamiera di ferro, p reservandola dalla coi:rosione.

Cemulpo. C ittà marittima della Corea, con porto. Vi si svolse un comb. navale che a p pa rtiene a lla guerra russo-giapponese dc.I 1904. Il 9 febbraio una divis. della fl.olta giapponese, comandata d a ll'amrnir. U riu e c~m0

L'C$plosione <lelta Koreetz ,1 cemutpo posta di 5 inc roc iatori e 2 torpediniere, si p resen tò da.van ti al porto. n el qua.le si trovavano l'incrociatore russo Variag, con 1ft cannoniera Koreetz e un trasporto. Le d ue navi d,t guerra uscirono e affrontarono le navi nemiche, ma dopo breve ineguale lotta r ientrarono danneggiate e vennero affondate . dai loro equ i1paggi, ment re i G iapponesi. ~enelravano nel porto, seguiti da trasporti, e sbarca vano le truppe.

Cenerari. Condot ti metallici che servono per allontanare le immondizie, ceneri e spazzature, delle navi. }fanno pe r lo più forma quad rangola re, con una tramoggia sul piano <li coperta e la bocca di scarico p resso la li11e1 ,ti ga lleggiam~nto. Le ceneri, in quantità rilevante, si tea.sporta.no da i forni delle caldaie sino in CO · p erta e quivi si versano ne lla tramoggia del cenerario. L'operazione è- causa di d i,-persione di abbond an te qua ntità di pulviscolo nei locali attra versati; per ovviare a tale inconvenien te, sulle grandi navi le ceneri si espe llono d irettamente dalle camere delle ca ldaie in mare, mediante apparecchi detti eiettori ·delle ceneri, dei quali esis te un t ipo italiano (Busctto), in cui le

849 ceneri sono espulse per pres.~ione, mentre il tipo ing lese le espel le per aspirazione.

Cengio. Comune in prov. di Savon a, fra Bormida e Tic!bo. Ebbe in antico un robusto ca.stello che fu rafforzato da Vittorio Amedeo di Savoia ~el 1636. Id p rincipio ciel 1639 f u assediato dagli Spagnuoli, i qua.li dopo ostinata difesa, e dopo · di aver battuto un corpo francese che ten tava d i far togliere l'assedio, riuscirono a impadronirsene. N ell'epoca. nostra, vi 'fu costruito un grandioso polverificio. Cengio (Monte). For te sperone montano, col quale l'altipiano di Asiago si protende in Val d'Astico. Fu tealro di aspra lotta durante l'offensiva austriaca · del ma ggio-giugno 1916, e vi s i .d istinse in particolar modo la brigata Granatieri di Sardegna (gen. Pennella). I primi attacchi èontro le posizioni del Cengio si ebbero il giorno 30 maggio, a llorchè il nemico, occupato il forte · d i P unta Corbin, prendeva a lanciare forti scaglioni contro tutta la fronte m. Cengia - m. Barco - m. Belmonte, con lo scopo evidente di aprirsi il passo verso il piano, lungo la strada che segue la Val Canaglia. P er cinque giorni la lotta arse accanita, sia sul Cengio, s ia sulla s inis tra (Val. Canaglia - Cesuna - Lemerle). Mentre qui elementi del 2° Granatieri, affiancati da riparti delle brigate Catanzaro, Pescara, N ovara, Salerno, Trapani e Modena, resistevano tenacemente ai reiferati attacchi della 34• d ivis. austriaca, sulla cima del Cengio i Granatieri di Sardegn a, al comando del capitanò M orozzo della Rocca, scrivevano una delle p iù belle pagine della loro storia. Non ostante le perd ite gravissime, la stanchezza, la sete, il presid io del Cengio (IV batfaglione del 1 ° reggimento granatieri, con e lementi però di entra1nbi i reggimenti) s i mantenne per più giorni incrollabile sulle sue posizioni, . finchè il l" giugno venne a trovars i in una situazione veramente tragica: l'avversa.rio, a.1-cndo compiuto notevoli progressi nel settore del monte Barco, aveva potuto effettuare delle infiltrazioni sulla destra del Cengio. I dirupa ti e scoscesi _fianchi del monte verso ovest erano inaccessibili ; la fronte sud an ch'essa. molto m alagevole e battuta dalle artiglierie. Le truppe ciel Cengio erano, così, isola.te: i viveri d ifettavano, le munizioni stava.n o per· esaurirsi. Con animo indomito, tutt1.wia, quel manipolo di uom in i ten ne testa ancora per due giorni al nemico incalza.nte, contrattaccandolo alla baionetta e difendendosi con tutti i mezzi, dal calcì,1 del fucile a i sassi. I l cerchio n em ico, alfme, si chiuse inesorabile e nel pomeriggio ciel 3 giugno il capitano Morozzo, come già il tenente colonnello Bignami, che. era stato _l'animci .d ella difesa, parimenti sfortunata, sulla sinistra del, Cengia, dovette prendere la triste via della prigionia. Sia al capitano Morozw che al colonnello Bignan1i, oggetto d i ammirazione per il nemico stesso, fu conferita la medaglia d 'oro a l va.lor militare, e la stess,1 suprema. r icompensa f u concessa alla memoria dt;l sortotenenk di complemento Capocci Teodoro de l 2° reggimento granatier i,. del sottotenente N isco Nicola del l " e del soldato Sa.moggi.a Alfonso, pure del 2°, caduti combatten do, alla memoria del sottotenente Stupa.rich Carlo, irredento, che preferì uccidersi a.nzichè ca dere vivo in mano del nem ico, e al fratello di lui Giovanni, an.èh'egli sottotenente n el 1° granatieri, che fu degno compagno del capitano Morozzo nell'epica difesa. Per :i/4.


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Il M. cengio (m. l351ì e li M. Pari (m. 1420)

questa, poi, le bandiere dei d ue reggimenti granatieri furono decorate di medaglia d'oro.

Cenischia. Valle che da Susa giunge a l passo del Moncenisio.

Val Ce11-ischia (Battaglione A lpi,w). Costituito a Sus1 il 1S febbraio 191S dal 3° regg. Alpini con le c. 2344, 235' e 236'. Assegnato al 1° raggruppamento a lpini, il 24 maggio 1915 concorse a lla conquista del M. Stole e dello sbocco di Saga; quindi concorse alle operazioni contro il J.\i[. Nero. Il 19 giugno a ttaccò, insieme ai battaglioni Ivrea e Pinerolo, le posizioni delle quote 1772 e 1270 del Vrsic. Dal 21 agosto a l 9 settembre combattè col Gruppo Alpin i « B >> contro le tdlure di Santa Lucia di Tolmino e d al 26 al 30 novembre contro le difese nemicl1e del Mrzli e del Vo<lil. D u rante gli anni 1916 e 1917 operò al M . Nero e al M. Rosso. T rasfer ito poi nel settore del M . Grappa, si distinse n ella resistenza opposta al nemico al saliente del M . Solarolo. Nella primavera del 1918 combattè a.I Valderoa., e pt>i fu sino a.I tennine della guerra ( dopo la quale verme disciolto) nei settori d i Ca.stellr,ccio e Montice.lli.

Cen isio. Monte delle Alpi Cozie. V. Moncenisio. M onte Cen·isio (Battaglion ~ A lpino). Creato una prima volta in virtù della legge del 29 giugno 1882 dai bgl. Alpini 5° e 7°, fu a.sstb'11ato, col nome di Moncenisio, al 5° regg. alpini, ma. nel 1886 assunse la. denominazione di Susa (V.). Il 1° dicembre 1915 fu nuovamente costituito a Susa ,dal 3° regg. Alpini colle cp. 85", 102' e 131". Dall'aprile al d icembre 1916 fu sul M. Salinchet e poi, fino all'aprile 1917, operò sul Pal Piccolo. Da.I 3 al 20 maggio 1917 comba.ttè, insieme al Val P ellice, sul ~- Vodice raggiungendone, audacemente, il 1S, la vetta . Operò poi nel 1917 sul J.\fontello, a. M. Tomba, sul Col Caprile e sul Col della Berretta. Durante il 1918 diede nuove "p rove di valore sul M . ,Grappa, sul M. Asolone, su l };f, Tonale ed al passo di Resia. D opo la guerra venne disc ioÌ\o. '1\

Cennamella. Sorta di su·umento da fiato, antico, che si adoperava nelle fazioni m ilitari. Diceva.si C . an che il suonatore di questo strumento. Cenni (Cosimo) . F amose fonditore d'a.rtiglierie, fiorentino, del sec. XVII. Verso il 1638 fuse cannon i <li 27.000 libbre (circa 9 tom1ellate). Le art. della fa.miglia Cenni per molto tempo. furono tenu te in graJ1de considerazione. Cenn-i G1tglielmo. Pa.triotta, n. a Comacchio, m . a Roma ( 1817-1885). P rese parte a lla campagna. del 1848 come sottot. dei volonta.ri pon tifici ; l' anno seguent~ fu con Garibaldi a.Ila difesa di Roma, capitano i! poi maggiore ; tanto vi si distinse, da ottener.e la medaglia d'oro di Roma. Es ulò dopo , la cadu ta. della città e n el 1.859 to~ò a combattere, e fu capitane, di stato maggiore nei Cacciatori delle Alpi, ottenendo durante la campagna due meda.glie d'a rgento a l valore. Nel 1860 fu d ei '-<:,.., Jv!ille, maggiore, poi tenen te colonnello, colonnello addetto a.I qua rt ier generale e colonnello briga.diere, comandante la piazza e provincia di Pa lermo. Per i combatt im. di Cala.tafi.mi, M ilazzo e Palermo fu decorato della croce . di Savoia. P assò nell'esercito regola re da c.ui cessò per riforma. n el 1871.

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Cenni Q1<in.to. Pittore batta.glista, n. a Imola , morto a Milano (l845 -1 917). Si speciali7.7-Ò in disegni, sch izzi, quadri di guerra e . per quasi mezzo secolo ornò libri e periodici, di scene movimentate, esatte in t utti i particolari dcll'ttni.forme, d1'ei conohbe come pochi altri. PubbÌicò inoltre per 7 anni (1887 -94) <( L 'illustrazione m ilitare )J e varii i\lbum o Numeri unici : « I


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bersaglieri )), cc I granatieri»; « Aosta la veja ll; cc X izza cavalleria. ll ; « I carabinieri ll; « P iemonte Reale cava lleria ll; cc li Genie> milita.re»; cc L'artiglieria Jl; « Custoza I!HS-66 ii ; <e L<L gucmt del 1859 » ; e infine 1< La guerra italo- turca.)). Dei suo i qu adri sono da ricordare ,e Combattimento in piazza Vcndòme tr a versaglicsi e comunardi ll e « La battaglia d i S. Ma.ii ino >J. Suo figlio Italo, insegnante d i d isegno a MilaJ10, ne segue degnamente k orme, ed ha . già pubblicato u.n ricco a lbo di Uniformi militari, illus trato vari libri, cd esposte quadri, quali « L'entrata degli ita.lian'i i n T ren to>>; « Jn avanscoperta: >l , ecc.

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regg. napoletan i, che aveva poste> il campo JJresso C ., vi fu assalita dagli Spagnuoli e riuscì a respingerli dopo aspra lotta. li 12 gennaio 1810, un regg. francese, avanguardia della clivis. Souham, trovò un corpo anglo-spagnuolo, comandato da l gen. 0' Donne!, accampato sulle colline d i C. e tentò di scac;ciarlo, ma., -avviluppato stava. per essere distrutto, quando fu salvato d al pronto accorrere del 2• regg. leggero della bri;iata. Fontana, com-

Censori. Celebra ta famiglia 3llarchigiana d i fonditori <l'armi, fr•a i quali p rimeggiarono Orazio; s uo figlio Anchise, n . a Bologna e m. a :Modena nel 1550; G-iovamti Bal,tùta, che lavorò in Ferrara. nel 1630. Censura militare. Viene istituita, in tempo di guerra., sulle corrispondenze d irette all'estero e dall'estern provenienti, e su quelle scambiate fra i militari e le loro famiglie. Ha lo scopo, nel primo caso, di scoprire even tua li tentativi di spionaggio; nel secondo, di evita.re corrispondenze depressive del mora.le, tanto delle truppe che delle popolazioni: se1:npre, h a Jo scopo di impedire la. irasmissione di notizie strettamen te militari, come movimenti e dislocazfoni di truppe o di app rovvigionamenti' o di munizio,n i, ccc. Parallelamente, viene dalle autorità politiche esercitata la censura. preventiva sui giorruµi, median te appositi u ffici creati dalle .autorità. di pubblica sicurezza i.ri tutte le località dove essi v~ngono p ubblicati. La censura si escl'Cita.va. a.nclic s ulle comunicazioni telefonicl1e e telegrafi.che. Duran te l'ultima gu~rm, gli uffici d i C. M. Jurono 4: Bologna, Gencva., Ferrara, Valona, pe.r le corrispondenze con l'estero, in collegamen to con gli uffici di censura delle Potenze alleate. Cli uffici d i censu ra per l'esercito erano istituiti presso og11i divisione. Centallo. Comune in prov. di Cuneo. Fu municipio romano. Nel 1558 fu. assediato da.I Grimaldi1 genera.le degli Spagnuoli in Lombardia, e p reso dopo stren ua. resistenza: Quindi fu preso <la Amedeo VI cli Savoia; poi passò ai Sai uzzo. 1"cl 1588 Carlo Emanuele I di Savoia Io fece assa.ltue cl i notte all'improvviso da un cor po di Piemontesi, guidati da l Luserna , governatore di Cuneo. Era d ifeso dai Francesi, i quali batterono accanitamente, ma. vennero sopraffatti. Subilo dopo Ca.i·Io Emanuele fece smantellare il preso castello. Centauro. Torpediniera d'alto mare, varata. a. Napoli nel 1908, lunga m. SO, larg:,L m. 5,29, d'~Iocamento tonn. 216,5, macchine HP. 2900, armamento 3 cannoni <la 47, 3 lanciasiluri. Stato maggiore 3, equ ipaggio 35. P artecipò a.lla sped izione n ei Dardanelli e venne fregia ta di med aglia d'oro insiem e a.Ila e, Sp.i.ga. >l, alla. « Perseo>>, alla C< Astore>>, alla (< Climene )) : <t per l'a rdire la valenti:,, e il coraggio dimostra.ti da quanti su di esse furono in1baJ'Cati durante la ricognizicme effettuatasi n ei D ard anelli (notte dal 18 a l J9 luglio 1912) )> . Centellas. Borgo della Spagna, in prov. di Barcelona.. Nel 1809 la divis. francese Chabot, composta d i

La torpeclinicra «Ceni.auro»

posta d i italiani. Il giorno dopo, Soul;am, rinforza.lo dalle truppe del gen. Palombini, le quali opera.i·ono una felice diversione sul fia.11ce> e sul tergo del nemico, polè cacciare O' Donne! d alle sue posizioni e costringerlo alla ritirata.

Centenario. Nome date) a l centurione negli u ltimi tempi dell'Impero roma.11.0, r icomparso sotto Carlomagno e Francesco I in Francia, sop presso nel 1558, <Or-

Al)levi della

Scuola ,11 Ma r1t'

Centenar io o cenlurione

1·ispondente a. queUo di capita.no, e r icomparso ancora nel 1792, p er poco tempo, durante la leva in massa, ordinandosi allora compagnie di 100 u. comandati da un << centenaire >), o « centurione>>.

Centesimazione. P unizione m Ù. , consfr;Lcnte nello scegliere a sorte un soldato fra cento e nel sottoporlo alla pena. Cento. ·comune in p rov. di Ferrara, noto ver&, !'VIII secolo dell'era. volga.re, già munito di mura con porte fortificate. .N el 1642 vi pc,sero il campo i pon tificii, durante la guerra per il ducato cli Castro. Assaliti quivi nel 6 iugno dal Montecuccoli e poi da l Correr, respinsero~ due atta.echi. Nel 1801 C . era. guard ata da_un bgl. di Cisalpini w-


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mandati da un ufficiale milanese, R uggeri. 11 gen. au• siriaco Schusteck assaltò il paese, ma ve1me respinto dai Cisalpini dopo quattro ore di combattirnento.

La Porta Pieve R Cento

Cento Anni (Guerra dei). Re Carlo IV di Francia moriva il 1° febbraio 1328 senza lasciare prole maschile; e, spegnendosi con lui il primo ramo dei Capetingi propriamente detti, veniva., secondo la legge salica, chiamato a l trono Filippo VI di Valois suo cugino. Ma Edoardo III re d'Inghilterra, nato da una sorella di Ca.rio IV acc3mpò diritti a quella successione, e, falliti i neg~ziati, ricorse alle armi. Nel 1337 egli s'impadronì dell'isola d i Cadzant che fronteggia il forte dell'Ecluse e tre anni dopo nelle stesse acque una flotta inglese, col soccorso di vascelli delle città. fiamminghe vassalle di Francia, ma a lleatesi con l'Inghilterra., infliggeva al naviglio francese, assai più forte di numero, una grave scon6ua. Dopo tal fatto, le operazioni languirono. Alcuni buoni successi dei Francesi nella Guyenne e una sollevazione ncll~ Scozia indussero , Edoardo III a segna re la tregua d'Esplcchin (25 settembre 1340). Nel 1342, ardendo la contesa per la successione del Ducato di Bretagna tra Carlo di Blois, sostenuto da Filippo VI suo cugino, e Giova11ni di Montforl, Edoardo III, che partcggiavil. per questi, riprese la lotta e sbarcò in Bretagna; ma, minacciato dall'esercito francese quattro volte superiore e travagliato dal freddo e da Ila penuria, concluse nuovamente col re di F rancia la tregua di Malcstroit (9 gennaio 1343) che doveva essere triennale e che invece fu rotta nel 1345; nel qua.le anno gli Inglesi, operando contemporaneamente nella Guycnne, nella Rretagna e nella Fiandra, misero a mal partito le armi francesi fino a l 1346, quando il re F ilippo VJ, a r iconquistare la Guyenne, vi portò il suo maggiore sforw Gli Inglesi, concentra.tisi nella piazza forte di Aiguillon tra Lot e Garoru1e, resistettero ad ogni atta.eco; onde Filippo V.L, appreso che Edoar.do JII era. sbarcato con f(rosso nerho a SainL Voast dc la Houguc ( 12 luglio 1346), si diresse verso b. Senna. Ma il re d'Inghilterra, presa Cacn ed ava.n;,,a(osi su Pari.;i, mutò avviso cd ;;vitando la b,tttaglia si avviò verso i l mare e le F iandre amiche. Filippo VI né seguì i passi fino a Cn'.cy, ove fo ' scon6tto (26 agosto). Dopo tale vittoria, gli Inglesi

852 prcndevaJ10 per assedio 'Calais e vincevano pure in Bretagna. l.a miseria prodotta dalla guerm, il progredicnte abbassamento della. monarchia costretta a menclicare a iuti agli Stati generali e provinciali che ne approfitlarono per esautorarla. ed estorcerle concessioni, portavano la Francia alla rovina; onde una nuova trC!,'Ua fu conclusa a Calais il 28 settembre 1347. Ne approfittò il re Gio\'anni JJ, succeduto nel 1350 a.I padre FilipJ)O Vl, per radunare un esercito for te di 40.000 u. Spirata la lregu1 ne l 1355, g li Inglesi pc11etravano nel ~ord e nel Sud della Francia., ma grandi risultati non otteneva.no che nelle provincie meridionali. Quivi il Principe Nero (così era chiamato il principe di Galles figlio di Edoardo III) che li guidava, si spinse fino al :Mediterraneo, · donde si volse verso la Normandia. per dar m1110 agli Inglesi colà avanzatisi. Giovanni II lo affrontò a ]v!aupertuis ma ne fu sconfitto e fatto prig ione insieme co l proprio figlio F ilippo (19 settembre 1356). L a Francia ne andò scompigliata. Ovunque erano tradimenti, insidie, ribellioni (Jacqucrie), lotte intestine. I l Dclfmo, con mirabile sforzo, raduna.va 30.000 u., domava Parigi sollevatasi, debellava i nemici interni e, respinto un umiliante tratta.lo, fatto da Giovanni II a Londra, ove era prigioniero, e che dava gran parte della Francia in mano all'Inghilterra, si apprestava a rip rendere la lotta, Edoardo III, sbarcato a Calais, tentò invano di prendere Reims, e le intemperie e una. discesa di marini nonnanni ,;ulle coste inglesi gli consigliarono la pace (Trattato di Brétigny, 24 ottobre 1360). Dal 1362 al '64. la Francia i: travagliata ancora dalla g:ucrr.i contro Carlo il Malvagio re di ~a.varra e da quella per la successione del Ducato di Bretagna; e, finita questa, è tutta percorsa e devasta ta da orde sfrenate di prcdom inglesi, navarresi e bretoni che il trattato di Brétigny aveva l:iscia.ti inoperosi. Carlo V, succeduto al padre Giovanni JT morto in prigionia nel 1364, si preparò a cancellare l'umiliazione di Brétigny ; e dopo aver dato assetto al paese ed all'esercito colse pretesto daJ malcontento delle popolazioni soggette ed angaria.te dagli Inglesi per romper guerra ( 1369). Primeggiò in questo periodo l'eroico connestabile Du Guescli.n che battè gli Inglesi a Pontvallin (1370), li scacciò dalla Normandia, dalla Guyenne, dal Poitou e dalla Saintonge e riguadagnò moltissime piazze forti. Nel 1372 una flotta. inglese venivic distru tta a lla Rochelle e negli anni successivi gli eventi volsero cbsì propizii alle anni francos: che nel J 378 non rimanevano ali !:t~h.iite.rra.. nel sud della Francia, che Bordeaux Bayonne, Dax e Bazas; la Bretagna e la Normandia erano per essa quasi tutte perdute e le stesse sue coste erano devastate dai Francesi. Morto Carlo V nel 1380. gli succedeva il figlie, Carlo VI dodicenne. La minorità e poi la demc:-iza <li questi furono fonte d i nuove sciagure per la Francia ove la più squallida miseria fece nascere gravi tc.rbidi e poi la guerra civile (fazioni degli ,\nnagnacs e Borgcgnoni, sostenitori gli uni del Duca d'Orléan.s e gli altri del Duca di Borgogna). Il conflitto con l'Inghilterra, intanto, non era sospeso; ma anche questa, in quegli anni, era travagliata da lotte intestine e nulla potè intraprendere; onde fr~-quenti tregue nel 1388, '89, '94 e fi.nalmcnt,) quella del 1396 che avrebbe· dovuto, durare \'entott'anni. Dal princip:o del 1400 infuria più che mai in Fran-


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eia la guerra civile che ha termine solo nel 1415 con la sconfitta del Duca di Borgogna ( trattato di Arrasì. Questi allora, per riva.lersi, aizza re E nrico V, salito nel -1413 sul trono ·d'Inghilterra, il qua.le nell'estate del 1415;,,rompe la tregua, sbarca con 60.000 u. aUa foce della Senna, assedia e prende Harfleur e sconfigge ad Azincourt (25 ottobre) i Francesj_ Il regno i: a.Ila niercè degli Inglesi e questi nel 1417 e 1418 occupano la bassa _ ormandia, prendono Roue n e Caen, mentre i Borgognoni entrano in Parigi_ Fra Isabella, moglie d i Caxlo VI, il Duca di Borgogna e Enrico V viene segi,ato il tra.lta t'.> di T royes (maggio 1420) con cui la successione al trono di Fr ancia viene devoluta'· a.1 re d'Inghilterra a danno del Delfino. Questi' è bandito dalla Francia ed En,;.ico V sposa una .figlia di Ca.rjo VI ed entra in Parigi (1 ° dicembre). ·n-Ia gli Armagnacs non abbandonano il Delfino e proseguono una guerra alla spicciolata contro Inglesi e Borgo,-gnoni. Nel 1422 muoiono Carlo VI ed Enrico V e menlre a Parigi veniva proclamato re di Francia il figlio di questi, Enrico VI, bimbo di 10 mesi, e ta le era riconosciuto da tutti i paesi a N. della Loira, dalla Guyenne e dalle terre del Duca di Borgogna., il resto della Francia rimase fedele al Delfino Carlo VU che, a~&ur.to titolo d i re, s i fece incorona.re a Poitiers. Si inizia ora una lotta implacabile con tro i nemici, paese per paese. Alcuni rovesci ( Cravant,- sud Yonne, 1423, - Venneuil. 1424) non abbattono Carlo VII, che, a iutato da uomini impavidi e devoti come Barbassan, La Hire, il marescia llo di Bussac, il connestabile d i Richemont e a.Itri, non cessa dal combattere. Gli Inglesi, nel 1428, sbarcano n uove foi'ze a Cala is e il 12 ottobre pongono l'assedio a Or-l éans difesa dal v-aloroso conte Dw10is. G ià la città è in procinto d 'arrendersi, quando appare ,Giova,nna d'Arco, che trasfonde nei soldati di Ca:i;Jo VII un insolito coraggio. Le è affidata una schiera con la quale, il 5 maggio 1429, ~ssa assalta gli Inglesi, li batte, libera Orléa.ns e conduce il re a incoronarsi a Reims; poi tenta prendere Parigi, ma il tentativo fallisce e l' ~rcito è CO&tretto a ritornare sulla Loira. Il resto d<lll'anno trascorre in vani scbermeggia.menti. Nel 1430 Giov~nna, impaziente di compiere la sua missione, corre a Compiègne minacciata da I aglcsi e Borgognoni ; e il 23 maggio li assale, ma i suoi soldati, colti da pànico, la abbandonano; onde ella è fatta prigioniera dai Borgognoni e ven-duta agli Inglesi che la fanno perire sul rogo (1431). La lotta continua accanita, instancabile. Si fa pace tra il Duca di Borgogna, stanco della guerra, e Ca.rio VII, e la Francia intera è unita contro lo straniero. Parigi, insofferente della dominazione inglese, all'apparire dell'esercito di Richemont, si solleva e ,gli apre le porte (13 aprile 1436). Benchi-, dal 1437 a.I '~9, la Francia. sia desolata dalla· pestilenza, dalla carestia, da bande di predoni, da,lla rivolta. capeggiata dal Delfino, ribelle al padre, e dai principi del sangue offesi nei loro in teressi dagli sforzi che il re compie per riassettare e pacificare il paese, tuttavia gli Inglesi perdono ovunque terreno. Nel 1444 si conclude una tregua e si avviano negoviati; ma le soverchie pretese degli Inglesi riaccendono nel 1449 la guerra. Carlo VII approfitta della tregua per riord inare l'esercito, mentre gli I nglesi sono, allo stremo. La Normandia è riconquistata nello stesso anno 1449 ; nel successivo, un esercito inglese sbarca nel Cotentin ma è disfatto a Formigny (15 api-ile 50) e tutto il Nord

853 della Francia ritorna in potere di Carlo VII. Nel 1451 è liberata Ja Guyennc, nuovan1ente perduta nel '52. Nel 1453 finalmente gli Inglesi, sconfitti a Castillon presso Bordeaux sgombrano dr,lla G\lascogna., e tutta la Francia, meno Calais e due piccole città. vicine, è libera dalle a.rm i straniere. La guerra dei cento anni terminò senza un formale trattato di pace. Gli Inglesi abbandonavano ogni velleiti'. d i riconquista perahè nella loro terra comi11cia va a llora la guerra delle due Rose.

Centocelle. Aeroporto intestato a.I nome dell'asso )neda.glia d'oro << Francesco Ba.racca)), a sei km. da Roma, in direzione Sud-Est. E ' cli forma poligonale, con otto lati: gli assi maggiori misurano m. JJS'0 e i50. 111 terreno del campo è prevalentemente a prato <li natura vulcani.ca, con supedice non piana, perchè presenta una certa pendenza dal ce.ntro del campo est, ed inoltre avva.llan1enti per le varie ondulazioni. . Cento Croci (Passo di). Valico degli' Appennini (alt. 1033) che, fra Varese Ligure e Borgota.ro, pone in comunicazione la. riviera orientale ligure con la vallata. del Taro. Cento Giorni. Ultimo periodo della. domu1azione di Napoleone I di Francia, da l suo ritorno dall'Isola d'Elba a lla caduta definitiva. dell'Impero (20 marzo - 8 luglio 1815). V. Impero (Guerre dell'Impero FraJ1cese). Cento Guardie (Cent-Gardes). Corpo a cavallo, composto di 100 u., creato in Francia nel 1854 per la. guardia. personale all'imperatore. Centorio (Asca,vi.o). Scrittore m ii. del sec. XVI, autore dei << Comment.a.ri della. guerra di Transilvania. l>; pubblicò i << Discorsi militari,, del Castaldo nel 1566.

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Cento Svizzer i

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Cento Svizzeri (Cent Suisses). Specie di « guardia <lei corpo Jl del Re nell'esercito francese, costituiti nel l 481 da Luigi XI: duraronò fino alla, Rivoluzione Françesc. Erano scelti fra i soldati di alta. sta.tw·a.: negli ultimi anni della :Monarchia, il pii, aJto o ltrepassava i 2 metri d'alt. e il più basso era di m. 1.96. P01-ta.vano spada e a.la.baTcla ed erano comandati da .un capita.no. Centralite. E' la ùietil-difenil-urea simmetrica., sostanza dotata di notevole proprietà gelatinizzante alla qua le deve il largo impiego che, in questi uhirui teqi-


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r:aoroctromo cli centocc11e pi, ha trovato nelh preparazione delle polveri infumi. Tale spiccata premgativa consente di ridurre, o anche di sopprimere del tutto, la quantità necessaria dei solventi abbisognevoli IL rendere intima e uniforme la mescolan.za della nitrocellulosa con la nitroglicerina., nelle adeguate proporzioni per fonnare l'esplosh·o - preparazione della « galletta» - ciò che rende assai più semplici le successive operazioni per la fin itura delle polveri. Oltre alle sue caratteristiche proprietà solventi, stabilizzami e, particolarmente, ge latinizzanti, la centralite possiede altresì la facoltà di abbassare la temperatura di esplosione, determinando quindi una diminuzione della fuunma in volata. Per tale ragione essa viene classilìc:ita fra le sostanze « antibagliore )I e i Tedeschi, infatti, la usarono anche a questo scopo, associandola alle polveri di lancio in quantità del 4 al 6% della carica. La Cerm,:nia, che la fabbricava su vasta scala nel Polverificio centrale di Spandau, già qualche anno prima della guerra ne av<:va adottato l'uso per la lavorazione delle anzidette polveri senza fumo contenenti nitrocellulosa e nitroglicerina, mantenendo gelosamente custodito il segre10 di tale prep1razione.

Centro. La parte di mezzo di uno schieramento di truppe, o di una colonna; ne l J)rimo caso, è posto fra le due ali; nel secondo, fra l'avanguard ia e la retroguardi!L; gli antichi scrittori italiani chiama,•,1.110 tale parte col nome di « battaglia )I. Cen tro. Il progello d'ordinamento dell'Esercito elaborato da S. E. il generale Di Giorgio durante la s ua permanenza al dicastero della Guerra, prevedeva, fra l'altro, la trasfonnazione del u Reggimento» in « Centro)>. Questo, oltre alle truppe del reggimento, avrebbe dovuto comprendere a nche il deposit.o Opport unamente trasformato e rinvigorito, cosi da renderlo idoneo a nuove funzioni che il progetto pre\'cde,·a di affidargli.

Il centro a,•rebbe dovuto perpetuare la tradizione del reggimento e ne avrebbe conservato il nome. Tutti i centri avrebbero avuto forza efficiente durante il periodo della pe rmanenza alle armi delle due classi di leva; durante il periodo di forza minima - · invece cioè dopo il congedamento della classe anziana - la forza rimasta alle anni sarebbe stata raggruppata in una parte soltanto di centri, trasformando gli altri allo stato di semplici «centri-quadro>>. lrt tal modo durante il periodo di forza minima ,·i sarebbero stati alcuni centri in completa efficienza e pronti all'impiego, altri trasformati in puri « centri-quadro » con compiti speciali, quali: i corsi di integrazione per gli ufficiali d i complemento pro•,enienti dalla guerra; il perfezionamento tecnico degli ufficiali inferiori in servizio permanente effetth·o, ecc. Il progetto si riprometteYa con questo di o,·,·1arc agli inconvenienti del personale nel periodo di forza mi nima, e di avere un certo numero di reparti pronti all'impiego. Presentato alla camera dei senatori il i,rogetLO dopo lunghe ed appassionate discussioni non fu approvalo. Centri a11to111obilistici. Ne esiste uno per ciascun CoPpo d'Annata e per ciascuno dei due comandi m ilitari della Sicilia e della Sardegna. Presso ogni centro sono riuniti i mezzi automohilistici occorrenti a.I servizio trasporti di un C. d':\. in tempo di pace. I centri automobilistici provvedono anche all'ad destramen.to <lei personale, e sono centri d i mobilita,:ionc per tutti i reparti del servizio trasporti a traino meccanico. Prima dell'attuazione del nuovo ordinamento erano chiamati « rag1,'Tllppamcnti trasporti )) ed erano costituiti di un gruppo automobilistico ed un gruppo treno ciascuno. Con l'entrata in vigore del nuovo orci inamento, i gruppi treno furono passati all'artiglieria da campagna in ragione di una cp. per ogni reggimento ed i raggrup-


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pamenti trasporti assunsero la denom-ina zione di centri automobilistici ( 1926). Centri cont ro-aerei. Ve n'è uno per ogni corpo d'armata e per ciascuno dei due comandi militari della Sicilia e della Sardegna. Ogni centro è costituito cli due gruppi autocampali cli ca11noni da 75 C. K. e di reparti fotoelettrici, per la difesa controaerea delle unità mobili, e di un numero vario di gruppi eia posizione (batterie da 75 A. V. - 76/40 ecc.) per la d ifesa conlro-aerea territoriale. I centri C. A . funzionano quali organi di I:l)obilita.zione dei reparti destinati alla di(cs.i. aerea mobile ed a quella fissa terr itoria lè. Sono stati creati da !l'ultimo ordina.mento dell'esercito dato il gran de sviluppo asstLnto oggi dai mezzi aerei. ·P rima dell'en trata in vigore del nuovo 01·dinamenlo, esisteva in ogni corpo d 'an nata un solo gruppo contro aerei, costi tuito su due batterie a utocampali. Centri di mobilitazione. Sono cntt mcancat1 di ricevere, all'atto della mobilitazione, i r ichiamati òal co11gcclo, di vestirli; equ ipaggiarli per il completamento dei cor pi e. dei serviz1 già. esistenti e p er la formazione di a ltre u nità, previste dai documenti cli mobilitazione. I cenu· i di mob ilitazione ed i rispettivi elementi eia completare o costitu ire « ex novo» sono stabiliti dall'ind ice di mobilitazione, pubblicazione cli carattere riservatissimo. In genere sono i depositi dei reggimenti delle var ie ai-m,, i magazzini d i battaglione a lp ino, !e compagnie di sanità e d i sussistenza, le dire;,ioni va rie per i servizi, i distretti per i reparti ausiliari, depositi succursali, istituiti per esigenze territoriali. Presso i centri di mobilitazione sono accuratamente p redisposte e conserva te sin dal tempo di µa.ce tutte le dotazioni occorrenti al completamento de lle unitl esistenti e alla for mazione delle nuove previste d a ll'indice di mobilitazione. Il buon funzionamento di tali cenni è essenziale per una ordinala e celere mobilitazione, per cu i nessuna. cu ra. che sia ad essi dedicata in tempo di pace può considerars i superflua. (V. Mobil-itazion.e). Centro ,ii fonna.zùm e dei ca.r-ri a.,·mati. Nome dato fino all'ottobre 192i (allora fu c.hia.ma.to « Reggimento carri arma.ti))) a l raggruppa.mento dei .-epani cli ca.rri annali (u11 comando di centro, due coma.n.cli di gruppo, sei ,;quadriglie d i ca.n i a1mati).

Centro di resistenza, o d-i f11oco. Lo stesso cbe Caposaldo (V.). Centro (Aru,a.ta. del). Fu eletta cos.ì: una armata francese (che poi si chiamò della l\ioscl la) dal 14 dicembre 1791 aJ l" ottobre 1792 e fu comaJ1data successiva.men te da Lafayette, Luc kner e Kellcnnann. L e sue forze variarono fra i 22 e i 60 mila uom ini.

Centuria. In senso gener,co : reparto della. forza di cen to u omini. Suddivisione della compagnia indigeni d elle nostre truppe coloniali. Anticamen te, compagni,1 d i :,old:i.ti comanda la da un centurione. Fu creata presso l'esercito romano da Romolo, cl1e diede tale denominazione a cento dei suoi cavalieri celeri. Successivamente fu una ripartizione dèlh legione, comprendendo ogni coorte varie centurie e queste Ull numero vario d i decurie. Alla fine della repu bblica, due centurie costituiv:mo u n manipolo. Tali denomitrnzioni a vevano carattere tatt ico, s i adotlavano cioè solo per la coorte in a rmi, poichè nell'intèrno delle caserme la coorl.e si sud-

855 divideva in manipoli e questi in con t'u bernii di IO soldati ciascuno. La parola centuria s i trova usata anche nel linguaggio militare del XVI secolo per indicare una parte della compagnia, quando questa era costituita di 300 o 400 uomini. Presso l'esercito piemontese, ad esemp io, nella sccon.<la metà del 1500, le milizie paesane a piedi era.no ripartile in colonnelli o reggimenti, ciascuno dei qu ali comprendeva 6 compagnie di 400 uomini ciascuna, le qua.li' si suddividevano appunto in quattro cen turie, ripartite - a lor volta - in quattro squadre, ognuna della forza. di 25 uomini. ,\ttualmcn te la C. è una partizione delle legioni di M. V. S. N., che sono ordina.te come le antiche legioni di Roma im11eriale, ed è· comandata da w1 centurione.

Centnria d i lavoratori nelle r et rov[e

Cent'urie di lavoratori. Costituite durante fa guerra, per i lavori delle immediate re trovie dell'esercito. F u-

ròno chiamJte cost :)iccole unità organiche composte di militari meno idonei alle fatiche di guerra. - Cent i,•r ie di operai (fabri) furono create da Servio Tullio e aggregate alle legioni romane.

Centuriati (Comizii). Sorti ,tll'eporn cli Servio Tullio, in opposizione a.i Com izii Curiati. Erano i comizii cli coloro che portavano le armi e scendevano in campo in difesa della l'atria. Centurione. Genericamente il comandante di un reparto di 100 uomini. Ufficiale presso l'esercito dell'antica. Roma, incaricato ciel comando di una centuria. Veniva eletto dai Tribuni e portava come distintivo una bacchetta d i vite. Aveva spesso un sottocent«rione come aiutante. Proveniva. da,l semplice soldato clic si dis tingueva per valore. Ciascwm coort~ essen-:io divisa in 3 manipoli di 2 cen·· turie ciascuno, il comando del manipolo era assuJ1t.o d al centurione del la p rima centuri,c delle due, cd erano rispettivamente il pilus prior, il prfocej)s prior, l'hastatur pr-i or, nomi sopr:1.v•1iventi d all'ordinamento dell'esercito ,interiore a Scrvio Tullio. (V. Legi~me). Il centmione p iù a lto nella .;erarchia era il pilus prior della p r-itna Ccn1.urio1w coorte, eletto P,"imilits. romano

Nel1a rr1arina ron1ana, i l cen tw·ione

navale (cmturio classarÌl<s) comandava una centuria di epi.bati; invece nell'ant. marina biza.n tina C. era il cap itano dd dromone. N' ella repu bblica senese (scc. XIV a XVl) venne chia-


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mato C. l'ufficiale che comandava i balestrieri di ciascw1 quartiere. Anche presso l'esercito piemontese verso il 1560 esisteva il grado di C., a cui era affidato il comando di un reparto di 100 uomini. Vi era.no quattro centurioni per ciascuna compagnia di fanteria cd ogni centurione aveva alle proprie dipcnden~ quattro capisquad ra. Attualmente, C. è l'ufficiale della M ilizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale a cui corrisponde il comando gerarcl1ico di una centuria. (V. Centenario).

Mar·ia Stefano Centurione. Generale, n. a Bruxelles nel 1860. SottGt. del genio nel 1882, fu insegnante presso l'Accademia militare. Collocato in P. A. a sua domanda (1912) e richiamato col grado di colonnello (1915), comandò il 6° rcgg. (ferrovieri) e fu addetto alla direzione tecnica automobilistica militare. Ricollocato in congedo, assunse nel 1924 il grado di genèmlc di brigata.

Centuripe. Ant. città della Sicilia, in prov. di Catania, chiamata per un certo tempo Centorbi. Fu potentemente fortificata con mura e torri ; alleata con Atene nel 414 a. C. e con Dionigi d i Siracusa nel 316; cadde in potere di Agatocle e riuscì a liberarsene mentre egli era in lotta con i Cartaginesi. D urante la prima guerra punica, fu assediata dai consoli roipani Ota.dlio e Valerio Messa.la; presa, divenne alleata di R o,ma. e municipio importante. Nel 1233 fu in armi contro Federico II, ma venne da lui presa e distrutta; gli abitanti furono trasferiti ad Augusta. Vi si rifugiò Corra.do Ca.pece dopo Ja. battaglia di T aglfacozw, ma gli Angioini vennero ad assed iarlo, lo costrinsero alla resa, lo condannarono a morte. Cepeda . Borgo della rep. Argentina, presso il rio omonimo, nello Stato di Santa Fe.

I. Battaglia di Cepeda (1° Febbraio 1820). Appartiene alle prime lotte intestine della neonata repu bblica. Lopcz, R amircz e Carrera sconfiggono R ondeau e Balcarce ; que~t'1!-ltimo r iesce· a raccogliere le m ilizie sconfitte ed a por tarsi alla difesa di Buenos Aires. II. Battaglia di Cepeda (23 ottobre 1859). Appartiene a lla lott a fra Buenos Aires e la confederazione delle altre provincie, che avevano fondato, contro Buenos Aires, il por to di Rosario. Urquiza, generale della confederazione, sconfisse le truppe d i Buenos Aires. comandate dal gen. Mitre. L a sconfitta fu dovuta allo sbandamento della cavalleria, e la notte sopraggiunta permise aJ M itre di ritirarsi in buon ordine.

Cepione (Gneo Servùio). Console r omano nel 106 a. C., autore della (C L ex judiciaria », sconfitto nel 105 in G allia dai Cimbri. Quint o Servilio Cepùme. Console romano. }Jel 140 a. C. fece uccidere Viciate, ca.po degli insorti lusita ni che in una guerra d'imboscata aveva sconfitto uno dopo l'altro quattro generali romani. I

Ceppata. L o stesso che Abba.tt1tta (V.). Ceppi di Bairolo (conte Giuseppe). Generale, m . nel 1830. I niziò la carriera delle armi ve1·so il 1798, divenendo capitano nelle trup pe leggere francesi. Ritorna to nel nostro esercito nel 1814, da colonnello comandò la città cli Pinerolo (1817) e poi quella di

Chieri (182.1). Nel 182i venne collocato a riposo col grado di ma.gg. generale.

Ceppo (del mortaio). Cosi era chiamata. ù1 origine la cassa entro la quale posava il mortaio, o il petriere. Cepr ano (ant. Fregellae). Comune in prov. dj Roma. Nel 125 a. C., essendosi ribellata a Roma, l'antica città di F1egcllae, dei Volsci, venne assediata. dalle truppe romane comandate dal pretore L. Opimio. Presa, fu trattata con estremo rigore, e le sue mura rase aJ suolo. Nel 1815 vi avverme un breve scontro ira i N apole.tani del :Murat e un'avanguardia del Nugent (maggiore D 'Aspre) ol:e fu costretta a ripiegare sul grosso. Trattato di Ceprano (29 giugno 1080). Concluso fra il normanno Roberto Guiscardo e il papa Gregorio VII. Il primo ottiene dal pontefice l'investitura delle Puglie, della Calabria, deJia Sicilia.

Cer (battaglia.). V. Jadar. Cerale (Enrico). Med. d'oro, generale n. a Dieppe (Francia), m . a Brescia (1804-1873). Percorse tutti i gradi della gerarchia milita.re iniziando il servizio come soldato nel r~imento Saluzw. Sottot. nella brigala Pinèrolo nel 1823, nel 1834 fu promosso capitano nel 14° fanteria col qual grado e_reggimento nella campagna del 1848 si gua.dagnò la medaglia d'argento a Pastrengo & quella d'oro pei fatti d'arme di Rivoli, Santa Giuslina, Sala t Volta. Nel 1849, come maggiore del 3° fanteria, si distinse alla battaglia di N ovarn. Nelia campagna del 1859, da poco maggior genera,le, comandò la brigata Aosta a San Martino, ove, per quanto ferito, assalì e disperse il nemico ed ebbe la croce d'ufficia.le dell'O. lVI. S. Promosso tenente generale nel 1860, comandò la 6• divisione e nella guerra del 1666 la 1• divis., cadendo gravemente ferito aJ ventre ad O liosi. Fu collocato a riposo nel 1867. La meda.glia d'oro concessagli nel 1848, fu cosi motivata: (! Per essersi distinto nei fatti d'anni combattuti dalle truppe del 2° corpo d'ar mata. sulle alture di Rivoli, Santa Giustina, Sona e Volta dal 22 al 25 luglio 1848 ». Cerami. Comune in prov. d i Catania. Nel 1063, il normanno R uggiero, con un piccolo corpo di cavalier i normanni, d i 136 lance, sconfisse presso C . un grosso esercito di Sar aceni, cbe gli storici sicilian i fanno ascendere a 30.000 u. G li stessi storici calcolano il numero dei ca.duii saraceni a 15.000. Cerano. Comune in prov. di Novara sulla dr . del Ticino. Nel secolo IX e,a già munito di castello. Fu tolto al vescovo d i Vercelli dai Novaresi e poi a questi ritolto dal conte di Biandrate ( 1156) che rase al suolo il castello e le mura. R isorse più tardi, ma, scoppiata la guerra fra. il marchese del :Monferrato Giovanni II e Galeazw Visconti (1.356) venne da quest'ultimo r ipreso e spianato. I Ceranesi però lo r iedificarono col tempo munendolo ancora d i opere difensive_ Cerasi (Giulio). Generale, n . a Castrocielo (Caserta) nel 1850. Sottot. di fanteria 11cl 1873, raggiunse il


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grado di colonnello llel 1905 e comandò il 6° regg. fanteria e i distretti mii. di Ravenna e di Perugia . Collocato in congedo ( 19 lO) raggi,rnse nel 1924 il grado di generale di divis ione.

Cerblno (Art1,ro). Ammicaglio, n. a Pozzuoli n el 1871, entrato in servizio nel 1883, promosso contrammiraglio nel 1918, direttore generale del R. Arsenale di Taranto nel 1918; giudice del Tribunale Supremo di Guerra e ·},farina nel 1918- 20; collocato in P. A. nel 1921. Cerboni (Umbe,-to). Medaglia d'oro, n. a· Roma nel 1891, caduto nel Trentino ne.I 1916. Sottot. di fanteria nel 1914, proveniente della Scuola di Modena, era stato nominato tcn. nell'80° reggimento poco prima. di cadere sul campo. La motivazione di medaglia. d'oro dice: cc In giornate che misero a dura prova il valore e Ja r esistenza dei nostri, seppe, con la compagnia a.I suo comando, mcrcè Il grande ascendente morale. e l'esempio di va.lor pers<>na.le, costituire una li-· n ea. di petti irremovibili. Ricevuto l'ordine di ab.: bandonare la sua posizione, divenuta insosterfibile, r ipiegò coi resti del valoroso reparto, r iportandolo al fuoco su altro punte de lla. fronte. Successivamente, avuto incarico di guarnire una posizione a vanzata, dalla qua le si sarebbe poi dovuto sferra.re un contrattacco, vi si portò alla testa di un manipolo dei suoi. Accerchiato da un nugolo di nemici che gli intimarono la resa, benchè conscio dell'impossibilità di compiere il suo mandato; si slanciò eroicamente nella lotta, abbattendo i più a uc:faci col calcio de,] moschetto. Percosso, ferito e stretto pit1 da vicino, neppure allora volle arrenders.i, ed a.Itri nemici uccise all'arma bianca, finchè, sop;-affatto dal numero, cadeva da eroe, fulgido esempio del più alto valore, spinto fino al consapevole $aCrificio di sè stesso, nel compimento del dovere >l (Altipiano di Pozza - Trentino - 15-17 maggio 1916). Oerbotta.na. Can na d i legno od anche di metal-l o. lunga. circa due metri, vuota, per la quale col fiato, si lanciano pa11ottole e piccole frecce sottilissime, chi:- in luogo di cocca. e cl'impennatura., hanno un involucro di

· Cerbottana gr ande· bambagia. E' arma tutt'ora adoperata nella parte me• ridionale del Brasile, ove ha nome di « gnwatana >>. Nella prima metà ciel sec. XV fu fabbricata in ferro, e da

85ì arma da "fiato si trasformò in arma da fuoco, carica.11dola con polvere e palla. Come arma da fuoco era 1ma canna di ferro lunga. anche m. 2,50, e di piccolo ca libro, (da. 2 a 7 cm.); si usava appoggiata. sopra un ca~ ~ ; ; : µ : ;; ,_ .,,_ ~

ccr-bottana del sec. XIV valletto, come l'archibusone e la spinga.i·<la o in un rudirnentale affusto; lancia va pallottole di ferro e di piombo. Vi era a.11che la cerbotta11-a amb,;la.torìa, ossia montata su 4 ruote; vi si dava fuoco con un uncino di ferro rovente. Erano d i;tinte in grandi e p iccole: se ne portava.no due per ca.rretta, una grossa cd una picço]a, trainate da due cavalli e servite da due uomini. Allt> p iccole cerbottane sottentrarono poi gli a.rcerbottana ambµlatoria chibugi; ed a.Ile grosse, le a.i·tiglieric leggere. La C . fu adoprata già nel 1438 all'assedio d i Brescia; in quel secolo si distinsero in « grandi l> e « piccole >>; si porta.vano se>pra carrette tirate da. cava lli. Era.vi anche la « cer bottanetta >> , e cioè fra l<:> scoppietto e la cerbottana.

Cerchiatura (dei c.a11-110ni). Operazione che permette di ottenere, con forti cariche, grandi velocità ini- · ziali del proietto, senza accrescere soverchiamente le pareti del pezzo. Consiste nell'investire a caldo sul corpo della bocca da fuoco un certo numero di cerchi. distri-

buiti in uno o più strati, in modo che essi prQducano una compressione dall'esterno all'interno atta. ad equilibrare parzialmente l'azione esercitata in senso inverso dalla carica. La C. prece<le l'Autoforzame11to (V.)_.

Cerouozzi (Michelangelo). Pittore battaglista., n . ~ m. a Rologna ( 1602 • 1660). E' eletto il (( Michela.ngelo delle battaglie» . Si fece. su gli specialisti Tempe• sta è Bamboccio, e divenne vanto della Scuola na.poletana, ai tempi di Masaniello. Trasse le sue ispirazioni dalla Bib_ bia, dai poemi romanze. Cere 11 ro schi, dalla storia, e riuscì esatto, vero, buon colorista . Fu poi maestro e protettore del Borgognone. I suoi quadri guerreschi p iù noti sono « La rivolta di Masaniello>>; « Alt di caccia.tori»; te Belisario>>. Cercuro. Nave dell'antichità, adoperata dai greci,


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crea ta a Core ira; era leggera, a un solo ordine di rem i, adoperata tanto per il commercio che per la guerra.

Cerda (Gaspare d eUa). Vicerè del Messico nella seconda metà del sec. XVII. Scacciò i Francesi dal Texas e fondò Pensacola .

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il ma.rch. del Guasto voleva passare per entra.re nel SaJuzzese. L'avanguard ia, agli ordini del de Bou tières, si componeva d i 80 u. d'armc, 640 ca.va.lleggeri, 4800 fan-

Emanuele della. Cerda. Gen. spagnuolo ( 1848-1911). Partecipò a.Ila guerra civile nel 1871, fu sottosegretario a lla Guerra, diresse l'Accademia. mil. di Toledo, fu prc• s ideme del tribuna.le supremo d i Guerra e Marina..

Cerea (ant. Cereta,) . Comune in prov. di Verona, importante nodo strada le fra ìVIa.ntova, Legnago e Verona. Duran te la guerra del 1848 vi avvenne u no scon• tro fra volontan ita liani e truppe austriache, le quali ebbero il sopravvento. Co111/::attimen to di Cer,,a ( 10 settembre 1796). Appar• tiene alla campagna del Bona.parte. lviurat, inseguendo \\1,urmser, giunse a C . con alcune centinaia di caccia tor i a ca.vallo e si impegnò contro rèparti austriaci CO· manda.ti dal gen. Otl. Il gen. P igeon sopra.ggiunse con fanterie legge1·e e la lotta si svolse accanila per il possesso di C., ma gli Austriaci ebbero il sopravvento e poterono contenere j Francesi riuscendo a proseguire ;a ritirata su Y f antova..

Cereda (Passo di). Valico alpino (alt. 1378) che costituisce spartiacque fra Cismon . Brenta e Mis-Pia.vc. Cer'esa di Bonvillaret (Ott'avio). Generale, nato a Torino. m. a Castenaso (1834-19 11) . Sottotenente dei granatieri nel 1853, pa.rtecipò aUa. guerra. d 'Oriente del 1855-56 pubblicando poi un « D iario della campa· gna di Crimea l). Passate nel co~po di S. 1\1., nel 1859 si meritò la meda-• glia d 'a.rgento a S. Mal"tino od a ltra pure d'argento ehbe nel 1366, quando orga.n.izzò e comandò il battaglione dei volontari vicentini. Fu tra i primi insegnan ti della scuola di guerra e da colonnello comandò il 75° rcgg. fanteria.. iP romosso ma.gg. genera le nel 1384, comandò le br. L ivorno e P inerolo e fu membro del comitato di fanteria e cavalleria: in tale periodo d i tempo compì a Voglizzo ed a Messina. atti di valore e di abnega&ione, meritandosi la med_ d'argen to e quella cli bronzo a l vaior civilt;. N el 1889 lasciò il servi-, zio attivo e nella riserva d ivenne ten. genera.le ( 1895). Ceresole Alba. Comune in p rov. di Cuneo sul 1·io Ricch iarclo. Vi esisteva. anticamente un castello. Battaglia di Ceresole Alba (14 aprile 1544). Appartiene a.Ila guerra tra Francesco I e Ca.rio V per i l pre• dominio in It,ùia.. Comandava le truppe francesi, circa 14.000 u ., Francesco di Borbòne conte d'Enghie~; gli Imperiali erano a.gli ordini del marchese del Guasto. L'incon tro delle due armale ebbe luogo nella pianura fra C. e Sommariva. L 'armatella francese, divisa in tre reparti, avanguardia: grosso e retroguard ia, si venne e'! spiegare parallela.,;1ente a lla grande rotabile P ineroloAlessa.ndria, coprendo il ponte d i Sabbione sul Po, che

A. Avanguard ia - B. CoJ"J)O cli !)attaglia - C. Retro -

guardia { Pr aue esi) - D. Al a sinistra • E . Centro F . Ala d estra (fn,pe l'iall) - -i. Svizzeri - 2 . MonLiuc -

3. Ocn<larmeria - 4. Italian i . 4'. Svizzeri • 5. Compa gnie cl'orillnanza . G. Jl aliRni - 7. Lanziclrnnecchi S. v erer ani - 9. Cc1val Jèggeri napoletani

ta.cc1m fra11cesi, e 4000 Svizzeri; aveva con sè 8 pezzi da campagna.. I l grosso era. forte della rimanente gendarmeria, e 150 cavalleggeri. Sotto gli ordini diretti del conte d'Enghien era un drappello d i un centina.io di volontari appartenenti alle pr ime famiglie del regno. Nella retroguardia, agli ord ini del dc D ampierre era.no 3000 arcieri a ca.vallo e 3000 italiani, con 8 crumoni. I noltre v'erano 800 archibugieri agli ordini del Montluc. L'armata imperiale giungeva. da Sommariva in trn grossi bgl. di fanteria. ciascuno con cavalleria alle a.li. Il primo, agli oroini del pirincipe di Salerno (7000 fanti e 700 lancieri itaJiani) alle 7 del mattino cozzò con gli archibugieri del l\fontluc su d\m costone boscoso che copriva !'a.la destra francese. Frattanto al centro s i schieravano i hm&icbenecch i e a.ll'a.la. destra 6000 soldati Spagnuoli veterani. I cavalleggcd, Spagnuoli Tedeschi e N a.poletani, fiancheggia.va.no la fanteria. Le ar· tiglierie sta.vano nell'intervallo tra lanzichenecchi e veterani ; 20 pezzi furono piazzati a l d isopra della strada, in posto dom in.ante. La ba.tLa.glia. durò dalle 4 ,1 Ile S ore, durante le qua.ii Spagnuoli cd I ta liani tentarono di gira.re il fianco del grosso fnutcese, come aveva.no fatto a Pavia. 1fa l'abilitit <li l\fo1i tluc, e la fermezza. delle bande fra1,cesi, nonchè una carica del Conte ù'Engbicn, sventa.rono il pia.no del Guasto, il quale, verso mczmdi, viste rincula1·e le proprie truppe, d iede il segna le dell'attacco genera.le, ma le truppe francesi, in tre schiere successive, sfct"ra.rono un contrattacco, che decise della vittoria. La. cavalleria imperia le fu dispersa, e la fanteria it,iziò la r it irata. verso Carigna.no, mentre il con• te d'Enghien completò la vittoria conducendo furiosa.• men te due volte i suoi gendarmi e volontari all'assalto del le ultime truppe che cercavano di resistere. Gl'imperiaJi lascia1·ono 12 .000 mort i fra cui Carlo Gonza.ga, e 3000 prigionieri. I Francesi ebbero solo 2000 morti. Gli imperiali perdettero inoltre 14 cannoni, il loro equipaggio da ponte, e un convoglio d i viveri.

Ceret_ Comune della Francia, nel d ip. dei Pirenei Orienta.li, sul Tech. I. Battaglia di Ceret (1674). Fu combattuta tra gli


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Spagnuoli, comandati da l duca d i San German, e i Francesi, comandati dal maresc. di Schomberg.' Questi ultimi ebbero la peggio, e due loro regg. furono distrutti. II. Conibattimenti di Cerei (1793). l i 27 ottobre 1793, durante la guerra nei Pirenei Orien tali, fu attaccata invano d a due colonne francesi, le qua li vennero battute separatamente dagli Spagnuoli. Il 26 novembre, a C. s i trovavano ci.rea 7000 Spagnuo li al comando di La Union. Il ponte di C. fu assalito d a un corpo francese agli ordini di Solbeauclair, ma immediatamente ripreso dalle gwdie spagnuole, e L a Union, inseguendo i Francesi in 1·itirata, s i_. irnpadroxù a ltrcsì ciel loro campo a Saint-Ferréol.

Ceriate (Q1,into Pet·il·i o). Generale .romano. ::Xel 7C a. C. vinse a Vetera i Batavi guidati d a Claudio C ivi le; morì in B.ritannia, dove er a andato come governatore, e dove sconfiSl;e più volte i ribelli a. Roma. Cerignola (ant. Cera,milia o .Cerino/a}. E' ricord ata da Diodoro come conquistata da i R omani nella seconda g uerm Sannita (311 a. C.). Battaglia di Cerignola (28 a.prile 1503). Appar tiene a lla lotta fra Spagnuoli e l;rancesi per il possesso del rca111e di N apoli. L e truppe spagnuole, 4000 fanti e 600 cavalli, veterani di Cl>nsalvo di Corcloba, erano state rinforzate poco prima della battag lia d a 2000 merce~a,,:i ted eschi ed avevano p reso posizione a C., con la dr. (Pizarro) -fiancheggiata da cavalleria pesante (Mendoza} appoggiata al paese; i Tedeschi al centro, la sr. (Navarro e Garcia) fiancheggiata pure da cavalleria pesante (Prospero Colonna). La cavalleria leggera, agli ordini di Paz e Fabrizio Colonna., era fuori dello sch ier amento sulla dr., e tutta l'art. ( 13 pezzi) era alla sinistra. I Francesi, comandati dal duca d i :Nemours, in numero cli 4500 fanti e 1500 cavalli, giun.t i nel pomeriggio di fronte allo schieramen to nemico, diedero senza indugio l'assalto; a dr. la ge1_1darmcria (De Ars) a l centro la fanteria (thaudieu}, alla sr. la cavalleria leggera (De Alegre). Chaudieu cade ncll'.assalto del centro, il :-.'cmou.r;; è ferito men tre att,1cca la sr. spagnuola, un contratta.eco di Consalvo contro i Francesi disordinati li mette in foga, lasciando 3000 u. sul campo, 13 ca.nn.oni, tutti i bagagli. Questa battaglia dava agli Spagnuoli il possesso del reame d i ::\Tapoli : il duca di Nernotu·s moriva in seguito a lla ferita riporta ta.

Ceri go (ant. Citera}. Isola dcli' Arcipelago greco, al s ud della 11.forea. F u p resa agli Spa.,:tani da,ll'atcniese Nicia nel 425 a . C. Nel 1717, una squadra vene;,;iana, agli ordini d i Vettor Pisani, cui s i erano aggiunte 2 galere toscane, 4 pontilicie, 7 spagnuole, 7 portoghesi, 7 di :tvfalta, si scontrò (19 luglio) nelle acque d i C. con la flotta turca agli ò.rclin i d i D ianum Coclgia. > e der ivò un lungo combattimento, durato otto ore, in cui entrambi i .contendenti r iportai·ono danni e perdite, ma rimasto indeciso: le due -flotte si separarono e ripararono, queLia cristiana in Morea, quella turca nei D ardanelli. Cerillo (Adolfo). Generale, n. e m. a Napoli (18621919). Sottot. di fanteria ne l 1882, ne l 1915 a.ssunse ii comando del 120° regg. fanteria. e com battè nella zona d el M. Nero. Nel 1916 lasciò il servizio ::ittivo cd in congedo raggiunse il grado d i rnagg. generale.

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Cerimele (Ernesto). Generale del ge11 io navale, 11. e m . a Napoli U846-1922}. Allievo ingegnere nel 1867, divenne uffic iale nel genio navale tre anni dopo e ing. capo d i 1• cla,se nel 1890; qualche anno dopo ottenne nelltL riserva il grado di 1nagg.. generale.

Cerinio (ant. Cerau1ii0i, oggi Kerynia). Borgo

nell' isola cli Cipro, antica fortezza

venezia na,

coi!

quattro torrion i. Nel 1610 cinque galeoni toscan i, a l comando del cav. Guada gni, armati da i caval ier cli Santo Stefano, assalta rono C ., mettendo a terr,t ~00 u. da sbarco al comando d i Uba ldo Branca doro. ']\fa i Turchi re cerJmele F:rnesto spinsero gli assa lti, e co strinsero i Toscani a tornare alle navi e a salpare.

Cerkess. Pugnale dei Cirçassi, avente la lama a sezione di rombo. Cermenate. Comune in prov. di Como, d'antica origine. Al tempo dei Comuni, cimante la guerra dei dieèi anni fra Como e Milan~, costituiva un posto avanzato dei Coinaschi. '.Nei p ressi di C. in quel periodo ( 1126) avvenne un sar,.guinoso scontro fra le milizie dei due Comun i, nel quale i Comaschi rimasero sconfitti. Cerna (o Cern-ita) . Propr iamente soldato reclutato nelle c,unpagne per i hisogni della guerra. I pessimi portamenti d i questa gente levata di fresco e non ancora clisciplu1ata resero spesso quel non1e infamato, come è avvenu to di molti a ltri che in principio erano buoni, ad es. ribaldi. Il nome di Cerna ricorre spesso negli scritti d i molti anni fa, per indicare soldato nuovo, recluta. Al plma le va.le per milizia provinciale di uno Stato. E' vç,ce orma.i non più in uso nella moderna, terminologia militai·e. Nell'ant. mi li?.ia, piemontese le << cernite il rappresentava.no una vera e propria mi'lizia scelta e stimata, tanto che fu imitata in Francia e in Portogallo, poichè fra 1,li uomini dai 18 ai 60 ann i della milizia paesana C(a!IO tra tti ftLori i migliori, per muc iare d ovunque fossero richiesti : mentre i non cerniti r imaneva.no a difesi, ciel proprio paese. Consimili ordinamenti aveva.no gli altri Stati d'Ita lia nel Medio Evo, ma solo le C. venete potevano stare a[ paro delle piemontesi : in tutti gli a ltri luoghi si tratta.va di gente scnz'ordinc, senza disciplina, male armata, che infamò il nome di C., come si è accennato sopra. Gema (Fiume N ero, fiume della 1\facedonia. - Batt.agl-ia, della). Appartiene a lla guerra mond iale. (lifocedonia.) e fu combatt\1ta nella p rimavera. del 19-1 7, con la partecipazione della 35• divis. italiana, incw1eata fra le truppe francesi e situata nell'ansa della Cerna. Operazion.,; p;·elimùw,·i. Dopo la presa di Monastir il gen. Sarrail progettò una grande offensiva, per allontanare il nem ico dalle vicinanze della presa città, e d i cohquistarc 3bocchi verso Prilep, Vcles, Uskub. Gli Inglesi dovevano concorre re a ll'attacco, operando nella regione del lago di Doiran e del Va.rdar.

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Il 1·ronte del belllge,·aoti nella bai.taglia della Cornà (1917)

.-\i prin,i di marzo il generale Sa.rrail emanava le di· sposizioni preliminari. L'offensiva òoveva inizia rs i all'ala sinistra, in corrispondenza di. Monastir, quindi dovevano essere gli Inglesi ad attacca1·c per superare la stretta fra il Vardar ed -:il lago di Doiran; finalmente doveva sferrare ii' ., \lo attacco il centro. l.e forze schierate a nord d i Jv!onastir dovevano attaccare la quota. 1278, mentre le divisioni che"erano sulla loro sinistra, doveva.no sfondare la linea iiemica fra i laghi di Ochrida e di Presba, girare quest'ultimo, occupare Resna e di !à minaccia1·e le retrovie nemiche di fron te a Monastir. L'll marzo s'iniziarono le operazioni : la. resistenza nemica, superiore al previsto, cd il tempo infame, fecero fallire il movimen to aggira.ntc per Resna. L'attacco frcmta.le di quota 1248 ebbe luogo il 14 e dopo quattro giorni di aspri combattimenti, riuscirono i Francesi , ad impadronirsene. Contrattaccati dal nemico, perdettero il cocuzzolo, sul quale però neppure l'~.ssalitore potè rima.nere. Durante gli attacchi francesi, anche in corrispondenza del fronte della nostra 35° divisione (gen. P etitti di Roreto) si verificarono azioni parziali, ma senza serie conseguenze. In aprile doveva riprenders i l'offensiva., ed erano gli Inglesi che dovevano entrare in azione: II genera le Sarrail avrebbe voluto che attaccassero contemporaneamente Serres e Doiran, ma il gen. ~1ilne, dati gli scarsi effettivi d i cui disponeva, volle limitare l'offensiva a Boira.n. L'attacco inglese aveva. per obbiettivi il Graiid Couronné e il Pelit Couronné, posizioni fortissime che sbarrava.no il passo fra il lago Doira11 cd il Vardar. Tale conquista avrebbe aperto due s trade : quella della valle del Va.rdar con la ferrovia. lungo il fiume, e q uella del passo d i Kosturino verso Strumilza e l'in terno della Bulgaria. Questo settore. al pa.J"i di quello dell'ansa della Ce.rna e di quello della quota 1248, era. dotato di tutte le s istemazioni difensive della. guerra. moderna e le lince dei due avversari erano vicine. Alle diffico ltà · com un i con simili fronti dei teatri d'operazione d i Fra11cia. e d'Italia, s'aggiungeva110 quelle derivanti dalle diffì.coltà dei l"ifomimen ti e delle comunicazioni. :Nella giornata del 22 l'artiglieria britannica aprì il fuoco d i p reparazione che durò fino tutto il 24. Nella notte sul 25 venne sferrato l'attacco con le due divisioni del XII

corpo d'armata (22° e 26°): gravi le perdite e scarsi i risultati conseguiti. Violentemen te contrattacoti dai Bulgari e falciati dalle mitragliatrici, dovettero ripie1 gare sulle trincee d i partenza., eccetto che sulla. sinistra del settore d'attacco, dove poterono mantenere alcune posizioni. L e perdite inglesi ammontarono a 3000 uomini.

La battaglia. Ai primi di maggio, a lla vigilia della grande· offensiva che doveva veni.re sferrata., in corrispondenza dell'ansa della Cen1a, dal gruppo costituito dalla 3$ 0 divis ione italiana e dalle due divisioni francesi 17'' e 16", e inoltre dai Serbi sul Dobropolie e dagli Inglesi nel settore Varda.i-Doiran, il generale 1'etitti di Roreto, richiamato in Italia per assumere il comando d 'un corpo d'annata, veniva sostituito dal generale Pennella. A comp romettere la J·iuscita di tale grande offensiva concorre.va. però in particolar modo la preoccupazione -del ·generale Sarrail per il contegno della Grecia, p~r cui non voleva impegnarsi ,.,_ fondo verso nord. per ma11tenersi in grado d'inviare buon ner bo di forze in G recia., se necessario. Aggiungasi che tutti, e p rima di tutto il nem ico, erano a conoscenza della s ituazione e dei p ropositi offensivi del comando degli alleati. I.'8 maggio gli Inglesi ripresero il bornbardan1ento contro le posizioni bulgare ad ovest del lago Doi ran, e nella. notte sul 9 at taccarono le fanterie. Presero parte all'azione, da. questa parte, tre divisioni inglesi - la 60', la 22• e la 26" - ; quest'ultima sostenne lo sforzo principale. A costo d i forti per dite, furono conquis_tate le posizioni a destra ed a sinistra del Couronné e distaccamenti di vari reggimenti raggiunsero la. cima, ma il violento fuoco di mitraglia trici e bombarde ed i contrattacchi nemici obbligarono n uovamente gli Inglesi ad evacuare le posi;doni conquista te, perdendo da 4 a 5000 uomini. Il 9, p receduto da tre giorni d i bombardamento, si sferrò l'attacco nell'ansa della Cerna. Il generale Petitti aveva proposto un p iano per tale attacco che presentava molte probabilità di r iuscita. ma il genera.le Sarrail non l'accettò perchè forse temeva. che, con esso, si sarebbero impegna te troppo le truppe fran cesi e troppo scarsamente le italiane, le qua li invece avrebbero manovrato per aggirare il caposaldo nemico del Piton Ro-


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chcux. }' u perciò un attacco frontale che le nostre truppe dovettero esegui.re, s ia pure preceduto da tre giorna.te di bomba.rdament.o. Ed w1 attacco pressochè pure · frontale, dovevano eseguire le due divis ioni coloniali francesi. Nè italiani, 11è francesi a,•evano fiduc ia. nel successo. Le truppe italiane impegnate nell'azione furono i reggimenti d i fanteria 61 e 62 (brigata Sicilia), 161 " 16'..! (brigata Ivrea), un<1, cp. mitragliatrici bersaglieri, 32 peai d<1- 65 da montagna, due gruppi su 16 peni di bomba1·de da 240 e da 58. Le art. d i medio e grosso calibro, e da campagna, erano tutte frances i. I l 9 le fanterie dovevano scattare dalle trincee, e coll'le un solo uomo scattarono quelle italiane, r aggiungendo d'un balzo la prima linea nemica cd impossessandosene, ma per procedere oltre occorreva impossessarsi del caposaldo nemico del Piton, e questo era l'obiettivo della 16" divisione francese. Non sola.mente senza la conquista del P iton non poteva.no procedere, ma neppure potevano le nostre fanter ie rimanere dove s i era.no spin te . E poichè alla 16" divisione coloniale fra11cese non riuscì di conquistare il P iton, i nostri dove1tero, gradatamente cd in buon ordine, r ip iegare sulle pcsizioni di partenza. Venne dato l'ordine dal genera.le fra11cese Grossetti, cbe aveva sost itu ito il generale Leblois nel coma11do dell'annata francese d'oriente, d i ritenta.re l'a ttacco il 10. L'ordine vem1e poi controma.nda.to, senza che •il contrordine giungesse tempestivamen te al comando della 35" divisione. Ne coùseguirono inutili e perciò dolorose perd ite. Per la terza volta venne ripetuto l'atta.eco ta11to da parte delle forze operanti in

861 corrispondenza dell'ru1sa della Cerna., quanto dei Serbi, dei Russi e dei Greci schierati fra la Cerna e gli Inglesi, ma inutilmente : tutte le truppe, ed in pm·ticolar modo quelle russe e serbe, a causa delle grayissimc perd ite subite nei giorni precedenti, erano stanche e sfiduciate. Il 21 m:i.ggio il generale Sau-ail ordim1va agli Itali,mi, ai Francesi ed agli Inglesi di sospendere ogni attacco, eç! il 23 t<1-le ordine estendeva a.i Se rbi. Il risultato fimle di questo complesso di operazioni, cui si diede la denominazione di «Battaglia · della Cerna >), che durò complessivamente una sessantina. di giorni e che costò ci'rca 14.000 u. di pcr•clite, fu assolutamente nullo anzi peggio che nullo percllè depresse gli animi degli alleati ed elevò quelli delle forze avversa.rie.

Cernaia. · Piccolo .fì.ume che scorre nella penisola di Crimea e ha dato il nome a lÌa battaglia comba.tt utasi il 16 agosto del 1855 tra i Fr a11co-piernontesi cd i Russi. La buttàglia è stata chiamata. anche d i Traktir, dal ponte in mura.tui·a s ulla Cernaia, nei p ressi del quale maggiormente infu riò la lotta. Le forze degli 3.lleati erano così schieJ"a.te: Un Corpo francese (gen. Hcrbillon) occupava i i\fonti Fcdiukhine con la d ivis. Camou a sr., la divis. Fa.ucbeux a dr., la propria d ivis. in seconda linea. Nel vallone, che era stato teatro della.famosa carica di Bala klava, era dislocata la divis. d i cav. 1Worris e dietro ancora la divis. Scàrlett. Il Co1·po Sardo occupàva il 1\1Ionte Hasfort con la divis ione Durando (2" brigata, Fanti, 3• brigata, ·Cialdini) sulla dr. del torren te Suaia e l,i divis. Trotti ( 4" brigata, i\Iontevecchio, s• brigata,

La 1,at1ag-lia della cern,1ia ( 1855)


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Mollard), sulla. sr., la brigata di riserva Giustiniani in riserva presso, Kamara; il regg. di cavalleria nella p iana e sulla destra della divis. d i cavalleria francese. Il generale Pélissier , comandante supremo delle forze alleate, aveva il suo Q. G. presso le 1·iscrve generali, dislocate poco a setten trione di Cadikoi. Sulla dr. della Ccmaia erano state costituite due teste d i ponte; una fra.ncesc, a Traktir; una r idotta per due o tre compagnie, che aveva il compito di difendere il ponte in muratura; e una piemontese, molto pit1 complessa, che tendeva ad eliminare l'inconveniente del ' dominio del contrafforte di Ciorgune sul Monte Hasfort. Essa comprendeva le opere dello zig-zag cli Ciorgune che si estendevano anche sulla s inistra del r io Chulin ed erano sostenute efficacemente dalle trincee della formidabile rocca del poggio dei Piemontesi. Tre cp.~dcl 16° fonte.ria agli ordù1i del magg, Corporandi e t re cp. bersaglieri al comando del cap. Chiabrera presidiavano le opere dello zig- zag; una cp. del 4° .regg. provvisorio, i trinceramenti del poggio dei Piemontesi. Tutte queste truppe appartenevano a l « Corpo d'osservazione» p roteggente l'assed io di Sebastopoli, tenuto da truppe franco- in glesi. JI corpo frru1cese ammontava a 17.858 u . ; quello Sardo ( comandato <la Alfonso Lamarmoral a 9100 u . L'esercito rus..<;0 cc di campagna >>, che, comandato dal p rincipe Gortschakov, venne ad assalire gli Alleati, era costituito da 6 divis. di fauteria e 110 sqdr. di cavaJleria: in tu tto 70.000 u. con 300

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cupa.va le opere dello zig-zag con un br illan te assidto. E la battaglia , a lle. 10 del mattino, era vinta: i Russi battevano in ritirata su tutta la lmea, protetti dalla loro a rtiglieria e disturbati efficacemente dalla cavalleria e da due bgl. di fanteria sarda. Le perdite russe :unmontuono a 33S6 morti, fra cui 3 generali, e 1785 feriti ; le francesi a 191 m,>rti e 1224 feriti ; le sa.rde a 36 morti, fra cui il gen. Montevccchio, e 170 feriti.

Cernaiev (o Tcher·n aùfj). Generale ser bo, d'origù1e r ussa, del scc. XIX, 11. nel 1828. Prestò servizio in Russia e combatté in Crimeci e nel Caucaso; poi passò a l serv i.do della Serbia e fu generalissimo nella guerra del 1876. Cerniere. Con questa parola si indicavR U11 Lcmpo la ciste1-11etta ripiena dell'acqua per un giorno, p er dissetare l'equipaggio delle r:avi da guern. Dalla ciste.rnctta. faceva.no sporgenza. (le; cilindrettì di osso a forma di caCcrna.lev pcz,,0l0, da cui i marinai succhiavano l'acqua, come il bambino poppante succhia il latte a l seno mater.no. Dal principio di questo secolo, la cistcrnetta è stata sostituita da lla fontanina a gru·• ga11elh, cr..e tuttavia conserva per tradizione il norn·! di cerniere.

ca.11nonì.

L'attacco dei Russi avvenne su due colonne: a set• tentrionc, le divis. 7 e 12, al comando del gen. Rea.cl, contro i monti Fediuk.hiuc; ad oriente, le d ivis. li e 6, a l comando del gen. L iprandi, contro il monte Hasforl-. Le divis. 4 e 5, la cavalleria e parte dell'artiglieria, erano in riserva. I l primo urto avvennF che era ancora , notte: la testa della colonna della 17" d i.vis. russ:i assalì i Sardi che d i.fendevru10 le opere dello zig-zag, 300 u. che resi~tettero bravamente per un'ora ripiegando poi stil poggio dei Piemontesi, convenien temente p residiato nel frattempo: questa posizione fu tenuta durante tutta la battaglia., e ciò ebbe conseguenze notevoli J.J er il suo sviluppo e per l'esito felice. FrattaJlto il gen. R ead passava la Cernaia e assaliva le forze francesi che d ifen deva110 i mon ti Fediukine. La ridotta di -Traktir fu presa dai Russi, ma la loro 7" d ivis., presa sotto il fuoco della div is. Camou , non resse, e ripassò in d isord ine la Cernaia. mentre la 12" attaccava la divis. Faucbeux, la qua le, soccorsa in tempo da tre bgl. della d ivis. Camou, resp inse l'attacco dei Russi e li ricacciò al di· là 'della Cernaia : la brigata De Failly interveniva e riprendeva fa r idotta di Traktir. Erru10 le 6 del mattino e Gortschakov inviava la S" a sostituire la 12" divis., facendo convergere sul fianco dei Frances i Ja 11•. Il gen. Her bi,!lon fronteggiava questo movimen to, rinforzru1do con la brigata Cler e con S btr. la clivis. Faucheux. La S' divis. russa, seguita dalla 12• riordù1atasi, muoveva n uovarnènte ·a)l'attacco e riusciva a riprendere la ridotta di Traktir. Un furioso contrattacco francese sgominava artche la s• d·ivis. russa, ricacciru1dola a l di là della Cernaia. L a 17• divis. russa fu arrestata nel suo movimento dalla briga ta. Saucicr ( di vis. Herbillon) e dalla brigata sarda del Mollard che la prese di fianco, e dopo breve lotta res,pinta a sua volta in disordine a l di là del fiume. Nel frattempo, il gen. Montevecchio, alla testa della 4• b rigata, rioc-

Cernite (o Cerm:de) . Voci arcaiche usate d a vecchi scrittori militari p er indicare gente di campagna levata di fresco per i bisogni della guerra. Milizie provincia li reclu tate da poco e non ancora abituate alla d isciplina. Termini usati spec ialmente da antichi ~crlttori veneziani (V. Ccrna), Cerqua (Guglielmo). Generale, n. a G iugliano (Napoli) nel 1856. Sottm. di cavalleria J\cl 1877, raggiunse il grado cli colonnello nel 191 O cd ebbe il comando del rcgg. cavalleggeri di Lod i. Collocato in P . A. a sua domanda (1911) raggiunse nel 1924 il grado cli ger.eralc di divisione. Cerretano (Q. A11lo), Genera le romano durante le guerre Sannitiche. ru maestrO' della cavalleria sotto Fabio :\·I assùno e cadde in combattimento. Cerreto ( Colle a pa:sso cli). Sull'Appennino Emiliano (alt. HOO m.); fa s istema con il Colle della Cisa e per mezzo della s trada :fìvizzanese mette in comunicazione Parma e Reggio con la bassa :Magr a verso Spezia e Sa,·zana . L a strada ca.n oz;,abile che lo attraversa fu costruitR da ~fodena e Firenze, subito dopo il 1815, per invito perentorio dell'Au stria, ·cui p remeva avere eventualmente facile comunicazione dal Reggiano verso la foce del.la Magra. Cerreto Guidi (a.ntic. Ce,-reto di Greti) . Comune 'in pmv, di F irenze, sul la dr. dell'Arno. Sul culmine· della collina sta un caste Ilo çhe fu dei Guidi fino al 1086. Passato a lla R epubb lica d i Firenze fra il 1250 ed il 1273, venne ad essa conteso e tolto p iù volte, iinchè nel l 336 fu dalla stessa fatto circondare di mura con otto torri. Cerreto Sa,nnita (anl. Cominùim). Comune in prov. d i Beneven to. Nel 212 a. C., durante la secon da guerra


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pw1ica, un corpo ca.r la.ginese, comandato da Annone, vi fu sconfitto da.i Romani.

Assedio di Cerreto (293 a. C .). Appartiene a.Ila terza guerra sanni tica e fu condotto a termine dal console Spurio Carvilio. Dopo alcuni giorni d i pr~parativi, app ressate alle mura tutte le genti, opposto di fronte alle porte valido sussidio, accioccbè non s i tentasse qualche sortita., stava per dare il segno dell'assalto, quando .giunse un messo dell'altro console L . Papirio Cursore, accampato ad Aquilon ia, il qua le lo avvertiva. che i Sann iti avevano mand alo truppe in soccorso di Cominio. CarviJio a llora impose a l legato D ecio B ruto Scova che andasse con la. prima legione, con dieci coor ti e con la cavalleria, ad incontrare il soccorso spedito dai nemici, e in qualunque luogo lo incontrasse, se gli opponesse e lo tenesse a bada perchè quelle forze nemiche non si potessero accostare a Cominio.. Poi ordinò che s i a,pprestassero le scale da ogni pa.rtc alle 11111 ra e assalì le porte, ba ttendo le mura da ogni parte. I Sanniti assediati, vista inut ile ogni resistenza, ;tbba.ndona ron? le torri e le mura, e, respinti t utti nella piazza, tentarono • ancora quivi di difendersi ; ma ben presto, getta te le armi, si diedero a discrezione del console in n umero di circa l2 .000. Nel lo stesso giorno, L. Papirio Cursore batteva i Srumiti ad Aquilonia.

Cerri (Andrea). Genera le, 11. ad Asti e m. a T orino (1840-1921). Par tecipò lclle campagne dei 1859 meritandosi la medaglia d'argento a P1destro; del 1866 meritando a ltra mcd. d'argen to a Santa Lucia del T ione ; del 1887 in Africa.. Promosso colonnello nel 1894 tenne il coma.n-• do del 2° reggimento a !pin i sino ;, I J 898, anno in cui andò in P A. D ivenne magg. generale ne· 1904 e tcn. generale nella r iser v, nel 1913. Fu anche aiutante di crunpo onorario del Re Cerri Daniele. Generale arge,,ti.no, n. a Milano, m. a Buenos Aires (1841-1914). Fu ggÌ da )1 i !ano quattordicenne, perchè aveva bastonalo 1m croato, e s i arruolò nell'esercito argentino battendosi contro gli indian i, partecipando alle ·guerre civili, e a quella. contro il Paraguay, r iportando parecchie ferite e salencfo di grado in gra do fino a quello cli gen. d i d ivisione. Fu ispettore dei telegrafi e governatore del te;:r itorio di Atasama. Andò a r iposo nel 1901.

863 mcd. d'argento a Tucruf ( 1896) e a lla compagna. italo- , turca (l 912-J 3). Partecipò quindi alla grande guerra (1915-19) comandando nel grado di colo1lnello il 47" regg. fant. cd il 10° bersaglieri e n el 1918 fu promosso brigadiere generale. Collocato in congedo (1919) assunse nel 1()23 il grado di genemlc di brigata.

Cerrina.-Feri-oni Giova1tn1:. Ammiraglio, n. a Fi-

renze nel 1866. entrato in servizio nel 1881, collocato in P. A. nel 1918, promosso contrammiragl io nella riserva navale nel 1918 . F 11 governatore della Somalia dal 1914 al 1918, e n•:i 1927 vcn ne nom inat.o ammiraglio di squadra ' nello ,·iserva. Combatt.è a Kùnfuda nel 1912.

Cerri Vittorio

Cerro. Posizione fortificata presso )lfontevideo. All'epoca dell'assedio di :M.ontcvidco, nel 1844, mentre la posizione del C. era presidia La dalla Legione italiana, comanda ta eia Gar i bal<li e da poco costituita., un corpo nemico molto più numeroso dei difensori cercò cl i darvi l'assalto, m ,, Garibaldi, invece di a ttendere l'urlo, lo preven ne, uscendo da i ripari co,i suoi e a.ss>tlendolo vigorosamente a,Jla ba·ionett2 Sgominati, i nemici nor ressero all' impeto degli f. taliru1i e dopo breve resisten,.a f,;rono costretti a cerr!na Giovanni darsi alla. fuga.

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Cerro Gordo. Località del Messico presso Vera Cru~, che ha dato il nome a una battaglia ( 1847) fra le t ruppe messicane, comandate dal gen. Santa Ana (9000 u . con 40 cannoni) e le truppe degli Sta.li Uniti comand,tte dal gen. Scot t (8.500 u.)

Cerri Vittorio. Anunira.glio, n . a l\foncalvo (Alessa.ndria) nel 1857, entrato in servizio nel 1873, promosso contrammiraglio n el 1911, viceammiraglio nel 1914, collocato in P. A. nel 1918, e p romosso Ammiraglio d'Armata. Comandò la difesa m ii. marittima della Spezia ; nel 1917-18 tenne il comando iri capo dell'Armata navale, poi quello d ella Maddalena., poi quello di Taranto, e infine, sino .a l 1927, la presidenza dell'Istituto Princ ipe di Piemon te: iu detto anno andò a riposo.

Cerrina (Enrico). Generale, n. a S. Lazzaro Parmense nel 1867. Sottot. di fanteria nel 1877, partecipò a lla campagna cl' Africa del 1895-96 meritandosi una

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Messicani

I.a battaglia si iniziò il 17 aprile, con la. presa, da parte della divis . nord-americana Twiggs, della posizione di A ta laya, d ifesa dal gen. messicano Aleorta.. Il 18, l'attacco venne rinnovato verso il Cerro Go,:do, che fu preso d'assalto. I messicani, battute le loro fanterie,


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non riuscirono a impiegare, ix:r le difficoltà del terreno, la loro numerosa cavalleria, e dovettero battere in ritirata.

Cerroti (Filippo). Generale, 11. e m. a Ro111a (18191892). Ufficiale del Genio nelle truppe pontificie, mandato nel 1848 nel \'eneto, vi rimase a combattere contro gli Austriaci. L'armo seguente partecipò alla difesa di Rom:t. Passato nell'esercito italiano, partecipò alle campagne del 1859 e del 1870, Promosso ten. generale (1871) fu giudice dd Tribunale Supremo di Guerra e ?.farina e deputato di Roma per la XI Legislatura. Lasciò qualche lavoro d'indole tecnica milita.r e. Cer ruti (Agostino). Ingegn.,rc mii. e brigadiere generale dello Stato Pontificio, n, a Roma, m, a Civitavecchia. nel li27. Fu go,,ernatorc delle armi in questa piazza, dopo di essersi distinto in lavori di fort ificazione. Caruti Carlo Fra,1ccscfT. Gcncrnlc, n. a Bioglio nel I ì92. Fu ~-! servizio della Francia nelle campagne del

1812-14. Xominato sottot. nel nostro Esercito nel 1815, partecipò alla camp:tgna contro la Francia; da colonnello diresse il collegio dei figli dei m ilitari (1843) e lo tenne anche quando, nel 1845, venne promosso maggior generale. Kel 1856 fu collocato a riposo.

Cermti Band1tcco Felice. Pittore battaglista, n. e m. a Torino 1813-96. Spicca fra i maestri del gene re, con grand i q uadri, turbinosi di moto e pieni di luce, riguardanti specialmente la cavalleria, Varie sue opere abbelliscono i pala1.zi reali di Torino e di Roma ed i musei del Risorgimento. Eccellono fra tutli <( Carica di Novara. cavalleria a Ginestrello >>; <e Battaglia cli Palestro »; « Carica di Genova e Savoia cavalleria a Volta»; « Ylorte del col. Beretta a S. ~Ia.rtino »; « Presa della Contra.cania (S. :Martino)».

Ccr1'11ti Carlo Cesare. Ammiraglio, n. a Genova, m. a Roma ( 1820-1905), Entrato in servizio nel 1833, promosso contrammir. nel 1868, e vice ammir. nel 1878, fu collocato a riposo nel 1878. Fece le campagne di guerra in Oriente contro la Russia, nel 1856, e quelle del 1859, 1860 e 1866, guadagnando la med. d'argento ad Ancona. Comandò dal 1870 al 1871 il 2° dip, mii. marittimo. Ccrruti Alberto. Generale, nato ad Alessandria d'J::gitto, m. a Genova ( 18401912). Sottot. d'art. nel 1859, partecipò ali:• guerra del 1866 meritando a Borgoforte la croce di cav. dcll'O. ~f. S. Insegnò all'Accademia. m ii. cli Torino. Inviato a Vienna come addetto mii., nel 1886 ( da colonnello) presiedette la commissione intcmazio-· 11ale che stabilì l'annistizio di P irot, fra Serbi ~ .Bulgari. Xci 1894 raggiunse il gra'(io di magg. genernlc, comandò la bri1 galta Savona e poi (1397) la Scuoio. di guerra; fu promo\so ten. generale nel 1899 e comandò nel 1900 la Aadò ;, P. a,J 190<,,

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864gucme, mt"l1lr'ua sindaco di Geno,·a., ,·enne nominate senatore.

Certaldo. Comune in prov. di Firenze, nel medio evo fortificato. Fu assedialo da Enrico VII nel 1313, ed ebbe danni dalle milizie di Pisa. nel 1363, dalla compa!,'llÌa del )liehelotti nel 139-1, dalle truppe napoletane e senesi durante la. guen·:1 del 1474-)479. Cerutti (Vittorio). Generale commissario, n _ a j_\fantcwa, rn. a Borgoforte (1859-1925). ::-lei 1883-89 fece la campagna d'Africa; fu quindi insegna.me d'arnministrazione alla Scuola di Modena. Raggiunse il grado di colonnello nel 1913 e di brigadiere genera.le nel 1918; andò in P. A. nel 1919. Cemtti ,111to11io. Genera.le, n. a Rovigo nel 1870, Sotd'art. nel 1889, partecipò alla gi·a.nde guerra (19151918) e comandò nel grado di colonnello il 57° art. da camp_ e il deposito del 20" art. Collocato in l'. A. ( 1920) raggiunse nel 1926 il grado di generale di brigata. LOL.

Cervarese S. Oroce (ant. Silvari-simu). Comune in , prov. di Padova, sul Bacchiglione, oggetto ben spesso, per la sua posizione strategica, di conflitti armati fra i Comuni di \'icenza e Padova, di cui subi le conseguenze. Incendiato nel 1198 dai Vicentini, ne ebbe distrutto nel 1312 il ca.stello da. Can della Scala. I Veneziani vi furono b-attuti da Francesco I da Carrara (1372). Cervelllera. Così fu chiamata un'armatura per il capo, in ferro, che nei secoli XVII e XVIII si poneva

Cervelllere (fino al XVIII secolo) tra il capo ed il cappello, e serviva come difesa. interna del copricapo: essa si porta.va col cappello di stoffa o di pelo, quando sostituiva il casco, l'elmo, o la celata. La C. aveva la forma della ca1<;,lla e della carcassa, senui tesa e tutta cli un pezzo. Nei linguaggio usuale del tem, po, calotta, carcassa e ce~ velliera non avevano una diCervelliere see. XIV stinzione ben definita, usa,1 dosi tali vocaboli promiscuamente pe1· dinotare indifferentemente le tre !!.pccie di copricapo protettivo. Così ad es. chìamavai.i C. anche il casco liscio, semplice, ben aderente alla testa.

Cervellon (Goffredo). Capitano cagliaritano del secolo XVI. Al se rvizio del re d'Aragona come $Clllplice soldato, per es.,;ersi distinto in varie battaglie, Ferdinando il Cattolico lo nominò suo capitano, )<el 1527 si acquistò grande fama e popolarità all'assedio del Castello Aragonese in Sar degna. Cervera. Borgo della Spagna, ù1 prov. di Lerida. Xci 1000 "i si batterono i Cristiani contro i Musulmani


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di , Alma11zor, 1na ne vennero vinti. C. fu conquistattt da Ramon che fu detto di C., p resa poi dai conti d i llarcelona e dal re Giovanni I dOJ)O dmò assedio. Presa dai Francesi, fu loro ripresa d,t bande spagnuole. Il 5 set tembre 1810 vi avvenne uno scontro delle cavallerie fraJ1cese e spagnuola, nel qua le si distinse il rcgg. dei cacciatori napoletani a cavallo. :'sei 18i3 (16 febhraio) C . fu invano a ttaccata dai ca rlisti.

Cervera (Pasq11ale C. y Topetc) . Ammiraglio spagnuo lo ( l 839-1909). Pa1·tecipò alle guerre in Africa, a Cub~, e a lle lotte c iv il i. Fu min istro della Marina. '.Kel 1898 ebbe il comando della flotta spagnuola che f·.1 battuta a Santiago (,Cnba). Fatto prigion ieJ·o, venne su bito liberato e tornò 11ella Spagna, dove Iu processato e assolto .' Nel 1901 ebbe il grado d i vi• cc,u:nmiraglio: P u bb licò a sua d ifesa un. libro : << Collezione di documenti)).

Cervia. Comune in p rovincia di Rave.nna 1

su{.

l' Adriatico. d i antich issi1na. origine, nel n1edio evo

fortificata: Federico II vi crrvera Pasquale fece costruire nel 1177 una robusta rocca. C. fu alleata con Ravenna contro Faenza nel 1145. partecipò con proprie m ilizie alla crociata dei 1190, venne presa dai Forli,·esi nel 1200 e libera ta per opera dei Ravennat i. Nei secoli seguent i partecipò alk, lolle che di la niarono i Comun i d'Ttalia: nel 1270 i Forlivesi presero ancora !a città d i C . e dopo tre giorni di assalti anche la rocca. Nel 1384 fu presa da Galeotto e nel 1-133 da Sigismond0 J\lalarcsta. Nel 1813, erano a C . di guarnigione 300 u , del regg. straniero (del Regno cl'Ita liaì i q uali fufo:w assaliti d a S cp. austriache de l corpo del gen. N ugent, a.ppoggia te da un cor po franco italiano e da SO usseri. La guarnigione fu in paf\C fatta prigioniera, in parte sl f,alvò con l.a fuga, a.bbandonandc

due canncni.

Cervigni (Giavam,'i). Generale medico, n . a Gu bbio nel· 1855. Lau reatosi in medicina e chirurgia a Ro logna. fu nominato sollot. medico n e l 1Si8; d iresse quale tenente colonnello l'ospeda le m ili(arc di P,ologna e dà colonnello partecipò alle campagne d i guerra del 19 151916, d irettore d i sanità del X C. <l' A. ::-J cl 19 16 fu cbia mato a far parte de lla comm ission e sanita ri,t centrale e collocato a riposo col grado d i magg, generale ( 19 L9) raggiunse ne.I 1926 il grado di tcn. genera le medico. Cervino. Mon te delle Alp i Pennine. Monte Cerviuo ('FJàttaglione Alpino). Cost ituito pec la du rat:i dell\L guerra italo-austria.ca a Bormio il 22 aprile 1916 dal 4° regg a lpini colle cp. 87'.. 103" e 133". ::--.-el maggio e nel luglio 1916 combattè a l passo della Borcola; dall'ot tobre ,1! novem bre !Jrese parte alle azioni svo'ite sul 1{. Pasu bio; nel 1917 operò pr ima a J.\,falga Va l del Gatto, poi al ~1. Vodice; il 17 novembre conqui~tò le" ]\:[elette Avanti cl i Gallio, che presidiò per tutto il mese di novembre, resp ingendo audaci attacchi n emici ; il 4 d icembre, in seguito all'aggiramento nemi-co a l :\I. .'.\Iiela, il cc Cervino"• dopo tenacissima re-

sistcnza. si sacrificò sulle pos1z1om s ubendo forti perdite e cadendo in parte prigioniero. R iorgànizzatosi, il 10 febbra io 1918, fu sul. Pasubio, poi sull'Alpe di Cosma.gn.on e il 20 settembre passò a costituire, insieme ai battaglioni « Cividale i) e <( Sacca.:rello ,,, il XX gruppo alpini, col quale operò nella zona del 1{. Grappa, operando l'avanzata verso i Solaroli : raggiu nse il 1° novembre Feltre, il 2 Ca.rt ed il 3 :Mugnai. La condotta del « Cenino )J fu premiata con med. d i argento colla seguente moti.va~ione: << Il battaglione Cervino sotto una tempesta di fuoco stremato d i numero ma non di forza, resisteva ac~anit~mente Ìll grave s ituazione a soverchianti forze nemiche, coprendosi di gloria, a prezzo d i purissimo sangue, per la sovrumana passione eroica elci suoi alpin i che dettero sempre f ulgido esempio del più· a lto spirito di sacri5zio JJ (Melettc, 17- 26 novcrnbre 1917; l'vI. Bisorte, màggio 1916; Bodrez 15-18 maggio 1917; Vodice 26-30 maggio t9 1ì; M. Fior, 4 dicembre 1917).

Cervo. Già comune, marittimo, della Liguria occidentale, ora fraz ione di quello di D iano :vtarina.. 1\el 1345 f u occupato dai f uorusciti d i Genova capitanali da Antot1inQ, Doria, ma Genova vi inviò una. flotta e riusci a sconfiggere i fuorusciti e a riprendere il paese. Nel 1625 il presid io piemontese fu scacciato da C. per opera d i una banda d i soldati còrsi a iutati dagli abita.ttti ; ma le trttppe piemontesi riuscirono a r iprenderlo e lo posero a sacco come punizione. Cervo. Sambuco, a vela, d'uso locale, in 11ar R osso, lungo rn. 17, largo m. 5, armamento 2 cannoni da 75, disloc,1mento tonn . 35, équipaggiò- 13,. Ccr,;o-vohmte. Viene co'sì chian1ato· un apparecchio, più pesante dell'a.ria, nella quale si man t iene sospeso mercè la pressione su esso esercitata dal vento, restando collegato col suolo mediante un filo d i riten uta. Per evitare r' capricci del vento incostante e le conseguenze di fort.i raffiche s i usa. applicare ai cervi volanti uno spe·ciale attacco munito di briglia elastica, che permette cli diminuire od aumentare l'angolo d i inclinazione del piano o dei p iani degli stessi rispetto alla d irezione ciel ,·ento; si p uò anche ann1enlaré la forza di sostentamen to degli stessi svilu ppando la loro supertìcie portante e s i p uò migliorare la loro s tabilità introducendo dei piani direttori per pendico lari aJ p iano dei cervi stessi e quindi orienta.ti secondo la d i1·ezionc del vento. Se un solo cervo volante non trova vento sufficiente per inn.aizarsi all'altezza che s i vuole raggiungere) si usa inserire ad un certo pm1to del cavo cji 1·itenuta dello stesso ,m secondo cervo, ed ancli.e u n terzo od u n quarto, mtenendo in t,LJ modo il cosiddetto treno d i cervi volanti, col quale s i sono raggiun te• delle altez7.e molto forti, su perior i ai 6000 metri. 1 cervi volanti a seconda elci servizi che debbono rendere possono essere dei seguenti tip i: monoplan i. od aquiloni adoperati in genere con venti di lieve intensità e peE jnna lz-1,mcmo di piccoli pesi - multiplani, usati co i venti <l'i_ forte intensità, per innalzamen to di pesi rileva n ti, pe, l'a.ccoppiamenio a treno, ccc. cellulm·i, usa ti speciàlmentc quando occorre raggiungere altezze rilevant i ed una. grru1de stabilità. Le applicazioni del cervo volante, anche per scopi rniHtari, -spedalmente quando Paviazione non. esisteva

ed era ai pr imo1"d i, sono Jtatc varie ed innumerevoli ; an55


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che attualmente però, in specie a scopi scientifici, i cervi volanti sono molto usati. Dalle cronache antiche risulta che nel 549 gli abitanti di una città chinese assediata, per far conoscere al di fuori la loro critica posizione, costruirono un gran numero· di questi a pparecchi aerei e li lanciarono per chiedere soccorso. Nelle sue memorie il conte Dundonald, che nel 1822 fu capo della Marina nel Brasile e n el 1827 capo delle forze marittime dei G reci, racconta che quando voleva comunicare con gli Spagno li, durante la guerra Iber ica, faceva attaccar~ i s~oi proclami od avvisi alla coda cli cervi volanti che erano Ja11ciati col vento favorevole e che si lasciavano cade:e a l momento voluto. Prima della grande guerra il cervo volante era utilizzato con successo come apparecchio di segnalazione per le manovre militari, e, nella marina, per far comunicare i navigli tra loro durante le esplorazioni. E ra inoltre U&'lto per sostituire i palloni frenati, se questi non si potevano usare a causa di vento molto forte. I cervi volanti sono stati in passato usati per l'esecuzione di fotografie da ll'alto ed i primi stud i sulla f otografia aerea a scopi militari e topografici

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che, ed è ancora in ta lune occasioni, ·u sato come apparecchio di salvataggio per i navigli in pericolo : infatti un cervo volante, lancia to dal naviglio, può giungere e portare a lla costa una gomena attaccata al suo cavo di riten uta, a modo di guiderope, gomena che servirà a stabilire una linea di soccorso fra il naviglio e la costa. Con i progressi fatti da lla aviazione e dalla radiotelegrafia in questi anni: i cervi volanti, elle sono sta ti quelli però che hanno agevolmente servito ai p ionieri dell'aviazione per i primi esperii:nenti e nella preparazione dei modelli d'aeropla.ni, sono stati quasi radiati dall' uso a scopi militari, e trovano ancora impiego nelle ricerche meteorologiclle: gli strumenti registratori affida ti alla gomeqa cli ritenuta elci cervi volanti vengono al21ati alle quote volute e quindi ricuperati.

Oervole (Ar'n aldo di). Capitano di ventura fran&tse, del scc. XIV. Fu al servizio ciel re Giovanni, e con lui preso prigioniero a Poitiers. Liberato, s i pose alla testa della « Compa.g nia bianca>> e percorse saccheggiando e combattendo Provenza, Borgogna, Lorena., Champagne, avendo ai suoi ordini fino a 40.000 uomini. Nel 1366, mentre si d isponeva a recarsi in Austria per combattere i T urchi, fu assassinato da un suo · soldato. Oervon i ( Gim•anni Battista) . Generale francese oriundo della Corsica ( I 768-1809). Servì dawrima nell'esercito p iemontese e nel 1792 passò in quello francese e partecipò all'invasione della Savoia, all'assedio cli Tolone, dove guadagnò il grado di gen. di brigata., alla campagna d'Italia, dove gua dagnò quello di gen. cli divisione, e alle guerre dell'Impero fino alla batt. di Eck milhl, nella qu ale cadde combattendo.

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Stazione cli cervi volan i i

sono stati fatti mediante cervi volanti trnsportanti alla quota volu ta gli apparecchi fotografici. Anche per la telegrafi.a. senza fili il cervo volante è stato applicato, realizzando con lo stesso, e molto economicamente, una antenna d 'altezza considerevole. E' risapu to infatti che p iù un'antenna di telegrafia senza fili è elevata più la portata della ricezione è estesa : se s i fa uso d i un filo d'acciaio come gomena di r itenuta si costituisce in tal modo u na antenna ideale di gran lunga super iore alle più lunghe antenne fisse. li cervo volante è stato an-

Cesa (Pompeo della), ossia della Chiesa Pot'!Pep; arma iolo milanese clie lavorava n ell'ultimo ventennio del secolo XVI. E ra utefice valentissimo, e ' n e è pr9va l'essere egli stato armaiuolo della Corte ed a.vere · armato i duclu Alessa11dro Farnese, Ghglielmo Gonzaga, e pri11cip i e privati in I talia ed all'estero. Cesana (ant. Se:xana). Comune in prov. di Tor ino . Nel 1708 vi si svolse un combattimento cbe appartiene alla guerra di Successione di Spagna. Nella posizione di C. Vittorio Amed eo 11 aveva collocato sei bgl. p iemontesi e austriac i. al comando di ~hebincler. L ' ll agosto, il maresc. d i V/llars, sboccato dal Monginevra

varli tipi cH cervi volami della brigata 5pecla!Lsti del Geni o (1U03)


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con 70 bgl., avanza su C. L'avanguard':i. alleata (-100 u.) trattiene quella francese (3000 u.} per due ore e ripiega poi sul grosso, perdendo ISO u. ma permettendo a questo di ripiegare ordinatamente a Oulx.

867 a Rovereto; 3• a. Riva; 4• a llorgo Valsugana; Centuria Alpina (Cava.lese); Manipolo Mitraglieri (Trento); Manipolo Ciclisti (Trento); Gruppo Motociclisti (Trento). La L-egione ha 300 militi sciatori, e presiede al fun-

Cesano (Pietro) . Generale, n. a Vigone, m. a Torino ( 1839-1908). Sottotenente d'art. nel 1860, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1887, comandò il 18° reggimento fanteria, e poi fu addetto militare a ll'ambascia. ta di Pietroburgo. M aggiore generale comandante la brigata Venezia (1895), nel 1896 ebbe il comando della. Scuola. militare di :Modena. divenendo tenen te generale nel 1900. )):, 1901 al 1903 comandò la divisione militare di Pia cenza e poi andò in posizione ausiliaria.

Cesare (Caio Gfolio). Imperatore romano (100-44 a. C.), uno dei più grandi capitani dell'antichità. A 20 anni combattè valorosamente contro il re della Bitinia, a 33 fu questore in Spagna, nel 65 fu nomina to ed ile, nel 63 pontefice massimo, nel 62 pretore, nel 61 fu pretore nella Spagna, nel 60 formò con PompeQ e Crasso il primu triumvirato. L'anno seguente fu nominato Console e in nove anni sottomise completamente la Gallia., sbarcando, •whe in Britannia. Pompeo ottenne che il Senato gli intimasse di licenzia.re l'esercito . .Egli allora con un,! legione venne in Italia. passò il Rubicone e in due mesi conq uistò l'Italia. Portò poi la guerra vittoriosa nella Spagna contro i generai; di Pompeo; poi inseguì questi nell'Epiro vincendolo a. Farsaglia nell'anno 48. Con le vittorie di Zela (47), di Tapso (46) e _di :Munda (45) pose fine alla guerra civile ottenendo la nomina a dittatore e censore perpetuo. Fu ucciso in Senato per una congiura diretta da Bruto e Cassio. Grande scrittore: sono celebri i suoi « Commentari» della. guerra Gallica e della guerra civile. Cesare Battisti. 41" Legione M . V. S. X., costituita nel febbraio 192.3 su quattro Coorti con sedi rispettivamente a Trento, Bolzano, Rovereto, Riva., e due Manipoli, l'uno mitraglieri e l'altro alpino. La sede del Comando di L egione è a Trento. In data 1° maggio 1926, reparti della Legione passarono a costituire la 45" Lc~ione, « Al to Ad igc », con sede a Bolzano, e allora. le coorti della C. B . ebbero queste sed i: 1• a. Trento; 2"

.\1anlp0I0 "mo1ocl cll st l dell a • C<lSlll'C Battisti » zionamento d: quarantacinque centri d'istruzione premilitare con 1500 allievi.

Cesarea. Antica cittil. della Cappadocia, oggi Kaisarieh. X el 261 d. C., durante il periodo della seconda anarchia mii. dell'impero romano, fu assediata da. Sa-

La c1u:1dc11a di Cesarea

pore I , re dei Persiani. Comandava la piazza un ufficiale romano chiamato Dcmostenc, vinto dal trad imento di uno de' suoi, che introdusse gli assedianti nella piazza, la. quale fu presa e sa.echeggiata.

Cesarea di Palesti1ta (L a t. Strato"i.< A rae) . Ant. città sulle coste della Palestina.

I. Assedio e battaglia di Cesarea (639-64Q d. ·c.). Appartiene al periodo delle grandi conquiste musulmane, dirette contro l'impero bizantino. La cillà fu assalita da un grosso esercito, prima agli ordini di Amru, poi di Jczid, e difesa dal figlio dell'imperatore Eraclio, Costantino, il quale tentò dapprima la sorte delle armi fuor delle mura, ma, nella battaglia che ne segul, venne sconfillo. La città resistette per un anno circa, e poi dovette arrcridcrsi, mentre Costantino riusciva a salvarsi prima della resa.. II. Battaglia di Cesarea ( 1073). Appartiene alla lotta fra i T urchi e i Bizantini. Isacco Comneno, generale dell'imperatore greco Michele VII Ducas, contrastò il paese pi>'1 che potè a. Solimano, ma, indebolito da un


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Ccs amrnu tinan1ento dei 1n ercenari normanni a rruolati d a. B isanzio, fu infine sconfitto in decisiva ba ttaglia presso

C. e fatto prJgioniero.

I II. Assalto di Cesarea ( 1101). ,\pparticne alle Crociate. Nella. pr imavern del 1101, la repubblica <li Genova arn1ò 28 galere e 6 navi e le inviò in PaJcstina, sotto la guida di Embriaco: faceva parte della spedizione anche Ca.ffar o. Unitesi na.vi pisane e di a ltre nazioni cr istiane a. quelle genovesi, la flotta si presentò davanti a C. P revalse il consiglio d i assalire all'improvviso le m ura appoggiaJJclo le scale sulle galee, e così fu fatto. L'assal to riuscì, la città fu pres-1. e data a l .saccc), con grande e ricco bottino per parte dei conquistatori. 1

IV. A.s<edio di Cesarea (1265). La città fu ripresa dai :\l usulman i nel 1 l87, e ai)COra dai Cris tiani, e d evastata, nel 1220. La tenner o costo·r o fino al 1265, anno nel quale Bibars, su ltano d'Egit to, venne ad assalirla. Superate le mura d'assa lto, resistette ancora per qualche giorno la cittadella, !''a anche questa dovette arrenders i. I .Musulmani spianarono allora. t ut te le fortificazioni, e C. ,1011 r isorse p iù.

Cesari (Cesare). Colonnello, scri ttore mii. n. a Modeua nel 1870- i.0 u insegn ante a lla Scuola mii. d i i\,[odena e, nel 192S, libero docente· d i Storia coloniale nella R . Univers ità d i Roma; passato nel corpo di S. :Yr. fu all' Ufficio sto•· r ico e rn.g giunse nel 1919 il g rado di colonnello i,~ J> . A. Nel 1924 fu rich ia mato a ll'Uffic io storico <lov~ htvorò ancora intorno a lle <e :\lfomor ie Storiche M ilìtari >>, molte delle qua. li sono a lui dovute; fra queste: « L'assed io d i A·· rnantea »; « La difesa d i Roma >l; <e L'assed io cli Gaeta )l; _ <<La spedizione inglese in Egit to ri'el 1882 )), ecc.; i nolt re p ubblicò: « Corpi Volon tari italiani dal 1848 al 1870 >>; « Le tnippe italiane nell'isola di Candia l>; « Colonie e possedimenti colon iali >>; d ue volum i su lle question i del vicino e del lontano Oriente; ecc. Cesarini (G.,gl·ie/1!10) . Genera le. n . a Perugia nel 1866. Sottot. di fanteria nel 1885, fece par te dal 1912 al 1917 delle t ruppe di s locate i n L ibia. me rita.11dosi come comandante di bgl. u na med. di b ronzo a Benina a Gebel-Regima ( t\ prilc l 9 13) ed una me-· daglia d'argento nell'imboséata del -.Ma.di Zera del dicembre 1914. ~e! 1915 ebbe il comando .della zona d i Bengasi e r ien tra t,, in l tal ia, pa.rtèci pò d a co·lon.nel lo e colonnello bribadiere a l coma ndo della briga ta ,]lfodena, al le campagne d i guerra de! 19[71918 guadagna ndosi una seconda medaglia d 'argen tc, quale comandante di settore ne ll'azione del d icèmbre

1917 a Cà d'Anna. ~cl 19 18 fu per alcu ni mesi generale a disposizione del Comando delle truppe della Tripolirania; collocato in P. A . S. a sua domanda ( l9!9)· raggiunse nel I 926 il grado di gene ra le di divisione.

Cesario. Cap itaJ10 del sec. J X 'd . C. F igl io del duca Ser gio d i Napoli, nominato capitano generale della Santa Sede durante l' invasione sa.racena dell'849. Concen trate a Ostia le forze navali del' J>apa, e riuelle deg li ,t lleati d i Ama.lfi, Napoli e Gaeta. attese q uivi la f!otta s:1racena che m uoveva cont ro Ro1na, e la sconfisse e distrusse comp letamente, facendo migliaia di prigionieri. F u usato con successo con tro le nav i ,nemiche il fuoco greco. Cesaro (Robtrto). Generale, n . nel 1859, rn . a ~ap oli nel 1923. Sottotenente nel 68" fonteria nel 1878, poco dopo passò nell'arma dei Carabinieri Reali subito dis\inguendosi d urante b q_:,idemia colerica dçl 1884 tanto da meritarsi la med aglia d'a1·gro!o dei I:,enemeriti ·ctella salute pubblica. ):eJl'anna d ivenne colonne llo nel 19J 3 men tre si t~va va i>.1 T ripolitania ed ebbe il comandc della legione CC. RR. L ibia <li nuova formazione. :Ma.ggio1·e generale nel 1917. partecipò all,l grande guerra nel 1918. Terminata la ; guerra andò in posizione ausi!iaJ·ia .

Cesati di Vig ad ore (11/la.1s·imilia110). Generale, n . a :Milano, m. a 1'vfasnago (1837-1899). Nel 1855 s i arruolò nei cavalleggeri Aosta e nel 1859 à S . • :M a r tino fu promosso per merito · di guena sottotenen te. Partecipò alla guer ra de I 1866. Co lonnello nel 1885, comandò il regg. cavalleggeri Roma. ]Vlagg. generale nel 1(,93, con1a1tdò la 2" br.igata d i cavalleria e dal maggio 1896 a lla fine de l 1897 iu a iutante d i cam po generale d i S. M . il Re Umberto I. Fu poscia collocatq a riposo. Cesena. Città in prov. d i Forlì, su l Savio, ai piedi

I.a r.irle bassa clella rOl:ea di Cesena cli ,ma collina sulla quale esiste la "Rocca .1\'.lala k stiana », imponente for ti liz'o medioevale, in pane ora

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diroccato, un tempo unito alla città con una cerchia <.~i 1nu ra) i:, p~·.rte ancora conservate. Fondata da i Galli nel IV secolo dell'era volgare, d iveune hnpe:rtantc n1unicipio ron.1,1.no e dovette avere

869 ui e condizione, furono 111assacrati senza p ietà, inentrc gli a ltri si salvavano con la fuga.

III. Dopo gli Orclclaffl, ebbe da.I papa Urbano VI, ii possesso di C. Galeotto ~lalf;tcsta. Questa famiglia di(ese la città contro .Manfredi di Faenza, Q,-delaffi d i Forli e i conti di ()!'bino; fu a lleata de l Papa contro i Visconti e tenne la città fi.no a l 146';, qmmdo passò alla Ch iesa. Da a llora seguì le sorti della propria reg:one e non ebbe avvcnin1en ti 11o tcvo-

Ji fino al l83 l , a.llmchè, imita11clo f orlì, alzò la bandiera tricolore : il movimento delle Romagne di quell'epoca fu represso dalle t.r uppe pontificie, a iu tate dagli Austriaci, e presso C ., il 20 gennaio 1832, i rivoluzionari. in numero di 2500, vennero scor.fitti da 8000 u . di truppe pontific ie,

· Cesenatico. Comune in p rov. cli Forlì, sul mare, con porto- canale 1·estanrato da Leonardo d a Vinci. Interno clc ll a Ro(;Ca Ma lu1estiàna ct1 ccs0na Xel 1643, vi si svolse w1a fazione buone forti.fìcazion i, poi che Teodorico l'assediò invano che appartiene alla guerra. per il ducato di Castro . e la ebbe nel 493 solo percllè Liberio, che la. difendeva, L'ammil'. veneziano Giustinian compar ve con 5. galere gliela cedette. Venne devasta ta p iù volte dai Barbari; e 6 bar.:be a.rmare a C. il 26 giugno e sbarcò 180 cappassata sotto i Bizantini, fu cinta. di mura. Distn1tta pelletti, i quali attacca rono, protetti dalle navi, la guaxsotto Berengario, fu r iedificata. Partecipò alle lotte delnigione pontificia (700 u .) infl iggendole una perdita di l'alto medio evo, alleata col Barbarossa, o libera. Net un cent inaio di uomi ni e mettendola in fuga: quindi 1181 sostenne una guerra. vitt.01·iosa con R imin i, ma oacchcggia rono il paese. 1,el .I l98 fu vi nta da lla coalizione delle città vicine. Fu I l 5 gennaio 1314 la gu a rnigione del viceré Beauharancora in lotta nel 1202 con le stesse città., nel 121 D nais (300 u.) fu assalita dagl i Austriaci del >lugcnt ~ con Rimin i, nel L234 con varie città vicine, nel 1297 dopo breve resistenza si a.rresc. I) 24 a.prilc 1815, un con R imi ni, a.ppar tenendo sempr e alla fazione Guelfa. distaccamento appa.rtencn tc all'esercito di lYiurat fu a Anche con i M.ontefclo·o fu in lotta, venendone sconC . assalito e d isperso dagli Austriaci. Da. C. par tì Gafitta u na prima volta nel 1275, e una seconda volta nel r ibaldi ( 4 agosto 1349) per tentare di giungere. a Vene1294. Nel 1344 Francesco Ordelaffi, signore d i Cesena, zia as,ediata dagli Austriaci. venne assalito dal le milizie di. l'errara, Bologna, RaCesmè (ant. Kyssos) . Piccola c ittà dell'Anatolia, nel venna, Faenza, Imola, comandate da l conte Aimerico, d istt·ctto di Smirne, situata in una baia su lla costa mema i Cesena/i respinsero e scon_fis,;ero i collegati. 1·icliona le della . penisola d i Kara Bu run, d i faccia a lI. Assed;o della rocca rl-i Cesena ( 1357ì. Appartiene l'isola di Chio. alla campagna del cardinale Albornoz nelle Romagne. I . Batta.gl-ia ,bi Ces111è (7 luglio l770). Appartiene alla L'ultimo signore in armi contro d i lui era -Francesco guerra turco-russa. I Turchi, dopo la. battaglia di degli Orde la ffi, il quale si chiuse in Forlì e aftìdò la Chio (5 luglio) rimasta indecisa, ripararono colla flotta difesa di C. a s ua moglie Cia. :Mosse con tro Cesena nella baia d i Cesmè dove Ii attaccarono i Russi, col'Albornoz, e fece levare a rumore partigiani della Chiemandati dall'ammir. Orlov. Questi, fatti approntaro ~a in c itti,., e li appoggiò con 500 u., cosicchè Cia., optre brulotti, entrò nel porto dove iniziò il bombardaposta 1·esis_tenza. a.I le truppe avversa.rie, comandate da. mento delle navi nemiche a palle· arroventate. L 'ammi~falatesta e da Alidosi, si chiuse nella rocca (29 aprile). raglia tu rca a ndò ben p resto in fiamme provocando Riuscì quivi a resistere fino a.I 2 1 gi ugno, quando con confus ione e sgomento nell'armata tu rca. Di questo prouna mina gli assedianti fecero c adere una torre e la fittarono i Russi, che, rimorchiati i brulotti sotto ai difesa non fu pii1 possibile. fianchi dei vascelli n en1ici vi appiccarono • Pincendio. II. ·-E ccù/;o di Cesena (1377). II cardinale Roberto Gli efielti dello scoppio furono d isastrosi; gli equipaggi di G inevra, abbandonalo l'assedio di .Bologna, aveva turchi, composti di gente raccogliticcÌ\'. e indisciplinata, posto il suo qu artiere generale a Cesena, sulle fine del non seppero far fronte a l doppio nemico, e ben pyesto 1376. J s uoi soldati commct1eva110 ogni sorta cli anghedell'intera forw navale non rimasero cbe p ochi avan,-i rie a danno dei cittadini, i quali il 1° febbraio 1377 che le fiamme terminarono di d is truggere. 1

insorsero 1 1nassacra.rono u11 centina.io di soldati) e co-

strinsero il cardinale con gli a lt ri a rinchiudersi nella rocca. Aia Rober to c hiamò in soccorso la. compagni,1 dei Brettoni, stanziata. a Faenza al comando dell'Acuto; questi piombò il 3 febbraio in città, ed eseguÌ una repressione feroce, nella quale circa. 4000 cittadini, d 'ogni

II. Fasio,:e di Cesmè (22 giugno 1822). Appa rt iene alla guernt d i indipendenza della Grecia. Falliti i tentativi di offens iva della flotta. greca, Kara Alì, capitan: pascià di quella turca, 1·icondusse le navi all'ancoraggio d i Ccsmè, ritenendo di non essere p iù disturbato per


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La llat1ag-Ha navale cli Cesmè ( 1770)

lungo tempo. Ma, mentre i Turchi si accingevano a celebrare le feste del Bairam, e la vigilanza era fiacca e rilassata, la sera del 22 giugno, riconosciu te le posizioni nemiche, due capitani greci; Costantino Cana.ris e Pepinis, su due brulotti, penetl·ati inosservati nella baia, dove nella notte oscurissima i vascelli nemici brillavano pei fanali della << gran gala» tutti accesi, giunsero improvvisamente addosso al nemico : Pepinis sulla nave di Riale bey, Canaris sull'ammiraglia di Kara All. I l pr imo non riusciva ad accostare per il prematuro incendiarsi del brulotto, ma il secondo, raggiungendo pienamente l'obbiettivo, investiva col bompresso della sua navicella un portello della batteria del vascello nemico. Mentre i due arditissimi, insieme ai diciassette loro se-guaci, si mettevano in salvo a forza di remi, l'armata turca andava in fiamme. La catastrofe fu completa: morirono duemila turchi, fra i quali Kara All.

Cespedes (Carlo Ematmele di). Capo dell'insurrezione Cubana del 1868. Con soli 500 u. tenne bloccata Santiago e a poco a poco raccolse fuio a 10.000 uomini, facendo proclamare a Guaimara la repubblica cubana e venendone nominato presidente. Nel 1874 C., per non cadere neJle mani degli Spagnuoli che stavano per catturarlo, si uccise. Cessate i I fuoco! Comando col quale s i ordina l'interruzione del fuoco in battaglia, in manovra, ai tiri di guerra e al bersa.g!jo. Questo segnale viene dato a voce o col fischietto quando 'si tratti di temporanee interruzioni di fuoco per piccoli reparti al bersaglio, ai tiri di guecra, sulla line<1 ç1 i fuoco; viene dato im:ece colla tromba per reparti maggiori ; ove si tratti di tiro al bersaglio o d i tiri di guerra (di fanteria, d'artiglieria o d i mitragliatrici) i segnalatori, sentito il segnale, possono uscire d<1i ricoveri per « segnalare » i risultati del tiro; in questo caso anche i segnali di r iprendere il fuoco debbono essere dati colla tromba. Per maggiore sicurez1,a l'ordine viene trasmesso, tutte le volte che

sia possibile, anche mediante il telefono o con segnali a bandiere. In battaglia l'ordine di « cessate il fuoco>) alle artiglierie viene dato diretta.mente per telefono dai comandi delle grandi unità dalle quali dipendono.

Tromù in do

t&iI fl IEJ! c.Y I Q Jh I ItJf tF I r7 ~ I rt' I Gessaz iOnff eh qualunque operazione in corso

Cessaz ione dal servizio. La cessazione degli ufficia li da l servizio permanente effettivo è dete1·minat1 da uno dei seguenti provvedimenti: a) collocamento in posizione ausilia ria o a r iposo, per raggiungimento dei limiti di età prescritti dalle leggi in vigore; / b) collocamento i 11 congedo provvisorio o a riposo, per dichiarazione di inidoneità agli uffici del grado r ivestito. Vengono collocati senz'altro a r iposo gli ufficiali che hanno a lmeno 20 anni di servizio; sono messi in congedo provvisorio quelli a.venti da 15 a 20 anni di servizio. Coloro che non raggiungono il predetto min imo di 15 anni sono dispens::tli, concedendo loro una volta tanto - uua indennità che è in proporzione agli anni di servizio compiuti. e) collocamento in posizione ausiliaria per esclusione definitiva dall'<1vanza.mento al grado superiore. Gli ufficiali che avendo oltrepassato i -15 anni di servizio non raggiungono i 20, anzichè direttamente in posizione ausil iaria sono posti t ransitor ia.mente in congedo provvisorio, ove rimangono sino al compimento del 20° anno d i servizio. Passano indi nella posizione ausiliaria. Se l'ufficiale non ha ancora 15 anni di servizio gode dello stesso trattamento previsto pc! caso precedenté.

J


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CET

d) collocamento in pos1Z1one ausiliaria di autorità.

11:edio Evo :1ella Bessarabia. E' ancora discretamente

e) dispensa dal servizio permanente e d'autorità per

éonservata.

matrimonio irregolare (matrimonio contratto senza il

R. assentimento, unione col solo bto religioso, matrimonio stretto sen<éa il vincolo dotale). f) dispensa dal servizio permanente effettivo a domanda dell'interessato.

Cetate (o Tschetate) . Borgo della Romania, sul Danubio, a monte di Viddino•. Durante le operazioni dei Russi contro i Turchi sul Danubio, nel 1854, vi avvenne un combattimento terminato con la peggio dei primi. Essi avevano a C. 4 bgl., 7 sqdr. e 12 caro10ni, al comando del gen. Aurcp-Elmpt, appoggiati da 11 bgl. e 2 regg. di cavalleria situati poco lungi, sulle colline. Il S gennaio, 11.000 Turchi, con 20 cannoni, comandati da Ahmed pascià, usciti da Calafai, marciarono su C. e il giorno dopo Ahmed lanciò contro le posizioni russe 6 bgl. di fant. e 2 regg. di cavali., appoggiandoli con 10 cannoni, al comando di I smail pascià. I Russi, respinti nel villaggio, per tre ore resistettero nelle case, ma pòi ne furono cacciati. _Frattanto un corpo russo agli ordini del gen. Bellegarde (9 bgl. di fanteria, 2 regg. d i cavalleria, 16 cannoni) marciava da sud verso la strada di Calafat. Ahmed lanciò contro di loro la riserva, condotta da Mustafà pascià, e questa cacciò i nuovi venuti_ d al càmpo dopo breve lotta. I Turchi perdettero 1038 u., i Russi 3000, e abbandonarono le posizioni che avevano preso attorno a Calafat. Cetatea Alba. Ant. fortezza genovese, fondata nel

Cetego (.Marco Cor-nelio). Generale romano. Combattè nell'Insubria i Cartaginesi, guidati da Magone., fratello di Annibale, e li sconfisse nel 203 a C.

L'antlca forte-aa genovese dl Cetatea I\Iba

Cetona. Comune in prov. di Siena, nel medio evo fortificata con mura e castello. Vi furoiio rinomate fabbriche d i arch ibugi. Nel 1418 fu presa da Braccio da Montone; in principio del sec. seguente da Cesare Borgia che la saccheggiò, poi dal duca d'Urbino, e nel 1556 dai Medici di Firenze: Cetra (o Cetera). Sorta di scudo, d i forma rotondeg!;iante, adoperato nell'epoca di Roma dai Mori e dagli Spagnuoli, ed anche da fanterie romane: Ceterali si dissero i solda ti che tali scudi portavano.

I Pianta di cette nel secolo XVII


-87-2 Cette. Città della Francia nel dip. dell'I-Iérault, importa nte porro del "Mediterraneo, a occidente di ~-larsiglia, sulla s trel!R lingua di terra che separa il golfo del Leone dallo stagno di Thau, che comunicano mcdiaJ1te un canale, il quale poi, pe,r a.lire vie d 'acqua artificiali, unisce il pol'to d i Cetle a l Rodano da una parte, a lla Garonna e ali' Atlantico dall'a ltra. I l porto, costruito nel 1666 su piani del Vauban, è. dopo :Marsiglia, il

□-5□c:o= 1=00_0_1.., 500 metri

La cluà e le fo rl lficazionl d i Ce111a

più importante della costa :1,foditerranea della Francia . Le sue opere d ifensive non hanno grande importru1za milita.re, e consistono nei tre forti di St. Pierre,. presso la. diga a sud-ovest della città, Richclieu e Butte Ronde a ovest della città, a 110rd-cst della quale, presso Pyrade, sorge un'opera secondaria che porta il ;,ome di questo villaggio.

Ceuta (ant. Scpt.em P.ratres). Appartenne a Cartagine, poi a Roma, poi ;ii Vandali, poi agli. Arabi, poi ai B izantini, seguendo sempre le sorti cieli' Africa settentrionale. Venne fortificata d a Abderaman Hl. ;\lei 123 1 fu per breve tempo sottomessa. a Genova. Nel 1413 fu pn~a dai P ortoghesi, con una flotta di 67 galere e ;<O navi d,1 trasporto . Essi 1"espinsero parecch i aWtcchi dei rr.ori e la tennero fino a.I 1581, quando p as;0 sotto il dommio· della Spagna. Vi s i costituì un ,, P.e\;gimento fisso di Ceuta >i ( 1703) su due bgl. e qualche ,, banda ll aggregata . N eL 1694 C. fu a5sediata dalle truppe del sultano del M:arocco ( 40.000 u.\ ; 33 anni stettero invano i marocchini davanti all;i pi,u:za, che ricevendo rinforzi e viveri dal mare potè resistere facilmen te. Nèl 1'720 gli Spagnuoli a.ttaccaJ·ono il campo marocchino e presero 29 cannoni; lna,, si ridussero ancora nella p iazza, l'assedio della qua le fu tolto nel 17-27, alla morte del sultano. Nel 1728, .ilei 1732, nel 1791 vennero d ai mori fatti altri vani tentativi di attaccare Ceuta. Nel sec. XI:X. e nel XX, C. è semJ?l'C stata considerata come ,,iazzaforte e base di operazioni. Ceva (ant. Ceba). Città in prov. di Cuneo, sul Tanaro, ant. fortificata, con mura turrite e una. forte rocca sopra una. rupe scoscesa dominante la città, che venne

CEV

demolita nel 1800 dai Francesi, dopo la battaglia di ::,(arengo. C. partecipò alle lotte medievali a lleata con Asti, d 1 cui seguì le sorti. Fu marchesato a utonomo, e nel 13U venne data dall'imperatore Enrico Vll a l duca Amedeo V di Savoia. Nel 1543 fu assediata dai l,'rance;, e difesa valoros;imente e felicemente da lle milizie di C?.i-lo ITI di Savoia. 'è\1' e l I 638 fu assediata da 13.000 S pa· gnuoli comand,1ti dal gen. Cara.cena, ma resistette felicemente ed essi dovettero abbandona.re l'assedio. Nel J 706 gli Ispano-Francesi vi posero di nuovo l'assedio, ma dovettero toglierlo in seguito alla batta,glià di Torino.

CombaUime11:to di Ce-va ( 1796). Appartiene alla campagna. del Bonaparte in I talia . ~el 1796 a C., campo trincerato, erav i il quartiere generale di Colli, il ciuale vi sf ridusse dopo i combattimenti d i ::Vlillesirno e d: Dego, con circa, 10.000 u. l i Bonaparte mandò tre brigate, a.gli ordini di Augereau, ad eseguire w1 attacco frontale, men tre faceva esegui.re w1 doppio movimento aggirante : divis. 1..,fassena. a sinistra, divis. Se.rurier a destra ( 16 aprile) . G li attacchi frontali furono respinti, nelJa giornata stessa., (con la p erdita cli 600 u. da parte francese, e q i 270 da parte sard a) ; ma il gen. Colli il giorno dopo operò la ritirata su ::viondovì, lasciando 800 u. ( regg. d i Mondovì, agli ordini del Balegno) nella rocca., i quali si difesero bravamente col cannone, e capitolarono soltan to in seguito all'al'mistizio di Chcrasco (28 aprile'. Rivolta di Ctva. Nel 1799 (3 maggio) le bande dei ribelli alla dominazione frru1cese, guidate da Pietro Cordero e da.I chirw-go Cerrina, che fu poi genera.le a Napoli (1834) obbligarono la guarnigione francese a chiudersi nella rocca e in breve a capitolare. La battaglia di Marengo fece però tornare anche C. in potere dei francesi. Ce-~a (Battaglione A lp·ino). Costituito originari<1mCJ1te a :Mondovì nel 1882 col numero di 7° e assegnalo -a.I 1° regg. Alpini. Nel 1885 assunse il nome di « Val Tanaro >>, cambiatogli in quello definitivo di « Ceva >) nel 1886, con le compagn ie 1°, 4", S', 93° e 116". Durante la guerra italo-a.u~triaca presidiò inizialmente le posizioni della testata deJ!a valle Aupa, poi fu al M. Rombon e al M. Cuk la, conqu istando questo il 23 agosto 1915. Nel 1916, dopo aver cedute le compagnie 98' e 116" a l costituendo battaglione l\iiarcantour , fu trasferito ne) sottosettorc Palica.-.Rombonci.no. Nel 1917~ d is locato sull'Altipiano dei .Se tte ç omuni nel settore di M . Chiesa e partecipò alla battagli'a dell'Ortigara; q uindi passò n el settore .~ : Caviogio-111. Redentore; duraJ1te l'offensiva austro-ted esca di Ca.poretto, ripiegò combattendo sul M . Guarda e poi sulla clx. del Tagliamento. Trasfer ito nel Piacentino, il 30 novembre fu disciolto ed i suoi resti formarono la 10• compagnia. del battaglione Mondovì. La condotta cli guerra del ,, Ceva » meritò la mccl. d'argento colla seguente motivazione: ,, I battaglioni Ceva (:M. Cukla, 23 agosto 1915 e 10-ll

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CEv

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maggio 1916, R omboncino, 27 agosto 1915; M . 0rtigara, J.0- 19 giugno 1917) e Saccare llo in epici assalti e in martoriate d iiese, conquis taJ1do e tenendo importantissime posizioni, profu~ero tesori di sangue e di valore, e d iedero mirabile esempio d i granit ica tenacia e d i eroico sacrificio >). Dopo la guer ra i l bgl. fu ricostituito ed assegnato nuovamente a l I O reggimento Alpini con sede a Mondovì e una c01npagnia di~ staccata a T enda.

Cci•a d·i l\Tucetto marchese A·ugu.sto. Amm iraglio, n. a Leipnik (:'.Vloravia) nel 1810, en trato in servizio nel 1825, contrammir a.glio nel 1860, comandante i n capo -ciel .;•· dipartimento (Ancona) dal 1narzo 1863 al n~aggio 1866, colloca to a riposo nel 1867 . Partecipò alla spedizione cli Tripoli, al· ceva August.0 la guerra. del 1848 in Ad riatico e fu decorato dcl l'0. :M. S. nel 1856. P oi fu coma.ndan_te del dip. mar. d i Ancona.

Ce-ua d·i" Nu.cetto, marchese · Federico. Generale, n. di 0hambéry ( 182,Ì°-l9Ò8). Nella campagna d1'l H\48 si me ritò a Sommacampagna. la menzione onorevole cd in quella del 1849 la med. d'asgento a N ovara. Colonnello nel I 861, fu diret tore dell'ufficio tecnico de l corpo di S . M. e poi dell'ufficio topografico d i Napoli. Magg. gener~ le comandante della fortezza d i Verona nel 1.868, fu coliocato a. r iDoso nel 1S72.

Cet•a di Nucetto, conte Giacinto. Generale, n. a Sa.vig liano, m . a Torino (1824-1914) . P ercorse quasi tut ta la carriera nei granat ieri e partecipò a tutte le campagne d i guerra, mer itando la med . d 'argen to nel 1859 a :Madmma della Scoper ta.. Colonnelll) ne"! 1872, com a.11dò il distretto mii. di Pesaro. . • el 1882 anelò in P. A. e nel 1893 venne p romosso magg. ge nerale nella riserva. Ce-1,•a di Nucetto Carlo. Gener a le, r1. a Cavaller leone, m . a Torino ( 1826-1907). Sottotenente d i fanteria nel 1848 a Valeggio n1eritò la 1nedaglia, d'ar-

gen to. P assa.to nell'Ann a dei .RR. CC. (1894), divenne nel 1873 co- " lonnello comandante la legione d i F iren ze. Nel 1879 venne collocalo nella r iser va, e ne l 1893 ebbe il grado cli maggior genera le. • Aveva partecipato alle campagne d ell'indipendenza del 1848, 1849. 1859, 1866 e della. Cr imea.

Cevedale (Passo di,). Valico /\lpino. nel massiccio dell'0rtler (a.lt. 3258) presso il mon te C. 0778). Il passo fa comunicare la valle d i Forno con la valle. lVfartell. Vi avven nero combattimenti d i- posizione fra Italian i e Aust riaci nel settem bre 19 15 e rtel febbraio 1916.

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Ce11 in s. Località n ella valle dell'Isère, teatro cli combattimento che ·ar>par tiene alla guerra di Successione d ' Austda. ( 1709). Il 28 luglio, l'esercito austro- piemontese., comandato dal marcsc. Daun, valicate le Alpi, ma rciava su Bria.11çon, quando trovò la stretta di C. ,x::cuparn. d:i. truppe frm1ccsi comandale dal gen. Thoy. I mpossibilitato a vincere la resisten za di fronte. il Daun fa salire la mon tagn a da.i granatieri, battendosi intan to con otto bgl. per t r attenere il nemico. I l movimento aggirante riesce, e i Francesi a.bbandona110 la stretta: due loro r cgg. d i dragon i che, appieda ti, tentano di resistcrc1 sono travolti, e il passo viene occuµa to dal D a un . ii quale, su perate brevi resistenze al d i là d i C .. r ,esce ad entrare la sera stessa ÌJl ConAans. al'endo fa t to 3000 prigionieri. Pe,·ditc degli alleati 50 u., dei Francesi 1 un n1 iglfaio. Ceylon. Grande isola dell'India. Inglese. i n cui prnnt posero colon ie i Portoghesi, soppiantati dagli O landesi nel 1656, e questi a lla loro volta da.gl i Inglesi nel 1781 ( città cli · Trincornalee) e nel 1795, cle finiti,·amen te e completamente. C. ha ( I 927) ui:,a guarn igione. cli 3000 uomiiii (2 squadroni e 15 compagnie di t ruppe regolari) oltre alle .riserve, ai volontm·i, a i servizi, e oltre a 3000 u . d i poliz ia . Cha bannes (G;aco1110, de La Palice). )faresciallo francese del sec. XVI . F u u no dei più grandi capitant del suo tempo. Si d istinse per coraggio e per capa.cità in molli asseclì e combattimenti sotto i re Carlo VIII. L u igi XII <; Francesco I, e fu ucciso 11el 1525 a lla battaglia d i P,,via. -- Un Chabannes di Pionsa.c Tom·maso, maresc iallo d i campo fra.11cese (1688-1735),· ncl 1714 c.on1andò un reggimento di corazzieri nella guerra contro i Turch i sotto il prindpe Eugenio. Chaba ud (A n tonio). Ingegnere e scrittore milita.re fra.ncese, n . nel 1727 e m. nel 1791. Col grado di ten ente colonnello del genio a.11dò nel 1783 a. Costa.ntinopoli per fortificare la c ittà e lo stretto dei Dardanelli. Scrisse va.rie opere d'in dole storica. Chabaud-Ama.u.lt Carlo . Ufficiale d i mar ina e scrittore m ii. francese del secolo XIX. Si <ledici) in pa rti cola.re alla stoda delle flotte m ilitari; la sua. opera p rin cipale è una « S toria delle Jlot te guerresche ll nelle campagne ma,·ittimc. dal 1.639 fino al 1885.

Chaba.u.d-Latour barone Francesco. Gene,·a le francese ( 1804- 1885) . Comandò gli ingegneri nella difesa cli Par igi ( 1871).

Chabert de .Cogolin (Gùtseppe). Ammiraglio francese, n. d i Tolone (1724- 1805). Dal 1748 al 1784 partecipò a d iverse im prese marillime. F u membro del!' Accademia delle scienze, e pu bb licò lavor i d i astronomia, id.rograiia e fisica. Nel 1792 u scì dalla Francia cogli emigrati. C hablais. V . Chiablese. Chabod. Illu st re ed an tica famiglia savoiarda che ha da to alla P a tria numerosi ufficiali dei quali ragg iunsero i l grado di generale : Chabod Guglielmo Francesco ( cli), conte di S. Maurizio. Generale piemontese, m . nel 1622. Valoroso guerriero, divenne gran mastro d'artiglieria e tcn. generale governatore e comandante generale della Savo ia. Fu pure


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valente d iplomatico e venne inviato quale ambasciatore presso molte corti d'Europa, ed i suoi meriti furono ricompensati col conferimento del Collare della SS. Annunziata (1610). Utl

Chabod Claudio (di), marchese di S. Maurizio. Generale piemontese (1583-1709). Valoro$() soldato, divenne gran mastro d'artiglieria e maresciallo di campo generale; attivo diplomatico, fu ambasciatore a Londra ed a Parigi, ministro plenipotenziario a M unster (1648). Anch'egli ebb'e dal Duca il Collare dell' Ammnziata nel 1637. Cltabod Tommaso Francesco (di), marchese di San Mamizio. Generale piemontese del sec. XVIL F iglio del precedente, fu pure prima soldato e poi diplomatico; infatti, dopo aver raggiunto il grado di ten. generale fu ambasciatore a Parigi nel 1674 ebbe il Collare del!'A nuunziata.

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Chacabuco. Sierra trasversale delle Ande, in provincia di Santiago del Cile. Sulla s trada che l'attraversa, all'alt. di 1592 m. , avvenne una battaglia (12 febbraio 1817) che appartiene alla guerra d'indipenden7.a. contro gli Spagnuoli. Questi erano in numero di 3000 il., al comando di Maroto, e vennero assalit i dal-l'esercito liberatore, con c,u i Sa.ri Martin aveva varcato arditamente le Ande, e completamente sconfitti; l'esercito liberatore entrò subito in Santiago. Chaffault de Besné ( Luigi). ·Ammira-•

Chabod Enrico (di), marchese di S. Maurizio. Generale piemontese, n. a Pont-Eeauvoisin, m. a Torino (1720-1780). Nel 1768 c.o mandò il reggimento Tarantasia e nel 1772 il reggimento Savoia d ivenendo maggior generale nel 177 6.

Chabot (Filippo di). Ammiraglio f;a.ricese (14801543). Fu nel 1524 governatore del Vallese i11 seguito alla sua condotta durante la difesa di Marsiglia. Fatto prigioniero a Pavia co11 Francesco I, fu poi nominato governatore della Borgogna e ammiraglio. Nel 1535 conquistò quasi tutto il P iemonte. Cltabot. Armaiuolo fra.ricese del sec. XIX. Nel 1865 costruì un sistema di chiusura con coperchio che si apre in avanti, per la trasformazione di fucili da avancarica a retrocar ica, che prese il suo nome. La culatta

Monumento agll eroi

cli Cbaca!Juco (Los And.eS)

glio francese ( 17081794). Si battè ne 1747 al capo Finesterre e nei 1753 aUa .Martin.ica. Nel 1755 comandò la. squadra che recava le truppe al Canadà, e nel 1777 come luogotenente generale della flotta prese pa.xte alb battaglia di Ouessant. in cui fu ferito. Nel 1793 fu arrestato dai repubblicani, e ghigliottinato_

Chaffee (Adna Romanza). Generale nord-americ ~ n. nel 1842. Partecipò alla guerra di Secessione, ~Ila guerra di Cuba e poi, come magg. generale, ebbe il comando (1900) delle truppe , americane in Cina, e di quelle delle F ilippine: nel 1904 fu capo dello S: M. degli Stati Uniti, e due anni dopo andò a riposo. Fucile Clrnbot mo(!ello 1865

mobile porta il coperchio, il quale termina posteriormente con una coda ricurva che serve da leva e porta una punta per ricevere il colpo del cane, per l'accensione della cartuccia (bossolo di rame a percussione periferica). La coda ricurva fa funzionare auche l'estrattore. L'accensione è data con una cartella a percussione e luminello con capsula.

Chabrias. Generale ateniese del IV secolo a. C. Combattè contro gli Spartani e li vinse in battaglia navale; inviato poi a Egina contro gli stessi, comandati da Agesilao, in soccorso dei Tebani, nonostante l'abbandono di questi riuscì a ottenere una segnalata vittoria. Combattè pure vittoriosamente in Egitto, a Nasso e contro Epaminonda. M.orì combattendo davanti a Chio. Chabuz (ant. Chaboras). F iume dell'Asia minore, affl. di sr. dell'Eufrate. Il 13 luglio 1107 sulle sue rive si combattè una battaglia fra i Selgiucidi, divisi in due fazioni, una dcìle quali, ricelle al sultano Mohammed. era capitanata dall'emiro Arslan, che, sconfitto, trovò la morte precipitandosi a cavallo nel fiume.

Chafrìon ( Gi1iseppe). Generale spagnuolo ( 1653-1698). Studiò architettura militare a. Roma e fu mandato da Carlo · H nello Stato di Milano: si distinse alla Staffarda, a Guastalla, ecc. Nella Spagna, fortificò Mon tju ich e a ltre fortezze e si battè contro i Francesi 1\egli ultimi anni di sua ChafTr" vita. ScÌ·isse varie opere, fra le quali : « Piante deJle fortificazioni delle città, piazze e castelli dello Stato d i M ilano ll. Chai-mu-cheng. Borgo della l\fanc iuria, teatro di battagli.a ( 3 l luglio 1904) che appartiene alla guerra russo-giapponese. Nella marcia delle quattro armate ' giapponesi che stavano compiendo la loro concentrazione in avanti, per affrontare il grosso nemico che ripiegava combattendo su Liao-Yang, il IV -Corpo, (Nodzu), schieratosi, il 30 luglio, di fronte aUe posizion i cl.i Chai-niu-cheng, rafforzate e difese dalla s• d iv1s1one Cacciatori (gen. Keller) si _accinse, al mattino del 3l. ad attaccare frontalmente il nemico.


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:Mentre la colonna frontale, avanzando su Ta-pingling, ne occupava le a !ture verso le 10.30 e non riusciva poi a procedere oltre a causa del fuoco nemico, la colonna di sinistra alle 8 giungeva a Yang-shiu-ku minacciando la destra. avversaria, che, quantunque rinforzata dalle riserve e da un concentramento d i 21 bocche da fuoco, a.Ile ore 15 dovette cedere. Un contrai-

875 battere di sorpresa le avanguardie avversarie, la colonna Oharette fu contr'attaccata dalla cavalleria e volta in fuga, mentre Stofflet, giunto poco dopo, non osò di attaccare da solo il paese, e battè in ritirata, inseguito vigorosamente dai repubblicani.

Ohalliol (Clemente). Generale, 11. a Torino nel 1867. Sottot. d ~art. nel 1877, partecipò alla grande guerrn (1915-18) reggendo eia colonnello il comando del 10° raggruppamento bombarde ed il comando d'artiglieria della ss• divisione. Nel periodo 1919-20 fu addetto alla direzione d'art. di Piacenza ed all'officina di costruzioni d'art. di Torino; collocato in P. A. (1920) raggiunse nel 1926 il grado di generale di brigata. Ohal!ud (Felice). Generale, n. ad Evires, m. ad Alessandria nel 1843. Si arruolò nel 1814 nel corpo dei volontari savoiardi del gen. de Sonnaz e raggiunse nel 1832 il grado cli colonnello comandante il 2° regg. della brigata P inerolo. Magg. generale nel 1837, ebbe il comando della città e prov. ·d'Alessandria.

-flussi rmmmm 6iaf1pO/Jesi Km. 10 Q1234 5

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tacco tentato dai Russi alle 17 non riuscì, e questi, rotto il contatto sotto la protezione delle -artiglierie, nella notte si ritirarono verso Hai-ceng. L a sinistra Giapponese infatti, avendo spuntato sulla sua destra il grosso della divisione avversaria, avrebbe potuto l'indomani, convergendo a destra, giungere sulla strada di H ai-ceng e tagliarle la ritirata.

Chala nt (Di). Illustre e nobile famiglia del ducato d'Aosta che ebbe vari distinti soldati, fra i quali: Bonifazio di Chalant. Maresciallo di Savoia del secolo XIV. Partecipò alla battaglia. di Asti e si distinse all'assedio di Sion ed alla guerra in Puglia. Nominato maresciallo di Savoia nel 1397, fu da Amedeo VIII incaricato di varie missioni delicate. Insignito del Collare dell' ;\nnunziata nel 1409, nel 1413 firmò il trattato !=Ol quale i Satuzzo riconoscevano il loro marchesato come feudo dei Conti di Sav,;,ia.

Renato d-i Chala11t. Maresciallo di Savoia, 111. nel 1567. Fu l'ultimo dei grandi marescialli di Savoia cd unò dei primi 15 cavalieri lell'Ordine dell'Annunziata. Nel 1537, quando Carlo II alla venuta dei Francesi si ritirò' a Nizza, egli rimase luogotenente ducale e provvide, come potevasi, alla difesa delle fortezze. Cadde nel 1554 nelle mani del nemico all'assalto di Vercelli e poi fu liberato.

Ohalchuapa. V. Guatemala. Ohalid (iÌm el Valid, o spada di Dio). Guerriero arabo, seguace di Maometto, del sec. VII, m. nel 642. Combattè dal 625 in poi con s1:1ccesso in Arabia, in Persia, in Siria, e nel!' Asia Minore, riportando grandi vittorie e affermando con le armi la nuova religione, Battè i Bizantini più volte. Ohallans. Comune della Van.dea, in Francia. Il 30 aprile 1794 le forze dei generali Vandeani Charette e Stofflet, divise in due colonne; diedero l'attacco a C., d.i feso dal gen. Dutrny. Riuscita in un primo momento a

Chàlons-ru r - Marne (ant. Catalamii, D1irocatalàu11111n). Città della Francia, ca.poi. del dip. della Marna. Vi fu costruito ( 1856-1859), per iniziativa di Napoleone III, un grande campo militare di istruzione e di t iro, lungo 1O e largo_ 8 km. I. Battaglia di Chalons (274 d. C.). Fu combattuta e vinta dalt'imperatore Claudio Lucio Domizio Aurelia.no contro le milizie di Tetrico, anti-imperatore della Gallia, che, secondo te pratiche iniziate da lunga mano con Valeria.no, durante la battaglia passò còi suoi partigiani alla parte di lui e diede quindi la vittoria a Valeriano. I Germani furono cacciati dalla Gallia al di là del Reno. II. Battaglia di Cluilons (366). Appartiene all'invasione degli Alemanni in Gallia e fu combattuta contro costoro dal generale di cavalleria Giovino, al servizio dell'imperatore Valentiniano I. La pugna durò tutto il giorno, ma verso sera il << tribunus armatura.e ll Balcolando si ,itrasse in disordine, e fece perdere il frutto degli sforzi fortunati dei legionari. Le altre legioni si trovarono in grande pericolo e la battaglia avrebbe avuto un esito funesto per i Romani se la loro disciplina e la posizione forte, e la superiorità dell'armamento, non avessero r istabilito le sorti detla giornata; però non si riuscì con gli sforzi più energici a cacciare gli A1emanni dal campo della lotta. La notte pose termine al combattimento, rimasto indeciso, e i due eserciti COIJ·· servarono le posizioni del mattino ; ma gli, Alemanni. che avevano avuto 6.000 morti e 4.000 feriti, durante la notte si misero in ritirata, e i Romani, che contavano 1.200 caduti e 200 feriti, li inseguirono invano sul far del giorno. III. Battaglia di Chalons ( 451), da taluno detta di Mai.riaco. Appartiene alla invasione degli Unni condotti da Attila, e fu combattuta fra costui e il generale Ezio, al servizio dell'imperatore d'occidente Valentiniano III, aiutato da varie popolazioni gallicbc. Alani, Borgognoni, L utezian i, Sassoni, ecc. Attila era in ritirata, dopo di essere arrivato fino ad Orléans. La sera prima della b,ittaglia decisiva, Ezio fece assalire la retroguardia nemica, i Gepidi, e con accanito combattimento ( 15.000 cadaveri coprirono la pianura) forzò il passaggio della Senna, all'estrema ala destra di At -


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tila. Il giorno seguente, poco dopo mezzogiorno, la battaglia divenne generale. La fronte mrna era volta verso nord -ovest. A uiJa con gli Unni teneva il centro ; il nucleo dell'a.la destra. era. formato dagli Ostrogoti al comando dei fratelli Amali, Valomiro, Teodomiro e Vi"demiro, quello della sinistra dai Gepicli cli Arda rico. Dalla parte romana erano gli Alani sotto· Sangilru10 n el centro; Ezio con le division i romane sull'ala destra, i Vis igoti, capitanati dal loro re Teodorico I, sulla sinistra. Come cl1iave del campo di battagl ia era considerato un ria lto di terreno fra. i due eserciti, che s i inalzava. verso il centro s inistro ncrriico, con dolce pendio fino a 50' 1i1ctri. Ezio e il principe Torrismondo poterono occuparlo pei primi ; e quindi Attila si trovii · nella necessità di doverlo p1·enderc d'assalto. Ezio, che conosceva esattamente gli Unni, trovò modo cli rendere impossibile, ad Attila, con u na pioggia di freccie, il solito tem ibile attacco della cavalleria. unna. Cominciò a llora una grande strage cl1e durò parecchie ore. li re Teodorico, mentre correva a cavallo fra le file dei suoi uomini, incoraggiandoli, fu trafitto dai giavellotti ostrogoti. Allora i Visigoti, presi da un impeto di vendetta, con terribile urto superarono la resistenza dell'ala destra nemica, e piomba rono verso il centro, s icchè .'\.tt ila dovè finalmente, sul far della notte, ritirarsi d ietro a.I riparo dei suoi carri : J 65 .000 ca.daveri coprirono il campo di battaglia . Solo il .mattino seguente Ezio conobbe che aveva vin to, ma, abbandonato da Tonismonclo, _figlio del re Teodorico, che coi suoi si era. affrettato a torna.re in Aquitru1ia, e p robabilmente dai Borgognoni, non osò coi ·s<lli Franohi inseguire Attila, che con gli Unni superstiti s i ritirò al di là del Reno. IV. 4rmatà di Chlilons. Chiamata così, nel 1870, l'armata ohe si costituì (25 agosto) nel camp o di C., agli ordini del rnaresc. )l[a.c-Mahon. Era costituita eia.i corpi 1° (Ducrot), s• (De Failly), 7° (Douay Felice), 12° (Lebnm), 13° (Vinoy), olt1·c a due clivis. di cavalleria (Ma.rgueritte e De Bonnemàins). Comprendeva in tutto 150 mila uomini, 402 cannoni, 84 mitragliatrici.

Chalotts sur Saott<: (ant. Cabillomm, o Cabillo Ae~ du.om,n). Città della Fra.ncia, sulla. dr. della Saonc, nel d ip. Saonc-et-Taoire. Fu ca pol. della tribù degli Eclui. Nell'834, dui·ante la lotta fra. Luigi il Pio, imperatore dei Franch i, contro i suoi figli; C. fu assali ta dal primogenito cli essi, Lotario, il quale, dopo tre giorni di a ssalti, costringeva la città ad arrendersi, e l'abbandonava a·J saccheggio e alle fiamme. Nel sec. XIV C. fu presa eia L a Trcmouille, ne l 1588 dal J\l[ayennc.

Chal us. Comune nella Haute-:.'Vienne, in Francia. Nel 1199 era feudo di un Guidomaro, visconte di Limoges, vassaJ!o cli Riccardo Cuor di Leone, re d 'Ingh ilterra. R itrovò quegli un considerevole tesoro nascosto nelle sue terre. Il re, venutolo· a sa.pere, ne reclru11ò il possesso, e, per il r ifiuto cli Guidomaro, assediò il castello cli C _ dove supp oneva che il tesoro fosse stato portato. Durante le operazioni un arciere, Bertranclo di Gourdon, ferì mortalmente il re, che morÌ poco dopo la presa del castello. I l Bert rando fu giustiziato quantunque il re, prima di morire, gli avesse fatto grazia della vita. Chambéry, Città della Savoia, già capitale dei Du-

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chi di Savoia e oggi capoluogo di dip. sui ~umi Leisse e Alba ne. Nel 1232 il çonte Tomaso vi edificò il castello e ne fece la s ua residenza; nel 1525 se ne impa.dro11irono i Francesi che poi l'abbandona rono P,er la pa.ce di Utrecht. Dal 1792 al 1814 appaite1u1e alla F rancia. e nel 1815 f u restituita alla Savoia. Infine, dopo la guerra cld 1859, fu da ta alla Francia., ins ieme <1 tutta Ja. Srwoia. Assalt o di Cha1nb6ry (15 aprile 1704). DoJ)O la r iuscita dimostrazione di Chiomonte il Di Blagnac, coma ndante le truppe dei Duca Am.ecleo II di Savoia, il 15 ;iprite avanzò su Chambéry d'onde il La F euilladc, succeduto a l T essé, si era. ritirato lasciandovi un piccolo pres idio. Ci unto , sotto la città , e respin ta. l'intirhazione cli arrendersi fatta a l p residio, a pri il fuoco con due cannoncini, mentre i granatieri salivano a ll'assalto, proteggendosi contro , il fuoco francese rnecliamc botti che s i faceva.n<i rotolare innru1zi. L'assalto fu respinto, e i Picmon_tcsi, in segu ito a l continuo rinforza1·si delle truppe francesi -che si p reparavano a marciare in soccorso agli assediati, levarono il campo nella notte del 23 apri- _ le e si ritirarono.

Chambray ( lvlarchese cl-i). Generale francese, e scrittore mii, ciel sec. XIX, n. nel 1783. Pubblicò la <( Stor ia della spedizione di Russia nel 1812 "; << Sulla fantei·ia. »; « Filosofia della guerra>>. Tale opera abbraccia l'epoca dal 1700 al 1815 e tratta anche delle fortificazioni e della d ifesa d elle posizion i. Chamelot-Delvigne- Schmìtdt. No1;,c dato ad una pistola ideata e costruita clall'am1aiuolo Chamelot (Svizzero) in u nione agli altri due. Era una p istola a rotazione - 6 colpi - che fu p rima esperimentata in Svizzera n el 1871 e in seguito adottata tanto da questa n a zione, quanto dalla Francia e da lla Svizzera. Il DE VIG

Pi s tol :, Cll11m..,Jo t rnocle ttò ·t891

primo modello aveva la cartuccia a percussione perifer ica: ma venne·' presto modificata con percussione centra.le. La pistola Chamelot mod. 1871 è di semplice e robusto meccanismo: ha il solo inconveniente che gli urti contro il ca.ne. possono p rovocar e la sfuggita involontaria,., di colpi. In Italia ess.'t venne pure adottata, col calibro uguale al fucile Vetterly (mm. 10,35) e iu chiamata Cha,nelot-Delvignc mod. 1874. Ve ne erano due modelli, uno a Crullla p iù lunga cd uno a canna p iù co.rta.

Chamousset. Comune della Francia, sulla dr. dell'Isère a lla confl. coli' Are, p resso la frontiera franco-italiana n ella Sa voja. E' posizione cl'a.lta importanza strategica p.e r I« Francia, gia.cchè le sue opere difensive dominano le va.lii dell'Isère e dcli' Are allo sbocco della


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Operazioni clella g-uen·a mo mila le 111 èJ1amp,1g1rn ( 19 15)

Champagne. R egione della Francia, in grande parte nel bacino della Senna , in piccola par te in quelli della ?-Iosa e della Saéme. Dur an te la guerra :Mondiale, ha dato il n ome ad a.1ctuie d elle battaglie che si sono combattute sul s uo territorio; mentre altre p resero nomi particolar i (wme i-\isnc, Bligny, Chemin des Dames, Moronvilliers, Soissons, ecc.).

di riserve disponibi li, per la non ancora sufficiente conoscenza e pratica delle esigenze della guerra cli posizione, per I.e forti perdite subite, i Fr ancesi no,, poterono conseguire· il · rapirlo e sicuro sfruttamento del successo iniziale, mentre i T edeschi avevaJ10 modo e tempo di t«mponare la falla. creatasi nelle loro linee. Donde inevitabile i l ritorno della. lot ta alle forme meno reddi tizie della guerra di posizione, con lenti, faticosi, stentati progressi francesi, ohe in 8 gior ni raggiunsero la rotabile Perl'hes-Souain, ed il 2 mar1.o il villaggio di T ahure. Tale stato di cose fece ben comprendere com~ il successo ricercato fosse venuto a inancare nelle sue n1ète esse.nz.iali) e cmne i p iccoli van taggi terr itoriali conseguiti, o che ancora si sarebbero potuti conseguire, mal compensassero le gravi perdite ; ond'è che il 16 marzo Joffre r inunziò ad ogn i azione in grande st ile in Champagne, per torn arvi alla dura lot ta di posizione. contro le lince nemiche ; le quali, p er effetto degli avvenimenti' sopra 1·icordati, erano state r ipiegate sulle località di Au berive- nord di . Tahure-Mcsnil-Ville-surTourbe : così scars i ,·isulta ti erano costati a i Francesi gra.vissi me perdite in uonlini e n1ateriali.

I, Battaglia d; Champagne ( 16 febbraio - 17 marzo 1915). La guerr a s i era stabili zzata. in Champagne in settembre. 1914, con operazioni locali ad obbiettivo lim ita to, tendenti t anto a logorare il nemico, qllanto a migliorare le rispettive sit uazioni tattiche. :Ma tali azio 11i, p rotrallcsi per t u tto l'inverno, mai diedero luogo a n otevoli vantaggi di carattere ampia111ente •utile e se1n pre causarqno notevolissime per dite . Per questo Joffre, con gli ordini del 20 gennaio 1915, decise d i affront.t• re nella Champagne il nemico pe l conseguimento di risulta ti di ca1·attere strategico, e non di carattere tatticoloca le: a ciò spinto anche dalla necessità d i aderire alle pressanti dchieste d i alleggerimento. che i Russi più volte avevano invocato. La grande a1.ione concepita allora da Joffre doveva tendere allo sfonda.mento della. linea nemica, mediante l'azione della 4" Armata fnu1cese nella Cham pa.gne, della l " nella Woevre e della 10" nell' :\rtòis. I l 16 febbraio, di buon mit tin.o, la battaglia si sferrò violenta. in Champagne e nelle contermini regioni : i11 Champagne il massimo sforzo fu esercitato da i ·F rancesi ' tra Suippe e Tourbe, dove la linea delle trincee tedesche pass:wa per Auberive-Souain-Per thcs-Ville su Tourbe. Nella stessa giornata del 16, lo slancio delle fanterie francesi fu ta.le, che la l inea nem ica fu tra.volta. a.I centro per un t ra tto di circa 8 km. di fronte : ma, nei giorni immediatamente successivi, per lo scarso numero

II. Ofjensfr; a ·i n Chamj,agne (25 settembre - 15 ottobre 1915). Trascorsa appena l'estate 19L5, i Francesi, per l'esito favorevole degli avvenimenti frattanto svoltisi sulla fronte europea occidentale e per l'arrivo iJ1 Francia della 3° Anùa ta inglese di recentissima costituz,one, credettero raggiunta per es.,i quella superiorità morale e m,1teriale, necessa r i11 pe!' ritornare a l concetto di operazioni in grande stile. F u così che Jo•ffre pensò d i svolgere una. grande azione offensiva. in Champagne dove le Ar mate francesi 2• e 4" dovevano attaccare la lin ea nemica su 25 km . di fronte, t r a · :'.11oronvill iers e l'.'\isne. Dopo quattro giorni di intensa p reparazione da par te dell'artiglieria , tra Auberive e Ville sur Tourbe s i sferrò a lle ore 9 del 25 settembre l'attacco delle fanterie .francesi, che r iusci rono solo a.cl avanzare al centro della linea suddetta, mentre alle nli era.no n etta.mente arrestate; col che veniva.si a -creare un salien te francese nelle linee nemiche. Inoltre anche il successo locale del centro aveva in taccalo solo fa pr ima linea d elle difese nemiche, ma non aveva intaccato affa tto le posizimii di seconda linea, si te sulle pend ici sud della valle della Dormoise ; fatto çhe aveva permesso -- come già nel {ebbra.io pi·ossimo passato a i Tedeschi d i parare la n.1ina.ccia francese, mediante il tempest ivo accorrere delle riserve. Fu pertanto necessario · orga nizzare ex-novo l'attacco della. 2" linea n emica, facendo sostare le operazioni d i carattere decisi\'o

:'lforiana fra il massiccio della Taran tasia ed i monti d el .Delfinato dietro a l ;\I[, Cenisio ed àll,t galler ia del Fréj us. T forti principali sono: q uello d i ::VIontpcrchè a 1083 m., con una batteria a.vanzata sul Creja. (L145 metri) sbana.nte la. valle dell'I sère; stdla. dr. dell'Arc il forte d'Ailon ( 413 m .) con due batterie distaccate del Fontpertuis e della. Testa. Nera sbarranti le provenienze da ll'alto Are (Moda.ne) ; sulla. sr. del!' Are, sopra i_l massiccio del ;\1 . G ilbert, il forte omonimo ( 1313 m.) , con una batteri.t av:rnzata a S . O.; sullà cresta p iù a lta (Hi6 m.) i forti: T.éte-L a ne, Foyatier, P lachaux. T a li opere coi loro tiri incrociati fanno sistema colle opere precedenti della r iva sinistra.


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dal 27 settembre al 6 ottobre : giorno in cui le fanterie francesi mossero contro le posizioni della Donnoisc. Anche questa volta successi loca.li non mancarono; ma il Comando francese, ancora una volta, dovette constatare con amarezza che in sostanza l'equilibrio fra i belligeranti restava intatto. III. Battaglia di Champagne- A,-gonne (26 settembre - 12 ottobre 1918). Dopo l'esito disgrazia to dell'offensiva tedesca del luglio a Eligny, Foch ritenne giunto il momento di passare all'ultima, grande, decisiva offensiva ed emanò pertanto direttive il 3 settembre, che - riassunte a grandi tratt i - prevedevano tre · grandi operazioni convergenti : la centrale e più importante in direzione di Cambra.i e S. Quin tin o, per spezza.re la fronte nemica e ricercare la battaglia decisiva. in campo aperto; le due laterali e concorrenti ; una a nord mirante a lle F iandre, l'altra a sud con . meta le /\monne e Mézières. In conseguenza di ciò il 26 settembre s 'iniziò la battaglia in Champagne, cioè l'azione laterale sud concorrente. Vi presero parte: all'ovest .d i Reims (da destra a sinistra) le Armate francesi s•, 10• e 1 •, che doveva.no rompere la fronte nemica tra L a Malma:ison e la Fèrc; all'est di Reims, la 4° (gen. Gouraud) tra Suippe e Vienne le Chateau e la 1• americana, tra Vienne-le-Chaieau e la. Mosa. I primi due giorni di lotta furono tu tt'altro che lieti per gli Alleati, che, anzi, tra Suippe e }.fosa . furono costretti a fermarsi appena al di là delle loro basi di partenza sotto la sferza del maltempo, subendo note'colissime perdite. Tale stato d'indecisione minacciava di protrarsi a lungo, se il 1° ottobre, sotto la p ressione delle a rmate francesi 53, 10' e 1•, i Tedeschi non fossero stati costretti a ripiegare a ll'ovest di Reims. Tale ripiegamento venne ad offrire il destro alla 4• Armata ed agli Americani d i dare nuovo impulso alla loro offensiva tra Suippe e Mosa, tanto più che .per effetto di quanto s'era verificato all'ovest di Reims; le truppe nemiche, loro contrapposte, s i videro minacciate sul fianco destro dall'avanzata. della s• Am1ata francese: dal che derivò, peF conse!(uenza, un movimento d i ritirata tedesco u n iforme, di fronte a tutte le forze dell'I ntesa. operanti in Champagne. Perduto il saldo possessc dello Chernin des Dames 'all'ovest, irrompenti gli Americani lungo la sinistra della Mosa (Argonne) all'est, i Tedeschi compresero che a loro così potevano essere tagliate tutte le vie di ritirata, tanto dell'est, che dell'ovest; motivo per cui nella notte dal 4 al 5 ottobre affrettarono il loro movimento - fino allora retrogrado sotto la pressione nemica in vera e propria r itirata, men tre la guerra così s'allontanava d alla Champagne, e Reims, dopo tan ti lunghi mesi di martirio sotto il fuoco n emico, poteva finalmente ritrovare 1a sua pace. .(] giorno 12 i Francesi erano inf:i.tti a Vouzières e occu pava.no tutta la linea dell' Aisne.

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che il generale Y (lrk era- entrato in Cha.lons, decise di attaccare Macdonald, che stava ripiegando su Meaux con 8000 ùomini. E mentre York, procedendo su Cbàteau-Thierry, doveva incalzare il maresciallo francese a vanzando sulla di.rettrice Cha.lons-Cha.teau-ThierryMe:i.ux, egli stesso, col corpo di Sacken e colla divis. Olsufiev, lo awebbe preceduto e gli avrebbe tagliato la linea di ritirata, procedendo sulla strada che da Cbalons, per Vertus e Montmirail, raggiunge la via di Chàtea.u-Thierry presso la Férté-sous-J ouarre. Sacken, respinto da.i Francesi in questa località, il 9 febbraio, mentre Blucher rimaneva a Vertus col corpo di Rleist e colla divisione Kapzewic, rimise al successivo giorno JO Ja ripresa dell'attacco, mentre la divis ione Olsufiev rimaneva in posizione i.solata a Champaubert.

11 Leneno della baLtaglla di Clla.mpauber1

In queste circostanze la cavalleria del conte di Phalen avverù il Blucl1er che Napoleone, nel suo movimento dalla Senna alJa Ma.ma, avanzava verso Sézanne col grosso delle sue forze. A questa informazione Bluchcr, senza interessarsi dell'Olsufiev, la cui posizione p u re era ta le da: destare le maggiori preoccupazioni, si limitò a ordinare a Sacken di ripiegare da La Férté-sousJouarrc a 1\fontmirail e a disporre che York, traversando la Marna a Chàteau-Thierry, lo raggiungesse. Finalmente, mentre tutto sembrava consiglia.re di r iunire le forze in vista del pericolo che minacciava., dispose che il corpo K leist e la divis. K apzewic, anzicbè affrettarsi su Montmira.il si spostassero verso F-ère-en-Champenoise, colla vaga intenzione di trovarvi collegamento con l'armata degli alJeati e di impedire le mosse nemiche. · Il 10 febbraio, alle d ieci del mattino, l'esercito francese, la cui avanguard ia era comandata dal Marmoni, sboccò sulla sinistra del Pétit Morin, nell'altipiano di C., di fronte a l pon te di Saint Prix, d ifeso dalla d ivisione Olsu fiev, schierata sulla riva oppo~ta . Le divisioni LaOhampaubert. Comune della Francia., nel dipargrange e R icbard traversarono gli ·stagni di Saint-Gond, timento .della Marna. · forzarono il ponte, e spinsero i Russi sotto Baye, dando modo a tutte le forze di spiegarsi. Attaccata di fronte Battaglia di Champaubert ( 10 febbraio 1814). ,>\:ppare di fianco, la divis. nemica cominciò a ritirarsi anche tiene alla campagna d i Francia. D urante la marcia cli da q ueste posizioni, stendendosi nella piana di Bannày avvicinamento alla Marna. il gen erale Blucher, comanche occupò saldamen te. Mentre il Marmont stava atd ante l'armata di Slesia, forte d i 90.000 uomini, dei taccando con varia fortuna la linea avversaria, interquattro corpi p rincipali che la componevano, K leist, Lanvenne !'Impcra.tore, che, con u n rapido concentramento geron, York e Sacken , non d isponeva effettivamente che a massa d i artiglieria su Bannay, costrinse l'avversario dei due u ltimi e della divis. O lsufiev, del corpo L a.ngeron, dispersi su larghissimo fronte. Appena seppe , a ritirarsi rapidamente su Champau bert, inseguito da


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vicino dalla cavalleria . :Mentre i R ussi entravano nel villaggio da un lato, dall'altro avanzava la d ivis. Richar<l a tagliare loro ogni via di 1·itira ta . Ormai la decisione era avvenu ta: invano l'Olsufiev tentò d i aprirsi una nuova. via di scampo su ::vlontmirail; il 1novirnento non fece ch e aumentare la confusione e il disordi11e nelle sue Dle, e, caricati dai corazzieri francesi del generale Bordesoullc, i · Russi si sbandarono totaJmeni-~. Solo 1200 uomini r iuscirono a salvarsi attraverso i boschi ; degli a ltri, 1200 caddero sul campo di battagliR, 300 annegarono negli stagni vicin i, 2300 furono fatti p rigionieri, fra. i quali lo stesso O lsuiiev e a ltJ·i due genc,·ali e 21 cannoni su i 23 della <livis. nemica caddero in 1,0tere <lei Fra ncesi. 1

Champig ny (battaglia). V. Vilhers. Championnet (Giovanni). Generale francese (17621800). E' tristemente noto in I talia pe rchè, fauo generale giova-·

n i•ssimo, pel v(llore d imostra to :i Weissembou,·g, capitanù la spedizione contro il Regno di Napo!. nel li98-99 e con tro R oma, inçru_ de lendo contro quelle misere pqpolazion i. );' e! 1800 s i· ba ttè sul:c Alpi. Lasc iò « ~ fcmoric" tendenti a giustificare· il proprio operato. in teressant i per la stori;t de l temp·i.

Champions Hill. Colline· de l Nord-America nello Stato del :Mississippi, percorse alla base da lla ·ferrovia \licksbtirg-Jai:kson. N el maggio 1863 vi avvenne una battaglia che appartiene a lla guerra d i Secessione. Sul principio di maggio, il gen. Grant, con circa 45 1nila uon1ini. federnli, s.' era diretto su Vicksburg. Stava nella z0na frn. Vicksburg e J a.ckson il gen. confederato :P.anberton. con circa 50.000 u. La retroguardia dei Con federat i (gen. Jolmston) doveva ancora passare il B igB lack- R iver, e il P at1berton s tava riu nendo tre divisioni

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prOLettR, ne l ripassare -il fiume, dalle proprie artiglierie, cli cui parte però rimasero in mano elci n emico (24 maggio). L e perdite <lei Confedernti salirono a 3839 u .; (Juellc dei Federa li a 2 408.

Ohamplain- See. Lago degli Stati Uniti, n el Canadà, comunica nte col fiume Hudson attraverso il canale del Nord, navigabile, comun icazione fra Cana<là e Stati Vniti. Combattù11e11to 11a.vale eh Champlain-See ( 11 ottobre 1776) . Appa rtiene alla guerra per l'indipendenza d' :\ mcrica. N ellR pr imavera del l7i 6 gli Americani erano ritornati n ei pressi de l lago, a l comando del colonnello .'\rnold, prendendo p osizione p resso il forte d i punta Corona ed il forte d i Tico11deroga. Gli Inglesi, comandati dal gcn. Cayle ton , stavano fra le colline ·e il lago, l,)r:csso il forte d i S an G iovanni, e possedevano vade navi, f ra cui una. corazzata. .con 18 canno11i 1 2 navi n1ìnori con 14 cannoni, una batteria natante, no11ohè 13 piccole unità, con 1000 u. imbarcati, oltre a 70Ò ma rinai. Gli Americani avévano 3 navi eia 10 o 12 cannoni, 3 galere e 6 gondole, con circa 7_00 u . per la maggior parte non abituata a nav igare. G li I nglesi andarono ad assalire le navi avversarie, ma fmono molesta ti dal vento cont1·ario. e, dopo uno scambio di cannonate che durò tutt_o il giorno 11 ~ttobre e causò perdite sens ibili a e1Ìtramhi i belligeranti, si ritirarono non rn91 7stati. , Comb(l.tt-Ì111ento navale di C/um1.pfoin-See (Il settem bre 1814). Appa rtiene a lla guerra anglo-americana, e fu combattuto tnt una flottiglia americana, agli Qr<lini del capitano :Mac Donough (l coxvctta da 26 cannoni, 1 bride da 23, l scbqoJ1er da l i, l cu tter da 7, 10 ca11no11ie re con 16 cannon i), e tuia flottiglia inglese, agli ordini del capitano Dounie ( 1 corvetta da 37 cannoni; 1 brick da 16, 2 cutter da 10 e 10 cannoniere con 13 cannoni). Gli Americani dfressn:o un nutrito fuoco d'artiglieria contro le .navi_ ir1g lesi, infliggendo loro .fortiss ime perdite . e mantenen do il dominio sul ChamplainSee. Chancerllorsvì Ile, Comune della Virginia negli Stati Uniti. Vi si svolse una grande battaglia, dal 2 al 4 maggio 1863, dmante la guerra d i Secessione. Mentre il gen. feder a.le Hooker, succeduto a l Burnside nel comando déll'arm ata del Potomac, s'era avan?.a to con intenzione di aggirar~ la sinistra del gcn. Lce (coni

rn;i pressi di Eclwars. Grant pensò allora d i attaccai-~ s~1I fianco destro la colonna Johnston e ·le lanciò con tro (il giorno 16) circa 32.0QO u., dirigendo inoltre le a ltre sue truiJpe a destra, .c on tro il centro e la s inistra dei Confcd~rati, ,·erso le a lture <li C. J-1. T a li :_,!ture erano già occupa te da una d ivis. confedera ta e la lotta fu mo llo accanita; i federali combatterono fin oltre le 14 senza successo. Un n uovo assalto. fu <lato al lora da una loro divis ione fresca; parte d elle truppe dei Confederati si ,·olse in fuga e le rimanenti trnppe furono rnst1·ette a cedere . L'ala clestm dei Confederati in tanto venne avvoita da lla sinistra dei federali e dovette pres to retrocedere, d irigendosi a l guado del Ba kcr-Creeck,

federato) su l R appa11a.n nock, tt11 a.llro corpo fe<lernle doveva m inacciare Richmond. Un corpo cli 25.000 uomini c irca era rima.sto a difesa d i ~ ' ashington.


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l i gen. Lee, r imasto al confluente del Rapid- Ann col "Rappahannock, il 2 maggio aveva diviso in tre grossi -corpi gli 80.000 u. di_ cui disponeva, comandati rispettivamente dai gen. Mac Laws, Anderson e Jackson, ,schierati fronte ad ovest, a cavallo della strada che da Fredericksburg n a C. Di fronte gli stavano in sei reparti i Federali, dei quali Seikles, Sloeum, e Couch a ,cavallo della strada sopra detta nell'interrto del bosco di C., mentre Meade e Reynolds stavano riordinandosi in colonna sulla destra, dopo aver passato il Rappal1annock (2 maggio). Il gen. Lee, approfittando della ,mascheratura del bosco, fece fronteggiare i primi quatlro reparti dai corpi :Mac Laws e Anderson; mentre, -cambiando fronte, col corpo di Jackson attaccò, avvolse ~ sbaragl iò la destra nemica impiegando nell'operazione tutta la g iornata. Nel mattino del 3 si riaccese la battaglia. II gen. Lee -continuò a far pressione colla sua sinistra, rinforzata, su lla destra d~i federali, minacciando di taglia rli dalla unica via di ritirata attraverso il .fiume Rapid-Ann. Ma ;1 gen. Sedywick, lasciato dall'Hooker sulla sinistra del Rappahannock per attirare l'attenzione d el Lee su Fre,deriksburg, passalo r apidamente il fi.ume, comparve nel mattino del 4 maggio alle spalle del Lee. Questi però, .avvisato in tempo, lo assalì con le truppe rimastegli sottomano, e strettolo contro il fiume lo sbaragliò complc~amente; egli r iuscì tuttavia a scampare. Questi suc•cessi permisero a l Lee d i avanzai·e il S contro l'Hooker -con tutte le sue forze, ma quest'ultimo r iparò dietro il Rappahannock. I Federali perdettero in questa batta.glia 17.000 u. cd i Confederati cii:ca 13.000, ma perdettero il gen. J ackson, caduto valorosamente sul campo -durante la manovra aggirante.

Chandak (Candace) . Ant. città dell' isola di Candia, sua capitale all'epoca musulmana. Il nome le venne dato ,dal suo fondatore, Omar, e ne derivò Candia per tutta l' isola. C. Fu assediata. nel 961 per opera dei Bizantini, -comandati da Niceforo Fqca., il qua le era a capo di 2000 chelandie, 1000 droma.ni e 360 navi da trasporto, .recanti a bordo truppe scelte e mercenari armeni e slavi. Niceforo fece costruire sul principio del 961 trinceramenti intorno alla città, mentre le sue navi tenevano !bloccato il porto. Gli abitanti si difesero energicamente -fino al 7 maggio, giorno nel quale la città fu p resa -d'assalto, con grande strage dei difensori, e fu tosto d istrutta dalle fondamenta. In meno di un anno tu tta . l'isola, dopo questa vittoria, fu nelle mani dei Bizant ini. Chandernagor. Città dell'India francese, sul Coromandel, presso la foce del fiume Hougli, braccio occi-dentale del Gange. D ipende dalla Residenza d i 'P ondi•chéry. Fu occupata nel 1673 d alla Comp_agnia francese delle Indie orientali, e fortificata. Successivamente se,guì gli eventi delle guerre fra la Francia e l'Inghilterra. ·Conquistata dagli Inglesi nel 1757, restituita ai Francesi J1el 1763, tornò ad essere possedimen to inglese durante le guerre della Rivoluzione e dell'Impero, dal 1793 al 1816, anno in cui tornò definitivamente alla Francia. Assedio e presa di Chandernagor (14-25 marzo 1757). Fu conseguenza della « Guerra dei sette anni » in Eu ropa. Comandava la piazza Rénault di St. Germain, cehe disponeva di una guarnigione d i 146 Europei e tre-cento indigeni. Gli I nglesi, che il 2 gennaio 1857 ave-vano, guidati dall'ammir. Watson e dal col. Clive, ricon-quistata Calcutta, saputo che in E uropa erano incomin-

eiate le ostilità colla Francia, progettarono di impadronirsi di Chandernagor. La spedizione (700 Inglesi e' 1500 indigeni al comando di Clive per via di terra; 150 artiglieri coi cannoni, imbarcati su due navi e scortati dalla flotta del Watson per via d'acqua) giunse il 14 marzo dinanzi alla città e Clive con abili disposizioni costrinse i Francesi ad abbandonare le batterie del fronte a ten:a. Il 16 furono sbarcati i cannoni e fu iniziato il bombardamento che durò cinque giorni. Il 24 anche le navi da guerra giunsero dinanzi alla città, dopo avere superato, per le informazioni di un di·sertore, le d ifficoltà del fiume, ·ove le incertezze del fondo rendevano malsicura la navigazione. Dopo intenso fuoco delle navi, anche le opere sul fiume dovettero essere abbandonate e la difesa si raccolse nel forte. Dopo breve e violento bombardan1cnto dalle navi e da tena, il 25, alle tre del mattino, fu firmata la resa.

Chandos ( Giovanni). Generale inglese del secolo XIV, luogotenente gen.:rale delle provincie che il re di Inghilterra possedeva in Francia, r ivale del Duguesclin, ohe vinse nel 1364 ad Auray e nel 1366 nella Spagna. Nel 1366 domò la rivolta dei baroni di Guascogna, e nel 1369 cadde combattendo presso Poitiers. Changa rn ier (Nicola). Genera le francese (17931877). Partecipò alla spedizione di Spagna nel 1823, alla guerra in Algeria, alla rivoluzione del 1848 in Parigi. Destituito da Napoleone nel 1851, tornò nel 1870 a offrirgli i suoi servigi e fu accolto ,1ello Stato Maggiore, rim,mendo in Metz, prigioniero dei Prussia• ni alla capitolazione della città. Chanoine (Carlo). Generak francese (1835-1915). Partecipò Cbangarnier Nicola a lla guerra in Algeria, poi fu nell'Estremo Oriente, dove rimase lungamente a ca.po di missioni militari. D ivenne ministro della guerra nel 1898 e s i dimise dopo tre sole settimane, in seguito a li' <e affare Dreyfus », poi che era contrario alla revisione del processo. Chantilly. Comune della Francia, nel dip. d ell'Oise, con grande castello fortificato, costruito nel sec. XVI sul luogo di fortificazione più antica, restaurato nel secolo XIX. Durante la guerra mondiale vi risiedette, fino al marzo del 1917, il Q. G. francese, che, trasferito Cbanoine Carlo allora a Beauvais, tornò a C. nel giugno 1918. I. Co1tferenza di Chantilly (7 luglio 1915). All'inizio dell'esta te 1915, per l'avvenuto intervento dell'Italia nella grande conflagrazione, per lo sbarco ormai ultimato in Francia dtlle nuove annate inglesi, per la pressione dei Russi sulla fronte orientale, parve necessario in Francia uno scambio d'idee sulla situazione, per concretare i! miglior modo di sfruttare tale favorevole situazione ai fini della vittoria completa. All'uopo tutti i rnppresentanti degli eserciti alleati si r iunirono il 7 luglio a Chantilly; e, dopo ·1unga e ponderata d iscussione, preva lse il parere d i J offre, che, da tutti accetta66


to, diede luogo: alla grande offensiva autunnale in Francia, colle battaglie dcli' Artois e de!la Champagne ; al proseguimento della vigorosa offensiva italiana contro l' Austria, sull'Isonzo; alla continuazione de!la lotta di logoramento sulle altre fronti. II. Conferema d-i Cha1itilly (15-16 novembre 1916). Gli avvenimenti del 1916, inconclusivi nei riguardi di una risoluzione della guerra per ambo i belligeranti, avevano determinato, tanto nell'Intesa che negli I mperi Centrali, una forte crisi morale e materiale. Ma l'invasione della Romania da parte dei Tedeschi obbligava seriamente l'Intesa a provvedere ai casi suoi nel pross imo anno 1917, dato che erano aumentati i pegni territoriali nelle mani del nemico. Dovevasi in ogni modo superare tale crisi, e, per non trovarsi ancora nelle stesse condizioni, dovevasi pensare a ricerca.re la risoluzione militare della guerra. Già durante l'anno colla conferenza di Boulogne, tra Francia cd Inghilterra, e con quella di S, Giovanni di Moriana, tali argomenti erano stati trattati: però nei giorni 15 e 16 novembre (1916) s i riunirono di nuovo a Chantilly tutti i rappresentanti m ilitari degli eserciti dell'Intesa, per concretare il « quid agendum » nel prossimo anno 1917, in modo impegnativo per tutti. Le conclusioni cui pervenne questa conferenza, furono le seguenti: sulla fronte occidentale europea sarebbe continuata la guerra di logoramento a d obbiettivi limitati in base alle forze ed a i mezzi disponibili durante l' inverno: a prima.vera. si sar~bbe tentata la rottura della fronte tedesca; sulla fronte balcanica si sarebbe tentato, in primavera, di mettere fuori ca.usa. l'esercito bulgaro, mediante l'azione combinata e concomitante dei Russo-Rume~ ni da nord, e dell'armata. interalleata. di Salonicco da sud: l'armata interalleata sarebbe stata portata a 23 divisioni; sulle rimanenti fronti si sarebbero dovute immobilizzare quanto più possibile forze nemiche, mediante attacchi locali ad obbiettivi limitati e mediante la guerra di posizione, Venne inoltre deciso d i non costituire un comando unico delle forze dell'Intesa, ma con l'impegno tassativo che tutti i Comandi Supremi degli eserciti avrebbero dovuto agire aiutandosi reciprocamente e mantenendo sempre stretto contatto.

Ohanzy (Antonio). Genera le francese (1823-1883). Fu lunga.mente in Algeria. a.n che come govema.tore nel 1873. Partecipò alla campagna d'Italia nel 1659 e a.Ila guerra del 1871, coma ndando l'armata. dellr1 Loira., e distinguendovisi coll'ottenere va.rii successi contro le truppe tedesche. Lasciò un libro: « La seconda armata della Lo ira. >l. Chapman n (Federico di) . Ammiraglio svedese ( 1721-1808). Chnuzy Anlonlo Celebre costruttore di navi, in ventore delle scialuppe cannoniere. Diresse dal 1781 al 1790 i cantieri di Carlskrona. F u fatto nobile, e membro dell'Accadem ia delle scienze. Pubblicò molte opere di ingegneria navale. Ohapperon (Alessio). Generale, n. a Tunisi nel

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1859. Sottot. cli fanteria. nel 1879, entrò nel corpo di S. M., fu insegnante presso la Scuola. di Guerra e nel 1903 ebbe la nomina ad aiutante di campo onorario di S. M. il Re. Promosso colonnello ebbe successivamente il comando del 21° e del 25~ fant. ecollocato in P. A. a sua domanda (1910) fu richiamato durante la grand~ guerra ( 1915-18) col grado di maggior generale aJlc dipendenze del Comando Supremo. Ricollocato in, congedo (1919) raggiunse nel I927 il grado di genera le di corpo d'armata. Ha scritto varie opere, fra le qua.li: « Attorno a Napoleone I » ; « L'organica. a.i tempi di Montecuccoli eLouvois »; « L 'organica militare tra le due guerre mondiali 1814-1914 >>.

Charasiah. Villaggio dell'Afganistan. CombattÌ!Jtento di Charasiah ( 6 ott. 1879). Appa.rtienealla 2• guerra dell'Afganista1t (V.) e avvenne precisamente duran te la marcia di lord Roberts su Cabul. Gli Afgani avevano occupato una forte posizione a N . di Cha.ra.siah sulle alture a ca.va.Ilo della stretta per Ja_ quale passa la strada di Ca.bui, con la massa prin~ipale a sinistra. della stretta. Il gen. R oberts decise di attaccare col grosso delle sue forze (gen. Ba.ker) la destra a fgana, mentl'C un distaccamento (magg, Wbite), avrebbe operato d imostrativa.mente impegnaJ1do il ne• mico davanti alla stretta. Allorchè il gcn. Ba.ker attaccò. alla sinistra, cacciando gli Afgani dalle loro posizioni.

avanzate, essi si alirettarono a rinforza.re frettolosamente la loro desti-a a scapito della difesa diretta della stretta, cosicchè il ma.gg. \Vhitc, a ccor tosene, e giud i-cando di non a.vere più davanti a sè forze tem ibili, attaccò vigorosamente riuscendo, col suo piccolo distaccamento, ad occupare la stretta e a respingere nettamente la sinistra. nemica ; avanzando quindi rapida.mente e decisamente riuscì a catturare l'a rtiglieria nemica appostata d istro la stretta, determinando il ripiega.mento degli Afgani che intanto erano vigorosamente: incalzati dal gen. Baker.


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CHA Gli Afgani abbandonarono sul campo oltre 300 morti e tutta l'artiglieria ( una ventina di pezzi) ed ebbero molti feriti. Gli Inglesi ebbero 16 morti e 62 feriti, e dopo la vittoria marciarono su Ca.bui che occuparono.

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Charette (Francesco C. de la Contrie). Capo di contadini insorti di Marchecou l, allo scòppio dei pr im i torbidi in Vandea, dopo parecchie azioni fortu nale, divenne presto capo d i quasi tutta la bassa Vandea. Fa1lito il tentativo cm1tro :Nantcs del grande eser èito realista comandato dal Lescure, Charette iniz:ò un'attiva guerriglia di imboscate e di colpi di mano, fino a che, abbandonato da quasi lutti i suoi e ferito, cadde nelle mani del generale repubblicano Travot, fu condannato e fucilato il 29 marzo 1796. Precedentem.•nte a questi avvenimenti, il C . erd. stato luo gotenente di vascello e a veva seguito la causa degli emigrati.

A ta11asio Charette barone de la Contrie. Scrittore francese (1797-184S), nipote del precedente. Scrisse: « Qualche parola sugli avvenimenti della Vandea nel 1832 »; « G iornale militare d'un capo dell'Ovest». Atanasio , Charette, barone de La C011trie. Genera!~ francese, n. ne l 1832. Ufficiale negli Zuavi pontifici, prese parte alle battaglie di Castelfidardo ( 1860), di Mentana (1867) e nel 1870 alla difesa di R oma. Ritornato in pau·ia durante la guerra Franco-Prussiana, fu au,torizzato a costituire, cogli zuavi pontifici, un corpo franco che fu aggregato al 17° C. d'A. e fu promosso generale di brigata. Scrisse: « R icordi del reggimento degli Zuavi Pontifici>>. Charière (Francesco). Meda.glia d'oro, n. a Thone (Genevese) nel scc. XVIII. Verso il 1790 si arruolò soldato in Piemonte col nome di guerra Belfleur e dopo qualche tempo divenne sergente nel corpo dei Granatieri R eali. Nella guerra delle Alpi riportò varie ferite e si meritò la med. d'argento per atti di coraggio compiuti il 29 settemb1·e 1793, e quella d'oro per i prodigi di valore compiuti all'attacco del colle della Mula.tera presso Garessio il 25 giugno 1795. Per le gloriose ferite, ve1me poi ammesso nel Battag!-ione degli Invalidi ed applicato al presidio di Casale prima, e poi a quello di Bard. Charlemont. Fortezza francese, costruita nel secolo XVII sopra 1m a collina, sulla Mosa, presso G ivet, e

~ rimodernata nel sec. XIX. Essa batte le vie da Mézières a N amur, e da L aon a Hirson, e agli sbocchi

dalla foresta delle Arde1mes. I Prussiani tentarono di prenderla, ma invano, nel 1815.

Charleroy. Città del Belgio, nell'Hainaut, sulla sinistra della Sambra, sorta dove Carlo II di Spagna eresse una fortezza a cui diede il prop;io nome. Il 2 giugno 1667 Luigi XIV la conquistò e feFe ricostruire le forti.ficazioni rase al suolo; fondò la città bassa. Alfa. pace di Aquisgrana rimase in possesso dei Francesi che vittoriosa.mente la tennero contro due successivi attacchi del principe d'Orange (1672 e 1677). Colla. pace di Nimega (1678) tornò alla Spagna. Nell'ottobre 1693 fu conquistata dai Francesi condotti dal maresc. di L uxemburg, dopo ventisei giorni d i trincea aperta dal Vauban e dal Villeroy. . Alla. pace di Ryswich (1693) tornò ancora alla Spagna. Kel 1814 fu assegnata al regn@ dei ·P aesi Bassi e passò al Belgio nel 1831. E' militarmente importante, perchè nodo di numerose comunicazioni strada.li, fluviali, ferroviarie e costituisce verso la Fr ancia via d'accesso alla vallata dell'Oise, facile e breve strada d'invasione verso Parigi; mentre verso il Belgio apre la via delle Fiandre e scopre Bruxelles.

I. Asse(lio di Charleroy (54 a. C.J. Fa parte della gueITa di Giulio Cesare in Gallia e appartiene alla riscossa della Gallia Belgica contro i Romani. La vittoria l'iportata presso Aduatuca da Ambiorige, spinse al colmo il coraggio dei popoli belgici che si agitarono ia varii punti. Immediatamente Aduatici, Menapii e Nervii si unirono ad Ambiorige, il quale con questi nuovi rinforzi portò il suo esercito a 60.000 uomini. Con queste forze Ambiorige corse ad assalire il campo del luogotenente Quinto Cicerone, il quale era accampato a Charleroy con una sola legione. Respinti nel primo assalto, i nemici nella notte inalzarono molte torri coi legnami procurati dai Romani per le fortificazioni. Nel giorno seguente r innovarono l'assalto e riempirono la fossa. I Romani si difesero con ardore; nella. notte si provvedevano di molte travi bruciate e di un gran numero di giavellotti da lanciare dalle mura, coprivano le torri di tavolato, e intessevano d i graticci i merli e i parapetti. I Nervii cinsero i quartieri Romani d'una, palizzata alta undici piedi e di una fossa profonda quindici. - ' el settimo dì dell'assedio, insorto un vento impetuosissimo, i nemici si diedero colle fionde a gettare sulle capanne dei legionari, coperte d i strame alla. maniera dei Galli, palle infocate d'argilla fusa e dardi arroventati. Appiccatosi il fuoco alle dette capanne, in breve ora tutto il campo fu in preda alle fiamme. I nemici allora, credendo di aver già in pugno la vitto-· ria, comincia rono ad accostare le torri e le testuggini. ·ed a. sa.lire lo stecca to colle scale. In tale frangente i R omani, sebbene accerchiati dalle fiamme e oppressi da.. una pioggia di dardi, comba tterono accanitamente sen-: za partirsi dal bastione, e senza voltai:e le spalle a.I nemico. Cessato alquanto l'incendio i nemici avvicinaronò una torre presso il bastione, ma. i Romani, sbaraglia.ti gli avversari, diedero fuoco alla torre. In questa. giornata i nemici ebbero un grand issimo nun1ero d i mor:ti e di feriti. E mentre gli assalti si facevano og11i dì piùgravi e più ostinati, Cicerone indusse uno schiavo gallo a recare 'lettere a Cesare. L egatele in un giavellotto ìl Gallo 1-iuscì a passare fra. gli assedianfi, pervenne a Cesare e gli consegnò le lettere. 1 1 proconsole, informato del pericolo C:he correvano Cicerone e la sua legione, ·c on 7.000 fanti e 4000 cavalli si avviò a Charleroy, e i Galli

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assedianti saputolo, levarono l'assedio e gli marciarono incontro, ma vennero assaliti e sgominati dalle truppe di Cesaré. U. Bombardamento di Charleroy (ottobre 1692). Appartiene alla guerra tra la Francia e l'Impero. Essendo

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llfons, comandato dal marcsc. di Luxemburg, dispose che il Bufflers investisse la piazza. Dal 19 al 21 le artiglierie francesi fecero piovere sulla fortezza ben 25'00 bombe, ma non se ne sgomentò il presidio, tanto che, essendo troppo avanzata la stazione per disporre un assedio in regola, il re decise che le operazioni avessero termine e che le truppe prendessero i q ua rtieri cli inverno.

III. Battaglia e assedio di Charleroy (12-25 giugno 1794). Appartiene alle guerre della Rivoluzione. Assun-

to il comando delle trup pe france.si, già duramente provate dai precedenti insuccessi patiti, nel tentativo cli forzare i I passaggio della. Sa.mbra svoltisi fino dal 10 maggio, il generale J ourdan prese le d isposizioni J)er compiere u11 nuovo sforzo' nella gio,·nata del 12 giugn,o. Passato il fiume, i Francesi, forti d i 68.000 uomini, invcgtirono la fortezza e comin•ciarono a bombardarla, mentre un corpo di osservazione di 7000 uoBombardamento cli Charleroy (Ot to!Jr e 1602) mini sorvegliava le provenienze da rientrato in Olanda Guglielmo il Taciturno, rimpatriaNamur. Il giorno 16 il principe di Orange, comandant~ te le truppe inglesi e tornale nelle guarnigioni le' spa, le forze della Coalizione, rafforzatosi del Corpo del Beaugnuole, Luigi XIV sperò d i potersi impadronire di lieu proveniente da Namur, marciò sui Francesi, con Charleroy. Costituito un corpo di osservazione verso 50.000 uomini. La J)osizione frapcesc era troppo estesa e Jourdan, che se ne rese perfettam ente conto, pensò di prevenire i! nemico ad evitare che questi, attaccandolo in condizioni di superiorità, potesse costringerlo alla ritirata. Ma il movimento non fu compiuto in tempo, e il J ourdan dovette accettare 11 combattimento nella forma che gli venne imposta. Una fitta ' neb_bia,. complicò ancora la situazione a danno dei Francesi, d istesi su una fronte eccessivamente ampia; essi sostennero gli attacchi nemici senza i ne..: cessari collegan1enti e, venuta anche meno l'azione di comando, la. lotta si ~pezzò in molte azioni indipendenti e sconnesse. ,VIentre il centro e la desu·a cedevano allo sforzo avversario, la sinistra, comandata dal Kléber, resisteva vigorosamente, e gli Austriaci furono ributtati in d isordine sulla via. di Nivelle e nella valle del Piéton. Scomparsa la nebbia, il Joulodan potè r iprendere il controllo delle sue truppe e, visto il successo della sinistra, volle completarlo ordinando una larga conversione sulla destra ove si t,ovava. la divisione Marceau, appoggiata alla riva della Sambra. Il movimento, ohe in un primo mom1into si svolse favorevolmente, fu poi spezzato da w1 ritorno offensivo delle masse Austro-Olandesi contro le truppe del generale Lefèbvre, che Assedio dl C!iarleToy (g-!ug-no 17~4)

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Batta.s-lia di Charleroy (1914)

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pri,·e di munizioni, furono costrette a ripiegare su Fleurus e di qui, per il ponte di Chiìtelet, sulla destra dc! fiume. Nell'intervallo costituitosi così nella linea francese, avanzarono le truppe austriache comandate dal 13eauJieu, le quali, cadendo sulle ìinee di comunicazioni! dei corpi di Cbarnpioru1et e di Marceau, li costrinsero alla loro volta a ripiegare, mentre il generale Hatry, per non essere a sua volta tagliato fuori, in tutta fretta tolse l'assedio di Charleroy e colla sua divisione ripassò la Sarnbra (a Marchiennes. J ourdan in.fine, separato dalla propria destra, minacciato di avvolgimento al centI'O, in pericolo di essere rovesciato nel fiume, ordinò la rit irata generale che si svolse in buon ordine, sotto la protezione di Kléber, in posizione sulle alture di Lernes. Questo insuccesso eccitò l'impazienza di Saint J ust, commi..sario della Repubblica presso l'Armata del Nord, il quale ,·oleva., specialmente per ragioni politiche, che esso fosse prontamente ripara to. Ma. Jourdan, nonostante l'insistenza di quel suo superiore politico, non volle rnuo,·ersi prima di avere dato alle truppe il necessario riposo, uè prima di essersi rifornito di munizioni. Il 18 giugno l'ai:ione venne ripresa e i Francesi attraversarono ancora la Sambra, indisturbati poichè il principe di, Coburgo, comandante delle forze alleate, sicuro, dopo la vittoria del 16, che per parecchio tempo il nemico non si sarebbe più mosso, invece di andare a mfforzare il principe di Ora11ge, si occupava unica· mente di raccogliere i mezzi per soccorrere il Clayrfait. La fortci:za di Cbarleroy venne nuovamente cinta d'assedio dai Francesi, e bombardata dalla. divisione H atry mentre Jourdan, ammaestrato dalla. precedente esperieni;a, a prevenire ogni ritorno nemico, fece siste111are a diìesa i villaggi che da quella parte la mascheravano: Fleurus, Lambusart, Forchies, Gosselins, Trasegnes e Courcelles, mentre sulle alture di ,H epignes, che dominano la piana di Mellet e di Fleurus, fu innalzata una potente ridotta armata di diciotto pezzi di grosso calibro. L'assedio di Charleroy, spinto alacremente, si chiuse il giorno 25 colla. resa. senza. condizioni degli assediati; essi ebbero gli onori delle armi e agli ufficiali fu concesso di tenere la spada. Mente-~ la gu:irnigion~. forte di tremila uoniini, sfila.vi cii fronte al vincitore, il lontano rombo del cannone annunci«va, ormai troppo tardi, l'arrivo dell'eserci:o d i i.occorso. IV. Battaglia d·i Charlero')I (1914). Sono in questa " battaglia >l compresi tutti gli scontri, e tutti gli a vvenimenti ir. genere di carattere bellico, che dal 21 agosto 1914 al 24 dello stesso mese si svolscrn sulla Sambre e sulla }'faine, tra Francesi della s• Armata (Lanrezac) Inglesi del primo corpo di spedizione britannico e le Armate germaniche (anzi prettamente prussiane) 1• (v. Kluk) e 2• (v. Bi.ilow). Questa battaglia, inoltre, fa parte di quella serie di grandi battaglie iJ1i • ziali, che, nella. terza decade d'agosto 1914, si combatterono lungo la frontiera franco-belga-tedesca per effetto degli opposti piani operativi inii;iali, miranti d'ambo le parti alla vittoria rapida, da ottenersi secondo i Tedeschi coll'avvolgimento dell'ala sinistra nemica espOsta alle offese provenienti dal Belgio; ,;e:;r,ndo i France~i collo spezzare in due tronconi lo s~hieramento iniziale tedesco mediante un poden,sJ attacco centrale. Considerata come tale, la battaglia. di Charleroy-Ylons è quella.. s,·oltasi al limite dello schieramento francese, verso nord ; permise alla s• Armata francc-;e ed agli

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Inglesi di sfuggire alla. grave min:icda di avvolgimento in campo aperto, che, secondo i piani tedeschi, doveva effettuarsi coll'azione delle loro armate 1• e 2', che avrebbero puntato a sud, in stretto coordinamento colle azioni tedesche di Alsazia e Lorena. Gli scontri tra Francesi della s• Armata (Lanrezac) e Tedeschi della 2• (Biilow) sono quelli che più propriamente costituiscono la battaglia di Charleroy; mentre gli scontri ira Inglesi del corpo di spedizione (French) e tedeschi della J • Annata (Kluk) costituiscono la battaglia. di M01~. Il 20 agosto, tutta la s• Armata. francese ebbe ordine di portarsi sulla sinistra della Sambra, sia per parare la minaccia di avvolgimento, sia per prendere materiale contatto cogli Inglesi di lord French, il quale, per altro, di fronte a lla g,rave situazione, voleva solo evitare di impegnarsi prematuramente coll'avversario, ritirandosi; e ciò in relazione alle istrui;ioui avute da Londra. Il contatto materia.le fra Frances.i cd Inglesi fu preso per la prima volta il 21 agosto, nella zona tra Wassigny e Cambrai e nello stesso giorno il contatto tattico si stabill tra s• Armata francese e 2• Armata germanica. Conseguentemente si ebbero i seguenti av\'enimenti, costituenti la battaglia di Charleroy : La mattina del 22 agosto, la 2• Annata tedesca, decisa a continuare energicamente il suo movimento verso sud, tentò il passaggio del fiume. Assai aspri furono i combattimenti del X e III Corpo francesi, che tuttavia non riuscirono ad impedire progressi nemici a sud della $ambra, da. parte dei Corpi tedeschi XI e Guardia. Su tutta la rimanente fronte dell'annata (,Corpi francesi XVIII-X-ID e I) l'artiglieria tedesca, otti. mamente piazzata sulla sr. del fiume, nonchè precise raffiche di mitragliatrici impiegate con ottimo criterio tattico, produssero sensibilissime perdite nelle file francesi, tanto che il Lanrei:ac, tenendo a stento la linea della Sambra, richiese il concorso degli Inglesi su Binche, a minaccia del fianco destro della. 2• Armata tedesca. Ma lord French, impegnatosi a Mons coll'armata del v. Kluk, r ispose di non potere aderire e aggiunse che se l'indomani 23 la situazione non fosse migliorata, egli si sarebbe ritirato, lasciando scoperto il fianco sinistro della s• Armata francese. Ciò non ostante, alla sera del 22 il La.nrez.a.c dispose che i Corpi XVIII-X e III cont inuassero a resistere ad ogni costo. fino a tanto che il I Corpo non fosse stato in grado di partecipare in pieno alla lotta, per fermare alla San1bra il nemico prima, e ribu ttarlo a nord del nume, poscia. Il 23 di buon mattino, però, la 2• Armata tedesca sferrava nuovi poderosi attacchi per passare il fiume, con esito buono, per effetto delle sue artiglierie pesanti, che non potevano essere controbattute da. quelle francesi: perchè - come è noto - i Francesi entrarono in can1pagna sprovvisti di artiglierie pesanti mobili, erroneamente giudicate non atte alla guerra in campo aperto. Tutto il giorno 23 passò pei Francesi sotto l'uragano della. pos.;ente artiglieria nemica, ed a stento essi mantennero le loro posizioni: nessuna possibilità di passare alla controffensiva. Solo un lieve successo ebbe il X Corpo fr:mcese contro il R tedesco, prestamente annullato da una ripresa offensiva nemica. Alle ore 21 del 23 il Lanrezac, vista l'impossibilità d'ogni soccorso da parte degli Inglesi, costretti a ritirarsi, e vista - per conseguenza. della ritirata inglese - la possibilità che le forze prevalenti nemiche gli aggirassero il fianco sinistro, dispose pel ripiegamento della sua. annata sul-


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1a linea Givet-Philippeville-Beaumont, in armonia col .ripiegamento inglese. La piccola piazza di Ma.ubeugc .avrebbe fornito un punto d'appoggio notevole a.Ile nuove posizioni'. concetti senz'altro a,pprovati da Joffre. I Francesi erano così sfuggiti alle. roinaccia d'aggiramento da par te dell:t grande ala destra_ nemica marciante, per la tempestiva ritiràta toro e degli Inglesi, i quali ultimi si erano acquistata tale possibilità coi •contemporanei avvenimenti costituenti la battaglia di Mons. Perdite: pei Francesi 5000 caduti, -35 cannoni, 5 bandiere; pei Tedeschi_ 10.000 uomini tra cadut.i, fe~ riti e prigionieri.

fluiscono l'Ashley e il Cooper. Fu fondata da coloni inglesi nel 1671, a cui si aggiunsero, dopo la revoca dell'editto di :N'antes, numerosi protestanti francesi. Fu uno dei centri più importan.ti dei Confederati nella guerra di Secessione Americana, che cominciò il 13 aprile 1861 col bombardamento del forte Sumter, caposaldo della sua difesa. Le truppe federali si impadronLrono della. città dopo due anni cli assedio, durante il quale il bombardamento durò quasi ininterrottamente. Le principali difese di Charleston erano costituite dai forti Sumter, Multrie, Wagner e. dalla batteria Gregg. I l primo al centro, il secondo a nord gli altri due a Charles (Ferdinando;. Genera le, 11. a Vorthcung sud della r2da. Le opere erano annate di 376 cannoni. (Savoia) nel 1829. Sottotenente cli fra i quali molti rigati e capaci di lancia.re proiettili fanteria nel 1848 fece tutte le lunghi sessanta centimetri, a 4-5000 m., distanze fin'al-campagne fino a quella del 186t5 lora ritenute irraggiungibili. raggiungendo il grado di colonNel 1863 i Federali mandarono una. squadra contro nello, al comando del 49° f anCharleston, costituita. dalla. corazzata New Ironsides, la 1eria, nel 1873, e guadagnando prima posseduta dagli Stati Uniti, da otto monitori e la medaglia d'argento a Novara. da gran numero di navi. minori, incaricate specialmenNel 1881 era maggior generale , te di mantenere il blocco della costa. L'a.mmir. Dupont, -comandò la brigata Re; nel 1887 comandante l'armata federale, dispose l'attacco di viva tenente generale e comandò per forza della città e delle sue opere per il 7 aprile. Il <lue anni la d ivisione militare passo di Charleston, protetto da una doppia travata di Brescia; quindi andò a riposo. difesa da torpedini che collegavano le difese a terra, fu forzato senza danno, quantunque una delle torpedini Charlesfort. forte costruito da ll'ugonotto francese esplodesse sotto la. chiglia di uno dei monitori, i qua.li, Ribaud nel 1565 nell'estuario del May, in Florida, a entrati nell'interno delta baia, poterono aprire il fuoco <lifcsa di una colonia di emigrati ivì stabilita.si dopo la contro le opere della difesa. Però durante l'azione il revoca dell'editto di Nantcs. Alcune navi spagnuole, Keokuk, che si era spinto a meno di sett~cento metri sorpresero w1a notte il forte, e fattivi prigionieri i didal forte Sumter, riportò tali danni che, ritiratosi dal fensori, li impiccarono ad altrettante forche attaccando combattimento, poco dopo colò a picco. Dopo due ore. loro alle spalle un c·artello ove era scritto «Impiccati di fuoco i monitori furono ritira.tì. Considerati gli scarsi non come francesi,'ma come luterani nemici della fede >J . risultati del bombardamento, dal quale le opere erano Qualche anno dopo, il capitano francese Dc Gourgucs state pochissimo danneggiate, pur essendo state colpite vendicò il Ribaud. Sorpreso a sua volta il forte, ne imda ben 346 proiett ili, si rinunciò definitivamente alpiccò la guarnigione, attaccando anch'egli alle spalle fattacco marittimo. <li ogni soldato spagnuolo un cartelto, in cui ex-a scritFallito l'attacco di viva forza tentato dalla marina, i to: « Impiccati non perchè spagnuoli e cattolici, ma , Federali decisero di procedere a nuove e più regolari <:ome corsa.ri, marrani e schiumatori del ma.re». operazioni col concorso delle forze terrestri. ComanCharleston. Città degli Stati Uniti, capitale della dante della flotta fu l'ammir. Dahlgren, dell'esercito il Carolina del Sud, sull'Atlantico, in una baia ove congcn. Cii.more. La difesa era affidata ai gen. confederati Beauregard e R ipley. Iniziato il bombardamento da. parte di mare, le opere, quantunque ripetutamente colpite, resistettero. Sul forte Wagner, difeso ·aa grossi spe$$0ri di sabbia, le artiglierie non ottennero sensibili effetti ; il forte S umter, per quanto semidistrutto, continuò a resistere. Ndla notte dal 7 all'8 settembre i Confederati a bbandonarono l'isola Morris, il forte Wagner e la batteria Gregg, l'indomani il forte Sumter respinse un nuovo attacco ; bombardato ancora il 26 ottobre, e colpito da settemila proiettili, cifra per l'epoca sbalorditiva, continuò a far fuoco. Venute meno le munizioni, i Federa.li interruppero il bombardamento dei forti e della città dal 13 novembre al 1° dicembre. Ripreso ll porto di ç harleston il 9 dicc1i1bre, continuò quasi inin-


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I « monitors » federa!f bombar dano Il forte Sumt.er a Charleston (1863)

terrolto e a lla fine dell'anno la resistenza durava ancora. SoJtanto il 18 febbraio dell'anno seguente (1864), la città fu occupata dalle truppe del gen. Sherman, dopo essere stata abbandonata dai Confederati.

Charlet (Stefano). Generale francese (1756- 1796). Entrò nell'esercito nel 1772 ed era uff. inferiore allo scoppio della Rivoluzione, cui aderì, battendosi sui Pirenei e guadagnandovi il grado di gen. di brigata (1793). Promosso gen. d i d ivis., fu inviato a ll'esercito d'Italia e ferito a Loano soccombette alla ferita dopo pochi , giorni. Charlet Nicola. P ittore di battaglie francese (17951849); illustratore dell'epoca bonapartiana ; autore d i « R itirata di Russia>>; « P assaggio del R eno d i :Moreau; (( Con voglio d i feriti >l ; (< Il granatiere di Waterloo >l ; ecc.

Oharlotte nburg. Città della Prussia, sulla Sprea, allacciata con ponte a.. Berlino. Vi si co11cluse nei giorni 1-24 luglio 1806 una fega segreta fra Russia e Prussia, in cui si stabiliva che l'alleanza fra Prussia e Francia non dovesse arrecare pregiudizio a quella che sin dal 1800 esisteva fra R ussia e Prussia. Questa si obbliga a non fare la guerra a.Ila Russia, e la Russia, a sua volta, si obbliga a garantire l'indipendenza e l'inviolabilità ,della Prussia. Questo accordo è per parte della Prussia in contradd izione con l'alleanza del 15 febbraio ( trattato di Parigi, tra Francia e Prussia.) poichè s'impegna a non prestare alla Francia il concorso pattuito, vale a dfrc a rompere il trattato stipulato con essa. La Russia ottenne quanto volle e la Prussia non ne ebbe che vanta.ggi derisori, non essend0vi parola, nel trattato, sul punto che era allora di vitale interesse per essa: cioè il possesso dell'Annover. La Russia e l'Inghilterra, le due potenze che la Prussia era abituata a considerare come alleate, ora agivano come se la P russia fosse in dovere di affrontare per esse la lotta disperata colla Francia., per tan to tempo evitata. Charmes. Nella organ izzazione difens iva francese per chiudere le vie di accesso verso l'interno ciel paese ad offensiva tedesca proveniente dall'Alsazia e da lla Lo-

rena, affinchè il fronte difensivo Ilelfort-Verdun 11011 fosse chiamato a compiere u11a funzione puran1en.t e difensiva, ma presentasse anche la caratteristica controffensiva per dare all'esercito campale la possibilità di. manovrare, venne interrotto da due intervalli : uno in corrispondenza dell'ala sinistra, la trottée di Stenay, l'altro a l centro del sistema, tra Toul cd Epinal, la tro1tée d i Channes. Così l'offensiva tedesca avrebbe dovuto, incanalar;i per le due porte lasciate aperte di Stenay e di Charmes, dando modo all'esercito francese di contromanovrare. La tròuée, per ampiezza (65 km.), per le favorevolissime condizioni di percorribilità e per la ricchezza. delle regioni cui dà accesso (Haute Marne-Aube), nonchè per la minore distanza che separa il bacino della Senna dalla front iera, era considerata come la via principale dell'offensiva nemica e perciò i piani di guerra elaborati dallo S. M. francese si basarono su questo, presupposto. Senonchè, per la tema che la barriera difensiva. non fosse abbastanza solida ed idonea a dare efficace appoggio all'esercito campale, il piano originario, subi continue modificazioni: si resero sempre· più formidabili i capisaJdi del siskma con l'alla rgamento del loro raggio d'azione e con l'aumento sensibile d i potenza e così l'ampiezza d elle due porte di accesso sopra indicate venne ad essere assai ·r Ìdotta; inoltre, come se· ciò non bastasse, si cercò di chiudere quasi completamente, mediante la costruzione di un potente forte isolato: il forte d i Manonvillcr s, la tro1tèe di C. che venne· ridotta ad un'ampiezza di meno di 40 km. Operazioni verso Ckar11'1es (G1terra Mondiàle). Della.. tro1,ù di C. cercarono di profittare le Armate tedesdle 6° e 7', dopo i notevoli successi da esse riportati colla battaglia d i Lorena ( 18-22 agosto 1914) sulle Annate francesi 1• e 2", che avevano dovuto ripiegare dalla Jin;a di confine sui Vosgi la l", e sul Grand Couronné la 2". Se le d ue Armate tedesche suddette avessero potuto, infatti, incanalarsi per il piano di Charmes, senza logorarsi nell'attacco della linea delle a lture, avrebbero, potuto r ompere la fronte nemica e minacciare. marciando verso l'ovest, d 'aggiramento anche la destra francese, mentre a nord la sinistra era minacciata ugualmente: dalle armate tedesche l • e 2° (V. Charleroy) .


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infine ebbe il comando supremo di. tutte le forze nella Cocincina, conquistando Khoa e Mytho (18601861).

Charoch. Proiettile da cannone inventato in Francia nel 1870,. adottato nel 1873 e poi abbandonato. Consisteva nell'unione di una! palla piena, sferica, a un cilindro, esplosivo. Nella. esplosione se nesperavano notevoli effetti di rimbalzo. Charri ( GiacomCf Prevost di). Capitano francese del sec. XVI. Si segnalò combattendo per Francesco I , Enrico II e Carlo IX. Fu di forza eccezionale : a Crescentino ( 1524) con un sol colpo tagliò. il braccio d'un capitmo tedesco, sebbene fosse r ivestito ,li maglia d.i, ferro. Per in imicizia il generale d' Andelot lo fece assassina re nel, 1563 a Parigi. Charrin. Armaiuolo belga, che nel 1865 costruì un fucile a blocco. a retrocarica, che prese il suo nome. In questo fucile, la carica si O 10 20 m.30 ottiene abbassando il ponticello,. che è unito a. cerniera nella sua parie anteriore; con questo movi-Operazioni dt Cha1,mes (Guerra Mondiale) mcnto, il blocco discende e nello stesso tempo una leva tira indietro il percussore che tenA tale scopo i Tedeschi combatterono nei giorni 23-25 de una molla spirale; introdotta la cartuccia, si rialza agosto la battaglia de lla soglia di Channes. Mentre, il il ponticello, e l'arma è pronta. per lo sparo. 24 agosto, sotto la pressione di prevalenti forze neIl C. ideò altresÌ va.rii proiettili da fucile: a flesmiche sui Vosgi, la 1• Armata francese doveva ripies ione (1), a punta. (2), ad espansione (3), con cavità. a. gare fiJl sulla -sinistra. della Mosa, la 6• tedesca, coprendosi s ulla fronte verso il Gra.nd Couro.nné di N ancy, obbliquò verso sud-ovest, con obbiettivo la linea SaffaisForesta. di Cha.rmes, per tentare d 'irrompere al di là della soglia di Charmes. Tale attacco falll completamente, sfa per la difesa frontale fatta. in pia.no ( di secondaria. importanza) sia. perchè il generale Castelnau comandante della 2" Armata francese - scendendo, nel tardo pomeriggio del 24, da.I Grand Couronné verso sudest, attaccò violentemente sul suo fianco destro la 6• Armata. tedesca. E l'indomani 25 la pressione della 2" Armata francese contro il fianco della 6" tedesca divenne così potente, che il tentativo d'fr:rompere oltre la soglia .di Cha.rmes fu abbandonato dai Tedeschi. Dopo questi avvenimenti la lotta si stabilizzò su questo tratto dì fronte, lungo la linea del Grand Couronné-MeurtheVosgi, dove la guerra in campo a perto e di grandi masse non si verificò più fino al I 918.

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Tedeschi -+francesi K

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Charmouth. Borgo dell'Inghilterra (Dorsct). Fu teatro di due battaglie. Nell'836 i Danesi, comparsi presso C. con 35 navi e sbarcati, sconfissero Egberto, re di Wessex. Nell'844, i, Danesi sconfissero nuovamente gli Inglesi e poterono devastare il paese. Charner (Letnw,rdo). Ammiraglio francese (17771869). Partecipò alla spedizione d'Algeri, alla occupazione di Ancona (1832) alla. guerra cli Crimea, alla spedizione i.n Cina ( 1860) come comandante in capo, e

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imbuto (4), cilindro-conico (5), sfero-conico (6), e un alzo (mod. 1866) a cursore con due r itti.

Charroy (o Ch~roy). · Armaiuolo francese d i Charlevillc; nel 1831 presentò un fucile a percussione ad avancarica, con magazzino di capsule. Questo magazz ino o serbatoio consta.va. di un tubo contenel}te le capsule, il quale da una parte era fermato dinanzi alla cartella e, dall'altra., premendo col dito, lo si abbassava per farlo scorrere in avanti fino a ferma.re una delle capsule sul luminello. Furono armati di fucile Charroy Mod. 1831 in Francia due reggimenti (circa 600 fucili) a titolo di esperimento, ma il meccanismo era troppo delicato e il fucile fu abbandonato. Chartonge (Filippo di). Genera.le foa.ncese. Nel 1690 venne in Italia col Catinat e comba.ttè a Staffarda; ·nel 1691 partecipò alla. presa. di N izza., di Montalbano e di. Carmagnola; fu promosso brigadiere e combattè a Marsaglia. Nel 1697 fu a.ll'assedio d i Barcellona e vi fu nominato luogotenente del Re. Nel 1701 combattè a. Carpi e a Chiari: promosso maresciallo di campo nel 1702, si battè a. Via,dana, a. S. Vittoria e a. Suzzara, tt S. Sebastiano, e contribuì alla. presa d i Villanova, di Asti, di Vercelli e d'Ivrea. Nel 1 i04, nominato ten,.e nte genera.le, cadde combattendo all'assedio di Verrua.

Ohartres (a.nt. A utricmn). Cap. del dip. dell'Eure -et Loire in Francia. D ue volte devastata dai Normanni, fu cinta. d'assedio nel 911 dal loro re Rollone. In soccorso della città accorse il duca Riccardo di Borgo_gna, ohe attaccò gli assedianti mentre di fiaaco li assaliva il vescovo della città, seguito da preti e da sol-dati, e portando per vessillo la veste della Vergine, che si venera.va in quella cattedra.le. I Normanni furono sconfitti e la. città liberata da ogni ul teriore minaccia. I. Pace di Chart·res (9 maggio 1409). Conclusa fra. i figli del Duca. d'Orléans e G iovanni Senza Paura, du•Ca. di Borgogna ohe volle q uesto accordo per evitare le rappresaglie che temeva per a.vere fatto assassinare l'Orléans. II. Presa di Chartres (1417 - Guerra. dei Cento a.imi). Dal 1417 il Duca di Borgogna si era. impossessato di Ohartres che era occu_pata da Borgognoni e da Inglesi. 11 Bastardo d' Orléans disegnò d i occupa.ria con uno .stratagemma. Appostatosi nelle vicinanze del_la. città con 4000 u. mandò in città dei soldati camuffati da contadini, con delle carrette cariche d i provvigioni dove -erano nascoste le armi. Giunt i alle por te della città que.sti le occuparono dopo averne massacrata la. guardia. Immediata.mente sopravvennero le truppe dell'Orléans -che entrarono in città a bandiere spiegate. Della guarnigione seicento, col comandante iiìglese, furono fatti pri-gionieri, il resto fuggì. La città fu saccheggiata.

890 Abd-el-Melik, vennero quivi a batta.glia contro El Mochtar, r ibelle al califfo. I due generali vennero sconfitti; si narra che Mochtar, vedendo i suoi vacillare, )aJ1ciasse un volo di colombi, aru1uncia.ndo che gli angeli venivano in suo aiuto, e riuscendo così a infiammare ~ le sue truppe, assicurandosi la vittoria.

Chassè (Davide, barone di). Generale olandese (1765-1849). Partecipò con onore alle campagne delb Rivoluzione e del primo Impero fino alla· prirna ab. dicazione di Napoleone; passato al servizio di Guglielmo I cli Olanda, ebbe <da lui il grado di ten, generale, e a ìVaterloo fu contro Napoleone. NomiChassè Davide nato governatore di A1wersa., la d ifose prima co-ntro gli insorti Belgi nel 1830, e allora la bombardò; poi contro i F ra.ncesi nel 1832.

-Chasseloup (marchese Francesco di C. Laubat). Generale francese (175-1-1833). Percorse celermente, come ing. militare, la. carriera nell'arma del Genio. Come comandante cli quest'arma sotto Napoleone, diresse assedii importanti come quelli di Danzica e di Stralsunda. Nominato poi direltore delle forti ficazion i in Italia, migliorò le piazze d i Mantova., Peschiera, Osoppo, Rocca d' Anfo e progettò le fortifica.z.io.ni di Alessandria, le quali toccava.no om1ai al loro termine, allorchè 1a pace di Vienna ne pattul la demolizione. Fu uno dei primi a dicJ1iararsi contro Napoleone e alla restaurazione Luigi XVIII lo nominò pari di Francia. Il Cbasseloup in materia di fortificazione fu un innovatore: propose diver-

III . Presa di Chartres (1591 - Guerre d i religione). Enrico I V nel 1591 si presentò dinanzi a Oharlres oc-éupa.ta dalla <(Lega.>). Due assalti furono respinti e i l Re sta.va per ritirarsi quando, arrivato il conte di Cha.tillon e apprestatasi una macchina d'assedio da Jui inventata per scendere al coperto nel fossato e dare l'assalto, gli assedi,tti capitolarono.

Chasir. Sotto affluente del T igri, per il Gran Zab, in Mesopotamia. Sulle sue rive si combattè ( 6-7 agosto -686) una batta.glia che appartiene alla seconda guerra dvile fra Musulmani. H ossein e Obeida, generali di

Fronte bas11ona10 del Chasseloup

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sez ione cte1 fronte basuonato di Cbasseloup

si fronti bastionati, tra i qu ali il più importante aveva i bastioni provvisti ciascuno di um, cascrm>1 di:fensiva con casematte alla Carnot protetta da una tra·versa di terra. La ta.naglia aveva forma speciale coi ·fianchi casamàttati e le casamatte avevano una maschera .antistante di protezione. Sul davanti d i essa stava un ridotto centrale. Dietro il muro di controscarpa esisteva ·una galleria. La strada coperta, di larghezza molto variabile e interrotta in capitale del fronte, ha piazze d'anni salienti e rientranti, tutte con ridotto. Il rivellino, a dente, era posto a piedi dello spalto ed aveva un ridotto a lunetta, con le facce non parallele a quelle del rivellino, chiuso alla gola, la quale conteneva lo-cali alla prova. La strada coperta del rivelliuo era organizzata in modo analogo a quella del corpo di piazza e sul suo rovescio, dietro il muro di controscarpa del fosso, esisteva pure una galleria. Una comunicazione coperta co1Jeva tutto lungo la capitale del fronte fino al terrapieno del ridotto di rivellino. Il gen. C . ha la·SCiato m1 libro : e< Saggi su qualche parte dell'-artiglieria. e delle fortificazioni ».

Chassepot (Antonio). Armaiuolo francese ( 1833· ·t905), inventore e costruttore (1866) di un fucile ad ago calibro 11 a retrocarica, che prese il suo nome: aveva la gittata massima di m. 1200. La culatta mobile ,era avvitata alla canna; il cilindro otturatore girevole

Per rendere l'arma pronta al tiro occorreva.no quindi 4 movimenti: 1, armare; 2, girare a sinistrn e tirare il cilindro indietro; 3, introdurre la cartuccia; 4, spingere il cilindro in avanti cd abbattere il manubrio a destra. Presentava però tutti gl i inconvenienti dei fucili consimili (Carcru10, Dreysc), specialmente nella cartuccia. Per questo fu sostituito in F1·ancia, nel 1874, dal fucile Gras.

Chassepot-Schmidt. E' il fucile Chassepot Modello 1866, modificato da Schmidt nel 1869. La modificazione consiste nell'allarga.mento della camera; la sostituzione del piccolo maschio nella guida della leva con una molla di arresto; la sostituzione dell'ago con un'asta; l'introduzione dell'estrattore con un collocrunento

Fnrilc CllaS%J)Ol mocttncato d(l Schrnl<H (18G~)

conveniente nella guida della leva, prolungato sufficientemente in avanti, per impedire la percussione prematura.. Con queste modificazioni, il cane viene armato col diretto mo,vimento di alzata del manubrio del cilindro, riducendo così i movimenti a tre invece che a quattro.

Chasteler- Courcelles (marchese Giova1mi). Generale austriaco, n. di Mons ( 1763-1825). Partecipò alla campagna contro i Turchi (1788) e poi alle guerre contro la Francia, fino al 1815. Nel 1809 fu battuto da Lcfèbvre nel T irolo e nel 1813 fu governatore di Ven'ezia. Fuclle Clrnsscpot moct. 1860 ,e scorrevole, con testa mobile e col)gegno di percussio-

ne. Esternamente ailla culatta mobile erano fissate la ,molla del grilletto ed il grilletto. li r itegno del grilletto, il cui btcco penek-wa nella cavità della culatta mobile, faceva l'ufficio di gancio. L a testa dell'otturatore, .guernita di caucciù, aveva un certo gioco nel cilindro ed era unita con questo da una vite. I l movimento del -cilindro era limitato da una vite; ed un manubrio ne facilitava il movimento. La parte posteriore del cilin•dro aveva tre ·tacobe: la più corta come tacca d'arresto al percussore armato, quella di mezzo come tacca di -sicurezza. o d i ·r iposo, la più lunga permetteva al per cussore di avanzare completamente. La guida direttrice -del cilind ro consolidava nello stesso tempo la chiusura.

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Chatam (o Chatharn). Città dell'Ingh ilterra, nella contea di Kc:it, sulla clr. del J\1edwai, dove si apre il ~no articolato estuario, difeso dalle fortificazioni di Shernes~, nell'isola di Sheppey. E' sede di importante arsenale da guerra, che nella gr1n<lc guerra fu importante ba.se navale d'onde mossero gli Inglesi per le operazioni contro la costa belga. Fu 1·ipetutamente bombardata da dirigibili tedeschi ; poi l'arsenale è stato mantenuto in efficienza per le grandi r iparazioni della flotta inglese. Battaglia di Cha-tain (22-23 giugno 1667, •Guerra fra le Sette Provincie Olru1desi e l'Inghilterra). Conquistata Sherness dall'ammir. van Gent, sopraggiw1se l'ammiraglio Ruytèr, che intanto operava alle foci del Tamigi, per procedere al l'attacco di Chatam. Era questa piazza difesa da. due ostruzion i, l'una di tre, l'altra di quattrb vascelli, e di più, frn le due sponde del Medwai, erano


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L'arsenale Cli Chatam nel sec. XVII! tese delle catene, sostenute ogni tanto da enormi travi galleggianti. Il tutto era protetto da due batterie di 8 pezzi ciascuna, e da due corpi di moschettieri. V'ern inoltre, a terra, il castello di Upner, che comandava il fiume, presso al quale erano stati ancorati 6 vascelli, difesi alla loro volta da una ostruzione di altri due, fatti appositamente a ffondare, T obia Szoen, comandante l'avanguardia di Van Gent, tentò inutilmente di avanzare; fu a llora che il coman dante della fregata « La Pace», chiese ed ottenne l'incarico di bruciare le navi inglesi. A vele spiegate si spinse, incurante del fuoco nemico, contro le catene e le superò. Penetrato così nel centro della linea avversaria, attaccò la prima fregata. inglese che gli fu a portata e la prese a ll'a rrembaggio. Seguito dalle altre navi, che da quest'esempio presero ai·dire, le batterie e le navi inglesi, battute di rovescio, dovettero cedexe e la squadra. penetrò quasi tutta nel porto di ChataJ!I. Dal disastro scamparono solo quattro vascelli d i JiJ1ea inglesi. L'indomani (23 giugno) nonostante il fuoco incrocia to del castello d i Upncr e ·d i una batteria posta s ulla riva di fronte, le navi olandesi (6 incendiarie scortate da 7 vascelli) risalirono il fiumè e d iedero fuoco alla flotta nemica. Gli Olandesi ebbero in tutto. wi:a perdita di una cinquantina di morti e pochi fer iti, mentre gli Inglesi perdettero otto grossi vascelli fra distrutti e conquistati dal nemico. L'indomani la flotta Olandese ritornò a lle bocche del Tam igi per riprendere le sue operazioni lungo le coste dell'Inghilterra.

Presa di Chatea,tdun ( 18 ottobre 1870). Appartiene alla guen-a. F ranco-Prussiana. La città, attaccata. dalla. 22' divis. dell'armata del principe rea.le di Prussia (circa 10.000 u. con artiglieria) proveniente da Orléans, e difesa dai franchi tira tori e dalla guardia nazionale, oppose strenua resistenza e si arrese soltanto dopo dieci ore di lotta quando parte dell'abitato era stata. distrutta. dal bombarda.mento.

Chàteau-Gaillard. V. Andély . Chàteauneuf (Claudio). Generale francese (16931753). Combattè sul Reno, in Boemia., in Alsazia, in Fiandra, ove fu promosso ten. generale nel 1744. Con tale grado combattè a Fontenoy e fu ferito; nel 17481749 servì sulla. frontiera del P ie~ontc. Ch fiteaune1tf-de-Random. Comune della Francia, nel dip. della Lozère. Nel 1380, durante la guerra dei Cento Anni, Du Guesclin l'assediò per conto di Carlo V di F rancia. L a città, difesa dagli Inglesi, capitolò il 13 luglio; il Du Guesclin moriva nello stesso giorno di malattia.

Chàteaurenault (Francesco di). Ammiraglio e ma-

Chàteaubriant. Comune della Francia, ·n el d ip . della Loira inferiore. Deriva da un castello ( Castrnm Brianti) costruito nell'XI secolo. . Nel 1,188 C. fu assedia to dal La Trcmouille ( Li apr ile) con artiglieria, il cu i f uoco demolì le d ifese costringendo gli assediati alla resa. I vù1citori abbatterono il casteUo, che, riedificato, fu ancora distrutto nel 1632.

resciallo d i Francia (1637-1716) .. S i segnalò in Africa e nella caccia ai pirati in Oriente; nel 1673 battè Ruyter, e rn;l 1677 ancora. lo. flotta. olandese; nel 1689, vincendo la battaglia di Bantry, potè porta.re in Irlanda le truppe mandate da. Luigi XIV in soccorso d i G iacomo II. Nuove vittork riportò nel 1690 e nel 1693: nel 1ì 02 fu incaricato <li scortare T galeoni carichi d 'oro del Messico per Filippo V, ma a: V igo perdette grai1 parte delle sue navi. Jvforì gover-, natore dell'Alta Breta.gna.

Chàteaudun (ant. Castellodwnu.m ot,Pidmn). Co-• mune della Frai1cia, nel dip. dell'Eure-et-Loire, sulla Loìra. Città dei Ca.muti, fu nell'875 distrutta dai Normanni. Nel 1183 una grossa banda di avventurieri (17 mila uomini) fu circondata a C. dalle truppe di Filipp,J Augusto (20 luglio) e sterminata completamente.

Chàteau- Th ierry (ant. Castmm Theodorici) . Città della Francia, capo!. del clip. dell'Aisne, sulla M~...rna, in Francia. Nel 1421 fu bruciata dagl i lngle,;i ; nel 1544 l'occupò Carlo V . Durante le guerre d i religione ebbe parte importantissima; qui il D uca di Guisa riportò la ferita a l volto che gli valse il soprannome di « Balafré ».


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I. Combattimento di Chiltea•1., Thierry (12 febbraio 1814). Appartiene a lla campagna di Francia. Battuto a Champaubert il corpo di Olsufiev, ed a Mon tmira il .quello del Sacken, rimaneva a Chateau-Thierry il corpo del duca di York. Contrn di esso si rivolse Napoleone -e lo raggiunse mentre stava mettendosi in posizione su un pianoro coperto dii Caquerets, torrentello difeso da uu passaggio obbligato sulla sr. della Marna. La fanteria del ma.rese. Mortier, traversando il passaggio sotto -il fuoco nemico, si spiegò sull'argine del torrente, mentre la cavalleria, comandata dal maresc., manovrò sulh sr. avversaria. Contro questa minaccia il ge.n. York fece .avanzare la sua riserva di cavalleria, 3000 uomini freschi, che fu respinta. Anche la fanteria austriaca, intanto, venne sopraffatta mentre si stava spiegando nel vallone di Chateau-Thierry, e le sue ultime resistenze fu-rono spezzate da una carica di cavalleria dal gen. Belliarcl. La via di Chateau-Thierry era aperta e gli Austriaci non avevano altro scampo cbe in una pronta ,ritirata oltre la Marna, poichè i dragoni della Guardia francese avevano tagliato a nche la strada di Epernay. La ritirata potè svolgersi in una relat iva tranquillità, -dato che l'inseguimento francese fu rallentato dagli osta.coli del terreno. Per proteggere il r ipiegamento, il prin-cipe Guglielmo di Prussia uscì dalla città con due ba.t• taglioni ma anche questi, attaccati da un bgl. di gra.natieri della guardia, furono volti in fuga e ributtati sul fiume; il principe Guglielmo si salvò a stento dopo a.vere -incendiato il ponte. La ritirata austriaca si compi finalmente sotto la protezione d ì una batteria da 12, po.stata sulla destra del fiume. II. Chateau-Thierry (Guerra Mondiale). Durante la 1" battaglia della Marna fu occupata dai Tedeschi dal 3 al 10 settembre, cioè fino a quando ess1 non ripie:garono di fronte alla ripresa delle armi francesi. Durante la 2" battaglia della Marna, Chiì.teau-Thierry tor:nò ad essere occupata dai Tedeschi dal 21 giugno al 26 luglio 1918: occupazione che ha !a sua importanza militare, perchè rappresentò il vertice estremo d'uno dei <tanti salienti, creatisi sulla fronte occidentale per cffet~ to delle reiterate offensive german iche della primavera,estate 1918; vertice che segnò, anche, il punto più prossimo a Parigi raggiunto dai Tedeschi. Del saliente di ·Chateau-Thierry profittarono i Tedeschi per organiz-zare l'ultima loro grande offensiva del luglio. Chàteau-Trompette. Un tempo celebre fortezza -presso Bord eaux, sulla Garonna, ove attualmen te si svol-ge la « Promenade des Quinconces >>. Fu costruita da ·Carlo VII, ingrandita dal Vauban e demolita in prin-cipio del sec. XIX. Chàtellerault (a.nt. Castellum Heraldi). Comune --della Francia nel dip. della Vienne. Sede di importante fabbrica d'armi che fu fondata nel 1819 per la costru.zione delle armi bianche, in seguito alla soppressione -di quella di l{lingenthal, troppo vicina alla frontiera tedesca, e che nel 1830, soppressa la fabbrica d i Maubeuge, cominciò a fabbricai-e anche armi da fuoco. Du:rantc le guerre di religione, appartenne ai protestanti. ·n Duca d' Angiò l'assediò nel settembre 1569; nel 111ese -successivo il Coligny riuscì a liberarla. Chàtillon. ,Comune della Valle d'Aosta, sulla Don. J3altea. Il 1 i maggio 1800 l'avanguardia dell'esercito di :Nap,oleone, comanda ta da l gen. L annes, e costituita da

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2 regg. <li f ~nteria leggera, un regg. di fanteria di linea, 2 re~g- caYalleggcl'Ì, vi incontrò un corpo austriaco di 4 o 5000 uomini, ivi distaccato dal Melas a difesa della valle. Dopo breve combattimento gli Austriaci furono sbaragliati lasciando nelle mani del vincitore tre cannoni e alcune centinaia d i prigionieri.

L'antico torte di Cllàt.eau Trorupette

Ch.atillon-s«r-Seine. Comune della Francia., nella Cote d'Or, sulla Senna. Vi si riunirono i rappresentanti degli alleati e di Napoleone durante la campagna del 1814; le trattative, viziate da insincerità da entrambe le part i, non ebbero conclus ione favorevole, Colpo d·i mano si. Ch.fitillon per opera di Ricciotti Garibald·i (19 novembre 1870 - Guerra franco-prussiana). Avendo saputo che un distaccamento prussiano, forte di 750 uomini, occupava Chatillon, mentre altri 4000 si raccoglievano su Laignes, il co.lonnello Ricciotti Garibaldi abbandonò Saulieu, con 400 uomini delle compagnie dei Vosgi, dell'Isère, dei Cacciatori della Ha.vre e del Doubs; nella notte del 17. novembre giunse 'l. Montbard, e il 18 entrava in Coulmier-le-sec. Saputo che una colonria avversaria si trovava in marcia su Chatillon, sulla strada di Chauma_rt, decise immediatamente di attaccarla. Alle una del mattino del 19 la colonna si mosse, appoggiata sulla destra dalla compagnia dei franchi t iratori di Dole, e all'alba giunse davanti a Chatillon. Qui R icciotti Garibaldi divise le sue forze; una delle compagnie ebbe l'ordine di occupare l'accesso principale della strada d i Montbard, di impa• dronirsi del posto di guardia, di occupare l'albergo delh Cote-d'Or dove a lloggiavano gli ufficiali prussiani; egli intanto, con le altre, entrò in città per la strada di Tonnerre.. L'azione riuscì pienamente; conquista tè le case, mentre il dista.cca.mento nemico era sparso nei vari a ccantonamenti, e superata la resistenza delle rimanenti forze che s i erano asserragliate nella piazza p rinc ipale e nelle vie circostanti, i P russiani furono -volti in fuga perdendo 120 morti e un nun1ero imprecisato d i feriti. Nelle mani del vincitore rimasero 260 prigionieri, fra cui 11 ufficiali, 62 cavalli e 4 carri di munizioni. Da parte dei Francesi si ebbero· 4 morti e 12 feriti. In questa occas ione i franchi t iratori d i Ricciotti Garibaldi ebbero il loro battesimo del fuoco.


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Cltlitillon-sur-Sèvre. Capoluogo del dip. delle Deux Sèvres. I Romani lo chiamarono Mons Leonis d'onde il nome. di Ma11léon che portò fino al 1737. I. Combattimento di Chatillon (24 agosto 1791 Guerra d~lla Vandea). In seg~ito a.Ila propaganda del clero « non giurato ll, il 24 agosto 1791 ottomila contadini, armati di bastoni, di falci, di forche, di fucili, si riunirono e, nominato loro capo Gabriele Baudry d' Asson, guidati dal sindaco stesso di Chàtillon, Deloucl1e, marciarono sulla città, abbandonata. dai « patriotti », e la devastarono.

li. Combattimento di Chlitillon (3-5 luglio 1793 Guerra della Vandea). Westermans, mandato in soccors0 d i Na.ntes, minacdata dai Vandeani che sembrava dovessero riprendere l'attacco fallito il giorno 29 del mese preced'cnte, il 3 luglio attaccò impetuosamente le alture di Moulin-aux"\Chèvres, occupate dai generali vandeani Lescure e Larochejaquelein. Impadronitosi della posizione e delle artiglierie dopo due ore di lotta sanguinosa, li sbaragliò ancora, quando essi, raccolte le proprie forze, tentarono un contratta.eco, e alle cinque del pomeriggio entrò in Chàtillon, dove fece -numerosi prigionieri e si impadronì d i importanti magazzini. I vinti ripiegarono su Mortagne e Chollet. Incendiato il castello d i Larocheja.cquelin, il Westermann, nonostante avesse avuto l'ordine di ritirarsi, prese posizione sulle alture conquistate il giorno 3, dove lo raggiunse un rin• forzo di 2000 guardie nazionali. Sulla notte del 5 i Van• deani, rinforza.ti da Bonchamp, attaccarono le posizioni avversarie. ·L'avanguardia, sorpresa nel sonno, fuggi senza opporre :i:esistenza; gli a.Itri in un primo tempo resistettero ma poi, attaccati da vicino, massacrati i ser• venti sui pezzi, volsero in fuga. I resti delle forze repubblicane si riunirono a }';harteue;. Westerirnµm , citato dinanzi al tribuna.le rivoluzionario fu assolto e rimandato al proprio posto.

894avere saccheggiato molte botti d'acquavite, era.no rima-· sti addornientati nelle vie della città. Mentre Cha.lbos,. tornato a Bressuire, riorganizzava le proprie truppe per· marciare su Chollet, Westermann incendiava Cl1iitillon dopo averla saccheggiata.

Chàtillon (Alessio, duca di). Generale francese (16901774). Combattè in Savoia, in Piemonte, in Linguadoca, donde cacciò gli Inglesi, e Ùl Fiandra. Col grado di: marescia llo di campo combattè a Gera cl' Adda, a Pi:sighettone e Milano, prese Tortona e comba.ttè a Parma.. Nominato ten. generale, comandò la cavalleria. a Guastalla, ove f u ferito, e partecipò a lla presa. cli Gonzaga.,. Reggiolo e Revere.

Chattanooga. Città degli Stati (Jniti, nel Tennessee. Vi si verificarono diversi scontri durante la guerra di Secessione. Nell'autunno del 1862 il gen. confederato. Bra.gg vi stabilì il suo quartier generale, e centro e base d'operazioni. Da.I 16 al 23 agosto 1863 il gen. federaleRosecrans, passato il Tennessee a valle d i C ., minacciando di tagliare la 1·itirata ai Confederati obbligò il. Bragg a sgombra.ria. (9 settembre). Lascia tovi un pre-sidio continuò ad inoltrarsi sui monti della Georgia occidentale. Ma giunti rinforzi al Bragg, si svolse la. sanguinosa battaglia sul ChikamaJ.Jga, e i Federa li, battuti, r itornarono a C. dove trovarono modo di rafforzarsi ericostituirsi con nuova organizzazione. Nominato gene ralissimo di tutto l'esercito federale il Grant, questi raccolse presso C. 50.000 u. mentre Bragg crasi ridotto con. soli 30.000 u., essendo stato obbligato a staccarne 16.ooaagli ordini del gen. Lon.gstrect per fronteggiare Burnsi'Cle. Il gen. Grant dispose che il corpo del Cumberlancl, agli ordini del gen. Thomas, lasciato un piccolo p residio• a C. dovess-, attaccare da ponente le posizioni di Miss ion Ridge; mentre il gen. Shennan, sboccando da] Chickamauga, doveva attaccare le' posizioni con movimentoaggirante. Un corpo rimaneva in riserva sulla riva sini-Combattime1rto e incendio di Chatillon (9- 10 ottobre stra. del Tennessee. La battaglia. si iniziò verso la sera. lì93 - Guerra della Vandea). Le divis. de l)' Armata ùi del 23 nov. da parte delle truppe del Thoma.s. Egli· Rossigno), il giorno 8 di ottobre s i erano riw1ite a Bresd ispose le sue truppe di fronte al centro delle posizioni suir, per procedere poi su Chollet; i generali vandeani prese dai Confedera.ti sul Mission R idge. Sherman col-Lescur~ e Beaurepafre coprivano Chatillon occupando k l'ala siniMra del suo schieramento sul Chickama.uga, ~]ture di « Moulin-aux-Chèvres >> . I repu!:Jblicani, coavahzò verso le alture del Mission-Ridge guadagnando-mandati da Chalbos. il 9 ottobre li attaccarono formati ne le pendici verso N. I l corpo di Howard riempi colle. 1 su tre colonne; respinti in u n p rimo tempo al centro sue truppe l'interv.JJllo rimasto fra i corpi di Thomas' e e alle ali 5 a notte riuscirono finalmen te a vincere la reSherman. Il gen. Hooker costituiva. l'estrema. destra dels istenza nemica e a conquista.re la posizione; caddero lo schieramento dei Fedeiali, di fronte alle posizioni; fra. gli a.lt ri, il generale repubblicano Cha.mbon e il vandella sinistra ala dei confederati che occupavaJ1O lè aldeano Beaurepaire. La matt ina del 10 ottobre Chalbo ture d i Lookout-Mountain. AJ.l'alba del 24 nov. l'Hoooccupò Chiitillon dando ordine a Wéstcrmann, che era ker sfenò il suo assalto alle posizioni di Lookout-Mounsotto i suoj ordini'--di portarsi sulla strada cli Mor tatain, contemporaneamente, sulle pr ime ore, staccando gne con 500 fanti, cinquanta. cavalieri e due cannoni. una colonna che puntando verso Rossville, piombasse-· Un distaccamento d i sicurezza. cl'ug:ua.le forza fu inviato sull'estremo fianco sinistro dello schiera.mento confedeverso Chollet. Poco dopo Westcrmann fu attaccato da.i rato sulla sommità: del Mission-Ridge·. ' Vandeani i quali, incalzandolo sino alla città, v i enVerso il mezzodì i Federali avevano giit conquistato IP.trarono insieme a lui e m isero in i·otta le ·forze repubalture organizzate a difesa dai Con.federati e vi si raf . blicane; solo nei pressi della brughiera di Bois-auxforzavano. Le_ri111anenti truppe dell'annata. non erano-, Chèvrcs, Chalbos riuscì a riunire 900 fanti e 130 caancora state impegnate. Ma prima dell'alba del 25, il valieri, coi quali -vigorosamente contrattaccò i Vandeani gcn. Sherman, giunto sul campo d i battaglia, cominciòche lo insegui~ano. L'azione riuscì e, sconfitti alla loro la sua azione. Thomas secondo l'ordine di Grani, envolta, essi volsero in fuga disordinata. La sera, a lle 11, • trò in azione alle 15. Le sue truppe d iedero l'assaltoi repubblicani rientrarono in Chatillon ove rip resero le decisivo alle alture di Mission-Ridge. I l Sherman da artiglierie, i cassoni, il bagaglio, i viveri che vi avesolo s i trovò d i fronte a tutta l'ala destra dei Confe-• vano abbandonato. Ne segul una spaventevole carnefiderati, e resistette al loro contrattacco fino a sera, riucina dei contadini vandeani, che ubriachi fradici per scendo solo a disimpegnarsi col favore della notte pro-•


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Bal.laglla Cli Chattanooga (1863)

tetto dalle proprie a rtiglierie, che intensificando il fuocc, trassero in inganno il nemico e facilitarono il compito al Thomas nella conquista del Nlission~Ridge. Shcrman su bì sensibili perdite, ma la vittoria arrise completamente ai Federali. Le loro perdite furono di 5400 u.; quelle dei Confederati di 5471, oltre a numerosi pri • gionieri, e 40 pezzi d'art. rimasti nelle mani del nemico. La vittoria di C. aprì ai Federali la via alle successive vittorie, ed al Sherman diede la possibilità di svolgere grandi scorrerrie nel cuore degli Stati avversari.

Chaucè. Comune della Vandea, in Francia. li 15 gennaio 1794, mentre Charctte q:a. in ma.rcia. verso Chaucé, per u.nirsj a un piccolo d istaccamento riunito da Gogué e Sapinaud, lo trovò mentre cercava di sottrarsi all' inseguimento di una delle colonne d i Tourreau. Il capo realist.1 attaccò e rtspinsc il nemico; altre due colonne, l'una comandata dal generale Crignon, l'altra dal genera le Lachenaie, furono da lui attaccate e volte in fuga nella medesima giornata. Chaumette. Armaiuqlo francese, che nel 1731 ccstruÌ un fuéile a retrocarica, che fu più tardi proposto da un certo lvlontalàmbert, dal quale l'arma r icevette il nome. La camera cli questo fucile e:ra un po' più grande cli diametro dell'anima della canna : ciò per ottenere un leggero forzamento della. pallottola nell'anima stessa, al momento dell'espansione dei gas della carica. Chaumont (anticamente Cal-zms mons). Comune deL la F rnncia. nella H a.uie Marne, alle falde occidentali del-,

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l'altipiano d i Langres. E' punto strategicamente importante che eia un la.to comanda. le valli della Senna e della Marna, dall'altro la linea di, arroccamento delle alte valli dell'Yonne, Senna, e 1-farna, indispensabile alla loro difesa. Fu costruito versq il 940, e più volte saccheggia to durante le guerre di religione.

Trattato di Cliaumon.t (1 marzo 1814). Quadruplice alleanza. fra Austria, Russia, Inghilterra. e Prussia, le quali avevano propo;,to alla Francia una pace generale alle seguenti condizioni: La Fra.nei-a sarà ridotta ai confo1i del l O gennaio 1792; l'antico Stato d' O landa sarà unito alle provincie belgiche pe.r formare sul suo fiapco settentrionale il Regno dei Paesi Bassi ; la Germania sarì ordinata in Confedera?Jiol)e indipendente; l'Italia sarà d ivisa 111 Stati indipendenti dalla Francia; la Spagna. restituita a Ferdfoando VII ; l'Inghilterra. conserverà Ivialta, ecc. 'e<:c. Ma le dette P otenze, desiderando, nel caso fossero respinte le condizioni, di cui sopra, di consacrare tutte !e forze dei rispettivi Stati per proseguire la presente guerra, onde procurare a sè stesse e all'Europa una p-.ce che as3icuri con un giusto equilibrio la libertà d i tutte le nazioni, stipulano frattanto quanto segue : Indipendentemente da.i trattati conclusi fra dì loro circa. il numero delle truppe da. mandare contro il nemico, è bene inteso che ciascuna delle Potenze cont rnenti terrà sempre pronti all'azione 150 mila uomini. T regua o pace, di comune accordo; nè si poseranno le armi se non sarà raggiunto l'oggetto della. guerra scam•


b ie,·olmente convenuto. L 'Inghilterra fornirà per l'anno in corso, fino alla conclusione della pace, un sussidio ,di 5 m ilioni di lire sterline da d ividersi in par ti eguali fra le altre 3 potenze, e prolungandosi la guerra negli anni successivi, saranno accordati ulteriori soccorsi. Conchiusa la pace colla Francia, le Potenze contraenti si garantiranno reciprocamente il mantenimento di essa, soccorrendosi, all'uopo, con un corpo di 60 mila uomini e anche più se sarà necessario. Saranno invitate ad accedere alla presente alleanza., che durerà 20 anni, le Potenze r>iù esposte a un'invasione francese.

Chaussée ( La). Paesello della Picardia, in Francia. Il 3 febbraio 1914 vi si svolse un combattimento che appartiene alla campagna di Francia. Il generale prussiano York, marciando su Chalons, attaccò presso Aulnay le forze francesi, costituite da una brigata di cavalleria (gen. Donunanget) e una divis. di fanteria (generale Molitor), che si ritirarono combattendo su La Chaussée dove resistettero vigorosamente, fino a che, soverchiate dal numero intero, ruppero il combattimento ripiegando su Chalons, Ohauvel in (Bernardo di). Maresciallo francese, nato a P arigi, m. a Versailles {1716-1 773). Partecipò alla battaglia di G uastalla e all'assedio di Mirandola, poi passò in Germania e ritornò in Italia col principe di Conti nel 1744. Nel 1747 difese Genova e nel 1748 prese parte a lla spedizione in Corsica. Ohavasse (Giovamn). Generale, nato a Cha.mbéry. n1. a Nervi (1830- 1906). Combattè nelle campagne del 1848-18'19 e della Crimea. Sottot. nel 1856, partecipò alla guerra del 1866. Da colonnello (1883) comandò il 3° regg. bersaglieri e poscia il d istretto militare di Bologna. Nel 1891 fu collocalo nella riserva col grado di maggior generale e nel J 903 divenne lenente generale.

Ohaves (ant. Aqrtae Flavia~, poi Calùiae). Villaggio nella pro,·incia di Traz os Montes, distr. d i Villa Real, in Portogallo. Fu contesa più volte fra Goti, Ara> bi e Cristiani. Durante la scconChul'a3se Giovanni da spedizione francese in Portogallo (1809) l'esercito francese comandato dal maresciallo Soult, forte di 22.000 uomini, fra i quali 3000 cavalieri, il 10 marzo, si presentò dinanzi a Chaves, allora fortificata e difesa da 6000 portoghesi, e intimò la resa minacciando, in caso d i resistenza, di passare per le armi la guarnigione. Il 12 successivo essa capitolò, e il Soult, p rocedendo oltre, vi lasciò un presidio di 3000 uomini i quali, due giorni dopo, furono catturati da un corpo spagnuolo comandato dal con te di Amarante che riconquistò la fortezza. Nel 1822 fu teatro di uno scontro nel quale i costituzionali, condotti dal gen. Silvera, furono sconfitti dai conservatori. Il 20 settembre 1837, vi fu stipulata la Convenzione di Chaves che pose termine alla. « rivolta dei marescialli», duca di Torceira e marchese di Saldanha, partigiani di Michele contro Maria II. çhazal (baro11e Pietro). Generale belga ( 1808-1892). Partecipò alla. r ivoluzione del 1830, e, nominato ministro della guerra, organizzò il giovane esercito del Belgio.

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Chebreiss. Villaggio egiziano sul Ni lo, teatro del primo scontro fra le truppe francesi, condotte da Napoleone, e i Mammalucchi. Riunitesi le divis. di Napoleone il 23 luglio alle forze ohe avevano seguito il Nilo sulla squadretta comandata dal gen. Perrée (una ventina di barconi indigeni capaci di 100 u. ciascuno, scortali da w1a mezza galera, uno sciabecco e alcune can noniere) procedettero costeggiando il li.urne verso il Cairo. II 25 seppero che un forte partito di Mammalucchi si preparava ad attaccare nelle vicinanze di Chebreiss, sostenuto sul fiume da una flottiglia. L'esercito francese, formato in quadrati di sei uomini di profondità, era situato colla sinistra a1>poggiata al Nilo e la destr?. scaglionata dietro il villaggio cli Chcbreiss. IL combattimento s i impegnò prima sul fiume, dove fino dai primi momenti gli Egiziani riuscirono a prendere ai Francesi tre scialu[)pc cannoniere e la mezza galera. Poco dopo però, per le buone disposizioni precedentemente date e per il coraggio dei comandanti, non solo furono riprese le unità perdute, ma cinque di quelle nemiche furono affondate, parecchie scialuppe furono incendia~ te, il rimanente s i salvò colla fuga. Intanto la cavalleria dei Mamma lucchi e i F rancesi si fronteggiavano; i primi stormeggiando sul fronte e sulle ali, gli altri in silenzio rigoroso, serrati nei loro quadrati. P er incoraggiare il nemico uno dei quadrati ripiegò alquanto. Fu il segnale dell'attacco perchè gli Egiziani, credendo questo inizio di una ritirata, si lanciarono impetuosamente alla carica. Il quadrato fece fronte immedi:i.tamente, le artiglierie sistemate agli angoli furono smascherate, e una pioggia di m itraglia si rovesciò sugli attaccanti. Non migliore fortuna essi ebbero altrove, sl che d opo due ore di lotta accanita volsero in fuga. I Francesi perdettero 70 uom ini, gli Egiziani 600. Chechln (Giova11m). Generale macchinista, n. nel 1872 a Venezia. Entrato in servizio nel 1886, fu promosso generai-.: macchinista nel 1924 e generale ispettore per la Direzione delle macchine nel 1925; fu nominato nello stesso anno ten. generale del Genio Navale in seguito alla soppressione del corpo degli uffi. ciali per la direzione di macchina. Fece le campagne di guerra 1915-18. Fu giudice effettivo del Tribunale Supremo mii. dal 1924 al 1926. Chedditi. Esplosivi che fanno parte di quelli al clorato, ed erano, in origine, miscele fisiche omogenee, costituite principalmente d i clorato potassico o sodico, in unione a componenti diversi. Il loro nome deriva dalla località francese Chedde dove per la prima volta ( 1897) vennero allestite, sulla base della seguente composizione : clorato potassico p. 80, olio di ricino p. 5, mononitronaftalina p. 13, binitrotoluene p. 2. Vanno anche sotto il n ome di « Esplosivi Street » perchè fu lo Street che studiò questi composti e li mise in pratica attuazione. La composizione delle C. venne in seguito modificata, e risultò di regola costituita da una semplice miscela di clorato potassico, o sodico, con paraffina e vaselina preventiva.mente fuse. Questi esplosivi sono molto sensibili agli urti e facilmente infiammabili; inconvenienti che vengono maggiormente esaltati dalla eventuale presenza di sostanze organiche tanto vegetali quanto animali; richiedono perciò speciali precauzioni nella preparazione e nel ma11eggio: la temperatura di conservazione non deve superare i 50°. Le C. hanno colore


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grigio-l'crdastro; sono alquanto igrnscopiche per le impurezze del clorato potassico, ragione per cui tendono a raggrumarsi. Durante la guerra. il nostro esercito le ebbe in dotazione, perchè furono trovate particolarmente adatte pel caricamento delle bombe da bombarde, e le impiegò sotto i nomi di: Clteddite I. S. (clorato potassico p. 90, paraffina p. i. l'aselina p. 3 e tracce di nerofumo); Cliet/ditc O. S. (identica. al precedente ma contenente dorato sod ico a l posto di clorato potassico); Esplosivo S. (clorato di sodio p. 90, paraffina. p. 6,5, vasellina. P. 3,5). Una varietà delle chedditi è cost ituita. da.gli Esplosivi a.I perclorato di anm1onio; questo sale ha le p rerogativ-, di imprimere maggiore potenza. alla. polvere e in pa.ri tempo le conferisce una minore sensibilità. a.gli urti. T ali nuo,·i esplosivi furono impiegati dal nostro esercito in bombe per bombarde e in bombe a. mano; a lcu.ni tipi sono: l'EsJ,losiv,o 861 14 e l'Esplosivo 90/10, a base di perclorato di ammonio e paraffina; l'Esplosivo P. costituito di: perclornto ammonico p. 61, nitrato sodico p. 30, paraffina p. 8, vaselin a p. l. Essi godono sui precedenti di una maggiore tendenza a esplodere coi comuni detonatori ; e si presentano come polveri di colore grigio-verdastro o bluastro, untuose a l tatto, facilmente agglomerabili.

Chelandia. Xave mercantile, coperta, a vela latina, in primo tempo a un solo ordine di remi, a fondi piatti, atta a. difesa costiera, a inseguire nei loro nascondigli i pirati, a scortare i con\'ogli; poi trasformata in nave tonda per trasporto di cavalli e di truppe; indi in bombardiera. d i grossi mortai e finalmente in barcone di alaggio. Attuaimen le il nome è anche usato per indicare quella maggiore scialuppa., che si mette appresso a nave d; l inca, per trasporto di arma.ti . Cheli (Art1u-o) . Generale, n. :: Firenze ne l 1859. Sottot. d'a.rt. nel 1881, fu addetto alla Scuola centrale di tiro d'ar tiglieria e promosso colonnello, ( 1915) fu nominato comanda.nk Cbelt Ar111ro del 2• an. da costa. Partecipò alla guerra 19 15-18 e si meritò la. c1oce di cav. dell'O. :VI. S. quale comandante d'art. del C. d' A. nell'offensiva. dell'ottobre 1918 sul ::O.I. Grappa. Collocato ir. P . A. (1919) raggiunse nel 1923 il grado di gen. di div. Chelmsford (Federico Thesiger, lord di). Generale inglese n. nel 1827. Partecipò alla campagna di Crimea (185:\-:-5) alla. c,1mpagna in India. contro i Cipai ( 1857-58) alla guerra contro T eodoro d' AbissiniH (1867-63) e infine, nominato nel 1878 comandante in ca.po delle forne della Colonia del Ca.po, condusse le campa&'l'.la contro gli Zulù. Chelotti (Guido) . .\mmiraglio, n. a. Venezia nel 1869. entrato in servizio nel 1884, promosso contrammiraglio nel 1923; fu comandante J11il. ma rittimo della ?-.1addalena dal 1923 al 1925, e collocato in P . A. n el 1925. Chelsea- Hospital. E' il maggiore ricovero mili-

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tare dell'Inghilterra; ospita molti veterani, molti ne sovviene con un assegno giornaliero. Fu costruito dall'architetto Uren a.l tempo di Ca.rlo II (1660- 1685) ma fu terminato soltanto sotto il regno di Guglielmo III ( 1698- 1702) La cappella é adorna di bandiere milita.ci p rese in guerra.

Chembebit. Loca.liti> dcli' Abissinia dove si combatt.è la battaglia. decisiva che pose termine alla guerra civile del 1916 fra Zaiditù, ,figlia di Menelik, e Ligg- J assù. Dopo alcuni successi su I partito scioano, che seguiva le parti di · Zaiditù, il negus Yficae\ padre di Ligg- Jassù, si trovò il 26 ottobre 19 16 ,.t.,>i;~V.•l'::l!!'i~ ~ :r,:. Cbetms rorct Federico nella pian\ml. di Chembebit con 60.000 uom ini di fronte all'esercito nemico, forte di 95.000 u., comandato dal fitacari Ha.pté Gheorghis. Il 27, all'alba, .: negus mo~5C all'attacco. L a lotta fu sanguinosissima, ma. ben presto gli scioani ebbero il sopran:ento. Rcspù1to col fuoco il p rimo impelo avversario, contrattaccarono in un violento corpo a corpo, e alle nove del mattino la prima linea del X egus era in r itirata. Tentò egli di ristabilire la situazione intervenendo colle nserve, ma. anche queste, sopraffatte dal numero, do,·cttero cedere; verso le 15 egli stesso fu fatto prigioniero e i suoi furono completamente d ispersi. R imasero sul terreno 16.000 n,orti. Chemillé. Comune della. Francia, nel clip. M a inc-etLoire. Vi si svolsero tre combattimenti durante la guerra. in Vandea (1793-94); tutti terminati con la peggio dei repubblicani. Nel primo (14 marzo l i93) essi presidiava.110 C. e furono assaliti e sconfitti, perdendo i loro cannoni e lasciando 100 prigionieri, dai Vandeani ~ondotti da Caù1elineau. Nel secondo ( l1 aprile I i93l il gen. repubblican o Berruyer avanzò contro C. occupata da. 10.000 Vandeani agli ordini di Cathclineau, ma i suoi attacchi fallirono e fu costretto a ritirarsi dopo di avere perduto circa 1500 u. Nel terzo (7 aprile 1i94) la divis. repubblican.a. D usirat tentò di disperdere bande vandeane raccolte presso C., comandate da Stofflet, ma fu contrattaccata, avviluppata e sconfitta. Chemin des Da mes. Strada ordinaria. costrnila nel secolo XVIII, che da La Malmaison porta a Craonnc, lungo il margine dell'altipiano s ito tra i fiumi Aillctte, a nord, cd Aisnc, a. sud, e ch e domina parte della pianura della Champagne; ha. dato il nome agli avvenimenti bellici che seguono. I. Batta.glia dello Ch emiti des Dames ( 4-13 maggio 1917). R appresentò soltant" una conseguenza tut to affatto locale della grande offensiva francese delraprile 1917, che, volut>L da.I Nivelle, doveva tendere alla rottura. della. fronte nemica., ·e che invece fallì comp letamente. L a 6° e 10" Armata francese dovevano stabilirsi sullo Chemin dcs Dames, mentre la 5• e la 4• avrebbero agito attorno a R eims; gl i avversari si fronteggiavano lungo I' Aisne fin dal settembre 1914. Il 4 maggio, Craonne e Laffaux furono occupati dalla 10•


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C. d.Attacchi fraflcesi. - ·-___ :Linee di contatto tra italiani efrancesi. La bat.taglla dello Cllt>mln des Dames nel set Lembr,,-ollobr~ l0 l 8

Armata francese, Brimont dalla s•: fatti che sostanz ialmente avevano consentito ai Francesi di porre piede, di primo impeto, sull'altip iano dello Chemin des Damcs. Nei giorni immediàtamcnte susseguenti la lotta s' ingaggiò con alterna vicenda su tale a ltipiano, si spezzò in numerosi episodi, e finì, come in genere tutte Je operazioni ad obbiettivo limitato e locale, per esaurimento d'ambo le parti, pur permettendo ai Francesi d i conservare le posizioni nemiche conquistate lungo b Chcmin des Dames e l'altipiano, per circa 20 km. : in sostanza i Francesi avevano potuto portare, in quest_o solo tratto, le loro linee dal!' Aisne alle alture tra Aisne ed Aillettc.

tobre, e l'offensiva ininterrotta. del generale Foch scuoteva di giorno in giorno la resistenza nemica. In fine settembre era stato sferrato sulla linea del!' Aisne u n poderoso attacco contro le perdute alture d ello Chemin des Dames. Agirono sul!' Aisn~ : all'est la. s• Armata francese, che puntava su J ouvincourt; all'ovest la. 10• Ar·mata, che agiva. trn. Laffaux e la Nlalmaison; tra l<!

~I. Offensiva tedesca contro lo Chemin des Dame., (maggio 1918). Le _suddette posizioni, tanto faticosamen te conquistate nel 1917, f urono di nuovo perdute dai Francesi durante la vioÌenta offensiva germanica del maggio 19 18, quando i Tedeschi, dopo i loro successi di Fiandra e d' Amiens, vibrarono un altro colpo di maglio a lle linee francesi nella Champagne, fo d irezione di Soissons. I n occasione d i questo attacco i11 grande stile,- l'a ttacco dc:llc posizioni tra Aillette e Chemin de~ Dames fu affidato dal Comando Supremo tedesco a l gruppo d'armate -del Kronprinz, con base di partenza. appunto I' Aillette. Le operazioni relative s'iniziarono fin ·dalle prime, ore del 27 maggio. I Francesi della 10• Armata, comandali d al generale D ucliéne, fu rono sorp resi e ben presto travolti, specie per il largo impiego di granate ad iprite fatto da.gli a.ssalitori : tanto che già nel giorno 28 maggio lo Chemin des Dames era oltrepassato da lle Armate del Kron,prinz, le qua.li. puntando s u Parigi, avanzavano fino a. crea.re il saliente di Oha.tcau-Thierry.

III. La riconquista dello Chem.in des Dam.es da parte degli Alleati (scftembre-ottobre 1918). L 'onore di restituire a lla Francia. questo suo caratteristico paese spettò, p iù tardi, quasi interamente alle truppe ita liane del nostro II Corpo d'Armata., quello stesso che aveva combattuto valorosamente e vittoriosamente a Bligny. Attraverso le vicende dell'estate 1918, da.I luglio in poi sempre più favorevoli per gli Alleati, si era g\unti all' ot-

Lolla co n bomJ1c a mano su llo C.bcmln Cles Dnmes

d ue a rma.te francesi, il nostrn II C. d' A., che doveva._ agire p roprio sulla. rotabile dello Chemin des Dames. Il 28 settembre gl'Italiani, saputo che la I o• Armata alla loro sinistra veniva gua.dagnando r a.pidamente terre.no in d irezione della :Malmaison, decisero d'agire energica.mente verso gli obbiettivi loro assegnati, impegnando, con deboli forze, fron talmente le posizioni nemiche, men ~ tre forti colonne, discendendo lungo il corso dell' Aisne per passarlo poi s·ul rovescio della 10" Armata francese ( che tale fiume aveva già dovuto passare per giu9gere a.Ila Malma ison), a vrebbcro attaccato, a vvòlgerìdole da ovest, le posizion i dello Chemin des Dames. Il 29 settembre, la. 3• divisione italiana, compiuta una


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11 n,arg lne rner idiOnalc ctc lJ O Chemin ,1es n ;tmes

perfetta e rapida marcia çli fianco lungo l'Aisne, occupò il villaggio e le alture di Chavonne e Soupir. lvi dovette sostare la bella -•3• div.isione, pe_r contenere inizia lmente i disperati ritorni offensivi del nemico; ributtati i qua li, riprese lentamente il suo movimento in avanti, reiterando attacchi su attacchi di posizione in posizione, la cui v iolenza venne riconosciuta nei comunicati e nelle re lazion i ufficiali '<lel nemico. Così progredendo, fina.1mentc il 3 ottobre la divisione raggi unse il canale O iseAisnc, dove, di fron te alla accanit a r esistenza nemica valorizzata da ll'importante ostacolo, la lotta s i stabilizzò fino al 10 di ot.tobre. Un u ltimo po<lcroso attacco, sferrato il 10 concesse agli Italiani della 3' divisione di passare a l di là del canale Oise-Aisne, affermandosi poscia s ull'altipiano di Braye (brigata Salerno) e occupando Moussy, Beaulne, Chivy (brigata Napoli). Visti tali risultati, il comando del C. d' A. fece avanzare fron,-. talmente 1'8" division.e (brigate Brescia ed Alpi), che .fino allora avevano tenuto impegnato il nemico sulla frontè; le prime mosse di queste truppe determinarono il ripiegamento nemico dalle posizioni dello Chemin des Da.mes, in armonia, anche, colla ritirata generale delle truppe tedesche tutte. Gli Italiani - come i Francesi inseguirono, con la massima cura di non staccarsi dalle a rmate laterali 5• e 10", cosicchè l'll di ottobre tutte le posizioni dello Che.min des Darnes era.no in nostro possesso: in prima linea di schieramento stavano la valorosa 3• divisione e la brigata Brescia dell'8"; in seconda linea la. bri~ gata Alpi: la cavalleria, inseguendo il nemico, già procedeva verso l' Aillette. Questo fiume fu raggiunto dai nostri fanti il 13 ottobre. Il generale francese Mangin - comandante della. 10• Armata ~ felicitò assai calorosamente le nostre truppe per l'esecuzione della brillantissima manovra, per cui d'un balzo, dura to poco meno di 10 giorni, esse erano giun te dall' Aisne ali' Ai!lette.

Chenal (Giuseppe). Generale, n. a Caserta nel 1867. Sottot. di cavalleria nel 1888, raggiunse il grado di colonnello nel 1915 e partecipò alla- grande guerra ( 19151918) comandando il regg. Cavalleggeri di Caserta ed il 1° raggruppamento delle truppe ausiliarie italiane in Francia. Collocato in i:ongedo (1919) ra!,lgiunse nel 1923 il grado di generale di d ivisione e andò a riposo nel 1925.

scrittore (1808-1879). Fece le campagne di Crimea è d 'Italia, e pubblicò varie opere, tra le quali: « Rappm:to al Consiglio di Sanità sui servizi medico-chirurgici durante la campagna d'Oriente (1854- 56) >>; « Statistica medico-chirurgica della campagna d'Italia del ( 1859) )).

Cherasco. Comune in prov. di Cuneo, cinto di antiche mura ben conservate. N ci ternpi p iù antichi fu dei Caturigi, acquistò importanza sotto Roma, venne fortintato n el 1I1edio evo. Dal 1260 al 1346 l'occuparono i Provenzali e quindi passò ad Amedeo IV di Savoia. ei agli Acaia . Nel 1348 se ne impadronirono i Visconti di lvfilano che lo diedero ai Francesi, ma dopo la pace di Cambrai passò ai Duchi di Savoia. Nel 1537 e 1S42 fu preso dai F rancesi, nel 155 l occupato dagli Spagnuoli per conto dei Duchi di Savoia e quindi ancora. dai Francesi che nel 1557, massacrato il presidio austriaco, lo sacoheggiarono. Lo riebbe colla pace del. 1559 Carlo Emanuele che fece r iattare le fortificazioni nel 1620, aggiungendovi due bastioni. Durante la guerra civile, scoppiata per la reggenza· dopo la morte di Amedeo I fra i suoi fratelli Maurizio e Tomaso e la vedova Maria. Cristina, quest'ultima dovette consegna.re a.Ila Francia C., di cui aveva. fatto una fortezza importante del Pie1nonte, munendola di bastioni, lunette, fossi, Nel 1640 gli Spa.gnuoli tentaron~ di sorprenderlo : fallita la sorpresa l'assediarono, respinti dovettero riti-

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Chenon (Alessa-ndro). Corsaro normanno. Nel 1517 fu a l servizio del Duca Carlo III d i Savoia, il quale' non disponeva d i navi proprie, on•de par tecipare alla lega stretta fra il Papa, il Re di Fra.ncia e la repub--1 blica di Genova contro i pirati barbareschi.

Chenu (Gian Carlo). Medico militare francese e

rarsi. Dopo la vittoria di Catinat a. Staffarda:, Vittorio Amedeo II nel l 690 fu costretto a cedere nuovamente ai Francesi anche C., dopo averne fatte però demolire le fortificazioni. T ornato a i Piemontesi, C. servl di asilo, nel 1796, ai Piemontesi del gen. Colli, sconfitto da Bonaparte a. 'Mondovì, ma, quantunque munito di v iveri


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e di artiglierie, dopo br~ve bombardamento si arrese. L ~ fortificazioni di C. furono demolite interamente dai Francesi nel 180l.

I. Pace di Cherasco ( 6 aprile 163 I - Guerra per la successione di .l.'vlantova). Fu conclusa fra i plenipotenziari di Austria e Francia, e vi partecipò personalmente il duca Vittorio Amedeo I. Intermediario fu il Papa che inviò a rappresentarlo il nu1nio Panciroli e l'abate :M ~arino. Per questo trattato \'ennero restituite al Duca tutte le sue terre d'oltralpe, mentre gli si diedero in più T rino, con molte terre e castelli, che costitu ivano la parte migliore del Monferrato, e Alba col suo territorio. Tutti 1 palli vennero eseguiti, meno q uello che faceva obbligo ai Francesi di consegnare P inerolo, e questo non si &a se per inadempienza al trattato o se per segretissimi accordi stipulati separatamente col Duca. II. Armistizio di Cherasco (28 aprile 1796). Concluso tra Francia e Sardegna., dopo la battaglia di Mondovì, tra. il gen. Bonaparte e il R e di Sardegna, che veniva reso va.ss:tllo della Repubblica francese con le seguent i condizioni: 1• il Re di Sardegna si stacca dall'alleanza contro la Franci:L e revoca ogni obbligo pubblicamente e scgi:eta.mentc contratto colle Potenze che la. compongono ; si obbliga. a caccia.re da.i suoi sta.li tutti gli emigrati francesi; cede alla Repubblica francese tutti i suoi di1·itti sulla Savoia e sulle coatee di Tenda, di ?\izza e di Broglio; 2• fino alla pace generale consente a.Ila Francia. di occupare le fortezze di Cuneo, Ceva, Tortona, del!' Assietta., di Icilia, di Castel Delfino e d'Alessandria e si obbliga a demolire a. proprie spese le fortezze di Sus;1 e della Brunetta ;

3° le truppe francesi avranno libero passaggio at J traverso gli Statì Sardi. Anu1istia a. tutti i sudditi perseguitati per le loro opinioni politiche; 4° le figlie del Re di Sardegna potranno raggiungere il loro padre ma. devono rinunziare a ogni azione e pretesa contro la Francia;

s• l'esercito sardo sa rà subitn rimesso sul piede di pace. 6° i porti della Sardegna sarnnno chiusi ai ,·a• scelli del!~ potenze nemiohe della Francia. Cherbourg (ant. Carilt,m1) . Città. sulla baia. omonima aclla costa settentrionale della penisola del Cotentin, sulla Manica, in Francia, p iazzaforte e arsenale marittimo. Nelle acque di Cherbourg il genovese Grirualdi, al servizio di Francia, sconfisse la. flotta inglese nel 1380. Enrico V d'Inghilterra l'assediò e la prese nel 1418. Assediata, dopo la sconfitta. inglese di Formigny, quantunque difesa da w1a. numerosa. guarnigione e da. fortificazioni ottùnc per quel tempo, dopo poche settimane, nell'agosto 1451, dovè capitola.re; gli Inglesi ripassarono la. Manica e la Normandia fu libera. Kell'assedio di Cherbourg ebbero parte molto import.intc le artiglierie, in quell'epoca ancora poco usate. Le artiglierie francesi, difese contro i danni della sommersione mediante speciali cuffie di pelle intrisa di grasso che copri\'ano il focone e la. bocca, furono postate lungo il litorale anche nelle zone ove giungeva. l'alta marea, battendo così efficacemente la. città anche dove nessuna difesa era stata. predisposta. Sotto Luigi XIV il Va.uban progettò le nuove fortificazioni che pe1·ò non vennero portate a termine per manca.il7.a di fondi . Le opere inizia.te furono distrutte dagli Inglesi nel 1758, durante la guerra. dei sette anni. Il progetto venne ripreso da Luigi XVI il quale iniziò i nuovi lavori che, continuati dai governi successivi, furono ultùna.ti sotto Napoleone III nel 1358, migliorati ancora nel 1889. Il porto è difeso da una formidabile diga di 3600 m. sulla quale sono situati tre dei forti della difesa a ma.re, completata dalle opere sugli isolotti Pelée e Cavagnac. La difesa :t terra è costituita da. sette forti, fra i quali il più importantei quello di Roule, sulla collina omonima, domina la città,! la rada e i dintorni. L'arsenale ;, a. ovest della rnda; e vi sono tre bacini, scavati in roccia e nei terreni vicmi sorgono vaste officine, i magazzini, i depesiti, ecc. Dal 192S l'arsenale di C. è specialmente attrezzato per


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la cos truzione dei sommergibili, e d è punto di appoggio, in pace, delle forze della )fanica .

A rmata delle coste di Cherb<mrg. Creata il 30 aprii~ 1793, disciolta 1'8 gennaio 1796. I l 3 agosto 1796 vi fu incorporata l'armata de l'Eure o di Pacificazione.

Cheren (o K eren) . Città ed a ltipiano omonimo della colonia Eritrea, n el paese dei Bogos. Fu occu pato da ll'Ita.lia il 2 gi ugno 1889, con due colonne di truppe, per le valli d i L ebra e p er Asas, comanda te rispett ivamen te d ai maggiori Esca rd e D i l\ fa.jo, coadiuvate d:i

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s inistra gli Ateniesi. Iniziata l'azione, ben tosto p reva lse l'unità. del comando, l'ordinata disposizione tattica, l'agguerrimento e la lunga scuola dei J\,;[acedoni, in confron to a ll'en tus iasmo dei c ittadini armati, alla disciplina ra.llentata e alla tattica del consiglio di guerra dei Greci, senza unità. di comando. Questi si batterono da leoni, e gli Aten;esi giunsero a respingere l'ala che aveva no di fron te. 1fa Alessandro sgominò dopo un fiero combaltimenlo i Teba11i con la loro sacra sohiera, di cui col loro ca.p o T eagene n on rimase un soldato vivo. D istrutta questa, il cen tro greco venne interamente accerchia to. Allora Filippo volse i suoi sforzi con tro gli Ateniesi e li costrin se. a lla fuga. L a vittoria r iportata da i .Macedon i fu completa. Degli Ateniesi 1000 furono uccisi e 2000 fatti pxigionieri; degli a lleati p are che le perdite sian o state maggiori. Q uesta battaglia diede il tracol lo alla libertà della Gre~ia. II. Batta.glia di Cheronea (88 a. C.). Appartiene a lla p rima guerra mitridatica e fu combattuta e vin ta da llruttio Sura, legato d i C. Sestio pretore della Macedonia, contro Metrofa.ne e Archelao, generali d i .}litri-date VI E upa tore re del Ponto.

alcune bande indigene, inviate cotro Bararnbas Cafel, il quale fu sorpreso e catturato mentre le due colonne occupavano C.

Chérisy. Villaggio deH'Eure-et-Loire, in F rancia . Durante la guerra franco prussiana vi si scontrarono (9-10 ottobre 1870) truppe tedesche con reparti francesi del!' Armata della Loira. Il 9 ottobre, un drappello tedesco delle truppe del von Bredow ( una comp. tre squad. una .sez. a rt.) occupò C. cacciandone un reparto di guardie mobili francesi; ma, minacciato subito dopo da forze soverchianti, ripiegò. Il giorno seguente il generale von Bredow, per chiarire la situazione, condu= tutte le sue truppe contro il ,,-illa ggio che era occupato da un regg. di guardie mobili e dalle guardie nazionali di Dreux. Dopo breve bombardamento dell'abitato, e in seguito all'attacco dei Bavaresi, i Francesi si ritirarono combattendo sulla sr. dell'Eure.

III. J3attaglia di Cheronea ( ma rzo 86 a . C.). Appartiene anch'essa a lla prima guerra mitridatica e fu combattuta dal proconsole L . Comcliò Silla, forte cli 40.000 uomini, contro Archelao e T assiles, generali di Mitridate VI E upat:ore re del P onto, che d isponevan o cl• forze doppie (e forse !r ip lc) su i Roma ni ( 120.000 u.) secondo i compiti p iù larghi, 80.000 secondo i più bassi). Il valore però dei soldati rotnani e la tattica eccellente di Siila ebbero infine ragione sugli Asiatic i e misero in disordinata e precipitosa fuga gli avanzi dell'esercito n emico fino a -Calcide. Archelao, per impedire ai suoi la fuga, aveva fatto chiudere le porte del campo; ma i barbari, respinti dall'impeto delle legion i, corsero alle porte, e mentre le forzavano, furono rag• giunti dal nem;co, che fece di loro orrenda strage.

Cherso (ant. A psyrtides). Isola del Quarnaro, divisa da qudla di L us5in dallo strettissimo ca11a le di Cavanella. Fu abitata dai Liburni, audaci navigatori e

Cheronea. Ant. città. della Beozia. I. Battaglia di Cheronea (2 agosto 338 a. C.) Appartiene alla seconda Guerra Sacra nella Grecia e fu com· battuta dagli Ateniesi sotto il comando di Stmtode ~ Lisicle, dai Tebani agli ordmi di Teagcne, dai contingenti dei Beoti e dei Focesi, contro Filippo II, re di Macedonia coadiuvato <lai Tessalii e dagli aiuti dei suoi alleati delle popolazioni montanare del nord della Grecia. Ai 2.000 r,avalli e ai 30.000 fa11ti di Filippo stava di fronte l'esercito greco composto di mercenar i, • di op liti e dell'ottima cavalleria attica e beotica forse di poco superiore all' avversaria. Però, a causa dei molti contingenti, non era una massa compatta e non ave va generali, per quanto va.torosi, c]1e potessero opporsi alla abilità di F ilippo e dei suoi provati capitani. Ad onta di tutto ciò l'a rdore d ei Greci, n elle file dei quali combatteva D emostene come semplice soldato, n on era meno d i quello dei M acedoni, fra i quali primeggiava il diciottenne Alessandro Magno. I Greci d isposero nell'a.la. destra i B eoti, che avevano di fronte Filippo stesso; nel centro i p iccoli contingenti degli a lleati, n ella

II torrione di Ctwrso guernen, sottomessi éla Roma nel 28 a. C. All'epoca delle invasioni barbariche venne conquistata dagli Avari ; l'imperatore Eraclio l'assegnò ai Croati, perchè ne


scacciassero gli Avari, i qual i però resistettero fino a quando Carlo :l\fagno li d istrusse. L'impero d'Orientè ebbe per lungo tempo il possesso di C., finchè l'isola passò sollo la doniimzione della ciuà di Venezia, la qua_ le dovette lo ttare pcl' molto tempo contl'0 scorrerie òi pirati slavi. Sul principio del XII secolo gli Ungheresi tentarono di prendere C. ma non vi duscirono. Luigi d'Ungheri:1, occupando la D alnta?.ia, la ebbe in fol'za del suo incontrastato dominio sul mare Adriatico, e la tenne fino alla caduta della Repubblica. Passata al regno italico, C. ne subì le vicende e la Restaurazione l'assegnò all'Austria-Ungheria. Il 10 novembre 1918 venne occupata da truppe italiane e in forza del trattato di Rapallo a~scgnata all'Italia.

Cherubini (Cla.uclio). Genéralc, n . a D eruta m. a l'crugia (1839-1912). Partt'Cipò alla campagna de! 1866 come sottotenente di art iglieria, fu insegnant,\ alla scuola di :Vlodcna, a:la scuola d'applicazione, a quella di G uerra; fu direttore della fabbrica d 'armi di Temi. Collocato in l'. A. nel 1S93, raggiwise nella riserva il grado di maggior generale. Eseguì una carta dei possedimenti italiani in Africa, u na ca,·ta d'Italia, una del .Montenegro e pubbblicò gli cc Elementi d'artiglieria» in due volumi ( 18i3). Cherubi11i Gia111m11ro11i Orlando. Generale medico, n. a Panicate nel 185-t. Laureatosi a Bologna, fu nomina.io sottot. medico nel 1880. Nel grado di ten. colonnello f \l nominato d irettore dell'ospedale m ilita re di Piaccnw. e collocato in P. A. (1912) raggiunse nel 1919 il grado di brigadiere generale medico assumendo nel 1926 il grado di magg_ generale medico.

Chesapeacke. Vasta baia sulla costa orientale degli Stati Uniti. Jl 16 maggio 1781, durante la guerra per l'Indipendenza d'.\merica, una squadra della Francia, allora alleata degli insorti, composta di ·otto vascelli, comandata da des Touches, si scontrò colla flotta britannica comandata dall'ammir. Arbuthnot. La battaglia si svolse aspra ccl incert:i.. Gli Jngle$i cedettero il campo, ma i Fra ncesi non riuscirono, secondo le intenzioni loro, a sbarcare un corpo_ di mille soldati che dovevano rinfonare l'esercito del L a Fayette, e furono costretti a ritornare a R hocle Island per r iparare ai danni subiti. Chesney ( Carlo Comwallis). Ufficiale e scrittore milita re inglese ( 1826-l876) . Fu insegnante nella Scuola d i guerra ed in quella dei Cadetti. Fra le sue opere meritano menzione: « La campagna nella \'irginia e nel ~faryland l>; «Waterloo>> ( 1868); cc Vuso tattico delle fortezze>> . Fece parte negli ultimi anni della sua ,·it1 della Commissione per i; riordinamento dell'esercito inglese. Chesney Giorgio T omkins. Generale e scriHorc militare inglese, fratello del precedente (1830-1895). Fece le campagne dell'Ind ia uell'arma del genio e lasciò Yaric opere fra le qua.li una « Battaglia d i Dorking >> che frç.,

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d1ia'ìSO pcrchè supposta. in uno sba reo di tedeschi nell'Jngh.ilten:..

C hévi lly. Comune della Francia, nel dip. della Senna. D ura.ile la guerra. franco-prussiana. vi si svolse un importante combattimento fra le truppe della guarnigione di Parigi e i Tedeschi. Il 30 settembre 1870 il Comando della difesa di Parigi, decise di compiere una sortita per allargare la linea di assedio verso Sud e interrompere un ponte che si supponeva fosse stato costruito presso Choisy-1e-Roi. Alle 6 ant. il gen. Vinoy. alla testa d i 3 brig. del 13" Coi-po, mosse su tre colonne all'attacco di Thiays, Chévilly e Lay, dopo una vivissima preparazione di artiglieria. dai forti }fontrouge, l3kètre, Yvry e Charenton e dai trinceramenti di Hautes .Bruyères e .l\foulin Saquet. Una quarta brigata era pronf,1 in riserva dietro Villejuif. li settore attaccato era difeso dal 6° corpo tedesco, di cui il 22° regg. della 23" brigata., occupò Croisy e Thiais, nou appena delineatosi l'attacco francese, sostenuto da artiglieria pesante portata sulle piazzuole già preparate press, Th iais. La lotta si i111pegnò intorno a Choisy e i Francesi r iuscirono a respingere il nemico verso Vitry, Intanto, per opporsi all'atta.eco an·olgente dei Francesi, era arnnzato anche il 62° regg, germanico che si dispose intorno a Thiays, sostenuto da artiglieria. I Francesi verso le 9 dovettero ripiegare dietro i trinceramenti di \'illejuif. Inta.Ilio avanza,•a contro i Prussiani anche la brig. Guilhcm, in direzione di Chévilly, sostenuta da u11a batter ia. I Tedeschi furono costretti a r ipiegare. combattendo, fino all'uscita del paese, dove, ricevuti dei rinforzi. si fermarono. TI gcn. Guilhem volle fare un ultimo sfor?.o e condusse egli stesso due bgl. all'assallo. Questo, per quanto condotto vigorosamente, falfr di fronte al fuoco accelerato della fanteria prussiana, e lo stesw generale cadde mortalmente ferito, mentre i suoi rip iegavano in disordine. In tanto sopraggiungevano ai Tedeschi i rinforzi spediti dal gen. Tumpling, comandante dd Vl Corpo, i-quali subito entrarono in linea. T Francesi, spossati dal lungo combattimento, non poterono resistere più a lungo e furono costretti a lasciare definitivamente Chévilly riparando in disordine dietro le posizioni di IIautes-Ilruyères. Intanto la brigata Dumoulin , che aveva svolto il s uo a ttacco contro il cimitero e l'abitato di L'Hay, t!ra. riuscita ad occuparne i margini, costringendo le gran guardie prussiane a ripiegare. Nel villaggio, sistemalo a d ifesa, rcsistetkro però tenacemente sette cp, prussiane che, dopo avere fermato l'attacco avversario. verso le 8, in vista della piega favorevole presa dall'azione a Thiays e a Cli,h-illy, and:irono al contra ttacco. Auchc qui i Francesi furono costrett i ad abbandonare le posizioni occupate. l' a ripiegare precipitosamente sotto Hautesflruyères. Le perdite dei Prussian i ammontarono a circa 500 u.; quelle elci F rancesi a oltre 1500 fra morti feriti e prigionieri. Chiablese (o C/rablais). Nome di tre regg. del Piemonte. Un regg. Chabla.is (o L ullino) venne costituito con s0ld.iti sa,-oiardi n~l 1638, su 2 L compagnie e sciolto nel 1660 ; partecipò alfo guerre del suo tempo. Un altro venne costituito nel 1687, sempre con solda ti s,woia,'di, su 12 compagnie; in seguito incorporò tedeschi e ir-landesi. fatto prigioniero dai Francesi nel l i03 a San Benedetto Po, non fu più r icostituito. F u detto « R eg~ g imento provinciale del C. n un regg. cl i fanteria cc pro-


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vinciale J>, istituito nel 1713, su 6 cp., composte d i sal'oiardi, e prese il nome di Gcnevois (V.) nel 1774. Fece le campagne del 1733-33 e 1742-47.

Banrtiera cte],rcgg-. ClJ iabl,·se

Chiabrera Castelli (conte Emanuele). Generale, n . e rn. ad Acqui (1314- 1909). Fece la campagna. del 1848 e meritò la me<l. d'argento e la menzione onorevole e la campagna dtl .., 1849 guadagnandovi una seconctà. medaglia d'argento. Jn Crimea ( 1855) rimase due volte ferito e venne promosso maggiore per merito di guerra. N dia campagna del t8S9 a Paleslro venn<.: insigniw della croce d'ufficiale ciel 1'0. 11. S. e J)romosso tenente colonnello per merito di guerra. D[t col. comandò il 33" reggimento fanteria e da ma.gg.ior ge~1era le (1860) la brigata Pistoia che coi,<lusse neìla campagna delle Mare.be ed Urnbdà ed in quella della Bassa Italia meritandosi una seconda menzione onorevole e la commenda dcl1'0. :\f. S. Comandò poi le d ivis. di Chieti e di Ancona divenendo gcnernle nel 1864 e si segnalò nel 1865 durante l'epidemia colerica. )iella campagna del 1866 corna.ndèr la 14" divisione e nel 1874 passi, nella riserva. Ch iaiso (Alfonso). Generale medico, 11. a Na.poli, m. a Torino (1841 - 1919). Entralo nel servizio militare nel 1863. ')artecipò alla campagna ciel 1866 e da colonn,:IIÒ niedico (1897) fu d irettore di ·sanità militare ciel lX corpo d'armala. Promo~o magg. geaerale medico fu ispettore capo d i sanità militare nel 1903; nel 1906 f11 collocato in P." A. e nella riserva divenne tcn. generale 11cl 1912. Pubblicò parecchie memorie d i materia sanitaria . Chiala (L11.-ig,). Ufficiale e scrittore rnil. n . e lll. a l vrea ( 1834- 1904). Studente d'Università. n el 1859 accorse volontario nei granat ier i, meritando la 1:1edaglia d'a.Tgento a S. :Mar tino, e venendo promosso ~ottotenente 11ello stesso anno; partecipò alla, campagna 1860-61, e a quella clet 1866. Si dimise nel 1878 per ded icarsi agli studi e a lla politica. l\"cl l853 d iresse la « R i,- ista co11-

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temporanea >l; nd 1862 « L'Italia milita.re ll; fu poi alla Rivista militare italiairn, ll . Fu deputato di Torino nelle legislature XV, XVI, XVII e nel 1892 senatore. Fra k sue numerose opere soao: « Cenni storici sui prelimina'ri della campagna del 1866 e della battaglia di Custoza >> ; << Ricordi della giovinezza di Alfonso Lamarmora »; « Un po' p itt di luce sugli eventi politici e militari del 1866 l>; « Michelangelo Castelli : diario della campagna del 1860 >>; « La. vita e i tempi di Giuseppe D abormida ll; cc L'alleanza di, Crimea ll; « La spedizione di Massa.ua. ll; « Pagine di storia contemporanea ll .

Chiala Valentino. Ufficiale e scrìttore mii., fratello del p recedente. Fece le campagne del 1860 e del 1866, insegnò storia. mii. alla Scuola d i guerra, diresse il Collegio mii. di Roma, raggiunse il grado di colonnello. Collaborò a varie R iv iste, e pubblicò una. relazione sulla campagna cfe' 1866 in Boemia e una su11a campagna del 1 iC/6-97 in Italia.

Chiamata (delle classi alle anm). Le classi, prima della guerra, erano regolarmente chiamate alfe arnJi nei primi mes; dell'anno i n cui i giovani_ che vi appartenevano comp ivano il 21'" anno d'età. Durante la guerra, per la. necessità di avere n umerose classi alle armi, la chiam[tta non venne pit1 effettuata seguendo tale norma, e vare classi furono incorporate con un anno di anticipo ed anche due ami i. Termina t., la guerra, la legge sul !'eclutamento sanei che la eh iai11ata alle armi di ciascuna classe dovesse aver luogo nei primi mesi dell'anno i11 cu i i giùvani che vi aJlpartcnevano ,,eni vano a compiere il 20° anno d i età. T ale disposizione rimase in vigore sino al 1927. In principio del 1928, il Ministero della guerra ha determinato cli tornare al si'stcma di ante-guerra, e cli chiamare ciascuna classe in due tempi, per le cla.òsi 1908, 1909 e 191 O, fino a tornaTe nel 1932 alla chiamata in una sola volta al compimento del 21 ° anno di et/i. R -itardo alla chiamata.. I1 l\finistero può concedere in tempo di pace il ritardo sino al 26° anno di età ai giovani: a) studenti dj università o d i islituti assimilati ; b) stude11ti degli istituti di belle art i, m usicaii e 1 delle scuole superiori agrarie, industria i i è'• comn1ercial1; e) studenti licenziand i delle scuole medie di gradc superiore 1 od assirn i1ate; d) allievi interni in istituti cattolici del Regno o delle colon ie italiane od in istitut i cattolici italiani a ll'estero che vi si trovino a compiere gli studi per le missioni; e) studenti di teologia o degli ultimi due anni di propedeutica alla teologia avviati al sacerdozio cattolico. In tempo cli pace può essere concesso il ri.llvio alla chiamat,i a Ile armi della. pri ma od al massimo della seconda classt successiva alla loro, a i giovani che si trovino in una delle seguenti condizioni : a) siano indispensabilmente neces..,;ar1 per il governo di un'azienda o stabilimento à.gricolo, indttstriale o commerciale, a l quale attendano per conto pToprio o della famiglia; · b) siano prossimi a conseguire u na licenza. d i una. scuola agricola, industriale o commerciale, perché a llievi dell'ultimo anno d i corso. In tempo di pace i milita ri, i qua li all'atto della ch iamata a lle armi -abbia.no un fratello consanguineo in servizio per fatto cli leva, possono ottenere di essere


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lasciati in congedo sino a che questi abbia compiuto la propria fem1a. Qua lora due fratelli consanguinei debbano presentarsi contemporaneamente alle armi per fatto di leva., sarà lasciato in congedo uno di essi, su rich ic8ta. e designazione della famiglia. Chiamat'J aUe armi per i.ttmzi-011i (più comU11emente, ma meno bene « Richiamo a.Ile armi»). Ha essenzialmente lo scopo di richiama.re a lla memoria. le più importanti istruzioni impartite a.i soldati durante il periodo della ferma., di allena.rii nuovamente alle fatic'le, dei campi, di ridestare e rinvigorire in loro il sentimento del dovere, della disciplina e dello spirito militare. Dopo la guerra non hanno più avuto luoge> chia mate del genere e con ogni p robabilità non ne avverranno neppur più, poichè la M ilizia. Volon taria per la Sicurezza Nazcionalc rappresenta in Italia un ottimo strumento di istruzione pre e postmilitare.

Chiamate di controllo. Istituite con legge 7 luglio 19 10, e co.<lilicate da.I testo unico delle leggi di reclutamento, per verificare le percentua li di mancanti nr.lle diverse classi, onde averne un dato sicuro per eventuali casi di mobilitazione. Vengono ordinate dal :\1in istcro della guerra con pubblico manifesto ; i militari sono obbligati a prescutarsi al Podestà del Comune d i residenza, ovvero alle autorità mii. stanziate nel Comune stesso nel giorno stesso della chiamata. 2: militari presenta,tisi vengono rilasciali in congedo nel!o ste5so giorno. I mancami scn7,a giustificato motivo pa.g1no un'ammend.t di contravvenzione che viene inflitta a mezzo dell'autorità giudiziaria. Tali ammende vanno a vantaggio del fondo stanziato per sussidi alle famiglie indigenti dei richiamati. I militari in congedo di ogni classe e categoria hanno l'obbligo di notificare al comandante del distretto di reclutamento, per mezz,.> dell'autorità comU11alc e non più tardi dì 15 g iorni, l'a,·venuto cambio di residenza.

Chiapirone (A-.•c11ti110). Generale, n. e 111. a T orino. (1837-1900). Fece la. camp. del 1866, e comandò 1'85" fanteria e nel 1894 raggiunse il grado di maggior ge, nera.le, comandando le brigate Piemonte e Como. ;\Jel 1896 andò in P . A. e vi fu promoss() ten. genera le.

Chiapfro ,w Lionello. Avvocato generale militare, nato nel 1854. Entrato nella giustizia militare nel 1875, fu in Eritrea nel 1887 e ancora nel 1896. :N"el 1911 fu '.l

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capo della giustizia militare a Tripoli. ..\Ila guerra contro l'Aust ria pan ecipò come avvocato fiscale di 1• classe. Lasciato il servizio atlivo nel 1917, ebbe poi il grado cl: a vvocato generale militare.

Chiappa. :Monte dell'Appennino Ligure, sul nrsante tirrenico, fra Diano :Marina e Alassio. Durante la guerra fra i Sa\"Oia e Genova, il 24 luglio 1672, vi si scontrò parte del l'a rrn,1tclla ducale, comandata da Don Gabriele di Savoia, con i G cnoves~ comandati dal gcn. Restori. Qu~sti, sapendo le forze aV\'ersarie divise poichè una parte di esse, com andate dal marchese Catalano. si trova,,ano a Zuccarello, attaccò le alture di i\1:c,nte Chiappa, dove i ducali si era.no ben trincerati. La mischia si accese violent issima, finchè: Don Gabriele, di fronte alla ostinazione degli a ttacchi nemici, non decise di interrompere il comhallimento ripiegando su Stellanello. Chiaramella (Ca.rlo). Generale, n. a Semiana nel 1860. Sottot. di fanteria nel 1882, raggiunse il grado di colonnello nel 1915 e comandò successivamcr.te il 154° ed il 218" rcgg. fanteria e la brigata. Siena. Collocato a riposo (19 18) raggiunse nel 192-t il grado dt generale

di divisione.

Chiari (ant. Castrnm Clarae). Comune in prov. d i Brescia. Durante le lotte comU11ali dipese semp1e da Brescia e fu teatro d i combattimenti contro Bergamasch i e Cremonesi, per questioni di confini. Nei 1269 e nel 1272 fu contesa fra Ghibellini e Gue lfi. Fu àominio dei Visconti fino al principio del sec. Xl V, qu,mùo fece, insieme a Bergamo e a Brescia, spontanea dedizione a Venezia, di cui seguì le sorti. Nel 1441 durante la lotta fra Visconti e Venczian;. ;liiccolò P iccinino, a l servizio dei primi, assalì Chiari, difesa da 1000 cava.lii veneziani comandati da Francesco Sforza. e riuscì a prenderla. Battag/;a di Chiari ( 1 settembre liOl ). .-\p,)art iene alla g\lerra di Succe.;sione d' Austri,t; fu comba ttuta fn le truppe a lleate dei re di Francia, Spagna e del duca Vittorio Amedeo II di Savoia, che aveva a nci,e li titolo di comandante s uprrmo dell'esercito, e quelle dcli' imperatore d'Austria., comandate da l princ ipe Eugenio di Savoia. E rano circa 50.000 gli a lleati, di co11tro a 32.000 di E ugenio; quest'ultimo, rafforzatosi presso Chiari, che aveva occupata sulla fine dell'agosto, nono-

Bauag-lla d! Chlar1 (1701 ). A, cavalleria; 8, mollnJ; e, rosso


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LU battaglia Cli Chiari (1701)

stante le resistenze formali del Comandante veneto che la teneva con duecento uomini, aveva stabilite, l.1 sua posizione fra i piccoli corsi d'acqua che le scmrono inlorno. La destra era rinforzata da numerosa cavalleria; la fanteria su due linee al centro, dietro un robust(J trinceramento coperto da un piccolo corso di acqua; la. sinistra appoggiata a Chiari, occupata dal conte di Guttenstein con due battaglioni ed alcuni cannoni, era collegata col centro da parecchie case sistemate a difesa e presidiate da granatieri e fucilieri. Nel campo degli alleati, dove il comando effettivo era tenuto d.:.I maresciallo di Villeroy, vari erano gli apprezzamenti ~ul d:. farsi. Il maresciallo ,Ji Catina t, ohe a.vev11 avuto precedentemente il comando, riteneva pericoloso ~ ttaccare il principe Eugenio in posizione così fone, e di accordo con lui era il Duca di Savoia; il Villeroy invece, facendosi forte delle istruzioni r icevute da Luigi XI\'. decise l'atta.eco, forse anche perchè, ingannato da false informazioni di soldati del principe Eugenio fatti prigionieri, credeva che Chiari fosse d ifesa da poche truppe. Al mattino, procedendo con lenteu.a e con cautela, gli alleati iniziarono il movimento in colonne dalla sinistra ~ ver30 le 14 furono davanti a Chiari. Il maresciallo di Villeroy guidò personalmente all'attacco 1! 1cggimcnto d'ala, costretto poi a ripiegare in seguito ai vio-: lentissimo -fuoco avversario. Nuovi sforzi contro le case sistemate a difesa riuscirono in un primo tempo; a.n.. che qui però gli Imperiali contra-ltaccando ripresero il sopravvento. Peggio ancora volsero le cose al centro. Gli allea.ti, che avanzavano senza artiglieria e fo terreno scoperto, gim1ti a trenta passi dal trinceramento degli Imperiali, furono improvvisamente colpiti dal fuoco infernale dei 24 battaglioni tedescl,i che lo difendeva.no sostenuti da 50 pezzi d',Lrliglieria. Inv.u10 il Villeroy, a incoraggiare i suoi, li fece ricondurre all assalto guidati dagli stessi generali dipendenti; respinte ancora una volta, le truppe alleate dovettero dcfiniti,·amente ritirarsi. Nel combattimento, dove perdettero la vita.

3000 degli alleati, e solo 40 imperiali, si manifestarono tutti i terribili effetti delle armi da fuoco cmatro le profonde formazioni di attacco deil'epoca. Si distinse per bravura.- il duca Amedeo JI di Savoia. che ebbe ucciso un cavallo, e forato l'abito da parecchi proiettili; furono degne di onore le truppe da lui guidate. La brigata. Piemonte, comandata dal Della Rocca (Regg. Guardie e un btg. per ciascuno dei reggimenti Monferrato, Saluzzo e Aosta) concorse valorosa.mente all'attacco del centro sostenendo i francesi che vacillavano, e ripiegò ,;olo per ordine del Villeroy. Dei Piemontesi il Villeroy scrisse a Luigi XIV: « le troupes de M . de Savoie sont parfaitementc belles, lcstcs, rien ne leur manquanl, et d'une d iscipline à donner l'exemple a toute l'armée ». Gli alleati dopo la battaglia. ripiegarono a Castrez.. zato ; il principe Eugenio rimase a ChiaJ·i in vigile attesa.. Chiari Edoardo. Ufficiale e scrittore mi!. dell'epoca nostra, n. di Reggio. Laureatosi in veterinar ia ed entralo nell'esercito, insegnò alla scuola di Pinerolo e fu professore di zootecnia all'Università di Bologna. Raggiunse il grado di tcn. coloruiello e si dimise nel 1907. Pubblicò: « E lementi di podologia»; « Trattato d'ippologia»; " 11 cavallo»; ecc.

Chiarini (Ferdi11a11do Enrico). Generale, n. e m. a Firenze (183 1-1902). Volontario nell'artiglieria dell'esercito toscano nel 1849, poco dopo si congedò per arruolarsi poi nel 1851 nel 4° fanteria e come sergente partecipò a.Ila. campagna in Crimea, Nominato sottotenente nel 1859 prese parte alla guerra di quell'anno e cowbattè nel 1866 e nel 1870. Colonnello nel 1883, comandò il 39° regg. fanteria e l'anno seguente andò in pensione. )folla riserv.c ebbe il grado d i magg. generale nel 1895. Chiarla (Ernesto). Genera.le, n. ad Alba nel 1854. Sottot. dei bersaglieri nel 1873, partecipò alla campagna d':\frica e promosso colonnello (1900) assunse il co-


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mar1do del 12° regg. bel·saglieri. Comandò dl magg. genera.le ( 1906) la brigata Acqui e collocato in P . A. a sua do1Uanda ( 1909) fu richiamato in servizio dal 1915 al 1918 col grado di ten. g~nende e con le f unzioni di comandante territoriale delle divis. d i AlessaJ1dria e d i Torino. Assunse nel 1924 il grado di generale d i d ivis ione.

(( Comandante di un gruppo d i a rtiglieria da montagna in sussidio alle fanterie, mancando di un oapitano un a delle sue batterie più esposte, ne assumeva personalmente il comando, cbe tem1e per quattro giorn i sotto l'intenso bombardamento nemico e fino a qua.udo gli vennero dis trutti tutti i pezzi. l~erito nei ).'.}rimi d ue giorni alla spalltL ed alla testa., si rifiutava di lasciare i suoi uomioi e Ja posizione e concorreva poi, con i superstiti, a ll'assalto alla baionetta con le fante r ie, cadendo eroicamente sul campo (Trambilleno 15-18 maggio 1916).

Chiarle ( Vittorio). Ce-nera le, n. e m. a T orino ( 1828 - 1904). Sotto!. di fan teria nel 1848, partecipò a lle campagne di q uelC!1ia1'1a E-mestò l'armo e del successivo, e a :\Tovara rima.se ferito. Cornbattè anche in Crimea, e nel 1859 e nel 1~66. Comandò da colonnello (1872) il 64' reggimento fanteria . .Maggior generale nel 1877, tCJ1ne il comalldo della b1i gala Bologna e nel 1885 andò in P. A . :Nel 1895 fu promosso tenente generale

Chiassi ( Giovami-i) . Medaglia d'oro, n . a Castiglione dello Stiviere (l'.fontova) nel 1827, cadu to nel 1860. Fu soldato nel Corpo franco del R . Esercito Sardo n el 1848, e poi partecipò a lla difesa di Roma nel 1849, guadagn andovi le spalline di luogotenente. Costretto all'esilio nell'ar1no 1852, 1ientrò in patria per la campagna del 1859 segnalandosi nelle file dei ,, Cacciatorj Genovesi J> . Passato nell'esere-ito regolare col grado di cap·itano, prestò servizio nel 46° fanteria, che abbandonò per seguire Garibaldi in Sicilia. R itiratosi a vita privata, si d iede ad esercitare la professione d i ingegnere e •fu deputato d i Bozzolo per la I X lcgislawra. Il 1866 lo vide d i nuovo soldato, ed in quella sfortunata campag11a t rovò la morte e la gloria. Ebbe la medaglia d'oro; nella motivazione è, det to : « morto alle ore 10,30 del g iorno 21 luglio in Bc~ecca, per grave ferita al petto r~portata. combattendo strenuamente ll.

nel la. riserva.

Ch-iarle Angelo. Generale, n . a Torino nel 1843. Sottotenente del genio nel 1869, d ivenne colonnello ne l 1902. D irettore del ge_ nio a Mila.no e poi a Tor ino, nel 1906 ar,dò in po sizione ausilia ria, Nel 19D Chiarre V!Ltorio fu promosso maggior genera !è nella riserva. e successivamente generale d i divisione . Ch-iarlc Felice. Medaglia d'oro, n. a P eschiera nel 1871, caduto 11el 1916. Ufficiale d'artiglieria in S . E . P ., da. lenente .in poi prestò servizio nella. specia lità da mon tagna. della quale era. appassionatissimo. Promosso maggiore. poco dopo l'inizio della gu erra europea., fu proposto al comando del 17° grnp po di batterie da mon ta gna, di nuova fonnazio,~ ne. Alla testa d i ~so, si condusse Il1agnifì.ca1nen te d i fronte a.Ila irrom pen . te avanzata austriaca, nel maggio 1916, nella regione tra il Lcno di Vallarsa e iLLeno di Terragnolo . P er quattro g iorni fu l'anima d i u na disperata cd eroic,difesa; a l colonnello del 79" fanteria., che lo prc gava di seguire J'ufficiak medico per fai-si curare d i u na tr ip lice ferita, riGh iar]o F'OIICCl spondeva : « Ella. p otrà ord inarmi qualunque cosa, ma non d i lasciare il mio posto ccl i m iéi solda ti! ll . Il 18 maggio, guidandoli ad un contrattacco, a fianco dellt fanterie, cadde fulminato. La motivazione d i medaglia. d'oro dice :

Chiavarda. Pennone speciale che si adopera per fissare la corazza. deJle n avi al fasciame. Le C . attraversirno tutte le corazze- ed h anno u mL estremità in generale tronco-conica o cilin.drica. L 'altra estremità termina con una impanatura a v ite nella qualè va avvitato dado e contro •dado. Il punto debole in cui si r ompe la C. all'urto dei proietti contro la corazza è nella impanaturn a vite alla base dei dadi. Per evitare ciò s i ricorre a l sistema di inter porre una sostanza elastica fra il dado e il fasciame della na~•e. Quando la corazza è molto spessa non si fa più la. C . passan te da parte à parte, sia per d if-ficoltà d i costruzione, sia per non indebol ire troppo la corazza con molti buchi. La C. in _tal caso è avvitata nella corazza per u n terzo circa dello spessore, e dalla parte del fascianie verso l' intèrno della n ave, viene interposto fra il dado e il fasciame stessç, un n;anicotto il quale facilita le eventua li deformazion i delle corazze, sotto gli urti dei proiettili, senza che per questo si romp a la C . stessa. L a testa. della C. è a su a volta ricopei·ta. e protetta da. una robusta copp a metallica, per evitare la proiezione dei dadi in caso di rottura, proiezione, che potrebbe uccidere gli uom ini nei locali 'dietro corazza. Chiavari (ant. Borgolm,go) . Città della Liguria in prov. di Genova alla foce dell'En te.Ila.. Fu da i Genov~si munita di for te caste llo fino da.I 1147 contro le incur-


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sioni dei Fiescbi di Lavagna. l'\ e! 1167 fu circondata di mura, e nel 1268 si estese questa prima cerchia aprendovi sette porte. N cl 1245 Federico II, assalì C. ma non riuscì a pl'enderla.. C. sopportò più volte saccheggi eia parte d i nemici. Nel 1268 venne presa d'assalto e saccheggiata dai Fieschi e J\,lalaspina . Nel 1320 scoppiò una lotta interna fra Guelfi. e Ghibellini che recò gravi danni alla città. Nel 1331 venne attaccata dall'a rmata navale catalana è <la.nncggiata. Nel 1366 fu espugnata. da Ambrogio Visconti, e tre anni più tardi ( \J68) venne nuovamente murata. Tra. il 1402 ed il 1404 vi iu costruita. la cittadella . Essa ebbe forma quad rata, con largo fossato intorno, ed una comun icazione interna e sotterranea. còlla vecchia rocca. La. torre centrale fu costruita n el 1537 e nel 1551 se ne aggiunse una seconda con baluardo p resso S. Antonio; ed un.i. terza ancora a levante. Frattanto C . venne m inacciata nel 1431 dall'armata navale d i Venezia, occupata nel 1440 da Pasquale della Torre e ne) 1453 dal doge P ie tro Frcgoso e da Filippo Fieschi. Le arma.te cli Venezia e ciel JJapa Giulio II combattenti contro il l'e cli Francia nel 15 10 tornarono ad attaccare C., e un'a.imo più tardi Scipione Ficschi ed Adorno, favorevoli alla Francia, tentarono, invano, di_ prenderla. Nel 1549 e nel l564 fo teatro di violenze da parte dell'armata turca, e nei secoli posteriori f u ancora preda degli Spagnuoli, Austria.ci e Francesi. Xel 1814 fu occupata. da truppe inglesi ed iraliane e riebbe l' indipendenza. con Genova, cli cui seguì le sorti.

Chiave. Piccolo a.mese di ferro annesso all'armamento degli archihusi a ruota e dei fucili a capsula. Ne i prim i serviva a imbocca re l'a Ibero della ruota del-l'accia rino; ne.I secondo, per avvi tare e svitare il lu-minello. :f u del.la C. anche la manetta della balestra~ e dell'archibugio. La p iccola C .. per le pistole, era delta Chiavetta. Chia·ve della pos1zione. Località particolarmente forte per le relazioni che corrono tra essa e gli altri elementi d\1,u posizione tattica, coordinando ogni singola possibilità in. un lutto organico che conferisca alla posizione una particolare iìsonomia ed un determina tù valore. Il possesso d i questa locafoà essenziale a lla cons istenza o meno dei singoli elementi costitutivi della po · sizione, acquista valore clctcrrnina to perchè dal su<J pos• sesso deriva la possibilità o meno di mantenere l'inler,, posizione. Il lennine era però appropriato alle azioni tattiche del secolo scorse>, quando la battaglia. si svo·lgcva per intero su modesta posizione e -con mezzi limitati, e la \'Olontà ciel comandante si esplicava sullo stcssq campo cli battaglia e per visione diretta degli avven in1enti.

Oggi non è µi ù possibile parlare cl i chiave cli posizione, perchè i mastodontici strumenti cl i guerra, un':in .. tera regione cli coniìue ed il complesso organismo di co-mando che funziona lontano dall'esercito operante, escludono la esistenza di posizioni che possano esercitare ttna funzione determinante r ispetto ad una zona cl i terren o estesissima e dalle più svaria te caratteristiche. Tutto al pii, que~ta. im1zione può ancora sussisterf' nell'a.inbit,, del combàttimento delle minol'i unità e cioè, relativamente a modeste posizioni.

Chiavenna (ant. Clavrnna) . Comune in prov. d i Sondrio, punto cli concentramento per agire sia verso

907 la valle elci R eno, come verso quella clell'Inn, girando rispettivan1einc le posizioni del San Bernardino, o quelle del Bernina, D'altro can to l' invasore che riesca ad impadronirsi cli C. può appoggiarsi alle due vallate sopra citate e sboccare su Co lico e :'.\lorbegno, gira.11do a tergo la valle cieli' Adda. Antichissima è l'origine cli C., ben nota ai tempi cli Roma, la quale appunto diede ta le nome perchè considerata una fra le p ilt importanti chiavi strategiche d'Italia. Presa dai Goti, vi si creò una contea che ebbe pme continuazione ccl importanza m ilita re sotto i Longobardi. A quei tempi risale la costruzione dell'antico castello fabbricato ai piedi della p iramide grà.nitica detta « Campànile JJ . C. cont inuò ad avere importam:a militare anche. sotto i Franchi e i Carolingi, finchè l'impero, s ullo scorcio del secolo X, con Ottone I, la fece occupa.i·e e vi mise un prop1·io vicario . Accanita vi fu la lotta ira Barba rossa ed i Comuni Lombardi, tantochè un conte Eberardo De Parravicini di C . vi. assalta i convogli tedeschi valicanti lo Spluga, e per poco non fa prigioniero lo stesso Barba.i·ossa, dopo la sconfitta di Legna.110. Ne! secolo XIV i Visconti, s ignori della Valtellina, ne rafforzano il castello; ma n el 1477 i Grigioni con frequenti incursioni su C. dallo Spluga e da l l\faloja tentano d'impadronirsene. Scnonçhè nona di Savoia, reggente dello Stato per Cia.11ga leazzo Sforza, fa nel 1486 fortificare il borgo maggionnente circondandolo cli mura. Alla fine dello stesso secolo C. è occupa to da truppe francesi che banno invaso il ducato di .Milano. Le truppe imperiali che scendevano in soccorso di Lodovico il :M9ro, capita te d'improvviso su C. vi sorprendono cli notte il presidio e lo mettono in fuga. Net 1525 Giovanni De' ,VIe<lici assaltò d i sorpresa il castello e lo tolse a l commissario dei Grigioni. l\Ia questi, venuti alla r iscossa, battuto il ).fcc\eghino cd i suoi, finirono per smantellare il castello. ::\'el 1620 C. fu poi contesa ancora fra Spagnuoli, Tedeschi, Svizzeri e Francesi e nel territorio fra essi avvennero p iì1 volte scontri. Col trattato del 1637 tornò in possesso dei Grig ioni che la tennero fino all'epoca napoleonica (1797).

Chiaverina. Era cosi ch iamata un'arma innastata lunga circa un metro e sottile, da lanciare a mano. Ave-

,a il ferro largo, c01io e tagliente . Somigliava al gia,·ellotto.

Chiavicatti (Ul-isse). Generale, n. a. Stienta, m. a Torino (1839-1◊27). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, partecipò alla campagua del 1866. Colonnello nel 1890, corn:mclò l'84° reggimento fanteria e 111.aggior generale nel 1896 ebbe il comando· della brigata F orlì. Co1loca.to i i1 P. A . {1899), nel 1906 fu p romosso tenente generale nella r iserva. Chiays (Silvio) . Generale, na-to ad •Alba nel 1869. SottotcnenCL1lavicattl Ulisse te cli fa11tcria. nel l 887, fu <lai 1904 a l 1912 all'Istituto Geografico militare di F irenze e partecipò alla guerra 19 151918 me ritandosi una medaglia di bronzo ed u na d'ar -


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gc11to nel 1915 a rn. Sci .Dusi, dove gravemente ferito venne fatto prigioniero. Rientrato in Italia perehè invalido <li guerra (1917) fu addetto col gnulo di colonnello al deposito del 24° regg. fanteria, e, nel 1918, fu destinato al corpo d'occupazione nell'Egeo. Nel 1919 comandò il deposito del 74° reggimento fanteria e 1'80° fanteria e promosso brigadiere gcncrak nel 1920 resse <lai 1920 al 1922 il comando rlclla brigata Sicilia. Collocato in poSizione ausiliaria speciale a sua domanda nel 1922 assunse nel l 923 il grado di generale di brigata.

Chicco (Lnigi). Generale, n. a Cherasco nel 1869. Sottot. degli alpini nel 1890, partecipò alla gucrr.-1 19 15-18 e nel 1917 divenne colo1u1ello. Al comando del 18° gruppo alpini nell' ottobre 1918 in Val Daone, meritò la mcd. d'argento. Dopo l'armistizio comandò il deposito del 3" ~ regg. alpini e nel 1920 a.n òò in P. A. Nel 1926 venne promosso generale di brigata.. Chlnys Silvio

Chickamauga (lfottaglùi di C., 19-20 settembre 1863 - Guerra cli Secessione). 1l C. è un Chicco 1.,ulgJ corso d'acqua nel T ennessee. Dopo l'occupazione di Chattanooga, effettuata dai Federali comandati da Rosencranz sui primi di settembre, il gen. Bragg, comandante dei ConJe-<lerati, ricevuti dei rinforzi dal governo di Richmond, decise di riprendere l'offensiva. Il 1i settembre i due eserciti si trovarono di front~ sulle opposte rive del C e il 19 ebbe inizio la. battaglia. B ragg si proponeva di attaccare su tutta. la linea mostrando di svolgere l'attacco principale sulla sinis tra e sul centro nemico, pc:· indurre il Rosencranz a sguernire la propria destra ; ottenuto ques to risultato, di fare impeto da quella parte colle sue truppe migliori, costituite dal corpo Longstrcct che egli aveva rinfornto. Passata la. giornata del 19 in piccole azioni dimostrative, l'azione genera le si svolse il 20. Al mattino Longstreet, riuscito il pia no del Bragg, sfondò il centl'O nordista e ne tn~volse la destra; Rosencranz perù riuscì a ripiegare ordinatamente senza essere inseguito. I Federali pe rdettero circa 18.000 u. dei qua.li 2300 morti, 5000 feriti. 11.000 prigionieri, 36 cannon i, 20 cassoni e grande quantità di materiali; i Coniederat i chca 10.00ll u. dei qua.li 2000 uccisi, 6000 feriti, 2000 prigionieri. Chlcrchta Gaet ano

Battag-l!a <Il Cbtckamaug-a (1863)

Chiclana. V. Barrosa. Chierohia (Gaetano). Ammiraglio, nato a Napoli,

m. a R oma ( 1850-192-5). Entrato in servizio nel l8i0, fu promosso contra mmiraglio nel 1904 e vice ammiraglio nel 1909. Fu d irettore generale del Personale da l 1904 al 1905, capo di S. M. della Marina dal 1905 al 190 7, comandante mii. marittimo di Taranto da.I 1908 al 1909, segretario generale al Ministero della Marina nel 1909, infine presidente dell'Istituto Nazionale « Principe di Piemonte per gli orfani dei marinai »; venne collocato in P . A. nel 19 11.

Chieri (a.nt. Carea Potentia). Città in prov. di Tor ino. Ebbe importanza già ai tempi di Roma per la sua posizione topogra.nca, ma ne acquistò maggiormente all'epoca dei Comuni, e sotto il dominio della curia vescovile cli Tol'ino, quando Landolfo (1037), vi fece erigere un forte castello con alte mura e torri. Nel secolo X.I C. si r ese indipendente, e strinse a.llcanza con Ast i ed ampliò i propri confini. D ichiarata. ribelle dal Uarbarossa nel 1155 fu da questi saccheggiata e incendiata. Tre anni dopo risorse, ma dovette prestare obbedien7.,a al Barba.rossa. Data al conte Guido di Biandrate, si 1·ibellò colle armi e s'ercsse a 1·cpubl)lica, salendo a<l una. certa potenza con giurisdizione su trenta terre e castelli. Nel 1347 il marchese del Monferrato ne corse e guastò il territorio; poco dopo C. si diede ai duchi di Savoia. Dal 1394 al 1411 fu trava,gliata dalle truppe di Facino Ca.ne. Occupata da Francesi e da. Tmperiali in seguito, tornò infine sotto i Savoia e nel


1785 fu eretta a principato. Le sue fortificazioni furono atterrate sul principio del secolo XIX.

909 reparti più avanzati, dove rese utilissimi serv1z1 m ardite operazioni ad immediato contatto dell'avversario, incurante della estre1w1 gravità che avrebbe avuto pc1 lui l'eventuale cattura, Sottotenente in una delle batterie p iù avanzate. allo sferrarsi di un attacco di soverchianti forze nemiche, pur sapendo che era stato dato l'ordine che egii si fosse ritirato più indietro in caso di evidente pericolo, volle rimanere a l suo posto per sciogliere fino all'ultimo il voto del proprio patriottismo; cd anche quando, per l'incontenibile appressarsi della travolgente onda avversariJ., i pezzi furono resi inservibili per essere a bbandonati, vo lle restarn a combattere cercando invano sul ca111po quella morte che sola. orma i poteva salvarlo dal SUJ>remo martirio. Circondato e fatto p rigioniero, subì con stoica fermezza i maltrattamenti dei nemici. Tratto dinanzi ai giudici, riaffermò solennemente i suoi sentimenti di appassionata italianità. e con fiero atteggiamento affrontò il supplizio cadendo fucilato col nome d'Italia. sulle labbra; fulgido esempio di patriottico ardore e di insigne eroismo» ( Costa VioJina, Trento, 15-19 maggio 1916).

Chiesa (Damiano), Medaglia d 'oro, n. a Rovereto nel 1894, m, a Trento nel 1916. Fu il primo dei martiri tridentini, nella guerra di liberazione. Roveretano di nascita, fm da quando era studente d'ingegneria al Politecnico di Torino, si er a reso ben noto ai suoi compagni per il suo fervore patriottico e l'odio ali' Austria. Fu uno dei più ardenti sostenitori dell'intervento, e non appena la guerra fu dichiarala1 si arruolò se1np licc volontario. Chiesto cd ottenuto di essere destinato ad un gruppo d'assedio, che operava in Vallarsa a breve di~tanza dalla sua città- natale, rese imp0rtanti servigi, sotto il .. nome di Angiolotti, guidando r icognizioni e segnalando bersagli nella ,oc na a lui notissima. Promosso sottotenente e chiamato ad un comando, in .. sistette sempre per rwiancre nelle prime lince, e, durante l'offensiva. del JDaggio 1916, circondato e fatto prigioniero, fu tradotto a Rovereto; riconosciuto, fu insultato e percosso. Tradotto poi a Trento, fu sottoposto ad un simulacro di processo e condannato alla fucilazione. Anzichè scolparsi, Damiano Chie,n, dinanzi ai suoi giudici, riconfermò p ienamente i suoi scnitimen ti di italia.nit1i. Nella sinistra fossa del castello del Buon Consiglio, rifiutata la benda, mantenne fino all'ultimo istante contegno fermo e nobilissimo. Dopo la riunione di Trento alla Patria, fu decretata. alla memoria de l giovane martire la suprema r icompensa al Yalore con questa motivazione:

Battagl-ione Alpino Val Chiese. Costituito per la. durata della guerra italo-austriaca a Salò il 15 maggio 1915 dil 5° regg. Alpini, con le compagnie 253", 254" e 255". Il 25 maggio 1915 occupò, con azione decisiva, M. Corno. Dislocato poi in Va.I di Ledro, il 25 ottobre ne conquistò le quote 1141 e 1125 concorrendo alla distru7,ione della Centrale elettrica di Rovereto. Nella primavera. del 1916 partecipò alle operazioni condotte contro le posizion i avversarie di Grotta Dazi. Rin=e nel settore di val di Ledro per il resto del 1916 e per tutto il 19 17 compiendo molte ardite azioni di pattuglie. Anche durante il 1918 spiegò attività combattiva, distinguendosi nell'attacco ed occupazione della q. 2050 di M. Bagolo.

« Fervente apostolo dell'ita.lianità. della sua terra, quando suonò l'ora di affermarla colle armi, tra i primi accorse come semplice soldato, ed ins istentemen te sollecitò, finchè 01tennc l'onore di essere destinato ai

Chiesi (Giuseppe). Generale maggiore dell'esercito granduca le toscano. Fu nominato nell'aprile 1849 ispettore generale delle truppe di linea e nel 185 I reggen te della direzione superiore della cavalleria.

Chiese. Fiume che scende dai ghiacciai delrAdamello, forma il lago d'Idro e si versa nell'Oglio.

F[NE DEL SECONDO VOLUME


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