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ENCICLOPEDIA MILITARE VOL IV (GAN A MAT)

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MILj TARE §1 §1 · ARTE __ , IOGRAFIA S S GEOG AFIA ~ STORIA s1 TE NICA MILITARE . i I

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' OLUME QUARTO

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S.M.E. BIBLIOTECA

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M;UTARE 8ENTRALE

PUBBLICAZIONI DELLA_ CASA EDITRICE

Il Popolo d·Itali~ · MILANO

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ABBREVIAZIONI

A.

Anno. Abitanti. A. C. Avanti Cristo. Aer. Aerona.utlca, Aeroplano. Af/1,. Affiuentc. Agg. Argettivo. Alp. • A,Jplnl. ,tlt. • . Altcz,;a. Amm. Ammlhistrazione . ,1mmtr. • Ammiraglio. Ant, Antico, Anticamente. Arg. Argento. Arm. - Armamento, Armata. A. R . Q. Aspeuat iva riduzione qwirlrl. .4rt. • Arttgllerla. A$$. • Assedio. Avt. Avlatorl. Avv. - Avvocato. Avz. • Aviazione. lialt. Banaglla. TJ~1·s. Bersaglieri. Bgl. • Bat.tagUonc. Br. • Bronzo. Brig. • Brigata, Brigadie"J·e. Btr. • Batteria. Cann. • Cannone. Cap. · - Cap itano. Capot. • Capoluogo. care. • carcere. Cav. • Cavalleria, cavalli. CC. RR. - .Carabinieri Reali. C. à'A. Corpo d'Armata. G{r. • Courront.a. Cgg. - Cavalleggeri. CMr. Chirurgia. C'irc. Circondarlo. Cm. • c entimetro. Col. • Coionneuo. Com. Comando, Comandant,J. Comb. • GombaHimento. Con{l. Confluen za. Cor. - Corazzata. Cor v . • . Corvetta. Cp. • Compagnia. c. P. E . • Codice Penale Esercito. Ccl>. M . M . • Codice Penale Mllltare Mal'il · timo. D. • Dislocamento. IJ. A. T . Difesa Antiaerea Terrilor iale. D . C .. Dopo Cristo. Dèposlto. Dep. Dipartimento. Dip. Dir. Direzione . Ab.

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Distr. Viuis.

Volt. Dr. E. E. M.

E. P. Equip . Es.

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Ferr. Fig . Fort. Freg. Gen. Geog1·. Gov.

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M. Magg. Mar. Mares. M. E. Merl. M . Gen. Mlt. Min.

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Jtitr. M. M . Mm. Mob. Mod. Mont. M. T.

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M. V. S. N. Mz.

N. Num.

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.D1strntw. Divisione. Dottore. Destra Est. Evo Moderno: Esercito Poi-manente. Equipaggiamento. Esnmplo. Et.tometro. Era Volgare. Fanteria. Ferrovieri, Ferrovia. Fig11rato, Figurat1vamen.t.e-_ Fortlfl~to, Fortillcazlone. Fregata. Generale. 000graoa. Governatore-. Grande Qnaru cre Generare. Greco, Gruppo. .Graniattert. Incrociatore. Ingegnere. Intl!ndenza, Inte ndente. e I1ilornetro. Luogo, Loca!lth.. Lancieri. Urtino. Luog-otenente. '1onte-, Mebl'O, }[ila, Mono, Miglio. Maggiore. }farina, Marineria. Jllar esciallo. Medio Evo. ~Ie dagli a, Medicina. Maggior Generale. ~I (!ilare. .~J in a tori. !llit.ragHere, Mitragliatrice. i\llllzia Mobile. ìlrnllmetrl. i\fob!J.btazione . .1.1odcllo. Mo ntagna. Milizia Territoriale. Milizia Volontaria Sicurezza. Nazionale. Munizioni, i\lunizionamentc,. Nord, Nato, :\'alivo, Nodo. Numero. O\·est.


O.M.S. l:Jrd;

P. P. A. S. Pen. P. es. Pl.

Pont. Pot. Prof.

Prov.

Q. Q. G.

R. Radi. Rag. RR. CC. Il . E. Reclus.

Reg. Regg. R'8. R. M. l(. N.

.s. -San. S. A. P .

Sec.

Serg. S,erv.

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Ordine Mll!tare d.i Savoia. • Ordine, Ordinamento. • Porto, Pezzo. Poslzlooe Ausm~rla Speciale. • Penisola. • Pe1· esempio. Pllotone. • Pontieri.• Poten.za. Proressore. - F-rov1ncla, - Quota. • Qi,rn.rtlere OenerAfe Riserva. R3dlotelegrana. • Ragioniere. neall caralltnlerl. • Regio Esercito. Reclusione. Regolamento. • Regglmento. Riserva. Regia Marina. Rise'rva navale. :{legia Nave. • Sud, Santo. San1tà. servizio Attivo Permanente. • SeooJo. • sergente. Servizio.

Sez. Slm.

S . M. Sold. S.P. E.

S.pec. Sqdr.

Sr. S. Ten. Str. Susa. 'P. Col.

1'elf.

Telg. TeTerm. Terr. T . Gen. Tonn. Top.

Torp. TrMp.

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un. V.

Val. VMC.

Vet. Vett .

Sezione. SlmLJI. • Stato Maggiore, Sua Maestà. • Soldato. • Servizio permanente erreutvo. • Speclàlistl. Squadrone. • . Sinistra. SottOltenente. • Stretto. • Su.sslstem;a. Tenente Colonnello. • TeJerono.. 1\elegraro. Tenente. normi-ne (voce). • Territorio. • Tenente Generale. TonneUata. Topografia, Topografico. Torpedine, Torpediplera. Trasporto. Uomlnf. Utllclalc. Vedi, Velocità . v alore. " Vascello. Veterinaria. Vettov,agJ!amento.

:Nelle blografle, le da1e fra ,parentesi (es. 1565-1629) indicano rlspelt.ivamen te la (lata della nascila e della mo rte. Nell'armamento di navi da guerra, li numero romano e il numero &rabo subito segue·nte al primo Indicano ri.&pel· tlvamente n numero del cannoni e Il loro cal!bl'O ln mllllmetrl (es. IV 305, Xll 75 4 oannoni da 305 e 12 cannoni da 75 mm.) . .Nella descrlzlone dei ratti d'arme, LI numero romano e il numero arabo che Io segue indica.no rtspetttvamente llattagllone e reggimento (es. IIl/89 3° llattagJlonP, dell'S9• r eggimento).

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GAN

Gandolfo (Asclepia). Generale, 11. ad Oneglia, m. a Roma (1864-1925). Sottot. di fanteria nel 1885, passò poi nei bersaglieri. Fu insegnante di tattica alla scuola di fanteria di Parma e pubblicò un « Corso di tattica)) ; ne) 1912 insegnò geografia alla scuola mil. di Modena. Colonnello nel 1915, comandò in guerra il 10° reggi• mento fanteria che guidò con tale valore sul S. Mi• chele (29-6-1916) da venir promosso magg. generale pe· merito di guerra. Ebbe il comando della brigata Pisa, ed in soli 4 mesi (luglio-ott~bre 1916) la ·condusse con tale coraggio e perizia sull'aJtipiano Carsico, sul Veliki Kribach, sul Pecinka ed a Lokoica (ove rimase ferito) da meritarsi tre med. d'argento e la croce. dell'O. M. S. Nel 1917-18 comandò successivamente la 31• divis., il IV, !'VIII ed il XXVI C. d'A., meritandosi sul Montello la croce d'uff. dell'O. M. S . e divenendo ten. gener,i.le (giugno 191§): In P. A. S. nel 1920, divenne Prefetto di Cagliari; nel 1924 gli fu affidato il comando generale della Milizia Volontlliria per la S icurezza Nazionale.

naièa, e rimase grav~ente ferito 'meritando la medaglia d'argçnto. Colonnello nel 1915, .andò in P. A. nel 1917 divenendo magg. generale. Nel 1923 assunse il grado di generale di qivisione. Nel 1924 entrò alla Camera dei deputati ovè ritornò nella legislatura successiva.

Ganimede. Generale degli Egizii del I sec. a. C. Combattè a lla testa degli Egiziani, di cui prese il comando ·dopo la morte di Achilla, con(ro Giulio Cesare. Quando questi -inseguì Pompeo in Egitto (48 a. C.) G. din1ostrò abilità. strategica non comune, giacc.hè seppe interrompere le comunicazioni fra la flo!'ta romana e Cesare, che tenne immobilizzato per diverso tempo nella zona settentrionale di Alessandria. Ganzac. Ant. città della Persia, ne.Jl'Azerbeigian. Nelle vicinanze di essa fu nel 623 combattuta una battaglia tra Corsoe II ~ Eraclio, imperatore d 'Oriente. L'avanguardia. dei Bizantini s'imbattè negli avamposti persiani, e li sopraffece, mettendo in fuga Cosroe, e subito dopo impadronendosi di G. e massac randone il presidio. G. più tardi fu distrutta e poco lungi dalle. sue rovine venne costruita T auris. Ganzara. Barca da guerra adoperata dalla repubblica di Venezia, per la navigai-ione interna, nei canali e fiumi. Fu ad es. usata dai V cneziani nella guerra di ·Ferrara.

Gandolfo A,sclepln

Gandolfo Lorenzo

Gandolfo Lorenzo. Medaglia d'oro, n. a Mantova, m. alla Spezia (1878-1916): Ufficiale della R. Marina,. era uscito guardiamarina dall'Accademia Navale di Livorno neJ 1897 ed era stato lungo tempo in Oriente, quale addetto alla nostra Legazione di Pechino. Promosso successivamente ten. di vascello, e capitano di corvetta, prestò servizio prima alla d irezione d'ar t. del R. Arsenale di Venezia, e poi, nel 1915, alla,, direzi(me muniziona,mento di Spezia, ove, in una drammatica. circostanza, si sacrificò eroicamente, com'è narrato nella motivazione di medaglia d'oro: « Accorreva prontamente e radunava militari e maestranza al pontile delle munizioni presso lo stabilimento Pi.relli, sul quale erano parecchi vagoni carichi di esplosivi, ed uno di razzi, che già si era inc·e ndiato. Conscio del grave ~ ricalo éhe corteva, con miramle sangue freddo e giusto intuito, provvedeva ad organizzare opera di salvamento, cercando di· spegnere 'l'incendio e distaccando i vagoni non ancora incendiati, fulgido esempio <li eroismo ai dipendenti; e mentre attendeva a questa opera, mercè la quale si evitava disastro assai I)"laggiore, cadeva gloriosa vittima della- sua generosa abnegazione per lo scoppio avvenuto nei vagoni isolati >> (Spezia, 3 luglio 1916).

Gangitano (Luigi,). Generale, n. a Canicattì nel 1862. SotL <lei bersaglieri nel 18!31, partecipò alle campagne eritree del 1887-1888. Si distinse nel portare soccorso a Messina (1908) ai colpiti dal terremoto e si meritò la med. d i bronzo . di benemerenza. Come ten. · colonneHo del 4° fanteria partì nel 1911 per la Cire-

Gà1~asslni Giuseppe

Ganzaruolo. Legno da corsa adoperato ,riel secolo XIV, anche come sussidiario dei legni da guerra. Portay~ 30 remi, ed era molto in uso nella repubblica di Venezia, per esercita re la, gioventù al remo. Fu anzi costituita una « Confraternita del G.>> che esistette sino alla fine della repubbEca. Nell'armata navale dell' ammiraglio Angelo Erno, durante la càmpagna contro i Barbareschi, furopo imbarcati molti m iliti di questa confratei:nita del G. che dettero ot-tima prova nei bombardamenti dello piazze africane. Gap (Ant. V<rpinci;m.). Città nel dip. delle Alte Alpi, sul Luye. Nel 1692 (19 agosto) fu ocçupata dal principe Eugenio con un distaccamento di truppe austriache, e, non avendo potut9 paga.re, le contribuzioni impostevi, venne abbandonata al saccheggio delle truppe che alfa fine la incendiarono. Garassini Garbarino (nob. Giuseppe). Medaglia d'oro ,n. a Loano, m. nel cielo di Pola (1885-19.17). Uffidale della R. Marina, era uscito guardiamarina, nel 1905, dall'Accademia Navale di Livorno. Appena incominciò ad affecmarsi l'aviazione, chiese ed ottenne di farvi passaggio. Avuto il -brevetto di pilota:, fece le sue


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'GAR

:pr ime armi in Libia, ove compì voli molto arditi, gua-dagnandosi una m~d. d'argento, a Tobruk, nel 1912. .Sempre come pilota paitecipò alla guerra mondiale, se;gnalandosi in audaci imprese, durante u.na delle quali 3ncqntrò mor te glor iosa. La motivazione di medaglia. d'o.ro così si esprime : (( NeUe officine, tecnico esperto, rese preziosi servigi -:all'aviazione, istruendo nuovi piloti. Sui dirigibili prima, poi capo squadriglia e comandan te d i stazipne aerea, spiegò mìrabi-Ii qualità d i organizzatore. In varie azioni di guerra con esemplare ardimento condusse squadri.glie a bombal'dare i munit ~ obbiettivi 1nilitari nemici, :finchè, spreizànte di ogni pericolo, fulminato nell'aria -<la m itragliatrice nemica, orgoglioso e sereno, dette al.Ja ,patria in olocausto la vita, lasciando di sè esempio fe,condo di n-uovi ardimenti>> (Cielo di Pola. 11 febbraio 1917). ·

Garau (Lu.,:gi). Generale, r i. a Cagliari, m. a Sassari (1839-1916). Sottot. d'art. 11el 1859," divenne colon:nello nel 1885, diresse il laboratorio pirotecnico di BoJogna e comandò il 3° art. da campagna. Da magg. genera:le ( 1893) comandò la brigata Forlì e poi l'n.rt. da fortezza in Torino. Nel 1898 andò in P . A. e nel 1901 fu promosso ten. generale nella riserva. Garaud (Fu.cik semùmtomatico). Negli Stati Uniti d'America è stato da l 1925 in esperimento il fucile G. presso la fanteria. I dati su questo tipo d i fucile sono i seguenti: peso kg. 4,2; velocità di tiro 100 colpi in 75"; facilissimo di maneggio; dopo 21.000 colpi è ancora in buono stato di tiro.

GAR

nel 1813. Sottot. d i fanteria nel 1833, percorse la carriera nel 12° e 4° fanteria, partecipò ·a lla campagna di Crimea e divenne colonnello comandante il 21° regg. fanteria nel 1~8 59. Dal 1861 al 1862 wmandò la brigata Aosta come magg. generale, poi le brigate Cagliari e Granatieri di Toscana, ind i fu comandante militare della provincia di Genova. Nel 1869 fu collocato a r iposo col grado di ten. generale.

Garbaa (Sidi) . Località. della Circn.aica, a circa 12 km. dai posti avanzati di Dema. Vi si erano trincerati i ribelli nel maggio 1913 e contro d i loro 11 gen. Mambretti condusse una colonna d i 5000 u. con due btr., e il ciglione di Sidi G., dopo breve lotta, fu occupato (16 maggio). Ma subito grosse colonne di ribelli sbucarono da ogni parte avvolgendo i nostri, i quali furono costretti a ritirarsi su Derna, perdendo una delle due btr. e 10 vfficiali. Un· mese dopo, Ettangi rappresentava la r ivincita della .g iornata di Sidi Garbaa. Garbarini (Giacomo) . Generale, ·n . a Sassello, m. a Savona. (1848- 1909). Soltot. di fanteria nel 1866, partecipò a lla campagna d i quell'anno. Colonnello nel 1899, comandò il 9° regg. fanteria e nel 1906 venne J)romosso magg. generale comandante Ìa brigata Cuneo. Nel 1908 andò in P. A. Garba.rinì Git,seppe. Generale, ,n. a Sassellc> nel 1868. Sotto!. di fanteria nel 1891, partecipò alla campagna e ritrea del 1895-96 e pòi a quella libica. Entrò in guerr a nel 1915, ma fu costretto a lasciare il servizio per infermità contratta in guerra; fu proinosso colonnello nel 1917 e generale di brigata nel ruolo speciale nel 1929.

Ga r barino (Luigi Mario). Generale, n. a Ge1wva, m. a Torre del Greco (Ì809-1865). Cua,'Clia del corpo cli S. lVI. nel 1829, diyenne sollot.. di fanteria nel 1831, combatlè nel 1848, 1849 e nel 1859, meritando a San Martino la croce d a cav. dcll' O . M. S. Nominato comandante il 19° regg. fanteria nello stesso anno e promosso colonnello nel 1_860, divenne nel 1861 magg. generale comandante la brigata Cuneo.

!hran Luigi

Garcea Carlo

/Garavaglia (Li,igi). Generale, n. ad Almenno, m. a

Garberog I io (Gùr<1anni). Generale macchinista, n. a Torino nel 1867, ci1trato in servizio nel 1885; promosso brigadiere genera/e :nel 1922, generale vice ispettore per la direzione delle ·macchine nel 1924, generale ispettore in A. R. Q . nel 1927. Prese parte, a lle g~erre italo turca e mondiale, e fu sottocapo dell'Ispettqrato delle Macchine al Mi.nislero della i\lfa'r ina dal 1922 at 1925. 0

·1viilaJ10 (1829- 1906). Percorse tutta la carriera nell'arma del genio e partecipò alle campagne di guerra. dcì 1848-49, 13·59 e 1866, nonchè a quella della Gi-iinea. Ga rcea (Cario). Generale, n. a Cata,nzaro nel 1864. · Colonnello nel 1873, fu direttore del genio a Roma. SottÒt. di fànteria nel 1885; <livenne colonnello nel 1915. Passò quindi al comando del genio d i Bologna d ivePer circa due anni comandò in gueua il 21° rcgg. fannendo magg. generale nel 1881. Aiutante d i campo gen. teria distin~uendosi sull'Altipiano Carsico ove meritò del Re Umberto I dal 1882 al 1886, venne in detto la prima med. d'argento. Passato al comando del 2il 0 anno p romosso tcn. generale e nominato i~-pettore delle ·regg. fanteria ( l917), sul!' Altopiano della Bainsizza ebtruppe del genio. In P. A. nel 1891, passò nella ri- - be una seconda med. d'argento. Nel settembre 1917 gli r,erva nel 1894. venne affidato il corna,"npo della brigata Pescara che conduS{;e compatta nel ripiegamento dalla Bainsizza al TaGaravagl·ia Enrico. Genera:le, n . nel . 1865. Sottot. del gl iamen to, meritandosi una terza med. d'argento. Bri:genio nel 1888,, nel 1906 a Venezia meritò la med. di gadiere genera.le nel 1918, comandò la briga,ta Campabronzo a l valor civile. Colonnello nel 1917, fu direttore n ia, poi una brigata d'ac5salto, infine la br igata Viòell'offieina cost.ruzioni del. genio d i Pavia· nel 1920 cenza; andò in r . .A,,. S. nel 1920. Era pure decorato andò in P. A. S. Prom()SSI) generale di brigat a in A. R. della med. di bronzo al va.lor civile. ,Q. nel 1927, pasSC! nella riserva nello stesso anno.

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Garavell i ( Giaco·mo). Generale, n.

a: Quattordio

. Garcea Gù,seppe. Generale, n. a Reggio Calabria

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GAR

nel 18ì l. Sottot. di fanteria nel 1890, partecipò alla guerra italo-turca meritandosi la mcd. d'argento nel eombattimento di Sidi Abdallah (1912). Partecipò quind i alla guerra contro l'Austria meritandosi una seconda med. d'argento ad Oslavia (1916) e divenendo nel 1917 colonnello comandante il 58° regg. fantet;ia. In P . A. S. nel 1920, venne nel 1926 p•romosso generale di brigata in A. R. Q.

Garcia y Paredes (D-iego). Capitano spagnuolo, '(1466-1533). Combattè in Italia con l'ysercito di Car1o_ V e per il suo coraggio fu chiamato il Baiardo spagnuolo.

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Garcia 11,iguez Calisto. Generale degli insorti cubani contro la· Spagna, del sec. XIX. Combattè nella prima eampagna col grado di brigadiere sotto Gomez. Assalito da forze su periori spagnuole a S. Antonio d i Bajà, piuttosto , . di cadere vivo nelle mani del nemico tentò di suiddarsi. Raccolto dagli assalitori, fu guarito e mandato prigioniero in Spagna. L iberato tornò a New-York fino al 1895, per prendere parte all'insurrezione del 1898. Garc-ia àe Polavieja y dei Castillo Cam:illo. Generale spagnuolo ( 1838-1914). Soldato semplice nel 1858, guadagnò tutti i gradi sino a quello più alto, combattendo in Africa nel 1859-60, e po i a Santo Domingo, a Cu ba, contro i Carlisti, in patria, nel 1873- 74. Fu ancora a Cuba col grado di gen. di brigata ( 1876), combattè contro gli insorti e tornò in patda nel 1880 col grado di ten. genera.le. Fu poi governatore di Porto Rico, Ispettore della fanteria, governatore di Cuba, governa tore delle .Filippine.. Nel 1897 combattk. contro gli in~orti di quelle isole, domandoli, e tornò in patria dove divenne ministro della guerra nel 1899, capo d i S . M. de1J 'es~roito nel 1904, presidente del Consiglio Supremo di guerra e marina nel 1906, raggiungendo il grado di capitano generale nel 1910. Garcia-Reynoso. Capitano ·d'artiglieria argentino del se.e. XIX, ideatore d,i u11_a pistola a rotazione, la quale presenta la particolarità, unica in questa specie di a.rmi,• di potere essere. provvista di un numero d i cartucce <!oppio del numero delle camere del cilindro: la metà di· esse è collocata nelle ca.mere, l'altra metà in un serbatoio applicato dalla parte sinistra della ·cartella, dietro a.I cilindro. -Essa ~i distingue inoltre per la soppres-

'Pistola Ga.rcia-Reynoso sione di ogni dispcrdim~nto di gas all'atto dello sparo, ottenuta pe1· la conformazione speciale del bossolo della cartuccia, c he si prolunga in avanti avvolgendo completamente la pallottoli!-, e per il fatto che la ca,.:tuccia della ca.mera, che si presenta per lo sparo, viene opportu. na~ente spinta dal blocco, in modo da i~ pegnarsi, coll'estremità anteriore, nella canha. lo! carica.mento del ser-

GAR

batoio si effettua mediante caricatori di 5 cartucce ciascuno, che vengono disposti in corrispondenza della sua apertur a s uperiore; premendo con un dito, si fanno en'trare, con un colpo solo, le cinque cartucce, vincendo Il! resistenza presentata da una molla; un elevatore tende poi a spingere continuamente in alto le cartucce, in modo che quella superiore si trovi sempre dirimpetto alla camera del cilindro precedente quella che corrisponde alla canna. Il passaggio delle cartucce dal serbatoio al cilindro, avviene per mezzo di una leva-trasportatrice, e colla pressione del dito su.I grilletto. Si può ese/;u~re il tiro mantenendo il serbatoio carico. Ad ognj colpo, il cane viene riportato automaticamente in posizione d i sicurezza. L'estrazione del bossolo, dopo lo sparo, avviene nella suocessiva rotazione del c-ilindro, a mezzo d i una leva-espulsore applicata nell'interno del castello di fiapco al cane, dalla: parte destra. Detta leva è messa in azione, al momento dello sparo, dal cane , in conseguenz~, l'espulsione del bossolo del tiro precedente avviene col tiro susseguente. Quando il serbatoio è completamente vuoto, Ja leva trasporta trice, ;1el suo movimento d i avan~ata, \'iene ostacolata dall'elevatore giunto alla sommità .del serbatoio e che le si pone davanti: per tal modo resta inceppato tutto il funzionamento dell'arma, ed il tiratore è avvertito che si deve procedere al rifornimento del serbatoio.

Garda (Lago di) (Ant. Be1rac,us). E' il più grande lago d'Italia, che bagna le provinoie di Brescia, Verona e· Trento, e sta in vallata 1>.arallela a quella dell'alto e medio Adige. Alimentato dal Sarca che entra presso Riva, e dai torrenti Campione, Ponale e Toscolano, J1a come emissario il J\,1incio che ne esce a Pescl;iera. Lungo non meno d i 50 km. largo dai 3 ai 17, chiuso per quasi i 2/3 della. sua lunghezza da montagne alte e poco praticabili, noJ1 accompab'llato alle sponde · da alcuna buona rotabile, se non nella parte meridionale e più percorribile, costituisce un ostacolo m ilitare di alta importan~a, che insi'eme ai poderosi rilievi circostanti, obbliga le operazioni svolgentisi dalla vallata de) Po all'alto Adige o vicevèrsa, a svilupparsi solo per la valle Lagarina, o per quelle ciel Sarca e del Chiese, e le rende divergent i se dirette da N . a S. Per chi però ne possegga b. libertà di navigazione e vi abbia una buona flottiglia, il lago è un ottimo elemento tattico-logistico. L'importanza strategica del lago di G. fu riconosciuta in ognì tempo. Già ·.a i tempi di Roma furono costruite nelle sue rive tre vie secondarie, oltre alla gallica, che passando per Descnzano sboccavano: sulla riva bresciana, quella d i Salò, una seconda a Tremosine, e la terza per Valtenesi. Nei tempi ciel basso impero e dopo i Romani vi passa;.ono EruJi, Gòti, Longobarda e Franchi, devastandone la règione e tuttavia ·agguerrendone quelle popolazioni che nell'epoca dei comuni seppero reggersi egregiarnen te con propri statuti e milizie. I posti che già all'epoca. di Roma erano assu~ti ad illJportanza di 1 Luoghi fortificati o .\laluardi contro le irruenti orde bar,bare, come Malcesine, T orri, Garda, Peschjera, Maderno, e S. Felice d i Scovolo, risorsero e resistettero alle travolgenti vicende meditlevali. I d ue capilago, Riva e P eschiera, fondarono società di nocchieri c)1e sostenute da lasciti cospicui, furono il vivaio di quegli audaci e f~rti navigatori del lago d i cui si valse più tardi la Repubblica di Venezia per le imprese militari in quel-


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TI traspor10 sul Garda dell a !lotta veneziana (1430)

la zona. Nel medio evo, mentre sulla riva bresciana comandava lV.l;ademo, sulla veronese imperava Torri. Poi la Serenissima rimase padrona della intera regione del Garda. La guerra di Cambrai ebbe i suoi episodi sul lago, e dopo di essa P eschiera venne fortificata e Malcesine divenne sede di capitanato. In fine del secolo XVIII, Napoleone, rilevata l'importanza strategica del lago, vi tiene una flottiglia, e se ne serve come collegamento fra Je operazioni convergenti contro Trento. L'Austria, dopo la restaurazione, non solo fece di Pesd1iera una delle bas'i del noto quadrilatero veneto, ma . tenne nel lago anch'essa una flottiglia di vigilanza. Nel 1859 Napoleone III, durante la campagna, vi fece armare 6 piccole cannoniere, insufficienti per lottare contro gli 8 battelli a vapore austriaci, armati di 34 pezzi. Nel 1866 Riva e Torbole costituirono una pericolosa e continua minaccia durante la campagna. I. Battaglie 1zavali s11l Garda (1439 e 1440). Appartengono alla guerra tra il ducato di Milano e Venezia coi propri alleati Fiorentini. Venezia, all'aprirsi della primavera del 1439 aveva perduto tutto "ii terr itorio a! di là del Brenta, e solo resistevano Bergamo, Brescia, Verona e Vicenza. Il Piccinino, padrone dell'anfiteatro morenico del. Garda, e della riviera veronese, impediva ogni '<liuto diretto a Brcscià assediata. La Serenissima, dietro consiglio di un suo ingegnere, Biasio de · Arboribus, e del marinaio Nicolò Sorbolo, si decise a spedire attraverso la valle dcli' Adige una flottiglia per immetterla nel lago di G. Questa ~ttiglia, composta di 25 grosse barche, 6 galere, e 4 fregate, salpò da Venezia, e per Legnago, e Verona, risalì l'Adige e si ancorò presso Ravazzone, sotto le pendici del M. Biaena. Tratta in secco, e caricata su macchine appositamente costruite,

fu incamminata per Torbore attraverso la valletta di Loppio. Il difficilissimo trasporto durò tre m esi; tra inaudite difficoltà d i ogni genere, e si 1·ese necessario perfino costruire un'apposita strada di 25 km. per Mori-Loppio-N ago-Torbole. Occorsero 4000 buoi aggiogati a lZO per traino, diretti da ingegneri specializzati, coadiuvati da falegnami, carpentieri, operai; sterratori, e si dovettero costruire cd adatta.re robustissimi ponti e passerelle per far arrivare le navi a Torbole. F inalmentc la piccola flottiglia potè solcare le acque del lago, dopo essere passata per il laghetto di Loppio, ed aver superato pendenze del 25%. L'attrezzamento da battaglia venne fatto in brevissimo tempo, e la flottiglia, comandata da Piero Zen, p-resc il largo dirigendosi verso Desenzano per sorprendervi quella viscontea, q uivi all'ancora, e distruggerla. L'allestinlento della flottiglia veneziana non era sfuggito ai Viscontei, che, usciti in tempo per evitare l'imbottigliamento, ebbero possibilità di sostenere l'urto nelle acque di Maderno. Ne segui una violenta mischia nella quale i Viscontei riuscirono ad avere il sopravvento sui Veneziani, il cui naviglio venne catturato, meno due galere che riuscirono a mettersi in salvo p~esso T orbole, die tro solido steccato. Lo Sforza, comandante degli alleati, era riuscito a sloggiare il Piccinino da Verona ed a battere presso Arco il marchese Gonzaga. Ma la situazione di Brescia sta.va a cuore alla Serenissima, che progettò l'allestimento di una nuova flottiglia. Questa volta però si limitò ad. inviare le navi scomposte, per fame il montaggio sul posto. Difatti spedi per via acquea i pezzi fino a R avazzone, poi con 600 carri li fece portare a Torbole, dove montati, furono varati. Si trattava questa volta di & galere, 8 galeoni e 7 fyste, con le quali la repu bblica vinse la battaglia di Riva (V.).

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Stazione dl Mas ,ut Garda (Guerra 1915-18) II. Pazìon; navali s11l Garda (1814). Appartiene nlla campagna in Italia del vicerè Beauharnais. La flottiglia italiana, composta di 7 barche cannoniere, agli ordini del capitano Tempié, che già il 16 febbraio aveva cannoneggiato gli Austriaci sulla strada costiera di Toscolano, continuava ad incrociare sul lago. Il 14 marzo si scontrò colla flottiglia. austriaca, forte di 8 barche, comandata dal capitano Accurti, pure ital_iano. Il Tempié appena avvistata la flottiglia nemica nelle acque d-i T orri del Bena.co, l'attaccò viva.mente. Ne scaturi una aspra lotta sostenuta fieramente dalle due parti. Ma alla fine l'austriaca ne usciva con tre cannoniere affondate, e dovette ritirarsi sotto la protezione delle btr. di Torri,; del Benaco, e delle truppe di terra. Essa perdette 35 u., mentre quella italiana ne lasciò sòltanto 7: rimase ferito lo stesso comandante Tempié, che dal vicerè venne promosso capitano di vascello. Il comandante in sottordine Alberti venne pure promosso ten. di vascello. Pochi giorni dopo, e cioè il 1° aprile, la stessa flottiglia, comandata da.I ten. Alberti, partita da Sirmione per attacca.re l'austriaca, la incontrò nelle acquè d i Lazise, e dopo un lungo duello d'artiglieria la costrinse a ritirarsi verso Garda.

III. Operazioni s11l Garda durante la campagna del 1866. Durante la terza guerra d'indipendenza, d'Italia, l'Austria teneva sul lago una flottiglia composta di S barche cannoniere e due piroscafi a ruota, comandati dal rinnegato trentim;, Manironi di Monforte. Durante la campagna la flottiglia stazionò alla punta di S. Vigilio. La flottiglia italiana non aveva che sei vecchie cannoniere armate di un solo carmone ciascuna, e due piroscafi-trasporto. Il comando fu tenuto dallo Sgarallino, poi dall'Elia, e da ultimo dal gen. Avezzana, con Alberto Mario capo di S .. M., per conto di Garibaldi. I l 23 giugno, alle 14, quando ancora non era giunto l'ordine di aprire le ostilità, comparvero le cannoniere o.u-

siriache di fronte alla btr. di Toscolano. Fu tiralo da, questa un primo colpo a polvere ai quale risposero a palla le cannoniere. I garibaldini risposero e colpirono• una cannoniera, che si ritirò rimorchiata. La flottiglia austriaca continuò a scorrazzare per il lago e dal 4 al 20 luglio bombardò Gargnano, dove riuscì a catturareil trasporto « Benaco >>. Il 25 lugI-io appena partite letruppe garibaldine da Riva, la flottiglia austriaca comandata sempre dal Manironi, bombardò Riva, ed unitan1ente alla btr. di S. N icolò bersagliò la colonna garibaldina che avanzava sulla strada del Ponale; in.fine,. sbarcato un distaccamento di marinai dalla flottiglia fece occupare Riva, precisamente quando giungeva la no-tizia dell'armistizio.

IV. Opcrazìon; S11l Garda durante la gra11de gusrra· (1915-18). Il lago di G. era stato oggetto di particolare preparazione militare, prima ancora che si iniziasse la. guerra. Vennero mobilitati tutti i piroscafi del lago, armandoli di piccole artiglierie, mitragliatrici e projettori, e mettendoli sotto il comando di ufficiali e sottufficiali di marina, con convenienti equipaggi. Furono pure rimesse in ordine due torpediniere ed una barca a vapore appartenenti alla finanza. Tale flottiglia nei primi mesi della guerra non ebbe occasione d i agire se non contro aerei. Più tardi il lago crebbe d'importanza, edivenne necessario l'impianto anche di grosse artiglierie da 305 mm. sulle due sponde, specie presso il confine, a Limone e Campagnola. Durante la « Strafe-Expedition » (primavera 1916) la marina del lago ebbe l'incarico di rafforzare la linea dell'Altissimo, cd i due p iroscafi requisiti Mincio e Garda furono tenuti alla: rÌl•a orientale del lago, per battere colle artiglierie le· zone più minacciate. Più tardi, in aggiunta ai due piroscafi, si diedero due M.A,S. Dopo Capor~tto, temendosi che il G. servisse come via d'aggiramento delle nostre linee difensive, il la.go \'enne provv-isto di aitrii


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mèzzi di difesa. ,Così Scrmione divenne sede di una sezion~ d i pezzi da 152 mm. ed una da 76 mm., Df altre ar tiglierie con autocarri, e btr. da sbarco furono m unite :Malcesine, Campione, Maderno, S. Severo, cosicchè la marina alla fine del 1917 disponeva su.I lago di 42 pezzi di vario calibro, coadiuvati da stazioni di segnalazione, apparecchi radiotelegra·fici campali; proiettori ed altro. IL sei-vizio era sotto il comando di un uFficiale superiore di Marina, residente a Sermione. Alla flottigl ia furono aggiunti altri due M.A.S. coi quali fu completato il servizio di esplorazione e vigilanza, istiLuendo anche l'ascoltazione subaequea. N"ei riguardi delle azioni navali, esse si limitarono a tre. La prima ne!Ja notte d al 4 al 5 1)1aggio 1918 si svolse· con 4 •NI.A.S. scortanti una lancia sulla qua.le si trovava un p lotone di arditi. La flottiglia, partita da Sogno agli ordini del capit. di fregata Lodolo, a·IJe ore 23 circa si diresse a Casa Tempesta, dove giunse alle -0re una. I ~i.A.S. si · onneggiarono" presso quegli scogli. Gli arditi prendevano terra alle 2,30 e fecero saltare un trasformatore elettrico. Compiuta l'impresa furono di ritorno nella baia di Sogno a lle 3,45. La seconda aziòne si svolse nella notte dal 2 al 3 lu·glio 1918. Onde avere informazioni sull'entità e dislocazione delJe forze nemic-he, furono prese le misure per sbarcare, fra Torbole e R iva iniormat.ori, fra cui soldati boemi. Per arrivare nel p.iì1 assolutq silenzio fu approntato un motoscafo mosso da apposito motorino elettrico, di tipo quasi i<Jentico a quelli adoperati dal1' Austria per ronda. ~sso giunse presso le foci del Sarca, e gli esploratori scesei:o non visti nei pressi dell'H otel Torbole. Due M .A.S. intanto tennero sorvegliato quello specchio d'acqua, pronti ad accorrere in caso di attacco. A missione ultimata, il motoscafo fu indiYiduato da potenti proiettori austriaci, e mentre stava districandosi da i · reticolati distesi in acqua presso la spiaggia, fu fatto segno ad intenso fu:oco di artig)ier ia è 1ùih:agliatrici, ,iupcendo malgrado fos~ rimasto illuminato · per p iù di 40 minuti dai proiettori, a r itorJJare jncolume alla sua base.

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le medaglie commemorative della Grande guerra, ne fu decretata una anche per r icordare le im1)rese ardite della flottiglia del Garda. Garda. Comune -in prov. di Verona, sul lago omonimo. E bbe 'nel m~dio evo importanza politico-militare, .al punto da venire considerato il più forte centro de] lago. Berengario II ne fortifi~ò la rocca, così da farla ritenere inespugnabile. Nel 1163 la rocca di G. venne .assediata dal conte Marquardo capitano di Barbarossa. Vi stava come difensore Torrisendo dei Touisendi, partigiano .della, Lega Lomba.vda. La rocèa sola resistette anche dopo che il Barbarossa aveva domato Crema e M.ilano; e, benchè assediato da,gli Imperiali, il Torrisendo ne rimase in possesso, pur avendo fatto atto di sottomissione all'Imperatore. Questi però mancò ai patti e la diede al Vescovo di Trento. Quando il :Barbarossa ridiscese in Ita·lia, G ., unita a Verona, si mantenne indipend~nte e lottò contro gli Imperiali. Presa più tardi dagli Scaligeri, fu da ,questi perfezionat a nelle fortificazioni, specie nel colle attiguo a quello della r<;>cca, dove stavano tre antichi forti. II 19 giugno 1387, dopo otto ore di fiero combattimento, la rocca fu presa dal-le truppe di Galeazzo Visconti. Nel l40S, dopo la lunga guerra. coi Visconti, Venezia la occupò con tutti i paesi <lei lago e nel secolo XVI fece a:bbattere la rocca e i tre forti costruiti nel colle attiguo. Vennero però conservate le antiche mura. merlate degli Scaligeri nel basso del paese, che esistono tuttora. G., dalla sua sottomissione alla Seren issima, godeite lungo periodo di ·pacei ma perdette la sua importanza - politico-m ilitare avuta nel medio evo. Nel 1848 il re Carlo Alberto vi risiedette qualche tempo, nella villa Alber tini, dove ricevette la def?utazione lombarda (10 giugno) che presentò il voto di annessione cond izionato alla ·Costituente, emesso dalla Lombardia. Garda. Cannoniera appartenente alla, flottiglia dd Lago di Garda, varata._nel 1859 a Desenzano ; dislocamento tonn. 253, macchine HP. 55 ; fu radiata nel 1868.

Gardan (Cari.o). Medaglia d'oro, n . a Santa :Maria di Sala (Venezia), caduto sul P iave ( 1893- 1918). Sol_dato semplice nell'S1° regg_ fanteria, parll per la guerra italo-austriaca, guadagnando sul campo i grad i successivi, fino ad aiuta~te di batta.glia; l'ultima promo.zio.ne gli venne conferita per mei'ito di guerra, dopo i combattimenti sul Faiti del maggio 1\117. L'anno seguente, combattendo sul Basso Piave, ·cadde ucciso, dopo aver dato prove ripetute di indomito valore, cosl r icordate nella motiva.zione di medaglia d'oro:

Mectaglla cteHa Ii. FloHig-lla sul Garda (Guer r a 1916-1 8)

La ter7,a azione avvenne il 3 novembre 1918, quando <lue pio.toni di marinai, per mezzo di una sezione di 1¼.A.S., -5barcarc;mo per primi s.ulla spiaggia di Riva. Essi furono seguiti da altre truppe (2 cp. di fanteria ,e . 1 btr. da mon tagna.) ma la loro azione improvvisa e decisa.mente energica servl a dare immediaJo assetto' alla c.ittadina, da poche ore abbandonata .dagli _Austriaci. Qqrda (Medaglia cmn-memorativa. dèlla flottiglia). Fra

«Nei periodi di preparazione e nelle lunghe veglie di trincea. -sep.pe infondere i più nobili sentimenti di fede e di entusiasmo nei dipendenti. Sul campo dimostrò perizia ed a.rdimento amm irevoli. fo uno dei primi giorni dell'ultima offensiva. nemica accor;e -dalla. linea> per unirsi ad un gruppo di valorosi che attaccavano alla baionetta l'avversario, penerra to in forze preponderanti nelle nostre trincee, e cooperò efficacemente a respingerlo ed a fare dei prigionieri. Due giorni dopo uscì di sua iniziativa con tre compagni dai nostri reticolati e si impadronì di -una mitragliatrice 1iemica, catturandone tre serventi e liberando un m ilitare di un'altro I!O· stro corpo caduto in,una precedente azione in mano dell'avversario. Durante una rischiosa azione o_ffensiva o!-


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II.

-tre il vecchio Piave, vista un'ala della propria compa_gnia sul ·p unto di essere soverchiata dal nemico avan zante in forze molto superiori, balzò sul c iglio della tr incea e, in p iedi, gridò a i suoi uomini ed all'avversario già vicinò : << Qui si muore, ma n on si cede ! ». Dopo avere inutilmente te11tato di rovesciare un cavallo di frisia delle sconvolte d i.fese nemicbe per ostruire un camminamento dal quale erano per spuntare i primi -nuclei del ·c on trattacco avversario, fedele a l suo grido · .di guei;-ra, si tenne ritto sul punto p iù esposto. Aggre•dito, si difese valorosamente, incitando ancora i dipendenti con fulgido esempio di tenacia, finchè cadde glo_rio~amente colpito a morfe ll (•Case -Bcllesine, Porte del 'Taglio, 16-25 giugno 1918).

Gardanne (Gaspare Amedeo). Generale francese ( 1758-1807). •M entre era in pensione si unì alle truppe della Convenzione durante l'assedio di J'olone. Si segnalò poi .in Italia, ove divenne .generale, specialmente a :.Marengo. ìVIorì in seguito a ferite riportate in com.battimento.

Garrlan,ne Cla1tdia Matteo. Genera le frnncese (l766L817). Fu nominato generale -s ul campo a Bassignana ( 1799) ; si segnalò a Austcrlitz, j ena. e Wagram, ma subì un grave scacco ne l Portogallo (J ~11). Nel 1814 com1ndava una b1·igata elci duca di An goulème, e unì le s ue truppe a quelle di Napoleone al suo ritorno dall 'E lba

Gardao Carlo

11 un bell'assalto dei battaglioni a lp ini Fcltre e M onros:a, ii 27 settembre 1916. Il giomo dopo il 11emico ne tentò, con un violento contrattacco, la riconquista, ma venne ributta to con perdite notevoJ.i.

Gardinl (Enrico). Generale, n. a Cuneo, n1. a Palermo (1852-1926). Sottot. dei bersaglieri nel 1872, insegnò geogra.fia militare alla scuola d i Modena (1886). Nel 1897 fu in Africa e n el 1902 fu promosso colonnello comandante il 3° regg. fanteria. Dopo aver comandato il collegio mii. di Napoli, venne nel 1908 p romosso magg. generale comandante la briga ta Bologna. N el 19 11 venne collocato in r iserva divenendo ten. generale nel 1914. Gardini Ernesto. Generale, n. nel 1857. Sotto!. d'art. n el 1876, si specializzò n ella parte tecnica dell'arma. Colonnello nel 1908, fu d irettore del laboratorio pirotech ico d i Bologna e poi della fabbrica d'armi di Temi, d ivenendo magg. generale nel 1913. Promosso tcn. geneqtle del ruolo tecnico d'art. n el 1916, a ndò in P. A. S. n el 1921 assumendo n el 1923 il grado di generale di divisione.

Gardner. Costruttore d i una mitragliatrice appartenenfe alla stessa categoria della Gatling, benchè di costruzione affatto differen te. Scopo propostosi dall'inven tore fu d i avere un'arma. sommaJ!1ente mobile ; limitò quindi il numero delle canne a due; e ne costrusse ,anche ad una sola. Il tipo ,p .iù perfetto della- G. a due canne si ha in quella costruita dalla casa americana Pratt e Wituey, adottata dall'Italia sotto la denominazione di mitragliatrice a. due ca.une G . calibro mm. 10,35, mod. 1886'. L'a rma esternamente J1à l 'aspetto di un cannor\e; le due canne sono chiuse den tro- un

Garclli Arnaldo

Ga rdena (Valle); E' costitu ita da un aifluente di .$i.nistra (Saltaiia.) dell'Isarco, ed ba importanza strategica- pcrchè mette in comunicazione, per una buona rotabile e per breve tratto bu ona mulattiera, la linea del Brennero fra· Bolzano e Bressanone, con l' Ampezzano e I' Agordino (a lto Piave). N çl 1809 una colonna italiana di c itca u n regg. partita da Belluno, e Timon tato · il Cordevole ,fino a Caprile dove battè i T irolesi, continuò la su.a m.ircia vittoriosa, fino alle sorgenti del n u me, ,e, sboccata in val G ., inseguì i T irolesi fmo a Chiusa, eludendo le difese di Bolzano. Gardena o Ferrera (Passo ·dì) . Mette· in comunicazione la valle G. con la valle Abbadia. a mezzo di una buona mulattiera che al passo ha l'alt. di m . 2137. Ha importanza s trategica, pcrchè, costituisce nelle D,;,lomiti (facendo sistema col passo di Sella) un punto d i obbligato passaggio in tma zona impervia e difficile, tra l'alto bacino de l P iave e quello dell'Adige.

Gardlnal (Cima) . Nella catena delle Alpi di' Fassa, a nord est del Cauriol (m. 2354). Fu espugnato con

Ml1.rag-lia,rl ce Ga1'(1ner in volucro tronco conico d i bi-onz,;,; le canne sono lestesse del moschetlo Vctterly per armi speciali modello 1870. I l vuoto dell'involucro può essere u tili~zato per ra ffreddare le canne, a mezzo d i corrente d'aria o di acqua. D ietrò le canne, nell' interno di una scatola prismatiq di bronzo, cbe costituisce la scatola di culatta. dell'arma, s i allogano e si muovono i congegn i di chiusura, di scatto, d,.i sicur~zza e d i espulsione dei bossoli. Il coperchio d i questa scato la, girevole a cerniera, porta u na tramoggia per l'aUmentazione d elle cartucce, ed un distribu tore, incaricato <li presentare successiva.men te le cartucce alle due can ne. Gli otturatori, posti sul prolungamento delle rispettive canne scorrono entro a ppositi canali, ed hanno un movimento di va e vieni, essendo collegati a due eccentrici portati da uno stesso a lbero, il Cjuale è provvisto esternamente,; a destra, di una ma novella con manubrio. Ciascun otturatore ha percussore, molla spirale, gr illetto-scatto, estra ttore. L ~ tramoggia, applicata a molla alla parre sup,e'riòre '· ·del


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coperchio, è a due canali in ciascuno dei quali si impegnano, pel fondello, le cartucce, che cadono in basso per proprio peso, successivamente presentandosi alle canne. Agendo sulla manovella esterna, la carica avviene prima in una can:i1a, mentrè l'altra si scarica, e cosl successivamente. Il ti.ro ba l'alzo fino a 1200 metri. La mitragliatrice appoggia sopra un sostegno disposto su treppiède per l'appoggio sul terreno. Essa può fare il giro completo orizzontalmente senza muovere il trep30° a - 35°. Può •piede, e prendere un'inclinazione da fare il ti_ro di dispersio.ne. La rapidità di tiro è d i circa 500 colpi al minuto.

Arona ( 1825-1881). Laureato in medicina e chirurgia nel 1849, prese parte come volontario alle campa{µle del 1848-49. Fu deputato di Mondovì nelle legislature X, XI, XII e senatote nel 1876. Fra le sue opere, è da ricordarne una su tt Gli stabilimenti termali militari d 'Europa ll, e -un piccolo lavoro riguardante la cura dì •circa 200 feriti della guerra del 1859.

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Gardone Val Trompia. Comune in provincia di Brescia sulla dr. del ·M ella e sulla rotabile Brescia0 Bagolino. D'antica fondazione, prosperò nel period0 roma• no; in quello medievale fu spesso teatro di lott,e. La repubblica di . Venezia ne fece un centro di produzione d'armi dal sec. XV. Nel 1797 un corpo francese installatosi a G. provocò da parte degli abitanti dell'alta valle, del Trentino e della val Sabbia, affezionati al governo della repubblica di Venezia, un'irruzione armata nel paese che fu però repressa dop_o di avere avuto il sopravvento. Sotto il dominio del Regno italico, le fabbriche d'armi di G. furono dichiarate regie, e dal "1805 al 1814 produssero in media 70.000 fucili annui, rifornendo d'armi buona parte degli eserciti napoleonici. Subentrata la Restaurazione, G. perdette gran parte della sua a ttività in questo campo. Nel 1870 vi fu costituita una sezione della fabbrica d'anni di Brescia, per costruzione e riparazione d'armi portatili; durante la grande guerra la sezione fu molto in&randita e concorse al rifornimento e riparazione delle armi per le truppe mobilitate. Vi fu anche aggiunta una fabbrica di. proiettili per artiglieria, nonchè una fabbrica d'anni bianche. Fra i lavori da essa compiuti vanno ricordati: ria fabbricazione del fucile Carcano e la sua trasformazione a retrocarica; la fabbricazione del fucile moi 1870, della pistola mod. 1889 e mod. 1874-89 da ufficial i. Col 1° gennaio 1923, prese il nome di sezione staccata della fabbrica d'armi· d i Terni, .e col 30 giugno 1926 cessò di fw1zionare. Dal 1921 a G, nella viUa di Gargnacco, si stabill Gabriele d' Ami,unzio che riunl nel « Vittoriale degli Italiani ii numerosi< dmeli dell'eroismo italiano durante la grande guerra. Combattimento d·i Gardone ( 14 febbraio 1814). Appartiene alle operazioni in Italia del vicerè Beauharnais. Un corpo austriaco di 2000 u. scese per Ja valle di Toscolano su Salò e per 1a Val Trompia su Laone, avanzando su G. che occuparol10, distaccando due cp . . a Ponte Saveno sul :Mella. Il gen. Bonfanti, avvisato di questo movimento, mosse da Brescia il 13 èon un bgl. del 35° regg. leggero, uno del 6° di linea italiano, e 150 gendarmi a cavallo. Presa posizione ·a Sarezzo, il 14 fece attaccare contemporaneamente Ponte Saveno e G. Il primo posto fu dopo vivissimo combattimento tolto agli Austriaci, i quali a G. opposero accanita resistenza, ma furono obbligati, dopo vivo combattimento, a battere in' ritirata, abband<:>Rando non solo G. ma l' intera val T rompia, ritirandosi fino a Vestone, dopo di av.ere perduto _fra morti e feriti circa 300 u. e lasciati 70 prigionieri. G li Italiani perdettero 120 u. tra morti e feriti. Garelli (Giovanni). Patriotta, n .. a Mondovì m. ad

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GarelÙ PJetro

Garelll Glacint.o

Ga·retli P.ietro.. Generale, n. a Villanova M:ondovì, m . a, Torino (1843-1913). $ottot. d'ar t. nel 1864., raggiunse: il grado di colonnello nel 1896. Fu direttore della fabbrica d'armi di Torre Annunziata e nel 1899 andò in. r. A. Trasferito nella riserva nel 1904, divenne n:1agg_ generale nel 1907. Garell-i-Colombo, conte Pietro. Generale, n. di Asti (1843-1917). Sottot. d'art. nel 1862, partecipò alla campagna del 1866. Direttore d'art. a :Messina e poi ad Alessandria, divenne colo1mello nel i894. Nel 1897 passò al comando del distretto mii. di Milano e nel. 1901· andò in P. A. Magg. generale nella rise!'Va nel 1905, ·divenne ten. generale nel 1913.

Gare/li Giacinto. Generale, n. a Cuneo, ;m. a Firenze (1845- 1915). Sottot. del genio nel 1865, passò nel personale de i distretti nel 1896. Colonnello coma1idante il d istretto mii. d i f'orlì nel 1901, nel 1903 fu collocato in P. A. T rasferito nella -riserva 11el 1907, fu promosso magg. gen_erale nel 19 I 3.

Garell1-co1ombo Pie,ro

Ganfleld Giacomo

Garell.i Aristide. Ammiraglio, n . a F irenze nèl 18S4, entrato in servizio nel 1870, 'p romosso contrammir. nel 1908, viceammir . nel 1911; collocato in .f>. A. nel 1916, promosso ammir. di squadra nella r iserva nel J923. Prese patte alla gue rra d'Africa ed alla guerra mondiale, e fu aiutante di campo generale effetiivo d i S. M. il Re dal 1908 al 1911, comandante in capo del dip. marittimo d i Venezia dal 19.11 al 1914 e del dip. marittimo della Spezia dal 1914 al 1915.


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Gare/li Arnaldo .Emanuele. Generale, n. a Torino, m. a Milano (1864-1927). Sottot. di fanteria nel 1883, passò tre anni dopo negli Alpini e fu lungamente in Eritrea e nel Benat:lir. F u presidente della commissione italo-abissina per la delimitazione dei confini. .Fece ' le campagne -eritree 1895-96-97, in Somalia 1908-09, in Libia 19U: · infine, dal maggio 1915 alla fine della grande guerra, fu sul fronte italiano, guadagnando nelle dette campagne due med. d'argento. Colonnello ilei 1915, comandò il 24° fauteria e nel 1917, come colonnello brigadiere, la brigata Cosenza: nel 1918 ebbe il grado di magg. genera le e nel 1920 andò in P . A.

Garessio. Comune in prov. di Cuneo >,ul Tanaro, ,sulla rntabile Porto Maurizio,Alessandria, e le provenienze da Albenga. Gli avanzi romani lo attestano di .antichissima origine, e per la sua forte posizione naturale !o fanno classificare fra i siti fortificati già da ,quell'epoca. Le quattro rocche di cui era fomi.to fu;i·ono distrutte e non ne restano che ruderi. Venne in

GAR

con 1 bgl. piemontese e 2 cp. austriache) assç,lse il compito di difendere G. sino a sera (24 novembve) per trattenere le trnppe francesi inseguenti gli alleati dopo il fatto d'armi di Loano.

Garetti (Lu·igi). Generale, n. a Legnasco m. a Torino (1843-1907). Sottot. di fanteria nel 1862, fece le campagne de\ 1866 e del 1870, venendo decorato di med. di bronzo, Raggiunse il grado di colonnello nel 1892 e comandò il 35° fanteria, e di magg. generale nel 1899, comandando la brigata Cuneo. In P. A. nel 1902, passò nella riserva nel 1906. Garfìeld (Giacomo Abramo). Uomo di stato nordamericano (1831-1881). Fu generale nella guerra di successione, presidente degli Stati Uniti d'America. Morì as~i'ssinato . Gar gano. Monte delle Puglie. Vi si combattè (72 a. C.) una battaglia che appartiene a.Ila terza guerra servile e fu vinta dal pretore Quh1to Ario Annio, legato del console Lucio Cellio, contro il celto Crisso, legato di Spartaco, che con 20.000 uomini aveva voluto opera re per conto. >,uo, non volendo' stare agli ordini di Spartaco medesimo.

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Gargano. Rimorchiatore, varato a Liibcck (Germania) ed entrato in servizio nel 1916; lunghezza m. 38,38, larghezza 7,78, dislocamento tonn. 430, macchine HP. 300; armamento 1 cannone da 76. Gargano Pietro. Generale, n. nel 1863. Sotto!. di fanteria nel 1883, lasciò il servizio attivo col grado di maggiore nel 1912. In P. A. divenne ten. colonnello nel 1915 e colonnello nel 1917. Nella riserva fu promosso generale di brigata nel 1926.

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conca di oureS$iO col passo del S. Bernardo (In ron<do, al centro)

.POSses.so successivamente degli Astigiani, dei marchesi di Ceva, dei duchi d'Orléans, dei Visconti, degli Sfor-za, di Carlo V che nel 1531 lo cedette ai Savoia. Nel -periodo feudale, dopo varie vicende, divenne libero Comune: nei secoli XV e XVI ebbe a guerreggiare contro Genova poi contro la Spagna. Nel 1794 fu occupato dalle truppe de l Dumerbion, dopo br~ve scara·muccia con i P iemontesi. Nel 1795 il ten. col. Colli "di Felizz.ano, con un distaccamento piemontese, attaccò e -prese G., tenendolo tutto il giorno (25 settembre) contro truppe del Miollis, e ritirandosi a notte iJ1.disturbato. Nel 1796, una retroguardia alleata (magg. Bongiovanni,

Gargano Gioacchino. Generale del genio navale, n. a Terlizzi nel 1838, entrato in servizio nel 1861, promosso magg. generale del genio nava'le nel 1896, collocato in ' P. A. nel· 1903, promosso ten. generale nella riserva nel 1906. Fu membro del ,Comitato per i disegni delle navi dal 1896 al Ì899, e direttore generale delle costruzioni navali nel 1899.

Gargaresc. Località della Tripolitania a ovest di Tripoli, sulla carovaniera per Zanzur. La sua occupazione fu decisa nella prima quindicina del mese di gennaio 1912. L'aviazione compl ricognizioni in tutta la zona circostante, senza r ilevare n ulla di notevole. Fu incaricata dell'operazione la colonna Amari, (costituita dal 52° regg. fanteria, un bgl. granatieri, 2 sqdr. Guide, una sez. di art. da 75 A. una cp. del genio e L servizi necessari) che, partita alle 7 del 18 gennaio, verso le 8

ti fort e N. 3 a Gargarc.se


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GAR

orientale del lago d i Garda. Luogo. antichissimo, fu nel 1331 preso da Giovanni di Boemia, pretendente al. R egno d'Italia . Nello stesso secolo, si svincolò dal dominio dei Castelbarco e si resse liberamente. )fel 1426 fu unito alla repubblica di Venezia. D u.ra.nte la guerra <lei 1866venne bombardato dalla flottiglia di cannoniere austriache del Garda. Nel p eriodo della grande guerm, fu disturbata dalla flottiglia austriaca, e -servì d'appoggio a.Ila nostra.

a82. fanteria Il b84° e Gò'irinanza 0

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1000

metri

Le ri<101t,e cli Garga.resc ne.I 1012

giungeva presso G. La pattuglia di cavalleria d i avanguardia fu accolta d a lle fucilate di qualche gruppo nemico che tosto si ritirò. Occupat<1 la posizione, verso le 11.30 si manifes tò la prima. reazione nemica, vivacissima ·specialmente lungo. la spiaggia, da Est e Sud-Est. Il bgl. granatieri, che era di avanguàrdia, ripiegò sul grosso, incalzato dal nemico che r iprese gli attacchi con rnmovata violenza.., battuto dall'artiglieria che dovette /sparare cogli alzi grad uati a zero. Finalmente gli Araboturchi, contrattaccati alla baionetta, furono costretti a cedere, e rapidamente ruppero il contatto. A sera, non essendosi i nostri ancora sufficientemente rafforzàti, la colonna fu fatta r ipiegare a T r ipoii, d'onde l'indomani r itornò a G. stabilendovisi definitivamente in tre forti r idotte.

Gargiolli (Ippolito) . Generale, n . a Pisa. nel 1844. Sotcot. dei grana tieri nel 1866, pa1·tecìpò alla guerra d i qucll';;:;;no. Ne! 1&69 in fi lan tropica a zione s i meritò la med. di bronzo al valor civile. F!equen tò la scuola di guerra. e .nel 1899 fu promosso colon nello comandante 1'80° rrgg. fanteria. In P . A. nel 1902, passò nella riserva. nel 1907 d ivenendo magg. generale nel 19 11. Gargn_ano. Comune in prov. d i Brescia su lla r iva

Garian. Altipiano a. 100 km. al sud d i Tripoli, alto .circa 750 m . Fu occupato. i,aci.ficamente a i primi del dicembre 1912 mediante trattati.,,e con H adi Coobàr, capo della cfrcoscrizione. Il 5 luglio 1915 il Governo della T ripolita11ia, pel d ilagare della rivolta, ordinò il rip iegamento alla costa di tutti i pres idi, e fra essi, di quello -cli G. ohe,. forte di 4400 uomini e 20 pezzi e abbondanti munizioni, iniziò il movimento su Azizia, raggiungendo Tripoli il 9, senza combattimenti. Nelle opera2;ioni di riconquista. del 1922, dopo la rioccupazionedel Gebel Nefusa, il Governo decise d i riprendere G. Parteciparono all'azione i gruppi: Graziani ( 4500 fucili, 350 cavalieri, 4 pezzi), Pizzari (2200 fucili, 300 cavalieri, 2 pezzi) e il gruppo cli Aiizia ( 450 fucili). Il primo marciò su G. avvolgendolo da sud e da est, onde tagliare ai ribelli la via verso Ghibla e impedire eventuale accorrere di rinforzi da Tarhw1a. I l secondo risalì lungo gli uadi che incidono il ve'rsanle dell'altipiano. L 'azioQe si svolse nei giorni 15 e 16 novembre; e n elle prime ore del 17 il gruppo Graziani occupava G. Nella lotta. le nostre perdite ammontarono a 16 morti e 34 feriti; i ribelli lasciarono sul tenenp 200 morti. Garibaldi (Gi-useppe). Generale, m. d'oro, n . a Nizza, m . a Caprera ( 1807-1382). Passò i primi anni della sua giovinezza a bordo, r \vela:ndo una natura generosa e ardente. Acceso da ideàli d i libertà, nel 1833 partecipò ai moti di Geno\•a, sfuggendo a s tento dalla reazione che lo co'ndannò a. morte. Fu a Marsiglia , a Odessa ed a. R i9 Janeiro, partecipando ali' insurrezione della provincia d i R io Gràndc. Ferito e cattura to iu combattimento navale a Gualegay, sopportò la tortm;a e la pri-

. 1l ca.stello del Garian (In alto)


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gionia sen7,a rivelare il nome dei compagni insorti. Liberato rip'r ese le a rm i e combattè valorosamente fino al 1842, anno nel quale con la compagna A.nit.a· si r itirò a vita privata, dediqndos_i a ll'insegnamento della matematica. Scoppiata l'insurrezione deJ.le popolazioni dell'Uruguay contro il d ittaitore Rosas di Buenos Ayres, l'eroe si schierò con gli insorti, costituendo la legione italiana., composta di 800 uomini con la camicia rossa. Rapidamente batteva le forz.e avversarie del gen. Oriba al Cerro, alle T re Croci, a Sant' A11tonio, acquistando fama incancellabile e la nomina a genern.lc. Scoppiati i moti del 1848 in Italia, eludeva la vigilanza. del gover· no di Mon\evideo e lasciava l'America nell'aprile, giungendo a Milano dove costituì immed·iatamcnte un corpo che mosse verso Brescia. Alla notizia che gli Austriaci in · forze erano ritornati a ll!Cilano dovette Ii para.re in Piemonte. Il governo di Torino gli intimò di sciogliere i volontari, ma G. si. rifiutò, e, passato il Lago Maggiore, combatteva contro gli Au striaci il 26 agosto a Morazzone, quindi 1·iparava in Svizzera. Nell'ottobre era a Genova ed a Livorno, dove, raccolti volontari, con essi tentò di raggiunge~c' Venezia; era già sulla sponda adriatica quando scoppiarono i moti di Roma. Egli accorse immediatamente alla difesa della città eterna, combattendo contro i Francesi dell'Oudinot fino a ch,e, vista inutile ogni resistenza, lasciava Roma e attraverso la Toscana, l'Umbria e le Marche sfuggiva a lle truppe francesi, napoletane ed austriache che tentavano di catturarlo. Nella avventu rosa fuga, fra le paludi di é omacchio gli moriva incinta la fida Anita, che sempre lo aveva seguito. Da Ravenna G. r iusciva a riparare a Genova, quindi passava alla :'.\faddalena, e si recava a Gibi lterra, a Tanger i e finalmente ritornava in America, a Nuova Yorlt'. Nel 1854 era di nuovo a Caprera, e, scoppiata la guerra de l 1859, assumeva il coman do dei Cacciatori delle Alpi, battenùo gli Austriaci a Varese e S . Eermf- L'armistizio di Villafranca lo sorprese in T irolo.

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va spedizione che s i proponeva di entra re in Roma. Fermato ad Aspromonte dalle truppe regplari e ferito a l piede, G. abbandonava l'Italia recandosi in Inghilterra. Scoppiata la guerra del 1866, G. accorse coi suoi volontari, raccogliendosi intorno a Trento e battendosi eroicamente a l Caffaro, a Storo, a ì'.1onte Suello, quindi correva a Brescia, combattendo a Lardaro, ad Ampola, a Vezza, a Condi.no, a G ioiello, a Leruo, a Bezzecca, fino a che, raggiunto il 2.5 luglio da ll'ordine di ritirarsi per il concluso armistizio, rispose al Sovrano col celebre:« Obbedisco».

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Inno d i Gartbal<1i (composto da Luigi Mercant in!, e mu,sLcato da A.lesslo Oli v ieri - 1860) Nel settembre 1867 decise di nuovo l'impresa di R oma. Arrestato e condotto alla sua Caprera, riusciva a sfuggire alla vigilanza delle navi della marina da guerra, si poneva a capo dei volonta~i che avevano passato il confi.ne, si bat teva a :Monterotondo e a Mentana. Nel 1870, caduto Napoleone e proclamata la Repubblica in Fra11cia, Garibaldi accorreva coi suoi volontari e si batteva a Chfi.tillon e a D igione. Fu deputato a l Parlamento per le legislature I, d alla VII alla X, dalla XII alla XI V. La med . d'oro gli fu concessa cc per le prove d'intrepidezza e bravura. nei combattimel1ti contro gli Austriaci a Varese e a Como» (•M aggio 1859). Il genera le G. lasciò un volume di << Memorie )l, i romanzi storici << I Mille>>; cc Cantoni il volontario ll e (( Clelia>>; dal Ciàmpoli furono raccolti e pubblicati (1907) i suoi cc Scritti politici e militari>>.

Garibaldi Attùa. Eroina, moglie dell'Eroe dei Due ..Mondi, n. a ~forinhos, m. nella p ineta di Ravenna (182 t -1849) Sposò Gariba ldi a Montevideo nel 1842 e lo seguì nelle guerriglie americane, distinguendosi -per intrepidezza in 11~11i occasione, così in America i co1ne b1 Ita lia.

GaribaJcli Giuseppe

Garibald i Menotti

Nell'anno successivo organizzava la spedizione dei M ille salpando da Quarte;, di Genova i) 5 maggio 1860 e sbarcando l' 11 dello stesso mese a :V[arsala, malgrado la vigilanza della squadra borb·onica. Batteva le truppe avversarie a Calata.fimi, a. G ibilrossa., a Milazzo, a Palermo e, oltrepassato lo stretto di Messina, avanzava trionfalmente per le Calabrie e la Basilicata entrando in Napoli il 10 agosto. Battuti irrimediabilmente i Borbonici nella battaglia del Volturno il 1° ottobre, dopo lo storico incontro col Sovrano nella g iornata del 26 sullo strada le d i Teano, compiuta 1'opera, il Generale si ritirava a Caprera. Nel 1862 era a capo di una nuo-

Garibaldi Ezio

Garibaldi Mcnott,. Medaglia d'o·ro, n. a R io Grande del Sud (Brasile) m. a R oma (1840-1903). P rimogenito dell'eroe de i due mondi, a vent'anni seguì il padre neÌla spedizione dei cc :Mille >i e due anni dopo era al suo fianco, ad Aspromonte. Va lor oso ,solda to egli si mostrò anche nella campagna del 1866 e nei dolorosi avvenimen-


16 ti dell'anno seguente. N~ll'ultima impresa Garibaldina, <JUella del 1870, in Francia, comandò, come sempre da -prode, la 3" bdgata dei ' vosgi. F u deputato per -Velletri e per Roma (legislatore dalla XIII alla XX) ma negli ultimi suoi anni volle essere soprattutto un agri-coltorc ed un bonificatore ~ell' Agro romano, dando fino all'estremo esempio di vita austera, semplice e feco11da. La medaglia d'oro gli (u conferita per il contegno da Jui tenuto nel combattimento di Bezzecca, ove, com'è ·detto nella motivazione; egli, quale tenente colonnello •comandante il 9° regg. volontari, « Spiegò capacità ed intelligen2a rima rchevoli durante la campagna, condu•ccndo il proprio reggiment,J in delicate ed importanti operazioni_; si segnalò · per èolpo d'occhio pari alla risoluzione ed al valore nel comba.tt:mento, il cui successo gli fo in gran parte dovuto >l (Bezi.ecca, 21 luglio 1866).

Garibalfli Ricciotti. Generale gariba.ld ino, figlio <li G iuseppe, n . a Montevideo, m. a Roma (1847 -1924). Fece )e sue prime armi nel 1866 come guida del M issori segnalandc;,si a Bezzecc_a; l'am10 seguente comba ttè, comru1dante di plotone delle Gl!ide, a Monterotondo e Mentana. Nel Ga.rlbai{][ RICC!Otti 1870 fu in Francfa prima co. generale 1n Grecia me capitano, poi maggiore conel 1897 mandante la IV brigata. Si di.stinse a Ch5.tillon sur Seine e a Digione ove conquistò !a bandiera del 61 ° regg. prussiano, l'unica che i Francesi tolsero ai ne.miei durante la guerra. Viaggiò poi molto a ll'estero e nel 1887 'fu eletto deputato a Roma. Nel 1897 comandò in Grecia una brigata di volontari che s i distinse .contro i Turchi nella batta.glia di Domokos, e nel 1912 organizzÒ 10.000 volontari europei, fra i quali 2000 italiani, che combatterono presso Giannina contro :i Turchi. Garibaldi Giuseppe (Peppi11,0). Generale, n. a Melbourne ( Australia) nel 1879. Figlio di Ricciotti. Garibaldi, già colonnello messicano, prese parte alla campagna greco- turca e combattè nel Messico contro la tiraimia di Porfirio Diaz; combattè pure nel Transvaal e nel Venezuela. Nel novembre 1914 fu capo della legione italiana che si battè in F.r ancia, indi passò a combattere in Italia. Per merito di guerra fu promosso colonnello di fanteria e brigadiere genera.le di complemento (1918), comandò dal 1917 al termine della guerra la brigata. Alpi e s i meritò la croce da cav. dell'O. M. S. per aver diretto nel 1916 le ·operazioni in Valle S. Pellegrino e la croce da uff. dello stesso Ordine per aver comandato con intelligenza e valore il 51° e 52° fanteria in tutti i- fatti d'anni svoltisi dal luglio al novembre 1918 sul suolo francese. Nelle Argonne (1914) due suoi fratelli, Costante e Br,mo, morirono combattendo. Garibaldi Ezio. Generale della M. V . S. N'., n, a R iofreddo nel 1894, figlio di Ricciotti. Nel 1912 fu nella le-

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gione garibald ina in Grecia e nel 1914 combattè' nelle Argonne. Passato nel 1915 a combattere col ~1 ° fanteria sul fronte italiru,o, vi guadagnò una mcd. d'a.rgento e la promozione a. ca,pitano per merito di guerra, riportando tre ferite. Partecipò a l movimento fascista ed ebbe poi missioni dal Governo e la carica di Ministro plenipotenziario nel Messico (1923). L'rumo dopo era presidente della Federazione ·volontari Garibaldini; poi fondava il giornale Ca-micia Rossa. Eletto deputato per le legislature XXVII e XXVIII, nel 1927 veniva nominato Console generale ddla M . V. S . N.

Garibaldi. F regata (già appartenente alla mar ina napoletana col nome di «Borbone»), varata •nel 1860 a

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Castellammare di Stabia, dislocamento tonn. 3444, macchine J:IP. 1041; radia ta nel 1894.

Garibaldi. Nave da battaglia di 2' classe (incrociatore corazzato), varata a Sestri Ponente ed entrata in ser-vizio nel 1900; lunghezza m. 104,86, Jarghez,z;a 18,20,

dislocamento ,tonn. 7350, macchine HP. 13500; armameato ca11noui · 1 da 254, 2 da 203, 14 da 152;, 10 da 76, 2 da 75, 6 da 47, lanciasiluri 4; stato maggiore 28, equipaggio 489. Affondata nella grande guerra.

Garibaldina. 14' legione della M. V. S. N., costituita a Bergamo il 1° febbraio 1923 su tre coorti, portate poi a cinque e ad otto, le quali sono cos) sudd ivise: Bergamo interna ed esterna, Val Bremban<!-, Val Seriana, Val Cavallina e Lago d'Iseo, pianura di Romano di Lombardia, pianura di T reviglio, pianu,a d i Urgnano, zona Mll'Isola e Ponte San Pietro. Vi sono inoltre una centuria ciclisti ed una mitraglieri, un reparto sciatori, un reparto zappatori, un reparto di pronto socc_orso, u na banda musicale, In principio la legione si chiamò «Orobica». Garibaldini. Furono ch iamati CO$Ì i volontari che seguirono Giuseppe Garibaldi, sia nelle sue imprese per l'indipendenza d'Italia; che all'estero. Continuarnno ad essere chiamati G. a nche i volontari che seguirono Rie-


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dotti in Grecia nel 1897, nonchè quelli •che combatterono sotto gli ordini di Peppino ne lle Argonne nel 1914. D opo la impresa della Sicilia e delle Calabr ie, e la redenz ione del Napoletano, l'esercito dei G. compr'fn,deva cìrca 50.000 u. sui ruoli, ma in Tea ltà in mtrnero inferiore. Gli u fficiali, arruolati e promossi con s_istemi molto tumultua ri, in p roporzione erano assai piit J1Um ernsi di quanto non lo fossero nei quadri dell'esercilo nazionale, tanfo più perchè si e~a abbo11dato, in v ista della ,p rosecuzione delle operaz ioni su Roma e Venezia. Diventava quindi assai difficile la loro ammiss ione nell'esercito r egolare, nè· si poteva lasciare esistere un esercito volontario di fronte aÌl'csercito regolare. Si dovette d unque, dopo qualche incertezza, veniTe al)o :Scioglimento dell'esercito G. La ~ruppa fu lasciata li bc-ra di scegliere fra 6 mesi d i pagà, o la ferma d i 2 anni. in u n corpo d i volontari. I.a maggio!" !)arte chiese il •congedo ed i corpi speciali d i volontar i, poco numerosi e· scarsamente inqu adrati, ebbero vita assai breve. Gli ufficiali invece furono ammessi n ell'E:se rcito regolare col loro gra<lo, dopo scrutin io severo <la parte di aP'J?Osita ,comm ission~, composta di generali dell'esercito nazionale e d i volontari . Dopo tale rigorosa cern ita entrarono nell'esercito circa 1500 u fficia.li gar ibaldin i.

Gariba Idi no. Cacciatorpediniere, varato a Sestr i Ponente cd entrato in servizio nel 1909; lunghezza metr i

•64,46, largh ezza 6}0, dislocamento tonu. 388, macchi ne HP. 6000; armamento cannoni 4 da 76, lanciasilLlr i .3 ; stato maggiore 4, equ ipaggio 52.

Garibaldi (Silvio). Genera le, n. nel 1854, m . a Roma 11el 1926. Sotto!. nel 1874, percorse la carriera nel ge11io. Col grado d i ten. colonnello andò in P. A. nel 1910. ma venne r ichiamato in servizio presso l' isµeito rato gener a le dell'arma nel 1912. Nel 1918 fu promosso 1nagg. generale e nel 1923 assunse il grado di generale .di divis. nella Tiserva. Garibold·i-Fa.r ina Giuseppe. Genera.le, n . a T orino nel '1871. Sotto!. di cavalleria nel 1893, frequen tò Ja scuola _

,di guerra e passò nel corpo di S. M. Nel terremoto del 1908 ebbe la med. d'argen to d i benemerenza e combatte_ndo in Libia s i meritò la med . di bwnzo a Zanzur. Entrato in guerra. con tro l' Austria come .ten. colonnello, nel 1916 a lvfonfalcone fu n uovamente decorato della -med. di bronzo. Colonnello nel 1917, f u successivamente capo di S. j\.1 , del 9° e del 26° C. d'A. e per · arditissime ricognizioni compiu te a l ponte di Vidor cd in re-

17 gione Tomba-Monfenera · (1917-1918) si meritò la croce d i cav. dell'O. M . S. Collocato in P. A. S. n el 1920, venne nel 1923 promosso genera le 9 i brigata in A. R. Q.

Garigliano. F iume dell'Ita lia meridionale, che sorge nella valle d i Nersa, passa in quella di Roveto, e presso Balsonaro è già un serio ostacolo per Je operazioni m ilitari in causa della sua ricchezza d'acque. Attraversata la vaile del Liri, dopo la stretta fra- i m. Aurunci e il m. S . Croce volge decisa.mente verso S. O. andando a gettarsi nel Tirreno a poca distaÌlza da Gaeta. I . Battaglia sul Garigliano (847_). Appartiene alle operazioni dei Franchi contro i Saraceni nell'Italia merid ionale. I Saraceni, che nel sec. IX avevano invaso buona parte dell'Italia meridionale, m inacciavano di r isalire lungo il G. per ptu)tare su Roma. Luigi II, figlio di Lota rio, mosse contro i Saraceni che trovò appostati lungo le r ive del G. dove $'erano t rincerati. Ne avvenne una violenta battaglia, nella quale i Saraceni rimasero completamente sconfitti, e si ritirarono verso Benevento dove Luigi completò in seguito la vittoria. II. Battagli/JJ sul Gariglùm,0 (915). Appartiene alla guerra iniziata da papa Giovanni X contro i Saraceni. Questi s'erano fortifica ti sul G., nella valle del Liri,• dove avevano costruito un vasto campo trincerato, base d'opera.zione delle loro scorrerie ne i territori della chiesa. Giovanni X, riunito con l'aiuto di Landulfo e Atenulfo principi di Capua,, e con quello dei Bizantini, un forte esercito, ne assun.se d irettamente il comando e marciò contro i Saracen i, che, battuti in successivi scontri, ripararono nel propl'io campo trincerato, dove il papa li attaccò con tutte le sue forze. I Saraceni resistettero colà più di tre mesi, e il papa dovette investire il campo come se si trattasse dell'assedio d' una piazza. Stretti dalla fame, alla fine incendiarono tutte le loro impcdimenta, fecero una sortita in massa guidati dalla disperazione, e, rotta la cerchia degli assedianti, si dispersero fra selve e monti. Insegu Lti p erò da ogni pàrte dalle truppe di Giovanni X furono quasi tutti massacrati, e venne così liberata l'Italia meridionale dai Saraceni. III. Battaglia sul Garigliano (27 d icembre 1503). Appartiene alla guerra tra la Francia e l'Impero per la prepondera nza in Italia. Dopo la sconfitta de l <luca di Ncmours a Cer ignola per parte del Consalvo, Luigi XII d i Francia inviò una colonna agli ordini del march. Lodov ico II di Saluzzo in soccorso dei resti dell'esercito, che s i er ano ritirat i in Gaeta, agli ordini d i Ives d'Alègre, ed in Venosa (col d'Ars) . l F rancesi t rano giunti sulla sponda dr. del a breve d istanza dalla stra.da Gaeta -Napoli, sulle alture di T raetto, d ominant i la spon da sin is tra, bassa ed acqu itrinosa, dove accamp'}vano le truppe spagnuole, comandate dal Consalvo; che vi attendeva eia 50 giorni l'avanzata francese: le fone spagAuole era.no assai inferiori a quelle francesi. Il Consalvo, appw1to per questo, attendeva che i Francesi fossero impegnati nel passaggio del G. per p renderli a l varco, e s'era .collocato sulla sponda sr. del fiume per attaccarli di fianco nel momento critico. Ma i F rancesi, fatta u n'azione dimostrativa in un punto lontano da quello sceUo per la gettata di un ponte, e trattenuti gli S1)agmioli con intens'o fuoco d';rtiglieria, r iuscirono a fissare il ponte ed a passare, parte ·sopra d i esso, parte su ba.rcbe requisite, o in dotazione all'a-rmata. Però il

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Ri<;ognizlone sul Oarigllano (29 ot tobre 1860)

giorno seguente, mentre il Baiardo (secondo la leggenda) tratteneva da sol~ sul ponte 200 Spagnuoli, Consalvo, rinforzato da truppe veneziane agli ordini di Bartolommeo d' Alviano, e da truppe degli Orsini, si decise ad attaccare i Francesi ch'erano in parte passati. Fatto costruire di notte un ponte di barche jn un sito vicino a Sessa Aurunca, e trasportatòlo, sempre di notte, sul G., lo gettò nei pressi di Suio, a monte di quello francese sguarnito assolutamente di guardie. Fatte passare celermente le sue truppe su quel ponte, attaccò con improvviso assalto la retroguardia francese, ed il ponte gettato dai nemici, e mosse in persona, coadiuvalo dal!'Alviano sul nemico alle spalle. Tale sorpresa sgomentò i Francesi, ohe, a_bbandonato nel cuor de lla notte il G., si r itfrarono verso Gaeta, lasciando sul posto la maggior pa.rte delle· munizioni e 9 pezzi d'artiglieria, con molti malati e feriti. Saputo d_ella ritirata precipitosa dei Francesi, Co11salvo Ii fece inseguire dalla cavalleria napoletana agli ord ini di Prospero Colonna, che li incalzò fino a Mola di Gaeta, dove i Francesi, rifatto fronte al nemico, sostennero l'urto per qualche tempo, ma alla fine, rotti e sgominati, dovettero abbandonare il campo r iparando in disordine a ·Gaeta. Questa battaglia assicurò agli Spagnuoli il dominio sul reame di 'Napoli, tanto più che subito dopo Consalvo ottenne la resa. di Gaeta. I V. Battaglw ii,l Gariglwno (16' maggio 1815). Appartiene alla campagna. di Murat in Italia. Battuto a Tolentino, il piccolo suo esercito s'era r itirato rapida-

niente verso il napoletano, e sul G. aveva intenzione di opporre ancoia resistenza alle due colonne austriache inseguenti, .N eyper-g e Bianchi d'Adda. La sera del 15 maggio, i Napoletani s'erano accantonati fra S. Germano e Mignano: il gen. Nugent aveva risoluto di attacca.rii nel mattino del 16. Ma, giunto a S. Germano, non trovò più tracce del nemico, e proseguì su :Mignano. Un piccolo reparto d'avanguardia verso sera s'imbattè in a.varnp9sti nemici ché' l'accolsero con nutrito fuoco. Il generale pensò d i farli aggirare da un distaccamento sul fianco sr. su lvlignano. La colonna non aveva che 4 cp. è 2 sqdr. ; però era appog·giata da a ltri 6Q.()0 u. della colonna principale. I Ì distaccamento fu destinato a piombare d'improvviso. sul campo napoletano con parte delle sue forze, mentre l'altra agli ordini del magg. cl'Aspre rimaneva in riserva nel caso d'un insuccesso, o per rafforzare la prima in caso fa-' vorevole. Le truppe destinate all'assa.lto si avvicinarono silenziose al campo, e quando s'accorsero d'essere state scoperte si Ia11ciarono alla baionetta sui Napoletani. Questi, che non s'aspettavano un simile attacco, rimasero sconcertati, e solo i pochi coraggiosi, riuniti dagli ufficiali, opposero viva resistenza. Ne avvenne verso la mezzanotte una mischia che ' lasciò gli Austriaci padroni del campo: erano rimasti in loro mani la maggior parte dei bagagli, 200 lancie, che i cavalieri avevano gettato, e circa 1000 prigionieri. L'esercito napoletano si era sfasciato. Murat lasciò il comando delle truppe al gen. Carrascosa, che, saputa a.Ile 2 di notte


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li passaggio del Oa1'1S-Jiano nei 1860 (qu.aclro di H. Pont.remoli)

la d isfatta, s'affrettò a raggiungere il resto dell'esercite il quale g ià abbandonata. la linea del G. s'avvia va al Volturno. V. Battaglia s"l Carigliano (29 \ottobre - 1,2 novembre 1860). Appartiene alla spedizione nel Mezzogiorno (1860-61). L'esercito italiano, dopo la vittoria di stelfidardo, incalzò i resti dell'esercito borbonico, che andava ritirandosi sulla sponda dr. del G. Il comando borbonico, prevedendo l'avanzata italiana, dispose per la <lifesa ad oltranza sul detto fiume ordinando che il ponte di l'vlintumo fosse ridotto ad una lieve impalcatura, cosicchè in caso di bisogno fosse possibile interromperlo ritirandolo a mezzo cli funi, mentre una brigata d 'art • .prendendo posizione a Traetto, avrebbe potuto in caso d'assalto battere il ponte stesso. La scafa di Suio sul G. fu distrutta, e si lanciarono ricognizioni verso il 11emico per conoscerne le disposizioni. Un cleilso velo di cacciatori fu messo sulla riva dr. del fiume, con a tergo la clivis. Colonna, mentre la divis. von Mechel si disponeva tra Castelforte e Suio, nella tema che da Sessa le trup.pe italiane facessero passare il G. a qualche distaccamento per prendere a tergo le posizioni di M inturno e Traetto. La d ivis. Colonna aveva dietro una brigata in riserva; il comando stava a .Scau.r i. Tali posizioni furono prese 'dai Borbonici il 27 ottobre. La squ,adra francese v igilava sulle coste napoletane ; il Re Vittorio Emanuele II aveva posto il suo quartier gen_erale a Sessa Aurunca. I l 29 ottobre venivà effettu ata una ricognizione sul G., da parte d i cavalleria italia;,a sostenuta da 4 bgl. di bersaglieri con· 8 pezzi d'art., agli ordini ciel gen. De Savoiroux, allo scopo di assumere informazioni sulle forze borboniche, e di obbligarle ad uno spiegamento. Tale manov,·a; assolutamente inopportuna in un ter1·cno completamente scoperto, acquitrinoso, cd esposto ai tiri dell'artiglieria borbonica ottimamente piazzata, si risolse in un inutile spiegamento di forze, e in uno scacco, col sacrificio di 75 bersaglieri del!' 11 ° e ciel 7° bgl. che riuscirono per poco ad occupare il ponte ma senza poterlo tenere, perchè fulminati dalle artiglierie. Solo dopo la costruzione di due ponti eia campagna e dopo aver preso accordi colla flotta (Persa.no) che intervenne coi suoi tiri efficaci a proteggere l'operazion~, fu possibile all'esercito n azionale di passare fra il 30 cd

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il 31 ottobre il G. nell'ultimo tratto pres150 fa foce. Oltre alla efficace resistenza dei Bovbonici nel giorno 29, l'operazione era fallita anche per l'in tervento della squadra francese (Barbier) che vigilava sul mare, tanto che il governo italiano dovette chiedere telegraficamente al francese di impedire qualsiasi intervento al suo am~· miraglio. Giunti gli ordin i dalla Francia, l'esercito na- z.ionale nella notte dal 31 al 1° novembre, caodiuvato egregiamen te dalla flotta, che tormentava coi suoi tiri . l'ala dr. delle linee borboniche, riuscì a far r ipiega.re. del tutto quelle truppe. La 11otte oscurissima e piovfgginosa, aumentò il disordine fra i Borbonici, che· non fi-dandosi di usufruire della strada Traetto - S. Ma.ria Infante nel dubbio fosse già. occupata da reparti nemici, · furono avviati tutti per la via litoranea, proteggendosi. con una retroguar dia. con artiglieria. Prima del far del! giorno l'ala sr. italiana, agli ordini ciel gen. De Sonnaz,. s'impadroniva ciel ponte di ferro sul G., ed incominciava subito il passaggio. Re Franoesco, cedendo a i con-· sigli · del Sa Izano, dispose che la difesa suprema fosse: affidata alle truppe scelte, e principalmente alla divis. von Mechel, composta di carabinieri leggeri del Mortillet e dcUa brig. Polizzy. La divis. Colonna, fu avviata sufla strada di Itri, ed ai gen. Jvfarulli e Lagrangc fu. dato l'incarico d i raggruppare gli sbandati. 1l 2 novembre il combattimento divampava su tutta la fronte;. dalla foce del fiume fino ai boschi d i Suio e Mortula .. Gettato un a ltro ponte .d avanti a Traetto, l'esercito nazionale, il 3, era già tutto passato al cli là del G. ed i Bor bonici, fatta una piccola resistenza ;,.lle· gole del 1vL Petrella, dovettero ritirarsi in disordine, parte· in Ocieta, parte ~onfinando negli Stati Pontifici. Nel mattino de.ll 4 J'e3ercilQ nazionale, con altro energico assa.lto, dato dall'ala sr. rinforzata, cercò cli tagliàre la r itirata su Gaeta ai Bor bonici, mentre alle 14 la· squadra italiana incominciò a. bombardare Mola cli Gaeta, dove passava l'ala dr. borbonica che vi s'era affollata. Gravissime ne furono le perdite. 1000 prigionieri rimaseff\ nelle mani degli Ital iani, e l'ala sr. di oltre 22000 u. (gen. Ruggero) venne tagliata fuori ed incalzata dal De Somraz, e .finì per riparare in territorio pontificio, deponendo le · '\, armi a Terracina. L'esercito n~zio;1a le si occupò allora.: dell'assedio d i Gaeta.

Gariglia,w. Avviso a ruote (già appartenente alla mir7


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G,\R

rina napoletana), varato nel 1854 a Castellammare di Stabia; dislocamento tonn. 330, macchine HP. 120, radiato nel 1883.

Garigliano. N'ave sussidiaria di 4" classe ( trasporto), varata nella G r.tn Bretagna cd entrata in servizio nel

1887; lunghezza m . 56,69, larghezza 8,56, dislocamento tonn . 935, maéchine HP. 5S0; aremamento cannoni 2 da 57, stato maggiore 4, equipaggio 46; radiata nel 1925.

Garimberto (Gerolamo). Vescovo d i Parma e scrittore m il. del sec. XVI. Per incarico del duca Ottavio Farnesc scrisse un trattato su ll'arte del comando, intitolato « Del Capitano Generale>> stampato a Venezia nel 1557, clie è fra le migliori pubblicazioni del secolo, nella letteratura miÌitare.

GAR

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Tripolitania e reggente della Cirenaica. Nel terremoto della :Marsica ottenne la med. d'oro di benemerenza. Nel 1925 fu collocato in A. R. Q. e nel 192-8 a riposo.

Garis. Villaggio dell'Africa S. O. sulla sr. del torrente Gainab, nèl pa.ese degli Ottentotti. Vi si svolse un combattimento ( !8 marzo 19Ò6) che appartiene alla campagna coloniale tedesca. G li Ottenlòtti, per i quali il r iprendere il bestiame ca.tturato loro d~-i Tedeschi costituiva una questione di vitale importanza, con parecchie bande agli ordini del Morenga, si disposero presso G. sulle alture che domina.no la strada profondamente incassata al principio del Kraik luft. Ln m 0 ua btr. K leist, che marcia va in testa della colonna tedesca, coma:ndata dal magg. Kamptz, protetta da. scorta. di fanteria, fu attaccata violentemente per ben quattro volte da gruppi di Ottentotti, in tre diverse direzioni. Intervenuto il grosso de11a colbnna, essi -furono respinti e la btr. aperse il fuoco obbligandoli a ritirarsi con sensibili perdite tra le quali il ~1orenga stesso ferito gravemente al basso ventre.

Garin di Cocconato (Alberto). Generale, nato a Nizza, m. a Bari (1826- 1881). Sottot. dei granatieri nel 11,45, raggiunse il grado di colonnello nel 1863 e comandò il 19° fanteria. Promosso magg. generale nel 1872 comandò la · 3" brigata di fanteria. Partecipò alle _guerre del 1848-49, 1859, 1860-61, 1866, 1870. Fu decorato di med. d'argento alla ]Vfadonna d ella ,_Scoperta, di med. d'argentò a Perugia, della croce di · cav. O. M. S. a :Yiola di Gaeta della croce di uff. dello stesso Ordine nella campagna del l870. Garlonl Vincenzo

Gariboldl-Farina Giuseppe

G-arln di Coccona10 Alberto

a

Garioni (Vincenzo). Generale, n. a Biaclcne m. Venezia (1856-1929). Sottot. dei bersaglieri nel 1875, frequentò la scuola. d i guen-a; nel 1900 comandò ìl contingente italiano a.Ile operazioni in Cina, col gr<).do· di colonnello, ottenéndo la nomina a cav. dell'O. M. S. Magg_ generale nel 1905, comandò le brigate Casale e Roma, e la scuola. d'applicazione della fanteria. Te.nente genera le nel 1911, comandò la d ivis. di Padova e poi la S• d ivis. speciale in Libia, guadagnando in varie operazioni la nomii1a a comm. dell'O. M . S. Nel 1913 fu Governatore della Tripolitania, Durante la guerra fu 11el settore di Monfalcone, d i Gorizia, di -Plava comandante successivamente ciel VII, VI, II C. d' A., meritando una med. d'argento al passaggio dell'Jsonzo. Nel 1917 passò a coma~dare il C. d'A. d i Genova e nell'anno successivo fu_ nuovamente Governatore. della

0arneri GiUseppe

Garitta (o Garetta). Torretta rotonda o poligonale, d i legno o di mattoni, che s i poneva ordinariamente negli angoli salienti ckl- le opere di fortificazione, munita d i alcu r..c feritoie a l livello dell'occhio, per le quali la sentinella: a. cuj la. G . era clestmata, potev1 mirare nel fosso. In seguito lo stesso nome fu dato a l piccolo casotto in legno o in muratura destinato a r iparare qualsiasi sentinella. Fu chiamata. anche :1 G·nard,iola, Sentinella, Bertesca. ·Garlasco. Comune in prov. di -Pavia, f ra il Terdobbio e i1 Ticino. Fu in origine co·lonia romana impor- Alpino déll ba1tag-lione «Aosta» tl1 s~n1tncJ 111 a.Ila R.eggiu tante. Ne! medio evo in Homa (1929) fu conteso tra i Vi.. scont i e il marchese Giovanni del Monferrato. Sul p rincipio della campagna d' indipendenza del 1859, ebbe a sopportare prepotenze da parte della soldataglia


-21 austriaca, in 35 giorni di occupazione, oltre a gravi imposizioni di guerra.

Garlenda. Comune in pro·v. di Genova, presso Albenga. F u antica.mente/' feudo imperiale, con castello avente giurisdizione su tutta la valle del Lerrone. Nel 1672, durante la guerra fra Carlo Emanuele II e la repubblica d i Genova, il conte Catalano Alfieri, il 27 luglio, si impadroniva del' vecchio ca.stello, uno <lei capisaldi ~:lella linea difensiva genovese : tre volte i Savoini l'assaltaron<:>, finchè l' Al1ieri fu costretto a r itirarsene la sera del 28 luglio. Nelle ,g uerre della fine del secolo XVIII Iu teatro di com.battimenti di poca importanza e sede di guarnigioni delle truppe austriache e francesi. Garneri (G-iitseppe). Generale, n. a Cavallermaggiore, ·m. a Roma (1823-1905). Sottot. del genio nel 1848,

divenne colonnello nel . 1863, e generale nel 1870. Prese parte alle guerre d'ind ipendenza. 1859, 1860-61, 1866 guadagnando la mecl. d'argento nell'assedio di Ancona, e la croce d i uff. dell'O. M. S. n ell'assedio di Ga.eta. Era laureato architetto civ.ile, e d is impegnò nel 1872 una missione in Inghilterra per uno studio sui porti militari britannici. Nel 1873 fu comandante del gèn io in Roma, e dal 1888 a l 1894 ispettorè generale del genio. Fu nominato senatore nel 1892.

GAR

sec. XIX. Fu màresciailo di campo sotto Gioacchino Murat; poi sottocapo di S . ~L dell'Esercito delle Due Sicilie, e dal 1855 maresciallo direttore del M inisten, della guerra. - Un Vincenzo Garofalo, d i Napoli (secolo XIX) scrisse: << Compendio dell'arte militare degli antichi e dei moderni >> e « Osservazioni novelle sull'arte della guerra Jl.

Garofalo Francesco Saverio. Amm iraglio napoletano del sec. XIX, fratello di Gaetano. Partecipò a.Ila guerra contro la Francia e poi, nel 1809, fu comandante in seconda deJla fregata comandata. da Gi<:>vanni Bausan a Napol i. Nel 1848 ebbe il grado di retro-ammiraglio e nel 1859 q1Jello di vice ammiraglio. Venne messo a r iposo nel 1861, da.Ila -Comm issione nominata. dal governo piemontese. Garofalo Gicnmmi. Generale, n. a Napoli nel 1864. Soltot. d'art. nel 1883, divenne colonnello nel 1916. Nel 1915, entrato in guerra al comando di w1 gruppo, a . Villanova di Farra. meritò la med. d'argento. La.sciato il servizio poco ,dopo la guerra e promosso general·e di brigata nel .1923, passò nella riserva nel I 926.

G,;1.rra (Fmncesco). Generale, n. a Pinerolo, )11. a Torre Pcl!ice (1836-1911). Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alle campagne di guerra del 1859 e clef7866 meritandosi la mcd. di bronzo. Colonnello nel ,1885, comandò il 90° r egg. fanteria.. Magg. generale comandante la bi·iga.ta Friuli nel 1893, andò in P. A. nel 1894. Nella riserva veru1e promosso len. genera.le nel J901. Garretti di Ferrere (conte Vittorio). Genera.le nato e morto a Torino (1796-1861). Sotto!. dei granatieri nel 1814, partecipò alla campagna 'in Francia. ciel 1815. Si segnalò durante i m9ti del 1821. Colonnello nel 1836, comandò il 4° regg. fanteria. Magg. gei:ier:ale nel 1843, ebbe il comando della bi·iga.ta Casale ; ten. generale nel 1848, il comando della 2" divis. e nell'agosto dello stesso anno venne colloc_a to a riposo.

Garriga. Comune della. Spagna sui monti de!Ja. Catalogna, sulla sr. del Congost. I l 2 novembre 1812 vi Garnier (Francesco). Generale, nato a Pinerolo nel ,,i svolse un cÒ.mbattimento che appar tiene alla guerra 1862. Sotlot. d'ar t. nel 1881, d ivenne colonnello nel 1916. francese in Spa.gn.,_, Mentre il generale spagnuolo Lascy In guerra fu comandante d'art., meritandosi due med. aveva stabilito il suo quartier generale a Vich in Catad 'arg~nto: una nel 1917 nel Vallone di Brestovizza., ed logna. e riorga~izi,a.va il suo esercito, il barone d'Eroles una durante il ripiega.mento dal Carso a l Piave. Magg. lasciò ì d intorni di Tarragona per raggiungerlo e sul generale nel 1918, durante le g iornate della vittoria fimattino del 2 novembre arrivò nei pressi di G., dove, nale sulla linea P iave-Livenza venne decorato della mescorte le truppe della clivis. francese Lam<1rque, sbarrò daglia. di bronzo. Lasciato il servizio a ttivo poco dopo la strada con una ridotta Jifesa da 300 u. e prese buola guerra, assunse poi il grado di generale di brigàta ne· posizioni con gli 80.0.0 u. di cui disponeva. II genein A. R. Q . rale francese Espert, alla testa del 23° regg_ leggero e Garnisaìres. Nome dato in Francia a soldati a.llog- _ del 5° di linea, sfetJ·ò un assalto con vigore· alle posizion i spagnuoie e::! obbligò i difensori dei _primi tringiati in ca.sa di debitori morosi, o di .enti o popolaceramen ti, ad abbandonarli. o:uesto successo portò con zioni colpevoli di taluni reati. Tale sistema di puniziosè la caduta di a ltri cinque ridott ini, sotto gli occhi ne fu lungamente usato ai tempi di ,Ca.rio VIII e dei dello stesso gcP. Lascy, che dirigeva. le operazioni desuoi successori, tra i quali anche Napoleone I, il quagli Spagnuoli. Perduti 400 u. tra morti e feriti, questi le. si valse dei G. per cerca.re di far cessare i due reati decise di iniziare un ripiega.mento su posizioni arretrate. di diserzione e di renitenza. alla coscrizione. I G., ché Intanto anche una colonna francese (colonnel!o Petit) nei tempi anteriori erano mandati ad abitare nelle fagiungeva sul campo e la r idotta principale di G. veniva miglie o nei paesi debitor i, obbligati a fornire loro vittolta agli Spagnuoli i quali battevano in ritira ta . ·Il to alloggio e paga, a i tempi d i N apoleonc erano assegen. fia.ncesc D ecaeJl, che comandava in ca.po in quel gnati ai paesi e famiglie che avcva·no disertori o renisettore e aveva dato. le disposizioni per il combattitenti. mento d i G., non potè tuttavia. sfruttare il successo a Ga rofal o (/,arone Gaetano). Generale napoletano del cagione della situazione generale. Gal'hler- France~co

Garro.ne Alessandro


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Garrone (Alessandro). ,Genera.le, n. a Milano, m. a "Roma (1864-1926). Sotto!. d'art. nel 1884, raggiunse Jl grado di colonnello nel 1916. Comandò in guerra l'ar.tiglieria. del 24° C. d'A. e sull'Altipiano della Bainsiz:za meritò la: croce da ca.v. dell'O. M. S. Collocato in P. A . S. nel 1920, divenne generale di brigata nel 1924 -e nel 1926 passò nella r iserva. 'Garro-ne Mario. Generale, n. a Torino nel 186$. Sotto!. •d'art. nel 1883, a.I comando d'un gruppo da montagna. partecipò alla guei:ra. libica meritando la med. d'argento · a Messri e Ain-Zarn (1911). Colonnello nel 1916, comandò ilL guerra l'art. del 14° C. d' /\. Brigadiere generale ne l 1919, passò poco dopo in :P, A. e nel 1927 venne trasferito nella r iserva col grado di generale di divisione. - Garrone Re1•zo. Ge11erale, n. a Ceva nel 1870. Sotto!. d'art. nel 1889, si specializzò negli studi tecnici dell'arma. Pa.rtecipò alla guerr.a contro l' Austria divenendo .colonnello nel 1917. Al comando di un raggruppamento ,d'assedio meritò sul Basso Isonw la mcd. di bronw. ,Colonnello brigadiere co,mandanle l'art. del 22° C. d'A. ,ebbe sul1' Altipiano d'Asiago 1a croce da cav. dell'O. n-L S. Promosso brigadiere generale per merito di guerra (giugno 1918) e comandante l'art. della 1• àrmata, venne fregiato della croce d'uff. dell'O. M. S. sulla fronte 'Tridentina. Dopo la guerra fo segretario della Commis:sione suprema mista di difesa (1923). · Ten. gcnei;ale (ruolo tecn ico) nel 1926, fu direttore degli studi ed ,esperienze d'art. e nel 192 i venne nominato direttore _superiore del servizio tecnico d'artiglieria.

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IJ;ino.ne 0luseppe Va,·rone G-iuseppe. Medaglla d'oro, n. a \lercell i, caduto sul Grappa (188.6 -1917). Aveva prescelto la carriera della magistrntura e<l era giudice coloniale a Tarhuna, nel 1915, allorchè il presidio di quella località vénnc assediato da.i r ibelli. Duran te il drammatico ripiegamento su Tripoli, il giovane magistrato combattè da va loroso, rimanendo gravemente ferito e meritandosi una onorificenza. Chiesta ed ottenuta la nomina a sott. cli M. T. negli alpini per la guerra italo-austriaca, volle rimanere sempre in prima linea, in ogni circostanz,L segnalandosi per ardimento e _sprezzo del per icolo e raggiungendo il grado di càpitano. Scampato .alla prigionia durante la ritirata dalla zona Carnia, durante la quale fu cost,ret~o, a Pie.lungo, ad aprirsi il _passo caricando con j suoi uomini alla baionetta, sali poi sul Grappa col fratello Eugenio,. e nello stesso· sà.n:gui.noso combattimento del 14 dicembre, sul Col èiel!a. .Berretta, fu ·mortalmente ferito. La motivazione della·

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medaglia d'oro concessa alla sua memoria così si esprÌIÙe : « Dopo il valoroso contegno in colonia, non ostante la grave ferita colà r.iportata, domandò ed ottenne un posto d'onore sul fronte in Italia, -dove combattendo con coraggio riuscì sempre d'esempio col suo fascino ai dipendenti. RiJi.utandosi di raggiungere il T ribunale di· guerra dove era stato d.estinato, per non abbandonare i suoi compagni di trincea, con questi, nel ripiegamento dell'esercito, facendo successive difese, .i portò sul Monte OT sacro all'Italia vittoriosa e quivi, combattendo strenuamente, ferito grave, con,duceva la compagnia a successivi contrattacchi trattenendo l'avversario, finchè esausto, rifiutando ancora di allontanarsi, veniva catturato e poco dopo -esala.va la sua nobile anima invocando la Patria, il Re, la famiglia, come nelle numerose e commoventi lettere dal fronte ad amici e pa.re,~ti » ( Carnia, 1916-1917; Col della Berretta, 14 dicembre 191 7). Garrotte Eugenio. 1'Ie<laglia d'oro, fratello del precedei1te, n . a Vc1-celli, m. a Salisburgo (1888-1918). Gio-

vane di ,11ti sentimenti e di ampia Gultura, lasciò il suo posto di segreta.rio presso il Ministero deHa Pubblica Istruzione per essere soldato, e per poter, anzi, appagare il suo sogno di combattere contro l' Au·su ia, si sottopose volontariamente ad un'operazione chirurgica. Nominato sottot. di m ilizia territoriale nel 3° rcgg. alpini, lo raggiunse in Vallarsa, e nei combattimenti dell'autunno del 1916, sul Pa.subio, rimase ferito e fu decorato di med. di bronzo. Guarito appena, ritornò in linea in un regg. di fanteria, combattendo con esso sul Carso e rimanendo ancora feri to, sul Dosso Faiti. Questa volta gli fu conferita una med. d'argento. Promosso ~tenente e destinato al bgl. alpini Tolmez7--9, lo raggiunse nella zona Carnica. Sopravvenuta. la ritirata del novembre 1917, riusci finalmente a 1·aggiungere il fratello G'iuseppe ed a fianco di lui cadde gravemente ferito, sul Col della Be.rrelta, il 14 dicembre. Ci!tturato dal nern ico, venne trasportato nell'ospedale mi!i tare di Salisburgo, ove, il 6 gennaio 1918·, esalò l'ultimo respiro, mantenendo fino all'ultimo momento un contegno nobilissimo e fiero, che lo stesso avversario non potè a meno di ammrare. Ecco la motivazione di medaglia d'oro; «Non ostante la precedente riforma partì volontario di guena.: e, pieno di entusiasmo .e di fede, fu costante esem1; io di valore, di sacrificio e di emulazione fra i soldati che lo amarono come un fratello. In ogni discorso, i11 ogni lettera rilevò tutta la sua a.:u ima di eroico giovane che non compì ·azione se non. prodigiosa. A Costo~ del Lora, a Dosso Faiti, in violenti e m i~idiaÌi combattimenti, si mostrò valorosissimo trascinatore di uomini. A Col della Berretta, agognando ardentemente alla vitto.ria, caduto gravemente ferito, con fervide invoca~oni animò i suoi a lpù1i alla resisten.za e non volle abbandonare il fratel lo ferito ed il terreno della lotta, sul quale venne fatto p·rigioniero. Morì in ospedale austriaco, ammirato dagli ·stessi nemici >l ( Coston · di ~ora, settembre 1916; Dosso Fai ti, maggio 1917; Col della Berretta., 14 dicembre 1917).

Garruccio (Giovanni Maria). Generale, n . a FJumini Maggiore, m. a Milano (1866-1920). Sottot. d'art. nel 1886, hequentò la scuola di guerra passando poi


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nel corpo di S. M . Partecipò alla guerra italo-turca e a quella contro l'Austria, div~nendo colonnello di S. M . nel 19 15. Per· due ann i capo dell'ufficio infor mazioni del comando supremo, rese segnalati servigi nella preparazione della guerra e nello svolgimento delle operazioni cd ebbe la croce di cav. dell'O. M. S. Magg. generale nel .1917, comandò in },facedonia la brigata Sicilia, t nel 19Ì9 in Albania la 36" div isione.

Garzia (Guiseppe). Generale napoletano del secolo XI X. Nel 1845 _fu direttore _a l min istero della guerra t mar:ina, e nel 1848 fu ministro della guerra.- e marina nel ministero costituzionale, per pochi mesi. Gas di Guerra. Con questa denominaiionc vennero indicati, durante il conflitto mondiale (1914-1918), molt issimi composti chimici che ebbero una parte importante e talora preminente nelle ·azioni belliche, tanto da imprimere un nuovo indirizzo all'arte della guerra. Tale nome generico però - come diversi a ltri che ebbero voga durante il periodo delle ostili,tà e poi (gas tossici, gas asfissianti, gas da combattimento, ecc.), - è scientificamente improprio. Si conosce, infatti, che i prodotti adoperati, ad eccezione dei primi: cloro, fosgene - rcalmen.t e gassosj, nelle normali condizioni di tempera tura e pressione, qualità che concorse certamente a far generalizzare J:errat.o appellativo - furono per la

tendosi_ far risalire ai tempì più antichi, tenendo conto beninteso di quelle modalità nell'uso e della capacità di azione consentite dalle conpscenze dell'epoca alla quale tali impieghi s i riferiscono. Non mancano, all'uopo, innumerevoli precedenti cla.ssici. Coi vapori d i anidri<le solforosa, ottenuta bruciando lo zolfo, s i provvedeva particolarmente tanto all'attacco di città assediate che alla difesa delle mura; e gli esemp1 più remoti si riscontrano negli- episodi storici della guerra peloponnes iaca, scoppiata fra Sparta e Atene e durata ventisette anni, dal 431 al 404 a. C. Tucid ide, infatti, narrando l'assedio di Platea ( 429 a. C.), d ice che gl i Sp0.r!iati accumula rono contro le mura d i essa una grande qu;ntità di legna, alla quale appiccarono il fuoco con pece e zolfo anche a llo scopo di propagare l'incendio alle abitazioni della città. Lo stesso. storico, descrivendo l'assedio di Delio (424 a. C.), cita ugualmente che, sempre gli Spartiati, usarono miscele accese di pece, carbone e zolfo, sia per attacca re con l'incendio le mura della città che per scacciarne i d ifensori col calore e col fumo. Arriano, nel descrivere l'assedio posto a Tiro dal conquistatore macedone, accemia a ll'uso dello zolfo e della

. Nll.bi d i, gas asnsslantl

massima parte liquidi (bromuro .d i benzile, bromacelone, · cloro formiato di triclo rometile, nitrocloroformio, solfuro di etile biclorÙrato); nonchè solidi, e talora a punto d i fusione molto elevato (a rsine in genere, cloruro di onitrobenzile, difenilenimide etilica). Per cui il termine più esatto e generale che, in compless6, può loro spetta re - diventato ormai di uso corrente - è quello d i << Aggressivi chimici di guerra>>, con cui si debbono intendere que i composti i quali, sia allo stato gassoso, e sia ridotti in mim1tissime goccioline rugiadose sospese nell'atmosfera, o estremamente polverizzati, ,,enendo a contatto con l'uomo e con gl i animali, sono capaci di arrecar loro irritazione alle mucose degli occhi e degli organi respiratori, o a lla pelle; oppure causare lesioni a speciali organi, o la morte .. A fianco di questa prima serie di sostanze ne figura un'altra~ ugualmente estesa, fornita anch'essa dalla chimica e comprendente prodotti, se non d ì azione fisiologica d i intensità analo~a, d'impiego bellico parimente utile, tanto nell'offesa q uanto nella difesa. .A questa serie fanno _capo le sostanze più d isparnte : infiammabili, incendiarie, fumogene ; quelle impiegate~ a scopo d i mascherare o dissimulare la presenza d i altre « camouflage. >>, ccc., le quali s i rag~ppano appunto sotto il titolo d i « Composti sussidiari per la guerra chim ica>>. L'impiego dei gas, o -di sostanze irrita11ti e tossiche, a scopo di guerra, non costituisce un fatto nuovo, po-

Cavalli colpili da gas asnsstanli

pece, impiegati dagli assediati a loro difesa. Qui11to Curzio narra che i Tiri spinsero una nave carica di bitume e zolfo in combustione contro una torre e altre opere isti tuite alla testata di un molo, e dagli spalti delle mura versarono s ui soldati di Alessandro :tvfagno sabbia rovente e calce viva, le quali, penetrando nelle corazze e nelle vesti, e ~pecie negli occhi, vi producevano atroci sofferenze e fastidi insopportabili. Narra Plutarco che il generale romano Sertprio mise in fuga i nemici spingendo contro di essi, con l'aiuto del vento e approfittando della buona d°irezione di esso, una densa n u volaglia, ottenuta facei:ido ga.loppare la cavalleria sopra un grande Strato di cenere e d_i polvere tossica, predisposte sopra una larga superficie del terreno. T ito Livio, narrando l'assedio posto dai Romani alla fortezza d' Ambracia. ( 189 a. CJ scrive come ad una galleria dell'assediante fosse opposta una galleria dell'assediato e come le due ga llerie s' incontrassero, onde si accese una zuffa là sotterra. Continua: << Fu pensata una cosa nuova: preso un gran vaso d i terra ne fu fora.t_o il fondo ponendo nel' foro un tubo 9i fèrro; la bocca del vaso fu chiusa con coperchio d i ferro bucherellato; il vaso fu r ie~pito d i minute piume d i volatili


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GAS

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Truppe colpile da gas asfissianti (1918)

e fu disposto colla bocca verso fa parte de) cunicolo che il nemico occupava; dato fuoco alla p iuma, pel tubo, cd · applicato un soffietto all'estremità del tubo, il fuoco venne alimentato. Così tutto il cunicolo occupato dal nemico fu invaso da un gi;an fumo, reso acre pel fetido odore della piuma bruciata; nessuno poteva durare là dentro». Ne] III secolo dell'Era no.str a, giusto quanto segnala Sesto Giunio Africano, nelle vicende guerresche si ricorse. all'intossicamento de1le sorgenti di acqua, e anche del,l'atmosfcra, usando miscele varie in cui frguravano, fra altro, zolfo, salnitro, -solfuro di antimonio, asfalto, ottenendosi combustibili violenti che sprigionavano grandi · quantità ,(li vapori solforosi. Ugualmente, i Musulmani, gli Arabi, i . Saraceni, fecero lal'go uso di questi mezzi bellici; e troviamo cenno altresì di impiego di gas asfissianti nel Medio Evo, come, ad esempio, da · parte dell'Inquisitore del Delfinato contro i- Calvinisti, 'per scacciarli da grotte e caverne in cui si erano rifugiati. D urante le Crociate, oltre al fuoco greco (li largo uso, -veJ1ivano I-ancia ti contro i nemici dei recipienti colmi di materie infiammate e asfissianti. Un autore arabo del XIII secolo, H assan Alrammah, in una sua opera sulla guerra, segnala l'efficacia dei vapori ottenuti bruciando sostanze oppiacee e arsenicali; uso che, nei successivi se~oli XV e XVI, venne consigliato dagli alchimisti tedeschi, i quali proposero anche altre sostanze, in nume.rose formule, per impiegarle contro i. Turchi e· gli Infedeli. Verso la stessa epoca, veniva anche usato l'« Olio ~epe'llente di Fioravan-

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ti J>, che si otteneva distillando molto accuratamente uoa miséela, fatta con trementina, zolfo, assafetida e escrementi umani. Nella guerra contro il Duca di Ferrara, da parte della Serenissima, il tecnico dell'Arsenale (Alvise di Venezia) propose che, a'll'assedio di Ficarolo, venissero impiegate bombarde di sua invenzione, che lanciavano palle di metallo le qua.li, scoppiando al pun-· to di arrivo con grande fragore, emettevano allrcsì un (< fumo avvelenalo» che causava immeaiatamente la • J morte di tutti i presenti. Questi sistemi di guerra non sfuggirono nep[)Ure al grande genio di Leonardo; poichè anch'egli fece oggetto della sua attenzione l'utilità che i mezzi chimici p01evano aver e in guerra allo ·scopo di stordire o ann ientare il nemico, e suggerì, contemporaneamente, le modalità del loro impiego; ma, ciò che è più importante, anche la maniera di difendersene. Nel XVII secolo tali mezzi dovettero essere di largo e ordinario ttso, st~do &lle numerose prescrizioni - molte delle quali fantastiche e strane, è vero, secondo l'empirismo delle cognizioni chimiche, farmaceutiche e tossicologiche di quei tempi - riportate da Siemienowic7A Nel 1640, il noto chimico Glaubcro forni la formula delle bombe fumogene e incendiarie, preparate a base çli trementina e di acido nitrico, che dovevano jmpiegarsi contro i Turchi; Leibniz, nei 1670, segnalò un artifizio per la prnduzione abbondante di un fumo insopportabile; Luigi XIV, nel 1690, rifiutò di servirsi del (< liquido infernale» del dott. Dupré e, pel bene della umanità, fece distruggere


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AUacco tedeisco con gas asfissianti (Guerra monmnle) i documenti dell'inventore. Voltaire racconta, nella sua « Storia <li Ca rlo XIl », che questo re fece tmpiegarr, a scopo fumogeno, della paglia bagnata a cui venne dato fuoco. Ciò gli permise di manovrare il proprio esercito senza che gli av,•ersari potessero scorgerne i movimenti, e, in tal modo, guadò un fiume portando Jr sue forze spiegate vicino ai Sassoni, che erano alle prese col fumo prodotto allo scopo di farlo dileguare. 1\ X apoleonc I un chimico inglese propose di ~,ervirsi in guerra di proietti ripieni di acido cianidrico; mentre i Francesi, nel 1845, usarono contro gli Arabi un sistema p rimordiale di gas asfissianti, ottenuti a mezzo della combustione di speciale legna verde da cui si producevano dei fumi irritanti. li De Castro narra che nella guerra di Crimea « si parlò di un nuovo genere di bombe dette asfissianti, ma non se ne vide l'applicazione>>. Nel 1870, un farmacista tedesco consigliava di aggiungere alla carica delle granate una certa quantità di veratrina , che, oltre a possedere eminente azione tossica, provoca iffesistibilmente gli starnut i. Infine non mancarono anche proposte r iguardanti l' impiego di palloni quale mezzo per far piovere sui nemici fuoco e sostanze venefiche. Ma la pratica. di usare, con reale efficacia, precise sostalue venefic he - capaci cioè d i uccidere o, quanto meno; d i mettere fuori combattimento oppure allontanare interi reparti avversari - fu attuata soltanto dura.me la guerra mondiale, e propriamente da parte dei Tedeschi. Essi stessi affermano che ciò avvenne il 'Z7 ottobre 1914, in cui impiegarono le loro prime granate a gas asfissianti; senonchè tale notizia non ha ricevuto conferma.; al contrario, risulta provato che i primi proietti con bromuro di benzile e di xilile, evidentemente come assaggio iniziale, furono lanciati dalle artiglier ie tedesche, ne l mese d i marzo 1915, nella rtgione di Verdun. L'impiego però dei gas asfissianti, per un vero e proprio attacco secondo il concetto strategico moderno, ebbe principio sotto la data del 22 aprile 1915, allorchè i Tedeschi emisero dalle loro trincee, fra Langemarck e Bixschoote (Belgio), una pesante n ube giallo-

verdastra di cloro, la quale, spinta da un vento favorevole e mantenendosi attaccata al suolo, invase le linee avversarie, occupate da una d ivis. francese di solda ti indigeni. La sorpresa riuscì perfettamente, seminando nelle linee degli Alleati il terrore e la morte. Sul fronte italiano il primo attacco con gas fu compiuto dagli Austriaci, co·n effetti non meno spaventosi e terribili, alle ore 5,30 del mattino del 29 giugno 1916, contro la linea tenuta dall'XI Corpo d'Armata (Ili Annata) da Cima 7 di Monte S. :\Iichcle fino a sud di :\!onte San :\fortino del Carso. Passato il primo mon1ento cli naturale ripulsa, perchè la nuo\'a arma era ritenuta contraria ai pdncipi umanitari e p~r dippiù vietata dalla Convenzione de!1'Aja, e dopo le energiche proteste e i calorosi dibattiti a cui dette luogo, essa trovò, come era da prevedersi,. una larghissima applicazione. Gli Alleati stessi, per spirito di r itorsione, si trovarono indotti a usare analoghi sistemi; e gli Inglesi, infatti, prontamente li inaugura.r ono nella battaglia di L oos, il 25 settembre 1915. I composti chimici s tudiati dal punto di vista del loro impiego bellico furono circa 4000 per gli Americani, 3000 per i Francesi e gli Inglesi e in numero rilevante anche da parte degli Italiani, a cominciare da quelli preconizzati dal prof. Guarescbi. Mentre _però i T edeschi adoperarono solo poche ed efficaci sostanze, gli A!leati invece ne misero in uso più di 25; e, fra queste, ebbero particolare importanza il ·fosgene e l'iprite. I prodolti chimici che possono trovare appropriata <lestinazione a scopi di guerra, si dividono in due grand i categorie : Aggressivi chimici veri e propr1 e Composti sussidiari di uso bellico. A) Aggressivi e/rimici veri e propri. Si classificano secondo tre diversi punti di vista: a) Raggruppamento secondo le loro proprietà fuiche: 1° gassos~: cloro; ossicloruro di carbonio; 2° liq1tidi: bromo, nitrocloroformio ; solfuro di et ile biclorurato (iprite); 3° solidi: cloruro di o-nitrobenzile; difcnilcloroarsina ; difenilcianarsina; difenilenimide etilica - b) Raggruppamento secondo lo scopo tattico del loro impiego: 1• fr,gaci o lab·i li: bromo; ossicloruro di carbonio; ossido di metile


-26 biclorurato; 2° scm,:permanenti: clorosolfuro di carbonio; clorosolfonato di metile; 3° permanenti o persistenti: bromuro di benzile ; solfuro di etile biclorurato; 4° penetrattt·i: aJ·sine; difenilenimide etilica e) Raggruppamento secondo la loro azione fisiologica: 1° asfissianti o sof]'ocanti: 'cloro; ossicloruro di càrbonio; 2° lagrimogeni o affaticanti : bromuro d i benzik ; iodacetone; 3° tossici: acido · cianidrico ( vincennite) ; clorµro di fenilcarbilamina; 4° vescicatori o caust'ici: solfuro di etile biclorurato (iprite) ; clorovinildicloroars ina (lewisite); 5° starnutatori: etildicloroarsina; d ifenilcloroarsina; difenilcianarsina; (jifenilenimide etilica. I suesposti raggruppamenti si basano, come r isulta evidente: a} sulle 1noprietà :fisiche che ,i composti presentano nellç normali condizioni di temperatura e di pressione; ma una tale classificazione non risulta vantaggiosa sotto alcun punto ,di vista, _nè utile e nè concreto; b) sul fine tattico che il loro impiego bellico può far raggiungere; e questa disposizione, seco11<lo lo scopo puramente . milita.re, sarebbe la più appropriata, pur tenendo presente però che, con opportune modificazioni o r ipieghi, è facile che un composto possa prendere le proprietà inei:cnti all'uno o all'altro dei var1 gruppi della classifica; e) secondo la loro azione fisiologica sull'uomo, ciò cbe si considera come il punto !li partenza per un raggruppamento più naturale e razionale, sebbene una cl'assifica. di questo genere presenti anch'essa qua lche i111precisione; poichè, ad esé1npio, un aggressivo, a seconda dello stato della sua concentrazione, può agire iJ1 modo da 1·endersi possibile a-s segnarlo -tanto a un gruppo che a un altro della tlassificazi.one ge~ nerale. Ora, mentre nel sistema d i classifica b) si prendono . in co.n siderazione la dura ta e l'entità dell'azione aggressiva, con quello e) si. t iene conio, invece, della varietà della suddetta azione. B) Composti sussid.:ar'ì. Sotto questo nome si eomp1·ende un'altra categoria di composti, largamente usati nella guerra chimica, che r iuscirono -p arimente utili e interessanti, sebbene in grado inferiore ai precedenti e, nella l)laggior parte dei casi, di azione indiretta. 'trattasi. di sostanze il cui impiego ebbe un Jìne ben 'determina to come, ad esempio: solventi di facile volatilizzazione per agevola re la evaporazione di aggressivi permanenti ; materie assorbenti, o 1-iquidi a punto di ebollizione elevato, i quali, miscelati con aggressi-vi fuga.ci, ne r itardavano la facile dispersione; sostanze odoranti, adatte a mascherare la prese117~1. di composti 11ooivi fa-cilmente riconoscibili al '!oro odore caratteristico; mis,cele o corpi adatti a generare cortine di fumo col fine di sottrarre al n~mico un particolai-e bersaglio o n_a scondergli, a scopo tatt,ico, le disposizioni e i dislocamenti delle proprie forze; e, infine, sostanze incendiarie, combustibil i, ecc., ca.i;iaci di recare danno alle truppe_-avversarie distruggendone i magazzini di deposito e i parchi di r ifornimento. La loro classi,ficazione ha per base lo scopo a cui i vari prodott_i si presta rono e le .caratteristiche cl.i affinità che presentano, per cui, con una prima suddivisione, essi possono raggrupparsi, da ;tm lato, in composti sussidiari att'ivi, quelli cioè che per i loro effetti sono capaci di apportare un d,anno notevole al nemico ; e, dall'altro, in composti coadiù·vant i, vale a dire che concorrono a rendere, in certe ,determinate condizioni, più energica o efficace l'azione

GAS

offensiva- d i altre sostanze, o ~d ostacolare in· genere l'attività dell'avversario. A) Attivi : I O focendia.ri: sodio, çotassio, fosforo, zinco-dimet ile. zinco-d ietile; 2" infiammabili: bcnwlo, toluolo, olio di nafta o petro11 grezzi, oli . grezzi d i catrame; 3° ge.neratori di neb,bie artificiali: anidride solforica, oleum, cloridrina solforica, cloruro di solforile, tricloruro di arsenico, opacite; B) Coadi,;va,iti: l O solve,it,i lei{geri: ·tetraèloi'ul'O di çarbonio, aleool etilico, benwlo, toluolo, xilolo;, solventi pesami: cloroformio; sostanze assorbenti: • pietra pomice, kiesclguhr; 2" odoranti : rnèrcaptani, ditioCarbonato cli metile, cloro-nitro-be117.,ene; _3° colori,mti: prodotti vari utilizzati per marcare le zone d i terreno gassate con aggressivi permanenti e pericolosi, mettendo in guardia le proprie truppe in caso di avanzata; 4° fumogeni attivi: , oleum, cloridrina solforica, cloruro di solforile, tricloruro d i arsenico; incendiari: fosforo bianco; innocui : tetracloruro d i stagno, di t itanio, di silicio; oltre le miscele o paste fumogene di varia composizione. A questo stesso gruppo appartengono anche le ·sostanze destinate allo scopo inverso, quelle ciÒ<! che riescono appropriate nei sistemi difcnsrvi contro l'azione delle nebbie e dei fumi artificiali. In questa seconda categoria dovrebbero trovar posto anche ·glj Esplosivi· (V.) che wno d i diretto interesse della chimica bellica. Dal punto di vista storico, si i:ileva che l'impiego degli aggressivi chim'ci, durante la guerra mondiale, può distinguersi in. due grandi. e netti periodi: il primo, dall' inizio (22 aprile 1915) fino al luglio 1917, è caratterizzato dali' uso fatto dai Te~escbi dei primi tre gruppi citati (asfissianti o soffocanti, lagrimogeni e tossici); / il secondo, dal luglio 1911 all' ll novembre 1918, dall'impiego degli altri due gruppi è specie dei vescicator1, già che la proprietà degli sta.mutatori deve ritenersi come un'azione secondaria d i g.rave molestia, tendente a costringere gli attaccanti a togliersi la maschèra di protezione, per essere immediatame11te investiti dalla contemporanea presenza, o da una seconda emissione, di gas ad azione soffocante e tossica. Il primo gas adoperato e .primo conosciuto fu il cloro, · che- veniva impiegato allo stato liquidò, · per compressione. Seguiro~o poi : il fosgene, il difosgenc, la cloropicrina, i più ·dam10si; il monobromoacctone, potente lagrirnogeno; il solfuro di etile biclorma to, vescicatorio, c!Ìe mise in evidenza l'importanza dello sviluppo della guerra chimica; la difenilcloroarsina, sta rnutatori'o, I notevoli risultati conseguiti con la nuova e terribile arma chimica 'fecero poi persistere tutti i belligeranti nell'uso d i essa, tanto che le emissioni dj gas e i bombaroamenti con proietti ad aggressivi chimici si susseguirono fr~quentemente sui diversi fronti.

Gasca (Achillè) . Generale, n , a Bricherasio nel 1865. Sottot. del· genio nel 1885, partecipò alle campagne in Eritrea del 1889, 1890, 1891 ed a quelle libiche. del 1911 e 1912. Colonnello nel 1915, prese parte a tutta !a guerra contro l'Austria. Comai1dante del genio dcll'VIII C. d' A., sul Sober (ottobre 1916) si meritò la medag!ia d'argertto. Comandante inter_inale del genio della 2• armata, per la preparazione tecnica ·del passaggio a viva forza dell'I sonzo ( 1917) ebbe la croce da <:av, del1'0. M. S. Magg. generale nel 1918, resse il coman<lo del genio del VI C. d'A, Dopo la guerra tenne il co-


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mando del genio del C. d'A. d i Verona. Generale di divis. nel 1926; fu posto a disposizione del ministero dei lavori pubblici e nel 1929 andò in P . A. H a scritto; « La baionetta » e « Il problema della difesa permanen te e la sua soluzione ».

GAS

corrispondenza segreta che rivelò l'organizzaàmc degli insorti.

Gassendi (Giacomo Basilio). G enerale francese e scrittore mii. (1748-1828). Ufficiale d'art., si distinse nelle campagne della r ivoh1mone e specialmente si segnalò al passaggio del S. Bernardo cd alla battaglia di Marengo. ·Generale di brigata nel 1800, di divis. nel 1805, consigliere di Staio nel 1806, divenne senatore 11el 1813. Pubblicò, in numerose edizion i, un « Vademecum per gli ufficiali d'artiglieria». Gasser. Armaiuolo austriaco, Costruì nel 1871 un a pistola a rotazione per l'esercito austriaco, la quale non differisce sensibilmente da quella L efauchcux, che per la modificazione al sistema di percussione e di accensione della carica, che sono cen tra li.

Onsca ACb!lle

Gn,parolll Edoardo

Gasparotti (Edoardo). Gene rale, n. a Parma, m. a Modena. ( 1853-1925). Sottol. de l genio nel 1877, andò in P. A. nel 1909 col grado di ten. colonnello. Colonnello nel l 9 11, venne richiamato in servizio e fu 'addetto al comando del genio di Roma e poi di Bologna. l\fagg. generale nel 19 17, ebbe nella riserva il grado di generale di divis. nel 1923.

Gassion (GiO'"va.tini di). Maresciallo dj Francia (1609-1647). Corubattè col duca di R ohan e con Gustavo Adolfo, a cui salvò la vita a l golstadt ( 1631), ottenendo in premio il comando di un reggimento. Rientrato in F rancia dopo la morte di Gustavo Adolfo, comandò come maresciallo di campo l'ala d estra a Rocroi, difese Arras, prese Aire e fu nominato maresciallo di Francia nel 1643 con T urenne. Morl per ferita riportata a Lcns.

Gasparotto (Luigi). Minis tro della guerra, n. a Sacile nel 18i3. 1\yvocato, pubblicista, più volte deputato di Udi.ne e di M ila no, fu tra i fautori dell'intervento in guerra. Volontario nei maggio 1915, raggiunse in _guerra il grado di capitano di fanteria, rimase due volte ferito e 9i meritò tre mcd. d'argento cd un~ di bronzo. 1,finistro della guerra da l 4-7-1921 a l 26-2-1922, organfazò il rito del Milite Ignoto. Raccolse i suoi ricordi ~li guerra nel ,, Diario d i un Fànte » e t1elle <<Rapsodie» .

CastaldCIIO Annibale

Ga,p,1rouo Luigi

Gn,~ion Giovanni

Gasperina. Comune in prov. di Catanzaro, su d i un poggio ne l golfo d i Squi llace. Nell'ottobre 1806, il gen. Franceschi a,,cva riunito alcune coorti di fanti, i cambinieri dc! 14° e il 9° regg. d i cavallcrin. Erano circa 1000 u., coi quali, girando qua e là per le Calabrie, aveva assalito e disperso gli insorti. Avuto l'ordine di dare l'assalto a G. per disperderne le bande di Squillace, il S o ttobre, sul far del l'alba, i Francesi, dopo breve ricognizione, mentre il paese era ancora immerso nel sonno, repentinamente irruppero n ell'abitato. I cittadini non ebbero il tempo di organiu,ars~ e opposero solo qualche isolata resistenza individuale. Sopraffatti dal numero, furono costretti ad abbandonare il paese che cadde cosi in ma.no, degli aggressori, compresa la

Gastln<'l li Giovanni

Gastaldello (Am,;balc). Generale, nato ad Orgiano nel 1862: Sotto!. del genio nel 1880, dopo aver frequentato la scuola di guerra passò nel corpo di S. M. D a l 1900 al 1906 fu addetto mii. a l3erlino divenendo colonnello nel 1905. Comandante 1'85° regg. fanteria n el 1907, nell'anno seguente ritornò nello S. 11. )Iagg. genera le com:ind ante la. brigata. P :ilermo nel 1911, poco dopo andò in Libia, quale capo di S. ~l. del gen. Caneva. T en. generale nel 1915, par tecipò a lla gu_erra contro l'Austria al comando della 31• divis. che diresse sull'altipiano Carsico meritando la croce di cav. dell'O. :.\1. S. Lasciato i! S. A. P. nel 1917, nel 1923 assunse, in P. A S., il grado d i generale_ d i d ivisione. Gastaldi (Attilio). Generale, n. a Napoli nel 1864. Sottot. nel 1893, percorse la carriera in artiglieria divenendo colonnello nel 1916. Combattendo contro l'Austria quale comandante d'art. divisionale venne decorato della med. d'argento su l Carso ( 1917) e della croce di cav. dell'O. M. S. sul Piave (1918). In P. A. S. nel 1920, nel 1923 fu promosso generale di brigata e nel 1926 passò nella riserva. Gastein. Villaggio dell'Austria nel 'bacino dcll'Inn. Nel castello di Wildbad-Gastein, a 7 km. dal 'pae$C,


GAS

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venne firmata la Cottvenzio11e di Gasteitt ( 14 agosto · 1865) fra Austria e Prussia, con la quale si stabiliva il condominio sullo Scbleswig e sull'Holstein, strappati alla Danimarca con la guerra dell'anno precedente. L 'inosservanza delle clausole di questa convenzione portò alla guerra del 1866. Tali clausole stabilivano: l' Austria amministrerà l'Holstein e la Pru.ssia lo Scbleswig ; s ino alla forma1.ione d'una flotta federale tedcsc,1, le navi da guerra delle potenze contraenti utilizzeranno il p0rto di Kiel; la Prussia. vi eserciterà la polizia. e il comando col diritto di costruirvi le fortificazioni necessarie alla difesa del porto e di fondare sul hL costa dell'Holstein g li stabilimenti marittimi che rispondono allo scopo di porto militare; Rendsburg riceverà un presidio prussiano ed austriaco, del quale le due potenze si alterneranno il comando; la P russia avrà due strade militari attraverso l'Holstein, l'una da Lubecca a I<iel, l'altra da Amburgo a Rendsburg, cd il diritto di farvi circolare vetture da posta prussiane con officiali prussiani; le parti contraenti fa ,·anno entrare i ducati nel lo Zollvercin, ma, fìnchè ciò non sia avvenuto, i ducati conserveranno il loro sistema doganale presente, dividendosi i proventi fra loro in parli uguali ; l'Austria cede alla, P russia i -~uoi diritti sul duca(o di Lauenburg e la Prussia s i obbliga a pagarle due milioni e mezzo dj risda lleri.

Gastinelli (Gio,·anm). Generale, 11. a Casale, m. a Pan~a ( 1847-1915). Sottot. ciel genio nel 1869, frc('Juentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. ::YI. Colonnello nel 1892, comandò 1'85° rcgg. fanteria e nel 1896 passò capo di S. )f. del VI C. d'A. Magg. genera.le nel 1899, comandò la brigata Marche e poi la scuola centrale di tirQ di fanteria. Ten. generale nel 1905, comandò successivamente le divis. mii. di Catanzaro e di Ancona. In P. A. nel 1910, passò nella riserva. nel 1914. Gates (Orazio). Generale americano, nato in Inghilterra ( I 728-1806). Iniziò la sua carriera militare nell'esercito inglese, poi passò in Germania cd infine combattè nel Cana<là contro i Francesi (1755-1763). Stabilitosi nella Virginia, durante la guerra d'Indipendenza ebbe il comando dell'Annata del Nord, colla quale obbligò il gen. inglese Burgoyne a capitolare in Saratoga (1777). Meno fortuna to nel 1780, quale comandante dell'armata del Sud, fu sconfitto dal Cornwallis a Cambden, un consiglio di guerra lo destituì dal comando, ed egli si ritirò a vita privata. Il gen, G. è ricordato anche per le misure umahitarie usate nell'affrancazione degli !'.Chia',,i_ Gathorne (sir I. F. Hardy). Generale inglese, nato nel 1874. Sottot. nel 1894, fece la campagna contro j Boeri e durante la guerra mond iale fece se rvizio nello S. M. e col grado di magg. generale fu sul fronte italiano, nel Comando britannico, dal 9 ottobre 1918 alla fine della guerra. Poscia. diresse per quattro anni · 1•ufficio di Addestramento militare a l Ministero della guerra. Gatl ing (Riccardo). Meccanico nordamericano ( 1818 1903). Ideò una mitragliera o mitragliatrice che poteva avere 4, 6, 8, 10 canne, e che da lui prese nome. E' la mitragliera più antica, ma, mediante i perfezionamenti avuti, può state alla pari colle mitragliatrici ideate e costrulle fino attorno al 1900. Ap partiene alle mitra-

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gliere a tiro semplice, continuo, con movimento a rota~ione. Calibro, da quello minimo de1 fucili fino al massimo di 25 mm. Le canne sono d isposte a raggiera en lro un tubo meta ll ico; una piastra porta gli otturatori; queste parti girano coll'albero per mezzo di una manovella che si applica all'estremità posteriore dell'albero quando s i vuol fore un tiro molto celere; oppure ad un alberello trasversale che comanda quello principale per mezzo di ingranaggio quando si vuole fare un tiro più lento, mentre il complesso di queste parti gira, gli otturatori, impegnandosi successivamente entro scanahLtu re elico idali praticate nella. parte posteriore del tubo, una a destra e l'altra a sinistra ed in-

clinate 111 senso opposto, ricevono un movimento di va e vieni: nell'andata e:,;si spingono a posto la cartuccia che dal serbatoio· è caduta nel ricettore e la fanno esplodere; nel_ ritorno estraggono il bossolo sparato e lo espellono. Nel mo,·imento di va e vieni vengono pure ar111ati i percussori. Il serbatoio è costituito da un tamburo cli altezza poco superiore alla lunghezza di una cartuccia: sulla parete interna di ciascun fondo, un nastro metallico avvolto quasi ~omc una molla di orologio, ma fisso invariabilmente al fondo stesso, forma una specie di incanalatura spirale entro la quale vanno ad impegnarsi da una parte la pallottola e dall'altra il fondello delle cartucce. Sul coperchio del serbatoio vi ba un foro ovale chiuso da una lamina scorrevole: per questo for'o si intrbducono le cartucce. La niitraglicnt calibro 25 mm., oltre la cartuccia normale, tir..1 ~.,che con cartuccia a mitraglia, c-0ntenente 15 pallelte di piombo. La rapid ità di tiro che si ottiene col I ipo più p'otcnte è di 1000-1200 colpi a l m inuto. L'anna è facavalca ta su affusto a ruote o su treppiede, a seconda dell' impiego che se ne fa.

Gàtschlna . Città della Russia, nella regione cli P ielt·ogra.do. Il 1° ottobre 1799 vi fu conclusa u na a lleanza. fra Russia ed Elettore bavaro-palatino. La Russia garantisce all'Elettore tutti i suoi possedimenti quali erano all'epoca del tra.ttato di Teschen; oltre il contingente di forze prcscriHo dalle leggi e costituzioni d ell'Impero germanico, l'Elettore ·Ò1etterà s ul piede di guerra. contro la Francia, per il 1° marzo dell'anno successivo un corpo di 20 mila uomini, che saranno uniti all'esercito russo, verso sussidi che la Russia. s'incaricherà di fargli pagare dall'Inghilterra. Un secondo trattato di G. fu concluso il 29 ottobre 1799, fra Russia e Svezia, per assicurare la. Iran•-


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-29 quillità e l'integrità dei rispettivi Stati in Europa in caso di guerra, e tutl'al più quattro mesi dopo la r ichiesta, la Svezia presterà un soccorso di 10 mila uomini con 6 vascelli di Hnea e 2 fregate. La Russia forn i rà 16 mila uomini con 9 vascelli d i linea e 3 fregate. L'alleanza durerà S a nni.

Gattamelata (Stefano Gi1n,a1111i Erasmo). Capitano d i ventu ra, n . di Narni, m. a Venezia .nel 14-t3. Educato alla scuola di Braccio, -combuttè contro i l\liilanesi al passaggio del!' Adda, in difes.i. <li Venezia, unita: mente al Duca di :Mantova ; poi, dal 1434, da solo. Fu vinto a Jmola, con1andando le truppe d i Ga11amelata Erasmo -Venezia, del Papa e di Firenze, ma ne p rese una brillaJ1te rivincita. Il Senato gli fece erigere un monumento in Pado\'a, opera del Donateli.o. Gattara (Uadi). Corso d 'acqua della Cirenaica, a rne7,zogiorno di Bengasi che stabilisce col uad i F areg, le vie di penetrazione all'altipiano di Barca. Dalle denominazioni dei paesi da lui bagnati, pare sia l'antico •« L ete >>. Co111batti111e11to di Mdi Gattara (1° g~nnaio 1925). Appartiene alle operazioni in Cirenaica delle truppe jtaliane contro i Senussi. Sul finire del 1924 era avvenuto, da parte di u·ibù fedeli al Senusso, un tenta1ivo di razzia sull'alto uadi G., sventato da due carri armali agli ordini del ma resc. dei RR. CC. Filcsi. Il bestiame cat turato venne r ipreso, e, per dare un'im,ncdiat.i lezione ai razziatori, una nostra colonna, composta d i 2 cp. del 1° Eritrei, (capit. Salemi), e del 5° sqdr. Sa va ri (ca1>it. Fannucci), il mattino del 1° gcnmtio piombò d'improvviso su 250 ribelli, di cui 30 circa a ,cavallo. Pioveva dirottamente, ma gli ascari erit rei si impegnar ono con a zione fulminea, e i ribelli, dopo brevissima lotta, s i diedero alla fuga in direzioni eccentriche, abbandonando sul posto armi e cavalli e la·sciando sul terreno 53 morti. L e perdite delle truppe nostre furono d i un grad ua to morto e 5 ascari feriti.

Gatti (Giuseppe}. Generale, n. e m. a Sannazzaro ,d c' B urgond i ( 1841-1924). Sottot. di fan teria nel 1859, partecipò a lle campagne d i guerra del 1859 e del 1866, meritandosi la menzione onorevole. Quale comandante -di un bgl. del l 0 regg. cacc iatori d'Africa, fu in Eritrea nel 1888 e 1889, Colonne llo nel 1894, comandò 1'86° regg. fanteria e poi il d istretto m ii. di Ravenna. In P. A. nel 1899, divenne nella riserva magg. generale .J1e! 1905 e ten . g nerale nel 1913.

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Gatti Pwtro. Generale commissario, morto a R oma (1847-1923). Partecipò alle campagne di guerra del 1866 e del 1870, e d 'Africa del 1887 e 1888. Colonnello direttore di commissariato mii. del XTI C. d 'A. nel 1903, and ò in P. A. nel 1905. X c i 1913 venne p romosso JJ1agg. generale nella riserva .

Gatti Antonio. Generale, n. a Montebello nel 1856. Sottol. d i fanteria nel 1877, divenne colonnello comandante la. brigata Re nel 1914, con essa entrò in guerra contro l'Austria. Trasferito nel luglio 1915 al comando della 33• divis. e promosso ten. generale comandante la 24" divis. nel 1916, diresse le operazioni contro Gorizia meritando la croce di cav. dcll'O. J\J. S. Al principio del 1917 ebbe il comando della 26• divis. e successivame.nte quello del XXI V, VI e XXII C. <l' A. ln P . A. n el 1918, ebbe nel 1923 il grado d i generale di C. d'A. e nel 1928 passò nella riserva . Gatti Annibale. Generale, n. a Milano nel 1862. Sottotenente di cavalleria nel 1882, partecipò alla campagna di guerra d'Africa del 1887. Colonnello nel 1913, ebbe il comando del regg. Piemonte Reale cavalleria. ::-Vlagg. generale nel 19 15, andò in P . A. n el 1918. :Nel 1923 ebbe il grado di genera le di divisione.

Gn l ll An tonio

Gall i Angelo

Gatti Attgclo. G enerale e scrittore mii. n. a Capua nel 1875. Sottot. di fanteria. nel 1893, frequentò la scuola di guerra e passò (Ì904) nello S. .M. Entrato in guerra come capitano di S. ~l., divenne colonnello nel febbraio 1917 venendo chiamato al comando supremo. Fu a R apallo al primo convegno interalleato, e a Versailles presso il Consiglio supremo interalleato. Finita la guerra, fu collocato nella riserva a sua domanda e si ded icò agli studii s torici sulla guerra, fondando e d irigendo la collezione italiana d i diari, memorie, documenti, ecc. sulla storia. della guerra. Fu lungamente e con brillante competenza il collaboratore m ii. del Corriere della Sera e collaboratore d i molte riviste e g iornali. Fra le Sue opere ricordiamo: « L a guerra» (1915); « Le presenti condizioni della Germania» (1916); « Per la via a&pra alla metà sicura» ( 1917); oc Servirei» (1917); « P er la nostra salvezza» ( 1920); << La nazione armata» (1921}; «Uomini e folle di guerra» (1921); « Nel tempo della tormenta» (1923) ; « Tre anni e mezzo <li vita militare ll ( 1924} ;. «t}omini e folle rappresentative>> (1925); t< La parte dell'Italia: Rivendicazion i » (1926).

Gattil usio. F amiglia di Genova che nel med io evo diede capitani d'arme e dal 1355 ebbe signorie nell'Egeo. Kel 1355 un Fra11cesco, con due galere, aiutò Giovanni VI paleologo a ricuperare i didtti d ell'Impero d'Oriente, e ne sposò la sorella. Nicolò combattè in Oriente e nel 1384 conquistò Ernos accorrendo all'inv,ito d i quelle popolazioni oppresse d a l prefetto greco. L'ult imo dei G., Nicolò II, dopo una vibL p iena d i a vventure marino-militari, venne strangolato a Cos,t antinopoli.


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Gattina ra. Comune in prov. di Vercelli, sulla dr. della Sesia alle falde di un colle. D'origine antica, fu all'epoca romana luogo forte, come lo attestano· ruderi di fortezza e d'acquedotto di quei tempi. Nel medio evo ebbe un castello, che nel 1358 da Ile truppe del marchese di Saluzzo fu saccheggiato insieme col borgo. Nel 1555 il castello, tenuto dalle truppe francesi del Drissac, fu assediato invano dai Sardo-Ispani, sotto il comando del conte ~!asino. :Mentre durava la guerra tra i Savoia cd il marchese di Mantova, gli Spagnuoli, agli ordini de l Leganes, nel 1616 tentarono d'impadronirsi di G., ma vennero respinti vittoriosamente dai marchesi Villa e Pianezza. Dopo queJl'epoca passò a far parte degli Stati Sardi, di cui seguì la sorte.

d'art. nel 1886, raggiunse il grado di tolonucllo comandante un raggruppamento d'art. pesante campale nel 1916. Partecipò a tutta la guerra contro l'Austria meritandosi due mcd. d'argento: una a S. Grado di Merna (19 16) ed una durante il ripiegamento al Tagliamento ( 191i). Generale di brigata nel 1923, comandò l'art. del C. d' A. cli Palermo e poi divénne ispettore di mobilitazione presso la divis. di Palermo. Nel 1928 venne promosso generale di <li vis. comandante la di vis. militare di Ancona.

Gatt·inara Carlo. Generale del sec. XVIII. Combattè all'Assietta come capitano d'una compagnia delle Guardie e si segnalò per valore. Colonnello nel 1775, ebbe nel 1777 il comando del regg. Guardie. Comandante della città e provincia d'Alessandria nel 1783, divenne nello stesso anno brigadiere e nel 1789 magg. generale. Nel 1792 fu nominato governatore in 2• della città di Valenza. Gatti11ara Giuseppe. Generale del scc, XVIII. Percorse la carriera in cavalleria divenendo, ten. colonnello nei Dragoni di S. M. Comandante la città di Mortara nel 1777, ebbe il grado di colonnello nel 1781 e quello di brigadiere nel 1789.

Gatto. Macchina da guerra per percuotere le mura e demolirle. E' della specie degli arieti, montoni, ccc.

Generalmente era coperta da una specie di tcllo per riparare i serventi, e veniva usata in aggiunta agli arieti, dopo fatta la breccia con questi, per demolire le mura, i merli, ecc.

· Gatto. Strumento composto -cli u11'asta, la q uale portava all'estremità tre laminette elastiche cd incun·atc, colle 0auo a gallerie quali si CS<'Ullinava l'interno rientranti della bocca da fuoco, per r iconoscere l'esistenza o meno delle così dette camere o caverne, dove si trovavano e come Jossero profonde. Gatto (Marina). Tipo speciale di nave del medioevo, munita di elevati castelli a prora e a poppa, interamen te coperti, entro i quali si celavano i soldati. Erano di dimensioni maggiori delle galere ed andavano a vela cd a remi. Furono adoperate dalle marine mediterranee, specialmente nelle guerre marittime delle Crociate per la espugnazione delle fortificazioni in Oriente. Attualmente si dice « buco del gatto >l il foro praticato sul pavimento della coffa, che serve pec accedere alla stessa. Gatto Antonino. Generale, n. a Patti nel 1852. Sottotenente d'art. nel 1871, comandante il 5° regg. da campagna nel 1901, divenne colonnello l'anno seguente e nel 1908 magg. generale comandante d'art. ad Alessandria. In r iserva nel 1912, fu promosso ten. generale nel 1914 e nel 1923 assunse il grado di generale di divisione. Gatto Salvatore. Generale, n. a Patti nel 1868. Sottot.

Gallo Antonino

0attorno Feacr!co

Gattorno (Federico). Colonnello gari baldino, n. a. Genova, m. a Roma (1829-1913). Arrestato in gioventù varie volte per dimostrazioni e cospirazioni si diede al commercio: nel 1860 era in Russia quando seppe della spedizione dei Mille. Venne in I talia ancora in tempo per segnalarsi al Volturno. Nel 1866 comandò una compagnia e si distinse a :Monte Suello, a Condino e a Bezzecca. L'anno seguente organizzò 700 legionari per la spedizione dell'Agro Romano, ma fu arrestato. Nel 1870 fu colonnello nello S. ·M . di Garibaldi in Francia e rese segnalati servigi. Nel 1897 combattè in Grecia con Ricciotti Garibaldi. Cooperò alla bonifica dell'Agro Romano e dal 1900 alla morte fu deputato per il collegio di Rimini. Ga ugamela (Battaglia). V. Arbela. Ga ulo- (Galla). Quinto Doge di Venezia (755-756). Fu capitano generale della Repubblica, e diffuse il dominio di Venezia sui lidi dell' Adriatico settentrionale di Malamocco. Si fece acclamare principe delle Vene~ic e· si mantenne per un anno colla forza al potere; quindi cadde vittima di una congiura. Ga utier (Filippo) . Medaglia d'oro del sec. XVIIL Sergente nel regg. provinciale di N izza, combattendo, nel nizza,rdo durante la guerra delle Alpi ebbe la 'medaglia d'oro di Vittorio Amedeo III: « Per essersi in varie occasioni, e specialmente nelJa giornata dell'8-91793, <listinto in modo speciale». Nel 1795 venne promosso sottotenente. Gavardo (ant. Vardagatesi11m). Comune in provincia di Brescia, presso lo sbocco della val Sabbia, sul Chiese. Fu stazione della strada romana e come tale · sede di presidio militare. Nel medio evo fu teatro di azioni belliche fra valvassori, ed ecclesiastici, poi venne conturbato dalle guerre intercomunali, finchè passò sotto il governo di Venezia.

I. Battaglia di Gavardo (1373). Appartiene alla guerra della Lega contro Galeazzo Visconti. Amedeo VI di ,


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Savoia, nominato comandante supremo--del!e t1>tJPpe defla Lega, ne approfittò subito per portate- la guerra nei· domin ii dei Visconti, capitò di sarpresa a G. e r iu8'l1to ad unirsi con la compagnia, di ventura dell'Acuto, 1'8 maggio si scagliò con impeto sul n emico già. impegnato con quest'ultimo, e riusci ad infliggergli una. clamorosa sconfitta. Buon numero di baroni e cavalieri r imasero prigionieri di Amedeo VI, e tra di essi il duca di Ferrara Frane.esco d'Este. Questa vittoria nou ebbe r isultati decisivi nella guerra giacchè le truppe mercenarie, assoldate per un solo anno, risolsero ÌI . contratto e Amedeo VI dovette ritornare in patria per riordinarvi il suo esercito. II. Fazio-ne di Gavardo (1705). AppartieJ1e alla guerra. per la Successione di Spagna. Un piccolo corpo austriaco (Leiningen, 16.000 u.) si manteneva. stentatamente di fronte al 'Vendome in G. L'imperatore decise d i mandai:gli in , aiuto il principe Eugenio di Savoia con circa 28.000 u,, e questi, sceso da Rovereto, tentò i! passaggio del :Mincio, a SaJionze. Ma il Vendéìme .che disponev-4 di 23.000 u., impedì la mossa, ed Eugenio, riuniti tutt i i bàttern che potè trova.re fra Garda. e Bardolino, traspor tò' Ja maggior parte delle sue truppe attraverso al lago, sbarcandole a. Salò. Quando il Vendéìme se ne accorse, puntò d ircttan1eJ1te su G. per attaccarvi il d istaccamento imperiale che teneva quelle posizioni e nello stesso tempo impedire il congiungim ento con la colonna. di soccorso. Non essendovi riuscito, prese posizione d i fronte a G., costruendo trinceramenti e r idotte. Il principe Eugenio tenne impegnati dimostrati,v amente i Francesi fingendo di volerli assalire di fronte, e frattanto. preparò un'abile mossa.. d i fianco che eseguì col grosso del suo' esercito nella notte fra il 20 e il 21 giugno, sbarcando a. Brescia, e costringendo in tal modo i Francesi ad a:bQandonare le forti posizioni di Gava.rxlo. -JII. Cor,zbattimento di Gavardo ( 1796). Appartiene alla. ca.mf}agna del 1796 (Buonaparte) in I talia. U1ì co~po agli ordini del gen. Despinois aveva avuto l'ordine di risalire le montagne del Chiese per attaccare Ja dr. dell'esercito austriaco, comanda to dal Qu\1,sdanovic, accampata. a G. Le alture dominanti l'abitato, occupate da un bgl. austriaco, furono prese di sorpresa da una ' colonna francese; un'altra però, che avanzava sulla strada a l comando del gen. Della.magne, fu respinta. Per appoggiare il movimento Bonaparte intan to aveva mandato ·; 1 gen. Saint-Hil_aire a Salò, e questi giunse così improvviso che il QuasdanO\vich, il quale attendeya l'attacco dalla direzione d i Lonato; riuscì appena a evitare la prigionia. In queste condizioni, disimpegnatosi dopo un'aspro combattimento, lasciò G. e ripiegò su R iva. IV. <:::ombattimento di Gavardo (24 febbraio 1814). Appartiene alle ultime operazioni in I talia dell'esercito d i Eugenio di Beauharnais. Il maresc. austriaco de Bellegarde, teney.a concentrata la sua armata fra Mincio ed Adige, su due lince. Traspor tato il quartier generak a Verona, lasciò in Val Sabbia il gen. Stanisavlev_itch, che spinse, una parte della sua briga ta ii.no a G. I l ·generale Bonfanti la precedette nell'arrivo a C. e qui giunto l'attaccò v[olentemente, e, dopo aspra lotta, ebbe il sopra-vvento : gli Imperiali dovettero ritirarsi i11 disordine su Storo.

Gaver,e. Comune del Belgio. nelle Fiandre orientali

in circondario di Gand, sulla. Sdtefda. Fu anticamente fo1iifìcato.

Assedio- lf battaglfa di Gavere (16-31 luglio 14$3). Fa parte della guerra in Fiandra del duca Luigi il Buono di Borgogna, il quale il 6 luglio assediò G., difeso da Arnoldo Van Speck, che aveva per luogotenente Giovanni Dubois. Questi r iuscì a passare a 11uoto la Schelda, e recatosi a Gand _persu.ase i Gandesi ad intervenire, affermando che l'esercito del duca di. Borgogna era. ridotto a 4000 u . Partirono così da Gand gli abitanti arma.ti il 22 luglio, per attaccare i Borgognoni. Frattanto però G:, non vedendo tornare il D ubois, si era arresa, e il duca corse incontro ai Gandesi, li attaccò energicamente, e, dopo aspra lotta, li sconfisse com1;>letamente, con gran<le strage.

Gavetta (o, con francesismo, Gamella). E' il recipiente oblungo di latta o di lam iera zinca.la che serve alla truppa per mangiarvi il rancio. Nell'esercito italiano ve ne sono di due tipi ; quella più piccola d i latta, con coperchio a cerniera, e con passanti, che è in dolazione alle a.rmi a cavallo, e contiene una razione di pasta o riso; l'altra. ,p iù grande, in lamiera zincata, in dotazione alle armi a p iedi, capace di contenere 8 razioni, e può servire anche per cuocervi il rancio, in mancanza d i marmitte, come a vviene in par ticola re nelle truppe alpine. La G. viene d istribuita col corredo ind ividuale a ciascun soldato e sottufficiale, e viene porto.la nei trasferimenti, nelle marcic, in guerra ed in tempo di pace, o sullo zaino, per chi ne è ancora provvisto, o nella borsa-zaino. Per le truppe a. cavallo la G. viene .fissata sull'arco posteriore della sella con apposite cingbie. · Nel dicembre 1925, quando furono coord inati i servizi d i commissariato, e vennero unificate per merito del. Fascismo le provviste di oggetti occorrenti alle d iYerse forze armate, in via. d i esperimento, e per i soli presid1 d i Spezia, Taranto e Pola, si stabilì <li sopprimere la distri-buzione alle truppe di terra e di mare della G., e i militari di truppa .in tali presidi ebbero da quell'epoca lo stesso trattamento alimentare dei marinai. Il rancio venne così distribuito in appositi refettori, ed usando di stoviglie. In campagna però resta in vigore la gavetta. Gavetta (Marina) . E' il rec1p1cnte d i lamierino nel quale ma.ngiano i militari. Questa, parola: per estensione, è venula ad indicare anche l'insieme delle stoviglie, arredi di cucina, biancheria da tavola, ecc. che l'Amministrazione fornisce alle varie mense di bordo: dell'ammiraglio, degli ufficiali e dei sottufficiali di tutte le categorie. Alla conilotta della mensa d i ogni gruppc> di persone sono intente a turno, per ogni mese, uno de i commensali che prende il nome di « Capo gamella >) ed è r esponsabile della bontà del vitto, del servizio di tavola e dell'amministrazione del danaro fornito dallo S tato per tale scopo. Venire dalla gavetta. Locuzione del gergo militare, che serve per indicare gli ufficiali provenienti dalla truppa, e saliti di grado in grado nella. gerarchia a cominciare da soldato. T ale locuzione, che in genere è iJ1terpretata in senso favorevole all'ufficiale, specialmente se salitq agli alti gradi, perchè segnala. la persona. che ha saputo coi proprii meriti guadagnarsi la stima e reputùione dei superiori e compagni, anche


GAV

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.con atti d i valore, talvolta viene usata. in senso · spre0 _g ia tivo, quando l'ufficiale non sa p ortare le spall ine del proprio grado con sufficiente decoro e dignità.

Gavi. Com,me in prov. d'Alessandria, su lla dr. del L emme, · e sulla grande strada della Bocchetta. E' d 'origine antica, e già nel medio evo aveva un castello .che faceva parte della contea di Tortona. Conserva per .intero le p roprie mura con rela tive porte, cd anche la famosa. vecchia fo;·tena, con le opere staccate della Ga lleria e di :Monte Moro. Fu dom inata nel sec. XII d ai :Malasp in a, poi nel XIII pas~ò sotto il potere della R epubblica d i Genova, alla quale fu tolta per p oco t.e mpo sul principio del sec. XVI . N ella guerra tra Francia .e Piemonte, G . venne nuovamente presa a Genova, éhe .riusci r iprenderla e la tenne finchè la Ligu ria fu un ila a l P iemonte. L'impor tanza maggiore d i questo forte ,emerse durante l'attacco d i Facino Cane contro Genova; egli volendo scendere per la P olcever a assed iò G . m a non riuscì a prender la, e dovette rassegnarsi a :sborsare ZS .000 fiorini oro per compra.m e il passaggio da i Fran cesi che l'occupavano. Ne! 1625 f u attaccala ,e p resa dal Lesdiguières. Per quanto la posizione di G. abbia strategicamen te una certa importanza, come s ito per collocarvi riserve strategiche destinate ad op.e rarc jn linea d ifensiva sulle valli dell'Erro e dell'Orba, pure .l'antico for te d i sbarramento sulla via della Bocchetta · ;non ha piµ valore. ,E per tale ragione fu d isarmato ed .adibito a carcere.

3·2 Questi, unitosi con Giampaolo Orsini, che gli portò in aiuto 3000 u., giunto nei pressi di S. j,,,Iarcello P istoiese, seppe del tradimento del 1\'falatesta e della marcia del pr incipe d'Orange, di fronte al quale ven ne a trovarsi a G. F ida11do nel coraggio dei suoi, vo lle affrontare il nemico. Divise le sue truppe in d ue colonne, affidò l'una all'Orsini, e l'altra. comandò i11 persona. Sperava di g iungerè in tempo a p renclere il castelio di

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Gavigliani (Enrico). Generale, n. ad Alessandria -nel 1882.. Sottot. di fan ter ia nel 184 l, raggiunse il grado di colonnello nel 1864 e di mag:gior generale nella 2' brigata di fanteria nel 1873. Parte,cipò alle campagne del 18481849, 1859, 1866 e allo scon;tro di Aspromon te nel 1862.

Gavina (Agostino). Av.vocato fiscale militare, n . nel 1832. Nel 1861, come volon,tario, entt·ò nella giustizia :m ilitare n ella quale divenne Ga vina Agostino .. avvocato fis~ale di 1• classe :nel 1893 e sosti tu to a vvocato gen. militare di 2' classe _nel 1899. Nel 1907 venne collocato a riposo. Gavi nana. Frazione del comun.e d i S. )\1arcello Pi:sloiese (prov. d i F irenze). Ebbe un p iccolo castello che ..d ipendeva da Pistoia. Battaglia di Gavi11ana (3 - agosto 1530). Appartiene ,alla guerra tra F irenze e il Papa alleato dell'impcra-;tore Carlo V. Jl,Ienlre Carlo V assediava F irenze, per r i,stabilirv i i ivlcdici, Francesco Ferruccio, nominato com:m issario generalé d i guerra dai Fiorent ini, meditò l'ar.dita impresa di pun tare su Roma. colla sua armalclla, ·ingrossandola per via colle p opolazi011i e coi mercenari, -onde obbligare il papa Clemente VII, a richia mare dall'assedio di Firenze il principe d'Orange. Tale piano :non venne approvato dalla Signoria di Firenze, perchè _pericoloso, cd il Ferruccio si diede allora a raccogliere truppe correndo per la campagna toscana, allo scopo ,di p iombare poi sugli assedianti di so~presa. Il princiJJe_il'Oran.ge andò iJ1contro ; ! Ferruccio per a ttaccarlo.

« $I remato rii forze - coperto cli f e rì 1,e - gut d tc(lc LI Perrncct - le u!Umc p rove r\e ! s uo v,ùore » G. per fortificarvisi, ma il ~ agosto, mentre il Ferru,cio m trava da una porta. nel castello (Pct)inia) F abrizio :ìvfararnaldo: rntto facilmente un muro, vi entrava da un' altra. Le due avanguard ie nemiche si scontrava.no èosi in piazza castello, iniziando su bito una zuffa sanguinosa.. La colonna dell'Orsini in tanto aveva attaccato la cavalleria tedesca dell'Orange, d ie tro le mura del castello. Fu anche questa u na fiera pugna, dove l'ardita fanteria toscana, composta in gran parte da a rch ibugieri, ebbe ragione <)ella agguerrita · cavalleria tedesca: il principe d'Orange venne quiv i colpito a morte da due a rch ibugia te. Ma all' imp rovviso Alessandro Vitelii assa le alle spalle !'Orsini con forte sc11iera d'armati, e ne sbaraglia le truppe : !'Orsini, con pochi prodi ximastigli intorno, riesce a malapena ad aprirsi un varco tra i nemidi e a raggiungere il Ferrucci. La lotta diviene disperat~, e infine il capitano, r idot to in una casupola. con pochi u o_m ini, spossati e feriti, viene assalito dal Maramaldo, e quivi, ferito a morte, riceve da costui il colpo di grazia, pronunciando la frase famo, sa: <r Tu a mmazzi un u omo morto ! l>. La mor te di questo valoroso capita.rio e la disfa tta dei suoi seguaci, segnano la cadu ta della repubblica di F irenze, che il 12 agosto 1530 capitola.

Gavitello. Galleggiante d i legno, di sughe ro o di la-

mierino, co·n notevole cinta di galleggiamen to: serve ad indicare in generale i posti di onneggio delle navi nei


poni. Sostiene in generale un cavetto di acc1a10 od una catenella, all'estremità della quale è unita una grossa catena col legata Rd ancore fisse sul fondo. La lunghezza d el cavo di acciaio e della catenella (greppia le) Ì' pari al fondale, di modo che tutta la catena grossa s ta raccolta sul fondo. Andando all 'ancora, la nave raccogli.e il gav iteJJo ed alza a bordo la catena più grande, al la quale ammaniglia la catena d elle proprie ancore, rimanendo, in tal modo ancorata in modo sicuro. I G. <li questa specie si chiam>1no anche corp i morti.

Gavotti (Giuseppe Francesco). Ammirnglio, n. a Genova, m. ad Albissola Superiore ( 1846-1914). Entrato in servizio nel 1858, fu promosso contra1:umir. nel 1897 e collocato in P . A. nel 1904. Prese parte alle guerre combattute per l'indipendenza e unità d'!talia. Fu decorato d i medaglia d'oro di 2' classe per l'incremento delle scienze navali per il suo lavoro << La tattica nelle _grandi battaglie navali da T emistocle a Ito >>. Fu d irettore generale dell'Arsena le di Ya_poli dal 1902 a l 1903 e Giud ice effettivo çlel T r ibunale supremo di guerra e marina dal 1903 a l 1904. Oltre alla citata opera, scrisse: << Battaglie na.vali della .repubblica d i Genova»; t< Tre grandi uomini di mare: i:'\elson, De Ruytcr, T ogo >>; << Storia delle evoluzioni n avali»; << Brevi cenni sugl i esplosivi>>; << Al mare ! al mare! o la difesa navale delle coste >> ; << Guerra navale litoranea>>; << Pens ieri navali >>. Gawac·hab. Locali tà nell'Africa sudoccidentale, già tedesca, sul fiume d ei L eoni. I l 5 maggio 1906 vi si svolse un combattimen to che appartiene alle operazioni dei T edeschi nel paese degli Ottentotti. Le bande dei Bondels, raccolte sotto il .comando d i Giovanni Chris t ian , s'erano dirette dalle alture dei M . Caras verso il basso .fiume dei Leoni, dove la 7• cp. del 1° regg .. agli ordini del tcn. Crusc, già appostala a G. ne segnalò .la presenza il 4 maggio . Il ten. Cruse decise a llora di marciare contro a l nemico, costringendolo a h:irters i nel difficile terreno mÒntuoso che già, p redisposto a d ifesa-, sarebbe riuscito svantaggioso al nemicÒ. Lo scontro durò qualche ora, finchè i Bonde ls furono costretti a ritira rs i. Gaza. Città marittima della Palestina, ora Guzzeh. Fu bombarda ta d a navi inglesi nell'ottobre del 1917, durante la guerra mon diale, e occupata. I. Asseclio di Gaza (332 a. Cr.). Appartiene alla spedrzione cli Alessandro Magno contro D ar io I II re di Persia, e fu impresa dopo la. cadu ta d i Tiro, nel mese d i settembrè. L a città resistette p ii1 d i un mese, d ifesa da un forte presidio d i Arabi comanda.ti dall 'eunuco Batis; essa traeva '1a sua forza prin cipale dal mobile limo della vic ina ·costa e da lle •profonde sabbie che circonda.vano le s ue a lte mur a. :M esso l'assed io, Alessand ro fece e levare un vasto tcrra.pien_o a sud della città, e vi collocò le macchine ossidionali.' Queste già cominciavano a battere il muro, quando una sortita. degli assediati fugò gli assalitori e d is trusse le macchi.ne. Il disastro sarebbe stato maggiore, se Alessandro con le riserve .non avesse arrestato l'i nseguimento. D opò di ciò, fece eleva re un nuov-o terrapieno, alto 75 metri e largo alla base 372 metri. In ta l modo G. fu . dominata cd attaccata da ogni parte con p roiettili, con mine e coll'ariete. Aper te varie breccie, si tentarono tre as-

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GAZ

salti che furono respinti. Ma infine, in seguito a una larghissima breccia che d istrusse u11a gran p,u-tc del muro, la città al quarto assalto fu presa e d istrutta.: a nessuno della guarnigione fu dato quartiere. L'eroico Ba.lì, sebbene ferito e morente, fu d'ordine cl' Alessandro legato a l suo carro per un anello di bronzo passato nei talloni e _trascinato pel campo. II. Battc,glia di Gaza (312 a. Cr.). Appartiene all'età <lei Diadochi e fu combattuta e vinta da Tolomeo in s ieme a Seleuco contro il giovru1e Demetrio, figlio di Antigono. La sconfitta d i quest'ultimo si avverò principalmente per lo scompig lio arrecato nelle sue stess~ schiere dagli elefanti che D emetrio conduceva seco. Due assedl ebbe a s ubire G. nel II secolo a. C.; tmo nel 198 per opera di An tioco III, e uno n el 145 per opera di Gionata Apphus, con~ottiero degli Ebrei; entrambe le volte la città si arrese dopo viva resistenza agli assedianti. I II. Assedio di Gaza (tra il 104 e il 78 a. Cr.). F u intrapreso da Ale~sru1dro Gionata re di Gerusalemme, col p ret~sto che gli ab itanti d i G. avevano chiamato Tolomeo, eletto il Laturo, residente a Crp ro, in loro a iu to. Apollodotò, comandante supremo, fece con 200J mercenari e 10.000 ind igeni una sortita _nottu rna ed incusse molto spavento nel campo giudaico: ma L isimaco, fratello di Apolloclo to, invidiando l'autorità e l'influenza del fratello, lo tolse di mezzo e con un pugno d i soldati che assoldò, s'impadron ì di G., o la cedette al nemico. Alessandro G ionata, a quanto p are, voleva evitare gli orrori del saccheggio, ma i suoi soldati non gli diedero ascolto; le spogliazioni le uccisioni e gl'incendi non ebbero fine. Molti dei cittad in i preferirono d i uccidere loro stessi le loro donne e i loro .figli e di mettere le fiamme a lle loro case, anzichè lasciar cadere le loro famiglie e i loro averi in mano dei nemici. E così G. fu ridotta a un mucch io di rovine. IV. Battagl·ia di Gaza (1239 d. C.). Appartiene alla se.sta Crociata e fu combattuta jl 13 novembre dai conti Giova1mi d i Bar e Amalrico di Montfort, diretti in Egitto, contro i Musulmani di gran lunga -su pei-iori. I ! conte di Bar cadde morto durru1te il combattimento il conte d i Montfon fu fatto prigioniero, e le loro schi~rc, eccetto pochi che si p oterono salvare, subirono la sorte dei loro condottieri. V. Battaglia di Gaza (.1 244). Appartiene alla VI Crociata. Un esercito cristiano, d i cui facevano parte i cavalieri d egli Ordini religiosi, guidato da Roberto, pat ria.rea di Gerusalemme, marciò su G. contro truppe inviate da.I Sultano d'Egitto e comandate da Beibars. Fra le schiere cristiane erano alcuni corpi di principi musulman i, i quaJi, nel momento decisivo, abbandonarono il campo e si diedero alla. fuga o addirittura passarono al nemico. I Cristiani cercarono di ritirarsi in buon ordine, ma furono dal nen1ico, superiore d i numero, accerchiati e dopo strenua resistenza sconfitti completamente. La massima parte rimase uccisa e fu essa il fiore dei cavalieri degli Ordini; pochi furono fatti prigionieri; pochissimi riusc irono a salvarsi. VI. Presa di Gaza (1799). Durante la. spedizione francese in S iria, il 26 febbraio Bonaparte marciò su G. d ifesa da Abdullah, pascià d i Damasco, coi Mammalucchi. Le forze francesi avanzavan o in colonne d i divisione; K léber, colle fanterie in quadrato, a sr., Bon

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al centro e a dr. Lannes, pure in quadrato, per aggirar~ il nemico dalle alture. 1'1urat precedeva colla. sua cavalleria e con 6 cannoni. Dinanzi a questa. minaccia, la cavalleria d i Abdullal1, dopo aver tentato qualche manovra d i attacco, ripiegò al galoppo su una posizione retrostan~e ~ così fece successiva.mente duca1llc tutta l'avanzata, scompaxcndo definitivamente a notte. L a m~.t1 ina dopo i Francesi occu parono la città e vi presero grande quantità di munizioni da guerra. e eia bocca.

Gazagne (Adolfo). Generale, n. a Torino nel 1864. Sotto!. degli alpini nel 1885, partecipò da maggiore a lla. guerra libica. Appena entrato in guerra contro l' Austria a l comando di un bgl. a lp ini, meritò la. med. di bronzo a Cima Pailombino e M. Cavallini. Colonnello nel I 916, comandò il 144° regg. fanteria che guidò con valore e perizia nel settore del Sabotino e di Val Peumica, venendo decorato- della croce da cav. dell'O. M. S. Passato a l comando d'un regg. d'aLpini, nuova mente si distinse sul .M. Ortigara ove r imase ferito ed ebbe !a med. d 'argento. Comandante Ja brigata. Messina nel luglio 1917, brigadiere genera.le nel 1918, prese part-~ a lla vittor ia finale a l comando del 7° ra.ggruppamentn alpini. Dopo Ja. guerra. comandò la. brigata Valtellina e nel 1923 passò a l comando del 2° raggruppamento alp ini; andò in P. A. nel 1926 col grado di generale di divisione. Gazan (de la -Peyrière, conte Teofilo). Generale ed uomo d i Stato francese (1765-1845). Iniziata. la. ca.Triera nell'artiglieria, divenne rapidamente generale prende11do parte a tutte le campagne della. r ivolu;,,ione e dell'impero. Durante la campagna. in Italia. si racconta che a l colle di Tenda, sor preso dai Croat i, abbia gettato la. &.ua scia.boia. nei ranghi nemici, onde incita.re i suoi a riprenderla. Si distinse a Sassello, alla Corona, dove fu fe1:ito, ed a 1vla.rengo, Gazelli di Rossana (Cam;/lo). Generale, n. a Tor ino nel 1786. Sotto!. di cavalleria. nel lSH, d ivenne coJonnello comandante il regg. Novara. nel 1835. Magg. generale, comandante la. brigata d i Sardegna con incar ico delle funzioni di governatore della città e castello di Cagliari nel 1841, passò nel 1843 luogotenente nelle guard ie del Corpo di S. M. e nel 1845 andò in aspettativa. Nel 1848 fu collocato a. r iposo. GazeUi di Rossana Vittor·io·. Genera le, n. a -Torino nel 1792. Al servizio di Francia. fece le campagne del 1813 e 1814, nel qua.I anno passò al servizio sardo. Colonnello comru1dante il regg_ Novara cavalleria nel '1842, fu promosso nel 1848 ma-gg. generale comandante di brigata. di cavalleria e partecipò alla guerra.,' meritando a Santa Lucia la menzione onorevole. Nell'agosto 1848 fu incaricato di sopra.intendere al riordinamento della. cavalleria. lombarda e n el 1849 ebbe il comando genera.le della scuola mii. di cavalleria. Nel 1851 venne collocato a riposo.

Gazzani (Carlo). Medaglia d'oro, n. a. Campobasso, caduto in L i bia (1884-1912). Ufficiale d i fanteria in servizio a ttivo, aveva. iniziato la. sua caniera. qua.le !Ottotenente dell'87° regg. nel 1906. P romosso tenente tre rurn i dopo, nel 1911 fu mandato in Libia., ove, d i presidio ad una ridotta con un riparto dell'89° fanteria, si sacrificò da pròde, per salva.re la posizione.- Fu confe-

34 r ita. alla memoria di lui la medaglia d'oro, con questa. motivazione : « Comandante di una. ridotta. attaccata improvvisamente e violentemente di notte e messa a fuoco, con serena e tranquilla enei·gia fete fron te al nemico soverchiante ed irrompente e con l'eroico sacrificio suo e di buona parte del plotone cagionò a.I nemico perdite r ilevanti, ne rita.rdò efficacemente l'avanzata, dando tempo ad una colonna di soccorso di accorrere e di ricaccial'lo >> (Monticelli d i L ebda. (Libia), 12 giugno 1912).

Gazzan! Cesare

0ar.zano Alfonso-

C azzano (Adrian o). Generale, n. a. Bagnasco nel 18S4. Sottot. d'art. nel 1874, raggiunse il grado di ~oJonnello nel 1"905 e comandò il 18° regg. da campagna; nel 1906 andò in P. A. Nella. riserva divenne magg. generale nel 1914 e genera.le d i divis. nel 1923. Cazzano 41.lfonso. ·Generale, n. a. :è\1:uria ldo nel 1865. Sottot. di !a11tcria nel 1885, passò poco dopo negli alp ini e nel 1890 s i meritò la. med. d'argento al valor c ivile. Par tecipò a tutta la guerra contro l'Austria e sin dall'inizio ebbe la med. d 'argento. Colonnello nel 1916, comandò il 146° regg. fanteria; brigadiere generale nd 1918, ebbe il comando del 5° raggruppamento alpini e nel 1919 quello della brigata. Tevere. In P . A. S . nel 1920, ebbe nel 1926 il grado d i generale di divis ione in_ A. R. Q.

Gazzella. Sambuco in legno, costruito a. H odeida. nel 1890: dislocamento tonn. 15. E>bbc sede a Massaua. e fu rad iato ne[ 19Ql. ·

S~111bueh! Ant!lope e Gazzella della Colonia Eritrea Gazzella. Sambuco in legno, costruito a. Gedda ed entrato in servizio (Eritrea.) nel 1902. D islocamento 56 tonnellate.

Gazzera (Pietro). Gen erale, n. a Bene Vagienna (Cuneo) nel 1879. ,Sottot. d'art. · nel 1898, frequentò la Scuola di guerra d i T orino. Nel 1912 partì volonta-


rio per la Ljbia segnalandosi a Sidi Said e :Macabez e meritando la mcd. d'argento. Nel 1912 fu chiamato insegnante alla Scuola. di guerra.. All'inizio della guerra ital~-austriaca fu destinato alla 4° Armata donde passò al C. S., o ttenendo la promozione a colonnello per merito di guerra. Dee. colla croce di cav. dell'O. 11. S. per la battaglia <lei Piave, fu promosso generale per merito ecce.:ionale alla battaglia di Vittorio Vencco. Comandò la brigata ,M essina nel 1919, poi in 2" la Scuola di g uerra, e nel luglio 1920 la brigata Basilicata. Presidente del Tribunale Speciale di Totino nel sett. 1922, della Commissione Internazionale per la delimitazioni! dei confini <lcll' Albania nel 1923, fu poi comandante della Scuola cli guerra, della divis. mii. di Genova e nel 1928 venne nominato sottosegretario di Stato alla guerra.

35comandò per circa due anni la Scuola di guerra. nella quale aveva insegnato dal 1880 al 1884, ta.tlica e servizio di S. M . Ten. generale nel 1$97, comai,dò successivamente le divis. di Ancona e di Piacenza e nel 1901 andò in P. A. Nel 1907 passò nella riserva. Scrittore militare, pubblicò: « La tattica delle tre armi» e « L' iniziativa in guerra » dedicato al Moltke e tradotto poi in ted,sco.

Gaiwrcili Flllppo

Ga:acra Pietro

Gazzola 1merlo

Gazzo la (Imerio). Generale, n. a Cremona, m. in zona di guerra (1860-1918). Sottot. d'art. nel 1878, fre• quentò la Scuol:1 di guerra. Colonnello nel 1904, comandò il 5° rcgg. fanteria e poi diresse in 2• l'Istituto geografico militare. Magg. generale comandante la brigata. toscana nel 1911, pochi mesi dopo divenne intendente del -corpo d'operazioni a Tripoli. In P. A. nel 1914. ve1111e tosto rich iamato in servizio cd in guerra comandò la brigata M antova. Nominato nel giugno 19 16 comandante la 23' divis. e promosso ten. generale, si segnalò a Torrente Torre (Udine) durante il ripiegamento e venne decorato della med. d'argento. Ga zzuolo. ,Comune in ,prov. di Mantova, sull'Oglio, sulla •Mantova.-Viadana. E' d'antichissima origine, e fu prima feu<lo della Chiesa, dalla quale s i liberò all'epoca dei Comuni. Ebbe forte rocca da parte dei Gonzaga, che se ne impadronirono nel scc. XV. Nel 1570 fu teatro di contese annate fra Guglielmo Gonzaga ed i signori di S. Martino. G. fu fortificata, ma nel 1691 dagli Spagnuoli venne demolita. buona parte delle difese e dal duca di :Mantova quelle che stavano verso 2.fantova. stessa. Gazzurelli (Filippo). Generale, n. a Salò, m. a Bologna (1836-1928). Laureatosi in giurisprudenza, nel 1859 accorse ad arruolarsi in fanteria guadagnandosi poco dopo la campagna di guerra, le spalline di sotto!. Prese poi parte alla campagna del 1$60-61 meritandosi la mcd. di bronzo ed a quella del 1866 ove ebbe la mcd. d'argento. Passato nel corpo di S. M., insegnò arte militare alla scuola di ),Iodcna. Colonnello nel 1884, comandò il 22° regg. fanteria e poi passò al comando del Corpo di S. M. Magg. generale ne l 1892, comandò là brigata Brescia indi (1896) andò in Eritrea al comando di una brigala della divis. Hcusch. Rimpatriato,

GccolT Nicola

Gdynia. Città e porto creati da pochi anni (1925) dalla Polonia a venti km. ad occidente di D anzica, sulla quale ultima la Polonia non può esercitare che un diritto di condominio. Appunto per questo motivo la nuova nazione fondò la città, con criteri commerciali e m ilitari, in modo che detto porto possa in caso di guerra venire trasformato in un'ottima. base di rifornimento navale militare. Gebel. Denominazio ne della parte intema della Tripolitania formante l'orlatura dell'altipiano a settentrione. Esso si eleva <!alla pianura marittima (Gefara) ondulata, come un alto gradino che si erge rapidamente, con una serie di alture, costituendo un margine che, interrotto qua e là da r ipidi scoscendimenti, è frazionato nelle 7.0ne G . N ef«sa, C. J efren, G. Gari.an. li meridiano d i Tripoli con un gran solco di,•ide in due l'orlo dell'altipiano: quello più vicino al mare si chiama. G. Tarhuna, con le colline di Mscllata ed i colli che terminano su Iloms e dal l'altra parte sulle pia.ifore della Sirtica; l'altro, che s'e rge ripido sulla pianun maritt:rna, a mezzogiorno degrada al contrario con dolci 11endi~ solcati nella zona pianeggiante da alvei c!i torrenti, cosparsa di qualche oasi verdeggiante. Considerato dal 11.to militare, questo complesso terrrno, che si elev,L con una med ia. altezza dai 500 ai 600 m. sulla pianura, è adatto ad operazioni di reparti abbastanza importai,ti, specie sui pianori di Tarhuna e sulle te.rrazu della Mscllata. In quanto alla. rete stradale, dal centro di Azizia, due vie portano al G. La. prima procede diritta verso S. ·ftno alle a lture del Garia.n; l'altra, passando presso le colline di Bir Gnem, per Scec Sciuch e Tigi, raggiunge la borgata di X alut. G.e coff (Nicola). Generale bulgaro, n. nel 1864. Sottotenente nel 1887, frC<)uentò la Scuola di guerra di Torino e raggiunse il grado di generale nel 1915. Comandò lungamente la scuola. allievi ufficiali e fu sottocapo di S. YI:. Partecipò alle guerre balcaniche ; nel 1915 fu ministro della guerra e all'entrata della Bulgaria nel conflitto mondiale assunse il comando supremo ·dell'esercito. Contribuì alla sconfitta della Serbia impedendo al suo


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Trllp pc ilalianc In mare.la sul massi,ccio del Gebel

eserci to di ritirarsi s u Salonicco . 1'erso la fine della _guerra lasciò il comando sup remo per malat tia .

·Gedimino. Granduca di Lituan ia nel pr incipio del ,sec. XIV. Dopo aver combattuto a fianco del suo n, Vlitcno, ordita un,, congiura contro di lui d'accordo colla regina, lo fece uccidere. Le sue vittorie contro i Russi, i Teutoni, i L ivonesi, este.sero i confini della Lituani2. .fino oltre il Dnieper, rendendola indipendente dalla Rus_sia. :Morì comba!tento nel 1328 a F r.iedburg. Gedir. Villaggio del Su,dan, nel D a rfur. N cl d icembre del 1881 Rachid bey, con1andante delle truppe egiziaGC<linlino 11e contro il :Mahdi, sorp resovi in una imboscata, malgrado la sua eroica difesa fatta più accanita dalla disperazione, fu ucciso con tutti 1 s uoi. Tale vittoria accrebbe il prestigio del •Ma.ltdi, che incominciò da quel momento le sue conquiste. Gedroyc (principe Gùiseppe). Generale polacco del ·sec. XIX. Vecchio ufficiale napoleon ico, cowbattè nelle lcgio1Ji polacclie in Italia ed in Spagna. Nel 1830, qua.ntunque invalido e vecchio, accorse immediatamente a lle armi in di,fesa della. sua patria, ma, circondato nelh foresta di Zwolen , dopo sanguinosa lotta cadde in potere dei •R ussi. Geertruidenberg. C ittà del Brabante Settentrionale, in O landa, presso la foce della '.:Yrosa. Era p iazzaforte occupata dalle truppe olandesi (900 fanti, un regg. ,dì dragon i, guardie dello S tatholder, al comando del col. Bedault) quando il l marzo 1793 il gen. d 'Arçon, a\ comando d i un forte d istaccamento francese, si presentò intimando la. resa. L' in timazione fu respinta e i Fran cesi iniziarono efficacemen te il fuoco . Il forte di Douck fu abbandon ato per il p rimo dai suoi d ifensor i nella notte s ul 2; occupato <lai Francesi, questi vi porta1·ono artiglierie per baltcre in breccia il forte di Spuy,

sulla sr. della piazza, che dopo breve resistenza fu costretto a. cedere. La città continuò a resistere, cinta come era d a profondi fossati e da inondazioni a rt ificia li, ma. per breve tempo. La resa avvenne con l'onore delle a rmi e il 7 marzo i F rancesi entravano nella fortezza. Caddero nelle mani del vincitore 150 cannoni, molte mun izioni, 3000 fuci li nuovi. Successivamente a bbandonata dai 1cranccsi, questi la riconq,uistarono con una divisione comandata dal gen. Bonnaud il 19 gennaio 1795.

Gehéma (Giano Abramo) . .Medico e scrittore polacco, al servizio della Prussia di Federico I ( l647 -1713). Lasciò le seguenti opere: « Il medico da campo)); << Vt cesta di medicazione del medico in gue rra )) ; << Il soldato ammalato)) . Gelatine esplosive. Le gelatine esplosive furono scoperte nel 1875 da A. Nobel, il quale ebbe la felice idea di associare la nitroglicerina - che mette in liber tà dell'ossigeno inutilizzato - con la nitrocellulosa. s~lubile, che è dotata di sufficiente quantità di ossigeno per la completa. combustione del carbonio e de ll' i<lrogeno contenuti nella sua molecola. La. prima gelatina esplosiva che egli ottenne, tuttora conservata nell'uso pratico, era costitu ita di p. 93 di nitroglicerina e p . 7 di nitrocellulosa solubile. La n itrocellulosa. che s i adopera è quella solubile, il tipo c ioè impiegato per h preparazione del collodio; e l'unione della nitroglfcerina con la n itrocellulosa dà luogo ad un fenom'e no di pseuèlo-so\uzione, o di gelatiniZ?.a zione, come comunemente viene chiamato. Le mate.rie prime da usarsi deb-bono essere della p iù assolu ta p urezza; specialmente il cotone collodio sarà compieta.mente sol ubile nella miscela alcool-etere, senza contenere cioè nitrocellu lose insolubili, cd essere il p iù possibile esente da. traccie di umidità. L e G . possono distinguersi in due gruppi : I, Gelatine esplodenti (p reparate con p. 90-93 d i nitroglicerina e p. 7-10 d i còtone collodio secco) e goinme esplode1tti (p. 97 circa d i nitroglice;·ìna, p. 3 d i cotone collodio e p. 2 di alcool); II, gelati1te-dinamiti, ottenute impastando le prime con sostanze assorbenti varie.. L e gommè esplodenti hanno sempre una elevata proporzione

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-GEL

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d i n itrog licerina e una potenza maggiore di ogni altra di namite. La G . esplosiva regolamentare, o « gomma J\ », usata in Italia (corrispondente alla« gomma extra-forte>> fran ·· cese) è costituita da p. 92 d i trinitroglicerina e da p . 8 di d initrocellulosa; proporzioni .esatte perchè si possa ossidare tutto l'ossido di carbonio che si sviluppa dalla nitrocellulosa, trasformandosi in anidride car bonica. Alla temperatura ordinaria è quasi inodora; biancastra, se cli recente fabbricazione, e giallastra in seguito; opaca dapprima, men tre col tempo diviene trasparente; ha potere venefico. E' plastica, gommosa, si foggia èon Ja mano, s i taglia e si fora con at trezzi di legno; è d iscretamente stabile, non è igroscopica, ed è meno sensibile agli. ur ti cbe non le di namiti ord inarie, per cui ha bisogno di inneschi potenti per esplodere. Essa si trova nelle forme regolamentari e cioè iii cart\1cce cilindriche di gr. 100. L'unione sot to lo stesso involucro d i una cartuccia cli G . e di \lll inn esco fulmin ante, costituisce la cosidetta cartuccia-innesco che si adopera per i comuni bisogni. Ha effetti potenti anche se jmpiegah all'aria libera con poco o nessuno intasamento. Sostituendo p . 5 di n itroglicerina con ugual peso cli canfora si ha la G. canforata, altrimenti d etta << gelatina esplosiva d i guerra >l, che è meno sensibile agli urti e, per esploclcrc, richiede grosse capsule di fulminato d i mer_c urio o a ltro potente innesco, genera lmen te costituito di gr. 50 d i fulmicotone secco e una capsula d i gr. 1 di fulminato d i mercurio. L a G . esplosiva di guerra ha lo stesso aspetto della gelatina esplosiva e possiede identiche proprietà,, ma pr esenta vantaggi superiori a questa. Così - oltre a una maggiore insens·ibilità e a res istere, senza. esplodere, anche alla percussione cli un proietto lanciato eia una bocca da fuoco situata a. brev~ d istanza - esplode d ifficilmente per influenza, riuscenò,:, più adatta a ll'impiego nelle torpedini; risente meno l'azione del freddo e gela p iù difficilmen te, men tre il disgelo avviene rapidamente · e senza provocare essu dazione di nitroglicerina; gelata perde però la sua eia•• sticità. e r isulta più sensibile alle azioiri meccaniche, ma senza che diminuiscano le sue proprietà frantun1anti .

La « gomma B >l ( corrispondente a lla « gomma. a lla soda francese" ha la seguente composizione centesimale: nitroglice rina p . -83,0; cotone collodio (nitrocellulosa) p . 5,0 ; nitrato di sodio p. 8,0; farina di legno p. 3,7; car bonato di sodio o d i calcio, o ocre colora te p _ 0,3. L e G . dina miti si pl'eparano incorporando le G. e gomme esplodenti con circa un terzo del loro peso di sostanze d iverse: farina. cl i legno, farina cl i segale, nitrato cli sodio -o di ammonio, ecc., atte a dare consistenza a l prodotto. Si ottengono in. tal modo le comu ni diJJamiti moderne, che si contrnclclistinguono con lettere o numeri. Esse sono p1·cferite alle dinami ti ord inarie perchi: plast iche, meglio resistenti al calore ed all'ossidazion e, e dotate · cli maggiore forza esplosiva; si presta.ho mol to behe per i la vori di m ina. Nei riguardi delle G. e gomme esplodenti, sono però meno d irompenti e JJiu igrosco piche. In molti paesi, per ragioni econ omiche, la n itrocellulosa è sostitHila eia altre sostan7,e organiche n itrate ( legno, paglia, foglie secche, ecc.); sostituzione non consigliabile però dove il consumo è min imo, perchè i p rodotti risultanti non sono troppo stabili e, dopo -poco tempo, si scompongono, dando luogo

37 ad esplosioni. In America per tale sostituzione, sebbene presenti qualche difficoltà tecnica., si adopera l'amido nitrato. Anche la nitroglicerina è spesse volte sostitui ta. con n itrobenzene e con nitrotoluene. Le G . e gomme esplosive vengono impiegate s ia. per scopi civili, ricevendo la rgo impiego specfalmcnte per l'agricoltura, e s ia per usi mi litari. Esse servono partico larmcn te per fran turnare bocche da fuoco e distruggere proietti inesplosi, come pure per abbattere opcr,: d'ar te (ponti, vie, strade ferrate, ccc.) e per altri sva.. riati e molteplici lavori cli mina.

Gelimero. Ultimo R e elci Vandali, regnò nell'Africa settentrionale dal 530 al 534: in quest'anno fu vinto, dai B izantini comanda.ti da Belisario e condotto pri-· gioniero a Carta.gine, dove morl. Gelippo (o Glyky) . Piccolo lago prossimo afta costa. dell'Epiro, a SE'. dell'isola d i Corfù. :\'cl 1084 R oberto• Guiscardo, dopo avere riportala su i Veneziani, condotti da l doge Domenico Selvo, una vittoria, vi fece r icoverare la sua !lotta durante l'i11verno. i\1a per la grande sicc~tà. non era pÙt possibile farla uscire in mare. Il Gu iscardo fu obbligato a costruire una diga per alza re il pelo d'acqua del canale emissario e riuscì in tal modo a p rendere il mare. Senoachè quando la sua flotl>t slava navigando fra Corfù e 13utinlro venne investita da quella veneziana. agli ·ordi ni de l doge Vita le Falicro, che dopo sanguinosa e lunga lotta lo sconfisse completamente. Gell i (Jacopo). Capitano e scrittore militare, n. ad Or betello nel 1858). Scrisse particolar mente su questioni di carattere cavalleresco. Fra le sue pubblicazioni mc-r itano particolare menzione: « Il duello nella s toria della giurisprudenza ll « La stalistica ciel d uello in I talia n el ven tennio 1879-1899 »; « Bibliografia generale della Scherma>>; pubblicò pure w1 « Codice Cavalleresco» che viene tu ttora assai consulta.to nelle questioni d'onore. Gelmi (G-iu.lio). Genera le, n . a Varese nel 1864. Sottotenente ciel genio nel 1887, meri tò la mcd. cli bronzo cli beneme renza nel terremoto del 1908. Insegnò fortificazione a lla scuola d'applicazione d'art. e genio. Partecipò a lla guerra contro l'Austria al comantlo ciel gen io del 14° e poi dc ll' 11° C. d'A. d ivenendo colonnello nel 1916 e meritandosi la med. d'argen to a Peteano ne! .l9 l 7. Dopo la guerra fu al comando d cli' Accademia mii e nel '1 920 andò i n P. A. S . Generale di br igata in A. R. Q. nel 1924, passò nella r iserva nel 1926. Gelone. Ti ranno di Gela (Terranova) e di Siracusa. Conquistò quest' ultima città nel 484 a. C ., lasciando la prima a.I fratello J eronc. Sconfisse nel 480 a Imera i Car taginesi, guidati eia Amilcare, che cadde in bat taglia. Accordò pace ai Cartaginesi fissando come prima condizione l'abolizione dei sacriJìcì uman i. F11 eletto nel 479 Re d i Siracusa e morì nel 472. Gemadar. Parola derivata. dal pcrsia110 « jema >l che significa assemblea. Veniva usata per indicare gli ufficiali dei regg_ indigeni clcll'eseJ'Cito anglo-ind iano, comp resi nei ruoli delle truppe inglesi. Gembloux. Città del Belgio, in prov. di Namur, teatro d i combattimento ( 1578) che appartiene a lla guerra d i F iandra, clura.n te il governo spagnuolo del D ucà


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d'Alba. Un corpo Fiammingo s i scontrò presso G. con le truppe spagnuole: in tesla a queste era Alessanch'o Farnese, che mosse ardito contro la caval!eria fiamminga, la quale, dopo debole resistenza p iegò. Contemporaneamente con la fanteria don Giovanni d'Austria intervenne, e la cavalleria fiamminga, a briglia sciolta volse le spallè, i1,calzata alle calcagna da l!a caval!eria spagnuola. Le fan terie fiamm inghe retrostanti, travolte dalla p ropria cavalleria e da quella spagnuola, furono nell'impossibilità cl i resistere, e vennero sciabolate e trucidate dagli irruenti cavalieri spagnuoli, cbe prepararono ,tlle proprie fanterie una facile vittoria. I soccombenti lasciarono sul campo di G . circa 3000 morti, per-dettero 30 bandiere, i cannoni e gli equipaggia.menti e molti p1·igionieri.

Gemeau (Walbo1trg A ·1<g11sto Pietro). Ge,1erale e scrittore francese (1790- 1868). Prese parte a lle guerr~ dell'Impero in Germania, Spagna, e Belgio clistingueaclosi particolarmente all'ass~clio cli Anversa. Anche dopo la Restaurazione i u tenuto in particolare considerazione, e successivamen,e da ~apoleone III. Nel 1850 h nominalo Coniandante supremo ciel co:po d'occupaziom, di Roma . :N'apoleone III lo nominò senatore. Fra i suoi scritti merita menzione un lavoro (< Sull'organ izzazion:o clell'escrcilo )>.

GEM

in salvo entro le nostre linee un centinaio di nostri, tra cui 5 ufficiali, rimasti prigionieri ?el nemico e custoditi entro una cavern·a s itua ta fra la nostra e la linea nemica, <lopo averne assalito e messo in fuga il corpo cli guai·dia austriaco. Ferito gravemente, seguitò ad incitar,e con parole i combattenti, dando fulgido esempio cli abnegazione e cl i e~oismo (Cima Echar, 15-16 giugno 1918).

Gemello (Cannone) . Una fonderia cli cannoni di L ione (Emery) imorno a l 1690 inventò un carn1one G., composto di due pezzi identici accoppiati, i quali ven ivano sparati a mezzo cli un unico focone, dimoclochè contemporaneamente uscivano due granate. Il ca.nnone G. poteva essere anche ca.ricato con una sbana pieghevole del peso cli 65 libbre la quale, uscendo all'atta dello sparo, s i distendeva prendendo la lunghezza di

circa m. 3,50. Probabilmente questo genere di proiettile servìva, come la mitraglia, per distruggere a brevi .distanze le fanterie in linea, oc! avanzanti in or dini chiusi. Questi cannon i avevano l'anima della lunghezza di circa m. 1,55, ed erano impcn1iati sopra un solo asse $ull'affuslo: non si dimostrarono però pratici, e furono presto abbandonati.

Gemona. Comune in prov. di Udine, sulle pendici del m. Gemina. In antico fu fortificata: r imangono le

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GemelJ! Bruno

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Gemelli (Bruno) . ::V[eclaglia d'oro, n. a ~filano nel · 1895. Nominato soltol. d i complemento nel 52° regg. fanteria, poco. cl;po l'inizio della guerra italo-austriaca, combatlè valorosamente in parecchie località della fronte. Mandato per qualche tempo in Libia, ch iese insi·· stei1temente ed ottenne di ritornare alla fronte europea, e vi giunse in tempo, per partecipare alla battaglia della Bainsizza (agosto 1917). P romosso capitano nel 13° regg. fanteria ( brigata P inerolo) fu, durante la battaglia del giugno 1918, l'eroe ciel ridotto di cima Eehar, sugli Altipiani, che difese tenacemente contro reiterati attacchi n emici, rimanendo ferito e mutilato. Dopo la guerra, fu anima della riscossa nazionale, in Torino, e nelle elez ioni del 1923 fu eletto depu tato a l Parlamento. La motivazione di medaglia d'oro così si esprime: <( 'Comandan te di una compagnia, d iede opportune disposizioni, .mercè le qu'a li fu possibile arrestare nettamente il nem ico. Con trattaccando con la compagnia, sebbene molto decimata, riuscì a riprendere una sezione mitraglia trici, infiiggen.clò all'avversario gravi perdite. · V~duto il com~ndante del battaglione circondato dal nemico e fatto segno a bombe a mano, gli fece scudo ciel suo petto e quindi, con pochi animosi, riusciva a libera rlo. Coadiuvato da un solo caporale, liberò e trasse

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P ianta del Castello di Gcmona

vecchie mu ra con sette porte. Il castello medievale, p regevole opera cli fortificazione, anelò in rovina nel 1511, in seguito a un terremoto. Battaglione A /pini Gemo1ia. Costiluito nell'anno HS,~ o


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Gnr

,ed assegnato al 6° regg. alpini, fu destinato nell'anno successivo a costituire il 7° regg. a lpini. Il 1° ottobre 1889 passò a far parte de ll'8° 1·cgg. Ebbe le cp. 694 , 10• e 71 ". Partecipò alla guerrn italo- turca da.I 1911 al 1913. Durante la guerra 191.5-1918 ebbe in primo tempo anche la 97' cp. Operò dal 24 maggio 1915 al no·vembre 1917 in Val Doi,'11a. (,Carnia). Logoratosi durante l'offensiva. a.u stro- tedesca., fu sciolto il 6 novembre 1917. I l 15 marzo 1919 il bgl. Monte Arvenis costituito dallo stesso 8° regg. alpini, assunse il nome di Gemona.. Per il contegno tenuto dal bgl. durante la campagna, fu concessa al regg. la med. d'argento colla seguente motivafione : « Per il fulgido valore e la granitica tenacia dimostrali in circostanze difficili, su cime impervie ed in mezzo ad inenarrabili sacrifici dai battaglioni Fella, Gemona e Canin riaffermanti ognora le virtù guerriere della for te gente friulana>> (Carnia, 24 'lllaggio 1915 - 6 novembre 1917) ».

Genardini (Archimede). Genera.le macchinista della R . J\ia.rina, n. a Spello 1848, entrato in servizio nel 1862, promosso magg.. generale macchinista nel 1907, collocato in P , A. nel 1911, promosso ten. generale nella Riserva nel 1913, collocato a riposo nel 1919. Fu deco-ra to di med. d 'argen to d i l • classe per il concorso dato ·mercè le sue pubblicazioni all'istruzione del personale addetto a l servizio delle macchine e per il migliora1uento apportato mediante gli apparecch i di sua invenzione al servizio predetto.

GEN

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di scorta d'onore; e) Gendarmeria colonia le; d) Gendarmeria d 'élite o mobile; e) Gendarmeria marittima. La G. fa parte dell'esercito e dipende dal M inistro della guerra, ma fa capo altresì a.i min isteri dell'interno, della giustizia, , della marina e delle colonie; corrisponde ai nostri Reali Carabinieri. T utti gli Stati hanno truppe, con incarichi analoghi a quelli della gendarmeria in Francia e dei Carabin ieri in Italia. Anche nell'esercito dell',a.ntico l'iemonte esistettero reparti di gendarmi, i qllali non si trasfonnarono poi, come in F rancia, in truppe di polizia ma in truppe d i cavalleria di linea. Con Vittorio Amedeo I, vi erano già alcune compagnie d i G. ' che facevano par te della milizia paesana di cavalleria ed erano addette a guardia d'onore dei p rincipi e composte di volontar\. N cl 1683 le Grncl,umc nena Gttardla compagn ie di G. furono riunite in france-se ( 1863) corpo separato e distinto. Nel 1691 vermero formate a lfre compagn,ic d i G. che, 1.mitamente a quelle già esistenti, furono riunite in brigate d i tre compagnie ciascuna, designate co9 i seguenti nomi: -s. A. R., Savoia, Piemonte, 11onferra.to,

Gendarmi. Con,trazione di « gente d'anni », voce derivata dal francese ch e serviva originariamente ad indicare gli uomini d'armc, cavalieri copert i di completa armatura e forniti di lancia. G. furono poi chia:.m ati anche i cavalieri di alcw1e compagnie d'ord inanza, armati alla leggera. SllcCessiva.mente, dopo Carlo VII, i G. rappresentarono in~ Francia la cavalleri a pesante, combattente gener almente a cavallo, qualche voltai a l)iedi, ricoperta completamente di armatura che con-

Gendarmeria del secolo XTX Roma.g-ne : Veliti

Tosca.ha: Guirle

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Gendarmi deL secolo xv .servarono sino ai tempi di Luigi XIII, per quanto essi _già avessero perduto il loro primitivo carattere d i vera t,·uppa combattent~. Ebbero allora particolari incarichi di polizia, di scorta e di guardie• d'onore. Successiva:mente la gendarmeria. fu riordinata nel 1790 e nel 1801 ,e raggruppa ta in legioni, compagnie e _brigate, sia a _piedi sia a cavallo; ordinamento che sussiste tuttora.. Essa comprende le seguenti specialità: a) Gendarmeria dipartimenta le dell'interno, ripartita in brigate, sezioni, -compagnie e legioni ; b) Guardia repu bblicana, vera e propria guard ia del corpo, con compiti prevalentemente

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~ Gcn <larmm'in fran cese dell'epoca napoleon ica


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GEN

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Genct31,,neria del secolo XIX F rancia

Spagna

PortogaJlo

Olanda

.8clg!o

Oidemburgo

A.11s1r1a

Sassonia

Genevois, Saluzzo, Chablais, Faucigny. Nello stesso anno si costituirono altre qua.tiro cp. d i G., composte di emigrati francesi ugonotti, chiamati religionar1. Poco tempo dopo, però, i reparti di G. furono ripart iti in du•~ regg. d'ordinanza di cavalleria che ebbcr nomi di None e di Cavaglià e successivamente di Savoia cayalleria e di Piemonte R eale cavalleria (anno 1692).

d i puro sangue. D i conseguenza per ogni cava llo di r:i.zza d istinta, entrato nell'esercito, esiste un partico'.1re certificato genealogico. Tale uso è stato dapprima adottato in Inghilterra dove la G. ciel puro sangue è descritta nell'apposito « Pedigree », specie d i certificato cli nascita, ché segue il cavallo nei d iversi pa;saggi d i p roprietà.

Corpo di Genàarmeria Piemontese. Costituito il 23 luglio 1800 dal governo repubblicano, su 5 compagnie a cavallo e 6 a piedi. Gli fu affidato il servizio di polizia nelle campagne. Nel 1801 questo corpo passò a far parte de lla Gen<larrneria 1rnzionale francese.

Generai Comando. Così era chiamato 11eJ Granducato di Toscana l'organo principale che stava a capo dell'esercito; fu soppresso dal ministro d 'Ayala, nel 1848, ma venne ripristinato il 10 ottobre del 1851 dal Granduca Leopoldo II. Le funzioni del G . C. erano quel!e del Capo di S . M . dell'esercito, e contemporaneamente quelle ciel comando dell'esercito in guerra e della su<1. organ izzazione in tempo cli pace.

Gendarmeria toscana. Nel 1737 i Trabanti (Grand ucato di Toscana) presero il nome di G., divisa in du~ cp., quella dei Cavalleggeri e quella delle Guardie Nobili ; esse nel 1746 furono riunite m una sola, che si chiamò delle Guardie >i"obili. Gcndarmer·ia Napoletana. Fu costituita nel 1806, sotto la dominazione francese, su tre legioni co1~1prenclenli poco più di 1800 uomini,

Gené (Carlo). Generale, n. a Torino, m. a Stresa (1836- 1890). Sottot. del genio nel 1856, meritò a Peschiera (1859) la n1cnzionc onorevole cd a Borgoforte (1866) la croce d'uff. dell'O. l\> L S. Colonnello nel 1876,

comandò il 6° regg. bersaglieri, indi ebbe il comando della br igata R egina e poco dopo fu d iret tore dell'istituto geogra.(ico m il., nella qual carica fu promosso magg. generale nel 1883. Nell'ottobre 1885 venne nominato comandan:c superiore dei possedimenti italiani in Africa: nell\,prile I 887 tornò in Italia, ebbe il comando della brigata Basilicata, ma. per bi:eve tempo, poichè 1,ello stesso 1887 tornò in Eritrea al comando di un?, brigata delia spedizione S. Marzano. Nel 1888 fu promosso ten. generale comandante la cl ivis. di ;Messina.

Genealogia (dei cavalli militari). La necessità cli tenerè present i nei ruoli dei quadrupedi acquistati da ll'esercito, quei cavalli che per la loro G. 'sono più atti a servizi speciali da sella, ha fatto sì che in tutti i corpi di truppe a cavallo venga prescr itto di conservare i dati riferentisi alla razza ed alla G. dei cavalli, specie se

Generala (Compagnia la) . F ra i reparti cli fan teria dello S,tato Romano, vi er,1.110 anche cp. che clipcnclevru10 direttamente dai colonnelli ed ufficiali supcrio1·i, quantunque avessero il comando <li reparti supe.riori. Fra esse .fu creata nel 1796 la cp. C., essendo i! colonnello, ColoAna, proprietario del regg., c;liventato, gc-nerale. Generalato. Carica, dignit~, grado di gencrnle. Dicesi « Giungere al generalato»; « aspirare al generalato », ecc. E' voce oggi non molto usata nella term inologia militare. Generale. Grado della gerarchia mil. esistente pressò quasi tu tti gli eserciti. Jn massima nella categoria degli ufficia li generali si d istinguono altneno tre gradi, ed anche più. )l"ell'esercito .italiano s-i .b.a1u10 : generali di brigata, di divis ione, di corpo d,armata

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d'ar.111ata., n1a-

rescialli d 'Italia. Al grado di G. cli brigata (immedia tamente superiore a qucJ.lo di colonnello) corr-isponde ii comando ti tolare cli una brigata cli fa11teria od uni t\ equ ipollente delle altre a rmi e specia lità. I distintivi di grado sono rappresentati da una greca d'argento so rmontata da un filetto pure d'argento sul copricapo e d:t una stelletta d'oro in campo d'argento sulle spalline; bavero della giubba cli velluto colore celeste. 5.ino al grado cli C. d i brigata l'avanzamento ha luogo per arma


e per corpo per le armi di fanteria, cavalleria, artiglicri.t• (ruolo combattente) e genio, mentre al grado successivo concorro110 cumulativamente tutti i generali di brigala provenien ti d alle arm i combattenti. Nei servizi di sanità e di commissariato. nel ruolo tecnico di artiglieria e in quello degli specialisti del genio, al grado di G. di brigata corri sponde quello di magg. generale. Sino a quale hc anno fa, a nzi, questo era il primo grado della ca1egoria dei G. anche per le armi combattenti e loro specia lill. I magg. genera li del ruolo tecnico d' artiglicrih, medici e commissari cd i G. cli brigata elci RR. CC. percorrono carriere dist inte. Il G. con1andanle di brigata dipende dircuamente dal comandante della divis., sia per quanto riguarda la br igata, sia per ogni altra incombenza permanente, temporanea od eventuale, specie Ocncrnlc del scc. XV I d i controllo amministrativo, elle dal medesimo gli sia nIfidata. Il comandante di brigata alpina, il comandam~ d'artiglieria, quello del genio, quello superiore di cavalleria (avent i grado d i generale di brigata) dipendono dal comandai1te del corpo d'armata nel territorio del quale hanno sede. li comandante di brigala ha per ufficio di esercitare una continua ed immediata vigilanza sulla istruzione, sulla d isciplina, sul l'amministrazione e sul buon and amento in genere d'ogni servizio elci reggimenti della brigata affidata al suo comando. Egli <leve

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GEx

line; baYero della giubba di velluto color celeste. L'avanzamento a G. di C. cl'.\., è de\'Oluto ai soli G. di divisione. :i\'ei scrviz1 di sanità e cli commissariato, nel ruolo tecnico di artiglieria e in q uello degli specialisti del genio, al grado di G. di d ivis. corrisponde quello di ten. generale. Sino ad alcuni anni fa, questa era !a denominazione per tutti i G. di divis. e di C. d'i\. Il G. d i C. d'A . è il terzo grado dell.t categoria. dei G.; gli è devoluto il comando titolare di w, C. d'A. o di una unità equivalente. Ha come distintivi di grado: greca d'argento sormontata da due filetti pure d'argento su I berretto; due stellette d'oro ed una corona d'argento in campo ' d'argento sulle con trospalline; ba.vero della giubba cli velluto celeste. Come gli altri G., anche quelli cli C. d' A. costituiscono un ruolo unico. Sino a qualche anno fa i comandanti d i C. d'A. aveva no grado di tenente generale. (Per quanto r iguarda i compiti dei generali di divis. di C. d'A. e d'Armata, V. alla voce Comando).

#a11opole

Co11!rospalline

1

2

4 01,1111111'1 del precedente or(l/nomenro: 'I. Gcncl'al" cl' l,scrcilo - 2. Tencmo (:enerale - 3. 'l'c-

Jlf'llll' g('ll. C<llllaJKlanl!'(li)C. d'A. - 4. ;1/ag-gior !,1'11('1'3./e

Generale di

YIIIOrlo .\mcdeo lii

G~ncrah· Pl'll:'Sl:1no dell'epoca napo leonica

studiarsi d i conoscere individualmente lutti gli ufficiali della brigala, specialmen te gli ufficia li superiori cd i capita11i; ed ogniqualvolta gli si offre l'occasione deve portare il contributo della propria esperienza e del proprio sapere per accrescerne 1n. coltura tecnico-professionale. Al grado di G. di d ivisione corrisponde organicamente il comando titolare di una divis. od unità corrispond ente. E ' il primo grado della categoria dei generali èui è devoluto il comando di unità composte delle varie armi. I distin tivi di grado sono: greca d'argento, sormontata da due filetti pure d'argento sul berretto; due stellette d'oro in campo d'argento suÌle spai-

Alcuni generali di C. cl'.\., vengono - sin dal tempo di pace - designat i per il comando cli una armata in guerra. In pace non hanno luogo promozioni al grado di C. d'armata; queste possono essere effettuate solo in tempo di guerra, o in caso di mobilitazione totale o parziale dell'Esercito. La carica. di comandante designato d'armata. è fatta prescindendo da qua ls iasi cons iderazione di anzianità e da qualsiasi norma ordinaria circa l'accertamento dell'idoneità. La. nomina alla carica avviene con decreto Reale, su proposta del ministro pe~ la ~ucrra, seu1i10 il Consiglio dei Ministri. Ai G. comandanti designati d'armata è concesso sullo stipendio del proprio grado un assegno, utile a pensione, pari alla d ifferenza tra lo stipendio in godimento e quello stabilito per il grado di G. d'arma ta . Spellano inoltre loro tutte le altre indennità cd assegni nella misura stabili t1 per il grado di G. d'armata. ~cl caso di cessazione dalla predetta carica, l'uffic iale G. conserva, anche agli ef-


fetti della pensione, il solo assegno in godimento alla d ata di cessazione. Ai G. di C. d'A. ed a quelli di :grado s uperiore spetta il titolo di EcceJlenza. S ino alla pubblicazione della legge 11 marzo 1926, n . 396, sull'ordinamento del R . Esercito, esisteva a nche il grado .di G. d 'esercito, che seguiva immediatamente a quello ·di G. d'armata. La predetta legge ha abo lito tale grado.

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Berretto

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3 . Generale di cllvlslone - 4. Generate di brigata

Al G. di esercito poteva essere affidato ·il comando di un gruppo d'armate. Per i limi ti di età prèvisti per i vari gradi d i generale, V. Età (limiti di). Sino al 1902, i G. (al pari d i tutti gli altri ufficiali dell'Esercito) non portavano distintivi d i grado sulle spalline, ma sulle manopole e sulle maniche. Tali d istintivi consistevano in un numero vario d i strisc iole d'argento variamente intrecciate fra di loro. Durante la guerra europea e s ino all'entrata in vigore del nuovo ord inamento ( 1926) i distintivi furono portati sulle manopole della giubba pe1·chè meno v isibili ; inoltre durante la guerra, sino al 1923, i gradi sul berretto, anzichè metallici, furono d i

•tessuto grigio-verde. I genera.li dei vari gradi (esclusi quelli dei servizi) quando sono in grande uniforme e::I banno comando cli truppe portano una aigrette bianca sul copricapo; tutti poi portano le cordelline. In Francia esistono tre soli gradi n ella categoria dei G. e precisamen te quelli di: G. d i briga ta, G . di div isione, maresciallo di Francia. La cosa, però, p iù formale che sostanziale, perchè, all'atto pratico, il grado di G. di divis., corrisponde a comandi e cariche di importanza assai differente. Infatti a G. di divis ione è affidato il comando non solo cli questa unità, ma anche del C. d' A., dell'armata, del gruppo d 'ar mata, ecc. Nessun segno distintivo particolare viene dato al G. che regge il comando di una unità d'ordine superiore alla div is., a ll'infuori della guarnitura di p iume a l ct>pricapo che è bianca anzichè nera come per gli altri generali. Nella Svizzera non esiste il grado di G. ; vi corrispondono quelli di colonnello brigadiere, divisionario, di corpo d'armata. In Inghilterra la gerarchia degli ufficia li corrisponde pressappoco a lla nostra. Originariamente, la voce G. fu usata solamente come qua lifica aggiuntiva alla design azione di un grado per conferire ad uno dei titolari di. tale grado superiorità sugli altri, s ia. temporanea sia permanente. Fu così che .na cquero i titoli di capitano generale e di colonne!lo generale, che furono per lungo tempo usati in Francia cd in P iemonte e che esistono ancora come qualifiche presso qualche esercito. Solo più tardi il termine: G. passò ad esse.re un vero e proprio grado della gerarchia. Ancora nel 1824, presso l'esercito piemontese: la gerarchia degli ufficiali G . era: maggior generale, luogotenente generale, generale d'armata, capitano generale. Solo dopo il 1848 la denominazione di capitano generale cessò d'esse re usata (V. Gerarchia).

e

Battere la generale (o Suonare la ge11erale). Chiamare con apposito segnale d i tromba o di tamburo, tutti i soldati di un corpo o reparto alle anni. Dare l'allarmi. E' voce ormai no; p iù in uso nel nostro esercito, mentre è ancora conservata nell'esercito francese:. Si suonava la G., i11 altri tempi, anche per chiamare a raccolta d'urgenza un reparto od un corpo accampalo od accantonato che dovesse muovere verso il nemico o trasferirsi in altra località . Generale collaterbze. V . Collaterale. Generale delle Ga.Ze,·e. Carica creata dal re Carlo VIII d i Francia nel 1497, poco dopo la sua cacciata dall'Italia. Era il comandan te supremo della flotta. I l primo che venne scelto a. coprire tale impor tante carica, fu il gen. Pi·égent de Bidoux, eh.e aveva avuto già il comando delle ga !ere cli F rancia durante le campagne del 14941495 . Tale grado molto probabilmente era stato preso

Genérale d'Esereit6 (3 s telle); Generale cl' Armata e Ten. Generale (2) ; Magg. Gene rale (i)

Trofeo d i b erretto per u lllclall generali


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GEN

-appunto dalla gera rchia marinara dell'O rd ine d i San G iovanni, il quale aveva nella sua marina dal 1553 ii ,cap itano G. delle galere ed il luogotenente G. dei vascelli da I 170 I. Genera/,- del ma-re. Titolo e carica creali ,la Cosimo I dei J\Icdici in Toscana, per indica re il 'supremo comando d elle galere ed altre na-vi <la guerra nel 1552. Primo fu il giovane Jacopo VI ,Appiani, signore di P iombino, il quale con apposito contratto non solo assumeva il comando della tlorla, ma anche l'appalto dell'armamento, equipaggiamento, e manuten zione delle navi, col canone amrno di 6000 scud i per galera, o ltre le prede e noli. I l -duca s i r iserva va il dfritto di adoperate per sei mesi all'anno 4 galere per proprio serviz io. Il G. del M . s'impegnava d i pagare integralmente tutto o parte del naviglio a lu i affidato, se perduto per comba!l imento o tempesta. Tale sistema d'appalto rendeva natmalmente assa i prudenti i G . d. kl.; però l'Appiani nei tre à.m1i del suo generalato, s i mostrò scrupoloso, e ·condusse con energia la flotta dura nte la guerra di Siena. Ge,wrale Asclef,ia Gandolfo. 33' L egione della :i\!f. V . S. :K. Costit uita nel febbraio ]92.3 ha sede a Imperia ed è composta di tre coorti, oltre a un .manipolo mitraglieri. ùno automobilisti, uno motociclist i. Una coorte di 300 u. ~ ù1 servizio permanente di frontiera (Ventimiglia). Gcncrnlc Cantore. 32" Legione della M . V. S. N . Coslituita nel febbraio 1923 a Sampierdarena. E' su 4 coorti (Sampierdarena, dove Ila sede il comamlo delh

Istr uzione PreJ'llilllare - 32• Legione

Legione, Sestri Ponente, Busalla, Torriglia. Comprende inol tre una centuria ciclisti, squadra di pronto soccorso, legione premilitare.

Generalissimo. Generale comandante supremo de ll'eserc ito. Non è un grado vero e proprio, ma una sem• plice qualifica per indicare il comandante in capo. Generalizio. Di cosa appartenen te ad ufficiale generale, come di insegne, decorazioni, d ivise cd anche d i onori e f unzioni Gene-roso. Sci.abecco della Marina sarda. Nel 1810 al comando di L uigi Mameli sostenne un sanguinoso combattunento notturno con una goletta corsara, la quale fu ca tturata. Il comandante perdette in questo combatt imen to la vita e lo sostituì il suo secondo Giova.n ni Toras. Gene,·oso. Brigantino (.già della marina napoletana), , varalo nel 1840 a Castellamare di Stabia, rad iato ne! 1863. Aveva un dislocamento di tonn. 474.

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Genève (de L«llin) . Nobile famiglia savoiarda che ha avuto numerosi generali, fra i quali : Tommaso Genève de Lullfo. Genera le del sec. XIVXV. Co1Uandò le truppe che Amedeo VII inviò contro il marchese del Monferrato. ed ebbe nel 13~1 il collare dell'Annunziata. Morì verso ii 1423. Gaspare Genève rna.,-chese dc L11lli1t. Generale (15491619). Comandan te di 4000 svizzeri, si d istinse fra il 1593 ed il 1595. Ten. genera le governatore del ducato di Aosta e della città d i Ivrea ( 1595), ebbe nel 1598 il Collare dell'Annunziata. Comandante di tutte le guard ie del Duca Carlo Emanuele I e poi della compagnia Gentiluomini arcieri, verso il 1615 s i diede alla carriera dip lomatica. Cler-iade Ge11è1•c marchese di lAdli1t, figlio del preceden te. Genera le del. sec. XVII. Capitano de.Ile Guard i~ cli Cavalleria di S . i\ . e poi capitano dei Gentiluomini a rcieri e generale delle guardie svizzere, d ivenne poi rnaresc~allo di campo e collare del!' Annuniciata (1618). Alberto Genève marchese di Lullin, figlio del p recedente. Generale, m . a Thonon nel 1664 . Colonnello generale delle Guardie Svizzere, ma resciallo di campo di S. A .. divenne poi generale della cavalleria della Savoia. Governatore di Asti; ten. generale e governatore del ducato del CJ1iablese, anch'egli ebbe il Colla re dell' Annunziata ( 1638). Genève de Bor-ing/J" marchese di Sa.int- Rambert Francesco Prospero. Generale del sec. XVI. Combattè a San Quintino con Emanuele F ilibeJ:to del quale fu poi uno dei genti luomini arcieri guardie del corpo. Colonnello nel 1584, divenne generale nel 1594.

Genevois. Reggimento provinciale piemontese, formalo nel settembre 1714, con uomini di , milizia provi11eiale dell'alta Savoia. Ebbe da principio nome d i Chablais, cbe cambiò nel 1774 con quello d i Genevois. Prese parte alla guerra di successione di Polonia contro l' Austria (1733-35); a quella di successione cl' Austria, conu·o la F1·ancia e la Spagna ( 1742-47); a quella contro la Francia ( 1792-96). Dopo la pace di Cherasco (1796) ecl in seguito all'annessione d~lla Savoia alla Francia, fu sciolto. Ricomposto nel 1814, venne incorporato, nel novembre 1815, nella brigata d i Savoia. Ge,wvois (Regg. dragoni) . Organizzato nell'ottobre 1689 col nome di dragons verts, che cambiò poi subito cori q uello di dragons 'dii Gencvois. è\el settembre 1774 d ivenne reggi'lltento di cava.Il-i leggeri di S . lv[. Ne1 dicembre 1798, passa to a l servizio della repubblica piemontese, prese nome d i 2° reggimento di cavalle·ria. e poi d i 2° reggùnento dragoni piemontesi. Venne poi sciolto nel 1799. Alla Restaurazione, nel 1814, si ricostituì con nome d i reggimento cavallegge·ri del Re. Implicato nella sedizione niilitare del 1821, fu sciolto il 1° agosto di detto anno. Q uesto reggimento p rese parte alle seguen ti guerre : contro la Francia ( 1690-95) distinguendosi alla battaglia della Staffarda (18-VIII-1690) e della Mar sagli_a (4-X-1693); contro l'Austria. e la Spagna (1696); d i successione d i Spagna (1702-12,) combattendo a Tor ino (7-IX-1706); d i successione di Polonia (1733-35); di successione d'Austr ia (1742-48); contro la Franci:1 ( 1792-96 ; 1799-1800; 1815).

Genga, Comune in prov. di Ancona, sul colle Gen••


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gonc. Possedette un castello, nell'alto medio evo, tenuto dai conti della Genga sino a l 1216, quando i Fabriancsi lo presero d'assalto, G ne ebbero governo e dominio. I . discendenti elci conti fecero ogni sforzo per ricuperarne il possesso, ma solo nel 143i, Contuccio d ella G., ottenute milizie della Chiesa, ricuperò colle a rm i l'avito c,istello cJ1e i Fabrianesi ripresero e devastarono.

Genga Girolanw . Ingegnere mii. di Urbino ciel secolo XVI. Artista un iversa le, fu uno dei p iù insigni ingegneri della prima metà del 1500. Fu impiegato da Federico di Montefeltro nelle costruzion i civili e militaci dello Stato cd a lui si debbono restauri importanti alla Rocca di G rada.ra e alle fortificazioni d i P esaro. Tu capo di una scuola dalla qua le, uscì, fra altri, Berto/omeo Gen.ga, suo figlio. Gettga Simone. Ingegnere mii. del sec. XVI, n. di U rbino, discendente di Girolamo. Fu dopo il 1573 in Ungheria al servizio dell'imperatore nd:assimiliano e dell'arciduca. Carlo d'Austria, per il quale costruì la fonczza d i Gratz; poi al servizio di Datori per cu i costruì la fortezza cli Varaclino. Morì verso il 1595. Con lui lavorò il frateHo Fulvi"o.

Gengis Kan. Condottiero mongolo (1155•1227). Sterminò i Tarta ri della Manciuria, conqu i•s tò la Cina settentrion a le e mosse con 700 m ila u. verso occidente, tutto sottomettendo a l suo dominio, rag&iungendo !a Prussia e l'Adriatico, portando la devastazione in tutti 1 i luoghi ov·e giunse. Divise, prima d i morire, il regno tra i suoi quattro figli. Genio (Arma del). Arma tattica e tecnica n ello stesso tempo; tattica poichè i reparti d i essa possono venir~ impiegati, Ìl1 caso di necessità, come quel li della fanteria; tecnica perchè, costituito com'è da specialità diverse (zappatori, minatori, pontieri, telegrafisti, radiotelegrafisti, ferrovieri), il G. facilita in tutti i modi l'az ione delle altre !\nni. Esso, ùtlatti, costruisce i ripal·i, oppone ali' avanzata nemica ostacoli efficaci, (zappatori e m inatori), ,·regio 111 me1allo per elmello: inter viene spesso con ragg-ruppamemo Genio azione decisiva in alcli Corpo d'Al'mata cune situazioni di guerra (così, ad es. i pont ieri per il passaggio dei cors i d'acqua); facilita i trasporti delle truppe e dei materia li anche in vicinanza ciel nemico (ferrovieri), coordina, sul campo di battaglia, gli sforz1 di tutti (telcgrnfisti e ra -

RlLornellO dell'arma del Genio diotelegransti), permettendo ai Comandi di ricevere le informazioni e di emana re or d ini illuminati e tempestivi. Per le benemerenze già conseguite durante le guerre del nostro R isorgimento e per quelle acqu istate nei d i-

versi episodi della guerra mondiale, bene a ragione l'Arma del Gen io italiana - che aveva già meritato la medaglia d'argento per i servizi resi nella conquista della L ibia - venne decora ta della medaglia d'oro al va lo1·c militare con la seguente motivazione, che ricorda i comp iti molteplici ad essa affidati ed esalta il valore col quale, in ogni circost,n~a, i suoi componenti seppero adempierli : « Tenace, infaticabile, modesta, scavando la dura trincea o gittando, per ogni ponte, una superba sfida al nemico; rinnovando, sotto l'uragano del ferrò e ciel fuoco, i tenui lì.Ii onde passa l'intelligenza regolatrice della battaglia, lanciandosi all'assalto in epica gara coi fanti, prodigò sacrifizi ed eroismi per Lcg;onario- gu ns LaLOre la grandezza della Patria» romano 0915-1918). Divenuto sempre più necessario alle altre Armi ed al funzionamento- dei servizi logistici, per la Si\la opera molteplice, il Genio ha visto, durante l'u ltima guerra, accrescersi i suoi compiti e le sue specialità, aumentare la sua importanza e moltiplicarsi, q uindi, il numero dei suoi reparti, in relazione ai progressi scientifici conseguiti ed allo sviluppo dei mezzi tecnici militari che nè è derivato. Le p rime Unità del Gen io, considerato come arma per sè stante, vennero costituite, negli eserciti europei,

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1730

18 16

1S33

1$48

Uniformi ciel Genio Piomon1ese

1863

soltanto nel secolo XVI II; ma il bisog,no di truppe sp•:.ciaimente esperte di fortificazioni, di ponti e di strade, dovette indubbiamente affcrmars, fin d ai temp i più an tichi, con le prime raccolte di fo lle anna te e con la costituzione dei primi eserciti. Nella stm recente, preg<, volissima Storia delt'Arina del Genio, il genera le Borgatt i ricorda, in propo3ito, te costruzjon i ciclopiche dell'epoca pelasgica, le mura delle antiche città, i nuragh i della Sardegna, nonchè i d ip inti rinvenuti in antiche tombe etrusche raffiguranti guerrieri forniti, oltre che delle solite anni, anche di strumen ti fabbrili. Anche i Greci ed i Fenici impiegarono uno speciale perscnale per le segnalazioni ottiche militari , per l'impiego dei colombi v iaggiatori e per lo fortifica.z ioni. Negli eserciti romani, o ltre ai cavalieri cd ai fanti, si ebbero truppe au silia rie, a lcune delle quali costituite dai << fabri


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Soldali ,101 Gen io {cp. napoleon.1 H (1J. t. 1sa l1)llla 11C!('ll0 d'llaliil

(l ei

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u rnc1a1e e soldato ùen io P i ()IHOllfC$C { I 882)

lignarii n e da i « fabri aerari » che, esperti rispetti,·amcnte nella lavorazione del legno e del metallo, dovevano rappresentare i nostri operai falegnami e metallurgici. Il Liddel, nella sua « Storia di Roma», ricorda le centurie romane d i fabbri, composte di abili operai e tenute in tanta considerazione, che i componenti di esse ,·enivano armati come i fanti, bcnchè tali centurie si costituissero solamente q uando qualche legione doveva indugia rsi in operazioni cli assed io o di <l-ifesa di qualche località; operazioni per le quali riesciva indispensabile l'impiego di esperti operai, apposihmcnte reclu tati. Giulio Cesare accenna, nei suoi Cornmentarii, ai « fossores », che dovettero avere compiti ana loghi a quelli degli attuali « zappatori » del Genio; e, durante l'Impero, specialmente con Traiano e con Adriano, gl: ~serciti dispose ro di uno speciale personale adde tto alla costruzione dei ponti ed usarono spesso - come a vevano già fatto i Greci - scavare vie sotterranee per i p residii delle località assediate o per le s6rprcsc degli .assalitori. Caduto, nell'anno 476, l'Impero romano d'occidente ed iniziatosi il :\Tedio-Evo, le orde barbariche scese ad invadere l'I talia non ebbero e non potevano avere una propria e vera tecnica di guerra. Soltanto col Feudalesimo, col decentramento dell'autorità. regia in quella dei feudatari e con la suddivisione del territorio dello Stato nei possedimenti feudali, ciasr.un signore pensò alla necessità cli dominare le sue terre con un castello forti.ficato, che, in ogni circostanza, gli offrisse un asilo si-curo cd un luogo d i efficace difcs,1. Architetti ed ingegneri, specialmente italiani, si dedicarono allora alla costruzione di castelli, rocche e fortilizie - le cui rovine restano. :tncora, a testimonianza di quel periodo storico, in ogni parte d'Europa - nonchè alla ricerca ed allo studio dei mezzi più atti ad espugnarli od a difenderli. •Così, a poco a poco, l'arte forlifìcato ria cominciò ad affermarsi, per conseguire notevoli progressi nei secoli XIII-XV, quasi esclusivamen te per merito di art isti e di ingegneri italiani. Tra questi - la cui opera -costituì un vanto ed una gloriosa tradizione per la no-stra Patria - vanno specialmente ricordati, oltre a Gu glielmo Embriaco, che diresse l'assedio cli Gerusalemme n ella prima Crociata ( 1099), Leonardo da Vinci, che

Sot1umc1a1~ ,, u mc1a1 r <1e1 ù~nio P lomon1csc ( 1836)

fu architetto militare di Ludovico il i\loro e del re di Fi:ancia; i due Antonio e Giuliano eia Sangallo, il :l,fartini, il Dc Marchi, ~icola T artaglia, il Sammicbeli, Michelangelo Buonarroti ed innumerevoli altri. .Molti di questi ingegneri militari resero nota la nostra fortificazione in tutti gli altri Stati d'Europa, poicbè, chiamati dalla fiducia dei sovrani, seguirono spesso gli eserciti in campo, parteciparono alle operazioni e spesso lascia rono la vita nell'adempimento del loro dovere. Così, ad esempio, Gerolamo P ennacchi, Tiburzio Spannocchi, il romano Saresone, il milanese Giambattista Piatti, il Ferramolino, P roperzio Barocci, ccc. Dal diffondersi all'estero dei principii e delle forme della fortificazione italiana, il Lastrico giustamente deduce « che i Corpi degli ingegneri, che vennero costituiti nel secolo x,·rr presS'o tutti gli eserciti d'Europa e le scuole nazionali rii fortificazione dei varii Stati, dovettero trarre vita) n utrimento dalla opera di quei grandi italiani... ai quali è doveroso che i componenti il nostro G enio militare guard ino con reverente devozione, corn;idcrando la loro memoria come purissima tradizione loro e della stirpe,,. Certo è che dall'efficace opera di tanti ingegni italiani venne affermata, presso i vari esercit i, la. necessità resa sempre più evidente anche dal progredire delle artiglierie - di avere guide sicure e competenti nella concezione e nell'esecuzione delle opere fortifìcatoric : necessità alla. quale si provvide nei secoli XVII e X VIII con l'istituzione di Corpi speciali di ingegneri militari. Cosl si ebbe il sorgere cli un tale Corpo in Francia per opera del Sully, con Enrico IV; si ebbero a Napoli gli « Ingegneri reali »; venne costituito in Piemonte 1m « Corpo reale degli Ingegneri», nel 1752. Se venne cosi provveduto agli organi, che potremmo chiamare direttivi, cieli' Arma ciel Genio, non si reputò ugualmente necessario provvedere anche alle truppe tecniche. Secondo quanto avevano fatto gli antichi, che nell'esecuzione dei lavori avevano impiegato mano d'opera assolda ta e spesso gli stessi prigionieri di guerra - anche durante il medio-evo e nei primi secoli dell'era moderna - le mirabili concezioni degli ingegneri mi litari vennero trndotte in realtà. da operai assoldati per la circostanza. ~ella sua << Storia delle Compagnie di ventura», Ercole Ricotti ricorda che « infino ai tempi dei Comuni italiani, l'arte degli assedi era stata una


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occupazione speciale di uomini, che ven iva no assoldati a giornata o ad opera, senza che p erciò fossero ordinati m ilitarmente». Erano, ad esempio assa i noti, e quindi r icercati, gli operai scavatori (talpari) genovesi. Così, nel 1691, a ll'assed io di Mons - pc! quale dettero la loro opera, sotto l'efficace direzione del Vau ban, ben 60 ingegneri - furono assoldati 16.500 operai borghesi. Uso, questo, non del tutto scomparso, neppure dopo la costituzione d i regolari Un ità del G enio, poichè, specia lmen te pei lavori stradali, innumerevoli operai borghesi vennero impiegati p resso i vari eserciti, anche durante il conflitto mondia le. Soltanto col perfezionarsi delle a rmi da fuoco e col diffonders i di esse, una volta cost ituita regolarmente la Bancli~ra del bn1111.g-lìonc del Genio Lombal'dO {l 848) Artiglieria, si pensò all'istituzione cli qualche reparto di truppe tecniche (p ionieri, gu astatori, rninatori, p ontieri), che alla ar tiglieria appunto venne assegnato, nella convinzione che quest'arma, per il peso del suo materia le, e . p er l'opportunità di tenere i pezzi d ietro adatti ripari, fosse p iù spesso nella n ecessità d i servirsene. Secondo lo Zanotti (< il primo compito degli zappatori fu la costruzione, sotto romana ( 1849) il fuoco nem ico, degli spalleggiamenti e delle batterie per l'Ar.tiglieria. L'abilità ed il coraggio da essi adclimostraio nello eseguire simili lavori, indussero poi gli ingeg!leri militari a farne u n corpo a ·parte e ad impiegarli nell'esecuzione dei lavori di zappa nell'attacco delle p iazze, don ~ d e la denominazione di e< zappatori ll. Ma la costituzione d i speciali Unità di truppe del Genio si ver ificò soltanto in un secondo tempo, n on osi.ante il Vauban l'avesse già proposta, ccl i p rimi reparti Soldato del Genio del Genio vennero, come Piemontese ( 1848-1 863) già si è eletto, assegnati ali' Artiglieria. Così Vittorio Amedeo II di Savoia d isponeva di una cornpagn ia di minatori, il cui ricordo venne, nel 1706, immortalato dall'eroico sacri.tizio cli Pietro Micca - che faceva parte del!' Artiglieria.. Lo stesso si era verificato in Francia, dove il « regg. dei fucilieri del Re ll,

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costituito nel 1671 e trasformato nel 1693 in reggimento,. reale d'Artiglieria, era stato composto di una compagnia cannonieri, una di zappa tori e due di operai. Nella.. stessa Francia, del resto, dopo che nel 1673 erano state organizza te, per cura del Mesquigny, incaricato dello, scavo delle contro-mine nella cittadella di T ournay, prima una e poi tre compagnie di :Minatori, queste, dopoavere formato un battaglione autonomo, erano state destinate ali' Artiglieria . Mentre negli eserc iti non si pensava a lla fo1., nazione-

Ufficlall e soldaf.l del Genio Piemontese (1Sò3)

d i specia li repa..rti del Genio, continuava, invece, la ri-cerca degli ingegneri militari ; per i quali nel 1748 Luigi XV istituì la Scuola di Mezières. Soltanto con la Rivoluzione francese, espatria ti quasi tu tti gli ingegneri. militar i, vennero chiamati, nell'esercito, n el 1793, tutti gli ingegneri di ponti e str ade e furono istituiti, prima. in compagn ie e poi in battaglioni, gli zappatori ed i mina tori a i quali, nel 1801, il Buonaparte, a llora P rimo Console, cbrrcedette una divisa speciale. Nel 1805, prima di iniziare la guerra contro gli austro-russi, che doveva concludersi tanto gloriosamente ad Austerlitz, la e< Gra nde Armée ll disponeva. di · 5 battaglioni zappatori e di ul1 battaglione pontieri, tulli su 9 compagnie; m entre altri due battaglioni pont ieri, ciascuno formato di ben 8 compagi;ie, faceva110 ancora par- ' Solda-10 del Genio fe del Treno di Artiglieria. Du(Grande guena) rante e dopo il periodo napoleon ico i repar ti del Genio ve,mero costituiti presso i divers;, eserciti; nel R egno d i SaFdegna, ciò a vven ne soltanto nel 1816, con un ba ttaglione zappatori formato di 6 compagnie zappatori ed una minatori. D a allora in p<J i, aumen tando Jc necessità e d iffondendosi l'impiego de i mezzi, tecnici -mili tari, l'Arma del ·Genio aumentò gradatamente d 'impor tanza, così che qualche reparto d i truppe tecniche fece par te delle grandi Unità ( divisioni e corpi d'armata} in modo permanente e che, per migliorarne !'istruzione, vennero for mat i i d iversi reggimenti del Genio, corrispondeJ1ti alle diverse speciali ti, dell' Arma. In Piemonte, nel 1848 - per effetto delle riforme introdotte . nell'esercito dal ~farches.e di Villam..rina negli, anni 1831-32 - il Genio era rappresentai.o da 3 compagnie zappatori e da una co~1pagnia 1ninatori; mentre:


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n el 1849 s i ebbe già una compagn ia d el Genio per ciascu na delle 7 divis ioni d alle quali fu composto l'esercito d i campagna. Tutti i reparti del Genio, .d urante la prima guerra per l' indipendenza nazionale, diedero prova di efficace attività nei lavori di assedio intorno a Peschiera, ne l migliorare le condizioni stradali e nel riattare i ponti su l Mincio (ponte di Monzambano, 9 aprile 1848) e partecipando valorosamen te ai diversi fatti d'ar-

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Genio, con le specialità ed i reparti moltiplicati comeimponevano le nuove esigenze, venne chiamata ad offrire, durante il conflitto mondiale, alla vittoria comune un contributo sempre più prezioso, operando e combata tendo su qualsiasi teneno. Nel p rimo periodo della guerra sul fronte ital iano (maggio 1915 - ottobre 1917), l' An11a del Genio raggiunse, infalti, la forza di ben 110.000 uomin i ; nel secondo peri.o do ( ottobre 1917 - novembre 1918) i combattenti dell'Arma superarono i 170 mila uomini, nggiungendo, vale a dire, una forza già egua le ad 1/ 5 della Fanteria . Le compagnie zappatori da 42 divennero 235; le compagnie minatori da 21 raggiunsero il numero di 53 ; quelle telegrafiste da 24 d ivennero 148; le 12 compagnie pontieri e le 12 compagnie ferrovieri s i rad doppiarono. I n complesso, la forza dell'Arma del Genio ebbe, durante la guerra mondia le, un aumento pari a l 125%, rese servizi veramente insigni e potè compiere, ,,on ostante gli accresciuti mezzi di d istruzione, le asperità d el terreno, la lunghezza della lotta, opere vera.mente m irabili. D urante il conflitto mond ia le .furono, infatti, frutto dell'attività preziosa dell'Arma del Genio: le sistemazioni difensive, la rete stradale in vicinanza d el nemico, le teleferiche in montagna; i ponti, spesso costruiti in prescnz(l dell'avversar io con eroica tenacia; le fitte reti telegrafiche, telefoniche e radiotelegrafiche, gli impianti atti ad assicurare l'acqua la luce alle truppe, i baracca.men ti e tutte le altre sistemazioni cli ogn i genere per l'impiego delle artiglierie cli grosso calibro e per migliorare le condizion i di vita d ei combatten ti. In R oma, nell'importante mus~o dell'arma, tutte queste opere vengono ricordate ·con riproduzioni di tr incee e di reticolati, d i batter ie in caverna, cli mascheramenti,

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Bandi era dell'Arma del Genio {1~28)

m i fino a Novara, dove la 3" Compagnia zappatori, dopo a vere costruito la barri-cata d i porta Vercelli, la d ifese il 24 marzo valorosamen te, proteggendo il r ipiegamento dell'esercito. Nel 1855 fecero parte del Corpo d i sped izione sardo in Crimea un battaglione Genio costitu ito da 6 compagnie zappatori e da un drappe llo di pontieri. Nel 1859, p er la seconda guerra per l'indipendenza italiana, le •Compagnie d el Genio erano già 10, riunite in un R eggimen to e si d istinsero in diversi fatti d'armi, come do,•evano distinguers i an che nelle campagne del 1860-61 n elle Marche e nell'I talia meridionale, con, h costruzione di m irabili opere per l'assed io di Capua e cii Gaeta. D urante questa campagna, i componenti l'arn •a d el g,enio riportarono compless ivamente 24 onori.licenze dell'Ord ine militare di Sa voià, 2 medaglie d 'oro, 162 d'argento e 321 med aglie di bron zo a l vale r militare. T rasformatosi l'esercito sardo in R. Esercito italiano ( 1861) ed amalgamatosi con gli ese,citi già degli altri Stati italiani, attraverso gli ordin amenti del 1860, del 1862, del 1864 e del 1865, l'arma del Genio, aumentata d'importanza e fornita dell'ottimo materiale da po nte Bingo, ebbe anch 'essa moltiplicati i suoi reparti. N e l 1860 il Fa11ti anva costituito 32 compagn.ie del Genio, riunite in 2 reggimenti zappatori su 3 battaglioni. Nel 1864 cia scuno dei 7 cor pi d 'arma ta prev is ti sul p iede d; guerra ebbe assegnato 1 equ ipa.ggio d3. ponte, 1 ,p arco telegrafisti ed 1 compagnia del treno. Nel 1866, per la guerra per l' Unità I ta lia na, l'al'ma del genio, con a capo il generale M enabrea, fornì 2 compagnie, 1 equipaggio d a p onte, 1 parco del Genio con 1 compagnia del treno .a ciascun corp_o d'armata, noncuè 1 comp agnia a ciascuna del le 20 division i deìi'esercito rn~olare ed a l corpo d ei volontarii. Dopo a ve re par tecipa to con molto onore (medaglia d'argento a l va ler militare) all'impresa libica, l'Arma del

Monumento ai ca.clut.1 dell' Arma ciel Génio In c asiel S. Angelo a noma delle ga llerie del Grappa, dei lavori d i mina e delle teleferiche del Pasubio e del Col d_i L ana, dei ponti gittati sull'Isonzo nel 1915 e di que lli gittati, atlraverso a pericoli ed a difficoltà d 'ogni sorta, s ul Piave nel 1918, p on ti che permisero all'esercito nostro il con seguimento della vittor ia decis iva . Nello stesso :Museo ve1lgono, inoltre, ricordati gli episodi nei quali l'eroismo dell'Anna del Genio fu a.mmi.rato e le benemerenze furono ricon osciu te sia dai Comand i sia dalle stesse truppe delle altre Arm i. Duran te la guerra anche l' Arma del Genio offrì alla vittoria comune u11 contributo di sangue ve-


-'18ramente p rezioso, perdendo, in complesso, ben 424 uffidal cd 8i80 uomini di truppa delle diverse specialità. O ltre alla medaglia d'oro già detta, l'An na è fregiata d ella medaglia d'oro d i benemerenza per il terremoto -del 1908. L'arma del Genio comprende ( 1929) 11 reggimenti, più un battaglione m isto (Sardegna) più un regg. Pon'tier i e Lagunari, un regg. Ferrovicr.i, due rcgg. Radio.telegrafisti, un gruppo Aerostie ri. L'organico comprend~ 1050 ufficiali, di cui 10 generali. Genio Nava.le. E' uno dei ·Corpi militari della R. :'.\1a.rina, costituito nel 1861. Gli ufficiali del G. N . sono reclutati: a.) fra i giovani in possesso del diploma di maturità classica o scientifica, i quali compiono i loro studi p1·esso la R . Accademia \\"a.vale ( ramo Gen io Na-vale) e presso le Scuole d i lngegneri,t Navale; b) fra 1 Jaureati in ingegneria navale, civile o industriale. Il gra,do massimo nel Corpo del G. N . è que llo di Gene.raie Ispetto re, corrispondente ad Ammiraglio di Squadra e ,1. Generale di C. d'A. L e principali attribuzioni del ·Corpo del G. N . sono: _progettare, costruire, provvedere ,e riparare le navi della Marina Militare, le macchine ~ :gli impianti elettrici cli propuls ione; imbarcare sulle RR . Navi per la dìrezionc e l'esercizio degli apparati motor i, generatori e macchinari ausiliari; dirigere e amm inistrare i lavori degli Ar senali e degli Stabilimenti mii. marittimi per il servizio delle costruzioni navali e delle macchine; vigilare i lavori di competenza del Corl)O eseguiti dall' industria privata ver con to della. R. Ma-rina; d irigere le stazioni d i forza e luce nei Regi Arse11ali e negli Stabilimenti m ii. marittimi; acquistare conscrva,:c cd erogare i combustibili e le n1aterie lubrrfi.canti; p res iedere le Giunte di ricezione e di verifica nei RR. Arsena li. Genio ]11ilitare per ·i lavor·• della. Iifori11a.. Dirige il ·servizio tecnico dei lavori cli costruzione, manu tenzione -e miglioramento dei fabbricati, fortificazioni ed opere idraulid1e della marina militare; promuove le d ichiarazioni di servitù militari e di espropriazione forzata 11ell'interesse della R. Marina; am111inistra tu tti gli im• mobili demaniali e patrimoniali in uso alla Marina Militare. E' costituito da ufficiali e persona le del Genio n1il. posto da l j\lfo1istero della Guerra a disposizio1,1e d i -quello della Marina, 11onchè da funzionari appartenenti -ali' Amministrazione mii. marittima.

Genivolta (ant. lo1.tisolta.). Comune in prov. cli Cremona, tra il :\Taviglio e l'Oglio. Nel I secolo a; C. avvenne presso G. un combattimento tra Romani, Elvezii ,e Rezii. Nel 1135 i Cremonesi lo tolsero con improvviso assalto ai JVIilanesi. Passato poi nei feudi della ch iesa, il vescovo S icarclo da Casalegno ne fece costruire o forse riattare ed ingrandire il castello. Nel sec. XVI ebbe a soffrire per le guerre tra Carlo V e Francesco I. Gennari •(Gi11seJ,pe) . Generale, n. ad Udine, m. a Roma (1840-1922). Volontario in cavalleria nel I859, divenne nel 1861 sottot. dei lancieri. Nel 1866 cornbaitè contro l'Austria : nel 1890 ebbe il comanrlo dei cavalleg,geri di Saluzzo .e ne) dicembre del 1891 quello· del regg. Piemon te Reale cavalleria, divenendo colonnello nel 1892. In P. A. n.e l 1895, passò nella r iserva nel ' 1899 divenendo m·agg. generale nel 1903 e ten. generale nel 1912. Gennaro (Sal7.tatore) . Generale, n. a Palermo nel

1853. Sottot. d 'art. nel 1872, ebbe nel 1902 il comando del 3° rcgg. da costa e nel 1903 la promozione a co-lonnello. Nel .1905 d ivenne direttore d'art. a :Jl.1:essina e nel 190i andò in P. A. Passato nella riserva nel 1911 fu promosso magg. generale nel 1914.

Gennarl GiUseppe

ùe nn"ro Salva1ore

Genola. Comune-·nclla prov. di Cuneo. Durante la campagna delle Alpi, il 4 novembre 1799 vi si scontrarono i Francesi, comandati da l gen. Championnet e gli Austriaci, condotti da l gén. Melas. Il primo cercava la battaglia sperando di completare la d isfatta del nemico, già battu to ne i giorni precedenti, e di provvedere le proprie truppe, che mancavano di tutto, di viveri e d i muniz~oni; la voleva il secondo desiderando di rifarsi degli insuccessi 1Jatiti e cli battere il nemico prima che le sue forze s i foSSj:1·0 r iun ite. I Francesi avanz.avano su tre colonne; Victor su Fossano, Grenier a l centro e Duhesme su Savigliano. Dal canto loro gli Austriaci tenevano col Kain1- le comunicazioni con Torino, mentre Ott e :Mitriwsky dovevano mar ciare su Savigliano, ed Elsnitz portarsi da Fossano su G. Da Fossano infine il Gotteshcim doveva agire dimostrativamente per devia.re l'attenzione dei nemici dall'attacco p rincipale. Di buon mattino si iniziarnno da ambo le pa rti movimenti e primi a scon trarsi furono il Grcnier e l'Ott. Si combatteva già da due ore con esito incerto, quando sopravvenne la colonna lVJ:itrawsky che costrinse i Francesi a ripiegare. Lasciato al collega il compito di inseguire il nemico in ritirala, ]viitrowsky si portò successivamente in soccorso all'Elsnitz, che era alle prese col Victor, nelle immediate vicinanze di Fossano e anche questa volta decise la situazione; il Vidor su ordine del Chainpionnet, 1·ipiegò su Ronchi, e i Francesi, dopo una fiacca resistenza, si ritirarono dietro ::).1:ondovì, dove lasciarono solo qualche · pattug lia in osservazione; essi perdettero circa 6500 u., gli Austriaci poco p iù di 2000. Genova. Città marittima, capo!. della L igu r ia, già centro abitato parecchi secoli a. C. per opera de i L iguri. }'u presa dai Romani nel 222 a . C. e d ivenne loro mu nicipio e porto mii. e commerciale importantissimo. Durante le guerre puniche, una fìotta cartaginese, comandata da Magone, assalì, p rese e distrusse la città (205 a . C.), che tre anni dopo Iu restaurata da Spurio Lucrezio, per ordine del Senato di R oma. Da quest'epoca, andò progressivamente aumentando d'importanza, dominando a poco a p oco tutta la Liguria e spingendosi sino al d i là dell'Appennino. ·Caduto l'Impero romano, venn ~ nel VI sec. in potere dei Goti, pure 111antenendo una certa libertà. All'epoca dei Longobardi; fu presa e saccheggiata da Lotario, 1na rimase indipendente, reggendosi con: proprio governo sin dal sec. · XI.

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Le lotte con i Saraceni determinarono G. all'impresa <li Corsica, di cui si resero padroni nel 1005: parte della Sardegna ( unitamente ai Pisani) conquistarono suc,cessivamente, inseguendo e combattendo i Saraceni fin su Ile coste <lell' Africa Settentrionale. La flotta genovese -corse l:len presto i mari, rispettata e temuta e durante le Crociate Tese grand issimi servigi alle armate cristiane. Quindi fondò fiorenti e potenti colonie nei mari del Levante. La gelosia e la r ivalità con le repubbliche marinare di P isa e di Venezia po,·ta.rono spesso G. in _guerra con esse. •Pisa è vinta e domata: con Venei-ia la lotta ha alternative di successi e di insuccessi, ma entrambe le repubbliche si indeboliscono e i Turchi ne .approfittano per cacciarle dai mari del Levante.

Stemma d l Genova

AnUea bandiera

dl Genova (marina)

Internamente G. si reggeva a repubblica, ma le fazioni- dei Guelfi e Ghibellini prima, e quelJe delle fam iglie potenti po i, ne tormentarono lungamente la v·ita, disperdendo energie immense, e facendo sì che facilmente la Francia,. o i duchi di Milano, ogni tallio ne a vcssero la signorla. I_n principio del sec. XVI però, per il senno di Andrea Doria, nuovi ordinamenti danno a ,Genova quasi tre secoli di tranquillità, sino all'invasione <lei F rancesi del Buonaparte in I talia: tale tranquillità fo solo turbata per opera d i Luigi XIV, per lotte contro. la Casa Savoia, per una breve occupazione imperiale (1747), mentre la 'Corsica si ribellava _e nel 1768 prefeTiva il dominio francese. Genova è sede della 3" divisione mi!. territoriale (II C. d' A. - Alessandria) e del 16° distretto m ilitare. Fu .sede di arsenale mi!. marittimo finchè questo, per opera del Cavour, vern1e trasferito a.Ila Spezia. I. Espug,iazirme di Genova (935 d. C.). E' uno degli -episodii più importanti della l~ga guerra dei Genovesi contro i pirati Saraceni. I i califfo Obeidallah El"Jl,falhdi allestì una grande flotta di legni corsa.ri, la .quale, presentatasi davanti a Genova improvvisamente, .riuscì ad espugnarla facendo grande macello d i uomini ·adulti e trascinando in schiavitù m igliaia d i donne e ·f anciulli, dopo aver saccheggiato e rovinato la città. Ma ·1a flotta ge1;1ovese, che in quel frattempo trovavasi lontana, appresa al r itorno la sventura da cui erano sta ti ,colpiti i cittadini, si diede immediatamente all'insegu imento dei pirati saraceni e raggiuntili presso l'isola del., Asinara, li distrusse ricuperando i prigionieri e il bot:tino. H. Assedio di Genova (1318-1324). Appartiene alle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Ne! 1317, r iusciti eletti capitani e rettori del popolo Carlo Fieschi e Gaspare Grimaldi di parte guelfa, i Ghibellini genovesi fuorusciti, chiesero soccorso ai ghibellini lombardi, e costi-tuito un forte esercito sotto il comando cli Marco Vi-sconti, il 25 marzo 1318, scendendo per la Polcevera, ;,m ossero all'assedio di Genova. I Guelfi, temendo la fu-

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. ria degli avvcrsan, mvocarono l'aiuto delle città guelfe di Italia nonchè del re Roberto di Napoli, il quaole accogliendo subito l'invito si portò a Genova con venticinque galere e grande numero di cavalieri, accompagnato da due suoi fratelli. Con<feritagli spontaneamente la signoria della città per dieci anni, Roberto attaccò vigorosamente i Ghibellini, i quali, già in discordia fra loro non potendo più a lungo resistergli, il 6 febbraio 1319 furono costretti a levare l'assedio. Secondo il barbaro costume delle fazioni del tempo, le case che i Ghibellini possedevano in Genova furono d iroccate e i beni loro confiscati. Poco dopo Roberto, lasciato per suo vicario Riccardo di Gambatesa, andò ad Avignone per accordarsi col papa Giovanni XXII sui mezzi per schiacciare il partito ghibellino in Italia. Appena fu partito, Spinola e Doria scendevano d i nuovo su Genova per terra e per mare rinnovando l'assedio, intanto che la guerra civile fra Guelfi e Ghibellini genovesi si estendeva alle città della r iviera, in mare, in Sardegna, in Provenza e fin nelle colonie del Levante con danno immenso dei traffici e del commercio floridissimo. I Ghibellini cercarono l'aiuto di Castruccio degli Intelminelli, fattosi signore di Lucca, e i Guelfi ricorsero nuova mente al papa ed a Rober to che tornato a Genova, il 22 aprile 1324: ottenne la rico~ferma della signoria della repubblica per altri sei anni. ·La guerra durò an'cora alcuni anni, finchè nel 1331 i Ghibellini, impossibilitati dalla ostilità dei Guelfi. a rientrare in città e con.siderando il pericolo della patria per causa dei Veneziani e dei Catalani che scorrevano il mare ai suoi danni, chiesero una tregua di quattro mesi, concorda ta poi per un anno, ed eletto arbitro della pace il re cl i Napoli, Jquesti la stabiliva il 20 settembre 1331, lasciando ai fuorusciti libertà d i rimpatriare. Così, dopo tredici anni di guerra civile, la pace fu con-elusa e solennizzata con grandi feste.

III. Tumulti di Genova. Comprendono la interminabile serie d i lotte intestine a vvenute per la supremaz-ia ,nel governo della cit=tà, prima tra le fam iglie nobili degli SpiCapttano genovese d el sec. XV nola e Doria (ghibellini) e dei f ieschi e · Grimaldi (guelfi); poi, quando con la istituzione del dogato queste furono escltlse dal· go.verno, tra le famiglie patrizi<; e le potenti popolane degli Adorno e dei Fre:goso e tra queste fra loro. Così, sacrificando la libertà ,.e la potenza della patria alla soddisfazione di sopraffarsi a vicenda, nel secolo XV costrinsero la città ad assoggettarsi al re d i Francia, alternando poscia il dominio straniero con la lotta interna delle sue famiglie più potenti. IV. Insurrezione di Genova (1435). Dopo la. vittoria di Ponza, il duca di Milano Filippo Maria Viscon ti, signore d i Genova, volle trar ne a sè tutto il benefizio,

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con grande dolore dei Genovesi che si vide,:o tolto . il frutto della battaglia. Già rnal disposti a tollerai:e il governo visconteo, divenu to ormai p,:epotente e t irannico, i più animosi congiurano di liberare la ci ttà e cogliendo l'occasione che Opizzino ò' Alzate governato-re di Genova pel duca, veniva sostituito· da Ermes T rivulzio, i congiurati occupano la porta di S. Tommaso, e Francesco Spinola, uscito per la città con i suoi armati, in un lampo solleva tutta la popolazione in arm i. Sorp resi da questa sommossa improvvisa, l'Alzati e il Trivulzio tentarono salvarsi con la fuga : l' .t\lzati, 1·aggiunto, fu preso e fatto a pezzi, il Trivulzio ebbe salva la vita cedendo il Castelletto dove erasi ri fugiato. V. Assedio di Genova (1458). Appartiene al periodo

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Nave genovese ciel s ec. XV di lot te intestine tra le famiglie Adorno e Campofregoso. Alfonso V d'Aragona, desideroso di farsi signore d i Genova, cercava di sfruttare le lotte intestine che funestavano '1a città e durante il dogato d i Pietro Campofregoso prese a. p roteggere gli Adorno. Questi con una flotta napoletana, comandata da Bernardo Villamarino, tenta rono nel 1455 un colpo cli sorpresa contro Genova che n on riuscì, ma, continuando· le ostilità. e disperando di poter resistere p iù a lungo, il doge Campofregoso credette d i poter salvare la repubblica assoggettandola (1458) a Carlo VII cli Francia, il quale, accettata l'of~ ferta, mandò come governatore il principe Giovanni, figlio dell'ex - re di Napoli Renato d'Angiò. Allora il re Alfonso, maggiormente irr itato per questa scelta, inviò una flotta di 50 navi, comandate da Bernardo Vilfa.marino, contro G. e nel frattempo unì a ltre sue milizie a -quelle messe assieme dagli Adorno e dagli altri fuorusciti, facendo assediare 1,;L città anche da parte di

50 terra. I Genovesi si accinsero a una valida difes,;L e il duca G iovanni d'Angiò e Pietro Campofregoso miseroogni impegno 'per resistere al la tempesta. :Ma, giunta la notizia della morte di Alfonso V, la flotta assed iante si sciolse e parte tornò a Napoli, parte a Barcellona. Anche l'esercito di terra tolse l'assedio e la città fu libera, VI. Attacchi d·i Genova ( 1459). Appartengono ad uno dei periodi di lotte intest ine della repu bblica di Genova. Dopo la -morte di Alfonso V d'Aragona, Renato d' An_giò e suo figlio Giovanni, governatore d i Genova, credettero giunto il momento di r itentare la conquista del regno napoletano. A sua volta Don Ferrante d'Aragona, succeduto al padre Alfonso V, pensò di creare imbarazzi ai Francesi in L iguria servendosi dei malcontenti del loro governo. A capo di costoro si mise l'ex doge Pietro di Campofregoso aiutato dal re di Napoli e se-· gretamen te anche da D'ra11cesco Sforza duca· di Milano. Con le truppe ,c he potè radunare, il Campofrego"° nel febbraio del 1459 marciò su Genova, ma, respinto, si. ritirò a Chiavari in attesa di occasione_ più propizizia. Intanto l'an1miraglio napoletano Bernardo Vil lamarino,, inviato da Don Ferrante con una piccola flotta, vi-ste le galee genovesi pronte a dargli addosso, se netornò addietro. Nell'agosto dello stesso anno, giunte· a Genova 12 galee, mandate da Renato d'Angiò, il. principe Giovanni unitamente alle 10 galee genovesi: e a tre vascelli fece vela per :Porto Pisano. Allora Pietro Campofregoso, creduto giunto il momento opportuno, nella. notte del 13 settembre assalì improv-visamente la città e scalate le mura vi si introdusse se- , guito da alcune schiere dei s uoi. Fatto giorno, il popolo, non si mosse in suo favore, come egli sperava, ed i suoi. seguaci, affrontati dai Francesi, si perdettero d 'animo e · si sbandarono; egli stesso, inseguito, fu preso ed u cciso. VII. So'11Zmossa di Ge11ova (1461). /\ cagione delle· gravi imposte con cui Giovanni d'Angiò opprimeva ;cittadini e le prepotenze che andavano commettendo le sue mi lizie, il malumore contro i Francesi andava sem-pre più aumentando, finchè il 9 ri1arzo il po1Jolo si levò. in armi e costrinse il luogotenente regio a ritirarsi nd Castelletto. Allora entrarono in città l'arcivescovo Paolo da. Campofrcgo~o e Prospero Adorno, con una massa d i villani arma~ e forzarono i Francesi a rifugiarsi nel Castelletto. Intanto tra gli Adorno cd i Carupofregoso, era sorta una grave qontesa, risolta poi con la elezione a doge di Prospero Adorno. Dopo ciò i cittadini s i die-dcro vigorosamente ad assediare il ·Castel'letto e chiesero aiuti a Francesco Sforza duca di Milano che non aspet• tava altro per cacciare i Francesi da Genova, cd inviò, gran numero di armat i e danaro per l'impresa. ~el frattempo l'arcivescovo Pa.olo dì Campofregoso, essendo, caduto in sospetto, era stato costretto a riti.raTSi. Ma, quando giunse la notizia che Carlo V1I d i F rancia inviava contro Genova 6000 soldati per ten-a e Renato d'Angiò era in viaggio con sette galeazze, il duca. di" ìVIilano fece tornare a Genova l'arcivescovo e indusse Marco Pio, signore di Carpi, a marciare in a iuto dei Genovesi. Giunti nel luglio a Sampierdarena i FraJicesi, tra cui trova.vasi lo stesso re R enato, posero Eassedio, alla città e si ebbero vari assalti e combattimenti, dai quali i cittadini, capeggiati dall'arcivescovo e dal doge,_ si difesero sempre con valore. Il 17 luglio, durante un combattimento generale, giunsero a Genova. tre capitani_ .s forzeschi e cioè Ca.rio Cadamosta da Lodi, Giorgio Dal--


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nel secolo XYII matino, detto Ta1·gbctta, e Nicolò Epirota, i quali d iedero a credere che fosse imminente l'arrivo di un importante rinforzo di gente inviato dal duca di l\filano. A tale notizia i Genovesi proruppero in alte grida di allegrezza. « Viva Sforza, Viva il Duca >J, memre i Francesi atterdti si davano alla fuga. Insegu iti dal popolo ne rimasero uccisi più di 2500 e mollissimi furon fatti prigionieri. Liberata la città dagli stranieri, si riaccesero le antiche discordie: Prospero Adorno fu cacciato da Genova e sostituito ne l dogato da Spinett,i da Campofregoso. Renato d'Angiò, persuaso di non po ter più conservare il Castelletto, per accrescere le dissenzioni cittadine, lo cedelle ad un altro Campofregoso, cioè all'ex doge Lodovico, in favore del quale anche il cugino Spinetta abdicò. VIIT. Occ1,pazio11e d·i Ge1wva ( 1464). In seguito al!c persecuzioni usate dall'arcivescovo Paolo di Campofregoso, il· quale cacciato il cugino Lodovico s'era fatto proclamare doge di Genova, molti cittadini del partito avversar io si erano r ifugiati a 1'1ilano ed avevano sollecitalo l'intervento di Fr.ancesco Sforza. Questi, dopo aver ottenuto dal re di Francia Luigi XI la cessione dei suoi diritti su Genova, il possesso di Savona e delle altre terre della Riviera d i ponente, prèpara to il terreno, mandò contro Genova un esercito che, unito alle milizie raccolte dai fuorusciti, il 19 aprile 1464 ottenne facilmente di impadronirsi della città. L'arcivescovo fuggì e cercò di mantener viva la lotta dal di fuori, ma senza r isultato. Poco dopo 24 ambasciatori genovesi si recarorro a Milano dove forono accolti con straordinaria magni.lì-

ccnza e g iur·arono Ieddtà al duca in nome della loro città. IX. Moti di Gen<r<1a (1476-1478). Dopo la v1s1ta alla città di Genova fatta dal duca di l\filano Galeazzo Maria Sforia, questi, poco soddisfatto della accoglienza ricevuta, ord inò che fossero aumentate le fortificazioni del Castelletto, prolungandole attraverso la città fino al mare, allo scopo di dividere Genova in due parti e dominarla meglio con la guarnigione. Ciò produsse vivo . malcontento fra i Genovesi, che presentarono istanze al d uca per far sospendere i lavori. J\ccoi-tisi però che i loro ricorsi erano vani, scacciarono a viva forza gli operai e fecero sapere allo Sforza che le opere da lui ordinate erano contrarie alle convenzioni stipulate nel 1462 tra suo pad re e la città. Ga leazzo Maria, non sentendosi forte abbastanza per punirli, finse di accondiscendere alle ragioni espo;;tegli e fece cessare le costruzioni intraprese. I Genovesi però vivevano in continuo sospetto, e di qutsto stato d'animo approfittò Girolamo Gentile, giovane e r icco mercante per organizzare una insurrezione che scoppiò nel giugno 1476. I ribelli erano già padroni della paxte della città, quando il governatore, riunito il Senato, riuscì con belle maniere ad arrestare la sommossa ed a tenere all'obbedienza la maggior parte della cittad in anza. Il Gentile, visto fallito il suo piano venne agli accordi e si ritirò dopo aver avuto la promessa del perdono generale per tutti gli insorti. Poco dopo, morto Galeazzo Maria Sforza, i Genovesi capi ta.nati dai Campofrcgoso, unitisi ai fratelli Matteo Obietto e Gian Luigi Fieschi, proruppero in aperta ri-


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bellione e costrinsero il governatore a rinchiudersi nel Castelletto. Informata di tale sedizione, la duchessa Bona di Savo'ia, reggente il ducato d i M ilano per il ùglio minorenne Gian Galeazzo, mandò contro Genova, per doma re la r ivolta, 12.000 uomin i al comando di Roberto da Sanseverino, al quale si unl pure l'ex doge Prospero Adorno, allora confinato a Milano. Questi, aiuta to da quelli della sua fazione, dopo qualche scaramuccia riuscì a calmare gli animi dei popolani, a trattare di pace ed entrare in Genova, dove annunziò al popolo che il duca di · M ilano avrebbe perdonato a chi deponesse subito le armi. Così la città tornò alla quiete e riconobbe la signoria d i Gian Galeazzo Sforza, giurando fedeltà il 9 maggio 1477. I ribelli andarono in esilio e Prospero Adorno rimase governatore di Genova in nome del giovane duca di Milano.

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t:::::::::::===:!:= = =l La bU Ltaglln dl Genova nel 1507 Dopo qualche ten1po l'Adorno cominciò a mostrarsi più sollecito d egli interessi dei suoi concittadi ni che d i quelli del duca di Milano e intavolò segrete trattative col re di Napoli Ferdinando I cl' Aragona, che ad istigazione d el duca di Bari Sforza :Maria, zio di G ian Galeazzo, voleva ostacolare i Milanesi a soccorrere Firenze. Ma tanti intrighi non sfu ggirono a lla d uchessa Bona, la quale mandò a Genova il vescovo di Como per deporre -I' Adorno e prendere nelle sue mani le redini del governo. Allora l' Adorno raccolse i suoi partigiani e sollevata la città, il 25 giugno 1478, costrinse le milizie milanesi e il vescovo di Como a rifugiarsi nel Castelletto e quindi assunse 'il ' titolo di doge. In suo aiuto accorse subito Roberto da Sanscverino con gente armata, men tre l'ex doge Lodovico da Campofregoso gli conduceva sette galere napoletane. Intanto l'Adorno e il Sanseverino armarono mol_ta gente e attesero l'esercito

52milanese, il quale, condotto da un capitano inesperto, Sfo.r-za Visconte, valicò gli Appennini e calò alla volta di Genova. Il Sanseverino, fo1gcndo di avere in tercettata una. lettera scritta da :Milano al vescovo di Como, nelle quale si prometteva il sacco di Genova ai soldati e s'ingiw1geva di togliere ogni privilegio ai cittadini, leggendola in pubblico eccitò talmente l'animo dei Genovesi, che, condotti dal Sanscverino medesimo contro l'esercito nemico, il 7 agosto 1478, lo misero i,1 rotta e fecero gran numero di prigionieri. Dopo questa disfatta Genova fu perd uta. per sempre dalla. casa. ducale degii Sforza. X. Battaglia di Genova (1507). Appartien e alle guerre di Luigi XJI di Francia in I talia. V'era a -Genova guarnigione francese a sostegno della nobiltà, ma la parte popola re, appoggiata dal papa e dall'imperatore, proruppe in ribellione armata nel marzo, prese il Castellaccio passandone a iii di spada i difensori, e ridusse la guarnigione francese a rifugiarsi nel Caste lletto. Luigi marciò allora con 50.000 u. sulla città per ridurl:i aU'obbedienza: a l servizio del re erano il duca di Ferrara e i marchesi di }.l!antova e del Monferrato. L'armata reale valicò senza contrasto gli Appennini e il 23 apuile e ra concentrata a Pontedecimo, con avamposti a Rivarolo : la flotta francese bloccò la piazza dal mare. Le milizie genovesi uscirono dalla città e collocarono un corpo presso la L anterna, riunendo in tre gross i battaglioni le loro forze principali presso il Castellaccio. Il re di Francia schierò le sue forze col centro a Rh•arolo, la sr. sui colli d i fronte al Castellaccio, la dr. a Sampierdarena. li primo attacco partì dalla sr. francese, e subito dopo le truppe del centro mossero contro le forze principali genovesi. Sotto l'impeto delle agguerrite truppe reali, le milizie cittadine non ressero, e, dopo breve resistenza, presero la _fuga rifugiandosi in città, dopo di avere perduto 1400 uomini. XI. 8011,bardamento di Gen<YUa (1684). Appartiene alla. guerra d i Luigi XIV contro Genova e fu operato da una flotta francese (14 vascelli, 20 galere, 10 bombarde e molte navi m inori) agli ordini dell'ammir. Seignelay. Per 10 giorni ( 18- 28 maggio) la citt/t fu sottoposta a u'1a pioggia di bombe (ben 14.000) che recò gravi danni , tuttavia la città soccorsa anche d a U 'll corpo spagnuolo inviato dal vicerè di }lilano, resistette, e la flotta fr::incese dovette ritirarsi. Poco meno di un anno dopo però la repu bblica si umiliava a Luigi XIV, inviando il suo doge a Versailles per sentirsi dettare le condizioni della I}ace. XII. ltisnrreziotie di Genova ( 1746). Appartiene alla guerra. per la Successione cl' Austria. La repubblica, irritata pcrchè l' Austria aveva ceduto il marchesato d i finale al re di Sardegna, si schierò con F rancia e Spagna, ma i rovesci degli alleati nel 1746 por tarono gli Austriaci a divenire padroni di G., mentre l'esercito fran co-ispano si ritirava in Provenza. Il comandante austriaco a Genova tollerò vessazioni e soprusi d'ogn i sorta a daMo de i cittadini. gli animi d ei quali divennero a Ila,] segno inaspriti, che bastò una scintilla per far divampare la ribell ione. Il Botta faceva lavorare febbrilmente a disarmare le fortificazioni della città per mandare artiglierie agli Austro-Sardi sul Varo. Il 5 dicembre, un grosso mortaio, trasportato dagli Austr iaci, nel rione Portoria affondò nella strada, e per disin-


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l i bombardamento rli Genova operato dai Francesi nel 1684"

cagliarlo i soldati obbligarono i cittadini a prestare loro man forte. Corsero mormorazioni, e un ufficiale incominciò. a bastonare i restii. Ad un tratto, un ragazzo quindicenne, G. B. Perasso, detto (<Balilla», scagliò un sasso contro l'ufficiale, e questo fu come il segnale per la rivolta. La quale s'ii1iziò con una fitta sassaiuola che mise in fuga il drappello affaccendato intorno al mortaio, e d~lagò per tutta la città, attraverso mischie furibonde durate cinque giorni, e terminate con la fuga del generale Botta e dei suoi oltre l'Appennino, dopo di avere abbandonato 4000 prigionieri nelle mani del popolo genovese e averne perduti altrettanti fra morti e feriti. XIII. Assedio di Genova (Guerra della Rivoluzione Campagna d'Italia 1800). La città contava allora 100 mila abitanti, e le sue forti,ficazioni consistevano in due cinte bastionate; la prima sai iva dalla riva al fori e dello Spero-ne, e costituiva una specie di triangolo isoscele la cui base era formata dalla congiungente fra la foce della Polcevera e quella del Bisagno; era difesa da 7 forti dei quali 3 a Est, 3 a Ovest e uno, quello dello Sperone, a N orci; esso dominava tutte le altre opere ed era dominato dalle lunghe e scoscese dorsali di }.fonte Spino e di Monte Pelato. La seconda cinta, irregolarmente basi iona ta, costituiva il corpo della piazzafor te, ma a quell'epoca, per l'allargarsi dell'abitato e per essere stata da parecchio tempo trascurata, non aveva più che uno scarsissimo valore militare. Il Jvlassena, appena il Melas fu riuscito a spezzare il fronte francese e a tagliarne le comunicazioni, riunite le forze rimastegli' dopo lo scontro di Voltri, in tutto

circa · 12.000 u., le dispose intorno alla città, in maniera che esse potessero darsi in ogni evento scambievole appoggio. In città poi, ove situò la riserva al comando del gcn. Poinsot, riorganizzò la Guardia Nazionale, affidandole la sicurezza interna e il servizio delle artiglierie nei forti. Intorno alla città il Melas, che comandava le tn1ppe austriache, colla mass.a maggiore verso la Polcevera, dove il nemico avrebbe avuto rnaggiore interesse ad att-.ccare per ristabilire le perdute comunicazioni, dispose la divisione Schellenberg a Coronata e Sampierdarena, Vogelsang con 2 briga te a difesa delle valli di Rivarolo e Taggia, altre due brigatecomandate dall'Hohenzollern si stabilii-ono su Monte Creto, fra. la riviera di levante e quella di ponente, e Gottesheim, infine, occupò il terreno fra Monte Fascia e Nervi. Da parte di mare il blocco era strettamente mantenuto dalla squadra inglese comandata dall'armnir. Keith. Fra· i vari d istaccamenti delle forze assed ianti. che pu re contavano oltre 40.000 u. agli ordini diretti del gen. Ott, rinforzati da numerose bande armate di contadini che il gen. d' Aspre · era riuscito a fare in~rgei·e, d ifficili erano le comunicazioni, data la scarsa viabilità. R itenendo eccessivamente estesa la linea, il generale M elas decise di restringerla e il 23 apr-ile attaccò Sanpierdarena. Il tentativo sembrò riuscire sulle prime; ma un contrattacco dei Francesi, rinforzati dall'acco:·rere del gen. Poinsot colla riserva, valse a. ristabilire 'la situa~ione: gli Austriaci perdettero 400 prigionieri. Rivarolo però fu occupr>to, mentre la posizione ciel Diamante riusciva a respingere l'attacco clell'Hohenzollern,


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e il }liollis riusciva a strappare al Gottesheim le posi.zion i di monte Proi alla testata dello Sturla. J.a notte sul 30 aprile gli Austriaci, di concerto co!l'ammir. inglese, disposero un nuovo attacco per conquistare mtte le opere esterne della difesa; lo sforw m agg iore doveva gravitare sul fronte Orien tale, contro le posizio ni di Forte Quczzi, Madonna del Monte e San 2-lartino d'Albaro. coll'appoggio delle artiglierie navaE. L'a1.ione ebbe inizio poco prima dell'alba. L'altipiano dei Due F ra telli e fo rte Quezzi furono conqu istali di primo impeto, i forti del Diamante e Richelieu furono circondati, i rovesci di }fonte Ratti, )fonte Fascia e Madonna del Monte caclclcro nelle mani degli Austriaci. l\fa il 1\fassena, assicuratosi che il nemico non avrebbe s,·olta azfone alcuna contro la fronte occidentale, aveva r iunite le proprie truppe per il contr:ittacco. Il genernle Soult ebbe ordine di riprendere i Due Fratelli, con ,, bgl.; :\1a!<sena stesso con un bgl. marciò verso Albaro in rincalzo al )Iiollis, mentre d' Arnaud doveva sostenere l'attacco principale fra San :Martino e Quezzi. Le posizioni occupate da l Gottcshcim furono subito riprese;

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55 dovettero la propria salvezza ai contrasti sorti fra i Genovesi partigiani del nuovo stato di cose e quelli che sostcncv:rno quello pa.ssato. I l 31 maggio il gen. Ott propose una capitolazione onorevole, mentre l'ammiraglio Keiùt, con un violento bombardamento, minacciava la città di distruzione. Il Massena, nella impossibili tà di resistere ulteriormente, consentl a cedere la città, ottenendo in cambio la facoltà di ritirarsi con tutte le sue forze. Il gen. Ott che, in vista dei successi che intanto stava ot tenendo Napoleone, il 31 aveva avuto ordine dal Melas di togliere l'assedio e di r itirarsi, aderì a tulle le richieste del :llasscna, e il 4 a sera la capitolazione fu fir mata a Cornigliano. li S giugno 1500 Francesi si imbarcarono su mwi inglesi per essere trasportati ad .\ntibo, mentre il resto della guarnigione, cfrca 8500 u., raggiunse la Provenza per la strada litoranea, agli ordini del gen. J\l!ioll is. Dopo Ylarengo, i Francesi (gen. Sucbct) r ientrarono in G. e il comandante austriaco (Holtenzollern) sgombrò la piazza in seguito alla convenzione di Alessandria, mentre la flotta inglese abbandonava il porlo. XIV. Conve11zio11c tra Francia e Genova (24 febbraio 1804). I l governo genovese fornirà a!Ja Francia 4 mila marinai d'wt'età non inferiore ai 20 anni, nè superiore ai 45; la Francia non segnerà la pace coll'Inghilterra, se questa non riconoscerà l'indipendenza della R(lpubblica ligure .. La presente convenzione fu confermata a Genova nel 23 o ttobre dello stesso anno, obbligandosi Genova a 'tenere 6 mila marinai a disposizione di Francia, oltre le sue darsene, cantieri, arsenali e porti, sulla promessa da parte di Francia di procurarle alcuni vantaggi comrncn:iali, di far rispettare la sua bandiera dagli Stati barbareschi, ecc. In fona di questo accordo Genova rimase alla rnercè di Francia. Trattasi d'una effettiva presa di possesso: l'ulteriore riunione della Repubblica ligure atrlmpero francese (giugno 1805) non sarà che la proclamazione del fatto.

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P1an1a dl Geno,·a nel sec. XVII 1>it1 di fficile fu la riconquista di forte Quczzi, saldamente tenuto dal Frimont. Un primo attacco, fallo dalla brigata Thiébaut, fu respinto; riuscì invece il secondo, condotto dallo stesso Masscna e sostenuto dalle truppe del .gen. Hcctor, rese disponibili dopo aver ripreso il Forte Ratti. Il Soult intanto, che da forte Sperone attendeva il decidersi delle operazioni in corso, appena fu sicuro della vropria dr., marciò sulla cresta dei D ue Fratelli, e, sostenuto dal presidio del forte Diamante, riusci a impadronirsene. Ne! vano tentativo gli Austriaci perdettero 4000 u. e molte bandiere ; il M assena, rientrando a sera in ci ttà, portò scco le scale preparare dal nemico per dare la scalata alle mura, e le lasciò ai cittadini che le diedero alle fiamme per festeggiare la vittoria ottenuta. ).fa il blocco si faceva di giorno in giorno più severo, e, quantunque il ::c\fassena colle azioni della Coronata, d i M on te Fascia e di M onte Creto avesse tentato di alleggerirne la ,pressione, la situazione si andava facendo critica per la scarsezza dei viveri, delle munizioni e di ogni altra cosa necessaria a sostenere l'assedio. In città il partito conservatore riprendeva co raggio ; nel maggio un tentativo di rivolta fu soffocato a stento; il 30 la sommossa sc~ppiò aperta, e i Francesi

XV. Presa di Genrn,a ( 1814). In seguito all'offensiva delle armale alleate in Italia, contro le truppe di Eugen io di Ilcauharnais, la città di Genova fu messa in istato d'assed io il 1° aprile. La. flotta inglese, paclxona del mare, bloccava il porto e incrociava sulla riviera, proteggendo l'aYanzata delle truppe alleate di cui facevano parte 6000 napoletani. I distacca.menti .francesi che occupavano le riviere ripiegarono verso la città, della quale aYeva il comando il gen. Fresia. li combattiment:, più serio avvenne il 17 aprile, presso il lido d' Albaro: quivi lord Beutink, appoggiato dalla flotta, e -disponendo di '12.000 u., àttaccò risolutamente le posizioni francesi, rigettandole in città, dove frattanto il popolo si era sollevato, inalberando i,] vessillo genovese. I Francesi dovettero cedere, e il 20 capitolarono uscendo con armi e bagagli e ritirandosi in Francia. Il Congresso di Vienna non ricostitul l'antica repubblica, ma uni G . agli Stati Sardi, dei quali segul da allora le sorti. Genova. Reggimento Genova Cavalleria, costituito il 26 genna io 1683 da Vittorio Amedeo II e -denominato Dragoni Bleu. Ebbe in origine sei compagnie, aumentate ad otto nel 1684 cd a dieci nel 1703. X cl 1706, dopo la battaglia di Torino in , premio della sua condotta, fu chiamato Dragoni di Sua Altez1,a e nel 1713, salito al trono di Sicilia il duca di Savoia, fu detto dei Dragoni


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di Sua Maestà o Dragoni del Re. Dopo aver subite successive variazioni nei suoi organici negli ann i 1733-1774 e 1796, nel 1798 fu designato q uale 1° regg. di cavalleria e nel 1799 fu denominato 1° regg. Dragoni piemontesi. Nel 1800 fu sciolto e nel 1815 nuovamente costi-

Stenclardo del « Dragoni Bleu »

tuito col n o,ne D ragoni del Re. Disciolto di nuovo nel 1821, un suo distaccamento fo1·mò il primo nucleo del regg. D ragoni del Genevese, insieme a riparti del reggimento Dragoni della Regina. I l 3 gennaio 1832 il regg. Dragoni del Genevese cessò di appartenere alla specialità dragoni ed assunse per la prima volta il nome di Genova Cava,lleria; fece pa.rte prima della 2• e poi della 1• brigata di cavalleria . Nel

56d ice: « Per la segnalata p rova di zelo, fermezza e coraggio che due squadroni di questo Corpo hanno dato nella pianura di Mondovì, atta ccando un Corpo d i D ragoni e d i Ussari nemici infinitamente superiori in numero, rovesciandoli e d isperdendoli,, dopo averne uccisi, feriti e fatti prigionieri buona parte, facilitando così la ritirata della Fanteri<li del Re che au-ischiava d'essere· circondata ll (Colle del Bricchctto, 21 aprile 1796). Stemma del Oeno1•a Cavallel'i a Genova. Brigata di fanter ia di linea, costituita alla metà di giugno 1916, per la guerra 1915-191/;l dai depositi del 22° cd 88° fanteria, coi reggimenti 97° e 98°. Rimpatriata d a lla L ibia ove fu formata, sostò a L ivorno ed a _P isa presso i depositi. Inviata · poi in zona di guerra fu, 1'8 agosto, riunita · presso Lucinico mentre infuriava la battaglia di Gorizia, e poi, fino a l 15 ottobre operò sulla fronte del Monte S. Marco e specia lmente contro

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r J' I J. I RiLornello del Genova Cavallel'Ja 1850 fu passato nella cavalleria di linea e nel 1859 fu chiamato Corazzieri di Genova; l'anno successivo r iprese il stto nome attuale. Nel 1871, col riordinamento dell'arma di cava,lleria, si chiamò 4°- regg. cavalleria (Genova); nel 1876 reggimento cava lleria Genova ( 4°); nel 1897 Genova Cavalleria. ( 4°) ed infine nel 1920: Genova Cavalleria. Il reggimento, pur avendo l'anzianità del l O agos'.o 1821, è depositario delle tradizioni dell'antico reggimento D ragoni del Re. Combattè a Staffarda nel 1690-1695, a Valenza nel 1696, a Torino nel 17011712, a Guastalla nel 1733-35, a Ticlone nel 1742, a l:Vfondovì e Brichetto nel 179.3-96, ove meritò due med aglie d'oro a l valore. Partec ipò a tutte !e guerre d'indipendenza; inviò suoi gregari alle campagne d'Africa del 95-96 e d i Libia 19 11-12. Durante la guerra italo-austriaca (1915-1918) combattè a cava llo ed a piedi, d istinguendosi a Monfalcone nei giorni 14-16 settembre 1916, meritandosi la med. d'argento al solclato elci valore; a Pozzuolo del F riuli (1916), Drag·oni (lei J\e dove perde tte 15 ufficiali, 268 militari di truppa e 273 cavalli, e guadagnò una seconda med. d'argento. S i distinse infine durante l'inseguimento nella battaglia d i Vittorio Veneto. La motivazione delle due medaglie d'oro sopra citate

Stendardo del Genova Cavallcri_!;I (1018)

le posizioni di q . 95 e cli Casa Scoperchiata perdendo in tale periodo 18 1 ufficiali e 1200 gregari. D al genn aio all'ottobre 1917 fu 1 nel settore d i P lezzo, ma; sferratasi l'offensiva austro-tedesca, dopo acca11ite successive resistenze a M. Cavallo, a M. J ener ed al ponte di Cornino, dovette ripiegare e fu poi inviata nei pressi di Mantova. Il 20 novembre fu disciolta. Al 97° regg. fu concessa la medaglia di bronzo al valor militare colla seguente motivazione: « Con a ltre valorose truppe ir rompeva n elle linee n emiche tenacemente difese, catturando n umerosi prigionieri, armi e munizioni. A ffermatosi • poi sulle alture di Castagnevizza ( Gorizia), ostinatamente contrastate, con magnifico slancio conquistava un importante caposaldo della nuova linea d i difesa ciel nemico n (Gorizia, 6-12 agosto 1916). La briga ta G. ebbe mostrin e a fondo bianco, con u na riga grande a.I centro e due piccole ai margin i, in senso. orizzontale, di colore rosso. 0

Genovese (duca di S . Piet·ro don Bernardi110). Genera le ciel sec. XVIII, m. a Cagliari nel 1764. Nel 1744 creò un reggimento <li fanteria che ebbe nome cc Di Sardegna» e di esso ebbe il' comando, distinguendosi n el


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li45 a ll'attacco di Acqui e nel 1746 a Ventimiglia. Promosso magg. genera le poco dopo, divenne tcn. generale nel 1759 ed ebbe il comando generale dell'art. del regno di Sardegna. Il figlio Alberto fu p ure colonnello del regg, di Sardegna, divenuto Cacciatori d i Sardegna, e morendo lasciò (1776) un legato di L. 120.000 vecchie di Piemonte a favore della musica e per sussidi a l personale del corpo, In seguito alla fusione del regg, Cacciatori d i Sardegna coi regg. Granatieri Guardie, i fondi del lascito passarono ai reggimenti Granatieri di Sardegna,

Getwvese L1iigi. Generale, n. nel 1860. Sotto!. d'art. nel 1878, fu p romosso colonnello nel 1912, nel qual anno, in Libia, aHe Due Palme, ebbe la croce da cavaJliere dell'O. J\.f . S. Comandò il 22° regg. da campagna e partecipò alla guerra contro l'Austria qua le comandante l'art. del IX C. 'd'A. divenendo magg. genera le nel 1915. Nel 1916 venne collocato a riposo.

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p iccare il fuoco alla. flotta imperiale che rimase quasi completamente distrutta; dopo di che Genscrico si irnpadrohì della Sicilia. R esosi in tal modo padrone del. :M editerraneo, divenne il terrore delle città costiere e della Grecia, minacciando d'impadronirsi anche cli Costantinopoli. Alla sua morte lasciò va.sii territori al :figlioUnnerico.

Genta (E11.ge11io). Ammiraglio n. a Loano nel 1871. Guardiamarina nel 1890, raggiunse il grado di sottoammiraglio nel 1921 e di contramm. di divis. nel 1923. N el. 1901 fo d.irettore dell'officina art. nell'arsenale della Spezia. e poi direttore della Scuola semaforisti. Partecipòalla guerra libica e a. quella mondia le. Fu a Versailles nel 1919 come tecnico na vale aJ Congresso, poi ( 1922) vicecommissario alla Marina 1,1ercantile, Cornrnissario(1923-26) a.i Magazzini generali di Trieste, R. Commissario (dal 1926) per il porto di F iume.

Genovesi (Compagnia). La cp. G., organizzata alla vigilia della prima campagna d 'indipendenza d'Italia ( 1848) d a l capitano Corsi T ommaso, p rese parte a tutte le battaglie. della guerra 1848-49, d istù1guendosi in modo particolare p resso Verona il 6 maggio 1848. Ebbe in quella ci rcostanza. una medaglia. di bronzo a l valorr.

Gcn tlle Alllerico

Genserieo

Genta Eugenio

G enserico. Re dei Vandali, salito al trono nel 429, morto ncl -477, Invitato dal conte Bonifazio governatore della provincia d'Africa, nel 429 sbarcò a T angeri con un esercito raccogliticcio di 50.000 uomini, composto di Vandali, Alani e Goti. Nel .frattempo Bonifazio che s i era pentilo, mossosi contro l'invasore n e fu sbaraglia to, s ì ch e Genscrico non tardò ad occupare la intera provfocia d'Africa salvo Cartagine, Biserta, Bona e Costantina fortificate. Non avendo alcuna pratica degli assedi gli occorsero dieci anni per impadronirsi di tu tto il paese da Tangeri a Cire1~e. Divenuto signore d i ambe le sponde dell'imbocco del Mediterraneo, volle fondare un potente stato marittimo e nel 455 una a rmata formidabile uscì dal por to di Car tagine nuova, d ivenut,1 capitale del regno d 'Africa, dirigendosi verso Ostia che occupò senza resistenza. Poco dopo Genserico entrava in Roma, che i suoi saccheggiarono per quattordici giorni, quindi, carico di bottino ritornò in Africa, conducendovi prigioniera la imperatrice Eudossia e le sue due figliuole. Verso il 460 saputo che la flotta allestita contro di lui dall'imperatore l\fagioriano si trovava senza difesa nel porto di Cartagena ve la sorprendeva e la d istruggeva. E quando nel 468 l'imperatore Leone volle abbattere la su a potenza in viandogli contro una armata di oltre 1100 navi, riuscì con u no stratagemma a d ap-

Gen tile Antonio

Gente. In terminologia mii., la voce senza a ltro aggiuntivo, vale soldati, quantità di soldati di tutte le armi e corpi. Generalmente va però unita ad aggiuntivi che danno luogo a termin i per lo più arcaici o quanto, meno oggi poco usati, come i seguenti: apprestare o fare gente : raccogliere, levare soldati; provvedersi di soldati, reclutare ; gente a cavallo: cavalleria, soldati a cavallo; gente a piedi: fan teria, soldati che combattonoa p iedi ; gente d'a.rme: uomini che esercitano la p rofessione delle armi; ~ usato in senso onorevole; gen te d i guerra: uomini pratici di guerra; si usa in istilcnobile; gente eletta : solda ti scelti, per ardire e d i.sci-• p lina.

Gente di mare. Appartengono a questa categoria tutti: gli uomini inscritti nelle matricole e registri pubblici= delle Capitanerie di Porto, ai quali si concede di esercitare l'arte della navigazione. L'iscrizione è regolata da speciali norme e serve anche per il collocamento della. gente di mare presso le Compagnie di N avigazione. La gente di mare è divisa nei luoghi per categorie, gradi e mestieri ; ogni marinaio conserva. con sè un libretto. •d i navigazione, nel qua le sono trascritti gli imbarchi, la a u rata degli s tessi ed il servizio p restato a bordo di ciascuna nave. Anticamente si d icevano gente di remo, gente di buona.voglia, gente di caten a, gente di cavo,. gente di libertà. Fra gli ordini esistenti nella marina m ii. s i indica, col nome generico di gente l'equipaggio componente d ella nave. Per esempio: per chiama.re in coperta tuttol'equipaggio, il nostromo grida: tu tta la gen te in coperta. Per indicare il personale d i gua.rdia si dice: la,


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;gente d i guardia. Il personale dell'imbarcazione viene .anche indicato col nome d i : gente delle imba rcazioni.

Genti le da L eonessa. Condottie.ro della Repubblica di Venezia, del sec. XV. Cognato ciel Gattamelata, iniziò la carr iera _combattendo nelle lvlarche contro il Picdnino, con esito fa.vorevole. Assun to al soldo di Venezia, rivelò le sue ~piccate qualità militari nella guerra contro gli Sforza di Mi lano ( 1432). Nel 1451 fu i.nalzato a lla carica di genera lissimo della Repu bblica, in sostituzione d el Colleoni cad uto in d isgrazia, e comba ttè con tro costui con successo dimostrandosi valorosi&;in10 nell'assedio e presa di Maner bio, dove, colpito gravemente ad un braccio il 19 apri le 1453, dovette soc,combere. Gentile Alberico. Giureconsulto, n . di San Genesio (Ancona) ( 1551- .1611) . Costretto a ri fugiarsi in Inghilterra pe r le s ue op inion i religiose, ebbe ad Oxford la •cattedra d i legge ed in Inghilterra sostenne discussioni su l d iritto marittin10. F ra le varie sue opere, importan te assai ç « I l d iritto di guerra ». Scrisse ino ltre : cc D e ·arm is romanis >> . Gentile Anton·io. Generale, n. a, Portici nel 1855. ·sottotenen te nel I 874, percorse la carrie ra nel gen io divenendo colonne llo nel 1905. Fu sottodirettorc del genio a •Catanzaro e poi direttore del' genio a Roma.' Magg. genera le comandante le truppe del genio alla Spezia ,1el 191! e t en. generale nel 1916, and_ò in P. A. nel 1917. Nella riserva a;sunse il grado d i generale di divisione 11el 1923. '

G enti li (Antonio). Generale francese, n . ad Ajaccio (1753- 1798). Partecipò alle lotte per Vindipcndcnza della Gorsica col P aoli, da ' cu i poi si sepa.rò e contro cui combattè quando questi consegnò la Corsica agli Inglesi. Partecipò alla campagna d'Italia, ove Napo leone ·10 nomi1~ò generale d i d ivisione e gli diede l'incarico, ·ch'egli assolse nel 1796, di r iconquistar la Corsica. Merì me,1tre s i p reparava alla conqu ista delle isole Ionie. Genti I i n i (Eugen.io). Scrittore mil. del sec. XVI , na·tivo d i Este. Fii bombardiere. Scrisse « I nstrutlione de' b ombardicr) >> che ebbe tre edizioni e che contiene un ,cc Discorso intorno alle fortezze». Gent il ucci (Umberto) . Genera.le, n. nel 1865. Sot·tote.nente nel 188,8, percorse la carriera nel commissariato milita re d ivenendo colonnello nel 1920. Pa.rtecipò alle guerre eritrea ed ita lo-austriaca. In P. A. S. nel 1920, passò poi nella rise rva d ivenendo generale di bri.ga t.a nel 1929. Gentiluomini. Paxola composta dalle la tine « Gentis J) e <e Homines >) che indicava fino d ai tempi d i R oma, persone a ddette ad aJte cariche dello Stato, od ai princip i, ed in genere appartenenti alla milizia. G ià ai tempi d i R oma i G. avevano d iritto, appu nto perchè capi di reparti della m ilizia o addetti ai 'princip i, a l!e porzio'ni p iù belle e maggiori dei territori conquista ti. T ale d istinzione e privilegio passò nelle consuetu dini ,d a i barbari, a cominciare dai F ranchi, i quali ch iamarono precisamente col nome di G. gli scudieri e nobili addetti alle p ersone dei p rincip i, i quali per valore pe r:sonale e per gesta merita vano particolari d iritt i ed ono:ri. Successivamente, specie in F rancia negli eserciti dei

58 re, ed in quelli dei principi, i G. ebbero particolari denominazioni aggiun te a quella generica. Così troviamo i G. d'(Jrt'l'.glieria; gua rd ie od u fficiali d 'artiglieria, provenienti da nobile famiglia; i G. della bandiera del Colonnello, ufJìi;iali del regg, della Gu ardia francese, in numero d i quattro, nominati nel 1680 per scorta d'onore al re; i G. della manica, incaricati di accompagnare un principe del sangue dura11te la sua adolescen7.a.

G ià nel secolo XVI quasi tutti gli ufficiali della cav::tlleria leggera era.no G. in Francia. Sotto Enrico IV furono poi ch iamati così anche i volon'tari d i cavalleria, che servivano in d ifesa del re, anche col grado d i soldato. Da quell'epoca tale abitudine s'introdu sse anche nelle altre nazioni, ed in Italia.

Gentihtomini della Casa, o del Generale. Erano còsl chiamati i giovani venturieri di terra e di mare che, per desiderio di apprendere la cauiera delle armi, e di prender parte ad imprese straordinarie, seguivano il comandante, e ne d ifendevano la persona.

Gentil-uomini dal becco di corvo. Sotto le antiche monarchie francesi, s i indicavano con tale.. titolo i G. incaricati della guar dia personale ciel re. Tale nome era loro dato per il genere di a labarda che portava.J10, fatta appun to a becco clj corvo. Essi erano costituiti su 2 cp. d i 100 u. ciascuna, create, la p rima nel 1474 da L u igi XI ; la seconda nel 1497 da Carlo VIII. F urono soppressi nel 1776. Tali G. nelle cerimonie pubbliche marciavano a due a due çlavanti a l i·e, cd erano responsabili del la sua incolumità. Ogni G. era segu ito da 2 arcieri a _cavallo, e riceveva 20 scudi mensili di soldo. La prima cp. venne formata col J)ersonale d el la stessa corte d el re, ed in p arte fu tratta anclie dai. pensionali. A Forn(>vo i G . fecero rparte della retroguardia che protesse Carlo VIII cim ante la p r ima per icolosa fase della battaglia ~ e gli permisero d i metGentiluomo tersi irt salvo. Gentil-uomo. Cannone del sec. XVI, lungo circa 1 m., forse montato su fassa-affusto. Era in legno, cerchiato d i ferro con pu nte esterne: si caricava con p ietre Q mitraglia.

Gentiluomo di Poppa. Nel sec. XVI da Ca rlo E manuele I d i Savoia fii creato il G. di P ., come esisteva del resto in tutte le marine ital iane, ufficiale incarica to delle veci di comandante, e che ven iva chiam alo _anche « Nobile».

Geoffroy (Alfredo). Generale, n. n el 1865. Sottot. d i fan teria nel 1886, passò nei cara binieri nel 1892. Colonnello nel 1920, comandò la legione di Verona e nel 1923 an elò in P , A. Nel 19,27 venne promosso generale di br igata. Geog rafia m ilitar e: L o studio della su perficie della terra, con tu tto l' insieme dei p roblemi morfologici, geologici, idrografici, lnerent i a i quali sono lo sviluppo d elle popolazioni e quello dei traffici, costituisce quel vasto e complesso campo di cui si occupa la G . generale. E ssa però non si occupa in particolare dell'influenza che\ la natura dei terreni e l'indole degli abitanti


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GEO

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•esercitano su Ila storia dei popoli, specie n ei riguard i dei _periodi di eccezionale a ttività, come sono quelli di guerra, in cui o per eccesso di con densamento in rapporto allo spazio, o per necessità d i spostamenti di grandi n1assc, inter vengono .speciali condizioni di vita. Appun to intorno a tali problemi s i svolge lo studio delJa G. M., -che prendendo come base lo svolgimento attraverso ai secoli degli avvenimenti militari, constata come la natura abbia una influenza notevole sull'andarnenlo delle successive guerr e, così da individuare certe locali tà, dove, a malgrado delle trasfoi-mazioni delle armi e dei -sistemi di combattere, si sono ripetute le azioni deci_sive di un ciclo bellico. La G. M . si può dunque definire: << Studio dell'i11-fluenza degli elementi geografici sulla guerra ll. S i capisce a priori la vastità e complessità del campo in cui spazia questo studio, e la necessità di analizzare le diverse zone mettendole in rapporto ,cogli avvenimenti, s intetizzandone le cause e gli effetti, onde tran1e conclusioni che servano d i norma e guida .ai comandanti di grandi unità. Allo scopo tuttavia cli raggruppare in classi il com-plesso studio della G. M . essa è stata ripartita 11ei seguenti a rgomenti: 1°_ Terreno; 2". Acque; 3°. Clima; 4°. Vegetazione; 5°. Elementi antropo- geografici. Si comprende che questi diversi argomenti sono tratta ti e sviscerati in quelle pa1·ti che più interessano le operazioni militari, e cioè singolarmente come ogget li e fattori geografici nella loro distribuzione e nei loro reci:proci rapporti, così da farne emergere la caratteristica ,fisionomia nei riguardi delle azioni d i guerra. Fatto l'esame anali tico, se ne traggono con opportuno coordinamento quelle conclusioni sintetiche le quali servono a determinare quella data « regione gcografi•ca li' che per i suoi caratteri la differenziano dalle •-contermini. Da ciò deriva la classifica geografico- militare dei terreni, che serve a determinare le norme di contegno da tenersi presenti operando in quella data .zona. La G. JvI., p rese cosi in esame le diverse classi di s tudio, passa in un secondo tempo alle considerazion i sulle condizioni geografiche dei d iversi Stati, analizzan.done la disposizione dei conn.ni, della vifbililà e ' percorribilità, <;!egli accidenti morfologici, montani, fluviali mariteimi, e l'importanza della popolazione così da dctcrniinarne l'entità quale possibile teatro di guerra. Lo studio delle regioni quali even tu ali teatri di guerra, va poi Gons iclerato nei rapporti degli Stati c9nfin anti, delle rispettive forze militari, e delle possibili alleanze. Da -ultimo la G. /J!l., da ta l'importanza delle colonie, s'occupa pure dello studio s ulle risorse e sullo sviluppo di esse, sulle vie marittime che le a llacciano alle metropol i, e sulla potenzialità marinara. delle diverse nazioni, in modo da stabilire quale effettivo vantaggio esse possano trarne, in caso d i guerra, anche quando non -possano assicurarsi il domiJ1io del mare.

GER

<< Studi topografici e s trategici su l'Italia>> ecc., assai lento e tardo fu il rinnovamento scientifico della G. M . Infiltra.tosi nel Piemonte il metodo idrografico del Lavallée prof. della Scuola mjJ. iral1cese di S . Cyr, questo si diffuse per molti anni in tut ti i nostri istituti mii. Ma linalmente nel 1876, per merito del gcn. S ironi col suo « Saggio cli Geografia Militare l>, s'incominciò ad abbandonare il metodo Lavallée e ad occuparsi con migliore base plastica e geologica della configurazione elci teatri di guerra. Da quel momento abbiamo scrittori d i G. M. ira i quali citiamo il Mini e il Poli, i generali Riva -Palazzi, Perrucchetti, Goiran, Zuccari, BeJJati, Porro, ecc., ottenendosi per questi studi quel carattere scienti.fico che già era da. tempo seguìto in I nghilterra, in America, e particolarmente in Spagna, dove il gen. Sanche,: Cisneros, pubblicava fino dal 1819 la celebre opera « E lementi di Geografia applitata a lla scien,:a della guerra)>, gettando le basi di una scuola che ebbe ccl ha tuttora eminenti cultori.

Georg. Nome dato dall'alto Comando tedesco durante la grande guerra (1918) a un piano cl'opcrazioni in F iandra. A cagione cli modificate condizioni generali, il primitivo piano fu ridotto e chiamato « Georgette >) : esso ebbe relazione con le battaglie di Armentières e di Kemmel dell'aprile del detto anno. Georgey (Art•uro)'. Genera le ungherese del sec. XIX. Ebbe alti comand i nelle file rivoluzionarie ungheresi ( 1849) ; riportò vari successi finchè fu batl uto da.i Russi ad Acs e rimase ferito e prigionie ro. Dopo la guerra riprese la su a professione di professore di chimica a Leopoli.

e

Scrittor-i di G. 1vÌ. La G. M . ebbe molti e profondi cultori in particolare in Germania ed in Francia, àn -che tra s tudiosi che n on appartenevano a ll'esercito. In I talia, malgrado stud i isolati come quello del Pepe : « L'Italia militare e la. guerra di sollevazione >l ( 1836); dell'Ors ini « Geografia milita.re della penisola italiana >> ( 1852); del ·s a1uzzo << Le Alpi che cingono l'Italia con·siderate militarmente, così nell'antica comé nella prc<scn tc loro èon dizion e >> ( 1845) ; di L. e C. Mezzacapo

Gcorgi Feder ico

Geraci Vincenzo

Georgì (Federico, barone di). Gcuerale austriaco, n. n el 1852. F,igliuolo d_i ufficiale, a6bracciò la carr iera, e raggiunse presto i p iù alti gradi della gerarchia attraverso i cacciatori delle Alpi e lo S . M . Poco prima della grande ·. guerra fu a l m inistero addetto a l reparto difesa dello Stato e organizzazione dell'esercito. Data la su'a competenza su tali argomenti, rimase anche durante buona paite della guerra al reparto difesa ed operazioni presso il Comando supremo dell'esercito. Alla fu1e della. guerra fu collocato fuori quadro. Georgia. V. T ranscaucasia. Gerace. Città in prov. d i Reggio Calabria, pi·esso le r ovine clell'a.nt. L ocri, fondata dai Greci. Fu presa dai Saraceni nel 986 e da Rober to Gui~ardo nel 1059. L'a.nt. Locri par tecipò alle guerre di S icilia come alleata d i Siracusa e alle guerre di Pirro; lottò contro


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GER

i Bruzii e contro R eggio. Durante la seconda guerra pu nica, nel 208 av. C., il console romano Crispino l'assediò invano, e solo Scipione, n el 205, riuscì a prenderla mediante a ccordi con una parte dei cittadini, favorevoli a Roma, che gli apersero le porte. Da allora. decadde, e forse fu distrutta dai Saraceni, sorgendo l'odierna G. p resso le sue rovine.

Geraci (V;.ncenzo). Medaglia d'oro, n . a Messin.:., caduto sull'al tipiano Carsico ( 1891-1915). Dopo aver compiuto il suo servizio di leva, si congedò col grado di sottot. di complemento di fanteria, e riprese i suoi studi universitari di giurisprudenza. R ichiamato alle armi nel 1915 partì ÌJer ht guerra con il 76° fanteria. P ochi mesi dopo trovò morte gloriosa, in un aspro combattimento, come è ricordato n ella motivazione di medaglia d'oro: « In u n'azione di avanzata generale, sotto l'imperversare del fuoco d'artiglieria e fanteria avversarie, condusse con grandissimo slancio il proprio p lotone a lle trincee nemiche, precedendo sempre ed animando i suoi, fulgido esempio d i valore fino a qua.i,do, ragg iun to il reticolato nemico, vi s i gettò primo arditamente, svellendone egli stesso colle roani i paletti e trovandovi, insieme con numerosi suoi soldati, morte gloriosa )J . (Selz, 21 ottobre 1915). Gerarchia militare. E' la gradazione d el comando mii., ovvero la scala progressiva dei vari gradi, mediante la quale dal semplice soldato si arriva al supremo co1nandan te. La G. dà origine a lla subordinazione ed alla obbedienza, element i essenziali della discip lina. Essa stabilisce quindi la misura dell'obbedienza. e del comando di ciascun grado. Sulla gradazione gerarchica negli eserciti pogg ia la coesione d iscip linare; senza di essa non vi, sarebbe disciplina, cioè non potrebbe esistere esercito. Una G. è tanto p iù perfetta, quanto più il numero delle sue maglie è ristretto al puro necessario; pérchè ciascuna maglia non graviterà che sulla inferiore e non avrà attriti con nessun grado superfluo, La G. mil. dell'esercito italiano è la ·seguente: Solda to, appuntato, ali. carabiniere

Soldati

Caporale e carabiniere . ~ Caporale magg. ed appuntato .·dei.· Caporali RR. CC. Fattter·i a

Sergente maggioro generale Colonnello Capitano - serg. maggiore Alfiere Sergente . Centur ione Caporalc 0 Tamburo Lancia spezzata Soldato

Truppa

Sergente e vice brigadiere dei Carabinieri Reali 1VIaresciallo, maresc. d'alloggio dei CC. RR. . :lviarcsc. capo, maresc. d' alloggio capo dei OC. RR. 11aresc. magg. maresc. d' alloggio magg. dei CC. RR. Ufficiali subalterni : Maestro direttore cli banda, maestro d'armi, e sottotenente Tenente Capitano e p rimo capitano Mag;giore Tenente colonnello Colonnello

Sottufficiali

!

Uffic i,,li infede<i

I Ufficiali superioriì

Generale di brigata Generale di divisione Generale di corpo d'armata Generale d'Armata . Maresciallo d'Italia

Cavalleria

i

l

1

Ufficiali generali

Sino a qualche tempo fa appartenevano a lla categoria dei sottufficiali anche i maestri cl'arme (di 3', 2' e: 1" classe) che ora rivestono il grado di sottotenente enella categoria degli ufficia li generali eravi il generale d'esercito (subito dopo quello d'armata) . Tale grado, è ora abolito. Prima della guerra la G. degli ufficiali generali avev:.. corrispondenza con gli attuali gradi come segue: generale d i brigata. - magg. generale; generale di <livisione· e di corpo d'annata - tenente generale. Quest'ul.timo poteva avere il comando della divisione e del Corpo, d 'Armata. In servizio l'anzianità fa grado. Il militare· deve, quindi, obbedien7~1. come a superiore, a l suo eguale· in grado, se a questo - per .ragioni di a.11zianità, spetta il comando. Uguale obbedienza deve a l militare meno anziano, od anche di grado inferiore, qu ando questi. esercita. il comando per speciali d isposizioni regolamentari, od in virtù di speciale delegazione. La gradazione gcra.i·cl1.ica p resso l'antico esercito piemontese, 'ai tempi di /Emanuele Filiberto, era approssimativamente la seguente :

Capitan generale Commissario generale 1-f astro cli campo generale Cwpitano . Luogotenente Cornetta . Foriero - Maréschal dcs Logis Soldato

Tale gradazione rimase per molti anni pressochè la stessa. Nel 1744, però, furono sistemati i gradi superiori a quello di -colonnello, definendo così chiaramente la categoria d ~gli ufficia li generali. I gradi d i questa categoria furono : maresciallo delle armate, genera le d i fanteria o di cavalleria, luogotenente genera le, maggior genera le, brigadiere. Nella gerarchia ù1feriore fu isti-

GEfl.

60 -

A rliglieria

Capitan generale . Commissario generale Gentiluomini Capi Maestri Artiglieri Bombardieri

tu ito il maggiore nei reggimenti d i cava lleria, e nelle compagnie di fanteria olfre il c1pitano fu posto un capitano luogotenente. Nel 1775 fu stabilita con maggiore esattezza la gerarchia degli ufficiali e la S\lbor<linazione. .fra i vari gradi dell'esercito. Gli ufficiali ·generali furono: capitano generale, generale, luogotenente generale, maggiore generale; prigadiere. Gli ufficia.li interiori fu-


rono: colonnello, luogotenente colonnello, maggiore, capitano, capitano luogotenente, sottotenente, alfiere, cornetta. Fra la truppa si ebbero: sergenti di compagnia, di squadra, sergenti maggiori, caporali di camerata (in pace), di sq uadra (in guerra), caporali maggiori, sotto caporali, appuntati, soldati. La gerarchia così si mantenne sino al 1798. ).'"el 18 I 4 alla restaurazione del potere sabaudo in Piemonte la gerarchia adottata fu:

!

Truppa

Sergente magg. o foriere magg. Tamburo maggiore . Sergente foriere Se rgente - scrg. sovrannwnerario

Caporale magg. - brigadiere gra- ~ natiere (cav.) Caporali Caporale - brigadiere ard. (cav.) Tamburo - trombetta (cav.) Soldato granatiere con ,30, 20, 10 anni di servizio Soldato ordinario con 20, IO anni di servizio - piffero . Armaiolo, falegname, arciere, frater, vivandiere .

I

r

Bassi ufficiali

Ufficiali Capitano generale n'farcsciallo . Genera le d'Armata Luogotenente generale Maggior generale . Colonnello Luogotenente colonnello Maggiore . Ca.pilano . Sotton entc ( eff. o sovrann.) Alfiere - cornetta (cav.) Cadetto Nel 1841 il regolamento di disciplina militare fissò la gerarchia dei gradi di truppa nel seguen te modo:

'

Soldato Sotto caporale Caporale .

:~

Caporal maggiore Sergente Sergen te furiere Furiere maggiore

Truppa

!

Sott'ufliciali

Lo stesso regolamento così fissò la gerarchia degli ufficiali: Sottotenente - luogotenente in 2• - luogotenente in 1• - capitano in 2• - capitano in I• - maggiore - tenente colonnello - colonnello - maggior generale - luogotenente generale - generale - maresciallo. Nel 1851 fu abolito il grado di sottocaJi)Orale; nel 1854 i carabinieri furono equiparati ai caporali. La gerarchia degli ufficiali risultò dei seguenti gradi: Sottotenente . Luogotellenle Capitano Maggiore Tenente colonnello Colonnello

) . Subalterni I

f

Ufficiali inferiori

l. Ufficiali superiori

I

GER

61 )foggiar generale . Tenente generale . Generale d'Armata

:

~ Ufficiali generali

Con successive lievi varianti si passò alla gradazione gerarch ica quale era prevista dnl regolamento di disciplina all'atto della. nostra entrata nel conflitto europeo e poscia alla gerarchia attuale più sopra esaminata.

Gerarchia 1uilitarc marittima. E' la successione dei gradi nei militaTi del Corpo Reali Equipaggi Marittimi e negli Ufficiali della R. ~farina. Nei primi vi sono i seguenti gradi: comune di 3• classe; comune di z• classe, comune di 1• classe, sottocapo (corrispondente a caporale del R. Esercito) ; secondo capo (corrispondente a sergente), capo d i 3" classe (corrispondente a maresciallo), capo di 2• classe (corrispondente a maresc. capo), capo di l • classe ( corrispondente a ma rese. maggiore). Neg li ufficiali della ~ - Marina la denominazione gerarchia è o iffcrcnte a seconda elle si tratti di ufficiali del Corpo di S. M. (ufficiali di vascello) oppure di ufficiali degli altri Corpi. Nel Corpo di S. M. la successione dei gradi è la seguente: guardiamarina (corrispondente a sottot. del R. Esercito), sotto!. di vascello (cqrrispondcnte a tenente), tenente di vascello (corrispondente a capitano), capitano di corvetta ( corrispondente a maggiore), capitano di fregata (corrispondente a ten. colonnello), capitano di vascello (corrispondente a colonnello), contrammiraglio (corrispondente a generale di brigata), ammiraglio di divis. (corrispondente a generale di divis.), ammiraglio di squadra (corrispondente a generale di C. d' /\.), ammir. d'Annata e ammiraglio designato d'armata (corrispondente a generale d'armata), grande a)Umirnglio (corrispondente a Maresciallo d'Italia). Xci Corpo delle Arm i :--ravali, del Genio Navale, Sanitario, di Commissarialo e delle Capitanerie di Porto, la successione gerarchica dei gradi è la seguente: sottotenente, tenente, capitano, maggiore, ten. colonnello, colonnello, magg ior generale, ten. generale. Nei soli Corpi delle Armi ::--ravali e del Genio Navale vi è anche il grado di generale ispettore. Le suddette denominazioni di grado corrispondono pc rfettamen te a quelle del R .. Esercito: il grado di ispettore generale corrisponde a quello di generale di C. d'A. Nel Corpo degl i ufficiali del C. R. E. :M.., (al quale accedono i sottufficiali delle varie categorie mediante speciali esami), la successione gerarchica dei grad i é la seguente: sottotenente, tenente, capitano. Gerarchia amministrati-va. Come nell'autorità di comando, così nell'azione amministrativa esiste nell'Esercito la dipendenza gerarchica. L'azione amministrativa, che trova nei vari organi il modo e gli elementi necessari alla sua esplicazione, è r egolata cioè in gerarchia; vale a dire gli organi che quella azione mettono in a llu sono costituiti in gerarchia sempre nella medrsima funzione sia fra organi centrali e periferici sia fra gli organi periferici stessi. La dipendenza fra gli organi amministrativi locali è duplice, e cioè di com:tndo dalle più elevale autorità militari territoriali per la disciplina, gli studi di carattere militare, ecc. ed amministrativa vera e propria per il regolare funzionamento tecnico ed economico e per l'alta vigilanza sui sin gol i servizi. Il decentramento amministrativo, attuato nell'organismo


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GER

militare nel 1926, ha reso più effettiva e completa l'ingerenza degli a lti comandi territoriali nell'azione amm inistrativa degli organi locali.

Gérard (conte Stefano Mallrizio) . Maresciallo di Francia ( 1773- 1852). Prese parte a tutte le campagne napoleoniche e nel 181$ fu ferito a Wavres, mentre si combattevtL a Waterloo. Nel 1830 fu m inistro della guerxa e, nominalo maresciallo, l'anno seguente ebbe il comando dell'esercito operaute .nel Belgio e nel 1832 conquistò Anversa. Gérard. Generale francese, n. ne1 1857 : conquistò particolari benemerenze durante la sua lunga carriera passala nelle colonie_ francesi (Tonkino, Concincina, Siam) e fu collaboratore del Gallieni in Madagascar. Comandò all'inizio della guerra mondiale il II C. d'A. col quale partecipò a lla battaglia della Marna ed a quella delle Argonne. Comandò poscia un distaccamento d'armata, col quale partecipò all'offensiva in Champagne nel 1915 e nella Woevre. Nella p rimavera del 1916 assunse il comando della l" Armata; nel 1917 quello deli'8• Armata, colla quale ultimò la gu~rra, operando specialmente in Alsazia .

62-

Gmi:

uomini a bordo furono catturate. Il resto della flotta,. cristi~11a fu affondato, , o 'si gettò alla J'iva men tre eh~ poteva si rifugiava nel forte; tra questi il Medina e: Giannandrea Doria. Un gruppo di galere riuscì a sa!- · varsi, p rotette dalla capitana di Roma che si sacrificòcon tutto il suo equipaggio per la loro salvezza. Il Medina e il Doria riuscirono su piccole navi a , r iparare in Sicilia. I l forte di. G., difeso· da don Alvaro de Sande, resistette per due mesi e poscia fu costretto· alla resa, con strage della guarnigione o l'idu~ione in schiavitù.

Gerb~ix de Sonnaz. An tica nobile famiglia savoiarda, che ebbe numerosi generali, fra cui :

Gerbatx Giuseppe

Oer!Jalx Ippolito

Amedeo Gerba-ix . de Sonnaz barnne d'Aigttebelle. Generale, m. combattendo nel 1S91. Gran ciambellano e consigliere di Stato di Carlo Em.tnuele I; governato.re di Rumilly; nel 1589, a capo della cavalleria, andò in . soccorso del forte d i Ecluse e pel valore dimostrato il D uca lo nominò pal'One d' Aiguebelle. Nelle lotte con Ginevra, genera le comandante la cavalleria savoiarda, dmase mortalmente ferito in un combattimento. Gerarcl Stefano

Gerbaix Giano

Gerba (o isola delle Gerbe). Isola del Mediterraneo, aJl'estremità meridionale del golfo di Gabes. Fu presa ai p irati barbareschi nel 1282 da Ruggero di Lauria, il quale la devastò. F u presa nel 1388 dall'ammir. siciliano Manfredo di Chiaramente, a capo di 2$ ga:.Jere cristiane (di Genova, di Pisa ed Aragonesi): il Chiaramonte la for tificò e la tenne per qualche tempo. Battaglia di Gerba (1560). Una flotta cristiana raccolta da Filippo II d i Spagna e comandata dal duca di Medina ·Cocli fu inviata con ti-o i corsari Tripoli ni f! Tunisini, del Dragut. Vi parteciparono 3 ga lere romane, 4 fiorentine, 5 maltesi, 18 genovesi, S napoletane, 8 siciliane, 2 monegasche, e altre d i varii signori : in tutto, 53 galere, 6 galeoni, 28 navi e vari trasporti, con 14.000 u. da sbarco. La flotta si diresse a G., dove il 7 marzo furono sbarcat i 10.000 u. Assaliti da 20.000 musuhnani, li sconfissero in breve, e l'isola si arrese. Il :Medina. che era diretto all'impresa d i Tripoli, volle trattenersi a G. per erigervi una fortez.z a, che era pronta il 25 aprile e riceveva una guarnigione di 2000 u. Ma l'l l ml\ggio, improvvisamente, comparve davanti a G . la flotta ottomana (80 galere, al comando di Piali pascià). D Medina, che era stato preavvisato ma non aveva sa.puto nè ritirarsi in tempo, nè provvedere, fu com])lelamente sgominato. L'assalto risoluto dei Saraceni riuscì e in breve 20 galere e 24 11<\ vi cristiane, con 5000

Giano Gerbaix de Sonnaz. Generale ' n. di Thonon (17-36-1814). En trò in servizio nel 1755 e da ufficialesuperiore passò nella Legione Accampamenti nella quale divenne colonnello. Nel 1792 ebbe il comando del regg. fanteria Savoia e con esso fece le ~ampagne contro la Francia, durante le qual i d ivenne brigadiere ( 1793) e magg. genéra11 ( 1794). Governatore della città e provincia d 'Ivrea nef 1798 e della città e prov i11cia d'Alessandria nel 1799 ; governatore cie l Monferrato ( 1800), poco dopo si r itirò a vita privata. Nel 1813 promosse in Savoia un movimento insurreziona le clfretto, a restaurare la d inastia d i Savoia nei suoi stati di terraferma ed a 78 _anni, a capo di volontari savoia.rdi, osò nel 1814 ribellarsi a N ap.oleone, ma le fatiche presto, lo trassero alla tomba. Giuseppe Ippolito Gerbaix de Sonnaz,' fratello del ;precedente. Generale, n . ad Habères m. a Torino (17461827). Cornetta nel 1766 nel regg, Dragoni di S. M., divenne coldnndlo di esso nel 1798. Nel 1814, alla ~orte del fratello Giano, lo sostituì nell'orgllrtizzaxe i « Volontari Savoiardi )J. Mqgg. generale nel 1815, comandò la compagnia savoiarda delle guardie del corpo divenendo ten. generale nel 1820; nel 1821 ebbe il Colla.re dell'Annunziata. Gfaseppe Gerbaix de Sonnaz . d'Hab~res. Generale, n. e m. a Thonon (1780-1861). Sottot. di fanteria a 16 anni, partecipò alle cam'j)agne contro la Francia. Nel


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1814 fu coi volontari savoiardi organizzati dal padre G iano. Colonnello nel 1823, fu capo di S. J\I. della divisione della Savoia nel 1827. Dal 1830 al 1838 fu governa tore dei Principi Vittorio Emanuele e Ferdi nando divenendo magg. generale nel 1831 e ten. generale nel 1838, nel quale anno andò a riposo.

I ppolito Gerba·ix de Sonnaz cl'}labères. Generale, nato ad Habères, m. a Chamoux (1783-1871). Ufficiale dei dragoni al servizio d'Austria dal 1800 al 1809, combattè a ~ovi, Genola, Marengo, Austerlitz e Wagram. Nel 1814 si a r ruolò nei volontari savoia rdi organizzati dal padre C iano e nel 1815 passò nell'esercito sardo come capitano dei cavalleggeri. Colonnello comandante i d ragoni del Gcncvese nel 1830 e m::igg. generale a! coma ndo della brigata Regina nel 1831, divenne ten. gen erale nel 1834. Governatore di Novara e poi di Nizza, comandò · 1a divis. di Torino dal 1848 al 1852, indi fu generale d'armata e collocato a riposo. Nel .1854 fu e letto deputato d i Thonon. c,,.seppe Man·a Gerbai.x de Son11az dc Cl1tit;llon. Generale, n. a Chambéry, m. a Torino (1784-1863). Dopo esser stato paggio di Carlo Emanuele di Carignano, passò a l serv izio di Francia, ma nel 1814 ritornò agli ordini della casa di Savoia come tcn. di cavalleria; divenne ten. generale nel 1838 e nel 1848 andò a riposo. Xl'! 1831 il Re Carlo Alberto, salendo al trono, lo noll')inò s uo grande governa.tore e gran mastro e nel 1846 gli conferì il Collare dell'Annunziata.

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1856; Collare dell'Annunziata nel 1858, durante la campagna del 1859 fu nominato comandante di tutte le truppe poste sulla sù1istra del Po e sulla Dora. Comandante del 1° dipartimento nel 1860 e poi del S0 dipartimento (1861) e governatore dell'ospizio R. degli invalidi, nel 1862 fu nominato presidente del Comitato. Superiore delle varie anni.

Alfo,iso Gcrbaix de Somiaz d'Habè·rcs. Generale, nato e morto a Thonon (1796-1881). Volontario nel corpo. dei savoiardi formato dal padre Giano, combattè nel 1814. Sottot. di fan teria nel 1815, ebbe il grado di colonnello nel 1831. Capo d i S. M . della di vis. di Alessandria nel 1832, fu promosso magg. generale nel 183i. ·Comandante mii. di )lizza nel 1839 e go,•ernatore dì Sassari nel 1843, fu governatore dei forti di Fenestrelleda l 1848 al 1850 nel quale anno fu collocato a riposo_ Nel 1857 fu elcuo deputato di Thonon del qual collegio, coll'annessione. della Savoia alla Francia (1860), fu. l'ultimo deputa lo al parlamento sub:dpino. 1'[01trizio Gcrbaix dc S0111iaz. Generale, medaglia d'oro, figlio del generale Giuseppe :Maria, n. e m. a Torino ( 1816-1892). Entrato giovanissimo nell'Accademia m ili to re, ne uscl luogoten. cli cavallerht. P rese partealla campagna dei 1848, guadagnando a Custoza una. med. d'argento ccl a quella del 1859, nella quale, colonnello comandante i cavalleggeri di Monferrato, fu insignito della medaglia d'oro << per l'intelligen za, l'energia cd il coraggio con cui diresse i movimenti delle sue truppe » (),fontebello 29 maggio). Promosso magg. generale per merito di guerra, ebbe successivamente il comando della J" d ivis. nella campagna del 1860-61, mer itandosi sotto le mura d i Perugia la promozione a. ten. generale per merito di guerra, e quello della divisione di cavalleria di riserva nella guerra del 1866. F u comanda nte, infine, del VII e del X cor po d'armata, sena tore del regno ( 1870) ed aiu tante di campo onorario di S. M. Vittorio Emanuele II.

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0er·balx Ettore

0erbatx \lron,o

E ttore Ge,·baix de Son11az d'llabères. Generale e m inistro della guerra, n. a T honon, m. a Torino (17871867). Volontario nelle guardie d'onore ·al servizio di Francia nel 1813, combattè agli ordini d i )'Iurat meritandosi la leg ion d 'onore. Nel 1814 p assò nell'eserc ito sardo nella compagnia gentiluomini arcieri delle guardie del corpo col grado di capitano ed ebbe la croce da cavaliere dell'O. :.vr. S. in sostituzione della lcgion d'onore () 81 6). In fanteria. nel 1827, d ivenne colonnello comandante la brigata Cuneo nel 1831 e tre mesi dopo passò al comando della brigata Savoia divenendo maggior genera.le nel 1834. Ne! 1841 ebbe il comari.do della divis . m ii. di Alessand ria; ten . genera le n el 1842, passo nel 1844 a l comando della d ivis. d i Genova e nel febbraio 1848 divenne governatore di Xovara. Xel marzo 1848, all'inizio della guerra contro l'Austria ebbe il comando del II C. cl' A. col qua le combattè. Nel 1848 ebbe il governo d i Genova e la n omina a senat~re e dal 16-12-1848 al 2-2-1849 fu ministro della guerra e marina. Generale d'armata e R. Commissario straordinario pe r la Savoia nel 1849; comm. dcll'O . :M. S . nel

l.òcrbai.\ ~laurlzlo

Gerocrt Carlo

Gi11seppe Gerbaix de So1111az d'liabères. Generale, figlio di Ettore, n. a Cuneo, m. a Roma (1829-1905). Sotto!. di cavalleria nel 1846, partecipò alle campagne d el 1848 e 1849 e nel 1854 passò nel corpo di S. M . P rel\e parte a lla guerra di Crimea e poi a quella del 1859 quale capo di S. }I. della divis. di cavalleria. Addetto allo S. ll'I. generale dell'armata durante la campagna del 1860-61, si meri tò la croce da cav. dell'O . M. S. all'attacco e p resa di .Mola di Gaeta e la promozione per merito di guerra a ten. colonnello nella campagna dell'Umbria e delle Marche. Colonnello capo d i S . M. del IV C. d'A. nel 1861, divenne nel 1862 aiu-


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:tante di campo del Principe Umberto. Per la guerra del 1866 fu capo d i S. M. della 16' divis. e a Custoza si meritò la med. d'argento e la promozione a magg. generale. Dal 1874 al 1882 fu aiutante di campo del prin,cipe e poi Re Umberto I . Ten. generale nel 1875, ebbe nel 1882 il comando della d ivis. rnil. di Palermo. Comandante il IV C. d'A. nel 1883, andò in P. A. per età nel 1896 e nel 1899, passò nella riserva. Nel 1904 gli fu conferito il Collare dell'Annunziata e nel 1884 era .stato nominato senatore.

Gerbaldi (Giovanm). Generale, n. a Torino nel 1861. .Sottot. medico nel 1887, percorse la carriera nel

,corpo sanitario. Fu in Eritrea, in L ibia e partecipò alla ,guerra contro l'Austria. Colonnello nel 1918, all'istituirsi del ruolo speciale per i mut ilati ed invalidi di guerra, venne inscritto in esso e nel 1928 promosso magg. ge:nera le medico.

Gerbert ( Carlo) . Generale ungherese, n. nel 1877. ·sottot. nell'esercito austroungarico nel 1896, entrò nella grande guerra col grado di maggiore e fu lunga-mente al Q. G. dell'armata dell'Isonzo. Dopo la guerra fu a l ministero della Difesa Nazionale ungherese, rag:giunse il grado di generale di divis. e passò a dirigere, in P. A. l'Archivio storico. Gerbino (Carlo) . Generale Commissario della R. M ., ,1. a Cuneo nel 1863, entra to. in servizio nel 1885, col-

locato in P. A. nel 1923, promosso magg. generale commissario nel 1923, ten . genera le nel 1926. Ha fatto le ,campagne 1915-1916.

Gergovia. Ant. città della Gallia, a 6 km. da Cler·mont-Ferrand. Ne rimangono ancora i ruderi, essendo ·andata in rovina in epoca imprecisata. Battaglia di Gergo'ltia (53 a. C.). Appartiene alle guer-

Batlaglia <Il Gergovia (53 a . C.)

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re di Giulio Cesare nelle Gallie. Vercingetorige s'era fortificato in G. costruendovi un forte campo trincecerato (B) e Cesare, giunto d i fronte alle posizioni nemiche, costruì un grande (C) e i.In piccolo campo (D) trincerato, riuniti per mezzo di" un camminamento (E). Deciso l'assalto, Cesare collocò a dr. i suoi alleati Edu i (H) e attaccò col grosso delle sue truppe ( I) sostenute da una 1·iserva (K) il campo nemico, rimanendo egli stesso in riserva con la X legione (L). Va licato il muro del campo, le legion i assaltano le mtu'a di G., mentre Vercingetorige, che s'era allontanato dal catnpo (F) ritornato sui suoi passi, le investe con forze fresche. I Romani sono sopraffatti e cacciati dal "campo lasciandovi 700 morti: l'inseguimento è arrestato d alle riserve, dopodiché Cesare riconduce ;' suoi nel campo trincerato, che poco dopo però abbandona, rinunciando all'investimento della città.

Germani (ant. Tenton.es). Provenienti . dall'Oriente ed appartenenti alla rana indogermanica., invasero in tempi preistorici la regione danubiana, e penetrarono combattendo nell'Europa settentrionale •f ino alla sponda dr. del Reno. La storia militare dei G. comincia nel 72 a. C., a i tempi di Giulio Cesare, quando gli Arverni ed i Sequani invocarono l'aiuto di Ariovisto contro gli Edui della Gallia. Ariovisto con 120.000 G. attraversò il Reno, e sottomise gran parte della GaJlia orientale; sconfitto da Cesare nel paese dei Sequani, fu respinto oltre il Reno. Ma Cesare stesso, nel 55 e 54 a. C. non potè mantenersi al di là del Reno. Nel 37 a. C. Agr ippa dovette trapiantare gli Ubii a l di là del Reno perchè potessero servire di argine all'avanzata. dei G. Ma anche questa misura non ebbe dfetto. Nerone Claudio Druso nel 12 a . C. iniziò •Una serie di spedizioni contro i G. ed avanzò fino all'Elba. T iberio n e continuò l'opera e costrinse i G. ad assoggettarsi per un dato tempo a Roma nei territorio fra Reno e Weser. Jl,,fa ne l 9 dell'era volgare Arminio nella foresta d i Teotoburgo vinse i Romani, e 1',,faraboduo resistette alle legioni di Roma nella German ia meridionale, tantochè i Romani furono cos tretti a conchiu dere la pace. Solo Germanico, spedito a cancellare le sconfitte subìte per parte dei barbari, potè con una clamorosa vittoda risollevare il prestigio di Roma. Scoppiatt poco dopo una r ivoluzione fra gli stessi G,, parecchie tribù d'essi furono trasfer ite nei domini romani, e sostituite con colonie romane fra il l6 e il 68 del I sec. formando gli » Agri Dccumantes o Decumani » nel S.0. -della Germania, tra la riva dr. del Reno superiore e la riva sr. del Danubio. Nel 70 e 71 scoppiò la grande rivolta dei Batavi, cui pl·esero parte anche i G. occidentali. S'iniziò allora quella serie di guerre che portarono, nel 167, alla più importante di esse dei Marcomanni su l D anubio, aiutati d a altre numerose tribù d i G. che, sp intesi fino in Italia, posero l'assedio ad Aquileja ai tempi cli M . Aurelio Antonino. Egli dovette continuare la guerra fino a l termine del suo. regno, ed il suo successore fu obbligato a comperare la pace (180) vergognosamente, cedendo le fortezze lungo il Danubio, ciò che non valse a finire la guerra, perchè i G. molestarono con frequenti invasioni la Gallia, l'I talia e la Spagna, non ostacolati nè dal Reno nè dalle Alp i, e spingendosi per il Mediterraneo. in Africa, dove fondarono un nuovo regno sulle rovine di Cartagine verso la fine del sec. V. Non mancarono le spedizioni nella Breta.gna, e nell'Europa nordica.


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Popolazioni germnn!c11e erutgranll

A questa preponderanza bellica sugli altri popoli ed :alle vittorie anche sui Romani, cont ribuirono ccrta;mente la robusta costituzione fisica dei C. e la loro organizzazione militare. Vestiario ed armamento erano semplicissimi. Si trattava di un mantello di lana, o di 'llna pelle di vitello, o d'altro animale, e di clava o lan,cìa, talvolta di sciabola, e per arma difensiva di uno scudo rudimentale di vimini e cuoio. Per le armi tuttavia avevano una particolare cura ed affezione, giacchè se le facevano perfino rinchiudere nelle tombe. Più tardi alle armi sopra citate aggiunsero elmetti e piastre pettorali, ed alle clave sostituirono il martello, prima di ,pietra poi di bronw, le fionde, gli archi e le freccie. La donna, tenuta in alto onore, accompagnava l'uomo in guerra, raccoglieva i feriti, spronava i titubanti alle imprese gagliarde, e gettavasi talvolta perfino nelle mi:schie. I bambini crescevano senza troppi riguardi, avvezzandosi ai r igori ed alle incostanze del clima. A vent'anni i giovani ricevevano con solenne cerimonia. in ·assemblea, le armi dal padre, o eia. qualcuno dei con.sanguinei, e da quel momento avevano i diritti civili. Dai 20 anni e fino alla vecchiaia tutti i G. avevano l'obbligo di battersi. I più procl i erano scelti qua ti capi nell'aprirsi di una guerra. L'esercito aveva truppe a -piedi ed a cavallo. La fanteria costituiva il nucleo più importante dell'esercito, ed era armata. cli scudo oblun·go o rotondo, rare volte cli elmo e corazza, e come a rJ11i offensive aveva mezza picca leggera, e giavellotti, talvolta anche lancia e spada. La cavalleria aveva uno scudo più piccolo di quello della fanteria, e lancia e spada, e qua lche volta anche giavellotti. Tanto i fanti •come i cavalieri si armavano a proprie spese. Mentre la fanteria era ottima, la cavalleria, sia percbè mal montata, sia percbè poco addestrata, era mediocre. La fanteria combatteva in formazioni compalle e serrate, ed era i,Uddivisa i11 centurie e decurie comandate dai rispettivi ,capi. Qualche volta adoperavano la formazione a cuJ1co. 11 combattimento era sempre preceduto dal canto di

guerra. Il fante spesso diventava cavaliere salendo sul cavallo di un compagno ucciso o ferito . . Il cavaliere viceversa spesso scendeva a terra, e, lasciato il cavallo a distanza, combatteva a p iedi. I comandanti guidavano le truppe più con l'esempio che con ordini, giacchè non avevano facoltà di punire i gregari, prerogativa riservata esclusivamente a i sacerdoti. Per bandiere od insegne avevano figure d'an imali. I C. non avevano fortificazioni artificiali, e si valevano nelle azioni difensive delle pure condizioni del sito. Neanche i loro villaggi erano fortificati, ma in genere per difendersi li circondavano de i loro carri. Quando però, sia per la permanenza dei prigionieri fra le legioni 1·omane, sia per l'assunzione di parecchi G. quali mercenari nelle truppe ai servizi dell'Impero, essi appresero l'arte della guerra., adottarono presso a poco i sistemi di combattimento e di fortificazione dei Romani.

Germania. Col trattato di Verdun (843), pc! quale i territori che avevano costituito l'impero di Carlomagno venivano spartiti tra i figi i del suo successore Lodovico il P io, al terzogenito di (Jucsti, Lodovico il T edesco, toccavano, col nome di regno cli G ermania, le contrade tra il Reno e l'Elba, l' Alemannia, la Daviera, la Carinzia e i paesi tributari sulla frontiera orientale. Il figlio del Tedesco, Carlo III il Grosso, riuscì per breve tempo a ripristinare l'unità dell'impero ; ma, alla deposizione di esso (887), i popoli germaaici si separarono clef111itivamente dall'Italia e dalla Francia e diedero la corona ad Arnolfo duca di Carinzia, il quale rintuzzò le incursioni normanne e· in aspra guerra tolse a Sventiboldo il regno che aveva tentalo cli fondare in Moravia, Slesia e Boemia. Il suo giovine figlio, Lodovico III il Fanciullo, succedutogli nell'899, non seppe nè difendere il regno dagli assalti dei Normanni, degli Slavi, degli Ungari, nè impedire che i feudatari, schiacciati eia Carlomagno, e in ispecie i duchi di Baviera, cli Franconia, di Sassonia e di Svevia, ridiven issero potenti; onde, alla fine, egli abbandonò il trono e fuggì a Ratisbona ove morì nel

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911. Estintasi con esso la dinastia carolingia, la corona, d iventata elettiva , fu dai principi e signori germanici data a Corrado I di Franconia (9i2) che dovette guerreggiare coi duchi d i Baviera e di Sassonia ribelli e con gli Ungari nuovamente infesti. Alla sua morte (918), il regno minacciava ruina e Sassoni e Franchi diedero lo scettro a Enrico I l'Uccellatore, caipostipite della dinastia sassone, il quale sottomise Baviera e Svevia, tolse )a Lorena alla Francia e ai Danesi lo Schleswig di cui fece una marca, scacciò gli Slavi dalla Misnia, da!la Lusazia è dal Brandeburgo, rnppe gli Ungari (933), e rese tributaria la Boemia. A lui, che restaurò l'autorità regia e liberò la Germania dai nemici interni, succedette il figlio Ottono I (936) che noi primi anni ebbe a lottare sia coi propri famigliari, sia coi duchi restii ad obbedirgli, sia co,n Vendi, Normanni e Boemi insofferenti del suo domin io. Assicurati con le armi la tranquillità in terna e i confini, si volse ai nemici esterni, sottopose a tributo Danimarca e Polonia, baftè gli Ungari e Luigi d'Oltremare che gli contestava la Lorena.

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SoWaLo 1ectesco medioevale

66 il potere (995), calò anch'esso due volte in I talia nel 996 e nel 1000 per combattervi il partito antimperiale; e, abbattuto questo, fn incoronato a Roma ch'egli voleva far capitale del suo impero; ma la 111orte lo colse nel 1002 nella terra di Paterno presso Civita Castellana. Egli non lascia va -f igli; onde la Dieta di Germania innalzava al trono il cugino di lui, Enrico II duca di Baviera, il cui regno trascorse in continue lotte, quasi 1 sempre fortun ate, s ia contro Arduino marchese d i Ivr ea che i principi italiani congregati a Pavia avevano acclamato loro re · (1002 e 1013), sia contro i vassalli tedeschi, sia contro gli Slavi e gli Ungbercsi che egli voleva sommettere e convertire al cristianesimo. Da esso la. Boemia fu riunita all'Impero e la Polonia e l'Ungheri,\ furono erette a regni ( 1008). Rimas to da ultimo padrone della corona italica e chiamato dal papa contro i Greci di Puglia e di Calabria che, insuperbhi per la vittoria riportata su Ottone 11, si er:tn fatti minacciosi, egli li vinse, ma non potè meglio dei suoi predecessori ridu rre in suo dominio quella parte della penisola; e tornato in Germania, v i morì nel 1024. Spentasi con lui la casa di Sassonia, saliva. a l trono di Germania quella di Franconia con Corrado II il Salico che cinse a :Milano, non senza contrasti, la. corona di re d'Italia e a Roma quella imperia le (1027). Egli sostenne dure lotte coi principi di Sassonia, pacificò la Boemia e l'Ungheria, vinse i Polacchi che rifiutavano di riconoscerlo, e, alla morte d i Rodolfo II;[ d i Borgogna, ne ereditò il regno, una parte del quale diede a governare a Umber to Bianca.mano di Savoia, il più potente fra i principi borgognoni, in guiderdone dell'aiuto avutone contro un compe\itore sor to a contrastargli quella eredità. -Corrado II venne in Italia una seconda volta nel 1037 per ridurre a obbedienza M ilano che seguiva le parti del suo a rcivescovo Ariberto a lui avverso, ma non riuscì ad espugnare la città. La sua morte avvenuta ad Utrecht due anni dopo pose fine alla guen·a-

Invocato da Adela ide, vedova di Lotario re d'I talia, :i cui Berengario II voleva imporre nuove nozze col proprio figlio, venne nel nostro paese, vi assunse la corona < Il suo figlio e successore Enrico III ·( 1039) fu il p iù glorioso della casa Salica, poichè, oltre alle corone di regale e sposò Adelaide acquistando così la signoria Germania, d'Italia e di Borgogna, ebbe in suo dirette> dell'Ita lia superiore (951). N~l 955, fattisi gli Ungari dominio i Ducati di Baviem, di Svevia, di !Franconia cnuovamen te minacciosi, li sbaragliò sul Lech ponendo di Carinzia, e con guerre fortunate costrinse all'antice> fine alle loro sconerie. Nel 961 r itornò in I talia, abbattè omaggio il Dudato slavo di Boem'ia (1042) e per alcun definitivamente la dominazione di Berengari9 e neltempo l'Ungheria (1044). Nel 1046 scese in Italia, ove, l'anno seguente, cingendo a Roma la corona imperiale specialmente in Roma, pullulavano e infierivano le fae riunendo sotto il suo scettro i due regni d'Italia e di zioni, e si ingerì nelle elezioni papali affermando la suGermania, diede origine a quello che fu detto il Sacro p remazia imperiale. Mor to nel 1056, mentre s'accingev;i. romano impero della 11azion.e german.ica; l'Italia vi pcra resp ingere una invasione di Slavi, gli succedette il fidè la sua indipendenza. Una terza volta Ottone I calò glio Enrico IV ancor fanciullo, durante la cui minorità. in Italia (966-72) per sostenere papa Giovanni XIII, Ìl papato ebbe modo d i riacquistare vigore e di sottra'r~i suo par tigiano, contro le fazioni antitcdesche di Roma. alla subordinazione imperiale. Il giovine imperatore doEgli sedò la rivolta, ma falli poi nell'impresa di estenvette da prima lottare coi propri zii i D uchi. di Baviera. d ere il suo dominio sull'Italia meridionale. Ottone II, e di Sassonia che, approfiHando della sua fanciullezza,. suo figlio, succedutogl i nel 97 3, ebbe breve regno ; battè il s uo competitore Enrico di Baviera; costrin5e con l'ar-• ne malversavano i domini e cercavano agguantar nuovi possessi, e li battè in piì1 incontri e decisivamente sulm i Lotario re d i Francia a desistere dalle sue pretese l'Unstrutt ( 1075); e del pari soJaocò una rivolta dei, sulla Lorena (980); e nel 981 scese in Italia per attuarè Sassoni sconfiggendoli a Hohenburg, Imbaldanzito da. il disegno del padre scacciando dalla Puglia e dalla Catali fortune, volle 111isui:arsi con l'autorità ·- papale abulabria i Greci ; ma, dopo alcuni buoni successi, fu sconsando del suo presunto diritto su'llc investiture; ma, fitto a Basa.niello (13 luglio 982) dai Saraceni chiamati scomunicato e deposto dal pontefice Gregorio VII e da quelli in soccorso, e morì a Roma nel 983. Gli succeabbandonato dai principi tedeschi, fu costretto, per saldette il figlio giovinetto Ottone III sotto la reggenza vare il trono, a umiliarsi a Canossa (1077). Trovati poi della madre Teofana. e dell'avola Adelaide. Durante la partigiani in Itali11, e in Germania, ove contro lui era. sua minorità, Danesi e $favi scossero la s ignor.ia tedestato eletto Rodolfo di Svevia, battè questi a Melrichsca e p rincipi e vassalli tentarono far si ribelli. Assunto


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s tadt (1078), .a F ladenheim e a Molsen (1080). R itornato in Italia, prese Roma, ma se ne a'llontanò all'appressarsi dei Normanni chiamati in aiuto da Gn;gorio VII e ripassò in Germania ove trionfò nuovamente dei Sasson i ribelli e del nuovo competitore E rmanno di L ussemburgo da essi acclamato imperatore; poi, richiamato in Italia dalla guerra mossa.gli dalla contessa Matilde, vi ristabilì la scossa autorità imperiale (1091). Ma la Germania gli s i rivoltò contro e i suoi figli Corrado ed Enrico si unirnno ai suoi nemici ; ond'egli fu deposto ( 1105) e potè solo sfuggire alla prigionia riparando a Liegi ove miseramente morì (1106). Durante il suo régno, la Boemia che, già frazionata in una quantità di staterelli, era, nel principio dell'VIII secolo ·di~entata S tato unitario sotto la dinastia dei Pi;zenìyzl, fu elevata a d ignità d i regno (1086). A Enrico IV succedel!e il figlio Enrièo V che ebbe guerre non fortunate con Fiammingh i, rolacchi e Ungheresi e contin uò la lotta col papato; ma, •salito al soglio pontificio il suo congiunto Calisto II, conchiudeva con esso il Concorda to d i Worms (11 12) col quale, rinunciando alle investiture spirituali, poneva .fine ai lungo conflitto. Con la. morte d i Enrico V ( 1125) si spegneva. la casa d i Franconia. Due fazioni se ne disputavano la successione, .caANJ1 lbug1cre tectesco pitanata l'una dai Weiblinger (,;ee. XVII) od H ohenstaufen, famiglia potente di Svevia ( donde il nome d i Ghibellini), e l'altra dei Welfs (donde il nome di G uelfi) che col Ducato di Bavie ra. p ossedevano in feudo a1Jche quello di Sassonia. La D ieta di l\fagonza elesse Lotario II di Su pplimburgo Duca di Sassonia, capo dei Guelfi e partigiano del papato; ma gli sorse contro Federico d 'Hohensta.ufen , nipote ed erede di Enrico V che l'a veva designato a proprio s uccessore'. Federico promosse l'elezione d i suo fra tello Corrado · e fra questi e L otario si venne a guerra che durò 9 ann i (ll26- ll35). Lotario, sorretto dal papa e dal genero Enrico il Sup erbo, duca d i Baviera. potè alla fine trionfare dall'avversario. Egli assunse nel 1133 la corona imperiale in I talia ove ritornò, dopo la sua vittoria sul rivale, nel 1136 p er sostenere il paps1,_ Innocenzo II contro R u ggero" II re d i Sidlia; e, costretto qu esti a r itirarsi nella sua isola, riprese via per la Germania, ma morì in cammino (1137) in un oscuro villaggio delle Alp i. A succedergli fu chiamato ( 1138) quel Corrado (III) che dieci anni pr iÌ1Ja era stato suo competitore e COI) esso si iniziò la dominazione della Ca.sa d'H ohenstaufen. Anch; il suo regno fu d a p rincipio funestato da guerra civile suscitata gli da Enrico il Superbo che p retendeva a l trono come genero di Lotario. La vittoria di Weinsberg ( 1140) riportata da Corrado d ecise il gran litigio in suo favore ed egli tolse ad Enrico i suoi dominì di Baviera e Sassonia; dopo di che, incitato <la S. Bernardo, si fece u n dei capi della 2" Crociata (1147j dalla qua le r itornò senza gloria (1149) e nel 1152 si spense. Gli s uccedette suo nipote Federico di Svevia il Barba.r ossa, uomo invasato dal!~ idea imperiale,' che so-

67 gnava ripristinare i tempi di Carlomagno e di Ottone III. Riconciliatosi coi Guelfi, restituì la Baviera ad Enrico il Leone figlio del Superbo, costituì l'Austria in Ducato indipendente e r iassoggettò a.I dominio imperiale la Danimarca., la Polonia, la Boemia e la Borgo gna.. Quietata così la Germania, volse l'animo all'Italia ove i Comuni, approfittando de1la tranquillità lasciata loro da Corrado III, si andavano svincolando dal:'impcro negandogli ossequio, sudditanza e tributi. Egli scese in Italia_ p iù volte, ma. per quanto vi incrudelisse e cel·ca.sse impo1Te Iai propria. volon tà, cozzò continua.mente contro il saldo p roposito dei Comuni di affrancarsi dalla sua soggezione. Da. ultimo, la sconfitta inflittagli a Legnano (21 maggio 1176) d alle armi della Lega Lombarda lo indusse a pensieri di pace e col trattato di Costanza (1183) riconobbe ai Comuni italici il po·ssésso delle loro franchigie, regalie ed a.Itri p rivilegi, salvo sempre l'alto dominio dcll' imperatore come re d'Italia. Federico, tornato in c'ermania, rispogl iò dei suoi Stati Enrico il L eone che già eraglisi ribellato •è, col negargli aiuto, era stato_ non ultima causa della rnt.ta di Legnano. Lasciatigli i soli possedimenti patrimoniali del Brunswick e del Liineburgo, d iede il Ducato d i Baviera a l conte palatino Ottone di Wittelsbach ceppo della casa che vi regnò poi, e ripar tì la Sassonia fra l'arcivescovo di Colon ia. e il conte Bernardo d' Anhalt.. In pari tempo, il Brandeburgo veniva da lui elevato a margraviato sotto un fratello d i Bernardo. Mirando poi ad abba.ttere la potenza dei duchi, li sostituì còn un maggior numero di p iccoli principi a lui sommessi. Nel 1184; Federico ritornò in Italia, per la sesta ed ultima volta,/ per contrattarè il matrimonio (avvenuto poi nel 1186 a M ilano) di suo figlio Enrico con Costama d'Alta ,•illa figlia postuma. e p resuntiva erede del re Ruggero di Sicilia. Con tale unione la Casa Sveva, acquistando il mezzodì d'Italia, s i compensava largamente delle concessioni fatte ai Comuni. Ne! 1189, Federico partiva con 80.000 u. per la 3• Crociata ; ma, giunto in Cilicia, vi la.scia.va la vita (1190). Gli succedeva il figlio Enrico VI il Crudele, che, dopo aver domato una nuova sollevazione guelfa ca.peggiata da •Enrico il Leone, venne in Italia e con le armi s'impossessò del regno di Sicilia contestatogli da T ancred i nipote di Costanza. L a sua morte, avvenuta a. Mc~ina, mentre apprestavasi a · seguire la 4• Crociata, diede origine in Germania a una sa11guinosa. guerra civile fra i due pretendenti al. trono: Ottone di Erunswick, .figlio di Enrico il Leone, pel quale parteggia.vano i Guelfi, il _papa e il re d'Inghilterra; e F ilippo, duca d i Svevia e fratello di Enrico VI, che, sostenuto dai Ghibellini e da l re di Francia, vol_eva conservare 1~ successione dell'impero a l quattrenn e Federico II figlio del mor to impera tore. La guerra durò d ieci anni e ne profittarono il papa, i Comuni ital iani e la Danimarca per togliersi al vassa'llaggio dell'impero. L'assassinio (1208) di Filippo, portò' la cessazione del conflitto tanto che venne riconosciuto da entrambe le parti come imperatore Otto.ie. Questi, m irando a togliere l'Italia meridionale al giovinetto Federico Il pupillo del ·papa. Innocenzo III, invase il regno di Napoli (1210), ma dovette tosto ritornare in Germania a sedarvi una rivolta; poi, per vendicarsi di Filippo Augusto re d i Francia che aveva dato aiuto a Filippo di Svevia, si alleò con gli Inglesi contro di esso, ma, battuto , a Bouvines (1214) e perduto ogn i potere, si ritrasse nel-


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le sue terre d i Brunswick ove morì ne l 1218. Intanto Federico rr, chiamato dai principi tedeschi che per lui parteggiavano, si recò nel 1212 in Germania e, dopo molti contrasti, fu coronato ad Aquisgrana re dei Romani ( 1215).. Cinque anni più tardi ebbe pure a Roma da papa Onorio III la corona imperiale patteggiandola con la promessa d i cedere il trono di Sicilia a l figlio Enrico e di condurre una crociata in Terrasanta. Ma suo d isegno era far risorgere in Italia la scaduta autorità imperia le e liberare dal vassallaggio di Romx il regno napolitano e la pred ilezione ch'egli aveva pel nostro paese e il formidabile conflitto quivi da esso ingaggiato col papa e coi Comuni gli f ecero trascurare le cose d i Germania ove i principi acquistarono sempre maggior indipendenza. Soltanto ne"! 1235 egli accorse in Germania ove il figlio Enrico, eh\! dal 1220 vi era stato eletto re, gli si era ribellato; e, vin tolo e dànnatolo a peq,etua prigionia, s i pacificò con la casa guelfa, dandole il Ducato d i Brunswick-Liineburg allora creato, fece proclamare re il suo secbndogenito Corrado I V ( 1237) e r itornò in Ttalia ove più feroce divampava la

Dras·on e tedesco (scc. XVII)

lotta coi Comuni e col- papa. $comunicato da questi, fu abbandonato dai principi tedeschi che diedero la corona regia a Enrico Raspe langravio di Turingia ( 1246) il quale battè Corrado a Francoforte ( 1.5 agosto 1246) ma morì l'anno dopo. La guerra in Ita.lia volse al peggio pe r Federico II che, , stanco e sfiduciato, usciva d i vita a Ferentino (17 dicembre . 12?0) lasciando l'impero sconvolto da g ravissime tur bolenze. Corrado IV, benchè si vedesse seria mente contestata la corona di Germania da Guglielmo conte d'.Olanda che il papa I n nocenzo I V, dopo :a morte di Enrico Raspe e in odio a Federico II, aveva proclamato imperatore (1247), venne in Italia per ristabilirvi la sua autorità; ma, mentre con l'aiuto dei Ghibellini ·g ià era prossimo a l trionfo, la mor te lo colse _a Lavello di Basilicata (1254). Due anni dopo )o seguiva nella tomba anche Guglielmo e in Germania si aptiva un periodo d i interregno (12S6-73) durante il quale, fallito a Tagliacozzo (1268) il tentativo di Corradino, figlio di-·Cona.do I V e ultimo degli Hohenstaufen, per riprendere la signo ria d 'Italia. questa s i sottrasse affatto alla dipendenza dell'imper~. ' In Germania, i principi, cresciuti in potenza durante

68il tempo di Federico II, ormai agognavano ad avere sopra di sè un sovrano che non desse loro impaccio e non fosse ereditario. Perciò (1257) i Guelfi elesser•J Riccardo di Cornovaglia, fratello del re d'Inghilterra, e i Ghibellini Alfonso di Cas~iglia; ma nè· l'uno nè l'altr.o ebbero ta l forza da esercitare .i l potere regale; onde di tanto più crebbero gli a.ppetiti dei principi che si impossessarono, non solo dei domini, ma anche dei diritti regi. Si formarono a llora in Ge.r mania vad Stati che pesarono poi sul suo destino; così Ottocaro, ma rgravio di 11orav'ia, aggiunse, dopo l'estinzione della Casa dei Babenberg ( 1266), alle s ue terre ereditarie la Boemia, J' Austria, la Stiria, !a Carinzia e la Carniola; gli Ascani del Brandeburgo estesero la !oro signoria sulla media E lba e sottomisero a vassallaggio i ducl1i di Pomerania; fra Vistola e :i\fomel so,·se e s i affermò a mano a mano l'Ordine teutonico r apinando territorì, sì da for mare nel 1283 in Prussia un vero Sta.to; nella Germania occidentale si form:irono leghe di potenti ci ftà (fra cui, nel 1241, la lega Anseatica) e vi furono a spre lotte fra esse e i principi clic volevano sottometterle; e questi si andarono differenziando per rango e sette di essi primeggiarono sugli a ltri arrogandosi l'esclusivo clidtto di eleggere l' imperatore. L'ingr1ndimento raggiunto da Ottocaro e i! sospei10 ch'egli mirasse al dominio dell'intera Germania, consi-' gliarono gli Elettori a da r la corona imperiale a Rodolfo conte d' Absburgo ( 127 3) che, per essere signore d i minor grado e di poche terre nell'alta Alsazia, nella Svizzera e nella Svevia, non pareva temibile. Ottocaro gl i contrastò con le armi ;1 trono ma, sul MarchJelcl venne sconfitto ed ucciso (1278) e al figlio suo restarono solo la Boem ia e la Moravia. Rodolfo pose mente a restaurare l'ordine in Germania rintuzzando la prepo• lenza dei principotti, emanando savie leggi e sostenendo ovunque i di ritti dell'impero, specialmente i n Italia, d::n·e ottenne che Carlo d'Angiò rinunciasse al titolo d i vicario imperiale che si era arrogato. Abbandonando poi ogn i pretesa sulla Sicilia e sulla media Italia, e definendo i limiti territoriali della potestà della Chiesa, quali essa poi conservò fino a-I p rincipio del XIX secolo, ebbe in compenso il riconoscimento del ti<tolo di r e dei Romani. Alla sua morte (129 1), gli elettori temendo la· 1 p6tenza del .figlio cli lui Alberto patteggiarono la co.rona col principe Adolfo di Nassau che, per averla, fece loro larghe promesse, ma n on le mantenne; onde essi allora proclamarono im peratore Alberto. Questi vinse cd uccise alla battaglia di Goelheim (2 Juglio 1298) il competitore, ma per la s ua tracotanza ed il]umanità p rOYOCÒ continue guerre e ' da ultimo là ribellione delle città svizzere. M entre egli si aècingeva a domarla, fu assassinato (1° maggio 1308) dal nipote Giovann i di Svevia a cui aveva usurpato la parte spet tantegli del retaggio degli· Absburgo. Veniva allora eletto imperatore Enrico VII duca di LusseH1burgo, il quale pacificò la Svizzera e, sposando il proprio figlio Giovanni ad una sorella del morto re di Boemia Ven ceslao III, gliene assicurò la successione e fece cessare così la guerra civile che funestava quello Stato ; p oi, perseguendo l'antico sogno di riaggiogarr l'I talia all'impero e di por fine all'infuriare <lclle fazioni che la travagliavano, venne a cingere la corono regia a Milano (1311) e quella cesarea a Roma ( 1312); ma il suo proposito fallì per la scarsezza d ellé sue forze


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e per la imposizione cui fu costretto a ricorrere. Ovun-

que gli sorsero• nemici; più d'ogni altro accanito Rober to d'Angiò re di Napoli ; e mentre s'avviava a combatter questi, u na violenta malattia lo spegneva a .Buonconvento (24 agosto 1313). La sua morte segnò l'inizio di n uove con tese in Germania ove par te degli Elettori elesse Lodovico IV di Baviera e pu!~ Federico il Bcìio duca d'Austri'a. Anche quando, dopo otto anni di guerra, Lodovico, vinto e fatto prigione a MUhldorf ( 1322) il r iva le fu proclamato imperatore, la lotta fu continuata da Leopoldo duca d 'Austria, fratello di Federico, il quale per aver amico il re di Francia, gli cedette la Borgogna. Nel 1325 i .due avversari ven ivano ad accordo, pel quale Fèderico rinunc iava alla corona imperia le e all'Italia ma veniva in Germania fatto par tecipe del trono su l quale tuttavia non eserci tò influenza alcuna.. Anche Lodovico il Bavaro lottò col papa che aveva parteggiato per Federico e fu da esso sco1nunicato. Invitato dai Ghibellini d'Italia, varcò le Alpi (1327) con J?OChi mercenari e s i fece incoronare dal popolo di Ro • ma ; senonchè, avendo indugiato a volgersi con tro il re R oberto di Napo li che il pontefice aveva dichiarato v icario imperiale, i Guelfi ripresero audacia mentre i mercenari, non pagati, si disciolsero ; ccl egli, avvilito, dovette lasciare l'Italia ove l'ultimo vestigio dell'imperiale autorità andava distrutto (1329). Lodovico IV fu tutto inteso a r endere potente la propria casa riunendo (1312) sotto il suo dominio l :bucati dell'A lta e Bassa Baviera, assegnando (1323) alla morte d i Ascanio del Brandeburgo, questo margraviato al proprio p rimogenito Lodovico e assicurandosi mediante matrimoni le eredità del Tirolo, dell'Olanda, Seelanda, Frislanda ed H ennegau . Di tali ingrandimenti i p rincipi tedeschi si intimorirono e sdegnarono; e, poichè il papa aveva proclamato la decadenza di Lodovico, essi, nel luglio 134<:i, elessero imperatore Carlo IV d i Lussemburgo, figlio di re Giovan11i di Boemia, il quale, essendo morto l'aimo appresso il Bavaro, spezzò la resistenza del costui figlio Lodovico e, sa lito sul trono, usò del potere con gran senno e prudenza. Egli non si curò dell'Italia, ove scese· solo nel 1354-55 per f arsi incoronare, e, 1·itornato in Ger mania, promulgò nel '56 la << Bolla d'oro >l determinante i modi dell'elezione imperiale la quale doveva esser d'ora in poi fatta a F rancoforte da sette E lettori, e cioè : i 3 arcivescovi di Magonza, Colonia e T revil-i, il re d i Boemia, il conte pa,latino del R eno, il duca di Sassonia e il marchese di Brandeburgo. Alla sua morte (1378), il figlio Venceslao che, g ià lui vivente, era stato eletto a succedergli, riunì alla corona imperia le quella ereditaria cli Boemia. La ferocia del carattere, i vizi, la indolenza del nuovo imperatore lo resero siCfattamente od ioso che suo cugino G ian Giacomo (Jobsl) rnargraviq di Moravia e il suo stesso fratello Sigismondo, che da l padre Carlo IV aveva rice\!uto il Brandeburgo (1378) e nel 1386 aveva ere ditaio il regno d'Ungheria, gli" a izzarono una sommossa in Boemia e lo f ecero prigione (1394). Durante il r•egno di Venceslao, la lega Anseatica fiorì e sorsero nella Germania del Sud a ltre leghe di città per difendersi contro i principi, e leghe di princip i con. tro la p repotenza imperiale; e tra le varie leghe furono continue guerre e ovunque imperversarono l'anarchia· e il brigantagg io. G li Svizzeri nel 1386 con la vittoria di Sempach e nel 1388 con queJJa di Naefels si affranca-

rono dall'Impéro e nello stesso anno 1388 il conte del Viìirttemberg .batteva a Doffingen la lega delle città sveve, il conte Roberto del Palatinato a Worms quella delle ci ttà renane, e altre -leghe di principi scqnfiggeva no quella d i Wettarnvia e tr ibolavano duramente Strasburgo e le città francone. F inalmente l'imperatore Venceslao fu deposto ( 1400); egli potè conservare il reame di Boemia, ma dovette cedere la Lusazia a Iobst (1401). In suo luogo, fu eletto Federico di Brunswick e tosto dopo, essendo stato questi assassinato n ello stesso giorno dell'elezione, Roberto del P a latinato, che lasciò ancor p iù decadere l'autorità imperiale e morì n el 1410. Allora, parte degli Elettori elevarono al trono Iobst, parte Sigismondo; e poichè Venceslao riaccampava pretese a,Jl' impero, i t re lussemburghesi stavano per venire a guerra, quando Iobst morì (1411), Venceslao -si tenne pago della Boemia e Sigism011do rimase così senza competitori. I l n uovo imperatore ebbe un regno assai travagliato da assalti dei Turchi, contro i qua li lottò con dubbia fortuna, e dalla rivolta religiosa e sociale degli Hussiti

'l'rnppa pl'IJS~iana ( 1703) cli Roemia, i quali dal 1419 gli tennero fronte per I 7 ann i, lo sconfissero più volte e non gli si sottomisero che nel 1436, onde egli potè solo al lora ottenere anche quella corona che da lla mor te di Venceslao ( 1419) era rimasta vacante. Sigismondo, pressato dal bisogno cli denaro, vendette a Federico d 'Hohenzollern, margravio_ di Franconia, la ma rca cli ·Bra ndeburgo ( 1415) e agli Svizzeri le terre della Casa cl'Absburgo ; e fu lui che. investì del titolo ducale il conte Amedeo VIII cl i Savoia (1416), ma in I ta lia null'altro fece che farvis i incoronare a M ilano e a Roma. Egli moriva nel 1437 senza lasciare prole maschile e con Alberto II d 'Austria, suo genero, eletto a succedergli, la casa. d' Absburgo risaliva sul trono cli Germania per r imanervi fino al 1806. Alberto ebbe breve regno e morì nel 1439. A lui seguì Federico III, della liJ1ea a ustriaca cli Stir ia, che, indo•• lente aJJ'estremo-. trascu,rò gli interessi dell'impero mi- · na cc iato dai T~rchi e scosso daJJe in testine discordie. , Guerre civili desolavano la Sasson ia, la Vestfalia, la Franconia e la Ge rmania tutta non era ormai che un;1 1 vasta e tumultuaria aggregazione _d i principi e d i citt,ì che l'autorità imperiale, impotente e ind ifferente, non •. valeva a tenere in rispetto. Federico I II non -seppe con-·· servare nè la Boemia, che si elesse un p roprio re, nè ' l'Ungheria, che gli f u strappata eia Mattia Corvino da H


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quale venne scacciato anche àa Vienna · e dalla Bass:i. Austria; inoltre, fu costretto a cedere i i:) iritti imperiali sulle provi!'cie renare a Cai·lo il Temerario. T uttavia.. sposando con la figlia ed ei·eòe di questi il proprio figlio Mass imiliano, se ne assicurò il retaggio; ma dovette sostenere guerra contro Luigi XI di Francia che glielo contrastava e che, quantunque da 1vlassimiliano sconfitto a Guinegate (17 agosto 1479) riuscì ad ottenere col trattato di Arras ( 1482) buona parte del ducato di Borgogna (Franca Contea e Artois). Federico III morì nel 1493 dopo essere ritornato, alla mor le d i ::Yfattia Corvino, in possesso dei suoi Stati aviti ed averli ingranditi. Egli fu l'ultimo imperatore che venisse incoronato tale in I talia. G li succe.dette il figlio Massimi liano a· cui Carlo VIII di Francia, per non essere intralciato aella conquista d'Italia, restituì la Franca Contea e l'Artois (tratta to d i Scnlis-1493). Me-

Truppe prussiane (epora napoleonica) Granatiere

Gua"rdie ctel Re

no fortunato contro gli Svizzeri, dovette riconoscerne col trattato di Basilea ( 1499) l'indipendenza. Nel 1508 partecipò alla L ega di Cambrai, ma poi se ne ritrasse e, timoroso della foituna dei Francesi, si unì alla Lega Santa promossa dal papa G iulio II contro Luigi XI di F r ancia e, insieme col re d'Inghilterra Enrico VIII, lo vinse ,a Thérouanne ( 1513). I buoni successi riportati più tardi dai Francesi sotto il re Francesco I in Italia lo consigliarono ad accettare la pace di Noyon, conclusa nel 1516 fra i monarchi di Francia e di Spagna. Se egli poco o nulla potè compiere per la gloria dell'impero, molto si adoperò per dargli una buona costituzione ripartendola jn circoli, creando un tribunale supremo atto_a decidere le liti fra gli Stati e fissando i tribut i che questi dovevano corrispondere ne]· comune interesse; e da lui inoltre ebbe origine il « Consiglio aulico imperiale,,. , Massimiliano mor iva nel 1519. O rmai la corona. imperiale non portava al suo possessore alcun solido e intrinseco ingrandime.oto, <lacchè il regno d'Italia l')On era più che un ricordo medievale e ne lla Germania stessa i domini imperiali erano stati alienati. Tu ttavia essa conferiva grande dignità fra i monarchi cristiani e costituiva l'imperatore capo dei principi germanici. Perciò

sorsero a disputarsela accanitamente Carlo, n ipote di Massimiliano, che già alla morte d i suo suocero Ferdinando il Cattolico ( 1516) aveva ereditato il trono di Spagna, e Francesco I re di Francia. La Dieta del]' impero elesse ( 1520) il pr imo, sia perchè principe nazionale, sia perchè, avendo esso i suoi domini separati gli un i dagli altri e dalla Germania, parve agli Elettori meno pericoloso. L'odio concepito da Francesco I contro il rivale e fomentalo dall'antica inimicizia fra la Casa di Francia e d'Austria, non tardò a far scoppiare lai guerra ( 1520). Carlo V si alleò con Enrico VIII d'Inghilterra e col papa Leone X. Si combattè in Navarra, in Francia e in Italia, ove gli imperiali scacciarono i Francesi dalla Lombardia ( 1521), ·li vinsero alla Bicorca (1522) a Romagnano Sesia (1524) e finalmente a Pavia (1525) facendovi prigione lo stesso re Francesco, che govette l'anno dopo segnare il trattato di Madrid, con cui cedeva a Carlo V la Borgogna e i diritti sul:a Lombardia e sul Napoletano. I felici successi di Carlo V rendendolo arbitro d'Italia ·e rompendo l'equilibrio politico europeo, mossero il papa, la Francia, l'Inghilterra, Venezia e M ilano a Stringere contro d i esso una nuova lega ( 1526) (Lega santa di Cognac). La guerra arse nuovamente in Italia; ma essa non sortì buon effetto per i collegati, sia per la mancanza in essi di ogni sincerità, sia pel continuo ondeggiare del papa, sia per l'inettitudiL1e del duca d'Urbino capitano della Lega ; onde fu facile a Carlo V vincere e d isunire i suoi nemici e por fine alla contes1 coi trattati d i Barcellona e di Cambrai (1529) coi quali egli abbandonava ogni pretesa sulla Borgogna e Francesco I rinuncia.va a intromettersi nelle cose · d'Italia. Durante tali imprese, Carlo V, tutto dominato dal suo sogno d'impero mondiale, trascurò la Germania ove intanto. per cause economiche, sociali e 1·eligiose, ei;a grande fermento. Egli aveva bensì compiuto nel 1522 il riordinamento dello Stato iniziato dall'avo, scompartenclolo in 10 circoli comprendenti ciascuno parecchi minori Stati, dei quaJi allora ve n'erano ben 250 in Germania. Ma, ceduti nel 1521 al fratello Ferdinando i possessi ereditari austriaci, egli si allontanò dalle terre tedesche nè vi ritornò che 9 anni dopo, Durante la sua assenza avvennero colà sommosse e guerre cli contadini contro i signori e di questi contro i principi, mentre una profonda/ scissura religiosa si produceva tra i varì Stati. Nel maggio 1530, Carlo V, dopo ess-ersi fatto incoronare a Bologna, r itornava in Germania. Quivi gli Sta ti evangelici, ma.lcontenti delle decisioni della 2• Dieta di Spira ( 1529) che vietavano ogni novità religiosa, e minacciati dall'imperatore di nuovi rigori, si stringevano contro di esso in lega a Smalca.lda. Carlo V, premuto in quel tempo da un assalto turc hesco, scese a patti (pace di Norimberga - 1532) concedendo ai dissidenti libertà di coscienza finchè un Concilio non definisse le differenze religiose ; e sollecitò il papa a indirne uno che fu poi quello di T rento, Ma, successivamente, il nuovo conflitto sorto tra Carlo V e Francesco I (1535) per la successione del Ducato di Milano, le reiterate aggression i dei Turchi e le due spedizioni compiute contro T unisi (1534) e contro Algeri (1541) per distruggervi quei nidi di corsari d i cui Solimano si giovava per infestare le spiagge d'Italia, tennero per lunghi anni distratto l'imperatore, e, rendendolo biso-


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Proclamazione clell'Jmpero Tectosco a v ersal!Ie.s ( 18 genna io 1871) gnoso del concorso dei principi tedesèhi, gli vietarono di poter imporre a questi la sua volontà e ridurli a obbedienza. ~ L'incendio suscitato da Lutero, divampando sempre p iù, aveva a mano a mano invasa tutta la Germania settentrionale e serpeggiava in Boemia e nell'Austria stessa. Ovw1quc pullulavano nuove sette guerreggianti fra loro e infuriavano rivolte di contadini. Vari tentativi furon fatti per compol'l'e il grande litigio fra cattolici e protestanti; più importante fra tutti quello compiuto alla Dieta di Ratisbona ( 1541); ma l'odio e il . sospetto verso la Chiesa d i Roma, l'intransigenza di ,questa, l'opposizione dei principi lutei:ani che temevano l'unità religiosa desse forza all'assolutismo imperiale, la subdola attività del re di Francia intesa a suscitar nemici a ·Carlo V, resero frustraneo ogni pacifico sforzo. Nel 1545 l'imperatore, liber atosi con la pace di C respy ( 1544) dei suoi nemici esterni, poichè i protestanti rifiutavano di riconoscere l'autorità del Concilio di Trento apertosi in quell'anno ed esigevano un libero concilio nazionale, pose al bando dell'impero l'E lettore di Sassonia, il L angravio d 'Assia ed altri principi della Lega Smalcaldica; onde questi nel 1546 gli mossero . guerra (V. Guerra Smalcaldica), ma furono vinti a Mi.ihlberg (24 aprile 1547) del principe JV[aurizio d i Sassonia che, pur protestante, s'era lasciato indurre da promesse a seguir le parti di Carlo V. L'anno appresso, in attesa delle decisioni del Concilio di Trento e nella speranza di pacificare i contendenti, l'imperatore volle con _u n decreto (I nterim d'Augusta) prescrivere le noi·mc con le quali il culto luterano poteva essere tollerato; ma, lungi dal raggiunge,e il suo scopo, egli scon- · tentò gli uni e gli altri e il rigore con cui tentò · imporre la sua volontà ringagliardì I' opposizione contro di lui. Vagheggiando poi il disegno di lasciar l'impero a suo figlio F ilippo e riunire Spagna e Germania .sotto la Casa cl' Absburgo, ottenne nel 1551 che suo fratello Ferd inando e il costui figlio Massimiliano rinunc.iassero alla d ignità imperiale, al che entrambi si acconciarono di mala voglia, I Tedeschi ne furono 0

indignati, e di essi si fece paladino lo stesso Maurizio di Sassonia che, per evitare l'asservimento dell'impero alla Spagna e per difendere la libertà di religione, si volse contro l'imperatore. Il Duca di Mecklemburgo, il Conte palatino ciel Reno, il M archese del Brandeburgo ed altri principi si unirono a 1'1aurizio (1552), mentre Enrico II d i Francia gli prometteva aiuto, irrompeva nella Lorerta con forte csérc ito e si impadroniva dei Tre Vescovadi. Ma\Jrizio ebbe in breve tutta l'Alta Germania in suo poiere, e già i collegati si avanzavano verso il T irolo. Carlo V, sfuggito loro ad Innsbruck e mccolti 100.000 u., tentò rip rendere i Tre Vescovadi, ma sotto :Metz strenuamente d ifesa vide crollare il suo sogno di rivincita. Ammalato e sfiduciato, lasciò 'al fratello Ferdinando d i negoziare coi protestanti coi quali venne segnata la tregua di P assavia (1552) seguita nel 1555 dalla pace cli Augusta (pace di religi01Ù,) che, affermando la libertà di coscienza, diede per 60 anni tranquillità alla Germania. Carlo V, deciso ad abdicare, dopo aver nel Ì555 ceduto al figlio Filippo il regno burgundo e, nell'anno successivo, la Spagna, i domini d'Ita lia, dei Paesi Bassi e d'America, concluse col re di Francia la tregua. cli Vautelles ( 1556) e trasmise la corona imper iale a Ferdinando che già, oltre ai possessi aviti, aveva, alla morte di Luigi re d 'Ungheria e di Boemia, ereditato questi due Stati; poi si ritirò nel. monastero di Yuste nell'Estremadura ove morl il 2 1 settembre 1558. Per tal modo, la Germania fu nuovamente sciolta da ogni vincolo con la Spagna e potè liberamente iniziare un proprio nazionale sviluppo. Sottb Ferdinando I, spirito conciliante e prudcute e ,otto il figlio suo Massimiliano II che ne seguì le· traccie serbando fede ai patti d'Augusta, la Germania ebbe q uiete e fu pronta a porgere i maggiori soccorsi all'imp ero contro una nuova e più lTemenda minaccia di So)imano; onde il figlio di questi, Selim II1 dovette accordare a Massimiliano un'onorevole pace (1568). Ma, morto questi (1576), sotto Rodolfo II, s uo figlio e successore, p rincipe fiacco, indolente e bigotto, le cose mutarono. Nuovi tumulti religiosi e civili, tanto · in Ger-


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mania c,he--.n.eg!LSta,t_i .er.edi1;<1ri, in J3oeruia:.e in.. Unghc, , · ria; nuovi, assalti del turco; e, sopratutto, 'la gue.r r.a mossa ~ Rodolfo dal fratello :Mattia impaziente di regnare in sua vece, fecero scadere d'assai l'autorità imperia le. Intanto, la Chiesa di Roma dal Concilio di Trento risorgeva a vita nuova e più battagliera . I Gesuiti spandevano ovunque la loro influenza e spadroneggiavano nella corte di Vienna e sull'animo di Rodplfo. Si strappavano ai luterani vescovadi e principati e si mirava a estirpare il nu ovo curto ·dalla Germania . Gli Stati evangelici allora formarono l'Un io,ne di Auhausen (maggio 1608) che, accordatasi con re Enrico IV di Francia, concepì il disegno di assalire Spagna ed Austria, principali sostegni del cattolicismo romano, e d are un nuovo assetto all'Europa. E già si erano apprestate le armi per la guerra a cui dava pretesto la successione del principato d i Juliers e Clèves agognata da diversi princip i protestai:ti e contestala dall' imperatore Rodolfo, quando il pugnale d i R availlac, spegnendo E nrico IV, stornò la bufera. Anche i- cattolici nel 1609, per incitamento del Duca Massimiliano cli Baviera, si unirono fra loro, e per lunghi anni le due leghe si fronteggia.. rono m inacciose e spiando l'occasione per combattersi apertamente; finchè, morto Rodolfo ( 1612) e salito al trono imperia le il fratello ::\fattia, la intolleranza religiosa di questi e del cugino suo Ferdinando, da lui designato a succedergli, conc itò siffattamen te la Boemia da spingerla nel 1618 a quella r ibellione che fu la p;·ima scintilla della guerra dei Trenta anni.

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'Durante questo formidabile conflitto morirono 1'Iattia ( 1619) e ·Ferdinando II (1637). Il figlio di questi, Ferdinando III, stremato di foi:ze, dovette piegars i alla· pace di Vestfalia (1648) che definitivamente assicurò alla Germania la libertà di coscienza, lasciò alla Svezia l~ Pometania e gli sbocchi del Weser, dell'Elba e dell'Oder e diede alla · Francia l'Alsazia e i Tre Vescovadi. Essa' segnò l'abbassamento della Germania straziata dalla . lunga lotta, e la supremazia d ella Francia in Europa, poicbè dell'autorità imperiale non rimase che il nome. I p rincipali Stati tedeschi (Baviera, Sassonia, Brandeburgo) divennero quasi inclipèndenti ed ebbero facoltà d i confederarsi fra loro e con Stati esteri ; così che più tardi (1658) gli E lettori e i principi renani. poterono stringere alleanza con la Francia assoggettandosi al suo predominio; le città imperiali acquistarono diritto di voto nella Dieta ; e infine la confederazione elvetica, dichiarata sovrana, fu sciolta dagli antichi vincoli con l'impero. La Germania dopo il trattato di Vestfalia s i trovò costituita in 370 Stati partecipanti alla D ieta, dei qua.li 240 eràno « immedia ti ll e 130 «mediati», i primi di11endenti d irettamente dall'imperatore e i secondi da qualche Stato immediato. La Dieta non veniva regolarmente convocata, ma solo quando l'imperatore lo , aves.,e ritenuto necessario; però dopo il 1664 sedelte in permanenza, restringendo a mano a mano in p iù angusti confini l'autorità imperiale e rendendola sempie p iù effimera. P redominava in essa, come più forte Stato, l'Austria, ma già sorgeva a contrastarle il p rimato la Pruss ia. Questa, che al principio del 1600 si era costituita dall'un ione della Marca cli Brandeburgo coi Ducati di P;ussia e di Clèves e con altre provincie ted esche, saliva a cons iderevole potenza mercè l'abilità del suo so-

.vra,io, :,il Qi;ande Ele~tpre Federjco G.ugliel.IJ}O ,(16401688) che, destreggiandosi nella guerra .da cui fu sconvolta la Germania e c,ombattendo fortunatamente con Svedesi e Polacchi, seppe accrescere1 unificare e consolidare i p ropri domin1 . Nel 1658 a Ferdinando III succedeva sul tL"Ono imperia le il figlio Leopoldo I , il cui regno fu travagliato da c;ntinue guerre. I T urchi si riaffacciarono minacciosi, ma, sconfitti a S. Gottardo (1664), su l I<ah lenberg, presso Vienna ~ a Parkany presso Gran (1683), a Moh;.cz (1687), a Salankenem, ( 1691) .e finalmente a Zenta (1697), furono costretti a r inunciare a infestare l' imp ero col quale ·segnarono la pace di Carlowitz (1699). Nel frattempo, Leopoldo I, per infrenare la p1·epotenza di L uigi XIV ché durante la guerra d i Devoluriòne aveva usurpato molte terre sul Reno e in Lorena ed ora, guerreggiando contro l' Olanda minacciava l'ultima ruù1a a quella repu bblica, si unì in lega con l'Elettore di Brandeburgo (1674), con la maggior par te dei principi dell'impero, con la Spagna e la D animarca; ma gli infelici successi militari lo costrin sero ad aderire a lla pace di Nimega (1678). D urante il conflitto, l'E let-

Fan Leria ll l marina tedesca (19'1-f) tore di B randeburgo riportava a Fel1rbellin (28 giugno 1675) una grande vittoria s,ul re di Svezia alleatosi con la Francia e lo obbligava a cedergli buona parte delle terre da esso possedute in Germania. Nel 1686 le nuove aspirazioni cli Luigi XIV agli Stati dell'Elettore palatino .spinsero Leopoldo a formare contro il re frances~ la Lega d'Augusta (V. Ai1gsburg). La guerra che ne seguì ( Gennanica gu.erra) fu conclusa da l trat ta to di Ryswick ( 1697) p el qu ale venivano restituite, meno Strasburgo, le città cl' Alsazia perdu te col tra ttato d i Nimega. Nei primi anni d el secolo XVIII la Germania si trovò coinvolta sia nella guerra Nordica ( L700-1 721) sia in quella p'er la Successione cli Spagna ( 1700-14) che tennero in arm i tutta l'Europa. Durante le medesime, moriva Leopoldo I (1705) e gli succedevano sul trono il p rimogenito Giuseppe I e, moito questi n.el 1711, il secondogenito Carlo VI, il quale, debolmente .soccorso dagli altr i Stati germanici che non ne assecondavano le eccessive ambizioni d inastiche, concluse nel ll 714 con .la Francia la pace di Rastadt che pose fine alla guerra per la successione spagnuola facendo guadag11are ali' Austria i possessi ita liani d ella Spagna e i Paesi Bassi, e a ll'impero l'Alsazia e Landau. Col trattato di Stoccolma poi, che conchiucleva la guerra nordica (1720). Federico I di P russia, succed uto n el 1688 al padre Federico Guglielmo e salito nel 1702 per concessione dell'ill~peratore a dignità d i re, acqu istava parte della Pomera11ia; e l'H an;1over, d ivenuto nel 1692 Elettorato, si

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Il Re di sassonirc visita le truppe al fro nte francese (IO! -,) ·

accresceva di Brema e d i Verden; onde alla Svezia rimanevano in Germania solo Stralsuncla, l'iso la di Ri.igen e ,vismar· 11el ]deck lernburgo. Anche il regno d i Cado VI fu turbato da assalti dei T urchi i quali, sconfitti a Peterwaradino (1716) e a Belgrado 1717) d a·! principe Eugenio di Savoia, dovettero segnare la pace di Passarowitz ( 1718); ma, riprese le armi nel 1737, fecero perdere a ll'impero quasi tutti gli acquisti fatti nella p receden te campagna. Carlo VI partecipò p ure (1718) alla Quadruplice alleanza contro il tentativo del Cardinale A'lberoni ; e nel 1733 al la gue1·ra per la successione di Polon ia che col trattato di Vien na (1738) costò all'impero la p erd ita della Lorena e, in Italia, quella del reame di Napol i compensata in parte dall'acqu isto del Ducato di Panna e P iacenza. Alla morte di Carlo VI ( 1740) parecchi principi sorsero a contestare alla figlia di lui, Mari11 Teresa, la corona imperiale. 1'1a durante la guerra che ne seguì (Guerra per la Successione d'Austria) moriva ( 1743) l'Elettore di Bavier.a che d alla Dieta di Francoforte era stato proclamalo impera tore ( Carlo VII), e il figlio suo Mass imiliano rinunciava ad ogni diritto alla successione austri11ca; onde la Dieta innalzava a l trono imperiale Francesco di Lorena, marito di M . Teresa. Il trattato d' Aquisgrana con cui la guerra ebbe fine, r iconobbe ta le elezione, ma strappò all'impero Parma, Piacenza e parte della Lombardia. Questo conflitto, di cu i Federico II re di P russia, accampando. an tichi diritti sulla Slesia, aJ)profitlò (1741) per car pire con l'armi tale re_gione e Maria Teresa che dovette cedergliela col trattato di Dresda ( 1745), segnò, e per tal fatto e per essersi la Ger-, ma nia scissa in due campi, un affievolimento della compagine e della potenza dell'impero, in cui, di fronte al-I' Austr ia, che sempre vi aveva predominato ed ora si inorgogliva. della riconquistata corona, s i affacciava più for te e minacciosa la Prussia, costituente un'agglomerazione cJi prnvÌncie disseminate d a un estremo all'altro della Germania settentriona le e separate fra loro (la Prussia orienta-Jc ad Est, il Brandeburgo a l cen tro, e i 0

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domù1l del R eno ad ovest). Federico II, mirando alla costituzione d i uno Stato territor ialmente compatto, si. giovò del forte esercito ereditato dal padre e con animo ù1domito e con mirabile gènio strategico front~ggiava e rompeva, solo aiu tato dalla lon tana Inghiltcna, la formidabile coalizione che contro di lui l'Austria, desiderosa d i rivendicare la. Slesia, formava con l'impero, la Francia, la Russia, la Svezia e la Sassonia nel 1756 (Guerra dei 7 anni); e col trattato di Hubertsburg (1763), non solo conservare la contestata provincia, ma faceva della Prussia una. potenza militare d i primo ordine. Successivamente, partecipando a lla prima spartizione della Polonia ( 1772) egli acqu istava buon tratto della P osnania. e la Prussia occidentale, riallacciando così la Prussia orientale col E randeburgo. Finalmente, quando nel 1778 l'Austria minacciò d'impadronirsi del Ducato cli Baviera, egli, fermo nel p roposito d·i abba tterne la potenza, la. obbligò a desistere da tale d isegno, e, raggruppal)do in u na confederazione quasi tutti i minori Stati della German ia, ravvivò in questa il sentimento n aziona le ,e affermò nuovamente la propria ostilità verso lo stato rivale. A Francesco I di Lorena era, nel 1765, succeduto sul trono imperiale il. figlio Giuseppe TI che però potè esercita re il suo ufficio solo alla morte della madre 1-faria Teresa ( 1780). Un generoso ma inconsideroso desiderio di riforme, l'ambizione di riaffermare l'autorità imperiale e di accrescere i propri dorninl ered ita ri, furono le caratteristiche del 1·egno d i questo sovrano, che lrovò nell'avverso spirito dei tempi, negli interessi offesi dalle novità a forza introdotte e nella gelosia e nei sospetti de i principi tedeschi i maggiori ostacoli al l'opera sua. Furono appunto i tentativi fatti per ingrandire la propria Casa con l'acquisto della Baviera che d iedero buon gioco a Federico II per costituire contro l'Aust•ria quella lega dei minori Stati cli cui sopra. si fece cen no. Un'insurrezione nei Paesi Bassi ; turbolenze nell'Ungheria e in altre provincie ereditarie; le tristi. vicende della sorella Maria Antonietta regina d i Fran-


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P lotone dt ranterla tedesca (1911)

da ; la minaccia del re di Prussia d'in vadere Boemia ~ 1\'(oravia a sostegno del Turco col quale l'Austria eTa venuta a guerra, conturbarono gli ultimi anni di Giuseppe II che moriva nel 1790. Gli succedeva il fratello Leopoldo II che si paciJj.cò senza danno coi Turchi e riebbe sottomesse le prov incie belgiche; ma la morte lo colse dopo breve regno (10 febbraio 1792) mentre infu riava in Francia la rivoluzione. Allo scoppiare di •questa, in Germania ormai l'autor ità imperiale era un puro nome e la Dieta stessa non aveva. quasi più importanza, chè gl i Stati trascuravano <li farvisi rappresen tare. Le nuove idee spingevano il popolo e i p iù illuminati spiriti a desiderare riforme e l'abolizione d'ogni vestigio feudale. Per a!Jontanare il pericolo che i fatti di' Francia e il nuovo f ermen to costituivano per la pace genera.le e pel principio monarchico, i due sovrani d'Austria e di Prussia, convenuti a P illnitz (agosto 1791), s'erano dichiarati paladini .della dinastia francese. Francesco II, succeduto a l padre Leopoldo II, si mostrò tosto ancor più avverso alla F rancia; onde lo stesso re Luigi XVI, per stornare da sè i sospetti di connivenzà con lo straniero, indusse la Assemblea legislativa a indir guerra ali' Austria e a lla Prussia. Nel hmgo e fortunoso periodo che ne seguì (Guerre della Rivoluzione, del Consolato e dell'Impero), tutta la Germania fu scrollata dalla forza espansiva della rivoluzione guidata dal genio d i Napoleone.' La guerra approfondi la separazione fra gli S tati germanici, specie fra quelli del Nord e quelli del Sud perchè ognun o seguiva una diversa politica dettata dalle proprie ambizioni e d a l p roprio tornaconto; così alla 2' coalizione contro Napoleone pa1iec/parono l'Austria e la Germania del Sud ma non la Prussia, e nella 3" si videro Baviera, Wi.irttemberg e Badcn tombattere accanto alla Francia. Nel frattempo, avvenivano nuove spartizioni della Polonia per le quali a ll;i. Prussia toccava dapprima la m.iglior par te della grande Polon ia con Thorn e Danzica (1793) e poi tutta la Polonia orienta le con Varsavia (1794). Con la pace d i Presburgo ( 26 dicembre 1805) l'Austria era scacciata dalla Germa11ia. Ma nel 1806 anche la Prussia che, ingannata da Napoleone con la promessa di essere posta a capo d'una Confederazione del Nord, s'era serbata nell'anno prec.e dente neutrale, scontava ta-le errore con la disastrosa sconfitta dì Iena e vedeva di-

strutto ogni suo prestigio. La maggior parte dei minori Stati germanici si riunivano . (12 luglio 1806) in una « Confederazione del Reno)) sotto il protettorato di N apoleone e il 1° agosto successivo Francesco II a bdicava da imperatore tedesco per d ivenire, col nome di Fra.11cesco I , imperatore d'Austria. Così cessava il sacro romano impero di naz.ione tedesca. Kel rimaneggiamento della carta pol itica d'Europa compiutosi dopo il crollo napoleonico, la Germania perdeva l'Alsazia e la Lorena rimasta alla F rancia.. Veniva costituita tLOa << Confederazione gerrna11ica l> a cui partecipavano 39 Stati sovrani e indipendent i i cui affari comuni dovevano venir trattati da una Dieta composta dei loro delegati e sedente a F rancoforte. Fra essi primeggiavano l'Austria e la Prussia ; la prima aveva ricuperato gran p arte delle provincie prima possedute e altre ne aveva acquistate; la seconda, che pel trattato di Tilsitt (1807) aveva perduto quasi la metà del suo terr itorio, cedeva, con quelli di Vienna e di Pa·r igi ( 1815 ), alla Russia una parte dell'antico regno di Polonia, alla Baviera i d istre tti di Bayreuth e d i Anspach e all'Hannover alcuni altri; ma acquistava il Ducato di Poscn, metà del regno di Sassonia, la Pomerania svedese con l'isola d i Ri.igen, Clèves, Berg e a ltri paesi della Vestfalia, gli Elettorati di Colonia e Treviri. Seguivano nella co·n federazione, I in ordine d'importanza: la Baviera, il Wi.irttemberg, l'Hartnover (elevati a regni i d ue prirn i nel 1806, il terzo nel 1814) e il regno di Sassonia.; il Baden e l'Assia Darmstadt, divenuti granducati nel 1806, il Mecklcmburgo-Schwerin e J'Oldenburgo divenuti tali nel 1815; l'Elettorato cl' Assia, i Ducati di N assau, del Brunswick, ecc., e varie città libere; infine tra i membri della Confederazione, vi erano anche il re di Danimarca pei Ducati d'Holstcin e Lauenburgo e il re dei Paesi Bassi pel Granducato d i Lussembrn:go. L a Confedera~ione presieduta dall'Austria non aveva intima coesione, non mezzi per preparare un esercito e una flotta a comm1e difesa, non alcuna forza d ip lomatica nei contatti con l'estero, non accordi militari tra gli Stati .che la componevano. Il periodo storico che seguì la caduta di N apolcone, e che si denominò della «Restaurazione», diede a lla Germania alcuni anni d i pace; ma il patto della « Santa Alleanza» in cui s i strinsero Russia, Austria e Prussia e a l quale accedettero tutt i gli a ltri Stati cristian i


,<l'Europa, tranne l'Inghilterra, celava, sotto la lustra di ,un pensiero umano di fratellanza e di amore pei popoli, la cura d i soffocarne ogni velleità d i indipendenza e di libertà e di cancellare ogni traccia della Rivoluzione e delle idee ed istituzioni da questa propagate. La rea_zione contro lo spirito della Restaurazione non tardò a svilupparsi in Italia, in Francia, nel Belgio, in Polonia, in Grecia, in I sp·a gna e nel Portogallo tra il 1820 e il 1830; ma in Germania ebbe più lente e men vivaci ma.;n_ifestazioni, benchè anche qui vi operassero le società segrete e si avesse qua e là qualche bagliore d'incendio. In essa si erano formati due partiti: quello dei « Grandi tedeschi» favorevole all'inclusione dell' ,\ustria nella Confederazione, e quello d ei « Piccoli tedeschi >> desi•derosi d i escluderla e di sostituirle nel primato la Prussia, considerando l'Austria come un inciampo alla con,quista dell'unità e della libertà politica cui i popoli tedeschi aspiravano. Tra i due partiti, irresoluto a ondeggiante, stava il re di Prussia, Federico Guglielmo IV (1840-1861) e per avversione alle idee libera.li e per timore dell'Austria, vagheggiando bensì un'unione de-i popoli germanici sotto la condotta della Prussia, ma col p ieno consen$O dei principi e con l'Austria esclusa, ma alleata. I l movimento rivoluzionario scoppiato in E uropa 11el 1848 ebbe larga eco in quasi tutta la Gcr111ania che fu sc0nvolta. d a tumulti e sommosse, specialmente nel Raden. Il l8 maggio un'Assemblea costituente s i riuniva in Francoforte e, in attesa di statuire la nuova costitu·zione, dava alla Germania. l'assetto d'impero federale · -sotto la reggenza dell'au-ciduca Giovanni d'Austria quale -vicario imperiale (29 giugno). Intanto i Ducati dell'El' ba insorgevano per sottrarsi a l giogo danese (Guerra ,dei Ducati) e il re Federico Guglielmo IV, p er volere dell'Assemblea, invia va in loro aiuto un corpo prussia-JlO sotto il gen. Wrangel; ma. ad onta dei buoni sue-

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cora1.zaia neutschland cessi da questi ottenuti, era costretto da ragioni politiche e militari e dall'intervento delle potenze, a concludere la tregua di M ahnoc (26 agosto 1848) con la ])animarca, abbandonando alla sua sorte lo Schleswig; il che ecc itò a sdegno la Germania e fu causa di nuove sommosse a soffocar le quali concorsero truppe austriache e prussiane. ' Nel marzo 1849, l'assemblea di F rancof\:n·tc decretava l'esclusione dell'Austria dalla Germania. e che questa ,dovesse essere ·retta· da u n imperatore a vita, ma non -ereditario, ed offriva la corona ai' re di Prussia, che non seppe decidersi ad accettarla. Tale r ifiuto esautorava il Parlamento dal qua.le si allontanav.1no i delegati dei quattro regni di Baviera, del Wiirttemberg, di H annovcr e di Sassonia; onde esso,• non osand o affrontare ·la situa.z~one che, per l'accordo fra ttanto in tervenuto fra Au-

75 stria, Prussia e a ltri Stati tedeschi si faceva p1u mtrica.ta, si ritirò a Stoccarda, donde nel giugno fu espulso e si d isciolse. La rivoluzione, r imasta senza capo, serpeggiò ancora qua e là. in Sassonia, nel Baden e nella Baviera renana ; più grave nel Baden, ove le truppe si ribellarono e si unirono· ai r ivoltosi. Contro questi, circa 30.000, male armati e condotti dal generale Mieroslawsk i, mossero due corpi prussiani sotto il principe ereditario Guglielmo, e altre truppe dell'Assia, del :Mecklemburgo, del Wfuttemberg e del Nassau sotto il generale Peukcr. Gli -insorti battuti a vVa.ghausel (21 giugno) e sulla Murg (29 giu gno) furono costretti alla capitolazione di Rastadt (23 luglio) ultimo loro baluar-

rncrocialore Erndcn

do. Il Re Federico Guglielmo IV, restauratore dell'ordine, sperava ora di aver consenzienti i principi al suo p rogetto di r iforma federale; ma eccettochè in alcuni minori Stati, trovava. opposizione sia nell'Austria decisa a non lascia rsi escludere dalla Germania e ormai trion fante della r ivoluzione, sia nel particola.rismo prevalente nella Baviera, nel Wiirttemberg, nella Sassonia. e nell'Hannover. Un provvisorio accordo, stabilito fra le due grandi rivali nel settembre 1849 e che doveva durare fino a l 1 maggio 1850, veniva rotto ancor prima di tale data, chè la Prussia l'aveva accettato per preparar meglio il suo progetto d i r iforma federale e l'Austria per raccogliere maggiori forze e consensi per combatterlo. Così, quando la P russia volle, nel marzo 1850, riunire nuovamente il Parlamento in Erfurt, i tiuattro regni minori spalleggiati dal!' Austria rifiutarono ogni intervento e s i strinsero in lega (Lega dei quatu·o re); a sua volta, l'Austria. nel successivo aprile convocò senz'altro a Francoforte i delegati di tutti gli St·ati germanici riesumando l'antica D ieta e minacciò d i atti ostili la Prussia e gli Sta terelli ad ·essa aderenti ove avessero ricalcitrato. L'intervento armato decretato dalla Dieta per risolvere tlll confl itto costituzionale sorto nell'Assia Elettorale e per costringere l'Holstein a sottomettersi alla Danimar-ca, acuì il dissidio fr<1- l'Austria e la Prussia che negava autorità alla D ieta. E già nell'Assia truppe prussiane stavano p ronte a sbarrare i passo a quelle fcderalj e una scaramuccia, avvenuta a Bronzei! (9 novembre), minacciava più gravi avvenimenti, quando il re Federico Guglielmo IV, dopo lungo tergiversare, stimò prudente chinare il capo ad un ult imatum austriaco. Ad Olmlitz (28 novembre 1850) la Prussia, dichiarando di non oppors i a lla esecuzione federale in Assia, abbandonando l'Holstein · alla sua sorte e acconsentendo a smobilitare, segnava la sua um iliazione. La vec<;hia Con-


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federazione germanica veniva ricostituita quale era p rima del 1848; ma la prepotenza auitriaca e l'avvilimento della Pruss ia fecero sì che verso questa si andasse orientando la coscienza uni taria tedesca. Tuttavia, benché l'an tagonismo fra Vienna e Berlino fosse irrimediabile, fu la Prussia che nel 1859, sperando acquista.r terre e prestigio sul Reno, salvò coi suoi apprestament i l'Austria battuta dalle arm i franco-sarde ; ma, ponendola nell'a lternativa di perdere ,il suo predominio 111 Germania o di cedere la Lombard ia, la costrinse a quest'ultimo partito. Nel 1863 risorgere la questione dei Ducati dell'Elba. L'Austria e la Prussia sulla qua.le regnava dal 61 Gu-

Incrociatore Scharnllor sct glielmo I , concordi nel combattere la Danimarca che voleva incorporarsçli, si trovarono nuovamente cli fronte q L1ando l'ebbero sopraffatta ( 1864) e s i trattò di d ividersi le spoglie. L'accordo di Gastein (14 agosto 186S), pel qualé la Prussia acquistava il Ducato di Lauenburgo ed assumeva il governo dello Schleswig e all'Austria era affidato quello dell'Holstein, non risolse ma solo procrastinò il conflitto fra le due potenze. Ormai la Pruss ia, sotto la ferrea mano del Bismark mirava diritta al suo ·scopo, Amicatasi la Russia con l'a iuto prestatole nel reprimere la rivoluzione polacca ( 1863); tenuto a bada l'imperatore Napoleone III facendogli balenare la speranza d i acquisti su l Reno; e contratta alleanza con l'Ital ia, ruppe ogni indugio e, p resentando un progetto di riforma federale inaccettabile all'Austria (1866), trasse questa alla guerra (V. P.russia: guerra austrn- prussiana). La sconfitta dell'Austria ne determinava l'esclusione d alla Confederazione germailica. La Prussia vittoriosa a nnettevasi l'Hannover, l'Assia E lettorale, il N assàu, i D ucati danesi, Francoforte e qualche tratto cieli' Assia Darmstadt e della Baviera e costituiva con una ventina d'altri Stati tedeschi à settentrione del Meno Ja nuova << Confederazione germanica del Nord", dalla quale pertanto rimaser:o esclusi la Baviera, il Wi.irttembcrg, il Eaden, l'Assia Darmstaclt e il Lichtcnstein. Il Lussembùrgo, che il re d'Olanda voleva ceder~ a lla Francia, fu, per la r isoluta opposizione della Pruss ia, d icb iarato neutrale. La Presidenza della Confederaz ione fu data ereditariamen te a l re d i Prussia che ebbe il comando d elle truppe federali, la facoltà <li dichiarare guern, e pace, d i concludere a lleanze, d i rappresentare a ll'estero la Confcdçrazione, ecc. G ià con le miN condizion i cli pace imposte agli Stati tedeschi del sud che nella p reced ente guerra s'erano stretti all'Austria seguendone le sorti, la P rnssia se n'era conciliato gli animi e aveva poi potuto legarli a sè in segreta alleanza

offensiva e difénsiva che le garantiva il loro concorso e il supremo comando in caso di guerra: Ma una stretta unione fra la Confederazione del Nord e quelli Stali gelosissimi della loro personalità non fu possibile .lino a che un comu ne pericolo non fece rinascere' in tutta la Germania il sentimento unitario; e ciò avvenne quan do l'imperatore Napoleone III, allarmato da lla crescente potenza de.Ila P russia e desideroso cli riguadagnare con acquisti territor iali sul Reno il prestigio che le ultime vicende politiche e militari gli avevano fatto perdere, colse il primo pretesto capitatogli per (lecidere con le armi il dissidio storico che si era andato maturando tra la declinante egemon ia francese e quella germanica nascente. Tale fu l'origine della guerra franto-germanica del 1870-71 dalla quale la Francia. uscì disfatta e mutilata clell' Alsazia e della Lorena. Durante la medesima, a Versailles ( 18 gennaio 1871) fu proclamato l'impero tedesco e data la corona d i esso a Guglielmo I. Il nuovo impero comprendeva 25 Stati, ossia i regni di P russia, Baviera, Sassonia e Wiirtlcmberg, i granducàti di Badcn, Assia, ]Vlcck lemburg-SchweJ·in, Mecklembu rg-Strelitz, Sassonia Weimar, O lclenburg; i ducati di Brunswick, Sassonia 11:einingen, Sas,;onia Altenburgo, Sassonia Coburgo Gotha, Anhalt; i due principati di Schwarzburg, i due d i Reuss, i 'due di Lippe e quello cli ,va!cleck; le città libere cli Lubecca,, Brema ~ Amburgo . Le due provin cie cl' Alsazia e Lorena ebbero governo separato e furono d ichiarate « paesi dell'impero». Negli ann.i successivi, in Germania si attese ad un intenso lavoro di unificazione, politica e ammm 1strat iva osteggiato aspramente dall'antico spirito feudale e particolarista, d alla d iversità confessionale e dal sor.gente socialismo. Per assicurare la pace e le conquiste fatte, si rafforzò l'esercito e si operò un ravvicinamento' con l'Austria e la. R ussia (Lega dei tre imperatori - 1872) il quale, allo scoppiare della guerra turco-russa (18771878), vaJse a mantenere questa entro i .confini dei Balcani_ 1•I a il congresso di Berlino, n el quale la Gei·mania volle atteggiarsi a paciera tra la Russia vinci-

Ineroelatorc Wuinovrr trice e l'Austria e l'Inghilterra, i cui interessi ricevevano pregiudizio dal trattato cli S. Stefano imposto alla Turchia, produsse nella prima ta le irritazione che la L ega ne andò distrutta e Eismark stimò necessar io correre a i ripari stringendo nel 1879 con PAustria una alleanza offensiva e d ifensiva alla quale tre anni d opo p rese parte anche l'Italia (Triplice alleanza). 1 1 9 marzo 1888 moriva l'imperatore Guglielmo I, e, dopo il brevissimo regno del figlio ·Federico III spentosi il 15 giugno successivo, saliva sul trono tedesco il n ipote Guglielmo II. Questi cercò da p rima stabilire _buone relazioni con l'estc.ro ç pacifica.re l'interno con savie leggi sociali; ben presto però, infatuato di sè e del prop rio sogno d i predomin io mondiale, ma anche tr:a.sci-


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nato dalla necessità di dare sfogo alla esuberanza demografica e alla r ifiorente economia del suo impero, 5Ì d isfece di Bismar k, il grande consigliere dell'avo e primo artefice della potenza germa nica, e volle imprimere un personale impulso alla p ropria politica, tend~nlc , ;, costituire un va.stissimo impero coloniale e ad acquistar scmpi·e nuovi mercati e, in conseguenza, a provvedere con grand iosi armamenti alla difesa di quello e di questi. Fi n dai primi anni della sua costituzione in unità, la Gei;mania aveva cominciato a porre piede su a\nbc le coste meridionali e nell'interno dcli' Afr ica, nella 1vielanesia e nella ìV[icronesia; ma .con Guglielmo II altre ter_re africane venivano occupate o nella Micronesia comprate ; l' isola cl'Heligoland veniva riscattata ; l'acquisto della linea H aidar Pascià-Ismid nell'Asia :M inore, princ ipio di quella pi(1 importante di B:i.gdad, accennava a p roposi ti di espansione verso l'Oceano ind iano; e infine appariva sempre p iù manifesta la volomà della Germania di affermare ovunque la propria potenza come n el Paci.fico (isola di Samoa), nel Marocco e in Cina . In pari tempo, la Germania, col favorire l'Austria nelle sue mire balcaniche, col ten tare di soppiantare l'influenza inglese e francese nella Turchia, con lo atteggiarsi ad emula dell'Inghilterra sui mari, nclle in-

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dustrie, ne i commerci, e con u na condotta. impulsiva. e infida verso cli essa e verso la R u ssia, s i veniva a poco a poco alienando quasi tutte le principali potenze europee a lei vicine che dalla sua politica mondiale vedevansi p iù o meno minacciate. Così, cli fronte alla trip lice alleanza, si costituì nel )894 quella coalizione tra· Franc ia e R ussia a cui più tard i l'Ing hilterra, sempre p iù alla rmata dalla crescen te concorrenza economica e n avale della Germania., aderì nel 1904 (Triplice intesa). L'acquisto ·acl suo vasto impero coloniale n on fu per Ja Ge n n ania. scevro cli lotte. L a sollevii.?. ione dei Boxer nel 1900-01, quella degli H e rrero nell'Africa s ud-occidentale ( 1904-907), del Ca!'nerum e delle colonie dell'A frica sud-orienta le (1905-906) vennero d a essa soffo<:atc, ma. le costarono gravose spedizioni. P er parecchi ann i l'equilibr io fra triplice alleanza e tr iplice intesa ebbe virt(1 d i assicu rare la pace, assoggettando però gli Stati, l' uno dell'a ltro sospettosi, a d urissimi sacrifici e a imponenti annamenti. :Ma il viluppo cli aspirazioni egemonich~, di rivendicazion i na z ionali, cli contrastanti necessità economiche e d i imperativi storici che s i era andato via via crea ndo in Europa non p oteva ormai essere sciolto che dalle arm i. L'assassinio ciel p rin cipe ered itario d'Austria-Ungheria e . de!Ja sua consorte a Sera ievo fu la scintilla cletermùiante la vasta con 0agrazione che da l 1914 al 1918 deso lò .l'Europa (Guerra mondiale). Da essa la Germania uscl v inta e stroncata aven do dovuto cedere alla F rancia l'Alsazia e la Lorena; a lla P olon ia, tu tta la regione po-

77- lacca tra la Prussia orien tale e la Slesia ; a l Belgio, i territori d i E upen e I'.vlalmécly. L'alta Slesia e i tcrritorii di Allenstein e 1-farienwerder dovevano essere sottoposti a plebiscito e Danzica d iveniva porlo polacco sottoposto però a lla Società delle ~ azion i. Infine la Germania perdeva tutte le sue colonie e veniva gravata. da un ingente debito cli guerra. Nel campo politico, la sconfitta patita segnò per la Germania il crollo di tutte le d inastie regnanti e il sorgere d i una repubblica federale da l tratta to di Versailles obbligata a limitare a llo stretto ind ispensabile esercito e flotta. G1terra germanica (o della lega d'A11.gsbu.rg). Fu determinata dalla costituz;ione della lega cl' Augshurg (V.) e durò nove an ni (1689-1697). Si combattè nelle F iandre, sul R eno, nella Catalogna, in Italia, in Irlanda, m a fu guerra diretta p iù da consigli d i cor te che da i generali, più a conquistar for tezze e terre che a cimentar le forze in campo aperto. Fatti principali furono la battaglia di Fleurus (1690), quella di Steinkerken ( 1692) e quella d i Nec rwinden ( 1693), nelle quali brillarono l'ingegno e la fortuna del d uca d i LuxembUTg capitano delle armi d i F rancia; ma furono vi ttorie non esiziali per gli a lleati, non avendo i vincitori sapu to coglierne i frutti ; onde la guerra si trascinò per anni ancora finchè fu conclusa la pace d i Ryswick ( 1697) che confer mò i patti d i Westfa lia e di :-;'imega, ma portò un grave colpo alla potenza di Luigi XIV pericolosa all'equilibrio europeo. Durante questa grande contesa, ferveva la guerra anche in Italia dove il Duca di Savoia, entrato nella. Lega ( 1690) per sottrarsi alle ingiuste p retese e alle minacce del re cli Francia, mal reggeva all'urto delle armi d i questi. Lo soccorse l'Austria con un corpo cli 800 u . ccl a ltro d i cavalieri comandati d al principe Eugenio cl i Savoia; ma. una nuova sconfitta toccatagli alla lvlarsaglia (1693) lo induceva a concludere una tregu a col re di Francia e ad abbandonare la L ega ; della qual cosa sdegn at isi, gli alleati volevano imporgli d i continuare la gu erra; on de il Duca, unitosi coi Francesi e rivoltatosi con tro quell i potè costringerli a sottoscrivere in V igevano ( 1696) un trattato che fu detto della « neutral ità d'Italia'>> e che, confermato poi dalla pace di Ryswik, obbligava francesi ed austriaci a sgombrare da lle terre d'Italia. Crmfederazione G erman ica. D urò dal 1815 al 1866 ; il suo statu to prevedeva una forza m ilitare formata da i contingen ti degli Stati che ne .facevano parte ; questi sì impegnavano a. non muover si guerra, a sottomettere alla Dieta le propde d ivergenze, a non concludere trattati separat i con al tre potenze, e si garentivano mutuamente con un esercito, costitu ito dal contingente cli ciascuno d i essi, formato d i 10 C. cl' A. e una cli vis . d i fanteria. La cost ituzione regolava composizione e forza delle grandi unitii. Dei 10 C. d' A., 3 erano austriaci, 3 p russiani, uno bava rese, u no fornito da Wih ttemberg, Assia granducale e Baden, u no dalla Sassonia, Assia elettorale e Nassau , uno e la divis. autononia da i r ima nenti stati confederati. li comandante in guerra e i] suo event ua le sostituto dovevano essere n ominati da. li Dieta. O ltre all'esercito feclcrnle, v'era u n cer to n umero cli for tezze fe<ler ali; quelle che esistevano sul territorio di p iccoli stati avevano guarnigioni miste,. , ( Ese·rc·ito ger manico . Il P residen te del R eich n e è il ca po supremo ed ha a i suoi or dini il M in istro della Di-


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fesa nazionale che esercita i l comando effett ivo. Pu il d isposto del trattato di Versailles il terr itorio s ituato a ll'ovest del Reno ed una zona larga SO km. all'est del Reno, sono demilitarizzati : inoltre le fortificazioni della fron tiera ovest e della parte occidentale del ma:r Baltico, sono state smantellate. I l tenitorio del Reich è diviso in 7 circoscrizioni militari (Konigsberg, Stettino, Berlino, Dresda, CasselStoccarda, Miinster, :lvionaco) corrispondenti a 7 divis. di fanteria ; vi sono inoltre 3 d ivis. di cavalleria. Le forze sono riuni te in 2 comandi di gruppo, i l 1° di 4 d ivis. di fanteria e 2 di cavalleria; il 2° di 3 divis. di

Sottomarino « u 1 • fanteria e una di cavalleria. O gni d ivis. di fanteria comprende tre regg. d i fanteria, uno d'artiglieria, un bgl. del genio, una sez. collegamenti ed i ser;izi; ogni divis. di cava lleria compr5!ndc 6 regg. d i cavaller ia cd l gruppo artiglieri a caval)o. Complessivamente: Fanteria: 21 regg., a 4 bgl. di cui l d' istruzione ; un regg. comprende 16 cp. di cui 1 d i bombarde, 3 di m itra.glieri e 3 d' istruzione. Cavalleria: 18 r egg. a 4 sq dr. Vi sono inoltre 18 sqd,r. d'istruzione e 7 sqdr. divisionali. Artiglieria : 7 regg. di 3 gruppi di 3 btr. Vi sono inoltre 7 btr. d'istruzione e 3 gruppi d'art. a cavallo. L'armamento consiste in cannoni da 77 ed obici ·d a 105; è vietata l'artiglieria d i medio e grosso calibro e quella coutroae,ei. Genio: 7 bgl. di pionieri di 2 compagnie. E' vietato alla Germania d i possedere ai:eonautica m ilitare. Il trat tato di Versailles vieta il servizio militare universale ed obbligatorio; l'esercito germanico deve essere composto solo da volontari con 12 anni di ferma. Effettivi di bilancio : Ufficiali 4.291. Truppa 94.900. Vi è inoltre la Schutzpolizei che dipende dai . vari .Stati e non riceve istruzione militare. Doganieri, guardie forestali, guardiacoste, non possono essere riun i ti per partecipare ad esercitazioni militari.

Jvlarina germanica. La flot ta tedeJca dopo la guerra mondiale è stata ridotta ai minimi termini. Essa consiste di otto navi tipo prc-dreadnoughts, completate tra il ' 1902 .ed i l 1906, del dislocamento d i circa 13.000 tonnellate ciascuna; d i sette incrocia tori leggeri di vecchio tipo, completati tra il 1899 ed il 1903; tutte unità di scarso valore . militare. Oltre a queste l'incrociatore « Emden », costruito nel 1925, di circa 6000 tonnellate, armato con 8 cannoni da 203 rn_m., dotato d'i 4 tubi d i lancio da 600 mm., l'incrociatore « Kar lsriihe » e uno da 10.000 tonnellate, limite massimo stabilito dal Congresso di Washington per q uesti tipi di navi. Alcune caccia torpediniere e torpediniere completano il naviglio da guerra, insieme con n avi posamine, dragamine, navi officine e per servizio idrografico: nessun sommergibile, vietati alla Germania dal trattato d i Versailles. Massimo del personale: 15.000 uomini.

Germ anico (Cesare). Generale romano ( 15 a . C. -

78 19 d. Ci.). Vinse i Germani guidati da Arminio (14- 16, d. Cr.), poi dall'imperatore Tiberio fu inviato in Oriente, ove morì i n Antiochia, probabilmente avvelenato_

Ge rma ntow n. Città degli Stati Uniti, nella Pennsilvania. Durante la guerra d'Indipendenza Americana, vi era r accolto, nel settembre del 1777, l'esercito inglese comandato dal gen. Howe, indebolito per avere posto un forte distaccamento, sotto il generale Cornwallis, a presidio cli Filadelfia e inviato t re regg . lungo la Delewarè per rompere il blocco nemico. Saputo Gcr mnn ico questo il Washington, decise di attaccare i l campo inglese, e dispose che gli sqdr .. del Sullivan e del Wayne, fiancheggiati dalla brigata Conway, attaccassero l'ala sinistra nemica e il grosso, e gli sqdr. del Greene e dello Stephens l'aggirassero, in modo da separare in due le forze nemiche e: separatamente batterle. I l movimento doveva essere completato da un attacco della' dr. britan'nica da parte delle milizie dell,a Pennsilvania, destinato a impegnar la e a. impedirle di intervenire in soccorso della sr., dove si svolgeva lo sforzo p r incipale. Infine l'attacco doveva essere appoggiato dalle milizie del Maryland e della Nuova Jersey, al comando dei gen. Smallwood e Foreman, e Tinealzato dagli sqdr. d i Stirling e dalle brigate dei gen. Nasi:> e Max well, che rimanevano in riserva. Alle tre del mat tino del 4 ottobre iniziò l'attacco i l, Conway che raggiunse le prime case del villaggio. Però il ·col. Musgravc, con 6 cp. inglesi, guernito uu robusto fabbricato, gli impedì d i proseguire resistendo tena·cemente a i replicati attacchi degli Americani. Intanto. anche la colonna G reene aveva -r espinto le for ze cheaveva di fron te .e combatteva presso l'abitato, in attesa. che le m ilizie del Maryland e della N. Jersey, inteJvenendo alla lor volta, accerchiasser o le ali avversar ie. Ma poichè queste, tardavano, il gen. inglese G rey potècor rere in soccorso a l grosso già impegnato e . ristorare: la situazione compromessa. Mosse cont ro di lui i l colonnello Matthew, e vig6rosamentè contrattaccando aveva già respinto gli Inglesi alle mura del villaggio, quando, sopravvenuta la nebbia e rimasto isolato fra i nemici con un pugno dei suoi, r imase prigioniero. Fu qu esto il segnale della disfatta degli Americani, i qu.ali, scoraggiati dal mancato arrivo dei rinforz'i, disor ienta.ti fra la nebbia, si. sbandarono. Un rinforzo inglese,. condotto dal gen. Comwallis, mosso da F iladelfia a l primo annuncio dell'at tacco, giunse quando tutto era finjto_ Caddero degli Americani p iù di 800 fra mor ti e feriti, 400 rimasero prigionieri; gli Inglesi perdettero complessivamente circa 500 u . L'esercito repubblicano riuscì a rannodars i e a 1·ip iegare su Perkiomy-Creek, salvando artiglierie e munizioni, mentre il gen . Howe r ipiegò con turti i suoi a F iladelfia.

Germersheim. Città della Baviera, nel Palatinato, sul Reno. Ebbe un castello fin dal 1276. IÌ 26 agosto 1644, dop o due giorni di bombarda.mento, f u presa dai Fr ancesi del duca d'Eughien e nel 1674 essi ne distrussero le fortificazioni, ricostru ite dai Bavar esi

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nel 1715. Fu ancora presa dai Francesi di Hoche n el 1793, dopo debole resistenza.

Germignaga. Comune in prov. di Varese, sulla sponda orientale del lago Maggiore, presso la foce del T resa nel Verbano. Nel medio evo ebbe una forte rocca intorno alla quale avvennero fra Viscontei e Torriani (1276) varii fatti d'arme pe, tèrra e per acqua. In quell'epoca i Vi;Scontei, comandati dallo stesso a rcivescovo Ottone Visconti, e coadiuvati da una flottiglia comandata da Simone d i lVIuralto, assalirono di notte le truppe di Napo Torriani della Torre, il quale aveva ·condotto con gran numero di barche i suoi fino a. G. La flottiglia del Simone, organizzata a Cernobbio, .piombò d'improvviso su G. e catturò quella dei Torriani distruggendola; quindi, sbarcate le sue truppe, attaccò i Torriani, già impegnati di fronte col Viscov ti, che vi ottenne una completa vittoria. Gerona (ant. Genmda) . Fortezza di confine della Spagna, verso la Francia, al confluente del fiume Onya col Ter, .sulla linea P erpignano-Barcellon a. Nel 672 si pose sotto il dominio dei Goti a i quali fu contesa e tolta dai ]\fori nel 713. Nel 787 venne attaccata e presa da Luigi re d'Aquitania, figlio di Carlo :JVIagno. Nel 795 i Mori, ritornati all'assalto di G., dopo aspra lotta riuscirono a riprenderla e sfogarono la loro ira contro i Carolingi mettendo la città a. ferro e fuoco. Per opera d ei conti di Barcellona fu ricostruita e r isorse; fu molte volte assediata come nel 1653 e nel 1684 da parte dei Francesi, e nel 1712 da parte degli Imperia,li. I. Assedio di Gero1ia (1285). Appartiene alla guerra di Filippo I II re di Francia, contro Pietro III d'Aragona, in causa dei Vespri Siciliani. Filippo III mosse contro la Spagn a con un esercito d i circa 100.000 u . e d opo lungo assedio di G. venne a.battaglia sotto- le mura della piazza, con Pietro III, con esito incerto: L 'assedio continuò tuttavia per lungh issimo tempo, e la permanenza delle truppe francesi in quel sito acquitrinoso e p'Utrido provocò una serie di malattie infettive che decimarono le forze del corpo francese. II re Filippo stesso cadde ammalato, e mentre un fervore religioso incuorava i difensori della p iazzà. ed i cittadini stessi, che avevano perfino vestito da generale il protettore della città San, Narciso, gli assedianti andarono sempre più affievolendosi finchè tolsero a dirittura l'assedio, e si ritirarono in Francia. II. Assedio di Ger(Y!ta, (1470. Appartiene a lla guerra tra Giovanni II d'Aragona, ed il principe Viana pretendente al trono. G. resistette lungamente quantunque assediata da forze preponderanti di Giovanni. Il Viana, con scarso presidio, dovette cedere sotto la pressione delle truppe superiori del re. Quando, successivamente, in G. si rifugiò la regina Giovanna, seconda moglie di 'G iovanni II, col p roprio figliuolo Ferdinando, la piazza resistette e non fu possibile agli assedianti venirne in possesso. III. Assedio di Gero,iq, (1694). Appartiene alla guerra contro la Spagna di Luigi XIV. All'aprirsi della nuova guerra l'importanza della piazza di frontiera G. fece sì che i l governo spagnuolo p,rovvedesse immed iatamen te a completare quelle opere di difesa ch'eranl.l tuttora in corso di esecuzione. Rimasero ancora sguernite le d ue creste del Co11testabile e dei Cappuccini.

79 Quest'u ltima posizione era occupata da un p-iccolo convento. :Mentre la flotta francese bombardava Barcellona ii ma rese. N oàilles comand ante dell'armata france.se in Catalogna, partendo dalla alturn di Montelivio, dopo essersi impossessato d i Palamos, _e dopo avere manovrato in modo da distogliere il nemico dal suo vero obbiettivo, inviò una colonna agli ordini del generale· Saxeron, il quale attaccò improvvisamente il Conte.stabile, e scendendo di là con gli approcci sulla .p arte più debole d i G., fra il bastione della Mercede, e l'alta torre Gironella, d iede l'assalto alla piazza, ma non riustì ad impadronirsene e dovette regolarmente investirla, ed aprire le trincee d'approcciò. Corse ancora qualche tempo prima che la piazza facesse p roposte d i resa, ma alla fine venne a patti e i Francesi entrarono in G. il 29 giugno, dopo 20 giorni d'assedio. Col trattato di Ryswick G . fu restituita alla Spagna che solo allora provvide a munire d i fortificazioni i due punti importanti sopra cita,i. IV. Assedio di Gerona (1710). Appar,ticne -alla guerra d i Successione d i Spagna. Attaccala da una forte annata francese (20.000 u. circa) ancora agli ordini del maresc. •Noailles, ributtò diversi attacchi e venne regolarmente investita da lavori d'assedio . Il mai-esciallo riuscì a prendere prima il forte Monjoui, poi la torre di S. Giovanni, infine ' il bastione di S. Mar ia.La p iazza, quantunque violen temente bombarda ta, resistette anche quando fu aperta una breccia sulla cinta bastionata. dalla 1iarte r ivolta verso la Francia, sulla dr. del Galligan. Respinse ancora 1·eiterati assalti, ed inflisse ai Francesi tali perdite che m isero a durissima prova gli assedianti. Solo quando ebbe esaurito tutti i mezzi, e le r isorse in viveri e munizioni, finì per arrendersi, Gli Inglesi, alleati di Carlo III avevano prestato il loro a iuto al presidio imperiale, comandato dal conte Tattenbach. Appena F ilippo V venne in possesso d i G. provvide a farne completare le difese. V. Assedio di Gerona (1809). Appartiene alle operazioni dei Francesi nella penisola iberica. G. era presidiata da circa 8000 Spagnuoli, a l comando del generale Alvarez, rinforzati da numerosi cittadini e sostenuti dalla popolazione. I F rancesi il 4 giugno ne ini~ •ziarono l' investimen to, agli ordini del gen. Saint-Cyr, con tre division i (Souham, Vcrdier e P in o, quest'ultima costituita d a truppe italiane). Aperta la trincea nella notte sul 9, il 14 ebbe p rincip io il bombardamento, e l'artiglier ia delle ridotte che difendevano gli ry:,procc1 dei tre· forti che costituivano la difesa principale della p iazza, fu ridotta al silenzio, mentre i Francesi riuscivano ad affermarsi a mezzo t iro di fucile dalle opere, e ad impadronirsi del sobborgo d i Pedreto. L a , mattina del 17 circa 1500 u., usciti da Montj ui, tentarono di riprendere il sobborgo; contrattaccati vigorosamente furono ributtati nelle posizioni di partenza. Il 19 furono. conquistate dagli assedianti due r idotte che difendevano. gli ~pprocci del Montjui e il 3 luglio, con t111 violento concentramento di artiglieria fu preparato l'attacco del forte che ebbe luogo il giorno seguente. Contro l'opera semidistrutta dal bombardamento si lanciarono su t,c colonne circa 4000 u., muniti d ( scale e 'fascine, precedu ti da un drappello del genio. L a l_o tta fu aspra e difficile; dopo r ipetuti tentativi gli assalitori furono costretti a rinunciare a li' impresa dopo aver perduto circa 2000 u . fra i quali 77 ufficia li. Il 10 luglio una colonn,t


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gliere la massa delle proprie truppe verso Hostalrich, con una. finta minaccia da quella parte, riuscì a introdurre in città un altro convoglio di 1500 muli carichi d i munizion i da guerra e da bocca, scortato da 4000 fanti e 500 cavalieri, scarso aiuto a una. popolazione decimata dalle ma lattie e dai disagi del durissimo assedio. Il 26 settembre i Francesi prepararono un assalto decisivo. Il gen. ·Mazzurclielli colla divisione ita liana doveva agire dimostrativamente, il gen. Souham tenere d'occhio il corpo nemico che dà Sa nta Coloma, àvrcbbe potuto interveni re a favore degli àssed iati, mentre si dovevano attaccare le posizioni del Calvario e di Santa Geronella; tre colonne dovevano marciare sulle tre brecce che il cannone_ aveva aperto nelle mura, e una quarta tentarne la scalata. In riserva 1·imanevano alcuni battaglioni, e l 000 u. tenevano il forte di Montjui. L'attacco ebbe p rincipio verso le 16; la prima colonna mosse da Montjui sulla breccia d i Santa Lucia; nella mischia gli Spagnuoli furono in un primo momento respint i, ma subito rioccuparono la breccia. La colonna di sr. avanzò da Assedio dl Gerona (1809) S . Daniele ma, battuta, insieme a a, bastione S. Ag-ost ino; b, basl!one S. croce; c. bastione ciel Oo• quella ché operava contro S . CrivernntOl'l; d, bastione s. Clara; e, Jrnstione ,S. Francesco; {, ridoLLa stoforo, dai fuochi incrociati delle Hournonvllle; g, mercato ; it, torre del carmelilani; -1, bas iione ~lerey; 1,, t.orre La Otronella; !, torre s. Lucia; m, torre S. Glovannl; batterie della d ifesa, fu con essa n, bastlone S. Maria; o, tr incea del calvario; v, trlnce,, dei captLolo; costretta a retrocedere. Anci).e l'atq, trincea. di ciUiJ; ,·, torre S. Na rciso; s, torre S. Luigi· I, torre s. Daniele. · ' tacco contro Geronella ebbe esito infelice, e alla fine della giornata, spossati dallo sfor•di soccorso comandata dal col. inglese Mork.hall fu cirzo inutilmente sostenuto, gli assedianti dovettero ri·condata e costretta ad arrendersi, dalle truppe del genenunciare all'impresa. Non per questo migliorarono le rale Pino ; poche ore dopo il gen. Gouvion Saint-Cyr condizioni interhe; ~blo la volontà forrea del gcn. Al.a ffrontò e disperse un forte nucleo avversario comanvarez riusciva a. impedire che si manifestasse il dedafo dal gen. Blake e catturò il convoglio d i viveri •ç s iderio di capitolare. Un nuovo tentativo del generale -munizioni che questi voleva portare in città. Blake d i venire in soccorso a lla città assediata non Continuava intanto l'azione iniziata sotto Jvfontjui. riuscì; le sue truppe, battute a. Santa Colo1;na, perdet,con lungo ~ complesso lavoro dj zappa nel terreno dif~ tero circa 1500 u_ e furono costrette a r ipiegare. Nelle 'f,cile e roccioso e con un sistematico bombardamento gravi difficoltà in cui si d ibatteva la guarnigione, la code lle mura; 1I 10 agosto gli Spagnuoli tentarono una lonna di soccorso che era riuscita a penetrare in città ·nuofa sortita che non ebbe es ito alcuno e finalmente col primo ·convoglio introdofovi dal gen. B la.ke, rapnel pomeriggio del giorno successivo, non essendo piè, p resen tava un inutile peso nella grave penuria di viveri · ii forte in grndo di resistere, l'abbandonarono indidi cui si soffriva, e il gen. O Donne!, che ne aveva il sturbati. Il possesso d i Montjui permise ai F rancesi <:li comando, decise di farsi largo attraverso la linea degli scendere verso la città e di batterla più da vicino con assed ianti. Uscito nella notte sul 13 ottobre, nell'oscu una potente batteria che il 19 aprì il fuoco. Il 31 agosto rità più profonda, riuscì a mettersi in salvo gia<:chè i il generale inglese Blake riuscì a entrare nella piazza Francesi vollero evitare cli impegnare un conibattimento ,e a portarvi soccorso di uomin i e di mezzi. Il 19 setnotturno che àvrebbe potuto avere le più funeste cònsetembre il gen. Verdier tentò di prendere la piazza d'asglienze. ·salto; tre colonne marciarono sulle brecce aperte dal Il 28 ottobre i Fra·ncesi piombarono improvvisamente cannone, ma le posizioni spmgnuole resistettero e i Fransu Hostalrich, dove il gen. Blake stava riunendo se-cési dopo avere subito perdite sangu inose, dovetgretamente uomini e vettovaglie per comp·icre un nuotero rinunciare all'impresa. Poco dopo il generale invo tentativo di i:iapprovvigionare G., massacrarono la ~lcse Elake, dopò 'aver indotto il gen. Gouvion Saintguarn igione spagnuola e distrussero ~li approvvigiona,Cyr a sguernire parte della linea d i ass'edio per racco-

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menti. Quest'impresa fu lod~volmente compiuta dalla divisione italiana coman data dal gen. Pino. Ormai nessuna speranza rimaneva più agli ~Sse?iati ; ogni t_e ntativo di socCOJiSO esterno er a fallito, e nell'interno si era ormai alla :fine di ogni •risorsa. I l 2 d ice01bre le artiglierie franc;esi ripresero il fuoco, il 6 il generale P ino conquistò un a potente ridotta presso uno dei sobborghi e il gen. Verdier si impadronì delle posizioni di Geronella, il ·1 gli assedia ti fecero una sortita per r icuperare le O.l)CJe perdute; i granatieri d el 6° reggimento, e gli I ta liani del 2° leggero tennero fermo, e il tentativo fallì mentre una colonna di i taliani, contrattaccando, si impossessò delle r idotte Cabildo e del Calvario. Il 9 d icembre il gen. Alvarez., · che gravemente ammalato aveva fi.n'allora diretto la· resistenza, cedette il comando al gen. Bolivar e la mattina de-I 10 la guarnigione chies<! di trattare. La sera stessa la capitolazione fu fu-mata dal maresc. Augerau e dal gen. Furnas, per gli assediati, e i Francesi entrarono in città . Caddero nelle mani del vincitore 5000 pri-gionieri e 200 cannoni ; le perdite f urono di circa 12.000 u. per parte; dopo la presa di G. le ultime resistenze dei Catalani furono domate.

Gerone. Tiranno d i Siracusa. Combattè agli or.clini di P irro e o ttenne il trono ne l 269 a. Cr. per la vittoria sui Mamertini ; nel 264 si alleò con Cartagine, ma ne l 263 fu vinto da Valerio Massimo, e da allor a si ma11tcnne fedele a lleato dei Romani. Morì nel 2 16 a . Cr. Gerosolimitano (Ordine). V . Malta. Gerra (Davide). Ammiraglio, rn. a Viarèggio ( 18571918). Guard iamarina nel 1876, raggiunse il grado di cap. di vasce llo nel 190.3 e fu promosso contrammir. nel 1911,. nella :riserva navale. Gersdorf. J3orgo della Sassonia presso la dr. del M ulda, tra L iitzcn e Dresda. C o-mbattim&nto di Gersdorf ( 1813). Appartiene alla campagna. napoleonica in Germania. Il 4 maggio i Francesi marciavano su tre. colonne, di cui la centrale (I corpo di cavalleria; XI (Macdonald); VI - (Marmont e Guardia), per Bo.ma a Dresda. I l S, la colonna di cui !'XI corpo ern d 'avanguardia si scontrò colla ~retroguardia alleata sul Mulcla presso Codlitz. Dopo breve combattimento, rigettato il nemico, proseguì verso G. Ma qui giunta trovava un cor po degli alleati d i circa 12 .000 u. con 20 cannoni in gran parte costituito da Russi, p rotetti da l terreno pa ludoso e da u n profondo burrone. l\liacdonald fece avanzare le due divis. 35" e 36", formate su 3 colonne; il bgl. italiano del 2° leggero, agli Ol"din i del capo battaglione Luigi Ceccopieri, spalleggia to dal 5'1 d i linea pure italiano, respinse gli avamp osti nemici fino a G. e q uivi trovò energica resistenza. l i gen. Zucchi, sopraggiunto, condusse gli I taliani all'assallto del borgo, che finì per cadere nelle loro mani. Lo Zu.cchi non lasciò tempo al nemico di riord inarsi, e lo fece inseguire dai nostri che furono a rresta ti solo in tale impr_esa dalla notte e da lla stanchezza, sulle al ture dominanti il vjllaggio d i Harta, dopo di avere p etduto neJla lotta 90 morti fra cui 7 u fficiali. Gersdorf ( Giovanni di). Medico e scrittore J11il. tedesco del sec. XVI. Dopo aver seguito molte campagne di guerra, · pubblicò un tra ttato : « D c chirurgia castrense » che per la sua importanza ebbe undici edizioni.

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Gertruidenberg. Piazzaforte dei P aesi Bassi nel Brabante settentrion ale, al confluente del Dongen colla Mosa vicino a l grande estuaI"io del 'Reno. D'antichissima fondazione, solo nel !331 .fu veramente fortificata . J. Assedio di Gertrnidenberg ( 1593). Appartiene alla guerra di Fiand ra e fu posto il 29 maggio da Maurizio d i Nassau. La piazza era munita di forti linee di circonvallazione, appoggiate a ridotte, con spalle prolungate e intervallata. da larghi canali, inondati dalle acque della ì'.fosa. I bastion i erano armati d i più di 60 pezzi d i grosso calibro. La guarnigione era forte di circa 1200 u. al comando d i Gessau. Il conte d i Ma'.nsfeld trntò di portar soccorso alla p iazza con 14.000 u., ma non riuscì a forza re le linee del prinçipe l\!Iauìizio e finì per abbandonare G. a se stessa. Maurizio attaccò di sorpresa la città, facendo penetrare per le breccie a perte nelle mura fidate pattuglie; dopo un vivissimo fuoco si dispose all'assalto. Il comandante la guarnigione, vedendo ùmtile ulteriore sacrificio, s i decise alla resa il 24 giugno.

II. Assedio di Gertrnidmberg (1793). Appartiene alla invasione dell'Olanda da parte delle truppe francesi della rivoluzione. I F rancesi agli ordini del gen." Darçon, giunsero il 26 febbrnio 1793 davanti alla fortezza, dove era una guarnigione o landese, non troppa numerosa; la p iazza era assai ben difesa anche da forti a.vanzati, ~ circondata da acque profonde, che impedivano di arrivare ai posti di batteria. Il Darçon aprl il 26 febbraio un vivo fuoco e per quattro giorni contin uò, sotto la protezione delle proprie artiglierie, ad avanzare fin presso alla cerchia delle mura, costringendo il 4 marzo la guarnigione a lla resa. III. Assedio di Gertrnidenberg (1793). Appartiene alla campagna della Francia rivoluzionaria in Olanda. G., che era stata presidiata da 1 colonnello Ti lii, fu investita da un corpo austro-assiano, il 12 marzo, comandato dal gen. Vanstelben. La guarnigione resistette s ino al1'8 aprile, gioxno in cui, per penuria di viveri e munizioni, s i arrese ottenendo però di potersi ritirare indisturbata in · Francia. IV. Assedio di Gertrn.ùlenberg (.1795) . La ripresa delle operazioni elci Francesi contro l'Olanda, al comando del gen. Pichegru, li portò nuovamente sotto la piazza, d ifesa da una guarnigione di alleati. I Francesi l'investirono il 15 gennaio, con un corpo agli ordi11i del gcn. Bonnaud. Le opere staccat6 furono prese di primo impeto, ma la piazza resistette 15 giorni, dopo d i che si arrese. con gli onori delle arm i.

GerundQ (Giuli.arw) . Generale, n. nel 1854. Sottot. medico nel 1879, percorse la carriera nel corpo san itario mil. divenendo colonnello d irettore dell'ospeda le di M ilano nel 1912. In P. A. nel 1917, alla fine di detto , anno fu promosso magg. generale. Nel 1923 dive)Ule ten. generale medico nella riserva. Ha collaborato s u a rgomenti dell'arte sua nel « G ion1ale di Med icina Milita~e JJ : Gerusalemme. Città della Palestina, a 54 km. dalla costa. F ortificata fin da tempi remoti, ebbe varie· cinte cl i m ura, cli cui. le p iù c·ospicuc furono quelle •d i Salomone, di Ischia, d i Erode Agrippa. I Crociati, dopo la . con quista, provvidero a nuove fortificazioni con a lte torri ; e resta.uri e. rifacim~nti delle ant:ch~ f.u rono ·ose- •

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Le a.ntlclJe rort1ncazlon1 di Gerusalemme

guiti dai Turchi più volte, specialmente nella prima metà del sec. XVI. Appartenne agli Ebrei di cui fu capitale, e subì molti assedi, di cui ricordiamo i principali. I. Assedio di Gcmsalenm,e (587-586 a. C.). Dieci anni prima, la ci ttà si era arresa senza lotta a un grande esercito Babilonese. Essendosi ribellata ai dominatori, nel S87 fu da loro assediata e resistette circa un anno e mezzo, quando, dopo van i assalti, riuscl ai Ba,bilonesi di aprire w1a breccia nelle mura. Duramente fu castigata la città, con l'incendio e la strage, e la demolizione delle mura. II. Assedio di Gcmsalemmc ( 168 a. C.). Fu posto alla città da An tioco IV, il quale la prese e la mise a ferro e fuoco, salvando_ dalla devastazione la sola grande torre detta di David, nella quale accumulò il bottino fatto. Alla morte del re, i Giudei si ribellarono e assediarono nella torre suddetta la guarnigione. A liberarla accorse Antioco V con 100.000 fanti, 20.000 cavalli e 32 elefanti: ma la spedizione terminò con accordi fra il re e i G iudei, i quali si accontentarono <lei rispetto . al diritto di governarsi con le proprie sacre leggi. III. Assedio di Gem salemme (63 a. C.). Fu posto a lla città da Pompeo M agno, il quale adoperò potenti macchine da guerra, e fece abbattere boscaglie per averne materiale. Colmato il fosso e aperta la breccia nella parte settentrionale della città, Pompeo -riuscl a conquistarla e depose il re Aristobulo. IV. A ssedio di Gerusalemme (37 a. C.). Si ricollega alla guerra impresa dal triunviro Antonio contro i Pa rti. Costoro, l'anno precedente, entrati nella Giudea posero sul trono Antigono, figlio .del re Aristobulo già -t~

deposto da Pompeo. Il re della Giudea, Erode, sostenuto dai Romani, ottenne dal triunviro Antonio il comando di due legioni e quelle del comandante romano Sosio, cosicchè potè con le schiere ausiliarie dei Sirii disporre di undici legioni di soldati e 6000 cavalli, e porre l'assedio a G. nel mese di giugno, avvicinando le macchine alle mura per aprirvi la breccia. Dopo 15 giorni di lotta le prime difese furono superate, ma la lotta nell' interno durò altrettanto, fra continue stragi. Antigono infine si arrese e fu fat!o decapitare da Antonio. V. A ssedio di Gemsalcmmc (70 d. C.) . Fu posto alla città da Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano, con un esercito di 80.000 u., nel mese di Apri le. Il lavoro di spianamento e colmatura del fosso durò 1.5 giorni, fra continue scaramucce determinate da sor tite degli asse-diati, e il 7 maggio veniva aperta un a breccia, per mezzo della quale, dopo otto giornj di lotta, T ito divenne padrone di parte della ciuà. ifa il resto, circondato da grosse mura, resisteva. Nuove macchine furono erette dai Romani, e in parte distrutte dagli assediati. Tito dovette risolversi a chiudere la città resistente con un vallo di 7 km., e la fame cominciò a farvi strage. In luglio, una delle torri principali, battuta dall'ariete, fu presa; il S agosto veniva preso e dato alle fiamme il tempio dei G iudei, dopo aspra resistenza e grande strage. Rimaneva loro la città alta, e la lotta continuò contro quest'ultimo baluardo, che si arrese il 2 settembre. La città fu distrutta, ad eccezione di tre torri: gli a bitanti superstiti tratti in schiavitù. VI. Presa di Gcrusak111111e (614). Appartiene alle guerre di conquista dei Persian i. Cosroe II inv iò un


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esercito comandato dal generale Schahrbaraz ad invadere la Mesopotamia e la Palestina. Trovata Gerusalemme indifesa, i Persiani la presero senza difficoltà e la saccheggiarono, quindi, dopo aver distrutto parecchi edifici tra cui il Santo Sepolcro, fecero prigioniera la popolazione e si ritirarono. Si fa ascendere a circa 90 mila il numero degli uccisi in quella occ";.sione. Gerusalemme cadde nelle mani dei Musulmani nel 638, quando l'imperatore Eraclio abbandonò a se stesse, non potendole difendere, la Palestina e la Siria. VII. Assedio di G(rusalermne (1099). Appartiene alla prima Crociata. L'esercito cristiano condotto da Goffredo di Buglione, dopo di avere espugnata Antiochia, si diresse su Gerusalemme. Tentato un primo assalto, respinto dai M usulmani, fu deciso di porre l'assedio alla città, e, riuniti con grandi fatiche i materiali necessari, si costruirono le macchine. Dal 10 giugno al 15 luglio 1099 durarono gli attacchi degli assedianti, e finalmente, aperta un a breccia nelle mura, i Crociati

Il castrum Plsanum a Oerusalemme

con a capo Goffredo di Buglione poter ono penetrare nella città, facendo grande carneficina dei nemici ed impadronendosi di tutti i loro tesori. Goffredo di Buglione fu eletto re di Gerusalemme.

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furono convertite in moschee e furono abbattute tutte le croci. Gerusalemme tornò in potere dei Cristiani nel 1229, in seguito all'accordo tra Fednico II e il sultano d'Egitto. X. Assalto di Gcmsalemmc \1238). Appartiene alla sesta crnciata. D opo la battaglia ài Gaza, i Musulmani avanzarono su G. indifesa e la pre..sero al primo impeto, distruggendone le fortificazioni. l'.:-chi anni dopo, valendosi dei dissensi fra i Cristiani, trup1;c del sultano d'Egitto invasero la città., costringendo alla fuga o massacrando i Cristian i. Successivamente alle epoche ricor<late, G. cadde in potere dei Turchi nel 1517 per opera di Selirn I e fu presa dagli Egiziani nel 1833 e restituita ai Turchi nel 1840. Xl. Battaglia di Gerusalemme {1917). Fu combattuta nel dicembre, fra le truppe alleate (Inglesi, con distaccamenti Italiani e Francesi) e le truppe turche. Queste avevano linee fortificate all'ovest e al sud della città, con numerose batterie anche presso le mura. Il generale Allenby, comandante degli Alleati, la mattina del 7 dicembre fece dare l'assalto, e in breve le linee di resistenza erano sopraffatte. La lotta continuò nei sobborghi, che vennero presi alla baionetta. Durante la notte seguente, i Turchi abbandonarono ogni resistenza, e gli Alleati fecero il loro ingresso nella città il giorno 8 dicembre. Gerusalemme rimase come capitale della Palestina, affidata alla Gran Bretagna, per i trattati seguiti alla Guerra mondiale, in forma di mandato.

Gessate. Comune in prov. di M ilano, in aperta pianura a metà strada tra Bergamo e Milano. E' paese antichissimo, pare d'origine celtica, fondato dai Gesati, popolo alpino, sceso al piano agli ordini del capo Viridomaro. Questi sarebbe stato sconfitto ed ucciso a G. dal console l\'larcello all'epoca della conquista romana. Dopo tale vittoria i Romani ebbero aperta la via dell'Insubria, dove i Gesati s'erano coi Galli ritirati, per tentarvi l'ultima difesa.

VIII. Ba.ttaglia presso Gerusalemme ( 1152). Durante il regno di Baldovino III, una numerosa schiera di Turcomanni si presentò davanti a Gerusalemme accampandosi sul Monte degli Ulivi per prendere di sorpresa la ciuà. Ma quivi, accerchiato dalla cavalleria di Baldovino, dopo aspra lotta fu costretto a rit irarsi con gravi perdite. Sopraggiunte altre truppe regie chiamate da Neapoli, preso anche alle spalle, l'esercito dei Turcomanni rimase totalmente distrutto.

IX. Assedio di Gemsalemme (1187). Dopo la presa di quasi tutte le città. del regno gerosolimitano, Saladino, sultano d'Egitto, rivolse il suo esercito verso Gerusalemme. Volendo ottenerla sen7.a combattere, offri condizioni mitissime d i capitolazione, ma, ottenutone un rifiuto, vi pose l'assedio regolare. Dopo qualche settimana, vista l'impossibilità di resistere più a lungo, i comandanti della cit1à assediata entrarono in trattative di pace e fu convenuto che gli abitan ti potessero uscire dalla città, pagando una piccola somma a persona. La soldatesca musulmana si abbandonò ad ogni sorta di violenza, ma il sultano cercò di frenare gli eccessi e <li mitigare la sorte ·degli emigranti. Le chiese cristiane

Ocrnndo Giuliano

Gessi Romolo

Gessi (Ro-m.olo). Esploratore, n. a Ravenna, m. a Suez (1831-1881). Prese parte alla difesa di Venezia nel 1849, alJa guerra del 1855, e fu poi {1874) ufficiale dell'esercito egiziano. Per sette anni esplorò il Sudan Egiziano e risolse il problema delle origini del N ilo. Gestione amministrativa milita r e. ,Comprende tutti gli atti amministrativi che si svolgono per il raggiungimento dello scopo cui tende la grande azienda militare; e cioè il complesso dell'attività economica e


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di governo, mentre la gestione finanziaria è il complesso dei fatti amministrativi verificatis i durante un determinato periodo di tempo, Nei riguardi dell'attuazione dei singoli servizi, o di parte di essi, si pr·o vvede secondo vari metodi d i gestione, e cioè: gestione diretta o ad economia; gestione indiretta o ad in1presa o ad appa.lto; gestione mista. L 'adozione di uno anzichè dell'altro metodo di gestione è di massima in relazione alle caratteristiche dei singoli servizi; sono cioè conside~ razioni di ordine m ilitare economico ed igienico che sono tenute presenti nella scelta del sistema, in quanto i detti sistemi presentano indistintamente vantaggi ed inconvenienti. Da ciò deriva che per l'atluazio11e di un determinato ser vizio il metodo di gestione non ha carattere costante ma variabile nel tempo, a seconda cioè del prevalere di una. o dell'altra ragione che n~ determina la preferenza.

Si divise i contendenti, mentre dalle ·due, parti si affrettava l'.ftrrivo sul can1po d i battaglia di tutte le forze disponibili. La mattina del 2, tutte le truppe confederate, meno la cavalleria e 6000 fanti, erano presenti, disponendosi a semicerchio intorno alle truppe d ei Fede rali. I;>i questi, ben tre C. d' A. non erano giunti. Il gen. Lee iniziò l'attacco delle posizioni nemiche nel pomèriggio, e le raggiunse dopo asprissima lotta: ma i Federali riuscirono a mantenervisi, e a respingere i reiterati attacchi, fino a notte.

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Gesù-Maria (Ordinè di). Ordine cavalleresco creato dal Papa Paolo V, allo scopo di sostenere i diritti della chiesa con tro gli infedeli, ed eretici. Era appoggiato da una legione d i cavalieri armati appositamen te per questo scopo. Tale ordine si estinse poco tempo dopo la sua fondazione.

Gettito (di le-va), Vale con.tingente (V.) di leva; è c ioè il quantitativo complessivo di uoinini fornito da una classe di leva. Il G. di -leva non deve conf011dersi con il contingente .i ncorporato. Questo è rappresentato solo dal :{!Umero di giovani che 6 chiamato alle armi; quelio - invece - è costituito da tutti gli uomin i di una. classe dichiarati idonei a l servizio mii., compresi quelli che per varie ragioni saranno poi esentati dal servizio stesso. Il G. è quindi sempre maggiore del cont ingente incorporato, e lo. è tanto p iù quanto p iù numerose sono le eccezioni previste dalla legge sul reclu tamento. Se l'obbligo di servizio fosse effettivamentr generale e non esistessero esenzioni di sorta, iL Q _ sarebbe uguale a l contingente incorporato. Get tysburg. Città degli Stati Uniti, nel Maryland. Fu teatro della p iù importante battaglia della guerra di Secessione (1- 3 luglio 1863) nella quale i contendenti portarono in campo la ma.ssa maggiore delle loro forze: il suo esito fu decisivo per la conclusione del conflitto. I Federali disponevano di 7 C. d' A. (I, Reynolds; II, Hancok; III, S~cklcs; V, Sykes; VI, Sedgwick; XI, Hovard; XII, Slocum; più un corpo di cavaller ia, P leasan ton) comandati dal gen. Meade: in lutto, 84.000 e 327 cannoni. I Confederati d i.s ponevano di 3 C. cl' A. (I, Lengstreet; II, Ewell; III, Hill; più una divis . d i cavalleria. e una brigata i nd ipendente) comandati dal gen: Lee: in lutto, 69.000 u. e 250 caJu1on i. La sera del 30 giugno, una brigata di cavalleria nord ista occupò G. appie;dandovi i suoi 4000 cavalieri. La mattina dopo parte del III corpo confederato avanzava s u G., mentre vi giungevano le avanguardie del corpo di Rcynolds. Verso le 11, me,{tre i Confede_rati battevano G. con SO cannoni, giungeva l'X1 corpo nordista, ma contemporaneamente cominciavano ad arrivare dall'altra parte le truppè del n · corpo sudis-ta . . I Confederati, dop~ aspra lotta, verso le 15 riuscivano a prendere la città, catturandovi circa 4000 nordisti, mentre g li a.Itri pren devano posizione a sud della città. La notte

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Gc Ltysburg ('I 863)

La mattina del 3 luglio trovò gli avversaTi nelle posizioni della. sera precedente. Il gen. Lec decise di agire con attacco frontale, inviando contro la dr . n ordista il gen. J ohnson , alla testa di un gruppo d i 7 br igate, con l' incarico di aggirarla. L'attacco fu iniziato da quest'ultimo, ma il '[)ronto accorrere delle riserve e 11 non ancora avvenuto attacco delle altre truppe confederate, permisero ai Federali di respingerlo nettament~ e in disordine. :Mentre Johnson era ricacciato, una massa di Confederati del I e del III corpo, ammontante a 15.000 u., muoveva all'assalto delle posizioni dei Federali. Quasi tutte le ar tiglierie delle due parti, almeno 300 cannoni, furono concentrate nella difesa e nell'offesa : i Confederati mira,•ano a rompere in due la linea . avversari,t e malgrado perdite enormi la raggiunsero. J\1a la mancanza di truppe fresche .d i rincalzo non con> sentì di continu are nello sforzo, e l'assalto fallì con la ritirata nelle posizioni di partenza. La battaglia era vinta dai Federali, che avevano perduto 3072 mor ti, 14497 feriti, 5434 prigionieri. 1 Confederati batterono in ritir'?ta su Fa irfield, fiaçca-


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mente inseguiti. Essi avevano perdu to 2592 morti, 12709 feriti, 5150 prigionieri.

Geymet (Giovanni Battista). Generale, u. a T orino, m . a Pianezza (1831-1900). Sotto!. del gen io nel 1854, partecipò alle campagne del 1859 e del 1860- 61, meritandosi la men zione onorevole a Gaeta e la croce da cav: dell'O. 1"1. S. a P erugia. Prese parte alla guèrra del 1866· e nel 1877 fu promosso colonnello d irettore del gen io a Ven ezia. Magg. generale direttore gen. del genio a l ministero, andò in P . A. nel 1887 e n ella riserva fu proii1osso ten. generale nel 1895. Fù depu tato di :Bricherasio 11ella XIII e XIV legislafura e nel 1890 venn e no1n inato senatore. Ghedi. Comune della p rov. d i Brescia, tra il Mella e il Chiese. F ondato dai Goti, fu parecchie volte teatro di fazioni tra i comuni di Cremona, Mantova e Brescia. Nel 1319 se ne impossessarono i Guel.fi, e l'anno seguente i Ghibellini. Nel 1453 il marchesè d i Mantova assalì a tradimento G. e se ne impossessò. Nei pressi del paese, in quello stesso anno, i Veneziani vennero a battaglia eon Tiberto Brandolini ed Evangelista Savelli. passati agli stipendi del duca di :11!1:ilano, ed ebbero la pegg io. Nel sec. XVI Venezia fortificò ·nuovamente G., il s uo castello ebbe allora cinque torrioni. e il paese fu circonda to da mura che avevano sette porte. Cessato il dominio della Repubb lica ve,ieta, G. an dò perdendo della s ua importanza. Ghelar di (G1,ido). Generale, n. e m. a flrenze (1840- 1907). Proveniente dall'ese rc ito toscano, diveanc capitano di fan teria in quello jtaliano nel 1861. Combattè ne l 1859 e nel 1866 e nel 1884 iu promosso colonnello. Comandò 1'88° regg. fanteria e poi il distretto mii. cli Ascoli Piceno. In r .i serva nel 1889, d ivenne magg. gener;ile nel 1905. Ghera r desca (conte Ugolino clella). Signore di Pisa da l 1282 al 1288, fu capo dei Ghi bellini : a lui pare si debba la sconfitta della :Meloria : accusato dall'arcivescovo R uggeri di tramare coi Fiorentini, fu condannato a morire di fame con due figli e due n ipoti nella torre di P isa. Gherardesca (Manf°{edi della) . Ammir. pisano del secolo XIV. Dist intosi in parecchie azioni navali, ebbe nel 1324 il comando di 36 galee e parecchi legni mi•nori, con ua corpo cli sbarco, per portare soccorso a Cagliari, assediata dagli Aragonesi. Riuscì abilmente ad evi rare lo scontro con la flotta nemica ed a sbarcare le sne truppe. Morì duran te l'assedio.

Gher ard i ni (Vincenzo). Generale, n. ne l 1857. Sottotén'e nte nel 1878, percorse la carriera in fan teria: fu iu Erit1·ua e nel 1910 andò in P . A. col grado di ten. colonnello. Colonnello nel 1911, passò nella r iserva nel 1913. divenen<lo magg. generale nel 1917. Nel 1923 assunse il grad o di generale di division e. Gher si (Simone Pietro) . Generale, n . e m. a Tor ino (1834- 1909). So,lot. d 'art. nel 1855, combattè nel 1859. L asc ia to poco dopo l'esercito regolare per séguire Garibaldi, fu uffic iale . di S. :M. del gen . E ixio n ella campagna del 1860 e s i distinse a M ilazzo meritandosi l'O. M. S. R ientrato n ell'esercito nel 1862, p artecipò a lle campagne d e1 1866 e del 1870. Colonnello nel 1873, co-

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mandò il 46° regg. fanteria e per atti d i coraggio compiuti ebbe d ue p1ed. d'argento al valor civile. Magg. generale nel 1877, comandò la brigata Sicilia; ten. generale ne l 1885, comandò la d ivis. ' militare di Messina e dal 1888 quella d i P alermo; nel 1893 ebbe il comando mii. dell'isola d i Sardegna . In P. A. nel 1895, passò nella riserva nel 1899.

Gherar<linl Vincen zo

Ghers; Simone Pietro

Ghersi Oiova»ni. Generale, n. a Forlì nel 1861. Sottotenente cl i fanteria nel 1881, partecipò alle campagne eritrea del 1895-96 e libica del 1911-1912, guadagnando · a Misurata la med. d'argento. Colonnello nel 1914, ebbe il comando del 74° regg. fanteria col quale entrò in guena contro l'Austria. Magg. generale _poco dopo, comandò la brigata Aosta e sul l~aiti Krib ebbe una seconda med. d'argento. Nel! 1917 ebbe il comando delfa 55• d ivis. e verso la fine dello stesso anno quello ciel VII C. d' A. Ten. generale nel 1918, comandò poi il V C. d'A. Per le prove di valore dal · 1915 al 1918 gli fu conferi ta la croce d'uff. deJl'O. ) 1L S . . Dopo la guerra comandò il C. d ' A. di Verona e dal 1923 a l suo collocamento in P. A. ( 192i), resse il comando delle R. Guard ie di finanza. Chersi Romolo. Generale, n. nel 1871. Sottot. cli fanteria nel 1891, nella sua arma raggiunse il grado di colcnmello nel 1917. Partecipò alla guerra libica ed a quel-la contro l'Austria nella quale comandò il 53° reggimen to fanteria. Nel 1920 ebbe il comando ciel 92° rnggmiento fanteria che lasciò nel 1905 passando a comanda1e il distretto mii. cli To.rino. Generale d i bri,;ata nel 1927, comandò la .~• brigata cli fanteria e nel 1929 venne collocato a riposo.

Ghezzi-Perego (Angelo). Generale, n. nel 1864. Sottol. d'art. nel 1887, d ivenne, durante la g}lerra contro l'.'\ustria, colonnello nel 1916. Trasferito nella riserva nel 1923, venne promosso generale di brigata nel 192é. G hiara d'Adda. V. Agnadello. Ghiazzerino. Giaco fatto con magli a gazzarina ovvero maglia piatta. Era arma di dosso antica. Ghibellini. V. Guelfi e Ghibellini. Ghidt (Fra,l(;esco Federico). Generale svizzero del sec. XVIII, a l servizio ciel P ienionte, m . nel 1775. Nel 1733 levò u n regg_ svizzero che prese il suo nome e comandò sino al 1737 divenendo colonnello. Passato ·nella Gu ardia svizzera, come comandante, d ivenne br igad ie re n el I 754. P artecipò a lla guerra di Sicilia ·ed a quella di Successione d 'Ausfria e nel 1757 fu promosso


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IDi!gg. generale. Ten. generale nel 1764, lasciò il servizio nel 1774. - Per il regg, G., V. Vallesano (regg.) e Svizze-,i.

Ghir,ra. Così era chiamata un'arma in asta, specie di dardo o freccia, col ferro affusolato e con uncini ai lati.

a l comando del 3° regg_ art. ·da costa. M a.gg. generale comandante d'art. a Verona nel 1906, venne nel 1908 nominato direttore s uperiore delle esperienze e poco dopn ispettore delle costruzioni d'art. Nel 1911 fu promosso ten. generale.

Ghilardi (Luig,.). Genera le, n .. a Lucca, m. a Messico. Combàttè come capitano nelle truppe costituzionali della Spagna e nel 1848 prese parte alla rivoluzione s iciliana raggiungendo il grado dì colonnello. Nel 1849 si , distinse nella difesa di Livorno combattendo contro gli Austriaci .al comando di una coionna di volontari della Corsica, e poi nella difesa di Roma, ove fu il parlamentario che presentò ·a l gen. Oudinot la protesta dei rappresentanti consolari contro il bombardamento. Passò poi in America, ove d ivenne generale dell'insurrezione messicana. Fatto prigioniero dai Francesi, fu fu~il.ato ( 1864). Chilini (Tommaso). Condottiero del secolo XIV, combattè contro i Fiàmminghi per Carlo VI che Io nominò marescia llo di Francia nel 1385. A lui si deve in gran parte la vittoria che nel 1391 i Visconti riportarono presso Alessandria su Giacomo d'Armagnac. Ghillini (Stefmw- Giova1tn1). Generale, n. ad Alessan<lria, m. nel 1792. Corvetta nel 1733 nei dragoni di Piemonte, percorse in essi la carriera divenendo colonnello nel 1771. Brigadiere nel 1774 e magg. generale nel 1780, nel 1785 divenne ten. generale ispettore di cavalleria. Governatore di Valenza nel 1788, n el 1790 passò al governo della città di Casale e del Ducato d i Monferrato.

Trasporto di acqua con gliirbo in al1 a mon1airna durame la Grande iru:erra

Ghirba. Nome dato a un a son a di otre che serviva per i rifornimenti d'acqua nelle prime linee durante la grande guerra. Nel gergo mii., la G. significa la <<pelle»., nel senso di cc vita >l : salvare la G . si <liceva appunto nel senso di scampare dai pericoli della guerra. Ghirelli (n oJ, . G io-vanm). Genera le, n. a M irandola nel 18S9. Soltot. nel 1878, percorse la carr iera in fanteria divenendo colonnello n el 1910. Com,mdò il 45° e poi il 62° regg, fanteria e nel 1915. andò in P. A. Richiamato neµo stesso anno, cpmandò i presidi di Fil'enze e Bologna; rnagg. generale nel 1916, ebbe nel 1923 il grado -d i generale d i divis. nella riserva.

Gberst Giovanni

Ghirar~t n i A ll B'I ISlò

Ghimittières (Reggimento). Costituito nel maggio 1650, prese nome d al suo comandante, che era gover-

natore di Santhià. Prese parte al la guerra contro la Spagna, <lai 1650 a l 1659 e fu sciolto nel 1660.

Ghio. Generale borbonico del sec. scorso. Col grado di. ten . colonnello, comandò nel 1857 il distaccamento che battè Pisacane e i suoi seguaci. Da generale, capitolò nel 1860 con 11.000 u. senza combattere, davanti a Garibaldi, in Saveria Mannelli; poi fu dal Dittatore nomina to comandante della piazza d i Napoli. Ghirardini (Aug1tsto). Generale, nato a Cremon a, m. a Roma (1850-1914). Sott. d'art. nel 1870, si specializzò nella parte tecnica e nel 1901 d ivenne direttore del Laboratorìo pirotecnico di Bologna nella qual carica fu p romosso colonnello nel 1902. Nel 1905 passò

Ghircll i Giovanni

Gtacllettt V i ncenzo

Gh i ron (Ernesto). Generale, n. ad Alessandria, nel 1863. Sotrot. d'art. nel 1883, freqùentò la scuola di

gùerra. Entrò in guerra contro l'Austria c.ol grado di ten. colonnello e nel 1916 fu promosso colonnello. Brigadiere generale nel 1918, comandò l'a rt. del XVIII


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C. d ' A. e poi fu direttore delle scuole degli ufficiali mobilitati. In P. A. S. nel 1920, passò nella riserva nel 1928 e ne l 1929 fu collocato a riposo col grado di genera le di divisione.

una mcd, di bronzo a Monfalcone e una d'argento a .Zagora dove rimase gravemente ferito. Ten. colonnello ·comandante il 2° regg. granatieri nell'estate 1917 a Selo rimase nuovamente ferito ed ebbe una seconda mcd. d'argento. Colonn ello nel 1918, si segnalò sul Montello quale comandante la riserva di un'anÌlata e venne decorato dell'O. M . S . Dopo la guerra comandò nuovamente il 2° regg. granatieri e nel 1925 venne nominato capo dell'ufficio stor.i co dello S. M. A Roma fu nel 1926 nominato insegnante di storia e organica m ii. nella R. Università. Ha collabora to a molte r iviste militari. Ricordiamo fra le sue opere: cc I Cacciatori della Magra nel 1859 » ; « I Granatieri di Sardegna • nell'impresa Libica>>; « Gli Italiani in Germania nel 1813 »; « Vicende del 2° Granatieri dallo inizio della campagna Austro-Italiana ad oggi»; « L' A1bo d'oro del 2° Reggimento G ranatieri>>; cc Appunti di arte militare coloniale >> ; et Appunti di storia militare » ; cc Come si è fatta l'Italia»; cc Dal congresso d i Vienna alla pace di S. Germano>>.

Ghisa. Prodotto iniziale della fusione dei minerali di ferro. Ve n e sono di d iverse varietà, a seconda delle tracce dei vari minerali che il prodotto fuso contiene.. Ebbe larga applicazione n ella costruzione di artiglierie in cui il grande peso non rappresentasse un incon vq1iente, perchè d i prezzo poco elevato, e facilmente impiegabile in unione ad altri metalli. Ghisarma. Traduzione del francese « Guisarme >>: specie di arma in asta, portata d a fanti fra il XII e il XV secolo. Ghisarma (Sec. XV)

Ghislieri del Bosco

(Federico). Ingegnere mii. lombardo del sec. XVI. Guerreggiò in Valacchia,. in. Grecià e Baviera, e fu maestro di campo dell'esercito spagnuolo in Piemonte. Scrisse « Discorsi. militari », oltre a opere di ingegneria militare.

Ghuzni. Città dell'Afganistan, a presso la frontiera coll'India inglese.

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S.O. di Cabul

I. C011ibattimento di Ghuzni (1839). Appartiene a lla spedizione inglese nell' Afganistan. Dopo l'occupazione d i Candahar, l'arm atella inglese (sir Keane) avanzò su G. e l'assa ltò nel mattino del 23. L'avanguardia comandata dal col. Dennie ( 13° regg. di linea) sostenuta da u.na brigata (Sale), aperse un nutrito fuoco per distrarre i difensori, mentre uu reparto del genio fece saltare la porta Cabul, e la fanteria si slanciò subito dopo a ll'assalto, impadronendosi della città.

II. Ass~dio di Glvtmii (1842). La p iazza, che era rimasta presidiata dagli I nglesi, nel febbraio fu assediata dagli Afga»i. Costretta, per mancanza di viveri ed acqu a, ad arrendersi il 1° marzo malgrado i patti convenuti, la guarnigione che si ritirava da G. fu assalita e in grande parte trucidata.

Giacca. Questo indumento ebbe in origine s ignilicaz ione mii., forse derivando dal francese « jacque >>, sorta d i camicione che portavano, ad es. i Franchi Arcieri. Fortemente imbottito, con lastre di cuoio sovrapposte, rappresentò ;]!ora una vera e propria arma d ifensiva. In F rancia s i d isse cc jacque » anche la sopravveste che i cavalieri portavano al di sop ra della corazza. Giacchi (dei conti Giacchi 1.ab. Alfonso). Generale, n. a N a,poli, m. a Sepino (1845-1916). Sottot. dei granatieri ne l 1865, partecipò nell'anno seguente alla guerra contro l'Austria. D opo aver frequentato la scuola di guerra passò nel corpo di S. M. Colonnellu nel 1893, comandò il 93° e poi il 54° regg. fanteria. Magg. generale nel 1899, ebbe il comando della brigata .Cremon a. In P . A. nel 1904, passò nella riserva nel 1908 e l'anno seguente venne promosso ten. generale. Giacchi (dei conti Giacchi nob. Nicolò). Colonnello, scrittore mii., figlio del p recedente, n. a No vara nel 1877. Sottot. nel 1895, iniziò la carriera nel 2° gran atieri, Frequen tò la scuola d i guerra e partecipò alla guerra libica, e poi a quella contro l'Austria iniziandola al coman do del 2° batt. del 38° fanteria guadagnando

Giaccone Ernesto

macchi Nicolò

Giaccone (Ernesto). Generale, n. a Mondovl, m. a Diano Marina (1863-1927). Sottot. di fanteria nel 1886, frequentò la scuola di guerra e partecipò alla guerra libica e a quella contro l'Austria. Colonnello nel 1916, comandò successivamente il 218° ed il 150° regg. fanteria. Brigadiere generale nel 1918, passò in P. A. S. nel 1920.

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Giachetti (Vincenzo). Generale, n. a Vinovo, m. a Quinto al Mare ( 1846-1920). Sottot. di fanteria, nel 1864, partecipò alla guerra del 1866 col 1• granatieri. Nel 1.873 passò negli alpini. F requentò la scuola di guerra; insegnò per quattro anni tattica alla scuola d i fanteria in Parma; fu capo sezione presso l'Istituto geografico mii. Colonnello nel 1898, comandò il 3° regg. alpin i. Nel 1901 vemie nominato comandante il R. Corpo delle truppe coloniali in Eritrea. Magg. gene-


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ralç comand ante la brigata Sicilia nel 1903, andò in P. A. nel 1908. Nel 1912 venne promosso ten. ·generale nella riserva.

Giaco (o Giaco a maglia). Fu chiamata cosl una

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camicia di· maglia che copriva il busto e le bra_ccia. scendendo fino a metà delle cosce. Essa era destinata a supplire a i difetti dell'armatura nelle ascelle P. illellc p iegature delle braccia, ed ·alla mancanza del coprireni e della bra.ghetto. e perciò si portava so tto di ess.'I armatura. Era fatta di maglie cli fcuo o di filo di ottone concatenate insieme.

Giaco pio.strino chiamavasi quello che era fatto di piccole piastre cli metallo. Il G . serviva anche per difendersi dai colpi di pugnale. L'uso ciel G. anelò man mano estinguendosi dopo le Crocia te, data. la sua pesantezza e la difiicol.tà che opponeva al maSoldato JJorgognonc ciel Sec. XV cùn giaco neggio· della lancia, e scomparve comp letamente, come: tutte le annature difensive congenei·i, con l'introduzione delle a rmi da fuoco.

Giacomelli (Sante). Generale, n. ad Udine, m. a Pradamano (1839-1908). Entrato giovanissimo in cavalle.ria, divenne sotto!. nel 1860 dopo di aver fatt,, la campagna del 1859. Nel 1866, combattendo a Custo:z~, rimase ferito e si meritò la mcd. d'argento. Colonnello nel 1888, comandò il regg. cavalleggeri di P iacenza. In P. A. nel 1896, venne promosso magg. genera le net 1898. Passato nélla riserva nel 1900, divenne ten. generale nel 1907.

Giacomo n d'Inghilterra

Giacomino Benedetto

Giacometti (Amil.co.re). Generale, n. a Vercelli riel 1856. Sottot. di cavalleria nel 1879, s i meritò nel 1900 la med. di • bronw al valor civile per un salvataggio compiuto a R o~a .nel Tevere. Colonnello nel 1910, co'. mandò il regg. cavàlleggeri di Aquila. Magg. generale ' comandante la 6' brigata di cavalleria nel 1914, andò iri P . A. nel 1918 e nel 1923 assunse nella riserva 11 grado di generale di divisione.

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Giacomino (Benedetto). Generale, n. a Torino nel 1841. Sottot. del genio nel 1861, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1893, fu diret tore territoriale dell'arma a ·rorino e poi (1897) comandante del genio a Bologna. Magg. generale nel 1900, ebbe il coniando del genio Genova- e i1el 1902 venne nominato ispettore delle costruzioni del genio. In P. A. nel 1903, passò nel 1907 nella riserva e nel 1909 venne promosso ten. generale.

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Giacomo I (detto il Conquistatore). Re d'Aragona ( 1208-1276). Sostenne lunghe guerre contro i suoi zii e contro i nobili. Conquistò le Baleari, e le prov iJ1cic di Valenza e di Murcia. Inviò navi a lla VIII Crociata, e una flotta a prendere Ceuta. Morì combattendo i Mori di Valenza che si erano ribellati. Giacomo IV'. Re di Scozia (1473-1513). All'età di 15 anni (1488) cornandava i ribelli alla battaglia di Bonnockburn, nella quale fu ucciso suo padre. Dopo aver repTessa una l'Ìvolta nel 1489, firmò un tra ttat•J di alleanza con Enrico VII d'Inghilterra cli cui sposò la figlia Margherita. In se$Uito, inimicatosi con Enrico VIII, malgrado fosse sostenuto da Luigi XII, fu battuto dagli inglesi a Floddenfield dove fu ucciso. Giacomo II. Re d'Inghilterra ( 1633-1702). Profugo in Olanda durante il 'governo di Cromwell, combattè agli ordini del Turenne e poi cli don Giovanni d'Austria. Salito al trono alla restaurazione inglese, sconfisse gli Olandesi. Battè poi i ribe lli al suo governo, ma, essendosi fatto cattolico, le forze protestanti gli si sollevarono contro, a l comando di Guglielmo d i Nassau, e lo costringeva.no a r ifugiarsi in Francia, Di qui, coll'appoggio di .Luigi XIV, tentò (1690 e 1692} cli ricuperare il trono d'Inghilterra, ma la sconfitta navale di La Hogue gli tolse ogni speranza,

Giaconia (Nicolò) . Generale, n. nel 1844,_ m. ad Arona nel 19-20. Sottot . di cavalleria nel 1865, combattè nel 1866. Da ten. colonnello ebbe il comando del d.i strctto d i Lecco. In P. A. nel 1897, poco dopo vcru1e richiamato in servizio quale comandante il distretto mii. d i Como. Colonnello nella i:iserva nel 1900, divem1e magg. generale nel 1912. Giaffa (o Ja{a o loppe). Città marittima. della Siria. Fu presa dai Crociati nel 1099, per opera d i una flotta genovese comandata da Guglielmo Embriaco, t fu una delle ultime città rimaste in loro potere : -ricadde infatti nelle mani dei Saraceni nel 1268, per opera del Sultano d'Egitto Beibars, che J1e demoli la cittadella. Nel 1776 fu presa dal sultano turco Mahmud, che fece massacrare gli abitanti. Nel 1840 cadde in potere della spedizione anglo-austriaca a protezione della Turchia contro l'Egitto. Nel 1917, fu occupata· dal corpo di spedizione alleato in Siria-Palestina, agli" ordini del gen. Allenby. , I. Assedio di Giaffa (67 d. C.). Tito Flavio Vespasiano, comandante s1.1preiuo dei Romani in Asia, ma;1dò il comandante della decima leg-ione, Traiano, contro la città, cinta d i doppie mura. La popolazìone di Giaffa atta alle armi si fece incontro a Traiano, ma f,u battuta da lui e inseguita fin sotto la propria c inta. Allora i cittad ini temett~.ro. di aprire le porte ai fuggiaschi, i quali perirono miseramente tra gli inseguitori e le mura. Per desiderio di Traiano si unì a lui anche


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Vedn 1a <li Ghiffa c del suo porto

Tito, figlio <li Vespasiano, uell'espugnazione della città, che fu compiuta il 25 di' giugno: nell'interno la lotta durò accanita ancora sei ore.

morti e 200 feriti : furono presi 80 cannoni. 2000 Turchi erano caduti nel furore della lotta e de lla p rima strage: 3000 furono massacrati a sangue freddo dopo di essere· stati presi prigionieri.

IT. Battaglia di Giaffa (1123). Appartiene all'epoca della prima Ctociata, e fu combattuta fra una flotta musulmao1a e una flotta veneziana d i 200 navi, comandata dal doge Domenico :Michele. Le navi musulmane, che erano i1èl · porto di G. vennero quivi assalite con impeto <lai Veneziani, i quali r iportarono completa vittoria.

Giafferri (1narche.rn Luigi). Pau·iota e gèneralc del regno di Corsiça n. R Tolosani m. a Napoli (16631748). Nel 1696 era capitano a Brescia al servizio della Repubblica d i Venezia. Nel 1730, al p rincipio della grande rivoluzione contro Genova venne acclan1ato generale col Ccccaldi. Riuscito vihotios6 in d;vcrsi sçon-

III. Assalto di Giaffa (1192). Appartiene alla terza Crociata. Nel luglio, mentre la città aveva un presidio cristiano, Saladfoo l'attaccò e lo costrinse a rinchiudersi n ella cittadella. Riccardo Cuor d i Leone, che trovava.si a S. Giovanni d'Acri, imbarcò la sua gente, e, giunto n el porto ,di G., sbarcò assalendo i Musulman i, cacciandoli dalla città e liberando gli assediati dalla stretta nemica (1° agosto). Il 5 agosto, Saladino tornò alla. riscossa, ma dopo aspra lotta fu respinto. Fra gli avversari si concluse allora in G. medesima, il 1° settembre, una tregua .per tre anni, in base alla quale Gerusalemme restava sotto la signoria musulmana. libm·i i Cristiani di andarvi come pellegrini; le fortificazioni di Ascalona dovevano essere demolite; restava ai Cristiani soltanto un tratto della costa mediterranea, da G. s ino a T iro. TV. Presa di Gia.fja (1197) . Appartiene alla quarta Crociata. Era stata occupata da un corpo di crociali tedeschi, condotti da Corrado, cancelliere di Enrico VI di Germ ania. 11 sultano dell'Egitto Almclik in fin~ agosto s i presentò con grandi forze davanti alla città, la pre~e d'assalto e passò a fil di spada la guarnigione.

V. P,resa di G;iaffa ( 1799) Appartiene alla spedizione del Euonapa.rte in Siria.. La piazza era d ifesa da ,ma guarnigione turca comandata d a Abdalla.h, ma le mura erano deboli. Le divis. Bon e Lannes investirono la p iazza il 3 marzo, mentre K léber proteggeva l'investimento. Il fuoco delle artiglierie francesi incominciò il 7 mattina, e alle 16, eseguita la breccia, i Francesi diedero l'assalto. Il generale Lejeune fu ucciso combattendo a lla testa della sua brigata, ma gli assalitori travolsero ogni difesa e p enetrarono in cit tà . La lotta continuò nelle vie con accan imen to e la guarnigione fu massacrata, men tre la città era abbandonata al ·saccheggio. I Francesi perdettero in qu esto assalto 30

1.1 rnarrlles(, Luig-i Giarrcrri

tri, poi sopraffatto, firmò il trattato cli pace d i Corte (1732). Arrestato tre giorni dopo dal govèrnatore R iva-

rola r imase prigioniero un anno a Savona; liberato per l'in tervento dell'im peratore Carlo VI, e r itornato in Corsica, fu nomÌJ1ato generalissimo e durante l'assenza <lei re Teodoro assunse la reggenza continuando a combattere contro i Genovesi e costringèn doli a chiamare un esercito francese (1739) . Non potendo allora p iù resistere, Giafferri si ritirò a Napoli con ducendo seco


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il figlio Agostino, divenuto in seguito generale nell'esercito del re delle Due Sicilie.

Gialda. Specie di arma antica, della quale si è perduto l'uso e la cognizione. Sembra che fosse una specie cl: !alic:a. - C-iald'Jniere chiamavasi il so.ldato c~e ne era armato. Gialeto. Capitano di Cagliari del secolo VII. Nel 687, dopo che i Bizantini avevano occupatO' colla forza delle armi ·C agliari, insorse contro il governo tirannico dei greci, e, yintili i;1 diversi scontri, ne liberò la Sardegna. Proclamato re, divise il governo della Sardegna coi fratelli Nicolò, T orcorio e Imerio, nominati Giudici di Torres, Arborea e Gallura. Gialo (Oasi di) . Località della Cirenaica, all'incrocio delle carovaniere Bengasi-Cufra-Uadai e CairoSiua-Zella-Marzuch; ha tre centri abitati: El Ergh, E l Lebba e Esc ScerruJ, e una superficie di 16.000 mq. circa. F ino al 1926 costituiva una delle residenze senus-

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gio del 1658 gli Spagnuoli ritentarono di prendere colle armi il possesso dell'isola, ma le truppe sbarcate furono respinte. Durante questo periodo la G. era divenuta il sito di riunione dei Bucanieri. Nel 1691 (21 febbraio) una squadra di Filibustieri francesi, comandata dal conte de La Roche-Courbon-Blenac, attesa la flotta mer1 cantile della G. scortata da tutte le forzl di guerra del commodoro Wren, la attaccò e obbligò, dopo averle inflitto forti perdite, a ritirarsi in disordine. In successive operazioni, i Filibustieri inflissero altre perdite alla flotta inglese che, nel 1692, si vide costretta a proyvedere con nuove forze navali per reprimere le continue operazioni di pirateria che si andavano facendg nelle ·açque della G. Solo col concorso della squadra spagnuola fu possibile dopo un serio combattimento navale battere definitivamente i Filibustieri. Durante le guerre della Rivoluzione Francese, truppe repubblicane sbarcarc,mo nell'isola, ma dopo lunghe lotte furo'no ricacciate. Molto gli Inglesi dovettero lottare contro i << Neri Marroni >> che avevano fpndato, da più di un secolo, un corpo indipendente, ostile alla popolazione cd armato, il quale rifugiatosi nei recessi più impraticab'li della montagna, esercitava una specie di brigantaggio. Gli Inglesi furono costretti a una vera campagna, terminata con l'accerchiamento dei ribelli, che, arresisi, furono trasportati nella Nuova Scozia, dove in gran parte perirono.

La G. è presidiata da un regg. di fanteria coloniale, un reparto di milizia d'artiglieria, un corpo d i volontari e uno esploratori. Inolt-re la gendarmeria ; in tutto, circa 4.500 uomini. /

L'oasi di Glalo site rappresentando un continuo pericolo per le nostr~ · truppe. Nel dicembre 1925, venutisi all'accordo italoegiziano per la linea di frontiera della Cirenaica si decise di assicurarsene il possesso: ciò che avvenne quando (febbraio 1926) la colonna Ronchetti occupò Giarabub.

Giamaica. Isola delle Antille, appartenente alla Gran Bretagna, lunga 273 km. larga 63, ad Ovest di .S. Domingo, ed a Sud di Cuba. Scoperta da C. Colombo nel 1494, appastenne alla Spagna fino al 1596, quando· un corpo inglese, approfittando del malcontento seminato fra la popolazione dagìi Spagnuoli, sbarca lo di sorpresa s'impadronì della capitale Santiago della Vega, e la saccheggiò. Per un po' di tempo gli Spagnuoli ripresero ancora il sopravvento; ma nel 1636 una second?. spedizione inglese, proveniente dalle isole del Vento riprese .la città di Santiago della Vega, e la devastò mettendola a sacco. Ai tempi di Cromwell fu conqÙistata tutta l'isola e messa sotto il protettorato dell'Inghilterra. In seguito alle oppressioni degli Inglesi, la popolazione insorse contro i dominatori. Le lotte durarono parecchi anni, finchè, incoraggiata la immigrazione dalla Gran Bretagna vi sbarcarono circa 3000 volontari scozzesi ed irlandesi, che a guisa di colonizzatori militari diedero impulso all'attività agricola-commerciale pur organizzandola a di-fesa contro nemici interni ed esterni. Nel mag-

Gìambarba (Federico). Generale, n. nel 1872. Sot• tot. nel 1890, percorse la carriera nell'arma del genio divenendo colonnello nel 1917. Dopo aver partecipato alla guerra contro l'Austria, fu direttore del genio della marina a Spezia. In P. A. nel 1924, fu promosso generale di brigata nel 1928. Glambelli (in qualche cronaca, Gianibellì, Federico). Ingegnere mantovano del secolo XVI. Si occupò particolarmente di meccanica mii. da impiegarsi iy,lla poliorcetica. Ideò le macchine adoperate nell'assedio di A 1tversa (V.) e dette « macchine infernali ». Erano in legno e nel loro cenlro era stato praticato un vuoto di m ina proporzionato alla loro grandezza. Questo vuoto costituiva l' interno di una costruzione chiusa da mattoni uniti con calce e sabbia. Un solo passaggio era praticato per la miccia che doveva comunicare il fuoco alla polvere di cui il vuoto doveva essere colmato. Q.w sti galleggianti erano poi caricati di blocchi di pietra, di proietti di ogni calibro e di molti altri materiali pesanti. Egli impiegò più di otto mesi a preparare questi tremendi brulotti, e lasciò la vita appunto nel detto assedio ( 158S). - I suoi figli Giuliano e· Ant<rnio furono valenri ingegneri mii. e soprattutto lavorarono in Toscana e per il Papa. Giamberti (Giuliano da Sangallo). Ingegnere militare senese (1432-1517). La sua opera si rileva nei disegni autografi e nelle fortezze costruite da lui stesso o da suo fratello -Antonio su progetti dei quali a lui spetta la paternità. D ei disegni alcuni fanno parte del (( T accuino autografo », che si conserva nella b.iblioteca comunale di Siena, altri di un « codice autogr afo di

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piante e disegni d i Giuliano da Sangallo >>; altri infine di un e< Codice membranaceo di au tografi d isegni alla Barberiniana d i Roma>>. Degli edifici militari eretti da G iuliano, taluni esistono tuttora in buono stato (la Rocca d'Ostia costruita nel 1483-84); di altri rimangono i disegni e poche traccie (Cittadella d i Pisa costruita nel 1509-1512); di altri in fine non si conserva traccia (Borgo S. Sepolcro e Rocca di Arezzo costruite dal 1500 al 1505). D all'esame d i ciò che è r imasto sul terreno e. sulla carta delle opere di questo grande architetto, si rendono manifesti i tentativi e gli studi che, duran te il periodo di transito, negli ultimi decenni del secolo XV lo .. condussero all'invenzione delle forme ba.stionate. N~i disegni autografi di G·iuliano, oltre alla scoperta ed al miglioramento d i molte parti dell'architettura militare (lo spalto, fa strada coperta, i rivellini) si manifestano, per ciò che riguarda l'avviamento a l tracciato bastionato, le forme caratteristiche del periodo di transito nell'impiego dei torr ioni e dei puntari.

Giaon.berti Antonio. Ingegnere militare del sec. XV. Detto il «Vecchio)), cooperò col fratello Giuliano in molti d ei suoi lavori. Dal 1492 cominciò a ra fforzare il recinto quadrato di Castel S. Angelo a Roma nel quale costrusse altresì quattro grandi baluardi ottagonali agli angoli ed innalzò un forte torrione frontale per battere d' infilata il ponte Sant' Angelo. Dal 1494 a l ' 1497 elevò il forte di ·Civitacastellana; ne.I 1501 costrusse il fortino di Ne!luno, indi s'occupò delle fortificazioni d i. Arezzo, di Poggio I mperiale, di Borgo San Sepolcro, di Parma e di P iacenza. Giamberti Gianfrancesco. Ingegnere mii. del secolo XVI. Nel 1528 lavorò attorno alle fortezze di Verazzano e di L ivorno e (crminò la costruzione di quella di Cortona .

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dal quale il nemico sperava di penetrare inosservato. Dissimulato tra le roccie il piccolo g:uppo afterrl le truppe colla precisione del ~uo tiro, che abbatteva sempre le ,prime file, e le vide dars i a precipitosa fuga. Così resistè per quattro giorni, in luoghi d iversi del vallone, fìnchè il Pianezza mandò tutte le sue truppe a marciare. concen tricamente contro quel pugno d'eroi, salito a 17. Questi allora, respinta una delle colonne, r ipararono nel Queyras, d'onde ritornarono rinforzati, e, con giuntisi colla schiera di J ahier, combatterono con tal valore che r iconquistarono la valle ed ottennero la pace dal duca di Savoia.. Risorta la lotta. nel 1663, Gianavello, escluso dall' amnistia, si rit irò a Ginevra ove morì nef 1690. Dettò in italiano ed in francese delle <e Istruzioni», per aiutare colla sua esperienza i Valdesi nelle guerre del 1686 e 1689. '

Gianazza (Ettore). Generale, n. nel 1860. Sottot. d i fanteria. nel 1881, partecipò alle guerre eritrea. e libica. In P. A. nel 1914, fu promosso colonnello nel 1915. N el 1925 divenne genera le di brigata nella riserva. Gumazza Gi«seppe . Generale, n. a R eggio -Calabria nel 1862. Sottot. medico nel 1887, a ndò in Eritrea nel 1888 e 1889. Partecipò a tutta la campagna di guerra 19151918 meritandosi la med. d'argento dei benemeriti della. salute pubblica e q uella d'argento al valor mil. per p rove ' di coraggio dimostrate a Mestre durante ripetute incursioni aeree. J'u direttore di sanità dell'intendenza della 3• armata e venne promosso colonnello nel 1918. Dopo esser stato direttoré di Sanità del C. d' A. di Bari andò in .P. A. nel 1925, Nel 1928 venne promosso magg. generale medico.

Gia nelli (Luigi). Generale, n . a Sarzana, m. a Genova (1837-1921). Sottot. di fanteria nel 1859, combattè nelle campagne del 1859 e del 1866. Colonnello nel 18.93, comandò il distretto mii. di Cuneo e nel 1897 andò in P. A. Nella riserva divenne magg. generale nel 1904 e ten. generale nel 1912. Giatielli Carlo. Generale, n. a Milano, m. a Torino (1842-1923). Sottot. d'art. nel 1862, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1895, comandò il 24° regg. art. da campagna. In P. A. nel 1897, nel 1900 passò nella riserva divenendo magg. generale nel 1905 e ten. generale nel 1912.

G!anavello Glovann.\

Gianelll Carlo

Giampietro (E,·wilio). Generale, n. a Napoli nei 1868. Sotto!. d'a rt. nel 1887, frequentò la scuola di guerra . Parte,cipò a lla guerra con tro l'Austria divenendo colohnello comandante un raggruppamento di bombardieri n el 1916: sul monte S. Michele e sull'altipiano carsico si meritò due med. d'argento. Brigadiere generale nel 1918, comandò la brigata Potenza e per la battaglia del Piave venne decorato dell'O. M . S. Dopo la guerra comand ò la brigata Acqui e nel 1923 andò in posizione ausilia ria speciale. Gianavello (o Ianavcl, Giosuè). Eroe valdese (16171690) n. delle Vigne d i · Luserna. Strappato alla quiete della vita campestre dall'invasione delle truppe piemontesi comandate del marchese di Pianezza in Val Pellice nel 1655, si portò con soli 6 uomini a l passo

Gianesi (Angelo). Generale, n. a Bassano nel 1868. Sottot. d 'art. nel 1888, raggiunse il grado di colonnello nel 1916. Partecipò a tutta la. guerra contro l'Austria ( 1915-1918) e comandò il 13° raggruppamen to pesante campale. In P . A. S . però dopo la pace, divenne generale di brigata in A. R. Q . nel 1925. Gianfelici (Ettrico). Generale, m. a Modena (18461915). Sottot. di fanteria nel 1865, partecipò a lla guerra del 1866. Ten. colonnello nel 1897, comandò il distretto m il. d i Lecce. In P. A. nel 1902, divenne colonnello nel 1903. In riserva nel 1907, fu promosso magg. generale nel 1914. Giani (Engenio). Generale, n. a Mantova nel 1813. Laureatosi ingegnere a Pavia, nel moti del 1848 fu commissario pres&a il M in istero della Guerra e Marina sardo, quindi luogoten. del Genio; raggiungeva il grado di colonnello nel 1863 e quello di generale nel 1871 ;· fu


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direttore d el Genio a Palermo, a 1''1ilano, a Verona, a Badià ed a Pizzighettone. Prese parte a lle campagne di indipendenza del 1848- 49, 1859·, 1860, e fu deputato per Ostiglia ncll'XI legislatura.

Ciani Pietro. Generale, n. nel l859. Sottot. medico nel 1884, raggiunse nel corpo -sanitario il grado di colonello nel 1915 : fu a lungo direllore dell'ospedale militare di Parma. In P. A. S. nel 1920, ebbe i gradi di brigadiere generale (1922) e di magg. generale medico (1923) e poco dopo passò nella riserva. Collaborò al « G iorna le di Medic ina Milita re>>.

G1ani Pietro

92 dato del 5° fanteria , d imostrò in molteplici fatti d'arme s ingolare audacia e sprezzo del pericolo. Durante la .nostra m irabile· resistenza sul Grap pa nel novembre-dicembre 1917, bcnchè avesse entrambe le gambe spezzate dalla m itraglia, rimase sul campo di battaglia, fino a quando morì dissanguato. L a motivazione d i medaglia d 'oro ricorda così il bell'esempio : (( Sotto violento bombardamento nemico, ritto in p iedi e completamente allo scoperto, incorò i compag,'.i con elevate parole. All'irrompere d i nuclei àvversari a ttaccanti fu primo a spingersi al contrattacco. Rimasto quasi solo, .per le gravi p erdite subite d al reparto, sprezzante del pericolo, d iede nuove prove di animo invitto. Avute fracassate le g~mbe dallo scoJ)pio di una gtanata nemica, fulgido esempio di serena fermezza, rifiutò recisamente cli farsi trasportare per non esporre i compagni, e ·rimase imperterrito sul pòsto, sotto il persistente fuoco avversario. A sera si spense senza un la mento, col sorriso dei prodi su lle labbra>> (Valle Duga, 18 dicembre 1917).

Glannanton to Et.tore

G ian i nazzi ( Carlo). Generale, n. nel 1866. Sottot. d i fanter ia nel 1885, frequentò poi la scuola di guerra. Nel terremoto del 1908 meritò la med. d'argento di benemerenza. Col gni.do cli tei1. colonnello fu in Libia dal 1913 al 1916 e clUJ"ante le operazioni .da Miscla a Gheriat, rimase ferito. Partecipò quindi alle campagne del 1917 e 1918 contro l'Austria e comandò successivame1ite le brigate Basilicata, Spezia e F riuli, d ivenendo mag/gior generale nel 1918. Generale cor.nan<lante )a d ivisione mii. di Ravenl)a nel 1923, an<lò in P .._A. nel 1926. Giannantonio (Ettore). Console generale della M. V. S. N . Fu ufficiale dell'esercito du rante la graJ,J.de guerra, nella quale rimase ripetutamente ferito . PaTtec.ipò quindi attivamente a l movimento fascista, e comai1clò le Camicie Nere abruzzesi-molisane nella Marcia s u Roma, d ivenendo, alla·coslituzione della Milizia, console generale e assumendo il comando della XI Zona. Giannattasio (Nicola) . Pad re gesuita e scrittore mii. (.1668-1715). Lasciò due opere in latino: << Rellica" e «Naumachia». Giannetta. Sorta cli arma in asta da poter$i lanciare a mano. Era detta così anche una bacchetta di canna d'India, cl1e portavano gli ufficiali della milizia dei secoli XIV e XV e ancora una sorta di spuntone in uso p resso gli ufficia li della fanteria spag)luola. - Giannettario si chiamava il soldato spagnuolo di' cavall.eria munito della detta anna, la quale aveva il ferro alquanto allargato nella punta. Gian netti ( Gù,seppe). Generale, n . nel 1855. Sottotenente nel 1878, percorse la carriera nel commissaria to del VI e poi clcll'VIII C. d' A. Magg. generale ispettore capo ciel servizio di commissariato n el 1915, fu promosso ten. generale nel 1918 rimanendo in tale carica sino al suo collocamento in P. A. (1923). Giannettino (Litigi). M ed aglia d'oro, n . a Palermo nel 1883, caduto s ul Grappa nel 1917. Semplice sol-

Gi,t unettl Giuseppe

Gtannet!lno Lnlgl

Gianni (Metello). Generale, n. a P istoia nel 186!. Sottot. dei bersaglieri nel 1881, meritò una mcd, c)"argento al va lor civile. Fu in E ritrea nel 1897, e n el 1907, e p oi in Libia ( 1911) come ten. colonnello clel1'110 regg. bersaglieri. S i distinse a H enni, Messri, Ain Zara e J3ir T obras ed ebbe la med. d'argento. Colonnello nel 1914, comandò il 7° regi{ bersaglieri e con esso entrò in guerra contro l'Austria . 1'1Iagg. generale verso la fine ciel 1915, comandò successivamente le brigate Barletta, Udine e Iont e s i meritò la med. d i bronzo a Sagarcda (1918). Lasciato poco dopo il servizio attivo, divenne generale cli divis. in P . A. nel 1923. Yel 1927, passò nella riserva. Giannina (o lanina). Città forte della Grecia (Epiro) sulla sponda occidentale del 1ago omonimo. Ebbe impor tanza militare e fu fortificata fin da antichi ·tempi; nel 1i 89, a i tempi di Alì Pascià, nuove forti,ficazioni staccale furono costruite, tan to che p otè resister~ per quasi due anni alle minacce e a lle forze dell'impero ottomano . •

I. Presa di Giq1mi11a (giugno-ottobre 1081) . Appartiene alla spedizione cli R oberto Guiscardo contro l'imp eratore Alessio Comneno. In seguito alle ostilità dell'imperatore Alessio, Roberto Guiscardo, armata a Brindisi una flotta di 150 unità, sbarcò sulle coste dell'Epiro truppe a l comando del figlio Boemonclo, che ·mosse con tro Giannina, devastandone · il paese. La città era difesa eia un forte corpo bizantino, e per di più in suo soccorso i Venezia ni arrivarono con una squadra navale

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GrA colonne, più la cavalleria, avanzanti dopo di avere dovunque respinto i Turchi. Il mattino seguente, Essad pasci/, si a rrcndeva senza condizioni. Cadevano in potere dei Greci 22.000 prigionieri, di cui 7000 malati e feriti, mentre circa 10.000 Turchi riuscivano a sottrarsi ali:!. 1·esa con la fuga.

Le opcraziout del 1912-13 Jntor110 a Giannina

e diedero la caccia alla florta normanna. Doemonclo continuò le operazioni intorno a C. riuscendo a costringerla a Ila resa. II. Operaziowi itttomo a Gia1111itta (ollobre 1912 marzo 1913). Appartengono a lla guerra balcanica, nel teatro greco-turco. n gruppo greco inviato nell'Epiro fra il I S ed il 26 ottobre 1912 s'impadronì degli sbocchi da G. nella pianura d'Aria, cd incominciò l'offensiva verso la città: il 13 novemb1·e una co lonna mista greca e di garibaldini, dopo un combattimento di 8 ore, si impadronì del forte di Metzovo a N.E. di G. e il 23 la stessa co lonna so5tcnne un nuovo "iltorioso combattimento colle truppe già battute, ma subito dopo I~ operazioni subirono una sosta per causa della stagione invernale. Sulla fine di febbraio 1913 le forze greche inIomo a G. ammontavano a circa 36.000 u . con 80 pezzi, schierate a mezzogiorno di G. (2•, 4•, 6', 8' divis.) a l comando del re Costantino. Le forze turche erano agli ordini di Essacl pascià e guarnivano i forti staccati, non disponendo d i s ufficiente massa di manoVI"a per far fronte a i Greci. Questi iniziarono l'azione il mattino del 4 marzo, <;on violento fuoco d'artiglieria, e tenendo fermi il centro e l'ala dr., manovrarono con l'a la sr. ( 4" divisione) (gen. Moskopulos) divisa in ·tre cololllle, e con un c01·po di cavalleria dal centro. All'alba del 5 marzo i I forte d i San Nicola era preso, e la sera vedeva le tre

Gian n l'l.ZCl'i

G iannoni (Umberto). Generale, n. a )l°ovara nel 1868. Sotlot. di fanteria nel 1891, partecipò alla guerra


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libica del 1912-13 e poi a que:la contro l'Austria nella quale meritò due me<l. <l'argento: una a S. l.1artino del Carso (1915) ed una a Valerisce (1917). Colonnello nel 1917, andò in P.A.S . nel 1920. Nel 1928 fu promosso generale di brigata in A.R.Q.

G iannutri. Nave sussidiaria d i 2' classe, varata a Livorno ed entrata in servizio nel 191.S; lung·h ezza metri 49,12, larghezza 7,25, dislocamento tonn. 770, macchine HP. 1134; armamento cannoni 2 da 76.. Giannuzzi (Savelli nob. Alfredo). Generale, n. a S. Maria Capua Vetere nel 1862. Sottot. del genio nel 1881, ins~gnò fortificazione a lla Scuola mi!. di Modena e comunicazioni alla Scuola di guerra. Colonnello nel 1914, fu direttore del genio a Tripoli. Rimpatriato, partecipò alla guerra contro l'Austria divenendo magg. genera le n el 1918: comandò successivamente le brigate Marche e Pfstoia e dal 1918 al 1919 fu comandante del genio del IV C. d' A. Comandante del genio a Torino nel 1920, ebbe nel 1923 il grado di generale di divis. Ispettore del genio nel 1926, fu nel 1927 posto in P-. A., ma subi,to venne richiamato in servizio quale direttore del genio presso il ministero della b'Uerra. Pubblicò vari studi d'indole tecnica fra cui « Trazione elettrica>>; « Modo di adoperare le ferrovie in guerra >J ; « La trazione meccanica sulle rotabili e sue· applicazioni militari ».

GianotLi Luig1

Gianow )Iarcello

Giano. Figlio di . Apollo e portinaio dell'Olimpo. Il suo tempio a Roma (Giano Quirino) si apriva in tem_po di guerra, e si chiudeva in tempo di pace. Gianotti (Donato) . Scrittore norentipo (1492-1573). Segretario della repubblica, propose ai Ù ieci la nomina del Ferruccio a commissario di Prato. Esiliato alla caduta cli F irenze, partecipò all'impresa di Montemerlo contro Cosimo e morì a Roma. A lui son dovuti! due opere di carattere politico-militare: « Trattato della repubblica fiorentina )> e « Trattato della repubblica veneziana».

Gia1Wtti Luigi. Generale, n. e m. a Torino (17591827). Sottot. n el corpo Reale degli ingegneri dell'esercito piemontese nel 1782, fu poi insegnante alla scuola teor ico-pratica <l'art. e( genio,. Combattè nel 1793, '94, '96 e '97, provvide alla difesa del forte Demonte e cooperò a lavori di fortificazione a Torino ed AÌessandria. Ritiratosi a vita privata sotto la dominazione francese in Piemonte, nel 1804. andò a p restar servizio in Russia e col genio militare di tale nazio11e combattè n el 180.5 contro la francia, nel 1806 coll'armata di Corfù e poi nel 1807, 1808 e 1809: Nel 1810 l'imperatore Ales-

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sandro I lo scelse per istruire nelle discipline mii. i figli granduca Nicola e Michele che poi accompagnò nel 1814 e 1815 in Germania ed in Francia, e lo nominò magg. generale comandante del genio. Poco dopo fu a Costantinopoli e · diresse la. sistemazione delle fortificazioni di Sebastopoli. Nel 1817 ritornò in P.iemonte ove comandò il genio mii. sino al 1823, indi d ivenne presiden te del Consiglio del genio militare. ;

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Gianotti 1'1larcello. Generale figlio del precedente, nato a Torino nel 1799. Sottot. del genio nel 1817, raggiunse il grado cli colonnello nel 1847 e comandò il regg. cacciatori guardie. Promosso generale fu comandante del1a 2• brig. di fanteria lombarda nel 1849, della brigata Piemonte nello stesso anno e della brigata G raiJatieri di Sardegna nel 1852. D,i luogot. generale comandò le divis. d i Alessandria, di Parma, la 1• d ivis. dell'esercito mobilitato nel 1859, le d ivis. d i Toscana e di Livon~o. Nominato sena,!ore _nel 1861L_f_u collocalo a riposo nel 1865. Gianotti con.te Li,igi. Generale (1826-1893). Ten. del genio nel 1847, partecipò alle campagne dei due anni successivi guadagnàndovi la med. d 'argento e la croce cli cav. dell' O. M. S., e alla campagna di Crimea. Colonnello nel 1863, magg. generale nel 1874, comandò il genio di Piacenza e 1ioi fu membro del Comitato dell'Arma. Da ten. generale (1880) coman dò l'Accademia m ilitare cli Torino; nel 1883 il p residio della Spezia; nel 1888 andò in P. A. L f sciò i « Ricordi di un allievo dell'Accademia di Toril"\O ».

Giansana (Carlo). Generale, n . a Sommariva, m . a Savona (1850-1926). Sotto!. d'art. nel 1871, nel 188? passò nel personale delle fortezze e nel 1893 ebbe l'incarico del comando del forte di Altare-Vado. Colonnello nel 1904, andò in P. A. nel 1908. Passato nella riserva nel 1913, in essa ebbe i gradi di magg. generale nel 1914 e di generale di divs. nel 1923. Giappone. Primi abitatori del Giappone sembrano essere stati gli Ainos, popolo selvaggio d i cui r imangono tracce anche oggidì nell'estremo settentrione del paese e nelle isole Curili e Sakalin. Pare certo che, già. in epoca preistorica, gen ti immigrate dal N.E. dall'Asia, dalla Cina e dalle terre asiatiche ' meridionali, cominciassero a ricacciare gli Ainos verso il Nord dell'arcipelago, e, fondendosi insieme, costituissero a poco a poco il popolo giapponese. .Si ritiene pure accertato che, nel VI secolo a. C., -un principe Zin-mu, probabilmente capo di coloni cinesi, p roseguendo nell'opera di aggiogamento e di espulsione degli Ainos,. i,ia stato ricono-·

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sciuto « Dairi » (titolo che, come quello di ·« Micado » o « Tenno», fu, fino al 1868. dato all'imperatore) e che da lui e dopo di lui i successori siano stati scelti fra i figli pi:ediletti, il che fu cagione di guerre intestine sanguino.se. Un suo discendente, Kei-Ko, distribuì fra i suoi numerosissimi figli i territori dell'impero dando origine alla feudalità ed a tutti i ,mali che ne conseguirono. Per lungo tempo, il Giappone fu campo di terribili

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Il

Distintivo d'aer6plano (dischi rossi)

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corrisponde a quelle del ·periodo feudale in Europa. Alla fine del detto secolo, sorse un uomo che si assunse il compito di effettuare l'unità politica del paese e questi fu N abunaga Oda, che, divenuto potente, nel 1568 piombò con un propri~ esercito sulla capitale Kioto, distrusse l'antico sistema politico giapponesè ed aprì alla sua patria la strada a.cl una vita nuova. All'apogeo ,:!~~!a sua carriera, fu assassinato (1582) e )',);:era sua rigeneratrice fu continuata da! ~;;,:, iuogotenente Hideyoshi che, eletto Shogun, compì l'unificazione del G iappone. Egli seppe infrenare i Daimio r ibelli e, disegnando aprirsi il cammino verso la Cina, condusse una grande spedizìone in Corea (1592). Sconfitto a Ping-yang, vinse a sua volta presso Seul i . Coreani sostenuti dai Cinesi e si impossessò della maggior parte della penisola. La pace conclusa tra Giappone e CiJ1a nel 1593 fu nuovamente rotta nel 1597, ma, durante questa seconda campagna, Hideyoshi morì (1598). La sua successione fu disputata tra suo figlio Hideyori e il principe Tokugawa-leyasu, governatore del K wanto, il q uale nell'ottobre 1600 disfece a Sekigahava il rivale chiudendo così l'era delle guerre civili. Nominato, nel · 1603, Shogun, cominciò con lui la 4" dinastia shogunale, quella dei Tokugawa, che durò fino al 1868 e diede oltre due sec~li e mezw di pace e di grande prosperità al Giappone. La carpitale fu trasportata a Tokio.

lotte civilì e di guerre, sia con gli Ainos ostinatamente ribelli, sia con la Cina a cagione della Corea ch'esso voleva assoggettare e che sottomise nel 200 d. C. Nelle lotte intestine, acquistarono lustro parecchie famiglie di guerrieri che a poco a poco si spartirono il paese e si fecero quasi .i ndipendenti. Delle guerre contro gli Ainos le più memorande sono quelle conosciute sotto il nome di « Guerre dei 9 e dei 3 anni » combattute nel Nord del Giappone nella 2• metà dell'Xl secolo. Sorse allora . un~ quantità di capi militari che · della libertà loro laI eyasu diede alla feudasciata pel mantenimento delle truppe approfittarono per lità la costituzione che serarricchirsi, infeudarsi vasti territori, impadron irsi del bò fino alla r ivoluzione di governo e fondare vigorose signor ie. Fra questi C)lpi, Meiji del 1868, e, per esnel 1185 primeggiò Y oritomo, della famiglia Minamoto, sa, il Giappone si trovò diche, assunto tutto il potere e fattosi nominare « Shoviso in circa 300 signorie gun » o gran generale, fu il fondatore della prima della 4 dinastie d;- Shogun c!ie oominarono sul -Giappone. TI •-•più o meno grandi, aventi ognuna alla testa un autoShogunato che, in origine, fu il governo militare d'una crate semi-indipendente, il potente fa.miglia, raccolse in breve nelle sue mani anche Daimio, separate fra loro il governo civile, e nel principio del XIII secolo afferda barriere quasi insormò la s11a illimitata autorità sull'intera nazione, tenendo montabili e organizzate in il M icado sotto il proprio giogo e auogandosi il -diegual modo sia politicaritto di eleggerlo. Di qui quel dualismo che perdurò lunmente, sia economicamenghissimo tempo e, non solo nel governo centrale, ma te. Il sistema feudale nipanche nelle province ove, accanto ai governatori miAntico guerriero ponico comprenc!eva divercadiali, stettero quelli del Shogun preposti alle forze giapponese se classi. Vi erano in pr im ilitari e alla giustizia penale. Yoritomo morì nel 1199. mo luogo i Daimio che si distinguevano in Grandi Dopo di lui, anche i Shogun, deboli o inetti, abdicaDaimio indipendenti o Tozama, e in Fudai d vassalli rono a poco a poco il potere nelle mani dei primi miereditarì del Shogun, fra i quali i famosi 80.000, renistri o « Shikki ll che diventarono i veri padroni del sidenti a Edo, che ne formavano la Guardia del corpo. paese ed, estintasi la famiglia dei Minamoto, scelsero i I Fudai, più tardi, divennero in parte Grandi Daimio ,Shogun tra i membri di quella dei Fuj iwara che ,furono e in parte, col nome di Hatamoto, rimasero i pretoriani zimbelli in mano loro. Tali mutamenti non si effettuadel loro signore. Vi ·erano inoltre i Kuge, vecchia norono senza lotte incessanti; ma in tanfo, fu1 dal princibiltà di sangue imperiale, vivente in profonda miseria pio del XIII secolo, un'altra famiglia, quella degli Hoj o cd ozio ; e la classe dei Buke o Samurai, soldati fedeli, ered i e discendenti di Yoritomo, soverchiava ogni altra mantenuti dai Daimio, terrore delle classi inferiori o in potenza e, uscita vittoriosa da una guerra civile mosHei-min; infine, i Ronin o _vagabondi, costituiti da quei sale dalla nobiltà (guerra di Jokyu), creò e destituì MiSamurai che, o per volontà propria, o perchè scacciati cadi e Shogun, li fece propri strumenti e regnò in loro dai loro Daimio, si davano alla strada e campavano vece. Gli Hojo rimisero la quiete nel paese e lo difepiù spesso di rapina. sero validamente quando, tra il 1274 e il 1281, venne assalito dai Mongoli, i quali furono sconfitti. Nuove I Daimio nei loro territod erano veri potentati con lunghe guerre civili insanguinarono il G., intervallate corte e governo simili a quelli del Shogun ; essi fissada qualcl1e periodo tranquillo, dovuto al prevalere movano le imposte e battevano moneta. Ne dipendevano direttamente i Samurai; ma, oltre a questi, vi erano nelmentaneo di una fazione. Nella seconda metà del sela gerarchia militare anche altre classi, e cioè quella colo XV, es.isteva un certo numero d i statereJli indipendenti, entro i ~uali signori •minori ((( Daimio ») madei Rachi o far.taccini e, più sotto, quella degli Ashinovravano a loro talento, in una incessante lotta che _garu o fanti leggeri. I Sam~rai avevano in pace funzio-


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Scena dei combaltirnenti presso Fusrlln i fr•a itli esercit i !1ell'TmpPratore r dello Shog111n dal 28 al 30 gennaio 1868

ni civili, ma per la guerra erano ripartiti in diverso! unità combattenti sotto capi designati. Come i guerrieri delle a ltre classi, portavano due sciabole, una lunga e una corta, e si addcstra\"ano alla scherma, al tiro coll'arco, al maneggio degli archibugi e delle artigl ierie introdotti nel Gia ppone verso la fme dell'epoca degli Aslrikaga.; ma, combattendo a cavallo, preferivano alle armi da fuoco l'arma bianca che permetteva loro di meglio far mostra del p roprio valore. So tto il Shogunato dei Tokugawa, lo wirito guerriero giapponese andò a mano a mano rilassandosi; e di ciò furon causa la pace e la concordi:t che esisteva.no lra i vari Daimio, la probabilità, a cui tutti credevano, d'un lungo periodo di •quiete, l'interesse stesso dei Shogun di tener sottomessi e alieni da.Ile armi Daimio e Samurai. onde questi e quelli, non avendo più occasione di combattere, si diedero ai loro offiet civili, per meglio assolvere i quali curarono la propria elevazione culturale, morale e politica dando nuovo e più civile aspetto a l)a società, a ciò spin ti cd a iuta.ti dai maggiori contatti che, a malgrado della xenofobia dei Shogun, si andarono stabilendo con gli europei. Questi erano a stento riusciti a por piede nel Giap- pone. I primi ad approdarvi, essendo hlicado Tomobito e Shogun Iosi-Nara, furono i P ortoghesi (1542) apportandovi armi e munizioni, di cui, in quel tempo d i civili discordie, v'era gran bisogno. Con essi vi giunsero il gesuita Francesco Saverio e i suoi missionad a farvi propaganda cristiana e furono accolti ospitalmente finchè <1uesta non divenne intollerante, avida di predominio e faziosa. Allora i Tokugawa, assunti a l Shogunato non diedero loro tregua e cominciarono le persecuzioni; cont ro le quali essendosi nel 1637 i cristiani di Arima e di $ima-bara sollevati, ne seguirono massacri che costarono la vi ta a più . d'un milione di essi. Tutti furono proscritti, e solo gli Olandesi, che dal 1602 si erano stabiliti nei Giappone e che, forse per rivalità religiosa e commerciale, avevano incitato il fu, rore d ei G iapponesi, poterono rimanere, ma relegati, sotto rigorosa sorveglianza, in un'isola presso Nagasaki e solo di là fu loro concesso di trafficare. L'isolamento del Giappone fu stretta111ente mantenu to dai primi Tokugawa; ma questi, dopo i potenti e gloriosi shogunati di ::--abunaga, di Bideyoshi e di Ieyasu, cominciarono a tralignare perdendo via via il loro carattere di dittatori militari, curandosi solo degli affari civili e dimostrandosi sempre più inetti a reggere le sorti del paese. Intanto, lo spiii!o nazionale andava sollevandosi, affi-nandosi e imbevendosi d i coltura occidentale. La debolezza dei Shogum, la loro crescente incapacità ad arginare l'invadenza. straniera, il declinare, da essi e dalla lunga pace favorito, de ll' antico spirito guerriero, avevano prodouo nel paese un senso di reazione· contro il regime. I Daimio, sottomessi dai Shogun ma non do-

mat i, ripresero ardire; e, in pari tempo, a lcune cattive annate a vendo loro reso impossibile mantenere i propri samurai, questi andarono scorrazzando pel paese e si raccolsero per una lotta comune contro un governo eh~ non assicura va loro la vita. Tali circostanze fecero volgere gli sguardi verso l'imperatore. Si riesumarono gli antichi riti, si sottoposero ad esame i rapporti tra Shogun e Micado, si tr~sse dall'antica letteratura argomento al risorgere del sentimento dinastico. A dar l'ultimo tr;,.collo al potere shogunale, influirono gli s tranieri che, nel XIX secolo, batterono alle porte. del Giappone, non più pochi, disarmati e sommessi come due secoli prima, ma numerosi e pressanti. Già nel principio dcll'800, Francesi e Russi avevano tentato, benchè invano, di abbattere ogni barriera; ma nel 1853, essendo Micado Nori-Hito e Shogw1 lye-Yosi, gli Stati Uniti, manda~do una squadra a Ycdo, ottenevano per trattato l'apertura dei porli di Shimoda e Hakod ate ; e, neg li ann i successivi, altri porti venivano aperti alle potenze europee, e a i loro agenti diplomatici era concesso di stabilirsi nel Ci:tppone. Tali conquiste non furono compiute senza loua. L'odio contro i « barbari », lungamente covato, esplose con ripetuti massacri; onde nel 1862, a cagio1ie di questi, un:t flotta inglese d istrusse I<agoshima e, nel 1864, navi inglesi, francesi, olandesi e Luog-01 encnte americane smantellarono i forti di Shicli r,rn1e1'ta in u ntrorrne monosa.ki. La facili tà con cui le poeta r=po tenze straniere ebbero ragione della resistenza giapponese, imputata alla politica debole, imbelle ed arrendevole del Shogun, crebbe l'avversione contro di esso e il favore verso il Micado e fece sentire la necessità di restaurare l'autorità imperiale, d'accettare le straniere istituzioni e di d ifendere con nuovi ordinamenti l'in tegrità dcl)' impero. Nel J.865, !a corte d: Kioto riconosceva i trattati conclusi con le potenze. Xci 1867, morto il :;\ii.cado Komei, e succedutogli il quattordicenne Mutsu-Hito, scopp;ava la rivoluzione contro il Shogun Hitosubashi, ultimo della dinastia di Iyeyasu, il quale, riconosciutosi impotente a domarla, dapprima. rassegnò le sue dimissioni al Micado (9 novemb re 1867), ma po i tentò di riguadagna.re con le armi il perduto dominio. I Daimio parteggiarono per l'imperatore e batterono le truppe shogunaJi a Kioto e ad H a kodate ( 1868), onde il Shogun dovette abdicare. Per alcun tempo, i suoi aderenti continuarono la lotta e riuscirono, nel gennaio 1869, a pr?~la~are a Y~so u n'effimera repubblica ; m a nel giugno successivo essi furono costretti a deporre le armi; tutto il Giap-

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pone riconobbe l'autorità micadiale ·ed il Shogun si ritirò a vita privata. Tali fatti d iedero ong111e ad un profondo sconvolgimento in tutto l'assètto politico e civile del paese. Il M icado si tolse al suo isolamento e adottò forme di governo moderne; il feu dalesimo fu abbattuto e con ~SS\l scon.,parvero mol li privilegi; i daimiati furono soppressi e sostituiti da circoli retti da governatori; fu proclamata l'uguagl ianza di tutte le classi davanti alla lcg:ge e l'era del nuovo Giappone fu fissata dal 6 novem-

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incidenti. Nel giugno 1894, una sommossa scoppia ta a Seul contro i Giapponesi e l'occupazione, per parte di questi, del porto di Chemulpo dava origine a una guerra con la Cina ( Guerra Cino-Giapponese) chiusa col trnttato di Shimonosaki. Il Giappone guadagnava le isole Pescadores, Formosa e il Liaotung fino a Port Arthur e Wei-hai- wci. Tali vantaggi però furono contrastati dalla Russia, dalla Francia e dalla Germania le quali costrinsero il Giappone a restituire alla Cina il Liaotung e Port Arthur, ma lo indussero a cercare l'amicizia degli Stati Uniti e dell'Inghilterra, al quale scopo con·cesse ai primi di ann~ttersi le Ha wai (1897) e consegnò a lla seconda il porto d i W ei-hai -wei. Lo smacco sopportato dal Giappone lo incitò a raddoppiare i p ropri armamenti; ma il malcontento e le difficoltà interne che ne derivarono lo obbligarono a una politica re-

Spada , pus-nale-e !anela del medJo evo g-iappon ose ìl:ire 1868. Le istituzioni politiche andarono via via modellandos i su quelle europee; le relazioni con l'estero J urono riallaccia te; vaste r iforme furono attuate. Ciò produsse gravi r eazioni; in ispecie i 'D a imio e i Samurai, privati dei loro secolari d iritti e p rivilegi, ricorsero alle armi a Saga (1874), a Higo (1876), a Sats uma ( 187 i ), ma furono domati; più lunga e terribile fu l'ultima sommossa capeggiata dal maresciallo Saigo Takamori c he, nel setcrnbre 1877, veniva sconfitto presso Xagoshima dall'ammiraglio Kawamura e dal generale :Nliyoshi ; e con questa guerra civile gli ultimi avanzi del feudalesimo giapponese venivano debellati. Una spedizione pun itiva contro i p-irati d i Formosa (1874) por tò ad un accordo con la Cina Ghe inorgoglì il paese; ma il baratto fatto con la Russia della parte gia.pponese di Sakalin per l'arcipelago delle Curili (1875) e la pacifi,ca soluzione d'un conflitto con la Corea ( 1876) sorto Soldal! giapponesi ("1027) con 1ank s

Sòld3U g-ia;)ponesi nel 1904 -per l'aggressione compi uta d ai coreani coptro una nave •<la guena giapponese, non furono u ltima causa della indignazione dei Samurai -e della loro ribellione del 1877. Per alcuni anni, il Giappone intese a porsi a livello delle a ltre potenze e a sottrarsi alla lor<!l ingerenza rive:Jando una fierezza che spesso diede luogo a incresciosi

m,ss,va con la Russia e a rinunciare ad ogni predominio sulla Corea. Durante la sollevazione dei Boxer in Cina, il Giappone agevo lò l'azione delle potenze intese a domarla. Successivamente, allarmato da i p rogressi e dai disegni che , la Russia andava attuando in Manciuria e in Corea, esso si adoperò ad altra.versarli con l'appoggio degli Stati Un iti e dell'Inghilterra alla quale nel 1902 erasi alleato; ma, ogni sforzo per pacifici accordi essendo riuscito va no, la guerra divenne inevitabile ( Guerra russo- giapponese) chiusa col trattato d i pace d i :Portsmouth : la Corea ven iva considerata nella sfera cl'influenza politica, militare ed economica del Giappone, il quale, inoltre, p rendeva in affitto il Liaotung, Pori Arthur e Dalny ed o tteneva d alla R ussia la parte meddionale d i Sakalin; la Manciuria, sgombrata dai russi, rimaneva alla Cina con tutti i diritti sovrani, ma la ferrovia mancese veniva divisa tra Russia e Giappone. Da allora, il Giappone, pur avendo fisso lo sguardo a i problemi che la necessi tà d i espandersi demograficamente e commercialmente gli impone, seguì una politica prudente di pace. Con la Russia furono appianate tutte le questioni che il trattato d i Portsmouth aveva aperte (delimitazione di confin i, ferwvie mincesi, diritti di pesca, ecc.) ed ambidue gli Stati si impegna rono a rispettare l'integrità della Cina. Con gli Stati

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Uniti, ai qual i davano ombra la forte immigrazione giapponese e le mire del governo di Tokio sulla Manciuria, si venne nel 1907-08 ad accordi che rimossero ogni causa di con.flitto. Anche le relazioni con la Cina, che dal 1906 erano divenute· aspre non volendo il Giappone concederle alcuna costruzione di ferrovie in l\!lanciuria, nè sgombrare il Kien-tao a N. della Corea, vennero ristabilite; il Kien-tao fu ridato alla Cina e il Giappohe ottenne in l\ifa,,ciuria il controllo assoluto delle ferrovie e la concessione dei principali bacini minerari. Xello stesso anno 1909, ii Giappone prosegul con maggior vigore la sua politica d'incorporamcntÒ della Corea. avviandovi quella emigrazione che era stata respinta dagli Stati Uniti. Moti ostili colà scoppiati furono repressi con inflessibile energia, e il 22 agosto 1910 fra il Micado e l'imperatore della Corea fu segnato t111 tratta to pel quale questi faceva a quello cessione di tutti i suoi diritti sovrani. Negli anni seguenti, altri

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.presso, le flotte giapponese, inglese e australiana s'impadronirono di tutte le colonie tedesche del Pacifico (arcipelago di Samoa, )farianne, l\Iarshal. Carolinc) e spazzarono quell'oceano dalle navi germaniche. Dopo ciò, il Giappone limitò la sua azione a provvedere gli alleati di ogni cosa necessaria alla guerra; ma, per conto suo, poichè la Cina non erasi ancor decisa a intervenire nella lotta, nel maggio 1915 le impose due trattati, col primo dei quali la Cina si impegnava a riconoscere tutti gli accordi che, a guerra ultimata, potessero essere stabiliti fra G iapponc e Germania circa lo Shantung, e col secondo si regolavano i rapporti tra Cina e G iappone relativi alla Manciuria e alla :)fongolia e si prometteva, sotto certe condizioni, la restituzione alla Cina di Kiao-Ciao, sempre quando, conclusa la pace, il Giappone avesse potuto disporre e purchè Tsing-tao rimanesse aperto al commercio. Durante · la guerra, il Giappone strinse nuovi accordi con la Russia (1916), con gli Stati Uniti (1917) e con la Cina (1918) per mantenere la pace nell'Estremo Oriente; ma, avvenuto il tracollo russo, i giapponesi nel diccu1bre 1917 si impossessarono di Wladiwostock per proteggervi quello scalo e per impedire ai numerosissimi prigionieri.

1ncroc1a1ore giapponese Nisshtn cli Genova.)

(COS ll'Ui l O dall'Ansaldo

Corazzata giapponese accordi venivano stipulati con la Russia (1911) J)er meglio regolare i reciproci rapporti in Manciuria e (1912) per dividersi le zone d'influenza nello Stato Mongolo allora costituitosi; e un nuovo trattato con l'Inghilterra (1911) garantiva la pace in Asia e gli interessi di tutte le potenze in Cina. Nel 1914, scoppiata la guerra mondiale, il Giappone, che da 12 anni era alleato dell'Inghilterra e che, nell'affacciarsi della Germania in Cina e nell'atteggiarsi di quella a protettrice di questa, vedeva una minaccia ai propri interessi, si pose a fianco della sua alleata e il 15 agosto invitava il governo di Berlino a ritirare dalle acque giapponesi e cinesi le navi da guerra tedesche e a rimettergli, entro il 15 settembre e senza condizioni o compensi, la colonia d i Kiao-Ciao, impegnandosi a restituirla eventualmente alla Cina. La Germania non rispose e il Giappone a due giorni d'intervallo (23 e 25 agosto 1914) dichiarò guerra ad essa e all'Austri/1. Una squadra cd un corpo giapponesi, col concorso di forze inglesi, fecero capitolare (7 novembre) Kiao-Ciao e occuparono il territorio di Tsing-tao; ap-

a ustriaci e tedeschi di fuggire o di nuocere; e nel 1918si avanzarono nella Siberia con un corpo di truppa che si spinse fino a Renolaw, a 2500 km. da Wladiwostock. I trattati d i pace segu iti alla guerra affidarono al Giappone il mandato sulle isole Marshall e sulle Caroline. Successivamente, il Giappone che, sospettoso dell'imperialismo degli Stati Uniti, s'era nuovamente stretto all'Inghilterra e a~eva dato opera a r in~agliardire la sua. flotta e a fortificare le isole del Pacifico, volle prudentemente aderire alla Conferenza di Washington (19211922) mirante a frenare la gara degli armamenti e ad allontanare un immediato pericolo di conflitti. Con gli accordi in essa intervenu ti, il Giappone si tenne pago, del secondo posto nelle marine da guerra, rinunciò a fortificare le isole del Pacifico e all'alleanza con l'Inghilterra, accettò la politica della porta aperta in Cina, otteru1e che di questa fosse assicurata l'integrità territoriale contro le minacce russe, e, infine, ebbe dagli Stati Uniti la cessione dell'isola di Iap importantissimo nodo di cavi transoceanici. Da ultimo, il Giappone sii. accordò anche con la Cina restituendole lo Shantung e ritirando gran parte dei presidi posti a protezione delle ferrovie.

Esercito giapponese. Il Comando supremo dell'esercito è esercitato dall'imperatore. Suoi organi sono: il Ministero della Guerra; d'Ufficio di Stato Maggiore generale; il dipartimento dell'Istruzione militare; il Con-


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siglio dei marescialli e degli ammiragli; il Consiglio supremo della guerra; la Commissione di Difesa ~azionale; il Consiglio di guerra. Le truppe sono raggruppale in 17 di vis. d i fanteria, di cui una della Guardia imperiale ed una. dislocata in Corea. Ogni divis. comprende: 2 brigate di fanteria; 1 regg. di cavalleria; 1 rcgg. d'art. da campagna; 1 bgl. del genio, 1 bgl. per j servizi. La. brigata di fanteria. è composta di 2 regg. ciascuno dei quali è r inforzato da una cp. di mitragliatrici pesanti. La cavalleria comprende 5 brigate (25 regg. a 3-4 squadroni). Oltre i 17 regg. d'art. divisionale vi sono: 4 brigate d'art. pesante campale; 4 regg. d'art. da fortezza, 1 gruppo d'art. a cavallo, 4 reggimenti d'arl. da montagna, 1 regg. controac rci. Oltre i 17 bg l. elci genio di~isionale, vi sono 2 rcgg, ferrovieri e 2 regg. telegrafisti. Per quanto riguarda l'aviazione, il Giappone possiede 29 squadriglie con 450 velivoli così ripartite: · 10 squadriglie da caccia, 5 da bombardamento, 14 d a osservazione. Queste squadriglie sono raggr uppate in 8 regg. di 2 bgl. ciascuno. Vi è poi il corpo degli aerostieri e l'aviazione navale che comprende 150 velivoli.

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l' immediata occupazione, onde reprimere il contrabbando di confine, e influire moralmente sulle popolazioni dis26

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sidenti col fatto del possesso dell'antica sede della Confraternita Senussia. La spedizione ebbe per punti di concentramento e come basi Tobruk e Porto Bardia.

E ffettivi di bilancio: ufficiali 16.000; truppa 190.000. Vi è poi la po]izia militare che conta 3.000 uomini. Ogni cittadino è ob bligato a l servizio militare person;le dai 17 ai 40 anni di età, così ripartito: esercito permanente (servizio attivo e prima riserva); seconda riserva; esercito territoriale . Il servizio attivo ha la ferma di 16 mesi. Prima della riforma del 1868, l'esercito giapponese era costitu ito di 368.000 fanti e 33.000 cavalli, forniti dai principi vassalli in ragione di 20 fanti e 2 cavalli per ogni 40.000 lire di rendita del vassallo.

Flotta. giapponese. Comprende 6 navi da battagli:1 fra le 30 e le 33 mìla tonn. ; 4 incrociatori da batta glia da 27.500 tonn.; 9 incrociatori corazzati di 9700 tonn.; 30 incrocia fori leggeri; 121 cacciatorpediniere, 84 sommergiaili, 3 navi portaeroplani, oltre al naviglio ausiliario. Le coste del Giappone sono divise in tre dip. marittimi, oon sede a Yokosuka, Kuré e Sasebo. La marina da guerra conta 8000 ufficiali e 68.000 marinai.

G larabùb. Oasi della Cirenaica a S.E., confinante con l'Egitto. D efinita la frontiera cirenaica orientale con l'accordo ita lo-,c giziano del 6 d icembre 1925 e riconosciuto all'Italia il possesso d i G., ne venne decisa

Truppe Italiane dlreuo nll'oceupazlonc di Glarabub

I l 1• febbraio 1926 la colonn a era riunita. ad Amseat, a l comando del colonnello Ronchetti e cosl composta: IX


e X bgl. eritreo, con 8 sez. mitragliatrici; 1 sqdr. meharisti; 1 squadriglia di autoblindo-mitragliatrici ; 1 sezione art. da moritagna autoportata; 1 sez. carri d'assalto; 1 squadriglia di 8 carr i armati; 3 sez. di Ford armate; 3 stazioni radiotelegrafiche; servizi vari autoportati: 350 autocarri con materiali e viveri. Totalè 67 ufficiali, 636 u . di truppa bianca, compresi alcuni reparti di M. V. S. N., 1331 truppa colore, 115 muletti. In pyicedcnza erano state formate tre basi avan.zate provvisorie, Bir-esc Scegga (ridotta Maddalena); a Carnet el Heira e a Carnet e! Grein. Il percorso di 274 km. fu compiuto senza incontrare ostilità. Partita il 1° febbraio, la colonna occupò J'o'asi di Giarabub il ;/ alle ore 11, ricevendovi la sottomissione di quel capo .Zauia. Al seguito della colonna entrarono in G. il Saied Mohamed Hilàl, cugino del _Senusso e Sciaref pascià el Gariani, notabile senussita, che fu nominato custode ,consegnatario dei Luoghi Santi di Giarabub.

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-Giardina (Antonino). Generale, n. a Patti nel 1856. Sottot. d'art. nel 1875, poco dopo passò in fanteria. Partecipò alle campagna d'Africa del 1887-1888. Nel 1898, al comando di un bgl. del 57°" fanteria si meritò nei moti di M ilano la med. di bronzo. Colonnello nel . 1905, comandò 1'8° regg. bersaglieri e nel terremoto di Messina ( 1908) ebbe la med. d'argento di benemerenza. Magg. generale comandante la brigata Aosta nel 1911, :in detto anno partì per la Libia e, quale comandante la 2• brigata speciale del corpo di spedizione, a Zanzur (1912) ebbe la croce d'uif. dell'O. M . S. All' inizio della guerra contro l'Austria comandò la brigata Aosta, indi passò al comando della divis. speciale bersaglieri .iel 1916, nel quale anno fu promosso tcn. generale. Comandò quindi le d ivis. mii. tcrr. <li Genova e poi di Mi lano e nel 1920 passò nella r iserva. Nel 1925 ebbe il grado di generale di C. d'A.

marctina Antonino

Glardlnl Enrico

Giat-dini (Enrico). Generale, n. a BOiogna, m. a Tori',~o ,( r838-1904)...Sottot. di fanteria nel 1859, partecir,ò ;,au; ,ca.mpagJ1e del i859, 1866 e 1870 ed a San JIJiartin:o' si' meritò' Ìa med. d'argento. Frequentò la _scuo• la dj gue,ra e divenne colonnello comandantif':il' 32° reggimento fanteria; néJ 1887 .. ,Magg~ :;gcil~ra.Ìe . ;el 1894, -ebbe . il ,cOllfllftfÌO della b,lga:t( g~anatieri di ·sardegna·; ten. genér{le· n'el 1899 ' coma,ridèÌ la èlivis. mii. di .Catanzaro. épà~sò,i11 P. A. uel 1901. ,G ìarciìno (Gaetano) . Ma(e,sè:iallo d'Italia, n. a Montemagno ne l 1864. Fu da sott. di fanteria in Africa nel 1882 nrcritandosi una ·m ed. d'arg. a Cassala. Compilò ìl regol. p~r l'istn;zione tattica delle fanterie ind igene aJ'.)P.rovato nel 1893. ·Frequentò l;t Scuola di guerra e nel

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GJA

1911 par tecipò alla guerra italo-turca, venendo nel 1912

promosso colonnello per merito eccezionale. Nel luglio 1913 assunse la carica di Capo di S. M. della 2• A. e

nell'agosto dello stesso anno fu promosso magg. generale. Ne! giugno 1916 con la 48' divis. da lu i costituita, si distinse a Gorizia, a S. Marco e alla. Verwiba meritando la croce di cav. dell'O. M. S. Nel giugno 1917 comandò il XXV C. d' A. e fu promosso ten. generale per merito di guerra. Fu ministro della guerra, sottocapo di S. M. dell'Esercito nel novembre 1917 e nel febbraio 1918 membro del Consiglio militare interalleato. Nell'aprile 1918 assunse· il comando dell'Armata del Grappa che tenne sino a Vittorio Veneto, guadagnando la nomjna a cav. di Gran Croce dell'O. M . S. Nel 1919 fu promosso generale d'esercito per merito di guérra; nel 1923 fu nominato governatore m ilitare di Fiume; fu membro del Consiglio dell'Esercito; Senatore del Regno (1917) e nominato J\1aresciallo d'Italia nel 1926. Ha pubblicato: « Rievocazio~1i e riflessioni di ,gue:J·a >J .

0H,rdino Gae tano

Gibbone Cal'lO

Giardino Ernesto. Generale, fratello del precedente), nato a Montcmagno nel 1866. Sottot. d'"a rt. nel 1885, dicci anni dopo andò in Africa; venne ferito ad Adua e decorato della med. d'argento. Prese parte alla guerra 1915-19J8 divenendo colonnello nel 1916. Comandò l'artiglieria del corpo di spedizione in Ma-cedonia e sulla Cerna (191 i) fu decorato della croce da cav. dell'O. M. S. Generale di brigata nel 1918, comandò successivamente l'art. Idei 25° e del 26° C. d' A. e nella Zona delle G iudicarie ( 1918) me1·itò la croce d'uff. dell'O. M . S. In P . A. S. nel 1920, ebbe nel 1923 il grado di generale di divis. e passò in A. R . Q.

Giardino degli Olivi ( Ordùte del) . Ordine cavalleresco, creato nel 1107 da Baldovino re di Gerusalemme, allo scopo di combattere i Saraceni. Durò breve tempo, senza estendersi oltre la cerchia dei Crociati in Palestina.

Giar rettiera (Ordine della) . Or dine cavalleresco, istituito in Inghilterra nel 1350 da Edoardo IJI. F u isti_tu ito a ricordo della vittoria di Crécy e destinato ai sovrani 'e all'alta nobiltà. Non comprendeva che 25 soli cavalier i. G li statuti fuxono riformati nel 1522. Giava. Isola del mar della Sonda, appartenente all'Olanda fin dal 1600 (superf. 131.000 kmq., ab. 25. milioni).

Ol'dine della Giart'eltiel'a


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GJA

I. Sped izione co11t ro Giava ( 18 11). F u operata dagli I nglesi nell'agosto, con un centinaio d i navi da trasporto recanti 12.000 u. comandati dal gen. Auchmu ty, protette da 4 \•ascelli e 14 fregate, agli ordini dell'ammir. Stopford. Sbarcate le trupp e p resso Batavia, esse occuparono qu esta città, mentre i Franco-Olandesi l'abbandonavano senza combattere (10 agosto). II giorno dopo, la di vis. Iumelle, trincerata a Vetlcvreeden , veniva. assalita da una colonna inglese (col. Gillespic) e costretta alla ritirata. I I comandante dei Franco-Olandesi (gen. I aenseus) raccolse le sue fo1·ze in un campo fortificato detto di Comclis. Assalito qui nella notte del 26, fu sconfitto e costretto alla fuga, lasciando nelle mani degli I ngles i 6000 p rigionieri. Gli assalitori perdettero nella lotta 900 u. TI 16 settembre il Iaenseus, impotente a resistere più oltre, cedeva le armi. G. veniva. restituita a ll'Olanda nel 1816. II. Campag,za di Giava (1825- 1830). Fu operata da.-

gli Olandesi per domare una . ribellione degli indigeni, che assunse vaste proporzioni. L e truppe O landesi, agli ordini del gen. De l<ock, operarono per quattro anni con piccole colonne, finchè, nel 1829 grossi rinforzi provenienti dal la m adre patr ia permisero un'azione risolutiva in grande stile, che domò la ribellione.

Giavellotto. /\rme in asta, da. gitto a mano, lunga 70-80 centimetri. Era un'anna orientale d i lusso, che

aveva una punta triangolare o quadrangolare sgusciata,

GIB

ziera) . Voce adoperala nel sec. XVII in Piemonte, per ind icare, n~lle compagnie granatieri, la borsa o gi berna nella quale i soldati riponevano le granate da lanciare a mano.

Gibbone (Carlo). Generale, n. a Cuneo, m. a R oma (1808-1874). Volontario nei cacciatori ~izza nel 1826, divenne colonnello comandante 1'8° regg. fanteria nel 1860, nel quale anno fu promosso magg. generale. Comandò la brigata Ravenna. :1\el 1861 venne incaricate> della direzione delle armi d i fan teria. e cava lleria presso il M inistero della. Guerra e nel 1864 fu promosso ten. genera.le. Ottenne la med. d'argento a Sommacampagna. la menzione onorevole a Novara, l'O. M. S. a S. Martino e la commendi.L mauriziana per la repressione dei brigantaggio. Gibbosità (Mcdic-ina Legale Militare) . E' un incurvamento della colonna vertebrale in flessione, cioè colla cmwcssità. rivolta all'indietro e si designa anch"' col nome d i cifosi e di gobba. Essa è per lo più di: origine rachitica, ma può essere ancora conseguenza di traumi rachidei o di processi flogistici (spondilite). Altri viziosi deviamenti della colonna vertebra le sono: la lordosi o incurvatura di essa in estensione, e la scoliosu o incurvatura laterale. Gli art. 75 e 76 dell'Elenco A delle imperfezioni e delle infermità riguardanti l'attitudine fisica al servizio militare contemplano quali cause di inabilità assoluta: « la gobba voluminosa, la gibbosità e i viziosi deviamenti della colonna vertebrale>>. L'incurvamento notevole e permanente della colonna vertebrale, riconosciuto dipendente da causa di servizio, è ascrivibile alla S«:conda categoria d i pensione.

• Sopra: Anliehi glaveUottl comuni s01to: Giavellotto 1nrendiar10 (sec. XVII)

oppure a sezione di rombo, di ferro damasco con gorbia e punte laterali, talvolta finemente ageminata d'oro o d'argento. Generalmente ne erano portate tre dentro un turcasso di velluto o di pelle di pesce, e guernito con lamine di argento dorato o con ornamenti di foglia mi a stampa.

Giavotto (Mattia). Ammµ-aglio, n. a Genova nel 1862, en tra to in servizio nel 1878, promosso con trammiragl io n el 191S, collocato in P . A. nel 1918, promosso annuir. di squadra nella riserva nel 1923. Ila preso parte alla guerra ItaloT u rca ed a Ila guerra mondiale. F u decorato d i med. d'argento di 2• classe per l'incremento dello scienze navali per le sue pubblicazioni, rigua rdanti argomenti nautici di varia indole relativi ai porti, alla illuminazione delle coste ed al ~erv iz io idrografico. Fu direttòre de l!' I stitu to Idrografico d i Genova n el 1918. GillaS~lera d el grana !Ieri p1emon1cs1 Glbassiera (o Gib-

Gibclll Francesco

GLberU Celso

G.ibell i (Piet,·o) . Generale, n. nel 1847. Sottot. di fanteria nel 1866, partecipò subito alla campagna di guerra contro l'Austria. Col grado d i ten. colonne Il<> andò in P . A. nel 1902 e nel 1906 d ivenne colonnello. ~el 1915 fu promosso magg. generale nella riserva. Gibelli Fra11,cesco. Generale, n . nel 1854. Sottot. d i fanteria nel 1879, dopo aver frequentato la scuola di: guerra passò nel corpo di S. M. Capo di S. M. delledivis. mii. di Chieti (1903) e poi d i Alessandria, fu promosso colonnello comandante il 3° regg. fanteria net 1906. In P. A. nel 19 12 e magg. generale nel 1915, venne in detto anno richiamato in servizio per la guerra contro l'Austria a lla qua.le partecipò qu ale comandantedella brigata Liguria. Nella riserva ebbe il grado di generale d i divis. n el 1923.

Giberna. Tasca per custodire cartucce o caricatori


GIB

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del fucile. Il soldato di fanteria, generalmente porta, infilate nel cinturino, due o quattro di tali giberne. Se due, in ciascuna vi sono sei caricatori; se quattro, in c iascuna vi sono tre caricatori. La G. ba sostituito l'antica tasca da cartocci, detta fiaschetta, che era portata appesa alla bandoliera.

Giberti (Celso). Genera le, n. a Modena nel 1856. Sottot. di fanteria nel 1880, partecipò a lla guerra libica meritando ( 1912) la med. d'argento a Bu Chemmasc e ·poco dopo la promozione a colonnello per merito d i guerra. Comandò il 60° regg. fanteria e nel Giberna 1914 andò in P . A. Rich iamato per la ciel sec. XVII guerra contro l'Austria, vi partecipò quale colonnello del 111 • fanteria. X ella riserva fu promosso generale di brigata nel 1924. G.ibezzi (Bortolo). Generale, n. a Domaso, m. a Francolise ( [833-1895). Sottot. di fanteria nel 1860, partecipò alla campagna del 1866. Insegnò topografia all'.Accademia mii., ·e divenne colonnello nel 1884, al comando del 20° fanteria. )fagg. generale comandante la brigata :Modena nel 1892, andò in P. A. nel 1893.

Gm

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vasi una flotta spagnuola , a l comando di don Juan Alvarez dc Avila, forte di 9 galeoni e 12 vascelli. Gli Olandesi, avvistato il nemico, andarono a investirlo. Gli Spagnuoli iniziarono il f uoco, e l'arnmir. olandese, ferito mortalmen te alle prime bordate, cedette prima d i morire il comando all'ammir. Pietro Willemszoon Verboef. La battaglia si svolse in una serie di duelli fra le varie navi; un galeone spagnuolo saltò in aria, un altro andò in fiamme alla deriva; fra gli Spagnuoli cominciò a entrare il disordine e lo scoraggiamento. Ferito mortalmente l'Avila, il suo equip aggio, avvilito, alzò bandiera bianca: non ne tennero conto gli Olandesi che lo massacrarono fino all'ultimo uomo. A notte la rotta degli Spagnuoli era completa; essi perdettero 8 galeoni, 3 vascelli d'alto bordo, 2800 soldati, 350 ufficiali e oltre .50 gentiluomini d'alto lignaggio. Gli Olandesi perdettero 2 vascelli e 250 uomini. Colla battaglia d i G. una m1ova era s i ap riva nella storia del potere marittimo; esso passava agli Olandesi che conquistavano il domin io del mare e riuscivano a costituire, nell'Oceano Indiano, il loro magnifico dominio coloniale. I V. Assalto e presa di Gibilterra (1704). Fu operato da una flotta inglese (insieme con navi olandesi) al comando dcll'ammir. Rooke, durante la guerra per la Sue-

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Gibilterra (ant. Calpe). Promontorio sulla cost:i meridionale della Spagna, .costitui to da una collina a lta 425 m. sul mare, lunga km. 4.6, larga km. 1.2, unita alla costa da u11a strettissima lingua di terra , sullo stretto omonimo, fra il :vfeditenaneo e l'Atlantico. E' possedimento inglese, potentemente fortificato. Il nome :ittuale le viene da T arik, capo arabo che v i sbarcò e vi si fortificò contro i Goti. I. Assedio di Gib·ilter-ra (1333). Nel l305 Ferdinando IV d i Castiglia, operando all'improvviso, aveva potuto impadronirsi facilmente della p iazza. :\Te! febbraio del 1333, i Mori l'assaltarono con grandi forze mu11ite di macchine. :i;,a guarnigione spagnuola s_i difese eroicamen te, ma i Mori riuscirono a resp ingere un esercito di soccorso inviat~ dal re di Castiglia, ~ a costringere la guarnigione a lla resa, nel mese di giugno.

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G1.8RALTAR

II. Assedio di Gibilterra (1349-50). Fu posto all:i città dal re Alfonso di Castiglia, iri principio del 1349 con numeroso esercito e con forte flotta che bloccò la piazza dalla parte del mare. I Mori avevano rafforzato potentemente le difese di G. negli anni p recedenti, e ricevettero soccorsi tempestivamente cl.ali' Africa. Riuscì ai Cristiani di aprire la trincea nelle mura dalla parie dell'istmo, ma la difesa dei Mor i fu attiva ed energica e le malattie decimarono il campo cristiano. Lo stesso Alfonso essendo venuto a morte per mala tt ia nel marzo 1350, l'esercito assediante le,·ò il campo. Nel 1359 riuscì a don Giovanni d·i Guzman, sotto Enrico IV di Castiglia, di conquistare G. ai Mori mediante un fortun:ito colpo di mano.

III. Battaglia navale d·i Gibilterra (25 aprile 1607, guerra di Fiandra). Nello svolgimento dei suoi traffici coll'Est remo Oriente, la Compagnia olandese delle Indie orientali era gravemente ostacolata dalla marina spagnuola; venne pertanto armata in O landa una flotta di 26 vasc~lli, che nella prima\'era del 1607, al comando dell'ammir. Heemskerk, veleggiò verso G. dove trova-

01.bll lorra no l sec. XVIJI

cessione di Spagna. Respinto da un attacco contro Barcellona, egli decise d i a ssaltare G. Il 21 luglio sbarcl nell'istmo, con 1500 u. per interrompere le comunica• zioni della piazza, e il 22 incominciò a bombardare le opere difese dagli Spagnuoli al comando d i don Diego de Salinas. Frattando audaci manipoli di marinai sbarcavano sui moli e dove era possibile, investendo strettamente i difensori, i quali, sopraffatti, si arresero il 24 luglio. Con qu~slo a udace colpo di mano l'Inghil-


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103 MARE MEDITERRIINE.O

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A.sscclio di Giblllerra nel 1779-1783 ce n,w1 c,:,n trassegna(e col v . 37 rappresentano le b/Llterte galleggianti del D'Arcon terra occupava una delle più importanti e forti posizion i strategiche del mondo, col sacrificio di appena .300 uomini. V. .4.ssed·io di Gibilterra (1704-05). La notizia della .caduta di G. in mano degli Inglesi impressionò fortemente l'opinione pubblica spagnuola e il re Filippo V inviò un esercito, di cui facevano parte anche truppe francesi, al comando del marchese di Villadarias, per tentarne la riconquista. Nel novembre 1704 gli Alleati, erette batterie dalla parte dell'istmo, battevano vigorosamente le opere che lo difendevano, aprendovi la breccia: una flotta francese agli ordini del Pointy, compo.sta di 13 navi, appoggiava l'operazione dal mare. :Ma ,gli Inglesi guarnirono di truppe la breccia e la difesero energicamente, mentre il loro ammir. Leake sorprendeva (gennaio 1705) la flotta francese cattu randole tre navi e costringendone d ue a gettarsi alla costa dove andarono in fiamme. La lotta durò sino all'aprile, quando, dopo di· av-er perduti 14.QOO u., essendo ;iati dissensi, fra il comandante spagnuolo e quello francese (maresc. di T essé) Luigi XIV - ordinò che l'assedio fosse tolto. VI. Assedio di Gibilterra (1727). Fu posto alla città il 23 febbraio, da un esercito spagnuolo di 30.000 u., <:apitanato dal re Filippo in persona, appoggiato da 20 navi. D opo inutili sforzi, anche questo tentativo fu a bbandonato. · VII. Assedio di Gibilterra. Durante la guerra d'Indipendenza di America, gli Spagnuoli, nel 1779, appena aperte le ostilità coll'Inghilterra, cinsero d'assedio la for tezza di G. dandone l'incarico all'ammir. don Bar.celo che con strettissimo blocco tenta va prenderla per fame. Soccorsa una prima volta dall'ammir. Rodney, le operazion i si erano svolte a r ilento mancando il neces-sario concorso dalla parte- di mare. Però nel 1782 : Franco-Spagnuoli decisero di tentarne la presa con un :poderoso attacco di viva for za. Pifendeva G . il gene-

raie Elliot, con poco più di 7000 u. I preparativi degli assedianti furono straordinari ; v'erano oltre 1200 cannoni e una enorme quantità di palle e di bombe; 50 navi d'alto bordo, 12 delle quali francesi, erano riunite nel porto e infine erano state costruite batterie galleggianti ideate dal col. D'Arcon, che dovevano ess~re immuni dagli effetti incendiari delle palle infocate. Erano costituite da scafi bassi sull'acqua, di enorme grossezza, rivestite di gros.sissime travi tramezzate da uno strato di sughero imbevuto di acqua, e nd loro fianchi erano praticati una infinità di canali sì che, ove si fosse manifestato qualche incendip, l'acqua, erompendo da questi, doveva automaticamente spegnerlo. Un tetto di legno e cuoio bagnato proteggeva gli equipaggi dalle bombe nemiche, e poteva, a mezzo di speciali dispositivi, essere inclinato secondo il bisogno. Erano state costruite 10 di queste macchine e portavano 154 grossi cannoni in batteria e circa la metà in riserva. Compiuta la controvallazione, gli Spagnuoli avevano già installato le batterie, mentre· il loro campo era stato rinforzato da 12.000 francesi. Capo dell'impresa fu nominato il Cri!Jon, salito in fama. per la conquista di M inorca, e tanta era la fiducia nel successo cbe sulla metà di agosto del 1782, mentre si sta va per dare l'assalto, si erano fatti venire al campo il duca d' Artois e il duca di Borbone, principi reali fra.ncesi, perchè colla loro pre~en;;,;a_ rendessero più segnalata la vittoria. L'8 settembre gli Inglesi aprirono il fuoco bombardando le trincee avversarie più vicine dalla parte di terra. Alle 10 del mattino esse ardevano in più di cinquanta luoghi; i magazzini, gli affusti dei cannoni, gli assiti delle piazzuole e i gabbioni; le traverse, le trincee e il parapetto furono quasi completa.mente distrutti. L'indomani il Crillon, riparati i danni, aperse alla sua volta il fuoco con 193 pezzi d'artiglieria, battendo le opere alte e lt;.-opere basse della for tezza. Nello stesso tempo sparavano le navi, tratte da vento favorevole dinanzi


GIB

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alla città. Dopo qualche giorno di tregua gli alleati vollero tentare lo sforzo supremo, bombardando con i cannoni delle navi e delle batterie tutte le opere, da terra e da mare. Alle 9 del mattino le 10 batterie galleggianti apr irono il fuoco e subito risposero tutte le artiglierie · degli a ssedianti e della piazza. Verso le 15 però si vie da mare. Alle 9 del mattino le 10 batterie galleggianti contro le quali nulla fin'allora avevano potuto le palle

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spagnuoli saltarono in aria; le altre navi, compresa la Formidable, r iuscirono a ri~arare a Cadice col favore della n otte. IX. G.candi. Javori di foi:tincaziOJ1e vennern compiuti dagli Inglesi, specia lmente nel se:c. XIX, per rendere G _ ·inespugnabile. Darsene, moli, bacini, opere in caverna, ar tiglierie foDmida bili, basi aeree e navali per navi di superficie e sommergibili, tutti i mezzi che l'arte e la te~nica m ii. moderna hanno crea to, fanno di G . una delle maggiori fortezze del mon do. La portata delle artiglierie oggi è tale, che esse battono tutto lo stretto fin n all 'opposta costa africana. D urante la guerra mondiale, G. servi d i p unto çli 1·iu•· n ione per i convogli marittimi che dovevano dall' Atlantico passare nel Mediterraneo o viceversa; quivi ricevevano le navi di scorta , a d ifesa dai sottomarìn i tedeschi.

Giedick (AhmecC) . Gran visir di Maometto II, morto verso il 1482. Nel 1474, a l comando di una. flotta di 300 vele, si recò nel mare di Azov, donde scacciò i Genovesi conquistando tutti i loro possedimenti. Ne! 1480 çon una flotta di 450 vele, assediò e prese Otranto, invadendo. le Puglie a lla testa di n u meroso esercito. Infine difese Je frontiere persiane contro Ussun Cassan, e perì strangolato per ordine di lvfaometto, essendo ca. duto in disgrazia. Giedroyc (princi'.pe Ronwaldo). Generale polacco (1750-1824). Combattè contro i Russi, e sotto N apoleone organizzò le truppe della Lituania (1812). Dopo la cadu ta d i lui, . passò al servizio dello Czar, che lo incaricò di riordinare l'esercito polacco (1814) .

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Gibilterra (sccol,o XIX)

infocate degli Inglesi, e verso sera l'incendio era ormai m inaccioso e aveva disordinato tu tta la linea. Rallentato il bombardamento degli assedianti, quello degli assediati raddoppiò di intensi tà, illuminato dall'alto chiarore degli incendi.•Profittando del disordine delle file nemiche, uscì di G. il capitano Curtiss con 12 chiatie armate che compirono l'opera di distruzione del n aviglio nemico. L e perdite dei Franco-Spagnuoli, oltre all'immenso materiale, furono di oltre 1500 morti e moltissimi feriti; appena 65 morti e 380 feriti si ebbero da parte degli Inglesi. Ebbe così termine- l'atta cco di viva forza; la fortezza fu approvvigionata dopo q ualche tempo da lla flotta di L ord Howe. L'assedio era stato posto n el giugno 1779 e terminò effettivamente · nel febbraio 1783. VIII. Combattimento navale di Gibilterra (Guerre del Consolato - Campagna del 1800-1801). Dopo la. battaglia. di Algesiras, il contrammir. Linois, non po tendo senza aiuto spostare il vascello « la F onnidable » dalle acque d i G., dove era r imasto in avada, a Cadice, aveva sollecitato l'int~rvento del con trammir. Duman oir, che salpò 1'8 luglio d.a Ca.dice con 3 vascelli di linea, 4 fregate e un brick, e la sera del 9, mentre tornava verso Cadice, fu assalito da 5 navi inglesi. D ue vascelli

Giedroyc Giuseppe

GigaHLI At.lll10

Giedroyc. principe Gimeppe. Generale polacco, figlio del precedente ( 1787-1855). Combattè con )/apoleone in Spagn~, in Austria, in Russ ia e a Waterloo. Avendo rifiutato nel 1815 di' prestare giura mento allo Czar fu invia to in S iberia ; poi potè p assare esule i n Francià, ove morì.

Glenge n. Città del Wi.irtemberg, teatro di battaglia che appartiene alla lotta per la riforma dell'impero germanico sotto Feder ico II! d' Asburgo, e fu combattuta e vin ta da l duca Luigi di B aviera L a ndshut, coi soccors i dei re di Boemia, del duca Alber to d'Austria e di Federico il Vittorioso, contro Alberto Achille, figlio dell'elettore Federico I di Brandeburgo, ed il conte Eberardo del W i.irtemberg. Questi dovette rassegnarsi ad accettare un armistizio e sot:tomettersi al l'ar bitrato del re di Boemia. L a guerra però, sotto il velo della rifor ma politica, dava sfogo all'antica inimicizia d i princip i ' ambiziosi e a lle aspirazioni orgogliose di famiglie


GIE

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rivali, dimostrando la p iena impotenza dell'imperatore e dello Stato germanico.

Giessen. Città della Ger mania,, sul Lahn, nell'Assia. D urante Ja guerra dei Sette anni, vi avvenne un combattimento tra i Francesi (Blaisel) che l'occupavano e i Tedeschi (principe Ferdimu1do) che volevano cacciarli, ma furono respinti. Nel 1796, il 15 settembre, avvenne un combattimento tra i Francesi (Grenier) e gli Austriaci (S tarcay), con la peggio di questi u ltimi, che furono respinti. Nel 1797, verso la metà di aprile, una retroguardia austriaca fu attaccata a G. da truppe del Championnet e volta in fuga. Gifflenga (Alessandro) . Generale, n. e m. a Vercelli (1777-1843) . .Combattè dal 1792 al 1799 contro i Francesi, ma nel 1800 entrò nelle file napoleoniche; servì nell'esercito italiano sotto il vicerè combattendo in tutte le .campagne e raggiungendo nel 1809 il grado di colonnello di cavalleria e guadagnando a Wagram quello di generale. Confer ma togli il grado quando tornò ( 1814) neJl'esercito p iemontese, comandò le truppe d i Vittorie Emanuele I alla presa di Grenoble e cooperò a l riordinamen to déll'esercito p iemontese. La sua condott.a nel 1821, avendo in principio simpatizzato per i Costituzionali, lo fece collocare a riposo.

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razioni francesi con tro i pirati barbareschi. Per ordine· del m inistro Colbert, l'ammir. Vendòme nel luglio veleggiò verso G. con una flotta di 14 vascelli, 8 galeree 40, navi trasporlo, conducenti 6000 u. da sbarco, ricevendo anche un rinforzo di 7 galere di Malta, agli. ordini di" don Giovann i Gald iano: queste conducevano 1200 u. da sbarco. Il 22 la flotta bombardò G. e le· truppe da sbarco ne p resero · possesso, spingendosi fino a l Gebel el Korn e trincerandosi. In queste operazioni, contrastate da.i Mori, i Francesi perdettero 500 u., e poi si occuparono, fra continue scaramuccie, di rafforzare le loro posizioni, mentl'e i 1fori si trinceravano sul Gebel Ayuf. Nell'agosto i l bey di Constantine raggiungeva il campo saraceno con 11 mila u., 3 cannoni, 200 cavalli e nuovi scentri ebbero luogo in quello e nel. mese successivo.

Gigante (Carlo). 'Generale, n. nel 1871. Scttot. d'artiglieria nel 1890, divenne colonnello nel 1917. Partecipò a tutta là guerra e comandò il 52° regg. d'a.sscdio e poi il 9° da fortezza. Colonnello direttore d'art. a Verona nel 1924 venne promosso generale di brigata, ispettore 1 d i mobilitazione, a Pola, nel 1927. Giganti (Attilio). Generale, n. nel 1859. Sottot. di comm_issariato m ii. nel 1882, raggiunse il grado di colonnello nel 1915 e partecipò alla guerra libica ed a quella . contro l'Austria. In P. A. S. nel 1921, fu promosso magg_ generale di commissariato nel 1923 e due anni dopo andò nella riserva. Gig ielli (ant. lgilg-ilis). Città mantlana dell' Algeria, nel dip. di Constantine. Appar tenne ai vari popoli padroni deUa regione; in principio del sec. XVI la occuparono i G enovesi, cui la tolse il corsaro Barbarossa nel 15 16, facendone u na base d'operazione delle sue imprese sulla costa d'Africa. I . Attacco di GigieUi (15.31). Appartiene alla guerra degli Stati cristiani contro i corsari barbareschi. Carlo V, per punire il corsaro Barbarossa, incaricò Andrea Dcria di fare una ricognizione navale, mentre Barbarossa- adunava in Algeri circa 40 legni da guerra, e parecchi altri a G. dove teneva grossi depositi navali. Il Doria , comparve improvvisamente dinanzi a G . con una squadra sulla fine di luglio del 1531. Appena la squadra fu in vista, i Mori affond arono le loro navi, e, c_h iusi nei sotterra.nei circa 800 cristiani che tenevano come rematori, si ritirarono nel castello di G. e nel retroterra. I l D oria allora fece sbarcare tre squadre di fanti che liberarono i Cristiani ; senonchè i fan ti si d iedero poi al saccheggio, e furono sopraffatti dai Mori tenu tisi ,nascosti fino allora. Il Doria allora, fatti r imbarcare i suoi, e accon tentandosi della liberazione dei Cristiani e della cattura di qualche nave, si ritirò dopo di avere pe;ò perduto circa 400 uomini in questa impresa. II. Spedizione di Gigielli (1664). Appar tiene alle ope-

Spediztore di Gigi clli ( 1664) : 1, regg-, Navarre; 2, Xorma11<1te; 3, Royai: 4, Gnardle; 5, P icarclie; 6, rirtolle turcl1e. ·

Da Algeri i Mori ricevettero nell'ottobre grossi cannoni e altri 3000 u . di rin forzo e il 29 ottobre inco-minciarono il bombardamento contro le posizioni del Gebel el Korn, obbligando i Francesi ad abbandonarle il giorno dopo. Il 31, il gen. Gadagne, succeduto qualche giorno p rima a l Vendòme f erito, riuscì a imbarcare tutte le sue truppe abbandonando G. che f\l subito occupata dai Mori; ma l'impresa era costata ai Francesi, 2000 morti e dispersi, 70 cannoni sbarcati per gnarnire le trincee, e una nave da guerra. III. Occ-u.pazio-ne di Gigielli ( 1839). Appartiene a.Ila conquis ta dcli' Algeria da parte della. Francia, e_ fu operata il 13 maggio 1839, mediante azione combinata fra i presidi di •Constantinc, Pb ilippeville, e Bugia . Il 13 maggio 1 bgl. della legione straniera, SO zappatori del" genio, e 4 pezzi sbarcarono a G. senza incontrarvi a l- cuna resistenza . L e truppe attesero subito ad improvv isal1e fortificazioni, per mettersi al sicuro da improvvis~ colpi d i ma.no. Nei giorni successivi avvennero a ltac--


Gra

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-chi da parte dei Ca.bili, i qua.li, bombardati anche dal mare, non tardarono a chiedere pace ed a sottometiers i.

Gigli (Attilio). Generale, n. nel 1851. Sottot. di fanteda nel 1875, poco dopo passò negli alpini e parte·cipò alla guerr a eritrea del 1895-96. Colonnello nel 1906, comandò il 26° fanteria e nel 1909 andò in P. A. Maggior generale nella riserva nel 1915, nel 1923 ebbe 1I grado di generale di divisione.

Gl gU AltU io

Glg l l-Cervl Giovan ni

(;igli-Cer-.;i conte Giovam,i. Generale, n. e m, a Parma { 1855-1927). Sottot. d'art. nel 1874, fu in Eritrea nel 1893 e nel 1895 e a Coatit meritò la mcd. d'argento. Colonnello nel 1906, comandò il 21° e poi il 3" regg. art. da campagna, indi fu capo divis. al ministero della guerra. Fu anche insegnante presso la Scuola Centrale di Fanteria e d irettore della fabbrica d'armi di T erni. ,iY!agg. ge nemlc nel 19 11, fu in Libia all' inizio della guerra contro la Turchia e vi guadagnò la croce da cav. dcll'O. ~I. S. Dopo fu addetto all'Ispettorato d'artiglieria.. Ten. generale nel 1915, partecipò alla guerra contro l'Austria prima come comandante l'an . della 4' annata e poi quale comandante l'art. a l confine italosvizzero. In P. A. S . nel 1920 e poi nello stesso anno nella riserva, ebbe nel 1925 il grado di generale di C. d'Armata.

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la guerra tra P isa e Firenze, ma poco dopo abbandonata. Nel 1646 avvenne nelle acque d el G. un breve comba ttimento fra una fiata spagnuola, agli ordini del Linares, e una francese, comandata dal duca d i Fransac. La prima ebbe il sopravvento, e il comandante delle navi francesi rimase ucciso ; tuttavia i perdenti riuscirono· a rit irarsi senza perdite d i navi. N cl 1748 servl per breve tempo di rifugio a navi saracene, colla tolleranza della casa di Lorena, regnante in Toscana. li capitano pontificio G iustiniani però le assalì e le cacciò da ll' isola.

Battaglia del Giglio ( 1241). t\ppartieJ1e alla lotta fra Guelfi e Ghibellini. Nel 1239 Federico TI imperatore mandò a intimare a Genova, guelfa, di p restargli giuramen to d i vassallaggio. Avendo Genova negato, l'imperatore chiese a Pisa che allestisse una flotta per opporsi al passaggio del naviglio genovese che trasportava i prelati al concilio ecumenico di Roma, convocato dal papa contro l'imperatore, intanto che quest i a llest iva le sue galere d i Sicilia. Nella primavera del 1241, quaranta galere pisane comandate da Ugolino Buzzacherini e ventisette siciliane, condotte da re E nzo, figlio d i Federico, conven nero sotto mon te Argenta ro. Il 25 aprile partì da Genova la flotta coi prelati, al comando di Iacopo Malocelli, che, incontrali i nemici in battaglia tra le isole del Giglio -e d i Montecristo, si apparecchò a combattere qua ntunque inferiore d i forze. D app rima il combattimento fu favorevole ai Genovesi, ma poi c:i.mbiatosi il vento il numero superiore dei nemici ebbe il sopravvento e la flotta guelfa andò complet amente perd uta. Fra morti e p r igion ier i i Genovesi perdettero 10.000 uomini. Malocelli s i salvò a stento saltando sopra una galea vicin~, mentre la sua nave stava affond:mdo.

G iglio (Ordin.e dc-i cavafieri del,'). Ordine cavalleresco istituito da Paolo II nel 1467 e riordinato da Paolo III nel 1546 e confermato da Paolo IV nel 1556, per la difesa degli interessi della. Chiesa. L'insegna era. un collare d 'oro con medaglia recante la Verg ine e w1 G ig lio. Comprese sino a 350 cavalieri e disparve sulla fine del sec. XVI. Giglio (Decorazicnc del). Fu creata. da.I conte d'Artois nel L814 per le gua rd ie na zionali ; consistev,1 in un fiore di giglio stilizzato, in argento, sormontato dalla corona reale. Cessò d i essere conferita nel 1830. Giglio. Cisterna. per acqua, vara ta a L ivorno ed entrnta in servizio nel 1885 ; lunghezza m. 12,85, larghezza 3,94, dislocamento tonn. 40, macchine H P . 25.

1.•an11ca torre nell'l3ola elci Gigllo

Giglio. (unt. Jgili1m1), Isola dell'Arcipelago T oscano, con porto in faccia al m. Argentaro. Venne fortificata nel medio evo, per difesa contro i corsari, con forte torre cilindrica, detta di Campese. Fu occupala da i Genovesi - a lleati de i F iorentini - nel 1362, durante

Giglic Rosso. 93• Legione della :M:.V.S.N., costituita nel febbraio l923 e (ormata su ci nque Coor ti, con sede rispettivamente a Firc111,e, Castelfiorentino, Empoli, Signa e Poggio a Caiano. Conta inoltre, tre gruppi mitragliatrici, una squadra di pronto soccorso, e in ogni connme sede d i coma ndo d i cen tur ia, u na squad ra altre?.• zata di vig ili del fuoco. La. sede del comando di L egione è a E mpoli. Giglio Domenico. Genera le, n. a T rapani nel 1855. Sottot. dì fan ter ia nel 1879, partecipò a lla guerra eritrea del 1895-96 e fu insegnante alla Scuola mii. Colonnello comandante il 31° fanteria nel 1911, andò in P. t\. nei 1913. Richiamato per la guerra, fece parte della commissione permanente dei collaudi d'appello. B rigad iere

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generale ne lla riserva nel 1919, ebbe nel 1923 il grado d i gen';l"ale di brigata.

Giglio Vittorio. Scrittore mii., n. nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1892, lasciò il S . A. P . nel 1917 e nella riserva ,raggiunse poi il grado di maggiore. Pubblicò fra altro: << I fas6 del 1859 »; «-L'epopea garibaldina e l'Unità d'Italia>>; « M ilizie ed eserciti d'Italia >>.

Gigot de la PeyrÒnie (Francesco) . Chirurgo militare francese ( 1678-1747). Servì sotto il maresc. di Villars e nella campagna del 1717 in Fiandra. Intro<lusse notevoli miglioramenti nel servizio sanitario mii. e diede d ignità alla chirurgia degli eserciti, _facendo sparire dai medesimi i barbieri che vi esercitavano la chirurgia.

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pazione di Giletta e dei monti circostanti, compiuta . poco p rima dal Duca d'Aosta, minacciava gravemente le comunicazioni fra la sr. e il centro dell'esercito francese, il Massena, pa~tito da Utelle con 500 u., girò Castel G. sulla dr. riuscendo a giungere sulle posizioni degli austro-sardi, quantunque questi ultimi avessero tentato d 'impedirlo gettando sulla colonna sassi dalle alture dominanti. Respinto il nemico, e costrettolo a rifugiarsi sulla cima del Bric, selvaggio e quasi ineccessibile, il Massena riuscì, a prezzo di gravi difficoltà, a trasportare in posizione dominante un cannone da 4 col quale aprì il fuoco sulle linee nemiche. Intanto un'alt'ra colonna era riuscita a raggiungere Lantosca e gli austro-sardi, minacciat i d'aggiramento, furono costretti a ritirarsi.

Gijon. Città. della Spagna, su l golfo di Guascogna. Durante la campagn a del 1811, nell'ottobre, la città era tenuta da un debole distaccamento francese a l comandr, del col. Crétin. Il 17 si presen tò dinanzi alla p i~zza il guerrigliero spagn uolo Por!ier, con 300 u. e poco dopo una squadra inglese di 27 vele, che cominc'iò a sbarcare i 2500 u. che aveva a bordo. Il colonnello francese, non essendo in forze da resistere, ripiegò a qualche km. dalla città, ma l' indomani, gitmti ai Francesi notevoli rinforzi, r iprese l'offensiva, entrò in città e n e scacciò gli anglo-spagnuoli dopo av.er infl itto loro perdite sanguinose. OllaN.11 Angelo

Giglio Domenico

Giglio Vittorio

Gilardì (Giovanni Battista). Generale, n . a lVIonca!ieri, rn. a Torino (1853-1916) . Sottot . di fanteria ne! 1877, d ivenne colonnello nel 1904 e comandò il 47° fanteria. Nel terremoto di Calabria (1908) meritò per sè -e per la bandiera del s uo reggimento la mcd. d'argento di benemerenza. Magg. generale nel 1910, comandò la brigata Umbria nel 1912 andò in P. A.

e

Gilard·i Angelo, Genera le, n . a Milano, m. a Palermo ( 1868-1927). Sottot. di fanteria nel 1887, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 e ·a lla guerra contro l'Austria; al m. Sei Busi ( 1915), rimase ferito e meritò la med. di bronw. Colonnello nel 1916, comandò successivamente il 150° ed il 10° fanteria. Brigadiere generale nel 1920, comandò la brigata Aosta e nel 192-3 andò in A. R . Q.

Gi lbe rt (Giorgio) . Ufficiale e sCl'ittorc mii. francese (1851-1901). Sottot. d 'art. nel 1870, lasciò per malattia

il servizio e si dedicò alla letteratura mii.. Fra le opere sue è da segn alare « La guerra sud-africana>>.

Giletta (Castel) . L ocalità delle Alp i 1Vlarittimc, nella l'rovenza, in Francia, II 29 ott?bre 1793, poichè l'occu-

Glletta di s. Giuseppe L.

Giletta di S. Gi11,seppe Luigi. Generale, n. a Nizza '..\farittima ( 1848-1928). Sottot. nel 1867, percorse la carriera parte nel corpo di s-. 111. e parte nel genio. Fu insegnante alla scuola d i guerra e divenne colonnello nel 1892. Fu direttore in 2' dell'Istituto geografico e comandè> il 1° regg. fanteria. Magg. generale nel 1898, comandò successivamente le brigate Cremona, Umbria, Salerno e P inerolo . Ten. generale nel 1908, comandò la <livis. mii. di Perugia e nel 1911 andò in P. A. passando poi nella riserva. Pubblicò, fra altro, « Lezioni di geodesia >> ; e « Stralci di atti parlamentari riflettenti ie leggi interessanti la carriera degli ufficiali J). Gilippo. Generale spartano, del V sec. a , C. Riuscì a liberare Siracusa assedia ta dagli Ateniesi, guidati da

Nicia, che sconfisse e fece prigion iero. Fu poi compagno d i Lisandro, che gli affidò, dopo la battaglia di Egospotamos, i tesori conquistati, affi.nchè li . portasse a Sparta. Egli si appropriò di una parte d i questi : scoperto riuscì fuggire dalla patria.

Gillain (Ciriaco Vittorio). Generale belga, u. nel 1857. Era colonnello d i cavalleria all'inizio della grande guerra e si battè ad H aelen, nella difesa d'Anversa, nella r itirata verso l' Yser. Promosso magg. generale n el 19 15 e luogotcn . generale nel 1917, comandò la S' d ivis., e nell'aprile 1918 fu nominato capo di S. M . dell'esercito belga, reggendolo in quegli ultimi mesi della guerra fino alla vittoria finale.

Gilli (Tommaso) . Generale, n. e m. a Torino (18411922). Sottot. di fanteria nel 1861, raggiunse il grado di colom1ello nel 1896 e comandò il 4° regg, alpini, dopo di aver fatta Ìa campagna del 1866 e frequentato la Scuola di guerra. Andò in P. A. n el 1899 e vi fu promosso magg. generale.


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Gillmore (Q11ùicy Adamo). Generale e scrittore militare nordamericano (1825 -1888). Partecipò alla guerra di Secessione, raggiungendovi il grado di generale e il comando, verso la fine della guerra, della Carolina del Sud. Lasciò fra altro le ~eguenti opere: « Rapporto ufficiale delle operazioni contro le difese d i Charleston »; « Rapporto sulle operazioni del genio e dell'artiglieria».

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ottima base per le operazioni svolgentisi nella direzione della vallata del!' Aar. Fondata dai Celti qualche centinaio d'anni pri~a della conquista delle Gallie da parte d i Giulio Cesare, era già. in quell'epoca città fortificata di molto importanza, baluardo degli Allobrogi. Cesare dovette impossessarsene per arrestarvi l'invasione degli E lvezi, e ne fece una fortezza romana, l'(( Oppidum Genua >) dei commenta.rL Smembrato l'impero romano, venne in possesso dei Borgognoni, ai quali fu tolta dai F ranchi (534), che vi fonl darono una contea, e contcmpora1,eamente vi posero un episcopato. La lotta fra quest.i due poteri diede luogo a continui conflitti armati dei quali si avvalse la borghesia per rafforzarsi, e per combattere l'uno o l'altro dei contendenti. Nel 1032 fu annessa all'impero germanico e per tutto il medio evo città e cantone furono teatro d L azioni di guerra tra i duchi di Savoia ed i nobili, sostenuti da lla borghesia, che riuscirono a bat tere i Savoia cacciaiidoli per sempre dalla èittà.. La borghesia costitul una repubblica indipendente, che durò per , due secoii • 'I e mezzo, e dal 1526 al 1602 fu in lotta contro i Savoia. Gillmore QuJncy ;\d amo Gillaln Ciriaco VittOl'IO Nel sec. XVIII G. entrò a far parte della Confederazione svizzera. Scoppiata la 1·ivoluzione francese, venne occuGimnoto. Speciale mina subacquea, attualmente capata dalle truppe francesi (1798) e ;fatta capoluogo del duta in disuso. Ei,i costituita da una sfera collegata d ip. del Lemano. Nel 1814 ricuperò l'indipendenza, e ad un'ancora tronco-conica. Nella sfera cava era contenuta la carica di scoppio. La • carica era fatta esplo- ' fece parte della Confederazione svizzera. A G. dal 1864 fu rono gettate le basi delle Convenzioni sanitarie di de.re mediante la c.onente elettrica con cavi elettrici guerra (V. Croce R ossa). Nel settembre 1872 si riunì a collegati agli ap;arecchi generatori sistemati in terra. I G. il Tribunale arbitrale per la questione dell'A labaina G. venivano affondati all'imboccatura dei porti e nei (V.). Dal L6 gennaio 1920 G. è sede dellà Soci-età delle punti di passaggio obbligati, a distanza conveniente Nazioni (V.) . uno dall'altro ed ' ili fondali di poco supedori alle normali pescagioni delle navi ( 11 o 12 metri). La linea I. Battaglia di Ginevra (1034). Appartiene alle guerre dei G. poggiante sul fondo era esattamente ind ividuata dell'Impero per la successione del regno d i Borgogna. sulla car ta e determinata nello spazio mediante appoMorto nel 1032 Rodolfo III d i Borgogna, gli successe siti strumenti a traguardo. Ad ogni G. corrispondeva Corrado II il Salico. I nazionalisti ginevrù1i ptoclaniaun contatto elettrico. Collo strumento era possibile inrono re il conte Oddone di Champagne, e l'imperatore, dividuar:e l'istante in cui la nave veniva a passare soper sostenere i suoi diritti, spedì un esercito riunito in pra lo sbarramento, precisando anche il G. dello sbarItalia agli ordù1i di Umberto Bianca.mano conesta~ ramento stesso; l'operatore chiudeva il circuito eletbile del regno di Borgogna, contro Oddone. Il B iancatrico ed il G. esplodendo faceva saltare la nave. mai10 affrontò Rodolfo nei pressi di G. e lo sconfisse I G . furono adoperati specialmente in America ducompletamente in s~.nguinosa battaglia. La vittoria diede rante la guerra di Secessione, nella guerra ' fra il Brasile modo all'imperatore di farsi incoronare nel duomo di Ged il Paraguay e nella guerra Russo-Turca. L'impiego Fu in seguito a tali servizi 1·esi all'impera tore che Un1dei G. è presto caduto in d isuso, essendo stati sostiberto Biancamand fu investito della contea di Mariana. tuiti dalle torpedini ad ancoramento automatico, che II. Battaglie navali di Ginevra. Nel secolo XIV G. rimangono fissate fra due ancore a distanza conveebbe la sua flottiglia sul lago Lemano. La prima che niente dal pelo dell'acqua cd esplodono coll'urto diretto solcò le acque del lago fu quella a rmata dal duc,;1. Amecontro la carena delle navi. deo V di Savoia, signore delle due rive, costituita -da 4 Gindaros. Località dell'Asia M inore, teatro di batgalere che incrociavano da Ouchy a Tbonon, e da G. taglia (9 giugno 38 A. C.) che appartiene a!Ja guerra a Bouveret, fino dal 1316. Es...e erano sta.te costruite da: , contro i Parti e fu comba ttuta e vinta da P. Ventidio maestri d'ascia e calafati venuti da Genova, con mateBasso, legato del triumviro Antonio, contro Pacoro riali pre.si nelle Alpi. Avevano a prora torri che lanciaprincipe ereditario dei Parti, che perì nella pugna con viano proietti a mezw di macchine da guerra, e uno spe20.000 uomini. Questa sconfitta, secondo Giustino, fu r one d i ferro che sporgeva per tre braccia. Qua9do G. la p.i ù grave subita dai Parti. riuscì a scuotere il giogo dei duchi di Savoia, contrappose alla loro flottiglia diversi legni costruiti dal partito Ginevra. Città della Svizzera, capo!. del cantone nazionale, e r iuscì in successive azioni navali a paralizomonimo, situata a cavallo del Rodano alla s ua uscita zare ed infine a disti·uggere la flottiglia dei Savo ia. dal lago Lemano. Ha importanza strategica, giacchè coIII. Attacco di Ginevra (1530). Appartiene alla lotta stituisce la chiave del \)acino del lago, dà a chi se ne contro i duchi di Savoia. Ca rlo III d i Savoia, allo scopo impossessi la possibilità di agire contro Lione, c'òntro ii bacino della Saone e contro la Savoia, forma l'estrema di r ipristinare i diritti su G., concluso un trat tato d'alleanza col can tone di Friburgo, decise di a ttaccare a viva punta sudorientale delia linea del Giura, impedendo che da questa .parte venga presa di rovesci6, e rappresenta forza G. per prenderne possesso, e, radunato un esercito


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,di 10.000 u., mosse ad investirla. Il duca riuscì ad impadronirsi dei sobborghi, ma, quando sferrò l'assalto alle mura, ebbe sentore che una forte colonna nemica, girando .all'esterno, era riuscita a portarsi sulla sua linea di ritirata, e tentava avvolgerlo alle spalle. Dovette allora abbandonare l'impresa. IV. Attacco di Gi111r.n-a (1535). Appartiene al periodo di guerra precedente. Ca rlo Hl organizzò un nuovo escr-cito e lo pose agli ordini del marchese di Marignano, che investì la piazza. La borghesia di G. aveva stipulato accord i colla Francia e coi Bernesi. 11 duca di Savoia, 111inaccia to di invas ione delle s ue terre da parte dei Fran-cesi, e tenuto in iscacco dai Bernesi di fronte a G., fu -costretto a togliere il blocco alla piazza. V. Operazion·i contro G-i·1wJra (1582-1602). Appartengoiw ancora alla lotta contro i Savoia. C,11'10 E manuele I -di Savoia nel 1582, riunite truppe nei pressi della piazza, ne tentò un'occupazione di sorpresa. ::\la l'impresa, scoperta :1. tempo da i difensori della città, fallì completamente. Spedite altre truppe di r inforzo agl i ordini d i Bernardino di Savoia, data la loro scarsa coesione disciplina.e, dopo alcune giornate di campeggiamenti, sulla fine dell'anno. senz:i. combattere, si sciolsero. Dopo a ltri tre anni e numerosi negoziat i, il d uca riuscì a riunire 11uovi contingenti di truppa in Savoia, dove convennero perfino alcuni reparti dell'esercito pontificio. :\.fa in tulio 1'anno 1585 e nel susseguente, in causa del solito stato 1noralc delle truppe nessu na azione importante di guerra

fu condotta. Cambi,tto pia no di guerra, nel 1588 il duca fe-ce il progetto di prendere di sorpresa Losanna e di là muo,·ere su G. Riunì un e~ercito discreto, ma poi, mutato pens iero, non fece nessuna azione e sciolse le truppe. Nel successivo anno i Ginevrini, alleati coi Bernesi, a ffrontarono un nuovo esercito del Duca nei pressi di Thonon, senza riuscire tuttavia ad esito decisivo. Anzi, giunti rinforzi al duca, quei d i G. si ritirarono cd i Ilernrsi, rimasti soli, vennero battu ti a ·Callonges. Sopravvenuto l'inverno la guerra langul e continuarono soltanto piccole scaramuccie che durarono ancbe per parte del 1590. Nel 1591 i Ginevrini ripresero l'offensiva, ma in successivi comba ttimenti vennero respinti. Il duca di Savoia tentò nuovamente di prendere la piazza: e mosse a tal uopo nel dicembre 1602 contro di essa, essendosi alleato col papa Clemente VIII. Disposte a Gaillard truppe agli ordini del capita no Vitro, a d Annecy un regg. di fanterie scelte sotto il barone d'lse re. a Rumilly la cavalleria del Wattem·ille, a La Roche quella del d'Albigny, a Thonon quella del d'Urfé, progettò di riunirle improvvisa.mente e col pretesto d i impedire ai Ginevrini una sortita contro il Vitro, piombare sulla città e darle la scalata, non senza avere già predisposto un'intes1 con alcuni suoi partigiani nell'interno. Filippo III di SpagnJ. conosc iu to il progetto, lo sconsigliò in via assoluta sapendo che in aiuto di G. si sarebbe mosso Enrico IV di Francia, e certamente le truppe di Berna. Ma il duca di Savoia non credette di desistere dal suo piano, e nella notte dal!' 11 al 12 d icembre, riunite le sue tru·ppc e get-


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ì :auucco di Ginena pJr opera clel Duca Cli Savoia (1612)

tata un ponte suU'Arve, riuscì a passare sulla 1·iva dr. e ad accostarsi alle mura della piazza. Quando però s1 trattò di dare la scalata, i difensori sbucarono da ogni parte e consci dell'esigua forza e del piano degli assalitori, piombarono loro addosso facendone strage e costringendo il duca alla ritirata. VI. ProtocoUo di Ginevra. Xell'ottobre 1924 venne approvato e firmato a G. il « Protocollo per il regolamen to pacifico delle ~ivergcnze internazionali ll nel quale furono stabiliti come principi fondamentali : l) L'arbitrato obbligatorio, salvo particolari eccezioni, per tutte le Nazioni aderenti alla Società; 2) La procedura per impedire la guerra ; 3) Il patto Ira i firmatari di r iunirsi nel 19.:!S J?Cr una Conferenza sul disarmo, o meglio sulla riduzione degli armamenti. VII. Convemrn:me di Ginevra. Xcll'aprile e maggio del 1925 ebbe luogo a G. una conferenza per concludere una Conve11Zione, onde istituire un controllo generale sul traffico delle arm i, e per interdire il traf:fico stesso in determinate zone. Vi intervennero 44 Stati, fra i quali l'Italia rappresentata dal lato tecnico dal gen. sen. Alberto De ]\farinis. Le difficoltà di controllo sul traffico delle armi e munizioni, portarono ad una serie di obbiezioni da parte degli Stati non aventi stabilimenti per la produ-

zione di materiale bellico, che si rifiutarono di ratificare la Convenzione, data la loro disparità di trattamento con gli Stati produttori. La Convenzione rimase pertanto priva di efficacia, non essendo stata ratificata da tutti gli 1 Stati. VIlI. Confere11za di Gitur"1"a. :--rei dicembre 1926 si riunirono in G. i rappresentanti della Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone <; Belgio, per decidere sulle questioni .rimaste in sospeso davanti alla Commissione mllitare interalleata, ed alla Conferenza degli Ambasciatori dopo la grande guerra. Si venne ad un concordato sulle principali questioni militari e cioè: f) La questione delle fortificazioni, e materiale da guerra, sarà definita davanti alla Conferenza degli Ambasciatori; 2) In attesa di una soluzione defm itiva, tutti i lavori di fortificazione cesseranno, salvo i diritti di tesi giuridica; 3) La Commissione interalleata militare di controllo, sarà ritirata dal 31 gennaio 1927, e da quella data a.vrà applicazione l'art. 2 13 del Trattato di Pace; 4) Se insorge, anno altre questioni esse verranno trattate in via amichevole dal Consiglio della Società delle Nazioni; 5) T utte le questioni di esecuzione riferentisi a soluzio~ i già avvenute o da venire potranno essere definite mediante un esperto tecnico da destinarsi presso ciascuna


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111 .\ mbasciata, che si intenderà con le competenti autorità tedesche. I X. Co11fer1mza di Gi11e-.;ra. Il 20 giugno 1927 si riunì a G. una Conferenza indetta dal presidente degli Stati Uniti Coolidge, per frenare la gara degli armamenti nava li nelle nazion i marina.re. Vi presero parte Stati Uniti, Ingbiltcrra e Giappone; Francia ed Italia, non avendo aderito all'invito fatto dal detto presidente, si fecero rappresentare la prima da un informatore, la seconda da un osserva tore. Da ta la dispar .ità di vedute degli intervenuti, la diffico ltà di applicazione delle eventuali sanzioni, e sopraltutto la dh·ersità di bisogni e di tonnellaggio fra le due nazioni principali, Stati Uniti ed Inghilterra, la Conferenza non approdò a deliberazioni positive.

Ginkel (Godart di G., cMte di Atltlo11e). Generale olandese (1630-li03). Fu al servizio di Guglielmo -III d"Inghilterra e partecipò alle guerre dell'epoca; tenne nel 1702 il copian do de lla cavalleria olandese sotto il Marlborough e guadagnò la battaglia di Athlone. Ginnastica militare. Comprende quella serie di istru,;icni che tendono ad accrescere la forza fisica ed a mantenere vivo lo spir ito marziale nei cittadini chiamat i a lle armi. L a G. M. fu oggetto di cure particolari fino dai !empi eroici della Grecia; ne fa cenno Omero, quando cita gli esercizi del Pentatlon fatti sulla spiaggia di Troja dai Greci durante l'assedio. L'educazione ti.sica vtnne più tardi disciplinata, e si crearono appositi ginnasi. Roma diede una grande impor tanza alla G. 1W. e preparò i suoi legionari fino da scolari, con la lotta, il pugilato, la corsa, il salto, il tiro del disco, del giaYello tto, l'equitazione, il nuoto, la nautica, ecc. Per varie· cause, e par ticolarmente forse perchè l'adozione delle armi da fuoco e il divc;,o modo di guerreggiare, sostituirono alla lotta individuale quella di masse, dove non occorsero più la particolare forza fisica del soldato e la destrezza corporale, caddero in disuso gli esercizi della G. M . e durante il medio evo si limi tò a q uegli esercizi che s'imponeva no per l' uso delle armi a piedi cd a cavallo. Il periodo della Cavalleria e quello delle Crociate fecero tornare in onore gli esercizi fi.sici tendenti ad irrobustire il corpo, ed onorificenze e premi furono tr ibutati ai vincit ori di tornei e di ludi ginnastici, venendo tenute in alla considerazione le singolari tenzoni in cui facevano bella mostra le virtù particolari dei forti cavalieri. )'{a si trattava sempre di G. M. del tutlo asservita a particolari circostanze. I grandi capitan i di ventura coltivavano nelle loro compagnie specialmente lo sviluppo dei muscoli del braccio per il maneggio delle pesan ti armi bianche, e l'equitazione, limitata però anch'essa a quanto bastava per il combattimento corpo a corpo. )Je) secolo X VIII r itornò in vigore il culto della G. M . dapprima in G ermania, per merito specialmente di Giovanni Guths :Muths, che richiamò all'onore delle scuole la ginnastica, e coi suoi due libri « G innastica della Gioventù » e « Manuale di Ginnastica per i figli della patria J> iniziò corsi di G. M. come vera e propria preparazione alla carriera delle armi. In Francia, Rabelais M ontaigne e R ousseau propugnarono la necessità di dare alla gioventù una sana educazione fisica per prepararla ai cimenti di difesa della patria. E la Repubblica e )Japoleone I diedero impulso particolare alla G. M . All' indomani della vittoria di J ena (1806) per merito spe-

cialmente di Jahn (padre della ginnastica tedesca) fu spiegata particolare cura per la G. 1\1. onde preparar<; i soldati della rivincita. Più lardi nella SYezia venne in alto onore la G. M. col metodo Ling. In Francia, dopo la Restaurazione il col. Amoros ottenne dal Ministero della guerra di fondare un istituto di G. M. a Grenelle, trasferito poi a J oinYillc, che fu il primo abbozzo di Scuola mii. per l'educazione fisica. Oltre agli esercizi all'aperto della G. greco-romana, vennero in detta scuola par ticolarmente curati quelli di scalata ai muri, la salita su corde o pali, il volteggio sul cavallo di legno, ed altri di speciale importanza militare. Ad essi s'aggiun.sero quelli agli attrezzi della scuola svedese. Questo risveglio della G. M. venne preso in considerazione da rntti gli altri governi, e l'Italia non rimase indietro a questo. movimento. Dopo la creazione nella Svizzera di una

Esercizi dell'S• regg-. JJersagllcrt

scuola di G. M . costituita da un oriundo italiano, E nl'i-co Pestalozzi, nel I 850 il ministero della guerra sardodichiarava obbligatori fra gli esercizi_ militari quelli ginnastici. Da quell'epoca anche negli altri staterelli d'Italia si venne diffondendo l'idea di mettere fra le istru.zioni militari quella della G. M a dapprima. l'educaiionc ,fisica del· soldato e dell'ufficiale fu lim itata a quelle istruzi9ni complementari, come la scherma, il tiro, l'equitazione ed il nuoto, che non cosl.ituivano la base essenziale della G. M. Anche dopo la costituzione del regno, d'Italia, cioè dal 1866 al 1870, mentre venne introdotta nelle scuole medie l'istruzione ginnastica, e si fondarono palestre con attrezzi che svolsero gli esercizi applicandodi massima il sistema svedese, poco fu presa in considerazione la G. M. tantochè, sia nei reggimenti come negli istituti m ilitari, essa veniva svolta con crit!e_ri assai antiquati, ed affidata ai maestri di scherma: o ad ìstruttori non s pecializzati o diplomati. La grande guerra, colla imposta necessità di creare dei cor pi di afditi, mise in chiara luce l' importanza della G. M . pe1· tu tto il personale inquadrato e da inq ua-


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Palesi ra gtnnasllca nel poligono di e~erc 1ta,1on1 dl Montecchio Emllla

<lrarsi 11elle forze de llo Stato, e non soltanto per corpi specia!i come era avvenuto nel 1836 per la creazione dei bersaglieri, quando il L amarmora volle il ginnasiarca ,svizzero Obermann istrutto re. Su bito dopo la grande guerra. il governo pensò di trasformare la Scuola cen.trale d i sch<-rrna della F arnesina a Roma in Scuola di educ:izione fuica, dalla. quale potessero uscire i maestri di G. Jf. da inviare ai corpi onde impartire un'istruzione uniforme. Si fu incerti anche allora tuttavia se ])rendere Ull avvi:tlllCnto decisamente sportivo od w1 ·ritorno alla G . ~f. fonuale, malgrado che già nel 1918 :alcuni comandanti cli C. d' A. avessero istituito, durante

Ese<'clzl delln ~I. v . S. :'i. alla Farnesina

il periodo d'armistizio, scuo le e palestre p er la preparazione ginnastica delle loro unità. Colrawcnto del Fascismo (1922) che istituì subito l'Ente n az ionale per l'educazio ne fisica (E .N.E.F.) inte;o a dare il massimo sviiuppo cd importanza alle attitudini fisiche della gioventù, la G . .M. ,·enne a mettersi in prima linea fra tu lle le istru1.ion i m ilitari. E COt\ successivi m iglioramenti si è andato perfezionando il concetto della nuova G. l,f., che oggidì ha il compito essenziaie d i rendere il cittadino fisicamen te e moralmente atto alla guerra. L 'ultimo regolamento ( 1928) d ifat ti sulla G. M. prescrive che essa proceda di pari passo coll'istruzione tecnica e tattica individuale e collettiva; sviluppi ed accresca le attitudini fisiche del soldato con metod ica progressione; elevi nell'individuo le qualità morali, così ncc~ssar ie in guerra, infon dendogli soprattutto un sicuro s(!llso di fiducia nelle proprie forzç, e spiccate doti d i arditezza; susciti la passione per gli eserc11.1 fisici. in modo che tutt i i m ilitari si sentano spin t i a colt ivarli anche dopo torn ati a lla vita civile. La G . Nf . modern a ha un indirizzo comune a tutte le armi; ma nell'indirizzo pratico de ve ispirarsi alle finalità p r atiche particolari di ogni specia lità. L 'esempio deve scen dere da ll'a lto, e di conseguenza ufficiali e sottufficiali istnnlori devono esse re in g rt1;do d i mostrare come si eseguiscono i diversi esercizi, e di infondere la passione e la convinzione per la G. ,lf. L'addestramento, pure avendo in genere carattere individua le, comprende anche istruzion i d'assieme, e tende per conseguenza alla. coord inazion e delle volontà singole a scopo comune. )falgrado questi esercizi d'assieme è esclusa ogni vana coreografia ed ogni forma lismo. Carattere particola re dell'a ttu ale G. M . è quello di avere slancio, scioltezza ed ardi re. Date qu.:ste cli l'Cttive, i comandanti de i singoli corpi han no la piena li bertà di adoperare tutti i mezzi più a datti p er conseguire lo scopo, e devono solo uniformarsi al programma generico, il quale comprende quattro pc.iodi : G. metodica; G. di applicazione; Esercizi sportivi ; Giuochi a carattece di competizione. Ogni corpo d eve disporre d i una o più palestre scoperte e d i u n:t cop erta; inoltre di un campo sportivo (sta dio). Alla fine d i ciascun periodo sono prescritti ,esperimenti finali di carattere individuale e collettivo. D a u ltimo si svolge u na ga ra reggimentale. Seguono poi ir. genere gare sporti ve pa.rticola ri fra corpi ed a rmi diverse, così da· stabilire quella. nobile gara emu-


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lativa che tende ad appassionare la gioventù. L e squadr~ ginnastiche mii. intervengono a~che nel_le manifestazioni sportive borghesi, e nelle gare mternazionah. Date però le brevi ferme il governo .fascista ha compreso che ht G. M. non poteva portarsi al grado voluto di perfezionamento senza una congrua preparazione nel periodo prem ilitare tanto p iù che durante il servizio sotto le armi molte a'itre istruzioni tecniche assorbond le attività del soldato. Istit uì per conseguenza i corsi di istruzione prem ili tare con p reparazione a deguata alla G. M., affi. dandone l'incarico alla :tvl.V.S.N., che coordina e promuove le fresche energie fisiche e morali delle nuove generazioni, .fino dalla loro iscriz ione nei Balilla, perf<:• zionandole negli Avanguardisti e portandole ad una discreta efficienza quando entrano nelle file dell'esercito e dell'armata. Ginnoto. :--ome che venne dato alla torpedine di grande potenza, costruita per stare appoggiata sul fondo dell'acqua, o ancorata a profondità maggiore di quella dell'immersione delle navi, ed azionata a volontà da osservatori situati a terra.

Ginocchi a (Convergenza e divergenza delle) . Sono deformità dell'articolazione femoro- tibialc, consistenti o in una incurvatura all'interno di essa in modo da presentare 1m angolo aperto all'esterno, il cosidetto ginocchio valgo, che, quando esiste in ambedue i lati dà luogo alla gamba ad X; ovvero i11 una incurvatura all'esterno, il cositlctto ginocchio varo, ga.mba a sciabola, gamba ad, O . Tali deform ità sono di solito di origine rachitica, ma posso~o rappresentare anche gli esiti di pregressi traumi (frattura dell'estremità. distale del femore o dell'estremità prossimale della tibia guarita con callo deforme, ecc.). Ai sensi dell'art. 99 dell'Elenco A delle imperfezioni e delle infermità riguardanti l'attitudine fisica al ser vizio militare, è causa di inabilità. assoluta la note,•ole convergenza o divergenza delle ginocchia. Ginocchiello. L'altezza dell'asse dell'arma rispetto al suolo. Il G. limita l'altezza di un parapetto o riparo al settore orizzontale d i fuoco dell'arma stessa. G ., o Gi11occhietto, venne chiamata l'antica arma difensiva ciel ginocchio la quale riuniva il cosciale allo schi11iere. Il G. si com pone di una parte arrotondata cl1e copre la rotu la e finisce dalle pa rti esterne a guisa di ala d i farfalla, e di quattro lame articolate, due sotto e due sopra la parte arrotondata. Nel sec. XVII era unito al coscia le. Ginocchi o (Jfo,dio). Ufficiale di marina n. alla Spezia nel 1876. Andò in P . A. nel 1914. Ideò le toqietlini da rimorchio che portano il suo nome, e consistono in una specie di cilindro affusolalo alle due estremità e contenente all'interno una carica di scoppio d i 30 o 40 kg. di esplosivo. La torpedine è munita di alette portanti a guisa di aquilone. E' collegata alla nave mc-

d iantc un cavo d i rimorchio d i lunghezza variabile. In mare galleggia fin che la nave è ferma, ma, quando si melte in moto, la torpedine, per effetto delle sue alette,

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- · .\,,,pedini di n>tldo.

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si immerge a profondità d i 4-5-8 metri a seconda della ve locità. Un dispositivo pern1ette all'arma di attivarsi soltan:o quando è immersa al disotto dei 4 metri, vale a dire che soltanto in questa posizione il percuotitoio che trovasi nell' interno della torpedine può funzionare. Quando la torpedine urta contro un ostacolo, subisce una forte d iminuzione di velocità: allora jl percuotitoio per inerzia va ad urtare contro una capsula e la torpedine esplode. Quest'arma è spe1: ia lme n te 01nocchlello (sec. XIII) usata dalle navi leggere d i superficie (mas, torpediniere e cacciatorpediniere) che hanno una pescagione inferiore a i 3 metri. Avvistando il s1Jt11t11ergibile, l'u nità vi si precipita sopra e, senza urtare il battello (che in generale è ad immersione superioi e a i 3 metri) lo oltrepassa., ma la torpedine, che t rovasi a maggiore p rofondità, urti!. contro lo scafo, esplode e lo fa affondare. Con la tofPedinc si sono appunto verificati affondamenti di sommergibili austriaci da parte di torped in icre italiane.

Ginocchio Ramiro. Yledaglia d'oro, n. alla Spezia, m. sull'altipiano carsico ( 1879-1916). t:fficiale di carriera, f tt lungamen te in colon ia, ove, in un comb:tttimento con ribelli somali, fu gravemente ferito e decorato di mcd. d'argento. Partecipò quindi alla campagna libica, r imanendo ancora ferito e guadagnandosi due a ltre ricompense al valore. Venuto alla fronte italiana nel giugno 1916 ed assegnato al 73° regg. fanteria non tardò a segnalarsi nella presa ciel Nad Logem (agosto 1916), durante la quale azione ancora una volta dette un tributo di sangue alla Patria. Nel settembre, essendo state riprese le operazioni offensive, benchè non fosse ancora completamente ristabilito dalla ferita, volle essere al nuovo posto di combattimento, davanti al Veliki-

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Torpedine « lilllO('Cll lO »

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Hriback, e là, iniziatosi appena l'attacco, trovò morte. gloriosa, che aveva forse sognata. Alla memoria di lui fu conferita la suprema d istinzione al valore con questa motivazione: « Già proposto per la_ promo2,ione a scelta per merito di guerra perchè in otto giorni di operazioni sul Carso fu mirabile condottiero del battaglione ed esémpio predaro di coraggio e tenacia, il 14 settembre, ferito ad un piede nelle priine azioni, soltanto a sera consentì di farsi med icare, rimanend o al suo posto. Dopo il bombardamen to per la conquista di forti e muniti trinceramenti nemici, attraversò alla testa del battaglione il varco del reticolato, r iuscendo a catturare con fulminea irruzione un' intero battaglione- avversario. Nelle successive giornate di operazioni, ancora in attesa di conseguire la meritata ricompensa della J.Jromozione a scelta, benchè non ben guarito .dalla ferita, fu saggio condottiero del p ropr io battaglio11e nelle opere di offesa e cli difesa, e, il giorno della avanzata generale, sprezzante del pericolo, nella fiducia che il suo slancio avrebbe ottenuto ciò che non erano riuscite ad ottenere n umerose artiglierie e bombarde si gettò, alla testa della prima orn;lata cli attacco, contro i reticolati e le trincee nemiche ancora intatte, rimanendo fulm inato a poca d istanza da esse: fulgido esempio delle p iù elette virtù militari >> - (Veliki H ribach, 14 settembre 1916).

Ginoccbio namiro

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Giofra. Oasi della Libia a 250 km. dal golfo sirtico, con circa 10.000 abitanti, comprendente i centri di Socna., _Hun e Uacldan. Occupata per breve tempo dalle trupJ.Je italiane poco prima della guerra. mondiale, fu abbandonata nel 1915 e rioccupata nel 1928 senza colpo fer ire, da una forte colonna agli ordin i del generale Graziani. Giogo. Valico dell'Appennino (m. 870) che dalla valle d..!1 fiume Sieve, per Scarperia, mette in comunicazione f iTenze con Imola. Gioia. Così chiamato un rinforw circolare di metallo che si metteva nelle artiglierie antiche alla bocca ed alla culatta del pezw. Gioia. Melchiorre. Scrittore piacent_ino (1767- 1829). Fu nominato stor iografo ufficiale della Re].Jubbl ica C isalp ina. E' universalmente n ota la grande importanza delle r icompense quale mezzo discipliJ1are nel governo delle forze armate, in p.ice e in guerra. E il G. è qui da r icordarsi appunto per il vasto e profondo contributo eia lui apportato, mediante l'opera « del merito e delle ricompense)), alla conoscenza razionale compiuta, storica e psicologica, di sihiile mezzo. Tale opera, pubblicata nel 1818-19, ebbe m,nnerose edizioni; però, disgraziatamente, poca risonanza nel campo militare, dove, per.tanto, si continuò lungamente a procedere nella valutazi.one del merito , e conseguenti ricompense, secondo una dottrina eccessiva mente empirica e sommaria. (V. Rico-mpe1i,se).

Gioia Melcbtorre

Gioardi (Vfocemo). Fonditore d'artiglierie del sec. XVI, genovese. Gettò i cannoni che armarono la Rocca Paolina di Perugia, ammiratissimi per la perfezione ed eleganza della forma. I suoi figli Gregor·io e Battùta, e a ltri membri della famiglia, furono pure valenti fonditori. Giocondo (Fra Giovanni G . da Verona). Ingegnere mii. veronese ( 1435-1520). Fra le sue OJ.Jere sono da ricordare le fortificazioni di Treviso, eseguite nel 1509. L asciò qu alche scritto di commento· ad antiche opere militari. I

Gioeni (R eggimen to). O rganizzato nel 1714 in S icilia, con Siciliani. Prese parte alle operazioni nell'Isola nel 1718 e fu sdolto in detto anno. Era sta to organizzato dal colonnello Ottavio Gioeni, che morì nel 173!!, maresciallo di campo del re ,Carlo III d i Napoli.

Gioffredo (Cristoforo) . Capitano generale delle galere sa baude, chiamato a q uesta carica nel 1467 dal Duca Ludovico. Ripetu tamente sconfisse i p irati moreschi e catalani, allora preponderanti su l mare. - Un Pietro G . ( 1629-1691) fu Gran maestro dei Cavaljeri d i San Giovanni e ne comandò le galere.

Giolitti Davide

Gloppi An'tonio

Giolitti (Davide) . Generale, n. nel 1825, m . a Torino nel 1895. ~ottot. dei bersaglieri nel 1848, meritò ad Aspromonte la croce d i uff. dell'O. M. S. ed a Custoza la menzione onoJ·evole. Ten. colonnello del 40° fanteria, 11el 1870 alla presa di R oma rimase ferito e fu decorato della med. d'argento. Colonnello nel 1873, ebbe il comando del 3• regg. fanteria e nel 1880 passò al. comando superiore dei d istretti della div-is. di Verona. Magg. generale comandan te s uperiore dei · distretti della d ivis. di Palermo nel 1881, ·andò in· P . A. nel f883 e qualche anno dopo passò nella riserva. Giongo ( Cesare). Generale, n. nel 1865. Sottot. nel 1886, percorse la carriera nel commissariato m ilitare, divenendo colonnelto nel 1917. F u d irettore d i comm issariato a Bologna; nel 1923 andò in P. A . e nel 1927 fu promosso magg. generale. Gioppi d'i Turkeim (Antonio). Generale, m. a Forlì ( 1846-1925). Sottot. d'art. nel 1866, fu poi in Eritrea e nel 1898 andò in P. A. col grado di ten. colonnello. Nella riserva d ivenn e colonnello nel 1903 e magg. generale nel 19 14.


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Gioppi conte Attton-io. Medaglia d'oro, n . a Sermide caduto sul Pasubio (1863-1916). Ufficiale in servizio attivo, aveva iniziato la carriera quale sottot. di fanteria nel 1883. Passò, poi, col grado di capitano, negli a lp ini, rimanendovi foio alla sua morte gloriosa, salvo una br~ve parentesi, ourante la quale comandò il 70° regg. fanteria. Ufficia le di grande valore e di straordinaria abilità a lpina, si segnalò in numerose occasioni, guadagnando una med. d'argento ad Oslavia e la croce dell'O. M. S. per la valida resistenza opposta al nemico in Val Posina nel maggio-giugno 1916. Al comando del 6° gruppo alpino nelle operazioni dell'autunno 1916, nella zona del Pasubio, dette ad esse tutto il contributo della sua esperienza e l'impulso più vigoroso. Durante un intenso bombardamento austriaco, il 13 ottobre, al D ente del P_asubio, non avendo voluto allontanarsi neppure un momento dal s uo posto di comando, fu colpito da una granata nemica, ed il giorno dopo moriva. La motivazione della medaglia d'oro dice: « Comandante di gruppo alpini, -impresse alle sue truppe tale slancio, e col suo grande ascendente morale trasfuse in esse tale ardimento, che, non ostante le gravi difficoltà, trionfa.va della fiera resistenza di un nemico in forze e dsoluto, conquistando importanti posizioni, ed affermandovisi. Sprezzante d i ogni pericolo, seguendo da presso le colonne moventi a i sanguinosi attacchi, pronto ad intervenire di persona quando le circostanze lo chiedessero, il 13 ottobre, al suo posto di comando, battuto da micidia le fuoco avversario, cadeva mortalmente colpito da una granata nemica >l. (Monte Pasubio, 9- 13 ottobre 1916).

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il suo valore personale nel c_o mbattimcnto, nelle opirazioni d' importanti posizioni condusse con gagliarda energia e tenace volont~ di ·vincere, le truppe a lui affidate, tanto che queste dietro il suo impulso e la sua illuminata azione di comando, ottennero ottimi risultati >>. (Monte }.frzli e Vodil, 21-30 ottobre 1915) , « A capo di numerosi reparti a lpini rinforzati da artiglieria di vario calibro, guidava in alta montagna un'arditissima operazione espugnando due linee fortissime per natura e per arte ed infliggendo al nemico gravi perdite>>. (Adamello, aprilemaggio 1916).

Giordana Carlo. Generale, n. a Genova nel 1871. sottotenente di fanteria nel 1891, frequentò la scuola di guerra e partecipò alle guerre eritrea e libica. Prese parte a tutte le campagne contro l'Austria ~ le iniziò n el 1915 quale primo comandante del 116° regg_ fanteria. Comandò in seguito il 7° regg. fanteria meritandosi a: Castagnevizza la med. d i bronzo. )!°e] 1918, quale colonn ello brigadiere, ebbe il comando della brigà t-a Friuli che condusse nella vittoria fin ale. Andato in P . A. S. nel 1920, venne nel 1924 promosso generale di brigata in

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Giorg-i cle Pons Roberto

Glorctana Carro

Clior<lano-Orsinl Vine.

Giordana (Carlo). Medaglia d'oro, n. a Moncalieri caduto sugli Altipiani (1865-1916). Iniziata la carriera m ilitare quale sottot. di fanteria, dopo aver frequentato i corsi della Scuola di Guerra passò negli a lpini, n ella quale specialità rimase fino a quando, ancora ten. colonnello, gli fu affidato il comando di un regg. di fanteria di nuova formazione alla testa del quale entrò nella g,te'rra italo-austriaca. Poco dopo però ritornò negli alpini e fu gloria del 4° rcgg. P rima nella zona MrzliVodil e poi sull'Ad amello guidò ardite e fortunate azioni al p ine, -per le quali fu decorato della med. d'oro. Nominato, in seguito, colonnello-brigadiere, ebbe il comando della brigata Benevento e combattendo valorosame11tc in mezzo ai s~oi fanti cadde ucciso da una granata ;1emica iL 23 giugno 1916 sul mont~ Cucco delle Mandrielle. Dopo la sua morte gli fu conferita una med. d 'argento. Ecco la motivazione della medaglia d'oro: « Costante e fulgi<lo esemp io d elle più alte vinù m!litari, risoluto, energico e di magni·fico stimolo a tuiti per

Gro

G1orglo H d'Inghi lterra,

Giordano Orsi ni ( Vincenzo). Generale, n. di Bracciano (1817-1889). Uscì dal Collegio mii. ' di Napoli e prestò servizio nell'esercito borbonico. Abbracciate le idee liberali, partecipò a lla rivoluzione del 1848 in Sicilia, alcomando dell'artiglieria. Esulato in Tmchia, fu colonnello dell'esercito ottomano. Chiamato da Garibaldi, partecipò alla spedii;ionc dei M ille come comandante dell'ar- · glicria e abilmente ingannò i Borbonici trascinandoli verso ,Corleon~ mentre Gari ba.ldi entrava in Palermo. Garibaldi lo nominò allora ministro della Guerra e Marina. Passato nell'esercito regolare, fece la. campagna contro il brigantaggio a l comando della brigata Abruzzi e quella del 1866. Infine fu nominato Ispettore generale della Guardia Nazionale della Capita11ata. Era insignito del1'0, M . di Savoia. Come scrittore, si dedicò ad argomenti non militari. G!orgett! (Nicolò). Generale, n. nel 1850. Sottot. di fanteria nel 1868, frequentò la scuola di Guerra e passò nel cor po d i S. -M . Colonnello nel 1895, comandò il 33° regg. fanteria e poi il distretto mii. di Novara, In P. A. nel .1907, di','.ennc nella r iserva magg. generale nel 1912. Nel 1923 assunse il grado di generale di divis ione. Giorgi de Pons (Roberto). Ammiraglio, n , a Firenze nel 1869, allievo della R. Accademia navale nel 1881,. promosso contrammir. nel 1916, collocato in P . A. ne( 1920, promosso vicc-ammir. nella R. N . n el 1920, nominato ammir. di squadra in A. R. Q_ nel 1923. P rese


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parte alle campagne d'Africa, i ta lo-turca, mondiale e comandò la R. Accademia navale nel 1917. Ha pubblicato: « I Gr:indi N a vigatori Italiani J).

Giorgio (Forte) . Loca lità del C;rnad à, sul lago Ontario, presso la foce dell'emissario dell'Erié. Sulla fine di maggio del 1813, durante la guerra anglo-americana, era occupato da numerosa. guarn igione inglese. Di fronte a.Ila posizione, e sulla sponda americana, era situato, a tiro di cannone, il forte N iagara. Il 26 ebbe luogo fra le due posizioni un violento sca1nbio di cannonate; l'indomani mattina gli Americani, forti di 4000 u. a l comando del gen. Dearboni, divisi in tre brigate e una avanguardia, sotto la protezione delle navi del commodoro Chauncey, dopo aver respi nto gli Inglesi che difèndevano la riva, riuscirono a passa.re il fiume 11ei pressi del forte. Incalzando poi da presso il nemico, lo sgomina rono al punto che gli Inglesi, vista perduta la partita, abbandonarono il forte dopo d i a vere dato alle fiamme •i magazzini. Caddero degli Inglesi 268 u. fra morti e fer iti ; 615 furono i prigionier i. Da parte degli Americani si ebber o 147 fra morti e feriti. Giorgio (San). Patrono dei Cavalieri, e, secondo la leggenda principe di Cappadoc ia e p rode cavaliere, vincitore del Dragone. Mor ì martire della fede cristiana sotto Diocle-. ziano. (Per gli ordini cavallereschi, V. S. Giorgio). Giorgio II. Re di Gran Bretagna e Irlanda (J.683- 1760). Succedette nel ! 727 a.I padre Giorgio I; combattè contro g li Spa-1 gnuoli e nella guerra di successione d'Austria fu alleato di Maria Teresa; domò la rivolta di Carlo Emanuele Stuart. Fondò il Museo Br.ita.nnico. Givrgio Des Geneys. Sommer0 gi bile, varato nel 1928, !UJ1ghezza m. 68, larghezza 6,88, dislocaSan Glorglo mento in emersione 860 tonnel(de l lllan tegna) late, in immersione 1058, macchine 2600 kw., velocità nodi 17,50 in emersione e 10 i n in1111ersione, autono1nia 6000 miglia, ar mamento I - 102 e 6 lanciasiluri.

Giornale d'artiglieria. Nacque nel 1861 a cura del « Comitato d 'artig lieria>> (corrispondente all'odierno Ispettorato d'art.), qua.le notiziario u fficia.le per quanto riguardava l'arma. N el 1862 si sdoppiò in una Parte I (ufficiale), che comprendeva tutte le dispc)sizioni 1·iguardanti l'arma, emanate dal ministero della gucrra, e una Parte II (non ufficiale), dove si pubblicavano articoli, studi, proget ti, ecc., di indole artiglieresca. N cl 1863 nacqua il gemello « Giornale del genio»; nel 1874 i due giornaii s.i fusero in un (< Giornale d'Artiglieria e Genio >) (così come si erano unificati i Con1itati d' artiglieria e genio), diviso anch'esso in Parte I (ufficiale) e Parte II (non ufficiale). Dal « Giornale d'Artiglieria e Genio >l, attraverso varie vicende, trasse origine l'attuale « Rivista. d ' Artiglieria ,e Gen io ii. Giornale del Sol.dato. Fondato nel 1899 dall'allora capitano (poi generale) Giuseppe Lo Monaco Aprile, che

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ne è stato e ne è ( 1929) il direttore. E' scrit to in forma ))iacevole e p iana, illust rato, esaltante le virtù guerriere e patriottiche. Vi scrissero i generali ·Carlo Corsi, Domenico Guerrini e Sironi, Zanelli, Besàzzi, Pollio.

Giornale di bordo. E' u n documento ufficialmente prescritto, da tenersi a bordo d'ogni nave da guerra e mercantile, e, per la convenzione internazionale aerea di Parigi, d'ogni aeronave; documento che ha grandissima importanza, poic_hè è giuridicamente rilevante, come pro-' va, in ogn i i nchiesta. o giud izio, per avvenimenti d i cara ttere militare, marinaresco, disciplinare o giudizia rio . E ' quindi persor1almente vigi lato da.I comandan te della nave, il quale ha l'obbligo cli vistarlo giornalmente, ed è comp ilato e firmato dagli ufficiali di guardia . Esso deve contenere tutti gli elementi della navigazione, cioè rotta, velocità e aspetto della n ave, for za e direzione del vento, condizioni del ma're, temperatura , nav i e punti della costa avvistati, e tutti gli avvenimen ti di speciale rilievo che avvengono a bordo o in mare in vista da bordo: a mezf.ogiorno vi si annota il pun lo cli latitudine e longitud ine in cui la nave si trova. Sulle navi da guerra il G. di bordo prende anche i l nome di << giornale di ch iesuola l), perchè è conservato sul palco di comando presso la chiesuola della bu ssola; oltre a questo debbono anche tenersi i giornali di macchina, dei cronometri e dei segnali. Sulle navi me.rcantili, tra i recapiti della nave, dopo le carte di bordo cioè l'atto di nazionalità " il ruolo d'equipaggio, il G. di· bordo, cbe p rende il nome d i (< giornale nautico», è il docu mento più importante, al quale la legge conferisce carattere di atto pubblico, ed è obbligatorio per le navi d i stazza superiore alle Sil tonnellate. Giornale di Cassa. E' un documento che d imostra cronologicamente tutte le operazioni cli cassa e tutti i movimenti contabili. Nelle amministrazioni dei cor p i e istituti e stabilimenti mii. è tenuto personalmente eia.I direttore dei conti. Anche i d istaccamenti, oltre a.I G. di contabilità, tengono un apposito G. d i cassa e t utti gli altri registri e documenti all'uopo necessari. I n questo caso è l'aiutante maggiore in seconda che esercita. le funz.ioni d i ufficiale d i contabjiità sotto la responsabilità del comandante del d istaccamento. Il G. di cassa dei corpi è t rimestra le, riunendosi prima o poi i quattro fascicoli di ogni esercizio in un u nico volume; ma, oltre alle ch iusure eventuali, ha una chiu sura per iodica mensi le per la verifica delle casse; quello invece dei distaccamen ti è mensile e tu tte le sue risultanze devono essere riportate- sul G. di cassa del cotpo. Il G. d i cassa è suddiviso in divers i conti.: Cassa di xiscrva, Cassa corrente, Distaccamenti, Fondo scorta e conti particolari, O perazioni di bilancio dell'ese,rcizio scaduto, Proventi, Anticipazioni e rendiconti, Applicazione ai capi toli nei vari conti. I documenti che dànno luogo ad operazio-n i di cassa sono dal capo dell'ufficio d'amministrazione rimessi ai diret tore dei conti, il quale, accertatosi della loro regolarità, vi appone il visto e compila, secondo i casi, l'ordine di r iscossione o l'ordine di p agamento. Eseguiti j pagamenti o le riscossioni e, in ogni caso, lo s tesso giorno, l'ufficia.le pagatore restituisce g li ordini di riscossione o d i pagamento al direttore dei conti, il quale si accerta specia lmente della regolarità delle quietanze, uni-

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sce agli ordini i documen ti· giustificativi e completa. le registrazioni del G. d i cassa, imputando le somme riscosse J pagate a lle rispettive colonne.

Giornale di Co11tabil:ità. La contabilità di compagnia comprende e d imostra tutte le operazioni am~inistrative contabili che si conwiono nella compagnia. Essa è rappresentata dal G. di contabilità e dai documenti che v1 s i riferiscono. I l G. di con tabilità raccoglie, annota e riepiloga tutte le variazioni della situazione <>iornaliera e quindi la loro ripercussione sulla forza e su;li assegn i: p er poter dare mensilmente conto della gestione economica del reparto. Gli uomini ed i quadrupedi aggregati e gli uomini foori for~a sono considerati, rispetlo al trattamento e· a i conti cli compagnia., come se vi fossero effettivi. Gli uomini presi a sussistenza, cioè quelli che temporaneamente vengono, per speciali motivi di servipassa.ti da una compagnia all'altra dello stesso corpo, ricevono, d alla compa.gnia pxesso cui prestano servizio, soltanto l'assegno giornaliero cd il vi Lto. Il G. d i contabilità è tenuto da tutte le compagnie e dai reparti corrispondenti, ed ancbe dai plotoni distaccati, ma gli uomini per questi ultimi sono considerati come aggregati dal reparto o corpo cui sono effettivi. I l G., lenendo con to della forza e delle sue variazioni, serve a stabilire gli assegni e le somministrazioni dovute h1 ogni s ingola giornata. Esso è tenuto sotto la sorveglianza e I.a responsabilità del rispett ivo comandante, dal sottufficiale a.d detto a.Ila contabilità del reparto. Viene iniziato a) 1° di ogni mese e deve essere r imesso all'ufficio d'amministrazione entro i primi cinque giorni successivi alla · scadenza del mese stesso, dopo che il comandante del reparto ha a pposto la .firma. in tutti i suoi quadri. Il G. di contabilità si compone d i un frontespizio e di dieci quadri: nove sono destùiati alla compagnia ed uno viene riser vato all'ufficio d'amministrazione. Sul fron tespizio del giornale trovasi la dimostrazione del fondo permanente esistente al 1° del mese, le sue eventu ali va.ria.zi_o~i ~vvenute durante lo stesso mese, allo scopo di s~ab1h re 11 suo ammontare a.Ila 1Ìne della gestione e pel riporto al successivo mese. Il fondo permanente è rappresentato da una somma data in consegna al comand~nte di compagnia., onde permettergli di poter pagare d1rett~mente i vaglia diretti ai milita ri del p roprio reparto; d1 poter soddisfare di paga, soprassoldi, indenn ità va.rie, i milita ri che per ragioni varie dovessero lasciare nella decade temporaneamente o definitivamente il repa~to ; di corrispondere il supplemento vitto a quei militari che per rag ioni di servizio non han no potuto consumare il rnnci? presso il proprio reparto, ecc. L'asscgnaz10ne ordmana del fondo permanente è fatta da ll'ufficiale gestore; la sua reintegrazione avviene p ei·iodicamente su presentazione all'ufficio cas&'l di specia li riepiloghi. I quadri del giornale di contabilità sono: a.) posizione del· reparto nei singoli giorni del mese· b ) ruolino degli ufficiali (esso è nomina tivo e nu~ 111erico; • e) è diviso in quattro d istinte parti e precisamente: 1) ruolino dei sottufficiali, caporali e soldati e conteggio dell'assegno giornaliero e della indennità e soprassoidi per sen,izi e posizion i specia li ; 2) riepilogo degli assegni sul ruolin o; 3) riepilogò numerico della forza risultante d~l ruolino all'u ltimo giorno del mese dopo le variazioni della giorn ata.; 4) d imostrazione numerica giornaliera della forza c!ei sottufficiali, caporali e soldati;

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d) si diyide in due parti: 1) ruolino dei quadruped i di ufficiali e truppa; 2) dimostrazione numerica giornalier a. della forza dei quadrupedi; e) variazioni giornaliere riguardanti gli ufficiali, i sottufficiali, i capor ali e soldati, i quadrupedi di ufficiali e truppa; /) assegni personali dovuti a.i sottufficiali, caporali e soldati; g) conto del pane e dei viveri ; h) assegni in cont a11ti pel vitto ed indicazioni va.rie relative al vitto; i) conto dei debiti dei sottufficiali, caporali e soldati. Giornale di Medicina Milita.re. E' il giornale del Corpo Sanitario del R. Esercito e viene pubblicato dal Ministero della Guerra (Di-rezione Generale d i Sanità Militare) . La p1oposta di fondare un giornale che potesse stimarsi l'organo del Corpo Sanitario d i tutta l'armata. fu fatta dal medico di reggimento barone Catullo Rogier de Beaufort in tlna con.ferenza scienti-fica. tenu tasi il 20 febbraio 1851 p,·e,sso l'ospedale d ivisionale d i Chambery. L'idea fu accolta con entusiasmo cd approvata. da tutti gl'intervenuti. I l presidente, medico divisionale Comissetti, se ne fece strenuo propugnatore presso il Consiglio superiore di sanità cd in p articolar modo presso il suo ilh.1stre ca.po sen. Alessandro Ribcri. Questi, che già da lungo tempo aveva avuto la stessa idea, ne fu valid iss imo ed autorevole sostenitore presso i I ì'v1inistero della Guerra, il qua.le con d ispaccio dell'll luglio 1851, accordò la debita sanzione. Il R iberi dette al giornale il suo prezioso appoggio morale e materiale, pubblicando pregevolissime memorie ed elargendo un generoso contributo pecuniario. Il primo numero uscì il 28 luglio 18St col titolo d i cc Giornale di medicùia militare del corpo sanita rio dell'armata sai-da» e la pubblicazione fu fatta periodicamente ogni settimana, in otto pagine. Il giornale, come era detto nel programma, aveva lo scopo « di mettere in mutua relazione gli sparsi figli della famiglia medico-militare e rendere profittevoli i frutti delle conferenze scientifiche tenute negli speda.li militari d ivisionali, pu bblicandone i processi verbali, le storie delle malattie e tutti i lavori scientifici in dette conferenze comunic~ti, non tra.lasciando in pari tempo di trattenersi sugli interessi generali del Corpo sanitario e su lle riforme che p()ssono chiamarsi utili a l buon anela.mento del servizio sanitario dell'armata,,. Duran te la guerra cli Crimea la pubblicazione del giornale fu interrotta per circa un anno e mezzo. D urante il conflitto mondiale ( 1915- 1918) non solo non subì interruzioni, ma ebbe graJ1de increm~nlo per l'ingente numero di lavori da pubblicare, per cui il numero delle pagine fu sensibilmente atUnentato fmo ad oltrepassare te 1100 pagine per ciascuna annata dal 1915 al 1919, accogliendo lavori anche dei professori universitari accorsi sul teatro della guerra. 11 titolo subì le seguenti modificazion i: « G iornale di medicina militare >> ( 1885-1888) ; « G iornale "medico del R. Esercito e della R. Marina» (1889-1895); « G iornale medico del R. Esercito>> , ( 1896-1907). Successiva.mente gli fu ridato il titolo di cc Giornale di medicina milita.re i> che -porta attua lmente. Sulla copertina del periodico è r iprodotta in u n · semplice medaglione la nobile effige di • Alessandro R iberi.

Giorn.ali d·i trincea. F urono detti così i giornali improvvisati in zona di guerra, più spesso a mezzo d i poli-


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grafi, più raramente a stampa. Emanarono da piccole unità come da grandi, a seconda dei mezz i e dell'attitudine dei giornalisti di professione o di circostanza che se ne occuparono. Fra essi ricorderemo : Il T rentino, La Scarica, Vittoria ', Cecco Beppe, Il Ragno, L'Elmetto, Il Ricordevole, La bomba a ma.no, La bomba a penna, Il Fante di bastone, Il Tascapane, La Marmitta, Il Grnppa, L'J\.stico, ccc.

Giornale Militare Ufficiale. Periodico p ubblicato dal Ministero d ella Guerra. E bbe inizio nel 1849 « per agevolare all'EserciUlllc!o d! rcclaz!one to ed alle ammin istrazioni del g-tornale ~ La Scarica » m ilitari e marittime la co;gnizione delle disposizioni che reggono la Milizia e la Marineria)). Per la Mar ina in seguito fu pubblicato un apposito << Foglio d'ordini». Nel 18S1 la materia del G. M. U. venne divisa io tre parti : la p~ima, contenen te le leggi, i decreti, le istruzion i, i regolamenti ; la seconda, contenente le circolari e le decisioni speciali del Ministero ~ delle amministrazioni da esso d ipendenti, nonchè i giudicati dei magistrati in mate.ria penale militare; la terza, infine, con tenente il et Bollettino delle nomine e promozioni)).

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Giornata campale. Quando p;tevasi risolvere una guerra in poche ore, con una battaglia decisiva, o anche .quando uno scontro aveva grande importanza, era chiamata G. campale quella che s i riferiva all'avveniment(}. Dkesi di G. il sottufficiale o caporale avente speciali mansioni, d i cui è detto alle singole voci dei gradi cui tali mansioni s i riferiscono. Giornata di fuoco . E' unità convenzionale di misura, cspre._<;Sa in numero d i colpi per pezzo, alla qu ale si riferisce l'entità delle dotazioni o del consumo medio giornaliero di munizioni presso le unità d'artiglieria.

Giornico. Borgo del Canton Ticino, presso Bellinzona, su l Ticino e su lla strada del dottardo. Fu in anti-co fortificato. · I. Combattimento di Giomico ( 1479). Appartiene alla lotta fra gli Svizzeri e il Ducato di lY.l;iJano. I p rimi,' chiamati dal papa Sfato IV, nel novembre 1478 scesero dal San Gottardo in numero di circa 10.000; incontro a loro s i fece il conte Marsiglio T orelli, con ci.rea 15.000 u. di milizie sforzesche, e gli invasori ripassarono il Gottardo, lasciando 600 u. a presidiare G. Questi, ~omandati da Enrico T roger, deviarono il T icino allagando la piana ( gennai~ 1479); nella notte l'acqua si convertì in ghiaccio. e la cavalleria milanese a rrischiatasi in quel luogo e quivi assalita dai montanari svizzeri provveduti di chiodi da ghiaccio nelle calzature, non potè manovr ar e e venne sopraffatta. 1500 milanesi furono uccisi e molti fatti prigionieri : gli Svizzeri catturarono ino)tre parecchi pezzi di cannone, che servirono a munire le fortificazioni d i G., tanto che il Torelli dovette battere in r itirata. II, C01nbattimento d·i Giornico ( 1799). Appartiene a lle guerre della R ivoluzione francese. G. era occupato da

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2000 u. della d ivis. di Lecourbe, i quali furono attaccati da un corpo austriaco comandato da Haddick (27 maggio) e sconfitti. Il combatt ìruento costrinse i Fra.11,cei,i ad abbandonare la strada e il passo del Gottardo.

Giosberto (Fra). Gran maestro dell'Ordine di 1'falta, che governò d a l 1 ! 69 al 1179. Appoggiò con le forze del-

l'Ordine i Crociati e prese parte valorosamente alla battaglia d i Ascalona. Morì a Gerusa lemme.

Giostoff (Costantino). Generale bulgaro (1867-1916). Comandò la scuola allievi ufficiali e nel 1912 fu capo d i S . :M. della III armata. Promosso generale nel 1916 fu ca.po di S. M. dell'esercito in guerra e morì a causa d i un'infezione. Giostra. Fu detto anticamente l'armeggiare con la lancia a cavallo, correndo un cavaliere contro ·l'altro collo scopo _di scavalcarsi a vicenda. Le lance, all'urto, quasi sempre si rompevano ( da ciò il correre g-iostre e r0111pere lance) qualunque fosse stata la solidità della loro asta. Giova (Gen.na,ro). Generale, n. a Gaeta, m . a Napoli (1860- 1926). Sottot. di fanteria nel 1879, divenne colonnello nel 191 1 e comandò il 39° regg. fanteria.- •M agg. generale nel 1915, entrò in guerra contro l'Austria al comando della brigata Benevento e po i passò a lla brigata Ve rona. Ebbe poi il comando della divis. mii. territoriale d'Ancona. In P. A. poco dopo la guerra., ebbe nel 1_923 il grado d i generale di d ivisione. Giovag noli (Alessandrq). Generale, 11. a Terni nel l 868. Sottot. di fanteria nel ·1886, frequentò la scuola di gu erra e passò nel corpo di S. M. Fu in Libia nel 1911, nel 1912 e poi nel 1919, dopo la guerra contro l'Austria, alla q uale partecipò d ivenendo colonnello nel 1915 e brigadiere generale nel 1918. Fu capo di S. M . della divis. mil. di Perugia e poi dell'intendenza d ella. 4" armata. Nel 1918 comandò la brigata Bergamo che diresse nella. ba.ttaglia del P iave e nella vittoria finale meritandosi la croce di cav. dell'O. M. S. Generale d'i div is. nel 1924, comandò la d ivis. mii. di Trento e nel 1927 quella QÌ Roma. Giovane Italia. Società segreta di cospirazione di retta a liberare l'Italia dallo straniero, sorta dopo i moti del 1831 pel' opera d i G iuseppe Manini ne lla Svizzera. Quivi i Polacchi l'imitarono con la << Giovane Polonia >i e i Tedeschi con la << Giovane Germania >>; le tre a~sociazioni vennero dal :Mazzini riuniic nella te Giova11e Eu ropa >J ( 1834) ed ebbero carattere nazionalista repu bblicano unita rio. A G inevra il l\1azzinj fondò la G. I., giornale destinato a riunire i profugh i ita liani e a preparare la r iscossa naziona le. D opo la sconfitta del 1848 queste associazioni scompa1·vero, mentre il movimento di riscossa nazionale italiana prendeva altri aspct ti e altre forme. Si


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<lisse G . Italia il gruppo degli animosi che durante la guerra mondia le si Iecero cala.re dagli aeroplani nel terr itorio çlel Veneto invaso dagli /\ustriaci, recan do col rischio della vita notiz,ie preziose al Comando sup.remo italiano.

Giovani tur-

chi. Partito politico cbc diede lu~go ali' associazione « Unione t P1·ogresso » e nel momento decisivo r capi dei Giovani Turcb i ebbe a capi En(Scevkèt - Enver - rzzet) ver e :N iazi pascià. SQJ't0 verso la fine del secolo scorso a Parigi, si diff use in Tur~hia rapidamente, conducendo alla rivoiuzione del 1908. (V. Tttrchia).

1859 meritandosi la med. d 'argento -alla Madonna della Scoperta e nel 1866 ottenendo all'ass.edio di Borgoforte la croce di cav. dell'O. M. ,S. Colonnello nel 1877, fu d irettore della fonderia di Torino. Magg. Ge11erale nel 1888, comandò la scuola centrale di tiro d'artiglieria.

Giovanni Vescovo di Belluno del X secolo. Signore della città, la cinse di mura turrite e creò una forte m ilizia. Combattè dal 963 al 996, ad intervalli, contro Venezia, impadronendosi di molti 'Castelli. Fortificò Montebelluna. Nel 996 concluse pace e alleanza col doge . Orseolo. Giov,mni Senza Terra. Re d'Inghilte.rra (1166-1216) . Dopo la morte del fratello Riccardo Cuor d i Leone occupò -il regno: venuto in guerra con Filippo Augusto di Francia ne fu d isfatto a Bouvincs ( 1214) e abbandonato da i suoi finì miserame11te i suoi giorni, Giovanni da Casamicciola. Medico mii. del sec. XIII, della ~cuola di Salerno. Seguì Carlo I d i Napoli nelle sue campagne e scrisse un K Breviarium » medico-chirurg'rn.

Giovanna d'Arco (detta .La Pulzella d'Orléam). Dura.nte la. guerra dei Cento Anni, i progressi degli Ingles.i si erano andati accen t uando, finchè nel 1429 assediarono Orléans. Fu allora. che Giovanna s i presentò al campo francese d i Chino11 e indusse Carlo VII a r ianimare i Francesi, iniziando essa medc,sima quest'opera, ponendosi alla testa di truppe dirette ad approvvigionare e liberare la città, e d ivenendo l'eroina della situazione. Grandi successi riportò l' esercito francese .Giovanna d'Arco sotto la sua influenza S.PiMonumento d.i Frém!et. rituale, e molte città furono libera te dal dominio inglese. Ma a Compiègne, cadut<1- nelle mani dei Borgognoni in lotta col re di Francia e da essi venduta agli Inglesi, questi la fecero processare come erc·tsca e strega e mandare al rogo. La Francia idealizzò l'eroina, erigendole monumenti, e la Chiesa la beatificò.

Gtovann! da Proclcta

Giovanni da Procida. Medico del· sec. XIII, a l servizio di Federico II di Svevia, noto per la rivoluzione del Vespro SiciliaJ10. Seguì il fC nelle guerre contro il papa. Giovanni da Siena. Ingegnere mil. del sec. XIV, n . di Radicofani. Lavorò nell'Emilia alle fortificazioni di Castel Bolognese, Cento, .Sola~ rolo, Finale Emilia, Bologna. Eseguì anche pregevoli opere di arginatura. Giovanni di Lussemb,trgo. R e di Boemia ( 1296-1346). Combattè in Italia ne1 1315, ih Lorena nel 1324, in Prus. sia nel 132\1, ancora in Italia nel 1330. Morì combaùendo nelle file francesi a· -Crécy. Giovanni II (Il B,.,ono). Re d i Francia ( 1319-1346). Venuto in lotta con gli Inglesi, cadde p rigioniero combattendo a Poitiers. Liberato, dedicò le sue cure all'ordinamento dell'esercito; a lui si attribuisce l'ol·igine dell'amministrazione m ii., avendo creato 12 commissari di guerra, il cui ufficio era di ricevere i soldati di nuova nom ina e provvedere alla loro sussistenza e istruzione. Riorganizzò il bando e il retrob,a ndo, emanò d isposizioni severe contro i nobili renitenti e i disertori, riordinò le bande stran iere, !e milizie comunali, le truppe feudaii, Glov. c)I Lussemburgo

Gi-Ovanna d'Arco

G!ovanneul Enrico

Giovannetti (E1•rico). Generale, n. a L ucca, m. a Torino (1823-1889). Sottot. d'art. nel 1853, combattè nel

Giovanni ll di Francia


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creò magazzini di viveri e osped ali mii., e istituì un Consiglio di guerra c\1i era affidato il compito di studiare i piani di campagna.

Giovanni Senza Paura. Duca di Borgogna ( 1371-1419). Avendo fatto assassinare il duca d'Orléans, ne derivò una lunga guerra civile. Si a lleò agli I nglesi per combattere la corona. di Francia, e prese Parig i tenuta dagli Armagnacs. Venuto a trattative con la corona, fu assassinato da ufficia li del D elfino. Gioi•mmi I. R e del Portogallo (13$8-1.433). Cacciò i Castigliani dal r egno e lo rese indipendente mediante la giormi.ta campale di Aljubarrota. Invase la Spagna e la, costrinse n el 1389 a una tregu a, trasformata nel 1431 in trattato di pace. Eseguì una spedizione in Africa e prese Ceuta. Giovanni d'A1tstria (Don) . Capitano imperiale (154i1578). Nel 1569 comandò un'armata contro i Turchi, e due anni dopo ebbe il comando supremo delle flotte cristiane vincendo i Turchi a Lepanto. Prese Tunisi d'assalto n el 1573. Tre anni dopo andò governatore nei Paesi B_as~i e quivi r iportò successi contro i ribelli, ma morì di peste senza avere domato la ribellione.

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Giova~mi Bau.san. Sommergibile, varato a Monfalcone il 24 marzo 1928. Lunghezza m. 68, larghezza m . 5,70, dislocamento tonn. 830-1032, macchine I-I.P. 2700-1200, velocità. m iglia 17,05-9; armamento : cannoni 1 da 102, lanciasilui:i 6; Stato Maggiore 5, equipaggi-◊ 29. Giovam,i da P,·ocù:J.a.. Sommergi bile, varato a Taranto il 1° aprile 1928. Lunghezza m . 65, larghezza m . 6,51, d islocamen to tonn. 780-991, macchine l{P. 3000-1000, velocità miglia 17-9; armamento: cannoni 1 da 102, lan ciasiluri 6; !Stato .Maggiore 5, equipaggio 29. Gicrvanni da Verazza.no. Cacciatorped iniere, varato a Fiume, Cantiere Quarnaro, il 15 dicembre 1928. L unghezza m. 106,98, larghena m. 10,20, dislocamento tonnellate 2010, macchine H P . 53.500; armamen to : cannoni 6 da 120, lanciasiluri 2 ; St;t~ Maggiore 6, equipaggio 164.

Giovanninelli (A1tgelo Loremo). Generale francese, n . in Corsica n el 1837. Combattè in Italia, nel Messico e nella campagna del 1870. Colonnello nel 1880, fu nel 1884 inviato a l Tonchino, ove si segnalò e fu promosso genera le di brigata . Divenne nel 1908 comandan te di corpo d'armata e ispetto'.e dell'eser cito.

Giovanni deUe Bande N ere. V. Medici. Giovanni d'A1t~tria (D010). Capitano imperia le (16291679). Nel 1647 domò Napoli ch'era.si ri bellata agli Spagnuoli. Nel 1656-57 fu governatore dei Paesi Bassi. L ottò con tro i Portoghesi e ne fu vinto a Monte Claros ( 1663). F inì m inistro di Carlo II.

Giovanni (Arci&i,ca

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d' A,istrìa). Generale a ustriaco

(1782-1859). Nel 1800 fu battuto dal Moreau a Hohenlin den; nel 1805 riportò successi contro i Bavaresi ; nel 1809 battè il vicerè Eugenio d i Beauharnais a Sacile,

mà ne fu battuto a Tarvis io e sulla Raab. Si ritirò poscia a. vita p rivata. Giovannl ,d' AusLr ia.

Giri Glo. B aLt.lsta

Giovannini (Gicrc1anni). Amm iraglio, n . a. M ilano nel 1870, allievo della R . Accadem ia na vale nel 1889, promosso sottammir. nel 1922, contrammir. d i divis. nei 1923, collocato in A. R. Q. nel 1926 e promosso ammir. d i squadra nel 1926. Partecipò alle campagne d'Africa, della guerra italo-turca, e della guerra mondiale e fu membro e segretario del Consiglio superiore di_ marina nel 1923 e comandante della piazza marittima di Venezia dal 1923 a l 192'f. ·

Giovanni d',\ust"rla

Giovamvi. Negus d'Abissinia del sec. XIX. F u d app rima ras de! Tigrè e salì a l trono nel 1872. Lottò per alcuni anni contro g]j Egiziani; nel 1887 contro g li Italia.n i; nel 1889 contro i Der visci e cadde allora combattendo. Giovatttti Randaccio. 28" Legione M.V.S.N., costituita a Vercelli nel 1923 su 3 Coorti (Vercelli, L ivorno Fer raris, Biella) . Giovattni Ba,,sa.tt. Ariete-torpediniera., varnta a >iewcastle nel 1883. D islocamento tonn. 3330, macchine HP. 6470. Partecipò a l blocco delle coste della Grecia n el 1886, alla prima spedizione in Eritrea, a l blocco di Creta nel 1897, a l blocco delle coste venezuelane nel 1903.

Giovannino (da Gettova). Maestro delle navi del Conte Verde nel 1364; primo architetto na,·ale a l servizio della Marina sabau<la. Giovannitti (Filippo). Generale medico della R. 1-1:" n. e m. a Napoli (1820-1901) . Entralo in servizio nella Real M arina. napoleta na nel 1852, fu promosso genera.le med ico nel 1881, collocato fo P. A. nel 1885, promosso ispettore medico nella R iserva nel 1887. Giove (Monte). Nella catena del Novegno, a sud del Pria F orà (m. 1596) . . Contro le posizioni che noi occupavamo sulla sommità di questo mon te gli Aastriaci fecero l'ultimo disperato tentativ..o di aprirsi il passo verso il piano, il 12 giugno 1916, ma vennero co11tenuti e respinti da lla salda resistenza della brigata Ancona . L a mattina d opo, l'attacco f u r ipreso, con estensione anche sui fianchi, ma gli Austriaçi, benchè in numero straor-


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Passo del Giovo (Alpi) d inariamente .superiore e sostenuti da un fuoco violentissimo di artiglierie di tutti i caJibri, vennero, dopo u n'altra giornata d i lotta sanguinosissima, ricacciati, e le perdite da essi subite furono tali da costringerli a desistere da u lteriori attacchi nella zona del N ov,egno e a d abbandonare il sogno di sboccare nel p iano d i Schio.

Giove. Nave sussidiaria di 1• classe, data. in esercizio alle Ferrov'ie dello Stato, varata a Palermo ed entrata in servizio nel 1917. Lunghezza metri 127, larghezza metri 15,50, dislocamento tonn. 10.310, macchine H P . 4.308. Giove Giacomo. Generale, n, a G ioia del Colle, rn. a. Ferrara 0866- 1929). Sottot. dei bersaglieri nel 1886, dopo essersi meritata una med. d 'argento al va.lor civj]~, ebbe q uella di bronzo al valor mii. combattendo in L i bia ad Assaba ( 1913). Partecipò alla guerra contro l'Austria e nel 1915 riportò una, grave ferita e fu decorato della med. d'argento. Nel 1916 comandò il 222° regg. fanteria e n el 1918 divenne brigadiere generale. Poco dopo la guerra lasciò il servizio attivo col grado di generale d i brigata.

G,iovi (Passo de,). Al nord di Genova, nell'Ap pennino ligure, sulla strada fra Genova e TOl'tona (m. 472).

Gioviani. Nome dato a i soldati della legione che Diocleziano scelse per sostituire quelli delle coorti urbaJ1e ed i pre to riani: servivano d i scor ta personale all'imperatorç.

Giovinazzo. Comune in prov. d i Bari,- cinto di mura con bastioni e castello. Fu fortificato fin dall'epoca romana. P r eso dai Gxeci nel sec. XI , fu assalito e conquistato dai Normanni e più tar di d isputato a lu ngo fra i principi d i Melfi e di Ta ranto.

Giovinezza. Inno ufficiale del Partito ~azionale F ascista, JJarole d i Salvatore Gotta, music·a cli Giuseppe B lanc. ' Giovio (Paolo) . Scrittore mii., ·n. a Como, rn . a No-

cera (1483-1552). Insigne latinista, fu vescovo di Noc& • ra. Autore di numerose opere, sono in special modo attinenti alla stor ia militare: ,e Commenta.rio delle cose dei Turchi 1> ; « Dia logo delle imprese militari ed amorose » ;, « Elogia virorum bell ica virtute illustrium >>.

$iz; @J tm~~ rEF? m. 1 610_ w_aez. za, . ...gio·n~ aez.za....... ,ori. ma-

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Giovinezza p1usica Cli mane)

Giovo (Colle del). Nell'Appennino ligure, fra Savona. e Acqui (m. 516).

.Giavo (Passo del). In prov. di Bolzano fra Merano c. Vipiteno.

Girandola. Nome dato a una delle evoluzioni per. le truppe, nel secolo XVI. Girgenti. V. Agrigwto. Girgenti. Nome dato nel marzo 1820 a uno dei cinquenuovi reggimenti di fanteria Cl'eati nel regno delle Due Sicilie Girgentì. B rigata di fanteria di lirtea costituita nel gennaio 1917, p er la guerra 1915-18, dai depositi del 5»e dell'85" fanteria, coi regg. ·247° e 248°. Il 15 maggio fu. inviata a Plava ed il 18 conquistò la q. 652 sul Vodice,. concorrendo, nei giorni successivi, con altri l'iparti, alla occupazione di tutto il monte. Le sue perdite per tale· azione furono d i 105 ufficiali e 3248 milirari di truppa. Il 19 agosto la brigata aitaccò il Kobilek, ma la terace resistenza avversa.ria non consentì risultati pari a llo sforzo compiuto ed alle nuove perdite patite. Ritentò la prova il 24 agosto riuscendo a portarsi, assieme a riparti dii


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altra brigata, fino a Zabrdo e Bitez ed occupando la linea di N a Kobil. Durante la battaglia della Bainsizza (17 agosto-12 settembre 1917) la G. combattè per la conquista del ciglione settentrionale del Vallone di Chiapovano riuscendo a spingere il 247° fino alla posizione di « C~ve.rne >J . Fu poi su S. -C~terina e sul S. Gabriele ove resistette alla. violenta p ressione nernka.. Durante l'offensiva austro-t~desca cornbattè il 20 ottobre sul Torre, il 30 a Ragogna, e poi sul Tagliamen to, all'altezza. di Casarsa, nei primi quattro giorni di novembre. Passato 1'8 il P iave, raggim1se il 9 Pozzobon e 1'11 fu sciolta.. La brigata ebbe mostrine azzurre con striscia verticale nera a l centro. I regg. avèvano la loro festa il 22 agosto (anniversario della battaglia della Bainsizza, 1917).

Giri (Giovanni Battista). Generale, n. a Roma nel 11}63. Sottot. ,di fanteria nel 1883, partecipò alle campagne di guerra in E ritrea del 1887-88, 1895-96. Colonnello nel 1915, partecipò alla guerra mondiale: comandò il 41° regg. fanteria, la brigata Catania e, in Francia, la brigata Salerno e nel 19 18 divenne ma.gg. generale. Ferito durante il_ ripiegamento dal •Carso a Zenzon di P iave, si meritò due med. d'argento e due di bronzo. In P. A. S . nel 1920, ebbe nel 1923 il grado di generale d i divis. in A. R . Q. Girìfalco. U;10 dei tanti nomi dati a i cannoni, tratti da animai i reali o immaginari, nel sec. XVI.

Girola (Lt,igi Giacinto). Generale, n. a :Buttigliera, m. a Genova ( 1826-1904). Sottot. d i fanteria nel 1847 passò poco dopo nei bersaglieri meritandosi la menzione onorevole a Montebaldo (1848) e la med. d'-a rgento a Novara (1849). Partecipò quindi alla campagna di Crimea ed a quella del 1859, ottenendo a S. Martino una seconda menzione ono,revole. P refetto a ll'Accademia :iVIilitare dal 1857 e relatore dal 1860, · divenne colonnello comandante la scuola centrale di tiro di fanteria nel 1870. Magg. generale nel 1877, comandò la 28° brigata di fanteria e poi la. brigata Pisa. In P. A. nel 1883, passò nella riserva nel 1891 divenendo ten. genera le nel 1895. Gi-ro!ri Amo/.do Mi.chele. Genera.le, n. e m. a Torino (1848-1921). Sottot. d'art. nel 1867, passò poco dopo nel corpo di S. M. Colonnello nel 1891, comandò il 28° regg. fanteria. Verso la fine del 1896 andò in Eritrea ( dove era già stato nel 1887) e nel 1897, nella campagna contro i dervisci, si meritò la croce di gr. uff. della Coron a d'Italia.. Magg. generale nel 1897, comandò la bnigata Savona; ten. generale nel 1902, ebbe successivamente i comandi delle divis. mii. di Ravenna e d i Alessandt,ia e nel 1906 fu nominato comandante la · scuola d'applicazione e l'accademia mil. Nel 1909 ebbe il comando dell'XI C. d'A. e nel 1910 passò a quello del VII. Passato nella riserva nel 1911, venne richiamato nel 1915 e resse per qualche mese il comando del C. d' A. di Roma.

Giscone. Nome di due general i cartaginesi, di cui l'uno com.battè contro S iracusa; l'altro, comandante la guarnigione di Lilibeo a lla -fine della prima guerra punica, fu condannato a morte per essersi ribellato.

Gita. 1 - ell'ésercito granducale di Toscana ( 1848) si chiamava G. il_ permesso temporaneo, cbe prendeva il nome di licenza solo quando superava la durata di w1 mese, o serviva per oltrepassare i confini dello Stato.

Gittata. D icesi G. d i un'~rma d11 fuoco, la lunghezza

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di pcrco.rso del suo proietto dalla bocca a l punto di caduta.

Gittata ·massima è il maggi<Jr percorso possibile del proietto, fino a l suo arrestarsi per esaurita forza di lancio. Gittata utile massima è la distanza massima alla quale può arrivare il proietto d\m'arma, con forza- viva tale da potere ancora mettere fuori di combattimento l'avversario colpito. I l problema della bòcca da fuoco a lunghissima gittata, che ora si usa indicare col nome di « ca.nnonissimo », è stato studiato pres.50 i vari Stat,i ;. nulla esclude che si possa addivenire alla costruzione e all'adozione di cannoni di medio calibro, IUJ1ghi circa 100 calibri, lancianti un proietto di circa 100 kg. con una gittata mass ima di circa 140 km. La possibilità di raggiungere gittate tanto lunghe è data, oltre che dalla r ilevantissima velocità iniziale, essenzia lmente dal fatto che le tra,iettorie hanno un'ordina ta massima grandissima (su periore anche ai 29 km.) e che al d i là di una certa altitudine sull'orizronte, la resistenza dell'aria molto rarefatta. è piccolissima, tanto che si calcola che ·a 18 km. di a ltitud ine essa è ugua le a un cen tesimo di quella a l livello del mare.

Giubaland. V. Somalia. G iubbilei (Carlo) . Gene.rale, n. nel 1872. Sottot. di cavalleria nel 1893, frequentò la scuola di guerra e partecipò alla guerra contro l' Austda divenendo colonnello nel 1917. Comandò i regg. cavalleggeri di Treviso e-di Alessandria . Generale d i brigata alla fine del 1926, andò a l 2° Comando superiore di cavalleria.

Glrola Arnoldo Micftele

Giubilazione. Voce poco usata nella terminologia mii.; significa propriamente il colloca.mento a riposo dopo il massimo di servizio compiuto, il che dovrebbe essere n1ot,ivo di giubilo e di contentezza. Nel frasario mii. significa cessazione dal servizio permanente e collocamento · in pensione per limiti di età ·o a domanaa dell' interessato, che diviene, con la stessa terminologia, giubilato. Giuda Maccabeo. Guerdero ebreo del sec. Il. a. C. Capo dell' insurrezione contro •il re di Siria conquistò Gerusalemme, restituendovi il culto naziona le. 1',,Iorì combattendo ad E lasa contro i Sirii nel 160 a. C. Giudaica (G1,erra) I. (67-70 d. C.). Fu determinata dalle vessazioni dei governatori romani : la rivolta. si estese rapidamente e le truppe del!' impero, sorprese e sgominate, dovettero abbandonare il paese. Vespasiano le r accolse, ricevette ,inforzi, riprese a poco a poco ii perduto terreno, e avanzò contro Gerusalemme (V.) inca -


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1:icand_o s uo figlio Tito cli porvi l'assedio. La caduta della città pose fine a lla guerra. II. Giudaica g1,erra (132-135 d. C.). Fu determinala dalla sollevazione dei Giucloi contro la dominazione romana a ca.usa di un decreto col quale l'imperatore Adriano proibiva ai Giudei cli praticare la circoncisione, dimostrando l'intenzione d i rimodernare Gerusalemme per farne u na città pagana imperiale. Il malcontento determinato da ciò prese grande impo1·tanza quando si pose alla testa del movimento certo R aikoziba ( o Barcocheba). Questi ottenne dapprima vari s uccessi contro le truppe romane e acqu istò grande ascenden te fra i suoi, tanto in senso politico-mii. che in senso religioso. Egli s i installò a Gerusalemme creandovi un governo, i11 attesa di farsi nominare re. .I Romani, 1·espinti dalla regione, s i riodina rono sotto il coma ndo di Giu lio Severo e a poco a poco avanzarono verso Gerusalemme, espugnando i vari centri e battendo ripetutamente 'i r ibelli, i quali, perrlu ta Gerusalemme, si rid ussero a Bethzur, ultimo loro baluardo. La resa di questa cit tà e la caduta in combatlimento del capo della r ivolta pose fine alla guerra.

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importante sperone d el monte Mascio (quota 1707) a sud- ovest del No:r.zolo. Qualche altro progÌ:esso ft,t compiuto nei mesi primaverili del 1915 con la conquista della quota 1375, tra i monti Palane e P lacesa (5 aprile) e della quota 600 di monte Sperone a nord di Pregasina ( 16 aprile). Con questP. operazioni d i rettifica e di dettaglio la posizione in questo settore si rese decisamente stabile, essendo ormai tutto il saliente minaccioso della va l Chiese e della val Caffaro in nostro saldo possesso.

Giudice- Donadoni (Maddalena). Vivandiera dei Granatieri di Sard~gna, n. a Samarate m. a Firenze (1826-1915). Poco più che ventenne fuggì da Alessandria con un fratello volontario nelle truppe piemontesi, e funzionò da infermiera e vivandiera dw-ante la guerra 184849. Rientrnta in patria dopo la guerra soffri le persecuzioni dcli' Austr ia quale cospiratrice: Scoppiata la guerra del 1859, s'ingaggiò nuovamente come vivandiera nei Gra natieri, prendendo parte alla battaglia. d i S . Martino, e merita11do la med. d'argento conferitale dallo stesso Re Vittorio Emanuele II, oltre alle tre comniemorati\!e delle campagne cui prese parte.

Giudici dì campo. Sono ufficiali che nelle esercitaz,ioni e nelle manovre con le truppe vengono assegnati ai partiti o al par tito rappresentato con gli scopi seguenti : Avvenimenti n elle Gùulicarie dumnte la g1ter·r a mondare alla d irezione delle esercitazioni un mezzo per diale. Il 24 maggio 1915, i reparti p iù_ avanzati della 6• far sentire la p ropria azione alle truppe durante lo svold ivis. italiana , abbattu ti i pali di confine, occuparono gimento delle operazioni, sì da mantenere queste ultime Passo Caffaro, sulla sr. del torrente omonimo, ed il monnei limiti voluti, ed indir izzarle al raggiungimento degli ·te Calva; parimemi raggiunti furono, n_el nostro primo scopi didattici e sperimentali che l'esercitazione si proposbalzo offensivo, tutti i passi di confine, tra la punta del ne di conseguire; Cap ed il monte Carone. Nei giorni ~eguenti s i proseguì dare alle operazioni il mass~mo grado di verosimid ecisamente l'avanzata, vincendo con facilità le d eboli reglianza col caso reale, per modo che esse .acquistino per s istenze nemiche; così, il 28 maggio s i pòtè occupare quanto possibile fisonomia di guerra e non cada.no nelCima ·Spe ssa, ed il 1• giugno gli a,bitati di Storo e di l'irreale e nell'artificioso. Co11dino. Qualclie giorno dopo, uno scontTO di pattuglie, supplire alle manchevolezze p roprie di tutte le eser•· a n oi favorevole, ci d iede il possesso d i monte Porta ciel citazioni e cioè mancil-'1za del fuoco nemico e delle sue B osco, ed i tenta tiv-i avversari di r icacciarci da questa conseguenze; deficienza di notiz,ie sull'avve1·sario e sulla e da altre posizioni da noi occupate riuscirono vani. Il s ituazione contingente; assenza degli squilibri di indole 24 luglio furono tolti a ll'avversario anche il monte Lamorale, ecc. ; vanek e la Cima Pissola, e si proseguiva nell'affor,:aconsentire alla direzione una. visione precisa e sintemento delle posizioni raggiunte, in modo da togliere agli tica delle operazioni che s i svolgono sui vari tratti della AusttiacÌ ogni velleità di attacco, attraverso la val Giufronte. dicarie, in d irezione d i Bre~cia . In dipendenza . d i q uesti scopi, spetta al servizio dei Nell'ottobre la 6' d ivis. svolse una serie d i opera.z,ion i giudici d i campo una triplice funzione: di qualche r ilievo, per ampliare la nostra. occupazione in a) funzione moderatrice : con durre a verosimiglianza va l d 'Ampola ed in val d i Led ro, ed affacc iarsi a l Garda. di guerra le operazioni, col dare alle I.ruppe notizie sul Dopo tre giorni d i tenace ava,nzata, le nostre truppe s i n emico, sulla situazione, sulrefficacia del fuoco proprio spinsero, il 16 ottobre, fino alla linea della Colletta, tra ed avversario; con il comunicare le presumibili -perd ite cima N odic e cima d el Ba!, dominanti lo specchio del che al caso vero sa1·ebbero sta.te sub ite; con il correggere lago. 11 giorno 1°8, il 78\ fan teria (brigata T oscana) le formazioni, il regolare la. velocità di avanzata, ecc. ; a ttaccava l' importante posi:r.ionc d i monte Melino ed il b) {mozione arbitrale: decidere, con giudizi precisi e 61° (briga ta Sicilia) il monte P alane ad ovest di cima verdetti, su i vat'i atti relativi alla condotta dei reparti e P issola; <lopo viva resistenza, il nemico fu costretto a risolvere, sul posto e sen:r.a in dugio - nelle azioni di sgomberare entrambe le posi:r.ioni, dandoci così il domicon trasto - ogni' dubbiezza ; nio deU'intero solco Daone-Ampola-LedJ·o. Il 22 ottobre, c) _fanzi<me informatrice: fornire periodicamente alla mfine, il bgl. a lpini Vestone s'-impad roniva d i monte Nodirezione delle esercitazioni, in modo succinto ma chiaro, dic, a nca-d di Pregasina, e veniva110 in pari tempo occupreciso e sollecito, notiz ie sullo svolgimento· delle operapati g li a bitati di T iarno, Pieve d i Ledro, Mezzolago, · ;doni in modo che la direzione stessa possa avere il qualYfolina, B iacesa e Bezzecca; luoghi tu tti che rievocavano dro generale degli avvenimen ti completo nello spazio e indimenticabili glorie garibaldine. i'iel tardo autunno, nel tempo. inoltre, fu anche espugnato, dalla brigata Sicilia, il monte D a quanto si è detto circa le funzioni dei giudici di campo, appare chiaramente la grande importanza del serVies, a n ord d i Bezzecca (9-10 d icembre) nonchè un Giudicarie. R egione del Trentino che comprende le valli d~I Sarca e del Cb iese.


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vizio - specialmente nelle manovre di notevole mole ed a mp iczza - e la necessità assoluta che gli ufficiali destinati .al serviz.io medesimo siano provetti e specificatamente preparati a l suo assolvimento. Occorre infatti che essi siano perfettamente orientati sull'il1dirizzo che si vuol dare alle operazioni, che conoscano a foJ1do l'impiego ed i procedimenti tattici d elle varie armi e specialità 0

Capo Generale /Jirezio11e del le eserc1taz1on; Capo Gruppo P.A.

Capo Gruppo PR.

~ - - Comandodelpartito--•

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Giudici di campo Partito azzurro f'art1to rosso

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e tutto quanto l'iflette la relativa parte tecnica, che abbiano prontezza di app rezzamento e di decisione..Delle tre funzioni, quella più importai1te è senza d u l:ibio la funzione moderatrice, che opportunamente esplicata ha notevole influenza anche sull'addestramento dei- q uadri e dei reparti, essendo quella che tende a man tenere il comp lesso delle operazioni, sia delle piccole, sia delle ma.ggiori un ità, nel massimo grado di verosimiglianza colla realtà della guerra vera. L 'organizzazione del servizio dei giudici di campo è più o meno complessa a seconda che si riferisce a manovre di grandi unità ovvero ad esercitazioni d i unità minori. S i accenna qui di seguito a ll'ordinamento schematico del servizio nel caso cli gra.ndi esercitazioni, cl1e è poi facile adottare alle esercitazioni di limitata entità. Tutto il servizio fa capo ad un importante elemento della

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Ca_pogeoerale-CaJJIgruppo diparl!fo e personale atftletto. (JJ(ld!°c/o'elpartito azzof'ìo e,oer. .s01Jale ao'o'etto

61udt"cl ciel_parttfo rosso e _per. . sona/e addetto direzione: il capo generale dei giudici di campo che i: provvisto di un proprio ufficio cui è assegnato adeguato personale. Da esso dipendono per ciascun par tito un capo gruppo di partito che ha a lle proprie dipendenze un congruo numero d i giud ici di campo che agiscono àd im111ediato contalto con i reparti, esplicando le funzioni particolad sopra accennale. Il capo genera.le. dei giudici di campo provvede:

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delle truppe ed a fornire a lla direzione il quadro gene-, raie dello sviluppo delle operazioni. I capi gruppo hanno la direzione del servizio nell'interno del rispettivo partito su la base delle direttive e degli ordini ricevuti dal capo generale. I giu dici di campo (ufficiali superiori) sono gli ol·gani esecuti vi ciel servizio ed operano direttamen te presso i repart i. E'ssi possono essere assegnati in permanenza a qualche unità. o a qualche servizio particolare, col compito di seguirne costantemente l'azione ·od il funzionainento; ovvero possono essere assegnati a dete1·minate zone di terreno col compito di segu ire l'azione delle truppe cbc vi operano. Il p rimo sistema è in genere da preferirsi_ Un. nucleo di giudici sarà oppor tuno sia sempre destinato ai collegamenti, ed un altro all'aviazione cd alla d ifesa controaerei. Di 1nassilna, il serv-izio a diretto contatto con i reparti comprenderà pertanto : giudici assegnati alle unità ovvero a zone d i terreno; nucleo di g iudici. per i collegamenti; nucleo di giudici per l'aviazione e la difesa conlroaerei. Per esplicare la. loro funzione, i giud ici di campo hanno necessità di avere a disposizione mezzi di trasporto e d-i collegamen to in quantità abbondante per far giungere celermente le notizie e le situazioni. D i massima dispongono; della r ete di collegamenti speciaJc del servizio, cl i uno o piil graduali o soldati porta ordini cd eventualmente di ufficiali di collegamento e di osservatori. Essi operano a cavallo, in bicicletta od a piedi, a seconda delle circostanze. I comandan ti delle varie unità hanno l'obbligo d i ottemperare a quanto dispongono i giudici di campo anche se questi sono _meno anziani o meno elevati in grado. Contro le decisioni dei giudici non è ammesso appello. Tutti i giudici ed il personale loro ad detto sono muniti di appositi bracciali che devono essere por tati sul braccio destro durante la manovra od esercitazione. La preparazione dei giud(ci di campo spetta ai comandi, delle grandi unità (Divis ioni e Corpi d'Armata) e s i svolge mediante corsi appositi, conferenze e soprattutto con continue applicazioni p ratiche. I l s~rvizio dei giudici di campo è regola to nelle sue linee generali dalle « Norme e prescrizioni per le esercita1,ioni tattico- logistiche cd . 1913 » e dalle << Norme provvisorie per il servizio dei giud ici di campo nelle esercitazioni con le truppe ed. 1925 >> del Ministero della Guerra.

Giu.dici Militari. Sono i componenti del Collegio giudicante di un Tribunale militare. Sono ufficia li, devono avere almeno 25 anni, esse.re per lo meno capitani o equiparati, aver prestato giuramento ed essere i n s_e rvizib , effettivo_ Sono nominati con R egio D ecreto, durano in oarica un biennio, e possono essere riconfermai i. Cessa.no dalle f unzioni per trasferimento ad altra sede, per promozione, o perchè non più in servizio effettivo. Si distil1guono in titolari e supplenti. Per i processi contro ufficiali d i grado superiore a tenente, i giudici sono estratti a sorte presso il comai1do della clivis. iérritoria.le, fra gli ufficiali dipendenti. E' G. M . anche il rela tore, appar tenente a l ruo lo dei magistrat i mi litari.

a definire in tutti i suoi particola.r i l'orga.n izzazione del servizio per t utti e due i par titi, orientando i giudici s ugli intendimenti particolari della direzione ; a mantenere le operazioni nell'indirizzo volulo da.Ila. Gù,dici Vittorio. Generale medico, n. a Nesso, 111. a direzione agendo opportuna inente sui capi gruppo di"'- Roma ( 1819-1887). Entrò nella cai-riera mil,i tare n el 1848, partito; e dopo aver cooperato alla cacciata degli Austriaci da a. compilare i sunti degli avvenilnenti e le situazion i Como venne dal governo provvisorio lombardo nominato


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sottot. medico. Passato nell'esercito sardo nel 1849, fu a Novara. Partecipò poi alle campagne d i Crimea ed a quelle del 1859 e del 1866, meritando la menzione onorevole. Colon nello nel 1875, fu direttore del.l'ospedale mii. di Roma e n el 1879 passò al Comitato del cor po S<,nita r io, d ivenendo magg. genera le nel 1887. Fu depu tato di Appiano e di Como (VII e dalla XI alla XIV legislatura) e sc1·isse un trattato su ll'uso del microscopio neHe ma lattie della pelle, che fu tradotto in molte lingue.

Giud ici Vittorio

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Da Roma, parte per l'Africa Spurio . Albino con rinforzi, ma trova così grave la sconfitta e così sfiduciata e corrotta la gente sçampata, che non p uò agire. R oma giudica frattanto e condanna a morte tanto Calpurnio

Gi nlTr cdl Alfl'O(IO

Giuffredi (Alfredo). Generale medico, n . a Noceto P a rmense nel 1855. Sottot. medico nel 1878, nel 1911 divenne colonnello e diresse l'osped a le mii. di T orino. Nel 1913 divenne direttore di sanità del C. d 'A. di Alessandria. K el 19 I 7 in zona di guerra ebbe la d irezione della sanità della IV Armata e il grado di colonnello b rigadiere. N elio stesso anno passò per età in P. A. e fu promo&SO magg. · generale, prestando serv izio fino a l 1919 pres&o il C. d'A. di Alcssa!}dria. Nella riserva fu promosso ten. generale medico nel 1923. Giugurta. Re di Numidia . Cominciò a combatte re segnalandosi all'assedio di N umanzia. Combattè contro i Romani, prilna ottenendo vittorie, specia.lmente corrompendo con oro i generali avversa1·i, ma poi fu vinto da J\.fetello e :Mario, fatto p rigioniero, trasportato a Roma nel trionfo di J\.fario e lasciafo morir di fame, o forse strozzato, i n carcere. Guerra Gùtg1trtina ( J.12--105 a . C.). I l trono cli -' l'umidia , in-seguito alla morte di ·lV[icipsa, figlio di lVIasinissa, venne d isputato fra Aderbale e Jempsale, figli, e G iugurta, nipote, di Micipsa. Caduto J empsale e scon.fitto Aderbale, G iu gurta aveva occupato il t,:ono (116 a. C.). Aderbalc si resse ancora fino a l 112, finchè, assediato in Constant ina e costrdto alla resa, venne messo a morte. Roma, che seguiva con attenzione questi -avvenimenti, alla notizia che nell'assed io erano periti non pochi c ittad ini ita liani, interviene. Un esercito agli ordini del console Lucio Calpurnio Bestia s barca in Africa e si avvia verso la Numidia : Giugur ta ricorre a ll'oro, e corrompe gli uf-ficia li romani ottenendo una pace vantaggiosa, che il Senato di R oma· non rat ificà . Al comando delle 1ruppe è p osto il conso ie S_purio Postumio Albino, che trova l'esercito d isorganizzato dall'ozio e d alla corru zione; n on osa. muovere, e rimpatria lasciando il comando al fratello Au lo Postumio. Questi si reca ad assed;are Guelma : campeggia 1ielle vicinanze Giugurta, il quale finge una ritirata e riesce ad attÌl'are i Romani verso il deserto. Una notte, improvvisaniente, essi sono assaliti, sopraffatti, sbara:gliat i, massacrati in buona parte . Aulo si ri trae coi s uperstiti in una p iccola altura e l'indomani, circondato, s i a rrende.

Giugurt a (Quadro di G. B. Tiepolo) che Albino, invian do a l comando Quinto Cecilio Metello, il quale provvede anàtutto con energia a ristabilire la disciplina, e, ottenuti risultati sufficientemente soddisfacenti, entra con l'esercito in Numidia. Giugurta affronta il nemico, ma è scon fitto, e tramuta la guerra in guerriglia : a l che Metello oppone le colonne mobili, mentre pone l'assedio a Za ma. T utta.via G iugurta abilmente r iesce a manovrare e costringe l\1etello ad abbandonare la N umidia per qua lcbe tempo. Nel 10_7, Metello vi torna, ma Giugurta. è iiiaffcrrabile e verso la fine dell'anno, dopo un a vana campagna, i Roman i presero i quartieri d'inverno a ..Constantina.

Giugurta (Qua<Jr.o cH G. B. TlopoJo)

L'anno 106 vede a l comando :VIar io, già luogotenen te di Metello, ma vede altresì l'alleanza di Bocco, re della Maurcta.nia, con Giugurta. Una gran~e battaglia presso


Grn

GIU i confini della l\faureta11ia assicura la vittoria ai Romani, specialmente per opera d i Silla, luogotenente di Mario e suo futuro r ivale. Tuttavia Mario si ritira di nuovo a Consta ntina. Nel 105 MaTio riesce a venir e a patti con Bocco e la pace è stabilita, col patto che il re consegni GiugUTta vivo nelle mani dei Romani. Così avviene, e la gurrra è term inata: la parte occidentale della N umidia (Orano- Algeri) è data a Bocco in prem io del tradimento; l'orienta le (Constantina) a un_ fratello di Giugurta.

G iuliana. N ave sussidiaria di 2• clas;;e, vara ta a Glasgow, entrata in servizio nel 1912, rndia ta nel 1928; lunghezza m . 76,25, larghezza m . 8,57, d islocamento ton nellate 1050, macchine HP. 700; armamento cannoni 2 da 75, Stato Maggiore 2, equipaggio 46.

tore del genio a Roma e nel 1926 venne promosso gene"' raie di brigata comandante del genio a Napoli.

Giulianova. Comune ii; prov. di Tera111d, con mura quadrila tere a scarpa, munite d i fosso e protette da otto grosse toni. F u detta dapprima Ca.str«,n Novmn e poi Castel San Flaviano; e San Flaviatto (V.) è il nome della battaglia che fu combattuta nella pianura presso G . nel 1460. D ieci ann i dopo il Con te d i Conversano riedificò la città che era andata devastata, non più net piano dove sorgeva, ma nella vicina collina.

Giuliani (Biagio) . Capitano veneto, n. di Capo d'Istria. N el 1645 presidiava con 30 soldati il castello d_ell'Isolotto di S . T eodo ro, presso la baia di Suda, nell'isola òi Candia , quando fu attaccato d ai T urchi. Sopraffatto, il G. scese nella polveriera e diede fuoco alle polveri, saltando in aria con i difensori e gli invasori del castello. Glullctli Gi u seppe

GluJio Il

1894. Chiamato alle arm i nel 1914 ed incorporato nd bersag lieri, consegul la nomina a sottot. di complemento nel 2° regg. Combattè valorosamente dapprima nella zona

Giuliano J'apostat.a

Glullano Arturo

Giuliani Giova11n-i. Ge nerale d 'artiglieria n. a R esina, m. a :!\apoli (1782- 1847)". Nel 1806 p rese par te alla difesa di G aeta, poi servì nell'esercito francese. Nel 1809, all'assalto di Ischia fu preso dagli Inglesi che lo tennero p rigioniero a Nia lta fino a.Ila caduta d i Napoleone. Gi11.l-iani F rancesco. Generale, n. a Catanzaro, m. a Napoli ( 1857-1927). Sottot. di fanteria nel 1877, rag - · giun,c nel 1909 il grado di colonnello e comandò il 15° regg. In P . ·A. nel 1914, fu p romosso magg. getterale nel 1915. Nel 1923 assunse nella riserva il grado di generolc di divisione.

Giuliano l'Apostata (Flavio Claudio). Imperatore romano (331-363) . Nel 355 fu n ominato Cesare ed ebbe il governo della Ga llia; ne l 360 fu proclamato imperatore. Abbandonò _ii cristianesimo convertendosi al paganesimo, d i cui r istabilì il culto. Combatèè vittoriosamente contro i P ersiani e cadde per ferite riportate rn guerra. Fu anche ~e rittore. Giuliano da Sangallo. V. Giamberti.

Giulietto Arturo. ·Generale, 11. ad Arezzo nel 1875. Allievo dell'Accademia mii. nel 1895 a Torino d isarmò un ma lfattore e venne decorato della med. di bronzo. Sottot. del genio nel 1896, frequentò la scuola di guerra e par•• tecipò a tutta la guerra europea ; dal 1916 a l 1919 fu in Albania qua le comandante del genio del 16° C. d' A., d ivenendo colonnello nel 1917. Dopo la guerra fu d iret··

Giulietti (Giuseppe). Medagl ia d 'oro n. a Chius i nel del Col d i Lana e poi sull'altip ia no di Folgaria. Congedatosi col grado d i cap-ita.no, d ivenne fw1zionario delle Ferrovfo de llo Stato. Ecco la rnotivazjone_della medaglia. d'oro : << Quantunque febbricitante per precedente ferita non ancora i·imar ginata, guidava p~ima con grand e bravura una pattuglia incuicata del brillamento d i tubi di gelatina sotto i reticolati nemici, scampando miracolosamente alla mor te; assumeva poscia con en tusiasmo il comando del plotone, guidan dolo con slancio ed ardire all'attacco d i una trincea ne!l)ica. Fe~·ito al petto e ad un bracciò, volle rimanere a l suo posto, spingendosi più sotto alla posizione avversaria, ove, caduto nuovamente e p iù gravemente ferito alle gambe, continuava con la parola e col gesto, ad incitare i suoi bersaglier i. R imase per quasi due ore sul campo sotto il fuoco nemico, e solo dopo la conquista della contrastatissi1ua, posizione potè essere raccolto e medicato. F ulgido esempio d i ero ismo, d i spir ito di abnel;'(azione e di sa.c rifido ». (Malga P ioverna Alta, 7 ottobre 1916). Giulio (P orto). Antico porto romano, costruito da G iu lio Cesare nel lago Luo·ino, fra Baia e P ozzuoli. Lo sbocco del lago n el mare fu p rotetto con grandiose opere' in muratura, restaurate e ampliate da Agrippa e. da Cla ud io. Fu lungamen(e adoperato come stazione mii. navale e 111u11ito di cantieri per Ja costruzione di navi. Co~unioava col lago d'Averno. Alfonso II d'Aragona , verso la fine del sec. XV, provvide a. fortifica rlo, per difenderlo dall'invasfone di Carlo VIII. Nel 1538 un'eruzione lo colmò, separando del tutto l'Averno d a l mare. Giulio II. Pontefice, guerriero e grande uomo politico, di nome G iu liano delle Rovere, n. ad Albissola, m. a R oma ( 1454-1513). N ipote d i Sisto I V, che lo nominò cardinale, guidò una spedizione contro l'Umbria , c he si era ribellata e la ridusse all'obbedienza. Nel 1503 fu elet-


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Grn

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to papa ; costrinse Cesare Borgia a restituire le città romagnole che occupava; co11chiuse nel 1508 la lega d1 Cambra.i contro Venezia, poi organizzò la lotta contro i Francesi; diresse l'assedio contJo Mirandola nel 1511 e vi entrò per la breccia. Fu il primo papa che assunse al servizio milizie svizzere.

Gù,lio Cesare. Nave da battaglia di 1• classe, varata, a Sestri Ponente ed entrata in servizio nel 1914; lunghezza m. 176,09, larghezza m. 28, dislocamento tomo.

23.089, macchine HP. 3_0. 700; armamento cannoni 13 d a 305, 18 da 120, 19 da. 76, 2 da 40, lanciasilmi 2; $talo :vraggiore 34, equipaggio 1020.

,.,

Giu nca. Nave dei mari dell'Estremo Oriente, generalmente a dottata per il cabotaggio, ma sovente armata

.• \.:;'S'~ 1 . ..._,

Giu

Giuoco. Il G. d'azzardo con dadi e carte fu molto' in uso presso le truppe degli antichi eserciti, specialmente all'epoca delle milizie mercenarie. Durante i lungbf periodi di stasi delle guerre di allora e le stagioni invernali, i soldati ingannavano le ore d'ozio giocandosi le paghe appena percepite o ai dadi o alle carte. I comandanti delle truppe cd i regnanti cercarono sempre di porre un freno a questa piaga, con ordinanze che vieta,vano il G., e. comminavano gravi punizioni pecuniarie e d isciplinari a carico dei trasgressori; ma, ciò malgrado, per molti e molti anni il G. d'azzardo non potè essere estirpato dagli eserciti .. Fu solo più tardi, con il pTO·· gressivo miglioramento delle qualità morali delle truppe, che diminuì dapprima e poi scomparve quasi del tutto dalle abitudini militaresche. Fra le ordinanze più antiche, è da cit;re quella emanata da Filippo Augusto di Francia e Rìccardo Cuor di Leone d'Inghilterra, i quali, durante la II:t: Crociata, proib1rono di giuocarc denaro a qualsiasi giuoco durante la traversata. Erano eccettuati dalla proibizione « i chierici e i cavalier i >J, i quali però potevano giuocare soltanto « lì.no alla, perdita di 20 soldi in un giorno ed una notte ». In Francia, Francesco :r puniva i giuocatori persino col bando della durata di 10 anni; Enrico II, Enr ico IV, Luigi XIII rinnovarono le ordinanze, e Luigi XIV le aggravò. Nell'esercito piemontese furonc(emanati ordini assai rigorosi contro i G. d'azzardo praticati nei campi e nei quartieri. Oggi presso di noi sono tollerati solo quelli non d'anardo con le carte nelle sa.le convcgn,; e nei circoli degli ufficiali. Gi u ranìento. Il G. riassume in sè tutti i doveri del militare; esso deve perciò essere prestato in forma solenne da chiunque entri a far parte dell'Esercito. Il militare che manca al giuramento pr~stato, viene meno · alla sua parola d'onore ed è macchiato di infamia. La formula del G. è la seguente: cc Giuro di essere fedele a l Re

in guerra, con dislocamento di circa 400 tonn., e forme simili a quelle delle cara velie europee.

Giungi (Aldo). Generale, n. nel 1867. Sottot. dei bersaglieri nel 1888, passò nel 1894 nei OC. RR. e nel 1898, durante i moti di Modica, s i meritò la med. d'argento. Partecipò alle campagne di guerra contro l'Austria · del 1917- lS; colonnello nel 1921, comandò la legione di Ancona; in P . A. nel 1925, fu promosso genera le di brigata nel 1927. Giunta (di Ricezio11;; e di Verificar. E' costituita presso ciascuno dei RR. A.r senali mii. mar. con l'incarico d i sottoporre a collaudo e accettare tutti i materiali che vengono acquistati dalla R. Marina, sia per essere distribuiti alle navi ed ai vaJ"i enti, sia, per essere trasformati mediante lavorazione negli stabilimenti mii. marittimi.

Giunti (Domenico). Ingegnere mii., n. a P istoia, m. a Mantova (1512-1560). _Fortificò e ampliò Guastalla.

Giuramento delle reclute del 47° regg. rantecta ed ai suoi Reali successori, di osservare lealmente lo Statuto e le a ltre leggi dello Stato, e di adempire tutti i doveri del m io stato, al solo scopo del bene insepara.biledel Re e della patria >). L'ufnciale di nuova nomina, a qualunque categoria appartenga, deve prestare giuramento in occasione della sua. prima presentazion.c a l corpo, comando, ufficio, p resso il quale è destinato a prestare servizio. Il G . si presta una. volta sola., sinchè dma J~


Giu

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Glurnrnl·n10 dello reclule <1e11•11° rel!'g. genio (192S) quali1à d i ufficia le; ma se questa s i perde e poi s i riacq uista, il giuramento dev'essere prestato di nuovo. Per il G. di un ufficiale che si presenta al corpo per prcs.tan·i servizio, il comandante e 1utti gli ufnciali del corpo stesso si riuniscono, nei primi giorni dopo l'arri\"O dell'ufficiale, nella sala del rapporto, con la bandiera o con lo stendardo - se il corpo li possiede - e nell'uniforme prescr itta. L'ufficiale che deve giurare sguaina la sciabola e la consegna al comandante del corpo, indi legge ad alta voce la formula del giuramento scri tta sopra un apposito foglio e vi appone la firma. Riceve, poscia, dal com:indante di corpo la sciabola, saluta con questa, la ringuaina e raggiunge il proprio posto. Se gli ufficiali che devono giurnrc sono diversi, essi compiono successi,·amente l'atto come sopra si è descritto. L'atto del G. controfirmato dal comandante del corpo, viene trasmesso al Mi11is tcro della Guerra. Le reclute prestano G. prima di far servizio con gli anziani. Gli allievi ufficiali e sottufficiali lo prestano prima d' essere promossi caporali. Per il G. delle reclute, l'intero corpo o distaccamento si reca al luogo designato per la funzione. Ogni compagnia o reparto equivalente ha tulle le sue reclute riunite in un solo p lotone, che si dispone in testa alla compagnia. Il comandante del corpo o distaccamento si colloca di fronte alla truppa con la

c.:..

band iera a destra; fa prcseqtare le armi, legge ad a lla rnce la formula. del G., alza la sciabola e con voce vibrata. domanda : lo giurate voi? Le reclute alzano la mano destra e gridano ad alla voce: lo giuro. J ,a musica suona la marcia reale. La truppa sfila poscia davanti alla bancLiera ed al proprio comandante. Le truppe delle armi a ca.vallo intervengono a pied i a l giuramento. Quando il l',,finislero della Gu~rra ordina che un intero reggin1ento giuri, la. cerimonia si compie nel modo sopra detto; perè i regg. d i cav. sono a cavallo e quelli di art. con i pezzi attaccati. Alzano la mano destra e gridano « lo giuro » anche i:,li ufficiali. Se il :Ministro della Guerra ordina che giuri un intero presidio, il comandante di questo fa riunire le I.ruppe in quadrato, con un lato aperto, fronte in dentro. Si mette poi al centro del lato aperto, colla bandiera. a d estra e gli ufficiali fuori rango a sinistrn e fa prestare G. nel modo sopra prescritto. Alla funzione del G. di tutto il presidio devono essere invitati tutti gli uffici<bli in d isponibilità, in aspettativa e in congedo, che ris iedono nel presidio. Essi prendono posto con gli , ufficiali fuori rango. I l G. per gli ufficiali e per la truppa esiste presso tutti gli eserciti e risale a tempi assa i antichi. La formula era per l'addietro assai più lunga dell'attuale e toccava particolareggia1a111ente tutti i vari doveri del militare.

Giuramento clellc rec1u1c ae1 13° rcgg. runtrria


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Gru

Gi11r:,mcn10 dcg·!l ulll evi clella scuola so1t,1mc1a11 a nicti

1 1 G. veniva l'innovato a.d ogni promozione. Con Vinor io

Amedeo Ja formula era la seguente : « lo.. sopra questi s,mti E va11geli, giuro e prometto all'onnipotente I ddio, , <:.he invoco testimonio a questo atto, di bene e fedelmente servire $ . i\lL.. nella carica che si è degnato con fe rirmi -e che, sot to pretesto od occasione di essa carica, non commetterò alcun aggravio, oppression e, estorsione, concussione, •malvcrsa2::one, od altra cosa indebita, che llli apt)Fcherò con tutta la maggiore sollecitudine, vigi lanza ,: fedeltà pi,, dovuta a ... quando anche dovessi esporv i la y,i ta, anzi piuttosto quella perderò, che mai consentire :nè iare direttamente e ind irettam ente cosa veruna che potesse esse re o tra ttarsi in pregiudizio della persona, <:6sa. stati o onore di S . .M., e quitndo sapess i che si facesse o si trattasse qualche. cosa di simile, glie lo rivelerò medi-atamente o immediatamente, come meglio potrà riuscirmi, e mi opporrò subito a tutto pote~e. Che n on .rivelerò alcun segreto che mi venisse confida to da S. _VI. o per par te s ua, e li rivelerò nel modo come sopra, tu tto dò che saprò essere di suo servizio, o contro il suo se.rvizio ... Che invigilerò, che osserverò costituzione, ord ini e stabiliment i m ilitari, fatti e che si faranno da S. :M., finrulmen te che farò ed eseguirò puntualmente tutto ciò cbe in riguardo alla detta carica sarà tenuto, e come si conviene ad ufficia le da bene e di onore, e fedele servitore e s u ddito di S. :M. Così Dio e questi Santi Evangeli mi ai utino a d osservare, come prometto a Dio medesimo e ll S . i1'. >> . Esisteva una fom1ula a pa~te, a.n ch'ess:t assai lunga. per il giuramen to dei sottufficia.J.i e soldati. Successivamente e grada tamente d a queste for11nùe piuttosto pro-lisse si passò ad altre p iù sintctich~ ·e p iù compren s ive, sin che si giunse a quella attua le. Nell'an t. Roma, il G. si ·prestava appena Ìinite le opc.azioni di leva e aveva cara ttere re ligioso, differendo da ogrti altro giuramento. II comandante riceveva il giura1ncnto degli ufficiali ; per i so lda ti, uno cli essi p ronunc iava la formula del G. e gli altr i, u no a lla volta, uscivano dalle file e pronum,iava no le paro1e: « idem ' in me,, ( lo stesso per me).

G.ìurgi u (o Giurg,:vo) . Città della Roman ia, su l Da1rnbio', in faccia a Rusciuk, da cui la separano a l~une isole sul fiume medesimo. In u na d i queste isole esistette in an tico il Forte San Giorgio, ci:etlo da-i Genovesi quan-

d'erano potenti nel 1vta.r K ero e sul D-anubio. Venne fortificata in segu i'lo, e appartenne per 010!!0 tempo ai Turchi. Fu presa dai Russi nel 1771 e ten uta per quasi tre anni.

I. A ssed.io di Gù.rgiu ( 1790}. F u posto d ag,li Austriaci, comandati dal principe di Sassonia, il 2 giugno. L a guarnigione turca, dopo breve difesa, abbandonò la città e si ri trasse nella cittadella., opponendo agli assalitori un'at- · tiva difes,1, con sortite frequenti. Il 6 giugno, i Turchi, radunate forze numerose a Rusciuk, Yarcaròno il Danubio, assalirono le trincee a ustriache, ne sgom inal'ono i c1;fensori, e costrinsero il principe di Sassonia ad abbandonare l'assedio, avendo perduto 4000 u. e 21 cairnoni. II. Assedio di Giurgùt (1807}. Fu posto dai Russi, comandati da J\,lichclson, nel mese cli marzo. Dopo bombardamento che recò scarsi danni a lla difesa, i R ussi assalirono le mura, ma ftu·ono dovunque nettamente respinti, e, dopo vani sforzi e tentativi, dovettero (29 marzo) abbandonare l'assedio. III. Battagl:ia di Giurgitt ( 1854). Appartiene alla gutrra di Crimea. I Russi, di fronte al movimento elci T urchi e degli Alleati verso il Danubio, abban·donato l'assedio di S ilistria iniziarono la loro ritirata, mantenendo occupate alcun: posizioni sulla sr. del fiume, fra le quaÌi G. Quivi r imasero 27.000 u. al comando del gen. Soimonov, fortificati ancbe nelle isole, specialmente in quella di Ramadan . Omer pascià, comandante dei Turchi, riunì 40.00D u. a Rusciuk e una flottiglia d i barche protette da piccole cannoniere. I l 7 luglio, una grossa batteria turca bombardò e smontò i cannoni russi nell'isola; quindi lanciò un migliaio d'uomini, sulle scialuppe, nell'isola. Dalle due parti accorsero rinforzi, e la lotta fu accanitissima dall'a lba sino a notte, quando i Russi, sopraffatti, abbandonarono Je isole e ripararono nella piazzaforte, dopo di avere perduto oltre 3000 u. Il p rincipe Gorciacov, comanda nte in ca1'lo dei Russ i, ordinò l'indomani l' abbandono delle posizio11i d i G. e continuò la ritirata, mentre Omer pascià faceva passare sulla sr. del fiume le sue truppe.

Giurì. Quando fra due mili tari sorga una vertenza cavalleresca e non riesca po_ssibile comporla amichevolmente, è obbligo dei rappresen tanti di deferire la vcrg


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Gw

Combattim~nto d i Giurgiu ( 1854) tenza stessa a l gi_udizio di un G. d'onore (V. D·uello) . I q uattro rappresentanti compilano e firmano una relazione sui fatti che !1anno dato luogo alla vertenza e ch iedono che il G. si pronunci in merito a-d essa. Qoando i rappresentanti non siano d'accordo su taluni !)articolari dei fatti, ·i rappresentanti d i ciascuna parte comp ilano e firmano · una relazione propria. La relazione o le relazioni, ch iuse in apposito p iego con l'indicazione all'esterno del grado e del nome delle parti e dei rappresentanti, sono trasmesse per via gerarchica alle competenti autorità, che sono particolareggiatamente speci•ficate nel regolamento di disciplina. L'autorità cui è indirizw.to il piego, senza prendere conoscenza della relazione o delle relazioni in esso contenute, ord ina immediatamente la costituzioue di un G. d'onore, composto d i un presidente e di due membri che essa sceglie fra gli ufficiali in S . P. E . dipendenti, superiori in grado od in anzianità ai contendenti. Il G. è presi~duio: nelle vertenze fra ufficiali genera-li o fra ufficiali ammiragli e gradi cotTispondenti, da un generale d'Annata o d·i C. d 'A. o di · d ivisione, o da ufficiali ammiragli e ufficiali generali d_ , aeronautica di grado corrispondente. Nelle vertenze' fra ufficiai-i superior,i o capitani e gradi corrispondenti della R . Marina, d a u n ufficiale generale o da un ammiraglio; in quelle fra ufficiali sub[l)Jterni, da un ufficiale superiore; :in quelle fra gli altrL militat'i, da un capita110 o grado corrispondente della R. Marina. L'autol'ità che o.l'di.na la costituzione del G. d'onore trasmette al pres idente il piego chiuso e indica il luogo ove rl G. deve riunirsi. Il p residente stabilisce il giorno della riunione. Il G. presa conoscenza della relazione o d elle re lazioni compilate dai rappresentanti od intese - ove lo ritenga opportuno - le parti ed i loro rappresentanti, pronuncia il proprio verdetto, che può essere: a) una dichiaraZÌQne che non v'è ragione a contesa; b) u n verbale di conciliazione; e) una d ichiarazione di non in tervento nella vertenza. Nei casi a) e b), se una od ambedue le parti non trovassero nel verdetto sufficiente r iJ)arazione all'offesa che ha cagionato la vertenza, possono - entro tre gior,; i da lla notificazione · del verdetto - esporre per

iscritto o verbalmente le ragioni all'autorità che ba riunito il G., la quale può conf.ermare il verdetto e nomi-• nare_un a ltro G., il cui giudizio sarà inappellabile. Per gli ufficiali in congedo, ricorrere al G. d'onore .è obbligo morale. Si chiamò col nome di G. 1n Francia, nella costituzione mii. del 1791, 1>11 collegio d i ufficiali destinato a punire i delitti commessi da ufficiali e soldati dell'esercito e dell'arma~a. E-ra quello che fu poi chiamato << Con• siglio di guerra >>.

Giuria (Icilio). Generale, n. a Montepulciano, m. a Firenze ( 18.46-1911). Sottot. d'art. n el 1865, nell'anno seguente combattè contro l'Ausl!ria . Colonnello nel 1897, còmandò il 10° regg. da campagna e nel 1900 passò d irettore d'art. a Verona. Ln P . A.- nel 1902 e nella riserva nel 1906, d ivenne mag-g. generale uel 1908. A lui è dovuto il volume: « Polveri, armi portatili e nozioni sul materiale d'a:rtiglieria >>. t G·i11.r ia nob. Francesco. Generale, n. a Torino, m. a Roma (1847-19·29). Sottot. d'a.vt. nel 1867, nel 1900 ebbe il &rado di colonnello. Comandò il 4° regg. e poi fu direttore d'aJ't. a Messina. 1;., P. A. nel 1905, pa.ssò nella riserva nel 1910 divenoodo magg. generale nel 1912. Gi«ria Luigi.. Generale, n. a Voghera, m . a Torino (1853-1918). Sottot. nel 1877, percorse la carr iera nell'arma del genio raggiungendo in servizio il grado di te;. colon:nello nel 1904. In P . A. nel 1909, venne promosso. colonnello ne°I 1911 e magg. generale nel 19Ì8. Giuria Ettore. Generale, n. a Modena nel 1865. Sottot. d'art. nel 1883, fu in Eritrea nel 1897. Parte-eipò a tutta la guerra contro l'Austria divenendo nel 1916 colonnello e poi magg. gene.raie per mer.ito di guerra nella · presa di Gorizia. Comandante d'ar t. dell'8° C. d' A., alla conquista delle alture del Sober ebbe la med. d'argento. Fu poscia comandante dell'-a.rt. del 5° C. d' A., della 6' e della 3' armata e si meritò la croce d i cav. dell'O. M . S. sull'Altipiano Ca.rsico e la croce di uff. dello stesSQ Ordine sul Piave. Dopo la gue1,ra, ebbe il coman do del-


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Gru l'Accademia mil. e della scuola d'applicazione e divenne generale di divis. nel 1923. Passò nello stesso anno al comando della divis. di Ancona. Generale comandante il C. d':\. di Verona nel 1926, nel 1928 venne nominato ispettore d'artiglieria.

Giuriati (Giuseppe). Generale, n. nel 1863. Sotto!. di fanteria nel 1882, frequentò la scuola di guerra e nel 0 1915 fu promosso colonnello. Ebbe il comando del 7 J regg. fanteria e con esso entro in guerra contro l'Austria. )lei novembre 1915 ebbe il comando della brigata Cremona e l'anno seguente fu promosso magg. generale. In P. A. noi 1916, ebbe nel 1923 il grado di generale di divisione e nel 1927 quello di generale di C. d'A.

Otung1 Aldo

Otu rlal1 Mario

Giuriat; Ma.rio. ~Iedaglia d'oro, n. a ~Iilano, caduto a Santa Caterina ( 1895-1916). Sottot. prima d i complemento e poi effettivo nel 38° regg. fanteria, combattè da valoroso e fu gravemente ferito nell'ottobre 1915 nel settore d i Pia va. Pas.5ato al 144° regg. alla vigilia della ba ttaglia di Gorizia, il 2 agosto 1916 fu nuovamente ferito durante un attacco nemico sul Sabotino. Ricoverato all'ospedale di Cormons, non appena saputo della battaglia viHoriosa ingaggiata davan~i a Gorizia lasciava l'ospedale, benchè non ancorà guarito, e raggiungeva il suo regg. sulle alture di $. Caterina e qui il giorno 11 dava la sua giovane vita per la Patria. Fu conferita. alla memoria di lui la meda.glia d'oro, con questa motivazione: « Ferito al petto in una trincea avanzata, ricusava di farsi bendar e per non lasciare la posizione, Ricovera.Lo suo malgrado in luogo di cura, avuto sentore di imm.inente azione offensiva, insisteva nel chiedere ed otteneva di esserne dimesso, e, con la ferita ancora a margini aperti, r iprendeva il comando del plotone, affermando con nobile, generosa menzogna, di essere perfettamente guarito. Essendo stato ferito il capitano, assumeva i! comando della compagnia, e, con impeto travolgente e foga trascinatrice, la conduceva al vittorioso assalto di mumt1ss:ma pos1z1one avversaria. ferito, ricusò di farsi bendare per non desister·e dalla pressione sul nemico, finchè 1rnovn. gravissima ferita ne spezzava il ferreo volere, il generoso cosciente ardimento. (Sabotino-Santn Caterina, 2- ll agosto 1916). Giu risdizione Militare. E' un diritto-dovere attribuito dalla legge ai Capi militari e consiste nella potestà di giudicare fatti illeciti costitucmti reato, lesivi del ser vizio e della disciplina, commessi dai m ilitari, applicando a,i colpevoli le relative sanzioni. Essa è accolta nella legislazione di tutti gli Stati ed è considerata come attributo del Comando, cui compete la respoosabil-ità del

regolare ed efficiente impiego delle fòrze Armate. D'altra parte, i Capi m ilitari, avendo una conoscenza perfetta dell'organismo in cui vivono e di cui fanno parte, hanno piena ed intera capacità di conoscenza dei reati militui, giudicando con profonda competenza ed obbiett iva imparz.iaLità. Sono soggetti alla g.iurisdizione militare: 1) i militari (individui appartenenti all'esercito compresi i carabinieri -, alla. marina, alla guardia di. finanza, alla M.V.S.N. e, per determinati reati, gli agentidi P. $. e le guardie carcerarie); 2) gli ufficiali in disponibilità o in aspettativa; 3) gli invalidi incorporati; 4) gli individui che, per provvedimento organicor sono assimilati ai milita.iii; 5) i dise.r tori; 6) i militari che stanno scontando le pene della reclusione militare o del carcere militare. _La G. M. ha inizio, per gli ufficiaH, dal giuramento; per gli altri militari, dall'arruolamento; ha termine con la cessazione regolare del servizio e presentazione alle autorità del luogo di domicilio. In tempo di guerra sono soggetti alla g iurisdizione militare: l} gli individui aventi impiego o ingerenza nelle Forze Armate; 2) le persone addette al loro privato servizio; 3) i prigionieri di guerra; 4) chiunque sia. colpevole di tradimento, spionaggio, subornazione, arruolamento, d i incendio, devastazione, o spogliazione di ferito; 5) chiunque, in presenza del nemico o quando l'esercito è in paese nemico, sarà complice di colpevoli cadenti sotto la giurisdizione militare. La materia della giurisdizione penale militare è limitata ai reati contemplati dai codici penali militari, nelle dispos izioni per il tempo dì pace e per H tempo di guerra. Il legislatore italiano ha compreso i reati esclusivamente militari - cioè quei fatti che, non a.vendo alcun riscontro con i reati preveduti dalla legge penale comune, possono commettersi solo da militari, quali la diserzione, l'ammutinamento, ecc. - e, in parte, i reati obb,ie'ttivamente militari - cioè quei fatti.che, pu.r violando la legge penale comune, siccome son commessi da militari e producono un danno alla disciplina ed al servizio, vengono ad esercita.re la loro influenza specialmente contro un interesse militare (falso, prevaricazione, furto, ecc).

Giuseppe Carli. 150• Legione della M.V.S.N. intitolata al nome della med. d'oro sergente Giuseppe Carli di Barletta, e costituita ne11'8 febbraio 1923, su 4 coorti, con sede rispettivamente in Andria, Canosa, Corato, :t.Iolfetta, una centuria ciclisti e una centuria mitraglieri. Sede del comando : Barletta. Giuseppe Gan'ba.ldi. Incrociatore corazzato, varato a Sestri Ponente nel 1899; disloca.mento 7350 tonn., macchine HP. ·13.500; armamento II - 203, XIV - 105, X - 76, VI - 47, lanciasiluri 4. Gittseppe Flavio (o G. Ebreo). Guerriero e storico deH I secolo (37-97). R ientra to da Roma, dov'era stato ai perorare la causa degli Ebrei, trovò a Gerusalemme i. concittadini in rivolta contro i Romani, e si mise a capo dell'insurrezione, tene.ndo abilmente testa alle legioni.


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L; ESERCITO È LA SCUOLA

DELLA NAZIONE -

Cor,,o })!'l'!Uilitare clclla legione· « Glu':leJ)Pe Carll »

Comparso Vespasiano in Galilea, fu abbandonato dai suoi, e si ritirò a T iberiade. Diiese con molto valore J otapata per 47 giorni e non sarebbe caduta s'egli non fosse s tato tradito. Salvatosi in un nascondiglio, fu poi gra?.iato da ..Vespasia.no, cui profetizzò la nomina ad imperatore. Quando cjò avvenne, G. fu prima a :liane◊ d i V~spasiano alJ'asscdio d i Gerusalemme, po i accompagnò T ito a Roma, ed ottenne anche i favori di Domiziano. Scrisse colà. le sue opere tra cui primeggiano: « Storia della guen'a g:udaica >l; cc Vita cd an tichità giudaiche J>.

de\1,1 cUes1 dell'alta Carinzia. T'romosso colonnello generale nel 1916, due anni dc;>po divenne feldma resciallo. Gi11seppe Ferdùw.ndo. Arciduca d'Austria e feldmaresciallo, n. nel l872. Uscl da:ll'acçadem;a di Vienna. La grande guerra lo trovò comandante del XIV C. d' /\. a Innsbruck. Combattè nel T rentino e più _tardi in Gali1,ia. Venne p romosso nel l915 comandante della IV Armata; durante l'inve1110 del 1916 sul fronte russo si ammalò e dovette rit irarsi a Salisburgo.

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Giuseppe Augusto

llncroGiatore col'ar.1.ato « Gi useppe Garibaldi» Giuseppe Maria di Savoia conte di Villafra11ca. :Maresciallo d i Francia, n. a Parigi ( li83- l825). Sottot. dei dragoni a l principio del sec. XIX, divenne nel 1810 caposquadrone dcll'8° regg. usseri e con esso partecipò alla campagna di Russia del 1812. Colonnello ciel 2° usser i ne l 1820, divenne maresciallo nel 182 1. Ispel!orc di cavalleria nel 1822, nell'anno seguente segul il' duca cl' Angouléme nella guerra d i Spago11a. Fu padre del principe Eugenio di Carignano.

Gi,usej,pe Augusto. Arciduca cl' Austria e feldmaresciallo, Jl. nel 1872. Uscì sottot. dalla scuola d i Vienna nel 1890. Allo scoppio della grande guerra si trovò in Serbi,, a l comando della 31" divis. di fanteria ungherese. Combattè poi sul fronte russo e fu promosso genera le di cava.Ile1,ìa, passando più tard i a l coma,ndo.dcl VII C. d'A. col quale combattè su I fronte russo, poi sull'Isonzo, ccl infine sui Carpa,;i. Si dis tinse p u re qua•le OJ"ganizzato re

Giuseppe Ferdinando

G ì usiana (11.ob. E,·nesto Gaetano) . Gene ra le, n. a S. Rocco cli Cuneo, m. a Torino (1827- 1901). Sottot. d·i fanteria nel 184~, pa,tecipò alle prime due guerre dell'indipendenza meritando la mccl. d'argento a Novara. Fu quindi i.n Crimea: poco dopo passò nel corpo di S. l\-1. ed a lla ·M adonna. delle Scoperte (1859) ebbe una seconda med. d'argento. Passa to nei bersaglieri nel 18M, comanda ndo il 4" bgl, contro i briganti fu decorato de lla croce mauriziaJ1a e delh nien2>ione onorevole,- Sempre col 4° bgl. combattè nel 1866 ed a Villafranca. si merit~ l'O. M. S. Al comando dell'8° regg. fanteria entrò fra i ' primi in Roma (1870) e divenne di esso colonnello nel 1872. l\lfagg. genera.le nel 1880, comandò la b rigata Livorno. Ten. genemle nel 1886, ebbe il comando della divis. di Catanzaro e nel 1887 andò in riserva. Giustetti (Umberto) .. Generale, n. n el 1858. Sottot. ne l 18i6, pei:corse tutta la carriera nel gen io divenendo sottodirettore del genio a Brcsoia nel 1908. Colonnello nel 1910, comandò il 3° regg. tele.grafisti e poi il 5° minatori. lYiagg_ generale comandante del genio a Torino nel 1914, partecipò a tutta la guerra contro l'Auswia: fu comandante del genio del 3" C. d'A., poi deHa 1" armata e d ivenne ten. generale ne! 1916. L a perizia tecn ica ed il valore personale d-i mostrati in tutta la guerra gli


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valsero la croce d i cav. dell'O. M . S. In P. A. nel 1919, passò nella riserva nel 1927 e nel J928 venne promosso generale di C. d' /\.

Gl uslana Ernesto

GiUSletLi Umber to

G iusti (Villa) . i\ntica villa de lla famiglia dei conti Giusti del Giardino, i,n prov. d i Padova, sulla dr. del

La vll la Giusti

canale di Battaglia, sede del Comando Supremo delle forze militari italiane durante il 1918. Armistizio di Villa. GiA.,sti. F ino da l pomeriggio del 30 ottobre i sei delegati austro-ungarici, diretti dal gen.

di fanteria von Webenau comandante· del VI C. d':,-\., ·muniti deUe regolari credenziali furono con.dotti a V. G., dove dal Comando Supremo italiano vennero loro sottoposte le c la usole d'ai-mistizio ricevute per telefono da Versailles dal Consiglio di guerra dell'Intesa: Venne prestàbilita per il 2 novembre alle 18 w1a riunione plenaria per l'esame delle clausole s ul testo scritto, che per quel giorno sarebbe ~enuto da Versailles, e contemporaneamente il Comando Supremo italiano, a ciò espressamen te delegato, avrebbe fissato i dettagli di esecuzione dei capitoli. La seduta si protrasse tutta la notte. Alle 18,40 del 3 novembre l'armistizio ven iva finnato da tu tti i plenipotenziari ed andava in vigore 24 ore dopo. Le clausole militari più salien ti furono le seguenti i Art. 2. - Smobilitazione totale dell'esercito austroungarico e r itiro immediato d i tutte le unità operanti, dal mare del N orci alla Svizzera. L'eserci to austro-ungarico veniva ridotto a non più di 20 divis. neH'effettivo di pace_ an teguerra. Art. 3. - Sgombro d i tutto i< territorio invaso, dall'inizio della guerra, dall'Austria, e ritiro delle forze, in perjodo fissato dai Comandi Supremi, al di là di una linea prestab ilita, dal N . dello Stelvio a Tarvisio a l Predii, e Idria, e di qua fino a lviattuglie e Volosca. Vi sara11110 comprese anche le isole a N. ed O . della Dalmazia. I territori evacuati sarano occupati daJ!e truppe degli alleati. Il m ateria le militare e ferroviario e gli ap-

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provvigionarnent i giacenti nel territorio restano degli a lleati. Art 4 . - Le trup pe alleate potranno sposta rsi liberamen te e valersi delle ferrovie, vie fluviali e rotabili come vorranno. Resteranno occupali_tutti i punti strategici in Austria-Ungheria per ~agioui d'ord ine e militari. Art. 5. - Sgombro completo entro 15 giorni di tutte ie truppe germaniche, non solo da.Ile fronti d'Italia e dei Balcani, ma da tutti i territori dell'Austria- Ungheria. Art. 6. - Rimpatrio imme<liato, senza reciprocità, di tutti i prigionieri di guerra, sudditi al!eati internati, e popolazione fatta sgo;nbrare. Le clausole navali più importanti furono: Art. 2. - Consegna alle potenze associate di 15 sottomarin i austro-ungarici costn1itì dal 1910 al 1918, e consegna di tutti i sottomarini gennanici che fossero nelle acque territoriali austro- ungarici. Disarmo completo e smobilitaz;ione di tutti gli altri sottomarini esistenti nelle acque territoria li a ustro- ungariche. A rt . 3. - Consegna, in armamento cd equipaggio completo, di 3 corazzate, 3 in crocia tori -leggeri,. 9 cacciatorpediniere, 12 torpedi11iere, 1 nave -posamine, 6 monitori del Da.nub:o, scelti dalle potenze alleate. Tutte le navi da guerra di superficie, comps ese le fluviali, saranno concen trate alle basi navali auslro-ungariclie scelte dalle potenze alleate, e saranno smobilitate e disarmate. Art. 4. - L ibertà d i navigazione d i tutte le navi da guena e mercanti li delle potenze alleate ed associate nel!' Adriatico, D a nubio e suoi affluenti . .Per ta le libertà le potenze sono autorizzate il smantellare le opere fortificate e di d ifesa. Art. 6. - Raggruppamento ed immobilizzazione nelle basi austro- tmgariche delle forze aeree navali. Art. 7. - Sgombro d i tutt; la costa italiana e di tutti i forti occupati dall'Austria fuori del suo territorio, ed abbandono ai vincitori di tutto il materiale navale. Art. 8 . - Occupazione di Pola e sue fortificazioni di terra e mare. Art. 9. - Restituzione d i tutte le navi mercantili delle potenze associate prese da.Il' A,ustria, ecc. L'esecuzione delle modalità di -questo armistizio d iede luogo a nun1erose complicazioni, ii1 causa gi errata comunicazione dell'ordine d i cessazione delle ostilità da parte dell'Austria - Ungheria, che del resto era già in balla della rivoluzione e separatismo. 'Taluno disse aI1zi che non sia stato involontario q uesto errore, poiché il governo· di Vienna aveva interesse di lasciar prigioniere in Italia twppe degli Stati separatisti. Nei riguardi delle clausole navali, occorre ricord are che un comfraLo rivoluzionario aveva inalberato a P ola sulla medesima la bandiera jugoslava fino da l 30 ottobre. Da.te le gelosie suscitate dalla vittoria ita liana, ed i t imori ingiust ificat i, d<L parte delle potenze, che vedevano già nella nascente Jugoslavia una futura nemica dell'Italia, era necessario cx;cupare subito i territor i fissati nell'armistizio, e passar sopra a:lle clausole meno importanti. E così la bandiera italiana, sia da parte dell'esercito che della marina, venne rapida.mente piantata e fatta ,sventola.re ai sacri confini dell~ Patria.

Giustiniani. Due sono le illustri _famiglie di tal casato che diedero alla _storia mii. spiccate per sonalità. L'una ebbe origine a Venezia e già nel ll 7Q perdette parecchi membri nell'annata veneziana comandata dal doge Vita le Michieli, che subì grave sconfitta nelle acque di Chio. L'altra. .oriun<la genovese, diede vita ali'« Al-


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bergo dei G. >l in Chio, che occupò nel 1346, ma dovette per molto tempo combattere coutrn nemici numerosi e potenti per conso)idare la conquista, riuscendo alla fu1e per rimanervi signora conservandone la dominazione fino al 1566, sotto l'alta protezione della Repubblica genovese. I G. a •Chio misero in piena efficienza le fortifi.ca:tioni, elev_andovi torri e mura a protezione dei cittadini.

Giustiniani Taddeo. Capitano veneziano del sec. XIV. Espugnò nel 1369 con un'armata navale Trieste, difesa dalle truppe di Leopoldo d'Austria. Giustinian,i Orsato. Capitano veneziano del sec. XV. Si segnalò nel 1431 alla battaglia di R ap;dlo contro i Genovesi. Nel 1463 fu capitano generale in :Morea; attaccò :Metelino ove, nonostante il suo valore, rimase sconfitto e di dolore morì nel -1464. Gi1tstiniani Pom,peo. Capitano veneziano, n. in Corsica nel 1569. A 16 anni si distinse all'assedio di Ostenda ove pe1,ge un braccio. Ebbe poi il governo de!Ja Frisia, di Candia e delle fortezze della Repubblica di Venezia e rimase ucciso nel 1616. Scrisse una << Storia delle guerre di Fiandra >l . Giustiniani rn.archese Camilla. Arnmixaglio genovese del sec. XVII. Ebbe alti comandi nella flotta della Repubblica. Gi«stiniani Gia1t Giorgio, Capitano genovese del sec, XVII. Combattè nel 1647 contro i batbareschi, _copl'endosi di gloria. Più tardi fu alla testa delle truppe genovesi che domarono la rivolta in 11:essi:na. Giust·iniani iWarcantonio. Doge e valente uomo di mare veneziano (1619-1688). Durante il suo dogato ori_anizzò la guerra contro Maometto IV, alleando la Repubblica con la Polonia e l'Austria; scelto Francesco Morosini quale condottiero, fece occupare il Peloponneso, l' istmo di Corinto ed Atene, e portò la potenza marinara dellil Repubblica al culmine. Giustiniatti A ngelò C'-riacomo. Preside delle milizie vemeziane e patrono dell'arsena·le di Venezia (1757- 1813). •Governatore mii. di Treviso, -resistette alle intimazioni ·fattegli clal Bonaparte q uando l'esercito francese (1797) 'invase il territorio di quella· provincia. Minacciato di ifucila zione se non sgombrava immediatamente la città, rispose con fermezza che riceveva ordini solo dal Senato; e che la sua vita gli era preziosa unicamente per la patria. Fu rispettato da Napoleone stesso. Giustiniani marchese Ippolito. Generale, n. a Geno.va, m. a Torino (1781-1859). Ciambellano del Principe Borghe;;e nel 1810, nel 1816 passò nell'esercito sardo. Colonnello nel 1832, due anni dopo passò sott'ispettore all'ispezione generale delle leve, nella quale carica fu promosso magg. generale nel 1838. N el 1850 fu collocato a ri_poso. Giustinia11Ji marchese Enrico Giovan.ni. Generale, 11. a Genova, m. a Torino (1806-1859). Entrato nell'esercito nel 1825, passò dalla fanteria al corpo di S. M. nel 1848. ,Combattendo contro l'Austria meritò a Goito la med. <l'argento; a Custo.z a rimase ferito. Insegnò dal 1850 al 1855 arte e stòrfa mii._ ali' Accademia mil. Colonnello nel 1855, comandò il 9° regg. fanteria e poco dopo andò in ,Crimea al comando del l O regg. provvisorio e poi della 4• brigata di fanteria, merit_andosi la croce d'uff. delJ'O. 1vI. S. Magg. generale nel 1859 ed aiutante. di campo

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del Re, morl mentre si' facevano i preparativi della guerra contro l'Austria. Scrisse, fra l'altro : « Studi sulla tattica delle tre armi>); « Memorie sulla guerra in montagna l) ; « Statistica militare degli Stati sardi >l ; « Nozioni elementari di strategia».

Giustiniani Agostino. Generale, n. a Livorno nel 1811. Sottol. nel 1836, raggiungeva il grado di colonne!Jo nel 1862, comandando il 14° regg. fanteria e poi la brigata Livorno. Lasciò per limiti d'età il servizio nel 1867. Piese parte alla campagna del 1848-49, aistinguendosi a Novara e, meritando una med. d'argento. Partecipò alla spedizione d'Oriente nel 1855 e alle campagne del· 1359 e del 1866.

Giustizia Militare. Pc.r trovare le prime traccie dell'istituto della G. M. come istituto a sè è necessario risal ire alla fine del Medio Evo, od all'inizio del Moderno, poichè solo in quei tcml?i fu stabilito ·un Magistrato chiamam ad applicare la legge, sia civile che penale, nei con.fronti dei m ilitari, sottraendoli in tal modo alla gil)risdizione del magistrato ordinario. Gli S tatuti Sabaudi di Amedeo VIII, promulga.ti nel 1430, attribuiscono ai marescialli di Savoia, cioè ai comandanti in capo, di decidere da soli tutte le controversie sia civili che penaJj fra •militari, e fra mil itari e borghesi; successivamente tale potere venne attribuito da Emanuele Filiberto con le sue patenti del 1582 ad un << Auditore generale delle M ilizie e genti di guerra l), al quale in seguito aggiun~e dei vice-auditori generali, che assumono poi jJ nome di uditori. I loro compiti erano complessi : istruire le cause,, portarle innanzi ai Consigli di guerra, dirigere i dibattimenti, racc"ogliere le sentenze; riassumere quindi in se stessi le funzioni di istruttore, di rapprese~tante della kgge, di relatore della causa. c di giudice estensore della ..sentenza. Tale cumulo d i funzioni si verificò anche in parte nella giustizia comune, dove l'uditore od auditore (nome di origine forse spagnuola, ma di signi.ficato strettamente latino perchè derivante da audire) assurse a grande importanza funzionale, come per gli uditori della Sacra Rota Romana, tuttora esistenti. Il successivo progresso e perfezionamento delle forme processuali non consentiva però che continuassero ad accentrarsi nella stessa persona le funzioni di accJsatore e di giudice; e il senso giuridico del popolo ita.liano, sempre più avanzato di quello di ogni altra nazione (nell'esercito austriaco la potenza degli auditori fu in pieno vigore sino a.Ila grande guerra) sentì il bisogno di separare i due attributi, dando quello di rappresentante la legge (fisco) ad un ufficiale, o ad , un tecnico conoscitore del giure, e lasciando aj Consigli di guerra <lei presidì, presieduti da un vice-auditore, il potere di giudicare. ·Ciò si verificava sotto il regno di Carlo Emanuele III, con le costituzioni mii. del 1770. Il Regio· editto penale mii. emanato da Carlo Felice nel 1822 ed il codice penale mii. di Carlo Alberto del 1840 conservarono quasi immutato questo stato di fatto. Con il primo vennero istituiti dei Consigli di guerra divisionali, ai quali venne affida.ta )a cognizione di tutti i delitti mii. Essi erano composti di ufficiali d i vario ' grado, e vi era addetto un uditore di guerra incaricato dell'istruzione dei processi. Vi era poi un Gran Consiglio di guerra, che aveva una competenza speciale, personale e per materia, in quanto ad esso venivano dell)andati non solo i reati commessi da ufficiali di determinato grado


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,e funzione, ma anche quelli relativi alla difesa delle piaz-

zeforti a l munizionamento, ecc., oltre quelli che per la loro a;rodtà richicdev;no una pena esemplare. Il Gran 'Consiglio veniva costituito · volta per volta dal Sovrano -con no n meno di cinque membri, scelti fra gli ufficiali generali, i governatori comandanti e i colonnelli; membro obbl igatorio, che aveva voto come gli altri e stendeva la sentenza, era l' Auditore generale di guerra, mentre due Senatori intervenivano soltanto se dovevasi giudicare un reo di delitto comune. L'accusa veniva sostenu ta d a ll' Avvocato .fiscale genernle, ed un segreta.rio red igeva i verb,L1i. Con il codice penale mii. Albertino del 1840 l'ordinamento del la G. M . su bì alcune modificazion i. Vennero infatti istituiti Consigli di guerra, di regOius11zta militare _gimenlo, d i d ivisione, misti. I Fregio ~c1 berretto primi, che avevano competenza per i 1·eati d i minore gravità si componevano di sei ufficiali, in prevalenza capitani, presieduti da un ufficia le superiore. Fungeva da relatore un u ditore, e da rappre.sentante del fisco l'aiutante maggiore in l ' . I Consigli di guerra di d ivis. si riunivano sotto la pres-idenza di un generale d i divis. ed erano composti di tre ufficiali generali o superiori e tre capitani. Giudicavano dei reati i,iù _gravi e di quelli commessi d a µ fficia li. Vi riferiva l'uditore di divis. e rapp resentava il fisco il maggiore d i p iazza. In ogni capoluogo di divis. erano poi istituit i dei Cons igli di guerra misti, che, presieduti dal governatore e composti d i tre ufficiali superiori e di tre sena.tori, giudiéavano <lei reati comuni e politici e d i quelli. commessi in comp licità con borghesi. Detti Consigli vennero aboliti nel 1848 e la loro competenza passò in grande parte ai tribunali ordinaci. Quan<:lo si fosse c reduto necessario un pronto esempio e concorresse 1a flagranza in un reato punibile con la morte, invece dei Consigli d i guerra ord inari, convocavansi Consigli subitanei, sia di divisione -che d i reggimento. li codice Albertino disciplinò anche le attribuzioni della Commissione d'inchiesta, che composta di un maggioTe presidente, di due capitani giudici e dell'u ditore, relatore, funzionava presso ogni Consiglio d i guerra d i divis. o di regg., raccogliendo gli elementi d i prova, e deliberando motivatamente il rinvio a giudizio o il proscioglimento degli inquisiti. Per la Marina era sta to p romulgato dà Carlo Felice nel 1826 un Regio Editto pena le mii. mar. che ebbe per iscopo di riunire in un gol corpo di legge i d iversi bandi -e regolamen t i esistenti con le modificazioni ed aggiunte che !'.esperienza aveva reso necessario per il migliore andamento del servizio militare marittimo. Preposto all'amministr azione della G. M. era sempre l't1<litore generale di° guerra; il quale solo col codice penale del 1" ottobre 185~, promulgato da Vittorio Emanuele II, scompare 11ell'esercito (le di ·lui attribuzioni passano in par te all'avvocato ,fiscale che prende il n ome di av,,oca lo gene ra le m ii.) restando per la marina sino al nuovo codice del 1869, che sostituisce il cenna to editto del 1826. Per le a ltre regioni , d'Ita lia, si p uò sommariamente dire che nel regno delle Due Sicilie (Statuto Penale M i1itare del 1819), nel ducato di Pai·ma ( Codicè' Penale del

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1820), in quello di Modena ( 1832), nel Granducato di Toscan a ( 1856) e negli Stat.i Pontifici (1842), la G. M . veniva amministrata da {:;onsigli di guerra, che assumevano varia denominazione. L'ordinamento cd il funzionamento attua le della G. lvl'. in Italia è , per tutte le forze armate di terr a e dell'aria, quello _creato dal Codice penale mii. sardo del 1859, riprodotto nel Codice penale mii. del Regno d'Italia nel 1869, ancora in vigore, a l quale furono tut tavia apporlate da leggi p articolari a lcune modificazioni. Per la Marina vige tu ttora il Codice penale mii. marittimo promulgato nel 1869, redatto sul codice per l'esercito, salvo in ciò che non è consentito dalla specialità del servizio mari ttimo. Per i giud izi a carico d i ufficiali, anche subalterni, si formavano Tribunali speciali che erano costituiti per sorteggio come oggi. Presso tutti i detti Tribunali le funzioni del P-. M. erano d isimpegnate anche da magisti-ati borghesi. Nel culmihe dello sfo rzo bellico si ebbero invece 117 Tribunali, così sudd ivisi: 12 Tribunali di C. d' A. territor ia le ( oltre ad 8- sezioni), 25 Tribunali di guerra in zona territoriale, 27 Tribunali di guerra d i C. d' A. mobilitato, 8 Tribunali di guerra d'Armata, 8 Tribunali di guerra d'Intendenza o di Tappa, 7 T ribunali speciali per ufficiali ( di guerra o territoriali), 4 Tribunali d i guerra maritt imi, 3 Tribunali d i guerra di piazza marittima o di piazzaforte, 5 T ribunali di guerra a ll'estero, 5 Tribunali d i guerra di concentramento, 5 Tribunali cli guerra in colonia. Al loro funzionamento si p rovvide in un primo tempo oltre che col piccolo n ucleo dei Magistrati del persanale di ruolo m ilitarizzato ancbe con un certo numero di magistrati ordinari, applica.ti con assimilazione d i grado militare, e con un larghissimo contingente di ufiìciali delle categorie in congedo delle varie armi e corpi, leureati in legge, mobi litati e richiamati per la guerra, assegnati ai Tribuna li militari con funzioni giud iziarie o d i segreteria. .Fu solo nel 1918 cbe venne cç,stituilo il corpo della G. ~I. in ser vizio attivo permanente e di complemento, introducendovi anche sostanziali modificazioni per quanto concerne la procedura , che fu resa molto più spedita, ed il çollegio giudicante, in cui a l Segretario estensore venne sostitu ito un giudice relatore militare, che aveva ed h a tu ttora voto deliberativo, ed era incaricato della redazione .delle sentenze. Questo ordinamento è rimasto in vigore sino al 1923, quando gli clementi tecnici vennero smilitarizzati. Da allora , gli organi deJla G. M. sono : A) Tribmiale Supremo Milita.re. § t i l'organo su:_ premo della G . M .; istituito nel 1859, si chiamò dapprima T ribunale Supremo d i Guerra. ed assunse nel 1859 il nome di Tribunale Supremo di Guerra e :h-farina. Il Tribun~le Supremo è p resiedu to da ·un ufficiale generale od ammiraglio, e di esso fanno parte giudici militari (p ure ufficia li generali od ammiragl i) e giudic i borghesi (consiglieri di Stato e delle Corti d'Appello e d i Cassazione). Per la validità delle. sue delibepzioni occorre il concorso di sette giudici, dei qua li tre militarj, compreso il P;-esidente, e quattro non militari. .O ltre che sui ricorsi ù1 nullità avverso le sentenze dei Trìbunalì nìrl:;- cr'el'ioerà sui conflittifra i ~ i organi della giurisdizione m il., sulle rappresentanze ' per 8esigìiazione, s\ii vincoli e svinwli ilòtlrlf"perrria'trirffonicl.egliu fficialÌ, sulle contravvenzioni matrimoniali sulle liberaz/;:,ni condizionali, ecc. II Presi-

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dente - oltre le moltej)lici e delicate attribuzioni ineren ti a lla sua a lta carica - è anche P residente della Commissione del personale, incaricata di procedere agli scrutini per le p romozioni dei magistra ti e dei funziona ri d i cancelleria della G. il1., la qu a le Commissione funziona anche da Consiglio di d isciplina per il personale stesso. Le decis ioni più importanti del Tribunale Sup remo' sin dal 1860 sono raccolte e pubblicate. Rappresentante della legge presso il T1·ibunale Supremo, è il R. Avvocato generale mii., che è assistito da d ue sost ituti ~vvocati gericra li. B) Dodu:·i Tribm iali Militari Territorial·i più ,ma Sezione. H anno in tempo di pace la competenza a giudicare déJ reati prev1st1 n el L ibro I de l Codice Penale per ,... l'Eserc_ito ( reati di caratere..m!LJ commessi dai militari. La loro giur isdizion~ itor ia le coincideco,;-"q'u cila del ç_. d' A. o del Comando militare d i isola da cui d ipendono. Sono compostj di un p residente colonnello o ten. colon ne llo, di un giudice rela tore, appartenente a l personale del ruolo della g iustizia, e d i tre giudic i militari. Questi Tribunali hanno sede a T orino, Alessan dria, M ilano, Verona, T rieste, Bologna, F irenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Cagliari.

C) Tre Tribimabi ,vfil·i tari Marittimi istitu iti presso ogni comand9 d i dipartiniento e composti anch'essi come i precedenti. Il P residente ha sempre il grado di capitano d i vascello, o cli fregata, o altro equivalente. D) Co,~rigli di guerra a bordo, composti d i un presiden te e cinque giud ici estratti. a sor te. E) Du.e T ribunali Militar·i Colonia.li, cli carattere permanen te, nelle Colon ie Libiche, e due d i carattere saltuario nelle Colonie d ell'Africa Orien tàle ( E ritrea-Somalia). 2\' e i procedimenti a carico di ufficiali dì grado superiore a tenente il Tri buna.le viene costitui to per sorteggio volta per volta, tenend o conto nella composizione d i esso del grado del giudicabi le. Il p residente del Tribunale mii., capo ciel collegio giu dicante, regola gli atti istruttori per l'itpertura del dibattimento, esercita la polizia delle udienze, d ir ige le deli.berazioni del T r ibunale in Cam era di Consiglio e dirige i dibatt imenti con ampi poteri disc rezionaE che la legge affida al suo onore ed a lla s uà coscienza per la 1·icerca della verità. Le funzioni del Pubblico :\1inistero sono esercitale dall'avvocato m ilitare e dai s uoi vice o sostitu ti, i quali tutti, come i giudici istruttori mii. ed i giudici relatori, appartengono al personale di ruolo deMa Magis tratura militare. L 'avvocato mii. è il rappresentante del potere esecu tivo presso i Tribunali mi i., promuove ed esercita l'azione penale, vigila all'osservan7,a delle forme della legge ed a lla esatta applicazione di queste; dirige è sorveglia il personale, ad eccezione dei membri militari del collegio, addetto agli uffici, dei quali è il capo, del cui retto an damento egli rispon de. Le funzioni d i Segr eteria nei T ribunali mii. sono esercitate d ai cancellier i giudiziari m il., istituiti nel 1923, i quaJli costituiscono un ruolo organico facente parte del personale della Giustizia Militare. Per l'ordinamento della G . lVI. in tem po d i guerra non si è provved u to definitivamen te, poichè la riforma D iaz, a ttuata nel 1923, contempla soltanto lo stato d i pace. Pertanto, per quanto concerne la competenza, si p uò dire genericamente che ossa si es tende, oltrechè a tutti i reati

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G 17,

cli carattere esclusivamen te milita.i>e commessi d a m ilitari e con templati nel Libro I del Cod ice penale per l'eserc ito, anche a quelli indicati nel Libro 11, ed ai reati commessi da borghesi i.n connessio ne con m il itari. Tale materia verrà meglio d iscip linata nel 1wovo Co<l:ce -penale militare, che è (1929) allo studio. Un parziale esperimento dell'organiizazione della G . M . in tempo di guerra si è peraltro effettuata nelle Colonie Libiche, ove i Tribunali m ii., denominati speciali, isti tuiti a seguito della proclamazione in alcune zone dello stato d i assedio, giudicano anche dei reati commessi dagli indigeni, applicando il rito d i guerra. Giu stizù:,. M.·ibitare Marittrima. E' esercitata: a terra, dai Tribunali mii. marittimi, che hanno sede" alla Spezia, a Taranto e a Venezia ; a bordo delle regie navi, dai Consigli d i guerra e dai Consigli sommari. I T ribunali mii. ma rittimi sono competenti per tutti i reati mii. commessi da individui soggetti alla giurisdizione mi i. marittima non imbarcati, ed i11 qualche cletenn inato caso sono anche chiamati, per la importanza del reato o per le speciali condizioni del fatto o dell'imputato, a giudicare di reati che secondo la regola generale dovrebbero o potrebbero essere deferit i alla giiuisd izio11e di bordo. I Consigli di gu erra a bordo invece sono convocati per giudicare di tutti i rea ti m ii. mar ittimi commessi s ia a tena che a bordo, da ogni persona inscr itta nel ruolo d 'equipaggio cli una nave dello Stato o distaccata dal bordo per un servizio speciale, quando la nave non si trovi nel recinto di un arsenale mi i. marittimo. Se la nave si trova fuori cld le acque territoria li ciel regno, i Consigli cl i guerra giud icano anche dei reati comuni d i <1ualunque n atura· con1messi - sia a terra che a bor do - dalle persone inscrittenel ruolo dell'equipaggio. I Consigli sommari a bordo sono infine costitu iti per· giu~licare i p iù liev i reati mii. marittimi, quelli cioè che importino una pena non maggiore del carcere mii. o del m in imo della reclusio1ie mii., qualora la nave non s i trovi nel recinto d i u n R . Arsena le. I Con sigli ~ommari sono esclusivamen te destinati per i so ttufficiali e i 1nilitari cli bassa forza, mentre gli ufficia li e gli assimilati ad ufficiali debbono essere giudièati - anche per Hevi reati - dai Consigl i di guerra. Le truppe appartenenti all'arma ta navale che sono chiamate a fare servizio a terra sono soggette a l Codice penale mii., sott/i la giu;isdizione del Ce>man<lo territoriale dell'esercito, nella locali tà dove prestano servizio. Viceversa, le truppe dell'esercito, durante imbai'chi a bordo d i regie navi, sono sottoposte al le leggi penali marittime.

Givogre (Gìovan.11i Battista) . Genera le medico, 11. a Pralormo, m. a P egli ( 1864-1908). Medico di bgl. nel J 864, partecipò alla campagna del 1866. Dora..n te l'epicle~ mia colerica •del 1886 si meritò la med. d'argen to dei benemeriti della salute pubblica. Da ten . colonnello fu vice-direttore della scuola d'applicazione di s anità militare. Colonnello d irettore di san ità del IV C . d'A. nel 1895, divenne magg. gcneralç medico nel 1899 Fu ispettore capo della sanità militare e nel 1903 anelò in P. A. Gizio (o vi:teo). Città maritrima della Grecia (Laconia), oggi Paleopolis. I. Assedio d·i Gizio ( 195 a . C.). Appartiene alla guerra dei Romani e Achei contro )Tabide; tiram10 d i Sparta. L a flotta romana, insierpe· con navi cli Pergamo e di Rodi, assalì la città dal mare; L. Qu inzio Flamin io, con


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4000 u. scelti, dalla parte d i terra . Una torre fu abbat-

tuta, e parte del muro, con gli arieti, e la città si arrese. II. Assedio di G-izio (193-192 a. C.). Appartiene alla guerra siriaca in Gl:ecia e fu intrapreso da Nabid e, a lleatosi con Antioco III d i Siria. La città era difesa dà.gli Achei i q uali avevano anche, sotto il comando di F ilopomenc, allestito una p iccola lìotta . Questa venne assalita d alle navi siriache, e sconfitta. Ma Filopornene raccolse genti a terra e assalì improvvisamente d i notte il campo degli assedianti, facendone strage. Tuttavia, ricevu ti rinforzi, N abide costrin_se gli avversari ad allontanarsi e la città ad airendersi.

Gladio. Spada romana. che sostituì l'originaria Liugu la. I l « G ladius » è di origine celtibera: era una spada 0

A ~i11ts1rn: GlacJto of'Ce r1.o dai mulilali ital1nn1

al Re del Belg-io. A destra: Gladio romano

a lama larga e corta a doppio taglio e punta ; aveva l'imp ugnatura con una guardia appena accennata. Ad esso corrispose ne i secoli successivi a R oma la Daga.

q1aris (Reggimento}. Corpo dell'esercito piemontese, , composto d a uomini dei cantoni svizzeri di Ùlaris e di Appenzel. Venne formato nel gennaio 1744 ed ebbe allora la fo,rza di un battaglione detto, dal suo comandante, Meyer. Sino al 1792 ebbe parecchie vicissitudini organiche e fece parte, per a lcuni anni, del regg imento G risonc. In que&t'an no costituì reggimento a sè e venne inviato a presidiare l'iso la di Sardegna. La maggior par te delle sue compagnie fu fll tla pr igioniera in uno sbarco comp iuto in Corsica, nel 1796. Ne rimasero libere due sole, che furono sciolte nel l797. Reparti di questo cor po presero par te alla guerra di Successione d'Austria (1744-48) ed un battaglione si trovò ali' Assietta. Glatz (ani. G/.aciu.m). Città della Slesia, sulla Neiss, in prov. cli Brcslau, muni ta -di Ull antico castello. I. Assedio di Glatz (1742). Appartiene alla guerra di Successione d'Austria . TI principe d' Anhalt-Dessau, con un corpo prussiano andò ad investire nella primavera del 1742 la piazzi di G. Il governatore austriaco r esistette circa 10 g[orni, ma, vedendo inutili i suoi sforzi, dovette cedere la c ittà al nemico preponderante; però con 500 u. s i ritfrò ne l castello e vi resistette per ben 4 mesi, arrendendosi solo quando fu sprovvisto asso,Jutamente d i v iveri .

II. Combattimento di Glatz ( 1807). Durante la campagna del 1807, il gen. Vendamnie, p resa Nciss, s i portò colle truppe francesi a i suoi ·ordini, s u G. presso la quale

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esisteva un campo trincerato occupato dai Prussiani. Nella notte sul 23 giugno fece passare il fiume da -parte della fanteria del contingente wurtemberghese, al comando del gen. Lilienbe.ì-g, e da due distaccamenti di cavalleria. Queste truppe, appena ebbe pr incip io l' attacco principale condotto dal gcn. Lefebvre-Dcsnonettes, assalirono il nemico alle spalle e lo sbaragliarono. Dieci ridotte furono prese alla baionetta: i Prussian i si ritirarono in città, aven do perduto 1200 u. e le artiglierie. III. Assedio d-i Glat,z (1807) . Dopo il combattimento sopra a·c cennato, if p rincipe Gerolamo Buonapartc pose (24 giugno) l'assedio alla piazza e stava per jniziarne l'assalto quando essa, concluso un arm istizio, capitolò.

Gleij eses (Carlo) . Generale, 11. a Firenze nel 1872. Sottot. d-i fanteria nel 1892, frequentò la scuola di guena e passò nel corp9 di S.- M. Partecipò alla guerra mondiale meritando la med. d'argento a Cima di Manderiolo (1916); da colonnello (1917) fu capo di S. M . del XXV C. d'A. Avuto l'incarico d i capo di S . M . della 7" armata, meritò la croce di cav. dell'O. lVL S. per le·opcrazionì che concl,1sscro a lla presa del Trentino. Dopo la pace fu capo di S . M . del corpo ceco-s lovacco. Generale d i brigata nel 1926, comandò la 18' brigata di fanteria. Glenc·oe. Località del Nata!, nell'Africa meridionale. Durante la guerra anglo- boera, sulla metà di ottobre del 1899 vi si trovava la divis. inglese Symons, forte di 4500 u. e 3 btr. All'alba del 20 il comandante 1.,oero Lucas Meycr, con circa 2500 u., avvicinatosi al campo nemico, dalle alture di Smiù1's Hill, aprì improvvisamente il fuoco colla p ropria artiglieria, tosto ribattuto dagli foglesi che rapidamente orc~inatisi andarono ad occupare Dundec e le alture dominanti, dopo aver r ibuttato l'avanguardia boera che le teneva. Verso le 6,30 il Symons seppe che a poca. cl :stanza numerose forze ncmicbe erano in marcia per attaccarlo di rovescio. Sen,,a preoccuparsene, dopo buona preparazione di artiglieria, mandò la fanteria all'attacco delle posizioni boere; due bgl. le assalirono di fronte, uno, scaglionato a sr. in avanti, doveva ,avvolgerne !a sr. sostenuto da una cp. montata e dalla cav. e un altro re.stava in riserva. I l movimento riuscì e alle 11 gli Inglesi avevano conquistat,t la posizione, condotti dal generale che nell'azione trovava morte gloriosa. Dopo aver i·esistito ancora in un kraal, d'onde incrociavano i loro f uoch i sulla linea nemica, i Boeri ripiegarono sull'altura· del Talana, che fu presa anch'essa alle 13,30. Il generale Yulc, assunlo il comando dop<) la morte del collega, lanciò al)'inseguimenlo la cavalleria, e col resto delle iruppe rientrò negli accamparùenti. Le forze boere del gen. J u bert, che si trovavano a breve distanza e cne, sec,ondo il piano prestàbilito, avrebbe dovuto intervenire a lle spalle degli Inglesi, non si fecero vive. G liamas (Ernesto). Generale, n. a Toriuo nel 1849. Sottot. d'art. nel 1868, divenne colonnello nel 1902. Addetto a ll'l5titu to geografico militare, diresse la divis ione fototecnica, introducendo miglioramenti nei metodi di riproduzione cartografica. Dopo aver comandato il 1° regg. ar t. da costa, fu p'romosso magg. generale comandante d'ar t. da costa e da fortezza a Piacenza ( 1906). Nel 1908 fu nominato direttore dell'Istituto geografico m ilitare divenendo ten. generale nel t9J J. In P. A. nel 1914, as~u·n se nella riserva il grado di generale di d ivis. nel 1923. Fra le sue iniziative all'Istituto, è da ricordare il sistema chimico di fotoincisione, da lui ideato e sosti-


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tuito, come piì1 rapido ed economico, al sistema p recedentemente usato, quello galva.n ico.

G I i ceri na. E' un a lcool trivalente, scoperto da Scheele nel 1779; [Tovasi abbondantemente in natura, non allo stato libero, sebbene combinata con acidi grassi elevati, sotto forma d i eteri (gliceridi) , che entrano nella costituzione dei grassi e degli oli. La fonte principale è data infatti dalle saponerie e stearinerie che, scindendo i grassi (sapcmi.ficazione), la ottengono come prodotto secondario d i lavorazione. Durante ,l a guerra fu prepasata in va.rie nazion:i con un processo jndustriale basato sulla fermentazione dello zucchero. La Germania ne fabbricò quantità notevoli che mise in oommercio, allo stato purn, col nome di << proto! ll. E' un liquido oleoso, incolore e senza odore, solubile nell'acqua e nell'alcool, di sapore dolcias tro. Oltre agli usi chimico-farmaceutici e industriali che riceve, è moltissimo adoperata per la fabbricazione della nitroglicerina e quindi della d inamite, e d i una grandiss ima quantità di potenti esplosivi e p olveri infumi; serve inoltre a prepara re le gJicerinacetine, usate nelle fàbbriche di esplosivi e nelle stamperie d i tessuti ; e in fine, in soluzione acquosa, si adopera come liquido dei freni idraulici delle bocche da fuoco.

Gllatbns Jì;r nesto

Gnecco Gaspare

Gli.col Etilenico. E' il pr imo termine della serie degli alcoli biva.lenti. E' un liquido incolore, denso, vischioso, senza odore, di sapore dolciastro, facilmente soJubjle nel l'acqua e nell'alcool ; boJle a 198°. Durante la guerra fu usato con vaJ1taggio per la preparazione del d initroglicol, -adoperato a l posto della trinitroglicerina, essen do u n energico esplosivo che produce il massimo effetto nella dctonaziotte. Con la realizzazion~ industriale d el glicol e tilenico che ya estendendosi negli Stati Uniti e in Germania - i van taggi economici che questo composto offre, in sostituzione della glicerina, lasciano prevedere la larga applicazione che gli è riservata, oltrechè in molteplici imp ieghi industriali, anche e p iù specialmente nella fabbricazione dell'esplosivo sopra citato e in altri _usi bellic i. Gligenti. Piccolo forte che chiudeva lo sbocco de!Ja Val d' Ampola, coprendo la Val d i Ledro contro le proven ienze da Storo. Nella campagna del 1866 Garibaldi lo fece investire, mentr'era difeso da \jna piccola guarnigione austriaca (200 u: con due cannoni). Il fuoco contro il forte fu aperto dalla 7• e 9° btr. del 5" regg. art. da campagna il 17 luglio; il 19 il forte si arrese. Glìsenti. Fabbrica moderna cli armi in Brescia. F abbricò la p istola automatica che prese nome «:Pistola modello 1910 l> e fu adotta ta d all'lta·lia, per gli ufficiali, nel 1910. Q uest'arma è ad otturatore, e canna r inculanti;

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appartiene a l tipo :Mauser per quanto riguarda l'otturatore ed il blocco ferma-ottura tore, ed al t ip o Brown ing per quanto riguarda il sistema di ripetizione. Il sistema d i scatto è caratteristico, poichè. con.c orre alla sicurezza ; infatti la leva d i scatto è imperniata suifa scatola di culatta, per cui, se ques'ta non è per,fettamente avaJ1zata, il grilletto non può agire su lla leva di scatto cd il colpo non può partire. Il caricatore a pacchetto ( capace di 7 cartucce) rappresenta una parte essenziale del congegno d i ripetizione, perciò deve esserne controllato l'esatto funzionamento nella pistola in cui si adopera: quindi, per ogni pistola vi sono sempre due caricatori controllati.

La p istola si carica normalmente col caricatore ( cqe si introduce nell' impugnatura); eccezionalmente con cartucce sciolte. L'arma è provvista di due congegni di sicurezza: uno anteriore ed automatico fissato. lungo l'impugnatura; ed uno p·osteriore (la vera posizione di s icurezza dell'arma) disposto posteriormente e .]ungo l'asse dell'otturatore. Cara tteristiche di questa pistola sono : calibro 9 mm.; peso della pistola scarica kg. 0,800; carica con 7 cartucce e caricatore kg. ·o,955; lw1ghezza totale mm. 220; velocità iniziale m. 250; gittata massima m , 1500.

Globna. Villa{;gio 'sulla sr. dell'Isonzo, poco a nord d i Plava. G li Austriaci 11e avevano fatto una specie di fortilizio, che le nostre truppe (brigata .E milia) della 33• d ivis. attaccarono, la prima volta, il 23 giugno 1915, iniziandosi la prima battaglia dell'Isonzo. Le forti d ifese avversarie, munite di n umerose rnit.ragliau·ici, arrestarono lo s lancio delle nostre fantexie. Nuovamente tentò d i espugnase le case d i Globna la brigata Firenze n ei giorni dal 21 a l 23 ottobre (terza battaglia dell'Isonzo) ma, non ostante le gravi perdite, n on fu possibile aver ragion\. della resistenza nemica; il giorno 26 però, il 128° regg. ' con un fulmine-O attacco, riusciva ad impadronirsi dei fortini antistanti all'abitato. N ella decima battaglia dell'I sonzo, infine, le truppe del II C. d' A.. irrompeva.no vittoriosamente oltre Globna e }a quota 383, muovendo alla conquista del Kuk e del Vod ice ( 11-21 maggio 1917). Globo. Una delle ordinanze romane, corrispondente al Dmngo (V.). Talvolta G . s i disse un corpo separato da.I principale e molestante il nemico per suo conto, e talvolta una qualunque 1noltitudine di armati. Globocak (Mo11te). SuHa destra dell'Ison1,o, a sudovest d i Sa nta Lucia d i Tolmino (m. 806). ' Con la dorsale del K olovrat, il mon t.e Jeza ed il Korada, costitu iva


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,un caposaldo della nostra. terza linea d i difesa, nella ..wna della 2• Armata.. Il mattino del 24 ottobre 1917, il gruppo austriaco Scotti, sboccato nella valle dell'Isonzo -ed impadronitosi così del Krad Vhr e del costone di Cemponi, attaccò le a lture del Globocak e del Kolovrat, -che, dopo disperata difesa di truppe del XXVII e del VII C. d' A., caddero in mano del nemico nella giornata del 25.

Glocester (o GliJ,ucester, ant. Cl.audia Castra) . Città -dell'Inghilterra cap. della contea omonima, sul Severn,. ,con porto. G ià colonia milita re romana sotto Claudio, fu teatro di parecchie azioni guerresche e durante le .guerre civili del sec. XV_II venne più volte devastata. Battaglia namale di Glocester (13 giugno 1665). Appartiene alle g_uerre fra l'Inghilterra e l'Olanda. La flotta ,olandese agli 01·dini dell'amm. Opdam, composta di 121 vascelli e alcuni brulotti, aveva avuto l'ordine di cercare la flotta inglese incrocian te fra i canali di S . Giorgio e ,quello di B 1·istol. La flotta inglese, agfi ordini del duca -di York, era circa della stessa forza della olandese. L' 11 giugno 1665, a 4 leghe da G. nel canale di Bristol, l'amm. Opdaro avvistò la flotta nemica, ma spira.ndogli vento contrario pensò di riparare sulle coste dell'Olanda... • ·Obbligato dal suo governo ad accettare battaglia, levò l'ancora e due giorni dopo ritr.ovò gli Inglesi. Appena a i:iro di cannone, la lotta fu iniziata, tenace e valorosa ·d'ambo le parti per diverse ore fino alle 15, con esito incerto. llfa la mo1te dell'Opdam determinò la sconfitta ,degli· Olandesi; il vice-ammìraglio T romp, radunati 50 vascelli, fece vela per Texel, dove nella notte si .riunirono molte altre n avi disperse. Le perdite degli O landesi sommarono a 17 navi e più di 6000 u. fra. i quali due aromi-

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ragli e 1400 prigionieri. Gli Inglesi confessarono la perdita di un solo vascello.

Gloga'U. Città forte della Prussia, sull'Oder. F u tolta alla Polonia dalla Boemia nel sec. XV, e a questa da Federico II. Fu chiamata da allora Gross-G. per distinguerla dalla Ober-G. che sorge· sull'Hotzcn-Plotz, alfluente di sr, dell'Oder. La posizione di G. ba importanza strategica perchè nodo s tradale e_ferroviario a 25 km. d alla frontiera polacca. Le sue fortificazioni molto antiche hanno lo scopo di assicurare lo sbocco sulla riva dr. òell'Oder. Dopo la grande guerra furono autorizzate nuove opere difensive, quale testa d i ponte. I. Assedio di Glogau (1109). Appartiene alla guerra dell'impero cohtro la P olonia. L'imperatore Emico V pose l'assedio a G.; ma dopo ripetuti e lunghi tentativi, non riusci ad averne r agione giacchè i cittadini resistettero con valore. Estenuati però dalle fatiche e dalla mancanza d i viveri, vennero ad un compromesso coll' imperatore garantendo di arrendersi se entro S giorni non fossero loro giunti soccorsi dal principe Boleslao, e diedero ostaggi iii garanzia. Ma il principe Boleslao, impegnato in a ltro grave conflirto, fece sa.p ere che, pur facendo il possibile per venire in aiuto nei 5 giorni, non avrebbe potuto garantire l'intervento nel termine preciso; ed intanto invitava i cittadini a resistere. Cosl avvenne difatti, e le truppe imperia li reiterati gli assalti, vennero . respinte con gravi perdite. L'imperator;e adirato ricorse ad un crudele stratagemma, mettendo parte degli ostaggi legati allé• palizzate esposti agli attacchi dei cittadini; altra parte in testa agli assalitori, in modo che i difensori non potessero agire senza ferirli. Però con eccezionale eroismo i cittadini respinsero ancora gli asse-

La ror1èz2a di Glogau nel see. XVIII


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dianti, e riusci rono a nzi a batterli a iutati anche vi, ilmente d alle loro donne, e facendo un vero massacro d elle truppe im1Jeriali. Enrico V, vinto, fuggì. II. Blocco e presa di Glogau (1741). Appartiene alh guerra per la Successione d'Austria. Federico il Grande, prima di inizia re la guerra contro l'Austria, s'era accorto cbc G. si trovava non soltanto sprovvista d i viveri e munizioni, ma anche male h1 arnese in fatto d i fortificazioni. ' Però, siccome s i era ne l cuore dell'inverno, pensò per il momemo di porvi soltanto il blocco. Il presidio, d i soli 1200 u. comandati dal governatore ·wenzel-\;Vallis, non osò oppoue alcuna resistenza alle opere d i blocco, e così le truppe p russiane ebbero agio di completai'e l'investimento in piena regola . Venu to jj marzo, Federico II organizzò l'assalto con grandi forze e riuscì in breve tempo tra la notte del S e il 9 m,i.rzo, ad impadronirsi della piazza, impresa riuscit,c facilmen te anche pei- le cattive cond izioni degli spalti, che f urono superati agevolmente, persino dalla cavalleria prussiana. Il presid io fu fatto prigioniero.

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tempestivamente, vennero sorpresi e volti in fuga e la. batteria da loro costr.uita fu distrutta. Ma, date le vicende della guerra in quel mese, il 27 il corpo di assed io, s i r itirò su R reslavia e il giorno seguente la p iazzaforte· vedeva giungere l'avanguardia del gen. Sebastiani, che p recedeva il II C. d' A. francese. "Durante l' armistizio che sopraggiunse per b1·eve tempo,. la guarnigione venne alquanto r inforzata e le opere di difesa restaurate. Ma nella seconda metà di settembre il nemico si riavvicinò a G ., mentre l'eserci to francese bat-lcva in ritirata ve rso la Sassonia. Ripreso l'assedio, il gcn. Laplane si d ifese s ino al 10 aprile 1814, quando, ottenuti patti onorevoli, si ritirò in Francia con la guar nigione.

Gioi re, Fregata corazzata della marina francese del sec. XIX, varata a Tolone nel 1859. Fu la PFima corazzata costruita nel mondo. Aveva 36 cannoni, una macchina 'd i 900 HP. capace di svi luppare una velocità di

O,ntorn, della p1aua d/ Gloqa11 O

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oltre 12 miglia. Lo scafo era in legno, e la corazzatura sovrapposta. Questa nave determinò una rivolu zione nell'a1·te navale, e s ubito fu imitata dalle altre marine; prima l'Inghilterra, col War-r-ior, in ferro.

III. Assedio di Glogaii ( 1806). Napoleone aveva lasciato Ìll Slesia il fratello ,Gerolamo pc~ occuparne le fortezze. Egli iniz:ò le operazioni incaricando il generale Vendamme, comandante il contingente del \,Viirtemberg, di assediare G. d ifesa dal gen. R emhar t. In izia to il bombardamento il 29 novemt,re, il 2 dicembre la piazza si arrese. Caddero nelle mani del vincitore 2500 p rigionieri, 200. cannoni e grandi quantità d i mun izionj da guen·a e da bocca. IV. Assedio di Gloga1t (1813). Durante la campab,na dei Coalizzati in Germania, la piazzaforte di Glogau venne assediata dai Russi nella metà del mese di marzo. Essa era presidiata da circa 4000 u. al comando del gen. L aplane; fra i difensori era un bgl. ita liano comanda to da Olivazzi. I Russi ammontavano a 10.000 u. con 20 cannoni. Il 30 marzo il bombardamento fu iniziato e la lotta si svolse per un mese con sortite energiche e attacchi degli assedianti resp it,ti. Il 1" maggio i Russi, cui si erano uniti ormai reparti prussian i, a ttaccarono la testa di ponte sulla dr. dell'OJder, ma invano. Un nuovo sanguinoso at tacco fu respinto sei giorni dopo; una sortita d i 300 u. vemw operata il 21 ; gli assedianti, che già precedentemente avevano tentato invano di d is truggere il pon te lanciandogli contro due brulotti che esplosero in-

Glori (Villa). Località sui M. Parioli p resso Roma. Nella notte tra il 22 e 23 ottobre 186i ser;:ì di r ifugio a i fratelli Enrico e Giovanni Cairoli, con 76 Garibald ini, dopo fallito il tentativo di insurrezione a Ponte M olle di Roma. Scoperti dalle truppe pontificie e francesi nel pomeriggio del 23 e attaccati da forze triple, i Garibaldini si d ifesero eroicamente. Molti furono uccis i, e fra essi E ,iriC(> Cairoli, che spirava nelle braccia del fratello G iovanni ferito / da ben 10 colpi, che lo condussero a morte dopo circa un anno di sofferenze. Gloria (Frmu:csco). Avvocato gc11erale mi litare, n. a :Moutbièrs, m. a Roma ( 1833-1902). Entra to giovane nella magistratura, raggiunse rapidamente i l gra'do di procuratore generale. :\'el 1886 passò nella giustizia m ilitare come avvocato generale mil. e tenne tale rnrica si~o al 1898, anno in cui andò a riposo. Decorato della med; d'argento dei benemeriti della salute pubblica, venne nel 1890 nominato senatore del regno. Gnecco (c011te Gaspare). Generale, n. a Genova, m. a Nervi (1830-1889). Sottot. di cavalleria nel 1850, passò poi nel corpo di S. M . Nel 1859, combattendo a Borgo Vercelli, meritò la med. d'argento e -nel 1866 a Villafraaca la menzione onorevole. Colonnello nel 1877, comandò il rcgg. •Genova cavalleda. Magg. generale comandante la brigata Pistoia nel 1884, passò poco dopo a comandare a Napoli la br igata di cavalleria e voi ,fu membro de l comitato di cavalleria. In P. A. nel 1886, pubblicò <e Stud i sulla cavalleria>>.


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Villa G10 1•j (qll:id l'O di Gerolamo lnrl\1110)

Gneisenau (conte A ngusto Gu.glichno Nàdha-r t d:i). .Feldmaresciallo prussiano ( li60- 1831). Servì dapprima 11ell'escrcito austriaco; prese poi parte alla guerra contro l'America, coll'esercito inglese, nel 1780, e rien trò in Prussia n e l 1786. Si d istinse nella d ifesa di Colberg e poscia fu addet to alla riorganizzazione dell'esercito. Divenne poi capo militare della Federazione della Virtù (Tugendbu11d). Ne l 181.3 fu scelto quale Capo di S . :M. .riel B llicher, d i cui, a detta dello stesso suo superiore, fu considerato la mente direttiva, e da Lipsia a Waterloo, dove la vittoria tedesca fu determinata da l suo lempe;stivo intervento, fu sch1pre a l fianco del comandante su J)remo. Dopo la vittol'ia d ivenne governatore di Berlino, _po i fel<lmare sciallo. :i\forì rnentr'era al comando supremo ,çelle truppe prussiane contro i Polacchi insorti.

Alessandria Nominato nel 1902 comandante il V C. d'A. nel 1908 a,;dò in P . ' A. e nel 1913 passò nella riserva . Nel 1915, allo scoppio del la guerra conu·o l'Austria, venne richiamato in servizio e nominato comandante del C. d' A. territoriale di Verona, che .resse per circa due an ni.

Goblet d'Alviella (Alberto). Generale belga (17901873). Partecipò con l'esercito francese alla campagna di Spagna; nel 1815 passò a l servizio dei Paesi Bassi, e nel 1830, dopo la rivoluzione, fu colonnello, poi generale e m inistro della guerra e degl i esteri. P ubblicò chic opere storico-po I itico-mil i tari.

Goa. Cittit dell'Indostan, appartenente al :Portogallo, situata. in un' isola d i fron te r.lla foce di due fiumi costieri (':vfandavi e Zuarim). Trasportala nel l765 a 8 km. d aJl'antica G., fondat.a da Albuquerqne. di cui non r imangono che rov ine, ha. un o ttimo porto d i facile accesso anche a navi dì grossa portata da guerra. t ' Ja metropoli dei possessi por toghesi in India . Nel 1807 venne occupa ta dagli Tng lesi che la 1·e stituirono a l Portogallo .alla pa.ce gen era le. Assed-io d·i Goa (1510). Appartiene alle spedizioni navali del P ortogallo in India nel scc. XVI, e f u intrapreso dall'ammir. Albuquerquc nella primavera d el 1509. G. venne investita d al mare ; sbarcato dalla flotta buon nerbo d i truppe, l'ammir. diede l'assalto a Ila città, che, difesa debolmente, cedette e fu occupata dai Portoghesi. L' Albuquerque ne completò subito dopo le fortificazion i e ne fece la sua base d'operazione per l'allargamento della conquista portoghese.

Gobbo ( Gaeti,tto). Generale, n. e m. a Torino ( 18401923). Sottot. dei granat ier i nel L860, combatlè nel J866 e poi frequentò la scuola d i guerra. Colonnello n e l J 884, c9mandò il 3 ° regg. al pini; magg. generale nel 1892, ebbe il comando della brigata Casale; ten. generale nel 1898, comandò la divis. di :Messina e p oi ( 1900) quella di

Gneisenau Augusto

Gobbo Gaetano

Goda u. Villaggio della Sassonia su Ua rotabile D resdaBautzen. Cornba,ttùne-nto di Godau ( 1813). Appartiene alla campagna napoleonica in German ia contro gli Alleati. La mattina del 15 maggio, il maresc..Macdonald rip rendeva la sua marcia verso Boutzen. Nei pressi d i C . una. cp. voltcggiato'r i d'avanguard ia s'imbattè nella retrogu ardia ncm ica agli ordi11i del principe di Wifrtemberg, e fu caricata d alla cavaller ia russa e sgominata. Il Wlictemberg assalì allora il bgl. che segu iva in appoggio. Ma il comanda nte del bgl., l'italiano Olini, formalo il quadrato, respinse la carica, infliggendo a l nemico sensibili perd ite. Inta nto il grosso d ella colonna ebbe tempo di


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passare dall'ordine di marcia a quello di schieramento, e di occupare le alture.. circostanti. Il compito di a.ttaccare le posizioni nemiche fu dato a lla brigata italiana del gen. Zucchi, e il comandante Olini, malgrado l'incessante fuoco di moschetteria, avanzò decisamente, scacciò dal!~ ,sue posizioni il nemico e lo inseguì verso Bautzen, appoggiato dal •grosso della brigata . I Russi furono scacciati dalle colline di G.; la brigata italian a perdette 35 u. fra i quali il capit. Brunett_i, comandan te dei volteggiatori, ed ebbe 97 feriti e 36 prigionieri.

Goddin ([Vicola) .. Chirurgo miL francese del sec. XVI. Lasciò un tra ttato di chirurgia militare.

Goeben. I ncrociatore di battaglia della marina germanica, varato nel 1909; dislocamento tonu. 23.000, velocità 28,6 miglia orarie, lunghezza m. 185, larghezza 29,5, àrmamento: X - 280, XII - 150, XII - 88,,4 · lanciasiluri.

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ove l'inseg\lÌlllento fu abbandonalo d'ordine d ell'ammir _ Milne, impossibilitato ad a ppoggiare la sua nave nel caso che fosse stata attaccata. Nella notte fra il 7 e l'8 l'ammiraglio Souchon carbonò p resso l'isola di Denusa, in attesa che -fossero definite le condiz ioni del proprio passaggio nei Dardanelli, ma poi, saputo che le na vi del•· l'amm ir. 111ilne stavano rapidamente avvicinandosi, rotto ogni indugio, alle 17 del giorno 10 si rifugiò nei Dardanelli.

Goebeti A1,g11sto. -Generale p russiano (1816-1880). Servì, nell'esercito carlista ( 1837), poi tornò in Prussia partecipando come addetto militare col grado di colonnello alla campa.gna spagnuola nel Marocco ( 1860). Combattè in Danimarca ( 1864), contro l'Austria (1866), contro la Francia ( I 870-71) al comando dell'VIII C. d ' A. pruss iano.

Goercke (Gio-uanm). Chirurgo m il. tedesco ( 17501822). Organizzò il servizio chinu·gico nell 'esercito prussiano, introducendovi le ambulanze volanti. Nel 1800 curò l' istituzione delle infermiere volontarie; fu lungamente chirurgo in capo dell'esercito e creò un Istituto per la preparazione dei chirurghi miL, che· nel 1811 p rese il nome di Accadem ia medico-chirurgica militare.

All'inizio della guerra mondiale passò nei Dardanelli e di qui svolse attivissima attiv ità offensiva contro le

forze russe del rl vlar Nero, e contro que lle intera lleate nei Dardanelli, fmchè, ripetute volte inutilizzato e poi r ipa rato durante la sua a ttività guerresca, n el tenta tivo di sfuggire dai Dardanelli, nel momento in cui la resistenza turca stava per cedere, venne individua to dalle forze aeree dell'Intesa e d istrutto nel golfo •di Saros,. presso la costa sud-occidentale della penisola di Gallipoli.

L'azione del Goeben all'inizio della guerra mo,uJ.ù.rle. Il G. costituiva, insieme all'incr. leggero Brcslau, una divis. navale n el Ì\l[editerran eo, agli ordini dell'ammir. Suchon; appena scoppia ta la guerra, egli condusse le due navi a Messina ove, secondo le preventive in tese con l'Ita.Jia e con l' Austria, si dovevano raccogliere le forze nava li della Triplice. Egli ignoravà che, non essendosi verificato n ei confronti coll'Itàlia il cc casus foederis ll, . questa aveva d;ichiarata la propria neutralità, cosicchè, non appena ebbe cubonato, uscì al largo ove dalla Germania. ebbe l'ordine d i raggiungere Costantinopoli. I l 4 agosto, a l mattino, il G. bombardò Bona, e il B resla u Philippeville, sulle coste settentrionali dell'Africa; di qui le due n a vi mossero véi·so oriente. L'ammir. inglese :Milnc si era messo alla ricerca del le navi tedesche, e coi propri incrociatori leggeri aveva fatto sorvegliare le due en tra te dello str etto di Messina, dove il nemico .aveva fatto carbone il giorno 5 . E lu dendo la vigilanza. avversaria, e navigando nelle acque territoriali italiane, l'ammir. Suchon volse la sua prua verso l'Adriatico, per mettere gli Inglesi su una falsa traccia; poi, uscito dal raggio della sorveglianza semaforica costiera, volse risolutamente verso est. Nav igando colle luci oscurate, i Tedeschi riuscirono ad eludere la crociera dell'ammir. T rubridge, che guardava il canale d'Otranto, e le navi dell'anun ir. l'vlilne, che erano scese verso llfalta, e, seguiti dall'inc~. leggero Gloccster, passarono oltre Matapan,

Goeben Augu sto

Go f'fl Raffaello

Goffi (Raff(lello). Generale macchinista, n. a L ivorno nel 1852. Entrato in servizio nel 1867, d ivenne ma.gg. generale macchinista nel 1911 e ten. generale nel 1913; fu collocalo in P. A. n el 1917, nominato ten. generale macchinista ispettore nella R. N. nel 1923 e collocato a rip oso n el 1925. 1'u membro del Consiglio superiore di Marina e del Comitato per l'esame de i progetti d i navi.

Gogg-l a Carlo

Gog-gta Francesco

Goggia (CarkJ) . Generale, n. a Biella., m. a Genova (1837-1903). Sottot. di fanteria nel 1858, combattè nel 1859 e nel 1866 meritando la med . d 'argento a S . Martino e la menzione onorevole a S . Lucia del T ione . Frequentò la scuola di guerra e nel 1873 passò negli a lpini.


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Goa ' Colonnello nel 1881, comandò il 53° regg. fanteria ed al costituirsi del 5° rcgg. a lpini ( 1882) ne assunse il comando. Magg. generale comandante la brigata Verona nel 18_8 9, nel 1893 andò in P. A. Ten. gener.ale nel 1896 passò nella riserva nel 1897.

Goggia Vincenzo. :Cenerale, n . a Cremona, m, a Bergam o (1847-1913). Sottot, di fanteria nel 1866, dopo aver frequ en tato la scuola di guerra pa~sò pel corpo di. S. M . Colonnello nel 1893, comandò il 36° fanteria ; magg. generale comandante la brigata P isa nel 1900, fu promosso ten. genera le nel 1907 e comandò successi';amente le divis. d i Chieti e di Novara, · Nel 1911 fu collocato nella riserva. Goggia Francesco. Generale, n. nel 1871. Sottot. degli a lp ini nel 1890, frequentò poi la scuola di guerra e passò ne l corpo d i S. M. divenendo colonnello nel 1916. Partecipò alla guerra contro l'Austria come capo d i S. M . della Zona Carnia; quale colonnello brigadiere comandò le brigate Verona e :Massa Carrara, Sulla Bainsizza, durante il ripiegamento, meritò la croce di cav. dell'O. M . S. Briga.diere generale nel 191 9, dopo la guc.rra fu capo reparto operazioni allo S. M. centrale e nel 1923 ebbe il coma ndo della brigata Pistoia. Generale di divis. addetto al comando designato d'armata di Bologna net 1926, passò nel 1928 al comando della d ivis. di Ud ine. Collaborò a varie .riviste m ilitari.

Goiran Francesco. ·Generale francese, n. a Nizza nel 1847. Optò per la Francia quando Nizza passò a quella

nazione. Fece la carriera nell'arma d'ar tiglieria. A Sedan fu fatto p rigioniero. Dopo quella guerra prestò servizio nelle colonie, e fu direttore d'art. a Tunisi, distinguendosi nell'organizzazione degli arsenali di Tlmisi, Susa e Biseria. Rientrato in Franc ia, d ivenne generale di C. d'.A. nel 1908. Nel 1911 venne nominato ministro della guerra, E ' fratello del gcn. Giovanni, che, rimasto in Italia, fu qui comandante di C. d' A.

Goiran Anton-io. Generale, n. a Porlo 1Y.taurizio, m. ad Arenzano (1861-1927). Sottot. d i fanteria nel 1880, frequentò la scuola di guerra e divenne colonnello comandan te il 12° fanteria nel 1907, Nel 1910 fu all'ufficio intendenza. Magg'. gene1•ale nel 1913, ebbe il comanda della 1• brigata alpin i e con essa entrò in guerra nel 1915. Ten. genera le coma11dante la 23• divis. nello stesso 191.5 e la 17" nel 1916, meritò la~croce dell'O. M . S. e la med. d'argento. Combattè in Carnia, sul Carso ed in Cadore ove contrasse grave infermità per la quale lasciò il servizio attivo.

0oiran Anton io

Gotran Frnncesco

Goiran Ildebrando. Medaglia d'o,ro, n. a Roma ne~ 1882. Ufficiale della R . Marina, uscito dall' Accademia. di Livorno a vent'anni, partecipò come ten. di vascello

Goglla. Perdmando

Gotr-an 0lovannr

Goglia (Ferdinando). Maresciallo a ustriaco, n . nel 1860. Fece la -carriera nell'artiglieria, e fu in segnante nella scuola d'art. e genio, di cui dive1me nel 1910 co-

man dante. P artecipò all'occupazione della Bosnia. ed Erzegovina . All'inizio della grande guerra comandò la 43• brigata d 'ar t., poi la f 2" divis. di fanteria, ind i il 5° C, d' A. fino a lla primavera del 1918. Allora di,vènne capÒ di S. M . dell'arciduca Leopoldo Salvatore ed ispettore gcn, d'artig lieria .

Goiran (Giovanni). Generale, n . a N izza Marittima, m. a Roma ( 1842-1913) , Sottot. del genio nel 1863, partecipò alla campagna del 1866. F requentò la scuola di guerra e divenne colonnello nel 1888; nel 1893 comandò 1'11° fanteria. Magg. generale direttore gen. dei servizi 11-m ministrativi a l ministero della guerra., nel 1896 ebb~ il comando della brigata Acqui. T en. generale nel 1901, comandò la d ivis. mil. di L ivorno e dal 1906 il II C. d ' A. In .P. A. n el 1910, n ello stesso anno venne nominalo senatore del regno. Fu insegnante all'istituto geograJìco ed alla scuola di guerra. Pubblicò : « Lezioni d i geografia militare>>; « Savoiardi e Nizzardi nella guerra ItaloTurca », oltre a vari studi sulla << N uova Antologia >J e su riviste militari'.

al la guerra italo- turca, distinguendosi negli sbatchi di Macabez, di Misurata, di Zuara e d i Rod i. Durante la guerra italo-a.ustriaca, compi, fra le altre, un'audace imp resa nel canale di Fasana, che gli valse la concessione della medaglra d'oro al valore. Rimase in servizio dopo. la gu erra e comandò la scuola meccanici d i Venezia. IL bell'episodio di Fasana è così ricordato: « Desti11ato a l comando d_i silurante per compiere un a. ard itissima azione- nell'interno di una base navale nemica ( canale d i Fasa.na) conscio delle difficoltà e del pericolo d ell'impresa, accolse con animo forte e con grande entu siasmo l'ordine ricevuto e seppe infondere tale en tusiasmo nei componenti l'equipaggio. Eseguì con ardimento, e perizia e coa gran de serenità la missione affidatagli, r imanendo per oltre due ore nell'interno del porto n emico alla ricerca dell'obbiettivo, e, dopo superate brillantemente tutte le difficoltà, senza provocare n essun a llarme~ lo scoperse cd eseguì il lancio dei s iluri. Riuscl quindi a r intracc iare n uovamente il passaggio libero dell'ostruzione ed a porta re in salvo la sua u nità e tutto il personale, raggiungendo le a ltre siluranti a l largo )J. (Alto Adriatico, 1-2 novembre 1916).

Goito. Comune in prov. d i lvfantova, sulla dr. del :Mincio, con parte del caseggiato estendentesi sulla sponda sr. Data la su a postura a oa vallo del Mincio, e dove es.50


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fa un gomito, ·sulla s tra da ìl'Iantova-Brescia, ha i mp_or tanza strategica. Di fondaz ione antichissima, ebbe un castello resosi celebre nel periodo comunale per l'eroica d ifesa sostenuta contro Brescia e Verona. N el 123i fu occupato dalle truppe di Federico TI, duran te le guerre contro la L ega L ombarda e vi concludeva il trattato di pace. Nel 1318 Yeniva infeudato da Carlo JV ai Gonzaga, e nel 1461 Lodo,·ico Gonzaga ne ampliava le fortificazioni e consolidava il castello. Nel 158-1 il duca Guglielmo ne fortilicò la rocca, considerando C . il piit for te dei suoi castelli. Venne assalito nel 1630 dai lanzichenecchi del principe di Collalto. Durante la guerra di Successione di Spagna fu preso nel I i06 dai Gallo-Ispani condotti eia! Vendòmc, cui fu ripreso nello stesso anno da l pri nc ipe d 'Assia . Nel periodo de ll'assed io d i Mantova da parte dei francesi nel 1796, G. fu più volte conteso fra .\ustriaci e Francesi. L'8 febbraio 181-1 intorno a G. si cbhe un breve combattimento tra le truppe del Regno italico e gli Austriaci. II. Co111battimento d·i Goito (8 aprile 1848). Con esso furono· iniziale le ostilità della campagna, fra le truppe piemontesi del gen. Bava ed un distaccamento austriaco, lasciatovi n guardia del ponte, mentre le varie frazioni d ell'eserc ito austr iaco, sorprese da lle insurrezioni e da l-

Comb:u11nien10 di 00110 (30 maJ(glo IS48) : 1. .\osta farn!lcrla; 2, Guardie; 3, brlg-n1a cuneo; 4. brigata AD~HI; :;, brig;i ta r.asnlc; G, b ri gilla A~qu i: 7, r.cno,·a e Savoia caval!er ,o; 8, br igata Nliza: 9, Napol etani. S11L111 sr. nel nume, i volontnrl toscani. l'a,·anzata dei Piemontesi, retrocedevano per raccogliersi dietro il )lincio e l'Adige. G . era tenuto da una compag nia austriaoa, ma, nell'abita to oltre il ponte, vi erano ..altre 5 cp. con 4 pezz i ed a lt.re 5 cp. con 2 pezzi era.no sch ierate più indietro, Ira M arengo e Mar mirolo; in totale da 3000 a 3S00 u. della brigata Wohlgemuth. L'8 aprile il ge11. BaYa, comandan te del I corpo, ord inò alla 1• divis. (D ' Arvillars) di pren dere possesso del pon te di .C. L'a va ngu,u-dia di questa divisione, giunta tra le 8 e le

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9 in vista del paese, si cacciò dentro l'abitato dirigendosi al ponte; essa era composta da bersaglieri e da marinai del Battaglione Reali Navi, insieme con i volontari della legione Griffini. Accolta da violen lo ftioco d i fuciler ia e d'a1·tiglieria , fu p er un momen to arrestata. e di ciò approfittarono gli Austriaci-per passare il ponte e farlo saltare. Il combattimento continuò così dalle tluc rive del fiume, senza akuna decisione. Finalmente però gli ,\ustriaci com in~iarono a ri tirarsi e verso mezzogiorno i volontari d el la legione Grifrin i, bersaglieri e mar inai passarono il ponte sopra un parapetto rimasto intatto; ~otto la loro protezione il ponte fu alla meglio riattato dagli zappatori e cosl dopo circa 3 ore poterono passarealcuni battaglioni, mentre gl i Austriaci avevano r ipiegalo a ;1fouecanc. Perd ite: Piemontesi m. 8, f. 40; Austriaci m. 19, f. 15, prigionieri 6S. III. Combattimento di Coito (30 maggio 18-18). Anche i11 questo combattimento le truppe p:emontesi erano comandate dallo stesso gen. Rava. Avm n certezza dello spostamento degli Austr iaci da Verona a Mantova (V. C:trtatone) i j>iemontesi riunirono affrettatamente fra \'aleggio e G. circa 20.000 uomini, appartenenti alle brigate Gu ard ie, Aosta, Cuneo, Casale ed Acqui, ad alcune compagnie bersaglieri, al 10° d i linea nrtpolctano ed ai reggimenti di cavalle1;ia Aosta e N izza, per i mpedire che gli Austriaci riuscissero ad aggirare la loro ala destra, come era loro evidente obbiettivo. Il marcsc. R adetzky, cacciati da Curtatone e :Montanara i volontari toscani, u vcva d ifa tti spi nto una brigala a Riva lt::t, ad 8-9 km . da G.; le a ltre truppe però si era no attardate t ra Castellucchio, le Crosette, Gabbiana, Ospitaletto e Curtatone, dando così tempo ai Piemontesi di accorrere nel punto minacciato. Questi ult im i si erano schierati davanti a G., fronte a sud , ~u d ue lince, rinforzate a ll'ala dr. da una terza linea. Il centro era a Tezze, l'ala sr. appoggiata al Mincio e l'ala dr. a Ceresara. \'erso le ore 15,30 del giorno 30 si delineò l'rtllacco austriaco, organizzato su due colonne, delle (lua li una, com posta dal l cor po e I d i riserva, per la d r. doveva puntare per R iva lta su Coito, e l'altra (II corpo) per la sr. rlo\'cva puntare per Rovigo e Ceresara su Guidizzolo e ) Iedo!e. Dalla parte austriaca il combattimento fu sl~gato e condotto a spizzico; esso si r iassume In s uccessivi e non coord ina ti attacch i delle brigate della colonna di d r. con tro la linea piemontese fra il )lincio e la cascina Loghino, per tentare di aggirarla per la dr., mentre la colonna di sr. non foce in tempo ad entra re in azione. J,a briga ta a ustriaca Woh lgernuth era finalmente riuscita a fnrc indiet reggiare la estrema dr. piemontese tenuta dalla br igata Cuneo; ma il gen. Bava, fatta avanzare la seconda linea (brigate ..\ostn. e Guardie, in testa alla quale fu ferito il duca d i Savoia) decise in favore de i Piemontesi la lotta. Alfa sr. anche la brigata Benedek era stata cost retta a retrocedere. Il maresc. R adetzky, essendo già tard-i e giudicando insufficienti le sue forze per rinnovare l'attacco, diede l'ordine di ritirata. La cavaller ia piemontese incalzò il nemico ma non fu possibile sfruttare la vittoria pe r la presen za a lla Ceresa ra dell a colonna d i sr. a ustr iaca e per lo scoppio d i un grosso temporale, seguito nei giorni successivi, da pioggie torren ziali. Gli Austriaci si ritrassero su Mantova. P erdite: P iemontesi m. 43, f. 253; Austriaci m. 68, f. 331.

Coito. Incrocia to re-torped iniere, vara to nel 1887 a Ca-


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combatt.ilnento ri i Goi10 (8 11pr llc 1848) stellammare di Stab ia; d islocamento tonn. 857, macchine HE'. 2620: radia-to nel 1907.

Gola (della bocca e delta culatta del cannone) . Cosi chiamate le parti del µezw che confinano con la gioi:\ della bocca, o con la gioia della cu-latta .

L'incrociato r e-1orpe11l11' <' l'C Goilo

Gola grossa (Mcdicu1a L egale Militare). Consiste nella ipertrofia della ghiandola tireoidea, la qua le ha una considerevole. importanza, poicbè gli ormoni della sua secrezione interna &0110 indispensabi li allo sviluppo fisico ed intellettua le del soggetto, come attestano i gravi açciden1i che sempre appaiono in seguito all'estirpazione chirurg ica tota le dell'organo (cachessia st.rumip riva) e q uelli che risultano dalla sua completa a trofia patologica (cretinismo). E' da notare inoltre che, se la mancanza di secrezione tireoidea provoca fenomeni gravi, l'eccesso' di essa non è meno dannoso, (jando luogo a sintomi _più o meno gravi, il cu i insieme caratterizza la malattia detta gozzo esoftal mico. L 'ingrossamento del la ghiandola t ircoidea va comu nemente sotto il nome d i gozzo o struma, èel qua.le si distinguono forme benigne e maligne. Nelle

reg ion i dove esiste il gozzismo, si osserva110 talvolta, fra i militari di guarnigione, vere epidemie di gozzo, che si manifestano in modo acuto e poi spariscono completamente. G li a rticoli 73 e 74 dell'Elenco A delle imperfezio ni e delle , inferm ità riguardanti l'attitudine fisica al servizio m ilitare con tem plano quali cause d i inabilità assoluta « i gozzi voluminosi e l'ipertrofia della tiroide (gola g rossa) a grado tale da compromettere la funzione della respirazione e della circolazione, accertata con osservazione in un ospeda le militare e persistente oltre il periodo della rivedibilità». F ronte di gola. E' il fronte si,tuato·verso l'interno della p osizione da difendere. Generafmente è costituito meno solidamcute degli a ltri fronti. In eS&O sono praticati gli accessi a ll'opera, e vengono sistemati molto spesso i loca li per il ricovero uomini, per munizioni, p er materiali, ccc. Talvolta il fronte di gola non è per nulla sistemato a d ifeSll ed allora s i hanno le ope.re cosidette aperte. Cii! s i verifica specialmente nelle opere campali.

Golètta (o Gorgiera o- Gor.gerino). Era l'arma tùn del collo cbe scendeva sulle spalle e sul pettò; era la prima pena d'a.rme che si indossava nell'armars i, ~ sosteneva il peso d~lla corazza. Si componeva d i due parti riunite con maschietti a sinistra, e a destra con bottone o con chiodo da vo ltare. Nella parte superiore della è. vi era un tondino, detto cocdon•:, che entrava esattamente nel Go letta à spa i l,H·ci canale della cela ta d,r in(secolo XVI)


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GOL

castro, permettendo a questa di girare col muovere lateralmente in giro della testa, senza che la celata stessa si staccasse dalla G ..

Goletta. Nave a. vela sotti le, di non grandi dimensioni, munita di tre alberi ( bompresso, trinchetto, maestra) muniti d i vele auliche o vele di taglio. G. a palo si dice quando, oltre ai suddetti _alberi, ve n'è uno più piccolo

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dopo alcune ore di combattimento. Adolfo rimase ucciso sul campo, e i suoi si ritirarono. La vittoria dàva ad Alberto la suprema.zia in Gennania, ed egli cinse dopo d i essa (27 luglio) la corona imperiale.

Golling (St1·etta di). Località dell'Austria, nel ducato di Salisburgo, chiusa in un lungo con-idoio di circa 3 km. tra i Ta.nner e gli Ha•gengebirge.n, dominata da un antico castello. Vi passàno la grande rotabile e la fe.rrovia lnnsbruck-Passau, ed hJL_importanza strategica, pcrchè éhiave delle comunicazioni' t.ra l'Alto Tirolo e la Baviera. orientale. Nel 1806, dura11te la guerra degli impeiri coalizzati contro N apoleonc, il 27° ,egg. fanteria leggera francese, composto per la massima parte d i italiani, assalì nella stretta. di G. circa 3000 imperiaili agli ordini del Kien-Maye1·, facendone un buon terzo prigionieri e mettendo tutti gli a ltri fuori di combattimento tra morti e feriti. Goltz (barane Cor,-ado). Generale prussia no (17041774). Fu al servizio di F ederico Guglielmo I.

Goltz cm,tc Carlo Federico. Generale prussiano di cavalleria (1815- 1901). Partecipò alle Mtlerre del 1849, 1866, 18i0, nella quale u ltima fu a Sedan come comanda.nt~ di divis. d i cavaileria.

GoJeua di guerra (secolo XIX)

Goltz Carlo. Generale tedesco deWepoca nostra. Combatlè nel 1915 sui Laghi Masuriani, nel J918 in Finlandia contro i Bolscevichi. Scrisse : « La mia spedizione in Finlandia ;,

a poppa che porta pu.re \fele d i taglio. Brigantino G. è invece la nave con due alberi, oltre al bompresso, dei quali il trinchetto è munito di pennoni e vele quadre e la maestra a vele d i taglio. Un brigantino G. che abbia anche la mezzana con vele di taglio, prende il n ome di Barco bestia. Le G. vennero usate nella marina velica per servizi di esplorazione, in sussidio alle Fregate: Ne fecero làrgo uso i pirati del Mediterraneo.

Goletta. V. Tmiisi.

Gol ìath F. 60. Apparecchio da bombardamen to, tetraposto, in dotazione all'aviazione mii. francese, con cellula b ip lana, costruito dalla ditta Farman. I motor i

sono in numero di due del tipo Salmson 256 HP. Le sue caratteristiche sono le seguenti : apertura d'ali m. 26,50, lunghezza m. 14,77, a ltezza m. 4,91 , peso totale kg. 5145.

Gollheim. Comune del Palatinato bavarese, teatro di ba ttaglia ( 1298) che appartiene alla lotta fra Adolfo di Nassau e Alberto d'Austria. Questi decise della vitto, ia a s uo favore, con una car ica di cavaJleria fresca.

Goiran Tlctebrando

Goltz Colmar

Goltz (Colmar, /baron~). Generale e scrittore mii. tedesco ( 1843- 1916). Partecipò alle campagne del 1866 e del 1870-ìl, e fu su bito dopo insegnan te alla Kriegsakademie. Dal 1883 a l 1895 fu in Turchia come r iorganizzatore d i quell'esercito. T ornato in German ia, d ivenne nel 1898 te.n. generale, ispetto re degli ingegneri mil. e delle fortezze. Tornò in T u rchia nel 1908. Nel 1914 fu per qu alche tempo governatore mil. del Belgio occupato da'i Tedeschi. Nel 1915 ebbe il comando delle truppe turche in Mesopota,uia; quindi organizzò la d ifesa dei Dardanelli; tornato in Mesopotamia, morì a Bagdad. Lasciò ope,r e importanti, come: « La nazione annata»; a Da Rossbach a J ena ed A ucrstadt » ; << Da J e.na ,. Eylau >>; « L a guerra in Tessagl_ia nel 1897 >> ; << La condotta della guerra>>; « La Condotta degli eserc iti)) , e van scritti intorno alla guerrn del 1870-71.

Golymi n. Città della Polonia, presso Pultusk. Durante la campagna del 1806, il 25 d icembre i F rancesi, comandati d al Murat, dal Davout e dal!' Augerau , vi attaccarono i Russi, comandati dal gen. Buxbovdcn. Mentre il Davout, giungendo alle calcagna d i una divi-


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sione nemica che faceva parte del COI])O sconfitto due giorni prima a Nasielsk, occupava un bosco presso il campo nemico e l'Augerau attaccava i Russi d i fianco, il gen. Laspisse, col 16° di fant. leggera, conquistava alla baionetta un villaggi~ a cui si appoggiava la loro linea, e il gen. H eudelet li attaccava di fronte. La lotta, accanita e sanguinosa, r imase a lungo incerta fi.nchè alle 23 i Russi, fiaccati da:lle gravi perd ite subite, si ritirarono.

Golzio (Alberto). Generale, n. a Savona nel 1869. Sottof. d'art. nel 1888, fu in Libia dal 1911 al 1914 meritando due med. di bronZ-O: una a Bu Meliana (1911) ed una per i combattimenti di Psitos e Regdaline ( 1912). Partecipò pure a tutta la guerra contro l'Austria d ivenendo colonnello nel 19 17 e comandando nel 1918 il 12° regg. art. pesante campale. In P. /\.. S . nel 1920, d ivenne nel 1926 generale di briga.ti in A. R. Q., e console generale della M.V,S.N.

Gomena. Grossa fune che serve per l'ormeggio delle navi, di robustezza ecceziona le essendo formata con l'attorcigliamento di u·e altre funi, ciascuna delle quali è fatta di tre •legnoli attorcigliati insieme. In questo modo la G. è lavorata due volte ed acquista notevole resistenza. Erano in passato di. lunghezza costante d i 120 passi, oSsia 600 piedi, ossia presso a poco 180 metri, la decima parte della lurighezza del miglio marino. Di qui è nata l'abitudine di misurare le distanze in mare anche a G., abitudine caduta in disuso. Le G . servivano per le ancore prima che si introducesse l'uso delle catene; sul-le galere se ne distin guevano tre specie: G. maestra, ordinaria e di àfforcamento. Vi erano anche quelle di servizio e di rispetto, ed esistevano regole speciali per la determinazione della grandezza della G. in relazione al tonnellaggio deHa nave cui doveva servire. Verso la metà del sec. xrx si introdussero sulle navi le G. di cavo di ac-

ciaio e s i fecero in Inghilterra esperienze compara tive per determinare se fosse pii1 convenien te a doperare quelle d'acciaio, in luogo delle catene delle ancore. E' prevalso l'uso delle catene, ma le gomene di cavo cli acciaio sono rimaste in uso a bordo di tutte le navi e si adoperano p romiscuamente con quelle cli canape.

Gomenizza. Borgo marittimo dell'Albania, di .fronte a

Corfù. Fu anticamente fortificato.

I. A ttacco d·i Gonumizza (1686). Appartiene alla campagna cli Venezià contro i Turchi nell'Egeo. Francesco Morosini, capitano supremo dei Veneziani, dopo avere battuto i Turchi a Ca.lama.la, li aveva costretti a rifugiarsi con 17 navi nel porto di Napoli cli Romania. Allo spirare dell'esta te, il Morosini, lasciati forti presidi nelle principali fortezze occupate, sbarcò improvvisamente presso G., ben munita dai Turchi, i quali però non opposero che scarsa e breve resistenza, e finirono presto per abbandonarla ai Veneziani. I l Morosini allora coq mine ne fece saltare i torrioni e smantellare le opere; poi rimba,rcate le sue truppe, salpò per Corfi1. dando termine alla vittoriosa campa.gna navale con quest'ultimo atto. Combattimento navale di Gomenizza (30 settembre 1911). Appartiene al la guerra italo- turca. La squadriglia

del comand ante Biscaretti, composta di siluranti, incaricata di assume.re informazioni sulla presenza d i siluranti turche nel golfo di Prevesa, aveva saputo che due grosse silurnnti turche, scortanti un piroscafo armato, avevano r iparato nella baia di G. nel la sera del 29 settembre. I l Biscaretti fece rotta verso quel porto nella notte stessa, e, giunto presso la punta Livitazza, a l limite dei fondali praticabili, s i tenne sulla dritta, d irigendosi lentamente al porto, scandagliando. Vi giunse sul far del giorno; la foschìa no11 concedeva di r iconoscere le posizioni; soltanto a lle 8,30 veniva avvistato in. fondo al porto un yacht, seguito da un caccia torpediniere, che

- . S1/ura11ti italiane

C> Siluranti} turc/Je O> !Jacht

zoaometril Combattimento di ,Gomcnizza (19 '11 )


puntava a tutta forza verso l'entrata del porto, aprendo il fuoco contro l'« Artigliere)> a circa 6000 111 ., senza colpirlo. La squadriglia italiana rispose immediatamen te con n u trito fuoco a granata, e .colp l le na vi turc_he, avvicin andole a circa 5000 m. Il cacciatorpediniere turco virò s ubito d i bordo, dirigendosi in fondo alla baia dove sparì. Le artiglierie turche dopo quakhe altro co/po dei nostri, si tacquero, ed allora. la squadriglia, sospeso il tiro, procede tte entro il porto alla ricerca dell'altra silurante e dell'yacbt. L~« Artigliere » seguito dal «Corazziere», a p iccola velocità continuò la rotta, e tra Punta Drepano e Cudromurto, il Biscaretti scorse il caccia torpediniere incagl ialo sulla spiaggia a circa 3000 m. Un fuocq intenso delle nostre s iluranti fece strazio della nave turca, che non potè più reagire. Passata l'insi.natura s i rivelò la seconda s ilu rante, torpediniera d'alto ma.re che stava ad est di Cudromu rto, e manovrava per uscire. Investita a circa 2000 m. da tiri 'bene aggiustati a granata, fu colpita ed obbligata a 'lanciarsi a tutto vapore verso terra in direzione di Grecohori dove s'arenò. Nell'>tvvicinamento alle navi colpite le nostre siluranti furono fatte segno a vivo fuoco di fucileria dalla fitta boscaglia e da un vecchio castello a sud del villaggio di Grava, Ui1 solo colpo innocuo giunse fino a l 1 « Corazziere>): che riprese il tiro contro la boscagli;i e impose il silenzio. Una delle granai~ italiaae andò a colpire un s iluro ch'era a bordo del cacciatorpediniere turco, e ne determinò l'esplosione ,e lo sfacelo. Accertata la distruzione delle due si-lura1lti turche, il :Siscare'lti prese possesso dello yacht e lo trasse a rimorchio del «Corazziere)). Quello _yacht divenne µoi la nave della R. M. « Capi~no Verri».

G oiner. T ipo di mortaio dei secoli XVIII e 211IX inventato dal maresc. di campo Gemer nel 1785. Questo mortaio non aveva la camera con calibro d iverso dall'anima, ma era fatta a tronco di cono, che col calibro del pezzo si a ndava restringendo verso il fondo. Gomera (Ò Gomere). Isola dell'arcipelago delle Canarie. Nel 1781 fu attaccata da una squadretta inglese di tre navi, agli ordini cli Carlo Windham, il quale sbarcò con parte dei suoi, ma fu contrattaccato dagli Spagnuoli, condott i da Diego Bueno, e sconfitto, e costretto a rimbarcarsi e ritirarsi dopp avere perduto parecchi marinai. Gomez (Massimo). Generale cubano (1823-1905·:. Servi dapprima nell'esercito spagnuolq. Scoppiata l'insurrezione del 1868, si mise a disposizione degli insorti e dovette poi r ifugiarsi negli Stati Uniti. Scoppiata la rivoluzione del 1898, vi continuò la lotta contro gli Spagnuoli di Bianco e òi Weyler. Finalmente coll'intervento degli Stati Uniti la vittoria rimase ai patr iotti cuban i, e G. contribuì alla organizzazione della Repubblica, con fiero d is interesse personale. Gomcz Jordmza Francesco. Generale spagnuolo (18521918). Sotto!. di cavalleria nel 1871, prese parte alla gue~ra civile degli anni seguenti: Nel t 909 era capo di S. M. nell'esercito operante a Melilla, guadagnandosi i: grado di generale di brigata. Nel 1911 fu d irettore della Scuola superiore d i guerra. Tornato l'anno seguente :t combattere nella zona di Melilla , vi, guadagnò il grado di gen. di divisione e nel 191.3 fu colà comandante supremo; nel 1915 venne nominato Alto Commissario a! Marocco.

Gomitiera. V . Cubitiera.

i48 Gomma Elastica. V . Caucciù. Gomme Esplosive. V. Gelatine Esplosive.

Gondi (Alberto). Generale francese, n. di Firenze ( 1522-1603). Fu ambasciatore in Inghilterra e governatore d i Metz. Si segnalò a lVIoncontour ed all'assedio delle Rochelle. Nel 1594 Enrico III lo nominò generale; fu governatore in · Provenza, luogotenente nel marchesato di Saluzzo e poi governatore di Nantes. Ebbe il titolo d i duca d i Retz, la carica di pari e il grado di mare.sciallo e generale delle galere d i Francia. - Della. stessa famiglia fiorentina emersero, a l servizio della Francia, Antonio, sotto il re Enrico III, e Carlo, suo figlio (15161574) cbe fu genei;ale delle galere. Gondrecourt (E1tri:co di). Generale Lrancese ( 18161876). Combatlè in Algeria e _fu poi generale comandante la. scuola di Saint Cy~; uel 1870 prese parte alle battaglie sotto Metz. Nel 1872 f1,1 nominato generale di clivis. e ispettore della cavalleria. Scrisse mo lti romanzi e un'opera m ilitare su « La guerra e i suoi strumenti>).

Gomez Massim,,

Gon ella Carlo

Gonella (Carlo). Generale, n. a Piacenza nel 1870. Sottot. del genio nel 1891, partecipò alle guerre libica ed europea divènendo colonnello nel 1917. Comandante del genio del 25° C. d'A. su ll'Altopiano Carsico, meritò la"med. d'argento. Quindi comandò il 5° regg. genio m inatori, indi il regg, pontier i e lagunari. Nel 1927 fu promosso generale d(brigata comandante del genio a Milano. Gonfalone. Vocabolo usato, wl sorgere della lingua italiana, per 1 c!enotare .la bandiera anche. negli eserciti. Oggi viene chiamato ancora G. quello dei municipii, delle società, ecc. Il G. non ha il drappo attaccato Ìungò l'asta, come la bandiera, ma ad una corta asta orizzontale rispetto a ll'asta del gonfalone, ed a. questa appeso per mezzo di due cordoni che si riuniscono sotto la punta dell'asta. Il drnppo è di forma rettangolare, app<::SQ, da. uno dei lati piccoli, mentre l'a ltro opposto è generàlr_nente terminato con due o più punte. - Gonfalo.niere si disse chi portava il G., ma fu n1agistra.,tura suprema in Firenze, e nei comuni toscani come un podestà. Goniometro. I goniometri, o misuratori çl i angoli, seno largamente diffusi negli strumenti di marina e servono sia per misu rare l'al tezza degli astri sull'orizzon te (sestanti) sia per misurare gli angoli orizzonta.li fra navi e su lla costa per la risoluzione di tu tti i problemi cl: cinematica navale. Ve ne sono a traguardo, a cannocchiale e a riflessione. Quest'ultimo è composto di un cannocchiale, di un cerchio gr aduato, di specchi ; le cose sono dispo~te in modo che l'occhio umano possa percepire contemporaneamente il raggio proven iente diretta-


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mente da un oggetto e quello doppiamente riflesso proveniente da un altro oggetto. L'angolo forma to da-Ile due visuali viene misurato 1UO mediante l'an golo formato dai due specchi e preso con esattezza me•diantc l'impiego del nonio. Nelle batterie costiere i G. sono largamente impiegati per la misurazione delle distanze. Conoscendo la distanza d; due G. fra di loro, e mi40 O surando con essi gli angoli forma t.i tragu ardando la nave e<Ì il G. reciprocamente, si può ri-•

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Schema di goniometro a cannocchiale

Comtet barone N apoleane Ernesto. Generale, figlio del precedente, n. ad Alessandria, m. a T orino (1834-1913). Sotto!. del genio nel 1852, combatt~ nel 1866. Colonnello nel 1875, fu direttore del genio ad Alessandria, comandò in 2a l'Accademia mii. e p oi diresse il genio a Genova. ' lVIagg. generale comand ante del genio a Bologna nel 1882, fu poi addetto ·al Comitato d'art. e genio. Ten. generale nel 1887, fu capo del 2° reparto del corpo di S. M.; nel 1893 andò in P. A. e n~l 1897 passò nel la riserva.

Gonne[ Clauclio

DislinLivo gon ionie tri $ti

solvere il triangolo ·di cui si conosce la lunghezza di un lato e il valore dei due angoli adiacenti. I telemetri monostatici non sono che goniometri.

Gonne~ Ernesto

Gonnì (Giuseppe). Colonnello e scrittore mii., n. nel 1864. En(rarn nel commissarialo mil. maritimo nel 1888, raggiunse nella R . N . il grado di colonnello nel 1920. Cultore di studi s torici marinareschi, pubb'licò, fra altro: « X el centenario della spedizione navale di Tripoli » ; « L'ammiraglio di Saint-Bon colla Confienza nel T irreno e nel!' Adriat ico, 1860-61 »; « Due ammiragli di Casa Savoia,, ; « La fondazione della R. :ì\farina; del Cor po Re,1li Equipaggi ed il suo tricolore ll. Gonteri di Cavaglià (-marchese Filippo). Generale, m. a Torino nel 1730. Cornetta nel 1683, nel 1692 di-

venne colonnello del rcgg. Piemon te Reale cavalleria. Ebbe i I grado d i genera le cl i battaglia nel 1707 e di ìuogoten. -marescia llo nel 17 11.

Benito :llussollol a Civilavecebla ( 1926) osserva tiri di bntterl e co l goniomr,t1·0

Goniometrnta è il militarP addetto ai goniometri.

Gonnelli (Giuseppe). Generale, n. a Firenze nel 1862, Sottot. d'art. nel 1882, raggiunse il grado di colonnello nel 1915 . Partecipò a lla guerra contro l'Austria e nel 1920 lasciò il S. A. P. Nella riserva venne promosso generale di brigata nel 1926. Gonnet (Cla11.dù,). Generale, n. a -M outiers, m. a Planaise (1795-1866). Sottot. nel corpo reale degli ingegneri nel 1814, divenne colonnello nel 1837 e magg. genera:Je nel 1846. Nel 1847 ebbe le funzioni di ·l uogotenente delle armi d i S. M . nel P rincipato d i Monaco e Mentone. Nel 1848 comandò la divis. d i Sassari. Commendatore dell'O. M. S. nel 1856, andò a. r iposo nel 1858 col grado di ten. generale. Deputato di Moutiers nel 1852,. fu .nominato senatore del regno n el-l'a nno seguente.

. Gon terl Filippo

Gonzag-a MaurJzio

Gonzaga. J: llustre famiglia italiàna originaria dal paese omonimo che rifulse per le gesta di alcuni dei suoi niembri nella carriera delle armi fino da l medio evo, ed ebbe ' per quasi quattro secoli la signòria di M an tova, I primi ·c . ricordati furono quelli che combatterono ai temp i della contessa :M atilde di Canossa. Gonzaga Guido. Capitano dei Guelfi, combaltè contro Manfredo re d i Sicilia, nella metà del sec. XIIJ. Gonzaga L-wigi (1268-1360). Figlio del precedente, fu capitano generale e primo signore d i Mantova, nel 1329, dopo aver battuto Francesco Bonaccolsi, tiranno · della cit tà. R iorgan izzò il governo così da meritarsi la d ignità


GON

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di Vicario imperia le di Mantova, poi di Cremona, R eggio e Asola (1331). Ùiede assetto stabile alle sue milizie, cosicchè potè n el 1342 venire in aiuto dei Pisani con 2000 cavalieri. Fece fortificare, dal figliuolo Feltrino, Reggio e Mantova:, circondandola di mura. Collegatosi con altri princip i italiani contro Galeazzo Visconti, lo battè in vari combattimenti.

Gonzaga Galeazzo. Condottiero_ dei Vene-àani del sec. XV. Segnafatos i alla p resa di Verona, divenne nel 1405 supremo comandante delle armi della Repubblica di Venezia. Passò poi a l servizio dei Visconti. Sostem1e un duello col marescia llo di Francia Boucicault governatore d i Genova e disprezzatore degli Italiani. Cadde ucciso ne l 1406 a ll'assedio di Medolago sull'Adda. Gonzaga Gianfrancesco. Condottiero, signore di Mantova (1395- 1444). Cooperò col Cannagnola nella presa di Brescia e nella battaglia di Maclo<lio, e fu capitano generale delle armi della R epubblica di Venezia nel 1432. ' Gonzaga Loclo,,{co. Capitano del sec. XV (1414-1478). Prese parte a lle guerre che tra.vagliavano allora l'Ita lia. Conclusa la pace del 1454, si dedicò agli studi ed alh costruzione d i opere d'arte. Gonzaga Cesare. Generale al servizio del duca d'Urbino (1476-1512). Prese parte alla batta glia d i Ravenna nel 1512, ed alla conqu is ta di Bologna dello s tesso anno.

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Go1tzaga Gia1tfrancesco (marchese di Mm,tova.). Condott iero, m. nel 1519. Fu scelto dagli Italiani a comanda re l' esercito confederato che doveva opporsi a Car lo VI IT di Francia ; ,1cJ 1495 comba ttè a F ornovo . Nel 1496 passò con le truppe veneziane nel regno di Napoli per aiutare il re Ferdinando a ricuperare il dominio; nel l 498" difese Pisa contro i Fio1·entini. Dopo essere stato a l servizio di L Ltigi XII d i FTan cia, parteci pò aJle guerre del papa G iulio II ed alla lega d i Cambrai contro Veneziani dei qua li rimase prigion-iero per circa un anno (1509).· Go1tzaga Sigismonclo. Legato militare presso l'e_sercito della lega organizzata ·da papa Giulio II (1469-1525). Sottoscrisse in ta le sua qualità la capitolazione di Bologna d ei Bentivoglio. Gonzaga Federico. Capitano del sec. XVI (1500-1540). Servì sotto Carlo V, e fu tenuto daHo stesso imperatore in gran conto, tantochè venne per meriti cli guerra. no• mina to duca. Gonzaga Fei-rante. Condottiero del sec. XVI ( 15061557). Genera le a l servizio di Carlo V, nel 1S30 comandò le truppe imperiali che assediavano Firenze. Nel 153S, per essersi distinto all'assedio di Tun isi, Carlo V lo nominò vicerè in Sicilia. Nel 1536 el;,bc il governo d el •Milanese. Go11zaga L uigi. Capitano a l servizio della Francia ( 1~39-1S95). Entrò nell'esercito regio ed emerse subito

150 per arditezza e valore, particolarme11te all'assedio cleUa Havre. Fu agli ordini di Enrico IV nelle guerre contro gli Spagnuoli e incolpato per un insuccesso morì di dolore.

Gonzaga (Carlo I, d-uca di N evers). Cap ita.no ai ser• vizi della Francia ( 1580-1637). Prese parte alle guern contro i Turchi in Ungheria, e si d istinse nell'assedio di Buda. Alla morte del d uca Vincenzo II di Mantova gli successe 11el trono, ma si vide invaso il Monferra to dal duca di Savoia e nel 1629, aiutalo da Luigi XIII di Frahcia, lo costrinse a deporre le anni. Nell'anno seguente l'imperatore Ferdin ando II gli inviò contro un esercito agli ordini del conte di Colialto, ch e assediò e prese 1vfantova. Gonzaga prin-ciJ;e Ma1,rfrio. Generale, decorato di d ue medaglie d'oro, n. a Venezia nel 1861. Discendente dalla principesca famiglia di Mantova, abbracciò la carrierd delle armi, uscendo dalla scuola mii. cli Modena, sottot. di fanteria, a vent'anni. D opo aver frequen tato i corsi della Scuola di guerra, passò nel Corpo cli S: M. e fu per qualche tempo insegnante di s tra tegia nella Scuola di guerra. Partecip ò a lle operazioni in Libia quale colon nello comandante di un regg. di fanteria. P romosso magg. generale n el giugno 1914, assunse il comando della brigata Salerno. A·ll'inizio della guerra italo-austriaca fu dapprima intendente della II Armata e poi comandante dei la 9" clivis., con la quale combattè sull'Alt ipiano Carsico ed i.n Val d' Astico, ove fronteggiò va licl!amente)'offensiva austriaca del magg io 1916. Passalo quindi al comando della 53• divis., fu l'eroe della conquista del \'oclicc; questa vittoriosa operazione gli valse la concess ione del la pri1na med . d'oro . Guidando, po.i, la sua divis. durante la ritirata nel n ovembre 1917, fu ferito e mu tilato, guadagnando la second a medaglia d'oro. Appena guarito, ritornò alla fronte ed alla testa della 14• divis. cooperò a lla v ittoria fo1ale sugli Altipiani. Dopo la fine della guerra fu successivamente comandante della d ivis. di Genova e del C. d'A. di Firen ze. Nel settembre del 1925 fu nominato comanda nte generale della M . V. S. N., carica che tenne per circa due anni. E ' " decorato, oltre che delle due med. d'oro, di tre d'argento, guadagnate rispettivamente sul mon te Cimone, 5td Cucco e sul Valbella; della croce di uff. d ell'O. M. S. e della med. d'argento per i benemeriti della salute pubblica, per l'opera spiegata contro l'epidemia colerosa nel 1 [915. Fu nominàto senatore del Regno nel 1922. Le motivazioni delle medaglie d'oro sono le seguenti : << Animalo da fortissima volontà, da incrolla bile fiducia nel successo delle armi nostre, con raro sprezzo del rtericolo, si teneva, per un intero mese di lotte accanite, à stretto con tatt.o con le proprie truppe d i prima linea, portando loro di persona, nei momenti più critici, la parola animatrice, incitandole con -l'esempio a lle azioni p iù ardite, rendendosi così primo fattore d i quelle gesta che ci resero pad roni del Voclice e che ci permisero di tenerlo inespugnabtle di fronte ai più accaniti sforzi nemici l> . (Vodice, maggio- giugno 1917). << Nel momento p iù grave della guerra, sbarrando con la sua divisione il passo a ll'avversario premente· con vigorosa grande offensiva, dava alle sue ·truppe brillante esempio di fermezza, di coraggio e di valore personale. nei s iti più esposti a lle offese n emiche, e manteneva un così esemplare contegno anche quando fu gravemente


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GON

colpito in più parti del corpo dal piombo nemico, rimanendo mutilato, fino a che fu costretto a lasciare, suo malgrado, il campo d i battaglia, sul quale, nel nome del Re e della Patria minacciata, aveva mostrata la via delÌ'onore, quella che portava .a;J nemico. Magn ifico esempio di alto sentimento del dovere, d i sapiente spirito offensivo, di fulgido eroismo>>. (Stupizza, 25 ottobre 1917).

Goozales (Antonio G. Balcarce). Generale argentino (1774-1819). Entrò nell'esercito agli ordini di suo padre, colonnello B. Difese Montevideo nel 1807 contro gli Inglesi. Fatto prigioniero e condotto in Inghilterra, passò nell'esercito spagnuolo e cornbattè contro i Francesi di Napoleone. Allo scoppio della rivoluzione nel Sud Amer ica contro la Spagna, accorse a prestare il suo braccio alla causa dell'indipendenza., e, ottenuto il grado di colonnello, veniva promosso generale nel 1810. Ebbe vari incarichi di fiducia, fino a quello d i ispettore dell'esercito, agli ordini del San Martin. Fece la campagna delle Ande e comandò la fanteria nella battaglia d i Maipù (1818), e poi fu nominato ca.po di Stato Maggiore dell'esercito dell'indipendenza. D iresse infine felicemente le operazioni contro il gen. Sanchez nel Cile meridionale.

0orclakov Michele

Gouzales Ba1'cu1•ce

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Gonza/es Gennaro . Generale, m. nel 1870. Ufficiale del regno delle Due Sicilie, percorse la carriera nel corpo del genio divenendo colonnello nel 1860. Magg. generale nello ste~so anno, passò nel nostro esercito e vc1me71ddetto al Corni(,a to del genio, divenendo ten. generale nel 1863. N cl 1861 andò riposo.

tonda o a sei od otto faccie, delle armi m asta, fissa al ferro o cuspide, nella quale veniva infilata l'asta od il manico. Formava la costola · della lama e si prolungava oltre questa per un terzo della sua lunghezza, di modo che il manico vi penetrava sino all'estremità. i j.

Gorciakov (Andrea) . Generale russo (1768-1853). Combattè nelle campagne del 1812-13-14, segnalandosi a L ipsia e Parigi. Gorciakov Pietro. Gener ale russo, fratello del precedente (1790-1868). Combattè nel 1812-13; nel 1829 comandò una diGorbia visione ,contro i Turchi e firmò i preliminari <lei trattato di Adrianopoli. Fu governatore della Siberia ,( 1839-51) e comandante <li C. d'A. in Crimea nel 1855-56. Gorcialwv Michele. Generale russo (1795-1861). Diresse nel 1828 gli assedi d i Sciumla e Silistria; nel 1831 combattè in Polonia; nel 1846 fu governatore di Varsavia. Nel 1849, colla resa di Vilagos, oppresse la rivoluzione ungherese. Comandante l'esercito russo in Crimea, difese Sebastopoli e salvò l'esercito dopo la resa. Fu poi luogotenente generale in Polonia.

Gorcum (o Gorkmn). Città dell'Olanda sulla dr. della Mosa. Ebbe salde fortificazioni, rese inaccessibili da inondazioni artificiali. Presa di Gorcmn (1795). Appartiene alle operazioni dell'esercito repubblicano francese in Olanda. Il principe d'Orange, che la difendeva, aveva provveduto a inondare la campagna, ma l'inve.r no venne a ghiacciare le acque, ed i Francesi seppero valersi dei ghiacci per avvicina-re le fortificazioni ed incominciare l'investimento. Il principe, vistosi in pericolo, abbandonò il comando della piaz~a e si rifugiò in Inghiiterra. Intan to i Francesi proseguirono nei lavori d'assedio e quando li ebbero compiuti, diedero la scalata alle mura, e riuscirono ad impadronirsi di G. il 21 gennaio, dopo breve resistenza.

a

Gonza/es del Cas.tillo y Angulo Gi-11stino. Ammiraglio, n. a Napoli nel 1841, entrato in servizio nel 1851, promosso contrammir. nel 1891, vice-ammir. 11el 1897, collocato in P. A. nel 190S. Guadag11ò una med. di bronzo nel blocco di Gaeta (1860). Fu comandante in capo del dip . mar. di N apoli dal 1897 al 1900 e di quello di Venezia dal 1902 al 1904.

Gopcevic (Spi.ridmie). Scrittore mii. n. a T r ieste nel 1855. Partecipò a:lla sommossa dell'Erzegovina nel 1875 e a quelle balcaniche successive. Scrisse: << li Montenegro e i Montenegrini »; « La guerra turco-montenegrina »; << I Turchi e i loro amici», ecc. Goracci (Roggero). Generale, n. e m . a Montepulciano (1849-1906). Sotto!. dei bersaglieri nel 1869, dopo aver freque,;ta to fa Stuola di guerra passò nel corpo di_ S . M . Colonnello nel 1896, comandò il 91° regg. fanteria: Magg. generale comandante la brigata Reggio nel 1901, andò in P. A. nel 1905. Gorbia. Così chiamata quella parte a cono, vuota,

Gorczkovski Carlo

Gordon Carlo

Gorczkovski (di Gorczkov, Carlo) . Generale di cavalleria austriaca (1778-1858). Prese parte alle guerre fino a \ 1815 in Germania ed in Italia. Raggiunse nel 1846 il grado di gcn. di cavalleria e nel 1848 Gbbe il comando della fortezza di Mantova, di cui organizzò e tenne la difesa durante la guerra, meritando la croce di Maria Teresa. Nel 1849 tenne in Romagna il comando del corpo di riserva e nello s tesso anno ebbe quello delle truppe d'assedio di Venezia ; dopo la capitolazione di detta città, ne fu nom.inato governatore, rimanendovi fino al suo collocamento a riposo.


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Gordesco (.4.lberto). Generale, n. a Napoli nel 18ì 7. !:ìottot. d'ar t. ne l 1896, dopo aver frequentato la Scuola di guerra passò nel cor po di S. M . In Libia da l 1913 ai 1916, rimpatr iò nel 1917 e, p romosso colonnello, combat tè contro l' Austria, come capo di S. M. di divis., meritandc s.ul Grappa la croce di cav. deH'O. M. S. D opo ave. comandato il 14° regg. art. P: C. ed il 30° da campagna, fu promosso (1929) generale di brigata ispettore dr mobilitazione a Jviessina. Gordiano (Nlarco Antonio, il Vecéhio). I mperator e romano, n. a Roma, m. a Cartagine ( 157- 238). P roclamato imperatore quasi ottantenne e riconosciutogli ii titolo dal Senato, fu assalito da Capelliano, procuratore d i N umidia . .Suo fig lio tentò invano la difesa: egli allora si uccise.

Gordiano : Il Pio - Il Vecchlo - Il Giovan e

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Gordiano Marco Antonio, il·Giovane. F iglio del precedente, 11 . a R oma, m. a Ca1·tagine (192-238). Luogotenente del pa dre in Africa, d ifendendo Cartagin e contro Capclliano fu vinto, fatto progioniero e ucciso. Gordiano M arco Antemio, il Piro. N ipote d i Gord iano il Vecchio, impera tore romano (223-244). Sall al trono nel 238; n el 242 com baM:.è contro i Persiani che scacciò da Antiochia. M orì probab ilmente assassinalo da Fili ppo, con cui divideva l' impero.

Gordon (Giovani•·i Patr·i ziç). Generale ru.sso ( 16351699). Servì negli eserciti svedese, polacco e russo. F u l'is truttore militare e poi l'amico d i P ietro il Grande. Vinse i Turchi nell'Ucra ina, fortificò Azov, represse la rivolta degli .Strelizzi.. Scrisse un'autobiografia. Gordon R oberto. Chirurgo m il. inglese, del sec. XVIII, au rore (1762) di un regolamento per il funziona mento degli ospedali m i-I. de!ll'eseicito inglese. Gordon Carlo Giorgio. Gen erale inglese (1833-1885). S i segna lò nel 1863 in Cina, poi in Egitto; fu governato~e generale del Sudan, ove, con Romolo Gessi, diede opera a d istruggere il mercato degli sch iavi. Morl a Ca rtum men tre gu erreggia va contro il M a:hdi.

Gorea. Antico ca.poi. della colonia francese del Sénéga l, sopra un •i solotto roccioso neHa r ada del Dak,p·, che costituì la base m ii. nava le della colonia. D al 1617 fu in possesso dell'Olanda ; nel 1677 fu preso dall'ammir. francese d'Estrées. Assalto di Gorea ( 1804). Appartiene alle operazioni marittime durante l'epopea n apoleonica. L'isola di G. era s tata occup ata da lla flotta inglese, men tre nel contin ente europeo i F rancesi passavano d i vàttoda in vittoria. · Ma G. era troppo importante base d'operazioni

1;32 nel Sénégal, perchè la Francia non si cu rasse di ripren • derla . Ed annata una piccola squadra d i 4 golette ed una nave corsara a R ochefort, con truppe da sbarco, l'attacco dell' iscrhl venne conçer tato in modo che mentre le art iglierie navali tcncv-ano impegnata l'attenzione degli Inglesi dalla parie di mare, le truppe d i sbarco scendevano a terra non viste ed a tergo dei difensori. Avvenne così che gli Inglesi, presi fra due fuocl1i, e minacciati di assalto, s'arresero dopo breve resistenza .

Gorgiera. V . Goletta. Gorgona (ant. U1rgon). Isola dell'arcipelago tosçanù, costitu ita da uno scoglio _c he scende scosceso ,ml mare, senza spiaggia. Fu sede ·ai una abbazia di 'Basiliani e Benedettini che dagli inces.santi attacchi dei Saraceni vennero cost1·etti ad abbandonarla; ne l 1374, r icostituito il monastero dai Cel"tosini, anch'essi furono po i assaliti numerose volte dai corsari africani, che nel 1421 vi sbarcaròno e d istrussero tutti gli edi fìci, u·aendo prigionieri 5 monaci, che non avevano potuto r iparare nel castello. Da allora il castello, fortificato dai Medici, fu r,rcsidiato da guarn igione. Nel 1564 Cosimo I de' Medici r idiede l'isola a·i monaci coll'incarico di difenderla colle armi, e rj tirò la guarnigione dal castello. Gorgona. Nave d i uso locale, varata a Castellammare di Stabia, entrata in servizio nel 1868, ra diata nel 1913 ; lunghezza m. 32, larghezza 6,36, dislocamento tono. 195, macchine HP. 188 ; armamento : cannoni 2 rla 37; S . :M. 2, equip aggio 27.

Gorgonzola. Comune in prov. d i Milano sul Naviglio della Martesana. D'antichissima fondazione, nel medio evo fu munito di castello e torri. All'epoca dei comun i, n el 1158, i Milanesi, colti alì' improvviso dal Barbarossa, vi furono ston fitti. Viceversa nel !245 i :M ila nesi stessi, agli ord ini d i Simone M ura lto da Locarno, sconfissero ,Enw re d i Sardegna, figlio di Federico II, che fu fatto pr igioniero. Molti furono con lui i prigionieri imperiali, ma M ilano li lasciò andare liberi, dopo giuramento d i non pren dere più le armi contro d i loro. Nel 1278, vi fu disfatto da i Torriani ~•arcivescovo Ottone Visconti. Nel periodo della dominazione spagnu ola, venne più volte dflllleggiato da lru ppe di passaggio e da i lanzichenecchi. Non 111inori danni esso ebbe a soffrire d uran te la guerra cli Successione d i Spagna da parte delle truppe imperia li e di quelle francesi. Gorhde. Villaggio dclJa Germania, sull'Elba, non lon tano da Magdeburgo. Combattimento di Gorhde (16 settemb,·e 1813). Ap- , parliene a lla campagna napoleonica in German ia. Un reparto francese di 7000 u., comandato da l g1cn. P echeux, marciava. su l\,fagdeburgo, .quando s i scontrò presso G con l'avanguard ia ( T ettenhom ) de l gen. Walm oclCJ1, T Francesi p resero p osizione difens iva . Wailn'ìoden s i disp ose ad un attacco frun tale, e da ta la sua forza p reponderante, a d un avvolgimento alle ali. L a violenza del fuoco delle artiglier ie a lleate impose presto il s ilenzio a quelle avversarie ; le fanterie francesi resìstettero alquanto su lle posizioni ben preparate, ma poi, vis risi m inacciati a lle ali, s i rit ir arono in quadrato, lascia ndo sul campo i pezzi resi inservibili, 500 tra morti e feriti, e 1200 p rigionieri, fra i q ua li il gen. M iac~inski. G li Alleati perdettero 800 u.


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Gori Pannilini (A1,g1tsto). Generale, m. nel 1889. Proveniente dall'esercito toscano, divenne colonnello nel 1859 e me.d tò l'O. :M. S. Passato nel nostro esercito, e promosso magg. generale. ( 1860) al costituirsi della brigata P isa ne assunse il comando. Nel 1864 andò _a riposo . Goria (F1'micesco). Generale medico, n. e m. a Tigliole (1834-1902). Meritò a S. Martino (1859) la mcd. d'argento, e prese parte anche alla campagna del 1866. Da ten. colonnello fu direttore dell'ospedale mii. di J\lessandria. Colonnello direttore di sanità dell'XI C. d'A. nel 1883, fu promosso nel 1896 magg. generale medico addetto all'ispettorato <li sanità militare. In P. A_ nel 1899, passò nella ris. nel 1902.

teria nel 1888. passò nei CC. RR. nel 1894. Nçl 1903 fu decorato della mccl. di bronzo al valor civile . Fu in Libia nel 1912, quindi partecipò a tutta la guerra contro I' Au-stria meritando la med. cli bronzo. Colonnello coma,ndante la legione Allievi carabinieri cli Roma nel l921, fu nel 1926 promosso generale di brigata ispettor.e della s• zona CC, RR. e nel 1929 passò a R oma ispeHore della 4' zona.

Goria Alessandro. Gcnerrule, n. e m. ad Asti ( 18391908;_ So ttot. , di cavalleria nel 1859, combattè contro l'Austria in c1ucll'a1mo e nel 1866. Colonnello nel 1883. comandò il regg_ cavallegge,ri Saluzzo e nel 1887 andò in riserva divenendo magg. genera,le nel 1895. Gor-ia Alessandro. Generale, n. a Vercelli nel 1858. Sotto!. d'art. nel 1878, fo insegnante alla scuola mii. di Modena. Colonnello nel 1910, comandò il 79 regg. art. · da campagna e, dal 19 l3, in 2• la scuola d'applicazione d'art. e gen io. Magg. generale comandante l'art. da campagna a Milano nel 191S, partecipò alla guerra contro l'Austria comandando successivamente l'art, del III e del I C. d' A. e quella della 4" Arma.la., divenendo ten. generale nel 1917. Nel 1918 lasciò il S. A. P. e nel 1923 assunse il grado di generale di divisione. Andò a riposo nel 1927.

Gorini (Alessandro). Generale,· n. a ]\filano nel 1832. Combattè corttro l'Austria nel 1848, e coi volontari nel 1860-61, merìtando la. menzione onorevole. Commissario nel corpo dcll'intendenz'.l mii. dell'esercito ,-;gelare ncl 18.62, parteci pò alla campagna elci )866. Colonnello commissario nel 1877, fu successivamente direttore d i commissariato a Milano e clell'VIlI C. cl' A. In P . A. ne! 1886, fu promosso magg. genera le di commissariato nella riserva nel 1893.

Goria Alessandro (1830)

Gortnl Alessandro

Gorini Alessandro. Generale, n. nel 1860. Sottot. d'art. nel 1880, frequentò la scuola d i guerra e• partecipò alla guerra libica. Colonnello direttore d'art. a Mantova nel 1914, prese parte alla guerra contro l'Austria divenendo magg. generale nel 1916. Comandò l'art. della 15" divis. ciel· XVIII C . d' A., della 6" AJ·mata e delle truppe degli Alltipiani, merita::do 1;.. med. di bronzo. In P. A. S. nel 1920, fu promosso generale di divis. nel 1923 e nel 1929 pa.s sò nella 1·iserva. Carini Vittorio. Genera.le, 11. nel 1869. Sottot. di fan-

Gorml Vil torto

(;ori ni A1'tton10

Go,:ini r1 ntonio. :Medaglia d'oro, n . a Varese, cadu to sul :Montello ( 1896-1918). Studente di medicina. nell'Università d i Pavia, chiamato alle armi per la guerra, i u arruolato in artiglieria. Al principio del 1916, dopo a.v,ir frequentato un corso presso l'Accademia mii. di Torino, divenne sottot. di complemento nel 27° art. da campagna. Passato poi in un gruppo pesante cam pale, incontrò morte gloriosa. sul Monte llo, nella prima giornata della battaglia ciel Piave, dopo avCl· opposto al nemico la p iù disperata difesa. La motivazione d i medaglia d'oro

è la seguente : e< Comandante di sezione, malgrado l' intenso fuoco nemico che colpiva in pieno i due pezzi, riusciva a rimetterne uno in efficienza. Attaccala la batteria alla baionetta eia parte ciel nemico, la di fese eo l moschetto e cadde ucciso fra le braccia del proprio capitano, a cui cercò cli far scucio col proprio corpo Jl (Montello, 15 giugno 1918).

Gorizia, Ciltà capo!. di prov. della Venezia Giulia, sull'Isonzo, tra la Selva di Tarnova ed il Carso. D'origini, assai antiche, compare come Contea ai tempi della dominaz-ione Franca. Estese il suo dominio nel Friuli e nella Carinzia, nella Carsia e sulla contea d 'Istria. I conti di G. furono • in origine vass<;1lli dell'imperatore, e come tali costituivano una specie di avamposto alle porte d'Italia. 1 el 1001 l' imperatore Ottone III infeudò la villa al Patriarca di Aquileia, lasciando però metà del territorio e la contea al conte del Friuli e d'Istria. Passata a i Lurugan-Heimfols, signori d i Caxinzia, ne fu perfezionalo il castellò feudale, ci~conclandolo d i una triplice cinta cli ,mura, e cor011andolo con torri e forti bastioni. Tenuta da questa famiglia per ben quattro secoli (1090-1500) anelò man mano perfezionandosi fino a d iventare uno dei più importanti baluardi dell'impero degli Absburgo, quando -pervenne alla corona austriaca, con Massimiliano. La R epubblica di Venezia, :fino dal secolo precedente, conoscendo l' importanza strategica di G., ragguardevole testa d i ponte sull'Isonzo e chiave delle grandi vie d' invasione da N. per il Predii, e da E . per Adelsberg ed il Vippacco, verso la pianura veneta, iniziò fino dal secolo XV lunghe guerre per la conquista di tale punto. E già nel 1477 era riuscita !td occu-

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parla. Si apprestò subito dopo a rafforzarvi le fortificazioni, ma fu poi battuta dai Turchi e solo nel 1508 i Veneziani, condotti da Bartolomeo d' Alviano, riuscirono a riprendere la piazza. G li imperiali nel seguente anno con buon nerbo d i truppe muovevano all'attacco Ji G. e la ritoglievano a Venezia. Un secolo dopo fu ancora attaccata dai Veneziani. ma inutilmente, e nel 161i

t:orizia, :,temina (sec. XIV) e Sigùlo cessarono da parte di Venezia i tentativi. Dopo le vittorie napoleoniche G. fu riunita col Friuli, Istria e Trieste, nel dip. delle prov. Illiriche, ma nel 1813 ritornò baluardo dell'impero austro-ungarico verso l'Italia, Presa nel 1916 dagli Italiani, dopo Capo,·etto tornò nelle mani del!' Austria, per essere congiunta all'Italia dopo Vittorio Veneto. G. è sede della 14' divis. mil. (Xl C. d' A., Udine) e del 95° distr. mil., nonchè di legione della M. V, S. N . E' decorata di croce al merito di guerra e di mcd. d'oro per benemerenze patriottiche.

I. Attacco di Gori&ia ( 1479). Appartiene ·alla guerrn di Venezia contro i Turchi. Quando Venezia seppe che il Friuli era stato invaso dai Turchi comandati dal Pascià della B~snia, incaricò il procuratore Frnncesco Tron di fort ificare le frontiere lungo l'Isonzo, da Aquileia a G. Il Tron difatti, valendosi delle rive del fiume, aveva Catto elevare lunghe trincee, coperte di zolle, afforzate tratto tratto da torri e bastioni. Tali opere erano coperte da palizzate, steccati e folte siepi. La lunghezza del trinceramento, simile ad wia muraglia da fortezza, era di circa 15 miglia. Oltre ad avere fortificato in modo particolare i punti dove l'Isonzo poteva essere guadabile, il Tron aveva diligentemente messo in istato di difesa il ponte di G. La difesa di esso era stata affidata al vecchio capitano di Verona Girolamo Novello cd al suo figliuolo, con moh i valorosi ufficiali e circa 3.000 fanti, nonchè diverse schiere di cavalleria. Ma la repubblica non aveva pensato alla esplorazione, per sapere le mosse dei Turchi, ed una sera di ottobre comparve la cavalleria turca d'improvviso dinnanzi a G., senza che se ne avesse avuto alcun sentore. Le truppe veneziane si predisposero per l'attacco, che prevedevano per l'indomani. Però il Pascià Ahmet Giedick, fatto passare nella notte stess·a da un migliaio di cavalli a nuoto l'Isonzo, a monte del ponte di G., e collocate truppe in imboscata, in luogo prescelto per attirarvi i difensori, attaccò nel mattino seguente il ponte. La lotta fu sostenuta con gran valore dai Veneziani, che animati dal bravo comandante Nove Ilo, riuscirono a rigettare i Turchi. Il figlio del Novello volle, contrariamente al parere del padre, inseguirli, e trasportato dalla foga, cadde nell'imboscata che gli era stata tesa, e la sua squadra venne interamente distrutta, La squadra che seguiva, atterrita, s'arrestò, poi volte le spalle si diede alla fuga e trascinò

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le schiere successive, prese dal panico. La cavalleria turca ne approfittò per caricare alle spalle i fuggitivi facendone strage, cd inseguendoli fino al di là di Salcano. I due Novello, padre e figlio vi lasciarono la vita, con molti altri ragguardevoli comandanti: moltissimi furono i prigionieri. Dopo tale vittoria la cavalleria turca si sparpagliò dovunque per incendiare anche i villaggi <! castelli circostanti, e marciò verso il Tagliamento ed il Piave.

II. Presa di Gorizia (aprile 1508). Appartiene alla guerra di Venezia contro l'imperatore Massimiliano d'Austria. Bartolomeo d' Alviano capitano generale dei Veneziani, con un esercito di 7.500 fanti, 2.000 cavalleggeri, e 3.000 co razze, oltre ai servizi ausiliar i, artiglierie e bombarde dal Cadore si portò rapidamente nel basso Friuli. Espugnato il castello di Cormo;,.s, passò il I 3 aprile l'Isonzo, e, attra ,·ersata la pianura del Frigido, andò ad investire G . da parte dei sobborghi di mezzodì. Il castello imperiale era presidia to da una sufficiente guarnigione austriaca, ed era anche in buone condizioni di difesa, tantochè avrebbe potuto resistere pcc qualche tempo agli ~gressori, in attesa di soccorsi. Ma il d'Alviano ne iniziò il bombardamento, che durò fino a tanto che il govematorc austriaco fu obbligato ad inalzare la bandiera bianca e capitolare. Preso possesso della città e castello, il d' Alviano si diede subito premura di consolidarne le fortificazioni, ed orientarle ve.rso le provenienze dal!' Austria. III. Attacco di Gorizia (1617). Appartiene alla guerra tra Venezia e l'impero d'Austria. Comandava l'esercito veneziano Don Giovanni Dc' Medici, figlio di Cosimo I. L'offensiva, iniziata il 1° aprile con attacco dimostrativo tra Lucinico e Piedimonte, non aveva approdato a buon i risu Itali. Il Medici, spinto dalla necessità di togliere al nemico G., dove sapeva che stavano per arrivare 3.000 Olandesi agli ordini del principe Ernesto di Nassau, decise di attaccare quella posizione prima che giungessero i soccorsi. L'attacco si svolse puntandc, sul ponte di G., in gran parte già distrutto dagli stessi Veneziani. Una colonna comandata dallo stesso Medici riuscì a penetrare il 9 in Peuma e vi si rafforzò. Altra colonna agli ordini di Francesco Giustiniani occupò una forte posizione pen prendere il forte dei Castagnf G ii Austriaci, dopo avere tempestato colle artiglierie i Veneziani a Peuma, tentarono 1'11 aprile più volte di passare l'Isonzo gonfio per le pioggie, ma furono respinti. Tale azione impose loro un periodo piuttosto lungo di raccoglimento che dai Veneziani fu interpretato eome segno d i stanchezza ed impossibilità di riprendere l'offensiva. Ma gli Austriaci approfittando apfunto dellr. rilassata sorveglianza dei Veneziani, fatta passare più ,,. monte una grossa colonna attraverso. al fiume, piombarono di sorpresa sulle truppe della R epu bblica, a. Peu•ma, poi nella posizione di fronte al forte dei Castagni, obbligandole ad abbandonare i posti, e suscitando il panico negli avversari, dei quali la ritirata si convertì in una disastrosa fuga. IV. Pres(l) di Gorizia (21 marzo 1797). Appartiene alla seconda campagna in Italia del Bonaparte. Dopo il passaggio dell'Isonzo e la presa di Gradisca, il gen. Bonaparte si diresse su G. colla divis. Serurier, mentre rinforzava la colonna del gen. Massena diretta a Tarvisio, e lasciava al Bern;dotte la cura di inseguire la co-


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Piazza o,·ancle a Gorizia (occupala cl agli 11:l liani) 1916

lonna nemiça diretta. su Lubiana. Poche truppe imperia li stavano a presidio della piazza e per d i più vi abbondavano gli ammalati, che ir1 ci.rea 1500 pGpolavano g li ospcd,di. Il presidio sperava in un soccorso da parte dell'arc. Carlo, che marciava appunto in direzione d i G. :\fa, minacciato dalle due d ivs. Guyeux e Massena, dovette ritrarsi su Lubiana. I l Bonaparte ne approfittò subito per a ttaccare violentemente G., il cui comandanie, vista la soverchian te superiorità. del nemico, non pensò nemmeno ad una valida resisten za, e con precipitazione abba11donò la p iazza. I Francesi la occuparono immediatamente. facendo un largo bottino nei ben forniti magazzini. \I. Presa di Gorizia (15 maggio 1809). Appartiene a lle operazioni del p rincipe Eugenio nella Venezia Giulia. Passato il Ta.gliamento, l'esercito d'Italia si ·portò a marcie for zate verso l'Isonzo. Il 14 maggio il vicerè ord inò ,il gen. Macdona ld di passare l'Isonzo a monte d i G . per prendere poi questa piazza. Il Macd on a ld , colle divis. La,~arque e B roussier, trovò non poche d ifficoltà nell'affron tare il passaggio clell'Isonzo nei pressi di G., il1 presenza del n emico. D ifatti , gli Imperia li cransi abilmente trin ce rati sulla riva sr. del fiume ed avevano stabilito un ottimo app oggio d'ala nella piazza di G., messa in perfetta efficienza. M a il Macdona ld , fatto scand agliare il fiume e v isto che n essun guado -favoriva un passaggio, fece <li notte gettare ponti e nel mattin o del 15, tenute in rispetto colle proprie artiglierie le truppe nemiche dell'a ltra sponda, riuscì a passare d i viva forza a mon te d i G . ; poi, con un attacco d '~la e d i fianco che durò l'intera giornata , obbligò il ·nemico a r itirarsi, e p otè cosi entrare i.n G. nella sera, senza trovarvi u lteriori resistenze. Anzi vi trovò abba ndona te 11 bocche a fuoco .!i grosso calibro, sui loro a ffusti, ed una enorme

quantità di granate e bombe, nonchè altre munizioni è vivei-i. Preso possesso della piazza la organizzò a difesa contro gli Austr iaci, lasciandovi un presid io, e continuò colle due divis. la marcia in avanti. VI. ·Battagl,a di Goriz·ia (191/s) . Appartiene alla guerra Mondiale. Al possesso di Gorizia il comando austroungarico annetteva singolare importanza, perchè costituiva la chiave di accesso verso la selva di Ternova e la valle del Vippacco. La provvida disposizione delle a lture circostanti la città aveva fatto di essa una vera e propria p iazzaforte, se non per opere d'arte, certo per larghezza di a pprestamenti difensivi e d i materiali bell ici. La proteggevano a n ord le alture dette dei tre S~nti (Monte Santo, San Gabriele e San Daniele) ed a sud la serie delle co lline carsiche, cui.minanti nel m. San M ichele. Abbandona ndo, infine, a noi quasi tutta la riva dr. dell'I sonzo, il nemico aveva costituito due ampie e robuste teste d i ponte davanti a Tolmino ed a G . ; di quest'ultima i pri.ncipali punti di appoggio sulla dr. del fiume erano il mon te Sabotino (ergen tesi quasi isolato e con netto dominio d i tutto il terreno circostante, trn alture molto min~ri, n el p u nto in cui il fiume, proveniente dalla stretta d i Flava, forma come un anello p rima d i sboccare n ella breve p ianura di Salcano a nord di Gorizia) e la collina di Pod_gora, così chiama ta d al villaggio omonimo s ituato d i fronte a G . di cui costitu isce un sobborgo, unito con due strade all'altro sobborgo di Graienberg. Il declivio meridionale della collina scende sul villaggio _d i Luc in,ico, e le sue due groppe, la quota 184 ( Calvario) e la quota 240, benchè non molto elevate, hanno larga vista sulla p ian ura . Tra il Sabotino ed il P odgora, le coll ine d i Oslavia e di Peu ma, solcate da innume re tr incee e coperte di reticolati,


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I l Casle llo cli GOr! zla

completavano la difesa e rcndcvanò p iù arduo che ma i il co,nr,ito , dell'assa litore. Durante le prime quattro battag)ic dell'Isonzo. infatti, più volte le nostJ"e fante rie a'ttacca rono le difese del Sabotino. di Oslavia e d i Podgora, ma senza mai poterne avere completameme ragione, non ostante i gravi sacrifizi d i vite. I ruderi di Oslavia, conquistati insieme con / la quota 188 e la selletta intenncdia 11eg!i ultimi giorn-I di novembre 1915 (quart~ ba(taglia dell'Isonzo) erano stati poi riperduti nel gennaio successivo, in seguito ad un violen to contrattacco avversario; sul Podgora eravamo quasi completamente padroni della quota 184 ( Ca!vario) raggiunta ne l novembre s tes50 del 1915 dalla brigata Casa!c. ma dominati dalla quota 240, tuttora in mano all'avversario; su l Sabotino, infine, dopo lunghi, tenaci sforzi eravamo riusciti a serrare sernpre più da p res.w i baluardi difensivi che coronavano la sommità del monte. Quelle fosche altmc, alle cui ialdc era sorta una triste cintura d i cimiteri di guerra, avevano assu nto agli .occh i dei nostri fanti un aspetto . semi leggendario, e ad ogni piega del loro terreno essi avevano dato un lugubre nome d i morte. Ma giunse, , alfine, l'ora della r iscossa vit toriosa, e quando meno il nemico se l'attendeva. Fu, infatti, quasi all'indomani del fa llimento della grande offcn~iv,, austriaca in Trentino, e quando il comando austro-ungarico si riteneva qua.si sicuro di aver posio il nostro esercito in condi~ione di non potere, a lmeno per qualche tempo, intra prendere operazioni offensive di rilievo, che il nostro Comando Supremo, con ra,pida e geniale manov1:a. rivolse tu tto il peso delle nostre arm i verso G. P er concentrare il suo massimo sforzo in Trentino, l'Austria aveva ritirato truppe non soltanto dai Balcani e dalla Galizia, m a an.che d al settore dell'Isonzo. M an ifestatasi, -poi, in tutta la sua violenza, l'offensiva r ussa di Brussilov, erano staÌe frettolosamente inviate in Ga lizia truppe tolte da tutti gli scacchieri della nostra fronte, e principalmente dal T rentino, dove, n el frattempo, l'Au stria aveva dovuto r inunciare a prose-guire nella sua

offens iva. Più tardi, vers~ la metil d i luglio, tre brigat~ furoHo rimandate anche sull'Isonzo: comunque, a l la vigilia della battaglia d i Gorizia, la S" armata (gen. Boroevic) non poteva disporre che di 9 d ivis. con la forza complessiva di 116 bgl., 403 pezzi di artiglieria leggera e 137 -pcsanti. Dal Sabotino al mare erano d i~locali non meno di 80 batt:1glioni. G. era d ifesa dalla ss• d ivisione al coman<lo del m_agg. generale Zeidler, con tre b rigate d i fanteria, oltre a cinque bgl. di marcia nelle retrovie. Vn altro regg. di fai1teria era in riposo a Biglia e due regg. in r iserva d'annata a Comen. Contro queste forze il nostro Comando Supremo pensò di concentrare un nucleo di truppe pii1 forte, e so-. pral tutto una massa impone11tc d'artiglieria e di bombar de; l'antica arma italiana da poco rich iamata in onore e che in questa battaglia doveva fare la sua prima egre~ già prova. Il giorno 27 luglio ebbero inizio i febbrili trasporti d i truppe e \ di artiglierie dal Trentino; manovra, che, come- quel a del mese precedente per la costituzione della. 5" annata ael piano veneto tra 'Padova e Vicenza, fu eseguita con la massima. celerità e :precis ione di movimenti. La nuova azione contro G. venne affidata al VI C. d' A. (gen. Capello) costituito su sei di vis., cosi schierate-: la 45", sul Sabotino; la 24' nel tratto quota 188 - Oslavia; i' 11' cont ro le posizioni di Peuma e Grafenberg; la 12• sulla fronte Podg-0ra-Lucinico; la 43" e la 48" in riserva. Oltre 300 bocche da fuoco, tratte dagli altri settori della fronte, vennero ad aggiungersi alJe numerose -batterie già. schierate sulla fronte del VI corpo d'armata; la 3' armata venne ad a vere complessivamente 1288 bocche da fuoco (senza contare le bombarde) delle quali 74_5 nel solo settore del VI Corpo. Ben 138 bombar de di grosso calibro, infi.ne, e 324 di piccolo, furono assegnate all'armata stessa, delle quali 90 delle prime e 240 delle seconde a l C. d' A . destinato ad operare contro G. L'azione fu accuratamente preparata. in ogni suo particolare. Essa doveva essere preceduta da un attacco dimostra tivo sulla fronte del VII C. d' A. (Monfalcone), da svilupparsi .due giorn i


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damente la prima linea nemica, occupando tutta la cresta del monte da quota 609 a San Valentino, e scendeva su San I\,farco, ove prendeva contatto con un'altra colonna che, a l coma11do del generale Gaglian1, comandante della brigata Toscana, era balzata anch'essa all'a1tacco, con grande risolutezza, tra volgendo le d ifese a vversarie sul costone di Sa11 Mauro. Sul basso Sabotino, invece, forti nuclei d i difensori resistevano, tenacemente asserragliati in munite trincee; cadeva ferito, in un tentativo di assalto, Ù genei·ale Gagliani e lo sostituiva il generale Dè Bono, comandante della brigata Trapan i. Negli a ltri settori, intanto, !a brigata Abruzzi si era impadronita di Oslavia e delle trincee adiacen ti, e procedeva su quota 165; la brig_ata Lambro, invece, aveva incontrato aspra resistenza a quota 188 e sul cosjdetto Dosso del Bosniaco. Sulla dr., la brigata Cuneo, travolu la resistenza nem ica sulle alture del Grafenbcrg, si en slanciala fino a ll'Isonzo, spingendo qualche pattuglia fin sulla sr. del -fiume. G li Aùstriaci resistevano tenacement~ in un fortino del Grafcnberg, sulle alture di Peuma ~ sul Podgora, non ostante che qui la 12' divis. avesse compiu ti nole"oli progress i sulla dr., -scavalcando la sommità de! Calvario e ,;'ingendo clementi fino alle prime case del villaggio d i Podgora. Tutta l:1 notte la battaglia seguitò accanita, specialmente in Val Peumica, dove l'av\·crsario manteneva ancora le me trincee. All'alba del 7 agosto quattro bgl. nemici comrattaccavano risoluta mente sul Sabotino la fronte San Va lentino-San :Mauro, ma venivano, dopo lunga e sa nguinosa mischia. r icacciati dal 77° fanteria, la·· sciando nelle nost re mani. oltre 500 prigionieri e sette mitragliatrici. E subito una colonna guidata dal generale Cartella., comandante della brigata Pescara. riusciva a spa,,zare la val Peumica dalle ultime re·· sislcnze avversarie. Nella mattin'.lla ste~sa del 7 la brigata Trapani si impadroniva della quota 138, libe rando così la Val Peumica da o:;!li offesa sulla dr. dell'Isonzo, e la bri · gata Lambro prendeva. saldo. possesso della quota 1S8 e del Dosr,..1 del Bosniaco. La brigata Abruzzi, superata la quota 165, si era spin(!) ta verso l'Isonzo, ma, contrattacz::::, cata da forze super iori, era · stata I costretta a ripiegare con perd it e o mo lto gravi, abbandonando anche cx: . ....... !;i quota 165. Inpuncatasi, però, tra U? ::::, la 24° e la 45' divi,sione, la 43', r, <( ripresa con rinnovato vigore la lotta, la giornata si decideva vitto riosamente anche in questo settore, con la defin itiva conquista deUa. quota 165 per parte della brigata Abntzzi e con un'avanzata travolgente della brigata Etna verso P eu•• ma, che fruttò la cattura d i · oltr~ 700 p rigionieri. Resisteva ancora iì nernic:o sul Podgora, non . ostante che la 12° divisione avesse pro/I} gredito ancora sul rovescio del monte; poco dopo il cadere della 0peraziOnl del ~015 con tr o Gorizia

prima, con lo scopo di inga1~nare l'avversario sulle nostre vere intenzioni; gii a ltri due C. d' A. della 3" armata (Xl e XIII) dovevano invece attaccare simultaneamente a l VI nella zona d i San Michele-Sei Busi. L,1 2' armata aveva il comp ito d i appoggiare l'azione principale con u na potente dimoslrazìone di fuoco nella zona di Tollnino. In sostanza, l'az ione generale era con cepita come uno sforzo di rottura contro la soglia Goriziana da svilupparsi con eguale in tensità e dec isione su tutta la fronte Sabotino-rodgora - preceduto da un'azione 9iversi.va laterale, e seguito, in caso di felice esito della prima fase, dall'alla rgamento delb breccia sull'altipiano carsico. Alla data del 2 agosto l'enorme o_pera di prepara1,ionc. materiale, morale, tecnica era ormai compiuta, e il mattino dei 4 agosto il ca1rnone fece sentire !a sua voce, dal monte Sei B usi a l mare; nel pomeriggio !,e fa11terie del VII cor po attaccarono 1 trinceramenti avversari dalle pendici merid!ona li del m. Sei Busi alla quota 85 e 12i; in molti punti esse irruppero nelle posizioni avversarie, ma furono poi costrette a ripiegare dalla viva reazione del nem ico. Ali(! ore 7 del giorno 6 agosto si aprì il coro poderoso delle artiglierie contro le posizioni di G.; ovunque le difese nemiche crolla vano sotto la valanga di ferro <: di fuoco. Alle ore 16, allungato il tiro delle artiglierie, le fanterie scattarono dalle triiiccc. Sul Sabotino, una colonna appositamente costituita e posta agli ordini dP. I tenente colonnello Badoglio, capo di S. M. de! VI Corpo, offcrtosi spontan~amen te di guidare l'azione, con ,111 ,;alo magnifico sbalzo raggiungeva cd olt repassava rapi-

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notte, anzi, il nemico pronunciava un violento contrattacco, col quale si proponeva di tagliar fuori le nostr~ truppe avanzate verso il fiume: ma il 12° fanteria sos teneva con bravura l'urto e dopo furiosa mischia r icacciava l'avversario. Al G rafenberg, invece, era riuscito agli Austriaci di tagliar fuori quei reparti della br igata Cuneo che si erano spinti all'Isonzo e di stringere attorno al villaggio una morsa, nella quale rimasero chiusi altri reparti del la valorosa brigata. N eJ pomeriggio, tra l' 11• e la 12• d\vis. venne a schierarsi la 48", assumendo la fronte del Podgora nord. D:i molti sintomi appariva chiaro che il nemico traversava una crisi gravissima.; quella notte stessa, infatti, il comando austro-ungarico dava l'ordine d i ritirata sulla sponda orientale del fiume. Il mattino dell'8, si pronunciò irresistibile la 11ostr:1 marcia in avanti. Le brigate Trapani ed Etna entravan<i nel villaggio di P euma; le alture circostanti erano anch'esse vittoriosamente' col'onate dalle truppe dell'll• di-visione, e la brigala Cuneo, tornata alla riscossa sotto ia guida de! suo comandante col. brig. Pittaluga, che venne gravemente di poi ferito, espugnava il Grafenberg, catturando circa 350 prigionieri e liberando ancbe part~ dei suoi uomin i rimasti accerchiati il giorno prima. Anche sul Podgora gli eventi precipita vano : a mczzogiorn~ i difensori di quota 240, vistisi ormai circondati, si arrendevano. ~ utta la sponda dr. dell'Isonzo era ormai in nostra mano e già elementi delle brigate Pavia e Casale si lanciavano a guadare il, fiume e raggiungeva110 d, corsa la città, sulla cui stazione ferroviaria un sottotenente del 28° fanteria, Aurelio Baruzzi (medaglia d'oro) issava la prima bandiera italiana. Anche sul Carso le sorti della battaglia vo1gcvano vittoriose. Nei pomeriggio stesso del 6 agosto le valorose truppe dell'XI C. d'A. (gen. 'Cigliana) erano r iuscite aJ espugnare le quattro gobbe del San :Michele e ·1a sella di San Martino, catturando oltre un migliaio di prigionieri. Assecondavano l'azione sulla dr. le truppe del XIII C. d' A., i,rrompendo nei trinceramenti nemici e ranian-dovi prigionieri. Nei giorni successivi l'occupazione èel San M ichele veniva estesa verso Boscbini (sulle falde nord-est) ed oltre la sommità. del monte. Ormai le cond izioni avversarie, dopo la perdita d i G. e del San M ichele, erauo molto precarie. All'alba del giorno 10 da ogni parte della fronte veniva segnalato che iJ nemico era in r itirata verso il Vallone; tutte le truppe del Car~o , mossero a llora in a vanti ed alla sera stessa del 10 ii Vallone era già raggiunto dalle truppe dell'ala sr. Sulla dr., retroguardie nemiche riuscirono a ritardare a lquanto il movimento, ma nella gionata dell' ll le truppe dell'XI e XIII corpo oltrepassavano sull'in tera fronte ,. Vallone, fronteggiando la nuova linea austriaca, che dall'altura <lei Nad Logem (quota 212) per quota 187 Oppachiasella - Nova Vas - q uota 208 nord e sud , s,i saldava alle alture ad est d i Monfalcone. Su queste il nemico ancora si difendeva, ma il giorno 12 s i risolveva ad abbandonare anche· 1e a ltu re del Debeli, di quota 85 e 121, r itirandosi sulle retrostanti quote 144 e 77. D avanti a G. seguitava intanto il passaggio delle nostre truppe sulla sponda sr. dell'Isonzo, con inevitabile lentezza per molteplici e gravi difficoltà : la scarsezza dei ponti, i più important i dei quali il nemico, prima del ripiegamento, aveva fatto saltare; la stanchezza delle fanterie, da tanti giorni impegnate nella battaglia, l'a-

zione tuttora VJV1Ss1ma dell'artiglieria austriaca, la scarsa rete stradale affluente all'Isonzo e Io stato stesso delle strade, in più pun ti interrotte da trincee e da camminamenti, in altri sconvolte cd lngombre dal tiro delle artiglierie, dal trasporto dei feriti, dal rifornimento del• le prime linee. Già fin dal pomeriggio del giorno 8 era stato conce1\tra to a San Lorenzo di 1fossa un nucleo di truppe celeri (undici sqdr. d i cavalleria, due bgl. ciclisti e due sez. di aufom itragliatrici) col duplice scopo. di inseguimento e di ricognizione. E le p rime pattuglie di cavalleria, irradiatesi per il pia.no, Tivelavano già il giorno 9 l'esistenza d i una nuova linea difensiva nemica, che da l ...:·~~~~~~-· ;~; _;~r. ,~(\:./· ..'-~s

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Monte Santo per la sella di Dol risaliva le pendici del ..San Gabriele, e quindi per Santa Caterina, il cimitero d,i Gorizia e le alture San Marco raggiungeva. il cor-,o della Vertoi-bizza. Il mattino del 10, le truppe del VI C. d'A. e quelle dell'VUI (gen. R uggeri Laderchi), che a~evano assunto il settore d i dr . da G. alla Vertoibizza., tentarono i primi assalti a questa nuova linea austriaca, ma fin dai prim i contatti s i potè constatare che essa, pur senza essere p residiata da forze considerevoli, en1 tale da opporre serio ostacolo ad uno sviluppo rapicl(1 ed a ltrettanto fortunato del successo da noi consegu ito col passaggio dell'Isonzo; tanto più che- molte delle nostre a rtiglierie erano tuttora in movimento. Fu conseguito, tuttavia, qualche progresso verso Santa Caterina e sullo sperone di Castagnevizza; il ,p aese di Santa Ca-


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terina, raggiunto il giorno 11 dal le truppe della 45" di• visione, fu poi dovuto abbandonare per un violento contrattacco avversario. Alla sera del giorno 11, il Comande Supremo ordinò che le operazioni . fossero temporaneamente scspese, e che tutte le truppe a nord del Vippacco passassero à. far parte della 2• armata (gen. Piacentini). Il giorno U, passavano all'attacco anche le truppe del Carso. La bngata Lombardia (della 23• d ivis.) raggi ungeva con bello slancio la- somm ità del Nad Logem, obbligando alla res1 circa 1400 uomin i, e la brigata Regina (della 21" :li• vis ione) occupava Oppacl1iasella. D ura resis tenza incon travano, invece, le truppe del XIII co1•po davanti a Nova Vas (Nova Villa) _e sulle a lture di quota 208 non.I e sud, alle cui pendici e_rano obbligate ad arrestarsi. Pc:· einque giorni, quindi, fino a l 16, le truppe dei due C. d' A. sostennero una lotta asprissima per la conquista della linea di alture Volkovniak-Veliki Kr ibach-PecincaSegeti-quota 202; ma, non ostante le rinnovate prove òi va1ore individuale e collettivo, non fu possibile trionfare di quelle aspre posizioni carsiche. L'azione della 3• armata venne quindi sospesa, tantoJ più che il Comando Supremo aveva chiesto la collabo-razione delle artiglier ie della 3" armata per un nuovo sforzo della 2" contro le organizzazioni difensive oltre G. Questo ebbe inizio il giorno 14, da Plava alla ferrovia San P ietro-Ovcia Draga, e si protrasse fino al giorno 17, senza dare però r isultati d'importanza. Il nemico, ormai, aveva dcevuti sufficienti 1·inforzi ed aveva potuto dare alle sue nuove linee una consistenza tale, che il nostro Comando Supremo dovette venire nella convinzione che, per poterne aver ragione, era necessario i! preordinamento metodico e completo di un nuovo meccanismo di offesa. Si chiudeva così la battaglia che, se pure priva d i quel grande risultato strategico che in un primo tempo si t'ra potuto sperare, costituì tuttavia un innegabile su,cesso delle nostre anni; essa, infatti, non soltanto val•~ a. dare a l Paese ed all'Esercito un senso nuovo d i forz:i e di fiducia, ma ebbe inoltre - come è ammesso an che da parte avversaria - u na ripercussione non lie,·e sull'andamento generale delle operazioni in tutto lo scac.chiere europe-o.

ccva d ifetto : il morale delle truppe scosso dalle gravi cd infruttuose perdite sofferte nella battaglia dei Carpazi: la 3" armata russa, cui era stato affidato il settore prescelto dagli a ustro-tedeschi per l'attacco, ne usciva molta indebolita nella sua efficienza. I Tedeschi si _proponevano di sfondare il fronte russo con una potente massa d'urto, costituita dall'll • armata tedesca (gen. Mackenscn) sostenuta da un grande concentramento d'artiglieria: 700 ~pezzi su 3S cliilometri di fronte, oltre ad una notevole quantità di bombarde. Taie massa doveva trascinare col suo impeto le due armate austriache (3" e 4") schierate rispettivamente a dr. ed a sr. d i essa: si doveva progredire verso il San, 111 unione all'attacco che doveva svolgere l'arm1ita tedesca del sud in direzione di Leopoli, per costringere i Rus.~i ad abbandonare il settore dei Carpazi. L a 4" armata au• siriaca doveva operare a lla tliretta d ipendenza del generale l\1ackensen. L'ala dr. della 3° armata austriaca, la 2• pure austriaca, e la Sud Arméc germanica, dovevano ini~almènte con azioni d imostrative fissare le forze nemiche della propria fronte e, non appena i Russi avessero "iniziato il ripiegamento, incalzarli energicamente. L'll" armata tedesca, agli ordini di 1'11ackensen, si componeva di un C. d'A. misto (Kneuszl, ll" e 119" divis.); del XLI C. d'A. (Fra nçois, 81" e 82' divis. R.); ciel C. d'A. della Guardia (Plcttenberg, 1• e 2° divis.) ; del X C. d' A (Emmich, 19• e 20" di vis. R); inoltre <lei VI C. d' A. austro-ungarico ( Arz, 12', 39• di vis. e 1 1• di cavalleria). Il 1° maggio tutto era pronto e ne lla notte le truppe si erano portate sulle posizioni di partenza a distanza di 500-1000 m, dalle linee nemiche. Nel pomeriggio si aggiustas ono i tiri delle artiglierie: durante la notte sul 2 raffiche vio lente furon o lanciate sulle posizioni e le con1unica.zioni nemiche ; pattuglie di pionieri aprivano frar. tanto varchi ne' reticolati. Il 2 maggio cominciò la ba!• taglia. Dal'.e 6 alle 10 ebbe luogo, eia parte dei Tedeschi, il tiro d'efficacia delle a rtiglierie; subito dopo venne sfer rato l'a ttacco delle fan terie. Il tiro delle artiglierie era ' riuscito ann ientan te, non tanto della resistenza delle opere, quanto della capac_ità di resistenza de' loro difensori. Al fuoco delle art iglierie alle 8,30 si aggiunse quello delle bombarde ed anche dell'aviazione nelle retrovie. ~ Gorlice. Città della Galizia , su lla Rapa, da cui ha prima linea della fanteria russa oppose da principifJ p reso il nome una delle grandi battaglie del fronte orien_ycarsa r~s istenza., anche perchè-molto scarsamente sostetale. nuta dai la p ropria artiglieria; tuttavia il valore e la teB,ittaglia di Gorlice-Tarnow (2-7 maggio 1915). Il nacia del soldato russo rifulsero ancora una volta nella complesso delle posizioni russe nel settore G.-T. risuldifesa di s ingole località, per la conquista delle quali i tava costituito da tre sistemi successivi, limitati ad ov~,t Tedeschi dovettero ricorrere a-cl apposita preparazione di dalla Biala, poi dal Dunaiec, ad est dalla Wisloka. Il artiglieria e dovettero sostenere molti sacrifici. primo distava 3-4 km. dal secondo e questo 4-10 da! Alla sera del 2 maggio tutta la prima posizione rusterzo. Scarsa efficienza s ia per sviluppo, sia per effisa, compresa nel settore dell'll • armata, era stata da cienza difensiva dei s ingoli elementi cli cia.scuna linea: questa conquistata: 17000 prigionieri, 12 cannoni e 50 deficienza grande di materiali d i rifornimento e di filo m itragliatrici, oltre ad enorme quantità di altro matespinoso in particolar modo. Inoltre relativamente scarsa ria le, costituivano i trofei della p rima giornata. I Russi l'artiglieria, di cui s i conoscevano tutte le postazioni n on ripiegavano, a malgrado d i vari tentativi di contrattacco: essendo mai stato modificato lo schieramento. A ciò agsoltanto sulla riva del medio Dunaiec avevano potuto giunga.si l'improvvisa mancanza di munizioni cui, in mantenere le loro posizioni'. sulJe quali opponevano acquel mome,-,to, si trovò espo,sto l'esercii? russo, oltre che canita resistenza. Le armate austriaché laterali avevano pel gran consumo fatto nell'offensiva car patica, anche pur esse conseguito buoni risultati: l'ala dr. della ;;• p er la negligenza degli organi a ciò ,i.ddetti cui pare n on armata aveva occupato Ropica Ruska e le a lture di Mosia stato estraneo il tradimento, come risultò dal prolastow; la 4• armata già nella notte sul 2 aveva forzato cesso Sukomlinov. Altro elemento ancora più vitale lail basso Dunaiec allo scopo d'attirare da quella parte

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le riser ve nemiche, cosa che le era p ienamente riuscita, e che agevolò l'attacco principale. Nel giorno 3 maggio proseguì l'offensiva ed una delle divis. del X corpo entrava in linea i nsieme col corpo misto: l' ll" d iv is. cavalleria (un(lherese) veniva as&gnata alla 4• armata a ustriaca; per conseguenza· 1'11• armata rimaneva senza cavalleria per approfitta.re dell'eventuale sfondamento che fosse per produrre nella li-

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nea nemica. 11 comando dell'll • armata ruodificava la direzione dell'urto verso est, e in seguito doveva divergere verso sud-est per prepa.rare una conversione a destra, con la quale portarsi alle spalle delle forze russe dei Carpazi tagliando la loro linea di comunicazioni. Gii scacchi subiti ne1 giorno 2 noi'ì permisero ai R ussi d'opporre seria resistenza sul secondo sistema di d ifesa. Cercarono essi di contra ttaccare, gettando in modo confuso i reparti che riusciva loro d i raccogliere : ne succedevano fur iosi combattimenti, ma. frattanto i punt i di resistenza venivano oltrepassati dai Tedeschi attraver ·o le posi.&ioni latera li e costretti po i alla resa. Prima di

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mezzogiorno la linea stabilita quale obbiettivo per la giornata. era già quasi raggiunta, per cui il comando <lell'armata ·stabiliva quale obbiettivo successivo la linea Folusz-Swiecany-Radoszyce. La sopraggiunta pioggia dirotta, l'indebolito appoggio dell'artiglieria a causa della distanza e lo sposs.ll,lllento delle truppe, non permisero 9erò di raggiungere che parzialmente i suddetti obbiettivi; pressochè tutta la seconda ]jnea di difesa russa era però caduta in mano dell'll" annata. I l 4 maggio 1' 11 • annata ha per obbiettivo d'oltrepas·sare la W isloka per porsi in grado di sbarrare le vie d i comu nicazione che ad oriente di questo fiume a ttraversano i Carpazi. Ma fra ttanto a i Russi sono giunti importanti ri11forzi complessivamente circa S d i vis. d i fanteria e 2 di cavalleria; inoltre si attendono due C. d' A.; queste forze vengono gettate contro il centro di J>fackensen; riescono infatti nella giornata. del 4 ad impedire che centro e sinistra giungano alla Wisloka , 'dove soltanto riesce ad arrivare ed anche oltrepassarla, l'ala destra (corpo misto, rinforzato da una divis. del X corpo); più indietro di tutti è la 4• armata austriaca, arrestala dal le forti resistenze trovate a sud di Tarnow. Per distrarre forze verso Sud, la 3' armata riceve ordine di impegnarsi, ne·I giorno seguente, a fondo contro l'avve.rsarìo che ha di fronte, ma questo sta già iniziando ii suo ripiegamento verso nord, coperto da tenaci resistenze sulla sr. della Wisloka. Alle.ore 13 del 4 il Comando Supremo austro- ungarico ordina all'll" armata d i rinforzare la propria sr. e d i pw1tare vigorosamente con questa ollre la Wisloka fino alla tinca Dukla-Krosno-Strzyzow, per tagliare la ritirata ai Russi, facendoli appoggiare dalle ali interne delle annate austriache, contigue; ma, mentre il C. d' A. misto riesce a completare il pa,;saggio della W isloka ed a spingersi fino alla strana Dukla-Wietrzano ed a que lla di Hyrowa, intercettandole, non r iesce invece agli a ltri corpi d'annata d'arr ivare alla Wisloka. Conseguen temeute, il genernle 1'Iackense11 emanava =· seguente ordine : « Poichè i n seguito alla resistenza ne . mica sulla r iva ovest della Wisloka, gli altri corpi d'armata sono rimasti considerevolmente indietro rispetto a quello d 'a la destra, questo rimarrà, fin a nuovo ordine, in una posizion~ che assicuri lo sbarramento delle strntle che conducono L nord per Z1nigrad e Dukla ». Quest'ordine evidente1ucnte segnava il fallimento della , mailovn avv iluppante, perchè il grosso delle ar mate, e i.pecial· mente i] centro e l'àla sr., erano ancora lontane dalla Wisloka, stanche, spossate, e frattanto i Russi sta.vano eseguendo la loro r itirata verso est e verso n ord . Proseguì l'azione offensiva tedesca il 6 ed il 7, non ostante l'esaurimento delle truppe; ma ormai non s i trattav-a più <li conversione a destra per avviluppare le forze av•• versarie impegnate nella stretta dei .Carpazi, ma di conversione a sinistra per inseguire il nemico in ritirata. I I 7 maggio la 4• armata austriaca raggiungeva con Ja dr. ed il centro la W isloka tra Brzostek e Pilsno, men • tre la sr. aveva costretto i Ryssi a combattere, indugiandoli . $.Ulla sr. del fiume; a sud la 3• armata austro-un~ garica procedeva di conserva con l'ala dr. della 11; armata germanica. I Russi erano in piena ritirata su tutto il fronte, e l'o rd ine del Comando Supremo austriaco era d'inseguire l'avversario per impadronirsi della linea del San. Tale inseguimento venne tenacemente ostaéolato da forti


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retroguardie rnsse, che esegu ivano anche violenti contrattacchi; tuttavia il 14 maggio le tre armate austrotedesche erano sul San. Grandioso certamen te il ~uccesso degli Austro-Tede•• schi, che in dodici giorni avevano invaso 100 km. di te,ritorio, ripreso Przcmysl, catturali lOD mila. prigio- · nicri, SO cannoni e 250 mitragliatr ici; sopra tutto, salvato l'Austria- Unghcri 0 <la un perico lo mortale, mutando sostanzia lmente a favore degli imperi Centrali fa si(uazione strategica. Ma la v ittoria non portò allo sperato accerchiamento dei Russi impegnati nei Carpazi; non premuti sufficientemente dall'avversario che avev,t: no di fronte, riuscì loro di ritirarsi in tempo; inoltre le forze austro-tedesche che operarono lo sfonda.mento, se furono sufficienti per conseguire i l successo tattico, ri•• sultarono insuffic ien ti per conseguire anche que llo stra• tegico. La resistenza pertin ace dei Russi a Tarnow, il tempestivo ripiegamento dai Carpazi e l'impiego dei r inforz.i al centro in atti di vigorosa controffensiva salva-· rono i Russi dalla catastrofe.

Gorlitz. Città della Prussia. (Liegnitz) sul Neisse capoluogo della Lusazia. Ha. it11portanza strategica, quale nodo ferrovia.rio e strada.le, giacchè vi convergono 5 lince diverse, da Berlino, Varsavia, Cracovia, Praga r Lipsia. Fu presa da Federico 11 il 25 novembre 1745 : la. piccola guarnigioi1c a ustriaca (300 u .) si arrese senza nsistenza. Combattimento cl-i Gorl·itz (23 maggio 1813). Appa, tiene alla. campagna napoleonica in Germania. contH• gli Alleati. Comandava. i France;;i lo stesso Napoleone; gli Alleati erano comandati da l gcn. Barclay de Tolly e dall'imperatore Alessandro. L'esercito alleato s'era messo in marcia il 23 mattina, per la s trada di vValdau, seguendo Ja dr. del fiume N eisse, dopo averne fatto salta.re il ponte. La colonna di sr. prese la stra.da di Lauba,1. Alle 9 dello stesso giorno il VII corpo francese era giunto dava11ti a G. L'avanguardia, costituita da caval··

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leggeri sassoni, appena. passato il fiume attaccò jl ne• mico, il quale, superiore in forze, la respinse obbligandola a ripassa.re il fiume. Fra. le due rive del fiume si svolse a llora un duello delle artiglierie, mentre il generale Reyn ier fece gettare un ponte di barche per passare il fiume. I cavalleggeri sassoni, sostenuti da ui, grosso reparto di cavalleria, 1·ipassarono- ancora. a nuoto, mentre il VII corpo si valeva. del pon te di barche pe:· attaccare di fronte i difensori. La retroguard ia nemica, vistasi attaccata d i front.e e di fianco, battè in ritirata ~ i Francesi padroni delle due sponde, proseguirom; nella loro avanzata.

Gorni-Dabni k. Villaggio della B ulgaria sul fiume Dabn icka. importante pos iz ione di sbarra.mento sull.t strada. Sofia-Nicopoli. Combattimento cfi Goni-i-Dab1iik (24 ottobre 1877). Ap• partiene alla guerra russo-turca. Il gen. Gurko, · cui occorreva., per circuire Plewna, impossessarsi di G. D ., attraversato il Vid a Terkova, marciò direttamente verso quel punto, ch'era stato forti,ficato dai Turcl1i, comandati da Scevket pascià. Nello stesso tempo, altra colonna, composta di 3 brigate d i fanteria e 2 di cavalleria rumena, al comando del gen. Arnold i, muoveva da Tirstenik per Gorni Etropol, pure verso G . D. Dinnanzi a questo villaggio sta vano poi in osservazione una divis. di cavalleria, ed una brigata. rumena, r~fforzale da altra divis . d; cavalleria. r u ssa, incaricata. anche di impedire che eventuali sor tite da ,Plewna potessero interrompere il ponte sul Vid. Altre 2 brigate rumene, all'alba del 24 ottobre, presero posizione dinnanzi a G. D .. mentre le 2 divis. russe (Ellis e Tchenabosov) circuirono <lall'altra parte G. D. La. d ivis. russa. Karev prese posizione sulle alture di Kursivica per impedire che distaccamenti turchi da. Telis venissero in soccorso del presidio di G. D. Gran parte dei movimenti erano stati fatti nella notte da.I 23 al 24. Le posizioni turche era.no costituite da due ridotte; la principale posta sulle a.I•

A.B. Ridotte turche IIIBÌ

Russi Combautmemo di 0-orni-<Dabnil!! (24 ottobr e 1877)

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ture a S. O. del villaggio,, tra il fiume Dabnicka · e la grande rotabile; la seconda di minore importanza a S. E . della rotabile, presso la località Karaula. L'artiglieria russa alle 8,30 del mattino, con i suoi 82 pezzi, aprì un fuoco assai vivo e l'artiglieria delle ridotte rispose con sufficiente ener gia. Quando, verso il mezzogiorno, il co~ando russo credette abbastanza preparata. l'avanzata delle fanterie, furono fatti venire 3 reggimenti (12 mila uomini circa) che s' arrampicarono sulle a lture ; e, giunti a 200 m . dalle ridotte, dovettero fermarsi perché investite da fuoco infernale. Intanto il gen. Gurko aveva fatto preparare· una nuova colonna d'assalto, avente a l centro un regg. dei cosacchi della guardia appiedati. Alle 14 quest~ seconda colonna avanzò protctt:\ dall'artiglieria, e giunse in breve al limite raggiunto dalla primà schiera. Ma qui fu arrestata anche essa dal fuoco avversario. Alle 15.30 ven(lero di rincalzo i cacciatori della guardia, ma nòn arrivarono a scuotere la difesa turca. Di fronte a tali difficoltà il Gurk.o decise un attacco generale. L'artiglieria si portò sino a circa 200 111. dalle posizioni nemiche. Alle· 17, dicci bgl. erano già in primissima linea, e altri 20 bgl. s'erano portati di rincalzo ai primi. La prima schiera, superate le alture, fu assorbita dal combattimen to di fucileria, div,enuto intensissimo. La seconda schiera incalzò, e già verso le 18 si sentì d iminuire il fuoco turco, segno cbe la difesa era scossa. L'assalto alla baionetta determinò una lotta corpo a corpo accanita. Ma il Gurko aveva scaglionato a ltre truppe d i r inforzo, e finalmente alle 18.30 i Russi erano padroni delle ridotte, dalle quali però i difensori superstiti èrano r iusciti a farsi strada ed a ritirarsi verso Plewna e Telis, dopo aver combattuto fino ,ÌJl'estremo, foseguiti dalla cavalleria russa e rumena. Circa 1600 u. caddero prigionieri; le perdite dei Turchi furono inoltre di 3500 u. tra morti e feriti. 10.000 riuscirono a fuggire. I Russi perdettero circa 4000 uomini.

Gorodetz. Villaggio della Polonia nel d istretto ùi Grodno. L'll agosto 1812, durante la campagna d i R ussia, il corpo ausiliario austriaco, al comando d i Schwarzemberg e quello sassone, al comando del gen. Reynier, mentre avanzavano da Pruzany a K obrjn, trovarono il passaggio sbarra.lo <lai R ussi, comandati dal gen. Tormasov, che aveva occupato· una posizione dietro una palude che s i stendeva sui due lati della strada. Gli Austro-Sassoni erano 42.000; i Russi 30.000. La posizione russa si appoggiava a dr . alla palude; a sr. a un vicino villaggio; il gen. Schwal'7.emberg nella nottata prese le disposizioni per attaccare. Mentre una divis. austriaca respingeva un attacco fronta le dei Russi, il Reyn ier, · éon la rgo giro, passava oltre la zona paludosa e 4ttraverso a i boschi cadeva sul fianco dell'avversario, ove s i ·trovava in osservazione solo un debole d istaccamento di uv,alleria. Il combattimen to s i fece accanito fra Russi e Sass<Ìni, mentre gli Austriaci tentavano di passare la palude. L a lotta durò ince.rta fino a sera, q uando, riuscito un r egg. a supera re il passaggio, il Tormasov, temendo che anche il rimanen te potesse intervenire efficacemente nella lotta, decise d i ritirarsi su Kobrin. Gororlok. Città della R ussia sulle rive del lago Nestschedra e del fiume Gorodnia, ai èonfini della G alizia co1;.. _la Podolia . Combattimento di Gorodok (17 agosto 1914). Appa:tieoe alla guerra mondiale. L a s• divis. d i cavalleria au-

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stro-ungarica (gen. d1 Fro.rcick), con una brigala dell·VIII C. d' A., passato il 16 agosto il ponte di Kosina sul fiume Zbrucy, a guardia del quale rimasero due bg]., si trovò di fronte a lcune sotn ie di cosacchi, .che riusci fa.cilmente a resp ingere. Nel matti.no segueute al le 7.30 iniziò l'avanzata su G. e procedette senza ostacoli fino alle 14.30. In quel momento l'avanguardia segnalò reparti di fanteria russa in trincee ben prote tte da reticolati, ed appoggiate a buon nerbo di artiglieria già in posizione. :Malgrado questa constatazio'ne la stessa avanguardia, giunta a circa 3000 m. da i Russi, li attaccò alla carica, mentre l'artiglÌeria a cavallo aprì il fuoco contro l'.arma avversaria. Il grosso esitò un momento, ma poi si decise a seguire l'esempio de ll'avanguardia. l\fa l'esito d i quella carica fu pressocliè 1mllo, giacchè le truppe i11 posizione non furono. raggiunte che da pochi cavalier i, mentre la massa fu quasi annientatà dal fuoco &i Russi, bene aggiustato. Inoltre la cavalleria russa, per completare la viltoril!, caricò ai fianchi i resti della colonna austro- ungarica, che venne completamente sbaragliata. L'eco di questo disastrn si ripercosse nella monarchia con vera angoscia, anche perchè in quei reparti di cavalleria erano i più bei nomi clell'ai·istocrazia austro-ungarica; il gen. von Froreick si suicidò sul campo.

Gospìc. Piccola città della Croazia, sulla Lika. Durante la campagna del 1809, il corpo del gen. M armont, colle d ivis. Clauscl e :!\fonlrichard, nel maggio si era messo in movimento dalla Dalinazia verso le frontiere dell'Istria e della Carniola per trovare il collegamento coll'esercito del principe Eugenio, di cui, secondo gli ordini di Napoleone, avrebbe dovuto costitu ire l'estrema a la destra. Allo scopo d'impedire la pror:ettaia riunione, l'arciduca G iovanni d'Austria aveva disposto che il corpo del gen. Stoisservick attaccas~c i F~ancesi. Il 21 maggio gli Austriaci occupavano una forte p~sizione presso G. i cui approcci erano difesi dai numerosi corsi di acqua che la toccano. Marmont, per aggira re la posizione nemica, ordinò a due compagnie dell'8° ·regg. di fanteria leggera d i passare a guado la L ika, sbarazzare il terreno dai piccoli posti avversari e rimettere in efficienza il ponte che era stato danneggiato dal !)emico; intan to però gli 1 Austriaci, sboccando da un' altro ponte assai più lontano, passavano sulla r iva occupata dai Francesi e su tre colo1me attaccavano la divisione Montrichard. Le brigate Soyez e Delaunay ebbero ord ine di affrontarle; vittoriosi al centro e sulla propria sr., i Francesi costrinsero a ripiegare anche la. colonna che contin.uava a resistere sulla dr. Intanto anche 1'8° reggimento era stato attaccato da 6 bgl. austriaci, a cu i ave, va resistito vittoriosamente. Nel successivo giorno 22 il gen. Stoisservick, rinforzato. dalle riserve, coll'appoggio di numerosa artiglieria, tentò d i impedire ai Francesi di sboccare nel piano; attaccato vigorosamente, fu costretto alla ritirata e il giorno successivo Marmont entrò in Gospic. Got eborg. Città della Svezia, sulla costa occidentale; è il princ ipa le porto di quella zona mar ittima. Fu piazza fortificata; Carlo lX nel 1603 vi · creò le prime difese, scaglionate fra le isole del golfo e nel delta del fiume. Nei 1612 venne presa cd incendiata dai Danesi e fu restau rata da Gustavo Adolfo nel 1619. Caduta


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n elle mani degli Olandesi subito dopo, fu ripresa dagli Svedesi nel 1621. Combatt1111ento di Goteborg ( 1718). Appartiene alla guerra tra Svez.ia e Danimarca. I Danesi avevano fatto il piano di sorprendere pa.rte della flotta del re di Svezia, ancorata 11cl canale di G. L'impresa era stata preparata nel p iù grande segreto, e la flotta danese, agli ' ordini dell'ammir. Tordescl1iold, entrò nel canale, protetto da un forte del quale non tenne alcun conto, filando dr itto suUe navi svedesi, che erano ancorate a distanza di tiro dalle batterie della piazza di G. Il principe d'Assia, che si trovava nella piazza, fece avanzare dei

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. Fortinca,1oni di Ootebo!'g- (secolo XVIII)

cannoni fino all'a ltezza del canal~ d'obbligato passaggio delle navi danesi, e li mascherò alla vista, in attesa di eventi; e, siccome la sponda da quella parte era meno larga, fece prendere pòsizione anche a reparti di fanterja sulle cs,lline, retrostanti. Queste disposizioni furono prese rapidamente. Poco dopo apparve il naviglio danese, che s'accostò a quello svedese. Ma un fuoco di fila si scatenò subito <la batterie e fucili sulla flotta danese, che rimase sconcertata. L'ammir. danese mandò solo qualche mezza galera a tentare di incendiare taluno dei vasccll:i svedesi, ma sopra di esse si concentrò il fuoco nemico, sì che riuscirono a mala pena a raggiungere in pessimo stato il resto della flotta, già in piena ritirata dopo l'insuccesso.

Gotelli (Oiovanni). Generale, n. a Nizza Marittima nel 1861. Sottot. di fanteria nel 1883, fu in Eritrea nel 1887 e poi insegnò alla scuola mii. di Modena. Nel 1915 entrò in guerra contro l'Austria e nello stesso anno rimase ferito a Sella di S. Mart ino meritando la medaglia d'argento éd il comando del 140° regg. fanteria. Colonnello nel 1916, magg. generale nel 1917, andò in P. A. S. nel 1920 e nel 1923 ebbe il grado di generale di divisioné. Pubblicò, fra altri studi, « La battaglia· di Palestro »; « I princ ipali castelli della provincia d i Reggio». · Goti. Tribù germanica oriund,, delle coste del Baltico. Al princip'Ìo del III sec. erano• già considera ti come popolo potente e guerriero, e fin dal 211 al 217, durante la spedizione in oriente dell'imperatore Caracalla, vennero a cozzare contro le legioni '.li Roma, che

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li vinsero in parecchi scontri. La lotta continuò sotto Alessandro Severo (222-235) quando i G. diressero le loro spedizioni nel basso Danubio, sconfinando nella Macedonia, in Grecia, .fino alle Termopili, dove, trovato il passo ben difeso, furono arrestati e costretti a ripiegare verso N. Una sconfitta inflissero a Decio nella 111esia, distruggendone l'esercito nel 251, e colpendo a morte lo stesso duce dei Romani, Dilagando nel Ponto E usino, vi crearono una flotta, e fecero conquiste · nel Mar Nero; nel 259, p resentatisi con 500 navi a Cizico, la d istrussero; poi sbarcarono nell'Attica portandovi la ,-ovina e devastando la costa del Peloponneso fino a ll'Epiro ed alla Tessaglia, e saccheggiando l'Illirico. Saccheggiarono poi Creta e Cipro, ed assediarono Cassandria e Cefalonica (269), Nello stesso anno però l'imperatore Claudio li vinse in tre grandi battaglie da cui ebbe il soprannome di « Gotico ». I G. continuarono a mostrarsi turbolenti alle frontiere dell'impero dopo la morte di Claudio, cd Aureliano fu obbligato a concedere loro .la D acia nel 272. Nel 276 fecero una incursione ncUa Colchide e nell'Asia ~Iinore con poca fortuna. Da quell'epoca passarono un mezzo secolo in pace. L'imperatore Costantino dovelte nuovamente combattere contro i G. n el 330, che, vinti, accettarono la pace. Due anni dopo Alarico, traversato il Danubio, riportò una nuova vittoria sui Romani, che però in un secondo scontro lo vinsero imponendogli gra. ,;i condizioni di pace. Fino al 363 i G. non mossero più contrv i Romani, ma morto Costantino, iniziarono una guerra che durò dal 367 al 369. Non vi fu una vittoria decisiva, però le condizioni di pace dimostrarono che la peggio era toccata ai Romani. Quando avvenne l'invasione degli Unni, quella par te dei .G. che si chiamò Visigoti cedette il passo rifugiandosi sulla dr. del Danubio, e, chiesta protezione all'Impero d'Oriente, nel 375 con 200.000 ,u . circa, comandata da Alarico e Fridigero, si organizzò politicamente e militarmente. L'altra tribù dei G. che abitava più vicina alle frontiere dell'impero ( Ostrogob) respinta dai Romani, si stabilì sotto il suo re Atanarico nelle regioni montuose. I Visigoti, tormentati dall'impero di Bisanzio, ribellatisi assalirono e sconfissero il gen. Lupicino ed unit:si alle bande got icbe mercenarie d i Roma, e ad altre degli Ostrogoti, sconfissero le legion i presso Adrianopoli nel 378, dove morì sul campo l'imperatore Valente, Marciarono allora verso Costantinopoli, che resistette. Forzati a volgere verso occidente, varcarono le Alpi Giulie, pur rimanendo in possesso d~lla Tracia e della Dacia (379 al 395). La loro potenzialità militare ed i loro assalti violenti in"dussero anche il governo di Costantinopoli ad ammetterli nel~ l'impero come sudditi. Alla morte dell' imperatore Teodosio iniziarono le loro grandi emigraz.i oni . . e scorrerie. Condotti da Alarico, superate le Termopili piombarono su Tebe ed Atene, saccheggiarono Corinto e Sparta, rientrando poi in Epiro. Contemporaneamente altro duce dei G., Gaina, tentò cli conquistare con Costantinopoli l'autorità imperiale, ma venne respinto colle armi ed inseguito fin oltre il Danubio. Alarico poco dopo venne assunto agli stipendi dei Roma11i ed assume il titolo di duca dell'lllirio.. D i là tentò la prima invasione in Italia, venne vinto net 400 e dovette retrocedere. Cinque anni dopo Ra daga iso, r itentò con poderosa oste l'impresa che ancora fallì_ Ciò non scoraggiò i G . che, duce Alarico, scesero nuo-


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vamente in Italia, e minacciarono per ben tre volte Roma. Alarico continuò la. sua marcia nell'Italia meridiona le, e solo la morte troncò la successione delle vittorie. I G., rimasti senza il loro duce, nel 412 abbandonano l'It~.lia per :)rend"!:·c st:-u,21 nel~a Ga LLt n1e1~dionlle, lo~o asse~nata dall'Impero. Di là irruppero nella Spagna, sollo il comando di Ataulfo, che venne trucidato quando già aveva vinta e sottomessa grande pairte del paese. Il successore Vallia, fattosi alleato di Roma contro i Vandali e gli Alani di Spagna, dopo aver vinto tali popoli venne compensato con parte della Gallia occiden-

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stabilirvi le loro dimore. Tutto il popolo dunque si muoveva, con donne fanciulli e masserizie. Scelta la zona, i G. vi si stabilivano istituendovi un governo polititc1nil'tJre, bo~oto SQJ)ra un~ mi!izia composta dai proprietari, che si sostituì all'antica legione. I G. però erano tutti m ilitari, e rimase a testimoniarlo un decreto cli Teodorico il Grande che stabilisce la leva in massa. Nell'esercito dei G. çra in prevalenza la fanteri_a, mentre poco numerosa era la cavalleria. Arm i offensive erano la lancia, la spada, il giavellotto, il pugna.le, e le freccie. Armi difensive, l'elmo, lo scudo, ed arKhe qualche armatura completa. I G. tuttavia non erano molto abili nel lancio del giavellotto e delle freccic, deficienza che si rivelò specialmente fra i cavalieri nella guerra contro B elisa rio. L e formazioni più in uso e rano masse quadrate, ad imitazione della legione romana e della falange greca, però meno regolari e pii1 elastiçlte, di modo che spesso prevaleva il valore ed il furore p~rticolare <lel singolo, che, specie sotto Alarico, ebbe ragione sulle formazioni e sul modo di combattere dei Romani. Compensi militari aJlle truppe vittoriose erano i saccheggi ed il bottino; però la salda disciplina dei condottieri impediva che fossero violate le chiese, che .si co{nmettessero omicidi Belisario lilJcra 0l'vie lo d.al Goti ('l'ela rti Cesare F r acasstni) ed incendi. Certamente esisteva una tale, da Tolosa alJ'ocea.no Atlantico. La combattività ed bene organizzata gerarchia, ma nulla è rimasto dei titoli esuberanza dj .questo popolo fece sì che il regno s i esten- · dati ai capi ed a.Ile cariche militari. Si conosce di p reciso desse in breve tempo a cavallo dei Pi renei, e giungesse soltanto che il re era il capo supremo dell'esercito, che al la sua massima potenza sulla fine del secolo V sotto da lui era comandato in persona. T eodorico il Grande Eurico. Le armi dei Visigoti avevano portato il loro istituì a Ravenna un g innasio per l'educazione militare impero sulla maggior parte della Spagna, e della Fr andella gioventù. delle famiglie più distinte, che doveva cia. Morto.Eurico, i C. furono vinti dai Franchi. Nella dare all'esercito gli ufficiali. Quando i G-. non erano in Spagna resiste ttero ancora due secoli, e dovettero dare guerra, vivevano coll'agricoltura, sul terzo delle terre il regno ai Saraceni, quando essi vittoriosi procedettero conquistate dato lorò in compenso. Quando erano in dal mezzogiorno alla conquista di quella terra. guerra ricevevano stipendi e viveri a spese pubbliche. G li Ostrogoti invece, che si · erano, come vedemmo, Così pure erano trattati quando erano comandati per nel sec. IV sistemati in Pannonia, un itisi agli Unni conturno alla guar1 ia del re, od alle piazze di frontiera, o dotti da Attila, dopo essere sta_ti battuti dai Romani sul quando erano riuniti per esercitazioni e manovre. L'orDanubio, presero parte alla spedizione nelle Gallie, dond inamento dello Stato anche quando i G, stabilirono il de dovettero retrocedere per lo sfacelo degli Unni. Rien, loro regno in Italia, era prettamente militare. Difatti il trati in Pannonia r ipresero le ostilità contro l'Impero, loro acquartieramento era ada ttato alla ripartizione fatche dovette venire a patti. Condotti, piu tardi, da Vita come ai tempi odierni per l'accantonamento. I cittadcmiro, calarono in Italia, donde, tra il 473 ed il 474, dini del s ito conquistato dovevano cedere al G. ospitato partirono per unirsi ai Visigoti. Altri eserciti sotto vaun terzo della rispettiva proprietà e della casa. L'eser.tenti condottieri corsero attra,venso l'impero d'Oriente, ed cito vero dei combattenti G. venuti jn Italia, era costi, a lla fine s i stabilirono fra il basso Danubio e monte tuito cli circa 200.000 u. ai tempi cli Teodorico; ma, Emos nel cuore dell'Impero. Teodorico il Grande, dopo nel mentre per gli ordinamenti militar i s i mantenne colaver marciato contro Costantinopoli, istigato dalf'impele caratteristiche proprie, subì nelle relazioni tra m iliZ-ia ratore Zenone, volse il suo esercito contro- l'impero d'Oce po1iolazione indigena, l'influenza della. costituzione di cidente, al quale pose fine coll'invasione d'Italia; e doRoma. po le vittorie sul l'Adige ( 489) e sul!' Adda ( 490), resosi Gotland. Isola del Baltico, a S. E . della penisola padrone 'della vallata del Po. venne a patti con Odoacre, scandinava, appa rtenente alla Svezia. Suo· principale e fondò il regrio d'Italia degli Ostrogoti, ch'ehbc splenporto Wisby, congiunto a mezzo ferrovia con Hemfe. dore e potenza durante I.a sua vita. :Morto Teodorico, la Nel medio evo fece parte della Lega Anseatica. Dopo lotta contro l'Impero d'Oriente li portò, sotto Totila lunghe lotte venne occupata dagli Svedesi nel 1645. (552) e il suo successore (555) alla sconfitta definitiva, che pose fine al dom inio dei Got i in I ta lia. r. Presa di Gotland (1361). Appartiene alla guerra I C. nelle loro emigrazioni marciavano organizzati t.ra. D an imarca e Lega Anseatica. Valdemaro III, ap-· pena s i sen tì abbastanza forte per ribellarsi ai patti in modo da invadere· colla forza le reg ioni prescelte per


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colla Lega Anseatica, ruppe i trattati che assicuravano a L ubccca il monopolio sulla pesca delle aringhe. I partigian i della Lega protestarono, ma quando meno se l'aspetavano il re, organizzata una spedizione, sbarcò nell' isola di G. e di sorpresa piombò contro i contadini e pescatori · quasi inermi, facendo uccidere dai suoi ca,,aiieri gran parte della popolazione indigena. Volse wi le sue truppe contro Wisby, che pure prese d'assalto e mise a sacco. Tale operazione provocò quel fem1ento tra i componenti la Lega che determ inò nell'anno seguente l"- specl:izione contro Copenhagen. II. Combattimento di Gotla11,d (1789). Appartiene alla guerra tra Svezia e Russia. La Dotta russa del Baltico (Tcichagov) mosse incontro alla svedese (Lilienhorn) ed esse s'incontrarono 1a prima volta all'altezza d i Bornholn1; ma, in ,causa de l vento Contrar io, non vennero a battaglia. Continuando ad inc rociare, il 26 agosto 1i89 si avvistarono nei pi:essi di G. e le due retroguardie si impegn arono a fondo e combatterono per quattro ore. Nel comba.t timento un vascello russo, agli ordini èlell'inglese Preston, ebbe 60 u. uccisi a bordo; tre cannoni scoppiarono nello stesso vascello, ed aumentarono ancora le perdite. Nel complesso questo ·c~mbattimcnto non ebbe risultati decisivi, specie perchè l'ammir. svedese Lilienl10rn non osò d i tagliare la. strada ad una d ivis. russa, ciò che avrebbe portato un enorme vantaggio alla squadra svedese; mentre essa fu sopraffala dalla russa riuscita ad un irsi. Questo grave errore da parte dell'ammiraglio svedese gli portò la degradazione.

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Goti.i Enr·;co

Gougearcl Augusto

Gotti ·Enrico. Genera le, medaglia d'oro, n . a ToriJ10 caduto in Albania (1867 -1920). Iniziò la carriera a 18 anni, quale sotfot. di fan te ria, e fu uno dei primi ufficiali ita lialli sbarcati a · :Yfassau a, nel febbraio 1885; a Saati guadagnò una mcd. d i bronzo. Rimpatriato dopo qualche tempo, tornò ancora in Africa nel maggio 1887, quale ufficiale d'ord inanza del generale Baldissera, e vi rimase fino al 1890, prendendo parte alle operazioni che ci d iedero il possesso di Asl)la.ra e di Cheren. Frequentò quind i i corsi della . Scuola d i Guerra, e nel settembre 1899 venne p romosso capita.no a scelta nel 5° reggimentb bersagl ieri. Dedicatosi in particolar modo agli studi sulla t razione a utomobi listica, allorquando scopp iò la guerra ita lo-austriaca fu, col grado di maggiore, preposto al parco automobilistico della 44 armata. Nel novembre 1915, -r aggiunto il grado di colonnello, assunse il comando del 4° regg. bersaglieri, alla testa del quale partecipò a numerosi ed aspri combat timenti nella zona di Santa J\faria d i Tohnino e su1 'Mrzli. D u rante l'offensiva. del maggio 1917, incaricato cli costituire con i s.uoi bersaglieri la lesta di ponte provvisoria di Bodrez,

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assolse il suo compito << con costante attività e sprezzo del pericolo>), guadagnando una seconda. ricompensa al valore. Poco p iit tard i gli venne affidato il comando della 2" brigala bersaglieri (7° e 11° regg) con la quale p rese parte all'offensiva dell'agosto 1917, nel settore di Fiondar. Dopo essere stato per qualche tempo in asgettativa, venne richiamato in servizio nel 1919, ed inviato in Albania, ove assunse il comando del 72° regg. fanteria; promosso brigadiere generale qualche giorno prima della sua morte, volle rimanere ancora col suo reggimento. Il 6 giugno 1920, attacca.lo eh numerose bande albanesi sulla posizione di quota 115, poco lontano da. Valona, opponeva unà decisa. resistenza, ma. poi esponeva. e sacrificava la vita com'è dello nella motivazione: della medaglia cl'oro : << Comandante d i w1 reggimento incaricato della difesa avanzata di un campo trincera to, benchè promosso generale, chiedeva <l i non cssexe trasferito finchè non si fosse chiarita e risolta una situazione che si prospettava assai critica causa l'insurrezione del paese. Organizzava con grande maestria la difesa dei centri di raccolta avanzati, prodigando la sua alacre opera. in continue pericolose ispezioni dei centri stessi cd infondendo nei pièt deboli presidii travagliati dalla malaria un potente spirito combattivo. Attaccato repentinamente da forze quindici v()lte superiori, dirigeva e manteneva per circa dieci ore con indomito coraggio ed ammfrevole fervore un; resistenza ad oltranza così efficace, che il nemico ne usciva letteralmente decimato cd ern costretto cli ritardare di parecchi giorni l' investimento del campo trincerato. Rimasti i valorosi difensori senza mu-· nizioni e senz'acqua, inutilizzati gli unici due pezzi d isponibili, a.Ilo scopo cli evitare la completa distruzione del presidio dipendente, che già aveva subito gravissime perdite, dopo aver provveduto a mettere in salvo la bandiera ed i fondi del reggimento usciva solo e disarmato per trattare cogli insorti, deciso a sacrificare sè stesso per ,salvare i suoi dipendenti. In questo atto di subli me generosità, ucciso a tradimento <la uno dei capi ribelli, esasperati dalla fiera resistenza dei nostri, di cui giustamente essi rendevano responsabile l'eroismo del valorosissimo generale, immolava la sua nobile esistenza alla Patria, alla quale aveva. dedicato tutta una vita splendente delle piit belle virtù d i cittad ino e di soldato>> (Valona (Albania), quot'a 115, 6 giugno 1920).

Gottolengo. Comune in prov. di Brescia. bag1\ato. dal Redone. Trae origine dai Goti, che vi piantarono una loro colonia la quale resistette lungamente a i Bizantini ed a i Longobard i anche dopo il forzato esodo dall'Italia dei Got i. Nel medio evo ebbe w1 ben munito castello ricordato nelle guene d i Brescia, specie contro Cremona e l'vfan tova. Nel 1427, nel giorno dell' Ascensione, il Piccinina e lo Sforza, condottieri dcl.le truppe del duca di Milano, vi batterono il conte di Carma- , gnola , <luce delle milizie veneziane. In quella battaglia il Carmagnola lasciò nelle mani dei vincitori circa 1500 prigionieri. Gottorp. Ant. castello dello Schsleswig, in cui furono conclusi i seguenti trattati : I . Tra.ttato di 'Gotto-rp (giugno 1713). Fra Prnssia e D uca d'Holstein-Got.torp. La Prussia unirà le sue truppe alle holsteinesi nel sequestrare le fortezze della Po· merania an teriore e d ifenderle d agli attacchi degli Al-


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leati. II sequestro da parte della Prussia non cesserà finchè non sarà risarcita delle spese sostenute.

II. Trattato di Gottorp (27 maggio 1768). Fra la Casa. d'Holstein e lo. Città d'Amburgo_ La città d'Amburgo, che di fronte ai re d i D animarca quali duchi d'Holstein, era. stata sempre in uno stato di dipendenza spesso da essa contestata, rna da loro sempre mantenuta, I: r icon osciuta città libera imperiale verso l' indenn ità di un milione di risdalleri. III. Trattato di Gottorp ( 12 ottobre 1769). Alleanza tra Russia e Prussia. Se la Russia fosse a ttaccata dalla Svezia, o u na fazione g iunta al potere in quel regno sovvertisse la costituzione del 1720 nei suoi art icoli fondamentali, Russia e Prussia, considereranno come un ca.sus focderis l'una e l'altra evenienza. In ambedue i detti casi la Prnssia, dietro invito della Russia, s'impegna di fare una divers ione nella Pomerania svedese con un considerevole corpo di truppe, e la Russia garantisce a.Ila Prussia il possesso di Bayrcuth e Anspach. Era cosi decisa per Ca terina una d ivisione della monarchia svedese fra Russia, P russia e Danimarca; ma in questo momento essa mirava più specialmente ad impegnare la Prussia colla Svezia, per distrarla da quanto accadeva in Polonia e in Turchia. F ederico II però non cadde nel laccio. Avvenne il colpo di stato in Isvezia (agosto 1772), che sovverti la costituzione, senza che la temuta guerra scoppiasse. Non v'ha dubbio: la divis'one della Polonia impcdl quella della Svezia.

IV. Trattato di Gottorp ( 13 dicembre 1769). Alleanza fra Russia e Danimarca. La Danimarca s'impegna di considerare la caduta della costituzione svedese dfl 1720, completa o parziale, in quanto limiti i poteri degli Stati e a lbrghi i privilegi del re, come un attacco da parte della Svezia e per conseguenza come casus focderis, mentre la Russia s'obbliga ad assicurarle tulli i paesi svedesi di cui rssa s'impadronirà nella guerra eventuale. Questo trattalo completa"a l'opera finale che Caterina II ave,,a segretamente preparato colla Prussia contro l:l S\'ezia. Cosi la Russia doveva impadronirsi della Finlandia, la Prussia délla l'omcrania e la Danimarca delle provincie svedesi limitrofe della Norvegia.

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guerra del 1870 distinguendosi a Le Mans. Fu poi consigliere di Stato e ministro della marina (1881-82). Scrisse varie opere tecniche d i marina e un saggio storicq sulle operazioni dell'ese rcito della L o ira. ne l 1871.

Gough (sir Ugo). Fcld-maresciallo inglese (17791869). Combattè nelle Colonie e poi nella spedizione del Portogallo ( 1809- 1812). Nel 1841 in C ina conqu istò i forti d i Canton e fù-mò la pace di Nan Kin. Fu comandante generale in India, ove, dal 1843 al 1849, soffocò varie ribellioni. Generale nel 1854 fu a Sebastopoli, e nel 1862 fu nominato feld- maresciallo. Go11gh Caltorpe Somerset Arturo. Amn;iiraglio inglese, n. nel 1864. Fu lungamçnte nei mari dell'Africa e raggiunse il grado di contrammir. nel 1912. Comandò una squadra d'incrocialori nel 1914 e l'anno seguen te fu promosso viceamm iraglio; passò ne l Mediterraneo nel 1917 al comando delle navi inglesi, venendo promoSòO ammiraglio nel 1919 e comandante della flotta nel 1925. G01tgh Umberto de la Piier. Generale ing lese, n. nel 1870. Percorse la carriera. nella cavalleria e vi divenne colonnello nel 1907. Partecipò alla guerra contro i Boeri ed a campagne coloniali in Africa. Allo scoppio della guerra Mondiale ebbe in Francia il comando della 3' brigata di cavalleria, poi d i divis .. nel 1916 di C. <l'A., nel 1917 della s• armata. Dopo l'offensiva che ruppe b. fronte inglese nel suo settore, quell'armata venne sciolta ed egli sostituito. Fu collocato a riposo nel 1922. - Un fratello di lui, pure genera le, cadde combattendo nelh battaglia dcli' Aisne.

Goulon. Generale del sec. XVII, n. nella Lorena. Combattè a Candia contro i Turchi (1667-69) e dieci anni dopo, in Francia, fu posto da Luigi XIV a capo di una compagnia minatori di nuova formazione. Passato al servizio dell'Austria, vi raggiunse il grado di gene ra le. Lasciò le <e Memorie per l'attacèo e la difesa d'una piazzaforte>>.

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Gouffier de Bonnivet (Augusto Ernesto). Generale, m. nel 1796. P restò dapprima servizio nel regg. Reale Alemanno Zietten e poi (1773) ebbe il comando militare della città e castello di Bobbio, nel quale rimase a nche in seguito, divenendo brigadiere di fan teria nel 1789 e magg. generale nel 1796. Gougeard (Augusto). Ufficiale di marina francese (l827-1886). Partecipò alla guerra di Crimea e alla

Goumier . Cavaliere dell'.\frica settentrionale ed occidentale (Algeria ad es.) che faceva parte di un Goum, o tribù. Dicevasi Goum anche il contingen te fornito dalla tribù per spedizioni militari. Questo nome fu conservato dai Francesi, che si servirono di tali cavalieri, al comando di ufficiali metropolitani, come esploratori. Nel 1905 fu rono creati dei Go11111s regolari a cavallo nel Sénégal; i Gomniers fecero la loro comparsa anche in Francia. durante la guerra Mondiale. Gou raud (N.). Generale francese, n. nel 1867. Sot-


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totencnte nel 1887, fu in Africa e poi a lla Scuola di guerra, divenendo colonnello nel 1910. D estinato in Marocco, vi si distinse. P romosso generale allo scoppio della guerra Mondiale, coma1)dò la 10" d ivis. e fu ferito neHe Argonnc. Guarito, assunse il comando del I C. d' A. coloniale; ind i, ne l 1915, ebbe il comando del corpo di spedizio;,c francese per l'impresa dei Dardanelli d urante la quale fu gra vcmentc ferito, restando mutilato di un braccio. Compiute alcune missioni d i carattere politicomilitare in I talia, alla fine del 1917 assunse il comando della 4• armata. Inviato per breve tempo in Marocco, tornò in Francia 1'8 giugno 1918 e riprese il suo comando. Dopo la guerra, inviato in Siria, per s istemare quel paese affidato al mandato coloniale francese, riusc.ì ad entrare in Damasco dopo una non facile campagna colonia !~. Fu oggclo di un attentato il 23 giugno 1921. Alla fine del quale anno tornò in Francia e fu nomiHato governatore mii. d i Parigi.

Go urnic1·s rn~rocchtnl ( Gucrrn ,to1ulial eJ

Gourgaud ·(baroiie Gdsparc). Generale francese e scrittore mii. ( 1783- 1852). P rese pa rte alle campagne na poleoniche sen,endo nell'art iglieria; nel 1814 a Brienne salvò la vita a Napoleone e battè i Russi presso Laon. Gen. di brigata durante i 100 g-iorni, non abbandono Napoleone dopo Waterloo, e fu scelto per accompagnarlo a S. Elena, donde pa rtì nel 1818, ma potè rientrare in Francia solo nel 1821. Fu reintegrato nel grado ed -ebb<' il· comando dell'artiglieria di Par igi, solo nel 1830. Meritano particolare ·menzione fra i suoi scritti : « Le memorie di Napoleone a S. E lena JJ; « Relazione sulla Campagna del 1815 )J; << Napoleone in R,us..,ia ».

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raie di brigata nel ·1793, d'i divis. nel 1 i94. Nel 1798 comandò l'esercito contro Roma. Come comandante dell'ala destra a Novi (1799) impedì un completo disastro. Nel 1800 contribuì alla vittoria di H ohenlinden; nel 1801 fu nominato ambasciatore. a Madrid. Nel 1803 comandò l'esercito francese inviato nel Napoletano; quindi fece la campagna d i Prussia ( 1806-07), poi fu nella Spagna, e, comandante l'esercito d i Catalogna, prese R osas. Durante la campagna di Russia per la vittoria. di Polotsk ottenne il bastone di maresciallo. Ne! 1814 difese Dresda, ma dovette capitolare. Nel 1815 fu nominato da Luigi XVIII minis tro della guerra; nel 1817 fu fatto marchese, e ministro della marina : poi tornò al ministero dèlla guerra e fece nel 1818 votare la legge su l reclutamento dell'cscrc1to. Scrisse varie opere storicomilita ri, tra cui notiamo il « :Memoriale per servire a.lla storia mi lita re sotto il I)irettorio, il Consolato e l'!mpero )J.

Governatore. Chi è dest ina to a governare una provincia, o colonia, o piazzaforte. Nelle colonie, è l'autori tà suprema, civile e milita re. Nelle milizie romane dei sec. XVI e XVII fu detto G. chi aveva il comando d i uo certo numero di comµagnie, ma non tan te da poter costituire il terzo, o reggimento; era quindi grado inferiore a quello d( colonnello. In Venezia, dopo il capitano generale si ebbe il-grado d i G. generale, che vegliava sulle disposizioni del campo, la. disciplina, le marce, gli alJoggi, le artiglierie, le munizioni. Sempre in Venezia, G. o capitano del golfo era jl capo della squad·r a permanente; e G. dei c_onàa,i .. nati, durante l'epoca delle galere; chi sopraintendeva a i condannati al remo. In Piemonte, .nel 1814 si chiamò G. il capo del Governo m;litare. Aveva il comando delle truppe e della polizia sui sette govern i in cui fu d ivisa la terraferma (Torino, Alessandria, Novara, · Cuneo, Genova, Nizza, s·avoia).

0ouv ion S l. Cyr

OourauJ (N.)

Gourgau.d Gaspare

Gouvion-Saint-Cyr (marchese Lonnzo). Maresciallo d i Francia ( 1764-1830). Volontario nel 1792 nell'esercito del R eno, dopo due mesi era capitano, gene-

Govone Giuseppe

G.o verno (dei cavalh). Si chiama cosi quel complesso di operazìoni che vengono praticate in base ai regolamenti militari, con appositi attrezzi sulla superficie del corpo del cavallo, per conservame la '()roprietà e pulizia. In genere nelle armi a cavilllo d i tutte le nazioni tale operazione si pra"tica due volte· al giorno durante la vita d i guarnigione, e possibilmente pure due volte al g iorno du ra nte campi, manovre, esercitazioni, cd anche in guerra. Ogni cavaliere militare è provvisto di appositi attrezzi da G. che sono striglia, bruscane d'erica, brusca di crini, pettine, curasnetta da piedi, e spugna. E' molto in uso nelle armi a cavallo italiane il tortoro


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Governo dei cavalli

o· strofinaccio d i paglia (buccione) die viene fatto di volta in volta dal soldato stesso, e si adopera bagnato per un primo massaggio del cavallo. Oglli solda to fa il G. al proprio cavallo ed a quelli che per assenza momentanea del consegnatario gli vengono assegnati. 1 capor ali e caporali maggior i, fanno pure il G. al cavallo che hanno jn cru1segna, quando non s iano comandanti di reparto. Gli stessi sottufficia li in tempo di guerra devono fare il G. al cavallo che hanno in consegna. Durante ;1 TROMCA in Fa

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Scg-nalc per Il governo àei cavali!

G. il veterinario, assistito da l maniscalco, visita i cavalli malati, ed il sergente di settiman a manda all'infermeria. i cavalli che hanno bisogno d i cure. In genere' il G . è seguito dalla abbeverata e dalle profonde. II G. acquist.i una speciale importanza per i ca.valli di rimonta nel per iodo d'ammansimento, giacchè d ipende. da quello il sapere ispirare al cavallo la necessaria confidenza nel cavaliere, cosl da renderlo mansueto in ogni contingenza. Governolo. Frazione del comune d i Bagnolo S. Vito (Mantova.), detta anche Correggio Micheli, presso al confluente del Mincio col Po. Nel 452 il papa Leone I vi a rrestò la marcia di Attila verso Roma, inducendolo a ritornare in Pannonia. Nel medio evo G ., d urante il periodo d ei Comuni e Signorie, fu ben for tificato dai 1Y+11ntovan i. Xel 1526 G iovanni de' Medici rimase ferito fq1, O. e _Borgpforte. Nel periodo della guerra di Succes-~{Ò_n~ di Spagna, venne preso e saccheggiato da Francesi e.d im periali suc,cessivamen\e nel 1700, 1702 e 1703.

I. Assedio e combattimenti d-i Governolo ( Agosto 1397). Appartcngond alla guerra tra la lega dei princ1p1 italiani e i Visconti. Francesco Gonzaga, dopo l'entrata dei Milanesi, condotti da Jacopo Dal Verme, uel Serraglio di :Mantova, era r iparato a G. dove fu assediato, mentre la -flottiglia del duca di Mila!lo sta zionava nel Po. Carlo :M alatesta, alleato del Gonzaga, era corso a Venezia, Ferrara e Bologna per chiedere aiuti a vantaggio del duca di Mantova. E Venezia con ì galee e molte barche, Ferrara con galeoni, e Bologna con 500 la.ncie agli ordi11i del conte G iovanni da Barbiano, mossero in aiuto di G. ridotto agli estremi. Carlo Ma la testa, alla testa delle truppe raccolte, passato il Po a Bondeno, attaccò improvvisamente l'armatella del Biancardo, la battè, riuscì ad ent.rare in G. ed a portarvi v iveri. i\ G. giunse pul'c il duca di Mantova e diede battaglia .11 Biancardo sbaragliandolo. Nello stesso tempo Ferraresi e Mantovani assalirono colle loro navi quelle dei M ilanesi mettendoli in rotta. Dopo queste sconfitle, il grosso dcJJ'csercilo d i Jacopo Dal Verme, accampato nel Serra.glio di Mantova, preso dal panico dalle due vittorie dei collegati abbandonò viveri e bagagli e s i diede alla fuga. Caddero così nelle mani dei vincitori oltre a i bagagli e viveri, cir,ca 2000 cavalli e cinquanta navi a rmat~. IT. lnvestime,lto di Gove·riwlo ( 1702). Appartiene alle operazioni in Italia duran te la guerra di Successione d1 Spagna. G. era stato occupato dalle truppe del principe Eugenio, pel· operare su ::ifantova e per togliere ai Francesi la possibilità di valersi di quel sito per riforn ir~i di viveri. ÌI maresciallo di Vendòn1e decise allora di prendere G., e, partito da Guastalla il 14 dicemb,e si recò a Man tova, donde distaccò il marchese d i Mougon' con 20 cp. granatieri e 600 cavalieri, per in vestire G. L'operazione fu iniziata nella notte tra il 16 ed i l 17, e nella notte successiva si stabilì il collegamen to delle varie cascine inLorno a G. per tagliare le comunicazion i con l'esterno. All'alba del 19 si incominciò il bombardamento del castello. :Ma, men tre questo avveniva, comparve uoa grossa colonna d i fanteria e cavalleria imperiale verso il con-fluente del Mincio col Po: appena giunta a tiro di fucile, apl'Ì un fuoco intenso contro i dragoni francesi ch 'erano in esplorazione e che furono costretti ad appied are per controbattere il nemico. Riparati dall'argine riuscirono a far tacere gli imper iali che sub irono anche sensibili perdite, quantunque fossero


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Co nil)a tl l111Ptl l0 cli (;Ol'Cl'l10 10 (tS h 1g ll O 1848)

al di là del fiume. Il Vendòme frattanto si impossessò dei cascinali prossimi a G. il 22 dicembre, per mezzo dei gra natieri, condotti d a l gen. :\faulevritr, rhe vi perdettero fra morti e feriti 50 u . tra i quali il col. Mirabeau, ed il brig. dc Luzara; gli Jmperiali non poterono però passare il Mincio per venire in aiuto degli assediati,- cd allora il principe ordinò al comandante del castello di abbandonarlo dopo aver tenuto in rispetto gli assedianti con qualche sortita. P erò il comanda nte cl i un reparti) di granatieri francesi, accortosi dei preparativi dei difensori, a ttaccò senz'altro il castello. e scavalcate le palinate riuscì n sorprendere ancora in tempo gli Imperiali che stavano per dar fuoco ai magazzini cd ai deposi ti di polveri. Il Vendomc, avvertito, ordinò l'ass1lto generale e G. f~ preso sa lvando quanto vi s i trovava.

Hl. Combatti111e1iti di Governolo (1796) . .\ppartienc alla prima campagna in Italia del Buonapartc. D opo la sconfitta sotto Mantova (15 settem bre) il gen. Wurmser era stalo costretto a r itirarsi in città, donde operò un3 sortita e per la riva dr. del ~lincio tentò di puntare su G. onde aprirsi quel passaggio. Ma venne accolto il 18 settembre da un furioso cannoneggiamento e da assa lt i a lla baionetta de lle fanterie fran!'esi. che lo obbligarono a battere in ritira ta lasciando nelle mani dei vincitori I 100 prigionieri e S cannoni. Nel no vembre dello stesso anno, mentre G. era occupato_ d a truppe austriache, ·wurmser tentò ancora di muovere a quella volta, ma fu preceduto da un assalto del generale Kilmaine, il quale a ttaccò e prese G., infliggendo agli Austriaci una perdita di 600 uomini. IV. Combattime11ti d-i Governolo. Sono due, ed appartengono alla campagna dell'indipendenza italiana del 1848. JI 24 aprile 1848 un migliaio circa di Modenesi e

j\fanto,•ani vi respinsero una forte colo,ma austriaca. Ai primi di luglio dello stesso anno i Piemontesi, per ren dere più sicura la linea del ~lincio e per completare il blocco d i Mantova, decisero d i occupare G. e tale missione fu affidata alla brigata Regina, ad u11a cp. bersaglieri ed al regg. Genova cavalleria; l'auacco ebb~ esito brillante e la piccola guarnigione austriaca, di circa 600 uomini, fu fatta in gran parte prigioniera.

Governolo, Corvetta a ruote, varata nel 18-19 cd ap-

La co 1•v(' I 1n a ruo te Covernn10

partenente alla marina sarda. Dislocava liOO tonnellate. R estò in servizio sino al 1882.

Governolo. Nave sussidiaria di 3• classe, varala a Venezia ed entrata in serv1z10 n el 1896 e rad iata nel 1912; lunghezza m. S6,40, larghezza 10,06, d islocamento tonn. 1222, macchine HP. 1100 ; armamento cannoni 4 da 120, 4 da 57; S. M. 9, equipaggio 122. Govone (Gii.seppe). Generale, n. e m. ad Alba (1825-


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1872). Sottot. nel 1844, partecipò alla campagna del 1848 meritando la med. d'argento e a quella del 1849.

In questo stesso anno ottenne una seconda mcd. per i fatti di Genova. Nella guerra d'Oriente ebbe unlr missione speciale presso Omar Pascià, prese parte alla campagna sul Danubio ed alla difesa di Silistria; passato in Crimea combattè a Balaclava. Tornato in patria coadiuvò il Della Marmora nei preparativi della spedizione sarda di Crimea alla '\Uale partecipò come addetto al Q. G. Nel 1859 ottenne a S. Martino la promozione al grado di colonnello. Nel 1860 era brigadiere· generale; nel 1862 prese parte alla repressione del brigantaggio, e, nominato comandante della 9• divis. partecipò col III C. alla campagna del 1866 grandemente distinguendosi a Custoza. Comandò il Corpo di S. M. dal 1867 al 1859 e fu nel 1870 :Ministro della guerra.

l'O. M . S. Ebbe nello stesso 1859 il comando della 2• divis. e nel 1860 fu promosso ten. generale comandante la divis. mii. di Piacenza. Nel 1866 andò a riposo. Goza11i di Trevi/.le Alessandro. Generale, n. a Casale, morto al Alessandria (1815-1871). Sottot. di fanteria nel 1833, combattento a Coito nel 1848 ebbe la mcd. d'ar. gcnto, ed a Madonna della Scoperta nel 1859 la croce da cav. dell'O. M. S . Ten. colonnello comandante il 17° regg. fanteria nel 1859, all'attacco di Perugia fu decorato della croce d'uff. dell'O. M . S. Passato nel 1860 al comando del 1° regg. granatieri di Sardegna e promosso colonnello, a Mola di Gaeta si meritò una seconda medaglia d'argento. Magg. generale comandante la brigata granatieri di Sardegna nel 1861, partecipò alla lotta contro il brigantaggio; ebbe la commenda dell'O. M. S. combattendo nel 1866 a M onte Croce ove rimase ferito. Aiutante di campo del R e nel 1867,' ten. genera le nel 1868, fu poi ispettore dell'esercito e comandante la divisione mii di Alessanclria.

I.a canno ni era Governolo

G<n,·011c Gio.:a ,ini L11igi. Generale, n. ad I sola d'Asti, m. a l\lilano ( 1835-1911). Sottot. di cavalleria nel 1855, partecipando alla campagna del 1859 venne decorato della med. d'argento. Combatti: nel 1866 e divenne co- ., Gozan i Alessandro {)ovo n c G1ov11 nn1 lonnello coruandrul!c il regg. cavallcgg. Lodi nel 1878. Magg. generale nel 1884, comandò sino al 1887 la briGoza11i di San Gio,-gio cottte Carlo, Generalç, nato a gata Valtellina, quindi ebbe successivamente il comando Roma, m. a Torino (1841-1922). Sottot. di fanteria nel della 2• e della 3• brigata di cavalleria. In P. A. nel J859, passò poi nel corpo di S. M. Combatlè nel 1860-61 1893, fu promosso tcn. generale nel 1896 e nel 1897 e nel 1866 ed insegnò topografia alla scuola di Modena. passò nella riserva. Passato in cavalleria, divenne colonnello nel 1882, coGovone Aug11sto. Generale, n. a Torino nel 1870. Sotmandò la scuola di cavalleria e poi il regg. cavalleggeri totenente d'art. nel 1888, partecipò alle campagne libiche di Alessandria. 1fagg. generale comandante la l' brigata del 1911, 1912 e 1913. Entrato in guerra contro I' Audi cavalleria nel 1890, nel 1892 venne n~minato aiutante stria col grado di maggiore, divenne colonnello comandi campo gc n. del Re. Promosso tcn. generale nel 1896, dante 1'8° regg art. P. C. nel 1918. Venne decorato della divenne ispettore della cavalleria. Kcl 1897 ~ndò in P. A. med. di bronzo a Freifeld ( 191 5) e di quella d'argento e nel 1900 passò nella riserva. nel Piave (1918). In P. A. S. nel 1920, fu promosso generale di brigata in A. R. Q. nel 1926.

Goybet (Carlo), Generale frru1cese, n. e m. a Yen11e (1825-1910). Entrato nell'Accademia mii. di Torino nel 1838 ne uscì sottot. di cavalleria nel 1844. Partecipò alle 'guerre d'indipendenza del 1848, 1849, 1859 cd a quella in Crimea. Nel 1860, coll'annes.sione della Savoia, optò per la Francia e coll'esercito francese partecipò alla guerra del 1870. F u promosso generale di brigata nel 1877, di divis. nel 1887, e fu ispettore di cavalleria nel IV C. d'A. Nel 1890 andò in riserva.

Gozani (di Tre-<lille, Luigi Filippo). Generale, nato e morto a Casale (1802-1878) . Sottot. dei granatieri nel 1822, e combattendo nel 1848 rimase ferito a S. Lucia t: si meritò la mcd. d'argento; nel 1849, a Mortara, riportò altra ferita ed ebbe la menzione onorevole. Colonnello nel 1849, comandò il 7° regs. fanteria. M ags. generale nel 1857, ebbe il comando della brigata Acqui che diresse nella campagna del 1859 meritandosi la commenda del-

Goznnl Carlo

Grablnskl Stanislao

Gozo (Nicola). Ammiraglio, n. a Finalborgo, m. a Roma (1856-1912). Entralo in servizio nel 1871, fu promosso contrammir. nel 1909, collocato in P. A. nel 19 11, ~ riposo nel 1912. Fu direttore generale dell'Arsenale di Xapoli dal 1909 al 1910 e direttore generale degli uffi-


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GR.A

Le mul'a merla te di · Gracta ra. (Nel cen1ro, la Horca) ciali e del servizio militare e scientifico a l M inistero della Marina 11el 1911.

Gozzadinì. Nome d i tre condottier i della illustre famiglia bolognese: Namw, che vinse il Bentivoglio nel 1401 a Casaleccbio; Testa, che condusse i Bolognesi contro i Ghibellini e fu sconfitto da costoro; Camillo, che militò nella seconda metà del sec. XIV in PorJoga llÒ, e combattè in patria con tro i Bentivoglio. Gozzani (G;ovam,i Paulo). Generale del sec. XVIII. Alfiere ne l 1i4S, percorse la carriera parte nel reggimento fan teria Casale e parte nella legione truppe leggiere, della qua le divenne colonnello nel 1786. N,oro inato governatore cli Verrua ne l 1793. ebbe il grado d i brigacl ie:'e generale d i fanteria nel 1796. Gozzano (Francesco). Generale -medico, n . a San Giorgio Canavese, ·m. ad Agliè ( 1849-1928). Sotlot. medico nel 1874, par tecipò alla campagna d'Africa del 1897 e poco dopo ebbe la d irezione dell'o~pedale m ii. di Savigliano. Colonnello nel 1903, fu .successivamente dixettore di sanità m ii. del IV e del I C. d' A . .Magg. generale· nel 1910, ebbe l' incarico di ispellorc di sanità m ilita re. In P. A. nel 1914. ebbe poi il grado d i ten . gener:ile medico nella riserva. Gozzi (Q1iinto). Generale, n. a Bologna nel 1836. Sottot. d'ar i. ne l 1859, partecipò alla campagna del 18601861 e prendendo parte agli assedi di Capua, Gaeta e lV[essina vcm1e decorato della med. d'argento e della croce da cav. dell'O. M . S . Com baltè anche nel 1866 e divenne colonneUo d irettore di art. a ·Mantova nel 1887. In P . A. nel 1889, passò nel la rise rva nel 1893. Fu promosso ma,gg. generale nel 1898 e ten. generale nel 1907. Grà. Villaggio della Spagna, in prov. <li Lerida. Il 12 giugno 1837 vi si svdlse. un combattimento, durato sei ore, fra 15.000 u . par tigiani di Isabella, al comando del barone D e J\1eer, contro una colon na carlista di 10.500 u ., cemandata dal gen. P ablo Sans. Quest' ultimo rimase sçonfitto. e perdette 2000 uomi11i ; alla metà am mon tarono le perdite degli avversari. Grabinski (Giuseppe). Gene1'àle p~lacco, n. in Lituania, m. a Bologn a ( 1, 67-1835). Prese parte alla sped izione di Napoleone in Eg itto e all'insurrezion e delle Romagne nel 1831; allora ebbe- incari-co dal governo provvisorio delle :Provincie Unite (Bologna, Marche, Umbria) dell'ordinamento d~ll'ese1T ito rivoluzionario. Gracco (:Tiberio). Capitano romano, m. nel 134 a . C. Con il secondo Scipione africano cooperò all'espugna-

zione d i Cartagine. Seguì poi il console Mancino nella guerra n umantina. Tornato a Roma, venne fatto trucidare dai patriz i. - Il fratello C:aio fu p ure valente capitano, e perì dura11te una spedizione ( 121 a. C.) ucciso per ordine del console O pimio.

G radara .. Comune in prov. di Pesaro, di fianco alla via Flaminia, con rocca e mura merlate protette da. torri quadrate. La rocca a ppartenne lungamente ai Mala testa, passando poi agli Sforza. Pare che s ia stata costruita s in dall'XI secolo; venne restaurata e fortificata da Pandolfo Malatesta nella pi-ima metà del sec. XIV. G. fu presa a tradimento da A.ngelo della Pergola nel 1424. Francesco Sforza l'assediò nel 1446 (1 7 ottobre) e per 42 giorni tentò invano d i conquistarla: in.fine, mancando di munizioni ed avendo subito forti perdite per l'energia dei d ifensori, dovette abbandonare l'impresa. Gradisca d' Isonzo. · Città in prov. di Gorizia, nella Venezia Giulia, fra le ultime pendici del Coglio, e sulla dr. dell'Isonzo . Non ebbe avvenimenti milita ri nel medio evo. Ma Venezia, che la tenrie per diverso tempo nel X V. sec. e ne comprese la importanza strategica, la organ izzò a difesa, costruendovi un castello e baluardi, ira il 1479 e il 1481, ad opera di Giovanni Erno, considerandola come un forte di sbarramento, contro le continue invasioni dei Torchi. D i queste fortificazioni rimangono il castello e poche traccie, fra cui il torrìone detto della campana, munito d i merl i e piombatoie. Contesa fra Austria e Venezia, diede luogo a lla guerra tra questi du'è Stat i che durò dal 1615 a) 1617, e lasciò G. all'Austria. Il castello nel sec. XIX fu adibito a prigione per i reati politici, e vi furono rinchiusi miti i patriotti triestini, istriani e friulani, che combatterono e cospirarono per l'indipendenza d'Italia. La città seguì le sorti della regione, e fu occupata n el 19 15 dalle truppe ita liane, abbandonata dopo Caporetto, rioccupata definitivamente dopo Vittorio Veneto. I. G"erra di Gradisca (1615- lél i ). i\ppartiene alla lotta Ira l'Austria e Venezia, per la preponderanza sul!' Adriatico. L'Austria sullo scorcio del sec. XVI, volendo ostacola re il traffico della R epubblica di Venezia sul1' Adriatico, le a veva suscita to contro gli Uscocchi, i quali con scorrerie cd operazioni cor~re danneggiavano il naviglio mercant ile e i possessi costieri della Repubblica. Inollrc cominciò ad infestare e saccheggiare le terre venete del Carso e d i Monfalcone, sì che Venezia decise di muta re la lotta contro gli Uscocchi, in guerra contro l'incitatrice. Un consiglio d i guerra tenu to d ai Venezian i in P a lmanova decise di svolgere una rapida


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offensiva per occu pare <li so rpresa tulio il terr:torio imperiale sulla dr. dell'Isonzo. 11 19 dicembre 1615 le truppe di Venezia varcarono il confine e s'impadronivano celermente di Corrnons, )fedea, Romans, Sagrado, e Ccrvignano, con azione di sor presa. Doµo ta.Ie prima sorpresa, due restava no g li obb ie ttivi stra teg ici da ragg iungere: Gorizia e G . La prima, scarsamente fortificata, aveva però un cospicuo ,•alore per la sua prevalente posizione a guardia dell'Isonzo. La seconda, già cara a Venezia pcrchè perno d elle fortifical\ion i erette tra Gorizia e le lagune di Gtado, passata a ll'Austria dopo la guerra di Cambrai, quantunque ben protetta da grosse e robuste mura e da massicci torrioni, non era stata rimodernata nelle difese. Tale fortezza era affidata a Rizzardo di Strassoldo, che a i prim i sentori di guer ra, provvide alla meglio per completa re l'efficienza difensiva della p iazza. Tra i due obbiettivi, dopo lunga discussione, Venezia scelse il piano sostenuto dal generale Pompeo Giustiniani. di puntare prima su G. Per tale attacco \ "enczia disponeva di circa 10.000 combatten ti (6000 fa11l;,

Il ca,t<:llo di Graelist'a

di cui 2000 reclutati nel F riu li da Lelio Martinengo, e -1000 mercenari italiani agli ordini di Orazio Baglione, e Lodovico V imercate, e 3000 cavalieri tra cui 700 friulani, guidati da Antonini, Savorgnan, Carlo di Strassoldo, di Spilimbergo, e di Manza.no). V'era inoltre un corpo a cava llo di « stradiotti >J (dalmati cd albanes i) comandati d a Cam illo Trevisan. Il comando del le truppe arciducali era tenuto dal gen. croato Adamo di Trautmansdorf, che decise subito di difendere ad oltranza G. e portò con se 5 cp.· per rinforzare il debole presid io di Gorizia, e mandò a G. truppe al comando di Francolo, che affrontò in campo aperto i Venez iani, e puntò su l\1[edea dove sapeva trovarsi I' Autonini coi friulani. Il 30 gennaio 1616, questi assaltò gli Austriaci, che do,•ettero cercare scampo n ella fuga: il Francalo rimase ucciso con 200 dei ~uoi. Tale vit toria fece ancor p iù intensificare le difese della piazza dal Trautmansdorf, che mandò subito a G. nuovi rinforzi, comandati da Giovanni Perino, e s'impadronì di sorpresa del forte di Lucinico, d ebolmente presidia to dai Venezia ni; fece p oi gettare un ponte sull'Isonzo, assicu randosi la libertà di

172 manovra sulle due sponde . Tale mO$Sa fece :ii Veneziani affrettare le operazioni: il 24 febbraio il Giustiniani iniziava i lavori d' investimento di G. Le batterie comin ciarono il bombardamento controbattuto dalle artiglierie della piazza. Intanto il Trautmansdorf tormcn la va con attiva azione di movimento, g li a ttaccanti ora da N . ed ora da S .. sboccando o da Lucinico o dal Carso presso Sagrado, ed infestava con incursioni cd incendi il territorio veneziano fino a Monfalcone. Il 10 marzo i Ven eziani perdevano du ,·ante un'ispezione il condottiero della cava lleria friulana Antonini. :\"ella primavera le artiglierie dei Veneziani, avvicinatesi vicppiù alle mura di G., riuscirono ad aprirvi un:,. breccfa, per la quale però ten tarono invanù d i pen etrare nella fortezza . Gli assediati operarono in fo,·ic un:i sortita, guidati da l Perino, e con due forti colonne piombarono su le prime trincee degli assedianti, rintuzzati $Ubito e respinti. Frattanto minatori veneziani erano riusciti a mina re un rivellino aus triaco, che i difensor i sgombraron o, e µrcpararono a ltro tr inceramento. Il 24 m:i.rzo scoppiò la ,nina, ed i Veneziani s'avventarono sulle macerie sperando poter entrare nella piazza, ma trovarono sbarrato il passo dalle nuove opere. Un secondo tentati vo di assalto, avvenuto nel d i seguente, ebbe lo stesso esito negativo. Orma i erano passati circa tre mesi senza atti decisivi dall'una o dall'altra parte. E il comando veneziano, il 30 marzo emanò l'ordi11e di togl iere l'assedio, sia per timore di un J.ltacco di fia11co da pa rte d i Gorizia , sia per la poca coesione degl i clement i di c ui si componeva l'eserc ito veneziano, sia da ultimo per l'intervento diplomatico de l pontefice Paolo V, che insiste,·a per una sospensione d'armi. Questa fu utilizzata dai belligeranti per rinforzare i repart i e il rela tivo a rmamento. I Veneziani sostituirono il provvedilorq generale de lle arm i, nonchè i comandanti de lla ca,.allcria e dell'artiglieria. Rimase al comando generale il Giustiniani, però inceppalo dalla dipendcnLa gerarch ica al provveditore generale delle armi Priuli, ed ai due provveditori a Intere. L e ostililic si ripresero col 24 aprile 16 l6, rou l'as.sa.lto da parte di una colonna di \'cneziani ~u Lucinico, sede del quartier generale austriaco. accuratamente fortificato. I l risultato fu ottimo, ma i Veneziani non tennero le pos izioni espugnate! a Lucinico, Picdimonte e S . Flor iano. e ripiegarono s u Mariano, pun to di partcn,a. Qucs10 errore provocò una serie di scaramuccie che, oltre a non portare alcun vantaggio ai \"eneziani, aumentò progressivamente le loro perdite. Le operazioni poi dovettero s,: nsibilmente ridttrs i per u11a terribile epidemia che mielè vite tra le truppe nei due campi. ~ ell'estatc del 1616, ai primi d'agosto, il Giustiniani ebbe notizia che una forte colonna austriaca stava per scendere per la valle del Fclla, col duplice scopo cli venire in soccorso del Trnutmansdorf e di cogliere a lle spalle i Veneziani ope.-anti tra G. e Gorizia. La colonna, giunta di sorpresa a Pontebba, vi aveva portato la distru1.ionc. Fu organizzata subito una colonna agl i ordini del Fosca rini, composta di albanesi, corsi e volontari friulani, d a contrapporsi a lla minaccia da N. Per Gemona, Venzone, Ch iusaforte, e Dogna, piombò l'a vangua rdia ,t Pon tebba. Gli Austriaci tentarono di resistere, ma specialmente le milizie friulane, ~manda te da Orazio di Prampcro, travolsero le difese nemiche. La cavalleria di Marca ntonio da Ma.nzano, avuto libero il passo , ca-


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Passerella a Gradisca durante la Guerra Mondial e ricò i fuggenti fino a :tvfalborghetto, t ravolgendo ogni ostacolo ed impadronendosi di viveri e munizion i. I'oi proseguì su Tarvisio, dove trovò debole resistenza negli abitanti . Tale successo incoraggiò i Veneziani ad altre operazioni. F u occupato Capor ctto per sbarrare l<1 strada del Pred ii, e qui rifulsero i C ividalesi, condotti dal provveditore Erizzo. Il borgo venne successivamente incendiato dai razzi degli artificieri del duca d i Savoia Carlo Emanuele I, alleato d i Venezia. Tale operazione diede a i Veneziani la possibilità d i discendere lungo l'Isonzo, p rendendo di roYeSCio G. e Gorizia, già impegnate di .frm1te da O. e da S. Il Trau tmansdorf, compresa la sua critica s it uazione, decise di affrontare la minaccia p iù grave, e rit irate dalla riva dr. dell'Isonzo le truppe, meno quelle del presidio di Collio e G., le sp inse sul- · la strada G orizia-Tolm ino- Caporetto. Il G iustiniani app rofittò subito dell' indebolimento della dr. <le ll'Isonzo e prese d'assalto il forte di Lucinico che si arrese quando, strèmati di forze e privi d'acqua, i difensori non poterono p iù resis tere. Par te anzi di essi trovò modo ùi s fuggire agli attaccan t i per un sentiero incustod ito. li 10 ottobre il G iustinian i eseguì una r icognizione per impadronirs i del ponte fra Gori;,;ia e Peuma, o distruggerlo. 1'fa, giunto alla villetta di Groina, .fu colp ito alle reni da tut proietti le che lo trasse a mor te ; la d istru7.ÌOne de l ponte fu esegu ita. Là morte del generale portò una cr isi .nell'esercito, e ne approfittarono- gl.i imperiali per disturbare con continue incursion i il territorio d i Venezia sull'Isonzo. I l Senato scelse, a successore- del caduto, don Giovanni De }ledici, che arrivò al ·suo posto ·d i comando il 10 dicemb re 1616, p;rtando subito vantaggi materiali e mo-

rali all'eserc ito dep,·csso coi suoi saggi provvedimenti. Chiese inoltre rinforzi, e fece sostituire il p rovveditore generale, vecchio cd infermo, al cui posto venne destinato il senatore Antonio Lando.· Questi decise col Med ici di tentare, p r ima che finisse l'inverno, l'espugnazione cli G. E molto celermente furono costruite n uove opere di for tificazione intorno alla piazza, collegandole con t rincerament i e strade coperte, così da completarne l'accerchiamento. Appena apertasi la buona stagione si pensò pure d i attaccare Gorizia, mentre distaccamenti eseguivano a7.ioni dimostrative contro il forte Stel la, su l S. l'vlichele, contro quello di S. Floriano del Collio, ~ tra Lucinico e Piedirnontc, fingendo cli voler guadare il fiume. Su· Gor izia dovevano puntare due for ti colonne, l'u na da Ronz i.na, l'altra, passato l'Isonzo a Mainizza, risalire per la sponda sr. cd unirsi alla prima. L'offensiva cominciò il 1° aprile 1617 con l'attacco dimostrativo Lucinico-Picd imonte, riuscito a perfezione, gia cchè gli Austriaci, per correre a pararlo, sgucrnirono quasi completamente il settore di Mainizza, dove pote~ agevolmente passare la cavalleria veneziana.- La seconda colonna prese facilmente Ronzina, ma in causa di un ritardo, impedì ad altra colonna proveniente da Caporetto di riunirsi alla prima, e dovette per la valle dell'I udrio scendere a Cividale. Tale 1·itardo diede modo agli Austriaci cli comprendere che l'at tacco da Lucinico era puramente dimostrativo, e lanciarono il grosso delle forze contro ì\1ainizza. Inutilmen te il Trevisan accorse colla sua colonna d a Lucinico. :Mancata la sorp resa, tu tte le ar t iglierie del forte aprirono un fuoco d'inferno. I l 1'1fedici allora ordinò di ripassare l'Isonzo, e l'azione ebbe per solo risultato la presa del forte d-i San


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Floriano. Nove giorni dopo il Medici ritentò la manovra contro Gorizia, occupando prima Peuma ed il forte dei Castagni, poi passando l'Isonzo. Ma anche questa volta gli Austriaci, pur con fortissime perdite, riuscirono a d impedire ai Veneziani l'impresa. Il 20 maggio, giunti a Monfalcone 2 rcgg. di O landesi, il Medici, approfittando di questi rinforzi, deliberò di stringere più solidamente la piazza. Bisognava impadronirsi del gruppo carsìco tra )fonfalcone e Rubbia e mentre tre colonne furono dirette, una sul S. ]l'J ichelc, una su Rubbia e quella degli Olandesi sul S. Martino, per prendere di rovescio le fortificazion i nemiche proteggenti da l Carso G. La manovra terrestre era coadiuvata da una piccola squadra navale, contro Duino. L 'operazione, iniziatasi il 1° giugno, si svolse da principio benissimo, tantochè gli Austriaci in disordine abbandonavano Goriz ia. Ma purtroppo il comando dei Veneziani non seppe sfruttare la vittoria. con un pronto inseguimento e gli Austriaci, preso animo, si rafforzarono sul parco di Rubllia e sbarrarono il passo su Gorizia. :'.\fa le artiglierie venete, con un fuoco intenso sulle trincee e su Rubbia, interdissero i la vori di ra fforzamento, e riuscirono a portare lo sgomento nei difensori anche perchè un colpo aveva ucciso il comandante Trautmansdorf, che venne sostituito da don Baldassare M aradas. Però anche nel comando veneto gli attriti fra il Medici ed il principe di Nassau, avevano portato u n momento di crisi, ed il primo s i dimetteva e veniva sostituito da don L uigi d'Este. Il 2 luglio intanto di sorpresa s i svo lgeva un'azione verso :Mainizza di colonne austriache. Scorte da un reparto còrso, fu presto dato l'allarme, e s i venne a battaglia campale. Gravissime furono le perdite d'ambo le parti; i Veneziani perdettero fra gli al tri il prode capitano da Manzano. Il comando veneziano ormai però era deciso d'intensificare gli auacchi, tanto contro G. come contro Gorizia, e il 12 settembre, dopo un'intensa preparazione d'artiglieria, fu dato l'assallo di viva forza alla cin ta bastionata d i G. Ancora una volta gli assediati, comandati dal boemo Wallenstein, riuscirono ad avere soccorsi in viveri e munizioni. I cittadini stanchi della guerra avevano fatto perven ire tuttavia un messaggio al comando veneto, dichiarandosi pronti ad obbedire a San Marco. Il comando austriaco, contrariamente al desiderio della popolazione, tentò un ultimo disperato sforzo per rompere la cerchia dell'assedio, con una sortita il '1 novembre. Ma le colonne austriache, schiacciate dagli assalitori, dovettero retrocedere, e già la piazza stava per arrendersi, quando giunse la notizia della pace conclusa da i belligeranti. Essa disgraziatamente, era stata stipulata a Parigi ff 6 settemllre 1617, d a poco accorti ambasciatori veneziani, che s'erano lasciati suggestionare dal duca di L uynes. Venezia cd il duca di Savoia 'disdissero i patti, ma il duca di Luyncs, ministro di L uigi XIII, minacciando rappresaglie contro i due alleati, finì per far accetlare le dure condizion i, fra cui quella di restituire a ll'Austria i territori già tonquistati a prezzo di sangue. II. Presa di Gradisca (Guerre della Rivoluzione Campagna del 1797). I l 19 marllO 1797, Buonaparte, deciso a non d ar tregua al principe Carlo, ordinò alle divisioni Bernadotte e Serurier d i impadronirsi d i G. che gli Austriaci avevano s istemata a d ifesa, munendola di opere campali presidiate da 4 bgl., per coprire la p ro-

pria ritirata. Mentre il Bernadotte avanzava frontalmente, il Serurier, con una marcia di fianco, occupò le alture dominanti la città dalla riva dr. del fiume, dopo aver su perato le resistenze · cl i un distaccame1rto nemico che aveva tentato d'opporsi al suo passaggio. Un primo a Ltacco della fanteria del Bernadottc fu respinto, nè migliori risultati ottenne una btr. spinta avanti a bat tere in breccia una delle porte. Ma, q u:mdo le truppe del Serurier comparvero sulla riva opposta del fiume, la guarnigione, senza speranza di aiuti e ne lla impossibilità di sfuggire, accettò l'intimazione di arrendersi. Caddero nelle mani del vincitore 3000 u. IO cannoni e 18 bandiere.

Grado. Dicesi la pos1Z1one che il mii. occupa nell'esercito. Il G. costituisce lo staio del militare. I vari gradi assieme formano la gerarchia mii. Ogni G. è uno scalino, un anello della gradazione gerarchica e impone il dovere della subordinazione verso i gradi superiori, conferendo diritto di coma ndo sopra i gradi inferiori. Ogni G. è ottenuto mediante detem1inatc norme rii nomina e d i avanzamento che sono contenute in apposite leggi dette d'avanzamento e può essere conferito con decreto, o anche senza decreto come s i airà in appresso. S i distingua l'impiego dal G.: il primo non può stare senza il secondo ; mentre il cessare dall'impiego non trae seco di cessare necessariamente anche dal grado. La perdita del G. può avvenire per le d:missioni e per la. rimozione dal grado. Incorre in quest'ultima l'ufficiale in servizio permanente effettivo o delle categorie in congedo il quale da un consiglio di disciplina sia stato dichiarato non più meritevole di conservare il G. La rimozione avviene su proposta del Ministro dcli~ guerra e per decreto reale. Viene senz'altro r ;mosso dal G. l'ufficiale cbe risulti appartenere ad associazioni, enti od istituti operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto, o i cui soci siano comunque vincolati all'obbligo del segreto. L'ufficiale in S. P. E. o delle categorie in congedo può a11che incorrere nella sospensione dal G. con provvedimento di stato. La sospensione non può avere durata inferiore ai mesi due, nè maggiore di mesi 12 . Il sottufnciale e il graduato di truppa possono perdere il grado in seguito a retrocessione. Il G. può inoltr~ essere perduto dall'ufficiale, dal sottufficiale e dal graduato di truppa mediante la pena della degradazione, che rende altresl il milita re indegno di appartenere alla Milizia. La nomina ai G. da caporale a sergente maggiore (incluso) è di spettanza dei comandanti di corpo; la promozione al G. d i maresciallo e a i vari gradi d i ufficiali· avviene per decreto reale, su proposta del ministro della guerra in base alle disposizioni delle leggi sull'avanzamento. Il G. s• manifesta con segni esterni sulla uniforme, che d :consi distin tivi. Ogni militare ha l'obbligo assoluto di portare i segni distintivi del G. che riveste. Un tempo esistevano a nche G. onorari, ed erano concess i a tito lo essenzialmente onorifico ; davano diritto all'unifomie, al titolo, a i relativi onori e precedenze, ma non all'impiego, nè all'esercizio del comando. L a composizione gerarchica · e la corrispondenza del G. degli ufficiali della R. Marina con quella del R. Eserci to è la seguente : sottotenente Guarcjiamarina tenente S ottotenente di vascello capitano T enente d i vascello


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Capitano di corvetta Capitano di fregata Capitano di vascello Contrammiraglio Ammiraglio di divisione Ammiraglio di squadra .Ammiraglio d'armata Grande ammiraglio

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maggiore tenente colonnello colo1Jnell<> generale di brigata, generale di divisione generale di corpo d'armata generale d'armala maresciallo d'Italia

bito dopo per la devaitazione subita da parte degli Uscocchi. Cinque giorni dopo la dichiarazione di guerra ali' Austria, e pr"ecisamentc il 29 maggio 1915, fu presa dalle armi italiane, e seguì la sorte della fronte carsica durante la guerra. Gli aeroplani la bombardarono 12 volte,

I vari corpi mii. della R. Marina assumono denominazioni di G. uguali a quelle del R. Esercito, facendo seguire al grado l'indicazione del corpo a cui appartengono e conservando per i gradi di generale le antiche denominazioni di maggior generale e di tenente generale. La composizione gerarchica e la corrispondenza del G. dei sottufficiali e militari della R. Marina con quella del R. E11Crcito è la seguente: Capo di 1• classe Capo di 2a classe Capo d i 3• classe 2° capo anziano 2° capo Sottocapo Comune di 1• classe Comune di 2' classe

maresciallo maggiore maresciallo capo marescia llo ordinario sergente maggiore sergente

Caporal maggiore appuntato soldato

Grado (ant. Gradus, Aquae Gradatae). Com"hne e porto in prov. di Trieste, già cospicua città della Venezia, difc~a da grosse torri e porto di Aquileia, costruito nell'estuario fra Tagliamento e Isonzo, sopra diverse isolette nella laguna omonima. Vi stazionò la flotta romana cieli' Adriatico. Finchè Aquileia fu fortezza sul confine orientale d'Italia dell'impero romano, G. ebbe importanza secondaria. 1\1a, quando cominciarono le invasioni barbariche, divenne il naturale rifug io dei profughi della grande città. Già nel 401 i Visigoti ne provocarono il primo afflusso. Quando poi Attila cinse d'assedio Aquileia, G. s'andò consolidando con fortilizi ( 452) e palizzate, e divenne in breve volgere d'anni discreta residenza di gente marinara, libera. Nel 568 l' invasione longobarda, provocò un nuovo afflusso d i profughi, e più perfetta organizzazione a difesa della cittadina, che ebbe allora il nome di « Nova Aquileia », e fu sede di un Patriarc4 . Ebbe da allora giurisdizione ù1dipendente da Aqu ileia, ma con questa città fu in conflitto armato e dovette difendersi. Nel 734 il prelato di Aquileia, Callisto, con buon nerbo di truppe si portò a G. e la mise a sacco, insieme alle isole circonvicine. Nell'800 venne assediata da Vulpcrio, e nel 940 dal duca longobardo Lupo. Nel 1026 e nel 1046 Popone vi fece due spedizioni, spogliandola di tutto. Ancora nel 1162 Voldarico, pa triarca di Aquileia, ripetè le gesta di P opone, ma G . venne vendicata dal doge Vitale Michiel II di Venezia, che corse in dt.,esa di G. battendo le truppe del patriarca, imprigiona 010· e imponendogli un tributo. Altre incursioni sul 'isola di G. vengono operate dai corsari nel 1290. Ed all'epoca dell:i guerra tra Venezia. e Genova, i Genovesi vi fecero man bassa nel 1379. Già dal XII sec. il patriarca, vistosi ogni momento in balia delle incursioni nemiche, trasferì la sua residenza a Venezia e G. poco dopo finì per perdere anche l'importanza militare-marittima, e soltanto viene ricordata nelle imprese belliche per l'occupazione fattane dag_li alleati de lla lega di Cambrai, nel sec. XVI, e su-

:\leilaglla clPlla dlfe:1a mnrill!ma di Ornclo (191!">) senza tuttavia portarle gravi danni, all' infuori di quelli ciel 4 settembre 1915 quando venne sfo1Jdata anche la chiesa di S. G iovanni. Per il suo contegno durante il lungo periodo delle ostilità, meritò la croce di guerra colla stessa motivazione espressa per quella assegnata a Brindisi.

I. Combattimento presso G·rado (875). Appartiene alla lotta di Venezia contro i pirati Narcntani. Questi, dopo di avere saccheggiato centri istriani, mossero con una flotta su G. e furono quivi affrontati da navi veneziane agli ordini di Giovanni Partecipazio, figlio del doge Orso, e sconfitti. II. Presa di Grado (17 gennaio 1814). Appartiene alle operazioni dell'esercito del vicerè d'Italia contro l'Austria. L'll gennaio, il gen. C;ivitch, che comandava le truppe imperiali d'ù1Vestimento della fortezza di Palmanova, spinse da Aquileja una ricognizione su G., bloccandola e decidendo di darvi l'assalto per prenderla di viva forza. A tale operazione destinò il cap. Benko con 200 u. del regg. S. Giorgio. Tale distaccamento, imba~catosi su 25 piccole barche, fu diretto per canali diversi, con movime.n to concentrico, su G. Ma la guarnigione del forte, venuta a trovarsi perfettamente priva di viveri, aveva pensato durante la notte fra il 16 e 17 di sottrarsi, non vista, all'ultimo attacco del nem:co. Difatti, mentre la colonna spinta in ricognizione era stata accolta dal fuoco della guarnigione e delle barche armate, il cap. Renko non riuscì a trovare anima viva, e soltanto caddero nelle sue mani due barche cariche di munizioni rimaste nel porto. Il presid io, già imbarcato nei legni armati, era in rotta per Venezia dove arrivò il 19. Grado. Cacciatorpediniere (già Triglaw · della marina austriaca) varato nel cantiere Danubius a Porto Re, entrato in · servizio nel 1916; lunghezza m. 85.28, larghezza 7,80, dislocamento tonn. 567, macchine HP. 22247, armamento cannoni 2 da 100, 6 da 66, lanciasiluri 6, S. M. 4, equipaggio 65.

Graduati. Sotto questo nome generico dovrebbero comprendersi tutti coloro che, appartenenti a ll'esercito, sono insign iti di un grado. E molti scrittori mii. cosi


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intendono la voce, includendo in essa gli ufficia li, i sottufficiali ed i graduati di truppa. Oggi però è più usata, quale voce generica che abbra€ci tutti coloro che sono rivestiti d i un grado mil. , il termiJ1e: q,ladri (V.), comprendendo, invero, sotto il nome di G. essenzialmente i sottufficiali ed i graduati di truppa, Qui ci a tteniamo a tale seconda interpretazione r estri ttiva . L'impor tanza che oggi rivestono i G . è d i gran lunga superiore a quella del passato, s ia percbè le lor o mansioni sono diventate più complesse in relazione a lla maggiore complicazione tecnica dei reparti anche minimi ed a ll'adozione di nuovi procedimen ti tattici di non facile applicazione, s ia pcrchè il tormento del fuoco cui sono sottoposti oggi' i roparti più avanzati rich iede anche nei con1andallli p ii.i umili una p reparazione spir ituale assai solida . Il problema dei G. è reso a ncor più complesso dal fatto che la mole odierna degli eserciti mobili tati richiede un numero grandissimo d i tali elementi, no .. solo per il primo inquadramento delle unità di campagna, ~a per poter successivamente fronteggiare le perdite, assai numerose specialmente nell'arma di fante,ria. Graduati numeros i, quindi, e ottimi, sia tecnicamente sia mora lrnent~ : esigenze antitetiche fra loro, perchè la quan tità è sempre assai d ifficilmente conciliabile con la qual ità. P r ima necessità che consegue, quella di una perfetta cernita degli individu i cui affidare un gram:>MSA in SI l:1

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do; seconda necessi tà quella d i una solida p reparazione nel campo deli'addestn1men to e ne l campo dello sp irito. Occorre cioè crea re de'i buoni istrutto.ri e dei buoni comandanti; ma qui si urta contro una nuova d ifficoltà, la ferma breve che 11011 consente di avere dispon ibile che un tempo assai l imitato. Nè d'altra parte sarebbe possibile, per ovv ie esigenze cli carattere finanziario e socia le, di tenere tutti G . permanenti; questi non possono essere che la minima parte della massa complessivamente occorrente, la quale è ne.,essariamente data da elementi in congqdo, tra t ti cioè dalle classi di leva durante la permanenza alle armi. La questione dei G. di leva troverà però una buona soluzione nella istruzione premilitare e ,postmilitare, che posta oggi su solide basi, consentir à d i avere, a ll'atto della chiamata alle armi, giovani già ·parzialmente addest rati, e soprattutto moralmente e spir itualmen te preparati. I G. si possono r ipart ire fo due grandi categorie se• condo che ad essi sono affidati compiti elementari d i addestramento e comando, o di ord in e alquanto più elevato, per i qual i occorra una capacità più spiccata ed una conoscenza più profonda ed estesa delle prescri~ioni e delle nonne regolamènta ri in genere: a) G. provenienti dalle cla ssi di leva e che seguono la fe rma orpinaria (caporali e caporali maggiori); b) G. tratti òa apposit i elementi assoggettati a ferme speciali (softuficia li). La ripar tizione dei G. in sott ufficiali e ·caporal i (o G. di truppa come anche comunemente sono chia-

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mati) è basata altresi sull'opportunità di distinguere color o che d i libera elezione scelgono - sia );lure temporaneamente - la carriera militare, da coloro ch e esercitano le funzioni del G. per la sola dura ta di pa rte de!la ferma, senza con trarre obb lighi speciali. Tale disti nzione trova riscoll!ro nel fatto che quanto r iflette i G. e.li truppa è di massima .fissato p er regolamento, mentre t utto ciò che r iflette i sottufficiali è - almeno nelle sue linee generali - stabili to per legge. (Per quanto )H tratto con le norme di reclutamento, di avanzamen to V. sottH/ficiali, allie1ti sottnff'iciali, allievi caporali, caporale) . G'rad11ati, nel concorso di persone (Art. 40 C. P. E ; art. 42 C. P . M . M.). Il termine G . è usato, dal legislatore, nel suo significato etimologico, e cioè di individuo fornito di grado mi litare. Comprende quindi i graduati di tru ppa, i sottufficiali e gli ufficiali. Il codice mii. dispone che il G . o i l suµeriore in comando, « quando non abbia adoperato. ogni mezzo p ossibile ll per impedire la perpetrazione dei reati di codardia, rivolta, ammutinamento, forzata consegna, vie di fatto verso sentinella, a ttacco e resistenza alla forza annata, diserzione con complotto, ribellione alla giustizia., saccheggio, an,mut inamentc;, o rivolta da par le d i prigionier i di gu erra, venga considerato re.gponsabile di correità. in tali violazioni della legge penale marziale. La pena è quella ordinaria applicabile agli agenti p r incipali del reato che da l graduato non venne imped ito.

G raduator ia. E ìenco in ordine d i grado, ma più comunemente elèn co in ordine d i classifica, derivante da esami o da concorsi per titoli . La G. è anche detta appw1to classi.fica. Al termine di c01·si particolari, o d i quelli normali che s i svolgono presso le varie scuole m ilitari, . i frequentator i vengono elencati in G. ed il posto occupato da ciascuno è segna lato al comando, co"r•J)O o repa r to cui l'allievo appartiene, perchè venga indicato nelle car te personali dell'interessato. Al termine di taluni corsi la G. ha capitale importanza anche . ai fin i della carriera.

Graere Carlo

0rallam Tomiiso

Graefe (Carlo Ferdinand o ili) . Generale medico prussiano, oriundo poiacco ( 1 i87- 1840). P rese pa.rte alle campagne del 1813- 15 contro N apoleone; nel' ·1810 era professore d i clinica chiru rgica a Berlino. Fondò la Società di chirurgia. Graffagni (Lftigi). An,miraglio, n . a Genova nel 1.844, en trato in servizio nel 1863, collocaio •in P . A. , èi 1899, promosso contrnnun'ir. riella riserva nel Ì 902. ·P rese parte a lla guerra 'del 1866 ed a quella · d' Africa 'deì


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1891. Scrisse: « Tre anni a bordo della Vettor Pisani » .e << L'educazione marin aresca dei futuri comandanti».

Graffeo (Benvenuto) . Ammiraglio s iciliano del se,colo XIV, n. d i Scia cca. Guerreggiò sotto il re Pietro d' Aragona ed ebbe da lui il comando della seconda spe,d iz ione cont ro la Sardegna. Grafite. Una delle tre for me allotropiche del carbonio; essa si trova libera in n atura, sia cristallizzata in la melle o tavole esagonali, s ia in masse compatte, amorfo, lucenti e sfaldabili. Ha colore nero grigiastro; oltre agli svariatissimi usi industriali nei quali trova larga applicazione, ser ve -))er rivestire (ingrafitamento}- i grani di polvere nera, specialmente, allo scopo di preser·varli dall'umidità. Grafometro. Traguardo a sospensione cardanica, .sistemato al disopra della rosa dei venti della bu ssola; serve per m isura re gli angoli fra la prora del!a nave e -oggetti salienti che si vedono in terraferma, oppure ,stelle fisse mo lto basse su l!'orizzonte. I l G. viene anche .-sistemato alle ali del palco di comando (plancia) e so.slitu isce spesso il goniometro nella risoluzione dei pro 'blemi di cinematica navale. Graham (Tommaso) . Generale inglese (1748- 1843). F'ece le prime armi a Tolone (1793); com battè in Ita!ia agl i ordini del Wiirmser; diresse il blocco d i Malta ( 1798-1800), battè il generale Vietar nel 1811 e fu vinto -:t Berg-op-Zoom (1814).

0ramantieri Pietro

0ramont Anton to

Gra.h.am Gerardo. Generale inglese del sec. XIX, nato nel .l831. P artecipò alla guerra di Crimea e a lla spedi_zione in Cina; poi a quella d 'Egitto ( 1881) e infine ebbe il comando in capo delle forze inglesi a Suakim ,rnntro i Dervisci (1884). - Un generale inglese To1J1aso C . ( 1842-1925) •figlio a s11a volta di un generale Giitscppe G., servì lungamente nell 'I ndia e s i distinse :.nella campagna dell'Afganistan.

Gramantieri (Pietro). Generale, n. nel 1864. Sottotenente d i fanteria nel 1882, freqyntò la scuola di guerra e divenne colonnello nel 1915. 1 P. A. n el 1916, fu promosso magg. genernlc nello stes o anno. Nel 1923 ebbe il grado di generale cli d ivis. e nel 1928 passò nell.l Tiserva. Ha scritto: « L'ufficiale moderno »; << La guerra e il socialismo>); << Caserma Nova» ; << Fuoco un ico :per la fan te1·ia >>; « Educazione nazionale militare"; <( La pace ne.I pensiero italico)) ; « La coscienza della .-guerra >>; <( Esercito e Fascismo»; ecc. ,Gramont (Anton-io). Maresciallo d i Francia (1604-

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1678). Luogotenente generale del duca di Mantova, fu fatto prigioniero nella difesa di questa città (1630) e fu libera.lo per la pace di Cherasco ( 1631). Partecipò a tutte le campagne della guerra dei Trent'anni e in.fine a. quella di F iandra nel 1667. Scrisse le sue Memorie.

Gramont Filiberto. Fr atello del p recedente (1621-1707). Combat tè all'assed io di Torino, poi in Fiandra e in Olanda, meritando gli elogi del T urenne e del Condé. Per question i di donne con Luigi XIV dovette esu lare i.n Inghilterra. Scrisse egli pure le sue Memorie.

Gran (anl. Str-igonù,, ungherese Esztergom). Città dell'Ungheria, sulla dr. del D anu bio. Cadde 11elle mani dei T urchi nel 1540. I. Assetfio di Gran (1595). Fu posto alla città dagli Imperiali. Vi parteciparono molti italian..i, e vi si distinsero I' Aldobrandino, Paolo Sforza di Santa Fiora, Nfario Farnese, Silvio Albergati, e specialmente don Giovanni de' :Medici, il quale, comandando l'artiglieria, r iu scì a smontare i pezzi dei Turchi, che furono costretti a lla resa. Ritornata in loro potere, fu r ipresa dal Sobieski nel 1683 . II. Assedio di Gran ( 1685). Appartiene a.Ila guerra fra l\uslria e Turchia. Ai Turchi premeva d i riconquistarla, giacchè punto strategicamente importante, e il gran visir Kara Iv!ustafà, con un eserc ito di circa 60.000 u ., s'avviò ad assediarla. G ià aveva inizia to le tri11cee d'approccio, quando il duca di Lorena, comandante dell'esercito imperiale, sapendo che G. era sprovvista di adeguato arma men to e d i v iveri, marciò verso la p iazza e assalì le truppe nemiche, !e quali, abbandonato l'asscl:Iio, si erano sch iera te per fargli fronte. I Turchi furono sgominati, perdendo 7.000 u. sul campo, oltre ai fe riti e prigionieri; perdettero inoltre 37 cannoni, 1.500 bom be, 16 mortai, 40 stendard i, tu tto il bagaglio. Gl i Imperia li n on ebbero che 300 morti e 600 fer iti.

Grana. Comune in prov. di Alessandria, sul torrente omonimo. Anticamente era ben fortificato, e vi esiston::> tuttora d iscreti avanzi ciel vetusto castello. Nel 1431 i! conte Francesco Sforza , duce delle truppe di Filippo Maria Visconti, mosse contro il marchese del Monferrato ed attaccò e prese G. Sulla fine del XVII sec. il principe Eugenio d i Savoia, alla testa dell'eserci to imperiale, assed iò G ., d ifesa da un presid io francese e da una squadra di contadin i, che, in una sortita, ingaggiarono un fiero combattimento colle trnppe del principe, ma vennero sconfitti e G. cadde in mano degli Imper ia li. P iù tardi il caste11o di G. ed il relat ivo terri torio fu concesso in feudo al marchese genera le F rancesco Del Carretto, per il valore da lu i dimostrato n ei servizi prestati nell'esercito imperiale. Granada. Città della Spagna ai piedi della Sierra Nevada, capol. di prov. e già capo]. cli un regno dei 1\/Iori, che vi costruirono l'Alhambra (V.}. Fu fondat, dagli Iberi, presa dai Romani, e poi d ai :Mori. I. Assed-io d·i Gra,w.da (1492). E' l'ultimo · fatto d'arme della lotta secolare fra i Cristiani e i Musulmani di · Spagna. Avendo il re di G ra nada Boabdil rifiutato di pagare il tributo di vassallaggio al re di Spagna Ferd inando il Cattolico, questi gli dich iarò guerra e nella p rimavera del 149 1, con un eserci to d i 80.000 armati pose l'assedio alla città, Questa era d ifesa da 30.000 u. ;

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GRA

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le fortificazioni erano imponenti : due cittadelle e du,: cinte di mura, con un m iglia io di torri; inoltre granòi approvvigionamenti erano stati raccolti da Boabdil. Ferdinando pertanto dovette decidersi a bloccare la piazza, ritenuta imprendibile per assalto, e fece il deserto intorno alla città, costruendo un vasto campo,,-fortificato e r igoro~amente vigilando per impedire ogni soccorso agli assediati. Questi operarono durante il lungo assedio molte sortite, sempre contenute e respinte. Ma il blocco i nfine ebbe ragione della r esistenza dei d ifensori, e il 2 gennaio 1492 Boabdil uscì dalla p iazza e cedette a Ferdinando l'u ltimo baluardo dei Mori nella Spagna.

178 ralmente cli ghisa. I Prussiani, nel 1851, usarono granate a pareti doppie, ·delle · quali l' interna presentava una superficie a forma di tante piccole pi ramidi, !e

II. Trattato di Granada (11 novembre 1500). Fu concluso tra l'erdinando il cattolico, re di Spagna, e Luigi XII, re di Francia, ed ebbe per oggetto la divis ione del regno di Napoli.

Granada (o Grenada). Isola delle . Antille, scopertJ. da Cristoforo Colombo n el 1498. F u p resa dai Francesi agli Spagnuoli nel 1650 e ai primi tolta dagli Inglesi nel 1762; dopo 6reve occupazione francese durante la guer ra d'indipendenza degli Stati Uniti d'America, tornò agli Inglesi. Presa e combattimento di Granada (6 luglio 1779). L'ammir. francese d'Estaing, disponendo di 25 vascelli, decise l'impresa di G., e, presentatosi davanti all'isola il 2 luglio sbarcò 1300 u. a l comando del col. D illon. Questi dopo un'ora di combattimento costrinse alla resa la guarnigione inglese, d i 700 u . Vennero p resi dai v incitori 102 cannoni e 16 mortai. Frattanto l'ammir. inglese Byron, con 21 vasce lli, mosse verso l'isola per soccorrerla e il 6 luglio si affacciò alla rada d i Kingston, dov'era schierata la flotta francese, che accolse. l'avversaria con vivissimo fuoco. I- vascelli di testa_i1}glesi soffrirono molto p er il fuoco nemico, e quattro di essi furono quasi disalberati. Byron portò al fuoco tutte le sue navi, ma l'isola ormai era occupata e le navi nemiche ben protette: cosicchè dovette ritirarsi. Perdite: Francesi 190 morti e 750 feriti ; Inglesi 183 morti e 340 fer iti.

Granata. Nome dato ad una palla di ferro vuota nell'in terno e che, r iempita ,di polvere e munita di una spoletta cui si dava fuoco, veniva lanciata a mano contro il nemico: lo scoppio avveniva quando la palla giungeva al segno. Sembra che l'uso 'della G . sia sta to fatto per la prima volta in F iandra nel 1588 e che l'inventore sia stato un abitante di Veuloo. Prima delle G. esistevano già le palle i ncen diarie. Il nome sembra che provenga d all'essere la palla piena d i grani di po lvere, come il pomo granato è pieno dei granelli di seme. T r-i le p rime G. si ricorda la G. reale, sorta di bomba senza maniglie, piena cli polvere, a lla quale s i d ava fuoco per mezzo di una spoletta, e che veniva lanciata da un mortaio od obice, e per lo p iù di rimbalzo: l' invenzione d i questa granata è attribuita a Bernardo Buontalenti. L'adozione dei cannoni rigati, avvenuta nel 1858, portò all'.abbandono delle granate sferiche sostituendole con quelle cilindrico-ogivali, dapprima a testa piatta, poscia. semisferica e quindi ad ogiva. Si conservò il nome di O . ai p roietti destinati a scoppiare all'urto facendo un gran numero di scheggie, mentre fu lasciato il nome d i palle ad altri proietti contenenti nessuna od una esigua carica di scoppio. L e granate ogivali furono gene-

quali stabiliva no così delle sezioni di minor resistenza nel meta llo in cui avvenivano le rottu re. Queste G. furono abbandonate presto perchè d i difficile costruzione

e furono sostituite nel 1875 da quelle ad elementi, ideate. d.ill'austriaco Uchatius. In segu ito la Casa J<rupp introdusse una (i'. ad anelli a frantumazione prestabi1

Granate a mano (l,rtncee rrancesi, 1917)

lita, la qua le fu adottata dall'Italia, dal!'Austria e d alla Spagna. S i arrivò infine alla G. moderna, la qule non è altro che un proiettile normale di ghisa o d'acciaio.


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ORA

a pareti relativamente sottili, contenente una carica di scoppio formata da polvere nera, o tritolo, o acido picrico in quantità variabile dal 6 al 10% del peso del proiettile. P er assicu ra re l'esplosione della carica la G. è munita d i un d etonatore innescato con la spoletta che funziona a percussione.

Granatello. Ant. forte sulla marina di Napoli, a circa 7 km. a oriente, triangolare, con rivellino all' ingresso.

GnA

179 -

teria. Successivamente, però, essi furono riuniti in ·reparto a sè, che fu anche detto « compagnia granatiera ». Così nel 1685, in Piemonte, vennero formati in una cp. per regg., comandata da un capitano; soltanto nel reggimento <e Guardie» essi rimasero divis i fra le cp., riu -nendosi occasionalmente. Le cp. -~(G: erano cosÙtu ite di quattro squadre che dovevano essere tenute sempre a parte. D~rante le guerre i regg. ebbero spesso due cp. G., una. per bgl., e tale ordinamento divenne stabile nel 1713. Le cp. G. sostituirono i drappelli cli « enfants perdus » sino allora impiegati e formati da solcl~ti arditi, i quali avernno cominciato ad adoperare anch'essi granate a mano negli assalti. I G., oltre il normale armamento della fanteria, avevano anche una scure ed una gibassiera. per mettervi le granate. I n F rancia le

F u considerato come fortezza d i 4• classe: Venne costruito nel 1742 dall'ingegnere mii. Lopez.

Granatier e. Cacciatorpediniere, varato a Sestri Ponente, entrato in ser vizio nel Ì907, radiato nel 1927;

secolo XVII

(0 1·anaticr i)

Secolo XVIII

cp. G. furono riunite nel 1745 in sette regg. soppressi nel Ii89. Nel 1791 si tornò al sistema delle cp. G. per bgl. che ormai avevano però perduto h particolare caratteristica di lancia tori di bombe, per non essere che truppa scelta. Successivamente si ebbero rcgg., brigate I

lunghezza m. 64,46, larghezza 6,10, dislocamento tonnellate 370, macchine H .P. 6064 ; armamento cannoni 4 da 76, lanciasi luri 3; S. M. 4, equipaggio 52.

Granatier i. La voce cominciò ad essere usata nella p rima metà del secolo XVII in F rancia ed in Piemonte, per in dicare alcuni solda ti scelti che nei reggimenti di fanteria erano incaricati di portare e lanciare granate contro il nemico, precedendo le colonne d'attacco. Nel 1667 in Francia, e qualche anno dopo in

Oranauere della Ouardta imperlo le rrancesc <1sI i!)

Secolo XVII

(Orannllcrl)

Secolo XVIU

P iemonte, furono crea ti soldati ch iamati u ffic ialmente G. e se n e ebbero in izialmen te quattro per ogni cp . di fan-

GranallHe della Ouardla im11crl,IIC fU331l ( I 014)

e d ivis ion i in tere di G. sollo il pr imo i mpero; sotto il secondo furono soppressi. Del pari soppressi del tu tto fur~in Francia i G. a cavallo, creati nel 1676 e rimasti - a traverso ,•arie vicende - sino al 1830, anno in cui furono aboliti. In Piemonte i G. rimaser o ord ina ti per cp. sino al 1816, e quando il regg. Gu ardie prese il n ome d i G. ogn i bgl. di fanteria continuò ad avere la cp. G. e solo per un breve periodo si ebbe un bgl. di G. per ogni brigata; le cp. G. nei bgl. di fanteria furono soppresse nel 1849. Anche nei regg. Dragoni dell'ant. esercito piemontese v'erano i G., in numero di SO per ogn i reggimento.


Nel l859 furono costituiti i regg. G. di Lombardia; nel 1861 i G. di Napoli ; nel 186 2 i G. di Toscana: tutti furono sciolti nel 1871, passando rispet tivamente a costituire le brigate Lombardia, Napoli, Toscana.

180 .febbraio 1793, epoca della loro for mazione, a l 1795, quaado le cp. G. r itornarono ai r ispettivi regg_ d i fanteria. I bgl. G. così fonnati furono undici, numerati da 1 ad 11 ; il solo 11° fu composto esclusivamente da cp. svizzere; gli altri furono o tutt i piemontesi, o d i formazionc m ista. Dieci dei bgl. furono ripartiti in cinque reggimen ti d i granatieri, i quali n on ebbero numerazione, ma portarono il nome dei loro comandant i : regg. Caissotti (I e III); regg. Bertone cli Sarnbuy (II e X) ; rcgg. D'Osasco, poi Batti, poi De Varax (IV e V); reggimento Pastoris, poi De Regard (VI e VII); regg. B i-

n.:;ml!era d.et Grana11cr1 ilaliani a cnv,rno ctella Rep ubbHca ita liana Ai G. sono assegnati gli inscrilli d i lcv,i che raggiungono almeno i m. 1,75 di statura.

Granat-ieri. Reggimenti (I e Il) costitui ti nel _regno di Napoli ne l 1796, e sciolti due anni dopo. Fu invece ricostituito, nel 1800, un xegg. cli G., per opera del generale r usso Borodinc, con armi, foggia d i vestire e tattica alla russa: durò sino al 1806. Granatieri Real·i. Nel genn aio 1793 fu formato, nell'esercito piemontese, un corpo di G. Reali, costituito con uomini scelti dei regg. prov incia li. Fu composto di due bgl. ed ebbe il compito dei servizi d'avanguardia e d'avamposti. Prese parte alla guerra contro la Francia

Bandlerit della brig-a1a Granallerl-Guardie ( 1814)

scaretti (VIII e IX). Questi reggimenti presero par-te a tutti i principali fatti d'arrne che si svolsero nel corso

della. campagna.

Granatìer-i d,i Sardegna (Brigata) L'origine di q uesta brigata. r isale al 1659, a llorchè il d uca Carlo Emanuele II ordinò la costituzione del rcgg. delle Guardie al quale, il 19 ottobre 1664, fu data precedenza sugli a ltri e fu considerato il primo della fanteria d'ordinanza. N'el febbraio 1799 ta le regg ., i11sierne a quello delle truppe leggere, al bgl. p ionieri ad a ap. del corpo franco, costituì la prima me4za. brigata leggera dell'esercito della nazione p iemontese. Sciolto nel 1799 ta le eser cito, furono ricostituite priina d ue cp. con militari delle Guardie e poi, nell'anno seguente, un bgl. Nel 1814 si formò n uovamen te il regg. delle Guardie che, due anni dopo, fu aumen tato a quattro bgl. ed ebbe nome di brigata

Fregio ln metallo StPrnmn 0ranaLiN'i di Sa rdegna

del 1792-96, combattendo con onore in par ecchie località. Venne sciolto nel novembre 1796.

Granatieri (Battagl-ion;), Nel corso della guerra del 1792-96 contro la Francia, le cp. di G. d ei regg. di fanteria, d'ordinanza e provincia li , piemontes i ed esteri, vennero tiiun iti in battaglioni di granatieri e poi in reggiment i, i quali sopportarono, siccome composti da soldati .scelti, il p ri1Jcipale carico delle . azioni tattiche d al ,j

Granauer i cl! Sardegna (1909)

Il


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1(;59

1751

1758

1775

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1814

1833

18-13

t'nlforrni del G1·anaticr ì di Sa rctl'gna Granatieri Guardie. Essa, nel 1831, fu ordinata su due regg., uno di granatieri e l'altro di cacciatori, costituito quest'ultimo fin dal 1744 col nome di regg, d i Sardegna, poicbè composto di Sardi, nome che nel 1816 gli fo cambiato in quello d i Cacciatori-Guardie. Nel 1848 il regg. granatieri si sdoppiò e la brigata ebbe tre regg. Il 25 aprile 1850 la brigata restò composta soltanto di due regg. granatieri e fu detta brigala granatieri; il regg , cacc iatori d i Sardegna fu sciolto nel 1852 e ripartito ne i due regg. della briga ta, che assunse per la prima volta il nome di « brigata granatieri di Sardegna». Sciolta la brigata nel 187 1, i due regg. si chiamarono 1• e 2° granatieri (Sardegna) e dieci anni dopo furono di nuovo riuniti. In virtù della legge 11 ma rzo 1926, n. 396, la brigata, che ha assunto il numero d i 21•, ha tre regg., il terzo dei quali fu costituito il IO novembre 1926 dai due preesistenti, che fornirono un bgl. ciascuno. La brigati\ partecipò alle seguenti campagne: 1672, 1690, 1695-1696, l iOl-1702, 1703- 17 12, 1718- 1735, J742I i48, 1792-J 796, li99, 1800, 1815, 1848-1849, 1855, 1860-1861, 1866, 1895-1896, 1911-1912. Nella campagna del 1860, pe.r la presa di P erugia (14 settembre) entrambi i regg. meritarono la mcd. d 'argento, e per la conquis ta di Mola. di Gaeta (4 novembre) il 1° g rana tieri ebbe la m edaglia d'oro ed il 2° quella d'argento. Durante la guerra italo-ausLriaca la brigata scrisse altre nobili pagine di eroismo. Il suo battesimo di fuoco lo ebbe n ei g iorn i 8 e 9 gi ugno I 915, ne i qua li il 1• rcgg. si acca nì c:outro le posizioni nemiche a sud d i Selz Cil'!onfalcone). 11 30 di detto mese tutta la brigala si lanciò contro le quote 85 e 121 di Monfalcone che il nemico aveva. tenacemente apprestate a difesa e dopo successivi cruenti tentativi, il 10 agosto occupò la seconda delle due quote. Nell'ottobre 1915 comba ttè a l M. Sabotino e nel novembre ad Oslavia, strappando al nemico la dorsale di q. 188. Il 29 marzo 1916 la brigata respinse un forte attacco nella regione di Oslo.via. Fatt:,. accorrere sugli altipiani per l'offensiva nemica del giugno, ebbe il compito di sbarrare il passo all'invasore

nel tratto M. Cengia - 211. L emerle. In dette posizioni, in Val Canaglia, a Cesuna ed a )fagnabosehi, la brigata si prodigò con ammirevole tenacia contro le preponderant,i forze avversar ie che furono arrestate. Dopo la conquis t.t di Gori,da, (8 agosto 1916) la brigata fu lanciata, nell'agosto s tesso, contro le posizion i del N ad Logem ove raggiunse la q. 187 e proseguì contro il Veliki Hriback ed il Pecinka. Il 15 settembre il IY battaglione del 1° rcgg. occupò l'altum di S . Grado di Mcrna catt urandovi 800 difensori. Durante la 10° bat-

OranallCl'I Cli Sa r degna ( I 028) taglia dell'Tsonzo ( 12 maggio - 8 giugno 1917) la brigata fu raccolta nel'a zona M. Sci Busi-Redipuglia e combattè valorosamtnte fino all'ottobre, allorchè, sferratasi l'offen s iva austro-tedesca, ripiegò, opponendo al nemico successive resis tenze, sul Cormor, su l Tag liamento, sulla Livenza, sul Monticano e sul Piave, ove giunse il 9 novembre. Fino a metà marzo fu schierata su! Piave, ove, dopo una breve permanenza prima nella zona d i Pastrengo-Busso leno e poi in Val Lagarina, ritornò, ed il 2 luglio con a rdita azione cli sorpresa avan-


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GRA

zò dalla Piave Vecchia alla Nuova, e, contrattaccata dal nemico, seppe resistere nella 7.ona fra i due Piave. Nella battaglia di Vittorio Veneto lanciò il 1 ° regg. all'inseguimento del nemico ed alla data dell'armistizio la brigata raggiunse S. Giorgio d i Nogaro.

Medaglia del Granauerl di Sardegna

Il valoroso contegno della brigata granatieri di Sardegna in guerra, oltre ad essere per ben sei volte citato s ui bollettini di guerra del Comando Supremo (nn. 181 374-819-896-909 e 968) le valse la concessione di una medaglia d'oro e di una d 'argenlo a ciascuno dei regg. con le seguenti motivazioni: Alla bandiera del 1° regg. granatieri di Sardegna (medaglia d'oro): cc Con grandi sacrifici d i sangue e con ins igni atti d i valore scrisse nel Trentino fulgide pagine di storia, contra.s tando per più giorn i, sulla fronte Monte Cengio-Cesuna, il passo al nemico che tentava di sboccare nella pianura Vicentina (22 maggio - 3 giugno 1916). Sanguinosamente conquistò formidabili posizioni nemiche, difendendone con tenacia sovrumana il possesso, pur con for_ze assottigliate dalla lotta. Ritirato dalla prima linea da meno di un giorno (19 ore), nuovamente vi accorreva per respingere un riuscito minaccioso contrattacco nemico, e gittandosi ancora nella lotta con abnegazione sublime, riconquistava definitivamente, in m ischie convulse, le tormen tate posizioni. NelJ'iatera. campagna rinverdì di novella gloria le fiere tradizioni dcj granatieri di Sardegna>> (Carso: Regione Fornaza, quota 24l, 23 maggio - 7 giugno 1917).

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(Carso: R egione Fornaza, quota 241, 23 maggio - 7 giugno 1917). Alle bandiere dei reggimenti della brig~ta granatieri di Sardegna (1nedaglia d'argento): « Durante più di un anno di guerra (giugno 1915 - agosto 1916) segnalandosi a Monfalcone, sul Sabotino, ad Oslavia, sull'altopiano Carsico, hanno ognora mostrato di esser degni delle secolari tradizioni >>. Inoltre il corpo sanitario del 2° ;-egg. gu(ldagnò nella presa di Perugia la med. di bronw. E il 1" regg. è fregiato anche di med. d'argento di benemerenza per il terremoto del 1908. Le perdite della brigata nella guerra mondiale ammontarono a 6537 morti, di cui 231 ufficiali, e 13485 feriti. Furono distribuite ad appartenenti alla brigata 11 medaglie d'oro, 631 d'argento e 690 di bronzo. L e mostrine della brigata consistono in a lamari d'argento. La festa del 1° e 2° regg. è il 24 maggio, anniversario cleJJa battaglia sul Carso del 1917.

Associaz,:one Naziotu;le fra i Granatieri di Sardegna. Ha il proposito « di mantenere viva nel cuore d-i tutti ·i Granatieri d'Italia, la fiamma granatieresca, il culto delle antiche tradizioni, l'amore a rdente alla Patria ed a l Re, la perfetta osservanza delle leggi, nonchè lo spirito d i fraterna solidarietà 11ato e rafforzato all'ombra delle vecchie e gloriose bandiere». I G. in congedo ammontavano nel 1927 a 100.000.

Gran B r etagna_ L'Inghilterra propriamente detta comincia ad avere una storia certa dall'epoca di Cesare e dalle due brevi ·spedizioni da esso condotte (55 e 54 a. C.) contro i Celti B ritanni che l'abitavano. Ma la

Antiche band iere inglesi

vera conquista di es$a fu iniziata solo da)l'imperatore Claudio ( 43 d. C.) e compiuta nel 53, dopo aver vinta la tenace resistenza che per 9 anni aveva opposto il capo bretone Caractaco. Successivamente il dominio ro-

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FEl rIfffi Ci rI tt1

uanuca diana del Granaueri-Guaru!e

Alla bandiera del 2° reggimento granatieri di Sardegna (medaglia d'oro): « Con grandi sacrifici di sangue e con insigni atti di valore scrisse nel Trentino fulg ide pagine d i sforia, contrastando per più giorni, sulla fronte }>'I. Cengio- Cesuna, il passo al nem ico che ten tava di sboccare nella pianura Vicentina (22 maggio .3 giugno 1916). Sanguinosamente conquistò formidabili posizioni nemiche difendendone con tenacia sovrw11ana il possesso, pur con forze assottigliate dalla lotta, dando mirabile esempio di abnegazione e di sublime spirito di. sacrificio. Nell'intera campagna rinverdì di novella gloria le fiere tradizioni dei granatieri di Sardegna •>

Antt-che bandiere Inglesi

mano si estese alla Scozia meridionale sotto Agi·icola, che, nella battaglia dei Grarnpiani, o cli Stone- H a ven (84 d. C.), sconfisse Galgaco duce dei Caledoni ; ma non pare si estendesse all'Irlanda, che rimase celtica, n è alla Caledonia occupata dai Pitti e dagli Scoti. Abbandonata dalle armi romane sotto Onorio (410), l'Inghilterra fu continuamente assalita dai Pitti; oride i Britanni chia-


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VRA

marono in a iuto ( 449) le tribù germaniche dei Sassoni, le quali, respinti gli invasori, a poco a poco si stabilirono nell'isola costringendo quelli per la cui difesa erano accorsi o a sottomettersi, o a rifugiarsi nel paese di

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cugino, portò di là in Inghilterra lingua, usi e costumi francesi. Morto Edoardo senza figli, il Witan, o Gran Consiglio, elesse a re Aroldo (Il) conte d i Kent ; ma il duca Guglielmo di Normandia allegando la p romessa, fattagli da Edoardo, di lasciargli in eredità il regno, sbarcò su Ile coste del Sussex con forte esercito ed ottenne a Senlac Hill presso Hastings sul competitore una

Antlclle bandiere 1ngtcs1

Galles o nell' Armorica. Raggiunti dagli Angli, tribù della lor medesima schiatta, i Sassoni formarono con essi, verso il 582, sette regni (Eptarchia); e poichè gli Angli presto primeggiarono per vastità di territorio e per potehza, essi finirono col dare il nome al paese (England). La Scozia settentrionale, il Galles e l'Irlanda rimasero immuni da ogni invasione e celtici. Le continue guerre sorte fra i sette regni determinarono, a lungo andare, l'assorbiment,o dei più deboli dai pfo forti; finchè Egberto, re di Sussex e Wessex, vinti i rivali, si fece assoluto signore di tutta l'attuale Inghilterra, eccetto il Galles (827). Nei due secoli seguenti, gli Inglesi furono soggetti a lle invasioni dei Danesi, i quali fin dal 787 avevano cominciato a disertarne le coste; e, malgrado fossero più volte sconfitti da Alfredo il Grande e dal suo nipote Ateista.no, che per primo si intitolò re d'Inghilterra, essi reiterarono i loro assalti, nè valse l'oro ad allontanarli, nè valse una strage fattane ( 1002) dal re Etelredo (978-1017}; ché assetati di vendetta, piomba1·ono sull'Inghilterra, guidati dal loro re Sveno, e se ne impossessarono. Il figlio e successore cli Sveno, Canuto, compì l'opera parterna e raccolse sul suo capo le corone d 'Inghilterra, Danimarca, Svezia e Norvegia. Ven-

Fanteria tng-tese del secolo XVIII clamorosa vittoria (14 ottobre 1066) che gli valse la corona e il titolo di Conquistatore. Egli favorì i suoi fidi seguaci normanni a scapito dei possessori inglesi, dando a que lli i domini di questi e instaurò in Inghilterra

AvloLOrl lngtcsl (1929)

Truppe IOl!'ICSI in llalla (1918) tiquattr'anni durò il dominio danese (1017-1041); ma, sei anni dopo la morte di Canuto ( 1036), la di.nastia anglo-sassone ritornò sul trono inglese col figlio di Etelredo, Edoardo il Confessore (1041-1066) il quale, avendo prima vissuto alla corte del duca di Normand ia, s uo

il feuda lismo (1085). Morendo nel 1087, lasciò la corona inglese al suo secondo figlio, Guglielmo, e al primo, Roberto, che gli si era ribellato ma poi aveva otten uto il perdo.no, il ducato di Normandia. Da ciò sorse guerra tra i due fratelli ; ma Guglie lmo ne uscì vinc itore e poi, approfittando della lontananza di Roberto recatosi alle crociate, si impadronì della Normandia ( 1096). Gli succedette suo fratello Enrico, terzo figlio del Conquistatore, il quale, lusingando i baroni, ottenne ch'cssi lo acclamassero re a pregiudizio del maggior · fratello Roberto, che invano gli contese la corona e, vinto a Tinchcbray (1106), finì la su~a in pr igionia. Enrico ebbe regno felice e gucneggiò con fo,-tuna sia contro i conti d'Angiò e di Fiandra, sia con Luigi VI di F rancia che fu da lui battuto a BrenneviUe ( 1119). Gli succedette (1135) malgrado che avesse lasciato la


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GRA

corona al la figlia J\,faud, un nipote, Stefano di Blois, che col favore dei nobili e del clero si fece eleggere re e sconfisse nella battaglia degli Stendardi (11 38) il re di Scozia D avicl I accorso in aiuto della nipote Maud; tuttavia questa p rese la sua rivincita a Lincoln ( 1141) e riebbe la corona; per poco, ché il suo carattere altero spiacque ai soggetti che la costrinsero alla fuga . Suo figlio Enrico, natole dalle nozze con Goffredo, det to Plantageneto, figlio di Folco V re d i Gerusalemme e conte d'Angiò, scese a llora (J152) in Inghilterra per reclamare il trono, ma presto si accordò con Stefano, il quale lo adottò per figlio e lo dichiarò suo successore. Due ann i dopo, Stefano morì ed Enrico (II) d iede origine a lla dina stia dei P lan tageneti; egli ebbe in sue mani, oltre l'Inghilterra e il ducato d i Normand ia, anche la Turena e l'Angiò ereditati dal p adre e la parte sud- ovest della Francia avu ta in dote dalla moglie E leonora cl' Aqu itania. Enrico II conquistò anche buona parte dell'Irlanda. Questa terra, abita la da gente celtica, druidica fino al IV secolo e poi cristian a, era, all'epoca in cui la s ua storia divien certa, d ivisa in più reami in-

Corazzata tngJese Black Prince (sce. XIX) dipendenti. I Danesi nell'VIII e I X secolo la invasero, ma ne furono un a prima volta (994) scaccia ti d a 0' Brien re del l\,fonster e una seconda volta e definitiva" men te dallo stesso che nel 1014 s'incoronò re d'Irlanda. i\fa, dopo di ·1ui, aspre guerre sorte fra i vad re insanguinarono il paese; sicchè, quando Enrico II, chiamato in soccorso da uno di essi, il re del Leinster, venne in Irlanda (1171), gli fu façile sommetterc la parte meridiona le dell'Isola . Ad E nrico II, morto cl i crepacuore per la ri bellione de i figli (1189), succedette il terzo di questi, R iccardo Cuor di leone, essendo i due maggiori morti p rima del padre. I) nuovo re p rofuse ricchezze per par tecipare alla 3• crociata. Ritornato in patria dopo molte fortunose vicende, gli riusci di riacquistar la corona che durante la sua assenza eragli s tata usurpata dal fratello Giovanni Senza T erra; e, recatosi in Franc ia per difen dere la Normandia contro re Filippo Augusto che mirava ad impossessarsene, lo battè a Frétéva l ( 1194); e là, cinque anni dopo, mentre assediava il castello di Cha.lus nel Limosin o, perdeva la vita. Il malcon tento, suscitato in Inghilter ra dal cattivo governo e dalle imposte causate dallo sperpero e dalle avven ture di R iccardo, si accrebbe sotto il suo successore, l'ipetto e debole Giovanni Senza Terra, il qua:Je per affcrral'c lo

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scettro, erasi delittuosamente sbarazza lo d 'un suo nipote a cui per d iritto spettava la successione. Ed essendosi in favore d i questi dichiarato l'ilippo Augusto e altri_ principi, Giovan n i fu da essi spogliato di tutti i feudi francesi. Con la sua infelice lotta col papa e con la sua ignobile dedizione ad esso, coi gravami imposti a l popolo, coi privilegi largi ti ai suoi favoriti e coi rovesci sofferti nella guerra mossa, in unione con l'imperatore Ottone IV e col con te di f iandra, contl'O Filippo Augusto e nella quale le anni inglesi furono battu te da quelle francesi a Bouvines (1214), G iovanni eccito talmente contro sè gli animi dei baroni, che questi lo ca.strinsero a emanare quella « Magna Charta Jihertatum JJ che, garantendo la libertà personale, regolando i rappc,rti feudali, dando alla nobiltà e a l clero il d iri tto di approvare la riscossione delle imposte ed assicurando al tre franchigie a l popolo, fu la base della còstituz ione inglese e il germe del s istema rappresen tativo. Ma G iovanni non serbò fede alle concessioni fatte; onde i baroni insorsero contro di lui e chiamarono in loro a iuto Luigi figlio del re d i Francia e marito d'una n ipote di Giovanni. La morte d i questi (1216) cangiò l'animo dei baron i che, fatti accorti del per icolo cl i cadere nel dominio di Francia, quando Lu igi fu sbarcato con un esercito nel Kent, g li s i mossero contro e lo sconfissero a Lincoln costringendolo a ritorna r sui suoi passi. La corona fu data (1216) ad Enrico III, figlio di Giovanni, che, non meno vile e debole d i questi, tentò invano d'invadere la Francia per riacquistare i possessi perduti dal padre e, vin to a Taillebourg e a Saintes, tornò scor nalo in Inghil terra (1242), d ivenendo, per ciò, per la sua preferenza verso gli stranieri e per la su a sleallà nell'osservare i patti giurat i ài baroni, oggetto dell'odio e del disprezzo dei suoi sudd iti che ali~ fi'ne gli si ribellarono e sotto Simone di Montfor t conte di Leicester gli infl issero una grave rotta a Lewes nel Sussex facendo p rigioni lui e suo figlio Edoardo ( 1264) . :Vl:a questi, liberatosi di prigionia, armò un nuovo esercito e, sbaragliati i ribelli a Evesham ( 126S), r i,Rose il padre sul trono . Du rante la prigionia del re, il J\fontfort convocava il primo parlamento raccogliendo in esso non solo i baroni laici ed ecclesiastici, ma anche i rappresentanti, scelti ~al popolo, della città e v ille principali. I Enrico III moriva nel 1272. G li succedeva il figlio Edoardo I che ripose ord ine nello Stato, aggiunse nuove buone leggi a q uelle esistenti, e conquistò (1282) il Galles sempre irrequieto. Egli tentò p arimen te di impossessarsi della Scozia. Questa terra, la cui storia esce dal regno leggendario solo al I X secolo, era allora abitata dagli Scoti e dai P itti, originarii i primi dall'Irlanda e i secondi dalla Gozia. N cll'833, K ennet Macalp ine r iu niva i due popoli sotto il suo scettro e fu ;] primo vero re di Scozia . Dei suoi successori, è a segna lare Malcohn III, figlio dell'infelice D uncano assassinato nel 1040 eia Macbct il quale, usur pato il trono di Scozia, regnò 17 ann i finchè Malcolm, aiu tato da Edoardo il Conf essore, sconfittolo ed uccisolo in batta.glia a Lumphanan (1057), riebbe la corona paterna. Dei suoi tre figli, cbe gl i succedettero, il pitt giovine, David I combattè senza fortuna (battaglia degli Stendar d i) per Maud sua nipote contro Stefano di Blois, ma ottenne dal suo avversario, per trattato, il Cumberland e il Northumberland. Da questo momento, la storia della


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Gn.A

Scozia si intreccia con quella dell'Inghilterra, poichè quelle due province. non solo diedero origine a contestazioni e a lotte fra i due regni, ma spinsero i re d'Ingh ilterra ad accampare d iritti di vassallaggio sulla Scozia. Alessandro III, che regnò da l 1249 a l 1286 e elle sconfisse i Normanni infestanti la Scozia, essendo morto senza lasciare eredi, una sua nipote, :-.Iargherita, gli succedette. Edoardo I d'Inghilterra concepì il disegno di da1·Ja in isposa al p roprio figlio e riunire così le due corone; ma la prematura morte della giovine regina ( 1290) sventò tale progetto e fece pullulare varl competitori alla sua successione, quali i Bruce, i Balliol e gli Stuart. Edoardo I allor3: s'impose come arbitro fra i contendenti e da pr ima favorì un Balliol, poi lo detronizzò per teners i la corona d i Scozia; ma presso Stirling-Bridge ( 1297) fu sconfitto dall'eroico Guglielmo Wallace, capo degli Scozzesi sollevatisi, il quale però nel seguente anno venne battuto a Falkirk e per tradimento dato in mano agli Inglesi che lo misero a morte ( 1305). :--rei 1306, un Bruce, Roberto I, veniva incoronato re di Scozia. )fon dando tregua agli inglesi li espelleva dalla sua terra e finalmente, con le segnalate vit torie d i Bannock burn (1314) e d i Blackmore ( 1321) consegui te su Edoar do IT, succeduto a Edoardo I nel 1307, costringeva il Parlamento inglese a riconoscere l'indipendenza della. Scozia (1328). Nel frattempo (1315) egli inviava il fratello Edoardo a liberare l'I rlanda che, solo in parte, sogge tta all'I nghilterra, I ne sopporta va il giogo; ma l'impresa, benchè iniziata. con fe lici successi, andò fallita poichè da ultimo Edoardo llrucc venne battuto cd ucciso presso D undalk ( 1318). Edoardo II fu re debole e disso luto; il suo mal governo, i suoi vizi, le sue disavventure militari eccitarono in Ingh ilterr a un enorme malcontento e la stessa sua. consorte, Isabella di Francia, si volse contro di lui. Costretto a fuggire, ritentò im·ano di riacquistare il trono, fu fatto prigione e assassjnato ( 1327). Edoardo III, s uo figlio, e s uccessore ( 1327-77), portò le armi contro la Scozia per sostenere i diritti dei Balliol e alla battaglia di Halidon Hill ( 1333) disfece il re David II, succeduto al padre R oberto I nel 1329, e lo privò del trono. David II tentò ricuperare i perduti domint, e, men tre Edoardo III, agognan te a riunire sotto il suo scettro Inghilterra e Francia e qui sbarcato con u n esercito, sconfiggeva i Francesi a Crécy ( 1346), egli invase l'Inghilterra. Vinto e fatto prigione a Nevil's ·Cross (1346) dagli Inglesi comandati dalla regina F ilippa, morì nel 1371 lasc iando la corona. a Roberto (II) Stuart suo nipote, che fu il capostipite deila dinastia di questo nome. Edoardo III intanto conquistava Calais ( 1347), e, alcuni anni dopo, il Principe Nero, figlio di lui, inniggeva nuova sconfitta a Poiticrs (1356) a l re Giovanni di Franc ia e lo traeva prigione in Inghilterra. ),fa negli anni successivi la maggior parte delle conquiste fatte in Francia dagli Inglesi andarono perdute, ed alla morte d i Edoardo III (1377) non rimanevano in loro potere che poche piazze. Due figli di Edoardo III, Lionello e Giovanni, davano origine rispettivamente alle case di York e di Lancaster, che, più tardi, con le loro contese per la corona dovevano far spargere tanto sangue britanno. A Edoardo III, essendogli premorto il P rincipe Nero, succedette il figlio di questi, R iccardo Il, che, de-

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bole, incapace e vano, si attirò l'odio e il disprezzo deh baroni e del popolo e li eccitò a ribellione. ?\e approfittò il Duca di Lancaster che, menlrc Riccardo era in I rlanda a reprimervi una rivolta, lo fece deporre (1399) e, non lenendo con to del diritto di smcessione pertinente a un Ruggero )Iortimer discendente di Edoardo III, assunse la corona col nome di Enrico IV, conli 11ando Riccardo in una prigione e facendo,·elo morire. Duran te il regno di Riccardo II, gli Scozzesi sotto il loro re Roberto Il, ruppero guerra all'Inghilterra e ne sconfissero le arm i a Otterburn ( l388), dopo d i che la pace fu conclusa. Anche Enrico IV do\'etle lottare coi nobili sempre· irrequieti e complottanti a d anno ciel potere regio; e·

ma

Jnl'r Or-i uJore i nglese Pow err111 (sce. XIX)

quando essi, aiutati da Scozzesi e Gallesi, mossero contro di lui con forte esercito, egli li debellò a Shrcwsbury ( l403). li figlio Enrico (V), succedutogli nel 1-113, rip rese hL guerra con la Francia dilaniata da intestincd iscordic, e, traversata la 1Vlanica con 30.000 u.; prese Honllcu, e ad Azincourt (14 15), baltè un esercito francese assai più numeroso del suo. D opo una tregua biennale, le ostiliti, ricominc iarono nel 1418 ed Enrico, proseguendo ne i prosperi s uccessi, concluse con la regina I sabella, moglie del re Carlo VI di Francia, quel tra ttato di Troyes col quale la successione al trono di Francia era assicu rata al re d'Inghilterra a danno de!lo stesso D elfino (1420). Due anni dopo, Enrico V moriva lasciando ered e della coro,;a un bi mbo d i 10 mesi che fu poi Enrico VI. Una reggenza fu costituita, e· durante la medesima gli Inglesi, con le vittorie di Cravant ( 1423) e di Verneuil ( 1424), fecero n uovi progressi in Francia; ma questa fu salva per opera d i Giovanna d 'Arco, sicchè ad essi, dopo parecch ie sconfitte, a Mon-


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GRA

:targis (1427) , a Orléans (1429), a Parigi (1436) e alirove, non rimase che Calais (1453). Durante il regno di Enrico VI, l'Inghilterra fu anche .straziata dalla guerra delle << Due R ose ll, fra la casa di Lancaster (rosa rossa) salita al trono con Enrico IV e !a casa d i York (rosa bianca) che riputavasi leisa da!lla ..rivale nei suoi d iritti alla successione. Nel 1450, Riccardo, duca di York, mosso dal malconten to serpeggiante nel paese per la disastrosa guerra in F rancia e -per la demenza del re, levò lo stendardo della r ivolta. Vittorioso a Saint Albans (_1455), ove Enrico VI fu fatto prigione, e a N orthampton nel 1460, fu in questo stesso anno battuto a Wakefield dalla regina Mar_gherita e vi perdette la vita. La lotta fu continuata da suo figlio Edoardo che, impossessatosi d i Londra, vi si fece proclamare re col nome di Edoardo IV (1461) e sbaragliò a Towton a Mortimer's Cross (1461) e ad Hexham (1464) i lancasteriani. E nrico VI potè tuttavia riafferrare il trono ( 1470); ma Edoardo IV, r itor·nato in armi a Londra, battè a Barnet (1471) il conte d i Warwick capo delle truppe regie e a Tewksbury (1471) la regina Margherita e alla fine rimase in pos,sesso della corona . L'infelice ed eroica regina fu confinata ~ella torre di Londra col figlio Edoardo e questi ;poco appresso fu fatto ·assassina re. Il re E nrico VI sopravvisse pochi giorni e si spense nello stesso anno 1471. Edoardo IV portò poscia le sue armi in Francia per

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lnCl>OClalore lng-lése AmelhYSI (sec. XX) .sostenervi Carlo il Temerario, duca di Borgogna, conct,ro Luigi XI ( 1475), ma q uesti seppe allontanarlo con l'oro. Morto nel 1483, il figlio dodicenne, Edoardo V, .che doveva succedergli, fu posto sotto la tutela d i suo .zio R iccardo duca di G loucestr , i) quale, ambizioso di rr.gno, lo fece assassinare e si impadronì della corona (Riccardo III) ma non potè a: lungo serbarla, chè ·contro d i lui una parte della nazione chiamò al .trono En rico Tuclor conte di Richmond, della casa di Lancaster. •Questi, dal la Normandia ove viveva sotto custodia, riusd a sbarcare in Inghilterra, e, sconfitto a Boswor th Field (1485) Riccardo III , che vi !asciò la vita, assunse la corona col nome di Enrico VII; e, sposando Elisabetta erede d ella casa di York, pose fine alla lunga e sangui11osa contesa delle Due Rose e diede or igine 1 ✓ alla d inastia dei Tudor. Sbarazzatosi con le armi di a lcuni pretendenti, egli lasciò al suo figlio e successore Enrico VIII (1509) un p ingue erario, un paese prospero e l'autorità. regia çonsolidata. Dando poi la propria figlia Margherita in moglie a G iacomo IV re di Scozia egli rendeva possibile p iù tardi l'avvento degli Stuart a l trono d'Inghilterra. Enrico VIII s i lasciò trarre nella lega che Papa Giulio II formò contro Luigi XII •d i F rancia; ma, benchè le sue •a rmi fossero vittoriose a ·Guinega te (1513) e a Thérouanne (15 13), egli doveva

186 ritorna.re in· Inghilterra per rintuzzare un attacco mossogli da G iacomo IV d i Scozia, che, salito a l trono nel 1488, a l pari dei suoi predecessori accampava pretese sul trono inglese. Ma a Flodden F ield (1513) gli Scozzesi soffrivano una decisiva sconfita e Giacomo IV vi lasciava la ·vita. Enrico VIII s i intromise nel conflitto fra l'imperatore Carlo V e il d i Francia Francesco I; ma, beachè a lleato di questi, gli dichiarò guerra ( 1544) occupando Boulogne che però venne restituita nel 1550. Durante il suo regno, l'Inghilterra si staccò dalla Chiesa cli Roma, conservandone il dogma ma sostituendo a lla supremazia pontificia quella del re. Dopo di lui, regnarono brevemente il figlio Edoardo VI ( 154 7- 53) e la figlia Maria (1553- 58) ; questa volle riconciliare l'Inghilterra col papato e inferocì sui protestanti; sposatasi con F ilippo Il di Spagna, lo aiutò nella guerra contro la Francia perdendovi Calais ( 1558). Morta Maria, le succedette la sorellastra Elisabetta (1558-1603) la quale r iaffermò e riorganizzò la Chiesa anglicana e se ne fece c,apo, ma si macchiò della mor te d i Maria Stu art, figlia del re G iacomo V d i Scozia, che ir,nprudentemente s'era proclamata regina d'Inghilterra avendone qualche diritto. E lisabeta, ge_losa di lei che la superava in bellezza ed era cattolica, le sollevò contro gli Scozzesi, la attirò irr Inghilterra ove la tenne per lunghi anni prigionier a e la fece infine dannare nel capo (1587). Il re Filippo II, col pretesto di vendicare l' infelice regina, mosse guerra all'Inghilterra ch'egli mirava ad annientare; ma la flotta a ciò da lu i inviata (Invincibile Armata) fu d ispersa dapprima dalla tempesta e poi dall'ammiraglio inglese Drake (1588). A sua volta, Elisabetta sostenne i Paesi Bassi e il re Enrico I V di Francia contro il re di Spagna, e, repressa la r ivolta che questi le aveva suscitato in. I rlanda, compì la sottomiss ione d i quest' isola (1603). La grande regina moriva senza figli lasciando l'Inghilterra come non mai prospera e potente. Durante il suo regno, intrepidi navigatori portarono la band iera inglese nei lidi più lontani e fu fondata la Compagn ia delle Indie orienta li (1599) che di queste nel 1601 iniziò la colonizzazione.

re

Per designazione di Elisabetta, il trono fu dato al figlio d i Maria Stu art il re Giacomo VI di Scozia, che 1 ne aveva diritto per essere nipote d i Giacomo IV e di Margherita figlia di Enrico VII. Il nuovo re, riu nendo in sè le due corone, assunse il nome di Giacomo I (1603-25). Fu in continua lotta col parlamen to e perseguitò accanitamente i puritani, costringendo buon nurneJ·o d i questi ad emigrare nell'America sette11trionale, nella quale cominciarono a fondare quelle colonie che furono il nocciolo degli Stati Uniti. Ca.rio I , succeduto al padre Giacomo I , col tentar di eludere il controllo del parlamento provocò una guerra civile dalla quale uscì vinto, specialmente per opera cli O liviero Cromwcl l, capo del partito parlamentare; questi, secondato dall'armata, dalle città e contee più popolose e dagli Scozzesi, sconfisse le truppe regie a Newbury (1643-44), a Nanhvich e a Marston Moor (1644), a Naseby ( 1645), a Preston (1648) e fece giustiziare Carlo I ( 1649); poi represse spietatamente una rivolta in I rlanda ; ed essendosi il figlio d i Carlo I, Carlo II, accorda to con gli Scozzesi cd a"anzato con questi in Inghilterra per riafferrare il trono, gli mosse contro e lo battè a Dunbar e a Worcester (1651) costringendolo a rifugiarsi in F rancia.


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Cromwell, fattosi proclamare dai suoi soldati «. Lord protettore» (1653), governò con ferrea mano in onta. ai parlamenti non abbastanza a lui docili, umiliò l'Olanda, tolse alla Spagna la Giamaica e acqu istò Dunker~ue. Sotto di lui, l'Inghilterra divenne potenza di primo ordine, ovunque temuta e ricercata d'amicizia. Malgrado ciò, egli non raccolse che odio, cospirazioni e insurrezioni ; onde, alla sua morte, l'anarchia si sfrenò, nè la debole autorità del figlio suo Riccardo, che gli succedette nel potere, valse a domarla. Il generale Monk, per evitare nuove guerre civili, pensò che niun mezzo fosse migliore di quello di ridare il trono agli Stuart legittimi sovrani e, mossosi con le sue soldatesche su Londra, convocò il parlamento che ristorò la monar-chia e chiamò a regnare Carlo II (1660). Il nuovo re vendette per denai·o Dunkcrque alla F ran-cia, stornò le somme votate d al parlamento per la guerra d'Olanda, lasciò che la flotta di questa rimontasse il Tamigi ed ardesse l'armata inglese, e si abbassò fino a patteggiare la propria amicizia con Luigi XIV, accettando da questi un'annua pensione. L'opposizione sempre crescente del parlamen to, in cui si erano costituiti j d ue partiti dei « Tories », o conservatori, e dei « Whigs », o progressisti, e le continue agitazioni e persecuzioni a c ui dava luogo la lotta tra cattolici e protestan ti, resero assai torbido il regno di questo monar-ca. I l fratello suo, Giacomo II, che gli succedette nel 1685, nulla avendo appreso, al pari dei suoi predecessori, dalle trascorse vicende e bramando regnare senza freni costituzionali e restaurare il cattolicismo, spinse la nazione sdegnata a invitare il principe Guglielmo <.l'Orange, Statboldcr d'Olanda e marito d' una figlia di Giacomo II, a scendere in Inghilterra per abbattervi gli Stuart e sostituir loro una dinastia protestante. Il vecchio re fuggl in Francia ( 1688) e G ugliclmo (III) fu assunto a l trono insieme con la consorte :Maria ( 1689). Sotto di lui, l'Inghilterra si fece anima della res istenza contro la politica egc:moniça d i L uigi XIV e accedette alla Lega di Augsburg costituitasi contro questi; le franchigie popolari e il governo costituzionale furono consolid a ti e la libertà religiosa assicurata. Un tentativo, compiuto da Giacomo II con l'aiuto del re di Francia per riprendere la corona, fu frustrato da Guglielmo III che sbaragliò i Giacobiti a Boyne in Irlanda (1690) mentre più tardi la sua flotta disperdeva quella francese a La Hogue (1692). Ma sul continente le sorti della guerra non f urono altrettan to felici per l'Orange, le cui armi furono sconfitte da quelle francesi, guidate dal maresciallo di Luxembourg, a Steù1kerquc (1692) e a Necrwinden (1693). M a lgrado ciò, con la pace di Ryswick, che concluse la guerra della Lega d't\ugsburg, il re Luigi XIV fu costretto a riconoscere Guglielmo III qua le re d'Inghilterra. La seconda 6glia di Giacomo II, Anna, non avendo , la regina :Mar ia sua sorella dato prole al consorte, alla morte d i questi (1702) fu assunta a l trono, po ichè un atto del parlamento (1701) escludeva la discendenza maschile e cattolica degli Stuart, ed Anna era cresciuta nella religione protestante. Durante il regno di lei l'Inghilterra, che Guglielmo III aveva lasciata r icca e polente, raccolse nuovi allori ed acquisti partecipando alla guerra per la S uccessione di Spagna, specia lmente per opera del generale Marlborough, vincitore, spesso insieme col principe Eugenio di Savoia, delle armi francesi

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a Hochstadt ( 1704), a Ramillies ( 1706), a Oudenar<.le (1708) e a Malplaquet (1709). I tratatti di Utrecht e di Rastadt ( 1713-14) che suggellarono la pace, diedero all'Inghil terra l'isola di Minorca, Gibilterra, Terranova., la baia d'Hudson e, più che tutto, l'impero d ei mari. Alla morte d i Anna (1714), la corona toccò al principe Giorgio d' Annover che, per essere pronipote di Giacomo I d•Inghilterra, era il più prossimo discendente maschio e protestante. Invano l'ultimo figlio di Giacomo II (G iacomo III) tentò contend ergli il trono, chè i suoi partigiani furono sconfitti a Shcrifmoor in Iseozia (1715) ed egli fu costretto a fuggire e a rinunciare a ogni speranza. Durante il regno d i Giorgio I , l'Inghilterra fu coinvolta nella triplice (1717) e nella quadruplice alleanza ( 1718) formatesi in Europa contro gli intrighi del cardinale Albcroni; e u rut flotta inglese sgominò quella spagnuola presso Siracusa (1718). Assai più turbato da guerre fu il regno di Giorgio II, che, succeduto a l padre nel 1727, per la difesa della libertà dei mari dichia rò nel 1739 guerra alla Spagna. Questo conflitto si fuse con quello più grandioso, scoppiato nell'ann o seguente, per la successione d' t\ustda, duran te il qua le Giorgio II, temendo pel suo Elettorato d' Annover,

Corazzata Inglese Tlrnnderer (sec. XX}

parteggiò per l'imperatrice Maria Teresa. Le armi inglesi, vincitric i a Dettingen ( 1743), · furono sconfitte a Fontenoy (1745) e a Lawfeld (1747) dal maresciallo di Sassonia; onde l'Inghilterra, dalla pace di Acquisgrana ( 1748), che chiuse la guerra, non trasse alcun vantaggio materiale. N cl frattempo, u n nuovo cd ultimo tentativo di riacquistare il trono avito veniva compiuto da Carlo Stuart, figlio di G iacorno III, con l'aiuto di Francia e degli Scozzesi. Villorioso a Preston-pans ( 1745) e a F alkirk (1746), fu sbaragliato a Culloden (li46) e costretto alla fuga. La Scozia, che già nel 1701 era stata anche costituzionalmente unita con l'Inghilterra, formando con essa il regno della Gran Bretagna, vi perdette gli ultimi resti della s ua autonomia. Durante la guerra dei 7 anni, tanto Giorgio II quanto il suo nipote Giorgio III, succedutogli nel 1760, sostennero il re d i Prussia Federico Il. Costretti da p rima dalle armi francesi ad abbandona.re l' Annover, gli anglo-prussiani seppero tener testa ai nemici, e la pace di Parigi (1763) fruttò alla Gran Bretagna: in America, il Canadà, che dal 1754 al 1760 era sato campo d i sanguinose lotte tra Inglesi e Francesi, l'isola del Capo Bretone e quclle---artigue presso la focè del San Lorenzo, parecchie delle Antille e la Florida; in Africa, il Sénégal; in Europa, l'isola di Minorca che erale stata ripresa dalla Fran-


eia nel J 756. Le guerre o ra accennate avendo indebolito l'erar.io, il parlamen to inglese decretava che, a restau rarlo, concorressero anche le colonie, che nell'America del Nord, a cominciare dall'epoca della regina E lisabetta, s'erano andate via via formando o erano state tolte agl i Olandesi. Il f ermento in esse p rovocato e le vessazioni con cu i il governo inglese volle soffocarlo portarono (1775) ad un conflitto tra metropoli e colon ie nel quale Francia, Spagna e O landa si schierarono dalla parte ùi queste, costituitesi in repubblica federale col nome di Stati Uniti dell'America Setten trionale (1776). (V. Guerra dell'Indipe1ulenza d'America). Coi trattati di Parigi e di Versailles che posero fine alla lotta (1783), la Gran Bretagna riconobbe l' ind ipendenza· degli Stati Uniti, restituì a lla Spagna la Florida e ~1:inorca, alla Francia le isole di Tabago e S . Lucia nelle Antil le e il Sénéga!, ma ebbe dall'Olanda Negapatam nelle Indie. Della perdita delle colonie americane, la Gran Bretagna r ifacevasi, nelle Indie orientali, ove la Compagnia inglese che da questa aveva preso il nome, combattendo per lunghi ann i coi .F rancesi che vi si erano st,i.biliti e coi Nabab indigeni, si era a mano a ma~o impadronita dei regni del Bengala, di Orissa, di Behar e, da ul timo (1775) d i quello di Benares, estendendo il suo dominio sopra un popolo di 40 milioni d'anime.

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gliclmo IV ( 1830-37) i cui regni andarono segnalat i pel .favore dato all' insurrezione greca 1820-29), per l'abolizione del la schiavitù nelle colon ie e ver importanti ri-. forme polit iche. Nel 1837, la cornna passava alla n ip ote di Guglielmo IV, Vittoria, la quale nel suo lungo regno s i mantenne semp re ligia alle p iù strette nonne costituzionrtli, lari;:ileggiò in sane provvidenze polhche e civili e portò il paese al più alto grado di potenza e d i prosperitit. I caratteri salien ti dell'epoca vittoriana furono la lotta sostenu ta in Europa e in Asia contro le mire russe e Il consolidamento dell'impero coloniale. A interdire alla Russia il cammino verso gli Stretti, la Gran J3retagna, che durante l' insurrezione greca e In guerra che ue seguì (1820-29) aveva conco,aso con la sua flotta a distruggere a X avarino qudla ottoma11a ( 1827), quando fu accorta dei grandi progressi tompi uti dalle anni russe riuscì a renderli van i e da allora si f ece costante protettrice della. Turch ia e 11el 1854 le venue in aiuto insieu,e con la Francia e col riemonte (V. Guerra di Cri:111ea.), costringendo col trattato di Parigi (1856) lo Czar a rin unciare alle sue mire su Costantinopoli; e nel 187~ a l Congresso di Berlino la salvò daJlo smem bramento che di essa la Russia, vincitrice nella guerra Russo-t11rca del 1877- 78 (V.), aveva ottenuto coi preced ente tra tta to di S. Stefano; onde, come prP..mio d i tale a iuto, s'ebbe il possesso dell'isola d i Cip ro e il protetto1a to dell'Asia M inore. Ad allargare e diìendere il suo impero coloniale o a salvagua.dare il suo prestigio, molte imprese 111ilitari la Gran B retagna svolse durante il regno della regina Vi,toria fuori d'Europa. Tali furono:

IncroCiluo re !11glcse ,\'elson (sec. XIX ) Scoppiata in Francia la r ivoluzione, la Gran Bretagna, d a prima ad essa favorevole, le divenne ostile dopo la conquista dei P aesi Ilassi compiu ta dalle armi francesi e dopo il supplizio d i Luigi XVI; onde la Convenzione le d-ichiarò guerra ( 1793) ed essa rispose fornendo dena ri ed ar mi alla lega costituitasi contro la Francia, molestando e bloccando la costa cli questa e assalendone le colonie; e, succeduto alla repubblica l'Impero napoleon ico, fu di esso acerrima e implacabile nem ica (V. Guerre della Rivol1tziot1e, del Conso/a.to e del, l'Impero francese) . Dal congresso d i Vienna e.be, dopo la caduta del Bonapa r te, .rimaneggiò la carta d'E tu·opa, la Gran Bretagna ebbe l'acquisto delle iso le di l'vfalta e d i H e ligoland e il patronato delle isole Ionie ; rna il maggior van taggio che ne risultò per essa fu quello d ell'impero assoluto dei mari e del suo predominio industriale e commerciale. Essendo poi scoppia.la nel 1798 in Irlanda u na rivolta, J)resto domata, que.sta fu pre testo a togliere a quell' isola il proprio parlamento fondendolo ~OP quello inglese ; per ·il che, dal 1° gennaio 1801, il r egno della Gran Bretagna mu tò il suo titolo in quello di « R egno Un ito d i Gran Bretagna e Irlanda». M orto Giorgio III (1820), salirono successivamente a l trono i suoi due figli Giorgio IV (1820-30) e Gu-.

a) nel!' Asia : il compimento della conquista dell'India e !a repressione del la grande rivolta ivi scoppiata nel 1857, dopo la quale l'antica Compagn-ia f u abolita e il governo del paese fu interamen te e direttamente assunto dalla corona; la conriuista della Birmania, cominciata nel 1826, ptoseguita nel 1851-52 e ultimata ,~el 1886; le due campagne nell'Afganistan (V.) d e l 18381842 e del 1878-80, intese sem1ir e · ad attraversare i disegni della R ussia verso l'India; Je guerre contro la Cina del 1840-41, del 1860 e del 1900. b) in Africa : la spedizione punitiva contro re Teodoro d'Abissin;a (V.), la conquista della colonia del Capo ( V. Boeri); la lotta per il predomi nio nell'Egitto (V.) e per domare la insurrezione mahdista nel Sudan. e} in America, la repressione delle gravi rivolte nel Canadà. Oltre alle colonie guadagnate con le armi, a•ltre furono acqu istate con pacifici accordi o si costituirono pel naturale accorrere d i emigranti inglesi, quali quella dcli' Africa orientale, d ell'Uganda, del bacino in- ' feriore d el Niger, dell'Australia, della N uova Zelanda, ecc.

La .regina Vittoria, a cui nel 1876 era stato ago-iunto dal parlamento il titolo di impe~atrice delle Ind ie: moriva nel 1901 lasciando il trono al figlio Edoardo VII, il cui regno, conclusa nel 1902 la pace coi Boeri, non fu lmba to da r umor d'anni, e la cu i politica. mirò sopratutto ali~ pace interna e a d accrescere ali 'esterno, median te accord i con le varie potenze, l'a utorità, il credito e la prosperità inglesi a cui dava ombra ed era minaccia l'enorme sviluppo conseguito dalla Germania nelle industrie, ne l commercio, nella forza n avale e ne ll'espansione coloniale. Il figlio G iorgio V, succedutogli nel 1910, continuò l'opera paterna. f in dai primord i d~l


.suo regno, la Gran Bretagna si trovò coinvolta nell::t :guerra mondiale, alla fine della quale ebbe l'acquisto di .gran parte de lle colonie tedesche dell'Africa, oltre a l mandato della Palestina e della :Mesopotamia. Esercito. li comando supremo di tutte le forze armate è di spettanza della Corona. Gn cc Comitato della D ifesa imper ia le )J coordina la politica nava le, m ilita ie ed .aerea dell'Tmpero. Un « Consiglio superiore della guerra» (Arrny Council), presieduto dal segretario di Stato alla guerra, ha il comando dell'esercito e la respon.sabiiilà de lla sua ammin istrazione. L'esercito inglese i: per molti aspetti diverso da quelli conliDentali europei; esso è permanente, ma reclutato esclusivamente col volontariato. La. Gran .Bretagna e l'lrlanda del N. sono divise in 6 c ircoscrizion i militari e 4 d istretti indipendenti. Una parte dell'esercito rego lare è raggruppato in 4 divis. e 3 brigate di carnlleria; il resto non è ragsruppato. Cava llcl"ia. 22 reggimenti (d i cui 2 della gua rdia) su .2 squadroni cd 1 squadrone m itraglicri. Artiglieria. 4 brigate e 2 btr. d'art. montata (2 bri.gate ed 1 btr. nella metropoli, 1 brigata nelle Colonie, 1 b rigata ed l btr. in India); 26 brigate da campagna (15 nella met ropoli e l l in India); 3 brigate da campagna a 1razione meccanica (nella metropoli); 11 brigate e I btr. da montagna ( 4 brigate nella metropoli, 1 brigata nelle colonie, 6 briga te ed 1 btr. in lndia); 7 brigale di med io calibro (S nella metrop., 2 i11 India); 2 brigate controaerei (nella melro1>0li); L brigata e 31) .btr. d"art. pesante, dislocate parte nella metropoli, parte nel le colonie e parte nelle Indie. Fanteria. 5 regg. (10 bg l.) di fanteria della Guardia; 63 regg. di linea di 2 bgl. ( L bgl. è dislocalo nella metropoli ed 1 bgl. fuori), Ciascun bgl. è su -t compagnie. Carri d'assalto. Corpo d i carri d'assalto di 4 battaglioni composti di carri leggeri modello 1fork V è me.cJium C; 8 cp. automitragliatrici in lndia; I bgl. carri .leggeri Vickers. Genio. 4 unità divisionarie del genio, composte c ia.scuna d i 3 cp. da campagna e 1 sqdr. da campagna; 1 bgl. di proiettori per difesa conlroaerei su 4 cp. Vi sono po.i: IO cp. da fortezza fuori della Metropoli e 10 -cp. nell'in terno; 1 cp. in Egitw; il corpo de i segnalatori, quello dei servizi, ecc. In modo generale perciò, l'esercito regolare ha sem:pre circa la metà dei suoi effettivi oltremare per la difesa dell'I mpero e l'altra metà, dislocala nel regno, as.sicura il cambio al la p rima ccl è dest ina la a formare in caso di conflitto il corpo di spedizione o riserva generale. Queste forze regolari contano, non compresa l'aviazione, da 210 a 220.000 uomini, volontari, con obbligo di servizio di 12 ann i, di cui 7 sot to le b~ncliere. A fianco di esse una milizia di cittadini, chiamala « eser•cito territoriale >l è incaricata in proprio della difesa del territorio del regno; essa è composta di volontari di 4 anni che fanno ogni mese qualche.. ora d'esercizio e ciascun anno un periodo d'istruzione collettiva al camJ)O. Ciò permette di poter mobilitare 14 divis. di fanteria ed I di ca,·alleria. Di queste unità in tempo di Pace non esistono che gl i organi di comando e cli S. M ., forniti dall'esercito regolare. Gli effettivi di bilancio di questo esercito territoriale sono di circa 180.000 uomini. Per le altre forze sparse nelb varie parti dell'imJlcro, V. alle va rie Colonie.

189 Aviazione. L'aviazione mii. inglese fin dall'anno 1918 dipende dal « 1linistero cieli' /\ria». Essa si compone: a) Regia Aviazione che ris iede in Europa, nel Medio Oriente ed in Cina. b) Aviazione in Irlanda, Canadà, Australia, Africa dei Sud e Nuova Zelanda. I reparti aerei della Metropoli sono d ivisi in 3 gruppi : rep.irli per la difesa aerea nazionale - reparti di aeroplani per l'esercito - reparti di aeroplani per la marina. Complessivamente l'a,·iazionc inglese possiede ( 1929) il seguente numero di apparecchi: in Inghilterra, 31 squadriglie da bom bardamento con 37<1 ve livoli; S squadriglie da osservazione con 53 velil·oli; 10 I /2 squadriglie della marina con 63 velivoli; in tutto 46 squadriglie e 112 con 490 velivoli di 1• I inca più una riserva d i circa il SO%. Numerose squadriglie sono d islocate nelle varie parti defflmpero: in tutto, comprendenti un migliaio d'apparecchi.

Mari11a. La flotta della Gran Bretagna co111prende 20 grand i nnvi da battaglia di cui 4 incrociatori e 16 co-

Flllllll ing!C,l' (sl'c·. XX)

razzate, con tonnellaggi varianti da 26.250 a 42.100 tonnellate e cannon i d a 343 a 406 mm.; navi 111inori nella misura seguente: 4 navi porta-aerei, 2 incrociatori posamine, 6 navi porta-aerei, 55 incrociatori, protetti e leggeri, 1i conduttori di flottiglia, 140 cacciatorpedin iere, 60 sommergibili, oltre a numerose cannoniere, posamine, dragamine, vedette, ccc.

Grancey (Giacomo). :Maresciallo di l'rancia ( 16031680). Fu agli assedi di Montauban ( 1621) della Rocbelle ( 162i-28J, di Treviri ( 1632) e d i Suvcrsa (1636) o,·e fu ferito. Combattè a Rocroi e a Gravclincs. Ebbe il bastone di maresciallo nel 1651 e nel 1653 comandò l'esercito invialo in Italia contro gli Spagnuoli. Grancey Giacomo Lconoro. ~Iaresciallo d i Francia, ( 1665-1725), nipote del precedente. Combattè in Olanda, nella Franca Contea, in Germania e in Italia, sollo il Catinat, e fu gravemente ferito alla battaglia di ::\far-

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GRA

saglia ( 1693). Luogoten. generale nel 1702, si distinse a Luzzara e vinse a Castiglione (1706). Al comando dell'esercito della Savoia, liberò Tolone dall'assedio. Nel 1724 fu nominato maresc iallo.

Gran· Comand-o Mi I itare. V. Dipartimento. Grande Ammiraglio. V. Ammiraglio. Grande Armata. Fu il nome che ebbe l'esercito di Napoleone, organizzato e preparato negli anni 1804 e 1805 e che guadagnò le battaglie di Austerliz, Jena, Eylau e Friedland. Era costituito d i corpi d'armata comandati _da marescia lli, e formati su tre o quattro divisioni e un'aliquota d'art. da campagna, più due o tr?. regg. d i cavalleria leggera, un parco e una riserva. L e di vis. erano formate di fanteria, cavalleria e a rtiglieria; avevano una.forza d i 8 a 10.000 u. L a cavalleria pesante e i dragoni erano riuniti in divis. al comando diretto di Napoleone, che aveva a propria: disposizione anche la Guardia Imperìa le, corpo d 'armata di riserva, completo in tutti i suoi ordini. Grandi ( Giovanni). lngcgnu·e mii. del sec. XV. Fu capo degli ingegneri della difesa d i Costantinopoli (1453) e sventò le mine dei turche con contromine, con le qua ii riuscì a scacciare gli assalitori per mezzo del fuoco e dello zolfo.

Grandi Domen!-co

Grandi Dino

Grandi Domenico. Generale e ministro della guerra, n. a ,Roma nel 1849. Sottot. di fanteria nel 1869, partecipò a.Ila campagna del 1870. Nel 1871, durante l' inondazione de'[ Tevere, a Roma meritò la med. di brnn7,0 a l valor civile. Dopo aver frequentato la scuola d i guerra passò nel corpo di S. M . e fu in Africa nel 1890. Colonnello di S. M. nel 1895, ebbe nel 1896 il comando del 12° regg. fanteria e nel 1898 passò capo di S. NI. del1'8° C. d' A. Magg. generale comandante la brigata Lombardia nel 1900, e ten. generale nel 1908, comandò ·successivamente le divis. di Padova e di Roma e nel 1911 ebbe i1 comando del 10~ C. d' A. Ministro dell:t guerra dal 24 marzo a ll'll ottobre 1914, riebbe poco dopo il comando del 10° C . d'A. col quale entrò in guerra contro l'Austria e guidandolo sull'altopiano Cars ico venne decorato della commenda dell'O. M . S. Passò (fino al 1narw 1917) al comando in guerra del 14" C. d'A. e poi· andò in P. A. assumendo nel 1923 il grado di generale d i C. d'A. nella r iserva. Fu deputato di Senigallia per le legislature XVIII e XI X e nel 1914 fu nominato senatore del R egno. Come deputato e senatore è autore di varie relazioni sui bilanci militari .

Gmnài Dùio. Luogotenente gen. della M . V. S. N., n. ad Imola nel 1895. P rese parte alla grande guerra e

190 d ivenne cap. degli Alpini, meritandosi due medaglie al valore. Dopo la guerra laureato in legge, fu attivissim<> organizzatore e propugnatore della rivoluzione fascista nell'Emilia e Romagna. Eletto deputato, rappresenl& l'Italia nella conferenza internazionale del lavoro. Ftt sottosegretario al Ministero degli Interni, po i a quello degli Este'ri, di cui divenne Ministro nel 1929.

Grandi Potenze. Da un secolo circa vengono cons iderati come G. P. gli Stati che, per la loro forza militare ed economica, hanno assunto il diritto di r isolvere le grandi questioni internazionali. Attualmente (1929) sono nel rango dene G. P. i seguenti Stati : Francia, Germania, Giappone, Granbretagna, Italia, Russia, Stati Uniti d'America. Grandis (Giuseppe). Genera le, 11. a Boves nel 1870. Sottot. del gen io n'e1 1889, fu in E ritrea nel 1895-96-97. iPartecipò a tutta. la guerra contro l'Austria, meritandosi sul S. Michele la med. d'argento e la promozione a ten. colonnello per merito di guerra. Colonnello nel 1917, comandò il genio del 24° C. d' A. e poi organizzò la rete stradale del Grappa, ottenendo la croce dell'Ordine m ilitare cli Savoia. Generale di brigata nel 1926, ebbe il comando del genio del C. d'A. di Bologna. Grandi Unità. Sono costituite dalla riunione organica d i u nità delle varie anni, con rela tivi servizi, e comprendono anche reparti dell'Aeronautica per il R. Esercito, della ' M. V. S. N. ccl even tua lmente di altre forze a rmate dello Stato. L'Esercito opera1ite è in Italia suddiviso in un certo numero di G. U., denominate: Annata, Corpo d'armata, Divisione, Coi·po celere. Le prime due hanno composizione variabile; d i massima. comprendono rispettivamente due o più C. d' A. e due o più divis., con convenienti a liquote di servizi. La divisione ha invece composizione organica determinata ed è costituita da tre regg. di fanteria, uno d'artiglieria da cami,agna e reparti del genio e dei servizi ; essa pùò tuttavia essere rinforzata con altre truppe, altri servizi ed altri mezzi, quando la situazione lo r ichieda e le disponibilità lo consentano. I l Corpo celere è anch'esso di costituzione variabile, ed è composto di unità varie di cavalleria, ciclisti, artiglieria a cavallo o con automezzi, carri armaii ed autoblinde, reparti del genio autoportati, fanteria autoportata. L'impiego delle grandi unità è fondato sulla stretta cpoperazione tra le varie armi. La fanteria compie l'azione mediante l'urto e la penetrazione; le a ltre armi, e specialmente l'artiglieria, cooperano a ll'azione dell:i fanteria. Le truppe celeri sono essenzialmente destinate. all'esplorazione avanzata ed all'esplorazione vicina, ma ' possono allrcsi trovare utilissimo impiego per proteggere eventuali ripiegamenii o per tampona rè falle su lla fronte. Grandmaison (Loyzeau de G. Luigi). Generale francese, (1861- 1915). Sottot. nel 1883, brevettato dalla Scuola di guerra nel 1894, fu nominato genera le di brigata il 21 ottobre 1914, e morì a Soissons per ferite. Il nome di questo generale va specialmen te ricordato quale quello del fautore della dottrina mii. francese dell'offensiva a fondo, ad ogni costo; dottrina che in seguito alla sua propaganda s'affermò in Francia fra il 1910 ed il 1914, in contrasto colle teorie più equilibrate (manovra sull'avanguardia e con impiego d 'ogni mezzo)


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sostenute dal Bonnal, dal Foch e dal Pétain, e con !a dottrina più spinta, ma sempre più armonica, del D e Négrier. La teoria del G. fu esperimentata nelle grand i ·manovre francesi del 1911-ll e ' 13, e sancita come ufficiale nella Tegolamentazione tattica del 1913. Il G. partiva dal concetto che con gli eserciti moderni grandissimi, satU1'al1ti tutte le frontiere da un capo all'altro, non sarebbe stato possibile svolgere a lcun cç)lleetto di manovre complicate, ma tutto si sarebbe ridotto ad· una marcia verso il nen1ico ed ad una successiva mischia, dalla quale il più forte, moralmente e qiaterialmente, sarebbe uscito vincitore. Quindi prevalenza nell'educare le truppe all'assalto e abbandono d'ogf!i idea d i portare al seguito mezzi ed armi pesanti ed ingombranti, per poter ' attaccare sollecitamente il nemico dovunque incontrato, a l d i fuori di ogni p reoccupazione di manovra. L'esito infelice delle battaglie della Frontiera (V.) dipese in grande parte dalla esagerata applicazione di questa dottr ina nel campo strategico e tattico da parte dei Francesi.

Grandolfi (Edoardo). Generale, n . a L ivorno nèl 1870. Sottot. degli a lpini nel 1891, partecipò alla guerra libica meritandosi due med. di bronzo : una nel 1912 a Kasr-ras-e l-Leben e Bu-Msafer, e l'altra nel 1913 a T olmetta, Nlerg, El Buerat e Zauia Feidia. Colonnello nel 1917, comandò in guerra contro l'Austria il 143° fanteria col quale conquistò le posizioni di Panowitzer Wald, ottenendo una terza med. di bronzo. Dopo la guerra comandò 1'87° regg. fanteria e nel 1927 fu promosso gene.-ale di brigata, ispettore di mobilitazione a Chieti. Grand Port . Golfo e porto della costa S. E. dell' isola Maurizio nell'oceano Indiano. Combattimento navale di Grand Port (settemb1·e 1810). Appartiene alla guerra navale tra Inghilterra e Francia durante l'epopea napoleonica. La flotta francese era comandata dall'ammir. Dupcné; quella inglese dall'ammir. Rowley. Gli Inglesi s'avvicinavano all'isola lvlaurizio, quando l'ammir. Dupené, che colla sua squadra incrocia.va di f•r onte a G. P., li sorprese ed a ttaccò a fondo. Parte delle altre navi furono d istrutte e parecchi successivi scontri nello stesso specchio d'acqua tolsero agli Inglesi la superiorità, tanto· che il Duperré r iuscì a far r itardare per circa due mesi la spedizione contro l'isola ~faurizio.

Grandville (Ei.gen-io) . Ammira.glio, medaglia d'oro n. a F irenze, m . a Venezia (1841-1899). Entrato in servizio nel 1855, fu promosso contrammir. nel 1893 e vice ammr. nel 1898. Guadagnò una med. d'argento ad Ancona; una seconda pure d'argento nel blocco d i Gaeta (1860); una terza di bronzo nella campagna d el 1866; infine, la medaglia d'oro « per essersi distinto nella soppressione dei moti sediziosi di Palermo nel settembre 1866 »; in t ale occasione rimase ferito. Nel 1896 fu direttore dell'arsenale del 3° d ip. marittimo, e nel 18981899 comandò in capo il dip. mar. di Venezia. Grane I I i (Emilio) . Generale, n. a Genova nel 1876. Sottot. di fanteria nel 1898, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M . « Partecipò alla guerra libica meritando' a Derna la med. di bronzo. Colonnello nel 1917, fu in guerra capo di S. M. della 7• divisione e sul P iave ebbe una seconda. med. di bronzo.

Dopo esser stato capo di S. M. della 31' divis. lailciòil S . l'. E. e nel 1929 venne promosso generale di brigata in A. R. Q.

Gra nero (Battaglione alpini Monte G.) . Costituito a Pinerolo per la guerra italo-austriaca nel dicembre 1915 ed assegnato · al 3° regg:" .alpini. Ebbe originariamente le cp. 125" e 126", alle quali, nel corso della guerra, fu aggiunta la 82' cedutagli dal battaglione Pinerolo. Inviato in zona d i guerra a fi.ne marzo 1916,. operò fi.no a l dicembre di detto anno in Carnia, alla sclletta Freikofel, al Passo Cavallo ed al Pal Piccolo. Nel maggio 1917 combattè sul lvl. Vod\ce· e dal luglio a l novembre fu ancora in Carnia. Dopo l'offensiva austro-tedesca operò sul M. Tomba e sul n-fonfenera. Fu destinato, a fine marzo 1918, sull'Ad amello e nel maggio presidiò attivamente prima le posizioni della nuova nostra linea nella conca di Presena e poi quella di Passo Paradiso, q. 2921. In seguito fu alla sella del Tonale e durante la battaglia di Vittorio Veneto si distinse per le a rdite puntate compiute il 31 ottobre contro Cima Datola. Il bgl. fu sciolto il 31 marzo 1919. Gran Guardia. V. Avamposti. Granico. Fiume della Misia, che sbocca nella Propon tide fra Priapo e Cizico; ora Kodsha. Battaglia del Cranico (maggio 334 a. C.). Appartie1v:alla spedizione di Alessandro Magno contro Dario III di Persia. I l re macedone varcò l'Ellesponto con un esercito di 30.000 fanti e di 4500 cavalieri, guerrieri scelti, ~ d isciplinati. Sbarcato sulle spiagge della Troade, Alessandro, che era fornito di vettovaglie dalla sua flotta solamente fi.nchè non si fosse internato, sentì l'urgente necessità di conquistare un territorio per formarsi una base d'operazione. Oltre a ciò ogni ritardo avrebbe senza dubbio demoralizzato e impoverito il suo eser cito, mentre avrebbe, reso baldanzoso il nemico e datogli tempo di ammassare maggiori forze. I satrapi persiani intanto commisero il grande errore di non attribuire grande importanza all'avvicinarsi dei lviacedoni, di non ostacolare o di assalirli allo sbarco; per cui ora che il nemico avea posto piede nell'Asia Minore, una battaglia era d iven tata inevitabile. Dario rnccolsc in fretta 20.000 cavalieri e 20.000 fan ti, d i cui 10.000 opliti greci recluta ti come mercenari nelle colonie greche del!' Asia, ed affidò il comando dell'esHcito al rodiano Memnone. Questi propose saggiamente di fare il deserto avant i al nemico, evitando ogni scontro e mettendosi sulla d ifensiva in Asia; nel frattempo ht potente flotta persiana avrebbe assalito la Macedonia e sollevata la Grecia. L 'ardito progetto venne respinto dai satrapi persiani, mentre Dario si rip rometteva sicura la vittoria sopra un fanciullo, come soleva considerare Alessandro. P revalso il parere di tentare la sorte delle armi, l'esercito persiano prese posizione sulla riva dr. del Cranico. La riva si elevava rapidamente e formava una specie di pianoro, inclinato lievemente verso il fiume. Sul ciglio del detto pianoro erano schierati su d i una sola linea i 20.000 cavalieri; dietro a loro, a breve distanza e pur;, in una sola linea, la fanteria. Dalla riva sinistra l'esercito greco-macedone giungeva formato su quattro colonne, preceduto d a un'avanguardia di fanteria e cavalleria leggera. Alessandro a qualche distanza del fiume lo schierò in ordinanza; sull'ala destra collocò la scelta cavalleria macedone sostenuta in


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lluuag-lla del Gl'a ntco (334 a. C.) secomla linea dai peltasti; poscia procedendo verso il ,centro, cava lleria leggera ed a ltra fanteria; a l centro gli opliti; all'ala sinistra ancora fanteria leggera e cavalleria tessala e trace. La fronte dei :Macedoni venne a formarsi più estesa della fronte avversaria. Dato il segnale dell'allacco. si mossero prima la cavalleria leggera e la fanteria dell'ala destra, che si gettarono nell'acqua cou l'ordine di spostarsi sempre più a destra per av\'olgert l'ala sinistra avversaria; ma la quantità delle frecce ne:miclie arrestò e_ poscia ricacciò nel fiume questo pr imo ass:dto. Alessandro, che era all'ala destra, accorse con la sua cavalleria scelta in sostegno delle sue gent i re• spinte, e, rip reso il movimento aggressivo, passò il fi ume e si gellÒ sul fianco della cavalleria persiana. L a mischia su questo 1>unto divenne accani ta, micidiale; -ed Alessandro stesso abbattè d ì mano propria due uf ficiali persiani, ma rimase leggermente ferito. Nel frattempo gli opliti passa rono il fiume e si riord ina rono a l cenu·o in falange sull'altra riva, mentre la sinistra, capitanata da Parmenione, andò a girare l'ala destra del nemico. La cavalleria persiana, a ttacca ta di fianco e di fronte e impossibilitala a manovrare, finì per darsi alla fuga, lasciando scoperta la propria fanteria di fronte agli opli ti macedoni già schierali sulla riva destra. Questi a,•anzarono contro di essa, e contemporaneamente cavalleria e fanteria delle ali macedoni, già sboccate su lla riva opposta del fiume, l'assalirono sui fianchi. In breve anche la fanteria persiana fu completamente soverchiata · e quasi tutta massacrata. Le perdite dei Greci furono lievi; i Persiani perdettero poche migliaia di cavalieri ma quasi tutta la fanteria. D uemi la mercenari greci, che s i arresero prigioni, furono spediti in )1acedonia e condannati ai lavori forzati. La Persia 11011 aveva più eserciti in pied i, cd Alessandro qu indi non ebbe ad impadronirsi che di alcun.: forteu.e per giungere senza impedimento alle strette chi: .mettevano nella S iria. Fra le cause determinant i della vittori:1 del Granico ~rincipalissirna fu certamente la

rapidità con cui Alessandro si spinse contro l'esercito persiano; ma non furono meno importanti il valore dei :\Iacedoni e il sistema tattico adoperato quasi sempre in seguito dal re macedone, sull'esemp io dd l'orcline obliquo idea to da Epaminonda; infatti evitò la fronte, ~ portò l'urto con la cavalleria e fanteria più agile sui fianchi.

Granitura. Operazione cbe viene eseguita essenzialmente per le polveri nere, a llo scopo d i impedire la separazione dei componenti e di rendere la polvere meno igroscopica e meno compalla. Cambiando la fonna e I~ dimensioni dei grani, s i può raggiungere l' intento di variare la vivacità delle polveri, la quale aumenta col diminuire della loro grossezza. Le polveri vengono pertanto distinte in : vive, se a grana fina ; lente, se a grana grossa; e progressive, o polveri speciali. Le prime riescono p iù dilanintrici nelle a rmi; le progressive, invece, manifestano un'azione più graduale. Sempre in rapporto alla G ., le polveri più vivaci sono quelle a grani sferici, che ricevono applicazione q uasi escl usiva come esplosivi da mina. Gran Maestro dei balestrieri. Carica istituita da Luigi XT, re di Francia. Questo G. M. aveva il comando dei balestrieri a piedi e a cavallo e degli arcieri. La carica durò sino a tutto il seco lo XV, e fu soppressa dal re Francesco I. Gran J.,facstro sopraintendente della navigazione e del com-111crcio. Carica istituita in F rancia dal ministro Ri chelieu nel 1627 e soppressa da Luigi XIV 11el 1669. Essa sostituì, nel detto p eriodo di tempo, la ca rica di ammiraglio d i F rancia, contemporaneamente soppressa da Richelieu e ripristinata da Luigi XIV. Gran Mae.~tro d'Artiglieria. Titolo dato nel 1678 al comandante deU'artiglieria piemontese.

Gran Sasso d'Italia. Nome assunto da un bgl. di volontari che si costituì nel 1860, ed entrò a far parie

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fb.ttaglin di Granson: l Borgognoni sono • tratteggiat i • nella prima, t , bianchi • ndla.t sccon~!l. posi?.ionc

dell'esercito garibaldino, sciogliendosi allo scioglimento di queslo.

Gran Sasso a·11aùa 135• legione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, costituita a Tcran10 nel 1923, su tre coorti, a\'euli sede a Teramo, Penne, Caslellatnmare Adriatico.

Granson (o Gmndson). Borgo della Svizzera, anlica •rnc11te fortificato. sul lago di Neuchatel.

Bnuaglia di Granson (1476). Fu combattuta fra gli SYizzeri e Carlo il TemPrario, duca di Borgogna. Questi mc-colse un cscrcilo d i 40.000 ll., di cui Gooo mercenari piemontesi e lombardi, con 160 cannoni. e, penetrato nella

rnaun, riesce, ed al!ora la p rima linea è sopraffatta. InYano Carlo cerca di ristabilire la situazione facendo avanzare !a seconda linea; questa è travolta dai fuggitivi della prima, e tutto l"esercito <: in rotta, abbandonando i cannoni e cerCJllJO scampo nella fuga. 1500 u. dell'esercito di Carlo sono ucci,i: i Confrdernti hanno soltanto 50 niorti.

Grant (Ulis.,e). Generale nordamericano (1822-1885), Uscilo dall 'ac·cadcmia cli West Point, si distinse nel la spedizione contro il Messico (1846-47). Lasciò l'esercito nel 1854, ma riprese servizio nella guerra d i Secessione, entrando nel le file dei Fctlcrali e d iventando genera le nel 1862. Riportò

Svizzera attr~1vcrso il Giura-' andò a porre l'assedio a G., -difesa da soli 800 Sv izzeri. Le sue a rtigl ierie (b) aprirono il fuoco contro le mura; le truppe (a) si d isposero inwrno, -dopo d i aver costruito trinceramenti (e) a difesa da annunciato intervento delle milizie svizzere, che si andavano frattanto raccoglie ndo. L"investimento fu inizia to il 21 febbraio ., la guarnigione costretta a capitolare il 29. Carlo fece massacrare tutti i dikmori, ma subito dopo ebbe l'annuncio --che si av'vicinava. l'esercito dei Confederati, an1monlantc ~ 22.000 u. con 25 ca1\non i. Al lorn fece schierare le sue truppe (d) a guardia dei trinceramenti, ma i l 3 marzo ne uscì, inv iando la cavalleria (e) davanti a Corsellc; costilucndo una prima linea con le artiglierie (f) presso Onans, e schierando la seconda linea davanti ai triacerame.n ti, lungo la Poissine. Le truppe confederate, agli ordini di Nicola d i Scharnatl1al, sboccando dal villaggio di Concise si schiera rono (i, h) di fronte alla cavalleria borgognona, inviando 1•11' grosso distaccamento (l) ad assalire la sinistra della prima linea avversaria. Tre cariche della cavalleria borgogno na fu. rono rcspii)te -d alla fermezza delle fanterie svizzere, le qual i, approfittando d ella nebbia, assal irono a loro volta, fugando i resti della ca,•alleria borgognona e piombando sulla fronte s:lclle fanterie ,lei duca. Col favore di una sopraggiunta ne[,. bia, il movim<:nto aggirante (l) guidato da Giovanni Wald -

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GrJndvitle Eugenio

Grant Ulisse

successive vi ttorie dal 1862 al 1865 e venne nominato luogotenente generale e comandante supremo . Dopo la guerra r iorganizzò l'esercito, di cui rimase a capo, e dal 1869 al 1877 fu Presiden te degli Stati Uniti.

Gr1anvill e. Comune marittimo della Francia, nel clipa rlÌmcnto d ella Manica, costruito nel sec. XI intorno ad un 1·ecchio castello normanno . Attacco di Cmnville (1793). Appartiene alla guerra di Vandea . I Vandeani, in numero di circa 700 0, decisero di at-


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raccare G., allo scopo di avere aiuti dal la parte di mare dall' IJ1ghiherra. li r 2 novembre giunti ad Avranches, sostennero un combattimento con un distaccamcnw repubblicano di C., che erasi spinto io avamposti fino a quel paese. Il d istaccamento 1 dopo aver .sostenuto la sua missione di avamposto, si ritirò a C . 1 e i Vandeani, comandati da Laroche-

jacquelin, si trovarono presto sotto il tiro dei cannoni repubblic,rni . Riusciti a stabilirsi nelle case del sobborgo di G., in iziarono il bomban.lan1ento con cannoni da catnpagna, cflicacemente controbattuti. Tentativi d'attacco fallirouo , e l'illceodio del sobborgo, operato felicemente dai difensori, scoraggiò i Vandeani, i qua.li, dopo due giorn i di vani sforzi, abbandonarono l'ìmpresa. Grappa (1'v!omr) . Massiccio montano che si eleva qua,i

brusca mente dal piruio di Bassano Venero, tra i solchi del Piave, di Fcltre-Fonzaso e del Cismon-Brenta. 1. 'altitudine media è sui 1500 meu·i; culmina nella quma ,jj6. Fin dal teinpo di pace lo Stato Maggiore ne aveva r iconosciuto l'imponiuna_, quale caposaldo della nostra difesa sulla dr. del Piave. Al telllpo dell 'offensiva austriaca in Trentino (maggio-giugno 1916) il gCI1. Cadorna, considerando il caso che le a(maLc dell'Isonzo, clelb Carnia e del Cadore fossero srnte ' costretrè a ripiegare sulla linea del Piave, asseg,;ò al G. una funzione p(cminenle, quale appoggio d'ala montana. Sul fa1ire del 19'!6", anzi, ordinò che vi fossero compiuti i lavori più urgenti, per rendere il G. idoneo ad assolvere i compiti assegnatigli , in caso di bisogno. Questò bisogno, pur troppo, si verificò ne I no• ,·embrc 1917 , <jUando avvenne la rnttura della nostra frome Giulia; il G. divenne allora nodo di sutura t ra la linea montana e quella del Piave, e pilastro della nostra diicsa. Seuonchè i lavori lìn'al lora compiuti sul Grappa erano ancora insuffi.cicnti per le funzioJli vitali eh 'esso si trovava improvvisamente ad assumere: null'altro che una , strada camionabile da Romano Alto alla vetta principale del Grappa (Madonnina), di una trentina di chilometri circa di sviluppo, ma larga solamene tre metri; un paio di teleferiche ed un piccolo impianto idrico: non trincee, non reticolati, non canuninamenti e ricoveri, nè postazioni. per le arciglierie e per mitragliatricj, nè sbarramenti e mascheramenti.

La prima difesa del monte, quindi, era aflìdata essenz ia lmente al valore delle truppe; la prima occupazione avvenne per parte della 4• armata (gen. di Robilant) ripiegante dal Cadore. Fu essa che imbastì il p ri mo schieramento lungo i contrafforti settent:riona]i del monte e la sponda dr. del Piave, con i suoi t re C . d 'A . ; XVUI (gcn .

lettoni), tomprendcnte tre divis., nella zona occiden tale;

IX, (gen. Ruggeri-Laderchi) con due d ivis. , in quella oricnwle; J (gen . Piacentini), pure con due divis. lungo il Piave, da Rivasecca a Nervesa. r:onurc della prima difesa tocci, alle tre divis. del XVIII corpo (15•, 56" e 51a) ed alla 17a divisione dd IX corpo, nd settore Tomba-Monfenera. Da parte avvcr,ana, incaricato dcll"auacco diretto al Grappa era il gruppo comandato dal gen . Krauss, forte inizialmente di otto di vis., le quali salirono durnnte la battag lia fino a tredici. La difesa dd novembre-dicembre 1917. li primo attacco nemico alle nostre posizioni avanzate dd Grappa fu pronunciato ii g iorno 13 novembre . Dopo <lue giorni di viva resistenza, i col'1rafforti più sellcntrionali (Monte Roncone e Monte Tomatico) dovettero essere sgombrati. Sulle posizioni retrostanti di monte l'rassolan e monte Cornel ia ogni palmo d i terreno fu conteso dai nostri col più disperato ;Jc • canirnento, ma alla fine il nemico, col peso del le sue forze soverchianti, riusd il giorno , 17 ad occupare il monte Pra=>• solan e ad aver ,·agione anc11e del la magn ifica difesa opposta dalla brigata Como (23° e 24° fanteria) sul monte Cornelia ed alla strerca di Qucro. Il giorno stesso il nemico concentrava tutti i suoi sforzi contro il monte Penica, posizione d" importanza capitale, in quanto non solo costiLUiva il principale ostacolo verso il corpo del C. , m a, preclu dendo la val Cesi lla, copriva e proteggeva la sbarra meri dionale G.-momc Coston-Asolone e fiancheggiava l'altra importante posizione di Col della Berretta. Cinque giorni duri> la lotta asprissima per il possesso del Pert ica : perduta dai nostri e poi ripresa, la sconvolta ,,ena deJ monte, nonos tante i nostri reiterati e crucnrissìmi ,ontrattacchi 1 rimase

dal giorno 23 in mano del! 'avversario. Una lotta parimenti aspra si dibatteva intanto nel set tore m. Fontanasecca-m. Spinoncia, difeso dalla 56• divi, ., ed in quella del Tomba-Monfencra, affidata alla 17•; il giorno 21, il monte Fontanasccca dove tte cedere ai violenti sforzi avversari , ma su llo Spinoncia rutti gl i auacchi delle truppe wiirtembu rghesi s"i n[ranscro contr9 la salda tenacia dei bgl. alpini del 4° gruppo (Felt re, Val Màita , Arvcnis e Val Cismon). Nel la zona Tomha-Mo nfenera , il nemito, impadronltosi il giorno 18 del saliente del Monfenera, tentò Inutilmente di ampliare la sua occup::azio11c, nei giorni 19 e 20; il giorno 22,

però, deciso 1a scardinare ad ogni costo' la nostra ala

destra, sviluppava un nuovo, poderoso attacco, ]"receduto da un bombardamento i11icrnale, col quale riusciva ad jmpadronirsi del monte Tomha, fino all 'osteria di Monfen~ra .

11 monte Grappa con le strade militari costruite durante la guerra


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Con eroico slancio. bcnchè gravemente diminuite dalle perdite, le truppe del la lia divis. andarono più volte al contranacco, ma non fu possibile ristrappare all'a vvtrsario che i l solo trano tr<1_I ·osteria ed il Tomba: la sommità di questo (met ri 868) rimase austriaca. Attacchi del pari violcllt i,simjJ svilu ppati dal r1cmico, nc.:i giorni 22 e 23~ contro ìl Col della Berretta cd il Col Caprile, vennero valorosamente infranti da reparti del 6° e del 2636 fanteria e dal battaglione alpini val Brenta. l)opo una breve pausa, il giorno 25 dense masse avver-

tacco nella zona dcll'A,olone, risospingendo le nostre linee fin sulle pendici del momc . ed il 30 dello stesso mese, un bell'attaeco della 37a divis. frar,cese, preparato con un'abi le :izione d\,n iglieria, ci ridava il possesso de l 111onte T omba. L'anno si chiuse, così, con il pieno failimento dell'orgog lioso d isegno avversa rio, ed il G. d iventò - con1e scrisse ,I gcn. tedesco Krafft vnn Dcllrnensingcn, « il monte Sacro

degl 'Italiani, eh 'e.si potevano essere giustamente orgogliosi di aver mantenuto contro gli eroici sforzi delle migliori crt1ppe austro-ungariche è ge'.manichc ».

sarie rinnovavano con deciso impeto l ',Htacco contro le no-

stre posizioni del Pertica al Monfenera, ma, salvo qualche piccolo vantaggio locale, tocc~runo ovunque un.o scacco san .. g uinosissimo., tale da indurre il Comando austriaco a desistere da u lteriori tenta tivi di raggiungere, da quella parre

il culmine d el Grappa . Vol le allora tentare di aprirsi la strada su lla destra 1 dove dal giorno 22 era ent rato in linea

il XXVII C. d'A. (gen . Di Giorgio) . ed il giorno 26, la divis. Edelweiss, una delle migliori dell'esercito austro-un garico. dopo che le artiglierie ebbero Aagel lato senza posa le posizioni di Col della Berretta e le contigue, le a1rn ;, ,ava impetuosamente; ma i oostri fanti della br igata Aosta e del 940 fanteria (brigata Messi na) e gli alpini del Val Brenta, dopo aver per poco ceduto sul la destra, si cacciavano animosamente avanti, tra la fina corrina ciel fuoco d'interdizione avversario. e piombati sulle schiere ncn1iche1 le tra.-

volgevano e le obbligavano a ritira rsi con perdite gravissime . Dopo questo nuovo. ::;anguinoso )nsuc..::esso, il nemico

si astenne per qualche giorno da nuovi assalti. Ovuequc esso era slato contenuto e respinto da sole truppe italiane, inferiori d i numero e cli armamento; scosse dalle perd ite e dalla sventura, umi liate dalla rit irata e da ll 'invasione. La leggenda dd Grappa aveva il suo primo, lurninos.o capitolo

di gloria.

/I seco11do periodo della battaglia difensiva. li mattino clcldicemb,·e un furioso bombardamento si abbatteva su tutte le nostre posizion i, dallo Spinoncià al Col Capri le, e grosse uni ti! austriache e tedesche mossero quindi all'ass~lto delle frantumare trincee. Sotto la irruenza delle ondate avversarie, I' Asolone, il Col della Berretta e lo Spinoncia furono ben presto sommersi; con pronti cd impet uosi contrattacchi si riuscì soltanto a riprendere in parte il Col della Berretta e ad impedire che il nemico si impa dronisse anche di Col dell 'Orso e progredisse nella valle del torrente Calcino, che si profonch1 tra il Valderoa e lo Spinoncia. Le truppe dd XXVII C . d'A. a sr., e a dr . quelle del XVJTT, opposero ali 'avversario la ,iifesa più ostinata, seg1iat a da innumeri atti di valore, i ndividuali e collettivi . r-.1ci giorni seguenti la mischia si concentrò attorno al saliente del Solarolo (XVIJI corpo). Le truppe del generale Krauss 1,remevano con fort i masse contro tutta la fronte Col dell'Orso-Va lderoa-testata di Val Calcino-forte di Saicon. ma ov ur1<1ue urtavano in una res istenza disperata c<l noica. « li contegno delle truppe della +" armata è pari alla grandezza dell'oca», annunciava al l'Italia il bollettino del Comando Supremo del 15 dicembre. 1'11

A malgrado di tanto valore, il giorno 14, sotto un nuovo Mtacco avversario, fu perduto il Col Caprilc, cd il 18 anche l'insanguin ata vetta dell'Asolonc cadde in mano all 'avversario, ma nuovi ::ianguinosi assalti nella zona tltl Solarolo, il 17 ed il ·19, non valsero a dare ag li Austriaci l'agognat6 possesso di tulto il saliente: dopo dicci giorni dacchè i l Krauss si esauriva nei suoi van i colpi di ariete, fu costretto

a deporre le speranze di raggiungere il piano attraverso il C . li giorno r9 stesso, anzi, i nosLri passavano al tontrat-

La hattagli11 del giugno 1918. Durante , i mesi d'inverno e di primavera le trnppe del l 'armata ciel G. (nel cui comando al gen. di .Robilam successero il gcn. Morronc e, dal ~4 aprile 191/l, il gen. Giardino) attesero alacremente al rafforzamento delle pos izioni cd al perfezionamento d i tum, la nostra organiz,.azione difensiva nella sicurezza che il 11emico av rebbe ritentato rii aprirsi il varco per k valli dc,I Brenta e de l Piave. 11 nuovo poderoso attacco avversario fu sferrato all'alba d,l 15 giugno 19r8, contcmpora11camente all'inizio della grande azione austriaca sugli altipiani è sul Piave. La ,1" armata era così schinata: IX C. d'A . (gen. Dc Bono) da Col del Miglio all'Asolone; V[ (gen. Lombardi) daU-Asolone (escluso) alla valle dei Lcbi; XVlll (gen . Basso) d i qui al Tomba (escluso); l corpo infine (gen. Piacentini) dal Tomba al Piave. Da parte austriaca, doli ' Astico al Monfenera era schierata l 'lI~ armata (g~n. Scheuschenstuel) éhc, alla vigilia dell 'attacco, era stata notevolmen te rinforzata di truppe e d'artiglieria. Alle ore 3 ciel 15 ebbe inizio la IJIHrita azione dcli 'arti g lieria av,·ersaria; rispose ad essa il nostro tiro di contro-

preparazione, che fu particolarmente efficace nella zona orientale, ove due dil'is . avversarie furono colte in piena fase di ammassameno per l 'artacço. Alle otto le fanter ie nemiche balzarono in avanti su tutta la fronte, con l'intento d i aggira re sui fianchi la quota massima del Grappa, attaccando le posizioni ad est c ad ovest cli essa; incuneandosi, cioè, da una parte per la val Hrenra, cd assalendo dal! 'altra il salirn tc dei Solarolo e quindi il Tomba ed il Monfenera, per aprirsi lo sbocco verso il Piave. Travolte rapidamente le difese cli Col del Miglio, il nemico, sulla nostra sinistra, occupa il Col Fenilon, iso la il Col Mo.schin e raggiunge il Faghcron; solo nel settore dell'Asolonc, la r83 divisione, strenuamente combattendo, riesce a. conte ne re J'av ..

vcr~a.rio; la brigata Bari anti, benchè minacciata di aggi r3mcnto, si mantiene sulla quota 142r dell'Asolone. Anche nel contiguo settore del VI corpo, l'avversario riesce a progredire alquanto, impadronendosi, con successivi, poderosi assalti, delle nostre posizioni del Pertic.a e de l monte Coslon . Nella zona orientale, infine, la parte settentrionale del saliente del Solarolo cade in possesso clell 'avversariò, ma l'irruzione austriaca è saldamente contenuta, e le restate di Val Ccsilla, di Val Srizzone e Val Cakiuo rimangono in nostra mano. Nella zona T ornba-Monfenera ogni tentativo di attacco nem ico è prontamente e clefinitivamenc Eru~trato. Nella giornata stessa del 15 lt truppe dell'a rmata del Grappa passano al contrattacco_ 11 IX c. d'A. lancia avanti il suo !X reparto d'assalto che, coadiuvato eia due bgl. dd 910 fanteria, rioccupa i l Col Fagheron, e nella sera stessa i l Col Fen ilon; il mattino seguente, con slancio irresistibile, ristrappa all 'avversario anche il Col Moschin . Al centro, la brigata Pesaro ed i l V[ repa_:-ro d 'assalto ritolgono al nemico la quota 1503, tra il Coston e l'Asolone; anche la quota 1581, tra il Pertica ed il Grappa, torna in parte in nostro possesso. Sulla destra, iuli.ne, i due caposaldi di quota 1240 e q. 1292. tra la val Calcino e le Porte d, Salton, tenuti dai fanti della brigata Emilia, resistono fieramente; sette as-


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snhi sono respinti. La pressione ausln.1,;a, sempre più ,nsistcntc, minaccia di av\'olgerc gli eroici diknsori, che solo dopo pa recchie o re di lo tta, sono costrcui a cedere; nia ben presto essi tornano al contrauacco. respingono il nemico da quota 129-1 e riprendono le Pone d, S,1lwn. L'ocnip.1:tione, alla fine, viene ridotta sono la quota 1292. « Alle dicci de l mattino si cm sul pu nto d i essere perduri, a metà del pomerigJ:!iO si era salvi; a sera era già la ,·ittori,1. 11 gigant<' aveva S<Jua;salo <la si: 11 nemico e lo ave,·a <>fr,1cellato lont:ino nelle valli e per i dirupi. Ed ogni aiuto .-si poteva mandare ai frate lli del Pi~vc "· Così, con pochi

196 li Grappa nella battag/,a di Viuorio 1·,:11,:10. \'enne allint' l'ora della riscossa finale. li 24 ottobre 1918 fu dato il se gnale dcl i ' u ltimo attacco. Tre no,11·i C. d' A . presidiavano il monte C:.: il IX (gc11, <lt: 80110) dn Rocce Anzini a quot., '-190, a sud di C:isone-Col delle Farine; il VI (gcn . Lom hardi) da q. 1490 a val dei Lebi; XXX (gcn. Montanari) e!, val <lei Lebi ,1! Tomba, i)i fronte a queste no,trc unirà era .cliicralO il gruppo d'arn1,1ta di Belluno (generale VOJl e;., glia). su tre e;. d'A . L'attacco fu iniziato alle ore sci, e ,.,. Imo la resistenza an-crsana si ri,dò o,·unquc accan.itissìm:t , :--Jclb zona elci IX corpo, la brigata Ilari occupò di slancio I ' Asolo11c e la brigata lln.,ilicata si spinse fino ,dlc posizioni a11ti.swnti Col Capl'ile, ma il nemico, improvvisando col fuoco

di nun1ero5U~1mc 1nitragliatrici e contrattaccan<lo, riusci,· .a .,cl impedire alla Hasilic,,tJ di penc1rare nelle sue linee e 'to , lringeva la Uari ad abba11clonare I' Asolone; parimenti I., hrigata Pesarn, che ndla zona del Vl corpo s1 e ra impadroniu ddb .-ima del Pcruca, ed il XXII[ reparto d'assalto, che .:rJ nuscHo ., porre piede sulla quota q84 del l'rassolan. (urono cosll'clt , a ripiegare. Sulla dcstl'a, invece, mentre la brigata Lombardia attanagliava il Solarolo,' la brigata Aosta , ·1mpaclro111va del monte \lalclcroa e l'oltrcpa$sava c:ittura.ndo c1rca 400 prig10111c.:n. Non essendo stato po»ibilc, intanto, effettuare il passag ,gio elci Piave, fissato per la sera stc,s.1 del 24, cd essendosi dm uro, anz, ,imanclarlo alla sera del 26, la 4• a11nata s, tro, ò a dover sost,:nere da sola ruuo il peso della battagli.i per a lui due gwrni ancora. li mattino del 25, dopo una nuova prtpar:,zionc d 'artiglieria, le va!Ol'OSC truppe del G. wrnarono ckcis.imcnl<: all'assalto dei capisaldi ddla resistenza JU>Lriaca: l'J\solonc, il Penica, ,1 Solarolo. li JX reparto J·a,salro, insieme con rep:irt1 della brigata Bari, c~pugnale le 111ncec dcll 'A,olonc, si gettarono \'C1>0 il Col dcll:a Berretta, piombando nelle trincee di quola 1-187 e c,muranclo circa 6oo prigionie.-., ma 11 nemico, navuto,i della sorp resa, contrJu...~cca,·a da ogni parte, n,inacciando cli aggiramento gh :u·diti, che rrn,òvano :t ,tento ad aprirsi un varco pt:r ripieg.1rc . Mantenuta fu, irivccc, non ost:rn te l'os.tiuata insistenza dei contrattacchi av,·e.rsari, la cima del l'enica, conquistata, dopo alcune ore di duri,,una lott,l, dal X\·111 reparto d'assalto e da reparti ddla brigata Pesaro. Sulla destra del Pert ica , le b rigale Bologna e Udine p rogredirono alquanto ,·cno ti Col del C 11c e le Porte di Salwn, ma tutri gli sion,i dellJ brigata Lombardia e degli alpini dcll'\llll raggruppamento ,cr:,o le nude pareli del Solaro!o rìu;cirono vani. li nemico ;i batteva an,ora con l'usmo valo,c, c<l i capi vivificavano e portavano all'estremo la loro volontà cli no11 ced ere, gettando sempre num·e forze nel crogiuolo della battaglia. L e prime tnncee di sbnrramento sul Grappa (Vallone delle Mure)

tram scultorei, il generale c:,ardino ria"ume la loua titanica di quella giornata . N,'i g iorni successivi, le truppe d e ll a 4• .1nnata co1111nua,ono tenacemente ntlle loro operazioni controlfcnsi, c. li 24 giugno, così. si tentò d1 ristrappare all"aHersario l'A'-Olone. il Pertica ed il Solarolo, ma 11011 fu possibik compiere che limita ti progressi; miglior c~ito e bbe invece un co11tr:1uacéo delle brigate Basilicata e Calabria, il 2 luglio. che ci ridiede il pos;esso di Col d~I Miglio e di Rocce Anzini. Il SolJrolo fu con trattaccato altre due volte, il 4 ccl il 15 luglio, ed entrambe le volte ne fu raggi<111ta b sommità (quotn 1676) senza però poterla mantenere. Anche il contrafforte elci Roccolo (quota 1503) fu due volte raggiunto dalla brigata Massa Carrara nei giorni 6 e , luglio. ma la furiosa rca7ionc dd-

l'artiglicri,1 nemica impedì eh rimanervi.

Il giorno 26 la lotta \i riaccc,e con rinnovata ,·iolcnza. I.a brigata Forlì si spinse :111cora sulI' /\solone e riu,cì a superarne le diftsc, ma venne poi co,trctta a ripiegare; il XVlll ,cparlo d'ass.1lto e la l'e,aro tentarono invano di impaclronir,i della forte posizione di Os1eria dd Forcclletto; con estremo accan imento perdurò la lotta ,ul Sobrolo, ma il nemico riuscì ;, man tenere ancora le sue posizio11i. li mattino del 27. anzi, pa~,ù decisamente al contrauacco contro 1I Pertica ed il Valderoa; ollo ,•olte le ondate avver.a.ric tent.trono d i sommerg,,re la vetta del Pertica, e la mischia flut. tuò indeci,a per o ltre sei ore attorno ad essa, ma alla fine ìl nemico venne ricacciato, con perdite molto g ravi. 11 Val deroa. invece, benchè magnificamente difeso dalla. brigata Ao,ra e dal battaglione alpinj Aosta , cstrernamcnlc rido111 • dalle perd ite cli tanti giorn i d i lotm sanguinosa, ricadde in mano degli Au,triaci . 1 nostri, però, rimanevano adunghiati alle pendici dd monte. Ulteriori tentativi di contrattacchi anersari, il giorno 28, vennero prontamente stroncati. Tutta\'ia, non ogni energia era sp<:nrn nel nemico, nonostante


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cht ormai, dopo il passaggio del Piave 1 avvenuto ndln notte sul 2j, le sorti della battaglia fossero g iii fatalmente segnate. Il mattino del 29, quattro nostri bgl. della b rigata Calabria e tre nostri reparti d'assalto , divisi in tre colonne, ritenta• rono la coJ1quìsta dell'Asolonc e <li Col clella Berretta. L'azione, coudotta con mol to vigore, ci ridiede'- il possesso temporaneo ddl'Asolonc, ed il IX reparto d ' assalto si spinse fino ad un k m . circa dal Col della Berretta, ma il vecchio esercito imperiale, pl'ima di frantumarsi per sempre, in un ultin10 sforzo disperalo, costrinse i nostri a ripiegare. Ormai, però, tutto era vano. Alle ore r3,40 del giorno 29, il comando d el Gruppo Belluno dava l'ordine della rit irata, e le truppe del l'armata del 6., il giorno dopo, balzav,wo dalle trincee e si lancjavano all'inseguimento, raggiungendo rapid amente il solco Fel tre.Fonzaso. Il Gra p pa era libero per sempre d al piede austriaco e diventava il simbolo della patria in armi per la sua salvezza e la sua gloria.

Mon.te 6rap. pa ttJ

se/ la mia

!ria so.vraa!e1/ no_s/ro. so. le ns_ p/er1- . . de Caneone del Grappa . Ca nto pat rio u ico, su parole del generale Emilio De Bono e musica d el m . Mcneghetù.

Grappino. Così chiamata una tanaglia colle ganascie incavate, colla quale si afferrano le palle arroventate per introdurle nella bocca da fuoco. Faceva pa(te specialmente d cli ·armamento del mortaio.

Grappolo d'uva. ì\'ome dato ad un proien.o da cannone che fu mato sino al principio d el secolo XIX. Poteva con"i<lera rsi con1e una granata: consisteva in sacchetti di pallette a for ma d'u n grappolo d ' uva . Questo p ro ie rto, u rtando con tro il bersaglio, p rovocava lo sfasciamento dei sacchemi ed il conseguente sparpagliamento violcmo delle , pallette con-

Mod. 1866 d i,tingucndosi principalmen te. da q'ucllo per l 'otturatore, il collgegno di puntamento, la sciabola baionetta, e la cartuccia (metallica) . Calibro mm . n, alzo massimo 1800 m . Il fucile Mo<l . 1866 (Chasscpot) francese venne anch 'esso conservato, ma tr;.ls(ormato in sistema Gras, e fu chiamato ]\foci. 1866~74.

Grassazione. (,ire. 2i2 C . P . E.; art. 2~8 C. P. M. M.). È reato previsto dai cod ici militari solo per il tempo d i guerra. Consiste in un furto eseguito mediante violenza per•

sonalc, commesso da un milita n;, o da un assimilato. Pena: Se il reato è commesso da più persone, oppure da una sola, rna con minaccia a mano armata, o con strage, ferite, per~ cosse, maltrattamenti: la mort~, previa degradazione . Se il reato è commesso da una sola persona, senza k circostanze anzi speci ficate : dai lavon forzati a vita (ergastolo) ai lavori forzati per dicci anni (reclusione).

Grasse Tilly (cotile Francesco Giuseppe). Ammirnglio francese ( 1722.1788). Servì g iovinetto nelle galere dell'Ordine d i Malta, cd entrò a 18 an ni nella mariua francese, dove raggiunse presto gE alti gradi emergen do nella guerra d'America. Comanda nte d i S<Juadra nel 1779, fu nel le An• tille battendosi ucJle battaglie della Dominica (1780) d i Tobago (178r) e d i S. Cristoforo (1j8z) . Nell'aprile dc) 1782, mentre stava per raggiung~rc una squadra spagnuola , fra la Dominica e l ' isola d ei Santi, fu attorniato da forze superiori inglesi e dovette ammainare le insegne del comando. Fatto prigioniero, fu inviato a L ondra. Liberato, venne sot• loposto a consig lio di guerra che lo congedò dal servizio. Pubblicò una « Memoria giustificativa ». Grassi (c;iusc{'l,c). Scrittore, 11. di Torino (1770-183 1) . È autore, principalmente, di un r< Dizionario ,nilitarc ))', pubF hJicaro nel 18r6, di cui la 2• edizione uscì nel J833, ma [u da lui preparata . Altre opere sue: " Aforismi militari del Moncccuccoli »; « Elogio del conte cli Saluzzo »; « Ricerche ,,oriche sopra alcune a ntiche armature »; « l)escri.zione ,dcllc battaglie d i San Qu imino e di (,uastalla » . Grassi , llfeo. Scrittore mii., n. ad Aci reale, m. a Pa rigi ( 1n4-1817). Colonnello dapprima nel l'esercito borbon ico, passò poi al ser vizio d ella Francia. Scrisse un ,, Est ratto storico sulla n1ili1.ia romana e sulla falange greca e rnacedone )) .

ttnute.

Gras (Ba.si/io). Generale francese (1836-1<104). Uscito d:ill a Scuola polirccnica, entrò nell'artiglieria, insegnò alla scuola di tiro d i Ch:ì lons, pa rtecip,'> alla gcrerrn del r870, fu ispet-

Gnusi Gioi/anni /I(lt.tista. Generale. n. a<l Asti, 111 . a Roma (1~36-1913). Tenente d el genio nel 1860 d iv~nnc colonnello d irettore d el gen io alla Spezia nel_ 1885. llfaggior genera!~ nel 1893, ten. generale nel 1898. in P. A. nel 1900, passo

nella riserva nel r905 .

Grassi Emcslo. Ucnerale, n. nel 1864. Sottot. nel 1887, percorse la carriera nel l'arma del genio d_ivenendo col_on• nello nel 1916. Nella guerra contro l'Austria fu successivamente comandan te del [ e dell'VII! C. d'A . Passa to poco dopo in p. A . S . , d ivenne generale d i brigata nel 1924 e nel 1926 fu trasferito nella riserva.

Fucile Gras

tore d elle n,anifatturc d'armi e della fabbricnione delle a rtiglierie. Da capitàno, costruì u n fucile da g uerra a retrocarica, adotta to dalla' Francia col nome fucil e Gras Mod . 1874. Era a ca ricamento /successivo, con cilindro girevole e corre• vole e sciabola baionetta. Questo (ucilc, sostituì quello

Grassi Mario. Ammiragl io, n. ad Asti , m . a Roma (1870r921) . Entrato in servizio nel 1883, fu p romosso contrammir. nel 1918, collocato in P. A . nel 1920, promosso ammir. di squadra in A . R. Q. nel r923. Prese pane alle c.ampagoc dcli 'Estremo Oriente, della guerra Italo-Turca e della guerra 1915-18, e ottenne una medag lia di b ronzo nel terremoto del 1908, e una medaglia cl'~rgen to nella guerra d i Libia, dove comandò uno dei regg . da sbarco. Fu addetto navale a Parig i dal 1917 al r920. Collaborò a riviste milita~ .

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Grdssi Augmro. Geitcralc, n. a Fire nze nel 1875. So1 1,1lencntc di fanreri.J nel 1895, frequentò la scuola d i g uerra e pa,sò nel corpo d i S . M. Partecipì, alla campagna libica de l 1914 e alla guerra contro l'Aus tria. Meritò nel 19 16 la promozione a ten. colonne llo per merito d i guerra e la rned . d 'a rgento sul P asubio. Colonnel lo capo d i S. M . del XIV C. d 'A . nel 191 j, durante il ripiegamento dieLm la linea ciel Piave ebbe una seconda ,ned. d'argento . Nel 1919 fu capo di S. M . del l C. d'A . e dopo la guerra, cnmandÌ> 1'85° reggimento fanteria. Gencralè d i b rigala nel 1926, e bbe i l co mando della· 19a brigata di fante ria e nel 1930 fu nominato ispe ttore di mobilitazione dd la d iv i$ . d i Firenu·.

Graticcio. f:, come il g abbione, costituito di vimini o rami cl 'a lbero intrecciati attorno a bastoni, i quali però souo disposti parallelan~entc su di un piano . Si us:1 in fort ificazione per eseguire rivesti men~.i o

per costituire ~npertun..,. di ricoveri e di tri:\cee; veniva usalQ anche 1H.:I

passaggio de, fossi . Spesso i grnti,ci vengono mess.i sotto le ruote degli affust i delle artigl ierie camp:ili, nei terreni poco consistenti, per impedi rne l 'affondamento. Graticciai{, s1 chiama !l lavoro fatto con g raticci. GMn (o Graz) . Città del! ' Austr ia, nella Stiria , s111 _MuJ,r . Venne forti ficata d a Simone Gengà nel scc. XVI. Verso la fine di g iug no d el 1809 il gen . Broussier avev,1 avuto ordine chil gen. Marrnont, comandante l 'armata fra ncese d i Dalrnazia, d i portarsi colla m2ssa del le proprie forze su • G. e di i'iocrnparla. Il Broussier, c redendo c he la città fosse ind ifesa , a ffidò l'operazione al col. ( ,ambier, comanda nte J'84° règg. d i linea, con soli 2 bgl. e 2 canno ni. Ques't o regg. era costilllito quasi completame n ce cli T oscani e Par111igiani . Il djstaccamentò giun~l'. sulla 1nczzanottc del 25 a lle prime case dell'abìrnw o ve tro vò un 'importante guard in nemica di fanteria e _cavalleria, trincerarn in un cort.ilc. Attaccatala 1 la co:,trln:,c a ripiegare su un 'altro distaccamento assai pili forte, trincerato più indietro> in un cimitero s is tc m,no a difesa. Profitta ndo dell'oscurità, che i mpeciiva al nemico di ~accorgersi del lo scarso numero dei Frant:csi, iJ col. Gambier mosse alla baionetta contro le forze avversarie

mano C:neo G iu lio ;\gricola nella Scozia,

e fu èomb:,ttuta

e vinta da costui contro 30 .000 Caledorii condotti dal loro re Calgaco . La v ittoria rimase a i Romani, ma non ebbe .,1c un risu ltato pratico.

Grave, Alll . fortezza dei Paesi Bassi , su lla Mosa. I. Assedio di Gra"e ( 1586). Appart icne alla guerra d, Fiandra . Carlo d i Ma nsfeld, comandante d i un ·a rmata , ~desco-ispana, il r 0 aprile ciel 1586 marciò verso la piazz.1 d i (;. per a ttaccarla dal la parte dove era meno d ifesa. F.ravi u n p residio ing lese comandalo d al bar. d i He11crt, n on troppo in buone cond izioni di munÌ7.ion~11nento e viven. Bisognava Junquc soccorrerlo, e difatti una colonna inglese te ntò di penetrare in G. prima ch e ne fosse ch iuw I ' inves:ti 1ncn to. attraYerso una diga lungo la M òsa, e vc111tl'. a d urtare comro re pan i spagn uoli che ebbero forti perdite. cna r imasero padroni della d iga . li Mansfelcl fece costruire btr . ed aprire il fuoco contcmporàncamentc da 2 pezzi sulb p ia7.2a sfond a ndo ne in grnn parte i (abbricati e le difese. li comandante del p resid io offerse allora la resa. che fu accetta ta da l governatore delle Fiand re, Alessand .-o Farnese. e ch e g li costò la v ita : in fa tti il comandante inglese Leiccs te r, q uando il barone d i 1-lcncn tnrnù n elle fik inglesi, lo

fece C(ltldr1nn:1rc a 111urrc. II. Assedio di Grave ( 16oz). Ap1>artienc alla guer rn .di Fia nd ra e fu posto d:, I pr inctpè Maurizio cli Nassau. che ripartì il ,110 esercito sulle due rive della Mosa . Goverl)awrc del la piazza era Don Antonio Gonza lc.:.s . spagnuolo . che

aveva tilla guarnigione di rirc;l r. 500 fonti~ di varie na~ zioni. scars~1mencc provvisti di armi , mun izioni e viveri. Maurizio di ' J'assau si impossessò dùpo h rcve bombarda-

e le costrinse a rl pi.c.garc ancora con perdite g ra\'issimc. Ma le al ture ciomi nanti d i San Leota rdo erano tenute da p i,, in1porranti nudci austriaci e il comandante francese. ritenendo d i non csse,·e in con d i?,ionc d a poterle auaccare, si

trincerò . Sorto iJ giorno, gli Austriaci. moJto pili nume~ rosi, li circondavano da ogn i parte e per tiuasi ru te.a la giornata del 26 tentarono di spezzarne la tenace resistenza; alle l7 j francesi avevano esau rite le n1un izioni e già stavano per lancia rsi a lb baionetta contro gl i assalitori , quando g iunse in buon punto un soccorso d i 3 bgl. , ch e ne cop rì la riti rata. G li Austriilci perdettero 16oo u. 2 ba ndiere, i francesi. poco più d i 250 u. A rirnrdo dell'eroica resistenza, ])ella qua le E OO Llornini avevano te nuto tt·sta a 10 .000 ,\u srriac i, l' Im peratore Napoleone co,:icesse al regg imento di incidere sotto !"aquila d cl l:1 bandiera, la divisa : « uno con tro d itci " ·

e

Graupio. De no1n ina7,ionc ant. data a un monte dell a C ,ledonia, forse l 'od ierno Ang us, p resso il quale si corn hartè una battaglia che appartiene alle campagne del legato ro-

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,.

f'fozznforte d i Grave (~cc. X\ill)

mento di un ridono sul la riva dr. delh1 Mosa, e p oi orga-

nizzò-, ._";n .1 attacco simu ltaneo• da tre lati, con col.onne di fan~ 1.c ria appoggia te da btr . d 'artiglieria, e raggic\nse p resto il

fosso, dove dovette sostare. Frattanto gli Spagnuoli invù1rono un esercito di soccorso, e, accortisi che un l~to del cerchio cf'inve stimento e ra d e bo le, fecero un 'azione d imo,rrat iva con 2000 fanti agli odiui del marchese Spinola verso le a lt re parti delle fortificazioni i11Viando 1000 italian i c 1000 sp agnol i. a l comando del napoletano Giovanui Spin a. contro il punto rite nuto de bole . Ma il te1\ta 1ivo, per la valida di fesa d i Maurizio, follì , e l 'esercito di soccorso d ovette ritirarsi. Allorn il presid io ( 20 settemb re) si arrese .


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lll. /'resa di Grave ( 1672). Appartiene alla guerra nelle Fiandre cli Luigi XlV. li rnaresc. di Turenne. n1en1re sta,•a asscdiand6 N imega, i!ettò su G. u n corpo agli ordini dd Chamilly ; la piazza, prote tta da terrapien i e paliaati.: contornate d a fosso largo inon dato di acqua, rcsisre1re qualche g iorno. Nel frattempo era venuto in socco.-so della piazza i l principe d ·orange con 24 cp. d i fanteria, che attaccò i Francesi, ma fu sconfitto. li governatore di C., perduta ogni s peran7.8 dl sùccorso e ridotto agli estremi, sì arrese .

IV. Assedio di Grave ( 1674) . Appartiene alla guerra d i Luìgi X IV n elle Fiandre. Governatore d i C. per conto del re e ra il Chamilly. il quale subì l'investimento per opera d el gcn. Raben haupt verso la fine del mese d i luglio . La difesa fu energ ica, con ripetute sortire è la scarsezza delle forze d'investimento non perm.ise assalti di viva forza. Giunto al campo· degli assedianti il princi1;c d 'Orangc con rinfor,.i, nell'o1robre i lavori d'approccio vennero spinti a lac remente, intensificandosi il bom bardamento finchè, dopo 93 g io rni d'a ssedio, il 27 ottobre la piazza capicolò. I

V . Assedio di r:mvc (1794). ,\pparricnc alle guerre del)a Rivoluzione francese . La piazza era stata stretta d'assedio dalla brigata francese Salin; cornanclava la guarnigione il govcrnatQre Debons, il quale resistette con valore agli attacchi , rifiut ando. pur dopo ire settimane di bombardamento, l ' imposta capitolazione, e soltanto il -:29 dicembre. qua ndo la piazza era o rmai ridotta a un ammasso d i r·ov·ine , e non v'erano più nè \·iveri nè mun izioni 1 coli dcci.se ::-<l 'arrendersi.

là ~ua avanguardia stava per pa.s~arc. l'Aa, e cerca.va con opportuno schieramento di proceggere il passaggio al grosso del l'armata, 1500 cavalieri hamtn irrgl1l e ,200 raitri µiom .. ban'lno alla carica su i F rancesi . La prinia carica fu respinta: n1a un gro~so n:pa.rto eh gendarn1i., ·cornandati. dallo stesso d · Egmont 1 sferrò una seconda vio lè:nta ca rica, che ro1/esciò la cavalleria france.se, e, allorchè -la cavalleria spagnuola giunse sulle fanterie francesi ; le tro\'Ò formare in quadrato e s'iniziò un 'accanita zuffa, nella ciualc il Therrnes, ferito. con altri ,·alcnti ufficial i cadde nelle mani del nemico, e le fantt.:ric, rimaste senza capo, non ebbero pili t 'energia di resistere al nen1Jcù ì11calzante . Per qu::anlo i. comandanli in sottordine avessero sostenuto con l'esempio e con la parola i · propri soldati, questi, sopraffatti, dovettero alla fine cede re, tanto pit1 che i reparti allea ti tedeschi, gettale le armi, si rifiutarono eh combattere, e si scaricò loro addosso :11Khe il fuoco delle artiglierie d i 10 navi inglesi ormeggiare nei pressi d i C. Sui fuggiaschi si ,cagliarono ancbe i paesani che ne fecero s trage.

Il. Assedio di C:r,weliru:s (rnaggiò-lugl io 1644). App~rticne alla guerra nelle Fiandre di Luigi XIV. li dura c1 ·ortéans.

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Gravedona. Com une in prov. d , Como , sul lago, d i fon<k1zionc ant.ichissima. Nd medio evo. mentre si regge\·a a comune indipendente. prese pane alle guerre trn Milano e Como. Poi entrò nella Lega Lombarda contro Barbarossa. Fu anzi, dopo la vittoria di Legnano, a capo d i una m.ossa offensiYa contro il battuto imperatore; il quale, scelta la via del lago come la pi,', sicura per trafuga re i tesori aceurnulatì1 li avev~1 caricati sopra una Acntiglia di 200 legni raccolti a Como . Qu;>ndo la flottiglia passò davanti a C. i cittadini corsero colle loro ba rche all'»rembaggio dei legni in1pcriali. A ttaccarn da ogni pa rte, la scorra del naviglio dovette abbandonare il carico. che venne quasi i.nterame11 te catturato d ai Gravedonesi. Irato per q uesto tiro, il Barbarossa non volle che G. fosse comprc;a nella pace di Costanza, e 1)011 (;nncesse a tale comune l diritti riconosciuti agli altri d'Ital ia . Nel " 95 C . iu alla tc.,ta d elle Tre Pievi aderenti al la Lega G hibe ll ina . Ma più tardi do,·etle souos rarc alla supremazia di Con~o.

Gravelines (anr . Cr,wcn Li11glw1). Città marittima fortificata della Francia, d ip. del Nord , sul fiume costiero Aa. f-la un porro in comunicazione 'col 111arc a mezzo di canali. Alle sue fortilica1.ioni lavori, l ' ital iano Ascanio della Corn(a, durante la guerra del 1558.

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I. Batta.glia di Gmve/ùws (J 558). A ppartie ne alla guerra d i Fiandra. li marcsc . francese dc Thermes d ecise l'impres:i contro G., m<l, rnentre trovavasi accan1pato sulle dune tra il mare ed il fiume Aa, seppe che il duca EmatHJele Filiberto d i Savoia aveva dato l'incarico al conte d' F.gmont d i p rend erlo alle spalle. Difatti il 13 luglio vide comparire il d'Eg,:nont, che, superato il liume, venne a prendere posizione con. un esercito superiore al suo (16.oou fanti e 4000 cavalli, dei quali 1 200 rait ri). Compresa la critica cond i-

zione in cui, veniva a trovarsi, il Thermes levò \'assedio a G. in tutt~ fretta. tentJJndo di sottrarsi all 'attacco. Mentre

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,~ ~i\P iazzaforte d i Grns•elines (sec. XVI ] )

comandante dell'esercito della Piccardia; scelse come primo obbie11ivo G. concentrando contro ,questa piaz~a circa 30 . 000 u. li 2S maggio divise le sue truppe in 3 cor1>i, di cui dette rispeuivan,ene il comando al marcs'c . de la Mcilkraye, al conte di Rantzau, ed il terzo cenne diretrnrru.::nte al suoi ordini. Parecch i erano i fortini staccati che potevano imped ire la marcia d 'attacco alle posizioni. E per avanzare fece getta r<: un ponte suil',\ a onde impossessarsi d el forte di llayctte che sbarrava le comunicaziòni fra .S. Omcr e G. fnranro g li alleati olandesi avevano l'iucar ico d i bloccare da mare C. La no11e dall '8 al 9 luglio ven ne aperta la prirna trincea davanti al forte Filippo, protetto da 4 r idotte, che vennero prese fra il 1 0 e l' n, tanto che i d ifensori abban donarono il forte . Spinti i lavori d'approccio con maggiore attiv ità, il 19 luglio essi erano già arrivati -a circa 50 passi dal camminamento coperto. D al 19 e fino al 26 lugHo si d iede opera a cost ruire una grossa btr. di zo pezzi d 'assedio, che, iniziato un tiro di demolizione contro le opere della piana, fi nì per abbattere non snlo i terrapieni e le mura d ifensive, ma tral'olse anche. le pal izzate ciel camrni-


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namento coperto. Approfittando di tale poderosa breccia, ii duca fece iniziare l'assaho· del le posizioni e dopo due giorni di lotta accanita riuscì a metter piede nella seconda cinta del la piazza. Piantate altre btr. , queste aprirono il tiro contro i due lati, e coi1ttmporaneamente si intensificarono i lavori di zappa µer fare gli accessi ai fossi, che erano larghi circa 18 m. ed avevano 4 m . di profondità. ,li giorno 29 venne dato l'assalto generale e la piazza cadde nelle mani dei Francesi, dopo un'ultima disperata difesa fatla dagli assediati, che si portarono col molto onore. Il gen. Piccolomini, che comandava l'esercito spagnuolo in Fiandra, fece parecch i tentativi per arrivare a soccorrere G. ma invano. L'armata navale olandese, agli oi:dini dell'ammir. Tromp, aveva in1pedito ogni operazione da mare agli Spagnuoli.

lll. Assedio di Graveliuts (1652). Appartiene alla gllerra nelle .Fiandre di Luig i X IV. Mentre gran pare delle truppe di Francia erano impegnate per la guerra civile, l 'irnpero ne approfittò, e l'arciduca don Giovanni d'Austria, alla lesta di un 'armata spagnuola d i circa 30.060 u ·:, si diresse

all ' investimcnto · di G ., mentre il governatore della piazza, dc Grance, ne era uscito per andare in Normandia. Aperte le trincee d'investimento, venne su biro iniziato il bon1bardamcnto con 40 pezzi. La guarnigione, non molto numerosa, si difese allà n1cglìo, e il ma rese. d 'Hoquincourt, sapendo che essa era assai debole, tentò più volte di poterla soccorrere e rinforzare. Non v,i ri1.1sd, ~ l'asciduca, dopo 69 g iorni di lolta e dopo di aver perduta 111olta gcnre, riuscì ad ottenere la resa della piazza. 1

IV. Assedio di G,·avdincs (1658). Appanienc alla guerra nel le l'iani-Jrc di Luigi XlV. li marcsc . dc la Ferté fu incaricato d1investire G. con 12.000 u. Le fortificazion i, difese da 3000 u., al comando di don C ristoforo della Mantica, erano in ottimo stato. L 'investimento fu iniziato il 30 lu-

glio; vennero subito attaccati il forte di S. Filippo e q uel lo delle Chiuse, del quale ultimo i Francesi r iuscirono ad impadronirsi con assalto ad arma bianca. Alcune navi inglesi, impedivano, inc rociando, che giungessero aiuti da nlare alla

piazza. L'8 àgosto i Francesi aprirono trincee dalla parte bassa della città, ed il IO erano già arrivate a 100 passi rlal cammi11amcnto coperto, a malgrado dell 'incessamé fuoco degli assediati. L' 11, il 12 ed il 14 si eseguirono attacchi, n1entre sì continuavano i lavori d'approccio, che tuttavia procedevano assai lentamente per l'i nondaz ione artificiale. Il 22 g li assedianti riuscirono ad impadronirsi di parte del camminamento coperto, ed i difensori dovettero ritirarsene. Gli attaccanti però ormai erano riusciti a metter piede nel l'interno della piazza, e rimaneva solo l'assalto al castello, che fu iniziato nella notte dal 26 al 27 agosto. Ormai i di-

fensori, vista la precaria .situ·azione, vennero a trattative per la resa, che avvenne il 30 agosto.

Gravelotte • S. Privat. Villaggi della Lorena , nei dintorni di Metz, in Francia. Durante la guerra franco-germa•

nica, il 18 agosto del 1870, il maresc. Bazainc, che dopo

le battaglie del 14 e ciel 16 aveva raccolto i propr i corpi d 'armata in torno alla piazz.a di Mct7., si era schierato nella fortissima posizione ~ostituita dalle alture che seguono ad vvest la vallata d t Chatel. Verso il nemico era un largo e dok e declivo, completamente battuto, a lle spalle ripido pendio che permetteva lo svolgersi al coperto dei moviment i delle riserve. Su questa linea si schierarono da .Roncourt a Rozcrieulles il VI, IV, ]li e Il C. d'A. francesi, occupan do con circa 150.000 u. un fronte di circa 25000 111. Una brigata del V C. d 'A. 1si trovava nella val lata della Mosella, a S. Rufine, la Ca\'alleria dietro le due ali, la Guardia in ri-

serva a Plappcville. Il II e III corpo avevano rafforzato b linea occupata, sistemando a difesa ·i fabb,'icati che vi ,i trovavano, scavando trincee, predjsponcndo ripari per arti---

glieria; non cosl in-.ecc aveva potuto fare il VI corpo eh<: non aveva al seguito il proprio parco del genio. Da parte tedesca, il VII corpo, che doveva costituire il perno dj una cvtnluJ!c com.:crsionc: a dr., occupava i boschi di Vauy e degl i Ognons, l'VIH era ammassato a Rézonvillc, a di retta dipendenza del Comando, il lX avanzava verso S. Marce[, il III e il X seguivano in seconda linea, la G uardia e il Xli avanzavano verso Nor d . Verso mezzogiorno da Varnev ille si iniziò il duello delle opposte

artigl ierie : il gcn Manstc:in, c01nandantc il lX corpo, aveva ,ipcrto il fuoco con 8 btr. sul la sr. di St. Privar, ove si sapeva che erano grandi masse nemiche. /\ rinforzare l'artiglieria tedesca, battuta da ogni lato dai Francesi, avanzarono i più vicini bgl. della 18• divs., che sulla sr. occuparono l'orlo orientale del bosco de la Cusse, e sulla dr., si spinsero nd bosco di Gcnivaux. Gravi furono le perdite subite durante questo mo\·imento, e, quando i Francesi avanzarono a lla loro volta, la situa,.ione si fece difficile. Due ca nnoni erano già caduti in mano al 11emjco, allor~hè sopraggiunse la divis. del principe r1 ·Assia, quale, appog"iando col fuoco il ripiegamento delle btr. Lmpegnate, pcr~1ise loro d i r itirarsi a sçaglioni. I n seguito l 'intcrvento delle artiglierie del III corpo e d i quello della Guardia, che portarono a 130 pezzi la massa di , arriglieria riunita in q uel punto, permisero di ristabilire favorevolmente la situazione e di impedire che l 'attacco francese, che si era dclineatO favorevolmente, ·potesse avere seguito. Alle 15, entrato m linea il cor po Sassone, i Tedeschi ripresero l'avanzata

b

occupando S . lvtarje aux Chèncs, vi llaggio sal<lamcnte raf-

forzato, contro il quale avevano concentrato il fuoco 10 btr., e vi restarono nonostante r ipl'tuli contrattat:cht <ld ne• rn ico. Poco dopo anche il IX corpo conquistava d'assalto Champenoi~ la Ferme, d'ondc µerò non r iu sciva a sboccare per effetto del la tenace resistenza del fronte francese. Erano le 1 7, la truppa era esausta e l 'azio ne, da questa parte, com inciò a languire. L 'alto comando germanico aveva disposto che l'azione dd!a 11:1 arm~ta contro le posizlonì fr::rnce~i s i mantenesse re111pon:ggi::tntc fino a che anche la 2a non fosse giunta in linea ; quando però ~ul 1J1czzogìorno si sc:nlÌ il callnonc da

Vionvil le, si decise di attaccare. 16 btr. dei corpi VII e VII I, presa posizione a cavallo della strada di Gravclotte, aprirono il fuoco conrrq le linee francesi, con scarsi risultati <lata la grande d istanza degli obbie ttivi . Fatte segno al fuoco

di numerùsi gruppi di tù·::uori francesi nascosti ìn un bosco vicino, avanzò a disimpegnarle la fantcria la quale, cnstretti i Francesi a ripiegare, rese possibile l'avanz.ata delle btr_. che, '."'!l'!C!ltate 20, porerono_ battere con buoni riJulrat, la pos,z,one pnnctpale del nemico. Conunual'a nel f rattempo l'azione efficace dcl i 'artiglieria tedesca, la q uale, preso il sopravvento su quel la avversaria, potè in parte spostare il proprio bersaglio appoggiando l 'avanzara della fanteria . I po~ti avanzati ' dei Francesi erano stati completamente respinti, i fabbricati sistemati a di[esa che ne guernivano il fro,ne erano in 6amme, l 'artiglieria taceva, e il gen. Stcinmetz, da Gral'elottc, giudicando che l'azione fosse 1

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terminata~ ordinò che si iniziasse l'inseguime nto del nen1ico in ritirata. Mentre il VII cor po occupava l 'orlo dei boschi r si accingeva ad avanz;Jre, e qutHtro btr. seguile dalla d i vis .

d i cavalleria µroccdevano al t rotto lungo la gola ad est d i G., il fuoco nemico di fucileria e d i artiglieria riprese vivkntissimo, decimando in pochi m inuti i serventi delle batterle, una dd le quali, cachtti gli uomini e i caval li, non potè neppure muoversi dal centro della strada dove si tro-

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per essere ormai notte fatta, l'a71one ebbe termine. Così, sulla sr. tcilcsca la situazione era rimasta incerta e le poljizioni franccii, quasi intatte, erano in condizioni di resistere ancora . Nd fr.111cmpo sulla dr. verso le 17,15 il prin,ipe di Wuneml..,ri; .ive\'a disposto l 'attacco della linea 11c1nica e la 43 brig:1ta di fan1nia della Guardia aveva iniziato il moviment<> in direzione di Jcrusakm, a ,sud d i Sr. P rivat, Contcmpora11ean1cntc a\lanzava verso

,

Aman\'il-

lcis h 33 brigata. e fr.i le due ma,ciarnno i hgl. d'Assia, La posizione iranccsc era protctt:, sul davanti d a siepi e bissi muriccìuolì, dibi da lince di cacciatori che occupa, Jno furti posizioni retrost.111ti; St. Privat, che col suo abitJto ~o>tituiva il ndottn dcll:i diiesa, era salda1111:ntc occupato; dalle case, dalle finestre e d ai tetti, i fucili francesi battcvono la ,·asta wua antisrnnt<: su lla q•,alc avanza,·-m·> gli attaccaoti. Le perdite del corpo della Guardia furon<• enormi ; in mezz'ora <Juasi tutti g!i unìcìalì erano caduti, migliaia cli c,da,·cri scgna,·ano I., , ,a pcrcor-1 dalle fo_nrcnc che continuavano impcrtcrri1t· :H! avanzare. Giunti ~t con•

. . . FRANCESI TEDESCHI Ot..:z._ =---«j5 km.

a

Bntt:\J;:lia di Cravelotte - S.unt Privat (1870

tatto, al comando di pochi uflìcialì e dei sonuf!iciali, i Prussiani :ittac.:arono alla baio1w1ta e poco dupo riuscirono ad occupare le comcse po>11:ioni, donde. appoggiati suhito da 12 batterie, riuscirono a respingere tUtli

''3:\'a. l'cr disimpegnare l"artiglieria a,-anzò allora la l"J\'JI• leria, e il regg. di testa, il 10° corazzieri. al wmando <Id tea. col. von S..:hmettow, uscendo tlalla stretta, caricò audacemente le lince tenute dal nc1111co che, camplctame111c .al coperto. lo co>1rinsc a ripiegare innìggentlogli pcrtlì1<:

sanguinose. Ottenuto questo succe~so, i Francesi avanzarono da Poin~ du Jour, rincalzando la fanteria tedesca ìn ritirata; un contrauacco riuscì a ferro.are il pericoloso movimento e: a rcspin~ gerli nelle posizior1i di p::1rtenza, dove essi ri11s~i rono a fer..

marsi, r~isrendo

tcnacemc11lc

ad ogni ulcerìorc tentativo.

Erano le 18 e la battagJ;a tace\'a lungo quasi tutto ìl fronte, quando il Re dì Prussia, che col proprio S . ~f. ,i trovava sulle alture a sud d i Ma ln1aison. volendo g iungere a una decisione, ordinò al gcn. von Stci11111ctz di riprendere l'attacco, mettendo a sua dì,po,izione ìl li corpo. che giungeva allorn sul cam po <.li hattagl ia dopo una lunga marci:,. L'azione si sferrò contro le posizioni tenute dal II corpo ftance;e, che, dopo aver resistito ai primi attacchi, rinfor>.ato dalla dìvis. dei volteggiatori della Guardia, andò ,11 co ntrattacco in folte colonne, respingendo ì Tedeschi fino all'orlo del bosco dì Vaux. nella direzione d i Point le Jour. In que,10 momento entrarono ìn linea i primi elementi del li Corpo prussiano, alle spalle del quale ,ì riformarono. a,,,11 framm isti, ì reparti d el Vll e Vll l c he aveva no cornha m1to fino allora . I bgl. freschi avanzarono risolu1amente e alle 22 giunsero fino alle cave e alla fattoria di St. Hubert o,•e,

i cnntrassalri :wvcrsari ; alle J 9,

coll'Jrrivo di ,lue brigati· di fon1c1ia Sas,one . l'occupn.ione ,·enne clefini1ivamente consolic!:iw. Da parte francese, ,I · gcn. 1301.ainc, d el inea tosi I'al lacco tcdc~,o contro Sl. Privat, ~wcva ordinato all.-1 divi.s.. l'ìcanL dei .eranaticrì della Guardia, dì rccan· ìsi a rìnforzarl· il marc~c. Canrobcrt, t-he ormai aveva concent rata. la ~ua difesa inrorno a ,pie! caposaldo. Ciò permise ai Prussialli d i rompere senza grandi sacrifici b linea nemi,;~ p resso Roncourt. e di correre poi "1 St. Pri\'al. a sostenere l'attacco in corso, concorrcmlu a farlo riuscire. Sotto la protezione tkì grannrieri ddb Guard i:,, i corpi frallcesi operarono la propria ritirata, e nella notte, abbandonate le po,ìzioni ove a,•e, ano oppo,1c le ultime resistcn'l.c, ruppero ìl con ratto. Nella ba1tnglia circa 180 .000 Frnnccsci combatterono contro 177 . 000 Tedeschi; ,addero dei primi J3.ooo llOlllini; 20.000 ne caclclero dei ,cco11di. Colla vittoria di GravclottcSt. Pri\'at il destino dcll'armat.1 del gcn. B.tzainc, fu scgn~I to;

chiusa dentro Mctz e asscdin ta, cs:,;a non ebbe piÌI

alcun peso sull'ulteriore wulgcrsi delle operazioni.

Grav ina (l:cderico Carlo, duca di). Amrmraglio ,p:1gnuolo, n. a Paler mo, 111. a Cadice '(1747-1806). Partecipò agli assedi dì Mahon e Gibilterra, difeçe nel , 790 Orano contro i Mori, e nel 1794 Gibilterra e Rosas . Nel 18o1 seguì la spedizione francese a S. Domingo; nel 180; fu ambasciatore :t Parigi. Ylorl d i ferii:, riponata a Trafalgar.


G RA

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Gray. Comun e ,J..: lla Francia nel clip . clell'Alta Saona, su lla riva dr. del fiume stc,so. Vi rimangono resti di un a n t ico castel lo . I. Presa 1/i (;ray (1668). Appartiene alla gucrr/1 d i Luigi X IV nella Franca Contea. Dopo la conqu is ta d i Salins il Re jlroccdettc d irettamente ,4/J'investimento di G. ed aprì !e prime trincee il 15 febbra io . Lo scarso presid io, coadiu-

Gravina Federico

G ray & M.

vato nella d ifesa d agli stessi cittadini, per due giorni o ppose qualche resistenza; ma poi, vedendo c he non avrebbe potuto o pporsi alle forze assai s uperiori d egli attacca nti, \'fnne a trattative t: si arrese. Il. Presa d, Cray (1674). Appartiene alla guerra per la conquista della Franca Contea da Pjtc di Luigi XIV. li duca di Navailles, luogotenente· generale del re ne lla Borgogna, passato co lla sua a rmat.t il fiume Og11011 a guad o. lanci/, 8 sqdr. di cavalleria per sorprendere a lle spalle il nemico direttosi a G. ,, mentre. truppe di fanteria dovevano armccarlo d i fronte. li nemico però fece in tempo ad entrare e rafforzarsi in G. prima d i veni r attaccatu dalle truppe franct:si . Il J\:availles allora investl la piazza e il 28 febbraio, a malgracln dc:ll"innndazionc artificiale del terreno circostante, fe-.:e aprire le trirlcec d'approccio. I soldati erano nel! 'acqua fino alla cintola ed il lavoro e ra assai pericoloso e d ifficile. Però riuscì ai F rancesi di poter attaccare quasi di sorpresa il camm inamento coperto. Si combanè con al terna fortuna per cinque o re, e Jinalmcnte g li assed iati, visto impossibile continua re ancora la resisten7.a ~i arresero; e rano 1600 fanti, 400 ca va ll i e 6oo dragoni. Gra}' T-:zio lvft1ria. Console generale del la M . V S . N ., n. a Novara nel 1885. Giornalista di profc,sionc, in Libia si d ist inse a Sciara Sciar. Fu in Belg io rnn le truppe redesche, raccogl ie ndo le sue im pressioni nel libro: " Il Belg io sotto la s pada tedesca ». Partecipò con la parola e q)u gli

.scritti al rnov imcnto

intc11ventista

e si arruolò volontario.

G u adagn ò . n el la guc rr.s mondiale una rned . d i bronzo e LIIJa d ' argento . Pubblicò inoltre : « li processo d i Cadorna » f'

(<

Con le fonrcrie sardt }). Dopo la guerra, fu uno dei

capi del mo,,\rncnto naz io na li~ta. Dcf.u(ato de l col legio di Novara nel 19=r, fu rieletto nelle elezion i successive nelle liste fasciste e fu no rninato Console Generale nel 1928.

Grazia Sovrana. I l potere d i grnia spetta a l Re. F cccz ionalmcnte, a sensi del l'art. 58 r C . P. M. M. , il coman. dante supcrjorc ma rittimo_. quando s i cran i d i una squadrn o òi vis. · in crociera lontana . o bloccata in un porto estero, può fa.r grazia o commutare la p~na a tutti o ad un ft:rto

numero di cnnda n11~1ti. ma ha 1"ùbbligo di riferirne i m1nc~ diatamente a l Ministero ,k lla Ma rina. La C. S. è concessa

I

con Decreto Reale. Ess;i comprende I'mnuù1ia (V.), I'11:d11lto (V.), la grazia individua le . Quest' u ltima è una rinunzia totale o parziale, condizic,na ta o incondizionata, alla potestà di punire, fatta d"llc, Stato mediante Decreto Reale,

per considerazioni di c,,uità

o di g iusriz.ia materia lc 1 riguardanti h1 persona di.. uno o più determinati condannati. Si dist'ngue dall 'inçlulto perc hè è individuale. e non . abol isce la condanna, ma so lo condona, commuta o riduce la pena. Es,a può esser con cessa , di proj>ria iniziativa, dal Re o _proposta d a l Minisw, competente, in seguito ad istanza del condannato. J,{oltrc, i condan nati c he d i1n ostrino ravvedimento, o che abbia110 compiuto atti di valore o azioni speci~li generose, possono essere proposti per la grazia, dal ,Comanda n te degli Stabilimenti m ili tari di pena. li dccrèto d i graz ia indivicluale, vieoe annotato sulla sentenza di condanna . Una speciale d is posizione (an . 50 C . P. Es. - art. 5r C. P. M. M.) riguuda la G razia Sovrana. Ove un individuo . dopo aver fruito d i rak beneficio giu ridico, commetta un nuovo reato n1ilitarc, se la grazin sovrana si verificò dopo la· condanna p assata in giudicato, e q uind i abbia estinto 50Jo la pena, sarà g iudicato c.ome recid ivo; Sè la grazia sona na abolì J 'azione penale, detta n ionc penale estinta riviv, e l'appartenente alle Forze Armate viene g iudicaLCI pei· concorso di reat i.

Graziani (Leone). Ammiraglio vcncto t n. ln Grecla rn. a Corfù ('i')2·1852). E nt rò nel 1805 nell,1 marina francese. poi passò al servizio dcli' Austria ,: nel 1847 era capitano d i vascello, b rigadiere delle truppe di marina: Partecipò a lla rivo lu?.io nc del 1!l1 ~ e

G n1ziani I.ttone

venne

nomina to

contrammir.

dal Governo provvisorio. Al corne1ndo della flotta veneta cooperò a! I., difesa di Venezia e fu triumviro, con Daniele Manin e Cave da!is. durante la repubbl ica ( r848-49). Dopo la çaduta d i Venezia. si rifugi() n Corfù.

Gmziaui Vittorio. Grncrale francese, n. nel 1859. Dopo una brill<1ntc carriera, ini1.iarnsi nel 1880 e compiul.-t!>i. tanto nelle colonie, quanto al Ministero, d ovcttc·cessare, nel r9r3, da l servizio attivo per malattia, e v i rien trò nel 1917, coniand,mte d ella 28a d iv~s. (Chem in -des-Dames) e poscia del II C . d'f\. (Vcrdun). Nel marzo r918 assu nse il comando delle eruppe francesi sul Piave. e per la battagl ia di Vitto rio Veneto tenne il comando della nostra 12a a rmata (mista di J'rnnccsi e d'Italia n i). Dopo g uerra fu nominato cornandante <lei C. d'A . d i Bordeaux. Graziani l .odovica 1::rnesto. Generale, n ipote d i Leone, n . a Corfù, rn. e< Venezia (r862-1929). Sottot. d 'artiglieria nel 1883, divenne colon nello nèl 1916. Com andò in guerra il 5° raggruppamento bombardieri su li 'a ltipiano cl ' Asiago e si meritò due med. d'argento ed una di bronzo . Cor11andc'I pu,·e J·arr. d dla 24• d ivis. e del 29• C. d ' A. Lasciato il serv izio d o po la guerra, ebbe J]clla riserv,1 il grado di generale di brigata .

(;razit111i Andrea. Genera)c, n . a Bardolino (Vero na) nel 1864. Sottot. di fanteria n el r882, fu in Afric;a, e nel r904 venne nominato insegnante al la Scuola di Guerra . Nel H)OR si d istinse nel terremoto cal,lhro-siculo rnerita11clo uno speciale e ncom io e la mccl. d'oro d i be nemerenza. Nel r91+ colonnello. comandò l 1 11° rcgg i1"ntnlo bersaglieri. D a rnagg. I

I t


-

GRA

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generale cornandò le brigale Jonio e Vcnaia durante la guerra, mcritan,Ìo la croce di uff. dcll"O . M. S. N el g iugno 1916 al C(imando della 44"- d iv is . sul Pasubio e in Vallarsa meritò la medaglia d"arg,nto. Nel marzo 1917 assunse i l cornatldo ·della 33• d ivis. sul Carso, guadagnando una seconda mcdaglià- d'argento. Nel novembre 1917 ebbe i l comando del 10 raggruppamento alpino e nel maggio , 918

Graziano (Paolo). Generale, n . a .Matrice nel 1865. Sottot. di farllcria od 1890, diven ne colonnello nel r917 e partecipò a lla guerra contro l'Austria meritando la med. çl "argento sul monte Zebio. Passato nclJa riserva , ebbe in essa

, il grado d i generale di brigata nel 19.1:9, I

Gra zioli (Giamhattista). Capitano anconernno del see. X\'I.

fu, con la divis. cc-co..sluvacca da Jui costituita, nel !')etrnrc

Combartenrlo i Turchi riportò rcrita pc;· cui rimase zoppo.

d i M. Altissjmo. Fu collocato a riposo nel gennaio 191q e nel r927 promosso generale di C . d'A . nel la Ri,~rva

1n altro combatti,nenco riportò altra ferita e restò prigionie ro dei Turchi : l ibernto, fu nominato custode generale

delle armi e co111missario suprcrno delle galere. Grazio/i FranC<"sco. Generale, 11. a Roma nel 1869. Sott0l. nel 1889 nell 'arma d 'an. e<>mpì il corso della Scuola di Guerra nd 1896 e nel 1897 fu in Eritrea. Fu a Messina nel 1908 nel te rremoto e 1,1-cse parte a lla g uer ra d i Libia guadagnando una med . d'a rg. a Bir Tobras. Distintosi a Macabez e a Sid i Said, (u promosso tcn . q ,lonncllo per merito di guerra. Nel 19 12 passò a l Ministero delle Colonie. e nel 191_3, tornato in Tripolirnnia, fu capo dell'Ufficio po-

G r;1ziani Vittorio

Grozian i And rea

Graziani Gino. Generale, n. a S. Daniele del Friu li nd r870 . Soctot. dei bersagliui nel 1890, frequentò la scuola di guerra e fu in Libia nel 1915. 1916. Co111battè contro 1·Auslria e vi guadagnò per merito di gut:rra la promoi.ionc a colonnello coman<la11tt I' J 111 regg. bcrs:\glieri nel r9r7: si meritò due mcd . d'argento al valore militare e la ~wce di cav. dell'O. M. S. Dopo la pace fu presidente del ·rribunalc Militare di Ancona e nel 1920 anelò in P. A . S. Nel 1906 venne promosso gencrnle di brigata in A . R. Q.: ,wminalo Console della M. V. S. N . . comandò succcss il'am.ente la _,1•, la 45• Legione, e, poi il gruppo autonomo delle Legioni Calabria col grado di console generale .

.'

Graziol i Lantc

Graziol l Francesco

litico-mili t/trc del Governo. Nel 1915 ru capo di S . M, dd V e del Xli! C . cl',\. Nel 19,6. colonnello brigadiere :11 comando del la brigata Lambro, ottenne la promo,.ione per merito di guerra al grado di 1nagg. generale . ·N el 1~-JI7 comandò la 48• divis. d istinguendosi intorno a Gorizia, poi ftssunse il co111ando ddl'VIII corpo e quindi fu tapo d i S. M. della lV 1\rrnata p rima e 1>oi della V, che lasci.\ 11d g iugno 1918 per assumere col grado di tenente generale il coma ndo del C. d 'A. d 'assalto che condusse a Vittorio Veneto. Fu poi comandau tc del corpo d'occupazione inte-

Cr.)zi:.mi G i no

ralleato a F iume, direttore superiore delle Scuole 1'1iliwn nd rq20 . 111cmbro del Consiglio dell'Esercito nel 1921, comandante del C . d't\ . di Veronà nel , 921, sottocapo di S. M. generale · nel 1925 e qu ind i com . d'arm ata. Per la ,Lia azi,,ne quale comandante il C . rl'A . d'assalto fu nominato uff. dell'Ordine militare di · Savoia. Ha pubblicato : 1, Patria cd anni )) e <e La bana~r) ia <.1l Rivoli > >.

Graziani Ro::iolfo

Gmziani Rodolfo. Generale, 11 . ari Affila nd ,882. Sottot. dei granatieri nel 1906, fu in Eriuea e p,irtecipr, a tuua la guerra contro l'Austria, meritandosi ne l 1g15 la mcd .

eh

bronzo sul rnonte S . Michele e la promoz ione a rnaggiorc per merito cli ~uerra. Nominato comandante del 241° regg. fanteria n.d g i~gno 191~ e divenuto colonnello, e bbe un 'altra med. d i bronzo su Col del Rosso ove rimase ferito.

Grazio/i Lanle d.Ja1 Ria:ardo. Nicdaglia d ·oro, nato a Roma . caduto in Libia (1886-191 ,). Uscito giovanissin,0 da ll'Accademia navale cl i Livorno . navigò su lle navi « Ve-

suviq >) e << Puglia

}J

nei mar i dell'Estremo Oriente. Sbar-

campag na d i riconquista del la Tripolitania meritò la pro-

cato a 1-Ioms dalla « Marco Polo » , fu nello stesso tempo 1na rinaio, art igliere e ber!>c1gliere valorosissim(>, così coni 'C eletto nella motiva7.inne, con la qLJalc alla memoria di lui fll conferita; dopo la morlc gloriosa, la suprema rlistin-

mo7.ione a generaJc di brigata per merito dl guerra, due

zione :il valore:

med . d'argcuto e la croce da cav. clell'O. M. S . Nel 1928 fu promosso generale d i divis. ed ebbe il comando delle truppe colonia li della T ripo litania . Nel 19,0 fu nom inato vicegovernatore della Ci renaica.

,1 Il '23 ottobre ad Horns. dopo aver compiuto ~4rditamente una prima n, issione a terra ~u terreno b ~Ulll(O dal f uoco 1H> inico. sbarcato una seconda vol ta per raccogljcrc notizie.

Dopo la guerra, fu a lungo in LjUia e distinguendosi nella

affidi-, ari altri l'incarico avuto di pòrtarlc a bordo e di pro -


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GRA

pria inizi,niv:1 accorse a sostituire i l corntwc.la11 LC della hat-tc ria di sbarco, rima~to ferito. Rianirrn) ed infuse nuovo ardimento negli uom ini cs:rnsti per le perdite subìte, le fari~ che cd il d igiu no; pro\'vÌdc a raccogliere matcrijlc gr:ne-

mente danneggiato e, malgrado l'oscurilii ddla none ed il , non inlcrrolto fnoco neni ico ! attraverso gravi difficoltù di terreno, ricondusse la batteria ~I comp leto nei trincera .. menti. Il 28 ottobre, pure ad H oms, esempio ai suoi d i eroica fermezza, comandò la bancr.i a da sbarco della sua nave, esponendosi a'(<litamcnle al fuoco ncmi...:o per dirigere il tiro , finchè cadde mortalmente ferito ,, (1-lon,s [ Libia J 23-28 ottobre 191 1) .

Graziosi (E11genio). Generale , n. a Roma nel 1872. Soltoc. nel 1889 partecipò alla cam~agna . eritrea d el 1895-96 ed a · ,1uella libica del 191 1- 12. Colonnello nel r9r6, ebbe il comando del 2° granatieri e meritò due rned . d'argen to. Fu µoi çapo di S. M. dell'intendenza della 1• armata, inten dente della 6& armata e addetto alla direzione trasporti dc li 'intendenza genernle, meritaudosi la croce •d a cav. ddl 'O. M. S. per i servizi resi in occasione della ritirata e della riorganizzazione dell'esercito su l Piave. Brigadiere gencr:ile nel 1918 ebbe il comando del la b rig:ua Marche. Generale di divisione comandante la d ivis. mii. di Brescia nel 1925, ebbe nel 1927 il comando in 2• del Corpo di S. M . Nel 1928 fu promosso gcncrak cli C. cL\., presidente d el Tribunale Supremo. Great-Bridge, Località degli Stari Uniti, in Virginia presso Norfolk . Durante la Guerra d'indipellpenza d'America, nel r775, l'assemblea della Virginia mandò contro Norfolk , doYe il governatore inglese Dunmorc stava rinforzando le sue truppe cli negri e d i coloni lealisti, il col. Woodford con un regg. d'ordinanza e una banda armata. Gli Inglesi, avuto notizia d el la cosa, decisero d i sbarrargli la strada e occuparono la posizione d i G. B. a poche m ig lia dalla città, rafforzandola con numerosa artiglieria. Giunt i i V irginiani, si .fermarono anch'essi rafforzandosi di fronte agli Inglesi. Dopo qualcl,e giorno il Dunrnore, poich<! le forze nen1iche crc~cevano. men tre j suoi cominciavano a soffrire la fame, decise d i attaccare, e ciò fece il 9 d icem bre, ma, dopo un p rimo successo, (,nrnsi accanita la mischia, gli inglesi furono costretti a ripiegare sotto la protezione delle loro artiglierie, fiaccamente inseguiti. Qualche giorno dopo il Dunmorc, g iudicando per il 1nomcn to impossibile ogni resiste nza, si i_ mbarcò colle truppe e lasciò Norfolk che (u occupata dai Virginiani. Great-F leet (o Gra11d Flect). Fu il nome che ebbe il plesso maggiore delle forze eia battaglia inglesi durante la g ue rra mondiale. La mas_sa µrincipale era raccolta nella baia d i Scapa f'low; il resto e ra dislocato nelle basi di Croma.rty e di Rosyth. La C . F., ristrvata csclusivamt:nre alla lotta contro h1 Aotta d'alto mare della Germania , rimase sempre autonoma; dalla s ua base accorreva in caso <li 1ninaccia avversaria, e o perava contro le eventual i m inaccic ncrniclie. Ebbe occasione di combattere i Tedeschi in um sola grande battagl ia, quella dello Jutland. La sua forza rimase sempre talc: da 0

togliere aI nemico ogni possibilità di predorninio sul mar~, e la sLJa posizione, a di retta g uardia dello st retto comprc,o fra la Scozia e la pu nta Sud Occidentale della Norvegia, le permise d i chiudere comµ lct ameo te il Mare del Nord al commercio da e per i porti tedesch i . .'\Ila sua p ressione irre sistibile e costante si deve s pecialmente se la g uerrn mondiale terminò colla vittoria dell' Intesa .

·Greca. Distintivo proprio di tLJtU gli ufliciali generali. ap1>licaro :il berretto, sormonrnto da un numero vario di galloni 1netalJ ici d'argento sottili a seconda del grado. Questa. voi.:e in realtà non

è regolamentare perchè non

ricorre in nessun documento ufficiale> tna è onnai comu11issima nel linguaggio militare e molto conosc iuta anche nell'a111hic11tc civ ile, ed ha acquistato quasi il significato di

emblema carattcristicn ciel grado di generale. Sono notissime in fotti le frasi: " ottenere la g reca » per dire ottenere la pron1ozionc a generale~ aspirare alla greca»; ecc. La denominazione di G. deriva al distintivo dalla forma partirnlarc eh 'esso ha e che rico ida lo speciale ornamento di tal nomc consjslcntc in una continua azione di linee rientranti. (f

1

in sè ad angolo retto.

La G . è di tessuto metallico d'argento per tulti i gradi di generale e per tutte le armi , specialità e servizi, u111ca e»~11do I·u11ifcrme per i generali.

Grechetti (o Greco111) . Furono essi chiamare anticame nte le canne da fucile e pistola, quasi sempre di fabbrica bresciana, col! a testa de tra gruone. Le più stimate erano q uelle di •Lazzaio. Cominazo, tanto che, anche quand<;> le canne non erano realmente di tale armaiuolo, pure si vokva ne portassero il nome . G.recia. La G recia, come unità statale , cornp~re assai tardi sulla scena del mon.do . I .e orig ini e la p rima vicenda dd suo popolo sono avvolte nel m ito e nella leggenda; ma la. crit ica moderna lo fa derivare da quelle genti Arie che dall'Asia m igrarono a grandi masse in Europa e che i11 parte ne popolarono le terre settentrionali (Celti , Germ:rni e Slavi), in parte si s.tabilirono in Italia (Italici) e in parte nella <;recia (p r ima i_ Pelasgi, poi, assai più tardi, gli Ellcm sudd ivisi in Achei, Dol'i, Eoli e Joni) . Tralasciando i fatti dell'età leggendaria (principali fra questi la spedizione degli .'\rgonaut i, 1226 a. C.), la prima guerra di T ebe (r214 a. C.), la presa d i Tebe 1?c1· parte degli Epigoni (r 197), la guerra di Troia (1193-94), il ritorno degli Eracl idi, ossia l'invasione dei Dori nel Pe loponneso (rT04), e le ·vicende · c/ei ire secoli seguenti d i cui n'o n si hanno notizie) è possibile fissare nell 'Vlll secolo a. C . , ossia alla p rima Olimpiade (776) ! 'inizio dd periodo srorico della Grecia, nel quale la grande famiglia Ellenica apparisce suddivisa in uu gran uurncro di statercl li e.. <li colonie: i pri mi, in perpetua lotta fra loro e con nemici esterni, ma fervidi. di vita politica, capaci di espansione e di attività commer ciale e consci del la loro unità nazionale; lt: seconde, disseminate nelle isole clell'arcipclago e lu ngo le coste del Med ite rraneo e del Mar Nero. Tra i gruppi Ellenici primcggiava,(o quello dei Dori e q uelle ckgli Joni . Gli uni montanari, tenaci negli antichi coslumi e nelle lo ro istituzioni aristocratiche, erano e111igrati dalla Doride stendendos i nel Pdoponneso, ove aveva □o snc.. tomcsso gli Achei che ve li avevano preceduti; Sparta e ra la loro città principale. D i essi, l" ferrea costituz ione , data loro ncll'884 a. C. da Licu rgo, aveva formato un popolo austero d i guerrieri che con lunghe ed aspre lotte si fece signore d'Argo (VI secolo a. C.), d i Mcssene (V secolo) e d'altrc terre; onde Spar ta ebbe a .sè soggetta tutra la parte mcridion:tle del Peloponneso e rimase lo Stato più poten te


-

205

GRE

,\m,i cd arm:iri dell..:'lntica Gr~cia

r 1 fonte lacedemone - :?, fonte :llc nicsc - 3J c:walierc mricedone - 41 5, spade - 6, frecciu - 7 , :,reo - 8, fnrctrfl _

9 , roJ rr, caschi_ I 2 , r.1. scudi dJ metallo - :r-.1, n~1ve da guerr:1 .. 15, popp:1 di na,:i d:1 gucrr:1 - Ih, ancora

ddla pen1>ola. Gli Jonii imc,e. popol:iz10nc m.1n11im.1 . piu viv:1ce, pili intelligente e progre~~j\ra dei Dod , cran \ i srnb,liti nell'Attica, iacenclo cl'.\tenc la loro ca pitJlc. Rettisi per qualche secolo a roonart ato, l'avevano poi abolito, e. dopo un periodo cli lotta interna. a,cvano ricevuto da , Sulonc (d rca foo a. C.) una costiwzione più umana, pi,, libcrelc, pi,, spiritualmente cducat i,·a di q uella di Licurgo. Nel Vl secolo a. C., Spa rta t rO\'avasi costituita in monarchia; ,\tene invece aveva reggimemo democratico. Gli altri Stati della Grecia erano via via passati dalle antiche n1onarchic eroiche alle aristocrazie e finalmente a goven1i più o meno democratici. Le colonie greche ,lell' t\sia mi nore erano state sottomesse dai re cli Lidia e poi (546 a . C.) da Ciro fondatore dell'impero pcr,i:mo. Furono queste colon ie cl1t·, bramose di sottrarsi al giogo loro imposto, di,.dcro, nel V secolo a. C .. con la loro sollevazione, o rigine al g rande ~on A.1110 che pose d; fronte la barbarie asiatka e la civiltà greca. :--lei 499 imorgeva Milcto contro il ,·e Dario di Persia, e in hreve la ribellione si propagava in tutte le altre colonie anatol iclw. L'aiuto d,ito a queste dagli Ateniesi non valse a >Jlrnrle dall 'ira di Da,io, • ' il quale, scon(itrelc per mMc presso Milcto, e avmclc nuo\'3JTicnte i n suo potere, si volse contro t\tcnc per trarne vendetta. Fall,rn una prima srcdi'l.ione guidata da Marclonio genero del re (493), liii .secondo esercito persiano di oh re 100.000 u ., spcdno per mare, sh,ircò nell'Attica. ma, affronrnto da 9000 Ateniesi e 1000 Platccsi sotto il comando d i Milziade, fu sbaragliato a J\faratona (12 settembre 490 a. C.) e .:ostrcuo a rifar vela verso l'Asia mi nore .

Succeduto a Dario il figlio Serse, questi fece gr;mdi apparecchi per rinnovare il tentativo del padre. Un im menso esercito, tragiuato I 'Ellcponto e travcr<ala la Tracia e ,la Macedonia, giunse ai co11fini della Grecia. I.a m,1ggior Jlartc degli Stati greci, con a capo Atene e Sparta, si collegarono per fronteggiare il pericolo. J.a gloriosa resi<tcnza deg li Spartani, guidat i dal re Leonida, alle T ermopili (luglio 480) non "ahe ad arrestare la marcia dei Persiani: ma le navi g reche, combauendo presso il capo Arttmisio sotto lo ,partano Euribiadc e poi a Salamina (w setr. 480) ,otto

l'ateniese Tcnmtocle, mtli,..._•ro a quelle pcr.siane talè di , fatta che Serse, lasci:110 dietro d i sè in Grecia M,,rdonio con grosso nerbo. si alTrcuò con la maggior parte dell't'Cròto a ritorrrnrc 1n J\sia. ~el seguente anno (479), Atcnic~t

e Sp:1rtani soa o Pausania si az-1,u/Taro110 a Platea (4 sctl.) con lè truppe di ~lardonio e ne fe,cro strage. mentre, nello stc,,o giol'llo, la !lotta greca, ag li ordini del re spartano Lcotidllcb ,. dcll',llcnic,c S.,mippo, soorca,·a pre,so il promomorio M,calc 11ella l on ,a un esercito che sbaragl iava i Pcr<iani strappando le colonie jonichc al loro giogo . Tre anni 11opr>, 11n 'armata di pcloponncsiaci e cli ateniesi, condotta dal re sp.1 r1ano Pausan ia, conqll istava ai Pcr, iani l'isola di Cipro e Tlisanzio. Poichè, t lel b conseguita viuoria. il meri to prcC i[>tlO spctta,.1 ad ,\tene. e la sua flotta era d'assai più forte ,li quella degli altri Sw,i, ad essa fu data la supremazia nella confederazione d, citr.\ marittime e di i~le costituitasi in Dclo per opporsi a nuo\'i assalti ddla Persia. Nd 465 a. C., Cimone. figlio di Milziade, con una /lotta fctkralc prencle,·a l'isola cli Scio fugando i corsari che infcstav:1110 l' Egeo. assoggettava ad Atene la città d, Caristo e l'isol.t di !',;asso rirranc,i dalla confederazione. c. sbarcato in .\ sia. ,ninore presso le foci dcll 'Eurimcclonte, poneva in rotta i Persiani, poi conqui stava il Chcrsoneso tracico e l 'isola di Taso (~61 a. C.). J)a tante fortune inorgoglita, Atene fu tratta a volgere a proprio utile le for7c e il denaro degli alleati. i quali insorsero spaVeggiati da Spana gelosa del predomin io atc111e~e; e, mentre Atene accorrc,·a in aiuto dell'Egitto sollevatosi contro i Persiani, inizi~lrono contro di essa una feroce guerra. Gli Ateniesi vinsero per mare presso Egina gli Egincti, 1 Corinzi c;I altri pe!oponnesiaci, per terra prcssu Tanagra gli Spartani (457) e presso Enofita i Beoti (456). Seg-ui una tregua quinquennale con Sparta, durante la quale gl i Aten iesi, ass:1liti proditoriamente e post i a macello in Cipr<> (455), perdev:ino qucst 'i\Ola e do,·c, .ino ahbaod.)llarc l ' impresa d'Egitto e far pace con la f>crsia (449 a. C.) . Poco dopo, i Beoti. nuovamente imorti contro gli Atcnie,i, li batterono a Coronca (➔47), onde gli Spartani cnn i lorn allenti del Peloponneso si scagliarono sull'Attica, la quale


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fu salva dalla rovina per !"abili tà , li Pericle, arbitrn d ',\ tene, che conchiuse mi nemici una pace di 30 anni (445). Ma fra Atene e Sparta, ,·upid~ entrambe di rgemrmia, Jivem: per indole, per for ma di governo, per te1idenzc politiche, non poteva c!iserc amicizia. La ~ucrra t1 a es.se non tardò a scoppiare ne l 431 (v. Guerra del Pelopo1111cso) e, ,alvo il breve intervallo della tregua di Nicia (421), durè, per 2i anni . ,\tene, malgrado alcuni pro\per: successi, fu :1lla fi11c battuta ad Ego,potamos (1t>5) 1: cadde in bal;a di Sparta (404)- Se ne liberò nell'anno segurn1e per , mù cli Trasihulo, il ,,ua le, rJccolto uno stuolo di compagni, combattè felicemente i trcnui tirarmi che a go\'ernare la città co11C1ui,tata er•no stati posti dagli Spanan, ed ouennc per accord i che 11t1csti l:t sgombrassero. Nel 401, Ciro il giovine, ribel!ato,i al fratello ,\rtascrse Il re di Persia, bcnchi: sostenu to dalle ci tti, g-r~chc ,kll'Asia e da 14.000 mercenari greci, la maggior parte spartani, \'cniva da esso vinto cd ucciso alla battJglia d , Cunaxa, dopo la quale i Greci, guidati d :1 Senofonte, operavano <1uelia famosa ritirata che l'/lnab,,si (V.) ha immortalata. Minacciare dalla vendetta del re di Persia, , le citd g reche del l'Asia Minore invocarono l'aiuto di Sparta, il cui csc:rcito, condotto dal re Agc,ibo, ottenoc sui Persiani vari

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dal Caspio .sino al mare Entrco e al continc ~eltt.:1nrionalc cl'ELiopiJ. :-.forto Alessandro Magno (.P3), ,eguiruno aspre guerre fra i ,uoi diadochi per la spartizione de, vasti domini d., esso lasciali. Nella Grecia si ravvivarono le ,pere.n·.,,_e d'indi pendenza e, ad uttencl'la, una lega si formò fra i ~uoi Stil ti per impulso d'Atene. Ma Antipatro, uno dei diadoc!ti. sconfisse a Lamia (322) i Greci, che pas,arono dappri ,na in suo dominio, poi in quello di suo figlio Cassandro e infine in quello di 1\ntigono Gonata (278). Tutta,•ia la Crccia non si adattò mai alln servitù macedone e Atene J Sparta e una lega etolica e una achea sorsero a difendere In morente libertà (280); ma la prepotenza della lega etolk;1, l'0rgoglio e I 'q~oismo di Sparta diedero origine a guerre fra di loro (222-216) e non solo ne resero vani gh ,forzi, ma facilitarono ai Romani le successive: conquiste della Illiria greca, della Macedonia, clcll'Epiro e finalmente con le vittorie da essi riportate sulla lega Achea a Scarfca nella Locridc (r47) e a Lcucopctra pres,o Corinto (14C.) . t.:

fel ici successi, ma doveuc e,serc riportato in Grecia per

opporsi all'a.saho che Arene ~ Tebe ora rinnovJ,ano co111ro Sparta. Questa, vincitrice: per terra nella battaglia di Coroni:a (394), era sconfitra nello stesso anno pa mare in quella Ji Cnido, ove: la sua flotta veniva distrutta da quella persiana coniandara dal ,atr·1pn F:trnabazo e dall 'atcnicsr Conone; onde le fu forza ncgm.iarc col re di Persia l ' ignominio,a pace di Anu,lcidl (387) con b quale, abbandonando le città costit·re dell'Asia Minore al dominio p,:r,iano, tra,h,•a la causa della Grecia per a"icurarc a ,è ,tc»a l 'cge111onia sulle rittiì rival i. Ma la durezza, l'c.-goismo degli SpJrtdni e il loro spinto :iiopraffatore, c~crcitato spccialmcnlc contro Tebe. cccit...irono

, lo sdegno di questa dtt:t, che era a capo d'una confedera1.ione beotica e la spinsero :1d unirsi con ,\tene che p11re ;1veva ragioni di lagno contro Spana. Nel la lunga guerra che ne ,eguì, gli Sp:,rtani ,cnnero ,confitti per mare prc"o l 'isola <li Nasso (3,6) da Conone e per tcrrn a Lcuttra (371) da Epaminonda, generale tebano che, penetrato poi nd Peloponneso, liberava la llle,;cnia dal giogo spart,1110. T:tli vitto rii' diedero a Tebe il primato sugli altri Stati; ma Sparta, raccolti intorno a sè nuovi alleati, riprese la lotta; una nuova vittoria d i Epaminonda " 1'faminca (362) c,,stè> la vita al dure tebano, priva del qullc Tebe: ndde dalla sua effimera grandezza. La srnnchczza della guerra dctcrm in<'> I.i fine d i questa e la pace [u conclu,a (361). Dei dissensi dei Greci e cieli.i loro presente debolnza :1pprofi uava Filippo re di M:1ccdonia rhc, rnfTorzJIO il rcgnn con sapienti riforme civili e militari e assicuratine e ampliatine i confini con ardite 1mpresl· belliche. rivolse le sue mire ;i dominare sul la Grecia in liacchita e im potente :, resistergli. Perciò, vinti i Foce,i nella guerra Sacra (V.) si ,,oJse contro Atene e Tebe collegatesi per fronteggiarlo, e, vintelc :, Cheronea (.339), di\'cnne :trbitrn di tutta In Gredn. Gli succedeva due anni dopo il figlio Ale"andro, che, rac,ogl icndo il disegoo paterno cli 111110\'crc guerra al la Persia e fattosi cleggerç comandante supremo degli Stati greci, si mosse (334) con un esercito di 30.<>oo fanti e 5.000 cavalli verso l 'Asia Minore. Le vittorie del Granico (334), d'hso U3.,) e d'Arbcla (331), con,cguire su Dario Ili re dei Persiani, e quella dcll'lclnspe (326) su l'oro re indiano, diedero al re 111acedo11c un impero che ,tendevasi dal L)anubio e dall'.\driatico ,1110 all'lassanc e all'Indo, ,lai :vtare Nero

Grecia : Ufliciale e: soldati dell'epoca napolconk.1

cldla Cn.:cia lulla (hc di venne 111 1~\ loro prov inc ia cui lu dato il nome di proc,msolato cl' Acaia. D:11 ~onno, 111 cui. 13 schiavnl1 t ·avcva in1mersa, la Grccrn. fu per breve ora tratta <la Ar,hclao, generale cli Mitridate, che, al tempo c!clb guerra di questo re coi Romani, la solkvcì tutta; ma le sue catene furono ril.,adù e pc1· op~ra cli Sil!a, che, presa e sacc!lcg,e:iata Atene (86 a. C.) e ,·into il re del Ponto, restituì la Grecia nel dominio di Roma. Dc,olat3 dal le guerre di Cesare e di Pomvco, divisa in varie preture da Augusto e poi, sotto C'.o,:antino, compresa nella prciettura dcil'llliria, alla spa rtizione dell'Impero, fatta<i tra Arcadio e Onorio, la Grecia passò sotto Bisanzio_ I Visigoti nel 395 d. C., i Vandali nel 466, gli Ostrogoti nel 475, i Bu lgari nel 500, gli Slavi nel 540, g li Ambi nel IX secolo, anrora i Bulgari nel 995 e Roberto Gui<cardo nel 108o e Ruggc,o li re di Sicilia nel 1146, inva,cro e straz iarono la Grecia che, dopo la conquista di Costantinopoli e la distruzione dell'impero bizantino operate dai Crociati, (u smembrata in un gran numero di principati e signorie rhe ebbero , ita effimera, fra i quali i p,ù note,·oli furono 1 pnncipa1i di Acaia e di Morea, quello di Nauplia, i durari d i Atene, di Tebe e dell'Arcipelago, b signoria <l'Epiro, ccc Quando \faometto 11 simpossessò Ji Costantinopoli (1453), gran pane dcli:, Crcd:i era già caduta sono la sci111itarra maomettana, \tene, la :',,forca, l'Epiro, rimasti i111hpe11dcnn, non tard.irono a seguire le soni delle allrc tene greche.


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,\ nche i Vcnaiani, che tenevano moire città <lelle coste elleniche e le isolé cieli' Arcipelago, le dovettero cedere a poco a poco alla potenza o ttomana . La Grecia fn allora divisa nei q uattro pascialati cli Salonicco, Giannina, Livadia e Morca, e q uc, ta divisioni! clurò fino al 18::1. salvo il breve peri0do <lai 1687 al 1718, in cui la Morea, conquistata da i Ve~c'l.iani, rimase loro soggetta.

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La profonda miseria in cui il paese, sotto le mutevoli signorie e specialmente sotto il barbaro domini0 turco, era pio mbato non valse a<l estinguerne lo spirito nazionale . che, ravvivato da lla religione, dall'idioma, dalle mc·morie da lle "ntiche gesta e dall 'amico splendore, tratto mmo elide prova d i vitalità, come nell 'insurrczione d urata dal 1770 al Jj79 e in quella dei Su liotti (1791). Dopo l'infuriare della r ivoluzione france,e e il tracollo napoleonico , l'a lito di 1:bertà, che spirava in tutti i popoli riassoggettat i :-il d ispotismo, ri~uscitò nei Greci la coscienf-~ del loro valore e della loro superiorità d i fronte al turco e alimenti, le lo ro speranze e i loro · proposit i. Sorse così la associazione patriottica (Etaria.) che, mirando a spezzare le catene del lR servit ù, si espanse in breve per runa la Grecia e fuori in numerose « dorie ». La rivo lta di Alì, pasciiì di Giann; na (1820), contro la Po rta diede animo a rompere g!i ind ugi, e ben presto tutto il paese ru i.n fiamme . I Turchi rispos~ro con eccidi inauditi che esasperarono i Greci ed aumentarono in tutta Europa il numero dei loro fa utori,

i fi ldleni , fra i q uali molti it aliani accorsi a difenderne 11 buon d iritto. La g uerra durò fino al 1829 (v . Guerra dell'Indipendenza greca) e term inò col riconoscimento della Grecia quale Stato sov rano per parte della Tun;hia . A q uest a però rimasero la Tracia, la Macedonia, la Tessaglia. l' Epiro e Creta. Le isole del mare Jonio fo rmarono una repubblica sotto il protettorato inglese . Dopo un breve periodo in cui la G recia fu retta a repubbl ica sotto il conte c!i Capod istria, periodo segnalato pe ,·

discordie e disordini interni, nel 183i 1 per in ter\Jento delle potenze protettrici <lei la Greci;i (Fraucia, ln ghilterrn e Russia) f11 aflidato il trono al giovine principe Ottone, sccondogcniw del 1·e Luigi di Bav iera, il q uale e bbe regnc agitato da continui torbidi dovuti al l'immaturità politirn sua e dd ~uo popolo. :\Jel 1844, c.:o~ln:ttov i da un'insurrezione, Ottone I largì una costituzione modellata su quella francese e inglese; ma, nel 1862, un nuovo moto d i popolo lo privava della corona, la quale dal I' .\sse,nblea nazionale g reca veniva data, nell'anno successivo, al principe Guglielmo d i Danimarca che assunse il nome di G iorgio I e il titolo d i re degli F-lleni . ln quello stesso anno, l'Ing hilterra cedeva alla Grecia le isok Ionie. Il regno di Giorgio l (u pacifico, ma, all' interno, le fazioni non quietarono g li spirit i essendo continuamente ecòtati dal miraggio d'una più g rande Grecia. D urante la l,'1.lerra russo-tu rca J1877-78), la G recia, per consiglio dell 'foghilterra, si tenné ncutrn le e ne ebbe per compenso d istretti tessali e l'Epiro meridionale . sì f he i l suo coufine settentrionale fu segnato, nel 1881, dai fiumi Pcneo e .-\na. Costretta , dalle potenze stud iose d i manLenerc la pace nell'oriente balcanico, .a una. condotta prudente, la Grecia non potè soddisfare le sue s-:grctc aspirazif>nt nè nel 1884, al l'epoca dell'insurrezione di F il ippopol i, che decise della un ione della Romel ia orientale con la l3ulgaria, nè durante l' insurrezione di Creta scoppiata nel 1889. Ma nel 1895,

essendosi quest'isola nuovamente levata c0nrro il giogo turco, la Grecia non stette alle mosse e vi mand<', un corpo di sbarco,. mentre raccoglieva il suo ese.rcito in Tessagl_ia.

Malgr.,<lo l'intervento delle potenze e uro pee, che inviarono le loro Aone a domare la rivolta cretese e intimarono i l d isarmo alla Grecia, la g uerra fra questa e la Turchia d ivenne inevitabi le (1897) (v , Greco-turca g uerro). La guerrn ltalo-turm (V.) scoppi~ra nel 191 1, r idestal'a le speranze degli Stati balcanici in una definitiva esclusione del tqrco dall"Europa e determinava le guerre Balcanic!,e: (V .) ,:he facevano g uadagnare alla Grecia l ' isola di Creta e una parte della Macedonia con la città d i Salon icco. A l re Gio rg io I, inopinatamente assassinato in questa città (1913), succedeva il figlio Costantino, che, essendo cognato dell ' imperatore Guglielmo II cli Germania , quando scoppiò il g rande conflit:o mond iale parteggiò per gli imperi centrali . Malgrado il consiglio del suo governo, presieduto dal cretese Vc11izelos, e la volontà del paese ; mal g rado un solenne patto d 'alleanza stipu lato precedentemente con la Serbia; malgrado, infi ne, g li incitamenti dell 'Inghilterra che g li offriva i vi lajet di llrussa e di Sm irne nell 'Asia Mino re e l 'isola di Cipro, purchè le t ruppe greche si fossero unite a q uelle dell' Intesa, il .-~ Costantino perseverò in una polit ica si1bdola che mirava a favorire la German ia nel la sicura fiduc.:ia di trarne maggiori profiLli. Anche q uando, in apparclllC omaggio al patto serbo-greco, I 'esercito ellen ico sembrò partecipa re alle operazioni degli anglo,italo-francesi con tro i Bulgari , la fiacchezza della sua n io ne e la dedizione d 'un intero suo Corpo d'armata agli austrohulgaro-tedeschi fecero palese la mala fede del re di G recia che, finalmente, premuto dalle potenze dell'Intesa e colpito dal la riprovazione del suo popolo, si vide costretto ad abdicare (12 giugno 19r7) e<l a cedere lit corona al suo secondogenito Alessand ro, non compromesso, come il primogenito, nella politica paterna . Col ritorno del Vcnizdos al potere, clal 911ale era stato rimosso dalle mosse d i Costamino, la Grecia riprese il s110 posto a fianco dcli 'Intesa e partecipò alle operazioni di g uer ra che determinarono il tracol lo degl i imperi centrali e dei lo ro alleati (novembre 1918). Col t rattato cli Sèvres (10 agosto 1920), essa otteneva la Tracia fino alle linee di Ciatalgì,i, alcuni distretti dell'Alto Epiro e lo Stato d i Smirne'. Sostenuta dall'Ing hilterra che d'una Grecia ingrand ita voleva farsi strumento per controbilanciare I' inl1uenza francese su l lvkd itcrraneo e per costituire un antemurale contro l'espandersi della Russia verso l 'India ,. della Turchia verso la Mesopotamia e l 'Egitto, s.i affrettò a tradurre in atto la clausob del trattato d i Sèvrcs relativa a Smirne, inviando nel 1920 in /\sia Minore un corpo d i occupazione, e ne derivava un'altra guena. G1·t.>eo-Turca, h t1ualc t-:rmi• nava con la battaglia di Afium l.k_araliissar (Y .) che costringeva i Greci a sgombrare l 'Asia Minore. Nel frlttcm po, la morte acc)dentale d i re Alessandro aveva riportato , per

uno strano rivolgimento tld

favore

popola~c e malgrado h1 ostilità dell'Intesa, il re çoswntino sul tro\10 ellenico (5 dicembre 1920). Ma la doppiez·la ·della sua politica e il d isastro m ilitare sofferto dalla Grecia ncl l 'Asia Minore e a lui principalmenre imputato, furono ca 1Jsa d 'una rivolta del popolo e delJ 'esereito, che lo co:'itrinsero a cedere nuovamente la corona al figl io primogenito Ciorgio.

La pace turco-g reca fu suggellata a Losanna (24 luglio 1923) e la Grecia vi pcrdè, o ltre lo Stato di Sm irne, anche la Tracia o rientale con Adri anopoli e K;1rngacch . Nuovi rivolgimenti interni portar ono, nel dicembre 1923, alla abd icazione d i Giorgio Il ; e, dopo una breve reggenza del1'amm iraglio Condùriotis, l 'Assemblea costituente proclamava la decadenza della dinastia dei Glucksburg e l 'ist itu z ione in Grecia del reg ime rcpubblic,rnp (25 marzo 19 24).


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Grecia (Ordi1111111c111i militari ddla G. an!im). Le torme dell'ant. milizia gn:ca furono una emanazione diretta dello S tato. 11 cittadino ero un vero g uerriero, che combatlcva per difendere la propria terra, e per la gloria della sua patria. La milizia era tenuta in gran conto, obbligatoria per tull i i citt:,dini, e preparata cogli eserciz i ginnici. Ogni piccolo Stato aveva in G. il suo esercito e la sua flotta. l'rcss',1 poco l!llli gl; Stati cicli., Grecia avevano le stesse leggi m ilitari. Cli A1eniesi erano validi per 13 milizia dai 16 ai lio anni; l'esercito mobile si componeva di uomini dai 20 ai ~o anni. A Sparu i cittadini erano obbligati al

~crvizio dai :20 ai 6c: anni , e, se per clifcsa della patria, anche i giornnctti ed i vecchi. La scelta o IJ sorte designavano <]Uelli destinati alla guerra. Filippo il Macedone volle isti1uire per primo la m il izia permanente. l n tlllli gli Stati della Grt'cia ,·igc, ano pcl reclutamento cldla milizia

Antichi guerrieri grc:ci

l111a specie di registri della rnscri,.ione lcuull da ufficiali eletti dal popolo. Se i ciuadini liberi non bastavano a costi tuire il contingente nccc~~ario per una bruerr~•. ,·cni, ano chiamati alle anni anche i forestieri domiciliati nello Stato, gli emancipati, gli schiavi, e qualche volta si ricorse a 1

mcrccn:tri stranieri.

La ripartizione del con1 ingcntc cl i leva era fatta pnma fra le due armi, fanteria e cavalleria. La prima, nerbo principa le dell 'c1ercito, era ripartita JR tre specie; Opliti, Peltasti, J>silit i. La cavalleria, scarsa negli antichi eserciti della G. (solo nel macedone ascese fino ad 1 /6 della forza tntale) era di t1e specie: Catafraui, Greci propriamente dc1t i (cavalleria 111ezzana), e T arenl.ini (cavalleggeri). Per b fanteria l'unità tattica greca fu il Sintagma. Pare che duran1c la g uerra di Tebe (12z2 a. C .) sì s,a adouata I:, Penrncosiarchia cioè l'unione d i due Sin l:lJ!lni . Venne p1ì1 tardi la Falange adoperata contro gli 1\si:itici fin dal 1193 a. C . I G. coll 'andar del tempo ridussero l'ordine falangita, ad una serie di suddil'isioni matematico-geometriche, così da farne anche sul campo di b;ittaglia una cra coreogrufia 111:ilitarc, La lnro tattictt divenne per conseguenza d'un formalismo nocivo alla rapidità dclk mo,sc, cd all'adattamento al terreno. Gh ufficiali, dal Tassiarca (subalterno) al lo Stratego (capo falange) .iavano dinnanzi :ti reparto coi 1010 aiutanti, araldi, trombettieri e signifen per trasmettere gl, ordini. Gli altri ufficiali 5ta\'ano in serrafile. I tattici si dilettavano di insegnare ordini poljgon ali, a freccia, a tenagl ia, scalati ccc. ·Ma tali tnanovrc non avevano vera importanza gucrr('bCa . rn,cce I{' C\'oluzior.i, cioè ripiegamenti a squad ra (epagogici, di fronte e p?.r:lgogici, di fianco) la formazione in massa compatta (11nap1smo) per dare o ricevere la c:1rica, e la formazione del cuneo per l'attacco, erano maggiormente curati per 1'appli\

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cazione alle varie contingenze belliche. Formazione per 13 marcia era la colonna con S u. di fronte. Le formazioni del la c.1valleria, per ragioni di mobilità e rapidità erano costituite da piccoli drappelli radi. Unità tattica era la Jla, fra i macedoni, con piccoli inter\'alli e distanze fra ca,•2here e cava liere. Ciascuna fa lange aveva assegnate 16 ile. ripartite in dnc ali . L'ordinamento a battaglia era in una sola linea, a quanto ..cmbr.1, cnn intervalli eguali o an,hc ,naggiori della fronte di una di esse. I tarcniini corrispondevano per impit>go ai psiliti della fanteria; cd i G. ai pcl10.ti. si d1stribui,ano su tre linee: in genere. Talvolta due ile si univano a forma di losanga . Al centro d i ciascuna ila ,iavano i cavalli più corridori, ed ai lati i meno veloci. La carica veniva fatta al galoppo, e, data la distribu7ionc dei cava lli , nella corsa si veni v:r a formare una speric di cu neo. La cavalleria era comandata da ipparchi. Cire:i. 12 formazione dei grandi reparti , unità logistiche. e str2tcgiche, I:, base era sempre la falange. Quando si riuni,·ano truppe di parecchi Stati, il comando ,upremo veniva as,;unto da uno degli strateghi a scelta, o per turno di giornata, negli esercit i repubblic:1ni. Io quello di Sparta prima \'enne assunto dai due re, poi da uno ,olo, mentre l'altro rimaneva al governo della patri2. Anche 1'c;ercito macedone fu comandato sempre dal re. I G. ,i scr\'irono cli c,irri di guerra, di eldanu, cli grandi macch ine da giuo, di fuochi d i guerra, che adoperarono negli assedi e nelle battaglie navali. dove precisamente di, enne celebre il fuoco greco. Le fortificazioni in G. si lim itavano in alte e robuste mura, di pietrl o di mattoni. con merlature e torri, qualche ,o!ta precedute da fosso. Tutte le principali crtd a, ernno la )oro cerchia di m urn, r11eno Spana dove cs,a veniva sostilllita dai u petti dei ciuadini • come voleva la legge di Licurgo. Qualche citt:ì era raffor>.ata da un'Acropoli. Fino all'epoca di :\ lcssandrn i C. non brillarono per abil ità nella e,pugnazionc di siti fortificati . Dopo Alessandro si lccero gr.indi progressi in q uest'arte, e divenne celebre Demetrio rlctto aopunto « il l'oiinrcete ». !'Jella Castranwnta7.ione i C. sembra a,·esscro sempre le stesse regole, giacchè accampavano a (orma concentrica attorno alle t ende dei comandanti. '-lelh di,ciplina ,\tene e Sparta primeggiarono; assai diffe rente fu però il genere dell:t disciplina tra Atene democratica , e Sparta aristocratica. L:1 molla della disciplina ateniese era l'amor p~oprio e la ragione; quella di Spart2

~i basa\'a invece sul frigorc Jcl!<· leggi. Gli altri Stati si modellarono su questi due Lipi, pcn'> la maggior parte seguì i metodi ateniesi . L'opportunità cli una guerra veniva discussa i 11 pubblico. Deci sa qucsrn, i 1assiarchi sulle piazze arruolavano i cittadini validi, pena l ' infamia a chi mancas~e. Seguivano le pene più gravi per chi violasse la legge. Mone :,i traditori; infami a ai vili; pri1·0 d1 sepoltura chi rnori,·a fu~cnclo; svergognato e punito chi perdeva lo scudo, simbolo di saldez7.a e di for,:a; esposto .11 ludibrio dei compagni chi !lisciava il suo posto; cacciato con ignominia dal campo chi commettesse violenze, <> provocasse scandali . Viccver.sa i più alt i onori, elogi, promozioni e ricol'npcnse matc.::ria1i e 1norali spctt:1v:rno ai benemeriti della patria. ccl alle famiglie dei morti.

E.ce,ci10 Gre.:o. L'.autorità suprema dd t~mpo d i pace è il ministro della guerra, assistito dal Capo di S. M. generale. li territorio è diviso in 4 regioni di C . d'J\.: Vecchia Grecia (2), Macedonia (1), T racia ( t) e 2 Iegioni di divisione: Creta, Epiro, oltre una brigata ncll',-\rcipebgo. 1 Ogni C. cl',\, comprende : 2 o 3 div is. d i fanteria, 1 rcgg.


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art. campale e servizi; ogni divis. cli fanteria consta <li 3 rcgg. di fanteria, 1 rcgg . art. da montagna e scrvjzi. JI regg. d i fan teria è composto da 2 bgl. di 3 cp . fucil ieri ed 1 mitragliatrici ciascuno; totale 30 reggimenti. Altri reparti di fanteria sono: 3 regg . di Euzones, 4 bgl. di guardia rq)llbblicana, 3 bg l. di m itragliatrici pesanti , r bgl. da forta.za, T rcgg. d i frontiera, 1 cp. di guardia ciel Presidente della Rep ubbl ica, 1 regg. d i carri d 'ass3lto. La cavalleri a comprende 2 divis., ciascuna d i 2 regg.

Distintivo dei velivoli militari greci (centro e anello turchini)

(4 squad roni , r squadrone mitraglieti) 1 squadrnne pionieri, 1 squadr. telegralìsti., 1 gruppq e1 ·a,-r. kggera da montagna. L'artiglieria, oltre guella dei C . d'A. e d elle d ivis. comprende : l regg. da fortczzay 3 regg. pesanti, 3 g rupp i d 1 art. controaerei . l i genio comprende: 3 rcgg. d i pionieri da campagna, 1 rcgg. d i pionieri da fortezza, , regg. d i telegrafisti, 1 regg. férrovieri, J bgl. pontieri. L'avinione comprende 3 rcgg. d 'aviazione d i 2 gruppi di 2 squadre ed , gruppo da caccia irtdipendente. Effettivi di bilancio : Ufficiali 7. 200, Trnppa 60.000 . Vi è i noltre la gendaimeria, organizzata in 35 comancJi regionali e 9 divisioni superio ri. Ogni cittadino è obbligato al servizio mi litare personale per la d urata di 29 aru1i, di cui 18 mesi in servizio attivo, 19 anni e 1 /2 nel la 1 a. ri~ serva ed 8 anni nella 2a riserva.

Jvfnrit1a Greca. La flotta g reca non ha imporra112a notevole . Le vecchie corazzate « K ilk is » e u Lemnos » (acquistate nel 1914 -dagli Stati Uniti) hanno un d islocamento di 13.000

L'incrociatore Giorgio Averoff 1

tonn . ed una velocità di l ì n1igli::1; l incrociatore corazzato "Georgios Avcroff » , costruito in I talia e va rato nel 1910, ha un dislocamento di circa rn.ooo tonn. cd una velocità di 22 nodi circa; l'incrociatore protetto <( l-lelli », varato nel 191:i:, acqu~stato nel 1914, di 2çpo tonn. con 20 nodi di veloci~à venne adoperato come posamine. Und ici cacciatorpediniere, dodici torpediniere, quattro posamine, due sommergibili, qualche cannoniera trasport9, una nave scuola complctano la marina gre€a. Una rrùssione navale inglese sta riorganizzando (1929) la flotta greca provvedendo al suo rimodernamento.

Grecis (Giacomo). Medag lia d'oro, n . a Covo. m . a Gaeta (1840-1861). Arruolatosi volo,uario llCi « Cacciatori delle Alpi » nel 1859, passò poi nel l'art. p iemontese, ed a Gaeta, nel febbraio 1861, toccava due ferite, per la seconda delle quali il 14

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valoro.so cannoniere d ovette subire l'amputazione del b raccio dest<O. In seguito a questa operazione morì il 14 rnarz0 succc.ssivo. La motivazio ne cl i mccl,1glia d'oro è la seguente: « Sempre il primo nei maggiori pe~icol i durante 1·as!icdio di Gaeta, si disLinse per continuo lavoro, gran ca~ ragg io e valore. Ferito ne1 dì 22 gennaio, rimaneva al fucco: gravemente ferito al braccio, il 9 febbraio 1861, ricusa,•a ii soccor~o dei suoi compagni, animandoli al lavoro. Nell'amp utazione i111mecliarn del braccio che gli fecero fu ammirato da quanti lo videro » .

Greco (Fuoco). V. Fuoco gr. Greco (.)1arco). Scrittore mi!it . del scc. IX, e pare Jlirotccnico. Sua principale pubblicazione è il « Libro d ei Fuochi ", dove in un !arino barbaro, con parole anche arabe, accenna alle misture Grecis Giacomo colle quali sì formano le p0lveri ùa sparo nere, e materie inceo..dlaric di guerra, tanto da ado perarsi nelle operazio ni di terra come in quelle navali . Nel suo libro accenno pure ai migliori sistemi per far giungere per acqua il fuoco incendia rio sul le navi ed opere nemiche. esiste a nche una serie d i suggerimenti per arrivare a portare i l fuoco nei siti scelti come obbiettivi da incendiare .

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Greco Tw·c,1 (Cuerra : 1897). Le cause del conflitto devono ricercarsi non soltanto nella lotta secola re per il risca tto delle region i, già appartenenti all 'antica Grecia, dal dominio turco; ma anche nella rivalità relig iosa fra cristiani e musulmani; le periodiche insurrezioni dei Greci, ai quali si uniscono anche i Cristian i d'altre nazioni, erano represse dalla Turch ia con sanguinosi massacri. Ciò attirava l ',menzio ne delle nazio n i europee che imervennero specie dopo le sangtiinosi~sime giornate del (ebbraio 1897 neU 'isola di Creta , dove gli insorti, già sollcv ati,i invano nel 1868, i8$9 e 1896 , riuscivano facilmente ad aver rngione sulle truppe turche . La Grecia, a malgrado dei consigl i <lelle grandi Potenze, spedì una flottigl ia, ed u n piccolo esercito di sbarco in soccorso . d egl i insorti, e d ichia rò l' an nessione dell'isola , e la guerra alla Turch ia (, 7 aprile). I p reparativi per l 'entrata in campagna furono sollecita.i dall a « E tniki Etairiai », associazione politico-milit! tc, che alla v ig ilia della g uerra contava 1300 ufficiali , aumentati po i da molti volontari. La Grecia iniziò le osti lità sulla frontiera tessa[o-n1acedonica e l'c.;sercito greco venne diviso in reparti con-i1pondenti ai tre accessi p rincipali, di Bugni, Gryzovali e Meluna, occupandosi i passi e le alture domina mi, con gruppi d'osse rvazione a prima difesa . La Turcb ia a sua volta prese consimi li disposizioni ma con truppe d i forza circa tripla delle greche. Ebssona fu scelta come quartiere generale delle forze turche. mentre Tyrnavo lo fu da pa rte Greca . Primo concetto cli manovra da pane g reca era quel lo cli ammassare le truppe d avanti ad una delle linee d'invasione del la Macedonia, e p untare poi contro il grosso ne mico . Ma tale piano fu scartato, perdendosi cosl anche l'occasione di sfruttare l'elevato scn1imcato offensivo delle truppe e degli ufficiali . Le prime ostilità greche partirono da bande i rregolari che, varcata la frontiera a Kala Laka agl i o rd ini d i Gllsioj, attaccarono g li accampati turchi a Profeta-Elia d o nde furono rigettati con perdite. Vi 'furono combattimenti di corta durata, ccl Edhem-pa-


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scià, coman dante .supremo turco in Tessaglia, iniziò un serio attacco su Nezero il 18 aprile, infliggendo un primo scacco ai greci. Invece a Reveni ed a Bugazi i greci p resero l'offensiva e minacciarono Damasi. Scnonchè a Grysonadi ed a Melen.1, sia per malintesi , che per poca solidità delle truppe, i Greci furono soccombenti, Ad ogni modo il 23 aprile il nucleo centrale greco occupò Mati, dove si svolse la battaglia decisiva sul teatro della Tessaglia. Dopo la sconfitta cli Mati, i greci avrebbero potuto opporre valida resistenza al ponte sul Peneo a L arissa, ma il 24 il diadoco diede l'ordine di ritirata ccl anche l'abbandono di questa piazza forte fu deciso : i Greci vi abbandonarono grande quantità di mu-

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nopulo che vi lasciò la vita, si batterono a Grebon per 36 ore, finchè, soverchiati da forze preponderanti, f~rono ricacciati sptto le mura di Arta, donde le artiglierie della fortezza riuscirono ad arrestare l'avanzata turca. Le batterie turche riuscirono a battere quelle di Arta, e questa fu costretta ad innalzare bandiera bianca. Cessarono ,a nche qui le ostilità e la guerra ebbe termine col trattato di Costantinopoli.

Greco-Turca (Guerra : r922). V. Anatolia.

Green. Armaiuolo inglese. Costruì attorno al 1860 due fucili a retrocarica; uno rassomigliava al fucile Wilson, l 'altro al fuci le dei cacciatori badesi. Greene (Nata11iefe) . Generale nord americano (1742-1786). Fu il più illustre generale della rivoluzione americana, dopo Washington: nel 1776 difese New-Jersey, e nel 1780 cacciò, al comando dell'esercito cld Sud, gli Inglesi di Cornwallis dalle Caroline e dall a Georgia . Gregoruttì (Pier Amonio). Medaglia d'oro, n . a Latisana (Udine), caduto a Monfalcone (i880-1915). Ufficiale di fanteria, prima di complen1cnto e poi in servizio attivo, parte~ cipò alla guerra Libica. Capitano nel 118 rcgg. fanteria (brigata Padova), entrò nella guerra italo-austriaca, cadendo, pochi mesi dopo, a quota 85 di Monfalcone. li valore da

Uniformi dell'esercito greco nel 1897

nmoni, d'artiglierie, d i viveri e tutto il materiale della Croce Rossa. Edhem-pascil ocwpò subito Knlahaka e Tricala, mentre il grosso greco si ritirò col diadoco a Farsaglia, e 20.000 u. sotto Smolenski misero il campo presso lo stretto di Velestino, per tentare di clitenclerc gli accessi a Volo. In q ucsto porto stazionavano, oltre ad una parte della squadra greca, unità navali francesi, italiauc ed austriache . Frattanto l 'Etniki Etairiai aveva preparato la sollevazione in Macedonia, ndl 'Epiro, nelle isole dell'Egeo, a Salonicco, a Smirne e nella stessa Costantinopoli. Dopo qualche giorno di sosta i Tmcbi ripresero le ostilità, cd il giorno 5 di maggio il cannone tuonò verso Velestino, dove si svolse altra bauaglia con esito favorevole a loro; Edhem pascià intanto attaccava Farsagl ia e la conquistava. A Volo, abbandonata dalle truppe greche, i consoli delle potenze europee entrarono in trat tat ive con Edhern pascià per la resa , mentre sul!e navi si imbarca1•ano gli stranieri. Il 10 maggio l'esercito greco erasi ritirato su Domokos, posizione ritenuta ottima per resistere all'offensiva turca ed anche atta a prendere la controffensiva, secondo il proclama del diadoco. I Turchi attaccarono le posizioni nemiche il 17 maggio e nella notte il diadoco ordinò la ritirata che si convertì in d isfatta. L'esercito greco si ritirò sulle Termopili senza speranza di poterle difendere. Ed il 20 maggio venne firmato l 'armistizio. Frattanto in Epiro continuavano le ostil ità. Quivi il gen . Manos, comandante elci Greci, accusato cli tradimento venne destituito. L'esercito greco, del quale facevano parte volontari garibaldini, dopo favorevoli scontri a Filippiade, e Penre-Pigadia, il 13 maggio, comandati dal col. Papacia-

Gregorutti P. A.

Grenet Francesco

lui spiegato fino all'estremo istante g li valse la concessione della medaglia d'oro con questa motivazione : « Con slancio, abilità cd ardimento esemplari, portava il proprio reparto 1alla conquista di forti posizio.ni nemiche e, sprezzante di ogni pericolo , oe oltrepassava i reticolati sotto violento fuoco delf'art iglieria avversaria . Con pari valore e straordinaria tenacia, si manteneva quindi e si rafforzava sulla posizione raggiunta. Ferito all'addome, dando mirabile esempio di virtù militari, anzichè recarsi al posto di •medicazione, rimaneva al comando del proprio reparto, fino a che, nuovamente e mortalmente colpito, cadeva sulla posizione eroicamente conquistata ». (Monfalcone, 2z ottobre r9r5).

Greifswald. Città della Prussia, presso Slralsuncla. Il 28 ottobre 1715 vi si concluse un'alleanza fra Russia e Inghilterra, nella quale vennero regolate le operazioni di guerra contro la Svezia, convenendosi che nella futura pace con questa potenza sarebbero state cedute alla Russia le provincie cl 'Ingria, Carelia ed Estonia, e i ducati di Brema e Verdcn al r e d'Inghilterra, elettore d'Annover. Greig (Sir Samuele). Ammiraglio inglese ( 1735-1788) al servizio della Russia. Nel 1770 comandò una flotta contro la Turchia riportando successi nel Mar Nero . Combattè poj


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nel Baltico, e bloccò a Sweaborg la Aorta svedese, dopo aver battuto a I--Iogland (giugno 1788) i l duca di Sidcrmann. Morì nello stesso anno sulla sua nave a Reval.

Grenet (fr1mcesco). Ammiraglio, n. e m. a Napoli {1846r9.15). Entrato in servizio nel 1856, fu promosso contrammir. ne l 1896, vice amrnir . n el 1905, collocato in P . A. nel 1911 . Guadagnò una med. d'argento nel i861 a Gaeta, e una di bronzo nella campagna di guerra del 1866. P rese parte alla cam p agna dell' Estremo Oriente, e fu presidente del Con;ig lio superiore d i marina nel 1910, se na tore del Regno nel 1911.

verso l"ltalia. Le sue fortificazioni consistono in un corpo principale che copre tutt'in torno la piazza con fronte ba- , stionato, appoggiato davvicino alle due opere della Bastiglia a N. e del Rabot a N. O. Stanno poi a distanze va.rie d;ii 5 agli 8 km . altri forti succati, costru iti sopra alt ure dominanti: forti di S. Eynard, del Bourcet , del Muricr,

Veduta dj Grenoble

Grenfell Francesco

Grenier Paolo

...,·,.cnrt (Carla) . Ammiraglio, figlio del precedente, n. a Napoli uel 1875, enrra_to in servizio nel 1888, collocato in P. A. nel 19-26, promosso conrrammir. nel 1926. Prese parte alla campagna dell"F.stremo Oriente, e alle guerre ItaloTurca e mondi.,lc. Ouenne la croce dell'O. M. S . nella evacuazione di Durazzo. Competente ;crittore tecn ico di cose di m:,rina, di'lenne apprezzato co!laborarore di riviste e d i giornali .

dei Quattro Signori, d i Mont,1Yia, di Comboire, ecc. I[ camp.F trincerato cl i C. è tenuto i11 pìena efficienza, giacchè, oltre ad essere importante centro dife nsivo, costituisce anche ull' deposito di approvvig ionan~ento e munizionatncnto per le a ltre fortificazioni di p rima linea .

Grenfell (Lord F.-a11ccsco). Maresciallo inglese (1841• 1925). Fu lungamente nelle Colonie, combattendo nel k campagne cont ro Cafri e Zulù, partecipando alla spedizione d'Egitto del 1882 e alle lo tte successive sul N ilo. Si distinse panicolarme nre a Suak im e in quelle campagne raggiunse il grado di gen erale. Quindi fu governatore d i Mal ta , posto che lasciò per partecipare alla guerra contro i Boeri, ultima sua campagna .

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Grenier (Conte Paolo). Gcucralc francese (1i68-1827). Corse alle ::irmi a 16 an ni, ed in dieci anni divenne generale; fece t utte le campagne della Repubblica e ùcll 'lmpero dal Ii89 al 1815 . Fu luogotenente del viccrè d 'Ita lia cd esercitò nel regno italico ed in Calabria importanti comand i. Nel 18r 4 ricondusse in F rancia i resti dcll"escrcito d'Italia. Fu membro della Camera d ei Pari nel 1815, e poi Presidente. Le fortificazioni di Grcnoble (sec. XIX)

Grenoble (ant. Gratianopoli.<). Città della Francia al centro del dip. ddl 'Isèrc, su questo fiume, fondata dagli Allo• brogi col nome di « Cu la ro ». Presa dai Romani durante la campagna delle Gall ie, venne forri !icata dall"imperatore Graziano che le d iede jJ suo nome. Nel V secolo fu p resa dai florgognoni, poi dai Fra nchi, e ne l sec . Xli dal Barbarossa, d ivenendo capitale del Delfinato ( l 242). Ceduta alla F rancia (1349) crebbe in importanza m ilita re. Durante le guerre per la Riforma religiosa fu teat ro d i varie fazio n i d'armi , e cadde in potere d el protestante Lectiguiè res, ~el 1590, che la fece completare nelle fortificazioni. Acquistò particolare importanza strategica q uando d ivenne piazzaforte d i frontiera

I. Assedio e battaglia di Gre,:oble (575). Appartengono all 'invasione dei Longobardi o ltre le Alpi . Costoro, a l comando d i Rodano, posero l 'assedio alla città , che fu soccorsa da un esercito franco, condotto da Ennio . I Longobardi fecero fronte al nuo vo nemico, ma ne vennero sconfitti e solo 500 cavalieri col loro duce poterono salvarsi. II . Attacco di Grenoble (1815). Appartiene alle operazio ni d ell'esercito piemontese contro la Francia. Generale in capo d ei P ie montesi era il gen. conte Dc La Tour, che:


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GRENOBLE 1.11.km/,k Capitai,, .fu · ·u.·11vu 7fln d.Ei,,r/,, ' ,r1u,a:··Sri1.1t'é ,1w· ltq ·e d Ire,< il ,;,.~ . dt_grN.. ' · ',ww d, f,ninule ,ea·

/· rkg,·u ,·lt. lu,'!Jthu4. Le fortificazioni di Grenoble (sec. XVIII)

tnO\'Cndo con 9000 u . il 25 giugno verso il Moncenisio giunse il 5 luglio nella piccola borgata di Gières, nei p ressi di G. Non avendo artig lierie , determinò di impadronirsi di G . con un colpo d i mallo. Il presidio, affidat6 al cr,rnandantc La Motte, non con tava che 1 500 g uardie nazionali, e mancava di cannonieri ed ufficiali del genio. Un migliaio di cittadini si pose ag li ordin i del comandante. Il conte Gifflenga, coli 'avanguardia (6 bgl. , 20 usscr i, 3 cannoni e 3 obici) si portò per Vizi Ile a tiro della piazza; il grosso, agli ordini del Robilant, per Gières andò a prender posizione i.n faccia al sobbo rgo dei Tre Chiostri. Un o bice ed un pezw da 8 scortati da 2 cp. di fanti, e da una riserva del regg. Acq ui, restarono in quel posto, mentre il Robilant con mezza btr., r bgl. guardie, alcune cp. scelte di granatieri e cacciatori, cd r bgl. austriaco, si portò ad occupare il poggio del Co nvento dei frati minori, tenendosi pronto tra i due sobborghi ad accorrere dove più occorresse l'opera sua. Frattanto il gen . Gifllenga, cui era affidato l'attacco principale, s'accorse che sulle alture di Viz.ille avanzavano cacciatori e guardie nazionali francesi, e sapendo che il Latour aveva spedito due regg. cavalleggeri ed alcune cp. di cacciatori per g uardare le spalle delle colonne d'attacco, si limitò a lasciare in osservazio11e di quei reparti frances i 2 soli bgl. Egli poi con 2 bgl. fattosi precedere dagli usscri, e seguire da una riserva di uno sqdr. d i cavalleggeri e da uno di carabinieri (che in tale occasione ebbero il battesimo del fuoco), puntò direttamente contro il sobborgo di S. Giuseppe. ln prossimità delle trincee l 'avanguardia fu ricevuta da una sca rica di fucileria assai nutrita. Ma con un balzo avanti furono i Piemontesi

sulle palizzate ed i Prancesi cominciarono a retrocedere, cer cando riparo nella piazza. Trovata però chiusa la port:i di S. Giuseppe, pressati a sr. dal Bussolino, a dr. dal Piano, comandanti dei cacciatori e dei volontari, caricati dai cavalleggeri e dai carabinieri, riuscirono a stento a salvarsi in pochi per porta Graille. Intanto anche il Robilant colle sue artiglierie concorreva a battere i trinceram enti dei Tre Chiostri, e gettava bombe nel centro della piazza, mentre alcune cp. delle Guardie e di Acqui, si stendevano ai piedi d~i bastioni pur subendo serie perdite. Altri fanti e cacciatori, e le artiglierie sarde decimavano i difensori delle trincee, anch'esse in quattro ore d i martellamento ridotte in frantumi, come le case dei sobborghi bersagliate dalle art iglierie. Alcuni pezzi del Ro bila nt erano riusciti nel frattempo a portarsi avanti, appoggiati da una btr. austriaca. Diversi tetti d i case della piazza sfondati ardevano per incendio, e già j l fuoco si stava propagando ad a ltre case. [f parti to borbonico cominciava ormai a tumultuare ed il La Motte, comprendendo che ormai era inutile ogni maggiore sacrificio di vite, ed impossibile il ricaçciare i Piemontesi dai due sobborghi, venendo a patti col Gifflenga s'accordava per un ar mistizio d i 3 giorni, permettendo intanto I·occupazione dei sobborg hi; il giorno 9 venne a patti col Latour, e fu convenuto che gli Austro-Sardi avrebbero occupato nella sera stessa G ., lasciando la facoltà al presidio di ritirarsi con I cannone, con gli onori di g uerra. L a presa di G. era costata agli aust ro-sardi 89 morti e 211 feriti.

Greppi (l.11igi). Generale, n. a Desio, m . a Locarno (18501912). Sottot. d "art igl. nel r868, passò poco dopo in cavai-


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leria. Frequentò poi la scuola di guerra. Fu aiutante di campo del Re Umberto e, promosso colonnello nel 1900, ebbe il comando del regg. cavalleggeri d'Alessandria . .\<fagg. generale comandante la 1a brigata di cavalleria nel 1905, venne uel 1910 promosso ten. generale e destinato a l comando della 1• d ivis. di cavalleria.

Gresley (Enrico). Generale francese (1819-1890). ~cl 18;0 partecipò alla guerra sotto il maresc. Mac-Mahon. Fu nel 1874 capo di stato maggiore generale e nel 1879 m inistro della guerra. Gribeauval (Giambattista l't1que11c di). Generale francese (1715-1789). Volontario nell'artiglieria reale (1735) divenne ufficiale dei minatori, e si mise in rilievo subito per una relazione su lle artiglierie prussiane. Passò nel 1757 al servizio di Maria Teresa quale capo dell'artiglieria austriaca. Difese egregiamente, Grcsley Enrico contro Federico Il, Schweidenitz e fu nominato feldmaresciallo . Rientrato in Francia salì ai pii, a lti gradi ed onnri, pcrchè mcrcè la sua opera venne trasformata l'artiglieria francese . Da lui ebbero origine i calibri da un secolo in uso nelle artiglierie moderne.

dante il 35° regg. fanteria nel 1901. Collocato nella riserva ne! 19<15, fu promosso magg. generale nel 1912. Richiamato dur.tntc la guerra contro l'Austria, fu nominato comandante il 1° gruppo dei ceneri di mobi!itazione cli fanteria in Torino.

Griffini (Saverio). Medaglia d'oro, n. a Casalpusterlengo m. a Stradella (1802-1884). f:; il primo decorato di medaglia d'oro per fatto di guerra, e proprio nel primo, importante co111battimc1llo della prima campagna per la nostra indipendenza. Mcn tr'cra studente a Pavia, riparò in Piemonte, sapendosi ricercato dalla polizia per i suoi sentimenti nazionali. Esule in lspagna con altri patrioti, v, combatti: le guerre del 1S2t-22-23, segnalandosi per valore e . capacità e riportando una grave ferirn . Ritornato nel 1824 in Lombardia, vi sofferse lungamente il ca rcere austriaco. Vcnutl la guerra ciel 1848, si arruolò nell'eseocito sarclo, ed al Ponte di Goito, I'8 aprile, al comando della compagnia di legio-

Grifco Federico

Artiglieria sistema Gribcauval

Grifeo (come Federico). Medaglia d'oro n. a Firenze .:a<luto sul Carso ( 1894-19t7). Nato da nobile ùunigl ia e pc1· natura incline a ll 'arte pittorica, lasciò i pennel li per il fu. cile all'inizio della guerra con l'Austria, arruolandosi ,·olontario nel 3° rcgg. bers:iglicri. Divenuto aspirante ufficiale, passò nell'r1° rcgg. e vi assunse il comando degli arditi rcggin,emali, che gu idò in numerose audaci imprese ; una di queste, sull 'Ah ipia no Carsico, gli valse la concessione di una medaglia di bronzo al va lor militare. Nell"offensirn di maggio 19t7, dopo aver cf-ato nuove fulgide prove cli valore. percb•a g lo.riosamcntc la vira. Fu conferita alla memoria di lui la medaglia d'oro con questa motivazione : " Comandante di un reparto arditi, in tre giorni di aspra offensiva, fu costante esempio di ardimento e sprezzo del pericolo. Primo sempre ai cirncnti, con innumerernli lotte corpo a corpo, ripulì dai nemici i camminamenti e le doline conqui stale, cost ringendo inoltre alla resa un 'intera compagnia avversaria, che, appostata in caverna coi propri ufficiali, opponeva b più ostinata resistCJlza. Primo ali 'assalto contro una munitissima trincea, incontr2,a morte gloriosa, fu lgido esempio ai dipendenti, dei quali era stato sempre l'an imatore e J'i.ncilatorc ~IJe più cosc ienti audacie,._ (Jam iano, :-3-25 maggio 19 17). Griffa (Vi11ce11::o). Generale, n. nel 1848, m. a Torino nd 1919. Sottot. di fameril nel 1866, passò negli alpini, frequentò la scuola cli guerra e divenne colonnd lo coman-

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Griffin.i Pnolo

nari ,·olonrnri Lomharèli, meritò da Carlo Albcrco in persona la clècorazione della medaglia d'oro al valore, conccs~agli con questa motivaz ione : « Pe,· essere animosamente passato per il primo su un parapetto del ponte sul Mincio a Goito, rimasto illeso dopo lo scoppio di una mina austriaca, che gli altri non azzardavano il )>assaggio per paura vi fosse inganno, riuscendo co,l a catturare prigionieri 53 tirolesi, che solo a lui si arresero, e ad impossessarsi d i 1111 canno1\e nem ico cuj l'Mtiglicria piemontese 3\'C\'8 rotto una ruota dell'affusto ». (Ponte di Goito, 8 aprile 1841!). Oltre che a Goito si distinse anche il 6 maggio a Santa Lucia, contribuendo a salvare le sorti della g iornata. Promosso quindi generale, fu inl'iato quale dittatore a Brescia; più tardi organizzò in l'icmoote la divisione lomba,·da, 11clla quale assun,c il comando della 2• brigata. Per la sordità, prodottagli dalla ferita riportata in Spagna, dovette lasciare il servizio attivo, ma molli e delicati servigi ancora egli r~se alla causa nazionale, fino alla sua tarda età.

Gri/fi11i l'aolo. Medagha d'oro, cugòno del precedente, n. a Lodi, m. a Roma (i8u -1878). Cadetto di cavalleria nell'cserciw austriaco, lo lasciò nel 1848, per passare, col g rado di capitano, ncll 'e,ercito lombardo, dapprima in fanteria e poi nei Dragoni Lombardi; dopo il 1849 passò nel regg. ca,•alleggeri " Saluzzo » , nel quale rimase fino alla promozione a generale ( 186o). Partecipò alla campagna del 1859, nella quale guadagnò una med. d'argento a S. M:utino, l"ordine d i S. Mau rizio e Lazzaro e la Legione d 'O· nore, cd a quella del 1860, che gli ,·alse la commenda dcl1"0.:\f.S. nella giornata cli Castclfidarclo, e la medaglia cl"oro • per a,·er caricato alla testa della cavalleria e dato prova di strenuo valore nel combattimento del Macerane »


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(20 ottobre 1860). In ta le occasione, infatti, egh, alla testa di uno ~quadrone di cavalleria e due battag lioni di bersa g lieri. ca ricava con tanto impeto le forze nemiche da sgominarle, ca tturando il ge nerale napo letano con tutto il suo Stato Magg iore, o ltre 2000 uomini e tutta l'artiglieria. Prese parte anche a lla cam pag na del 1866 qua le comandante la divis. d i cavalleria di linea; fu successivamente comandante della divis . territoria le di Chieti, presidente del Comitato dell 'arma di Cavalleria, e deputato al Parlamento per Lod i , nel le kgislature VIII , ·J X, X, Xllf. Lasciò il servizio nel 1870 . Scrisse un libro sul « Riordiname nto dell'esercito italiano ».

passarono col Lornbar<lo-Vcocto all"Austria , ne! 1815. Le Tre Leghe non e rano state accettate nel 1701 nella Confederazione elvetica, ma lo furono nel 1798, dopo la r ivoluzione. La popolazione, fin dagli a ntich i te m pi appassionata per le a rmi . diede speci,imenre nei sec. XfV-XVII! , otti111i contingenti d i truppe mercenarie a varr Stati d'Europa .

S . M. il Re esamina ed interroga tre soldati del primo plotone in grigio-verde Griffini Saverio (a sr. Legione Criffini)

Leg,011e Grifjini. Corpo d i volontari formato i l 20 marzo 1848 ·in Lombard ia <la Saverio Gri ffi ni . P.rese parte alle operazioni della campagna del 1848, unitame nte all'esercito piemontese e combatté con molto onore , d isting uendosi parti colarmente a Goito e a Santa Lucia. Fu questo l\rnico corpo d i volontari lombardi c he rcmasc semp re al fianco del! 'esercito sardo mamenendo il giuramento di fedeltà al Re e alla Costituzione pie .. monlese fatto poco dopo il suo ord inamentq. La sua forza 1Jon raggiunse 1 5 0 0 uomini,

Grigie (Le Tre leghe). Così vennero chiamate tre Leghe svizzere del can Alpini con le due divise tnne dei Grig ioni: la (a destra la grigio.verde) prima fo ndata nel t396, detta Caddea; la secon da nel 1424, detta Super iore o Grigia ; la terza dei dieci T ribunali sorta nel 1436. Esse si fusero nell"unica lega « dei Gr igioni » nel 1486. La dcnomin?.zione venne dal tipo <li vestito grigio che adoperavano g li a,n ichi abitatori di quella terra, conosciu ta :unicamente come R,zia Superio re, colonia etrusca fondata per opera d i profughi scacciati dai Romani dall 'Etruria, sottomessa poi da Roma, dai Goti, dai Franchi, dall"impero cl ' Austria. Insot!crcuti d el dominio stranie ro, insorsero colle armi alla mano, (edera ndosi; nel 1524 abbracciarono il calvinismo, e si allearono colla Repubblica del Vallese nel 1600, due anni più tardi colla città d i !3erna, e nel 1707 con guella d i Zurigo . La loro pote nzia lità mi i. aveva portato loro in vassallaggio le contee ita liane d i Chiavenna, Bormio, e della Valtellina. Invase per qualche tempo dalle anni francesi, perde ttero col trattato di Vie nna q1,1esre ultime contee italiane che

Grigio-verde. Sostantivo creato per indica,·c i l colore del vestito delle truppe. adottato in seguito a p roposta del comm. Luigi Brioschi nel r905 . Egli partì dal concerto del mimet ismo, sostenendo che la potenza dd (uoco nelle armi mode rne era atta a distruggere gli avversari, forn iti di divise e. disti nti,·i a colori v isibili sul fondo del tencao, ben più rapidamente che se essi fossero stati muniti d i d ivise e distintivi inv isibi li o 1ioco visibili. Il Brioschi trovò un co! laborato re entusiasta nell'allo ra ten. colonnello poi generale Donato Etna. Le esperienze, sulla vi5ibi lità di un

Divisa grigio-verde Divisa vecchia colpita 3 volte colpita 24 volte Distanza 600 metri. Tempo impiegato a sparare: sul grigio zo O/ 0 superioro dell'altro

plotone in grigio -,·crde e d i un plotone con !"antica divisa , eseguite àl!a presenza dei generali Saletta, Ma in()ni, F rugoni, Fogg ia. Avogadro di Quinto, d iedero risultati convin-


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centissimi, e così pure le esperienze di tiro su mode lli di d ivise, corn'è indicato nell ' incisione, in cui il comm. Brioschi regge i.e due divise, tanto diversamente colpi te. L'iniziativa del comm. Brioschi ebbe applicazione in tutte le nazioni, come quella che rispondeva a necessità indiscutibile, ed era suffragata da argomenti irresistibili.

G RI

alla campagna del 1866. Frequentata la scuola di guerra, passò nel corpo d i S. M. Colonnello nel 1888, comandò il 10° rcgg. fanteria. Magg. generale nel 1895, comandò la brigata Siena; ten . generale nel 1900, dopo aver comandato per poco la divis. mii. di Livorno, ebbe il comando in 2• del corpo di S. M.

Grille11zo11i ,11/anfredi. Generale. 11·. e m. a Ferrara (1841• 1918). Sottot. cl ·artigl. nel 1863, p artecipò alla campagna del 18GG meritandosi a Borgoforte la m,~d. d'argento. Colonnello nel 1896, comandò il :,:oo regg. artiglieria da campagna. In P. !\ . nel 1899, passò nella riscr,·a nel 1907 divenendo magg. generale nel 19q. Grilletto. t così chiamata la parte del congegno di scatto dei fucili e delle pistole, allungata ed alquanto ricurva, sulla pane concava (detta coda) sulla quale si fa la pressione del dito per fare scattare I·arma e partire il colpo.

Soldati alpini in grigio-verde

Grignan (conte Francesco). Generale francese (r629-1ì 14). F u luogote nenre geHcralc in Linguadoca e Provenza; conquistò nel 1673 il principato d'Orange e nel 1707 di(esc Tolone minacciato da Vittorio Amedeo Il e dal principe Eugenio . Grigorescu (Eremùt). Generale rumeno n. nel 1863. Fu direttore delle Polveriere e comandante della Scuola d'artiglieria. Nella guerra mondiale comandò la 15• divis., il IV C. d'A., il VI, la 1 Armaw, e, nel 1918, fu ministro detla guerra.

Grilli (Napoleone). Generale, n. ad Arezzo nel 1862. Sotto,. di fanteria nel 1882, partecipò alle campagne eritree del 1887, 1895 e 1896. Colonnel lo nel 19r5, prese parte a tutta la guerra co;uro l'Austria. Comandò pe~ un {lnno il 2 o regg. fanteria che di resse nella zona di Bosco Cappuccio e -Bosco Triangolare meritando la mcd. d'argento e la croce da cav. dell'O.M.S.: rimase k r ito e fu colpii() da morbo epidem ico. Avuto il comando della brigala Piacenza, durante una ricognizione sul monte Zcbio ri portò una grave ferita e ottenne un'altra mcd. d'argento . Magg. generale nel 1917, nella \'ittoria finale comandò la brigata Perugia. Kel 1 9 11 ebbe il comando della Guardia Regia, fino all'anno seguente. Nel 1923 fu promosso generale di divis. in A. A. quadri.

Grigorovic, Ammiraglio russo. Fu ministro della marina nel periodo precedente alla guerra mondiale, e sostenne un grandioso programma di rinnovamento della Rotta che aveva appena avuto un principio d 'esecuzione quando avvenne lo , scoppio del la guerra.

Grillenzoni Manfredi

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G rilli Napoleone

Grillo. Nome dato nel medio evo a un tipo d i macch in a da assedio, somig liante al mantelletto romano. Grillo . Nome di uno dei barchini saltatori, che fu adoperato dal comandante Pellegrini per il forzamento dell 'im-

Grigorescu Ercm ia

Crigorovic

Grillanti (Fabio). Generale, n. nel 1838, m. a Resina nel 1907. Proveniente dall 'esercito toscano, passò nel 1S59 in quello sardo col grado di capitano di fanteria. Partecipò alle campagne d i guerra del 1859, 1860-61 e 1866, meriran, dosi cre menzioni onore,•oli a! valor militare. Colonnello nel 1877, comandò il 50° regg. fanteria. In P. A. nel 1883, d ivenne magg. genera le nella riserva (1895). Grillenzoni (Lio11ello) . Generale, n. a Ferrara, m. a Firenze (184u-r 905). Sottot. dei bersaglieri nel 1861, partecipò

li barch ino e Grillo•

bocco del por to di Pola nella notte dal 13 ai 14 maggio 1918. Non essendo riuscita la sorpresa, il G. venne affondato e fatto saltare dallo stesso comandante .


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G,·ilfo l'ompeo. Generale, n . a Pincrol(!, m. a Roma ( 1843-1922). Sortot. d"artigl. ne! 1862 ebbe la menzione onorevole durante un incendiò per uno scoppio d'una granata a Casale ( 1864). Combatti: nel 1866. Da maggiore eseguì nel Giappone I "impianto d' un arsenale e fonderia di cui ebbe la direzione. Colonnello nel 1893, fu d irettore della fonderia di Torino e nel 1897 ebbe il comando del 6° regg. artigl. da campagna. Ìvlagg. generale direttore superiore del le esperienze nel 1900, nel 1902 fu -nomi nato ispettore delle costruzioni d'artigl. In P. A. nel 1905, nel 1906 nella riserva, venne pro1nosso ten . gcneJale nel r909 .

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Nel 1304, duce di una squadra genovese nell'Oceano di

16 galere, assunse anche il comando di aluc zo' navi francesi affidategli dal re di Francia, per scda, e la rivolta fiamminga. Nel! 'agosto, avvistata la flotta fiamminga nel mare di ·z irikséc, composta cli 80 navi al comando del Namur, quantunque con forze- inferiori, battè completamente i fiamminghi. Fu uno dei primi a introdurre le bombarde sulle navi da guerr~t.

G,·imaldi A11tonio. Ammiraglio genovese del sec. XIV. Ebbe i' comando di una flotta della forza di 45 galere, e, nel luglio 133z, a Barcellona incendiò la flotta spagnuola . Poi, eseguito uno. sbarco nell'isola di Majorca, la devastò, battendo in quelle acque u11a flotta aragonese, mandatagli con tro dalla Sicilia . Comandò pure la flotta genovese di 52 galere contro quella d i Venezia nella batraglia di Alghero, dove rimase sconfitto . Grimaldi Carlo, dc1to il Grande. Generale del sec. XIV. Prese parte col contingente balestrieri _genovesi al!?. batt. di Crécy (1346) rimanendovi mort almente ferito.

G rillo Pompeo

Grillo Carlo

Grima/di PicritJo . Ammiragl io genovese al soldo dei Fiorentini del sec. X]V . Nel l362, d urante la guerra tra Firenze e Pisa, corse co!ie sue galere a Porto Ptsano, e,

Grillo Carlo . Ammiraglio, n . ad Alessandria, m. a Torino (18'44- 1906). Entrato in servizio nel 1857, .fu promosso contramm ir . nel 1890 e collocato in P. A. nd 1905. Prese parte alle guerre dell'indipendenza ed unità d 'Italia battendosi a Lissa, ed a quella d'Africa come comandante navale a Massaua . Fu presidente della co1nmissione per manente per gli esper imenti del materia]c da g uerra dal 1896 al 1901 , e d irettore generale ·d 'art. cd armamenti presso il Mjnistcro della Marina dal 1901 al 1905. Scrisse : ,, Sui migliori orùj ni tattici d 'una flotta moderna " . Grillo Ester. Generale commissario della Regia Marina. n. a Sampierdarcna nel 1865, entrato in servizio 11~1 1887, collocato in P . A. nel 1921, promosso maggior generale comm issario nel 1927. Prese parte alla guerra mondiale. Grillo Ctlrlo . Generale, n. ad Akssanti1ia nel 1871. Sottotenente di fa nteria nel 1891 , entrato. in guerra contro l 'Austria si distinse sul Me.rzl i. Colonnello nel 1917, coman.Jò i! 112° regg. fanteria; a Pod Nakusniek meritò la med . di bronzo. Passato al coma ndo del 1° gruppo d'assalto venne nel 1918 decorato di u na seconda mcd . di bronzo al Basso P iave e della mcd. d 'argento a Piana di Sernaglia . Dopo l 'arn1ist izio andò in Libia e nel 1 920 passò in P. A . S. Nel 1927 fu promosso generale in A . R . Q. Grimaldi (Grimaldo l). Generale genovese al scrvi,,io dcli 'im peratore Ottone I 11el sec. XL Cacciò i Saraceni d a Monaco e ne ottenne dallo stesso imperatore il possesso ,. fondandovi una casa principesca. Nel secolo seguente Grimaldo Il combartè a favore del Papa contro l'imperatore Enrico Ul, e Grimaldo III fu ammir. della repubblica di Genova. Ntl sec. XI11, C.·imaldo IV fu pure ammir. di Genova e partecipò alle sped izioni in Terra Santa come intendente generale della flotta . Suo figlio Luchetto, di parte guelfa, s'impadronì di Vé'ntimiglia.

Grimaldi Rniniùi Il . Ammiraglio del scc. XIV, al servizio di Filippo il Bello.

forzatane l'imboccatura, ne fece spezzare le catene mandandole in trofeo a Firenze, che le appese. al palazzo della Signoria .

G,ù11aldi Napoleone. Ammiraglio genovese del sec. XIV. Ebbe i l coman,1 o della flotta genovese nella guerra di Chioggia, quando Pietro Daria fu ucòso da una frana a Ilrondolo . Bloccato ùai Vcnezi~ni, pensò di scavare un ca1iale per uscire dal! 'isola e sboccare in mare aperto. Ma , assalito dal 1'isani e dallo Zeno, subl completa sconfitta (1378). Grimaldi Giovanni I . Ammiraglio genovese, m . nel 1454. Si distinse particolarmente nelle guerre contro Pisa e Venezia . Nel 1431, al servizio dei Visconti contro Venezia, combatti: nelle acque del Po presso Cremona con Pacino Eustachio, in battag)ia navale i Veneziani, che ritnasero sconfitti. Nel 1448 fu nominato capitano generale del mare dal D uca_ di Savoia. Grimaldi Lamberto . Signore di Monaco, fu capitano generale delle galere sabaude dal 1464 al 1467 e fido consigliere del D_uca L udnvico di Savoia . Crinwldi Luciano. Signore di Monaco, nel 1505 si difese da un assedio contro Genovesi e P isani, che vinse con l'aiuto del Duca di Savoia . Morl ucciso dal nipote Barto- , !omeo Doria nel 1_525. Crimaldi Onorato l . Principe di Monaco, combauè. agi.i ordini di Carlo V da cui ebbe comando di galere a Lepamo. Morl nel 158 I. Crimaldi Onomto il. Generale al servizio della Prancia e scrittore, m . nel 1662. Combattè contro gli Spagnuoli e ne ebbe in compenso il d ucato di Valentinois, la conte~ di Cardalez ed altri feudi. Scrisse la storia della sua stirpe, pubbl icata dal suo segretario, de Venasque. Grimaldi del Pogge/lo Stanislao . Scultore e pittore mii., n . a Chambéry, m . a Torino (1825-1903). Sottot. di raY:il-


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leria nel 1845, partecipò alle campagne del 1848 e 1849 durante le quali raccolse in schi'zzi le impressioni riportate in guerra e che poi compose in grandi e numerose tavole. Lasciato il servizio m ilitare, si dedicò solo all 'arte. Tra i suoi quadri più noti sono da ricordare: « Il quadrato di Villafranca », «·Carica di cavalleria a Montebello », e tra le statue: « Il cavalleggero », I\ Il cara.binierc », e il n1onumento equestre d i Alfonso La, marmora in Torino.

Grimaìdi Ottorino. Generale, n . a Parma, 111 . a Massa (1~58J916). Sottot. d'art. nel 1879, raggiunse il grado di colonnello comandante il regg. art. a ca vallo nel 1912. Magg. generale nel 1916, comandò in guerra l 'art. de! 10° C. d'Armata. Grimaldi Egidio. Generale, Grimaldi del Poggetto m . a Parma ne! 1896. Proveniente dall'esercito parmense, passò nell'esercito sardo nel ·1860'. Colonnello nel 1868, comandò il 20° rcgg. fanteria. Maggior generale nel 1878, dopo nver comandato la 39a brigata di fanteria fu ,!iretrore dcll 'uflicio revisione matricole e contabilità dei Corpi, indi passò al Comitato dei carabinieri reali. In P. A. nel 1882, fu promosso nel 1895 ten. generale nella riserva.

Grimani. Illustre famiglia veneziana, cbe d iede alla Repubblica di S. Marco parecchie personalità celebri nelle discipline marinaresche militari, e tre dogi. Grima.ni A11tonio. Capitano generale poi doge di Venezia (1436-1523). Nel 1499 comandò la flotta veneziana in Grecia e perdette Lepanto; fu perciò mandato in esilio a Cherso e poi a Roma. Colà giovò talmente a Venezia da venire reintegrato nella carica perduta, e nel 1521 fu eletto doge . Contribuì in tale qua lità al la disfatta di Francesco I di Franci a alla Bicocca, e fu alleato di Carlo V. Grimani Marino. Doge di Venezia dal 1595 al 1605. Eletto al momento in cui s'iniziava la guerra contro la Sant~ Sede in favore del duca di Ferrara, preparò un buon nerbo di truppe. Avendo il duca rinunziaro ai suoi diritti, il G . adoperò quello stesso esercito e la Rotta contro gli Uscocchi e li sterminò distruggendone vi llaggi e r ifugi da pirati. Gri11umi Giovanni .Battista. G:apitano generale della Repubblica veneta del scc. XVll. Nel 1646, comandante di una squadra veneziana, bloccò nel porto di Napoli di Romania la flotta turca cQmandata dal capudan pascià Nfusa; si distinse poi nella guerra di Candia.

Grimsel (Sella d,). Passo clclk Alpi bcrncsi (alt. 111. 21 44) che mette in comun icazione l 'Oberland Bcrnese con il Vallese. Combattimento di G1·i111<el (14 agosto 1799). Appartiene al le guerre della Repubbl ica francese. Il gen . Lecourbe, penetrato nella valle della Rcuss, , ·avanzava per prendere contatto coll'altra colonna comandata dal gen . Loison, che, am·aversc a mille ostacoli, risaliva l' Aar. Gli Austriaci ave-• vano occupato con circa 2.000 u. i passi che adducevano al Vallese, d i C . e della Forca, dai quali vennero cacciati al la baionetta e obbligati a riparare tra 1'Oberwaldl e Goschencn .

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Inseguiti , furono cacciaci anche di là perdendo fra morti. e ieriti circa 300 u. e lasciandone altri 500 circa prigionieri nelle mani dei Francesi.

Grimoard (conte Filippo Enrico). Genera le e scrittore francese (1753-1815). A ventidue anni pubblicò un trattato di tattica, per cui fu addetto mii. al gabinetto di Luigi XV. Maresciallo di campo nel 1789, fu l'autore del piano per la campagna ciel 1792. Pubblicò molte opere militari, tra cui il « Quadro storico della guerra della Rivoluzione in Francia ». Grindel Danova (Luigia). Eroina del le Cinque Giornate di Milano e poi della difesa di Vene~ia. F u dal Man in decorata della fascia d'onore Lll presenza delle truppe. Grippi. Denominazione usata nella marina veneziana per indicare uu tipo di navi da commercio e da trasporto, costruite sul tipo di quelle adoperate dagli Uscocchi per la guerra da corsa. Venezia le fece costruire appunto per com• battere gli Uscocchi che infestavano · le coste dell'Adriatico. Queste navi avevano un solo albero, erano snelle e rapidissime, ed avevano la portata di circa 50 tonn. Come tipo erano alquanto simili alle amiche " Gripparie » del 1363. Griso (Federico) . Gentiluomo e cavaliere del XVI secolo, fondatore in Napoli di una' scuola. per l 'arte del . cavalcare ed equitazione mii. P ubblicò anche un « Trat tato sul l'arte del cavalcare " e fu il maestro del celebre Pignatclli, che ne continuò le tradi~ioni nel successivo sec. XVII. Grisol ia (Giovanni). Generale, n. a Papasidcro nel 186o. Souot. del genio nel 1889, fu promosso colonnello nel 1917 : in guerra organizzò il servizio telegrafico in zona d'azione e su l Basso Isonzo; meritò una mcd. d'argento. In P. A. S. nei 19::0, fu promosso nel 1927 generale cli brigata in A. R. Q . e nel 1928 passò nella riserva. ,. Grisolia Salvatore. Generale ~ed ico della R. Marina, n. a Cosenza nel 1843 , m. nel 1928. Entrato in servizio nel 18(5, fu promosso ispettore medico nel 1goo, collocato tn P . A. nel 19t8, promosso tenente generale medico nella Riserva nel 1913.

Grisone (Rl"ggimtnto) . Qualifica data nell'esercito piemontese, ai reggimenti reclutati nei camoni dei Grigioni. Questi reggimenti furon due : il più antico fu costituito nel gennaio ciel 17,12 e, siao al 1774, ebbe il nome dei suoi successivi co l o n n e 11i (Preyc!t, Salis, Sprecker, Srhwartz) . Nel J 774 ebbe ufficialmente qualifica di Reggimento grisone ma, nella pratica, contim:ò a portar quello dei suoi colonnelli. (Niederer, Christ, Belly, Christ). Sciolto nel ~andiera del reggimento Grisone 1800, venne -riorganizzato nel 18q e definitivamence Licenziato nel r816. Prese parte alla guerra del 1792-~ contro la Francia, combattendo all'Aut hion. Il secondo reggimento grisone fu costituito nell 'aprile 1793 e, dal _suo colonnello, ebbe nome di Peyer-im-ho{J. Prese parte alla guerra del 1792-96 contro la Francia e nel gen-


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naio 179y venne incorporlto n.:(l3 Legione eh·etica, al soldo della repubblica francese.

Grisoutite. Esplosivo di sicurezza. co.tttmto da un miicuglio di dinamite ordinaria con il 50 % del proprio peso dì carbonato o solfato dì magnesio. L'acqua di crisl311izzazione di questi sali, che può raggiungere sino il 30 %, agisce moderando la temperatura dei prodotti dell'esplosione, attcmrnndo o sopprimcnd<J la fiamma. Scr\'C per lavori di mina. Gritti (Andrea). Generale veneziano (r454-1538). P rovveditore e poi comandante delle truppe veneziane della Lega San ta, liberò dall'assedio Pado,·a e riprese il Polesine e Vicenza; vinse i Francesi a Brescia, ma poi riperdette questa cillà e fu fono prigioniero da Castone di Foix ( 1512). Fece alleanza con la Francia per assicurare la Repubblica contro l'Impero cd o!lennc successi contro le armi im~riali. Infine combauè contro Solimano Il.

Grilli Luigi. Generale e scrittore mii., n. nel 1865. Sotto!. nel commissariato nel 1886, raggiunse il grado di colonnello nel 1917. Fu direttore di commi,sariato a Geno,·a e a Mi• lano. Magg. generale nel 1926, fu i,pcttorc di commis.ariato mii. della I zona; nel 1928 andò in P. A. e nel 1929 (u collocato a riposo. Laureato in giurisprudenza, fu insegnante alla scuola di guerra e pubblicò varie opere fra cu i: « Stud i sui servizi logistici in Germania nel 18o6 •; " Le esigenze mili tari ed economiche del vettovagl iamento »; « Requisi7.ioni in terreno nemic<J • ; • La cavalleria cd il vettovagliamento »; « I serv izi di vettovagliamento in pace cd in guerra »; « Elementi di ammmistrazionc generale militare »; « Prclezioui introdutti,•c allo studio delle <eicoze giuridiche, politiche e militari ». Grilli S11/vi110. Genera le, 11. a Perugia nel r8i3· S<Jttot. di fanteria nel 18g6, frequentò poi la scuola di guerra. Partecipò nel 19 r2 alla guerra libica meritandovi la mcd. di bronzo e poi passò nel corpo di S . M. Prese parte a tulla la guerra cormo l'Austria divencnd<J colonnello nel •9'i e guadagnandovi una seconda mcd. d i bronzo e la croce da ca,·. dell'O. M. S. Dopo la guerra fu capo di S. M. della divis . di Padova; poi ebbe il comando del 78° regg. fanteria ed infine fu addeuo al comando designato d'armata di Bologna. Generale di brigata nel 1929. ebbe il comando dd1•11~ brig:1ta di fanteria. Grlvas (Tcorlort1l(is). Generale greco (1800-1862). Partecipò alla guerra d'indipendenza raggìungcn<lovi il grado di generale. Nel 1845 fu deputato; sì ribellò ,•arie volte e fu ogni volta esiliaro e poi amnistialo. Dopo la caduta del re Ottone, a cui contribui, fu nominato generale in capo dell'esercito greco. Grivel (Giovanni fl,111ùta). Ammiraglio francese (17i8· 186<)). Combanè contro gli Inglesi durante le guerre napo• Iconiche. Scrisse « Considerazioni navali ». Grii,eJ Luigi A111011io. Ammiraglio francese, figlio del prcccdentc (1827-1883). Scrisse varie opere: « La marina n~l l'attacco dei forti e nel bombardamento delle città costiere » ; « La g uerra costiera »: « Le nuove corazzale di squadra " ·

Grixoni (Gerolamo). Generale, m. nel 1886. Percorse la carriera in fanteria pancc ipando a tutte le guerre dell'indipendenza. Alla battaglia di S. Martino, alla morte del col.

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Beretta, assunse il comando del 7" rcgg. fanteria e memo la croce d ' uff. dcll'O. M . S. Colonnello nel 186o, ebbe il comJndo del 24° regg. fanter ia che diresse n ella c:1mpagna della Bassa llalia meritandovi la mcd. d'argento . Magg. generale comandante la brigata Parma nel 1862, andò a riposo nel 1866.

G1·ixo111 Fra11cesco. Ammiraglio, n. a Lucca. m. alla Spe zia ( 18io-1928). Entrato in servizio nel 1889 e collocato in P. A. nel 1925, (u promosso contrammir. nel 1926. Fece la campagna dell'fatrerno Oncnte (1900-1901); partecipò alla guerra [talo-Turca guadagnando,·i una mcd . di bronzo, e alla guerra It.tlo-Austr. guadagnandol'i la croce dell'O. M. S.

Grobnico (Campo di). Antichissimo castro romano sull 'altipiano del C.;rso L ibllrnico, d iviso ,falla valle della Rccìna per rneuo della cresta del Mai. Era, ai tempi di Roma. uno de i eapi, <1 ldi del Vallurn o « Limcs [talicus Oricntalis " che difende,·a la porta naturale dell'Italia verso levante. 8uuaglia ti, Grobni(o. (Apri le 1242). 1\ppartienc alla inrnsione <lei Mongoli in Europa. Le loro orde, giunte ~otto il val lo latino di C. vi trol'arono predisposte truppe del re Bela IV d'Ungheri:1, e dei conti Federico e Bartolomeo Frangipane da Veglia. I collegati dapprima resistellcro ag!i assalti reiterati dei barbari, poi affronwrono con audace controffensiva il nemico, che F.nl per volgi:re le spalle, e, inc,ilza10 dalle schiere vittoriose, venne completamente \t<)n• fitto.

Grochow, Borgo della 1'0l011ia, sulla dr. Jdla Visttlla. presso Varsavia. Nel 18':>9 vi furono sconfini dai poh<"rhi, condotti da Poniatowski, g li austriaci. Dal 1830 al 1831 nei prcs,ì di G. si svolsero diversi sanguinosi comban imenti fra g li insorti polacchi ed i russi. Nel 1831 i russi \'i furono banmi, il 20 febbraio, ma cinque g iorni dopo p resero la loro rivincita. 81111aglia di Grocho,11 (25 febbraio 1831). Appartiene alla guerr:i della Russia contro la Polonia. I Polacchi, comandati dal principe Radziwill , avevano: In divis . Zymirski sulla strada Milosna-Praga; a dr. stava la di,·is. Skrzyneck1; a sr. la di vis. Szerubek . Le artiglierie erano colla riserva; la divis. Krukow1ccki era distesa fra le alture tlominanlÌ presso ll ,alolcnka. La cavalleria, Lubier,,ki. costituita da 2 di, is. e 2 btr., era collegala alfa div1s . Krukowicckì, ma 1·imaneva a disposizione del comando supremo dell'esercito . L'armata ru»:l, comandata da Diebi1sch, era compo.,ta di 2 C . cl',\. ciascuno di 2 divi;. e 4.000 cavalli nel primo e 2 .000 nel secondo, ol tre una riserva cli 12 bgl. granatieri e una di, is. (granduca Costantino) colla riserva <l'art. In tutto erano 50.000 f:tuli, 8.000 cav. e I 16 pezzi d'artiglieria. li 2 1 rcbb,·:1io llll nutrito fuoco d'artiglieria fu aperto dai Polacchi. Nel mattino del :z-5 la di\'is. Krukowiccki iniziò l'avanzata, mcn'trc· il grosso dell'annata russa, dopo una poderosa preparazione del!'artigl1cria, attaccò alle ali. I Polacchi resistellero dapprima specie all'ala dr. animati dal princ. Radziwill cd un co•1t·: attacco si sferrava contrn i Russi da parte del gen. Chlopicki. Ma il D1cbit<ch, sferrò un assalto generale di 4 divis. e della riserva contro il gros.o polacco. A nulla valsero gli erc,isr.,ì successivi dei Polacchi i quali si batterono fino a sera inoltrata, scindendosi in episodi p:irticolari . La batt. ern perduta fino dal le 16. La vittoria costò ai Ru,si 10.000 u. mentre i Polacchi subirono perdite di 12.000 u.


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Grodno. Città della Polonia, alla coofluc,wa del Godim• cianca col ~iemcn. Fu presa dai Russi nel 1183 e nel 12.p a loro fu tolta dai Lituani. ~el 1705 Pietro il Grande e Augusto II vi conclusero l'alleanza contro Carlo XII di Svezia. E nel 1708 Carlo occupò G . e respinse una sorpresa notturna di cavalleri:i cosacca contro la città.

I. Trattato di Grod110 (23 l11),!liO e 25 scncmbre 1793), /m Rwsitt e Prmsia dt1 una parte e Polonitt dall'altra (in due separnti strumenti) . Cosrrctte a garantirsi contro le turbo-

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lenze della P olo nia in seguito alla rivoluzione ciel 3 maggio 1791, Prussia e Russia si accordano per incorporare ai rispettivi Stati _le provincie polacche confinanti. La Polonia, costretta dalla forza a sanzionare questi tr.ltlati. cede alb Ru.~s ia metà dc.lln Lituania. i palatinati d i l\,lock, Podolia e Minsk, una parte di quello di Wilna, metil cli q uello cl i :--Jowogrodek, l:lrze,c e Volinia (tre milioni cli :1bitanti); alla >·ussia cede la mai:gior parre della Grande Polonia e Dan7 . ~ Tbom e Czcnstochau nella piccola Polonia (un milione e mezzo d'abitnnti) . Russia e Prussia rinun,.iano per sempre ad ogni diritto e pretesa sul rc5to del territorio, ricono-,cono e garantiscono la costituzione polacca, non si opporranno ad alcun mutamento nella forma di go,·crno cd ru sudditi delle cedute provincie accorderanno incera libertà religiosa.

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e dell 'H&. li generale von Scholtz, con la i5" dìvisionc di riserva, pre,e 1I 1° settembre i fort: a sud-m·est della eiuà. ed il 2, dopo aspri combammcnci, occupa,·" la citt:t stessa.

Groencr (Guglielmo). Generale tedesco, n. nel Wurtembcrg nel 1867. Allo scoppio del la guerra era a capo della sezione ferroviaria dello S . .\I. quindi passò al controllo delle industrie belliche, e, nel 101;. al comando di una divis. sul F ronte Orientale. Quando ,l\'\'enne la resa della Germania, cli iarnato al Comando supremo, si oppose a! desiderio dell'impera LO, e di portare l"esercito contro i ribel li dell'interno, e riconduss~ in patria le truppe. >lei 1928 fu nominato ministro clelh Difesa ;s:az1ona!e, dopo di es;,cre stato dal 1920 al rg23 miniHro delle comunicazioni. Scrisse : « Sulla condotta del Comando Supremo e sulLt direzione delb Grande G uerra ,, e « l i tcsrn ,nenro del conte Sd ilicffen ,, . G1·ognards (Bromolo111). Erano chia111,11i così i soldati della vecchia C.uardia di l'sapoleonc I. i quali « brontolavan,., ma lo segui vano sempre " e gli erano devo tissimi. Ciò ha inspirato un quadro del Raffet imirolato appunto : « li grognaient et le ,uivaient toujoun, )).

Il. Tmttato di Grodn o (r4 o ttobre · Ii9.3)· lll/ca11za difmsim fra Rwsia e Polonia. J.e due potenze confermano i precedenti trattati e si garantis.:ono i rispettivi domini contro qualsiasi nemico in Europa. Siccome, all'uopo. il peso maggiore della d ifesa sarcbhc necessariamente a carico della Russ i:i, la Polonia riconosce giusto e salutare che l'alleata, di concerto con essa, eserciti tutta I 'innuenza che crederà utile. nelle misure militari e politiche, alla sicurezza e tranquillità della rrpubblica. La Russia potrà quindi far entrare delle tru ppe nel territorio della Repubblica e Cormarvi elci magazzini . .11 governo polacco non ncgozie.-1\ con alcuna potenza se non ci 'accordo colla Russia. La Russia garantisce alla Polow.a la presente: costituzione: la Polonia s'obbliga a non attuare alcuna riforma se non di concerto con la Russia. Questa cosidcua alleanza è in realtà un atto di dipendenza a ssoluta. Non si poteva stabilire pii, chiaramente l'intera soltomissic,nc della Polonia alla Russia; il sistema di sovranità trasformava,i quasi senza riserva in a,solura incorporazione. Ili. 'fra11n10 di Crodno (~1 ottobre 1806). Co11vcn~io11r tra Russia e Pmssia per l' armamento d·un esercito russo destinato ad entrare nella Slesia. I V. A1:,1cco e presa di Crod110. Appartiene alla guerra Mondiale. Notevole era l' importanza del po,sesso d i G,·. per i Tedeschi, poichè sbarra Il g rande fcrrc,via Varsal' i:iVilna-Pietrogrado e salda la linta Bobr-Narew a! basso N,cmcn. A raie importanza strategica non corrispondeva però q uel le del le sue difese, state trascurate e costituite qu:,,i c;.~cl11s iva1ncntc d::t opere in terra . da sca rsi ri\'est imenrl e ricoveri, con insufficiente arinomcnto. Dopo la caduta di Kowno (17 ai:osto 1915), forze mobili ru,;e erano state fa11e affluire a n. di Grodno per coprire tale pia<\7.a. 11 generale tedesco von F.ic!Jorn, presa Kowno, rn• bilo d ispose per l'attacco cl i G. , procedendo con le sue t ruppe a cavallo del Niemen , con preponderanza sulla riva destra. Accanite successive resistenze opposero le forze mobili russe. le quali erano schierate tutte sulla riva destra. Tali resistenze ra!lentarono la marcia dei Tedeschi; tutta., ia G. ccclccre in seguito ag li attacchi del la destra della 10~ armata

1 Grognards (quadro di Raffet)

Groignard (A nto nio). Ingegnere nav,de france~e (t72i· 1797) e sc1i11ore mi!itarc . Ebbe il merito di uniformare i tipi delle na,·i per la marina militare. Formò la Aotta per la Compaqnia delle Indie. :-:e! 1759 conmbuì all:i difesa del l't-lavrc. l'c:r lui fu creato il grado di ing. generale ddia marina. Frt1. i suoi scriu i meritano particolare mc111.1one: u Mcn,oria sul rulllo e beccheggio d'una nave " e " l>dla stivatu, ,, delle nav, " . Groix (lw/a d1). Piccola i,ob dd l"Atlan tico apparccncttle al la h-anci:t, all' imbocco del la rada cli 1.orient. Comba1111;1e11to 11111,alr di Groix (z3 giugno 179;). ,\ pparciene alle guerre della Rirnluzionc francese. Mentre l'Inghilterra foce.a una ,pedizione comro Quiberon, una sua flotta agli ordini dcll'ammir . Bridport, composta di 14 navi. incrociava su lle co.,lc della Bretagna. Contemporanca,nentc a ltra non:i francese di 1G unir~ di linea, agli ord ini dell'ammir. Villarct, divisa in due ,quadre d'eguale forza, na,·igava nelle stesse acque. Sulla metà di giugno l'una delle squadre francesi stava all'altezza di Belle-Isle, l'altra davan ti a Brcst. L"amm ir. inglese atcaccb la squadra di flellel sle , che dc,po un vivo scambio di canno nate si ritirò. li Villarer, infonTJato dello scontro, salpò immediatamente, e, riunitosi alla ><.Juadra in ritirata, mosse incontro a quella inglese, che sapendosi inferiore di for1.e, rnleva c,•itare il combatt imento, in attesa di rinfor,:i. Essendo questi sopraggiunti, il Vi llaret cercò d i sollrarsi all 'attacco, e virò d i bordo vcr;o Brest. Una violenta mareggiata lo rigettò ,·crso Belle-Islc, dove s'imba11e di frame alle forze riunite inglesi . L'ammir. Bridport gli mosse incontro, tagliò la sua rolla, e dopo un micidiale combattimento gl i danneggiò tre nav i.


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Il Villaret battuto si ritirò a Loricnr, dove non frovaodo viveri dovette licenziare parte cieli 'equipaggio.

Grol (o Groenlo). Città dei Paesi Bassi in prov. di Geldern, sul fiume Slingc. Venne presa dagli Olandesi nel 1577; nel 1606 tolta agli Olandesi dagli Spagnuoli; nel 1627 nprcsa agli .Spagnuoli dal principe d'Orange.

I. Assedio di Grol (1597). Appaniene alla guerra di Fiandra. li principe Maurizio di Nassau, investì la piazza di G. , tenuta da un presidio spagnuolo . Non potendola assalire, percbè circondata dalle acque, vi pose il blocco finchè la costrinse a cedere.

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sicurezza_, ed i lavo~i di fortificazione apprestati, avrebbe po• tuto offnre u_na valida remtenza. Il duca accerchiò compie• tamcmc la _piazza, tagliandole ogni comunicazione ed iniziò Pattacco dopo una preparazione d'artiglieria. li presidio res1stetlc per qualche giorno valorosamente, ma alla fine, sopra~atto dalla enorme preponderanza delle forze, dovette capitolare.

Gro!li (avv. Filippo). Patrio{ta ossolano (n. e m. a Vo• gogna, 1755-1798). Capo dei repubblicani vogogncsi, corse ad arruolarsi nelle m ilizie patriottiche del gen. Léotcaud nel 1798, e prese parte alle azioni contro l'esercito regio cd alla battaglia di Ornavasso. Dopo l'insuccesso di questa si ritirò a Vogogna per farvi una ulteriore resistenza. Ma, non trovando corrispondente adesione da parte della cittacli.nanza, si na~cosc in una casupola. Denunziato e arrestato, venne fucilato il 30 maggio in Vogogna . Grolmann (Carlo di). Generale prussiano (r777-r843). Partecipò alle guerre contro la Francia napoleonica e fu dallo Scharnhorst scelto quale membro del la commissione di r iorganizzazione dell 'esercito tecksco. Lasciò le « Memorie s111la campagna del 1814 " . Gromo (Giacomo Antonio). Uomo d'arme e scrittore mii. del sec. XVI. Patrizio biellese, fu nel 1537 alla difesa di Ivrea assediata dai Francesi, e militò sotto Carlo V. Lasciò un libro inedito dal t itolo « Gromida », nel qual~ tratta questioni d' organ.ica, coll 'intenzione di ravvivare gli ordini militari romani, di difese ed armi portatili, atte al caricamento a retrocarica, e di proiettili vari, fra cui alcuni incendiari.

Fortezza di G rol (sec. XVII)

TI. ,1ttacco di Grol (3-14 ag0sto 16o6). Appartiene alla guerra di Fiandra. Mentre il principe Maurizio d i Nassau si tratteneva col suo esercito fra Oeventer e Zuften) pronto

ad accorrere in d i(esa d'una o dell'altra di queste piazze minacciate, il marchese Spinola, duce degli Spagm,oli, decise di assediare C. con truppe <li tre nazioni (Italiani, Spa• gnuoli, Irlandesi) e pose imorno alla piazza tre diversi ac• campamenti. In tre giorni lo Spinola, stimolando l'amor proprio tra le diverse nazionalità dei gregari, ottenne che si spingessero i lavori di trincea fino al fosso che circondava le mezze lune fuori delle mura della piazza. La nobile gara si accentuò quando si dovette passan: il fosso, sopra piccoli ponti formati da tela stesa su travicelli e botù, im·cnzione dcll'ing. Targone. Passato il primo fosso, gli attaccanti dovettero molto lavorare per giungere alla conquista delle mezze l une, e subirono in tale operaziooe sensibili perdite. Ma dopo alcuni giorni, coadiuvati dal!c artiglierie, riuscirono ad eotrarc nel recioto principale della piazza superando il fosso maggiore interno , I difensori resistettero ancorn, e lo Spioola pensò allora di impadronirsi successivamente di tutle le btr. esterne, di modo che la piazza dovesse contare un.icameotc su quelle interne. Questa operazione riuscì perfettamente e costrin se i d ifensori a venire a pani per la resa. Il giorno 14 ago,to, diiani lo Spinola vi entrava, e vi la• sciava un presidio a difesa , rimettendovi in ordine le forti· ficazioni. III. Pre;a di Gro/ (167z). ;\pp3rtiene alla guerra in Ola11da per opera di Luigi XI V. 11 re inviò il duca di Lussemburgo ad investire G. La p iazza era difesa <la debole g uarnigione, ma, data la sua ottima posizione naturale, le m isure di

Gronda. Così chiamata la parte posteriore dell'elmo, della celata, <lcl cappello di fer ro, ecc., sporgente indietro per -riparare e difendere il collo. Groningen. Città dell'Olanda al confluente del Hunsc con l 'Aa, in comunicazione ·a mezzo di canali collo Zuidersee. Nel medio evo fu citt~ libera, fortificata . Nel 1505 fu presa dopo assedio da Massimiliano I. Nel 1514 venne assediata dal duca G iorgio di Sassonia, e tolta all' Austria. Ai tempi di Carlo V intorno a G. si svolsero diverse fazioni e nel 1536, dopo lungo assedio, passò in possesso della Spagna. Svincolatasi dalla Spagna nel 1579, unerrdosi alta Lega Anseatica, ricadde in mano della Spagna nel 1580. Diversi tentati.vi. p"r il iberarla da! presidio spagnuolo furono !atti da Guglielmo, Lodovico, e Maurizio di Nassau, e finalmente, nel 1594, potè essere sottratta al dominio spagnuolo ed unita alla Repubblica cl 'Olanda.

I. Battaglia di Groningen (24 maggio 1568). Appartiene alla guerra di Fiandra. li conte Lodovico di Nassau, in• viato a prendere G . con 10.000 fanti e 3000 cavalli, fu prevenuto presso la città da t ruppe inviate dal duca d'Alba: erano due regg. tedeschi, uoo spagnuolo, un d.istaccamento di caval leria, alcuni pezzi di cannone, agli ordini del conte cl ' Ahremberg. Lo dovico non osò affrontarli, con le sue truppe poco agguerrite, in campo aperto, e pertanto si collocò in forte posizione, protetta a N. da una collina, che fece occupare dai suoi migliori archibugieri, e sul fronte da terr_e no paludoso; a d r. simò la sua cavalleria . Gl i Spagnuoli, malgrado il contrario avviso del d 'Ahremberg, vollero dare l'assalto agli avversari senza attendere altre t ruppe, guidate dal conte di Mega, e, investendo nel terreno paludoso del fronte, vi si impigliarono in tal mo<lo, che 600 dei loro furono uccisi dalla moschetteria nemica senza po•


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terla offendere. ComplctQ la disfatta nemica il conte 1.odovi<;:.o, lanciando addosso ai due rcgg. tedeschi, rimasti in seconda linea , la propria cavalleria, e quelli pascro abbasso le ann i. Il d' Ahrembcrg rimase ucciso nella lotta; i superstiti furono salvati dal conce di Mega, che si affrettò a chiudersi in Groningen.

iJ.

GRON INGEN

Fortezza di Groningcn (scc. XVll)

II . Battagha di Groningen (1568). Subito dopo la battaglia precedente, Loòovico di Nassau assediò G., dove s'era ritirato con Tedesch i, Spagnuoli e circa 400 cavalieri ita liani agli ordini dèl conte :Martinengo, i l conte di Mega . Il d uca d'Alba aveva inviato in soccorso di G. altre truppe, fra le ,quali gli Italiani d i Chiappino Vitelli. Lo stesso duca d'Alba partì poi col grosso delle trnppe per la capitale ddla Frisia. Il V itelli, prima di giungere a G ., aveva già per via inHitto in d iverse scaramuccie scacchi ai ribelli, tantocbi: venne promosso mastro d i campo generale dal duca . A l1'avvicinarsi del Vitelli, il conte Lodovico tolse l'assedio alla piazza e si dispose alla r itirata. Ma il duca, che aveva preveduto la mossa, gli parò d innanzi arch ibugieri spagnuoli, e valloni, Le truppe olandesi dovettero rentare di aprirsi i l passo combattendo. La cavalleria con reiterate cariche si o p pose agli assalti impetuosi del nemico, ma quando stanca e tartassata dovette ritirarsi la fanteria non oppose piè, resistenza. Ingagliarditi dal primo successo gli Spagnuoli incalzarono e convertirono la r i.tirata degli Olandesi io fuga, i nseguendoli per oltre due miglia. Quest'ultimi, oltre a numerosi morti e feriti lasciarono sul campo due bandiere e parecchi pezzi cl'aniglieria, noncbè cucco il bagaglio.

IJI. As;edio di Groningen (1580). Appartiene alla guerra di Fiandra e fu posto dal principe d'Orange, che lo convertl iu blocco. Martino Schenck venne con una forte armata a,1 attaccare le eruppe d'investimento, che mossero ad mcontrare lo Schcnck , vennero completamente sconfitte e l 'assedio do vett,e essere tolto. IV. Assedio di Groningen (1594). Appartiene alla guerra di. Fiandra e fu posto da Maurizio di Nassau, che, apprestate- le li11ee di circonvallazione e controvallazione, iniziò ì l bombardamento con numerosa artiglieria.' La guarnigione di G. era aiutata dalla popolazione, che aveva servito a collocare le artiglierie lungo le mura della piazza, cd a rifornire le munizioni ai pezzi coi quali i difensori continuavano a bersagliare g li assedianti, per ritardarne i lavori d 'in vestirnento. Co ntinue sortite completavano gli atti offensivi

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del presid io. A malgrado di questi danni il principe Maurizio era riuscito a giungere colle sue tr incee ,l'approccio fiiìo al fosso, e colle sue artiglierie batteva il rivellino della porta ad oriente. I difensori concentrarono su 'questo punto il fuoco di 6 cannoni, ma gli assedianti, appena aperta su(liciente breccia sulle mura, si slanciarono all'assalto, che tuttavia per due volte fu respinto. Maurizio allora fece dar fuoco alle mine sotto le 1nura. Appena ampliata la breccia si r ito.rnò all 'assalto; i d ifensori accorsero co ntro gli assa lito ri, ma il brillan1cnto di una nuova mina son1mersc completamente le truppe accorse contro gli assalitori . Gli Olan desi ne approfittarono per ritornare a!la carica e questa volta , •impossessarono della p rima opera difensiva . Bastò questo successo per abbattere lo spirito della guarnigione, che si a rrese il 22 luglio con gli onori delle anni.

V . Presa di Groningm (1795). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. La piazza era ten uta dagli In glesi e da truppe delle Provincie Unite, e il generale Macdonald, il 20 febbraio , con 2 divis. ddl 'armata della Sambra e Mosa, l' invcstl e attaccò . Il presidio oppose qualche resistenza. ma, sopraffatto da forze superiori, si arrese. Gropal!o (Tommaso) . Generale, n. a Genova nel 1824. Sottot. nel Nizza cavalleria nel 1843, raggiunse il grado di colonnello nel 1864 e fu comandante della Scuola d i cavalleria e del rcgg. Caserta fino al 1874, nel quale an no passò a comandare la 1a brigata di cavalleria . Partecipò alla campagna del 1848-49 e , 859, ottenendo a Vinzaglio la menzione onorevole, alla campagna del 1860-61 riporta ndovi una grave fcrila a lla coscia, e infine alla campagna del 1866. Groppa. Così fu chiamata quella parte della barda che armarn la groppa del cavallo. Qualche volta era aperta sotto la coda, ma generalmente era di un sol pezzo. Fu anche detta impropriamcme schie□-a, Gross (Davide Alberto). Ufficiale e scrittore mii. svizzero (1756-1809). Fu a! servizio del la Repubblica Batava, e poi del duca <li Weimar. Nel 1795 si segnalò nella difesa della fortezza <li Grave contro i Francesi . Scrisse fra altro : « Del servizio det l •u fficiale in campagna " e « Manuale storico militare per la storia delle guerre dal 1792 al 1808 » .

Gr opallo Tommaso

Grossardi Cassio

Grossardi (Cassio) . Generale, 111 . nel 1799. Volo ntario nei bersaglieri modenesi e parmensi nel 1848, lasciati gli studi di chi rurgia, combattè contro l'Austria meritandosi la men zione onorevole, passò nell'esercito sardo., con1battcndo ancorl nel 1859, ottenendò due mcd. d 'argento : una a Confienza ed una a S. Martino. N el 1860, ali 'assedio d 'Ancona, fu decorato di una seconda menzione onorevole. Colonnello nel 1869, rnrnandò il 15° regg . fanteria e nel 1879 passi'> nella r iscl"\'a divenendo magg. generale nel 1893. -Da


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tenente ideò un modello di carabina da bersagliere nella quale è ~ffermata la prima idea della r!~atura della canna.

Grossbeeren. V illaggio nei dintorni di Ber lino, in Germania . Durante la seconda campagna di Germania, nel 1813, il 22 agosto il marcsc. O u<linot si trovò sbarrata la strada verso 13crlino dalle truppe del 13crnac!otte. Erano 100.oon 11. sch ierati nella piam,ra, contro i quali la mattina del 23 mossero i Francesi. Il 4° corpo, al comando del gen . Bertrand, combattè tutta la giornata sulla d r., con alterna vicenda, contro iJ gen . 'faueozicn; sul centro il 7° çorpo, cmrtan.::!ato dal gen . Reynier, sostenne la lotta contro i Prussiani comandati da! gen . vo11 Bulow che, cacciati i,i p rimo tempo dalle loro posizioni, tornarono ali'a ttacco riuscendo a riprenderle finchè il gen . Guillerni-

Combattimento di Cross llccren ( 1813): z, Guilleminot - 2, Reynier - 3J Bcrtrand - 4, Tauenzicn - s, Billow - 6, \.Vitzingcrode

not, che .si trovava in osservazione di fronte a un corpo Russo, .accorrendo alla voce de l canno ne , non contrattaccò ancora rcspingendoi i <leiinit1vamellle. Ma il suo intervento, se valse

sw, in un grifo eretto colla spada impugnata. Siena nel

assallo da parte di t ruppe guascon i e brettoni, assoldate dal papa G regorio Xl e comandate dall 'Acuto. Nel 1447, decaduta per diverse ragioni, fu facile preda delle truppe di Alfonso d'Aragona il quale era in guerra con Siena. Un secolo più tardi , e precisamente n,el 1554, la guerra fra Spagna alleata di Cosimo de' Medici e Siena, porrò a G. molto danno. I Francesi, alleati della repubblica di Siena, per avere uno scalo sul mare ed un ultimo baluardo in caso d'insuccesso fecero di G. h loro base, e ,,i si insrallarono con truppe e depositi. Colla pace di Ciìte.au . Ca 1;n b rés i s (1559) G . fu assegnata a Cosimo de' Medici e da quell'epoca divenne una delle fortezze più considerate . Fra n ce-

1335 inviò un esercito agli ordi ni di Marcovaldo per assediarla, ma i grossetani nel novembre dello stesso anno lo batterono, obbligandolo a togliere l'assedio. Nel seguence anno i signori di Siena organizzarono un secoi1do esercito agli orditù di Puccio da Magliano, che battuti quei di G. , s'impadronì della pia;cza e ne fece abbattere le mura. Otto anni pii, tardi Siena stessa, conosciuta l 'imporra1na di questo baluardo verso il mare, e contro ogni tentativo interno c.:d esterno, la recin se nuovamente di mura , e la munl di una forte rocca. Nel 1377 G. respinse un

sco I e Ferdin ando I fecero costruire, nelBastione delle m ura M edicee 1'ultima metà del sec. XVI, dal noto architetto militare Baldassarre Lanci, la celebre fortificazione ad esagono regolare bastionato, con fianchi provvisti di musone. La brevità delle cortine, e gli ampi baluar<l i hanno d ato a questa forrezza un 'impronta di modernità che lultora sussiste. Malgrado la potenza delle sue fortificazioni, G ., che nel 1224 a,,eva org~nizzato un esercito di 3000 u.,

a rlisjmpegnare resercito franccsc 1 non fu sufficiente a n1 u~ tare le sorti della giorna,a; le perdite erano state talmente forti che il duca di Reggio ritenne necessario il ritirarsi.

Grosseto (ant. Cunis Gms.<eto). C iuà capo!. di provincia della Toscana, nella Maremma, fra Ombrone e Bruna. D'origine etrusca, comìnciò a figurare nella .storia 1nilitare nel 935, epoca in cui gli abitanti della vicina Roselle, insidiati dal mare dai Saraceni, vi trovarono r ifugio e la fortificarono. Nel 1138 era già centro notevole e sede episcopale, col titolo di città. Entrata in lotta con la repubblica senese, nel 1224, questa attaccò e prese la città, clandola poi a lle fiamme. Per un secolo tuttavia, rip ri::itinata, continuò a

Stemma di Grosseto

dl-:el-

larsi al dom inio dei senesi e si battè più volte colle truppe dei do ruinatori . Vi fu perfii10 un tentativn di Signoria, quando Bino degli Abati del Malia riuscì a respingere con gravi perdite Lodovico il Bavaro (1328) che cercava di occuparla. In seguito a quell a vjtcoria C . rnu tò il suo stemma etru~


GRO

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nel 1745 non contava che 648 abtianti, in causa della malaria. Leopoldo I di Toscana fece allora eseguire lavori di bonifica e risanamento per cui fo wnvertita la pia22a forte in uno dei migliori soggiorni m ilitari. Nel 1848 molti elci suoi giovani furono a C urtatonc e Montanara. Ntl 1859 ;iooo volontari d1 C. accorsero alla guerra d 'indipendenza.

Grosseto. Brigata cli fanteria di linea costirn ita per la guerra r915-1918, nel gennaio r917, dai depositi del ::,2 e del 69 fanteria, coi rc:g-g. 237 e 238. Dal 29 aprile al 9 luglio 1917 presidiò la fronte M. Palo, Pozza · della Terra Nera, H Giaron, M. Colombara. Destinata sull'Isonzo, operò contro la posizione nemica ,li Stari S. Duha che occupò catturandone il presidio ed impossessandosi di un ricco bottino d'armi e munizioni. Tentò nei giorni segoeJHi fino al 29 a gosto cli prosegu ire nell 'avanzata, ma le munite difese avversarie ne paralizzarono gli audaci sforzi che CO· starono alla brigata la perdita di 20 ufficiali e 1037 m iliwi di truppa. N ell'ottobre 1917, durante I '.offensiva austro-tedesca, fu pritda schierata sulla l inea Loga-Fratta-Semmer-Kuk-)clenik, poi ripiegò sulla destra dcll'Isou;,co, e il 3 novembre, passalo il Piave, sostò a Badia Polesine, ove fu sciolta il 22 d<'llo stesso novembre. La brigata aveva mostrine rosse con striscia centrale biaoca in senso verticale.

Grossetti (Giuseppe). Generale dei carabinieri n. nel r867. Sortot. di famcria nel 1885, passò nel 1890 nei CC. RR. ne11a qual anna raggiunse il grado di colonnello nel r920. Panecipò alla guerra libica cd a quella contro l'Austria. Generale di brigata nel 19~4, CO· mandò il 2° gruppo di legioni carabinieri e poi fu ispettore della zona di Milano . In P. A. nel 1929, ebbe contemporaneamente il grado di generale di flivisione.

Gross i (Tommaso). Poeta, romanziere e patriota (1791Grossetti Giuseppe 1853). Cooperò coi suoi scritti a tenere vivo il sentimento d 'indipJ ndenza italiana. Fra i suoi scriui meritano panicolare menzione : « I Lombardi alla prima Crociala »; « Marco Visconti » e « La Prineide » (contro il noto ministro). Nel 1848 come notaio stipulò !"atto di fusione del Piemoo tc colla Lombard ia . Gros.ri Camillo: Generale, n. nel 1876. Sottot. degli alpini nel 1896, frequentò la scuola di guerra passando nel corpo di S. M . Colonnello nel 1917, partecipò alla grande guerra prima come capo di S, M. dell 'intendenza della 3• armata e poi quale .capo ufficio stampa e propaganda presso il Comando Supremo, meritando la croce di cav . dell'O. M. S. e la m ed_ cli bronzo dei benemeriti della salute pubblica. Dopo aver comandato per due anni il r 0 regg. a lpini, passò (1925) capo gabinetto al ministero della guerra, nella guai carica divenne generale di brigata nel 1926.

Grosso. È il nucleo principale delle forze di una unità, in formazione di marcia o di combattimento, la quale abbia $pinta innanzi o lateralmente una parte delle forze stesse

per l 'assolvimento di compiti sussidiari, o per le neccs,arie misme di esplorazione e di sicurezza. Così una divis. in marcia verso il nemico si frazionerà in due parti, G . della colonna e avanguardia, b quale comp rende, di massima, una forza eguale ad un terzo del grosso. E l'ava11guardia si suddividerà a sua volra i n due scaglioni, G. e resta, convenientemente distanziati in guisa che entrambi non possano cadere contemporaneamente sono il tiro delle mitrag liatrici avversarie che si svelassero all 'improv,•iso.

Grosso-Campana Alessandro

Grouchy Emanuele

Cro,so Campana Alessandro. Medaglia d'oro, n. a Tor ino caduto a Mola di Gaeta (r825-1860). Ufficiale dei bersaglieri dell 'esercito

piemontese, partecipò valorosament'e a

unte le campagne del Risorgimento, meritando numerose ricompense e d istinzioni : 1ned. d'argento a Genova, nel 1849; altra d "argento .a Magenta, nel 1859; croce ddl 'O.M.S. a San Martino; promozione a maggiore per merito di guerra ad Anwna, nel r86o . Durante l'assedio di Gaeta, il 4 novembre 1860, cadde ucciso, ed alla memoria di lu i fu conferita la medaglia d 'oro « per il sommo valore dimostrato nella presa di Mola di Gaeta, dirigendo una frazione della p ropria compagnia all'attacco dell 'artiglieria nemica che tirava a mitrag)ia : trafitto neJ petto, moriva istantane~1Jnente ».

Grosson (Emlio E11rico). Generale, n. a Torino, m. a Verom (1829-19JO). Sottot. di fanteria nel r848, passò poco dopo nei granatieri. Prese parie a tutte le guerre dell'ind ipendenza meritando la men:tione onorevole a Madr>nna della Scoperta (1859). Colo11ndlo nel 1884, comandò il d istretto mii. di Verona e nel 1891 passò nella riserva divenendo magg . generale nd 1894. Grouchy (Emanuele) . Maresciallo di Francia (1766-1847). Partecipò alle guerre della Rivoluzione e dell'Impero. Comandante ud 1815 di un corpo staccato dal grosso francese, il suo mancalo i ntervento a Waterloo fu causa importante di quella sconfitta. Proscritto andò in America; amnistiato ritornò in Patria nel 1821; nel ,831 fu reintegrato nel grado di maresciallo e nominato pari d i francia. Pubblicò « Memorie " e altri scritti in difesa del suo operato nel 1815. Grozio (Ugo) . Scrittore olandese (1583-1645). Fu per molti anni alla corte di L uigi Xlll . Con la sua classica opera « Del diritto di pace e di guerra ,, fra i primi affermò il principio del diritto nelle relazioni internazionali, sostenendo la necessità di p reven ire e sottoporre a regolamenm le guerre fra gli Stati. Scrisse inoluc, fra altro, una « Storia del) 'Olanda )) ; un 'opera « Mare libero », per sostenere il principio della libertà dei mari; e una « Storia dei Goti, Vandali e Longobardi ».


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Gruc di :inenale militare marittimo

Grue, Macchina da guerra usam nel medio evo. Consis1c1·a in una trave con la testa armata di un graffio od uncino, col quale si afferravano e attira, ano a sè le macchine nemiche.

degli arsena li e servono per tulle le operazioni <li imbarco di grossi pesi, spccìalmente sulle navi in allestimento. Con es~c vengooo messe a posto macchine, caldaie, corri, can-

Gruc. Sulle navi a vela erano costituite da robuste braccia sporgenti sulla prora da ciascun lato: servivano per la manona delle ancore. Per issare le imbarcazioni a bordo, si faceva uso dei pennoni e quindi non esistevano speciali G ., le quali vennero invece adoperate universalmente sulle navi

Cm,: Aurelio. Medaglia d'oro, n. a Teramo c3duto in Eritrea (1870-1896). Ufficiale d'art. in servizio attivo, divenuto tccn. del 1 o rcgg. art. da campagna nel 1892, fu in•·iato in Eritrea nel 1895. Nella battaglia di Adua, dopo aver lino all 'u ltimo fatto fuoco contro le orde abissine con i cannoni dcl b sua 6• batt. , cadde eroicamente. La moti• .-azione cli medaglia d'oro ricorda così il bell'episodio: " Comandante la colonna munizioni, dimostrò calma ed ardire in tutta la giornata. Alla fine, precedendo la brigata che si ritirava, scelse di sua iniziativa una posizione a,fau a per arrestare i pez:,,i che seguivano, e, rnccolte le

a vapore.

Per le navi da guerra, le G. rostituiscono un intralcio alla manovra delle artiglierie. Si cerca perciò di ridurle al minimo numero indispensabile e si fa uso degli alberi di carico per alzare le imbarcazioni di maggior peso. Le C. costituiscono invece un importante attre7.7.aggio

noni, etc.

. . . ,_. -=----------· ~~~~~. Gruc in balipedio per inc..·w:ilCJ1mento rll connoni


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scarse tnunizionì ancora ri1nastc nd cofani, fece mettere in

batteria i pochi pezzi che potè avere alla mano. Ivi, sparando gli ul timi colpi contribaj efficacemente a t r~enere ancora• l'irrompere del nemico, finchè, mortalmente feriro, incoràva ancora i soldati con nobi li parole ». (Adua fEritreaJ, 1 ° marzo 1896).

Grumbckow (von Vittorio, pascià). Generale tedesco, m. nel 1902. Fu per lunghi anni al servizio della Turchia con l 'incarico di riformare l'esercito; partecipo alla guerra del 1897 contro la Grecia. Grumento (Grumemum). Antica città della Lucania, costruita sopra un 'altura al confluente del GrumenciJ10 coli' Agri. A circa 3 km. e mezzo dalle rovine Grue Aurelio sorse Sappnara cli C., attuale còmu11c in prov. di Potenza, verso la metà del sec. X. L'ant. G. ebbe alta importanza mi htare e politica prima ancora che sorgesse l'impero d i Roma come lo attestano i ruderi e le iscrizioni rimasti. Pare fosse di fondazione fenicia; difatti ali 'epoca delle guerre puniche fu alleata dei Cartaginesi . Nel 215 a. C. sotto le •~\le n1ura venne battuw, da Tiberio Sem pronio Longo, il gen. qrtagiJ1esc Annone . Durante la 2• guerra punica altre azioni belliche succed ettero nei suoi pressi. Sostenne alla fine delle gucffe puniche un lungo assedio <la parte dei Romani e fi. nalmcnte cadde nelle loro mani, divenendo municipio romai10. Fu andie allora una delle più floride città della .L ucania, e tale - ~i mantenne fino al secolo X quando · venne atraccata dai Saraceni, La prima volta nel 918 essi furono sconfitti da Guaimaro nei pressi della città . Ma quando , nel 975, ritornarono con ingenti forze, essa stremata non potè resistere lungo tempo e, presa, fu dai conquistatori distrutta.

1. Battaglia_ di Gmmeuto (207 a. C.). Appartiene alla 2" guerra punica. Annibale, dopo la sconfitta <lei fratello Asdrubale su l Metauro, s'era tenuto su lla d ifensiva neìla Luca nia, e aveva posto il proprio accampamento presso G.,

sulla dr. dell 't\gri, dominata da una collina scoperta. Quivi giunse con 40.000 u. il console Claudio Nerone, che nascose fra le pieghe del terreno buon nerbo del le sue truppe. Schierato nel mattino il resto del suo corpo in ordiJie di battaglia, aizzò Annibale ad an accarlo . I Cartaginesi, tratti in inganno dalle forze messe io mostra per attirarli, si geuarono sui nemici con foga, cèni di batterli. Ma l 'attacco, fatto più con slancio che ordllle e disciplina. venne accolto dai Romani con eslrcma fermezza, rnntochè i Carlaginesi furono ri buttati. Nerooe colse p ro1,rio quel momento di crisi per la nciare sùi Cartaginesi l,1 massa tcnula fino a quel momento coperta. Essa piombò <l'improvviso sui Cartaginesi respinti e li sgominò mettendoli in fuga. Ottomila restarono sul terreno e 7000 ne rimasero prigionieri. I Romani iuvece. nou [>erdettero che 500 u . I l. Aucdio.,tli Gmmellto (90 a . C.). Appartiene alla g uerra sociale. li pretore romano Licinio Crasso, sconfitto da M. Lampon,o, gen . lu,ano, riparò in C. dove fo assediato. Un tentativo di p.-cnderla ·d'assalto fallì e i Lucani_ posero un regolare assedio. Malgrado l'attività e i mezzi spiegati dai Lucani, la città resistette lungamente e (u presa solo per 15

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mancanza cli viveri e per cattive condizioni di salute dei d ifensori.

Grunberg. Città della Prussia, presso l 'Olcler, nella Slesia. Combatti111e11to di Gm11berg (2 marzo 1761). Appartiene alla guerra dei Sette Anni. Mentre due ;muate prussiane erano intente all'assedio di Marburg e di Casse!, il corpo ciel principe ereditario cli Brnnswich si trovava fra (,'. e Landsbach, in posizione vantaggiosa, ma facilmente aggirabile. li duca cli Hroglie, comandante dei Francesi, staccò due d ivis. (Stainville e de Closcn) che pumassero con mol'imemo avvolgente sulle ali dr. e sr. dello schieramemo nemico; egli col grosso avrebbe portata sul centro la sua :izione. Quando il duca cli Ilrunswich intuì dalle mosse l'intenzione del d i Broglie, concentrò le sue truppe di fianco a G., in posizione protetta da una serie di fossi e da uno stagno, dietro un bosco. Il dc Clo_sen colla sua divis. girò attorno al villaggio a destra; la cavalleria tedesca riparò nel bosco mettendo allo scoperto le fanterie. I Francesi allora le attaccarono violentemente cd in breve · tempo le n1isero in rotta, La cavalleria allora venne in loro aiuto e con riperute cariche riuscì a ristabilire l'ordine tra le file dei fanti, che rifecero fronte al nemico e resistettero rigettando anzi i Francesi. La cavalleria francese, visto il momento c ritito. ritornò alla carica, e con tale Jigorc da roveicìarc

la resistenza delle fanterie nemiche, le q uali furono costrette ad una precipitosa ritirata. Volontari e dragoni francesi inseguirono i fuggenti alle cakagna fino al villaggio di Ilurgmiindcn, dove i vinci riuscirono a passare il fiume e a mettersi in salvo, abbandonando però in mano del nemico tutta l 'artiglieria, circa 2000 prigionie,i., e i9 bandiere.

Gruppo. Propriameme è la riunione <li più u11ità di truppa sotto il comando u11itario d i un solo individuo per esigenze d'ordine tattico, logistico, od anche strategico. Attualmtnte la parola G . distingue di norma formazioni organiche di carattere pfrn1anente, ma si usa tuttavia assai con1unetnentc

per indicare anche la riunione di più elementi a carattere temporaneo per determinate necessità varie. Tali G. di forz.a ed entità e composizione dilferentissima e mutabilissima, si costituiscono con particolare frequenza nelle guerre coloniali. dm·e la formazione delle unità tattiche e logistiche deve continuamente adattarsi alle circostanze ed a speciali esigenze. In ca li casi la denominazione di G. alle unità così rostituite torna particolannent\! a<latta e como da.

Gmppo di art;g/icria e di cavalleria . È una delle ripartizion i organiche del regg. d'a rtigl. e di cavalleria . Il gruppo d'art. è la riunione di più .btr. :11 comando di un Len. colonnello o 1naggiore. li gruppo d'art. da campagna, pesante campale, pesante e comraqci si compone di : un comando e due bu·. in pace; un comando e tre btt. in guerra. li numero delle btr. può però anche essere superiore · a tre, per · determinate particolari esigenze temporanee. La composizione organica del G. d 'arc. a cavallo è la seguente, sia in pace sia in guerra: un comando, due btr. 1l Gr. d'art. da montagna comprende un numero di btr. pari al numero dei battaglioni del regg. alpulÌ con cui il G. stesso è ·destinato ad operare. Il comandante del G. d 'art. ha relativamente a lla sua unità le stesse mansioni e gli stessi compiti cbc spettano al comandante di btr. Egli risponde dell 'addestramento, della disciplina e dell'ammi.nistraziont' del G. verso il comandante del r eggimento ed è il naturale istruttore degli ufficiali che da lui dipendono. La denominaz ione di G. all'insieme r! i più blr. <= stata data abbastanza


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recentemen"tc ed adottata per mna l' artiglieria solo dopo i! 1897. Sino a tale epoca, infatti, era in uso la denominazione di brigata, e anteccdentcmcme anche quella di battaglione. li G. è l'u~i1à di impiego tàttico dell'artiglieria. Occorre evitare sin che possibile la sua scissione, specialmeme nell'art. leggera. " U C. di cavalleria è la r iunione di pm sqdr. al comando di un ten. colonnello o maggiore. L'attuale nostro ord inamento prevede per ogni G. di cavalleria delk varie sp~cialità la seguente con1posjzione, sia in pace sia in g uerra: uu comando, due sqdr. Per determinate particolari esigenze può comprendere temporaneamen te anche più d i due sqdr._ li comandante ha relativamente alla sua unità le stesse mansioni e gli stessi dover i del comandante di bgl. e de! comandante 'rli G. di artiglieria. La creazione del G . di ca. 1·allcria qua-le partizione organica del regg., è anch'essa molto recenre', essendo posteriore al 1859. Prima si forma,,,,no raggruppamenti di più sqdr. solo di volta in volta e temporaneamente se richiesto da esigenze d'ordine quico. Il G. di cavalleria nel campo tattico può essere impiegaro tutto r iuniw, od anche scisso in suoi elementi (squadroni ed anche ploton i). Gruppo alpiuo . Unità tattico-logistico prevista dalle nostre formazioni d i guer ra sino a qualche tempo fa ed ora soppressa. Non esisteva in tempo di pace, rua se ne costituiva un certo numero in guerra cd avçva composizione variabile da adeguarsi alle circostanze contingenti. Comprendeva essenzialmen te: un. comando di G., un numero vario di bgl. alpini, un G. d'art. da montagna con tante btr. q uanti erano i bgl. alpini, aliquote del genio e dei vari servizi, compresi elementi dei trasporti a salma, carreggio ed autocarreggio. Dop.:i la g uerra il G . alpino è stato sostituito dal rcggimen.t o.

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di chiusurn. Questo è a cuneo con movimenlo dall'alto in basso e viceversa, a mezzo di una manovella: collo ,tesso movimento del cuneo si produce l'armamento del percussore. Lo scatto si produce mediante una funicella applicala ad un gancio del gri lletto, o mediante pressionè sul braccio ddla leva del grilletto. Nel 1:iro lcuto la pressione è esercitata dalla mano; nel tiro rapido è esercitata automaticamente. li cannone può essere incavalcato su tre affusti diversi: affusto a ruote, a canddiere, .per torrette corazzate. Lungh e%za del cannone lrl. ,,16; Peso del cannone Kg. 192. Il G. ideo anche corazze di !erro tttnprato e g ranate.

Guadagni ((:11glielmo). Generale liorentiI>o, luogotenente del Re di _Francia in F\arberia nel 1664. Comandante delle flotte del Papa e. dellà Repubblica Veneta, sconfisse i Tun:hi. Guadag11i\ Camillo. 6cucrak, n. ;; Pomigl ia no d'Arco nel 1861 . Sottot. di fanteria nel 1881 , partecipò alla guerra di Africa del 1895-96. Colonnello nel 1915, comandò in Cadore il 56° ,-cgg. fanteria meritandosi la mcd. d'argcmo. Ebbe poi il comando del 92° fanteria. Colonnello brigadicré comandame la brigata Tevere alla Jì.nc del 1916, fu promo.so magg . generale nel 1917. In P. A. S. nel 1920, assunse nel 1923 il grado di generale di divisione (1923).

Gmppo di armate. V. Armata.

Gmppo di Legioni. Nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionalé è il G. di .Legioni, che corrisponde alla b-ri~ata nell'arma di fanteria. Gruppo di esplorazione. B un distaccamento costi1uito da reparti di una o più anni, spinto innanzi o lateralmente ad una grande unità, per · svolgere, completare o rendere pii1 sicur-a l'esplorazione avanzata o vicina .

Gruppo di U11ilà Navali. Secondo l'ordinarnenlo del la R. Marina Italiana, q uando varie uni1à non. annate si trovano riunite in una sede, o perchè in dispon ibilità o perchè in turno d_i lavori, sono riunite in gruppi, ciascuno dei quali è costituilo da unità omogenee. Così vengono formati i g ruppi di esploratori, <li navi sussidiarie, di siluranti, di som mergibili , di dragamine, di motoscafi antisom mergibili, di navi di uso locale, ccc. Ciascuno d i ta!ì gruppi ha un' unica amministrazione; a mie scopo vengono accentrati sopra ,111a del le unità che formano il gruppo il servizio viveri e di mensa, il servizio del vestiario, della posta , ddle comandate, dei materiali consumabili, ecc. A ciascun gruppo viene preposto un uflici;ile responsabile.

Gruson (Erma11110). Costruttore (n. nel 1 8 21) di un can• none a tiro rapido· da mm. 5 , cl1e da lui prese nome. [I cannone è d'acciaio cd è costituito da un 1ubo e da un manicotto avvitati insicn1c. Il n.1anicotto porta gli orecchion; e nelb parte posteriore ha l'apertura contenente il conr~gno

Guadagn i Cam.i!Jo

Guadagni C arlo

Guadagni Carlo. Medaglia d' oro, n. a Santeramo in Co!Je, cad uto sul Piave (J878-1918). Ufficiale di fanteria in servizio attivo, aveva p1:eso onorevolmente parte alla campagna di Libia, t ra le file del 40° regg., distinguendosi a Misurala, ove fu decorato di med . d i bronzo. Rimpatriato e promosso capitano nel 39° rcgg., entrò COJJ esso nell,L guerra italoaustriaca , segnalandosi per valore ed ardimento fin dai primi combattimenti, nella zooa ùi Castelnuovo del Carso, o,'e guadagnò una mcd . d'argento. Promosso maggiore e poi ten. colonnello nel 243° regg. fanteria, cadde d uran te la battaglia del Piave, e.lupo aver dato, fino ali 'ultimo, n uove mita~i li prove di eroismo, così ricordate nella motivazione di medaglia d'oro: « Durante un poderoso attacco nemico, mentre alla testa del suo battaglione avanzava a sostegno di altro reparto fortemenre impegnato, scontratosi con forze preponderanti av versarie, .:he g ià avevano travolte le nosrre prime lince e minacciava no un completo sfondamento, incurante del m:mero, riusciva ad arresta rle ed a respingere i loro successivi attacchi . Dopo più ore di lotta impari e di.sperata, ridotto or mai con pochi superstiti, anzichè ripiegare, si asserragliava coi medeiimi in un caposaldo della posizione, delj beratr> a resistere a tutta oltranza, e , fulgido cscmpin d i yalore e del

più alto .senti1nento del <lòvere, v'incontrava n1orte gloriosa )) . (S. Andrea di Barbarano - Piave - 15 giugno 19.18).


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Guadalajara. Ciuà capol. della prov. di Jalisco, nel Mesgiunse fino al le bandiere dei Goti. Visto re Rodrigo, messo si~o. Durame la spedi7..ione francese, il gen. Douay colla sua in evidenza dalle sue insegne, lo invc, tì col cavallo feren- · divis. aveva, nel febbraio r864, occupato con un distacca- _ dolo con un colpo cli lancia mortalmente. I Goti, che già mento comandato dal col. Garnier !a città, che poco prima vacillavano, <1uando videro morto il re, cominciarono a pieera stata presa senza colpo ferire. _Allontanatosene per muogare. Rianimanti dal successo, gli Arabi raddoppiarono di vere contro i nuclei di repubbljcani che ancora battevano la vigore ed accerchiali da ogni parte i G<>'• finirono per met-· provincia, q uesti si riunirono io due masse, l'una di 5000 u. terli in foga. L 'inseguimemo accanito degli Arabi finl per al comando del gen. Uraga, l'altra di 2000 al comando del distruggere quasi co!11pletamcnle le colon ne dei fuggiaschi. gen. Ortega, che con movimento concentrico avanzarono La vittoria pose fine alla monarchia dei Goti io Spagna, ed contro la piazza . I .Francesi , - assicuratisi degli elementi in- .i superstiti rip ararono nelle montagne della Cantabria . fid, ·della popolazione e imposto lo stato d'assedio, mossero con tro le. « guerrillas » più vicine, costringendole a ripieGuadalquivir. Fiume della Spagna (ant. Bactis, che gare; per parecchi giorni si ripeterono gli scontri fra le sbocca nell'Atlantico, presso S. Lucar). truppe ·francesi e gli insorti, e finalmente questi ultimi decisero di rinunciare all'impresa, essendosi avvicinato alla piazza I. Battaglia sul Guadalquivir (139 a . C.). Fu combattuta il gen. Dou.ay il quale i l 25 febbraio vi pose il proprio Q . G . e vinta dal console romano Q . Servilio Ccpione contro TanDeciso il ritorno del corpo cii spedizione in Francia, il 12 talo, comanda11tc dei Lusitani e successore del prode V iriato, dicembre 1866 l'ultì1110 scaglione ,1; truppa rimasto nt'llo il quale diede sè e il suo esercito io potere dei Romani. C'on Stato di )aliseo, a G ., fu ritirato e la città venne consegnata questo fatto la insurrezione dei Lusitani fu vinta per sempre. alle truppe dell'imperatore Massitnil iano, comandate dal gener:ilc Guttierrez. Questi, costreuo per mancanza di denaro Il . .Bmtagli,1 rn/ Guadalquivir (So a. C .) . Appartiene alle a licenziare parte dei suoi non fu ir1 grado di resistere alle guerre civili del tempo di Mario e Silla, e fu combattuta e forze dei repubblicani, e il 18 successivo fu cosu·etto aci vinta dal democratico Q uinto Sertorio coutro Lucio Fufidio, abbandonar loro la cimì. sillano e governatore della sragna meridionale. Guadalaviar. Fiume ddla Spagna in Aragona, ant. detto• Turia. Nel 75 a . C. si combattè sulle sue rive una battaglia che appartiene alle guerre civili sertorianc in Ispagna, e fu rnmbattuta dal proconsole Cneo Pompeo Magno contro il ribel le Qu into Sertorio , L'esito della battaglia riusd incerto. Sertorio sbaragliò l' ala destra comandata da Pompeo, ma non potè v incere la sinistra cornandata da Afranio; sirchè, malgrado l'insuccesso della cav,illeria comandata da Pompeo, l'esercito di Sertorio rimase quasi vinto, quando 1'altro proconsole Q. Cecilio Metello Pio, subito dopo la battaglia si congiunse con Pompeo. Il Bcrtolini dice avvenut a que,rn ba1taglia sul Sucronc, nello stesso luogo dove si comb,ntè quelh e.li Lauro (76 a . C.).

Il!. llatt11ftlia .,11/ Guadalquivir (1284). Appartiene al le lotte fra i re mori e i Cristiani in Spagna. Nel 1284 San cio IV di Castiglia, ass.1 lito dai Mori chiese a iuto alla re• pubblica di Genova, dalla quale ebbe cloclid galee capitanate da Benedetto Zaccaria. Qussti vi aggiu nse un centinaio di legni da carico armati alla buona e con queste forze battè alla foce del Guadalquivir un numeroso naviglio dell'emiro del Marocco.

Guadalupa. La maggiore delle Antille francesi 1603 kmq., r70 mila ab.). Fu scoperta da Colombo il 4 novembre 1493, e appartiene ai Francesi dal 1635, salvo brevi interruzioni di occupazione degli Inglesi (1691, 1759, 1794, 1810, 1815) cbe sempre la restit uirono. 0

Guadalete. F iume della Spagna in pro1·incia di Cadice; s, getta nell'Atlantico presso Porto S. Maria.

Bauaglia sul G11adalete (dal 24 al 26 luglio 71J). Appartiene alla guerra t ra Arabi, Goti e Spagnuoli per il dominio nella Spagna. 1 Goti, vinti dall'esercito arabo condotto da '('arie nei -·pressi_ di Gibilterra, si ritirarono verso Cadice. Tarjc li inseguì ed i due eserciti si trovarono in presenza l'uno delraltro sulle rive del G. , a due leghe da Cadi,e, i l giorno 23 lug lio. li comandante arabo dècisc di aLtarcare i cristiani, quantunque sape,se di essere di fronte a forze S\lpcriori, g iacchè ai Goti s'erano unili anche gli Spagnuoli Jr-I re don Rodrigo, La battaglia aveva importanza clec ,siva per la sorte della Spagna. Le prime luci del giorno 24 vic!ero gli Arnbi l anciarsi col soliLo ardore su, Goti, che per l 'im~ra giornarn lou aro110 contendendo palmo a palmo il terreno. l o quel pr imo giorno i risu ltati forano assolutamente nulli. All'indomani si riprese la lotta con eguale accanimenro e solo la notte interruppe il combattimento, rimasto anche in questo secondo giorno senza vantaggi ; entrambi g li avversari ebbero enormi perd ite. Taric s'era accorto che i suoi crauo stanchi cd in parte anche scoraggiati, perchè i loro sforzi non a,·cvano approdato ad alcun vantaggio . Nd mattino dd 3P giorno, dopo cli avere rincuorato i suoi soldati con una perorazione ispirata ad Allah, messosi alla tesrn di un pugno di nomini :,,cel1'i, si slanciò co]Ja sci mitarra alla 1nano contro l'nHe cristiana, e puntando al centro dello sch ieramento

I. Sbarco degli Inglesi alla Guadalupa. (maggio 1703). Appartiene alla guerra di Successione di Spagna. Il governatore delle isole inglesi d'America, Cod rington, comparve improvvisamente nelle acque della G . con una flotta di 44 navi di cu i 10 <li linea, e 4,qoo u. da sbarco. Questi scesero a terra, i mpadronendosi di sorpresa di w 1 forte. Il coman dante Auger, alla testa della guari;iigione e dei cittadini cor;i alle armi, tenne a bada per qualche giorno il Codrinron sul fiume Galion (;. diede tempo al Gabaret, luogotenentè del re al la colon ia fra ncese, di con<lurrc seco bupn nerbo di truppe dalla Manin.ica; attaccati allora gli Inglesi alle spalk, r iuscì ad in!liggerc loro uni!_ completa sconfitta, costringen• dol i ad imbarcarsi e rit irarsi, perdendo fra morti , feriri e pr,igionieri cir ca z.ooo uomjni. II. Presa della Guadalupa (maggio 1759). Appartiene alla g uerra coloniale anglo-francese. Una squadra inglese d; 9 unità comparve <l 'improvviso j [ 2 01agg-.io 1759 davanti alla Bassa Terra. La borgata della Bassa Terra sembrava da mare imprendibile giacchè fortificat a con opere di prim'ordine. Tuttavia I'ammir. inglese Moore diresse il suo attacco da quella parte, cd aprl un fuoco di distruzione che dmò in interrottamente per 9 ore. Le btr. dei. forti dell'isola non risposero da ulti1no che assai Jcntan1ente, di1nostrando di non es~ sere in caso di resistac alle più potenti artiglierie delle navi. La 1,"-1arnigionc della piazza, visto pronunciarsi con uno 2


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sbarco un attacco di Ùintcrie, per non essere fatta prigio, niera, abbandonata la città si ritirò nei. recessi della montagna d i diffic ile accesso. Colà rimase ben sci settimane, in capo alle q uali do,ma11dò di arrendersi con gli oflOri delle armi che f w·ono loro concessi. Poche ore dopo la resa giunsero i soccorsi da mare (2 .600 u . comandati dal gcn Beauharnais).

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lll. B"ttaglia u(lvalc della Guadalupa (Gurcra d'Indipendenza d 'America - 1782). Dopo la battaglia navale della Dominica gl i Inglesi , racconce k navi , si ·posero in caccia della flotta del Dc Grasse . Disponeva I 'am m ir. Rodncy <li 36 navi d 'alto bordo, 33 ne avevano i Francesi. La flotta francese fu raggiunta 1' II aprile presso la G. e la mattina dopo alle 7 cominciò la lo tta delle artiglierie. Stette per u n pezzo d ubbia la vittoria ma poi, per i danni riportati dal grosso e dall 'avanguardia, la retroguardia francese non potè mantenere l'ordinanza, rncntrc il vento itnprovvisa1nente si volse. del tut to contro d i loro. Ne profittarono gli Inglesi, e, penetrati 11ella linea avversaria, !a ruppero conquistando il sopravvento. La battaglia era decisa; molte 11avi francesi affondarono, parecchie furono catturate e fra esse la « Ville dc Pa ris », su cui era il conte De Grnsse, dopo avere resistito all'attacco di sette vascelli ncn1ici . Soprngginnta la notte, gl i avanzi della flotta francese riuscirono a rompere il contatto e a mettersi in salvo . Mo rirono J1ella giornata oltre 1000 u. degli Inglesi, assai più dei F rancesi, molti dei guaii caddero prigionieri. Dopo q uesta giornata la guerra nelle Antille languì fino alla conclusione della pace. IV. Rivolta 4ella Guadalupa (179r). Appartiene alla spedizione comro le colonie durante la rivoluzione francese . li ten. gcn. Béhague era pa rtito per le Antille prima che fosse desti tu ito L uig i XVJ ed aveva p romesso d i co.n scrvan: quelle colonie a lla monarchia. Ma, quando arrivò alla G. s'accorse che q uelle isole erano tu tte in r ivolta. Tuttavi:i riuscì ad ottenere la sottomissione dei repu bblicani. Dopo qualche mese, scoppiò u na n uova ri,•olta, ma anche q uesta fu repressa, con l'aiuto d i navi e cli truppe 'inglesi, sostenitrici della monarchia francese. V. La Guadalupa 11elle guerre ddla Rivoluzione. Presa dagli I nglesi il 21 apri le 1794 io segllito a capitolazione, men tre 'l uesti erano decimati da una_ epidemia d i frbbre gialla per cui moriva anche il geo. Oundas che li comandava, un commissario della Convenzione , Victor H ug ucs, salpava da Brest a quella volta, con una squadretta e circa 1 500 u. senza n ulla sapere dcli 'accadmo. Giunto nelle acque delI'isola e trovatala occupata dal nemico, d~cise di riprenderla. Sbarcato a Point-à -Pitre trasse a sè gli uo min i d i colore e il 6 giug no prese d 'assalto il forte F le ur-rl 'Épée e quindi, per capitolaz ione quelli di S . Luigi e del Governo. Invano il gen . ingle$e Grcv, dalla Martinica, si affrettò a soccorrere la guarn ig ione insic1nc colle navi dell 'amtn ir. Jcjvis; un attacco del forte Flcur-d'Épée oon riuscì ed egli fu costrcrto a rinunciare all 'impresa p er an dare in cerca d i rinforzi nelle vicine colonie britanniche. Il gen. Graham , lasciato con poche forze per d ifendere _il territorio che i Francesi non avevano ancora occupato, dovette arrendersi dopo qualche tempo. Ottenuti questi risultati, l'Hugues stabilì nelle isole un governo forte, se,·eramente punendo tutti coloro che intrigavano a favore degli Inglesi, ciò che valse a sventarne le m inaccie; intanto costituiva un es~rcito d i 10 . 000 u. e difendeva tutti i possibili pu nt i d i sbarco della costa con batterie. Armi munizioni , rinforzi, furono nel fratte111po inviati alla G. dalla Convenzione naziona le, con un:i d ivisione navale co-

mandata <lall'ammir. Lesseygucs. Durante quo:sto periodo lotte accanite si erano svolte fra bianchi e uomini di colore. prontamente sedate, Sotto il Consolato Lccrosse fu nominato governatore generale dell'isola dove giunse nel maggio 1801. La rivolta r iprese avendo a capo il col. Pelage, uomo di colore, che, proclamata l 'indipendenza, conquistò Poim-i,Pitrc, vi fece prigioniero il ge.n. l.ecrosse, e imbarcatolo lo sbarcò alla Dominica. Il primo Console inviò alla G. un, squadra al comando del,, contramrnir. Bouvet, con 3500 u. comandati dal gm . R ichepansc . ().nesta giunse a Point-2Pitrc il 7 maggio 1802 dove g li insorti, sapuro della Pace di Amiens e persuasi che ormai nessun aiuto avrebbe claro loro l'Inghilterra, si sollomisero. Soltanto un capo negro, Ignatius, rifiutò <li consegnare alle truppe francesi il forte Vittoria che custodiva. Il gCll. Sériz.iac se ne impadronì di viva forza, mentre il gcu. Richepanse doniava la resistenza dei negri delle Basse Ttrrc, che avevano rifiutato d i riconoscere i! nuovo stato di cose. Il forte San Cad o fu preso dopo un regolare assedio, e dopo piccoli combattimenti, a Dòllet cd a Parc-à-Macouba, anche le ultime resistenze furono inframc. V I. !'1-èsa della Guadalupa. Caduta la Martinica, la G . era I ·ultima colonia rimasta ai Francesi nel mare del le An-

tille; essa però si dispose energirnmcme a fronteggiare l'attacco degli Inglesi , i quali, nonost;intc la viva resistenza i.ncoinrata, si erano impadroniti cieli..: Isole dei Sami, amemurale dell'isola. Il 17 dicembre 1809 giunsero gli ultimi rinforzi dal la Francia; erano due bastimenti (con 320 u.) che, messi g li uomini a terra, furono attaccati da una fregata e un vascello inglesi e dati alle fiamme dai loro stessi equipaggi, non essendo jn condii,io11i da resistere a _forze così supeI"Ìori. Il comandante della guarn igione francese, ci rca 8000 u . fra bianchi e gente di colore, aveva deciso di resistere nel centro dell'isola _a quesro scopo aveva sgombrato Gr-an<l-Tcrre e Poi nt-:i- Pitre. La spedizione inglese, al coman c!o del viccamm_ir . Coch rane e dal gcn . Bcckwitb, sbarcò a St. M aric: erano circa 5000 u. e il 30 gennaio ebbero luogo i primi scontri in seguito ai quali i Francesi, comcuuto il nemico, ripiegarono indisturbati sul centro della propria posizione , la ridotta di Matuba. Altri scon l'ri avvennero e il 4 febbraio gli I nglesi, che si erano già impadroniti d i Basse-Terre, intimarono la resa àllc ulrimc Lruppe nernjchc. Concordata unh tregua d 'anrii nello Stesso giorno, il 6 fu firmata la capitolazione e la guarnigione si arrese _rimanendo prig10niera dopo avere avuto l'onore delle anni.

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Guadalupe-Hidalgo. Città del Messico, a 5 Km . dalla capitale, dove il 30 maggio 1848 venne ratificata la pace fra gli Stati Uniti e il Messico. dopo la loro guerra. ll Messico cede i suoi territori settenu·io nali agli Stati Uniti, coi q uali h frontiera viene portata al Rio G ranrle . e i'iceve un compenso di 15 milioni di d ollari . Guado. Sito dove i corsi d'acqua possono essere passati a pied i. Il G. ha u11a grande importanza topografico-militare, sia n~l campo logistico, sia in q uello tattico. In genere si trovano i guadi nel punto dove si raccordano due anse del fiume, o dove il corso d'acqua sì allarga di molto, e dove la cor rente s'increspa , Data la presenza del G. è naturale. che su lle due sponde del corso d 'acq11a s'arrest ino d ue strade. Prima di t ar passare truppe attra,krso u n G. è necessario che ne venga fatta una dil igente ricognizione, la qu.ile deve aver di m ira la precisazione dell 'ent ità dell'ostacolo, messo in rapporto col genere d i t ruppa che vi deve passare. ·B,~


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sogn,i dunque che la ncogn,z,one .1,SO<li i seguenti punti: Posizione e direzio ne del G. rispcllo alla linea "di mar~ia (ove occorra, ne viene indicato con pal i od altro il pcrcu, :.0); accessi sulle due sponde; lunghezza; natura e ,clocità della corrente; p raticabilità del G. per le diverse armi.

Guaina. V. Fodao. Guaita (ln11oce11zo). Generale n. a ~lilaoo, m. a Roma (1828-1898). Soldato volontario nei cavalleggeri di Pio IX nel 1848 e soldato volontario nei corpi franchi nel 1849, partecipò alle prime è:ie guerre dell'indipendenza. Teneotc nella legione Anglo-Svizzera nella guerr:i di Crimea, divenne nel 1859 capitano nel 1° bgl. volontari modenesi e nello ,resso anno o rgam:zzò il corpo « Guide dell'Emil ia • che poco dopo si tramutò in regg. « Usseri di Piacenza » dell'esercito regolare, e che comandò nel 1877 dopo aver com:indato i ~avalleggeri d 'Alessandria col grado d i colo nnello (1875). Comandò poi successivamente la 4", 6A e 7a. brigata di cavalleria, divenendo magg. generale nd 1881. In riserva nel J 891, fu pro mosso ten . generale nel 1895.

Guala (Ernesto). Medaglia d'oro, n. a Bra, caduto sull'A ltipiano Carscio (186r-r915). Ufficiale di fameria in servizio attivo, aveva preso parte alle cam pagne di Eritrea del i8871888. Entrato nella guerra italo-austriaca quale ten. colonnello del 41" regg. fanteria combaui: sul Mrzli, riportanclo,•i un:) grave ferita e meritando una mcd. d"argento. Promosso colonnello, assunse il comando del T12° regg. alla testa del quale cadde, eroicameote combattendo sul S. Michele. Alla memoria del prode ufficiale fu conferita la medaglia d"oro, con la seguente mot ivazione: ,, Dal 22 al 29 ottobre, hench.:' gmvemen1c contuso a l dorso, al peno, :ille gambe, col sostegno del bastone e di un ·ordinanza, raggiungeva la prima linea incitando con le parole e con l 'esempio ad avanzare. Il 3 novembre, per ani-, mare e sferrare all"assalto le proprie truppe, già duramente provate nei precedenti numerosi attacchi, si porta,·a sulla prima linea ed al grido: « sempre avanti! n le lancia,·a all'azione, cadend o ucciso colpito al cuore, mentre indica,·a al rincalzo la cima agognata e spronava tutti a coronare con un ultimo sforzo l'opera gloriosa di tanti giorni di lotta ~. (M. San M ichele, 22-29 ottohrc, 3 novembre 1915).

Cuoia Ernesto

Cunltcrio Enrico

Gualdana. l.in tempo correre gualdana signilica,·a fare scorreria su terreno nemico per rubare, ardere, fare danni, prendere pr igion ieri, ostaggi. Si diceva pure di genie armata che si mette in ag1,,uato per fare un 'imboscata. Corrisponde presso , 1 poco alla « razzia ,, degli Ahissini e Scioani. Gualdl (Carlo). Generale medico, n. a Guastalla nel 186~. Sottor. medico nel 188i, pMtecipò 3llc camp,gne eritree ècl

1895-96 e i8g7 meritando la mcd. di bronzo a .Monte Mocram e Tucruf. Si d i,tin se nuovam('nte nel 1905 durame il terremoto a Monteleone Calabro ed ebbe la mcd. d i bronzo al ,·alor civile. Partecipò poi alla guerra libica ed ottenne una seconda mcd. cli hronzo al \'al. militare, cd a quella contro l 'Austria, ottcncnelo la promo?:ionc a ten. colonnello per merito di guerra e la med. di bro,11.-0 dei lx-nenieriti dell3 salute pubblica. Colonnello nel 1916, fu direttore di sanità del C. d'A. di Napoli. Magg. generale nel i924, venne assegnato al m ini, tcro elella g u~rra; rcn. generale nel r926 {u nominato presidente del collegio medico-legale nella quale carica rimase anche dopo il suo collocamento in P. A. (1928), conscn•andola sino a tutto il 1929. Gualdo Tadino. (ant. Tadi11u111). Città in prov. di Perugia sulle falde del M. Penna. D'antichissima origine, ,•enne fondata, pare, dai Pelas~i. L a citt:i fu importante tappa mi-

La R occa di Federico li a Cualdo Tadino

litarc della via Flaminia cd appartenne alla sesta regione pol itico-milirn ,·c della circoscrizio ne territoriale di Augusto. Totila re dei Goti, nel 545, s'accampò a T. e le inferse parecchi danni. Dopo qucll 'epoe.t ebl:-c un castello. Anche ~tto A lboino, ,·. soffrì nuovi danni. Essi si ripeterono per opera dei Saracca i, e d i a ltri barbari. Nel 996 l 'i111peratorc Ottone Ili la fece radere al suolo, pcrchè aveva appoggiatn la clciione di Giovanni XVll antipapa. Federico li, nel 1237, per allearsi i cittadin i, fece costruire nuove abitazioni, che circondò di n)ura e forrificò, creando l'attuale città, poco luni; dai ruderi della di<trurta. Souomessasi a Perugia nel 1292, fu teatro di lolle accanite tra le fazioni che durarono lino al 1370, quando la città sollevatasi contro Perugia, rornò sotto il dominio papale. li Piccinino ai tempi d i Eugenio IV papa. prese G. T.. assoggettandola con la vicina Noccra Umbra. Sullo scorcio del sec. XV {u conqu istata dal duca cli Spoleto. Nel 1547 Perugia e Foligno, cercarono invano cli assoi;gcttarla alla loro giurisdizione.

Gualdrappa. Così chia mata una coperta di panno o di pelle, che si stendeva sulla ,ella per riparo o per ornamento, e che gcncrnlmente copriva anche la groppa del ca,•allo. L'uso della G. è antichissimo: i Romani, che non avevano selle a fusto di legno come le nostre, ma solamente coperte messe sulla groppa, copri,•ano queste colla G. Oggidì la gualdrappa non è più usata come ornamento, ma solo per riparo: è: di lana e senza ricami. Gualterio (Enrico). Ammiraglio, n. ad Orvieto, m. a Roma (1843-1929). Entrat<> in servizio nel 1856, fu promosso con1rn 111mir. nel 1893', vice-ammir. nel 1~98, collocato in P. A. nel 1908. Partecipò alla battaglia di L issa g uadagnando\'i una med. d'argento; comandò il dip. mar. cli 'apoli eia! J 903 al 1905 e la forza navale del Mediterraneo eia! 1905 al 1906; fu presidente del Consi~lio superiore d i marinl dal 1900 al 1908.


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t ualtieri (Fr,11,ce;co). Generale, 11. ad Cero nel 1863. Sonot. d'art. nel r887, pa~,ò poco dopo in fa.mena nelld qual arma divenne colonnello nel 1916. Fu ù1 Libia nel 1<)13 . 1914 e 1915 e po i p.1rtccipò alb g uerra contro l 'Au.cria, nella quale, comandò successivamente il 128 è<l il 254 rcgg. fanteria. meritandosi a Z agara b mcd. cli bronzo. Origadicre generale nel 191~ ebbe il comando clclb brigata Livorno. In P, A. S. nel r920 , passe'> poi in A. A. Q. e a riposo nel 192y. G11ahieri 1\'icola. Gencr.ile, n. ad Aquila nel J86<i. Sottol. d'art. nel 1886, frequentò la scuola di g uerra ,, pa,sb nel corpo di S. M. nel qunle divenne colonnello nel 1915. Iniziò la guerra contro I· Austria quale capo d i S. M. dcll'inten dcnza &Ila 3• armata. Nel 1916 ebbe il comando della brigata Taro a Pas~ Buole meritandovi la croce di cav. dell 'O. M. S. Magg. generale intendente della 3• annata alla fine del 1916. venne decorala della mcd. di bronzo dei bencmerili della salute pubblica, Nel 1918 passò al Gualtieri Nicola :ornando della 47' divi,. e sul Grapp2 meritò la croce d'uff. dcll'O . \.f. S. Nel 1919 comandò la 26a divis . e poi il senore di Bolzano. Comandante l:a clivis. d i Trento nel 1920, ebbe nel r9z3 il grado di generale <li divi,. e passò al minislcro della guerra come <lireuorc geo. del personale 11Aìciali. Generale di C. d ' A. nel 1926. di,•enne poco dopo prcsidenrc del T ribunale Supremo militare. Capo di S. M. dell'esercir" ne! marzo 1928, passò dal i929 fino al 1930 al Co,nando <lei C. d'A. di floloi:rna ,·cnendo nominato Senalore del Regno. Guancie. Co,l sonn cl,iamati i due pezzi genera lmcme d , legno. che stanno ai fianchi dcll'impugn2tura delle pistok e la completano, coprendo parte del meccanism? nelle pistole a rolaziùne cd il caricatore nelle pi,tolc automatiche. Si chiamano G. anche le due fo"c laterali della cannoniera.

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del g rosso. Successi,·amcnte, protetti dalle na\l. i marin,JJ, comandali dal col. Hunlington, presero posizione sulle al, lll rc e cl i1lrut1e le piccole opere di foni ricazione sulla rn,t., ,al1rono stt lla collina, per proteggere lo sbarco. che durò circa un 'ora. :sl'es~un;i molestia ebbe lo sbarco dai 3.000 Sp~gnuoli che sta, ano sulle alture. giacchè le aniglie~•c <k' • 1· « Oregon • li tennero in rispctt<>. L ·occupazione della ba,a e della ferrovia avvenne con perfclta t egolarità e diede ai:li .,mericani il modo d i battere Raiquiri, interrom pendo le co munica7joni fra Santia~o e G., as~icurandosi un comodo sbarco anche per la cavalleria e per l 'artiglieria. Nell a notte dall'1 , al 12 i mari nai americani furono al, llCCati dalla fanteria spagnuola. Ne nacque dapprima un ,omba11i111cnto paràale che incomjnciò a co11,·c1·tirsi in ""'·' banaglìa generale poco dopo. La fanleria spagnuola, soste• nuca dalle artiglierie dei forti, tiuscì ad avere il sopravvt'nt,, sui marinai antcricani, ·che · gi:ì ~L;1vano ritirandosi, quan<lo intervenne l'incrociatore " Marblchcad " · I marinai americani, n1entn: gli spagnuoli a\lanz..avano verso la n1arina, s1 formarono 111 quad rato, lasciando scoperto il b to ver;o il mare rapprcscn1atq dalle navi, ancorate nel pono, che J,c , • ; ag liarono le fanterie nemiche, obbligate ad appianarsi nel le roccie . ·ella nouc gli Spagnuoli avevano il vantaggio di <, ,ere coperti. ol trcchè dall 'oscu,;ti, anche dalle pieghe d~ll a 111ontagoa, mcnl rc i 111:trinai, poco J)l':ltici del sito,

si orjeu•

cavano solo su l fuoco dei nemici. Fu necessario alle na\'I melrere in azione i riflettori, e, sm=herate le l anterie spa• g nuole, esse vennero contrattaccale. e doveucrc fuggire ,ull 'altro versa nte del la collina avendo subìtc serie perd i1c . li forte di G. rcsistcltc ancora per ,1u:1lche giorno. ma poi lu cos1ret10 :illa resa.

Guaranitica guerra. i•: una <lerivazion<: del trattato di Pcrmwa . C li Indiani che in ba,e al trattato ck,vevano abbandonare i territori permutati fra Spagna e Portogallo, ,1 opposero e si ribellarono (1750). Ne derivò una guerra cl;e fu detta G. e durò l rc an n,, durante i quali Spagnuoli ,. Portoghesi riuscirono a domare g !i Indiani, ma se ,·oller'l aver pace dovettero rinunciare a far loro abbandonare i tc:r~ ritori sui quali ,-ive,~ano.

Guanto. V. Manopola. Guanciale ( lat. boccu/a • frane. orcille1te). È quella pane laterale dell'elmo in genere, che copr~ ciascuna delle guanrie. Tah oha 11 (;. i: mobile a cerniera, tal 'altra è una co1ninua zionc dcll'elnw stesso. Nd l:1 celata eia incastro i e;. fanno parre colla ba .. icra.

Guanidina. Si presenla in crislalli facilmente '>Olubih nell'acqua e n ell'alcool, e si o ttiene tanto cl~I guano, quanto con mezzi chimici, in vari modi. Serve per la fabbricazione della mtroglicerina. compo,to imponanlc per la tecnica delle sostan7.e esplo;i,,c, che potrà assumere uno dei primi pm1i fra gli esplosivi (mnturnanti . pnichè la G . da cui deriva può facil,ncnte o ltc11crsi per via sìntctic:,. utilizzan,i,, l'azoto atmosferico. Guantana1no. Ciuà fonifìcata dell ' i,ola di CubJ, in pro,·. di Santiago. l) urante la g uerra ispano-americana, la flo1ta degli Slati Unili sbarcò 11cll:i haia di G., la ,cm ddl'" giugno, S50 marinai. rotto la pmtezione dc-Ile artiglierie Je!le navi. Nel malllno seguenlc vennern distrutti un fortino e la stnio ne del cavo sottom,1 rino aella baia di G,, dove ,rn regg. spagnuolo aveva preso posizione, li ,egg. dovette batlerc in ritirata e la posizione ,·enne in scguiw occupata da manna i dcli' « Oregon " · ,h.trcati JJer predisporre lo ,harrn

Guarasci (Cr:sarr:). Generale, 11. a Cosenu. m. a ,:,,;apoh ( 1828-1 918), Dal collegio clelb , unziatella cl, Napoli usci :il lic re del ge nio cl~I llcg no delle Due Sici lie. Nel 1861 pas,ò ncll'esereiLO italiano come capitano ' del genio e combattendo nel 18€6, meri1ò !a mcd. d'argenio ~ll'assedio cli Rorgof'\'tc. Colonnello nel 1876., fu direttore del genio alla Spezia. Magg. gencr:ilc comandante del genio a Napol.i nel 1883, venne nel r888 promosso ten . generale comandante il pre• sidio di MMHova e nel 1891 andò in P..\, ;'lei 189-1 passò nella riserva .

Guarda. Cit1à elci Portogallo, sorta nel 1399 e fortificata contro i. Mori. Dttr..intc la spedizione francc,e nel l'ortn gallo. il 17 giugno 18o8 il gen. Loison, con 36oo fanli e 50 d ragon i, marc.ib da Almeida su G . ov<: credeva di es• sere ben ricevuto. Invece le porte della ci1tà erano sw te chiuse e g li insorti portoi:rhesi erano «h iera1i ,u due lince e pronti a mntrastarnc l'ingresso. Jnlzialasi la loua, i ribelli furono in hrevc sopraffalli e costrcui a ritirarsi dopo a,·crc pcl'd uto un migl iaio d i 11c,111ini. Guardaciurme (Compag11ie). Compagnie ad<lctt~ alla euslOdia elci luorhi d, pena, così nei bagni ma, i11imi come


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GUA

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nelle fortezze di Alessandria e Fenestrelle, nello Stato di Sardegaa. Ogni cp. era composta di 34 u. (capiguardia, guar daciurme, aguzz.1ni).

Guardacoda. Pezzo della barda posto sopra la coda del cav allo all'attac_c atura di essa con la groppa . "Ordinariamente era ornata di un~ mascherone, a testa di leone, di drago o d i altro mostro , in arto d i mordere la coda. Guardacolombaie. li sottufficiale preposto alla custodia delle C_oloml>nie (V.) militar i. I

Guardacoste. Sono state chiàmate cosl le navi da guerra, grandi o p iccole, incaricate del servizio di vigihnza costiera. T a lvolta furono costruite appositamente, ma per lo più vennero adoperate navi antiquate. Quelle costru ite appmitamcnte avevano scarsa velocità, pescagione limitata, forte pr~tezione, t armamento di uno o due grossi cannoni. 1avi C. furon,; in uso, con tal nome, fin dai tempi di Carlom agno, che fece eseguire médian te le medesime una stret1:i vig ilanza specialmeme alle foci dei fiumi e all'ingresso dei porti, contro le scorrer ie dei'popoli nordici o cli pirati d'altri territori.

cio e scendeva giù fino a coprire anche una parte del braccio. Da questo fatto, si r itiene c-he essa era u11a pezz;i di rinforzo per torneo; e ch iamavasi buffa e ·b u_ffa da spallaccio.

Guardamano. Parte del forniment'? del!à spada o sciabola.

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quella specie di arco metallico che ~pila coccia va al pomo e serve a ripR;rare la mano. ·nd combattimento. Talvolta è detta anche la coccia della spada.

Guardamano (e Guarda-maccl,ie) fo anche eletta la lastrina di metallo ripiegata in modo eia contenere nel suo interno il gr illetto dell 'armc da fuoco portatile. Oggi si chiama più comunemente ponticel lo.

Guardaporto. All'entrata dei porti m ilitfi e degli arsenali si usa disporre un vecchio sca,fo <lebf.t amcnte artrez• z,ato per alloggiare personale di guardia, talvolta armato con cannoni di piccolo calibro. ' Prende il nome di C. e serve a vigilare che il traffico di entrata e di uscita dal porto si svolga con la dovuta sicurezza e seguendo le norme stabilite. In tempo di guerra il numero delle unità C. aumenta, venendo impiegate alle estremità delle ostruzioni recali e degli sb11rr;1menti <li torpedini per l'apertura e chiusur:t dei passaggi in caso di bisogno, vigilando che attraverso gli sressi non si introducano sommergibili dell'avversario. Guardascella (o Dite/lo). Pezza metallica applicata al1'armatura per r iparare le ascelle; wveote essa suppll le rotelline: Generalmente era u,,a lama cli forma oblunga, mobile, da mettere e levare a piacimento; si fissava sul bracciale con due chiodi eia voltare.

Guardacuore

Cuardacoda

G11ardacos,e. li nome fu dato anche a repa rti di ar,nat i, incaricati aella vigilanza costiera. Una vera e propria milizia detta G . comparve in Francia sotto Francesco I , che nel 1517 impose agli abitanti delle coste ciel regno di cserci1~rc t1oa regolare vigilanza sulle spiaggie. Nel 1799 furono costituite in Francia alcune cp. di granatieri C . . sopprc»e nel 1615.

Guardacuore (o Guarda c11orc). Pezza d ·arrnalura eia difesa oppure a baviera. Era una pezza d 'armc d i rinb r:zo, d i piastra d'acciaio, che ven iva rosta sopra il petto della cqrazza èlalla parte sinistra, fissandola con viti . Era LJsara propriamente coll 'armatura eia giostra e poich/: era simile al soprappetto, tanto cbe spesso era delh slcssa foggia, con q uesto si poteva confondere e scambiare. Guardadeposito esplosivi. Personale incaricato della custod ia di depositi di esplosivi. D ipende dal Mi11istcro ddla guerra, ed è. reclutato mediante concorso fra sottufficiali in congedo dei RR. CC . • P rima di essere assunw come G. , il persol)ale deve segui re alla scuola Zii Nettl•no uno speciale corso di ar tificiere.

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Guardagoletta (o Guardacoilo). Così [u chiamato un risalto metai lico posto sopra ciascuna spalla per difesa e riparo del collo. Generalmente era simmetrico; ma ta lvolta quello cli sinistra era più alto di quello ci i destra, e c-:ò per lasciare il braccio destro pi,, libero nei movimenti di m aneggio· delle armi offensive. Essi poi o erano tuui e due fissi a§::li spal lacci (cosl erano o fissi o tutti due mobili e fer mati pcrci<'> con chiodi da voltare o con viri) oppure t ra fisso solo quello .di sinistra. Quando i gua rdagolctra erano mobili, q uel lo di sin isrrn era come un sopraspali3c -

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Guardastanca. Fu cosl detta dagli armaiuoli italiani l:1 pez-za che rinforzava l'armatura, coprendo l'! t\1età del petto e una parte ciel bracciale di sinistra; era fissata con viti. Si portava usualmente colle armature da giostra cd anche con quelle da guerra.

Guard agoletca

G 1.rnrdastanca

Guardia. Parte del fornimcnlo della spada e della sciabola, compresa quindi nel codoio. Il suo ufficio è quello cli proteggere i! dorso della mano. Guardia. • Nucleo d i ioldati ,-Ii' forza variabile a seconda delle ci rcostanze, il quale ha il compito di distaccare una o più sentinelle per esigenze di ordine militare o di ordine pubblico. Le G. stabilite per esigenze d'ordine mii. sono dislocate alle polveriere, alle opere di for tificazione, agli opifici, agli stabililllenti cli pena, ccc.; quelle per esigenze d'or• cline pubblico sono poste agli stabilimenti penitenziari, alle ca rceri giudiz iarie, alle hanclic, ecc. e provvedono i11 linea normale alla vigilanza esterna dei lo stabilimento, concorrendo solo in via eccezionale a mantenere o a ristabilire l'ordine interno. Le C . per esigenze d'ordine mii. sono sta• bilitc dal comandan te del C. d'A . su proposta ciel comandante del prc-sidio; quel le rebtÌ\'C a necessità d'ord ine pub-


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blico sono ordinate Jal comandante della di,·is., in seguito a richiesta dcll''411orità politica. La for?.a' minima delle G. è proporzionata 'ai numero delle sentinelle che devono fornire e per modo che ogni soldato non faccia p iù di 8 ore <li servizio <li sentinella sulle 24. li numero <lei graduati l"'' ogni singola G. è stabilito secondo la forza di questa e le esigenze del servizio. Di massima le G. che non hanno pii', di dicci soldati sono comandate da cnpora!i; quelle che no11 ne hanno più di trenta da caporali maggiori o da sergenti; quelle che non ne hanno più <li sessanta da ufficiali subalterni; quel le che hanno più di sessanta soldati da capitanj_ Ogni G._ comandat3 da un ufficiale ha un trombettiere. Normalmente i soldati hanno le armi scariche. I comandanù di presidio possono p~rò ordinare che alcuni le abbiano cariche. C iascun uomo armato di fucile o moschetto rice\'e, al distacco della G., Guardia di spada un pacchetto di cartucce a pallottola ed un caricatore a mitraglia; ogni armato di pistola a rotazione riceve un paccheuo di cartucce a pallottola.

Cambio della guar,lia. 1\vviene ogni sei ore e l'ora è stabilita dal com3nclame del presidio. Le C. che monrnno con la bandiera sono accompagnate dalla fanfara e dalla musica. li comandante dell3 G. smontante ordina I suoi uomini in linea e fa presentare le armi. li repano che giunge per il cambio si schiera e presenta a sua volta le armi. I trombettieri suonano la marcia al campo e, se la G. ha la bandiera, )3 musica suona, subito dopo, le pmnc battute della marcia reale. La musica che accompagna la G . d 'onore dovuta alle LL. MM. il Re e la Regina , suona la prescritta marcia d'ordinanza a comincinre da circa 200 m. di distanza dal lungo dove dc_.., arrestar,i. La stessa marcia viene eseguita anche al momento in cui la g uardia ,montante si allontana . Appena presentate le armi, i due comandan ti s1 ,aiutano, indi fanno mettere le armi al piede. Quindi av-. ,•iene la sostituzione di un reparto all'altro, e il coman dante della G. smontante comunica a quello della nuova guardia la consegna ccl i panicolari del servizio. Compiute tutte le operazioni precedentemente descritte, i comandan ti delle due guardie presentano le arn,i e ;i salutano; poi la G.

Gli\

nato e della Camera dei deputati, quando il loro arrivo è ufficialmente annunziato al con\.~n<lo del presidio; /) ai p•lazzi ove siedano il Senato del Reg no e la Camera dei dcpurnti. A lle C. d'onore sono applicabili tulle le norme rillettenti le G. in genere. Quelle di cui alle lettere a, b, e, hanno la formazione di una compJgnia e montano con '1 bandiera. Quelle i,,dicate alle le:ncrc d, e, /, hanno la for1a cli un plotone. Tutù i corpi tielle d iverse armi si alternano possibilmente per fornirle, secondo la forza rispcui\'a.

Gra11 g11tlrdi11 e Piccola G. V. Av,1mposti. Guardia (mar.). i, il servizio che fanno gl i \1flìciali e i marinai sulle na\"i per ,•igilarc alla sicurezza interna cd esterna, tanto in porto che in navigazione. I n porto il personale cli guardia monta di senizio al le o tto del mattino e ,monca alle ouo del successivo. 1 turni si susseguono ne! modo seguente: Dalle 8 alle 16 (guardia) dalle 16 alle 24 (prima comandata) dalle :q ~Ile 4 (seconda coma11d:1ta) d3llc 4 alle 8 (diana), Per il disimpegno dei servizi di guardi.i J'cquip2ggio di una nave ì, diviso in 4 squad re che com pongono rlue C., impari (1• r 3a s,1uadra) e p:iri (2~ e 4·' ,quadra). Quando la prima !c;_uadra è di guardia la 1Cr'L3 i: di 1~ comandata. la 2• è franca e la 4• è di 2• comandata. li scrvi~io è d isposto così perchè la squadra che monw è stata franca, ossia a riposo, nel giorno precedente e qt•indi può <eguire il scn·izio con le faMltà fisiche pcrfe11am~ntc normali. In navigazione la G. si cambia d i 4 in 4 ore, avendo sempre inizio aUc 8 del mattino; ma per fare in modo ,he il personale non abbia <la montare tutti i giorni sempre alla stessa ora, si spezza il turno dalle 16 alle 20 in èue G., una dalle 16 alle 18, l'altra dalle 18 alle 20. Durante la naviga7.ionc in tempo Ji p1ce basta in generale un:t <ola squadra per il servizio di "igilanza e cl, macch111a, ma in tempo di guerra occ9rre che luna una G., oss;a metà cieli 'equipaggio, stia di servizio mentre l'a ltra mcl~ riposa. Ciò ,pccialmentc per la neces,ir~ di tenere molte vedette alla scoperta dei sommcrgiliili cd una buona parte dei;li artiglieri ai pezzi, speci3lmen te cli medio e piccolo cali l,ro. In questo caso la guardia ii dice: a tu, 110 in due. La consuetudine è generale e pressochè identica per tutte le marine eia guerra. Nella '.\farina velica le guardie erano <,empre a turno in due per la necessità di manovrare le vele . TROMBA In SI

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')JTIOlllante parte.

Scruizio di (,'1umlia. È un servizio d i presidio cd lm la precedenza su tutti gli altri. Se fu contromandato dopo che ebbe un principio di esecuzione. ~·imcndc passato il turno per coloro che ne furono comandati, purchè siano ~tate collocate le senti nelle. Le truppe d'art. e ciel genio somministrano possibilmente le G. ai propri stabil imenti. li servizio per le rimanenti guardie è ripartito fra i corpi delle Ji,•crsc armi, in modo che gli uomini di ciascun corpo abbiano all'incirca lo stesso numero di notti libere e ogni corpo possa attendere con profitto a llt istruzioni militari. Guardie d'onore. Esse sono dornte: a) alle LL. MM. il Re e la Regina e a S. M. la Regina madre; b) a l So111mo Pontefice; e) ai Capi degli Srnci esteri; d) ai Pri ncipi della Famiglia Reale, e a quelli delle Case regnanti estere, quar.do ,·iaggiano io forma ufficiale; e) alle rappresentanze del ~e-

@ WwJ I LJ M Segnale del ,ervizio di Guardia

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Guardia del mare. Squadreua navale (due brigami ,_,; e una fusta) armati_ nel 1492 e poni :,Ile dipendenze cli un prefetto, da papa Alessandro VI per vigilanza sulle coste dello Stato pontificio. Guardia (Corpo della C., truppe della G.). sovrani ehbcro in ogni tempo ed hanno tuttora reparto di truppe


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assegnati alla loro J'>èrsona çol compito d1 fomire .,rnrta gendarmi. L1 G. imperiale prese parte alla campagna d'onore e di sirurc-.t.1a nelle ,·a1ic ,ircosta1nc. Tali repan, del 1670 e fu disciolta al lcrmine della campagna stcs.a. presero e prendono la denominazione gencrka di C. con La G. rc~le fu costituita nel 1815, dopo i cento giorni, aggi unLil'i tliversi, cmne C. dd corpo, r.-nl,•, di palazzo, da Luigi XV ll l; compre ndeva reparti d elle varie armi e delle porte, ecc. ecc. In epoca paisata taluni di questi re• nel 1830 aveva la forza di 28.000 uomini cosl ordinati: parti raggiunsero la forza cli grossi corpi, e pcnleuern la otto rcgg. di famerja, di cui due sV<27.cri; otto cli Ca\'alloro particolare funzione per acquistare quella di verr e lcria, rii cui 2 gr,matieri, 1 dr:lgoni, 2 corazzieri, 1 dei p roprie unit:i combattenti, come av\'cll ne con Napolcon,· I. cacciatori a cavallo, t di lancieri, t di ussari; 1 rcgg . d'art. Ncll'ant. c~crcito Piemontese, Emanuele Filiberto, che già La G. reale fu disciolta nel ave,·a per scorta pcr,onalc un, piccola squadra di arrh11830. bugieri a cavallo. quando ancora era in Fiandra a comanUna G. scozzese fu creata darvi l'eserc ito d, Ca rlo V, aumentò la sua C. g radat,in principio del secolo XV mente, sicchi: verso il 1570 e:sa era formata di una cp. d, dopo che il dc!Bno C'arlo archibugieri a cavallo, di una di arcieri, di una di abbarchiese ninto, nel 1418, cond ,eri e di una di gentiluomini d'armc, denominata " dcli., tro l'Inghilterra, alla corte casa di S. A. >>. 1 suoi successori 3pportarono conlinue vaa d i Scozia. Nel 1425 furono rrnnti alle truppe della G.. anll1cntand ola note\'olmcntc e assunti al soldo francese i assegnando alle \'arie unità nomi particolari, quali: G . del primi reparti scozzesi e nel corpo: della porta, compagnia drngoni guardiacaccia. ~cl 1445 fu definitivamente or1730 la G. in P iemonte comprendeva i seguenti reparti: ganiz,.aca. Durante il breve 1• e 2• cp. G. del corpo; cp. aJ"chibugicri G. della porrn; periodo del rcgnù di Luicp. sarda; alabardieri del Viccrèc di Sardegna; cp. svizzeri; gi XVLll prima dei Cento dragoni guardiacaccia. ·e1 1733 fu creata unn tcr.t.a cp. J, giorni, il re ordinò una G. G. del corpo cd una second., di archibugieri. Durante il srozzese che d isciolse quanperiodo d el la dominazione francese non rimasero c he un:1 do creò la G. r~alc. cp. sarda di C. del corpo e una di alabardieri reaLi. Alla restaurazione, Vittorio Emanuele I creò tre cp. G. del corpo, Gm,rdic (Rcgg.). \'. GrnGuardie Francesi (sec. XVJ) una cp. archibugieri C. dcli., port:t e mantenne la g ià esinatieri. stente cp. alabardieri d i Sa rdegn,,. Nel 1831 tal i reparti fu. rooo ancora aumentati, ma da allora in poi andarono g•ddaG11a,-dia Nazionale. l:: 11 c11111plesso di tutti i ciuatfjni tameatc dimrnuendo di numero e di forza, sino a ridurst di un:i nazione atti alle armi, !cvari per difendere I di,I 31 luglio del 1859 ai seguenti: cp. G. del corpo di S. M. ritti cli ognuno d'essi e quind i quelli di tutto il pac,e, e cp. G. R·a li del palazzo, che rimasero sin o a q uando fucd a,sicurarc !"indipende nza naz ionale. Sor,c e si sviluppò rono creati i p rimi nuclei degli attua li coraz,.ieri o caraspecialmente in Francia ove nacque coi moti del 1789 e binieri C. del Re. fu legalmente organizzata con ,uccessi,•i dcacci negli anni 1n Francia nei secoli XVII e XVIII la G. reale si ripar1790. '91, '93. Era costi tuita in cp., bgl. e LrigJte; i tiva in « in terna ··» ed 1< esterna l>, t.a. prirna comprendeva : gradi ~rn no elettivi. Nel 1805 fu costituita una C. n:iz,n. G. del corpo~ Je tento G. _svizzere, G. dcli., porta, del nale scdq1taria. Nel 1812 fu riorganizzata e r ipa rtita in tre palazzo; la seconda comprendeva: cp. di gendarmi, cavalli . bandi secondo l'età elci componenti. Nel 1815, 1816, 1831, 185, e 1852 suhì ulteriori modifiche. Scomparve dopo la leggeri della C., rcgg. delle C. francesi, ccc. Nel 1791 Luigi XVI [ u provvisto cli u,u C. costituzionale, composta campagna F ranco-Prussiana. d, 1.200 uomini cli fanteria e di 6oo cavalieri. In seguito e I contingen ti cli tale gua,-dia mobilitati prendevano il fino a noi , si ebbero in Fraucia varie specie di truppe della nome di G. mobile. In Francia stessa e presso altre naG., di cu, le principali sono, in ordine cronologico: G. zioni, come in Italia durante il risorgimento, furono fotte della. Costituzione, del Direttorio, Consola re (che, composta rlelle levate parzial i di cittad in i a d ifc,a o in aiuto di cli cìrca 2000 ·u., si distinsc a Marengo), lmpcriall', Scoz7csc, questa o quel la città o regione; cli' questi speciali piccoli Reale. reparti parliamo più avanti. La G. imperiale fu creata nd 1804 e costituì una vera Ma una ,·era e propria G. 11azionnlc, in senso ampio, e propria grande unit:L Comprendeva truppe di tutte le venne ncata nel 1848, contemplata nello Statuto del Regno Jnni : fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, cd a nche maall ',nr. 71;: « È istitu ita una Milizia Comunale, sopra basi rinai e veterani. Inizialmente t>bl>e una fona di circa 10.000 fissate dalla legge ». E la legge diceva nel 1° articolo, che u . ; i suoi cfletti,·i andarono però sempre aumentando: nel tale milizia (che prese beo presto il nome di G. 11az1onnle) ,•eniva i,tituita II per d ifendere la Monarch ia e i diritti 1806 oltrepa,sava i 15.000; nel 1810 fu più che raddoppiata per la crea zione d i una Gio11n11e G., il che va lse a quella ch e lo Sta tuto ha consacraro, per mantenere I 'ohbeditnza già esistente l'appellativo cli Veccl,ia G. Nel 1812 r~i:- alle leggi, consernrc o ristabilire l'ordine e la tranquillità giunsc i 56.000 uomini; nel 1813 gli 82.0<lO ed oltrepassò pubblica, seconclare all'uopo l'fuereito nella difesa delle 1 120.000 nel 1814. In tale anno essa fu licenziata eia nostre frontiere e coste maritri'lle, assicurare l'integrità e Luig i XVlll. Riéostill! ita nel 181 5 durante i cento giorn i, l' indip<·ndenza dei Nostri Stati». Vi dovcva np a ppartefu nuovamente soppressa alla seconda restaurnione e non nere tutti coloro che pagavano un censo o tributo quaricomparve che col secondo impero, riorganizzata nel 1'35q lunque: il ser\'izio consiste,,,, in: ordinario 11ell'interno da Napoleo ne lii. Allora venne formata su una divis. del Comune; cli dl\taccamcnto iuori del territorio comucompre nde nte truppe d i tutte le (Inni e reparti d i gc11nale ; in corpi d istaccati per sccond are l'esercito. codarmeria; n el 1855 fu portata all a forza d i circ:i 1111 C . <l'A. , stitu ita in cp . o fr:izioni, e queste, riunite per varf Co• e cioè: 2 clivis. di fanteria. 1 di cavalleria, 2 regg. ct·art.. muni. formavano hj?I. muniti di bandiera; in caso di centri 2 ·cp. del genio, 1 sqdr. treno, 1 regg. e uno sqdr. di che da\'ano molti uomini, 2 bgl. si riunivano in lej,?ione,

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e più legioni poccvano avere un comando superic,re. Le nomine dei graduati fino a capitano erano fatte per elezione da pane dei milici >tessi. I comandanti di grado SUj)eriorc venivano nominati per dccrc.:lo reaJ_e su roi,c di

caudiclati proposti dai reparti. Nei casi in cui la Guardia Kazionalc era chiamata a prestar serv izio unicamente ai corpi del! 'Esercito, era sta-

Guardia Nazionale bolognese (1796)

bi lito che essa clo1 esse sempre avere I:, prccedcM.., , ancotchè si crovas,cro presenti dei reparti di R.R. Carablll icri a cui ,n passato rnme attualmente - spetta,·a il posco cl"onore. A sen,o dcll"arc. 112 della legge, la Guardia ~azionale, in caso cl'insuffic,cnz, dei R.R. Carabinieri o di truppe del R. Esercito, doveva fornire distaccamenti per « scortare convogli_ d i fondo, d'clfctti appartenenti allo Stato e per la condotta degli accusati, dei condannati ed altri prigionien >► . Parimenti, forniva distaccamenti.. (< onde n:carc

G11urdw 1111:,011«/e mobile di Bergumo. ~ell' aprile 1S4l! ~• formò in Hergamu una compag11ia di vo/0111ari berga maschi che p,csc parte al la difrsa di V:tl Sabhin. Contern por:incamentc si costitoì, pure* in Bergamo, 1° ba1111 glio11c di vo/0111ari berg1111,ascki, che fu iuviato alla dife,:i <lei Tonale, ove fu raggiunto, nel luglio, da un 2° bat1t1· glio11e di g1111rdia 11azio11,1le mobili:::ara. La cp . di volon tari che crn in Val Sabbia, avrebbe dovuto far parte di questo 2° batuglionc, ma mcutre, alla fine di luglio , si avviava per raggiungerlo, sapravvenncro i rovesci e la con seguente ritirata dcli 'esercito piemontese. La cp. volontari , seguendolo, raggiunse direttamente il Piemonte. Invece i due bgi. del Tonale. accodandosi alla colonna Griffini. :allr~wcrsa.rono b Svizzera e giunsero in Piemonte moho p1u tardi. lvi, formarono il 12• ha1111glio11e provvisorio d1c, nel settembre t848, divenne 3'' L-gl. elci 20° fanteria. La cp. volontari rimase invece scooprc a sè. Tutli questi r<c• parti presero parte alla campagna del 1849 e ,·ennero snolli nel giugno 1849.

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Cmrrdia 11a:iio11alç ddlt1 rep11hblica partenopea. Costi tuica a Napoli dal gm•crno provvisorio repubblicano il (i febbraio 1 ;99 e ordinata in 6 legioni cli due bgl. ciascuno. Durò solo fino al giugno di ql1ell 'an110, quando Napoli fo prc;a dalle truppe regie. Guardia reale. Nel Regno d"ltal,a, costituito nel 1804. l'cn nero co,tiwi re una. C. d'onore (4 cp.) e una G. reale, che e bbe la forza di 4000 u. circa. Precedentemente', esisteva una G. del presidente della repubblica cisalpina (16oo u. a piedi e ooo a cavallo).

.;occorsi ai comuni. provindc e divisioni circonvicine tl11 ~ batc o minacciate da sedizioni o dall' i11cursione di ladri, masnadieri od altri malfaunri • . Kci ca>1 111 cui i d1s1accamc11ti di Guardia 1azionalc si allonrnnavano dal loro comune per piì1 d i 24 ore, crnno assimilati alle truppe ciel I~. E.cr.:ito pel ,olclo, l'indenn ità di via e le somministra-

zioni in n:llura.

Kcl 1866 vennero costituiti reparti di G. 11azio11ale mobile, i quali concorsero alla guerra di qucll"anno, e panecipa1·011<) con onore ;I la repressione del brigantaggio nel mezzogiorno d · Italia. Dopo il 18;0, proclamato il principio dcU-obhhgo generale del servizio milita re, ed io seguito "Ila. atllJazio11c della legge Ricoui, che ordin:iva le fo, zc armate in tre grandi scaglioni: Esercito Permanente, Milizia Mobile e Milizia Territoriale, la G. N. 5<"omparvc. Gran palle dei c:ompiti prima d"allora a fii dati ad essa pa<>aro110 ali' Fser-

cito ed ai vari corpi armati.

Guardia 11azio1111lc (Corpi lombardi). Nel cor,o ddl:t campagna dd 1848 contro l'Austna, il governo provvis(>rio di Milano ordinò la form:izione di reparti d i G. N., alcuni dei quali presero parte ad operazioni d i guerra. Ba11aglio11c g11<1rdia 11azio11alt: lombard<1. Costituito dap prima. nelraprilc, da 1111 1111dco dcnominaro com11ng11ù1 delle h11rricate, (ormò poi un hgl. con g uard ie nnzion31i milanesi. Nel maggi<T {u inviato a Venezia e prcsicliè, il forte cli Marghcra. Prese p.irte alla difc~a clella cllt:1 nel 1848-49 e si sciol,e quando questa si arrese.

Vessi llo della Guordio (Repubblica Italiana 1797)

Guardia mobile Rassa11c;e. Piccolo corpo di guardie.. nazionali cli 4'lassano. che si Lrnvanno alla difesa cl, Vicenza de l 1848-49.

G1umiù1 1110/,,lc Bel/1111cse. Si fotmò il 9 aprile 1848, su di una sola compagnia di 100 uomi.ni a l comando del capi• rnno /vfori e prestò I·opc'r:i sua nella difesa del Cadore.

Guardia mobile di Burt1110. Qut·sto corpo si co;muì su due cp. agli orclini del ten . colonnello Belli (e poi dcl


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·capita no Pi;icentini), a Burano nel mar,.o 18,18. P rèse parte alla d ifesa del 1° circondario cli Venezia .

Ne prese il comando Pandolfini e combattè a Cornuda; quindi difese Treviso e Venezia.

Guardia mobile di Città di Crutcllo. lstitu irn il 2 m:iggio 1849 a l comando del tenente Spaiali.

Guardia mobile Veneta . Fu o rg:tnizzata su due legioni. La p rima si costituì il ~s marzo 184S su 4 bgl. di 6 cp. , agli ordini del colonnello Mattei, e la seconda su due ,1:igl. agli o rdini del ten. col. Vando ne. Combatterono ali3 difesa di Vc11czia.

G.1111,·dia mobile di Chioggia. Reparto d i volontari coman dato dal maggiore Sartori, costituito nel gennaio 1848, per concorrere alla d ifesa di Venczi" . Fu incorporato nel 2° regg.

di Jinca Veneto.

Guardia mobile Comasca (a caval lo) . Piccolo corpo di guide a cavallo formatosi niJ 1848 a Como.

Guardia nazionale di Amelia. Istitu ita il 2 maggio 1849 ;t i <:omando del capitano Girotti . Guardia nazionale di Casriglion dei Lago, Fu istitu ita il 2 m~ggio 1849 al comando del tenente Pieracciaui, po, del capitano Faliri. Guardia provvisoria di Bologna (detta anche di Romagna). Il Governo provv isorio delle Romagnc i,titui il 14 giugno 1859 due bgl. d i gua rdie nazionali provvisorie .

Guardia Mobile Bergamasca. li 27 marzo 1848 fu costituita per o rd ine del Comitato d i guerra di Bergamo la « Prima legione gua.-clia mobile », al coma11do del colon nello Nicola Bonorandi, su 5 cp. d i 150 unrni ni ciascuna ; la legione partì alla fine del mese per le Giudicarie, ove. si erano concentrate le truppe del genera)c Lechi, che avevano il compito d i occupare •il 'frentino e tagliare la rit i, rata agli Austriaci scesi nella Valle Padana, e [ccc parte dell'avangua rd ia comandata dal generale A llemandi. Prese par re al fatto d 'armi di Toblino in , seguito al quale i volonta ri ripiega rono su Stenico, sotto la protezione della kg ione Bergamasca delle A lpi; il J:7 aprile il go1'erno p rov visorio d i Lombardia ordinò il concentramento delle truppe dcli' A lkmandi in Rergarno e Brescia ove qùesti corpi volontari furono disciolti.

Guardie del Corpo di Casa Savoia (1810)

Guatdia N~tzion::ile Ufficiale: Carlo Lorenz.ini (Collodi)

Guardia mobile F11r·111.'1111 . b 1 mobilirata m: I 1848 per il servizio di sic urezza delle campagne. L 'an no dopo un altro picco lo corpo di volontari rli Faenza p res<: pane a ll'mprcsa clell' ld ice. C11anlia mobile Pado111wa . C'-0stituiro il 29 marw 1848 come bgl. d i 4 cp .. dette d i g uardie mobili o di cacc iamr'i, c he a l comando del maggiore S,iq·hi prese parte alla <lifcsa d i Venezia. Guardia .mobile del Polesine. Costituita nel J8,18, rnn 200-.v,olontar i, comandati dal cnpiwno ·c iro. Guardia mobile Pontificia. S i costituì e.on un centinaio d i volontari dello Stato Romano nel marzo 180j8, e prese parte alla d i.fesa di Venezia . Guardia mobile Raven11a1e. Si costituì nel 1849.

Guardia caccia. Formavano un reparto adibito alla custodia dei tenitori d i caccia d i prop rietà della Casa di Sa • vuia, costituiro nel 1693 con soldati presi dai reggimenti dei dragoni. Dal 1735 al 1778 vi furopo nna cp. a cavallo ed una- a piedi; rimase poi una sola cp. cl, formazione mista; questa fu sciolta nel 1800, ricomposta nel 1815 e fu definitiv amente s<:ippressa nel 1849. Guardia della Porta. Questo repar\o aveva in custo dia l'interno dei palazzi Rea li. All'origi ne però ebbe anche fun1,ioni d i C. d'onore dei Princip i. Risulta che nel 1560 aveva ulc compito presso il d uca Emanuele Fil iberto, una cp. di archibugieri a cavallo, alla quale vennero poi aggiunri degli a rch ibugieri a piedi, formando nel 1566 una cp . d i a rchibug ieri a pied i cd a cavallo. Nel 1685, q uesta si spez,.ò in due, costiwendn una cp. c1; archibugieri a ca val lo cd u na della Porta . La prima passò, nel 1690, a far parre rlella Gua rd ia del corpo; la seconda, sciolta nel 1800. fu riorga nizzata nel 18r4 . Le fu subito aggiunta una second a cp . soppressa nel 1831; A quella rimasta, fu dato nome d i c p. G. reale del Palazzo.

Guardia mobile di Spoleto. -btituita nel maggio 1~49 nl comando del tcncnt<: Croce.

Guardia svizz-era. La p rima cp. d i questo -reparto t u forma ta in P iemome- 11cl 1579 e com posta con Svizzeri d ei Cantoni cattolici. F ra il 1615 cd il 1650 la forza varii, , g iu ngendo sino al massimo di un reggimento. Tornò poi ad essere d i una cp .. sciolta nel 1800, ricomposta nel 18 14 e definitivamente sopp ressa nel 1831.

Guardia 111ohifl· Tr,•vigiana. Si form6 il , 0 m;i ggio 184~ cogl i avanzi della disciolta legione Trcvigirna del Gritti.

Guardie (Gailae). Così venivano c h iamat i nel secolo XIV citeadini incaricati di compiere i! sen·izio :li guardi,~ alle

Guardin mobile l'rovinciale. Cost itu ita ue l 1848 nel lo Stato l'on tificio su vari bgl. .m obili comandati prinia thtl colo nnello D'Aragona, poi dal ten. colonnello f ranchi.


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pone della ci11à. L ·obbligo cli detto servizio era c,tcso a chiunque abitasse tanto dcmro le mura quanto nelle ,·i,·inanzc della ci11à. Il syono della camp,1na m?ggiorc dava av,•bo dell 'ora in cui jncOJninciava e finiva il scr"izio (i i guarcl,a, o bbligatorio per chiunque possedesse beni SOJ!gerci a qualche gravena. •Questi ordini, imposti d.1 prima ai suoi ciuadini dalla repubblica di Fircn~c, variavano alq uanto da luogo a luogo pur rimancn<lo ina ltcn11i ncl b loro cs,cnza. 1

Guardie d'o11orc. Nel 1809, mentre tulla b regione piemontc~e faceva parte dell ' fmpcro francese, un decreto imperiale dell'a prile srn bilì che vi si fon na,sc una compagnia di flllardie d'onore a cavallo, per il serviz;o di scorta del governatore, principe Borghese. Fu sciolta il 1° maggio 1814. Gual'die di f,11a11:::a (Corpo lom bardo). For mato i! 9 maggio 1848 da l governo provvisorio di Lomharclia, fu composto <bpprima d.1 una cp., poi da un bgl. d i cx-doganieri del Lombardo-Venero. :-Sei corso della campagna del 1848, prese parte alla difesa di Val Sabbia. Dopo q uesta campagna si ritirò in P iemonte, molto ridotto di numero ed il 1° ottobre 1~48 formò <lapprima il col'po dei bersaglieri lombardi, poi il 5° battaglione bersagheri al q •1ale venne ag.~iunta una cp. di bersaglieri mantovani; ne assunse il comando L uciano Manara. 11 TO mar zo divcnGuardia 1'azionalc ••rda (1848) ne 6° ba1111glio11t: bersaglien. In tal qualità fece la campa . gna del 1849 e difese la po~ii.ione della Cava il ::o marzo. Ritiratosi dopo la campag na con i resti della divis. lombard a a Rapallo, ,·i simbarcò nascostamente e raggiun ,e Roma, alla dife<a della quale prese parte gloriosa. Si sciolse quando la ciu:i venne 0<:n1para dai Francesi.

Veliti ca,·cù110,i della Guardia. Rcggimemo co,tnuito nel 1Sob nel Regno <li Napoli. Veliti della Cuor.dia. Reggimento a piedi costituito nd 1811 nel Regno di ::-iapoli. Nel 1~07 era stato costituito 1111 regg. dj flditi della Guardia a cavallo. (;11ardic d'o110,.e . Reggimento costituito nel 1809 nel Regno di Nropoli dal colonnel lo principe di Campana. Fece la campagna di Russia.

Corazzieri della Guardia. Reggimento di cava ller ia costi tuito nel 1812 nel Regno cli Napol i. Lancieri della Guardi11. Reggimento cli cavalleria costituito ne! 1812 nel Regno di Na poli. C11valleggeri della Guardia. D ue reggimenti (I e Il) do c.avalleria. costituiti nel Regno di Napoli nel 1815. Guardie di città (Corpo delle). Corpo che esistelle in Italia sino al 1919 e che era incaricato dei sen•izi vari di ordine e di pubblica sicurezza nelle maggiori città. Era ordinato mi litarmcme ccl alle dipendenze dirette del Ministero dcJl ·lmcrno. Alla periferia i nuclei dc! corpo erano agli or• dini dei commissariati di pubblica sicurezza ed inquadrati da propri ufficiali. In caso di necessità le guardie di città potevano es,crc impiegate anche nella d ifesa delle guarnigioni in cui erano dislocati i vari reparti . Esse d ovevano il saluto agli ufficiali <ld R. E. e delle altre forze armate dello Stato. li corpo delle G. di cinà fu sciolto nel 1919 dal ministro Niui e sostituito dal Cbrpo dellà Regia G11ardia ~he assunse tuui i' compiti che ad esso spet tavano. Le G. d i ci11:ì portavano una divisa di pan no nero con giubba a dqppio pe110 e pantaloni lunghi: copricapo pure nero a kc pì. Erano armate di pistola e di fuci le mod. 1891 e ponavano anche una <pecia lc sciabola.

G1111rdie (Reggimento). Reggimento del Granduc.1to di Toscana che nelrorèinamcnto mii. del 1753 prese il nome d i 1° rcgg . fa nteria. In T o,cana si ebbero anche,.p. di C. re,, lj e di G. nobili; queste ult ime soppresse nel 1776. Guardie svi::::ere. V. S,,iz::eri. Nm li Guardie Svfozere. Reggimento costituito nd Regno delle Due Sicilie nel 1735. Guardia d_egli A labardieri. C'..ostit uita nel Regno dt!!c Due Sicilie nel 1736.

G uordia Nozionole sardo (1859)

G110rdie l1alia11c. Reggimento costituito nel Regno <kllc Due Sicilie nel 1741.

Guardia Rrg,a (Regia <:1111rdi11 per la pubbltca sic11rez:u1). Fu istituita nel 1919 coo R . decreto che sopp rimev:, co111empor:rncamcntc l'a llora esistente corpo delle Gua,.die di città. li corpo della R. Gua rdia faceva parte delle for7.c armate dello Stato ccl era preposto alla tutela dell'ordine pubblico nei centri di maggior popolazione, dove esercitav:i (un:cioni esernti vc e cli pol izia giudiziaria ed arn minist rativa , escl usa

Guardie del Corpo. Corpo costilllito nel Regno delle Due Sicilie nel 1752. G11a.-dia Municipale della Città . Reggimento cost itui to nel 1808 nel Regno di N apoli. Prese in fine dello stesso anno la n umerazione 6° regg. di linea. e fece la campagna di Russia del 1812 al comando del geo. Dc Gennaro.

la funzione investigativa, e concorreva al servizio reale. In caso di gucrr:i dm·e,·a pure concorrere alla difesa dello St.1to. ,\1 componenti dd corpo era esteso !"uso delle stellette a 5


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punte da portare sul bavero del l'abitu. Il corpo era cosutuolo da: ufficiali generali (ten. e magg. generali}; ufficiali superiori (colonnelli, ten. colonnelli e maggiori); ufficiali infrriori (primi capitani e capitani); ul-lici1li subaltern i (tcn. e sol-

da essi coperto. I. 'anzianità (u stabilita per tutti dal Ministero ddl'lntctno. L'organico dei sottufficiali e truppa fu wperto con personale tratto dal disciolto corpo delle guardie di città, da m ilitari del R. È. e della R. Marina in servizio cd in.-congc.-do. ·11 corpo della R. C. per la pubblica sicurcua ebbe circa <-1ua1tro anni d i vita, pcrchè fu sciolto nei primi me~i del 1923, dopo l'avvento del governo nnionalc. I componenti del corpo furono in pane restituiti ai corpi dcll'escrci10. da cui provenivano, in parte forono collocali in rong•cl,, con pensione o gratificazioni. Guardia ,-ossa. Co,tituita con piccoli nuclei (a P•etrogrado, a Mosca, nei reparti ancorn al fronte) dai bohce,·ichi russi durame il go\'erno liberale, subito dopo la cadt11,.l dello Czar, e cioè nel marzo 1917. Le sue (orze andarono aumentando fino all'ottobre; quando il po1cre fu per men.o principaimcnce dei nuclei già costituiti conquistato dai holscevichi, la G. R. formb la base per l'organizznionc dcll 'esercilo regolare della Russia sovietica.

Fregio del ~etto della Guardia llc111a

coten.); sottufficiali (marcsc,alli, brigadieri e viccbrig•di<·n); appuntati, guardie. all,e,·i guardie. Comprendev,1: 1I comando genera le; 7 legioni (ripartite i11 d i vis . , compagnie, tcnc,we e ~tazioni); la scuola allievi guardie; la scuola a,piranti ,otrulnciali. Le promozioni erano fatte a ,celta e ad aozianotà, secondo nonne particolari previste dal decreto di costituzione del corpo. Agli ufficiali del corpo dell:t R. G. spctca,·ano tulli gli assegni prcv,,11 per , RR. CC. L'obbligo d i servizio nel corpo era per le guardie di tre ann i, :d termine dei quali esse. sempre che con,erva;scro l'attitudmc, pote,·ano contrarre succc-,çst\"C rafferme 1ricnnali \ino al 2 1° anno di servizio. l. ·orga nico del corpo era il se-

Griurdù, civile. Corpo di oolizia spagnuola, corrispon <kntc ai carabinieri ita liani.

Giovane e Vccc/1it1 Guard111. SÌ chiamano co>1 in Jugoslavia i due gruppi d i uomini militarizzati posti ai due estremi della scala dell'età: Giovane G., gli uomini dai 1h ai 20 anni; reccl,ia G. gli uomini dai 45 ai 50 anni d"età. Guardiamarina, t il primo grado di ufficiale nel Corpo dello S. M. della R. M. (ufficiali di "ascello). Tale grado viene conCcrilo ai giovani che hanno compiuto gli studi presso la R. Accademia Navale di .Livorno. Il grado di G. è equiparato a quello di sottut. degli alni corpi della R. M .. del R. Esercito e della R. i\eronaucica. Questo grado è in tutte le marine da guerra. lu rran,ia ,·cnnero i,muitc nel , (,85 cp. di C. per ; giO\ani nobili che si clcdicavano alla carriera di uffici~li dt marina. In Tosc3na. il Granducn Leopoldo creb i C. nel i 776. Guardìano. Rimorchiatore (cx cannoniera), varato nel Regio Arsenale d i Spezia, entra lo in servizio nd 1874, rndiu1u nel '9"3; lunghezz.1 m. 30.50, larghezza m. 8.32, dislocaltlCnto tonn. 259. macchine I I.P. • .~•; armamento, 1 cannone da 76.,

Ufficiale -

Guardia Regia

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Guardia

gucnt~: ten. generale comandante J; tcn. generale J ; magg. gencr:,li 2; colonnelli w; ten. colonnelli 20; maggiori 46; capitani 100; ten. 155; roltOlen. 4n; marescialli J .500; brigadieri 1800; vice-brigadieri 1.500; appuntati 4.ofo; guardie 15.000: allievi 1.200. In totale: 377 ufficiali e 25.000 souuff. e truppa. li corpo della R. G. era alle dipendenze del ~lini,tfro dcli 'Interno. Ali 'atto della costituzione i posti di u 1 icialc di ogni grado furono coperti da ufficiali del disciolto corpo delle guardie cli città, da ufficiali de! R. E. e ddla R. Marin a in atcività di ,ervizio e da ufficiali delle catcgori,· in congedo. Agli ufficiali dell 'escrcit? permanente poce,·a essere conferito un grado immediatamente superiore a qul'ilo

Gua~diola. Piccole opere in muratura nella ~ortificazione n,cdiocvalc, costit11i1e da torrcue o pad ig liqni situati ncglo angoli, in posizione tale da permettere alk !'<:ntiDelle di ,·igilare sugli accessi della fortilicazionc medesima. Datann dal se-e. Xl! e furono con tutta probabilità precedute da r;. posticce in legno. Ne vennero poi costruite anche di liam·o alle porte dclie fortezze, sempre allo scopo di vigilanza e di segnabzionc. Erano munite cli feritoie. Talvolta ne venivaJ;o cost ruite anche lungo le conine; ciò fu fatto spc cialmente ,crso il scc. XV. 1.a loro pianta era cilinèrira o quadrata; la prima forma prcvale\'a in quelle d'angolo; la seconda in quelle lungo le cortine. Catlclcro in d,su,o nel scc. XVII poi che dall"uso <!elle artiglierie in poi esse erano k prime a rovinare nel bombardamento delle mura. G uarducci (Torq11ato). Scrinore mii. del scc. XIX, autore di : « Note sull'impiego dell'artiglieria,,; « L'artighr • ria dell'offesa durante l 'attacco e il 11uovo ar mamento è~lla fanteria n: « Studi di storia e di letteratura militare•; « Annibale e b colonil cli Spoleto ,,; " li colonnello Sterponc • ·


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G uardio le (di pia11ta c;ti.ndric:1 in centro, quadrata ai lati)

Cuarducri Alberto. Generale, n . nel 1875. Sottot. dei bersaglieri nel 1894, frequentò la scuola di guerra e passr, nel corpo di S. M. Partecipò alla guerra contro l'Austria e nel 1917 venne promosso colonnelk,. Lasciato i l S.P.E., div<:nne gener:ile di hrigata in A .R .Q . nel 1926.

Guareschi (lei/io). Chimico insigne, ,,. a S. Secondo Parmense, m . a Torino ( 1847-1918). Conseguì il dip!,;,na in farn1acia a Dologoa, · suctt.:ssivam~nte si laureò in sr1e-nzc naturali a Pisa. Nel i875 ottenne la cattedra di chimica nella R. Università t!i Siena e, nel 1879, vinse il concorso per ,iuella di chimica farmaceutica presso la R. Università di Torino ove, per 39 anni, fu a giusto titolo annoverato fra i più ill ustri maestri dell'Ateneo subalpino . Le sue p11bblicazioni compresi i. d iscorsi e gli articoli scientifici per l'« Er.ciclopcdia di chimica" di cui fu fondatore - ar rivano al mezzo migliaio. Allo scoppio della guerra mondiale, egli ded icò la sua miglior<: attività alle complesse qnéStio ni atti nenti om la "chimica bellica », studia ndo particolarmente, e mettendo in evidenza, i gas asfissianti piè, propl'1 all'impiego in COITI · battimento, nonchè il sistema meglio rispoodenle a t1na

ricano e, piò tardi; aoche nel nostro . Nunu:rosi furono i suoi .srn<l1 su ll'alimentazione in rapporto alle esigenze della1 guerra, nonchè le ricerche di chimica fisiologica indirizzate alla razionale ed economica utilizzazione d<;l fni mento e del riso, propugna ndo con profondi scud i i sistemi pit, indicat i per l'aumento della produz,ione di questi cereali. Non mancò di interessarsi anche dei medicamenti sin lel.Ìci, :il fine di ridurre al minimo g li sperperi cd ev itare le fabbricazioni inu1ili, inducendo l 'Accaclemia di medicina di Torino a d iscutere le proposte re!ative, renden ti al1'opportu nl scelta dei detti medicinali in relazione alle d:f lìcoltà crea te dallo stato di guerra. Fu propaga ndi,ta ef!i. cace e autorevole~ data la sua alta e rcpurn ta competenza 1 avvalendosi di comunicazioni in seno alle Accademie e Comm issioni a cui appartenevl, di pubbliche conferenze, e di pubblicazioni scientifiche fra le c1uali sono da segnalare : « 1 gas velenosi e la guerra ,, ; « L a ch imica e la guerra>); {( Miglioramento dd pane di guerra >\ ; t< Sulb

più razionale uLilizzazione dei cerc..~)i }), ecc. Guarnierì (Enea). Medaglia d'oro, n . a Passiran.o, m. in prigionia (1894-1918). Studente in agraria nell'Università di Pisa, venne all'nizio della guerra italo-austriaca nominato sottol. ' di complemento del 2° regg. aipini . Promosso succe.ssivam-entc

tcn .

e

capjtano,

<.lette

numero,ç.c.-

prove di a rdimento_, di va lore, di tenacia, riportando ben tre fentc. Accerchihto dal nem ico durante gl'in fausti avvenimenti del novcmbrn 1917, dopo essersi disperatameme balluto, volle che i pochi superstiti. rimasti attorno a lui presentassero le armi ai cadu1i . Avv iato quin<li al ca,npo di prigionia d i Aschak sul Danubio, in un au' <lace e sfortunato tentat ivo _di fuga perdette la giova ne e balda esistenza . Ecco la superba motivazione di medaglia d'oro : « Gio1·anc ufficiale di rare virtt', militari e del più puro patriottismo, animatore elci suoi dipendçnti, che seppe Guareschi Icil'o Guarniéri Enea preclisporrc ad ar dite impre.s e, sempre pri.mo ove era un per icolo da afl rontare cd ultimo a lasciare i! campo di pratica difesa coiltro di essi. Fin dal giugno 1915 propobattaglia, condusse sempre brilla,i rementc il proprio reneva infatti l 'adozione di una maschera con occh iali, mu parto in cruenti assalri, come in difese disperai-e. In di nita di depuratore per l'aria infetrn . In tale depuratore era verse azioni ferito, ed alcune vo_lte gravemente, non ab. contenuta della calce sodata di fresca preparazione, 111 bandonò mai il posto di combattimento, ma sereno e g ran uli allo stato spug noso, particolarma:,te indicata a fisca lmo, a1tivo e pieno di slancio, persistette sempre nella sare, decomporre , o neutralizzare i gas aggress ivi do lui lotta sia cbe vi arridesse la vittor.ia, sia se la sfortun a non sperimentati , meno l'ossido <li carbon;o. La sua propo,1,i corrispondesse al valore suo e del suo reparto . In un non fu 'però accolta, mentre, due anni dopo, una macombattimento cli retroguardia, dopo tre assalti feri10 e schera dello stesso tipo da lui ideata entrava in uso nel . circondato dal nemico .per avere protetto fino a ll 'estremo l 'esercito inglese (Smal/ Ilo.< Re.,·pèrator), in c1uel lo anwpossibile la ri1irata del battaglione, prima <li ca.dcre pri-


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gioniero, fece presentare le armi dai pochi superstiti ai num.erosi cornpagni d'arme, che nel suo esen1pio avevano trO\•aca la forza di morire sul posto del dovere e dd ia-

cnhoo. Infine in prigionia, conscr.vando alto lo spirito e col pensiero rivolto 3lla Patria, anelante di affrontare per Ìci nuovi cin1enti, orga11izzù un ardito tentativo di fuga durante il quale, sprofondatasi la galleria per · la quale doveva avven ire l'evasione e rimastovi qunsi com -

pletamente sepolto, non volle essere· soçcorso per non dare l'allar me e compromettere cosl la progettata fuga dei compagni; e fra gravi sofferenze, $Opportatc con vero stoicismo, moriva eroicamente, suggellando la vita tutta spesa per La patria con un 'atto fnlgido di valore, JY.f cui il nemico, ammirandolo, ebbe ad onorarlo degnamente t la forte Brescia lo ha elevato a 'simbolo di sua geme » . (Monte Rornbon, 15 settembre 1916; Ortigara, 19 giugno 19r7; Monte Cavallo, 27 ottobre r9r7; Aschak sul li:lanubio, 15 giugno l <J18).

Guarnigione. Propriamente c1,1el la q uantità di soldati che sta a guardia di una fonez'l..a, dj una città o di un luogo munito . Per allargamento di significato, dicesi oggi anclie il complesso di truppe che sono çli sedé in una determinata Località, anche se non in dipendenza di esigenze di difesa o d i impiego. G. è and1c il luogo stesso dove scanno le t ruppe cioè la sede. Alcune truppe, ad es. quelle alpine, possono avere G. d"esrnte e di inverno (quartin e di estate e quartieri di inverno, coJne diccvasi una volt::,; sedi estive e sedi invernali come è più in uso dire oggi). 1,.fettere o porre guarnigione. Guarnire una ciltà, una

fortezza, ,ma località 4ua lsiasi di un ce rto presidio di soldati, per esigenze di clifesa od altro.

Sfon,i,-c la guarnigione. Togl iere la G. da una dettrini-. nata località per dislocarla in un'altra. Più comunemente oggi dicesi. cambiare guarnigio11c.

Ri11fo1z!l1·e la guarnigione . Aunwnrnre di alu·e truppe il presidio già esistente in una determinata località. Guamigio11e (Ba11aglìo11i). Rep:trti formati con i vererani ancora in condizioni fisiche tali da poter compiere alcun i servizi territoriali Delle gua rnigioni dello Stato piemontese. On battaglione di g11arnigiou fu, a tal uopo, formato nel 1793 e sciolto nel· 1796. Nel 1816 se ne formò un altro,, che fece parte del Corpo rm·alidi, sciolto c1opo il -1859.

Guasco P. A.

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G uasco G . F.

Guasco (_Lodovico). Capitano al servizio <lel!a Spagna del sec. XVII, n . ad Alessandria. Si _pisLinse specialmente alJ 'a_ssedio d i Vercelli nel 1617 cd al soccorso di Gtnova e nella V alsassina nel 1636. G11asco Giovanni F.-a11cesco . GeJJcrale, n. di. Torino (1708r763) . Della nobile famiglia alessandrina gareggiante con

quella de.i Ghilini per copia e brarnra di gucrncn, onenne nel 1747 la comca di Clavière,. Ma, osteggiato dall'onnipotente march ese d 'Ormea, emigrò in Russia cd entrò in quell'esercito, segnalandovisi. Poi passò in quello austriacc-. e nel 1 752 era generale. Coman<lamc in capo degli austriaci nella guerra dei sette anni divenne luogoten. maresciallo. Nel 1762 rcsistè per 63 giorni a Federico il Grande in Schweidn itz; ma a Konigsberg venne fatto- prigioniero. « Il vostro coraggio - gli disse Federiw - m i è costato 8000 soldati! ». Poco dopo, colto da apoplessia, morì. G11asl·o Pie,· Alessandro. Generale, n. a Bricherasio, m. a Praga (1714-1780). Fratello del precedente, ingegnere, poi anche egli colonnello imperi~le, combattè col fratello nella guerra di sette anni. Generale nel 1758, è costretto a cedere Erfurc, ma ottiene bella vittoria a Frankenvalde. Nella guerra di Successiom· di Baviera, si distinse di.fendendo Prtiga, e , ,j morì in seguito :.,i fe~ rita .

G11asc·o- Giuseppe. Generale, n . a Carnerano Casasco nel 1870. Sottot. del genio nel 1890, partecipò alla campagna d 'Africa dd 1895-96, e alla guerra contro l'Aust ria djvenendo nel 1917 colonnello per merito di guerr.a . Dopo la guerra comandò il 7° regg. telegrafisti e ~ondò il regg . Gen. Guasco Giuseppe radiotelegrafisti d 1e comandò per tre anni; nel 1924 venne addetto ali 'Ispettorato del genio, nella qual carica fu promosso nel 1926 generale di brigata. Nd 1927 venne nominato direttore superiore del servizio specialisti del genio.

Guasconi. V. Brewui (Compagoia dei). Guastalla. Cornt111e in prov. cli Reggio Emilia, a breve distanza dal Po. Venne fortificata con bastioni acuti, angolari, nel sec. XVI. Fondata all'epoca dei Longobard i, finì per appartenere al comune di Cremona, al 9ualc nel 1307 la prese Giberto da Correggio, sig nore di Parma, atterrandone le mura. I Torello nel 1420 ne furono ir.fcudati dai Visconti e la difesero coutro Venezia. Per un secolo circa l'ebbero i Gonzaga, eretta ip Ducato, il quale fu unito a quello di Parma e Piacenza - nel 1748, col tratrato d i Aquisgrana. P rincipato nel 1806, creato da N apo Icone per la sorella Paolina, passò al Regno italico e segul sempre le sorti del Parmense. I. Pace di Guastai/a ·(lI marzo 1659). Pàcc fra Spagna e Modena : il Duca di Modena rinunzia alla lega con la Francia e protesta h sua neutralità, sulla promessa che la Spagna solleciterebbe in suo favore l'investitura cesarea del pr incipato di Correggio; che sarebbe tolto da que1ta citti, il presidio spagnuolo; che gli sarebbe dato nel rcguo d i Napoli uno Stato dcll 'arl!lua rendita è i 32 mila du cati in soddisfazione dei crediti di Casa cl'fate assicurati in 9ue! regno . PQich/: era ben avviata h pace fra Spagna e Francia lo stesso Mazar ino consigliò il Duca ·cli Modena a far pace colia Spagna, per otte·nere decorose e profitrevoli con dizioni. Il presente trattato fu poi confermato nella pace dei Pirenei.


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Carlo Emanuele ITT olla battaglia di Guastalla.

li. Assedio di Gu,walla (1702). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna e (u posto da truppe dd duca di Vcn<lome, al comando del gen. Vawdecourt (12 bgl., e 2 r sq<lr.) il 29 agosto. Il 2 settembre le trincee erano pr~paratc e guarnite d'artiglieric che cominciarono il bombardamento. La ·guarnigione austriaca, di 2500 u., al comando del gcn. Solari, si difese bravamen te fino al 5 settem!Jre e si arrese col pauo di potersi ritirare nd Trentino lasciando artiglierie e cavalli agli assedianti.

~triaca con azione di f uoco da fermo. Sopravvt..~n11c la se· conda linea degli alleati, lanciata di carriera, che mise in scompiglio la cavalleria nemica e la costrit1sc a ritirarsi sotto la protezione della Cantcria; essa non ricomparve più sul campo di battaglia. La pugna fu cald issima al centro, specialmente atton;o ad alcune rnsc situate dinanzi alb fronte dei Franco-sardi. In q uella parte si raccolse durante la battaglia quasi tutta l'artiglieria dcg1.i alleati. Car lo Emanuele dava l'esempio del coraggio là dove il pericolo era maggiore. Avendo scorto uno spazio sgombro tra lii. Battaglia di Guastalla (19 settembre 1734). Apparl'estrema destra della fanteria imperiale e il Crostolino, tiene alla guerra per la Successione di l'olonia. La piazza, ove passava la strada di Lnu.ara , con felice e pronta d~difesa da 12.00' imperiali, all 'apparir dcll 'esercito fra11co, cisione fece JJU!llare su questa alcun i regg. toglicncloli dalsardo, comandato dal Re di Sardegna Carlo Emanuele lii l'ala dr. dello schieramento, per aggirar quel fianco dd si arrese alla p rima imimazione. Contro gli alleati mosse nemico. Al Konigseck non sfuggì la mossa alla quale l 1csercito austriaco, con1an dato dal n1aresc. Kònigseck . tentò sub ito paraJc, per il che fece passare il Crostolino 1. ·esercito fra!ico-sardo si era sch ierato a nord -est di a due corpi- di fanteria , che s'avanzarono tra quel canale GuastalJa, colla sr. (marcsc. di Coigny) ~] Po e la d r. (maresc. d i J3roglie) al villaggio d i Pieve. Tra il Po e b . e il Po. Il Re, con prontezza pari alla precedente decisione, contrappose a· questo contrattacco una brigata di fanteria, fossa detta Crostoli.no, che- quivi corre p~rallela al Pn, sostcnut1 da carabinieri e dragoni appieèati, che con bril stava l'ala sr. composta di un ta la cavalleria . La fan1:!nte azione riusciva pr ima fermare., e poi a ricacciare teria, che era a! centro tlc!lo schieramento, si appoggiava indietro i due corp.i av,•ersarj. Come « extrema ratio » gli a sr. alla st rada Guastalla-Luzzara e si stendeva in una Austriaci tentarono )di incendiare il ponte degli a lkati sul, sola linea dietro la via che da quella conduce alla Pieve, 1 Po, e di romperlo col tiro d i artiglieria; ma neppu re -<1ucsto la quale era fiancheggiata da un fosso e da una fol ta tentativo riuscì. E-- così, dopo cli aver perduto q uasi 8000 siepe. I! villaggio di Pieve era gnernito di fanteria e grauomini, di cui 9 generali, rra morti e feriti e p1!rcn-hie naucn. L'est rema a la dr., scaglionata dietro questo \'i lbandiere, gli Austriaci dovettero ritirarsi, lasciando nd lc laggio, era for mata dai carabinieri. I dragoni stavano in man i del nemico anche 5 canno_ni. Gli alleati perdetlcro riserva dietro Guastalla. L 'artiglieria era ripartita a bri-

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gate su tntta la fronte. G li Austriaci assalirono la sr. e il centro dei Francosardi. lo scontro delle due cavallerie fu rapido ma lx il-lantc. La prima linea austriaca fece uso del fuoco a metà della carica. l'u rovesciata dalla prima linea avversaria che le si lanciò addosso a gran galoppo coi (erri in pugno. Q uesta alla sua volta fu respinta dalla seconda linea au -

5000 uomin i circa.

Questo felice risultato, per quamo non decisivo, anche _pcrchè mancò l'inseguimento, costituì nna grande vittoria per gli alleati: soprntlutto ne guadagnò in prestigio il Re di Sardegna, sia per la sua condotta perso.na te nelb btragl ia, sia per la sua opera di con<'ouicro che in essa ha brillato. Grande merito fu attribuito parimenti alle truppe


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del piccolo regno di Sa rdegna che in quel la giornata si coprirono di g loria. Il Kiinigseck, scon:!ìtto, si ritirò a Borgoforte sulla sr. del Po, per sistemarsi a difesa nel Serraglio mantovano. IV. Assedia e battaglia di Gm,stnlla (1746). Appar t,cne :illa guerra per la successiime d'Austria. li gene,ra!e austriaco Brown si p resentò davanti alla piazza e vi pose l'assedio, mentr era difesa <la 3 bgl. di guarnigione spagnuola. Un telltativo di soccorso venne fatto da una colo,rna di 3000 u., comandati chil marchese di Castelar, ma il Brown inviò contro costui un corpo al comando del conte N:idasti, e g li spag n!-'oli furono assaliti sul Crostolo e cacciati lontano. Allora il governatore si arrese (27 marzo).

Guastatore. Si chi:unava così il soldato im picg:ito a spianare le strade, aprire i passaggi , scavare le trincee, eseg uire lavori di fortificazione campale ed altri lavori ni sim ile genere. Ora i G. sono

chiamati più generalmente 2.ap• patori o pionieri. Drappcll, di G. erano sul principio dell"evo moderno addetti alleartigl ierie regolanncmc. S1n1111rn1i da guastat,:,re . !'c)no gli strumenti usati da i G. per eseguire i loro lavori , come: pale, badili , g ravine,

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~,.• .:

Aspromonte. Nel 1866 fu sotto capo di S. M . dei vol0ntari e si d istinse a Condino. Partecipò anche alle campagne c!e! 1867 a Roma. Fu deputato al Parlamento per Varese (IX legislatura) e diede opera attiva a Milano per lo svilup1x, del Museo ciel Risorgimento.

mazzap icchi. ecc. Gt1astalla Enrico

Corpo dei guastat ori . Nel gennaio 1 i93 (u forn1ato nd l'esercito pic1no.ntc.sc un (( Corpr) dei guastatori », detu anche ,, pionieri », formato con uomini scelti dai regg. pro vinciali, i qual i ebbero il compico di tutti i servizi che sono di aspettanza oggi del genio militare. Questo corno, w rnpo,to di due bg l. , prese parte alla guerra del 1792°-96 contro la I'rancia. Passò, nel dicembre 1798, al serv i?io de lla repubbl ica pie montese e fu sciolto nel maggio dello 4

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~tesso a nno.

La fortezza di Guastalla (scc. XV Hl

Guastalla Ciuseppc . Generale, n. a Sorngna, m. a Mo<lena (r809-1 87g). Fu al servizio nel regg. Maria Luisa, del ducato Parmense, fino al 1828, quindi passò nel corpo dei dràgoni ducali raggiungendo il grado di sottot. nel 1S4r. E nt!'Ò nell'esercito sardo nel 1859, raggiungendovi il grado d i colonnello nel 1860, e di generale nel 66; and<', .a riposo nel 1867. G11as1a/la Enrico. Colonnello ga ribaldiao, n . a Mantova, m. a Milano (1826-, 903). Combattè nel 1848 coi bersaglieri mantovani, nel 1849 a Roma nella legione Medici; nel 1859 ,come sottot. nei Cacciatori del le Alpi;' nel 1860 come capo d i S. M. de lla spedizione Medici. Ferito al Volturno , fu _.promosso ten . colonnello. Segul Garibaldi nel 1862 od

Guatemala. Repubblica del Centro America, posta fra il Messico e l'Honduras , e fra J 'Oceano Pacifico e il mare dei' Caraibi. Ha una superficie d i 125.000 kmq . e 2 milioni di abitanti. Al! 'epoca della conquista ciel Messico fa. ceva parte di questo; venne invaso dagli Spagnuoli e conquistato, per opera di don Pedro de Alvarado, lnogotenente del Cortez (1524). Nel 1820 il G. partecipò al movimento generale per 1'indipendenw dalla Spagna. e si proclamò liberò nell 'anno seg uente, insieme con gli altri quattro Stati dd Ccntrn America. Fra questi divampò la lotta, e il C. governato da conservatori, fu invaso dai liberali degli altri Stati, cannotti da l gen. Morazan, e conquistato nel 1829. Dieci anni dopo riusciva per mezzo di una rivoluzione operata da i conservatori a comare indipendcntt, per opera di Raffae le Carrera. Q uesti sconfisse a La Arada i liberali dell 'Honduras e del San Salvador nel 185r e ne! 1853 e restò d ittatore del G . N uova::nente ent rato in guerra ( 1863) col San Salvador, il Carrera fu battuto a Coatepeque, ma r iuscì infine a sconfiggere la vicina repubblica. Nel 1885 il presidente del C .., Rufino Barrios; tentò 1di riunire in un solo Stato le 'Cinque repubbliche del Centro America, ma San Sa lvanor, Costa Rica e Nicaragua si al learono contro il C. che sconfissero a Chalcuapa. N uovamente nel 1888 la guerra riprende fra C. e San Sllvador e dura fino al 1890, con la peggio del primo. Altra guerra fra questo Stato e San Salvador e .H ondnras alleati divampa per questioni d i confini nel r906. Allora intervengono Stati Uniti e Messico, costri.J1gendo gli avversari alla pace, che venne tirmata a \Vashington nello stesso anno . li 23 aprile 1918 il C. seguiva gl i Stati Urùti nella è ichiarazione d i guerra alla Germania.


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Esercito del Guatemala. L 'autorità m ilitare suprema è il Presidente dell a re11ubblica, che dckga il Ministro del la guer ra, dal quale dipende il comando superiore dell'esercito, assistito dallo S. M. generale. L 'esercito è diviso in armata attiva ed anuata di riserva; !'armata attiva crnnprende gli uomini da 18 a 30 anni (di cui un anno sorro le armi) e quella di riserva comprende gli uomini da 30 a 50 anni. li reclutamento è fatto per estraz ione a. sorte, per arruolamento volontario e rafferme. Gli cffcni vi di bilancio sono: ufficiali 450, truppa 7.500. In caso di guerra, gli uomini ,Jisponibil i ammontano a 85.000.

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cine, volta a volta dominata daH'una o dall'a lu·a fazione. li 23 maggio i 30O !u assalita e presa da Uguccione ddb Faggiola, Federico da Montefeltro, Uberto Malatesta, collegati, ghibellini, ma ne l mese seguente fu ripresa dai Guelr,, che fecero strage degli avversari e i S1Jpc.rstici bandirono da lla città. In prillcip io del sec. XVI fo un ita a!lo Statn della Chiesa per breve tempo, poi tornò a Francesco Maria

Guatimozin. Ultimo imperatore az teco del -Messico (149j1522). Difese eroicamente ma i nvano il suo Stato contro gli Spagnuoli del Cortez, cbc lo fece prigioniero e dopo atroci supplizi lo fece appiccare. Guattani (Carlo). Chirurgo m ii. n . di S. Bartolomeo Valmara (Novara) (1709-17r3). Studiò a Roma e a Parigi; nef 1747 partecipò alla guerra nelle Fiand re ; quiodi tornò a Roma dove i nsegnò ch irurgia . F u sostenjtorc della med icazione delle feritè co,i acqua pura e bendaggio pm• tettivo .

Gubbio (ant. l guvium). Città i n prov. di Perugia, ancora munita delle mura e torri medioevali , alle falde del monte

La Rocca di Gu bbio s ul monte Jngino

della Rovere che ne era signore. Si difese allora fe!ice111cnte dall'assedio postovi dalle milizie papali di Paolo JlI. Nel 1624 tornò alla Ch iesa e da allora ne segul le sorti, fino al 18fo, quando entrò a far parte del Regno d'ltali:1,

Guben. Città della Prussia, sulla Neissc. Vi iu conclusa (5 g iugno 146:r)i la pace fra Podiebrad, re d i Boemia, ,.

Federico If, elettore del .Brandeburgo, dopo un a breve guerra fra i due . L a pace stabilì i coolini fra i due St1ti, con reciproci adattamenti riguardami par(icolar111en1e la bassa Lusazia .

Antic., bertesca nelle mura di cinta di Gubbio

Jng ino, sul quale ekvavasi un tempo la rocca della città stessa. l'u ant. centro deg li Umbr i e divenne municipio romano ali 'epoca delle guerre sociali . F u assed,ata, presa e distrutta dai Goti; riedificata, seguì le sorti del la Reg ione, e venne devastata dagli Ungari. Sorte le fazioni dei Guelfi e dei Gh ibellinj, anche G . prese p3rte al k feroci Io ne di q uel tempo, e sostenne guerre contro varie delle città vi-

Guccione (Salvatol'c). Generale, n. a Palermo, m . a Bologna (1842-1908). Ufficiale dei carabinieri di Sicilia, ve nr,c ammesso nell'esercito italiano nel 1861 come sottoten . J'ei CC. RR. Partecipò allà campagna del 18io, si meritò la mcd. di bronzo al valor c,ivile e nel 1894 fu promosso colonnello. Dopo aver coma ndato la legione d i Verona, a11dò in P. A . n el 1898. Nella r isen'a d ivenne magg. ge nerale nel 1904. Guccioni (Giovamu). ll.fedaglia d 'oro, J 1. a Terranova d i Sici lia, caduto su ll 'altipiano C:1rsico (1891 -1915). S tudente d'ingegneria, fu nominato sottot. di complemento nel 76 fanteria . Conlbattendo eroicàmcntè a Selz, cac!J e ucciso sn i reticolati austriaci. Al la memoria di. lui fu confer ita la medaglia d'oro, con questa motivazione : « Con eroico impeto e foga tra~cinatrice, a lla te;ta del


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suo plotone, raggiunse un reticolato nemico e vi si internò svcllendone egli stesso i paletti e trovandovi, nella sosta obbl igata che lo espose a violentissime raffiche di fuoco, onorata .e g loriosa morte ». (Selz, 21 o ttobre 1915).

in Italia, il pr imo il partito che tcnc,:a per la Chiesa, il secondo il partito che teneva per l'lmpero. T uttavia la <listinz10ne non .fu sempre seguita, e spesso il significato ebbe alterazioni dovute a capricci di signori feudali o a ragioni locali .

Guelfi (Ordine dc,) . Creato nell'Annover dal principe reggente d'Inghilterra, G iorgio IJJ , nel 1815, per celebrare

Guccioni Giova~ni

G uébriaot G. Il.

Guèbrìa nt (cont,· G. 8 .). Maresciallo dj Francia ( 16021643). Combatti: in tutte le guerre del suo tempo, e nd 1639 ht al coma ndo dell'armata del Reno, con la 911a!e batt~ gli imperia li negli anni · successivi. Un altro G . fu generale sotto La fct1illadc e si trovb all'assedio di Torino.

Guèdes-Kropatschek. Fucile :1 r ipeti,.ione, mod. 1836, così chiamato dal nome dc' suoi cos trutto ri , e adottato d al Belgio e dal P ortoga llo . In ra ie ·fucile, il congegno di ci1iusura partecipa dei sistemi Gras e Mauser; il cong-egno di ri petizione è poco rlissimilc da quello del Lebel francese. Ha la cucchiaia girevole attorno ad un perno e il serbatoio lungo il fusco. L'arma l)UÒ funzio nare a caricam~nto successivo.

Stt~mma di parte G hibellina

l 'elevazione dcll'Annovcr a regno. Serviva a ricom pensare

ser vizi civ ili e mìlitari. Cessò cli es• ,ere confer ito nel 1866.

Gueldre (Geldcrn). Città della Prussia , nel distr. di Diisseldorf, g ià fortifìcata. Le opere che la dife11dcvano fu . rono demo li te nel 1764. Fu altaccata invano rlag l i Olandesi nel 1 637, nel 1639, nel 1640. Assedio di Gneldre (r 703). Appartiene alla g uerra per la Successione di Spagna, e ru posto da un corpo prussiano ;;omandato dal Lo trum. 29 n1ortai e 40 cannon i bombarda rono vigorosamente fa piazza, srnan , te llandonc le difese. Tutrnvia i I comandante Bcth is resistette da I 10 o ttobre al 17 dicembre e in tal giorno .si arrese con l'o nore del le ·a rmi.

Guelfi e Ghibellini. Nome d i due fazioni che d 11raotc la seconda metà Stemma di parte Guelfa del m edi<l evo si straziarono lungan1ente, iflsan, g uinando k città nelle lotte intestine, e dando luogo a moltissime guerre fra le medesime. I nom i nacq uero in Germania nel r140, durante la lotta fra Enrico VI d i Sassonia e il re Corrado III. li primo assunse i l motto Welf, l'altro il motto Weiblingen. Tradotti ira lian,lmente, sig nificarono,

Guella (Federico). J,,,\edagl ia d'oro n . a Rezzecca, caduto in Val d 'Adige (1893-1915). Volontario tridentino, arruolatosi sotto le nostre band iere all'inizio della guerra italofanteriat vi conseguì il grado ùi sottot. d i complemento . Fin dalle prime settimane d i g uerra meritò una mcd . di bronzo davanti a Rovereto ; e negli ultimi giorn i dell 'anno, contendendo strenuamente all 'a'.vversa rio una impor.. s,,me posizione, cadde ucciso. Il bell'episodio d i valore è cosl ricordato nella motivazione d i medaglia d'oro: aw;,triaca nel 114

Ordine dei Guelfi

« Irredento, sfuggito alla coscrizione austriaca ed arruolatosi volontario nel nostro esercito, ottenne d i essere dcsti11ato in prima linea, sull a fronte Trentina a lui brn nota, sprezzando i pericoli che a lui derivavano da tale assegnazione nel caso che fosse caduto prigio niero. Segnabtosi per intrepidezza e valore nella conquista di im portante avanzatissima posiz ione , b mante nne pur sotto intensi bombardamenti e nonostante i ripetuti attacchi del nemico. Successiva1ne ntc, 1n un'azione v iolenta tentata dal] 'avversario per la r.iconquista della posizione, manteneva saldo il proprio reparto d urante il fuoco di distrnzione, esponendosi continuamente per vigilare le mosse del nemico. Giunto il momento propizio, trascinando i suoi uomin i al grido d i " Savoia! », si lanciava pel primo al èontrattacco, cadendo eroicame nte sul campo, ucciso I


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da tre fucilate -alla faccia ». (Castel Dante. 28 dicem bre 1915).

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di Edoardo lll re d'Inghilterra e quella di Filippo VI re d i Francia, perchè in Bretagna il pr imo sosteneva i Mon forr, l 'alt ro i De Blois. Una squadra inglese di 45 navi . al comando dcll'amm ir. Roberto d'Artois, (uoruscito f,auccsc, navigava verso la Bretagna, a llo rchè presso l'isola cli G.. si t rovò di fronte ad una squadra francese di 32 navi, di cui 9 erano assai grandi e tre galee. Il re di Francia l'aveva accozzata assoldando i genovesi Grin,aL!l Ran icri e Doria Aitone, con · 1000 uomini d 'armi e 300 0 arcieri, e chicdcncl,o soccorso al re di Cast iglia .>\lfonso XI. che gli mandò parecch ie navi capitanate dal principe Luig, del la Cerda. Costui. assunse il comando del naviglio francese ed assa lì quello inglese. Il combattimento durò finn a sera, con esito incerto tra i due avversari, i quaU eranc, disposti a riprendere la lotta il giorno seguente, ma un colpo d i vento li separò e spinse gl'Inglesi a Vannes, i Francesi al largo. Questi ultimi perdercero quattro 1rn,·i 01icrarie, e due vascelli nella notte, incagliati sulla costa.

Guelma (ant. Càlama e poi Sutlwl). 13orgo dell 'Algeria, nel distr. di Constan~ine. Nel 109 a. C . vi si svolse una battaglia che appartiene alla guerra giugunina . Il vicepretore romano Aulo Postumio Albino, cavat i i soldati dai quartieri d'invci:no, li condusse a G., ov'crano custoditi i tesor i d i G iugurta. Non pottndo Aulo nè prendere nè assediare la città per la d iffi.;oltà della posizione e per la limacciosa palude formatasi dalle piogge ,cadute, egli scavò gallerie ed al,,ò terrapieni, più per intimorire Giugurta che per altro . Ma il re, conoociuia la leggerezza e l'imGm:Ua Guerra . .È l 'azione con la quale le forze armate dì pc-rizia del luogotenente ro• uno Stato cercano di imporre al le forze armate di altro maoo) f'le fomentava. con o di altri Stat i la volon1/i della nazione alla quale apparartè la follìa, mandando supplic.hcvoli ambasciatori; egli tengono. Il Rovighi definisce la G. come « la lotta ma• intan to, quasi fuggiasco, conduceva rescrcito per boscaglie teria le di eserciti nemici per terminare e decidere colla e vie traverse . Alla fine ind usse Aulo, sotto speranw di ve- _ forza le controversie dei potentati che non si possono o nire a patti, ad abbandonare G. cd inseguirlo ; fratt:mlo non si vogliono decidere colla ragione ». E fa le seguenti corruppe per n1czzo d' uon1ini astutl molti ufficiali rndistinzioni: d 'invasione o di conquista; nazionale; civlle; tnani, finchè, una notte, assalì LJaccampame,nto rornano. religiosa; d'interve nto; di convenienza; interna; esterna: li tradimento d i una coorte di L iguri con due torme d i 1narinjma; lCrrcstrc; offensiva; difensiva. Si aggiungano Traci e poch i soldati, che passarono alla par te del re, qui le distinzioni pit'1 moderne : aerea; di espansione, di e quel lo d i un centurione che aprì i l passo ai nemici posizio11c; d i movimento; chimica; batteriologica. Il Roper quella trincea che aveva in guard ia, determinarono vighì aggiunge che scopo della guerra « è rii ottenere la lo scompiglio nel campo e fuga d.isordinata di molti . Jl ,·ittoria, vaie a d ire di abbattere le forze dell'avversario giorno seguente /\_ulo, per salvare la vita a si: e ai pochi in modo da costringerlo a desistere da un 'impresa od a rimastigli, dovette capitolare, rinnovando il trattato con• subire la nostra volontà. Alfine di conseguire la vittoria chiuso col console L . Cal purnio Bestia. (Ossia Giugurta si fa mestieri adoperare tuni i me1,z i materiali ed intellet· rendeva nominalmente a d iscrezione del senato romano, tuali che sono in nostro potere per ben regolare le forze però per favore otteneva la restituzione di tutto i l suo_ del paese delle qual i possiamo disporre, e dar lorn la regno, con l'obbligo d i pagare ai Romani un'imposta d i maggiore efficacia » . Questa vecchia definizione è effic~ce guerra, di dare 30 elefanti e un certo n umero di cava lli). e adatta anche a i tempi nostri. Aulo dovette passare sotto il giogo con i suoi e sgombrareL'evoluzione de lla guerra è para llela allo sviluppo ddla la N umidia in dieci g iorni. civilt~ e l'arte belli-ca si è venuta lungo i secoli sempre pit, perfezionando ,e complicando. Quando la G. cessò d i Guèrando (ant. Gramiona) . Col\lune del la Francia, essere un urto inf6rmc di tribì1 primitive, armate di pietre nel clip. della Loira inferiore. Fu nel medio evo forcifi. o d i bastoni, per assumere certe forme e certe norme, e cata con grosse torri rotonde . L'n apri le 1365 v( si conle armi di metallo, offensive e difensive, fece ro la loro cluse, con la med iazione d i Carlo V, un trattato fra Gio, comparsa, e la poliorcetica trovò la prima ragion d'essere vanni di Monfort e la contessa di Blois, al figlio della nel sito elevato, protetto da ripar i, nacquero i pr imi q uale il ducato di Bretagna ,sarebbe dai Monfort passato, rudimenti dell'arte bellica. A poco a poco sorsero la latse il duca non avesse lasciato figli maschi . tica e la strategia e l'organica, e le armi si complicarono sem pre .pm, e sorsero le macchine da guerra per battere Guerini (Giovanni Battista). Generale, n. a Bassano le rnura, e in mare si ar marono le navi . I grandi urti Bresciano, m . a Brescia (1839-r911). Volo ntario nel 1859, fra i _popoli orientali vedono già eserciti con1posti di fan. combattè nella guerra di tale anno d ivenendo alla fine di teria e cavalleria, eombatrenti di dense masse, muniti esso sottot. di fanteria. Trasicrito in artiglieria nel 186-0, spesso d i carri da guerra. L a pesante falange greca socsi m eritò due m ed . d'argento, u na ad Ancona cd una a comberà d i fronte alla più agile legione romana: poi sorGaeta, e la menzione onorevole a Capua. Colonnello nel gerà, nell'alto Medio Evo, la pesante cavalleria che avrà 1887, comandò 1'8° regg. art. da cam pagna. Magg. generagione dei fant i e rimarrà regina delle battaglie finchè rale comandante d'art. a Piacen?:a nel 1894, fu promosso l'arma da fuoco non farà primeggiare la fanteria. L'epoca tcn . genera le ispettore d 'art. da campagna nel 1899. In contemporanea ba visto nella guer ra mondiale applical i P. A. nel l'JOI, passò nella rise rva nel 1909. 1nc-t.zi nuovi dati dalla chi1nica, e un •arma nuova, quc!la Guernes_ey. Isola della Manica, ant. l armia, appartenente ali 'Inghilterra . D urante la guerra dei Cento A11ni fu combattuta nelle sue acque una battaglia t ra la flotta

aerea.

L.a guen·a f11t11m. Ca ràttcristica generica della guerra futura (le caratteristiche specifiche è \'ano volerle preve-


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dere) è essenzialn1ente, in confronto <lei tempi passati, quel la d i presentare var1 aspetti, intimamente fra loro collegati. Avremo cioè un fronte m ilitare propriamente detto, il quale riguarda le operazioni bell iche per terra, per mare, per aria; un fronte d iplomatico, che dovrà lavorare per crearsi amici1.ie e dairneggiare i nemici, preparando le migliori condizioni di pace possibilj ; un fronte economico, che dovrà provvedere al k misure atte a sostentare esercito e popolazione, alla m obilitazione industriale, al pmblema finanziario; un fronte interno, che concerne lo stato <l'animo della nazione. Non più soltanto al Ministero della guerra, in caso d i conflitto armato, spettano i compiti principali; data la estensione del conflitto eventuale e la somma d i energie immense eh.e è richiesta, tutte le forme d i attività del paese debbono essere mobi litate e controllate : tutti i mi1ùstcri civi li hanno il loro comp iro importantissimo. I pro~etti di o rganizzazione per la guerra , pronti fin dal tempo di pace, sono di tutLi i rarni della pubblica amministrazione, poi che ogni cittad ino ha il dovere cli portare il propr io contributo alla d ifesa del paese second o le Sl!e attitud ini e le sue forze fisiche o economiche o mora li . Guel'm (V. anche Diritto bellico). La G. è un dato cl i [atro a l q uale il diritto ricollega determinate lim itazioni <; pretese, che riguardano principalmente gli Stati in lo tta, t ra cui vienç a costituirsi tlll rapporto giuridico d, belligeranza, cioè un complesso di d iritti e doveri r eciproci, contrapposto ad un complesso <li d iritti e doveri tra essi e g lj Stati estranei alla lotta, cioè un rapporto giuridico <li ne utralità. La G . è d unque un impiego di forza riconosciuto dal d iritto, e in essa l 'uso della violenza è legale, perchè <lisciplinato e limitato da norme giuridiche. La d istinzione fra G . giusta e ingiusta r iguarcb l'et ica ma non il diritto; per il d iritto essa è g iuridicamente kcita o i lleciu; illecita se lo Stato che muove guerrn sera prcccc!cntcmcnte im pegnato a non farla in quelle circostanze, ovvero se duran te le ostilità vio la le nonne del d iritto bellico; e la d istinz ione in C. offensiva e difensiva non ha altro valore che quello di assodare per volontà d i 4ualc Stato siasi posta in essere la cond izione cli guerra .

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dell'altro è: affidato agli agenti d'una potenza amica, neutrale. Cessano di aver vigore i trattati stipulati per lo , Lato <li pace e diventano ipso jure applicabili quelli dest inati a regolare lu srnto di guerra . Ciascuno dei bell igerant i può compiere atti bell ici sul ·territorio dello Stato nemico, nelle sue colonie, nelle acque territoriali, in alto mare contro sue navi. li fatro che uno Stato abbia stipulato un patto d i alleanz;a con uno Stato belligerante non basta a farlo considerare esso stesso belligerante finchè non prenda pane in modo effettivo alla g uerra. Le norme giurid iche che d isciplinano la G . si riferiscono principalmente ai belligeranti e ai legittimi combattenti , ai mezzi leciti e illeciti d i offesa e di difesa , al trattamcmo dei prigionieri, dei feriti è dei malati, all 'occupaz ione mii. <lei territorio nemico ed alle sue conseguenze, ed a speciali comporcamem i nel!; guerra marittim11. _Le norme particolari per quest'ultima si riferiscono al diritto d i preda, ed alla disciplina d i speciali armi usate in n1a1c, e cioè le n1inc vaganti, le n1ìne fisse, le torpedini automatiche di co ntatto, i sottomarini. Non hanno ancora precise e complete norme giuridiche i nuovi mezzi bel lici aerei e chimici.

Guerra (Codice l'enale Mii.). I codici penali militari dettano norme speciali per il tem po d i guerra. Da un lato (diritto ma rzia le formale) vengono formulate disposizioni special i che tendono a svcJtire ancora di più i l rito penale e ad - estendere la competenza sulle persone; dall'altro si aggravano le pene e si considerano di pertinenza giu<liziaria m ilitare n umerose altre ipotesi delittuose. Lo stato d i g uerra e la cessazione d i esso sono dichiarat i con Decreto Reale; le leggi relative allo stato di guerra si osservano nel. tempo e nelle periferie stabilite dall'accennato Regio Decreto. Cessato lo stato d i guerra, per i reati commessi in tempo di _g uerra si a pplicano le pene prescritte per detto tempo.

Lo stato di g1u:rra ora s·i111z1a con un.a tlic.'1ù1razio11e; non così in tutto il secolo scorso , in cui la massima parte delle g uerre non è stata preceduta da d ichiarazione, menrre q uesta , i r iteneva indispensabi le dai Greci, dai Romani, e in tutto il medioevo (lettere di sfid a, araldi d'anni). A principio d i q uesto secolo la do ttrina si pro-

G11èrra chimica. Costituì una delle più notevoli caratteristiche del conflitto mondiale (1914-1918), essendo riuscita a sconvolgere i vecchi canoni del! 'arte della guerra, con sorprese tecniche assolutamente impreviste. _La sua apparizione sul campo d i battaglia s_egnò una nuova tappa nell'evoluz ione dei mezzi rnilitari di aggressione, resi tanto pit1 efficaci, in quanto suggeriti e perfezionati da rigo rosi principi scientifici . Le proteste che essa scatenò durante .il periodo delle ostilità riuscirono vane, per cm agli altri belligeranti non rcslÒ migliore partito aH'infuori di quello cli ricorrere, per ritorsione, agli stessi metodi contro gli eserciti degli Imperi centrali che ne avevano

nunziò dtcisamente favorevole al princ.:ipio che, ncll 'interesse comune cli tute.i gli Stati e per esigenze del diritto, le ostilità non debbano incominciare senza un precedente avviso. Si ebbe q uindi la norma, contenuta nella 111 con"cnzione dell ' Aia del 1907, che prescrive : « Le Potenze contraenti riconoscono che le ostilità tra di lo ro non pos~ano focon, inc iare senza un p recedente e non equivoco avviso, che avrà sia la forma di una dichiarazione d i guerra motivata, sia quella d i un ultimatum con dich ia-

inaugurato l ' impiego. Fallite o rese sterili tlltte le discussioni dei Congressi internazionali <lei dopo-g-uerra, intes,e a trovare un si~ stema pratico che ne impedisse l 'uso o che almeno ne d isciplinasse l'i mpiego, la guerra chimica ba messo ormai profonde rad ici , per cui i l suo uso deve intendersi legi ttimato per l 'avvenire . Pensare ad eliminarla , sarebbe una idea tanto arrischiata quanto quella di poter assicurare che sia possibile evitare, d 'ora in poi, gli . stessi conflitti

razione di g uerra condizionale )) .

armati . Incesa nel scmo strettamente scien tifico e nelle efficaci applicazioni tecnico-militari, essa segn_a le sue o rigini alla data del 22 aprile 1915, allorchi: i Tedeschi, dopo un copioso bombardamento di preparazione, effettu~rono dalle loro tri nccè la prima emissione d i 11na nube d1 gas asfissiante (cloro) contro la d ivis. francese che occupava il

Gli effetti giuridici della d ichiarazione cl i g uerra , inte Licamente sono i seguenti : Se i rapporti d iplomatici fra gli Stati in lotta non sono già r otti, i loro agenti d iplomatici cessan o le loro'-funzioni appena la G. i ncom incia; . parimenti gl i agenti consolari ; però il compito d i pro[eggere i cittadini dello Stato belligerante sul territorio


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tratto nor<l-est del saliente superiore di Ypres (Belgio) . T ale nube raggiungeva l'altezza di quasi 3 m., ave,·a una estensione di circa 6 Km . e una profoJ)([ità cli 900 m . I primi saggi però furono compiuti q ualche tempo avaJHi , infatti, il 30 ottol)re 1914 i Tedeschi eseguirono dei tiri contro .Lens con proietti carichi di clorosolfoto d i clianisid ina (st,trnutatorio), ma con risu ltati inefficaci; il 3' gennaio 1915 praticarono un attacco C()n gas a Boli,nov, sul fronte russo,

senza ricavarne però

una pralica uti•

lità, a causa della temperatura t roppo bassa. Ma il Comando tedesco, vinto il primo momenco di indecisione e di ritegno, prese di poi in maggiore considerazione la importanza di cui gli aggressivi chim ici erano dorati; e attacchi a ondate più efficaci e ancor più significativi per i risultati ottenuti furo1lO quindi eseguiti dal maggio al foglio 1915 contro il fronte russo. T re fra le più im por :tanti emissioni d i nubi, effettuate ad çst di Varsavia sopra ::settori limitati a circa 6 Km . e per period i di appena 11.1n ·ora d i azione, dc\tero ai Tedeschi vantaggi superiori n causa della minore resistenza morale e dt lla maggiore imp reparazione dell'esercito russo. Lè perdite di questo ascesero allora a ben 25.000 uomini, dei qua li 5.<>00 trovarono la morte. In un solo episodio, si registrò che un reggimento siberiano di 4.000 soldat i e 40 ufficiali , in _ meno di venti 1n inuti , si trovò ridono a un - decimo del suo effettivo! La natura accidentata e montagnosa del fronte italiano non consentì su questa zona un largo impiego d i aggressivi ch im ici nella (orma di cm!ssione d i n ubi; e 1•uuico attacco verificatosi fu que llo praticato J agli Austriaci il 29 g iugno 1916, da cima 7 del S. Michele fi no a sue! del S. Martino del Carso, che m ise fuori combattimento ottomila uomini dcll'XI C. cl'A. italiano. La potenza offensiva dei nuovi mezzi di aggressione sorprese gli Alleati sprovvisti di qua lsiasi preparazione, mentre una forte scossa subiva i l morale delle truppe, su tutto il fronte, col propagarsi delle notizie. Ciò dette luogo a un senso di spiegabile confusione e di sgomento negli Stàti Maggiori, fi no a che non si riuscì ad al lestire e menere in uso i primi mezzi di protezione, istruendo altresl i combattenti sulle norme adeguate alla difesa antigas e tra nquillizzandoli con l'efficace propagan da che si sarebbe ricorso, per r itorsione, a una energica rappresaglia con mezzi analoghi . E, difatti , il 25 settembre 1915, gli Inglesi effettuarono contro i Tedeschi il primo attacco a gas cloro in grande . stile, nella battaglia di Loos, nella Champagne; rnéntrc i Francesi ne adottarono !"impiego nel febbraio r 916. È opportuno rilevare che fu una vera fortuna per gl i Alleat i se le alte sfere dirigenti tedesche non dettero in principio soverchia importanza all'im piego degli aggressivi chimici; b mancanza di una p rontl JJeréezioi1e dipese da l fatto che colui il q uale si e ra assunte le diretti,·e del nuovo sistema di · guerra, per quanto col consenso dello S. M. tedesco, era. il prof. Haber d i Berlino, aiutato e appoggiato dalle fabbriche dell 'Intercssen Gemeinschaft; mentre, in effetù, il Comando supremo tedesco si dimostrava riservato e scettico, in attesa dei :risultati Lonclusivi che gli uomini d i scienza , invece, avevano previsto e suggeri~o con tutta esattez za.~ I/e1-rore com_ mtsso dai Te~

deschi a i aver limitato a col pi d "assaggio l 'impiego degli aggressivi ch im ici, in luogo d i assicurarsi un adeguato rifornimento che ne consentisse I ·applicazione in una grande offensiva , è perfettamente analogo a q uello in cu i cadde l'esercito inglese l'anno successivo, allorchè dette modo

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di conoscere il segreto dei carri d 'assalto., ingaggiandon~ prematuramente i primi esemplari, invece di attendere a provvedersene di un numero sufficiente, per appoggiare un 'azione in grande sti le, su tutta la distesa di un frnntc di combattimento. Errore la cu i importanza trova con(erma nel successo che i Tedeschi si attribuirono all'inizio dell'impiego' delle granate ad aggressivi tossici, il r6 luglio 1\)15, nel le Argonne, al Bosco de lla Chalade dove, in seguito a un bombardamento di sci ore. r iuscirono a catturare parecchie migliaia di p rigionieri completamrntc inabilitati. Successi vamente I ·esercito tedesco passò alla gradua le e sistematica adozione di tutta una serie di composti chimici aventi attività fisiologicbe diverse, favorendo così l'evoluzione scientifica del la guerra chimica, che si concretò con l'uso di proietti speciali per ord igoi eia t rincea pr im a e poi per le normali bocche da fuoco, e ai qu2l i il capo di S. M. Falkcnbayn dava tutto l'appoggio della sua personale autorità, emanando fin dall'agosto del 1915 le prime istruzioo, che d isciplinavano l"i.mpiego razionai<! di essi. Queste istruzioni, per q uanto imperfette, denotano l'alta considcraz,one nel la q uale i n.uovi mezzi bell ici cominciavano ad essere tenuti, tanto da potersi qua-

lifica re una vera arma, e anzi la più progredita; comunque , al la stessa stregua e della medesi ma importanza delle alt re. L "im piego degli aggressivi chimici si. è effettuato, durante la g rande guerra, con due diversi siste1n i: 1° Emissione di nubi, eseguita a mezz.o d i appositi serbatoi, bombole, cilind ri, opportunamente piazzat i cont ro il nemico e con tenenti il gas compresso o I iquidificato.

L'e.rnissione venlva eseguita, bene inttso, co11 vento favorevole ul il gas, dotato di una densità superiore ,a q uella dell'a ria, si manteneva alla superficie del suolo e veniva spinto contro le trjncee avversarie, invadendole e

rendendo l" atmosfera irrespirabile . 20 Lancio di _proietti carich i dell'aggressivo, scagliati a mano, o a mezzo d i artiglierie, o di ord igni speciali da trincea, o lasciati cade re da velivoli. Que,tO scconrlo sistema fu usaro su larga scala, e, prima di essere sfrmtato con le normali bocche da fuoco già in ·uso nel l'art igl ieria, dette luogo all 'adozi,,me dei sopracitati ord igni speciali. G li aggressivi utilizzat i durante la guerra non furono 1 preferiti " caso, bensì scelti con criterio; essi dovevano avere speciali preroga1ive che possono così riassumersi : avere proprietà aggressive molto efficaci ed es~ere di primo impiego per produrre novità di sorpresa; prestarsi a facilità di preparazione, con larga disponibilità d i materie prime e a prezzi accessibili; non rich iedere tratta

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menti speciali per le cariche, che dovevano prese ntarsi le più_, sem plici possibili e senza difficoltà di sorta . r,•inv isì , bilit!t dd gas, all"atto dello scoppio, rese necessaria l'aggiunta d i un fumogeno nella carica, allo scopo d i poter megl io regolare i t iri. L'aggressivo, pe rè>, doveva soddisfare anche alla condizione di non alterarsi a contatto sia del fumogeno che del metallo del proietto; per cui, nel caso di certe sostan1,e che non si adattavano, co me il bromacctone, si dovette ricor rere al i 'im piego d i bottigl ie d i vetro per çontenere l'aggressivo. sit\]andolc poi nd proie tto; oppure

fu

necessario

rivestire

internamente

le

g ranare con una camicia rji verro . mentre il fumogeno veniva isolato in una guaina s maltata .

Un attacco formidabile, a cloro e fosgene concentrato. si ebbe a registrare il ;rr; dicembre 19 15 contro il saliente


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nord-est di Ypres; gli Alleaci però si trovarono mw1iti di adotti mezzi di protezione e, per di pìù, erano stati preavvisati da prigionieri e da altre infon'nazioni assunte, cosiccbè l'azione si risolse in un vero insuccesso. L' ultimo attacco a nubi contro i l fronte inglese si ebbe 1'8 àgosto 19 16 cd altri successivi contro le linee francesi, mentre i Tedeschi già pensavano ad usare definit ivamente i proietti. Dopo i p rimitivi composti asfissianti, apparvero mano a mano quelli lagrimogeni, quindi

i tossici, a cui segui~

---rono i vescicatori e da ulti mo gli st,irnUtator,. Con una cosl larga col lezione e varietà ti< aggressivi ne era facile l'impiego tattico più appropriato agli scopi richiesti dal comando; e le sfere militari , per semplificazicmc d i ordine propriamente tecnico, trovarono pili razionale adottare la classificazione che aggruppava tutti i composti in due gcandi categorie : ,~fugaci >> e H permanenti l>, con una -i-ntermcdia , di e( scn1ipermanen ti ,> . r proietti chimici finir'?no col trovare tanto favore da ()rendere talora :l sopravvento su quelli esplosivi; fu notato infatti che, nel luglio 1918, i parch\ da munizioni tedeschi ne contenevano nella proporzione del 50 %; e nella preparazione dell 'attacco dell 'Aisne elci 1918 il piano tedesco ne prevedeva l'im piego, per certi determinati obbiettivi, fin ne l rapporto dell '80 %, ~ Tedeschi usarono i proieqi carichi di sostanze chimiche per fina lità e scopi ben definiti e, per semplificare le ragioni tattiche del loro i11wiego, li contrassegnarono con de lle croci a colori diversi, ripetute anche sulle gabbie o cassette da imballo. S i ebbero cosl: /'roietti a croce verde, di cui clisponevano di tre varietà (ordinari, r, z), carichi con sostanze tossiche non persistenti, adoperati specialmente nei tiri di sorpresa e in quelli di offensiva; Proietti a · croce gialla, caricati a ipri te , col 20 % di solvente; e, data la natura persistente dell'aggressivo, furono usa ti di preferenza contro settori di difesa; Proietti ,1 croce azzurra contenenti, oltre ad una forte çarica esplos iva, un recipiente di .vetro pieno di arsina aromat ica collocato in mezzo al\'csplosivo . Questi erano i pii, indicati per l'offensiva, giacchè l'aggressivo, all'atto dell 'esplosione, veniva estremamente polverizzato in una nu vol~ g-assosat la cui energica azione cessava solo con la scompa rsa del la stessa. In seguito , per ottenere effetti più r~pidi, e anche per confo,ulcrc g li avversari che con la pratica sapevano caratterizzare il tipo del proietto a seconda del rumo re dello scoppio, i T edesch i, nella seconda rrietà del 19 17, usarono anche una forte carica nelle loro granate, denominandole « Cas-brisant-granatc » (gra11ate a gas ad alto esplosivo), contrassegnando quelle a croce verde e quelle a croce giall a con una do ppia croce : verde e gialla. In esse 1'esplosivo era si tuato ne li 'ogiva 7 veniva separa,to daJl'aggressivo per mezzo di un diafram,na . La forza e il r umore dell 'esplosione, facendo r itenere ~\l'avversario che le granate fossero puramente esplosive, lo induc.ev:ino a t rascurare d i ricorrere alla maschera di pro\ezione, sern_pre fastid iosa a portarsi ; in pari tempo l'ag_gressivo, a causa della forza esplosiva, veniva finari1entc uebulizzaro, ciò che serv iva ad esaltare la sua azione biologica. Secondo l ' istruzione definitiva emessa dal Gra,idc Stato Maggiore tedesco il 1° dicembre 1917, i t iri venivano classificati in tre specie : ...._, a) Tiri d i sopresa, pei quali _erano ind icati i proietti a croce verde e azzuna, con un vento di m. 3 di velo-

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cità; h) tiri aggre!-c;ivi, o d'infezione,· con granate a croce gialla e con vento di m . 5 di velocit~; e) tiri per formare cortine d 'interdiz;ione, o sbarramento, con proictli a croce verde e qualcuno azzurra., con vento di velocità non superiore a m . T,50. In '-1uanto al terreno bC1.ttuto,

considerando la stagione invcrnak, esso poteva essere attraversato due ore dopo i tiri a croce verde; dodici ore dopo q u_elli a croce gialla, ma s~nza fe 1marvisi, appena sparita la nuvoln prodotta dall 'esplosionc, per j proietti a croce azzurra .

Con la lunga esperienza acquistata durante il periodo della guerra Mondiale, con gli studi e le prove successive, si rende possibile attualmente fissare i capisaldi del la guerra chimica, secondo i fini pratici e razionali dello scopo tattico. Il va ntaggio pili evidente offerto dagli aggressivi chim ici consiste nella possibilità di neutralizzare l'avversario dopo un brevissimo periodo di preparazi,me, impiegando una esigua quantità di munizioni nei confronti di quelle occorrcllli col sistema rii distruzione, L'efficacia della preparazione è subordinata però ai mezzi d i difesa d i cui l' avversario dispone. I risu ltati che possono raggiungersi con gli aggressivi chimici S(\nQ sempre notevoli; ciò si verifica anche nel caso soltanto d 'impiego di quelli già noti: sia allorchi: si riesca ad effettuare tiri di sorpresa · che colgano l 'avversario alla sprovvista; sia perchè, nell 'ansia della difesa, le maschere non vengono sempre bene aggiust ate, oppure, in certa misura, sono inadatte al combattente, o logore e sfruttate; sia, infine, perchè l"uso IJrolungato di esse riesce sempre molesto, ciò che toglie la necessaria calma al nemico influendo su lla precisione del suo tiro. Con 1iferimento al le azioni belliche da svolgersi , l'imp iego degli aggressivi chim ici p uò esse re regolato da norme fondamental i. Così, ad esempio, nel caso di attacco a una posizione stabilizzata, si ricorrerà ad azioni di sorpresa con emissione di nubi e tiri a gas tossici, ma fu gaci (asfissianti), tendenti a cagionare il maggior numero di perdite all 'avversario e ad abbatterne il morale. Per sloggiarlo da posti fissi: trincee, avamposti, stazioni, depositi, ricoveri} accantonan1cnti, quartieri generali, co.mandi, batterie, osservatori, posti telefonici, ccc., sono indicatissimi g li aggressivi persistenti e insidiosi, come l'iprite. Nell'ipotesi di un 'azione offensiva, occorre in primo l~ogo un periodo di preparazione, che va svolta in fcttando con aggressivi persiste.nti solamente le zone che non debbono occuparsi, o fuori dei limiti della prevista avanzata. Sul terreno da attaccare, invece, si effettueranno t tri di sorpresa con aggressivi starnutatori e aggressivi tossici fugaci, come quelli liquidi a basso punto di ebollizione, evitando l'impiego di granate esplosive, I tiri, massimamente sulle batterie, debbono essere bene aggiustati e intensi, in modo eia generare in poch issimi, tempo la necessaria densità tossica. I tiri d'interdizione verranno esegUJ.ll con aggressivi persistenti di az·ionc immediata, con qualche raffica di quelli fugaci. Contro la fmneria si useranno aggressivi tossici; ma sospendendo l'azione in tempo utile, per scansare qualsiasi danno ~ile truppe assalitrici . Neutralizzato l'avversario, verrà sferràlo l'attacco con l'avanzata della fanteria, coperta dai tiri di appoggio d iretto evitando però l'impiego cli granate a gas tossici e dai tiri di protezione. Questi ultimi saranno a base di aggressivi fugaci, sulle zone di h11n1èdiata occupazione; persistenti, di pronta azione, SlI quelle da prendersi m un secondo tempo; permanentiinsidiosi, tipo iprite, su q uelle da non occuparsi. Contro


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le bacceric -

specialmente quelle pesanti che rich iedono maggiore sforzo fisico negli uomini addcttivi ' i tiri più indicati sono ·quel li a base di granate con aggressil'i tossici di pronta azione e con quelli fogaci, che obbligano il personale addetto ali 'uso costante della maschera, ciò che determina una menomazione nella precisione del tiro e un rallentamento nella rapidità di esso. L'istesso sistema di attacco si reputa efficace contro gli osservatori, adoperando però anche granate fumogene, allo scopo di accecarli e paralizzare il loro compilo. Se il nemico è in ritirata, g li apparecchi di volo, megl io di ogni altro mezzo, pot ranno colpirlo con bombe che saranno a base di aggressivi tossici di azione inunediata. Considerando il caso della difensiva, gli aggressivi permanenti sono quelli maggiormente indicati nella contropreparazione; e, se questa si presentasse troppo p rolungata, sarà utile ricorrere all'azione simultanea di gra• nate a ipri te e di granate esplosive. In talune circostanze 1 si renderà opportuno costituire dei veri sbarramenti, che potranno ottenersi iufettando abbondantemente il terreno con l'iprite, la ,quaÌc, dal punto d i vista strategico e tattico, si presenta come un ostacolo insuperabile, ostacolo che una volta richiedeva ben altre opere naturali (montagne, fiumi) o artificiali, con sterminato numero d i cannoni, mitragliatrici, mine, come l'agguerrita « linea d i Hindenburg » e il Canale del Nord . I suoi effetti ritardati consentiranno l?ellsì al ncrr1ico di traversare la zona infetta, raggiu ngendo l'obbieitivo; ma, appena si manifesterà la sua azione vescicatoria, si renderà agevole il successo de i contrattacchi . Le modalità riguardanti ; ton di neutraliz~azione, d i accecamento e d'interdizione della <lifcsa, durante l'attacco, sono identiche a quelle citate nel caso dell'offensiva; con la simult anea azione però di granate a iprite. Queste potranno anche i mpiegarsi, nel1'evcntua le d ifetto di quelle cariche ad aggressivi di pronta azione, ne i tiri di contro-batteria, poich~ l'iprite è facil mente riconoscibile, e, fin dai primi colpi, induce il personale attaccato a servirsi dei prescritti mei,zi d i protezione, particolarmente molesti. Per quanto riguarda i tiri di arresto, infine, quelli più prossimi alle linee non r ichiedono l'impiego d i g ranate ad aggressivi tossici; mentre, per g li altri, a seconda delle circostanze, verranno impiegati p~oietti con aggressiv i fugaci ed eventua lmente con i persistenti di pronta azione.

Guerra da fonezz,1 (o da posizione) . S i chiama cosl la serie d i operazioni guerresche che harll\o per iscopo principalmente l'attacco .e la difesa delle opere d i fortificazione.

Guerra di posizione è di movimento. Di posizione è quella g uerra che l'cde gli e~rciti schierati uno d i fronte all'altro, protetti da vaste opere campali, lungamente abbarbicati al terreno per la d ifficoltà di rompere le lince avversarie. Se ne ebbero esempi in Fiandra nel sec. XVII e nella guerra d i Secessione; e, su sca la vastissima, nella g uerra Mondiale. Di movimento è quella guerra nella quale gli eserciti manovrano per giungere nelle mig liori condizioni nel decisivo campo di battaglia, La superiorità , dei mezzi bellici è pi(1 sensibile nella guerra d i posizione che neU 'altra. Le teorie in proposito darebbero, secondo il Reisoli, questa classificazione: a) guerra di movimento secondo le tradizionali regole classiche ; b) guerra d i posizione come fu nella conflagrazione mond iale; e) g uerra di posiz ione in primo tempo, seguiti! dal/a battaglia di rottura e sue-

ccssivamente dalla guerra in campo aperto; d) guerra d i movimento all'inizio del le operazioni, fino a quando uno dei belligeranti costringerà l'altro alla guerra di posiziQ11c:; e) periodi alternali d i guerra di movimento e d i guerra di posizione.

Guerra di pa1'ligiani. Fu sempre di irregolari, nè le sue operazioni erano dipendenti dalle operazioni ·regolari dell'esercito principale. Nell'epoca nostra è resa i,npossibile. Guerra piccola. E rano dette così le operazioni che avevano lo scopo di sccondare quelle del corpo principale, vigilando alla sua sicurezza. È espressione oggi non più adoperata. Bardatura di guerra . 1-Ja avuro questo nome, durante la guerra 1915-18, il complesso delle sovrastrntrure amministrative, annonarie e di polizia limitanti la Iibertà perso, nale e disciplinanti il commercio, gli affitti, il mo vimento delle persone, la stampa, il sen•1z10 postale c telegrafico, ccc. Convenzioni ili gr,:;,,·"· Accordi che le parti bel ligeranti possono stipulare sia

prima che durante la guerra,

in

deroga o conferma di usi generici o di trattati internazionali, sul modo di cond urre le ostilità. Ad es., fu una convenzione d i G. quel la che durante la guerra mon d iale fece sì che attraverso alla neutrale Svizzera avvenissero restituzioni reciproche di grandi mutilati di guerra.

Dìclliarazione di guerra. L'atto con cui uno Stato not ifica a ll'altro la decisione di ricorrere alla forza delle armi per r isolvere il contrasto, il d issidio, l'urto che li ha posti d i fronre. !\ quasi sempre preceduta da un « ulti matum » .

Leggi ed wi ridia guerra tel'l'cstre. « Quel complesso di norme che, secondo le consuetudini o per espresse convcni,ioni, regolano, nelJa guerra terrestre, i rapporti reciproci t ra belligeranti, ovvero tra i belligeranti e le popo laz,oni dei territori occupati » (Bragadin). Le prime leggi scritte sugli usi di guerra furono dettate dagl i italiani Belli e Gentile e dall'olanclcse Grozio: i prim i due nel ·x VI e il terzo nd XVII secolo. Il primo tentativo di tin regolamento internaziona le sulle leggi ed usi della guerra lerrestre è del 1~74, per mezzo della confe renza di Bmxelles (V,). Seguirono le convenzioni dell'Aia (V,). Quanto alla guerra marittima, la definizione è identica: i tentativi d i regolamento internazionale da quesrn lato ,risalgono a l congresso d i Parigi (1856) per la parie relativa a ll 'abolizione del la corsa e ai blocchi marittimi. Seguirono le convenzion i dell'Aia , Stato di guerra. Condizione di tutto o p:me de l tei'r~torio nazionale, dctcnninata per mezzo ùi decreti, in rapporto alle necessità d i difesa e di resistenza del paese. Nei territori dichiarati in stato di G. tutti i poteri, m ilit~r i .e civj!i) passano a comandanti di eserciti d Ui pi:izzc fotti o d i C. d'A. o· d ivis. militari. Ad es. , durante la guerr a contro l'Aust ria non solo furono in tali condiz ioni le provincie adiacenli al conMne o lì1nitrofe; non solo i co1nuni costieri delJ'.i\driatico, non solo le fortezze marittime, ma anche (r 9r7) T orino, Alessandria c Genova, come centri di rifornimenti e d i industrie necessarie alla guerrà. Le regioni p iù vicine al nemico furono dette Zona di guerra e vj si distinsero la Zona di opera:.lioni Jc Retrovie.

e


249 -

GuE

li Mi,,ùtero della Gue1·1·a iu,lia110 trac le sue 0 1 igini inunecliate dalla Segreteria d i Guerra e Mari11a che fu rico.stituita nel 1814 a Torino, e che nel 1815 si divis~ in due d istinte Segreterie , u na per la guerra e una per ]a marina. Carlo Felice diede nel 1822 un nuo_vo o rdina• mento alle segreterie, e modificazioni ancora fu rono ap• provate nel 183r. -

li j\l[i,1ùtro della Guerra e Marina sorse nomi nalmente nel r848; la }.farina fu per breve tempo staccata da esso, e annessa (frn il 1850 e il 1852) al rninistqo di Agricol• turà prima, delle Finanze poi, per forma re ministero a sè nel 1860. Dal 1848 al 1850 il Ministero funzionò con l'ordinamento della antica Segrctel'ia, e le sue attribu• z ioni in quel! 'anno vennero p recisate con regio decreto, che cost ituiva un Segretariato generale e una Divisione gener ale tlel materiale e dell'amministrazione mil itare. La costit uzio11e interna del Mi nistero ha sublto da allora successive modificazioni formali, fìnchè, nel 1929, il suo · ord inamento era così formulato : Gabinetto del Mi uistro • Divisione generale personale civile e affari ge• morali • D ivisione educazione fisica, istruzione premilitare e scuole premilitari . Stato Maggiore • Ragioner ia · Di• rezionc generale personale ufficiali • Direzione generale leva, sottufficiali e Lruppa • Direzione generale arliglieria e ~uton0bilismo • Direzione generale del genio - D irezione generale <lei servizi logistici · Direzione cent rale d i sanità militare. Ministri della Guerra in Italia dal 1848 al 19z9: Franzin i, Collegno, L a Marmorn, De Somnaz, L a Marmora, Chiodo, Dabormida, Della Rocca, Bava, La Marmora , Durando, La Marmora , Fanti, Della Rovere, Petitti, Del la Rovere, Petitti, D i Pettinengo, Cugi.a, Di Revcl, l3crtolè Viale, Go,•one, Ricotti, -Mezzacapo, Bruzzo, Booell i, Mazi: de la lloche, Bonelli, Milon, Ferrero, Ricotti, Bertolè Viale, Pel loux, Moccnni, San Martino, O ttolenghi; Pc• dotti, Mainoni d'Intignano, Viganò, Casana, Spingardi, Grandi , Zurell i, t-forrone, C iardino, Alfieri, Zupd li , Ca• viglia, Albr icci, Rod inò, Bonomi, Gasparotto, Lanza di Scalea, Soleri, D iaz, Di Giorgio, M ussolini, Gazzera.

L'Istituto di Gue,-ra Mariu ima, che sostituì nel 19;,1 la Scuoia ,t;. gu;,,-a dd la R. Marina cre:tta dall'ammirag lio Bca olo ne l 1908, mira a fornire agli uf!icia li, che ahbiano già iniziato il comando navale, i l modo di ric,a• minare la propria esperienza pratica in quarito si riferisce alla preparazione e alla condotta della guerra, tendendo a stabilire una certa unità di criterio sul modo di trallare le

questioni n1arittime, e

a

dctcrnJÌJhlrc

fra

g li ufficial i u na comunanza di vedute che rappre,enti il risultato d i un l~voro collettivo, consisrente essenz ial• mente nello .tudio d i casi concreti. Perciò il metodo d i studio è quello applicativo, opponui1amcnte integrato da corsi cli conferenze . L'Istituto i: alla d iretta dipen de112a del capo cli S. M. del la mari na, ed ha sede a Livorno, presso la regia Ac· ca<lemja 11avale pur costituendo una Organizzazione di .. stinta. Un ufficiale ammiraglio, col t itolo di comandante, sopraintend e all 'andamento dell 'Istituto stesso in base alle d irettive g enerali che g li sono im partite dal capo tli S. M . della maòna e presiede il consiglio dell ' Istituto. Quando la carica di comandante cieli 'Istituto 110n sia accoppiata a q uella di comandante dcli ' Accademia, i due ufficiali ammiragli hanno fra loro re lazioni di dipendenza per 1

GuE

tutte quelle disposizioni e misure di carattere generale die si r iferiscono agli ufficiali che frequentano l'accademia navale. Un capitano di vascello, col titolo di direttore dei corsi, coadiuva i l comandante in ogni ramo del servizio, e, subordinatamente alle direttive generali che gli sono trasniesse dal comandante, dirige turto quanto si riferisce allo svolgimento dei corsi, provvedendo alla distr ibuzione del lavoro fra le var ie sezi011 i e fra i d iversi utliciali. Ha diretta vigi lanza sugli ufficiali e sui confcre11?.ieri; è relatore del consiglio dell'Istituto; dirige noTmalmente le discussioni per il metodo applicativo nd caso che la presidenza non sia assun ta dal comandante dell'Istituto; ha funzioni di capo di corpo e di servizio ri, pctto agli ufficiali che seguono i corsi. I corsi regolari cli conferenze sono affidati agli ufficiali addetti ed ai professori civili. A quest i si aggiungono conferenzieri eventuali, destinati a tenere un breve ciclo di conferenze, nel modo preordinato al! 'inizio <l i ciascun corso; inoltre, d11ra,ntc il corso, la d irezione può ricorrere ad altri con. fc.:rcnzicri evenrn.ili, destinati il tenere conferenze su spe-

ciali argomen li di spec ia le opportunità. F ra i confcren. z ieri everituali possono essere compresi gli u fficiali frcquematori -~ rmanenti. Particolarmente si richiedono alcuni conferenzieri eventuali al la Scuola di guerra di Torino, per meglio orientarsi sui più interessanti problemi r iguardanti l 'esercito. il Mi11istero stabilisce annualmente quali ufficia li superiori ddibono partecipar~ ai lavori JcJ. 1·1stituto in qualità dì ufficiali frequentatori permanenLi per il periodo di un corso, e cioè c-apitani d i fregata o di corvetta, d ,e abbiano gi,ì esercitato il comando navak in qucst ·ultimo grado. Gli ufficial i superiori della n,arina, dell'esercito dell 'aeronaut ica hanno facoltà di assi. stere come uditori eventuali a tutti i Javo,i dell 'lstitulo, senza però prenclervi pan e d irelta . Il corso all 'lstitnto comprende: a) svolgimento di problemi parÙeolari riguardanti questioni di difesa naziona le aventi particolare carattere strategico, oppure tattic-0 1

op-

pure organ ico : a <1uesto svolgimento g lj ufficia li procedono Csscnùo ripartiti in sezioni; b) svolg imento di pro•· blcmi com plessi riguardanti l'insieme della condolta della guerra mariuima, cioè t ali da includere q uestion i strate• gichc e tattiche: lo svolgimento <li ,1uesti problemi richiede il simu ltaneo concorso di tolti gli ufficiali delI' ls6tuto; e) s;udio di operazioni combinate fra esercito, marina ed aerona1.11 ic;;i. , che può assumere successivamente

sia l'una sia l'altra delle forme suaccennare. Oltre a ciò. il lavoro dell 'Istituto si svolge mediante corsi di confe. renzc intorno ad importanti materie che direttamente o indirettamente intertss;;i,no l'arte 1nii itare rnariu:ima, e collaborn ,iorie per corrispondenza, in special modo con lo svolgimento di questionari , La durata · di un corso de l• 1·Istituto è di circa nove mesi , comprendendo in tale pe• riodo un viaggio di fine corso a scopo d 'istrnzio11c e d i Slud io . Le Guerre con nome proprio (es. D,-voluzim1e, S11t ccs.sione,, Sca:uiq11t:, Sette anni, Indipendenza, ecc., sono da ccrc3re alle dette voci). Per q uelle dell'epoca napoleonica, v. Consolato , Impero, Ri110/uzio11e. Altre sono inscrile nella storia m ii. delle varie nazioni (es. Italo-turca, Frnnco-gcrmanicat RusSOrturca, ecc .). Guerm Pierangelo , Generale medico della R . Marina, n. ~d 1\fragola · nel 1859, entrato in servizio nel 18S5, collocato in P . A. nel r9r 9, p romosw brigadiere generale


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CuF.

tità o eia gente senza ordinanza ed allar spicci,,lata. I11 genere si fa in paesi d i montagna, ove poca gente, o,·cultata dal terreno ed avvantaggiata dalle accidentalità topografiche, può tentare improvvisi colpi dt mano, contendere lungamente il passo a t ruppe anche numerose, compiere razzìe e far prigionieri , mo lesta ndo grandeme n te repart i forti ed agguerriti. La G. largam ente usata in passato e condotta a fianco della guerra grossa da reparti di volo ntari e di irregolari, o anche da pa rtigiani senza alcuna ordinanza levatisi in armi per d ifendere i propri paesi, oggi non può essere csmsiderata ch e ecce-

ud i92 r, magg. generale nel 1923. tcn . generale nel 1923. Fece I~ campagne della g uerra d'Afrirn r888 e della guerra 191 5-r9i 8 . Guadagnò una mecl . d "argeoto al merito della Croce Rossa nel l <_)J8.

Guerra Giovar111i. Generale, n. a Capannori ne l 1869. Soteot. cli fante ria nel 1888, fre9uentÌl poi la scuola dì guerra . Combattè in L ibia nel 19i4-i915. e contrr, l'P.ustria dal r 916 al 1918, meritandosi la mcd. di b,onzo. (',0Jon11cllo nel 1916, brigad iere gene rale nd 1918, comandò in g uerra la brigata Vicenza. Dopo la pace tenne il comando d elle brigate Regina ed Umbria, indi fu ispercore di mobilitazione della divis. di Novara. Generale di d ivis , nd 1927, comandò la clivis. d i Sa lerno e poi (r929) quella di Chieti. G11erra Odoardo. Generale, m. a Torino nel 1919. Ammesso nel 1860 nd l 'esercito italiano col g rado d i ca pitano d ei carabinieri, percorse in eletta arma la carriera, d iven e ndo colonnello nel 1877. Comandò la legio ne CC. RR . d i Rom ~ e poi q uella di Torino e nel 1887 passò nella riserva col g rado d i magg. generale . •

Guerrero (Edat1rdo) . Genera le . 11. a Napo li, 111. ad Alessa11d ria (1853-1909). Sottot. d "a rt. nel 1872, frequentò poi la scuola d i g uerra e passò ne l corpo di S. M. Aiuta11te d i campo del Re Umlìcrto, fu promosso colonnello nel 1896. Comandò il 28 fanteria, e poi fu rapo cli S. M. de l 7° C. d'A. Magg. generale nel 1 902, comandò la b rigata Marche e poi (1 904) la Como. Tcn. generale nel 1909, ebbe il comando dd la divis. d i Alessandria che ten ne per dicci mesi.

G uerrillcros spagnuoli dell'epoca napo leonica

Guerriera. Rattcria corazzata, varata a Castellam~re di Stabia nel 1866: d islocamento toon, 1850, macchine I-IP 150 . Fu radiata ne l 1875.

zionale presso le g randi nazioni. Può, invece, trovare ancora larga applicazione p resso popoli che non posseggono g ra ndi eserciti o che hanno assai vasto tt'rricorio d i fron t iera da difendere in re lazio ne alla forze d isponibili. La G. a vviene tuttora su larga scala nel le colonie . particola rme11ce da _parte degli indige ni che si oppongono a\l"occupantc, ma anche da parte d i quest 'ultimo, mediante ba nde o reparti d i irregolari reclu tati sul posto, cui sono in genere affidati compiti nell 'interno richieden ti celcritit di movirl"\en ro e conoscenza perfetta dell'avversano e del paese. IDurànte la g uerra Mondiale, noi conducemmo qualche po· di G. in Albania. per far fronte a quell a avve rsaria, a ,pezzo di bande di i,:rego lari reclutati [ rn volontari del luogo. La G. 1,a reso celebri alcuni nomi di capi che la ad0ttarono con intelligenza e con fortuna , almeno per un certo tc mp"; così Abd cl Kader, Sciami!, Charjette, Hofer. Tamia Topi. E fra le G. più famose, si possono citare quella dei Montenegrini, che con tal mezzo si difesero pitr vo lte contro i Turchi, e quella della Spagna, che tanto d anno proc1 usse alle armate napole~niche .

Guerrieri (Francesco). Capitano del scc. XVI, n. di Fermo. Fu al servizio della Ch iesa dapprima, e poi a quello d i Pilippo Il cli Spagna. Si distinse . nella presa de.I la Goletta d i T u nisi. Guerrieri co11te Giovanni Battista. Generale, n. a Ve• rana, m, a T orino ( 1822-1897). Sottot. granatieri nel 1848, passò poco dopo nei bersaglieri . Partecipò a tutte le guerre dell'ind ipendenza, m eritandosi la mcd . d'argento a S . Martino e la croce da cav . d cll"O. M. S. a Vi llafranca (1866). Colonnello nel 1878, comandò il 67° regg. fanteria. C:olloca ro nella riserva nel 1880, ve nne p romosso magg. generale nel 1895.

c1t

Guerrieri coutè Edgardo. Generale, n. a M ila no nel 1866. Sotto t. d "a rt . nel 1885, dal maggio 1912 all'aprile 1915 fu aiutante di cam po del Re . Partecipò quindi a tutta la g uerra, divenendo colonnello nel 1916. Comandò un raggruppame,1to d i btr. d 'assedio, d isting uendosi sul Carso ( 1917) e nel 1918 tenne il com'lndo d 'art. ciel 2° C. d 'A. L asciato i l servizio att,vo dopo la g uerra, fu p romosso generale d i brigata nella riserva nel 1925 e nominato aiutante onorario d i can1po del Re nel 1927.

Guerrini (Rocco). Ingegnere mii. del sec. XVI, n . a Marradi . Dapp rima prestò servizio in Ital ia sotto Al fonso d'Este e poi in Francia. Nel 1578 entrò al servizio dell'elet tore di Brandeburgo come generale, consigliere e capo d egli ingegneri militari ; e resse la fortezza dì Spandau, fortificò successivamente Kustrin e Peitz e diresse la costruzione dei Castell i di Grun raicl e B6tzow. Fece molte opere a l:lerlino; il suo capolavoro è la fortezza d i Spandau (,1593-94),

Guerriero. Uo,no d i guerra ; uo mo d estro e valoroso nelle armi e ncll 'artc della g uerra; combatte nte . Guerriglia. Guerra minuta, fatta d i · scaranwccc t cl, piccoli combattime nti, . condotta d a truppe cli sca,-sa en-

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GuE

Guenini Domenico . Generale e scrittore mil., n. a Ravenna: m. a Fratta Polesit1e (1860-1928). Sottot. dei o-ran:, tieri nel 1883 , frequentò la scuola di guerra, nella ~uale, da ufficiale superiore, inscg11ò storia mìlit~He . C~~ loru1ello nel r911 eb be...ll comando ddl'8° rcgg. fantena col quale entrò jn guerra contro l 'Austria. Promosso magg . generale per merito di guerra (1915ì comandò sul Carso ed in Albania la brigata Savoia. Nel 19 17 tenne il comando del la 7~ d ivis . e poco dopo lasciò il servizio attivo. Nella riserva d ivenne generale d i d ivis. nel 19:,3.,, e d i C. d' A. nel 1927. Fondò e diresse dal 1892 al 1904 la « Riv ista d i Fanteria ,, ; d iresse dall' iJ1izio a tutto il 1927 Jc « Porze Armate »; collab_orò in tutte le riviste mi litari "' fra le principali e numerose sue pubblicazioni sono d a ricordarsi : " Storia della brigata g ranatieri dj Sar• <legna )i ; (< Con1e ci avvian1Jno a Lissa )) ; C'..,<Hne arrivammo a Lissa » ; « TI do minio del mare » ; « La campagna napo leon ica del r805 »; " Le ist ituzioni militari (<

dei Romani >

1

tl

;

1c Le

istituzioni n1ilitari del doma ni >>; il

Son1mario cronologico delle guerre ron1anc fino al ter-

mine della seconda servile in S icilia >• ; ,, La cosc rizione mi litare in Francia nel periodo napoleonico» : « L a spc•

dizione francese in Egitto >> ; t< La manov ra di Resensbu rg del 1$09 » ; « L a campagna ddl'J\rmata d i riserva in Ita lia, 18ro »; ,< Introduzio ne allo · studio della storia militare»; « La g uerra e lo stato sociale »; ecc . Fra altro. lasciò incompiuto il « Florilegio d_çllc scritture militari e politich e pertinenti al governo della cosa pubblica " · Il ge.□. G. f u mcritata,-ncntc conside rato co1ne un maestro ne ll 'arte e nella storia 111;1., ma la sua irn rnensa coltura è r ivelata d al " Tesoretto della coltura italiana » . vasta e o riginale opera pubblicata per molti anni in fascico li.

Guerrini Dol'nenico

G uetaria. Città marittima nella Spagna, nel golfo di Biscaglia, pru,·. d i Guipuzcoa. Nel 11\36 t: nd r875 fo presa dai Carlisti . Battaglia ,wvalc di Gue/aria (1638). Appartirnc alla gùcrra tra Francia e Spagna. Mentre !"esercito francese combatteva in Biscagl ia, la flotta, agli ordin i dcli 'arcivescovo e.li Bordeaux, si presentò nello specchio d 'ac<1ua d i G ., dove si t rovavano , 4 galeoni e r4 fregate spagnuole, comandate dall"an,m ir . Lopez e situate sotto la protezione d i btr. sulla costa . La prima squadra francese, com posta d i 6 ,mvi di linea e 5 brulo tri, s'avanzò audacemente e l'« Europc ,, che portava il viceammir. Montig ny si la11ciò contro le navi nemiche pur sotto il fuoco delle btr . di terra , scguìta dalle altre. Il cannoneggiamento fu intensissimo, ed il fumo coprl per una buo na mezz'ora i combattenti, ma d i esso approfittarono i bru lotti francesi per portarsi sotto le navi spag nuole. I galeoni di Spag na vennero da essi incend iati e si d iffuse il panico anche sulle altre navi, che poco dopo dai brulotti vennero alla loro vo lta incendiate. Turte le navi spagnuole furono in tal modo distrutte, ma questa vittoria navale fu resa vana dal la sconfitta francesç di Fucncer rabia .

Gueydon (conte Luigi E12rico de-). Ammiragl io [rn11 cese (1809-1886). Fu governatore della Martinica, comandò nel 1870 una squad ra del mare de l Nord, e nel 1871-7.: fu governato re dell "Algcria che pacificò e riordinò am ministrativamente. Scrisse: ,, La verità nella marina " , « O rga nizzazione del personale a bordo »; ,, T attica n avale ,, : " L'equit,, politica" · Guffanti (Alessandro). Medaglia d' oro, n. a Rovesca la, caduto in Libia (1~76-1912). Ufficiale di fanteria in sen·i. zio attivo, aveva prestato per q ualche anno servi?.io nella legione stran iera del Congo. Capitano nel 35 fanteria, partì per la L ibia, ed a Dcrna sacrificò eroicamente la vi ra , com 'è detto nella motivazione d i medaglia cl 'oro : « Venuto a conoscenza che una sezione d 'art. da montagna e(a ·per soccombere sotto Llfl impetuoso anacco nemico, con slancio leonino trascinava la compagnia a ripe• tuti attacchi alla baionetta e riusciva a salvare i pezzi. Cadeva poi eroicamente, colpito a morte , g ridando: Vi,·a l'Irnlia! " · (Derna 3 mar7.o 191 2).

Guerzoni GitJseppe

- Guerzoni (Giuseppe) . Ufficiale g ~ribaldino, o . a Castel Goffredo, rn, a Mo ntcchiari (1$35-1886). Si lau reò in gi,1risprndenza a Padova. Volontario nel 1859, fu no• min ato -u ffici ale su l campo e k rito a Varese. Nel : 860 partì ~oi. M ille, ma sbarcato a Ta larnone per la d iversione nello Staro Pontificio, raggiunse Garibaldi in Sicilia, diventando capitano prima cli M ilazzo e maggiore al Volturno. Dopo Aspromonte , a cui partecpiò, fu segretario d i Garibaldi. Fu deputato d i Manduria, Tricase, Castiglio ne delle Stivrcrc nelle legislature IX, X, Xl ; nel J866 non poté combattere per una caduta da cavallo; nel 1867 fu a Roma per prep2rare l ' insurrezione col Cucchi, e, dopo Mo nteroto ndo. raggiunse Garibaldi. Nd 1870 entrò in Roma col Bixio e nel 1874 fu no minato prokssore d i lettere all'Università d i P alermo, do nde passò poi a gue lla cli P adova. Scris,e varie opere, tra cu, ricordiamo la " Vita d i Garibaldi »; la <t Vita

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di N ino Bixio )) ; (.( L'ultima spedizione ùi Roma ,,.

GufT::i nti Alessandro

Guglielmo il Conquistntorc

Guglielminetti (Dano />1etro) . Generale, n. ad Asti . m . a M ilano (1843-191 5). Sottot. d i cavalleria nel 1861 passò verso 1a f-ine della carriera nel personale dei D istretti . Colonnello nel 1891>, comandò il d ist retto mii. d i Varese e nel 1900 andò i n P. A . Nella riserva fu promosso magg. generale nd 1908 e ten. generale nel 19 r 4. Guglielmo (il Conquistatore). Re d 'In ghilterra (10271087), figl io d i Roberto li d uca di Normand ia, che abd.icò


GuG

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in suo favore nel 1035. Nel 1054 vinse i Francesi, che g uidati da E nrico I avevano invaso la Norma ndia, e nd 1066 con la vittoria d i B astings cooquistò l 'Inghilterra, di cu i si .fece creare Re. rv[orì n1cntre preparava una nuova guerra concrn il Re di Francia.

Gug/;elmo il Taciturno. P rincipe d 'Orange (1533-1584) . Comandante in capo degli Olandesi (1572) fu il fondatore del l' ind ipendenza dei Paesi Bassi d alla Spag na (158 r) : per ist igaz.ionc della Corte spagriuol~ fu ucciso d u_rante le foste della liberaz io ne. Guglielmo lii, Re d'Inghilter ra (1650-1702). Capitano generale e g rande amm iraglio dei Paesi Bassi combart~ nel 1672 cout.ro i Francesi: sposo di Maria Stua rda (1677) o ttenne la corona reale ing lese nel 1689. Pacificò la Sunia, assoggett<Ì l' Irlanda, linì nel 1697 con la pace dì Ryswid, la guerra contro la Franc ia, ottenend•J il r icono\t:imer!l'O q uale Rt J 'lngfalterr:1.

Comprendeva <]Uattro classi . Aveva per motto : " Per ,J coraggio, la buona condotta e la fedeltà ,, .

Guglielmotti (Alberto) . Scrittore mii. , n . a Civitavecchia (1812-1 893). P adre domenicano , com petente in cose nautich~

e

buon intendito re d i fort ifica-

z ione, professore di fisic:n e n,a.

tematica ' in Ro ma, bibliotecario, fra altro pu bblicò i seguenti studi: ,, La scienza applicata alla storia della mar ina li; « M arcanto nio Colo nna alla battaglia di Lepamo »; « Storia della m arina pontificia nel med io evo »; « Vocabolario marino milita-re>); t< La rocca d'Ost ia e le condizioni dcli 'architettura mi litare pri ma della calata di Ca rlo Vlll » ; « I bastioni d i Civitavecchia cd i d isegni ùi Antonio Sangallo»; " Atlante delle for tificazioni della spiaggia ro, 111ana )>.

Ordine d i G 1,1gliclmo I

Gugiidmolli Emilio. Generale, n . a Roma nel 1866. Si laureò in g iurisprudenza. Sottot. dei bersaglier i nel 1886, frequentò la scuola di g uerra e passò nel co rpo di S. M.

G uglielmo 111 d 'I ng:hihcrrn

Guglielm o 1

Guglielmo / . Jrnperatorc d i Germ ania (1797-188~) - Ne l 186 r salì a l t rono d i Pruss ia d i cui era reggente dal 1S57. Rio rdinò l 'esercito; nel 1864 fece guerra al la Dani111.u1,a per la questione de!l1 Schlcswig-Holstein ; nel 1866 vinse l'Aust ria, e nel 1867 d ivenrò Presidente della Confederazione tedesca del Nord; iu seguito alla g ucrrn vittorio,a con la Francia fu nel 187 r a Versailles proclamato I mperatore d i Germania . Fu insign ito del la mcd , d'oro italian a a l n lor mii. nel 1866 " per la barragli a di Sadowa » .

G ugl iel morri /\lhe1·to

Nd 19 JT fu in Libia , ove rimase.; quatlro anni circa n1eritandosi due med. d 'argento, una a Zanz ur ed una a Sid i

Bila l. Colon nel lo lnel 1915, prese parte alla g uerra contro l'Austria , p rima alla direzione del servizio fcrrovi1rio in zona di g uerra, poi c9me capo d i S . M: della 16• d ivis. , infine al comando di una brigata a l Carso : si meritò la croce da cav . dcll'O.M.S . e fu promosso m agg. generale· nel 1918 e generale di d ivisio ne nel 1920. And'ò allora in 1,. A .S. e fu capo di S. M. del le « Camicie azzurre I' (nazionalisti) finchè esse si fusero col P artito Fascista . Allo,·a,_ venne nominato iuogoten. generale ne lla M .V .S .K. ·e fu

G ugl ielmo I.I

Guglielmo (Kro ni:rinz)

poi In tendenre generale della stessa M ilizia e presidente del l'Associazio ne Nazionale Bersaglieri, no nchè aiutante o norario G l'ita d i S . M. il Re.

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Guglielmo li. lmpern tore d i Germ ania, n . nel 1859, Salì al t rono nel r 888 , e lo dovette abbando naFe nel r9r8 perchè sconfitto nella g uerra Mo ndi;,lc (1914-1918). Si ritirò in O landa . -- Suo figlio Guglielmo (il Kr011p , inz) ebbe comando d 'arn1ara duran te la g uerra Mo ndiale. Ordine Militare di Guglielmo. Fondaco da Guglielmo d 'Olanda nel 181 5, per

r ico,npcnsare i serviz i m ilicari,

Guibert (Reggimento). Corpo ,·eclutato nel la Svizzera, che faceva pa rte dell'esercito piemontese. F u organizzato nel novembre 1733 e portò il no me dei suo i successiv i colonnelli : Guibert, Duttinger, Fabio . Nel 1774 fu incor po· rato nel reggimento d'ord inanza Chablais . Q uesto corpo prese parte alle guer re d i Successio ne di Polonia (1733-3";) e d'Austria (1742-48) distinguendosi in molti combattimenti.


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G ur

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Guibert Viuorio . Genera le nizzardo, m . a Villa.Cra nca Mar itttirna nel 1769. Nel r7r3 partecipò alla spedizione in Sicilia, Nel 1752 e bbe il comando genera le delb marina. N o111lnz:\to col grado <li 1nagg. generale di fanteria, governatore d i S::is,ari nel r759, passò nel 1765 a l governo d i Villafranca. 1

G ur

tecipò coi ,,o Jonta ri valtelli.nesi alla campagna del l848-49 guadagnandovi il grado di capitano e una tncd . d'argento. Fu poi intendente gene rale del la Valtellina e nel 1866 come comandante del la guard ia n azionale difese lo Stelvio. Fu prefettò a Cosenza, distinguendosi (1862:) nella lotta conI ro il brigantaggio, e a Pa lermo; deputato d i Sondrio, Tirano, Reggio Emilia (legislatura VU, lX, X) e senatore nel 1868. Si chiamò Colonna Guiccianli i! nucleo di armati da lui organizzato nel 1848 nella Va!rell ina.

Cuù·ciardi Ciovanni. Generale, n. a Sonzogno (Bergamo) nel 18~5. Sottot. d'a rt . ne! 1865, partecipò al!c campagne dd 1866 e del 1870. Colonnello nel 1897, co111andò il 21 artiglieria e nel 1899 pas.sò al 19 art . da campagna . Magg . generale ne l 1.902, ,;omandò l 'art. a Roma e poi a f'i renze. lspctrorc da cosca e da fortezza nel 1906, e poco dopo ispettore da campagria, nd 1907 fu collocato in P . A, Nel , 9 t r passò nella riserva e venn.o promosw te11. generale .

P.:md it:ra di battaglione <ld rcgg. GuibtrL

Guibert Giacomo. Conce e scrittore mii. francese ( r7431j90) . Combatcè ia Germania e in Corsica. Pubbl icò un « Saggio <li tattica generale » c<l una « Difesa del sistema moderno di g uerra ». Nel 1788 propose cli costituire la « divi$ione )> come nuova unità tattica, rinnovando cosi la idea già sostenuta dal d i Broglic JJcl 1770.

Guibert Luigi

G uicciarùi Enrico

Guibert Luigi. Generale, n. a Torino, m . a Caselle Torinese (r808-1889). Sotto t. u el 1830, combattendo nel 1848 fu ferito a Santa L ucia e destina.Co ai servizi se,:k ntari . N el 1855 fu comandante mii. del la provincid d i Aosta e nel 1856 cli quella d i Asti. Nel 1859 ebbe il comando del Corpo d 'amminii traz io ne, d ivenendo colonnello nel 1860. Magg. generale coma ndante mii. del circo ndario d i Bolog na ne l 1863, poco dopo passò al comando della Casa Reale degl i ] nvalid i e Veterani e nel 1868 andò a riposo .

Guicciardi (conte Enrico). Patrio tta, colonnc!Jo, n. e rn. a Ponte Valtellina ( 1812-1895). Laureato in legge, par-

Gu,cciardi come di Cerval'olo Carlo. Generale, n . a Modena nd 1854. Sottot. d'art. nel 1874, Guicclanli Giovann i durante l'inondazione nel Veneto del r883 meritò la meri . d'argento al valor civile ed altra, pu re al valor civ ile, di bronzo. ebbe ne l 1898 nel portar soccorso in occasione d 'un d isastro edilizio a Verona. Colonnello nel H)06, comandò il regg. art. a cavallo. Magg. generale nel 1911 ebbe il comando d'art. del C. d'A . di Roma. '.['en. generale nel r915 , comandò per ttmo il periodo della guerra contro l'Austria la 3a <livis . di cavalleria, meritandosi nella vittoria finak la, croce da cav . clell'O.M.S. Dopo la guerra anelò in P . /\.

Guicciardini (Francesco). Storico, n. e n1. a Firenze (1482-r540). Fu ambasciatore in Spagna (1512), governatore per il Papa cli Modena e Reggio (l 5, 8), poi di Parma e di Bologna e· luogotenente generale de lla S . Sede comandante dell'esercito pontificio . Difese P:mna assed iata dai F rancesi e sedò la rivolta dei Pepoli a Bo\ogna. La ,ua opera più importante ~ la « Storia d'Italia » (dal 1490 a l 1534). Scrisse anche w1a « Storia d ì Firenze dai tempi d i Cosimo de' Med ici a q uelli del gonfaloniere Soc!erini ,;, Guide. D enominazio ne data sin dall a seco11cla metà del sec. X VII! a corpi armati generalmente di scorta a comaudanti in capo . lp Francia, all'epoca del Consolato ,·c. ne era un regg. , che prese poi il nome di cacciatori a cavallo. Nel 20 Impero il rcgg. C. fu ricostituito. Guide dr.Ilo Staio .Maggiol'e. Co1npagoia creata nel Regno delle d ue Sfrilie nel 1815 e sciolta nell'anno seguente. ' Guide del Tirolo . Corpo volontario, formatosi nel marzo

1848 in Lomba rd ia, costituendo la 6a colonna dei volon• tari, agli ordini del visconte Ernesto d ì T hannbng. Prese parte alle operazio ni in val Sabbia e, nel gi ug no, ebbe no me cli Corpo delle guide del Timlo . Combattè ag ii ord ini del Durando, e poi seguì l 'esercito picmonte.se nella sua ritirrita da lb Lombardia; venuto in Piemonte, vi fu sciolto niel settembre 1848.


Gu1

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Guide garibaldine. Fu dato questo nome ali volontari a cavallo appartenen ti ai ,, Cacciatori delle A lp i » nel r859. Fu ro no comandati dal -Simonetta in tale campagna, e, ricostituite ne l 1860 durame la campagna dei ,, Mille » dal Missori . Guide (Reggime11to Cavallegge1·,)- Nd 1859 fu costituito tll)O s,1oadronc di (; . che l'anno succesisvo fu portato alla forza di un rcgg. , incorpora!'dovi lo sqdr. C. forma to ncll 'Emilia e nuclei di altri r cgg. Nel ,871 d ivemò 19° regg. cavalle ria (Guide) e 11el 1876 riprese il nome d i rcgg . Cavalleggeri G,,ide (19). Nel 1897 fu chiamato Caval leggeri Gui• de (I9) cd inli11e nd 1920 regg. Cavalleggeri G uide. (Àmbattè a Cusroza nel 1866, me ricandosi una mcd . d ·argento. Invi,\

L Guide Garibaldine

suoi grega ri in Africa nel 1887-88 e nel 95-96. J suoi sqd r . 2° e 4° parteciparono alla guerra ita lo-turca 19TT-r912. Durante la guerra ita lo-austriaca operò a piedi ,•d a cavallo, d istinguendosi il 15 maggio 1916 al com-

EI Segnale del reggimento Guide

b,mimento d i Monfalcone a q. 12 r ove respinse un at/

Gu1

lano, nella qual caricà fu promosso gen. di brigata nel 1926. Nel r927 venne incaricato dell' ispettorato gcn _ del Genio e nel 1930, promosso generale di divis . fu nomi nato Ispettore del genio. È autore, fra alta,, di un trattato di « Fortificazione permanente ».

Guidi (Guido) . Capitano del sec. XIV, n. di Asciano. ln(ziò la carriera m ii. a favore èlei Bolognesi. Passò poi al servizio della Chiesa che lo nominò capitano generale nel J 390.

Guidi Cammillo. Ammiraglio della !llarina tos~ana medicea, del scc. XVII. Si battè con cro i pirati barbareschi agl i ordini dell 'ammir. R icasoli, e ne l , 680 fu nominato viccamrnir . t: partec ipò, al comando delle . gàlerc toscane, sotto il .Morosùù, all'impresa d i Santa Maurn (1684), a quella di Coron (r68s), a Guidetti Angc1o quelle di Navarino e di Modone, d i Nauplia (r686), a quella di Negroponte (168~). Guidi Piet,-o. Generale, n. a Portoferraio (1832-1910;. P,·ovcniente dall'esercito toscano, d ivenne ten. di fanteria nell'esercito sardo nel 1859. Nel 1861 sotto Gaeta meritò · una mcd . _d'argento, e ne lla lotta contro il brigantaggio ebbe nel 1864 la menzione onorevole. Nel 1880, si d istinse in uno scoppio d ·esplosivi a Trapani e fu decorato della med . di bronzo al va lor civile _ Colonnello nel 1884, .:omandò il d istretto mii. di Ancona e nel 189r andò in P. A. Nella r iserva fu promosso magg. generale nel 1895. Guidi Giro/,imo. Generale, n. a Mansummano, nel 1861. Sotto t. d 'art. nel 1883, partecipò alla campagna d 'Africa del 1895-96. In P. A . col grado di maggiore nel 1908, nell a riserva fu promosso colonnello nel 1917 e generale di brigata nel 1928.

Uniforme del r eggimento Guide, ( i 928)

tacco nem ico. Durante la battaglia d i Vittorio Venet0, lanciato all'i11scguime1110, raggiunse Sacilc rcs1lngen.do il nemico e passando a viva forza la Livenza . Per q uesta azione meritò la mcd. di bronzo al valore. I! regg. ha per m otto : " Alla vittoria ed .111 'onor son guida ».

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Guidetti (Angelo Pietro) . Generale, n. a Vercelli nel 1869. Sortot. del genio nel r 889, fu poi insegnante alla scuola d'applicazione di art. e genio. Partecipò alla guerra contro Stemma del l 'Aust ria, d ivenendo colonnello nel reggimento Guide 19q : fu comandante del genio del rn° C . d'A. e mento una mcd. d'argento. D al 1920 al r924 comandò in 2 3 l'Accademia milit. ind i passò comandante del genio del C . d'A . <li Mi-

Guidi Francesco. Gene cale, n . nel 1876. Sottot. di cavalleria nel r9or , Ifrequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Partecipì, alla guerra contro l'Aust ria e fu a lungo capo d i $. M_ al comando ciel corpo della cavalleria, meritandosi la croce aa cav . dell'O.M.S. e clivenendo colonnello nel ,9 r 8. Nell'ultimo anno di guerra fu capo di S. M . nella 51a div is. c dopo la pace comandò il regg. cavalleggeri Nov:1ra. Generale di brigat a nel. 19z8, ebbe il 1" comando superiore di cavalleria . Guido (Novello) . Capitano fiorentino del sec. Xlii. Luogoten. in Toscana del re Manfredi, a capo delle milizie ghibelline battè dapprima i Guelfi, ma in seguito fu <confitto (1266) e cacciato da Firenze.

Guido da Vigeva110. Medico vigcvanesc (1270-1335). Fu medico mii. di Enrico VII d i Lussemburgo, assai rinomato ai suoi tempi. Lasciò un 'opera in w i tratra, con numerosi disegni, del le macchine e dei mezzi bellici per copquistarc le città. Fra l 'altro, propone carri « .i mbattagliari ", perfezionamento dei carri d i guerra degli antichi: qùcsti carn possono considerarsi come precursori dei carri armati di L eonardo da Vinci,


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Gu 1

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Guidoborio (Cauafrhiui Garofoli, barone Gregorio). Generale, n. a Tortona nel 1852. Sottot. di cavalleria nel 1873, diven11e colonnello nel 1905, comandò il rcgg. N izza cavalleria e nel 19ro andò in P. A. Nella riserva fu promosso magg. generale l)ei 1915 e generale di divis. nel 1923. Guidobono Giovanni Pietro. Generale del commissariiw, m . a Bari (1 866-1927). Sottol. nel J 888, divenne colonnello nel r918. Partecipò aJla g uerra contrn l'Austria. Dircnore ti.i commissariato mii. del C. d 't\. cl i Bologna nel 1924, lu promosso magg. generale ispettore di commissariaro nel i92q a Napoli.

Guidone. Piccolo stendardo, di colore rosso, giallo, verde o turchino, che portavano i sergenti cl 'ala, o le guide general i del bgl. Serv;o.•a di punto d i visla per allineare le guide sulla riga prefissa , e quindi i d rappelli dei bgi. sulle guide. Si chiamò G. anche l' ufficiale che lo portava. In Francia, questa carica fu soppressa nel 1776. Oggidì, negli eserciti, non_ s i usano pi~ .

Guidone (Mar.). Quando due o più navi da guerra si Lrovano riun ite in 1narc o in un ancoragg io, i I più an1.iano dei comandanti assume il titolo d t comancbntc su periore ed inna lza in cima all'albero d i maestra o d i mezzana l'insegna rela(iva , che si chiama G., per lo più d i forma tri;mgo lare. \

Guidoni (Alessandro). Generale dell 'Aero nautica, n . a T orino, m. a Roma (1880-1928). Nel 1903 fu nominato ing. del Genio "Navale; lasciò questo corpo, dove aveva raggiunto il g rado di ten. colonnello, nel 1920, per passare ali' Aeronautica, dove fu promosso colonnello, e generale nello stesso anno i 9~3, per meriti speciali. Aveva fatto la campagna di Libia e quella contro l'Austria. Dedicalo agli studii e al!e esperienze,

aveva guadagnato varie medaglie dal M inistero della Marina per questo. Nel 19:n era Guidoni Alessandro stato no1ninato ajutantc <lj campo onorario di S. M. il Re e nel 1926 aiutante <li campo generale. Ebbe ed assolse egregiam ente una quantità di incarich i scientifici e coperse cariche direttive importanti nelle costruzioni aeron:nn·jchc. Nel 1920-23 fu a \Vashington come addeLLo aeronautico; tornato in patria , assunse la direzione superiore del Genio e delle costruzion i aeronautiche. S'i era laureato a T o rino nel 1903 ingegnere industriale, a Genova nel 1905 ingeg nere navale. Costrul idroplani e aeroplani e pubblicò notevoli studij su ri viste tecniche; costruì inoltre varii apparecchi e dispositi vi . Morì per avere voluto p rovar,;. un paracadute persona lme1\te , essendosi nel lancio impigliate le corde al suo corpo. Aveva poco prima raggiunto il grndo di ten. generale dell 'AeronaC1tica, d i cui aveva il comando. I'u insignito di medaglia ti 'oro al valore aeronautico, con questa n1otivazione:

<~ Pioniere

dell'aria, tecnico insupcra.

bile, superbo esempio d i kde, di energia e di valore, tro vava morte gloriosa prodigandosi oltre il dovere » .

Guidorossi (Luigi). Generale, n. a Calestano, rn. a Veli no · (1825-1903). Entrato nelle lruppe parmensi nel 1~-F,

Gu r

d i,'cn nc sottot. nel 1847. P assato nell'esercito italiano co l g rado cli capitano nel 1860, partecipò all' assedio cli Gaeta . Combatti: poi nella campagna del 1866 e venne nel 1873 promosso colonnello comandante il 47 fanteria. Magg. generale nel 1880, comandò la brigata Modena . D~l 1885 al 1887 fu af.comitato di fanteria e cavaller ia, d ivenendo ren . generale nel 1886. Nel 1887 passò al comando dc·lla- clivi;. mii. d i Perugia. In P. A. nel 18~9, nel 1893 passò nel!a

riserva.

Guidotti (fra Ospizio). Ammiraglio del sec. XVÌJ, n . di Bologna. Combattè nella Marina dell 'Ord inc di Malta contro i Barbareschi. Lasciò un volume di« Memorie e appunti con d isegni di navi, di fortezze, di porti, ecc. Guidotti (Ales.<twdro). Generale, n. a Bologna nel 1790, m. combattendo nel 1848. Par tecipò alle campagne r,ap<>leonichc in l spagna e in Russia, poi servì sono Murat. T ornato a Bologna, prese parte alle cospirazi<>ni precedenti i l 1$48 e servì come colonnello nel 1831 sotto il gen. Zuccbi. Quinrli emigrò, e nel 1848, tornalo coll'in i7.io dei moti, si dedicò all 'organizz~zionc de lle milizie bqlognesi rhc condusse come generale nella campagna ·od Veneto. Cadde nel combattimento d i Castrettc, attaccando gli Austriaci alla testa dei suo i soldati. G11ido111 Emc!lo. Gcncrak, n. a Firenze, m. alla Spe2.ia ( 1833-HJ18). Coll'esercito toscano parteci pò alla campagna del 1859 e però dopo passò ndl'cscrcito italiano, Com l,attendo nel 1866 meri LÒ la croce d'uff. dell'O.M.S. Colon nello nel 1874, e bbe il co mando del 2° rcgg. bersag lieri e nel 1877 vennP nom inalo ailllante di cam po d i Vi norio Eman uele 11, alla morte del quale passò colla stessa c3rica a l sen·izio d i Umberto I. Magg . generai~ comand:rnte la brigata Berga;no nel '!881, venne p roino,so lcn. gcn<"rale nel 1887 e com:mdò successivamente k divis. d i Bari e cli Tori no. Nel r 893 iu collocato nella riserva.

Guùloui (juido. Generale, n . 3 Firenze nel 1871 . Sotto!. d i cavalleria nel 189,, passò nell'anno seguente in artiglieria. Nel 1989 d isperdendo dei rivoltosi a Livorno ebbe la med . di bronzo. Partecipò alla guerra contro l'Austria : nel 1915 fu decorato della mecl . d 'argento e promqsso ten . colonnello per merito di guerra; nel 1916 fu promow, colonnello comandame l 'art. del settore di Cosrnagnou ove meritò una seconda mcd . d 'argento ; 11el 1917 per b conq uista del Kuk, del Vodice e del la Bainsizza ebbe la croce da cav . dcl l'O.M.S. In P .A .S . nel 1920, fu promosso generale cli brigata in .'\. R. ,\. alla /iqc del 1925. Guilbaud (Renato). Ufficiale francese, medaglia d'oro clell 'AeronaULica italiana. Capitano · di corvetta del la marina fr~ncesc, perì nell'opera di soccorso tentata µcr il salvataggio dei naufraghi dcli 'aeronave « Italia » nelle regioni polari , insieme con Amundsen . li governq ita liano g li conferì la med. d'oro al valore aeronautico, con questa motivazione : ({ Aucfacissi1no aviatore francese, chiudeva una vita eroica con un' n1agnifico gesto di solidarietà un1ana »

(G iugno

1928-Vl).

Guilford-court-house. Località degl i Stati Uniti nella Carolina settentrionale. Durante la guerra d'indipendenza d ' America, vi si scontrarono il 15 marzo 1781 due corpi avversari ; quello Inglese, forte di 2400 u . al comando del ge~. Cornwallis; quello Americano, forte d i 6000 , fra stanziali e milizie, sotto il ge n. Greene.


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ln attesa- del ,1c1nico, gli Americani si e rano fermati davanti a G . in terreno difficile, rotto da fitte boscaglie, divisi in tre lioce. li primo scontro avveunc fra la cavalleria del Tarlcton, avanguar<lia ing!csc, e <1uella americana che, dopo breve resistenza, ripiegò ordinarnincnte sulle proprie linee. Intanto il gcn. Cornwallis iniziava un fuoco d'artÌ· g lieria , e subito dopo muoveva al l'attacco della prima lineà amcriclna, che, faua una sc.:arjca, si slx.1.ndc) pri1na che si venisse alt~ baionetta. La seconda linea, a cui i coman: danti american i fecero credere cbe la ritirata della prima fosse preordinata, resistette con p iù vigore ma fi na hnente, sopraffatta, ripiegb sul le milizie stanziali che . formavano la rerza linea. Gli inglesi, colmati gli intervalli con d ue bgl. tenuti in riserva, attacc2rono anche la terza linea. La lotta re.stè, a lungo .indecisa; per un n1o mento sembrò fa~

vorevole ai repubblicani, perchè g li Inglesi piegarono per una carica operata da l wlonndlo Whasbington . Però il Cornwal lis, r infrescaci i suoi dj qualche rinfor,:o e spinta avanri la cavalleria del Tarleton, mentre coll'artiglieria occupava una altura dominante trnscur ata dal nemico, riuscì a respi ngerli completamcme. Perdettero nella battaglia 1300 u. gli Americani, Soo u. g li Inglesi. La vittoria nulla fruttb al Comwallis; mentre i l Grcene raccoglieva i suoi dietro il Rcedy-fork e r iparava le perdite, egli doveva, per l'ostile contegno delle popola2ionj, 1·itirarsi a Wiln1ington .

Guillaumat (l'inrn) . Generale francese, o. nel 1863. Sottot. nel 1884, era generale di brigata nel 1914. A!lo scoppio della guerra contava al suo attivo ben ,~ campagne coloniali, ed aveva disimpegnato mansioni impor~ canti. Fu comandante delle divis. 33" e 4• (Marna 1914 Argonne 19 15), i11cli ciel , 0 C. d 'A. in Loreaa (Verdun 19 16 - Somme 1916). Nel d i• cembre 19 16 fu nominato comandante della 2• armata ; nel• l 'aprile 1917 successe al generale Sarrail nel comando del• le t ruppe francesi in Macedonia . _ 1el febbraio 1918 fu richiamato

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Francia,

di là del le Alpi . G. era presidiata da 800 " · al comando di Malandière. Tentò il ge.n. Pasella, che comandava l 'a,·anguardio. del duca, <.li prendere (27 luglio) G . d'assalto, ma venne respinto, e riuscl ad ottenere la . resa solo dopo tre g iorni di hombardamento.

GuiHet (Pougny dc Monthow:, barone Giuseppe). Genera le, n. a Ginevra, m . a Torino (rj6o-18:>4). Iniziò la carriera nella legione degli accampamenti e da ufficiale superiore partecipò al le guerre della fine del secolo XVII!. Colonnello nel 1816 e magg. generale nel 1817 com an dante il corpo dello S. M. generale, fu promosso ten . generale nel 1830 e nel r831 andò a riposo. Guillet Pietro. Generale france,e, n. di Chambéry ( ri65• 1836). Dapprima a l servizio del Re di Sar degna passò nel 1786 al servizio della Spagna e nel J792 a quello della F rancia e divenne generale di brigata nel 1800. Partecip<'> a tutte le guerre clell'epoca e nel 1809 lasciò ti servizio. Rip resolo qualche anno dopo, comandò una briga1a cli guardie nazionali mobi lit.ata nell 'armata clcilc Alpi . Nel 1833, come cospiratore, venne rinchiuso nel forte di rencstrcllc ove morì tre anni dopo. Gui!let Amedeo. Generale, n. a Capua nel 1874. Suuot. d'art . nel 1894, frequentò poi la scuola di guerra e passi, nel corpo di S. M. Partecip<'> alla campagna libica del 1912 -1913 meritandovi una mcd. di brùnzo, e alla g uerra rnntro l'Austria guadagnandovi le croci da cav. e da uff. del! ' O. M. S. e divenendo colonnello nel 1917. Dopo la guerra ebbe (1923) il comando del 25° regg. artiglieria. Gcn~rale J i brigata nd 1926, ebbe la carica d'ispettore d i mobilitazione a Napoli.

Guinegatte (oggi: Enguinegaue). Com une della Fran • eia, nel dip. del Passo di Cahis.

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1

....... Am.

per

c;uillaumat Pietro

preparare e dir igere la difesa del ca,'!110 t rincerato di Parigi. lnfu1c comandb la s~ armata francese, nel scco1\do periodo della bmaglia d i Francia . Poi fu membro del Consig lio superiore di guerra, e com and....,tc delle truppe fran• cesi t!1occupazionc sui Reno.

Guillaume (barone Enrico). Generale e scr ittore belga (18r2-1877). Fi1 aiutante di cam po del Re, ministro della guerra, governatore dell 'Accadem ia militare. Scrisse· la « Storia dell'o rganizzazione militare sotto i duchi di Borgogna »; e la « Storia dei reggimenti nazionali durante la g uerra dei Sette anni e d urante le .guerre della Rirnluzione france.se )> .

Guillestre. Comu ne della Francia, nel d ist r. dd k Alte Alpi, sulla Durancc, ant. fortificato con castello dei vescovi d'Embniì1. Présa di, Guille,tre (1692). Appartiene alla g uerra Germanica, operazioni del! 'esercito di Vi ttorio Amedeo 11 al

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Battaglia di G uincgattc ( t479)

I. Battaglia di Gtti11egatte (1479) . Appartiene alla lotta fra Luigi XI di Francia e l'arciduca Massimiliano d · Austria, divenuto sposo di Ma ria cli Borgogna. L'arciduca, con truppe de' suoi Stati e di q uelli avuti dalla moglie (;ry.ooo u . fra i quali 500 arcieri inglesi) si recò ad assediare Théro uanne, e al soccorso della piazza mosse un


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LJattacco di Giacomo di Savoia, conte di Romonc, contro i Francesi a Guinegatte

esercito francese di 1800 lancie, 14.000 fanti e buo11c artiglierie, agli ordini del geu. F ilippo d i Crèvecoeur. MassimiJiano mosse contro 9.uesto esercito, •e lo incontrò

presso b col lina che sovrasta G.; si schierò allora con la cavalleria alle ali e attese l'urto francese. Il Crèvecoeur diresse ] 'assalto prioc.ipalmente, con Ja sua cavalleria, contro quella dell'ala sr. francese, e riuscì dopo aspra lotta a metterla in fuga. Ma, invece di volgersi contro la fanteria che costituiva il centrn neJUico, i cavalieri vittoriosi, si shnciarono ali 'inseguimento dell'ala sbaragliata, abbandonando la propria fanteria . Questa attaccò il centro nemiro che, guidato da Massimiliano , resistette e contrattaccò respingendo dapprima e sbaragliando quindi i F rancesi. La guarnigione d i Thérouanne intervenn~ per attaccare da tergo le truppe di Massimiliano, ma, imbattutasi nei suoi bagagli, si fermò a saccheggiarli. E così, quando il Crèvccoeu r tornò nel campo, reduce dal! 'inseguimento, trovò Massimiliano pad ront della sirunione, e battè in 1-itirata raccogliendo quanti dispersi e fuggiaschi potè raccogliere. Erano rimase~ uccisi, quasi per metà per ciascuno deì combattenti, circa 1 4.000 u. in questa sanguinosa battaglia, dopo la quale l'arciduca non òsò, bcnchè vincitore, intraprendere per due anni altre azioni · milital"i. Nella battaglia d i G. si distinse grandemente Giacomo di Savoia, figlio di Lodovico e di Anna di Cipro. Il. Battaglia di Guinegatte-. Appartiene alla lotta fra Luigi XII di Francia e l'lmpcro, alleato dell 'Inghilterra. li re di questo Stato, Enrico VJIJ, sbarcato a Calais, riuscl a riunire le prop rie alle truppe dell'imperatore Massimiliano e intraprese con lui, come nel 1479, l'assedio di Thérouanne, con 40.000 uomini. Il r6 agosto 1513, ayendo un esercito francese, comandato dal Pienne, da l La Patisse

e dal duca di Longuev1lle, temato di approvvigionare la piazza, ne venne uno scontrn fra la cavalleria francese e un ,_grosso corpo alleato. La cavalleria al primo urto prese la fuga, e ua questo uso degli speroni, più" che delle armi, la giornata fu detta appunto « degli speroni ».

Guisa (francese Guise). Città della Francia, nel dip. ddl'Aisne, sull'Oisc. Nel 1544 fu difesa da Piero Strozzi felicemente contro le truppe di Carlo V. Nel r650,· assediata dagli Spagnu◊li, fu difesa per r5 giorni dal regg. Bridieu, ch'cravi di guarnigione, e g li assedianti furono costretti a ritirarsi. 1

Battaglia di Gr,Ùa (agosto 1914). Appartiene alla guerra mon<liale. Il successo, già consegu ito dai Tedeschi colle precedenti battaglie di Chaderoi e di Mons, aveva obbligato i Francesi a ripiegare dietro I 'Oise, e gli Inglesi a desistere da l proposito di difendere le posizioni di S. Quintino, obbligando tutti al ripiegamento verso Sud. Le critiche condizioni in cui venivano a trovatsi spccialn1ente gli Jnglesi, avevano consigliato il gen. Joffrc ad esegi,ire in unione col 1° C. d'A . inglese una puntata offensiva in direzione d i S. Quintino, per arrestare l'incalzante inseguimento nemico e dare tempo e spazio agli Inglesi per ripiegare come era previsto fin dietro Ja Seruia. Della puntat~ offensiva fo incaricata J,1 5a armata francese, il cui comando aveva ordinato che due C. d' A. (XV IU e llf) ripassassero l'Oise, a sud di G. e puntassero su S. Quin tino . Il X C . d'A . avrebbe frattanto osservato le provenienze da Guisa.

li 29 agosto, verso le 10 dc.I mattino, mentre erano in corso i movimenti sopra indicati, la 2a armata tedesca sboccò da G. in forza, impegnandosi contro il solo X C.

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Ou1

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d'A ., che resistè mirabilmente ma dovette più tardi ripiegare, noi.ostante i rinforzi inviatig li (1° C. d'A.). La bauaglia continuò tutto il 29 e buona parte del 30, e, anzichè consistere nella marcia offtnsiva su S. Quintino, si r idusse alla difensiva dei franco-inglesi, minacciati di aggiramento dalla pane di G. A mezzogiorno del 30 fu iniziato il ripiegamento generale: i Tedeschi, stanchi del lungo combattu;ncnto, non ftu·oao capaci di efficace inseguimento. La battaglia segnò quindi un tempo d'arresto alla travolgente offensiva tedesca , permettendo ai franco-inglesi di continuare il ripiegamento. Da tale punto di vista essi considerano questa battaglia come una loro vittoria.

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, ...__- ......_ rrancesi ~ Br1/annici

~•Tedeschi La battaglia di Guisa (agosto t 91 +)

Guisa (di,ca francesco dz). Generale francese (15r 9-r563). Difese vittoriosamente Metz nel 1552 contro Carlo V; nel t557 guidò la spedizione contro il Reame d, Napoli. Prese Calais agli Inglesi e Thionville agli Spagnuoli. Poi fu a capo dei cattolici contro gli Ugonotti, che vinse a Rouen e a Drcux. M~ntre stava per conquistare anche Orléans (u ucciso da un gentiluomo ugonotto.

GuL

lonnello. Fra altri scudi militari, scrisse le « Memorie critiche e storiche Sll diversi punti d'antichità militare, con storia dettagliata della cam pagna di Giulio Cesare in lspagna "; e " Analisi della campagna di G iulio Cesare in Africa descritta da Irzio " ·

Gujrat (e Gugerat). Città dell'India, nella parte settentrionale del Punjab. Durante la guerra degli Inglesi contro i sikks, que.sci si erano concentrati nel febbraio r849 presso la detta città, in numero di circa 40.000 u ., compresi 1500 cavalieri afgani, con 60 cannoni, .agli ordini di Chattar Sing. E ad assalirli vennero il 21 febbraio quattro divis. inglesi con 90 c~nnoni, comandate da lord Gough. Questi decise di concentrare l' artiglieria verso la sr. e il centro avversario, appoggiandola con due divis., e di attaccare la . dr. con le a ltre due, dopo che il resto fosse stato scompigliato dal fuoco. L'art . inglese assolse egregiamente il suo compito, portandosi davanti alle fanterie, e con t re ore di fuoco scompigliando il nemico e obbligandolo a cercar ricovero dietro un vilbggio posto al centro della posizione. Venne allora dato l'assalto da parte delle due prime, di vis. , che conqmsrarono il villaggio all'arma bianca. Subito dopo le altre due div,s. inglesi attacca rono la dr. nemica;

contrattaccati dalla cavalleria afg"na, la sbaragliarono, e quindi le fanterie dei sikks andarono in rotta. La vinoria costò 850 u. agli I nglesi, circa vcrsa.n.

10.000

agli av ..

Gulli (Ton,ma,o). lv!edaglia d'oro, n. a Faenza, m. a Spalato (1879--1920). Ufficiale della R. ì\f., era uscito dal-

Guùa (duca Enrico). Figlio del p recedente (1550- 1588). Fu uno dei capi della strage di S. Ilartolomeo; vinse i Tedeschi e i Protestanti ed entrò trionfatore a Parigi, sebbene il re Enrico Ili glie lo avesse proibito. Il popolo si sollevò in suo favore: egli assediò il Re al Louvre, sperando di prendergli la corona, ma Enrico .III, dissimulando l'agguato, lo invitò alle sedute degli Stati generali a Blois; e qui egli fu pugnalato men tre entrava nd gabinetto rea le.

Guiscardo, Corvcua a ruote, già della marina napoletana, varata nel 1844 a Gravcscnd; dislocamento tonnellate 1400, macchine HP 300; fu radiata nel 1882. La corvetta Guiscardo

Guiscardt (Carlo Teofilo). Scrittore mi!. sassone (1724• 1775}. Fece pèr breve tempo la carriera mi!. nella fanteria olandese. Dopo aver scritto una voluminosa opera : « Mem orie militari sui Greci e sui Romani », il re Federico Il volle nominarlo suo aiutante di campo e coll'esercito prussiano partecipò alla compagna in Sassonia divenendo co-

l'Accademia pavale di Livorno nel r902 . Da sottot. di vascello era stato per doe anni in Cina . Promosso ten . di vascello nel 19n, partecipò a ll 'audacc spedizione per il forzamento dei Dardanelli. Durante la ·guerra europea, scampato per miracolo ali' affondamento della " Regina


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G UL

Margherita ·» nel 1916, fu successivamente comandante di' torpediniera e di un treno armato, sulla costa Adriatica. Al principio del 1929 assunse, col grado di capitano di corvetta, il comando della R. Nave ,, Puglia », cd a Spalato (Dalmazia) mentre accorreva in aiuto dei suoi ufficiali assaliti da una turba di facinorosi, cadeva ucciso a tradimento. Ecco la motivazione, con la quale alla memoria dell'eroico marinaio fu conferita la mcd. d'oro: « Comandante della R. Nave « Puglia », a Spalato, avendo avuto notizia che i suoi ufficiali erano assaliti da una folla di dimostranti, si recava prontamente a terra con un n1-0toscafo, consciamente esponendosi a sicuro ri.-

3~ D. R. indipendente venne inviata su Liitzen per CO• prire il fianco destro. Nei giorni 18 e 19 l' avanzata della ,a armata russa continua cun decisa p reponderanza sulla dr., dove sono. raccolte 4 1/2 divisioni di cavalleria, mentre una sola è ali 'ala opposta: è infatti intendimento del gcn. Rcnncnkampf di tendere all'aggiramento della sr. nemica per staccarla da Kiinigsberg. I l giorno 20 v. Prittwitz contrappose ai Russi una manovra · per la propria dr. cd ordina al I C. d'A. cli tener fc.rmo a Gumbinnen, al XVII, al l R. ed alla 3a D . R., schierati sulla dr. di quello, di contrattaccare in direzione cli Stallupiins_oi " Mariampol per Goldap e Filippowo: a

schio di vita col solo nobile scopo di proteggere e ritirare i suoi ufficiali. Fatto segno a l.ancio cli bombe e ;carica di fucileria, benchè ferito a morte, nascondeva con grande serenità d i spirito la gravità del suo stato, e con contegno eroico e sangue freddo ammirevole, manteneva l'ordine e la disciplina fra i suoi subordinati, evitando che nella eccitazione degli animi il « mas " col cannone t: poi la « Puglia » con le artiglierie usassero rappresaglie . A bordo, sottoposto ad urgente operazione chirurgica moriva poco dopo, fulgido esempio di alte virtù militari » (Spalato, luglio 1920).

Gulli Tommàso

Gullo Loren·to

Gullo {Lorenzo Fmucesco). Generale, n. a Spezzano, m. a Piacenza (1855-1928). Sottot. nel 1877, percorse la carrier~ nell'arma dd genio. Fu sortodirettorc <lei genio a Taranto e nel 1\110 venne promosso colonnello a disposizione della Regia marina. In l'. A. nel 1913, venne r ichiamato durante la guerra e fu promosso magg. generale n<:1 1916. Nel 1923 assunse, nella riserva, il g rado di generai-e di divisione.

I

Gulnara. Prima nave a vapore della marina sarda, varata a Liverpool nel 1834: clislocamcllto 450 tonn., macchine HP 40. fece pai te della squa-!ra come « avviso » ; partecip ò a lle operazioni del 1848 nell'Adriatico, alla spedizione di Crimea (1855), fu nave stazionaria a Costantinopoli, e venne radiata nel 1874. Gumbinnen. Città della Prussia orientale, che ha d:ito il nome a una battaglia (agosto 19r4) appartenente alla Guerra mondiale. JI combattimento di Stalluponen (17 agosto) aveva avuto ~sito incerto, ed anzi i Tedeschi, a causa degli errori tattici commessj, avevano avuto serie perdite. T uttavia, di fronte alla constatata superiorità numerica dei Russi avanzanù, iJ gen. v .. Prittwitz ordinò che i l 1° C. d'A. ripiegasse sull'Angerapp ad est di Gumbinnen e che sulla sua dr. s 1 venissero a schierare il I di R , ed il XVII, mentre la

BatÙ'!gl la di Gumhin11en (agosto 1914): R1.1ss i : z, 111 C . d'A.;

3, IV C . d'A.; 4, XX C. d'A.; 5, Il C . d'A. ; Tedeschi: 6, 1II Div. risen•a i 7 1 XVII C. d'A. ri:H~rva; 8. I C. d'A. riserva; 91 1 C . d'A. ; 101 T D iv. cavalleria. ( 1, cavalleria russa).

nord la r• divis . di cavalleria doveva tentare l'aggiramento della dr. russa. Era dunque 011 doppio avvolgimento, ma per la riuscita d'una siffatta manovra occorreva che il centro russo si fosse impegnato a fondo contro il centro tedesco, mentre invece runase fermo; e che le ali tedesche fossero più forti, specialmente l'ala sr: costituita solo da una divis. di cavalleria, mentre di fronte ne aveva 4 1 /2. In tali condizioni le ~li avvolgenti te• deschc non riuscirono nei 1010 att;cchi: soltanto il I R. G. otteneva qualche successo verso Goldap, ma ben presto si trovava arrestato da forze soverchianti bene sistemate a difesa . L'attacco tedesco finì per riuscire frontale, contro nn nemico superiore in forze, che disponeva di molte btr. di medio calibro; gravi le perdite; .nulla ormai la speranza di successo. Frattanto avanzavano le avanguardie della za armata russa, che urtava n·ella ~resistcnza del XX Corpo: chiaro appariva l' intendimento dello S. lvf'. russo di tagliar fuori dalla linea della Vistola la 8• armata tedesca .


GuM

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Così stando le cose il 20 agosto, il generale PriLtwitz decideva di rinunciare alla partita e di ritirarsi verso ovest, operazione non facile, specialmerlte al cemro , pcrcbè il XVJl C. d 'A. si trovava non soltanto a stretto contatto col nemico, ma logoro e ridotto a mal partiro. Nel pomeriggio del g iorno 20 i Russi riprè1;ero l 'offensiva su tutta la linea, infliggendo ai Tedeschi un grave scacco, specialmente a l XVII Corpo che nella notte, con gravi stenti, e dopo d'avere lasciato in mano del nemico molti p rigionieri e molta artiglieria, riuscì a guadagna r la sr. del1'Angerapp.' I Russi non inseguirono; anzi sostarono il 2 1 e 22 e sòltanco la loro cavalleria si spinse verso l ' Alle ed i Laghi Masuri: il 23 però ripresero la lenta avanzata verso occÌd"11te. Rcnncnkampf stabilì a lnsterburg il suo Q . G. li contatto col nemico era staLO perduto. È in questa situazione che Prittwitz decideva di abbandonare la Prussia orientale ritirando le truppe sulla sr. della Vistofa.

Gunzburg. Città della Bavitra, sulla Mindel. Durante la campagna di GcrJnania del 1805, il gen . Mack, preoccupato della r:apida avanzata dei Francesi, aveva frettolosamente riunito a G., nella notte su l 7 ottobre, numerose truppe, e il giorno 8 aveva ordinato agli a ltri generali che si novavano sotto U lma, di raggiungerlo al più presto, Questa concentrazions. di forze rendev;t difficile attaccare quella posizione e il corpo del maresciallo Ney, incar icato da Napoleone di marciare su Ulma, era in condizioni di grave inferioriu'i numerica. Senza variare per nulla i suoi piani egli il 9 attaccò il Mad, mentre questi si disponeva a prendere l 'offer1siva e marciò sulla posizione di Gramberg, mentre il Loison avanzava su Langenau <' il gen . Malher procedeva su G. Gli Austriaci furono respinti su tutti i pu nti, i Francesi conq uistarono il ponte di G., presero i canJ10oi che lo difendevano e occuparocw la città. Gli Austriaci perdettero 2 5 00 u, e 6 cannoni, i Francesi 6oo u .

Gus

Colounello nel 1917, fu direttore dell'ospedale mii. di Torino e poi di quello di Cagliari. In P. _A, S. nel 1920, fu promosso brigadiere generale medico nel 1922; nel r923 assunse il grado di magg; gencrnlc e nel 1925 andò a riposo.

Gurko (Giu;eppe Wladimirovic) . Generale russo (18281901). Combattè in Crimea e, come generale di divis, nel 1877-78, comandò l 'avanguardia dell'esercito del Danubio, che rapid,,mçntc condusse presso ad Adrianopoli; prese Tirnova, sconfisse Cevket Pascià, si distinse particolarmente al passo di Scipka; dopo la caduta di Plevna occupò Sofra e battendo Sol iman Pascià giunse p resso Costantinopoli. Dopo la guerra fu governatore di Pietroburgo e di Varsavia; nel 1892 fu nominato feld-maresciallo.

G urgo:Achille

Gustavo ~ dolfo

Gurko (V11ssili). Generale russo, n, qel 1864, figlio del precedente. Frequentò la scuola di guerra, e fu capo di S. M. del C . d 'A . di Rennenkampf durante la guerra russo-giapponese (1904-1905). Ave"._a preso parte a campagne nel!' Asia , p recedentemente. D uran_te la guerra mondiale, fu comandante di divisione , poi di C . d 'A. poi d'armata, e in fine capo di S. M , Scoppiata la rivoluzione (r917) comandò il fronte occidentale e tentò di impedire la dissoluzione dell'esercito. Crollato questo, venne arrestato, e, rilasciato, si ritirò in Inghilterra .

G usberti (Massimiliano), Generale, n. nel 1873. Sottot. dei bersaglieri 1891, fu in Eritrea nel 1895-96-97 ed in Libia nel 1912, e partecipò alla guerr;i contro l'.')ust ria; nd novembre 1915 rimase fer ito e prigioniero ad Oslavià, ove meritò la mcd. di bronzo. Colonnello nel 19r7, <:bbc ne! 1923 il comando del 10 regg. bersaglieri. Ge nerale di brigata nel 19z6, comandò la brigata Salerno e poi la 2 3 brigata di fanteria .

de1

Gurko Giuseppe

G urko Basilio

g lierie. Il re Giovanni avanzò contro i trinceramenti e impegnò a fondo una parte delle sue truppe, mentre decise l'esito clel!a battaglia a proprio favore mediante un movimento avvolgente. <;li Egiziani furono completamente sconfitti e cacciati dal!' Abissinia.

' Gusmanti. Così venivano chiamati in lspagna nel secolo XVI quei gentiluomini poveri che, stretti dalla necessic~, prendevano serviz io nella m ilizia. Il loro numero fu considerevole nell 'esercito condono in Italia da Consalvo di Cordova; essi erano i prim i a dare esempi di valore, intromettendosi tra le lunghe p icèhe dei Lanzichenecchi e degli Svizzeri o tra le compatte ordinanze della pesante e ben armata cavalkria . In breve tempo acquistarono fatna di ottimi guerrieri in mezzo ai de- · strieri, atterrandoli e con agilità ferendo l'uomo a tergo o nelle parti del cqrpo meno riparate dall 'arìnatura.

Gurgo (Acliille) . Generale medico, n . nel 1859. Sottot. nel 1884, partecipò alla campag-na eritrea del 1895-96.

Gustavo (Adolfo) . Re di Svezia (1594-1632). Salì al trono nel 16rt e guerreggiò lungamente, acquistando fama

G ura. Villaggio de Il 'altipiano etiopico, nel! 'Harnasen. Fu tcau·o di battaglia (r876) che appartiene alle lotte fra Abissini cd Egiziani. Questi ult im i, coman dati da Mulai Hanan, avevano invaso i territori del re Giovanoj li, e si erano stabiliti sulle colline che dominano la piana

di G., trincerandosi con muri a st·cco,, guarniti di arti-


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Gus

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di valoroso e abilissimo condottiero . Combattè vittoriosamente contro la Danimarca, la Russia e la Polonia: poi si alleò coi Principi protestanti tedesch i e con la Francia (1631) conuo l'Impero e la lega cattolica. A Lipsia riportò completa vittoria sul generale T illy; a Liitzen cadde sul campo, mentre le sue truppe v incevano quelle del \Nallcnstein . Aveva reso il suo esercito temutissimo, sia p er la disciplina perfetta in rapporto ai. rempi, sia per la mobilità grande che aveva dato ai suoi soldati, munendoli d i fucile pii, leggiero di quelli in 1:1s0, e creando artigl ierie leggere al seguito della fanteria.

nello, comandò il 4° regg. art. da campagna e poi, alla sua formazione, il regg . art. a cavallo. Magg. generale nel 189r, comandò la brigata Basilicata; nel 1893 divenne comandante J"art. da campagna in Piacenza e poco dopo passò al comando della brigata Piemonte. Ten. generale nel 1897, comandò la divis. mii. di Verona e poi il XII (1902) cd i! III (1905) corpo d'armata.

Guter. Archibugiere tedesco del sec. XVI, di Norimberga. Jnventò nel 156◊ un fucile ad aria, che nel secolo dopo fu per[ezionato dall 'annaiuolo viennese Coutriner. L'incisione rappresenta il modello perfezionato, del scc. XVH.

Gy\.dai Ignazio

Fucile ad aria Gurer

G-uttstadt. Villaggio della Prussi,1 Orientale, sull'Allc, in Germania . Durante la campagna del 1807, mentre le truppe francesi, al comando di Napoleone, si portavano su G. } il 9 giugno trovarono la via sbarrata da una forte retroguardia russa, formata da 15.000 fan ti e 10.000 cavalli, che avc~·a preso posizione presso Gloccau. Mosse contro· di essa il Murat che, caricandola con una grossa massa di cavalleria, la mise in fuga inseguendola fino al di là di G., dove fece numerosissimi prigionieri.

Gyula1 Franeesco

Guzzo (Edoardo). Generale, n. a Napoli nel 1847. Souot. del genio nel 1867, d iven11c colonnello nel 1899 e fu direttore del genio a Firenze. In P. A. nel 1905, fu promosso mag~. generale nel 19u e nello stesso am10 collocato nella riserva. Ten. generale nel 1916, assunse il grado di generale di tlivis. nel 1923. Gwalior. Città dell'India inglese centrale, capo!. del paese dei Sindhia. F u presa da un corpo inglese di 2500 u. , comandato dal magg. Popham, nel febbraio del 1780. La cittadella era ritenuta inespugnabile e cadde per improvviso assalto. Nel r857, duran.te la ribellione dei Cipays, . a G. nel giugno vennero urcisi parecchi ufficiali inglesi, e i superstiti si rifugiarono ad Agra. Il 19 giugno 1858 le truppe inglesi al comando di Bugh Rose vi battevano gli Jndian.l ribelli, riuscendo a impadronirsi della città la sera stessa, e della cittadella il giorno dopo, con un ardito colpo di mano. Gyulai (Fran cesco). Generale austriaco, figlio di Ignazio (1798-1868). Fu dal 1840 al 1850 ministro della guerra, e nel 1859 comandante dell 'esercito nella guerra contro i franco-piemontesi. Dovette lasciare il coma ndo dopo la battaglia di Magenta.

Gytdai Ignazio. Generale austriaco (1763-1$31). Si segnalò a Hohenlinclen e a Wagrarn, ove chiuse la retroguardia durante la ritirata. Nel 1823 fu nominato goverGuy (Giuseppe). Generale, n . a Cluses, m . a Milano natore della Boemia. Suo padre Samuele (1719-1802) fu (1840-1906). Sottot. d 'art. nel 1859, partecipò alla cam- - feld-marcscialio, e suo fratello .-1/herto (1765-1835) tepagna del 1866 e nel 1884, raggiunto il grado di colonnente geperale austriaco. G uy G iuseppe


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Haarlem. Città dell'Olanda, sulla Spaarnc, ,1sscdio di H aa rl e m ( 1572-1573). Appartiene al • la guerra di Fiandra e fu posto con 12.000 u. da Federico d i Toledo, sulla fine cld 1572, per ord ine d i suo padre, il duca d 'Alba. Dal

n-wre, vigilavano sul 1nare di H. le nav_i · spagnuole del conte cli Bossu. Gli assediati , comandati dal colonnello Muller, disponevano di un va.,cello e alcune barche armate, e le adoperarono con deci:;ione, tanto da incendiare una nave nemica, catlura.rne due e obl:,ligare le a ltre a rimanere lo ntane. Ma, ricevuti r i.nforzi, il Bosso d istrusse (28 maggio) la piccola Aotta avversaria comandata da Martin Brande. La città, dopo avere rcspinro molti assalti di viva forza, bombardata lungamen re con batterie di grossi cannoni, fu costretta ad a rrendersi, sui prinù di luglio. I lavori d'tngegneria

Le mura di Ha.a.rlcm (sec. xvirr)

nel campo spagnuolo furono diretti dall'italiano Bartolomeo Campi, che vi lasciò la vita, ucciso d a una palla di can.none..

Hachètte (Giovanna) . Eroina francese, divenuta celebre nel! 'assedio di Beauvais del r472, operato d a Carlo il Temerario. Difendendo le mura, strappò uno stendardo a ,u1 soldato borgognone assalitore e lo rovesciò con un colpo d'ascia gi ù dalla scala. Beauvais le ha eretto un mon umento effigiandola in quell'atteggiamento. Haddington. Città della Scozia, sulla dr. del Tync. Nel 1548 venne presa dagli Inglesi che misero una forte guarnigione nel suo castel lo. Gli Scozzesi, con l'appoggio d i una squadra francese comandata da Villegaignon, recante un soccorso d.i 5000 u ., l'assediarono e la costrinsero alla resa. Haelen. Comune del Belgio, nel L imburgo. Il 12 agosto 1914 vi avvenne un combattimento tra cavalleria belga e cavalleria tedesca, che appartiene alla guerra mon diale. In quei giorni il comando tedesco mirava ad aver notizie sullo schieramento dell'esercito belga dopo l 'abbandono di L iegi e della linea della Mosa; l'azione della cavalleria del M arwitz, incaricata della bisogna, d iede luogo a questo combattimento, che fu l'unico tra cavai- · leric della guerra mondiale. Contro il villaggio di Haelen i Tedeschi dovettero inviare, per superarne la resistenza, 6 regg. di cavalleggeri sorretti da 2 bgl. di cacciatori a piedi e da 3 batterie . L'azione, abbastanza confusa, durò dalle 8 al le r8 del 10: agosto : la cavalleria del Marwit,; s' i1npdronì <lei vìllaggio d i H. e di altri vicini, ma, essendo sopraggiunta della cavalleria belga, ben sosten uta da fanteria, i Tedeschi dovettero ripiegare, dopo aver ,iport,,to gravissime perdite. Concorde è il parere dei critici circa il cattivo impiego della cavalleria tedesca io quell'occasione. Haeseler (Gottlieb eonte di). Generale dell 'esercito tedesco (1836-1919). Era già stato collocato a r iposo nel 1903, dopr, c.! i avere fatto le campagne dd r86,i, 1866, rX70 -71, cd aveva raggiunto il grado di gen~ralc nel 188.1, compiendo una brillante carriera, attraverso la q uale aveva avuto modo di affermarsi anche come scrittore e critico m ilirare : nel 1889 era stato nomi.nato sottocapo di S . M. generale . Allo scoppio del la Guerra Mondiale fu addetto al comando della 4a annata tedesca, tenuto dal Kronprinz . Devesi quindi a lui attribuire molta dell'attività strategica e tattica del principe. Nel 1916, dopo i gravi e clamorosi insuccessi della 4a armata tedesca d i fronte a Verdun, sì ritirò a vita privata . Haguenau. Città dell 'Alsazia, sul Modcr , (ortificara nel u54 dall' imperatore Barbarossa , e ancora nel sec. XVI.


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I. Assedio di Hngucnau (1675). Fu p<»lO dal gen . imperiale Monwcuccoli sui primi di a_~osto . Aperte le trincee, il difcnsrJrc, geu. d i Ca:;tclas. resi,tt·ttt.: con vigore, finchè, il ~~ ~go,to, un csercitn francese. guidalo dal Conti, s1 avvicinò alb piazza; al lora il Mo ntccuccoli, 111fcriore d i forze, dovette riti rarsi, abbandonando l'as;cdio . TI . . L<sedio d, Hngue111111 (1705) . Fu posto con 20 hgl. e sqdr. da l gen. imperia le contè d i Thungen il 28 settembre, e il 2 ouobre le btr. d'assedio iniziarono il fuoco. 11 comandante francese della piazza, generale Pér)', cagionò : in intens◊ fuoco gr:,, i perd ir~ agli assed ia,n i. Il 5 questi u ltimi avevano ù, batteria 33 cannoni e due breccic erano praticate nelk cortine. li Péry chiese di capitobre a onorevol i condizioni, ma, avendo preteso l'avversario la rcs:i a d iscrezione, la notte stessa del 5 osd all' improvviso con la guarnigione dalla piazza, rm•e,ciò un debole distacca mento posto sulla st rada cli Savcrne, e riuscì . a s:dvarsi con i suoi felicemente. 20

HA!

fallito; il 16 - febbraio, riuniti 20.000 u., su tre colonne, attaccò ancora un:i volta. 1 Cinesi avanzarono, n,a vcnner(I contenuti dal vivo fuoco avversario, specialmente cl'aniglieria, che inflisse loro perdite molto sensibili, e anche q uesta volta il Sung fu costretto a ritirarsi . Finalmente, il 22 febbraio,· un nuovo esercito cinese di 20. 000 u. comandato dal mandarino Wu-ta-chcng, volle ripc1crc una quarta vo lta i! lcntati':Oi l'attacco si svobc ancora su tre colonnc, ma, appena I ·art. giapponese ebbe aggiustato il \iro sugli assaiitori, questi 5b:gottiti volsero in fug:i.

□ CtAPPIJJ'ifSI

ii:l CINESI A ttacco di Hci-Ceng (zz gennaio 1 ~95)

Le fortificazioni di Hagucn,u (sec. X\'11)

III . ASJcdio d, Hr1g11cna11 (1706). Fu posto il 3 marzo dai Francesi dell'esercito ciel Villars. comandati dal gen . Péry. Erano 6 bgl. di fonti e 2 rcgg. cli cavalli. La sera stessa il Péry aperse la tr incea, ma la piazza, difesa eia 5 bgl. impcrjali con z5 cannoni, ,montò alcuni pcu.i del Pérr e gli cagionò grosse perdjtc. Villars accorse allora con rinforzi e ,on nuove artiglierie, e il bombard:unento fo ripreso intensamente. Mentre stavasi preparando l'assalto alle brcccie praticate nelle cortine, la guarnigione imperiale si arrcs: a discrezione, il 9 marzo .

Hai-Ceng. Ci11:\ fortificata della Manciuiia, e imporrante noclo strl(ble. Durante la guerra cino-giapponcsc costituiva il centro drlla linea delle posizioni cinesi. Il 13 dicembre 1894 , 1 giunse la 3" d1vis . giapponese (Nozu) che dopo breve combattimento se ne impadronl. Scopo dell'occupazione era stato q uello di conquistare il domin io delle strade prol'Cnieoti dalla penisola ciel Liao-tung, d 'ondc stavano per giungere le truppe della divis. Yamagi, provenienti da Pori Art.h ur, e (li interrompne le comunica1 io ni del nemico. Il gcn . Sung, che comandava le forze cinesi, volle prevenire l 'unione delle colonne avversarie, e il 17 gen naio 1895 attaccò i n forze la città. Questa era però stata raffo rzata con importanti opere campali esterne, e gli attacchi cinesi non riuscirono. li 22 gennaio il Sung, riordinate le sue truppe, tentò un nuovo attacco, anche questo

Haig (Sir William D ouglas) . Generale ing k se ( 186t- 1928) . Proveniva dall'arma di cavalleria inglese, e, prima della i,ierra mondiale, avern acquistato buona fama nelle colonie, avendo operato col Kitchener a Cartu111 e col Frcnch nel Narnl. Era anche stai() aell" lndia, come ispettore della cavalleria e poi capo di S. ~I. Sbarcato in Europa nel 1914 come comandante di uno (il primo) dei due C. d"A . , allora costituenti le truppe inglesi operanti in Francia, combattè di51inguendosi_ a Moos, alla Marna e in tutte le operazioni su ll'Yser. Nel diccmb,e 1915 succedeva a Lord Frcnch nel comando in raJ>O degli Inglesi. fu fautore ciel Comando unico per l'Intesa. Fu piu11osto un tecnico ed ur\ organiz7:ttore che un trascinatore cli folle, cd ebbe una mentalità più strategica che Lauica. Guidb gli Inglesi fino sul Reno dopo l'armistizio. In ricompensa dei suni servizi fu non1inato \'iscontc di BermcrsyHaig Willinm dc, e restò al co111a1Hlo clclle forze territoriali inglesi. Lasciò uno studio sull'impiego della ca,·alleria in guerra. H a ina ut. Nome di un regg. estero (Vallone) costituito nd regno delle Ouc Sicilie nel 175=. Venne soppresso nel 1780.

Haine (affluente della Scbe!da; ha dato il nome al paese dell'Hainaut). Sulle sue ,ive, alla fine del 54 à . C ., si svolse una battaglia che fa paitc della settima guerra di


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Giulio Cesa re 111 Gallia. Si trovavano di fronte ai Romani circa 60.000 Gal li agli ordini di Ambiorige, i quali, saputo l 'arrivo di Cesare avevano abbandonato l'assedio di Charleroi e volte le loro forze poderose contro di lui. L'audace proconsole ha soli 7000 uom ini, coi quali si dispone ad affrontare un nem ico quasi decuplo del suo: Però, prima di tentare la fortuna delle armi usa lo stratagemma di chiudersi in un piccolo campo, fortemente situato, si finge debole per rendere trascurato il nemico, e poi con assai to repent ino g!i fa pagar cara la superba negligenza. I.a cavalleria nemica s'appressa al campo e si azzuffa con la romana; ma questa, secondo gli ordini cli Cesare, cede e si ritira negli alloggiamenti. Ambiorige, c:1descato dar finto timore elci Romru1i, s'accosta alle opere romane e vi. fa dentro scagliare dei dardi. E clispre,:za talmente i Romani, che alcuni dei suoi Galli cominciano a cavare la palizzata ed a riempire le fosse. Allora Cesare, fatta una sor t ita da tutte le porte e mandata fuor i )a ca· vallerià, volge in precipitosa fuga i nemici, dei quali molcissin~' vengono uccisi dagli inseguitori, e li spoglia tutti delle armi. Ambiorige r iesce a porsi in salvo e Cesare, dop o b vittoiia. si avv ia a Charleroi unendosi al suo luogotenente Q. Cicerone.

Haiti (o San DoniiJJgo , ant. Hispaniola). Isola delle gran~ Antille, nel golfo ciel Messico, scoperta cfa Colombo durarite il suo primo viaggio. Colonia spagnuola e caduta in abbandono, fu in parte occupata dal la Francia verso la fine del 1.600, e nel lì95 tota lmente. Nel 1808 la rip rese la Spagna. L'anno dopo la popolai.ione proclamò la p ropria indipendenza, e succcssivamcn~c, in seguito alle lotte accanite fra la popolazione bianca e quella d i colore, l'isola si divise in due repubbliche, Haiti e San Domingo , temporaneamente

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indignò e verso la fine del dicembre 1801 inviavagli contro una spedizione di 2r..2 00 u . al coinaJJdo del gen. Léclerc, imbarcati _su 36 vascelli e -zr fregate, francesi e spagnuoli, al comando dell 'ammir. Vill aret. Le navi giunsero il 29 gennaio 1802 nelle acque di San Domingo e in breve se ne i mpadronirono; Toussaint Louverture fu condotto a Tfrest, dove 1ttorì. Nel 1802-803 si svolse una nuova guerra tra Francesi e negri, a cagione della sollevazione dc questi ultimi, favorita dalla febbre gialla che aveva fatto strage tra i Francesi.

Truppe d i Haiti (sec. x,x)

riunitesi in una so la nel 18::0.

La repubblica fu spesso dilaniaStemma di Haiti

ta da lotte i.ntestinc fra i partiti. po-

litici; H. ebbe un breve periodo di impero, quando si [ecc proclamare imperatore il negro Soulomyue (1849). L'effimero impero scomparve nel 1859 e lo Stato riebbe: forma repubbl icana. Gli avvenimenti mii. importanti di H. appartengono ali 'epoca napoleonica. Nel Ii95 la Convenzione Nazionale proclamò !a lib,ertà degli scliiavi; la r ibellione di questi ultimi scoppiò violentissima per la opposizione della pç,polaz,onc bianca, e trionfò sotto la guida cli l'n nero, Toussaint Louvertu re, messosi a capo dei ribelli. Assunto il potere, il Louvcrture meditò di rendersi ind ipendente, ma nacque subito un'aspra lotta fra negri e mulatti, a capo dei quali era il meticcio R iga ud : per i Mulatti ~ra il Sud dell' Isola; per il Louverture erano il Nord e l'Ovest, e l 'appoggio dei Bianchi. Mentre durava la lotta, Napoleone,_, creato console , fece nominare il Toussaint Louvcrcurc generale in capo, inviandogli, quale consigliere, ;l colonnello Vinceot, .esperto, per lunga dimora fattavi, delle faccende dell'isola. Il R igaud, non più in grado cli resistere, pard per la F rancia e il Louvenure rimase pudrone della siwazione. Si rivolse allora alla conquista della par te spagnuola dell'isola e con 10. 000 u. su due colonne la i nvase. Gioacchino Garcia , che la governava, dovette cedere. Il 1° luglio 1801 i l generale negro fece approvare una costituzione che gli concedeva poteri d ittatoria li a vita . Napoleone si

Questi non disponevano ormai che di soli 3000 u. , riclotti

a pochi centri sulla costa, avenclo perduto anche il Léclerc, morto per la febbre gialla . La lotta divenne feroce, per crudeli reciproche rappresaglie. Rinforzi giunsero dalla Francia, circa 12 .000 u. all a spicciolata, 111a orn1ai la ribellione era trion fante . Porto. Principe, rapol. dell ' isola, assediala dagli i.nsorti, doveva capjtolare dopo due m esi di resistenza, nell'ottobre 1803 . I sùpcrstiti della spedizione fran• cese si imbarcarono e si allontanarono dall'isola, pèr cadere in mezzo a una crociera inglese che li catturò. Nella parte spagnuola del l'isola, i l gen. Ferrane! resistette fino al 1810.

Esercito di Haiti. La repubbl ica non possiede un vero esercito ma una gendarmeria (urbana e rurale) della qua le fa anche parre i l servizio guardia -coste. Essa dipende dal Presidente della Repubbl ica e per esso dal Ministro degli interni. I suoi ufficiali provengono quasi tutti dalla marina nord americana . Le forze disponibili ammon tano a ufficiali 1 78, sottufficiali 135, truppa 2 . 400. Vi sono poi 19.oQ0 riservisti. Haiyany. V. Yalù . Halai. Villaggio abissino, presso Saganeiti. Il 14 d icembre 1894 Bathà Agòs, sobillato da Ras Mangascià, si ribellò all'autorità italiana imprigionando il residente <li Saganèiti, tenen te Sanguioct ti. 11 magg. Toselli


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ebbe l'ordine di agire e il 16, riun ite 3 cp. sotto Saganèiti, intimava a Rathà Agòs la consegna delle armi e la liberazione del residente. Bathà Agòs, dopo tentativi a temporeggiamento, si allontanava durante la notte, dtrigcndosi su H. per impadronirsi di quel fortino, presidiato dalla cp. del capitano Castellazzi. Il magg. Toselli, t rovato sgom bro Saganèiti, ,i dirigeva subito su H., il cui presidio, composto di 250 uomi ni, era stato attaccato alle ore r3,30 del giorno 18 da 1600 ribelli. Alle 16,45, mentre il forte si difendeva con estremo vigore, sopraggiu ngeva il Toselli a tergo degli assal itori, che, presi fra due fuochi, furono sgominati e subirono forti perdite, . fra le quali il loro stesso capo Bathà Agòs. Il tenente Sanguinetti fu liberato. Questo brillante fatto d'armi impose la tranquillità alla provincia dcll'Acchelè Guzai. Halai. Specie di bgl. che raccolse le truppe irregolari indigene costituite nei primi tempi dell'occupazione italiana dell'Eritrea, quando il geo. di San Marzano, nel 1887, le riorga11iuò. Furono costituiti 2 fi., riordinando la cosidetta ,, orda esterna » forte di 200(> u., ciascuno dei 9~ali divisi in 3 tabur (compagnie) suddivise in due mezzi tabur. Per la prima volta gli ufficiali itàliani assunsero comando di indigeni nei gra<li di sangiak (comandante di H .) e bimbasci (comandante di tabur).

Halàt (Comhattimcnto d,). li 21 febbraio 1891 il capitano Pinel li, coma ndante del presidio di Arafali, nel!' Agamè (Abissinia) av uta notizia di una razzìa compiuta da una banda di 700 uomini in danno delle genti Hazu, poste essa con h sotto !a nostra protc7.ione, muoveva contro propria cp. e la banda i rregolare assaortina, andando ai pozzi di 1-lal:h (sud-sud-est della b,,ia di Zula) per tagli.are la ritirata e ricuperare il bestiame. li giorno 22 nel pomeriggio la nostra colorma sorprendeva ad ·H. in marcia g li A!iissin i, attaccandoli di fronte e di fianco, e, dopo un breve aspro combattimento, li fugava. Le perdite degli Abissini furono di 156 u . fra cui il titaurari Aschèas, comand:tntc; le italiane di 3 ascari morti e 7 feriti. Il bestiame fu ricuperalo e restituito.

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Halazin. Località presso Matnik, nell'Egitto, fra Alessandria e Sollum. Vi era stato posr.> nel 19r4 un campo senussita, di Lirca 6000 u., al coma;1do di Sidi Ahmed, contro il <]Uale mosse il 22 gennaio da Matruk il gen. Wallace, con la brigata di cavalleria Lucan e la brigata di fanteria Glencoe. Gli Inglesi attaccarono il mattino del ::3 ; fanteria e artiglieria a1•anzarono frontalmente; la cavalleria, che disponeva anche di carri armati, eseguì un movimeoto aggirante. Il com battimento durò otto ore, e costò agli Inglesi 31 morti e 29r feriti: ai sem,ssi 200 morti e 500 feriti. La stanchezza delle truppe non permise l'inseguin1ento.

quelle di David, figlio di Roberto Bruce, comandate dal suo generale · Douglas.

Hall. T ipo speciale di ancora, largamente usata dalle navi moderne. È priva di ceppo, in modo che può essere ri~uccbiata dentro le cubie della nave occupando pochissllno Spazio e facilitando la manovra di salpamento. Ha le marre articolate e munite di appendici che ne facilitano la rotazione fi no ad un certo angolo considerato il più con\'cniente per la buona presa sul fondo. L'apertura delle marre è limitata da opportuni scontri ed avviene quando l'ancora essendo stata gettata sul fondo è trascinata dalla catena per il moto dclb nave. In questo modo la nave rimane solidamente ancorata . Halle. Città della Sassonia, tn Germania, sulla dr. della Saale. Dopo la baccaglia di Jcna (campagna del r8o6) ::--l'apoleone, che a vanzava su Berljno, seppe che la riserva prussiana, forte di 25 . 000 u . al comando de l principe di Wurtcmberg, aveva preso posizione ad 1-l. Ordinò in cor;seguenza al Bcrnadotte di attaccarlo al mattino del 17 ottobre, per impedirgli di trincerarsi sulla dr. della Saalc. Il marescia llo dispose che la divis. Dupont si schierasse di fronte al ponte sulla Saale che mena ad H., che quella del gen. Druet si portasse sulla sr. e attraversasse il fiume , fra H . e Geibscenstein occupando la strada di Magdebmgo, che il Tilly spiegasse la sua rnvallcria leggera davanti alla città, e che il Rivaud rimanesse in riserva presso Zolhaus . Messe le trÌ:rppe a posro, il Dupont iniziò l'azione, mentre il Tilly, cbc era sotto i! cannone di H ., si spostava verso i l punto in cui il Drouet doveva passare il fiume. Il 96° fanteria piombò alla baionetta sulla testa di ponte, e la conquistò; quindi, per quanto battuto cfficaccmcni:c dal fuoco nemico, caricò ancora i Prussiani respingendoli nella città, ove entrò insieme a loro incalzandoli colla baionetta alle reni. Incanto il principe del Wiirtcmbcr)l;, accortosi che i Fran,xsi avevano passato la Saale, aveva schierate tutte k proprie forze contro la divis. Drouet che, sostenuta d,11la cavalleria del Tilly, e dall'art. leggera, aprì il {uoco. In quel punto fu segnalato l'arrivo della divis. Rivaud e i Francesi fotti arditi dal! 'aiuto che giungeva, caricarono ~Ila bai.o nctta respingendo su tutta la linea i Prussiani, mentre il gen. Warlé, col 27" regg. leggero, fatto un can1biamento di front~ a dr. ne avvolgeva e catturava 1 2000 . li principe del Wiirtemberg, occupò una seconda po• sizione sulle alture retrostanti alla città, dove il gcn. Dupont andò ad attaccarlo col 9° fanteria leggera. L'attacco fu contenuto e respinto; solo un vigoroso contrattacco impedl ai Prussiani di rientrare nell 'abitato. Occupate poi anche le alture d i H., a sr. della strada di Lipsia, il Dupont t rovò il :ollcgamcnto colla divis . Drouet e i Francesi restarono padroni del campo di battagl ia. Caddero nelle loro mpn i 5000 prigionieri, due bandiere e 35 cannon1.

Halen (don Giovanni, conte di Peracampos). Generale spagm1olo d'origine belga (1790-,864). Combattè nelle file napoleoniche. Nel 1830 fu nominato comandante delle truppe rivoluzionarie belghe e cacciò da Bruxelles gli Olandesi. Passato nella Spagna, combattè nel 1836 contro i Car)isti, Nel 1840 fu capitano generale in Cata!ogna; in seguito presidente del tribunale supremo d i guerra e marina .

Hallen (Edoardo). Colpnnello inglese al servizio del Regno di Sicilia. Come comandante di galera nel 1713, r imase al servizio di Vittorio Amedeo Il quando in cambio di quella cli Sicilia ebbe nel 1720 la corona di Sardegna. Ebbe da Carlo Emanuele lll il comando genera le della Marina Sarda nel r743 e 1744.

Halidon Hìll, Colline presso la Twecd, nel Northumberland. Ha dato il nome a una battaglia che appartiene alla guerra fra Scozia e Inghilterra (13 luglio 1333). Le truppe ing les i al comando del re Edoardo III vi batterono

Halys, Fiume dell'Asia Minore; è l'odierno Kuziil Irmak. Su lle sue rive (8z a. C.) si combattè una battagl ia che appartiene alla seconda guerra mitridatic a e fu combattuta e vinta da Mitridate VI Eupatorc; re del Ponto,

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contro i l propreto re L. Licinio Mureno, il ']uale, avido di gloria e dì bottino, aveva contro g li ordini dì Roma invaso la Cappadocia non ancora sgombrata di Mitridate. In seguito a questa disfatta, Silla impose al legato di deporre le armi e di r innovare la pace stretta dopo la prima guerra tnitridatica .

Ham, Comune francese nel clip. del la Somme. Nel 1411 fu as1e<liato dal duca <li l:lorgùgna. La guarnigione, coman data dal conestabile d' Albrct, non riuscendo ad ottenere la resa a condizione, dopo lunga resistenza, eseguì una furiosa sortita aprendosi il passo fra gli assedianti con le armi alla mano. l Borgognoni misero H. a ferro e fuoco. Hamel in (Ferdina11rlo). Ammiraglio francese (1796-1864). P~ese parte alle spedizioni in Grecia (r82i) e nella Spagna (1823). :'-Jel ;827 si ~l istinse durante una crociera nel Mediterraneo contro i pirati a lgerini e nel 1830 si segnalò ne-Ila campagna contro I'Algeria. V ice ammir. nel 1848, ebbe nel 1853 il comando della Aotta francese nel i\far Nero : bomba rdò Odessa e attaccò ì (orti di Sebastopoli; nel Tb5-t fu promosso ammiraglio. Dal 1855 al 1860 resse il ministero della marina. Hameln. Città dell'Annovcr. in Gerrnania, sulla dr. <lei Hamelin Ferdinando Wcscr. Era piazzaforte ben munita e approvvigionata nel novembre del 1806, quando, ritirandosi dinanzi ai Francesi, vi !)j riunirono al comando del gen. Schoeler circa

ro.ooo Prussiani i quali vennero bloccat.i da truppe (rallccsi. I mezzi consider.evoli di cui H . disponeva e la forte t,TUarnigione facev::i.no prevedere una !unga resistenza; ma il gen. Savary, che il 20 novembre giunse sul luogo, ebbe un abboccamento co i general i che coman davano nella pinza e, persuasili della inutilità di qualsi"si resistenza, ne ottenne la resa.

Hamidiè. Nome dato a rcgg. irregolari di cavalleria ottomana nell 'orclinamento del 1904. Erano reclutati specialmente fra le tribù curde; rappresentavano una sorta d i cosacchi musulmani . r capi cu rdi, con fondi e anni pro,·visti dalla Turchia, organizzavauo tali rcgg. di cui assumevano i l comando. Si arrivò a costituirne 63, su quattro a sei sqdr. ciascuno, con nna forza complessiv~ di 40 . 000 u . cuca.

nella campagna del T ibet. Prese parte alle campagne del sud Africa dal r899 al 1902, e, come comandante di brigata, fu · a Ladysmith. Promosso magg. generale fu capo di S. M. di Lord Kitchner; poscia comandò le colonne mobili nel Transvaal occidenta le. Seguì le operazioni della guerra russo-giapponese nel 1904-905, pubblicando poi le sue p regevoli « Impressioni sulla guerra russo-giapponese "· Nella guerra mondiale fu comandante di divis. nel 1914-915.

Hammada. Zona prcdcscnica a 450 km. dalla costa tripolina e a 2 50 dall'oasi di Giado. Vi si erano rifugiati nel 1924 circa 800 armati ribel li Zintan, i quali costitu ivano una minacc ia per la linea di tappa :'-Jalut-Gadami:s. [I gen . Graziani decise di operare contro i Zintan e ne affidò il compito al magg. Galliani, con una colonna di 2000 irregolari libici. li 4 marzo la colonna partiva da Giado e raggiu1<gcva il 9 gli accampamenti ribelli fra Talonia e Nasra, in1pegnando aspro combattimento che tenninava con la sconfitta dei ribelli , i quali lasciavano sul terreno 154 mo rti e abbando,rnvano 10.000 capi di bestiame. La colonna si portava q uindi ai pozzi di Uccidei, dove, il 16 marzo, l'eniva att:iccata da un m igliaio di Zintan tornati all a riscossa. Questi erano dopo breve _combattimento respinti, lasciando nel terreno un centina io di morti. Il 30 la colorma tornò a Giado; aveva perduto nei due combattimenti 37 morti , fr:i i 'luali due sottufficiali bianchi, cd aveva avuto 120 fe riti, ira i quali· uu ufficia le bianco. L'operaz ione ebbe per risu ltato di ottenere 1a sottomissione - di varie tribù, e lo sconfinamento di a ltre in Tunisia . Hammelburg. Ci ttà della Baviera, sulla Saale. Nel 1866, il 10 lu_!!lio, una divis . prussiana (gen. Bayer) trovò :,J H. a guard ia del passo sul fiume, uua brigata della divis, Zollcr. bavarese, e l'assall met~ndola in rotta e forzando co,ì il passaggio della Saalc, contcrnporaneamcntc a ll ·azione ~pru::;::.hn.1 , er!i,u Kissingen.

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Hamilton, Tipo di cannone così detto dal nome dell'inglese che lo inventò nella prin1a parte del scc. XVII. Venne a sostituire i can11oni di cuoio per le fanterie . Era in feri-o, con palla da 4 libbre; era lungo m. 1 .30 e pesava 600 libbre. Poteva faci lmente essere trainato da due cavalli. Fu1 dapprim a introdotto dagli svedesi , ciò che rese celebre la loro artiglieria !eggera durante tutto quel secolo. Pianta di Hampton

Hamilton (Sù- fan). Generale inglese, n . nel 1853. Passò gran parte della sua carriera e della sua vita nelle colonie • inglesi, in. Asia ed in Africa. Partecipò nel , 878-1880 alla guerra contro gli Afgani; poi alla spedizione in Egitto. Nel 1895, come colonnello, diresse la sped izione di soccorso al Chitral e negli anni i897-98 fu comanda'nte di brigata

Hampton. Città marittima fortificata dagli Stati Uniti, nella baia di Chcsapeake, alla foce del James River. I. Presa di Hampton (18i3). Appart iene alla guerra anglo-americana. Fallita l ' impresa di Norfolk , I 'ammir. in-


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glese Cockburn sulla fine del maggio 1813 si diresse contro H. distante 18 miglia dalla prima. Il 25 maggio , mentre av~n,.ava colle imbarcazioni e col navig lio sottile contro la città per attaccarla di fronte, dispose che il gen. Beckvitl1, sbarcato a 2 m iglia di distanza, l'attacc.asse cli rovescio. Difendeva H. i l magg. Cruchtfielcl che, con bene aggiustato fuoco delle a rtiglierie, costrinse l'ammir{Jglio a ritirarsi . Corso poi in aiuto a una compag1ua di cacciatori che aveva contenuto le truppe del geri. Bcchvtih, visto che fermarli era impossibile data la grande loro superiorità numerica, ordinatamente si ritirò . La stessa cosa fece il comandante la batteria che aveva impedito lo sbarco degli 1ngksi, che cosl, impadronitisi della città, la misero a ferro e a fuoco . · IL Comb(l1timen1i navali di H11mpto11 (1862). Appanen1gono ·alb guerra di Secessio!l~. li giorn9 8 marzo 1862 l'ariete corazzato Virginia (già Merrimac) - confederato, al comando dell 'ammir. Buchman - entrò nella baia di Chesapeake dove trovavasi la squadra federale (5 fregate in legno e alcun i p iroscafi armati) situati in parte presso il forte Monroé e in parte presso Newport News. Il Virginia affrontò con lo sperone la fregata Cumbelancl e la colò a fondo; forzò altre due fregate ad arenarsi, ed una quana riuscì a catturare. Le altre navi si erano accostate a Newport Nc::ws, e !a matt.ina del 9 il, Virgin ia si d iresse contro questa costa per 'terminare l' impresa, quando entrò in scena una nuova nave da guerra federale, comandata dal luogoten. \Vorden che poi divenne ammiraglio, il Monitor, basso e piatto, con due cannoni da 30 cm. in torretta. Cinque ore durò la lotta, che terminò con la peggio del Virginia, che riparò- a Norfolk . In questa battaglie compaiono per, la prima volta le navi corazzate. I Federali vi perdettero 300 o .· oltre 100 feriti; 1 Confederati ebbero una ventina di u. fra morti e feriti.

Hanau. Città della Prussia, anr. fortificata, sulla K inzig . Jiattaglia di l-la11au (25 ottobre 1813). Napoleone, obbligato a ripiegare in seguito alle mosse degli Alleati, partì coli 'esercito da Erfurt incalzato da vicino da reparti di Cosacchi. G iunto a Schluchtern, seppe che i Bavaresi, a l comando del gen. de Wrede, forti di 52 . 000 u ., avevano occupato H . coli ' intenzione di tagliargli il passo attraverso la vallara del Meno. Per non dar tempo di rnggiuogerlo alle forze che lo segui,,ano, Napoleone decise di attaccare al p iù presto il nemico che .gli sba rrava la strada, e marciò rapidamente' su H., coperta eia fitte boscaglie; la strada le attraversava sboccando poi in un ·ansa formata dal corso della Kinzig. Sulla riva opposta è H.; la strada che doveva percorrere l' Imperatore, _la lasciava a sr. e, seguendo iJ corso tortuoso del fiume, si collegava poi colla grande strada di Francoforte. Nella notte sul 30 Napoleone diede · le disposizioni per l'azione imminente; il carreggio fu diretto verso Coblenza, coperto dalla cavalleria che doveva, contemporaneamente, fare il servizio di scoperta sulla dr. del campo di battagl ia . La mattina del 30 l'Imperatore d isponeva soltanto di poco più cli 5000 u . di fanteria del II dell'XI corpo, essendo il rimanente ancora incolonnato e in marcia. Con queste forze costituì una prima linea che gettò avanti nel bosco, · in ordine sparso, sostenuta dalla cavalleria di Sebastiani, che profittava cli ogni radura per caricare il nemico. In breve i Fran~esi giunsero sull'opposto margine della boscaglia e qui si arrestarono, poichè di fronte a loro trovarono schierata la m assa delle forze avversarie: una linea di 40 . 000 u. coperta da 50 cannoni.

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Intanto altre truppe Francesi erano arrivate; Napoleone aveva intorno a se circa rn.ooo, e, mentrè ordinava ad alcuni bgl. di entrare in azione, faceva aprire il fuoco dal gen . Drouoi:, coi prim i 15 pezz i disponibili. Questa batteria jl poco a poco si accrebbe, iìnchè, riu11iti 5 0 cannoni, il Drouot decise di avanzare. Senza appoggio di fameria questa massa di artiglieria procedeva avanti sparando senza intervallo, memre i bgl. della Guardia si vedevano, fra il fumo, usci re dalla boscaglia . l Bavaresi ebbero l'impressione di avere di fronte ,.tutto l 'esercito nemico, e il Dc Wrede, dopo un momento di incertezza, ordioò alla sua

Battaglia d i Hanau (1813)

linea cli caricare; gli artiglieri francesi preso il moschetto, resistevano sui cannoni mentre la cavalleria della -Guardia, cor1<.lotta da l Nansouty, contrhttaccava rompendo il tentativo nernirCJ. Intanto sopraggiungevano i dragoni del Le~ fort, i g ranatieri del Lafarière-Lcveque e ; corazzieri col

generale Saint-Germain, nonchè il 3° regg. delle Guardie d'onore, in grande parte composto di italiani, comandati da Annibale d i Saluzzo . Questa cavalleria si precipitò sui quadrati nemici del! 'ala sinistra e li sfondò dopo avere disperso a sciabolate (a cavalleria avversaria e i Cosacchi. La posizione del dc Wrede si faceva diffirile, ed egli decise cli fare l'estremo sforzo sulla propria dr., non più per vi ncere, ma per disimpegnarsi e ripiegare oltre il ponte della Kiozig. Intanto in mezzo al bosco si ammassavano le truppe Francesi; si delineava l'u!tim.o telllativo dd de Wrede. L'Imperatore fece avanzare i granatieri della Vecchia Guardia, comandanti d~I gen, I'riant. Vista perduta la partita, il de Wrede fece passare le proprie truppe sulla opposta riva ciel fiume, e dmante la notte successiva ruppe il conta tto. Il giorno successivo i Bavaresi, visto che l'esercito francese non inseguiva , ma accelerava il prQprio movimenro di ritirata sul Reno, att2ccarono rrnovamenre; caricati dalle divis. Fontanelli (ita liana), ]\foranei e · Guillemioot, f'-urono respinti con gravi perdite; tra i feriti fu lo stesso de Wrede. Nelle due g iornate di combattimento gli Austro-Bavaresi perdettero circa 10.000 u.; quasi 5000 ne perdettero i Francesi. Dopo questa battaglia la ritirata di questi continuò senza ostacoli.

Han Bjelalovac. Colle della Bosnia, nel bacino della Bosnia. Durante la campagna austriaca del 1878, era forte-


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mente òcwpato dagli insorti, i q uali si appoggiavano a dr.

al monte Hum che dominava il passo. Il gen. Filippovic, con 12 bgl. di fanteria, 3 sqdr. e 40 cannoni, fu incari-

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di ferro così creata sono adattate pareti _in vetro e legno. Sul davanti dell 'H. sono grandi porte che si aprnno per I·uscita dei dirigibili.

cato di sloggiare gli insorti. A tal uopo, egli marciò direttamente contro il passo col grosso, distaccando due corpi (a dr. il gen. Miilk r con 3 bgl. e una btr.; a sr. il colonnello Willecz con altrettanta forza) destinarj ad aggirare le ali. 11 distaccamento del Miiller non arrivò in tempo per le difficoltà del cammino a partecipare all'azione, che fu decisa dal distaccamento del Vil lccz, il .'luale giunse sul

Hangar per dirigibi!j a Tripoli

Hango (e Hangud). Isola fortificata della Finlandia, all'entrata del golfo omonimo e presso la baia di Hango.

□ AUST/IIACI

'ila80SJVIACI Combattimento di Han Rjelalovac: e, colonna Filippovic; z, CO• lonna Moller ; 3 1 colonna Villecz

fianco e alle spalle della sr. deg.li insorti quando il centro attaccava- di fronte la posizione. La vittoria fu rapida; i Bosniaci si sbandarono per la montagna dopo breve resistenza, concentrandosi poi a Visoka.

Handley-Page. Apparecclùo silurante monopostò, in adozione presso l'aeronautica militare inglese. li siluro è posto al 'centro sotto. la fusoliera; due bombe sono poste una sotto ogni ala. L'apertura d 'ali è di m. 14 e la velocità di km . .b. 185.

Hangar galleggiante (di Zeppelin)

I. Battaglia navale di Hango (27 luglio 1714) . Fu combattut a tra la flotta russa, coma ndata da P ietro il Grande, e la flotta svedese, pii, debole in vascelli, ma più forte in fregate, comandata dall'an1mir. Erenschild . Quest 'ultimo assall le navi russe che sboccavano dallo stretto fra la costa

Aeroplano Handley Page

Hangar. Voce francese entrata nell 'uso di quasi tutte le lingue, essendo dal suo signifirnto primitivo di tettoia passata a in dicare particofarmente la speciale costruzione adatta a ricoverare aeroplani e dirigibili. Q uelli che debbono r icoverare q uesti ultim i assumono proporzioni grandiose, e sono costruiti generalmente in fer.ro cementato, poggiante sopra robuste basi di calcestruzzo." Alla gabbia

Hangar per idrove1lanti

e !"isola, e si iniziò uno scambio cli cannonate eh!! durò due ore. Quindi si venne alla lotta da vicino, e la prevalenza restò ai Russi, che presero undici navi agli Sved~si,


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HAN

mettenclo in fuga le altre. Dopo questa vittoria, lo czar potè occupare le isole Aland. Il. l'restl di Hango (1918). La flotta tedesca conducente -i-L corpo di spedizione (gen. von der Golcz) in F inlandia, in aiuto dei « bianchi " finlandesi contro i « rossi » bolscev ichi della Russia, si presentò il 2 aprile davanti al porto di H ., e, minacciandone il bombardamento, Ollenne che la g uarn igione rossa abbandonasse la piazza. Erano nel porto parecchi sommergibili russi e inglesi, i quali vennero fatti sa ltare dai loro equipaggi.

Hanoi. V . lndoci11a. Hanriot. Aeroplano, tipo S. 25, francese, metallico, triposto, eia bombardamento diurno o da r icognizione a lunghe distanze. Apertura m. 17, peso totak: kg. 3300, velocici km . h. 212, raggio <l'azione km. 100.

pertanto continuarono a godere lungamente legi di città libere.

loro privi-

HantalSCh (G.). Armaiuolo cli Norimber ga, che nel 1704 costruì il foro del focone o luminello del fucile di forma conica, allargantesi verso l'interno, perchè In po~vere necessaria entrasse facilmente dalla camera nel foi o, e si presentasse direttamente sull'orifizio del foro stesso. Questo sistema fu adottato in Germania nel r78r, ma si J·iconobbc presto che veniva con esso aumentato rapidamen\e l 'ingrandimcnto del foro, cd i gas cbe ne sfuggivano all'atto dello sparo danneggiavano a tal punto l'uomo vicino, che si dovette ricorrere all'impiego cli un riparo sulla destra del focone, detta « piastra guarda-fuoco ,, , contro la quale andava ad infrangersi la violenza dei gas che sfuggivano dal luminello. Hapeoy. Località dell'Urugua)'. Oura11te la guerra tra questa nazione e l'Argentina, Giuseppe Gar ibaldi, poche se,ti111aoc dopo la- battaglia al salto di Sant'Antonio (1845) sorprendeva il corpo del colonnello argentin o Lavalleja, e <lopo acca nito combattimento lo llJetteva in fuga, catturando la famiglia del colonnello, e rimandandola libera, malgrado che costui al'esse torturato precedentemente Garibald i stesso quando lo aveva fatto prigioniero.

.--\ppm·ecchio Hanriot da caccia

Hansa (Lega ,mseatica). Costit uita fra le ci ttà di Amburgo e L uuccca nd J 24 ,, allo scopo di difendere le proprie navi di commercio dal la p i,·areria , e i loro territori da eventuali nen1i<.:i in rcrr~. Vi a<lcrì ben presto Brema, e queste l rc ciuii conservarono la loro a lleanza lino al XVl!J secolo. Nel frattempn rnolte a ltre città marittime di var1_

Harbord (Gi,,como). Generale nordamericano, n . nel 1866. Servi a Cuba e nelle Filippine. Nel maggio 1917 fu in Francia, e nel 1918 comandò la brigata Ma ri na sul settore di Verdun . Promosso magg. generale, ebbe il comando della 2 a dil'iS. battendosi nell'offensiva del Lt1glin (zona di Soissons). Dopo la guerra fu da Wi lson inca ric,,to d i missione in A rmen ia; tornato in p:,t ria, tenne il comando della sua

tfivis. fino 3 ) t9'.l2, 9uanrlo, ririr.at0si d31 sen~izio, divenne p residente dd la Radio Corporation.

Harburg. Città della l'rnssia , sull'Elba. Nd 1757 fu presa dai Francesi > che: vi posero g uarnig ione agli ordini del marchese di Péreuse. Venne quiv i ad assediarli il principe Ferdinando d i 13runswick, con truppe ru1g!o-tcdcscht, le quali non riuscirono a prendere d'assalto la piazz.i, e solo l'ottennero, do po averla bloccata, per mancanza dj viveri . I Harcourt. Comune della Fra ncia, nel clip. dell'Eure. Ebbe i[) antico un forte castello . Fu occupato dagli Inglesi nel 1418, e fu preso dai Francesi nel 1449; lo difese, invano, l'ing lese Talbor. N'el 1590 fu preso dai prntcstanti.

Nave anseatica (scc. XIV)

Stati - spagnuoli, francesi, inglesi - aderirono per tempo maggiore o minore alla lega , la q uale ebbe un periodo di potenza e di splendore nei sec. XIV e XV . Ebbe per motto : « N avigare necesse ». Fu in g uerra nel sec. X,I V contro la Danimarca e la costrinse a venire a patti, e contro la stessa Inghi lterra, che pure dovette piegare il capo alla potenza delle navi anseatiche. La lega cominciò a declina.re dalla scoperta dell'America e si sciolse nel r630. Rimasero unite solo Brema, Amburgo e Lubccca, le quali

Har,·ourt (Giovanni Il d'). Capitano francese del ~ecolo Xlii, m . nel 1302 . Fu marcsc. e ammir. di Francia e partec:ipò alle Crociate . Sfuggito ai Vespri S icilia ni, combattè ndia Spagn a contro g li Aragonesi. Nella g uerra contro gli I nglesi, sb,u·cò sulle loro coste devastandole. Ha/'Co11rt (Goffredo d'). Capitano francese del sec. XIV. A causa della confisca dei suoi beni, operata in Francia, si ri(ugiò nell 'Inghilterra- ed ebbe dal re Edoardo lii comando di truppe inglesi, con k quali p rese Cherbourg e molte città costiere partecipando alla battaglia di Crécy. Riuscito a rientrare in grazia \n Franc ia, ottenne comando in Normandia; m a, di nuovo caduto in disgrazia, tornò nelle file inglesi, in mezzo alle q uali trovò la morte combattendo contro i suoi compatriotti.


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H AR

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Harcourt (Emù o di Lo.-ena, conte d'). Capitano fran cese (1001-1666). Ebbe comando navale nel Med iterraneo; (u poi in Pi.e momc (1639) come comandante in capo, e batlè gli Spagnuoli del Leganez a Chieri, prendendo Torino. Jndi fu vicerè in Catalogna e combatti: infelicemente rnnto che fu richiamato t spedito in F iandra. Quivi sconfisse gli Spagnuoli a Valenciennes e prese Condé. Infine ebbe governatorati in provincia . 1-Jarcourt (Enrico !, duca d'). Maresciallo di Francia (r654-I7l8). Si dislinsc par ticolarmente a Luxcmburg nel 1692 e a ~cerwinden.

Hardinge (Si,· Emico) . Generale inglese (1785-1856). Combattè. n.clk campagne del!,, penisola iberica contro i Francesi e nella campagna del 18r5. )Jel r 828 fu ministro della guerra; nel 1tc4, fu nom inato governatore delle Indie, dove condu,.se la campagna conu·o i Sikks. Tornato "'in pau-ia (1852) fu nom inato coma.ndamc i~ capo dell'esercito inglese.

HAR

Inglesi, comanda ti dal re Enrico V, il quale, bloccata la piazza dalla par~e dd mare il 17 agosto, e sbarcati 6000 u .

d 'a1·me e 24 .000 arcieri, con 1nacchine da guerra, riuscì soltanto i l 2 0 settembre , quando ,,i difensori mancarono viveri e muni2ioui, a costringerla alla resa, dopo di avere sofferto gravi perdite . ,

Il. A ssedio e battt1glia 1utvalc di Harf/eur (,416) . .I Francesi cinsero la piazza da lla parte d i terra , e la bloccarono dal mare con grossj vascd li noleggiati a Genova (fra essi sei caracche genovesi) e nella Spagna, comandati dal visconte d i Narbona. Trecento navi inglesi comandate dal duca di Bedford accorsero ed attaccarono la flotta [ranc.çse. Molte grosse navi di questa, avviluppa-te dalle piccole e agili navi ing lesi, furono prese a ll' arrembaggio . La vittoria in glese fu completa, e costrinse i Francesi ad abbandonare I 'asst:djo ,

fll. ;1<sedio di J-larf/eur (1440). Nel ,434 i Francesi conclotrj c!al mare,c . De Rieux si erano nuovamente impadroniti di H . alla quale piazzaforte tornarono a porre t·assedio gli Inglesi. Al comando dei di fensori stava il d 'Estoutevi lle, che resistette per ben quattro mesi, prima che la fame lo cost~ingcsse- a cedere agli assedianti.

Il/. Assedio di Harf/eul' (r449). La piazza fu una delle ultime tenute dagl i Inglesi nel la guerra dei Cc11to Anni. L·a,sedi,) fu posto nel dicembre da Carlo VTI di Francia, che affidò il comando delle <>pernioni al Dunois, con 6000 ca\'alli e 4000 arc rt.:n . La capitolazione avvenne il 1 ° gcnn:uo Lf50 ,

Harccmrt Enrico

Hard,.\icJ-.e C . F .

Hardwiche (conte Carlo Filippo). Medaglia d'oro, n. nel 1799 a Southampton (1nghilterra), m . nel 1873. Ufficiale della marina inglese, aveva iniziato la carriera nel 18r5, distinguendosi in Algeria e nel la caccia ai pirati nel Mediterraneo. Nd l 'aprile del 1849, trovan dosi nel por to di Genova quale comandante della nave « Vcngeance ", venne rich iesto dalla munjçipalità di proteggere la città da bande d i rivoltosi, che tentavano di liberare i forzati rinchiusi nd bagno penale e di meurre a sacco la città. Con il suo fermo atteggiamento e con la minaccia di bom bardare i ribelli riuscì a domarli, salvando Genova da una sicura calamità. F u per questo suo generoso concorso, prestato non senza rischio di sé e dei suoj, che g li venne conferita la med . d'oro italiana al va lor m ii. con la motiva-

z ione :

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Harim. Castello presso Antiochia , in Siria. Nel n64 vi ,i co1nb:nti: una battaglia che appartiene alla II Croci.ata. In quest'anno Noraddino, emiro cli 1\Jeppo e signore di Damasco, ch iuse fortemente d'assed io H. Accorse in difesa di quella piazza importante Bocmondo III principe d'Antiochia, e Noraddino, dinanzi all 'esercito alleato, finse di ritìsarsi lino a che non li ebbe adescari ad inseguire stordita111ente i suoi squadroni. D i bolto si voltò e sbaragliò l'esercito cristiano, facendo prigioni olt re a molti superbi cavalieri, an.:hc Bocmoudo. 111 seguito a q uesta vittoria ebbe H. che difende\'a i confini di Antiochia. Harrison (G11gli.-lmo). Generale nordamericano (, 7751841 ). Combattè contro gli Indiani, e poi nella guerra contro l' Inghilterra, assumendovi ìl comando in capo delle forze americane e sconfiggendo il gcn . inglese Pr~ctor nel Canadà (1813). Nel 1840 fu eletto presidcntè degli Stati Uniti.

Per distinti servizi resi al Governo per il rista-

bilimento d dl'ordiuc a Genova, quando t rovavasi in q uel porto, ,,ualc comandante <li un vascel lo da guerra " (5 apr ile 1849) . F u succcssi,;arnente deputato a l Parlamento ing lese e ministro delle Poste ; raggiunse i l grado di vice , ,1111rnir. e, collocato a riposo, Bel 1863 il grado di am miraglio .

Harsova (o Hir.,ova). Città della Romania, sul Danubio, nel la Dobruggia. Fortificata dai Tu rchi, durante la guerra , 828-;,9 fu dai Rus,i, nel giugno 1828, investita e bombardata a distanza . La piazza re.sistette fino a che la guarnigione, avuta notiz ia della cad uta di Braila, credette di dover abbassare le ar mi.

Har(leur. Citti, marittima della Francia, nel cl ip . <lella Senna inferiore, alla foce dell a Lézardc . Ebbe nel medio evo un buo n porto, i n seguito ostruito dalla sabbia.

Harston. Nome dato ad un fuci le costruito dal maggiore canadese omonimo, con serbatoio automatico per la tras(o rn1azione a ripetizione delle arn1i con congegno di ch iusura Matti ni. Esso consta : di una scatola merallica comcnentc le cartucce ed il sistema elevatore, che si ap• plica lateralmente ali 'armatura entro cui sì muove il blocco otturatore; di una scatola superiore entro cui agisce il congegno che sposta la cartuccia più alta e la conduce

l. Assedio di Harfleur (1415) . Appartie ne, come i tre seguenti, alla guer~a dei Cento Anni. La piazza era difesa da poche centinaia <li uomini d 'arme, agli ordini cli d'E,,o,1tevi lle e d i dc Gancourt. L'assedio iu posto dag li


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sopra al blocco; di una leva articolata posteriore, che, sotto l'azione della leva guarda-mano, determ ina tutto il complesso movimento degli orga ,1i regolanti l'uscita alternata delle cartucce.

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Hartlepool. Città marittima fortificata dell'Inghilterra, sul mare del Nord. Durante la guerra mondiale, il 15 d,cemore 1914, gli incrociatori tedeschi Bliicb,er, Moltke e Seydlitz comparvero davanti alla citti,, respinsero danneggiandole 4 torpediniere inglesi, e bombardarono le fortificazioni e la città arrecando danni spec ia lmeutc a stal,ilimenti industriali. Hasan. Ammir. turco del secolo XVIII . Pr i,na servl 111 Algeria, poi ln Turchia, ove divenne vice.-an1mir. Con1 battè a Scio e a Cesmè (1770) ; vinse i Russi a Le~mo (17ì1 ). Nominato grande ammir. nel 1773, si segnalò ancora nel1'Asia m inore, in Egitto, in Cr imea e .in Morea. Fu 110 m inato Gran Vìzir, ma poi deposto e condannato a lllOrle (1 790).

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Hartlefield. Local ità dell'I nghilterra, al nord di D oncastcr. I. Battaglia di Hnrtlefield (12 ottobre 633). F u combattuta_ da Edwino, re del Northumberland, contro il re ribelle Keadwalla e i l re Penda, di Mercia. Edwino e i suoi due figli restarono uccisi combattendo. II. Battr.glia. di Rartlefieid (2 r luglio 1403). Fu combat tuta fra le t ruppe di Enrico IV, comandate eia] re medesimo, e i ribelli capitanati da Percy Hotspur. Le forze si pareggiavano: circa r2.ooo u . per parte, Mentre ferveva la lotta, il Pcrcy cadde trafitto da una freccia, ed allora i suòi vacillarono, e,- investiti vigornsamcnte, andarono in rotta !asciando 5000 u. sul campo.

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Le fortificazioni d i Ifarsova

Hartebeestmund, Lotalità dell'Africa sud occidentale g ià tedesca, sull 'Orange . D urante la campagna contro gli Ottcmotti, vi si svolse un combattimento, nel quale una colo11na tedesca, composta di 4 cp. 1 / 2 btr. e 2 mitragliatrici, comandate dal ten. col. Semmem, mentre marciava luogo il fiume, venne in1p rovVisan1ente presa sotto il fuoco degli Ottentotti (24 ottobre) appostati su colline prossime al fiume. I Tedeschi Serbatoio Hs.rston si difesero sino al mattino seguente, riportando una perdita ,di 20 morti e 33 feriti; avendo durante la notte potuto occupare un'altura, g li Ottentotti, il mattino seguente, batterono in ritirata.

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Combattimento di Hashee n I

Hasheen. Villaggio a 12 km. da Suak ìm . N el 1885 vi avvenne un combattimento fra Inglesi e Dervisci, quc sti ultimi comandati da Osman D ìgma . Il 2 0 al mattino, il gen. Graham partl con w1 corpo composto di t re bri gare di fant i, alcuni sqdr. e alcune btr. e marciò verso H. Sopra una collinet ta di faccia alle p iccole alture dominanti il villaggio lasciò g li ·impedimenti e una guardia, facendovi costruire una zcriba; quindi avanzò contro i Den •isci, àppostoti davanti ad , H. e dopo breve combattimento li costrinse alla ritirata . Lasciata guarnigione nella zeriba , il Graham tornò col grosso a Suak im{ avendo perduto nel combattimento 23 morri e 47 feriti. Haslach. Villaggio della Selva .Nera , nel Baden, i n Germania. Durante le guerre della Rivoluzione, nel luglio del 1796, il gen. Ferino ebbe, dopo la battaglia di Eltlingen, l'ordine di spazzare dalle forze avversarie la vallata della Kù1zig e la piana di Brisgau . .,_Gli A ustriaci, comandati dal gen. Frod ich, si t rovava no presso Ettenheim, coll'estrema sr. verso Huningen e col centro della posizione a H. Il 14, all 'alba, i Francesi attaccarono le po-


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sizioni nemiche su tre colonne, e dopo lotta accanita le conquistarono. Gli Austriaci, perduti circa 500 u. ripiegarono pan e su Honberg, parte su Vìllingcn e il rimanente verso Stuhlingen.

Hasselt. Città del .Belgio, capo!. della prov. di Lìm6-urg», nd bacino del la Schclda. li 6 agosto 1831 vi si svolse un combattimento fra Olandesi e Belgi, cou la peggio di q uesti ultimi.

Cumbcrland n p1egava pre(ldendo posizione com 'è inuicato nella cartina. Li mattina seguente i! d' Estrées lancia 4 brigate, al comando del gen . Chevert, all '.attacco della sr. alleata in due colonne, e contemporaneamente avanza contro il centro, presso al villaggio. Il gen. Chevert respinge la sr. alleata, che il duca di Cumberlancl rinforza con fanterie dd proprio centro. Allora i Francesi danno I·assalto alla g rande batteria del duca (j) e se ne i.n)padroniscono, tanto che egl i ordina la ritirata. Ma frattanto, di loro iniziativa, i distaccamenti i e I( erano accorsi a sostenere la sr. alleata, piombando nel fia11co <lr. <lei Francesi, rovesciandoli dalle alture e inseguendoli al basso. Sul centro, il duca di Ilrunswich, con improvviso assalco, riprende la grande batteria ai Francesi, ma questi a loro volta contrattaccano e la ricom1uistano. Allora anche la sr. alleata. che aveva vittoriosamente respimo i Francesi del Chevcrt, segue il movimento di riti.rata ordinato dal duca, e tutto 1·cserci ro alleato passa la Hamel al ponte h. Il maresc. d 'Estrées, allorc.hè aveva veduto battuta la prporia destra, ave.va a .sua volta ordinato la ntu·ata., e,

quando s'accorse di q uella nemica, tmisc ìl contrordine alle truppe, ma era tardi, chi: gli Alleati ormai, protetci dalla canlleria, sfilavano sul ponte. Essi avevano perduto 1238 u . fra morti e ferici, e 18 ca1u1oni; i Francesi 2000 u. Le fortificazioni di Hasselt (sec. XVII)

Hastenbeck. Villaggio dell'Annover. Vi si cornbattè (26 luglio 1757) una battaglia che appartiene alla guerra dei Sette Anni. Erano· dì frot1tè i Francesi (88 bgl., 115 sqdr., 76 cannoni : 74.000 u. comandati dal marcsc. d'Esr.rées) e gli Al• leati (46 bgl., 43 sqdr., 30 cannoni, comandati dal duca d i Curnberland). Il 25 luglio i due eserciti erano a contatto a sud di H. e dopo brevi scaramuccic il duca di

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cahnoni .

Hastings. Città dell'Inghi lterra, nella comca di Sussex. sul canale dell a Man ica. Battflglia di Hastings (ro66). Appartiene alla spedizione di Guglielmo il Conquistatore, appoggiato dal papa Alessandro 11. Per contrastare le mire dj Guglielmo, il re sassone Aroldo Il aveva radunato un ese rcito, mentre una pottnte flotta dominava la Manica. Guglielmo radunò tra le foci della Senna e dcli 'Ome circa 400 navi a vela e

ALLEATI Cl FRANCESI

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Banaglia di Hastenbeck (1757) : Francesi : A, batteria ; B, ala sinistra (dUca di Broglie) ; C, centro (duca di Cumberland) ; D. ala destra (gen. Chever-t). Alleati : a, ala destra (annovcrcsi) ; b, centro (assiani); e, ala sinistra (brunsv,.,ickesi) , d 1 cavalleria annovercsc ; e, cavalleria assiana; /, g 1 batterie i f, i, h, distaccamenti,

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un migliaio a remi, vi imbarcò circa 60.000 u. e il :!6 settembre salpò verso la costa inglese, raggiungendola felicemente presso H. e sbarcando tutte le truppe. Ciò fatto, rimandò in Normandia la flotta, e si apprestò a combattere Aroldo, che erasi diretto ad H. 'cd aveva preso posizione, trincerandovisi , sul declivio della collina di Scnlac. Gugl ielmo mosse ad assalirlo, dividrndo le sue truppe in tre colonne, cavalleria al centro e fanteria alle ali. La battaglia si svolse il t4 , ottobre e durò tutto

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valleria, operava una ricognizione su H. , e contemporaneamente marciava verso q uesta località il gcn . ungherc, c Gorgey con 5 0 .000 u. Lo swmro durò t re ore, e lo Schl ick, sopraffatto, battè in ritirata ripassando la Zoagyra; egli dovette la sua salvezza a llo spirito di sacrificio dei suoi pontieri, i quali si arrestarono per distruggere i pomi, , sotto i l fuoco nemico: l 'insegui111ento venne i n tal modo arrestalo.

Haug (Ernesto). Generale garibaldino d'origi ne tedesca, m . a Roma nel 1888. Nel 1848 partecipò alla rivoluzione di V ienna, comandando la legione accademica; bandito dall'Austrja, nel 1849 fu a Roma, colonnello di S. M., aiutante di campo di Garibaldi. Combattè poi in Danimarca, in Crimea e in America, e nel 1866 fu com.andante prima del 2° regg. , poi della ra brigata dei volontari . Si distinse ad Arnpola e a Bezzecca, e all'armistizio Garibaldi gli affidò il comando delle t rnppe. Dopo la guerra viaggiò in Asia e i n Africa. Battaglia d i Hasrings ( 1066): A) Inglesi ; B, 1\llacchine da guerra inglesi; G, Attacco dellt1 fanteria nonnanna; 1-J, A.u.acco della cavalleria: normanna ; J, Fuga simulata di cavalieri normanni

il giorno. Vari assalti alle posizioni inglesi furono respinti, e le schiere dei fanti di Guglielmo erano in disordine. G uglielmo riuscì a . rannodarli, e subito finse una precipitosa ritirata. Ciò indusse gli anglosassoni ad abban-

Compagnia Haug. Prese questo nome una cp. di volontari organizzata dal colonnello H . nell'Um bria a sostegno della Repubblica romana. Prese parte alla difesa di Roma del 1849. Haus (Antonio). Ammiraglio austriaco, n. a Toln1ino, 1n. a Pola (185r -1917). Cadetto nel 1869, era contrammir. nel 1905 e viceammir. nel 1912. Allo scoppio della g11erra mondiale aveva i l comando in capo della Rotta austriaca, d i cui d iresse le operazioni per circa due anni. Hausen (Mt1ssimiliano von).

Castello ùi Hastings

donare i trinceram enti per insegu irlo : allora i Normanni fecero fronte, avviluppàrono gli inscg11itori e li c,agl iarono a pezzi. Quindi p resero d'ass~lto i trinceramenti ormai difesi da pochi soldati col re Aroldo: questi cadde combattendo, e Guglielmo si assicurava il dominio sull 'Ingbiltcrra con questa battaglia, che fµ molto sanguinosa, essendo caduti r5.ooo u. da p arte dei Normanni, e molli più dalla parte avversaria.

H atteras, Promontorio lungo la costa atlantica degli Stati Uniti , sopra un'isola della Carolina. Durante la guerra di Secessione -i Confederoti lo avevano fortificato con alcune batterie, annate di 25 cannoni, le quali vennero assalite il 31 agosto 186r da una flotta federale di 7 navi (150 cannoni) agli ordini del commodoro St ringham. Le batterie resistettero al fuoco delle navi · per due giorni, e infine, smantellate, dovettero arrendersi. Hattin. V. 'tiberit1de. Hatvan. Comune dell 'Ungheria, alle falde dei monti · Marra. li :z aprile 1849 vi si svolse un combattimento che appartiene alla rivoluzione ungherese. Il gen . austriaco Schlick, con due brigate di fanteria e una di ca-

Haus Antonio

Generale del! 'esercito sassone, n. e m. a D resda (1846-1922) . Fu nominato comandante dell'esercito sassone nd 1900, e dal 1902 al 1914 fu anche ministro della guerra. Ali 'lnizio della guerra mond iale, col grado di generale colonnello, a.,sunse il comando della 3" armata tedesca , formata prevalentemente di truppe sassoni; ed ebbe parte importante nelle battaglie delle frontiere e du ran te l 'avanzata tedesca fi no alla Marna, del cui insuccesso pei Tedeschi fu causa non ultima la lentezza dell 'avanzata delle sue truppe. Fu dispensato dal servizio attivo per malatt ia nel novemb~e dell'anno 19q.

Haussner. Ingegnere tedesco dell'epoca nostra. Nel 1888 ideò un cannone a r inculo sull'affusto, che invano propose aJla casa Krupp. Accettò di costruirlo la casa Gruson di Magdeburgo, ma, essendo stata assorbita dall'altra, i! progetto venne scartato. L'H. riuscì a llora (1897) a far costruire il suo ca1rnone dalla casa Ehra.rdt di D iìsseldorf, ma avendo l'esercito tedesco adottato altro t ipo, non potè far accettare quello dell'Ii. Nel 1904 il Deport faceva approvare in Francia il suo cannone a ri11culo su affusto, studiato appunto in seguito alle notizie colà giunte stt quello. dell'ing. H. Il quale, stanco di lottare, era emigrato frattanto in Argentina, dove aveva assunto la carica di ing. in capo delle officine m ilitari. H autpoul (d'). Tre general i francesi di questo nome sono da ricordare: Giovanni (1754-1 807) che si distinse caricando ad Auster liz sull'altipiano di Pratzen e morì a


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Le fortificazioni de Le Havre (sec. XVII)

Edau alla testa dei suoi corazzien; marchese Costante (1780-1854) dic si distinse a D resda e difese Parigi comandando l'artiglieria nel 181~; conte Alfonso, che combattè nel 1812 e poi nel 1823 nella Spagna, fu ispettore di fa11teria nell'Algeria, ministro della guerra, e governatore in Algeria.

Havel. Fiume della Germania, affi. di dL dell'Elba. Sulle sue ri,, c, presso fa sua foce, si combattè il IO settembre w56 una battaglia fra le milizie dell 'imperatore Enrico Ili e gli abitanti del paese, i quali riuscirono vincitori, massacrando molti nobili tedeschi e infliggendo un g, ,,, e scacco al dominio germauico nell'Elba. Havelock (si,· Enrico). Generale inglese (1795-1857). Fu lungamente al servizio della Compagnia delle Indie e si distinse grandemente durante la ri,·oluzione dei cipays, che battè a Caw11pore e a Luchnow . Lasciò una « Storia della campagna di Ava "· Havre (Le). Città marirtima fonifìcata della Francia, con buon porto, nel clip. della Senna Inferiore, alla foce del fiume. JI suo arsenale fu costruito nella seconda metà del sec. XVII, ma il porto d i guer,-a rimonta a più di un secolo pf'ima, a Francesco I. Appartenne agli Inglesi, che la presero nel 1562, soltanto per poco più di un anno. Richelieu vi fece costruire una cittadella. F u bombardata dalla flotta inglese nel 1694 e nel Jj59· Le prime fortificazioni di H. furono erette per opera dell 'ing. mil. italiano Giacomo Ilellarmati nel 1540. I. Assedio di Le H avre (1563). F u posto il 20 luglio dal re Carlo IX in persona ; la piazza era difesa da m,a guarnigione inglese di 6000 u. , comandata dal conte di Warwick, quivi posta l'anno precedente, quando gli Inglesi senza contrasto, condotti dal conte stesso, ne avevano preso possesso. Il 28 luglio, il governatore, mancando di acqua e di viveri, fu costretto a capitolare.

11. Bombardamemo di L e Havre. Nel 1804, durante i p reparativi che Napoleone faceva per sbai·care in Inghilterra, era centro di riunione di forze e di mezzi. Il 16 e il 24 luglio e il ro e il 2 agosto 1804, gli Inglesi la bombardarono cpn scarsi risultati, trattenuti com ·erano al largo dalle navi della difesa. Specialn1cme importante fu l'azione del 2 agosto; il porto era protetto da 18 cannoniere, 12 navi minori, due bombarde e numerose imbarcazioni armate. Gli I~glesi aprirono il bombardamento, ma, efficacemente controbattuti, furono costretti a ritirarsi.

Hawai (o Sa11dwicl,). Isole dell'1\rcipclago della Polinesia, d'origine vulcanica, caratterizzato dalle più alte cime della zona del Pacifico (Mauna Loa 4194m, Maona Kea 4253m). Comprende varie isole dal suolo fertilissimo (Hawa~, Molokai, Oal~u, Kauai ed altre minori) di cui H. è la principale. L 'estensione dell'arcipelago è• di. cirrn 17 mila Kmq. Fra Polinesiani originari, Americanj, Portoghesi, immigrati Cinesi e Giapponesi, l'arcipelago conta circa 240 mila abitanti. Il clima v'è mite e uniforllle; il suolo ricco di foreste e di praterie . La canna da ,zt1cchero, la vigna, il riso, il tabacco, la banana, le frutta dei paesi sub-tropicali vi all ignano meravigliosamente. L'arcipelago fu scoperto nel 1778 dal navigatore inglese Cook. Fino al 1893 fu retto da una monarchia indigena , ma subl fin dall 'inizio del sec. XIX l'influenza di missionari nord-americani, i qual i, appoggiati da marinai degli Stati Uniti, nel 1874 imposero agli indigeni una dinastia filoaméricana . Concessa la costituzione, nacquero lotte accanite fra i partiti, modellati su quelli europei, e u no Stato di se.mi-anarchia si stabill nelle Isole. Gli Stati Uniti vi posero fi ne nel 1893, inviando navi da guerra, abbattendo la monarchia, facendo proclamare la repubblica. Un plebiscito p roclamò nel 1898 l'annessione dell'Arcipelago agli Stati Uniti, divenuta effettiva nel 1900. La posizione geografica felicissima e l'esistenza del magnifico scalo di Honolulu, nell'isola di Oahu, conferiscono


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aJJ'arcipdago grande irnponanza commerciale e strateg ica, come centro di figura d el! 'Oceano Pacifico e base navale d i prim 'ord ù1e . Circa sette g iorni d i navigazione separano Honolulu dalle wste della California, poco pii, d i una decina dal Giappone, circa nove da Samoa e qui nd ici da Sydney (Australia). Il possesso ddl 'arc ipe!ago è considerato uno degli clementi p rin cipali su cui poggia la progressiva alTermazione del d o min io clegl i Stati Uniti nell ' Oceano Pacifico e l'attivazione dei loro rapporti con l'Asia, l' lnsulindia, la Micronesia , la Polinesia e I' Australia. F u nzione essenziale d i Honolulu, come scalo t rasmarino nei riguardi del la marina americana . è quella cli assicurar meglio il collegamen to con Manilla, porto p ri ncipale delle Fi lippine e con le altre basi .navali cli Ogana, nel! 'iwla d i Guam e di Pago-Pago nelle isole d i Samoa orientali. La gua rnigione nordamericana n elle isole H. ammontava nel 19 28 a J r .ooo uomini.

276 Hayes-Sadler (Arwro). Ammiragl io ingbe, n. nel 1863. Contram mir . nel 1915, vicearnmir . nel 1919, andò in ritiro nel 1920 e iu promosso am mir. nel 1924- Partecipò alla campagna d 'Egitto (1882). Du rante la grande guerra fu in Mesopotamia, e poi ne l Med iterraneo rlo,·c co111anrlò (1 9 18) le navi d islocate nd l' Egeo•. · Haynau. Villaggio della Slesia, in Germania . li 2(, maggio 1813, durante !a campagna in Gern,an ia, il bgl. d'avanguard ia della divis. Maison , testa d i colonna ddla sr. francese, che ne sboccava inseguendo il clistaccarntnt0 prnssiano che la presidia va, fu assalito d i fianco da 3000 u. d i cavallcrja nemica. Ributtato sul resto della divis., la~cii, nelle mani del vincitore 2 cannoni, 3 casso.n i e un ccntìna,o d i p rig ionieri. Distese prontame11tc le prop rie tru1)pe, il gen. Maison fermò l'impeto dei cavalieri nem ici e lì costrinse a rip,egare, mentre il loro comandante cadna ucciso nella mischia .

Hawkwood . V . Arnto Giovanni. Haxman (Battaglione). Formato nd regno Sa rdo ~on soldati tedesch i nel ,695, prese nome dal suo comandante .Enrico 1-laxman, Nel 1698 ven ne incorporato nel rtgg. Reale Alemanno. Haxo (Nicola) . Generale francese (1749-1794) . Nel 179, servì nel!'armata -dd Reno e poco dopo, come generale di brigata , com hattè in Vandea O\'c durante un 'azione

Casama!ta alla 1/axo

rimase ferito : piuttostò che cader p rigion iero nelle mani. <lei Van...deani , s1 uccise .

H axo Frnnccsco . Generale francese- ed ing. m ilitare, nipote del preceden te ( 177,1-1838). Partecipò a tulte le g uerre della rivoluzione e dell'i mpero eseguendo important i lavori di fortificazione sia in Francia che all'estero, specialm ente a Costantinopoli. Riorga nizzò la scuola ciel genio d i Mézières ed ebbe Ja direzione generale delle fortifica zion i durante l'impero . Aderì ai Borboni e comand,ì il genio dell'armata inviata nel Belg io nel 1632, dove d iresse l 'assedio d ella cittadella d'Anversa. Ideò un tipo particolare di batterie-casamatte, le quali furono largamente impiegate in fortificaz.iooe e che p resero da lui il nome.

Hay (rir Gioi,am,i Dal,ymfJile). Ammiraglio inglese del sec . XIX. Cornbattè contro i pirati nei mari cinesi, partecipò aìla guerra di Crimea e raggiunse il grado d i vicca rnrnir. nel 1874. Lasciò varie QW:rc, fra le q uali: <• Le nostre d ifese navali )> e « Ascianti e Costa d'Oro».

llaynau G iulio

Hazay Samuele

Hay11au (baro11e Giulio). Generale au~1.riaco n . nel 17~6, m. nel 1853 . Cornball~ in Italia ucl 1848-49 come coma ndante di C . cl' A. Allora rlomò con crudeltà la rivolta ddle Dieci Òiornale di Brescia. Combattè pure ù1 Ungheria a capo delle t ruppe austriache. cooperando alla · caduta della l'ivoluzionc del 1849.

Hazay (barone Samuele). Generale u ngherese, n . nel 185I. Fece la sc uola cl i g uel'ra nel 1879 e passò nello S. M. , inscgn"fdo pc!' molto tempo ne lle scuole milital'i. Generale nel maggio d el 1907, fu nominato Min ist ro della Guerra nel 1 910 t promosso ten. genera le. Generale d i fanteria nel 1914 e colo nnello generale nel 1916, l;anno seguente fu posto a ca po del servizio completamento d i tutte le forze annate dell'Aust ria-Ung he ria e tale rimase fino ali 'armistizio . Sono a lui dovute le leggi sul contigen te rni!irnrc, sull'esercito Honvéd e ·su lla proced ura rni litare . H egiaz. St.ito i nel ipendente del!' A rabia, m l Mar Rosso settentrionale. Fu creato d all'Inghilterra nel g iugno 19.16 e i.I suo re, Hussein, fu a lleato della stessa nazione, e perciò dell' Intesa . dura nte la g uerra monclialc. Nel 1924 i Wah~biti lo a ttac:carono e presero la Mecca; quindi Gcdd~, ult imo rifug io del re Hussei n, costl'etto così ad abdicare . Nel 1926 il trono passò a Ibn Saud, sempre sotto la protezione inglese; il nuovo re estese la sua rn Arrc nzJ fi no al golfo Persico, avendo come suo protetto il sultano cli Koweit. Gr avi d iverg enze ebbe il nuovo Stato con l'Irak, le quali vennero appianate nel frbb raic, 193<>, con la mediazio ne dell'Jnghilterrn.


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L:1 cnt~ fortificata di lleidelberg nel scc. ~~•nr

H eidelberg. Città tiri lfadcn, in Germani.,, ,u lla ,r. del Reno. Fu prc,a dal Tilly nel , 622 e dai France" nel 1668. I. Presa di Hcitlclberg (1693). Appartiene ,dlc guerre di Luigi XIV . Un corpo francese, agli ordini del ma rese. di Chamilly, invc,tì la piazza la sera del 19 maggio: .:~,a era difesa da un djstaccamcnto di 3000 u., qui,•i collocati dal principe di Badcn ed era bene approvvigionata . l i 21. fu gettato un ponte e 12 bgl. .:on 500 dragoni occupa rono le alture sovrastanti al castello. Furemo apc-rtc trincee e postate baucric. li 22 vennero presi d'assalto i sobborghi e fatti 500 prigionieri, e subito dopo la città, mcmre i difrosori si chiudevano nel castello.

maresc. di Lorges, vi a.,salì la .-avallcria imperiale del duca di \\'iirtembcrg, ,d1ierata prcs;,o Il. e la sconfisse, prendendo 2000 cavalli, parc<·chi cannoni. 400 prigionieri e cagionandolr una perdita di 900 uomini.

La dui, venne ~uccheggiata e in parte anclb in fi;:1mmc. I difensori del castello, comandnti dal gcn. Heidcrsdo, f, visti i preparativi per il bombardamcmo dell'ultimo centro di rc,istenza, e comprendendola inutile. ,i arresero in numero di ci rc:i 1800. Le fortificazioni vennero demolite dai•Francesi. Il. Combattimento di Heiddberg ( 1795: Guerre della Rivoluzione). Vi ,i tro,·avano allora i principali magazzini dell'esercito austriaco, comandato dal Clerfoit. Occupava b p iazza il corpo del Qua,danowic, e ad auaccarlo mosic, su d ue colonne, il gcn . francese Pichegru, con la 6• e 7• divis., tolte dal corpo di blocco di Magonza . La 70. divis. il 23 e z.i anaccb e sbaragli,) il nemico, m:i. comran accata e sopraffatta dal numero, fu in pane di,trutta. I supcrstili riuscirono a guadare il Neckar e a p<>rsi in salvo sotto la protc?.ionc della 6a divis., la quale, dall'opposta. sponda del fiume, non aveva potuto inrer\'Cnirc nella lotta.

Heidelsheim. Borgo del fladcn, 1692 un

corpo

francese

di

sulla Salzbad1. :sicl cavalleria, agli o rdini del

.. 2.. Le forti fic:tzioni di Heìlbron (scc. xvn)

Heilbron. Città del \\'urtemberg, , ul :--leckar, fondata nell'Vlll secolo. li 23 aprile 1633 vi fu concluso un tralta'O fra gli $vedesi, la l7rancia e gli Stati protcstJ11ti del la Germania, contro 1'Impero, per la contin uazione della guerra e.lei Trenta anni. Venne fortificata nel secolo XVI. A.,.;edio t!i H àlbro,1 (1645). Fu posto d.;i Francesi, CO• mandali da l Turcnn~ e d31 Gr~mnwnt, i! 4 scnembn' .


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Venne pos.to mano ai lavori di trincea , e il 9 questi fu rono disturbaci da una sortita ùei difensori, respinta facilmente. Il 12 si iniziò il born bardamento, e il T4 gli Imperial i si arrendev3no, mentre la trincea aveva r:1g. g iunto il cammino coperto d..!;lla fortificazione. HeUsber g,. Villaggio della Prussia Orientale, sull 'Alle. S11i primi dì giugno del 1807 i Russi, r.itira,1dosi .da Guttstadt, ripiegarono, al comando del gcn. Benningsen, S ll H ., r.i ldamentc si;temato ·a difesa. Il IO 1'avanguardia dell'esercito frJncese, comandata dal Mtuat, 1·erso mezzo. giorno attaccò presso H. la retroguardia avversaria, comandata dal principe Bagration. Questa si ritirò fino a ..:h~ , at•mcntata a circa 16.òoo u. di cavalleria, 1.>oti: appoggiarsi anche a parecchie li nee dì fanteria m posi• 7.ion<: retrùstante. L'intervento del maresciallo Soult ristabill la sicua.ionc; le d ue divis. Saint- Hila ire e Levai, operando sulla d r. , e quel la del Légrand manovrando sulla sr., conquistarono di viva forza un bosco d'ondc il nemico ostacolava i movimenti della cavalleria, e l'avan zata riprese. Anche gli altri corpi francesi, g iungendo sul campo di barragl ia, entravano in linea, sì che yèrso le 16 essi ,avevano costretto tutto l'esercito russo, forte di 84.000 u ., a chiudersi nelle opere di H. Erano queste guernite di 6o cannoni, ben postati, e quando i Francesi avanzarono all'attacco, un tremendo fuoco di fucileria e d i artiglieria li costriose a ripiegare, quantunque Napoleone avesse inviato, -in rinca.lzo, i fucilieri della Guardia col gen. Savary. Non ebbe miglior sorte un attacc~ tentato dal gen. Verdier, e la lotta si protrasse indecisa fino a notte. L 'indomani i due eserd ti non si n1ossero , ma la sera il gcn. Benningsen , temendo per le proprie comu• nicazioni , si ritirò sulla dr. del fiume; i Francesi, p,assati anch 'essi sulla riva opposta, mossero all'inseguimento, col p roposito di tagliare ai Russi la ritirata su Konigsberg . Nel combattimento di H. SJ distinsero particolarmente g li Italiani del 26° leggero, e i Cacciarori Corsi e dd Po. Heimatbund. Organizzazione germanica a tipo mii., d'indole nazionalista, costJtu1ta in Germania dopo la guerra mondiale, composta in prcvaknza di elementi e"• combattenti. Heimwehr. Organizzazione identica alla precedente e creata n~I T irolo dopo la guel'J'a. Per un certo tempo dipese dalle consorelle germaniche, dalle q uali ricevette armi. Poi si rese autonoma e si dedicò alla lotta contro la socialdemocrazia, e a lla restaurazione dell'autorità dello Stato . Nel 1929 questa organizzazione disponeva dì 150.000 u ., ord inati militarmente ed era già d iffusa in tutto lo Stato, tanto che contribuiva col suo peso a influire sulla formazione del nuovo govcrne (Schober) della Repub1,lica austriaca, con orientamento accencuato verso de.tra . Heinlein. Armaiuolo di Bamberga : costruì nel 1860 un fucile che aveva Ja canna scorrevole l ungo l'asse. Per mezzo di un anello munito di un manubrio, la canna poteva essere mossa avanti ed indietro dentro una scatola cli ferro: la canna, quando era tratta indietro, poggiava contro la camera di culatta, la q uale, a1•enclo la bocca tronco-conica, penetrava kggermente nell'anima della canna e formava la chiusura ermetica. Come fucile ,da guerra non era prmico, e non fu adottato. Helder. Città della punta settentrionale del l'Olanda, nella penisoletta omon ima, di fronte all'isola d i Texe l,

27S dominante il passaggio dello Zu ydcrzée. Napoleone I vi fece costruire due forti : it1 seguito l'Olanda ampliò I.i. posizione costruendovi altre cospicue oifese. Nell'agosto 1799, gli Inglesi accostarono presso H. con una flotta (anun ir. Michell) di 15 vascelli, 50 fregate e navi minori, 130 navi da trasporto con trup'pe al comando del gen. Abercrombie. La zona ùell'H. era difesa da 8-10.000 u. Franco•Batavi, agli ordini dei gcn. Daendcls e Van Guericke. Il 27 agosto, sotto la protezione del fuoco delle navi, gli Inglesi riuscivano a sbarcare, t:icaccianclo i difensori su Groot-Keet, e di qui su Petten . avendo perduto 1400 u. Gli .lnglcsi ebbero una perditi di 500 uomini. Il giorno dopo, la flotta olandese, che doveva sbanare lo stretto presso H., si ribellava e passava al 11cmico, inalberando la bandiera dd principe d 'Orange.

L'isola di Helg oland (191 .i)

Helgoland. Isolotto del ma re del Nord, a circa 60 Km. da lla costa germ anica e a circa altretrauti da quella dello Jutland, nelfangolo formato dalle due coste. La sua a ltezza massima è di una quarantina di metri. Appanenne dapprima al ducato di Gottorp; poi (17 r4) alla Dani rnarca. Nel 1807 fu occupato dag li Inglesi, i quali nel 1890 lo cedettero alla Germania. Questa nazione Yi eresse fra il 1894 e il 1910 fortificnion.i cospicue e ne fece una ottima base navale, creandovi un grande porto artificiale, capace di ricoverare la flotta tedesca, sotto la protezione del form idabile armamento, costituito, agli inizi della guerra mondiale, di 350 cannoni da 305 e 380. in ridotte e in cupole a scomparsa, con guarnigione cli 4000 u ., di cuv 2500 cannonieri scel ti. Queste fortificazion i vennero dernolitc in base al trattato di Vcr;ai lles.

Coinbuttimcnto d i Helgoland (18+3)

I. Combattimento di H clgoland (9 maggio 1864). Appartiene alla guerra dei Ducati, e fu combattuta eia due fregate (da 44 e 42 cannoni lispettivamente) e una corvetta (da 16 cannoni) da nesi, comandate d al cap. di vascel lo Suenson, contro due fregate (da 48 e da 30 cannoni rispettivamente, austriache, comandate dal T cgctthoff. Jnsierne alle navi austria..:he erano due cannoniere prus-


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sianc, che rimasero a distanza dalle navi combattenti, tale d1e rese i loro tiri inefficaci. Il Tegctthoff si era portato nel mare del Nord come allèato della Prussia contro la Danimarca, c, uscito da Cuxhaven, aveva incoJitJ·ato a sud est dell'isola le navi avversarie. Il combau imento si svolse a d istanze ravvicinate sino a 400 metri. La nave del Tcgetthoff prese iuoco a prua dopo tl'e ore di lotta, e protetta dall'altra riuscì a riparare nelle acque di H. e poi a Cuxhaven; quelle danesi si riti,·arono verso le loro coste. Ebbero 37 m. e 108 feriti gli Aus_triaci, r4 m. e 54 feriti i Danesi. li Tegetthoff guadagnò nd combattimento il graclo di contrammiraglio.

TEOeSCHI

trovassero a distanza utile, non intervenne coi suoi poderosi cannoni a causa della nebbia. Le navi inglesi superarono facilmente lo sbarramento dei cacciatorpediniere tedeschi e ne.Ila lotta ne affondarono due, danneggia.J).donc altri, affondarono inoltre gli il. Ariadne, Holn e Mainz, e tornarono alle loro basi con due il. e alcuni cacciatorpediniere danneggiati non gravemente.

Hèlie (Felice). Ingegnere francese e scrittore mii. (17951885). Pu professore di scienze applicate alla scuola d'art. di marina; si occupò in special modo della balistica e partecipò ·a tutti gli studi sui cannoni rigati. Fra molti studi lasciati sono da ricordarsi: « Trattato di balistica sperimentale »; « Influenza de Il 'aria e del mov imento delle navi sul tiro dei proiettili lanciati dai cannoni rigati ». H elsingborg. Città della Svezia, nel Sund. Il 28 febbraio 1710 vi si combatti: una battaglia fra Svedesi e Qanesi. Questi ultimi si erano schierati in due linee davanti alla città, coperti da stagni e da un villaggio. Erano comandati dal gen. Rantzau, Gli Svedesi, che disponevano di 8000 militari e di 12.000 contadini armaci, e assalirono co11 impeto, al comando del maresc. Stcenbock, la prima linea nemica, la quale, sbaragliata, si rovesciò sulla sccondl scompigliandola. Il Rantzau lasciò 4000 morti e 3000 prigionieri su l campo : gli Svedesi perdetter9 1600 uo1nini.

Con1battimento di Hclgoland (tQI.J.)

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II. Combattime11to di Helgola11d (28 agosto 1914). Appartiene alla guerra Mondiale, e fu provocata da un' incursione di incrociatori (tipo Shannon) da battaglia (6 ib) e leggeri (3 il) inglesi accompagnati da 30 cacciatorpediniere, nelle acque dell'isola . I Tedeschi avevano flottiglie di sbarramento in raggio molto ampio, costiluite da cacciatorpediniere appoggiate da 7 il. , ·oltre a sommergibili. L 'isola, per quanto le navi inglesi talvolta si

H elsingfors. Capitale della Finlandia, nel golfo omo• nimo , fortificata e clifesa all'entrata dell'ottimo suo porto dalla fortezza di Sweaborg. Fu fondata da Gustavo Vasa nel 1550. I Russi la presero nel 1713 e nel lj42; in quest'anno era difesa dallo svedese Lowenhaupt e andò distrutta. Venne. ricostruita nel 18 15. Nel 1918, durante la guerra Mondiale, il gen . tedesco von der Goltz, sbarcato ad Hango, sui primi d'aprile, marciò su H. con circa 10.000 u., appoggiato dai « Bianchi " della Finlandia (antibolscevichi). La piazza era difesa dai Russi bolscevichi e si trovavano nel porto parecchi sottoma rini inglesi e russi: i primi vi erano rimasti prigionieri dei ghiacci. L'rr aprile i ' Tedeschi iniz iarono l'attacco alle fortificazioni dalla parte di terra, mentre la Joro flotta investiva H. dal mare. Un tentativo di truppe bolsceviche, eseguito dall'esterno per so·c -

li porto di Helsingfors


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correre 1; p iazza, fu respinto da reparti tedeschi. Le fortificazioni esterne furono p rese d "assa lto e j bolscevichi ripararoJ10 in città . Il u, la flotta bon~bardò i loro cent ri d i rcsìstcnza, mentre le truppe del von der Goltz , a ttaccavano la città. 11 TJJ i difensori si arrèscro.

Helsing·or. Città della Danimarca nell ' isoJa di Sedand, c,,n forte castello, od quale il 9 dicembre 1658 fu concluso un trattato di alleanza fra Svezia e Olanda (t rattato detto flegli « schiarimenti ») mediatrice e garante la Francia. Con tale trattato veniva tolta d i mezzo ogni controversia sorta dopo i l trattato di E lbing, relativamente_ ad interessi commerciali. J vantaggi che questo trattato accordava all'Olanda erano estesi ai sudditi di Franòa, Daull11arca e Jnghilterra. Si rinnovava così l'alleanza conchiusa fra i dué Stati nel 1640 c confermata nel 1645.L 'Efetto re cli Bran deburgo e la città di Danzica vennero compresi nel trattato.

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combattimento fra i S,tssoni ( 2 bgl. , 3 regg. d i cava lleria, 4 can no ni , g:cn. Buchner) 'e i Prussiani (2 bgl. , 5 regg . cli cavaller ia, 2 .canno11i, g en. de Rochow) . I p rimi erano un d istaccamento dell'esercito del principe Carlo; gli altri del re Federico Il di Prussia. I Sasson_i furono sorpresi al bivacco dai Prussiani: la cavalleria si riordinò e cercò cli tener testa agli assal itori , respingendoli dapprim a, ma ca, cle.ndo sotto i l fuoco dei fanti nemici poi e rima.nendo infine sbaragliata dalla cavalleria avversaria . I fanti sassoni si d·ifescro ordi nat i in <]Uadrato, ma , circonclati da ogni parte, dop~ viva rcsiste11za clovettern arrendersi . I ca nnoni

e 900 prigionieri, rimasero nelle mani dei Prussiani .

Henni. V. Tripoli.

Henares (Alm/à De). Borgo della Spagna, n ella Nuova Castiglia, che ha dato il nome a una alleanza difensiva fra Spag na e Paesi Bassi, per mettere un freno a Ile piraterie delle reggenze barbaresche, e procurare sicurezza al commercio e alla navigazione nel Med iterraneo: « I 'alleanza cimerà finchè le reggenze d'Algeri, Tunisi e Tripoli non avranno rinunciato al loro sistema offensi vo contro Je

7Jroprietà dei sudditi delle potenze contraenti » .

Henderson (sir Davide). Generale ing lese (r862-19zo). Fece le campagne del Sudàn (1898) e contro i Boeri (1899190,). Durante la guer ra mo ndiale fu a capo clell'av iazionc britannica, e nel 1919 direttore della società della Croce Rossa. /

Hengstone H ili. Collina del Devonshirc, ncll'fnghilrcrra, che ha dato il nome a una battaglia combattuta 11cll'835 fra i Danesi, alleati ai Bretoni, ed Egbert9, re c)el Wessex . I primi erano sbarcati sulle coste inglesi e avevano trovato appoggio negli abitanti della regione. Ma Egberto li affrontò e li sconfisse, cost ringendoli ad 11nbarcarsi ahbandonando l'Inghilterra . Hennebert (Eugenio). Ufficiale e scri ttore m ii. francese ( r826-J896). Sottot. del genio nel 1847, partecipò alla campagna del 1870. Professore alla scuola di Saint-Cyr cd a guella di Fonta ineblca u, ebbe nel 1880 il g rado di ten . colon nello e nel 18$3 andò a riposo, Fra altro, pubblicò: ,, Storia d'Auoibale »; " L'arte militare e la scienza »; ,, L'artig lieria Krupp » ; « L 'artiglieria di Bange )>; ,( Noi soldati »; « Gli I nglesi ù1 Egitto >>; " Gli cser..:.iti n10dcrni » ; <( Le torpedini "· Hennebont. Borgo dc!la Francia, nel clip. del Morbihan . Nel 1342, dura nte la guerra per la Successione di Bretagna, fu assediato da Carlo di Blois e difeso dalla contessa d i Mootfort1 la q uale si batti: encrgicamemc, respingendo assalti e dir igendo sortite, finchè, soccorsa tempestivamente dagli Inglesi, ritlscì a costringere Carlo di Blo is acl abball(lonarc l'assed io. Heunen (N.). Ch irurgo mi i. inglese del sec. XIX. Pubblicò un ,rattato (, 820) intitola to « Principi di clii rurgia milita-re». Hennersdorf (Katl10/iscl1 - 1-1.). Borgo della Germania, nel clistr . di L iegnitz . l! 23 novembre 1745 vi avvenne un

-~pparecchio Henriot da caccia

Henriot. Ae roplano da caccia in adozione duran te la g rande guerr~ presso le aviazion i milita ri dell'Ita lia e del la Francia: biplano con fusol iera centrale intelata e motore ad elica trattiva Le Rhone 120 !-JP a 1200 gi ri. Visibilità e maneggevolezza ottime; era a rmato cli una mi t ragliatrice a tiro attraverso l'elica . Dopo la g uerra (u us.ato presso alcu ne scuole d i pilotaggio. Apertura d'ali m, 8 .50, velocità massima Kmh . 178, au tonomia o re 3.

Apparecchio Hcnriot

1-lmriot (tipo S . 25). Apparecchio t riposto da bombarclaineuto d iurno o ricognizione lontaflQ\;, in adozione presso l' avia:i;ionc mii. francese, d i costruzione completamente me, rnllica salvo il rivestimento delle al i, ç_on due motori I-JispanoSuiza cli 300 HP. ad elica trattiva. l·fa un' apertura d i ,n, 17, una velocità di Kmh. 21 2, u1i raggio d"az ionc d i Km. 1000 . Venne anche adottato in Francia un -tipn H . per trasporto feriti.

H enry (Forte) . Località d egli Stati Uniti, sul la dr, dd Cumberland, nel Kentuky, Durante la guerra di Secessione v.i era ' un 'opera pentagonal~, annata di 17 pezzi -di calibro d iverso. Sui primi del 1862 i Confederati, c he I'occu-


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pa,·ano v ì avevano una cp. di guttrnigione, e :-J 2 km. di rJ istanza accampava il gcn . Thilgman n con circa 5000 u. JI 2 febbraio parcì da Paducab per farne la conquista una /lotta rJi r5 navi eia guerra, comandata dall 'ammir. fede• raie Footc, con a bordo truppe comandate dal gen . G ran t. Quest'ultimo, sbarcato fuori del ~aggio di tiro del forte il 6 febbraio, manovrò in maniera da isolarne la guarnigione, mentre le cannoniere, coprendosi sono le sponde del fiume, al1rirono il tuoco contro le batterie, separando la guarnigione della difesa mobile. La sorpresa fu completa; il Thilgmann, per non essere circonda_to, mise le me t ruppe in marcia su Donelson; rientrato poi nel forte per div idere la sorte della guarnigione, v1 fu preso con 83 u. poche ore dopo. 1

percussione ordinaria, sostituendola ~on un si~te111a di percussione semplicissimo, per mezzo del <]Uale era soppresso d movin1enro per armare il cane. Tale ~,icile venne chiamato Henry Mod. 1870. li blocco otturatore si abbassa e si alza per mezzo del la leva che viene azionata per mezzo del manubrio, e che striscia sotto e contro il ponticello.· Abbassando il blocco, 'i;i apre la carnera cd apposita leva arma il percussore: a lzando il blocco, si chiude la camera, il percussore resta armalo, cd il grilletto i· prontn per lo scatto .

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Fucile Henry, pronto per lo sparo

L ·H. diede anche nome ad un suo sistema di rigatura della canna da fucile. Essa era formata di sette parti, uguali; ciascuna con un rialzo a cono ed uno curvo con -

Fucile Hen ry modello I S(H

vesso ,,crso l'asse dell'anima.

Hemy Afrssandro. Armaiuolo di Edimburgo (1817-1894). Costruì un Cucile a ri petizione che venne adottato dalh1 .America, e ch iamato Henry Moti. 1861 e [u impiegato in guerra t!a qualche corpo. Aveva il serbatoio nel fusto, capace cli 15_ cartucce. Per mezzo di una leva munita cli anello, e funzionanlc anche da ponticello, la manovra dell'arma era semplice : abbassando la leva si apriv:, la ca111era e s i armava ii cane; intanto unà cartuccia dal serba~ toio si presco tava nella camera : alzando la leva, la cartuccia vcni~a introdotta nella camera e !"arma era pronta per lo sparo. 11 rifornin,cnto del serbatoio doveva essere fatto clall 'apertura di caricamento : operazione scomod,i e poco pratica; non si poteva caricare colpo per colpo. Quan do non occorreva. fare fuoco,

pu i- avendo l'arma car ica,

Henry - Martin i. Costru,scro un fucile del tipo l'~abody, perfezionato e del calibro 11 ,5: fu applicato il sistema di chiusura alle armi inglesi, e (u chiamato He11ry-Marti11i Mod. 1871. All 'estremità della canna è avvitata la scatola

si

abbassava con moderazione il cane contro il percussore, e l'arma aveva una posizione q uasi <li sicùrczzà: per riprcn • dere il tixo, si armava cli nuovo il cane,

Fucile Henry modello 1 870

Succcssiv,amcnte l'H. utilizzò la .;ostruzione del suo fu-

Fucile Henry~l\1fortini, inod. rS71

di cul::itta che contiene nel suo interno il meccanismo <li chiusur:1 e di scatto, e serve ad unire il fusto dcl l,1 cassa all'impugnatura cd a l calcio. L'otturatore consta di un blocco imperniato ·a ll 'albero normale all'asse della canna. La leva di maneggio è posta sotto la scatola di culaua e diet ro il ponticello. Abbassando la leva, si abbassa l 'ottu ratore : alzando la leva si r ialz,a I 'otturatòre. li meccanismo di scatto è a molb spirale. Esternamente e sulla destra della scatola <lì culatta vi è un inctice, che sef,Tt.lC i moviL menti iJ1tcrni della molla spirale, cd indica al soldato se guesta è armata o disarmata. _Fu adottato dall'Austria, e, con piccole varianti che lo denominarono mod. 1878, dalla Turchia.

cile a ripetizione, per arm i a carica semplice ton un si-

stema d i otturazione verticale · pochiss(mn compl icata. Questo fucile fu presenlato all'Esposizione universale di Parigi nel 1867, e pi,, tardi iu aocora sensibilmente m igliorato· e semplificato, c::ssenèo stata abbandonata la cartella (piastra)

He111y-1Vi,u:he.;1e,·. Modificazione perfezionata del Modello 1861, fatta verso il 18;5. La modificazione consisteva nel potere introdurre le caitucce nel serbatoio per una apertura posta dal la parte destra della scatola di culatta :


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cosicchè il serbatoio poteva essere completato in qualunque momento . Inoltre si poteva fare il tiro a ripeùzione, o<l a caricamento successivo, in qualunque momento e a 1•olontà.

H erat. Città dcli' Afganistan occidentale, con buona cittadella e terrapieni, considerata in antico come chiave strategica sulla via delle Indie. Fu presa da Alessandro dopo assedio, e detta Alessandria .tlrion. Parecchie volte H. fu assediata, per questa sua particolare importanza. L'assedio più lungo (dalla fine ciel 1221 a lla metà ciel 12:22 , lo sop• portò per opera dei Mongoli, di Gengis Khan, i quali la presero e distrussero, sterminandone la popolazione. Nel 1717 fu presa dagli Afgani ai Persiani. Nel 1838 venne assediata dai Persiani, ma l 'intervento degli Inglesi fece andare a vuoto l'impresa. Passata alla Persia nel 1856, gli Afgani non si rassegnarono, e nel 1863 la riconquistarono dopo breve assedio.

le guarnigioni, soccorrendo i posti minacciati con piccc,k colonne mobili, e sostenendo numerosis.imi combatùmenu con i ribelli. Qualche rioiof7.0 giunse dalla colonia del Camerun, e dalla madre patria parùvano nel febbraio circa Soo u. al comando del magg. Gnascnapp. Successivamente, partivano allri 6oo u. al comando del ten. col. Durr; frattanto i l governatore, tcn. col. Leutwein, divideva le sue forze iit tre gruppi per fronteggiare i nemici, pu1 e divisi in tre nuclei principali. Ma le operazioni si risolsero in una serie di combattimenti spesso sfortunati, che ver,n la met/, del r904 avevano accentuato l'aggressività degli Hercro. Da Berlino 1·cnnero allora inviaù nuovi rinforzi, che portarono il corpo degli armati in colonia a 16o uili-

H ercolani (Cesare). Guerriero del scc. XVI, 11. e m. a Forll. Al servizio di Carlo V, nel 1525, alla battaglia di Pavia, fece prigioniero Francesco I re di Francia: l'impcratorc lo ricompensò colla nomina a barone. Fu ucciso nel 1534 dai Guelfi. Heredia (Gio1•an11i Ferdinam/o dz). Gran maestro dcll'Ordiue dei cavalieri di Rodi, n. nel 1310, eletto nel 1377. Si distinse combaltcndo a Patrnsso, unitamente ai Veneziani, contro i Turchi: combattè a Crécy nelle file francesi con grande valore: infine fu governatore in Avignone, avendo parteggiato per g li antipapi ed essendo stato per questo desùtuito ( 1383) da Urbano VI. Herero. Popolazione negra abirnntc verso il celltro dell'ex Africa sud occidentale tedesca, proveniente (scc. XVIII) dal centro del continente e stabilitasi quivi cacciandone gli Ottentotti.

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Osse1Tatori tedeschi nella lo tta contro gli Herèro

La dominazione tedesca nella regione si trovò a lottare con loro aspramente, a causa cli una vasta rivolta scoppiata nel 1904. I Tedeschi avevano io quel momento (gennaio) 40 ufficiali, 729 u. di fanteria montata e 8oo cavalli, sparsi in varie guarnigioni. Vi crnno i noltre i coloni delle classi in congedo (34 ufficiali e 868 u. delle riserve) e i volontari (239) oltre a poco pit1 di un centinaio di indigeni. In viaggfo per la colonia erano 5 ufficial i e 226 soldati. Sul po,to, una cannoniera con 130 u . d'equipaggio. La rivolta, segretamente preparata, scoppiò quasi improvvisa: piccoli posti e coloni tcdcsch, isolati vennero tru• cidati (circa 150 u.) e i Tedeschi cercarono di concentrare

Rep:"lrlO radiotdegra.fico tedesco neHa guerrn conitro gli U erero

ciali, 2185 u. di truppa, 2126 cavalli, al comando del genernle von Trotha. Es,cndosi gli Hercro concentrati verso il m. Watcrberg, con circa 6000 fucili. il nuovo coman dante divise le sue fone in colonne convergenti verso 11 grosso nemico, e piombò loro addosso battendoli e costrin gen<loli alla fuga, sui primi di agosto. Lo sfor~o maggiore era compiuto. e la rivolta si trascinò ancora per brc,·c tempo, interrotta dalla stagione delle piogge, ripresa ma debolmente 11cl febb_rn io 1905 e term inata del tutto~ dopo quasi <lue anni di lotta, nel settembre. Nella campagna contro gli H. e in quella contro gli 011e11totti (V.) i Tedeschi aveva110 avuto le seguenti perdite in morti : Uccisi o cleccduù per ferite, ufficiali 6o, trnppa 668; per · malattia, ufficiali 25, truppa 5➔7· I feriti erano stati 70 ufficiali e 598 u. d i tru ppa.

H èricourt. Borgata della rrancia nel dip. dell'Alta Savoia. li 13 novembre q7~ vi si S\'olse una bauaglia fra Borgognoni e Svizzeri. Mentre 18.000 Svizzeri, incitati alla guerra dal re Luigi Xl di Francia, comro Carlo di Borgogna, detto i l Temerario, che trovavasi all'assalto <.li Neuss, eransi avvicinati sotto H. per assediarla. furono affrontati dal conte di Romont al servizio del Temerario. Gli Svizzeri precipitandosi all'assalto con impeto irresistibile , sbaragliarono Romom così complcta111cntc, che lo costrinsero a precipitosa fuga. li conte fu trucidato dalla cavalleria dell'aristocrazia sveva cd austriaca, che, dopo In vittoria degli Svizzeri aveva scelco quel momento per irrompere, e il campo, l'artiglieria e le muni7.ioni <lei Borgognoni caddero nelle mani dei vincitori. T re giorni dopo la battaglia H . si arrese, e il suo difensore, Stefano di H agenbach. ebbe la facoltà di p:uùrc liberamente coi suoi. La fortena fu occupata da un presidio austri::ico. H éricourt (battaglia r~,o). V. lisai11e.


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L'Hermada (25) e la ferrovia Trieste Mon falcone (26) col ponte nell'Isonzo

Hermada (Monte Querceto). Propaggine estrema e culminante ckl l 'altipiano Carsico, verso il mare, ad est di Monfalcone (q. 323). Durante la guerra 1915-18 gli Austriaci ne fecero un caposaldo della loro difesa sulla via di T rieste. Atuccate due mite, nel maggio e nell'agosto del 1917, dalle truppe della nostra 3a armata, le posizioni dcll'Hermada resistettero sem pre tenacemente. In entrambe le battaglie nostrj repart i pii, avanzati si spinsero fino alle case di Medea7.za, e più oltre, ma entrambe le volte ne furono ricacciati da contrattacch i avversar i. (V. lsouzo e Carso). Her.mann' (Linea" di). Sulla fronte occidentale (guerra mondiale) ; così denom inavasi il prolunga mento a nord dell 'altipiano d i Rcnansar·t, verso Gand e Bruges, della linea d i Hmuling. (V .) . ' H ermanstadt (in romeno, Sibùr). Città della Romanja, nel la Transilvania, sul Sibiu, affl. dell 'Al uta. Nel .secolo XVI venne fortificata con mura merlate e torri. I. Combattjmento e assalto di Herm,mstadt (1849, guerra d 'Ungheria). Il ge n. ungherese Bcm, con 4500 u. di w i 900 cavalli, e 20 cannoni, m uoveva il 16 gennaio verso H. quando venne affrontato sulla strada di Galsalva da truppe austriache (8 bgl. e 8 sqdr. con 18 ca1rnoni, circa 4000 u .) al comando del gen. Puchncr. Il combattimento fu breve, e gl i Austrèaci, battuti, rjpararono nella città. Qu1ttro giorni dopo, malg ràdo che I~ guarnigione fosse di forze quasi pari alle sue, il gen. Bcm tentò l'assalto della piazza, ma fu affrontato dal Puchner, e, scoolicto, dovette ritirarsi. 11 4 marzo i Russi varcavano i confini e si portavano su H . a rjnforzarvi gli Austriaci. Il. Presa di Hermanstadt. Nel marzo 1849, la città aveva p residio n 1sso (3 bgl. e un regg. di cosacchi, 2500 u. con 8 cannoni) a custodia cli magazzini ben forniti. Il giorno 9, il gcn. Be m, con r4.ooo u. e 20 cannoni, mediante un audace colpo di mano, sorprendeva i Russi t li cacciava eia

H. impadronendosene. La città tornò in potere dei Russi comandati da Liiders il zr luglio, quando ormai la rivoluzione ungherese volgeva alla fine: la guarnigione ungherese (500 u.) all'apparire dei Russi abbandonò la città.

111. Battaglia di Hermanstadt ( 22 al 29 settembre 1916). Fu anche chiamata, specialmente dai Romeni, di Sibiu . Appartiene alla guena conuo la Romania. Da parte tedesca parteciparono.: a) il grupppo Delmensi.ngen (2 brigate a . u . ed uo rcgg. bavarese); b) il grosso del gruppo Staabs (768 e r87• divis. german iche R. e 51• divis. Ilonvecl, una batteIÌa da roo); e) il gruppo Schmettow (1~ e 3• divis . rn-.allcria a. u, con 3 batterie di morrai ed I di cannoni da 1 00). li coma ndo supremo era stato affidato al g"Cn. Falkenhayn . Il gruppo b) doveva, ù1 primo tempo, ptendcrc possesso delle a lture a sud della linea Guraro-Poplaka, per operare in suelto collegamento col gruppo a) che doveva attraversare i monti ,fra Maros ed .l\luta, eti;et tuando l'avvolgimento 'della sr. romena, e intercettando la rotabile e la fcrro~ia che collegano H . con la Valacchia. Il compito assegnato al generale Delmensingcn non era certo facile trattandosi di superare una vasta ed elevata regione montana; fu pe rciò accurata1ncntc preparata 1'ope razione nei giorni ::!2, 23 e 24 settembre, ed il 25 esso la eseguiva felicemente, non avendo trovato su quei monti resistenza alcuna. A sera egli era paclrnne dei monti Sibiu ad irnmedjata por tata del passo di T erra Rossa. Il gruppo v . Schmettow doveva per la alture a nord d i F-alek procedere all 'aggira mento del fianco d r. della 1 3 arm ata romena, separandola dalla 2 3 che teneva la regione di Folgaras: Collegava la 9a armala germanica con la 1 a armata a. u . (von . Arz) il gruppo Morgcn, del quale il nucleo principale era costituito dalla 893 divìs. tedesca : una piècola riserva, dì alcuni bgl. , era stata collocata diet ro il gruppo v. Schmcttow; anehè questi preparò il suo movimento 3:vvolgente nei · giorni 22 e 23, scendendo V<;rso l 'Aiuta Era Holzmangen e Glimboka, nonostante la viva opposizione fatta da distac0

<.:~urie nt i run1eni .

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Com 'era previs[ù, il 26 la 9" armata iniziò l'attacco generale. l i g ruppo Staabs, spiegato a semicerchio, si avanzò da nord e da n. o . su H . e la sua d r ., passato il Sibiu, prendeva contatto con la s r. del gruppo D d lmensingen, che da Szelistvc puntava verso Resinar, mentre frattllnto il resto di ra!e gruppo giungeva al passo di Terra Rossa e se ne impadrouiva, tagliando la ferrovia con la Valacchia. Al l'ab sr. , il gruppo Schmettow, passata l ' Aiuta a Kcru., era riuscito a g iungere presso Pururnbak sbarrando l'_unica strada ancora aperta ai Romeni verso Folgaras e resping cndo forze del la 2" armata romene accorsa per riaprire le comlJ11icci'"zionj con là Ja armata. Non ostanrc. l 'ero ismo con cui i d ifensori d i Terra Rossa si batterono per mantenere aperte le comunicazioni con H . ciò (u loro impossib ile, o nd'~ che alla sera del 26 la situazione dei Ro men i era d ivenuta. assai critica. Nel d ì seguente si riaccese la b attagli.a: I Romeni si batterono, con valore che provocò l'ammirazione stessa del nemico; ie truppe d i Delmcnsingrn riu.scirono però a prog re~lirc avanzand o per le valli elci Trine e del Satu ln i. Fall irono tentativi fani da truppe provenien1i d a lla Valacchia per a1,rire' il passo d i Terra ·Rossa; del pari fall irono q uelli effettuati ila colonne del la :,;a a rma ta sul la si nistra del l' Aiuta , a sud d i Kcrcz per riallacciare le comunicazioni per la de tta a rmata ed i combattenti d i H ., cd anzi altri passi dei mon ti Fogaras vennero intercett.ati dai Tedeschi. Il 29 segnò però un successo per la 2• a rmata romena,

il cui grosso finalmente svjluppò un vasto contrattacro contro la destra dc11a

1 a armata :i. u . , costringendola a ripiegare verso la va lle dell'Haar : assai p rovate furono la 71 ° d iv is. a ustriaca e la 89• tedesca del g ruppo Morgcn : in tutte q ueste azion i ebbe largo imp iego la cavalleria , spec ialm en te da parte degli a ustro-tedeschi, impiego però princip a lmente da a ppied a ta. La controffensiva della 2 a a rmata rom e na, c he veniva ad interporsi fra le t!ue a rmate nemiche, p:,ralizzava i successi tedeschi intorno a l-/_ e comprometteva il g rup po di Schmcttow, mi11acçiato alla sua volta d'aggiramento. Non ostante le gravi perd ite subite clall '89" d iv is. , fu 'ad essa che il Falkenayn commise di c ambia re la siruazionc, eseguendo un a ttacco a fon do da Heund orf contro il fianco dr. delle colon ne ro m ene procedenti verso ovest e nord-ovest: tale '-Contrattacco venne

arrestato, ma i Romeni non ne approfittarono per conti-

nuare la loro avanzata, nè _per condurre a fondo con adeg uate forze l'attacco contro il gruppo v. Schmettow, co-

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la Valacchia attraverso i monti Fugaras, che -(:osthuiscono il Jianco o rienta le del passo dì Terra Rossa. Valicano i

n,on:i Fogaras alcu_ne 1nalagevoli strade,

in parte delle

quali vari distaccamenti cJel gruppo Scbrncttow già le aveva prevenu te : tun avia il difficile compito le truppe romene sepp ero assolvere con grande valore e con molta abilità,

non lasciando in mano del vincitore che 3000 prigionieri, 13 cannoni e rela tivan1cnte non molto materia.me. Non ostan te la sconfitta subita, il contegno tenuto dai Rome ni alla battaglia di Hermannstadr cd il modo come,

prcssochè da ngni. parte aggi rari, seppero trarsi i n salvo, c.:os tit u iscono pagine gloriose per ,1uell 'esercito. Ad ogni m odo il risultato stra tegico della batragl ijl era, per i tedeschi, notevole; padroni dei paesi Vuka11 e Terra Rossa, nonehè cl i monti Sil;iu e Fogar:1s, essi e rano in possesso di ot1i me basi per procedere sia verso la Valacchia, sia verso Brasso .

Herrenhausen. Ant. villaggio presso Annover. l i 3 se ltembre .1725 vi fu conclusa u n a a lkanza (detta d · /\nnover) fra Inghilterra, Francia e P russia, per o p porsi a l I 'alleanza d i Vienna. Garanzia reciproca dei rispettivi Stari , privilegi conuuercia li in Europa e fuori . Esisten do il ,, casus foedcrìs >) le pa rti contraenti si aiuteranno : I nghilterra e F rancia forniranno ciascuna 12 mila uomini e la Prnssia 5 m ìia, oppu,e un equivalente in danaro o vascelli. da g uerra. Altr i p ,·incip i saranno invitati ad accedere alla presente alleanza che durerà i 5 a,rni. Se in odio a q ucst•> trattato l ' Impe ro d ichiarcr,ì la guerra al!a Francia, i re d 'Inghil1erra e di Prussia non solo non forniranno il loro contingen te in trnppe n altro, ma fino alla pace opererauno d i concerto colla Francia, o se presteranno il dovu to conti11gc11tc, non crc<lerarino perciò d'aver contrlvvc. nu.to a <.juesto trattato .

Il trattato di Vienna. che riconciliava le due corone d'Austria e Spagna d opo una rivalità di 25 anni, preoccupò ie alt.re potenze, le q ua li vi so,pettarono delle clausole segcctc, come, per esempio, il matrimonio dell 'infaote D . Carlo con M . Teresa, che un giorno avrebbe potuto riu nire sullo stesso capo le corone d'Austria, Spagna e 11ra11cia . La Francia e l'Inghilterra a ppronttarono al lora der makontcn to di Feder ico Guglielmo l di Prus~ia per con ch iudere con lui la presente alleanza; che ben presto si estese, compren dendo parecch i Stati.

Hersan. V . Moliacz .

.sicchè il cerchio intorno ad H , non veniva rotto. Non restava quind i a lle trup1ie della 1 "· ar mata romena q uiv i cnmbancnti, chç aprirsi con la for,,a il passo verso

Hervey (A11g11s10 Giovanni . co11/c di Bristol). /\mmira g lio ingl~se ( 1i2-1- 1779) . Partecipò a lla battaglia d i M inorca

BombarJam~nto dell"Herm.:!d:1 : 24 maggio 191 7 ( fotografia presa da Trieste)


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(1ì56) e alla lotta nelle Antille (1;62). Fu infine Lord dcli ' Amn,,ragliaro.

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rnni assalti. sempre rc,pmt1. li 29 giugno. mentre si pre• parava un assalto generale, gli Spagnuoli capitolaronc, 0t • tenendo gli onori delle armi .

Herwarth

(dt lli11,·11/eld, Carlo). Generale prussiano (ti!J6•18S4). Prese parte alle campagne del 1813 e ùel 18~1>: in tale anno divenne generale di brigata e all"epoca della. guerra del 1864 di C . d"A., coma nd ando allora la sped izione contro Alscn. Nel 1866 ebbe il comando in capo dcli "armata clcll'Elha, con la quale s"impadronl della Sassonia. Nel 1870 ebbe il comando dell"armata di riscn·a. Un fratello, l!a11s (1800-1881) e ur, cugino del l)rcccdentc. Federico ( 11!00-1884) fumno pure generali prussiani.

H esapcieff (Cr.). Generale bulgaro. e .scrittore mii., n. nel 1858. Fu alla scuola di guerra di Pie\rogr:1do . Nel 1885 era capo di S. M. dell' esercito. F u poi delegato alln conferenza dell"Aia. ministro plenipotenziario a Belgrado e :1 Bucarest.

Hess (Pietro). Pittore mii. tcclc>eo (r,92-1871). Volontario neli 'esercito ba1•arese dal 1812 al 1815 si specializzò quale pittore cli batt:1g lic ed i11rn minciò a rendersi 11oto col quadro: " La battaglia d'Arc is sur Auhe "· Per or,li11e dell'impt'tatorc di Russia dipinse i principali a,·,·cnimcnti della campagna del 1812. l)ipin~c pure molti episodi della guerra di Crimea. Una delle sue opere principali ~ la " Battaglia di Lipsia ". HeH barone Enrico. Generale austriaco (17<;8-18ìo). Iniziò la carriera 11el 1805 e si distinse nel 1809 a Wagram. Feld maresciallo nel 1842, fece le l'ampagne d"ltalia dd 1848 e del 1849 nel qual· anno fu nominato cape, dello S. ~- generale. Di nuorn~ fu in Italia nella campagna del 1859 e l'anno dopo andò a rip<>SO.

Hetman (Atamano\. Dignità di capo di Cosacchi , crcatJ nel 15,6 eia Stefano llathori, re di Polonia. L "A. portJva · rnme insegue una bandiera, una coda di ca1,1llo. un b.,. ,tonc di comando, uno specchio. La dignii:ì rimase anche nell' Impero rnsso, e g li A. ven iva no scelti fra i più valorosi capi dei C'.osacchi. Eravi un A. generale. nella per,ona del principe ereditario. Heurtheloup (b11rone Nicolù), Chirurgo mii. francc,e (1i50-1812). Nd Ii8o era a capo dcgìi' ospedali mii. clcllJ Cor>ica e nel 1786 cl, <JUelli cli Tolone. Chirurgo capo nel 1800, sostituì Percy nel 1808 nella Grande armata. Fu abile organizzatore dei servizi sanitari clell 'csercito.

I ,e for"tlHcazioni di Hesdin (sec. xv11)

Hesdin. Comune della Francia, nel clip. del Passo di Calais, fondata fin dall"epoca romana. 1clla prima merà elci sec. XVI venne fonitìcata da ingegneri mtl. italiani. cosl perfettamente, che il Saint PaLtl osse rvò che a prima vista poteva credersi opera del Vanban. I. Assedio di HesdiJJ (1553). Fu posto dagli Imperiali CO• rnandati da Emanuele F iliberto di Savoia e difesa dai Frauccsi agli ordin i dd marcsc. di Bouillon. Resistettero magnificamente alle artiglierie i rampari di terra di una cortina tcrrapienata, e fu questo uno dei primi escmp1 cli tal genere d i difesa. Dopo la resa, le fortificazioni fu rono rase al suolo per o rdine di Carlo V, L ·anno successi1•0, il duca di Savoia, campeggiando ncl1'Artois e nella Piccarcha, costruiva in due soli mesi, in faccia alla località ove già sorgeva quella Riazza, un fonc dcsti □alo a chiudere la frontiera dell 'Artois, al (Jltalc d iede il nome di Hesdinfcn. Il. Assedio di Hesdi11 (1639). Fu ordinato dal Richclirn, e posto clai l!rancesi, al comando del La Meillcrnye, in presenza del re Luigi XIII. La trincea fo aperta da due parti il J• giugno. Gli Spagnuoli che clifendernno la piaz7~1 erano comandati dal come di l-lanapcs. che si diic,c atti,·amcntc con contromine. Fatta la breccia, vennero dat i al-

Heusch (1\"icolt1). Generale. n. a Calci. m. a Bari (183;1902). Proveniente clall"csercito del Grau<luca di Toscan.1. partecipò col grado d i sottot. cli fanteria alla campagna del 1859. Prese pane alla spedizione d"Africa (1885-~8) meritando la ricompensa dell'O.M.S. e ragg1un,e nel 18~9 il grado di 1nagg. generale. Quindi Eu alto commissario in Lunigiana, durante i moti anarchici dtl 189~ e intinc ispettore clegli Alpini.

Hcusch i:\icola

Eesapciclf Cr.

H eusden . Città dell'Olanda, ant. fortificata, presso la Mosa. Venne presa dai Francesi nel 1672 e nel r ì95· In quest'ulumo anno, era difesa eia 1200 u. con 173 cannoni: bloccata dalle truppe del Pichcgru, si arrese a discre,.ionc. H eukensfeldt Slagheh Fabbri (L11igi). Ammiraglm italiano, n. nel 18;3, entrato in servizio nel 1b8S, promosso contrammir. nel 1926, cli divi,. nel 1928. Guadagnò una


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med. d 'argento durante la guerra mòndiale, in òperazioni .navali nel Basso Adriatico. Hida lgo (Stefano). Generale, n . a Malaga (Spagna) m . a Torino (r848-19r8). Sottot. dei bersaglieri nel r859, partecipò alla campagna d'indipendenza del r866 e p rese parte alla spedizione d 'Africa (1885-88) nella quale si d istinse alla presa di Cassala . Raggiunse nel 1913 il grado di maggiore generale. Scrisse un volume: « Undici mesi a Cassala ». H ideyosci. Generale e statista giapponese (1535-1598). Bandito in gioventù , con l'energia eccezionale del suo temperamento riuscì a divenire prefetto di palazzo dell'imperatore e a governare con mano di ferro il p~ese. Dal 1573 alla sua morte lottò contro la potenza dei daimios sottomettendoli ali 'autorità dello Stato. Conquistò la Corea e fu detto il Napoleone del Giappone.

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rurgichc », in latino, e un'opera sulla cura delle ferire, in cui si occupa anche delle ferite di guerra. Il suo vero nome era Guglielmo Fabbry. H iller (barone Giova111u). Generale ausrriaco (,7541819). Jniziò la ca rriera nel 1770 in artiglieria. Partecipò alle campagne contro la T urchia (1788-1791) e contro i Francesi. :F eldmaresciallo nel 1805, nella guerra del 1809 comandò il 6° C. d'A. Si segnalò ad Essling, a Wagrnm e nel 1813 contribuì alla riconquista dell'Illiria e dell' Italia.

H iller G iovannj

Hindenburg

H indenburg (von Bc11cf(e11dorf). Maresciallo tedesco, a Poscn n el 1847. Partecipò alle campagne del 1866 e del 1870-71 e raggiunse il grado di generale nel 1885. Insegnò tattica a lla Scuola di guerra, lasciando nel 19u i l servizio attivo col grado di generale dì C. d'A. Richìarnato allo scoppio della guerra Mondiale, ebbe· il comando dell 'Vli! annata che condusse vittOJ'iosamente contro i Russi, guadagnandosi il ~rado di feldmaresciallo. Nell'agosto r9r6 assunse la carica di capo di S. M. dell 'esercito e la tenne sino ali 'armistizio. Ritiratosi a vita privata, ne venne tratto dal consenso pressochè unanime del popolo tedesco, che lo volle a capo dello Stato nel 1924. Scrisse 11.

Hidalgo Stefano

H ideyosci

H igginson (Carlo). Generale inglese (1826-,927). Era stato nominato sorrot. nel r845, sotto il Wellington. Nella campagna di Crimea, si era distinto a Inkermann. Fu poi istruttore mii. di E doardo VII. Il padre era stato generale e il nonno pure, sotto il Marlborongh.

una autobiografia : ,, Dalla inia vita }>.

Divise di H iglandcr

H ighlanders. Nome dei montanari scozzesi, conservaro nell'esercito inglese per i regg. reclutati nell'alta Scozia, in dossanti il caratteristico costume del luogo, con grembiulino e gambe nude. H ildano (Fabriz io). Chirurgo tedesco (1 560-163➔)- Stud iò anche in Italia . Lasciò le " Osservazioni medico-chi-

Li11ea di Hinde!lbt11'g. La Germa nia , all'inizio del 1917, ritenendo che la guerra sottomarina sarebbe stata sufficiente per privare gli Alleati dei necessari rifornimenti e annullare in parte l'effetto dell'intervento d egli Stali Uniti, decise di attenersi in Francia alla difensi,·a, in attesa del crollo russo imminente, specie di frome all 'im minente grande offensiva francese del r!p7. Per economizzare forze e per far fronte a qualsiasi offensiva alleata, il maresc. H . decise cli restringere la fronte, facendo retrocedere le sue truppe su lince fortificate, dette d i Wotan e d i Siegfricd, che nel loro complesso furono dette linea fortificata di H. e d1e risulta dall'annesso schizzo. La distanza tra questi due successivi sistemi variò a seconda del terreno, ma non fu mai i11feriore al chilometro. Ogni. sistema comprendeva generalmente tre linee successive : linea avan zata o prima linea, linea dei rincalzi, linea delle riserve. Vi erano compresi capisaldi, come villaggi, boschi, ccc., ai quali si aggrappavano trincee e camminamenti, dando luogo ad u n complesso assai profondo di terreno preparato a difesa, ch<" gli Alleali poterono solo superare in qualche tratto, a prezzo di gravosissimi sacrifici. La ritirata sulla linea H. prova quale grande prestig io godesse il maresciallo che potè ordinare tale movimento, conservando alto lo spirito delle truppe e del paese .


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Linee rorli/ìcale TEDESCHE

Linee di Hindenburg (Wotan-Siegfrìed); di !Iermann; di Hunding- Bnmhild-Kriemhild; di Anversa-Mosa

Hobart (bar011e Augusto Carlo). Ammiraglio inglese (1822-1886). l'a rteci pò alla guerra di Crimea, e nel 1867 passò al servizio della Turchia, che lo nomi.nò Pascià : ne riorganizzò la · marina militare e partecipò alla repressione dell'insurrezione a Candia e alla guerra del 1877-78 contro la Russia.

Hoche (L"igi Lazza1'0). Generale fraocese (1768-1797). Ser l'Ì la Rivoluzione francese e ne fu fatto generale nel , 793. Domò la Vandea e si segnalò specia ]mente sul Reno. Tentò di sbarcare in Irlanda ma una tempesta mandò a vuoto il tentativo. Nel 1797 ebbe i l comando supremo nel Reno c battè gli Austriaci, morendo di malattia nel pieno fulgore della gloria milita,·e acquisita. Hochkirch, Villaggio della Sassonia. Ha dato il nome a una battaglia (r4 ottobre 1758) che appartiene alla guerra

dei Sette Anni. Le forze di Federico II sono di molto inferiori a quelle del nemico: difatti 42.000 Pr ussiani stanno contro a 90,000 Austriaci. Il gen. Daun, comandante del1'esercito austriaco, ha preso posizione a sud della strada di Bautzen-Gorlitz, coprendo il fascio di comunicaz ioni che conducono a Zittau e Gorlitz. Federico si accampa di fronte a lui, con la dr. a H., il ro ottobre, e i due eserciti avversari si fronteggiano senza osare di muovere ali 'attacco, limitandosi a osservarsi reciprocamente. Si sono sv; lti piccoli scontl fra l'ala sr. prussiana e la dr. austriaca, per il possesso di un importante rilievo del terreno, denominato Stromberg, che finisce per rimanere agli Austriaci. Per il che Federico allunga la sua ala sr. (indebolendo il centro e la dr.) distaccando, a nord dello Stromberg, il corpo Retzow, forte di circa 12.00 0 uomini. Restano sotto gli ordini immediati del re circa 30. 000 uo-


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mini. Coll 'ala ,btra prussiana gli Austriaci nrnoteugono stretto contatto, con un corpo di truppe comandato dal Laudon. li , 3 ottobre finalmente il Daun decide l'attacco. Il momento è felice perchè. come vedremo, Federico li è sorpreso in pieno e sol~ più tardi si rende rà conto ddla situazione, evitando i l comple to insuccesso con una sapiente

magistrale ritirata sul campo tattico. li piano di 1:-ottaglia concepito dal Daun è d i ~tile federiciano: anche I'attuazione è preparata con mèticolosa cura. Egli intende di avvolgere il fianco dr. dei Prussiani e · attaccarl i contemporaneamente d i fronte, d i fianco e sul rovescio. L·aggira-

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rncnto è studiato nei minimi

dettagli: sono state effetmate n umerose e di! igemi ricogn.iI.. zioni; attraverso ai poggi boHoche scosi cui si appoggia b propria ala sr. sono state apcr1c piste e tracciati accessi. li Daun con 46 bgl. e 16 sqdr. · attacca su tre colonne, con obiettivo l 'avvolgimento del fianco dr. avversario, e rinforza con 4. bgl. e 15 sqdr. il corpo d i Laudon che già trovavasi alla sua sr. a contatto colla dr. d i Federico 11. Il generale O ' Donne!, con 20 sqdr. ha l'ordine di effettuare un largo giro per attaccare il tergo del nemico, a sr. del Laudon . Il centro e la dr. dovranno assalire a momento opportuno: in· particolare ,,,, .... ...., ,/ ee

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guirc un cambiamento di fronte àl suo centro, t, ch iama rinforzi da:la sua sr. L'attacco viene cos1 fermato su ll'ah dr.

Frattanto però anche l'ala sr. prnssiana ~ assa lita: m primo tempo essa resiste e respinge vari attacchi : succc-,sivamente è costretta a cedere le sue prime posizioni , 111a il ripiegamento avviC11e ordiMtamente. Il nemico però no11 incalza, e dopo un po' arresta, inesplicabi l111cntc, la propria azione. li gen . Retzow ne approfitta per d isimpegnarsi e riunLrs1 .a Federico, che, respinto ma llùll battuto, decide di Jitirarsi, col concetto di riprender posizione sulle alture di .Krcckwitz, a 4 km. appena dal campo cli bat tagl ia . Seydlitz copre la ritirata con tutta la cavalleria in due linee, appoggiando la sinistra a Belgcm, occupata da .fanteria e artiglieria. Le fanterie. sfilano in due colonne; un corpo di 8 bgl. protegge poi la ritirata dd la cavalleria, e la chiude. Retww copre a sinist ra quell'abile manona . li Daun, per q uanto il successo gli abbia arriso nel la pr ima parte della battaglia, non crede rinnovare gli auacchi nè di perseguire il suo ottimo disegno d i manovra. e si arresta senza inseguire le truppe del Re in ritirata. Pe-rdltc: Prussiani 9.000 uomini, tra cui il marc.:sci~llo Keith ed altri general i, 101 cannoni, 30 bandiere e stendard i e la maggior parte delle tende : aust riaci 6ooo uomini circa.

Q uesto è un esempio caratteristico nella guerra dei VI l anni, forse 1·unico, di battaglia condotta da Federico Il con criterio strettamemc difensivo.

Hochst. Borgo della Germania, nel distr. d i W iesbaden. alla confluenza della Nidda col Meno. Il 20 giug,10 1622, il gen. imperia le Till y vi sconfisse i protestanti, coman dati da Cristiano di Brunswick. [I giorno 11 novembre 1795, il gen. austriac<1 Clerfoy~ vi ballè Jourdan. Hochstadt. Borgo della Baviera, sull'Aisd1, nel d istr. di Bamberga. Nel 1633 fu preso d "a-.1lto e incendiato dagli Svedesi.

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Battaglia di Hochkirch ~ Prussiani : A, Retzow; 8 1 Fçdcrico ; C . Ziethen ; D 1 pos.izionc dopo la battaglia. Austriaci : R. destra i F, Daun i G, G~ Laudon ; li, H, OJ Donncl

l 'ala dr. ba i! compito di impedire che il corpo staccato di Retzow si r iunisca al grosso dell'esercito prussrano. li mattino del 14 ottobre avviene l'attacco de!!a sr . austriaca contro la dr . prussiana, di fianco e sul rovescio. Federico, sorpreso, non si rende conto della gravità della situazione: i P russian i oppongono ostinata rcsistcn,a in H. e dietro il villaggio, eseguendo vigorosi contrattacchi, ma non coordinati da un concetto organico di controffensiva. Varii genera.li cadooo. Zictbcn colla cavalleria dell'ala dr. <:opre le spalle dell 'esercito a nord della stràda BautzcnHochk irch. Il maggiore di Mollcndorf, col suo battaglione attorno a cui raccoglie brani d'altri cocpi e gruppi di cannoni, t rattis ne il nemico nel vallone di Drehsa. In . questo momento, finalmeJllc, Feder ico si decide a far csc-

Bauaglìa di H iic/,stadt (ro81). Appa,·tiene alla lotta di Ermanno cli Lussemburgo, eletto re in Germania mentr~ Enrico IV era in Italia, contro i fedel i a quest"ultimo. L ' , r agosto i due partiti si scontrarono a H. e le truppe di Ern1anno batterono quelle avvers arie . H oclistiidt (i11 cest i non tedesch i, anche Hod,stctt). Borgo dell a Baviera, ~ul D anubio . J. Battaglia di Hoclwiidt ( 20 settembre 1703). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. Il maresc. francese Vil lars, unitosi con le truppe dell'e lettore di Ba viera (in tutto 48 bg l. e· 70 sqdr.), si avviò verso H.. dov'erano 20 . 000 Imperiali agli ordini del rnaresc. conte di Styrum. Precedeva un 'avanguardia fratiCC$c, agli ordini del 1narchesc d ·usson, la quale, affrontata dagli Imper iali, ve nne sgominata . Ma il Villars , sop•raggi~nto col grosso, attaccò a sua volta, e con \ una lotta durata sette ore riuscì a sconfigge re comp letamente lo Styrum, i l quale perdette 6000 ti. fra m. e feriti, 30 pezzi d'artiglieria, 4000 prigionieri . I Francesi perdettero un migliaio cli uomini fra m. e feriti.

ll. /Jauaglia di Hochstiidt (13 agosto 1704). f: detta anche battaglia di Blenheim , ma il nome esatto ì: Blindhcim. Appartiene alla' guerra per la Successione cli Spagna. Si trovavano di fronte nell'alto Danubio gli a lleati (Austr iaci. Tedeschi, Inglesi, O landesi, e Danesi), con 56.000 u. e 52 cannoni, contro i Franco-Bavaresi forti di 60.000 uomini


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Battaglia di Hochstadt ( 1704) e 90 cannoni. Questi

ultimi si erano schierati, in atteggiamento difensivo, colla dr. al Danubio, a levante di H. e la sr. ai monti, avendo davanti all"ala dr. il piccolo villaggio di Blindheim e avanti al centro I 'alcro più piccolo di Ober Glauheim. A poca distanza dalla loro fronte correva parallelo a questa un ruscello pantanoso, detto Ncbelbacb. I F rancesi costituivano l'ala dr. e i Bavaresi la sr. dello schieramento; i due eserciti craoo però schierati in n1od<;:> che, in ciascuno di essi, la fanteria era ai lati} la cavalleria al centro, l'art. spartita a batterie su tutta !a fronte. La posizione di Blindheim fu guarnita con Zì bgl. di fanteria e 12 sqdr. di dragoni: il Nebelbach fu lasciato sguem ito: Piano d'azione combinalo fra il duca di Marlborough, comandante degli Inglesi, e il principe Eugenio di S:i.voia, coma11dante ,icgli Imperiali (che avevano un giorno per ciascuno il Comando supremo), è quello di fare un attacco frontale con aggiramento dell 'ala sr. neIn1ca.

Il Duca di Malborough avanza co l! 'ala sr. (38.ooo uomini) attaccando Blindhcim ed il Ncbelbach; Eugenio attacca colla destra (18.000 uomini) l'ala sr. del nemico col proposito di aggirarla. La posiz ione di Blindheim resiste saldamente, per cui il generale inglese con inruito da gr:u, capitano ritiene non opportuno insistere in quel punto della fronte così fortemente d ifeso, per spingere l'attacco nel punto ove la resistenza nemica si era dimostrata minore, e precisamente contro il centro nemico, che rappresentava anche il punto di unione dei due eserciti nemici. A tal uopo, senza diminuire la press.ione contro la posizione di Blind11eim, il Marlborough fa gittare sul Nebelbach molti ponticelli su cui fa passare la p rima linea di fanteria, respingendo assalti d i cavalleria ; ' successivamente fa passare la cavalleria, infine la seconda linea della fanteria. .I.'~ttac.co centrale sfondante ha pieno successo: Blindheim rimane accerchiata e i d ifensori costretti ad arrendersi. Anche l'ala sr. dei Ba·v aresi, che pure aveva resistito ai violenti attacchi del principe Eugenio, finiva così per doversi ritirare . Causa la stanchezza delle truppe vittoriose mancò l 'inseguimento: i Franco-Bavaresi, per quanto ridotti a soli 20.000 uomini, poterono ritirarsi in ordine, per Ulma e

Tuttlingen, verso il Reno, per uni rsi coll 'csercito del Villeroy. Le perdite dei Franco-Bavaresi ammontarono a circa 30 mila uomini, di cui 6000 morti e 8000 ferir~ (tra morti e feriti vi (urano anche una trcutina di generali) oltre ' 100 pezzi d'artiglieria e oltre 150 era bandiere e stendardi; gli Alleati ebbero circa 4500 morti, fra cui z generali, e i500 feriti fra cui due generali. III. Battaglia di Hiichstiidt (o di Dillù1ge11 : 19 giugno Appartiene alla campagna dei Francesi su l Danubio. Il gen. Moreau era riuscito a far passare il fiume, riattando due ponti semidistrutti dagli Austriaci , a fanteria e caval leria agli ordini del gen. tccombe, il quale fronteggiò felicemente i primi corpi nemici sopraggiungenti. Due volre egli sbaragl iò gli Austriaci, e quando, a sera, questi tentarono il terzo attacco, condotti dal Kray, Morcau era giunto con tutte le riserve. La lotta si accese verso le 20 e durò sino alle 23. In q uesti scontri, gli Austriaci avevano lasciato nelle mani dei Francesi 5000 prigionieri e 20 cannoni. 1800).

Hockenheim. Villaggio della Germania , nel Baden. Nel gennaio del 1793 il corpo francese comandato dal gen. Custine, aveva preso i quartieri d'inverno sulla sr. del Reno , fra q uesto fiume e la Nahe; !a guarnigione di Magonza era stara rinforzata e, per coprire la testa di ponte sulla dr. del fiume, un forte distaccamento occupava i trinceramenti costruiti davanti a Cassei; dinanzi a H., occupata dai Pruss,ani che se n 'erano impadroniti con un colpo di mano il 14 dicembre, era rimasta un 'avanguardia. In questo periodo erano giunti tre nuovi Commissari della Convenzione Nazionale e il Custinc. per dar prova di attività, volle ocwpare la posizione d i H. A tal uopo, 12 bgl. con 12 cannoni, comandati dai gen. Houct\ard e Sédillot, avanzarono il 2 gennaio sui villaggi di H. e di Costhein1 , impad ronendosene di sorpresa. 'Essi vi si stabilirono, ripartendo le forze disponibili, in parti uguali. La notte su l 6 gennaio i Prussiani mossero in forze al contrattacco e, coperti da una fitta nevicata, riuscirono faci lmente a cir-

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condare H. e a isolarlo. Il gen. Sédillot, fatte prendere le armi ai suoi, riuscì ad aprirsi un p assaggio fra le file avversarie, rinforzato poco dopo dall 'Houchard, accorso al cannone, col quale poi ripiegò su Casse], perdendo però 500 u. e le artiglierie.

Hodeida. Città marittima dello Yemen, sul mar Rosso. Durante la g uerra italo-turca vi si erano raccolte nume-

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cavalleria) e l'attaccò. Contrattaccata e rcspjnra sino a H., qu~vi fece fronte, menlre sopraggiungevano truppe dcli ·Augereau e del Soult. I Russi che tentavano di prendere H., vennero fronteggiati dalle fanterie, e, presi di fianco dalla cava1leria stessa dc1l' Haucpoul, respinti e cost retti alla ritirata.

Hoffmann (Massimiliano). Generale tedesco (1869- 1927). Fece una brillante carriera, cd è noto specialmente come artefice delle t rattative di pace con i Russi dcll:t r ivoluzione a Brest L itowsk (1917). Dopo la guerra, partecipò 21la vita politica e lasciò un volume : << La gue"rrn delle occasioni perdute "·

H ogh Jand. Isola nel golfo di Fi nlandia, a ovest di Pierrogrado. Ha dato il nome a una battaglia navale (17 l uglio 1788) tra le flotte russ~ e svedese; i prin1..i, c01nandati

dall 'amrnir . Greig, riuscirono vittoriosi, con la perdita di un vascello: i secondi ne . perdettero due, uno dei q uali catturato, e furono costretti alla ritirata .

Hogue. V. La Hogue.

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-Go--~---~--~---~Battaglia di Hohenfried berg (1745)

rose forze turche con artiglieria, stabilite su fortini cretti a nord e suJ della città, presso la costa .. li 26 e 27 luglio 1912, le navi Piemonte e Caprera bombardarono e smantellarono i fortini e un rnmpo turco posto sui colli a r idosso della città. Il 3 agosto, la nave Curtatone ripetè il bombardamento contro un fortino a sud di H., ripristinato dopo i ) primo bombarda1nento. Dalla parte di terra, la cittl era bloccata da tribù arabe agli ordini di IJriss : i Turchi riuscirono però a maorenerla sino alla pace di Losanna.

Hofer (Andrea). Eroe nazionale del T irolo (1767-1,810) . Capo dell'insurrezione del 1809, sconfisse i Bavaresi e i F rancesi guidati dal maresciallo Lcfèbrc, dopo di che governò il Tirolo si.no alla pace di Vienna. Allora risuscitò l 'insurrezione, ma fu preso dai Francesi e fuci lato a Mantova. Hoff. Villaggio della Prussia , a sud di Eylau . li 6 febbraio 1So7, mentre i Russi si r itiravano su Eylau, la cavalleria francese dcll'H autpoul, sboccando da H., si imbatteva in una loro retroguardia (1.2 bgl. e alcuni sqdr. cli

Hohenfriedberg. Borgo della Slesia, sopra un aff.luente della Wcistritz . Ha dato il nome a una battaglia (detta anche di Striegati) che appartiene alla guerra per la Successione d 'Austria, e fu combattuta il 4 giug!10 1745 fra circa 65.000 Prussiani, comandat i da Federico II, e 75.000 A ustro-Sassoni comandati dal principe di Lorena e dal duca di Weissenfels . Gli Alleati il 4 giugno avanzano ferso Striegau e Federico II muove loro incontro . Gli Alleati, r ipartiti in più colonne, scendevano nella pianura a sr. del torrente Stri~gau , coll'ala sr ., costituita dai Sassoni, alquanto avanzata. Concetto d'azione di Federico è di effettuare un attacco frontale con avvolgimento delle d ue ali del nem ico . Per tale scopo ordina: - all'avanguardia, comandata dal Dumoul in, di passare il torrerltc e raggiungere un rilievo dd terreno ivi esistente, in cui intende inchiodare l 'ala sr. nemica per poterne effettuare poi l'avvolgimento col ~orpo di cavalleria assegnato alla stessa Hofer Andr ea avanguard(a; - al grosso di passare il torrente e scbjerarsi fronte a sr. attaccando il nemico al centro e poggiando le ali fra l'altura sopra designata (dr.) e il torrente (sr .); -

alla cavalleria dell'ala sr. (45 sqdr.) di passare il


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wrrcnte a monte m un passaggio mal guardato dal nemico, col compito di aggirare l'ala dr. nemica. Il Re avverte che l'attacco deve essere condotto con estrema violenza e senza attardarsi per alcun motivo. In particolare, disPone che le fanterie avanzino senza disseminarsi per occupare villaggi, case o giardin i, ma si spingano alle minime distanze, non facendo fuoco prima di giungere a 150 passi dal nem;c.o, e che la cavalleria attacchi decisamente quella avversaria per romperne lo schieramento, puntando subito dopo decisamente sulle famerie nemiche: obbiettivo principale · e fina le del combattimento. La battaglia si svolge secondo la volontà di Federico. 1 Sassoni, che avevano p revenuto i Prussiani nell"occu-pare l'altura indicata dal Re , sono attaccati decisamente dal Dumou lin e, nonostante forte resistenza, obbligati a ripiegare, così cbe il Dumoulin occupa l'altura. La cavalleria dell'ala sr. prussiana passa la Striegau-Wasser in più punti, e, rotta la caval leria nemica nonostante l'inforiorit/i numerica (45 sqdr. prussiani contro 65 austriaci) attacca la .fanteria · austriaca che è prcsà dal pan ico. Frat· tanto avanza al centro il grosso dell'esercito prussiano. La ritirata austriaca diventa generale. Per render più decisiva la rotta, il Re completa l'aggiramento dell'ala sr. austriaca, ;niz.ialmente effettuato colla sola cavalleria dell'avanguardia, con attacco sul fianco per parte delle fanterie del Dumoulin, facendo loro fare una conversione a sinisLra.

Questo attacco finale viene validamente sostenuto da un nutrito fuoco delle artiglierie, alle quali il Re ha fatto prender posizione sull'altura. Assalito di fronte e di fianco, l'esercito ai,stro-sassonc è pienamente sconfitto e inseguito fino alle alture di H ., con grav1ss1me perdite (4000 m. e feriti, iPOO prjgionieri, 60 cannoni 76 bandiere e i sten•

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dardi). Le perdite dei Prussiani ammontarono a 1800 u. fra m. e feriti. Jl principe di Lorena si ritira in Jloemia. Federico non lo insegue validamente: costretto '} staccar molte truppe per coprire la Slesia e la Lusazia e le sue comunicazioni con quelle provincie, non rimanendogli sottomano che poco più di 20. 000 uomini, è costretto ad accontentarsi di osserva.re iI nemico. Quesra battaglia /: un esempio di attacco avvolgente di cmram!::e le ali delfo schieramento avversario. La manovra del Re magistralmente compiuta è conootta dal principio alla fine sotto la sua personale direzione: a momento opportunÒ interviene _per decidere della lotta, dando gli ordini per l'attacco finale contro l'ala sr. nemica, assicurando il sincronismo dell'azione fra fanteria e arti• glieria. Hohenlinden. Villaggio della Baviera, ove il 3 dice~1bre l 800 si scontrarono i Francesi (armata del Reno, 56.000 u.) comandati dal gcn. Moreau, cogli austro-bavaresi, al comando dell'Arciduca Giovanni d 'Austria (50.000 u.). La sr. francese, forte di 22.0 00 u., appoggiata a H. si spingeva sin verso Harthof, e guardava le strette d'Issen e di Lendorf . Era in posizione ben mascherata, e di difficile accesso. Ordine era stato dato al gen. Grcnicr, che la co-. mancbva, di rimanere sulla difensirn fino a che non gli fosse stato ingiunto di attàfcare. Il gen. Grouchy comandava una divis. sul centro, forte di circa ro.ooo u., appoggiata ad H ., a cavallo della strada. Una brigata fu distaccata a Erding per fiancheggiare la sr. e coprire le comunicazioni con Monaco. Le due divis. del corpo di Sainte-Suza~ne, che avevano travcnato il Danubio, ebbero or-


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dine <li pòrtarsi a marce forzate su Freysing, per giunSteinhoering e Wasscrbmg. In seguito alla: vittoria di H ., gervi il 3 dicembre e fronteggiare il corpo allstriaco del il 23 dicembre l 'a~ciduca propose un armistizio che, conKlenau. A dr. di H. si era costitllita un'altra massa di sentito dal Moreau, fu firmato a Steyer. circa 17.000 u. , colle divisioni Richepanse e Decacn. Il · gen. Lecourbe, infine, aveva ripreso le proprie posizioni di Hohenlohe (Hi11gelfi11ge11, ptìncipe Fede,,co L11igi). Ge1 Helfendorf appoggiando sulla propria sr. per collegar;i nerale prussiano ( r746-r 8i 8). Partecipò alle lotte contro I• colle divisioni del centro. Intanto l"esei'cito A ustriaco, riu: Franci1 e nel 1806 era comandante in capo dell'esercito riito oltre l 'Inn, si spostava avanti ad Haah, spingendosi prussiano, sconfitto a Jena. · ~vanti, senza troppo incalzarla, la brigata francese GranHohenlohè (Waldeuburg-Barte11s1ein principe L11ig1). Madjean, che la sera del 2 dicembre si ri11n1 alle truppe della resciallo dì Francia (1765-1829). Al servizio della F rancia divisione Grouchy. Nella notte sul 3 il Moreau serrò annel 1784, divenne colonnello nel 1792 e generale nel r795. cor più le proprie ordinanze per meglio accogliere l'atNel 1797 passò al servizio dell'Austria. Governatore della tacco nemico. L 'esercito austriaco era diviso in quattro . coGallizia nel 1&07 si distinse a Lipsia e nel 1814 fece b lonne principali, olt_re l 'avanguardia e due corpi staccati,campagna di Francia. Nel 1815 Luigi xvm lo naturalizzò e l'Arciduca dispose che a dr. il Kicnmaycr con 12 bgl. e francese e lo nominò ten. generale. Per molti anni fu ispet26 sq<lr. sboccasse da DorEcn su Dendorf, appoggiato dalla tore della fanteria e nel 1823 comandò il 3° corpo dell 'ardivisione Baillet-Latour, che doveva marciare su Preissenmata- dei Pircuei. Governat<lrc di Lunévilie nel 1824, didorf; al centro, il grosso, al comando del generale Ko!venne nd 1727 maresciallo di Francia. lowrath, seguisse la grande strada passante per H.; la sr., al comando del gen. Riesch, di forza quasi uguale alla Hohm!ol,e (Hingelfingen principe Cado A ugusto). Genecolonna di dr., da Albaching marciasse su S. Cristoforo. rale prussiano (1826-1892). Partecipò aUe campagne del All'alba del 3 dicembre, mentre cadeva una fitc_a nevi1864, 1S6G, e del 1870, al comando dell'artiglieria nell'ascata, gli Austriaci si mossero, avanzando sicuri, poichè risedio di Pangi. Lasciò opere mii., fra le quali: « Idee sugli tenevano di avere di fronte solo i resti di un esercito batasscdii »; « !dee sull'attacco delle piazzeforti » ; « Lettere tuto. Poca artiglieria leggera -accompagnava le colonne fiansulla str:.tegia »; « Lettere sulla Fanteria, sulla Cavalleria, cheggianti, atteso il pessimo stato delle strade, coperte Ji sull 'Artiglieria,,. fango, in cui i soldati affondavano, mentre la colonna cli centro, procedendo spedita per la strada principale, i!l H oiu•eki, Denominazione data Del G iappone alla ribreve le sopravanzava e alle nove del mattino giungeva serva speciale di reclutamento, incaricata di completare in presso H., dove uscita dalla stretta, fu immediatamente pace gli effettivi dell'esercito attivo, e in guerra gli orgaimpegnata dalla divisione Grouchy. intanto il Richcpanse, nici del treno e dei servizi. par tito da Erberberg, passato San Cristoforo, stava avviHolfabrunn. Vi!laggio della Bassa Austria. Durante cinandosi a Mattcnpoi't , quando incrociò i l corpo nemico la campagna del 1805, il corpo del maresc. Lanncs, predel Rcìsch ; la brigata Drouet, separata dalle altre, rimase ceduto da tre brigate di cavalleria al comando del Murat, sul posto coll'ordine di resistere ad ogni costo, mentre il raggiunse presso H . la retrog!lardia russa. Caricatala e diresto della colonna, obbedendo agli ordini ricevuti, conspersa, i Francesi si accingevano a profittare del successo , tinuò la marcia su Mattenpoet, dove la cavalleria austriaca, quando si presentarono parlamentari austriaci e russi, chiemesso piede _a terra, sostava tranquilla in attesa che le codendo di trattare. Il Murat accettò e ad 1-1. si firmò una lonne del Kollowrath avessero superato la stretta. Disor convenzione, per la quale i Francesi rinunciavano all'avandinatala e ributtatala su Strassmaier, lasciato il Walther a zata in Moravia, mentre i Russi si impegnavano a riencontenerla, coli 'u ltimo reggimento e con qualche squadrone trare in patria . Il tutto era subordinato all'approvazione il generale francese giunse sulla colonna Kollowrath t di Napoleone; ove questi l'avesse rifiutata, le ostilità sal 'attaccò improvvisamente, seminandovi il disordine. Un rebbero ricomyiciace con preavviso di quattro ore. Ma Nacorpo bavarese mandatogli contro, coll' incarico di pr~npoleone, vedendo nelle proposte russe una manovra diladere i l collegamento colla colonna Riesch, fu sbaragliato toria, disse che avreblii: confermato gli accord i qualora li e la stessa sorte ebbero tre bgl. unghere.si inviati a sosteavesse sanzionati anche l'imperatore dì Rmsia e intanto nerlo. Mentre il Kollowrath, disorientato, cercava di avdenunciò la tregua. vici.nani alla colonna Baìllet-Lato ur, ancora molto lontana, sopraggiunsero il. Ncy e il Grouchy che ne completa rono la rotta. Frattanto sulla sr. la div. Legrand a gran fatica riusciva a contenere le forze superiori del Kicnmayer che l'attaccava di fronte, e una grossa colonna di cavalleria che l 'assaliva di fianco, sulla dr.; la divis. Bastoul, alle prese col Bajllet-Latour, combatteva vigorosamente presso Preìsseudorf, nei boschi di Kranacher, sostenuta a sr. da parte della divisione Ney, e dalla riserva del Grénier. Fu qui che si decise la battaglia, poichè gli Imperiali, spossati dai vani sforzi per rompere la resistenza francese, ripiegarono nelle gole di Yeyer e di Lendorf, mentre I'arciduca Giovanni, disperando ormai dell'esito della giornata, dava l'ordine della ritirata generale, dopo aver perSommergibile Holland duto oltre 15.000 u . I Francesi, che I ecero 11.000 prigionieri e presero 100 canH olland. T ipo speciale di sommergibile costruito dalla noni, bivaccarono sul terreno della battaglia, e il gen. LaCasa H . del Canadà (Montréeal). lo generale non ha dop.cuorbe, che non vi aveva partecipato, occupò la strada fra pio scafo e le sistemazioni interne risultano molto comode .


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-:Se sono stati costmiù dei piu svariaù tonnellaggi e di mtte le velocità. Anche l'Italia, durante la passata guerra, ha acquistato dalla detta Casa sette unità di questo tipe, Je quali nel 1929_erano ancora in servizio, portando le

Sommergibile HoUand : J, torpedine ; IIJ, zavorra_ d'acqua (sopra è il II, trn.tteggiato, accumulatori) ; IVJ dinamo ; V 1 motore n gas ; VI, VII, comprcss~ri; V III, cannone subacqu.eo e torpedine a\:.rca;

Home fleet. t detta così ,n ella Gran Bretagna la « flotta di casa » , ossia quella che in caso di guerra si trova incaricata di difendere k coste inglesi; h~ la sua base a Portsmouth. Homomortonite. Voce con la quale i Francesi designarono, nel loro codice m ilitare segreto, la miscela aggressiva costirnita da : brornometiktilacetone p . 80 e clorometiletilacct1me p. ::o. Il prodotto risultante era dotato di energica azione lagrimogena, nonchè soffocante e tossica, a volt~ anche fulminea. Durante la grande guerra, la H . fu largamen te usata solo dal!'_esercito francese, cbc l ' utilizzò pel caricamento interno dei proietti lagri mogeni.

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IX..,• tubo di fondo e siluro; X, XI, magazzini di rifornimento ; XII, timoni (dietro ad essi è l'elica) . La torretta d i com,mdQ. è sopra agli accu rnulatori

caratteristiche H,, H2 1 ecc. D .islocamrnto 440 wnn. in 1111mersione e 360 alla superficie; velocità di 9 m igl ia in immersione e 13 in superficie; 4 tubi di lancio ed UJl cannone da ro2.

Hollofin. Villaggio della Russia, presso :vlohilev. Il 14 luglio 1708 il re Carlo Xli d i Svezia vi si scontrò con un corpc russo di 30.000 u. Dopc due ore e mezzo d i aspra lotta, nella quale il re ebbe il cavallo ucciso e combattè a piedi come un semplice soldato, i Russi forono sconfitti e abbandonarono sul campo 4000 m . e feriti e 12 cannoni . Holzendorff (Enrico Corrado). Chirurgo generale dell'esercito prussiano (1688-1751). Riorganizzò il collegio me• dico,c.hirurgo dest inato all'istruzione superiore per i medici militari.

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Homburg. Città della Germania , che ha dato il nome ad una conferenza, quivi · tenutasi ai primi cli aprile del 1917, tra gli Imperator i di Germania e d 'Austria, con parecchi dei loro M inistri e i generali Capi di S. :vi. dei due eserciti, allo scopo di fissare le modalità d i pace. qualora nd 1917 la guerra fosse cessata senza. una netta vittoria degli Imperi Centrali. L' Austria proponeva: dare l ',\lsazia e Lorena alla F rancia; la Gall izia e la Polon ia alla Gcr-. mania; la Romania all ' Austria . Queste proposte austriach~ non furono accolte dalla Germania, la quale, fidando sulla guerra sottomarina è sulla rivoluzione russa, giudicò prematuro che si prendessero impegni io questo senso. Gli ulteriori avvenimenti fecero cadere nel dimenticatoio questi progetti .

Pianta di Homs_ ( 1912)

Homs (ant. Emesa - V.). Città della Siria a n . clell'Antilibàno . Durante la guerra fra T urchi ed Egiziani, i primi, agli ordini d i Hussein pascià , vi furono battuti (1833) dai secondi , agli ordini d i Ibrahim p a1cià. Quest'ultimo ebbe solo 102 m. e 200 feriti, infliggendo agli avvcrsa(Ì una per• dirn cli 2000 m. e fer iti, e facendo 2500 prigionieri.

Hom.< (anr. l..eptis Magna). Cittadina mariujma della Tripolirania ad Oriente e a 90 Km. dal capoluogo, fondata d~i Fenici, appartenente ai Cartaginesi dal 495 al 200 a. C., colonia romana da tale epoca , e centro considerevole di

La cinta fortificata dj Homs


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traffici. Subì le sorci della regione per le invasioni vandaliche; nel 500 a. C. fu occupata dalle truppe di Belisario, nel 647-48 cadde in potere degli Arabi che la distrussero. Un misero villaggio rimase fra le grandi rovine delle costruzioni romane, che rifiod alquanto sono i Caramanli. D uran te la dominazione turca susseguente a costoro, verso il r870, sorsero costruzioni nuove in seguito all'utilizzazione dello sparto: ulteriore s,•iluppo H. ebbe dall'occupazione italiana, divenendo sede di Com missariato. La città fu occupata il 21 ott. 19u; seguirono scontri di non grande entità fino al combattimento ciel 4 dicembre, vittorioso per noi. Rendendosi necessario occupare la posizione dominante del Mcrghcb, fu decisa l'azione pel 27 k bbr. 1912, dist raendo l'artcnzione dell'avversario con un simulato sbarco a Zli ten. T re colonne avvolsero la posizione conquistandola, e respingendo definitivamente il nemico, malgrado furiosi contrattacchi. Nella notte fra il 5 e il 6 marzo il nemico, malgrado le perdite preccdcntemeate subltc, tentava con violenta azione b riconq uista del Mcrghch, ma veniva respinto. Rinforzata la posiz ione, si rendeva necesaria la conquista di ubda per concedere ampiezza alla occupazione anche verso oriente. Il 2 maggio, mentre il presidio del Mcrghcb teneva impegnalo il nemico eia quella parte, due colonne tentavano di accerch iare Lebda . l i nemico sfuggl al la stretta ma subì gravi perdite e abbandonò la loca lità. li , ~ giugno,

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e,sendo diminuito il presidio di Homs, gli arabo-turchi tentarono una sorpresa contro Lebda (V. Montice/!1), ma vennero respmn e msegu,11. Quindi operazioni notevoli non ebbero più luogo in questo settore. Dopo il ripiega mento dei presid i dell'estate 19,5, H. rimase occupata. Nel 1917, dopo le operazioni della colonna Cassinis, e ~pccialmente dopo la giornata del 20 settembre (Fondugh ben Gascir) H. fu strettamente accerchiata da forze ribcll, e replicatamente bombardata. Nel febbraio 1923 le forze mobili del presidio di H . concorsero alle operazioni di riconquista, sostenendo un vivace combattimen to a Sidi cl Chemri. Dalla regione a sud di H. mossero alla fine del febbraio 1923 le colonne destinate alla n~upazione t!, Zliten e di Misurata con che la regione costiera ven ne definitivamente pacificata.

Hondschoote. Villaggio delle Fiandre, in Francia, presso la frontiera del Belgio. Durante le Guerre della Rivoluzione, il 7 settembre 1793, vi si erano saldamente trincerati gli Al leati comandati dal gen. Valmoden, fron teggiati dai Francesi, al comando del gen. • Houchard. Questi, distaccata la di"isionc Laudrin, pec coprirsi dal corpo inglese che assediava Dunkerquc, la màttina dcli '8 attaccò il nemico. La dr., comandata da J-lédouville e da Collaud, prese posizione fra Kcllem e Bcrcven, la sr. fra il canale Ji

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Oattaglia di Hondschootc ( , 793)


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Furnes e Kcllem, il centro, col Jourdan, davanti a quest'ultima località. Un d istaccamemo, comandato dal Lc~lcrc, aveva l'inC11rico di sorprendere la dr. avversaria. Le truppe nemiche sostennero l'attacco, e in breve la lotta si im pegnò accanitissima su rutta la linea, finchè, esaurite le risen·e, g li Alleati furono costretti a ripiegare dalle prime lince. Rimanevano in potere degli Inglesi e degli Aunoveresi le ridotte intorno al villaggio, difese da circJ 15.000 u. Contro di queste marciò con 10.000 u. il Jourdan, dopo averne ottenuta dal Commissario della Convenzione, Delbrel, l'autorizzazione ri fiutatagli dal comandante in rapo. Al canto della Marsigliese e della Carmagnola le posizioni furono prese d'a~lto e conquistate, coll'appoggio del <li• staccamento Ledere, giunto in buon punto. Gli Alleati ripiegarono <lisordinatamcm,· su Furnes, dove ~i riordinarono. Le perdite forono d i circa 4000 u. !)er parte.

Stemma dc.ll'Hondura,

Medaglia di regg. dèlla Honved

Honduras. Repubblica del Centro America, capo!. Te• guci,;alpa , costituitasi nel 182r, 9uando le colonie ~pagnuole si liberarono dalla madre patria. Fino al 1839 appartenne all'Unione dell'America centrale. Ha una popolazione di 700.000 abitanti, quasi uguale a quella che vi trovarono i conquistatori spagnuoli, lungamente in lotra con gli indigeni cbe in gran parte sterminarono. Sostenne piccole guerre col Guatemala e col San Salvador, F:scrcito. Autorità suprema di pace è il Ministero della Guerra. L'esercito comprende 23 bgl. di fanteria (in tutto 30 cp. fuci lieri, 13 sezioni ed J cp. mitraglicri); 1 regg.

• Oistinti,·o aeroplani dell'J-londuras (disco e cerchio turchini)

d'artiglieria e 2 cp. mitragliatrici; 1 batteria per fanteria. Effettivi <l i bilancio: Ufficial i 344; SotruCficiali 102; Truppa 1.800. Il servizio militare è obbligatorio; orrni cittadino da 21 a 30 anni fa parte dell'esercito atùvo e da 30 3 40 anni alla riserva. L'H. dispone fra esercito attivo e riserve istniite di circa 70.000 u, H onduras brita1111ico. C'.olonia inglese sulla costa orientale della penisol a cli Yucatan, confinante col Guatemala e il Messico. Abirnnti 40.000, capo!. Belize. È custodito d~ 12 cp. di volontari con 36 ufficiali e 386 militi, nitre ad una polizi3 di 2 ufficiali e 141 u. di truppa.

Honein. Valle dell'Ara~ia poco distante dalla Mecca. H a dato il nome a una battagl ia (fine gennaio del 630)

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che appartiene alla guerra di Maometto contro le tribù degli Hawasin. Costoro, temendo dopo la resa della Mecca di essere fatti segno alla vendetta del profeta, col qu3lc avevano av uto attriti, in numero di 20.000, condotti d3 Màlik lbn Auf, si ac,amparono con le donne e i bambini presso El Autas. Màlik intanto nell'angusta valle di H. pose in agguato un distaccamen to di cavalleria, che dovesse piombare su l ocmico al momento opportuno. Maometto, che disponeva, oltre al suo esercito, anche di 2000 Meccani, si avanzi> verso la pianura di H., dove la sua annguardia fu attaccata sui due fianchi dalla cavalleria nemica in agguato e messa in fuga, trascinando dietro di sè i MccC1111i e recando lo scompiglio nel forte dcll 'esercito costituito dagli Aussar. Maometto riuscì a ricondurre i fuggiaschi alla pugna, e il numeroso esercito nemico fu in breve: disperso. S ubito dopo fu preso (·accampamento con 6.000 tra donne e fanciulli, 24.000 cammelli e una quantità di bestiame. Màlik coperse valorosamente la ritirata, poscia si salvò in Taf dove fu invano assediato per 14 giorni dal Profeta, che dovette ritirarsi.

Hong Kong. Isola sulla costa cinese, all'ingresso della baia cli Canton; superficie 83 kmq., ab. 500.000. Venne · occup•ta nel 1841 dagli Inglesi e loro riconosciuta dalla Cina co! t.r attato di Nanking dcli 'an no seguente. Vi (u. rono erette fortificazioni ed è la base n3vale degli Inglesi nell'Estremo Oriente, con ottimo arsenale. Le forze ar• n,ate (volontari) consistono in un bgl. di fanteria, x cp. cl 'artiglieria, I cp. del genio, 1 cp. di automezzi , oltre a r cp. di riservisti e a 1500 soldati di polizia. Ma la difesa cldl'isola è a!lidata sostanzialmente alla flotta inglese, Honnecourt. Comune della Francia, nel dip. del Nord, presso Cambrai, sulla Schelda.

Battaglia di H o,mecottrt (1642). Verso la fine di maggio aveva preso posiz ione presso il villaggio un corpo francese di circa 10.000 u., guidato dal Cuiche, appoggiando la dr. a un bosco e la sr. al villaggio stesso, quando, il mattino del z6, l'esercito spagnuolo, comandato dal de Melo, forte di 30.000 u., di cui facevano parte i rcgg. italiani di Ponti e di Strozzi, comparve davanti alle posizioni francesi. Il de Melo collocò le sue artiglir.rie sopra un· eminenza di fronte al nemico e cominciò a batterlo, mentre lanciava due colonne contro le ali e la cavalleri1 sul centro. Guichc respinse la ,avalleria avversaria, ma, spunuto alle ali, dovcuc battere in ritirata. per proteggere la quale si sacrificarono i regg. Piemonte e Rambures, Le perdite francesi ammontarono a 3000 u., IO cannoni, tutti i bagagli, oltre a numerosi prigionieri. Honved. Era derro così nell'ant. Ungheria il soldato del Re, il « d ifensore del paese"· li termine cadde in disuso nell'evo moderno, e fu r imesso in onore durante la rivoluzione del 1849, quando lo assunsero gli armati contro l'Austria e la Russia. Passò poi a significare le riserve ungheresi nd!·esercito austro-ungarico, e all 'epoca della guerra mondiale i reparti reclutati nell 'Ungl)eria. H ood (visconte Samude). Ammiraglio inglese (1735-1816). Vinse in America la flotta francese nel 1782 e si distinse alla presa di Tolone (r793). N el , 796 ebbe il grado di ammiraglio ed i! titolo di governatore di Creenwich. Era fratello del Bridport (V.). Il nome di H . fu dato a una nave da battaglia inglese di 42,000 tonn., armata con


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VIII 381, che fu Ja più graride nave da guerra costruita: essa venne varat~ verso la fine della guerra mondiale.

Lipsia e a Liitzen. Tornato nella Svezia, combattè con fortuna contro i Danesi.

Hooglède. Villaggio del .Belgio, neìla Fiandra Occidentale. Il 13 giugno lì94, durante le guerre della Rivoluzione, vi si scontrarono i F rancesi al comando del Pichegru, cogli Alleati, al comando del Ckrfayt. Erano i corpi Francesi largamente schierati intorno all'altipiano di H ., occupato dalla brigata Mac Donald, mentre il Clerfayt era coi suoi nel campo di Thielt, Senza alcun sospcno, il PicJ:,egru stava tranquillo nelle proprie posizioni, poichè le trup-

Honl conte Federico. Generale svedese (1725-1796). Fu al servizio della Francia, nelle campagne del 1743, 1745 e 1750. Decise la vittoria <li Hastenbeck nel 1757. Fu poscia consigliere dei re Adolfo-Federico e Gustavo Ili nelle loro guerre.

pe in ricognizione non aveva.no segnalaw alcun movimento ne-micu, ,quando il Clerfan, g iunto inosservaw sulla c:jivisionc . Despeaux, iniziò I" attacco, forte dj 30.000 u. Il corpo francese fu sbaragliato, e gli Austriaci si spinsero contro H. e le truppe del Mac Donald . Questi però si era preparato a riceverli e respinse tutti i loro tentativi. Intanto anche le ahre forze franHood Samuele cesi ebbero tempo di prendere le anni, e attaccando alla loro volta costrinsero il nemico a ripìegare nelle posizioni di partenza.

H ooker (Gù,seppc). Generale nordamericano (1822-1879). Ufficiale d 'art., partecipò alla guerra contro il Messico, poi esercitò la professione d i i ngegnere e all'inizio della guerra di Secessione era addetto al servizio topografico in California . Richiamato ebbe il comando di una brigata di ,•olontari e poi di una divis . nell 'escrcito del Potomac, climostrando capacirà e coraggio personale. Promosso comandame di C . d'A . eb~ il comando dell'esercito del Potomac. Buon comandante di reparto e condottiero di truppe, non era all'altezza d i un comando d i esercito e a Chancellorsviìle fu sconfitto dai Confederati a cui le sue truppe erano molto superiori. Partecipò in sottordine al resro della campagna e dopo la guerra rimase magg. generale dell'esercire regolare fino al 1868: allora d iede le dimissioni e riprese la professione d i ingegnere .

Horne (Sinclaù- En,-ù-o) . Generale inglese, n. nel 1868, Ufficiale d'artiglieria nel 1,880 nell'esercito profe~sionale inglese, percorse regolarmente la sua carriera partecipando alla campagna contro i Boeri. :'-Jell'agosto 1914 sbarcò in Francia quale comandante d 'art. del I C. d 'A. inglese: fu, nel 1915, comandante · della 2• d ivis. e combattè in Egitto alla difesa del canale di Suez; nel 1916 assunse il comando del 15° C. d 'A, inglese durante la battaglia della Somme. Nel 1917 fu nominato comandante d'armata . Horseshoe-bend (« Gomito a ferro di cavallo »), Località degli Stati Uniti, nell'Alabama, dove il fiume Coose, affluente dell'Alabama, fa un gomito ca~atteristico. Quivi il 27 marzo 1814, durame la guerra Anglo-Americana, il gen. Jackson, incaricato d i combatteré gli India,_ui ribelli, aveva saputo che i Crec:ks avevano deciso di opporre la suprema resistenza. Di- buon mattino, fauo passare il fiume a g\1ado dal gen. Coffée, con tutta la cavalleria e gli Indiani fedeli, dispose che si portasse alla base della penisola formata dal! 'ansa del fiume. li Coffée, raggiunta la posizione, avvistato dai Creeks, mosse all'attacco. Avanzato il grosso col gen. Jackson, il nemico fu completamente circondato e dopo vivissima resistenza sbaragliato. La maggior parte dei Crceks cadde sul campo o annegò tentando di sfuggire a nuoto traversando il fiume; gli altri si arresero, Con questo combattimento ebbe termine l'insurrezione dei Crecks e con essa la guerra lndi:ina, che gli Inglesi avevano suscitato. Horthy (1\"icola di Nagybnnya di). A1um ir. ungherese, n. nel 1868. Fece la carriera nella marina austriaca e allo scoppio della guerra mondiale era cap, di vascello al comando dell'inct. « Novara » . Promosso contrammir. nel 1917, l 'anno seguente saliva al grado di viceammir. e assumeva il. comando della flotta. Concluso l'arm istizio, ,i stabilì a Budapest dove contribuì a soffocare la rivoluzione bolsce,·ica ciel 1918, ·quind i venne eletto reggente della repubblica ungherese. Hostalrich. Borgo presso Gerona, con forte sopra una dominante roccia a p icco, quasi inaccessibile. Il borgo~ durante le guerre napoleoniche, era munito cli mura medi;,,,,;, altt una dozzina di metri, ed era protetto da una robusta torre a tre piani, alta 30 metri.

Hopmann

Horthy N icola

Hoprnann. Ammiraglio tedesco dell 'epoca nostra. Ebbe durante la grande guerra i l comando supremo navale nel Baltico, poi fu in Turchia, infine nel Ministero della Marina. Autore d i un « Diario di guerra di un Ufficiale della m.<;1rina gern1anica }>. Horn (conte Gust«vo) . Generale svedese (1592-1657), Combattè agli ordini di Gustavo Adolfo e si distinse a

I. Att{{cco di Hosralrich (1809). Il gen. Blake a,•cva creato in 1-J. un centro cli approvvigionamento per i difensori di Gerona, assedi01ta dai Francesi, e vi aveva posto di guarnigione il gen. Quadrado con z-200 u, <:_ 42 cannoni. Jl gen. Pino, incaricato di prendere H., vi si portò il 7 novembre con 8 bgl. italjani, dragoni e art. leggera. Dato immediatamente l 'assalto, dopo aspra ma breve lotta nella q uale caddero 900 Spagnuoli, il borgo fu preso, mentre il restame dei nemici " chiudeva nel forte. I magazzini vennero sa_ccheggiati e incendiati, dopo di che Pino tornò a Gerona.


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Il. Blocco di Hostalrich (1810). Appartiene ancora alle operaz ioni di protezione dell'assedio di Gerona. Dell'operazione di blocco fii incaricato il gen. Mazzucchclli, il qual e l'iniziò il 16 gennaio, con 2 regg. di fanteria e i cacciatori a cavallo, tutti italiani. l difensori, un migliaio d 'uomini, erano agli ordini del gcn. Giuliano Estrada. Nella notte dal 18 al 19 gennaio tre bgl., agli or~ini del gen. Fontana, davano l'assalto al borgo e ]o conquistavano. Gli Spagnuoli, lasciati 40 u. nella torre, che si arrendevano il 20 cnn gli onori delle armi, si nuravano nel forte. Contro questo venivano piazzati alcuni mortai, ma il loro tiro risultò inefficace. Nell'aprile, tuua la divis. italiana del gen. Severoli (7154 u. compresi 932 cavalli) era al blocco di H. e numerose batterie ven ivano poste in azione contro il forte, che si difendeva energicamente. Durante ·rutto il tempo rlcl blocco, furono resi vani alcuni tentativi di bande spagnuole di assalire gli assedianti. I quali, esaurite le forze e i mezzi, nella notte dal 12 al 13 maggio tentarono di sfuggire all' accerchiamento, uscendo dal forte. Affrontati dagli assedianti, una parte degli Spagnuoli riuscl a ;,uperare le linee e a sal\'arsi; 400 u. invece restarono avviluppati e cauurati, e fra essi il gen. Estrada. Le perdite italiane cl urante il blocco ammontarono a 600 u., fra i quali il col. Croui. Gli Spagnuoli del forte ebbero perdite insignificanti: a 2000 u. invece ascesero le perdite delle bande che tentarono di rompere il blocco dall'esterno.

Hoste (Paolo). Matematico, padre gesuita del sec. XVI!, autore di opere mii. navali, come: u T rateato della costruzione dei vascelli » e « L'arte delle armate navali, o trattato delle evoluzioni uavali ». Fondò con quest·opera, come djce il Randaccio, le basi teoriche della tattica navale.

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La mitragliatrice Mod. 1900 (adottata dalla Francia e dalla Spagna per l'Algeria e il Marocco) pesa 15 Kg.; il treppiede 17; la canna 4.300; lunghezza m. 1.24; celerità 250 colpi al minuto. Il Mod. 1912 pesa Kg. 13.400 compresa la forcella; la canna 4.170; lunghezza m . 1.22; celerità 150 colpi al minuto: è trasportabile da un uomo e servita da due.

Hote (Cesare) . Generale, n. a Livorno, m. a Roma (1846-1918). Sottot. cli fanteria nel 1864, partecipò alle campagne per l'unità d'Italia del 1866 e del 1870 e raggiunse, il grado di magg. generale nel 1914, nella riserva.

Howe Riccardo

Ordme Hpal

Hotham (sù· Carlo). Ammiraglio inglese (1843-1925). Partecipò nel 1863 a lle operazioni navali nella Nuova Zelanda, nel 1882 a quelle in Egiuo. Comandò in capo la Aotta dd Pacifico nel 18g3 e raggiunse il grado di ammiraglio di squadra nel 1903, andando a riposo nel 1913. Un ammir. dello stesso nome, pure inglese, combattè nelle guerre contro i Francesi della Rivoluzione e dell'Impero. Houat. Isola dell'Atlantico, sulle coste della Bretagna, in Francia. Il s maggio 18o4, nientre Napoleone riuniva presso Boulogne i mezzi per sbarcare in lnghil1erra, quarrro scialuppe cannoniere, in rotta per Lorient, furono attaccate da una corvetta e da un brick inglesi. li maggior calibro dei cannoni delle prime, compensò ben tosto 11 numero qua,i doppio ddle bocche da fuoco delle seconde, le quali, dopo avere invano tentato di rompere il contatto, furono costrette ad arrendersi nelle acque dell'isola.

Cannone revolver Hotchkiss

Hotchkiss (Beniamino). Costruttore d'armi americano (1823-1885). Fra le armi sue, ricorderemo un cannone revolver adottato in molti Stati, fra i quali l'Italia (calibro mm. 37, a 5 canne) e varie mitragliatrici che da lui presero nome: e cioè mitragliatrice H. Mod. 1900, di calibro 8 e mitragliatrice H. portatile Mod. 1912, di calibro 6,5. Il sistema è a presa di gas. Il numero delle parti compone nti l'arma è limitato; noo ha manicotto per raffreddamento ad acqua, e ciò la rende più leggera, però ooo rtsiste ad oltre 300 colpi, dopo i quali, o bisogna cambiare la canna, o sospendere il fuoco, o ricorrere ad un'immersione della canna in un bidone d'acqua. Un raffred damento a radiatore metallico di cui è provvista , è com•eniente nelle località povere d ·acqua. Il treppiede è quello delle officine Putcaux; il Mod. 1912 è sostenuto da una forcella.

Houchard (Giovn1111i Nicola). Generale francese (17401793). Nel 1792 ebbe il comando in capo delle armate della Moscll a e del Reno e riportò la vittoria di Hon<lschoote; obbligò quindi gli Inglesi a togliere l'assedio di Dunkerquc. Posto sotro a~cusa di tepidezza per la Ri,·oluzione, fu condannato a morte e fucilato. Houssaye (Emico). Scrittore rnil. francese (1848-1911). Partecipò alla guerra del 1870. Fra le opere d'indole mii. ricorderemo: ~ li primo assedio di Parigi nel 52 a. C. • ; « 18I4 "; cc 1815 » ; « La riforma della legge militare »; cc Napoleone uomo <li guerra ». Howard (Carlo, co11tt: di No11i11gham). Ammiraglio inglese (1536-16:?4). Nel 1588 combattè contro la « l n"incible Armada ,, ; nel 1596 assalì Cadice e distrusse qt1ivi una flotta spagnuola. Howe (conte Riccardo). Ammiraglio inglese (1726-1799). Combattè ripetutamente contro flott~ francesi e come con-


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HOY

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trammir. ebbe nel 1776 il comando dell:i Roua inglese nelle Antille, che guidò contro quella Francese del d'Estaing. Si distinse a Gibilterra nel 1782 e fu nominato comantlante in capo nel 1794. Un fratello (G11glielmo) comandò come generale l'esercito inglese in America nel 1776 e batti: gli Americani, ma venne sostituito dal geo. Clinton poi che non aveva ottenuto il successr, definitivo cui anelava il governo inglese.

Hoyer (Giovanni). Generale pru~iano (1767-1848). Appartenne all'arma del genio di cui divenne Ispettore nel 18 18; fece le campagne contro i Francesi. Lasciò molte opere, fra le quali: « Manuale della scienza tlcl pontonicre »; « Dizionario d'artiglieria »; « Dizionario d"architcuura militare >•. Hpal Kuai. Ordine cavalleresco civi le e mii. della C'..orea, comprendente cinque classi. H ubbardtown. Local ità degli Stati Uniti nello Stato di New-York. Nel la nocte sul 6 lugl io 1777, tlurnntc la guerra d'Indipendenza d'America, la retroguardia delle forze repubblicane, che ripiegavano precipitosamente da Ticonderoga, si era fermata a H. al comando dei colonnelli Warner e Francis. La raggiunsero al mattino del 7 gli Inglesi condotti dal Frazer, e l'auaccarono. Gli Americani, in forte posizione, resistevano ,·igorosamente e stavano per avere la meglio, quando sopraggiunsero, in soccorso al Frazcr, le truppe_ condotte dal gen. Reidcsel. Nella mischia che ne seguì il col. Francis fu ucciso e gli Amcritani si dispersero lasciando sul terreno 200 m. e •6oo feriti oltre a molti prigionieri.

Fucile Hubbcl modello 1860

H ubbel. Fucile a retrocarica, così detto dal nome del suo cost ruttore (1860). In esso, la camera di chiusura aveva movimento laterale. li congegno cd il movimento erano semplici, ma esistc,·a evidente il difetto della chiusura per nulla ermetica, e quindi erano troppo abbondanti le ,fuggite tlci gas ali 'atto dello sparo. H uber-Saladin (Gio11a11111). Colonnello svizzero del secolo XIX, n. a Roma nel 1798 da padre ginevrino e da una principessa Ludovisi. Ufficiale federale, trovandosi a Bologna nel 183 r, simpat izzò per i moti di quell'anno nelle Romagne ed ebbe dal governo provvisorio di Bologna missione diplomatica presso il governo francese. L 'Austria protestò ed egli si difese con un opuscolo: « Poche parole sull'Italia » e con articoli. Nel 1859, comandante di brigata, fu nel Canton Ticino per assicurare la neutralità della Svizzera. Combauè per impedire il mercenarismo degli Svi:G:teri, finchè la sua tesi prcva!sc. H ubertsburg. Castello presso Lip,ia, dove il t5 feb. braio t763, venne firmata la pace fra Austria e Prussia, dopo la guerra dei sette anni.

Hul!

L ·:\ustria rinunzia ad ogni pretesa SU!(li Stati pru,siani, e specialmente su quelli ceduti col trattato di Berlino, e s'obbl iga di sgombrare tutti i luoghi occupati in Germania, che non sono di suo dominio. La stessa cosa farà la Prussia, la quale promette inoltre di rinnovare coll'Elettore Palatino la Convenzione del 1741 relativa alla successione di Julicrs e l3erguc. Nella futura elezione d'un re dei romani e d'un imperatore, il re cli Pru»ia darà il suo ,·oto all'arciduca Giuseppe, come pure approved l'aspettati,·a alla successione degli Stati di Modena, quando si presenterà il ca,o, in favore di qucl!9 degli arciduchi, il quale, in forza d'una co,wenzionc g1,Ì stipulata col duca di Modena, spo,crà la nipote del duca stesso. Saranno compresi in questo _1rauato di pace gl, alleati ed amici delle parti contraenti (atto sep. di Drcsda, 20 marzo 1763). Nello stesso luogo e giorno, ,·cniva pure firmata la pace Era Prussia cd Elettore di Sassonia. Si moditic~ l'art. 7 dcli:, pace di Drcsda, relativo allo scambio della città e elci pedaggio di Fu rstenl>crg, cosl che questa ciuà e le sue dipendenze al di qua <.lell'Oder rimangono al l"E!ettore, il quale cede alla Prussia, , erso un compenso il pe<laggio ddl'Oder, il villaggio di Schidlo e quanto possedeva lungo le ri,·c del dello fiume. che: diverrà limite territoriale. Con questa doppia pace, dopo sette campagne sanguinosissime che, secondo il calcolo di Federico II, non costarono :ili 'Europa meno di 886 mi la uomini , finiva la cosidetta ,, Guerra dei Sette Anni » scnz'nlcun muta• mento importante neU-assetto territoriale degli Stati dc'l"Europa centrale e meridionale, ma delineante però una al teraz ione assai semibilc nella rclati\'a potenz:, e influenza degli Stati europei. Il g rado acquistato dalla Prussia, per lo s,·iluppo delle sue fone militari e per il genio de, suo grande monarca. lissa• per così dire, il si srema poli• uco dell 'ELiropa, che da questo momento non ha più a temere il predominio d" una sola potenza. Cillque grandi Stati capaci di assalirsi e difendersi si osservano con occhio vigile, mentre gli Stati secondari trovano in em de i punti <l'~ppoggio e la garanzia d'un ord ine di cose stabile. L'ambizione di qualche potenza formerà ancora elci discgn, contrari alla libertà delle nazioni, ma le altre non si lascieranno cogliere, li combatteranno e lr manderanno a vuoto. L'equilibrio delle forze insomma s, stabilisce cosr da impedire ogni preponderanza minaé:• ciosa e opprcssi,·a.

Hudson-Lowe. Generale inglese (1i69.1844). Fece le campagne napoleoniche lino al 1815, e quest'ultima come quartiermastro generale di Wellington. Incaricato di custodire Napoleone a S. Elena. fu un governatore così duro e spietato, da trovare riprovazione nella stessa In• gh ilterra, tanto che alla fine della sua m issione andò a riposo e si ritirò del tutto a dta privata. Fra le sue opcraziom mii. la pii, importame è quella del 1806-18o8. quando, occupata Capri, la difese contro i Francesi. H uè (Tratlato). V. A1111a111 TV. Huerta del Rey. Comune della Spagna, in pro,·. d, 13urgos. 11 14 ottobre 1837 vi si svolse un eombattiment<) fra Costituzional i e Carli.sti, nd quale i primi, specialmente per opera dei lancieri polacchi della Legione stra•

niera, riuscirono Yittoriosi.


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Hugel (uo11 1-/i,,uar'd). Colonnello Wurtembei:ghese, cosutm ore (1866) d i un fucile ad ago, q uasi simile al fu cile Dreyse, di cui fu una modificazione. La molla spi-

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H u lst. Città dell'Olanda, già fortezza, presso la frontiera belga. I. Assedio di Hulst (1591). Appartiene alla guerra di Fiandra, e fu posto verso la metà di scctembre da Maurizio di Sassonia, con 4000 fanti e 600 cavalli. Conquistati alcuni fortini esterni, Maurizio strinse nella piazza la guarnigione spagnuola, la quale, esigua e scarsa d i approvvigiooamenti, scese a patti e s 'arrese. li. Assedio di H ,., lst (1596) . Appartiene alla guerra di Fiandra, e fo posto il 3 luglio dagl i S1fagnuoli, agli ordini dell'arciduca Alberto: delle truppe faceva parte un regg. italiano comandato da l marchese d i Treviso . La piazza era difesa dal conte di Solm, che disponeva di

Piaot.a della città di Hué e.on le antiche fortificazioni cinesi

ràle, d i filo d 'acciaio, fu sostituita da una molla a 11astro ed a elica, e l"ago da una robusta punta di percussione, ottenendo così di evitare la facile rottura dell'ago medesimo.

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Ago e cilindro del fucile Hugel mod. r866

H ugo (com,· Giuseppe). Generale e scrittore mìl. francese (rn1-1828). Combattè agli ordini di Moreau, Kléber, e Massena, segnalandosi particolannente nelle guerre contro la Spagna. Pubblicò opere di arte mii. e memorie storiche, fra cui: « Colpo d'occhio mi litare sulla maniera di scortare, d 'àttaccarc e difendere i convogli » ; « Memo,·ie dd gcn . Hugo )>; (< Giornale sto~ rico del blocco di Thionvillc ». Hugo Abele. Ufficiale e scrittore francese, figlio del precedcnlc (17~-1855). Fu ufH ugo G iuseppe ficiale nell'esercito del re Giuseppe. Lasciò: « Storia c)ell'imper-ato re Napoleone » ; « Storia della campagna di Spagna del 1823 » , e una vasta opera: « France Militaire " ·

H ulagu. Principe mongolo, nipote di Gengis Khan (1217-1265) . Pose fine alla d inastia degli Abassidi e nel 1258 conquistò Bagdad. Occupata la Siria, marciò co11tro l'Egitto, ma venne sconfitto. Fu protettore delle arti e delle scienze.

H ul I,, C ittà marittima dell ' Inghiltcrra, nel.la contea d i Yq rk, alla foce dell'Humber e dell 'l-lull. Fu assediata dal conte di Newcastle, con truppe realiste, nel 1643. Là guarnigione cromwellista eseguì fclice,'nente una sortita, e il conte fu obbligato ad abbandonare l'assedio .

Hu LST JL

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Le fortificazioni di Hulst (scc. XVII) 2700 u. bene approvvigionati . Anche questa volta, i fortini esterni caddero ben p resto nelle mani degli assa • lirori, i quali iniziarono il lavoro di trincea. l difensori energicamente lottarono con le artiglierie e con sortite e con contromine sino al 18 agosto, quando, ottenuti gli o nori delle an ni, cedettero la piazza. L'assedio era costato agl i Spagnuoli 3000 uom1111: poche centinaia ai difensori . La piazza di H . fu presa dai F rancesi nel 1747 e ancora dagli stessi oel 1794.

Humaità. Fortezza del Paraguay, sul rio omonimo. Nel la guerra del Tlrasile, Uruguay e Argenlina contro il Paraguay, ftt nel 1868 assediata dalla Rotta e dalle truppe . alleate . Era custodita da 3000 u. e fu investita il 15 luglio e b-Ombardata. Nella notte fra il 23 e il 24 riuscì a parte della guarnigio ne di sfuggi re a lla cattura e il, .borgo venne occupato dagli assedianti. Rimasero nella fortez,;a 1300 u. al comando del col. Martinez, che resistette sino al 5 agosto .

H umbert (Francesco). Generale francese (1S62-1921). Combattè in Africa; fu promosso gen . di- brigata nel 1912. Durante la guerra mondiale fu comandante della divis..


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marocchina (1914); del 1° C. d'A. coloniale (1914-15); di un distaccamento d'armata nel 1915; nel marzo 19~6 tenne il comando delle truppe francesi fra l'Oise e la :=-.cslc; indi fu comandante d'armata sino alla fine della guerra e dopo l'armistizio fu governatore generale di Strasburgo.

Humilly (de Chevilly, Gaspare d'). Generale (17371810). Percorse la carriera in gran parte nel regg. Genevcsc. Ebbe due figli: Clemente, morto combattendo ncll'esercico napoleonico e Giuseppe che fu uno dei fondatori della Scuola di cavalleria.

I ltlmilly d~ Chevilly Carlo Gerolamo (d'). Generale, n. a Lione, m. a Humilly (1818-18i3). Souot. nel 1845,

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l'azione l'Abbatucci, a cui aucccderrc il gen. Dufour. Fino al 18 dice,vbrc le opere furono bombardate cffica• cemente, ma in quel giorno una forte controbarreria eretta sulll sr. del fiume, aprì il fuoco e obbligò il nemico a tacere . Piesa Kehl, però, gli Austriaci, riversando contro la testa di ponte tutte le proprie forze, intensificarono · i lavori d'assedio. Due sortite dei Francesi per rompere le linee nemiche non riuscirono, e finalmente il gcn. Dufnur, succeduto al Ferino, visto che ormai era vano il resistere, il 1° febbraio del 1897 abbandonò la piazza in seguito a una convenzione militare. II. Assedio di Htmingcn (1814, Guerre dell'Impero Francese). Fu posto dai Ba,•aresi del gen. Zoller, mentre la

percor<e la carriera in cavalleria e combattè nelle campagne del 1848-49 e 18.59. Colonnello comandante i lancieri di Montcbello nel 1862, prese parte alla campagna del I 866. :-.lagg. gen. comandante la brigata di cavalleria a Rologna nel 1870, morl in tale carica.

1-/11milìy de Chevilly Petro (d' ). Generale, n. a Lione, nel 1819, m. a Humilly. Arruolatosi nel 1837 nel rcgg. Real Navi percorse in esso quasi tutta la sua carriera. Combattè nel 1848-49 e 1859, e nel 1863 fu promosso colonnello comandante il 2° regg. fanteria marina. Nel I8i4 passò nella riserva col grado di magg. generale. H unding-Stellung (Linea). Con questo nome i Tedeschi indicarono una zona sistemata a difesa, fin c.!al 1914, secondo i criteri usati per la costituzione della linea difensiva di Himl~mb111·g (V.). La linea H. S. partiva dall'altipiano di Renan... rt, passava per le alture della Serre e per le paludi di Sissonne, ed arrivava all'Aisne nei pressi di Chatcau-Porcicn. Indi proseguiva verso S. E. col nome di « lJrunilde-Stellung » e di " Michelc-Stellung », sino a<l arrivare al confine s,·izzero in Alsazia. Contro questa linea vennero ad urtare i Francesi e gli A llea1 i nell'ottobre e novembre 1918, quando fu fim,ato l'armistizio per la fronte occidentale europea. Da ricordare che durante la campagna del 1796 ne era stato deciso il riattamento, e vi era stata aggiunta una mezza lune1ta. Huningen. Città del Badeo, sul Reno, in Germania. fino a! 1738 era difesa da una fortezza costruita dal Vauban, ma in quell'anno, per il trattato di Baèen, questa era stata rasa al suolo. Dopo le vittorie del Morcau durante la campagna del 1796 (Guerre della Rivoluzione) ne era stato deciso il riattamento, e vi era stata aggiunta una mezza lunetta.

Fortificazioni di HuninKen {sec. X\'111)

piazza era custodita da una guarnigione francese, agli ordini del col. Chancel. Questi resistette per quattro mesi, cedendo dopo di avere oucnuto gli onori delle armi.

III. Assedio di H1/11i11gen (Guerre dell" lmpcro • campagna del 1815). Quantunque la causa dell'Imperatore fosse perduta, in S<"guito alla battaglia di Waterloo, e alla sua abdicazione, i l gcn . Barbanègre, che aveva il comando ddla piazzaforte, non volle arrendersi alle intimazioni del nemico. Era la fortcz7.a mal provvista di I. AsJt:dio di H11ni11ge11 (1796-97). Appartiene alle guerre munizioni da guerra e da bocca, ma la sua guarnigione, della Rivoluzione. Mentre durava l 'assedio intorno a Kehl, costituit1 eia circa 1800 u., era animatn dal più alto gli Austriaci, comandati dal principe di Furstenberg, si spirito milit:ire. Poichè gli abitanti di Basilea avevano ri\'olsero anche contro 1-1. difesa dal gen. ferino, il quale saccheggiato alcune case coloniche nei pressi dcli a foraveva specialmente affidato al gen. Abbatucci, coi regg. tezza, il governatore, dopo averne invano chiesta soddi3° leggero, 56 e 57 di linea, la difesa immediata del sfazione, b nciò 3u)la città, per rappresaglia, alcune graponte. Il 15 novembre gli assedi211ti aprirono un primo nate. Fu per questa ragione che gli Alleati decisero di ramminamento per calare dalle alture in piano e stabiassediare la piazw e lo fecero con 25.000 u . All'arciduca lirvi quattro btr. di grosso calibro; il 20 successivo fu • Giovanni, che lo aveva avvertito della caDitolazione di rotto il ponte di barche sul Reno dalle artiglierie degli Lilla, Douai e Strasburgo, il gcn . Barbanègtc non rispose, nè rispose alle ripetute intimazioni di resa unite Austrilci, i quali poco dopo fecero una prima intimazione di resa che fu respillla. Il 3 dicembre furono attaccate alla minaccia delle più gravi sanzioni ove non avesse le opere della testa di ponte da 5000 Austriaci, divisi in ceduto. Il 14 agosto gli Alleali iniziarono i lavori di tre colonne; la lunetta fu conquistata, ma poco dopo un approccio e poco dopo aprirono il fuoco sull'abitato con vigoroso contrattacco la ridiede ai Francesi. Cadde nel176 pezzi, ripartiti in 20 batterie. li giorno 24 agosto,


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mentre la città era preda del! 'incendio, il governatore, nella impossibilità di resistere più oltre, chiese di trattare . F urono consentite ai difensori della piazza le condizioni pili onorevoli e di ritirarsi in armi per raggiungere dietro la Loira i resti dell'e.sercito francese.

H unter (Giovanm). Chirurgo generale della Marina da guerra inglese (I728-1793). Partecipò alle operazioni navali dell'epoca. Sostenne la necessità dell'amputazione immediata degli arti nelle gravi ferite d 'arma da fuoco. Hussein (pascià). Ammiraglio turco (1750-1803). F u il riorganizzatore dell'esercito e della marina della Turchia sulla fine del sec. XVIII e comandò la flotta che cooperò con quella inglese nel blocco delle coste dcll'E1;itt0 all'epoca dell'occupazione napoleonica. Riuscì a introdurre nelle truppe turche ord inamenti e discipline all '.europea. Hussein pascià. Generale turco (1819-1876). Combattè nella camp agna di Crimea (1855) e poi contro gli insorti Montenegrini (J86o). Divenuto generalissimo, represse la insurrezione di Candia. Nel 1876 era ministro della guerra e fu uno dei principali artefici della rivoluzione nella qua le il sultano Abdul Aziz trovò la morte. H . fu assassinato allora da un partigiano di Abdul.

H ussiti, Seguad del riformatore religioso Giovanni Huss, suscitatori di una guerr'il civile che si disse appunto

clone anchè i territori. Nel 1424 morl lo Zìska di peste, e allora l'esercito sì divise in tre parti : una comandata da Procopio, l"àltra, detta degli « Orfanelli », senza un capo fisso; la terza, detta degli « Orobici », comandata da Hincko e Crusina. Le tre frazioni si univano quando il comune pericolo lo imponeva. Federico I, nominato comandante in capo delle forze contro di loro dalla dieta di Norimberga, nel 143 1 tentò ancora d ; sottometterli, n1a non vi riuscì e nuovamente vide invasi j suoi Stati. La guerra termino nel 1436, col t rattato di lglau, e a poco a poco la regione tornò nell'orbita religiosa cattolica.

Hutchinson (Giovatztzi). Gcllerale inglese (1757-1832). Partecipò alla cam pagna d'Egitto contro i Francesi, cd ebbe il cùrnandQ in capo nel 1801, costringendo i Francesi a capitolare. H uter (Cado). , Generale tedesco, di fam iglia oriunda francese. Deve la sua notorietà a due fatti di guerra importantissimi da lui preparati, difetti e portati a buon esito: nell 'aucunno del 1917 1'occupazione di Riga e nel 1918 (21 marzo • 5 aprile) l'azione su S. Quintino, che ebbe a compiere quale comandante della 18& armata tedesca. Come i: noto lo- sfondamento di S. Quintino, ope• rato d al generale H. produsse una catastrofe grandissima per gli Ing lesi e per poco non d iede la vittoria decisiva agli Imperi Centrali . Il genecale H. fu uno dei fautori dei nuovi metod i d'attacco delle fanterie per infiltrazione, che sperimentò con successo appunto a S. Quintino. Dopo la guerra si ritirò a vita privata.

H uy. Città del Belgio in prov. di Liegi, sulla Mosa, ant. fortificata. Fu presa nel 1595 dagli Olandesi agli Spagnuoli. Assedio di Huy (1675). Appartiene alle guerre di Lu igi XlV, e fu iniziato da un corpo francese agli ord iJ1i del marchese di Rochefort il 1 ° di giugno. Erette due btr. di 6 pezzi ciascuna, venne iniziato il fuoco e poco dopo dato l 'assalto. li 5 le trincee erano prossime al castello. La guarnigione imperiale, quivi messa dal duca di Lorena, escgul una sorcita, ma fu respinta e allora capitolò ottenendo gli onori delle: armi.

Le truppe bussite di Ziska

guerra degli H. e s'iniziò dopo il supplizio d i Huss ('1415). Essi presero allora le armi, guidati da Giovanni Ziska e Nicola di Hussinetz cd assunsero ordinamento mii. simile a quello degli ordini religi.osi. Occupata la città di Tabor '. la fortificarono. e ne fecero il loro capoluogo e la loro base mii. , tenendo testa per quasi 20 anni agli Imperiali, occupando tutta la Boemia, battendosi più volte felicemente contro i loro eserciti, invadendo le vicin~ regioni, assedi:rndo e prendendo città e castelli. • La guerra vera e propria comincia dal 1419, quando gli 11. riuscirono ad avere un esercito, che nel 1422 tenne testa all'elettore del Brandeburgo, Federico I, invaden-

Assedio di Ht<y (1693). Fu operato dal maresc. di Villeroy luogoten. del maresc. di Lussemburgo che investì la piazza il 19 luglio. Egli ru_ppe i l ponte sulla Mosa e si dispose ad attaccare la città, il forte Picard e il castello. Vennero costroite sette batterie, e la guarn igione imperiale, che ,i nvano il principe d 'O range tentò di soccorrere, abbandortò la città ritirandosi nel castello. li forte Picard cedette le armi il 23 luglio, e poche ore f" dopo anche il castello si arrendeva. ,·1ssedio di Huy (1694). F u inÌ't,iato da truppe del prin• cipc d'Orange, con r8 bgl. brandeburghesi comandati dal duca d'Holstenpl9cn, cui si aggiunsero I6 bgl. del gcn . Coéhorn, con molta artiglieria, il 17 settembre. La guirnigione francese, agli ordini del gen . de Reignac, era di 1400 u . e si chiuse subito nel castello abbandonando la città . Vennero subito aperte trincee e piazzate batterie, che il 2z, arm ate con oltre cento fra cannoni e mortai, iniz iavano il fuoco. Il giorno dopo i cannoni dei difensori erano smontati. Il 24 vennero presi d'assalto i forti Rosso e Picard, e la sera del 26, sotto un bombardan1ento intenso, il caste11o ave\ a le cortine in rovina, con 1


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o Fortificazioni d i Huy (sec. XVll)

brcccic praticabili : soltanto 350 u. erano illesi: il Reignac si arrese con gli onori delle armi.

stava il castello, difeso dal marchese di Cronston, che si arrese a discrezione il giorno 11 con circa r.100 difensori e

Presa e ripre,a di Huy (1702). Durante la guerra per la Successione d i Spagna, un distaccamento olandese riuscì di sorpresa a prendere la città e il forte Picard, mentre la guarnigione francese si chiudeva nel castello. Un distaccamento francese, inviato tosto a H., potè a sua volta sorprendere I gl i assalitori, e cacciarli dalla piazza, infliggendo loro una perdita di ~oo uomini.

Asutlio di Huy (Guerra per la Successione di Spagna 1703). Fu posto dagli l mpcriali aL comando del Marlborough il I~ scuembrc : la piazza era difesa da una guarnigione fran~ese ( 1200 u.) agli ord ini del geo. Milon. li 18, questi abbandonò la città chiudendosi nel castello, e gli assedianti iniziarono il bombardamento del forte Picartl e delle opere vicine, destinando in pari tempo una batteria di 18 cannoni a battere il castello. Il forte Picard e le opere vicine si arresero il 23, col patto per i difensori di ritirarsi nel castello. Oltre 100 cannoni allora batterono il castcIJo, e il 25 il Milon fu costretto ad arrendersi. Assedio di Huy (1705, Guerra per la Successione di Spagna). Fu posto il 27 maggio dal marcsc. Villcroy, francese. Gli imperiali che d ifendevano H ., il 30, appena aperte k trincee, si chiusero nel castel lo e nei forti Pic~ rd e vicini. Questi ultimi furono immediatamente sottoposti a intenso bombardamento, e ne lla notte dal 3 al 4 giugno queste poslzioni furono prese d 'assalto. Re-

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cannoni.

H yères (!sole d'). Gruppo d 'isolotti nel Mediterraneo, presso la costa meridionale della Francia, fra Tolone e Nizza. Circoscrivono una baia ampia, profonda, fortificata. IL 13 lugl io 1795, durante le guerre della Rivolu7,ione, si scontrarono in quelle acque la flotta francese, costituita da r7 vascelli e 6 fregate, al comando del contramm ir. Martin, e la flotta inglese formata di 23 vascelli e 15 fregite e corvette al comando dell'ammir, 1-Jotham. Data la sproporzione delle forze, l'alnmir. francese aveva tentato di e,•itarc la lotta; le navi però, sottovento. rispetto alle isole d'H., furono prese in una improv visa calma, mencre gli Inglesi, favoriti da una brezza leggera, poterono spingersi avanti e attaccare la retroguardia avversaria, manovrando in maniera da, tagliar!, fuori dal grosso. Iniziatosi il combattimento, i Francesi riporrarono un primo successo disalberando un vascel!o a tre ponti e gravemente danneggiandone altri, mentre, levatosi un po' di vento, riuscivano a riordinarsi. Da parte loro il vascello l' « Alcyde », danneggiato a tal punto da non poter mantenere il proprio posto in linea, mentre era a rimorchio delle fregate la " Justice" e l'« Alceste », s' incendiò d'un tratto, e imp rovvisamente saltò in a ria. La battaglia in seguito si fece meno serrata e k due flotte ruppero il contatto; i Francesi andarono ad ancorarsi nella baia del Fréjus, gli Inglesi andarono a riparare le proprie ava rie parte a Livorno, parte in Corsica.


Iacopo di Borgomarino. Ingegnere mil. del sec. XIV. Fu al servizio dei Bolognesi e fra altro eresse le fortificazioni di Castel Bolognese. landolo (Co.<ta111i110). Generale medico, n. e m. a Napoli (1845-1911). Sottot. medico nel 1866, raggiungeva il grado di generale nel 1 885 ricoprendo la carica di direttore dell'Ospedale mil. di Piacenza e in seguito ricoprendo la carica di Ispettore di Sanità militare. lanner (Augu.sto). Generale, n. a Pisa nel 1844. Sottot. di fanteria nel 1862, partecipò alla gue_rra d 'indipendenza del 1866 ed alla spedizione d'Africa (1887-88) raggiungendo il grado d i magg, generale nel 1911.

l assarte. Fiume dell'Asia occiclcntalc, ora Sir Oa'ria. Sulle sue rive nel 239 a. C . si combattè una battaglia che si ricollega alla spedizione di Alessandro Magno contro la Persia e fu combattuta e vinta dal re macedone contro gli Sciti. Sembra che in questa battaglia si sia fatto uso per la prima volta delle macchine da guerra. Protetto da esse, Alessandro passò quel fiume con una parte del suo esercito, coprendo i suoi dagli attacchi pericolosi della cavalleria nemica. La vittoria riportata sugli Sciti pose fine alla loro agitazione. lbba Piras (Salvatore). Generale, n. nel 1864. Sottot. nel 1885, entrò in guerra nel 1915 come ten. col. nei Lan'cieri cli Novara e nel dicem bre, colonnello, comandò i Cavalleggeri dd Monferrato, appiedati sull 'fsonzo. Nel giugno 1917 comandò come rnagg. generale la brigata Barletta ; nell'anno seguente la Reggio e nel 1919 f°u pr@mosso gcn. di divis. al comando della divis. mii. di Chieri; nd 1920 passò al comando di quella di L iyorno. Nel 1927 fu comandante cli C. d'A . a Firenze, e l'anno seguente andò a riposo. Durante la guerra, guadagnò sul Carso una mccl. di bronzo, una d 'argento, e la croce cli cav. elci! 'O. M. S.

Janer Emilio. Generale, n . e m . a Roma (1848-1915). Sot• tot. d'art. nel 1869, dopo aver frequentato la scuola di guerra passò nel corpo di S. M . e fu promosso nel 1896 colonnel lo; comandò il 6° regg. fanteria e poi il diSlrettr, , mii. di Perugia. In P. A. nel 1907, venne nel 19n promosso magg. generale.

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lannaccaro (Carlo). Generale, n. a Napoli nel 1g63. Sottot. cli fanteria nel 1884, partecipò alla guerra contro l'Austria quale colonnello comandante il 74° regg. fanteria meritandosi in varie azioni neJla zona carsica due med. d 'argento cd una di bronzo (1916-1917). Nel 1918 ebbe il comando del 61° regg. fanteria. BrigadieJe generale nel 1920, anelò a riposo nd 1925. lannelli (Camilla) . Generale, n. a Catanwro nel 1870. Sottoten. di cavalleria nel 1890, raggiunse il grado di generale nel 1926 partecipando alla campag1,1a di guerra 1915-18; ne l 1927 andò in aspettativa per infermità <;ontratta in servizio, e 1,1el 1930 fu richiamato in servizio . !aselli (Francesco) . Generale, n. e m. a Napoli (18481915). Sottot. del genio nel 1868, passò poco dopo in fanteria. In• P. A .. nel 1903, fu promosso colonnello nel 1904. Ne)la riserva nel 1906, d ivenne magg. generale nel 1914.

lbba Piras

Ibrahim poscià

I brahim ( Pascià). Generale egiziano, figlio adottivo di Mehemet Alì (1789-1848). Fu a capo di una spedizione contro i Wahabiti e li scoi1fisse; comandò l'eserc ito egiz iano che sbarcò in Morea (1824) e per alcuni anni combatti: contro i Greci. Nel 1831 ebbe il comando dell'esercito egiziano con cui combattè comro la Turchia, sconfiggendone gli eserciti a Homs e a Konia (1832). Ripresa la guer ra nel 1839, li battè ancora- a Nisib e marciava verso il Bosforo quando intervennero le potenze europee a impedirlo; venne fi rmato allora il trattato cli Unkiar-Kelessi.


IBR

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lbrìm (o Premis). Villaggio della Nubia, sul Nilo, presso la frontiera con l'Abissinia. Nel z2 a. C. vi fu combattuta una battaglia fra C. Petronio, governatore dell'Egitto sotto Augusto, e Caducea, o Kondake, regina d 'Etiopia. Quest'ultima, che aveva sconfitto le t re coorti romane di presidio ai confini, venn e assa lita da Petronio che accorse nel porto con ro .ooo fanti e 800 cavalli, presso / . e sconfitta. La città era fortificata e fu presa d 'assalto. L 'anno seguente la regina tentò di riconquistarla, ma non vi riuscl e chiese ed ottenne a buone condizion i la pace dai Romani.

lchnusa. Avviso di 2 • classe a ruote, della Marina sarda, \'arato a Genova nel 1837 . Scafo in legno. Disloc. tonn. 450, macchine 90 HP., equipaggio 57, radiato nel 1867. Pre~c pan e a! blocco d i Trieste nel 1848. ldaspe. Fiume dell'Asia (ora detto Gelam) alfi. di sr. dell'Indo. Sulle sue r ive si combattè nel 326 a. C. una battaglia che si ricollega alle guerre di Alessandro Magno ncl1' Asia. L 'esercito greco-macedone in quella giornata era forte di 5000 cavalli e 7000 fanti, e quello del re indiano Poro di 30.000 fanti, 4000 cavalli, 200 carri e 200 elefanti. Il fiume divideva i due eserciti. Alessandro preparò. il suo materiale da ponte mentre poneva e fortificava - il campo. Gli importava di venir presto a tenzone, poi che era annunciato l'arrivo di rinforzi al nemico, e perciò, lasciato al comando del campo Crateros con parte delle truppe, occupò un isolotto boscoso segretamente, a monte del campo stesso, e collocò un altro corpo fra i due, sotto Tolo,neo. Queste truppe dovranno passare i l fiume a drappelli, tostochè sia passato Alessandro; il corpo di Crateros per ulùmo. Il passaggio. si eseguisce in una notte buia e tempestosa. G ià il miglior nerbo dell'esercifo è passato, e Alessandro si inoltra con la cavaller ia, imbattendosi nel figlio di Poro, con poca cavalleria e 120 carri. Questi sono presi e quella fugata; lo stesso figlio del re resta ucciso nella zuffa. Dopo di ciò lo stesso Poro si mosse con tutte le sue forze, e schierò gli elefanti sulla fronte ad eguali distanze tra loro, fiancheggiati e spalleggiati dalla fanteria, e la cavalleria alle ali, coperta dai car ri, formando un ordine di battaglia molto

lDl

esteso. Aspettò così il nemico. Alessandro fece avani.are la sua cavalleria, che venne affrontata da quella avversaria, ma la sbaragliò e disperse. Poro fece allora sguinzagliare una parte 'degli elefanti, dinanzi a l cui barrito ed assalto i cavalli e i cavalieri macedoni presero la fuga. I fanti macedoni tennero duro, mentre la cavalleria indiana si rian nodò rinnovando l'attacco. Essa fu di nuovo respinta, dopo di che la cavalleria macedone caricò la fanteria indiana, nelle _cui file seminò morte e conf:usione. Sorse allora una z uffa terribile tra i combattenti di ogni sorta, una mischia fitta, micidiale, fra uomini e animali. G li elefanti, furibondi, in parte feriti, corre,·ano contro amici e nemici, atterrando, calpestando quanto s'imbatteva in loro, sin che finalmente spossati rallentarono, e molti di loro, colpiti nelle calcag na da colpi d'ascia, caddero a terra. Frattanto Alessandro aveva fatto uscire i suoi dalla mischia riordinandoli. Postosi alla testa di tutta la cavalleria, ordinò ai fanti di avanzarsi in falange contro il nemico ch 'egli simultaneamente aggirò ed assall alle spalle. Frattanto sopraggiungevano i reparti di Tolomeo e di Crateros, a compiere colle loro truppe fresche lo sbaragliamento e poi l'inseguimento del nemico. Ferito cg.li stesso, Poro abbandonò cogli ultimi il campo di bat taglia; raggiunto dagli inseguitori, fu condotto davanti al re Macedone, che lo trattò generosamente, lasciandogli il regno q ual satrapia, e trasformandolo da nemico in alleato. Le perdite dei Macedoni non superarono i 300 cavalieri e i 700 fanti; quelle degli Indiani ammontarono a 12.000 m. e feriti e 9000 prigionieri.

ldice (Battaglione de/I'). Fu così chiamata una coloona di volontari di Medicina, che assieme ad un corpo franco di Faentini si unì alla l!ivisionc del generate. Fcrrari per h campagna del Veneto, nel 1848. ldistavisus. Nome dato da Tacito alla pianura sul Weser, presso Minden, nella quale Germanico (16 d. C.) sconfisse i Germani comandati da Arminio. La battaglia di Jdistavisus rappresenta la rivincita dei Romani sui vincitor i delle legioni di Varo.

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Battaglia dell'Idaspe (326 a. C.): A, Crateros; B , Meleagro; C, Alessandro; D, arcieri a cavallo.


IDO

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Idoneità. Attitudine, capacna, possesso dei requisiti nccessarii a compiere un determinato incarico, ad ottenere .alcunchè, ad assolvere mansioni. l. al servizio militare , è l'at tit ud ine fisica cd intelleuuale a prestare i l servizio mì!ir. Dicesi di chi p ossiede i requisiti voluti dal la legge su l re• clutamento per essere a rruolato. (V . Abile, Arruolamento, Redutamenlo, Leva). I . all'avanzamento è la piena at tit ud ine fisica, i ntellettuale, morale e professionale a conseguire il grado superiore. Essa viene accettata med iante appositi sistem i, previsti da disposizioni di legge. Idoneo è chi possiede idoneità, e può esserlo per la guerra, come per i servizi sedentari, per le varie armi e corpi, com e per repart i destiu.ati nelle colonie . I draulici (l mpùmt i di bordo) . Su molte nav i da batta:glia, la manovra delle artiglierie sistem ate in torri corazzate è fatta per mez,w della energia id raulica. Nei locali -cena-ali i.JJ..ferio n sotto il ponte coraz;cato esistono compressori idraulici con relative casse di acqua dolce, i q uali ven_gooo messi in moto t utte le volte che occorre manovrare le a rtiglicrje. Questi co1npressori sono in comunicazione, mc~ <liante opportu ne tubazioni, con i motori d i brandeggio ~ -d i elevazione dei grandi cannoni. I motori idraul ici vengono messi in moto dai puntatori di direzione e di elevazione delle torri attraverso servomotori automatici, collegati con g li assi delle torri per mezzo d i giunti speciali, i q uali si p restano a dare le p iù forti variazioni di velocità alla torre: un giro completo di Ol'izz<i'ntc della torre può essere com piuto in poch i secondi. I giu nt i speciali, che dal nome dell'invemore si chiamano Janey, sono sensibilissimi e per mettono al motore id raulico u,rn a ndatura regolare senza ·scosse, qualunque sia la velocità desiderata dal , plllltatore. l p rimi impian ti idraulici vennero installati sul le navi verso i l 1875, a cura della Casa f\rmstrong d'Inghilterra; quasi -contemporanea mente vennero ideati i freni e i ricupcraton idraulici (V. Affusto) . A poco a poco, nelle moderne navi da guerra, si ten de a sostitu ire l'energia elettrica a quella idraulica , per ragioni di peso e di spazio.

I DR

genio) per assolvere al colnpito di dare almeno 5 litri d'acq ua al g iorno per ogni combattente (il fabbisogno minimr. normale dovrebbe essere di IO litri). Ciò fu fatto per mez.co d i automobili in 36 ore, e succe$sivamcnte, data la guerra « di posizione », con acquedott i a pressione (montanti) e acaduta (discendenti) i q ua li giunsero a misurare uno sviluppo di 400 Km., offrendo 1200 m3 . d 'acqua a I giorno. I mez.ci

Schema delle disposizioni degli idrofoni a terra per la scoperta not~ tutna delle nav i. o dei sommergibili. .

per il scrviz10 idrico comprendono quelli per la ra~colta dell'acqua e distribuzione alle truppe (bidoni, ghirbe, barilotti, botti); quelli di traspNto (carri serbatoi auwportati); gli impianti propriamen te detti; i potabilizzatoci, filtri, ecc.

I drofono. La navigazione subacquea e la caccia ai sommcrgibil, portarono alla necessità di ricorrere, verso il 1915, alla adozione di apparecchi che permettessero l 'ascoltazione

Idria (Passo d,) . Valico fra il bacino dell 'Isonzo e quello della Sava (791 m .) sussidiario di quello di Pod lanischam; mette. in più diretta comunicazione Tohnino con Krainburg. "Poco a monte di Idria inferiore (3 18 m.) la strada risale :1 -dosso che separa i due bacini e scende poi a Sairach (480 m .) -donde per la valk della Sora accede a quel la dello Zeier, affluente della Sava, riunendosi alla· via del passo di Podlan ischam a m onte di Trata Podgora. Nella serie dei valichi ,delle Alpi Giu lie può avere funzione prettamente sussidiaria in opera.cioni m ilitar i che dalla fronte giulia tendano .alla conca di Lu biana. Id1·ù1. Nave cisterna per acqua, varata a Venezia nel 1921, "lunghezza m . 32,.15, larghezza 5,97; dislocamento tonn . 28 1, m acchi ne 200 HP., velocità m iglia 9.

Individuazione del punto di un sommergibile mediante jdrofoni: A B C, cacciatorpediniere ; a b e direzioni "'d el suono percepito d~li medesimi. Il ,i Punto• è quello d' incrocio delle rette e rappresenta la posizione del ·s ommergibile

Idrici (.-epartt). Ne è prevista la costituzione in caso d i g uerra; con clementi dei plotoni operai delle cp. zappatoriminatori . In g uerra, si ordinano appositi reparti idr ici, de~ stinat i a fornire l 'acqua alle truppe. Questo non era p revisto prima della guerra mondiale. Ma l'estensione enorme del from e italiano, q uasi lUtto in regioni prive di acqua ,potabile, obbligò l 'intendenza genera le dell'esercito a provvedere all 'improvviso a fornire di acqua 5 0 0 . 0 0 0 combattenci . alle prese con la sete e con i bisogni del rancio, In pochi ,g iorni furono istituiti i ,·epa.-ti idrici (zappatori-pom pieri del

dei rumori che avvengono sott'acqua, individuando la direzione da cui provengono . Si è cercato dapprima di sfrut ." tare l'istinto di orientamento di cui è dotato l'uomo con la audizione biauricolare, la q uale pen1,1et te di rivolgere il viso nella direzione dalla q ual.e proviene il suono , perchè q uando le orecchie sono tutte e due rivolte in tale direzione !a percezione del suono è la più intensa . Questa sensibilità è data dalla distanza delle orecch ie una d~ll 'alt ra . Aumentando con un dispositivo tale distanza, si aumenta la sensibiiità. Il dispositivo fu creato disponendo una lam ina vibrant~ al-

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l'esti-ernità di un cubo ricevente. N3cque così il prinw mi , cro(ono, costituito da un tul;,o a V, il quale fa capo a due grandi microfoni (lamine vibranti) posti nella parte esterna dello scafo ed in posizione conveniente . Alla base ,k; 1ubo a V parte un 'altro tubo che si biforca e va ai padiglioni auricolari ddl'ascoltato re. l rumori che vengono sott'acqua ,

siano essi prodotti da eliche, macchinarj in moto, 1no~ori a ~coppio, ecc. , sono afferrati dai microfoni con divcrs~1 in. tensità, 1::i 4:ualc divcnrn uguale e massima quando la con• giungente dei due m icrofoni è perpendicolare alla d ire. e.ione del suono. Sono approssimat ivamen te d i questo t ipo gli id rofoni Fcssendcnd cd i tubi G, largarnenre adottati nei primord: della gue rra mondiale dai sommergibili e dalle unità cacc,asomlllergibili. Con lo st udio degli ultra suoni, con l'adozione degli amplificatori a valvola, simili a quelli della radiotelegrafia, si sono costruiti microfoni sempre più sensibili, vale a dire / . piò perfezionati. Quest i servono per la ricezione del suono emesso da speciali apparecchi trasmittenti, i t1CJali

!DR.

e polveri infumi. Per l'elevata cemperarura c he svilu ppa brucia ndo in presenza di ossigeno (fino a 2800°), viene impiegato per ottenere la fiamma ossidrica adoperata per la saldatura dei metalli e il taglio di essi, anche se in gros,; blocchi. In q uesti ultimi anni, per la forza ascensionale di cui è dotato, ha assunto una grande importanza in aeronautica pel riempimento dei d irigibili . Praticamente si calcola che un mc . di idrogeno innalzi il peso d i un Kg.; 111.1 ,,a te nuto conto che, ,a gran~!,,-altezze,.. le basse tcmpc,aturc: e la crescente rarefazione dch'atmosfera cont raggono il volume dell'idrogeno e ne dimin uiscono la potenza ascensionale.:. Nel corso del la guerra mondiale furono usati con successo degli appareccl,i dovu ri a Jaubcrt, 111ontati su ca1 ri e quind , c)i facile e pronto trasporto nelle località ove si man ifcstal-'J .il bisogno, capaci rli produrre oltre 150 mc. di /. all'ora, con un metodo pc,r via secca, i,1venta10 dal lo stesso Jauhcrt 1 e basato sull'impiego della e< idrogcnitc ))' n-:iscela

di ferro-silicio e calce sodata, compressa in cubetti.

metto no in vibrazione delle lamine con una frequenza su-

periore a quel la per la quale l'orecchio umano è sensibile. Tale frequenza però pcrrn<.:tte la rra,inissionc subacg uc~ dell'energia a maggiore distanza, cd i: afferrata dagli speciali apparecchi a valvola sensibilizzati. Mohi brevcui sono stari prèsi dopo il 19io presso tutte le g randi nazioni marinare çhe si occupano dèl problema. Esistono /. chiamati « idrofoni pesce», perchè d i forma afTusolara e che si mettono a rimorchio dello scafo entro il c1uale si trovano gli ascoltatori . Questo disposirivo è srnto ado ttato per selezionare i rumori provenienti da bordo della propria nave da quelli cbe prove.ngono di lontano. Nelle migliori condizioni e a nave ferma, gli I . hanno \Jna por1ata di 4-5 miglia. Il cacciasommcrgibilc, quando vuole individuare la dire• zionc di un sommergibile, deve spesso fermare le proprie macchine e rimanere immobile. Due cacciasommergibili , posti a conveniente distanza, hanno n10Jo di indiviciuarc due d irezion i e di comunicarsele a vicenda. Il punto di in-

contro ddlc 1due direzioni rappresenta il luogo in cui si trova i l sommergibile. Lungo le coste sono distribuite sta: zioni di ascolt.n.ione munite di /., che hanno lo scopo d i individuare la presenza di sommcrgibih in mare, indjviduarne la posizione e radintelegrafarla alle proprie unità. G li /. sono stati aclo n ati anche per lo scandagl io delle gtandi prof9nd,rà del mare. 1n questo, caso l'apparecchio trasmittente del suono può essere una bombetta che quando tocca il fondo esplode. Tenendo conto della velocità ·di caduta de lla bomba e della velocità del suono della e,·plosio ne attraverso l'acqua (1440 m . al secon do) si ha li modo d i ricavare la distanza del fondo dall'l. sistemato nella nave, ossia la profondità . Scandagli idrofonici più moderni sono rappresentati da un apparecchio trasmittente ed u no ricevente sisttmati sulla stessa nave. L'apparecchio trasrnictcnte emette delle serie d i onde ultra sonore , che ta)!giungono il fonrlo, v·e ngono ri flesse e quindi afferrate dall'apparecch io ricevente; si tiene colllo dei tempi e da quest i si passa al calcolo delle profondità.

Idrogeno. Questo gas ha larghe e svariatissime applicazioni industriali e tecniche : in quantità enormi i: impiegato come riducente nella fabbricazione d i molte sostanze o rg~niche; è uno dei due elementi essen7,,iali per la preparazione sintetica dell'ammoniaca e qui nd i dcll'acàdo nirrico, sostanze di capitale importanza per la fabbr icazione rlei fertilizza,i"ti chimici azotati e d i pote ntissimi esplosivi

Idrovolante trimotorc:,dcl Cantiere navale Triestino

ldro~rafia. È la scienza che lrar.ta dei mari , fiumi, lagh i) ecc. Nella terminologia marj11ara lo stesso nome $erve ac.f indicare la carta nautica usata dai naviganti e sulla 4ua!c sono riportate le varie profondità del mare; e le particolari caratteristiche delle coste. Jn particolare figurano sulle idrografie i ,k,iagli del fondo marino, (roccia o sabhia o fango, ccc.) e i punti più cospicui e caratteristici della costa che possono servire d i riferimento ai navigami, ed inol-

tre i fari, i fanali, i semafori.

Idrovolante della R . Marina, tipo M

Idrografico (V. I.<t1t11to Idrografico). Idroscalo. Corrisponde all 'aeroporto per gli aeroplani , e serve per gli Idrovolanti . Idrosilurante. fdroplano fornito di sil uri . Idr ovolante (o Jd,-oaeroplatw). Aeroplano mun ito di galleggianti, atto a spiccare il volo dall'acqua e ad ammarare. Fu creato in Fra,1cia e Hegli Stati Uniti nel r 910.


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IDS

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ldstedt. Borgo dello Schlcswig-Hol,rein, teatro d i bat taglia (25 luglio 1850) che appartiene al_la guerra dei 01,cari. Dopo la pace della Prussia con la Danimarca, i Tedeschi dei Ducati non si rassegnarono, e raccolsero 25 . 000 u. dei quali affiçlarono il çoma.ndo al gen . p russiano Willisen. J Danesi, agli ordini del De Mcza, avanzarono contro di l\1i, che si era sch ierato colle ali af>poggiate a due laghi presso I. As-

!Gi

q uale combattè per due anni con1ro i G hibell ini , e ne! ,3::8 fu da quest i ridotto alla d ifesa tiel la città. L '8 marzo, la ciu i1 fu presa, e t re g iorni d opo anche la rocca dove Tauo crasi rifugia to. Il conte d i Chiaramontc, avutolo nelle mani , gli fece mozzare il capo. Seguendo la parte imperiale, / . fu alleata poco dopo c&n Osimo contro Ancona, che rimase sconlìtta . Quando l '!\lbornoz lo ttò per ricuperare alla Ch,esa i P;rduti dominii, anche /. fu assal ita ed espug nata. Passata allo Sfor:la, <]Ucsti ne affidò la difesa al cognato Troilo. Le truppe del Papa, unite agli Aragonesi, p resero I_ e ne cacc iarono gli Sforzeschi (r443) ma nello stesso arrno q ,1esri rìu~cirono a riprenderla , massacrando li presidio aragonese.

Nel 1447 tornò al P ,,pa cd ebbe in seguito una breve vittoriosa lolra contro Ancona, appoggiata da Sigismondo :\fa. latesta. Nel 1517 fu saccheggiata dal le truppe del duca <l'Urbino, in loti.a contro la Chiesa. Nel 183r si costituì un governo pro,1 visorio a / .. e sì cn;Ò una Guardia nazionale:

la infelice fine del la rivolu:tionc nelle Romagne ne determinò la scomparsa e /. seguì le sorti della propria regione negli avvenimen ti succe~siv i. Grande idrovolante da bom bardAmento della Germania e relativo :\pparecchio da caccia

saltata l'ala sr . , i Danesi vennero respinti, ma, inseguiti~ fc.

cerq fronte e sbaraglia rono g!i insc'guitori, occupandone k posizioni . Da queste piombarono sul centro d i fronte e d i fianco e lo 1nhcro in rotta . La gi<:rnata fu decisiva : i lè~ c.lcschi vi perdettero 3000 u. e rre c:.l!1nor)i; d j poco infe-

riori furono le perd irt: dei vincito ri.

lesi (a.nt. Aai;). Città in prov . d 'Anco na, su ll 'Esinn. Fu colonia romana, devastala durante l'iH\'asionc dei Get i

(4D9) e poi dei Longobardi. All'epoca dei Comun i di,ennc l ibera e prospera , scg.uendo le sorti dell a regione, per rni

Fortino medioev:;1le d i Jesi

appartenne alternativamente all 'lmpern e alla Chiesa, e per cui soffrì delle d iscordie tra Guelfi e Ghibellini. Nel sec. XITf, essendo in lotta con Fabria no, poti: mettere in campo sino a 5000 u . Nel 1305 , abbandonato il partito imperiale, si diede alla Chiesa. Nel 1326 fu d i nuovo in lotta con Fabriano . Era sig nore d i / . il ca1)itano dcJla Chiesa Tano, il

lficrate. Generale ateniese (scc. IV a. C .). Vincitore dei Traci e degl i Spartani, perfei.ionò la strategia e la tattica dei suoi tempì, e creò i peli asti. Igiene militare. L'Igiene militarè è la scienza che ha per oggetto di assicura1·e al sold3to le m ig liori cond izioni di

benessere fisico e d i proteggerlo dalle ma lattie infettive e dagli infortun i professionali, cui è esposto . Oggigiorno, tcJtti g li uom in i validi passano sotto le bandiere, ed esercito cor~ ,ispon de a ua,.jonc armata: pertanto, l'azio ne dell'l. M. no n

è circoscrilla al periodo di tempo che il soldato trascorre sotto le armi ; ma estende la sua influenza sulla popolazione masch ile che ha fatto il servizio mi litare, anche dopo che è ritornata alb vita civ ile L ' f . M. accom pagna il soldalo in tutti g li atti della sua ,·ira; il suo campo d 'nioue comporta lo studio di numerose questioni, ,di cui Jc più im portanti riguardano~ a) i l reclutamento : b) le caserme; e) il vcstfario; ti) l'equipaggiamento ; e) la razione alimcnta,·c: /) gli esercizi; g) la profilassi delle malattie popolai i. Nel reclutamento, essa imervienc nella scelta degli uomini, che si fa all'arruolamento e con i provvediment i ò i riforma , giacchè ta le scelta costitu isce uno dei fattori fondamenta li del lo stato sanitario dei corpi militar i; ciò che è dimostralo dal fatto che il nu mero dei ma lati e dei monì è inversamente p roporzionale al numero degli uomini scartati alla leva e riformati . L'abitazione del soldato richiama tutta -la sollecitudine dell '/ . M. , ai cui suggerimenti si deve se, in luogo delle vecchie caserme al logate in ex.con venti o a ltri fabbricati inadatti, si costruiscono ora caserme del tipo a padiglione, munite dei migliori adattamenti igienici e rispon denti a i requisiti della casa salubre per il soldato. Nelle a ppariscenti uniformi di un tempo w1ico criterio era l 'estetica; a l presente, la d ivisà del soldato è composta secondo i dettami del!'!. e r iesce più semplice, più svelta, meno ingom brante e meglio adatta per la q ualità delia scoffa e per la foggia. Parimenti, al vistoso, ma pesante e incomodo copr icapo di un ternpc) se n'è oggi sostituito uno più leggero e più comodo. Qua rito all ·equipaggiamento, per q uanto esso sia di carattere strettamente tecnico ed estraneo ali 'igiene, p ure questa volge ·i suo i sforzi ad alkggerirc il carico del soldato (senza entrare nella questione degii oggetti indispensabili) e a d istribuirlo ·in modo da .n oo osta-


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colare i movimenti, la respirazione, nè la circolazioue de: sangue. In rapporto alla razione alimentare, l'/. M. suggerisce le norme per la composizione di una razione alimentare fis,olqgica quantitati,·amente e qualitativamente, per la preparazione dei v,veri di riserva (galletta, carne in conserva), per il trasporto del vitto ai riparti fuori sede mediante le marmitte norvegiane e simili. Indica pure i ·criteri per la provvista di una buoua acqua potabile e per la depurazione delle acque sospette mediante gli ipoèloriti, i potabilizzatori, ccc. I soldati non si improvvisano, come le comparse a leatro, ma si plasmano con una educai.ione adeguata. In questa rap presencano una parte importante gli esercizi mii., che secondo lo spirito dell 'igiene, non solamcllle tendq_no a preparare uomini atti a sopportare le fatiche della guerra, ma con tribuiscono altresì al miglioramento della razza, irrobustendo l'organismo di buona parte della popolazione ma< schile. La prevenzione delle malattie ev itabili costituisce il compito più importante dell'/. M., che in que5to campo ha conseguito progressi considerevoli, rispecchiati dallo stdtO sanitario dd R. Esercito in tempo di pace e, ancor più, in tempo di guerra. In tempo di pace negli ultimi anni la morbosità e mortalità sono fortemente diminuite e , attualmente, sotto questo punto di vista, l'Esercito ital iano occupa un buon posto rispetto agli eserciti esteri. Le guerre offrono le condizioni più propizie alla diffusione epidemica delle malattie popolari; da un verso, ;:,erchè. le fatiche, k privazioni, l'alimentazione spesso incongrua, la insufficiente protezione contro gli agenti meteorici p reparano il terreno ai fattori causali; dall'altro, perchè la riunione di molti uomini facilita il contagio. Nelle guerre antiche la morcalità per malattia s,,perava di gran lunga quella per traumi bellici; la proporzione si è rovesciata per la p rima volta nella guerra russo-giapponese al principir> di questo secolo, e d 'allora, questa è la regola. L'aumento dd la mortalità dipendeva dalla propagazione delle infezioni più gravi -sotto forma epidemica; nella guerra mondiale i servizi profilattici nell'Esercito italiano erano élrdinati con la- massima cura e la profi lassi, allontanando la minaccia dei morbi. epidemici, ha riportato una vittoria non meno clamorosa che q uell;, delle armi. Vaiuolo, colera, dissenteria, tifo pctaccb.iaJc, tifo addominale, che fino a tempi a noi vicini erano 11 corteggio degli eserciti in caìnpagna, furono contenuti nei limiti del tempo di pace . Valgano pochi esempi a dimostrare l'assunto. li colera e la dissenteria, che nel piccolo corpo piemontese di spedizione in Crimea, composto di ;:r.ooo uomini, , nel 1854-55, diedero una morbosità rispettivamente di 2728 e r24r casi, nel con flitto mondiale colpirono un numero minimo di uomini . Il tifo addominale, che era stato il compagno fedele cli tutte le guerre, diede una morbosità notevolmente in feriore a quella del tempo di pace: 2.6 %o nd r917 e r.3 nel 19r8, contro 35,3 %o nel periodo statistico 1912-r 3.

Igiene co/011ia/c. f: la scienza che studia i mezzi per rendere favorevoli all'uomo bianco le condizioni di vit1 nella zona calda ed ha una grande importanza nelle spedizioni milit, ai tropici. Il soldato bianco che· si trasferisce nelle regioni calde va incontro a due ordini di influenze : clima e malattie. li clima nella patologia mii. è causa diretta di una sola affezione:· il colpo di sole e di c1!ore. Le malattie più comuni nelle truppe sono le infet tive, di cui ai tropici coesistono le cosmopolite, più gravi e più

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frequenti che nel la zona temperata, e quelle endetlliche nei climi caldi . I morbi infettivi insidiano ad ogni passo la salute e la vita del soldato. l microrganismi agenti causali delle infezioni sono i nemici più temibili degli uomini di colore e il successo <lelle spedizioni coloniali di pende in gran parre dai mezzi messi in opera per dif,:ndere le truppe <lall'aggressione dei microbi. Sino alla metà del secolo scorso, nella { massima parte delle spedizioni mii. nelle colonie, la mortalità si elevava sino a 300 per 1000, cosicchè dopo tre a1ini il pnmo contingente era quasi completamente d istrutto . I Francesi, nella spedizione al Madagascar nel 1895-s,ti, ebbero una mortali tà di 334 per 1000 e per anno; i Te, deschi, dal 1890 al 1896 al Camerun, di u2 _ Nella srediàone cli Massaua, allestita in fretta, scn,oa conoscenza dei luoghi, senza alcuna p reparazione igienica, la rnortal it:ì, nell ' dnno 189r che trascorse senza operazioni mi litari, fu di r34 . Questo risultato per quel tempo si deve considerare eccezionale, e dipese dal fatto che a Massaua mancano gravi malattie endemiche. Presenremente le cose sono radicalmente mutate e le u-uppe nelle colonie iianno una mortalità di poco superiore che nella metropoli. Nell' impresa libica, possedendosi l'esperienza dell 'E ritrea, prima della partenza furono curati i pii, minuti particolari, e la spedizione ebbe dal lato sanitario un esito non meno felice che da quello militare. La preparazione delle spedizioni militari ndk colonie necessita uno studio preliminare della climatologia, delk condizioni fisiche (natura del terreno, prodotti 2gricoli, acqua potabile) e del lo stato sanitario del luogo. La formazione del corpo di spedizione non consiste soltanto nella riunione degli uomini, ma comprende l'equipaggia, mento, le provviste alimentari, ecc., tenendo p resente che nelle regioni calde il soldato abbisogna di agi che in patria si giudicherebbero un lusso, Gli ut1!11ini debbono esser scdti con criteri rigorosi, 'la stagione d'arrivo nel luogo conveniente, la divisa adatta al clima e alla stagione, l'accasermamento salubre, la raz ione ali,uentare e l'acqua potabile ottime, il lavoro moderato per qualità e per durata. Ma, soprattutto, bisogna ordinare su basi scientifiche le misure profilattiche contro le malattie endemiche (somministrazione del chinino per prevenire la 1n ala.ria, vaccinazione anlivaiuolosa e antitifica cd, even~ tualmente, antipi stosa ed anticolerica, profilassi antivencrca, ccc.) e preparare un servizio sanitario adeguato ai contingente cd alle circostanze locali. l giene navale. È la scienza che detta le norme per rendere conformi ai bisogni fisiologici e salubri, l 'abitaziooc nautica e il regime di vita degli equipaggi. ·sino alle ultime decadi del secolo scorso l 'Ig. Na v. era emp irica. li primo trattato della materia può considerarsi il libro di norme pratiche scritto nel scc. XVI dal comandante Pantero Pantera della Marina pontificia. Gli esploratori Cook, La Pérousc e Bougainvillc, che seppero mantenere in buona salute gli equipaggi in un'epoca in ~ui la mortalic-à. sulle flotte era spaventevole, meritarono a buon diritto l'appellativo di navigatori igienisti. L'ammir. inglese Jervis, nella fine del sec. XIX, ordinò che si stabilisse, come ricorda il Randaccio, sopra ogni nave, a proravia della batteria alta, un va~to ospedale separato dalla batteria stessa ed arieggiato da due grandi portelli; volle che una volta almeno per settimana si scuotessero e si arieggiasserò le brande, le materasse e le co, perte dell'equipaggio; che si lavassero « con profusione


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\ 33 Sa" "Barbara

Camhu:;;,

Igiene navale: le cifre indicano la distribuzione degli uomini nei compartimenti

d 'acqua " le batterie basse cd i corridoi; e comandò che dell'eseguimento di queste disposizioni, come di quella relativa alla pulizia quotid iana, si prendesse nota ogni giorno nel giornale di bordo, vistalo dal comandante. Oggi l'T. N. riposa su basi scientifiche, alla cui fondazione hanno portato un largo contributo Belli, Sestini ed altri medici della R. marina. Le medesime questioni sono tratta te dall 'Igiene Generale . Infatti, i fattori \ igienici dell 'abitazione nautica (ventilazione, riscaldamento, acqua potabile, ccc.) sono analoghi a quelli delle caserme e delle case collettive urbane, e le condizioni di vita degli equipaggi (composizione, alimentazione, ecc.) simili a quelle di altre comunità; ma l'/. N. li studia in quanto comportano soluzioni differenti. Le navi da guerra, un tempo abitaodoni fortemente insalubri, per quanto riguarda lo stato sanitario, sono oggidl superiori alle caserme ed altre abitazioni collettive. li progresso raggiunto nello stato igienico e sanitario /: dimostrato dalle statistiche di morl.alità, che traducono in cifre proporzionali il risparmio di vite umane. Per trovare tcrmi.t1i di confronto bisogna ricorrere a i documenti statistici della Marina inglese, che si raccolgono da più di un secolo. Negli anni r776-r806 la mortalità era del r25 e nell'anno r913 era del 3.2 per rooo; ossia all'alba del 1800 moriva ogni anno un uomo su 8, nel 1913 uno su 309; dopo il 1913 le condizioni sono ancora migliorate e nell'Armata italiana nell'ultima statistica pubblicata (1920) la mortalità fu ùi 2.08 per rooo. lglau. Citlà della Cecoslovacchia, sull'Jglava. Nel 1436 vi tu fumata la pace fra l'imperatore Sigismondo e gli Hussiti, sulla hase di convenzioni già accettate dalle parti a Basilea, convenzioni che poi jl papa Pio li annullò come lesive degli ir>teressi della Chiesa.

Iglesias (ant. Argentaria e Villecclesia). Comune in prov. di Cagliari, sulle falde del m. Poni. .Era già centro importante durante le guerre puniche, e subì le vicende della regione, venendo occupata dai Vandali, soffrendo per opera dei Saraceni, passando con Cagliari nelle mani dei Pisani, poi degli Aragonesi, che vi cosu·uù-ono il castello. Nel 1330 I . fu attaccata dai Genovesi, che non riuscirono ad espugnarla. Nel 1334 insorse contro la guarnigione spagnuola, e con l'appoggio dj Mariano d'Arborea riuscì a cacciarla: d ue anni dopo, la pace fra Pietro ù •.',ragona e Mariano, la riportò all'obbedienza del primo. Nel 1365 Mariano assalì n uovamente e riprese I ., la quale fu restituita agli Aragonesi nel 1388, fu ancora riconquistata ùa Leonora d'Arborea, e dj nuovo dagli Aragonesi nel 1409, al comando di Giovano.i Dessena. Nel 1422 /. sì ribellò nuovamente agli Arago1Jcsi, che la ripresero per mezzo di Zabrillas. Nel 1470, nuova guerra fra gli Arborea e gli Aragonesi, terminatà con la vittoria dei primi, i quali riprendevano la città nel 1475. E nel 1554 essa resisteva felicemente, essendo stata fortificata con cura, agli assalti cli Dragut. Nel sec. XVII alle mura vennero aggiunte corri. Nel 1691 [. fu in guerra col vescovo di Cagliari che· la fece cingere d 'assedio: la pace lo u·oncò. _ Nel 1792 l. fu difesa dalle milizie sarde dall'attacco ùei Francesi, e ad 1·798, nel 1802, nel 1812, ne l 1813 le sue campagne ebbero a soffrire per incursioni di pirati tunisini.

A ssedio di Iglesias (13z3-1324). Appa rtiene alla conquista della Sa,-degna da parte dei d 'Aragona. Comandava gli Spagnuoli l'Jnfaotc don Alfonso d'Aragona, che il 28 giugno in iziava l'investimento, coadiuvato dalle mi lizie del giudice d 'Oristano. La piazza era difesa da- 1000 u., compresi 250 cava lieri, agli ordini di Vico di Rosselmoni

!\miche mura pisane a Jglcsins


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e Giacomo di Settimo. D ue assalt i furono respinti, tanto che gli assedianti ri nunciarono a prenderla di viva forza. Venuta la $tagione delle pioggie, l 'esercito Aragonese fu desolato dalle malattie, e, decimato . dovette attendere rinforzi. L'Infante per accelerare la resa del iberò di dare un nuovo as$a lto, ed ali 'uopo fece costruire tor ri e ponti , ma esso fallì . Sulla fine· di dicembre la flotta pisana, sbarcate truppe a Terranova , s'era gettata contro il na viglio Aragonese d istruggcn'clone gran parte. Ma n essun vantaggio diretto i,e venne agli assediati , che fecero il patro d 'arrendersi se entro il 13 febbraio non fossero soc corsi. Seno nchè la resistenza era giunta all'ultimo limite per mancanza assoluta di ,,i veri, ed il 6 febbraio 1324 dovettero apr ire le porte. Il cl ' Aragona prese possesso di / . e vi rimase u na settimana, procedendo poi contro Cagliari. Egli aveva perduto nell'assedio 12. 000 u. per ferite o

buisce alcuna efficacia all'ignoranza della legge penale militare, nel campo dd dolo . In conseguenza, I autore d, un reato non può invocare, per dirimere o d iminuire b sua responsabilità penale, la mancata conoscenza di una norma di diritto punitivo. Ciò, non perchè si presuma in tutti b conoscenza di dette nonn e, ma perchè lo S taco impone in modo assoluto a colori;> che sono soggetti ad obbl ighi militari il dovere giurid ico di prendere esatta conosce:~1,a delle regole di d iritto che COrlCernono la loro persona o la loro attività.

Ila . E ra i ·un ita tattica clell 'ant . cavàllcria greca, e formava un quadrato di 8 cavalieri di fron_te per 8 di prn(ondità (64 cavalieri) . Otto ile sulla stessa linea con interval li ugual i alla fronte di ciascuna od anche maggiori for1n avano un

« telos. >) .

m alattie .

lgliori (Ulisse). Medaglia d'oro, n. a Firenze nel 1895. Dedicatosi in giovanissima. età alla vita del mare, fu arruolato per la g uerra Italo-Austriaca quale scmpl ice soldato nel 69 fanteria . P romosso successivamente sergente e sottot. di complernenro . passò all'altro regg . del la stessa brigata Ancona (70) distinguendosi in numerosi fatri d i guerra. Aci Oslavia . nell 'auiu nno del 1915, fu decorato di metl. <l'argento a l valore; l'anno seguente, per il fermo contegno che oppose su l monte Maronia all 'irrompac de-

gli Austriaci, guadagnò una seconda mcd . d 'argcr:uo . cnrr1mu•

tata pit1 tard i in med. d·oro. In prjg ionia venne amputato di un braccio . D opo la guerra, partecipò alla spedi1,ione di Fiume e alla ma rcia su Roma a-1 comando cli una colçrnna; fu poi eletto deputato al Parla, mento (XXVII legislatura) e nominato luogoten. generale della M. V. S. N . La motivnione d i medaglia d ·oro così si esprime : « TrovaJ1dosi d i riserva con un reparto zappatori tlel reggimento presso due baracconi difensivi su di un monte, ed attaccatQ dal nem ico c he , in forze soverchianti I aveva t ravolta la nostra posizione, d isponeva con straordi naria ferinczzR ìl proprio reparro a difesa , ed a lle intimazioni di 1·csa dell'avversario rispondeva iniziando per pr imo il fuoco. Duranre la lotta, ferito una prima volta , non si ritirava. segt,itando a spa rare e ad incitare il reparto alla difesa. Ferito LLna seconda volta e, dopo qualche intervallo, una rerza volta, nonostante Je solfe,cnze e la perdita cli sangue , rimaneva tenacemente al proprio posto, continuando a,l incirare i suoi uom ini con grida d i a.ltrnggio al nemico che avanzava, intimando fa resa. Colpito una q uan a vòlta da ~cheggia di bomua a mano, a chi lo consigliava d i allontanarsi rispondeva essere quel lo il suo posto. Poco dopo, ferito nuovamente a l cornee cd al br,,ccio sin istro, che in seguito gli fu ·ampu tato, cadeva svenuto . Trasportato al posto d i med icazione, t rovava ancora la forza di incoraggiare gli alt ri feriti , da ndo così magnifico esempio di insuperabile valore, di I freddo stoiéismo " · (Mo nte Maronia, Folgar ia, 16 maggio 1916). lgliori Ulisse

Ignoranza della legge penale militare (arr. 56 C . P. E . e· art. 56 C. I-'. M . M .) . li legislatore non attri-

l larchia. Ordinanza degli ant. eserciti greci, composta di otto elefanti da guerra, secondo Eliano . Era a l comand0 d i un i/arca . llg (/1/fredo).' Ingegnere mil. svizzero, consigl iere di Menelik in Abissin ia, dove fu nel 1878 e compì !Jvori t1·indole mii., come srrade, forti, polveriere, linee telegrafiche e telefoniche, nonchè fabbriche di polveri e d 'armi. Durante la guerra ltalo-i\bissÌ1la (1895-96) si trallen ne in Europa , e dopo cli f\dua servì da intermediario fra l'ltalia e Meneli k, collaborando all,1 pace cli Addis 1\ beua. Divenne in fine min istro di Stato dell'Abissinia . Il ipa, Ant. città della Spagna Bctica. Nel 193 a . C. vi fu combattuta una battaglia fra il propretore P. Corncliò Scipione e i Lusitani. Su l principio della pugna i Lusitani spiegarono a lquanta vigoria, ma poi, data la loro stanchezza, causata da lungo cammino fatto, corninciarono a cedere . .I Romani allora diedero loro addosso più risoiuti, e misero i n fug:i il nemico numcricamenre superiore. fa. cendone strage.

!l iturgi (o !tliturgù). Ant. città dei Turduli nella Spagna Bctica, sopra una rupe dom inante il Guadalq uivir, presso all'odierna Andusar : sotto l' impero romano ebbe il uome di Forum Julium . I. Battaglit1 di !liturgi (2t6 a. C .). Appartiene alla seconda guerra punica. La città era assediata d a Asdrubale. da Magone e da Ami lcare pcrch~ s'era volta ai Romani . I Romani Cneo e Publ io Cornelio Scipione, che erano in

rnczzo ai ere campi nemici. dopo aver esortato i terraz zani a difendere le mura coraggiosamente. condussero i loro ad espugnare il campo nem ico maggiore, cdi presiedeva Asdrubale, -al q uale si unirono Magone ed Amilcare Cfi • relativi eserciti, I Cartaginesi . in numero d i 6 0 . 000. a dir di L ivio, uscirono dal le trincee e affrontarono i 16.0 0 0 .Romani, da i quali vennero sconfitti. Dei Cartaginesi caddero più d i r6 .ooo uomini, 3000 furono fatti prigionieri, p resi circa rooo cavalli e 7 elefanti. In quel g iorno stesso I. fu liberata dall 'assedio e i Romani s'impadronirono dei tre alloggiamenti nemici.

Il. Assedio e battaglia di !liturgi (214 a . C.). Si r icongiun gono ai fotLi della seconda guerra punica. La città fu presa a combattere dai Cartaginesi, agli ordin i di Asdrubale, figlio di Giscone . 111en tre aveVil g uarnigione romana . Giunto ·in

soccorso del la città Cneo Cornelio Scipione qm una legione, il g iorno segucn tt . eseguita una sortita , com battè con esito


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felice. Restaro,10 morti r2.ooo nemici, e / presi 1000 prigionieri .

e tavole in nero e · a colori. Fu cli reLto •da l pittore Quinto Cenni e durò alcuni anni .

lii. Assalto di 1/iturgi (206 a . C .). Fa parte della seconda _guerra punica; la città fu assalita dal procorno(c P. Cornelio Scipione a causa della strage che gli abitanti avevano fatm ~ugii avanzi degli eserciti di suo padre e d i suo zio. l ter, ràzza ni, che si sapevano dannati agli cstrcini supplid, si apparecchiarono a una d ifesa disperata e ribuétarono più vo lte dalle mura g li assalitori. Ma infine, rin novato l'assallO in parecchi luoghi, le mura furono superate. L Roman, jnvasi dall'ira, uccisero jndiscintamente annati e non ar~ mati, uon:1ini , donne, fonciullj ; indi appiccarono il fuoco alle case, attcrrandò quelle ché l'incendio non potè con-

I maginario (o lmaginifao). Era così chiamato ·quello fra i signiferi della legione romana che portava' l' insegna delle.: immagini, cioè le effigi degli imperatori· scolpite.: entro picco li scudi collocati sulla

sumare.

IV. Battaglia di lliwrgi (195 a. C .). Fu combattuta e vinta da Marco Elvio cootro i Ccltiberi, che al <lir di Valerio Anzi;Ht cràno 20.000 dl cui ne perirono 12.000.

cima di un 'asta.

I magi nazione. Essendo essa la facoltà meritale di derivare dalle idee e dall'associai.ione delle.: idee la rappresentazione com piuta di cose e fotti che potranno essere, 1na ancora noli sono, è facoltà di grande valore e indispensabile al con1andante

lllig. V illaggio della Somalia, allo sbocco del la valle del Nogal. Il 5 rrrnrw 1'905 vi fu concluso un trattato fra I 'italia . e il Mullah Mohammed ben Abdullah, in base ,li quale a lui veniva data la concessione della vallaw del Nogal e concessa protezione. Nel 1925, per opera del governatore Dc V cechi. J. fu occupata dalla colonna che assoggettò tutta la regione all'Italia.

1lliriche (Guerre). Appartengono alla lotta per 1·espan.sione di Roma. Prima guerra illirica (229 a. C.). Da rc.:mpo i pirati illirici, che avevano h loro base principale a Scutari, mfìerivano sulle coste italiane dell'Adriatico e sulle coste greche. R oma inviò due ambasciatori a Scutari nel 230, per imimare ai pirati <ii cessare le loro scorrerie, n1a gli a111ba.sciatori vennero assassinati. Nel 229 pertanto Roma armò :::oo navi, con 20.000 legionari, a l comando di Gnco Fulvio Centurione e L. Postum io Albino, i quali presero Lissa e altre isole, distrnggendo qua[lte navi dei p irati poterono incontrare; quindi sbarca rono nell'llliria, conquistando ,·ari -centri. Teuta . la ,•edova del re di Scutari, si affrettò a far pace, obbligandosi a non passare con nav i armate a sud di Alessio, e . rendendosi t ributaria di Rorna (z28 a . C .).

m il itare,

nel

Imaginario

tempo di pace affinchè· la preparazione sia efficace, in g uerra µcr conseguire la \fittoria. Solo raie facoltà, in 'lua lunque tempo e momento, è acta a fornire la rappresentazione coordinata di quei fattori bellici cbc ln pace sono necessariamente assentì (fuoco nemico e suoi effetti, ecc.) e in guerra restano ignoti (inren-

dimenti nemici, forza, ecc.) . 1 grand_i capitani hànno colti-· va co e usato maggiormente essa facoltà, specie ne! rappresentarsi le azioni che poscia avrebbero iniziate e condotte a tern1inc; così, per citare solo i maggiorii Cù-o e Alessandro , Àr,r,ibale e Cesare, Carlo Magno e Gengìskan, Emanuele Filiberto e Federico Il, Napoleo11e e Nelson. La I. fu per questi capitani una potenza, priucipa lmeotc cccalricc, una facoltà concreta di prim'ordine di mirabile rendimento, che li rendeva atti a veder lontano, a costruirsi il futuro (ondandosi sul prcscnrc e sul passaro. Insomma, per raie virtù creatrice, i c0mandanti vedol'!o cmn e se Eo1;'se ciò che può essere in rapporto agl i elementi tutti delle azioni . La genìalità rnill'tare ~ in gran pane imaginazio,l è creatrice .

Seconda guen-a illirica (219 a . C .) . Il re Pinco, di Scutari, mal soffrendo i l precedente trattato, si alleò con Demetrio di Faro contro Roma. E q uesta inviò con tro i ribelli una nuoviL spedizione, agli o rd ini di Lucio Emilio Paolo . La spedizione dotnò i ribel li : Demetrio si rifugiò in Macedonia, aizzando c~uel re contro i Romani; 1na Pineo si sottomise alle condizioni del precedente t rattato, assicurandosi la libertà di nav igazione nell'Adr iatico. Terza gue,-ra illirica ( r68 a. C .) . li re di Scutari, Gcnzio, si ribellò a Roma facendone imprig ionare gli ambasciatori. Un corpo d i truppe romane destinato ad operare contro la Macedonia, agl i ordini di Appio C laudio, muta l'obbiett ivo e avanza contro Genzio. Ma trova d ifficoltà e Roma è costretta a inviare un 'l-inforzo di 2000 fanti e 200 cavalli, comandati da Lucio Anilio Gallo. Questi batte il nemico e lo costringe a ch iudersi a Scutari dove lo assedia e lo fa prigion iero, inviandolo a Roma.

1llustrazione M il ìtare Italiana. Pcri~dico t !lustrato. fondato a Milano nel 1887, bisettimanale, con illustraz ioni

fmbarco di fanterie

Imbacuccati. Sorta di lega. detta anche dei pacificatori, costiruicasi in Francia, a Puy nel J ,82, allo scopo di im-


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pcdire le grassazioni e devastazioni delle compagnie di ventura e disperderle. Ne fu a capo il vescovo di Puy. l militi portavano un cappuccio d i tela, e prestavano giuramento di distruggere gli avventurieri. La lega si diffuse e ben presto ebbe l'appoggio del re Filippo Augusto, riuscendo a distruggere completamente due grosse bande di avventurieri: ma poi, sconfitta a sua volta da una terza, nel n83, si disperse.

Imbarco, Qualunque operazione che si fa per porre uomini o ma~efiale a bordo di una nave, si dice imbarcare . li personale che è destinato a prestar serv1z10 sopra una nave si dice che imbarca su di essa, e riceve nella maggior pane dei casi uno speciale soprassoldo che si chiama soprassoldo di imba rco. Questo soprassoldo varia a seconda che la nave è in armamento, oppure in armamento ridotto, oppure in disponibilità. È pure variato a seconda dei tipi di nave, vale a dire: Nave di grosso tonnellaggio, oppure silurante, oppure sommergibile.

Imbarco di materiale da guerra

Imbarco i,o,, autorizzato . È un reato militare, previsto esclusivamente dal Codice Penale Militare per la Marina (art. n5). Consiste nel fatto di chiunque imbarchi o permetta l'imbarco di merq o passeggeri a bordo di navi dello Stato, senza averne ricevuto ordine o autorizzazione. La pena va da llll minimo di mesi due di carcere m_ilitare ad un massimo di mesi dodici, se il soggetto attivo del reato sia individuo di marina, da giorni tre d i detenzione a 1ncsi sei, ove sia estraneo alla n1ilizia.

Imboccare. Significa colpire con un proietto la bocc.i di un pezzo d' artiglieria o una cannoniera, onde metterle fuori servizio.

Imboscata. Dicesi il luogo dal quale si tende I'agguato, ed anche J'azione stessa, consistente nell 'offend.e re il nemico dopo di averlo attratto con artificio in luogo adatto, o sor preso mentre non se l'aspettava. L'esempio più clamoroso di f. è quello teso da Annibale ai Romani sulle rive del Trasimeno; ma l'I. è piuttosto propria della piccola guerra, della guerra di partigiani, delle guerre coloniali.

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Il Ruhle distioguc tre sorta d i I ., e cioè: quelle dirertc a sorprendere il nemico nel punto ove meno se lo aspetti; quelle che allettano il nemico ad inseguire senza cautela , assalendolo al momento opportuno; quelle che allettano il nemico si mulando_ un er rore, col lasciare ad es. una posizione esposta ad essere sorpresa, predi,ponendo per contrattaccare al momento giusto.

Imboscati, si dissero durante la guerra mondiale coloro che riinaoevano al sicuro nell'interno del paese, lontani dal fronte. A poco a poco si finì per stabilire una sorta di gradazione di imboscamento, per cui era imbo.scato il mi litare delle retrovie in confronto di quello di prima linea; l'artigliere in confronto del fante delle trincee, eccetera, sino agli uomin i uscenti di pattuglia, i quali chiamavano « im boscato " il soldato di sentinella! Certo è che il fenomeno presentò un lato di gravità, nel senso che i soldati tornanti dal fronte in licenza si irritavano nel vedere talvolta fior di giovanotti !. comodamente negli uffici o negli esor:ieri. Tanto che ·il Governo provvide con ripetuti Decreti a ridurre il numero degli /. più che fosse possibile, poi che molti esoneri risultavano indispensabili, sia di personale dirigente, sia di operai specializzati, sia cli agricoltori. Ne vennero i Decreti del 1916 e quelh del 1917, miranti i primi a far passare tutti gli itlonei alle fatiche di guerra· ai reparti mobilitati; e i secondi a trasferire ai Depositi i militari dei Comandi e degli Uffici. l i favorire l"imboscamento di un mil itare era reato di competenza dei tribunali mii., anche se commesso da borghesi.

Imbottig liamento (M(lr.) . È stata così chiamata l'operazione consistente nell'affondare defiberatarnente una o più navi ~H 'irnboccatura di un porto o, di uno stretto passo mariao, in modo da interrompere la navigazione, impedendo, particolarmeutc, l'uscita delle navi racchiuse nel porto. Ciò si disse anche « accecare un porto » , secondo il Ballerini; ma l'espressione non è accolta dal Guguclmotti nel suo Vocabolario. Tentativi riusciti o falliti di I. ne registra in discreta abbondanza la storia navale; ricorde. remo per tutti quello del r549 durante l'assedio di J3oulogne, difesa dagli Inglesi. Avevano questi il dominio del mare,. e ne approfittavano per entrare ed uscire liberamente dal porto, con convogli cli soccorso, ciò che rendeva assai difficile l'espugnazione della pinza, assediata dai Francesi. Fu allora che l 'ing. mii. italiano Mellone, malgrado I'opposizione di altri capitani, come Piero Strozzi e Andelot, ottenne dal Re di Francia il consenso a un suo progetto, che mise tosto in esecuzione. Egli caricò alcune navi di pietre e le fece affondare ali 'imboccatura del porto, chiudendo così il passo alle navi inglesi e imbottigliando quelle, che si trovavano nel porto. Durante le operazioni il Mellone fu ucciso da una cannonata, ma il suo p'r ogetto riuscito fece cadere l'assediata città. Imbozzare. Quando u1_1.a nave; stando alla fonda, vuol presentare la prora od il fianco sempre in una deter minata direzione, getta un ancorotto di poppa oltre all'àncora di prora, e rimane così ormeggiata per le due estremità. Si dice allora: Imbozzare. Questa manovra era largamente usata nelle guerre passate, specialmente nei combattimenti fra navi e piazze forti. Le navi andavano ad imbozzarsi di fronte ad una fortezza, presentando tutto il fianco verso di questa, e si cannoneggiavano finchè uno dei due avesseragione. Ricorderemo come es. I'imbozzamcnto della « Far-


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midabile " entTo Porto San Giorgio, .il giorno prima <lclla battaglia di Lissa, operazione per la quale l'ammir. di Saint-Bon che comandava la nave venne decorato con medaglia d'oro al valor militare.

I mbracciatura (o Guiggia). Era così chiamata quella partè che trovavasi nell'interno concavo della rotella e serviva per' infilarvi il braccio ed unitamente al la maniglia per sostenerla e maneggiarla. Era di cuoio, oppt1re forn1ata cii due o tre corregge cucite insieme.

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tmbriaco (Pietro). Generale, 11. e m. a Cemola_(r8451918). Sortot. medico nel 1866, raggiungeva il grado di ten. lmbracciatUia generale medico Ad r906, partecipando per incarico del mi nistero della guerra ai Congressi internazionali di Saint Louis e di L isbona. Coprì la carica di Ispettore Capo della Sanità militare. lmbrian i (Matteo Re11ato). Uomo politico, n. a Pomig liano d'Arco, m. a Siena (1843-r901). Nel 186o si dimise dall'Accademia di Torino e raggiunse Garibaldi co11 la spedizione Cosenz: combattè valorosamente con Bronzetti a Castclmorronc ove •fu ferito. Allo scioglimento del corpo dei voloma,i rientrò nell"esercito regolare col grado di ten. dei granatieri e partecipò alla battaglia di Cu.stoza quale aiutante del geu. Piane!!. Si diede poi al giornalismo e alla vita politica, d ivenne deputato e fu i l più strenuo campione dell 'irredcntismo. Anche suo fratello Giorgio partecipò alle campagne del 1866 e morl a Digione combattendo con tro i Prussiani. lmbrico (Ulrico). Generale. n. ad Asti nel 1870. Sotlot. d i cavalleria nel i888, passò nel 1892 nei carabinieri reali meritandosi la mcd. di bronzo al valor militare nel 1904 a Novoli e quel la d'argento a l valor civile durante le alluvioni del 1910 a Montecorvino e Cet<\;o. Partec ipò a lle campagne libiche del 1912 e 1913 ed a quelle contro l'Au stria del 1917 e r9r8. Colonnello nel 1920, comandò la legione di Bologna. In A. R. Q. nel 1927, venne nel 1929 promosso generale di brigata nel la riser va. lmbro (o lnvro). Isola del mare Egeo, a 20 Km. dall'entrata dello stretto dei Dardanelli, e a N . di questo, appartenente alla Turchia. Fu conq uis tata dai Turchi di Maometto II dopo la presa cli Costantinopoli. Un precedente tentativo (1347) era an dato a vuoto. Un corpo di Turchi, sbarcati nell'isola, fu rono assaliti da navi dei cavalieri di Rod i, e, distrutte da questi le navi turche, fatti prigionieri. Nel 1717, la squadra turca, condotta da l brahim, attaccò presso I. quella veneziana condotta da Lodovico Frangini, e ne venne sconfitta (12 giugno). La flotta greca prese /. nd 1912, ma dopo la pacè (1913) l'isola tl)rnÒ ai Turchi. D urante la guerra mondiale fu occupata dagli Alleati che ne fecero una base durante le operazioni contro i Dardanelli. I trattati di pace lasciarono ancora l'isola. al la Turch ia. lmera. Ant. città sulla costa settentrionale della Sicilia, ad oriemc di Palermo, distrutta dai Cartaginesi nel 409

a. C. 1 suoi abitanti allora fondarono sulla sponda opposta. del fiume Himera la città di Thermae, che poi divenne l'attuale Termi11i lmerese). I. Battaglia di !mera (20 settembre 480 a. C.). Fu combauuta da Am ilcare contro Gelone tiranno di Siracusa. Amilcare, con la flotta forte di 3000 navi da trasporto e :no da guerra, approdò a Palermo e sbarcò il suo esercito, di 300.000 combattenti, conciL,ccndolo contro Imera assediandola con un campo trincerato. La città, difesa da Terone di Acragas, fu soccorsa da suo genero, Gelone di Siracusa, il quale accorse con 50.000 fanti e 5000 cavalieri. Costui, saputo che Amilcare aspettava la cavalleria di SeJinunte a lui alleata, fece passare una parte dei suoi cavalieri nel campo cartaginese, fingendo essere questo appunto l'aspettato soccorso. Lo stratagemma fu coronato da lieto successo; perchè, appena Ge lone fu certo che i suoi senza sospetto erano stati accolti dal nemico, assall con impeto la posizione punica. E, mentre 1'esito del combattimento pendeva incerto, i cavalieri di Gelone ebbero agio di appiccare il fuoco alla flotta . Alla vista dell 'incendio, le truppe cartaginesi si scorarono talmente, che noo seppero più resistere. Alla fine, Ami lcare stesso, disperato, si gettò nel fuoco che ardeva per un sacrifizio, volendo placare con l'olocausto della sua persona I 'in divina contro il popolo, siccome dettavano alcuni culti semitici. Il suo esercito f.u completamente battuto; le navi da trasporto erano lontane, e di quel!e da guerra solo 20 se ne potettero salvare, e con loro le truppe che vi si rifugiarono. Il rimanente del] 'esercito cartaginese, parte venne fatto a pezzi, parte costreuo ad arrendersi presso l . sul monte oggi <letto S. Calogero, parte messo in fuga verso Selinuntc. Dopo questa vittoria Gelone fu proclamato re dal l'assemblea ciel popolo_ I.e cifre da noi riportate, riguardanti navi e trupp,c, sono· quelle degli storici greci, ma sono evidentemente esagerate.

Il. Battaglia di /mera (212 a. C.).' Appartiene alla seconda guerra punica e fu combatluta dal console M. Claudio Marcello, contro Annone e il siracusano Epicide. li prin10 giorno l'animoso ufficiale Mutinc, mandato espressamente da Annibale, passò i l fiume e lanciandosi contro i posti nem ici infose nei Romani gran terrore .e tumulw. Il dì seguente cacciò il nemico dentro gli alloggiamenti. Partito poscia per Eraclea Minoa a sedare alcuni Numidi ribelli, rimasero Annone ed Epicide, clic furono rotti da Marceilo, a causa della nessuna cooperazione dei cavalieri numidi, e si rifugiarono in Agrigento, dopo cli aver perduto parecd1ie migliaia dei loro e otto elefanti.

Imma (o lmmae). Antica città della Siria , non lungi da Antiochia. l. Battaglia di Imma (8 giugno 218 cl. C.). Apparriene a lla guerra tra l' imperatore M. Opellio Macrino e il pretendente al trono di Roma Vario Avito Barsiano, soprannominato E liogabalo, che, proclamato imperatore assunse i l nome di M . Aurelio Antonino. Le milizie di Macrino, specie la guardia imperiale, combatterono con grande valore; i ribelli piegarono un n1omento, ma tornati vigorosamente all'attacco st rapparono la vittoria. Sembra che non siano mancate le defezioni nelle milizie cli Macrino. E mentre Eliogabalo si mostrava a cavallo in mezzo ai veterani, Macrino se ne era tornato ad Antiochia, e suo figlio Diadumcniano era fuggito presso il re Artabano. Quando poi lo i nformarono che anche la g uardia, dopo aver aspettato per un g iorno intero il SlIO ritorno, era finalmente ,passata alla


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parte di Eliogabalo, prese la fuga per l'Europa. Raggiunto a Calccdonia dagli ,birri di Eliogabalo fu ricondono indietro e trucidato in Cappadocia; ;1nchc suo figlio fu preso nc\la fuga e messo a morte. Il. B1111aglia di I111111tl (272 d. C.). Appar tiene alla guerra intrapre,a dall'imperatore Claudio Sancio Domizio Aureliano contro le milizie di Zenobia, regina di PalmirJ. Aureliano ottenne uno splendi do ,ucCC'->o. che gli aprì le porte di tlltlc le città ,ino ad Emcsa .

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quadrangolare, con torrioni agli angoli e maschio nel centro. Ant. città dei Galli, e for;c prima etrusca, fu poi municipio roman.> , fortificato con ,;astcllo da Appio Claudw. Tale castello . d im utto da i Bizantin i, ried ificato dai Lom bardi, fu distrutto ancora dai Bolognesi nel 1222. Ebbe il

I m manuel (Feda"·o). Ufficiale e scrittore mil. prussiano. n. nel 1857. Dopo a,·tr frequentalo la scuob eh guerra, fu insegnante n ella , tc»a dal 1904 al 1906. Frn le sue pu bbliç.,zioni notiamo: « Man_ualc cl i tanica "; " Manuale per la condo tta delle truppe »; ,, La g uerra , u,so-giapponese " : " La guerra nel Sudafrica e ncll 'Asia orientale "; inoltre pubblicò opere su questioni geografiche e storiche.

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Immersione. J~ la d istanza che passa fra la linea di _galleggiamento e il piano inferiore della c hjglia. L'immersione del la nave varia col carico. S 1 chiama anche pcsc:.giot;1e o 1irante d"acqua. I. media è la media fra quella di prora e quella di poppa. Le navi destinate ad operare dentro i fiumi o nei posti paludosi si fanno d i torme piatte e d i piccole immersioni. L '/. media di una grande naYe da battaglia è di circa metri 10.50. Le navi mercantili portano ,critte a grosse teucre sul dritto d i prora e su l dritto di poppa le cifre che rappresentan o l ' / ., la quale ,i deduce controll:rndo a che 1-unto la .superficie clell"acqua arriva a h,,gnarc dette cifre. Su queste scale numeriche è po,sibile rile,·arc in ogni momento I'/. della nave, e regolarsi quindi per l'entrata e l'uscita dai poni , spccialrnentr ne i luoghi soggcui a forti maree e per i t1ua l1 le profondit:\ variano continuamente durante l:1 giornata.

La Rocca d"Imola nel 149() ( Ricostruzione -'"1arineUi)

suo porto a Con,clicc, allora borgata marittima . 1. fu deva st:1t.1 nel 26j da Tartari e Daci e rip ristinata nel 2j2 cb Aureliano : fu saccheggiata nel -108 dai Visigoti e nel 4~2

La Rocco di Imola

Immor tali (Ata,uti). Corpo persiano scel to . composw esa 1La111c11 tc d i jo.ooo 11., e mantenuto in tale cifra cou la pront'.I so,tituzione di q,,clli che ven iva no a mancare per qualsiasi r.,gione. Fu istituito da Ciro il ,ccd1io e co,muì come una sorra. d, guardia reale.

I mola (anr. llìa). Ciuà in pro\' . d i Bologna, su lla v ia Emilia, fon ificata fin da ant. tempi, con mura e bastioni. più volte rifatti e re,rnurati. Una robusrn rocca vi esiste .ancora, costruita dal 130-1 in poi per opera degli Alidosi.

dag-li Unni. Riuicl in vece nel 458 a respi ngere ; Vandali. Caduta in potere d ei Goti. venne assediata dai Bizantini, rnndotu da )/arscte. che, ottenuta la resa, fece strage dc, difensori. Disputata fra Impero e Papato. come le altre città della regione, fu couwolrn nella lunga contesa tra G uelfi e Gh ibe llini e sosten ne ben 17 guerre con le vicine ntt:\, seguendo prcvalen1c1nc11tc la parte g hibelli na, sino a quando. assc,li.tla e minacciata d'assalto e di rovina d,u Guelfi condotti da Otta,·iano degli Ubaldini. abbracciò IJ

Le fortifica?.ioni di Imola nel secolo XV! 1T


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causa d ella parte guelfa (6 maggio 1148). Nella città però le due fazio ni con1inuarono a contendersi 1I primato . N el 12915, Uguccione d ella Faggiuola sconfisse sul Santerno gli I molc,,i e si impadro nì d i Imola, te ne ndola per d ue ann i. Pi,1 vo lte asscdia w , si dife.se felicemente : fra questi assed i merica men zione quello del 1351 con tro le truppe dei Visconti; u n Roberto Alidosi, ,•,cario papale, r iuscì a r esistere parecch i mesi, e a costringere gli assedian ti a rin unciare a ll'im p resa. Un a lt ro Alidosi, nel 13i6, ebbe la stessa fortuna nel] 'impeci ire alle bande dcli ' Acuto d i entrare in città. I Visconti riusciron o a prendere la città d i sorpresa nel •~2.!; due anni dopo le mili7iC della Chiesa la ricuperava n o ; nel q 34 a ncorn se ne impadronivano i Visconti. Le v icende della regio ne portaron</ / . sotto g li Sforza e sotto Cesare 13o rgia , fi nchè Giulio li non vi ripr ist inò l' autorità dell a Chiesa .

lmpalizzare, Vo.:e antiquata che signilicarn guarnire una località o un·oper.1 d i fortificazion e d i steccate, palan<:alc o palizzate.

Impavesate. I fianchi delle antiche galee, a similitudine ddle n avi clei Vichingi, venivano protcllc con gli scuci, dei g ue rrier i (o pa,·esi) messi uno accamo all'altro. Si diceva così formare l' impavesata. Nella marina velica si imbottiro no le murate dalla parte inte rna con le brand e J~i marinai opportunamente rollate, e disponendole in speciali stipi o cassoni d1e correva no da prora a poppa. L ·usanza è rima~ia anche nella marina a vapore ed il nome d i /. è passa to così ai cassoni che conten gono le b rande. Si d ice Eo,·. m a re le /. , l'operazio ne che i ma rinai compiono tutte le mauine q uan d o . dopo essersi alzati. rolla no (o intascano) le brande e ,,a nno :1 deporle in bctrordinc dentro agli appo s iti cassoni. Le I . hanno conservato un poco delle loro qua lid p rotettiv e, specialme nte contro le scheggic lllllllllc delle _g-nllh Ll C.

Impavido, Cacciatorpediniere varato a :,./Jpoli ed entrato in &crvizio nel 19 13 ; lunghezza m . 73. larghez 7.a m . 7,33, d is lo.:amerito toun. 686, m acch ina HP. ' i ·6.::o, velocil:1 nodi 33, armamento guerresco cannoni V-10 2.,

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cia,ilur, 4. stato magi:1orc ~, cquip:iggio 65.

lmpedimenta, I Romani cluama"ano co,ì yuclli che poi furono cluamati Bag,1gl1 , e ch iama vauo Impediti , sold ali carichi cli bagagli. Una parte delle I. ve niva caricata !-U ~cie da ~oma e generalme nte marcia,·an<> alla ..:oda delle legion i, pro•c uc d a u na , et rogua rdia . Impe dimento

I mpennatura. Era così chiamata q uell:1 parte della freccia a ·m a n o posta presso la cocca (all 'estremo op postu d ella p unta) e ch e serviva per man te nerla , d u rante il trng ino . per g iungere a l be rsaglio, sempre colla p unta ri,•olca in avanti : è come Gn timone fisso. Generalmente 1'1mpcnnatura era fatta con penne di ala o coda cl ·uccello di sposte lon gitudinalmente , eco1itlo t·asse dell'asta d el la freccia, e di costola. in mo do da sporgere norrna lrucnte all 'a,t.1

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stessa . Se ne mettevano due, l'una opposta all'altra; od anche tre e per un tratto di pochi cen timetri. In qualche caso I 'im pcnnaturn era a nche . d, legno sottd issimo.

Imperatore. Tito lo o norifico che i soldati roman i dcncta \'ano :,i loro generali vittoriosi. Nei primi tempi di Roma. ciò non av,-cni,·a ,e non in forma solenne, dopo u na grande impresa, per acclamaz,onc dei soldati, e in modo rego la re, o ssia con decreto del Se.nato . Su"cssivame me, fu / . ogn i coma ndante in capo; infine , il titolo rima-e al Sovrano, sebbene gli / . romani, da Adriano in poi. tale titolo lasciassero assumere 9er acclamazione d, soldati a comand.inti. dopo egregie imprese. Tacito affe rma che Ad riano ciò permise per primo, e Aug u, to raramente tale t itolo concesse, e T ibe rio. a l:lleso, per ultimo . Imperia . \' . 011egha e Porto .\ /dtm:io. Imperia . 33• legione della M . V .S .N . , costituita nel 1923, con sede a I. , su tre cooni (I ., San Remo, Ventim ig lia) . Ne dipende inoltre u na coorte con finaria, dislocata da Ponte San L uig, a Cima Marta, lungo il confine 1talo-franccsc.

Imperialismo. D ottrina politica , nella quale è conten u to un significato d i espansio ne nn io nale , sia in senso coloniale, &ia in senso demografico, sia in senso mdusmale. È propria di popoli ricchi e forti. ed ha un contenuto sp1ntuale di volontà di dommio, d i ,uprcmnia, di ege1110111a. Impero (Guerre dell'Impero Francese). Campagna del 1805. La pace di Luné"ille non era stata sincera e l'Inghilterra, temendo l'affermarsi di una egemonia militare francese sul continente . rip ,csc il proprio attegg iamento ostile, d ichiarando nel 1803 c he non avre bbe lasciata Ma lta se prima i Francesi non avessero evacuata t·olanda. li Primo Console rispose occupando l'Annm-cr e arnmassando numerose truppe nella regione della ~ a nica per sbarcare con esse sul territorio bricau n ico. Le p rote,te dcl1·1ng h iltcr ra trovarono favorevole accoglie nza presso lo Za r di Russia . e , i costituì u na Coalizione nella quale entrarono anche la Svezia e l'Austria, mentre la Prus>1d runane,•a neutrak avendole :--/apolconc prome,so la cessione dcl1•Annover. Contro Na poleone i Co:ilizzati decisero d i cost ituire Clfl · q ue a n nate: t 0 una austro-russa per risalire la \'alle del Danubio

e per la Sv,u.era entrare 111 Francia; 2° Ltna a ustriaca, co ll 'arcid uca Carlo, pe r oper.irc in Italia e d i , 1ui passare in Prnncia per le Alpi cld D elfinato; 3° u na austriaca . comandata dall'arciduca G iovanni, per collegare: le due prime attra,·erso il Tirolo e operare contro la Franca Con1ea; 4° LllHl a ng lo-svevo-russa per conq ui, tare t •Annover: 5° ,ma ang lo -russa, che. sbarcata a Napoli e unita allé forze napoletane, dovc\':1 ~postarsi nella vallata del Po per operare insieme a quella dell'arciduca Carlo. Napoleone, fall itogli ,I piano d i in vasion e delr l nghiltcrra in seg uito agli insuccessi della /lo tta d ell'ammir. Villencu ve, decise di porrn re tutto lo sforzo in Germa nia. c he g iud icò c,,erc lo scacc hiere più importante dell,1 guerra , lasciando le truppe strettamente necessarie negli scacchieri !><:conciari . Q uesta 111a"a principale ebbe il n ome cli Gra nde Arn,at,<, cd e ra ripa n ita in sette C . d · A. e cioè : I (Bemadotlc) su 2 d iv isioni: Il (Marrnonl) su 3 d iv ision i ; Ili (Davo ut) su


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3 divisioni; IV (Soult) su 4 divisioni; V (Lannes) su 2 dj-

visio1ù, VI (Ney) su 3 djvisioni; VII (Augereau) su 2 divisioni. Inoltre un corpo di cavalleria dj 6 divisioni, al comando del Murat, e la Guardia Imperiale, agli ordini del Bcssières. Sui teatri secondari di operazione: il Massena era in Italia con un C. d 'A. e coll'incarico di impegnarvi le forze dell'arciduca Carlo per impedir loro di passare in Germania; la frontiera olandese era coperta indirettamente dai Prussiani, di cui Napoleone sperava assicurarsi la neutralità cedendo loro l'Annovcr; nell'Italia Meridionale il Gouvion Sainc-Cyr, evacuando- il territorio Napoletano, aveva concluso colla corte di Napoli un trattato per cui questa si impegnava ad opporsi colla forza allo sbarco degli Alleati. Le operazion.i ebbero principio nell 'agosto 1805 coll'invasione della Baviera, alleata dei Francesi, da parte di un corpo austriaco comandato dal gcn. Mack. Napoleone formò il progetto di attaccare gli Austriaci per batterli separatamente, marciando su Vienna per la sr. del Danubio, e, saputo che i Russi erano già in Galizia, si dispose a passare il Danubio presso la foce del fiume Lech per impedirne 1'unione cogli Austriaci e battere i due eserciti separatamente. Il 3 ottobre la Grande Armata occupava la regione Stoccarda-1\n spach e menrre l'lmperatore disponeva che i pr imi 5 C. d'A. passassero il Danubio, gli Austriaci del Mack si schieravano lu ngo l'Illcr, fra Ulma e Memmingen, spostandosi il 6 successivo fra Ulma e G unzburg, lungo il Danubio, apPena conosciute le mosse dei Francesi. Il 7 ottobre Lannes e Sou lt varcarono il fiume e sbarngliarono il distaccamento austriaco della divis. Kienmayer; il gen. Mack si affrettò a ritirarsi sull'Inn per Augusta e Monaco lasciando sola la divisione Auffenberg che 1'8 ottobre fu schiacciata dal Murat presso Weningen. ..._ Intanto Napoleone aveva prevenuto iJ nemico verso l'lnn, inviando il Soult a tagliargli la strada, mentre il Murat rin,aneva presso Wertingen e si impadroniva del ponte di Gunzburg, invano contesogli dal Mack che, sperando di sottrarsi alla stretta finale, ripiegava su Virna col p roposito d i sfuggire di qui verso la J3ocmia, passando da Nordlingen. Fattesi più insistenti le notizie circa l'avanzata dei Russi, Napoleone provvide a contrastar loto il passo, costituendo due forti avanguardie: l'una offensiva, verso Ovest, con Murar, costituita dai corpi Lannes e Ney, e da tre divisioni di cavalleria; l'altra difensiva verso Est, coi corpi bavarese, Davout e Ilern adotte, e comandata da quest' ultimo; il resto delle forze, ammassato presso Augusta, era pronto a muovere sull'una o sull'altra, secondo i movimenti del nemico. Nel tentativo di sfuggire ai Francesi, il Mack l'u ottobre iniziò il movimento su Nord lingen; sulla st rada trovò la divisione Dupont, lasciata ad Haslach dal Ncy, portatosi col r esto del suo C . d 'A. sulla riva Sud del Danubio e, attaccatala vigorosari,enre, stava per travolgerla, q uando, impressionato dalla resistenza oppostagli, decise, scoraggiato, di rompere il combattimento e cli ripiegare su Ulma.

li 12 ottobre Napoleone seppe che le forze russe segnalategli consistevano per allora in pochi distaccamenti di avanguarclia; lasciato i l solo Bernadotte a Monaco, sì volse con tutte le forze contro g li Austriaci. Ordinato a Sou lt di scendere lungo la corrente sulla sr. dcll 'Iller, e a N cy di impadronirsi del _ponte di Elchingcn per sbarrare, riunito alÌa divisione Dupont, sulla sr. del Danubio, tutte le strade verso la Boemia, dispose che il resto dei corpi d'Armata conver-

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gesscro su Ulma (V.) dove il Mack rimase circondato e dovette arrendersi (20 ottobre). I Russi nel frauempo con rapide marce erano giunri sull'Inn, e il Kutusov, che li comandava, lo aveva passato il giorno della resa austriaca . Troppo debole per affrontare da solo i Francesi, ripassò 11 fiume facendone saltare i ponti, e ripiegò verso Krems, per passare sulla sr. de Danubio, in attesa del secon do esercito russo chtavanzava , al comando del f.luxhowden, delle forze degli arc iducl1i Cado e Oiovanni, richiamati dalla Lombardia e dal Tirofo, e delle truppe che l'arciduca Ferdinando stava organizzando nel la Boemia. Napoleone, deciso a schiacciare l'esercito russo prima che esso fosse rafforzato, mise la G rande Armata in movimento, i ncalzando i Russi per obbligarli ad accettare battaglia o ad allontanarsi talmente dalle forze degli arciduchi, in modo da non poter loro dare nè r iceverne appoggio. Disponeva poi che il corpo Mortier costeggiasse la, sr. del Danubio, appoggiato a una Aottiglia che lo teneva in continuo contatto colle forze sulla dr., per isolare l'arciduca Ferdinando dai Russi. Augereau intanto con parte delle t ruppe del suo C. d'A. doveva disperdere le formazioni nemicl1e in via di radunata nel Voralberg e assicurare col rimanente le comunicazioni a tergo dell'Armata, mentre il Ney doveva invadere i l Tirolo e d isperdere le forze dell'arciduca Giovanni. I movimenti della Grande Armata sì svolsero su tre colonne parallele fino dopo i l passaggio dcll 'Enns, e quindi su due, a causa della topografia del paese e della rete st radale. Un 'avanguardia generale, comandata dal Murat, aveva lo scopo di impegnare il nemico, se lo si fosse incontrato, e di dar tempo all'Armata di spiegarsi, nuova applicazione questa del principio dcli 'economia delle forze, che consentiva di tenere la massa raccolta e di disporne in qual~jasi direzione.

Appcna passato l'Enns, il Marmont, col II Corpo, fu mandato a Grarz. per sorvegliai·e l'arciduca Carlo che avanzava dall'Italia, e per ferrnarlo, mentre il rimanente avan-

zava a lle calcagna del Kutusov, colla cui retroguardia in1pegnava piccoli scontri ad Amstetten e a S. Poelten. Traversato il Danubio, i Russi bruciarono i ponti di Krcms, mentre il Murat, contrariamente agli ordini ricevuti, lll• ve~e di continuare l'inseguimento entrava in Vienna, la• sciando scoperto il corpo Mortier, che l' II novembre, a Dirnstein, cadde in pieno fra le colonne nemiche e riuscì a evitare un disastro ~olo per l'energia ciel proprio comandante. Napoleone dispose allora che, valendosi d ella flottiglia , il corpo Bernadotte passasse sulla sr. del Danubio, e riprendesse l'inseguimento dei Russi, sostenuto in r iserva dal Mortier. Murat intanto aveva l'ordine di sboccare da Vienna sulla l inea del Danubio, mettendosi in condiz.ione da affrontaJe favorevolmente qualsiasi eventualità . Entrato in Vienna, che l'Imperatore d'Austria aveva abbandonata per raggiungere i n Moravia l'Imperatore cl i Russia, Napoleone, saputo che la propria avanguardia e,ra riuscita a sopravanzre il nemico, diede l'ordine di attacco, ma anche questa volta i Russi r iuscirono a disi.n1pegnarsi. Giunto a Brunn, data la cattiva stagione, Napoleone si fer mò, e dispose in Moravia i quartieri d 'inverno dell;i Grande An11ata, mentre i sovrani coalizzati decidevano di attendere, per riprendere l'offensiva, l'arrivo dell'arciduca Carlo. Questi, attaccato dal Massena a· Calcliero il 30 ottob(e 1805, si era disimpegnato e diretto verso Lubiana in attesa del! 'arciduca Giovanni, sceso nella valle della Drava, mentre il Massena era stato richiamato dal Principe Eugenio, insieme al Saint-Cyr, per opporsi all'avanzata del


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.corpo anglo-russo, sbarcato a Napoli, contrariamemc ai patu stabiliti con quel governo. Però i <lue arciduchi erano troppo lontani per jr,rervcnire in tempo in Moravia, mentre gli Austro-Russi, decisa l'offensiva, il 28 novembre si mette• vano in marcia col proposito di avvolgere da Sud i Fran<:esi e tagliarne le comunicazioni con Vienna. Napoleone non si mosse a<l ostacolare i movimenti del nemico finchè questo non ebbe impegnate le proprie truppe i1l marcia nelle bassure acquitrjnosc di Telniz; ma in quel momento, fatta massa al centro, lo attaccò presso Austerlitz, e lo sconfisse completamente. E il 4 dicembre gli imperatori d'Au·stria e di Russia firmaro1\o l 'armistizio :i cui · il 27 dicembre ,,eguiva la pace di Prcsburgo. Campagna del r8o6. La Prussia, rimasta neutrale, come .abbiamo vedulO, nella precedente campagna, trac motivo per dichiarare guerra alla Francia <la un fatto e da un sospetto. Il fatto era la Confederazione renana, costituita da Napoleone I e tenuta sotto il suo protettorato; il sospetto .:ra che egli \'O lesse dare l 'Annover ali 'Inghilterra per ren.derscla amica, invece che alla Prussia, cui l'aveva promesso. Napoleqnc, all'arri,·o della prevista dichiarazione di guerra.

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concentrò la Grande Armata fra Bamberg, Bcyreuth e Coburgo. Mancava soltanto il II corpo, che, comandato dal Mannont, trovavasi in Dalmazia. ln6ltre fece avanzare sul basso Reno, a Wesel, un corpo ga llo-batavo, agli ordini di suo fratello Luigi, ammontante a 20 .000 u., e ordinò al maresciallo Mortier di raccogliere in Westfalia un VIII corpo d'armata. Per frontegg iare un eventuale intervento dell'Austria, fortificò la linea dell'lnn e vi pose a guardia Lruppc bavaresi, e lasciò il principe Eugenio in Italia con 5 divisioni . Le forze disponibili contro la Prussia ammontavano a. 180.000 uon1ini .

I Prussiani, alleati alla Russia, non attendono l'arrivo di questa, ma avanzano subito in Sassonia, oucncndo 20.000 11. da questo Stato, e poi verso Casse!, con la dr. in avanu, ad Eisenach (20.000 u.) il centro a Gotha, Erfurth, Weimar (60.000 u.) la sr. sulla Saale (50.000 u.). Altri 40.000 u. stanno in risern sull'Elba, presso Magdeburgo, meno un corpo staccato a Schlcitz. Il comando supremo è tenuto dal re Federico Guglielmo, il quale ha come consiglieri i generali duca di Bru nswick e Mollcn<lorf. Le operazioni di Napoleone cominciano il 3 ottobre, e la Grande Armata marcia su tre colonne contro I Prussiani: a

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dr. >Je1· (VI corpo) e Soult (IV), ~u Plat1rn; al centro i corpi l (Bernadoue), Ilf (Davòut), Guardia, Ca,·alleria (Mu ral), su Saalburg; a sr. i corpi V (Lanne~) e Vll (Auge• rcau) su Saalfeld. I Prussiani sono sulla Saale. intorno a \,Vcimar: una loro avanguard ia è disfacca dal Lannes a Saalfeld, e una rapida conversione a sr. delle truppe frauccsi non l,1scia loro il 1c111po di J"itirarsi sull'Elba. Dalla manovra di Napoleone, derivano le baltaglie d i Jcna e d i Aurestiidt : gli avanzi de)lo sconfitto esercito prussiano, inseguiti senza t regua, si 2rren dono uno dopo I 'alcro, nelle fortezze dove hanno cercalo d i ripararsi. E solo 30.000 u . restano in armi , sui primi d i novembre, raccolti nella bassa Vistola, di tutto l'esercito prussjano.

Campagna del 1806-07. Napoleone ora m ira alla Vistola, come sua linea d'operazione contro j Russi. Lasciato in Prussia, per tenerla à freno, ]'VIII corpo d'armata (Morder) e inviato in S le~ia il fratello Girolamo col IX corpo, co l compito di assediaic le fortezze p russiane in quella regione, l 'imperatore marcia nel dicembre 1806 con la Grande Armata verso la Vistola. I Russi si erano raccolti col grosso

delle forze dietrn la N"orew e l'Ukra. in numero di circa d ivisi in due corpi di 4 divis. ciascuno : il primoagli ordini d i Bcnningscn, il secondo d i lluscowden, il comando in capo affidato al vecch io generale Kamensk y. Inoltre, in Lituania t1na riserva agli ordini di Essen. Con i Rus;i si unirono circa 20. 000 Prussiani agli ord ini di Lestocq . I mo,· imcmi or<lipati da Napoleone portano i Francesi sull'Ukra, di cui forzano il passo, avanzando oltre il fiume su 4 colonne, con la sinistra rinforzata verso la destra avversaria. Tre scontri favorevoli ai Francesi su tre punti del fronte (26 dicembre: Pultusk, Golgmin e Sa ldan) determinano i Russi a ritira rsi oltre Ostrolenka. Il maltempo e le condizioni pantanose e boschive del la regione determinano l 'impera tore ad acquartierare l'esercito, che egli colloca dietro l 'Orczyc, con la dr. al Bug e la sr_ alla F rischehaff, presso Varsavia . Frattanto Gerolamo espu -gna le fortezn di Slesia, e Lefi:bvre, con un X corpo recentemente costituito, è incaricato dell 'assedio di Danzica. Nel gennaio , ma lg rad o il freddo e il gelo, Benningscn,. che ha assunto il comando .i n capo dell 'esercito' russo, decide di avanzare sulla bassa Vistola, per liberar e Danzica e· contempora11eamente per debellare la sr. dello sc.hieramcnlo, 90. 000,


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francese, costituita dai corpi d i Berna dotte e d i Ncy. Q uando l'imperatore se ne accorge, !"esercito russo è già sull'Allc. Ma Bernadotte, sebbene respinto a Mohrungen, r iesce a riunir$i a Ney in forte posiz ione a Osterode, mentre Napclleone avanza co l ri manente delle forze : da questi movimenti deriva la battaglia d i Eylau (8 febbra io 1807). Lo sconfitto esercito russo si r itira su Kiinigsbcrg, e Napoleone si colloca d ietro la Passarge, la·sciando Massena a coprire Varsavia. Danz.ica si am:ndc il -26 maggio, e Napoleone riprende le operai.ioni contro il nemico, alla testa di 160 .000 u. ,divisi in 8 corpi d 'armata. I Russi dispongono di 1 00. 000 li. Si combatte a Guupadt e ad 1--Iéilberg (S e 10 giugno) e jl 14 ha luogo la decisiva battaglia d i Friedland, dopo la quale l'imperatore Alessandso ch iede la pace, che viene fìrm~la il 7 luglio a Ti/,it.

mente intorno a lJarcellona , negli assedi e ba ttaglie di Rosns, Gcronn, Hostalric/1, TaJTagona, Sag,mto, Valenza, Peniscola , Castro, Torrosa, Fìgucras, Balaguer, Linas, Moli110 del Rey, Vals, Vicl1, L erido, Bilbao, ecc. Concordi furono le lodi per g li Jtaliani da parte dei eomandanti frauceSI in mille occasioni . E, fra i nomi dei nostri che pi11 si d istinsero, ricorderemo Pino, Lechi, Sevcroli , Peiri, Palom bin i, M.azzucchdli, Benoletti, Schiassctti, Rogieri,. Orsatelli, Barbieri, Cotti, Villata.

Campagna del 1809. Sullo scorcio del 1808, mentre la Francia era impigliata nel la guerra di Spagna, l 'Austria,

Campagna del 1808-1813 nella penisola ibericf. Quando Napoleone decise di sottomettere Spagna · e Portogallo, costr ingendo il re Verdinando di Spagna ad abdicare e dando la corona a Giuseppe Buonaparte, credette d i poter dominare la penisola con forze mo<)cstc. Ma gli Spagnuol i insorsero, e furono validamente appoggiati d all'Inghil terra. Ne derivò una gue rra aspra e sang uinosa, che durò quasi sei ann i, e costò all'impero napoleonico perdi te enormi. Nel 1808 Junot. che teneva il Portogallo, sconfitto a Vimeiro da Wellington (z1 aprile) doveva abbandonare quel la regione. L 'S luglio Dupont a Bailen , circondat0, si arrendeva con 20.000 uomini . Interveniva allora Napokonc in persona. G li Spagnuoli. sconfitti, si sbandavano, e l' im peratore lasciava a l re Giusep pe - consigliere mii. il Jomdan - cintiuc corpi, costiluiti con francesj. i taliani, tcdcschj, po• lacchi, destinati a una estenuante guerrig lia, inframmezzata da battaglie campa li fortunate o sfortunate, e da una qua ntità d'assc<lii, di cui si tratta a pàrtc. Il gc1ì. Wellington, con un g ro~so corp9 ing lese, crea un campo trincerato a Tones Vedras, in Portogallo, ben mun ito e bene approvvigionato . E marcia dove ha buone previsioni d i successo, e si ritira davanti a forze superio ri nelle sue linee, e con-

duce la guerrn in modo da logorare il nemico . Nel 1809 Soult batte gli inglesi a Coruifo, ma poi è battuto da Welli ng to n ad Oporto, e il genera le inglese sconfigge a Talavera le eruppe del re Giuseppe . Nel 18ro i Francesi prcnùoN, Gra11att1 e Malaga; non , jescono a prendere Cadice. Nel 1811 prendono Ciudad Rodrigo e Almeida, si batto no con fortuna a Bmaco, sono battuti a Fuentes de Onoro, pren,fono Bad ajoz, sono battuti ad Alh11cra. E ,ci lcre.mo ancora, per 11,o n non1inarc che gli eventi principalissiini , gli assedii d i Saragozza, Lcrida, 1'1equine11 za, "Ì'or~ tosa, 1'an·ago,ia, Valenza, Rosas, le battagl.ie d i Sag,mto e Al!mfe,a. Al! 'epoca della campagna del t812, le cose precipitano pcrchè Napoleone ric hiama truppe dal la penisola nella quale resrano solo 130. 000 uomini. Wellington Ile approfitta, balle Marmont a Salamanca, r ipxende varie fortezze, entra in Madrid . Sou lr riesce a co• stringerlo a torna re in Ponogallo, ma senza poterlo sconfiggere in g iornata campale, abilmente evitata dal\ 'int:elligente generale inglese. Nel 1813, la battaglia d i Vitto,·i" libera la penisola dai Francesi, meno Barcellona, dove Suchet resiste fino all'anno seguente . Gli Italiani parteciparo no a questa campagna con 29 .000 fanti e 2 6 0 0 cavalli. D i questì , soli 1 1.000 tornarono in parria. Degli altri, qualche migl iaio tornò dopo la fine di Napoleone , avendo sofferto lunga prigion ia; circa 3000 prigionieri furo no ceduti all'Inghi lterra che li mandò nelle Indie. Prova del loro valore gli Italiani d iedero special-

Campagna del r809 in Italia

a izzata cd aiutata da\l"lng hilterra , volle tèntar la rivincita e: mise in arn1i ci'rca 350.000 u . con 800 cannoni, arroando numerose riserve. Al principio del 1809 erano verso il basso lnn sottO l'arciduca Carlo 100 . 000 u., ai q ual i dovevan dar rincalzo a ltri 50.000 dalla Boemia; l'arciduca Giovanni con 7 0 . 000 li . si avviava alle· A lpi Carnicue e G iulie per scen dere m ltalia e scacciarne i Francesi de l vicerè Be auharnais, men tre l'arciduca Ferd inando con 40 . 000 u. doveva ent rare in Polonia per fron teggiarvi Polacchi e Russi e ad ;1ltri due grossi corpi era eommesso di operare, Funo nel T irolo per aiutare la sollevazione scoppiatavi contro .il dominio bavarese, e l'altro nella Dalmazia contro ie truppe fra ncesi del Marmont. · Napoleone non si lasciava cogliere alla sprovveduta. Di fronte all'arciduca Carlo schierava la Grande Armata, forte d i circa 180 . 000 u. t ra Francesi e conringenti della Confederazione renana; poneva circa 20.000 Westfaliani sotto i l re G irolamo i11 osservazione suJ Wescr, e 50.000 Polacchi e Russi sulle frontiere della Galizia; ai 50.0 00 u. del Beauharnais affidava la difesa d"Ilalia e ai 15 . 000 del Mannont quella della D alniaz.ia .


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Nell'aprile, l'arciduca Carlo valicava l'Inn ed occupava Monaco, ma avendo proceduto con lentezza e separate le proprie lorze per tenere a bada N apoleone da un lato e dar la mano dall'altro ;ii corpi scendenti dalla Iloemia, oflriva agio al nemico di far massa sulla linea dcli' Abcns e di banerlo successivamente ad Aberisberg (20 aprile) e nei -dituorni di Ratisbona (20-23 aprile). Egli si ritirava in Boemia, donde sperava, con le forze rimastegli, coi corpi òi Boemia e col concorso dell'arciduca Giovanni, che dopo -Ratisbona era stato richiamato dall'Italia per minacciare Napoleone da tergo, di arrivare in tempo a liberare la ca.pitale, verso la quale i Frnncesi s'erano avviati. Ma questi ve lo avevano già prevenuto e stavano colà tragittando il Danubio, quando egli giunse. Assaliti (battaglia d'E«ling 21 e 22 maggio), li obbligava a ritirarsi sulla destra del fiume, ma non dalla grande isola Lob-Auc che sorgeva in mezzo a questo. Per più d'un mese i due eserciti nemici stettero così fronteggiandosi, traendo rincalzi c rafforzando le rispettive posizioni. Intanto, in Italia l'arciduca Giovanni aveva battuto ·a .Sacilc il victrè Eugenio che s'era ritirato su Caldicro; ma la sconfitta di Ralisbona lo aveva fermato e indotto a racco_gliersi dietro il Piave, donde, nuovamente attacc.'lto dal viccrè (8 maggio) e avutane la peggio, iniziava la rimata verso l'Ungheria, durante la quale toccava sulla Raab ,(14 giugno) una nuova rolla che l'obbligava a rifugiarsi .assai malconcio a Komorn e di qui a Presburgo. Anche il corpo austriaco del Chastc!er, che doveva operare nel Tirolo, aveva dovuto in quel torno di tempo abbandonare l' impresa affidatagli; ma l'arciduca Ferdinando, battuti i Polacchi di Poniatowsky, aveva occupato Varsavia e s'era avanzato fino a Thorn, ove sperava trarre aiuto -dalla sollevazione della Germania settentrionale; fallitagli

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tale speranza e minacciato alle spalle anche dai Russi che ora s'erano uniti coi Polacchi, dovette ritornare sui suo, passi e ritirarsi in Galizia. Nei primi giorni di lug lio, Napoleone, fatta massa con tutte le sue! truppe, sforza il passo del Danubio e in unJ battaglia d, due giorni (Wagram 5 e 6 luglio) sconfigge l'arciduca Carlo e lo ricaccia su Inaim. L'imperatore Francesco l costernato da tali rovesci chiede una t,egua, alla quale tennero dietro negoziati di pace confermati dal trat tato di Schonbrunn (14 ottobre 1809). Campagna del 1812 (o Campagna di Russia). Quando la politica di Napoleone I lo portò ad urtarsi contro la Russi,1 - sola grande potenza ormai fuori dell'orbita napoleonica - e a dichiararle guerra, l'imperatore pose mano a co,utuirc un esercito che riuscl di una importanza numerica mai vista fino allora, provveduto di tutto il necessario per vivere e per combattere. Le nazioni - per amore o per forza alleate della Francia furono costrette a dare il proprio con tingente, e Napoleone costituì con oltre mezzo milione di uomin i 11 corpi d 'armata : I, Davout, misto di Francesi e Alleati; 11, Oudinot, misto; Ul, Ney, misto; IV, Eugenio, prevalentemente italiano; V, Poniatowsky, Polacchi; VI, Gouvioa Saint-Cyr, Ilavaresi; VII, Rcynicr, S,1ssoni; Vili, Junot, Westfaliani; IX, Vicror, misto; X Macdonald, misto; Xl , Augereau, misto; inoltre il corpo austriaco (Schwarzenberg) e infine la Guardia francese, divisa in Giovane, Vecchia e Cavalleria, comandata la prima di! Mortier, la seconda dal Lcfèbvrc, la cavalleria dal Bessières. La cavalleria della Grande Annata era agli ordini del Murat e comprendeva 4 corpi (ciascuno di 2 divis. di cavalleria pesante e 1 di leggera) agli ordini di Nansouty, Montbrun, Grouchy, Latour-Maubourg. L'artiglieria comprendeva 1024 carmoni.

Campagna del 1809


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Le divis. erano assegnate in numero vario ai C. d 'A,, tanio IX corpo, Dc Wrede, Sassoni). Il l corpo (Davout) occuche il I corpo ne aveva 5 e I'Vlll ne aveva due. pavà Amburgo, grande arsenale dell'impero. A Danzica era Alle forze russe (200. 000 u.) comanda Barclay de Tolly, rimasto di guarnigione un corpo d 'armata agli ordini di tenendo la linea del Niemcn con 130.000 u.; il gen. BagrnRapp. A Torgau erano i Sassoni (Thiclmann) ed a Wurztion con 60.000 era sul Bug; Tormasov dietro lo stesso burg }tAugereau raduna.va un altro corpo, d'osservazio ne fiume con 40.000; l'ammir. Tchichagov con ro.ooo circa, verso l'Austria. in marcia dal Danubio verso il nord, raccogliendo per via Gli Alleati varcano l'Elba in numero di 80. 000, e, dopo altre forze. Appoggiato a dr. alla piazza d i Riga, e a sr. breve scomro a Waissenfels, urtano contro 120.000 Franal Bug, l 'esercito russo copriva così la via di Pietroburgo come quella di Mosca, avendo costituito a Drissa, sulla Dw ina, un grande campo trincerato che non servì a nulla. (i'?z:j Al/eon Napoleone avvia Macdonald su Riga e i corpi VIII ed austriaco verso Minsk; col la massa delle suc forze si dirige O rranceSJ su Vilna, pensa ndo di separare del tutto i corpi russi e batterli separatamente. Ma essi eseguiscono una doppia ritirata JlA , eccentrica: Barclay su Drissa e Bagration su Smolensk, sotI\ALISZ t raendosi alla battaglia, devastando i paesi davan ti alle WITTE ~o truppe di Napoleone, e mandando feliceme1ìte a vuoto il suo progetto, di · distruggere l'esercito russo con una gr~nde battaglia all'in izio della campagna. B l ~JZI L'imperatore si avvia a Witcpsk, e Barclay con ardita marcia di fianco si viene a congiungere con Bagration sul ~ Dnieper, lasciando 25.opo u. agli ordini di Wittgenstein a 150 coprire Pietroburgo. Due combattimenti (Ostrovno e Witepsk) impegnano soltanto retroguardie russe, ma sm primi D islocazione delle for7~ c-0ntrapposte all'inizio della campagna d'agosto erano già incominciati ad apparire nel cosmopod'autunno 1813. Alleati: 1, Armata d i 'Boemia; 2 , Armata di Slesia; 3, Armat'a di riserva; 4, Armata del Nord; 5, A.rmata della bassa lita esercito francese segni di rilassamento della disciplina Elba. F rancesi: 6 XIII corpo; 7, d ivis. Géra.t·d; 8, Oudinot; Q, Na~ e diserzioni. Napoleone non ne tiene conto. Invia Oudinot poleone; 10, Ney. comro Wittgenstein, e q uesti, battuto a Polotzk, ripara nel! 'interno. Quindi ] 'imperatore avanza contro Smolemk, cesi a Lùtzcn (2 maggio) dopo di che ripassano il fiume, ma, dopo brevi combattimenti quivi ed a Valwina, i Russi collocandosi presso B11utzen, dove Napoleone viene ad assacontinuano la loro ritirata su Mosca, sempre devastando il lirli il 20- 2 r maggio, e li batte, ma non riesce a sconfigpaese. Li segue Napoleone, e fina lmente lo czar Alesgerli come è per lui necessario. Segue l'armisùzio di Plcsandro ordina a Kutusov, che ha nominato comandante switz, durante i l quale l'imperatore porta a 260.000 u. il in capo in luogo del Barclay, di accettare battaglia. E<l è la suo· esercito, oltre a 50.000 in Italia (principe Eugenio), ma battaglia della Moscova (7 settem bre) perduta dai Russi, i vede aggiungersi al numero dei suoi nemici l'Austria e la quali abbandonano Mosca dandola ai Francesi, ma i n preda Svezia. L'esercito n apoleon ico ha ora 14 cor pi d'armata : all' incendio. Sono appena 80. 000 gli uomini che )la seco I, Vandamme; li, Victor; lii, Ney; IV, Saint-Cyr, poi BerNapoleone, il quale ha battuto ma non d isfatto l'esercito trand; V, Lauriston; VI, Marmont; VII, Reyn ier; VIII, Ponem ico, e dopo il soggiorno di un mese nella città riniatowsky; rn-, De Wrede; X , Rapp; Xl, Macdonald; Xli , prende la via del ritorno, la quale, per l'inoltrarsi rapido Oud inot, poi sciolto; XIII, Davout; XIV, S.iint-Cyr, fordell'inverno, si tramuta a poco a poco in una delle ritimato dopo Kulm. Il IX corpo è in Baviera, il X a Danzica, rate p iù tragiche che ricordi la storia. Gli eserciti russi moil XIII è ad Amburgo. La Guardia a piedi è agli ordini di lestano da ogni parte i Francesi, distrutti più dal « geneMortier; quella a cavallo di Nansout y. I corpi di cavalleria rale Inverno » che dalle armi russe. Ogni volta che i Russi sono quattro: 1°, Latour-Maubourg; 2<>, Sebastiani; 3°, Artentano di dar bat tagl ia, sono battuti : così a Malo-IarosJarighi; 4° Kellermann. wez e a Krasnoi. Ma Wittgenstein d al Nord e Thichagov Gli Alleati hanno costituito: una « Grande armata» in dal Sud accorrono sulla line~ di riti rata dei Francesi, menBoemia (200. 000 russo.austro-prussiani, agli ordini dello tre Kutusov cerca di p reven irli . La Baesina vede l'ultirno Schwarzenberg; una « armata di Slesia » (80.000 russosforzo dei resti dcll 'esercito &ancese, che a stento riescono prussiani, agli ordini di Bli.icher; una « armata del nord » a salvarsi in Germania , sui primi del mese d i dicembre, (90 . 000 svcdo-russo-prussiani, agli ordini di Bernadotte. Inoltre 30.000 Alleati, compreso un corpo -inglese, erano Campagna del ,1813. Mentre i resti dell'esercito francese sulla bassa Elba, comandati da Walmoden; 60.000 Russi nel dicembre 1812 occupavano fortezze in Germania o __.si (Benningsen) in Polonia ; 40.000 Austriaci in Stiria, destiritiravano · lentamente di &onte ai Russi, Napoleone, da n ati a scendere in Ital ia. Jn_ tutto, oltre mezzo milione di Parigi, iniziàva i l [ebbrile lavoro della ricostituzione di un uomini. esercito, e in breve 1 40.000 fanti e 8000 cavalli, con 600 Napoleone si appoggia a Dresda. Tre corpi di fanteria cannoni, erano da lui raccolù sulI'Elba, dove giungeva Eue uno di cavalleria agli ordini di Oudinoc fronteggiano genio con le truppe scampate dal disastro d i Russia, nel Bernadotte; quattro, agli ordini di Macdonald , fronteggiano marzo 1813. La Prussia armava zoo.ooo u. e si univa ai Bli.icher; due, agli ordini del Saint-Cyr, guardano la BoeRussi, comandati da Vi' ittgenstein. li concentramento delle mia dalle due sponde dell'Elba; i l rimanente delle forze è fç,rze francesi fu operato sulla Saale. coi corpi lII (Ncy), con l'imperatore presso D resda. Il 17 agosto si riaprono le ]V (Berrra nd), V (Lauriston), VI (Ma(mont), Xl (Macdona!d) , ostilità. Lo Sc.hwarzenberg attacca Dresda con 200. 000 u . , XII (Oudinot) e Guardia (Mortier). Nel! 'esercito erano andiiesa da 1 70. 000 francesi, il 26 e 27 agosto. Gli Alleati cora reparti rii Alleati (VIII corpo, JJoniatowsky, Polacchi; sono battuti e ripiegano in .Boemia. Vandamme, che col suo

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cOipo li aveva imprudentemente da solo inseguiti, è circondato a Kulm e costretto alla resa. Frattanto Oudinot è sco;1fitto da Bernadottc a Gross Bccrcn (22 agosto) e fyfacdonald da Bliicher sulla Katzbacl, (26 agosto). Ney accorre a prendere il comando delle truppe di Oudinot, ma è a sua volta sconfitto il 6-7 settembre a Dcnncwitz. Allora gli Alleati decidono di far massa a Lipsia, alle spalle cli Napoleone, e la Baviera si schiera con loro. Il 15 ottobre l 'imperatore, che ha lasciato SaintCyr con 35.000 u. a Dresda, raduna tutte le forze disponibili a Lip,ia, donde, dopo quattro giorni di accanita battaglia (r6-19 ottobre) è costretto a ritirarsi verso il Reno, coi 60.000 uomini rimastigli. Cerca di attraversargli la strada il De Wrede, con 6o.ooo austro-bavaresi, ma è battuto ad Hanau; :t::ìapolcone p uò varcare il Reno presso Magonza il 2 novembre. Saint-Cyr, circondato a Drescla, si arrende il 21 . Davout, rimasto ad Amburgo con 25.000 u., vi si difenderà si.no alla caduta cli Napoleone. Rapp si arrCJldc a Danzica il 30 novembre . Le altre fortezze presidiate dai Francesi in Germania cedono pure, una alla volta , dopo una resistenza più o meno lunga. In Itali.a, il principe Eugenio, con 50.000 u., si mantenne sino all'ottobre sulle Alpi Giulie; allora, di fronte alle forze preponderanti austriache (80.000 u.) si ritirò sull'Isonzo prima, poscia fra T agliamento e Piave, infine · prese posizione sull'Adige. Gli Austriaci avanzarono sino a prendere posizione col grosso a Caldiero, dove, attaccati dal Vicerè, furono battuti. Ma poco dopo, in seguito agli avvenimenti di Germania, le truppe del Vicerè dovevano ritirarsi sul Mincio (dicembre 1813). Campagna del 1814. È una continuazione di quella dell'anno precedente, e si combatte sul suolo della Francia, invaso dagli Alleati, i quali ormai rappresentano tutta l'Europa, compreso il re Murat, che ha abbandonato .l'imperatore, ·sperando con tale tradimento di salvare il trono. ln fine dicembre 19,3 s'iniziò l'invasione. La massa maggiore degli Alleati (Grande Armata: 150.000 austrorussi) guidata dallo Schwarzenbcrg, passò il Reno tra Basilea e il lago di Costanza e s'avanzò per Belfort su Langres; l'armata di Slesia del Bli.icher (130.000 prussiani) lo passò a Magonza e ma rciò su Mctz per riunirsi poi con la precedente sulla Mosa e sulla Marna, mentre una terza armata (del Nord) di 40 .000 u. , sotto il Wintzingerode, penetrava nel Belgio. Contemporaneamente nell'Italia superiore 80.000 Austriaci sotto ir Bellegarde operavano contro il principe Eugenio ed a ltrettanti anglo-ispano-portoghesi si affacciavano ai Pirenei. Napoleone a sì imponente offensi,,a non potè opporre verso le frontiere nord -orientali della Francia che 100.000 u. Costretto a ripiegare tra Senna e Marna per l'avvenuto congiungimento delle due principali armate alleate, non appena queste si separarono di nuovo per procedere più speditamente su Parigi, avviandosi l'una (Schwarzenbcrg) per la valle della Senna e l'altra (131iicher) per quella della Marna, si. gittò su questa, ma, sebbene da prima egli avesse potuto respingerla, per essere essa stata prontamente soccorsa dallo Schwarzenbcrg ne venne soprafatto nella battagli.a di Briennc o della Rothièrc (1 febbraio 1814) e dovette ritirarsi su Troycs. Di qua, tenend~ a bada la grande armata aus.tro-russa e approfittando dello sparpagliamento delle forze: di Bliicher, si scagliò ancora su questi e in quattro giorni di lotta lo batteva a Champaubcrt (ro febbraio), a Montmirail (11), a Chd1ea11-1'hierry (r2) e a Vauchamps (14). Bliicher si ritirò quasi distrutto su Cbàlons ove lo raggiunse Wintzingcrode che s'era già inoltrato fino a Soissons.

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Allora Napoleone si portò contro lo Schwarzenberg, che, frattanto, s'era avanzato fino a Naugis sulla strada di Parigi; affro11tatolo a Monterau (18 febbraio) lo obbligava a retrocedere su Troyes, poi a Mary (22 febbraio) ributtava il Bliicher che aveva tentato dj passarvi la Senna. Gli Alleati, costrettì ad indietreggiare sino ali ' Aube, assennati dal1'esperienza, divisarono di operare in massa, ma prima eh 'essi potessero porre in atto tale disegno, Napoleone batteva ancorn il Bliicher a Craonne (7 marzo); riassalitolo a Laon (ro marzo) ne veniva respinto; perciò, lasciate alcune forze ad osservarlo, corse nuovamente sullo Schwarzenberg che si era riavaozato fino ad Arcis-sur-Aube per dar la mano a Blcicher, ma anche colà (20-21 marzo) venne Soverchiato e potè a stento ripiegare sulla destra del fiume. Schwarzenberg e Bli.icher allora, congiuntisi, si portarono per Meaux su Parigi, mentre Napoleone, sp,:rando nella rnsistenza di q uesta, con n uovo d isegno s'avviava verso Nancy per correre in Lorena e in Alsazia e là, appoggiandosi alle fortezze, q uasi tutte ancora in suo potere, e traendone

quanti più armati gli fosse possibile, operare alle spalle del nemico. Senonchè intanto Bliicher batteva presso La FèreCl,ampenoise (25 marzo) i corpi .cli Mannont e di Mo~tier che dovevano coprire Parigi. Napoleone, clò appreso, abbandona il piano concepito e ritorna a gran passi per Troyes sulla capitale, ma prima ch'egli vi giunga, questa, invano difesa da Marmont e Morticr e da poche milizie raccolte a furia, capitolava; egli allora si ritira a Fomaigcbleau; con le forz.e rimastegli vorrebbe assalire gli Alleati entro Parigi, ma i suoi marescialli lo abbandonano, il Senato dichiara lui e la sua f,amiglia decaduti, ond 'egli rinuncia alla corona di Frarrcia e d'Italia e parte per l'isola cl 'Elba di cui gli è concessa la signoria dagli Alleati. Non diversa fortuna avevano le armi francesi l\elle altre parti del teatro cli guerra. In Italia, il principe Eugenio aveva bensì potuto tenere fronte agli Austriaci del Bcllegarde sulla linea del Mincio; ma alla rovina di Napoleone egli si trovava costcctto a sottoscrivere coi ne1nici una convenzione (16 aprile 1814) e per la quale le forze francesi si obbliga-

vano a sgombrare dal regno. Gli Austriaci, col pretesto di rimettere l'ordine in Milano ove erano scoppiati gravi tumul ti, invasero tutta la Lombardia, e , salvo nel Napoletano e nelle Marche tenuti dal Murat, e a Genova, di cui gli Inglesi s'eranò resi padroni, sparsero j loro presidii in tutto il resto della penisola col disegno di signoreggiarla; solo a malincuore, e percl1~ osteggiati dalla Russia e dall'Inghilterra, accondiscesero a che il re Vittorio Emanuele I si restituisse nei suoi Stati; Modena e Toscana tornarono

sotto gli antichi governi. Il 3 1 marzo 1814 gli Alleati entravano trionfalmente a Parigi e nel maggio successivo vi segnavano un trattato pelquale la Francia veniva a un dipresso ridotta ai confini eh 'essa aveva nel 1792. Si stabiliva inoltre che a Vienna doveva riunirsi un congresso p~r dare assetto all'Europa. Campagna del 1815. Gli Alleati avevano appena ritirate le truppe dalla Francia, dov'era stato messo sul trono Luigi XVIII, e si preparavano a decidere in modo definitivo l'assestamento politico cmopco, quando Napoleone, mosso a sperare dal malcontento che in Francia serpeggiava pel poco accorto governo di Luigi XVlll e per la discordia scoppiata tra gli Alleali, sbarcava presso Cannes con un m igliaio d 'uomini' (r0 maggio J815) e tra il delirio della popolazione rientrava alla capitale. I sovrani raccolti a Vienna si accinsero a spegnere l'incendio minacciante la pace d'Europa e , respinte le pacifiche proposte di N apoléone, misero in campo nuovi eserciti.


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brigata Aosta. Magg. generale nel 183!>, comandò la forSul finire del maggio 1815, 100.000 anglo-olandesi sotto tezza di Fenestrelle e dal 1840 quella cli Torino. ~el 1850 il Duca .di Wellington e 120.000 prusso-sassooi sotto il Bliicher si univano nel Belgio, mentre gli Austriaci si racandò a riposo. coglic,•ano lentamente sul Reno e i Russi, già avviatisi verso le loro terre, rifacevano il cammino per tornare in Francia. Impetuoso. Cacciatorpediniere varato a Napoli ed entrato l.a guerra ebbe breve durata; chè il Bliichcr, battuto a in servizio nd 1913; lunghezza m . 73, larghezza m. - ,33, Ligny (16 giugno), riusciva a sfuggire all'inseguimento nedislocamento tonn. 686. mico e a raggiungere Wellington sulla pianura di Waterloo; quivi Napoleone (18 giugno) toccava una memorabile e deImpiccagione, Pena in uso in varii eserciti, in tem pi cisiva sconfitta che segnava la fine del grandioso dramma ove passati, generalmente riservata a reati infamanp, come il il suo genio aveva brillato di tanta luce; costretto ad abdipassaggio al nemico e l'alto tradimento. Ndl ·esercito aucare dalla Camera dei rappresentanti dichiarataglisi avversa, striaco, la pena fu ancora io uso durante la guerra monegli si afndava alla generosità del popolo britannico che non diale. E lo Stato la riservò ai sudditi che la voce della Pavolle usargliene alcuna e lo relegò nell 'isola di Sant'Eleua. tria sentivano vibrare potentemente altrove. Così Yennero Il governo provvisorio istituitosi a Parigi trattava coi genegiustiziati Battisti e altri martiri dell'Italia irredenta, così rali alleati e questi entravano i Cecoslo11acc/1ì (V.). che militavano fra le truppe italiane per per la seconda volta nella caliberare la loro nazione e separarla dal mosaico di popoh pitale della Francia. ccn uti insieme nello Stato austro-ungarico. In Italia, poco prima di Napoleone era caduto il Murat Imposizioni arbitrarie e prestazioni forzate. Conche, avendo fatta la pace col sistono nel fatto di un militare il quale, in un paese necognato, aveva tentato di scacmico, senza necessità o autorizzazione, impone alle popociarne gli Austriaci. Questi, ' !azioni contribuzioni pecuniarie o prestazioni d'opera. Per vinti da lui sul Panaro, lo diritto internazionale, il belligerante ha facoltà d'imporre, sconfiggevano più wrdi alla alle popolazioni dei territori occupati, determinate contribattaglia di T olentino (2 magbuzioni pecuniarie. Tale materia è disciplinata dal Rego• gio 1815) e pochi giorni dopo lamento del 1907 del!'Aia, il quale, negli art. 49 e 51, sta• lo costringevano a capitolare biliscc che le contribuzioni devono servire per i paesi occu(20 maigio). pati e d°'·ono essere imposte con ordine scritto dal C'.oman do supremo. Di ogni riscossione devesi rilasciare ricel 111pc1·0 (Ordine dell'Impero vuta al contribuente. Per le requisizioni, si agisce in modo Britannico). Ordine cavalleanalogo. Impero britannico rcsco istiruito il 4 giugno L "abuso della facoltà anzi specificata, concreta il reato 1917, modificato nell 'anno se(da tempo di guerra) previsto e punito dagli art. 277 C. P. guente. Comprende cinque classi, ed è distinto in due rami Es. e 301 C. P. M. M. Penalità: nell'ipotesi semplice: da per ogni classe: militare e civile. uno a cinque anni di reclusione militare. Ne ll'ipotcsi ag• lmperor (Giuseppe). Generale, 11. a Mallare (1782-1860). gravata (quando il reato sia sta1:o commesso con minacce e Partecipò alle campagne napoleoniche in Gcrmanja, Spagna violenze): da cinque a dicci anni di reclusione m ilitare. e Ponogallo. Pr igioniero degli Inglesi , servì il governo briSe il reato fu commesso per lucro personale è comminata tannico nei granatieri della legione reale Piemontese. Nel la pena capitale. 1815 tornò in Piemon te, fece la campagna di Grcnoble ri• manendo ferito e meritando l'O.M.S. Colonnello nel 1831, I mposta (su, 11011 combat1enti). Fu creata nell'ottobre comandò il bgl. cacciatori Franchi e poi il 1° regg. della 1915. Vi erano a~soggeuati i cittadini aventi età compresa

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Impiccagioni nel secolo XVII (dal Callot)

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Impugnature nei secoli XVI e XVII

nei limiti d'obbligo del serv1z10 militare, ma esenti eia esso per riforma, dispensa, esonero. l mpostamento. Diccsi che una nave viene impostata sullo scalo quando, dopo averne eseguito tutti gli studi, si incominciano a tagliare e sagomare le prime lamiere della chiglia e si mettono a posto sullo scalo. La cerimonia viene jn generale fatta con una certa solennità che uguaglia quasi quella del varo. Per tutto il tempo in cui la nave rimane sullo scalo si dice che è impostata; la data di I. rappresenta l 'età del la nave, ossia è indice della sua modernità.

minor larghezza, che l'I. d~min!! lii ~erra, sp~ncl camJ'o strategico e tattico. I comandanti a lor volta sanno, magari per semplice intuizione, come ciò sia perennemente vero. Pertanto, le dottrine belliche pongono l'I.;-generatore della sorpresa, tra i fattori determiuanticlcl successo o dell'insuccesso. In sostanza, quinru, l'imprevisto, sostantivo, è il nome che indica tutto ciò che in guerra, prevedibile (e non preveduto) imprevedibile, pensabile o non pen~abile, inten·iene a modificare inattesamente una situazione

sulla quale già si erano fondati dei calcoli e dei piani, e magari avviate conseguenti operazioni. Vuolsi tener presente come !"'opera d'un comandante militare sia ognora fondata, neccssarian1ente, sopra nun1erose previsioni, cioè

Nave da battaglia imp0stata sullo scalo

Impresa. Dicesi di un 'azione ardua e gloriosa, condotta a termine con le armi, da un cavaliere antico o da corpi armati. Dicesi pure il motto inciso su un ' arma, ed anche lo stemma con morto, o senza. Imprevisto (L'imprevisto in guerra). Gli scrittori di storia e d'arte mii. rilevano generalmente, con maggiore o

sostituzione alle incognite del problema strategico o tattico che in concreto è da risolversi, di imagini di quanto non ancora è, ma sarà o potrà essere. La natura dcll'I. si determina brevemente mediante la domanda: tutto ciò che in guerra può intervenire a modificare una determinata situazione, può essere previsto in ogni sua parte? Evidentemente no. Resta sempre qualcosa fuori dell'umanamente prevedibile; e, d'altra parte, nell'ordine stesso del prevedibile, le capacità variano dall'uno all'altro, donde un campo di !variabile caso per caso a misura delle capacità personali. Ne consegue che, in pratica e in teoria, l'I. si differenzia in due ordini: a) l'ordine dell'imprevedibile, a limiti imprecisab\li, chè varianÒ secondo la capacità delle singole p.ersone a prevedere. È in quest' ordine che entra, per es., quanto di originale può scaturire dalla mente di un avversario geniale; e ciò che di nuovo, in fatto di armi specialmente, può essere portato in campo di sorpresa; b) l'ordine del non preveduto ma tuttavia prevedibile . Quest'ordine dc1·iva dalla ignoranza o trascuratezza delle regole dell'arte mii.; dalla facile credulità; da incauta fidanza; da cause accidentali di varia natura, come intempestività o inerzia proprie a certi caratteri çonosciuti, quindi. da tenersi in


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conto, ecc. L · /. è generalmente causa di eccitazione ner• vosa, va riabile secondo il grado cli emotività di ciascun individuo. Da qL1esto viene che davanti ali'/. il pericolo non è tanto fuori quanto dentro di noi, onde per dominarlo occorre prima dominare sè stessi. La paura dell'/. può rendere dubbiosi, lenti e incerti nell'operare; mentre il disprezzo del m edesimo può indurre ad azioni impulsive cd inopportune. La nozione della propria sicurezza, quale i buoni maestri insegnano debba dominare la strategia e la tattica, è buon antidom all 'imprcvisto. In conclusione, nessun comandante, anche se sommo nella sua arte, può credersi o essere creduto onnipossente signore della guerra. Tutti sono d eterminati e limitati nella volontà e potenza cieli '/. specie dell'ordine dell'imprevedibile.

Impruneta (Passo dcli'). Valico dell'Appennino pistoiese, che mette in comunicazione il bacino dell'Arno con <1ucllo del Scrchio. Da Pescia la strada risale il fiume omonimo e indi, luogo i dossi fra Pescia e Nievole, raggiunge la Prunetta (958 m .) scendendo poi nella valle della Lima sotto San Marcello Pistoiese. Un breve ramo la congiunge per l'alto con la strada delle Piastre (Reno-Omb;one). La strada ha importanza regionale, e, allacciandosi a quclia dcll"Abetone, segna una via di congiu nzione fra il medio Arno e il Panaro, cioè fra Toscana cd Emilia; perciò, in determinate ipotesi, può assumere valore particolare nei nguardi militari. Impugnatura. È così ch iamato il punto <love l'arma bianca o da fuoco viene stretta dalla mano, generalmente de,tra. È pure detta /. la parte di mezzo dell'arco, che viene impugnata per tenerlo fermo nel puntare. Impulso iniziale (E1plosi111). È il principio più o meno violento della decomposizione che, a mezzo dell'innesca• mento, genera la rca1.ionc esplosiva. L'energia con cui q uesta procede è in ragione diretta di quella iniziale dovuta all'innescamento, il quale, perciò, ha una funzione fondamentale per la gradazione delle reazioni esplosi,,c. lmtiaz (o del ,\ferito). Ordine cavalleresco, creato in Turchia da l sultano Abdul Hamid nel 1879, con una sola classe, riservata a Sovrani esteri o ad altissimi dignitari turchi. Fu soppresso all'avvento della repubblica in Turchia. I mmus. Cittadina dell'isola di Luçon, nella prov. d1 Cavite Vicjo, nelle Filippine. Durante la rivoluzione contro gli Sp:,gnuoli ( t896-97) gli iJ1Sorti ne avevano fatto il prin cipale centro militare del la resistenza.

Presa di I,,1111. Completata la organizzazione delle truppe coi riJ1forzi giunti dalla Spagna e colle nuove formazioni indigene, sui primi di febbraio r897, il gcn. Polavicja affidò alla di,·is. ·del gcn. Lechambre il compito della conquista di I. mentre il gen. Galvis, con una brigata, do\'cva svolgere azione dimosuativa impadronirsi di Pamplona e marciare su 8acoor. La divis. Lacham brc era costituita da 2 brig:1te (generali Cornei! e Ma rina) e I btr. da montagna. A d isposizione del comando v'erano inoltre r sqdr. di cav., 1 btr. di 6 pezzi da 9 cm., 2 obici da 15 cm., 1 distaccamento di guardia civile e volontari. Occupata Silang, la divisione iniziò le operazioni per la presa di Imus. li 26 l 'avanguard ia conqui, tò la prima linea nemica; voltasi poi conrro l'abitato di Dasmarinas dove l 'Aguinaldo si era uin• cerato con 5000 u. tentò di prenderlo frontalmente , spie-

gandosi a sin . appoggiato dall 'art. Un profo1ldo burrone impraticabile ruppe l'a,,ionc da quell a parte. Al lora la brig. Cornei, impegnatasi sulla destra in li" acquitrino che s, riteneva ing uadabile, trasformando in risoluti,·a l'azione dimostrativa che aveva iniziato, conquistò le due opere prin cipali che difendevano la loca lità. Respinti gli in sort i nelle vie, combauendo di strada ,n strada, mentre i cannoni, porrati a 6o m. dalle mura demolivano le case aprendo il varco agli attaccanti, questi giunsero • ulla piazza della chiesa. dove si riunirono alla hrig. Marina, che aveva po tuto' apr irsi il passo sulla sinistra e concorrere da quella parte all'azione. Caddero deg li Spagnuoli 140 u. fra morti e feriti ; dei ribcll, 400 morti, (ra cui il cabccilla Filippo Garcia. Occupata il 7 marzo Sali tran dalla brig. Cornei!, gli insorti ripiegarono sulla loro seconda linea di resistenza, CO• stituita dal potente ed esteso t rinceramento di Anabo, appoggiato ad alcune opere chiuse. La posizione fu conquistata alla baionetta: la • trada di Imus era aperta, ma il gcn. Polavicja, non volendo lasciare alcuna po,sibilità al nemico di --sfuggire, dispose che il Lechambre a,•anzasse sulla dr., in appoggio alla colonna ciel col. Salceclo che clo,·e\'a occu pare le altu re di S. N icola, sulla sr. del rio Zapetc. Questa colonna, d1 9 cp., partita da Almansa 11 9 ma rzo, si diresse sulla fauo,ia di S. N icola, i cui approcci, saldan,cnte rafforzati, erano occupati dagli insorti in numero di circa 4000. 1 primi attacchi ebbero esito fortunato e le trincee esterne furono occupate; m a, fattasi più viva la resistenza dei difensori, scarseggiando le munizioni, il col. Salcedo sul fare del la nollc dovette ripiegare. Nel frattempo però le forze della col. Lachambrc giungevano ai piedi delle alrure; la mattina dopo l'azione riprendeva su tutta la linea e la sera del 10, nonostante le difficoltà del terreno la po• sizione Presa del Molino, dominante la valle del Rio Zapctc, era in potere degli Spagnuol i. Il gior110 li le truppe presero Pamplona las Pinas, e nei giorni successivi, vinte nel territorio occupato le ultime resi;tenze dei ribc Ili, attesero a riorganizzarsi e a preparare l'ultima fase dell'operazione, mentre la squadra dcll"ammir. Mo mijo bombardava ininterrottamente le posizioni avversa rie d i Bacoor, Novolcta e Rosario. li 2z l'avanzata ricominciò; vinte le resistenze intermedie, il 25 fu affrontato il formidabile trinceran1ento di An:,bo I , difeso da Crispino Aguinaldo, appnggiato sui fianchi a due burroni impraticabili. Dopo due ore di preparazione di artiglieria, la fanteria marciò all'assalto delle tre brecce che erano state aperte, e dopo a,·ere per• duto n 5 u. fra morti e fe riti, riuscì a volgere in Cuga gh anocrsari. 11 25 anche le posizion i di Anabo II cadevano in mano agli Spagnuoli dopo un accanito combattimento che costò loro la perdita di 155 u. fra morti e feriti, e agli insort i 400 morù, fra i q uali il eabecilla Mason, succeduto a Crispino Aguinaildo, caduto la vigilia. Le difese di lmus erano cad ute: nella impossibilit,i di di• fenderla, gli insorti preferirono darla alle fiamme.

Inabile. Non auo, non idoneo fisic:,mentc od intcl!ettualmcnte al sen·1zio militare. Diccsi di chi non è in possesso delle qualità specificate dalle leggi sul reclutamento per essere arruolato nell'esercito. Non è termine molto proprio, al pari di abile; n,cglio dire non atto o oon idoneo. (V. riforma. rit•edibilità, rassegna', idoneità). L'i nabilità può essere parziale ; ad es. quella di chi è - durante il tempo d1 guerra - /. alle fatiche di guerra. Inabil ità (.\Jcdicir1a Legale .\1ilitarc). L '/. al servizio militare può essere temporanea o pcr-manmtc, a seconda


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prescritte e tale da poter rendere 1'ind,vicluo inabile al della natura della infermità, ~usccttibilc o non di vantagservizio n1ilitarc. giose mòdificazioni col tempo e con opport une cure. In Perchè il reato sia consumato, è necessario che, jn caso d'/. temporanea, l 'inscritto di leva vien mandato, conseg uenza del l'azione od omissione del soggetto attivo, per due volte al massimo, rivedibile alla successiva chiaquesti sia divenuto incapace di proseguire nel serv izio mimata alle arm i; i l m ilitare, invece, vien proposto per un litare. Se l 'incapacità raggiunta è tempòranea o parziale, periodo di licenza straordinaria, più o meno lungo a seil reato è tentato. La sanzione per questo è: conda della entità ciel processo morboso . Allo scopo di ottenere unità d'indirizzo e di arruolare soltanto coloro 1° in tempo d i pace : la reclusione ordinaria da 3 che siano indiscutibilmente idonei, eliminando q uei soga 5 an ni; getti che non abbiano p iù l'idoneità a sopportare le fatiche 2 ° in tempo di guerra : la reclusione- ordinaria da 5 inerenti al servizio, cond iz ione essenziale per avere un a 10 anni. (V . anche ;Jutolesiouist,). esercito sempre pronto a rispondere convenientemente alle varie esigenze della vita militare in pace e in guerra, I nadempimento d 'incarico. Consiste: sono stati redat ti gli elenchi A e B delle imperfez ioni e a) nel fatto di un ufficiale comandante di una fra• infermità riguardanti 1'attitudine fisica al servizio m iliz ione delle Forze Armate di terra e di mare, il quale tare, che comprendono un complesso d i norme al le quali non eseguisca l'incarico affidatogli; dovranno att enersi i p~riti. L 'elenco A riguarda le imperb) nel fatto di un ufficiale il quale, allomanando,i fezioni ed infer mità che sono causa d'inabili tà assoluta o dagl i ordini ricevuti , avrà fatto andare a vuoto o avrà temporanea , tanto degli inscritti di leva che dei militari, male esegu ito la spedizione o la missione affinategli. compresi quelli di ca rriera , pei quali però esso sarà appli I due reati sono una forma intermedia fra la violazione cato con criteri più larghi , tenendo conto dcli 'età, del di consegna cd il Tifiuto d'obbedienza e possono essere g rado, delle mansioni , ecc. L'elenco 13 riguarda le imascritti a titolo dì dolo o di colpa. perfeziofli e le infer m ità di grado più lieve che limitano l ' idoneità; esso viene applicalo soltanto ai sottuffic iali ed Pc11alità : nella prima ipotesi e in tempo di guerra ai m ilitari di truppa, i quali vengono esentati dai servizi (arL 106 C. P. Es . , 102 C. P. M. M.) : di maggior fatica e da q llcll i che apportano maggiori d ia) ove concorra la volontarietà o dolo: morte con la sagi, come per es. la n1arcia, il servizio di g uardia, quello · fucilazione nel pet to; d i ordine pubblico, ecc., e sono adibiti a ser vizi più legb) ove concorra la negligenza: la destituzione; geri (servizio di scritturale, di attendente, dl OP.eraio, di e) ove concorra l'imperizia : la sospensione. piantone nei magazzini, negli uffici, nelle camerate, ecc.). In tempo cl i pace:

Inabilità procurata (art. Iì4 C. P. E,·. e 196 C. P. M. M.). Il reato in esame tonsiste nel fatto clel l'apparteJ1entc alle Forze Armate dello Stato, il quale, mentre trovasi sotto le anni, tnediante volontaria mutilazione o ind isposizione maliziosamente procuratasi, riesca a diventare incapace di proseguire nel servizio militare . Il soggetrn attivo deve essere un militare. In conseguenza, se trattasi di un inscritto di leva non ancora arruolato, non dovrà r ispondere della violazione di legge in esame; ma. bensì di quella prevista e pun ita dall'art. 141 T. U. 191r Leggi sul reclutamento. Il militare al quale è i mputabile i l reato di inabilità procurata , è solta nto l 'ind ividuo cli truppa. Gli ufficia li clell 'Escrcito pcrtanro so no esclusi e questa esclusiono< è uno dei difetti della di,;posi;1,ione in esame. Gli ufficiali cli marina, invece, sono soggetti passibili del reato stesso, pérchè l 'art. 196 comprende ogni individuo di manna, nel qual termine sono inclusi anche gl i ufficiali . Vevento concretante in del itto, può cagionarsi in due modi: muti lazione, o procurata infermità. Sfugge, q uindi , la simulazione di imperfezion i o d i infermità. Durar,te }a guerra fu colmata la lacuna, elevando a reato la simulazio ne di malattia, ma tale disposizione cessò di. aver vigore col

1 921.

Per mutilazione rnlontaria si intende ogni fatto del colpevole, eseguito con qualsiasi mezzo, i n conseguenza immediata del quale venga prodotta sul corpo una modificazione anatomica tale, da renderlo illabilc al servizio militare per una delle cause previste nell'apposito elenco, secondo le di lui previsioni o con eccesso di queste. Per indisposizione maliziosamente procuratasi si ,ì ntencle q ua lunque stato patologico prodotto o aggravato da lllla causa p:Ìtogena art ificiosa, messo in essere dal colpevole, ovvero mantenuto o aggrnvato da dolosa omissione délle cui·e·

a) se l 'inesecuzione è volontaria: la destituzione; b) se dipende da negligenza: da due mesi cli carcere mil itare a due aJlni di reclusione militare; e) se dipende da im perizia: la sospensione. Nella seconda ipotesi (art . 107 C. P. .És., 1 03 C. P, M. M.) : la sospensione dall 'impiego o il carcere militare eia due mesi a dodici o la reclusione militare da uno a tre anni . Precisamente per i reati anzi esposti , che facevano parte dell'Editto Penale Marittimo del 1826 (art. 240-24r) l'Alta Corte di Giustizia , con sentenza 15 apri le 1867, condanne, l'ammiraglio Carlo Pellion di Persano alla pena della dimissione e alla perdita del g rado di ammiraglio .

Incagl iare. La 1f~vc che per un errore cli navigazione o per circostanze ·speciali tli vento o di nebbia, va ad urtare sulla spiaggia , contro gli scogli, o su banchi d i sa bbia , si d ice che va ad incagliare. Presso t utte le Nazioni marinare esiste una speciale organizzazione (Parco cli Salvataggio) la quale serve per portare su bito aiuto alle navi che incaglino con mezzi appropriati. L'organizzazione è specialmente molto ben wiluppata sulle coste francesi ed. ìnglesi della Manica e sulla costa Atlantica . del Nord Arhcrìca ove, per le continue nebbie e cattivi tempi, è più facile che le navi vadano ad incagl iare. Le Compagnie di salvataggio sono per la maggior parte private. composte dai pescatori dei vari luoghi, e si sostengono mediante sovvcnziOfl Ì governative, sovvenz io ni filantropiche e premi delle Compagnie a cui appartengono i pirosc~fi incagliati. Incamiciare, ~forare un terrapieno; vestirlo di muraglia per farlo più forte alla difesa ed impedire che le pioggie dilavando la terra lo consumino. Dicesi anche nel


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senso di ricoprire un terreno dalla parre di fuori con piote, o altro, onde assodarlo. (Grassi).

Incavalcare. Significa disporre una bocca da fuoco sul proprio affusto . Ha per contrario • scavalcare».

Incamiciata. Sorta di sorpresi che si fa d, notte al nemico, assalendolo ali 'improvviso; cosl chiamata dalla cn• micia con la quale si vestivano rutti i soldati assalenti, per riconosccrsì fra loro nell'oscurità. Sembra che questo stratagemma sia Stato ideato dal marchese di Pescara nel 1523 presso Modena. Sembra alrresì che un simile stratagemma fosse stato usato nel 1419 a Pontoise, in Francia. Famosa è rimasta l'/. di Stefano Colonna, uscito con 3000 fanti da Firenze (li dic,mbre 1529) per assaltare il campo imperiale.

Incendiarie (Sostanze). Composti che, per virtù della loro spontanea o facile accensione, sono capaci di pro\·ocarc l'incendio di altri materiali combustibili con i quali vengono a contatto. Il loro impiego m i i, si può for risalire a qualche secolo prima dell'era cristiana, sebbene a quell'epoca si utilizzassero wstanze primordiali, le uniche di cui si disponesse, per ottenere composizi oni incendiarie di rudimentale semplicità, come le m iscele a base di zol fo e pece. Col progresso scientifico dci tempi attuali questi mezzi sono stati perfezionati, portandoli all 'altczza che le conoscenze della chimica hanno saputo suggerire per renderne l'impiego più perfetto e meglio ri spondente allo scopo, e con la possibilità di poterli lanciare a grandi distanze, ad esempio là dove il nemico possiede centri e basi di rifornimento, apportandogli gravi d anni materiali con immancabili effetti morali. Le sostanze incendiarie, nella chimica bellica, vengono classificate fra i cc composti sussidiari attivi », cd i più importanti (e p iÌI largamente usati durame il conAiuo mondiale) sono: il sodio, il potassio, il fosforo, lo zinco-dimctilc e lo z inco-dietilc. Incendiarie (Navi), v. Brulotto.

Incamiciato. Cosl è chiamato il proiettile dell'arma da fuoco moderna, perchè ha l'interno di esso (per lo più di piombo) foderato da una specie di camicia sottile a forma di ditale, composta dì metallo molto resistente ed alquanto malleabile, e cioè di ottone, di rame placcato con stagno o nikel, di m aillcchort, d i acciaio dolce nikelato, ecc. Tale rivestimento è detto Incamiciatura. l ncampanato, Dicevasi n elle ant. artiglierie del pezzo costruito in modo che nel fondo dcli 'anima fosse una sorra dì c2mcra conica, a campana. I ncas. Ant. popolo peruviano, che dominò il pae,e fin dal 1021, qùando il suo capo, Manco Capac, si impa• dronl del potere, che tenne per quattro 5ccoli. Gli /.

Foneua degli lncas a Cuzco

costituirono un vastissimo impero che portarono ad alto grado di civiltà, come lo testimoniano gli imponenti ruderi deUc loro costruzioni. Fra le quali erano fortezze costruite con massi ciclopici, in rete attraverso il territorio, collegate con strade militari. L 'organizzazione sociale era a tipo dispotico, ma benevolo. L'impero degli I. soggiacque alla conquista degli Spagrrnoli, che lo distrussero, uccidendone l'ultimo sovrano, Atahualpa.

Incassatore. Cosi chiamato anticamente l'operaio che costruiva le casse per g li archibusi, i fucili e per le artiglierie. - lncauo, nelle armi da fuoco portatili anticht', era la parte dove si allogava la cartella, o piastra. Incastellare, Voce antiquata che significa fortificare una località con castella o fortini; e però dicevasi di provincia o di tratto di paese, che era incastellato, cioè p ieno d i rocche e fortezze.

Incendio (e dete,·iommento di edifici ed oggetti militari). Sotto questa denominazione generica, il legislatore prende in esame quattro ipotesi. La prima, contemplata negli art. 227 e z32 C. P. Es., 250 e 255 C . P. M. M.), si concreta nel' fatto cli un appartenente alle Forze Ar• mate, il quale avrà appiccato il fuoco ad edifici, magazzini, opere mil itari, arsenali, cantieri, officine o navi dello Stato, o li avrà distrutti con una mina o con un aluo mezzo esplosi,·o. Se il fatto fu volontario, si avr~ l'ipotesi dolosa, se dipese da negligenza o imprudenza, si concreterà l ' ipotesi colposa, -,., Penalità per il delitto doloso: a) incendio o esplosione con morte o con pericolo prossimo d i morte di una o più persone o con danno superiore alle L. 5000: pena di morte mediante fucilazione nella schiena, previa degradazione; b) incendio o esplosione senza il suddetto danno e pericolo personale, o senza che il colpevole potesse prc,·ederlo e con danno reale non eccedente le L. 5000: da 20 anni di reclusione ordinaria all'ergastolo . Penalità per il reato colposo: da due mesi di carcere militare a due anni di reclusione militare. La seconda ipotesi è con templata negl i art. 228 e 232 C. P. Es., 251 e 255 C. P. M. M., e si concreta nel fatto del militare che avrà distrutto o avrà guastato edifici, magazzini, opere n1ilit::iri 1 arsenali, canlicdi officine, navi dello Stato, ccc. Penalità per il ·reato doloso: n) da due mesi di carcere mi litare a due anni di reclusione militare, se il danno alla cosa non supera le L. 50; b) da 3 a 5 anni di reclusione militare, se il danno non supera le L. 500; e) da 5 a 20 anni di reclusione militare, se il danne supera le L. 500; d) da 2 mesi di carcere militare a 20 anni di reclusione ordinaria, se, oltre il danno, ne sia derivata morte o ferimento di qualche persona. Penalità per i l reato colposo: da due mesi di carcere militare a 2 anni di reclusione militare.


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La-terza ipotesi è contemplata negli art. 229 C. P. Es. e 252 C. P. M. M., e consiste nel fatto del militare che avrà abbruciato, gettato in mare, o distrutto in qualsiasi modo, registri, minute, atti originali amministrativi o giu diziari. Penalità: se il reato è doloso: da due mesi di carcere m ilitare a cinque anni di reclusione militare; se il reato è colposo: da due mesi di carcere militare a due anni di reclusione militare. La quarta ipotesi è contemplata negli art. 230 C. P. Es. e 253 C. P . M. M., e consiste nel fatto del militare che avrà distrutto, guastato o gettato in mare armi, munizioni da bocca o da guerra, effetti di casermaggio, di vestiario, e qualunque a ltra cosa appartenente ai corpi o all'11mmioistrazion~ o che uccida, ferisca o danneggi cavalli appartenenti alla amministrazione mi litare. La pena, se il reato è doloso, è da due mesi di carcere militare a cinque anni di reclusione militare, estensibile a 15 anni, ove il danno causato su nave, ne produca la perdita, o la renda inabile all'uso delle armi; e se il reato è colposo, da due mesi di carcere mi!. a due anni di reclusione militare.

Incendio e danneggiamento in tempo di guerra-. Il legislatore prevede due ipotesi. La prima è contemplata negli a.-t. 252 C. P. Es. e 277 C. P. M. ·M., e si concreta nel fatto del miljtare che, senza ordine superiore o senza esservi forzato da necessità di difendersi, avrà appiccato il fuoco ad una casa o ad altro edificio, a bastimento, a tel,lde, baracche, magazzini, cordami di bordo, depositi di provviste ecc. La pena è di morte mediante fucilazione nella schiena, se il fuoco fu appiccato in luogo abitato o se il danno eccedette le L. 500, cd è da 15 anni di reclusione ordinaria ai lavori forzati a vita (ergastolo) in tutti gli altri casi. La seconda ipotesi è contemplata negli art. 253 C. P. Es. e 277 C. P. M . M ., e consiste nel fatto d i un militare che, senza ordine superiore o senza esservi costretto dalla ne• cessità di difendersi, avrà distrutto o guastato cose, basti• menti, tende, baracche, cordami di bordo, vèle, macchine, magazzini, monumenti, oggetti d'arte o d i scienza esistenti in pubbliche o private collezioni, strade ferrate, acquedotti, ponti od altre opere di pubblica u tilità. La pena è d 1 ~1orte mediante fucilazione nella schiena se, trattandosi di cose diverse dei monumenti ecc., derivò un qualunque danno alla milizia o allo Stato; è da 15 anni di reclusione ordinaria ai lavori forzati a vita (ergastolo) se non si verificò il danno di cui sopra, oppure se tale da,;ino riguardò monumenti , collezioni artistiche, ecc.; ed è da t a 5 anni di reclusione militare, se, trattandosi di monumenti o collezioni artistiche, il danno non superò le L . 500. Incendio a bordo. Uno dei più gravi pericoli che può correre la nav·e durante il combattimento è l'incendio. Per tale ragione vengono accuratamente predisposti in tutti i locali mezzi opportuni per la rapida estinzione degli incendi. Una tubolatura speciale, alimentata da pompe a vapore che pescano dal mare, corre per tutta la nave spingendo le diramazioni in ogni locale. Ogni estremità della diramazione rappresenta una bocca a incendio, che viene segnalata con apposito cartello. L 'equipaggio è tenuto addestrato con uno speciale esercizio, che si chiama posto di incendio, secondo il quale ogni marinaio riceve una destinazione speciale corrispondenLe al proprio normale incarico, cannoniere, fuochista, ecc. Per segnalare il posto di incendio si suonano le campane di bordo a stormo, e in tal caso

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ogni individuo interrompe subito il proprio lavoro per correre al posto assegnatogli. Durante il combattimento esistono squadre di marinai comandate da sottufficiali e poste agli ordini diretti del co• mandante in 2•, le q uali hanno l'incarico di portarsi immediatamente 1tei luoghi ove si svilupparw gli incendi per domarli, mentre il resto della gente continua a combattere. Ogni nave ha inoltre una forte dotazione di cs_tìntori, basati su principi chimici, nonchè di apparecchi _per i fumi intensi. Per molti loca li è previsto che durante il combattimento siano senz'altro aperti gli sbocchi da incendio lasciando che l'acqua corra liberamente sul ponte.

Incetta. Alle forniture dei generi e dei materiali occor• renti al! 'Esercito, sia per l'alimentazione, il vestiar io ed il casermaggio della truppa, sia per i bisogni propri dell ·organismo bellico, l'amministrazione mii. provvede secondo le disposizioni e le formalità della legge di contabilità generale e per l'amministrazione del patrimoniÒ dello Stato. Taii diversi procedimenti comprendono: l'asta- pubblica, la licitazione privata, la trattativa privata e l'acquisto ad economia, cioè senza alcuna formalità contrattuale. Altro sistema che l'amministrazione attua in determinate circostanze per la provvista d i materiali o di generi concernenti la difesa milit. è quello denominato dell '/., che può eseguirsi sotto la forma della libera contrattazione o della req uisizione. Può dirsi però che l'!. si accompagni quasi sempre con la requisizione, e ciò allo scopo di ottenere concreti e vantaggiosi risultati. Il metodo della requisizione trova la sua giustificazione nel canone fondamentale .del pubblico interesse e nella preminenza delle necessità collct• tive su quelle individuali. Poichè col sistema del!'/. l'amministrazione si presenterebbe sul mercato soltanto come un qualsiasi privato acquirente, cosl ad esso si unisce la veste dell'atto di imperio quando concorrano determinate circostanze. Durante la grande guerra l'amministrazione ricorse largamente a tale sistema coattivo di provvista i n base alla legge n. 273 del 21 marzo 1915, sia per assicurarsi le merci occorrenti, sia per porre un limite alla ascesa dei, prezzi che un regime d i completa libertà commerciale nelle condizioni anormali dello stato di guerra facilitava ed inco· raggiava. L'ammin istrazione potè così procurarsi con atto di imperio le derrate, i materiali, gli immobili ed anche la prestazione di opere personali, per il funzionamento dei suoi servizi. Alle prcstazio;ii, somministrazioni ed occupazioni coattive deve corrispondere però una indennità ragguagliata al giusto prezzo, - che per le merci, per esempio, può valutarsi sulla base delle quotazioni di mercato correnti sul luogo o desunte dalle mercuriali o accertate presso gli enti locali. Durante la guerra però a tale criterio fu sostituito, in dipendenza dell 'inasprimento delle difficol tà economiche, quello della determinazione da parte dell'autorità governativa dei prezzi massimi, rivedibili e non immutabili nel tempo e suscettibili cli riduzione in base allo stato della merce all 'atto del ritiro . Quando il sistema del!"!. si accom pagna con quel lo della requisizione richiede una serie di provvedimenti e di ope• razioni complesse, a llo scopo di ottenere una giusta perequazione in tutto i l territorio nazionale, quali denunzie, precettazioni, fermi, fissazione dei prezzi, ecc., oltre ad una ben oculata organizzazione di personali e di mezzi a seconda della vastità e dell'intensità nello spazio e nel tempo delle robe da provvedere per contemperare g li interessi dell'amministrazione con quelli del commercio e dei


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singoli detentori delle merci. Cosi, per le I. :: requisizioni mii. durante la guerra furono costituite numerose commissioni, per ciascun genere o per gruppi cli generi da incettare, con particolare organizzazione e gerarchia tecnicoammìnisrrativa, commissioni che in parte operarono .,ucccssi,·amente per i bisogni della popolazione civile man mano che la politica annonaria dello stato di guerra si rendeva sempre più unitaria e vincolativa.

I nchiodare. Cosl diccvasi l 'operaz ione del piantare un chiodo nel focone dei pezzi cli artiglieria ad avancarica, per renderli inut,lizzabili al fuoco. Dicevasi anche piantare: trovasi talvolta detto daì nnsrri buoni scrittori arti• glierie piantate, per 111chioda1e. Tale operazione veniva eseguita quando, dovendosi ritirare la truppa per l'incalzare del nemico, e non essendo possibile ponar via con sè i pezzi cl 'artig lieria, si mellcvano questi in condizioni di essere inservibi li al nemico. L 'operazione oggi sì fa invece coll'asportar,: una parte essenziale dcll'ouuratorc, disperdendone le altre parti. In caso di frella, si r icorre anche al tiro con pistola o con fucile cont ro e dentro al meccanismo di ot1ura1.ione, così da guastarne le parti: questo sistema s_ervc bene cd è sollecito, per le mitragliatrici. Il ripiego di I. i canno ni, per non farl i cadere in mano al nemico prontamente utilizzabili, risale alla metà del sec. XV. Inci sa (Bdbo) (ant. Tntercis(I). Comune in prov . di Alessandria, sulla d r. del Bclbo, e su al ta collina. o·anrichissima fondazione, era già, ai tempi di Roma, importante tappa della via Flaminia. Ebbe un castello fino dal scc. Xli. I marchesi cl'/. furono alleati di Asti e di Alessandria nel 1197 contro i marchesi del Monferrato, e più volte murarono le lo ro alleanze, partecipando alle varie guerre medioevali nella regione, specialmente alle contese tra Guelfi e Gh ibell i11i, generalmente tenendo per quc~ti ultimi. L e ultime Io ne di/. appartengono a l scc. XVI, quando, nel 1514, i marchesi del Monferrato assalirono il castello e lo fecero crollare mcdianlc una grossa mina, ster minando poscia i difensori superstiti. Incisa (Raimondo d,). Condottiero del scc. XVI, e nel viccrè di Napoli. Fu nominato da papa Giulio II co-

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mandante supremo dell'esercico pontificio, e di quelli di Venezia e della Spagna, nella guerra contro Alfonso d'Este duca di Ferrara. Vinta quella guerra, passò ai servizi del l'imperatore d'Austria.

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a tutte le guerre per l'indipendenza e alla guerra di Crimea del 1856. Nel 185i comandò la scuola di Camcria.

l11ciJa di Camerona (come u1ig1). Generale, n. a '.\:11.1a, m. a Saluggia (1818-1886). Sottol. di cavalleria nel 1837, passò poco dopo nei carabinieri. Partecipò a lla camp:igna del 18~8, meritandosi la menzione onorevole. Colonnello nel 1861, comandò In legione allievi carabin ieri. Magg. generale nel 1868 venne addetto al comitato della sua arma. Nel 1878 andò in riserva e fu promosso ten. generale.

!ncisa Camerona A.

Incisa Rocchetta A.

Incisa di Camenma (marclicsc Alberto). Generale, n. a Piana (Savona) m . a Torino (1845-1913). Sottol. cli cavalleria nel 1867, raggiungeva il grado di colonnello nel 1891 al comando del regg. Vittorio Emanuele, e di generale nel 1897, al comando della 1& brigata di cavalleria. Aveva partecipato alla guerra del 1866 e alla campagna del 1870. Nel 1902, ten. generale, comanùò la divis. di Pa dova, e od 1909 il VII e poi il VI· c. <l'A . Andù a riposo nel 1910. Incisa della Roccheua (marchue Giovanni). Generale. n. a /vulano, m . a Torino (1824-1888). Sollot. al servizio austriaco nel 1846, ,i recò nel 1848 in Piemonte divenendo sottot. rli cavalleria. Combatti: nel 1849 e nel 1859 meritan• dosi la croce cli cav. dell'O. M. S. alla Ma,lonna della Scoperta. Colonnello nel 186r, comandò il regg. Savoia che guidò nella guerra del 1866, ottenendo la croce cl 'ulf. dcl1"0. M. S. Magg. generale comandante la 2 8 brigata di Inciso Rocchetta G cavalleria nel 1873, fece parte sino al 1881 del com i1ato delle armi di linea. Nominato ten. generale e ispeuore ge.n . del_la ca valleria , nel 1881. andò in P. A. nel 1887. hicisr1 della Rocchella (Alberto). Generale, n. a Milano, m. a Torino (1827-1913). Sottotcn. di fanteria nel 1849, raggiungeva il grado di magg. generale nel 1889, partecipando a tulle le guerre per l'indipendenza d 'Italia (1848 -70).

Incisa Beccaria L.

Incisa Cnmcrana L.

Incisa Becrnria di S. Stc/0110 (L11ig1). Generale, n. ad Acqui nel 1813. Sottoten. di fanter ia nel 1833, raggiungeva il grado di colonnello nel 1859 al comando dd r O regg. granatieri, e ir grado di rnagg. generale nel 186o. Partecipò

Incitamento alla r esa (art. 91 C. P. E., e 89, 90, 91 C. P. M ~ M.). Consiste nel fatto del militare che, durante un combattimento e senza ordine del comandante, griderà di arrendersi o di cessare il fuoco. Pena : eia ro a 20 anni di reclusione militare. Nel C. P. M. M. (art. 89) è contemplata la figura speciale dell 'ammainamento della bandiera, che coincide colla resa. In qucsrn ipotesi, l 'i11d ividuo che ammaina la bandiera è punito colla pena di morte.


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Inclinazione (delle artiglierie) . È l'angolo che la bocca da fuoco fà con l'orizzonte. Nei primi secoli si eseguiva me• diante una sorta di alzo, detto " scolctta », che serviva an· che per correggere le deviazioni. V. Puntamento e Tiro .

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di viveri, provviste e m unizioni. Questo obbiettivo rimane ancora oggi come obbict1ivo secondario, ma molto prossimo a quello principale di esplorazione. Un T. deve avere buona velocità, ampia autonomia, attitudine a tenere lungarnente i l mare, facilità di manovra.

A seconda dei compiti per i quali è costruito , si può distinguere in tre classi : incrociatore leggero; incrociatore protetto; incrociatore corazzato. L'incrociatore leggero è di piccolo tonnellaggio, intorno alle 5000 ton nell ate, ed accompagna e fa da guida alle squa-

Incrociatore corazzato germanico

Inclinazione di grosse artiglierie navali

Incoronato (A11tonio). Generale, n. e m. a Napoli (1838-1915). Souoten . d 'art . nel 1861, raggiungeva il grado di generale nell'arma nel marzo 1898. Incorporare. Diccsi comunemente, nella terminologia mi!., cli soldati, corpi, reparti di milizia, che si congiungono ad un altro corpo formandone uno solo . Così la voce l. usasi per indicare l'assunzione a ~olo in un <lato corpo o reparto delle reclute allo stesso assegnato. Esse vengono incorporate, cioè immesse nel corpo, di cui divcotano parte integrante. Analogamente dicesi per militari richiamati dal congedo, o passati da un corp6 ad un altro quali complementi, o per la costituzione di nuove unità. Incrociare (i fuoch,). Sign ifica disporre le artiglierie, le mitragliatri,ci o anche le armi portatili , in modo che, sparando obliquamente rispetto alla dire11rice del tiro, le traici• torie vengono ad intersecarsi con un certo angolo sopra un dato punto a ~ isa di croce, allo scopo di poterlo battere con maggiore cflicacia.

d riglie di caccia torpediniere, sia nelle scorrerie coniro il commercio nemico, sia nella protezione e avv icinata della floua contro le unità similari dell'avversario. L'incrociatore protetto è di dimensioni un po' maggiori del leggero, ed /: fornito cli un ponte di protezione che gli conferisce una maggiore invulnerabilità . Ha del resto com p iti del tutto analoghi al precedente. L 'incrociatore corazzato, o incrociatore da battaglia, ha dimensioni molto prossime a quelle della nave da battaglia. Ne differisce soltanto per avere una maggiore velocità (dalle 25 alle 30 m iglia orarie) velocità che gli viene con[erita a scapito della sua corazzatura e del suo armamento di artiglieria, che, in generale, sono un poco inferiori a quelli della nave òa battaglia. .7

Jncrociatore corazzato francese

·, pn m1 rncroc ,aton corazzati sorsero 111 Inghilterra nel 1883. Avevano un dislocamento di 8400 tonnellate, una velocità di J7 miglia, ed erano armati con quattro cannoni da z34 mm. e <licci da 1 5 2 m m. Si chiamarono « lmperiuse » e « Warspite » . Furono riprodotti ben presto, aumentando sempre leggermente in dimensiooi, tanto che nel 1905 l'Inghilterra ne possedeva 48. Il più antico incrociatore corazzato francese è il Dupuy De Lome, varato

nel 1890. Il primo incrociatore italiano fu il « Ma rco Polo » , q1esso in cantiere nel 1890, che aveva uno spostamento di 4600 tonnell ate e una corazzatura d1 dieci cemimetri; era armato Incrociatore leggero inglese

con sei cannoni da 152 n1m . e dieci da 120, ed aveva una velocità di 19 miglia.

Incroci atore, Rappresenta per le Rotte moderne quello che nella marina ve lica eraJJO le fregate, ossia gli occhi della flotta. I primi I. sorsero in America durante la guerra di Secessione, e ebbero l'obbiettivo di òistruggcre il commercio ma}ittimo del nemico o impedire l'arrivo per mare

Durante la guerra mond iale la Germania impiegò i suoi /. leggeri isolatamente negli Oceani, per danneggiare il commercio inglese: sono rimaste celebri le gesta dcll'Emden, òel Leipizg, del Dresden, del Kiinigsberg, ccc. La Germania impiegò pure i suoi g randi T. corazzati, di 26 mila tonnellate, per eseguire bombardamenti contro la costa inglese


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i1sla dt pia11h -

1'1a11q di .5/1va

Incrociatorc: corazzato

sperando di attirare alla battaglia formazioni parziali della flotta inglese. Le principali battaglie marittime avvenute durante la guerra Mondiale sono state combattute da incrociatori: Corone!, Falkland, Doggcr Bank; ed anche la maggior parte della battaglia dello Jutlaud nou è che uno scontro parziale e continuato fra la squadra degli l. da battaglia che precedeva la flotta inglese e quella <legli l. da battaglia che stava innanzi alla flotta d'alto mare germanica. In base al trattato di Washington è sorto un nuovo ùpo di !. corazzato (oppur no) che ha preso il nome <li « incrociatore standard », essendosi le cinque maggiori potenze marittime del mondo: Jngh1lterra, Stati Uniti, Giappone, Francia, Italia, accord~te a non costruire l. di dislocamento superiore alle 10 mila tonnellate (escluso il carico di combustibili, viveri e munizioni}, armato con cannoni di calibro non superiore al 203. !!: sorto in questo modo un tipo di I. largamente riprodotto da tutte le marine del mondo, armato con 8-10 cannoni da 203, protetto da una corazzatura da 7-10 centimetri, avente una velocità di 33-37 miglia orarie, ottenuta per mezzo di appa1ati motori, la cui potenza va dai 100 mila ai 150 mila cavalli. Ciascuna marina ha cercato di ottenere, nelle 10.000 tonnellate, i massimi coefficienti di velocità, armamento, difesa.

lncroc1atore (Igiene navale). La principale caratteristica degli l. dal punto di vista dell'igiene è la mancanza di sopracostruzioni, per cui la coperta è sgombra e lo Stato maggiore e l'equipaggio dispongono di una vasta superficie dove trattenersi all'aria aperta; per contrario, i locali di abitazione per l'equipaggio sono sopra/follati. La ventilazione artificiale ha grande estensione, e tutte le applicazioru igieniche sono fatte con cura speciale: bagni, latrine, cucine, forni, celle frigorifere, ecc. lncrociawre-torpcdinicre. Nome dato a un tipo di nave del dislocamento di circa 1000 tonn., verso il 1890 (es. l 'Iridc) armate con cannoni di medio e piccolo calibro e ,on lanciasiluri. Incrociatore aereo. È stato cosl chiamato in Inghilterra l'idrovolante polimotore da adoperarsi in servizio d'esplorazione d'alto mare e in navigazione di crociera. I suoi requisiti sono : grande raggio d'azione; motori otùmi; grande portata rispetto alla potenza; buone qualità marine dello scafo che permette la navigazione io caso di ammaraggio; bassa velocità di crociera in modo da rimanere lungamente in volo; equipaggio sufficiente per due turni.

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Incrociatore • standard •• tipo WasbinRton


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Jncrociator,: ausiliario (V. anche Ausiliaria nave). Gli I. ausiliari, oltre ad una buona velocità (in genere intorno alle 24 miglia) han no anche un'a fortissima economia, potendo riemp ire di combustibile tutte le stive che normalmente servono per il traffico ed avendo a bordo. tutta la dotazione dei

Incrociatore corazzato inglese

viveri cb1e normalmente servono per qualche migliaio di passeggeri. L'armamento degli I. ausiliari è in generale di 6 od 8 cannoni da 152 o da 120 mm . t difficile salire al disopra di questo calibro perchè i cannoni di maggiore dimensione hanno bisogno di installazioni in torri coraz.zate, che non è possibile mettere a bordo con sistemi di ripiego. L'/. ausiliario può solcare gli Oceani e rimanere molti mesi lontano dalle coste. In questo modo sono stati impiegati alcuni piroscafi germanici al principio della grande guerra. L'Italia ricorse a tale impiego durante la guerra l talo-T.urca, per i posti di osservazione sulla. costa Libica. L '/. ausiliario non è che lirl succedaneo della antica nave di corsa, che veniva armata con speciali patenti per disturbare il commercio avversario.

Incrociatore ausiliario

Incrociatori del deserto. Denominazione data durante la guerra di Libia ad autoblindate mun ite d i mit ragliatrici.

,Incudine. Così venne chiamata quella parte del bossolo metall ico delle armi da fuoco portatili a retrocarica, su cui la capsula appoggia col fulminante. Col! 'urto della punta del percussore sulla capsula, la resistenza prodotta dall'incudine contro il fulminante fa determinare l'accensione di ques to, ed in conseguenza della carica. Vi sono in uso due specie di incudini : una fissa, alla « Berdan "; una mobile, alla « Boxer ". Incursione. Invasione in territorio nemico od occupato dal nemico, a llo scopo d i danneggiarlo quando e come possibile. Può essere fatta con corpi celeri o con mezzi aerei, o anche, sulle coste, con forze navali.

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Indegnità militare (art. 4 e 5 C. P. Es., 3 e 4 C. P. M. M.). L 'indegnità non è una pena in senso proprio, ma bensì un 'incapacità perpetua di diritto amministrativo, derivante da condanna penale, e consegue soltanto alle condanne infli tte in contraddittorio. Essa si avvera di pieno diritto, senza che occorra una speciale dichiarazione nella sentenza di condanna, e deve essere rilevata e dichiarata, agli effetti amministrativi , dalle competellli autorità comunali e prefettizie e la deliberazione / deve essere confermata dal Ministero ddl'Interno. Le pene che producono, come effetto, l'indegnità del condannato di appartenere alla milizia sono : r 0 la morte col mezzo della fucilazione nella schiena; 2° i lavori forzati a vita (ergastolo); 3° i lavori forzati a tempo (reclusione ordinaria da 10 a 20 anni); 4° la reclusione ordinaria (da 3 a ro anni); in questo caso deve però essere accompagnata con l 'interdizione perpetua dai pubblici uffici; 5° la degradazione m ilitare ; 6° la destituzione. I ndelta. Ant. ist ituzione mii. svedese, risalente a Carlo Xl , io base alla quale i prop rietari fondiari dovevano fornire allo Stato un determinato numero di soldati a piedi e a cavallo, provvedendo al loro mantenimento. A tale scopo il territorio sottratto da Carlo nel 1680 alle manomorte ecclesiastiche , fu destinato a militari, in proprietà pm o meno grandi : le grandi dette « rolc » , le piccole « bostelle » . Lo Stato provvedeva all'equipaggiamento. Ogni tanto i soldati venivano ch iamat i per istruzione e il loro servizio - in quella forma di accantonamento - durava sino ai 50 anni. L'/. era completato dall'extrarothering, contribui.ione volontaria di proprietari fondiari non compresi nella riforma sopra detta. Io tutto - dopo i l 1815 - le truppe dei due sistemi detti formavano 4 regg. di cavalleria e 23 di fanteria su due battaglioni. Indennità. Compenso fisso o saltuar io p revisto e stabilito da precise norme di regolamento per servizi, posi.zioni, cariche e segni particolari a carattere continuativo od eventuale. Assai numerose sono le / . contemplate dalle disposizioni in vigore, ma tutte hanno lo scopo comune di dare un adeguato compenso a chi esplichi attività, o sopporti disagi e fatiche o spese maggiori di quelle ordinarie, ovvero rivesta cariche e gradi di speciale importanza o responsabilità. Le varie forme di /. possono venire r aggruppate in due distinte categorie: a carattere fisso, ed eventuali. Appartengono alla prima categoria : l'/ . m i!. per ufficiali; speciale degli ufficiali e sottufficiali dei CC. RR. , R. G. di Finanza, capitanerie di porto; quella cavalli; quella d i carica (oggi più propriamente chiamata assegno per spese di rappresentanza) quella di volo per mil. della R . aeronautica; quella professionale agli ufficiali confermati o t rasferiti nel corpo del genio navale, ecc. Appartengono alle I. eventuali: quella per viaggi di servizio; quella per servizi e posizioni speciali (servizi all 'estero; di -missione; I. di presid10; spese di rappresentanza alle manovre; I. per la prima p rovvista di cavalli; per la perdita di cavalli; di servizio agli ufficiali delle truppe da montagna; agli ufficiali ed impiegati dei depositi allevamento cavaili; assegno di m antenimento per ufficiali ed impiegati senza stipendio; supplemento all'indennità di tes6monianza ; /. per guardahatterie, guarda selleri~, ecc.; I. per sottufficiali addetti alle wglietterie mi!. ecc.) I . per spese d ' alloggio.


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La materia delle l, cosutu,sce parte notevole cd impor• tante dell'amministrazione mii. e l 'applicazione di essa è regolata da norme precise e particolareggiate, al fine di evirare abusi od errori a danno d~i singoli. Le principali e più comuni /. contemplate dai Regolamenti sono: quella di accanto11flmemo, dovuta alle truppe distaccate in località di alta montagna, io considerazione delle maggiori spese e dei disagi derivanti dalla vita in montagna ; quella di carica, detta « assegno annuo per spese di rappresentanza », prevista per i gradi alti, sino a quello di colonnello e gradi corrispondenti; quella di marcia, dovuta alle truppe che marciano Rer qualsiasi motivo, e alle truppe in manovre, esercitaz ioni, ecc.; quella d, missione, per ufficiali o u. di truppa in ser\'izio isolato; quella di presidio, per servizi che non richiedano pernottamento fuori della residenza; quella specittle per ufficiali, di tutti i gradi, annua ; quella ca(l(ll/i, per gli ufficiali che hanno diritto a razione foraggi per i loro cavalli; quella di pubblica sicurezza, dovuta alle truppe impiegate, su richiesta dell'autorità politica, in servizio d'ordine pubblico o per disastri; quella di tramutamento, per le famiglie di ufficiali o sottufficiali trasloc:11i di sede; quella di volo, dovura al personale navigante della R . Aeronautica: essa è dovuta al personale navigante che riveste una delle seguenti qualifiche aeronautiche : pilota, ufficiale di bordo di dirigibile, osservat re dall"aeroplano, quando sia in attività ài volo; è la sressa _per qualsiasi grado.

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con la diminuzione della potenza portoghese e l'affermarsi di quella olandese. Ma per poco, chè Francesi e Inglesi alla loro volta avevano compiuto spedizioni e creaco !attorie e colonie: gh Inglesi approfittarono delle guerre del sec. XVIII per battere gli Olandesi e cacciarli dal!'/. soppiantandoli completamente, e per tenere in freno i Francesi, riducendoli a possedimemi assai limitati. La compagnia olandese delle /. fu sciolta nel 1808 dal re Giuseppe Buonaparte. Gli Inglesi avevano costituito nel 16oo la loro famo,:i « Compagnia delle Indie ", con privilegi simili a quelli dcli 'omonima olandese . Fu questa compagnia che a poco a poco, lottando coi rivali europei, si assicurò quasi interamente il possesso di una regione vasta come l 'Europa. I Francesi avevano imitato Olanda e Spagna creando una « Compagnia delle Indie» (1664): nelle lunghe lotte contro gli Inglesi ebbero la peggio, e il trattato di Parigi del 1736 li restrinse in pochi ce11tri della cosca del Coromandcl: la Compagnia cessò di esistere. Gli Ing lesi ,ostennero lunghe lotte contro gli Indi, spo gliando parecchi principi dei loro possessi, e altri mantenendo al potere solo nominalmente: nel 1773 il governo inglese incominciò a partecipare all 'ammin istrazione del-

India. Vasta penisola a mezzogiorno dell'Asia, protendentesi sull 'Ocewo Indiano, in grandissima parte costituente l'impero anglo-britannico dell'India, o Indostan. Fu da tempi preistorici abitata dagli Indi, provenienti dall'altipiano del Pamir; essi soggiogarono una precedente popolazione probabilmente di razza carnitica. Quando Alessandro penetrò nel!'/. per conqu1sta.rla, gli abitanti avevano già una organizzazione militare; essi combattevano a grandi masse, disponendo di fanteria, ca,•alleria, carri falcati, elefami montati da saettatori. Le loro armi o/Tensive erano manesche, o da gitto con l' arco, e quelle difensive consistevano in elmi e corazze. Già divisi in caste, era la seconda quella dei guerrieri, dediti al mestiere delle armi. Alessandro vinse sul! 'Ida.1pe il re Poro, ma poi dovette ricirarsi, e dalla sua morte (323) in poi rari contatti ebbe l'Occidente con quella regione. I Romani allacciarono rap• porti puramente commerciali. Verso i l 1000 l'/. cadde in potere dei Gasnavidi che vi introdussero la religione maomettana e governarono sino al 1184, essendo stati sostituiti da dinastie locali . Nel 1398 i Tartari di Tamerlano domarono il paese dopo una lotta sanguinosa: partito il conquistatore, l'/. rimase divisa in una serie di staterelli nominalmente dipendenti dall'imperatore di Delhi, il quale fu abbattuto da Bender, discendente di Tamerlano, nel 1526. 1 primi europei che posero il piede ncll' /. furono i Portoghesi, che ,·i stabilirono, su!le coste, stabilimenti commerciali. Il comandante delle forze portoghesi nell'I. ebbe titolo di viccrè: vennero fondate fortezze, tra le quali acquistò importanza quella di Coa, e sostenute lotte in mare e in terra contro principi indiani.

Ai Portoghesi seguirono gli Olandesi, che nel i602 fondarono la « Compagnia delle Grandi Indie "; ad essa il governo olandese concesse il diritto di mantenere eserciti cd armate, di fabbricare fortezze, di occupare territori, di far pace e guerra . La Compagnia entrò ben presto in lotta coi Portoghesi, soppiantandoli in varii luoghi, e nel 1657 fu guerra dichiarata, che durò per quattro a~ni e si chiuse

Stnto Magiriorc delle truppe indiane in Francia (1915)

l'India, con la nomina di un governatore. ~el 1778 nuova guerra contro i Francesi, che perdettero quanto era loro rimasto, ma lo riebbero con la pace del r783 e lo conscr• varono anche dopo le guerre napoleoniche. Nel 1834 il grande pos.csso dell"India passava alla Corona britannica, la quale lo consolidava cd ejtendcva. La guerra più grave che l 'Inghilterra dovette sostenere fu quella dctcrrniMta dalla rivolta dei Cipays nel 1857-58. Scoppiata il 9 maggio a Mirut, si estese r.1pidamcnte e diede luogo a massacri d i ufficiali e di funzionari: non vennero risparmiate neppure le loro famiglie. I rjbcili ebbero in Delhi la loro capitale e misero in piedi un forte esercito, che per u 11 anno rcsistene agli Inglesi. Questi riuscirono dopo una lotta senza quartiere a domare la ribellione e da quell'epoca, smo ai giorni nostri, la quiete interna- non fu più turbata. Kcl 1877 la regina Vittoria assunse il tiro1o di imperntrice delle Indie, e il paese assunse il nome di impero anglo-indiano, governaro da un vicerè. L'/. ha dato considerevole appoggio di truppe alla _Gran Bretag na durante la guerra mondiale: specialmente tali truppe furono adoperate in Egitto-Siria, in Mesopotamia, nei Dardanelli.


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I sentimenti di naz.ionalità determinarono dal princ1p10 di questo secolo un movimento per l'indip endenza del!'/. che nel 1919 portò alla Costituzione concessa dall'Inghilterra. Fu allora eletto un Parlamento ind iano, di cui il ramo corrispondente al Senato era sostituito da un Consiglio di Stato, e. fu promesso agli Indiani che avrebbero potuto raggiungere la condizione dei « Domillions ». Ma ciò non accontentò l'opinione pubblica indiana, che incoraggiò sempre più il movimento per l'indipendenza. I par. tigiani di questo, si sforzano (1930) di eliminare i contrnstì religiosi e quelli di casta, avendo alla testa nella loro battaglia Gandhi. L'esercito indiano è costituito da volontari e comprende: Forze inglesi regolari - Forze indiane regolari - For:,c ausiliarie - Forze territoriali indiane - Riserva dell'esercito indiano Forze dei vari Stati indiani. Le grandi

Indiano al mei·ito. Ordine ca"alleresco, creato dall'Inghilterra per ricompensare i servizi prestati da Indiani al-

India inglese

Impero delle Indie

Indiano al merito

l'Impero, nelle armi o in altri campi. Comprende tre classi. Tttdia (Stella della). Ordine cavalleresco creato dall'ln.ghiltcrra nel r86r, desti nato a premiare i sudditi inglesi pec guerre combattute ncll' I. Comprende tr~ classi. India Fra11cese. Comprende Kmq. con 300.000 ab., capol. Poncitchéry, sulle coste della penisola indiana. Questi possedimenti, separati fra loro in piccoli territori, rappresentano i resti dcll'.antico vasto possesso dei Francesi in quella regione, perduto nelle lunghe lotte contro l'Inghilterra. È am1ninistrata da un governatore, assistito da un Consiglio generale . 500

Truppe indiane (1927)

unita sono: 22 brigate di fanteria e 4 brigate di cavalleria. Le forze regolari comprendono 45 bgl. di fanteria; 5 regg. di cavalleria; artiglieria : 1 brigata a cavallo, II brigate da campagna, I brigata di rinfono, 6 brigate someggiate, 2 brigate di medio calibro, 3 btr. di artigl. pesante, 1 bri• gata di front iera da posizione; genio, elenienti vari. Le forze indiane regolari: 20 regg. di fanteria; I regg. di pionieri; r bgl. di pionieri autonomo; rn regg. di Gurkhas, 8 cp. di automobili blindate, servizi. Gli effettivi comprendono 4\05 ufficiali inglesi, 3589 uff. indiani, 56.115 u. inglesi di truppa, e 169.843 ind iani di truppa. Inoltre circa 30.000 uomini di polizia. Le forze aeree ammontano a 2 squadriglie da bombardamento e 4 squadr. da ricognizione; con un totale di 72 velivoli di 1' linea e 42 di riserva. Forze navali. L'India ha una « Marina reale indiana» composta semplicemente di 6 piccole u nità: una proposta per la creazione di ui1a marina indiana sul tipo di quelle dei « Dominions » inglesi è stata respinta nel 1928 dal Parlamento mdiano. India Inglese. Ordine cavalleresco fondato nel 1838 dall'Inghilterra e destinato unicamente agli ufficiali dei cipays. Comprende due classi. Indie· (Ordine dell'impero delle). Ord ine cavalleresco creato nel 1878 dall ' Inghilterra e modificato nel 1886 e nel 1887. Comprende una sola classe, ed è conferito a sudditi inglesi per benemerenze acquistate servendo nell 'esercito anglo-indiano.

Indie Qlandesi (od Orientali). Comprende i -hsti posseStella d'India dimenti olandesi nel Mar della Sonda, ossia la Nuova Guinea occidentale, parte di Borneo e di T imor, le isole di Sumatra, Giava, Celcbcs, le Molucchc e molte altre; un dominio di guasi 2 milioni di Kmq. con 38.000.000 di abitanti. Gli Olandesi soppiantarono qui.vi i Portoghesi e gli Spagnuoli, che per i primi vi si erano insediati (1594-1600). L'Inghilterra se ne impadronì durante le guerre dell 'Impero francese, quando l'Olanda era regno sotto il controllo di Napoleone I, ma le restituì co11 i trattati dì pace del 1815. Il governatore generale delle I. O. risiede a Batavia ed è anche comandante delle forze armate di terra e di mare. Piccole gue.rre gli Olandesi dovettero sostenere con gli indigeni, e talvolta domarvi rivolte dei medesimi. Flotta delle Indie Olandesi. Comprende gli incrociatori leggeri moderni Java e Sumatra, di 6930 tonn. e 30 nodi d i velocità; due cannoniere moderne e due antiquate; due posamine e varie navi minori d'uso locale. India Portog/1ese. Comprende 3600 Kmq. e 600.000 abitanti, e, come quella fra ncese, rappresenta il resi.duo dei vasti possedin1enti che ìl Portogallo ebbe nella regione, e che perdette per opera degli Olandesi, a loro volta soppiantati dagli Inglesi. Indicatore generale militare, Annuario mii. che precedette in Piemonte (avanti il 1854) l' « Annuario mili-


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tare ,, vero e proprio. Era compilato da privati, ciò che avveniva anche nel regno di Napoli.

I ndigeni (Reparti). Unit.'i militari delle varie armi costituite nelle colonie con clementi indigeni, nativi cioè delle colonie stesse. (V. Coloniali truppe). I ndipendenza. Corvetta varata nell'arsenale di Venezia durante la dominazione Austriaca col nome « Lipsia », e così ribattezzata nel 1839 dal Governo provvisorio di Daniele Manin. Indipendenza. Trasnorto di 2• classe a ruote, costruito a Glasgow (varato nel 1850) ed ivi acquistato dal governo sardo: lunghezza m. 57,70; larghezza 7,30; dislocamento tonn. 6oo; equipaggio 98 uomini. Nel 1866 prese parte alla battaglia di Lissa. Radiato nel 1870. lndipenden:a d'Italia (Campagna del 1815). Appartiene nominalmente alle campagne per l'/. d'Italia anche quellu cbe Re Murat inuaprese nel 1815, con la speranza di salvare il regno. Fu nel suo proclama di Rimini (30 marzo) che Murat chiamò all'armi tutti gli Italiani « per !'indi• pendenza dell'Italia "· Riuscl a mobilitare soltanto 35.000 u. con 56 cannoni e si avviò verso l'Alta Italia, mentre Ferdinando IV dalla Sicilia attendeva con l'appoggio degli Inglesi padroni del mare - il momento favorevole per rioccupare lo Stato di terraferma. Murat aveva ordinato il suo piccolo esercito su 3 divis. di fanteria di linea, una di cavalleri a e una di fanteria della guardia, senza riserva d'artiglieria. li 28 marzo iniziò le operazioni e marciò dal Mctauro, dove aveva radunato la divis. di li nea, su Bologna, avviando in Toscana la Guardia, per cacciarne il gen. austriaco Nugent. Sul Panaro, la 1& e 2a divis. battevano il 4 aprile un corpo austriaco agli ordini del gcn. 13ianchi; i Napoletani

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si spingevano sino a Reggio e a Ferrara, ma subito dopo, di fronte ali 'arrivo di rinforzi austriaci (che in tutto sommarono a 55.000 u. con 64 cannoni) iniziarono la riùrata, mentre la Guardia dalla Toscana scendeva a 17ano. Gli Austriaci si disposero ad incalzare i Napoletani, seguendo con un corpo (Ncippcrg) il Murat, e un altro (Bianchi) inviando in Toscana, dove il Nugcnt aveva ev itato di impegnarsi con la Guardia napoletana, più forte di lui. Dopo un piccolo scontro sul Ronco, Murae si riu ,ì, ad Ancona (29 aprile). li combattimento di Toh·11tmo (3 maggio) conuo truppe del Bianchi che dalla Toscaua tendevano ali' Adriatico per dar la mano a quelle del Neippcrg, fu l'ultimo, e sfortunato, avvenimento della campagna. Frattanto a Napoli l'ammir. inglese Campbcll a,cva co• stretto la regina a cedergli Aolla e arsenale. Murat continuè, la riùrata; la sua prima ùivis. sostenne un b reve combattimento di retroguardia a Castel di Sa11gro, ma ormai l'escr• cito si sfasciava, tanto che a Capua era ridot to (17 maggio) a soli 5300 fonti e 2500 cavall i: il 20 maggio, col trattalo di Casa!an;;a, Murat abbandonava il regno a Ferdinando l\' . Indìpende1m1 d'Italia (Campagna del r848). Dopo le cinque giornate milanesi, il maresc. Radet~ky, comandante dell'esercito austriaco in Italia, decise l'abbandono di Milano e la ritirata verso l'Adda. Vennero poscia sgombrate Venezia, il Friuli, il Trevisano, il Cadorine, il Bellunese e poi ancora Padova, il Polesine, il Vicentino. Il 23 marzo il governo provvisorio cli Milano annunziava a re Carlo Alberto In ritirata degli Austriaci e chiedeva il suo appoggio. Il 23 stesso fu dichiarata la guerra, e due avanguardie piemontesi avanzarono in Loml.,ardia, una su Milano (generale Bes) ed una su Pavia (generale Troui; dove giunsero rispettivamente il 25 ed il 26. L'esercito piemontese era così ordinato: Comandante supremo: S. M. il Re Carlo Alberto.

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Capo di S. M. : generale Canera di Salasco. I Corpo d'Armata: ten. gen. Bava, formato da due divisioni: r 3 (gcn. d'Arvillars) brigate Regina ed Aosta, regg. Genova Cavalleria e 3 btr. d'art. ; 2 3 (gcn. di Ferrere) brigate Casale cd Acqui, regg. Nizza cavàlleria, 2 btr. d 'art. , bgl. Real Nav i cd I bgl. bersaglieri. Il. Corpo d'Armat!l: tcn. gen. De Sonnaz, formato da duè divisioni: 3• (gen. Broglia) brigate Savoia e Mista, regg.

vano verso il Po e la squadra navale napoletana verso Venezia , il re di Napoli richiamò tutti indietro (15 maggio). Solo il gen. Pepe con 2 bgl., 1 compagnia genio cd 1 batteria continuò la marcia oltre Po. Inoltre il IO regg. fanteria, che era stato trasportato per mare a Livorno, si unì ai toscani.

d') Parmensi e Modenesi: Formarono un piccolo nucleo di volontari. e) Lombardi e Veneti: in Lombardia si organizzarono milizie con volontari e disertori dell 'esercito austriaco; esse erano però male addestrate, male armate e con inquadra• mento deficiente per quantità e qualità. In uguali, se non peggiori condizioni erano i volontari D PIEMONT[Sl,Vll.OIHARI_

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La manowa austriaca d'aggiramenLo (28 maggio , 848)

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I Piemontesi oltre il Mincio

Novara cavalleria' e 3 btr. d'art.; 43 (gcn. Fedcrici). brigate Piemonte e Pinerolo, 1cgg. Piemonte Reale cavalleria, 2 btr. d'art. e 2 bgl. bersaglieri. - Divisione d i Riserva: S . A. R. Vittorio Emanuele duca di Savoia ; brigate Guardie e Cuneo, brigata di cavalleria (rcgg. Aosta e Savoia) e 4 btr. d 'art. I rinforzi inviati dagli altri Stati italiani erano: a) Toscani: circa 6000 u. , inviati verso Mantova; metà regolari e metà volontari. Costituivano una div isione al comando del gcn. De Laugier.

b) Romani : 2 divisioni (Durando e Ferrari) di circa uomini l'una, la prima di regolari, l'altra di volontari., caldi di sentimento patriottico ~ a scarsi di addestramento, di disciplina e di inquadramento. Si raccolsero nel basso Po. e) Napoletani. Dei ;,.5.000 promessi da re Ferdinando ne furono inviati solo 14.000, al comando di Guglielmo Pepe e costituen ti 3 div.isioni. Mentre queste forze marcia-

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veneti, fra i quali migliori erano quelli delle Alpi (i cadorini con Calvi). In totale, le forze mobili dei Piemontesi sommavano, ai primi d'aprile, a circa 80.000 uomini, ~on roo pezzi d'artiglieria. Ad esse gli Austriaci contrapponevano una forza di circa 70.000 uomini, ordinati in 2 Corpi d'Armata; il I (generale Wratislaw) io Lombardia; il 11 (generale D'Aspre) nel Veneto. Il 29 marzo, re Carlo Alberto, alla testa elci suo esercito entrava a Pavia cd il 31 riprendeva l'avanzata verso l'Oglio, per Pizzighettone e Cremona. Sul detto fiume l'esercito sardo si schierò il 5 aprile, destra a Marcaria, sinistra al P. Vico ed un distaccamento 'l Castenedolo. Radetzky aveva in tanto proseguito la ritirata sin dietro il Mincio; grosso a Verona con occupazione di Peschiera, Mantova e degli sbocchi nella riva destra del fiume. Egli intendeva rimanere sulla difensiva, appoggiato alle fortezze del quadrilatero, per dar tempo ai primi bollori ciel popolo di raffreddarsi e per attendere i chiesti rinforzi. Questi giunti, avrebbe preso l'offensiva. Dopo la sosta all 'Oglio, re Carlo Alberto riprese la marcia verso il Mincio per impadronirsi dei passaggi del fiume; quivi ebbero luogo i primi scontri (Goito, 8 aprile, e Monwmbano-Valeggio, 9 aprile). Però contando le 5 divis. piemontesi, verso la metà d'aprile, solo 40. 000 uomini, giudica ti insufficienti per avventurarsi fra le fortezze del qua'-


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drilatero, fu deciso di sostare in attesa di rinforzi. Giunti i richiamati ed i volontari delle altre regioni d'Italia, il 26

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Dislocazione degli avversari alla vigilia di Custoza (22 luglio 1848)

aprile fu passato il Mincio ed il 28 dello stesso mese l 'esercito piemontese era così schierato :

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berto Lamarmora, s1 apprestarono a di.fesa dietro il Piave. Il gcn. Nugcnt, comandante dei rinforzi austriaci, passato l'Isonzo il 17 aprile, occupò Udine e, falta osservare la fortezza di Palmanova, difc_sa dai volontari italiani del gen. Zucchi (1500 uomini) avanzò sino al Piave, di fronte alla divis. Durando. Non reputando però impresa facile forzare direttamente il fiume, lasciò di fronte ai pont1fic1 una brigata, e col grosso sfilò per Scrravalle su Belluno e Feltrc, da dove poteva agire su! fianco e sul tergo dei Romani per la Val Brenta. Il gen . Durando, per parare tale minaccia , lascfata anch'egli una brigata al ponte della Priula di guardia al Piave, mandò il Ferrari verso Montebelluno e Cornuda per sbarrare la strada Feltre-Trcviso, ed egli stesso si portò a Bassano. Nugent, sconfitto il Fcrrari a Comuda, marciò su Treviso, costringendo i l geo . Durando a ripiegare prima su Cittadella e poi dietro il Brenta. Ma costretto poi dalle presssioni dell'opinione pubblica che non voleva abbandonata T reviso, il Dura11do si accostò per Mestre a questa città, lasciando così scoperto il Brenta. Ne approfittò subito il generale Thurn, succeduto frattanto al Nugcnt nel comando, e passò il Brenta a Fontaniva, dir igendosi su Verona. Il gcn. ·Durando si spostò allora per ferrovia a Padova e da qui a Vicenza, ma era troppo tard i. Il vecchio maresciallo austriaco, ricevuti finalmente gli attesi rinforzi , decise di prendere l'offc.nsiva, marciando col grosso delle forze da Verona a Mantova, per sboccare da questa piazza sulla dr. del Mincio, in di,ezionc di Goito, allo scopo di minacciare le comunicazioni nemiche. L 'ardita mossa fu iniziata la 11otte sul 28 maggio in 3 colonne ; a dr. il I Corpo, per Vigasio-Castelbclforte; al centro il Il e parte del 1 di riserva, per Isola della Scala, Castellaro; a sr. la cavalleria e l'art. di riserva per Villafontana, Bovolone, Nogara. Dopo un grande alt di 4 ore su Ila linea Castelbelforte, Castcllaro, Nogara, la sera del 28 !e colonne giunsero a Mantova senza che i Piemontesi, che pure avevano avuto vari indizi di questa marcia d i

l Corpo: I~ di vis . . fra Sona e Sommacampagna, ;i.a divis. tra Staf.falo, Custoza e Villafranca; II Corpo: 3~ di vis. tra Sona e S. Giustina, brigata Piemonte a Pastrengo e Colà, brigata Pinerolo dinanzi a Peschiera.

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Divi;. di riserva, fra Castelnuovo a/ t1c1n 0 cd ( liosi. Il 30 fu attaccato Pastre11go, ma subito dopo fu ripreso lo schieramento a cavallo del Mincio, in attesa dei soccorsi di truppe degli altri govern i italiani. Tanto per fare qualche cosa il 6 maggio fu eseguita una ricognizione in forze verso Verona (combattimento di Santa Lucia) che non ebbe alcun risultato. Si tornò cosl all'inazione, i Piemontesi intenti ai blocchi di Mantova e Peschiera, gli Austriaci in attesa dei rinforz i già in marcia dall 'lsonzo. 25 F-3 Per impedire il passo a queste truppe, le due divis. romane (circa Ritirata dei Piemontesi • battaglia di Milano ( 1848) 15.0 00 uom.) varcarono il Po, trafianco eseguita a loro portata, la disturbassero. E il 29 gli versarono il Polesine ed occuparono Rovigo, Padova, Vicenza e Tre,•iso, O\'c riunitisi ai volontari veneti del gen. AlAustriaci, sboccando da Mantova, attaccarono i Toscani a

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Curtatoru: e Mo11ta11ara, costringendoli a ritirarsi; a sera essi bivaccarono col I C. tra Castcllucchio e le Crocette, col Il C. tra Gabbiana cd Ospitaletto, e col I C. di ris. fra le Grazie e Curtatonc. Lo stesso giorno 29, il geo. Fobel faceva una diversione da Rivoli su Bardolino e Calmasino, ma veniva respinto.

Dopo Curtatone il gen. Bava provvide affrettatamente a parare la minaccia austriaca , raccogliendo più t ruppe che potè a Goito, obbiettivo sicuro degli Austriaci, che difatti lo attaccarono il giorno seg uente. Durante il combattimento di Coito giunse al campo piemontc,c la notizia della caduta di Peschiera. Dopo lo scacco di Goito, il marcsc. Radetzky decise di ritirarsi su Mantova, e da qui , profittando dell'inazione piemontese, si por!Ò a Vicenza, dove costrinse il Durando alla resa, a conuizione di ritirarsi colle sue truppe sulla dr. del Po e di non partecipare per tre mesi alle operazioni. Assicuratosi cosl le spa lle (solo Venezia resisteva) il maresc. austriaco decise di sospendere le operazioni in attesa di altri rin forzi. Del resto anche i Piemontesi avevano ripreso l'attitudine passiva, investendo Mantova dal basso Mincio (Governolo). [nuoto l'impero austriaco, curbato dalle rivolte interne, offrl a Carlo Alberto la Lombardia sino ali' Adige; ma i l magnanimo Re non volle abbandonare all'Austria l'eroica Venezia, e rifiutò. 11 20 luglio gli Austriaci, acquisma ormai la superiorità numerica, decisero di approfittare della grande estensione della fronte piemontese, per sfondarla al centro e battere successivamente le due ali (combattimento cli Rivoli - battaglia di Custo::a). Dopo di ciò, il mattino del 26 luglio tutto !"esercito piemontese era concentrato a Goito, meno 2 divis. rimaste davanti a Mantova. Daté le tristi condizioni dell'esercito dopo la disfatta, e il mancato appoggio degli altri Stati italiani, re Carlo Alberto decise la ritirata. Un tentativo per riprendere Volta fu frmtrato dalla grande superiorità numerica austriaca; dopo tale scacco era difficile ritirarsi senza scoprire Il Lombardia, dove si levava già l'inconsulto grido di tradimento. Carlo Alberto chiese allora un armistizio, ma, essendo troppo dure le condizioni poste dal Radetzky, decise di proseguire le ope• razioni; il 28 luglio passò l'Oglio a Piadena e Marcaria e di là si diresse a Milano di cui, date le condizioni dell'esercito, non era possibile tentare la difesa . 11 3 agosto, i Piemontesi erano ridotti a 30.000 uomini mentre il RadelZky ne a,·eva 6o.ooo cd in ben altre condizioni morali. Tuttavia davanti a Milano il Re volle dar battaglia: si combattè il 4 con esito a noi sfortunato, sicchè la notte stessa Ca rlo Alberto fu costretto a chieucrc una capitolazione che fu concessa a patto che i Piemontesi si ritirassero diec10 il Ticino. Il 5 agosto con la firma del! 'armistizio di Salasco ebbe termine la campagna del 1848.

Indipendenza d'ltaba. (Campagna del 1849). Concluso l 'armistizio di Salasco (di 6 settimane, ma prorogabile) il 1 0 agosto 1848 le truppe Piemontesi rivarcarono il Ticino. Venezia intanto aveva proclam ato la repubblica; lo stesso _Firenze e Roma, mentre a Napoli, Parma e a Modena trionfava la reazione, il partito cl 'azione piemontese spingeva alla ripresa delle ostilità. E, siccome la sconfitta del 1848 fu imputata all'inettitudine dei generali, fu offerto il comando dell'esercito ad un generale francese; fallito questo tentativo venne scelto, prima come Capo di S. M. , e poscia, dopo il ritiro del gen. Bava,

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come generale maggiore, il polacco gen. C hrzanowski, che si era distinto nella rivoluzione polacca del 1830. Fallita così, una mediazione franco-inglese, come trattative per l'intervento francese, l'armistizio fu denunziato dal Piemonte il 1 2 marzo 1849, sperando di poter approfittare dell'occasione del grave imbarazzo in cui si trovava l'Austria per lo scoppio della rivoluz ione in Ungheria . Le ostilità (urono riprese il giorno 20, dopo attuate precipitose e tumultuose riforme alle armi ed ai servizi; con nuove lève e volontari, il Piemonte aveva aumentato il numero dei reggimenti e la forza di ciascuno per un totale complessivo di circa 120.000 uomini organizzati in 7 divis . e 2 brigate miste. Alla fine di febbraio queste forze erano dislocate a cavaliere del Po, presso la confiuenza col Ticino: 3 di vis. e 2 brigate a guaruia del confine, 2 divis. in 2• linea fra Vercelli, Casale cd Alessandria; il resto delle forze a Torino. La 6• divis . (gen. A. Lamarmora) fu inviata al

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PIEMONTESI

Situazione degli a,-vc=ri alla Yigilia della ripresa d elle ostilità (20 marzo 1849)

confine toscano per impedire il ritorno del Granduca. Le forze di campagna ,i riducevano così a circa 70. 000 uomini. Allo scoppio delle ostilità l' esercito Austriaco aveva un nucleo principale nel territorio fra Adda e Ticino, protetto eia 2 divis. e 1 /z , e da una brig. di cavali., distese lungo il Ticino; 2 corpi d'arm ata occupavano i ducati di Parma, Modena e stringevano d 'assedio Venezia. In totale circa 73.000 uomini disponibili in campagna, organizzati in 5 corpi d 'a rmata: I, Wratislaw; H, D 'Aspre; III, d'Appd; IV, Thurn; Corpo d i Riserva, Wocher. Ogni C. d'A . era formato da 2 divis. ed ogni Jivis. da 2 brigate miste. Lo Chrzanowski intendeva prendere l 'offensiva contro la dr. austriaca, allo scopo di cadere verso Mi lano sulle comunicazion i dell 'cscrcito nemico. Decise perciò di radunare nella destra del Ticino, particolarmente attorno a :--lovara, il maggior nerbo di forze, coll'intenzione di sforzare con esso il Ticino nella direttrice della grande strada Novara-Milano e dirigersi poscia sopra il grosso dell'armata austriaca, ovunque esso fosse. La brigata Belvedere, inviata' sulla dr. del Po, doveva attirare l'attenzione del nemico verso Piacenza e la 5A divis. (Ramorino) doveva coprire il centro alla Cava, sul Ticino. La brigata Solaroli doveva passare il Ticino a Sesto Calende per sollevare l 'alta Lombardia e minacciare le comunicazioni austriache del Tirolo, mentre la 6• clivis. da Sarzana doveva scendere per la Cisa su Parma e, collegando i Piemontesi coi Ve-


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ncti e con i Romani del basso Po, concorrere all'avvolgimento degli Austriaci. Contava lo Chrzanowski che la s• divis., alla Cava, gli avrebbe dato il tempo, nel caso che il nemico sboccasse offensivamente da Pavia, di concentrare tutta l 'armata tra Mortara e Tromello, per attaccarlo controffensivamente. ~a per una serie di circostanze disgraziate e specialmente per notizie errate circa minaccie austriache nella dr. del Po verso Piacenza e Stradella, il gen. RamorÌ.110 non ottemperò all'ordine del Comando Supremo e rimase col grosso sulla dr. del Po, a Casatisma, lasciando d i fronte a Pavia solo 4 bgl. senza r.rtiglieria. A llo scadere del]' armistizio, ore 12 del 20 marzo, il comandante piemontese, ignaro della situazione austriaca e molto incerto su lla situazione complessiva, ordinò alla 4• djvis. di eseguire una ricognizione

menti: 2 divis. (1a e di Riserva) circa 25.000 uomm1, m posizione difensiva davanti a Mortara; 2• divis., sostenuta in seguito dalla 3• e dalla 4• (circa· 40.000 uomini) in posizione a sud di Vigevano. Il grosso piemontese veniva così a disporsi in due nuclei: uno di 2 divis. e l'altro di 3, distanti fra loro circa 1z Km. Gli Austr iaci intendevano invece spingersi il ;,r con tutta l'armata, sin nei pressi di Mortara; il movimento fu eseguito in 3 colonne: il I Corpo per Zerbolò, Borgo S. Siro e Gambolò; il Il

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verso Magenta, per assicurarsi se ef. .

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fett ivamentc g li Austriaci avessero (l .... sguarnito il territorio ad occidente di :::i Milano; ma tale mossa puntò nel o vuoto, perchè i pochi drappelli di cavalle~ia austriaca di gunrdia ai ponti di Boffalora si ritirarono senza opporre resistenza. Solo verso le ore ;,o lo Chrzanowski venne a sapere che una g rOssa n1assa austriaca aveva passato il Ticino e si trovava presso Zer bolò, mentre il grosso della 5• divis. si trovava tuttora sulla dr. del Po. Nel campo austriaco Ì.11fatti, ìl m aresc. Radetzky, dopo avere ridotto al minimo le truppe per il blocco di Venezia e quelle di prcsidjo alle fortezze, aveva co1;centrato tutta l 'armata nel basso Ticino, per essere in grado di spezzare il centro nemico e gettarsi poi contro la massa maggiore. li concentramento era st2to operato nel 1nas.simo segreto, tanto che esso sfuggì ai Piemontesi; soltanto J1ella notte del 18 marzo il maresciallo austriaco precisò il proprio intendimento, ordinando che entro il giorno successivo tutte le forze convergessero su Pavia. Cos, i 5 corpi deU-esercito austriaco ve1JJ1ero a t rovarsi, allo scadere della tregua, rac- ~ colti in breve spazio, vicino alla '--- - - - -- - -- - - - ---""'-·' - -- - ' ' - -- - - -- -"'-"'--'=-- - - ' Mortara, La Sforzesca, Novara (1849) confluenza del T icino sul Po, a pochi passi dal confine. Alle ore 12 del 20 marzo, 3 corpi d'armata, p receduti da una di;is. di avanguardia e seguiti dagli altri 2 corpi d'armata, iniziarono il passaggio del T icino e respinsero facilmente dalla Cava i l distaccamento della 5a d ivis., che si ritirò anch'esso sulla dr. del Po. La sera del 20, i corpi austrjaci risultarono così dislocati : I C. a Zerbolò, li e Ili a Groppello, IV alla Cava, S. Damiano e Mezzana Corti; I di Riserva sul Ticino, ad ovest di Pavia. Completamente sorpreso da questa mossa nemica, lo Chrzanowski dispose un completo cambiamento di fronte a sud, ed ordinò, per il giorno 21, i seguenti movi-

e il lll, e il C. di Riserva per la grande rotabile Pavia.Mortara; il IV Corpo dalla Cava per Lomcllo-S. Giorgio su Mortara. Fiancheggiamento a W, da S. Siro a Vigevano, fatto da un piccolo dist.ccamento .di 2 bgl., 2 sqdr. ed r batteria. Questi spostamenti delle armate avversarie portarono il giorno 2r ai combattimenti della Sforzesca e di Mortara. Mentre all a Sforzesca, mercè il buon contegno delle frazioni della 2a e 3a divis. , i Piemontesi, malgrado la deficiente azione del Comnndo Supremo, riuscivano ad opporre valida resistenza e ad arrestare i progressi del


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I Corpo austriaco, a Mortara invece la lou:1. si svolse poco propizia, e l'entrata degli Austriaci ncll:1. città, a tardissima sera, costrinse le altre truppe piemontesi a ritirarsi verso ~ovara, dove lo Chnanowski decise di attendere il nemico per dargli battaglia decisiva. Il marcsc. Radetzky, dopo i combauimcnti dei giorni 20 e 21, era rimasto incerto nella principale direttrice di ritirata dci Piemontesi; secondo alcune notizie sembrava che il grosso piemontese andasse concentrandosi a Novara, secondo a ltre che esso fosse invece in ritirata su Vercelli; si limitò quindi, per il giorno 22, a fare eseguire alcuni spostamenti alle truppe delle ali per concentrare le sue forze . Per il 23 spinse le sue truppe in parte verso Novara, in parte verso Vercelli, pur tenendole tuttavia in condizioni di poter concentrarsi verso l'una o l'altra direzione. Verso le ore 11 ebbero luogo i primi scontri davanti a Novara, e la battaglia sul tardo pomeriggio era decisa a loro svantaggio. Molti reparti si sbandarono, sicehè, per r isparmiare un 'ulteriore inutile effusione di sangue, il Re, verso le ore 18, 'prese la- dolorosa decisione d'inviare al campo nemico il gen. Fecia cli Cossato per chiedere un armistiz~o. Gli Austriaci risposero che non avrebbero desistito dall 'inscguimenw se non fossero date in garanzia la Lomellina e la ciuadella di Alessandria, lasciando inoltre chiaramente intendere che volevano dal Re in ostaggio la stessa augusta persona del Duca di Savoia. Queste pretese furono naturalmente trovate inaccettabili e Carlo Alberto abdicava la corona a favore del figlio Vittorio, il quale riuscl a concludere l'armistizio di Vig11nlc, che {u seguito (2 agosto) dalla pace di Milano. Operazioni 11dl'Adriatico (1848-49). La squadra sarda fu posta al comando dcli 'ammir. Albini, il quale raggiunse Ancona il 20 maggio 1848, con le fregate a vela « San Michele • • « Des Gcncys », " Bcroldo », e i brigantini • Daino » e « Staffetta ». Era stato preceduto dalla squadra napoletana, costituirn dalle fregate a vapore « Roberto », « Ruggiero », « Guiscardo "• « Sannita », « Carlo lU ,,, dalle fregate a vela « Regina • e « Isabella » , e dal brigantino « Principe Carlo ", tulle navi già arrivate a Venezia.

La squadra austriaca aveva abbandonato questa città ritirandosi a Trieste: era costituita di due fregate, due brigantini e una corvetta' a vapore, oltre a quattro piroscafi, cd era comandata dall'ammir. Kudriafsky. Nell'arsenale di Venezia erano rimaste poche navi disarmate, che il governo di Daniele Manin provvide ad armare ponendole agli ordini del contrnmmir. Dua. Le operazioni belliche si ridussero a poca cosa, non volendosi attaccare Trieste per non danneggiare gli Italiani della città, e ci si accontentò di proclamarne il blocco. Fu bombardato (2 giugno) il forte di Caorle; il bombardamento (u ripetuto il 12 e il 13; in questo giorno, la cannoniera sarda " Furiosa », colpita alla Santa Barbara, saltò in aria con tutto l 'equipaggo. La squadra napoletana (u richiamata in patria in data 16 maggio, ma partl solo nel giugno. E le navi sarde- si limitarono a restare indisturbate nell'Adriatico - fra Ancona e Venezia - sino al 12 aprile 1849, quanùo, in seguito alla battaglia di Novara, tornarono a Genova.

llldipendcnza d'Italia (Campug11a del 1859). A Plombières, nel 1858, tra l'imperatore Napoleone III e Cavour era stato convenuto che, alla prima favorevole occarione, e

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cioè se il Piemonte fosse stato aggredito, la Francia s'impegnava a dichiarare anch'essa la guerra ali' Austria, inviando in Italia :zoo.ooo uomini; la guerra avrebbe dovuto esser continuata sino alla totale espuhione degli Austriaci dall'Italia e l'imperatore avrebbe ricevuto in compenso la con_lca di Nizza e la Savoia. Da a llora tutta l'attività del Cavour fu intesa a creare la provocazione austriaca; infatti il 23 aprile 1859 l'Austria inviò un ultimatum al Piemonte, chiedendo il congcdamento dei volontari ed il r itorno al piede di pace dell'esercito; tempo tre giorni per b risposta. Il 26 Cavour oppose un fiero diniego ed il 27 l'imperatore Francesco Giuseppe ordinò al maresc. Gyulai, comandante dell'armata austriaca in l talia, di invadere il Piemonte. Il 29 Napoleone dichiarava che avr ebbe partecipato alla guerra come alleato del Piemonte. Le truppe piemontesi furono costituite su 5 divisioni: r" (gcn . Castelborgo, brigate Granatieri e Savoia) ; 2• (gcn. Fanti, brigate Piemonte e Aosta cd r brigata cavalleria); 3• (geo. Durando, brigate Cuneo e Pinerolo); 4• (gen. Cialdinì, brigate Regina e Savona cd I rcgg. di cavalleria); 5• (gen. Cucchiari, brigate Casale e Acqui ed t rcgg. di cavalleria) . Vi era inoltre la divis. di cavalleria del gen. Di Sambuy, regg. Nizza, Piemonte Reale, Savoia, Genova) e la brigata Cacciatori delle Alpi, al comando del geo . Garibaldi (5.500 uomini). Complessivamente 70.000 uomini, con 120 pezzi. Comandante Supremo S. M. il Re, col tcn . gcn . Morozzo Della Rocca, capo di S. M. L'esercito francese {u organizzato in 6 corpi d'a.r mata : Guardia Imperiale, gen Reynaud : 2 di vis. fanteria e 1 cavalleria; I C. d'A., marcsc. Daraguey d'Hilliers: 3 divis. fanteria e r cavalleria; Il Corpo, gcn. Mac Mahon: 2 divis. fanteria e r brigata cavalleria; UI Corpo, maresc. Canrobcrt: 3 divis. fanteria e 1 brigata cavalleria; IV Corpo, gen . Nicl: 3 divis. fonteria e r brigata cavalleria; V Corpo, principe Gerolamo Napoleone: 2 divis. fanteria e 1 brigata cavalleria. ln tutto, 108 .000 uomini, con 324 pezzi. Comando supremo dell 'armaca francese e degli Alleati: S. M. l'imperatore Napoleone, col maresc. V~illant per Capo ùi S. M. L'armata austriaca <l'Italia era composta di 5 C. d'A. , r divis. di Riserva cd 1 di vis. ~i cavalleria: l! Corpo, gcn . Liechtenstein; !Il Corpo, gen. Scbwarzenberg; V Corpo, gen . Stadion; VII Corpo, gen . Zobel; VIll Corpo, gen. Bcnedek : ogni corpo era su 2 divisioni; divis. fanteria di riserva, gen . Urban , su 3 brigate; divis. di cayalleria, gen. Mensdorff. In tutto 120.000 uomini con 384 pezzi. Comandante supremo il maresc. Gyulai con Capo di S. M. il col. Kuhn . Il comandante austriaco intendeva di attaccare e battere i Piemontesi prima dell'arrivo dei francesi; obiettivo prinòpale : Torino. L'indecisione e le titubanze del Gyulai non permisero però l 'attuazione di tale disegno; egli difatti, dopo lungo tentennare, aveva deciso il 7-8 maggio la puntata su Torino e 1'8 sera la sua armata si trovava a cavallo della Sesia colle truppe più avanzate a Tronzano. Temendo però un aggiramento da sud, sospese quella avanzata cd il giorno 10 raccolse l'armata in Lomellina. 11 giorno 17 la dislocazione degli Austriaci era la seguente : in 1a linea: VII corpo fra Palestro,. Robbio e Vercelli; III fra Mortara, S. Angelo, Olevano; 2• l inea: II corpo ad Albonese, V a Tromello; divis. cavalleria a Vespolate, divis. di riserva a Stradella. Il Gyulai, formatosi poi la convinzione che gli Alleati volessero attaccarlo per la dr. del Po, decise di concentrare maggiormente le proprie forze verso la sua sr. cd abbandonò Vercelli, che


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Operazioni iniziali degli Alleijti (r859). Manovra di Magenta

venne occupata dai Pien;ontesi. Allo scopo però pi a vere conferma di tale disegno nemico, il comandante austriaco decise di fore eseguire, il 20 maggio, una grande ricognizione o ltre Po, affidandone l'esecuzione al V corpo, su 6 brigate. Queste truppe furono però respinte da Francesi e Piemontesi a Montebello, sicchè il Gyulai si confermò vieppiù nella sua opinione errata, nel credere ciò/; che gli Alleati a,•csscro intenzione di marciare su Piacenza. All'inizio della campagna gli Alleaci non avevano un piano di operazion i ben definito; dopo varie trattative fu deciso di raccogliere la massa principale piemontese nella zona fortificata Casale-Valenza-Alessandria ('2 divis. e 1/ 2); l'ala sr. (r divis. fanteria e I cav:illcria) iulla Dora a difesa di Torino; l'ala dr. (1 divis.) a Serravalle-Novi per la difesa delle comunicazioni con Genova. Questo schie• ramento d oveva • coprire lo sbocco in Italia dell'armata francese, proveniente per terra dal Ccnisio e dal ~onginevra, per mare da Geno\'a. Il 30 aprile fu deciso l'abbandono d el la Dora per concentrare l'armata piemontese fra Po e Tanaro, mentre a coprire Torino fu lasciata la sola divis. di cavalleria. Il 12 maggio sbarca,a a Genova l'imperatore Napoleone, che poneva il 14 il suo Quartier Generale ad Alessandria, assumendo così il comando degli eserciti alleali. La loro dislocazione, il 17 maggio, era la seguente: - Francesi: I corpo tra Voghera, Ponte Curone e Castelnuovo Scrivia; II presso Sale; IV fra Bassignana, Valenza, Pomaro e S. Salvatore; lll in 2• linea, nei pressi di Tortona; Guardia ad Alessandria (il V Corpo, meno una divis., era stato inviato in Toscana).

- Piemontesi: Q. G. ad Occimiano; 5• di"is. fra Frassineto e Giarole; 2• e 3• a Casale; 1• ad Occimiano; 4• sulla sr. del Po, tra Balzola, Stroppiana e Villanova; divis. di cavalleria a S. Germano; Cacciatori delle Alpi in marcia verso Biella e Borgomanero. Al contrario di quanto credeva Gyulai, l'imperatore Napoleone aveva divisaio di effettuare una manovra per la destra avversaria, spostando a nord, verso Vercelli-Novara, con una marcia di fianco protetta dai Sardi, tutta l'armata francese e da Il preveni re il nemico al· ponte di Boffalora sul Ticino, per spingersi verso Milano. Il 27 maggio fu injziato il movimento per ferrovia e per via ordinaria; la sera del 29 gli Alleati risultarono così disposti , in 3 masse: ,_ Armata sarda: 1•, 2', 3• divis. e divis. dj cavalleria a Vercelli; 4• divis. sulla Sesia, 5• in osservazione sul Po, fra Casale e Valenza. - Armata francese: Guardia, III e TV corpo a Casale; I e IT fra Valenza, Bassìgnana e Sale. Verso Tortona era rimasta la clivis. cl ' i\uteniarte del V corpo. fntanto il Gyulai aveva cosl disposto la sua armata: - In 1• linea, fronte al Po, fra Torre Berretti e Vaccarizza: Vlll e V corpo; - In 2• linea, sul Terdoppio, fra Garlasco cd Ottobiano: II e (l[ Corpo;

- Vl! corpo, dietro l'Agogna, fra Mortara e Novara; IX (giunto in rinforzo) tra Stradella e Piacenza; divis. Urban a Como, contro i volontari di Garibaldi; divis. di cavalleria fra Novara e Mortara.

lo tal modo il comandante austriaco si credeva in grado


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di respingere l'attacco nemico da qualunque direzione esso provenisse. Tuttavia, malgrado l'osservazione fatta dell'intenso movimento di treni sulla linea Alessandria-Casale, Gyulai persisteva nel convincimento che Napoleone volesse attaccarlo per Piacenza; la sera del 29 però le notizie ricevute gli avevano già fatto sorgere qualche dubbio sulle vere intenzioni degli Alleati. La sera stessa N apoleone ordinava ali 'armata piemontese di stabilirsi davanti a Palestro, per agevolare e proteggere il passaggio della Scsia da parte dell' armata francese. I conscguenù movimenti delle divis. piemontesi portarono, il mattino del 30, ai combattimenti di Palestro e Vinzaglio, ed il 31 a quelli di Palestro e Confienza, contro l'ala dr. austriaca (VII corpo). Quesù scontri favorevoli permisero all'armata francese di operare la marcia l'crso nord, sboccando da Vercelli verso Novara, senza che il nemico se ne fosse accorto. Il 31 tutte le forze alleate (tranne il I corpo francese e la 5a divis. sarda) formavano un 'unica massa sul fianco dr. austriaco; il 3 esse erano concentrate a Novara e Napoleone fece occupare i passi del Ticino a Turbigo cd a S. Martino. Il Gyulai, compresa finalmente la mossa fran<;èse, dopo altri tentennamenti decise di ripiegare; ma Napoleone, temendo un attacco austriaco da sud, schierò le sue truppe con 3 C. d'A. sulla destra del Ticino fra Novara e S. Martino, con :: C. d' A. sulla sinistra fra Boffalora e Magenta, con i Sardi in riserva ,V-Galliate. Appena iniziati qucsù movimenti l'ala sr. urtò contro le forze austriache che occupavano Magenta. Dopo aspra lotta gli Austriaci dovettero ritirarsi e Gyulai, rinunciando a riprendere il combattimento il giorno 5, preferl ritirarsi dietro l'Adda; sgombrò pertanto Milano, Pavia e Piacenza, e fece raccogliere sulla sr. del Po le truppe di presidio nei Ducati. Gli Alleati,

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dopo due giorni di sosta a Magenta, mossero verso Milano, dove eo tra rono i I giorno 7. Il giorno 8 una retroguardia austriaca fu respinta da Melegnano, dopo di che il Gyulai si ritirò dietro al Chiese; il giorno 16 giugno egli però fu esonerato dal comando, che ,•enne assunto personalmente dall 'imperatorc Francesca Giuseppe, col maresc. Hess per capo di S. M. La r itirata però fu proseguita sulla sr. del Mincio per dar tempo ai rinforzi di arrivare. Garibaldi intanto, coi Cacciatori delle Alpi, si era recato prima a Biella e poscia sul Lago Maggiore, per agire sulla estrema dr. austriaca; nella notte 22-23 maggio egli occupava di sorpresa Sesto Calende e la sera del 23 entrava a Varese. Ivi, il giorno 26, fu attaccato dal geo. Urban, ma lo respinse, costringendolo a ritirarsi su Como. Gari baldi seguì il nemico e lo attaccò a San Fermo, occupando Como; il 13 giugno entrava a Drcscia. Napoleone, dopo una sosta di due giorni a Milano, riprese coll'esercito, diviso in 2 colonne, la marcia su Brescia; il 23 seppe che Solferino, Ca,•riaoa, Guidizzolo, Medole, erano occupate dal nemico, e che grandi movimenti di truppe avevano luogo sulla dr. del Mincio. Egli ritenne che si trattasse di avamposti, ed ordinò che il giorno 24 tutto l'esercito alleato avanzasse al Mincio per schierarsi fra Pozzolengo, Solferino e Guidizzolo, e che i Piemontesi investissero Peschiera. L'esercito austriaco era intanto stato riordinato e r ipar. cito in 2 armate: 1• Armata (Wimpffeo), III, IX, XI C. d'A. e divis. cavalleria Zedtwitz; 2 3 Armata (Schlick), I , V, VII, VIII C. d'A. e divis. cavalleria Mcnsdorff. li lI corpo era a Mantova; il X a Nogara, Rovigo, Adria, in osser vazione sul basso Po.

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Gli Alleati da Milano alle alture di Solferino e San Martino.


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li 23, la sera precedente alla battaglia di Solferino, la dislocazione dei due avversari era la seguente: - Alleati: 1• divis. sarda a Lonato; 2a a S. Polo; 3• fra Descnzano e Rivoltella; 5• fra Lonato e Dcsenzano; di vis. cavalleria a. Bedizzole; Q. G . a Lonato. I corpo francese ad Esenta; II a Castiglione; IV a Castenedolo; Guardia a Montichiari; Tll corpo a Mozzecane; divis. cavalleria a Carpenedolo: totale Alleati 150.000 uomini. - Austriaci: VIII corpo a Pozzolengo; V a Solferino; I a Cavrian a; VI[ a Volta; IX e lii a Guidizzolo; Xl a Ccrlungo; II a Mamo,·a, divis. cavalleria, una fra le due armale, di, collegamento, l 'altra a Medole: totale Austriaci r49.ooo uomini. L 'imperatore austriaco voleva avanzare il giorno 24 sulla fronte Desenzano, Lonato, Castiglione, Carpenedolo, per attaccare il 25 colla 2a armata frontalmente e colla 1 • il fianco destro Allealo. G li Austriaci però furono prevenuti nell 'attacco ed il 24 si combattè cosl a So/f,:ri110 (Francesi) come a San Martino e Madonna della Scoperta (Piemontesi) . La giornata, p ur essendo stata sanguinosissima, non ebbe effetti dcci.si,•i, anche pcrchè gli Alleati, stanchi, non in,eguirono. In tal modo gli Austriaci poterono ripiegare sulle loro basi. cl i opera;,;i.onc, a cavallo dcli' Adige, attorno a Verona e sulle alture fra questo fiume cd il lago di Garda. Gli Alleati passarono il Mincio solo swe giorni <lopo la battaglia ed il 1° luglio furono r inforzati. <lai resto del V corpo FFancesc e dalla divis. T oscaua. Intanto Garibaldi dalla Valcamonica si era portato in Valtellina ed era entrato a Bormio.

Medaglia delle guerre d'Indipendcru:o e Unità d'Italia

La situazione era a questo punco, quando al Q. G . francese sorsero gra,•i preoccupazioni per il contegno minaccioso della Prussia verso il confine del Reno ; questa Potenza lasciava chiaramente intendere che non poteva tollerare un soverchio ingrandimento della potenza france1e. T enuto anche conto dell'impopolarità della guerra in Francia, dove non si vedeva cli buon occhio un 'ilalia riunita , Napoleone decise improvvisame11te di lroncare la guerra, ed il 6 luglio propose direttamente all 'impcratore Francesco Giuseppe un armistizio; questa proposta fu accettata ed il giorno 8 fu firmata una sospensione d'armi sino al 15 agosto . Prima dello scadere di questa, il r2, fu, in un convegno fra i due imperatori, concretata la pace sulla base della cessione della Lombardia (meno Peschiera, Mantova cd il Serraglio) all'imperatore dei Francesi, che l'avrebbe rimessa al Piemonte. Re Vittorio, nell'impossibilità cli con tinuare la guerra da solo, dovette accettare il fatto compiuto, sa nzionato (10 novembre) con la pace di Zttrigo.

Operaziom ne/l'Adriatico (18s9) . I governi sardo e francese inviarono nell'Adriatico una Rotta agli ordini del-

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1·ammi.r. francese Desfossés: di essa faceva parte una divis. navale sarda agli ordini dell'ammi.r. Tholosano, composta delle pirofregate « Vittorio Emanuele » e « Carlo Alberto », delle pirocorvette « Governolo » e « Malfatano » e dell'avviso « Authion » . La flotta doveva assalire Venezia, cd era giunta davanti alla laguna quando le pervenne 1'annunci.o dell'armistizio di Villafranca.

Indipendenza della Svizzera (G11crra, scc. XIII). Verso la metà del sec. XllI, alcuni Cantoni svizzeri erano riusciti a farsi riconoscere come entità dipendenti direttamente dal] 'Impero, al quale si appoggiavano in tal modo, per sottrarsi alla minaccia <li essere sottomessi dai conti cl' Asburgo. Nel 129r si costituì una lega fra i tre cantoni di Schwytz, Uri e Untcrwald, che fu la base della futura Confederazione, ed ebbe per iscopo la mutua difesa contro gli Asburgo. Salito al trono imperiale Alberto, appartenente a questa Casa, le pretese degli Asburgo crebbero, e crebbero le prepotenze a danno degli Svizzeri. La guerra scoppiò qu:1ndo, essendo morto Alberto, ed avendo il nuovo imperatore, Enrico Vll , nel 1309, riconosciuti i Cantoni svizzeri nuovamente come cntit.'t dipendenti dall'Jmpero, Leopoldo d 'Asburgo decise di ricorrere alle armi. G li Svizzeri dei tre tleui Cantoni. si sollevarono, e la breve guerra si risolse iu una battaglia decisiva, che fu anche decisi,·a sconfina per gli Asburgo: la battaglia cli Morgarten, cui. segul una tregua fra i contendenti, e una rinnovazione del patto d'alleanza, o lega, fra i. tre Cantoni vittoriosi, ai quali a poco a poco si associarono e unirono gli altri. fodipendcn;::a degli Stati Uniti d'America (Guerra r7751782). Le gravezze imposte dal governo inglese determinarono nelle Colonie della Nuova Inghilterra proteste vivacissime; fal lito ogni tentativo di conciliazione ebbe principio il boicouaggio delle merci inglesi; a Boston fu impiccato ad un olmo un fantoccio raffigurante un agente del fisco, e le case di coloro che crnno contrari ai. diritti delle colonie vennero devastate. L'albero, sotto a cui. si riunirono i cittadini per discutere dei mezzi di resistenza, si chiamò " albero della libertà » e da esso trnssero poi origine quelli della Rivoh1zione Francese. Le società segrete intanto organizzava.no la resistenza ed organi.;,;zavano un corpo armato di 12.000 uomini, chiamati « uomini ali 'istante » . li 5 settembre l874 si riunl l 'anlico Congresso Continentale; primo suo alto fo la « dichiarnzionc dei dirini » in cui si. affermava il cliriuo a un governo autonomo. Giorgio III, re d 'Inghilterra, respinta ogni richiesta, dich iarò ribelli i coloni ciel Massacchussetts e spcdl 10.000 u. per domarli. li 19 aprile 1775 avvenne il primo confliuo a Lcxington. Allora il Congresso deliberò di resistere, raccogliendo un esercito di 40.000 u. a capo del quale fu chiamalO Giova nni Thomas. Queste truppe marciarono su Boston ove strinsero d'assedio il gen. inglese Gage, dopo avere conquistato i forti di Ticonderoga e Punta della Corona. Seguirono 1'atlacco e incendio di Charkstown e la battaglia di Bunkcrs-Hill. Inlanto , il ro maggio 1775, il secondo Congresso Continentale, riunitosi a Filadelfia, elesse Giorgio Washington comandante in capo di tutte le foru delle colonie. Egli pose subito mano a organiz;,;are 1'esercito; nuove leve furono decretate, alle spese si provvide con l'emissione di biglietti di banca; finalmente si decise una spedizione nel Canadà, dove comandava le forze inglesi i l gen. inglese Carleton , alleatosi colla tribù indiana degli Irocchesi. Gli Americani, comandati da Montgommery, cominciarono coll 'assecliarc e prendere il


-350forte di S. Giovanni, poi marciarono su Montréal, d'onde il gen. inglese nottetempo riusd a sfuggire, e quindi si portarono su Québec. La città sarebbe caduta, se la mancanza di battelli su cui passare il fiume non avesse permesso agli Inglesi di apprestarne le difese. Fallito ogni tentativo, l 'asscdio di Q11ébec venne tolto. Nel frattempo l'Inghilterra, raccolti a fatica 40.000 u., dei quali 17.000 mercenari tedeschi, li imbarcò per l' America. Intanto il gcn. Howc, stretto d'assedio in Bosron, si imbarcava colle sue truppe e cedeva la cinà al Washington, che vi entrava il 17 marzo 1776. Altri avvenimenti si svolgeyano in Virginia, dove il 9 dicembre 1775 il governatore Lord Dunmorc era stato scon fitto dai ribelli a Greatbridgt:, mentre nelle due Carolinc erano pure state battute le truppe raccogliticcie inglesi. Howc tentò d i attaccare Charleston ma il 22 giugno 1776 fu respinto. Fino a questo momento le colonie avevano combattuto soltanto col proposito di affermare la propria autonomia; nell'Assemblea Coloniale, riunitasi in Pensilvania il 4 luglio, decisero di separarsi dall'Inghilterra. La proclarnnione suscito immenso entusiasmo, nè più valse l'intervento dei fracdli Howc, generalissimo l'uno, capo delle forze naval i !"altro, giunti dall 'Ing hilterra con proposce che sostanzialmcnre soddisfacevano le prime richieste dei coloni. Il 22 agosto essi presero terra a Long-Island, presso NewYork, e il 26 e 27 battevano a Broocklin i Repubblicani di cui soltanro pochi riuscirono a salvarsi sul continente. Sotto la pressione degli avvenimenti, il Corlgrcsso decretò la leva di 88 bgl. e stabilì che l'obbligo militare dovesse durare fino alla fine della guerra. Il 25 d icembre 1776 Waslùngton traversò il Deleware, occupò Trenton e vi prese oltre 1000 prigionie,i. Sopraggiunti rinforzi col gen. Cornwallis, nella notte sul 3 ge,rna io 1877 lasciò di soppiatto la eiu~, bauè due reggimenti nemici sulla ,•ia di Princetown, e, raggiunta la forte posizione di Y!orristow, vi pose i quarcicri d'inverno. Il Congresso fino dal 4 ottobre 1876 aveva stabilito i primi fondamenti della costit11z1one della repubbl ica che ebbe il nome di Scati Uniti cl"America, e aveva deciso che la lotta dovesse continuare fino alla vittoria. Per trovare aiuti concro gli Inglesi aveva poi deliberato di mandare in Europa una missione. Nella primavera del 1i77 Washington, che per troncare l' epidemia d i vaiuolo fra le truppe le aveva fatte tutte innestare (primo esempio nella storia di un provvedimento del genere) si spostò a Middlcbroock, cl'ondc vigilava le mosse nemiche e poteva soccorrere i punti minacciati. L'esercito repubblicano contava allora circa 15 .000 u . e fra essi molti stra,ùcri giunti dall'Europa. Nel Canadà intanto, dove erano 3000 Repubblicani comandati dal gen. Saint-C!air presso il forte dj Ticondcroga, e 3000 col gcn. Schuyler a Forte Eduardo, aveva assunto il comando inglese il gen. Burgoyne, forte di 7000 u. fra inglesi e Tedeschi, 4000 canades i e numerosissimi ausiliari indfani. Questi marciò su Ticonderoga, la cui guarnigione, attaccata mentre ripiegava su For-ce Eduardo, fu quasi distrutta. Nella impossibiljtà di resistere, le truppe furono concentrate a Saratoga. Il Burgoync, che aveva vista la sconfitta subita a Bennigtown da due suoi reparti condotci dai tedeschi Baum e Breyman, nella necessità di liberarsi dai Repubblicani che a l comando del gen. Gates ostacolavano i suoi rifornimenti, marciò su Saratoga. La battaglia si svolse presso Si/ltvitt:r il 19 settembre 1777 e terminò colla vittoria degli Inglesi che però furono battuti il 7 ottobre successivo. Serrato da ogni parte, il 17 ottobre il Burgoyne fu costretto ad arrlndcrsi con tutto I 'eserrjto. Intanto il

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grn. Clinton, da New-York, si era mosso per aiutare Québec, e, respinti i Repubblicani comandati dal Putnam il 6 ottobre, si era avanzato lungo l' Hudson fino a Kingston, che aveva incendiato. Sopraggiunta la resa del Burgoyne, si ritirò. I-lowc dal cànto suo con varia fortuna si era battuto lungo il Deleware ma non era riuscito a indurre il Washington a battag lia decisiva. Gli In glesi si accantonarono presso Filadelfia, gli Americani in forte posizione strategica a Valley Forge. Mentre i primi però godevano abbondanza cli ogni cosa, i secondi soffrivano le più dure privazioni, espo,ù a tutti i rigori di un inverno rigidissimo. In Francia il Francklin stabiliva nel frattempo gli ac-

Giorgfo \Vashington e le milizie nordw~unerica.ne

cordi col governo, e il 6 febbraio 1778 firmava un a-anato di commercio, amicizia e alleanza; per esso la Francia garcmiva la libertà e I"indipendenza degli S. U. e questi le assicuravano il possesso delle colon ie cbc aveva ancora in America. :,,le derivò subito la guerra tra Francia e Gran Bretagna; il 27 luglio 1778 al 1:trgo di Ouessant, si scontrarono le flotte nemiche; la battaglia rimase indecisa e i Francesi rientrarono a Bresl vantandosi vittoriosi. Un'altra flotta francese partiva per l'America al comando del visconte cl'Estaing, forte di 12 vascelli e 4 fregate. Alle notizie d'Europa il gen. Clinton, succeduto all'H owe, decise di abbandof\.~re Fi ladeltia, memre l 'amrnir. colla flotta inglese lasciava la Deleware e riparava nella baia di Raritan. Il 28 giugno presso Mon1110Jrt!i -Cot11't-Howc, gli Inglesi, attaccaù in marcia, furono costretti a ripiegare su NcwYork. Giunto il d 'Estaing, mentre aveva iniz.iMo le operazioni contro Long-Island d'accordo cogli Americani comandati dal gen. Sullivan, provocato a battaglia d all 'ammir. llowe, uscì al largo. Sopraggiunta una violenta bur-


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Le prime milizie della libertà nell'America settentrionale

r.,sca le n:1v1 ne uscirono tanto malconce da costringere i due a,•versari a rifugiarsi ciascuno in porto sicuro per riparare i danlli; l'iniziata operazione ebbe termine e anche il Sullivan dovette ricirnrsi. Ne segu irono gravi moti con• tro i Francesi, accusati di venir meno agli accordi; a Charleston, sorte delle risse &a cittadini e marinai, quesu ultimi, respinti sulle navi, bombardarono la città. I Francesi, minacci.:tti in Boston dall'ammir. Byron, succeduto all'Howc, sfuggiti alla sua crociera, veleggiarono per le Antille inseguiti dalla flotta inglese. Anche la guerra indiana ebbe una recrudescenza; la fortezza di Kingston fu presa e i selvaggi ne m:1ssacrarono abitanti e guarnigione. Ma una spedizione condotta nel I779 dal gcn. Sullivan schiacciò ogni rcsi'5tcnza. Dalla Georgia gli Ingbi, che se ne erano impadroniti, comandati dal gcn. Prcvost, colla vittoria cli Sav,//mah (29 dicembre 1778) si erano avanz:1ti intanto nella Ca rolina meridionale, d'onde però la vigorosa resistenza del gen. Beniamino Lincoln li aveva respinti. Preso animo, il gen. americano si spinse anche nella Georgia; non potcndq però da solo venire a capo dell'impresa, scrisse al d'Estaing pcrchè ritornasse. Questi, che alle Antille aveva battuto gli Inglesi conquistando San Vincenzo e la Granata, imbarcati 6ooo u. giunse sollecitamente e sbarcò le truppe che, unite ai 4000 u. del Lincoln e alla legione di cavalleria Pu l.iski, si presentarono sotto Savanna/1 intimando la resa. Respinte le proposte di accordi fatte dai difensori, il 9 ottobre 1779 si diede l'assalto genera le che fu sanguinosamente ributtato. Nove giorni dopo gli assedianti dovettero ritirarsi e il d'Estaing ritornò in Europa. In questa situazione incerta la Spagna si alleò alla Francia, la Russia bandl la lega per la neutralità armata per difendere il commercio neutrale, e l'Olanda si unl agli Americani. Nel 1781 fra Inglesi e Olmdcsi si svolse aspra battaglia 1uvale presso il DogguBank; gli Spagnuoli attaccarono Gibilterra, che fu salva per la sconfitta patita dalla loro flotta contro quella inglese dell'ammir. Rodney, e gravi danni fece al commercio bri..-

tannico colla sua squadra leggiera il corsaro Paolo Jones. La scarsa efficacia del concorso francese determinò il gen.

Lafaycttc a tornare in patria per chiedere nuovi soccorsi. Luigi :l(VI aderì e dispose che una flotta, condotta dal cav. di Ternay e 6ooo u. col Rochambeau, partissero per l'America e si ponessero al diretto comando di Washington il quale fu nominato Luogotenente generale dell'esercito francese. li r2 maggio 1780 dopo quaranta giorni d'assedio Cliarleston cadde nelle mani del gen. Clinton, che cosl ebbe in potere tutta la Carolioa meridionale; I 'ultima resistenza di una banda di Virginiani fu rotta dal col. Tarleton che ne fece strage. Ottenuti questi risultati, e lasciato sul posto il gcn . Cornwallis, il Clinton tornò colla maggior parte delle sue forze a New-York. Dopo la sua partenza i cittadini, ripreso animo, sotto il comando di Sumter, Marion, Pickcns ed altri, costituitisi in bande, iniziarono una !,'l.lCrriglia senza quartiere; la situazione sembrò dovesse volgere a favore dei repubblicani per il sopraggiungere del gen. Gates, ma poi, scontfìlrosi questi cogli Inglesi a Camde11, venne sconfitto e coi super~tit~ respinto nella Carolina settentrionale. li Cornwallis, poichè più assai che le truppe, erano pericolosi gli abitanti, pretese allora che questi si arruolast:ro sotto le sue bmdjcre, chiudendo in carcere, confiscando i beni ed impiccando coloro che resistevano. Piccoli scontri avvennero a King-s-Mo1mtai11 cd a Spri11gf,cld. L'arrivo della natta francese coi rinforzi ( 1 o luglio 178o) aveva intanto sollevato gli animi e fatta ritornare la fiducia scossa dai successi inglesi; il 17 gennaio 1781 i Repubblicani, condotti dal Morgan, vinsero gli Inglesi comandati dal Tarleton a Corupcns, mentre furono costretti a cedere nel combattimento di Guilfort-Court-House il 15 marzo. In Virginia proseguivano le operazioni condotte dal Cornwallis; nella Carollna meridionale aveva il comando degli Inglesi Lord Rawdon. Contro quest'ultimo mosse il Grecnc che, attaccato da forze superiori, dovette nurarsi a Guo-Swamp. L'insurrezione si estendeva sempre di pi,,; parecchie fortezze caddero in mano dei Rcpubbli-


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cani e il col. Stcwart, succeduto al Rawdon, fu batluto nel settembre 1781 a E11taw-Spri11gs, e costretto a chiudersi in Charleston dove rimase assediato. Il Cornwallis intanto percorreva in lungo e in largo la Virginia senza troyare resistenze di rette, ma tanto insidiato dalla guerriglia che, per dare riposo alle sue eruppe, si ridusse nelle fortezze di Yorktown e Clowccster. Intanto \Vashington, ctie, unito alle truppe francesi, stringeva d'assedio in New-York il Clinton, lasciatavi una forza sufficiente si rivolse alle CO· Ionie meridionali per spezzare le ultime resistenze inglesi. Il 7 ottobre 1781 ebbe principio l"assedio di Yorkto11m e il 19 successivo il gen. Cornwallis cedeva la piazza coll'onore delle armi. Anche il Carleton interruppe le ostilità sgombrando Sawannab e Charleston i cui presidi lo raggiunsero a New-York d"onde finalmente salpò con tutte le sue truppe il 25 novembre 1783 dopo che, col trattato di Parigi (3 settembre 1783) l'lnghi lrerra ebbe riconosciuto l"indipendenza degli Stati Uniti. Durante la guerra, il Congresso si adoperò per costituire una marina da guerra, riuscendo a fabbricare 5 navi da 32 cannoni, 5 da 28 e 3 da 24, le quali si impadronirono dell'isola di Providenza e fecero preda. Fra i nomi assegnati a quelle na,•i vi furono quelli di Colombo, Andrea Doria, Sebastiano Vcniero e Caboto.

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Le colonie- della Spagna, invece, non si lasciarono sfuggire l'occasione di rompere il loro giogo. Seguendo le tracce del Messico insorto nel 1809, il Venezuela era il primo a dare il segnale della rivolta (r9 aprile r810) e un congresso vi proclamava l'indipendenza e la costituzione di quella capitaneria in Confederazione. In pari tempo, sollevavasi la Nuova Granata e il viccrè ne veniva scacciato (20 luglio 1810). Ma i due paesi, anzichè unire le loro forze contro il comune nemico, si divisero lacerandosi cd esaurendosi in loue civili tra federalisti e unionisti. Uno spaventoso terremoto avvenuto a Caracas concorse a deprimere gli animi; onde fu facile al g~neralc spagnuolo Montcverdc costringere alla resa il generale Miranda, che già nel 18o6 aveva ca-

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z J,,dipcnden::a del Sud-/lmenca (Guerra 1810-r82,I). All"inizio del secolo XlX, l'America del Sud era politicamente così ripartita: - il Brasile, colonia portoghese; - i Vicereami spagnoli: della Nuova Granat:1, com• prendenti la Columbia, il Venezuela e l'Equatore; del Pert1, comprendente il Chile e il [lasso Perù; del Paragw1r o la Pbta, comprendente il Paraguay, la Banda orientale, Buenos t\ yres e 1·Alto Perù; le tre Guianc, inglese, olandese, francese ; - la Patagonia, non ancora soggetta ad alcun dominio. In tutte queste regioni viveva una popolazione eterogenea per razza : spag11uoli, creoli, indiani, met1ccr, negri, e per profonde differenze sociali; e su essa p esava un 'amministrazione arbitraria e sfruttatrice, che ne sacrificava ogni interesse, ne soffocava ogni energia e ne viola.va ogni libertà a vantaggio della metropoli e degli elementi metropç>litani, spagnuoli e portoghesi, che, escludendo da impieghi, onori e benefici quelli indigeni, li spremevano e opprimevano senza freno alcuno. L'esasperazione prodotta in questi da tale situazione non poteva non aprire gli animi a quell'alito di libertà che la rivolu,,ione francese aveva destato nel mondo; e l'esempio recente delle colonie inglesi dell'America del Nord, testè affrancatesi, accresceva audacia agli spiriti avidi di più libera e umana vita. Malgrado i rigori e le persecuzioni con cui i dom inatori cercarono di impedire il propagarsi delle idee rivoluzionarie, queste, all 'an nuncio dei rivolgimenti avvenuti ù1 Ispagna e in Portogallo (18o7) e che portarono alla cadura dei Borboni e dei Braganza, si tradussero in una ge11erale esplosione che echeggiò in tutte le colonie dell'America latina. Il Brasile, ove re Giovanni VI di Portogallo s'era rifugiato ridando in sulle prime ordine e giustizia al paese, si tenne per alcun tempo quieto. Il suo desiderio di libertà, bcnchè manifestatosi con frequenti agitazioni, non ebbe sfogo iu una guerra dichiarata e combattuta fra esso e la madre patria, ma trovò appagamento in un patto dinastico pel quale, nel 1825, il re Giovanni cedeva al figlio don Pedro i propri diritti sul Brasile e di questo riconosceva l'indipendenza.

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Guerra d'Indipendenza del Sud America (operazioni nel Chile)

peggiato un tentativo di sommossa, cd ora, accorso e no• minato dittatore del Venezuela, guidava gl'insoni. Questi, a sfuggire alle feroci repressioni del Montevecde, riparavano nella Nuova Granata ove davano più vigoroso impulso alla guerra libcrauice. Quivi operava Simone Bolivar, che, fisso nel pensiero doversi le colonie stringere con un unico vincolo e unico disegno, fatto capo dei rivoltosi, con poche forze e tra mille difficoltà di terreno e cli clima, penetrava nel Venezuela e, dopo cinque mesi di guerra accanita faceva capitolare Caracas (4 novembre 1813), vi entrava ed era fatto dittatore della repubblica di Cundinamàrca, allora creata. Ma contro lui, sospettato di mire ambiziose e dispotiche, gli spagnuoli eccitarono ; Llaneros e i negri, promettendo loro libertà e saccbcggio; ond'egli, abbandonalo dai Venezuelani, veniva battuto e .ritornava a Cartagena. Il Re Ferdinando VII, risalito nel 1814 sul trono di •Spagna, inviava contro gli insorti un nuovo esercito di


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12.000 u. sotto il generale Paolo Morillo, il quale, approfittando delle discordie fra i rivoluzionari, riconquistava Caracas, Cartagena, Santa Fè e Bogotà e ripristinava l 'antica signoria (18J5-16). Bolivar riparava- in Haiti, donde, soccorso d'armi e munizioni da Pétion, presidente di quella repubblica, ritornava due volte nel Venezuela, e, dopo alterna vicenda di vittorie e di sconfitte, poneva in piena rotta il Morillo a BoyacfÌ (7 agosto 1819) e occupava Bogotà. Veniva allora costituita la repubblica di Columbia,' -che abbracciava tinto l 'antico vicereame della Nuova Granata e della quale la presidenza fu data a Bolivar. Morillo dovette segnar e l 'armiscizio di Truxillo (25 novembre 1820) d1c gli valse la perdita dcÌ comando. La condotta della guerra fu affidata al La Torre;. ma anche questi, disfatto a Carabobo eia! Bolivar (21 g iugno 1821), fu sostituito dal .Morales, energico ma sfortunato, che a sua volta fu co.stretto a capitolare a Puerto Cabello (8 novembre 1823).

Bandiera dell'Esercito delle Ande

Nel frattempo, il generale Sucre, luogotenente di Bolivar, ,col concorso d 'insorti peruviani sconfiggeva a Pccmé/Ja (24 maggio 1822) i distaccamenti spagnµoli che presidiavano J"Ecuador, as~icurando così l'indipendenza della repubblica •di Columbia . Intanto, l'odio contro la signoria spagnuola esplodeva an,che nel vicereame del Plata, producendone lo smembramento in Stati minori. La provincia di Buenos Aires nel 1808 insorgeva e con lè armi si dava a libertà; quella del .Paraguay, già nel r8n proclamatasi indipendente dalla Spagna, si staccava dal Fiata e costituivasi (1814) in Stato .autonomo; e la Banda orientale, in tanta dissoluzione del"l 'antica colonia, diveniva oggetto di lunga e sanguinosa -competizione tra il Brasile e Buenos Aires e solo nel 1820 ;poteva acquist are la padronanza dei pr9pri destini e assu•merc fom;ta e nome di Repubblica transplatica, conv-crtitosi p iù t ardi (1828) in tJuello attuale di Uruguay. .Più lunga e fortunosa fu la lotta per la liberaz ione del

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vicereame del Perù dal giogo di Spagna. Nélla provincia del Chile, la mala amminjstrazione del governatore Garcia Carrasco eccitava i primi moti rivoluzionari (r8 ro) che, per la discordia degli animi, diedero i frutti desiderati solo quando un valoroso ufficiale, Miguel Carrera, impostosi con forte mano ai dissenzienti c prese le redini del governo, sconfiggeva a Yerbas Buenas (presso Linares) e a S. Carlos il generale Antonio Pareja, inviato con 2000 u. dal viccrè del Perù Abascal (1813) a soffocare la ribellione chilena. Le successive operazioni per espugnare Chillan, ove il Pareja stento il si era r itirato, non ebbero esito fortunato, e Carrcra potè trattenere i regi al passo dcll'Itara (guado del Roble); onde il governo gli tolse il comando, ,affidandolo a Bernardo O' Higgins che portava i Chileni a nuove vittorie a Guilos, a Mombrillag (20 marzo 1814) e a Querechegas presso Molina (aprile 18r4). Una divisione spagnuola, inviata dal vicerè sotto il comando del generale Mariano Osorio, sbarcava allora a Talchahuano e , mossasi su Chillan e poi su Talea, respingeva i Chileni sul Cachapoal ob• bligandoli a rinserrarsi in Rancagua d 'onde l 'O' Higgins, non soccorso in tempo dal Carrera cui era stato riaffidato il potere, potè a stento trova.re scampo con pochi de' suoi verso Santiago. Per raie vittoria gli Spagnuoli riebbero la padronanza del Chilc. L'O' Higgins e i patriotti r ifugiatisi a Mendoza si accordavano con quel governatore argenrj no, generale San Martin il quak, raccolto un piccolo esercito, attraversava le Ande con varie colonne e affrontati i regi , ora comandati da!Pinetto Marco del Ponr sostituito all'O· socio, li sconfiggeva a Cliacabuco presso Santiago (12 febbraio 1817). Tentò l'Osorio, cui eran giunti dal Perù nuovi rincalzi, di raddrinare le sorti della guerra e il !9 marzo 1818 rompeva a Chanca Rayada, presso Talea, il San Martin e l'O' Higgins; ma questi, con raddoppiata .energia rinforzate le loro schiere, schiacciavano a Maypù i regi ( 15 aprile 1819) e ne spezzavano la resistenza. Il Chile veniva proclamato indipendente e agli Spagnuoli rimaneva solo l'isola di Chiloe che più tardi, bmuti dai Chikni a Pudcso e Bellavisra (q gennaio 1826) dovettero sgombrare. l due patriotti vollero allora compie'rc il disegno concertato a Mendoza: la liberazione del Perù, senza la quale il Chi le sarebbe sempre stato esposto al pericolo d'un ritorno. degli Spagnuoli. Ma, avendo il governo argcntino dicpiarato di no11 .poter dare aiuto a tale impresa, l'O ' H iggins, proclamato dittatore supremo del Chile, acquistò in Inghilterra e negli Stari Uniti ·alcuni brigami.ni, improvvisò marin3i e provvide a raccogliere arn1-i, munizioni e vettovaglie.

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Ì,a squadra chilcna, così costituita, e ingrossata da una nave spagnola catturata, fu posta sotto il comando del1'inglesc Cochrane e partì da Valpara iso il 20 agosto 1820 trasportando 4500 u. Con questi il San Martin, sbarcato un po' a Nord di Callao, sconfiggeva presso Pasco (6 dicem• bre r8zo) gli Spagnuoli e il 28 luglio 1821 si impadroniva di _\:.ima proclamandovi l'indipendenza del Perù. Callào ca" . pitolava il 19 settembre successivo, Gli Spà"gnuoli si ritrassero nell'interno e San Martin si recava a Guayaquil per accordarsi col Bolivar, che, grato per gli aiuù avuù dal Perù nello spazzare l'Ecuador dai regi e perseguendo il suo disegno di emancipare e r iunire in un fasciq tutte le colonie spagnuole, recava agli insorti -u9 rfocalzo di 5000 columbiani. Allora il San Martin, data al Perù una costituzione, per evitare che la duplicità del comando ponesse a rischio il buon esito dell' impresa, depose ogn i autorità e, pago del dovere compiuto, ritornò a vita privata.

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Il vicerè La Scrna, appoggiato ai pamg,am di Spagna e incoraggiato dai dissensi scoppiati fra i capi degli insorti, sperò di poter riguadagnare il paese e, coi rinforzi ottenuti e guidati dal generale Cantcrac, nel 1823 rioccupò Lima e Callao; per qreve tempo, chè Boli'l'ar non tardava a ricacciarlo da Lima e coi suoi columbo-peruviani lo inseguiva e lo sbaragliava a funiµ (6 agosto 1824). Riusciva tuttavia il Canterac a riordinare le sue truppe e a condurle a n uova battagl ia; ma nella pianura d 'Ayacuclw (9 dicembre 1824) il generale Sucre, luogotenente di Bolivar, gli infliggeva tale sconfitta da costringerlo a capitolare . Un trattato concluso fra le due · parti concedeva agli u fficiali e soldati regi cli ritornar e in Europa e segnava la liberazione, non solo ciel Perù, ma di mrta l'America meridionale, non potendosi considerare che guerra di brigantaggio q uella che nei monti pochi fuorusciti condussero per ' qualche tempo. La fortezza d i Ca!Jao, che era rimasta in mano dei regi, dovenc arrendersi il 30 gennaio 1826. Ma il sogno, cbe Bolivar vagheggiava, di comporre tutti gli Stati ispano-american i in una grande confederazione il cui centro <lovcva essere la Colun1bja 1 non potè avverarsi,

chè vi si opposero la loro immaturità politica, la gelosia e i divergenti interessi. Un congresso, da lui convocato a Panamà nel dicembre 1824, non potè riunirsi che nel 1826 e vi parteciparono solo Columbia , Perù, Messico e America centrale; Chilc, Argentina, Brasile e Paraguay si astennero e nulla vi fu concluso. Per contro, lo spirito particolarista andò sempre più affermandosi; onde nel 1829 il Venezuela, e nel 1830 l 'Ecllador, si staccavano dalla Nuova Granata, formando ciascuno Stati separati, ed anche l'Alto Perù, sollevatosi nel 1809 contro il dominio cli Spagna, a questa strappato dalle truppe di Buenos Aires guidate dal

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generale Balcarcc e poi rimasto per lunghi anni teatro di lotta fra regi e ribelli, si separava nel 1825 dal Basso Perù costituendo lo Stato della Bolivia. Indipendenza della Grecia (Guerra, 1821- 1827) . Preparata da società costituite da Greci profughi, dapprima a Odessa, poi diffuse fra gli emigrati in altri centri, infine nella Grecia stessa, la r ivolta con tro il dominio ottomano s 'iniziò nel 1821, - con un tentativo di Ipsilanti di penetrare in Turchia dalla Russia con un corpo di Greci detto cc Sacra coorte », che, affrontato dai Turchi a Dragasani. in Romania, venne distrutto. Quasi contemporaneamente, si ribellavano i Greci della Tessaglia, della Morea, del le isole dell'Arcipelago. Repressioni terribili, con stragi crudeli specialmente· a Costantinopoli e nel! 'isola di Chio, vennero operate dai Turch i. In mare, gli abili marinai greci si batterono eroicamente, guidati dal Canarìs, ottenendo successi specialmente per mezzo di bru lotti. La rivolta diven ne ben presto rivoluzione,. e il Pelopon neso, liberalo dai Turchi, potè vedere raccolta la prima assemblea nazionale, il 1° gennajo 1922. Dovunque, ali 'estero, sorsero comitati filellenici, i quali con denaro e con volontari appoggiarono la causa dei Greci , u·ascinando a poco a poco i governanti nella loro orbita. Fra i generosi che corsero a morire per la libertà della Grecia basti ricordare il nostro Santorre di Santarosa; caduto a Sfucteria, e l'inglese Byron, morto a Missot..ngi. Sino alla fi ne del 1824 la rivoluzione fece progressi; ma, in quell'anno, intervenne a favore della Turchia Ibrahim pascià, con un esercito egiziano, che sbarcò nel Peloponneso e lo devastò, prendendo Missolungi, da tempo invano assediata dai Turchi, e battendo ripetutamente i Greci.

Attacco di volontari greci a reparti turchi


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.. Nel 1925 la causa della rivoluzione era disperata. Fino a quel momento, il Metternich aveva impedito allo czar Alessandro di interveni re a favore dei Greci , io base ai criterii ~empre sostenuti dalla Santa Alleanza; ma, morto Alessa ndro e salito al trono suo figlio Nicola, le opinioni pul,bliche filellcne del la .Russia, dell'Inghilterra e della Francia indussero i tre Governi ad accordarsi per intervc-

Rigas chiama alle armi i Greci

nire nella contesa. Le loro flotte veleggiarono a Navarino, con lo scopo di persuadere o costringere Ibral1im a imbarcare le sue truppe e a tornare in Egitto. La flotta egiziaoa, che con quella turca era a Navarino, all'apparire delle flotte alleate aprl il fuoco, e ne segul un combatti• mento di quattr,o ore che terminò con la disfatta dei Turcoegizii (ottobre 1827). La Farncia inviò truppe in Morea ; la Russia dichiarò guerra alla Turchia e con la campagna 1828-29 indusse la Turchia alla pace di Adrianopoli. Seguì la conferenza di Lonclra (1830) che riconobbe l'indipendenza della Grecia, sia pure entro confini relativamente modesti. Questa guerra, come scrive il Corsi, fu " d'insidia, di tradimenti, di massacri, ma pur non priva di gloriosi fatti e d'eroici sacrilizi, allungata però dalla incapacità dei capi e dalle loto perfidie e discordie " .

Indipendenza del Belgio. V. Eelgio. Indipendenza della Fùilandia. V. Finlandia. lndipendenza dei Paesi Bassi. V. Fiandra. Indipendenza della Polonia. V. Polonia. Indisciplina. È il fattò del venire meno, per cauiva volontà, ignoranza. negligenza o altro, all"obbligo dell'attiva solidarietà nell 'azionc per il comune scopo di inte• tesse sociale, incorrendo, più o men gravemente; nell'inadempienza dei doveri che dalla disciplina conseguono. _ Cosl, è indisciplina il violare l'ordine, come i l peccare contro la subordi nazione; il venir meno all'onore, come allo spirito di corpo, i l• trascurar<; l'istruzione, come j] disob-

bedire e il non farsi obbedire. In sostanza, indisciplina è aperta o subdola inosservanza, violazione, trascuranza dell'uno o dell'altro o di tutti i doveri del proprio stato. Si dirà, quindi, indisciplina militare quando trattasi di doveri militari; indisciplina civile quando trattasi di doveri civi)j, e via dicendo.

Indocina. Colonia francese. Al nord Tonchino, delta del fiume Rosso o Song-Ko'i; al sud Cocincina_o delta del Me Kong; in mezzo, Annam, oltre al Cambodge ed al Laos. Abitata da popolazioni di razza gialla, di origini e costumi cinesi, da cui il preteso diritto d'intervento della Cina contro la Francia, ha 18 milioni d'abitanti in un territorio di 780.000 Kmq. La colonia sorse dalle prime conquiste alle -spese del regno dell'Annam (V.). Dopo la guerra del 1870, il francese Dupuis tentò di aprire al commercio francese l'Impero cinese per la via del Tonchino e del fiume Rosso, approvvigionando d'armi e mun.izioni, di cui difettavano, i generali cinesi in lotta contro la grande insurrezione musulmana dei Tai-Pings. Male accolto, si trincerò nelle posiz10m raggiunte, reclamando aiuto dal contrammiraglio Dupré, al quale pure volgevasi per ottenere l'espulsione del Duptùs il Sovrano d'Annam Tu-Due. L 'ammiraglio inviò a compo,rc la ve,tenza il rene,ùe di vascello Fra1icis Garnìer con vaghe istruzioni. Garnicr con 2 cannoniere e 175 marinai arrivò ad Hanoi il 5 nov. 1873, ma non avendo potuto otteneTe patti accetta bi li, attaccò Hanoi, con le pro• prie t ruppe e wn gli Ìlregolari di Dupuis, e la conquistò, malgrado fosse difesa da 7000 annamiri. In seguiro la conquista progredì in modo prodigioso; e dopo venti giorni il Delta era occupato e il paese orgàllizzato anuninistrativamente. I ~andarini domandarono allora il concorso delle « "Bandiere Nere » stabi lite nella regione &a il YoNan e il Delta, con quartiere generale a Lao-Kai. Il 21 dicembre queste bande si presentarono improvvisamente dinanzi ad H anoi, ma furono respinte; però il Garnier, essendosi spinto all 'inseguimenro, fu colto in una imboscata e massacrato, assieme al suo luogotenente Balny d'Arricourt, mentre gl i altri luogotenenti si mantenevano nelle cittadelle da loro precedentemente conquistate. In questo momento arrivava un altro negoziatore inviato dall'amm. Dupré, il tenente di vascello Philastre, che sconfessò la condotta bellicosa del predecessore e firmò un trattato (15 marzo 1874) con l'Annam (V.). Nel 1882, non avendo il trattato fatto cessare le ostilità contro i Francesi, il cap. di vascello Rivière (26 aprile) fu inviato ad Hanoi con 2 avvisi e 8 cannoniere, recanti 800 u . da sbarco. Le « Bandiere Nere », costrette ad uscire dalla piazza, la bloccarono subito, attaccandola. più volte e bombardandola senza tregua. Ricevuto un rinforzo di 300 u ., j] Rivièrc tentò (maggio 1883) una sortita con 6oo u. e 3 cannoni, ma, avviluppato a breve distanza da grnndi masse nemiche, venne massacrato con parte dei suoi, mentre gli altri a stento riparavano nella cittadella. Appena conosciuto questo scacco, il governatoze della Cocincina inviò i I generai~ Bourer CCfll le truppe disv,nibili (3500 uomini) con le quali questi riuscì a ristabili, s.• a Hanoi, Nam- DiJ1h e Hai Phong, rila non ~d imporsi ali ' Annam e tanto meno alla· Cina. Essendo morto il sovrano Tu-Due (17 luglio) sembrò occasione favorevole per occupare con un colpo cli mano Hué, ciò che ve11ne esegc,ito dalla divisione navale del contrammiraglio Dc Courbet nei giorni 20 e 21 agosto . Seguì la pace del 25 agosto 1883 con I' A r111a m (V.) in cui questo Stat0 vedeva COl)fermata la


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propria indipendenza di fronte alla Cina, ciò che diede luogo alla successiva rottura tra f•raocia e Cina . Il governo francese mandò nuovi rinforzi e affidò il comando all'ammiraglio Courbct con ordine d'affermarsi nel Delta occupando Sontay, Bac-Nùlh e Hong-Hoa. L'ammiraglio disponeva alla fine del 1883 di 900 0 u. dei quali 3000 a pr<ì-sidio del paese già occupato. Coi rimanenti 6ooo intraprese l'operazione su Sontay, coronata da successo, con la quale si apriva la breve guerra Franco-cinese (V.). Un'ultima lotta sostennero i Francesi nell 'I., in seguito a ribellione preparata da agenti tedeschi durante la guerra mondiale, e scoppiata solo dopo l'armistizio del 1918. Essa venne facilmente repressa.

medico, -e di seconda classe un capitano medico; quelle reggimentali, hanno a capo l' ufficiale medico p iù elevato in grado. In guerra, tsistono l. avanzate, provvisorie., che si costi-

tuiscono per cura delle sezioni di Sanità, ed esistono /. di tappa, le quali sono nella za linea e vengono costituite dai comand i di sanità della divis. Inolue si adibi~ce, nei trcniospcdale, un vagone ad infermeria. Infermerie ordinarie (Marina). Sulle g ran di navi le / . ordinarie riproducono, in proporzioni ridotte, il p iano degli ospedali urbani con 1 relativi servizi generali e sono com-

Indomito. Cacciatorpediniere, varato a Napoli ed enlrato in servizio nel 1913; lunghezza m . 73, larghezza 7,33, dislocamento tonn. 686, macchina HP. 16.890, velocità nodi 35; armamento guerresco 5 cannoni da 102, I da 40, lanciasiluri 4; stato maggiore 4, equipaggio 65. Indulto. Voce non più in uso nella term inologia militare moderna. Vale am,iistia, condono delle punizioni totale. Propriamente significava perdono generale concesso ai soldati ammutinati o fuggitivi, con la condizione di tornare alle bandiere entro un determinato tempo. L'/. era assai usato in altri tempi, q11ando le diserzioni erano frequenti ed assa i numerose, per cui in breve volger di tempo gli effettivi dei reparti venivano ridotti a forza assai esigua. Le punizioni erano severissime, ma pur tuttavia non si riusciva a far fronte alla piaga, ed occorreva ricorrere spesso agli indulti per indurre i disertori a tornare al proprio reparto. Induno (Gerolamo). Pittore milanese (1827-1890). Va loroso gariba ldino, combattè a Roma nel 1849 ove fu ferito a Villa Barberini, e a Varese ( 1859) sottolcnc.nte col Medici, che seguì anche l'amto seguente in Sicilia . Per ragioni artistiche segul l'esercito piemontese nella spedizione di Crimea. Sono da ricordare fra i suoi quadri: " La battaglia di Ma_genta »; « Imbarco dei Mille a Quarto»; « L'incontro di Vittorio Emanuele con Garibal-

di»; ecc. I nespugnabile. Dicesi di fortezza che non si può prendere colla forza o con un assedio regolare. L'iaespugnabilità è sempre stata relativa ai tempi; il perfezionamento dei mezzi ossidionali ha reso e~pugnabili fortezze prima inespugnabili. Induno Gerolamo

I nfetmeri!l. Locale adibito alla p rima visita dei ma.lat;f negli ospedali :t1il. <>" nei reggimenti. Le l. ·mii. si di-6tioguono come ,segue: I. di presidio, costituite là dove non sono ospedali nè civili nè rnit, o dove quelli civili non sono in grado di accogliere · malati militari. ·i. speciali sono pure costituite presso le Scuole e i Collegi mii., e presso gli stabilimenti mii. di pena . l . reggimenÌali. sono_presso .i regg. , nelle caserme. Quelle di presidio, di prima classe, hanno a capo un maggiore

Infermieri militari (epoca napoleonica)

poste dei seguenti riparti : per malattie comuni con bagno e lauùia; per malattie infettive con bagno e latrina; ambulatorio e sala per operazioni; farmacia; cucina; posto per malati non allettati; depositi per medicinali e medicature. Le dimensioni dei due riparti per malati si calcolano sulla media giornaliera dei malati (z % dell'equip aggio). Sulle navi minori, vi è il solo riparto comune e la farmacia. 1 malati di morbi infettivi sì sbarcano appena. è possibi le negli ospedali urbani ; durante il tempo che si tengono a bordo si ricoverano nel riparto comune, sgombrandone gli altri malati. I particolari d i costruzione e arredamento sono conformi alle norme dell'igiene ospedaliera; le infermerie sono provviste dei mezzi occorrenti per la diagnosi e la cura dei malati e per la profilassi delle malattie infettive. I locali per l'/. sono collocati nei ponti inferiori verso prora , in locali aereati e asciutti. Infermerie di combattimento (!'rfa,-ùia). Corrispondono alle ambulanze di xa linea del! 'Esercito e comprendono 3 locali: deposito provvisorio dei feriti da medicare; sala per mediqture ed operazioni; deposito dei feriti medicati. Le / . sono autonome e si situano sul ponte d i ba tteria, sul ponte di corridoio e nelle sopracostruz i.oni quando esistono. Il numero corrisponde a quello dei medici; le dimensioni fOno commisurate al n umero probabile dei feriti , che si può calcolare a ro % dell'equipaggio. Durante la battaglia, tranne pochi uomini di servizio nelle sopracostruzioni, il p€rsonale è chiuso ermeticamente in locali separati e in dipendenti (torri, ridotti, compartimenti macchine, ecc.), nè ha la possibilità di uscirne. Per assicurare a questì uomini ì soccorsi d i urgenza, nei compartimenti più grandi è stabilito un posto secondario di medicatura con uno· o pìù


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infennieri; nei piccoli, S} trova un deposilo di pacchetti di mcdicatl)re per i primi soccorsi. Mentre nel! e guerre terrestri predominano le ferite leggiere, nelle battaglie navali vi ha un 'alta percentuale di ferite gravi, che necessitano la imrnobilitazione delle parti

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Infermeria della , Dante Alighieri •

lese; mentre a terra si possono us·a re i comuni mezzi di trasporto, suHe navi il trasportQ dei feriti dal luogo di caduta al posto di medicatura riesce difficile e richiede apparecchi appositi . I più in uso sono: il grembiale Caletti per il trasporto a braccia, la sedia Rho per il trasporto in senso orizzontale e verticale, il telaio Roselli per il trasporto dentro la nave e per il trasbordo su altra nave o lo sbarco senza rimuovere il ferito dall 'apparecchio.

Infermieri (Marina). Gli infermieri dell'Armata formano una categoria che proviene principalmente dall'arruolamento volontario, e, a causa de1 rischio professionale, presenta Je medie di morbosità più elevate, principalmente per i mQrbi infettivi trasmissibili per contagio diretto. Nell 'esercito, gli I. sono scelti fra i militari di leva, in base alle loro altitudint. Infermieri (Marina): sottufficiali: anello in oro e croce in rosso; Sottocapi e comuni: anello e Cl'Oce in rosso

Infiammabili. Sono sostanze, per lo pi11 liquide, facilmente combustibijj, che furono usate in guerra sia a scopo offensivo che difensivo. Nel primo qso esse vennero di regola impiegate per compiere arditi colpi di ~ano, a me-z.zo di speciali ordegni (lanci11fiamme) di cui i vari; eser-

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citi erano dotati. A scopo difensivo, invece, si usarono liquidi infiammati speci:Ìlmcnte contro le ondate o nubi di aggressivi chimici, allo scopo di qeterminare 1rn rivolgimento della m:(ssa gassosa e una corrente ascensionale del la stessa, in modo da trasportare in alto buona parte dei gas, disperdendoli nell'atmosfera. Con l iquidi I. 'furono anche costituite insormontabili barriere contro le truppe nemiche; e cosl, ad esem[)io, durante la guerra russo-giapponese, ali ' assedio di Port Arthur ," alcunè: opere di difesa furono protette da fossati che, al momento opportuno, venivano riempiti di petrolio, a cui si dava fuoco per impedire l'avanzata degli assalitori. G li I. sono classificati, · nella chimica di guerra, fra i << composti sussidiari attivi » ; i più importanti fra essi sono: il benzolo, il toluolo, l 'olio di nafta (petroli grezzi) e gli oli i grezzi di catrame.

Infilare (o Batte,·c di infilata) significa battere col tiro di artiglieria, o di mitragliatrici, o di armi portatili, lungo il parapetto di un'opera o il fronte ·di una posizione, o parallelamente ad essi, od anche battere una trincea nel senso della sua lunghezza. li tiro eseguito in tale maniera dicesi « tiro d'infilata "· Poichè la cljspersionc longitudinale del tiro è maggiore di quella laterale, ne consegue che il tiro di infilata è più efficace del tiro frontale. Questo tiro fu oggetto di studio da parte di ingegner\ mil., e fu adottato dal Vauban nell'assedio di Philipsburg e di Mannheim (1688) dando brillanti successi. Infiltrazione. Vecchia d izione comunemente usata per ìud icare il procedimento di az ione di piècole unità di fanteria che durante l'attacco avanzavano là dove trovavano minore resistenza, lasciando in atto le resistenze residue sui fianchi, o limitandosi a neutralizzarle col fuoco. Attualmente la parola è quasi sempre sostituita da Penetrazione (V.) ogni qual volta si voglia ind icare il procedere di unità piccole o grandi attraverso una solida organizzazione difensiva avveriaria . E; sa viene a volte ancora adoperata per significare l'avanzata di piccoli nuclei di fanteria attraverso intervalli interposti• fra cent ri di resistenza nemici , in una fase nella quale la difesa non è completamente consolidata o è stata seriamente danneggiata dal tirn di preparazione del] 'attaccante. Influenza. Malattia infettiva, epidemica, . che colpisce frequentemente l 'esercito e l 'armata con casi isolati e con epidemie. Queste furono specialmente gravi durante la smobilitazione dopo la guerra mondiale. Negli anni· 1918 e 1919 l'/. cagionò una mortalità rispettivamente di 9.28 e 1.48 per 1000, superiore alla mortalità di tutte le altre malattie sommate i nsieme, e poco inferiore a quella per lesioni belliche, che fu di 9.59 e 2,67. Jn mare, sono rnaggiormcnte colpite le navi su cui la popolazione vive a più st retto contatto, come i trasporti di truppe (sulla Città di Catania, nave tràspòrto, fu . colpito 1'8o % dell'equipaggio con 4.5 % di morti)' e le classi della comunità navale che alloggiano nei dormitori collettivi (equipaggio'). Allo stato attua le della scienza l '/. sfugge ad ogni misura profilattica e sfida le m igliori condiziooi igieniche. · Informazione militare. Notizia più o meno r,anicolareggiata. ed esatta intorno al nèJnjco (effettivo o presunto) e a · suoi problemi bellici. Informazioni (Servizio delle). Il problema bellico in ogni suo aspetto politico, strategico, tattico è sempre


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denso di incognite che lo rendono oscuro. Da questa oscurilà, generalrice di sorprese, seguono difficoltà gravi nelle deliberazioni (valutazioni e decisioni) donde lo sforzo co-

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2nnullare il più possibile le oscurità de! problema. Sempre notevole e spesso enorme è il vantaggio di quello fra glt avversari che più rapidamente e compiutamente chiarisce e toglie le incognite. In sostanza, la soluzione dc, problemi bellici incomincia ed è seguita senza posa da un lavorìo complesso, che comprende : d) la ricerca, la raccolta, la vagliatura, la sistemazione e presentazione al comando de1k « unità di guerr\\ " di quante più notizie ~ possibile sul nemico; b) la messa in opera dei mezzi disponibili pt, ostacolare l'attività informativa del medesimo. Simile lavorio complesso condotto sistematicamente, costituisce il Servizio delle informazioni, « strumento essenziale per la concezione e la condotta delle operazioni " come dicono le norme generali al paragrafo 11. Oggidì il servi7.io delle /. (unificato per guerra, manna e aeronautica con decreto ciel 15 ottob1·c 1925) ha 1ag• giunto, almeno nel campo politico-strategico, una squisitezza percettiva tale, che coglie e raccoglie persino le minime vibrazioni delle più esigue fonti diffusive di not1z1e. Ha raggiunto altre;ì l'arte sottiie di mettere in circolazione notizie atte a confondere !"opposto servizio. Il qua• dro schematico del Serv izio /. può essere così formato:

Informatori nostri a Bengasi ( 1912)

stante regolare e più o meno melodico degli avversari (in potenza o in atto) per ridurre sempre più le incognite, per

CA,,tPo rot1nco ~lrLITARf.

SERVIZIO I NFOR~IAZIONI

(fonti - clementi - mezzi)

CAMPO STRATEGICO (esplorazione lontana) CAMPO TA'rTICO

(esplorazione vicina)

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spionaggio - controspionaggio spoglio stampa . censura } radio, ecc.

intercettazioni

' mezzi aerei (esplorazione ricognizione fotografia) unità di cavalleria unità celeri ~ mezzi aerei cavalleria e ciclisti esploratori e osservatori delle varie armi.

telcgratichc,

o.sservnzionc

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prigionieri, i civili, ecc. sono fonu utili di informazioni di interesse a ,•olte tattico a volte strategico, ccc. Principii del serv izio : continuità inalterabile; ricerca indefessa; acccuazionc larga di notizie; controllo rigoroso e comparazione minuta; comunicazione esatta e te1npestiva; segretezza; diffusione cauta e so1tilc pel servizio avversario. L'eccellenza del servizio delle I. è in rapporto diretto con la regolarità elci contatti reali con il nemico e con la perfezione dei collegamenti. Necessaria correlazione, dunque, fra contatto, informazione, collegamento.

Ufficio i11/or111a;:ioni (per I~ noti::ie sui combatte1111). Fu creato e organizzato· presso i Corpi d'armata combattenti. Raccolse 2.000.000 d i lettere per richieste d ·/. sui m ilitari al &onte da parte delle famiglie e redasse oltre 1 .000.000 di schede. informazioni (/ll'tiglieria). In art., il servlZ!o l. i: diretto e coordinato dall'ufficio tiro del comando d'art. d'Armata. Esso ha lo ,copo di fornire dati i l p iù possibile precisi sulle postazioni dei pezzi avversari. L•ufficio /. d'armata ha il compito, a sua voha, di fornire dati sulla situazione delle art. nemiche nella zona di competenza dell'armata. I nfreville (D '). Generale francese dell'epoca nostra. All'inizio della guerra mondiale comandava la 49" brig,ta, e in fine del 1914 assunse il comando dcll'S• divis. , passando al comando del 3 1° C. <l'A. nel 1917. Con qucslo corpo fu in Italia dal 1° novembre 1917 al 2 febbraio 1918, e combatti: nel settore del monte Tomba. Aveva preso parlc alla guerra sul fronte occidentale, in Lorena, Piccardia,

Champagne, a Verdun, nelle Argonne. Fu più volte citato aU-ordinc del giorno, e due volte ferito.

Ingaggio. Specie di contratto di lavoro che si stipu fra l'armatore, o la Compagnia di navigazione, cd il marinaio che deve imbarcare. L'atto di / . con tiene tulle le condizioni del servizio e della paga. Anticamente veruva fatto verbalmente senza 9Critture, ccl è celebr e, nel Porlo di Genova, la Piazza Banchi, nella quale si stipulavano gli /. dei marinai. I ngam i (Filippo). Generale, n. a Roma nel 1868. Sottoten. di fanteria nel 1888, comandò in guerra da ten . cO· lonncllo il 30° regg. fanteria che condusse a S. Martino dei Carso e Lokvica, meritandovi due mcd. d'argento (r9r1>). Colonnello nel 1917, dopo la guerra comandò il deposito del 76° fanteria e nel 1920 andò in P. A. S. Nel 1924 fu promosso in A. R. A. generale di brigata.

lngavi, Pianura della Bolivia, in prov. di Pacajes. Ha dato il nome a una battaglia fra Peruviani e Boliviani (r8 novembre 1841) nella quale i primi (6000 u ., al comando d el gen. Gamarra, presidente del Perù) vennero sconfitti dai secondi (3000 u. al comando del geo. Balliviàn, presi• dente della Bolivia). I Peruviani lasciarono 3000 prigionieri e perdettero il loro comandante, ucciso nello scontro. Ingegnere militare. È colui che esercita la scienza cli fortificare, a1taccare e difendere una piazza, una po·


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sizionc, e quella della castramet;izionc di un esercito. Chiamasi anche "architetto militare». Oltre agli ing. mii. propriamente dcui, cogli eserciti moderni esistono ancora: g li ing. topografi, per le descrizioni particolari dei luoglu, per i riliev i topografici e per le ricognizioni mii. d i paesi privi di carte e gli ing. geografi mii. per le operazioni geodetiche: e per la dcscriz,one generale d'una provincia o d"uno Stato.

lngeg11eri militari (Ceu110 storico). Il Boutaric, parlando delle costruzioni mii. del scc. XVI, dice che • l'ltalie nous fournit Ics premicrs ingénicurs »: ed infatti l' Italia in quel secolo ebbe richic;ra di ing. mii. da tutti gli Stati d 'Europa.

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qucro, nel secolo successi,·o, le scuole nazionali di fortificazione. Nella vita di alcuni dì questi ingegneri si ravvisa una certa irreqwetezza, che non era instabilità capricciosa, ma inevitabile conseguenza dello stato di civiltà e delle condi:1.ioni economiche dei paesi ne' quali ebbero ad esercitare la loro arte. Generalmente po~eri di fortuna, lusingati dall'esempio dei pochi colleghi fortunati, essi andavano a servire popoli assai inferiori in civiltà all'italiano. Le vantaggiose promesse spesso non venivano mantenute, essendo i sollecitatoci numerosi e le finanze di quegli Stati assai povere. Di qui le tristi condizioni di molti, aumentate dallo spregio che non nascondevano i soldati verso questi loro compagni, i quali al valore univano la dot1rina . Nè i pochi, r·n fu dato raggiungere posizioni elevate (il Castrioto e il Hcllarmati in Francia, il Guerrini in Germania, lo -Spannocchi in Spagna , il Terzi in Portogallo, cd il Gcnga in Polonia) potevano migliorare I 'ambi::nte dove, per necessità storica, si dibattevano questi coraggiosi pionieri dell'arte difensiva, molti dc' quali, come il Fcrramolino, Bartolomeo e Scipione Campi, C..,Ìl"olamo e Ca-

Ingegneri miliuui èdl'q:cca m:rolconic..1.

Ingegnere militare 1775. Uniforme: tunica bleu; paoclotto e pan .. taloni bianchii colletto n.marontG; alamnri d'argento e d'oro.

Gloriosissima è dunque la nostra tradizione in materia. Fra i più celebri di quel secolo, ricorderemo il Marini, il Bellarmati, il Mello.ne, il Fusti, il Vergano, lo Strozzi, il Campi, lo Scala, l"Orologi, il della Scola, il Pennacchi, ccc. Il Rocchi ricorda che le strette relazioni fra l'Impero e il Granducato di Toscana, che ne era quasi una dipendenza, portarono i Medici a soccorrere il primo, nelle incessanti guerre contro i Turchi, specialmente con quanto di meglio era in grado di fornire l'lrn lia: cioè con ingegneri. Si determ inò così verso Austria una corrente di questi, che v'introdussero la fortificazione moderna cd i nuovi metodi di attacco e difesa. Oalle coste dcli' Atlantico a quelle dell'Africa non vi fu terra dove gli ing. m ii. italiani del secolo XVI non portarono i principii della fortificazione moderna. Architetti e soldati, aventi comuni l' idioma, la perizia tecnica e le tradizion i artistiche, delinearono, col loro servi1.io presso i vari eserciti nei lunghi anni dì guerra, i caratteri e l'ufficio dell'ingegnere militare e gittarono il seme dal quale nac-

milio Marini, il Mellonc, il Piatti, il Pennacchi, il Gianibellì, il Maggi, Piero Strozzi, Astorre Baglionc, Scipione Vergano, i più noti per fama e per opere compiute, diedero la vita nel l'esercizio della propria arte, auaccanclo, o difendendo fortezze. Allent, nella storia del Genio francese, scrive che l"ltalia " forniva di ingegneri il resto d'Europa». Il Lacroix scrive che Sull y (scc . XVII) organizzatore del Genio mii. in Francia, chiamò dapprima gli ìng. italiani per questo, cd essi ebbero allievi francesi cui insegnarono f'artc della forùfjcazione. Ne derivarono gli « Ingegneri ordinari del re », ~he costituirono nel 1690 un corpo speciale: v·erano inoltre allora i « direttori del gcn io », già chiamati « direttori delle fortificazioni ». Nel le Due Sicilie (come del resto dovun,1ue) gli ing. civili erano anche incaricati delle opere mii. e sì chiamarono nel secolo XVII « ingegneri reali » quelli addetti alla Corle, specialmente per fortificazioni. Nel 1700 essi erano diretti da un ing. Ignnìo Montani, che aveva i l grado di colonnello. Un ordinamento come « corpo degli ingegneri militari » fu creato nel 1742 e ritoccato dieci anni dopo: nel 1785 a capo di essi era il ten. gen. Poulet. Nel 1788 il Corpo venne soppresso, con la creazione del « Corpo reale dell'artiglieria e genio», nel quale esso fu incluso.


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Nella reptibb lica di Venezia , venne creato (1770) il degli Ingegner; militari n a capo del quale fu posto il colonnello scozzese Dixon, sostituito due anni dopo · dal col. tirolese Moscr de Filscck. Ma solamente nel 1782 il corpo fu qualche cosa di più che nominale, e solamente nel 1785 cominciò veramente a funzionare, agli ordini del brigadiere Lorgna. « Corpo

Inglese (Legione). Costituita nel 1835, al scrv1z10 del governo costituzionale spagnuolo e al comando del col. onorario inglese sir Lacy Evans: raccolse appena la metà dei 12.000 u. stabiliti, e gente raccogliticcia, fra i 16 e i 50 anni: fu più dì peso che di utilità al governo costituzionale.

lllgegneri (Corpo degli I. costruttori navali). Fu creato ,:icl regno di Sardegna nel 1848, quando il genio maritr:mo fu r iunito al corpo reale del genio. Tale corpo venne sistemato nel 1850, rimanendogli affidati tutti i lavori di costruzione e raddobbo delle navi. Attribuzioni che oggi spettano al Genio navale (V.). Corpo deglt Ingegneri (Regno di Sardegna). Architetti ed ingegneri furono, sino da epoche remote, adibiti dai duchi e re sabaudi a costruzioni di carattere mii.; non avevano però vincoli mii. e dipendevano solo amministrativamente dall 'azienda delle fabbriche e fortificazioni. Al principio del regno di Vittorio Amedeo II ebbero a capo un 1° ingegnere, e il nome di I. militari nel 1711. Nel 1726 questo Re determinò che gli /. passassero a far parte del corpo d'artiglieria, che avessero gradi nell 'csercito e che fossero soggeui a disciplina mii. Cessarono poi di far parte dell'artiglieria, nel 1752, e formarono il « Corpo degli Jngegncri di Sua Maestà », nome che, dal 1775, fu cambiato con quello di « Corpo Reale degli Ingegneri ». Dal Ij98, al• l 'inizio del periodo della repubblica piemontese, i l Corpo fu aumentato da una compagnia di minatori e poi fu sciolro nel 1799. Nel 1814 venne ricostituito il « Corpo degli lngcgneri ». composto di soli ufficiali e nel 1816 prese il nome di « Corpo reale del Genio » . (V). lngegnere maggiore. Titolo che davasi nei sec. XVJ e XV11 al comanda nte degli I . mii.; ad es. in Fiandra lo ebbe l'italiano Paciocto da Urbino. lngenia. Nel medio evo, si chiamarono così le macchine d'assedio in genere. J loro costruttori presero il nome di ft1geniosi e fogeniar;i. Inghilterra. V. Gran Bretagna. lnghirami (Iacopo). Generale cd ammiraglio to=o, n. e m. a Volterra (1565-1623). Dapprima coltivò- lo studio dell'architettura mii. e della nautica; poi fu per nove anni al servizio della Francia. Ritornato in p:1tria, il r e Ferdinando I lo nominò, comandante di una galera. Come ammiraglio combattè contro i Turchi conquistando parec• chic fortezze. Il granduca Cosimo li lo nominò poi governatore di Livorno. L'ultima sua impresa era stata que!Ja di Eubea (1616); la sua "più grande fu quella di Bona (V.). Jngianni (Giulio). Generale della R. Marina, n. nel 1876, entrato in servizio nel 1895, promosso generale di Porto nel 1924 e ten. generale Ispettore nel 1925. Prese parte alle campagne di guerra 1915-18, e nel 1924 fu nominato direttore generale della Marina Mercantile.

Jnghirnmi Jocopo

Ingianni Giulio

Inglesi (Voloma,i 111 Italia). Nel 186o numerosi volontari 1. vennero in Italia per prender parte alla cam pagna garibaldina nelle provincie meridionali. Alcuni di essi costituirono gruppi separati, al comando dei colonnelli Forbes e Dcvoling, altri si riunirono in un piccolo corpo che fu dello dei Bersaglieri Britannici, agli ordini del maggiore Windham; altri infine, al comando dei colonnelli Dunnc e Peard, riuniti in due brigate, entrarono a far parte dell'Esercito meridionale, aggregati alla divisione Medici. Di queste due brigate, che combatterono con onore al Vorturno, la più numerosa fu quella del Peard la quale sba rcò a Napoli con 670 uomini e dopo qualche giorno di residenza in quella città fu inviata a Santa Maria, dove si distinse in modo particolare nella giornata del 1° ottobre. Congedatasi dopo la campagna, ebbe iJJfalli un encomio, speciale da Garibaldi. I Bersaglieri del Windham invece, avendo preceduto gli altri corpi nel viaggio da Londra in Italia. erano giunti a Palermo nel mese di. maggio e ,i trovavano a coadiuvare i Mille nei giorni immediatamente susseguenti al loro ingresso nella capitale dell"isola . Nel t9r1, la Brigata Pcard, la quale durante la campagna del 186o aveva preso il nome di Legi.Qlle Inglese , contav:t ancora una ventina di veterani e quc:sti vennero

a Roma per partecipare alle feste dd cinquantenario del! 'unità italiana.

lngolstadt. Città della Baviera, sulla dr. de l Danubio. Buona fortezza in antico. fu trasformata in campo trincerato ne1 1835-1840, e, dopo il 1870, ancora rimodernata, con 5 forti staccati a 7 km . dalla piazza sulla dr. e 11 ad arco di cerchio sulla sr., oltre ad opere m inori intermedie. Nel 1632 fu presa da Gusta,10 Adolfo. Nel 1704, duran te la guerra per la Success ione di Spagna, era vi di guarnigione un rcgg. francese, che cedette le armi al principe Eugenio senza combattere.

Assedio di Ingolstad! (1743). Appartiene alla guerra per

li Successione d 'Austria. L'assedio fu posto dagli AuIngiur ie (fra militari). Sono contemplate negli art. z78 C. P . Es. e 195 C. P. M. M. e consistono nel fatto di un mil. che rivolge in pubblico espressioni oltraggiose o parole di disprezzo o invettive contro altro mii. di pari grado, che non sia superio~e in comando. Pena: il carcere militare da due mesi ad un anno.

striaci (15 .000 fanti e 700 cavalli) comandati dal marcsc. Baerenklau. Difendeva f. il gen. francese Granville. con. 4400 u., di ctii 400 Bavaresi, bene approvvigionati, con 200 cai;inoni sulle opere. Fra !'8 e il 26 agosto, gli assedianti si limitarono al blocco; il 26, bcnchè non disponessero che di 40 cannonj, iniziarono l'apcmua delle trincee, e i)


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31 p rincipiarono il Euoco. li Granville, ritenendo di non poter resiste,re a lungo, venne a trattative il giorno se~ guente e abbandonò ccn gli onori di guerra la piazza il 3 ottobre.

Le fortifi.cazion.i di Ingolstadt (scc. XVIII)

I ngrafitamento. .È l'operazione con la quale, in apposite botti lisciatrici a rotazione (botti Charnpy), i grani della polvere nera, e di talune polveri infumi a forme piccole, .vengono ricoperti cli un sottilissimo strato di grafite. L'l. è indispensabile per la buona conservazione delle polveri, poichè le preserva dall'umidità; ma esso serve anche a dare un po' di lucentezza ai grani , a facilitarne l 'arrotondam~nto e, soprattutto, ad attenuare la elettrizzazione a lla quale le polveri int'umi vanno facilmente soggette a causa dello sfregamento. In generale, si adoperano gr. 250 di grafite per Kgr. 100 di polvere.

che è per natura, più o meno, in ogni uomo. L 'l. dà il concetto della responsabilità. Tre termini, dunque, sono sempre jn intimo rapporto nel campo dell'azione militare: la libertà d'azione, l'!., la responsabilità. L '/. mostrasi sotto due aspetti: normale, determinata, comandata e sancita dai regolamenti, e d'eccezione, imposta d:1. ragioni tattiche contingenti, voluta,_ e comandata dallo spirito dci regolan1enti tattici (legge di cooperazione) in vista del fine che si. persegue, la vittoria. Gli ordini d'operazione sottointendono sempre tale facoltà . La tattica procede ordinatamente per I'/. normale, non per quella d 'eccezione. I regolamenti tattici di tutti guanti gli eserciti ve• dono e fissano, più· o meno chiaramente, l'/. nei suoi due aspetti. Essa, per essere sana, deve esercitarsi nei limiti della libertà d'azione che a ciascuno compete. Fuori di tali limiti (e sono pure ampi), essa è malsana, perchè sposta attribuzioni ed intralcia il normale e fecondo svolgersi delle attività e dei compiti. I nkerman. Villaggio nella valle de.l!a Cernaia, presso la foce di questa. Ha dato il nome a una battaglia (5 novembre 1855) che appartiene alla guerra di Crimea. Dopo la battaglia di Balaclava, gli Alleati ritrassero la dr. del corpo d 'osservazione più vicino al centro. I Russi decisero di attaccare gli Alleati ad l. , dov'erano truppe inglesi poco fortificate, e di svolgere azione dimostrativa verso Balaclava, contando sopra una contemporanea sortita della

11!'.1 Russi

ml lnglétsi □ rrance.si

Ingresso. Nelle opere di fortificazione è generalmente stabilito da una strada che attraversa il ramparo, per lo più allo scoperto, talvolta al coperto per mezzo di più androni paralleli di cui alcuni adatti pcl passagg10 dci veicoli ed altri pci soli pedoni e poscia attraversa lo spalto e la piazza d'armi di gola con una rampa. Jl fosso è attraversato con _un ponte o con un argine. Il ponte fisso è specialmente preferito quando la comunicazione deve essere soppressa in tempo di guerra e conviene che sia facilmente distruggibile. Se la comunicazione deve servire anche in tempo di guerra, si applicano ponti mobili (levatoi, girevoli o scorrevoli) in prossimità della scarpa del fosso e si difende l'ingresso con opere addi2ionali., adottando altresì tutte quelle disposizioni che permettano di. prendere d'infilata la strada per un lungo tratto e di batterla con fuochi incrociati vicini. , Iniziativa. :B la virtù d'agire di volta in volta, secondo richiedono le cin;ostanze di quell'azione alla quale si concorre, sia oppure no il superiore p resente di persona o con ordini. La libertà d'azione è un dovere, l' iniziativa è la capacità di esso dovere e il ·suo adempimento. Essa è di nattlra soggetti,•a e si applica alla libertà d'azione in ragione del valore psicofisico del com battente. La libertà d 'azione è di natura esteriore, nasce all'infuori dcll'indivi_d uo: va a lui per volere d'altri e per contingenze esterne; l'f. all'incontro è di natura interiore, derivando dal potere fisiopsichico dell'individuo all'azione utile. La pri rna può essere data anche lì per lì; la seconda dev 'essere educata, dipartendosi dal punt.o cli capacità alla medesima,

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Battaglia di Inkermann

guarnigione di Sebastopoli, contro l'estrema sr. del corpo assediante. Di buon mattino, favorita dalla nebbia, a dr. una colonna russa di 19.000 u. con 38 cannoni, agli ordini deT gen. Soimonov, divisa in due corpi (Villebois e Jabrnkristki) avanza verso lo spianato di Carenage, sul quale si concentreranno invano gli sforzi russi cd avverrà una mischia sanguinosissima; sullo stesso punto è diretta un 'altra colonn a (gen. Paulov) forte di 16.000 u. con 20 cannoni,


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contro l'eslrcma dr. degli Inglc;i. Tutte queste forze sono agli ordini del gcn. Dannenberg. F rattanto altre forze russe condotte dal Liprandi agiranno dimostrativamente contro la sr _ del corpo d'osservazione verso Balaclava. Gli Inglesi sono sorpresi dall'attacco ma resistono finchè arrivano i Francesi della divis. Bosquet, che, guidati dal Bourbaki assalendo i Russi sulla loro sr., ne fiaccano lo slancio. La brigata Monct abbandona la linea d'investimento di Sebastopoli e viene a collocarsi a sostegno degli Ingbi. La colonna di Soimonov è trascinat:1 verso la colonna Paulov, e i Russi \'engono a trovarsi ammassati sull'altipiano, senza poter fare valere la superiorità del numero. Dopo lotta asprissima, sono costretti a cedere e a rilirarsi protetti da cavalleria e artiglieria postala sulle alture di dr. della Cernaia. Una sortita da Sebastopoli era frattanto respinta dal gcn. Forc)'; quanto all' azione del Liprandi, si risolse in un duello <l'artiglieria. I Russi ebbero 11.000 morti e feriti: fra i morli, i gcn. Soimonov e Villebois; gli Inglesi 3000; fra i morti, i gen . Cathcart e Slrangeways; i Francesi, 800. La sortita da Sebastopoli costò ai Russi 1500 morti e feriti, e 1000 ai Francesi, che vi perdettero il gcn. de Lourmel.

lnnastare. È cosl chiamata l'operazione di mettere e fissare la sciabo!à baionetta sul fucile. Innescamento (Esplosivi). E l'atto col quale ha inizio la rcaziòne esplosiva, e <lev'cssere strettamente propor· zionato, sia al grado di sensibilità degli esplosivi adoperati, sia all'imponauza degli effetti che deve produrre l'esplosione. Pertanto, il mcz:to cl•I. da usarsi sarà tanto più energico quanto minore è la sensibilità dell'esplosivo costituente la carica e quanto più violento i: l'effetto che si desidera. Per gli esplosivi chimici occorre di regola un I . più energico di quello necessario ai miscugli esplosivi. Allorchè si voglia impedire. una reazione troppo violenta, o limitare l'impiego, sempre peri~oloso, delle sostanze innescanti, si ricorre all 'innescamento graduale e successivo, impiegando all'uopo un innesco sussi<liario, costituito da polvere nera, o altro esplosivo adatto, chiamato pctardetto d'l. o detonalorc secondario, il quale, esplodendo per a>,ione di un piccolo innesco fulminante, agisce più moderatamente sulla massa esplosiva. Nel disporre l'innesco occorre evirare che tra esso e la carica si formino degli spazi vuoti, i quali possono cagionare una difcttos:1 esplosione e talora anche impedirla. I nnescatura. Cosl fu chiamata anticamente la quantità di polverino che si rr\ctteva nel focone del pezzo d'art. o nello scodellino dell'archibugio e del fucile, per potcie comunicare il fuoco alla carica.

Inneschi (Esplosivi). Gli inneschi servono per provocare l'esplosione delle sostanze esplosive. Essi sono di varie specie e si dividono in due grandi classi: /usami e dc1011anti. Gli uni, che sono i p iù appropriati per le cariche di laneio, agiscono per mezzo della fiamma (azione incendiaria), c.iè che si ottiene con miccie, a combustione lenta o rapida; oppure con cannelli ripieni di miscele fulminan ti; o cbn pccardetti carichi di polverino. Gli alui manifestano azione detonante e sono più adatti per le cariche di scoppio. Essi posseggono una forte reazione esplosiva che, all'azione fusante, aggiunge l'urto violento; e, di regola, sono costituiti da fulminati di mercurio che, in una piccola massa, racchiude una notevole energia. Vengono apprestati generai-

meme in capsule detonanti, costituite da fulminato di mercurio; oppure in miccie dctonanli; ma s 'impiegano anche detonatori sussidiari di alto esplosivo, a base di fulmicotone secco, pcrtitc, trotyl, ecc. In rapporto al loro funzionamento, gli /. possono essere: a urto, a sfregamento, elettrici. Per la Corma del loro allescimento, si distinguono in: capsule, cannelli fulminanli, cannelli a vite, pctardetli, miccic. A seconda dell 'impiego

T ipi di innesclù

che ricevono, vengono infine mdicati: per bossoli, per spo• lette, per mine, ecc. Nel caso delle-spolette, l'l . può costituire parte intrinseca di esse, ed allora chiamasi « interno ,, , oppure può essere disgiunlo dalla spoletta, alla quale ,i unisce al momento opportuno, cd allora si chiama ~ esterno o « amovibile». Quest'ultimo d,1 la ma,sima sicurezza, non potendo la spoletta funzionare senza di esso, ma non consente una conveniente cdcrità di servi1.io.

Innesco (lu11escame11to). l,'acccnsionc della carica di lancio nel cannone è provocata dalla ptrcussione violenta di una punta contro una speciale cap,ula sensibile, formata in generale da piccolissime quantità di fulminato di me, curio, che prende il nome di: dado di innesco. L'/. dei cannoni alla carica avveniva in antico ,·ersando con la peschcua un po' di polvere fina entro il focone, e dando poscia fuoco a que,to con la miccìa. L'invenzione dei cannoni a retrocarica con l'accensione pa,ziale portò all'adozione dei cannelli muniti di dado di innesco. L'l. contiene, in generale, fulminato di mercurio, solfuro di antimonio e dorato di potassio in piccole quantità. L'urto dello stelo contro la pasticca Corrnata con questa miscela e rinchiusa m una piccola capsula di rame, spinge la stessa contro una incudineua forata e ne produce la detonazione. At traverso il foro dcli 'incudinetta la fiammella accende una piccola cacichetta di polvere nera comenuta nel cannello, la quale a sua volta accende la carica di trasmissione, pure di polvere nera, destinata ad infiammare la carica di lancio. Gli I., di varie Corme e dimensioni, presentano uua notevole stabilità al maneggio ed una forte sensibilità all'uno, condizioni in contrasto che si ottengono in1pedcndo qualsiasi movimento relativo fra l 'incudiuetta e la capsula di fulminato. La lavorazione è molta delicata, trattandosi di parti per le quali bisogna spingere le misure al centesimo di millimetro. Salvo piccole varianti, gli I. sono del tutto simili per tutte le a rtiglierie e tutte le armi da fuoco del mondo. Riproduciamo le figure dei due principaJj tipi di l., uno de, quali munito di sfera per non ritorno di fiamma e coo incudinetta a p unte, l'altro senz:1 sfera e c:on incudinclta semisferica. Innocenti (Pio). Generale, 11. a Siena nel 1868. Soctot. di fanteria nel 1891, prese parte alle campagne libiche del 1912-1913. Quale comandante il 1<> bgl. del 44° fanteria combattè a Plava (t9t5) meritandosi la med. di bronzo e sul

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M. Lem erle (1916) ove ebbe quella d'argento. Colònnello per merito ,di guerra (19 r7) comandò il 24r0 regg. fanteria e alla Bainsìzza si meritò un'altra m ed. d'argento. In P.A.S. nel 1920, ebbe nel 1925 la promozione a generale di bri gata in A .R.Q .

lnnsbruck. Città del T irolo, sull'Inn. Durante l'impero francese fece parte del regno di Baviera. Fu occupata per breve tempo dalle truppe italiane, dopo la battaglia d i V ittor io Veneto .

Combartim ento presso Innsbruck (1809)

I. Combattimento di fonsbruck (1703). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna . L'Elettore di Baviera, sconfitto davanti alla città un reparto am t riaco comandato dal gen . G cschwind , s1 im padronl del la medesima . [l. Combattimento di lmubruck (1797). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. li gen. francese Joubert marciando' su I. , trovò davanti alla città alcuni bgl. au stò aci che t en tavano d i difenderla e li sconfisse, cagionando loro la perd ita di 200 u. e facendo 600 pr igionieri. lll. Combattimenti intorno a i1wsbruck (1809) . Appar• tengono alle lotte degli insorti del T irolo contro i francobavaresi .

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Il .I2 aprile, la città fu attaccata da alcune m igliaia d'insorti, precedenti le truppe del gen. austriaco Chastcler. Difendeva I. il. gen . bavarese Kinkel con 3000 u . ; la città. fu invasa dai contadini ar mati, e il generale costretto alla resa dopo breve disord inato com battimento nelle vie. Il giorno dopo, arrivò davanti a /. il gen. francese Bisson con 4600 u., ma anch "egli fu avviluppato dai contadini insorti e catturato con le sue truppe. Il r9 maggio . il gcn. francese Lefebvre, con una divis., riprese I., che Hofer attaccò Il 2 4 maggio con 5000 insorti, IIOO regolari austriaci, 80 cavalli e 5 cannoni. L'attacco fa!ll; i Francesi, che ammontavano a 4500 u. con 1 2 cannoni, furono attaccati nuovamente il 13 agosto: le perdite ammontarono a 500 u. per parte. Gli insor ti furono respinti, ma il Lefebvrc nella notte sgombrò /. battendo in ritirata . Presso / ., gli insorti ddl'Hofer, in numero di 9000, toccarono la decisiva sconfitta il 1° novembre, per opera di d ue divis. bavaresi agli ordini di dc Virede, in segu ito alla quale si sbandarono.

Inondazione (o Allagamento). 1:, una difesa accessoria passiva che si usa in fortificazione. N ella difesa di un'opera l 'acqua si impiega o allo sta to naturale o in modo artificiale, ossia col sussid io di costruzioni che la obblighino a deviare dall 'ordinario corso per portarsi dove può giovare, o pc.r costitu ire un ostacolo o per agire colla veemenza della sua corrente. Allo stato nat urale si impiega quando davanti all'opera si svolge un corso d'acqua, il quale costituisce un ostacolo passivo tanto più efficace quanto maggiori ne sono la larghezza, la profondità e la velocità dell 'acqua, l'altezza, la rapidità e la uacura delle sponde, ossia le diffi.coltà · per superarlo a gll'ado, con galleggianli o con ponti. Se la corrente ha piccola velocità, l 'acqua deve avere almeno m . z,oo di altezza per costitu ire un buon ostacolo; col crescere della velocità può diminuire ] 'altezza a parità di efficacia. In modo artificiale l' acq ua si impiega a rafforzare le:: opere o coll 'immettcrla nei fossi in guisa che vi rimanga d urante la d ifesa, o col lanciarla i n essi e togl ierla in momenti opportuni (fossi a manovra d 'acqua) o coll'allagare il terreno circostante alle opere stesse, producendo le cosi dette I. Queste riescono utilissime anche quando l 'altezza dell'acqua è piccola, ed è perciò conveniente di ricorrervi ogni qualvolta le condizioni idrografiche e topografiche locali lo consentano, pu rchè tali difese accessorie vengano impiegate colle dov ute cautele. Infatti le inondazioni presentano i seguenti vantaggi : r) obbligano l 'attaccante a stabilire le sue batterie all'infuori del terreno ricoperto d'acqua e quindi talvolta a grande distanza; 2) rendono molto più difficil i i lavori di ap proccio; 3) limi tano le comunicazioni ed il numero dei seuori d i probabile at ' tacco, sui quali perciò la difesa p uò concentrare la sua

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DE. l STAT' HC.ORN

Gli Olandesi tagliano le loro digh e per difendecsi dai F rancesi di Luigi XIV (sec. X VII)


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Inondazioni davanti alle posiziòni tedesche sull'Oise (1917)

azione; 4) producono la distruzione dei lavori di approccio che siano stati esegu iti dall'attaccante sul terreno inondabile. A questi vantaggi però si contrappongono alcuni inconvenienti e cioè: 1) la linea di investimento riesce di minore sviluppo e quindi l'attaccante può concentrare i suoi mezzi; 2) sono impacciati gli spostamenti laterali o le mosse offensive della difesa, secondo che le zone inondate sono settoriali o laterali; 3) l'acqua lungamente stagnante causa la malaria. Per evitare, o attenuare, i due primi inconvenienti si praticano comunicazioni ben difese attrnvcrso le inondazioni, e per rendere meno dannoso f'u ltimo si cerca di dare all'acqua la maggior vdocità possibile e di servirsene il più tardi che sia concesso dalle esigenze della difesa. Due sono le specie p rincipali di 1. impiegate: quelle superiori e quelle inferiori. Le prime sono stabilite per mezzo di una diga collocata presso il punto ove il corso d'acqua entra nella fortificazione o passa vicino a questa, e si estendono a monte tanto più quanto maggiore è l'altezza della diga, supposto il terreno piano; esse sono facili a conservarsi perchè la diga è ben protetta dall'opera. Le seconde si ottengono costruendo a valle dell'opera, a distanza conveniente, una diga proreua da opere speciali: l'acqua rigurgita fra la piazza e la diga, e questa può essere più facilmente tagliata dal nemico. Le inondazioni erano specialmente utili attorno alle cinte continue dei campi trincerati, pcrchè permettevano di dare ad esse minore robustezza. Oltre che a farle servire come difese accessorie delle opere, in alcuni paesi, come in Olanda, si è fondato suUa I . tutto un sistema di difesa, ricoprendo d'acqua una parte talvolta considerevole del paese. Ciò fu fatto spesso durante la lunga guerra di Fiandra, e, ancora, nel 1672, per arrestare i progressi delle armi di Luigi XIV in Ofonda. La chiave di tali inondazioni trovandosi nelle piazzeforti, l'invasore non può impedirle che dopo essersi impadronito di queste piazze. Questo sistema ha però il grave inconveniente di rovinare quasi completamente il terreno inondato e perciò si ricorre ad esso soltanto nel caso di mancanza o di deficienza di fortificazioni nel paese che si vuol difendere. Durante l 'ultima guerra, ricorremmo anche noi a tale sistema dopo Caporetto, inondando la bas!>a pianura veneta, per difendere Venezia. L 'inondazione fu attuata rompendo le dighe, e facendo cessare cli funzionare le macchine idrovore, che erano impiegate nella bonifica di zone

paludose. Gli Austriaci ci avevano preceduto, nel giugno 1914, tentando di frenare la nostra avanzata mediante una vasta inondaz.ionc da Sagrado al mare, prodotta con la rottura delle dig he del canale Dottori. Media nte un preciso tiro d'artiglieria, e con l'intervento della io& cp. zappatori che subl gravi perdite, si riuscl a far defluire le acque nel-

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Inondazione provocata dagli Austriaci nel bosso Isonzo (moa,gio 1915)

l'Isonzo, arrestando l'inondazione e permettendo le operaziom m quella zona. Sul fronte occidentale, nell'ottobre 1914 i progressi tedeschi nell'Yscr furono arrestati da una vasta inondazione ese&Uita dalle truppe belghe, e, nel 1918, a ltra venne eseguita per proteggere Dunkcrque e Calais. (V. anche Allagamento).

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Insegnamento mìlitare. È il falto dell'impartire in maniera efficace cognizioni m ilitari. Quindi, per esempio, è I. quello del caporale che rende accessibile alla recluta la cognizione di un movimento, di un 'arma, di un Rrecetto discipl inare, e simili; e lo è quello dcli 'ufficiale « in-

velica, subito sot to al luogotenente di vascello. E nella mar. francese rimase anche in quella a vapore; oell.a stessa marina " insegna ,ausiliaria » si disse il capitano di lungo corso della mar. mercantile chiamato jn servizio per la guerra, al quale si dava appunto il detto grado.

Insegna. Così chiamata un 'asta adorna, in alto, di drappo con l 'cffige di animale o di oggetto o disegno che deve servire di guida e di riconoscimento dei reparti di soldati e di marinai. È nome generico di bandiera, stendardo, vessillo, fiamma, gonfalone, labaro, gaglia rdetto, ccc.

l nsegne mani polari

Insegna assira

Insegna in bronzo con medaglione imperiale romano

~eg_n ante » che in una scuola mii. di qualsiasi ordine impartisce e rende acsessibile a una classe d'allievi, qualsiasi grado abbiano, l'una o l'altra delle materie di un programma di questo o quel corso. Pertanto, mentre l'istruzione militare provvede a una ,•era e propria elaborazione coordinata ddle nÌaterie dei pcogrammi, l'/. mii. si limita, semplicemente, a rendere · accessibile ciò che si insegna. Esso - abbia per fine cognizioni dottrinali · o capacità istru1uentali tecniche richiede, in generalé, alla stessa guisa di ogni I . professionale, metodo induttivo-attivo, anche se impartito da una cattedra. Di ciò s'occupa

Ndl'ant. Roma, ogni manipolo aveva il proprio Sig,mm, in antico rappresentato da una manciata di fieno, come segno di milizie in campagna; poi da effigie di animali, o da una mano. Insegna della Legione era l'aquila. Derivarono da questo tennine le locuzioni " lasciare le insegne », per abbandonare il servizio mii.; « essere sotto le insegne», per portare servizio; « alzare, spiegare, piantare, piegare le jnsegne )).

Insegne militari Romane

in particolare l'isuuzione di magistero m ilitare, la quale interessa ed è volta a tutti coloro - graduati e uiliciali - che devono comunque insegnare, cioè .rendere accessibile e proficuo un insegnamento. Ufficiale porta-insegne sotto

Insegna. Corpo o reparto di soldati raccolto sotto la :medesima bandiera. f:: voce ormai non più usata Ìl1 questo .significato nd linguaggio comune mii., mentre era assai in voga in altri tempi presso gli scrittori militari.

Insegna. Fu così chiamato, in Francia nel 1444, l 'uffici.aie incaricato di portare la bandiera della compagnia di fanteria ,o io stendardo dello squadrone di cavalleria. Questo termine ~imase. per l ' « insegna d i vascello », grado della m arina

Luigi XIII

Insegne turche

(code di cavallo)

Insegna (Marina.). Nella terminologia marinara viene chiamata inseg1la o insegna di comando una bandiera, per lo più di forma quadrata, che sta a rappresentare il comando di forze navali. L ' iosegna è ina lberata sull'albero di maestra se sulla na,·e è imbarcato il grande ammir. o un ammir. d'armata ; sull'albero di trinchetto se sulla nave è imbarcato un ammir. di squadra, e sull'albero di mezzana se


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sulla nave è imbarcato un ammir. di divis. o un comramrniraglio. Sulle navi a due alberi, l'insegna è alzai.~ alla maes1ra. L 'insegna di comando è anche alzata dal capo di S. M . della Marina, q uando imbarca per ragioni di servi1jo, e dai comandan1i in capo di dip. marittimo . I comandanti mii. marittimi alzano anche la propria insegM, ma sulla residenza d'ufficio a terra, quando l 'asta della bandiera è ben visibile dal mare, altrimenii su un apposi10 albero da segnali. Le f . sono cli varie forme e dimensioni e vengono riprodotte nel Libro internazionale dei segnali, pcrchè nell'incontro fra navi ci si basa sopra di esse per dare e ricevere il saluto.

Un ascaro e un milite spicgnno l'insegna della colonna Graziani • Usque ad finem • (1928)

Insegnante militare. È chi impartisce cognizioni miliiari. Però, nell'uso comune è così indicato solamente l'ufficiale che insegna in una delle scuole militari ordinate per la formazione o il perfezionamemo degli ufficiali. :-Id sistema moderno di costituzione delle forze armate, sono effettivamente /. tuui coloro che hanno un comando di truppa, daccbè non vi è esercizio di comando mii. senza corrispondente obbligo disciplinare di insegnarç agli inferiori, con metodicità più o meno regolare e periodica, l'adempimento sempre pili perfetto nei rispettivi doveri e attribuzioni. L'at tribuzione, quindi, dei gradi mii. alle persone, presuppone nelle medesime la doppia capacità. di comando e di magistero. I:. solo per tale doppia capacità che l'esercizio del grado acquista tutla la sua eflicacia in pace e in guerra. Per questa ragio ne, le autori1à superiori compe1enti pongono cura par1icolare nella sceha degli f. per le Scuole militari, dovendo essi insegnare a un tempo arte e magistero militari. Di regola essi vengono scelti mediante concorsi indeui a m isura del bisogno.

Inseguimento. È l'azione con la quale s'incalza celcrme111e l 'avversario, che gia disorganizzato ripiega, per non dargli tempo di riprendersi o di attuare interruzioni stradali , raggiungendo al piÌl presto punti di obbligato passaggio e tagliando al nemico ogni via di ritirata . È l'atto, insomma, che rappresenta l'epilogo dello sfruttamento del successo: a mano a mano che divengono evidenti i cedimemi delle oppos1e resis1en ze e si rende manifesta la inca-

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pacità dell"avvcrsario a riordinarsi con sufficiente rnpidità, lo sfruttamen10 del successo in profondità si com·erte in inseguimento. Questo si effettua lanciando a ttraverso le breccie aperte nella fronte avversaria le unità celeri disponibili e le truppe che risultano a piÌl clire1to contatto col nemico in ritirata . Le truppe celeri sono lanciare possibilmente sui fianchi e sul tergo delle truppe ripieganti, per tagliare loro la strada di rititata con l'ausilio di reparti del genio, spinti anch'essi innanzi coi mezzi più rapi<li, per concorrere nello s,·en1are o nel riattare interruzioni stradali. Le colonne di truppe di fanteria, rinforzate da artiglierie leggere e possibilmente da carri armati mobili e manovrieri, alleggeri1e al massimo d 'impcdimenti, e dotate di mezzi tecnici per il sollecito sommario riattamento del le comunicazioni più importanti, debbono sfrut1are ogni \'ia ed ogni mezzo per avanzare celermente, avviando su direzioni indipendenti anche battaglioni o grnppi di battaglioni con aliquote d'artiglieria impegnando di fronte residue resistenze nemiche per il tempo strettamente necessario per avvolgerle ed oltrepassarle. Principio generale nell'inseguimento : avanzare do,·e si può senza preoccuparsi del vicino e $Cnza timore di perdere il collegamento. In questa fase è prezioso anche il concorso dell'aviazione. Quella da bombardamento è di grande ausilio per le truppe che inseguono, compensando la minore mrcnsità d'azione delle artiglierie, dovu1a ai laboriosi cambiamenti di posizione, alla lontananza eccessiva di taluni obiettivi pur imporianti, cd alla possibilità di colpire le proprie fanterie che serrano da presso l'avversario in ritirata. Gli apparecchi di ricognizione, di fronte alla crisi in cui entra l 'osservazione terrestre, ne assumono in parte i compili: segnalando tenta1i,·i di re.a .1:ione sui fianchi ed a tergo di elementi aggiranti, linee di resistenza arre1ra1e, batterie in posizione, movimenti o lavori intesi a fronteggiare le truppe inseguenti, interruzioni im_poriami; osservando i tiri d'artiglieria, collegando i comandi co11 le truppe lanciale all'inseguimento. L 'aviazione da caccia concorre anch'es53 in questa fase proteggendo soprat1u1to le colonne inseguenti da possibili bombardamenti aerei av\ltrsar:.

lnse nsibilizzatori (degli esplosivi). Sono composti che, in certi casi, si fanno entrare nella composizione di taluni esplosivi allo scopo cli auenuarne, a seconda delle circostanze, la sensibilità troppo eccessiva. I corpi inerti (come la silice che si aggiunge alla nitroglicerina, l'acqua al fulm icotone, ecc.) assorbono parzialmente il calore generato dall'impulso iniziale, accrescendo perciò il lavoro . abbisognevolc afiinchè l'esplosivo possa raggiungere la necessaria temperatura di esplosione. Le sostanze combustibili (come, ad esempio: la canfora, che si unisce al fulmicotone e all'acido picrico; la canfora e la benzina che ,·engono aggiunte alla dinam1te e alle gelatine esplosive ; gli olii, la paraffina e altre ancora) imprimono maggiore elasticità agli esplosivi, rendendoli meglio conduttori del calore, in maniera da fare estendere l'energia dell'impulso iniziale a una maggiore quantità dell'esplosivo, disperdendo così più facilmente il . calore sviluppato dalla reazione esplosiva. Inserimento. l:. !"operazione con la quale una grande unità arretrata (in genere divis. di seconda schiera) passa in prima schiera, prendendo posizione fra altre grandi unità già in azione, sia per rinforzare un determinato fronte di attacco, sia per colmare una breccia in un settore difensivo.


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Insidioso. C:1cciacorpedinJere, v:irato a Napol i ed entrato in servizio nel 1914; lunghezza m . 73, larghezza m. 7.33, dislocamento tonn. 686, macchina 1-lP. 17.620, velocità nodi 35, armamento guerresco cannoni 5 da 102 1 da 40, lanciasi luri 4, stnto maggiore 4, equipaggio 65. Insolazione. L'insolazione (colpo di sole) e il colpo d, calore costjw iscono due affezioni che differiscono solamente per Ja causa : il colpo di sole si verifica all'aperto, il colpo ili calore dentro gli ambienti. In entrambe, i fattori causali sono rappresentaù dall'alta temperatura, dall'alto grado rii umidità e dallo stato di riposo dell'aria atmosferica. Nell 'Armata il colpo di sole e di calore sono più rari che nell'Esercito; si verificano nelle acque tropicali e principalmente nei mari stretti e non ventilati da grandi correnti atmosferiche: Mar Rosso e Golfo Persico. Gencrnlmente si hanno casi isolati: talvolta però avvengono vere epidemie: per Citare un solo esempio, nel 1883 sulla fregata inglese « Liverpool », nel Golfo Persico, morirono in un sol giorno 3 ufficiali e 30 marinai. Il massimo numero di casi si verifica nel personale di macchina, per il quale il colpo rii ca lore rappresenta un'affezione professionale. Una causa pred isponente di grande importanza è l'alcoolismo, che manca affatto negli equipaggi mii. italiani, di cui è nota la grande sobrietà. Sulle navi i mezzi per prevenire le affezioni termiche interne consistono nell'applicazione della ventilazione artificiale, che mette l'aria in movimento e nella introduzione di aria raffreddata. I nsuborélinazione. Reato che si concreta nella lesione del principio della subordinazione, pietra angolare di ogni aggregato di forze armate. La subordinazione implica non solo il dovere dell 'obbecl ienza, ma anche quello del ri spetto della persona del superiore. che deve essere garantita con speciale energia contro le aggressioni materiali o morali degl i inferiori. Soggetto attivo del reato deve essere un mii. o un equiparato (guardie carcerarie, ·agenti di P. S.). Soggetto passi,·o de,·e essere un superiore m grado o in coma ndo, fisicamente determinato. li reato sì concreta, nel 1uo estremo materiale, nel fotto di un militare che usa vie di Cauo verso un superiore in grado o in comando o gli rivolge insulti o minacce. Per l'estremo morale, è sufficiente la volontarietà del fatto.

l11mbordina:.io11e co11 vie di fatto. Consiste nel fatto di un militare che usa \'ie di Catto verso un superiore. Per vie d i fatto si intendono: 1) l 'omicidio, anche se tenta to o mancato; 2) le ferite; 3) le percosse; 4) i maltrattamenti; 5) qualunqu e tentativo di offendere con armi (125 C. P. Es., 267 C. P. M. M.). La nozione dell'omicidio, tentato o mancato, è identica a quella del diritto penale comune, e cosl pure quella delle ferite e percosse (lesioni personali). Nel concetto di « maltrattamenù n rientrano tutte le violenze fisiche ed i fatti di vi lipendio, commessi a mano armata o non armata, che investono materialmente la persona altrui, senza costituire ferita o percossa (schiaffo, sputo, urto, spinta, scossa, ccc.). Il tentativo cli offendere con armi, consiste nell 'aggrcssionc armata da parte de1 soggetto attivo, senza però esser riuscito a concretare, colla sua azione, un qualunque aggravio fisico sulla persona del superiore. Per armi si intendono tanto le proprie quanto le improprje (oggetti contundenti in genere) . Il reato si consuma nel momento in cuj si concreta l'atto che la legge qualifica « vie dj fatto • · L'clemcnt9 psichico è dato

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dalla volontarietà del fatto, qualunque sia il moùvo che ha indotto all'azione. L'ubbriachezz:i volontaria non esclude la responsabilità penale, e la forza irresistibile, per avere la sua efficacia dirimente, deve essere fisica e materiale. Quanto alla pena, se il soggetto passivo è ufficiale, si ap• plica la pena di morte, mediante fucilazione nel petto; se è sottufficiale, caporale o soldato superiore in comando, si infligge la reclusione militare da ; a 20 anni. Nel reato in esame possono concorrere circostanze aggravanti o dirimenti o diminuenti. Sono circostanze aggravanti: la qualità di capo posto o comandante non ufficiale del)'offeso: la pena va da 10 a 20 anni di reclusione militare; la premeditazione; la prodizione; l 'agguato; per queste tre circo~tanze, fucilazione nel petto, anche se il fatto è com messo in danno di superiore non ufficiale. Se le vie di fatto vennero com mcsie col fine di uccidere, o se le vie di fatto, anche senza il fine cennato, produssero la morte entro quaranta giorni, la pena i: quella della morte mediante fucilazione nella schiena. Se la morte si verificò anche per l'esistenza di concause, la pena sarà quella dell'ergastolo o di 20 anni di lavori forzati (reclusione ordinaria). L'omicidio in rissa è sempre considerato come ,·olontario e non importa alcuna diminuzione di pena. Se le vie di fatto verso superiore non ufficiale hanno carattere di crimine, e cioè sono lesioni personali dolose, la pena va da 10 a 20 anni di reclusione. Sono circostanze dirimenti (art. 134 C. P. Es.): l'esecuzione della legge e dcli 'obbedienza gerarchica e la lcgitti~a difesa; sono circostanze diminuenti: moùvi estranei alla MjJizia: quando le vie di fatto siansi commesse per motivi estranei alla Milizia, da un m ilitare fuori servizio e non in presenza di truppa riunita, la imputabilità del colpevole è minore e la pena dc, e essere diminuita da uno a tre grad i. Sono particolarmente preveduti i seguenti casi :

a) Omicidio o lesioni seguite da morte: nell'ipotesi di omicidio, anche se tentato o mancato, o di lesioni volontarie segwte da morte entro quaranta giorni immediatamente successivi (art. I 2i) si applica:

- la pena di morte mediante fucilazione nella schiena previa degradazione, cioè non si fa luogo a diminuzione nei casi ordinari; - la pena precedente, diminuita ria uno a due gradi (ergastolo, anni 20 lavori forzati) quando l 'omicidio sia avvenuto in rissa, o nell 'impcto di ira in seguito a provocazione, o quando la morte seguita alle lesioni entro quaranta giorni sia dovuta non solo all'efficienza delle ferite o percosse, ma a causa preesistente o sopravvenuta (art. 127 C. P. Es.); ' - il carcere ordinario (detenzione da giorni 6 ad anni 5) quando l'omicidio sia commesso dall ' inferiore in seguito a sorprc,a del superiore in flagrante adulterio o illegittimo concubito con la moglie o la figlia o per eccesso nella legittima difesa (art. 561-563 Cod. Pen. Sardo). b) Ferite costituenti crimine : La pena, nel caso ordinario, va da 5 (e non da 10) a 20 anni di reclusione militare. Se le ferite furono inferte in rissa o in seguito a provoca:i;iooe, la pena va da 2 a 20 anni cli reclusìone militare. Per aversi la provocazione nei confronù del reato di insubordinazione, è necessario che il fatto pro,•ocatorio concreti l'estremo materiale, o del reato di abuso di autorità con vie di fatto, o di calunnia, o di diffamazione, o di ingiuria pubblica. Nelle dette ipotesi, la provocazione porta una diminuzione di pena da uno a tre gradi.


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Jns1_,bo,·di11azione mcdiame inmlti o minacce. Consiste nel fauo del militare che, in servizio, o per causa di servizio, o in presenza di truppa riunita, si rende colpevole d'insulto o di minaccia in parole, gesti, o in altro modo qualunque contro un superiore in grado o in comando. Insulto è qualunque manifesrnzione, verbale, mimica o scritta, suscettiva di recare un 'offesa alla personalità morale, militare o privata, o alla autorità del superiore. Può concre• tarsi in parole, gesti o in qualunque altro modo; minaccia è l'annuncio dato, in qualsiasi modo, ad al11i di un male (fisico, morale, economico, ccc.) futuro diretto con1ro qual che bene giuridico del soggetto passivo del reato o contro persona che la interessi. La minaccia può esplicarsi con parole o con gesti. L'insubordinazione in esame, si consuma nel momento in cui è detta o fatt.~ l'offesa, e come elemento psichico è richiesta la sola volontarie1à del fauo materiale. Quind i l'amicizia o l' intenzione tli scherzare non elimina la violazione della legge penale militare. Pena: a) se il fatto è commesso contro ufficiale: da 3 a 7 anni di reclusione mi litare; b) se il fatto è commesso contro non ufficiale, da 1 a 5 anni di reclusione militare. Sono circostanze diminuenti : Motivi estranei alla Milizia: quando gli insulti o le minacce sono derivati da cause a550lu1amente estranee alla milizia, la pena viene diminuita da t a 3 gradi; assenza tlell 'offc50 : quando gli insulti o le minacce siano fatte contro superiore assente, ma m presenza di militari, se il soggetto p1ssivo è ufficiale, la pena viene diminuita di un grado; se il soggetto passivo non è ufficiale, l'offensore va esente da pena. li superiore si considera assente solo quando non sia materialmc,itc presente e q uando, essendo materialmente presente, non abbia percepito direttamente l'insulto o la minaccia. Se il fatto provocatore costituiste abuso di autorità, calunnia, diffamazione o ingiuria pubblica, la pena da applicarsi al soggeuo attivo dcll'fosubordinazione va diminuirn eia 1 a 3 gradi. L'insubordinazione può anche compicrsi a mezzo di lettera minatoria (art. 133 C. P. Es.): consiste nel fatto di un militare che invii ad un superiore una lettera od altro serino, con minacce di un male determinato. Pena: se l'offeso è ufficiale, da 3 a 7 anni di reclusione militare; se l'o(fcso non è ufficiale, da 1 a 5 anni di reclusione militare. Nel caso di duello fra superiore ed inferiore, il primo commette abuso di autorità cd il secolldo insubordinazione. /11subordi11azione di operai militarizzati. Durante la guerra <lei 1915-18, nelle norme per gli stabilimenti mii. di produzioni belliche e ausiliari, ìl reato d'I. cra previsto e puni10, nei suoi varii gradi, parallelamente a quelli indicati per i militari: - Con carcere mii. sino a 4 mesi il riliuto <l'obbedienza ad ordini relativi al servizio; se commesso in presenza di altro personale, sino a r anno; se di concerto con altri, reclusione mii. da t a 5 anni; se con violenza, sino a 7 aJlni . - Le vie di fatto contro superiori della gerarchia tecnica erano punite con reclusione da 15 a 24 anni se cagionavano la morte dell'offeso; con l'ergastolo se premeditate . Le discriminanti al reato ne diminuivano di uno o più gradi la pena.

I nsubri. Popolo proveniente dalla Gallia, stabilitosi nella regfone fra Sesia, Po e Chiese. Nel 223 venne in lotta con i Romani, i quali avevano deciso l'occupazione di

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tutta la valle padana. Presso Piacenza un esercito romano, comandato da Ca,o Flam inio, pas;a il Po s ubendo grav i perdite pcrchè a contrastare il passo si erano schierati gli /. Dopo il passaggio, Flami11io è attaccato, e corre il ri sehio di una totale sconfitta, a1•endo il Po alle spalle e grandi masse nemiche di fronte. li console romano riesce a salvarsi venendo a patti e ottenendo d1 ripassare il Po . Allora scende lungo la dr. del fiume, lo passa, entra nel -paese <lei Ccnomani e viene a battaglia con gli I. sul l'Oglio, sconfiggendoli. Raccolgono essi tutte le loro forze contro i Romani : circa 30.000 u. Nel 222 il console Greco Scipione avanza dall 'Oglio nel loro territorio: essi avevano varcato il Po, tentando di prendere Casteggio, fortezza romana, cbc fu felicemen te d i(csa dal console Marco Marcello. Avuta ootìzia dell'invasione <lall'Oglio, tornano verso Milano e quivi sono complccamcntc sconfitti e domati del tutto . Insurrezione (C11c1u d,). Appartengono al tipo delle « guerriglie » e derivano da oppressione dura. e insoppor• tabile di un popolo sopra un altro. Sull"esito influiscono il carattere e la coscienza del popolo oppresso, e le c.1rattcri, stiche del terreno, che, più sarà difficile, più agevolerà le operazioni degli ìnsoni. Numerosissime furono le /. di Cr.stiani nelle regioni balcaniche occupate dai Turchi; classica l'!. degli Spagnuoli contro Napoleone. Sono altresl da ricordare, fra le molle, quella dei Tirolesi d, Hofer nel 1809,

Insurrezione 1irolese (t809)

'lucila di Milano nel 1848, quelle della Sicilia contro i Borboni, quella dell 'Ungheria nel 1849, quelle della Polonia contro i Russi, e, più recente di tutte, quella degli Irlandesi contro l'Inghilterra. Alcune /., come quelta dell'America del Sud contro gli Sptignuoli e quella de lla Grecia, acquistarono carattere di guerre vere e proprie, e le abbiamo trattate parlando delle guerre di indipendenza. Le difficoltà principali in cui gli insorti si trovano sono dovute al problema dei rifornimenti cli viveri e di mllllizioni; al problema del Comando; al 1.noblcma del coordinamento delle operazioni. Caratteristiche delle I. sono le sorprese, i colpi di mano, gli agguati, ccc.; generalmente gli insorti sono poco atti a resistere a forze rego-lari che in numero non esiguo trovino di fronte a sè.


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Intasamento (Esplosivi). i'. il mezzo adatto a creare ostacoli al naturale espandersi dei gas che si ~viluppano in una reazione esplosiva, ed è strettamente legato alla na• tura degli ,esplosivi che si adoperano e ag li effetti da ottenersi. !n rapporto all'impiego degli esplosivi, l'intasamento è diretto c già previsto nelle armi eia fuoco e nei proietti; in altri casi, invece, dev'essere espressamente procurato, come i fori delle mine. Vi sono però taluni esplosivi che non hanno bisogno cli intasamento, bastando la resistenza dell'aria a farli detonare, come avviene per il fulminato di mercurio; oppuse quella determinata dalla pr=nza di un semplice foglio cli carta, come si verifica per la nitrogltcC• rina. Le _polveri senza fumo, invece, richiedono l 'intasamento, sia pure se esse debbono soltanto deflagrare; per tale ragione, si rende necessario l'uso dei proict1i' cli legno per i tiri a salve. Integrità tedesca (Ordine della). Ordine cavalleresco, creato dal duca Federico di Sassonia Gotha nel 1690. Durò breve tempo. Intela iatura (Esercito ad). Dizione che qualche volta viene ancora impiegata per judicarc il tipo di costituzione cli un esercito sul piede di pace. Cosl diccsi a vasta inie· /aia/tira un esercioo costituito in tempo di pace da un numero piuttosto forte di grandi unità, aventi però effetci,·i ridotti, destinati ad essere rinforzati all'atto della mobilitazione; a piccola imelaiatura, un esercito di pace formato da poche grandi unità ma in piena efficienza e pronte ad entrare in azione in qualsiasi momento. Intel vi (Voi d'). Battaglione alpini, costitui10 il 15 febbraio r915 per la guerra italo-austriaca r9 15.1918, ed asse• gnato al 5° regg. a lpini. Ebbe le compagnie 244, 245 e 247. Operò inizial mente sulla fronte del Tonale, fra Cima Le Sorti-Cima Cady e M. Tonale. Nell'aprile r916, trasferito al passo della Lobbia, partecipò all'attacco della vedretta della Lobbia Alta; nel maggio successivo occupò di sorpresa i l passo del Diavolo e quelli di Topete e di Crozon. Nel settembre conquistò il costone del Belvedere. Negli anni 1917 e 19r8 combattè ai Monticelli, a Cima Presena, a Cima Zigolon e contro le Marocche. Nella battaglia dj Vittorio Veneto operò in direzione di Cles. Intendenza, li corpo di /. mii. fu crearo nel 1853 presso l 'escrctio sardo in sostituzione della azienda generale di guerra, col compito cli sopraintendere ai servizi delle sussistenze, dei foraggi, del casermaggio cd al sin• d acato sull'amministrazione dei corpi. Il personale, avente stato giuridico fra l'impiegato e l 'ufficiale, con semplice assimilazione cli grado mil., era così costituito in gerarchia: intendente di 1• e 2• classe (colonnello); commissario di guerra di 1• e 2• classe (tcn . colonnello e maggiore); sot tocommissario cli J", 2 3 e 3• classe (capitano); sottocom• missario cli g uerra aggiunto (tenente) . Con legge del 1873 (Ricotti) il corpo di intendenz:t veni,·a abolito cd in so• scituzionc si creava l'attuale Corpo di Commissariato militare. Secondo la regolamentazione logistica prebellica, 1'7. generale aveva la direzione dei servizi p resso l 'cserciro in campagna, regolandone e coordinandone l'andamento sotto !"alta autorità del comando supremo. Presso ogni armata la direzione dei servizi era affinata alla rispettiva /. rnentre nel C . d' A. e nella divis . L~ di rezione dei servizi era concen trata nel comando della grande unità stessa. la se-

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parazionc degli organi di comando delle truppe eia quelli direttivi dei servizi nelle 1naggiori grandi unità si informava al concetto cli non appcsantisc gli enti incaricaci della condotta delle operazioni con funzioni che, cariche di grande responsabilità, potevano essere svolte più agevolmente da organi all'uopo destinati. Ma l'esperienza della grande guerra, pur con il suo carattere prevalentemente di lotta di posizione, metteva in rilievo gli svantaggi cli una tale decisa separazione di funzioni, tanto che la regola. mcntazionc attuale ha apportato sostanzi;ili varianti alla precedente. abolendo la vecchia Intendenza e fondendo ne,'i organi di comando quelli cliretti,i elci servizi.

Intercapedine (Forti/h·azio11e). Chiamasi così il fosso che risulta tra due fondi, e lo spazio vuoto che esi~tc tra un muro e l'altro nelle costruzioni a doppio muro o lra l"uno e l'altro piovente del tetto. Scopo del!"/. è di per• · metrcrc la circolazione dcll"aria, o di impedire che locali in cui sono contenutè materie esplodenti comunichino direttamente coll'esterno. Le /. vengono usate specialmente nelle polveriere, nelle riservette proietti e magazzini polveri e nei locali di confezionamento cartocci e caricamento proietti delle opere di fortificazione. T ali locali hanno aperture, chiuse eia vetri, che d/Jnno nell'intercapedine; queste aperture servono per disporre dall'esterno i mezzi_ di illuminazione dei locali stessi, per evitare pericoli di incendi. Interdizione . .È una delle azioni cli fuoco, preferibilmente as~cgnata alle artiglierie cli corpo d'armata e di armata. L'intcrdi::ione vicina mira ad ostacolare nelle posizioni avanzate del nemico la preparazione per l'attacco, gli spostamenti o ammassamenti d i t ruppe ed il funzionamento dei comandi e dei servizi maggiormente a contatto del le truppe di prima schiera. L'interdizione lonta11a è invece rivoha ad ostacolare il movimento delle riserve cd il funzionamento dei comandi e elci servizi più arretrati, dislocati di massima oltre il raggio utile delle artiglierie divisionali . Per questi tiri tutte le bocche da fuoco possono essere utilmente impiegate, in relazione alla loro gittata: viene data però in genere la preferenza alle artiglierie di medio e di grosso c:1libro. Vengono impiegati proietti con spolclta istantanea o proietti a tempo, od anche delle due specie promiscuamente; in molti casi si fa ahrcsl uso di proietti tossici, preferibilmente ad azione persistente. Si chiamano bauerie d'i11terdizio11e le batterie destinate alla detta azione di fuoco . Gli obiettivi dei ti ri d"intcrdizione possono essere punti cli obbligato passaggio (ponti, strette, "alichi, camminamenti) oppure zone determinate. Contro i primi si ri• chiede un tiro violento ma esatto e preciso, che viene effettuato con riprese di fuoco, sfertate a momento opportuno, in genere di breve durata, ma con l'intensità massima consentita dalla celerità di tiro ili ciascuna bocca da fuoco. Contro zone di una certa ampiezza, si distribuisce il fuoco nel senso della fronte e della profond ità con l'in,piego di più alzi, ed eventualmente col cosicletto falciamento, ÌH guisa da ostacolare il movimento sull 'intera zona battuta. Per interdire infine il passaggio attraverso strade o ,•ie di comunicazione, è assai vantaggioso il tiro d'infilata. rcgo. lato in maniera eia battere simultaneamente o in tempi successivi punti o tratti sempre diversi delle comunicazioni stesse.


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Interesse privato in atti d'ufficio (art. 192, 193, 194 C. P. Es. e 214, 215, 216 C. P. M. M.). Consiste nel fatto di un militare, investito di comando o di funzioni amministrative, che prenda un interesse privato qualunque, apertamente o con atti simulati o con interposte persone, nelle aggiudicazioni, negli appalti, in atti dell'amministrazione militare o in affari interni nei quali sia in grado di dare ordini o liquidar conti. La pena va da mesi sei di carcere militare ad anni quattro di reclusione militare, oltre la destituzione, nel caso che il colpeYole sia ufficiale . .Circostanza aggravante è il danno a rrecato fraudolentemente all' amministrazione militare. In questa ipotesi, la pena va da 3 a 10 anni di reclusione ordinaria.

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dono la loro funzione anche nel campo tattico. Le modalità tecniche di esecuzione delle I. di ferrovie e strade ordina. rie sono contenute in apposite istruzioni pratiche delle varie armi. La loro importanza dipende dall'entità del guasto e dall'ubicazione. Rispetto alJ!ubicazione, perchè l'l, riesca di serio ostacolo al inovi mento delle truppe deve non essere facilmente aggirabile, deve µotersi battere col fuoco e non deve presen tare nell e vicinanze materiali util.izzabili per il riattàmento. Alcune interruzioni interessanti linee ferroviarie e strade

Interno (Armata dell') . Ebbe questo nome nel 1792 un 'armata creata il 4 settembre in Francia, e .fusa il 22 con quelle del Nord e del Centro. Fu comandata da Labourdonnaye ed -e bbe un effettivo di 30.000 uomini. Interruzione (Fortificazione). Le interruzioni delle comunicazioni esistenti nell'interno di una fortificazipne e di ·quelle stabilite fra l'interno e l'esterno consistono in ponti mobili, che sostituiscono un'arcata o campaJa dei ponti fissi o un tratto di argine, oppure che si col,locano sopra una tagliata larga quanto la comunicazione, lunga da 4 a 5 metri e profonda altrettanto, od anche sopra un fosso diamante. Le interruzioni coll'esterno possono essere esterne od interne; le prime erano quasi esclusivamente imp iegate nell'epoca moderna; in seguito furono preferite invece le seconde. Con queste ultime si raggiungeva il <loppio vantaggio di proteggere il tavolato del ponte mobile contro i tiri di fianco e di fiancheggiare la tagliata con tiri partenti dai locali attigui. foterruzione (Ferroviaria e stradale). Le interruzioni ferroviarie, con lavori tempestivamente eseguiti e con distruzioni giudiziosamente scelte, privano il nemico per tempi abbastanza lunghi del prezioso ausilio delle ferrovie, e richiedono lunghi e grandiosi lavori di riattamento; quelle stradali, quantunque più facilmente riattabili, hanno anch'esse grande importanza strategica e logistica ed esten-

Ponte ferroviario sul Piave d istrutto dagli Italiani (1917)

ordinarie di grande importanza mii., che in genere sono di confine, vengono predisposte fin dal tempo di pace, onde siano pronte in qualunque momento e possano funzionare con çertezza anche nel caso di improvvisa avanzata nemica, Nello stabilire tali interruzioni se ne progettano , di sol'ito, di due cipi , alcune destinate ad impedire l'esercizio delle ferrovie per un tempo lungo, anche per parecchi mesi, quando si presume di non doversene più ser vire; altre di minore entità, · più facilmente riattabili , che impediscano l'esercizio per un tempo limitato, ma possano essere riat-

Ponte interrotto sull'Isonzo a Sagrado (1915)


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tate in tempo utile per uso nostro. Dal progetto delle interruzioni d eve risultare: ' 11) l'esatta ubicazione e b particolareggiata descrizione dell'opera da disuuggere; b) lo schizzo particolareggiato dell'opera; e) la descrizione delle operazioni da compiersi per il caricamento, intasamento ed armamento delle camere da

santi, oppur lungo la linea, interrompendola con la distruzione· di qualche opera facilmente riattabile, La /. di ferrovie e quella di strade ordinarie più i mportanti, richiedono mezzi notevoli e speciale pratica ; esse vengono eseguite

mina; d) la quaJità e quantità di esplosivi e materiali occorrenti per il caricamento cd intasamento; e) i mcz;,;i di accensione; f) il personale occorrente per le suddettt operazioni;

Interruzione dj ponte (Pfave 1917)

Interruzione stradale a mezzo di mina (Guerra Mondiale) g) il progetto per l 'eventuale r ipristino dell 'interru-

zione; h) la ljnea des.tinata per la dilcsa; i) le disposizi(,ni particolareggiate rgiuardant i gli ordini di brillamento. Le I. più importanti si effettuano nelle gallerie, rovinandone il rivestimento ed ingombrandole mediante m ine disposte nei piedritti o nella calotta; oppure in corrispondenza dei ponti e viadotti di grande importanza, m inandone le pile e le spalle. Quelle di minore entità si effettuano oelle gallerie, ingombrandole mediante il deviamento di ,treni pe-

dalle truppe tecniche ; in particolari condizioni anche ùa altre truppe , specialm ente cavalleria . e bersaglieri ciclisti. Nell'eventualità di ripiegamenti, la r ete ferrovia ria e stradale della zona di operazione vengono prese i!l esame; si eseguono i lavori per la preparazione del la distruzione di tutte le opere d'arte importanti, si preparano gli esplosiv i e gli altri materiali occorrenti, nonchè gli ordini di brillamento. Le varie /. vengono suddivise u1 gruppi, e ciascuno di essi è affidato ad una compagnia o ad un plotone del genio. Nelle zone di prima linea le 1. stradali si estendono anche alle opere d 'arte minori: ponticelli, muri di scarpa, di controscarpa ccc., e vengono affidate ai battaglion i zappatori delle divisioni. Nella recente guerra, dopo i l rip iegamento sul Piave, tale preparazione t.u estesa alle opere d'arte esistenti lungo la rete ferroviaria compresa tra la &onte cd il Po. Le l. di ferrovie si effettuano distruggendo le opere d ' ar te (gallerie, ponti, viadotti) distruggendo il corpo stradale.; con guasti a!Je stazioni; con· guasti all'armamento.


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Jotervalli in schieramento del secolo XVI

Intervallo. È lo spazio fra due soldati o fra due unità, situatè l'uno accanto a ll 'altro, così in fila come in riga; cosl in accampamento, come in schieramento. Nelle manovre dei sec. XVI e XV!I, generalmente I' I. fra bgl. e bgl. era tale, che vi fosse spazio per introdurvi un altro bgl. suUa stessa fronte; ciò si face~a a Uo scopo di portare la seconda linea a li~ello della prima, oppure di ritirare la prima sugli I . della seconda. Consimili 7. appaiono negli _schieramenti delle leg ioni romane.

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Intervento. Partecipazione in senso politico, e in senso militare, di uno Stato a-Ila vita di a ltro o di altri Stati. l. politico dcli'Austria, ad· es., fu quello che essa esercitò in Ttalia dopo il 1815, per garantirvi lo statu quo imposto dalla Santa Alleanza. /. mii. della stessa nazione fu quello ope• rato, per la stessa ragione, n el 1820 a Napoli, nel 1821 in Piemonte, nel 183r nelle Romagne. I. mii. della Francia, sempre per garantire i trattati del 1815, fu quello operato dalla detta nazione nel 1823 nella Spagna. l-n,terventismo fu detta in Italia la tesi della partecipazione alla guerra Mondiale, e lmervcntisti i suoi fautori. Intesa. Durante la guerra, sì chiamò così il blocco delle Potenze schierate contro la Ge rmania, e costituito da Francia, Belgio, Russia, Inghilterra, Serbia nel 1914; cui si unirono l'I talia nel 1915 e la Romanja nel 1916, oltre a molti piccolj Stati : nel r917 l'l. perdette la Russia a causa della 'rivoluzione bolscevica, ed ebbe ,l'entrata degli Stati Uniti le forze anti-tedcsche, ma come « Associato " del! 'Intesa, non come Stato facente parte stretta della medesima. Piccola Tiucsa. Dopo la guerra, si chiamò cosl un bloccò costituito per opera della Francia e · manovrante nella sua orbita politica, costituito dalla Jugoslavia, dalla Cecoslovacchìa, dalla Romania. , Piccola Intesa Asiatica fu chiamata, dopo la guerra, l'accordo fra Turchia, Persia, Afganistan, ·con carattere poli~iéo militare.

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lntibili. Località imprecisata della Spagna, non lungi da Iliturgi, poi che L ivio dice cbe i llomani, subito dopo I '.assedio e battaglia cii Ilirurgi del 216, andarono ad assed iare lntibili. Davanti .a questa città, i Cartaginesi, che s:rano _o_ondotti da, Asdrubale:, 'Magone, A1:1ikare, furono _sco~fitti <la un esercito -romano., comanqat_o ~-a Publi_o e da_ Cnco. Cornelio ,Scipione (215 a. C~)--

Intimazione. È l'intimare la resa a<l una piazza. n,. cesi di piazza assediata, che si invità ad arrendersi, minacciandola, in caso contrario, di assalto, di sacco, di incendiarla, di passare la guarnigione a fi l di spada, ecc. I ntra. Battaglione alpini appartenente al 4° reggimento . Fu costitu ito il 1° luglio 1908, prima col nome di Pallanza e poi di In tra, con le cp. 7, 24 e 37. Durante la guerra italo-austriaca 1915-1918, per la quale costituì la u2 compagnia, occupò, il 24 maggio 1915, assieme ad altri riparti alpini, la linea M. Kuk-M. Ieza e puntò verso la conca di Tolmino. Combattè poi nella zona Sleme-Planina, a :V!. Rosso, a S. Lucia di Tolmino e contro la q . 1360 del settore Mrzli-Vodil. Nel 1916 ceduta la rr2 compagnia al bgl. alpini M. Rosa di nuova costituz ione, fu trasferito prima in Val Camonica e poi in Val Sugana. Durante l'offensiva austriaca del maggio difese il M. Cima e fu poi inviato nell'Alta Valtellina <love restò per tutta la durata della guerra, occupando nel! 'estate del 1917 il P izzo T risero (q. 3602) a)la testata cli Valsurva cd esercitando attività di pattuglie specie al Giogo dello Stelvio. Durante la battaglia di Vittorio Veneto si portò a Ponte dei Buoi e poi in Val di Sole. Nel maggio 1921 il bgl. fu tra.sferro dal 4° al 5" reggimento alpini, ma nel dicembre 1926 fu nuovamente assegnato al 4° reggimento. Per la sua condotta in guerra meritò la medaglia d'argento al valor militare colla seguente motivazione: « Tenacia a tutta prova, eroici ardimenti, impareggiabile slan cio, spinsero i battaglioni Intra e Val d'Orco sulla Quota 2163 ad est di M. Nero, disperatamente difesa, e con indomito valore la contesero al nemico,. sino a che altri reparti non sopraggiw1gessero a consolidarne la co,:iquista » . ( r9-21 luglio 1915). ~ Intrepida. Cannoniera sarda, acquistata a Livorno nel _, 815, nidiata nel 182:4.

Intrepida. jl6~ legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, costituita · a Lucca, dove è il comando, nd ' 1923, su cinq,,i"e coo,ti: Lucca, Pietrasanta, Ponte a Mariano, Castelnuovo Garfagnana, Viareggio. Ha reparti specialisti: centurie mitraglier i, alpini , ciclisti, motociclisti. e ,doe squadre pronto soccorso.

I ntrepido. Cacciatorpedi!'iere, varato a Napoli cd eut1>ato in .servizio nel 1912; lunghezza m. 73, larghezza n1. 7,3:3<, dìs,locamento tonn. 686.


IN\tf

INV I nvalidi, Sono gli ' individui me·nomati fisicamente od intelleuuaJmcntc in segu ito a feritc· o malattie contratte durame il servizio m ilitare. L'invalidità riconosciuta contratta in servi7..io porta seco la corresponsione d i adeguata pensione che può essere permanente o temporanea a seconda del grado della ; ,walidità stessa.

Nel 1834 il corpo venne chiamato : « Corpo dei" vetera11i ed invalidi " è nel 1852 " Casa reale d'invalidi e compagnie veterani ". Alla formazione del Regno· d '·Italia vennero raclunati ad Asti i mili tari invalidi e veteran i di tulle le provincie dell'Italia superiore e cenb·ale,. e riuniti in 6 cp·. veterani e 5 invalidi, aumentate con altre- 2 cp. con i ve-terani ed invalidi della Sicilia. I veterani ed invalidi dèlle provincie napoletane formarono (186x) jn Napo li una <( -Casa Reàle I nvalidi e compag nie veteràni ,,·. Nel · 187.2 11: " Case »· di Asti e Napoli vennero soppresse e fu costituìto in Napoli un « Corpo Veterani cd Invalidi "• composto di un n umero di cp. variabile seconao il numero dei p_re~ senti, stabilito poi_a 4 nel .18th e ridç,tto a .2 nel 1895. U <~orpo venne soppresso n~I 19.23. A Napoli esisrctte pure un « Corpo degli Invalidi ", creato nel 1736 e ordinato in un bgl. nel 1745. !n Francia, venne (ondato l' « f-locd dcs Invalides " nel 1670, per opera di Enrico IV. Istituzio ni sim ilari sorsero anche in altre Naz.ioni, e si ,~trovano ad es . anche nell'aat. Grecia : in Are.ne gli f. d i guerra eran0 mantenuti a spesa del pubblico erario.

11 gene raie D iaz fra gli invalidi di Arosio

~·ervizio militare degli Invalidi di guerra. Con legge del i917, ai m ilitari 1. d i guerra fu concesso - sempre che

Corpo degli Invalidi. Nel 1685 il -duca Vittorio Anie-

"!a loro infermità non impedisca di prestare ancora utile servizio - a giudizio dell'autorità militare - a rimanere in se rvizio. I! numero dei posti loro destinati fu ,d i 450.

deo II determinò, d i stabilire una ritenuta sugli st ipendi e paghe del personale militare per costituire un fondo atto a mantenere i soldati divenuti inabili al servi;zio per ferite o vecchiaia, da r icoverarsi nella cittadella d i Vercelli . Nel 1700 furono organizzate 2 cp, d i invalid i per la guarnigione di Vernia. N t l 1708 le cp. divennero 6 e nel 1710 , con uno S. M., for marono il « Còrpo degli Invalidi ». I l numero delle cp. mutò varie volte. i:,<cl 1798 gli / . furono sciolti dal giuramento a i fedeltà al Re di SardegJ1a e passarono al. servizio. della Rep ubblica piemontese, meno quelli residemi i11 _Sardegna che furono riuniti in una cp. Nel 1800 la « Commissione dJ governo " formò un « battaglione di guarnjgionc " destinato al servizio interno delle piazze e formato con gli inval idi più idonei e con gli a rchibugieri g uard ia della Porta: gli I. inabili al servizio furono riuniti al bgl. in,validi composto d i varie compagn ie. N el 1814 gli 7. furono. riammessi al servizio regio. e nel 18 16 tutti quelli dello Stato vennero rip.artiti fra un bgl. di g uarnigione, un bgl. in validi e un bgl. genovese, i quali d ue ultimi furono soppressi nel 1817 cd il corpo venne formato d i d ue b.g l. d i guarnigione e della « Real Casa Invalidi•» .

Cm11di Invalidi. Durante la guerra Mondiale, i muti lati gravemente feriti o gravemente colpiti da malattie, presero il nome di G . I. di g uerra . L e· due parti belligeranti ne operarono lo scambio attraverso la neutrale Svi7lzera. I figli dei G. ! ., con legge ·del 1917 furono equiparati nell'assistenza agl i orfani d i guerra. Gli I . nella guerra Mondiale, in base alle statistiche compilate dall 'Uffi.cio Internazionale ciel Lavoro d i Ginevra', ammontarono a circa 8 m ilioni, compresi quelli degli Stati d i cui non si riuscl ad avere le ci(re (Turchia, Bulgaria, Grecia, Portogallo, Ungher~a, Giappone). Lé cifre cc'uip·sciute sono : Germania r .537 .000; Austria 164.000; Itali"a 800.000; Franéia J .500.000; Gran Bretagna 1.170 .000; Belgio 50.000; Regno .dei Serbo-Croati-Sloveni 164.000; Australia -70.600; Canadà 45 .000; Stati U niti 157 .000; Finlandia 10.000; Polonià 320.000; Romania 1.20.000; Russia 775.000; CecoSlovacchia 326 .000;_ Nuova Zelanda 200 .000. Invasatura. La nave che sta sullo scalo appoggia su d i una robusta travata, p ane d i legno, parte metallica, la

Invasatura sotto la nave 'nello scalo


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quale offre una superficie superiore che corrisponde alle lince della nave, ed una superficie inferiore, levigata, a guisa di slitta, che deve scivolare all 'atto del varo sopra le travate dello scalo. L '/. è collegata solidamente con lo scafo e viene varata con questo. All'atto però in cui la nave entra in mare, essa viene abbandonata sul fondo e poscia alzata nuovamente, con argani e cavi metallici, sullo scalo. Le parti di una invasatura sono: ponte, pendio, stanghe, tra. verse, taccate, coJonne, scontri, trinche, ritenute, fasce, longherine, paranchi, tiranti, balestre, castagne, ecc. Quando la nave è sullo scalo l 'l . è trattenuta dagl.i scon tri e dalle castagne che fanno capo contro le balestre. Poco prima del varo, dopo aver tolti i puntelli e tagliati i tiranti, si rientrano le castagne ed all'ultimo si tolgono gli scontri: allora l'!., non essendo più trattenuta, scivola sul pendìo dello scalo e il varo avviene.

petto e serviva per coprire un punto debole. Chiamavasi anche solco, cnnserva e più generalmente Controguardia.

Inviti (Pietro). Colonnello, patriotta, n . e m . a Bologna (rS:n-1907). Patriota bolognese, fu nel 1848 ufficiale del Zambeccari; partecipò nel· 1849 alla difesa di Roma, poi in Bologna costituì con Tanari e Casarini il comitato bolognese della società nazionale laforiniana e si adoperò ad estenderne l'influenza in tutta la Romagna. Combanè nel 1859 e poi, come magg. dei granatieri dell 'esercito italiano, nel 1866. Fu nell'esercito sino al grado di ten. colonnello; ideò un forno da campagna e, nella riserva , ebbe il grado di colonnello nel r895. Nella XV e XVI legislat ura fu deputato di Bologna.

lnvarnizzi (Gino) . Generale, n . a Roma, m . a Trento (1877-r930). Sottoten. d 'art. , nel 1897, partecipò alla campagna di guerra 1915-r8, guadagnandÒsi la croce dell 'O. M . S. Fu membro della missione d'armistizio a Vienna e della commissione di controllo in Germania e fu capo della missione italiana per l'America latina; con la nomina a generale (1926) [u ispettore di mobilitazione della· divis. mii. di Bolzano. I nvesiimento. ti, i l complesso del le operazioni che hanno per oggetto di isolare completamente una piazza, a fine di obbliga-ria a cedere per esaurimento di mezzi di difesa; per eseguirlo occorre preparare a difesa tutt 'attorno alla piazza delle posizioni o località, che nel loro insieme costituiscono la linea d'investimento. È lo stesso che Blocco. lnvestimento (Mar.).. Quando una nave va ad urtare con la prora o col fianco c;ontro gli scogli o contro un altro bastimento, si dice che investe . Nelle. antiche marine era ricercato durante la battaglia per colare a picco l'avversar io. Nella guerra moèlerna gli unici casi di I. si hanno quando una nave cerca di correre addosso ad un sommergibile per affondarlo. Per tale ragione, pur essendosi abbandonato lo sperone sulle navi moderne, si cerca di costruire la prora con forma tagliente e molto solida, per le eventualità di un incontro di un sommergibile avvcrsarip, essendo contemplata t ra le manovre di distruzione quella di correre addosso al sommergibile non appena se ne scorge il periscopio. Quando la prora non è costruita solidamente l'/. può dar luogo alla completa distruzione della parte prodiera. Non perciò la nave a~onda, giaccbè esiste una solida paratia ch iamata paratia di collisione, la quale rende perfettamente stagno e galleggiante lo scafo anche quando la prora rimanga completamente distrutta .

Investiture (Guerre per le). Ebbero questa denominazione le guerre combattute fra il Papato e l 'Impero, in Italia e in Germania, dal ro74 al 1122, per l'investitura dei benefici ecclesiastici. Tali guerre determinarono la formaz ione delle fazioni dei Gue_lfi e dei Ghibellini, che straziamno le città italiane per lungo tempo_ La Chiesa non volle riconoscere diritto alcuno all'Impero di concedere 1. per i benefizi ecclesiastici, e t utti i Papi che si succedettero nel periodo di tempo indicato mantennero fermo il loro punto di vista, contro g li Imperatori. La lunga guerra, militarmente insignificante, terminò col concordato di Worms. Inviluppo. Voce antiquata colla quale indicavasi un'o• pera in terra nel fosso secco, c'he aveva un semplice para-

lnviti Pieuo

lnvrea P'io

lnviziat_i (Acl,elao). Capitano alessandrino del secolo XVI. Fu dapprima al servizio della Spagna, poi agli ordini di Emanuele Filiberto. fo11iziati di Belvedere conte Giuseppe A11to11io. Generale, m. a Pisa nd ri83 . Alfiere nel regg. fanteria Piemonte nel 1740, partecipò alla guerra di Successione d'Austria. Nel 1775 divenne colonnello comandante il regg. provinciale di Mondovì. Passato nel 1778 comandante di Nizza, fu promosso nel 1781 brigadiere e due mesi dopo divenne governatore di Sassari.

I nvrea (Pio) . Generale, n. e m. a Genova (1861-1925). Sottot. <li fanteria nel 1889, prese parte alla g uerra di Libia e poscia a quella contro l'Austria, al comando del u 9 e poi del 54 fanteria . Promosso generale, ebbe il comando della brigata Umbria, quindi della r• divis. fan teria. Andò in P. A. S. nel 1919. lodacetone. Liquido oleoso, clorato di odore ememamente piccante, che imbrunisce per azione della luce. Ha proprietà lagrimogen.e e soffocanti, ma il suo, impiego come aggressivo chimico di guerra, che ebbe inizio verso la fine del 1915 da parte dei Francesi, non trovò !aTgo successo presso gli Alleati. Iodio, Elemento, o corpo semplice, molto importante sia per le numerose applicazioni che ha direttamente, sia per gli svariati composti a cui dà luogo. Fu scoperto nel 1812 da Courtois nelle ceneri di alcune piante marine ed è molto diffuso in natura sotto forma di iodur i e di iodati, nelle acque del mare o di sorgenti minerali, nel nitrato sodico, nel salgemma, nel carbon fossile ecc. ; come composto organico jodurato, trovasi altresì negli organismi animali. f: solido, cristallino; alla tcmperarura ordinaria volati-


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lizza; è pochissimo solubile in acqua; si scioglie facilmente nell'alcool e negli altri solventi organici. I vapori di l. producono irritazione nelle vie _respiratorie e quindi tosse; l'azione si manifesta più energica sulle mucose. Per le sue proprietà irritanti, fu largamente sfruttato durante il conJ1 itto mondiale, come materia prima per l'allestimento di taluni aggressivi chimici, quali : iodacetato di etile, iodacetone, ioduro di benzile. Ioduro di benzile. Si prepara con varii metodi e, specialmente, con quello dovuto a Cannizzaro, basato sull'azione del jodio sull'alcool benzilico. 1,. un com posto solido, che fonde a 240, 1; si ottiene puro e cristallizzato dall 'alcool. È insolubile nell 'acqua, poco solubile nell'alcool freddo e nel solfuro di carbonìo; si scioglie bene, invece, nell'etere. H a odore pungente e azione irritante; brucia gli occhi generando viva lagrirnazione. P,:r queste sue proprietà , e in seguito agli studi di Moureu e Dufraisse che ne suggerirono l'uso, il com.posto fu adottato dall 'esercito francese che, verso la fine del 1915, ne iniziò l'impiego bellico come aggressivo lagrimogeno o affaticante. lona (Mario). Generale, n. nel 1876. Sottot . di fanteria nel 1895, dopo aver frequentato la scuola d i guerra, passò nel corpo di S. M. rn· Libia nel 1913 e r9q, partecipò poi a tutta la guerra contro l'Austria. Ferito ad Oslavia, colo1111ello nel 1917, fu capo di S. M. dell'intendenza della I Armata della quale nel 1918 divenne sottocapo di S. M. In guerra guadagnò la -croce di cav .. dell 'O.M.S. Nel 1920 andò in P.A.S. è nel 1927 venne p romosso generale di brigata in A.R.Q.

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l'attacco delle posizioni del Monte S. Marco. Nel settembre 1917 fu inviata nella zona di Venco; durante l'offensiva austro-tedesca la brigata si battè ripiegando per Carraria e Cividale, passò il Torre ed il Tagliamento e nel novembre fu inviata nella zona di Treviso. Schierata sul Piave al principio del 1918, combattè valorosamente la battaglia del giugno; le sue perdite furono di 51 ufficiali ~ zofo militari di truppa. Nell'offensiva finale passò il Piave su due colonne, · il 31 ottobre raggiunse Piavon e Valentigo cd il 4 novembre occupò Motta di Livenza, mentre alcuni suoi riparti furono lanciati avanti in autocarri per inseguire il nemico. La brigata !. guadagnò in guerra un~ med. di bronzo. Aveva mostrine metà cobalto e l):lctà rosso nel senso verticale. Ionio. 164• legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, appartenente al gruppo autonomo della Calabria. Fu costituita nel febbraio 19:23, su cinque coorti, con sede rispettivamente a Catanzaro, Chiaravalle, Girofalco, Cotrone e S. Severino, con un totale di 3500 camicie nere. Nel luglio 1924 venne fusa colla 165• legione « Tirreno », originando la 164a legione Ercolino Scalfaro.

lor i (Ilio). Generale, n . a Roma nel 1871. Sottot. di fanteria nel 1890, partecipò alla guerra italo-austriaca, raggiungendo il grado di generale nel 1918 e guadagnandovi la croce dell'O.M.S. Fu aiutante <li campo di S. M, il Re e nel i928 andò al comando della divis. mii. di Piacenza. Ha pubblicato un volume di storia della « Casa Militare alla Corte dei Savoia dal 1554 al 1927 ".

Ioniche (o ionie). Isole , della Grecia (Kmq. 23n, ab. 260.000) sulle coste occidentali, nel mare Ioaio. Seguirono le sorti della Grecia e vennero tenute da Venezia nel sec. XV. Nel 1797 le occupò la Francia, cui furono subito ritolte dai Russo-Turchi. Nel 1800 si costituirono in Repubblica; la Francia le rioccupò nel Ì807; l'Inghilterra le tolse ai francesi nel 1809. Nel 1815 furono ricostituite in Repubblica protetta dall' Inghilterra, che nel 1864 rinunciò al protettorato e lasciò che si riunissero alla Grecia. (V.

l paspisti. Corpo di soldati della Falange macedonica. Erano fanti che alle qualità dell'oplita dovevano unire quelle proprie dello psilita e combattevano in quelle fazioni per le quali non. era bene adatta nè la fanteria pesante, nè quella leggera. Erano armati di picca corta, spada, elmo, lorica, gambiere e di piccolo scudo rotondo. Erano anche chiamati peltasti, nelle altre falangi . greche, dallo scudo (pelta) di cui erano dotati.

Co,fù).

I pparchia. Formazione dell'ordinanza della cavalleria leggera greca, costituita di due tarcutioarchie e della forza di 512 cavalli. Due I. ·formavano una epiparchia. L'/. era al comando di un ipparca.

Ionio, Brigata di fanteria di linea, costituita nell'aprile i916 per la guerra italo-austriaca, dai depositi del 3 e del 48 fanteria, coi regg. :221 e 222 formati fin dal dicembre 1915. Il 18 aprile la brigata fu inviata nella regione di Strigno, e, all'inizio dell'offensiva austriaca sugli Altipiani, sch.ierata sulla fronte Roncl1i-M. Collo-Vallone Ceggio, respinse due attacchi nemici a M. Collo. Il successivo svolgersi degli avvenimenti la obbligò a trasferire la sua linea avanzata sulla fronte Montebello-Croce di Biennati-MalgaCampo-Scarsa. Il 25 maggio ebbe ordine di scacciare il nemicÒ nel tratto da Spera a M. Levre ed una delle sue colonne riuscì ad accerchiare Strigno catturandone il presidio. Il I o e<l il 16 giugno operò contro le posizioni della riva sr. del torrente Maso, fra Scurelle e Mentrate, raggiungendo lo scopo di ténere impegnato il nemico. Perdette per tali azioni 36 ufficiali e 1152 militari di truppa. Il 9 agosto la brigata fu trasferita nella zona dell'Isonzo e schierata nelle trincee di S. Caterina e del M. Sabotino, ove combattè fino al 14 maggio 1917, conquistando la q. 333 di S. Caterina e perdendo altri 46 ufficiali e 1484 gregari. Il 22 maggio fu inviata nel settore Astico-Posina; richiamata sull 'ls<;mzo nella prima decade di agosto, concorse al-

Ippica (milita,·e). È quel ramo dello scibile mil. che s'occupa della produziqne, reclutamento ed allevamento dei cavalli e muli, occorrenti all'esercito. In senso più lato esso comprende anche la questione del! 'addestramento dei quadrupedi suddetti, e le compct,zioni ippico-sportive (V. Equitazione). In fatto di produzione ed allevamento delle razze equine, il ministero della guerra è collegato al ministero dell'agricoltura, specie per l'acquisto, la buona conservazione, la distribuzione e la monta dei riproduttori (stalloni). Nei riguardi invece dell'acqùisto ed allevamento dei poledri occorrenti in pace ed in guerra alle armi a cavallo si· occupa direttamente l'ambiente l):lilitare. Nei principali Stati europei il problema è stato risolto pressochè nello stesso modo. La sola Inghilterra ha risolto il problema del cavallo mil. affidandosi alla produzione ed allevamento privato. Fino dal 1791 l'Inghilterra per avere la sicurezza sulla genealogia dei riproduttori, istituì il « Libro Genealogico » (Stud-Book), che fu adottato poi da altri Stati e nel 1875 anche in Italia, Gene-


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IPP ralmcmc si importò il nobile animale dalle regioni orientali, specie dall" Arabia, culla del tipo caratteri.stico di cavallo mii. _e dalla Barberia, altra . terra che diede un diverso capostipite di cavallo mii. S9tto la son •cgli~nza degli organi governativi si provvide alla riproduzione del cavallo occorrerlle all'esercito. Ncll'C5crcito piemontese, prima del 1683 i soldati assegnati alle arm i a cavallo provvedevano a proprie spese alla cavalcatura, oppure a ~pese del proprio capitano. Dopo tale anno lo Stato prov,•edcva clircttamente i cavalli di prima rimonta . Ma per le eventuali vacanze, doveva nncora provvedere il capitano. La sorveglian.:a si limitava all'approva,.ionc, da parte di un:i commissione

nel reame di Napoli se ne occuparnno le stesse case regnanti, che cercarono tipiche razze, specialmente adatte ai servizi da sella e da tiro dell'esercito. Fra queste basti citare il reale hllras di Persano, costituito da Carlo III

Salto di stecconata (S. A. R. il ducn di Pistoìo)

Ippica: salto di muretto

~pposirn, dei cava lli presentati. Nel 1736 venne fondato il « Banco ca,-alli », incaricato della rimonta dei quadrupedi per l'esercito, e della loro assegnazione ai corpi. La Oirczione /. era affidata all'Ispettorato di Cavalleria, il quale provvedev a anche al la monta equina degli :.talloni acquistati all'estero. Nel 1779 il servizio degli stalloni per manutenzione e monta venne lasciato ai pn,ati, però sotto la vigilnnza cieli 'Ispettorato generale della cavalleria. Ma, dati gli abusi, si ritornò prc~co alla gestione diretta del ministero della guerra e del! 'agricoltura, e furono costituiti i due primi dc!)Ositi stalloni di Vigc,·ano e A1,rnccy. Durante il dominio francese cessò ogni produzione nazionale, cd i quad rupedi per l'esercito furono provvisti a mezzo requisizioni ccl acquisti anche all'cstcrn. Nel 1814, colla Re~taurazione, furono ricostituiti i depositi stalloni, amministrati direttamente dalla Real Casa. Nel 1832 si ricorse pc,· migliorare la razza equina a larghi acquisti di stal loni all 'estero; i depositi passarono alle dipendenze ciel ministero della guerra, sono la direzione dell ' l~pettorato della scuola di cavalleria. Un anno dopo fu emanato il regolamento per i guarda-stalloni, e dcpo~iti, od haras provinciali . I guarda-stalloni erano però veterin(iri, e ai depositi stalloni erano adibiti militari per servizio di governo ed alimentazione. Nel 1835 il Governo volle anche prowedcre alla produzione del mulo; ai depositi stalloni vennero adibiti quale personale di governo i veterani di cavaUeri'a . Nello stesso anno fu pure fondata la stazione di monta di Albertvillc. Dopo quel1'epoca si insiaurò il sistema d'acquisto degli stalloni e dei cavalli per ufficiali, ad impresa. Venivano le imprese assistite da commissioni militari c'he recatesi sul luogo, sceglievano fra i quadrupedi presentati quelli migliori, in"ian poi direttamente sotto scorta in Piemonte, contro garanzia di 6o giorni per evenruali vizi redibitori. La direzione dcli'/. M . continuò ad aumentare le stazioni di monta, che già nel 1850 erano di 14 in Piemonte, e 17 in Savoia. Quanto agl i altri Stati italiani, in Toscana e

di Borbone, con stalloni e cavalle orientali e spagnuoli, noti per potenza di fibra, resistenza alle fatiche di guerra, e per eleganza cd àrmon.ia cli forme. li turbinoso periodo delle guerre d 'indipendenza, e la rapida annessione de!'le provincie liberate, si sono ripercosse nello sviluppo dell' I. M. !:_he subì un ,•ero e proprio airesto. Andarono scomparendo le amiche mandrie ita-

Scuola dì Pinerolo

liane che · dal secolo XU a l XVH erano state decantate per la loro carattcrisrica attitudine ai servizi mii., e si arri,·ò a di>truggere con decreti ministeriali l'opera di costruzione delle principai i razze. Ma per poco. Dal 1874, quando per rimontare JI) rcgg. di cavalleria bisognava ricorrere quasi per la metà ad acquisti all'estero, al 1900, quando i 24 rcgg. allora esistenti erano esclush·amentc montati su cavalli · italiani, resistenti alle fatiche del l'arma, sullicicntemcntc veloci e cen o perfettamen te acclimatati alle nostre condizioni meteorologiche, si fecero grand i passi. La maggior parte dei cavalli entranti ora nell'esercito sono prodotti dagli stalloni governativi dei depositi di Crema, Reggio, Emil ia, Ferrara, Pisa, S. Maria di Capua, Catan ia, ed Ozicri, ai quali , dopo la grande guerra, si è aggiunta la razza di Lippiza, creata presso Trieste nel 1580 dall'arciduca Carlo, figlio cli Ferdinando I. Lo ,Stato


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JPP p ro,·,·,de anche all'incremento della moma, autonzzandone gli stalloni privati, approvati di anno in anno da apposite com.missioni governati,•!'· Per sotu·arre ad un pr ~cocc logoramento i polcdri degli allevamenti privati, e mii:liorarne lo sviluppo, onde fornirne una buona rimonta all'esercito, lo Stato li acquista all'età di 2 o 3 anni, e li d istribuisce fra i depositi d 'allevamento, dove pa~sano alle dipendenze del mu\istero della guerra. A malgrado di questi sensibili miglioramenti apportati al servizio /. )/., al momento della mobilitazione per la grande guerra, non ,i {u in ·grado di forni re all'esercito il numero necessario cli quadrupedi, e, date le conrlizioni delle nazioni europee in guerra, clivennc assai difiicik il problema del rifornimento. tanto cbe nel dopo-guerra si ebbero opportune modificazioni ai precedenti ordinamenti, che vennero a perfezionarsi coll 'avveoto del fascismo. Nel 192j si riorganizzò tutto il servizio I. M. che ha la direzione presso il mint•tero della guerra, e comprende anche quello veterinario . A capo dell'Ufficio ippico sta un gener ale cli br igata; dall'ufficiò dipendono tanto i depositi stalloni. quanto quelli d'allc\'amento quadruoedi, ciascuno dei quali è comandato da un ufficiale delle armi a ca,·allo, scelto mediante appo,iti espenmenn cd esami.

Ippologia (Compendio d,). È l 'allegato n . 6 del Regolamento di dii<eiplina militare, che serve non ,olo per dare norme circa la manuccnzione. alimentazione. e cure: prolilnrriche e terapeutiche del cava llo m ii., ma offre all'ufficiale di ume le armi, ai sotcuAicial i e graduaci di truppa. che abb:ano cavalli in consegna, il modo di conoscere quanto basta sulla ;trurtura anatomica del nobile animale, sulle sue origin i ed attitud ini, sull'igiene, sull'al imentazione, 1ulle malau ie e loro prevenzione, cura, ecc. I ppotraino. Termine usato in logistica per distinguere il trasporto di materiale a mezzo quadrupedi, da quello con mezzi m eccanici. In senso pan icolare tale voce indica quale carico possono trainare uno o più quadrupedi. Una carrena da bgl. trainata da un solo quadrupede, può ad esempio rraspomtre dagli 800 ai noo kg., meutrc una carrella di requisizione comune con un quadrupede requisito, non arrirn a trainare cbe 750 kg. in media . Un carro da tra,porto a due quadrupedi traina dai 1200 ai 1400 kg.; uno da bagaglio 1800; w10 da pane 1200; una carreua siciliana o alpina ad un solo quadrupede, anche con t rapelo o cavallo a bila,icino di fianco, non può P"rtare che 500 a 550 kg. L'/ . va ogni giorno più diminuendo, per venire roscituito dall'autotraino, che presenta in confronto d_clla trazione ani male due g randi vantaggi logistici: la maggiore q uan tità di carico trasportato da un solo veicolo, e la minore profondità di una colonna carreggio, rnlendo anche fare astrazione dalla maggiore facilità di alirnencazione, e dalla lunghezza e rapidità dei percorsi.

Iprite. È il composto che, nel corso della guerra mondiale, si dimostrò, nei riguardi del suo impiego militare, come l'aggressivo ch imico per eccellcnzn. Esso appartiene alla categoria dei « g;is vescicatori o caustici " e, pii, precisamente, ne fu il principale se non unico esponente, in quanto che la " Lcwisite », sostanza ritenuta di effeui analoghi e anche p iù notevoli, preconizzata e st udiata dagli Amcr ic:mi, non Cece a tempo ad entrare in prat ica, poiehè l 'imervenmo armistizio ne fece sospendere la preparazione industriale, già in procinto di essere messa a punto. Scientificamente è u n solfuro d i ecilc biclorurato; ma la dcnomi-

nazione sotto la quale è s1111s1ument!: famosa, e con cui

è passata alla storia, è quella di « Ypérite », datale dai Francesi, perchè impiegata dai Tedeschi la prima volta i l ro luglio 1917 nel settore di Yprcs. Anche gli Italiani la denominarono • Iprite • , mentre gli Inglesi la designarono col nome di « Mustardgas » perchè, se impura, il suo odore ricord~ q~ello della mostarda, o dell'olio di senape, e i Tedeschi, a loro volta, la indicarono col titolo di " Gelbkreuzkampstotf Lost, Senfog ». Allo sraco grezzo, ,i presenta di color brunn; allo staro di purezza si prcscnra come un liquido oleoso, ambrato, inodore, rifraugcnt issimo; col ralfre<ldamento a + 7° può ottenersi crisrallizzaca in prismi; è dotata di una bassa tensione cli vapore, che a 20° corrisponde n 0,06 rnm. di mercurio; la densità dei suoi vapori è di 5.5 rispetto all'aria. È imolubile nell'acqua; è solubile, invece, in alcool, etere, benzina, tetracloruro di car bÒnio, clorobcnzene e in molti altri sol \'emi orgamci, nonchè negli olii e grassi , sia animali che vegetali. Reagisce con violenza con gli ,ossidati (impiegati allo stato solido e ridotti in polvere: ipoclorito òi calcio, permanganato di pocassio) dando luogo ad altri composti iuolfens1vi (solfossido, solfone). ~ora fin dalla metà del sec. <corso, durante la guerra mondiale fu preparata in grande stile dalla Germania: la sola casa 13ayer raggiunse la produzione mensile di 300 tonnellate; in tulio se ne fabbricarono 9.000 tonnellate. I Tedesch i la impiegarono in g ranate di tutti i calibri, caricandole direttamente nei proielli, addizionata col 15-20 % di solventi organici facilmente volatili, come costumarono del resto anche gli Alleati, solventi che avevano anche l'ufficio di im- Proietto speciale tedesco pedirne, d'inverno, il congelamento. E.K.Z., 7 corico di iprite a, acido picrico (23 g.); Dopo il primo imp iégo a Ypres, i b, volume del liquido, 6 10 eme. Tedeschi l'usarono normalmente; in particolar modo si ricorda un intenso bombardame~ro a /. con cui investi rono le città d i Nicuport e cli Armencières. La sorpre,a suscitata negli Alleati ali 'apparire di questo terribile prodouo, li indusse a proporsi subito il problema della sua fabbricazione, allo scopo di adoperarlo per rapp resaglia contro gli nvversa'ri. li quesito si pr cscJJlava, e risulcò infatti, particola rmente difficile; ma, coi pazienti e an~iosi studi di chimici, tendenti in primo luogo a idcncificarc il nuovo aggressivo, a cui n on si pervenne che verso la fi ne del x;p7 ; con le succes1ivc ricerche sperimentali per trovare il metodo più adatto di preparazione, e con la costruzione di impianti appropriati, ia grave questione fu infine risolta; i chimici e gli industriali francesi arrivarono a stabi lire il p rocesso più sem pl ice, svelto cd econom ico, che permise loro cli ini;,.iarnc la fabbricazione nel marzo 1918 e di adoperarlo nel maggio seguente. Gli impianti costruiti dagli Alleati assunsero tale grandioso ,viluppo, che essi si t rovarono facilmente in

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condizioni di superare di gran lunga la stessa produzion: tedesca. Qùella francese, ad esempio, con un crescendo continuo di mese in mese, fu di kgr . 241 iniziali nel marzo 1918, saliti a 6 .980 nell'aprile, per raggiungere i 507.021 nell 'ottobre e ::04.091 nei primi II giorni di novembre. La produzione francese fu in totale di ronn . r.968 superiore al consumo dell 'artiglier ia del proprio es~rcito. li metodo di preparazione francese fu anche seguito dagli Inglesi e, successivamente, dagli Americani; qutsti v1 dedicarono il grandioso impianto di E dgewood pr,:ventivato della potenzialità di 80 tonn. giornaliere e un altro della « National A.nilin~ Co. ,, di 50 tcmn . ; ma, in effetti, a causa t!d sopraggiunto armistizio, non riuscirono ,1 spedirne in Europa che 15 tonn . in tutto. L 'l., sebbe.ie dot2.ta di scarsa azione tossica, fu I 'aggressivo che riuscì a deprimere maggiormente ii fisico e il morale dei combattenti; ciò si deve alle gravissime difficoltà r.he, ai fini di uM pratica attuazione, presenta la difesa 3nti-iprite, la quale perciò è tuttora considerat~ fra le qu~stioni più preoccupanti della guerra chim ica. L 'l . è, in primo l uogo , un aggressiv-0 subdolo che manifesta effetti ritardati, r quali non sì presentano ~he solò parecchie ore dopo che l'individuo ne , ia stato colpito. Essa , allo stato gassoso o di estrema suddivisione, come nelle nebulizzazioni, non si limita a ledere l'organismo so lò penetrandovi per le vie respiratorie o attaccando le mucose in genere; ma, attraversando con facilità i tessuti degli abit i e persino le suole e le giunture delle scarpe, manifesta la sua terribile azione vescicante su tutta la superficie del corpo e particolarmente sulle zone più delicate ·e ricche di ghiandole sebacee: ascelle, inguini, regione genitale, faccia, collo, ccc. La sua efficacia è in diretto rapporto con l 'inte nsità dell 'azione, per cui le lesioni a cui dà luogo si presentano d i una gravità sempre crescente : eritema , edema, vescicazioni di apparenza · analoga alle vere flictene, e anche ulcerazioni, tanto più pericolose in· quanto, per maneanza di un tempestivo trat tamento curativo e di una protezione corrispondente, possono dai; luogo a infezioni secondarie locali. Ora, mentre gli apparecchi più perfetti di difesa individuale, come il respiratore inglese « S. B. R. » e quello francese Tissot, perchè dotati di una intera cuffia impermeabile, si prestano opportunamente a difendere il viso, gli occhi e l'apparato respiratorio, per la protezione di tutta l'epidermide non è stato trovato ancora un sistema che risponda prat icamente allo scopo e, al contrario, anche per essa occorrono precauziooi accurate e minuziose. Quelli proposti e provati risulca ono troppo ingombrant i e fasti1 diosi e , dal punto d i vista militare, si d imostrarono di g rave intralcio alla mobilità della truppa, la quale · si trovava seriamente impacciata o affaticata, particola rmente nel caso di lavori· lu nghi e pesanti, o nel periodo estivo, o in occasione di spostamenti. I Tedeschi - che si cullarono nel! 'illusione che gli Alleati non sarebbero riusciti a preparare l'/., e quindi si ritenevano sicuri dell'impossibilità di essere attaccati con tale aggressivo non si organizzarono nell 'allestimento dèi mezzi appropriati di protezione e, secondo le loro stesse dichiarazioni, ebbero a subirne gravi conseguenze. Vennero altresl, in tutti gli eserciti, studiate e adottate pomate a base di cloruro o di ipoclorito di calce, o bagni al permanganato di potassa, ecc.; tutti questi ml:zzi , utili a scopo di disinfezione o di cura, non r isultarono però che di scarsa importanza per la difesa prevent iva; quelli, al contrario, realmente appropriati a questo fine, ma di

impossibile appljçaz.ione pratica est~sa, consistevano solo nell 'uso di costumi in~eramente impermeabili, l'impiego dei quali venne perciò limitato a un ristretto numero di individui, aventi delicati o imprescindibili incarichi di servizio : squadre di disinfezione e risanamento, personale fisso di posti speciali, talune formazioni di artiglieria, ecc. La protezione delle arm i venne curata con coperture fatte di tele impermeabili, " stendendo sulla loro superficie uno strato di grasso; il pane e i viveri furono conservati in sacchi di tessuto impermeabile; e analogamente si provvide per tutti gli altri oggetti coi quali era ind ispensabile avere contatto frequente. Per tutte le opernzioni di bonifica e di risanamento in genere fu sempre impiegato l'ipoclorito di calcio secco e in polYere; esso però ooo si dimostrò sufficientemente att ivo per gli indumenti, i quali invece venivano sottoposri al trattamento col vapore d 'acq ua sotto pressione, o a lavaggi con acqua calda a Go0 -90° e poi con acqua corrente. In taluni casi speciali riuscirono util i anche le soluzioni dei neutralizzanti: come quella di permanganato di potassio a l 4 %o , tanto neutra che leggermente acidificata con acido solforico; nonchè di ipoclodto di calcio, o di solfuro di sodio e di ammoniaca. Lo Stesso ipoclorito di calcio fu anche abbondantemente impiegato per la bonifica del terreno infestato dall 'iprite; data però l 'impossibilità di allargare l 'operazione- a estensioni troppo vaste, essa veniva lim itata solo ai siti d i maggiore importanza: tri1Kce, camminamenti, passaggi òbbligati, ingressi di' co, struzioni abitate (uffici, baracche, ricoveri), sui quali veniva sparsa della ·polvere di ipoclorito di calcio, che in seguito si ricopJiva con terra fresca e non infetta, per celare il bianco dcli 'ipoclorito che poteva costituire una segnalazione per gli aviatori o gli osservatori nemici. Cure maggiori furono dedicate ai luoghi di ricovero, o comunque destinati alla permanenza di persone; così gli ingressi furono protetti con tende antigas, talora in serie di tre, perfettamente inquadrate con l'apertura e impregnate di olio di lino cotto o di ipoclorito di calcio , mentre le persone costrette ad accedervi erano tenute a seguire talune norme di prescrizione come, ad esempio: stropicciare le scarpe sopra appositi ce11ci impregnati di neutralizzanti, lasciare fuori l 'ingresso gli indumenti imbrattati, le m aschere, i guanti, ecc. Per la disinfezione e il risanamento dei locali chiusi : comandi, uffici, baracche, ricoveri, posti di meiliéazione, l'ipoclorito di calcio non fu ritenuto troppo adatto a causa dell'irritazione ch e, con lo sviluppo del cloro, esso generava; e, al contra rio, fu bastevole la rinnovaz ione clell'aria a mezzo di ampie ventilazioni e col riscaldamento ottenuto dall'accensione di fuochi. I pavimenti e le pareti venivano poi spennellati con latte di calce, oppure lavati con soluzioni acquose calde di sapone. Durante la guerra, l 'esercito italiano fu espressamente dotato di « treni anti-iprite ", che erano delle formazioni mobili di pronto e facile spostamento, costituile da una serie di autocarri con rimorchi, corredati di tutto l'occorrente pel pr imo trattamento profilattico degli ipnt1zzat1, avanti di restituirli alle loro mansioni oppure ricoverarli in ospedali da campo o gclle retrovie se le loro condizioni lo richiedevano. Questi autotreni disponevano d i tutto il necessario per l'immediato -impianto dei bagni di acqua calda con neutralizzanti e doccie; di dotazion i di ipoclorito di calcio, soluzioni di permanganato potassico e materiali per la bonifica del vestiario; d i scorte di biancheria, indu~ nti personali e scarpe per rifornire i colpiti


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che a";;evano subito la disinfezione; nonchè di una tenda, con i relativi accessori, e ' di una squadra di infermieri specializzati. Da quanto abbiamo detto, risulta l'imponenza del pro• blema della difesa anti. iprite, e delle gravi difficoltà che ad essa si connettoao; le quali, se non sono insuperabili, richiedono ciò non pertanto mezzi complicati e faticosi, la cui applìcazione pratica si è appalesata di non sem• plice nè facile attuazione. Ipso. An t. città nella Frigia, teatro di battaglia (estate 301 a . C .) che appartiene all'epoca dei Diadochi, e fu combattuta e vinta da Lisimaco e Seleuco, coadiuvati dalle truppe cli Tolomeo d'Egitto e Cassandro di Macedonia , contro Antigono ' e suo figlio Demetrio Poliorcete. I primi disponevano di 70.000 faoti, 10.000 cavalli e 75 elefanti, i secondi di un esercito altrettanto forte, 120 caui e 400 elefanti. L 'imprudenza d i Demetrio, che, dòpo di avere con impetuoso assalto rovesciate le prima linee nemiche, si gettò al loro inseguimento, fu la causa della sconfitta sua e di suo padre. Perchè Selenco gli chiuse la via del ritorno, e assali Antigono sconfiggendolo e uccidendolo. De.metrio si salvò in Efeso con 5.000 fanti e 4.500 cavalieri. hl seguito a questa vittoria l'impero di Alessandro fu diviso in quattro - nuove grandi monarchie : l'Egitto sorto Tolomeo Lago, la Tracia e l'Asia Minore sotto Lisi• maco, la Babilonia e la Siria sotto Seleuco, la Macedonia e la Grecia sotto Cassandro. , Ipsometriche (Metodo delle tinte). Tra i vari metodi adoperati per la ràpprcsentazione grafica della altimetria, vi è quello de lle tinte ipsometriche, derivato <lai metodo delle curve orizzontali. Consiste nel rappresentare con una graduazione di tinte dello stesso colore, o con tinte diverse, le varie fasce altimetriche secondo urra progressione che, viene riportata in margine della carta. Dà idea sufficie11temcnte esatta, ed a prima vista, della distribu. z ione e della importanza dei rilievi in una data regione. Comunemente si' adopera: azzurro per le distese marine; tinta verd'olina per le regioni pianeggianti; tinta neutra per le regioni collinose e montagnose, con colorazione più incensa ove l'altimetria è maggiore; bianca per le rcgi?ni delle nevi perpetue. lquique. Città marittima del Chile, capo!. della prov. di Tarapacà, appartenuta al Perù sino alla guerra del Pacifico (r879). Allora fu bloccata dalla Rotta cilena. I Pe• ruviani, poco meno di '20oo u. , elle vi erano di guarnì• gionc, l'abbandonarono dopo il combattimento di Dolores.

Combattimento navale di lquiquc (1879). Il blocco del porto di I . era stato affidato alla corvetta « Esmeralda » e alla cannoniera « Cavadoya " · Due navi corazzate peru• viane, l' « Huascar " e l' « It:idipendeocia », le attaccarono. L ' ,, Esmera lda » fu affondata con lo sperone dall '« Hua. scar »; ma l' « Jndipendencia » , inseguendo la " Cavadonya » rasent<; alla costa, finì in uno ·scoglio e venne incendiata e abbandonata dall'eq uipaggio. I rak, Stato sorto dalla guerra Mondiale, sotto la pro• tezione inglese. Comprende la bassa valle dell'Eufrate e del T igri, corrispondendo a grande parte dell'aot. Meso• potamia. Fu affidato come «Mandato » all 'Inghilterra dal trattato di Sèvres (1920) e dichiarato da essa libero nel 1927; giuridicamente l'Inghilterra conservò ,il " Mandato »,

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tanto che vi in anrenne una forza aerea, composta di 60 velivoli di 1a linea_ e 30 di riserva. Ha urta superficie di 370.000 kmq . e una popolazione di 2.850.000 ab. I Turchi lo conquistarono nel 1638 e ne fecero una loro provincia. Durante la guerra roondiale vi si svolsero operazioni dette della Mesopotamia (V.). L' l. ha organizzato un esercito composto di una Guardia reale, 6 bgl. fanteria, 3 regg. cavalleria, 4 btr. d'art., I cp. di guardie di frontiera, gendarmeria, servizi: in tutto, 8700 u. istruiti all'inglese e divisi in tre unità (a Mossul, Bagdad, Su lai mania). A Bagdad esistono scuole mii.; il reclutamento è volontario. I ride, Corvetta a vela sarda, costruita alla Foce (Genova), varata nel 1838, radiata nel 1869. Lunghezza metri 43.28, larghezza 10.20, dislocamento tonn. 752, equi• paggio 190. Nel 1848 prese parte al blocco di Trieste. Radiata nel 1869.

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Incrociatore-torpediniere Iride

Iride. Nave da battaglia. Incrociatore-torpediniere, varato a Castellammare di Stabia ed entrato in servizio nel 189r: lunghezza m. 70, larghezza m . 8.20, dislocamento tonn . 946, macchina H.P. 4242; armamento cannoni I 120 A, IV 57, lanciasiluri 6; stato maggiore 8, equi• paggio 103.

Irlanda (ant. Erinni, e Hibemia) . Stato libero, repubbl icano, sotto la sovranità della C9rona d·lnghilterra. Com prende l'isola omonima, meno l'Ulster. Seguì le sorti della Gran Bretagna, contro la qua. le ta lvolta si ribellò, tanto più che il contrasto era an. eh; religioso, essendo l'/ . cat• toUca. Cromwell con una spc• dizione armata ( l 649-50) as• soggettò l'isola dopo lotta ac. ca oita , e i cattolici emigrarono

in grandissimo numero. Gia• Antica bandiera irlandese corno II si appoggiò sugli Ir• landesi per ric_onquistare la perduta corona inglese, e nel 1689 sbarcò in l, con 6ooo Francesi appoggiato dalla Rotta dell'ammir. T ourvilk . Ma , sconfitto a Boync, dovette imbarcarsi nuovamente, abbandonando l' impresa. E il re Guglielmo III d'Inghilterra recuperò cosi l 'isola. Nuove ribellioni dovette l'Inghilterra fromcggiare nel 1760, nel 1763, nel 1779, durante la Rivoluzione francese, e, più tardi, per opera dei Feniani. Durante la guerra Mondiale, il 24 aprile 1916, una nuova rivolta scoppiò e venne proclamata la Repubblica irlandese: ne seguì una breve !orla iP Dublino, e i ribelli vennero scon• fitti. Nel 1918 i deputati irlandesi al Parlamento britannico confermarono la proclamazione della Repubblica e finalmeme, nel dicembre 192,r, l'Inghilterra si rassegnò a ·rico• noscere ali'!. una indipendenza sul tipo di quella dei Do•


IRL minions. Un brc_ve periodo di lotte intestine fu superato dal nuovo Stato: nel r9z2 fra i repubblicani incransig~nti e quelli ch_e avevano accettato il pattò con l:\_ Gran Bretagna s1 venne ad aperta lotta armata, che durò alcune se_u im~nc ,e terminò c_o n la sconfitta degli intransigenti.

Esercito. Le forze mii. dcli'/. comprendono : 27 bgl. di fanteria , 4 cp. di carri d' assalto, r corpo -d'artig'Jieria di2 gruppi, I corpo del genio, t sqDadriglia di velivoli, 5 cp. di polizia. Effettivi di bilancio : Ufficiali 833, iruppa ,7.000. Vi è un ministero della D ifesa nazionale; il territorio è diviso in regioni, comprendenti settori di brigata. Il reclutamento è volontario. Armata d'frlanda. Fu chiamata cosl l 'annata destinata allo sbarco in Irlanda (1796) e comandata da Hoche: ammontò a 15.000 uomini. Lo stesso nome ebbe l'armata di una seconda spedizione (1798) comandata da Humb~t, e ammontante a 6000 uomini. Spedizione francese in ll'landa. Per colpire al cuore l'Lnghilterra, che aveva dato asilo agli emigrati, suscitato e sostenuto le guerre della Vandea, animato e finanziato tutte le coalizioni contro la Repubblica, nel r796 il gen. Hoche propose al Direttorio di sbarcare in Irlanda. Quelle popolazioni, in continua rivolta cont,o gli logksi, av(ebbcro accolto i Francesi come alleati. Un'armata francese al comando dell'amrnjr_ Morard de Galles si riunì a Brest, e il r6 dicembre 1nise. la vela per l 'J. con circa 16.000 u . a bordo, imbarcati su 16 vascelli, dodici fregate e sei cor vette. Uscita al largo, si seppe che gli Inglesi, messi già in allarme, incrociavano p resso la costa bretone con 30 vascdli, e fu necessario evitarli. l1 segnale all'uop~ dato dall'ammiraglio fu mal compreso, e la mattina del 17 la flotta si eia cori1pletamcnte dispersa. Nei giorni seguenti il contramm ir. Bouvet raccolse grande parte delic navi, e il 19 le aveva quasi tutte riunite, meno la « Fraternité ", su cui erano il gen . I-Ioche e l 'ammiraglio. Conforme agli ordini ricevuti, egli continuò la sua rotta e i l 21 giunse presso la baia di Bantry, ma, fattosi cattivo il tempo, le navi furono costrette a riprendere il mare.. Il i<> gennaio 1797 il contramn,:ir. Bouvet rjcntrava a Brest, dove erano giunlj anche il gcn. Hochc e l'ammir. 1'1orard. Il Direttorio dispose che una seconda spedizione si raccogliesse a Brest e a Rochefort, con 4000 u ., e armi e munizioni destinale agli insorti. !I 4 agosto la divisione di Rochefort, agli oJdini del Savary, mise alla vela, forte' di t re fregate e di due corvette con 1100 u. comandati dal gen . Humbert e il 22 diede fondo ~ella baia di Killala, 1 d'onde, sbarcata la truppa, riprese i l mare r aggiungendo incolume il porto di partenza. L'indomani 23 fu occupata Ball.yna dopo breve combattimcoro e 1000 Irlandesi si unirono al p iccolo corpo di spedizione. 11 27 gli Inglesi furono sconfitti a Casrelbar, e un governo p rovvisorio fu organiziato nella provincia di Connaught dove fu ordinata la leva in massa e la for mazione di oito reggimenti di fanteria e 4 di cavalleria. À,ppena noto .in Inghi lterra lo sbarco dei Francesi, fu disposta alla fÒce del Shannon una crocier;i di 4 vascelli e 2 fregate al comando del commodoro Warren, mentre il vicerè, lord Corowall is, riuniva olt re 20. 000_ u. per .combatterli. Di fronre al la grave minaccia, il gen . Humbert decise di marciare su Dublino per· unirsi · agli il'lsqrti che si tfòvavano in qnci pressi ed attendere, sulla difensiva, l 'arrivo dei ..rinforzi da Brest. Giunt) a Clo9ne, mentre atte·n dcva l'arrivo di un grosso corpo di insorti, che gli eta stato assi-

IRR cur~tQ imminel)té, fu ,raggiunto da una colom1a ingle,c _c omapdata · c!al gen . Lake e, attaccato da fç,rze superiori, dopo disperata rcsisr~nza costretto a capitolare. Gli Irlandesi , .dopo ·avere r-esistito v.aloçosai:nente a Ballyna e a Killala, attaccati da forze superiori furono dispersi . La squadra di Brest, forte di un vascello, di 8 fregate e dj un _avviso, salpò solo i l 16 settembre, agli ordini di Ilompard, con 3200 u. a bordo, comandati dai g~crali Hardy e Ménage. Uscita dal p9rto," l'indomani (u avvistata da due bastimenti inglesi, incaricati di sorv~gliarnc i movimenti. Scesa fino al capo F inistcrre, . si ~pinse poi più a l largo, per far supporre al nemico di css.ere in vià per le Antille e /inalll}ente, dopo parecchi g1orni d'inu,ile girovagare, la sera del 10 ottobre giunse in vista dcl] 'Jrlancla. L'indo1pani, ricbiai:nata dalJe due vedette, era sul posto la squadra inglese del commodoro Warren, che attacc,ò le navi francesi, mettendole in fuga e catturandone sette con pronto inseguimento. Il Savary tentò ·di raggiungere con altra piccola flotta l 'l. e vi riusci; ma, appresa la C'J.f)itolazione ·deu°' H umbert, riprese il mare _e tornò in Francia.

lrno (Cticciatori del!'). Piccolo corpo volontario forma. tosi nel 186o nella valle dell 'Irno, al comando del 1_11aggiore Moujca . Irpina. 144a Legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, co,tituira nel 1923 ad Avellino, dovç è il comando, su due coorti, Sant ' Angelo dei Lombardi e Ariano di Puglia. Irp ini (Cacciaton). Nel settembre del 1'860 si formp nel Matcsc una legione di volontari, che per ord ine di Garibaldi fu affidata al comando del maggiore Giuseppe De Blasis. Ad essa si aggregarono altri corpi minori, uno dei quali fu quello dei Cacciatori Irpini, organizzati dal maggiore De Marco.

Gli-irredenti a Pechino nel 1917· (bandiera di T rieste)

Irredentismo. Tesi patrioHica, nata dopo la gl1erra del 1866, che lasciava · 11011 redenti i fratelli italiani delle .:Venezie Jutte ~ dè)l'Istria. Contrastata dal Governo durante il periodo in cui l 'Italia fu al.leata degli Impèri centrali,

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e perciò patrimonio dei panici politici d'opposizione a tmtJ radica le e repubblicana, l'/. si dìffuse nelle regioni da liberare e 1•Austria lo represse dove e come potè. La tesi potè trionfare solo mediante la gl1crrn mondiale, e molti irredenti combatterono con k armi alla mano, malgrado iJ per icolo che, cadendo nelle mani degli Au-

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e al fuoco di 18 cannoni messi da costoro in posi,:ione contro ti borgo medesimo. Frattanto ,I gen. costituzionale l.aserna, trasportati per mare 15.000 u . da Santandcr a S. Sebastiano, avanzb su /. e ciò determinò Elio 11 battere in ritirata. Durante la campagna dc.I 1795 in Guipuzc:>a, i Francesi del Monccy attaccarono presso I. gli Sp:ignuoli del Crespo e dopo ostinato combattin,cnto li costrinsero ad abbandonare la posizione di Irun .

I rzio (.t/11!0). Luogotenente di Giulio Cesare in Gallia e a lui fedelissimo, dopo la morte del suo duce si schierò contro Antonio e lo vinse presso Modena, ma morì nel combattimetito /. è autore dcll'VIII libro della « Guerra Gallica », e della « Storia della guerra alessandrina ». Sftlata d'irredenti a Pechino (1917 striaci, il loro fosse considerato quale alto tradimento e come tale punito. Cesare Battisti, Nazario Sauro, e molti altri, fatti prigionieri dal nemico durame la guerra, pagarono con la virn il fatto di avere come italiani irredenti combattuto contro I' .\ustria.

Irregolari. Sono così chiamati quei corpi di truppa che non fanno parte organ ica delle forze armate di uno Stato, sono in genere comandati da propri capi e non sono soggetti alle regole della disciplina ordinaria, nè alle nonne delle leggi di reclutamento. Oggi truppe di questo genere si hanno pressochè esclusivamente nelle colonie, ove prestano ottimi servizi, specie nell'interno, per la loro mobilità e per la perfetta conoscenza dell' ambiente in cui devono operare (V. Co/011iali truppt:). Sono, però, elementi da sorvegliare attentameme e da tenere al comando di capi di fede sicura, perchè aJtrimenti non si può fare su di essi certo affidamento. In Europa v'è qualche Stato che ha organizzato bande irregolari, con compito di truppe di prima copertura e di primo impiego. Tali sono ad esempio i Comitagi in Jugoslavia, che hanno armi cd equipaggiamento e speciali norme di ad dest ramcnto e di istruzione. Irrequieto. Cacciatorpediniere, varato a Napoli ed entrato in servizio nel 1913; lunghezza m. 73, larghezza m . 7.33, dislocamcmo tonn. 686, macchina H.P. 17.620, velocità noci i 35; armamento cannoni V 102, I 40, lanciasiluri 4; stato maggiore 4, equipaggio 65. ~

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I rsina (Fino al 1895: Montt:pdosÒ). ·Comune in' ;rov. di Potenza_, con mura e castello. Nel 988 venne messa a sacco e a fuoco dai Saraceni. Il 3 settembre 1041 vi si combatrè una battaglia fra Normanni e Bi:tantini : i primi, comandati d a Guglielmo d'Altavilla, sconfissero i Bizantini. Nel 1o6o l. fu assediata da Roberto Guiscardo, perchè il go,·ernatore normanno, Tristano , gli si era ribellato: dopo viva r esistenza, la città (u presa, e il governatore incarcerato e sost ituito. Nel 1133 /. fu presa e arsa dal re Ruggero, che ne fece massacrare i difensori. I run (ant. ldnn11sa). Città della Spagna, il) prov. di Guipuzcoa, p resso la frontiera francese. Ne! r874 era u n piccolo borgo fortificato, fra Pamplona e Ilajona, c. i Costi• tuzionali, durante la guerra ci,•ile, vi ave,·ano posto uua guarnigione di 300 u . Il gcn. carlista Elio, che marciava su San Sebastiano, trovò imr,ensato ostacolo, sulla ·Bidassoa, nel borgo d i !., il 'qoale resistette ai 18.000: carlisti

I sabella la cattolica (Ordine d,). Ordine cavalleresco, creato da Ferdinando VII di Spagna nel 1815, per ricompensare difensori dei possedimenti. americani. Fu costituito in tre classi e modjficato nel 18-17, essendo stMo allora destinato a meriti mii. e civili.

Ordine d'Isabella II

Ordine d'Isabella la Cattolica

Isabella Il (Ordine d,) . Ordine cavalleresco, creato su tre classi <la Ferdinando VII di Spagna nel 1833, per ricompensare i servizi dell'esercito e della marina.

lsaccea (o lsaktsch1). Città della Romania , am . piazza forte turca, sul Danubio, fra Braila e Ismail. Nel 1829 presso 1. varcò il Danubio l'esercito russo, e subito dopo la piazza si arrese senza opporre resistenza. ln11esti111c11tQ di lsaccca (1791). Fu operato dalle trnppe russe, agli ordini di Suvarov, arnmonta11ti a 3 divis. (36.ooo u.) appoggiate da una numerosa Hotùglia sul Danubio. La piazza era difesa da 40.000 Turchi con 50-0 cannoni. Il 1° dicembre Suvarov fece vigorosamente bombardare le opere turche dalla Bottig lia, e frattanto pose mano all 'crczione di otto grosse ballcrie, che aprirono i l fuoco il 20 dicembre, insieme con la flottiglia, devastando in poche ore le difese, tanto che nello stesso giorno i Russi presero la piazza con attacco di viva forza. Grande paf!e della guarnigione riusd a fuggire: 7000 u. restarono png10111cn dei Rus,i, i quali avevano durante I'assedio e 1'assalto riportato forti perdite.

Isarco. Na,·e cisterna per acqua, varata a Venezia nel 1922; lunghezza 111. 32. 15, larghezza m. 5.97, disio, c;1111..ento tonr). 28r, macchine H.!', 200, velocità migl ia 9.


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lsasca (Carlo). Generale, o. nel 1810. Guardia del corpo nel 1828, divenne 11el 183, sottot. di fanteria. Nel 1859, da ten. colonnello, ebbe il comando del 14Q regg. fanteria, e subito dopo quello del 2r> granatieri che condusse a Madonna della Scoperta ove rimase ferito e meritò la med. d'argento. Colbnnello nel maggio 186o, alla presa di Perugia ebbe la croce da cav. dell 'O. · M. S. Magg. generale nell'ottobre 1860 passò al comando della brigata gran_atieri di Lombardia che guidò nella campagna della Bassa Italia, meritando la croce d'uff. dell'O. M: S. Nel 1866 andò a riposo col grado di ten. generale. lsaszeg. Villaggio dell 'Ungheria ad oriente di Budapest. Battagli., di Isaszeg (1849). Appartiene alla sollevazione del)' Ungheria J)er l'indipendenza. li III corpo austriaco (Schlick), composto delle due divis. Lobkowitz, e Liechtenstein, si trovava verso le 10 del mattino del 6 aprile riunito presso Godiillii. Il gen. ungherese Giirgey voleva col VII corpo assicurarsi il passaggio sul Galga cd avere nelle mani Bagh prima di dare l'assalto nel prossimo giorno alle principali posizioni del nemico. La brigata ungherese Kméty si trovò di fronte alla djvis . Lobkowitz; la divis. Lilcthtenstcin rimase in riserva. Alle I i giunse per la riva sr. del ruscello Rakos presso il villaggio di l. anche il gen. austriaco Jell~chich. Davanti al convento di Besnyo, posizioné occupata dagli Austriaci, stava un esteso bosco; lo Jellachiclì, nell'avvicinarsi all'entrala di questo, aveva lasciato a tenere a bada le vedette nemiche la brigata di retroguardia Rastic e le tmppe di sicurezza sotto Grammont. I corpi ungheresi I (Klapka) e III (Damjanic) dovevano in questo giorno giungere fino a l., ed occupare Peczcl; il II corpo (t\ulich) venire in riserva a Dany; Gorgcy doveva trovarsi in Koka. Egli non av.eva calcolato di incontrare gli Austriaci davanti a Godollii. Ma Jellachich dalla riva sr. del Ràkos potè concorrere all'attacco con tre colonne sul corpo di Klapk a, il quale in disordine fu rigettato sul III corpo, che a sua volta venne a trovar~i sul fianco sr. una brigata austriaca. Jcllachich, ritornato sui suoi passi, si buttò sulle alture a ponente del Ràkos. Damjanic dispose per l'attacco di /. Le sue truppe scendevano dalle alture verso il basso Rakos quando vennero sul fianco dr. assalite dalla divis. Liechtenstein, mentre il comandante austriaco, feldmaresciallo W indischgratz, gettava la divis. Lobkowitz sull'ala sr. e con le rimanenti forze dava addosso al Damjanic. L'attacco d i fianco della divis. Liechtenstein costrinse il Damj~nic alla ritirata, ed a, gettarsi ,.,nel bosco. Giirgey, attirato dal rombo dei ca1rnoni, accorse sul campo di battaglia e con estremo vigore riaccese la lotta. Il II corpo ( Aulich) -eia Dan y marciò in modo da penetrare fra il I e il III corpo, cd arrivò sul campo di battaglia verso le 17, quaodo il Klapka stava per iniziare la ritirata. Allora il generale austriaco Windischgriirz esegui ripetute cariche di cavalleria sul fianco dr. e sul centro nemico; cionondimeno l'entrata del corpo Aulich nel campo di battaglia portò un momento di confusione specie sul Ràkos. La tenacia del Windischgriitz riuscì a far mantenere alle proprie fanterie le posizioni conquistate, quantùnque la cavalleria per l'ora avanzata non potesse più venire impiegata con sicurezza. Egli voleva completare la vittoria nel successivo g iorno, e predispose un'azione combinata con Jellachich, prendendo posizione nella sera presso Godiillii. Gli Ungheresi dovettero abbandonare la linea occupata dal II corpo a ponente del Ràkos. Ma anche da

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parte austriaca il feldmaresciallo, temendo un insuccesso coll'attacco concentr(co ideato pel giorno seguente intorno a Godéillii, rinunciò al piano e si ritirò nottetempo su Pest. Le forze impegnate io questa battaglia d'esito incerto furono di 25_000 austriaci, contro 37.000 ungheresi circa. Non si ebbe un esatto calcolo delle perdite. Pare tuttavia che da parte austriaca siano state di circa 1000 u.

lsaura. Antica città dell'Asia Minore, capol. dell'Isauria. Fu presa da Publio Servilio, dem, appunto per c10 l 'lsaurio, nel 77-78 d. C. Alla presa della città fu presente Giulio Cesare, allora ventiduenne. Ischia. Isola del golfo di Napoli, quasi di. fronte al capo Miscno; capol. il comune omooimo, m,mito d 'ant. castello costruito da Alfonso I nel 1430 sopra un isolotto, congiunto a l. mediante una buona diga.

L'isola d'Ischia

Vi fu una colonia greca. Dell' isola si impadronì Gcrone di Siracusa nel 474 a. C., ma presto l'abbando11ò, e da allora seguì le sorti di Napoli. Subi assalti di Saraceni, e, nel n35, dei Pisani. Precedentemente al Castello di Alfonso dovette esservene un altro, poi che Giovanni Caraccìolo, comandante a J. per Federico II, preferì farsi uccidere piuttosto che ce,dere alle forze guelfe di Ottone IV. Durante la . spedizione di Carlo V111, il re Ferdinando II si ritirò nel castello d'l. L 'isola fu presa nel 1541 dal Barbarossa. D urante le g uerre della Rivoluzione e dcli 'Impero francese, 1'isola fu occupata dagli Inglesi (1806) e al:>bandonata poèo dopo. Tentarono ancora di assalirla il :;: giu gno 1808, ma furono respinti da barche armate al comando del Correale, dopo tre ore di lotta. L 'u giugno 1809, i Napoletani regi, in numero di 15.000, comandati dal gen. Bourcard e appoggiati da una flotta inglese, sbarcarono oell'isola. La guarnigione, composta di 150 sol.. dati del I leggero napoletano e 50 fina1izieri, agli ordini del generale Colonna di Stigliano, in servizio del re Mu- rat, si chiuse nel castello. Il Bausan accorse con una flotta di piccole navi da Napoli, ma fu facilmente respinto dalle navi inglesi. Allora i regi bomoardarono il castello, che fu costretto ad arrendersi il 25 giugno. Dopo le vittorie di Napoleone I contro 1'Austria e la Russia in quell'anno, gli Inglesi abbandonarono l. che tornò in potere delle truppe del Murar. A I. è uno stabilimento balneo-termale militar,e, ~ cui


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sono ammessi, per turno, militari delle Forze Armate, con precedenza per quelli che sono affclti da esiti di fe. rite ed infermità conuatlc in guerra, q uindi quelli affetti da forme morbose dipendenti da causa di serviz io, infine gli altri . .f. stabilito il pagamento di una retta, dalla quale

Il c.'\Stello d'Ischio

sono esenti solamcmc coloro, per i quali il ricovero av venga per ferite, lesioni o traumi, che siano stati riportali in combattimento o nello svolgimento di vere e propr ie azio1ù di guerra, o in servizio di ordine pubblico, o in servizio in occasione di qualche disastro.

Volontari d'Ischia. Reparto dell'esercito delle due Sicil ie, creato nel 1799. Durò soltanto quell'anno e (u sciolto al ritornò dei Frnnccsi. Ischia. Piroscafo jn legno cosuuilo a Castellammare di Stabia e varato nel 1867. Dislocamento 195 tonn., macchine IlP. 152. Fu dapprima in servizio doganale, quindi destinato al Mar Rosso per lavori idrografici . Infine divenne nave guaidaporto a Napoli. Ischia . Rimorchiatore, varato a Chioggia ed entralo in servizio nel 1913; lunghezza m. 2G,53, larghezza 5.53, dislocamento ronn. 135.

lsensmud de M ilbitz (conte Alessandro). Genera!c, n. a Hurrany (Polon ia) nel 1800. Militò nell'armata russopolacca dal 18 16 a l 1831 ; nel 1831-32 nell 'armata nazionale polacca. Colonnello di S. M . e poi generale di brigala durante l'assedio di Roma del 1849, si meritò la mcd. d 'oro romana. Nel 1860 combattè coll'esercito dell 'Itali a meridionale rimanendo ferito a Santa Maria Capua Vetere, ed ottenendo la croce d'uff. dell 'O.M.S. Passalo nell'esercito regolare ebbe il comando nel 1862 della brigata Aosta : nel 1871 fu collocato a riposo . lsère. Fiume della Fraricia, affl. del Rodano. Sulle sue rive si combattè nel 119 a . C. una battaglia che fu combanuta e vinta dal console Q. Fabio Massimo, contro gli A llobrogi e gli Arverni, condotti dal loro re Diruito. Pitr di roo.ooo bar·bari perirono, parte sul campo, parte affogati nel fiume causa la rottura del ponte di barche sul Rodano. Dopo la vittoria il proconsole romano Cnco Domi7,io Enobarbo invitò ad un abboccamento Bituito, e avutolo dinanzi a sè, lo fece caricare di catene e mandare a Roma. Il senato disapprovò il !alto, ma tenne il prigioniero e lo mandò a morire nella fortezza di Alba.

I sernia (anr. Aesermù,). Città in p rov. di Campobasso. Andò distrutta durante la guerra Sociale, e fu ricosuuita da Augusto, divenendo munjcipio romano. Ncll'88o fu distrutta dai Saraceni. Nel 1799 fu assalita e presa dai Francesi che la saccheggiarono. Nel 186o, vi scoppiò un

movimento reazionario, che venne represso da Nicola Dc Luca, governatore del Molise, nominato da Garibaldi; egli accorse con guard ie nazionali e volontari e cacciò i reazionari da /. tenendoli in freno sino all'arrivo dell'esercito picrnonlese.

Assedio di /semia (9o a. C.). Appartiene alla guerra Sociale e fu impreso dagli insorti ita lici per staccare la cittil, rimasta fedele ai Romani, la quale dominava la strada mii. conducente dalla Campania nel Sannio. Accorse in suo aiuto il legato romano Marco Marcello, ma fu costrclto a rinchiudersi dentro. li console L . Giulio Cesare voleva liberare dall 'assedio /. dalla parle della Campania, ma fu battuto dai Sanniti e dai Marsi, condotti dal pretore itaiico P. Vezio Scatone. Comcguenza della vittoria riportata da Vezio fu la resa d i Venafro, che completò l' isolamen to di / . Con lutto ciò la città tenne fermo nella speranza di prossimi soccorsi, ma, essendo questi vcnuli a mancare ed avendo gli assediati consumato le loro vettovaglie, verso la fine dell'anno fu costretta ad arrendersi. Alla caduta di /. aprirono le porte Nola, Salerno, Stabia . Ercolano e Pompei, cioè l'intera Campania fino al Vesuvio, ad eccezione di Noccr2.

!setta (Giova1111i Battista Niccolò). Generale, n. e m. a Finalborgo (1852-1919). Sottot. d'art. nel 1874, partecipò nel 1896 alla campagna di guerra eriuca. Colonnello ne· 1905, fu di rettore d 'art. a Genova ' poi comandò il I o rcgg. art. da costa.. Nel 1908 fu addetto all'ispcuorato gen. della sua arma e nel 1909 andò in P. A. Richiamato nel 1910, fu per W1 anno d irettore del polverificio di Fontana Liri. Maggior generale nel 1914, passò poi nella riserva .

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Isidoro (Cima). Fa pane della catena che separa I"alt i piano di Asiago dalla ValsuIsotta Nicolò gana e si erge ad est del Passo dcll' Agnella, a m. 19r4. Perduta in seguilo ai nosuo ripiegamento del maggio 1916, fu poi riconqu istata dagli alpini del gruppo Stringa il r6 giugno dello slesso anno e mantenuta fino alla ritirata del novembre 1917. l sly (Battaglia dt). Appartiene alla guerra per la conquista dcli 'Algeria (V.). Il su ltano del Marocco, non avendo obbedito all 'intimazione deUa Francia, di rifiutare ospilalità ad Abd-el-Kader, ne derivò la guerra. I Marnechini avanzarono in numero di 30.000, fami e 10.000 cavalli, con u cannoni. Contro a queste forze mosse il marcsc. Bugeand , con 8500 fanti, r 40 cavalieri e 400 goumiers, con 16 cannoni. Alla sera del 13 agosto le truppe si mettono in marcia. Ali 'amico quadrato è sostituito i l dispositivo a losanga, le cui facce sono costituite da battagl ioni in quadrato, ad intervalli che permettono l'uscita della cavalleria e il rfro delle artiglierie. Artiglieria cavalleria e convoglio sono al centro. La colonna pun tò sul campo di Mulai' Mohammed, e la mattina del 14 attraversò il piccolo r ivo di lsly, senza lasciarsi arrCSlare oè disordinare dai furiosi replicati attacchi della cavalleria marocchina. Sci sqdr. ili spahis, al comando del colonnello Jusuf, occuparono il


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campo. S ulla de~l ra, il colonnello Morris, alla testa di 6 sqdr. di cacciatori, sostenne l'urto di una massa di 6ooo cavalli, che vennero poi battuti in pieno dalle artiglierie. Sul mezzodl la rcsisten7,a marocchina era schiacciata, la-

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ISM vittoria, cui segul il trallato di Algeri, il generale Bugcaud fu nominato marc•ciallo e creato duca d'Isl,.

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Ordinanza dei Francesi allii battaglia d'lslr

hl>•: Passoggio dallo formazione di morcia a quella di combattim.

sciando sul terreno 800 morti, 2000 fer iti, 18 bandiere, gli I I cannoni e oltre mille tende. Da parte francese le perdite furono di 14 ufficiali tra morti e feriti, e 109 di truppa. L'esercito marncchino rip iegò in fuga verso Taza. In seguito a q uesta decisiva

I smalf, Città della Romania, nell'ultima parre del Danubio, già importante fortezza turca. Kel 1790 era custodita da 18.000 u. agli ordini di Hassan pascià. li gen. russo Arseniev ne tentò l 'invesùrnenro nel novembre, nia fu cosiretto ad abbandonare il tentativo dopo di aver costruito

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Assedio d'lsmail (ao,·embre-dicembre 1790)

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batterie nell'isola di Ciatal. Potcmkin e Suvarov, con 28 .ooo • nell'esercito, ebbe nel 1712 il comando del regg. la Trinità. Colonnello nel bgl. nazionale della provincia di Tou., tornarono allora davanti• alla piazza, appoggiati da una flottiglia sul Danubio, agli ordini dell'ammir. Ribas.

Il 22 dicembre, Suvarov iniziava il bombardamento con 200 cannoni nparuu 111 varie batterie, e con 35 cannoni dalle scialuppe. Quindi formò sci colonne d 'assalto e le lanciò contro le mura; due volte esse furono respinte; ma ottomila Turchi, che operavano una sortita, vennero fatti a pezzi dai Cosacchi. I bastioni, dopo accanica lotta, vennero presi, e la flottiglia operò uno sbarco, occupando la riva. La battaglia continuò per parecchie ore nelle strade, e terminò a sera, dopo il massacro dei Turchi, che caddero tutti con le armi alla mano; i Russi avevano perduto 5000 uomini.

lsmail (Pa1cià). Nome di due generali turchi: il primo (1812-r871) si batti: contro i Russi nel la guerra di C rimea; il secondo, ungherese d'origine (1810-r8G5) dopo di aver partecipato alla rivoluzione del r849 contro l 'Austria, riparò in T urchia, dove d ivenne ge\l. di divis. e governatore di Creta. li figlio di Ibrahim pascià ebbe pure nome I. pascià; e ebbe il comando delle truppe nel Sudan e annettè a ll 'Egitto il Darfur. Divenne l<:edivè ma • dovette abdicare.

Ismail pascià

Isnaldi An.tonio

lsnaldi (Antonio). Generale, n. a Ovada ·nel 1861. Sottot. di fanter ia nel 1883, partecipò alla guerra ItaloTurca, e poi a quella Italo-Austriaca, duranre la quale da colonnello comandò il 116 fanteria nel Trentino, e poi il 75 nell 'Isonzo. Da colonnello brigadiere, comandò la brigata Casale nel 1917. Indi fu incaricato, col grado di magg . generale, della formazione della « Legione Romena » al campo di Avezzana. Nel 1923 ebbe in A.R.Q. il grado di generale di divis. È decorato di med. d'ar_gento al val. militare. l snardi (G .). Chirurgo del sec. XVllI. Prestò servizio nell'esercito piemontese. Abi lissimo operatore, divenne chirurgo in capo del detto esercito dmante le campagne 17921796 contro la Francia.

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lsnardi di Caraglio marchese Carlo. Generale del secolo XVII. Ufficiale delle Guardie del Corpo, nel 1697 , fu al comando della città e contado di Nizza col grado di ten. generale. P artecipò quindi alla guerra contro la Francia del principio del sec. XVlll; nel 1705-1706 difese strenuamente la cittadella di N izza, capitolando con onore e venne poco dopo nominato governatore di T orino , difendendola nel 1706 valorosamente. lsnardi di Caraglio marchese Ignazio G. B. Generale del sec. XVIII, figlio del precedente. Entrato giovane

rino nel 17r3, fu promosso generale di battaglia nel 1723. Dal 1730 al r73 r comandò il regg: Fucilieri. Sì segnalò nel 1734 nel le battaglie di Parma e di Guastalla, meritandosi (1735) la promozione a ten. generale. Fu governatore di Novara e poi di Alessandria che valorosamente difese nel 1746. Nel 1737 era stato insignito del Collare dell ' Annunziata e nel 1744 promosso generale di fanteria.

lsoard '(Giovarmi Battista). Medaglia d'oro .del secolo XVIII. Entrato nel 1789 soldato nel regg. provinciale di Nizza col nome di guerra « Canosio », suo paese natio, divenne sergente al principio del 1795. Partecipò alle campagne di guerra contro la Francia e venne decorato della med . d 'oro al valore, di Vittorio Amedeo III, perchè « nella ritirata di 'Tenda ha salvato il Sig . Cav. Grimaldi, cbe era in pericolo cl 'essere fatto prigioniero di guerra . Al Colle Giuliano spiegò la maggior fermezza salvan.do anche sulle proprie spalle un soldato dello stesso Corpo che era stato ferito : con eguale valore e coraggio si comportò all 'attacco del posto di Tufblanc il 3 r luglio

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Isola galleggiante. Progetto ideato · negli Stati Uniti nel 1930, da concretarsi con la costru2.ione di una sorta •di enorme zattera ancorata al fondo del!' Atlantico, fra la costa degli Stati Uniti e le isole Bermudc. Dovrebbe servire di punto d'appoggio per i servizi aerei fra l 'Europa e l 'America. li progetto ha fatto subito sorgere una questione giuridica , poi che, superate le difficoltà tecniche, le varie Nazioni potrebbero creare l. galleggianti fuori delle acque territoriali di altre Nazioni, e perciò a breve distanza dalle stesse, e porrebbero fortificare tali isole, fa. cendone basi d'appoggio e di rifornimento. Dal, punto di vista del diritto bell ico, è sorta pertanto la discussione se debba trattarsi di isole, oppure di navi o batterie gal,.-,leggiant i. Isola del Liri. Comune in provincia di Frosinone. Parteggiò per il Papa contro Federico II e fu assalita e presa e saccheggiata dagli Imperiali. Nel 1462 venne presa da Napoleone Orsino. Il 12 m aggio 1799, i Borbonici vennero a I. assaliti dai Francesi. Dopo ostinata difesa, in cui i Borbonici perdettero 500 u., il paese fu preso e saccheggiato dai Francesi. Tsola~S . Giulio. Comune in provincia di Novara sul lago d 'Orta, in isoletta al centro di esso. D'antica fondazione ecclesiastica, venne occupata da Berengario II, fu da costui for tificata, e servì a lui di rifugio nel 956, quando non osò venire battaglia con Litolfo. La moglie di Berengario vi si rifugiò nel 961, quando Ottone mosse a Berengario guerra, e per essere più sicura la munì più fo~tetriente di m ura· ~ baluardi, resistendovi per due mesi : il blocco la costrinse ad arrendersi . Nel gennaio 1529 Cesare Maggio, col. dell'esercito di Carlo V, assediò il castello con 400 militi : ma gli isolani riuscirono a costringere gli assedianti a rinunciare all'imp;esa.

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Isola di Monteu (Angelo Felice). Generale, m. a Cuneo nel 1783. Sottot. nel rcgg. fanteria Saluzzo nel 1734, partecipò con esso alle guerre di Successione di Polonia e cl' Austria, divenendo colonnello nel 1774, brigadiere nel 1776 e magg. generale nel 1783. lso/a (Ulisse). Ammiraglio, n . nel 1820, entrato 111 ser25


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vizio nel i 836, promosso contrammir. nel 1863, collocato a riposo nel 1875. Comandò in capo la squadra del Mediterraneo nel 1870 e il dip. marittimo della Spezia nel 1871 , Prèse parte alle campagne di g uerra del 1848-49, 1855-56, 186o-61.

Isolani (co11rc Marco). l ng. mii del scc. XVI-XVII, n. di Bologna. Servì l'impero contro i Turchi; diresse lavori di fortificazione; difese Alba Reale nel 1598 e ne fu poi governatore col grado di colonnello imperiale; nuovament;: assalito quivi dai Turchi e fatto prigioniero, nel 1602, sembra che sia morto in prigionia a Costaminopoli. Lasciò un manoscritto sulle guerre d'Ungheria dal 1594 al 1599. Isolani (conte Giova1111i Lodovico Euorc). Generale imperiale di cavalleria, n. a Gorizia, m. a Vienna (15801640). Combauè agli orclioi del Wallenstcin, e fu uno dei congiurati comro di lui.

Isolati (Battaglione degli). Costituito ad Ancona nel 1849, con volontari, al comando del magg. Ortolani: si sciolse nel luglio. Isole

italiane dell'Egeo.

Denominazione

ufficiale

(1929) del Dodecanneso (V.).

I sol otto N . 10. Localit à degli Stati Uniti fra il Kentuky e il Missuri. Dw-ante la guerra di Secessione e.sso costituiva una delle migliori posizioni dei Confederati sul Mississippi, e nel marzo ciel 1862 il gen. H alleck diede incarico al gen. Pope di conquistarlo. Alcune migliaia di uomini, comandati dal Makall, difendevano le opere sistemate in maniera da battere il fiume a fuochi incrociati colle batterie di ri,,a sinistra, collegate con esse mediante 2 cannoniere, 4 vapori e alcune barche armate. ,li r5 marw partirono da Cairo 8 cannoniere, del le quali 7 blindate e dieci chiatte armate di mortai che il 16 aprirono il fuoco contro l'isolotto e lo continuarono fino al 7 aprile. Intanto il Pope, passato il 4 aprile con parte del suo esercito (egli disponeva di 40.000 u.) sulla riva del Kentuk y, fece scavare · un canale lungo dodici miglia, di cui la metà fra i boschi, ciò che consentì ai trasporti di giungere fino ai suoi accampamenti. La flottiglia, scesa luogo il fiume, protesse il passaggio del fiume che non fu disturbato. Tagliati fuori dal loro grosso, i Confederati abbandonarono le posizioni e tentarono la sorte clcllc armi in aperta campagna; battuti e addossali a delle paludi, dovenero capitolare in numc;ro di circa 4000 . I sonzo. Fiume del Friuli orientale, che ha origini dalla displuviate delle Alpi Giulie fra i Monti Mangan e Tricorno. Scende con ampi risvolti fra l 'arco alpino e Il diramazio ne di Mo nte Maggiore, raccogl iendone lé acque interne: sbocca al piano sopr:1 Gorizia, bagna Gradisca; indi si divide in due rami presso l'antica Aquileia, ricongiungendone le correnti sotto l 'isola Morosini, per sboccare nel gol(o di Trieste dopo circa 124 Km. d i corso. Ha qualche importanza dal ponto di vista idrografico, per la massa d'acqua ciel medio e basso corso che lo rende ostacolo notevole; più ancora per il fatto di scorrere nella regione prossima al confine naturale della penisola, e cioè in una zona d'intenso movimento storico, specie durante le invasioni barbariche che seguirono la caduta dcli 'Impero Romano. Attraverso l'instabilità territoriale che ca-

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ratterizzò il medio evo. !"antico So11tius rappresentò a più riprese il confine oriemalc del territorio veneto; e conservò mie carattere anche aura verso le circoscrizioni sopravvenute durante la rivoluzione francese e l 'lmpero Napo Iconico. La restaurazione ciel 1815, passando il Lombardo Veneto sotto la dominazione austriaca, annullò praticamente il confine orientale. In seguilo alla campagna del 1866, quei territorio fu riunito al Regno e In frontiera ristabilita, senza peraltro raggiungere nt lo sviluppo na turale lungo lo spartiaCtJUC alpino, nè il corso dell 'Jsonzo 11 confine fu portato sulla linea Judrio-Aosa, geograficamente artificiale e mi litarmente as,ai più sfavorevole.

I. Battaglia ddl'Ison:o (489 d. C.). Appartiene all'inva. _,ione degli Ostrogoti in Italia e fu combattuta il 28 agosto fra il loro re Teodorico, contro .Eruli, Rugi, e altre genti barbare, agli ordini di Odoacre. Questi si era c<Jllocato sulla dr. del fiume, per impedirne il passo a Teodorico, il quale, varcatolo con le sue genti, as.sall e sconfis,c Odoacre, costringendolo ad abbandonare la linea ciel. I'lsonzo. 11. Battaglia dt:ll'Iso11:o (ottobre 1477). Av,,ercita di preparativi dei Turchi in Bosnia per invadere i l Frjuli, la rep ubblica di Venezia aveva dato ù1carico al procuratore Federico Tron di fortificare la linea dell 'Isonzo; a ciò eg li aveva provveduto dalla foce sino a Gorizia, con cortine di terra e pa lizzate, rafforzate da torri a interva lli. Due campi trincerali erano stati costruit i a Gradisca ~ a Fogliano. Alla difesa di questa linea fortificata, Venezia destinò 3000 fanti e reparti di cavalleria, agli ordini d1 Gerolamo No\'cllo d~ Verona e cli suo figlio. I Turchi riuscirono a passare il fiume nottetempo, sia sul ponte di Gorizia mal guardato, sia a nuoto con reparti di cavalleria, e attaccarono batta• glia . I Veneziani ebbero la peggio; sul campo "rimasero uccisi Gerolamo e suo figlio; nella fuga disordinata, la cava lleria turca fece strage dei fuggiaschi. 111. Passaggio dell'lso11::o. Durante la campagna del 1797, Napoleone, deciso a respingere l'Arciduca Carlo al di là delle Alpi, nella prima metà di marzo dispose che le divisioni Bernadotte e Serurier, passato il Torre, si portassero verso I'/ . Doveva il primo marciare direttamente su Gradisca; il secondo travcrsaco il fiume più a valle risalirne la riva sr. fino alla detta città, ocwpata con quattro bgl. dagli Austriaci che ne aveva no rafforzati gli app rocci sulla dr. del fiume, mediante opere campal i. li Seruricr, superata la resistenza di un nucleo nemico di artiglieria e fanteria, mentre il Bernadottc agiva dimostrativamente dalla parte di Palmanova, comparve improvvisamente sulle alture, sulla sr. del fiume e gli Austriaci, che avevano intanto respinto un attacco di viva forza dei Francesi, nstisi circondati e senza speranza di scampo, si arresero in numero cli 3000, consegnando le armi, dieci can noni e diciotto bandiere. IV. Passaggio dell'lson::o (18o6). Durante la campagna d'Italia del 1806, il 15 noven:1bre !"esercito francese, superati il Piave e il Tagliamento, avanzò su due colonne ,•crso I'/ . Vinte lievi resistenze degli Austriaci, alle 16 l'avanguardia entrò in Gradisca_ tncntre i cacciatori, risalendo la dr. del fiume, volg, lino verso Gorizia; la divis. Sérns, occupò Sagrado. L 'indomani le divisioni Molitor, Gardanne e Partonneaux dovevano passare il fiume; il ritardato arrivo degli equipaggi da ponte lo impedì. Lo stesso giorno le divis. Duhesme e Séras respinsero


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. Le battaglie dell'Isonzo. (Guerra Mondiale, fronte Italiano) .


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presso Savogna la cavalleria austriaca, la quale ripiegò sotto Gorizia. Anche questa città fu nella notte abbandonata dal nemico e i Francesi, passato l'/. vi si fermarono prendendovi qualche giorno di riposo. V. Battaglie de/l'lso1Jzo (Guerra Mondiale, fronte Italiano). Si sogliono cosl denominare, ordinariamente, le dodici battaglie combattutesi sulla &onte Giulia dal maggio 1915 all'ottobre 1917. Più d'uno tentò di dare ad esse un

L,Isonzo a Plava : I, Stazione di Flava ; 2, Plnva i 3, Ponte dj barche i 4, Golievo ; 5, S. Ulbing ; 9, Lozice.

nome e di fram rnentare anche le più lunghe in singoli episod i nom inativi, ma a ciò si opponevano la lunghezza della fronte di combattimento e la molteplicità degli episodi stessi, onde sia in Austria che in Italia si finì con l'adottare il sistema di distinguere quelle battaglie col semplice ordinativo. Da noi ebbero particolare nome la 6• (Gorizia), la u• (Bai11sizza), la 12& (Caporctto). Le truppe italiane varcarono il confine la notte del 24 maggio 1915. Nelle prime due giornate le truppe della z• armata occuparono a nord la conca di Caporetto e passato l'Isonzo si affermarono sulla linea di alture Kozliak-PlccaLibussina; a sud s'impossessarono della dorsale tra Isonzo e Judrio, com presi il Corada, il Colovrat ed il Planina. Le truppe della 3• armata, invece, dilagate nella piana Udinese, ne occupavano i centri più imporranti quali : Medea, Versa e Cervignano; la 13 divis. di cavalleria ed· un nucleo misto delle tre armi, al comando del generale Vercellana, avanzava verso il basso Isonzo, dove il nemico il mattino del 24 faceva saltare i ponti cli Picris. Il giorno 26 si occupava Grado. Negli ultimi giorni del mese, le truppe elci IV C. d 'A. iniziavano nell'alto Isonzo l'attacco dell'aspro bastione Monte Nero, Sleme-Merzli, ma i ripe-

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tuti valorosi attacchi dei nostri alpini e fanti, pur ottenendo parziali vantaggi, non riuscirono ad aver ragione delle eccezionali difficoltà naturali e delle salde difose avversarie. Tuttavia, un magnifico ~uccesso arrise a lle nostre armi in questo setçorc, il 16 giugno, con la conquista del Monte Nero, compiuta dai battaglioni alpini Susa ed Exilles.

11 mattino del 5 giugno, compiutesi nel frattempo le operazioni di mobilicazione e di radunata dal nostro esercito, si iniziò il passaggio dell'Isonzo da Plava al mare. Dopo qualche tentativo frustrato dall'avversario, oella notte del giorno 3 duecento fucilieri della brigata Ravenna riuscivano a passare il fiume a Plava; due bgl. tenevano loro dietro, ed iniziavano prontamente l 'espugnazionc dcli 'altura di quota 383, antistante al monte Kuk. Con sangui nosi combattimenti, quindi, durati fino al giorno 10, la 33 divis. riusciva a trincerarsi poco socco la sommità dell'altura e ad estendere alquanto sui lati la piccola testa d, ponte, che, oltre ad essere suscettibile di ulteriore sviluppo sia verso Tolmino che verso Gorizia, inibiva ali 'avversario la libera <lisponibilità delle comunicazioni ordinarie e ferroviarie per il fondo valle. La 3a armata, frattanto, era passata anch'essa all'attacco sul basso Isonzo. Nella notte tra il 5 e il 6 giugno la brigata Regina occupava monte Fortin e la Pisa entrava in Gradisca. Un tentaùvo, però, di pa.1snrc il fiume, fa sera del giorno 8, ebbe esito infruttuoso e costò molte vittime. Sospeso quindi, in questo settore, il passaggio del fiume fu effettuato più a sud, da truppe del VII corpo d'armata, che, gettati tre ponti nella zona Colussa-Pieris-San Canziano, riuscirono a passare sulki sr. del fiume ed a spingersi avanti, fin dove crn consentilo dalla inondazione prodotta dall'avversario mediante l'interruzione del canale Dottori. Il giorno 9, Monfalcone veni,•a occupaca dalla brigata Messina e la brigata Granatieri soste· neva i primi violenti scontri con l'avversario, sulle alture della Rocca (quota 98). Il giorno r3 le nostre truppe attaccavano decisamente le alture a ridosso cli Monfalcone cd espugnavano quota gS; ma sulle quote 85 e 121 incontravano la più aspra resistenza. Con quest'attacco si chiude il primo periodo d i operazioni, che vanno sotto il nome di « primo sbalzo offensivo "· Ovunque si era ormai a stretto contatto con l'avversario, il quale, come scrisse il generale Kr:iuss: « fin dai primi giorni della guerra, invece di un'occupazione affrettata e parziale, e di una fronte, quindi non solida, aveva eretta, con la volon tà di resistere assolu tamente, una prima linea di difesa, la cui guarnigione era decisa a non cedere un palmo di suolo •· Prima battaglia del/'lso11zo (23 giugno-7 luglio 1915). Compiuto il primo sbalzo sino al fiume, il principale ostacolo cui le nostre truppe erano venute a trovarsi incontro, era rappresentato dalle due teste di ponte che il nemico av~va costrui_to in corrispondenza di Tolmino e di Gorizia, là dove, cioè, si aprivano le vie di più agevole accesso, attraverso le Giulie, al bacino danubiano. Saldamente apprestate a difesa dall 'avversario, queste due teste d i ponte si appoggiavano, sulla dr. del fiume, alle alture di Santa Maria e Santa Lucia l'una, del Sabotino e del Podgora, con la cortina intermedia di Oslavia-San Floriano, l'altra. Il 22 giugno, il Comando supremo ordinò di attaccarle; d ieci divis. e due gruppi alpini della 2 3 armata erano schierati contro T olmino, sci divis. della 3• da Gorizia al mare. La 5a armata a . u. (gen. Borocvic) che fronteggiava le nostre truppe, era forte di un centinaio di battaglioni. Dopo breve preparazione d'artiglieria, le truppe


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Posizioni italiane ed austriache nella 7..0na del Carso

della 33a divis. mossero, il mattino del 23 giugno, \ all'attacco delle forti posizioni che dominavano Plava, ma sia quest'attacco, sia quello sferrato, il giorno stesso, dalle truppe del V] corpo contro le posizioni del Podgora e di Oslavia, cd jl 25 contro quelle del Sabotino, non dettc;o, a malgrado delle perdite rilevanti, che risultati scarsissimi, soprattutto per l' insufficienza del fuoco di artiglieria contro le molteplici file dei reticolati avversari. Il 5 lugl io, dopo breve sosta, fu ripreso l'attacco al Podgora cd a lle alture di Oslavia-Peuma, ma fanti, carabinieri reali e guardie di finanza si accanirono in vani sforzi, senza poter j mpadronirsi di quelle trincee nemiche, nelle quali più volte il loro slancio eroico li condusse. Sul Carso, mediante preciso tiro d 'artiglieria e con 1' intervento della 10a cp. zappatori, si riusci ad arrestare l'inondazione cui accennammo, e perciò le truppe dell'Xl cor po poterono i niziare il passaggio del fiume, alle

falde ,;lei San Michele, e congiuntesi con quelle del VII corpo, già passate nella zona di Monfalcone, assalire i p~imi gradini dell'altipiano. Occupato il villaggio di Sagrado, si tentò nei giorni 26 e 27 un 'avanzata generale sulla fronte m, San Michelc-m. Sci Busi-Monfalcone, ma il tiro nudrito delle artiglierie al)SUiache e le forti difese accessorie riuscirono ben presto ad arrestare lo slancio della nostra fanteria . Dopo una breve sosta, a mezzog.iorno del 30 le truppe del Carso mossero nuovamente in avanti; sulla sinistra la lotta si concentrò violentissima attorno a due forti ridotte costruite dall 'avversario nella zona di Castelnuovo; sulla destra arse per più giorni accanitissima sul Sei Busi e sulle alture di Monfalcone. Il giorno/ 4, allìne, dopo reiterati sforzi, reparti della 2,a divis. espugnavano estesi trinceramenti sulle falde del poggio di quota 170, tra il San Michele cd il San Martino; la brigata Siena riusciva a penetrare nelle ridotte di Castel-


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nuovo, catturando numerosi prigionieri_, e là Cagliari, assecondata dalla Savona, portava le sue baionétte fin sotto la sommità del Sei Busi (q. 118). Altri notevoli progressi venivano compiuti nei g iorrii 6 e 7 dalle brigate Pisa e Reg{ua sul San Michele, e dalle truppe del X corpo, al centro, tra I 'XI cd il VU. Con eguale accanimento si era combattuto in quella prima settimana di luglio sulle a lture di Santa Lucia e Santa ~ria, davanti a Tolmino. Miracoli di valore erano stati compiuti dalla brigata VaÌtellina a Santa Maria e dalla Bergamo a Santa Lucia, ma alle truppe avversarie, comodamente annidate con le loro mitrag.liatrici in ricoveri blindati, riusciva agevole falciare gli assalitori e ricacciàrli a valle. li giorno 7, i nostri attacchi, per ordino del ,Comando Supremo, vennero ovunque sospesi, in attesa di riprenderli al più pre~to e con maggiori mezzi, specìalmente di aniglieria. Seconda battaglia dell'Isonzo (18 lug)io-3 agosto 1915). Compiuti alacri preparativi, il giorno 18 luglio 1'offensiva fu ripresa. Le forze nemiche, che già durante la prima battaglia erano venute continuamente .crescendo, ali 'inizio della seconda, dal monte Nero al mare, sommavano già a tredici divis. con un complesso di II I bgl. e 141 battérìe; 28 altri bgl. e i'o2 pezzi sopraggiunsero durante la battaglia. Contro il monte San Mièhele era diretto p rincipalmente il nostro sforz~, sia perchè la caduta di esso avrebbe reso possibile l'occupazione di Gorizia , sia perchè al possesso del San Michele era subordinata la conquista del Carso fino al Vallone. La 2a armata doveva cercare di allargare l'occupazione del Monte ·Nero, sia verso il Lemez e Jo Srri.ogar, sia verso la quota :2163 (m. Rosso); e di dare maggior respiro alla testa di ponte di l'lava; di infningere, in fine, le difese avversarie suf Sabotino e sul Podgora. Per le insormontabili difficoltà del terreno, accresciute da recenti e persistq1ti intemperie, nulla poterono osare i nostri alpin i sulle pareti semi inaccessibili del Lemcz e dello S-mogar. Furiosa, invece, fu la lolla ingaggiata sul monte Rosso~ del quale, dopo asprà vi,cenda di attacchi e contrattacchi, riusciva ai bgL alpini Intra e Val d'Orco di espugna,; i l margine settentrionale. Carattere più che altro diversivo ebbero gli attacchi rinnovati tra il 18 ed il 23 dal 11 corpo d'armata (gen. Reisolf) contro le alture di Plava ed iJ Sabotino, ove tuttavia qualcb~ va11taggio venne conseguito. Più aspra, invece, fu la lotta sul Podgora, ove le brigate Re e Casale, ed i Carabinieri Reali, si spinsero fin sotto la somr,;ità dell'altura, cedendo poi ad un nudrito contrattacco avversario. Sulle pendici sud•ovest del Podgora stesso, la brigata Pavia, espugnate il giorno ig due successive linee di trinccran1enti1 riusciva, iJ giorno seguente, a piantare una bandiera sili] 'estremità meridionale della groppa sconvolta, ma il nemico, dopo aver concentrata su di essa tutta la rabbia delle sue artiglierie, lanciò i suoi migliori reparti al contrattacco, riuscendo alfine a far ripiegare i nostri. Ardeva, inta nto, la battaglia sul San Michele; la 21" e la 19° di vis. (XI C. d 'A.) conrro la linea nemica che dal così detto Bosco Cappuccio andava .al poggio di q . 170; la 20• div i.s. (X corpo) contro il fitto groviglio di trincee della zona centrale tra il San Michele e il Sei Busi; il Vll corpo contro il Sei Busi stesso e le trincee di Selz e Vcrmegliano. Attraverso qualche breccia aperta nei reticolaci dalle artiglierie ed allargata poi per opera di audaci manipoli di arditi, il 100 fanteria (brigata Regina) ne-Jle prime ore del pomeriggio del 18 si era gettato 'àlla baionetta sul poggio d ( quota 170, sbaragliandone i difen.

sori; non ostante le insidie di ogni genere, disseminate dagli Austriaci contro il Bosco Cappuccio, la brigata Brescia si era spinta risolutamente fino al margine nordòvest dd bosco stèsso e con altrettanto deciso i mpcto le brigate Siena, Ferrara e "Bologna si erano cacciate anra. verso le difese nemiche, nella zona di Castelnuovo, ove affermandosi impavide, ove ripiegando dopo disperata difesa; il giorno 19, però, le ridone di Castelnuovo e le trincee laterali _cadevano tutte in nostra mauo, con largo bottino di anni, di n:iunizioni, di prigionieri. Liberate cosl da quella minaccia sul fianco destro, le truppe del San Michele poterono tentare uno sforzo supremo per la conquista deP monte. Nel pomeriggio del 20 una colom1a composta di quattro cp . del 40° fanteria e dell'XI bgl. ciclisti, avanzando con mirabile slancio al coman do del colonnello Cartella, poneva piede per la

Ricoveri austriaci sconvolti

prima volta sulla sommità del San Michele, mentre da altra direzione vi convergevano elementi della brigata Regina. Prin1a dell"alba, però, una intera divis. austriaca, rinforzata da una b~igata da montagna, moveva al con• trattacco; valorosamente i nostri (10 compagnie, agli or• dini del colonnello Ceccherini) si batterono, tanto clic circa la metà dei combattenti rimasero sul terreno ed un migliaio di prigionieri iu addotto nelle nostre linee, ma il San Michele non potè essere tenuto. Inorgoglito da q uesto buon successo, il nemico all 'alba del 22-, venne con n umerose fanterie ali 'attacco di tutta la nostra fronte del San Michele, col preciso scopo, come poi si seppe, di rigettarci sul fiume e tagliarci i ponti. Ma il generale Amadci, comandante della brigata Bari e del settore di sinistra, postosi alla testa di tre battaglioni, cad eva sul fianco del nemico, e lo volgeva in fuga, catturandogli parecchie centinaia di prigionieri. Al generale Amadci stesso, il giorno z6, fu affidato il compito di tentare nuovamente la scalata del San Michele, con una · colonna costituita dalla brigata ' Bari, dal r 11° fanteria e dal LVI battaglione bersaglieri. Anche questa volta, nonostante çhe il generale Amadci cadesse fin dall'inizio dell'attacco fc . rito e che una pioggia torrenziale flagellasse le nostre truppe, - queste tuttavia , magnificamente anin1ate all 'im-


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Conca di Plezzo vista da Polounik. In centro, il monte S vinjak j a destra, lo Javorcek ; a sinistra, il Kimmelberg. A si11istra, alle falde dei monti, H pae-se di P lezzo, a destr~ quello di Ccz.soe,a.

presa, raggiunsero la sommità del monte; ma ancora una volta il terribile concentramento del fuoco nemico ed un violento contrattacco ci ristrnpparono la conquista che tanti sforzi e tanto sangue era costata. Nè miglior sorte ebbe l'.i.ttacco al monte Sei Busi, contro il quale fino al 25 "si accanironò in vani sforzi prima la 14a divis. e quindi, fino al giorno 3 agosto, la 2r, al comando del generale Pecori-Giialdi. li 25 luglio una colonna al comando del colonnello Paolini conquistava la quota Il r (prima groppa del Sci Busi) e riusciva a porre piede ancl1e sulla sommità (quota r 18) senza però potervisi sostenere, per la possibilità che aveva il nemico di concentrarvi da rutti i lati il fuoco. Ritentato l' attacco il 26, la quota r 18 fu di nuovo raggiunta, ma cli nuovo si dovette sgombrarla. E tale sanguinosa vicenda di attacchi irruenti e cli subiti arretramenti du rò per più g iorni, mentre l 'artiglicria nemica seguitava ·a mordere il Sci Busi ed il terreno circostante con tanta rabbia, da dare l'impressione ai nostri fanti che dappertutto fossero sparse delle mine. Alla sera del 3 agosto, alfu1e, S. A . R. il Duca d'Aosta dava ordine di sospendere le operazioni. Anche questa scco1,1da battaglia dell' Isonzo veniva - così troncata, SCllZa dare alle nostre valorose truppe vant~ggi te.rricoriali d i rilievo; specialmente sul Carso, però, con la conq uista quasi completa del ciglio tattico dell 'altipiano di Doberdò , la situazione era molto cambiata in nostro favòrc . I sanguinosi combattimenti, . svoltisi in piena stagione estiva, tra mille disagi e mentre il colera serpeggiava nelle nostre linee, erano state sostenuti con mirabile spirito di dove.re e cl.i sacrificio de!Je nostre fanterie. Prive di ricoveri e sottoposte sen'l,a tregua _al martellamento delle artiglierie avversarie, rifornite di vettovagl(e soltanto dr notte, assoggettate a limitazioni cli ogni sorta, e, più penosa di tu tte, a quella dell 'acqua, senza possibilità alcuna cli riposo e cl i ristoro, , avevano esse, dimostrato una tenace volontà cli vittoòa e combattuto fino all'estremo delle loro energie, ponendo a dura prova l'avversario.

Se. le due prime battaglie dell'Ison:w erano costate al nostro esercito oltre cinquantam,ila uomini tra morti, feriti e dispersi, le perdite nemiche eran,o state anche superiori, ascendendo esse a circa settantamila uomini.

Terza battaglia dell'Isonzo (2I ottobre-4 novembre) e quurta battaglia (ro novembre-5 dicembre 1915). Sospese.. le operazioni della 3• armata sul Carso, la 2• riprese quelle dirette ad acquistare il possesso della conca di Plezzo; della barriera montana che s'interpone tra le due conche di' Plezzo e di Tolmino, e delle alture costituenti la testa di ponte a guatdia di quest'ultima città. Dal r4 agosto fino agli ultimi giorni di settembre il IV corpo d'armata .(gen. d i Robilant) coac;liuvato eia una colonna di truppe della zona Carnia, al comando del gen. Giardina, lottò acca nitamente per cspugoare il Rombon ed il Javorcek, pilastri della conca di Pkzzo, per completare la· conquista del m . Rosso e per scalare i d uri pendii dello Sleme e del Mrzfi : per strappare, infine, al nemico le ben mun ite colline di Santa Maria e Santa Lucia. Ma tanti eroici sforzi delle nostre truppe, che il nemico stesso ebbe a giudicare nelle sue relazioni « persistenti e ripetuti col maggior vigore •> erano p urtroppo destinati a conseguire risul tati solamente parzial i, non solLanto per la natura impervia del terreno e la sagace e robusta difesa avversaria, ma anche per l 'insufficicnza assolut'a delle nostre artiglierie e la mancanza di mezzi atti' a distruggere i reticolati. Le eccezionali condizioni, poi, di stanchezza e d'inquadramento dei reparti alpini della 2" armata, che eia oltre quattro mesi erano rimasti quasi ininterrottamente in linea, perdendovi la maggior parte degli ufficiali e degli uomini più giovani e nieglio addestrati, impose una sosta de Ile operazioni i11 rutta la zona di Tolmino fino alla ripresa dell 'offensiva generale. Per questa il Comando Supremo emanava gli orclùù il 1° ottobre. Scopo css'enziale : l'espugnazione del campo trincerato di Gorizia . Doveyano concorrer vi direttamente


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la 2• e la 3a armata, ed indirettamente la 1 a, la 4a e le truppe della zona Carnia, per cercare d'impedire spostamenti di truppe verso la fronte principale. Sette corpi d'armata , con complessive diciotto divisioni, erano schierati da Plczzo al mare, alla vigilia della nuova offensiva, ed alquanto rinforzato era stato lo schieramento delle artiglierie; permaneva pur sempre una scarsa disponibilità di munizioni. Di fronte a noi, il nemico era forte di centoquaranta bgl., ma soprattutto cli una già lunga esperienza della guerra di trincea e di una serie di posizioni, giustamente giudicate dal Falkenha)'n « ideali per la difesa ». Ln lotta si svolse in due riprese: la prima, dal 21 ottobre al 4 novembre, si suol chiamare col nome di Ter;:a battaglia dell'Isonzo; la seconda, dal 10 novembre al 5 dicembre, con q uello di Qum·ta battaglia. Dopo tre giornate di bombardamento mossero le fanterie fuori delle trincee, da Plava al mare. Nel senore cli Plava, ove si tendeva a raggiungere l'arco di alture Kobilck-Vodice, la brigata Firenze andò all' attacco di Globna, la Forll contro la quota 383 e la Ravenna contro Zagora. Dappertutto i reticolati furon trovati quasi intatti; fu necessario, quindi, auendere la notte per tentare di aprire le brcccie con tubi di gelat ina. Più volte si dovettero rin110vare i tentativi, e molte squadre offr irsi aJ glorioso sacrificio. Gli attacchi, tuttavia, ripetuti nei giorni 22, 23 e 24, furono sempre prontamente arrestati dall'avversario. Non era possibile, d'altra parte, estendere la nostra occupazione sui lati della quota 383, se prima non si fosse riusciti ad aver ragione di questa, ma « contro q uelle roccic - com'ebbe a dite il valoroso generale Carlo Montanari (medaglia d'oro) comandante della brigata Forll, che pochi giorni dopo doveva lasciare g loriosamente la vita su quella stessa fosca altura e quei reticolati, difesi da numerosi nemici e da ben celate mitragliatrici, la fanteria spiega inutilmente il proprio valore ,, . [I giorno 26, tuuavia, qualche vantaggio fu consegui to ùai nostri, sia verso Globna, i cui fortini furono espugnati dal 128° fanteria, sia verso Zagora, ove la brigata Ravenna, animosamente lottando, si impadronl della cosidetta « Casa isolata ». Alla sera, però, in seguito ad un violento contrattacco nemico, preceduto cd accompagnato da fuoco violentissimo di artiglieria, tutto il terreno guadagnato fu riperduto. Sanguinosi furono anche gli attacchi sferrati dalla 4a divis. contro le posizioni del Sabotino, ed anche qui qualche trincea fu espugnata il 23 da reparti delle brigate Pavia e Li,·orno, ma poscia, dopo furiosa lotta, riperduta. All'ardimento ed alla speranza dei fanti del Carso ancora una volta le quattro gobbe del San Michele, gli 1 squallidi ruderi di San Martino e la brulla dorsale del Sci Busi presentavano il loro fitto e ferrigno intrigo di reticolati e trincee, a ciascuna delle quali i nostri soldati avevano dato un nome rimasto poi trisremente fa11Joso nei fasti della nostra guerra: « trincea delle frasche ", « trincea dei razzi », « trincea delle celle dei morti », « a ipsilon », ccc. La giornata del ZI si iniziò per noi con un buon sue cesso : la brigata Verona, gittatasi sulla borgata di Peccano, ai piedi del San Mic6de, ne scacciava l'avversario; l'Alessandria espugnava un forte trinceramento, detto « pulpito », sulla cresta tra San Michele e San Martino; la Catanzaro e la Bari compivano anch'essi progressi verso la Sella di San Martino, pur non potendoli mantenere che in parte. Anche nel settore centrale la brigata Bologna si impadroniva delle t rincee delle « celle » e dei « razzi » ,

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la Cagliari di un trailo cli quella « ad ipsilon • e la Savona di tutti i trinceramenti tra la quota 100 e la quota lJ8 dei Sci Busi; oltre m ille prigionieri cadevano in nostra mano. Nella serata stessa del 21, però, il nemico, rinforzato e ben sostenuto dalle sue artiglierie, tornava alla riscossa e riusciva a ristrapparci quasi tu11i i trinceramenti perduri. Nella zona di Monfalcone il VII corpo d'armata tentò, con la 16• divis. e con una colonna speciale, comandata dal generale Paolini, di impadronirsi delle alture del Dcbeli e del Cosich per spingersi poi verso l'Hcrmada, ma, ferito il generale Paolini, inchiodate le truppe al terreno dal martellamento dell'artiglieria avversaria, non fu po~sibilc compiere alcun progresso; solo sulla destra la brigata Cremona po1è porre piede sull 'altura di quota 85 e 77 ·ed aggrapparsi ai reticolat i di quota 121, ma nella

Passerella a Salcano notte veniva costretta a ripiegare. Prosegul accanita la lotta nei giorni 22, 23 e 24; il San Michele, da Boscbin1 alla chiesa di San Martino, fu tuuo un fragore d'armi cd un tumulto di schiere cozzanti: il Sei Busi, il Cosich, le quote 85 e 121 vedevano colonne impetuose cli fanti ondeggiare nelle vicende di ostinati e sfortunati attacch1, ma la situazione generale rimaneva pressochè immutata. JI giorno 25, a tutte le truppe del Carso fu concesso un meritato riposo. La lotta si riprendeva il 28 più decisa in corrispondenza dei due capisaldi laterali: il Kuk (a ridosso di Plava) ed il San Michele, e contro i due pilastri de lla testa di ponte Gorizian~; il Sabotino ed il San Michde. A l'lava, i fanti della Forlì, della Firenze, della Raveona si lanciavano ancora all 'attacco della quota 383 e degli abitati di Globna e Zagora; le dirutc case di quest'ultimo villaggio, entro le quali si annidava la più tenace ed insidiosa di fesa, il giorno 1° novembre cadevano quasi tutte in mano del 125° rcgg. fanteria. Si comba11è fino al 3 novembre, in . condiz.ioni sempre più drnmma1iche. La pioggia, che da qualche giorno batteva senza


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posa l'angusta e triste vallata, aveva ingrossato il fiume, i ponti ruinavano, i rifornimenti diventavano sempre più difficili; nelle trincee, inondate dalla pioggia, dal fango e continuamente martoriate dal fuoco avversario, la vita era tale da far quasi desiderare la morte. Tra difficoltà prcss'a poco eguali si combatteva nel settore SabotinoOslavia-Podgora. Riusciva, il giorno 3 novembre, la brigata Lombardia ad aprirsi il varco ed irrompere nelle

La presa del Dosso Faiti (1916)

trincee di Oslavia, e la Re a penetrare nel fortino del Grafemberg, ma l'avversario, lanciando forze soverchianti al contrattacco, dopo aver scatenato sulle posizioni da noi r;iggiuntc una pioggia di granate e di bombe asfissiao ti, riusciva a riguadagnare tutto il terreno perduto. Anche sul Podgora i nostri si aJfacciarono più volte alla cresta della collina, donde Gorizia sorrideva alla nostra conquista, ma non fu possibile sostenervisi · per le raffiche di artiglieria che ia spazzavano. Sul Carso pm e, ~otto la pioggia ' persistente e tra crescenti difficoltà di ogni genere, si era riaccesa la lotta_ il giorno 28, ma, non ostante i larghi sacrifizi di vite, non si poterono conseguire risultati d'importanza, salvo qualche p rogresso nella zona del San Michele. Le trincee « dei Razzi », delle « Frasche », dei t~ Morti ,>, dei (( Sassi rossi )) conobbero ancora l 'indo1 nito ardimento clelle nostre fanterie, che più volte vi irruppero sfidando l'atmosfera di morte cbc il nemico vi creava, ma dopo più di quindici giorni di quella lotta dmissirna, e resa arìcor più gravosa dall 'inclemenza del tempo, la battaglia dovette essere sospesa. Per il ro novembre il Comando Supremo dispose che

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si dovesse riprendere l'offensiva, con carattere risolutivo da Oslavia al Sei Busi, dimostrativo sugli altri tratti della fronte. Il mattino del 10 novembre, il cannone tuonò nuovamente da Plezzo al mare. Sull'alto le operazioni della 2a armata, che ebbero del resto scopo più cbe altro impegnativo, furono arrestate, ed infine assolutamente impedite da forti bufere scatenatesi in tutta la zona. Sul Javorcek tuttavia, sul Mrzli, sul Vodil, attorno ad alcuni trin.ceramenti da noi conquistati, sì svolsero mischie cruen• tissime per una pane e per l'altra. Su Santa Maria e Santa Lucia la battaglia, sostenuta questa volta dalle truppe dell"VllI corpo d'armai~ (gen. Briccola), salì ad epiche altezze. Benchè flage llati dall'artiglieria nemica che li batteva anche alle spalle, i 11ostri eroici fanti risalirono più volte le p~ndici delle due colline, ma qualche plotone che riuscl ad addentrarsi nelle prime fasce di reticolati, non tornò più indietro; altri furono cacciati da getto di liquidi incendiari e da gas lagrimogeni. Del pari mancarono risultati di importanza ai nuovi reiterati attacchi nella zona di Plava. La lotta più accanita si concentrò attorno ad Oslavia ed atla quota 188. Peç due giorni, il ro e l'n novembre, il fuoco infernale delle artiglierie ~austriache, che dalle posi. zioni del Vodicc e del Santo colpiva anche da tergo le nostre truppe, le zone p rofonde di reticolati, quasi intatti, che recingevano le posizioni, cd il terreno fangoso, entro cui affondavano uomini ed armi, impedirono ogni progresso, a malgrado dei vuoti spaventosi nelle file degli attaccanti. Ma Granatieri di Sardegna, fanti della Lombardia e del!' Ancona gareggiavano in valore, ed il 111attino del 12, alfine, i ruderi di Oslavia venivano raggiunti ed occupati. Dopo essere rimasti tutta la notte sotto la pioggia e la furiosa reazione delle artiglierie nemiche, caduto ferito il gcn. Porta, comandante della brigala Ancona, resi quasi inutili i fucili dal fango, minacciati, d'aggiramento sulla sinistra i resti gloriosi del 70° fanteria, le esauste truppe dovettero alla fi ne cedere la conquista, che era costata ta9to sangue. La lotta però era soltanto rimandata, non decisa. Il 18 novembre si riaccese fierissima la pugna ed il mattino del 20 sia la quota .188 che Oslavia , attaccate la prima dalla 43 divis. , la seconda dall'n•, cadevano in nostra mano. Oslavia, contrattaccata con sempre maggior ·violenza, veniva più tardi riperduta, ma la quota 188, benchè con pari impeto contesa dall'avversario, rimaneva quasi completamente a noi. Il 27 novembre, alfine, dopo quattro giornate di nuovi e durissimi combattimenti, anche i tormentati ruderi di Oslavia venivano riconquistati. Sul Podgora, frattanto, la brigata Casale, coronando •i suoi sfor:ii, aveva raggiunto la sommità del cosidetto « Calvario » e vi si era affennata .

Dopo la duplice vittoria di Oslavia e del Podgora, si tentò, negli · ultimi giorni del mese, di acquistare il dominio del! 'in tera riva destra dell 'Isonzo, che guardava Gorizia, ma non si riuscì che ad ottenere q ualche vantaggio locale; fino a quando l'esaurimento delle truppe, la mancanza di comple1:1enti e di munizioni e l'incalzare della cattiva stagione consigliarono di rinunziare ad ulteriori operazioni. Prima però della sospensione dell'offensiva, un buon successo fu riportato anche sul Carso, con la conquista del costone di quota 124 (propaggini del San Michele) per opera delle brigate Perugia e Lazio e con quella delle trincee delle « Frasche e dei « Razzi » dovuta alla brigata Sassari. Il generale Gabriele Berardi (med. d 'oro), comandante dell'eroica brigata dei Sardi,

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lasciava gloriosamente la vita sulle posizionj conquistate, Anche qui fino agli u ltimi giorni d i novembre si co ntinuò nella lotta, ed altrj trinceramenti i nostri soldati del Carso strapparono al nemico, ora decisamente avanzando sotto il fuoco, ora strisciando carponi sul fango; ma la barriera difensiva, che precludeva la via al Vallone, ' non si potè compiutamente infrangere. Le truppe, d'altra parte, dopo due mesi di lotta combattuta in condizioni durissime era110 giunte ormai al limite di ogni resistenza. Il 5 . dicembre, quin di , la grande offensiva autunnale veniva sospesa. Essa era stata così a lungo protratta anche per sollevare indirett amente la Serbia, contro la quale si era sferrato il triplice attacco austro-bulgaro-tedesco. Concepita come uno sforzo enorme dal Rombon al mare, diretto a vinq:re la difesa di Tolmino e sboccare nella valle dell'Idria, ad impossessarsi del campo trincerato di Gorizia cd a portare la lotta sull'altipiano carsico a d oriente del Vallone, essa aveva dovuto man mano restringere i suoi obbiettivi, per la difficoltà del terreno, la resistenza del nemico, la non eccessiva disponibilità dei nostri mezzi offensivi ed anche per la stagione particolarmente im.mite. Circa centotredicimila uomioi costò l'intera battaglia al nostro esercito, tra morti , feriti e dispersi, ma anche l' esercito austrjaco fu sottoposto a duro logorìo, perdendo~ circa novantamila uom iniJ o ltre

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Quinta battaglia dell'Isonzo (rr-29 marzo Ì 9l6). Durante l'inverno l'attività offensiva fu <la una parte e dall'altra limitata. È da ricordare, però, il violentissimo contrattacco co! quale gli Austriaci, il 24 gennaio, riuscirono (dopo un primo tentativo sanguinosamente respinto dalle nostre truppe il precedente giorno 14) a riprenderci le posizioni di Oslavia e di quota 188, davanti a Gorizia. La quinta battaglia dell'Isonzo fu , più che altro, una graode dimostrazione offensiva, ord inata dal nostro Comando Supremo allo scopo essenzialmente di impedire che forze austriache potessero essere inviate sulla fronte francese, ove i Tedcschj avevano iniziato, il 21 febbraio, il g rande a.ttacco di Verdun, Fu, dunque, un'offensiva di afleggcrimento che, iniziatasi con nudrito tiro d'a rtiglieria l 'rr marzo e protrattasi con soste più o meno lunghe sino agli ultimi del mese, ci diede guadagni di . scarsa entità, ma ottenne lo scopo di tenere avvinto il nem ico alla fronte Giulia, provocandone anche una viva reazione ai nostri attacchi. Questi si iniziarono il mattino del 13 marzo su ll 'altipiano Carsico, e condussero alla conquista di una forte posizione austriaca, tra il S. Michele e S. Martino, detta « Groviglio » . Ma il giorno dopo il nen1ico, con un vio lento contrattacco, riusciva a riconqui-

starla. Qualche vantaggio venne anche conseguito, nei giorni dal 14 a l 17, nel settore di Gorizia, dalle truppe del VII corpo nel settore di Oslavia-Peuma e davanti a Gorizia, dove ]a 12" divis. s'impa_d ronì" del cosidetto « Naso di Lucinico ,, sul Podgora. Sulla fronte della 2" armata, invece, l'azione ordinata dal Comando Supremo ebbe minore sviluppo, a causa soprattutto di un sopravve1rnto periodo di forti intemperie, La sera del 17,, il nemico passava al contrattacco nella zona di Santa Maria di Tolmino. Di quest 'altura il nostro Comando S11premo aveva già deciso l'abbandono; il contrattacco avversario non fece che affrettarlo. Con un altro contrattacco il nemico, il giorno 19, riusciva a strap, parei la posizione detta « Trucchetto » sul Mrzli, e vano fu ogni sforzo delle nostre truppe per riprenderlo. Nella

lso serata del 19, infine, gli Austriaci contrattaccavano nel tratto Peuma-Podgora. Respinti, investivano, nella notte sul 27, tutta la fronte dell ' rr" divis. (Podgora-Grafemberg) riuscendo a soverchiare le nostre truppe di 1" linea. Una lotta accanita si svolse nei. giorni 27 e 28 per la riconquista delle posizioni pmffitc; ciò che si potè ottenere quasi completamente, rimanendo leggerme nte arretrata sole, la nostra linea del Grafcrnberg. li 29, la lotta si estese anche ai contigui settori dì Oslavia e del Sabotino, ma, dopo un primo ripiegamento, le brigate Granalie ri e Lombardia, valorosamente combattendo, costringeva no il nemico alla fug,1, infliggendogli perdite gravissime. Le insanguinate posizioni del « Lenzuolo bianco " e della « Madonnina » rimasero coperte di cadaveri. Mentre si svolgevano questi combattimenti alla nostra ala sinistra, sulla estrema destra, le truppe del VII corpo d 'armata impegnavano fortemente I 'avversari.o sulle alture di Selz e di Monfalcone, ~espugnando alcuni importanti trinceramenti (trincea « a Zeta ") e catturando p rigionieri

ed anni. Numerosi contrattacchi avversari vennero tutti

respinti. Con la fine di marzo questo breve periodo offensivo • si può considerare tern1inato.

Sestt1 battaglia dell'Isonzo (6-r7 agosto 1916). V, la voce Gorizia.

Seui ma battaglia deil'Isonzo (14-17 settembre 1916). La sesta bauag!Ìa dell'Isonzo, aveva lasciato le nostre truppe aggrappate all'arco di alture che si elevano imrncctiatamente a ridosso dì Gorizia cd ag).i scaglioni petrosi !'.lei Carso, che dal Vallone salgonn a successi,,c terrazze verso oriente. Rotto l'incantesimo del Sabotino, di Oslavia, del Podgora, altre " e ben più dure posizioni si paravano davanti alle nostre truppe : il M. Santo, il San Gabriele, Santa Caterina, San Marco nella zona Goriziana; sul Carso, il Veliki Kribak, il Pecin ka4 quota 208, qllota 144; e, dietro queste, nomi ancora più memorandi e calvari non meno dolorosi , ~il Faiti, Bosco Malo ed il baluardo dd l'Hermada. Ancora una volta la linea scelta dall'avversario offriva, ma più accentuate, le caratteristiche di quella già da noi strappatagli; il San Gabriele a nord e I 'Hermada a sud, ed in mezzo una cortina di alture, anche più m inacciose di q uelle che già ci eran costate tanto sangue. La nuova offensiva, secondo gli intendimenti del Comancjo Supremo, doveva avere carattere di risoluto sforzo sul Carso; la 2a. armata doveva li.mitarsi ad azioni di appoggio; solo l 'estrcma destra (VIU corpo d 'armata) doveva tenersi pronta ad avanz.are quando il con tiguo corpo della 3a armata (Xl) fosse riuscito ad avanzare. , Le nostre forze sul Carso comprendevano dieci divisioni; di fronte ad esse, la 5• armata a.u . si era alquanto rinforzata, tanto che i rx6 mila fucili ch'essa contava alla vigilia della battaglia di Gorizia erano saliti a 148 mila, prima che si ingaggiasse la settima battaglia . 11 mattino del 14 settembre, dopo breve preparazione d'artiglieria , le truppe dcll'Xl corpo d'armata (gcn. Cigliana), la cui zona era stata scelta q uale tratto da sfon dare, sia perchè più avanzata rispetto a quc'la degli. altri due corpi d'armata della 30. armata (XIII e VII) sia pen:hè ogni progresso di quest'ala avrebbe avuto pronte ripercussioni nella zona di Gorizia, iniziarono la loro azione: la 23a divis. a sinist~a, contro le alture di San Grado di Merna ed il Veliki; la 21a al centro, contro le a lture del Pecinka ; la 22• a destra, lungo la direttrice OppachiasellaCastagnevizza. Sotto l'infuriare delle artiglierie e delle mitragliatrici avversarie, le nostre truppe si batterono ovun-


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que con !;usato valore. Sulla sinistra ]e brig,tte Granatieri e Lombardia s' impadronirono del cosidetro « Bosco guadrangolare », antistante al Vcliki; al centrg., la brigar-a P isa espugnò un erano della prima linea nemica, che poi fu costretta ad abbandonare; sulla destra le brigate Brescia e Ferrara, con strenua lotta, conquistavano una prima trincea nemica ad est di Oppachiasclla. Le truppe degli altri due corpi d'armata assecondarono, durame la giornata, il movimento offensivo dell'Xl, e mentre la 13• e 31• div_isione del XIII corpo (gen. Ciancio) si prodigavano in ripetuti attacchi contro le d ifese di Nova Vas, la 10a divis. del VII (gen. Tettoni) ri usciva ad aggrapparsi alle pendici d i quota 144. Con peggiorate condizioni atmosferiche, la lotta prosegul accanitamente nelle giornate dal 15 al 17, culminando nella conquista dell' altura di San Grado, effettuata il giorno · 15 dai Granatieri, rincalzati da reparti dctla brigata Napoli, ed in quella parziale della q uota 208 sud, dovuta ai. bersaglieri del rs" regg. cd a reparti della bcigata Macerata . Aspra lotta si combattè il giorno 16 sulla quota r44, ove il nemico, pur dopo la più accanita resistenza, fu costretto a cedere al 22° fanteria ed ai cavalleggeri appieda.ti. del reggimento Genova la sommità dell'altura ed il versame settentri01ple di essa. Ma sul resto della fronte, per quanto si combattesse con grande ardore. dalle nostre fanterie, non si ottennero eguali, soddisfacenti risultati. Violente i.ntemperie sopravvenute e la ne- . cessità di rafforzare le posizioni raggiunte prima di , iprendere lo scatto in avanti, imposero, alla sera del 17, di sospendere l'azione.

. Ottava battaglia de/l'Isonzo (9-12 ottobre r916). Il mattino del 9 ottobre, le nostre artiglierie ripresero a battere vigorosamente le lince nemiche. L'azione, quesra volta, era estesa anche alla zona delle alture atl est d i Gorizia (tra San Marco ed il Vippacco) tenuta dall'VIII corpo d'armata . Le fanterie mossero -il mattino del 10, e fin dal primo giorno della nuova offensiva, sulla fronte Goriziana le truppe della 12• divis. s'impadronirono della quota 95, a sud-est di San Pietro, e quelle dell'11a raggiunsero il costone del Sober, coi:npletandone l'occupazione il giorno 13 e resistendovi ad. ostinati contrattacchi avversari. Sul Carso, intanto, le truppe della 3a armata, avanzando anch 'esse con decisione, avevano quasi ovunque travolte le prime linee a·vversarie; Nova Vas, la q uota 208 nord ed estesi trinceramenti a destra ed a sinistra di queste forti posizioni caddero in nostra mano. Nel settore del VII corpo d'armata, la 163 divis. sorpassò la quota 144, spingendosi fino a Jamiano, ma ne fu più tardi ricacciata da un improvviso e furioso contrattacco avversario. Con pari vigore fu proseguito il com battimento su tutta la fronte nei giorni 11 e 12, così da costringere il nemico ad abban-. donare, sotto la nostra intensa pressione, tutta la sua prima li nea ad oriente del Vallone, da noi poderosamente squarciata ncii suoi tratt\ più virnli, ed a ritirarsi sulla seconda, che aveva per capisaldi principali il Veliki, il Pecinka, quota 102 e gli abitati di Lokvìca (Loquizza) e di H udi Log (Bosco Malo). li giorno 12 ottobre, le nostre ope razioni offensive subirono una nuova sosta, per preparl re ancora un terzo urto

contro la barriera dell'altipiano Carsico prima che giun gesse l'inverno, già pl'eannunziato rigidissimo da un burrascoso autunno . Persistenti intemperie, infatti, vennero a ralientare la preparazione e l'inizio della nostra ripresa offensiva , che potè essere iniziata soltanto il 3r ottobre.

Nona battaglia dc/l'Isonzo (.31 ottobre-4 novembre 1916). li 1° novembre, dopo 24 ore di fuoco di artiglieria, le fanterie balzarono ancora una volta all'attacco. Bisognava continuare a premere cd a disgregare l'avversario .sul Carso, pc~ strappargli la linea del Volik.i-Pccinka-Bosco !'lfalo, e possibilmente Ja retrostante Faiti-Castagncvizza-Sclo. Nella Z0f\a collinosa ad est cli Gorizia, nonostante l'accanita resistenza dd nemico e le difficol tà del terreno, aggravate dall 'impaludamcnto per le recenti pioggie - sulla fronte della Vertoibizza, i nostri fanti dovettero avanzare sotto il fuoc? nem ico, affondando nel fango fino alla cintola le truppe del XXVI corpo d'armata (gcn. Cavaciocchi) e del l'VIII riuscirono a d occupare rispettivamente l'altura di

T rincee e ricoveri austriaci sull'Isonzo.

quota 1:;z1 di San Marco e quelle di quota 123 nord, ad est di Vertoiba. Nei giorni seguenti si tentò di compiere altri progressi, ma la viva reazione nemica e soprattutto le penose condizioni di vita, affrontate con mirabile spirito di sacrificio dai nostri soldati, li resero impossibili, costringendoci anche a sgomberare la quota 1 23 o.ore!. Sul Carso, invece, le fanterie dcll'Xl corpo, veramente ammirevoli, coronavano v itton osamente i loro precedenti sforzi. Fin dal primo giorno dell'offensiva, la 49• e la 45• divis.. avanzavano decisamente verso il Veliki ed il Pccinka; venne espugnato il primo dalla brigata Toscana ed il secondo dalla brigata Lombar-dia, affiancato dalla 1a brigata bersaglieri; queste procedevano quindi sulle quote 308 e 278, ad est del Pecinka, impadronendosene d; l pnri. La 43 divis., avanzando anch'essa più a destra, raggiungeva con la brigata Spezia la fronte Pecinka-Segeri e con la Barletta il q uadrivio di quota 202 sulla strada Oppacbiasella-Castagoevizza. Le truppe del XIII corpo, benchè vivamente contrastate, si spinsero fino alle pendici di quota 238 ed alle . prime case di Bosco Malo, ma,


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contrattaccate con violenza e sterminate dal fuoco avversario, furono costrette a tornare nelle trincee di partenza . Nella notte il nemico contrattaccava sul Veliki, ma invano; al ,m attino però con'-truppe fresche tornava risolutamente a\ contrattacco contro il tratto Pecinka-quota 278; riuscitogli di soverchiare la brigata Spezia sulla quota 278, piombava sulla quota 308, ma qui veniva fermato dalle baionette della 1• brigata bersaglieri. Nel pomeriggio non soltanto tutto il terreno perduto veniva riacquistato, ma la 49a divis. si spingeva fino alle pendici del Volkovniak e ta 45• fino a quelle del Dosso Fait1. Il giorno 3, finalmente, la brigata Pinerolo espugnava il Volkovniak e la Toscana il Dosso Faiti. Con quest"ultima brigata, animatore magnifico, era Gabriele D'Annunzio, il quale aveva recato con sè una band iera, che da lui stesso fu piantata sul conquistato Faiti. Sulla sinistra della 45• divis., la 49• si impadroniva nello stesso giorno della quota rz3, oltre San Grado di Mcrna, e del costone di quota 126 oltre il Vippacco: Il XDI corpo d'armata, rimasto alq uanto arretrato, tentava, il giorno 4, una manovra aggirante, p untando dalla strada Oppachiasdla-Castagnevizza in direzione di Selo, per avvolgere le forze che si opponevano all'avanzata e spazzare il terreno antistante a Castagncvizza, ma il movimento, tentato da una colonna '\della 47,• divis., non ebbe esito fortunato. Il giorno 4 stesso la grande offensiva, iniziata il J4 settembre, veniva troncata. Protrattasi in tre riprese, per oltre cinquanta giorni, ed accompagnata da operazioni di qualche rilievo nella zona alpina, si chiydcva con risultati considerevoli. La nostra avanzata sul Carso si era addentrala per una . profondità di più di cinque chilometri oltre il Vallone1 tanto che, come scrisse il generale Boroevic stesso : « la zona che proteggeva immediatamente T rieste si assottig.liava sempre più cd a ciascun passo indietro la fronte " àllungava maggiormente e si rendeva sempre più ÌIJgente la quantità di truppe necessarie » . La nostra offensiva, inoltre, aveva pesato anche notevolmente sul! 'andamento generale del!,; operazioni alleate, infliggendo al nemico ,perdite molto gravi (circa 80.000 uomini complessivamente) ed impedendogli di distrarre forze dal nostro teatro di guerra, per impiegarle contro la Romania.

Deàma Battaglia dell'Isonzo (12 maggio-4 giugno r917). La prima offensiva del 1917 sulla fronte Giulia fu affidata alla 3• armata e ad una grande unità di recente costituzione: il Comando della zona di Gorizia, risultante dall'unione dei corpi d'armata li (Zona di Plava), VI (dal Monte Santo al Panowitz) ed VIII (dal Panowitz alla Vertoiba), con a capo il generale Luigi Capello. li piano d ;operazioni comprendeva tre fasi successive: nella prima, un bombardamento generale e prolungato, su tutta la fronte da Tolmino al mare, doveva disorientare il nemico ed impedirgli il giuoco delle riserve tra il settore carsico e quello goriziano; nella seconda, il comando della zona di Gorizia doveva assaltare tutto il bastione montuoso che strapiomba sUI fiume, tra Plava e Gorizia, con le successive alture d el Kuk, del Vodice, del Monte Santo e del San Gabriele, nonchè il sistema collinoso a' ridosso di Gorizia; per favorire quest'attacco si sarebbe contemporaneamente creato un d iversivo all'ala sinistra della fronte d'attacco, passando l'Isonzo .tra Loga e Bodrez e costituendo ivi una testa di ponte; nella terza fase, infine, sarebbero passate all'attacco le truppe della 3a armata (XI· corpo d'armata, dal Vippacco a Castagncvizza, XIII da Casugnevizza a quota 208, e VII da quota 208 al mare) con

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lo scopo principale di portare avanti l'ala destra dello schieramento ed aggredire il massiccio dell'Hermada. La zona di Gorizia disponeva di 12 divls. e la 3a armata di 16. Di' fronte a tali nostre forze, anche il nemico aveva alquanto rinvigorito il proprio schieramento; in complesso la 5• armata, al comando del generale Boroevic, disponeva di 215 battaglioni. Durante la battaglia, poi, sopravvenne in rinforzo un altro corpo d'armata, sull'alripiano della Bainsizza. All'alba del 12 maggio le \nostre artiglierie .aprirono il fuoco su tutta la fronte, e lo continuarono ininterrottamente per due giorni, raggiungendo la m_assima intensità nel la mattinata del 14. Sul mezzogiorno le nostre fanterie iniziarono l'avanzata _nella zona di Plava ed in quella di Go1izia. Di primo sbalzo venne conquistata dalla brigata Udine la quota 383 ad est di Plava, consacrata alla memoria del prode generale Montanari, mentre la brigata Firenze, sotto un m icidiale fuoco d 'interdizione, riusciva a raggiungere lo sperone di quota 535 del monte Kuk, e la Avellino, superato con impeto lo sbarramen to di Zagora, occupava parzialmente i fortini di Zagomila, che guardavano la strada del Vodice. Reparti della brigata Campobasso, risalite le pendici del Monte Santo, riuscirono ad occuparne la vetta, ricacci~udo il nemico dalle rovine del convento che la coronavano, ma, contrattaccati nella notte e non sostenuti da rinforzi, al! 'alba venivano costretti a ripiegare, A nord-est di Gorizia furono occupate, con aspra lotta, la collina d i quota 126 presso Grazigna e la quota 174 ad est di Tivoli, ma non poterono essere mantenute. li giorno seguente, ripreso con rinnovato ardore l'att.1cco contro il Kuk ed_ il Vodice, l 'accanita resistenza avversaria non potè impedire alle truppe del Il corpo (gen. Badoglio) di insediarsi definitivamente sulla veu ai del Kuk e sulla sella del Vodice. Nella notte sul 15, intanto, reparti d'ella 47• divis., forzato il passaggio dell'Isonzo al saliente Loga, erano passati sull'altra sponda e vi avevano cosùtuito una piccola testa di ponte, catt,'.rando quattrocento prigionieri. Nei giorni dal l5 al 2r la lotta proseguì accanitissima. Gli Austriaci contrattaccarono ovunque con grande energia, ma furono sempre ributtati dopo mischie sanguinose, specia lmente sul Vodice, tenuto saldamente dalla 53• divis. (gen. Gonzaga); la nostra occupazione venne anche allargata attorno a Plava, con l'occupazione dell'altura di quota 363 e delle località di Globna e Paljcvo. Qualche vantaggio venne aoche conseguito sulle alture di Gorizia. La testa di ponte di Bodrez, avendo adempiuto al suo compito dimostrativo, venne ritirata la notte su l 19. Il giorno 21, il Comando Supremo dava ordine a lla 3• armata d i iniziare la terza fase dell'offensiva, sull'altipiano carsico. Questa fu iniziata alle ore r6 del 23 maggio. Sulla sinistra, I 'XI corpo s'impegnava contro le altu,e ad est del Volkovniak, tenacemente contrastato al centro e sulla destra; il XUJ corpo ed il VII, con travolgente attacco, superavano risolutamente la prima linea nemica, e, dilagando quest 'ultima località, oltrepassavano Lukatic e s'impadronivano di Jamiano. Nella zona di Monfalcone ven ivano occupate le quote 92, 77, 58, i bagni ad oriente delle officine Adria e l'altura di quota 21. Centotrenta velivoli trasvolavano nel cielo della b~ttaglia, partecipandovi con lancio di bombe e raffiche di mitragliatrici. Il mattino seguente, la battaglia seguitava accanita. Mentre da una parte si contenevano impetuosi contrattacchi avversari, dall'altra si combatteva aspramente nel salicn,te <I.i Bosco Malo (Hudi-Log), ove il nemico seguitava ad opporre osti-


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nata resistenza. La desua, intanto, serrava dappresso la linea avversaria che passava per Fiondar, e, sfondatala con un deciso sforzo il 25, proseguiva la vittoriosa avanzata verso le pe11dici del! 'Hermada, spingendo elementi fino a San Giovanni e Medeazza e catturando oltre 2000 prigionieri. Nella stessa giornata il saliente di Bosco Malo veniva anch'esso espugnato, e qualche vantaggio si con seguiva anche al centro, in direzione della contrastatissima Castagnevizza, che la 4• divis. raggiungeva finalmente ed oltrepassava nel pomeriggio del 26. Più tardi, però, il nemico con un potente concenti;amento di artiglieria ci costringeva a sgomberare i ruderi del villaggio. Fra Casragnevizza e Jamiano durava, nelle giornate del z6 e 2j, una sanguinosa vicenda di attacchi e contr~ttacchi, che si chiudeva con qualche 11uovo vantaggio di terreno per le fanterie del XIII corpo; il VII avanzava an, eh 'esso sulle alture ad ovest di Medeazza e raggiungeva, od piano, le foci del Timavo. Il giorno 28, la brigata Toscana espugnava la quota 28 a sud del Timavo, ma potè _tenerla soltanto per poco. Il 29 la battaglia languì, e nei giorni seguenti non si svolsero che piccole azioni di rettifica delle nuove linee, Queste erano state complessivamente porcate avanti per una profondità variante dai dUf ai quattro chilometri; l'irto groviglio di difese cbe teneva confitta al suolo l'estrema ala destra del nostro schieramento era stato spezzato cd oluc 20.000 prigionieri erano caduti in nostra rnano, con circa 40 cannoni ed una massa enorn1e di anni, munizioni e materiali. Mentre così vigorosamente si combatteva sul Carso, ! 'avversario non ristava dal lanciare continui conuattaccbi contro le posizioni da noi guadagnate, nella prima fase della battaglia, a nord e ad est di Gorizia, ma nulla del terreno eia noi conq,ùstato l'avversario potè riprendèrci, pur subendo nuove, sensibilissime perdite. Ai primi d i g iugno, }>erò, si ebbe uo potente urto con-

troffensivo sull 'altipiaoo carsico. li nemico, preoccupato dei nostri progressi sulla via di T rieste, aveva fatto accorrere rinforzi, e dopo luogo bombardamento, la sera del 3 giugno pronunziava il primo contrattacco nel tratto Faiti-Castagnevizza. Nel settore di Castagoevizza venne completamente ributtato dalle truppe della 4• divis.; sul Faiti, invece, riusciva io un primo tempo a soverchiare la nostra difesa, ma verso il mezzogiorno del 4, le brigate Tevere e Massa Carrara, con tre successivi e brillanti contrattacchi, ristabilivano pienamente la situazione anche sul Faiti. All'alb\ dello stesso giorno 4, il nemico attaccava decisamente il resto della fronte, fino al mare. Sulle lince appena rafforzate, le nostre truppe opposero una strenua difesa; al centro, ove il XXlII corpo (gen. Oiaz) aveva sostituito, il giorno 2, il Xlll , la 61 3 divisione, dopo un primo indietreggiamento, reagiva valorosamente all'attacco nemic'o e con incrollabile fermezza si manteneva sulle posizion i tra Versic e Jamiano. Sulla dcs.tra, invece (sommerse le linee della 20• divisione), truppe nemiche giungevano di sorpresa sui due tunnels della ferrovia TriesteMo11falconc e se ne impadronivano, catturando numerosi nostri reparti che vi si erano

ricoverati.

Procedevano,

quindi, su tutta la fronte , determinando il nostro ripiegamento sulle posizioni di partenza. Grande parte, cosl, dei progressi compiuti con sanguinose giornate di ·battaglia ed ingenti perd ite (36 mila morti, 96 mila feriti e 25 mila prigionieri) vennero in poche ore annullati. Vantaggi notevoli rimru1evano quelli conseguiti a nord di Gorizia, con la conquista del costone Kuk-Vodjce, che domina l'Isonzo da una parte e l'altipiano della Bainsizza dal1'altra, ma la mancata conquista del Monte Santo e del sistema collinoso ad est di Gorizia avevano impedito di dare maggior sicurezza e respiro alla nostra occupazione della città, e sulla destra del nostro schieramento sul Carso, Castag!)evizza, l'Hermada e Duino, scolte avanzate

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La battaglia di Caporetto (XII dell'Isonzo). A sinistra della 2 3 armata austroungarica è la I ,. armata sino al mare: entrambe agli ordini di Boroevic: 'I, divis. Edclwciss; 2, 22' divis . a. 4 . ; 3, _55a; 4, 50a; 5, 12.a divis. germanica; 6, dìvis. germanica alpina; 7, 2.ooa. divis. germanica; 8, 26"' divis. germanica; 9, t " divis. a. u. i 10,. 5• germanica; I 1 , 13a austro ungarica.

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di Trieste, rimanevano ancora in saldo possesso degli Aust riaci. La partita col 'nemico, però, 'non era chiusa, sempl i~emente rimandata di qualche mese.

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Undicesima batiaglia dell'Isonzo (18 agosto-12 settembre 1917). Di questa grande battaglia, la parte svoltasi sul medio Isonzo fu già trattata nella voce Bainsizza. Si accenna qui alla parte svoltasi sull'altipiano Carsico, dove, dopo un intenso bombardamento durato circa due giorni ed al quale avevano preso parte dal mare anche batterie natanti della R. Marina e monitori italiaJJi ed inglesi, la 3a armata (S. A. R. il Duca d'Aosta) aveva iniziato l'attacco il mattino del 19 agosto, con i suoi quattro corpi d'armata: XI (gen. Pctitti), XXV (gen. Ravazz.a), XXIII (gen. Diaz) e XIII (gen. Sailcr); complessivamente 18 divis., fronteggiate da nove divis. nemiche, organicamente però più forti delle nostre. Anche !'VIII corpo (gen. Ricci Armani), che .costituiva l'estrema destra della 2a armata (dal Panowitz al Vippacco) era stato posto alle dipendenze tattiche dell'armata del Carso. Dalle trincee austriache, fin dal primo giorno della battaglia, si manifestò una volontà d ì resistenza, ancor più decisa e fel'lna che nelle offensive precedenti. Qualche vant.1ggio cooseguito <laiI 'Vlll corpo sulle alture di Tivoli fu presto perduto e le truppe -dell'Xl e del XXV, ch'erano alquanto avanzate_ nella 2ona faiti-Castagnevizza, alla sera furono costrette a tornare nelle trincee di partenza. Solo sulla destra, i l XXlll corpo ed i l XIII erano riusciti a fare q_ualche progresso; il primo in direzione di Versic e di Scio ed il secondo verso San Giovanni, oltre le paludi di Lokavaz. Nei giorni success1v1 la situazione rimase quasi staziona.ria nei. settori di sinistra e del centro; le brigate Pallanza e Lom bar dia, occupate le t rincee delle quote 464' e 378, oltre il Faiti, vi sostennero una lotta furibonda contro il nemico che ostinatamente contrattaccava, ed infine dovettero cederne · il possesso. A destra, invece, il XXlll corpo riusci ad oltrepassaic Versic, Korire e Selo e si spinse nel vallone di Brestovizza, occupando e rafforzando la quota 50; il Xlll, espugnata la quota 40, piccola altura subito al di là della palude (che, già presa e riperduta dalla 34& divis., cedette cli nuovo ai fanti della brigata Toscana, della 45• clivis.) si spinse fu10 alla quo.ca lIO, alla vicina galleria ferroviaria ed alle rovine di San Giovanni, catturan do oltre un migliaio di prigionier i e 4 cannoni. 11 giorno 23, l'azione sul Carso fu sospesa dal Comando Supremo per sottrarre le truppe ad un nuovo, eccessivo logoramento. I risultati territoriali di essa erano stati piuttosto modesti, ma il logorio del n enuco ancor più grave che nelle offensive precedenti; ; erano caduti, infatti, in nostra mano, oltre i 1.ooo prigionieri, e , degli 80.090 uomini ciica perduti dal nemico dal principio dell'n battag lia dell 'Isonzo, oltre la metà fu perduta sul Carso. I progressi, d 'altra parte, compiuti dall 'ala destra della 3• armata verso l'Hermada ,preoccupavano non poco il nemico. Ad un tentativo, infatti, operato dal XXIJI e dal XIII corpo d'armata, di sopprimere un saliente che le linee austriache facev;mo verso le nostre nel vallone di Prestovizza, il nemico reagiva all'alba dd 4 settembre con un intensissimo contrattacco su tutta la fro'ince dei due corpi d'armata. Le truppe del XXIH corpo, dopo aver momentanea.mente ceduto terreno, contrattaccarono a lor volta il nemico e lo ricacciarono ; quelle del XIII corpo, invece, furono costrette ad abbandonare quasi tutto i l terreno conquistato. Si risospinsero nel pomeriggio fin sulla

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linea della ferrovia , riuscendo a liberare un migliaio di nostri' soldati che si erano asserragliati in uno dei tunnds della ferrovia (quota 43) e catturando prigionieri. - Dodicesima Ballagfia de/l'lso11zo (o Battaglia di Capot·etto (24 ottobre-Io novembre 1917). Per cercare di risollevare le sorti dell'esercitq austriaco, c~c· dopo l'undicesima battaglia dell'Isonzo era r idotto in condizioni molto p re~ carie, gli Stati Maggiori tedesco ed austro-ungarico concerta rono di sferrare prima dei mesi invernali, un grande attacco contro l'ala nord della nost ra 2a ar mata (da Plczzo a Tolmino) che per l'andamento e la consistenza delle linee era giudjcata da Hinde1~rg « manifestamente debole » . Venne riunito, quindi, sollecitamente un forte nucleo di truppe (8 divis. austriache e 7 tedesche) che prese il nome di 14• armata e fu posto al comando del generale tede-

Il Duca d'Aosta parla alle tn1ppe sull'Isonzo

sco von Below. Questa grande unità fu poi r iparti ta in quattrn gruppi o corpi d'armata, così formati e dislocati: Gruppo Krauss (3 divis, a. u .) dal Rombon al monte N ero); Gruppo Stein (una divis. a. u . e tre tedesche) ·1ra il monte Nero e T olmino; Gruppo Bener (due divis. tedesche) da Tolmino alla conflàenza dell'Idria ; Gruppo Scotti (una divis. a. u. ed una tedesca) sui Lom di Tolmino. Dovevano inoltre concorrere all' attacco la 10• armata a . u. (gcn. Krobatin) in Carnia, e la 1• armata dell'Isonzo (del gruppo d 'esercito Borocvic) che si stendeva sino al mare. Numerose artiglierie, · specialmente di medio e grosso calibro, furono fatte affluire sulla fronte d'at• tacco, cosi da ottenere una stragrande superiorità sulle llbstre. Lo scopo dell'offensiva fu cosi determinato dal Comando della 14• armata: « ricacciare il nemico dalla zona del Carso, sfavorevole per la difesa, e dietro il Tagliamento, raggiungendo la linea Gemona-Cividalc ». I preparativi dell 'avversario non sfuggirono all'attenzione dei nostri Comandi, ai quali, anzi, per m'erito di disertori, furono forniti particolar i abbastanza dettagliati circa la prossima, grande offensiva avversaria. Q~esta tut· tav ia era attesa con u11 vivo senso di fiducia, J)oichè due terzi circa dell'efficienza complessiva del nostro esercito erano schierati sulla fronte Giulia, nè difettavano le armi, le munizioni, i materiali d'ogni genere. La 2• armata era forte infatti di ben sei corpi d 'armata, con 19 divis. complessivamen\e : il _IV (gen. Cavaciocchi), dalla conca di Plezzo alla Costa Raunza, di fronte a Tolmino; il XXVlll (gcn. Badoglio) dalla Costa Raunza alla zona di Ca!, sulla Bainsi:i:za, e successivamente, fino al Vippacco, il XXIV (gen. Caviglia), il II ~en. Albricci), il VI (geo. Lombardi) e !'VIII (geo. Graziali). Un altro corpo d 'armata, il VII (gen. Bongiovanni), con due divisioni, venne qualche giorno prima dell'offensiva, dislocato nel triangolo Matajur-Kuk-Savogna, col' compito di guardare le testate delle


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vaUi confluenti nella grande strada di Cividale; e due altri corpi d'armata (XIV e XVIII) con 66 battaglioni, erano di riserva più indietro. Elementi, invece, di debolezza erano anzitutto le .nostre prime lince, che in quasi tutto il settore d'attacco erano in contropendenza e dominate dall 'avversario, e poi lo spirito delle eruppe, che risentiva evidentemente, come del resto quello di tutti gli :,Itri eserciti combattenti, della lunghezza della guerra, dei sacrifici durissimi, del disagio cconomcio del Paese; aggiungasi a questo l'opera nefasta dei partiti contrari alla guerra, che facevano giungere le delittuose manifestazioni della loro propaganda fin sul tergo delle trincee. Altro fatto che doveva poi pesare non poco sulle sorti della bat-

Rivista del Duca d'Aosta alle truppe che presero il Sabotino

taglia, fu il contrasto di idee tra il Comando della 2• armata ed il Comando Supremo; intendendo questo assumere un contegno essenzialmente difensivo, pensando l'altro di opporre all 'avversario ,ma controffensiva strategica, da sferrarsi al momento opportuno, sul fianco sinistro della massa austro-tedesca, e più specialmente dalla conca di Vhr, in direzione di Santa Lucia di Tolmino. Quando il contrasto, in un colloquio tra i generali Cadorna e Capello, svoltosi il 19 ottobre, parve risolversi in una decisione di rinunciare a lla grande controffensiva, per predisporre sol.t anto parziali contrattacchi, era purtroppo tardi per poter effettuare tutti gli spostamenti ed i cambiamenti d 'ordini che s'imponevano; per giunta, una infermità co• strinse il gcn. Capello ad allontanarsi, il giori10 20, dal Comando dell ' armata , che riassunse poi la sera del 23, quando, cioè, il cannC:ne tedesco stava 1;er dare il segnale dell'offensiva. Alle due del mattino del z4 ottobre s'iniziò la fase del bombardamento; formidabile, ed in gran parte con proiet• tili a gas tossici. In breve tutto, nelle nostre prime linee, fu sconvolto, ed ogni comunicazione con i comandi interrotta. Mentre nelle trincee di prima linea non rimanevano che rare catene di uomini, annichiliti dall'intensità del bombardamento e dall'azione dei gas, dietro incominciavano ben presto a diffondersi il disordine e lo sgomento. Le nostre artig lierie, intanto, sia per la fitta nebbia, sia, in ' qualche tratto, per erronea in terpretazione di ordini, non opponevano al fuoco nemico che una reazione fiacca ed incerta. Verso le otto, mentre poderose mine esplodevano sul monte Rosso e sul Mrzli, la 143 armata lanciava le sue colonne all'attacco contro le posizioni dd IV e del XXVII c_?rpo; con più deciso impeto nella conca di Plezzo e nel settore della testa di ponte di Tolmino. Ben-

chi: in molti punti le nostre truppe opponessero una stre• nua resistenza, jn breve le nostre Linee nella conca di Plezzo, nel tratto Slcme-Mr:d i e nel settore di sinistra del XXVII cor po d'armata furono sommerse, e prima di mezzogiorno le truppe del settore di Plezzo erano in ritirata sulla stretta d i Saga: la 12• divis. germanica, sfondate le nostre difese nel tratto Gabrie-Selisee, avanzava rapi-da. mente lungo le due rive del fiume: l'J\lpenkorps (del gruppo von Steio) travolte le truppe della 19• divis., si affermava sui costoni di Costa Raunza e di Costa Duole; il gruppo Scotti, impadronitosi del Krad Vhr e del costone di Cemponi, attaccava il Globocak. Nel pomeriggio le sorti della battaglia precipitavano; men tre le riserve affluivano disordinatamente e qualche reparto si lasciava vin: cere dal panico e dallo sconforto, i Tedeschi, avanzando con sicurezza quasi temera,-ia per il fondo valle, poco dopo mezzogiorno raggiungevano Kamno, alle 14 Idersko, alle 15 Caporctto. Il primo atto del dramma era compiuto. Invano le truppe della Bainsizza e del Carso si opponevano ai reite• rati attacchi ncm1c1 e li respingevano; invano nella giornata del 25 alcuni reparti mantenutisi solidi ed altri sopraggiunti precipitosamente in rinforzo tentavano di ar• ginare le masse austro-tedcscl1e, che imbaldanzite daJ rapido trionfo, premevano ormai alle testate di tutte le valli e ,dilagavano per tutte le strade. Alla sera del 25, il Gruppo Krauss era riuscito a sfondare lo sbarramento di valle Uccea ed a strappare lo Sto! alla 50a divis.; a sud, il Kolovrat ed il Globocak cadevru10 in mru10 · dell 'avver• sario. Quelle unità del IV corpo che erano rimaste sulla sinistra dell 'lsonzo, venivano in gran parte cattw·ate; solo w1 manipolo di alpini e di fanti si manteneva ancora, in tragico isolamento, sul mome Nero. Il giorno 26, con la caduta di Monte Maggiore ed il conseguente irrompere dei nem içi in val Resia, anche l'ultima linea di difesa fu scardinata e la via per Cividale aperta, così che il Comando Supremo fu costretto ad ordinare la ritirata al Tagliamento; la 13• armata intanto, che aveva fronteggiato bravamente la intensificata pressione avversaria, doveva ripiegare al ·vallone, sull'altipiano Carsico, ed affrontare lo sgombro delle artiglierie. L'Isonzo, così, cessava cli essere, dopo trenta mesi, la vera " •V~na maestra della nostra vita ", come disse il Poeta, e la lotta per l'onore e la, salvezza dell'Italia si trasferiva sopra un altro fiume sacro: il Piave. (Per le vicende posteriori al z-; ottobre r9r7 vedi le voci Tagliamento, Livenza, Piave, Grappa) .

l5o7lz o Arméc. Nome dato alla

5n armata austriaca, che dipendeva dal gen. Boroev ic, dopo la offensiva del maggio r9r7 sul1'Isonzo. Essa fu dapprima schierata sul! 'Isonzo, e poi .sul Piave, dopo Caporetto, fra j) ponte della Priula e il mare .

Medaglia austriaca dell~t Isonzo année • (gen. Boroevic)

Isonzo. 62• legione della Milizia volontaria per la Sicurezza N azionale, creata a Gorizia, dove ha sede il comando, nel 1923. Ha coorti a Gorizia, Gradisca, Tòlmino. Ha inoltre una Coorte D.A.T. e una Coorte di Frontiera (a Toli:nino). Ha reparti speciali : Musica, Ciclisti, Motociclisti, Mitraglieri, Squadre di Pronto Soccorso.


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I spahan. Città della Persia, di cui ant. fu capitale. Nel 1384 fu ocmpata da Tamerlano che ci la~ciò una guarnigione di 3000 u. Sollevatisi gli abitanti, la massacrarono, e Tamerlano per rappresaglia fece decapìtare, dicesi, 70 mila abitanti. _Nel 1414 venne presa dallo scià Roch dopo alcuni mesi d'assedio. Nel 1723 fu conquistata da Mahmud dopo lungo assedio. Ispaniche gu~rre. Più strettamente la prima (2r8-204) e meno la seconda (197-195), si ricollegano alle guerre Punidze (V.). Ispano Americana (G11erra) (aprile-dicembre 1898). Dopo la catastrofe del ,, Maine » (vedi Cuba) gli av;e. nimenti precipitarono, e il 20 aprile il governo americano inviava a Madrid un ultimatum col quale imponeva lo sgombro di Cuba e la rinuncia a qualsiasi diritto dl sovranità sull'isola. La Spagna non rispose all'intimazione e le ostilità ebbero principio. A Cuba la Spagna aveva allora, agli ordini del gen . Bianco, circa 90.000 u. e cioè: C. d'A. di Cuba e Puerto Principe; divis. indipendente della Trocha, Jucaro San Fernando; c .....-a· A. de Las Villes; C. d'A. d 'Occidente, da forn~<rsi secondo il bisogno coi disponibili e colle truppe di g uarnigione all'Avana. Esistevano in più formazioni di isolani (volontari, milizie, artiglieri e mobilitati) di cui furono costituiti corpi speciali. A Porto Rico si trovavano 3 generali, 218 ufficiali e 48:-7 u. di truppa, oltre alle forze locali costituite da 2 bgl. fanteria, 500 u. della guardia civica_una btr. d'art. e 2 cp. d'art. da fortezza. Alle Filippine, ove. durava da tempo la guerriglia, erano circa 28.000 •u. Le forze navali della Spagna, o)trc a vecchie navi di scarso valore n1ilitare, erano costituite, 1 all'inizio

del 1898, da tre incrç,ciatori corazzati d i costruziònc spa• gnuola (Maria Teresa, Almirante Oquéndo, Vizcaya) di 6890 tonn. armati di II 270, X 140 cm., dal Cristo.bai Colon di 7300 tonn. ottimo incrociatore corazzato costruito in Italia, che però non potè partire col completo armamento stabilito (II 250, X 150, e VI 130) poichè i due cannoni da 250 no11 si ebbero in tempo. Inolhe c'erano tre - cacciatorpediniere di 400 tonn. di costruzione inglese. Gli equipaggi erano poco istruiti e poco allenati; nè a Cuba nè in alcuna altra isola delle Antille esisteva una base navale a cui la flotta potesse appoggiarsi. Più tardi furono armate la corazzata Pelayo, di costruzione relati-

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vamente recente, e le vecchie navi che da tempo erano rimaste negli arsenali. Le forze mil. degli Stati Uniti erano costituite da un esercito permanente ridotto al minimo (29.000 u. fra uf. ficiali e truppa e 10.000 fra cavalli e muli) diviso in 25 regg. di fanteria su· 8 ,cp.; 10 regg. di cavalleria, su 10 cc troops » (mezzi squadroni); 7 regg. art. su 12 btr., 2 da campagna e 10 da costa o fortezza; un bgl. del genio su 4 cp., 1 corpo di segnalazioni ottico elettriche, 1 scz. aerostieri su 2 palloni osservatori, servizi di sa.n ità e sussistenza. Leggi speciali disponevano la chiamata delle « milizie volontarie " e della « guardia nazionale "· Di fronte alla scarsa organizzazione delle forze di terra, gli Stati Uniti disoonevaoo di una marina assai importante. più forte, pii1 n1oderna e meglio organizzata di quella spagnuola, costituita di 5 corazzate (Indiana, Massacchussers, Oregon di 10.231 tonn . armate di IV 340, Vili 200, IV 150; Jowa, di ·costruzione simile, ma armata di lV 300, VI 100, VIII 200; Texas di 6300 tonn . con Il 300 e VI 150); due incrociatori corazzati (New York di 8150 tonn . armato cou VI 200, XU 100; Brooklyn 9150 tonn., armato con VlII 210, Xli ,30) sei monitori per la difesa costiera; altri 13 incrociatori protetti, 5 piccoli incrociatori e 6 torpediniere veloci, oltre a numerose navi antiquate. Di J?!Ù facil i e sicuri erano i rifornimenti del na,•iglio americano, mentre la flotta spagnuola era separata dalle sue basi da migliaia di miglia di navigazione oceanica. L'isola di Cuba costituiva per gli Americani una prt-da militarmente importantissima, poichè li avrebbe in parte liberati dall a soggezione dell 'Inghilterra che, ·occupando le Bahamas e la Giamaica, ·dominava tutte le linee di accesso dall'Atlantico alle coste centro americane. Non meno importante per l 'Uuione Americana era la conquista delle Filippine; esse doveva!'o costituire la base asiatica della penetrazione commerciale e politica nell'Estremo Oriente, collegata colla metropoli dalle isole Hawai, di cui fu proclamata l'annessione il 6 giugno. Le operazioni militari. Rotte le ostilità dagli Stati Uniti, la loro flotta stabilì iJ. blocco intorno a Cuba mediante la squadra del Nord Atlantico, comandata dall 'ammir. Sampson e partita dalla sua base di Key West, in Florida, il 22 aprile. A Matanzas ebbe luogo il 27 aprile un breve bombardamento. Da queste operazioni, scarse di risultati militari, gli Americani s~ convinsero di potere contare assai poco sugli insorti cubani, e della necessiti assoluta

Itinerario percorso d alla squadra di Cervera da Cadice::-a Santiago di Cuba.

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di portare a Cuba una forza di sbarco. Intanto la flotta spagnuola, fra ord ini e contrordini, comandata dall 'ammir. Cervera, conscio dell'inferiorità delle proprie forze, .si andava avvicinando ·alle ,Antille. Gli era stato _•a ffidato il fantastico compito di d istruggere la base americana di Key West, coll'aiuto delle navi che già si trovavano all'Avana, -e di bloccare le coste degli Stati Uniti. L'8 aprile il Cervcra giunse a San Vincenzo di Capo Verde, pur senza sapere che la gu erra era stata dichiarata, e, sprovveduto di denaro, di munizioni, di carbonè, colle carene delle navi ,così sporche da n'on permettere velocità superiori alle 14 miglia, ebbe il 21 l'ordine di recarsi a proteggere Porto Rico . Nella notte su l 29 salpò cogli incrociatori corazzati Maria T eresa (ammiraglia) Oquendo, Vizcaya, Colon, e : «cacciatorpediniere Furor, Tenor e Pluton; altre 3 torped iniere furono rimandate in patria, perchè in cattive cond izioni . Costretto a rimorchiare i suoi cacciatorpediniere ,per risparmiare le macchine e per fare economia di carbone, solo il 12 maggio giunse alla Martinica, dove seppe -di non poter contare sui rifornimenti di carbone che da Madrid gli erano stati promessi; cbc una potente forza navale an1ericana sj trovava d inanzi a San Giovanni di

Porto Rico; che la floua spagnuola delle Filippine era stata distrutta. Non gli pervenne un_ telegramma mandatogli da lla Spagna, col quale si autorizzava a rientrare in patria. Recatosi a Curaçao per carbonare, non vi trovò i piroscafi -che il governo spagnuolo gli aveva promesso di mandare, e coi carbonili quasi vuoti il 15 maggio partì per Santiago de Cuba, dove riuscì ad entrare il 19, senza es~ere stato .avvistato dagli Americani. Mancando di badili, di sacchi, <li qualunque mezzo per carbonare, gli fu impossibile dirigersi sull 'Avana, e quando fu pronto, ormai la flotta nemica, concentrata davanti a Santiago, era pront:i. ad im pedirlo. Gli Americani, raggiunti eia truppe da sbarco, bloccarono la piazzaforte da terra e da mare: ne derivò l'uscita del Cervera, la battaglia navale di Santiago (V.) e la caduta della città. Subito dopo il gen. Milcs sbarcava con 30.000 u. a Porto Rico. Frattanto gli Americani avevano mandato contro le Filippine la d1vis. nayale di stazione in Cina che, all'ini • zio delle ostilità, si trovava a Hong-Kong, al comando -del commodoro Dewey (incrociatori corazzati Olympia (ammiraglia), Baltimora, Raleigh, Boston, cannoniere Con~ cord e Petrel). Jl commodoro g iunse di fronte alla baia di Man il la il 30 aprile e decise di forzarne l'ingresso: ne seguì il giorno dopo la battaglia di Cavite e la resa di Cavite, dove gl i Americani stabilirono la propria base di · operazione. Assicuratisi il dominio del mare, il 12 maggio giunsero le prime truppe da sbarco, 2500 u. che avevano partecipato alla p resa dell'isola di Guam , e più tardi altri 3500. Il 7 agosto, compiuti i preparativi per agire dalla terra e dal mare, veniva investita Mani/la (V.) •che si ar rendeva il 13. Intan to nella Spagna, sotto la pressione della p ubblica opi. n ione, il governo aveva fatto qualche vano tentativo per mandare dei r inforzi a Cuba, e per inviare una squadra .a Manilla. Il 27 maggio fu disposto che I 'ammir. Ca, mara, comandante la squadra di riserva, si recasse alle Canarie, e vi caricasse viveri e carbone per una lunga navigazione; doveva quindi d ividere le proprie forze in 1:re divisioni la prima delle quali (incrociatore corazzato Ca rlos V e piroscafi armati Rapido, Patriota, Meteor col yacht armato Giralda) doveva recarsi al suo coman do alle· llc rmude per operare offensivamente sulla costa americana e raggiungere in seguito l'Avana o Santiago; la seconda

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(corazzata di seconda classe Pelayo, vecchia corazzata Victoria, cacciatorpediniere Audaz, Osado e Proserpina) doveva incrociare per una decina di giorni a N . E. delle Canarie e quindi rientrare in Sp,agpa; la terza (tre piroscafi armati) doveva fare la guerra al commercio. La mancanza di basi, . di carbonai, e• la insufficienza dell'armamento rendevano però impossibile lo svolgimento delle azioni ordinate. Nuovi movimenti nell 'opinione pubblica consigliarono di modificare gli ord ini da6, e di inviare il Camara alle Filippine con 4000 i.i. di truppa. Giunto a Porto Said, gli fu rifiutato di car bonare e imposto di uscire dal porto; non migliori accoglienze ebbe a Suez e finalmente ritornò in Spagna perchè si era saputo che unà squadra americana, comandata dal commodoro Watson, stava per attraversare l'Atlantico. 11 26 luglio l'ambasciatore francese a Washington apri a nome della Spagna le trattative di pace; gli Stati Uniti chiesero: rinuncia alla sovranità di Cu_b a, cessione di .Porto Rico e di un'isola nell'arcipelago dei Ladroni, occupazione della città, della baia e del porto cli Manilla fino alla conclusione della pace in cui si sarebbe deciso del governo del! 'arcipelago, debito pubblico cli Cuba e di Porto Rico assunto dalla Spagna. Le gravi condizioni non sembrarono accettabili e la resistenza continuò; ma a Manilla il gen. Augustin, strettamente assediato, era ridotto agli estremi, a Porto Rico le forze del gen. Macias, costrette a chiudersi in S. Juan, resistevano per salvare l'onore delle armi, a Cuba, infine, .il gen. Bianco non clisponeva ormai che di 35.000 u ., insufficienti a salvare !:Avana dal bombardamento. Intanto Don Carlos, che da Bruxelles si era portato a Lucerna, stava organizzando la guerra civile; sorgevano agitazioni interne nella provincia di Cuenca, e sui confini di Guipuzcoa e della Navarra; la nazione era spossata e il governo del Sagasta dovette cedere. I prclimi nari di pace furono firmati il ,:z agosto e il ro dicembre questa fu conclusa a Parigi (V.). lspano•t1rarocchina (Guerra : 1859-60). L'ant. piccolo possedimento spagnuolo di Ceuta fu attaccato nell'agosto 1859 da un reparto di Marocchini, imospettiti per lavori di fortificazione cbc gli Spagnuoli andavano facendo. Dopo vane tratta6ve, la Spagna (22 ottobre) dichiarò la guerra al Marocco, e il r9 novembre, al comando del gcn. O' Donne!, incominciarono a sbarcare a Ccuta i primi scaglioni dell'esercito, il quale raggiunse la forza di tre C. cl'A. , una divis. di riserva, una divis. di cavalleria, comprendenti 30 bgl. di fanteria, 18 bgl. di cacciatori, 12 sqdr. di cavalleria, 15 cp. del genio, ,4 btr. d'artiglieria, 5 cp. d'a1t. da montagna: in tutto, 45.000 u . e 3000 cavall i: durante ,la campagna i rinforzi ammontarono a 9000 u., oltre a q uelli destinati ai servizi. Le prime operazioni si svolsero nei d intorni immediati di Ceuta, con scontri in terreno accidentati; i Marocchini erano al comando di Muley Abbas, fratello del Sultano : le loro forze sono imprecisate, ma si fanno ammontare a circa 40.000 u. Il gen. O' Domai iniziò la costruzione di una strada in direzione di Tetuan, seguendo la costa, sotto la protezione della Rotta spagnuola . Creato un campo trincerato nella posizione d i El Serrallo, dove rimase il z0 C. d 'A., le altre truppe iniziarono il 1° gennaio 1860 la marcia su Tetuan. La marci:) .fu ostacolata <lai Marocchini, e ne derivarono il combattimento cli Castilleios, e alcuni scontri minori, a Uad e! Azmir, al capo Negro, al rio Alcantara, a Gdcli. F inalmente, il 4 febbraio, gli Spagnuoli raggiungevano Tetuan e la prendevano dopo avere 26

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sconfitto i Marocchini. Seguivano altri scont,i. a ·Sarusa, mentre la flotta spagnuola bombardava R,abat e qualche altra località del Marocco. Il gen. O' Qonnel si mise in marcia verso Tangeri ii 23 marzo; i Marocch.i,nj lo affrontarono a Uad Ras lo stesso giorno e vennero sconfitti. Ailora si rassegnarono alla pace; la Spagna ottenne un'indennità di guerrà di roo milioni e un ·ampliamento del territorio intorno a Ceuta,

Ispettorato. Ente che ha mansioni di vigilanza e di ispezione su determinate armi, specialità o branche dei vari serviz:i. Presso tutti gli eserciti esistono /. con compiti prc.ssochè simili. Essi furono creati per la prima volta in Francia nel 1668 : uno per la fanteria e uno per la cavalleria; in tale epoca, non esistevano unità superiori al règgimento, e i generab esercitavano effettivo comando solo in guerra. Precedente all'Ispettore, fu il Colonnello generale. Nell'esercito italiano, in base all'ordinamento del 1926, esistono i seguenti Ispettor ati: Ispettorato de/ Genio: è retto ,eia un generale di C. d' A. o di divis. sovraintendente all'istruzione e ai servi:1,i del genio, in rapporto pi.ù specialmente a ' quanto si riferisce ai progressi tecnici. Esercita l'alta sorvegl ianza sul servizio degli specialisti; corrisponde direttamCJJtc e.o n i coman di <lei gen io per ]'istruzione tecnica professionale delle truppe, per il servizio c,lel materiale e per rotto quanro possa ~oncernere l'esercizio delle sue attribuzioni; riceve dal capo di S. ~- dell'esercito le dùettive per l'indirizzo delle istruzioni e dello ·speciale servizio delle truppe dcli 'arma in relazione al loro impiego in guerra per la compilazione di determinate istruzioni ~pccia]i riguardanti le truppe dell'arma, e per il suo concorso allo studio di tutto quanto riflette i mezzi propri dell'arma. L'l. del genio sovraintende anche a quanto riflette il perfezionamento della cu ltura tecnico-professionale degli ufficiali del genio e alla definizione dei programmi di studio per gli allievi dell 'accademia e per tutti i corsi speciali dell'arma; esegue e fa eseguire ispe:1,ioni e visite a corpi, i1ffici cd enti dell"arma . 1.cpettorato dell'artiglieria: è retto da un generale di C. d' A. o cli divis. H a nei riguardi di tale arma e dei servizi ad essa inerenti le, stesse mansioni e gli stessi compiti di ispczjone e di vigilanza che I' T. del genio esercita nei ri.llessi della propria arma. In più esso è consultato dal Ministero della guerra sulle principali questioni riflettenti il servizio ippico per quanto imci;essa l'arma d "art. e inoltra al Ministero le p roposte che ritiene utili su tale argomento . I

Ispettorato delle truppe cele,-i: deriva dalla fusione dei due r. preesistenti; della cavalleria e dei bersagl ieri. È retto da un generale di .C. d 'A. o di divis. Sovraintende alla istruzione e al servizio tecnico dei bersaglieri ciclisti e della cavalleria, agli studi ·ed agli esperimenti relativi al personale, ai cavalli, al materiale di ·tali truppe ed a tutto quanto ·si riferisce ai progressi tecnici che possono interessarle. Nel campo delle sue attribuzioni corrisponde direttamente con i comandi superiori di cavalleria e con quelli di reggimento bersaglieri. Riceve dal capo di S. M. dell'esercito direttive : per J'indu izzo dell'istruzione delle truppe celer1; per la compilazione di determinate istruzioni speciali riguardanti dette truppe; per lo studio delle varie questioni tecniche riflettenti i bersaglieri ciclisti e la cavalleria. Fa. proposte al . capo di S. M. dell 'csercito per le

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esercitazioni speciali -delle ·truppe celeri; ' esegue e fa eseguire ispezioni ai regg. di caval leria e dei bersaglieri; è consultato 'dal Ministero• sulle principali q uestioni riflettenti il servizio -ippico per quanto interessa la cavalleria; esercita azione d i vigilanza ·sulla preparazione tecnico-professionale degli ufficiali appartenenti alle truppe celeri. Ispettorato delle truppe ~alpine; è retto da un generale d i C. d'A. o di divis. Ha nei riguard~ delle. truppe alpine le stesse mansioni cli vigilanza e di ispezione che esercita neL riflessi delle truppe celeri l'ispettore cli queste . l.<pettorato tecnico automobilistico: è retto da un generale di brigata o colonnello. Ha nei riguardi dei centri automobil istici e del funzionamento del servizio automobi listico in genere le stesse mansioni di vigilanza e di ispezione proprie degli ispettori delle altre armi. Tsp,wortitq amministrati~o. Ne esiste uno per ogni C. d 'A. e fa parte integraore -del comando della grande unità. È retto da un impiegato civile del grado di capo sezione che dipende direttamente dal comandante del C. d ' A. Invigila sull 'andamento dell'amministrazione in genere d i tutti i corpi e reparti , della grande unità e n e tiene informato il comandante, rappresentandogli gli eventuali provvedimenti da adottare. La sua vigilan.z à si esercita mediante ispezioni amministrati.ve alle quali è autorizzato dal comandante del C. d'A. È coadiuvato nel disi1X1pegno delle sue mans ioni da ufficiali inferiori d'amministrazione e da personale di ufficio d 'ordine.

Isp,·ttorato di Commissa,·iato . E retto da un magg. generale Commissario, ed ha compito di azione ispettiva sulI'andamento del servizio di commissariato n ella cucoscr izione di p iù corpi d'armata. Ispettorato di Sanità di zona. È retto da w1 magg. generale comm issario, ed ha còmpito di azione ispettiva su] servizio sanitario della circoscrizione di zona che comprende il territorio di giur isdizione di diversi corpi d'armata. Gli I. di sanità fanno capo direttamen te al Mi.nistero della guerra e hanno per il funzionamento persoJJalc di concerto e d 'ordine. Così gli J. di veterinaria. Ispettorato di mobililllzio11e. Ne esiste uno per.. ogni divis. mil. territoriale, ed è retto da un generale di brigata coadiuvaro da un ufficiale superiore e da alcuni ufficiali inferiori. Suo compito è quello di invigilare, alla diretta dipendeina del comandante della divis., su tutte le opérazioni di mobilitazione dei vari centri, sovvenendo questi con direttive e disposizioni completive cl.i quelle .emanate dalle autorità superiori. Ispettorato della Fant eria. La legge del 1926, che creava g li J. di cui abbiamo detto, non faceva cenn o di quello per la fanteria, deliberatamente escluso, perchè tale arma è già inquadrata permanentemente , in grandi unità territoriali, e perchè i comandanti di qncstc hanno già competenza specifica a indirizzare, a coordina.re, a invigi lare l'addestramento dell'arma e la sua preparazione bellica. Per dirla in altri termini: la fante.ria, all'atto cl.ella mobilitazione, conserva il proprio ordinamento gerarchico : le al tre armi cambiano, poco o molto, la struttura gerarchica dal tempo di pace al ten)po di guerra : di qui la necessità di ayere uno speciale organo unificatore e coordinatore.

Ispezione alle armi. È la visita accurata che viene passata alle armi di un soldato per vedere se esse sono


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cariche o scariche e in buone condizioni di funzionamento. Prima si diceva " esame delle armi ».

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Ispezione alle guardie. Ogni corpo provvede mediante I. ad accermre il ~cgolare servizio delle guardie che fornisce. Le / . sono compiute generalmente da ufficiali infe-

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riori. Le guardie comandate da uffic iali subalterni devono essere ispezionate da un capita no. Quelle comandate da caporal i possono essere ispezionate da sottufficiali, e quelle comandate da sergenti possono essere ispezionate da marescialli. L'ufficiale di /. ha !"incarico di accertare .se il servizio procede regolarmente in ogn i sua parte, e perciò deve assicurarsi che tutte le prescrizioni comuni alle guardie ,n genere e quelle particolari della guardia che ispeziona ,,ano osservate, e che i graduaù ed i soldati della guardia conoscano J!, consegna. Provvede perchè sia el iminata qual ; iasi difficoltil al regolare funzionamento del servizio. Può dare online di caricare le armi e, in caso cli necessità, può dare consegne provvisorie, per iscritto. L 'ora in cui le guardie devono essere ispezionate e il numero delle f. da fare a ciascuna guardia nelle 24 ore, sono fissati dall 'autorità che ordina il servizio. Le guardie comandate da ua capitano sono esenri da ispezione. Quelle comandate da un subalterno no n occorre siano ispezionate ogni giorno . 11 comandante del presidio, oltre le / . comandate dai corpi, ne fa eseguire altre saltuariamente, comandandovi ufficiali superiori o capitani dei corpi dipendenti. Di giorno l'ufliciale d' J. enu·a nel corpo di guardia senza alcm1a formalità. Di notte, ed anche di giorno per quei posti dove è prescritto, l'ufficiale d'/. si ferma al grido: u alt - chi va là », che la sentinella dà quando egli si trova alla distanza indicata dalla consegna, e risponde : « ispezioDe » . La sentinella grida: ,, alto là » ·e chiama il comandante della guardia. Questi esce con l'arma alla mano e, fermatosi a cinque passi dalla sentinella grida : " avanti l'ispezione » . L 'ufficiale si accosta e si fèrma a due passi dal comandante c.lclla guardia, il quale sal uta e si mette agli ordini dell'ufficiale, se appartiene allo stesso corpo. Se ·l'ufficiale è di altro corpo deve farsi riconoscere per mezzo della formula d i riconoscimento la quale comprende la « parola » e Jn « controparola » . Pel riconosc imento il comandante della guardia chiede: « p:irola » : l'ufficiale dà la parola e il comandante della guardia dà la controparola. Quando l'ufficiale è accompagnato da scorta, armata o no, questa deve .fermarsi - di notte - alla intjmazione della senti nella, e non può avvicinarsi se non quando la sentinella abbia gridato: « a,•anti la scorta». Gli ufficiali che ispezionano una guardia, segnano l'ora ed appongono la fi , ma sul rnpporto ordinari.o . Compilano poi il loro rap• porto e lo consegnano personalme111c ,ùl' uflicio <la cui fu. rono comandati. Riscontrando qualche inconveniente che richieda superiori provvedimenti urgenti, ne riferiscono subito e personalmente a l comando del corpo o del presidio.

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Pinaro, manda la migliore ..:avallerià a fronteggiare Parmenione. Alla .sr. ba maodato fanterìa leggera, ~verso il monte, che viene a trovarsi q uasi di fianco alla · dr. di Alessandro; questi la fronteggia con reparti di fanteria leggera e la sloggia anzitutto da quella posizione pericolosa per la sua manovra . L'attacco si pronuncia con avanzata generale del fronte macedone su tutta la .linea; il successo è marcato a dr., dove l'ala sr. persian,, cede: invece a sr., dove le truppe macedoni sono ostacoldte da palizzate, non

Battaglia (lj Isso

solo non avanzano, ma sono attaccate a loro volta da Greci mercenari al soldo di Dario. Accorre Alessandro e carica di fianco i Greci ro\'esciandoli. Le due cavallerie, da questa parte, erano già in mischia, e q uella persiana cede solo dopo di avere ved uto lo sbaraglio dei Greci. Ormai la ,confitta è completa, e l'esercito di Dario cerca di salvarsi per le montagne, inseguito e tagliato a pezzi dai Macedoni. Dario riesce a salvarsi, ma lasciando ~ul campo, secondo gli storici greci, 100. 000 uomini, me.otre Alessandro non a,•rebbc perduto che 32 fanti e 150 cavalieri e a\'uto 504 feriti I Il. Bauaglia di Isso (194 d. C.). Appartiene a~a lotta fra Settimio Severo e Pcsccnnio Ni,gra, enrrambi proclamati imperatori. 11 primo, con la viuoria, si assicurò il trono. III. Battaglia di Isso (632). Appartiei1c alla lotta dei Bizanum contro i Persiani. L 'i mperatore Eraclio sconfisse le truppe di Cosroe li.

Isso. Ant. borgo della Cilicia, in fondo al golfo di Ales• sandretta.

IV. Ba11aglia di Isso (1488). Appartiene al tentativo dei T urchi di marciare contro l'Egitto per occuparlo . Mossero in numero di 8 0.000 per questa impresa, ma venoero affrontati nella valle dcli'/. dagli Egiziani, e pienamente sconfitti, tanto che deposero il pensiero dell'invasione.

I. Battaglia di Isso . Appartiene alla guerra fra Alessandro Magno e Dario III. Quest'ultimo aveva varcato l'Amanus con ua esercito che s1 ra ascendere a mezzo milione d'uomin i, e si trovava con la sr. al detto monre e la dr. verso il mare, q l1ando fu attaccato dalle eruppe di Alessandro, il quale avanzò con In cavalleria alle ali, assumendo il comando della dr. e affidando a Parmenionc il comando della sr. Dario, che si è schierato in profondità sulla dr. del

lssondun (Ant. Uxellod111111111). Città della Francia, nel clip. dell'l ndre. Era già nota nell'epoca romana e fu presa da Cesare. Nel medio evo fu piazzaforte importante. Nel 763 vi si combattè una battaglia frn Pipino il Drcvc e i Guasconi, nella quale questi ultimi furoao sconfitti. Successivamente, /.. resistette con fortuna a due assedi, uno sotto Carlo VII, e uno sotto Luigi XIV. Nel n95 vi fu concluso un tra ltato fra Giovan ni Senza Terra d 'Inghilterra e Filippo Augusto di F rancia .


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I sterismo (Medicina legale mii.). t una psico-neurosi rara nel! 'ambiente mil., poichè, per quanto diligente sia la selezione all'atto del reclutamento, sfuggono spesso soggetti psico-neuropatici, che si rivelano facilmente nelle contingenze speciali del servizio. Se ne distinguono due forme: una non convulsiva, l'altra caratterizzata da crisi d'indole motoria e psichica. La ,prima presenta: tachicardia o variazioni spiccate di pressione arteriosa, anestesie a ,•aria forma e sede, parestesie, meno frequentemente iperestesie; riflessi cutanei diminuiti, esagerati · invece i rotulei-achillei, pupille spesso ampie, tremori diffusi o limitati, monoplegie, en:J..iplegic, astasia, abasia, ovvero contratture in posizioni strane, disturbi vasomotori, ecc. Psichicamente: viva fantasia, ideazione poco coordinata, eccessiva vanitosità, senso morale scarso; senso affettivo poco sentito, ma esteriorizzi'to ia modo teatrale, volizioni incostanti, ecc. Nel militare si ha condotta improntata a un interesse personale, ~on facile simulazione di malattia, di suicidi, ecc. Nella forma convulsiva gli attacchi si manifestano spesso in seguito ad emozioni e sono caratterizzati da caduta non improvvisa, da convulsio1J..i cloniche coordinate ad uno scopo d'interesse individuale, da coscieaza obnubilata nelle ultime fasi, da riflessi pupillari e corneali intatti o poco modificati, da memoria quasi normale, da lieve cianosi facciale, ecc.; l'accesso dura da mezza a qualche ora e può terminare in riso o pianto. Meno frequenti sono i grandi attacchi distinti da Charcot nel periodo epilettoide (fase tonico-clonica), nel periodo delle contorsioni (movimenti ad arco di cerchio), nel periodo degli atteggiamenti passionali e in quello del delirio religioso, erotico. Degne di nota sono poi le crisi d'indole psichièa: stati crepuscolari isterici, con coscienza confusa, stati sonnambolici e perfino sindromi di pazzia isterica (Schiile). 11011

Non rara è la si11rnlazione degli accessi volgari, ma essa si scopre facilmente poichè il vero isterico ha le stigmate funzionali, ereditarietà spesso similare , carattere isterico, ecc. In base all'ar t. 29 dell'Elenco A sono causa d'inabilità assoluta al servizio militare le forme gravi d'isterismo; le meno gravi solo dopo trascorso il periodo della rivedibilità, le une e le altre previa osservazione in Ospedale Militare .

l stikal. Ord ine cavalleresco fondato ncll'Hegiaz (1916) per ricompensare servizi resi allo Stato, così nel campo mii. come in quelJo civile. Comprende cinque classi. Istituto d i Mar ina. Fondato a Livorpo dal g randuca Leopoldo I Ordine dcll'Istikal di Toscana nel 1766. Gli al=i erano çhiamati cadetti; entravano a 16 e venivano nominati ufficiali a 20 auni. Nel successivo secolo, esistette a Livornò u~ lstit.,to dei Cadetti d' Artiglieria.

Istituto di Architettura Militare. Ha sede presso il Museo del Genio ·a Roma, e, attraverso a ·ricerche nel Regno, nelle Colonie, all'Estero, dovunque lavorarono in ogni tempo i nostri ingegneri mi!., ,m ira a r ievocarne le opere. Una ricca -biblioteca è an'nessa all 'Istituto e comprende opere di carattere tecnico-milita.re, che trattano tutto ciò che si è scritto intorno all'arte della fortificazione dai tempi più remoti ad oggi; ope.re di storia locale che si riferiscono

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a llo svolgimento degli eventi che hanno concorso alla costruzione delle fortificazioni; disegni, stampe, fotografie, manoscritti e plastici che comunque interessino le fortificazioni dei nostri ingegneri. Lo scopo dell'l. è quello di raccogliere e porre a disposizione degli studiosi tutto quanto riguarda tale branca della scienza militare, sia sono l'aspetto storico che artistico, sia bibliograficamente che iconograficamente, non per il so!o medio-evo ma per tutte le epoche. Viene documentata cosl l'evoluzione della nostra architettura bellica attraverso tutti i tempi e lungo tutte le terre, evoluzione distinta in cinque periodi: il preistorico che ebbe carattere •univeì-sa.lc, il medioevale .nel quale l'arte torna ad essere nazionale, il periodo del Rinascimento che ridiventa europeo e infine il contrunporaneo che è nazionale.

Istituto chimico farmaceutico militare. Nel 1832, istituendosi il Consig lio superiore di Sanità mii. - di cui faceva

Istituto chimico militare: Reparto medicatura

parte in qualità di membro str~ordinario un chimico farmacista - contemplava la necessità di ordinare, appena possibile, lo stabilimento di un Laboratorio centrale chimico farmaceutico. Ciò venne realizzato a Torino nel l 833, e il laboratorio ebbe l 'incarico di preparare e distribuire, agli ospedali, alle infermerie, ai corpi e reparti dell'esercito, i medicinali e i materiali Occorrenti per il servizio sanitario e veterinario. Nel 1884 il Laboratorio venne chiamato « Istituto chimico farmaceutico militare » . Il suo compito principale è quello di fabbricare o provvedere dal commercio, collaudare ed allestire, i medicinali e materiali di medicazione necessari agli Stabilimenti di cura e ai corpi e reparti di tutte le Forze Armate dello Stato, sia per i bisogni ordinari, sia per Je dotazioni sanitarie di guerra. Esso provvede anche i necessari strumenti cd attrezzi di chimica e farmacia, nonchè i recipienti abbisogaevoli per la costituzione, o la rinnovazione, del materiale farmaceutico occorrente per i l servizio in cam- · pagna. L '/. funziona inoltre come organo tecnico per gli studi, esperimenti, analisi chimiche riguardanti il servizio sanitario, l'igiene e l'alimentazione del soldato, a seconda


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degli incarichi che possono essergli affidati dal Ministero della Guerra. Il quadro organico del personale assegnato allo Stabili-

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In relazione alle esigenze del servizio tecnico ed ammini~ strativo interno, l'l. è così ripartito : 1<> Laboratorio preparazioni chimico-farmaceu tiche; 20 Laboratorio preparazioni di uso ipodermico e per suture chirurgiche; 3° Laboratorio materiale da medicatura; 4° Laboratorio analisi chimiche; 5° Laboratorio studi ed esperienze; 6° Reparto allestimento d~tazioni sanitarie e veterinarie; 'f' Magazzino di deposito e di distribuzione; 8" Ufficio del materiale; 9° Uffici di amministrazione. Sotto i riguardi tecnici e sci7 ntifici, l'/. dipende dalla Direzione generale di Sanità m ii.; per studi e particolari indirizzi, dall'Ispettorato di Sanità mii. della I Zona; disciplinarmente, dalla DiTezione di Sanità mii. del C. d'A. di T orino. Una nuova sede dello Stabilimento, costruita se• condo le moderne esigenze e con le direttive suggerite dai progressi attualmente raggiunti nel campo tecnico-industriale, sta per essere ultimata (1930) a Firenze.

Istituto chimico m ilìtare : Nlacchine per medicature

mento comprende: 17 ufficiali chimici farmacisti (I ten. colonnello, Direttore; 6 maggiori; 5 capitani ; 5 tenen ti);

Istituto g,·ografico militare . Costituitosi il Regno d'Italia, nel 186r, si provvide alla unificazione del servizio cartografico ed alla riunione in un solo I. degli analoghi uffici degli Stati scomparsi. Si ebbe così l'Ufficio tecnico del Comando del Corpo di S. M. dell'Esercito, con sede in Torinò, trasferito a f 1renze nel 1865, e riord inatosi in Istituto Topografico Militare dapprima (anno 1872) per assumere nel 1882 la denominazione di Istituto Geografico Militare. S,e• condo l'ultimo ordinamento, l'/. si compone di : - una Direz ione, retta da un ufficiale generale, con un vice direttore ed una segrèteria distinta in tre Sezioni : ordinamento lavori, segreteria generale, archivio cart<)grafico ed ullicio amn1inistrazione; J - Uffici e servizi direttamente dipendenti dalla Dire-

zione: Ufficio studi militari e speciali Scuole (di geodesia, topografia, cartografia, aerofotopografia, disegno, incisione, ecc.);' ufficio smercio, ufficio truppa, officina meccanica, redazione della rivista «L'Universo», biblioteca, cartoteca. - Quattro Divisioni: 1a) serviz iQ geodetico, retta dal Geodeta Capo; ha sezioni di ingegneri geodeti, topografi, triangolatori, ecc., archivio geodetico, raccolta d 'istrumenti Istituto chimico mHitare Confezi?ne materiale per suture chirurgiche 2

ufficiali di amm inistrazione; 6 archivisti; nonchè una

maestranza, masch ile e femminile, oscillante, a seconda dei norma li bisogni di servizio, intorno ai 300 operai.

geodetki, e topog~afìci, scrvjzio rnareometrico, osservatorio metcreologico; z•) servizio topografico, con sezioni cli rile-

vatori, ufficio fotogrammetrico e stereofotogrammetrico, ufficio toponomastico; si occupa dei riUevi topografici sul terreno, costruzioni dell'originale delle levate topografiche e degli aggiornamenti; 3") serviz io cartogm/ìco, comprendente

Istit uto geografico militare : i plastici


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sezioni disegnatori, litografi, incisori; e tiene la canoccca e compila e disegna le carte derivate dalle levate originali; 4a) servizio fotomeccanico, di riproduzione e stampa; ne dipendono: il. gabinetto di chimica, officina fototecnica, di stampa, tipografia, litografia e legatoria, archivio dei tipi (in pietra, rame e zinco) officina per la costruzione dei plastici; 5•) servizio fotogrammerrico, con sezione fotografica terrestre, sezione foto-aerea, sezione aereo[otogrammctrica. Il personale dell'Istituto comprende : ufficiali, tecnici civili (geodeti, topografi, disegnalOri, segreuri) , artieri (specializzati, operai, rr cccanici) e truppa (piantoni, operai, telefonisti , attendenti ecc.). Compito principale dell'/. è quello della costruzione degli originali delle le,•ate topografiche onenuti mediante misure effettuate sul terreno e della stampa delle carte derivate da detti originali. (V. Cal'tografia). Con la sua attività esso contribuisce grandemente a tutti gli studi di alta geodesia. Lavori suoi più importanti: costruzione di una rete geodetica continua stesa su tutto il territorio nazionale, collegata con la triangolazione degl i Stati vicini e co n le reti geodetiche dell'Albania, Dalmazia, Malta, Tunisia e Sardegna, con determinazioni astronomiche iniziatesi fin dal 1864 a Momc Mario (Roma); dal 1895 in poi: livellazione geometrica di p~ecisionc, la quale è di grande utilità in moltissime applicazioni dell'ingegneria civile; determinazione della gravità lungo le lince di livellazione; operazioni di mareografia per la misurazione del livello medio della superficie del mare. In relazione a ciò, l'Istituto ha pullblicato istruzioni varie sui procedimenti scientifici in uso presso di esso, tavole di calcol i, relazioni delle principali operazioni geodetiche ed astronomiche, dati sulla triangolazione fondamentale, dati della rete altimetrica fondamentale. Vanno, infine, segna lati i cospicui lavori di fotogrammetria cd aereofotogrammetria, che sono in continuo progresso, la pubblicazione dcli' « Atlante dei tipi geografici » d esunti dai rilievi al 25.000 ed al 50.000 dell'l. stesso, a ,cura del compianto prof. Olinto Marinclli, i n 78 tavole, ricche di interessanti annotazioni; la redazione della importante rivisu scientifica « L 'Uni\'crso "; la compilazione di monografie geografiche, ecc.

Da ricordare, fra i più j ll uminati Direttori dell'/., che tanto contribuirono a far sl che esso raggiungesse l'altezza alla quale oggi è pel"·enuto, sicchè le altre Nazioni cc lo invidiano, il generale Ezio De Vecchi fondatore dcli'/ .. i l generale Annibale Ferrero, che portò I'l. a grande rinomanza in Italia e all'estero, i generali Biagio De Bencdictis, Viganò, Moni, assunto alla carica nel 1901, il q uale dette grande impulso e largo sviluppo ai problemi interessanti la determinazione del la forma e della grandezza della terra. E ancora: i generali Camillo Crema e Gliamas, ideatore del metodo di riproduzione artistica delle carte, che prese il suo nome; il generale Alberto Cavaciocchi e l'attuale (1930) generale Nicola Vacchelli, che dall'immediato dopo guerra regge le sorti dell'l. :1vviandolo ed innalzandolo a lle maggiori altezze. l stiwto Idrogmfico della R. Marina. Nel 1856 fu ist ituito a Livorno un Ufficio centrale scientifico che aveva lo scopo di fornire alle RR. Navi la suppellettile scientifica, di \'enire con tutti i mezzi in aiuto ai naviganti, e di collaborare al progresso degli studi attinenti alla na vigaz ione. Uno dei prim i lavori comp iuti da tale ufficio fu una idrografia delle coste italiane. Alla d istribuzione delle carte rclarivc provvedeva l'ufficio scientifico del ,o dip. mar., con sede a Genova, il q uale aveva anche l'incarico

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del serv1z10 mctereologico e magnetico e della compilazione e distribuzione degli avvisi ai naviganti. Tale ufficio, situato nei locali dell 'antico Forte S. Giorgio, assunse nel 187': il titolo di Ufficio centrale idrografico della R. Marina, allorquando fu soppresso l'analogo Ufficio scientifico di Livorno. Nel 1898 l'ufficio scientifico del 1"' clip. mar. assunse J'at• tualc denominazione. È. retto da un capitano di vascello cd ha alla sua dipendenza i tre uffici idrografici dipartimentali di La Spezia, Taranto e Venezia; è suddiviso in d iverse divisioni ed uffici, di cui i più importanti sono: Divisione Cartografica, che ha il compito di compilare, disegnare e pubblicare le nuove carte idrografiche d'Italia e delle Colonie, di aggiornare le carte idrografiche di qualsiasi regione, di pubblicare l'elenco dei fari e segnalamenti marittimi, e di compilare, stampare e distr ibuire scnimanalmente alle RR. Navi ed a tutte le autorità marittime nazionali ed estere gli " Avvisi ai naviganti » che sono redatti in base alle notizie. pervenute dalle autorità militari marittime e da tutti gli uffici idrografici dd mondo.

Istituto idrografico della R. Marino a Cenova

Divisione Pubblicazioni e studi, costituita da un osservatorio astronomico e da un ufficio rnetereologico. Il primo compila le ,, Effemeridi Astronomiche » e gl i « Annali Idrografici », il secondo curn culto il servizio metcrcologico dei semafori e delle navi nazionali, la raccolta e lo studio delle notizie metercologichc provenienti dalle na\'i e dalle stazioni mctereologichc. Ufficio Portolani e Pubblicazio11i Nautiche, che racco_glie notizie e compila i portolani delle coste d'Italia e Colon ie e cura la pubblicazione di studi inerenti alla nautica. Ufficio midi bussole e problemi affi11i, che si 9ccupa dello studio elci magnetismo terrestre, della sistemazione di bu,sole magnet iche su navi di nuova costruzione e di tutti i problemi attinenti al magnetismo navale. Ufficio riparazioni ,: l't:rifica Slmmemi, che costruisce, coll auda e ripara strumenti nautici, idrografici e metereologici di ogni specie, nonchii cronometri e orologi di bordo. I stituzioni militari, l i complesso delle leggi e delle disposizioni che regolano e disciplinano la prod uz ione, la raccolta, la conservazione e l'impiego dei va.ri mezzi d ':1- . zionc mii., le unità, i servizi di pace e quelli di nuova formazione all'atto della mobilitazione e durante la guerra, costituiscono le istituzioni militari di un paese . Esse sono ,cmpre improntate alle particolari e peculiari caratteristiche dello Stato cui appartengono e ne rispecchiano i pregi ed i difetti mat~riali e morali, risentendo cioè direttamente di tutto quel complesso d i clementi di varia natura che sono


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normalmente detti : " fattori della potenza militare >> di . uno Stato. Le l . mii. devono, in pri mo luogo, garantire allo Stato uno strumento sicuro e sufficiente d i d ifesa, atto a scendere_ in camp o tempestivamente e co,1 adeguata preparazione tecnica e morale, sì da poter condurre la guerra con fondata speranza di vittoria. Occorre pertanto che esse ri spandano a requisiti di carattere generale, fondamental. , per poter raggiungere gli scopi che si prefiggono. Anzitutto devono essere adatte ai tempi nostri, rispondenti cioè alle condizioni co~tingenti materiali, morali, politiche ,del paese. Inoltre abbisognano di stabilità e di semplicità. La stabilità è elemento indispensabile nelle l. mii., perchè esse abbiano m odo di avere pratica attuazione e possano efficacemente prendere piede nello Stato. Se fossero in continua crisi d i cambiamenJo non potrebbero affermarsi e costituirebbero un organismo di insufficiente saldezza materiale e morale. i,: ovvio, però, che il requisito della stabilità non deve assolutamente significare immobilità, ciò che venebbe ad e,;,sere un elemento negativo per l'efficienza delle l. che a lungo andare perderebbero il requisito dell'adattamento ai tempi. Occorre quindi che, p ur avendo carattere di stabilità, siano suscettibili di successivo perfezionamento e miglioramento ; ma necessita procedere nelle innovazioni e nei cambiamenti coi~ accorgimento e con prudenza , addivenendo ad essi solo quando l ' importanza e l'efficacia dei perfezionamenti sia no tali da renderli assolutamente necessari. li requisito della semplicità è anche indispensabile, poi che ogni complicazione è deleteria, significando intempestività e lentezza di azione. La semplicità occo!·re ~pecialmente in tutto q uanto riflette le norme e le predisposiz ioni relative al passaggio del paese dal lo stato d i pace a q uello di guerra, passaggio che deve svolgersi prontamente ed i n 1nodo ordìnatoJ senza scosse e senza nocivi provvedimenti tumultuari.

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I stria (Spedizione dei Roma11i 11ell'). Durante le guerre puniche, gli Istriani molestarono in Adriatico le coste italiane, assale,;1do le navi romane e appoggiando gli Etol1 ,contro Roma. Qui11di ostacolarono la fondazione di Aquileia, grande base militare, e tentarono di cacciàrne i Ròmani, ,contro i q uali le oslfotà si iniziarono verso il 187 a. C . Nel 182 a . C. il p retore Fabi.o Buteone combatte fe.liccmenteconu·o gli Istriani, ma nel 178 il capo di costoro, Epu lo, tenta una ribellione in grande 'stile, che è affrontata dal -console Aulo Manlio Vulsone appoggiato da una flotta agli ord ini di Caio Furio. La battag lia di monte Querceto vede _gli Istriani in rotta, ma Roma deve m andare a!tre t ruppe, col console L ucio G iunio Bruto : l'inverno o,b bliga i Romani .a concentrarsi in Aquileia, donde riprendono le mosse nel la primavera ciel 177 con <lue legioni di fanti e 12 mila ausil iari. La caduta d i Nesazio pose fine alla guerra, e IT d i-

verme provincia romana, con la immediata fondazione di Trieste e cli Pola, e l 'erezione delle forrificazioni d1e difesero iI c~mfinc. (V. Italico Ii~nite). Istria. 60& Legione della Milizia Volontaria per la sicurezza Nazionale, costituita a Pola nel 1923, su quattro . oorti : Pola, Pareozo, Pisino, Pica no .

Istriani (Iacopo). Capitano del sec. 'XV, n. di San Marino. Fu al servizio di .f'ìrenze, del Papa, dei Visconti, di Napoli; si distinse grandemente nell'impresa di Volterra (1472) dopo la quale fu nominato da Federico llI .d a Urbino suo capitano generale. I strioe. Denominazione che fu data ai bgl. svizzeri del sec. XIV, i qualt, dovendosi difendere dalla cavalleria imperiale-, nella loro lotta per l 'indipendenza contro L'Austria, avevano adottato uno schieramento in densa falange-, con soldati muniti d i lunghe alabarde, ìn modo che sporgevano dalle fi le le ar mi di pàreccl,ie file, formando una selva di punte. I struttorl (Ufficia/,) . Creati nel 1924 nell'esercito sv,zzero; essi debbono avere superato il ginnasio, e passano un periodo di prova in cui hanno il titolo di aspiranti istruttori. Sono esonerati da q uesto periodo coloro i quali possiedono titoli d i studio superiori. Fregio (braccio) sottufficiale istruttore di educazione .fisica Istruzione militare. Il problema disciplinare oggettivo dell'agire e far agire con retto senso pratico, si traduce essenzial n,1ente t\el problema delI' l. o abilitazione tecnic~ approprdta e concreta m ediante i necessari insegnamenti - di ciascun agente mil. (sia persona fisica o giur idica) all 'esercizio effettivo dell'arte bell ica in armonia al r ispettivo grado. L 'l. efficace div iene in ognuno valore strettamente personale, in rapporto alla natura fisiops1chica individuale, onde ciascuna persona è capace di agire e di fare agire con retto senso pratico nel quadro del lavoro comune per l' un ico fine . Secondoctiè l 'L è volta alla truppa, ai graduati, agli ufficiali, vien detta de lla truppa, dei graduati, degli ufficiali.

r. L'istruzion~ della truppa, d i carattere principalmente applicativo, si compie in massima parte nella scuola reggimentale, con metodo altivo, cioè composto cli conoscenze

Inizio dell'istruzione militare àl 2 ° regg. bersaglieri (1928)


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pratiche e di tirocinio tecn ico e disciplinare, conforme allo schema seguente : A) Istruzione individua/e: a) Formale: sen:i:'armi (posizioni e movimenti); con le armi (conoscenza tecnica delle armi; posizioni e movimenti); b) Tattica: posizioni e movimenti (la tecnica); accorgimenti (l'arte). 8) Istruzione collettiva (cioè dei reparti, o persone collettive): a) Formale: formazioni e movimenti (meccanismo di manovra); b) Tattica: formazioni e movimenti tattici (meccanismo di manovra); accorgimenti e manovre (l'arte). Fra queste varie parti dell'istruzione non vi è divergenza, nè separazione, dacchè concorrono allo stesso fine della preparazione tattica e sono intimamente' collegate. L'/. individuale formale, nella sua esteriorità, si riduce a un ~omplcsso armonico di posizioni e movimenti senz'arme e con !'arme, onde si genera nel soldato singolo la intera capacità ad essere particella omogenea nell'azione dei reparti. L'l. individuale tattica ba per iscopo la formazione del combattente o agente tattico, atto a trarre dalle anni, che già conosce tecnicamente, ogni valore tattico in relazione al terreno e alle circostanze. L'l. collelliva ha per fondamento l'/. individuale e si riassume per ogni reparto nel meccanismo di manovra rispettivo, ispi1ato al concetto che in guerra solo ciò che è appropriato ad essa promette successo. Il meccanismo di manovra, semplice, elastico, conforme allo scopo, è il primo elemento formale atto a costimire l'unità tattica dell'esercito e ad amalgamare ,n una intesa facile, definitiva, ben nota, tutti i suoi agenti, individuali e collettivi. Il meccanismo di manovra non ha, dunque, una semplice e pura azione d'ordine: esso ~crve anche a tradurre in ano la forza, la rende disciplinata, applicabile, convergente al fine. L'l. collettiva formale vuohi considerare come un sistema funzionale ad azioni ben definite, non variabile che per modificazioni regolamentari. L'/. collettiva tattica, della anche addestramento tattico, non può essere costretta in limiti precisi, com 'è di quella' formale, che ha termini bene definiti nelle posizioni individuali, nelle forma:Gioni delle unità e nei movimenti individuali e collettivi. L'l. formale ha carattere prescrittivo, e non può essere diversamente; quella tanica mira, ali 'incontro, cssenzit1l111ente a costituire una guida per l'azione delle truppe in guerra, tanto nel campo chiuso nelle fronti Lrincerate, quanto in campo aperto. Pertanto, suggerisce norme, illumina concetti, chiarisce e illustra con molteplici applicazioni questi e quelle. Nel riguardo più schiettamente educativo, I'/. formale dà la coesione diretta, coesione di contatto sensibile, materiale; mentre quella lattica dà la coesione morale: al contano di gornilo sostituisce l'accordo delle anime. La convergenza delle due allo stesso scopo, con mezzi affini e quasi sullo stes><> terreno d'az.ione, fa sì che non si possa stabilire fra l'una e l 'altra una linea ntua di separazione. 2. L'istmzionc J:i graduati, di carattere donrinale-applicativo, nella sua elementarità dottrinale tecnica, si svolge in generale in apposite scuole all'uopo ordin ate: per quanto invece è concreta applicazione, si compie successivamente con tirocinio regolare presso i reparti dei reggimenti (compagnie, batterie, squadroni ccc.) sotto la guida immediata degli ufficiali degli stessi reparti.

3. L' istnizione degli ufficiali, di carattere scientifico-applicativo, nella struttura propriamente scientifico-tecnica, viene impn.rtita di regola in apposite scuole ordinate a si.sterna scolastico (v. Scuole militar,); per la parte applicativa professionale, si compie effettivamente con normale tirocinio nei

reparti reggimentali, sono la guida dei superiori immediati e mediati, per rutto quel tempo che le leggi sul reclutamento e sull'avanzamento degli ufficiali, principalmente, stabiliscono.

Istruzione premilitare. V. Premilitari. Battaglione d'Istruzione. Costituito a Milano nell'aprile 1848, su 4 cp., col compito di preparare ufficial i e sottufficiali per i reggimenti di linea. Vi furono preposti ufficiali e sottufficiali piemontesi. Man mano il persona le fu promosso e inviato ai corpi, tanto che nell'agosto era ridotto alla forza di una compagnia, che si r iti"ò con l'esercito piemontese e, dati uomini alla s• cp. del ~ bgl. provvisorio, con i rimasti fu destinata a Vercelli quale deposilo dei sottufficiali istruttori, venendo sciolta nello stesso anno. Il comando del bgl. fu tenuto dal conte Bonifacio Cavagnolo, poi dal_ ten. col. Francesco Della Campana.

ltà Abatè. Borgo del Brasile, presso il quale l'esercito brasiliano, dopo gli scontri d i ltororò e Avay, diede batta- · glia ali 'esercito paraguaiano comandato da Lopez (21 dicembre r868). Parecchie volte i Brasiliani furono respinti, ma infine, dopo di aver perduto 3500 u., conquistarono le prime linee avversarie. Per altri sci giorni Lopcz si battè intorno al paese, e solo il 27, quando fu ridono a un migliaio d'uomini validi e due cannoni, contro 20.000 brasiliani, fatta un 'ultima disperata resistenza, si ritirò a Cerro, Leòn. Italia, f:'. la regione, delimitata dalla chiostra alpin a e dal Mediterraneo romanico, che si stende in forme di penisola verso la costa africana, cçstimendo l a figura centrale di questo bacino interno. Ne fanno parte, per affinità geologica e prossimità geografica, una corona di isole, fra, cui principali la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, politicamente aggregata alla Francia. Le varie membra geologiche che costituiscono la regione italiana possono principalmente distinguersi nelle seguenti : Chiostra alpina Pianura padana Arco appenninico (morfologicamente vario nelle sue diverse sezioni) - Tavoliere di Puglia - Pianura Salentina - Sicilia e Sardegna. Completa questa sintesi fisica la differenza fra i due versanti appenninici orienta le e occidentale, che conferiscono alle costiere rispettive caratteri profondamente diversi: articolata, portuosa, ricca d 'isole quella tirrenica; uni forme, scarsa d 'accessi e con bassi fondali quella adriatica, in contrasto con le condizioni eccellenti di portuosità del litorale dinarico. Queste lince generali danno anche ragio ne delle caratteristiche dell'idrografia continentale, individuate al nord della grande arteria fluviale del Po, collettore centrale della pianura padana, dell'arco alpino sino al Garda, e di quello appenninico sino al Cimane; e dalla serie AdigeBrenrn- Piavc-Tagliarncnto-l sonzo, che comparriscc la piana veneto-friulana incidendovi linee successil'e di considerevole' importanza idrografica e militare. L'idrografia tirrenica, assai limitata nei brevissimi versanti ligure e calabrese, acquista sviluppo maggiore nel tratto centrale, ove le acque, intagliando i rilievi preappenninici, danno unità funz.ionale a bacini composti di tratti assai diversi in origin e, come quelli di antiche conche saldate fra loro da incisioni erosive e da piene alluvionali. Caratteristici in tal senso sono i maggiori fra essi come l'Arno, il Tevere, il Garagliano e il Volturno. L'idrografia peninsulare .adriatica ha invece, in genere, carattere pili uniforme come quella di una serie parallela di corsi d'acqua di modesto sviluppo, co-


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stituenti nel corso estremo quei " porti-canali » che suppliscono alla mediocre portuosità della costa, come avviene nelle spinggie romagnole, marchigiane e abruzzesi. Con diziÒni locali particolarmente favorevoli determinano gli accessi alla regione italiana, sia attraverso la cintura alpina, li, ove le vallate e le depressioni del crinale si prestano per le comunicazioni con le regioni limitrofe; sia attraverso le dorsali appenniniche per il passaggio dall'uno all'altro ver~ante. Si spiega così la funzione dei numerosi passi rotabili che dal bassopiano del Po attraverso le Alpi irradiano verso l'Europa settentrionale una serie di dìret-

Piccolo ste.mma

Grande stemma

trici stradali; e di quelli che congiungono le regioni affacciate ai due n1ari laterali attraverso l'Appennino. L 'opera dell'uomo è intervenut'a a modificare le condizioni naturali, sia con trafori montani (Cenisio, Gottardo, Sempione, Giovi, Borgallo, Ponctta) che hanno attivato linee ferroviarie più brevi; sia con sistemazioni artificiali che hanno completato la protezione offerta da alcuni punti costieri favorevoli ali 'accesso da mare (Genova, La Spe-.lia, Livorno, Napoli, Taranto, Brindisi, Ancona, Venezia, Pola, Fiume, Siracusa Augusta). Questi caratteri essenziali terrestri e marittimi conferiscono alla penisola italiana una configurazione singolare, che ne fa la principale mediatrice tra il mondo mediterraneo e I 'Eurnpa centrale, poichè lo sviluppo costiero dà prevalenza agli accessi marittimi sulle comun.icazioni terrestri: essa rappresenta cosl una regione di transito d 'indole spiccatamente marinara, destinala a riprendere quella fµ nzione principale di « ponte mediterraneo " che per molti secoli fu ostacolata dalle vicende storiche e dal frnionamento politico, i quali a loro volta trovano origiue in taluni particolari della sua struttura geografica; ciclo d i cause e di effetti d i cui confermasi così l'intimo rapporto. Assai estesa, infatti, nel senso della latitudine, l'Italia non possiede, a rigore, un naturale centro di figura, come avviene in altre regioni di struttura massiccia : Roma, prossima al cen tro della costiera tirrenica, ebbe storicamente tale ufficio in forza di fattori etnici eccezionali; ma I~ compartimentazione regionale, dovuta ai fattori geografici più evidenti, in dividua regioni di cui nessuna ha così spiccati caratteri d i predominio - o di natural funzione d' acc;ntramento da imporsi come fulcro necessario dell'equi librio generale. Lo stesso processo di unificazione politica definitiva - dovuto a impu lso partito dall'estremo nord-occidentale d'Italia - procedè piuttosto da vin,, storica e dinastica che da vera detqmin ante geografica. La Sicilia, alta terra cl i genesi e morfologia complesse, con scarsi bassopiani alluvionali, interessa sopratutto come base del le co111unicazioni transmarine, costituendo un fram-

mento del ponte appenninico fra Europa ed Africa. La Sardegna, situata favorevolmente al , centro delle vie marittime fra Italia, Spagna, Francia ed Africa, è in gran parte un'alta terra a forme prevalentemente tabulari, saldate da piani alluvionali, con scarsa portuosità. La superficie complessiva dell'Italia continentale è di Km. 310.266; la massima lu nghezza (Vetta d'Italia nelle A. Tridentine - estremo sud dell'isola di Lampedusa) di Km. 1294. Lo sviluppo totale del limite periferico è di Km. gooo; quello costiero, peninsulare e insulare, di chilometri 6900, ciò che conferma il carattere squisitamente marini.mo della· nos,t,ra' ti,rra. Le frontiere~·terrest.ri del Regno d ' Italia comprendono 1878 Km., dei quali 725 con la Svizzera, 487 con la Francia, 421 con l'.l\ustria, 245 con la Iugoslavia. Le coste misura.no 3979 Km., non comprese le isole. Italia (Cenno Storico). Il nome Italia, in remoti tempi, indicò s0lo Ja Calabria fra lo stretto di Messina e il golfo di Squillace e gradatamente, si estese alle altre regioni; negli ultimi anni della repubblica di Roma, abbracciò tutta la penisola fino alle Alp ' . Le antiche popolazioni d'Italia possonsi distinguere in: Liguri, Etruschi, Veneti, ljlirici, lapigi o Messapi, e Italici propriamente detti discendenti forse dai prischi Pclasgi, i qccali tutti appaiono già stanziati nel nostro paese da tempì anteriori a sicure memorie storiche. Nei tempi storici successivi altre popolazioni vennero in Ttalia. A cominciare dal secolo Vili a. C., sulla costa della Puglia, della Calabria e della Sicilia sorsero molte colonie greche e, dal VI secolo, altre di Cartaginesi, fu. rono fondate in Sicilia, in Sardegna e in Corsica ove ab origine abitavano rispettivamente i Sicani, i Sardi e i Corsi. E quando, al principio del IV secolo a. C., i Galli, scesi dalle Alpi, cacciarono gli Etruschi dalla valle del Po e con una loro tribù, quella dei Senoni, si spinsero più a mezzodl sulle spiagge dell'Adriatico, ov'erano gli Umbri, giungendo fino all 'Esino , l'Italia settentrionale, esclusi i paesi dei Ligur,i e dei Veneti, venne denominata Gallia cisalpina. Su tutti questi popoli si impose il grande nome di Roma, sorta là dove la confluenza dell' Aniene nel T evere e la navigazione di questo fiume divenuta più facile davano luogo a grandi possibilità di difesa e cli attiv ità commerciale. Contesa lungamente fra i tre popoli confinanti, la guerra fu per essa scuola d i energia e di sapienza civile e politica. La tradizione dice essere dessa stata fondata il 21 aprile 753 a. C. da una colonia di Latini (Albani) condotti da Romolo e Remo; essere il prin10 di q uesti rimasto solo signore del _piccolo Stato (753-715) e con successive guerre agli abitanti di Ccniirn, di Antenna, di Crustumcrio, ai Sabini, ai Veienti, ai Fidcnati, avere esso allargato il propriodomin io. Successori di Romolo furono: Numa (715-673) che, usò della religione per m itigare e incivilire il bellicoso spirito romano; 'fullo Ostilio (673-640) che distrusse Alba e stabilì l'egemonia di Roma sulle altre città latine; Anco, Marzio (640-616), che, vinti molti popoli vicini, estese il territorio dello Stato fi no al mare e fondò Ostia;· Tarquinio, P risco (616-578) che guerreggiò felicemente · con Latini e Sabipi; Servio Tullio (578-534) che combattè e vinse gli Etruschi e raffermò la supremazia d i Roma; Tarquin io il Superlio (534-510) che debe!Jò i finitimi Volsci, gli Ardeatini e i Sabini. I primi tempi della repubblica furono turbati da continue guerre coi Volsci, Sabini, Latini, Emici, Equi, Veicn ti; poi ven ne la guerra mòssale dai Galli Senoni, i quali (390 a . C .) si impadronirono di Roma, la distrussero e se ne al-


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lonranarono solo perchè minacciati a settentrione dai Ven eti . Roma risorse tosto dalle sue rovine con n uovo impero d i vita. Le suècess[ve guerre, ch'cssa tosto condusse per riassoggettare- i Latini, i Volsci e gli Equi rivoltatisi e per ributtare i Galli riapparsi nel Lazio, le ridiedero i perduti confini e furoao origine di savie isuuzio ni militari e leggi interne. La prima prova che attestò questo risveglio fu il lungo conflitto coi potentissimi Sanniti, ai quali da ultimo si unirono anche gli Errnschi, gli Umbri e i Calli Senoni. Esso durò dal 343 al 290 a. C. e finl con la vittoria delle armi romane. lmramezzati ad esso, altri ne dovette Roma sostenere, . sia contro i Latini che furono sconfiui presso Nocera e presso Trifano (338), sia contro gli .Etruschi soli, che, vinti, dovettero deporre le armi (310). I Sabini, gli Etruschi, gli Umbri, i Galli Boi e Senoni e i Lucani rionovarono gli sforzi per opporsi al minaccioso · a mpliamento della potenza romana. Vittoriosi ad Arezzo, soggiacquero nuovamente e chiesero ed ebbero pace. Tali vittorie di Roma misero in sospetto le colonie greche del mezzogiorno. Una di queste, Taranto, le mosse guerra e invocò in suo aiuto Pirro re d 'Epi.ro, il quale, accorso, vinse ad Eraclea (:So) e ad Ascoli (279), ma ebbe contraria fortuna a Benevento (275) e dcsistè dalla impresa. Taranto ,cadde in ba lìa dei Romani (272) i q uali poco dopo assog• iettarono con le armi i Piceni (268), i Salentini e i Messapi (266), i Bruzzi, i Lucani e le colonie greche dell'Italia meridionale, onde, nell'anno 264 a. C., nma la penisola italiana, dalle foci della Magra e della Marecchia fino allo stretto di Messina, era soggetta a Roma. Questa, con le guerre Puniche (264-202) debella Cartagine, le strappa il dominio del mare e fa della Sicilia, della Sardegna e della Corsica tre province romane. Nel frattempo, muove guerra ai pirati d'Illiria e si aggrega parte di questa terra (229); e dal 225 al 223, riduce la Gallia cisalpina a sua provincia. Ormai, l 'espandcrsi della potenza dei Romani non conosce ostacoli e cresce in essi la bramo,ìa di nuove con quiste a cui dà pretesto l'aiuto dato ad Annibale dai popoli a lui amici. I Liguri dopo lunghe guerre (200-163 e 154-n7) e i Veneti (177) vengono piegati alla signori:, di .Roma; le viuorie di Cinocefale (19;) e di Pidna (168) abbattono il regno di Macedonia con cui vengono costituite le due p rovincie d 'Ill iria ed Epiro e di Tessaglia e Macedon ia; con la battaglia di Magnesia (188) è conquistata l'Asia Minore fino al Tauro; con la distruzione di Cartagine (3a guerra punica) è acquistata la provincia d'Africa; con la pre.a di Corinto (146), la Grecia domata divìc11e la provincia d'Acaia; con quella di Numanzia (133), tuua la penisola iberica è sottomessa e divisa nelle due province della Spagna citeriore e della Spagna ulteriore; e, infine, nel 129, ingrandito con le armi il térritorio già conquistato ncll'Asia Minore, viene creato con esso la provincia dcli' Asia. E così quasi tutte le terre bagnate dal Mediterraneo erano in potere di Roma . Ma con la pienezza del trionfo e con la sicurezza dei J1cmici esterni, si allentano le molle che avevano tenuto deste e operanti le energie dei Romani: la ricchezza, il fasto, la corruzione subentrano alla semplicità primitiva, e grandi lotte interne , 'iniziano. Prima la ribellione degli schiavi in Sicilia (135-132); poi la loua civile determinata ..da i Gracchi ; poi la g uerra Sociale; e la lotta fra Mario e Silla; e la guerra Servile; e la congiura cli Catilina; e la guerra Civile fra Cesare e Pompeo e quelle fra i loro suc<:essori. E frattanto la guerra Giagurtina e le Galliche. Con Ottaviano Augusto, siamo ali 'impero. Egli estende la signoria di Roma nella Spagna. ove con lunga guerra

(27-r9) doma i Gantabri e gli Asturi ancora indipendenti; in Italia, assoggetta i Salassi abitatori della odierna valle d ' Aosta (27), in Germania sottomette la Rezia, la Vindelicia e il Norico (i5); vince i Dalmati e i Pannoni sempre ribelli giungendo con le sue armi fino all'Elba (9 a. C.) e, malgrado una disfatta inflit ta dai Germani alle sue legioni nella foresta di Teutoburgo (9 d. C.) e vendicata più tardi da Germanico con la vittoria di ldistaviso (16), mantiene i confini di Roma dal Reno e dal Danubio all'Eufrate. Morto lui (14), l'impero andò ai suoi successori o per adozione o per acclamazione della milizia; l'autorità del Senato fu posta in non cale e il potere imperiale divenne sempre più assoluto e dispotico; crebbe la prepo tenza soldatesca degenerante nella indisciplina, nelle ribellioni, nella

Stendardo reale

Bandiera per l'esercito ( 1832- 1848)

guerra civile. Ben prc,to i pretoriani si fecero arbitri della nomina degli imperatori e, a lor volta, le legioni sparse nelle varie province si arrogarono uguale diritto e sostennero con le armi i loro p referiti. Per alcun tempo le armi allargano ancora il dominio di Roma e consemon o di resistere agli assalti che gli vengono mossi da ogni parte. Sotto Claudio (41-54), la conquisca della J3rit:innia fu proseguita (43), la Mauritania fu ridotta alla signoria romana, la Libia (,13) e la Giudea riunite all'impero (44). Sotto Ve,pasiano (6')-79), furono ricondotte a sudclitan1.a, dopo lunga guerra, la Giudea, la Gallia e la Batavia insorte. e. sotto Domiziano (91-91>), continuò ancora la conquista della Bricannia, furono vinti i Catti abitanti oltre il Reno, e costretti a lla pace i Daci che avevano invaso la Mesi,1. La Dacia fu poi definiuvamente souomessa da Traiano (98-117) che di essa, come della Mesopotamia, dell'Assiria e delle terre immediatamente a leYantc della Palestina (Arabia) fece province romane. I paesi vi nt i però si solleva rono e l'imperatore Adriano (1 17-138). sentendo il bisogno di raccogliere le forze per più sicura difesa dei copfini, dovette abbandonare gli acquisti fatti dal suo predecessore conservando solo la Dacia e l'Arabia e lasciando libera l'Armenia di eleggersi un proprio re. Anche la conquista della Britannia fu troncata; ma la Giudea, ove gli Ebrei rivoltari,i cond ucevano una guerra atroce, rimase ai Romani, che per conservarla vi profusero torrenti di sangue. Marco Aurelio (161-180) domò i Parti agognanti l'Armcnja e tolse loro la regione settentrionale della Pa lestina. Cominciarono al tempo suo le sommosse nelle province e le invasioni dei Barbari; essi occuparono la Pannonia. la Dacia, la Rczia. il Norico e si spinsero fino in Grecia ~. in Italia, fino al Piave; ma l 'imperatore potè ributtarli nelle loro sedi e, b<:nchè ormai i costumi ammolliti e il desiderio degli agi d,~togliesscro i Romani dalla milizia. sì che a soscen~r la


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guerra fu duopo armare schiavi, gladiator.i, banditi e asso], dare barbari, tuttavia buoni generali seppero mantenere ancora immuni i confini dell'impero: Morto Marco Aurelio, l'anarchia, prima contenuta, dilagò; la tracotanza delle soldatesche non conobbe più freno mentre si andavano sempre più estinguendo la coscienza civile, il seruimento patrio e l'antica fierezz.a. L ' impero fu posto all'incanto da pretoriani e lègionari; in 92 ann i (dal . 193 al 285) circa 30 imperatori sono eletti da essi e da essi in gran parte trucidati; e vi fu un tempo in cui una ventina di imperatori concemporanei si contrastarono con le armi il potere. Durante tali , turbolenze, in Britannia, in Germania, nell'Asia, in Pers ia, fu alterna vicenda di vittorie e sconfitte. I Barbari sempre più minacciosi rumoreggiavano sui confini e cominciavano a varcarli. Alternative di vittorie e di sconfitte, e lotte fra pretendenti all'impero, caratterizzano questo periodo. Diocleziano (284-305) comprendendo come la debolezza dello Stato di.pendesse sopratutto dalla 1ua grande estensione, si associò sul trono Massimiano e no1,1inò due ' Cesari . Galcrio e Costanzo Cloro, des;inati alla successione. L ;i~npcro fu spartito fra j quattro tetrarchi : Diocleziano tenne per s/: l'Egitto, la Tracia~e l'Asia; Massimiano ebbe l' Italia, l'Africa e le isole; Galerio la Grecia e i paesi danubiani; Costanzo la Gallia, la Spagna e la Britan ,ùa. Per tale divisione, la tranquillità del mondo romano fu assicurata; · la Maurecania, l'Egino e la Britannia insorti furono sottomessi rispettivamente da Massimiano, da Diocleziano e da Costanzo," il quale scacciò anche gli Alemanni dalla Gallia, mentre Galerio riparava una disfatta inflittagli. dai Persiani (296) con una segnalata vittorià (297) costringendoli a chieder pace. La successione di Diocleziano e Massimiano diede origine a nuove competizioni e a sanguinosi conflitti_ Sei imperatori furono in guerra fra loro, ma alla fine ·l'impero rimase in potere d'un solo, di Costantino, il cui regno è memorabile per la libertà concessa ai cristiani di professare la loro religione, pd riordinamento dato allo Stato e per la fondazione d i Costantinopoli. L'impero rimase ruviso in quattro parti: Oriente, Illirico, Gallia e Italia, che furon <lette Prefetture e vennero suddivise in diocesi e queste in provincie; l'esercito fu di milizie regolari poste sorto il comando cli due magìstri militum, uno per la fanteria, l'altro per la cavalleria, e fu ripartito i11 d ivisioni stanziate nelle province e comandate da duchi o conti. La fondazione di Costantinopoli e l'erczion~ di questa a capitale dcl l 'impero (328) fu decisa da Costantino per la necessità d i essere prossimo ai confini nord-orientali più minacciati dai Barbari. Dopo una &pedizione fortunata contro i Goti (332), Costantino preparavasi a muovere contro i Persian i quando fu colto daUa morte a Nicomedia (337). L 'impero andò diviso fra i suoi tre figli e due nipoti; questi furono tosto trucidati a quelli 'Vennero a guerra tra loro; e, da ultimo, tutto 1'Oriente, con Costantinopoli capitale, .rimase al secordo di essi, Costanzo, che ebbe a guerreggiare coi Persiani con varia fortuna, e tutto l'Occidente con Roma a Costante, il più giovane, che non potè impedire che i Franchi penetrassero nella Gallia . La morte di Costante (350) fece Costanzo solo padrone dell'impero; ma un ,suo cugino, Giuliano, <la lui nominato Cesare e inviato a comoattere in Ga[lia F ranchi e Alemanni, dop~ aver sconfitti questi ad Argentorato (357) e ridotti quelli al basso Reno, fu dalle legioni acclamato imperatore. Costanz9, mossosi cor,tro di lui, morì. nel cammino e tuttavia lo designò a succedergli. Giuliano, assicurati i confini del .Reno, condusse un'infelice guerra contro i Persian i che costò a lui la vita e all 'im-

pero, la perdita delle cinque province sulla sinistra del Tigri e di parte della Mesopotamia, Dopo di lui, nuova spartizione dell'impero tra Valentiniano e Va lente; il' primo disfece g li Alemanni presso Chalons (366) e sul Reno (368) e ridonò tranquillità alla Britannia molestata dai Pitti, dagli Scoti e dai Sassoni; il secondo in Oriente toccava una gravissima sconfitta presso Adriànopoli (378) dai Visigoti, che, premuti dagli Unni, avevano invaso la Tracia. A trattenere i Barbari sorge la grande figura di Teodosio .I, che, già vi11citore dei Marcomanni (372) e dall' imperatore Graziano reso partecipe del supremo potere (379), costringe i Visigoti a ,1cnire a patti (38z), sconfigge altri competitori e, infine, riunisce per l'ultima volta , sotto di sè l'impero; ma questo, dopo di lni, è nuovamente diviso fra i suoi figli Arcadio ed Onorio e tale rimarrà sino alla fine, cadendo via via,' $alvo poche eccezioni, in mani imbelli. Lo sfacelo precipita. Su tutti i confini i Barbari tumulruanti si accalcano, sospinti gli uni dagl i altri e solo il valore dei generali, spesso barbari essi stessi, riesce a ritardare la rovina. ,I Visigoti, guidati dal loro re Alarico devastano la Grecia e scendono in ltaiia, ma a Pollenza sul Tanaro (402) sono posti a sbaraglio da Stilicone, generale di Onorio imperato re d'occidente, il quale più tardi distrugge presso Fiesole un'orda di Svevi, Burgundi, Vandali e Alani, mentre un'altra fiumana di questi Barbari, s'impossessa della Gallia (406). Alarico coi suoi ritorna in Italia, prende e saccheggia Roma (4ro), devasta la Campania, la Lucania, il Bruzzio e muore presso Cosenza. Onorio patteggìa coi suoi successori Ataulfo e Vallia e per h1ezzo loro la Gallia è ricuperata, gli Alani sono sterminati e Svevi e Vandali cacciati nella Spagna. Alla morte di Onorio (423), quattro monarchie barbariche si erano costituite nel suo regno: g li Svevi , nel nord-ovest,

i Vandali nel sud della penisola iberica, i Visigoti nella Gallia meridionale, i Burgundi nell'orientale. Inoltre, la Britannia e l' Armorica erano perdute, i Franchi occupavano la parte nord-est della Gal lia, dalla Mosa e dalla Schclda alla Somma e alla Mescila, e gli Alemanni eran padroni qcl territorio fra il confluente di questo fiume e del Reno sino ai Vosgi. Poco dopo anche l'Africa è perchita per l'Impero. E un nuovo grave pericolo minaccia questo con l'avanzarsi degli Unni da settentrione e dei Vandali da mez:zodì. 1 primi, condotti dal loro re Attila, penetrano nella Gallia e la devastano; sconfitti nel 451 da Ezio sui carnpi Catalauni, ricompaiono l'anno dopo dalle Alpi Giulie,- si impossessano dell'Italia superiore e si avan. zano sµ Roma, donde le malattie e un superstizioso terrore li ricacciano nelle loro sedi su l Danubio; i secondi, a consolidare il loro regno africano, approdano sotto il loro re Gcnserico nel Lazio, pongono a sacco Roma (455) e, paghi d'averla umiliata, ritomano con largo bottino là dond 'erao partiti. In q uesto Jrattempo, un generale romano, Egidio, si rendeva indipendente nella Gallia fra Loira e Somma, e un altro, Marcell ino, sottraeva alla dominazione imperiale la Dah~1azia. L 'impero cade ora nelle mani dello svevo Ricimero, generale pur esso romano, che, fattosi creare patrizio di Roma, ne diviene l'arbitro, creando e abbattendo imperatori e tenendol i a sè soggetti. Questo pe• riodo vide la vittoria delle armi romane sui Visigoti di Spagna, i vaoi tentativi per togliere l'Africa ai Vandali e un terzo. saccheggio di Roma (472) ordinato dallo stesso Ricimero per togliere il trono all ' imperatore Antemio che gli si era ribellato. Morto Ricimero, dopo un breve intervallo d 'imperatoti mediocri, giunse all'imperial dignità il giovinetto Romolo Augustolo, inalzatovi dal padre Oreste capo dei mercenari germanici. D i 9.uesti, gli Eruli, i Rugi, i


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Sciri e i Turcilingi, cresciuti in baldanza e non appagati nella loro bramosia di terre, per istigazione di Odoacre duca dei primi, si ribellarono e, insieme con altri Barbari raccolti in Pannonia, fecero strage presso Pavia dell ·esercito di Oreste che vi rimase ucciso. Odoacre si impossessò quindi di Ravenna, ove Romolo Augustolo s'era rifugiato, lo detronizzò e si proclamò re d'Italia (476). L'impero romano <l'Occidente aveva cessato così d 'esistere, distruuo tanto dai Barbari quanto dalla sua dissoluzione interna, causata dal dispotismo dei suoi imperatori, dall'avvilimento dei caratteri, dal disgusto dei migliori per la cosa pubblica, dal disamore per la milizia e anche dal1'un ivcnale desiderio d ' un ordine nuovo e più umano che il Cristianesimo aveva instillato nei suoi seguaci. Sul trono dei Cesari sedeva ora Odoacre, cui obbedivano l'Italia, la Rc-1:ia, il Norico; tutto il resto del vastissimo impero d'Occidente era in balia dei Barbari. Odoacre ebbe breve regno, durante il quale ampliò il proprio dominio facendosi cedere da Genserico la Sicilia (477) e riassoggettando la Dalmazia (481); ma l'imperatore d'Oriente, Zenone, per liberarsi ad un ternpo e dagli Ostrogoti, il cui re Teodorico gli si era fatto minaccioso, e da Odoacre irrispettoso del-

Bandiera per la marino militare

Bandiera per l'e•crcito (184~)

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l'imperiale autorità, spinse quegli a invadere l'ItaLia. Sull'Isonzo (489) presso Verona e sull'Adda (490) la sorte delle armi fu propizia a Teodorico che, fatto uccidere Odoacre e rimasto signore d'Italia, volse l'.:rnimo a pacificare Goti e Romani, a consolidare lo Stato all'interno, a farne sicuri i confini e ad acqujstare egemonia sui prfocipati barbarici sorti nell'Occidente; perciò ebbe a guerreggiare coi Bulgari, cogli Svevi e coi Franchi guadagnando al suo regno la Pannonia e la Provenza (so8) e al suo nome gloria e autorità. Con la sua morte (5:6) corninciò il declino degli Ostrogoti° in Italia; chè l'imperatore d'Oriente Giustiniano, perseguendo il sogno di riunificare l'impero, volle, dopo aver tolto ai Vandali l'Africa, la Sardegna, la Corsica e le Baleari per virtù del suo grande gen~rale Belisario, inviare questi in Italia (535) per sottrarla ai Barbari. Belisario conquistò facilmente b Sicilia, prese Napoli, Roma e Ravenna; ma Giustiniano, di lui sospettoso, lo richiamò, dando cosl tempo e modo agli Ostrogoti ùi riaversi, di battere i Greci a Treviso (540) e di ricuperare Roma, gran parte clella penisola e le isole. Una nuova spedizione di Belisario anelò fallita, ma il suo successore nel comando dei Greci, Narsctc, potè con maggiori mezzi sconfiggere a Tagina (552) e a Nocera dei Pagani (553) gli Ostrogoti i quali dovettero partire d'Italia. Questa, da Stato autonomo, divenne allora provincia dell'impero bizantino e tale rimase per alcuni anni, d urante i quali essa soffrl un'invasione òi Franchi ed Alemanni che la devastarono; una pestilenza e le armi di ~arsete che cli essi fece orrendo macello 5uJ Volturno (554)

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ne la liberarono. L'Italia, cos11n11ta in Esarcato, ebbe la sua. capitale a Ravenna; infelicissime, clopo tanre guerre, erano le sue condizioni, quando, a peggiorarle, piombarono su essa i Longobardi guidati dal loro re Alboino, che, nel 568 valiC3rono le Alpi Giulie e a poco a poco la occuparono tutta, meno Roma, Ravenna e le terre meridion ali rimaste ai Greci, e fecero di Pavia la loro capitale. Varii fanj vanno in questo periodo segnalati. Anzitutto, il sorgere della potenza pontificia cui la lontananza degli ultimi imperatori d'Occidente e dei re goti e il destreggiarsi fra Greci e Longobardi aveva dato grande autorità politica su Roma ; poi, lo sminuzzarsi elci regno longobardo in 36 ducati di cui tutta l'Italia fu cosparsa; infine, il formarsi dello Stato di Venezia sotto la supremazia greca. A mezzo il secolo VII l'Italia venne a trovarsi cosl politicamente divisa: il regno longobardo, ampliato da Agilulfo e da Rotari, e che, dal Varo a occidente, dalle Alpi a seucntriooc e dall'Istria si m,ndeva nella Liguria e in Toscana e nel centro aveva il ducato di Spoleto, contenente parte delle Marche, dcll 'Umbria, degli Abruzzi, e il ducato di Benevento che abbracciava gran parte del meridione della penisola; il dominio bizantino comprendente l'Esarcato d, Ravenna dall'Adige alla Marccchia, dall'Adriatico all'Appennino, la Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Fano, Sinigaglia e Ancona) e quella annonaria (Urbino, Fossombrone, lesi, Cagli, Gubbio), le isole di Venezia ove s'erano raccolti i profughi d 'Aquileia e cli Padova scampati alla procella unnica, e inoltre, parte dell'Istria e della Puglia, la Calabria, .:-Japoli, Roma, Genova e le isole. Il regno longobardo, travagliato da intestine discordie e assalito dai Franchi e dagli Avari, si difese validamente;. ma nell 'VIll secolo, quando re Liutprando (712-44) volle togliere ai Greci la Pentapoli per attuare il suo d isegno di raccogliere sono di sè l'Italia runa, e più quando esso assall il ducato cli Roina e l'Esarcato, il papa intimorito dalla crescente potenza dei Longobardi, cominciò a ,•olgerc lo sguardo verso i Franchi invocandone a più riprcs.e l'aiuto. Ma nè questi, nè i Bizantini, trattenuti gli uni e gli altri, dalla minaccia arabica, poterono per alcun tempo occuparsi dell 'Italia . Solo sotto Astolfo (749-56), re più bellicoso e intraprendente di Liutprando, parve il sogno di questi tradursi in realtà, chè, impadronitosi dell'Esitrcato, il re longobardo minacciò Roma; onde il Papa chiamò nuo vamente in soccorso i Franchi che, liberatisi dal pericolo arabico, scesero per d ue volte in Italia guidati dal loro re Pipino e costrinsero Astolfo a venire a patti. L'Esarcato e le Pentapoli furono dal re Franco ceduti alla Chiesa, la quale, avendo già avuto dal debole Liutprando altre terre tolte ai Greci, si trovò in possesso d'un vasto dominio temporale. Nuove minacce di re Desiderio succeduto ad Astolfo spinsero 11 Papa a un nuovo appello ai Franchi. Regnava su questi Carlo Magno il quale, e per tale invocazi"one e perchè in rotta con Desiderio la cui figlia Ermengarda aveva ripu diata, calò in Italia, superò per tradimento le Chiuse ove stavano asscrrngliati i Longobardi e, sconfitti poi questi a Pavia cd a Verona, ne distrusse il regno (774). Gran parted'Italia cadde in potere dei Carolingi, dal cui dominio si sottrassero : No1Joli, Gaeta, Otranto, Amalfi, Sorre nto, la Sicilia, la Corsica e la Sardegna tenute ancora dall 'imperatore greco, ris~, Ccoova e Venezia, che a questo obbedivano solo di nome, il ducato di Benevento, unica traccia rimasta dalla dominazione longobarda, e la repubblica di S. Marino sorra verso la metà del IV secolo e mantenutasi per la sua piccolezza sempre immune da signoria straniera. Da Carlomag no l'Italia, costituita in regno separat0 ma


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sudditanza dell'impero, fu data, insieme con la Baviera e con u oa parte della Germania a sud del Danubio, al figlio di lui, Pipino (781); e, in essa, ai ducati vennero sostituiti. le contee e i marchesati ed ebbe inizio 1'ordinamento feudale. Pipino tentò (8ro) ·d'impossessarsi .delle isole venete che dal 697 si reggevano a repubblica; ma· sconfitto da quelli intrepidi abitatori in battaglia na• vale dovè desistere dall'impresa. Dopo un breve regno cli Bernardo, figlio di Pipino, l'Italia passò nelle mani di Lotario, altro nipote cli Carlomagno; e, mentre l'impero carolingio si d isfaceva nelle guerre civili, sofferse un'i.nvasione. di Saraceni che tolsero la Sicilia ai Greci (827). I Saraceni, fatti audaci e invocati a vicenda dai tre prin• cipati di Benevenro, di Capua e di Salerno, sorti dall'an• tico · ducato longobardo di Benevento e in c,;mtinua guerra tra loro, penetrarono in Italia, espugnarono Bari e Taranto e giunsero fin presso Roma (847); ma il papa Leone IV potè ricacciameli e le flotte riunite di Amalfi, Gaeta e Napoli li affrontarono e vinsero presso Ostia (849) costringendoli a ritirarsi. L'Italia patteggiata fra i discendenti di Carlomagno, quando l'impero carolingio si sfasciò (887) pocè scegliersi un proprio re che fu Berengario I duca del Friuli (888) dcno dai grandi a Pavia. La corona gli fu a lungo contesa da Guido duca di Spoleto, da Arnolfo re di Germania, da Ludovico di Provenza e minacciata da un'invasione di Ungari avanzatisi in orda devastatrice dalle Alpi Giulie fino al Ticino. Vinto da questi, Berengario fu abbandonato da i suoi e dovette rifugiarsi in Baviera, ma ne ritornò con nuove forze e scacciò dalla penisola Lodovico di Provenza, ma i vassalli d'Italia chiamarono a conrra• starglielo Rodolfo II di Borgogna che lo sconfisse a Fioren2,uola (923). Morto Berengario nell'anno successivo, Ugo .:onte di Provenza, ebbe la corona d 'Italia e si studiò di .abbattere i vassalli i quali, i.ntimoriti, fecero capo a Berengario, marchese d'Ivrea e nipote del primo Berengario, d ,e, raccolte genti in Germania, scese dalle Alpi T ridenti ne ed, essendo Ugo stato da tutti abbandonato, venne _gridato re col figlio Adalberto; ma, avendo voluto costrin_gere Adelaide, figlia di Rodolfo H, a sposare Adalberto, questa, cui tali nozze ripugnavano, chiese aiuto e prore.zione a Ottone I re di Germania che, sceso in Italia, ne ..cinse la corona (951) e, vinto Berengario· II, si recò a Roma ove dal Papa fu consacrato imperatore (962). In tal modo, per la mancanza di sentimento n azionale ,e per l'insania dei vassalli infidi e discordi, cadeva il regno italico indipendente dopo settantatrè · anni cli vita ,(888-96l) e si rinnovava per opera della nazione tedesca la ,dignità iruperialc. Ottone I venne di nuovo in Italia nel 966 2er sostenere il papa Giovanni Xlll suo partigiano, e tentò p ure di insignorirsi dell'Italia meridionale, ma il suo disegno falll, come falli al figlio suo Ottone Il che ritentò da prova (981), ma inoltratosi nella I Puglia e nella Ca• labria , fu sconfitto presso Rossa.no (982) dai Saraceni chia·mati i.o ai~to dai Greci. Più fortunato fu suo figlio Ot• ,tone III a cui nuove rivolte in Roma diedero occasione -di scendere nella penisola, impadronirsi di Roma e stron-carvi il tentativo, compiuto dal nobile Crescenzio, capo del _partito ami.tedesco, di ripristi.nare la romana repubblica. La morte (1002) tolse a Otto.ne III di effettuare l'idea, -da esso vagheggiata, di far risorgere l'antico impero romano di cui Roma doveva essere il centro. Durante la domi.nazione degli Ottoni, si verificò in ,Italia un fatto di grande importanza. Il favore da essi .dato ai .vassalli ecclesiastici per contrapporsi ai laici, fece sì

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che quelli, anche per le numerose donazioni loro fatte dai proprietari a cui le continue discordie, le guerre, le mvasioni nemiche e le oppressioni ond'erano travagliati to- , glievaoo ogni modo di coltivare la propria terra, crescessero in ricchezi,a e in potenza. A poco a poco, i vescovi ebbero i.o loro mani le città e i conti · dovettero ridursi nelle vi.ci.ne campagne che da allora presero nome di contadi. Morto Ottone fll, dall'un capo all'altro della penisola s'ebbe un risveglio dello spirito d'i.ndipendenza. I grandi congregati a Pavia acclamarono re Ardui.no marchese di Ivrea; ma fu fuoco fatuo, chè il nuovo re di Germania, Enrico II calò i.o Italia e, benchè sconfitto da Ardui.no, potè alla fine trionfare di esso pel tradimento dei vassalli italiani e ricevere in Roma la corona imperiale. All'assunzione (1024) cli Corrado II succeduto ad Enrico II, l 'ltalia era così divisa: gran parte del Piemonte obbediva a Ulrico Manfredi marchese di Susa; Milano ai suoi vescovi; Modena e Reggio ai marchesi d'Este; la marca di Verona ai duchi cli Carinzia; la Toscana ai marchesi di questo nome; la Romagna a vari baroni che la tiranneggiavano; Roma ai pontefici; Salerno, Capua e Benevento ai loro principi; la Puglia e la Calabria agli imperatori di Costantinopoli; la Sicilia e la regione del Gargano erano schiave dei Saraceni; Venezia, Amalfi, Pisa e Genova erano libere, i.ndipcndenti e fiorenti; a Pisa obbe~a la Sardegna, a Genova la Corsica. Intanto una profonda trasformazione s'era operata nelle varie città lombarde, ove il popolo del contado, vessato dai feudatari, s'era rifugiato sotto la protezione dei vescovi, Cominciò allora una lotta tra questi e ì conti per attrarre a sè il popolo, al quale perciò essi fecero a gara nel largi.re immunità e privilegi; dal che il popolo si valse per" liberarsi dai vescovi e per instaurare il Comune. Mentre tali avvenimenti succedevano nell 'ltalia settentrionale, quella meridionale cadeva in potere dei Normanni, guidati dai tre fratelli Altavilla (1035). Messisi volta a volta a servizio dei principati di Capua, ',di Salerno e di Benevento contro i Saraceni e contro i Greci, finirono con lo scaccia,· questi. dalla Puglia e col farne un proprio ducato. Sconfitti a Civitella i pontifici che papa Leone IX, di essi timoroso, aveva mosso lor contro (1053), conquistarono la Calabria, tolsero ai Greci e ai Saraceni la Sicilia e si impossessarono dei principati di Capua (ro58) e di Salerno (1077), ultime vestigi.a della dominazione longobarda, avendo quello di Benevento cacciati già prima i suoi principi e scelto a proprio signore il papa (1051). Mentre nella bassa Italia si andava allargando la signoria norma11na da cui doveva usci.re il regno fe~dale di Napoli e di Sicilia, i.o quello settentrionale Umberto Biancamano, discendente, come appare più probabile, da una stirpe di conti d'origine romana, e conestabile del regno di Borgogna, otteneva, per servizi resi al suo re Rodolfo III e al costui erede Corrado il Salico, le contee di ~avoia e di Moriana (1027), le signorie di Faucigny, del basso Chiablese, la val d'Aosta, ecc.; e suo figlio Oddone, sposando (1046) Adelaide erede delle terre ,di quasi tutto il Piemonte, assumeva il titolo di mar• chese d'Italia e fondava quella dinastia destinata nei se· coli ad essere salvezza e fortuna della patria nostra. L'Italia, durante la lotta per le investiture (1075-n22), nella quale campeggiarono il grande pontefice Gregorio VII e l'in,peratore Enrico IV, vide l'umiliazione di questi a Canossa (1077), la sua rivincita sulle milizie della contessa Matilde, strenua sostenitrice del papato, la sua i.ncoronazione a Roma (w84) da lui espugnata e dove il pontefice,


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chiuso ed assediato in Castel S. Angelo, fu salvo per l'aiuto dei Normanni di Roberto Guiscardo, che, da lui

chiam-ati, costrinsero Enrico IV a ritirarsi ma misero a sacco la città. La lunga guerra terminò col concordato di Worms (u 22). li Papato ne uscì con cresciuta potenza, ma ebbe lungamente a lottare contro 1'Impero. Fra i Comuni intanto scoppiavano discordie e sorgevano le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini. Federico Barbarossa calò più volte io Italia con forte esercito (u54, n58, 1163, 1166), devastò molte terre e molte città dist ru,~ che s'cran rifiutate di riconoscerne l'autorità, e, abbattuto in Roma un governo repubblicano creatovi da Arnaldo da Brescia, vi restaurò il Papa. Dalla stanchezza di queste sterili guerre fratricide sorgono il pensiero e il desiderio d"una pacificazione per la comune salvezza e per la liberazione dallo straniero servaggio. Formami così le leghe veneta e lombarda a cui accedono, oltre

Bandiera per l'esercito (1854,- 1860)

Bandiera per l'esercito (1860)

a quasi tulle le citt:ì dell'Italia alta e cen trale e alla ,·epubblica di Venezia, il papa e il re di Sicilia, entrambi minacciati dalle ambiziose mire dell'imperatore. Federjco, sceso nuovamente in Italia, fu battuto a Legnano (n76) e indotto alla pace che fu suggellata a Costanza (1 183) col riconoscimento della inclipcndenza e libertà dei Comuni. Nel seguente secolo Federico li tentò invano, per la fiera opposizione dei Guelfi, di affermare la supremazia sul Papato e di creare t111 forte regno in Halia . E suo figlio Man fredi, che risollevò per un momento le fortune ghibelline nell'Ital ia alta e centrale, eccitò i timori di papa Urbano IV sì da indurlo ad offri re il regno di Sicilia a- Carlo d'Angiò come di Provenza. Scese questi in Italia (1265) e scon fitto a Benevento Manfredi (1266) p rese possesso del regno siciliano. Invano scese a contendcrglido Corradina, ultimo rampollo degli H ohesntaufcn, che fu da lui disfatto a Tagliacozzo (23 agosto 1:.68) e dannato nel capo. Breve tuttavia fu il trionfo d i Carlo, chè la sua mala signoria mosse Palermo e la Sicilia (1282) a ribellarsi e a darsi a re Pietro d'Aragona genero di :\,ianfrccli . L:i guerra fra Angioini e Aragonesi finì con la pace di Caltabellotta (1302), che diede a questi la Sicilia, mentre il trono di Napoli restò a que!li. Intanto, nei Comuni della superiore Italia retti dai podestà con a fianco .i capitani del popolo comandanti ùe!le milizie, le continue cliscordie andavano maturando una nuova trasformazione . In molti di essi i podestà o i capitani tra l 'infuriarsi delle passioni partigiane se ne avvalgono per farsi con l'astuzia o con la violenza, signori della citt¼ loro ttffidata e di vasti territori. D urante il secolo XIII è rutto un sorgere e fiorire di tali signorie e, fra le principali son~: quelle dei da Romano jn larga parte del Ve-

neto; dei marchesi d'Este su Ferrara, Mod~a e Reggio; degli Scaligeri sulla Marca veronese; dei Torriani, p rima, e poi dei Visconti su Milano; dei Pelavicini su Parma, Piacenza e Brescia; dei Malaspina sulla Lunigiana; dei Bentivoglio a Bologna; dei Malatesta a Rimini ; de.i da Polenta a Ravenna; dei Baglionj a Perugia; degli Ordclaffi a Forll, ecc. Nello ,tesso periodo di u:mpo, oltre alle anzidette, annoveravansi in Italia le signorie: dei conti di Sa,•oia e dei marchesi di Monferrato e di Saluzz.o ed altre minori, risa lenti al periodo feudale; la prima delle quali si era ingranclil'a nel Piemonte o a spese delle altre due o per declizioni più o m eno spontanee dei diver si comuni. Fiorivano inoltre la repubblica di Firenze e quella di Pisa, con la Sardegna, di Genova, con la Corsica, e d i Venezia coi loro numerosi possedimenti del levante; ma anch'esse erano di frequente turbate da interni sconvolgimenti e da feroci contese tra loro e coi Comuni vicini; così Genova gelosa cli Pisa ne fiaccava la potenza al la Meloria (128.t); Firenze ne approfittava per estendere la sua egemonia in Toscana e per abbattere a Campaldìno (1289) i Gh ibellini di Arezzo; Venezia e Genova per rivalità commerciale ,•enivano a guerra e la prima pativa due gravi sconfitte a Laiazzo ( 1294) e a Ciuzola (1298). Nell'Italia di mezzo era sono lo Stato pontificio per opera di papa llmoceozo lii. Dei suoi successori, Nicolò lii otteneva dal r e di Germ ania Rodolfo la cessione dei suoi diritti imperiali sulla Romagna e sulle Marche (12j8); Bonifacio VIJJ invocò l 'int:rvento di Carlo di Va lois perchè lo aiutasse a strappare la Sicilja agli Aragoqesi, ma l'impresa fallì; Clemente V, creatura del sovrano di Francia , trasportava la sede pontificia in Avignone (1305), ove doveva rimanere per 72 anni, lasciando Roma in balìa delle fazioni. Così trovava l'Italia l'imperatore Enrico VII calandovi nel 1310 per ristabilirvi l'autorità imperiale. Egli otten ne bensì di riconcil iare molti avversari ed ebbe l'omaggio e la sud-

ditanza di parecchie città; ma i suoi sforzi fai lirono di fronte al malvolere, alle gelosie ed a.i rancori dei partiti e alla ostilità dei Guelfi e del loro capo Roberto d'Angiò re di Kapoli. Dopo la sua morte (1313), i Ghibellini poterono riavers i; Firenze guelfa fu vinta eia Uguccione della Faggiuola (1315) e da Castruccio Camacani ad Altopascio (1325), ond'essa ricorse a re Roberto dandosi per ro anni in potere al figlio di questi Carlo duca cli Calabria. Nello stesw torno di tempo il re d'Aragona Alfonso toglieva ai Pisani la Sardegna (1323) . A Milano, i Visconti, di parte glùbcllina, allargavano il loro dominio, e Cane della Scala, vicario imperiale a Verona, strappava Vicenza alla signoria di Padova e dopo più di dodici a1u1j di guerra sottomette,•a anche questa città (1328). Nè miglior fortuna per l'autorità imperiale ebbero le discese in Italia degli imperatori Lodovico il Havaro (1327) e Giovanni di Boemia (1330) invitati entrambi dai Ghibellini. Le due grandi fazioni continuarono a guerreggiarsi senza tregua. Ogni città era campo di implacabili lotte e di continui mutamenti dall'uno all'altro signore, dall ' uno all'altro partito. Una lega formatasi tra Firenze, Venezia, i Visconti, gli Estensi e i Gonzaga (1336) contro le cupidigie degli Scaligeri, fece perdere a questi ,molte città riducendo la loro signoria ad un piccolo territorio intorno a Verona (1341) ; i Vene-,iian i ebbero T reviso e Ccneda e comincia rono da allora a volger l'animo agli acquisti di terraferma; i Fiorentini parecchie castclla del Lucchese; i Pisani si presero Lucca (1342). È questa l'epoca in cui sorgono e imperversano I<; Compagnie di ventura, che, composte dappriu1a da mercenari straoieri, furono flagello della nostra penisola, e più tardi, ·costituite


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da milizie italiane, divennero scuola d1 {~mosi condottieri italiani, di disciplina e di arte bellica. Nella seconda met/ì d_cl secolo XIV, grandi mutazioni avvennero in Italia. Lo Stato dei conti di Savoia, che alla fine del precedente secolo si era diviso tra due suoi rami, il primogenito, dei conti d'Acaia, nel Piemonte, il secon• dogcnito nei do mini d"oltralpe, s'era andato nel 1300 via via accrescendo sotto i tre Amedei, V (1285-13=3), VI (1343-83) e VII (1383-91) espellendo gli Angioini, vincendo i Visconti e il marchese cli Mcmfcrn,to e acquistando Nizza marittima. In Lombardia predominavano i Visconti che a mano a mano divennero signori di sempre più vasto cer• ritorio, spogl iando gli Scaligeri di ' Verona e Vicenza e ottenendo per spont:mca d~dizionc Pisa, Siena, Perugia, Assi,i, Spoleto e Bologna. Nel 1395, Giovanni Galeazzo Visconti comprava dall'imperatore per denaro il titolo di duca di Milano. Venezia e Geno,·a intanto mira,·ano a distruggersi a vicenda; si guerreggiarono esse dal 1350 al 1355 e dal 1376 al 1381 ; Venezia vi perdette i suoi possedin1enti di terraferma e la Dalmazia; Genova, sempre straziata dalle discordie, dopo essersi data in balìa dei Visconti, si diede in quella del re ~i Francia (1396). In Firenze gli odi di parte ponevano a soqquadro la città. Uscita vittoriosa da una guerra· coi Pisani (1364) e appena finitane un'altra col papa Gregorio XI, ricominciarono in essa i conflitti fra case nobilesche e fra queste e la plebe b quale col tumulto dei Ciompi (1378) si recò in mano, ma solo per breve tempo, il governo della città. A Roma e in tutto lo Stato pomificio l'assenza dei papi clava sfogo alle rivalità e alle loue fra le p repotenti famiglie baronali. Tentò porvi ri• paro Cola di Rienzo che assunse (1347) il reggimento dello Stato foggiandolo a repubblica; ma, inorgogbro dalla fortuna si attirò l'odio universale e in una sommossa fo ucci.10 (1354). Intanto il papa Innocenzo VI per mezzo del cardinale Egidin d'Albornoz riconduceva con lr, armi a obbedienza le varie città dello Stato pontificio ribelli. Più tardi (1375), una grossa lega formata da Fiorentini, dai Visconti e daJ!a regina Giovanna di Napoli mosse guerra al papa Gregorio Xl, che nel 1377 riportò la sede a Roma. Nel regno napolitano, alla morte di Roberto d'Angiò (1343) saliva al trono la sua nipote Giovanna che man• tenne lo Stato in un tumullo cli guerre; dapprima col re angioino Luigi d'Ungheria che la cacciò dal regno (1347) pacificandosi poi con lei nel 1350; poi con Carlo di Du• ra>.zo, pronipote d i Roberto, che, per essere Giovanna senza figli, a veva diritto a succederle e che si vide prescelto un princjpc della casa reale di Francia, Lwg-i I d'Angiò, ood'egli si impadronì della regina (r382), la fece morire e lottò col competitore fino alla morte di questi (r384) rimanendo padrone del regno; infine, tra il figlio e succe.ssore di Carlo, Ladislao di Durazzo e Luigi Il d Angiò figlio di Luigi I e tra i loro partigiani, durazzesi e angioini, che per lunghi anni (1390-14II) desolarono il regno . 0

Nel secolo XV le sorti d 'lrnlia continuarono a peggiorare. Solo la Casa di Savoia ebbe un periodo di splendore sotto Amedeo VIII che acquistava la contea del Genevcse (1401), stabiliva la sua supremazia sui ma.,chesali di Sa• !uzzo e del Monferrato, otteneva (1416) dall'imperatore Sigismondo il titolo ducale cd, estintosi il ramo cl 'Acaia, riuniva ( 1418) ai propri domini il Piemonte che ne era stato diviso da oltre un secolo; poi, guerreggiando felicemente contro il duca di Milano estendeva i confini sabaudi fino alla Sesia (1428). Ma i suoi successori non sep• pero nè reprimere le in'tcstine dis'cordie che ' turbaròno

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lo Stato, nè accrescergli forza. Il ducato di Milano, dopo la morte di Giovanni Galeazzo, andò in sfacelo. Le città si liberarono tornando agli antichi signori; il papa ebbe Bologna, Perugia e Assisi; Verona passò ai Veneziani (1404); Pisa fu sottomessa dai Fiorentini (1406); Facino Cane da. Casale s'insignorì di Ales~andria, Novara e d'altre città, e. occupata Milano e Pavia, dominò in nome di due giovani figli di Giovanni Galeazzo (1410), uno dei quali, Filippo Maria, morto Facino Cane, riottenne (1418) la signoria di Milano e qucllu di Genova (1421), ma per• dette Brescia e per la sconfitta di Maclodio (1.p7), infljua dai Veneziani collegatisi coi Fiorentini all'esercito ducale, dovette abbandonare ai primi tutta la terra che · i Visconti possedeva no tra il Mincio e l'Adda. Alla morte cli F ilippo Maria (1447) i Milanesi proclilmarono lo. repubblica ambrosiana e assoldarono Fnnccsco Sforza, genero di .Filippo Maria, il quale, vinti i Veneziani a Ca• ravaggio ( 1448) si accordò con essi e col loro aiuto rovesciò il governo repubblicano e si fece acclamare duca di Milano (1450). Lo Sforza riguadagnò con la pace di Lodi, fatta coi Veneziani (1454), iJ Cremonese e riassoggettò poi (1464) Genova che nel 1458 s'era ridata ai Francesi. Egh morì nel 1466; il figlio Galeazzo Maria fu ucciso nel 1476 lasciando un fanciullo che fu spogliato del dominio dallo zio Lodovico il Moro (1494). Venezia durante la guerra con Filippo Maria Visconti e con lo Sforza ave,•a ingrandito il suo territorio; nel 1482, istigata dal papa Sisto IV, che voleva spogli:ire gli Estensi del loro territorio, si collegò con lui e tenne testa a Napoli, Milano, · Firenze, Mantova e Urbino sorti a difenderli; tradita dal papa che le si volse contro, resistette a ranli nemici, conquistò Gallipoli sul golfo di Taranto e, fatt:1 pace con Ferrara, conservò il Polesine occupato durante la guerra (1484). In Firenze sorgeva la potenza dei M~dici, specialmente per vin~ di Cosimo il vecchio; ma suo figlio Pietro e poi i figli di questi, Lorenzo e Giuliano, soffersero congiure e guerre da parte dei fuorusciti cui diedero mano Venezia, il papa Sisto IV e il re cli Napoli; tuttavia Lorenzo, rimasto, per la uccisione del fratcllc Gi uliano, solo signore di Firenze, seppe sventare ogui pericolo e, riconciliatosi coi suoi nemici, con grande abilità seppe reggere lo Stato rendendolo forte e autorevole. Ne!Jo Stato Pontificio, Martino V, restaurò l'autorità pontificia costringendo a obbedienza i signo1otti delle Marche e d i Romagna e ricuperando le città umbre di cui si era impadronito Braccio da Montone. Nel rcgoo di Napoli, Ladislao di Durazw, che era riuscito a trionfare degli Angioini, per bre\·c tempo occupò Roma. La sorella Gio•vanna II, succed utag li nel 1414, riconobbe per figlio Alfonso V d'A ragona e d i Sicilia (1420). Ne seguì tra questi e Luigi lii. una guerra che, combattuta specialmente da due famosi condottieri, Auendolo Sforza e Braccio da Montone, fu infaL,ta all 'aragonesc il quale però, morra Giovanna Il (1435) tentò di riconquistare 11 regno napolitano e vi riuscì (1442) . Morendo (1458) lasciò I' Aragon'a, la Sicìlia e la Sardegna al .fratello Giovanni e N apoli al proprio figlio Ferdinando. Questi ebbe regno turbato da guerre mossegli dagli Angioini e dai Baroni sollevatisi; ma egli, con aiuti avuti da papa Pio IIT, dal duca di Milano e da milizie albanesi condotte dallo Scandcrbeg, potè ricacciare i primi (1459-63) e con l'astuzia e con l'inganno opprimere i secondi (1485-87). Adunque alla fine del 400 esiste,ano in Italia cinque Stati magg iori: il reame di Napoli; Firenze, il ducato di Milano, 'con Cenova e la Corsida;, la repubblica di Ve-


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inezia, padr~na della Dalmazia e di tene del Mediterper averne aiuto contro il protestantesimo dilagante, unl .raneo orientale; lo Stato della Chiesa, comprendente i! le sue armi a quelle imperiali e la Lombardia fu ritolta iLazio, ! '_Umbria, le Marche e la Romagna, paesi costelai Francesi, sconfitti alla Bicocca, e ridata a F rancesco II :Jati da p iccole signorie e ducati. Di minore importanza Sforza fratello di Massimiliano . (1522); nè più fortunato ,politica erano : il ducàto di Savoia, il cw principe Carlo I esito ebbero i successivi conati del re di Francia per riaf.aveva assunto il titolo di re di Cipro ereditato da Carlotta ferrarla, chè le sconfitte di Romagnano (1524) e di Pavia -di Lusignano (1487); i marchesati di Saluzw e del Mon(1525) inllittcgli dagli eserciti di Carlo V davano a quesn ,ferrato; il ducato di Mantova; Siena e Lucca repubbliche; l'assoluta padronanza dei destini d'Italia. Di ciò preoc,le signorie di Piombino e d'Asti, ecc, cupati, il papa, Venezia e gli Sforza si strinsero iu lega Nel 1492 Ludovico il Moro chiamò contro gli Aragonesi contro I'imperàtore e ad essà si unì pure re Francesco I. -il re di Francia Carlo VIII, che ·, sul reame di Napoli Infuriò nuovamente la guerra in Italia; lo Sforza, asse.accampava pretese per la sua parentela con la spenta fadiato in Milano dagli imperiali, dovette arrendersi e fu miglia angioina, e che sceso dal Monginevra (settembre privato del suo dominio; il papa Clemente VII de Medici ,494) con agguerrito esercito:,. potè percorrerla tutta senza vide Roma orribilmente saccheggiata (1527) da una torma -colpo ferire; solo Firenze seppe per virtù di Pier Capponi di Lanzi tedeschi e fu costretto a venire a patti coi nedignitosamente resistere; ma essa si disfece dei Medici e si mici, mentre il duca di Ferrara_ gli toglieva Modena, , -costituì in repubblica. Entrato in Napoli (22 febbraio 1495)_ Veneziani Cervia e Ravenna e i F iorentini, cacciata di -d 'onde il re Alfonso II era fuggito riparando in Sicilia, nuovo la sua famiglia, ripristinavano la repubblica. Dopo ·Carlo VIII vide tosto, per l'insolenza dei suoi, rivolgerun altro vano tentativo co'lnpiuto dai Francesi condotti _glisi le popolazioni, mentre lo stesso Ludovico il Moro dal maresciallo Lautrec ,creava a suo danno una lega con Venezia, il Papa, Spagna ( r 528) per cogliere agli e Germania . Preoccupato, il re di Francia _prese il camSpagnuoli la Lombar mino del ritorno e, sopportato uno scontro a Fornovo dia e il Napoletan o, ,(1495), ripassò le Alpi, Luigi XII, succeduto a Carlo VII) fu fatta pace a Cam,(1498), vantando diritti ereditari sulla Lombardia, appena brai (1529). Francesco salito al trono, fatta lega coi Veneziani, scese a conquiSforza riebbe Milano, starla (1499), e malgrado la resistenza cppostagli dal Moro i Veneziani restituiro-e dagli Svizzeri da esso assoldati, l'ebbe in sue mani no le terre occupale (1500); poi, accordatosi con Ferdinando re d'Aragona per durante la guerra, il la spartizione del regno di Napoli vi si recò e, mentre duca di Ferrara ebbe .l'Aragonese si prendeva Puglia e Calabria, egli occupò Modena e Carlo U! Bondiera dello R !\'farina Terra di Lavoro e Abruzzi (1501). Alla divisione del botdi Savoia ottenne Asti modello 1851 ,tino, fra i due complici ci fu p resto guerra; i Francesi, cedutagli dalla Fransconfitti a Cerignola (1503) dagli Spagnuoli, dovettero lacia. Solo a Firenze Ca1·!0 V, istigato dal papa mediceo, non -sciare a quq ti il possesso dell'intero reame. Papa Giulio II, fece grazia e la città, malgrado una disperata difesa e dopo salito al soglio pontificio (1503) benchè fisso nel pensiero un assedio di 10 mesi fu costretta ad arrendersi e ad elegdi accrescere e rafforzare il proprio Stato e di cacciar gersi a sovrano il duca Alessan~ro de' Medici (1530). d 'Italia Francesi e Spagnuoli, stringeva contro i Vcnef ranccsco I non s 'acquietò; e, cessato di vi vere senza ·ziani, che s'erano impossessati di alcune terre di l{oeredi lo SfÒrza (1535), la Lombardia fu ancora oggetto --.magna, la lega di Cambrai (1508). I Veneziani, per libc~li contesa fra l'imperatore e il monarca francese. Vittima ·rarsi da tauti nemici, dovettero cedere al re francese del nuovo conflitto, terminato con la tregua decennale di Bergamo, Brescia, Peschiera e Cremona, al r~ d'Aragona Nizza (1538), fu il duca Carlo lil di Savoia che, nonostante si fosse tenuto neutrale, Francesco I, che pure gli città del napolitauo, al papa q uelle di Romagna , mentre Verona e Vicenza si davano all'imperatore. Giulio Il a lera prossimo congiunto, per avere libero il passo in Italia lora, geloso della' Francia, formò contro questa un'altra spogliò iniquamenle dei suo Stati. • La tregua di Nizza lega (lega Santa - 15ro), che determinò un 'altra gueèra, non durò che quattr'anni. Francesco I, alleatosi coi Turchi, nella quale Luigi XII ebbe alleati il duca di rerrara e riprese le anni contro Carlo V (1542). La flotta ottomana desolò le spiagge cl 'Italia e, congiunta con quella franJa repubblica di Firenze. I Francesi assediarono e pre·sero Bologna, sconfissero tr Ravenna i collegati, ma furono, cese, fece capitolare e incendiò Nizza dopo un assedio da questi e da 2000 Svizzeri unitisi ad essi, costretti ad memorabile. A Ccrcsole vinsero i Francesi, ma anche questa vittoria fu per essi sterile, chè il re di Francia. abbandonare la Lombardia che le milizie spagnuole e pontificie occuparono dandola a Massimiliano Sforza figlio premuto da ogni parte dai nemici, piegò a consigli di pate. Egli continuò a tenere gli Stati del duca di Savoia e ciel Moro. Un n uovo tentativo del re di Francia, accorCarlo V non lasciò il Milanese. datosi ora coi Veneziani, per ricuperare la Lombardia, falll con la rotta dalle sue truppe sofferta a Novara (r513). Durante tali avvenimenti, anche per gli altri Stati d'Italia Vi si riprovò re Francesco I, succeduto (1515) a Luigi Xli volgevano tempi calamitosi. Venezia era impegnata, in·e, con l'aiuto dei Veneziani, vinti , gli Svizzeri dello sieme col papa, in dura guerra contro 'i Turchi perdendovi Sforza a Marignano, riebbe per la pace di Noyon (1516), le isole dell'Egeo (1540). In Firenze veniva trucidato il -oltre la Lombardia, Parma e Piacenza restitwte dal papa; duca Alessandro, cui succedeva Cosimo de Medici, figlio i Veneziani ricuperarono i possedimenti di terraferma già d i Giovanni delle Bande Nere (1537). Genova nel 1528 era -occupati dai Tedeschi; in Firenze fu abbattuto il governo stata liberata dal dominio frapcesc per opera di Andre~ repubblicano e ristabilita la signoria medicea. Doria, e si era costituita in repubblica. Nel 1558 Carlo V Nelle guerre che, dal r520 in poi, si combatterono fra moriva e gli succedeva il figlio F ilippo li al quale aveva I 'imperatore Carlo V e re Francesco r, l'Italia fu campo precedentemente data l'investitura del Ducato di Milano principale di lotta. Il papa Leone X, alleatosi con Carlo V (1541) e del reame di Napoli (1554) e ceduta la Spagna,


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la Sàrdegna e la Sicilia (1556). Lui ancora vivente, il pontefice Paolo IV odiatore degli Spagnuoli e dei Medici loro satelljti, negoziò accordi con Enrico II e col duca di Ferrara per . espellere quelli dall'Italia. La guerra che ne segul, se fece fallire gli sforzi del papa per infrangere il giogo di Spagna e diede al Farnese e al Medici, amicatosi con questa, il dominio rispettivamente di Piacenza e quello di Siena, ebbe d'altro canto, pel trattato di Cateau Cambrésis (t559) che le pose fine, il felice risulçato di restituire al principe sabaudo Emanuele Filiberto vincitore di S. Quintino, gli Stati che al padre suo Carlo lll la Francia aveva. carpito, e a Genova la ·corsica. L'Italia era adunque così divisa : il Milanese, il Napolitanò, la Sici lìa, la Sardegna, lo Stato dei Presid:ì (Orbetello, Talamone, l'orto Ercole e Porto S. Stefano), sotto i l dominio di Spagna, il ducato di Savoia, fakidiàto di alcune fortezze e vallate che, oltre al marchesato di Saluzzo, erano in possesso d i Francia; Genova con la Corsica; Venezia con quasi tutti i suoi Stati di terraferma; il ducato di Toscana sotto i Medici; lo Stato pontificio come alla fine del 400; il ducato di Mantova, cui Ca rlo V aveva aggiunto il Monferrato, sotto i Gonzaga; il ducato di Ferrara, e-on Modena e Reggio, sotto gli Estensi; il ducato d i Pann a e Piacenza sotto i Farnesi; Malta, sotto i cavalieri gerosolimitani ; e altri Staterelli minori (Urbino, Massa e Carrara, Lucca, la Mirandola, San Marino). Gli ànni che seguirono segiiarono importanti mutamenti - a ta le situazione. In Toscana, Cosimo I otteneva dal papa Pio V nel r569 il titolo di Granduca. Il ducato di Savoia, retto mirabilmente da Emanuele Filiberto si aggrandiva, per negoziati, di città e terre che il trattato di Cateau Cambrésis aveva lasciato alla Francia e alla Spagna, fra le q uali Torino che diveniva capitale dello Stato; inoltre riacquistava pacificamente il Chiablese (1569) e, per denaro, il principato d'Oneglia (1576) e quello di Tenda (1579); e successivamente, il figlio di Emanuele Filiberto, Carlo Emanuele I,. succeduto al padre nel 1580, destreggiandosi tra Francia e Spagna, s'impadroniva del marchesato di Saluzzo (1588) che seppe clifendere con le armi contro il ré francese Enrico IV e potè mantenere cedendo però a questi con la. pace cli Lione (1601) le terre sulla sinistra del Rodano (llresse, Bugey, Gex, ecc.). Finalmente, nel 1598, il papa Clemente VIII ritoglieva il suo feudo di Ferrara agli Estensi i quali trasferivano a Modena_ la loro capitale. Nei primi anni del secolo XVII, Venezia fu turbata da lungo e grave dissidio col papa e d_alla guerra con gli Uscocchi che durò dal 16r4 al 1617. In questo periodo campeggia in Italia la grande figura del duca Carlo Emanuele I di Savoia, il · primo che, dopo papa Giulio 11, chiamasse a libertà gli altri sovrani d 'I talia e attuasse politica italiana. Dopo vari e vani tentativi di conquistare il Ginevrino (1603) e il Monferrato, mal soffrendo la· prepotenza del re d i Spagna che voleva imporgli ·di disarmare, egli ne affrontò da solo le armi (1614) e si ebbe il Piemonte invaso; ma, per l'intromissione della Francia, potè aver pace nel 1617 e ricuperare lo Stato. Più tardi, a impedire che la Spagna s'impossessasse deJ!a Valtellina, si collegava con la Francia , con Venezia e col papa; e durante la guerra di Valtellina combattuta pure in Piemonte, tentò invano d'impadronirsi di Genova (1625). 11 trattato di Monçon (1626) concluso tra Francia e Spagn a senza la sua partecipazione lo irritò contro quella e lo spinse ad accostarsi a questa; ed, estintasi la discendenza diretta pei Gonzaga, egli invadeva il Monfrnato mentre

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gli Spagnuoli ponevano assedio a Casale. Vi,roriosc, a Sampeyre (1628) di un esercito frane= sceso in Italia a sostenere il duca di Nevers che, quale agnato più prossimo dei Gonzaga, accampava diritti sul ducato di Man tova, il duca di Savoia non potè resistere a nuove forze di Francia calate dal Mongincvra e guidate dal re- Luigi XUl il quale lo costrinse a venire a patti e ad unirg!i;i. Intanto, l'imperatore Ferdinando II, alto signore di Mantova e del Monferrato e ostile a1 Nevcrs, mandava in Italia un esercito di 30.000 u. che s'impadroniva di Mantova e ne faceva strazio (1630). Carlo Emanuele I ondeggiante, per le sue mire, tra Francia e Spagna, li,1ì per riavvicinarsi a questa ma ebbe n uovamente ;I Pi~~1ontc occupato dai Francesi, perdette la Savoia, Pinerolo e :,aluzzo; onde, pel dolore di tanta rovina fu tratto a morte (26 luglio 1C>3n). Suo figlio e successore Vittorio Amedeo I dal re Luigi XJ I( ottenne buoni patri col trattato di Cherasco (1631). Durante la guerra dei T renta Anni, si unl con la Francia (1635) in una lega alla quale si accostarono anche i duchi di Parma e di Mantova; e, nominato generalissimo dalle armi collegate, decise delle vittorie conseguite sugli Spanuoli a Tornavento (1636) e a Monbaldonc (r637); ma, pochi g iorni dopo di questo, morì lasciando due bambini sotto la reggenza della vedova Cristina di Francia la quale, a sventare le insidie dei fratelli del morto duca che, sospettosi di lei per la sua nascita e forse avidi del trono, vollero toglierle il governo cercando aiuto alla Spagna, si appoggiò alla Francia. Un esercito francese calò in Italia, vinse gli Spagnuoli, prese Torino (1640) e altre piazze. I pericoli d 'una i,,uerra civile e dell'intervento straniero asscnnarono i cognati della duchessa, che vennero con lei ad accordi; ma la contesa tra Francia e Spagna non cessò di sconvolgere e straziare il Piemonte per molti anni ancora. Sullo scorcio della prima metà del secolo XVII altri avvenimenti turbarono l'Italia centrale e meridionale. A Napoli e a Palermo, la pessima signoria spagnuola eccitava a rivolta qu~lle popolazioni (1647) che iuvano tentarono di scuoterla. ,Nello Stato pontificio, il papa Urbano Vlll, dopo essersi aggreg~to il ducato d'Urbino (1632), volle strappare quello di Castro al duca di Parma, e ne sorse guerra (1641) cui pose fine l'intervento della Francia . Ma papa Innocenzo X rinnovò la lotta e incorporò il ducato (1649). Con la pace dei Pirenei (1659), il duca di Savoia Carlo Emanuele II riebbe i suoi domini quali erano risultati dal trattato di Cherasco. Durante la guerra della Lega d'Augusta il duca di Savoia Vittorio Amedeo II salito al trono ( r683) dopo otto anni di reggenza materna, si unì coi nemici del re di Francia (1690) e il suo Stato fu ancora calpestato, straziato dalle armi francesi vincitrici a Staffarda (1690) e a Marsaglia (1693) di quelle piemontesi e austriache; ma poi s'accordò con la Francia e non solo fu reintegrato nei suoi domini ma ebbe in cessione Pinerolo, All'alba del XVIII secolo scoppiava (1701) la guerra ·di Successione di Spag na e l 'Italia vi andò cojnvolta e ! convolta, parteggiando il duca di Modena per l'imperatore e quello di Mantova per la Francia; a fianco di questa combatèè da prima anche il duca di Savoia nella speranza di acquistare la Lombardia, ma poi, deluso, la si volse contro. Coi a·attati di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714), che posero termine alla guerra, fu bandita dall'Italia la signoria spagnuola, e nella Lombardia, cui fu aggiunta Mantova, nel Napolitano e nella Sardegna dominò quella austriaca. Vittorio Amedeo II, oltre al Monferrato inferiore, ad Alessandria, Valenza e alla Valsesia , ottenne an~e la Sicilia col titolo di re, e, cedutegli dalla Francia, in cambio della valle di Bar-


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cellonctta, quelle di Oulx, di Fenestrelle e Castel Delfino. Lunéville (18o1) per la quale Piemonte e Genova divenivano dipartimenti francesi, la repubblica cisalpina assumeva Nel 1720, alla fine della guerra suscitata dagli intrighi del cardinale Alberoni, in luogo della Sici lia, il r e Vittorio i l titolo di italiana, il barbone Ferdinando l V ricuperava il Amedeo dovette accontentarsi della meno ricca Sardegna. Napolitano perdendo l'isola d'Elba, ceduta alla Francia, e lo Stato dei Prcsidì che, insieme con la Toscana, formava il Nel 1738, con la pace di Vienna chiudevasi la guei ra per la nuovo regno d'Etruria dato a Ludovico di Borbone per Successione di Polonia iniziatasi nel 1733, nella quale il re compensarlo del ducato di Parm a incorporato dalla Francia. dì Sardegna Carlo Emanue le Ili, succeduto nel 1730 al paDivenuto imperatore, Napoleone mutava la repubblica dre Vittorio Amedeo Il, aveva tenuto con for tuna d'armi italiana in regno italico (18o5) e a questo, con la pace di per Francia e Spagna contro l'Austria guadagnandovi il Presburgo, aggiungeva la Venezia e parte della Dalmazia Novarese, il Tortonese e la supremazia sui feudi delle Langhe. L'Austria serbò la Lombardia e ottenne per sè e .p el • ceduta dall'Austria. Successivamente, secondo Jo consigliavano l'interesse .dinastico e le contingenze politiche, rimaduca Francesco di Lorena rispettivamente il ducato di Parma neggiava le varie province d'Italia creando e rimovendo e Piacenza e il granducato di Toscana, ove si erano estinti re e principi! onde, alla fine del suo regno, la penisola si senza prole i Farncse e i Medici; il regno napolitano, la trovava cosl costituita; il Piemonte, la Liguria, la Toscana, Sicilia e lo Stato dei Presidi passarono a don Carlo di BorParma, Roma e l'isola d'Elba, uniti all'impero; la Lombone figlio del re F ilippo V di Spagna. bardia, il Veneto, il Trentino, parte dell'Emilia e le Marche L'Italia fu di nuovo campo di lotta nella guerra per la Successione d'Austria, nella quale re Carlo Emanuele IIT, formanti il regno italico sono il vicerè Eugenio Beauharnais, sperando sempre di ottenere la Lombardia, combau /: per figliastro di Napoleone; il regno di Napoli sotto il re Gioachino Murac suo cognato; il principato di Lucca, Massa e l 'imperatrice Maria Teresa contro Francia e Spagna con Piombino sotto l 'altro cognato dell'imperatore, Baciocch1; varia sorte. La pace d'Aquisgrana (1748) assicurava a lui il la repubblica cli S . Marino. Delle tre isole m aggiori, la possesso di Vigevano, Voghera e dell'alto Novarese tolte Corsica apparteneva sempre alla Francia, la Sardegna a r e alla Lombardia, e dava Parma, Piacenza e Guastalla a don Vittorio Emanuele I succeduto al fratello Carlo EmaFilippo di Borbone altro figlio di Filippo V di Spagna. Alla nuele IV (1802), la Sicilia a re Ferdinando lV, l'isola di ora deua pace seguivano in I talia quarant'otto anni di Malta era dal 1801 degli Inglesi e il Canton Ticino faceva quiete; Genova nel 1768, non riuscendo a domare la Corparte della repubblica elvetica. sica sempre ribelle, la cedeva alla Francia che ne fece una sua provincia. Terminata con 'Waterloo la grande epopea n apoleonica, il congresso di Vienna (1815) assegnava Genova al re di SarNello sconvolgimento che la rivoluzione francese e le degna a cui venivano restituiti la Savoia, il Piemonte e Nizza; guerre a cui diede origine portarono in Europa, l'Italia fu largo campo di lotta e di continui mutamenti politici (V. il Veneto con la Lombardia e con alcuni distretti del ParmiGuene della Rivoluzione, del Consolato e dell'Impero). Dugiano e del Ferrarese, all'Austria; il ducato dì Modena e rante questo periodo, V ittorio Amedeo lii perdeva dapReggio a l'rancesco IV di Lorena-Austria, che, a lla m orte prima Savoia e Nizza e poi, per aver pace e conservare il di sua madre Beatrice, ultima estense (1829), doveva erePiemonte, era costretto a durissimi patti (1796). Procedendo ditare anche il ducato di Massa e Carrara ad essa concesso; il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla a Maria Luisa sedi vittoria in villoria il Buonaparte occupava la Lombardia, conda moglie di N apoleone; il ducato di Lucca a Maria detronizzava il duca di Modena e, unita questa città con Reggio, Ferrara e Bologna, ne formava la Repubblica CiLuisa cli Borbone; il granducato di Toscana col principato spadana; poi, col trattato di Tolentino (1797) obbligava il di Piombino e lo Stato dei Presidi a Ferdinando lii di Lopapa alla cessione di Avignone, del contado Venassino, delle rena-Aust ria. Lo Stato pontificio, scemato dei distretti ferlegazioni di !Jologna, Ferrara e Romagna; e infine col tratraresi, e il regno delle due Sicilie rimasero rispettivamente tato di Campoformio vendeva Venezia, l'Istria e la Dalmaa l papa e a Ferdinando I di Borbone. La Corsica restò alla zia all'Austria (1797) e facc,•a da questa riconoscere la nuova Francia, Malta all'Inghilterra, il Canton Ticino alla Svizzera; Monaco e Mentonc furon dati alla famiglia Grimaldi. repubblica Cisalpina, da esso costituita con la precedente, Ovunque io Italia infuriò il più gretto spirito reazionacon la Lombardia, coi paesi veneti a ponente dell'Adige, con la Valtellina e Chiavenna. A Genova, i Francesi facerio che per contraccolpo fece rinascere la coscienza n aziovano proclamare la repubblica ligure e a Roma la repubnale e il desiderio di togliersi al giogo di pr incipi ai quali nulla aveva insegnato la sventura e nessuna eco giungeva blica romana (1798). In Piemonte, il re Carlo Emanuele IV, succeduto al 'padre Vittorio Amedeo III (15 ottobre 1796), delle doglianze e delle aspirazioni dei popoli. Pullularono le sette qccu lte e imperversarono i rigori polizieschi; scopera costretto dalla prepotenza francese e dalle umiliazioni piarono rivoluzioni a Napoli e in Sicilia (1820) e nei Piea cui era soggetto, a rifugiarsi in Sardegna (1798); re Ferdinando IV di Borbone, che aveva osato muover guerra alla monte (1821) domate con l'aiuto delle armi austriache. Nuove rivoluzioni, echi di quelle scoppiate (1830) in FranFrancia, veniva cacciato da Napoli ove era proclamata la cia, in Belg io e in Polonia, turbarono io I talia la quiete repubblica partenopea, e doveva cercar ricovero in Sicilia (1799). In questo stesso anno veniva abbattuta dai Francesi dei principi nel 1831. Si ebbero sollevazioni a Modena, a Parma, donde Maria Luisa fu scacciata; Bologna, la Roanche la repubblica di Lucca e occupata la Toscana, donde il granduca Ferdinando III doveva esulare. Durante l'asmagna, le Marche e l 'Umbria insorte, spinsero il papa senza del Bonaparte per la spedizione d'Egitto, l'Austria Gregorio XVI a invocare l'aiuto dell'Austria, le c ui truppe ricuperava la Lombardia e quivi, come a Napoli, in Piesconfissero gli insorti modenesi e romagnoli capicanati dal monte, in Toscana e a Roma si ristoravano gli ordini angenerale Zucchi e soffocarono ogni moto in quelle province; tichi; ma i principi spodestati ne rimasero lontani, regnando l'intervento austriaco provocò quel lo della Francia che ocovunque il tumu lto, il brigantaggio, la guerra tra partigiani cupò Ancona (l8p). Negli anni seguenti continuò in Italia dell'Austria e quelli di Francia. Col ritorno in Europa del il fermento degl i animi aspiranti a più libera vita; un nuovo Buonaparte e con le vittorie francesi di Marengo e di Homoto nelle Romagne (1833) e quello compiuto dai fratelli henlinden, la F;-ancia costringeva l'Austria alla pace di Bandiera (1844) in Calabria miseramente fallirono . Ma lè


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L'ltnlin nel 1859


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La cavalleria del Regno d'Italia (18rz)

Napolitani, cadeva a sua volta (luglio) e la Sicilia veniva predicazioni dei mazzm,ani, i complotti dellç sette e le domata dalle soldatesche del Borbone (aprilc-maggiò). agitazioni incomposte, violente e spesso discordi nei mezzi In Piemonte, lo Statuto veniva conservato e la lealtà del e nei fini, ·se servivano a tener desta l~ fiamma della libertà, a rinfocolare l'odio popolare contro i principi oppresprincipe e la sagacia politica e diplomatica del suo grande ministro, il conte Camillo di Cavour, tessevano i nuovi desori e a richiamare sulla causa italiana )'attenzioni: e la simpatia di qualche -potenza, non tardarono a palesarsi stini. La guerra di Crimea permise al Cavour di segnalare sterili di risultati. -sorsero scrittori politici quali il Gioal successivo congresso di Parigi (1856) le misere condizioni berti, il Balbo, il d'Azeglio ed altri a consigliare più assen d'Italia e la necessità di migliorarla. La grande -opera, sua nate e p ratiche vie per la riscossa nazionale, la quale do- fu poi volta ad assicurarsi l'aiuto dell'imperatore francese veva. ragguingersi con l'unione degli spiriti e col mostrarsi Napoleone III e a costringere l'Austria a farsi provocatrice. maturi a savie e liberali in.novazioni. In Piemonte, in T oMa la seconda guerra per l'Indipendenza d'Italia che ne scana, a Roma, quei principi non intesero a sordo e le seguì (1859) non diede tutto il frutto agognato; cbè, con la riforme vi furono largamente concesse. I voti di coloro convenzione di Villafranca, Napoleone III troncò d'in1provche vagheggiavano il pensiero dovesse il papa essere capo viso la guerra e la speranza nostra. Il trattato pi Zurigo del risorgimento italiano, e che perciò si dissero neo(ro novembre 59) davà la Lombardia, meno Mantova e Peg uelfi, parvero -esauditi quando fu assunto al sogl io ponschiera, al re di Sardegna e -stabiliva che nella Toscana, tificio (l846) il papa Pio IX i cui prin1i atti furono di lieto nei ducati di Modena e di Parma, nella Romagna, nelle auspicio per le speranze ital iane. Alla riforma da lui atMarche e nell'Umbria, ove era stata inalberata la bandiera tuata, seguirono quelle del governo toscano (1847) e quelle tricolore, i principi spodestati potessero far ritorno solo se largite con lo Statuto dal re Carlo Alberto l '8 febbraio richiamati dal libero voto dei loro sudditi. Coi plebisciti 1848. Anche il re di Napoli secondò · 1e aspiraziÒni liberali, che ne seguirono , o per voto d'assemblea, tutta l'Italia cenma solo per conservare i propri dominii qi terraferma essentrale si diede a Vittorio Emanuele II il quale però, per dosi a l principio dell' anno la Sicilia sollevata e staccata non avere avverso l'imperatore francese, fu costretto a d al Napolitano. Le rivoluzioni scoppiate in Francia , in cedergli Nizza e Savoia. Incanto, anche in Sicilia scoppiava Germania e in Austria nel febbraio e marzo 1848 precipila rivoluzione (4 aprile r86o) e Garibaldi,..accorsovi coi suoi tarono gli eventi anche in. Italia. Alla notizia della somMille conquistava l'isola e, passato lo stretto, entrav a trionmossa di Vienna ( 13 marzo), Milano e Venezia insorgevano fante in N.apoli (7 settembre 60) donde il re Francesco I( e scacciavano gli Austriaci; da Modena fuggiva il duca era fuggito riparando a Gaeta. Le Marche e l'Umbria sollevatesi e travagliate dai mercenari- papali chiedevano l'aiuto Francesco V, da Parma Carlo II di Borbone; e re Carlo Alberto il 23 marzo bandiva contro l'Austria la guerra del governo piemontese il quale, e per tal motivo e per la necessità d'intervenire •nell 'Italia merjdionale e di dare asper l'Indipendenza d 'Italia. L'infausto esito di questa non setto a quelle agitate province, fece invadere lo Stato della tolse che Carlo Alberto ritentasse generosamente la prova nell'anno seguente; ma , disfatto a Novara, egli doveva abChiesa da un corpo di truppe (V. Guerre per l'Unità d'Itad icare il trono al figlio Vittorio Ema nuele II (marzo 1849), lia) che, vinti a Castclfidardo (18 settembre r86o) i pon~ifici, u nico modo per ottenere dal!'Austria meno iniqui patti. s'inoltrò nel Napolitano, mentre sul Volturno le schiere gaIntanto a Firenz<:, partito -il Granduca, si costituiva un goribaldine sconfiggevano i borbonici (r e 2 ottobre). ;verno provvisorio; a Venezia e a Roma, donde il papa éra Nuovi plebisciti nelle Marche e nell'Umbria e IJel!e pro .. fuggito, veniva proclamata la repubblica. Dopo la cata- _vincie napolitane e siciliane affermavano la loro volontà di 1;trofe di Novara, all'Austria fu facile riporre sui lpro troni unirsi sotto la monarchia costituzionale di Re Vittorio Ema• principi spodestati di Toscana, di Parma e Piacenza e di nuele; e con la caduca di Gaeta, di Messina e di Civitella Modena. Venezia, malgra<lo strenua difesa, capitolava vinta del Tronto, ultimi baluardi della resistenza borbonica (1861), ~!alla fame, dal colera e dalle bombe austriache (agosto anche l'Italia meridionale fu congiunta al nuovo regno. Il .1849); Roma, assalita da Francesi, Austriaci, Spagnuoli e 17 marzo · 1861 nel primo parlamento italiano 1'eniva ap-


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provata la legge con cui Vittorio Emanuele li assumeva per sè e pci suoi successori il titolo di re d 'Italia. La grande opera dell'unificazione e indjpendcnza italiana non era però compiuta; Roma rimaneva sotto il dominio papale e Venezia sotto quello dell 'Austria. Premevano glì impazienti e nel 1862 l'eroico Garibaldi, che li capeggiava, tentò dapprima di raccogliere a Sarnico un nerbo di volontari per penetrare nel Trentino e poi altri ne chiamava a sè in Sicilia e passava con essi in Calabria per muo,,ere alla liberazione di Roma. Entrambi questi tentativi generosi falurono per la fermezza del governo icaljano che, giustamente giud icandoli intempestivi e gravidi di pericoli, fu costretto a impedirli. L'occas ione lungamente spiata per liberare la Venezia si offerse al governo , italiano nel 1866 quando scoppiò conflitto tra l 'Ausrria e la Prussia. Alleatasi a questa, l 'Jcalia combattè w1'infelicc campagna (V. Guerre per l'Unità. d'Jtalia); tuttavia potè ottenere il Veneto. L'anno appresso, Garibaldi, ritentando la conquista di Roma, veniva vintò a Mentana dalle armi di Francia accorse a protezione dello Stato pontificio; ma l'ultima ora di questo era suonata e, caduto a Sedan l'impero napoleonico, il governo italiano, sciolto da ogni impegno contratto con esso, e sccondando i voti del paese, inviò su Roma un corpo di truppe che in breve se ne impadroul (20 settembre 1870). Da allora in Italia per lunghi anni fu pace fervida di opere in tutti i campi, poichè, dopo l'unificaz.ione territoriale, dovevasi provvedere a quella degli animi, a quella amministrativa, a creare tullo dal nulla, strade, scuole, esercito, marina, industria, commerci, a distruggere tull~ le male piante ailignatc sul nostro suolo durante secoli di schiavitù, di .corruzione e di abbandono. Vittorio Emanuele II si spegneva nel gennaio 1878 e un mese dopo lo seguiva il papa Pio IX. Saliva al trono d'Italia Umberto I, e durante il suo regno si facevano i primi passi di espansione coloniale (Y. Eritrea e Somalia). Caduto Umberto per attentato anarchico, saliva sul trono Vittorio Emanuele IlI; sotto di lui fu compiuta l'impresa di Libia (V. Guerra Italo T urca) che diede all'Italia anche il Dodecanneso. Scoppiata la guerra Mondiale, l'Italia si tenne dapprima in una cauta ma vigile neutralità; poi, per volere cl.i popolo, essa abbracciò la causa dell'Intesa (191;) e concorse gloriosamente con questa all'abbattimento degli Imperi centra~i e soprattutto dcli' Austria, sua secolare nemica, ch'essa stroncava a Vittorio Veneto; e col trattato di S. Gcrmain en Laye e con quello segnato a Rapallo con la Jugoslavia (1920)

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che le davano il Trentino, l'Alto Adige, il Friuli orientale, Trieste e il litorale, l'Istria, Zara, le isole di Cherso, Lussin, Lagosta e Pelagosa, essa rientrava nei suoi termini sacri. Un nuovo trattato con la Jugosla\'ia dcfinirn nel 1924 in favore dell 'Italia una lunga contestazione sorta pel possesso di Fiume il cui buon diritto a far parte della grande famiglia italiana, misconosciuto dalle Potenze e dagli stessi go,·erni nosuani dall'immediato dopoguerra, trionfò per virtù d'un poeta soldato e del regime che ora dirige le sorti d'Italia.

Regno d'Italia ( 1805: ordinamento militare). L'esercito del Regno, nel 1812, si componeva di 90.000 fanti e 15.000 cavalli, con 150 cannoni. La bandiera era bianca, rossa e verde:. Vi erano 6 divis. mil. territoriali: Milano, Brescia, Mantova, Venezia, Bologna, Ancona. Le regioni dell'Italia annesse direttamente all'impero francese costituivano la 27a divis. mii. territoriale in Piemonte; la 28a in Liguria e Parma; la 29• jn Toscana, la 3o" negli Stati Romani. Inoltre vi era l'esercito napoletano del Murat. Infine, gli italiani delle regioni annesse all'impero francese costituirono i seguenti reggimenti francesi: Piemontesi, 111° fanteria di linea, 11° e 31° fanteria leggera, 210 dragoni, 260 cacciatori a cavallo; Toscani, 113° fanteria di linea e 28• òragoni. I Romani erano incorporati nel 137° fanteria di linea, nel 35° e nel 32° di fanteria leggera; in quest'ultimo erano anche Liguri e Parmensi. Infine, Italiani erano sparsi 2nche in altri regg. francesi, in minor nwncro.

Esercito italiano (Cenno storico). L'esercito italiano, formatosi per varie aggregazioni e successivi ampliamenti, sul vecchio ceppo dell 'esercito sardo, può considerarsi ufficialmente costituito il 17 marzo 186o, cioè dopo le annessioni della Toscana e dell'Emilia. Il suo primo ordinamento fu su 13 divis. attive, raggruppate in 5 grandi comandi. Ogni divis. comprendeva due brigate di fanteria di linea, 2 bgl. di bersaglieri e I rcgg. di cavalleggeri. Con la cavalleria eccedente si formò inoltre una divis. speciale detta di riserva, tomposta dei primi 4 rcgg. pesanti :' Nizza, Piemonte Reale, Savoia e Genova. L'arma di fanteria, risultò di 5z regg. di linea, 4 di granatieri e 26 bgl. bersaglieri. La cavalleria ebbe 4 rcgg. di linea, 6 di lancieri, 6 di cavalleggeri e I di guide. L'artiglieria contò 10 reggda campagna, t di operai e 3 da piazza. Il genio 2 reggCompletavano il nuovo organismo mii. italiano: il treno, il corpo di amministrazione, i carabinieri, i servii;i sedentari e gli Istituti.

La fanteria del Regno d'Italia ( 1812.


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Di queste truppe regolari, 4 divis. sarde e 2 di toscani e di emiliani fecero la campagna del 1860-61, mentre un altro esercito, quello di Garibald i, eletto meridionale, sorto dal glorioso nucleo dei Mille, liberata la Sicilia entrava in Napoli e chiudeva vittoriosamente al Volturno la sua epopea. Lo scioglimento di quest'ultimo (u lungo e difficile e non potè dirsi ulùmato che nel 1862. Dopo l 'annessionc delle provincie meridionali, del!' Umbria e delle Marche, l'esercito subì nuove trasformazioni. Si aumeotarono 3 divisioni, riducendo i regg. di fanteria da 4 a 3 bgl. per ciascuno e aumentando il numero dei regg. stessi di altri 12 di nuova formazione; si portarono a 36 i bgl. bersaglieri, si co,titul il regg. pon tieri, si accrebbero le batterie, si costituirono 3 regg. del treno, e si Iiunirono queste cnità in 6 corpi d'armata di 3 divis. ciascuno, lasciandone due al V corpo solranto. Nel giugno 1861 i 6 corpi d'armata vennero sciolti, e furono creati in loro vece 6 comandi di dipartimento mii. Poco dopo, soprattutto per sostiruire le guarnigioni depauperate dal servizio di pubblica sicurezza per la campagna per la repressione del brigantaggio nel1'ltalia meridionale, fu creata, con legge 4 agosto 1861, la Guardia Nazionale. Nel 1862 furono ridaci ai rcgg. i quarti battaglioni soppressi, aumentandosi allfi 12 regg. di fanteria, e si cream in Sicilia un 1' dipartimento. Nel 1870 gli So regg. di fanteria furono posti su 3 bgl. e suddiYisi in 40 brigate. I regg. bersaglieri forono portati a 10; sorsero 'le prime 15 cp. alpine; la cavalleria fu divisa in lancieri e cavalleggieri (coi regg. su sei squadroni), l'arriglicria fu ordinata su II rcgg. di 8 btr. ed il genio su 30 cp. di zappatori. Fu riformato il corpo <l 'amministrazione cd il territorio dello Stato fu diviso in 16 circo,scriz ioni, corrispondenti ad altrettanti comandi di d ivis. Inoltre furono istjtuiì:i 45 distretù, ai quali fu affidato il compito della preparazione della milizia territoriale. Su ·queste 'basi si ispirò la legge del 1873, che diede i primi 10 bgl. delle truppe alpine, le specializzazioni del genio, la m ilizia mobile, e l 'ordinamento su ro corpi d'armata. Cosicchè l'Italia potè finalmente disporre di un'esercito di guerra di 750.000 uomini, cou 800 pezzi <l 'artiglieria. Parallelamente a queste previdenze organiche, si ebbe I 'adozione del fucile Wetterly, si jniziò la costruzione della fabbrica di Terni, si diede svÙuppo ad u11 piano di fortificazioni, si provvide nel miglior modo possibile a rifornire i magazzini pci biso,gni occorrenti in ca,o di mobilitazione e (nel 1877) si aumentò a 74 i l numero dei distretti . Cosl si giunse al periodo 1882-84, nel quale, per gli aumenti generali di tutù gli eserciti d'Europa, l 'Ita lia (u in grado di ordinare il proprio su 12 corpi d'armata, comprendenti 25 divisioni, e di avere una milizia territoriale, forte di 3 20 bgl. di fanteria, 30 di a lpini, 100 d'artiglieria e 20 del genio. In seguito alle leggi del 1897 e del 1910, la formazione organica dell'esercito in tempo di pace rimase fissata in

complessivamente forti cli 94 regg. fanteria, 2 di granaùeri, 12 di bersaglieri, 8 di alpini, 29 di cavalleria, 36 di artiglieria da campagna, 2 d'artiglieria pesante, z da montagna e 1 a cavallo, più 6 regg. del genio, 1 brigata specialisti, direzioni , scuole, isù tuti, servizi, per un totale di 270 mila uomini. Questa forza, aumentabile in guerra col richiamo delle classi in congedo, si progettò che potesse salire a 700.000 u., a cui si dovevano aggiungere 4 classi cli milizia mobile e 6 di territoriale, fino a m ettere in campo 1 milione e 400.000 combattenti, senza comprendere in questa cifra le guardie di finan-za e le truppe coloniali. 12 corpi d'armata,

Esercito italiano (Ordinamento 1926). S. M. il Re è il comandante supremo di tutte le forze armate; in JJace il ministro della guerra è l'autorità suprema responsabile . Il

Distintivo dei veli\·oli italiani

capo di S. M. generale ba il compito di consigliere tecnico del Capo del Governo per le questioni concernenti il coordinamento del! 'organizzazione difensiva dello Stato e per i progetti relativi alle eventuali operazioni di guerra; il capo di S. M. dell'Esercito è il consigliere tecnico del ministro della guerra e dirige, sotto l'autorità del ministro, gli studi e le operazioni I elaùve alla prepara1.ione della guerra . Altri organi e cariche: comandante in 2~ del Corpo di S. M., generali designati per il comando di una armata, Consiglio dell'esercito, Comando del Corpo di S . M., Consiglio supremo della difesa nazionale., Comitato •per la preparazione della mobilitazione civile. L'esercito comprende : 4 comandi designati d 'armata; II comandi di Corpo d'Armata; 1 comando mii . della Sicilia; 1 comando mil. del la Sardegna ; 29 divis. m ii. territoriali. Ogni divis. comprende I brigata di fanteria di 3 regg . ed 1 rcgg. <l'art. da campagna. Anni : Carabinieri Reali : 2 legioni allievi, 21 legioni territoriali, 12 bgl. mobili, 2 squadroni. Fanteria: r comando di brigata granatieri; 29 comandi di brigata fanteria di linea; 3 rcgg. granaùcri; 8j regg. cli fanteria; 12 regg. di bersaglieri ciclisti; 9 ,cgg. di al pini. Cavalleria: 3 colllandi superiori di cavalleria; 12 rtgg. di cavalleria di due gruppi di squadrnni. Artiglieria: 12 rcgg. d'~rt. pesante campale; 30 rcgg. d'art. da campagna; 1 regg. d'art. a cavallo; 3 rcgg. d 'art. da montagna ; 5 regg. d'art. pesante e 3 regg. da costa; 12 cent ri d'art. controaerei.

Siluranti italiat1c a Rodi (19z9)


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Genio: 12 regg. del genio, 2 rcgg. radiotelegrafisri, 1 regg. pontieri e lagunari, 1 regg. ferrovieri, 1 gruppo aerostieri. Carri d'assalto: un centro d'istruzione e varie unità. Effettivi di bilancio : U fficiali 16.470 - Truppe 234.coo. Tutti i cittadini sono costretti al servizio militare obbligatorio personale dal 21° al 55° anno d'età. Durata della ferma, 18 mesi. La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V. S.N.) fo parte delle forze armate dello Stato cd è posta sotto gli ordini del Capo del Governo. Oltre quella ordinaria (che colla sua unità entrò a far parte in tempo di guerra delle grandi unità del R. E~crcito) vi sono diverse specialità: coloniale, confinaria, ferroviaria, portuaria, postelegrafonica, forestale, stradale, controaerei. Essa ha l'incarico permanente dell'istruzione prcmi litai;e. La R. Guardia di Finanza dipende dal Ministero delle Finanze e fa parte integrante delle forze militari dello Stato. L 'arconautica dipende dal Ministero omon imo e si divide in: armata aerea - areonautica dell'esercito - areonautica della marina - areonautica delle colonie. Nel complesso ~onta 31 gruppi con 97 squadriglie di 9 a JZ apparecchi ciascuna . Effettivi di bilancio: ufficiali 1859; sotruff. 3437; truppa 19.000. Vi sono inoltre le truppe coloniali (V. Coloniali, Eritrea, Cirenaicll, Somalia, Tripoliwuia . E vedi anche le voci Circoscrizio11i militari, Acro11a111icll, Guerra (Ministero). Nel 1930 vennero apportate innovazioni nel! 'ordinamento 1926, le quali si possono così riassumere : ") Si sono costituite due divisioni celeri; b) ~ei due coma ndi dell 'Accademia di Modena e della Scuola di applicazione di Fanteria di Parma si è fatto un comando un.ico; e) sono ,taci ridotti da tre Q due i Comandi di brigate di cavalleria; d) si sono portati ad undici i reggimenti di artiglieria pesante che prima erano 5; e) si è costituito un nuovo reggimento di artiglieria leggera; /) si è costituito un nuovo reggimento d i artiglieria della Sardegna; g) i tredici centri controaerei sono stati trasformati in cinque reggimenti contr~aerei campali.

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N. da Reggio, N. Zeno, G. Verazzano, A. Cadamosto, A. Pigafetta, Leone, Pantera, Tigre (da 2000 tonn.); Aquila, Falco (da 16oo tono.), Carlo Mirabello, Augusto Rihoty, (da c550 tonn.), Cesare Rossarol (cx tedesco, 1400 tonn.): alcune di queste unità sono ancora in costruzione (1930). Seguono 64 cacciatorpediniere, di cui 4 cx austriaci. Completano il naviglio silurante di superficie alcune torpediniere costiere. I sommergibili, compresi quelli in costruzione attualmente (l930) sono 54. V. anche le voci : Dipar1i1111mto mii. ma,·ittimo e Mari11a (Ministero).

Cora2zote italiane ncUe acque di Ostia (1927)

Italia. Corvetta da 24 cannoni del Governo provvisorio di Venezia nel 1848.

La Marina Militllre Italiana sorse nella primavera del 1861 mediante la fusione delle marine sarda e napoletana. E proprio in quel! 'epoca, le prime due navi coraz;i:atc, Terribile è -Formidllbile, costruite in Francia mentre si allestiva il grande arsenale della Spezia, entrarono in ser• vizio (1861). Ess:i è costituita dalle seguenti un ità :

Navi da bauaglia: Giulio Cesare, Conte di Cavour, Andrea Doria. focrowuori corazzati: Pisa, San Giorgio, San Marco. Incrociatori « standard »: Trieste, Trento. (In costruzione, nel 1930, sono gli Incrociatori dello stesso tipo Zara e Fiume, e i leggeri Alberto da Giussano, Alberico da /:!arbiano, Bartolomeo Colleoni, Giovanni dalle Bande Nere). lnrroriatori: Ancona, Taranto, Bari, Brindisi, Venezìa (nmi cx austriaci), Libia, Quarto. Nave porta aerei: Miraglia. Nave tcuola: Cristoforo Colombo. Navi appoggio sommergibili: Volta, Pacinotti. Naviglio silurante e sommergibili: Dardo, Strale, Freccia, Saetta (1334 tonn.); U. Vivaldi, A. Usoclimarc, L . Tarigo, L. Meloncel!o, L. Pancaldo, A. da Noli. E. Pessagno,

F ,·cgats Italia

Italia. Fregata varata a Castellammare nel 1861. Era stata impostata sullo scalo dal governo borbon ico col nome di • Farnese » . La sua caratteristica polena raffigurante l'Italia che spezza le catene ciel scnaggio è conservata nel Musco navale della Spezia. Era lunga m . 65.92, larga r5.2r; aveva un dislocamento cli tonn. 3680 e un equipaggio di 58o uomini.


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Italia. Corazzata, varata a Castellammare di Stabia cd entrata in servizio nel 1885; radiata nel 1921; lunghezza m. 122, larghezza rn. 24, dislocamento tonn. 21.100, mac-

dal 1890 al 1908 per iniziativa dell'editore Voghera, che ne fu anche direttore.

Italiana (L'). Cannoniera del governo provvisorio dì Venezia nel 1849. Italiana (Legione). Costituita a Montevideo nel 1843, in difesa dell'Uruguay, per opera del colonnello, poi generale, Giuseppe Garibaldi. Si distin~e grandemente nella di-

Corazzata Italia

china H.P. 11.986, velocit~ nodi 8; armamento guerresco: cannoui IV 431, Vili 149 A, IV 120 A; lanciasiluri 4; smo maggiore 36, equipaggio 712.

Bandiera della legione italiana a Monl•video

fesa di Montevideo. Per la prima volta compare, in questa legione gloriosa, la camicia rossa. Ammontò alla forza di 800 u. Molti di questi legionari seguirono Garibaldi in Italia nel 1848, e a Milano ricostituirono un gruppo coll'antico nome, che si battè negli ultimi giorni di quella campagna e finì, dopo Io scontro di Morazzone, per varcare il confine svizzero.

Divise di Legionari italiani in Ungheria (,8,.9)

Italia militare e marina. Periodico mii. (Giorn. delle Armi di Terra e di Mare), pubblicato trisettimanalmente a Roma

Italiana (Legione). Quando Garibaldi giunse in Italia nel 1848 con la sua legione di Montevideo, incorporò in essa numerosi volontari d'ogni provincia italiana e formò in Ravenna un corpo di 500 uomini di truppa e 24 ufficiali, del quale prese il comando il Sacchi. Questo corpo assunse

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Bandiera della Legione italiana in Ungheria (1849)


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quello di Legione Italiana. Destinato alla dilesa di Roma, accrebbe i $UOÌ effettivi fino a raggiungere u11a forza di quasi 2000 uomini, e fu forse il corpo che ebbe la parte maggiore e le maggiori perdite in quella memoranda lotta del 1849 contro i Francesi.

tana erano inoltre stati sbarrati dall 'Austria-Ungheria con potenti e moderne fortificazioni; nella zona invece del1'!souzo essa approfittò dei nostri mesi di neutralità per costruire due robuste teste cli ponte davanti a Tolmino e

Italiana (Legione). Creata e comandata dal colonnello Alessandro Monti il 1° giugno 1849 in Ungheria; si battè eroicamente contro gli austro-russi dal giugno aJl'agosto, distinguendosi in ogni occasione; soffocata la rivoluzione dell'Ungheria i resti della gloriosa legione, citata dal Governo ungherese all'ordine del giorno, ripararono in Serbia. Gli uomini della legione erano quasi tutti lombardi e veneti disertori dell'esercito austriaco. La forza massima raggiunta fu di 2 000 u., e le perdite furono sensibili, tanto che i superstiti in Serbia ammontarono a soli 450. Italiano (L'). Vascello costruito nell'arsenale di Venezia sul cadere del! 'Impero napoleonico. Fu ridotto a fregata dagli Austriaci nel 1829 e radiato nel 1836.

Italiano (fronte: Guerra Mondiale). Il ·tracciato dell'iniquo confine con l'Austria-Ungheria, impostoci dopo Ja sfortunata guerra del 1866, era tale che una nuova guerra si presentava p er l'Italia nelle più avverse condizioni tatricostratcgiche. Da una parte, infatti, il cuneo T rentino si protendeva minaccioso nel cuore della pianura Veneto-Lombarda ; . dall'altra, la frontiera friulana, tracciata capricciosamente i.o piena pianura, senza n essuna con siderazione <li linee nè fluviali nè montane, si presentava completamente aperta ed indife!a; aggiungasi a questo che, nel sistema alpino, i versanti che guardano l'Italia sono generalmente più ripidi e difficili d i quelli che scendono verso la parte opposta; nel tratto estremo verso il mare, infine, avevamo dj cont~o l'aspro ed inospite bastione carsico, dominante il piano come una terrazza. I principali passi della zona mon-

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..,.

Le truppe italiane passano it:confine aTorre di Zuino (24 maggio 915

Gorizia, e per compiere ingenti lavori di fortificazione campale sull'altipiano carsico. Disponendosi ad abbandonare qualche tratto di terreno là dove questo poteva migliorare le condizioni della difesa, il Comando austriaco seppe scegliersi una forte linea difensiva, appoggiata, ov'era possibile, alle opere di fortifi-

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f\~NZf Lo schieramento iniziale sulla fronte italo-austriaca


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AUSTRIA

ITALIA N/11/1 IJ/1 8,'{TTt'?u(.//1

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cazione, o saggiamenlc a-acciata rn cresta, includendovi le posi?.ioui naturalmente più forti e più larg,,mcnte dominanti. In tal modo i'Austria venne non sollamo a ridurre di circa 150 km . lo sviluppo della. linea cl i frouticrn da difendere (circa 6oo km.) ma anche ad ,1ssicurare alla sua linea una salcl:i capacità difensiva, appoggiata, com'essa

scelta una mole:: considerevole cl, appresramcnti difensivi, con larghezza e modernità di mezzi, ~nza alcun disturbo da parte nosrra, ed anche con quell'esperienza della guerra cli trincea, che da v.tri mesi stava combattendo sugli altri settori. Di cutli gli Stati belligeranti l'Austria sola ebbe ,1uesta possibilità, e perciò appunto, mentre in tutti gli altri scacchieri la lotl:I si iniziò con una fase, piò o meno lunga, di guerra <li movimento, sulla nostra fronte, invece, fin dalic prime se111manc toccò al nostro esercito affrontare la più dura ed esasperante delle guerre di posizione.

Munizioni pronte per una batt.1glia

era, ad imponenti ostacoli naturali, quali il crinale a lpino, un importante corso d'acqua, ed ii.fine il fomlizio naturale del Carso: sul tratto Giulio, essa lasciava in nostra mano tuno il terreno sulla destra ddl'Ison?.o, mmo le due citate teste cli ponte. Giustamente, quindi, il proclama iniziale del Comando supremo a. u. diceva: « Dobbiamo difendere un terreno che è protetto dalla natura. Davanti ,1 noi un grande fiume; dalla nostra parte il ciglio di un altipiano, dal quale si può tirare come da una casa di dicci piani. Pensate ai monti che sono tutta la nostra forza ». Attendendosi il nostro attacco e sentendosi più debole, l'Austria ebbe lutto il tempo di compiere sulla linèa pre-

S. h1. il Re d'Italia e Poioearé assistono a premiazioni di valorosi

Varcato il confine, occupate le più importanti p osizioni al di li di esso, passato l'!s0111.o di fronte alla catena del monte Nero-Merzli, a Plava ed in corrispondenza dell'altipiano Carsico, le nostre eruppe si trovarono subito di fronte

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a linee continue di trincee cd a profondi reticolati, contro cui erano assolutamente insufficienti i mezzi di distruzione, di cui si disponeva: scarse e per lo più antiquate artiglierie di medio calibro, fragili pinze da giardiniere, poco efficaci tubi cli gelatina esplosiva. La fronte vènnc, inizialmente, così ripartita: 1• armata (ten. gcn. Roberto Brusati) dal confine svizzero alla Val Cismon (Croc.Ja grane.le); dal 9 m.iggio 1916

ltA

Tuttavia, con mirabile tenacia e spmto di abnegazione, il nostro esercito sostenne durante i mesi del i915 quattro sanguinose offensive sull 'Isonzo e tutta una serie ci combattimenti sulla &onte montana. che, pur-.«>nsegu-endo modesti risultati territoriali, valsc,::o però a tenere impegnata sulla nostra fronte' una buona m etil dell'esercito ausu·iaco, impedendo che potesse gravare sulle altre fronti ed infliggendole una perdita di oltre 300.000 uomini. Iniziava, così, l'esercito italiano quçUa inesorabili: opera di logoramento dell'esercito nemico, che doveva condurre questo alla fatale, estrema rovina . Durante l'anno 1916, l'esercito austriaco lasciò temporaneamente il suo atteggia1ncnto difensivo, per attaccare con grande decisione le nostre lince del Trentino, infrante le quali il marcsc. Conrad, capo di S. M. dell'c~crcito a. u., sper:,va di poter traboccare nella pimura veneta, aggirare

·,t. •'('!"'.... :

w..~---~·'--'·~-~:~;:_•'._.~-~-~' Il Re dd Mo :>tenogro al fronte italiano, con S. ;\I. il Re d'lailto

alla fine c.Jclla guerra fu comandata dal ren. gcn. PecoriGiraldi. - 4• armata (ten. gen. Luigi Nava) dalla Val Cismon al monte Paralba; ebbe per comandanti successivi i ten . gen. Nicolis di Robilant, Morrone, Giardino, Tassoni. - Comando della Zona Carnia (tcn. gen. Clemente Le, quio) dal Paralba alla conca di Plezzo. - ::" annata (comand . tcn. gen . Pietro Frngoni) dalla Conca di Plezzo alla strada Cormons-Gorizia; ebbe per comandanti successivi i tcn. gcn . Piacentini, Capello, Montuori, Pennella . - 3• armata (S. A. R. Emanuele Filiberto di Savoia, duca d •Aosta) dalla suada anzidetta al mare. - Due corpi d'armata, dei nosui 12, rimanevano a disposizione del Comando Supremo. Di fronte a noi, l'Austria schierava così le sue forze: - Comando della difesa del Tirolo (gcn. Dankl) cui era affidata la difesa del saliente Tridentino. - Grnppo d'armata della Carioz;ia (gen. Rohr) schierato nell'alto Cadore ed in Carnia. - 5A armata (geo. Boroevic) dislocato dal monte Nero al mare. L 'Austria disponeva di truppe numcricame;1tc inferiori alle nostre (inizialmente, una ventina di divisioni contro 35 nostre), ma godeva, d'altra parte, del vantaggio incstunabile di dover combattere una guerr;i difensiva su posizioni da tempo allestite, e munite di tutte le risorse della tecnica e dell'arte moderna.

Il generale Cadoma ol fronte

le nostre forze dell'Isonzo e mettere fuori causa l'Italia. Invece, la famo,;.~ « Strafc-expedition » si risolse in un clamoroso insuccesso, c subito dopo il nostro Comando Supremo rispondeva ad essa con una rapida e geniale manovra verso Gorizia, cd una felice offensiva che ci diede alfine il possesso della contesa città. Continuando, poi, alacremente la lotta d urante i mesi autunnali sia sull ' lsonzo sia sulle Alpi cli Fassa e sul Pa$ubio, il nostro esercito non desistette, fino agli ultimi giorni dell'anno, dall'offrire ai suoi alleati la più tenace e fcdeìe cooperazione. L'anno 1917 fu un anno di crisi per tutti i belligeranti, ma soprattutto per l'Intesa, la quale, per I 'intensificani della guerra sottomarina, la sconfitta della Romania, la rivoluzione russa ed il successivo ritrarsi della Russia dalla guerra, il fallimento dell'offensiva francese nella primavera, si vide posta in grande difficoltà . L'Italia, tuttavia, nonostante che la defezione russa la lasciasse sola a sostenere il peso di tutto l'esercito austriaco, impegnò contro questo ben tre dure e cruente offensive: due ·sulla fronte dcl1'Isonzo, nel maggio e nell'agosto 1917, ed una sugli altipiani, nel giugno . Con la battaglia della Bainsizza, particolarmente, con la quale le nostre truppe si addentrarono per la profondità di circa 12 chilometri nella fascia difcn-


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Truppe nemiche in ritirata presso Pono Buffole

siva dell'ayvcrsario, l'esercito austro-ungarico fu ridotto cosl a mal partito, che i capi politici e militari a. u. ritennero, per evitarne la dissoluzione, di dover rivoTgersi per aiuto ai Tedeschi. 11 poderoso sforzo austro-tedesco, rivolto contro la parte più debole del nostro scacchiere di guerra, colse per di più le nostre truppe in uno stato di vera crisi mate• riale e morale, causata soprattutto dai lunghi, sanguinosi sforzi sostenuti durante l'anno. Riuscirono, cosl, gli avvcr• sari a rompere la nostra fronte da Plezzo a Tolmino, costringendo il Comando Supremo ad ordinare la ritirata della 2• e della 3• armata al Tagliamento,. prima, e poi al Piave e delle truppe della Zona Carnia e della IV armata, che vennero ritirate al Grappa. Dalla sconfitta, però, il nostro esercito si risollevò con mirabile prontezza, e· sulla nuova linea Altipiani-Grappa-

( 1918)

Piave riuscì da solo - e cioè senza che fossero mtn1mamcnte impegnate le truppe inviate in sostegno dagli alleati ad inchiodare l'avversario. Ricostituito, poi, sollecitamente con un magnifico sforzo di governo c di popolo tutto ciò che nella ritirata si era perduto, il nostro esercito tenne teSl'a al nuovo, violento u1'10 austriaco, sferratosi nel gi ugno 1918 sul Piave contro le nostre nuove lince; ed infine nel] 'ottobre dello stesso anno, con una gigantesca, travolgente offcnsiva, sgominò l'esercito austro-ungarico, provocandone la dissoluzione ed insieme il crollo della monarchia asburgica, ed affrettando in tal modo la fine vittoriosa della guerra, per tutti gli alleati dell'Intesa. (Per maggiori particolari sui singoli avvenimenti della guerra, v. le voci

Altipiani, Bains1zza, Carso, Gorizia, Grappa, Isonzo, Ortigara, Piave, Vittorio Veneto, ccc.).

Treno armato deUa R. Marina per la difesa delle coste italia.n c


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Italiano /ro11te (Marina). li 24 maggio 1915, mentre le regioni adri,1liche sopportavano serenamente il battesimo del fuoco, cui rispondevano 1e limitate nostre batterie co •

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tico, con frequenti bombardamemi contro le fortificazioni costiere avversarie. Verso la li.ne dcll 'anno, grande parte del nostro naviglio fu impicgatQ a salvare l'esercito serbo, che, sotto la p•essione del nemico viuorioso, affluiva completamente disorganizzato alla costa albanese, già da noi occupata. Sopra una costa infida, battuta dai venti, senza

Ufficiali austriaci prigionieri nel 1918: r gen. Martlni, comandante dcl III C. d'A.; 2) gen. Dc Verraros (XIV C. d'A.); 3) gen. Von Otto (li brigata artiglieria).

slicre, il cacciatorpediniere « Turbine » dopo eroica difesa, aperte le valvole per ordine del suo capo, affondava, per non arrendersi al nemico. Alla nostra cost.1 adriatica, aperta, di facile accesso, priva di centri difensivi, eccezione fatta di Venezia e Brindisi, si opponeva quella dalmata, ben munita dalla natura e dall'arte e protetta da un poderoso antemurale di frastagliate isole, nei cui meandri le navi imperiali tranquillamente potevano ritirarsi. Questa naturale condizione costituiva u110 svantaggio per noi, che, anche per ovvie ragioni morali, non volevamo ritorcere, sulle aperte città dalmate, le offese dagli Austriaci recate alle nostre. Nell'an no 1915, mentre le corazzate pronte all'azione attcndev~no ncila rada di Taranto, esploratori, naviglio leggero e suì:>acqueo affetcuavano intense crociere nell'Adria-

Le \'CStigia della ruia austriaca attorno al monumento di Dante a T rento

porti, in pessime condizioni di mare, data la stagione invernale, si dovette imbarcare un esercito di circa 200.000 uomini, ehc per effetto della sconfitta era divenuto una caotica raccolta di individui sfiniti dalle privazioni e contagiati da morbi di ogni specie. A tutto ciò si aggiungeva la necessità di vigilare e di impedire l'accorrere dì forze na-

Cannoni di piccolo calibro lungo la costa italian,,


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l100IUTATI AGLI SìA6lJl1EHTI SAlllARI TlRRllORIALI NE.GLI AJH 1915•16·17·16 ~""'.t.L.t. ,.~~:,•

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Gr:afici delle perdite aubìte dall'Esercito e dnlla R. !\1arina nella guerra mondiale

vali avversarie dalla non lontana Cattaro, come infatti av• venne nel dicembre 1915, ma con danno degli Austriaci che perdettero due unità. La titanica impresa fu condotta felicC1J1en1e a termine e rimarrà un monumento perenne di armonico accordo di qualità tecniche e bclligere, sapientemente valorizzate. In quello stesso inverno, molte nostre unità dovettero provvedere alla scorta ed alla protezione di convogli recanti nostri contingenti in Albania. L'anno r916 fu caratterizzato da frequenti incursioni contro Durazzo, da ardite scorrerie di naviglio leggero contro i porti di Trieste e di Parenzo, dal tentativo del comandante Goiran di silurare una importante nave nem ica nell'ancoraggio di Fasana (Pola), da numerose siste• mazioni di zone minate, da continue, vigili crociere, non solo in Adriatico lungo le rotte per l'Albania e per la Macedonia, ma anche nelle acque libiche cd eritree a protezione delJc colonie, mentre lungo la ferrovia AnconaBrindisi correvano treni armati, serviti da marinai, a difesa della costa Adriatica. !:: anche cli questo anno il sacrificio altamente significativo di Nazario Sauro , istriano di nascita, volontario di guerra, caduto prigioniero del ne• mico e da esso barbaramente giustiziato. Il r9r7 ricorda le attività sempre crescenti nell'Adriatico, in concorso anche con le truppe operanti in prossimità di esso (golfo di Panzano), nonchè la brillante azione del 15 maggio , durant!' la quale, nel canale di Otranto, un reparto leggero ne• mico, mentre cercava di disturbare la rotta per Valona, veniva dai nostri fugato e fortemente danneggiato. Avvenuta la ritirata dell'esercito in seguito alla XII bamglia dell'Isonzo, fu dalle autorità navali provveduto con or• dine e con metodo al ripiegamento ciel materiale e dei presidi costieri, e fu costituita quella brigata « Mari11a », che sul basso Piave, a fianco delle regie truppe, rese sicura Venezia, concorrendo in seguito potentemente alla vittoria finale. Glorioso avvenimento della fine dell'anno fu il siluramento, ad opera del comandante Rizzo, della CO·

razzata nemica « Wien » nella rada di Trieste, nella notte sul 10 dicembre. Nell 'ullimo anno di guerra, quando le energie si inasprivano per il consegu imento della meta agognata, la nostra marina può con fierezza ricordare l'epica condotta della squadriglia del comandante Ciano, che violava nel febbraio con Gabriele d'Annunzio il sicuro ancoraggio di Buccari; l'audace irruzione del maggio, nelle acque di Pola del comandante Pellegrini; la battaglia dei pigmei contro i giganti, le piccole siluranti del comandante Ri:i;zo che a/fondavano il 10 giugno, al largo di Premuda, la « Santo Stefano » e finalmente il siluramento della « Viribus Unitis » ad opera del Rossetti e del Paolucci nelle acque di Pola; nonchè la pronta occupazione, sui primi del novembre, delle coste istriane e dalmate e del relativo arcipelago. Le cifre rlelle perclite italiane nella guerra Mondiale non sono ancora (1930) pubblicate con dati ufficiali completi. Gli ultimi calcoli dell'ufficio statistico del Ministero della guerra indicano in 680.000 il numero rlei morti (dei quali 3200 appartenenti alla R. Marina); e in circa 1.500. 000 il numero dei feriti, sopra un complesso di 5.615.000 u . mobilitati . In mare, le pcrdirc di navi ammontarono a 94.966 tonn.: 5 navi da bat taglia, 9 cacciatorpediniere, 6 torpe• <liniere, 8 sommergibili, 11 navi sussidiarie. L'Austria per• dette 3 navi da battaglia, 4 cacciatorpediniere, 1 torpedi• niera, 10 sommergibili, 18 navi sussidiarie, per un totale di 83.465 tonnellate.

Italica (Guerra). V. Sociale (9t a. C .). Italica, Città della Spagna Beùca, sul Guadalquivir,, corrispondente all'attuale Scvilla la Vicja. Nel 76 a. C . vi sì combattè una battaglia che appartiene alle guerre civili scrtorianc in Ispagna e {u combattuta e vinta dal proconsole Q. Cecilio Metello Pio, contro il questore scrtoriano Lucio Irtulcio. Quest'ultimo fu superato alle due ali, e il centro, composto delle sue migliori truppe, costretto infine


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a cedere pcrchè assalito da ogni parte. lrtuleio riuscì a ritirarsi , dopo di avere perduto 20. 000 uomini.

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bardamento, veniva occupata la città di Tripoli, e i Turchi, appoggiati da bande indigene, si riùravano nelle irnme-

Italica (Legione). Costitwta all'inizio del 1800 per opera del gen. Buoaaparte, con soldati italiani, in grande parre Piemontesi: fu agli ordini del generale Lecchi. La Legione scese in Valsesia, ebbe scontri con reparti austriaci a Varallo, ad Arona, a Sesto Calende, a Vercelli; il 10 gennaio 1801 a Trento; fu sciolta nella primavera.

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Sbarco di fanteria a TriJ>()li (ottobre 1911)

diate vicinanze della città. Nello stesso g iorno una divis. navale occupava Tobmk, e, nello stesso mese cli ottobre,

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Il e Jimes italicus •

Italico (Limite: Limes italicw). Venne così chia mato il doppio vallo fortificato dai Romani - esterno ed interno a protezione dcl confine orientale. Servì efficacemente ed a lungo di sbarramento contro i popoli barbari oltre il vallo; tanto efficacemente che, come osserva il llarbarich, al di qua si mantenne intatta l 'unità del linguaggio, mentre al di là si rivela ancora oggi la prescn:t,a di una decina di popoli di..,ersi. Tre strade mii. romane erano protette dal vallo: la Flavia, la Gemina, la Postumia. Italico. Reggimento di dragoni, creato nel 1734 dalla Spagna. Ebbe per comandanti Palafox prima, e poi Montcsa. Durò per rutto quel secolo.

Italo-turca (Guel'ra). In base agli acco.rdi dell'Italia con la Francia e l'Inghilterra (1909) nei quali •i riconosceva aù esse libertà d'azione, rispctùvamente, per la Libia, il Ma:occo, e l'Egitto, nel settembre 1911, veniva intimato alla Turchia di sgombrare la Libia, e, in seguito al suo rifiuto, il 29 veniva dichiarata la guerra. li primo scontro, na,·ale, avvenne a Prevesa; il 5 otcobre, dopo breve bom-

La bandiera irnliana a Tobruk (ottobre 1911)

Bengasi, Derna e 1-loms. La marina da guerra operò il bombardamento di T ri poli ed c,eguì uno sbarco di marinai coi quali tenne e difese la città per pochi giorni, sinchè furono sbarcate le truppe destinale all'occupazione. Quindi

Navi italiane dnvanti ai forti dei Dardanelli (aprile 1912)


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operò nel Mar Rosso, destando allarmi e risentimenti internazionali che però non condussero a incidenti sostan:;,;iali. Con i presidi twchi ritiratisi dalle dette località si ini:/liava una lunga lotta, mentre (S novembre) veniva proclamata l'annessione della Libia all'ftali.a. (Dei vari scontri, e delle azioni intorno ai centri occupati, si dà notizia alle singole voci; fra i più importanti fatti d'armc sono da_ segnalare quelli di Ain Zara, Bir Tobras, Gargaresc, Due Palme, Zanzur, ecc.). La Turchia sovvenne come potè i ribelli all'occupazione italiana, mediante invio di ufficiaJi e di armi é di denaro;

turche non osano uscire: cinque nostre torpediniere si spingono audacemente nell'interno dello stretto per 20 km. Frattanto il corpo d'occupazione, lottando contro le truppe turche uscite dalle città occupate e rinforzate da nuclei di abitanti dell'interno, procedeva ad occupare altri centri, come Macabez, Misurata, Zuara. La guerra con la Turchia aveva termine. col trattato di Losanna (18 ottobre r912), ma continuò la lotta con i ribelli dell'interno. (Y. Cirenaica e Tripolitania).

Italo-Austriaca (Guerra). V. Indipendenza ~ Unità d'Italia, e Italiano fronte (Guerra Mondia le).

ltamaracà. Isola del Brasile, vicinissima alla costa, a nord di Pernambuco . Nel 1640, il 12, 13, 14 e 17 ge nnaio, avvennero nelle acque del! 'isola combattimenti 11avali tra le flotte olandese e spagnuola, i quali costiruiscono · una sola battaglia, perduta dalla Spagna, la cui flotta era agli ordini di Ferdinando Mascarentras, conte della Torre. Nella battaglia si distinse l'italìano conte di Bagnuolo, al comando del suo galeone « San Filippo 11 . ltapirù. Forte costruito dai Paraguaiani per sbarrare la strada di Humaità agli Alleati, durante fa ~uc,rra del Para!,'1.lay . Il 19 aprile essi rius~irono a prendere •il forre, abbandonato dagli avversari, ma, mentre erano accampati presso il medesimo, furono all'improvviso attaccati (2 maggio) da 5000 raraguaiani comandati dal ren . col. Diaz. La sorpresa sul principio riusd, cl1è sbaragliarono il corpo del gen. Flores, cagionandogli grandi perdite; fronteggiati poi dal corpo del gen. Osorio, e p resi di fianco dal Mitre, dovettero ritirarsi, dopo di avere perduto I 200 UOilJÌni.

La bandiera italiana sul forte .Sultania a Tripoli (ottobre 19u)

un tentativo di contrabbando, per opera di due navi francesi (Manouba e Carthage) sorprese da nostre un ità, provocò un breve incidente diplomatico con la Francia . La decisione di portare la guerra nell 'Egeo condusse la fl~tta italiana a impadronirsi del Dodecanneso. f:,. Beirut in Siria, e a Cunfida nel Mar Rosso, navi turche vengono colate a p icco o catturate dalle nostre navi. La llotta italiana si presenta anche davanti ai Dardanelli, dai quali le navi

lto (Hirobumi, principe). Ammiraglio giapponese ( 1841 -r909). Partecipò alla vita politica e fu ministro degli Interni nel 1878 e presidente del Consiglio nel r886. Nel 1894 assunse il coIto H irobumi mando in capo della flottaìriapponese, e sconfisse quella cinese, cooperando dal mare alla presa di Port-Arthur e di Wei-Hai-Wei. Morì assassinato in Corea, dov 'era residente generale. ltome. Monte nel centro della Messenia; oggi Vurkano. _,Assedio di !tome (730-710 a. C.). Appartiene alla prima guerra messenica, e fu portato a termine dagli Spartani.

Battaglia di Itamaracà, fra• Olandesi e Brasiliani


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1TO

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I Messeni si difesero valorosamente per molti anni sotto la condotta dal loro re Eristodemo, di cui il più tetro eroismo ricorda le fiere figure delle antiche leggende greche. Ma allorquando Eristodcmo si d iede la morte, spinto ·dal ri. morso di avere immolata la propria figlia per conseguire il trono, gli Spartani costrinsero i Messeni ad arrendersi e a pagare un tributo g ravoso. Con la caduta di i. gli Spartani si resero padroni della Messenia, ad eccezione clelle -citrà mar.ittime occidentali e dcli' Aspia.

ltororò. Passo non lung, da S. Antonio, nel Paraguay. Durante la guerra del 1868 contro il Brasile, il gen. para• guaiano Caballero, con 5000 u., lo occupò sbarrando la strada all 'esercire brasiliano, forte di 32.000 u., e lo di fese . il 6 dicembre per cinque ore, perdendo 1200 u. e infliggendo al nemico una perdita doppia ; quindi ripiegò verso Avay. (VÌ,-tus fulia). Ant. cma della Spagna Betica, p resso la quale il console Fabio aveva nel r46 a. C. posto campo con zo .ooo u. Venne quivi. a provocarlo Viriate, e il console uscì e affrontò l'avversario, ma fu ricacciato nel suo campo, e Vi riate si ritirò in Lusitania. ltUCÌ

ltuzaingò. Ruscello affl. del Santa Maria, nell'Uruguay . Il 20 febbraio 1827 vi si combattè una battaglia, che fu decisiva nella guerra fra Argentina e Uruguay alleati, da un lato, e Brasile dall 'altro. Quest' ultimo aveva affidato il -comando supre mo al gcn. marchese di Ba.-bacena; gli Alleati erano comandar( dal gen. argentino Alvear: 7000 erano (]Uesti, 9000 i .Brasiliani. L 'esercito a lleato aveva preso posi• zion~ su.I rio J., con le spalle al Santa Maria; i Brasiliani avanzarono da San Gabriel, sotto la direzione del maresc. Brown, capo di S. M. del Barbacena, e attaccarono le posizioni degli Alleati alle sei del • mattino, premendo specialmente sulla sinistra. Quivi allora Alvear concentra la sua cavalle,:ia, che costri.nge i Brasiliani a indietreggiare. Frattanto lancia la sua destra contro la sinistra nemica e riesce a s):,aragliarla; dalle 9 alle 12 la lotta si svolge con attacchi e contrattacchj, ma gli Alleati hanuo il sopravvento, e Barbacena ordina la ritirata. Alla battaglia seguì un armi• stizìo che sboccò nella pace.

scarso valore bellico; tuttavia, nel r914, sotto il comando del gen. del genio russo Alessio Vladimirovic Schwarz, resistette con energia ai Tedeschi che l'avevano !1.SSalita sperando di impadronirsene con un am,cco improvviso, e Ii respinse felicemente.

lvanoff (Nicola). Generale bulga10, n. nel 1861. Uscì dalla scuola di Sofia nel 1879 e poi frequentò l'Accademia mii. russa. Partecipò aHa guerra Serbo-Bulgara (1885), poi ( u capo sezione nel ministero della guerra e aiutante capo dello S. M . generale bulgaro (1891-94). Ebbe anche comando di reggin1enti di fanteria e cavallciia. Nel 1896 fu nominato Ministro della Guerra e nel 1899 prese il comando di una divis . di fanteria. Nel 1900 fu promosso generale. Durante la guerra Balcanica (r912-13)" ricevè il · comando della 2• armata bulgara, partecipando all'attacco di A<lriano[Joli. è autore di varie opere militari. l vanov, Generale russo dell'epoca nostra. Servì nell'arma d "art., e neila guerra Russo-Giapponese del 1904 comandò il III C. d' A. siberiano; durante la guerra Mondiale coman dò in capo il fro11tc sud.ovest dall'inizio della guerra sino al 1915, quando, dopo i rovesci sublti dal suo fronte, fu sostituito dal gen. Brussilov. Iviza. Città neli 'isola omonima, appartenente al gru[Jpo delle Baleari. Nel 1u4, fu assalita dai Pisani, durante la spedizione a,lc dette isole. Due delle tre cinte di mura furono espugnate: caduto il comandante saraceno, Nasr ed Din, i difensori, ridotti alla terza cinta, si arresero. Ivrea (anr. Eporedia). Città del ?iemonte m prov. di Aosta, sulla Dora Baltea, ai piedi delle Alpi Graie. Fondata, a qùanto pàre, dai Celti, g1,, ai tempi di Roma aveva

Il castello d'Ivrea (sec. XIX)

I van,, il terribile

I vanoff N icola

Ivan (il Terribile). Czar di Russia (1530'.1584). Succe• dette al padre nel 1553; conquistò Kasan, Astrakan e Polotsk; costrinse i Tartari a ritirarsi in Crimea, sconfisse l'Ordine Teutoniw (1561). Riordinò la legislazione russa ed istit..1ì il corpo degli Strelizzi. Sotto di lui fu compiuta la con,quista della Siberia. lvangorod. Borgo della Polonia, aJJa confluenza della Vi;roia col Wepn;. Ant. fortificata, le sue opere avevano

importanza mii., giacchè quando le legioni s'accinscro a valicare le Alpi in quella regione, trovarono nella valle tale resistenza, da obbligare il Senato romano a costruirvi di fronte una vera fortezza, prima di debellarli. La for. rezza fu precisamente edificata dove ora sorge l . Essa venne fornita di considerevole presidio, e fu sede d'una colonia mii. (90 a. C.) divenendo uno dei più importanti baluardi del! 'Italia transp"adana. Nel 568- la cma resistette lungo tempo agli assalti dei Longobardi, i quali, dopo di averla presa, vi posero una guarnigione comandatà da un ,duca. Carlo Magno," cacciatine i Longoba"rdi vi pose al comando un marchese ~ n~ rinforzò il presidio. Così l. divcm;c una Marca indipendente. Il re Arnolfo nel maggio dell '894 assediò I . e finl per impadronirs·e ne. Nel 956 Berengario vi si rinchiuse per difendersi dal re Ottone, che

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ve lo fece assediare costringendolo a riparare poi nel Novarese. La lotta dell'Impero contro Arduino, marchese <l'l. e re d'Italia, portò / . a cadere nelle mani dell'imperatore, dopo assedio, nel. 1025. Contemporaneamente s'inizia una serie di guerre tra J. e Vercelli, e fra J. e i castellani di Biandratc e del basso Canavese, che ne fiaccan·o l'antica potenza e la nducono ad allearsi forzatamente coi propri ex nemid. I sec. XIII e XIV costituiscono per l. un continuo stato di. guerriglia, sia per le lotte còntro i vicini, sia pe1· le lotte fra Guelfi e Ghibellù1i. Nt! 1397 Amedeo VI di Savoia, malgrado il trattato del 1313, dovette imporre colle armi il proprio doini.ofo su / .; scacciandone i Ghibellini devoti al marchese del Monferrato, e fece erigere un castello con quattro torri. Durante la guerra del sec. XVI la città soffrl spesso devastazioni e saccheggi per opera di Francesi e di Spagnuoli. Le fortificazioni di !. vennero demolite nel 1704, per opera dei Francesi del Vendome. Ivrea fu sede di Scuola· mii. ed è oggi sede del 7" distretto militare.

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:ece sommavano a 34 bgl. e 79 sqd1·. Inolt re v'erano 6~ pezzi di grosso calibro e 12 mortai. Il duca d i Ve.nd6me, mcnu·e si costruivano le linee di circonvallaziçnc, :tttesc ai preparativi d'apertura delle trincee d'approccio, nella notte dal 2 al 3 settembre, arrivando ad un tiro di moschetto dalla piazza. Con grande rapidità furono costruite 5 bu·. che già il mattino del 4 settembre iniziarono il tiro con tale intensità, da aprire due brecce considerevoli nelle mura all'indomani, e da smantellare nello stesso giorno diverse piccole opere sccondarie. Intanto procedettero con fervore

I. Trattato di Ivrea (1313). Fu stipulato fra la città da un lato e Amedeo V conte di Savoia e Filippo principe cl' Acaia dall'altro. Questi avevano signoria in perpetuo, con facoltà di costruire fortezze e ottenere truppe, Jìla non potevano imporre gravezze fiscali senza il consenso degli Eporediesi. II. Assedio e presa di Ivrea (1554). Appartiene alle guerre fra protestanti e cattolici. Emico II di Francia fece apprestare per l 'mvasionc del Piemonte un esercito, e contro l. spedì 18.000 fanti e 1200 cavalieri con alcuni cannoni, al comand; dei gen. Bonnivet e de Brissac. ln 1. era una guarnigione di soli 1100 u. rinforzati ali 'ultimo- momento da 5 cp.; tutte le truppe agli ordioi del Moralles. I Francesi impiegarono sei giorni per i lavori d ·approccio, sotto l'incessante fuoco degli assediati; altri sei giorni passarono p rima di poter aprir~ la breccia . Nel mattino del 29 novembre si decise l'assalto, ed allora il Moralles avviò pratiche di resa, ottenendo di ritirarsi a Verce!li con gli onori militari. Ill. Assedio dj Ivrea (8-24 aprile 1641). Appartiene alla guerra dei Trenta Anni e fu posto dal maresc. di Turenne. 11 governatore, Silvio di Savoia, coadiuvato dal comandante spagnuolo e dal mastro di campo Visconti, si difese e.seguendo anche sortite, mentre Savoiardi e Spagnuoli, col principe Tommaso di Savoia, si avviavano a soccorrere !. Il 23 aprile i Francesi, battuta la piazza dalla parte detta Cossera, e riusciti a farvi una breccia, procedettero all 'assalto ripetendolo invano tre volte, sino a notte: sempre vennero respinti, perdendo 500 u., mentre i difensori ne perdettero solo 100. Nel matti110 del 24 si presentò nei pressi di Bolengo l'esercito di soccorso, che tosto si diresse verso la piazza per entrarvi, mossa cbc provocò una serie di com. battimeDti sanguinosi. Ma buona parte degli Spagnuoli riuscì ad entrare in l. ed i Francesi allora si decisero ad abbandonare l'impresa. IV. Assedio di Ivrea (30 agosto-24 settembre 1704). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna .e fu operato dal Vendomc, che, giunto il 30 sulle colline della Serra, se ne impadronì mentre i Piemontesi riparavano nella piazza. Questa era comandata dal · con te Ferrone e dal gen. l{jrkbaum, con una guarnigione di 11 bgl. e 200 aiduchr; in tutto appena 3000 u. Eravi inoltre al di là della Dora un r~mpo ~on circa 1200 cavalli. Gli assedianti in-

Assed io d'lvrea (1704.)

i lavori di approccio, e il 6 e 7 gli assalitori erano giunti presso il camminamento coperto, e l '8 ad impadronirsi di una conrroguardia. Il Vend6me nello stesso tempo aveva fatto costruire un ponte sulla Dora, e di nottetempo vi aveva fatto avanz.arc 8 pczz.i d'artiglieria, ed i granatieri, men1 tre il 9 in persolla era avanzato collà brigata di marina. Prcssochè nessuna resistenza opposero i . difensori. Impad ronitosi delle alture dominanti la piazza; il 9 fece anche occupare parte del camminamento coperto, e con lavori di zappa piantò altre btr. 11 duca di Savoia riuscì il 10 a far entrare nella piazza un forte convoglio di munizioni per !a porta di Torino ancora libera. Accortosene il Vend8mc, fece passai-e, la Dora a 30 sqdr. e completò l 'investi..rrte.nto della piazza. Dall'rr al 18 settembre continuò il bombardamento e la costruzione di nuove btr. li 19 con 8 cp. di granatieri e 1:: cli picchieri all'alba fu dato l'assalto ad una ridotta che fu presa. La p iazza reagl col fuoco, vivamente represso dalle batterie degli assalitori, finchè i difensori della cillà dovettero ancndersi. Rimanevano nel castello circa 8-900 u. agli orclini del Kirkbaum; il 20 furono aperte le trincee davanti al castello; il 21 gli assediati fecero una sortita, ma vennero respinti; il 24 i difensori si, arresero. V. Presa di I111·ea (Campagna del 1800). Quan do l'avanguardia francese, al comando del ,gen. Lannes; giunse nelle vicinanze della città, gtà da otto giorni i Piemontesi avevano


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iniziato il I.I\ oro di riarmamento e n.mamcnto della piazz.1

Val ·1 orrc poi le tu at1ìdata la cliks.t ,h M. Val Bella,

e della cittadella, " vi :ivevano nunito circa 6000 u., dei quafi la n1c1à dì cavalleria. Ma essendo stata il 24 gennaio b piazza attaccata comcmporaneamcnte dal Lannes e dal

e puntò ,ontro M. Rasta. Nell'agosto 1916 fu schierata nella

\\'atrin, i Piemontesi furono costrcui a ripiegare dietro la Ch,usella, per coprire Torino, e la ç,uà cadde nelle mani del nemico coi suoi ricchi depositi di armi e d 1 munizioni. ltm::, (Rcggimellto provi11ciale ti'). Nel 1714, coll'ordine cli formare i regg. pro, inciali, , iene istituito quello di Ao• sta con 2 cp. ad Aosta e ➔ ad Ivrea. !\"cl 1774 11 regg. che lin gi:i parrccipato a lle guerre di Snccessionc di Polonia e d'Austria, prende il nome « Ivrea » . Prende parte alle campagne del 1j93-96. :S:el Iì9B viene sciolto dal giuramento di fedeltà al Re di Sardegna, passa al ~crvizio della repubblica pièmcmtcsc e poco dopo si scioglie. Nel 1814 ,iene ricostituito e ordinato su 2 cp. granatieri, 8 fucilieri e 2 bersaglieri e nel 1815 è incorporato nella brigata ,\o,ta, salrn la 2a cp. granatieri che passa nella brigata Gtmd ie.

;\ledoglia della bngota lnea

itJrea. Brigata di fanteria di linea, costituita il 1° marzo 1915 per la guerra r915-1918, dai depositi del 54 e 92 fanteria, coi reggimenti 161 e 162. Fu dislocata nella zona di Asiago: l'offensiva austriaca del maggio 1916 nel Trentino obbligò la b rigata a ripiegare combattendo sulla sr. della

7.ona di Doberdò e Gradisca, passò il Vallone e si .1pinse verso q. 208. Più tardi attaccò Nova Vas e l.1 raggiunse, ma fu obbligata a sgombrarla per il violento fuoco nemico conccntr,1to ,ulla posizione. Destinata i11 Macedonia nell'ottobre del 1916, combattè nel maggio 1917 ncll 'arco della Cern. contro la q. 1050 cd il Pi ton Brulé. L'azione durò, con alterna vicenda, per tutto quell'anno e il seguente, fino 1 quando (21 settembre) il nemico iniziò il ripiegamento dal \lardar alla re• gione elci Laghi. La /. cominciò l'inseguimento e lo terminò il 30 a Krivogastani ove si raccolse per la sospensione delle ostilità. La brigata meritò una med. di bronzo nell'altipiano d'A,iago; il 162 la croce trnncese con palma in Matcdonia. L'/. aveva most rine metà gialle e metà cremisi s.curo, ju ~enso oriz~ontale. Ivrea. Battaglione alpini, app.utenentc al .J° rcgg. creato nel 1885 col nome Val O rco, mutato in quello I. l'anno seguente. Partecipò alla guerra ltalo-rurca negli anni 19n1912. Ha le compagnie 38, 39 e 40. Durante la guerra italoaustriaca 1915-1918, per la quale costituì le compagnie 86 e ITI, combattè dapprima sull'Isonzo; nel marzo 1916 (u inviato nelle Giudicarie dopo aver ctdulo le compagnie 86 e 111 al bgl. alpini Levanna. Passò il 1917 il Val di Lcdro sul M. Vies e nell'agosto rioccupò, con ardito colpo d i mano, il posto avanzato di q. 1000 di S. Giovanni preso il giorno precedente da.I nemico. Nell'aprile del r 918 tu trasferito nelle posizioni (ra Val Caffaro e Val Daone, ove ebbe alcuni piccoli fortunati scontJi col nemico. Durante la hattaglia di Vittorio Veneto, avanzò, con il XVill gruppo alpin i, per Massanzago, llorghi, Colbertaldo e raggiunse il 4 novembre Villa di Villa.

lvry-ta-bataille, Comune della Francia, nel clip. dell'Eme. Il r4 mar~o 1590 vi si combattè una battaglia che

Battaglia d'lvry (marzo 1590)


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appa11iene alle lotte fra Enrico IV e la Lega cattolica. Enrico aveva posto l'assedio a Dreux; avendo avanzato, per tentare di libc rnrla, il duca di Maycnnc, generale in capo della Lega, il re abbandonò I'assed_io e mosse incontro al Ma)•enne . L'incontro fra i due eserciti avvenne a pochi Km. da 1. Enrico 1V disponeva di 800 0 fanti e 2500 cavalli, con G cannoni ; i Leghisti ammontavano a 13.000 fanti e 3500 cavalli, con 4 cannoni: buona parte di questi soldati erano stranieri, specialmente tedeschi e svizzeri, mercenari. li duca dispose a semicerchio le proprie truppe, estendendo alquanto le ali, e prese il comando elci centro affidando quello delle ali :il Ncmours e ali'Aumale. .Enrico invece lascia compatto il suo esercito muovendo direttamente sul centro a,·versario1 col proposito di soverchiarne la destra; tiene il comando del centro, in cui colloca un grosso squadrone di 6oo cavalli scelti, e lascia in riser va il duca di Biron, con 8oo cavalli e 2400 fanti svizzeri. Alla destra, le due ca,·allcric si azzuffano più volte; interviene Biron a decidere la zuffa a favore del re., e b cavalleria leghista, sopraffatta, cede e si disperde. Allora Enrico attacca con fonti e ca,·alli le fanterie an-er• sarie, che vengono accerchiate a gruppi e ,si arrendono o

sono sgominate, massacrate, volte in fuga . .\ 1. si ritu giano molti dei fuggiaichi: vi sono assaliti e passati a filo di spada. 1 Leghisti, ~ompletarnentc sconfitti, lasciano 340Q morti sul campo, 4000 prigionieri, i cannoni, i bagagl i. En neo IV ha perduto soltanto 500 uomini. lzzet (Pascià). Generale turco, n. nel 1865. Dopo aver frequentato la scuola di guerra, completò in Germania la sua cultura militare e rientrò in Turchia. PrC5C parte nel 1897 alla guerra greco-turca, e nel 1905 alla çampagna nello Yemen. Nel 1908 fu nominato capo dello S. M. e si occupò della riorganizzazione dell'esercito. Nel Izzet Pascià 1911 ebbe il comando della spedizione nello Yemen. La guerra dell' Italia contro b Turchia (1911) lo trovò a riposo in Costantinopoli, ma, quando scoppiò la guerra nei Balcani (1912) egli ebbe il comando supremo delle truppe.

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dimento, e

Jaca (am. /cca). Ciuà della Spagna, in prov. di Huesca. Venne fortificata con buona cittadella, grosse mura e torri sotto Filippo Il, e le fortificazioni fotono restaurate dai Francesi nel 18ro. Fu municipio romano; e nel 795 vi si combattè una battaglia in cui i Cristiani scònfissero i Mori. Fu assediata dai Navarresi nel 1 141 e dagli Inglesi nel 1366, ma _resistette. Fu presa dai Fran~csi nel 1809 per traripresa dagli Spagnuoli nel 1814.

Jackson (Tommaso). Generale nordamericano (18261863). Era ufficiale <l'art. quando scoppiò la guerra col Messico, alla quale partecipò (1847). Quindi insegnò alla scuola militare di Lexington. Scoppiata la guerra di Secessione, parteggiò pc~ i Sudisti e divenne ben presto generale, distinguendosi in molte occasioni, e, per la sua fermezza, me'ritando il soprannome di Stotiewall (muro di pietra). Venne ferito sulle l inee di Chancellorsville e morì in seguito' alla krita.

(Andrea). Generale nordamericano (1767-1845). Prese parte, giovinetto, alla guerra d'Indipendenza, e ·nel 1812 a quella contro l'Inghilterra, c61 grado di' magg. generale. Tolse la Florida agli Spagnuoli, com battè contro gli Indiani. Fu presidente degli Stati U niti nel 1829 e nel 1833.

1358, sia dalle vessazioni che le classi rurali subivano per opera dei proprietari di terre. S'iniziò in dettci anno nel villaggio di Mello, per opera di Giacomo Caillet; e si estese alla Piccar dia, all'Artois, e poco più oltre i confini di queste regioni. Man mano raggruppò contadini armati, c~~ raggiunsero il numero di 7000, concentrati a Meaux. Qmv1 il conte di Foix e l'inglese Gascon, con un centinaio di èavalieri, affrontarono la seminuda masnada, armata di forche e di bastoni, e la sterminarono, mentre il Caillet, preso, fu fatto appiccare. li nome /. fu dato anche alle bande di contadini armati all'epoca della Rivoluzione francese. Jacques (Giulio, barone di Dìxmude). Generale belga, n. nel 1858. Fu lungamente nel Congo belga. Allo scoppio della guerra; comandava il 12° rcgg. fanteria, • col quale si battè a Liegi, ad Anversa, sull'Yser, raggiungendo il grado di magg. generale e comandante di' brigata nel 1915, e il Jacques Giulio grado <li luogoten. generale nel 1916, al comando della 1a e poi di 2 divis. Nel 1918 assunse il comando di un gruppo di 2 divis. ~elghe e I francese . Fu nominato barone dal re Alberto. Jadar. Fiume della Serbia, a.ffl, della Drina.

/acf(SOll

Jacob (G·iova,m,). Generale e scrittore mil. inglese (18021!>48). Combanè in campagne coloniali: scrisse qpcre d i indole tecnica mii. e « Memorie " delle campagne alle quali partecipò.

/acob (conte Luigt). Ammiraglio france~e (1768-1854). Combattè contro gli Inglesi; partecipò alla spedizione a San Domingo; nel 1806 comandò la squadra francese a Napoli. Ideò i segnali semaforici (1805). Partecipò a campagne coloniali e nel 1834 fu ministro della Marina. Jacquerie. Movimento rivoltoso def sec. XIV, determinato sia dallo stato d 'anarchia in cui trovossi la Francia nel

Battaglia dello /adar (o . del Cer). A ppartiene alla guerra mondiale è fu combattuta {ra il 16 e il 19 agosto 1914. Col passaggio della Sava da par te di elementi della 2• armata a . u . (Bohm-Hermolli) e della 5• (Frank) il feldzeugmeister Potierek tendeva ad impadronirsi di tutto l'altopiano di Cer e ad obbligare l'avversario a ripiegare sulla destra della Dobrava: con la 6• armata, schierata a sud della 5•, si proponeva poi d'avvolgere la sinistra nemica procedendo verso Valjcvo. li generale serbo Putnik, che • aveva solo distaccamenti verso Ja Sava e la Orina, ma che manteneva il grosso delle forze riunite nella regione fra Valjcvo e Morava, tranne gran parte della 1• ar mata in osservazione verso la malsicura frontiera bulgara, appena vide delinearsi nettamente la manovra avversaria, determinava di trattenere le ali e puntare al centro per mantenere ed accentuare la separazione delle forze avversarie; iniziava pertanto con la 3• armata e con parte della 2 • l'avanzata verso ovest, in direzione della valle dello / .; il resto della


] AD

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2~ armata av,·iava

insieme con la clivis. di cavalleria verso nord, quello su Sciabaz, questa verso la pianura d i I lacva per mantenere separate le d ue masse nemiche. li 14 la situazione reciproca dei due avversari era la seguente:

z

Cl AUSTRIACI SERBI

m

Battaglia dello Jadar (1914) 11 TI armata serbai 2,

U( armata serba. Aus triaci: 3, IX C . d'A.

e XVU divis.; 4, V III Corpo; S, XIII Corpo; 6, X V Corpo; 7, XVI Corpo.

Au;triaci: IV corpo e 29a divis. (gen . T rssty~11tsky) in concentramen to a Sciabaz. li generale Frank procedeva con l'VIU corpo verso il m. Ccr per la ,·alle della Lccniza; e col XIII risaliva il 1- con la dr. in dire1.ione di Krupanj e la sr. verso il m. l vcl'(1ck . D ella 6;, armata, le due bdgate da montagna del XV corpo muovevano dal fronte ZvornikLivmbovia ~u Crupagni e Pcck,1. Serbi: 2• armata (Stcpanovic) con l 'ala dr. in marcia su Sciabaz, col centro e la sr. contro le colonne nemiche pro• cedenti verso il Cer e l'lverak. 3• armata (Bajovic) alla sr. della 2•, discendeva lungo la vallata dello /. con vari distaccamenti sulla sr . per fronteggiare le provenienze n emiche da Crnpagni e da Pecka. Divi,. di cavalleria. gi:\ nella pianura della Mac,·a. Attacca ti da forze superiori sulle alture di Lo,nitza , le truppe avanzate serbe avevano r ipiegato su larcbisé, dove, rafforzate nel dì seguente da reparti della 3• armata, si schierarono e si trincerarono attraverso alla valle del fiume. li 16 agosto ha inizio la battaglia. Verso Sciabaz il combattimento si svolge prima sfavorevole per i Serbi; tempestivamente però rinforzati, prendono la controffrn.,1,·a e ribunano il nemico in disordine su Sciabaz. Tale successo tattico ebbe grande ripercussione strategica nell'accentuare e rendere definitiva la separazione delle forze avversarie. Ne approfittò subito il voivoda Putnik per far massa e puntare al cent ro ; senonchè i n' q uel momento aci ovest ed a sud la battaglia volgeva assai sfavorevolmente per i serbi, tantochè centro e sr. della 20. armata e tutta la 3• erano costretti a ripiegare con grandi perdite. In corri• spondenza della 2 3 annata, verso sera, 13 situazione potè ,·enire ristabilita; non così in corrispondenza della 3"', m iJ13cciata d'a\'Volgimcnto sulla Sl13 sr. da p3rte d'importanti 0

)AE

forze della 6• annata a. u . che m arcia,ano su Crupag111 Non sostenuta i n tempo dalle sue risen•e, la 3" armata dol'eva pertanto abbandonare la [orte posizione di larebizé. Al mattino del 17 l'ala dr. della 2"' armata serba, che nclb notte aveva sostoro a Statnia , muoveva verso Sciabaz eh 'era stata sistemata a difesa dagli Austr o-ungarici, costituendo per essi un 'importante testa di ponte per ope• rare a cavallo della Sava, e la investiva in attesa di rinforzi . Il centro e la sr. della 2" armata, non ostante le gravi perdite sofferte nel giorno precedente, muovevano all'attacco del M. Cer e del M. h<erak e riporta\'ano brillanti successi a Troyan e Parlog, così da porre gli Austriaci 111 difficili condizioni ; rna ancora le sorti non volgevano favorevoli ai tentativi di riscossa della 3" armata, la quale, col suo ripiegamento cla larebisé, avern lasciato scoperto il fianco sr. della 2&, tantoch è l 'avversario ne approfittava e muoveva di nuovo in forze alla riconquista dì M. lverak. In conseguenza dcll:1 eritic:1 situazione sulla sr., l'h·crak veniYa sgombrato dni Serbi prima di me1.zogiorno: essi ripiegavano sulle alture di Kalcm . Durame In giornata del 17 e del 18 contin uavano gli sforzi degli Austriaci per completare l'aggiramento da sud, m a con scarsi risultati . Alle 7 del 18 agosto il generale Trsstpntsky attacca\'a da Sciaba~ la dr. ,erba, che di fronte alla notc,·ole superiorità numerica dell'avversano, era costretta a ripiegare su Statina. Contemporaneamente riusciv.1 però ai Serbi di occupare, ad ovest, Rosannigrad e di porre in fuga il nemjco; un tentativo di contrattacco completamente falliva. In corrispondenza della 3• armata serba, gli Austriaci reiteravano gli sforzi per averne rag ione e r iu• sciva loro ad o bbligare l'avversario a ripiegare :incora, ma, tcmpesti\'amenre rinforzata d:1 elementi della 2• armata, riusciva alla 3a a sostenersi e quindi a riavan:z:arc per rioccupare tutte le posi1.ioni sulle <1uali ern il m attino. Il 19 si combatte accan itamcme sull 'Ivcrak, sul Cer ed a Sciabaz. "Jdla zona montana ric.sce ai Serbi cli respingere gh at tacchi a•Jstriaci . Dopo accanito combattimen to intorno a larebizé, gli Austriaci sono ricacciati in disordine cd eguale wrte tocca pure ai difensori cli m. h'crak . Alle 16, gli Austriaci sono in piena ritirata cd il 20 ripassavano la Orina: , i mantuicvano invece a Sciabn per conservare il possesso d i q uell'importanlc sbocco offensivo sulla dr. della Sava, e resiste,·ano ai reiteraci auacchi dei Serbi; ma il 24, per ordine superiore, il IV corpo a. u. ripassava tutto sulla 1>r. della Sava.

Jaen (ant . Elinga, e Flavia). Città della Spagna, nel1'Andalusia . F u Mu nicipio romano; durn ntc le louc fra Cri, stiani e Mori, fo dagli uni e dagli altri più volte presa e

ripresa. Fu cinta di alce-mura con buon castello. Nel 18o8, i Francesi la p resero ( 20 giugno) disperdendo un corpo d'insoni, i quali il 3 luglio tentarono cli riprenderla , ma furono respinti pe1'dcndo 500 uomini.

Comhat1imento di /ae11 (1823). Appartiene aH 'intervento francese per reprimere i l moto costituzionale nella Spagna. Nel settembre, vi si era ritirato Riego di fronte al 2° corpo francese. La divis . Uonneinains, arnnguardia del deuo corpo, gi911se davanti a f. il r3, e t rovò le m u ra gucrnite di difensor i : la cavalleria cli R iego, appoggiata da due bgl. , era schierata fuori della cinta. L'attacco francese si pronunciò contro le mura, appoggiato dal fooco di d ue crumoni, ment;·c la cavalleria muoveva sulle ali . Rjcgo, temendo cli essere bloccato in città, ne uscì e si schierò dietro di essa, su piccole alture. I Francesi, penetrati io /. donde cacciarono la


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rerroguardia costituzionale, passarono all'auacco delle nuO\·e pasizioni nemiche; la lotta fu ostinata, e decisa dalla cavalleria francese che sbaragliò quella nemica: Riego tentò, ritirandosi, di mantenere due successive posizioni , ma attaccato ancora dovette parsi definitivamente in ritirata, dopo una lotta che era durata quattordici ore, e che lo aveva lasciato con 1200 u. dei 5000 che aveva al mattino: gli altri erano caduti o fotti prigionieri.

Jage llone . Duca di Lituania, poi Re di Polonia ( 1348-1434). Soll col nome d i Ladislao V al trono polacco nel 1386 e b sua dinasti,1 vi regnò sino al 15i2- Vinse rjpcturamcnte I cavalieri Teutonici. Jager (Edoardo). Patriotta, n. a Venezia nel 1843. ComJngellonc battè nel 1861, volontario nei bersaglieri e nel 1866. Scoppiata la guerra italo-aumiaca nel r9r5, malgrado i suoi 72 anni si arruolò nuo\'amente volontario, e fu accolto nelle file dcli 'esercito.

I

Jagersdorf. Villaggio della Prussia Orientale, nel distr . di Gumbinnen. li 30 luglio 1757 vi ,i combattè una hat-

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PRUSSIANI

è:J RUSSI

Il Il

TAUPOL/fEN

<! UOéRBALLEN

t) .S!TTERrELOE

Battaglia di Jiiegcrsdorf (1757)

taglia fra Russi (feldmaresc. /\praxinc) e Prussiani (fcldmaresc. Lehwaldt) che appartiene alla guerra dei Sette anni. I Russi disponevano di 62 bgl. e 64 sqdr. (circa 6o.ooo u .)

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con 300 cannoni; i Prussiani di 18 bgl. e 50 sqdr. (circa 28.000 u .) con 64 cannoni. I Prussiani, che hanno preso posizione col centro (tutta la fanteria) a 1-, avanzano di qui contro le lince russe, concentrando sulla sr. la ma,sa della loro cavalleria e lasciandone alla dr. solo due regg., i quali, all'inizio del la battaglia, sono respinti. li centro conquista una grossa btr. russa, 1na, contrattaccato, è a sua volta re• ~pinco. La cavalleria della sr. prussiana sbaraglia i regg. cosacch i che trova cli fronte a sè, ma è tratten uta dalla numerosa art. russa e costretta ad arrestarsi. Visto il proprio centro in ritirata, protegge questa ritirandosi a sua volta. Le perdite ammontarono a 5000 u. per i Russi, a 3000 per i Prussiani.

Jahier (Bartolomeo). Capo valdese (1620-1655). Si bauè brillantemente contro le truppe del marchese d i Pianezza. Messa la sua testa a taglia e tradito da uno de' suoi, fu circondato da un rcgg. mentre era a capo di 150 u., e, dopo disperata difesa, massacrato con lutti i suoi. Jahns (Massimilia110). UfficiJle e scrittore mii. prussiano (1837-r900). Dopo aver frequentato la scuola di guerra lasciò l'esercito per dedicarsi agli studi, e riprese servizio per la guerra del 1866 e del 18io. Quindi fu insegnante di storia mi l. alla Scuola di guerra. Fra le sue nm.nerosissimc pubblicazioni ricordiamo: ,, Guerra e pace; teoria e pratica »; « Campagna di guerra tedesca contro la Francia »; « L'esercito francese dalla rivoluzione ai giorni nostri »; « La battaglia di Sadowa »; « Atlante storico delle guerre dai 1cmpi primiti,·i al scc. XVI , con testo»; « I commen• tari di Giulio Cesare e la relativa letteratura storico militare »; " Il Maresciallo Mollke » . Jahnus (bt1rone Fra11ccsco Massimitia110 di Ebers-tadt). rcldmarcsciallo austriaco (r7n-1772). Combattè nella guerra cl, Successione d '/\u,tria in Italia e nella guerra dei Sette :inni; nel 1770 passò al servizio della Repubblica di Venezia, dopo di avere lasciato l'esercito austriaco, che aveva riorclmato. Jaillet

(de Sa111t-Cerg11e;.

conte Umberto). Generale, n. ,, Lacy (Svizzera), m . a Vc1gyFoncenex (1803-1880). Sottot. d'art. nel 1822, combattè nel 1648 meritando la mcd. d'argento a Goito. Colonnello ca• ma.nda11te il 6° fanteria ncl l 'agos10 1848, fu promosso magg. generale comandante la J•illet l ;mberto bri gat:i Savoia nel J852. Tcn. generale comandante la divisione cli Savoia nel 1859, nd 186o seguì le sorti del >110 paese e optò per la Francia . Ebbe il comando della 3" clivis. militai-e di Lione e nel 1868 passò nella riserva.

Jaize. Ciuà della Jugo~lavia sul fiume Vrbas, con ant. cittadella. Nel 1463 era ,rata fortificata dai Turchi, e venne investita dagli Ungheresi di ~attia Corvino il 10 ottobre, arrendendosi il 16 dicembre. Nella primavera del 1464 i Turchi, con Maometto Il , ven11erò alla riscossa, e il presidio magiaro subì a sua volta l'assedio. Per 30 giorni i Turchi si accanirono contro i difensori, ma invano; cd essendo sopraggiunto un corpo ungherese in soccorso di / .. Mao-


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metto si ritirò. Ma le sorti della guerra volgendo a suo favore, gli Ungheresi abbandonarono /. nel novembre. Nel 1852 Omer Pascià, sulla riva settentrionale del laghetto formato dalla Pliva, sbaragliò un corpo di insorti serbi. Combattimento di faizt: (1878). Appartiene alla campagna degli Austriaci in Bosnia . Occupava la città un corpo di insorti, con distaccamenti avanzati a Zachpolié e sulle rive del Korito. Il duca di Wurtcmberg, con la sua divis., ridotta in quel momento a 4800 fanti, 200 cavalli e 8 cannoni, decise di sloggiarli. Fece marciare verso la dr. del lago una cp., e avanzò su tre colonnne verso il Korito. La battaglia fu decisa dalla colonna di sr., che attaccò e sbaragliò la rlr. degli insorti, i quali abbandonarono la posizione, avendo perduto qualche centinaio d'uomini: gli Austriaci, che presero /. la stessa sera, ebbero 28 morti e 146 feriti. li combattimento cli /. ha un episodio carattcnstaco circa la fermei,za del comandante austriaco. Egli aveva ormai tutte le truppe disponibili in linea, e la ritirata della sua ala sr. avrebbe significato l 'acldossamento al lago delle sue scarse forze, e la sconfitta sicura. A.vcva la 1• brigata della clivis. lontana, e il treno della divis. a Jezcro, e questo era a11accato eia una banda di insorti. Quasi contemporaneamente, riceveva queste quattro comunicazioni: La 1• brigata non potrà raggiungere il resto della divis. nella giornata. - li bgl. cacciatori non ba più munizioni ed è Stanco. - L'ala sinistrn è costretta a retrocedere e chiede in quale direzione deve cifettuarc la ritirata. - li treno è attaccato a kzero e arrischia di cadere nelle mani degli insorti. li duca rispose alle tre ultime comunicazioni: - I cacciatori non sono mai stanchi, cd hanno le loro baionette - L'ala sinistra avanzi; non ci sono direzioni di ritirata Il treno resti dove è; se sarà preso mi dispiacerà, ma saprò riprenderlo!

Jalowa. Città della Turchia, sulla costa asiatica del mar di Marmara. È l'ant. Sesto del Cbersoneso tracio. Assedio di falo111a (479 a. C.). Dopo la vittoria di Micale, Sant.ippo coi suoi Ateniesi volle riprendere per Atene l'antico principato attico di Mclziade nel Chersoneso tracio. Coad iuvato da navi ioniche e eia combattenti di quella penisola, assalì la città, non abbastanza appro,•Yigionata. Il comandante persiano Artacite si difese eroicamente, ma dopo una lunga resisteuza dovette arrendersi per fame. Nella ritirata, le truppe di Artacite furono sbaragliate in un combattimentc, cd egli stesso preso e crocifisso.

James (E111"ico). Generale e scrittore mii. inglese (18031877). Appartenne all'arma del genio. Lasciò opere cli geodesia e di topografia e ideò un processo fotozincografico; scrisse anche una « Memoria della spedizione in Abissinia ». 0

Jameson (Giorgio). Agente politico inglese, di spirito a,·vcuturoso, autore, d'accorcio con Ceci! Rhodes, di una spedizione armata contro il Transvaal (1896) che fn eletta Raid Jameson. Fu poi presidente del Consiglio nella colonia del Capo di Buona Speranza. li « raid n fu da lui effettuato con armati raccolti a Mafeking e a Pitsani su lla fìae del 1895, col pretesto di sostenere il diritto elettorale degli Inglesi od oriundi tali nel Trans,,aal. La truppa dello /. ,•areò il confine e si raccolse a MaImani il 30 dicembre: erano 583 ufficiali e soldati, con 800 cavalli e muli, 3 cannoni, 8 mitragliatrici. Lo /. mosse Yerso Johannesburg, ma venne affrontato il 1° gennaio a

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Otto Kopje dai Boeri di Cronje; riuscito a sfuggire quel giorno, fu il 2 gennaio 1896 dopo breve combattimento alle falde della collioa detta di Ooornkorp, in cui i Boeri ebbero 4 morti e 5 feriti, e gli inglesi 66 morti e 44 feriti . costre110 alla resa, col solo patto di avere sal"a la vita per sè e per i suoi, consegnando ann i e materiale. Il piccolo scontro fu anche detto di Kmgersdorp.

Ja mont (Edom·do). Generale francese (1831-1918). Partecipò alla guerra ciel r870-71 e poi combattè nell'Indocina. Ebbe il comando in capo cicli ' esercito nel 1897. Ja niza (o fe11id1e Vardar). Città della Grecia, nella valle del Karasmak, affl. del Vardar presso la foce. Batl(1glia di Ja11iza (1912). Appartiene alle guerre Balcaniche, e fu combattuta fra Greci e Turchi nel novembre. Jnmont Edoardo I second i avevano occupato la posizione di /., con la sr. appoggiata alla regione paludosa e impraticabile del Karasmak, e la dr, alle colline; essi disponevano cli 25 .000 u. con 30 ca1rnoni. r Greci spiegarono di fronte alle posizioni turche la 2A e 3a divis.; a sr. di queste, la 4• doveva puntare a nord elci paese; ancora più a sr., la 6• doveva tentare di avvolgere la dr. turca; in riserva la 1• divis.; a dr. la 7• e una brigata di cavalleria. A Ile 10 elci mattino ciel 1° no\'embrc l'art. turca aprì il Cuoco sulla 2" divis. greca, che varcò il Karasmak impiegandovi tutta la giornata e seguita dalla 3• durantè la notte; nello stesso giorno la 4a e la 6" clivis. arrivavano a contatto ciel nemico. La matLina del :: le artiglierie greche potevano aprire il fuoco sulle posizioni turche, e poco dopo le fanterie greche della 4~ e 2• divi s. assalivano a lla baionetta i trinceran,enti di / . e se ne rendevano padroni verso le t2: i Turchi si rit.irarono verso Salonicco. Le perdite ammontarono per i Turchi a 1500 u. fra morti e feriti, per i Greci a 160 morti e 770 feriti; i Turchi lasciarono inoltre 500 prigionieri e 14 cannoni nelle mani dei Greci.

Jankowitz (o /ankov). C ittà della Boemia, alle sorgenti cl 'un atT!uente di sr. ciel Blanice. Bauaglia di fnnf(ovitz (6 marzo 16~5). Appaniene alla guerra dei Trenta ann i. Il felclmaresc. svedese Torstcnssor1 assalì con r6.ooo u. e 80 cannoni gli Imperiali, forti di 18.000 u. e 24 pezzi comandati dal feldmaresc. I latzfeld. Gli Svedesi tolsero agli Imperiali un'alturn fortificata che costiru i,•a il caposaldo dell'ala sr. delle loro posizioni. L'Hatzfeld, presa una seconda posizione arretrnta, iniziò una con trolfensiva, mentre la sua cavalleria poimbava sull'ala dr. degli Svedesi. Ma non ri uscl .1 strapp:,rc la vittoria, e solo la cavalleria tolse agli Svedesi i bagagli. Il Torstensson. adoperando la sua artiglieria a massa, tempestò gli Impc• riali con intenso fuoco, e quando li vide sconcertati ed in via di disgregazione lanciò le sue fanterie all'assalto determinandone la completa sconfitta. Gli Imperiali perdettero tutta la loro artiglieria e fra morti e feriti lasciarono sul campo circa 4000 u. Altri 4500 ne rimasero prigfonier i, fra cui lo stesso Hatzfclcl; gli Svedesi ebbero 2000 u_ fra morti e feriti.


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Janky ( Hoc,à,·il di Brdc1). Generale ungherese. nato nel 1863. Sottototenente di cavalJGria nel 1889, frequentò la scuola di guerra, e, all'inizio del conflitto Mondiale, comandò il 4" regg. di cavalleria a. u. Passò quindi al comando di una brigata in Transilvania (1916); verso la fine della guerra ebbe comando d i brigata sul basso Piave. Passato nel! 'esercito ungherese dopo la guerra, vi ebbe comando di d i vis. e nel, 1926 fu capo del VI gruppo nel ministero della Difesa Nazionale. Q uindi assunse il comando in capo dcll'cscrcico ungherese.

Janky Hoczards

JAR

i Mori, e della presa di Antcquera. Ebbe lo scopo di combattere gli infedeli. L'ordine della /. , creato nella• Castiglia, passò sempre sotto Ferdinando nel!' Aragona. Fu anche detto « Ordine del Vaso deJ!a Vergine » e di « Nostra Signora del Giglio » : pare che sotto quest'ultimo nome un ordine fosse vissuto in Navarra verso la metà del ·secolo XI.

Jargeau. Comune francese, sulla sr. della Loira, nel clip. del Loiret. Nel giugno del 1429, il duca d'Alençon, con G iovanna d'Arco, alla resta di 6ooo u. investl /., difesa da 1200 Inglesi agi.i ordin i del conte di Suffolk. Dopo alcuni giorni di bombardamento, f~ aperta u na breccia sufficiente e dato l'asfalto. La disperata resi~tcnza degli fnglesi

Janniello Pasquale

Janniello (Pasqua.lt). Medaglia d'oro, n . a Frattamaggiore, caduto sul G rappa (1891 -1918). Arruolato, semplice soldato, nell'u 0 fanteria, partecipò alla campagna cli Libia, rimanendo ferito e guadagnandosi un encomio sole.nne a Kasr el Leben (1912). Congedato, emigrò, per ragioni d i commercio, in Russia, ma allo scoppiare della guerra italoaustriaca subito ne tornò, riprendendo servizio, col grado di caporale nell '82° fant. Passato nei mitraglicri e promosso ~ergenrc maggiore, combartè col 228° regg. d i nuova formazione, ottenendo la promozione ad aiutante di battaglia per le sue ripetute prove di valore. Aggregato infine con la sua sezione al 5° regg., con esso combattè valonJsamcnte sullo Spinoncia, ncll ' ultirna ,,irtoriosa battaglia, sacrificando eroicamente la vita, come è ricordato nella Jnotivazione della me,lagjja ' d'oro: « Ferito alla testa e ad una spalla, rimaneva al suo posto, rinunciando ad ogni cura, sino alla fine del combattimento. AJ riaccc;1dersi della lotta fuggiva dal posto di medicazione eludendo la sorveglianza del sanitario che ne aveva disposto l'inoltro in un ospedale da campo, cd accorreva alla battaglia, debole bensì per il molto sangue perduto, ma animato dalla pit1 ardente e più pura fede . Cadeva ~ulla soglia delle Pone di Salton, che la incessante ed intensa mitraglia nemica interdiceva, e che egli per prin10 aveva voluto varcare, consacrando con una gloriosa morte ·i l suo fulgido valore "· (Porte di Salton 24 ottobre 1918). Janson (Rodolfo Augusto). Generale prusS1ano e scrittore mii. ( 1844-1914) . Prese parte alla guerra del 1866 e a quella del 1870-71. Passò poi nello S. M. e nel 1899 andò a riposo col grado di generale di divisione, dedicandosi agli studii e pubblicando: « 11 gioyane ·ufficiale di fanteria e la sua istruzio11c lattica »; « lvlanovrc tattico-strate~ giche d ' assieme tra flotta ed esercito »; « Storia della guerra del 1814 in Francia»; « Storia del la guerra d'jndipendeoza dal 1813 al 1815 »; '!. Storia della guerra ter restre e marittima russo-giapponese dal .1904 a l 1905 »; ecc. Jara. Ordine cavalleresco. creato nella Spagna da Ferdinando i l Giusto, nel 1410, come ricordo di battaglia contro

La presa di Jarg'cau (bassorilievo)

non servì che a farli massacrare quasi tutti, sulla breccia e nelle strade: solo 100 u., col loro comandante, rimasero prigionieri (14 giugno).

Jarmann. Costruttore di LHl fucile a ripetizione adottalo dalla N'orvcgia, nel 1881. li congegno di chiùsl)rn è del sistema a cilindro, girevole e scorrevole e percussor.c, coll'otturatore a testa mobile. Il meccanismo di scatto è a molla

Fucile Jarman

con culatta semi aperta; in alto l'arresto di ripetizione

spirale cd è contenuto nell 'interno del ci lindro. li congegno di r ipcùzionc è a serbatoio disposto nd fusto con tubo per le cartucce e spingiroio a molla spirale; contiene 8 cartucce; agisce per mezzo d i una cucchiaia .che s'alza e s'ab-


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bassa a cerniera, chiudendo ed aprendo il serbatoio. L'arma può funzionare a caricamento successivo ed a ripetizione. Lo J. diede il suo nome al scr.batoio amovibile per fuci li a ripetizione. Esso è costiutito da una scatola appiattiq di lamiera cli (erro, che può ricevere sei cartucce; nell'interno ha una molla spirale ·con spingitoio . L'apertura della scatola ha tracci'ato identico a quello della cartuccia. J l serbato.io si applica all"arma lateralmente sulla destra al1·altczza del tubo di culatta. L'introduzione delle cartucce

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bombardam~·nto. I Turchi si difesero fino all"cstremo , arrendendosi soltanto quando la città fu ridotta a un mucchio rli rovine.

Il. Trattato di lassy (9 gennaio 1792). Segna la pace fra la Russia e la T urchia. È preceduto dai preli1n.inari di Galatz, ~ell"a1u10 precedente. Si rinnovano i tre precedenti trattali dal 1774 in poi , in quanto non si oppongono al presente. La Porta cede al la Russia la città forte d i Oczakov con , lutto il paese rra il Bug e il Dniesler, il qual fiume diviene confine fra i due Stati, cosl che rutto il territorio alla d r. di questo fiume resta alla Turchia , e alla Russia quello alla sinistra. Per calé cessione la Russia restituisce a lla ,Turchia tutte le co11quiste fatte e i territori occupati· in Bessarabia, Moldavia e Valacchia, a patto che da queste prov incie non prete nda il pagamento dei debiti ante,iori, nè alcuna indennità di guerra, e per due anni le esoneri da ogni contribuzione. ,Jaunay (La) . Villaggio della Francia, nella Vand~a, presso Nantcs. l i 17 febbraio 1795 vi fu concluso un trattato d i pace fra i repubblicani (gen . Canclaux) e i realis1i (Charctte) : i l ·trattato durò fino al 26 giugno, quando i Vandeani ripresero le armi . Esso era stato seguito da trattati (Mabilais e Saint Flore11t) conclusi con le annate repubb1icane da Cormartin e da Stofflet, capi vandeani.

Serbatoi-,:, amovìbileJJarman

nella ca1ncra si fa a mezzo di un estrattore cor,uenuto nel serbatoio stesso, e fatto agire dal mov imento indiet ro ciel cilindro otturatore. Uscita la cartuccia dal serbatoio, essa cade nell'apertura di caricamento per proprio peso. L'arma può essere a<loperat:.i anche a caricamento successivo.

Jarnac. Comune francese. nel dip. della Charente. Nel 1569 (13 marzo) vi si cornbatti: una battàglia che appart iene alle guerre di Rel igione in Francia. I Cattol ici erano agli ordini citi duca d 'f\.ngiò, i Pro.re.stanti sotto il comando del p rincipe, di Condè e dcll 'ammir. Coligny. I primi disponevano d i 6000 svizzeri ~ 2000 raitri, oltre ad alcuni regg. francesi, fra i quali quello dell'italfano Strozzi: avevano 8 cannoni. La lotta fo decisa dalla cavalleria; quella p rotestante, sbaragliata da successive cariche, abbandonò j j campo. [I Con<lè, avv iluppato; si d ifese con òrc.a 200 gcJlti luornini che non lo abbandonarono e si _fecero massacrare al suo fianco; caduto ferito, fu ucciso con una pistolerrntn. Coligrt)', raccolte le fanterie, riuscì a r itirarsi indisturbato.

Jaureguiberry (Giovanni Bemardo). Ammiraglio (rnncese (!815-1887). Si segn.alò in Crimea e nell"lndocina; fu governatore del Senegal; partecipò a lla guerra r870-71 con comando di divis. net territorio francese, distinguendosi a O rléans e passando al comando del 16° corpo con cui combattè a Le Mans. Fu poi a caf>O della squacltsa navale e fu ministro della Marina nel 1878 e nel 1882. Jaurès (Costante). Ammiraglio frai1ecse (1823-r883). Partecipò alla spediz ione di Crimea e a quella nell'Indocina. N el 1863 bombardò i forti cli Shimonoseki nel Giappone. Dw·ante la guerra del 1870-71 ebbe il comando di una brigata di fanteria, poi di una divis. , infine del 21 corpo. Tornato in marina, vi raggiunse il grado di vice ammir. e fo nel 1889 ministro della Marina . 0

Jaurès. Ammir. francese dell 'epoca nostra. All'inizio della guerra era comtrammir. ; nel 1915 comandò la 2• divis. navale ai Dardanelli e nel 1916 la 6• divis. leggera nell'Atlantico; nel 1917 fu nominato prefetto marittimo a Rochcfort e nel 1921 divenne membro del Consiglio superiore di Marina.

Jassy, Città della Romania, capoi. della Moldavia.

Javorcek (Monte) . Fa parte dell'ampio arco d'alture che raccl:iiude la conca di Plezzo. Più volte, durante g li anni 1915 e 1916, le nostre truppe tentarono di impadronirsene, ma senza mai riuscirvi, per le eccezionali difficoltà del terreno e la robustezzk delle difese nemiche. Degno di particolare menzione i: un tentativo effettuato nei gìorni 12 e 13 sertembre 1915 da un gruppo di audaci volontaci, che, guidati da due valorosi ufficia1i di cavalleria, i sottot. Montanari e Galeotti Antieri della 'c asa, riuscirono ad issarsi fin sulla sommità rocciosa del monte, mettendo iq. fuga il p residio austriaco, n,a, fatti poi segno a violentissimo fuoco dalle g1.1glie laterali; furono costret/i ad abbandonare la preziosa conquista.

' I. Assedio di lasJy (1739). Dopo ·1a carluta di Choczim, nel l'agosto, i Russi posero l'assedio a · f. e oc iniziarono il

Jaworov. · Città delb Galizia, sopra un affl. del la Vistola . L 'i I giugno 1675 v1 fu sottoscsitto un trattato fra

Jaroslaw. Città della."Russia , che l,a dato il nome a u11 trattato fra Russia e Polonia {30 maggio 17n). Là Polonia s'obbliga di forni1·e uu corpo d'esercito alla Russia, durame la guerra di questa potenza colla Turchia. Jaselli (Francesco) . Generale, n . e m. a Napoli (18471915). Sottoten. di fanteria nel rS.6 8, raggiuose il grado d i generale nel r914.


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Polonia e Francia. Quest'ultima s'impegna di aiutare la Poldnia a cogliere all 'Elettore di Brandeburgo la Prussia duca le come amièo feudo del la Polonia, alla q uale pagherà inoltre un sossidio di 200 mila scudi. La Polonia permetterà alla F rancia di levare soldati da tutti i suoi Stati e lo vieterà alle altre potenze.

Jebna. Borgo maritruno della Palestina, teatro di battagfia nel 165 a . C., fra Gorgia, generale di Aorioco IV Epi fane stabilitosi a l., e j Giudei che vennero quivi ad assali rlo, ma furono miseramente battuti e inseguiti sino ai confi ni della Giudea con perd ita di 2000 uomini.

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tobre r922, dopo che nostre colonne ebbero saldamente ·posto piede sull'altipiano occupando Giado e Nalut, fu iniziata la operazione per la riconquista di 7., che avvenne, per opera <lei gruppo Oraziani , il :,:r ott. e produsse in breve la pacificazione del Gcbcl occiclenta le.

Jellachich (o fdlacic, di Rm:im, barone Francesco). Generale austriaco (1746- , 810). Partecipò alle campagne contro i Turchi ( r789) e contro i Francesi sul Reno fino al 1800 e anco,·a nel 1805.

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Jefren. Villaggio berbero, sul Gcbcl Ndusa,' in Libia; fu occupato il 27 ma rzo 1913, pochi giorni dopo la vittoria . d i El Asàaba e per effetto di questa. Nel! 'estate del

Jcllachich Giuseppe Ex caserme turche d i Jefren

191.5, scoppiata la rivolta che obbligò il ripiegamento dei presidi alla costa, fu sgom brato (6 luglio). Sul finire del 1916 il ' partito berbero-italofilo, capeggiato da Sassi Czam, vl sostenne l'assedio da parte delle forze arabe, ma fu sopraffatto e Jcfrcn raso al suolo. Fu ancora teatro di lotte fra l'elemen to berbero e q'uello a rabo nel 192 1 . Nell'or-

Jcllicoc ç, iovanni

fc/ladiic/1 ( conte di B11zin, Giuseppe) . Generale austriaco e bano di Croazia, figl io del precedente (r801 -1859). Combattè nel 1845 in Bosn~a e nel 1849 coutro l'insurrezione ungherese.

fe!lachid, (come Giol'gio) . Maresciallo d i campo aumi,co del scc. XIX, fratello del precedente. Prestò servizio in fanteria e poi nei Dragoni. Magg. generale e poi luogotenente

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Camicie nere a Jefren ( 1929)


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JEMMAPES

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Maresciallo di campo; combatti: ir1 Italia nel 1848-49; fu fauo generale di divis. nel 1859 e combattè nuovamente in Italia partecipando all'azione di Palestro.

JelJ icoe (sir Giovanni Rusluverth). Ammiraglio inglese, n. nel 1859. Partecipò ' alla spcdi:lione in Egitto, e a quella del 1900 in Cina. Raggiunse il grado di ammiraglio nel 1915 e fu primo Lord dell 'Ammiragljato nel 191t;i; partecipò alla· battaglia dello Jutland; nel 1917 ebbe il comando supremo della flotta inglese. Nel 1919 (u in India per una missione n avale; nel

1920

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d ivenne ~overnatorc generale

della Nuova Zelanda. Dopo la guerra pubblicò un libro su « La Grande flotta ».

Jemmapes (o /emappes). Città del Be.lgio, nell 'Hainaut. li t;i novembre 1792, d\irante la campagna del Belgio (Guerre della Rivoluzione), vi si scontrarono i .Francesi, co,mar,ifati dal gcn. D mnouriez, cogli Austriaci, al comando del_ gen. Claydait. Erano gli Austriaci disposti lungo le alture com prese fra Cuesmes e /. , saldame11te rafforzate con ridotte, abbattute, t rinceramenti e case sistemate a difesa. La sr. fran:ese, doveva attaccare a Quaregnon la dr. avversaria; il centro cqmandato eia I duca d i Chartres doveva marciare direttamente su J. , la dr. comandata da l)ampierre e eia Beurnonvillc doveva attaccare le al\l)re di Cutsmes. L'azione ebbe inizio alle otto del mattino, sulla sr. e sulla d,. contemporaneamente. L 'attacco su Quaregnon venne condotto a buon fine dalle fanterie francesi e belghe, quindi 7 sqdc. di cavalleria e reparti di fanteria attaccarono di· fronte e a sr. Dumouricz intanto si portava sulla propria dr. ove l'az ione languiva per la tenace resistenza del nemico, ben trincerato nelle proprie posizioni. Messosi alla

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testa delle colon11c <l'attacco; egli disperse il nemico e al canto della Marsiglie5e le condussé sulle ridotte, di cui due furono conquistate alla baionetta; i cannoni p resi turano rivolti contro le truppe avversarie in fuga. lntant<) anche il centro si era n1osso; superata la zona antistante

alle alture, fin sotto /., l'attacco g ià si delineava, quando una brignta, che avanzava lungo la strada di F lenl) , im. prcssionata dalle mosse di alcuni sqdr. nemici, el;,be qualche momento di incertezza, e si arrestò dietro un gruppo di fabbricati. Ne nacque un principio cli disordine fra i bgl. francesi e un'altra bripata, turbara dall'arrestarsi de lla prima, si fermò incerta sotto il fuoco efficace delle posizioni avversarie. Le t ruppe furono ricon.d òtte all'attaéco dal duca di Chartres, accorso sul posto, mentre gi~ numerosi sqdr, nemici sì qisponcvan9 a profittare del momento . Formata una 111assa in colonna, il duca attaccò in1petuosamente le ridotte avversarie, ·che, prese di fianco dalle trvppc del gcn. Fcrrand, furono conquistate . La vittoria della sr. e del centro francese fu completata sul la dr. dalla conquista di altre tre ridotte, ove la difesa avversaria opponeva le ultime rcsistct\zc. Gli Austriaci, rincalzati da truppe di rinforzo, sì difendevano disperaramente , e il generale fra'nc~se già dubitava tlcll 'csito, quando, visti fra le colonne akuni bgl. e sqdr. che aveva avuti ai propri ordini nella Champagne, corse ad essi e, infiarn,matili con brevi parole, ne ricompose i ranghi. Una carica della cavalleria austriaca fu respinta ; quella francese l' inc.alzò a sua volta e le ri<lotte forano ·cbnquis.tate al canto della Marsigliese. La vittol'ia, era completa; gli Austriaci però nonostante un fiacco tentativo del gcn. d'Ha rville per tagliar loro la ritirata, riuscirono a sfuggire ripiegan do su Mons, dove i Francesi entrarono la mauina seguente.


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Jena . Città della Turingia, ill Germania, sulla Saa!e. Nell'ottobre del 1806 Napoleone, che coi precedenti movimenti era riuscito a spuntare colle proprie truppe la sr. dei :Prussiani, e mirava a prelldere posiziolle fra essi e l 'Elba,

rità di numero, avrebbe voluto ritardare il combattimemo, i n attesa dei rinforzi che stavano per gi~ngere; ma lo impedirono la posizione del nemico e l'ardore dei suoi, I Prussiani attaccarono il villaggio ,Ii Hollstcdt, posizione avanzata ove si trovavano alcun i bgl. francesij accorse a soste-

nerli il Lannes, mentre il, Soult attaccava un bosco tenuto da un forte reparto nemico. I Prussiani manovravano colla propria dr. sulla sr. francese, dove l'Augercau sostenne vigorosamente l'attacco, e l'azione si fece generale . Dopo due ore di lotta il successo cominciò a delinearsi a favore dei Francesi, coli,, conquista, da parte del Soult, dcUa posizione attaccata. lntauto giungevano il Ney e la cavalleria di riserva, che si spiegarono dietro la linea di battaglia, mentre i Prussiani erano costretti a ripiegare sotto l'impeto degli · attacch i del le riserve d i prima linea. Il movimeuto si svolgeva ordinato, quando il Murat, giudicando venuto il n1on1en ro di intervenire, ca,1icò coi dragoni e coi coraz-

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zicri\ di riserva. La cavalleria .avversaria non resse all'urto

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(Le truppe francesi sono indicate col centro chiaro)

;per cagliarli fuori dal cuore della monarchia e dalle loro lince d i operazione, dispose, perno sul la sr., un'ampia con,,ersione di tutte le sue forze. Il 13 Bcrnadotte, Davout e Murat, quest'ultimo colla sola cavaTier ia leggera , occupa,rono Naumburg; Soult marciò da Gera su / ., dove si trovavj il Lan11es; Ney rimase a Roda, e Aug<;rcau a Kahla, mentre una divis. bavarese occupava una posizione fiancbeggiante sulla sr. Intanto l 'esercito prussiano, che aveva ~!abilito cli resistere sulla sr. della Saale, fra /. ed Eckarsberg, vistosi prevenuto e avvolto dai Francesi, prese posi zione fra C apellendod e Auerstadt, fronte alla Saalc. Il 13 l'Imperatore giunse a /. e, resosi conto delle posizioni -nemiche, dispose che per una strada costruita nella roccia durante la notte, l 'altipiano sovrasta)'lte alla città fosse oc.cupato dall'artiglieria, e dalle truppe del Lannes; sul ver·sante di dr. disp~sc la divis, Suchet, su quello di sr. la divis. Gaza 11. Sul culmine dcli 'altipiano i l Lcfebnc ordinò in ,quadrato la fanteria della Guardia e l 'aitiglicria occupò gli intervalli fra i vari corpi. Intanto, a fiancheggiare e a sostenere l'esercito in posizione a/ ., il marcsc. Augereau prese posizione dinanzi a Kahla. Il 14, verso le quattro del mattino, l'Imperatore fece prendere le armi alle divisioai Suchet e Ga'zan, e alle sci, nonostante la fitta nebbia, diede inizio alla battaglia. La prima linea nemica fu conquistata di primo impeto e l 'esercito francese potè scendere in piano e formarsi in linea di battaglia. Verso le nove la • nebbia si dileguò, e 1·esercito prussiano, che in massima p arte si era avanzato incontro .ai Francesi, se li vide davanti a mezzo tiro di cannone . I Prussiani èrano 124 bgl. e 90 sqdr., in tutto oltre rno.ooo •fanti e 20.000 cavalicri, e Napoleone, data la loro supcrio-

e dovette ripiegare a sua volta, e !"esercito prussiano cedendo su tutta la linea iniziò la ritirata sulla strada di Weimar, incalzato da presso dai Francesi. Caddero nelle mani d i questi ultimi oJtrc 20.000 u. e quasi tutta l'artiglieria . Colle vittorie di/. e di Auerstadt (V.), riportata lo stesso giorno, i Ftancesi presero al nemico 40.000 prigionieri, 6o bandiere e 300 cannon~; l 'esercito prussiano, i cui generali furono quasi tutti uttisi, fu disperso e distrutto; per poco lo J tesso .J{e d i Prussia non cadde prigioniero. L'indomani l'Imperatore entrò a Weimar ove rifiutò le proposte di armistizio fatte dal nemico, e continuò la marcia su Berlino. Alla battaglia di J.. parteciparono con .onore i seguenti reparti italiani: bersaglieri Corsi, cacciatori del Pq, rf' regg. leggero, 26° cacciatori a cavallo, 21° dragoni, 3° reggimento di linea. ·

Jer vi s (conte Giova1111i). Ammiraglio inglese (1734-1823). Partecipò allo scontro di Ouessant; combattè nelle Antille; battè gli Spagnuoli al Capo San Vincenzo; nel 1801 divenne primo !qrd dell'Am m iragliato.

Jervis Giovanni

Jervolino Alfonso

Jer volino (Alfonso). Generale, n. a Poggiomarino nel 1863. Sottot. nel 1883, percorse la carriera nel genio divenendo colonnello nel 1915. Partecipò a tutta la guerra contro l'Austria e fu successivamente comandante del genio del 22°, 10° e 12° C. d'A. Brigadiere generale nel 1918, dopo la guerra fu comandante del genio a Napoli e nel r926 andò in P. A. col grado cli gen. di divisione. Jest (Giuseppe). Medaglia d 'oro n. e m. a Torino (1819., 1881). Ufficiale dell'esercito sardo, aveva iniziato la sua carriera quale sottot. nel 5° regg. fanteria. Nella campagna


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del .1859, quale capira~o, comandante j ) 1° bgl. del io0 fameria, guacbgnù la mcd . d 'oro ,, per l'intelligenza ed il valore con cui conduceva i l proDrio battaglione all 'anacco contro il nemico a l passaggio cieli; Scsia " (21 maggio 1859). Prese parte, successivamente, alla campagna del 1860, meritando una menzione onorevole. Lasciò il servizio col gradt) di tcn. colont1ello del 42'' fanteria, divenendo poi colonnello nella riserva.

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delle fronti, Jotfrc diresse le operazioni di logoramento, che si svolsero su lla fronte occidentale _europea nel 1915 e nel 19;6. l i 26 dicembre 1916 cessò dal comando attivo delle a[mate francesi combattenti in Europa e nel 1918 venne nominato maresc. di Francia. Nel r920 l'Accademia di Francia lo nominava suo membro . Passò quiodi a far parte del Consiglio Superiore della guerra.

Johnston (Alberto). Generale americano (1803-1862). Allievo di West Point, combattè conLr0 gli lndianj. Dimissionario nel r840, riprese servizio nel 1847 combattendo contro i l Messico e verso la fino assunse il comarldo in capo. Nel 1849 comandò la spedizione che soLtorp.isc i Mormoni. Scoppiata la gyerra di Secessione, diede le di missioni dall'esercito Federale ed entrò io quello Sudista, ove ebbe il comando delle for7,ee nello Stato del Mississippi. Cadde in battaglia nell'aprile 186:,.

JcsL G iuseppe

Joffre G iuseppe

Jeza. Monte sulla dr. dcl i 'Isonzo, alla restala dcli '!ud rio (m. 78S). Caposaldo difensivo del XXV11 è. d'A. , fu cspuguato ,falle truppe tedesche il 24 ottobre '9' i, nonosta t1LC l'estre,na di rcsa della nostra r.9 divis., con gravi co11sc,guenze per tutto il resto della linea. J icin (o Giuchin). Città della Boemia, sulla Cidlina. li 29 giugno 1866 vj si svolse un combattimento fra Prussiani e .Austriaci, che appartiene alla campagM di quel1'a nno in Boemia . L'annata prussiana del principe Fede,·ico Carlo, sbocca ndo dai ,,1onti della Boemia, nel pomeriggio, appar ve a nord e a m·est d i f., occup ato da t ruppe aust1;0sassoni, a l comando del pri11cipc Alberto d i Sassonia : erano t ruppe Sasson i e il I corpo austriaco, in tutto .µ .ooo u. con 138 cannoni, in buona posizio tle su terreno accidentato e boscoso. I Prussia11i non disposero durante I'nionc che di due divis., circa 25.000 u. con 48 pezzi : la 5" divis. (T(impling) che assali la dr., e la 3° d ivis. (Werder) che assalì la 5r. ausu-iaca. S ino a sera i Prussiani no n riw~cirono

ad ottenere vantaggi, ma, essendo giunto .al pri1tcipc Alberto l'ordine di evitare di impegnarsi col nemico, e di r-itirarsi sul grosso de/ l'esercito, egl i iniziò la ritirata, che per poco, data l'ora tarda, e la difficoltà del terreno, non si tramutò in ua disastro . A notte, le u ltime truppe austriache che tenevano / . vennero assalite nel paese dai l'wssiani, che presero la città combattendo nelle strade. [I principe Alberto lasciò 3800 prigi_onieri nelle mani· dei Prussiani cd ebbe 1200 morti e, feriti. 1 vincitori non perdettero che 6 0 0 uomini.

Joffre (Giuseppe). Maresciallo di francia, n . n el 1852. Percorse tutta la sua carriera pr ima nell'ar ma del genio, poscia nello Stato Maggiore. Com battè nella guerra del 1870, nel T onchino, nel Madagascar e raggiunse i l grado di generale nel 19rn. Nel 19rr era Vice presidente del Consiglio superiore di g uerra, e subito dopo capo ~ S. M . generale. Ali 'in izio , della guerra fu nominato generale i n capo delle armate francesi del nord e ·del nord-est. Sono opera del }offre: la battaglia della Frontiera, la ritirata manovrata a s4d della Marna, la vittoria francese che prende nome da questo fiume, le successive manovn;. sull'Aisne, in Piccardi~ , in Artois e nell~ F iandre . Avvenuto lo stabilimento

/ol1J1stou (Giu;eppe). Generale americano (1804-1891). Allievo di West Pqint, partecipò alla g uerra contro il Messico . Nel 1860 (u promosso brig. gen. nell'esercito regolare e ù1caricato del servizio di ùitendenza. All'i nizio della guerra di SecessioJ1c si schierò coi Sudisti e venne nominaro con1andanlc in capo. SostiLuito continuò lealmente a servire in. sottordini. Fu il p rezioso collaboratore del gen. Lee. Nel) 'ultimo te~ pÒ della guerra tenne testa a Shermann che aveva for ze quasi doppie; messo su richiesta di Lee al comando delle truppe della Georgia, si rrovò ancora una volta conr1·0 lo Shcrmann, con forze della metà inferiori . Destituito pcrchè ritenuto troppo prudente, fu ancora una volta richiamato e destinato all'esercito delle Carol ine. Fu dcuo, il « Fabius Cunctator » di quella guerra.

Joinville. Comune della Francia, nel dip . della l lautc1\farne. Nel 1583 vi fu conclusa l'alleanza fra i G uisa, i Cattolici e Filippo II di Spagna. Essa prese il nome di_ « Lega del Bene pubblico ". Jomini (barone Enrico). Ge.i1ccalc e scrittore mii. sviz~cro (1779-1869). Servi Nàpoleoae I, es,endo dal 1804 al 1809 capo di S. M. del gen. Ney; 11d rSIT fu nominato. generale e storiografo imperiale; nel 1813 per dissensi con Napoleone passò al servizio della Russia , dove, nel 1830, organizzò l'accademia mii. di Pietroburgo. Tornato in Frai1cia nel 1840, collaborò per la parre mii. alle opere del Thiers . . Suggcrl a Napoleone Ili la manovra di Magenta (1859). Sue opere: « Trattato delle grandi operazioni militari » ; « Storia critica e mili tare delle campagne della Rivoluzione »; " Vita politica e militare di Napoleone I »; " Sommario dell'arte della guerra »; ,, Studi i d iplomatici sulla guerra di 'Crimea )).

Jones (Giovanni Paolo) . Ammiraglio nordaruericano(1747-1792) n. nella Scozia .. Organizzò la marina da guerra degli Stati Uniti durame la guerra d'Indipendenza, ed osò g uerreggiare con navi corsare persino nella Maniça contro navi inglesi. Nel I788 ebbe col pr incipe d i Nassan-Siegen il comando della Rotta di Caterina Il d i Russia contro ,j Tnrch i nel Mar Nero: lo /. , entrato nel porto cli Varna , vi incendiò tre navi turche . Lasciò le sue ({ Memorie >> . / ones (Giovanni). Generale inglese pel sec. XIX e scrittore mii. ('artecipò a lle guerre contro Napoleone e scrisse due opere : « Giornale degli assedii degli alleati nella Spagua »; " Memoria intorno _alle linee di Torres Ve dras ».


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Jonesboro. Borgo dcll"lllinois, negli Stati Uniti, prç»o il Mississippi. li 31 agosto-1° seucmbrc 1864, durnntc la guerra d i Secessione, i Confederati, al comando del gen. Hood, attaccarono un corpo federale dcli 'esercito di Sherman, corpo comandato dal gen. Howard, ma furono sconfitti presso il borgo.

Jonkoping. Città della Svezia meridionale. 11 10 dicembre 1809 ,·i. fu conc lusa la pace fra Danimarca e Sve,.ia, sulla base di un eterno oblio di ll!UO ciò che aveva dato occasione al la guerra fra i due Stati, i quali si impegnano di togliere reciprocamente i l sequestro sui beni e proprict!i, come pure l'embargo posto sui r ispettivi navigli. Estradi7.ione reciproca dei disertori e malfattori. Jordana (Francesco Gomez). Generale spagnuolo (18511918). Prese parte al la guerra civile de_l 1875; nel 1909 cornbauè presso Mclil la, come capo di S. M. delle tnippe operanti e vi guadagnò i l grado d i gen. ùj brigata. Nel 19n fu posto a capo della Scuola superiore di Guerra. Nel 1912 tornò a Md illa e venne promosso gen. di divis., assumendo col,ì il comando in capo. Nel 1915 fu Alto Commissario al Marocco, dove n1ori.

verno provvisorio e nel 1799 cadde combattendo a Novi contro il Suvarov. foubert (Pietro). Generale del Transvaal (18_y-1900). Lottò, a lungo per l'indipendenza del T rans\"aal , nel i852 contro i Cafri, nel 1880 contro gli Inglesi, che vinse a Majiuba (1881);. quind i si occupò dell'organizzazione militare del suo paese. Nel 1896 costrinse Jameson alla re,a e venne nominato generalissimo, ndla guetra Anglo Boera (1899-1900).

Jourdan (conte Giovanni Battista). Maresciallo di Francia (1762-1833). Partecipò alle guerre dell a Rivoluzione e dcll 'Jmpero; fu successivamcute generale in capo dell'armata delle Ardenne, di quella del Nord, della Mosella, della Mosa e dal J798 al 1799 di quella del Danubio. Nel 1800 divenne ispettore gen. della fanteria e della cavallcna. Anuninistratorc generale del Piemonte nel 1801 e generale in capo· dell'armata d'Italia nel 1804, venne nello stesso anno nominato maresciallo di Francia. Governatore di Napo)\ nel 1806 e di Madrid ne l 181 r, generale in capo dell 'armata dcL Reno nel 1811, fu nominato governatore della 7' divis . nel 1816 e governatore degli invalidi nel 1830. Scrisse varie opere storico-m ilitari tra cui: « Operazioni dell'e.sercito dd Danubio 1>; « Memorie }),

Jotapata (oggi Dje/atj. Cina della Giudea.

Assedio di Jotapata (67 d. C.). Fu assediata il 24 maggio da T ito Flavio Vespasiano, per essersi ribellata col resto della Giudea a Roma . La difficoltà dell'espugnazione dipese principalmente dalla posiz ione della città, costruita sotra una col lina di.rupata e accessibile solo da un solo lato. Qùi Vespasiano fece erigere un terrapieno, mentre d'ogni parte wn balestre e catapulte faceva tirare contro le mura e i loro difensori . 1 Giudei si difesero energicamente con sortite, CO· mandati dallo storico Giuseppe. Soltanto il 20 lllglio, dopo accan ito assalto, i Romani, con Tito alla testa, superarono le difese e penetrarono in città, dove u-ucidarono senza pietà tutti gli uomini adulti; le donne e i fanciulli, fatti prigionieri, furono venduti schiavi. Lo storico Giuseppe si arrese ai Romani e divenne amico dj Vespasiano.

Legge fourdan . Prese questo nome la legge ch7 rcgqlò(1798) la coscrizione in Francia, sanzionando per tutti l'obbligatorietà del servizio militare, esclusa ogni esenzione. La legge / . (che fu imitata poi dagli altri Stati) applicava la coscr_izìone ai cittadini validi dai 20 ai 25 anni d'età e stabiliva che nessuno potesse coprire pubblici imyicghi se non avesse compiuto il suo dovere militare.

Jouslyn. Anr,aiuolo americano che nel 186z prese il brevetto d'un fucile a retrocarica a percussione. Alla canna è·

Joubert (Lorenzo). Medico di Carlo IX di Francia, nel scc. XVJ. Scrisse un « Trattato delle archibugiate » e un « Epitema della terapeutica e delle arcbibugiatc » , 111 cui tratta del medico mi I. in campagna .

Fucile Jouslyn mod. 1861-62

avvitato un anello, a l quale è fissata la scatola di chiusura a_ cerniera, aprentesi verso sinistra; l'cstrazil)nc del bossolo avviene automaticamente al] 'atto che si apre la scato/a di chiusura. Per sparare occorre armare il cane. Era una cnstruzìohc·

semplice e robusta. La cartuccia è metallica a percussione periferica.

Joubert Dartolomeo

Jourdan G. 13.

Joubert (Bartolomeo) . Generale francese (rj69-1799). Partecipò al la battaglia di Loano (r795) ov.e fu nominato generale; nel 1797 conquistò .Trento; nel 1798 fu nominato comandante d ell'esercito d'Italia e istitul in Piemonte un Go-

Jousseau. ViUaggio nella valle di P.-agelaco, sul Misone. L'u Ottobre 1745 vi si svolse un combattimento cheappar tiene alla guerra per la Successìooc d 'Aust.-ia.. Il Lautrec vi attaccò un reparto piemontese agli ordini del conte De Rossi, gli inflisse una perdita di 30 u. e ne avviluppò, con movimento aggirante, 400 che, insieme col De Rossi, furono-costretti a deporre le armi-.


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Jovanovic. Generale serbo, n . nel 187ì. Combanè nella guerra Mondiale contro gli Austriaci, e dopo la guerra divenne comandante di C. d'A. Nel 1930 fu promosso generale d'Armata.

conquistò l'isola di Oeland. Il fratello, G1ot•a11m, fu pure ammiraglio.

Jube (Aug111to, baro11c dc La Pérelle). Generale e scrittore ,nìl. francc~c (1765-182,1)- Ufficiale della Marina a Chcrbourg nel 1789, aderì alla Rivoluzione e divenne ispettore geo. delle coste nel 1794. Aderì alla Restaurazione e fu storiografo al Ministero della guerra. Sue opere: « Storia della guerra dei Galli e dei Francesi in Italia »; « l fasti militari della Francia dal regno di Luigi XIV ai dì nostri », ecc. J uoher eau (de S,1in.1 1Je11is. A 11to11io). Generale francese (1778-1842). Ufficiale del genio, emigrò nel 179:. negl i Stati Uniti. Nel 18o2 entrò nell'esercito ottomano cd ebbe l'incarico di rimodernare le fortc-zzc del Bosforo. e del Danubio. Tornato in Francia, fu a Waterloo; partecipò alla campagna del 1823 nella Spagna come capo di S. M.; fu in Morea nel 1828 e in Algeria nel 1830. Lasciò un'opera sulla rivoluzione di Costantinopoli nel 18o7. JUdllnburg. Borgo della Stiria, sul Mur. Il 7 aprile 1797, in seguito a domanda dell'Austria, vi fu concluso un anni

Circoscrizioni militari <leUa Jugosl:wia (i930)

s1i2.io di sei giorni tra Francesi e Amtriaci, che fu il preludio dei preliminari di pace discussi il 17 a Lcobcn.

Juel (Nicolò). Ammiraglio danese (1629-16g7). Sm•l dap• prima in Olanda sorto Tromp e Ruytcr; tornato in Danimarca, vi divenne ammir. e si segnalò difendendo Copenaghen nel 1659. Nella guerra cfell 'Olanda e Daniuwrca contro la Svezia, comandò la flotta danese che insieme a quella olandese del Tromp sconfisse la squadra svedese ( 1676); da solo la sconfisse a Warnemundc ncll 'anno seguente e nel 1679

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Jugendwehr. Organizzazione giovanile tedesca, crcJta dopo la guerra con scopi gmnico-sportivi, ma avente un hnc di preparazione mii. sul tipo dei nostri ,, Premi Inari ,, . Jugoslavia. S tato della penisola dei Balcan i, comprcn dente g li anr. regni di Serbia e <lei Montenegro, la Croazia e Slm•enia, la ùalmni,1, la Bosnia-Erzegovina, parte della Macedonia. Venne costituito dopo la guerra Mondiale, come cospicuo ingrandimento del regno di Serbia. Capitale Bel grado, superficie 248 mila kmq., abitami quasi 13 milioni. (Per la storia, V. Serbia e .lfomenegro) . Fin dal 1917, col patto di Corfù, Serbi, Croati e Slo, cn1 s1 intesero per l 'unirà e l'indipendcn·za del nuovc1 Stato d;i costituirsi col previsto smembramento dcli' Austria dopo la \'ittoria dell' Intesa. La realizzazione condusse a uno S1,1t.> nel quale i Serbi si assicurarono la preminenza assol utJ sulle altre nazionalità, centralizzando a Belg r:iclo ogni ' " manciu e ogni direzione e soffocando ogni tentativo d, kdcralismo, specialmente quello, cospicuo, dei Croa1i. I.a casta dominante serba, Ìlnpcrialistica, non 11a~,onde le sue nspirazioni immense, a danno di tutti i vicini: verso l" lt.1lia , spingendole o ltre l'Istria, sino a Gorizia e alla pianura friulana; verso la Bulgaria, mirando a rettifiche di confim a proprio ,·amaggio; verso l'Albania, tendendo a Scutari; verw la Grc,·i,1. tendendo a Salon icco. Più che amico, alleato della Francia, il nuovo Stato collegato nei Balcani con la Piccola Intesa, ha creato le sue forze 11111. con !;appoggio del capitale franct,t·. l la fondato a Cragujev:v. una fab brica di armi. munizioni e gas: a Crusccvaz una fabbrica d ·c~plosi, i; a Se· rajcvo un pirotecnificio; a Racovza, presso Belgr:1do, una fabbrica di mo tori per aeropbni; presso Ko,i Sad una fabbrica di aeroplani (« !karus ••); centro d 'aviazione importante ~ Cra• licvo. Gli ufficiali superiori sono serbi nella misura del go per cento; i gc nerali sono tutti serbi; gli ufficiali inferiori lo sono nella misura del 60 per cento. Le ferrovie, or ientate prima della guerra da nord a sud, ,,anno a poco a poco trasformando,1, come orientamento, da est ad ovc~l. Vaste reti stradali nuove sono st.1lc ;ostruite con lo stesso criterio .

Esercùo della fugoslavia. ComJll dante supremo di tutte le forze ~ il Re. In tempo di pace. il comandu dell'esercito e della marina è retto, in nome del Re, <lai ministro della guerra e della marina, coadiuvato dallo S. M. gc• ncrale . Vi sono poi gli Jspcttorati delle varie armi e serviii. Il territorio è diviso in 5 regioni di armata, con sede (da i a 5) a Novi Sad (verso l'Ungheria); a Scrajevo (,·erso l'Alba• nia e l'Adriatico); a Skopljc (verso la Grecia); a Zagabria (verso l'Austria e l'ltalin); a N ish (verso la Bulgaria e la Romania) . Ognuna di tali regioni d'armata comprende 3-4 regioni di divis. (in tutto, 16). Vi è, come unirà indipendente, la Guardia Reale (una divis. di fanteria, una brigata <li cavalleria, un regg. d'artiglieria) che risiede a Belgrado.


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Le regioni d'Armata, oltre alle truppe delle clivis. dipendenti, comprendono: I regg. cl 'art. di 3 gruppi a 2 btr. ed un distaccamento del genio, così composto: 1 bgl. di pionieri, J bgl. di pontieri, 1 bgl. telegrafisti, x bgl. riflettori, 1 rep. colombi e radiotelegrafisti. Le regioni di divis. comprendono: 1 brigata di fanteria su 3 regg. di 3 bgl. di 3 cp.; 1 brigata d'art. su 2 rcgg. di 3 gruppi di 2 btr., più i servizi. La 2• regione d'armata (zona Serajevo-Dalmazia) comprende in più un comando da fortezza (a Cattaro) così com'posto: 1 rcgg. di fanteria, 1 regg. da forte-.<za, 1 bgl. del genio e servizi. In più delle truppe d'armata e di divis. l 'esercito jugoslavo comprende: 3 divis. di cavalleria ,u 2 brigate di 2 regg. (4 sqdr. più uno di mitraglieri) cd I gruppo d'art. a cavallo; il corpo di truppe di frontiera, che conta 10 distaccamenti di sottosetLore ed I cp. d'istruzione (in tutto 5000 Gendarmeria serba u.); l'areonautica, che conta 3 regg. di aviazione, 4 bgl. di ferrovieri e servizi. Complessivamente le varie armi sono cosl composte: fanteria: 20 brigare (6o regg. e 60 cp. mitr.); cavalleria: 3 divis. (6 brigate, 12 regg. 12 sqdr. mitr.). A rtiglieria : 16 brigate, 35 regg. cl 'art. d ivisionale, 5 rcgg. d'art. d'armata, 1 regg. d'art. da fortezza, 2 gruppi d'art. a cavallo; genio: 5 bgl. pionieri, 5 bgl. pontieri I bgl. speciale; areonautica: 3 regg. (15 squadriglie, 1 cp. aerostièri, 1 bgl. d'aviazione. Vi è inoltre la gendarmeria, composta da 9 regg. 2 bgl. indipendenti ed 86 compagnie: in tutto 20.000 uomini. Gli effettivi cli bilancio comprendono: ufficiali 6433; truppa 115.942. Il servizio militare è generale; tutti i cittadini idonei alle armi sono personalmente soggetti al servizio militare. Co· loro che ne sono esentati per menomate condizioni fisiche o ne sono esclusi per incapacità morale ·sono sottoposti nel una tassa militare. li cittadino jugoslavo è tenuto a servire dal 21° anno di età sino al 40• nell'esercito attivo; dal 40° al 50° nella r iserva. In caso di necessità possono esseri; chiamati alle armi anche i giovani dai 18 ai 20 anni, e può essere portato al 55° anno di età il limite massimo d'impiego degli uomini nel servizio territoriale. La ferma nei reparti permanenti è di 18 mesi per tutte le armi e servizi, meno che per l'aviazione e la marina, nelle quali è di 24 mesi. Per certe categorie di giovani la frrma è ridotta a 9 mesi. In guerra, la /. può costituire 70 divis. di fanteria e 3 o 4 di cavalleria, oltre alla Lanclsturm. Marina jugoslava. ~ costituita da due sommergibili (Hrabri e Neboj sca) completati nel 1928, del dislocamento di 975 tonn. alla superficie; velocità 15,7 miglia alla superficie. Altri sono (r930) in costruzione. Due cannoniere a motore costruite nel 1927 in Inghilterra; il vecchio incrociatore Dalmacija (ex tedesco « Niobe ») rimodernato nel 1926, di 26oo tonn., impiegato nel servizio di nave scuola. Vi sono inoltre 4 monitori flu\'iali: di 430 a 6oo tonn., 11 e,c

torpediniere austriache; sci posamine, quattro dragamine, cinque trasporti, una piccola nave scuola; una nave appoggio sommergibili. Quattro vedette di So tonnellate e 14 miglia di velocità sono in corso di costruzione.

Incrociatore jugo!lavo e Oalmacija •

Nel 1930 è stato costituito un «Comando di Aeronaut;;;a Marittima », con sede a Oivulje, presso Spalato.

Juliers (ant. /11/iacum). Città della Prussia, sulla Rocr. Fu presa ne! 1009 dall'arciduca Leopoldo, e nell'anno se• guentc venne assediata da Maurizio cli Nassau, con 30.000 u. d i cui 4000 Inglesi. La piazza, difesa da guarnigione imperiale agli ordini di Rauschemberg, si arrese il 10 settembre. Fu presa dagli Spagnuoli nel 1622 e dai Francesi nel 1794. Juncal. Isola alla foce dei fiumi Paranà e Uruguay. Ha dato il nome a una battaglia (8 gennaio 1827) che appartiene alla latta fra il Brasile e l'Argentina. Quest'ultima aveva affidato la propria flotta all'ammir. Brown, il quale incontrò la flotta avversaria presso l'isola di/. e la sconfis.c. Jung (Enrico). Generale e scrittore rrul. francese (18331896). Partecipò alla guerra d ' Italia del 1859 e a quella del 1870. Generale nel 1887 e governatore di Dunkerquc, fu collocato a riposo nel 1891. Scrisse varie opere storiche, fra cui: « Francia e Roma»; « Bonaparte e il suo tempo »; « Luciano Bonaparte e le sue memorie »; « L'armata e la rivoluzione »; « Strategia, tattica e politica »; ecc. Jungdeutscher (Ordcn). Società tedesca sul tipo degli antichi ordini militari, creata in Germania nel 1918, da patrioui insofferenti dei trattati cli pace. Nel 1926 contava 800.000 membri. Junin. Pampa del Perù, presso Pasco. Ha dato il nome a un combattimento di cavalleria (6 agosto 1924) durante la guerra d'Indipendenza dell'America del Sud. Il gen. Bolivar avanzò a /. con 10.000 Alleati e si trovò di fronte agli Spagnuoli del gen. Canrerac. L'urto avvenne fra le due cavallerie (900 Alleati e 1300 Spagnuoli) nella pianJra. Si distinse particolarmente la cavalleria argentina, agli ordini del gcn. Necocha che fu ferito e sostituito dal Suarez. Malgrado il numero superiore, la cavalleria spagnuola fu sbaragliata, ~ allora il gen. Cantcrac battè in ritirata senza impegnare le proprie fanterie. Fra morti e feriti, perdettero 250 u. gli Spagnuoli e 10 gli Alleati.


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Le fortificazioni di Julie1'S nel sec. XVII

Bolivar diede il nome di l.Ancieri di Junin ai cavalieri argentini che decisero dell'esito del combattimento. /

Juniores. E rano nell'ordinamento mii. dell'ant. repubblica di Roma i cittadini fra i , 7 e i 46 anni aventi obbligo del servizio militare.

i I comando delle forze francesi mandate nel Messico e nel 1862 fu , promosso vice ammiraglio. Ebbe quindi il comando della squadra del Mediterraneo. Nd 1871 divenne direttore delle carte e dei piani della marina. Nel 1866 venne ammesso ali' Accademia delle scienze e nel 1888 ali' Accademia francese. Pubblicò numerose opere fra cui: « Viaggio in Cina»; « Guerre marittime sotto la repubblica e l'impero»; « La marina d'una volta»; « La marina d'oggi»; « I.e marine del XV e del XVJ secolo »; « La marina degli antichi»; « Le campagne d'Alessandro»; « La marina dei Tolomei e la marina dei Romani »; « Gli ultimi giorni della marina a remi»; « Doria e Barbarossa»; « l cavalieri di Malta'~ la marina di Filippo II »; « La guerra di Cipro e la battaglia di Lepanto » ; « Le glorie marittime della Francia »; « Le origini della marina e la tattica naturale »; « I Corsari barbareschi e la marina di So limano » ; ecc.

Jus basci, Ant. grado che fu in uso per un certç, tempo nelle truppe eritree, corrispondente presso a poco a l sorto. tenente, ma ger~rchicamente inferiore questo. In T urchia er.i grado corrispondente a capitano. Il grado è ancora con• servato dagli indigeni che lo ebbero e appartengono oggi (r930) alla riserva. F u sostituito dal grado di JCium-basci.

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Junot Andozio

Jurien de la Gravière

Junot (Andozio). Generale francese (177r-1813). Generale di brigata nel 1798 e di divis. nel 1803, si segnalò ad Austerlitz e poi andò nel Portogallo ottenendo il titolo di duca d 'Abra~tès. Combattè poi io Ispagna/ in Germania e prese parte alla spedizione di Russia. Nel 1813 fu comandante di Venezia e governatore dell'Illiria.

Jussuf (Pascià). Ammiraglio turco del sec. XVII. Di umili condizioni, divcnpe favorito del sultano Ibrahim, che a 24 anni lo nominò Visir e èapudan pascià, ottenendo il comando in capo dell'armata destinata. alla presa di Candia (r645). Ma l'anno dopo, parendo a lbra.him che la conquista andasse per le lunghe, fece mettere a morte Jussuf. Juterbog. V. Dennewitz.

Jurien de la Gr avièr e (Giovanni). AmmiragÌio e scrittore mii. francese (1812-189z). Partecipò alla guerra d'Oriente e nel r855 divenne contrammiraglio. Nel 1861 ebbe

Jutland, Penisola fra il Mare del Nord , lo Skagerrak , il .Kattegar, il Piccolo Belr, saldata al continente europeo


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per mezzo dello Schslcswig. Ha dato il nome a una batta• glia navale appartenente alla guerra Mondiale; i Tedeschi però a tale battaglia hanno dato il nome di battaglia dello

Skagerrak.

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Nelle prime ore dd 31 maggio 1916, e precisamente verso l'una, il vice ammiraglio Hippcr, coman<lantc delle forze tedesche di esplorazione, lasciò la )ade con tutti i suoi reparti, seguito alle 3,30 d·a l grosso delle forze: sulla nave

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due incrociatori da battaglia inglesi erano saltati in aria, von Hipper potè manovrare per disimpegnarsi attirando le forze nemiche verso il proprio grosso. Subito dopo le 18,30 infatti sopraggiungeva il grosso tedesco, e dava caccià' alle navi inglesi. Verso le 20 fu segnalato l'arrivo del grosso della flotta inglese, a<l arco di cerchio entro il quale si vennero a trovare le navi tc<lcschc. , L'ammiraglio Scheer, approfittando i~l fumo e della sopravvcnicnt·e oscurità, riuscì a sottrarsi all'accerchiamento e a disimpegnarsi, lanciando contro gli Inglesi le sue flottiglie di cacciatorpediniere, ,le quali con lievi perdite riusci rono nello scopo di allontanare momentaneamente le navi inglesi e di permettere alla propria flotta di rompere il con-

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Jutland: l'incrociatore inglese Queen1 Mary t salra in aria

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La battaglia dello Jutland

ammiraglia « Friedrich der Grosse» era imbarcato l'Ammiraglio Scheer, comandante in .capo, dirigendo per i l Nord allo scopo di attaccare le forze inglesi che supponeva di poter incontrare. Le forze inglesi, al comando <lell 'Ammiraglio Jellicue, .due ore e mezzo prima che le tedesche avessero preso il maic, e c,oc verso le 23,30 del 30 maggio, ripartite in varie squadre, avevano già lasciato i porti di Sheerness, di Harwich, di Cromarty, di Rosyth e di Scapa, dirette · al luogo di riunione prestabilito. Gli Inglesi disponevano di 28 <lrcadnought, 9 incrociatori da battaglia, 8 incrociatori corazzati, 22 incrociatori leggeri , 89 cacciatorpediniere; i tedeschi d i 16 drcadnought, 6 superdreadnought, 5 incrociatori da battaglia, II incrociatori leggeri, 70 cacciatorpediniere. Il primo contatto fra gli incrociatori inglesi (Beatty) a quelli tedeschi di von Hipper avvenne alle 16,28 ed il fuoco fu aperto alle 17,4~ dai Tedeschi, ai quali subito risposero gli incrociatori inglesi di testa. Fino alle 18,19 il vantaggio fu per i Tedeschi; a quell'ora giunsero sulle acque del combattimento cinque navi eia bartaglia inglesi: uno scontro fra due gruppi di cacciatorpediniere cagionò lievi perdite da una parte e dall'altra; ma, approfittando del fatto che

tatto. Durante la notte continuarono gli scontri, specialmente fra le navi leggere. Le perdite degli Inglesi furono di tre incrociatori da battaglia (Queen Mary, lndefaligable, Invinciblc), tre incrociatori corazzati (Defence, Warrior, Black Prince), 8 cacciatorpedinie'r e. Le perdite dei Tedeschi furono di una nave da battaglia (Pommern), un incrociatore da battaglia (Liit• zow), quattro incrociatori leggeri (Wiesbaden, Frauenlob, Rostock, Elbing), cinque cacciatorpediniere. In uomini, le perdite furono così distribuite: Ingle;i, morti ufficiali 328, marinai 5709; feriti ufficiali 26, marinai 497: totale 6737. Tedeschi : morti ufficiali roo, marinai 2445; feriti ufficiali 40, marinai 459: totale 3039. La battaglia dello Jutland senza dubbio deve consider:frsi come la maggior battaglia navale dei tempi moderni; l'esito ne rimase indeciso: ciascuno dei d ue combattenti si attribuì a modo suo la vittoria. Non è possibile ricavare dalla bat• taglia insegnamenti eflìcaci per l 'avvenire; ad esempio essa non ebbe modo di mostrare alcuna forma d i impiego del! 'arma aerea; perciò troppo si discosta da ciò che logicamente si deve immaginare possa verificarsi in avvenire. L'Ju. t!and ha dimostrato che in battaglia si manovra e si mano• vra molto; probabilmente il concorso déll'arma aerea varrà ad accrescere ulteriormente la mobilità delle forze navali contropposte. L'Jutland ha inoltre messo in luce il grande ausilio che viene offerto specialmente al p iù debole (nel nostro caso il tedesco) dagli attacchi di cacciatorpediniere durante il combattimento fra le navi maggiori .


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Kadolzburg. Borgo della Germania, nella Franconia. Nel 1436 vi (u stipulato per opera di Federico I, grande elct• torc del Brandeburgo, un trattato che fu detto « di famiglia », col quale egli regolava la successione, in modo che la dignità elettorale toccasse al secondogenito, Federico, mentre il primo otteneva il principato di Franconia. Kaestli, Armaiuolo svizzero di Altstaeucn. :-Sci 1871 costrul un fucile a retrocarica a blocco otturatore vc.rticale, con apparecchio a spirale per il percussore, armantesi per mezzo d'un piano inclinato: fu chiamato fucile Kaestli mod. 1871. Abbassando la leva, che fa anche da ponticello, il blocco otturatore si abbassa scoprendo la camera, ed il percussore è spinto indietro per mezzo di una leva e d'un

luppare i Russi, e questi si ordinarono in cinque grossi qua • drati, uno dei quali ebbe tutta l'artiglieria, la quale fece massacro dei nemici. Un quadrato russo venne sbaragliato, ma gli altri resistettero e passarono a un attacco generale alla baionetta, col quale travolsero e sbaragliarono i nemici, cagionando loro una perdita di 50.000 u., e conquistando il loro accampamento con tutte le artiglierie, ammontanti a 143 cannon i, e le munizioni, e i bagagli.

Kailua. Villaggio del Tonchino, presso Langson. Dopo il combattimento di Bang Bo, il gen. francese Négrier vi aveva preso posizione con 3500 u., appoggiandosi a un piccolo campo trincerato a sr. e a due ridotte davanti al villaggio. Il 28 marzo, vennero quivi ad assalirlo i Cinesi, in numero di 40.000, mirando a superare la dr. dei Francesi. Sotto il fuoco intenso di questi, due _volte i Cinesi furono respinti. Ferito il Négrier, il col. 1-lerling~r che lo sostitul, ordinò la ritirata e abbandonò anche Langson, perdendo tutta l'artiglieria e il materiale. Kaiping. Città della Manciuria.

piano inclinato; !"estrattore anch'esso agisce ed estrae il bossolo. Rialzando la k:va-pontice!lo contro la cassa, ~i chiude la carnera per il r ialzarsi del blocco, ed il percussore rimane armato. li percussore può essere disarmato, girando cd accompagnando in avanti lentamente l'apposita rosetta; per riarmarlo si agisce in senso inverso.

I. Combattimento di Kaiping (1895). Durante la guerra cino-giapponcse le sue veccpie opere erano state validamente rinforzate di fortificazioni campali, erette dalle truppe del geo. Sung il quale disponeva della divis. Chu (18 bgl.) della divis. Huai (30 bgl.) e delle brigate Sung Wu (8 bgl.) e T eng Chu (8 bgl.). Il 9 gennaio il gen. Yamagi, comandante la prima divis. giapponese, giungeva a 12 Km . dalla piazza e per l'indomani ne disponeva l'attacco. Avanzando su tre colonne, la brigata Nogi alle 7 iniz.iava il combattimento. Occupata la posizione di Fcng-huang-shan, che batteva di fianco le posizioni dei Cinesi, questi, attaccati violentemente anche di fronte, erano costretti a r ipiegare verso la città. Inseguendoli, la fant. giapponese entrò nelle strade c <lopo due ore di lotta la bandjera giapponese era issata sulle mura dcll;i piazza. Intanto anche il centro e la sr. giapponese avanzavano felicemente e, dopo avere respinto un contrattacco di truppe cinesi accorse da Yng-kow, completavano la vittona. I Giapponesi ebbero 46 morti e 263 feriti; i Cinesi perdettero in tutto un migliaio d'uomini.

Kagul (o Cahul). Comune della Bcssarabia, sulla sr. del Pruth, verso il suo sbocco nel Danubio. Nell'agosto 1770, il gen. russo Romanzov, dopo di avere battuto i Turchi più a monte, sul Pruth, li inseguì fin presso K. Quivi rinforzi condotti élal gran Visir erano sopraggiunti ai Turchi, i quali schierarono 150.000 u. di fronte al Romanzov, che disponeva dj soli 50.000 soldati. I Turchi cercarono di avvi-

Il. Combattimento di Kaipi11g (1895). Appartiene alla guerra già detta. U 4 marzo, il geo. cinese Sung avanzò su K. con 12.000 u. e 9 cannoni, divisi in tre colonne (gcneralj L i, Ching e Ma). I Giapponesi si limitano alla difesa col fuoco e l'ala sr. Cinese: (gen. Ma) si disordina e prende la fuga sotto il fuoco nemico, costringendo Sung a ordinare la ritirata generale.

.Fucile J{aestli (mod. 1871)


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lil. Combattimcf//o di Kaiping (1904) . Appartiene alla guerra Russo-Giapponese e . si svolse i l 9 luglio: la 9• divis. rnssa e parte della 1n (circa 30 .000 u. con 29 sqdr . e 6 btr.) si battè davanti a K. contro una parte del li corpo giapponese (gen . Oku). L'artiglieria giappone~ inflisse forti perdite ai Russi, che, dopo quattro ore di lotta, abbandonarono le loro posizioni occupando una seconda linea dietro a K. Quivi resistettero sino alle 12, e in una terza posizione sino alle 15; poscia si ritirarono su Tashikao, avendo subito forti perdite, ma avendo raggiunto lo scopo di trattenere per quella giornata i Giapponesi, mentre il gen. Stackclbcrg forrificava '"ashikao.

Kaiserjager. V, Cacciatori d'Awtria. Kaiserlj (Ahmed). Ammiraglio turco (1794-1878). Combattè a Navarino e riusci a sal varsi colla propria nave. Partecipò col grado di contrammiraglio alla battaglia di Sinopc. Nel 1876 venne nominato ministro della Marina e Capudan Pascià. Nel 1877 assunse il cornando della piazza forte di Rusciuk e la difese energicamente, malgrado un · bombardamento intenso, fino al termine della guerra.

K•iserlj

(Ahmed)

Kaiserslautern. Città del Palatinato, nella Baviera, sulla Lauter.

I. Ba11aglia di Kaìscrsla11lem {1793). Appartiene alle i uerre della Rivoluzione. li gen. Hoche, con 35.000 u. del-

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Km.

Batta1rlia di Kaiscrslautem (1793)

l'esercito della Mosclla, varcata la Sarrc, avanzò sopra K ., dove i Prussiani del duca di Bruoswick si erano trincerati.

La mattina del 28 novembre i Francesi giunsero sollo la posizione e il gcn. Hochc decise l 'attacco. I Prussiani occupavano la posizione di Kaiscrberg, colla sr. appoggiata all1 città e col fronte coperto dal corso della Lauter; altre truppe occupavano posizioni sparse, ma opportunamente .celte, pc, coprire il bloçco di Landau e le strette dei Vosgi. Im pegnata l'azione, i Francesi avanzarono, mentre più di cento cannoni, fra le due parti, iniziavano un fuoco intensissimo. L'artiglieria nemica, disposta concentricamente a quella del gen. l-Ioche, si dimostrava però superiore, mentre per il cattivo stato delle strade una dolle colonne d'attacco non pote intervenire tempestivamente nella lott,1, la quale rimas~ \O• certa; e così pure il giorno dopo, perrhè la d ivisione fra ricesc di sr., a,•endo perduta la direzione, non giunse sul campo di battaglia. li 30 l'assalto fu ripreso contro la dr. prussiana. Ma i Francesi erano spossaci e senza muniziom; i Sassoni riuscirono ad avvolgerne la sr. e il gen. Hoche dc cise di ritirarsi. Caddero in questi giorni di lotta circa 3000 France,1 e r 500 Prussiani. '

Il. Combattimento di K.a,serstautcm . Appartiene alle guerre della Rivoluzione. Il 19 settembre 1794 vi si scontrarono i Francesi, al comando del gen. Amberc, e i Prussiani comandati dal gen . Mocl_lendorf. Appena segnalato l'a,,versario, l'Ambcrt fece ripiegare i posti avanzati, fa. cendo testa su K. dove, per quattro ore, contenne le quattro colonne nem iche che .ittaccavano . Finalm ente, sopraffatti dal numero, i Francesi ripiegarono attraverso le strette di Tripstadt e Pirmasens, incalzati dai Prussiani che ne schiacciarono la retroguardia. Caduta K. l'esercito del Reno, al comando del gcn. Michaud, fu costretto ad ahban~onare la linea della Speyerbach mentre l'esercito della Mosella dovette riprendere le posizioni occupate alla fine del r793.

Kaiserswerth. Città della Prussia, sulla dr. del Reno, a valle di Diisscldorf. Nel q o2, durante la guerra per la Successione di Spagna, un esercito anglo-olandese, agli ordini del principe di Nassau, generale irnperiaJc , investì b piazza il 15 aprile, dando con ciò principio alle o~ti!ità con tro l 'elettore di Colonia, cui K. apparteneva, alleato della Francia . Dal 18 al 19 fu aperta la trincea, e subito vennero piazzate due batterie da 8 pezzi ciascuna. La difesa er.1 affidata al marchese di Blainville, che disponeva d; 6 bgl. e aveva ai suoi ocdini il marchese di Brancas (ramo dei Brancaccio italiani). Questi eseguì il 21 una sortita cacciando dalla trincea gli Olandesi e danneggiando i lavori. li fuoco della piazza, intensissimo, cagionò agli assedianti forti perdite. li Nassau fece attaccare un'isolotto fortificato. con ridona , che venne presa. Frattanto il conte di T allard, con un corpo franc~e, avanzò sulla sr. del Reno e sì collocò di fronte a K. il 24 aprile, aprendo il fuoco contro gli assedianti, facendo entrare 3 bgl. nella piazza, per mezzo di battelli, e sgombrando ammalati e feriti con lo stesso mezzo. Ricevuti i rinforzi, il Blainville accentuò la difesa eseguen do frequenti sortite. G li assedianti eressero nuove batterie durante il mese di maggio, e dal 1° giugno il fuoco di ~ 8 cannoni e 3 0 mortai battè in pieno le opere rovinandole in pochi giorni . Il 9 giugno, circa 6ooo u. divisi iu varie colonne, salirono all'assalto delle breccie e dopo tre ore di lotta vi posero il piede. Pochi giorni dopo, ottenuti gli onori delle anni, il Blainville cedeva la piazza, dopo d ue mesi · di trincea aperta (15 giugno). G li Imperiali avevano perduto oltre 6ooo u. nell'assedio.


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Assedio di Kaiserswcrtb (r;o2): ,, bastione di S. Massimiliano; 2, id. di S. Giuberto; 3, id. di S. Gaspare; 4, id. di S. Mcl• chiorre; s, id. di S. Balcazar; 6, Porrn delle Vacche; 7, Porta di Dusseldorf; 8, Porta del Reno; Q, Castello.

Kakarnj . Villaggio della Bosnia, sulla Bosna. li 15 "gosto 18i8, una colonna austriaca, comandata dal Fcldmarcsc. T eget thoff t: composta del 38 e 52 fanteria, di un bgl. di cacciatori, di t sqdr. e :2 ber., venne quivi attaccata da un migliaio di insorti. Il combattimento durò 4 ore; gli insorti a sera abbandonarono la lotta riparando a Visoka. Kalafatovic. Generale serbo, n. nel 1875. Combattè nella guerra Mondiale contro gli Austriaci, e dopo la guerra fu addetto mii. a Parigi: tornato in patria, vi divenne comandante di C. d 'A., e, nd 1930, d'armata. Kaled in , Generale russo, eunano dei Cosacchi del Don. Si distinse durante la guerra Mondiale alla testa dell'Vl11 armata, prendendo Luzk ne l 1915. Scoppiata la rivoluzione, l 'avversò, e iu fine del 1917 riuscì a organizzare nel Don un esercito controrivoluzionario. O ttenne varii successi cont ro i Bolscevichi ai qual.i prese Rostov, ma in principio del 1918 fu da essi sconfitto e si suicidò. Kalergl (Demetrio). Generale greco (1803-1867). Prese parte alla guerra per l'Indipendenza della Grecia e fu poi governatore di Atene. Nel 1854 fu ministro della guerra; avversario del re Ottone, abbandonò il posto, ma ebbe parte nella caduta della dinastia bavarese. Kalisz (o Kalisch). Città della Polonia, sulla Prosna, da a 11t. tempo munita di castello. 1. Battoglia di Kalisz (1706). Appartiene alle g uerre di Carlo XIl di Svezia contro la Russia. li gen. svedese Mardfcld t, che si trovava presso K . con 10.000 u., fu a ffrontato

il 18 ottobre da 30 .ooo russi e sassoni, agli ordini del gen. Menscicov e del re Augusto di Sassonia, e completamente sconfitto, malgrado che si fosse fortemente trincerato. Le fanterie svedesi si difesero fino all'ultimo e furono massacrate; si salvò soltanto una parte della cavalleria : il gen. Mardfeldt fu preso prigioniero insieme ai fanti polacchi e valacchi, risparmiati nella strage perchè si arresero.

Il. Combattimento di Kalisz. Il 18 febbraio 1813, il gen. russo Witzingerode, con due divis. di fanteria e una di ca valleria, attaccò il gen. &ancesc Regnier, che si trovava a K. col VII corpo, e che si difese sino a notte, ritirandosi durante questa a Glogau; un reparto di 500 u. con 4 cannoni, comandato dal geo. sassone Nostitz, restò ragliato fuori e fu catturato dai Russi.

l!l. Cot1vet1z io,1~ di Kalisz (19 11,1arzo t8J3) . Completa il trau ato di Breslau, del 28 febbraio . Russia e P russia decidono di lanciare un appello ai popoli della Germania per incitarli a scuotere il giogo francese, con minaccia ai sovrani che non parteciperan no a ciò, d i rovesciarli dal trono. Si stabiliscono altresl le modalità per il governo delle regioni liberate, e per la levata delle truppe di linea e di riserva nelle medesime. Kalitine. Generale russo (1851-1925). Si distinse nelle campagne del Turkestan e in Asia. Allo scoppio della guerra Mondiale comandava il C. d'A. nel Caucaso; entrato in guerra, battè i T urchi a Erzerum. Scoppiata la rivoluz ione in Russia, si rifugiò in Francia.

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Kalpl, Città del nord-ovest dell'I ndia inglese, sulla Jamma, in forte elevata posizione. D urante la ribellione dei


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cipai, essa era stata dai ribelli fonificata. Un corpo ingle,c. agli ordini del geo. Rosse, l'investl il 16 giugno 1858 e la bombardò per cinque giorni. Il l2, gli Indiani eseguirono una sortita in massa e ne venne un sanguinoso accan ito combattimento; solo dopo molti sforzi gli Inglesi ebbero il sopravvento, e i ribelli, decimati, abbandonarono la cittl,.

Kamenev. Generale russo, n. nel 1881. Figlio di un alto ufficiale del genio, entrò giovanissimo nell'esercito e uscito dall'Accademia di Pictrogrado entrò nello S. M. Combattè nella guerra Mondiale, e, scoppiata la rivoluzione, vi par• tccipò. Nel 1918 fu istru ttore mii. dell'esercito bolscevico e sulla fine dell'anno ebbe il comando del fronte ori<:ntalc. Nel 19,9 venne nominato comandante in capo e tale carica gli fu confermata nel 1927. Kamenez (o Kamie11ieç), Città dell'Ucraina, nella Podolia, sullo Smotric, afTI. del Dnistcr. Fu in ant. fortificata: le opere vennero smantellate nel 1813. Appartenne alla Polonia e fu presa dai Turchi nel 1672, rimanendo loro col trattato di Zorawno (1676) e tornando alla Polonia con quello di Carlowitz (1699). Assedio di Kamene:: (1672). Fu posto dall'esercito turco, comandato da Kupruli, in presenzn del sultano Maometto IV con un esercito di 150.000 u., sulla fine del mese di luglio.

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Debole la guarnigione, ingombra dei fuggiaschi dalle vicine campagne. Un mese di bombardamento fece della città e della cit1adella un mucchio di rovine cagionando grande strage, e solo allora i difensori si arresero. fasi avevano potuto resistere all'enorme sproporzione delle forze per canto tempo, a cagione della forte posizione della cinà, posta in alto e con accessi rocciosi assai difficili. La Polonia perdeva ,on K. il suo più forte baluardo verso la Turchia.

Kamenev

Kaminsky (E,mco). Generale polacco, combanentc nelle file napoleoniche, nelle quali raggiunse il grado di colonnello (18 11) e si distinse difendendo Danzica (J 813) agli or-

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Kamcnez 'Podolski

nel sec. XVII


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clini del gen: Rapp. Caduto Napoleone, rimase inattivo sino al 1830, quando scoppiò la rivoluzione polacca. Allora dires~e dapprima il servizio della leva a Lublino, quindi ebbe il comando d i una divis., distinguendosi a Nu·r, e cadendo ucciso a Ostrolenka, a lla testa delle sue truppe. Kandern, Borgo della Germania, nel Baden. Durante la rivoluzione del 1848 vi si svolse un combattimento fra -gli jnsorti repubblicani di quell 'anno e le truppe badesi e assiane al comando del gen. Gagern. Questi vi rimase UC· ciso, ma gli insorti furoì1Ò battuti. Kangil. Villaggio della Crimea, fra Sebastopoli ed Eupatoria . Il 29 settembre, allo scopo di far cessare il blocco di Eupatoria, tenuto dai Russi, il gen. d 'Allonville uscì dalla piazza con 3 rcgg . di cavalleria e una btr. a cavallo, marciando ve rso K. Quivi urtò contro cavalleria russa e la respinse, prendend~le 6 cannoni e 150 p rigionieri. Ma dovette tornar~ ad Eupatoria dove il b1occo continuò sino al termine della guerra. Kangvasai. Città della Manciuria, nell 'Asia orientale. Durante la guerra cino-giapponese, i! r9 dicembre 1894, il gen. Oseko avanzò su K . ·con 2500 u., avanguardia della divisione Nozu, per attaccare i Cinesi che , forti di circa 14.000 u. al comando del gcn. Sung, occupavano K. e le posizioni antistanti. I Giapponesi, conquistate le posizioni di

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del gen. Windisehgriitz e gli Ungheresi del Dembinsky. Questi ultimi, in posizione su alture in torno a K ., appo.g• giatì a dr. al villaggio di Dcbro e a sr. a quello di Kal, disponevano di 40.000_..u. con numerosi cannonì. Gli Austriaci il primo giorno della .battaglia avevano solo 20.000 u.; essi schierarono al centro !a brigata Schune c9n la massima parte delle artiglierie; a dr. la brigata Wyss , a , sr. la bri.. gata Colloredo, appoggiata a un bosco; in riserva I~ brigata Schwarzemberg. La lotta si iniziò con un duello d'artìglieria; poscia sulla sr. austriaca, gli Ungh~resì attaccarono il bosco suaccen-

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Kài-~hia-tun, attaccavano la massa senza attendere il grosso .

I rinforzi chiesti cl.11 gen. Oseko giunsero solo dopo quat· tro ore, ma la p iccola avanguardia già aveva - dominato la dr. avversaria, cosicchè al giungere in linea delle nuove truppe, la giornata si decideva a favore dei Giapponesi; perdettero questi u ltimi 400 u.; a oltre 500 ammontarono le perdite dei Cinesi. Kanisza (o Stara Ca11isza). Borgo dell'Ungheria, sul Tibisco. Fu assediata nel r6o.: dagli Imperiali dell'arciduca Ferdinando d' Austria. All'assedio parteciparono truppe ponti• ficie (9000 u.) comandate dal ·generale Flaminio Delfini. I T urchi difesero energicamen(e la piazza, che fu investita il 4 settembre. Gravi le perdite degli assedianti nei h vori d'approccio, e nci tentati assalti, sempre rcspimi, e, infine, per la fredda stag ione. li 15 novem bre, nessun progresso essen dosi realizzato, l' arciduca fu costretto ad abbandonare l'assedio, lasciando sul posto le artiglierie , i bagagli, 800 ma• lati e feriti. I Turchi, inseguendo, cagionarono altre perdite. I resti d elle truppe pontificie,_ tornati in patrja, an1n1onta•

vano ad appena 2000 uoii1ini. Kaniler (barone Ermanno). Generale tedesco (r822-1888). Entrato al servizio del Pontefice nel 1845, divenne colonnello nel 1859. Nel 1860 cooperò nell'organizzare" le truppe pontificie che combat-· terono a Castelfidardo cd all'assediQ di Ancon~. Generale di ·briI<an~ler Ermallllo gata poco dopo, ebbe poi da Pio IX it comando ,iell'esercito pontificio e combattendo a Roma nel 1870 dovwe. cedere il passo alle truppe italiane. Kapolna. Borgo dell'.Ungheria, nel Comitato cli Heves. . BaitagHa di Kapolna (26-27 settembre 1849). Appartiene alla rivoluzione ungherese e fu combattuta tra gli Austriaci

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AUSTRIACI

Battaglia di Kàpolna

nato: dopo viva lotta, n e furono ·cacciati. Alla dr., la brigata Wyss fu attaccata · da 3 bgl. e 10 sqdr. ungheresi, e riuscl. a respingerli me<liantc · una brillante caricà di cavalleria, eseguita da alcuni sqdr. agli ordini del colonnello llfonrenovo· e del magg. 13aselli. Al centro, si svolse soltanto un duello delle opposte aitiglifric. La lotta riprese l'indomani 27, quando il Windischgratz, ' sicuro dèll 'arrivo verso il fianco dr. ungherese del corpo austriaco dello Sch lick, da lui chiamato, iniziò l'attacco con• ero tutta la linea ungherese, rinforzando la sua ala dr. con la brigata di riserva, e lanciando su K ., dop~ breve fuoco di 3 btr., due bgl. che presero il borgo, facendovi prigionie/o un bgl. (l'ex 16° bgl. impe~iale, comandato dal mag· giorc Venturini) e cacà~ndone g li Ungheresi propriÒ mentre arrivavano sul campo, contro la dr. ungherese, wmandata da Klàp_k a, le p rime truppe del corpo dello Schlick. L'arrivo d i queste decise• dell'esito della batwglia, e gli Ungheresi riuscirono a ritirarsi protetti da una fitta nebbia, 6 1• tre la Theiss. Kappel, Villaggio della Svizzera, nd cant. di Zurigo. Il 13 ottobre 1531 vi si combattè una battaglia fra cantoni cat~ colici e cantoni p rorestanti. f primi, che avevano preso le armi l' u ottobre, assàli.rono l'esercito avver.sario presso K. sbaragliandolo: i Protestanti vi perdettero Ulrico Zwin'. gli, abbandonato ferito sul campo e finiio a pugnalate. Si


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chiamò guerra di K. quella che si iniziò fra Protestanti e Cauolici nel 1529 e terminò con la detta battaglia.

Kapudan pascià. V. Capitan pascià. Kara (M11Jtafà). Generale turco del sec. XVII. Posto a capo dell'esercito inviato contro Vienna, fu decisamente sconfino dal Sobieski nel 1683 e non riuscì a fromeggiare la riscossa dei Cristiani: ciò lo fece richiamare dal sultano Mobammed IV e condannare a morte. Kara (Alì). Kapudan pascià della T urchia dllrante il primo periodo della guerra per l'indipendenza della Grecia. Fu barcuro presso Samos nel 1821 dalle navi greche; raccolse a Candia tutte le forze navali e tentò varie imprese; nel 1822 sbarcò a Chio dove i suoi soldati commisero atrocità e stragi inaudite; il 22 giugno 1822 nella baia di Cesmè la sua flotta fu assalita dai Greci ed egli perì nell 'inccnclio della nave ammiraglia.

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\'cvano rompere le ali nemiche e ro,·csciarlc sul centro, ma i due tentativi fallirono per il vÌ\•o fuoco dei Boeri, i quali, giunta la nouc, si ritirarono indisturbati, dopo di avere cag ionato agli Inglesi la perdira di 33 moni e 149 feriti.

Karical. Città dell 'India francese, sulla costa del Coromaodcl. Pu occupata nel 1739 da Francesco Pereira, spa• gnuolo al servizio della Francia, per incarico cl i Ournas, governatore di Pondichéry, e ceduta formalmente dal sultano di Tagora il 14 febbraio di quell'anno. Il 5 aprile 1863 K. fu investita dagli Ing lesi; il comandante francese, Renaud di Saint Germain, si arrese senza difendersi, tanto che (u processato e radiato dall'esercito. Tornata in potere della Francia, K. fu ripresa dagli Inglesi nel 1803 e restituita deJìn içivamcntc nel 18t4. Karlstein. Castello della Boemia, nel disu. di Horowitz, costruito nel 1348 da Carlo IV. Venne a~cdiato dagli

Karahassankioi, Villaggio della Bulgari,\, presso Eski Giumaja. 11 30 agosto 1877 l'ala sr. ciel 13• corpo russo (gcn. )...(.-onov) , i (u assalita eia truppe ciel 2• corpo turco, che Mehemet Alì lanciò all'assalto, riuscendo dopo lotta ostinata a cacciare i Russi dalle loro posizioni. Karasu (o Mesta, ant. Nesto). Fiume della Tracia, che sbocca nel mare Egeo a N. E. dell 'isola di Tasso. Fu teatro di una battaglia (z67 d . C.) che appartiene al periodo della seconda anarchia militare dell'impero romano, e fu combattuta contro gli Eruli e i Goti orientali che avevano invaso la Grecia, dall' imperatore P . Licinio Gallieno. [ barbari furono battuti ma n on distrutti; difatti dopo la battaglia si accordarono loro patti cosl onorevoli, che uno dei loro capi, l 'crulo Nalobado, che si era arreso coi suoi, entrando al servizio romano, si ebbe persino la dignità di console. Karaule Prisat. Villaggio presso Vcles, nella valle del Vardar. Ha dato il nome a un combattimento che appartiene alle guerre Balcaniche. Il 4-Xl-1912 la divis. serba Orina I àttacca i Turchi, ma ne è respinta: il giorno dopo, essendo in arrivo sul campo la divis . Morava I, la Drina attacca nuovamente, e, dopo un'ostinata lotta, in cui i Serbi perdono 3000 u., i T urchi sono sconfitti con la perdita di 6ooo uomini. Kardis, Borgo della Russia presso il lago Peipus. 11 1° luglio 1661 vi fu sottoscritta la pace fra Svezia e Russia, dopo la guerra combattuta fra le due Potenze . La Russia restituisce :ilb Svezia tutti i luoghi occupati in Livonia. Reciproca libertà di commercio, estradizione dei fuggitivi e malfattori, amnistia. Questo trattato (u rinnovato a Pliisamund, 12 ot1obre 1666 e a Mosca, 22 maggio 1684. Il presente trattato non è in fondo che la conferma della pace di Stolbowa (1 febbraio 1617). li tentativo di conquistare la Livonia falll completamente da parte della Russia, la quale era impegnata nella repressione di una rivolta dei Piccoli Russi, i quali ch iedevano alla Svezia aiuto e protezione. Karee Sìding. Località dell'Orange, presso il Modder. Ha dato il nome a un combattimento che appartiene alla guerra Anglo-boera. Sulle alture di K. erano trincerati i Boeri di Smuts, quando (29 marzo 1900) mossero contro di loro gli Inglesi (brigata Chermside e Warvcll al centro, divis. French a dr., divis. Legallais a sr.). Le due divis. do-

11 castello di I<arlstcin.

Hussiti nel 1422, con 24.000 u. muniti di macchine per battere le mura. Il castello, io buona posizione, resistette alle catapulte. Si narra che gli Hussiti abbiano tentato di costringere alla resa g li assediati , gettando ton nellate di carogne, di materie putrefatte e di escrementi dentro a Ila cinta del castello, per mezzo delle macchine. E che questo singolare mezzo abbia prodotto malattie nella guarnigione. Tuttavia essa resistette. Un esercito cli soccorso, inviato da Sigismondo, non potè arrivare al rastello, ma dopo sei mesi di vani sforzi gli 1--Iussiti abbandonarono la impresa.

Karpathy (Camillo). Generale bulgaro, nato nel 1876. Fece la Scuola di guerra , c divenne colon• nello nel 1916, al comando del 306 regg. honved. Dopo la guerra tu al Ministero e quindi dive nne generale di divisione. Karpothy Camillo

Karpenlsi (o Carpenesio). Bor.t;o della Grecia occidentale, teatro di combattimento (21 ago~to 1823) fra Greci e Turchi. I primi, condotti da Marco Botzaris, assalirono nottetempo un grosso accampamento turco e vi seminarono disordine e strage. Ma i T urchi si npresero e nella mischia cadde ucciso il Botzaris: i suoi riuscirono a ritirarsi portando il ~:ida.vere a Missolungi. Kars. C ittà fortificata della Transcaucasia, sull'altipiano del Schiragh, bagnata dal fiume K. Tschai. Per la sua po· scura allo sbocco di una stretta di difficile cd obbligato


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passaggio attraverso il Kara Dag, ha una _particolare importanza strategica. Durante le guerre dei Persiani venne da A'murat III fortificata con torri ed alte mura. Poco dopo vi fu costruita una cittadella. Qualche secolo più tardi fece parte di una linea bastionata lungo le pendici meridionali e .sud orientali del Kara Dag. Vi fu successiv:,mente costruito un poderoso castello sulla riva sr. def fiume K. Tschai a protezione del paese.

l. Battaglia di Kars (1744). Fu combattuta e vinta da Nadir., scià di Persia, contro i Turchi, i quali vi perdettero 18.000 u. e dovettero in seguito a tale battaglia abbandonare ai Persiani tutta la Georgia. ll. Assalto di Kar, (18.28). Appartiene alla guerra Russoturca del 1828-29. Il gen. Paskevic, essendo stato informato il 2 luglio che Ja guarnigione di K. era costituita da

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Le fortificazioni di I<nrs (1877)

soli n .ooo u., decise <li piombare sulla piazza per la riva sr. del fiume, onde espugnarla' di sorpresa. Ma i Turchi, agli ordini di Kiona Mehemcd Pascià si prepararono alla resistenza, e nella notte precedente al 5 luglio completarono le opere difensive con irincee e batterie improvvisate. Il Paskevic aperse le parallele, ed iniziò un intenso fuoco d'artiglieria di preparazioue; il 5 luglio, a malgrado del fuoco delle batterie e degli incessanti attacchi delle fanterie, fu costantemente respinto; ma alle ore 8 del 6 luglio i Russi riuscirono ad impossessarsi delle prime opere staccate di K. , e alle 10 della cittadella. La giornata del s luglio costò ai Russi 400 u.; ai Turchi 1000; inoltre essi perdettero 120 cannoni 22 mo,tai, e 33 bandiere e lasciarono r3ç>o prigionieri.

lll. Assedio di Kars (1855). Appartiene alla guerra di Oriente. 1'Jcl1a primavera del 1854 il gen. Williams era stato inviato dall'Inghilterra in aiuto del comandante turco Wassif pascià a K. Egli era incaricato di provvedere alla difesa di K. La guarnigione contava dai r5 ai 16.000 u. ll gen. russo Muraviev, proveniente da Alexandropol con .circa 35.000 u., mosse su K. per occuparla, avendo saputo ' dal 14 al 16 giugno che il grosso delle forze turche s'era spinto su Erzerum e scelse la linea d'attacco a ponente di K ., come aveva nel 1828 fatto il Paskevic. Tuttavia fatto riconoscere con forti reparti le posizioni, si convinse che a" malgrado della preponderanza di forze non sarebbe aiuscito ad ottenere serii risultati, ed in agosto, verso il 13, decisr di iniziare colle sue fanterie una sptcie di investimento circolare. Saputo poi

che una colonna di soccorso, comandata da Omer Pascià, sarebbe venuta in .aiuto della guarnigione per ottobre, si decise a dare un assalto alle posizioni fra il 27 ed il 28 settembre, prima che quella potesse arrivare. Tre colonne erano destinate per l'attacco principale da S. E. Di esse la prima e la -seconda vennero subito respinte; la terza, dopo sanguinoso combattimento, era riuscita a metter piede suJ!a linea difensiva; ma a malgrado dei ripetuti assalti, venne costretta a ritirarsi in disordine dalle ijserve turche. Pure sfortunato fu il secondario attacco da N. , dove le tre _ounte d'av;inguardia andarono ad infrangersi contro le artiglierie e le fanterie avversarie, come avvenne delle colonne sulla riva dr. I Russi perdettero in questo attacco circa 6500 u.; e i Turch i soli 1094 . Il Muraviev non desistette dall 'idea di prendere K .; Omer Pascià non era riuscito, 1'8 novembre, ad avanzare più di 100 Km . fino a Suydide. Il 14 novembre Muraviev intimò la resa alla guarnigione turca, sapendo che era'a corto dj viveri e munizioni. Vista l'impossibilità <li avere aiuti, il comandante turco capitolò il 27 novembre. I Russi trovarono ancora 13.000 u., dei quali 7000 regolari furono considerati prigionieri <li guerra. /Il. Assedio di Kars ( 1877). Appartiene alla guerra russoturca del 1877-78. Fino dal 24 aprile 1877 il principe russo Loris Melikov, con 25 bgl., 52 sqdr. e 120 pezzi d ';u tiglieria, era giunto da AJexandropol di fronte a K . per impadronirsene . Ecccllcoti erano le condizioni d'armamento e di spirito della guarnigione turca agli ordini di Hussein-Husni pascià. L'esercito russo rimase quasi due mesi in osser~ vazione davanti alla piazza; solo nel giugno, dal 16 al 20, il Mclikov eresse le prime btr. di fronte al forte Arab, e nel luglio ne costrui altre sulla riva sr. del fiume . Frattanto in soccorso di K . si dìrigeva con una forte colonna Muktar pascià, destinato anche a mantenere in piena efficienza le comunicazioni con Erzerum. Il 15 ottobre ne derivò una violeIJta battaglia sulle alture di Alagìa Dag, che finì con la ritirata di Muktar: Melikov allora investì K., e, avendo ricevuto rinforzi, poti: dispo~rc per questo di 41 bgl., 53 sqdr. e 146 pezzi. Come linea principale d'attacco fu scelta quella dei forti su!]a dr. del K. Tchai. A,rrivate le artiglierie <l 'assedio (4 novembre) vennero poste in batteria e l'n po• cevano aprire un fuoco ininterrotto. L'assalto fu deciso per la notte dal 17 al 18. Sette colonne di fanteria muovevano alle 21 contro i forti e i trinceramenti staccati e ne derinva una lotta sepza quartiere nell'oscurità, terminata con la caduta nelle mani dei Russi delle opere staccate, alle ::: del mattino. Subito le colonne attaccanti proseguirono la loro azione risoluta contro la città e la cittadella, disperatamente difese dai Turchi. La cavalleria rnssa intervenne e prima dell'alba K. era nelle mani dei l!.ussi, i 9ualì vi catturarono 300 cannoni, e 17 mila p rigionieri. Gli assalitori avevano perduro circa 500 morti e circa 1800 feriti. I .:Furchi avevano subito una perdita d i 2500 u. fra morti e feriti.

Kartum . V . Cartam. Kasassin. Villaggio dell 'Egitto, presso Teli el Kebir. Durante la campagna degli Inglesi in Egitto (1882) un esercito egiziano, comandato da Arabì pascià e forte di 8000 fanti, 3000 cavalli e 12 cannoni, attaccò a K. gli Inglesi (28 agosto) al comando del gen. Graham, ammontanti a 1728 u. (2 bgl. di fanteria, 5 cannoni, uno sqdr. di cavalleria). ~a lotta, a distanza, durò tuf to il giorno; i cannoni inglesi furono smontati; a sera il gen. Drusy Lowe, con tre


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Carica di cavalieri ingle~i a Rasnss in

rcgg. di cavalleria e un bgl. di marinai, raggiunse Graham; la cavalleria ioglese si slanciò sugli Egiziani e li sbaragliò, prendendo loro i cannoni. Gli Inglesi perdettero 220 u. fra morti e feriti; 400 gli Egiziani.

Kasr bu Hadi (Combattimento dj). Dopo lo sgombro del Fezzan (1915) il colonnello Miani attese a preparare in Mjsurata una colonna capace di opporsi al movimento di

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Comban:imcnto di Kasr Bu Hadi: la colonna in marcia

ribelljonc che, irradiandosi dalla Sirtica, minacciava già il sud Misurati.no e le comunicazioni coi vari presidi. li 1 ° aprile furono concentrati a Bir Ghcddaia I bgl. famcria, 1 bgl. bersaglieri, 1 bgl. eritreo, 2 bgl. libici, I sq uadrone savari, 1 pi. meharisti, nonchè le bande di Zliten, Msellàta, Tarbuna, Misurata e Or!clla. Totale 3500 u. a piedi, 250 a -cavallo. La marcia verso est venne iniziata il 24 apri le piegando su Sirte per ragioni d'acqua. Il 28 mattina fu ripresa la marcia su K. dove trovavasi il grosso dei ribelli, forte da 1000 a 1500 fucili. Alle 10,30 jl nem ico delineò il suo attacco

contro la dr. italiana, dove erano le bande irregolari. Quelle di Tarhuna e della Mscllàta ripiegarono subito dirigendosi verso il convoglio. La banda di Misurata, che era immo• bile sulla dr., a seguito della conversione a sr. della col01111a, venne a trovarsi sul fianco del convoglio, contro il quale allora le tre bande, con improv,·iso voltafaccia, • si slanciarono al saccheggio, mentre esso tentava uno scampo verso sud. La banda di Zliten non tradì, ma ormai ogni ordine di combattimento era infranto, e la ritirata verso Sirte divenne generale mentre il convoglio andava perduto. li tr adimento delle bande si dovcuc al modo affrettato e rudimentale di reclutamento e alla nessuna garanzia che quegli elementi raccogliticci potevano offrire a chiunque non si fos~c illuso. Per contro r imasero fedeli e fecero eroicamente ;1 loro dovere i rcpai·ti libici e segnatamente la batteria; mentre da parte delle eruppe nazion«li venivano compiuti valorosi sforzi per attenuare le conseguenze della sconfitta. Le truppe superstiti si arrestarono a difesa sulle dune immediatamente a sud di Sirte. La dolorosa giornata segnò per allora la fine del nostro prestigio nella parte orientale della Colo11ia e nella Gbibla e, per fulnùnea ripercussione, portò agli attacchi ed assedi di Tarhuna e di Orfella, e a quel dilagare d ella rivolta che indi a poco doveva condurre al ritiro dei presidi alla costa, ncll 'estate del 1915.

Kasr el Leben. Località a levante di Derna. Vi avvenne un combattimento nel settembre del 1912, quando il possesso della piazza di Dcrna era stato assicurato mediante una cintura d ifensiva di opere costruite a 2-3 Km. dalla ciuà, e le forze nemiche, "aiutate a circa 10 mila u., s'erano accampate a cavallo del! 'uadi Dema. ll 14 settembre le nostre forze muovevano alla occupa• zione delle posizioni 3\'anzate del Rudero, di Kasr cl Leben e di Casa Aronne; ma il nemjco preferì evitare il combat• timènto, ritirandosi verso !"interno. Il r7 in 'conseguenza della nostra avanzata e della dislocazione assunta e mantenuta sin dalla sera del q ebbe luogo un combattimento che si svolse in tre distinte azioni; una debole di prima mattina, alla nostra sinistra, nella quale il nemico veniva facilmente respinto; le altre due più intense, rispettivamente alla testata. dell 'uadi el Bcsit, al mattino; e n uovamente alla nostra estrema sinistra nel pomeriggio. In en-


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trambe il nemico veniva respinto. Le nostre perdite furono di ro ufficiah e 174 u. di truppa. Quelle nemiche di 1135 morti.

Kassel (CasseÌ). Città della Germania, sulla Fulda. Il duca Fèrdinando di Brunswick, battuto il maresc. francese Soubise, pqse l'assedio alla piazza il 15 ottobre 1762. Comandava la guarnigione il barone di Diesbach, il quale re_sistette sino al 7 novembre, quando, perduta ogni speran;,;a di soccorso, capitolò. T. Trattatq di Kassel (15 gennaio 1776). All~anza offensiva e difensiva fra Inghilterra e Lang-ravio d "Assia-Cassel. Si _conviene che per tutta la durata della guerra con gli Americani, il Langravio fornirà all'lngh~lterrn un corpo di 12 mila u. che dovrà essere adoperato solo nell'America Settentrionale, con 'diritto di poterlo richiamare · dopo quattro anni. Il soldo e il mantenimento ·sa.ranno a carico dcl)"lnghilterrà, la quale, alla fine del gennaio 1777, ,ottenne altri t285 uomini da Anspach e alcune centinaia dal principe d i Wa ldek. Questo trattato è notevole perchè fino a questa data non s'eran visti trattati di sussidio e d"alleanza che fra due Potenze inlcressate alla stessa causa. Durante la guerra d 'America i principi tedeschi, che stavano per soggiacere al peso dei loro debiti, non dubitarono di trafficare i loro sudditi, per arricchire il proprio tesoro particolare.

Katzbach. Fiume della Slesia, affluente di sr. delI'Oder. Dopo la battaglia di Gross-Beeren, durante la campagna di Germania del 1813, i Francesi presero po·sizione sulla K.,, col III corpo presso Rothkirch il V avanti a Goldberg e I'XI dietro a questa località. Il 26 agosto il gen. Bluchcr avanzò per attraversare la K . fra Liegnitz e Goldberg. Nello stesso giorno Macdonald aveva deciso di prendere l'offensiva: ne derivò una battaglia d'incontro. Ai prif!li urli, Macdonald, giudicandosi in presenza di tutto l'esercito nemico, spiegò le proprie truppe, coll'XI corpo fra We.inberg e Kleip -Tin;,;, !llcntre il. III e la cavallerÌ'a ebbero or-

. . . FRANCéSI

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□ ALLEATI

Il. Trattato di Kassel (10 aprile, 1793). Fra Inghilterra e ..,. Assia-Casse!. Il Langravio d "Assia-Casscl terrà a disposizione del I 'ln ghilterrn, per tre anni, un corpo di 8 mila uomini, e l'Inghilterra contribuirà alle spese d'equipaggiamento e verserà un sussidio, vegliando alla sicur~zza del territorio as.siano .

Kastricum. V. Alkmaar. Kasur. Horgo dell"fndia ,' presso ~ahore. Dopo la battaglia di Sobraon vi fu concluso un trattato fra i Sicks e gli Inglesi (9 marzo 1846) in seguito al quale i secondi ottenevano un territorio comprendente due milioni e mezzo di abitanti e un 'indennità di un milione e mezzo. di sterline. Katec i. Sotto i Se leuciti, ebbero questo nonie una sorta di colonie i:nilitai:i sul tipo delle Cleruchie egiziàne. Kato (.barone Tomosaburo) . Ammiraglio giapponese' (1861-1923). Partecipò alla guerra cino-giapponese del 1894 e dieci anni dÒpo f~ capò di S. M . .dell"ammir. Togo, nella guerra russo-giapponese. Un altro ammir. Kato , (barone Sadariki), ni. nel 1927, comandò la flotta giapponese durante la guerra Mond iale. Katsura (duca Ta,-o). Generale giàpponcse (1846-1915). Partecipò alla guerra cino-giapponese come comandante di divis.; nel l{atsura Taro l898 fu riominato ministro della Guerra e nel 1901 divenne Presidente del Consiglio, continuando a governare il Giappone 0

fino al 1912.

Katwij,k. V. Sc/1weininge11.

Battaglia della Katzbach dine di , entrare al più presto in linea. La dr. francese era situata in ottima posizione difensiva, ma la sr. era completamente scoperta; di ciò trassero profitto gli Alleati, e mentre il geo. Wassilksiko~ attaccava la fronte dell'XI corpo, altre truppe lo prendevano di fianco e un forte distaccamento di Cosacchi alle spalle. Sotto la grave pressione av,1ersaria, l'estrema sr. dell'X! corpo si trovava in posizione molto critica, mentre ben poco poteva fare la cavalleria del Sebastiani, costretta a spostarsi per strade ingombre da carreggi. Così il .nemico riuscl ad impadronirsi del parco dell 'XI corpo e di quasi .tutto il grosso bagaglio. Costretto a ripiegare, Maçdonald, addossato alla K., passò colle truppe in ritirata il fiume. Egl i sperava che il Ill cor pç>, che non era stato impegnato cd ave~a passatq il guado occupando le alture retrostanti sostenuto da 15 cannoni, potesse fermare il nemico; ma la divis. Tirayre, attaccata da forze superior; nemiche, fu travolta e dovette abliandonare •il campo di battaglia. Riuscite ciò nonostante a disimpegnarsi, le truppe del III e XI corpo ripiegarono su Bunzlau, mentre il V si ritirava su Prasnitz dopo aver perduto 18 cannoni nella lotta contro le truppe del gen. Laogeron. Sul' pianoro era rimasta solo la brigata Zucchi, cui non era pervenuto ordine di ritirata. A sera, dopo di" avere resistito tutta la giornata, lo Zucchi l'ordinò in ·colonna serrata, con le artiglierie al centro, e ripiegò ordinatamente, in mezzo al disordine .d el 1csto delle truppe, meritando i più vivi elogi del gcn. Macdonald.


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\ Il campo di concentramento di Klltzenau

Katzenau. Brughiera ;abbiosa presso Linz, sulla dr. del Danubio, tristamente nota per ua cam po di concentramento creatovi dall'Austria allo scopo d i tenervi custo:liti i sudditi italiani durante la guerra mondiàle. Il 20 maggio i 915, la polizia eseguì nel Trentino e nell'Istria vaste retate di i taliani e li concentrò a K. , dove erano state costru ite baracche; il campo era circondato da reticolati e vigilato da sentinelle. A migliaia e migliaia, persone di tutte le condizioni sociali, deputati, sindaci, insegnanti, professionisti, operai, vi. fu. rono racchiusi, in condizioni igieniche terribili all'inizio - tanto che vi fecero strage le malattie - alquanto miglior:ue in seguito. Vitto insufficiente, estremo rigore poli• ziesco fecero del campo di K. un luogo di tortura morale e materiale. Nella primavera del i9 17 una grande parte degli internati trentiru fu inviata in vari centri austriaci in condizioni di rdativa libertà nel luogo designato: rimasero :1 K. solo i regnicoli, e vi furono inviati sudditi di altre nazioni nemiche. Kaulbars (barone Nicola). Generale russo (1842-1905). Partecipò alla guerra russo-turca del 1877-78 e scri,sc varie opere d'indole geografico-m ilitare, oltre a un ·dotto stud,o sull'esercito tedesco. Kaulbars (barone Alessandro). Generale russo, fratello del precedente, n. nel 1844. Partecipò alla guerra russo-cure., dei 1877-78; poscia passò al servizio della Bulgaria e vi fu ministro della guerra. Nei 1904 fu in Manciuria contro i Giapponesi, baucndosi al comando del llI corpo russo a Mukdcn.

Kaunas (Ko111110). Capitale della Lituania, sul Niemen, ant. fortificata.

I. /lsscdio t/1 Kaunas (i36z). Fu intrapreso dai cavalieri dell'ordine Teuton ico, con forte esercito munito di macchine: !a piazza era difesa da Voidat, figlio del granduca di Lituania. li 17 aprile, la città era agli estremi, e i difensori, ridotti a piccolo numero, col Voidat alla cesta tentarono di aprirsi i l varco fra gli assedianti, ma furono uccisi o catturati. I cavalieri dell'ordine distrussero K., che fu riedificata poco dopo e nuovamente fortificata. !I. Combattimento di Kaunas (1812). Durante la nt1rata dell'esercito francese dalla Russia, la città era presidiata da 1200 u. delle nuove leve tedesche; vi erano importanù magazzini, due milioni e mezzo di denaro e 42 bocche da fuoco. Il 12-13•diccmbre giunsero a K. i gen. Ney e Murat con gli avanzi del le loro truppe, e ì resti della Guardia. Il 13 stesso Murat partiva da K., lasciando sulle alture dì Alcxiotcr, dominanti la città, 5 bocche da fuoco e 5<Y, u .

Intanto il nemico incali:ava e attaccava e pren deva questa posizione, cominciando di là a bombardare l' abitato. Il Ncy, raccolto un manipolo di animosi, lo contrattaccò riuscendo a riprenderla, ma il numero degli attaccanti era preponderante e già gli scarsi avanzi del corpo dei Ney stavano per essere sopraffatti, quando giunse la notte. Alle nove di sera ii maresciallo, coi 200 uomini che gli rimanevano, riuscì a trovare un varco, risalendo il Niemen, per l'unica via che i Russi non avessero ancora occupato, e raggiunse la strada di Gumbinnen.

m. Attacco di Ka11111u (Agosto 1915). Appartiene alla guerra Mondiale sui fronre Orienta le. In armonia col proposito di aprirsi una via per operare con larga mossa, sulle comunicazioni dell 'avvcrsario fra il Baltico e la Polesia, il Comando in C..po dcii 'Esercito tedesco dcii 'est, non appena avvenuto lo sfondamento di Gorlice, aveva progettato la conquista di K. contro cui si proponeva d'impiegare la 103 armata sulla sr. del Niemcn e l'armata del Niemen sulla dr., operando con questa da nord per tendere all'accerchiamento della piazza. Aveva disposto per fare rinforzare quest'ultima con due divis. di fanteria cd una di cavalleria, ed aveva fatto occupare sulla sr. del fiume di fronte a K., una striscia di terreno boschivo per avvicinarsi al coperto all'altura di Schalk ed ivi stabilire le sue batterie pesanti: per portarvele aveva già fatto cominciare la costruzione di ferrovie a scartamento ridotto. Senonchè le opcrnzioni avevano dovuto venire sospese, perchè il Comando Supremo tedesco, prima d'attaccare K. per aprire una via all'offensiva oltre il Nicmen, aveva voluto che si tendesse all'accerchiamento delle fori:c russe éhe ancora erano fra Vistola e Bug. Per la fine di luglio, essendo ormai stato obbligato i-avversario a passare da per tutto sulla dr. della Vi~t(!la cd es~cndo respinto verso nord dalla massa d' w·to di Mackcnsen, mentre von Gallwitz si era impadronito di tutti i punti di passaggio sulla Narew tra la conAuenza del la Pissa e Novo-Georgiewsk, parve al generale Hindemburg che più 11011 si dovesse procrnstinare ad auaccarc K. se si voleva trarre partito della sua caduta per operare in tempo sulle retrovie del nemico a nord della Polesia. Accondiscese il Comando Supremo, esigendo che rimanessero ancora in Polonia parte delle forze impegnatevi e richiedendo per le operazioni contro Novo Gcorgiewsk le artiglierie pesanti destinate a K., che avevano già iolziato il bombardamento delle opere avanzate di linea sr. Le ope· razioni contro K. ebbero per conseguenza carattere spedi• tivo e violento. Ne fu incaricato il generale Eichorn che v'impiegò l'Xl corpo (gen. Lìtzmann). Alla deficienza nella quantità e qualità delle artiglierie pesanti, si sopperl aumen • tandone la mobilità per mezzo di ferrovie di cintura, che


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però non poterono venire condotte tempestivamente a termine. TI settore più favorevole per l'attacco era fra la strada di W irballen-Kaunas cd il N iemen, ma, man mano che da questa parte si fosse proceduto nell'attacco si sarebbe Stati esposti all'infilata dalla dr. di Nicmcn: L'ala sr. dell'~ttacco venne perciò coperta da una brigata di Landstunn, stata distaccata dall'Armata del Niemen , la quale si trovava fra Dubissa e N iemen. F ino dall'8 agosto cominciò l'attacco; le opere di riva sr. vciint'.rn conquistate con grande slancio e senza badare a perdite: il r6 si riusciva ad oltrepàssare la linea dei fort i, j] r7 v. Litzmann r iusciva ad occupare la parte della città costruita sulla dr . del fiume e poi, avanzando, a stabilirsi sulla penisola formata dalla confluenza della Vilia nel N iemen. La guan1igione della piazza aveva raggiunto le armate di campagna ripiegando sulle posizioni ad ovest di !:.ochedary. Di scarso valore, di fronte ai moderni mezzi d'attacco, erano le opere della piazza, e poco o nulla era stato fatto per migliorarle nel tempo <lacchè si era in guerra. Durante il suo attacco però K. non era isolata, ma faceva parte di una linea di -dife.sa tenuta dalla 5• e dalla ro• armata russe, le ·quali nulla fecero per difendere la piazza. Tuttavia il suo comandante, che senz'ordinc delle annate !"aveva abbandonata ai Tedeschi, fu deferito al Tribunale di guerra.

Kausler (Francesco De). Generale ~ scrittore mil. tedesco (1794-1848). Nel r813 prese parte alla guerra contro la Francia; combattè a Leipzig ed a Montcreau (1814) ove rimase ferito e nel 1836 divenne generale. Pubblicò, fra altro, " La scienza della guerra >) ; cc Saggio d'uha storia delle guerre di tutti i popoli e Kaghcaki di tutte le epoche »; ,, Le guerre dal 18n al 1815 in Europa éd in Egitto »; « Atlante (e testo) delle piìt memorabili battaglie e assedi dei tempi antichi, del medio evo e dell'evo moderno ». Kautscher. Così chiamato una specie d i pugnale mrco con lama lunga mezzo , metro circa e larga dai cinque ai sci centimetr i.

Kautschcr turco

Kawamura (visconte Kagheakz) . Maresciallo giapponese (1850-1926) . Durante la guerra Cino-Giapponese tenne i l comando di una brigata; durante quella Russo-Giapponese dapprima comandò l'a wa divis., poi il V · corpo alla dr. dello sch ieramento dell'esercito giapponese in Manciuria per la battaglia di Mukden. Kazan. Ciuà del la Russi.a, presso la confluenza della Kasanka col Volga. Nel giugno r552 era occupata dai mongoli agli ordini d i Jedinguer (30.000 u .); venne a<l investi.ria lo czar Ivan , il quale riuscì a costruire trincee d'approccio malgrado il vivo fuoco della pi;izza. Jedinguer esegm fre-

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quenti sortite, .m a lo czar elevò un grosso terrapieno dominante le mura della città e lo armò con una btr. di IO cannoni. Fece inoltre scoppiare una mina sotto le mura creando una vasta breccia e vi lanciò i suoi ali 'assalto: dopo lunga lotta che si protrasse per le vie con grande strage, K . fu presa.

Kechrias (ant. Cencrea). Borgata della Grecia, nella par te meridionale dell'istmo di Corinto. Assedio di Kechrias (r98 a . C.). Appartiene alla seconda guerra macedonica e fu impresa da L. Quinzio Flaminio, da Attalo, re di Pergamo, e dai Rodii comandati da Agesimbroto. I)emolita una parte del muro con gli arieti, gli alleati penetrarono in città per mezz.o delle rovine. Ma i Macedoni che erano di presidio, formata internamente una forte schiera, respinsero gli assalitori. Quinzio allora, fattesgombrare le rovine, cacciù innanzi una torre di grande altezza, la quale portava sui diversi palchi gente armata; dì là spingeva fuori ad una ad una le coorti in ordinanza, le quali potendo rompessero la falange macedone. Ma l'angustia del muro diroccato, la q ualità dell'armi e della pugna erano più favorevoli ai nemici. Invano i Romani scagliavano i giavellotti e davano di piglio alle spade. A questo si aggiunse il pericolo corso dalla torre, la quale, portata avanti in un terreno poco ammassato, si piegò su di se stessa con grande paura degli armati. Quinzio vedendo che c'era poca speranza di prendere la terra per allora, tolse l 'assedio. ·

Keel ing. Isolotto del gruppo delle Coco, nell'Oceano Indiano. Vi era una stazione radiotelegrafica che il IO novembre 1914 fu distrutta dall'incrociatore tedesco Emden. Ma, sopraggiunto l"ìncrociatore australiano Sidney, un breve combattimento forzò l'Emden, gravemente danneggiato, a incagliarsi su!L: scoglicrè, dopo di avere avuto 200 u . fra morti e feriti. Keestens. Generale belga, n . nel 1867. Fece la carriera nell'arma d'artiglieria; fu insegnante alla Scuola mii., e nel 1904-1914 fu a Buenos Aires, dove col grado di ten. col. argentino, instgnò alla Scuola d'art. e genio e alla Scuola di guerra. Nel 1914 tornò in patria e fu a lla difesa d' Anversa; quindi sul fronte occidentale, dove d ivenne colone nello nel 1916 e magg. gen. nel r917; dopo la guerra, come luogoten . generale, comandò la 43 divis . di fanteria, e nel 1925 divenne ministro della Difesa nazionale. Kehl. Città della Germania, nc·l Iladen, sulla -dr. del Reno, di fronte a Strasburgo. Venne fortificata nel 1683 dal Vauban, come difesa di Strasburgo, con fortezza quadrata, bastionata, munita di una robusta opera a corno. I Francesi la presero durame le guerre della rivoluzione, ma i trattati del 18r5 la ridiedero al Baden; in quello stesso anno le fortificazioni vennero demolite. Ricostruite dalla Germania più tardi, furono di nuovo demolite dopo la guerra mondiale, in base al t rattato di Versailles. I. 1Juacco di Kehl (1678). Fu opc1aro dal maresc. francese di Créqui, il quale aperse la trincea contro il forte nella notte del 25 luglio e il fuoco il mattino del 26; le brnccie divennero praticabili il 28, e i Francesi salirono all' assalto in tre punti: superate le resistenze cd entrati nel forte, vi massacrarono tutti i difenso1i, appartenenti a guarnigione imperiale postavi dal duca di Lorena.


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Assedio di I{chl (1733): r, forte di Kehl;

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2 , opern R corno; 3, trincee; 4,

quartier generale; S, Posti avanzati; 6, ponte di pas.. saggio per i Francesi; 7, forte demolito.

Il. Assedio di Ke/1/ (1703). Fu operato dai France~ al comando del maresc. di Villa,s, che investì il forte il 20 febbraio, con 49 bgl. e 77 sqdr. Costruite le linee di circonvallazione, il 26 si pose mano alla postazione delle artigl ierie, e il 28 si incominciò il fuoco contro l'opera a corno del forte. Piccole opere staccate negli isolotù venivano frat• tanto bombardate e occupate. Il G marzo, _la breccia nel • l'opera a corno era praticn bilc, e i granatieri francesi, dato l'assalto, se ne impadronirono, mentre i difensori si ritiravano nel forte, dove gli Imperiali, circa 3000 u . al comando del colonnello d'Eusbcry, si difesero sino al giorno 9, quando, ottenuti gli onori delle armi, ne uscirono. I Francesi avevano perduto nell'assedio un migliaio di uomini. lii. Assedio di Kelzt (1733). Appartiene alla guerra per la Successione di Polonia, e fu posto dai Francesi, agli ordini del maresc. di Berwick, il 13 ottobre. Le trincee vennero aperte il 19, e l'attacco fu preparato in direzione dell'opera a c~rno. li 25 gli Imperiali eseguirono una sortita che venne respinta; frattanto si difendevano con vivo fuoco d'artiglieria . Ma il =8, il generale Pfuhl, che li comandava, viste le trincee sotto l'opera, e le batterie nemiche sempre piÌl numerose, si arrese oucncndo gli. onori delle armi.

IV. Presa di Kehl (1796). Durante le guerre della Rivoluzione, nel giugno il gen. Morcau, comandante l'esercito francese, aveva deciso di varcare il fiume in quelle vici nanze col grosso delle sue forze. La prossimità di Stra• sburgo, l 'esisteaza cli numerosi isolotti boscosi, consentivano meglio che in altri luoghi, cli raccogliere segretamente tutte le imbarcazioni necessarie al passaggio. Questo doveva· avv~nire contemporaneamente dinallzi a K . ,stesso, in due località a monte e a valle opportunamente scelte e a Garnbsheirn. La sera del 23 giugno le truppe, al comando del gen. Desaix, furono riunite presso Strasburgo. Prima doveva

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passare la divis. Saint Cyr, a cui era stato affidato il compito di coprire l'esercito dal campo nemico situato presso Mannheim . A mezzanotte si imbarcò il primo .scaglione forte di 2500 u. che raggiunse senza ostacoli la riva opposta. Le forze avversarie, distratte da operazioni dimostrative disposte altrove, non se ne accorsero. Quando il gen. Stein, uscito dal campo di Wilstett con 6 bgl. ed alcuni sqdr. mosse per oppotsi al passaggio, anche il secondo scaglione aveva già posto piede sulla dr. del fiume. Finalmente i Francesi, riuniti ormai in forze sufficienti, marciarono su K., le cui difese erano occupate dagli Austriaci che vi avevano costruito due ridotte, l 'una, più piccola, che batteva il corso del Reno e i suoi passaggi, l 'altra, più forte, arretrata, armata di cinque cannoni e protella da una triplice barriera di buche da lupo. Sei bgl. repubblicani andarono all 'as• salto delle ·posizioni, sostenuti dalle batterie postate sulla riva opposta; la prima ridotta cadde dopq breve resistenza; più seria fu quella della seconda che, attaccata alla gola, fu conquistata dopo lotta accanitissima. Assicurato cosl il passaggio coll 'occupazione di questa testa d i ponte, l'indomani la cavalleria, l'artiglieria e .il resto del l'esercito passarono il fiume su un ponte volante la cui costruzione era stata iniziata la sera precedente. V. Combattimento di Ke!tl (1796). Dopo averla occupata Moreau aveva disposto che il forte di K., smantellato in seguito al trattato di Baden, fosse ripristinato insieme alla testa cli ponte di Huningen. L'arciduca Carlo, incoraggiato dai successi riportati sui Franc~si, decise di attaccare le due posizioni prima che fossero ultimate e di distruggere i ponti che esse dovevano coprire. A questo scopo nel mese di settembre dello stesso anno fece attaccare dal gen. Petrasch il nemico che si t rovava presso Bruchsal. I Francesi, forti di appena a·e bgl. al comando del gcn . Scherb, attaccati il 7 e il 13 da forze soverchianti, ripiegarono su K. ove presero posizione il 15. li r8 gli Austriaci attaccarono


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su tre colOQ11e. Dopo un primo successo iniziale che li portò fino nelle vie del ,·illaggio, furono contrattaccati dal nemico, rinfoczato da truppe giunte da Strasburgo, fra cui un bgl. di operai armati in fretta. La posizione fu r ipresa dai Francesi e gli attaccanti furono costretti a ritirarsi. VI. Assedio di Kel,/ ( 1796) . Le opere fatte costruire dal Moreau consistevano nella piazzaforte completata dà due opere a corno e da una luncttà intermedia, in una forte ridotta detta delle buche rla lupo, appoggiata dal cim itero, in un fabbricato sistemati a difesa, in due ridotte, l'una sulla riva del fiume a coprire il ponte che l ' uoiva ali 'isolotto di Erlenrhin, l 'altra nell'isolotto stesso la quale, per la sua furma irregola re, aveva preso il nome d i « cappello da prete». Di fronte all'isola una paliz.zara difendeva da ogni tentativo rli incendio un ponte di cavalletti e uno di barche, che assicu rava no le comunicazione fra K . e Strasburgo . Quando l'esercito francese ebbe. r ipassato il Reno, il Moreau, ché lo comandava, lasciò i geo. Desaix e Saint Cyr con quaranta bgl. a di.fendere la piazza. che fu tosto investita da tutto l'esercito Austriaco, comandato dal gen. Latour, il quale, desti nati a lle operazioni d' assed io quarantadue bg l. e qua rantasei sqdr. , lasciò il rimanente in osservazione presso la testa di ponte di Huningen. Gli assedianti costruirono subito quindici forti r idotte, collegare da linee di trinceramen.ti, e nella nouc del 21 novembre iniziarono

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i lavori d, approccio. Il 22 all'alba gli assediati, forti di 16. 000 fanti e 3000 cavalJi, compiropo una sortita attaccando l 'estrema sr. nemica, di cui çonquistarono alla baionetta due r idotte; altr e due furono conquistate da un'altra colonna, e già stavano per giungere sul parco cli artigli,:1·ia presso Rappcnhof , quando il Latour, profittando della nebbia, potè _improvvisamente contrattaccarli e respingerli, La notte de! 24 ottobre le batterie austriache iniziarono il bombardamento delle opere ; il 29 la casa sistemata a difesa fu conquistata d'ass~lto dagli Austriaci; il 1 ° gennaio r,797 la lupo fu presa dalle truppe_ del gen. ridotta delle _buche Staader, nè il Desaix riuscì a riprenderla. La notte seguénte u n tentati\•o austrìaco suJl'isola di Erlenrhein non r~u,.scì, ma la notte del 6 cadde,-o anche le opere di seconda lfnea, e il forte d i K . privo ormai dj ozni appoggio e , q\lasi smantellato, la mattina del 9 fu al:lbandonato io seguito a una convenzione m ilitare. In sci. settimane d'assedio ' gli Austriaci avevano costruito tre linee di attacco, sparato più di 100.000 cÒlpi di carioone e 25 . 000 bombe, perdeodo circa 5000 u. nella sortita , negli attacclù, e per il fuòco delle opere francesi.

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Keith (Giacomo). Generale scozzese. (r696•1758). Fu dapprima al servizio della Spagna, poi della Russia, infine della Prussia: Federico i l Grande lo nominò feldmaresciallo; combattè a Lowositz, a Rossbacl;i; fu uc:iso nella battaglia di Hochkirch.

Attacco degli Austriaci a Kchl (17Q6- 1797) 30


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Keùl, (visco/Ile Giorgio Elphinstone). AmmiragEo inglese (1746-1823). Ebbe comandi in capo nelle Indie e nel Mare del Nord. Combattè contro la Francia della Rivoluzione e dell'Impero. Prese Minorea, bloccò i Francesi in Egitto, bombardò Genova nel 1800. Conquistò il Capo di Buona Speranza.

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le Potenze, fu limitato poi alle sole guerre di aggressione e a quelle iniziare « per scopi nazionali " . Le difficoltà di stabilire la /isonomia e le caram;ristichc delle une e delle altre, hanno lasciaro, com'era prevedibile e narurale, uno stato c)i incertezza, accresciuto d~l fatto che gli Stati Uniti non rinunciano alla dottrina di Monroe, e l'ln1;hilterra ha precisato una rise,va per quelle regioni la cui integrità rappresenta un interesse speciale e virale per la pace e la sicurezz.a dcli' Impero. Kelly (Guglielmo Howard). Ammiraglio inglese, n. nel 1873. Fu addetto navale a Parigi prima dcllà guerra Mondiale e durante questa, come commodoro di ;,." e poi di 1• classe, ebbe comandi navali, fra .i quali qrn:lro delle forz.c inglesi nell ' Adriatico (1918). Dopo la guerra, comandò uno squadroné <li incrociatori.

Kei th · Giorgio

Kemal pascià

Keller. Reggimento svizzero al sèrvizio del Re di Sar- . degna, formato nel 1742 su 2 bgl. di 4. cp. con capitolazione col ç:anrone di Lucerna. Nd 1749 venne licenziato. Combattè dal 1742 al 1748 nella guerra .per la Successione d 'Austria . Kellerman (Francesco Cl'istoforo, duca di Tl-almy) . Maresciallo di F rancia (1735-18:w). Combattè in Prussia e i.i1 Polonia. , Brigadiere nel 1782 e maresciallo di campo nel 1788, nel 1792 ebbe il grado di luogoten. generale e fu comandante in capo dclL'armara della Mosella e poi dell'armata d' lralia. Fu il vincitore della battaglia di Valmy. Comandante di divis. nel 1797, fu ispettore generale della cavalleria nel r799. _..l'\Jel l804 ebbe il bastone di maresciallo dell'Impero. Senatore dal r799, nel 1814 fu nominato Pari di Francia.

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1{ellermonn F. Cristoforo

Kellermann F. Stefano

"Kell, rma1111 (Fraucesco .Steia110, duca di Valmy). Generale francese, ,figlio del precedente (1770-1835). Capo brigata nel 1796 passò all'àrmata d'Italia e divenne generale di brigata. Seguì Macd0nald a Roma e Champioruict a Napoli. Comoatte1Jdo a Màrcngo •si meritò il grado di generale di divisione. Si segnalò ad A\1~te1Jitz, nel Portogallo, m Ispagna e nel 1815 rimase ferito a Waterloo.

Kellog (Patto). Prese questo nome, dallo statista nordamericano che lo formulò nel 1928, un « Parto ll firmato dalle' principali potenze, diretto .a mettere la guerra ,, fuori legge ». Originariamente esso condanna-.,a ogni sorta di conflino armato : l'impegno, in seguito alle discussioni fra

Kemal (Mustafù, pasàà). Generale e statista turco, nato ne! 1870. Combattè in Siria durante la guerra Mondiale, e dopo questa si ribellò .al trattato di Sèvres, accettato dal Sultano, che dava Smirne ai Greci. Costituì allora un Governo iJ1 Angora, che divenne la capitale della Turchia, e vi raccolse un esercito, col quale, battuti i Greci ad Alfi'um Karallissar, li cacciò dall 'Asia Min.;re e riorganizzò la Turchia, sotto forma repubblicana (1923). Kèmeny (Giovann.i, principt· di Transilvania). Fu. generale cli Giorgio l Racoczy e combattè contro i T,lrchi, morendo in battaglia, a Nagyszollos, nel 1662. Lasciò un volume di « Memorie » . K ètnmel. V. Fimulre (2• battaglia). Kemper. Città della Russia, nel distretto di Di.isseldorf. Vi aveva preso posizione un corpn imperiale, il 17 gennaio 1642, il quale fu quivi attaccato dai Francesi, agli ordini del maresc. Guébriant. Questi cannoneggiò le lince avversarie, e vi lanciò all'attacco le fanterie, su tre colònne. Superate le difese, esse irruppero nei trinceramenti avversari e presero i cannoni nemici. Dalle breccie aperte penetrò la cavalleria francese, che pose in fuga quella avver~aria e contribuì a schiacciare le fanterie imperiali. li loro comanclante, Lamboy, con 5000 u. rimase nelle mani dei Francesi, dopo u na lotta nella quale aveva perduto 2000 uomini . Le perdite dei vincitori ammontarono a 300 monj e feriti. ·un altro migliaio di prigionieri fu preso dai Francesi ncl l ' inseguimento, protrattosi fino al giorno seguente. Keneh (ant. Cenopoli) . Città dell'Alto Egi,to, sul Nilc. Durante la campagna d'Egitto, il 12 febbraio 1799, il capo di brigata Conroux vi fu attaccatò da 900 arabi comandati da Yambo, sostenuti da numerosi Fellah. Respinti, a .notte· rinnovarono l'attacco ma éurono sbaragliati e perdettero circa 300 dei loro, per la resistenza opposta eia! capo di battaglione Dorsenne, che aveva assumo il cO• mando in luogç, del Conroux, rimasto ferito durante la giornata. l'oco dopo là foga degli Arabi giunse il gcn. Friant, col 7" Ussari, il quale, sapendoli riun iti a Samara, li assalì uccidendo loro altri 200 uomini. Kenilworth. Città dell'Inghilterra, nella contea di Warwick. Nel 1267 il suo castello - di t Lii rimane an cora una grossa torre, detta. u di Cesare )> -

sostenne un

lungo assedio. TI Leicester •ne avcn affi(laro la difesa all'inglese Hastings; occorsero sei mesi all 'esercito clel re En, rico III per ot_tcnerne la resa.


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luglio spinsero il Mac Phcrson verso il Chattahotchee;

Kenocque (La) . Anc. Forte sull'Yser, presso Dixmudc. Nel 16.95 un corpo imperiale, agli ordini del duca del Wiintcmberg, attaccò il fone, difeso dai Francesi del Villeroy, agli ordini del La Feuquiéres. Rinforzi ebbero gli attaccanti dal principe d 'Orangc, e la lotta, iniziata sulle rive dell'Yscr presso il forte, si protrasse nei giorni se-

i Confederati, scoperto i l movimento, .sgombrarooo le posizioni e si schierarono dietro quel corso d 'acqua ricominciando la ma11ovra di fianco.

Kenya (prima detta Africa Orientale Inglese). Colonia inglese dell'Africa, fra la Somalia, l'Oceano indiano e la Colorua pure inglese del Tanganica. Ha 540 kmq. di superficie e 2 milion i e mezzo di abitanti. l:: custodita da due bgl. di fucilieri indigeni, su 4 , p . ciascuno, più una riserva di 500 u.; da un corpo di polizia indigena di 2000 u., da volontari bianchi, pronti ad eventuali chiamate in caso di bisogno. Kep Ha. Villaggio del Tonchino, sul Loch Nam. Dop~ lo scontro di Bac Lè, i Cinesi vi si erano trincerati e il gen . De Négrier, con 2000 fanti e z btr., il 2 agosto 1884 ve li attaccò, ·riuscendo a sloggiarli dopo un combattimento durato -1 ore, nel quale i Francesi ebberp 42 morti e So feriti: fra questi ultimi, lo stesso comandante. I Cinesi lasciarono a K. 640 morti.

,Il forte di La Kenocquc (sec. XVII)

gucnti si110 al 26: il duca, quel giorno, non avendo po• ruto prendere il forte ben difeso, si ritirò a Dixmude. Nel 1712 i l principe Eugcojo riuscì ad impossessarsene mediante uno stratagemma. Fatti appostare soldati nella notte dal 3 al 4 ottobre presso il forte, sorprese e uccise due sentinelle, un gruppo di essi al mattino, trasvestiti da co11tadini , riuscirono a passare il ponte e ad impadronirsi della porta. Allora accorsero gli altri, e la guarnigione, sorpresa, abbassò le armi.

Kensaw-Mountain. Località degli Stati Uniti nella Georgia, presso Marietta. Durante la guerra ili Secessione, il gen. Sherman, che comandava le forze federali operanti in Georgia oel 1864, il 9 giugno giunse dinanzi alle posizioni occupate dai Confederati, comandati dal gen. John• stoQ. Erano queste costituite da u11a linea di alture dominanti la piccola città di Mark tta, c.ulm i11anti sul Lost . Pine e K. •k/ . Il geo. confederato nè aveva fatto una salda piazzaforte di cui K. •M. costituiva il ridotto. Cannoneggiati dal 9 al 14, i Confederati ripiegarono su una più ristretta serie di alture scoscese. fra K.-M. e Lost-Mounta.iu. Il 15 giugno il gen. federale Schofield riuscì a conquist a1·e alcuni trinceramenti aJla base deHe colline; nei giorni seguenti i Federali si spin,s ero s'Ui fianchi della posizione nemica come per avvilupparla. Il Johnston il 18 g iugl\o, -rinserratosi su K.-M. rimase a coprire la città e la ferrovia vicina. li 22 i Confederati attaccarono, ma furono respinti ; il 27 il gen . federale Mac Person attaccava decisamente sul Liule Kensaw mentre lo Schofield svolgeva UJ~'-azione dimostrativa sulla sinistra avversaria. L'azione del centro, arrestata da una barriera rocciosa alta dieci met ri, fu sanguinosamente respinta; alle 10 il gen. Shcrman, dopo aver perduto oltre 3000 u ., dette il segnale della ritirata.. Fallito il movimcnro frontale, i Federali il

Kepì. Sorta di berretto mii., dapprima alto e poi progressivamente abbassato, generalmente molle e leggero, di panno, con visiera in cuoio, in uso presso vari eserciti: da noi primo della divisa grigio verde, nelle armi di fanteria, del genio, d 'artiglieria. Un K. ancora in uso, ma rigido, è quello degli allievi di Accademie e Scuole m il itari. Fu jntrodotto dai Francesi in Algeria, per sostimire il pesante shakò, abolito dùrantc la guerra mondiale, ripristinato - in F1;aocia - nel 1930. Keppel (visconte Augusto). Ammiraglio inglese (17251786). Cornbattè contro i Francesi più volte; nel 1760, al comando della flotta inglese, prese Belle.-!sle. Cessò dal comando di flotte dopo la battaglia di , Ouessant, in seguito alla quale fu processato ma assolto, e poi nominato primo Lord dcli' Ammiragliato. - K. Giorgio, V . Albcmark Kerenski (Alessandro). Uomo politico russo, n. nel 1880. Nel r9r7 fece parte, all'i ,1izio della rivolu~ione del marzo, del gabinetto Miliukov, in cui rapKeppel Augusto presentò i socialisti moderati e vi ebbe dapprima il 11ortafoglio della Giustizia, poi quello della Guerra. Divenuto presidente ciel Consiglio, assume anche la carica di generalissimo. Fu costretto a riparare all' estero nel settembre, dai bolscevichi trionfanti s~lle altre fazioni politiche . Ot}ensiva Kerensl(i. Fu ~luamata con questo 11ome l 'ul tima offensiva pronunciata dai Russi, il r 0 luglio 1917, per iniziativa di K . Essa durò circa un mese, malgrado che 11ell'esercito russo si fosse o,mai infiltrata la propa· ganda bolscevica , e che le democrazie liberali e socialiste al potere avessero consentito alla costituzione clelle Commissioni, composte di soldati, nei reparti combattenti. L'offensiva si svolse nella Galizia orientale, sotto la direzione del gtn. Brussilov cd ebbe per obbiettivo Leopoli, sul quale vennero a convergere tre colonne russe, da Tar-


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KER

nopol, da Buczacz, da Kolomyja. Le resistenze austriache furono dapprima spezzate, nè ebbe migliore sorte un corpo tedesco che accorse a sostenere gli alleati. Il 12 luglio, sulla Lomnitza, l'offensiva era arrestata dall'accorrere di

data al gen. Krcsnov, con famerii, artiglieria e cosacchi. Gli Alleati inviarono il 24 maggio 1855 nello stretto unl Ootta composta di 3 vascelli, 7 corvette, 1 bombarda e navi minori francesi (ammir. Druat) e 6 vascelli e 27 n~vi minori inglesi (ammir. Lyons), recanti a bordo la chn,. francese d'Autcmarre, la divis. turca Rescid pascià, la brigata inglese Cameron (7000 Francesi, 5000 turch,. 3()0() inglesi, tutti al comando del gen. inglese Brown). \I l'arrivo della flotta, il gcn. russo Wrangel, che comand,l\':i a K., fece saltare le batterle e distruggere i depositi e ,i ritirò verso l'interno. Un breve combattimento navale si svoise fra cannoniere russe e inglesi; le prime batterono in ritirata vcr,o Taganrog. E le truppe ;barcare poterono occupare senza contrasto K. ed fenikalé, dove senza motivo si abbandonarono al saccheggio.

Kesseldorf. Borgo della Sassonia, pre\so Drcsda. li 15 dicembre 1745 vi fu combattuta una battaglia che appai-

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L'offensiva di Kerenski {1917)

nuove riserve e il 19 una vasta controffensiva austrotedesca ricacciava <.talla -Galizia e dalla Bucovina l'esercito russo, del quale incominciavano lo sbandamelllo e la di,. soluzione, sotto l'inOusso delle idee bolsceviche.

Kerguèlen (Tremarec, lvo11cd1). Esploratore e scrittore mii. francese (1734-1797). Esplorò le terre australi lasciandone una « Relazione " e scrisse una « Relazione dei com• battimenti e degli avvenimenti della guerra marittima del 1778 tra la Francia e l'Inghilterra ».

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4LL.&ATI

PRVSSIANI

lfattnaHa di Kcs.scldorf: r, Austriaci; 2, Sassoni

tiene alla guerra di Successione austriaca, e precisamente al ciclo di battaglie combattute nello scacchiere genmnico e [u combattuta fra gli Austro-Sassoni e i Prussiani. Dopo la bnuaglia di Soor del 30 settembre 1745 i due Kerkena (ant. Ce,·ci11a). Isola a 30 km. dalla costa 1 escrciti si erano divisi in vari nuclei, separati fra loro. tunjsina, nel golfo della piccola Sirte; dà il nome a un li re Federico Il, che si trovava presso Mcissen col grosso piccolo arcipelago. Nel 16u una flotta cristiana, agli ordelle forze, avendo per avanguardia generale il corpo di dini del marchese di Santa Croce, composta di 12 galere di Napoli, 10 d( Genova, 7 di Sicilia e 5 di Malta, esegul Lehwald, ordinò al corpo comandato dal pnncipo Leopoldo di Anhalt-Dcssau, che stava presso Torgau per froutcg• uno sl.,arco a K. e a Gherba (l'altra isola maggiore del giare i Sassoni, di muovere verso Lipsia (intendendo opegcuppo) e dopo violento coml.,attimento con i Mori in rare ivi la riunione di tulto l'esercito) e di attaccare i Sascui ebbe serie perdite ne catturò 48o che condusse schiavi. soni qualora questi si opponessero alla sua marcia. Gli Austro-Sassoni, in numero di circa 30. 000 (circa Kerr (El) . Denominazione data dai Marocchini a un 20.000 Sasson i e 10. 000 Austriaci) comandati dal Rutowski, loro stratagemma di combattimento, consistente nell'attachanno preso posizione fra Kcmnitz e K . per coprire Dresda. care per piccoli gruppi al galoppo le colonne di fanteria, Essi sono divisi in due nuclei, separati fra loro da un nel simulare subito dopo la fuga, nel fare improvviso intervallo di 2 km.: a dr. stanno gli Austriaci, in forte voltafaccia e tornare alla carica. posizione, coll'ala dr. appoggiata all'Elba, p,otetti frontalmente dalla Kessd che vi scorre con letto molto incasK err (Marco). Ammiraglio inglese, n . nel 1864. Partecipò sato. A sinistra i Sasso,li, in buona posizione, coll 'ala alla sped izione <l'Egitto (1882); fu addetto navale a Roma; .:omandò una divis. navale in Adriatico nel 1916 e col sr. appoggiata al villaggio di K. , presso il quale avc,•ano _grado di viceammir. lasciò il servizio nel 1918. postato una btr. di 24 pezzi. Il principe di Anhalt decide di attaccare. impiegando il Kertch (ant. l'o,1ticapea, Vospro e A spro1110111e). Città suo corpo e quello del Lchwa ld , col proposito di aggirare ,della Crimea, sullo stretto di Jcnikalé, fra il mar Nero il fianco sr. dei Sassooi, facendo seguire a questo attacco e il mar d'Azov. Nel sec. XIV appartenne ai Genovesi, aggirante un attacco frontale. A tale scopo dispone che <ui fu presa dai Turchi nel 1476, e fortificata per difesa la cavalleria aggiri da sud-ovest e da sud il villaggio d, K .; ,dello stretto . I Russi la presero nel 1774. Durante la guerra faciliterà l'attacco della cavalleria l'azione di un distac.di Crimea la difesa dello strcuo era stata dai Russi afl-icamento celere, rinforzato da una batteria pesante. com-


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posto di truppe scelte, al quale il principe assegna il compito di attaccare frontalmente K., sboccando di sorpresa dal bosco di Lerchcn. Un altro nucleo di cavalleria deve: spiegarsi avanti al villaggio di Roitsch all'ala sinistra dello schieramento. li grosso deve schierarsi lungo il torrente Kessel, fra il bosco di Lcrchcn e l'abitato di Steribach, in formazione molto profonda: il corpo del Lehwald in prima schiera, il corpo del principe in seconda schiera ; compito: attaccare frontalmente il centro sassone. li primo a urtare: contro gli Alleati è il distaccamento scelto; questo, schierato su tre linee, attacca frootalment.: K. e per due volte è r espinto; ma la sua azione facilita l'avanzata delle truppe del Lehwald che stanno alla propna sinistra, sicchè in secondo tempo il villaggio è occupato. Contemporaneamente si sviluppa l'attacco avvolgente per parte della cavalleria prussiana, che determina la rottura dell'ala 5inistra austriaca, la quale ripiega in disordine. Frauanto avanza il grosso dcll'csercim prussiano: 17 bgl. disposti in 2 schiere attaccano, ai due lati di Zollmen , il centro e l'ala dr. sassone. Nonostante le diffi . coltà causate dal terreno rotto e in forte pendenza, che fa rompere l'ordinanza dei Prussiani, e nonostante la loro scarsa attitudine, naturale in quei tempi, di éombattcre per nuclei, anche l'attacco del centro riesce. I Sassoni, decisamente sconfitti, soprattu110 per effetto dell'aggiramento dell'ala sr., decidono la ritirata che av\·i/ne in disordine in direzione di Plauen . I Sassoni perdono circa 10.000 uomini, 5 generali, 48 cannoni, S bandiere. Anche gli Austriaci, pur non avendo preso parte alla battaglia, si ritirano verso Drcsda.

Keyes (sir Ruggero Bron/0111). Ammiraglio inglese, n. nel 1872. Fu nelle Colonie e ·, in Cina; poi addcno navale a , Roma. Commodoro nel 1912, contrammir. ne::! 1917, viceammir. nel 1921, ammir. nel 1926, partecipò alla guerra Mondiale òistinguendosi in molte occasioni: nelle acque del! 'isola di Helgoland (1914); nelle operazioni contro i Dardanelli (19151916); ma specialmente nell'azione di Zeebruggc (1918). Nel 1930 assunse il comando in capo de)ln Keyes Ruggero flotta inglese, dopo avere avu to per qualche anno il comando della piazza di Portsmou th e precedentemente quello della flotta del Mediterraneo. · Key West. Base navale degli Staci Uniti, all'estremità meridionale oella Florida, costruita sopra isoloui coralliferi, collegati fra loro e con la terraferma, in modo d a racchiudere uno specchio d'acqua assai vasto e ben prote110. Durante la guerra del Messico (1847) erano stati costruiti a K. W. due forti, Jcfferson e Taylor, rafforzati Ilei 186,:. Quindi furono eseguite dighe, ponti, collegamenù e infine la ferrovia; e magazzini, batterie, caserme, depositi, ccc. Le fortificazioni moderne datano dal 1898 in poi. K hai sa. Congregazione e confederazione dei Sikks, nel) 'India, nei secoli XVIII e XLX. Ebbe un esercito che verso il 1820 e~a perfettamente organizzato, e comandato da e:< ufficiali napoleonici, fra i quali gli italiani Avitabile e Ventura e i franc~i Allard e Court.

Khyber (Kaiber). Valico fra l'lndia e )'Afganistan, alt. 10n m., conducente nella ,•alfata di Cabul. È lungo 53 km. e in certi punti è stretto appena una dozzina di metri, fra alte rocce a picco. Da Pcshawar vi sale una ferrovia che ha raggiunto il valico nel 1925; gli Inglesi vi

li pasJo di Khyber

hanno costruito un forte di sbarramento e fin dal secolo scorso hanno organizzato i « Kaiber-rillcs », corpo di montallari cui è affidata la poli1.ia mi!. e la custodia del valico.

Combattimemo di Kliybu pass (1842). Appartiene alla guerra dell'Afganistan. Gli afgani avevano sbarrato il passo, e per forzarlo i l gcn . inglese Pollock marciò il 5 aprile con 3 bgl. europei, 7 bgl. indigeni, 3 regg. di cavalleria e 14 cannoni. La cavalleria avanzò nel passo, sostenuta dall 'artiglieria; sulle alture a sr. 12 cp. e sulle alture a dr. altrettante furono incaricate di aggirare le difese. Quando il movimento fu compiuto, il gcn. Pollock battè i trinceramenti con le artiglierie, e gli Afgani abbandonarono il passo battendo in ritirata. Kiao-Ceu. Ciuà e baia della Cina, nella prov. dello Sciantung. Il porto di K. è Tsing-Tao, a ouo km . dalla città, alla quale è unito da una ferrovia costrnita dai T edeschi, i quali l'occuparono ne.I dicembre 1897. Con trattato del 6 mano 1898, la Cina concedeva in affitto alla Germania per 99 an ni le acque della baia e i territori adiacenti (370 kmq. per la terraferma e 550 per le acque) oltre a una zona di influenza compresa nel raggio di 50 km. Appena insediatasi, la Germania pose mano alla costruzione di un porto interno, difeso eia una diga artificiale e munito di bacini, officine di raddobbo, magazzini, depositi. Dalla parte di terra , venne costruita una


KJA

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cima trincerata; dalla parte di mare vennero erccre batterie, sistemandosi a difesa una colliu" che domina la città. Allo scoppio della guerra mondiale, K. aveva una guarnigione di 2000 u.; le navi tedesche riuscirono subito a prendere il largo e si dedicarono alla guerra d i corsa. Le forze che difesero K. ammontarono a 3500 u., con l'inquadramento di volontari. Navi inglesi bloccarono la baia, J:inchè, il 20 agosto, il Giappone si incaricò dcll'im p1·esa e intervenne con 3 cornzate, 4 incrociatori e .una flottiglia di cacciatorpediniere, al comando dell 'ammir. Joshimatu . Queste n:,vi bombardarono a distanza le opere, e protessero lo sbar.o delle truppe giapponesi. li grosso di queste sbarcò nella baia di Lo-Shau, a 25 km. circa dalle posizioni nemiche. Il 22 giunse da Wei Hai Wei un contingente inglese di 2500 u. e il 27 fu iniziato I "attacco clclle posizioni avanzate. Primo obbiett ivo fu la collina fortificata, senza della quale il fuoco delle aniglierie tf:rrcstri e navali non avrebbe potuto batLcre efficacemente le opere fisse, in mancanza di adatto osservatorio. I Giapponesi, che avevano a quesco proposito l'esperienza di Porr Arthur, paragonarono questa altura alla collina 203, dopo la conquista della quale soltanto il tiro delle artiglierie ossidionali divenne efficace. Il 17 ottobre, dopo una notte di violento combattimento, la collina fu occupata. Nei giorni successivi vi furono portati dalla base g;apponcse i grossi cannoni d'assedio, e per il 3 1 nmo era pronto per l'attacco generale che doveva iniziarsi appena ,i fosse ristabilico il tempo che, guastatosi negli ultimi giorni, impediva- l'azione delle navi. Non avendo pilt speranza di soccorsi , ed essendo inutile ogui ulter iore resis1enza, la piazza si arrese il 7 novembre 1914 dopo a,·erc ,csiSLito per due mesi e mezzo.

Kiachta. Città della Sibcrià. sul fiume omonimo, nel bacino del Baikal. il 7 maggio 1915 ,•i (u concluso un trattato fra Russia e Cina, in seguito al quale la Mongolia passava sotto il protettorato della ,Ru,sia.

KtE

sdaUeri alla Danimarca e questa troncherà ogni ostiliti, con tutti gli alleati della Svezia. Rimasta sola alleata della Francia, contro la quale s era collegata tutta Europa, la Danimarca dovette pcnure a , al-

Pianto di Kiel

varsi dal naufragio, e stipulò il presemc trattato co11 quella fra le potenze coalizzate che per essa era la più minacciosa e la più interessata. IL l-'11ce di Kicl. Tra lng liilterra e Danima,·ca (14 gen nmo 1814). L'Inghilterra restituisce alla Danimarca tutù i possedimenti e colonie conqui,tatc ncl!a guerra presente, eccetto l 'isola d '!lelgoland, della quale si ri serba la so vranità. I.a pace è estesa a Russia e Prussia. La Da11i-

K iel . Città della Germania, nello Sch~lcswig llo!stein, in fondu al golfo di K. (Baltico). Venne fondata nell'XI ,ccolo è fece parte della lega della Hansa. Vi è un grande arsenale mii. mannimo, e presso la citt:1 si apre il canale omonimo, inaugurato nel 1905, per collegare il Baltico col Mare del Nord . Il canale è· 1ungo n, km. e sbocca nel! "estuario dell'Elba. f:: largo 100 m. alla superficie e 20 al fondo; ha una profondità di u m., cale cioè da permettere il passaggio alle grosse navi da guerra. !11 base ali 'art. 380 ciel trattato d i Versailles il canale è !itero alta navigazione delle navi mercantili e da guerra di ogni paese in pace con la Germania: le navi eia guerra debbono però notificare preventivam ente i l loro passaggio . I. Pncc di Kiel. Tra Danimarca e Svezia (q gennaio 1814). Le Potenze conrrncnti nulla trascureranno pcrchè questa sia presto segnata anche con Russia e Prussia. La Danimarca unirà le proprie fone a quelle delle Potenze alleate nella guerra contro la Francia. rinunziando in fa. vore della Svezia ad ogni diritto sul regno di Norvegia, eccetto la G roenlandia, le isole Fiirocr e l'Islanda. La S\'czia cede alla Danimarca il ducato della Pomerania svedese e il principato dell'i,;ola di Rugen; indipendcmemente da ciò, s'interporrà pcrchè alfa pace generale la Danimarca abbia un proporzionato risarcimento per la cessione della Norvegja. La Svezia pagherà la ,;omma cli 6oo mila ri-

Canale di Kiel

marca parteciperà alla guerra preselllC contro la Francb, fornendo un corpo di ro mila uom111i, pd cui mantenimento riceverà dall'lngbilterra la somma di 400 mila ster line ali 'a nno, e concorrenì con l ' Inghilterra a.ll'aboli,,ionc della traua dei negri. La Danimarca accetta l'impegno a,suato dalla Svezia verso l'Inghilterra di permettere a questa lo stabilimento cl, un mag:1.zzino ·nd porto cli Stralsund. La politica scguìta da tanti anni con abilità e perse,·cranza dal gabinettn di Londra, e che consisteva nel riunire


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succcssi"amcnte tn un solo fascio tutte le potenze contiIV. Auedio di Kiev ( 1240). App;trtienc alla prjma invanentali, piccole e grandi, contro Napoleone, comune nesione dei Mongoli in Russia, capitanati da Batu, figlio di mico, ottene,·a con questo trattato un pieno successo; ma Gcngiskan. La città fu difesa d a !Jemctrio, generale del fu succc;sso effimero. Il rraltato non venne eseguito in tunç grnnduca Daniele di Russia. 1 Mongoli adoperarono catale sue clausole e, per gli avvenimenti successivi, rimase pulte per battere le mura, e, fatta la breccia, diedero l';t>• quasi lettera morta. Ne fu colpa l'imprudenza della Danisalto, superando la difesa disperata dei citrndini. Questi marca che organizzò nella Norvegia una resistenza arsi asserragliarono nel centro della città, ma invano; opmata, per cui perdette la Pomerania svedese ceduta dalla pressi cl.il numero furono massacrati (6 dicembre). Metà Svezia alla Prus\ia, senza che il congresso di Vienna credesse d i assegnarle un sufficiente risarcimento. Rivoltasi direttamente 100 km. POLA CCHI alla Prussia, la Danimarca ne Oltenne, pii1 tardi, tenue compenso, il Lauenburgo.

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Kieselguhr (guhr, fari11a fossile). Minerale costituito eia scheletri silicei di diatomee e infusori microscopici, spesso mescolato con sabbia, sostanze organiche, carbonaro di calcio. ossido di ferro; viene di regola purifibto a mezzo di calcinazioni, oppure con hsci\'iazioni. risultando così ,otto forma di una polvere leggera, eminentemente assorbente, incombu>tibilc, coibente al calore. Se ne produce in varie regioni del globo: in llali:1 si trova principalmente al Momc Amiata, nei pressi d i Santa Fiora, per cui viene denominato « terra di S. Piora »; e in T ripolitania, donde anche il nome di « tripolo •. .l'er le sue spiccate proprietà assorbenti , è largamen te adoperato nella preparazione deila dinamite. A tale scope, sono ritenute come più adatte le ,·arictà che si presentano nella forma tubulare, la quale favorisce l' assorbimento della nitroglicerina; per cui le diatomee più pregiare sono quelle appartenenti alle specie: Epithcmia, Navicula e Melasiva. Il K. viene anch~ largamente impiegato in molteplici industrie chimiche.

r:=:::J R(ISSI

Kiev. Città dell'Ucraina, sul Dnicpcr. Fu capitale della Russb dal 1037 al 11~0 e dcli 'Ue"raina. nei secoli XVI e XVJl. Venne fortificata fin dal medio evo. Fu Bnttaglia d i Kiev (1920). Polacchi: 1, III corpo d 'nrmntu; 21 VT corpo d'armat3; Bolscc\·ichi: 3 armata Budcnny; 4, XI r armata presa da Boleslao I (.1008) e da Dolcslao [l (1075) di Polonia; enuambc le volte gli abitanti dovcnero nrrcnclcrsi per mancanza della popola?ionc perì nella clifc,a o nelle strade durante un:1 disperata. eroica e vana difesa. I. Battaglia di Kiev (<)1>9). La cinà era stata assediata dai Peccneghi e Sviatoslao, granduca d i Russia, marciò V. MtJnovra di Kiev (maggio-luglio 1920). Appartiene con 6o.ooo u . a liberarla: presso K. si venne a battaglia, alle operazioni dei Polacchi contro i BolJccvichi (V.). 11 in cui il granduca riuscl vittorioso, e cost rinse gli assegcn. russo Tukachcvsck y si propone di distruggel'c prima dianti alla fuga. la massa nemica di K . (33 armata) tendendo al doppio suo Il. Battaglia di Kiev (103-1)- Appartiene all'ul tima imawolgimento, per procedere dopo contro l'ala sr. con presa dei Peccncghi contro la Russia. Come nel 969, essi manovra analoga: infine marcerà su Vatsav1a. Per l'eseassedfarono la città. in soccorso della quale mosse jJ gran cuzione della progettata manovra intende trarre profitto duca Jaroslav, che li sconfi,se e li cacciò definitivamente dell 'elcmento separatore costituito dalla regione palustre dal paese. di Polesia e della sua numerosa cavalleria. li complesso delle operazioni nello scacchiere a ,ud della suddetta relll. Assedio di Kie,, (n69). Venne posto dai Russi, esgione venne denominato Ma11ovra di Kiev; e quello nello sendosi la città dichiarata indipendente. Un corpo di merscacchiere settentrionale, Manovra di Molodcchno (V.). cenari che ,i trovava al soldo del granduca cli K., dopo 1

il terzo giorno dell'assedio, tradì il granduca stesso, e aperse le pone ai Russi. Dei difensori fu fatta strage, e con pochi il granduca riuseì a sah•arsi con la fuga: la citt'J fu abbandonata al saccheggio (8 marzo).

Per l'esecuzione della prima, vennero dcsùoate la r2a armata (5 d ivis. di fanteria e uoa di cavalleria) e l'armata di Buclenny (divi,. di ca,·allcria e 2 di fanteria). La 12• armata doveva arrnccare le posizioni di K. dall'est e aggi-


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rarle dal nord; l'armata di Budenny doveva bauere la 6• armata polacca, penetrare nell'intervallo fra essa e la 3•, e completare l'accerchiamento di quest'ultima. L'azione offensiva comincia a sud di Kiev, verso il 23 maggio: a poco a poco il fronte polacco è respinto verso Tarashcia. L'armata di cavalleria russa doveva attraversare il terreno compreso fra la 3• e la 6• armata, tenuto da reparti di fanteria ed artiglieria che occupavano i nodi stradali con le località più importanti facendovi buòna difesa. Con due brigate indipendenti di cavalleria i Polacchi formano una divisione di cavalleria provv,'soria con la missione di attirare sotto i fuochi della fanteria e dell'artiglieria Je. colonne nemiche; ma Budcnny sa cosl bene destreggiarsi da riuscire ad attraversare quella zona senza soffrire troppo gravi perdite: il 2 giugno egli raggiunge, con le sue truppe, la regione di Skvira. Nello stesso tempo la 3• armata Polacca tenta un contrauacco su1 fronte Tarashcia-Cavcv, contro reparti della 12• armata, ma vi è respinta cd è costretta a ripiegare su BjelajaZircov . La divis. di cavalleria provvisoria minaccia, all'ovc.t di Skvira, -il fianco di Budenny, ma questi neutralizzata tale minaccia, marcia risolutamente su Bcrdicev-Scitomir che raggiunge 1'8 maggio, venendosi così a trovare completamente alle spalle dei Polacchi . L'arrivo delle forze bolsceviche provoca un sollevamento popolare a loro favore; le truppe di tappa c le formazioJ1i sanitarie Polacche di Be,·. dicev e di Scitomir, sono cacciate o massacrate. Altre truppe della .12• armata, nel frattempo, avevano passato il Dnicpr il 6 giugno, progredendo a sud del Teiere-,. Il 9 la 3• armata polacca evacuava Kiev, sperando di potersi stabilire su lla linea del Tcterev, ma proprio quel giorno le ferrovie di Sarny e di Kazatin erano raggiunte dai Ru ssi. Tuttavia la 3a armata riuscl ad aprirsi il passo lungo l'asse della ferrovia !_li Sarny, senza però potersi fermare sul Tcterev a causa che l'ala dr. risultava spuntata dalla cavalleria di Budcnny. La 6a armata polacca dovette a sua volta ritirarsi in direzione di Bar. E negli ultimi giorni di giugno la 3a e la f.- armata riprendevano il fronte che avevano abbandonato il 25 aprile sullo Styr cd il Sercth fino al Dnicster.

Kilia Nova (o Chilia). Città della Romania, sulla sr. del ramo settentrionale del delta del . Da_nubio. Fu presa

Kil ice turco

due volte dai Russi, nel 1770 e nel 1790. La s~conda volta, una guarnigione turca di 500 u. difese per tre settimane la piazza, prima di essere costretta alb resa.

Kilicc. Nome dato ad una specie di sciabola turca, con larna lunga appena una cinquàntina di centimetri e larga lrc e mezzo, molto curva.

Killienhrankie. Passo angusto della Scozia, 11clla contea di Perth, teatro di battaglia fra partigiani di Giacomo II e quelli di Guglielmo lii (27 luglio 1689). l primi, milizie irregolari, comandat i dallo scozzese Dundee, occupavano il passo, dove furono attaccati dagli altri, truppe regolari, al comando dell'inglese Mackay. Quest'ultimo venne ,confitto, e riuscl a stcn1o a salvarsi con pochi dc' ~uoi.

K ilmaine (Carlo). Generale francese (1751-1799). Oriundo irlandese. comhattè 11clla guerra d'Indipendenza degli Stati Uniti sotto il Lafayettc; passato in Francia col grado di gen. di brigata, si distinse sul Reno e in Vandea, e poscia n ell'armata d'Italia Kilsyth, Comune della Scozia, nella contea di Stirling. li I agosto 1645 vi si svolse una battaglia fra i Puritani comandati da Baillic e i realisti comandati da Montrose: primi rimasero sconfitti. Ki mber ly. Città sui confini del territorio dell'ex Stato Libero dcli 'Orange, ncll 'Africa meridionale. D urante la guerra Anglo-Boera, lino dai primi giorni di ottobre 1899 era stata investita dai Boeri. Gli Jngk~i vi avevano organizzato una doppia linea di difesa, con trincee, batterie interrate, ricoveri blindati. La guarnigione era costituita da ,10-0 11. d i fanteria, 1200 di cavalleria e alcune centinaia di artiglieri con 16 c:innoni; in tutto 3500 u. al comando del colonnello Kikewitch. I Boeri avevano costituito un corpo di assedio di circa 4000 u. e un corpo di osservazione, a 20 km. di distanza, che, ,-preJ;so Spietfontein, preparò linee di controvallazionc. Il 7 novembre ebbe principio ìl bombardamento e in seguito furono messi in linea anche pezzi d'assedio; però la guarn igione ebbe a risentirne scarsi danni . La difesa fu attiva, con frcquenli sortite, ma la situazione andò peggiorando; gli i nsuccessi di Lord Methuen avevano scoraggiato i difensori, che alla fine di gennaio 1900 erano agli estremi. li movimento di Lord Roberts, che intanto era giunto con nuovi rinforzi dall'Inghilterra e aveva assunto il comando ~upremo di tulle le truppe britanniche, salvò la piazza. 11 15 febbraio, con una rapidissima marcia, il gen. French, forte di 10.000 cavalli e 7 btr., rompeva la linea di blocco cd entrava in città. I Docri, al comando del Cronje, di fronte all'inatteso spiegamento d elle forze avversarie, decidevano in quel giorno di abbandonare anche le posizioni del Modder River, per andare a coprire Blocmfontcin, capitale dello 5tato Libero, già direttamente minacciata. K impolung (Camp11 L1mg, Cimbalongo). C ittà della Romania, nell'alta valle della Moldava, affl . di <,lr. del Sercth. li 23 luglio 1014 vi si combattè una battaglia che appartiene alla guerra fra Bulgari e Bizantini. I primi si erano triucerati fortemente ~ K. e l'imperatore Basilio II non riusciva a superarne la resistenza. Allora fece marciare da Filippopoli un corpo agli ordini di Niceforo Xifia, che giunse a monte di K., talchè i Bulgari si trovarono assaliti di fronte e a tergo. Il loro czar, Samuele, riuscì a steuto a salvarsi per le montagne con poca gente; il suo esercito rimase sterminato o sbandato. Si narra · che Basilio abbia fatto accecare 15.000 prigionieri, rimandandoli a Samuele con la guida di un certo numero di soldati cui aveva fatto togliere un solo occhio; e che Samuele sia morto di sgomento e di dolore a quella vis1a.


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K inburn. Ant. fortezza 1urca, presso l'estremità della penisola che chiude a sud l'estuario del Dniepcr, destinata ~ sbarrarne l'entrata, insieme con la fortezza di Oczakov, posta sulla dva di fron te. Fu presa dai Russi nel 1736 e da loro rafforzata: venne demolita nel 1860. I. Attacco di Kinbum ( 1788). Appartiene alla !,'\!erra Russo-Turca. Comandava la piazza Suvarov, quando essa venne assalita , 11 24 settembre, da una .flotta turca: 13 piazza, difesa da 2000 u. e da cavalleria cosacca, rispose vigorosamente, affondando una 1tave nemica. l Turchi sbarcarono I' 11 onobrc 4000 u. presso la fortezza, ma fu. rono attaccati e sbaragliati da, Cosacchi; sopraggiunto Su• varov con le fanterie, i Turchi vennero fatti a pezzi: appena 700 si sa lvarono: 1 Russi perde11cro un migliaio di uomini. Il. Attacco di Kmburn (1855). Appartiene alla guerra di Crimea e fu deliberato da un Consiglio cli guerra tenuto dagli Alleati. Il l4. ottobre, 9 barche cannoniere forzaco il passo fra Oczakov e K., penct1avano nell'estuario, preparandosi a bombardare la piazza dal nord. Jl giorno seguente una f101ta anglo-francese, agli ordini degli ammir. Lyons e Bruat, si presentava davanti alle opere di K ., difese da circa 1500 u. al comando del gen. Kokonovic, Tre batterie galleggianti corazzate francesi si ancoravano a 1000 metri dalle opere; a 1500 m. prendevano posizione 6 vascelli inglesi e 3 francesi; le [regate e le navi minori parteciparono anch'esse aJl'azione. Il 15 e il 16 venne ope• rato lo sbarco di 8000 u. , metà francesi e metà inglesi, agli ordini del gcn. llazaine; i primi apersero trincee verso la piazzaforte; i secondi si collocarono verso l'ing-rcsso della penisola per sbarrare il passo ad eventuali truppe russe di soccorso. Il 18 mattina venne aperto il fuoco su K, da terra e da mare: la fortezza rispose con tutti i suoi cannoni, ma in poche ore, specialmente per opera delle batterie galleggianti che uscirono senza danni dal duello d'artiglieria, le opere di K. erano devastate. Alle 12 la flotta anglofrancese forzò il passo e prese di rovescio la fortezza, la quale cessò il fuoco alle 13 e 'accettò l'intimazione di resa e le condizioni dettate dagli Alleati. I quali concessero gli onori de lle armi al presidio, tenendolo però prigioniero di guerra. Nella fortezza erano 184 cannoni.

K in-Chau (o Kit, Chow). Ciuà alla base della penisola del Liao-tung, a una ottantina di km . da Pcrt Arthur. Durante la guerra Cino-Giapponese il corpo di sbarco destinato ad operare contro Port Arthur, sotto il comando del gen. Yamagi, il 5 novembre 1894, giunto a una decina di km. da questa città, prese contatto colle truppe cinesi (10.000 u. con 30 cannoni) che ripiegavano. Il gen. Yamagi dispose allora che l'avanguardia (r5° regg. fanteria, una btr. e uno sqdr.) agisse dimostrativamente sul fronte, mentre :.i proponeva di cadere col grosso sulla sr. avversaria. Ma nella notte i Cinesi, profittando delle tenebre, le avevano lasciate e si erano ritirati. Ripresa la marcia in avanti fin sotto la città, l'artiglieria giapponese aprì il fuoco contro le sue mura e contro una btr. nemica in posizione nelle vicinanze; la prima brigata si spiegò a cavallo della st rada mand3rina, b seconda con un regg. sulla dr. e uno in riserva . Dopo conveniente preparazione d'artiglieria il generale Yamagi spinse avanti a Ovest dcli a città il proprio scaglione di sr., rinforzato dal rcgg. di riserva per tagliare la rmrata a l nem ico. Bastò questa minaccia per indurre ì Cinesi a ripiegare sulla

strada di Port Arthur. Intanto il centro e la sr, Giappo· nesi, avanzando in cinà, ne occuparono le porte, vinsero la inutile resistenza degli ultimi reparti nemici in ritirata e si spinsero al suo margine opposto, mentre l'artiglieria, allungando il tiro, faceva strage delk ultime ~ch icrc dei fuggiaschi. Il 21 novembre del 1894, il giorno stesso dell'attacco dei Giapponesi contro Porr Arthur, una colonna cinese di circa 6000 u., distaccata dall'esercito del gen. Sung, tentò di impadronirsi di K . custodita da due bgl. e da un pi. di cavalleria, appoggiati alle vecchie fortificazioni, in parte rifatte dopo il 5 novembre, e armate di qualche cannone a tiro rapido. La guarnigione non solo respinse gli attaccanti, ma il giorno seguente contrattaccò mettendo il nemico in rotta. Pochi giorni dopo, per rinforzi inviati da Port Anhur, ogni ulteriore tentativo contro la città fu reso impossibile.

Bauaglia di Kin Cliau (1904). V. Nans/1011. Kingsbergen (Giovmmi d1). Ammiraglio olandese (1735• 1819). Fu al servizio di Caterina Il battendosi contro i Turchi nel Mar Nero; poi tornò in Olanda e si battè contro gli inglesi a Doggers Bank. Quando l'Olanda fu occupata dai Francesi, passò al servizio della Danimarca, ma nel 1806 tornò in patria e servl nella marina francese. Caduto Napoleone, comandò in capo la marina olandese. Fu anche scrittore di cose navali. Kingsmountain. Località a nord della Carolina mer idionale. Durante la guerra d'Indipendenza d 'America, nell'ottobre 1780 vi aveva preso posizione il col. Fergusson con un manipolo di truppe inglesi. Le stragi, le devastazioni commesse dai suoi, avevano eccitato l'animo delle popolazioni e da ogni pane accorsero i Repubblicani, i quali decisero d 'attaccare il nemico nella sua posizione di K. costtiuita da un 'isolata altura boscosa. Sopraffatto un posto di guardia sulla strada, mossero in varie colonne all'attacco. li Fergusson ributtò successivamente attacchi di varie colonne, ma, mentre respingeva l'una, l'altra si riordinava e tornava all'assalto, finchè, in un corpo a corpo, il Fergusson stesso rimase ucciso. li suo successore, vista la ,partita disperata, si arrese. Perdettero gli Inglesi oltre uoo u. , le armi, le munizioni, i bagagli. Kingston. Valvola di gran mole, sistemata negl i scafi delle navi in posizioni varie, che serve per allagare i com· partimenti quando ciò sia necessario per equilibrare la nave troppo sbandata o spegnere un incendio nelle Sante Barbare. I K. sono, in generale, di bronzo e la loro ma• novra è fatta mediante luoghi tirami dai ponti superiori senza bisogno di scendere nello scompartimento che deve essere allagato. Sono in generale completati da un'altra valvola a saracinesca che permette di maoonare i K . per vedere che tutte le parti conco;rano bene senza per questo allagare i compartimenti. Kingstown. Città dell'isola inglese di S. Vincenzo, nel gruppo delle Antille. Vi avvenne una battaglia navale, il 17 lug lio 1779, tra la squadra francese in America, forte cli 25 vascelli cd altri legni minori, comandata dal1'ammir. D'Estaing, e la squadra inglese forte di 2r vascelli, comandata dall'ammir. Byron. Il D'Estaing era riuscito ad impadronirsi dell'isola cli Granata; il Byron, correndo a soccorrerla, trovò la squadra francese nella rada di K. ed aperse colla testa della sua colonna il Cuoco.


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Malgrado che le sue na\'i avessero subÌto sino dal principio gravi danni, il Byron insistè ncll 'anacco e la battaglia d ivenne generale. Ma, essendogli stati messi fuori <;ombanimento quattro vascelli, dovette ritirarsi; nè il D'Estaing credette opportuno seguirlo. Le perdite furono note, oli da ambedue le parti: ebbero circa :zoo morti e più di 700 feriti i Francesi; e 180 morti e circa 400 feriti gli Inglesi.

K inite. Dinamire antigrisourosa a base di nitrato, breveuata da Cocking, in Inghilterra, nel 1897. [fa la seguente \composizione cenlcsimale : nitroglicerina p. 26,0; nitrato cli bario p. 33,0; farina di legno p. 40,5; carbonato di sodio p. 0,5. l': adoperata per lavori <la mina. Kinsale, Città marittima dell'Irlanda, sull'Atlantico. Nel 1601 vi fo costretto alla resa dagli fnglesi il duca di Aguilar, sbarcato in Irlanda con truppe spagnuole. Nel 1689 K. fu investita dal Marlborough; gli Irlandesi che la difendevano si chiusero in due forti, derri Vecchio e Nuovo. li primo Lu preso subito <l'assalto e i 450 u. che lo difendevano -vennero uccisi o fatti prigionieri; il secondo fu bombardato per tre giorni; aperta la breccia, il comandante ollenne di potersi ritirare a Limerick coi 1200 u. che aveva :ii suoi ordini.

K irbekan. Altura sulla dr. del Nilo, che ha dato il nome a un combattimento fra lnglc,i e ))crvisci (1885).

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□Mahdisti Combattimento di Kirbckan

prn111., clirclli verso Cartum, comprendevano 3 sqdr. di cavalleria, un re1,arco d i cammellieri, 4 bgl. di fa11teria, una btr., servizi: circa 3000 u .. agli ordini del gcn. Earlc, in parie imbarcati su scialuppe, in parte seguemi le rive del liume. Presso K., le lruppc sbarcano e si dispongo.no :,id, attaccare i Dervisci, ~ollocati su alture, appoggiati con la dr: ' al fiume. li gen. Earlc lascia una compagnia <li fanteria, asserragliala in una zeriba, a guardia deUc ~cialuppe, e 2 cp. con 2 cnnnpni a fronteggiare il nemico; con k altre truJ)pC (12 cp., poi che :? bgL erano rimasri indietro) escguiscc un largo mo,·imcnto aggirante, col quale viene a cadere alle spalle <lei Dervisci. li movimento riesce, e i Dervisci si sbandano fuggendo come possono alla stretta. Earle cade ucciso nell'atrncco a tergo delle posizioni dei Dervisci. 9 morii e 48 feriti lamentano gli Inglesi; 200 m. lasciano i Dervisci sul campo.

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K ir k holm. Borgo della Li,·on,a. li 27 settembre 16o5 vi si svolse una battaglia fra i Polacchi (4000 u. al comando di Chodkiewicz) e g)i Svedesi ( 17.ooo u. comandati dal re Carlo ~). Malgrado l'inferiorità ciel numero, gli Svedesi sono sconfitti dopo quattro ore di loua, e ,·oh, in foga, ,ubendo durante questa forti pcrdi1e. Kirk Killsse. Città della Turchia, a oriente di Adrianopoli, ant. fortificata. Ncll'ottob,c llJ12 vi cr:1 la dr. dello schieramento turco, costituira dal l!l corpo (Abdullah pascià) e da una divis. di riserva del XVI corpo (circa 40.000 u.): queste forze avanz.irono verso il nemico la mattina del 22; piccoli scontri e ordini venuti <lai Q. G. torco fecero arrestare 11 movimento. Ma il 23 parte delle truppe turche si disordinò in scguit() ad attacch i dei Bul gari (III C. d' A.) e il disordine si propagò al resto delle truppe. che volsero in fuga disordinata: il lii corpo turco era clisfatto da qualche scaramuccia, senza avere combattuto. Kissin'gen. Comune della Baviera, sulla Saale. Nel 1866, una brigata della divis. bavarese Zollcr ,,i era a guardia del passo sul fiume, quando fu assalita dai Pru•• siani della clivis. Goeben (i o luglio). Ricevuti rinforzi da lla d ivis. Fedcr, lo Zoller contrastò il p:1sso ai Prussiani , rimanendo ucciso nel combattimento. A sua volt:i, la di,•is. Goebcn fu rinforzata con la divis. ManteulTcl, e respinse i Bavaresi. Verso sera, apparve ,ul campo la divis. bava rese Stephan e la lotta fu ripresa. Ma, essendo frattanlo Sl:lto forzato il passo sulb Saale ad Hammelbu rg. il prin cipe Carlo di Baviera raccolse le sue trUj>pe e si disimpegnò ritirandosi sulla sr. del Meno.

K itchener (t•isco111c di Ca,·tu111, O,·az;o F.1·berto) . Generale inglese (1851-1916). Nel 1882 passò d:111'csercito inglese a quello egizi:1110, di cui divenne comandante nel J 896, riorganizzandolo e 111quadrandolo con ufficiali inglesi. Combatti: contro i Mahdisti sconfiggendoli decisamen1c. Nel 1899 fu capo cl i S. M. dcli 'esercito inglese del Roberts contro i Boeri e poi comandante in capo. Fu dal 1902 al .1909 con tale carica nell'India; fu alto commissar io nel Mcdi1crraneo; tornato ,n patria fu nominato nel 1914 Kitchencr Orazio ministro della guerra. operando la grande rrasfortnazione cldl'cscrcito inglese dal volontariato alla coscnz1onc resa neC~>Jria dalla guerra Monchalc. >/cl marzo 1916 perl nel siluramento di un incrociatore, per ()pera di sotto• marino tedesco .

K iupril i (o Koproli, o Kuprili, Ahmed). Gran v,m di Maomctro IV (1626-1675). Comandò le truppe turche nell 'Unghcria (1662) e fu sconfino dal Mon1ec11ccoli nel la battaglia cli San Gottardo (1664). Concluse la pace di Tcmcsvar. Nel 166g riuscl a impadronirsi dj Candia, assediata da z4 anni. Nel 1672 prese Kamcnctz.

Musta/à K., figlio del precedente, gran yisir di Solimano III nel 1689. Continuò la _guerra ncll 'Unghcri:1; prese Vidclino e Belgrado; rimase ucciso nel 1½1 nella bartaglia .-ti Salankamen.


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Kizil Tepè. Villaggio a oriente di Kar~, dal 'lualc presero il nome due combauimenti che appartengono alla guerra Russo-Turca (1877-78). Il I agosto ' 1877, i Russi, con 5 d ivis. e go cannoni, mo,scro contro le posizioni turche e le attaccarono dirigendo sulla dr. turca 3 di vis., sul centro 1 di,•is. e sulla sr. pure T divis. Muktar pascià, comandamc dei Turchi, dopo 8 ore di fuoco, senza che i Ru,,i veni.,,cro all'arma bianca, li costrinse a ritirarsi, perdendo 500 u. e ii,fliggendo al n emico una perdita doppia. Il 24 agosto, Muktar pasci,, attaccl> e prese la posiz ione di K. T.; per tre ,olte i Russi tentarono di riprenderla, ma furono •empre respint i: a J20o ammontarono le perdite turche; maggiori furono le perdite dei Russi.

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KI ing (Andrea). Chimico francese, n. nel 1872. Dura111e la guerra M~ndiale fu consigliere tecnico del G. Q. G. per le questioni relative alla chimica cli guerra, capo dell'organizzazione e della direzione dei laboratori chimici in campagna; incaricato dell'istruzione e della formazione degli ufficiali chimici; direttore del Laboratorio chimico mil itare del G . Q. G . e membro della Commissione per g li studi e le esperienze chimiche cli guerra. Al primo inizio tedesco dell'impiego dei gas asfissianti, riusciva, in sole vcntiquanro ore, o identificare l 'aggressivo adoperato, suggerendo anche i mezzi più appropriati di protezione. Durante la guerra, propose l'uso di taluni efficaci proclotti chimici da lui stcs,o studiati; si occupò della protezione individua le e colletliva; •indicò i mezzi per distruggere l'iprite e per bonificare il km:no e gli og-

Kjoge. C ,ttà della Danimarca, ncll',sola cli Secland. N elle sue acque fu combattuta (1° luglio 1677) una bat taglia tra navi ciane.i condoue da!l'ammir. Jucl, e navi svedesi, condotte dall'ammir. Horn , il quale venne sconfitto. K lapka (Giorgio). Generale e scrittore mii. ungherese ( 1820-r892). Partecipò alla rivoluzione ungherese del 1849 e si clistin~e nella difesa di Komor11. Nel 1859 cooperò alla forma,i;iooe della legione ungherese in Italia. Nel r873 and ò ad o rgan.izazre l'esercito turco. Scrisse, fra a ltro: « La guerra nazionale in Ungheria cd in Transi lvania » ; u Memorie dall'aprile all'ottobre 1849 • : « I.a guerra d'Oriente dal 1853 al 1855 " · Kling Andrea

Klèber (Giovan Ba11ista). Generale francese (1753-18oo). Si ~ istinse nella guerra in Vandea e ,ul Reno e battè più volte gli .Austriaci; poi segul Bonaparte in Egitto; fu il vincitore d ella battaglia di Eliopoli. Dopo la partenza di Napoleone vi rimase quale comandante in capo. e fu assassinato' a I Cairo da un ar:il>o.

getti contaminati da questo terribile aggressivo; istitul i lal>oratori chimici al fronte collegati co11 un .rpposito l;rboratorio centrale a Parigi. Pubblicò: « Le armi chimiche di g uerra utilizzàte dai Tedeschi »; « J..e bombe e orclcgni esplosivi utilizzati dall'aviazione tedesca l> ; « I gas da combattimento tedeschi " : ccc. Klip. AfOucrnc del Vaal, 11e1l'Unione Sud Africana . Ha dato il nome a un combattimento (28-29 maggio 1900) fra Boeri e loglesi. Il 28, il gen. inglese Frcnch tenta inva ,w di varcare il K lip Rivcr, difeso da 4000 Boeri agli ordini del gen. Botha. Ricevuti rinforzi nella mattinala ciel 29, il gcn . French fa avanzare sulla dr. la 19~ brigata e su lla sr. la 21a , protette da ;rrtiglieria: coo un bgl. e alcuni pc:,,,zi collega i due attacch1. I Bo,' ri, su piccole colline, resistono fino a sera; ma, cssendost profilata la m,naccia d'aggirame nto da parte della 2 1• brigata, nella notte abbandonano la po.,i:,,,ione. li combattimento costò agli Inglesi 2, morti e 155 feriti.

Kléber G. Il.

I<lenau Cio\·anni

Kleist (Pcderico, conte di Nolle11dorf). Generale prussiano (1762-1823). Si bauè contro i Francesi. distinguendosi a Kulm, a Nollendorf, a Lipsia, a Laon . Un altro generale K. (Giorgio), n . nel 1852, dive nne nel ' 9?7 ispellore della cavalleria tede.ca. K lenau (Giova11111). Generale austriaco (r758-1819). Si l>auè comro i Francesi in Germania e po, in l talia (17g6) col WUimscr, raggiungendo il grado di magg. generale nella campagoà d'Ital ia del 1799. Continuò a combattere contro la !"rancia napoleoni.;a e nel 18i3 era gene rale cli cavalleria.

Klobuk. Piccolo forte dell 'Er,.cgovina, adiacente alla frontiera col :Montenegro (1878). Durante la spcdi:,,,ionc austriaca ,n Bosnia, rappresentò l'ultimo punto cli resistenza deg li insorti contro d ue brigate austriache agli ordini del gen. Jovanovic. Questi mise in posizione 12 cannon,, smantellò i piccoli pezzi del forte e costrinse 1 clifc11sori , dopo 4 giorni di resistenza, ad abbandonarlo e a rifugiarsi nel Montenegro, dove furono disarmati. li forte venne fatto saltare dagli /\ ustriacr. Kluk (1'011). Generale tedesco (1846-19:rs). Partecipò alla guerra ciel 1866 e a quella dd 1870-7 1, raggiungendo la carica d i Ispettore d'armata nel 1913. La 1,,uerra mondiale lo vide a capo della 1~ armatn tedesca , con la quale


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csegul ali' estrema dr. dcli'esercito la grande conversione sino alla Marna. Nel 1916 lasciò il comando e passò a servizi territoriali.

K Iundert. Borgo dell'Olanda nel Brabante sopra un ramo della Mo~a. Durante la guerra della Rivoluzione era una piccola piazzaforte che il 27 frbbraio 179~ !u investita dai Francesi. La guarnigione olandese, di appena 16o u., resistette sino al 6 marzo; allora inchiodò i cannoni, in seguito all 'inccndio del forte, e si ritirò ,·erso Willicmstadr. Ma, attaccata dal nemico e avendo avuto ucciso il comandante nello scontro, cedette le armi. Kniaziewicz (Carlo). Generale polacco (1762-1842). Partecipò a Jl'j nsurrczione del 1794 e fu poco dopo pro• mosso generale di brigata. Nel 1798 entrò nella k gionc polaccà organizzaca a favore della Francia. Sotto il Championnct sì segnalò a Napoli, a Magli2no, a Terni, a Gaeta. Nel 1800 si distinse nella Campagna del Reno e nel , 18or ricornò in Polonia. Nel 18r2 riprese. servizio ; si distinse alla Mosco\'a ecl a lla Beresina ove rimasé gravemente ferito.

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Koefia. Oa,i presso Bengasi, da cui prei>e nome un combattimento (28 novembre 1911) durante le operazioni per il consolidamento dd l'occupazionc della città e l'alloncanamento da essa dei campi dei ribelli. Il combattimcnco fu sostenuto da una colonna uscita da Bengasi, agh ordini dd generale D'Amico, diretta sull'oasi, dove " concentravano, allo scopo d i attaccare Bengasi, i ribelli. Questi ultimi, v1gorosamcnce ~ss3Jici dalle truppe italiane, furono sconfini e sbandari. Koevorden. V. Coevordm . Kolciak. Ammiraglio russo (1874-1920). Partecipò alla guerra Russo-giapponese al comando di una torpediniera a Port Arthur. Tornato a Pietrogrado, fu insegnante all 'Ac• cademia navale. Combattè durante ta · ~erra nel Baltico contro i Tedeschi, e nel 1916 col grado cli contrammiraglio ebbe il comando della flotta del mar Nero. Scoppiata la rivolu,ionc (1917) $Ì ritirò in Siberia e vi organizzò, con cemro a Omsk , le forze controrivoluzionarie . Ebbe qualche ,uccesso nel 1918 e nel 1919, ma poi fu battuto dai Bolscc"ichi e inscguico sino ad lrkutsk, dove, caduco nelle loro mani, "enne fucilato.

Knolles (Roberto). Capitano di vcnturn inglese (13171407). Combàttè nelle file inglesi contro i Francesi in Bre• tagna, poi armò una compagnia di ventura e devastò con essa la Normandia, la Guascogna, la Borgogna. Partecipò alla ~attaglia di Auray, e infine si ritirò in Inghilterra. Knorr (Emesro). Ammiraglio tedesco, n. nel 1840. Fu lungamente addetto ai servizi tecnici della marina (idrografico e costruzioni navali) e poi divenne capo di S. M. Comandò le navi tedesche nei mari africani quando la Germania occupò territori (1884-1886) fondandovi colonie ed ebbe il comando in capo della marina da guerra dal 1895 al 1899, anno in cui per dissensi coli 'imperatore andò a riposo. Kobrln. Borgo della Polonia, sulla Muchawicc, affl . del Bug nel distretto di Grodno. Il 27 luglio 1812, una brigata sassone appartenemc al corpo del Reynicr, aveva preso posizione a K. quando fu assalita dapprima dalla divis. russa del gcn. Lambert, e, impegnata con questa, venne circondaca dal resto del corpo russo del Tonnasov: dopo 9 ore di lotta, la brigata fu obbligata alla resa . Il Rcynier aveva mosso verso K., ma, all'annuncio del disastro, battè in ritirata. Koch (Giovannt Battista). Generale e scritcore mii. francese (1782-1861). Fece le campagne dell'Impero e fu aiutante di campo (1813) del gen. Jomini. Sue opere principali: " Storia delle campagne della rivoluzione »; « La campagna del 1814 "; « La campagna dei Russi nell 'Asia Minore, 1828-29 »; ccc.; inoltre collaborò alle opere dello Jomini e redasse il « Bollettino delle Scienze Militari •. Kodama (Glu111arò). Generale giapponese (1852-1906). Nel 1892 fu nominat~ miniscro della Guerra, e conservò questa carica durante la guerra Cino-giapponese. Nel 1898 fu nominato governatore dcli 'isola di Formosa. Nel 1900 ebbe d,i nuovo la carica di ministro della guerra. Durante la guerra Russo-giapponese, ebbe la carica di capo di S. M. dell'escrcico in Manciuria; dopo la guerra tenne la stessa carica in patria fino alla sua morte.

Ammiraglio Kolciak

Kolding. Città marittima della Danimarca, in fonclo al fiord omonimo, sul Baltico. Il 23 aprile 1849 vi si svolse un combattimento che appartiene alla guerra dei Ducali. li gen. tedesco von Bonim, al comando di miltzie dello Schsleswig-Holstein, venne attaccato dal gen. danese Bulow e dapprima cacciato con forti perdite dalle sue posizioni. Ralle11tatosi l'actacco, il Bonim riusd a contrattac• care e a riprendere le posizioni perdute, coscringcndo i Danesi alla ritirata. Kolin (o. Neu-Kolù,, o Kolli11). Città della ('.,ecoslovacchia, nella Boemia, sull 'Elba. Il 18 giugno 1757 vi si combanè una battaglia (detta anche di Pla11ia11) che appar• tiene alla guerra dei Seuc anni. Essa segue la battaglia di Pral,ra, dopo la quale Federico 11 aveva assediato la città, coli 'idea di riunire poi le forze per battere 1'esercito auscriaco che, comandato dal Daun, era srato inviato da Maria Teresa per soccorrere il principe di Lorena, assediato in Praga stessa. Per fronceggiare il Daun, Federico aveva inviato in osservazione il corpo del Bcvern, composco di 10 bgl., e 85 sqdr. (19.000 uo;,..ini), ma, all'avviso che il Daun muoveva verso Praga, decise di lasciare parte delle truppe al comando del Keith per continuare il blocco della p iazza e col resto delle forze (10 bgl. e 15 sqdr.) mosse su K . ordinando al Bevern di venirgli incontro. Presso Planian avviene il 16 giugno la riunione delle due masse prussiane; complessivamente 33.000 uomini cli


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OWESN(tz

Pruss iani

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CJ Auslrlaci

- - - - - - - • k m. Dattoglia di Kolin (1757)

cui 14.00() cavalieri, con 62 pezzi kggeri e ::8 pesanti. li Oaun nella stessa giornata giunge a Krychoow con 54.000 uomini, di cui 19.00() cavalieri, e 6o cannoni. fc<.lerico Il decide di attaccare il Oaun e il 17 giugno avanza in due colonne verso K., mentre il Dauo, dapprima schie• rato con fronte ad ovest, cambia fronte e sch iera le sue forze parallelamente alla grande strada Planiao sul fianco dr. della direttrice di marcia dei Prussiani, sopra una serie di piccole coll111e. Federico H, sulla base delle informazioni avute sul nem ico il giorno 17, concepisce il suo piano d 'attacco : egli intende avanzare lungo la direttrice Planian-Koliu e aggirare jl fianco dr. <.!egli .A.ustriaci: è fa. cile prevedere fin d 'ora che cosa avverri : per effetto del mutato schieramento dell 'cscrcico del Daun i Prussiani sfileranno col fianco dr. cspo5to al nemico e dovranno attaccare gli Austriaci eseguendo un cambiamento di fronte a destra in condizioni estremamente critiche. Secondo gli ordini di Federico, l'avanguardia (Hiilsen: 7 bgl., 5 sqdr., 6 cannoni pesanti), giunta all'altezza di Krzcetschor deve volgersi a sud e dirigersi a tale localid; il grosso, che segue a 1000 metri, deve volgersi anch'cs,o a sud, in modo che la sr. (principe Maurizio d' Anhalt) $0Stenga l'Hiilsen, il centro (Bevern) prenda per direzione Libodrzitz, e la dr. Chotzemitz. La cavalleria dell'ala sr. (30 sqdr. ag li ord ini di Pcnavairc e 15 del Krosik) all 'estrema ala dell'Hiilsen, q uella di dr. (r6 sqdr. agl i ordini di Schonaich) all 'ala dr. nella valle di Pobortz. Lo Ziethen, con la cavalleria di riserva, raggiunto Kutlirz, deve con ampio giro arrivare per Radowesnitz, a tergo della posizione nemica. Siffatte disposizioni non si adattavano alla sicuazione reale: l'aggiramento si doveva trasformare perciò in una azione frontale. L' avanguardia dell'Hiilsen: è la prima a subire le conseguenze dtll'crrore concettuale del Re cd i: accolta dal fuoco concentrico dcli 'artiglieria ali 'altezza di K.rzcetschor. Analoga sorte tocca alle truppe del grosso, non appena si accingono ad avanzare su Brzistwy e Chot• zemitz, e subiscono forti perdite. li Daun intanto sposta truppe dal centro e dalla sr. e prende con esse di mira il fianco sr. dcll'Hiilscn; contemporaneamente ordina all'ala se. di avvolgere il fianco dr. delle truppe prussiane avan-

zacesi su Chotzemitz. Si u·atta di una manovra di attanagliamento che ha molte probabilità di riuscita. Federico, sorpreso, tenta di ristabilire la situazione, ordinando: al Mastein di portarsi avanti ad ovest di Chotzemitz per parare alla pericolosa mossa del Dauu; all a cavalleria del Penavairc dì sacrificarsi caricando a fondo in pieno il fronte nemico. Egli siesso, a cavallo con un manipolo di ufficiali, si getta avanti per dare ' l'esempio. Ma tutto è vano: la fanteria, decimata dal fuoco, minacciata da tutte le parti, vacilla, quindi si sbanda; la cavalleria è mezzo distrutta. Anche lo Ziethen non riesce ad aver ragione della cavalleria austriaca del Nadasdy e soffre perdite dal tiro dei pezzi austriaci; non vi è più nulla da sperare ed al Re non resta che impedire lo sfascian1ento totale dell'esercito, già in piena ritirata su Planian. In questo momento il Daun lancia all'inseguimento la cavalleria di fon do valle di Pobortz, presso H radenin, che non aveva ancora preso parte alla battaglia, ed il distaccamento dislocato avanti a detta località. Siffatto inatteso nuovo attacco determina la rotta definitiva e completa dei Prus~iani: tenta il Bevern, che ba ancora sottomano alcuni battaglion i, dì arrestare gli Austriaci, ma non vi riesce e deve anch'egli retrocedere. Finalmente, per la eccessiva prudenza del Oaun e per il valore di un battaglione della Guardia che sta saldo all'estrema retroguardia, l'inseguimento cessa ed i resti prussiani possono allontanarsi. La bateaglia fu sanguinosissima; interi reparti prussiani giacevano morti ancora conservando l'ordine dei ranghi. In grande parte erano stati falciati dalle buone artiglierie del Daun, le quali spararono 5200 colpi. La guardia di Federico, composta dei migliori uomini della Prussia, fu quasi interamente distrutta. 1 Prussiani perdettero circa 14 . 000 uomini e 45 pezzi; g li Austriaci circa 8.000. Koller (Francesco) . Generale austriaco, n. nel 1767. Colonnello nel 18o5, generale nel 1809, nel 1814 fu uno dei commissari incaricati di condurre Napoleone all 'isola d 'Elba. Nel 1821 {u intendente generale dell'esercito inviato a Napoli per reprimervi i moti. Kolokolzov. Capitano russo d'artiglieria, del scc. XIX. Ideò nel 1876 le artiglierie scomponibili: un cannone da


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8 pollici scomponibile in cinque parti fu adoperato a Gimgin nd 1877. Armstrong fabbricò con tale sistema cannoni da campagna del calibro 6.3.

Kolubara. Fiume della Jugoslavia, af/1 . della Sava. Battaglia della Koluba,a (22 novembre-9 dicembre 191~: guerra Mondiale). Dopo gli avvenimenti del settembreottobre sulla Orina, i Serbi avevano ripiegato dietro la K. e si erano schierati con la 2a armata, appoggiata alla Sava in corrispondenza di Obrenovatz, e la 1 •, alle cui dipendenze era passata anche J'armata di Uzizc; fra le due, la 3~ era in collegamento con la 1• in corrispondenza di Lazarcvatz. I Montenegrini non avevano seguito questo movimento, ma si erano collocati a guardia della loro frontiera settentrionale. A riempire i vuoti prodotti dalle malattie e dai combattiincnti sono giunte ai Serbi le nuove reclute; la Russia ha inviato 100.000 fucili; la fiducia e la disciplina, per un momento scosse, stanno rinascendo. Gli Austriaci h anno avanzato lentamente e con difficol tà a cagione delle intemperie e non hanno potuto tra~portar seco nè le artiglierie pesanti nè il materiale da ponte. Essi hanno la 5• e 6~ armata sulla Orina: a N. la prima e a S. la seconda: l'VIII corpo è a cavallo della Sava, quindi il XIII, il XV, il XV]. Da tali posizioni avanzano verso le K. dove giungono a metà novembre,

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anaccando su tuuo il fronce del fiume, ma premendo specialmemc sulle ali serbe, che cedono trascinando nella ritirata il centro: l'ala dr. scopre così Belgrado. Tuuo l'esercito serbo si schiera ora sul versante occidentale del l'a ltipiano a terzo del quale scorre la Morava. Giunti gli equipagg i da ponte, le due armate austriache passano in forza la K. cd il 22-23 attaccano la nuova linea serba (iniziando così la vera battaglia della Kolubara) e conseguendo notevo li vantaggi, specialmente alla loro sr., dove !"VIII corpo riesce ad incunearsi fra la 2,,. armata cd il Danubio, cd al centro, dove il 25 novembre si stabiliscono sulle aln,rc di Lazarevatz. Lungo i l Lig l'at• tacco comincia il 24 da parte de, corpi xin e XV, ma solamente dopo quattro giorni di lotta accanita riesce I'attaccante a porre piede sulla riva opposta, pcrchè sempre vigorosamente contrattaccati. Anche nella regione Suvobor Rud.n.ik si lotta accanitàmentc in mezzo alla nebbia e fra bufere di neve, ma anche qui grandi le perdite ed il logorio dell'attaccante, scarsi i successi ch'esso riesce ad ottenere. In tale situazione, il voi,·oda Putuik, capo dell'esercito serbo, nonostante la sua inferiorità d i fonc e di mezzi , non vede altra speranza d' L•~cire dalla critica situazione con onore e vantaggio che nello sferrare quella controffcnsi,·a da lui sempre vagheggiata e che accuratamente ha

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AUSTR I ACI

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Battaglia della Kolubnrn (t9t4): Austriaci: 1 , 29• divis.; 2, metil deUa 7• divis.; 3, Vili c. d'A.; 4, 36• divis; s, 42• divis.; 6, 48• divis.; 7, divis. cavallerio; 8, 50• divis. 9, 18•; divis.; 10, 4• brigata da montagna; 11 , 17• brigata da mootagna; 12, ~lontcnegrinL Serbi: 13. armata di Uzizc; q ., 1• armata; 15, 3• armata; 16, 2• armata


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preparata nelle settimane precedenti con provvedimenti energici: gli studenti, ràccolti ed istruiti nei depositi, sostituiranno i sottufficiali caduti; le reclute son.o inviate a riempire i vuoti delle unità pi11 provate, e più specialmente a quelle della 1a annata, cui verrà affidato il principale compito della nuova offensiva: la 1a annata (3 divis. : nanubio 1• e 2a e Morava) viene rin forzata da lla divis. Drina 1a. Gli Austro-ungheresi il 2 dicembre, anniversario dell'imperatore, sono entrati a .Belgrado e Pot.iorck, loro capo, ne fa omaggio al suo Sovrano : sarà questa una causa del loro indebolimento che ~ellderà più tragica la loro ritirata . È opin ione di Potiorek che l'esercito se,;bo sia giunto agl i estren1i : invece c,sso va rimettendosi; è co11eentrato, è in una n1ano fertna e sicura; 1ncntre le forze avverr sa rie sono disseminate su esteso fronte, molto provate, col morale depresso e con molti urgenti bisogni da soddisfare ; cd invece d 'àpprofittare, per tale scopo, della conquistata forrovia Obrcnovats-Valjevo si vuole àttaccare- subito. L:1 5• armata aveva perciò ordine di porta re il suo attacco da 11ord a sud, spuntando l 'ala dr. serba non più bene appoggìata al fiume, mentre la 6a doveva continuare i suoi progressi da ovest ad est: i l Xlll e il XV C . d'A. costituiscono il ~entro del dispositivo austro-ungarico: quello doveva proc<ldcrc da Lazarevats a sud, questo dà! Lig superiore; il XVI corpo ave,•a per obiettivo la linea Golubats-GoIOÌS Milanovats. All'estrema ala sud, la rS~ divis. e la 4a brigata da montagna continuano ad attaccare vanamente Ciaciak ; la 17a brigata da montagna è impegnata contro i Montenegrini. Gli Aust riaci disponevano di 13 deboli divisioni, distese S\l r20 km. N"ei Serbi il proposito dell 'offensiva ha risvegliato la fiducia e con essa le energie, tanto più eh.e in attacchi parziali l ' avversario dà prova di stanchezza e di mollezza, Erutto delle condizioni · organiche e fisiche i.u cu i sl tfova. li voivod"- dispone che il 3 dicembre le annate attacchi no l'avversario « ciascuna in corrispondenza della propria fronte, costringendolo alla ritirata ». E fin dal primo giorno, l'offensiva si presènta sotto buoni auspici. Il ritorno ofknsivo della 1a armata sorprende gli Austriaci che ritenevano invécc di poter avere presto ragio,{e della difesa Serba ed aprire così la valle della Morava occidentale,, dove sarebbero discese la 183 divis . e le due brigate da montagna. A mezzogiorno tutte le posizioni di riva sr. del Lig sono in mano dei Serbi, i quali vanno incu neandosi fra il XVI corpo d'armata e la 18• divis. di fanteria, impegnata contro l'annata di Uzize. Anche alla 33 armata, non appena potè venire aiutata sulla sua sr. ed alla dr, della 13 armata, r iuscì di superare la ,esistenza nemica e raggiwlgere il Lig. Meno accentuati e pi(t contrastati ancora i successi della 2• annata, che però a sera vede le forze contrapposte ritirarsi verso la K. Solamente alle due ali estreme gli Austriaci non solamente hanno arrestato ogni progresso dell'avversario, ma tendono a farne essi stessi. Viene subito provveduto dal Pumik a rioforzare 9.uestc due ali, specialmente la settentrionale, più debole e più minacciata. Il 4 dicembre , e poi j l 5, la co11troffensiva serba non ottiene risµ ltat i brillanti alla dr. ed al centro; ma m olto migl iori ne ottiene alla sr., in corrispondenza della 1• armata. li 5 la ritirata del XVI e della sin ist ra del XV corpo austriaci ha carattere di rotta. Anche la 2• armata, in questo giorno, è .iuscita a sfondare in ;parecchi punti il fronte nemico, ma, in corrispondenza del settore affidato

alla « Difesa di Belgrado " (truppe con fronte a nord a protezione della dr. della 2a armata) la r esistenza è agli estremi e la <livis. Zimak ra non è ancora giunta a rinforzo. Giungerà il dì appresso, ma, date le sue condizioni, non pot rà entrare in azione che il 7. Fortunatamente per i Serbi, le cose vanno sempre meglio alla loro sr., poi che anche l 'armata di Uzize è riuscita ad aver ragione dcl)a J8& divis. e delle brigate da montagna. li 7 la vittoria dell'ala sr. è completa, e le due armate che la costituiscono passano al decisivo inseguimento de~! 'avversario, il cui ultimo conato di resistenza è davanti Valjevo, che però l '8 cade in mano serbe; la 3" armata passa il Lig e la 2" ba rigettato il Xlii corpo austriaco sulla riva sr. della K. Con l 'in tervento della divis. Zimok J• sì resiste frattanto disperatamente all 'estrc11:1a ala nord. Avendo respinto il centro del nemico sulla sr. della K ., jl

voivoda

v iene ad avere diviso lJesercito au~triaco j n

due tronconi: egli il 9 impartisce istruzioni per approfittarne: le armate di Uzize e 1a continuano l'inseguimento verso Drina e Sava del troncone di destra; la 3• armata convCJ·ga a nord e si ponga in misura d 'operare sul fianco destro del troncone di sr. che la 2• armata c la « Difesa di Belgrado ,, sospi.ngerànuo verso .Belgrado. Ed i:, sostanzialmente, ciò che accade, nonostante quakh~ tentativo d i resistcn~a (II dicembre) da parte di unità della 5" armata, specialmente I'VIII corpo. Contribuì certo ad accrescere le conseguenze del disastro austriaco la ripugnanza ad abbandonare Belgrado. Ma nella notte sul 15 dicembre l'evacuazione della testa di ponte, appena abbozzata ciel resto, si compie. Gli Austriaci lasciarono 40.000 prigionieri e 130 cannoni nelle mani dei Serbi, i quàli rientrarono a Belgrado, ma non _poterono sfruttare il successo ottenuto per esaurimento di forze e di mezzi,

J,e fortificazioni di Komorn ( 1 849)

Komorn (o Komamo, allt. Comora11i11m). Città della Cecoslovacchia, sul Danubio, presso il confine ungbcrcse. Venne fortificata da Mattia Corvino e restaurata nel 1808. Fu assediata dai Turchi nel 1594 e nel 16631 e bloccata dal 31 marzo dagli Austriaci, durante la rivoluz ione gherese del 1849. Allora nelle sue vicinanze si svolsero due battaglie, una che fu detta di /ks, e una propriamente dcttà di Komom. Quest'ultima si conibattè l' 1 J luglio, fra un corpo

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ungherese agli ordini del Klapka e unq austriaco agli ordini del gen. Haynau: circa 40.000 u. per parte, ma più forti gli Austriaci in artiglieria. Quest'arma decise le sorti della battaglia, che fu perduta quando gli Ungheresi ebbero i proori cannoni sopraffatti da quelli avvc/sari. Klapka s:i chiuse in città. Il 7 .sèttembre, il gen. Nugent era iucaritato di. portare a compimento le operazioni d'assedio, e il 28- settembre K., ridotta ad essere l'ultimo baluardo della rivoluzione ungherese, veniva costretta alla resa.

Kondurscinskaja. Borgo della Russia, nel gov. di Samara, sulla Condurscia, subaffl. del \'c lga. Il 19 giugno 1391 vi si svolse una battaglia fra Tokta111isc, mongolo dcli 'Orda cl 'Oro e ribelle a Tamerlano, e quest'ultimo che marciò contro di lu; per' castigarlo. Toktamisc, con raia dr. del suo schieramento, sbaragliò la sr. del suo · avversario, ma Tamerlano, fatto un cambiamento di fronte e tenute a bada le restanti truppe avversa(ie, fronteggiò l'a)a nemica vittoriosa e dopo aspro combattimento la sbaragliò. Allora Toktamisc si salvò con la fuga, mentre .i suoi tesori e la famiglia cadevano ne l!~ manj del vincitore, che saccheggiò il paese e trasse con sè m6lti prigionieri. Konia (o Co11i.1, Konieh, ant. !conio). Città dell'Asia Minore, capo!. della Laconia, poi di vilajct turco.

I. Battaglia di Kon,a (090). Appartiene alla terza crociata, e fu combattuta p resso la città jl 18 maggio fra Cristiani e Saraceni. l primi, comandati da Federico Barbarossa, divisi in tre colonne, assaltarono il compatto schieramento avversario, mettendolo in rotta e prendendo d 'assalto la città.

TARTARO • TURCOMANNI

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Battaglia di Konia: 1, Asiatici (Ja.kub); 2 1 Amurat; 3. Balcanici (Baiazet); 4, G ianniz7.efÌ; ,5, Cavalleria tartara.; 6 1 Fanteria Turcomanna; 7, Cavalleria 'l'uicomanna; 8, riserve.

li, l3attaglia di Ko11ia (1336). Fu combattuta fra i Turchi, condotti da Amurat I, e i Tartaro-Turcomanni, guidati da · Alì Beg. Avanzarono per primi i giannizzeri turchi e, affrontati dni leggeri cavalieri tartari, resistettero dapprima e li sbaraglian;mo poco dopo. La fuga della cavalleria nemica diede la vittoria ai Turchi, i quali, avao.zando con tutta la linea sulle fantel'ie tartaro-turcomanne, le misero in rotta.

III. Battagbà di Konia (1832). Appartiene alla guerra Turco-Egiziana, e fu combattuta il 21 dicembre, fra l'esercito egiziano, agli ordini di Ibrahim pascià, e i T urchi, comandati dal gran visir. I primi, meglio armati e beo disciplinati, ebbero dopo aspra lotta piena vittoria sui secondi, che erano più numerosi. Il gran visir rimase prigioniero dei vincitori. Koniggratz. V. Sadowa.

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Koniginhof (ora Dvu,: Kràlove). Città della Cecoslovacchia, in Boemia, sull 'alta Elba. li 29 giugno 1866 vi si svolse un combattimento che appartiene alla guerra di quell'anno fra Austria e Prussia. Una retroguardia austriaca del X w rµo, rdstituita di 10 cp. della brigata Fleischacker e di unq sqdç. e mezzo d 'ulaui fu quivi assalita dal! 'avanguardia prussiana apparteocute alla Guardia. Riuscl a questa di prendere X ., ma subilo r' dopo fu arrestata dal fuoco di alcune btr. del X corpo in posizione a sud della città. Nello stesso giorno, a Schwcinschiidel, il l V corpo austriaco veniva anaccato dalle tru!)pe del!o Steiomctz e respinto verso Jaromer. . Il giorno dopo, fra questo centro e K. , avvenne un nuovo urto fra i P,ussiaui e gli Austriaci: ma questi ult1m1, essendo loro giunta la notizia della sconfitta d , Jicin. bauerono i_n ritirata. Koningsberg. Città capo!. della Prussia Orientale, sul Pregel, fondata nel 1255 dai cavalieri dell'ordine Teutonico che la protessero con un castello . Nel secolo scorso venne fortificata, con cin• ta poligonale e 12 forti staccati a 4-6 km. dalla cinta, di cui 7 sulla dr. e 5 sull~ sr. del Pregel, terminati ad 1892 e completati da batteAntica bandièra dj Konigsberg rie negli intervalli, da ricoveri e magazzini blindati. La fortezza è rimasta anche dopo i rrattati di pace del 19r9, e vi fu costruito anche un aeroporto.

I. -Convenzione di Kònigsberg (« Patti feudali » fra Svezia e Brandeburgo • q gen naio 165S). Poichè nella guerra Svcdo-Polacca il te di Polonia lasciò senza difesa il ducato di Prussia, l'Elettore rinunzia per sè ed er~di al legame vassallatico, che lo univa a quello Stato e riconosce il ducato stesso come feudo della Svezia. Entro l'anno l'Elettore riceverà l'investitura, con l'obbligo di garautirc al)a Svezia gli acquisti fatti e da farsi nella presente guerra. La Svezia gli conferisce in feudo l'episcopato di Ermeland. Incominciata la guerra contro la Polonia, Carlo Gustavo di Svezia in1padronitosi d'una gran parte del paese, era entrato nella Prussia. L'Elettore, cl1e mirava a scuotere il g(ogo polacco, non era disposto a cambiarlo con q uello di Svezia; ma, stretto dalle circostanze, e poco potendo sperare dall'Olanda, sempre lenta µel deliberare, come portava la forma del suo governo, conchiuse il presente trattato, un trattato fondato sulla violenza, e che pe~ciò non doveva durare a lungo. II. Trattato di Konigsberg (24 febbraio 1656). Segna la alleanza tra Francia e Brandeburgo, per mantenere )a pace di W estfalia e difendersi reciprocamente. La Francia assisterà l'alleato con un corpo di 5000 fanti e 1200 cavalieri; I '.Elettore fornirà 2400 fanti e 600 cavalieri quando la Francia oc avrà bisogno per difendere gli acquisti fatti con la pace di Westfalia. Durata del trattato, 6 anni. lii. Occu('azione di Kouig.sberg (16 giugno 1807 • Guerre déll 'Impero, campagna di Polonia). Dopo Friedland, mentre Napoleone inseguiva il nemico in · ritirata, per tagliare ai Coalizzati la vi.a di K . , Murar, colla cavalleiia e i corpi di Soult e Davout, avanzava verso quest'ultima piazza,


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il 13 giugno la raggiuuge,·a, poco dopo che il corpo Prussiano del gcn. Lestocq l'i si crn chiuso. Altre due co,lonne russe, forti d ì circa 4000 u., che tentavano d i gua<lagnare la fortezza, furono il medesimo giorno circondate -dalla cavalleria francese e prese prigioniere. !'.:ella serata le truppe del Murat occuparono i sobborghi. Il 15 i Fran·C<'SÌ rimasero sotto la pinza; vi c n1rnrnno il 16 q uando i .Prussiani, saputo l 'esito della battaglia di Fric<.lland, l 'abhandonarono. Caddero nelle mani del ,·incitare 200 bastimenti carichi che si trovavano nel porto, 20.000 feriti ,russi e pnissiani, i mmense quam it:1 d i provvigioni da guerra e da bocca, e 160.000 fucili. ,e

KÒ.nigsek (Lotario). Fcld -maresciallo austriaco (16731751). Comandò nel J 734 I 'armara in I talia e perdette la 'banaglia d i Guastalla . Nel 1736 presiedette il consiglio d i g uerra; partecipò infine alla guerra per la Successione <I' Austria. Konigsmar k (conu· Gio/J/lrwi Cristoforo). Gc11erale svedese (1000-1663). Cornbmè nella guerra dei Trenta anni ~ comandò gli Svedesi a Norcllingcn. li figlio, duca Ottone G1<glielmo ( 1639-1688) fu al servizio di Luigi XIV cl i Franc ia ( 1672) distingucndo,i a lvlacSll'icht ed a Sencf; poi al servizio di Carlo XII di Svezia combattendo per lui in Germania; poi al servizio ddl'lmpcro, combattendo contro i Turchi in Ungheria; i11finc ( 1GS6) al servizio della repubblica d i Venezia, disting uendosi all 'assed io cl i Atene nell'anno succ<·ssivo, e morendo ndb spedizione di Ne_groponte.

Kò'nigsstein. Borgo de lla Germania, presso F.-ancofortc, nel medio evo munito di castello. F u preso nel 1745 <lai maresc. fr.rncesc Maillcbois, nel li92 dal gen. Custine, nel 1793 dagli Alleati che dO\·ettcro blocean ,, prima di ottenere la rc~a, una guarnigione (rancc,c d1 400 u . per t re mesi; nel 1796 d ai Francesi del Moreau , dopo pochi giorni d 'invcslimemo . Kò'n igswartha. • Borgo della Cerm:inia, a N. di Bautzcn. li 18 maggio 18 r3, il gen. Sa11t' And rca, co n u na brigata della divis. italiana Peyri (15&) attaccò K. d ifesa da 6ooo li. del corpo del Bardar e l'occupò di vi,•a forza. La mattina del 19 il Pcyri stesso con l'altra brigata della propr ia d ivis . raggiunse il Sanl 'i\ ndrca, concentrando a K. circa 7000 u. e 12 can noni. ~cl pomeriggio, qutMc forze ,·enncro attaccate da circa 20.000 Rllsro-Prussiani agli ordini del Barclay e sostennero con energia una lotta ineguale fino a sera, quando arrivò a liUerarli, e a consentirne la rit i~ r ata, la cavalleria del V corpo (N C)') comandala dal Kellermann. Le perdite degli Italiani ammontarono a 2700 fra morti, feriti e prigionieri. e 5 cannoni. L'artiglieria, comandata d al magg. Armandi, si sacrificò per la salve22a delle fanterie.

Konitz. Città della Polonia, Prussia orienrnlc, ant. fortificata .

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appartenente

alla

Bat1aglia di Ko11irz ( 18 settem bre 1454). Appartiene alle guerre fra l'Ordine Teutonico e i Polacchi. Vi s, scontrarono gli esercit i teutonico, forte di 10.000 u . e quello polacco, costitllito da 4n.noo combattenti. L1 battaglia si svol,c sollo le.: mura della fortezza dove i T eutonici , per sopperire alla scarsità del numero, si disposero appoggiando I~ ali a due paludi, . e co~tringendo co,ì i Polacchi a manovrare 111 fro11lc mollo ristretto, dove malagevole era

KoR

;rnche l'impiego della cavalleria. Dopo un primo momento di incertezza per 1'impeto del nemico, i Teutonici l'ali-

da mentc resistevano, n1cntrc 11n corpo di n1jllc cavalieri, comandaro dal come Enrico di Plallcn, g irando incorno alle paludi, attacca,•a il fianco della seconda linea nemica che si apprestava ad andare di rincalzo. La sorpresa riuscl pienam~nlc e l 'cscrci10 polacco, col Re C.i,irniro che lo comandava, fu messo in rotta completa, perdendo 6000 u., 16 cannoni e tutti i materiali.

Konz. Villagg io della P russia, nel distr . di Trcviri, sulla Saar, presso alla conA ucnza con la Mosella. Battagli" di K o11::-Saarbriick (11 agosto 1675). Combattuta frn Imperiali e i"ranccsi. li duca d ì Lorena passò la Saar s11 tre colonne ( 16.000 u.), l:1 centrale di fanteria per il ponte di K., non guardato, e le laterali di cavalleria, per due guadi pure incu,toditi, e avanzò contro i Francesi, accampati sulla clr. della Saar e comandati dal Créqui (6ooo u .). Questi lanciò alcuni squadro ni contro la fanteria imperiale, ma essi, m inacciali ,falle due ali di cavalleria avversarie, si sbandarono e ~i diedero alla fuga. I.a fantcrìa francese, assalita vigorosamente dalle tre colonne del duca, dopo brc,•c resistenza fu sopraffau.i, sgominacn e messa in fuga, subendo grav i perdite e abbandonando a l vincitore i bagagli e le: artiglierie.

Korbach. C ittà della Germania, sull" lttcr. li 10 luglio 1760 vi si svolse un combatti ,ncnto che appartiene a lb guerra dei Sette Anni, e fu combattuto t ra i Francesi agli

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Co mbattime nto tli I<or bach

ordini del duca di Broglie (-H bgl. e 88 sqdr.) e gli Alleati (lngle,i, Annovaresi, Assiani, Brunswiekc,i) ai:li ordu,i del principe d i Bru nswick-Luneburg (22 bgl. e 23 sqdr.) . Quc,ti :Hlacca i Francesi sulle alture davanti a K ., ma, contrattaccato, l,1 sua ala <lr. è sbaragliata cd egli tenta invano di stabilire la situa,.ione: COM retto alla ritirata, b copre con una carica d i cavalleria in cui resta ferito, quind i si ritira sul co rpn del d uca di llru nswick , dal quale cr:i stato distaccato. Perdite: 800 li. da parte francese, ahreuanti da parte degli Alleati, i quali lasciarono 16 c:uu1on i sul ca mpo di battaglia . JI


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KOR

482 -

Koritza (Coritza). Città dell"Albania orientale, presso il lago di Prcspa. Fu occupata dai Greci nell'aprile del r9r4, ma abbandonata quando gli Alleati sbarcarono a Salonicco. Verso la regione di K. si appoggiava la sr. dtll'esercit0 d'oriente e la strada Santi-Quaranta-X. servì di rifornimento, dopo di essere stata riattata dagli Italiani. Per un certo tempo K. fu il centro delle bande albanesi di Essad pascià; nel 19 16 venne occupata dai Francesi, e vi fu costituita una effimera repubblica. Solo nel febbraio 1917 si ebbe una saldatura, a K., tra il fronte dell'esercito d"oriente e gli Italiani in Albania. Dai trattnci dd dopo guerra K. fu asseg nata all'A lbania. Kormend, Borgo dell'Ungheria, sulla sr. della media Raab, presso al confine con l 'Austria. l i i6 luglio 16~4 vi si svolse ,m co mba u imeoto che appartiene alla guerra d'Ungheria. Di fronte a K. si erano accampati, sulla dr . della Raab, i Turchi di Maomcno VI, al comando di Kiuprili pascià. Il Montecuccoli, con 12.000 u. d i caval leria avanzò fi no a K. per riconoscere il nemico , il quale attaccò il ponte del borgo e tentò di passare a guado il lìume. Ma la cavalleria del ~ootccuccoli riuscl a impcdjrc il passaggio, e allora i Turchi marciarono ,·crso il borgo d i San Gottardo, fiancheggiati ~ulla riva opposta dal Montecuccoli, il quale li vinceva il agosto nel la batt:tglia che fu detta d i Sa11 Gouardo (V.).

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Kéirner (Carlo Teodoro). Poeta tedesco (1i91-1813), detto i l T irteo della Germania. Nel 1813 si arruolò volontario e morì cornbaucndo. Tra una battaglia e ! 'altra com, pose molte poesie patrionichc, pubbl icate dopo la $Ua morte col titolo « Lira e spada ».

Kos

ton; nel 178g fu generale in patria e nel 179-1 dittatore della Polonia. Vinse i Russi a Racfawice, ma poi a Macicjoncc fu ferito e fatto prigioniern. Liberato nel 17<)6, andò negli ~rati Uniti e poi si stabilì io Francia.

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Kosel. Citt,, tiella Germa nia, nella Slesia. sull'Oder. ant. fortificata. Nel 18o7 subl un lungo assedio (dal 23 gennaio al 18 giugno) per opera dei Francesi (divis. del gen. Dcroy). li comandante, Ncumann, che disponeva di 4500 u ., si arrese qunndo 1,on ebbe più viveri ed onennc gli onori delle armi.

Kosciuszko Tadde~

Kosice (Kasc/1a11, Kam,, Cassovia). Città della Cecoslovacchia, sulla Hcrnad, affl. del Tibisco. Durance la rivoluzione ungherese del 1849, era stata occupata da un., divis. austriaca agli ordini del gen . Schlik. Contro la città marciò il 4 gennaio il gcn. ungherese Mcszaros, con 18 bgl. di honvcd, 1000 cavalli e t8 cannon i. Lo Schlik af. frontò g li avversari fuori della cma, e dopo accanita lotta riuscl a sgominarli, prendendo loro 10 cannoni e 550 prigionieri.

KorniJov. Ammiraglio russo del sec. XIX. Fu capo di S. M. delle forze russe nel Mar Nero durante la guerra Ji Crnnea. Dife~ Sebastopoli come comandante della fortezza e fu ucciso da una cannon.ita sul!a torre di Malakof. Komilou (/Avi' Georgi:uic). Generale russo (1870-1918). Ufficiale cl'anig lieria, panccipò alla guerra Russo-giappo• nese nel 190-i e all'inizio della guerra mond iale era comandante di brigata. Si d iAmmiroglio l{omilov stinse ln varie occa~ionì, anche quando circondato, venne pre50 prigioniero con un reparto russo dagli Auscriaci. R iuscito ad evadere, ebbe il comando del 25° corpo. Sul principio della rivoluzione russa, nel mano 19 17, ebbe dalla Dum:l il comando delle forze di Pietrogrado e tentò invano di frenare l'ind isciplina . Passato al comando del! •ga armata, auaccò g li Austriaci prendendo loro 100 can noni. Poi e bbe il comando del fronte sud-occidentale. /\fa le sue insistenze perchè fosse ripristinata intcgralmeme la disciplina mii. urtarono contro le idee del Kerenski, che lo destituì. Marciò allora con 60.000 uomini contro Piecrogrndo, ma a 20 km . dalla ca pitale le truppe lo abbandonarono. Rifug iatosi fra i cosacchi del Uon, ,•1 o rganizzò truppe per combattere i Bolsce,•ichi , e con un piccolo reparto di volontari li affrontò presso Ekacerinodar il 31 marzo 1918, rimanendo sconfitto e llCCl SO.

Kosciuszko (Taddeo). Generale polacco (17~6-1817). Comba tti: in America e fu aiutante di campo d i Washing•

Le fortificazioni di Kosel (sec. XlX)

Kossuth (Luigi). Patriotta ungherese (J802-1894). Nel 1848 fu a capo della rivoluzio ne ungherese contro l'Austria, ministro delle finanze, presidente del Comitato d,

Kossuth Luigi

Koszmovs"ky Giuseppe

d ifesa, governatore cli Pese e d ittatore, Dopo la sconfitta della rivo luzione, fu imprigionato; liberato nel 185 r , passò in Inghilterra ove fu amico del Mazzini, nel 1865 si stabilì a Torino dove riniasc sino alla morte,


- 483

Kos

Koszmovszky (Giuseppe). Generale ungherese, n . nel 1 881.

Frequentò la Scuola di g uerra e parteci pò alle operazioni della g uerra mondiale nelle truppe honvcd raggiungendo il g rado d i colonnello nel 1916 e dirigendo l'ufficio d'opcrazioni del gruppo d 'armate Kòvess. Dopo la guerra, col grad o d i magg. generale ebbe comando d i brigata (1927).

Kovacs (Aladar). Generale ungherese, nato nel 1875. Frequentò la Scuola di guerra ed entFÒ nelle uuppe honvcd . Durante la g uerra mondiale fu dapprima sul (ronte orientale e poi, per tre anni, su quello i taliano dell'Isonzo, partecipando alla difesa del Sabotino. Dopo la guerra, d ivenne gen. di brigata e po i di divisione. Kovess (Ermanno, di Kovesshaza). Feldmaresciallo austriaco (1854-1920,). Frequentò la scuola di guerra. All'inizio della guerra mondiale, eb be il comando del XII corpo in Trans.ilvania; poi della 3• e poi della 7• annata :

contro l'apertura della scatola serbatoio, si rovescia in avanti la maniglia e le cartucce, non p iù trattenute da lla ripiegat ura, scendono nel serbatoio. Questo fucile fu anche adotta to dagli Stati Uniti con la variante che il coperchio del serbatoio s1 apre verso destra

JIJ" K'". ncz

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Fucile Iv ag-Jòrgcnsens

ed in basso; il fucile fu 'chiamato Krag-Jorgensens mod. 1892-93. L a Norvegia adottò pure quest'ultimo sistema chiamandolo mod . 1893 . Con q llest'ultimo sistema, per ùem pire il serbatoio, non si fa uso d i caricatore.

Krakus (Krako) . Nome dato nell'epoca napoleon ica a una sorta di cavalleria leggera polacca, simile ai cosacchi, creata nel territorio di Cracovia . Era annata di lancia e carahina; partecipò alla guerra del 1813 i n Germania e l 'ul-

tima sua gesta fu quella della partecipnione alla battaglia di Drcsda, nelle file napoleoniche.

Krasnic-Zamosc. V . Leopoli. Krasnoi (o Kmsnyi, o Crasni1). Villaggio russo , a ovest d i Smolensk.

Kovacs Aladar

Kovess Ermanno

combatté in Serbia, Montenegro, A lbania; poi nel T rentino, ncl l'offcrisiva degli Altipiani; poi contro la Romania guadagnandovi il g rado cli feldm arescial lo . Legò il suo nome alla p resa di Ivan$orod , d i Belgrado, d i Ccmovitz.

Kovno. V. Kaunas. Krafft . (vo11 Dellme11si11gen) . Generale tedesco, n_. della Baviera. Com:and è, l ' « Alpenkorps >> tedesco nel la fronte ital iana nel 1916 e fu car.o d i S . M. del gcn . von Below a Capon:tto, nell 'anno seguente; su quest"ultimo avvenimento scrisse un 'opera' 111titolata: « Lo sfondamento del l'Isonzo,, . Krag.Jorgensens. Costruttori nel 1889 d i un fucile a retrocarica a r ipctiàone, adottato dalla D animarca col nome di fucile Krag-forgerisens mod. 1889. La canna è

I. Combattimemo di Kras11oi. Il r,1 agosto 1812, durante la spedizio11e di Russia, Murat, incalzando d ue regg . <l i Cosacchi che aveva battuto a Liady, giunse sul me7.ZO• giorno d inanzi a K . Dietro questa città avevano p reso posizione i Russi (d ivis. Neverovski) forti di 6000 fanti e 1200 cavalieri, con 8 bocche da fuoco; un regg. d i caval Jcrja d ifendeva l'abitato. Contro quest'ultimo in iziò la lotta la d ivis . Lad ru; in tan to la cavalleria francese, operando sul fianco sr. del nem ico, n1inacciava di avvolgerne 1a posizione. ]n q uesta situazione il generale Neverovski, che comandava i Russi, formate le proprie forze in colonna serrata, a ppoggiando la sr. su un bosco · di piop pi che fiancheggiava la strada, d ispose la ritirata. Il movimento sì era a ppena iniziato, quando la cavalleria francese, spiegatasi, caricò impetuosa1nentc , sbaragliò la 111assa nemica e prese coll 'artighcrja 800 p rigionieri. In seguito a questC! com battimcuto ti gen . Barklay dc T oll y ripiegò con tutte le proprie forze su Smolcnsk.

no-

porta anche il mirino cd il fermo d i sciabola baionetta .

11. Battaglia di Krt1sr1oi (Campag na di Russia : 18 vembre r812). Mentre Na poleone marciava su Orscia, il Kutusm· avanzava lentamente su K. , forte d i 90 .000' u. colla cavalle ria ben montata e oltre 5 00 bocche da fooco. Con-

li cuogegno di chiusura, a cilindro, girevole e scorrevole,

tro a lu i l'esercito Francèsc era ridotto a 42.000 ·cornbat-

partecipa del Mauscr e clello Ja rman. li meccanismo d i sca no è a molla spirale con armamen to automatico colla semplice alzata del manubrio del cilindro. li serbatoio con sta di una sca to la di lamiera assicurata al tub9 d i cu latta per mezzo <li due viri e provvista di coperchio a cerniera a l quale ~ ap p licato lo spingitoio. Le cartucce nd serbatoio sono disposte di fianco in numero di cinque . Un arresto <li ripetizione pcrrnecte di eseguire il tiro a caricamcu l6 successivo quando si vogl iono tcne rt: in riserva le cartucce del s.crbatoio . Il caricatore conta di un astuccio

tcnti, d i cui 5 000 cavalieri , colle cavalcature in · pessime con dizioni, q uasi senza artiglierie, poichè rlovute abban-· donare per via, seguìro da circa 30 . 000 sbandati, e a.ssilhto cont inuamente rla n umerosi d istaccamenti d i· Cosa·cchi. L ' imperatore il 15 a sera giunse a K. e seppe che lutto l'esercito nemico si trovava sulla sua sr., colJa dr. costituita dai corpo l\-1ilo r'1ciovi7., a Merlino, la sr. dinan7.i a K . e il centro davanti a Schilovo. L'imperatore vedeva il g rave pericolo che correva; ove si fosse riti rato avr·ebbt dov uto abbandonare il Beauharn ais, il Davout e il Ney, ancora molw ind ietro, verso Smolensk; fida ndo nella su a buona stella e nella esitanza del nemico, cieli.b erò pertanto d i restare.

avvolta da un n1anicotto di lamiera sottile, d'acciaio,. che

di lamie ra soudc d 'acciaio, dove le c artucce, una volta so 110 trattenute da una ripiegatura µruv\~ista di m ao ig li,i : per caricare col caricatore, si d ispone questo

introdotte,


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RUSSI Battaglia di Krasnoi (18 novembre 1812)

Il 17 novembre, po ichè il Milorarloviz occupava una posiàonc clic avrebbe tolto al Davout op;n i spe ranza di salvc.:zza, Pfapolconc deliberò di attacca re Kutusov il giorno seguente, fidando che questi, in conseguenza , avrebbe chia~ rnato a più strcuo contatto il proprio luogotenente. Iniziaro l ·au acco, i l Kutusov, cornc Naµulconc aveva .sperato, o r• dinò al Miloradovi:i; di stringere i l contatto, sì che sulla strada rimasero solo pochi reparti di Cosacchi. Incanto il r6 novembre il maresciallo D,J\'OUt, partito da Srnolensk, seppe che il principe Eugenio era srnto battuto, e che il Miloracloviz gli tagliava la strada , Capì di rlo vcr combattere prjma che il nemico s i rafforzasse, e fatto sapere al

Ney che la situazione l'obbligava a continuare la ritirata sen za attenderlo, avanzò. sino a venire a con tatto con i Russi, che

avev;:1110

preso posiz ione a

dr. della

strada .

Superata la loro resistenza con relativa facilità, in segu ito ,i lio spost amento cli Miloradovi,., il Davout avanzò sino a raggiungere le truppe di Napoleone e fu n1andato a rin• .forzare l 'estren1a sr. in pri ma linea, men tre l'in1perarnre

faceva eseguire il n1ovimcnto di ritirata a sc;1glioni, oltre K. verso Orscia, Dopo l \,rrivo di Davout , passando dalla ,d ifensiva .a ll 'oflcnsiva, il Kutusov spjnse avanti k sue -masse e in breve, avvolca dalla cavalleria e dai Cosacchi, la piccola schiera in torno a )Japokonc si trovò quasi com-

pletamente circondata. Fu allora che l 'iinpcratorc, vista disperata la partita, ordinò ai suoi di disimpegnarsi rassegnandos t ad abbandonare il Ney alla p ropria sorte , Troppo tardi il Kutusov decise l 'attacco ge nerale; i Fran-

A questa battaglia partecipò la Guardia ira lian;.i, e vi n •

rnasc ucciso il colonnel lo Cosimo del Fame.

Kray

(Paolo , b~rone di Kmjova). Generale austriaco Par tcciµò alla

( r735 - r804) , guerra

dei Sette

ann i

e

a

q uella ciel 1790 contro i Turchi; quindi alle guerre con-

tro la Francia. Nel 1 799 fu in lralia e comandò in capo sinn all'arrivo del Me]as le truppe austriache, battendo ripetutamente i Francesi; pas. sato in Gerrn,:uJia al comando

dell 'esercito austriaco e battuto dal Moreau, ven ne destituito .

Kray Pania

Krefeld . Ci ttà del la Germania, nel distr. cli l)(isselclor"f, presso L, sr. del Reno.

Battaglia di Krefeld (1758), Appartiene a lla guerra dei Sette Anni e fu combattuta il 23 gi ugno tra un eserclto

fra ncese agli ordini del generale Clermont-Condè (9r bgl. un C5ercito al-

e; 109 sqdr. , 36.000 fanti e 1 1 .ooo cavalli) e

1eaco, cornposto

di Annoveriani, Assìani e Pruss iani, co-

mandaro da l duca di llrunswick (38 bgl. e 53 sqcir ,, ~5,Mo fanti e iìooo cavalli). I Francesi erano in posizione fra Filscltcn e K., coperti

cc5i e rano riusciti a ripiegare ordina ti 1 e solo un rcgg imt:nto dd la d iv)sione F'iefl richs, rii11aslo in retroguardia ,

<la una barriera con due fossati, quandu _il duca decise dl

fu raggiunro dalla cavalleria avversaria . Formato in quadrato resistette· fino all'ultimo alle cariche del nemico e al fuoco delle fanterie e ddl'artiglie ria; quando si ·arrese era ridotto a 78 u, dei quali solo 25 non erano feriti.

assali rli. A tal uopo fece avanzare fronta lmente, verso la barriera , a sr, il ge nerale Spoerken con 15 bgl. e 23 sqdr. _, ~1 ccntrc, il gen. Obery con 6 bgl. e 6 sqclr. Queste truppe a,·tvano il compito d i lmpegnare e trattenere il nem ico,


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mentre egli stes~o, con l'ala dr ., forte di l i bgl. e 24 sqdr., si assumeva il comp ito di aggirare la sr. dei Fra ncesi e d ; piombare alle loro spalle. Eseguito il mo\'11nento aggirante, il duca attacca con la fonteria su d ue lince 13 sr. fra11cese, c;tendendo alla prn• pria dr. la cavalleria. li C lermonc oppr,nc cavalleria e fanteria a questo a11acco, ma dopo due ore di lolla i bgl. del duca riescono :1 respingere i Francesi dcll:i sr. nel centro, Hd mentre i suoi squadroni sbaragliano quelli avversari. Verso le r8, il C:lcrmont è respinto su Fischeln, mentre il gcn . Oberg riesce a varcare la barriera, e 11 generale Spoerken l'attacca vigorosamente dal ~uo canto. La dr. francese è :incora C]Uasi intatta, m a il Clcrmo nt si d isimpegna e si ritira, a,•c11 do perduto 4 000 u . e 3 cannoni: a 1700 u. amm ontò la perdita degli :\lleati.

Krempersystem. Fu ch iamato così il modo tli rcclutamcmo istituito in Prussia qua11do N,1poleone a,•c,·a im• posto che l'esercito prussiano non dovesse olt repassare i 4 0 . 0 0 0 u. Nel 18, 0, per suggerimento dello Scharnhorsl , vennero istituit i in ogni provincia depo,iti, nei quali ogni anno si acldcstrava alle anni un certo numero di uomini, ri mandantloli a lle lorn case. P inchi: d urava il loro o bbligo al servizio m ii. , tali uo m ini portavano come segno di ri conoscimento l'ala del cappello r ialzata dal lato destro. Kr ems. Città della Bassa Austria, sulla sr. del Danu bio. Nel 18oo una retroguardia austri:rca, incalzata dai f rancesi dei gcn. Richepansc e L acourl>c, fu rig~uata sul g rosso, d 1c srnva :iu ravcrsando le strette fra K . e Mun ster. N e sc&,uì u n terr ibile panico e un a fuga generale; l'esercito si sbandò <1uasi del tulio e nelle mani tlci Francesi caddero numcro~issimi prigionieri, C3rriag~i, t:annnni, 1nateriali <l 'ogni ge nere, grandi qua1Hità di muni~loni da guerra e da bocca.

Kriemh ild, ·ome da10 tlai Tedeschi al tratto di linea fortificata , sul fronte Occ.idcntalc, durante la guerra Mondiale, ad oriente della linea di Hi11dc11b111_-g (V .). Kriss. V. Criu. Krithia. Vi llaggio alle falde del m . Achi Haba , al1·estrcm1tà della penisola di Gallipoli. Presero da esso il nome tre battaglie che app,irtengono :1ll'imprcsa dei Dardanelli (V .) nella guerra Montliale.

Prima bauaglia di Krithit1 (28 aprile 1915). In seguito all' avanzala potuw compiere nel giorno 27, il genera le H amilton decise che il 28 si p rocedesse r isolut amente contro le linee turche di K.; perciò sollecitò lo sbarco del corpo speclizionario francese. li 28 continuò l'avanzata, soslC• nuta d,lilc artigl ierie delle 11avi: la sr. p rocedette per tre chilometri. ma l 'ulteriore suo procedere fu arrestato da una grossa opera campa le : dovene perciò limitarsi a rcspi ngerc un contrattacco nemico, sos1enuta dall'art iglieria della « Quecn Elisabeth ». [l resto del fronte 11011" riuscì ad avanzare molto di più, oltre che per l 'ostinata d ifc$a turca, anche per diietto di munizioni. Alla dr. il 175 francese subì perdite ingcut i, specialmente perchè preso d ' infilata dalle b,nteric della costa asiatica. Un violento contrauacco turco, ;ferrato verso le 16 contro la d r. bri• tannica cd il distaccarnentCJ francese (una brigata e due batterie), o bbligò tutta la linea a rctroe<,dere d 'un paio di ch ilometri. Alla fine del'3 sangui nosa giornata il fronte tlcgli Alleati, da un punto della co~ta a circa 1200 m. a nord della foce del Zighin Derè, andav a fino all':iltura che tlom ina Eski-1 l issarlick. e rn questa essi si rafforzarono. Gli l11glesi :ivc,·auo sbarcato. la vigilia clcll'orfcmiva, un rcgg. di fanteria marina e il corpo Justraliano, forte d i tre divis.; j Frnncesi, una divis., ~gli ordini del gcn .

Oattaglia d i Krefeld ( 1758)


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D'Amadc. Una parte del corpo australiano (una divis.) era stata sbarcata a norrl della spiaggia di Gaba Tcpè. I Turchi disponevano di 5 divis. e mezzo nelh penisola e mezza sulla costa asiatica, agli ordini del gen . tedesco Liman von Sanders. Dopo la prima battaglia di K., a rri• varono due divis. di rinforzo agli Alleati , una inglese e una francese.

La 29• di\'is. britannica era mossa all'attacco contemporaneamente alla clivis . francese: si trova di fronte la 9• di. vis. turca in posizione dominante e ben trincerata, cd i suoi sforzi falliscono. Il 7, in corrispouden7.a del settore francese, entra in az io,ie la brigata Si monin, appena sbarcata; dopo vani sforzi per a\'anuuc, contrauaccata nel pomeriggio, è respinta. Scarsi risultati, pagati da ingenti pcr-

dit<.:, avevano, fr:iuanto, riportato

>/Jfor/,

o La posizione di Krithio (1915)

Seconda batlaglia di Krithia (2-8 maggio t915). Propo• silo del generale Hamilton era d i riprendere l'offensiva, lllil fu p revenuto dalla controffensiva turca ordinata al gc• nerak Lirnan dal vice-generalissimo turco Enver Pascià. Tale controffensiva venne sferrata nella notte sul 2 mag• gio da parte della 7• e 9• divis. turche. La linea inglese sostenne I \uto senza hisogno di ricorrere alle riserve; (u invece obbligata a rip iegare la sr. francese , tenuta dai senegalesi. Dopo u1\ seguito di attacchi e contrattacchi, che continuarono anche durante la giornata, a sera i due avversari erano ali 'incirca sui fronti di partenza. Nuovo at• tacco dei turchi nella notte sul 4. I Fr~nccsi sono obbligati a ripiega re lino ali 'altezza della baia de l Morto, ma, con l'aiuto inglese e con quello ciel cannone delle navi , il 5 riprendono le posiz.ioni perdute. La precarietà della sua situazione i11duce però il generale Hamilton, non ostante il grave logorìo sofferto, a continuare nella sua offensiva, per• chè solamente la conquista di Atchi-Baba avrebbe miglio, rato la situazione. Procede perciò ad un nuovo raggruppamento delle forze: la 29" d ivis. britannica risulta co• stitu ita da quattro brigate (87&, 88• « Lancashire Fusiliers >> e 29" indiana); il corpo di spedizione francese, che già comprendeva quauro brigate, fu rinforzato da q uella na• vale. Inoltre venne costituita una riserva generale, con due brigate tratte dal Corpo Australiano ed una brigata del « Ro;-al Naval Divisioa ». Jj piano d 'attacco del generale Hamihon era informnco al concetto d'impossessarsi dei pianori a sud cli K. tra Kc reves Derè e la strada di K., con il corpo di spedizione francese, e di K . con la 29~ di. vis . inglese. Postosi così in grado cli girare in testa il profondo vallone di Kereves-Dcrè, in un secondo tempo si proponeva di dare l 'assalto all'altura di Acchi-Baba, con azione prevalemcmen1e dalla sua sinistra. Alle TI del 6 maggio la clivi,. Crancesc muove all'attaceo, ma non riesce a conquistare che il primo gradino del pianoro, rnenu e la 7• divis. turca saldamen te mantiene il possesso del secondo gradino e nel pomeriggio e nella notte seguente sferra furiosi 111a van i contrattacchi.

la brigata di dr. (metropolitana) della r• divis. fra.ncese e le bri gate della 29• clivis. britannica. Nè meglio andarono le cose nel successivo giorno 8. Cosl si chiudeva la seconda bauaglia di K.; fra le due, il corpo di spedizione inglese a,·cva perduto 683 ufficiali e 16.000 uomini di truppa e quello francese 246 ufficiali e r2.63:2 t uomini di truppa, cioè, com plessivamelllc, circa un terzo degl i e(. fettivi delle forze terrestri, senza essere riusciti ad o ttenere i moALLEATI desii r isultati che i l generale I--laTt./RCHI milton si era proposto, non solo, 2 3 4 s ma neppure a porre veramen1c saldo piede nella penisola di Gallipoli. Le grandi perdite subìte da l· corpo cii spedizione francese, richiesero il concorso delle • compagnie eia sbarco II delle navi e richiesero altresl una riduzione nel!' estensione del settore che gli era stato affidato . TC1'za ballaglia di Kl'ùhia (4,6 giugno 1915). N on ostante il genera le H amilton si fosse riser..-a10 di decidere sul momento opportuno d 'attuare l'anacco propostogli dal gennale fr:1ncese Gouraucl, che aveva sostituito il D 'Amadc, movcndo contemporaneamente da Gabe-Tepè e da Ca po 1lcllès, quando fosse giunto il corpo d'armata che attendeva dal! 'Inghi lterra, tuttavia g ià egli aveva disposto presso il comando del corpo d'Armata australiano che il 4 giu gno questo corpo avesse attirato st• di sè l 'attenzione ciel nemico con vari atrncclti, mentre esso avrebbe proceduto decisamente in corrispondenza del fronte meridionale . Per l'esecuzione di questo attacco della csuemicà meridionale della penisola, le for1.e alleate erano così disposte: a lla destra , il corpo di sped izione francese; al centro, la Royal Naval Divisioo; a sinistra, la 42• e la 29• clivis., che formavano l'Vfll corpo d'armata agli ordini del generale llunter Weston. Dopo una intensa preparazione da parte del! 'artiglieria, alle 12 le fanterie mossero al! 'attacco, che r iuscì felicemente, tranne alfa sr. della 29• · divis ., dove invece falll. Rc.1gl subito l'avversario facendo rinforzare la 9• e ,2~ divis. clalla 15•, e la maggior pa rte delle conquiste fatte dagli Alleati andò perduta. Continuò la battaglia il 5 ccl il 6, senn che essi riuscissero ad ottenere altro vantaggio che il g uadagno di non piè, d i 400 m . di terreno lungo la fronte di 5 chilometri. Circa 9000 uomini perdettero i Turchi e circa 7000 gli ,\ lleati.

K rnka. Arrnaiuolo austriaco, che costrul n el 1869 un fucile a retrocarica ed a percussione, aclottato dalla Russ ia col nome di fucile Krnka mocl . 1861. La scatola di culatta, in bronzo, è avvitata alla canna e l 'ottur~tore si apre verso la parte sinistra; la percussio11c avviene per mezzo dell'ordinaria cartella . La cartuccia di questo fu. cile i: quella a percuss ione cent rale moti . Bcidan. il K.


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K RN

co~truì un serbatoio o caricatore per il fucile russo, che prese ancl,c il suo nome. Consta di una scatola di cartone con incavi interni per dare alloggio alle cartucce ; qu~te vi sono disposte col fondello sporgente, in modo

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KRo

navale e difesa di Pietrogrado, da cui dista 30 Km. A poco a poco la Russia la rofforzò sempre più, dedicandovi grandi cure e facendone il primo porto mil. del Baltico, con scuole di ma,·ina, fonderie, arsenali, scali di costru. zione, ecc. Quanto alle fortificazioni, continuamente rimoderna te, amm ontavano allo scoppio della guerra mondiale a 30 forti e batterie, dei quali parte sull'isola stessa di Kotlin, parte su isolotti, parte sulla terraferma. Kronstadt (Romanìa). V. Brasso.

Fucile Krnka

che, quando la scatola per mezzo di un gancio si attacca all'arma, il so ldato possa prenderle con facilità. Esso contiene JO cartucce disposte a ventaglio, con fondello in alto. Il caricatore sj introduce entro un astuccio metallico, applicato a sinistra dcli 'arm a in corrispondenza della culaua mobile.

Fucile Kropat$<::hek

Caricatore Kmka

Krobatin (Alessandro). Generale austriaco, n . nel 1849. Fece la carriera in artiglieria e raggiunse nel 1917 il grado di generale d'armata. .A llo .scoppio della guerra mondiale era ministro della guerra da un an no. Kronstadt, Città della R ussia, nell 'isola di Kotlin, da, vanti alla foce della Keva, fondata e fortificata da Pietro il Grande dal 1703 al 1710, il quale la ideò come base

Kropatschek. Capitano austriaco, costruttore di un [ucile a retrocarica a ripetizione, adottato dall'Austria, col nome di Kropatsclick mod. 1878 per la gendarmeria ungherese e della Bosnia, e dalla Francia per la marina . Il congegno di chiusura e scatto è simile al Gras. li serbatoio lllngo il fosto può contenere sette cartucce. ll congegno di ripetizione si compone di una cucchiaia che può girare attorno ad un perno, di un arresta-cartucce e di un arresto di ripetizione. Il cilinrlro otturatore è girevole e scorrevole. Il caricamento si fa abbassando I:,. cucchiaia ed in troducendo una ad una le cartucce. La ripetizione è di 9 colpi e cioè : sette nel serbatoio, uno nella cucchiaia, uno nella camera.

Veduta delle fortificuioni di l(ronstadt (sec. XIX)


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KRU

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Krudener (Nicola Paulovic). Generale russo n. nel 1811. Fece la carriera nelrarma del genio e divenne nrngg. ge• ncralc nel r859 battendosi contro i Polacchi insorti nel 1863 e guadagnandosi il grado di luogotenente generale. Nella guerra Russo-turca ebbe il comando del 9° corpo d "arrnata e prese Nicopoli (1877): partecipò quindi ~Ila lotta contro Plewna.

un pez7.o da 6; mm. - che fu compleuto nel 1847 e dette ottimi risulrati alle prove pratiche a cui fu sottoposto. Uu pezzo identico figurò alla Esposizione universale cli Londra elci I S51, ove fu grnndemenlc apprezzato dai tecnici ; e, in seguito, donato al Re di Prussia, venne collocato a Potsdam.

Kruger (Paolo). Generale e statista rranswaaliano (18951904). Combattè in giovent,1 con tro gli indigeni, poi fu generale in c,1po dei Boeri (1865), membro del Comitato che diresse la guerra contro gli Inglesi (1880) e presidente della Repubblica dal 1883. So,tcnne la gue rra d ' indipendenza contro l 'Inghilterra, ma ne fu ,·imo (1901); YCnne in esilio in Europa cercando invano aiuto alle Coni Europee, e morì presso Ginevra. Lasciò un volume cli « Memorie ». Krugerdorp. V. Jame,011. Krupcyce. Dorgo della Polonia, presso Brcst J.itowsk i. Il 18 ,ettembre 18<)4, durante la rivoluzione polacca, i Russi del gen. Suvarov attaccarono quivi un esercito polacco d i circa 16.000 u. comandato dal Serakowski; sotto il fuoco delle artiglierie avversarie, le fanterie russe avanzarono ali 'attacco al la baionetta e si impadronirono del le posizioni nemiche. li Serakowski b:mè in ritirata con le fanieric disposte in tre quadrati, ma la cavalleria russa li attaccò sbaragl iandol i : i Polacchi lasciarono sul campo 3000 uomini.

Officine Krupp: reparto mototi Diesel

Krupp. I grandiosi impianti Krupp di fascn (Germania) furono fondati da Ft:derico Kr upp nel 1Su ed ebbero enorme impulso dal figlio Alfredo che gli succcdeuc e che fu per scssant 'anni il capo della importante azienda, cd ebbe il merito di svi lupparla e perfezionarla in modo da farla elevare al posto dclb più grande impresa industriale del secolo scorso, vincendo con mezzi propri t utte le clifTi. w ltà che ostacolavano le sue mire. Inrlu, triale e tecnico cli vaglia, egli per primo ebbe l'idea di fabbricare cannoni di acciaio fuso, di un sol pezzo. Ma il Governo prus,iano, a cui aveva prospellatn I "idea di preparare un tipo unico di acciaio per la co,trnzione sia dei fucili che dei cil nnoni, non si rnostrò entusiasta <li qucstil innovazione e lasciò libero il K. di imraprcndere a proprie spese la fabbricazione di un siff:11to cannone, riservandosi peraltro la focolt1 cli verificarne le qualità tecniche e balisùche. Egli ~lesso lavorò per la preparnzione ciel p rimo cannone -

Officine Krupp: pressa da 4000 tonnel.lntc

Particolarmente la Francia e l"Egitto manifestarono subito il più grande interesse per le artiglierie Krupp e, già nel 1856, l'Egitto appunto dava alla Casa Krupp la prima ordinazione di batterie. Kel J 859 anche la Prussia riceveva la prima fornitura cli 300 cannoni; e, infine, le artiglierie K. figurarono largamente ndla guerra del 18io, ove ebbero la consacrazione del trionfo . La politica inaugurata verso il r890 dall"lmperatore çìu• gliclmo Il, ambizioso di dornre la Germania di una flotl:t formidabi le, mentre da un lato moltiplicò a dismisura k artiglierie, dall"alrro fece sorgere la fabbricazione di cora:t.zc enonni; ciò che.: costrinse le officine K. a sviluppar,i smisuratamente, facendo po,10 a un esercito cli ingegner,, di chimici, di ttcnici, impegnati nel la preparazione di acciai speciali duri;;imi. e infervorati nella lolta senza tregua fra tl cannone e la corazza. La Ditrn iniziava nel 1905 b produzione in massa dcli·acciaio, raggiungendo. con dieci alti forni, la resa an• nuale di milioni T ,2 di tonnellate di ferro greggio, aumen tata in totale a milioni T,5 di acciaio nel 1913-14 media111c un nuovo impianto di 3 forni elettrici. Sorse ahrcsì una nuova fonderia con produzione annu a di 20 mila ton nellate di pezzi di ghisa; e, nella stessa, vennero modellati e fusi, per non dire alrro, i gigan teschi speroni per h nnvc (( l mperator >> . Durante la guerra mondiale le officine, trasformate e ampliate, fabbricarono esclusivamente materiale be llico; a dare un 'idea della enorme produzione di esso, ba<Ii in-

Obice Krupp di 100 mm. • defonnozione

clicarc che nel J9J4 ue costrnssero per 20 mila tonnellate, mentre nel 1915 tale produzione sall a 6o mila tonnellate. Con I "impianto di al tre nuove officine e I '.1m plificazionc


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KR U

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di quelle vecchie, tale ritmo andò sempre crescendo; così, ad esempio, un solo gruppo di esse, adaltato alla fabbricazione dei cannoni, ne costruiva mcnsilrnentc, all'inf uori delle diverse specie di bocche da fuoco di grosso calibro, circa 50 da 150 mm., complciamcntc finiti e montati. Ua

f '

r Cannone Krupp da nave da guerra

un impianto, cosidetto Pressbau li i, usc ivano giornalmente ria 80 a 90 mila bossoli; nelle tQrncrie poi, una delle quali era lunga 465 m., vc:ni,·ano giornalmente torniti da 50 a 6o mila proietti. Parallelamente a questo enorme ampliamento delle officine di rifinitura, susseguì anche l 'ingran-

zione della fabbrica, raggiunse quasi i 500 mila nel 1922. Cessata la guerra, e a causa degli obblighi imposti dal Trauaco di Ve rsailles, le officine vennero ridotte e parzialmente distrutte; per dippiù, le rimanenti furono trasformate in altre adatte per la fabbricazione di materiale di pace. Le principali date riguardanti la produzione bellica de· gli stabtlimenri K. sono le seguenti: 1853: lil1z10 della fabbrica di canne da fuei!e in acciaio fuso. 1853: prima canna (di tre libbre) in acci~io Iuso. 1654: fabbrica del primo -cannone de l calibro di 12 libbre. 1862: costruzione di culatte da cannone a cuneo prismatico. 1865 : costru7.inne di cula tte da cannoni a cono cilindroprismatico. 1867: costruzione dei primi cannoni cerchiati di gross(} calibro. 1889 : costru1.ionc di nuove bocche da fuoco con fermaturc di culaue a tiro rapido. 1~90-92 : principio della fabbricazione di corazze.

Kruscevatz (o Crusavaz). Ciaà della Jugoslavia, nella valle della Morava. All'epoca di Maomcuo Il, vi fu impiantata una fonderia di grossi cannoni. Poco prima, presso K. un corpo turco. comandato da Firus bcy, era stato sconfìtw dai Magiari. Ktilar. Combauimento (18n) che appartiene alle ope• ,azioru nel passo cli Scipka (V.). Kubinyi ((,"i11/io). Generale ungherese, Frequentò la scuola di guerra e poM:ia vi fu come insegnante. Dur:.uHc la gucrrn mond1alc, fu dapp rima nei Balcani, poi sul fronte ita liano, poi sul rumeno. Nel I</18 partecipò alla battagli.i del Piave, con h 4r" divisione, ;ul Montello. Dopo la

Canncne Krupp d:i costa e fonczza

dimen to delle acciaierie, delle fucine, dei compressori, ccc.; e, naturalim·n te, anche della mas,a degli operai. Fino al J 0 luglio J914 vi erano occupate 81 mila persone: ma il conseguente aumento di lavoro del periodo rii guerra portò la macstrnnza di ttllte le officine Krnpp prese insieme,

guerra divenne generale brigata.

11.

nel l8i7·

d1 Kubinyi Giulio

Kufit. Vi ll aggio del l'Abissinia seucntrionale. Nel settembre 11\85 ,·i si eombauè una bacraglia fra Abis,ini e Dervisci. I primi, al comando di ras Alula, ammontanti a 1 0.000 u., sconli.'>.!,ero completamente gli ~wvcrsari, in numero di 8000, :il comando cli Osman Digrna e cag ionarono loro una perdita di 3000 uomini.

Cannone Kn1pp da 75 a tiro rapido da mont,,gna

Kufstein. Borgo dell'Austria, nel Tirolo, sull'lnn, dominJ to da un ·antico forre detto Geroldscck . Nel 1 703 fu auaccato dall'elettore di Baviera, mentre il forte ave,·a guarnigione impcn:1lc agli ord1111 del ccnte di Wolkrn,tcm. con 10 cannoni. Un incendio in città, che si cstc~c fino al castel lo, permise di dare l'assalto e in due ore il forte fu preso, mentre 1111 :1 parte dei difensori col loro comandante poteva ,ah·arsi . Il castello fu preso nuo,,1mente dai Bavaresi, alleati della Francia, nel 18o5.

alÌa cifra massima di 180 mila dipendenti, ivi comprcie 35 mila donne. In pari tempo si ingiganti\'a naturalmente la stessa ciuà che, da 4000 abitanti all'epoca ddla fnnda-

Kuhl. Generak tedesco. Fu capo di S. M. del i;en. von Kluck nel 1914 e scrisse una prcgc,·ole opera su « la battaglia della \-fama » .


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KuH

Kuhn (Francesco, barone di K11lme11fcld). Generale au striaco (1817-1896). Combattè in Italia nel 1859 e nel 1866 al comando delle forze ausuiachc nel Trenùno. Minisuo della guerra (1867-1874) riorganizzò l'e~crcito austriaco e infine fu governatore d i Gratz. Scrisse: « La guerra ìn montagna » .

Kuibishev (Valeria110). Generale russo, n. nel 1888. Partecipò alla guerra mondiale e fu, allo :,coppio della rivoluzione, nominato generale Kuhn Francesco dai Bolscevichi. Combattè conuo i Cecoslovacchi e contro Kolciak, ed ebbe il comando dell'esercito ros,o che conquistò il Turche,tan e Buchara. Kukr i Kora. Nome dato ad una specie di sciabola indiana dd Nepa I, generalmente con lama ricurva, molto larga in Kukri l<ora punta, costola robusta dalla parte com•cssa e filo dalla concava. Il fornimento è generalmente tutto di ferro con due dischi, al le estremità dell'impugnatura, grandi ~bbastanza da riparare il pugno. Pomo a cono, formato ,la dischetti sovrnpposti. Kulewtcha. Villaggio della Bulgaria fra Pravady e Sciumla. Vi avvenne un combatlimcnto (11 giugno 1829) fr<l i Russi del gen. D iebitsch e i Turch i di Rcscid Pascià.

é:J RUSSI -

TURCHI

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Combattimento di I<utcwtcha

I primi (2°, 6° e 'f' corpo e parte del 3°): 7000 cavalli e 21 mila fanti con 146 cannoni, si erano portati nei pressi di K. per sbarrare la via su Silistrirt (assediata dai Russi stessi) all'esercito turco di soccorso dd Rescid, am-

KuL

montante a 40.000 uomini . L'avanguardia russa, arrivata 2lle alture ohrc K., (u rovesciata dalle colonne turche, e, perduli 1500 u., difese invano il villaggio che fu preso. Ma subito dopo, a dr. il gcn. Pahle11 (2° corpo) e a sr. i gen. Roth e Rudigcr (60 e 'f' corpo rispettivamente) fronteggiavano i Turchi e li mettevano in rotta, prendendo loro 56 cannoni e costringendoli ad allontanarsi dalla mèta che avevano stabilita.

Kulm (o Culm). Villaggio della Boemia, nel baci no del! 'alta Elba, presso Austig. Durante la campagna del 1813 in Germania, l'avvicinarsi dei Francesi aveva, sulla

Battaglia di Kulm (agosto 1813). Le truppe francesi sono quelle indicate col centro bianco.

fìne del! 'agosto, suscitato le maggiori preoccu pazioni a Toplitz, dove erano il deposito del G. Q. G. tedesco, il corpo diplomaùco, i gabinetti dei sovrani collegatJ e una <1'1antità di alte personalità politiche e militari. Invano Ostermann, comandante i granaLieri della Guardia russa, aveva tentato cli opJX>rsi all'avanzala francese sulle colline d i J!CLcrswaldc; era stato respinto dopo avere perduto c ltrc 2000 u. Il gcn. Vandammc, che comandava i l 1° corpo francese, il 29 si JX>rlÒ su K . prima con 10 bgl., a cui l 'Ostermann , coi n.ooo u. che gli rimanevano, tentò invano di sbarrare il passo e fu respinto su T oplitz, ove decise di resbtcrc in attesa dei soccorsi del principe di Schwarzenberg. Nella accanita resistenza gravi furono le perdite russe e lo stesso Ostcrmann perdette un braccio. Ma a sera sopravvennero truppe di rinfor7,.o del Barklay, che costrinsero i Francesi a ripiegare su K. dove, il 30 mattina, presero posizione awoggiati dalla brigata di cavalleria Corbineau. Lo Schwarzenberg, con 6o.ooo u. di cui 10.000 cavalieri, venne quivi ac! assalirli; la cavalleria Russa c~ricò la sr. francese; qucsca, · mal sostenuta dalla brigata Corbincau, tropJ)O inferiore di numero, fu costreua a relroccdere, mentre la dr. e il centro dinanzi a K. resistevano. Verso le 14 però sboccò da Telloiz il corpo p russiano del gen. Klcist, contto il quale il Vandammc oppose reparti distaccati dal ccouo. Ma gli Alleati incalzarono da ogni parte, e l 'intera linea di battaglia piegò in disordine. Soltanto pochi riuscirono a salvarsi aprendosi un , arco auraverso al corJX> ciel gcn. Kleist; il 1° corpo francese perdette 3000 uomini, 7000 prigionieri, fra cui il gen. Vandamme e 30 cannoni. 1 Russi perdettero circa 5000 uomini .

...


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Kumanovo. V. Cumanovo . Kunda da Rajah. Nome dato ad una sciabola in• diaua del XVI secolo. Portata dai Rajab, era quindi ricca di cesellature e cli ori, con lama d i damasco. Kunersdorf. Borgo cklla Germao,a, presso Francoforte sull 'Oder.

Battaglia di Kunersdor/ (12 agosto 1759). Appartiene alla g uerra dei Sette Anni . Stanno di fronte 43.000 Pnmiani comandat i da Federico Il, contro 70.000 Austro-russi comandat i da Soltikow, in posizione sulle alture della sponda dr. dell 'Oder, colla dr. sull'Judenberg, la sr. sul Miihlbcrg, coperta dal Berkcr-Grund, e il tergo assicurato dal paludoso Elden- Bruch; la posizione aveva uno sviluppo frontale di circa 6000 passi, c in profondità di circa 1000 passi . La posizione prescelta da Soltikow era già forte per natura ; gl i A ustro-russi vi effettuarono inoltre robusti trin ceramenti su tutti i lati e molte difese accessorie (abbattute) ai due fianchi . La posizione aveva la caratteristica di essere non rettilinea , ma a salienti e rientranti, per cui

Il disegno di Federico Il è sinteticamente questo : effet• tuare un attacco d imostrativo in direzione di nord-est contro il fianco ed il tergo ddl 'ala sr. del nemico cd un attacco risolutivo con largo giro da sud-est contro la stessa ala col compito di romperne lo schieramento. Preparato da un convergente fuoco di aniglieria d i grosso calibro, l'attacco dcll 'avanguard ia prussiana (8 bgl. schierati su due lince) contro il fronte e il fianco dell'ala sr. della posizione nem ica, riesce compjetamcote. li Beker-Grund, il Mlihlberg, il Kuh .Grund sono conquistati, nonostante !'ostinata difesa dei Russi . All'avanguard ia tien dietro la fanteria della riserva ben secondata dall'azione dell'artiglieria. L'intervento del grosso <lell'esercito prussiano fa registrare nuovi progressi, ma il successo finale non si delinea perchè il grosso dei russi è intatto ndle principali posiz.ìoni, verso

l' Oder. Federico ha la visione della situazione, ma, nonostante questo, e nonostan te abbia le truppe stancbiss imc, ordina di rinnovare l'at tacco generale. 11 valore dei generali prussia ni e delle loro truppe non può aver ragione dei Russi; i Prussiani sono defin it ivamente formati dal fuoco micidiale avversario· dello Judenbe1g. È questo il momento critico della lotta. Con giusto intuito il Soltikow crede giu nto il momen to d i passare alla cont roffensiva; per il che ordina di effettuare un con trattacco dalle due ali proprie contro i fianchi dei Prussiani; a sr. dagli Austriaci che sono in sewnda linea, a dr. per parte di tutta la cavalleria che ivi è concentrata. Spossat i, sorpresi, cedono

i Prussiani; i cavalieri ungheresi e cosacchi penetrano dentro alle linee p russiane con violenza e slancio: la rotta ~ completa , gravissima. Gli Alleati però non sanno approhttare della vittoria poicbè non inseguono; per cui l 'esercito prussiano può ritirarsi con relativo ordine e si raccoglie a nord di Francofor te r ipassando l'Oder. Le perdite sono ingentissime in entrambi le parti: Prussiani circa 18. 000 uomi ni, tra cui un generale e 550 ufficiali; e

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e.annoni; Austriaci e

Russi

14 . 000

uomini.

Federico, abbattuto per la scon fitta, lasciò il comando delle truppe vinte al generale Fink , coll 'ordine di ritirarsi su Berlino, e nominò i l principe Enrico di. Prussia comandante itl capo dell'esercito prussiano. li collasso del Re però f.u breve; presto riprese il comando dell 'esercito per condurlo alla rivincita.

Battaglia d1 Ku.nersdorf : a, b, e, Prussiani e . loro batterie prima ddl'attacco al IVJOhlbcrg; e e, seconda posizione dei Prussiani.

veni.va a costituire, col trinceramenti fatti , un vero e pro-

prio fronte bastionato. In corrispondenzà dei rientranti esistevano de ll"e gole (Bccker-grund, Kuh-grund, L audong ru nd) che avrebbero rotta la compagine della massa attaccante, permettendo così, oltre che una efficace azione dei fuochi concentrati della difesa, anche gli sbocchi contwffensiv i. 11 Soltikow schiera le truppe su due liriec ; nella prima i Russi, nella seconda, come riserva, gli Austriaci del Laudon. Nella prima schiera le forze gravitano a destra sull'Judenbcrg, dove le t ruppe formano un rettangolo chiuso e dove è schierata quasi t utta l'artiglieria : 190 pc-zzi. L'occupazione verso il Mi.ihlberg, a cui è appoggiata l 'ala sr. , è fatta çon m inore densità . t\ll'ala dr. avanti alle fanterie e d iet ro a lle trincee e alle abbattute sta concentrata tutta la cavalleria Russa.

Kunzendorf. Borgo della Germania , sul Bober , presso 13unzlau. Il 25 maggio r813 vi si svolse un combattimento fra I 'XI corpo francese (Macdonald) e i Russi, durato sino a_ tarda scr~. Vi partecipò distin guendovisi la brigata italiana Z ucclu, la q uale subl gravi perdite, ma contribuì efficacemente a respingere i Russi . Kur (ant. Cyrus). Fiume della parte meridionale del Caucaso;. sbocca nel Caspio. Sulle sue rive, nel 66 a. C ., si .comb~rtè una battaglia che appartiene alla terza guerra m,tradat,ca, e fu combattuta e vinta da Cneo Pompeo Magno contro gli Alani agli ordini del loro capo Oroizc; qucst'uitllno,

vin to

dai Ro1nani, fu costretto a divenire

loro alleato.

Kuroki (conte J'ametomo). Generale giapponese (18441923). Pa rtecipò alla guerra Cino-giapponese, al comando della 6• divis. e alla guerra Russo-giapponese al comando della ,a armata. In Manciuria operò ali 'ala destra dell'esercito contro le forze russe a Mukden. Kuropatkin (Alessio Nicoltiie11ic). Generale russo (18451925). Prese parre alle spedizioni nel l'Asia centrale e nel


KuR

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1868 fu ferito nella presa di Buchara . Fu poi m Algeria e nel Sahara; 1orna10 in patria, fu ancora in Asia con lo Skohclev e col medesimo partecipò alla guerra Russo-tu rca d el 1Si7-78. Insegn ò qliindi all"accadcmia mil. di Pictrogrado, e si occupò della riorga nizzazione dell'escrei10. Nel

KuT

l"ing. mii. italiano Girumella; ,·i lavorò anche l'ing. mii. Rocco G uerrini da Marradi. A que,io corpo di piazza an tico vennero aggiunti quattro fort i (tre sulla d r. e uno su lla sr. d cl l'Oder) fra il 1887 e il 1892. N el secolo nostro, cinque nuove opere in cemento armato a circa 10 km.

di distanza una dall'altra, furono erette inlorno alle preced e n ti forti(ic11,cioni . I trattati d i pace del d o po guerra consem ir0<10 albi Germa nia di mantenerle inlmte. La piazza fu bombardata dai Ru;si nel 1758; presa dai Frnnccsi nel r8o6, riprc~a dagli Alleati nel 1813.

Kuroki Tnmctomo

Kuropatkin Alessie>

1890 fu governacore delle regioni tra nscaspia11e e nel 1898 divenne ministro clella guerra . Comandò in capo l'cscrcico russo durante la g uerra contro il Giappone (1904) e lasciò s u questa campagna un vo lume di 1< Mernorie ,, . Dur:an tc la guerra mond i,1lc, fu adclcno clapprima, malgrado la sua carda e cà, al G . Q. G. russo; nel 19 16 ebbe il comando del fronte settentrio nale impedenclo ai Tedeschi cli prendere Riga .

K utahia (o K111aiel1). Cirti, dcli' ,\ natol ia, nel la quakvcnne iirrnato (4 luglio 1833) il trallato di pace che po,c termine alla guerra Turco-egiziana. Il sultano assolve da ogni condanna il ribelle pascià cl' l·'.gi1to, Mahemct-Alì , e g li a ttribuisce, oltre i suoi antich i governi, ~1ue!lo t!cl la S iria e il pascialato cl' Adana. Non pare in verità che ,i stipulasse un formale trauato di pace fra il Sultano e il suo vassallo, ma che dei firmani impe riali facessero conos,cre le concessioni che posero fine alla lo tla . Ma questa pace a veva creato uno stato di cose che non offriva la garanzia di c,scre durevole e parta,•a in sè il germe di nuovi dissensi e complicnioni. L 'animo del sultano Mahmucl era tor mentato dalla mortificazione i nflittagli dal vassallo,, il quale, m:tlg rado tulle le apparenze di o bbedienza , non credeva neppure necessario d i pagare in tempo e per intero il trihuto pattuito e continu ava instanca bilmente a rinforzare il suo esercito e la su:1 flotta. Eviden temente egli mirav:1 a staccarsi del tutto dal suo sovrano, come· ,1uesti non attende,•a che il momento favorc,·ole per pren clere la r ivincit11.

Kurtepe. Villaggio presso Varna, sulla riva opposta dell'estuario della Provadijsc;1. Nel 1828 i Turchi d1 Omer pascià, in numero di 15.000, vi avevano preso prn;izjone per di~ stu , ba re i Ru;,i che assediavano Varna, e si erano trincerati con ridoue (A. B, Il, C), mentre un corpo russo, agl i ordin i del gcn. Bistron,, li fronttggiava con le spalle a! mare, 1cnu10 dalla tlo11a russa. Un altro corpo rm,o fu i11viato dal gen. W iugen,1cin ad attacca re K. dalla parte opposta: radunatosi a 11:,dgihassanlar, questo corpo (4500 fanti e 1400 cavalli con 36 c:1nnoni) doveva cl i concerto col gen erale Bistrom cacciare i Turc hi dalle loro posizioni. li 30 settembre esso mosse cont ro K . anrave, so i boschi e riuscì col primo impelo ad irnp:,d ron irsi di u na trincea russa (C): quindi a van:w eonu-o gli altri trinceramen ti, ma dopo ostinala lolla, poco sccondato dal gen. Jlistrom c he no" aveva forze dispon ibili per un attacco risoluto dall'altro lato, d ovette infine ceclcrc, di fronte ai contrattacchi turchi, e Combllltimcnro di Kurtepc (settembre 1828) ba11crc in ri1irnta dopo di avere perduto circa 1400 u., fra i quali il gen. Ournovo. ! Turchi Kut e! Amara. C:mà della Ylc,opotamia, sulla sr. del abbandonarono K. l'n ouobre, dopo la caduta di Varna. T igri. Fu presa dag li Inglesi del gen . Nikon ai Turchi , il 29 settembre 1915, e ripresa ancora dai p.-imi il 26 febKustrin (o Crmri ;,). C ittà forte della German ia, in braio 1917, comand ati d al gen . Maude : i Turchi in que,t:1 Prussia, alla confluenza della Wartha e dcll'Oder. Le prùne circostanza lasciarono 1730 prigionieri nelle mani degli fortificazioni, basrionate, furono costruite nel scc . XVI dalInglesi.


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Assedio di Kut e/ Amt1ra (Guerra ~londialc: 9 d icembre 1915-29 aprile 1916). Le gravi perd ite subìtc nella battaglia di Ctcsifonre indussero il generale Townshcncl a ripiegare fino al suo campo di K. Tale ritirata cr:1 riuscita ass:ii penosa per la sua lu n ghcz7.:l - ci rca 130 k rn. - , per lo stato di csauruncnto fisico e morale delle truppe, c perchè la navignione lungo il Tigri in magra, con rapida corrente, se e r a stata ardua nel risalirlo, risulta\'a altrcuanto .ardua nel d isce nderlo per i continui vortici ; aggiun gasi ch e l'avversario aveva sempre disturhaco tale ritirata, specialmente ad Azizija ed a Nunn-ac-Tabal do,e si erano fotte brevi soste. Q u i però, impruden temente, 3\'eva po,to il .campo a soli due k m. da quello i11glese cd i llritanni ne approfittarono per infliggere, con i cannoni della loro flo ttiglia, perdite gravissune ali 'avversario, contribuendo .cosi a rialzare il m orale rlellc proprie truppe, che poterono perciò compiere le u ltime tappe per rajl'giungerc K. :senza essere più disturbati. lvi essi giunsero il 3 dicembre,

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auacchi inglesi riuscirono bensì :1 scacciare i Turchi dalle p ri111e due lince, ma non dalla tcr7.a, dalla quale i Turchi inflissero perdite fierissime all'a,,alitorc che fu costretto a ritirarsi anche dalle lince conquistate. Il i marzo ritentarono la prova gli Inglesi con truppe fresche verso Sinn, ma non riuscirono che a far ripiejl'arc l'avversario su lla seconda posizione do\'c nuo\'i attacchi inglesi, il 9 cd il 22 apnle, completamente fallirono. Dalla relazione curca risulta che durante tali au,,cchi, ali' investimento di K . non erano stati lasciati ch e un paio di migli~ia d'uomini, ma il generale Townshend o non se ne rese conto o, probabilmente, non fu in grado di trar11c profitto, per lo stato d i esaurimento fisico e di depressione morale in cui erano ridotte le sue truppe. Il 29 aprile in(.mi egli era costretto a capitolare per fame, dopo 147 giorni d i resistenza: cadevano nelle mani dei Turchi 13.500 u . con 5 generali. Durante l'assedio, il 6 aprile moriva di tifo il ,·on dcr Goltz, sostituito nel comando da Halil Pascià.

K utinceff (Vassili). Generale bulgaro, n . nel 1857. Prese parte alla guerra Serbo-bulgara del 1885 e raggiunse il grado di generale nel 1908. Nelle guerre balca niche del 1912-13 comandò la r• a rmata c.o11tro i Turchi e giu nse sino

Kutinccff Vassili

Le posizioni di KuL el Amara (1916)

e subito venne disposto pcl rafforzamento del campo, per lo sgombero pe r via acquea dei malat i e dei feriti su Uassora . dove pure ,·c.nne inviata la brigata d i ca\'alleria, ond'~ che le forze rim.a~te al generale Town,hend non supcra,•ano i 14.000 uomin i. [ Turchi ,i limitarono ad investire K. con le fo,•zc ritenute streuamcmc necessarie, mentre il grosso delb loro 6-' armata, di cui il fddmaresc. ,•on der Coltz aveva assunto il coma11 do, ven ne spinto più a va lle per frontCjl'· g iare le fori.e inglesi che si s~pe"a stavano raccoglrenrlosi intorno a Hassora. Ivi infatti il generale Di,on aveva Lino ripiegare la 54 d1\'is. inglc~c ed ivi erano giunte due e.li\ ts. indiane ritirate da l fronte francese . Fin da! gennaio cominciarono i ten tativi del generale Dixon per sbloccare K., nolenti a ttacchi ,·en ncro sferrati contro le forze che copriva no l'investimento fra il i ed il 9 e fra i l 13 ed il 14 gennaio: ma e ntram bi fall irono: il von der Goltz infatti, che in seguito alla disponibilità per l'a,.,-cnuto ,gombro da parte rlci franco-britanni rlclla pc ni,ola d i c;,lllipoli avcrn ricevuto rinforzi , ne a,eva tratto profitto per o rgani,zare in profond it:'t tre successive posi1.wni a cavallo del Tig, i: ciò ,,ante i sopra menzion,ni

Kutusov Michele

alle lince rii Ciatalgia; scoppiato il conflitto fra g li Alleati, ebbe il comando della 1• e 3• armata riunite, poi della 1• soltamo, poi ddla 2• contro i Greci . Durante la guerra mondi;;le rim:1se presso lo Stato Maggiore. F u lungamente a capo delle Commissioni riguardanti l 'organizzazionc del( 'esercito e tradusse dal russo i regolamenti di istruzjone per adattarl i all'esercito bulgaro.

Kutsciuk • Kainardj, V. Cai11t1rgi. Kutusov (Alichelc). Generale russo (1745-1813) . Studiò a Strasburgo, e a 16 anni tornò in Russia e d ivenne ufficiale d'aniglieria. Fece la campagna della confederazione di Polonia e di quelle cont ro i Turchi. Fu ambasciatore a Costantinopol i nel 1793, comandan te dcli' Ukraina e go• \'ernatore militare di Pietroburgo. Concluse la pace coll'impero ottomano nel 1812 ccl assunse il comando dell'esercito russo co,llrn N apoleone, oucncndo per la campagna di qucll 'anno il titolo d i principe. Kyroskoski. Villag!(io della Finlandia, nel distr. di T ammerfors. li 23 mnrzo 19 18 vi si svolse un combattimento fra T t'rlesco-Finlandesi e Russi bnl,ccvichi che appartiene alla lotta per l'indipendenza della Finlandia. [ Russi. ammontanti n t6oo 11. co11 7 cannoni e r3 mitra• ~ li:urici. fu rono bauuti e perdc1tcro 10 mitr~tg liatrici, ritira11 ~ cinsi a Tanur:crfors.



Labaro, V essi Ilo che si trovava sempre presso i Romani. e che poscia fu particolare dc' Cavalieri del medioevo. E ra formato da un pezzo <li stoffa quadrata e stesa sopra una lunga asta a foggia di croce : era fermato, nella parte superiore, con un lato, ]u ngo !';.sta orizzontale. Di llltte le bandiere ed insegne dell'esercito romano, un solo labaro p recedeva l ' Imperatore. O ggi il L. è stato adottato d a q ualche associazione patr iot6ca, ad es., da quelle d ei combattenti . La Bass;c, Comune della Francia, nel clip. del Nord . Appartenne in ant ico ai sig nori d i L illa, i q uali la fortificarono. Fu presa dai Fiammingh i nel 1303, d a Massimiliano nd 1486, dai Francesi nel 1641. I. Assedio di La Uassée ( r642). F u posto dag li Spagnuoli agl i ordì ni del generale Melo, con 30 mila uomini, p rotetti da linea di circonvallazione e d i controvallazione. I marescialli francesi d'Harcoutt e de Guiche, con altrettante forze, avanzarono fin sotto i trinceran1c11ti spagn uo li, ma non osarono d i assalirli e batterono in ritirata a bba ndo nando la piazza alla sua sorte . Essa resiste tte circa un mese, e il 13 n1aggio dovette arrcnùnsi. Il. ,Jssedio di La Bassée (1647). Fu posto dai F rancesi del marcsc. d i Gass ion. Dopo due g iorn i di lotta, g li assalitori avevano aperta la breccia, e sotto la m inaccia di passare tutti a fil di spada, il maresciallo fra ncese ottenne la resa della guarnigione. li re d i F rancia ne fece smantellare le fortificazioni .

LabiaU!. Borgo della Prussia, 11el d istr . d i Kiinigsberg. Il 10 novembre 1656 vi fu concluso un trattato fra Svezia e Brandeburgo, nel quale si annullava il legame vassallat ico del ducato d i Prussia verso la Corona d i Svezia, ;rnbilico il 17 genna io 1656. All'Ele ttore d i Brandeburgo e ai suo, discenden ti legittimi maschi si concedeva la sovranità e il domin io assoluto sul ducato di Prussia e sul principato di Ermeland, e ali 'abrogato pauo feudale si

sostituiva u n 'alleanza perpetua e indissolubile t ra le due potenze. Ma ncando la discendenza mascolina dell'Elettore, il d ucato <li Prussia e il p rincipato di Ermclancl dovevano tornare alla Svezia. Dopo la battagl ia d i Varsavia, i Russi, per ecc itamento dell ' Austria , avevano invasa la Livonia. L'Elettore approfi ttò abilmente dell 'imbarazzo che questo nuovo nemico cagionava alla Svezia per otte nere, come ottenne col p resente trattato, ciò che era stato l 'oggetto principale dei suoi voti e il motivo segreto J. d i tutta la sua pol itica, la sovranit/i della Prussia.

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Labicana (Via) . Strada romana, detta anche Casilina. Rap p resentava una deviazione della v ia Latina, che conduceva a Capua (a « Casilinum »). L a via L. usciva da porta Esquilina , raggiungeva <( Labicum ,, e rie ntrava nella via Latina ad Po·vium., a 30 mi g lia da Roma.

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Labicno ('filo Avio). Generale ronHno (98-45 a. C.). Partecipò alla guerra gallica come legato di Cesare; nella guerra civile combattè invece con Pompeo : morì combattendo a Munda.

Labili (Aggressiu,) . Sono quegli aggressivi c hin1ici altrimenti denominati fugaci i qual i, a causa della forte tensione di vapore di cui sono dotati, si d iffondono facilmente nell 'atmosfera, con la conseguente perd ita, m Il labaro di Vercelli con le breve tempo, della conce nmedaglie cl 'oro vercellesi . t razione necessaria alla efficacia de lla ìoro attività . Fanno parte di questo g ruppo i prodotti s~g uenti : doro, bromo, ossicloruro d i carbonio (gas fosgene) , ossido d i me ti le biclorurato, acido cianidrico, cloruro e brmnuro di cianogeno, difenikloroarsina , difenildanarsina; gruppo che si r iferisce al la più importan te delle classif-icazio n i dei gas da combattimento, precisamente a


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quella che ha d i m ira lo scopo tattico elci loro impiego, ~econdo le pure finalità militari . Ora, per raggiungere tali finalicà, l'impiego tall1co degli aggressivi chimici è subordinato :illa n<1tura d i c1ucsti e alle loro proprietà chimiche e biologiche: più propri:imente., alla durata e all'entità della loro azione aggressiva; per cui, in linea generale, può dirsi che al gruppo degli aggressivi fugaci possono asseg narsi quelli che, secondo la cbssificazione che fa capo alla loro azione fisiologica, vengono indicati con la denom inazione di ::aggressivi :tsfissianti, tossici, starnuta tori . In q uanto all'uti lità de l loro impiego, gl i aggressivi fugaci ,ano particolarmente adaui per la preparazione che p1ecedc l'an acco d i una posizione, allo scopò di ~loggiarnc il nemico e farb occupare d 'assalto dalle proprie truppe, sen.ca ulteriori pericoli.

Labo (Battaglia dd tvloutc) (209 a. C.). Fu combattuta tra Antioco Ili, re d i Siria, e Arsace lii, re dei Parti. Costoro volendo impedire il passaggio ai Siriaci, si aggrupparono sulla sommità del monte e con gf:tnde acca nimento tennero fronte alla falange d i Antioco. Ma questi, avendo nella noue fatto prendere dagli armati alla leggera i luoghi piè, alti alle spalle dei Pani, costrinse co.~toro ad andare in vo lta. Antioco trauennc i suoi dall 'inscguire i nemici, perehè ,,o!eva che la sua milizia ~cndesse densa e ordinata nell'lrcania.

propria attivilà ~c1enuhca, prind1-Hdmentc per rbolvcrc rune le questioni concernenti l'alimentazione, l'igiene e la sa Iute delle truppe, e d'interesse, quind i, della chimica bromatol ngica, della chim ica clin ica, della chimica fartnaccutica e della chinnca tossicologica . Ma la di;ponihilità dei mezzi di cui il Laboratorio dispone - unitamente all,! capacità tecnica del personale assegnatovi - lo mettono in g, ado cli polersi prestare allo studio dei più sv:rriati quesiti che eventualmente gli venissero proposti da alcre Autorità m ilitari - a l l'infuori di quella Sanitaria da cui d irettamen te d ipende e riflettent i, ad esempio, ricerche o indagini di: merceologia, chimica tecnologica, o attinenti a perizie legali; uo nchè l 'esame d r: proietti , esplo!:ivi, m r1teria !e incendiario, aggress ivi chiniici u sa li da ll'cscr~ cito an·crsario, concretando, all'occorrenza, proposte adeguate circa i ,uezzi necessari per la cura dei colpiti . Occorre ri leva re però che il cc Serviz io Chim ico San itario », anche per analogia e in obbedienza alle disposi -

Laboratorio (chimico}. Creato in Piemonte nel 1748, e d rtto anche L. d,-i bombttti. Incominciò a funzionare nel 'ì5T, per esperienze e prove rii chimica e d i mclallurgia . Amrninistrati dal corpo d'artiglieria, furono poco dopo chiarnati Il Scuola, museo e laboratorio n1ine r:11ogico ,,. Laboratorio cl,imico-battcriologico-tossicologico per armata. Ha una larga dotazione di materiale necessario agli scopi a cui è destinato; è forni to d i tutri i pi ù moderni apparecchi tl i chim ica e d i h~ttcriologia che possono avere im piego in un laboratorio da campo; nonchè di una grande quantità cli vetreria cornune e tarata, abbondanza di att rezzi e utensili accessori e un ricchissimo reagcntario. È perciò in grado di afirontare e risolvere, nel più bre, e ten1po, g li .svadati que~ili interc!,santi la chimica bromatologic:1, fa rmaceutica, LOssicologica, clinica, legale, analitica, tecnologica e di dar corso agli esperimenti ccl esami di batteriologia, frequentemente richiesti. Il separato aggruppamento dei 25 colli cost ituenti questo Laboratorio consente che esso possa essere impiamato tanto in un solo subile, con ambienti distinti per il Laboratorio chi,nico e per quello batterio logico, q u,111to in stabili d iversi, per evitare promiscuità e quindi intralc io nei servizi. È manifesta però l'utilit:I della loro vicinanza pcl sollecito scambio di vedute riel pcrson.,lc su argomenti abbisognevol i <li riccfche o indagini integrative, come qudlc riguardanti quesiti : chimico-clinici, chimico-igienici, chi;,,ico-lcga li , tossicologie.i, o inerenti al mate riale chimico di guerra impiegato dall 'avversario per offesa e conseguente ricerca dei me7.zi adatti di protezione; nonchè, parricolai;mcmc, per qu:rnto concerne l'approvvigionamento del ] 'acqua (serviz io id rico) per i bisogni ddl 'Armata.

Laboratorio cl11111ico per corpo d'a,-mma. È una delle più µtrfcttc e indispeni:ibili « U,iità sanitarie d i nwuilita.zione », per mezzo della quale il « Scr,·izio Chimico Sanitario » può agevolmente esplicare le sue alte funzion i presso l'E.~crcito in C.1mpagn:1. A tale Servizio, infatti, è 2flidato il çompito di srnlgere, in zona cli guerra, la

LaUoratorio chimico milit;u•c.

àoni che figurano già nella " Prima Convenzione di Ginevra del 2 2 agosto 1864 » , nulla ha cli comune col « Serla cu i attiv it!i rientra invece viz io chimico militare » nel campo della vera Chimica bellica, coi suoi molteplici r.nributi di difesa e d i offesa - e, infaui, il primo t rovasi, come ahbiamo detto, alla immediata d ipendenza, e costituisce anzi una delle più elette funzioni del Servizio sanitario militare. Fin dai tempi più antichi, fu cura elci grandi condottieri cli eserciti la ricerca dei mcz7.i idonei per proteggere la salute del soldato e procurargli una sa na e buona alimenw,ione, nl lo scopo di mante nne sempre viva cd integra la di lui' efficienza fisica. Adotta ndo opportune pro,·vidcnze, 0011 solo il combattente viene messo in grado di <opporrnrc va lidamente le cstwuami fatiche d i g uen·:,, quanto, più ,pcciahnentc, si arricchisce il di lui organismo di un potente fattore cli resistenza contro le svaria le influen ze morbigc tlc, alle ,1uali un esercito si trova facilmente e fatalmente cspo,to nelle contingenze dello stato ili 1,,uerra. Que.,10 importante problema fu selllprc o~gct to di studi pazit·1Hi e d1 particnl:lrc irncrcssc da parte delle Autorità al le q uali spetta I':dta son·cglianza sulla salute delle truppe; e l'inr:tio della sua pr,uica rea-


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lizzazio ne si può far risal ire al 1857, allorchè, col fiorire in Italia de)!li ;cud i d i bromatologia, i d irigent i del « Corpo Sanitario dell' i\ rma ta Sarda » dettero un ind irizzo scientifico all'import:rnte quesito dell'alimentazione del soldato. q uesito che trovò p ratica attuazione nel le p rime norme ciispositivc contcntnc nel (( Regolamento ~ul servizio sani• cario n1il itarc per l' Armata in C':amµagna >l approv;HO nel 1859 e a ndato in vigore nel 1866. Non passò molto tempo . quind i, clic le più importa nti unità sanitarie da campo venivano dotate ddla et CftSSt:H::t regòlamentare per J',.n a lisi d ell'acq ua potabile e del vino>, . E, <la questa prima formazione <li indole strctlamentc chimica il cui a llestimento fu d isciplinato dHll'apposita ,e Isrruz.ioJJc )) che risale al [88.2 - attraverso :succt:s~ive e inuue rrottc mod1tiche d i migl ioramento. ebbe origine il 1110 dcrnu, grandì<JSO e compklo « Laboratorio chirnico per Corpo d'Arm ata r, . L'evoluzione d el la « Cassetta ». al• t ravcr~o un c.:inquantcnnio di prodig ioso sviluppo nssunto dalla chimi'2a; hJ. avuto u n corso re3\mente interessante . Quella originaria, fornit~1 d i mezzi e 111aLeriali quanto mai rudimema\i col progredire d ella scienza e col molti plicarsi dei cmnpi ti arl essa ;:1Ai d ati, in relazione alle aumentate esigenze ddlc azioni di una guerra n1oderna 1 spcrimentmc c·ol (( Labora torio chimico, batter iologilO d a. campo », ora abolito si è attualmente crasfo rn1ata in u na complcl« e grande un id sanitaria, la quale può soddisfare richieste ~~ssaì più ampie che 11011 si;,1no soltanto quel le. già per loro stesse d i son1rrHl importanza, rignarcL.inti studi, ricerche, indagini, pel' garantiH· la perfetta sorveglianza su ll' ig iene e !tt11l'al imcntazionc dell 'Esercito i11 ~ampagna . L 1.attuale <( Lai.Jor::norio chimkù per Cor!1o d'Armata 1> ha una ricca e vasta dor:izìone con lf! ciuale i.· in grado rii provvedere ::i tutto il çompksso ScJvizio chimico s~1nirario

in campagna.

La Bourdonnais (!Jerirando Mal,è de) . A ,nm iraglio frailcese (1699- 1755). Itwiato ·nell'India a soccor rere l)up lc ix b loccato dagli Ing lesi a P o nrl icbéry, batte: due squ"dre ing lc.si e p rc,c Madras . Avendo p a ttuito con gli Ing lesi ch e questi avrcbbt: ro potuto ri::-cHr:-tre la cittù pe r d enaro, fu da l Dupleix messo in stato cl'accu!>a e riman<law i11 1-=-ranc.ia. do ,·,c ,ubì tre anni d i c:irccrc ç ne uscì rovin;Ho, morendo rn ;ni scri:1 . Lasciò un t rattato su\\ · a \bcraturn rkHc navi e le sue; •1 Memorie )J .

Labrano ((;r,,gorio) . Maresciallo napoletano, n. ne! '7'i'I· :Kd 1797 s i arruolò nell'ese rcito de lla re!1ubblica c i,alpin:i e nei 1806 p;1ss/, in quclln napolcrnno. C<;mbatti: per <jUalchc tempo nella Spagna. Nel 1815, sotto \forat , era colonnel lo. Rimasto in scrv iz jo sotto i Borboni, fu nomin:no mare~clal lo nel 1820, e comandò la p iazzaforte di Napo li nel J8.17 .

Librano Ft~dcrù:o . Am111irng lio, n . nd 1834, m . a Lc,·~:.i.nto nd tD'.;6. Fntrato in -"t; rvizio nel 18451 fu promos:-.o contran1mir. Dd r885, vicc-alllm ir. nel 1892 collocatn in P . A . nel 1~94 . P rçs~ parte alla cam pas-na d i guerra d el J 86o~Gr guadagnandov i una mc dagli~ d 'argento. Fu vicepres idente del Consiglio Superiore di Ma ri na dal 18yt a l 1

189_,, ~ c,)mandantc in cap o del d ipartimento mar . d i :-,.,1,,. poli nel 1lì64.

La Bruyere tUe Com!). 1\mmiraglio francese (1Gli51752). Entrò J1cHa marina nel 1684, e si dis1 in'.\~ in parecchie operazion i marittirnc 1 _particoJarmcnlc 11tlla d ifrsa d i Tolone (170(1j; comanda nte della !lotta franco-spagnuola

contro q ue ll a inglese, coman data dall 'amn1. Matthcws I'attaccò e la battè a 5 mi g lia da Tolone .

Labyrinthe. Con ri ferimento alle v iccmk w ,nplessive della bauaglia d ell'Artois (V.). del maggio 1915, vanno ricordate le açc~nite e sanguinose azioni dd 9 maggio 19 15 attorno al ,, Labyrinthe " · Era q uesto uno dei capisaltli c,,cnziali delb difesa tedesca ne i pressi del villaggio d i Neuvilk-Saint -Waast , cons istente i11 una serie di trincee succc~Si\'e , collegate (ra ioro ria. c:.tnuninamenti-trincc<.:; ognuno e.li questi ckmcnli p rotetto da rcticobti disposti in ogni senso; nt:l !a ,·asta zona , in line ~ così coperta, ·nun1crosc ca~c; s iste m::tte a. d i(cs~I. La na divis. In1ncese l'at1;1ccò il 9 maggio : i suoi quanro reggimenti (26, 69, 37, 79) tcutaruno aggir~rlo da. nor<l ~ riu:scendo a quasi occupa ,·e 111c.dia nre manovra e ri pctuli attacchi quasi tutta questa zona così fonificala conquistandovi numeroso cd importa nte bottino . Tale conqu is ta ebbe notevoli co nscgucn?,c su l cor~o delle ~r~ioni sopra ricordate . 1

La Capellc. Comune della Francia , ,ull'Aisne, fortiJicato nel ,cc. XV I; le sue 011crc vennero ckmo lirc nel 1681J. Fu presa dal Mausfe!d nel 1591 (9 maggio) dopo b reve :isserlio .

LA

,-]/tacco di La Ca-

pe/le ( t656). !'i, oi1':rato dal Tlll"<.:nllc. il quale , provenendo da 1\ r r as~ j nvcstì la piazza dove eran o imp ortanti mag:1zzi111 spagnuoli, d ifrs, da poche ccntioaia di uomin i. Furono p rese subito dagli as~alitori a!cunc hmcuc, e iniziato l'assa lto ai bastioni . Il principe d i Conrlé . con un corpn spagnuolo . accorse ve rso J.a Capc llc . ma le pioggie ne ritardarono la rn::in;:ia, c.: giun.se c.1 uando la hrecc i.a e ra foua <· i d 1knson St crnno arresi p rin1ri de l

Lacaze. An1111 iraglio franccst'. n . nel 1867. Raggiun;-.c il grado d i co11tra111111i r. 11d 19u e d i viccammir . nd J917. Comand ò navi e squadre. fu addetto mii. in Italia . fu m inistro cldla Marina nel 19 1,, poi p refetto ,mirittimo a Tolone, poi vicc-pre,idemc del Co11,ig lio Superiore dd l:1 M:1 rma.

La Ceci I ia (Cio ra1111i) . l'atriora n. e m. a è\' apoli ( 18u;2-1880). Carbonaro, fu csiiia10 nd 1.H.20 : in T oscana çu~pirò e 11c fu c:-.pulso nel i 830; partecipò alla spedizione I~ 'ammiraglio I .acnzc di Savoia è {u ~ondann:-itn a morte. Passò poi in fr;-H\CHI e nel 18-18 ritornò .a )[apuli o ve comandò un lx:itt;gliorn: rid ia g 11.1rrlia n aziollalc e tu capo dipartimento a l Mini!>lc:ro dt::gli ln tc rni. Condannato n uova11~ente a n10Jtc riparò all'estero, e ritornò a Napoli d o? n il 1860 . dedicandosi al giornalismo . Lasc lt', fra altro k ti, Storie s~::. grctc de i Borboni )l c le •1 f\·1.crnc r!c ,1 .


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La Cecilùi Napokonc. F iglio del p recedente (18_34- 1878). Fu p rofessore a Ulma; partecipò alla g uerra del 1870 nelle lìlc garibaldine e vi ragg iunse il g rado d i colo nnello; poi al movime nto del la Comune di Parigi col g rado d i gene1aie .

completa disfatta d ella flotta ion ica, causata p rincipalmente dal t radimento compimo da una b uona parte delle triremi di Samo, che, abbandon an do il combattimento e dandosi alla fuga , resero impossibile la resistenza del resto delb sc1uad rn .

La Colle. Località degli Stati Uniti, sulla frontiera fra il Massachussetts e il Canadà . Verso la fine del marzo 1814,

laderchi (con:e Lodovico) . Generalt, n . a Ferrara, m. a

duranrt la g uerra Ang lo rAme rica na, iJ gen. \Vilkinson, cor

mandante delle forze americane, d ecise di d isporre una batteria presso Ro usc's-poim, al fine d i impedire a lla flotta inglese, che svernava presso Saint John, d i scendere nel lago Champlain dopo lo sciogliersi dei ghiacci. Gli lngle.si, sap11tolo, riunirono circa 2000 u. presso il nn dino d i la C. a rre mig lia da Rouse·s-point per im pedirlo . 11 30 marzo il gcn . Wilk inson, forte d i 4000 u. , mosse c.ontro la posizio ne 11cmica. Era questa costituita rl i un soi lido caseggiato in pietra. be n fortificato dal magg. I lancock c he ne aveva il coniando. Messe in batte ria due bocche da fuoco e d isposte le hrigate Smith a destra e 13issel a sinistrn, fatta occupare dal col. M illcr una posiòone adatta a tagliare la linea

Fimwc ( 1849-1919). Sottoc. d i fanteria nel 1869, frequentò poi la scuola di guerra . Inseg nò topografia alla scuola mii. e C()mandCJ in 2a la scuola centrale di tiro in Parma . Colonnello comandante il 66° regg. nd 1900, andò in P. A. .Laderchi Lodovico nel 1907. Nella riserva d ivenne magg. generale nd 1912 . F ra altre memorie, pubblicò : « La ca m pagna del Duca di Rohan in Valtellina nel1·anno 1635 » ; « La battaglia d i S . Pietro Parmense nei 1

734 )).

di riti rata avversaria, e tenuto in riserva il corpo del gcn . Mac Comb, ·gli American i in iziarono il bombardamento del caseg giato, tosto efficacemente con rroba ltuti. Respinta · un a sortita ten tata dagli Inglesi, visto però che la c·onquista di La C. av rcbbt richiesto rnczzi 1naggiori e rempo considerevole, i l gen . W ilkinson decise la riti rata . Qucslo avvcuirntnto suscitò discussion i e accuse ; al gent· ralc v~nnc tolto il comand o; chiamato però d inanzi a consiglio di guerra, potè venne reintegrato .

di mostrare d i a vere nglto bene e

Ladislao. Re d i Napol i ( 1376-1414) . Salì al trono nd 1386; aiutato da Bonifacio IX vinse gli A ngio ini; nel 1399 prese Roma; nel q o3 tentò inva no d i conquistare la c<>rona ungherese; nel 14 1 2. sconfino a Rocca Secca dai F iorentini allea t i agli Angioin i, perdette Roma, che rico11quistò nel 14 r3: 1ncntre sta va per rnuovere con tro Firenze e

Kologna 1norì improVvisamen~ re a N apoli .

La Corte (Adolfo). Oenernle, n. a Siracu sa nel 1876. Sottor. d'art. n el J895, frequentò po, la scuola d i guerra • e passò nel corpo d i S. M. Prese parte a tutta la guerra con tro l' Austri~: fu c;ipo di S. M. clcll'11" divis. ; colonnello intenden te della Zona Carnia nel 1917 e poi capo d i S . M. d el 28° C . d'A. In detta ca rica si meritò I'O. M. S. e la mcd. d 'argento. Lasciato il serv iz io arrivo poco dopo la guerra, fu p romosso gcu . di b rigara i n A. R. Q. alla fin e del r92G. lacroix (Enrico di ). Generale lrancesc ( 18-1-1- 19 04). Pa rtecipò alla campagna d i Roma {1867) poi alla spedizione nel Tonchino. Da generale comandò la Scuola Superiore d 1 Guerra; po i fu gover n atore mii. d i Lione , comandò il 14° C . d'A., fu v ice-p residente del Consiglio Superiore d i Guerra. Andato a ripo,o, d iresse la Rcv11c Mili111irc Générale.

Lacuée (mnte di Cess11c Giov111111i). Generale e scrittore mii. francese ("1752-1 84r) . Durante l'Impero fu d a Napoleone nominato preside nte del la S<"'Z ionc del la guerra al

chnsiglio di Stato. Fu poi generale di div is. e minisu·n della guerra . Pubbl icò, fra altro, u na « Guida dcli •ufficjale in c:lmpagna ,, e un (~ Progctro d i costituz ione per

l'c!>crcìto dei fr,1nee~i » .

Lade. Isola nel golfo d i \ •!ikw sulla cos1a d ella Ca ria . Hattagiia navale di Lade (otto b re 497 a . C .) . Svoltasi tra Greci asiatici ed il Re d i Persia Dario I. La flo tta greca, comandata eia Dio n isio di Focea , possedeva o ltre 350 rrircm1, ment re la fenicia, che coo-1batteva in aiuto dei Persiani , aveva cin.:a 600 unità. La battaglia termin() con una

Ladm irault (Luigi Renato, di). Gene rale francese ( r808-1898). P ercorse gran parre della carriera jn Alger ia, d ivenendov i generale . Al coLadislao di N apoli mando della 2• divis. del 10 C . d 'A . pa rtecipò nel 1859 alJa guerra in ltalia distinguc11dosi a Snlferino. Poco dopo r i tornò in A lgeria (OITIC viccrgover,

natore . Nella campagna del 1870 coma ndò i l 4° C . d' A. Da l 1871 al 187R (u governatore d i Parig i.

Ladocea. Luogo su burbano innanzi a Megalopol i. Vi eombattè nel 225 a. C ., u11a battaglia c he appa rtiene a ll"epoca della Guerra C leornrnica, e fu com battuta e vint:. cl,1 Cleomenc li(, re d i Spa rta, colll'rù Arat o d i Sicionc, ca po della Lega Ac hea. Causa della guerra fu il timo re d i Spa rta della g randezza e dello sv iluppo de lla Lega Ache;;; . s,

Ladysmith. Città del ~:,tal. nell"Africa Mèridionalc . attraversata ,!al Kllp , affluente cl i sr. del T ugcla . Nodo _1:;1aradak e ferrov iario importan rissirno . il gcn . \;Vhitc \'I aveva riunù o il grosso delle prop rie forze a ll 'i11izio della· g uerra Anglo-Boera, e il 23 ottobre 1899, disponeva di 11 bgl. fan t ., 7 btr . da campagna e 1 eia montagna. 4 regg. ca valleria . t ruppe locali, u n a St'l.. tekgrafoai, u n a di areosticri> e i servizi; in tutto circa 1 2 .000 uom ini. Fra il 27 e il 29 o ttobre le forze boere deD T ransvaa l e dd l'Orang-e, circa 20.000 u . al co1nando del gtn . Joub~rt, iniz iaron o l'i nvestimento d i L . d a 1''ord, costruendo opere in rerra, armando batterie e mettendo in posiz ione anche

un gro~su pezzo da assedio, il <( Long •Tom >,. Dal conto


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L>.D

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suo il Whitc completava le d ifese inwrno alla città, fatte di fascinoni, ~acchi a terra e blinda.menti di legno. Stringendosi sempre più la linea boera, il Whitc p<;:nsò, il 30 ottobre, d i attaccarla; ne nacqllcro i combattimenti di Farqu har's-Farm e di N icholson's-Ncck che, terminati colla sconfitta degli Inglesi, li costrinsero a chiuùersi dclÌ Hitivamenre nelle posizioni di L . intorno alle quali il 10

novembre le forze nemiche c h iusero la linea di inve-

stimento. Nei prim i g iorni dell'assed io i

Boeri

non

si

mossero; il duello d·arciglicric si svolse inimerrotto, una ricogni~ione di canllcria inglese portò p resso Tarham 'sFann a un vivace !-contro. Il 2 novembre l'ulr.i1no treno in

partenza da L. sfuggì· per m iracolo alla catlura ; esso portava il gen. French a C ittà del Capo. Il 3 il gen. Wh itc, saputo ch e il gen. boe ro Lucas Meycr aveva hisciato le sue posizioni cl i Bulwant-Kopje pe r portarsi verso Colcnso, mosse ÌJ1 forze contro quel settore che r iteneva

piè, debole, ma

(u ributtato; l'avanguard ia, forlC di circa

2000

u. , fu ta-

gliata fuori e r iuscì a sfuggire ,·crso E3stcun. Il 6 ebbe luogo un a ltr<l piccolo scon tro, il 9 i Boeri te ntarono un

attacco ge nerale che non gen. Jo ubert,

riuscì . Nei giorni seguen ti

saputo che il corpo di

il

sµcd iz ionc inglese

stava per sbarcare, lnsciari intorno a lla città circa 8000 u. si sposlÒ col ,·esro delle forze su Pie tennarizburg. Dopo la clisfalta inglese di Coknso, i Boe ri tentarono di p rendere L. d'assalto;· nella notte sul 6 gennaio r900 due colonne, forti di cit"ca 600 u. ciascuna, sorpresi gli avam ~ posti bri tannici a Wagon Hill e a Caesar's-Camp , a Sud

della citr;1,

riuscirono a occupare le due posizioni; il

giorno seguente gl t Inglesi, costituite due colonne di 2 bgL

La Fayette (marchese Paolo). Gener;1le francese (17571834). Combattè con \.Vashington per l'indipendenza ame"cana; tornato in F rancia fu deputato agli Stati generali, e, generale della guardia nazionale, nel ,789 protesse la famiglia reale. Nel 1792 fuggì dalla Francia e fo te nuto fino al n97 prigioniero degli Au~trìac1. Ri<:nt1ato ncll:;l vita po litica francese nel 1818, nel 1830, ~ · comandante della guanha na, ,ionalc, contribuì all'ele,azrone ~ , al trono dr Luigi Fihppo. Scmse le sue (( Mcrnorie » .

~r~r

r

La Ferla (Salvatore) . Genera le d ella R. Guardia d i rinan~a, m. :J Roma nd 1931. EJl trato nel Corpo nel 188,J, raggiungeva il gratlo di generale d i ùi visionc assurncndo, e tenendo Lafayette Paolo fino a l 1925, il comando della R. Guardia di F inanza : in eletto anno andò in congedo. .\vcva panecip aw a lla g uer ra Italo-Turca. La Ferté (marclusc, poi duca Enrico d,). llfaresc iallo francese (1600-1680). Combattè. in Olanda e a La Rochelle; ~~rese µarte alla guerra in Icaiia per la Successione di Mantova; comba ttè nella guerra dei T renta Anni; partecipù al le guerre civili in Francia e finì governatore d i Metz e :!1 Verdun. Un suo figlio (Eurico-Fr:mcesco) (1651-1703) fu marescial lo d i Francia e si battè nel la guerra della lega di Augsburg : s uccedette a l padre nel detto governatorato .

La Feuillade (duca

Fra11<esco) .

Maresciallo eh Francia

e mezzo cia:'.i-G.Un<'I, con una b tr.,

1c conrrattaccarono e le ripresero. I Boeri perdettero r50 u .. gl i Inglesi .p8. i-:. questo uno dei rarissimi t:a5i in cui i Boeri :ibbiano nffrontato

(1615-,691). Maresciallo d i ean,po nd ,66.1, luogo tcn. generale nel 1767. m ares..:i:a llo di Fra ncia ne l 1675, fu viccrè di Sicilia e capo de ll'arma ta nel 1678. Ne l 1 (,8 , ebbe il

UH combattimellto corpo a corpo. Il 22 e ii 24 gennaio 1900 1a guan,igione, durante la

bovcrno del Delfinato .

battaglia di Vcnter Spruit, fece due v::i ne sortite per <lare

grave minacci:t. D t11·antc la bmraglia di Picter·s, ìl rnovi•

La Fenillade Luigi (duca di). Maresciallo di Frar,cia, ligi io del preceden te (tl>j3 r 725). Colonne llo di ·cavalleria nel 1689, g overnatore d el Dclrinaro ne! ,69r, luogotcn . generale nel r704, ebbe nd 1705 il c.:um(1 ndo della contea di )Jina . Partecipò a lla campagna <l'Italia d d 1706 ponendo l'as,c:dio a T ol'ino, ch e dovette togliere per opera

n1cnlo si compì, e il 28 fcbbr,i io le prime truppe ingksi

dd principe Eug<.:.:nio. Nel 17T6 fu nominato Pari di Fran-

L\ mano a lle colonne ri i soccorso. Ma nel febbr;iio la resa del Cronjc e la vittoriosa avanzata di Lord Robert, ncl-

t'Orange, dctcrn-1i u(1vann il (.Otna ndo bo:;ro a toglicrl' l 'as .. ,celio per riunire le forze d a qudh parte dove era lo p iù

entravano in citl~ . Nei J 18 g iorni di assedi,-> L! guarnigione aveva p erdu to circa

1500

u.; i superstiti, fiaccati dalle pri ...

vazioni e dalle malattie. non erano pili in grado di com-

battere, e furono per i~1 maggior p:Hte rimpat riati. Laers (l:11rico) . Capitano o la ndese de l scc. XVI, n . d i Amsterdam. l;arnoso çapo dei Pezzenti dd mare >). ;;on1t.: chiamaYan~\ g li insorti olanùc~i contro il dominio spa• t(

g nuolo , ebbe d iversi comand i sulla flmta d e i r ibelli e " rese celebre con la rcsistc11za c he St·ppe opporre a lla florta spagnuola.

La Farina (Gi11;cppe). Patriota siciliano, n . " Messina, m. a Torino (18,5-1883). Cos!,iralore ed esule rornù in patria nel 18~8 ove fu deputato al Parlamento sicil iano e dettò il decreto di clcca,knza dei Horboni . Fondò la « Soc ietà n a z ionale>), promosse l' insurrezione eh Sicilia e :;1iucò l' iJ n~ Fn:sa d ei Mi Ile. Scrisse la « Storia d ·1talia dalla caduta dei Longobardi al 181-5 » ;la ,, Storia <'' Ital ia d al 18 15 a l 1850 ", e la ·< Storia dclb Rivoluzione siciliana ».

cia e nel 1724 n1arc~cia1lo.

Lafolè. Località del la Somalia . Nell'estate dd

1896 il

sultano d i Cheledi, avvertito che una spedizione italiana si

sarebbe spinra nelle sue terre per :.illaccian.: rapporti, fece avvertire che l 'av re bbe 3ccolta amichevolmente e intanro si preparò ad assa lirla. ]..a colonna si componeva del con -

sole generale Cecchi, degli ufficial i <li m~1rina Mongiardini, Maffci, Sanfel ice, De Cristofori, Uara ldi, Guzzolini, Smuraglia, Baroni, Gaspcrini . dd co 1n1nissario dog~~nak Qui righetti, di rre g-raduati, due marinai e un dome.stico. Come scorta, due jusùasci e 70 :1scarì. La s pcdi;:,,ione parlÌ il 25 110\'en1bn.:: e dopo 5 ()rC di ma,rcia ) g iunta nella zona di L., po:;e il ra1npo ncl l:1 boscaglia . Verso le una dopo mezzanolte i sornali a:::is~livano all' improvviso l 'ac-

i nostri però. rapid amente prese ,e armi, tennero con vlvo fuoco iu rispetto gli assalitori fino al-

camparr\ento :

l'alba. T cntawno a llora d i ritirarsi a Moga d iscio, ma nel!a bosi.:agha, :Htaccati tb tutte le pan i, <lovcttcro soc.>


L AF

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co1nbere a unu a uno, ~emlnando per sene kin. i lon, <.:orpi. Solumco un graduato e due marinai riuscirono a raggiungere ~-iogà.<liscio

;l

!'>tç1110.

/Jerl'i110 (così chiamata da l nome del capitano degli alpini Ilcrri no. che guidò l'assalio a lla posizione [<J. 25801 e ,· i lasciò, dopo q ualche giorno, ]a v ila), e la lTngia ~fortini (dal nome de l comandante il battaglione alpino " Val C.hisone ,,, cui fu dovuta la conquista). ma la vetta del piccolo / .,,, non ostante ulteriori nostri sf()r?.i, compiuti negli :mni r 91G e r91i , non si potè mai r~1ggiu ngcre. li nemico, dal s uo caut.o. tentò ripeture v<Jlte. cl i :-;! ogg iarci dal le no.<=,tn.: posizioni, ricorrendo ancl1c a pud-:::ro~c mine (memoro bil c tra tutte quella del 2 2 maggio 1917 . sotto b C(:ng ia Martini) n1.1, ~1 ~u.l volta, s.enza tnai ri11sc1rv1. Con una Jwsrra mina , ;dfinc, il 20 g iugno 191ì, riuscimmo a rnng uistorc l'importante posiz ione di quota

2668, sotto la cima dd Laga't.lloÌ.

Laghezza (Gcmwro). Generale commissario d el la R. \fa . rina, n . nel 1868. entrato in s~rvizio nel 1888, promos,o magg . gc;n , cornmissario nel 1927 c.: tcn . generale nel 193<1. Prese pane a lla campagna d i guerra ,9,5-18 e fu Giudice effelti,·o ciel Tri bnnalc Supremo Militare od r927. Laghouat. Cillà dell'Algeria merid ionale . h , presa da , F rancesi nel 1852, venne a llora d ifesa imano da Mohan ,. med fien Abclallà, capo indigeno che ren tò inYann di rinnovare ! 'azione d i i\bd d Kadcr. I.e truppe francesi che assalirono e conqu ista rono L. d i vi,· a forza er:1.no al com~rndo de l gt~n . Pé-lissicr. Lagny. Comune della Fran, i:i, nel cl ip. Sei11c-ct-?vfarnc, ,ulla , r. di questo fiu me. Venne fortifica lo nel Xlfl ,,._ colo. )h:l 1358 fu p reso e saccheggiato JagJi lngksi.

:'v1onumento ai Caduti di Lafolè al Cam po Vi:rano di RomJ

La Galissonnière (Rolando /Jarbin , 1m1rc!1ese d,·) . Am111 iraglio francese ( 1693- 1756). Nel 17~5. governau,rc dd CanacL\, costruì numeros i furt i e 1·ar~ena le di Québec . J\:el lì54 ebbe comando cl i squadra barre ndosi contrc, gl i lngksi . L'ultima sua impresa fu qud la d i battere, Hl co111a1u.lo della ilou.a francese d irclt;i n ~Ii rtorL·a nd 1756, la ~q uadra ingle!>C ddl ' amrnir. Byng. Lagazuoi (Grand,· e {'Ìffolo). Fonrndabilc g ruppo mon r.:ina. nell'alto C;1drnT : il g rande :,j eleva a 111. 28 17, il piccolo a "'7i9 • I.,· truppe de l nostro IX corp o d 'armata

L .1,Jedio di L«g11y ( 1432) . Fu posto da<'lt Inglesi dc' duca di Bcdford. Quanro assalti dati al la piazza furon,, respinti dalla guarn ig ione (800 u.) comandata da Ambrogio dc Lorc. Ricevurc artiglierie . il lkdford battè le mura e rinnovò gli as~alti. Un esercito di soccorso riusci a rom · pere le liJ1cc degli assedianti (• a far penetrare in L. rin • forzi ed approvvigioname nt i, talchè il Bedfor<l, d isperando d i rius,ire, prese il parti1e, d i abbandona re ) 'assedio.

Il. Assalto di l,agny ( 1590). La piazza aveva una guarnigione d i 15 1.: p . agli ordin i di La fin. e venne investita da Ale.ss::1ndro Farncse e hwllba rdata con r2 can non i. l\•f ent.rc si a,·v icin;n·a ;1ILl piazza un C!-terr ito di soccorso il far n<..\~c lanciò all·a~s.'.d to i reggìrnenrj ital iani e va llotlÌ. 1

Gli a::;.salilori, dopo :1sp r~t lotta 1 riusci rono a supr:rarc k n1ur~1 e ad impadronir:si a viva forza della citt~, costrin• gcndo L::ifin ;.id ~trrcndcrsi ..

..

Lago (Ordine rlt,f). Ord ine cavailercsco, (reato d a I .u igi, re d 'Gnghaia. mentre si disponeva a com1uistarc la Dalrnn ia (1358) . Durò brc,·c tempo.

Lagonegro. Comune in prm. d i Potcn,:a . F u teatro d i aspro cornhanim,clltO il ;.13 agosto -, ~cl), fra i Napoletani c<im<1nc.L11i da Gherardo Curci e d.1 Ceni31it~, e ì Fnmcc::-i dd tvh1.:>sena. I pr i1n i , asserragliai i 1h:l p::i.c~e, respi nsero per ln.: ore gli attJcch i dei Francc~i; infi ne le d ifese fu•

Il piccolo Lag::izuol

rono sopraffatte, e gli insorti , la:-.ci:.tti 100 niorti e rnohi feriti . si dispersero per i rnonti, raccoglicudosi poi ~ Lauria . I vincitori devastJrono 1.; sacchegg iarono il p,1cs.c .

ne in i7.Ìarono 1·espu_gn ,1zionc ncll 'estatt' dei 1915, per poter ~1cc1ui.,t.1rc il dom inio dd pa.,;so d i Va \p ;i rola, aclducen(l,; al la va lle .\hb:1dia . Furono, in fatti, rag,~·iuntc cd esµu gn:ut· a!cune ek::vale cd a~pr(: posizioni. quali la punta

Lagoncgro . :\1ome d i u11 bgl. vol,lntari. Jucan!, che il serteml)l'c 1860 s! 1nisc ag-li ordini di Gjuscppe GaribJldi, arri,·aw q uel giorno a Lagoncgro. e fece pa,1te dd reg2Cacciatori lucani, incur 11nrato nella t61 d i\·i ..;, ior1c .


LAG

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lagos

( l .11goa).

llmgo marittimo <ltl l'onognllo.

I. Comb,111,memo di Lagos (1693). i\vvc111w il •i giug no, l r~ unu .)qu3dr.i di vc11ti tre \·at,;cdli juglc~i cd <J1.Ln <lesi, comandati rispcni,amcntc dai vice-ammir. Rookc; ,. Van Dergoc!,. e che \.;orra,·ano un numt:roso <·ti importa1ll'e convoglio, e: la squ:adrn lrancesc mulco più forte comandata dal Dc Toun·illc. Questi ,l\'cva na,coslo pJri L delle sue na,·i nella baia d, L. e i tfue Jmmiragli ,,lk-a1i ,i accorsero tard i d 1 avere d 1 l routc un n cltlll'o di for1c: ,upc:riori. ,\llùJ"a <lcci,l·10 di Jllt'nder,· c;accia; due \'asn·! I, olandesi ed uno inj!"lc,c. che vollero tl·11<·re lnla. furono sopraffatti e co.,tretci ad ari cndcrsi. li Tour\'ille pote impadronirsi di •10 kgni del co11 vuglio, scssant11nn ,ki quali iuronu disrru ui. 11. Co m br111ime1110 di Lago.< (1759J. ,\\'venne il 17 agosto. tra navi france,i e inglc:i-i. Una dh is. n:H·:tlc francc,r. agli ordin, dell'ammor. dc I., Cluc. compostJ di 7 ,·ascdli. separata d:11 resto ,klla flott.1 a ,a,1',1 di 1111,1 tem pesta , ::.1 rifu~iò 1lt lla baia di I ~. L:ammi r. rnglc::.c BosGl\\t'n, accortosi d, cii,, assalì le na, i france" ,. dopo aspra 1011.1 catture'> tre r,.1n e m: incend iò ,drre du<.; . Le dt1c r imancrni riu,, ìrono a rifugiar:-1 ~1 Li ~hona.

lagost11. l,ùla dd la Dal111azi.1. a ,ud di Curzola e .1 55 Km. d,1lla costa. Supcrfki,· Kmq. 53 , alt. massi ni:, m. 41,. Ha Lrc piccoli poni. Vcr,o il X ,ewlo fu b.1<e na,·Jlc de i pirati n arcntam, t.:spugnata Lon dur:1. lutt.l nc.:1 999 dai \'c:naian i comamhni d al Ù<>g,· l'ictro O rscolo 11. Nel Xlii secolo !"isola è in po,sesso del mumcip,o di Ragu,.L Durarne I.a g-ucrr,1 rnondi,,k. \'enne- fo rtitic::ita tlagh Austriaci e bombanl,aa dJ velivoli ital iani: occupato d,t rcpani ddb nostra rna.rin3 d 16 no\'c1nbn: 1q I X, rirn;bc ,h, tr.mati d, pace a,-.c~n,11,1 .111'1!.1(1.1.

.;:u bonio (tiufosgcnc). Tali rn mposti, essendo per la m.ii; ~ior parte dotati di una h:n~ione d i vapon.~ a~~ai !-.C3r"-,t. rc,istono lun::o tçmp'> sulla supcrlìcie dd .\uolo e dc, rorp i cor, cu i venj!Ollo a l'Olltatto , :-.cnza pi::1dcrc k loro c.1ra11cri,1iche biologicht· e rendendo <1uindi inabitabile, per i:n tempo pii, o meno lungo. la zon3 colp113. Dal punto di ,·i~rn t:itLiLo . pt:r~iù, il lorn impkgo è p;lrtiLolarrm.-ntc indi<:.1to p<:r rendere u1soslç11ihili k p os1z1uni ncrni1..he (l'org,nusmo diri;,:!Cllle 1".1rn1a1a: quartieri generali. ~t;Jti m:-'.~gion, uAici di comando. c.1:.. '.\crvinori, poMi tdcfo~ ni(i. c(c.); per ~log,!i~re acç:1nto11:11nc1lli. postazioni favo~ rt·, oli, dinu,rni ,li stazionì: i1npcdlrc: arrivi di rinforz.i; taAlia rc riio, nimenti; come pure per proteggere k retrO\'ÌC cli una ritirata e nd le azioni difensivl' in genere. La lciro importanza però fo notevolmente abba,sata dopo l' uso dì :1hri aggrc~,1\ i più efficaci e p~rtko1arn1cntc deJI 'ipntc. con~ide rata, ~1 giu:-.tn titolo. t.:nmc 1·~1.tu~ressivo pcrmantnlt. p,:r cccellcn,.1.

l a Grottcria (l ',,sq11a:,.). c;c 110:1li: mcdiui, n. a ,'fon 1cruw, C;,l:,!110 nel 1% 5. Souot. medico nel 1892. parlcnp,; all:t c,tmpagna t·ritrea dd 11>95-<J(, cd .1 quella libi,., del 1911 nella ,1u ak, ctpit.1110 medico dd l'1 , 0 bersaglieri. ri1113se krito ad ~knni rn,· rit,mdosi l.t n1c.l. d'Jrgenu,. Partn.:ipt'i a l ut1,1 l.1 gul·11.1 ,ontro l' .\ust ri, cd ebbe I,, mcd . di bronzo dc, lxnemcrit, della ,alutc puhblic.1. C11lont1tl lo dirctrore di sanit:'1 mii. a ~apuli nd ll)l_,. iu nel ":J27 p 1,>mo,sn magg. g-c• ncrale medico addc1Lo al ,·ol kgm medico legale. ~cl 11,30 ,·enne co1ln(;.1to in 1.:on gedo.

lagrange

Generale ir.111.:c•ç ( 17h31!>36). Generale d, bri.~at,l nd 1 1<j.,, par1<,1pì, ali,, campagna d'llal i~. Prest· pane poi al la ,pcdià 111c in F.g,tto e nel 1799 divenne ge nerak di d i\•i~. ~'el 1 ~05 comandò ìl .:orpo dì <pcdizionc dc,tinalO nelle .\ ,u,lle ini:k"; quin,l, parl<..:<:ipò al le G1rnpag11c di l'ru,~1a, di Spagn:1 e di Ru:;~Ì;1. (roJJ/c

Gi,ue{'{'e).

Lagrimite. Con tale nome fu de,i.i:nato nel codìl'l' ..._ greto d i ~•1crrJ ir:111..:csc jl .._.11bonio i.:lorosolturu: fi,,r11do olco~o. tli

Ct)lorc g inllo-ro~~fl , d 1 o dm·t· p ungente.:.

d1 .l1.i·1nc i.l~ri•nogcn:1 e soffu,.rn<c . Dur:u:tc

dnt:Ho

l.l .~ut·rr.l fu

l aguna. Borgara mari1t11n;1 1.J Grottcrin Pagqualc_, dd Hra"lc· nello Stato d, Santa Catcri11 a . c; iuwppc (;ar,baltli, con un;i piccola n:\\T. il • Rio Pardo .. :1ppar1encntt· .1i rcpuhl1lic:111i di Rm Grande. vi affronta una lloua imperiale che lo serra contro la nYJ. Qui,•i si rlilr:11dc si no all'cstrt·1110. e, rpJ:1ndo le navi nemiche scrr~u10 la ,ua <fa pn.·,'-C• c.: '-ld11no per impadronir~cnc? f•gli ,i geHJ m uno schifo e ,i ~:ih·a fra gli :trln1,tl a lcrra, dopo d i a,·c•1'(' daw fuoco ., un:. micc ia. con i.1 quale b su~, na\·c ..ahi', in arla dann<.·g.giando k

u sato sol t:tllln tfoi F,anccsi e d,1g li :\ 1.H,t.ri~h.: i.

l agrimogen i (. lg;;re1;i,•iJ. :,0110 <Jursro rnolo " r,IJ! • grupp;-ino '-lLicgli r:ggrr:.,~1, 1 chimici du:, ~econdn la d .1,~ifìct1zione !\:h~t".::i sulle loro propricLà h-.i1.,loo lr h t: rn:'rn!f, stano un·a:1ionc 1xcciomi11~1111,c;- ~ullc muco,~ d,•·!J ·otchio. c:tu~:tndo !.1gr1111azionc e 1rr1l;1·1iune t.t1i cb impedire b visr:1 per un cen o l('mpo. E1,si vc n~ i-,no ;1nchc 111dicat1 cul no,nc <li a0111ùa11ti (tipo dor<Jpicrìna) pt."'rcht: in1pong11nn di tenere b maM:hcra pc..-r Jungn tempo. nm nou.;volc azi,11H.: di d it:;.1gio c.· cli d im i11uit;1 1-c-:-.t.,tc nza dcl k a forn<.' u-.o.

trupp~ (O"itn:U(:

r\ q•1r~ta ~·tt<'go1 i.1 di dggrc.·ùivi chin1ici :1pp.cr u:ngono le seguenti ,o,1onzc: bromuro d, ben7.i k. brom11ro di xi li 1c. ioduro cJi hcn1 ilc . cloruro d i u~n1trobcnz.ilc, brom;). cc1onc. bromomc1 ilt-tibcetonc. dibromonirtile1ilJcctone. clo racttonc. io rl:u:ctont", iodacctato di ctilt . m,:-.ido d1 n1c lik hicloru rato . ,,,sidu di metile hibromurato. aldeide .1l li)ica (acrolcma), n,trocloroformio (cloropicri11a). doro"1lluro di

I A1g1111a. Pnoscafo a 1uulc , arato

irl Am.:onJ ne! 1~(;~ .

lungo m. j.!,91 - t,r,:..,!o 5.01; (),.,locaincnto tonn. 15-1, cqu1 pag~io 16 lH>m ini .

U1g1111u tir Pcrl,u. Horgo del J",,.lw;n,1gua. prt·,,o il 1.1u:1lc " svolse. '" Ila li 11r d i din·111brc del 1926 . una battagl ia, du1~tta qu~uro giorni. fra 11.~ truppe.· dd p r<::i.1dcntc l)i,11. (cnnsen·a1nrt· ) e ,111dlc elci pretcndc1u,· Sacas.1 (l!ocr;ilc). I ~01hcn ·,1l<11 1 vc111H..·ro !>...:onti rt i, sah·a,uJo:-.i a stc.·n to d a rom .. plc..·t.1 d iqnll ionc. Lt· rcrd ill' fu 1ono conside rt\'oli da ambo le parti. J.agun:, J.11npia 1.m·::dit:~, <k· ll' i\ rgc11t i11 :1. nella prov. di Cornente~. Il ;. fchhraio 184'1 , i si ,\'olse un cmnbauimc..· nlo, nel (.JUale il gc:11. ~t.al:ir~ag,1. ~on forze c:orrentirn: e p:u aguai:t111.• fu "'l°onfirrn cd uc\.'.iso da forze argcn, inc honcJrcn,1 di L1rc.1ui1.L 1


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/.,1g1111a Vera. Località prc"o Huma,tà, ,ul Paranà. nella <]Ualc i Paraguaiani (30 luglio 1868) ,·cnncro d isfatti dal

gcn. arge ntino Rivas. Lagunari. Speciali reparti di truppa che appartengono ali 'arma del Genio e che precisame n te cost ituiscono un battag lione del rcgg. ponticri-lng unari. con sede a Venez ia. Furon o assegnati al rcgg. pontieri nel 1884, ordina ti in un:1 b rigata di 2 cp.. nel 181)7 in un reparto lagunari t· ,uccessivamcnle irr un banaglionc (comando - u/lic,o trasporti - 2 compagnie). li hg !. L. d ipende disc iplinarmen te t· tecnicame nte cbl Comando del genio del (',-0rpo d "Armata di Udine e per l'impiego da l comando de l pre ,idio di Venezia. Oi ,impcgna tutti i serv izi cli trasponi militari (truppe e materiale) nella 1:aguna d i Venezia ed a tak ,copo ha in dotazione rimorchia to ri, barche, J:'rcgio in metallo per elrncuo barconi , chiane, ecc. Genio-Pontieri e L agunari All'occorren7,.1 i L. dc, ,on,, poter funziona re o,·unque sia consentita la naviga1,ionc, e quindi durante il periodo delle esercitazio ni estive e,s i vengono addestrat i anche alla nav ignione 0 uviale . :\; L. sono assegnati uomini di mestiere, barcaioli, calafati . ,arµentieri. ccc. Laguz:Zi (lliagio). Grncrnk, n.

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ad Alessa ndria

( 18~2-1925) , Sottot. di fanteria nel 1864, partecipò alla campagn a del I R66 e poi frequentò IJ scuola di guerra . Cr.lo nnello cutn :t nclantc il 2° rcgg , fante ria nd 1898 , a n dò in P. À. nel 1900 , t--'c!la ri,cr\'a d ivenne magg. generale nel 11,ro e lCIL generale nel 1915.

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Làguzzi Biagio

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Lahalle Francesco

Lahalle (Fnmcesco). Generale, n. a N a poli 11d

1836 .

Pro,,cnientc dal Corpo Reale del genio dell'esercito delle Due Sicilie, passò in q uello sardo nel ,S6o. Panee,pò alle campagne d el r860-61 e J 870 meritando si alla p resa d i Ro ma h me n1.ione o norevo le. Passa to nel corpo d i S. M .. venne nel r8lh promosso colonnello. Comandò il 27• regg. fant<:ria e poi fu capo d i S . M, del IV C. d'A . Magg. ge nerale comandame la briga ta Bergamo nd 1890 , fu aiutante d i cam po gene rale del Re dal 189l al 1896 nel quale a11110 fu promosso cen . generale comandante !a divis. di Catan za ro, In P . A . nel 1&;9, anelò a ri poso nel r9 14.

La Harpe (Amedeo). Generale francese, di origine ,n,-

zc ra ( 1j54-1796). Arruolatosi negli eserciti repubblica ni . si distinse in va rie occasio ni, specialme nte all'assedio d i Tolo ne, do\'C g uadag nò il grado di gene rale d i brigata, e sotto ~ apolcone nelh campagna delle Alpi, ottenendoù 11 grado cli generale d i d ivision e. Varcò il Po con !"a vang uardia fra ncese. ma in un mo mento di panico dclk proprie truppe, a Co dogno, rimase ucciso eia una focilatJ sparata dai suoi ,

La H ire. Guerriero francese de l sec XV, il c ui ve ,c, nome ern St,·/nno di Vigno/les, Com battè dur ante la sua vita contro gli Inglesi , servendo Carlo VII di Francia, e fu anche con Giovanna d "Arco . Te rm inò b sua ca, ricra come govern atore di Laon e della reg io ne a scttcn crione della Senna, La H itte (Giova1111i D11cos, 1•iuo11te de). C:,:11crale fran cese d'artig lier ia ( 1789-1878). Fece le campag ne d i Spag n a dal 18 rr al 18 ,3 e poi q uella del 1823; partecipò alla spedizione lll Morea (1828); col grado di maresciallo eh cam po comandò (1830) l'ar tiglieria del corpo d i sped izione in Algeria. Fu p reside nte del Co m itato <l 'artigl ie,ia e ge , ne ra le di d iv isio ne nel 1840 e poi ispetto re d ella Scuoi., politecnic3. Srudiò con altri ufficiali il problema della riga rura delle artiglierie e il sisiema I.A Hitte. adortaro dall.1 r-ra ncia. fece le sue prove nei ca nnoni con i qual i l'cse1 cito francese fece la campagna d' Italia nel ~859 . Il si scema di rigatura La 1-line presentava le seguenti carat !eristiche: Sezione retta della riga trapezoidale con i lat, pa ralleli concen trici alle pareti dell 'a nima ; la camera 11011 rig a ta; una delle rig he a sezione p i1'.1 rist rctt.i. che serviv,1 per centrare il proietto. si prolu ngava nella camera , Questo cannone fu adottato anche in Austria. La Hogue (o La J/011gue). Promontorio de lla Manie:,, clre ha dato il nome :1 u na hattaglia na,·alc tra l 'ar mata francese capitanata dj Toun·illc e quella anglo-olandese comandata da Sir Giovanni Ashby , Nel 16\)2 ~i fecero ir> F rancia g randi prepa ra ti,•i per una spedizione cont ro l ' ln ghilterra. Ventimila uo min i si radu narono su lle coste della Manica. mentre a Brc,t 300 navi onerarie erano p reparate per imbarcarli. T ourville con l'armata doveva scorta re il co1woglio, dopo esse rsi riunito con la squad rn di Tolone comandata dal ,,icca m m ir . O'Estrécc,. I ,,e nti cOlllrari im pcdirono questa riunione e Tourville fu costrcno, da ordini sovrani. a co111baucre !"armat a anglo-olandese, forte di 90 vascelli. con soli 4; . Alle 8 del matt.ino ciel 20 maggio k d ue lince d i bat taglia erano formate al t raverso del villaggio normanno cli BarAeur. I Fra ncesi a,·e,·a no il vantaggio del sopra, vemo . L e due arma te cor revano pa rallele eù il fuoco si ini7.iò a lle ore r 1, Du rante cinque o re, rna lg r:1do la ione diffe renza elci nu11Jcro. la battagl ia si maute nne incert:t, ,ebbene scientificame nte condotta da ambo le part1. Verso le quattro e mezzo della sera, il vento, ch e aveva soffiato dl l ibeccio , g irò ai maestrali e diven tò allora favo revole agli Ang lo-Ola ndesi, che o llc n nc.ro così il vantaggio e.lei sopra, vento. enorme van taggio allorch~ si d isponc,,a d i soverchianti fone. Tourvillc, ave ndo forze m iuori, rna la libere.\ de lla manov ra, per essere sop ravve nto, aveva portato la sua linc.1 scempia di 44 vascelli a fianco dell'avang uardia e del c~ntro del nemico; non aveva potuto evitare che la retr<>g ua rd ia r ima nesse incolume; pure, insino a che il ven lO


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per<lura,,c da libeccio, egli aveva poco temere; 111a <1uando il vento sal1ò ai maestrali, ,1uclla retroguardia che non er:t ancora entrata in azione poggiò prolunga11. dosi da ,ottovento, e la linea di baccaglia frmcc,c si trovò strella tra due fuochi. Ma lgrado ciò l 'annata fran.;ese , :agguerrita com ·era , ancora poteva rn:tntcncre incerto

l'esito della giornata, sparan<l<J dai due fianchi e a,per tando la notte incombente per ,fuggire con la forza delle vele dalla difficile situazione. D,Lmi il tiro delle artiglierie durò alt re sette ore, cioè fino alle undici della sera. Ma ecco che alla lm:zza di maestrale ,ubcnmì la c.1lma: e la inarca (forti$.<ima nei pressi cl, Capo la lingue) produsse una corrente da grecale, in balìa della quale rimasero le navi in parte disalberncc e per la calma dell'aria non più obbedienti al timone, ond 'è che c.,se erano pre,,.c, a dare in secco.. Tou rville segnalò di d.1r fondo lungo la costa per potere nella nouc riparare le ,ne alberature e 1entarc rii buon mattino la prova di un ·abile e savia rÌll· rata. D'altra pane anche i collegati non poterono rimanere sottovela pecchi: anch 'c"i avevano le vele piatte lungo gli alberi e la correlllc an-cr,a. Nel lungo combattimento, prima <lella mezzanotte Tourville respinse qua tuo arrembaggi ,ul ,, Solei I Royal • : ,•erse, k 10 lo dnvclte :,bbandonare cd alzò la sua insegna ,ul)'., Ambi1ieux " · Ma. avendo ripreso la brezza da pone111c libeccio verso il lOcco e rncz.zo , Tourvillc salpò le ancore ec! ali 'alba contò intorno a sè 35 vascelli; 6 altri facevano prora per i l Capo la Hoguc e 3 per Brcs1. Alle S egl i era a circa tre miglia sopravvento al nem ico, e la riurata era assic urala almeno pel grosso delle sue forze; la

vittoria completa non ,l\·e,·a sorriso al nemico e Tourvillc non aveva perduto akuno elci suoi vascelli , memre, degl i Anglo-Batavi, due erano (uori li nea. l\fa il desiderio di salvare il « Soki l Roy:,I ,,, il cauivo Sl:tto tl i alcuni altri vascelli e la mancanza di un vicino e sicuro porto sottovento, consigliarono T ourvi llc a dar fondo da,·an1i a Chcrhou rg, allora spiaggia aperta. Egli er.1 ad un rniglit> e mezzo c!ai collegati. Alle u della sera di tJues10 secondo giorno di battaglia, salpò una seconda voha e fece rotta pcr il Raz Blanchard, interponendo, con somma abilità natitica. alle ~ riel mattino successivo. 12 miglia ira il gros,o delle sue forze ed il nemico. E gii\ 20 dei suoi stanch i vascelli avevano doppiato il Raz quando la marca contraria l'obbligò a c.iar fondo. li sorgitore inaspettato non era buono; le ancore ararono; Tourville tenne scco 10 vascelli; agli altri segnalò « piena libertà cli manovra » : risalpò ancor.1 alla mutazione della marca e fece \'da per il Capo la I loguc. A questo punco del la memorabile te, za giornata si risconlrano 3 vascelli a Chcrbourg, 12 a Saint \falò, 10 in navigai.ione con T ourvillc; gli alrri frazionati e vaganti qua e là , I colleg:1ti si suddivisero allora in tre sruoli; l'uno di 40 vascelli contro Tourville, un altro di 17 corse all:t volta di Cherbourg per catturarvi i vascelli rifugia1i,•isi, il r immente veleggib a Saint ~falò. Così finì la batuglia navale propria mente dcna. Lungo la costa ebbero luogo azioni isolate da parte dci:li Anglo-Olande,i che col tiro delle artiglierie o con barche armate cercarono d i predare i ,·ascelii francesi . la magp:ior parte dei quali fu incen diata dai rispettivi comandanti. Questa batrnglia è dagli Ing lesi detta di Barfleur.

Lahoz (Cimcppc). Generale della repubblica Cisalpina, n. a Mantova nel scc. XVIII, m. presso Ancona nel 1799. Nel 1796 disertò rlall' Austria q uando i Francesi occuparono la Lomhardia e nell'esercito cisal pino divenne gcn~-

LAI

raie di brigata. \ Id 1797 pancc,pù all,t spedizione nelle Romagnc e fu ferito nel combattimento del Scnio. Quando il Direttorio volle modernrc la costituzione della repubblica Cisalpina, fu mandato a Parigi, ma nulla potè ottenere e d' allora in poi ,i staccò dal partito [ranccsc. Rap:giunsc poco dopo a Fano Donato dc' Donati, capo dei:li insorti contro la preponderanza del la Francia in Italia e combattè contro i Francc,i as'Cdiati in Ancona riportando una ferita mortale.

Ln Hoz Giuseppe

Lain:ui Gio\·aoni

La hti. Borgo della Finlandia, ,erso il confine con la Russia. Nel 19 18, cluranl~ la lolla fra i Russi bolscevichi e i Finlandesi sostenuti rla truppe tedesche del von dcr Goltz, presso L. si eranu riuniti 25(10 Russi wn 12 can noni , molte mit ragliarri,i, un treno blindato. I tede.scofinbndesi attaccarono la ,era del 2; aprile ria ovest e ria ,c1d le posizioni rlci Russi: col fuoco di una loro batteria misero in fuga il trc110 blindato, quindi avvilupparono parte <lei Rus,i e volsero in fuga gli altri. Un migliaio <.I, prigionieri. tulte le artiglierie e le mitragliatrici caddero nelle mani degli i\ lleati. Ma colonne n isse che si ritira,•ano \'Crso il ,ud affluirono a L. , e la lotta, con alterna v iccnda, si riaccese nei giorni seguenti. Il 1• maggio, i Russi venivano sconfitti perdendo T2 cannoni, 30 mitra gliatrici, 5 00 prigionieri, 2 treni bl indati. Poco dopo. a,· cerchiati dagli Alleati, Russi bolscevichi capitolavano. Altri distaccamenti ccdevat10 le :irmi nella wna di L. sotto la pressione delle varie colonne alleate, c. dopo cinque giomi di accanita lotta, 1:t hartagl ia d i L. era così te rminata, con 1·annie111amento élclle for1.c bolsceviche costituenti l 'esercito rosso dell 'ovest rlella Fin landia , il quale aveva perduto in rutto 20.000 prigionieri, 50 can noni, 200 mi .. t ragliacrici . e materiali d'ogni sorta,

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Lai (Grtctano). Medico mil. del <cc. XIX . Fu il primo ufficiale medico dei bcrsai:licri. e si distin,c a Goito, e st>tw Gac1a : c.1u ivi ottenne la croce di ca,·. dd l'O. ~I. S. Lai Luigi. Generale meclico, n . a Cagliari, m. a .Roma (1838-1912). Percorse la carriera militare nel corpo sanitario; partecipò alle cam pagne di guerra del 1860-61 e 1866 meritandosi la med. d 'argento. Colo1111ello nel 1895, (u direttore di sanita del 1° C . d'A. e nel 1898 passb ispettore di sanità mii., nella qual carica fu promosso magg . generale nel 1899. In P . /\. nel , 903, divenne ten. generale nella riserva nel 1909. La inati (G1ot'tm111). Generale, a. e m. a ~filano (1841• 1923). Sottot. d 'art. nel 1861, combattè nel 1866 e raggiunse il grado di colonnello nel 1890. Comandò il 1° regg. art. da ca mpagna e poi fu direttore d'a rt . a Mantova. In P. A. nel 1894, passò nella riser\'a nel 18<)8 di,·encndo magp:. generale nel H)OO e ten. general e nel 1910 .


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Laing's Neck, Bo rgo del T r:111,vaal. ,11lla frontiera dell'Orangc. pres,o le sorgenti del fiume Buffalo. Il 2>-. gennaio 188r Yi si svnlsc un comb~n tin1cnto fra i Boeri dt: I loubcrt (880 11.) e una .:olonna inglese com andata da l gcn. Col!cy ( qoo u. con 6 cannoni). I Boeri coronano una. serie di a lture, contro k: quali avanza con cinque ,p. il colonnello !)cane, mentre uno S<Juadronc tenta un n10,·imento aggirantt.·. Quc~to n10\·in,ento è respi nto su bito, e le l·i11 t1ue cp. di fon1 eri a. ful rn i11atc dal preciso fuoco dei Boeri. ,ono costrette a rilirar,i, uopo di a\"er perduto 10 ufficiali e 1!!4 uomini tr., morti e feri11 .

Lake (sir Gerardo). Generale inglese (17.14- 1808). Com battè in Germania (176o-62) e nella guerra d"A mer,.:a (1 781 /. Scoppiata la r ivol,.1,-ione f ra nccse, dappri ma fu in Fia11 dm, q uindi ebbe il comando in capo nel! ' Irlanda, don soffocò i tentativi separ.1tisti e sconfisse i France,i coJ:, sba rcat i. Ne l 18 00 Ili inv iato 11cll ' lndia, dove dornù , bellicosi Mabratti (1S03), complctanclo poi ,I su«:c·sso con importanti occupazion i di città e territori. - un generale in g le!-.c

Perc:y Lake prese parte alla guerra tnondialc, e ,1

disiin<c al .:omando delle trup!1(' inglesi in Me,opotaw,a.

Laliccia (Antonio). Generale , 11 . a Reggio Calabria i,d 1865. Sotlot. cl":trt. nel 1!18~. prese parte alle guerre li bica cd italrJ-austriaca . Colonnello nel 1916, conrnndò il 43" regg. art. da campagna meritandosi su l Mo nte llo (191X) b mcd . di bronzo. Passato al comando dell'art. della fo' divis .. si distinse di nuovo nei giorn i della vittoria lìn alc prcs,o Belluno. Dopo la guerra comandò il io rcgg. art. P. C. e acl 1923 andò in I'. A. Nel 1926 fu promosso generale di br igata . e nd 1931 fu col locato a ripo,o.

L,ijolo Ettore

Lajolo (littore). Me<lagl,a u·orn, nalo a V111chio nel 1889, cad uto a Pozzuolo del F riuli il 30 ottobre 19 , ì · Ufficiale in ,e,_ uio aui,·o, era uscito ddlla Scuola mii. eh Mo<lcna. ,otrot. di ,·avalleria, nel J<)IT . Tenente nel 1914, .111db in Libia a sua do1na11d:1 e fu incorporato in uno sqdr. di sav;1ri. Allorchè scoppiò b guerra contro l".<\ustri., chiese subiw di essere ri mpatriato, ma j1Clt~ on e11crlo sol tanlO nei J 9 17 dopo la promozione a ,apita no. e volk e~crc assegnato :.11 rcgg. Genova c1,·a1lcria, nelle cui file g-,a u n suo f, atello . il tenente O reste. , i cr:1 immolato ali,, Patria, su lla q uot,1 1-14. nel settembre ,916. Uurante la ritirmJ del nm·emhrc r917, ndl'cp1sodio dram,natico d, l'ozzuc,io de l Friuli, il capitano L ajolo rinverdì le g lorios,: tradizioni <.lclla cavalleria icoliana. ,pingcndo il suo squ.1clronc ad una cari..:a disperata. con tro jl nemico incalza nL<: e cadendo cnvdlato di frri tc . Le u l, imc sue parole sout, eternate nella motiva,.umc. con la c1uale alla memoria dcll"eroico uRìdalc vcnnt· concessa, la m edaglia d'oro : « Preposto col suo squadrone alla di fesa di due sbarr:tmenti contro i qual, 11 nemico esercita,·a il maggiore sforzo. vi , esisteva tenacemente, dando m irabile prova di fcr mezza e di corngg io. RicevulO l 'online di ripiegare, fa ce, a rimo11t,orc a cavallo i super~titi dello squadrone ~ sebbene a maliocuorc dava inizio al ripiega,ncnto; ma . pcrco,·so breve tratto di stra,b ed accorto.si che l"avversario liberato dall,l rcsiscen>,:t a,·,rnza,·a baldanzoso . ,cnza c,o. tare un ist.111 tc, pur sapendo di andare incontro :i mo rte sicurti . riv(1lgc\·a il suo cavallo verso j1 nt·mico e con splendido entusiasmo gri,twa ai suoi soldati: (( Giovanotti. pa rla Genova : il 4° s;quadrone non scappa, ma si cak:.t l"clmcno e galoppa! » cd in ciò dire. si slan,iava alla carica, seguito dall',ntno reparto . Cri,·ellato d i ferite, cadeva esan ime fra i nc,n ici, r ivivendo però nella g loria del suo glorioso reggimento rra le figure pi1, fulgide elci numero!IÌ 5,uoi eroi ».

Lalla-Maghnia (o L e/111 ,\l,1gl111ia). Cin.'t dell'Algeria. nel dip . d i O rano . Vi fio concluso, il 10 ma rzn 1845, un crau:,to tra Francia e Marocco. V i si stabilì che i confin, fra 11 Marocco e l'Algeria fossero gli stessi che C$istcvano un tem po f rn .\fo rnccn e Turchia. Ogni indi, iduo che si rifug,crà. fuggendo d a uno Stato. nell"altro , 11011 sar:\ reso d.1 q ucst' ll ltimo a l Governo d 1e t:gl i ~l\'rà abbandonalo, fìnchè egli vorrà fcnnarsi. Se egH vorr:ì im·eçe ritornare sul territorio del suo Go,•erno. lt au writà del luogo nel quale egli ,i ,a1·à ri(ugi ato non pot ranno frapporre il minimo ostacolo all:t ,ua partenza. Abel cl -K.ader e tutti i suo, partigiani non usufnnranno del beucficio dato da q uc,ta Convenzione, attcsuchè ,i port<' , ebbe un colpo all'art. 4 del Trattato del 10 settembre del l"anno 1S.14, finché l'intcn11onc formale tielle Alte Pan, conlr~1cnti, sarà di çontinud rc a dar forza e vigore a que~ta stipulazione. emanata dalla e per \'Olont ;Ì <.lei loro Sonani. e di cui l'accompimento a/Tenncr:I l"amicizia, r d assin , rer/t per sempre la pace cd i buoni rapporti fr,1 i d uc· Stati. Lallemand (l·:11,·ico) . Generale francese de ll"cpoca na poleonica. Com3ndò l"artiglieria <.lclla Guardia a W aterloo.

poi si rifugiò in America , dove scri sse un •e Tratwto d'Ar ciglicria •> . - Suo fratel lo. Carlo . fll pure generale ( 1ì74 11!39) e si di,tinse col Davout nella difesa d "/\mb urgo ( 18 13). Do po Waterloo. dove cadde prigioniero , " ritug iò in Am,·ric:o: tornò in Europa per comlrattcre nel 182-3 nel le file dei Costitu;,,ionali spagnuoli e sono Luigi Filip po ottenne· <l i ricmrare nelle ti le dcli 'rscrcito.

Lally (conte Tomaso di /,. , b11ro11e di To/lendal) . Gr 11eralc francese (Jju2-17<i6). Dopo d i essersi bctttuto in vari<· guerre in Europa, e di a,·crc partecipato alla spcdiziont· di Gi3con10 li !Il Jnr,hiltcrra, fll inviato nelle Indie con la missione di rlcupc rnrc le 1e1'1'c già francesi . pc rdut<.· in pre cedenti lotte con gli Ingk~i . Sbarçato con forze insuR1 c ienti , dopù q ualche succt:~!lo inzialc subì ro vesci <.' fu co strctl<> a

Lajonquière (11u11"d1cse Gwcomo de). Ammirai:lio francc,c (168o-1;53). Fu all"assedio di Rio dc J., uciro- ( 1711) cd a T olone; nel J i-14; co111andò la squad retta che , i batr~ al capo Finisterrc, imicmt· con altra dell"ammi1. Grout. contro una flotta inglese. Poco dopo fu no minato luogo• tenente gcncrn lc e governatore de l

C;.1.nadd. do\'C morì.

chiudersi

in

Pondk héry, dove

T('!'>istetlc p(,;r 1111

anno all'as,c<.lio po~to dagli lnglc,i alla ciuà (l761) . T rn nato in patria, dopo lunga prigionia fu cond anna lo :, mortr.

Lama. Parre della spada, sciabola, pugnale, che scn T per rcri rc. Prese v:iric fonnc e nomi svariati . Q uelle te: <fesd1e erano più p,·,anti t· più l~rghe di q uelle italiane


-

L\M

SOS -

e francesi. t e bmc che più sa!irono in la111a per la loro bontà circa l',1eciaio e per la loro e lasticità, fumno quelle d1 T oledo e quelle di Sol ingcn. Ge nerahn.;n tt: è piatta: la pa rte clic p roduce la fer ita è de lla filo o taglio, e d è form.Jta dallo sp igolo v ivo, con andamento rettilineo o curvilineo, !'Ìsultante dall 'incontro ad angolo 111ollo acuto del le due larg he facce convcrgenr i; l'angolo d ied ro d i dette facce è detto angolo d i taglio. La superficie opposta al li lo è <lcua dorso o costa. La p u nta è l'estremità opposta a quella ove è l' impugna tura, ove sta il codolo. li tallone è il punto tra la Jama e d il codolo. La parre tra il dorso cd il taglio è detto il piatto della lama, La Luna si div ide in tre p::t rti, così ch iama.te : Primo terzo, o superiore, o forte ; secondo tcr zùi o medio, n centro; ultimo terzo, o inferiore, o debile, o debole, L,l lama può cs~erc : ad un solo t::1glio, o filo 1 o a tilo e costola, quando ha il filo solo da una parte; a doppio taglio o filo quando ha il lilo da tutte e d ue le parti; a taglio e falso taglio, qua ndo da una parte ha il tilo per tutta la sua lunghcaa e d a ll 'alrra ha il filo che dalla puma segue il dorso per un quarto od un te rzo o d a l massimo p<:r la m e tà della lunghezza di questn : a llora si dice anche lama ad un fi lo e rnezzo, ad un fi lo cd un terzo .

tiche, riusciva con ~ingolarc perizia e i:.:011 l 'ascendente dd suo va}oroso csernpio, a trascinare ali as!:c-aho truppe già. sc<J.ssc:, cd a giungere pn primo sulla l~Olu contesa posi2ionc ncin ic.a, ove cadde tra.fitto a l cuore eia baionetta austri~c3 )>. (!vion td lo, 20 giugno 191K) .

La Maddalena (Isola dc1. l'. la maggiore cli un gruppo tl'iso)e che fronteggia la CO· sta orie ntale sarda J ella reg!onc di Gallur~i I racchiudendo di contro ad essa un ampio bacino ben protetto eia tuui i vcu ti. Caratterizzata da riLamu 1.uigi

lievi gran itici, 1'isnb ha gran -

de importanza ~lraregica, sia come cslrcmo baluardo sett entrionale d i fronte al la Corsica. sia per la sua fun,.ionc rispet to alle a lt re principal i basi marittirnc 1l3zion~li i.:d c~tc rc ne l tvfeùitcrrauco ucc1 • dentale, come La Spezia, Bastia , Tolone, Pa lma (Ilakari), Carta.gena e le piazze algerine- e tunisine; sia per il domi nio sulle Bocche di Ilonifaòo. Fa sistema con l 'i,ola di Caprera e con quella cli Samo Sttfono, che delimitano u no specch io d'acq ua ben circoscritto . Tale gruppo insulai·e assicura un~1 v ig ilanza rnarittima a largo raggio t: onrc moltcµhcità di sbocch i al L!jgo J1Cr agire in varia dirl'%icnc a seconda dclk opporwnità rii m anona prospettate dal la ~i!uazione dj guerra.

Lama per sciabola da cavall.eri:\

.La lama può t.:~~ere d ri tta o .;urva; quella rl ritta è particolare alle spade, daghe, p ugnali, baionett,·, <:cc., quella curva è particolare alle sciabole. La sezione della lama, t3n to nelle spade , daghe, pugnali, baionettc 1 ccc . , come nelle sciabole è mollo varia : genera lme nte tu lle queste \·~r.i età di forma sono conseguenza degli studi per :-1vcrc 1~1 k1ma c b stica, robusta. leggera, rigida.

Lama 11. biscia . Così d,iamarono g li spadai ital iani dd .secolo XVI quelle la me col filo imitante la biscia quamlo s triscia sulla terra. General mente si iace l'a per k spade a due mani (spadoni) . Lama Luigi. M edaglia d'oro, n. ad Aosl:J nel 189 1 ca F i

duro sul Montcl.lo il 20 giugno 1918. Ufficiale in snvi?.io attivo, era uscito d alla Scuola m ii. d i Modena, sottol. del 33° fanteria, nel 1901. Da capi tano fu io Eritrea cd in Libia , rive lando qualità sicure di nrtimo ufficicl le e di abile comandante , A sua doma no" tornò dalla v,lonia. do po la rìùrata dall'Isonzo sul Piave, per difender<" I;, Patria minacciata ; promosso poco dopo m.:lggiote, assunst: il ~ornando cli un reparto ,L'assalto (Vili) e quind i c1uello d i un hg !. d el 73° fanteria, alla cesta del quale cadde valorosamc1n c combauendn , il 18 giugno 192f:, nH.::ntn::: cercava d i ri strap pare all'avversario il conteso ,.aposaldo d i Casa Sere na sul Montel lo . A lla memoria ciel prode u Aici,,lc superiore Lu concessa la me dag lia e.I ·oro con la sq,Illt:l~tL

motivazio ne; : « urricialc

tl i predare v irtl1, saputo l.'.' hc il proprin bal -

tag]ione era impegnato in un'az ione, intcnom pcv;l volontarlanicntc la licenza inverna le . appcn3 iniz iat~L per ~l-corrcrc ~,l ~uo po:::.lo d 'onore e di pericolo. /\ ssun to il co-man<lo di ba rtagho11c , in c irrost::inze . particobrmcntc rn -

N'e l rSo4 l 'isola fu scel ta dnl N'e lson come base na \"f1k per ~01Tcgliarc da vicJIJO Li piazzaforte marittima di Tolone, troppo lo n tane essendo le basi inglesi di Malta e Gibil terra . L'irnporranz.t strategica dell'isola fu apprezzata dal govcnl(> irnl iJno appena ricosti tuita l'unit:'i della nazione, e l'i~ola fu attrezzata per se..rvi rc c:omc base na~ ,·:i le, munita d i battcri<c e d i forti, d i arsenale per le rip:1razioJ1i delle navi, e Ji tut1l i servizi inerenti. Le forti.ficaz.io'ni furono iniziate nd 1885, e man mano perfezionate.; . Vi ha sede il Comando mii. in~rittimo rklla Sard-cgna. retto ,11 un ammirag lio di divisjonc o <b un con, trammiraglio .

I. Attacco dd/a Madd,i/,·na (1793) , Fu operato eia una spediz io ne n3.valc fran...-csc . i.::orn posta eh 23 navi, t r~ le ,1uali lo fregata " Fa uvcttc », co11 800 u . di truppa da sbarco; fra essi, il c:1pitano cl'artiglicrié1 N~pokone Buonapartc . L·isola era d ifesa da 500 u . fra regolari e m iliziani di Sardegna, agli ord in i del cav . Felice di Costantin, il quale aveva il comando <li una flottiglia composta d i d ue rnezzc gale re, quatt_ro galeotte e <]Uakhe n J.YC 1n i nnrc. A nim a dell a d iksa fu il nocchiere de lla marina sarda Dome nico 1·lillclin.:, clic.; vi µuadagnò la rned~1glia d 'oro. 11 22 febbraio, le navi frnncesi crnnparve ro nelle acguc dd la .\1 . e subito occup:.1rono \ 'isolottn Spargi; b sera stts,;a :-barc.:an11H) nelr isola di Santo Stefano, e d Buonapartc vi l·ollocava . di. fronte alla AJ .., una b;:iueria com posta e.l i un mon~1io e quatrro cannoni, clic il 23 sera aprirono il fu<Jco . Fratta nto il l\•! illc lire. con cannoni opportunamente colloca ti nr.:H "isola, e s11 h111cionc armato guid.::tto da lui, mo ksta,·a le nav i frnnu:~i tent'ndole in rispetto. e controbatteva il fuoco della ba tteria dd lluo napartc. La lo tw co n tinua il 24 e. il 25_. senza c he i nem ic i riesca110 a fiaccare I:, resistcn'.a deg li isolani. Il 26, Domenico Millclirc decide di assa li re l' isola di Santo Sn:fano. e vi si <lirige cd~ ba1·che arm~ue, montate da ~oo u . risoluti . Sbarcato, muove


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LAM

N

I. MADDALE NA

P "N,tlo d'A'lvild

p_ta Tegge

2

I.SARDEGNA

C. d'Orso

~ 1. Flotta francese - 2. Fregata e fauvette .. - 3 . .Flotta f.r::u1ccsc-(2• Posizione) - 4. Sba.rco dei Francesi - 5. Cannone sardo 6. llaneria francese - 7. Flotta fnncese (3• posiz.ione} - 8. Batteria sarda - 9. 10. 'f;-incec francesi - 1 1. llau.!ria sarda t 2. Ultima. posizione della flotta francese ( r 793)

contro l Francc~i. ln vano i t IJuonapartc lenta una difesa: è costretto dall'impeto clei Sardi a imbarcar,i precipitosamente - abbandonando le artiglierie e a rifogiarsi a bordo d el le navi, le quali, g ià danneggiate d al fuoco dei .:annoni della /11., si risol\"ono ~cl abbandonare l'impresa e si ritirano, imcguilc audacemente dal Millelire a can. nonate. 1 .Francesi :1vevano perduto ~ 10 uomini; liev issi me le perdite ciei Sardi.

Il. A/lacco del/11 Maddalt·11a (1799). Fu operato c\:i navi di piiati tunisini il r4 o!lobre. Quattordici lancie armate, staccate Jalla loro flotta e munite di due cannoni, " avncinarono :1ll'isola. Ma Domenico M illcl irc, radunata I~ popolaz ione in anni, con tuocu intenso d 'artiglieria e di fucileria impedì lo sb:irrn e costrinse le navi tunisine a riprenricrc il larµn. La Marmara (Alberto Ferrero, come d,· La .\I.). Genera re, 11. e m. a Torino (r789-1863). Uscì uflic ia k d alla scuo la d i S. Cyr. e servì nell'esercito francese, combattendo a Wagram , a Lutzcn, a Bautzen, cd a Torgau. Rienrrato in Italia vi divenne magg. generale nel ,;40 e luogoten. generale nel 1848; fu allora in Sa1dcg11a come comandante militare. Studioso di storia, fu Yiceprcsrdtr.t<· della R. Deputazione di Storia Patria a Torrno. La.cib due

opere sulla Sardcgn:1. un cc Viaggio

)i

e un

11

h lncrario )):

inoltre rnri saggi: ~ Le vicende cli Carlo di Simiana -, « Kotizie sulla vit3 e sulle gesta di C . E. San Martino di Perclla "; « Il fonc <li Barrcau x e .La Spezia .,; « Alcu n i episodi della guerra nel Veneto 1848 • .

Alessandro Fe/'J'ero ,·a1111/un: d~ l.,1 Mt1rmor11. Generale, fratello del precedente ( li9':J- 1856). Souot. dei granat:Jcn nel 1814, fece la cam pagna del 1815 in Savoia contro i Francesi . Partecipò alla breve campagna contro i Costitu zionali del 1821; alla guerra del 1848-1849 rimancnclo fc • rito a Coito e i;uadagnan dovi una mecl. d 'argento . Venne promo1,o maJ:tg. generale e comandante ,lei bersaglieri nel 1848.

La iVlarmora~Alcssnndro

Ln l\'Jannora Alfonso

L'anno seguenic fu capo dello S . M. generale. t-;d 1852 fu promos10 tcn. gcn ., al comando della divis . di Genova. Assu nse il comnndo della 2• d iv is . del corpo di spedizione in Crimea (1855) dove morì di colera. Nel 18Jli fondò il corpo dei Bersaglieri (V.).

Alfonso Feinro m arc/1<•,c de La M. Gc11crale, fratd lo dei prcceclcnti (18o4-187 ). Fu più volte ministro della


507 -

LA.\I

guerra (1848, 1849, 1855, 1859) e capo di S . M. dopo il 1859, e p residente del consiglio dei Ministri nel 1859-Go e nel 1864-66. Comandò nel 1855-56 la spedizione di Crimea, e n el t870-7t fu luogotenente ciel Re a Roma. Trattò con la Prussia per l' alleanza che fu conclusa col nome di Triplice. Lasciò: ,, Un po· più di luce sugli eventi milit~ri del 1866 ~}; u Schiarimenti e rcuifichc-.; )>: (( l segreti di Stato nei governo c:ostitu7.lonale )) ; ~~ Un cµisoòio del Risorgiinenw italiano l) : l( Alcune norme sul fucile rii fanteria Ordi11ame1lto Lamarmora. Si può ch iaman.· così l'ordinamento dell 'ese1·cito piemontese fra il 1848 e il 1859, poi che fu opera dei generale Alfonso. che fu in tale epoca quasi scn:ta interruzione 1ni n is tro della guerra. Riordinò ~ ern]~, introdusse il reclutan)ento nazlonale (eccettuata· da esso la brigata Sal'Oia). Portò a ,1uattro i bgl. per ogni _2:cgg,._~.:,ii fanteria. Creò altrl tre n.:gg. rl i cavalleria, e . aumentò le forze dell"artiglieria. Per supplire a una 2• linea clell'cscrcito fece estrarre dalla guardia nazionale dei bgl. mobili che p residiarono le piazze; si erano volute portare in 1a linea cuuc le forze, co1 cnncetto di prcpara r.,;i a una

guerra offensiva in Lombardia, rapida e decisiva prima dell"arrivo cli rinforz.i clall"interno dell'Austria. Venne c reato un collegio mii. ad_ Asri, un bgl. dei figli dei militari a Racconigi , ecc . Ven nero riformate le leggi riguardanti µ-li uflìciali, e ine sse in arrì1on ia con i nuovi tempi. Gli ordi-

namenti dd Lamarmora risentono della speciale situazione del Piemonte , tutto rivolto a prepara re la gunrn d i liherazione che scoppiò nd 185,;. Carabina Larnarmora. Fu ideata dal .~cn . Alessandro allo scopo d i dirninuirc i movimenri per la carica. ed ottenere il tiro pili celere. Egli modificò 1·acciariuo, innesca ndolo nor!! con ,apsule staccale, 1na tnn esche fulminanti successive contenute in una striscia di rame

in numero

d i 35. Questo striscia passava in un canale fatto nella cassa, sollevava una lam ina elastica d'acciaio che facc,·a parte ùcll 'acciarino . entrava 11cl cane per un V;èino ncavato in q uc:slo ccl anrlava a riuscire :'iiotto la p~lrte supe-

generale in capo dell"es_ereito della Vandea . .Esiliato poco dopo, r itornò Ìll Francia nel 1818. Pubblicò, fra a ltro , (( Difesa del ~cn . Larnarque 1) ; l~ Ncccssilà d'un c.:serc ito permanente h; u Dello spirito militare in Francia )) .

La Marsa (Trt1t1ato di). (8 giugno 18R3). Concluso tra Francia e Tunisia . Si conviene che il bcy d i Tunisi s'irn ~ pegni a prOcedcrc a riforme amministrative, giudiziarie e li nanziarie che la Francia g iud icherà utili. li governo l'rançcse garantirà, in quel tcmpo 1 e sotto le con diziooi che

g li parran no migliori, un prest ito d:1 emette rsi dal bcy. per la conversione od il rimborso del debito consolidato. elevandolo alla somma cl i centoventici nque milioni d i franchi , e del debito fluttuante lino al li.mite massimo d i d iciassette milioni e cinquecentom ila franchi. Al bcy viene v ietate di contrarre per l 'avvcn irc ci ualsiasi prestito pt:r conto

nel la Reggenza scn7.a J'auwriz1,azione del governo fra ncese. Sulle rendite della Reggenza, il lx:y preleverà : 1°) k somme 'nece.ssal"ic per assicurare il servizio del prestito garantito dalla Francia; 2") la somma di 1.200 . 000 fr. quale importo della sua lista civile. Il soprappiè1 dei redditi deve essere assegnato alle spese d'amministrazione della Reggenza ed al rimborso delle spese inerenti alle cariche de l protettorato. I! presente accornoc.larnenw con ferrn:1 e co1npleta, in caso

di necessità, i! trattato èd 12 maggio 1881, Esso non mod ificherà _le d isposizioni precedentemente convenute circJ i n...y,nh1menri sulle contribuzioni di guerra.

La Masa (Gi11scpp,·). Genera le g,iriba ldino, n. a Trabia, 111 . a Roma (1825-188r). ::slel 18.18 fu uno dei capi della rivoluzione .siciliana, e tome colonnello comandc'> un:1 legione che guid() in L01nbard ia e poi combatrè cli nuovo in Sicilia contro i borhonici. Nel 1849 fu a Roma; esule in Piemonte fu uno dei più tonvinri assertori della im-

presa dei Mille, che avrebbe guidato se (,aribaldi non ne avesse

assunto . il

...:ornando.

Vi partecipò m,nan:.lando la IV compagnia , e dopo Calata lìmi organizzò la squadra dei Carabina L am armora

rio.re

cJel

m ede;:sim.o nel punto ove l'esca ven1Ya battuta

dalla testa del cane stesso sul luminello fissato nella canna. La striscia di rame era avvol\a attorno ad un ci lindretto d i ferro situato in un vano dd la cass::1 a guisa di Sl'.ato la. Con Jo stesso 1n ovi1nento dd l 'armarc jl cane, la stt·i~c.:i~l automaticam,cntc ven iva tirata. e con la sua estremità si presentava al p unto esatto d ove r iceveva la botta del cane sul lum inello . Con questo sistema si el im inava l'0perazione di levare la capsula sparata _e di ,ncrrcrc la ,uccessiva, e quindi si guadagnava lempo .

Lamarque (Massimiliano) . Generale e scrittore m ii. fran cese (r770- 1832). Generale d i brigata nel 1801, dopo Ausrer litz fu i.nvia to nell 'Italia merid ionale ove prese parte al la repressione de lla insurrezione calabrese. Re Giuseppe lo nominò capo di S. lvf .; sor prese la gu~ rnigione ,ng!e~.c dell 'isola di Capri rendendosi padrone dd luogo. Fece la campagna del 1809, poi fu inviato nel la Spagna. :,.lei cento giorni ebbe il con1~ndo di Parigi e poi din~lllll'

p icciotti, raccogliendone..: in tre g iorn i quasl 4000 . Pron1os~o

La N1asa Giuseppe

genera le , comandò al Volturno la sesta b rigata. Fu anche depurnto al Parlamento e scrisse varie memorie storiche.

Lambardi (uob. di S. ,\lli11ia10 Leopoldo) . (,eneralc . n. nel 1847. Sottot. cli fanteria nel 1866, frequentò poi b scuola di guerra. Colonnello ne l I899, comandò gli stabilimenti rni l. di pena . l n P . A. nel 1904, divenne nwgg . generale nel la riserra nel 19 1 L

Lambert (Giova11111"). Gene rale lran,ese (1586-1665). Cornbartè nelle guerre del suo tempo, prendendo parte nel 1631 all'invasione della Savoia . Nel 1648 ebbe il comando in capo de lle for ze francesi in Italia . - Suo figlio Enrico ( 1631 -1686) fu pure generale francese e servì sotto il Turenne e il Condé . - Un altro L. A,-scnio (1834-1901) fu generale e si distinse nclk colonie e a Bazcilles.

I.,unbc,·t sir c,,ci/io Folcy. Ammiraglio inglese, n . nel 1864; conrramrnir. nel 1917, viceammir. nel 1921 . ammir. nel 1926. Andò in congedo nel 1921 . Partecipò alla g uerra


LA,111

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contro l'Egitto nel 1882. :s.idla guerra mondiale, ebbe r:ll'i coman di , fra i ,1uali quello del la S']Uadra nell'Egeo (1918); poi fu alla direzione del personale m ii. ma rittimo 11c l n1injstero .

Lamben Robustù1110. Generale, n. a Firenze nel 186ì. Snttot. d i fantcri:1 nel , 888, dopo aver frc,1uenrnto la scuob d , guerra pa,sò nel wrpo di S . M . Nel 1906, a Firenn, si meritò la mcd. d i bronzo a l valor civile. Partecipò a lle campagne libiche d el 19u, 1912 e 1913 cd a tutta la guerra contro l'Austria d ivenendo colonnello nel ,9,5 e brig8dicrc generale nel 1918. Durante la guerra cornanù<) i! 213° fanteria; fu capo d i S. M . della 15• divis . e poi dei 22° C. cl 'A.; inten dente della 6• e d ella 2" armata e coman dò la brigata Vcne;,.ia. Poco dopo la guerra andc\ in P. A . S. e nd 1923 a~sunsc il grado di ge nera le di brigata . Pubbl icò : 1( Ricord i logistici e tattici l) .

tt:ri<1 e nel 1890 andò nella riserva di,•enenrlo n1agg. generale nd 1895. {,;1mbcr1i di Ca.,tcllctto Giusepp<.'. Generale, n. a Castelletto Stura, 111. a Brescia (1833-1911). Volonta rio in cavalleria, clive nnc sottot. nel 1859 e partec ipò alla cam pagna di dcuo HllJ>o cd a quella del 1860-61 incn tando;i al Garigl ianu la mcnz. onorevole. Altr:1. 1ner1zio nc onnff•vol<: e bbe nel 1866 combattendo a Villafranca. Colonnello nd 1884, rnmandò il rel(g. cavalleggeri Lodi . Nel 1890 and(> in P. A . e nel 1894 passi'> nella riserva col gr:idu dì magg. generale. Fu promosso ce11. ge11cralc nel 1903 .

Lamheni Leopoldo. Generale, r1. nel 183i, m. a Sun:> nel 1915. Proveniente dall'esercito toscano, pass{) poi i ri <]llello ita liano cntnc ui1ìc ia le dei bersaglieri. Partecipò alle can,pagne del 1859, 1866 e 1870. Colonnello J1cl 1882, C<'

Lambertenghi (Italo). Medaglia d'oro, n. nel 1885 a Vi lla d i Ti rano, caduto su l Dosso Faiti il 19 agosto 1917. Dopo aver frequematn la scuola m ii. di Modena , aveva appartenuto d appr ima , col grado d i sottor. e tenente, al 65'' fanteria . Nel 19H era andato in Libia con 1'82° rcgg. Rimpatriato nel 1<)16, col g rado d i capitano, ern partito subite, per la fron te ; fu promosso poco dopn maggiore, e tra.sferito al 252° fanteria. Durante la grnndl'.. offensiva italiana dell'agmao 19171

mentre im pavidarn<.;ntc guidava

il suo bg l. a lla conquista delle forti posizioni avversarie c,ltre il Do!ìsn l~,1il i, cadeva nwrralnrcutc ferito, fino a)1·11 ttimo mo mento mantenendo un nobile ed csnn pi are con tegno . La rno1 ivazjone, con t-t quale a ll a memoria cle l valoroso maggiore fu concessa la medaglia d 'oro ricord:;i così la

li ne di lui : (< Comandante di un bart.1glionc, alla testa dei suoi, raggiunse per dw..: volte una form idab ile linea ne mica sotto

violenti ra ffo:.ltc di n1itragliatrici e lancio d i bombe a mano. Caduti quasi tutti g li ufficia li del batt:1glione, lo condusse nuova1ncnte a ll'a i:racco. Colpito n morte, non volJc essere allonranaw dal posto di combattimento, inè itando lìno ali \dtimo i d ipendenti . Sentendos i mancare le forze, cedette il comando ad uno dei Uue ufficiali suba lrern i superstiti d icendo: 41 Una soln t:ùn.scgna le dò : Jino all 'ultimo uomo, Ja posizione dc\'t <:sstrc mm1Lcfluta! >• e! dett<> cib . si spense serenamen te sul campo )). (Dosso Fatti, r9 agoLamlicnenghi Ita lo

,ro

I<Jl 7).

L amberti Bocconi Pietro

Lam.Ucrti 1Vfario

111,11,dò il 53° rcgg. tanteria. e nel 1890 ebbe il comando dc.!1,: brigata Modena . In P. A . nel J891, fu promo.)\o magg. generale nel 1H94 e te-n. gcnc.-rale nella riserva nel 1903. Lermbcr11 ~Bocconi nob. J>iNro. Generale} n. ad Albcn_ga . rn. a Varese (1839- 1905). Sottot. Jei be rsaglieri nel 186o. si meritò nel 186r la mcnz . onorevole nella lot ta contro il brigantagg io ndk provincie meridion3li. CombattC nd ,~rl. e fu promosso cuJonncllo coman dante il 9 1) bersa g lie ri nd 1886. In i,. A . nel 1889, passò nella r iserva nel 1S9.1 coJ grado di magg. generale e nel 1903 fu pron1osso 1e11. generale.

f..ambo-ti 1Job. di Coi/e Mario. Genera le , n . ad Arezzo . :1 Firenze (1840•1<)14). Soctot. del la ,livis. Toscana nel 1859, poco dopn entrò nell'esercito itahano. Capitano del f' g ranatieri, a C ustoza rimase ferito e prig ioniero e ~i

n, ,

meritò la mcd . cl'argen lo . Frequentò pui b scuola c1 i goerr~l

e pa,.,ò negl i a lp ini dei qual i d ivenne colonnello comandante il 6° regg. n e l 1884. Magg. generale comand . !:i briga~a Pavia nel 189r nd 1896 fu inv iato in E ritrea come vice-governatore . Te n. generale comandanLc ]a divis. di Padova nel 1897, ebbe il comando dcll'XI C . d' 1\. nel r902 e de ll'VII[ ne l 1907 . Nel 1908 lu posto in P . A. e r.nmin :1 to ~cnatorc e nel 19l2 passò nella riserva. DurJntc l:1 guerra (omandò, richiamato) il C. d't\. <li Napol i. 1

Lamberti (Niwlù) . Ingegnere mii ., Il. ad ,\rezzo nel 1389. Al servizio d i Ilonifac io IX. intra!>rcsc iJ gr;:rn rcstaun.> <lei Castel S . Angelo di Rom~: pressochè <listrutto daj 1·omani nel 1378. /..,.{tmbcrti Gia.,·cppe. Gcnc..:ralc, n. a Brig-a 11ari ttima m . a Verona ( 1830-1 901). Suttot. cl i fanteria nel 1859, partecipe', a lb campagna di guerra d i dello anno ed a q ucl'a del 1860-61, m e ritandosi all'assedio di Gaeta la mcd. cl"ar.~en to. Nel 1866 a Monzambano riportb c inque ferite cd ebbe la croce d a cav . dcli 'O . M. S . Fu poi insegnante di taltica alla sc.:uo]a cli gucrrn e s(rjsse ,1 Sinossi di tattica app licata •1 . C9lonnello nel 1884, comand() il 290 tcgg-. fan1

Lambro. Brigat,1 d i fan teria di linea costituita ncJ, l'apri ie 1916 pe r la durata della gue,rra italo-a ustriac" da i d epositi del 7 e 67 fanteria coi regg . 205 e 206. Ag ì in izialmen te. duranlc ]'offensiva austriaca del g.iugno 1916 . nel Trentino , allorché i suoi bgl. opera rono isolatan:c ,nc in vari scllori ddl 'altopì:;ino di Asiago, pcrdend~J compie;,.. si\';imente 86 ufrìc iali e 342l militari di truppa. Trasfc-


L,1,\\

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509

riw nel luglio ad 0!'-]a\'1a cun,or:-.t·. ncila prima clci.:atk di agosto. alla 1,anaglia di Gorizi.1. conquist.11,do I.i ,1un1.1 1'-h e la munila po,izionc dcna l)o,,., del Bo,,niaco. colla '31· tu ra di un migl iaio d! prigici11ic:ri t' di ri\'.~ n bottino d 1 gl.1crra. Spinl~l, i poi \l'.rso 1\ 1suvizza . ~•impt·g1d1 ro1 ncmi ço, all':,ilezza del Cimi1rro di c;,,riz1.1 . in un., ln1ta durct.1

ere giorni che le.· fruu<'> la nm,c\}ioli<: del).1 ir.nb~)i;.1 cl'ar• gento al \'alare. Operi, poi ,ul M. S. M:irw ,,,e nd maggu, r917 ninqu is tò C:1>:t Due Pi.rni. Dosso del l'.,lo . 'ì · •~t e q . 100 pcrdrndo , ~ ulticiali e 1h18 g rcg,u,. Durante h bdll.tglia ,!ella llain,izza (•i .,gn,10-12 >l'I 1cmbrc l<JJ j) panccipù al!li .uucd,i per Li , nnl)ui,ta t!d YI. S. .\lare<J nel lrallu compr<.,.o fr.i le quvte 10v e 22ì, Nel ~ctte m b rc fu inviat:l ~u ll,\ fronk Kopriv:-tc-Ok ro~lo

o,•c ~i acc111ì pi.!r il pos~<.:sso dcHa 4uorn 814 d1t· il nemico difcndeva st rcnu;1mcntc. SCt'ri .ita,i I 'offcn'.\1\ .1 :1u-,tro-tcòe:--c:i ddl'ouohre, la L.,mbro. dopo J\·cr <o,tcnu111 un accan,ro .:oml>auimento a> \lolini di h\Cel-,. ripicgb dietro lo Jc lcnik e clopn ,uc,,·"i,·e rcsistc11·1c sul Ta_gh.1111cnto, s,ilb Livcnza e su l M o 11t ica no. p.is,ò ,I Piave e g iunse a \lolpaµ,o, ma il 2T llO\t'llìhre <.:!!Sa lu ..,ciolta a lk1d1;1 Polesine. (~>lore delle mostrine: mctl d ' colore col>,dto e mcù ~•r.Hh:ionc nel .Sl·n,o vcni"--ak: fc~ta dei re,ggimcnti: per cntr;.nuhi 11 rn ago:-.lO. annivcr,,uh, della hattaglw di Gorizia.

Lamelle. F.rann co,ì ch ia:n,1tc quelle 1,1\ll ine che ,crv1\ ano 3 riunin· '.\UI hanchi il petto alb. '.\(h1<.:n ..1 ddla e,,_ r.ll /,l. Quest:1. unione n.·ni, .1 nn,hc fau;1 ,on i ch10di eia vuh.trc:, o con ganl'l. Lamia. Ciu:t drlb Greti., cc11 tralc . 11:i clatn il nnm<: a una ~uerra. <ktta LA1mù1n1 (i~')·..F:? J. C.) ~uxitalJ c!.1! de,idcno dei Grr,, cl, oppor" ,tllJ dom1n.1z11mc elci l',!.,. tcdo11i. Il gcnc:r~1lc: .ncnicsc Lc.:o~tene. posto .1 c..1pn d1 un ~,~rcito, b.,nè i M.,tcdo n i d i ,\11t ipatro llfC>'<> le Tcrmopih, e costrin~ il gtneLtlc lll'lllÌco :i d 11uckrsi in L. l)rnJntc t ·a ..:-.cd10 Lco'-ten(' nH,rÌ. e le soni ddl.1 gucrr;1 1.:,u!g1arono. I C1c,i furono. da rinforzi '°Jlr,1ggmnti :ti rn.:mi~·,, battuti, e costretti :l ,hicdcn· i.1 JXll.:l. d1c ottcn• nero ::i dure condizion i. Fr:l I partigi:u11 d<·l la .cu:.:rra l'C-:l SL~1to Demostcnc. i) quak per llu n cader \ I, o ncl!c 11w111 <k~;h a\vcr~a,i ~i :,,u1.;1dù bc,,c.·11do Li cicut;.1. I. ll,lflllgl1a dt /.,,mia (2oS .1. C.). Si n,:ollq;J ;il:3 ,-c. conda g uerra pun1,:1 . Fu comh.,uu ta e \'Ìllt:l dJ I ilip;,o \'. re di l\1acedo nia, c.:(1111r·n g li Etol l agli ord i11 i dd loro pn.: t,11·c Pirrid, coadiu,·.,ti d alle gemi ausiliari òi .\ttalu. re d, Pc.:r~amo. e <!a dr,a mille soldati della flou~1 rom.111:: man• d.-n1 eia Publio Sulpicin. ~ ei due ~ontri che chl)(·ro luo~o. Filippo riu~d vittnrio!)o <.: ucdsc ph~1 di mille m.·111n.:i.

Scuola ,upcri<Jrc d , guerra: fu po,10 .1 riposo 11cl r895. Snissc f r.1 altro: « Scucii pratici di gu..r, a " e rnric opere mmon d'indole 1ecn,ca.

Lammoglia (Biagio) . Medaglia d'uro . 11. a Ma ratca nd 1891. Appancnemc alla da.se forte e nwde"a dei cont.1dln1 1llcdd1onali, dal Hra,ik. do\'C era cn1ibrra<o. :i,,orsc ' i•untanr;lmlntc in Patria, qu,rnclo ,cppc impcgnat:i b guerr,i ,·c,11tro l' .\u,tria. Soklnto e poi caporak nel 154° fon tcria . si sqrn alù M'mprc pe r ~l'rCno ard inu:nw <.: d isprezzo della morte. _·\ Ca,1:1gncvizza del Carso, I'8 giu_Qno 19 , ;. durante un all.lC(.:O notturno, bcnch~ unJ. pallotu,Ja ncn1ica gli ::J\"C!>-SC t.JU,hi aspun..1tu llll occhio, rima~ ancora ~u l ..:ampo soi:,orn.:11do 11 ~uo conwnd::rntc di comp;1gnia, pun.: fn itn; fa:--c i~Ho appt't1,\ 1 , ; tdTrì a po rtnrc ordini al ...:oina nd ,i di rcggimu1to. L',mo di ,a lme dell 'um ile fante iu pn·111iato con la rollCc'.\~ionc dt'lla più alta ri.;ompe:nsa 31 v~11orc: , Cor~•:-:~io,o ~ino .-IL1 1t:1nerità. e- giJ d1~tintosi m vari 1.:omb.tttimcnti per sp1rilo :1ggre-ssiH>, pro11lczz.a ncll':tzion~ e f)prczzo d 'o-1:-;ni pcriculo. Du rante llfl ~lll~Kco notturno . ,cmprc prc,c11tt' do\·e il nschio l'ra m:tg').~ion: e dovl" urgeva I ·upcra di ardimento. ,crvì dJ infomutorc. da portatore di nrc..lu,, . da n,mandnntc di squa.Jr,l. c\Cmpio co,t~tnlc di ,crcnit;'1 <' di (oraggm . Ferito. con un occhio quasi com~ plctar11<.·nr,· a:-.portato, .11w.a·ht· cura rsi di sè soccorse il suo u , man<b11 I{' di ..:ump:1gni.1 pure ferito l' tra~ci nandosi poi <h solo al po,to di 111<.·tlira.✓.ione . app<.'ll,1 L1st:!;Jto si ree() .11 comando rh bana~Iionc per ritcrirc !-UH ;1nd:11nènto dd1'.1z10nc. o rfn·ndosi pur<.· d1 fare rcc:tp1t~1rt.· un :H, 1so al c01n.:tndo cli n:g:gimcnto >,. (Ca,wgncsizza . R giugno 0

11,1;).

Lamor icil:t·c Cristoforo

1.i

Lamone. Fiume dell'Appennino w•,Jnn; passa per J Jcn e sboc,.1 nc!L\clriatico. Sulle ,uc m·e si comb.ll!è il

1° fd,br:no 1.p5 un3 h.,uaglia che .,ppartiene alla lott,1

fra li duca d i rvt ibno e: i Finrt.:ntini. (}nç~ti ult im i ~1, c:va nu I l . . ·lrnt/10 di La111ia ( 1~0 a. C . ). Appan icnc :d i., gucrr;1 ,iriaca in Grcd:i e (u in1prc,o dal couwk l\tanio Acilio Clal>rione. dopo le lratt.:aivc d, pa.:c rotte dafli Ewl.. I terrazzani 1,.·nntro ogni prc\'i'.'l-ionc.· :-.1 dffr:.rro a,n fermczz.l. ni<·ntre le \oro d onne porta\'ano su lle mura ~1rrni d "ogni ~orta t sassi. /\ri1io, fatto ~uonart: a r.1c.col ta ,ul m ezzodì. fece d11e ai sold.111 che ndk l'' ime ore dd giornv ;egucn1,; a, rt.bbc I innovato 1·assaho, e d1c non li ~1,· rt.· bbc ril·un dotti ntg1i alloggiamenti, se 1.l terra non (o:,..\l' Mata pn:-..,:t. ]n llllcsto secondo a'.:l~a lto vc nnt ro tncno k (orze e i dard i agl i a»c:d i:.t i, e la cittii fu prc:,a in poche ore . La preda lu pJrte vcrtduta, p:ute divi,,1.

assoldatu N iccolò l'iccininu e Oddo, fig lio d i llr:l(cio. Questi cli,l'clldcvano con le !uro truppe la Yalle del J .. ,mando si 1111banerono nelle \Chiere ducali, e furnno da <JUeste disfatti complcl:uncntc. Oddo fu uccisu. e i' Piccini no btto prigion icr,.1.

La miraux ((;,w,uo). Gene rale e ,criuor<· m,I. iranrl',e (1830 - 19 11). Pa rtec ipò alla gucrr;i del 185<1 in l u li:1 e a ll:1 rranco-prmsiana del 18jo. 1) :i gcncr:i lc rn1n:1ndi, la

Lamorìcière (Cristo/ori, fud1ll!1!t ,h). Gcncr.ilc fran cc,c (1 8n6- 1M,5). Nel 1830 fu inviato 111 Algeria , ove riord inò il Lorpu degli zu~1vi. rornbattè c.:ontro gl i Arab i l'.

La Monica (l'erdù1,111do) . Generale, n. e m . ., t\Jpoli (1835-1 904). L"1ficialc d"art. ncll'cscrcilO delle Due $1c1lic. pa,sò in <jLicllo itahano col grado di c.1p1tanc e p,1r1,·~ipò Jlla g uerra del 1%6. Colon nello direttore c1·an. " Rom., nd 1882, andi, in l'. 1\ . ne l 1886. 1':clia r iscrl'a ,enne p1omosso rn:t.!.?;;. gcncrak- nel 1895.


I.Hl

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510 -

.:<>sLiinsc alla resa Ahd-cl-Kadcr. Fu poi governatore d, Parigi e ministro della guerra, ma dopo il colpo d i Stato del 2 dicembre, fu arrestato cd esiliato. Nd 186o comandò l'c>èrcito pontificio e fu sconfitto a Castclfidardo. Lasciò un , Rapporto intorno alle fazioni guerresche comhatLutc dall'cscrcìlo pontific io nel ,cttcmbr,· 1860 ».

La Mothe. Piccola fortezza della Lorena, sola rimasta :,gli Imperiali dopo la campag na ord inata dal Richclieu, che aveva condotto all,1 conquista della regione d a parte dei Francesi. Nel marzo 163➔ la fortezza, elevata su alte

ro~cc e munita di difese accessorie in ha~so, ver111c asse• diata dai Francesi d el m a rcsc . d e la Force. Il Turenne , ~hc m ilitava ai suoi ordini al comando di un reggime nto. .maccò e prese il ba,uone ai piedi della fortezza, ma questa " arrese solrnnto per mancan1,a d i v iveri, il t8 lug lio.

La Morl1e Houd11n,·011rt ,·o,ue Filippo. Mare....:ialln di Francia (16o5-165ì)· Governatore di Bcllcgarde nel 1632, marescial lo di campo nrl r637, ebbe nel 1639 il governando provvisorio <lell 'cscrciw i11 Piemonte: si d isti nse al la battaglia di Casale ( 1640) e poi all'assedio di Torino. Tcn . generale nel 1641, andò a combaltcre in Catalogna : si battè .1 Lerida (1642) e nel 1652 si d ifese eroicamente in Bar.:cl!ona.

Lampedusa. PiwJla isola delle Pclagie, appartenente :olla prov. d i Agrigc nw. N e ll 'Sn ve n ne assalita da una llotta musulmana di t 3 nav i, ma poco clr,po l'intervento ,h un·armat.i bizantin., determinò uno .contro navale, nel quale le nav, musu lmane furono sopraffatte e cli strulle. '1cl l'aprik del 1620 una sq uadr<:tla toscana, comand ata dal Sonifanti, ,i scontrò nelle Jcquc ddl'i,ola con quattro !(alere turche di B1,crta. Il Sozzifanti fu ucciso. ma la ,·itLoria rirnttsc ai ToscH ni; la galera capitana 11...: mica fu presa; le :iltrc , i salv:,rono con la fuga.

L AN

Lampo. Cacciatorpedin iere, varato ad Elbing cd entrato in servizio nel 1900 ; lunghezza m. 60, larghezza 6.50, dislocamento tonn. 320, macchina HP. 6ooo, armamento guerresco I ;6 V 3;. lanciJ,iluri 2: stato maggiore 5. equipaggio 48.

Lanponio (.Hnrt·o). Generale lucano della lega italica nel 90 a. C. v in~e a Grumc:nto Lic-inif1

contro Roma, Crasso.

Lana (Col d,). S, eleva qua>1 bruscamente, a m . 2464 . alla confluenza del fiume Cordevolc col no Andraz. lr,l la zona d i Livinallo ngo e guc!la d i Falza rcgo. Gli Aumiac , ne avevano fotto llll formidabile caposaldo difensivo , pc, impedirci sia di shoccare dall., val Cordc,olc verso nord, sia di forzare lo ,barramento Cone-Valparol a, che inte rd 1~c\'a l'accesso al la valle Abbadia. I prim i attacchi ai forti trinceramenti avversari, tracciati ; ullc pcnd"i del colle, iurono sferrali dalle truppe della nostra 18& divisione (briga le Alpi e Calabria e 3° rcgg . bersaglieri) nei primi giorn i di lug lio del 1915; ma. nono , tante il valore spiegato dalle truppe <-cl i notevoli ,acrilici di vit<c, non s, riuscì ad aver rag ione della rlifc,a avve, ~aria, c.:onccnrratJ particolarmt·1Hc su due speron i, ::;ccndentl rispettivamente sui ,· illaggi di Agai e di Salcsci e dalle nostre truppe battczzari, per la loro forma caratteristica. " Cappello di Napoleone » e ,, Pancuone » . G li attacchi. violenti e sanguino~i .

fuJ·ono rinnovat i ancora alla m et:'1

d i luglio e nella ,;econ<la quindicina cli agosto, ma . pur g uadagnando terreno, non si riuscì .1 porre 11abilmem,· piede , u ll,1 s01i1mi,à d ei due te muti spe,.oni; solo una forte ridotta {u conqui,tata dai lxroaglieri. i quali le impo,nn ,1 nome di « ridolt.l Lamarmora » . Faui nuovi prcparati,·i. ,l 18 ouohrc il IX o:orpo d'ar • 111ala r ip rese J 'attacco g cucra lc per ) 'espugnazione elci! 'in tcro si,l~•Ha difensivo dcll'Alro Cordnolc-Valparola. Il Col di Lanil (u. que,t,t ,·olt:1 attaccato dircttamt·ntc e ~u1 1iand1i. Repart i del le b rigate Alpi e Calabria , a l c0mand1, de l tcn . colon nello C ius,·p pc Garibald i, se rrav ano tenace mente eia presso il " Panettone » ed il • Cappello di ::-,/a polrone ; conquistaw, il giorno 23 , un fortino poco sotto 1

Lampo (li). Scorridor3 ,.u-da, varata alla F oce (Gc 11<1va) nel 1817, con .,cafo in legno. E ra armata con una carronada e due petrieri. Equip.iggio ' ➔ uomini . - Ebbe il nome di l.. anche un trasporlo a ,·eia che fu in servi?.io lino al 1861.

la sommità <lei

1~

Ca r,pelln )•• il :26, i n picno mezzogiorno ,

l\lino del Col di Lana, notte 17-18 aprile-1916 (fotogn,fia e8"guita nel plenilunio con circa 3 + d'ora di posa)


LAN

-- 511 ·-

la colonna Garibaldi attaccava impetuosamente il « Cappello di Napoleone » stesso, e se ne impossessava, occupando anche la sella t ra il « Cappello » e la sommità del L. Negli ultimi giorni del mese un bgl. del 91° fanteria riuscì a strappare aJl'avvcrsario anche ~I <.<. Panetlone >>, catturandovi oltre 300 p rig ionieri. Il giorno 7 novembre, finalmente, un bgl. del (1<:f' fanteria, dopo breve ed intensa preparaz ione d 'an., attaccava gli estre1ni baluardi di vetta , e con un furioso assalto riusciva a piantare la bandiera sulla guota 2464- Nella n otte stessa, però, il nemico, con un poderoso contrattacco , soste nuto da una nutrita azione

dì artiglieria, riusciva a riporre piede sulla cima L. cd a trincerarvìsi. Vani , purtroppo , riuscirono entri i nostri tentativi per ricacciarlo, e le nostre trincee dovettero essere scavate poco sotto la vetta insa.nguinata.. I sette mesi di lo tta erano costati, ai no.stri, j OOO uomini. Durante l' inverno 1915-16 sì pensò d i far saltare la vetta del L. mediante una poderosa m ina, secondo il progetto formu lato dal sottot. del Genio duca Caetaoi. Dopo mesi di assiduo lavoro, alla metà di aprile la gigantesca rni na (a 90 m. d i profondità, due fornelli, carichi rispetLivamenre d i 2000 e 3500 chilogrammj di ge1atina csplo ~ siva, con 1 oo inneschi d i fulmicotone e 10-0 capsule di due gramm i. per ciascun fornello) fu pronta; ed essendosi avuta la certezza che il ne,n ico ~tava lavorando ad una contromina, il brillamcncu fu deciso per il seni del 17 npr ile. Poco prima della mezzanotte, i nfatti, l'accensione fu J ata, e dal l' immane esplosione la cima L . fu ridotta ad un informe cratere, nel quale rimase seppell ito gran parte del presidio austr iaco. Centosessanta uomini. dei quali 9 ufficiali, furono presi pl'igionieri. Purtroppo, però, il nostro successo non fu potuto pienamente sfruttare, poichè le truppe avversarie, riavutesi dal la sor_prcsa, corsero decise ai 'rilffirie con un fuoco nutritissi;no .in1ped irono ai nosni di allargare la nostra occupazione verso il Sid. La situazione, pertanto, rimase prcss·a poco staz ionaria nno all'autunno del 1917; noi, cioè, sulla sellctta tra L. e Sid, ed il Hemico padrone dell a catena Sicf-Settsass, della quale qualche cuspide soltanto (dente del Sid), aveva potuto essere da noi conquistata nel maggio 19r6.

Lanario (Francc.cco, duca di Cm-pignano). Scrittore mii. del sec. XVII . Fu autore di un'opera po litico-mil itare int itolata e< Il princjpe bellicoso ,> e sc ri:.-sc '. cc Le guerre di Fi:rndra dal 1554 al 16o9 ,,. Lanata. È il 'nome dato antin>rnente allo scovolo pn l'artig lieria; {orrnato da un ·asta poco più lunga dd l ·anima dd pezzo. con un ci lindro di legno ad una estremità : 111 ong111e, attorn.o a questo era avvolto un pezzo di lana, poscia vi fu avvolt~l una pelle d i montone cr;n pelo; c d in .. fine vi {uro no infisse setole di cinghiale a (oggia di brusca. Serviva a rinfrescare cd a pulire il pezzo dopo ogn i tiro . Fu anche detta : l..,111ator,·, scovolo e sc-ovoù1torc . Generalmente però, un'un ica asta portava da una c.strc,;m it;l la lanara, e clall'altra il calcatore; e ciò specialmente ne ll'artiglieria da campagna, per ridurre .il nurncro degli !:-trun1enti d 'arrnan1ento <lei pcz.zu . Lancaster (/amcs) . l'ilibustierc inglese de l. sec. XVI. Dopo aver c:~tturato navi spag nuole e portoghe~i, a5saltò

e conquistò la città di Pernambuco nel Brasile (1591) riportando in patria enorm i ricchezze.

Lanci {Balda.,sare). [ngegnerc mi!. dd sec. XVI, n. di l.; rbino. Fu allievo del Gcnga . Incaricato da casa ~1cdici

di rafforzare la Toscana, a lui si devono la fortezza d i S. Marino in Mugello, la cittadella di Siena, la cinta esagonale d i Grosseto, le mura di Radicofani, ecc. Lavorò anche alle mura di Lucca. Nel 156:2 fu a Malta per conti nuare i !avori dì f,;,rtincazione intel'rotti dal suo maestro e partecipò nel 1565 alla difesa ùdl'isola. Richiamato in Toscana, venne sostituito a Malta dal Laparelli.

Lancia. È cosl chiamata l'arma in asta che è più piccola dell 'alabarda e con l'asta meno lunga , e che è portata esclusivamente dal! ' uomo a cavallo per w lp ire di punta. L;i, lancia gcneraln1cntc terinina con una punta semplice 1 breve, di varia forma, ma senza aggiunte lateral i. Le

Lancia da cavalleria con asta~ di legno

Jancie antiche per i tornei e le giostre avevano generaln1entc un disco normale all'asta, fissato al punto dove questa era impugnata colla mano destra, cd esso serviva per itnpedirc che la mano stessa, nell 'urto dcU-arma contro l 'avversario , avesse a strisciare lungo l'asta, ed in conseguenza

avere da perdere in effetto la forza d 'urto . Questo disco era ch iamato padiglione. Ta lvolta l'asta stessa era ingros-

A ntica lancia greca

sata nella metà dell 'ultimo terzo, ed in questa ing rossatura veniva ri~avato un ·resu:ingimento dell'asta per poterla afferrare colla mano . Per poter mantenere oriaontale o guasi la lancia, in mo<lo che la punta fosse sempre diretta contro I' av,-crsario, si appoggiava il calcio <li essa sotto e contro un k rro sporgente dalla corazza, detto resta. Talvolta il calcio della lancia era detto anche resta. Per le giostre, la punta rkl le lancie era ::;mussata (rocchetto) e talvolta ] 'asta. era inter~ namen te vuota perehè

più facilmente avesse a rompe rsi senza danno

al colpito, e questa cm chiamata lanria busa. T alvolta alla lancia veniva attaccata una ban -deruola di foggia varia e di svariati colori e ste mn1i . La L . è un ':urna antichissima; secondo Plinio ne sarebbero stati inventori i popoli Elcsii. I.a L. romana.

a imitazione della grec.:a:

aseva una striscia

di cuoio inwrnù al~ l 'asta. La L. nel me-

Varì tip i di lan( ie

'

d io evo poteva essere u~ata come arm a, dai soJi cavaJieri cd umnini d'armi; cd al

tempo di Filippo d i Valois erano usate anche stando n piedi in battaglia. Col perfezionarsi delle arrni da fuoco, la L . deç3ddc , e sol!> più qualche rara nazione mantenne rc gg. di cav alle ria jrmati di lancia : questa risorse coHa rivoluzione francese e si mantenne fi no ai nostri g iorni. Per il pas-


-

sJto l'asta della L. era gcner:ilmcnlc di frnssino:

111

ultimi ~~nni venne costruita con l 'asta mctatlH;a

\'llOta

5 12 -

questi

in-

tcrnameutc. Le la11cic moderne non hanno padiglio ne, cd

in \U.l ,·ccc portano un anello di cinghi., di cuoio largo eh poten-i 1111ilare com 0<lamcntc il braccio: qucst·~ncllo è posto a d u11 terzo c irca del la lunghezza del la bnc ia, dalla base. G eneralmente nella parte este rna della staffa, è fi,. ,alo un :rncllo tronco conico n1claHico, c:ntro il lJt1,1k viene.: ,a ppoggiaw 11 calcio della f •• • stn ndo a cavallo, e c iò per comod iti, d i trasporto dcll'arn1a.

LA N

navigaztont· quC'!-.C<.:.' lancic , cngono ~,npre p un,1lC .ippc.·\c.;. a lle gruc ruori bordo, pronte per essere a1n maiJ1a1e. Han nq sempre u na prn\'vista di acqua, bisco110, fanal i. albcrat ur., .1 \'clc, in modo da poter ram,ancre anche quakhc giorn, 111 acqua isolate. Sono , o,pcsc me<lianl c ganci ,pccia li che le ta,ciano l ibere 11011 appe na le la tl(iC toccano I ·acqu., .

U111cia, o /_.t111rii1 Jo,-nita. ~d n1erl10<.·,·o signific.n a una ,911.1drc1ta di uomi11i compost., dal cavalal·re (o Capobncia), dal lo scuthc, o e da a lt1·i 4 o 6 UO!llini a pp iedati p<'r il

,ca\'i,:io dei primi due. Perciò un C!-<!n:ito di 10.000 lancic, Jd esempio, r:,pprc'-Cnta\·::1 un c:-.er1.~Ho ,noho pil1 numeroso ,!i qÙello indicato dal numt 1·c,. :,.Jdlc 0 1d inanzc fc11 dal i i .Signori ed i lfaroni erano obbligati forni re, in di guerra, un c<.:no numero eh J..mcic a ~c~onda <h.·lla loro 11nportan,.a. formate nel modo 1-'.'omc s, è.· detto :,opra.

a

,.,so

I.ancia S('l'CC{l/11. e ,., detto il g ruppo ,1uando il ,,I\ alierc a,cva ~c:o 11 solo ~cudicre~ c.:d anche <1uando a\C;\'a già <lato 11pctutc proYr

L.1ncb a vapore armata m guerra

dì arciinw1110 e . ~i prcstaYa rn gucrr;1

per azioni su l t ipo d i qud lc che o,:g i si di,d,bcrn eia arditi. Presso l'anliw esercito pìcmonloe la f .. \PC:U.al;i era un 50\dato che nelle q>. cli fanteria wadiu,a, a 11 c:.porak. Furono inizialmc,nc e per m o llo aempo come d ice il llroncaccio giovani gentiluomm i o ,oldàti di

,,l\·alleria rhe non .lvc,·ano l.l p05sibili1à di comprar.i c1\'allo cd <:<.Juipaggio, ,J che lo a,\-c\·ano perduto in guerra ,cnz:1 :l \Tr mezzi pc:r riacq11ist:1rln . E~~i ptC!-ilavatw :dlnra ,crvizio prov\'isorio nelle t.:p. d1 fanteria o\'c godc:-\'ano cli ~1>ecialc cnnsitlcraz.ion,: r di rigu.1!'di poichè app:irh·nc,·ano ad una cl:a,,c sociale pi,, clcv:n.1. :,.Jcll"cserc ito tosc.1 11" tic' tempi di Co, imo I (,c.;. XVI) erano della J.,111cie , militi ddla ca,·allcria leggna. armali

di lane,., e cli ,pad.a: difrsa da arm,nur,1 non wmplcta. :S-1.-llo St.1to Ponulicio, poco pnma del 1600 l' enne CO• ~tituiw un rcpano onorario. dcuo <lcJic Lanci{' Jpc·:;.::;atc ,lei Pom,"jicc. o " CJl'.alieri della Guarda.i di :-.J,,-tro S1g11orc ,i. \ "~triarono di num(!ro da 6 ~t 16; fu rono soppresse nd 1724 . ristabil ite nd 1730. Ccss.1rono di n i,ter~ nel 1801. quando lumno co,uru,tc k

" C11:ndic 11nbili " ·

l .,mda (.\far) . lm h,irc:azionc lung a d.1 6 a 8 mcli, dw (<ll >tìcne ~ o 10 vogato ri a p paiati e può craspona , c u1Ìa d1ccina di passeg,g,eri. È il ripo di imbari:azionc pili di ffuso

\\.:ngono .unmainatc spccial mc.:ntc in c:i,o di caduta di uomo 111

Hanno uno spcc1Jlc armamento di urnnlni n,

mare:.

husti !Jl"clti fra

1

migl iori marinai, e quc!-ti M.cndono

111

mare insie me a lla lanci,1 già a poslC>, seduti ,ui banchi, pronli ptr ,·og,1rc a\'cndo )!Ì:I le cint~arc di ,al\'ataggio ., pm1<>. li nome d i lam·ia è. usato .rnche nc ll.i mar in" vel ica del 111c·dic evo, ,pccialmcmc i n q ue lla spag 11 uola. Prnvic11c prnbahilmc111c· dalla forma dcli" imbarca1.1onc t.:hc a~?1omiglia al ..::ol tc llo ck ll.1 la11cia.

LalllÌ.1 .\l,111/red1. Cap itano

g hibel lino

de l

,cc. Xlii, n. a Ca\Jgli:ì. ,\I tempo dcli., Lega lombarda co1na11dò le g <:nti dc Vercelli. ~u, .lra . Tortona

ed 1\Mi e 1norì con1h:ntcndo i Parm iµi:111i

nd 1248.

L anc i !I.bombe. ~viacch in<! o an n i ~pc~ ciali , att,· a lanciar,· con, cnu;ntc clist;lll'l.J lt- piccole bombe a 111 ano. Fw ono adopc#

:i

r:1ti fuciJi ,on 5pccialc <lispositi,·o ~ o strumt·nti L:rncia u l'cmi ~~a

mc-rclntili. Oltre il <JUclla a remi, le 111a1111c <la guerra banno le L. :, ""po1c . eh"'~ in G lM> di bì~ogoo .)0:1:0 armate in ,guc:r r3, cnn n1itr~1'\\I

cune

le: n;.l\·i Ma <la guc..rr..i,

)!liatrici o piccoli c;mnoni .

I.ancia d, sah 111aggio. Ogni nave, oltre alle cnniuni l.:uKie , ne ha ~cm prc un paio mun ite di ca:-.~c d·ari:i lungo J bordi ddl'111t<:rno. i:hc le rendono in\mnmerciihili. In 1

ricvoca11Li l 'antica b:i le,ira. o add1rittu r.1

piccoli mortai ad aria cnniprc~sa . S1 ragg iun gevano

d i,;t:1nze,

du-

Lanciabnml,e (italiw10)

rante la grande gucrr", da 50 a ~oo 111. circa . In Francia (1<J26) è ,tJCO adon.H o un L . I ,po 13randt , ch e lancia una comune bomba a mano. del pt:,u d i I Kg .. a 600 m . (V. Beuim, Stoket, T,<inda

1orpedi111).

..


-

LAN

L AN

513-

Lanciafiamme. Fu la nuova arma o, con più precisione, l'ordigno ùa trincea e da assalto (Flarnmenwafer) inaugurato durante la grande guerra dai Tedeschi il 26 febb raio del 1915 a Malancourt e poco dopo dagli /\ust riaci .al fronte italia.no ùd Carso, il quale ebbe una notevole parte nel pri mo raò onak i mp iego effettuato rlurante l'attacco tedesco del 30 luglio 1915 contro le trincee inglesi

I I..

erano rnontati s u cavaHetti a

ruote che venivano

spinti contro le fortificazioni che a quell'epoca, com'è noto, erano in gran parte di Jegno . Questa macchina dj guerra

ebbe certamente successo se Apol lorloro, architetto mil. dcl1'lmpcratorc Traiano, la impiegò molto tempo dopo contro le fortificazioni cli p ietra (107 d. C.). Tipi analoghi di L. ebbero anche voga per l 'impiego del fuoco greco; e, quanto a quelli portatili, dalle ricerche e dagli studi eseguiti sulle iigurazioni di scuitura del palazzo d i Khorsahad e sugli altri più antichi bassor ilievi assiri che si conoscano, si è potuto stabilire che fossero pure noti. Ess, erano costituiti

Lanciabombe alla quota 1050 in I\·f occdonia

,della li Armata , a Hooge, sulla strada di Ylcnin. Se il nuovo sistern:a riuscì d i innegabile sorpresa per gli Alleati, esso però non r:=icchludeva alcun pregio d i novità . Infatti,

7ucididc, parlando della guerra dd Pelopon neso, informa che nell 'assedio di Delium (424 a . C.), gli Spartani fc-ccro uso di un congegno, per q uanro rudimentale, adatto .a lanc.iare fi amme. L'apparecchio era costituito di un lungo tubo dì legno ottenuto con un tronco d i albero interna, me nte scavato, e rivestito a una estrcn1ità con lastre

di

ferro . Nella parte posteriore venivano adattati grossi mantici per attivare la ventilazione e in iettare una forte cor-

rente di aria in una calrlaia collegata con catene di ferro .alla parte ante riore dello stesso tubo e contenente carboni .accesi , sui <1ua li si buttava una m iscela di zolfo e pece. J\7.,ionando i mantici si generava una fiamma a dardo,

Espie.ricnzc di lancio cli liquidi infiammabili

da speciali e lunghi tubi a mano, d i metallo, particolar mente adatti per lanciare fiamrne in az..ioni corpo j corpo.

L'impiego di tali mezzi era ritenuto cli grande impona11za negli attacchi e in special modo nei conflitti navali. Gli Assiri, dunque, a giusto titolo ritenuti degli eccellenti organ izzatori mii., avevano già in uso, fin dal V ll secolo

avant i l 'Era cristiana, gli stessi metodi di combattimer110 che, uopo tanti secol i, sono stati riprodotti e rinnovati nella guerra moderna.

Lanciafiamme da posizione 33


LAN

-

5l4 --

Esperienze di lancinfiommc (19 18)

JI suggerimento dell 'uso dd L. viene attribuito a lift maggiore tedesco della r iserva il quale, in tempo di pace, rive.tiva la carica di comandante dei pompieri di Monaco. Egli, d urante la guerra, godette di un ele,'alO ascenden1e sugli arditissim i uomini al suo comando, che lo quali licavano col titolo d i « Principe dell "l nferno ». G li apparecch i adoperati crnno d i due tipi: da posizione, i quali, in molli casi, fornirono importanti successi locali: e portatili, che riuscirono molto efficaci in azioni rii anacco.

a) Appa1wd1i lanciafiamm e da posizione. Erano ordigni d i proporzion i colossali e cli non fac ile trasporlo di cui la costituzione e il funzionamento, salvo le dimensioni pi,, ampie, si basavano sugli stessi organi e sui mctbimi principi di quelli portatili che si de,crivono a pprcs~o . L'esercito irnliano non d ispose d i laneiafìamme da posizione d i fab bricazione nazionale e durante la guerra usò apparecchi francesi. Questi sono di tre tipi: 1°) Appa· reccl,io Herunl Tliirion, della capacità di litri 500 - essendo dotato di quattro serbatoi capaci d i contenere litri 1 25 di liq uido inriammabilc ciascuno ' - e gittata da m. 30 a 70, a seconda dcli 'elevazione della lancia, del tipo della bocchetta e della pressione d"aria introdotta nei recipienti. Per facilitare il trasporto, esso è montato su di un telaio munito di ruote e accoppiato a un avantreno o automezzo d i tr:,ino. L 'accensione del liquido avviene a ci rca m. 20 dalla bocca della lancia e, nelle cond izioni più favorevoli di vento, la gittata pratica può raggiungere i m . 85. Durante il getto, si determinano due zone nettamente distinte che si aprono a ventaglio d inanzi alla bocca della

lancia: quella del fuoco, che prende un setto re circolare di m . 30 di ampiezza; e quella del calore, pressochè con centrica alla prima, di circa m. 9<> di estensione; 2°) App;1 recchio Scl,i/1 N. , grande, della capacità di litri 55, gutata da m. 25 a 30. L 'ordegno pronto all' uso pesa circa Kg . 1 rn; 3") Appa.-eccl,io Scl,iit N. 2 medio, della capacità di litri 32, gittata da m . 20 a 25. Questi apparecchi Schilt eia po,izione sono naturalmente di dimensioni as,aì superiori e di costruzione molto più ,ol,da di quelli p,,r tat.ili ; essi sono p rovvisti di rid uttori cli p 1c:s;ione, i quah permettono d i rtgolare b violenza e In durata del g.:tto infiammato. b) Appareccl,i /a11ciafi11111111e portnrili. Q<Iclli tedeschi si componevano d i tre parli principali : 1111 serbatoio a ciambella per contenere il li')uido info mmabile; una bo111bola sferica, situata nello spazio anulare \'Uoto cld suddetto serbatoio, e contenente azoto compresso, destinato a cacciare l'infiammabile; un robusto tubo n essibilc di tela gommata. terminante in una iancia metall ica per il getto del dardo. Quest i apparecchi venivano fìs,ati sul dor.so degli· uomini facenti parte delle squadre di assalto e indicati con la qualifica di " lanciatori di fuoco •; essi erano alle dipendenze del « Principe dell'Inferno » . Gli Alleati ricorsero anch'essi all"uso del L. , che ebbe successo durante tutta la campagna . J primi a pparecchi impiegat i crnnn quelli « Sch ilt ,, da posizione, di fabbricazione francese; ma, subito dopo, furono adottati anche quelli portatili (Sd,ilt 3 bis), a getto intermittente, secondo la volontà dd portatore, perchè meglio rispondenti alle esigenze della

niv ists dcli.i IX Com pag nia Lunciafom1mc c..lurnnte la gucrrn.


-

LAN

515 -·

guerra . I F rançesi !i impiegarono utilmente anche a scopu protettivo, nella disinfezione delle trincc<' conquistate sulle quali erano passate nubi di aggressivi chimici. ln I talia furono ideati e costruiti d ue tipi di L. a getto intermittente; il primo non era altro che una copia d i quello france$e « Schilt 3 bis » con alcune modifiche; il secondo invece, quello « D. L. F. » ad accensione auto• 1natica, per le sue pregevoli caratterisr.iche, (u considerato come il m igliore fra tutti gl i analoghi congegni in usu

LAN

portatore è di,tew per terra, poichè il tubo di scarico si inizia con una punta ricurva che pesca nell'interno del recipiente, al margine anteriore della sua calotta inferiore. Il portatore è fornito di speciali inclurnenti di sicurezza, tessuti in amianto, che lo proteggono anche dalla forte o-àone calorifica del liquido infiammato. La gittata pratica della fiamma si aggira fra i 10 -15 me_tri. L'impiego del L. ebbe una grande influenza su l morale delle truppe, per cui ] 'apparecchio fu giudicato particolanne ntc adatto nelle azioni di offesa. Esso però riuscl ugualme1Jtc utile ta nto nella difesa contro assalti di truppe avversarie, quanto come efficace mezzo calorifico d i protezione dagli aggressivi chimici poichè, attaccando coi lancialìamme le nuvole di essi, veniva facilitata la loro dispcrsiurn.: nell 'atmosfera riscaldata.

Esercitazioni di lanciafiamme (1917)

Lanciasiluro. 1-: il tubo con il quale il siluro viene lanciato fuori bo rdo di quel tanto che orma ' per fargli scapolare le parntie della nave lasciandolo cadere in mare orizzontalmente .

Apparecchio lanciafiamme portatile jraliano ( t 917)

presso i vari eserciti belligeranti dura nte la g uerra. Esso si compone : d i un recipiente metallico della capacitil di litri 12 per la carica del liquido infiammabile, che viene lim itata però a circa litri 6 d i liquido ; di una bombolma contenente aria ad e levata pressione, per imprimere la necessaria spinta al dardo; d i un tubo flessibile d i raccordo e di una lancia metallica dotata di un speciale d ispositivo per l'intermittenza della fiamma; d i un piccolo meccanismo per l'accensione auto matica, la quale viene determinata dall'arroventamento d i una spugna di platino, per azione di un getto d 'itl rogeno compresso, fornito da una bombolcrta applicata alla estremità rlelb lancia. · Il liquido infiammabile di regola adoperato era costitui to da una miscela d i p . 5, in volume, di olio leggero d i catrame, privo di fenoli, e d i p . 1 di petrolio; molto usaw fu anche l'olio di catrame d i densità 0,950, con aggiunta ri i solfuro cli carbonio, 5-8 1~, per accrescerne l 'infiaminabilirii, A mezzo d i corregge o spallacci l'appare,chio viene assicurato al dorso del portatore, il qua.le perciò gode della stessa libertà di movirnenw che ha il soldato che indossa lo za ino affardellato. L"apparccchio può anche funzionare in posizione orizzontale, con1c, J.d esempio, allon.:hè il

Il siluro, bauendo nell 'acqua, si mette in moto da sè e prende anche la direzione prestabilita. 0'· Si/,,,-o) . l L. possono essere sopracquei, quelli usati normalmente dalle torpediniere e cacciatorpediniere, e subacq uei, quelli usati dalle nav i da battaglia e dai sommergibi li. Nel L. sopracqueo il siluro viene espulso mediante la esplosione di una carid ,ctta d i polvere la quale pesa in generale in torno a1 500 gran1Jni c<l è sistemata in apposito alloggio della portella posteriore d i chiusura. In quello subacqueo

Stazione lanciasHuri fis~a a terra

il lancio avviene in d ue tempi. Dapprima si a pre b portella anrerior~ dd L .; facendo riempire questo di acqua, il siluro viene " rro varsi già immerso e la portella posteriore del L. è ad e rmetica tenuta stagna. l i siluro è. tpl· lc.:1w to da appo!>iti scontri . In secondo tempo si muovono

gli scontri> si immette un potente getto di aria compressa nel lanciasiluri cd il siluro è espulso. I L. sopracquei possono essere doppi o tripli e sono


-

LAN

5 16 -

brandeggiabili su d i una robusta ferrog uida circolare. Vengono p untati in questo modo nella direz ione voluta cd il lancio può essere fatto anche a d istanza dal ponte di comand o, mediame apposite trasmissio ni elettriche o meccaniche . I L . sono di bronzo o d i acciaio ed hanno d iametro jn proporzione a quello del siluro. Arrivano perciò anche a l 60 centin1etri.

Sui ,'vtas sono sistemati L. a canaglia, costituiti da una semplice ingabbiatura metallica abbattibile fuori bordo lungo il fianco della nave. Quando si vuol lanciare il silu ro, si al,batte in fuori la tenaglia immergendo in ral modo il siluro nell"ac,1 ua. Muovendo un apposito scontro si libera il siluro dai ritegni e nello stesso tempo se ne mette in moto la macchina . Il siluro esce così da solo dalla tenaglia e si avvia verso il bersaglio .

Le csrallcristichc del lanci~torpcd ini sonn : 1°) Piccolo peso, piccolo volume, piccolo costo, facile costruzione; i 1n atcriali occorrenti pd loro ailcstin1cnto si uov.:-no faciln1cnt~ in commerc io . 2 ·0 ) Notevo le celerità d i ti ro ; si

possono raggmngcre

G colpi al minuto. 3°) G ittata massima 150 111 . ; tuui i colpi norrnali sono ~ontcnuti in una rosa di 10 m. di dian·1ctro . 4°) La torped ine, scoppiando, proietta schcggic che normalmente raggiungono i r50 n1. e talora Ji superan o ; nel reticolato norm:dc si ha una distruzione del cliamcrro di 2 m. 5°) Non occorrono appostamenti speciali per I'esecuzione del tiro . 6°) Una sezio ne d i lanciato rpedini può, occorrendo. precedere o seguire la fanteria nell 'attacco , pcrchè i suoi rm:teriali possono essere portati a mo· <li zaino ed a spalla da uom ini isolati. 7°) No n occorrono accessori od altri maceriali cornpl,,1ncittari.

Il lauciatorpedine è costituto : da uno zoccolo cf·appoggiu di legno forte, che comprende : la testa semicilindrica ferrata su cui appoggia e muove il maschio, unitamente alla sua piastra cd al settore di elevazione; la coda su cui ap-

poggia un sacco a terra durante il t iro ; il rnaschio cii ac•

L anciasiluri da cacciatorpediniere

ciaio, imperniato al centro del la lesta ci li ndrica in rn0rlo da po ter rotare per un settore di circa 40°, frenato nel suo movimento da un settore di elevazione, il •quale si fissa per 1nczzo di un vitone a g alletto; i passan ti en tro cui si p ossono fis;:;an:: le cingh le per trasportare

La11àatorpedi11i (t:sercito). (,li spezzoni di tubo esplo-

lo zoccolo a

g uisa di zaino . Il pcs,, è di Kg . 13.

sivo, lanciati a rnano, raggiungevano al massimo la gitrnta di 30 passi. Per ottenere un raggio n1agglor<.: Ui azione <..'fa necessario lanciarli r.: o n un 'arnla che polc;;j$C es.sere a<loµcrata presso a poco nelle ste5sc situazioni in cui era consigliabile I ·impiego degli spezzoni. Si pensò d i riunire negli spezzon i tutti gli elementi del tiro ; gli spezzoni cosl pre-

PesoK_r tJ

parat i, per d istingue d i d.i quelli a mano, furo no c hiain:ni

torped ini . Le pri me torped ini costruite a Cii dei Vescovo d iedero ott;mi risultati cd il 6 aprile 1916, dopo esperienze definitive

co1Hru

rclicolati

dcJ lÌ!JO aus.triaco, fu

ord inata la produzione d i torpedini e la organizzazio ne ,de lle sezwm lanciatorpedini . Nel mag i,rio successivo le

__r1 ime:- sezioni lanciatorpedini entrarono in com batlin.ic nro .suJla fronte del \'II corpo d'armata; in scguit0 tutte le

Lanciatorpedini (Bettica)

Lnnciatorpt.·dini o Lancùimine (lV!arhut). DuranLc la guerra mo nd iale vennero introdotti in servizio nelle varie !\farine degli apparecchi rii lancio sie11ili ai lanciasiluri, che servi,·ano per il lanci() in m are delle torpedini o m ine . Questi appHr;.;cch i sen-iplir.:issi mi ser\'ono per lasciar c~dere in mare

Lanciasilurl subacqueo da sommergibili

c randi un ità <lclla l ii annata furono dotate d i questi mezzi

·;e! inti ne nel maggio 1917 il Comando Sup re,no rlecise la adoz i".mc delle torpe din i, assegn~111do organicamente una sez ione lanciatorpedini ad ogni bgl. d i fanteria. Le sezioni loi,ciatorpcdini prc;cro pane alle azio ni del 19 16 e del 1917 e f uronr, u1llissirne: specialmente d urnnte i gravi moin ent i .dia seguirono la rit irata d i Caporctto. Sul principi'.) del r918 li Comando Supremo decise di so$tÌtll irc g radatame nte k sezioni lanciabom be Stokc:s aik sezion i lanciatorpedin i, ;x~rcit) b produz.Ì{ine i:li queste andò progrt'ssivam c.::ntc di -

m inue ndo, fi no a cessa re com p letamen te .

le torped ini, le q ual i, a d iJ-1erenz'1 del sih,ro, non appcn,1 toccano l 1acqua iuvccc dl 111c n ersi in moto co1ninciano aut0maticamc1ne le varie f asi di anc◊ramcnto, d isponendosi nel la posizione vo luta per formare lo sbarram<ento. I L. sopracquei si può d ire siano costitu iti da una semplice pia11aforma munita di ferroguidc sulle q uali sco rre. con apposito curello, · la torped ine da affond a re. Più compl icati sono quelli subacc1uei, i quali nella m aggio r parte dei casi sono costituiti da tubi p ill o incno incl inati 3istc · mati e n tro il corpo dei sornn1crg ibili . l u yuc.sti tubi ven~

gono p1·cdisp0Ste le torpedini in numero dL d ue o tre, prirn~ della partenza per b crociera. Questi tubi) nei som, mcrgibili posamine , .sono mo lto nume.rosi e occupano una

metà ci,ca verso poppa di tutto lo scafo del sommergibi le. Il battdlo ....tandn imme rso, arr ivato nel pun ti; ill cui dc-vç c.ostìtu irc lo sbnrr::u11e nto, lascia uscire dei tu bi !e to rptdin i ad una alla vo!u a!la d istanza prcstal,i lita .


-

L AN

5 17 -

Le torpcùin i va 11 no fino al fondo ciel mare riman~nclo collegate all ':1ncora di ormeggio e poscia, mcùi.rntc apposito congegno, regolato in precedenza. si svin.:olano dall 'àncora al tempo prestabilito d i un ,7uano d'ora, mc,.• z'ora, ccc ., risalendo verso la , uperlicic alla d ista11za voluta dal pelo dell'acqua. In questo modo il sommcrj!"ib,le costituisce uno sbana111t·nto <u l fondo del mare e lo sbarramento din:nt:i eiTcLtivo sultamo quando il sommergib1lt ha già la<ciato da p.1recchi minuti le :1c<1ue in,idiatc. Con sistema pi1, moderno, le torpedini rossono \'e1111e lanci.1tc arravel'so gli stc~si tl1Ui con cui si lanci~rno anche i ~i luri essc11do appositamente studiate e conformate per •111este. ! primi '-. furonn adottati dai Tcd<e<chi nel 1\)[5 con i loro sommergibili U. C. cd i di,posit ivi venncr,, presto imitati da tutt<· le Nai.ioni.

suo nobile ed ardiw compito tattico. sempre possibile in clctcrminatc; particolari circo:-.t:'lnzc, ad es. contro trl;!)V(! <tanche e demoraliizate o ri11,nstc prive di muni,.ioni. Oggi

hl cavalleria viene qu indi impiegata senza più alcun riguardo alle nrie ,pccialid, rimaste e,cl11sl,·,11r1c ntc pe r tracHz.ionc t non pt,·r esigcni'C di online lartico . . \n -

ch,· i L. con,en·ano attualmente la la11cin pe r ,e111plicc t r.id izionc, 111a essa no n fa più parte dell'armamento di guerra cd i reg_r::. L.. in ca:-.o òi mobilitaziont', avr:111no le l lesse armi dei cavai lcgi:cri. I pnm1 reparti L. furono Trofeo dei lancieri creati 111.:ll 'cst rci10 picmont<.::-ic nel cf\36, anno 111 cui fu armato di lancia il 5° S(Jdr. d, tutti i rcgg.. nwno quello cli 1'1t·montc Reale che chhc lo sqd r. /,. solo nel r8.p. anno 111 cui fu ,tabilito che lllll i i rcgg. di cava lleria :1ltora c:si~tcnti avc~~cro l'arm~1• mento u_r::u,11'·. Lo \<Jclr. arm,110 di l,1ncia fu poi il 6° per ogni reggimento . !'-cl 18-15 l 'armanwnto dclb cavalleria su bì ancora vistanzi;1lc trasformazione pcrcbè 111tti gli , qdr. dei rcgg. ebbero la lancia, oltre :id una sciabola ricurva ed un pistolone a percussione. Nel 1850 la C;l\•alleria fu suddiv isa in linea cd in leggicm. Alla prima I.L1rono desti-

La torpediniera t Lanciere •

Lanciere. Cacci:11orpcd iniere, varnto nel Cantiere ,\nsaldo Ar mst ro11g di Sestri P onente ed entrato in servizio nel 1907; lunghezza m. 6~.46, larghezza m. 6.10, dislocamento to11n. 370, macchina l lP. 6259, armamento guerresco IV 76, lanciasiluri 3 ; stato maggiore 4, equipaggio 52. È stato ra,liato nel 1922. Lancieri. Truppe d i cavalleria armale di lancia. Dei regg. di cavalleria attualmente esistenti nell'eser, itt• italiano, quattro sono lancieri e precisamente il Nizza, il Savoia, il Piemonte Rea le cd il Genova . I / .. debbono avere statura da n1. J 1 62 a m. J ,72 e peso non superio re a Kg. 62. Quc,;ta specialit,ì di carnlleria fu crcat~ particolarmente per l 'intervento nel combattimento mediante la carica. l'atw cavallcristico per ecce llenza che d iede modo a tali truppe di coprirsi di gloria in numcro~issimi fatti

12

~ •:..r l '/

'·YJ Lanciere romano

Lanciere del secolo X VI

d'arme. Il continuo perfeziona mento delle armi da fuoco delb fanteria e specialmente la celerità di tiro e la precisione raggiunta dalle mitragliatrici che falciano oggi il carnpo d i bnttaglia, ha ridotto notevolmente la possibilità di impiego della carnlleria nd combattimcnw Hro e proprio a cavallo, culminan1c - come si è detto - nella carica, ed ha <limos1rato che essa deve pàù particolanncn1c essere destinata all'esplorazio ne pur non dimenticando il

Lanc ieri itali;ini: epoca nostra

nati i rcgg. Nizza, Piemonte Reale, Savoia e Gcno,•a che ri masero f .. ; alla s~con<la s11<·cialità appartcnncrn lutti gli altri regg. di ca\·allcria allora esistcllli . Successivamente, con il progrcssivn aumento elci regg. di cavalleria. crebbe anche il numero dei rcgg . L. che fu di 10 nel 187J e di 12 all'inizio della guerra itolo-austriaca e per tutta la durata di questa. li riordinamento dell'arma effettuato dopo l'armistiz io previde, come gi~ si è detto, (JUattro rcgg. di L. In Francia la denom inazione di L. apparve ufficialmente solo nd 1809 , a nno i11 cui Napoleone I diede la lancia al rcgg. di " cavall i leggeri " polacco. L 'esercito francese alla fine dell'Impero aveva 12 di questi regg. e la restaurn1.ionc lH' conservò uno solo; ma dopo la rivoluzione del 1830 furono creat i a varie riprese Olio regg. I.. che divennero nove nel 1856 con la costiruziouc del regg. della Guardia impcnalc. I L. rimasero uell'cscrcito francese sino a! 1871, anllo in cui scue rcgg. furono trnsformati in dragoni; uno in us:,ari ed uno in cacciatori. Da allora in Francia non si ebbero p iù reparti a cavallo armati cli lancia. In (jcrirwnia, venne abolita la lauci~ nella c:wallcri.1 , nel 1927 .


LAN

-

Lancieri della Guardia. Reggimento di cavalleria napoletana, creata da re Murat nel 1812, al comando del col. Giovanni Russo. Fu sc iolto con la caouta del Murar. Lancieri Real Ferdinando. Reggimento di cavalleria napoletana, c reato 11el r828, su col. Luigi De Pinedo.

5 squadroni, a l coma11do del

Lancìo del siluro (Marina). Il problema del lancio del siluro è un problema di cinematica navale il quale vie ne normalmente risolto in lllltc k manovre di attacco col siluro. Dal momclllo in cui la 11ave auaccame avvista la nave avversaria, può con appositi strumenti (telemetri, grafometri, cd inclinometri) appreizare sia la rotta, sia la velocità ddl'::l\'vcrsaria . In que;to modo può regolare la propria rutta e la propria velocità, costituendo un rriangolo ipotetico il quale è rappresentato dal triangolo a, b, e, della figura. Con gli clementi così ricavati si può an~he determinare l'angolo d i cui deve essere brandeggiato il lanciasiluri oppure l'angolo di cui deve acco~t:ue verso il nemico al momento del lancio se il lallcinsiluri è lisso. La nave ha a ltrcsl i l modo di derermin:ue il momento in cui le com•errà lanciare, in base alla velocità e portata dei propri silmi. Nella figura che riportiamo A rappresenta la nave attaccante- nel momento in cui avvista JJ, nnvc avversaria , D è l'istante in c ui la nave, in base alla propria velocità

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LAN

/l B C dipende dunque dalle velocità delle due navi: attaccante e bersaglio. Può darsi il caso che non sia possibile costruire triangolo AB C, quando cioè il punto e la distanza di avvistamento non sono favorevoli e la velocità dell 'attaccante non è sufficientc rncntc superiore a quella dcli 'attaccato. Esistono tabelle e metodi di lancio, che in segnano la maniera più spedita d i raggiungere / la posizione favorevole del lancio, basanrlosi su 11 a risoluzione. di semplici formule di tri-

/

-

I

gonometria.

ù111cio (Cerchio d,). In aeronautica, è la zona dentro la quale è necessario 1rovarsi perchè, lanciando un

I \

\

siluro da un velivolo, A,A',A",posizioni varie ctcll'auaccante esista la possibilitl che O, centro. 8 R, rotta del bersaglio esso rag~runga il bersaglio, con~1derando d i non commettere alcun errore nel calcolo dell'angolo di punteria od alcun errore nella punteria stessa . Il cerchio di lancio si sposta insie me col bersaglio e colla sua stessa velocità; la sua posii.ione rispetto al bersaglio e le sue dimensioni dipendono dalla velocità del bersaglio, dalla g ittala e dalla velocità del siluro impiegato.

Lanciotto. Cosl iu ch iama to nel medio evo u na specie di lancia corta da trarre a mano, rassomigliante a) pilum dei Romani. Landau. Città della Baviera, sulla Queich. Durante la g-ucrrn dei Trenta anni fu pi ,, volte presa e ripresa d ai con tendenti. Nel 16&, caduta nelle mani dei Francesi di luigi XIV, venne per ordine del re, due anni dopo, fotta fortificare dal Vauban. Le sue fortificazioni furono demolite nel 1871. I. As,edio di Landau (1644). Fu operato dai Francesi fanti e 1500 cavalli) comandati dal marchese cl 'Aumont. La piazza aveva una gua rnig io ne lorenese di soli

(1200

400 uomini. Ferito nelle prime operazioni il d'Aumont, venne s~stituito dal duca d'Engh icn, il quale spinse avanri le opere cclerrucntc e battè le mura , sì che i dirensori dopo cinque giorni di lotta si arresero .

ed alla velocità del siluro, potr/1 eseguire il lancio. D F è la direz:onc della ,·isuale nella quale la nave attnccame vede la nave avversaria al momento del lancio, ma il siluro viene lanc1Jto nella dire-,:ione D E e le cose sono stabilite in base alle velocità del siluro e della nave attaccata, in modo che mentre il siluro con la propria velocità percorre lo spazio D E·, la nave, con la propria velocità percorre lo spazio F E. L:t rotta A C ~ulla quale si è dispo~ta la n,l\'C au,1ccantc si chiama rotra di colli;ione, perchè i: raie clic ,e le due navi continuas:.cro nd loro camm ino, andrebbero ad incontrarsi in C . La forma e la g randezza del triangolo

Il. Assedio di Landau (1702). La pinza avc,·a guarnig ione francese. agli ordini del Mélac, il quale, in previsione dell'assedio, aveva fatto rinforzare le opere e costruire lunette esteriormente. Il 22 aprile gli Imperiali, agli orn ini del princip<· d i Bacie, blocc,1ro110 L. cd iniziarono i law,ri d'approccio. 11 marcsc. di Catinat cercò i,wano di fare entrare soccorsi nella citd assediau . Le operazioni d'assedio 11<>11 fo rono portate avanti e nerg icamente che vcr<o la metà di giugno, quando arrivarono le grosse artiglicr ie. l difensori operarono frequen ti sortire, e si d ifesero col fuoco. Dal 2 lug-lio in poi il bombardamento divenne intenso e incessante, mentre le trincee a,·an-1.avano verso le mura. Tutto il mese p:1ssò in lotta accanita, che si prolungò ncll'agosro. li tj di que;to mese un attacco di viva forza dava in mano agli assedianti le opere esteriori. Verso


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L AN

la fine del mese e nei primj di settembre gli assedianti fecero brillare mine che demolirono parte delle mura . E finalmente, I ' J l settembre, la guarnigione si arrese ottenendo g li onori ùi guerra, libera di ritirarsi verso l 'esercito del Catinat, il quale. troppo inferiore di forze, aveva assistito da lungi all"assed io senza poter intervenire.

111. Assedio di Lattda11 (1703). Fu posto dai l'rancesi , agli ordini del gen. Tallard, con 20 bgl., 25 sqdr., iO cannoni, 20 mortai. 1"11 ouobre. Gli Imperiali asscdia11 erano

di Badcn, mencre un c:sercico, pure imperiale, agi, ordin i del principe Eugenio si collocarn sulla Lautcr per imperlire l'a rr ivo di soccorsi alla piazza asscdinca. La guarnigione di questa, francese, composta di 12 bgl. di fanteria, un r~gg. di cavalleria, e alcune cp. distaccate, era "gli ord111i del Laubanie. Le baucrie degli a~edianti iniz iarono il fuoco il 19 scuembrc, vigorosamente controbattute dall" piazza. l i Laubanie tentò con frequenti sortite di distu1bare i lavori d'assedio, ma quesci proseguirono stringendo icmprc più L. e banendola continuamente col fuoco. L · 11 011obrc il Lauban ic fu gravemente fer ito per lo scoppio d i una bomba. La lotta cominuò sino al 23 novembre anche per mezzo dj numerose mine e contromine. con vancaggio degli assedianti, i quali a poco a poco a poco si impad ron irono di lunette e cli ridoue : la guarnigione, per le forti perdite s11blte, comava ormai soltanto 2000 u. validi . E il Laubanic scese a pani : la capi1ola110nc, che concedeva gli onori di guerra, , enne firmala il 25 novembre. A ssedio di Liwda11 (1713). La pia,,,,a nvcva 8000 u. di guarnigione imperiale, agli ordini del principe Alessandro rii Wunemhcrg. \'enne a porvi l'assedio l'u giugno 11n esercito francese (59 bgl. e 50 sqdr.) agli ordini ciel m"rcsc. di Bc.ons, e le tri 11cee furono aperte dal 24 a! 25 giugno. [ difensori si baucrono accanitamente nelle opere csccriori, che pcrdcnero ad una ad una, tanto che 11cll'agosto erano ridotti nella piazza. Dopo furioso bomba rdamento durato alcuni giorni. il principe si arrese il 20 agosto, coi 4000 u. che gli I imancvano. Durante I'assedio, il ma rese. di V,llars, con un esercito radunato a Spira, tenne in rispetto gli l mpcri,tli del principe Eugenio,

l, a piazznfor tc di Landau (,793)

al comando del conte di Frisia. Subito si pose mano allè trincee, e si prov,·ide a cacciare lontani dalla pin7.a alcuni sqdr. di ussa rj imperial i che campeggiavano nelle vicinanz<:. Gli assed iat i con intenso fuoco disturbarono i lavori d 'approccio, che proseguirono tuttavia energicamente. l'sumerosc ba1teric apersero il fuoco sulle opere csceriori della d ifesa, clic rurono prese nei primi giorni cli novembre. Un attacco alla piazza fu dato 1"8 novembre, senza risulcato. Frattanto un corpo imperiale cli soccorso, comandato <lai principe d'Assia, marciò \'crso L. e il 15 venne a bactnglia presso Spira con parte delle truppe d'assedio, ma [u sconfi tto e costretto a ritirarsi. Allora la piazza assediata si arrese, ottenendo gli onori <li guerra. IV. Assedio di Lt111d1111 (1704). Fu posco il 9 settembre <la un corpo cli zr .ooo imperiali, comandati dal p rincipe

che non poterono inte rvenire .

VI. Blocco di l..a11da" ( ,793). I.a piaua era tenuta dai Francesi del gcn. Gilot, e fu bloccata verso la metà di apr ile dal \1/urmscr. Durante 1111 attacco del Custine alle lince nemiche, i l Gilot operò una sortita. E un'alt ra ne eseguì nell'agosto, per facilitare l 'cnlrarn di un convoglio di approvvigionamenti nella piazza: entrò insieme con questo il gcn . Labaudère che assunse il comando. Il 27 e 28 ottobre venne esegu ilo un intcn,o bombardamento che cagionò dann i, ma non piegò la re.<iscenza dei Francesi. l quali erano da tempo affamar, e prossimi a dover cedere, quando l'arrivo cieli 'esercito di Hoche (27 dicembre) costrinse gli Austriaci a togliere il blocco.

Landes Schutzen. Guardie campcscri delta Germania. create per la pol izia rurale. 1\mmontano a 8o.ooo u., armati cd equipaggiati come i11 guerra . La L., in Auscria

Pin.,:,:aforte di Lnndau (1700


L AK

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furono dal gcn. Kuhn riu nite in cp. e p resero pa rre al la campagna del 1859 nel Trentino.

Landeshut. Città della Germania, nella Slesia. I. Comb"uimemo di Landrslwt (1745). Appartiene alla guerra tra Prussia e Au;rria . Federico li aveva dato inca~Ìcù a l generale Wintcrfrld di difendere la posizione di L., con .1 bgl. di granatieri e 10 sqrlr . di u ssari: in tutto pow meno d i 3000 uomini . li 23 maggio fu attaccato dal gen. austriaco Nad:isdy c:on 7000 u. e fece :.tren un rlifcsa, r.nchè. atlratto rial cannone, giunse sul posto il gen. pru<• siano wm Stille, con 10 sqdr. rii dragoni. Questi, r iu n iti agli uss:1.ri, cari~arCJno vigon.Jbamentc la ca,·::allt.:ria ~ustriaca e la sbaragliarono, sicchè il Nadasdy b.1ltè in ritirata dopo di avere perduto 600 uomiui. Il. (,'on,/)(/1/im,•11/i di u111des/1111 ( rjGo). Appartengono alla guerra dei Sette Anni. Federico Il. ave\'a ordinato a l gen. Fouqué d i cacciare gli Auslriaci del Lau<lon <la L .• e il 18 giugno, con impro" iso a;salro, l'ordine ,ra srnto CM.:gu ito . .\fa il 23 il L audon cnrnò alla riscossa con 38.000 u. (62 1.,gl. e 77 sq<lr. con artiglieria numerosa). li Fouqué dis ponc1•a d i soli 10.400 u. ( r5 bp,I. e 14 sqdr., con 68 cannoni). L'attacco degli Austriaci ,_-viene su quallfo colonne: una comandata dal l.audon, le altre dai gcn. Muflling, Campicelli, Wolfersciorf. Quasi lutea la c:wallcria del L audon è inviata oltre Vogclsdorf, per tagliare la nmata ai Prussiani. La cavalleria di t1ues1i ultimi, a l comando <lei gcn. Malachowscki, attacca quella ancrsaria e si apre il passo perden do 500 u. li resto dd lc lruppe p russiane, :1ttaccato eia ogni parte e avviluppato nelle sue posizioni, dopo altre sci ore di lotta d ìsper.,rn, in cui d ue terzi dei comb,mcnri cadono feriti o morti, tcnt.i pas-.ando la Boocr di salvarsi, ma, assalito dalla c:1valleria, i: disfatto e catturato.

Land i (Nicolù). Ufliciale d'artiglieria e scrittor.: mii.,

LAN

c he venivano incaricati di riscuotere le contribuzioni dei paesi su cui passava I 'c-scrci10 , e per rappresentare la potestà c ivile nei paesi occupaci .

Landmilice. Milizia o r1:ani<1;~ata nel 1701 clol re Federico IV di Danimarca, composta d i COl\tadini armati, c.:ra come una ~peci{: di guard ia naziona le. Lando (Il m11te). Capitano di ventura del ,cc. XlV, oriundo svc"t·o: il suo vero nome era Corrado \Vini11ger. Servì fino al 1354 sollo il Momcale. poi si pose a li.i tc,ta della " Grande Compa~n1a • , con la quale scorazzì, per l' Italia, i111pon,ndo laglie, servendo per dena ro vari prtn• cipi, partecipando alle guerre cli quei tempi tra le varie signorie , Jint:hè terminò (13G3) i ~uoi giorni ucciso nel Nov~ircsc mc:ntrc tnilitava per i V1~cont1. - Pure c~1pit~Hlo d1 ventura fu MIO figlio Ludo La11do. che seguì le orme pa• terne.

Landr ecies. Cju~ della !-'rancia, nel dip. elci Nord, s ulla Sambra. Venne fortificala nel 1543, per oper.i del l'ing. itali~no Gerolamo Marini; le opere ven n ero in ~cgui lo rimodernate dal Vauban. I. As,edio di J.arulreàcs (r543). Ve nne posto dalle m 1ppc imperiali di Carlo V, in parte italmic. agli onlmi cli Fc, ran tc Cìo11z2g.1 (12.000 u.) con artigl ierie comandate dn Giovanni de' !.(ed1c1. La guarnigione france,e (3000 u.) e ra agli o rdi11i del Lalande, il quale aveva con si: Gerolamo ~larini e aU-ultimo mon,cnto ricevette come prezio,o rinforzo la compagnia fa111osa degli arcl1ibugicri a cavallo italiani <li Piero Strozzi. Il Gonzaga non riu><:Ì ad Olle· nere successi col fuoco ddlc artiglierie e 11011 osò :i~salirc <li viva forza; dopo qualche mese cli vano blocco, abban · donò l'impresa. L 'ozio d ei suoi soldati davanli a / •. du rante lungo tempo, li fece battezzare per « i poltroni th Lanòrecic.) \) .

11.

e m. a Napoli (1786-1836) . Tenente d'art. nel 1806, partecipò ali 'assedio di Amantea; poi appartenne al ruolo tecnico e fu ciircuore delle costruz ion i d'art. a Torre An n unziala. L asciò un 'opera " Su l nuovo sistema <la campagna adottato dall'artiglieria napoletana nel 1835 » .

Il. Assedio di [ ;111d1"ecics ( r637). l'u pùsto dai Frnncesi del cardinale de la Valette, il quale aYe,•a al fianco Ture nne . L' assedin fu posto in p rimavera e fu penoso per forti pioggic . La piana cedette soltanto il 26 luglio, pc, manca n za di :-qJprov vigionarncnti.

l..andi France<co. Generale napoletano del scc. XIX . Com a1ldò i Borbonic i a Calatatìmi, dove fu battuto da <_;arihaldi: lasciò una « Relazione ,, sugli avvenimenti di quei giorni .

Ili. Assedio di La11dreàe< (1647). F u posto dagli Impc, riali, agli o rdini dell'Arciduca d'Austria, insieme col Pic• colomini, il 28 g iugno . Comandava la guarnigione francese il marchese d'Endecour, il quale, non soccorso i.n tempo d ;1 ll'cscrci10 fra ncese rii c:m1pag na, resistette lì.no al '2 luglio, e quel giorno si arrese a condizioni onorevoli .

Landi Antonio. Gene rale, fig lio di Fra ncesco , n. a Na poli, m. a Messina ( 1829-1905). Nell"csercito delle Due Sicilie raggiu n se il g rado d i capitano d'artiglieria. P assato ncll'esc:rcito italiano, divenne colonnello nel 1874. Fu direttore dell 'arsena le di Messina e poi com a11dantc del 12° rcgg. art. da campagna. Promosso magg. generale nel 1882, fu prima com a11<lante superiore de i d islrctti della <livis . di Milano e poi dì quelli <lei Xli C. ci'A . In P. A. nel 1891, d ivenne te n . generale nella riserva nel 1905. Landjager. Nome dell 'altualc g endarme in Germania. Letteralmente: « Cacciatore di campagna •· :-.le esistono 33.000, di cu i 2000 a cava llo . D ipendono d al m iuistero degli Interni. Sono armati di carabina con baionet ta, d i pistola, talvol ta d i sciabola. Quest'ullima è port,Ha sempre da quelli a cavallo. Landmeister, ' fomc dato nel scc . XVII , nell'esercito imperiale, a quei f un.:ion a ri quasi sem p re militari -

I V. Auedio di L.a11dmic1 (1655). fu posto il 18 giugno. dai F rancesi del Ture nne, in sieme col ma,·esc. de la Fertt:, con 12.000 fanti e 10.000 cavalli . li 26 le linee di circonvallazione erano pronte e vennero iniziati dal le due p ani della Sambra i lavori di trincea. Sui primi di luglio ven• nero conquistate, mediante b rillamento cli mine ed assalto alle brcccie. varie opere; ciò intimorì i difensori, che il g iorno 13 si arresero : erano 1000 fan ti e 50 cavalli i mpe• riali, che ottennero gli onori di guerra. V. Aucdio di uwdrecir< ( 1712). Fu posto dal principe Eugen io, il quale fece investire la piaz1.a il 17 luglio, con 30 bgl. e 40 sqdr. che pose agli ordini del principe d'Anhalt-Dessau . Eugenio, col resto dell 'esercito impc· rialc, rimase fuori delle linee cli circou\'allazione per sorvegliare i mo\'imenti clell'cserciw francese del Vill ars. Comandava la guarnigione fran,c,c a¼cdiata il marcsc. clu


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L,\,N

LAN

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Barai!. Il 24 luglio, il marcsc. di Villars avanzò çoni:ro E ugen io, e ne derivò la battaglia <li Dniain, in seguito

alla q uale il 29 luglio l'assedio d i L. fu tolto . VI. Assed;o di Landrecies (1794) . La piazza fu investita dagli Alleati il ;w aprile e subito ne venne iniziato j ] bombarda1n ento. J_a guar nigione (7000 uo1ni~i comauJMi

tanagliato si compone d i tre cinte, divise da fossi, da lui chiamate, procedendo daH ·asterno vçrso l' interno : inviluppo, falsabraga, corpo di piazza. Sul fondo ùei fossi cnmo elevate costruzioui di muratura destinate a nrn.gazzini u caserme d ifensive. Sul terrapieno delle due cinte più interne erano stabiliti locali casamattati pure ad uso magazzini e caserme. Questo tracciato fu poco applicato,

dal Rou land) sostenuta dagl i abitanti, resistette fino al 3u, e quel g iorno si arrese, dopo che la òrcà era si-nta rovi-

nata dal bcmbardamento. Durante l'assed io, 30.000 Francesi, al rnmando del gen . Chapuis, avanzarono verso L. , ma si trovarono di fronte all'esercito inglese del duca d'York, incaricato di p roteggere l'assedio . .!\ ~sal iti ;, Joro volta, i Franccs.i , dopo avere resistito per qualche ora,

dovette ro cedere e ritirarsi, lasciando nelle mani ciel ne" mico mu lti p rigionieri, fra i quali i l loro comandante .

VII . Assedio di Lalldrcdts (1794) . Fu posto dai Francesi agli ord ini del gcn. Schérer, il q uale d isponeva di 15 . 000 u.; la trincea fu aperta [1ella no tte dal 9 al 10 luglio. Il 16 vennero p iazzate le batterie. e il J 7, sotto la m inaccia fatta dai Francesi di passare a fil di spada la gua rnigione , se non si fosse arresa, .i l corn::rndantt austriaco , Foulou, ~i arrese con i suoi T)OQ uo1n ini e con 92 cannoni; i Francesi :ivcvano perduto durante i lavor i di trincea sotto il fuoco del la piazza, 150 uomini.

Fortificaziooc alla maniera di Landsberg

per g ravi difetti deri van ti dagli angoli salienti troppo acu ti e d,d lc lunghe faccic soggette all'infilata. Il sistema fu detto di L. , rna già da un secnlo e mezzo i nostri ing. mi i. l 'avevano adottato al forte S. El mo di Napol , e altrove .

Landshut (1805). V . Regensburg . Land sturm. Deno minazione d i una grande r,pamzionc del cont ingente mii. nella Svizzera. Propriamente significa u cscrciLO territoriale ;>, e cioè il complesso degli uomi ni

che in caso d i guerra son.o preferibilmcnce imp iegati nell'interno del re,·rirorio, o perchè molto anziani d i età, o pcrchè assai giovani e non ~ncora passali attraverso i l scrvi,cio mii. d i leva. Ne lla Svizzera l'obbligo al servizio mii. del cittad ino è d i 29 anni, cioè dal 20° al 48° anno cli età e viene così ripartito : 13 anni nella élite ; 8 nella landwebr; 8 nella landsturm . Durante la permanenza in quest'uki1na i circadini possono essere richiamati per corsi parziali della Jurara cli otto giorni. Tali richiami non hanno però luogo quasi mai .

L a piazzaforte. di Landrecics nel 1791~

Landro. Sbarramento fortificato nell'alto Cadore, alla rest ata dell a grande strada di Ak magna (da Pieve d i Cadore, per Carbonile, fino a Dobbiaco) . Fu attaccato più volte dalle truppe della nostra JV armata, cimante l'estate dd 1915, ma sopratcutto per l'insulf,cienza ddle artigliaic, non ostant,e i danni no tevoli arrecati alle opere permancn li, non fu possibile aver ragione del sistema fortificawrio nemico, appoggiato a posizioni formidabili . Particolarmente notevoli foro no i combatti menti sul monte l'i,ma (V .) che copriva a su<l lo sbarramento . Landsberg. fogegnere m ii. tedesco ( 1670-1744). È uno dei principali autori del la Scuola di fortificazione tedesca dcli 'epoca moderna . Fu uno dei pochi che in quest"epoca fossero partigiani del sistema tanagliato, attribuendo al bastionato il di/erto della poca eAìcacia dei fianchi e della loro facile distruz ione durante la lotta lonta na. li suo fronte

La L . esisteva anche negli eserciti prebellici della Germania e dell'Austria. Già comparso nel 1814, in Germania , il nome d i L. venne uf1icialmcnte usato nella legge del 1814 per indicare l'esercito territoriale. Essa era costituita da tutti gli nomini dai 17 ai 60 an ni, capaci d i port are le armi, non a ppartencHli a nessun 'altra categoria delle Eone armate dello Stato. Nel r86o il limite d 'età fu abbassato a 42 anni . Nel 1888 la L. fu ripartita in d ue bandi. H primo comprendeva tutti i giovani dai 17 ai 20 anni che non avevano ancora prestato il servizio n1iJ., e gli uomini che P<:r essere rimast i in ecccden7.a al cont ingente ch iamato alk armi non erano stati nè nell'esercito permanente, nè nella riserva di reclutamento. Il secondo banclo era formato da tutti i cittadini dai 39 ai 45

anni che non erano riconusciuri inabili al servizio militareIn tempo rii pace la L. non aveva alcun obbligo di serv iz io alle armi ; in caso di guerra costituiva un certo numero d i unità delle varie armi . ln Aust ria-Ung heria la L.

aveva organizzaziune analoga a quella tedesca .

Landucci (Ferdinalldo) . Maggiore toscano, n . a Pescia, m . a Curratone (1791-1848). Comhattè sollo l ' impero napoleonico nel 1813. Restaurato il governo del granduca cli Toscana , passò nelle milizie stan,ciali della sua provincia ec


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LAN

partecipò alla spedizione conlro il Murat. Maggiore del rcgg. di linea toscano nella campagna del 1848, cadde combanendo alla tesla del suo battaglione. 2°

Land11cci Giova1111i Battista . Generale, n . nel 1858. Soltot. nel 1879, percorse la ca rriera in fal\tcria divenendo colonnello coman.damc il 660 rcgg. nel 1912. In P. A. nel 1915, venne nel 1924 promosso generale di brigata in A. R. Q.

Landwehr. Denominaz ione <li una delle grnndi ,uè<livis1oni <lei contingente 1rnl. nella S"izzera. L~mducci C . n. l'rnpriamcnlc rapp resenta il cc,mplcsso dei reparti d i seconda linea dcli 'esercito cli cam pagna. I cittadini svizzeri, cessando di appartenere alJ"élitc, passano nella L. e vi permangono otto anni, per succcssivamemc essere iscrill i per altri otto anni nel la

I :mfranco Pietro

LAN

vecchi soldati e degli uomini reclutati dal contingencc annuo che dO\·evano fare due anni di ferrna. La L. in. tempo di p:1ce aveva solo unità d i fanteria e cavalleria.

Lanfrançhi (Francesco Anto11io). Segretario di guerra del sec. XVII[. Nominato Segretario di Stato e di Guerra il 22 g iugno 17u , passò nel 1713 in S icilia presso la persona del re Vi1torio Amedeo Il. Ritornato in Piemonte, riprese la carica di Segrciario di guerra verso la fine del 1714 e vi rimase sino al settembre 1717. Lanfranco (Pietro). Generale, n. ad Isolabella, m. a Tonno (186;- 1923). Sottot. di cavalleria nel 1884, partecipò alle cam!)agnc libiche del 1912-1913. Colonnello comandante i caval leggeri Guide nel 1914, prese par lc 3 [\a guerra wrttro l'Au.;tri,, meri tando,i la mcd . d'argento. Magg. ger,crale nel 1916, comarrdò la V e poi la IX brigata d1 ca"alleria . In P. A . S. nel 1920, ebbe nel 1923 il graclo di gen. cli d ivisione.

Lang Guglielmo

land,turm. Durarne l'appartenenza alla L. i cittadini sono suggctti acl un richiamo per istruzione della durnta di undici giorni. La L. esisteva anche prc,so gli eserciti degl i cx imperi centrali, prima della guerra mondiale. In Germ ania venne uf v ".\~" ,1.-:--:'.... :-- - -

fìcialmcntc

costitu ita

ia

pri ma volta con legge del 1814, come conseguenza d~I servizio mii. obbligatorio e comprendeva due

bandi. A1 , 0 ·erano assegnati gli uomini dai 30 ai 35 anni, al 2° quelli da i 35 ai 39 compiuti. Suc(cs~iv:tmenre questi ul-

timi facevano pas>aggio nella hndsturm. In Au<tria-Ungh'!ria la permanenza nel la L. era Ji due :inni e , i erano ammessi gh uomim provenienti dalla ri,crva cli L:mdwehr prus~inna (1814 ) reclutalllt'Hto. Ma In L. riceveva anche direttamente un contingente annuo, rappresentato dagli c,vbcranti ali 'aliquota incoroorata ncll'escr-cito attivo . La /,. austro-ungarica comprcnclcva quindi dei

Landwchr 1irolcse ( 180 9)

Lang (G11gl1e/mo). Generale, n. a Livorno, m. a T onno ( 1852-1 923). Sonot. d'art. nel 1872, d ivenne colonr1cllo nel 1902 e fu d irettore d'art. a Torino, indi comandò 1"6• rcgg. artiglieria. Magg. generale comand,mte d·art. cl,1 costa e fortc-,cza d1 Roma nel 19()8. ebbe nel 1909 il comando della scuola d'applicazione d'art. e gcrrio e dcll'Accadcn,ia m ii. , nella quale carica fu promosm t:e n. gc• 1tcr"lc nel i913 . Passalo nello stc»o 1913 al comando della divis. di Gerro,·a (83 ) entrò con c:»a in guerra contro l'Au,uia. Ebbe poi il comando della divis. territoriale di ,' vk;sina cd andò in P. A. nel r9 r7. Raccolse riel volume " P,:bblicazt0ni militari varie • vari stud i fatti su • Fucili e cannoni u; "Le esercitazioni tattiche di tiro per l'arti!!liena »; ,, Scuole di tiro d'artiglieria », ccc.


ÙAN

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Langallerie (marchese Filipf>o d,) . Generale francese <t6sò-1717). Nd 17o6, per dissensi col suo gov~rno, passò .al servizio dell 'I mpcro e combattì: agli ordini del principe Eugenio . Finì i suoi g io rni a V ienna, in prigione per or.dine del! ' imperatore, come colpevole di essere entrato in u acrativc con la Turchia . Lasciò un « M anif.-sto » e un libro su « La guerra d'Italia » , oltre a « Memorie • che :taluni credono apocrife . Langara (Cio va1111i d1). Amm irnglio spagnuolo {17301800). Partecipò alle guerre della Spagna e nel Ii8o era .al comando d i squadra (9 vascelli) quando fu assalito e sconfitto dagli Inglesi del Rodne)' al Capo San Vincenzo. N el 1793, al comando della Aotta spagnuola, fu con g li J ng lcsi a Tolo ne. Nel 1797 divenn e ministro della m arina. Lange (Batllita). Colonnello, n. a Varsavia nel 1763. Entrato nella legione polacca nell'anno V, pa~1<'i tenemc -al servizio della repubblica romana . Ca pitano ,111 campo nell 'anno Vll e capo d i bi::l. nell'anno scgucn1c, d ivenne Jlel 1810 comandante <li piazza a Treviso. Fece la cam pagna di Catalogna del 18o8-9-10 col 2° regg. leggiero riponanLlo 5 ferite. Comandante il 2° regg. provvisorio JJcl i813 t poi comandante d 'armi a Brescia, ebbe nel 18r4 il con,nnd o della fortezza di Rocca d 'Anfo che difese valorosamente per parecchi mesi contro gli Au<triaci . Langè (Edoardo). Generale, m. a Firenze nel 18i9· ,Ufficiale polacco nelle file di Ga, iba lJi, P"rlccipi> alla cam_pag11a del 1860 come colo nnd lo della divi, . Coscnz, meritandosi la croce da cav . del l'O. M . S . Colonnello coman-dante il 13° regg. fanteria nel 1862, ebbe nd 1867 il comando della brigata Acqm divenendo magg. generale nel 1868; nel 1872 fu collocato a riposo. Langebr uk, Borgo dell'alta Turingia, leJ lro di combattimento (1° settembre Ii96), <•orante la ca111pagna dei Francesi in Germania. Dopo la sconfitca riponata dal gen. .austriaco Latour a Fricdberg (24 agosto) i Francesi. non .avevano saputo , ompletare la vit toria, con un energico inseg uimento . Il Lato ur e bbe cosl i l tempo d i riord inare le sue truppe dietro l'lser. Il gen. Morcau soltanto il 3 1 agosto decise di fare ricognizioni per riprendere il con ta tto col L atour , che nel frattempo aveva r icevuto un rinforzo cli 8 bgl. e cli 22 sqdr . dall 'arcid uca C:irlo . Egli .anzi decise, coi suo i 14 bgl. e 29 sqdr., d i afl rontare il Mo rcau, con un 'azione combinata, at taccandolo di fronre e di fianco, mentre il presidio di lngolstadt (4 bgl.) do·veva :ittirarc !'.menzione del nemico con un;, sortita da quella testa di po nte . Alle 3 ciel m attino le truppe del Lato ur si mise ro in marcia e l 'nvanguardia s'i1nballè negli .avamposti fran cesi del Dcsaix e li respinse . li gcn . Desaix prese po;iz1one fra S. Cast a dr. e Puech a ,r,, corouando le alture di Geiscnfcld. G li Austriaci sferrarono allora un, poderoso attacco verso L., d i cui s'i rnpadroniro no. La caval leria del Latour cercò d i attaccare l'ala sr. fr:H"ese, m a i l Desaix provvide subito a r inforzar!,, con I bgl. e 3 regg. d i cavalleria e rclariva artiglieria volante. Quando la cavalleria austriaca mo,se all'attacco, le truppe francesi sunno minate, che avevo.no fatto rutto il movimento al coperto, s i smaschcraro 110, ccl aperto il fuoco sul nemico ne fecero scempio. Latour allora tentò un secondo att,KCO verso Reichcr1.hofen, con 3 bgl. e 4 sqdr., ma anche questo fu sventato, ed il comand.rnte austriaco dovetre ritirarsi nel bosco d i Geisenfcld. Il Desaix, vistosi finalmente sicuro nelle sue posiz ioni, mosse al contrattacco , e gl i Austriaci

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a notte erano costretti a ritirarsi nelle posizioni d i partenza, dopo di avere subito forti perdite .

Langensalza. Cit tà della P russia, sulla Salza. ll 27 g iug no 1866 vi si combattè una battaglia clic appartiene a lla guerra per l'Unità germanica. Il gcn. prussiano von Flics, alla te.sta cli circa gooo u. (13 bgl. e 3 sqdr.) con 22 cannoni, a,·uto ordine da 13<:rlino d i fiaccare la r esistenza degli Annovcresi prima che qucsli potessero r icevere soccorsi dai Bav:1resi, marciò il 26 giugno su L., dove il re Giorgio d i ,\ nnovcr aveva fatto radunare i r5.ooo u . di cui disponeva, comandati dal geo. Arentschild t: 20 bgl. , 21 Slldr., 42 cannoni : si tratta\'3 in gran pane di r iserv ist i e reclute, insuflicientemcntc armnti. Erano schierat i sulla sr . dell' Unstrul , e, attaccati dai Prussiani, non ,olo resistettero, ma contrattaccaro no ricacciando gli assalitori. La sera interruppe l'azione, e il gioino dopo gl.i Annoveresi, sapendo che altre truppe prussiane stava110 giungendo e li avrebbero accerchiati, entrarono in tl'3ttative e il 29 venne fi rmata la Capito/11:::ione di L. In base a quest a, g li Annoveresi dcpo,cro le ar mi , e gli ufficiali furono lasciati liberi col patto ùi 110n partecipare alla guerra . Tutto il materiale da guerra dello Stato fu ccd lllo alla Prussia. Langeron (conte Aless1111dro d,) . Generale r usso, d 'ori gine francese (1;63-1831). Combauè nella guerra d'America sono il Rochambeau; poi entrò nell'esercito russo e fece tutte le campagne dell'epoca sua contro i Turchi e co nt ro N apoleo ne. Infine fu governatore in Crimea. Langiewics (Mariano). Patriotta polacco (1827-1887). Partecipò alla ,11edizionc <li Garibaldi in Sicilia e nel 1863 fu dittatore e general issimo dell'insurrezione della Polo uia , dove si ,q;nalò molto, ma dovette cedere alle forze, superio ri e nor memente , della Russia. Langle (Al/011so de). Ammiraglio francese (18o9-1881). Prese parte alla spedizione d'Algeria e alla guerra di Crimea. Lasciò un volume sulla « Campagna della Cordelièrc » . Langle de Cary (Fernando de). Generale francese (1!!491927). Fece la campagna ciel 1870-71; fu inscgnance alla Scuola di guerra ; divenne ge nerale d i corpo d'armata nel 1908 e passò a l Consiglio superiore d i g uerra nel 1912. Allo scoppio della guerra m ondiale fu nominato coman dante della 4A armata con la quale si battè fino al dicembre del 1915: allora passò al comando del Gruppo delle :1rmate del cent ro , rimanendovi fino al marzu 1916. I nv.iato poscia in Algeria, passò nella riserva nel 1917.

Langlois (Gio11ar111i Carlo) . Colonnello francese e pittore mil. (178g-1870). /\I principio del sec. XIX fece le campagne di Dalmazia, Prussia, Egitto e Russia. !\'cl 1823 combatti: in lspagna e ne l 1849 lasciò il servizio col grado d i colonnello . Fu autore d i numerosi quad ri di cara1tere militare fra cui: « Presa della Moskova •; ,, llattaglia di \Valls • ; « PJ,saigio della Hercsina »; « Combattimento di Navarino )).

Langlois lppnlito. Generale e scrittore m ii. francese ( 1839,912) . Fece la campagna 1R70-71; fu imcgnantc alla Scuola superiore cli guerra; lasci<', varie opere, fra le quali : « L'artiglieria da campagna in collegamento con le altre armi • ; « L a guerra tllrco-russa »; « La guerra anglo-boera »; « Stud i sul terreno )1 ; cc,.


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Langres (ant. Andcnatromum) . Città della Francia, nel d ip . della Haute-Marne, sopra un 'altu ra isolata . Fu capitale del paese de i Lingoni e rin ria antico tempo fortificata . Notevoli opere ebbe nel sec. XVI, per cura dclJ'i ng . mii. irnliaJ10 Gerolamo IJellarmati. Nel J871 vennero costruite. fortificazioni moderne, a tipo campo trincerato, cnn forti staccati. Al sud della città è la cittadella. Tr,1 i forti principali, come risulta dalla cartina, vennero costru ite numerose bancric. f. I/attagli" di Langres (298 d . C.) . Appartieoe all'epoca della tetrarchia dell 'impero romano e fu combattuta da un esercito di Alemanni, penetrati nel cunre della Gallia, cnn-

Lannes (Giova111Ji, duca di Montebello). Maresciallo rii Francia (1ì69-1809). Combatti: nella campagna d'Italia, aiutò Napoleone I nel colpo di Srnto dd 18 bruma io . lo seguì in luttc le sue campagne stno a quella de l 1809 ; morÌ a Vienna per le ferite ri • portale ad Ess!ing . Ebbe i g radi 1·· di generale d i brigata nel 1797, gcacrale di d ivi, . nel r799 e di marescial lo dcll'lmpcro nel 1804; ud 1808 vcunc nom inato Duca d i ~fon tdxllo. Lt1nues Gustavo, conte di Monr.ebe!lo, nipote ciel precedente, generale francese ( 1804-,875) . Dal 1862 al , 86.1 wmandò le

truppe francesi a Roma. Aveva fatto le campagne d'Algeria. 4,q,,,,/,1;---

La Noue (Francc.,co d1:). Capitano francese, detto Braccio d i ferrn » (153,- ,591). Si battè dapprima nelle file dei prote,tanti francesi e si d istinse a La Rochelle. Nel '5ì8 fu cornandantc dell'esercito francese in Fiandra e ottenne buo ni successi: caduto prigioniero nel 1580 fu restituito dopo qualche anno e riprese a combattere : finì i

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suoi giorni per ferita riportata in guerra. Lasciò un'opera

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« D iscorsi politici e

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militari » , che Napoleone I chiamò " La Bibbia <lei solda,o ».

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La. Noue (Odet de). Capitano francese del scc. XVII, figl io del precedente. Servì ne lle Fiandre per un certo

tempo~ poi tornò al scrvà.io Campo trincerato di Langres (sec. XIX)

tro il Cesare d·occiden te Flavio Costanzo Va lerio Erculio. In un assalto d i sorpresa l'impe ratore tu coi suoi Roman i ricacciato in citr?1, in guisa tale che, avenrlo l fuggiasçhj chiuse le porte d ietro di loro, ferito com 'era, dovette essere salvato co,1 delle corde e innal.;ato sulle mura. Cinque ore dopo però comparve un esercito liberatore che salvò i Ro111,111 i e respinse gli Alemanni con grandi loro perdite, d icesi con 60.000 morti. Il. Trattato di La11gres. Appartiene all'epoca della invasio ne della F rancia contro N a poleone e fu firmato il 2 febbraio r8 q , tra l'Austria e la Svezia. Nel t rattato stabilivasi gara nzia reciproca degli Stati rispettivi . L'Aust ria est~nrle questa garanzia alla Norvegia ceduta alla Sva.ia dalla Danimarca . L 'A ustria terrà in armi 150 m ila uomini almeno e la Svezia 25 m ila .

Lanhozo. V . Braga. Lankipohja, Villaggio della Finlandia, non lungi da Tarnrnerfors. Il 16 marzo vi avvenne un combattimento fra i " Bianchi » finlandesi e i « Rossi » bolscevichi d i Russia, che occupavano il villaggio di L. Contro il primo mossero due colonne d i « Rianchi » (in tutto 3 bgl. di fanteria, I regg. d i cavalleria e 3 btr.) . L 'artig lieria aprl il fuoco contro l'abitato ; poco do po un a!lacco d i fanteria lu respinto dai bolscevichi, ma un secondo attacco riuscì e i difenso ri d i L. , lasciando alcune centinaia d i morti e feriti, si salvarono con la fuga d isper<lrndo.si nei bosch i. I tl Rianchì )) avevano perduto 2 00 u. tra morti e feriti .

dell;i Francia d i Enrico lV. Lasciò opere letterarie.

Lanrezac. Generale francese, n. nel r852 nella Guadalupa. Sottot. di fanteria nel 1870, partecipò alla g uerra franco-prussiana d i quegli .111Gene rale Lanzerac ni. Nel 187ì frequentò la Scuola superiore d i g uerra d i Parigi: poscia fu imegnamc d i A rte e Storia mii. a Saint-Cyr; indi insegnante alla Scuola d i guerra . Nel 1892 fu addetto allo S. M. del Corpo d 'occupnione della Tunisia. Promosso poco dopc► generale, nel 1914, a llo scoppio della g uerra mondiale as; urneva il comando della 5' armata francese. Manifestò allora d issensi circa l 'impiego delle truppe nd campo tattico in confronto della rlottrina allora imperante dell"actacco a testa bassa (V. Grai,d111uiso11); d issensi che si aggravaronn fra lui e lo Joffrc circa la diversa interpretazione ~la dare allo .sbocco dei Tedeschi dal llelgio. Ad ogni mo do si comportò hrillamcmcntc d urante il periodo de lla ritirata alln f\.farna , incalzato dal nemico: Visé fu un suo successo locale . Il 4 sette mbre veniva esonerato dal m rnando dell'armata; e non più partecipò alla guerra. Lanteri (lacnpo). Ingegnere e scrittore mii. del sec. XVI, n. a Paratico. Tracciò geometricarncntc Je fo rtificazioni e da alcuni vengono a lui mrribu ,tc le costru'l.iuni delle nperc d i difesa d i Civitella del Tronto. Scrisse ,•arie o pere tra c ui: <' Del 111etodo di fare Jc fortdìcazjo ni di tcrnt » ; « D elle offese e ,d ifese delle città e fortezze » ; " D ue d ial0ghi del modo di d isegna r le pian te delle fonczzc " ,


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Lanterna. Lo stesso che calcatorc (V.). Fu detto cosl •un canestro fono a cono, n el quale si ponc,•ano le pal.lottole e !e pietre che forma\':tno la carica del petrierc. La Lt1111enut per illuminazione fu adottata n egli accampagnamcnti m ii. dei secoli scorsi c<l ebbe varie fogge e vari mch_xti per ottenere la lucc.·, a seconda dei ceinpi , in analogia cc,1 mez:l.i comun i della vita civile. Par. ticolari dell"amb iente mil itare erano certe /,., ad esem pio quelle turche del scc . XVI-XVUI, cli cui diamo una incisio ne, costituilc eia una .scmisfcr;, di sbarrette d i ferro, e ntro la quale si poncv:1110 cenci o alt ro, imbevuti <li ;ostan:.:c resi nose od oleose. Lanterna t urca da campo (secolo X Y ! l)

Lantosca. v . R1111JS.

Lan za. Ingegne re militare del sec . XVI. Lavorò alle fortificazioni di ~alta. L111w !-"erdimwdo. Genc1ale borbomco ciel ,cc. XIX. Ne l ,848 comandò b cavalleria napoletana inviata nd l · Alta Ita lia e si r itì11tò di segui re il gene rale Pepe, tornando con le $Ue truppe a Napoli. Posto nello stesso Jnno a l (()mando della 1• brigata, con qunla parrcci!K> alla rcprc•sionc dei moti ,ici liani. >Id 18➔9 partecipò alla spedizione negli Stati rlella Ch iesa e [u baltulo a Pakmiua dai Garibaldini. Nel 1860 e bbe il wmando in ca po delle trup pe borboniche in Sici lia: dovellr firmare la capitol:t:.:ione in Palermo, dannti a, Garibaldini entrati in città.

generale comandante la brigata Taro nel 1884, passò ne l 188:; al comando clella scuola d'applicazione c1·an. e genio . Kcl 1887 andò in Eritrea al comando di una brigata <lei corpo u i sped izione del grn. 5. Ma rzano e poi sino al 1889 fu aiutante di campo gene mie elci re U,nbe rto. Tcn. gcncra_le nel 1890. comandò succc,sivamcme k d1vis. mii. di Perugia, KO\ ara e Genova. Kcl 1895 venne nominato ministro plenipotenziario a &·rlino ove rimase anche dopo il suo collocamento nella riserva (1902), e sino al 1907. :--Jel r898 era stato no1ni11ato senatore del regno.

lonza Pietro, dei pri11cipi di Scalca. Uomo politico ita li.mo, n. nel 1863. Fu prima della guerra più vohc sottosegretario agl i Esteri . Durante la guerra cooperò alla fnrm,zionc del la legione ccco,lovacca. Nel r 922 fu n1inistro della guerra. La11za Tommaso. Generale medico, n. a Setùmo torinese nel 1869. Sottot. medico nel 1894, partecipò alla g uerra EriLr<·a de l 1895-96, poi a quella d i Cina del 1 900 i 9or, j n d i :1 <1uella lib ica cd ita lo -austriac:1. In l'. A. S. nel 1920, fu promosso colonnel lo nel 1923 e magg. generale medico in A . R. Q. nel 1928. Fu collocalo ,1 riposo nel 193i.

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L1111:;a Carlo. Giurist<l del scc. XIX. Si occupb di crimi,

n alogia. Ricord iamo ui lu i chic opere : « Per prevenire la criminalità nel] 'esercito » e " La delinqucm::i m ilitare ,, .

l.a11:;a co11tc Raffaele. Patrioua siciliano (1813 1888). n. di Sir.lc u,a. Partecipò a lle cospirazioni liberali ir, Sicilia . Dur:, n tc la rivoluzione del 18,18 coinandò col grudn di colo n nello il 1' regg. e si batti: presso Catania cui Borbon ici . Esule a )..falta, tornò nel 18<>11 a Siracu.,a, dove solle,·ò i liberali, e, minacciando l"imm,nente arri,o dei Garibaldini, i11t1m,dì il comandante che sgornhrò la piazza. Subito do po con lo stcs><• mcao ottenne lo sgnmbro del p residio borbonico da /\ugusta. F'u 1x>scia prefetto a Catania e ad

Ancona.

L onza Giacinto

/ .1111:;a Giaci11u,. Generale medico, n. nel 1lfa5. m. a Si lvano d 'Orbn nel 1901 . En, 1r.1to nel corpo sanitario mii. nd 1853, partecipò alle gucr,e ddl'indipcndcnza del 1859,

,~60-61. 1866 cd a quella di Crimea, meritandosi due 1nea1.ioni onorevoli. (",olonnello rncdico dire1torc dell'nspc,blc d i T o rino nel r8S1, nel 1884 andì, in P. A. N dla riserva fu p romosso magg. generale nel 1895.

Lanza Ui Dusc:i~C3rlo

Lanzavecchia Giuseppe

Lanzavecchia (di l1un, Gi11scppe Odoardo). Generale del scc. XV II I. Percorse la carriera in fanteria d ivenendo colonnello ne l 177r. Comand ante mii. della città e provinc ia di Tortona, fu promosso brigad iere d i fante ria nel 1774 e nel 1775 passò al comando della città e provincia di No\'ara . Magg. generale nel 1780, ,·enne nominato nel 179r governatore d i Acqui . Ten. gencr:1lc nel 1785, fu g iubilato a lla fine d el 1787. l..a11za11eccl1ia di B11ri come Gi11st·ppe. Ge nerale, m . a Genorn nel 1834. Colonnello nel 182l:!, comandò la città e p rovincia tl i Ales.sandrkt . Pron1os:>o rnagg. generale nd 1832, fu comandante della c ittà e provincia d i Genova .

La11~averc/1ia di H11ri conte Silvestro . G e nerale del secolo XIX. Da colo nnello comandò in 2• il corpo dei Carabinieri Reali. ~ agg . generale nel 1835, fu comandante del le armi in Sardegna e governatore d i Cagl iar i e nd 1842 passò al com;ndo de lla citt:1 e p rovincia ili Torino, che tenne sino al 18.1;, epoca in cui fu dispensato dal SCr\'izio col grado di ten. generale.

L,wz,z di Bmm come rado. Generale, n. a Montlod, rn. a T orino ( rS37-1918). Sotto!. cl'arl. nd 1S56, pane cip<'> alb g,,crrn dd ,866 e poi passò nel corpo di S. M.

I .nnzt11•ff1/, ia di Iittr i conte Gius,·pp,·. Generale, n. e m. a 'forino (1819-1897). Sottot. d ei g ranatieri n el 1838, da maggirne (1859) passò nei bersaglieri e al comando ddl" n0 bgl. ,, meritò la croce d"11fl. cldl. O. ~I. S. alla batwglia di Castelfi<lardo e la med . d'argento all'as,ed io

Colmllle llo nd 1~77, comandò il 71° regg. fanteria . Magg.

di

Gaeta

e Mc,sina.

Color,11ello

nd

1862, comandò il


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2° regg. bersaglieri. Magg. generale com~ndante la brigata Sicilia nel 1867, fu promosso ten. gene rale nel 1878; comandò la divis. di Aless:rndria; nel 1882 passò in P. A. e od 1891 nella riserva.

Lan::avecchia di Buri L,,igi. Generale, n. a Ch~mbéry, m. a Cosrigliolc <l'Asti (1827-1911). Sot101. d i cavalleria nel 1848, combattè nelle campagne del 1848 e 134<) meritandosi la mcd. d'argento a Kornra. Colonnello coman-

Lanzichenecca. Nome d ato alla specie di ,pada portata dai Lanzichenecchi. Era una spada a lam,, piuttosto larga, lunga circa Ottanta centimetri, a due fili. acuminara. L'in1pugnarura ~.L\'cva il n1an ico tcrminao t<: a t ron(o

d i cono; esso, ragliato normalmcnce all'asse\ nelb parte superiore, formava il pomo. La guardia era formata da un ferro tondo g irato a forma di un otto no,·malmentc all'asse dell'arma.

7 Dngu lanzichenecca

La11zichenecca fu pu,c chiamata una daga abbastan>a lunga ch e i lanzichenecchi tra il XV ed il XVl secolo, portavano sulle reni . Tal\'olta era chiamata con lo stesso nome la daga di qucMi soldati, malgrado avesse la lama corta lJ Uanto un rugn.ile. J.anzavecchb Luigi

Lanzavecchia G. D.

dante j) rcgg. Savoia cav:,lleria nel 18"4, ebbe poi il comando della Scuola di cavalleria. Magg. generale nel 1873, comandò la 23 e poi la 3• brigata cli cavalleria e nel 1881 andò in P. A. Nel 1886 passò nella riserva col gra<lc, di tcn. generale.

Lauzavcccl,ia Giovanni /lattista. Generale, n . a Tortona nel 1842. Sonot. d'art. nel 1862, combauè nel 1866 meritandosi la menzione onorevole. Comandò I' rr regg. art._ da campagna; nel 1894 fu p romo.1so colonnello e nello stesso anno collocato in P. A. Passato nella riserva nel 1898, fu promosso magg. generale nel 1905 e tcn. generale

nel 1913. Lam:avecchia Vincenzo. Generale, n. a Sczzè nel 1848. Sot tot. d'art. nel 1868, partecipò alla guerra eritrea del 1896. Colonnello comand.inte 1'11° rcgg. arr. da c:tmpagna nel J9()I, nel 1905 fu promosso magg . generale comandante d'art. da campagna a Bologna e nello stesso anno fu posto in P. A. Passato nella riserva n el 1909, d ivenne ten. generale nel 1913.

Cacciatorpediniere I Lanzerl)ttO i\.folo1:el10,

Lanzerotto Malogello. Cacciatorpediniere, varato a Sestri Ponente nel 1929. Lunghcz<'.a m. 107, larghezza rn. 10. 10, dislocamento to nn. 2000, velocità oraria 38 nodi . Armamento V( 120, 5 mitragliere, 6 lanciasiluri.

1.onzichcnccchi (,o:olo X VI)

Lanzichenecchi. Milizia a piedi creata verso 11 1~93 da Massimiliano d'Austria e composta di uom ini scel ti fra i pi ù aud<1ci e vigorosi. Erano armati d i lunga picca, di spada, di corsaletto e di morione; spesso di archihogio. Disciplinati e allenati, i L . vennero dapprima armati di lancia; più tardi. durante il regno di Luigi Xli, sostituirono in Francia gli Svi?,Zeri, acquistando granchssima abilità nel maneggio delle a rtiglierie. La vmoria ottenuta dai Francesi nella battaglia d i Ravenna (151 2) si deve in gran parte al valore <limostrato dai L. Coraggir,si, ma ad un tempo ingord i cd avidi di bottino; <lotati d'alta statura e cli aspe1 to molto migliore degli Svizzeri, i Lanzichenecco (sec. X\'I) L. divennero in breve tem po emuli cli q uesti ultimi, lino al punto da odiarsi reciproe:tmentc, p ur avendo le due milizie illtenti comuni. anni uguali cd identici ordinamenti. Dovunque si recassero


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si trascinavano dietro sui carn le donne, i fanciulli e le robe loro, il che arrccarn gra\'C impedimento alle operazioni guerresche cd un pericolo per i paesi percorsi. Jn Italia comparvero per la prima volta nel r512 e furono detti Lanzi.

Lanzo Torinese. Com une in prov . d i Torino, sulla sr. della Stura. Nel medio evo ebbe un castello di cui rimane solo una rorre, cd ebbe in altura presso al paese una rocca, che venne assalita dai Francesi nel 1552. Al, lora la batterono co11 le artiglierie da tre lati. I peni cldfa d ifesa vennero smontali t ·e la g1.1~trniglone picn1ontese co~ stretta a cedere la rocca . Lam:one (conu Comi/lo). Generale dd scc . .XfX. Fu a lungo ufficiale della brigata Regina della ,1uale divenne colonnello nel 1825. F:bhe poi il comando della brigata Casale che tenne sino al 1834 c~sendo divenuto nel 1831 magg. generale.

Lanzonl (Tito Ci11/io110) . Generale, n . a Pavia nel 1858. Sottot. nel 18i8, percor.c la carriera in artiglieria di,·encndo colonnello comandante il 27° regg. da campagna nel 1912. ln riserva nel 1915, fu richian1ato in servizio.i- e, promo,>0 rnagg. generale nello stesso anno, partecipò alla g:ucrr:1 contro l 'Austr ia e tenne il comando de Il 'art. del Xllf C. d 'A. Andò a riposo nel 1927. Scrisse arcicoli tecn ici per la « Rivisr:a cl' Artiglieria e Ccnio » .

l.twzoni C"millo. Gene-

ra le, n. nel 1864. Sottot. di cavallc:ri:1 nel 1884, divenne tcn. colonnello nel 1913 ed andò in P. A. nel 1915. Colonnello nel 1916 e brigadiere generale nel 1919 andò poi nella ri;erva . L:>nzoni Tito

Laodic&a. Ant. ritt/t della Siria, presso la costa ciel Mediterraneo, oggi Latakich. Fu presa dai Crociati <li Roberto di Normandia nel 1084. I. Arn.-dt di Laodicea (109<1). I.a lotta fra i Cristiani per il possesso dei territori liberati dal giogo mu;u lmano roinvolse la citt:ì d i L., che da circ~ un anno era i11 putne cli Roberto di Normandia. Una floua bizantina, agli ordini dell'ammir. Alessio, in\'cstì la piazza, abitata d1 greci, i quali si sollevarono e cacciarono Roberto e i suoi . l ntervcnuw Bocmondo, (]llCsti strinse b città dalla parie d i terra per riprenderla ai Bizantini. Comparsa una flo11a pisana, condotta dal ,~;coYo Dagoberto, Bocmonclo ne ottenne l'appoggio, e il porto cadde nelle mani dei Pisani. l ntervcnuti altri principi cri,tiani in favore degli asscdi:iti , si riuscì ad evitare una lotta fratric ida, per l'autorità d i Dagoberto: i patti furono che la città restasse alle dipendenze dei Bizantini, e le fortificazioni fos.cro tenute in nome dcl i ' imperatore da Raimondo d i Tolosa . Il. Assedio di L.iodim, (1 JOl r 103). Fu intrapreso da Tancredi, ;ignorc di /\nùochia. Un tentativo ,li liberare la città bizantina dall 'asscdio, eseguito da Raimondo di To-

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Iosa, non riuscì, e L. si arrc:.c a Tancredi dopo 18 mesi di re,istenza .

lii. nauaglia di L.iodicea (1,47). Pu combattuta fra i Musulmani e un corpo di 15.000 Crociati condoni da Bernardo di Carinzia. Questi ultimi vennero sconfitti. IV. A.,sedio di Lt1odicea (1286). Fu intrapreso dal sul tano d'Egitto. L:I città, malgrado che le sue mura e le torri fossero state assai danneggiate da un terremoto, resistette per parecchi mesi, finchè il sultano riuscì ad ottenerne la resa dopo di avere battute con macchine e rovin.1re le mura.

Laon . Città della Francia, capo!. del dip. dell'Aisne, con ant. cittadella; è sopra collina isolata, alta 180 m. Venne fortificata ne l secolo X VI per oper:t dcli ' ingegnere mtl. italiano Gerolamo Marini, con bastioni rimodernati nel sec. XIX e riarmati. llattc:rie furono costmite in tale secolo, e forti staccati, per formare sistema difensi\'o, insieme con La Fère, ,u ll ' i\isnc. Si d ifese felicemente contro i Borgognoni e gli !Jiglesi durante la guerra dei Cento Anni; fu presa da Enrico IV. I. Bat1aglia di Lao11 (678). Fu cornbam,ta per il possesso clcll'Austra,ia fra Pipino d'lléristal e Martino, da un lato, cd Ebrain e Teuclerico Ili dall"altro. Pipino, ;confitto, trovò scampo nella fuga e il suo socio si chiuse in L aon . f.brain riuscì con rromesse di ~a lvargli la vita a indurlo ad uscire e lo fece assassinare. 11. Assedio di Laon (9<J1). li primo fu po,to da Cado, duca d i Lorcr.a; la piazz:i çr:, tenuta dai partigiani cli Ugo Capetu, guidati dalla regina Emma e d:il vescovo Ascelino. In pochi giorni le truppe di Carlo vinsero la resistenza degli a,sediati e li obbligarono alla resa. Ma subito dopo g iunse davanti a L. il re Ugo con un esercito, e si svolse, p ii, lungamente, un altro a,sedio, il c1u,dc durò due mesi. Una fortunata sortita delle truppe d i Carlo produsse gra,·e strage e grande scompiglio negli assedianti, tanto che il re clovene ritirarsi. Ma per poco, chè gli riuscl per tradimento di impossessarsi del rivale, cd e bbe la piazza, e fece imprigionare il duca Carlo . lii. Assedio di Lao11 (1594). Fu posto dalle truppe di Enrico IV; la guarnigione, lcghi.ta cattol ica, vi era st:1 ta posta da l duca d i Mayenne e conwndata da un suo figlio, che aveva a lato come consigliere Jcannin. Due tentativi degli Spagnuoli, cli far entrare com•ogli di vi\'eri in città, fu rono resi vani dal duca <li lliron, che attac~ò presso L. i convogli <: se ne impadronì d isperdendone le scorte. Gli Spagnuoli, che avevano raccolco truppe a La Fére, dopo questi insuccessi si ritirarono in Fiandra, e il 22 luglio gli assediati si decisero alla resa. IV. Ba11oglia di Laon. È uno dei principali fatti d',mn c occorso nella serie dei tentativi operati da Napoleone I nel 1814 per fronteggiare le forze soverchiami degli Alleati che avevano iuvaso b Francia settentrionale . Dopo la giornata d i Craonnc> B liich er si era ritiralo verso l •. 1

uve fin dal giorno 5 aveva inviato il corpo Biilow e circa 10 mtb ca,·alli. :\'apoleone dispose subito per b marcia su L.. •peranclo di sorprender\"i l'avversario prima che avesse avuto il tempo di riunirvisi ed afforzarvisi. Il movimento dei Prancesi avveniva sii due colonne : :-,Japoleonc marcia,·a vcr la strada di Soi;.;ons a,·enclo all'a,·,111guardia il corpo del ;,./cy seguito dal corpo della Guardia e so-


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stenuto do unità d i cava!leria . Sulla d r . marc iava la colonna agli ordini di Marmonl (VI corpo, corp<, Arrighi d i nuo,·a formazione, un corpo di cavalleria) seguendo la strada di Reims che conver;,>c su L. per Bcrry-au-Bac. Tn totale le forze francesi sommavano in \UlW a forse 40 m ila uo mini d i cui ci rca 24 mila ag li ordin i diretti dcli ' Imperato re . G li A lleati, erano dinanzi a L . e comprendevano, fra i corpi russi prevalentemente schierati sulla dr. e quelli prussiani rag,;ruppali sulla sr., cltre 90 mila uo-

mini. L '8 ma rzo il Ncy s' incontrò con truppe r usse, che rc ,pinsc a colpi d i cannone fin verso la località d i fatouvellc, o,·e la strada, fiancheggiata da acquitrini, formava una stretta che fu tenacemente dife~a. Cosicchè l'avanguardia francese dovette biv~ccare pres,o il villaggio cli Uree!, mentre l 'Imperato re , i stabiliva JJiL1 indietro a Chavignon con la G uardia. Lu colonna di dr ., arreuata sulla strada di lkrr)', non solo 11011 era in grado d i sccondarc l'azione, ma no u a,-crn ancora operato alcun efficace collcgamcmo con la H. A sera :dcuni abitanti dei d intorni di Orcel ind icaro no al. Conrnndo una via che pcrmecceva d i aggirare

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,for:., i degl i avversari . M a il generale Bluchc r, vista l'c,iguil:t delle forze.: che fronteggiavano la sua d estra, sferri, dei conuattacch1; onde gran parre della gi:,rnata del 9 marzo d iè luo!(O a piccole a7.ioni per disputarsi i villag~,

pros~imi alla fronte di comb:-i uimcnco, sen7.a ~rogres~i M:n sibil i da vartc francese. La colonna cli destra era effettirnmentc giuma verso l'una pomeridiana dello stesso giorno 9 dinanzi al qt l:t)!gio di Féc,cux, scacciandone truppe avanzar-: ~ ,na spinta verso ,\thics, ove t rovavasi il corpo d'armata prussiano ag li ordini del generali: Yo~k . Impegnando a fondn b divisio ne.: Lucette del corpo d 'armata Arrighi, il Marmont riusciva a occupare Athies prima d1 ;era; ma, privo a ,ua volta di nocizie della colonna d1 iinistra, giudicò prndencc sospendere l 'azione e si d ispose al bivacco, inviando a cercare i l collegamento con le truppe ,!cll'Impcrntore un disrncc:irnento di cavalleria con due cannoni . li generale Bluchcr. non riuscendo a convi nrer,i che 1 Francesi in forza così esigua tentassero un auacco dello. ,ua dc.::-.tra così ben munita, cr:l, a giusta ragione, tuttor~t ['np lcsso sulla realtà della situazione : avuta notizia dcll'auacco d i Athies pensò che l'azione s-·o!tasi nella giornata a cavaliere della strada di Sois:.ons fosse puramente dimostrativa e che la minaccia prin cipale stesse per p ronunciarsi alla , ua sinistrJ dalla st rada di Reims. Invio pc.:rciò ,·crso Ath ics due corpi russi a / ~ll,•-.:,,rinforzo del corpo prussiano York cu, -n,.3./1/,11 7:1,,;;:,7-:;;;~ - ~ d iede ord ine di attaccare non appena u sostenuto d:i taJi unit?,. A notte foncl ;1 si svolse così un att:H.:co di sorpre,~t: f·i Athics cadde nelle mani degli Al>'). leati e i Francesi ripiegarono in di' 1 • .",I•, sordine sul grosso del VI corpo; ma ben presto i I fuoco cli re parti prussiani, spi1uisi a sud 3llravcrso i h()• .\f}) schi, echeggiò sul tergo creando un panico che determinò lo sbandamento dei Francesi verso l?étieux . l vi essi rannodnronsi alla meglio, m entre i l . 1; '::11~ t~' '; grosso de lle forze ripiegava verso Berry-au-Bac. Persuaso che tale rovescio ancbbe pro,oc:1to la ritirata genernlc, il Bhichcr spi nse subiw q uattro corpi (ci.rea 50 rnila uomini) sulh, strada d i Dcrry-au-Bac, nel l' intenzione di tagliare all'av,·crsario la ritirata su Reim,; e si preparò all'ofknsi,·a con le forze restanti schierate dirnmzi a L. (circa 40 mila u.). Informa to nella notte del ro,·cscio subìto dalla colon na Marmon!, 1'1mpermore riten ne che l'avvasario a, c%c forinaw m assa contro di e,sa sgucrnendo la sua destra : epperò decise di imislerc il mattino del 10 nel! 'attacco, sia nella spcran7.a di un successo, si,, per alleggerire la pressione esercitata co11 Lro le truppe del :\-!annone. Ma il Bliìchcr prevenne l'lrnp(:ratore, lancì:rndo t re d ivisioni russe co ntro il villaggio di C lacy ove, peraltrn, la divisione Charpc11Li-r sostenne rnlid.1mcntc reiterati furiosi attacchi. InwraggijlO da mie sal,kzn dei suoi, 'lapolconc ordinò allora un dcci,o attacco ,u L., ma qucstu fu arrestato da un fuoco ,chiaccia ntc di artiglieria. Anche gli assaggi fatti per tcn wn.: un aggiramento per la strada di La F~re rtvdarouo che l 'ala de,tra :lV\crsaria era ben guardata, onde l'lm• pcratore si deçi,c.: alla ritirata, mantenendo pcral tro vivo il l·:tnnoneggi:1mcnto sino a t.1rcla ora per m:H,chcrare le pred isposizioni. A norrc s' ini~iò l'arrctrame,no, sfilando per

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Ba11nglin di Laon ( 18 14) la 5ttclta d i Estouvcllc : Napoleone, impaziente cli ag ire, s ·;udu»c a tencarc un colpo di 111:1110 su L . , rncrcè l'azione combinarn di uupjJC leggere destinare all'aggiramento e della fanteria e cavalleria d'avanguardia spinte a forzare d irett:1n,cnte la streltn . L'oscurità e le d ifficolt:'1 stradali riLar<l:.lrono il mov imento aggirante, 111cntrc il 1'1 cy riu... sciva con una puntal:1 vigorosa a sorprendere i Russi a Esto uvellc e a spingersi su Chivy, o,c la cohnna leggera lo raggiunse più lardi. Prima dell'alba reparti d 1 cavalleria spinti ~11 L. furono accolti da fitta mitraglia e costretr.i ad arrc.sl.:toi. A giorno chiaro appan·e mani fo,to che la ,pcranza di sorprendere l'avversario era stata illuwria : non meno di 90 11,ila uomini , con moire hattcric ben mascherate, erano schierali al piede delle alture d i L . con la <k stra bene appoggintn fra Thicrrct e la Keuvillc e la sinistra verso Athic;. S piegatesi a cavallo della strada fra Lcully e Clacy, le truppe dell'Imperatore si apprc;t,1vano rutta,·ia all'attacco . sperando che il concorso della colonna M:mnont si m a,1 ifestasse richia111n11clo verso Ath ics l 'ancnzione e gli


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la stretta di Estouvclk. li g iorno l i la piccola armai:, francese raccoglievasi anorno a Soi:s~uns, on; prendeva posizione verso le 16 se11·1-a soffrire molestie salvo qualche incursione JdlJ. cavalleria avversaria . Nelle tre grornate di L. gli Alleati perdette ro cin:a 5000 uo1nini fra n1orti,. feriti e prigionieri. Poco diverse f urono le perdite dei Fr:incesi che nella soia sorpresa nouornn della colonna Marrnont lasciarono al nemico 2500 prigioni,.:,rj, -10 a 111noni e un ccnrinalo di ..:arri da m un izioni . V. Pre.w di Laon ( 1870) . Il 7 )Cttembre incomincia l 'in vc:,timenlo della piazz.a da parte dei Prussiani ; due giorni dopo i l gcn . francese Theremin d'l-lame . chiuso nel la i;1ttadella, si ~rren de alle intimazioni nemid1e . f\1cntre i J'rus,iani t:ntrnno nella cinaclella, un soldato francese fa :ml tare in aria i l magazzino deHe polvn·i; muoiono nd d isastro y, uA,ciali e soldati prussiani e 5 13 rranccsi.

de sahariano,,. n . ne l 1860, 111. ne l Hpo. Nel 1880, solrotcnentc, si batteva in Algeri,1 contro ribelli del sudoranc~c, t da a llora non si mo:;sc più dal continente nero . ideandovi i reparti mobi li dei rnciiaristi, che nel 19or vennero istituiti e resero grandi servizi. Crcc\ le <( compagnje sah~uianc >> e riuscì a sottometlcre. le trilill dell'Algeria 1ncridionalc e del Sahara. L asci<'> il comando dei territori ,ahariani nel 1y19 e redasse un ampio rapporto sul la sua azione:- aggiuugendo,· i le <<. D.in:ui,·e di Politici Sahari~na )) . Perì durante. un raid aereo nel d.::serto.

Lapi (Prancesco). Generale, n . nel r8/i. Sottot. d: fanteria nel 1864, partecipò alb caml'agna del 1866. Colonnello nel r <)01, ebbe il comando del 19° rcgg . fanteria e nel 1904 andò in .P. A. Nella ristr\':-t fu pron10S)O magg-. generale ne l

J y12 .

Lapi Giulio . Cencra\c, n. a Lucca, rn. a Firenze (184llSottot. nel 1868, pcrcor!-'.c Ja carriera j 11 a,·r,glieria di\'encndo ten. colonnel lo nel 18,16, Dopo esser stato direttore d 'art. ad A11co11a, fu col locato nel la ri,crva nel 1899. Ebl.,e i gradi di colonne llo nel 1902 e di rnagg. generale nel 19 13. Pubblicc) due \'Olu rni di H Sludi milirnri )>. Aveva preso parte alla campagna del 1870. 1921 ) .

Lapi Crnnillo. Gcncrak, 11. nel 1865 . Souor. di fanteria nel 1883, passò nel 1889 nell' arma rlei CC. RR . ne lla quale raggiunse il grado di tcn. colonne llo nel 19,6 . In I-'. A. nt:l 1918 , tu promosso colonnello nel 19 19. Nel , 9~8 ebbe il grado di generale di brigata nella rise rva .

I ,aparcll i FranCC$CO

Lapi G iulio

La Palice ((:iacomo di Chaba1111es, signore di). (;eneralc francese de l secolo XVI. Nel 1502 sficl,', a Barlcm.1 gli Spagnuoli, poi i;ombnttè: co1Hro i Gcno,·c:,i e fl! ferito Hlla gola ; nel 1509 f11 ferito ad Agnadello e si segnalò all'assedio di Parlo va . Nel 15 1'.! p rese Ravenna e guidò in Francia l'ese rcito tJuarido i Franccsj dovettero ~gombrarc l' Italia . Nel 1515 fu nom inato marescial lo d i Francia e combatti: a Melegnano. Nel 1521 fu alla battaglia della Hicocca, poi comandò YiLlOriosamcn tc I'cstrcito francese in Spagna. Nel 15~3 vinse i l connestabile di Borbone: nel 1525 cadde combarrcndo alla h,1traglia di l'a\' ia. deci,a contro il suo consiglio. La parei I i (Gia11 Gastmu·) . Capitano aretino dd ,cc. XV . Si serna!ò nelle guerre ..:ontro i T urchi. Lapardli 1-'rancesco. Ingegnere mii. , n. a Cortona nel 15:?1. Fu uno d6 principali fattori òd recinto \'aricano . CosLrnsse il quadrilatero bastionato di Cortona, tJOi lavorò in Ro ma, ai lavori della d ifesa di Borgo. Mandato nel , 565 a }.falta dal l'apa, progctt<'> le fon ificaz.ioni e la pianta degli edifici pri ncipali di una nuova c.iuà denominata L a \!aletta. La Pal, Città capita le della Bolivia.

I. Tmt/ato di La l'az ( 1872) . Venne conc luso il 6 dicembre, fra Chile e Bolivia, per risolvere b questione dei nli-ncral i delle regioni corHesta.te fra le due nazioni . II. Trattato di La l'az ( 1912). Venne concl uso il 16 maggio, fra Italia c.: Bol ivia . lnspiralo al rcgolamcnlO pacifico dei conflitti inrcrnazionali, cons,icraco all 'Aia nel 1899, questo trattato regola le condizioni d 'arbitrato ol.,bligatorio frl ì due Paesi in caso dì divergenze o disscn:ji.

Laperrìne. Gcncr:1le franc.::ese , soprannom inato ,, ll gr:rn-

La Porta (Luigi) . Uflinale garibaldi110, n . d i l'alcrn><l . Nel 1860 entrò in Palermo al comando rii una !--C.J ll::Hli·a di picciolti; com;1ndò poi un regg. dcHa briga ta La Masa distinguc1Hlo:-.i sc,tto CaJJua~ nel 1861 ,:omand<'J un bgl. formato di Cat:1nesi. ne l 1866 si segna]() a Bczzei..:ca co1nan dando ji 7° reggimento dei volonrnri. >Jd 1 ~~2 fu nominalo senatore . La Racine (Luigi). Generale, 11. a :,,./apoli nel 18;'3d'an. nel 1892, panecipò alla guerra italo -tu rc:t ( , 9" - 12) cd al la campagna d i gucrrn i1a lo-aust ,·iaca guadagnandovi la croce di cav . dcl l'O. M. S. Promosso generale nel 1926, comandò I':miglieria clcll,1 S icilia e nel H)Z9 venne aJdetto ad uno dei Cùn"land i desig nali d'annata. Sottot.

Laria (Sante) . Gcncrnle della F.. Guardia di finanza , nato a Morno (Novara) nel 1871. Sollot. nel r89ì, raggiunse nel 1917

il grado d i co-

lonnello . Desti nato nella Venezia Giu lia con sci hg\. del la R. Guardia di finanza per organizzarvi il scrvizln, sublln dopo la stipulazione dell ' armistizio, dal 1919 al 1922 concorse a reprirnerc .sed izion i sanguinose, e a difendere e riaffermare l'integrità e l'autorità dello Stato. Nel , 9r5 col grado di tcn. colonnel lo, aveva co1nandalu sul Podgora il 2 0 bgl. tlì frontier~l. ri portandu tre fe# rllc e rnutilaziom.:. di g uerra, e meritando una mcd . d 'argento . Promosso generale di brigata , I.aria Sante nel 1928 ebbe il comando dcl 1• 1 ,o gruppo di Legioni della R . Guard ia di ti nanza (Venezia) . Scrisse un 'opera SLI << Le l'iammc Gial le d' Italia"· 34


L AR

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530 -

L 'ant ico c2ste1Io di Larissa

Larino. Comun e in prov . di Campobasso . In antico ebbt una cinta d i grosse m ura, misurami 9 Km . d i lu ng hc1za e alte 12 n1. , forniate da g rossi 111acigni sovrap~ posti. F u presa nel 322 a. C. dal console romano Postum io Alb;no; nel 3 19 il console Aulo Cerretano, dopo d i ,iverc sconfitti i Frcntani che si chiusero in cittàj la prese e ht d istrusse . R ie d ificata su bito, d ivenne fiore nte 1nun icjpio romano. Fu di nuovo co ntro Rom a durante b ~T\!crra so ciale. Nel 2 Tì M . M inucin sbaragliò presso L. un corpo d i Cartaginesi. Ebbe p iù aYan1i a soffrire danni per !e in vasjoni dei Saracen i (842) e degli Un gari (947). Nel 1250 si ribellò a Federico II che la p rese e la de vas1ò. I n p rincipio e.lei scc. XIV f u <li nuovo assalita e distrutta d ai Saracen i. Nel 1316 venne ricostruita ancora .

Lario. Brigata di fante ria d i linea costitu ica nel genn:,io , 917 per la guerra· italo-austriaca 1915-r9r8 , dai d epositi d el 41° e d d 21°, coi regg . 233° e 234<>. Schierata inizialme n te nel settore Lukatic-Vcliki partecipò, n ei giorni dal 25 al 27 maggio 1917, alla 1 0a battaglia dell'Isonzo. Perdette in quell 'azione 3 4 ufficiali e 1 806 gregari. N el lug lio e nell 'agosto suoi reparti otte nnero im porta nti successi locali, co,1 una lotta asp ra c he è i ndicata d alle perd ite su bìte : 67 ufficiali e 1594 m ilitari d i tr uppa; co ntem poranea mente catturò q uasi 20 0 0 p rig ionieri . D urante l'offe nsiva aust ro-tedesca d cli 'ottobre, con successiv i o rd inati ripicgan1entj e con combattimenti di retroguardia so~ stcnu ti dal 233'0 , si portò sul Piave, me ntre il 234°, rimasto a d ifesa dei po nti d i Co rm ino e d i Pinzano sul Taglia.1ncnto, sostt:JHl t: cruente azioni che g li cagionarono perdite molto rilevanti . Nel 1918 Iu schierata prim a nel settore d i Condino e poi d islocala nella zona fra i lag hi di Garda e d i Id ro. N ell 'ottob re fu in viat a sull 'altopiano d ei Sette Com u ni n elle trincee del M . L cme rle, ed infine, sferrata la nost ra offensiva fi nale, passò ! ' Assa e puntò su Roana, Mczzaselva ed Albaredo e per la d ata dell 'a rmi-

~tizi~ raggiunse Pcrgine e V iarago. Dopo la guerra venne scio lta_ La brigata e bbe mostrine di color rosso carm inio con una striscia n era centrale nel senso verticale. La festa d ei

rcggimenti è per il 233° il 26 maggio, anniver:;;ario del 1

com battime nto a q . 241 di Selo (r9r7) e per il 234° il 20 ;gosto, ann ive rsario <<lei fotto d'arme a q . 247 di Scio

(1917).

I Larissa. Città c.lclla T essaglia, sulla dr. del Salanw ria. Su l colle che sov rasta la città è u n a nt. castello. I. A ssedio di Lnrissa (r9r a. C.). Fu posto alla citt,ì , d ov 'era u n presidio rom a no, d a 1\ n tioco . !Ifa, essendo snpraggiu nto Appio Claud io, co n un esercito .c'i sorc0rs~, An1ioco abbando nò l'assedio .

l i. 8tlttaglia e assedio di Lmùsa (1083-w 84). Verso I~ fine del ro83, llocmondo, figlio del norm anno Roberto Guisca,·do, investì L ., d ifesa da Leone Cefalè, il quale resistette per sei mesi, ciò che diede tempo ali ' imperatore bizantino i\ lcssio d i allest ire un esercito d i socco rso, col 'luaie mosse ve rso la città assed ia ta . Affrontato nei pressi c.lella meuesima dai Norm anni , riuscì a sconfiggerli, e con questa vittoria si assicurò il possesso di tutta la regione . lii. Ass,·dio di Larissa ( 18 2 2) . Du ra me la rivoluzion e del la Grecia, un n ucleo d' insorti occupò il castello d i L. e vi si difese e roicamente contro i T urchi .

IV . Scontro di Lariw, (Guer ra g reco -turca, ,897). Un r o rµo g reco di 17.000 u . il 23 ap rile e ra i,, posizio ne, a protezione della città , verso le go le di Re veni e d i Menexc. Verso me7,za no tte g rosse · pattuglie d i cavalleria a ttaccarono g li avam pusti g reci, i <Juali ripiega rono sul grosso . Ma guesto , visti sop raggiung ere gli squaùroni turch i, si lasciò p re ndere d al panico, e d isord;nara mcntc ripiegò sulla ci1t,1. La cavalleria g reca fu sbandat a da q uella turca . Fortum tamen te un co rpo di 3 0 0 0 euzo n i fece fronte combattendo, e questa resistenza permise di riordinare le !ruppe a L. , dove il principe Costantino 11011 r itenne <li po tere in q uelle condizion i di re sistere , e si ritirò a FarsaJa .

Lar och ejaquel in (conte Enrico) . Genera le van deano ( 17ì2- r794) . .Era ufficiale di cavalleria qua n do scop piò la rivoluz io ne . Ritiratosi in V a ndea, divenne ca po degli Hl· sorti e pronunciò le famose pa-

role :

(( se avanzo, seguitemi ;

se jirdictrcggio, uccide te mi ; se n1uo io , vendicatemi >>. Si battè en e rgicamente cd ottenne qualche successo locale, rna infine fu sconfi tto e cadde com bat te ndo.

l.aroclieiaqneli 11. (m arcl,cs,• L fli g,) . Gene rale francese, fratello del precedente ( 1777-1 8r5). Allo scoppio della rivoluzione emig rò ; tornato in Francia nel 1801,

L arochcjaq·uelin Enrico

attese il mo men tn favorevole e nel 18 14 sollevò i Vandean i e fu fatto generale d a Luigi XVIII; duran te i Cento giorni s, ba tti: contro le truppe napo leoniche, m a fu sconfitto ed uccisò in co m • b:.iuimento .

LMocl,ci" q11elù1 (conte A ugr,sto). Gener ale francese, fratello d ei p recede nti (1783-1868). Emigrò all'epoca d ella rivoluzione 1 1;ientrò in Fr:;rncia nel 180 r e servì ncll 'eser•


5pl

LAR

cito napoleonico. Venne fatto prigio niero alla Moscova. S~guì nel 1814-15 il fratello Luigi; divenne generale sotto Luigi XVlll, prese parre alla spedizione <li Spagna ( 1823) e _d i Turchia (1828) e andò a riposo nel 1830.

La Ronci ère (barone Cfrmmte di). Ammiraglio francese (1813 -188.1). P artecipò alla spedizione in Crimea nel 1855; d iresse l 'imbarco delle truppe francesi al Messico nel 1867; partecipò alla guerra del 1870 difendendo i fort i d i Parigi durante l'assedio . Nd 1875, mentre comandava la squadra del Med iterraneo, fu mes.so a riposo per essersi dichiarato bonapartista. F u anche deputato e se-

l 'esercito: divenne chirurgo in .:apo. Introdusse l'ambulanza volante per il trasporto dei feriti sul campo. Fece tutte le campagne napo leoniche. Lasciò varie opere, fra le quali « Memorie ,, e « Relazioni » di chi rurgia militare delle campagne alle quali prese parte. - Il figlio Ippolito (u pure chirurgo m il. e medico dell 'esercito francese in Italia (1859).

natore.

La Roth ière. Comune francese nel d ipartimento del!' Aube. Vi si combattè il 1-0 febbraio 1814 una battaglia che apparrie ne alla campagna napoleonica contro !"esercito invasore della Francia. Vi parteciparono 116 mila alleati con 400 can noni, contro circa 40.000 francesi con 128 cannoni, eh~ Napoleone aveva sd1icnnj con centro a La R. (duca d i Belluno) la destra a Dicnvi!Jc (gcn . Gérard) e la sinistra a Morvillers (duca di Ragusa). Gli allcau avan,.arono con una colo nna (gen . Giulay) su Dicnville ; due (generali Licwcn e principe Scherbatov) su La R., mentre il 9° corpo russo appoggiato da cavalleria seguiva il movimcnco del le due colonne sopra dette ; due (principe del W ,i rtcmberg e generale Wrcdc) su Mor villers. Infine un'altra colonna, agli ord ini del gcn . Colloredo, ma rciò sui ponti di D ienvillc, ma arrivò tardi sul campo d i ba ttaglia. La lolla si inizia alle 13 : un tenta tivo degli alleati d i impad ronirsi del ponte d i Dienv ille fallisce; ma La R . è p resa dagli alleali , e così Morvillers . .'Japoleone ten ta ùi rjprendere, verso sera , il prim,J dei due v illaggi ,

rna la d i vis . . Rottembourg, riuscita a penetrarvi, ne è

Larrcy Domenico

Lasalle Antonio

Lasagna (Ercole). Generale, n. ad Altavilla Mo nferrato, m . a Pisa (1834-1 908)- Sottot . di fanteria nel 1854, partecipò alla g uerra d i Crimea cd alle campagne del 1859 e 1866, me6tandÒsi a S. Martino la menzione onorevoÌe . Colonnello nd 1885, ebbe il comando del 6° rcgg . fanteria . Magg. generale comandante la brigata Verona nel 1893, andò in P. A. nel 1896. Nella riserva fu promosso tcn. generale nel 190 r. Lasalle (Collivet A 1110 11io, conte de). Gcnùalc fran cese (1775 - 1809). Sottot. di cavalleria nel 1793, partecipò alle cam pagne del RernJ e della Mosella., Nd 1796 seguì il 13onaparte in Italia e rimase prigioniero a Brescia. Nella campagna dd 1797 si d i,tinse a Vicenza ed a Rivoli. F u poi in Egitto con Napoleone e nel 18oj fu promosso generale di brigata. Partecipò alla campagna di Prussia , d ivenendo generale rii d ivisione. In lspagna nel 1808, passà nel 1809 in Austria : si segnalò ad Essling, a Raab ed a \1/agram ove rirnasc ucciso .

Lascaris (conte Marco A11tonio). Comandante generale delle galere dei Duch i d i Savoia nel 1618. Cadde nel 1625 sul ponte della p ropria nave , combattendo intrep idamente contro soverchian ti forze genovesi . Avev a allora 70 anni. U n :lfnrco L . costituì , nel r672, il prin10 rcggim<::nto Mari11a .

Battaglia de La Rothière ( 18 14)

subito ricacciata. Col favore della notte, l'imperatore, che ha comrattaccato per frenare lo slancio nemico e d isimpegnarsi, vi riesce e batte in ritirata, lascian do 2400 prigion ieri e 54 cannoni nelle mani del nemico, e perdendo t ra morti e feriti 3600 uomini. Gli alleati wbirono 1Jna perdita complessiva d i circa 6ooo uomini. La battaglia cost ri nse Napo leone a ripiegare dietro la Senna .

Larrey (baro/le Domenico). Chirurgo francese (1i661842). Servì dapprima nella marina francese e poi nel -

Lascaris di Vclltù11iglia, marchese Agostino Gi11scppc. Genera le, n. a Torino, m. a S . Vincent (1776-1838). Ufficiale di cavalleria, fu ai utante di campo di Vittorio Amedeo ll nel 1792. Dopo la battaglia d i Marengo lasciò il servizio militare e si dedicò alle scie nze, alle arti ed al 1·agricoltura . Dopo il 1814 ritornò al 1ervizio ciel Re d i Sardegna col grado cli maggiore. Ebbe po i i gradi di magg . generale- nel 1832 e ten . generale nel 1838. Fu p residente del! ' Accademia delle Scienze di Torino, Consig liere d i Stato cd ebbe pa rte alla compilazione del cod ice civile sardo . Era insignito della croce dell 'O. M . S . Lasciò un volume: « Nota sui blockhaus ».

Lascevic (Michele). Generale rnsso, n. nel 1_884. R ivoluzionario, fu più volte arrestato ed esiliato. Scoppiata la rivoluzione del 1917, fece parte del comitato mil. di Pietrogrado e comandò i marinai che agirono nel secondo tempo del moto. In seguito comandò la 3• e poi la 7" armata bolscev ica e fu membro del Consiglio di guerra_


LAs

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La Spe;.::ia : i\rse n ale, citti e golfo

Nel 1<p6 iu destituito pc rcbè segu ace d i T rotzky, e man dato a d irjgcre 1c fe rrovie orien ta li.

La Spezia. Citri, capo!. di 1n<1v inc1a,

p iazz;,fonc

maritti~

ma. in fondo al golfo on,<>· n imu. sede del clip . m ii. m a r . dell ' Alto Tirreno , d i g randt a rsenale e comandi mii. marÌt • t im i vari. del Corpo Reale Eguipa_g gi , di Trib unale e O speda le pr inc ipale n1il . mar itti mo, ccc.

I .a piazzaforte d ipende dall'Vlll Corpo d 'Armata (Firenze) . Il golfo, ricce, d i insenature . è 1"an t.

,i

Pon us Lunae ,i, deno Vcneris }) . cd ~

p01 ,e Portus

sbarrato (la una d iga di 3 Krn . , Stc.:-mrna d e La Spe:.:-:ia

che lascia due aperture btt:· ral i, rispcttivame 11tt d i rn. 350

e m. 15cL Feudo de i Maln,pi11a nel Medio E ,·o , verso la mctèt del

sec. XllI passò sollo il do mi nio d c:i Fìcsch i. Ebbe in que l-

l'epoo mura e tor ri , d istrutte da O Lrcrto Dor ia nel , 273 . <p.iando q uesti la assalì e la tolse ai Ficscb i. Le lo tte tra le:~ vari<: fazio ni genovesi. ebben) sempre ripercu!>sionc alla. S., che dopo i M alaspina, in un modo o nell'altro. fu sempre d iperùlen rc da Genova. Nel 1365 fu assal ita da 5000 u. della compagnia ùi ventura e.letta d ; San Gio rgio. Tale t ruppa , comandata da Ambrogio V isconti , assa ll , prese

e diede al sacco il borgo . i\ccorsern forz.c genovesi. ma vennero resp inte e sbaraglia te il 13 genn~io 136(). P art ito il V isconti, il p residio da questi lasc ia to in cittèt iu costretto a lla fuga per opera degli abitanti delb regione . Allora i

Gcno•y·csi fecerv n.:!>laura rc le fo rtificazioni, cd e rigere (137 1) il c:tsteHo d i San G io rgio, nncnra c~islcntc. Quan do i F n;-

goso abl>a1H.lo11arono Gc.ncl\"a, tentarono di .sostenersi alla S. ma Bartolornco Giusti niani, rnandato nel luogo con un l'nrte nerbo eh mi lizie, li costrinse ad abbandonare la c ill,ì. Du r<1n cc il dominio sulla Liguria di Francesco Sfnrz:1 , i :vl ilanesi costru irono un arse~a lc (.1 46-1) per la fabbricazio ne dì galere: mortn lo Sforza, gli Spezzi ni cac1.:iaro110 il presidio 1n.il anc~c e distr ussero 1·arse:,[J le . :-,.Juovan1cntc i GcnoYcsi f<xtillcarono Ja città., ne l 1605, co n mura bastiona te, per d ifenderla d alle m ire ckgli Sp,1g11uoli. Du ra nte la guerra per la S uccessione d 'Austria, qua ndo il

gcner;dc austriaco Botta f 11 c:,cciato (l746) da Genova . ri , pc1nJ a.Ila S.; rna non pntè ~osn.·1H.-r-,•1si. Nuove forrilico ~ z io n i i Genovesi eressero nel golfo, tanto che nel 174H b li Austriac i, torn at i nel la regione , non osarono di assalirle . Fu invece facile ,ri F rancesi , nel 1797, di occu pa re il ~o lfo. Nel ' 7(19, d uran te l'invasione a ustro- russa in Ita lia , i ! gcu. austriaco K lena.u n1osse cl.a lla. T oscan~ verso Geno va facendosi preceric re da un' avanguard ia (gen . Zcug\ncistcr) che disperse il 31 lug lio i Francesi presso Sarz :t ncllo : oc(l1p ando .Sarznna e La S . I Francesi si ritira rono verso Genova, lascia ndo piccole g uarn igio ni ne i forti di

Po rtovenere e di Slnla ?viaria. li pr imo si a rrese suhiw : Jkr il sec.ondo 1 a rmato co n 30 cannoni , g li Aus trn -Ru!-.si d o ve ttero p rocedere.: ~l un ù1vestim ento regola re . Frattan10

il ien . francese Jon Ucrl , c he comand::l ,·a a Genova, invi<', a Lr. S . il gen. M iollis con 200 0 u. Liguri-Frances i. D:11

forte d i SJn ta Maria fu ten t:atJ u11a sortita contcrnporant.:amcn te ( r 3 agosto) ma questa respinta. Il p•iccoJo corpo del ll·f iol lis , ch e da l Florghetro J vc va a vanzaw verso la

ru

c ittà, affrontato il 13 agosto dal K lrnau nelle colline occide ntali del go lfo, venne d isperso e dovette r itirarsi b -

11 golfo <.li: La Spezia con la flotta italiana


LAS

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,533 -

~<.:i:1ndo ndlc m:rni t.k gli avversari 200 prigionieri c due can noni. l i fo n c d i Sa ma Ma ria fu bloccato da te rra e d., mare. e venn<.· co~truilo un ridotto d.11 quak ~i iniziò 11 bom ban..l:.tm(.;nu,. :,otto la c.lirczionc del generale: Losa,~o U reskovic. li 2() agost0, :.,v vcniv:i 13 resa : 36 u fficiali e

dd quale faccv:1110 pan: due hatt:iglmni e uno <quadrone bo nr;1 rc nsc, v i :,~o n fissc gli Spag1n 10Ji, i q u:d i furono co~ stretti :1 ri!ugiarsi e a c!iiudersi in :SfonLe, ideo. li 9 giugno .\lvcar " hattè un corpo di separ.,li<ti cli Art ig ua~. Lastra a Signa. Com u ne in prnv . d1 Firenze. Durante i"J,sedio cli Firenze, fu difc,a dai Fiorcnlini conlro u n p rimo ~1ssalto di ah:unc Ctlll1~ pagnie spagnuole, in viate dal principe d"Orangc. Ma quc,1i mandò .irtiglieric e r infr,rzi, e :-i l secondo a~sal tll i d ifcn ~ori ~i arrc:'!c.:ro col pauo di a,t'r salva la vita . Entrati gli Spaµnuoli nella rocca. pas,arono invece: qua, i lllll i i difensori n filo d i spad ,1. D ue insegne d i fam i , m an d ari da l

1~•~-

F<·rrucci in ~corw dd paese, non giun'tero in tempo, e, trov ..uo il borgo orm ..11 occ.up:'llu dag-li Spagnuol i, do\'Ctlcra rit ir.,rsi (1530).

Laszlo (110b. 1\'1<·0/ò) . Gcntrak ung-hc.: rcsc~ 11. nel 1X74 . ProYcn icntc dal l'.irtig licna, frequentò la ,cuoia d1 iucrra e }M~sò in c:avallcria. ~dia g uerra mond hde cornbnnè :-ittl fronH.. n t:-.<io; dopo la gucrr:1 ebbe il com,lnclo di un rcgg. di ca,·alkriil e nd 1925 raggiunse il gr.:tdo di gt·n. di cl, vis . al w manclo del la (," liri~at,1 m ista. Il golfo della Spl":t.l\t in un'ir-d--ione d.!I 1;co

56o "'ld,ui 011c1u:, :mo d;li vincÌlori gli onori cl1.:Hc :1 r111 i . Li: \'Ì\t:nrk ddb guerra co,1rinscro f:li Allc.1lI :a ,gombrarc 1"11al1.1. e L a S. seguì k sorti della L igu ria . Kd 1808 Ka pokrn1c, c ht avc\'a g iil ll1J[ :1ta la ,icurczza e l' irn porranza del J!Olio, clecise di crearvi un grande ponn mii.. l' fe~c \1 4.·iuà :-icdt di un.1 prclt:-uura 111ariuin1.1. inizi3ndo 1.ivori stradali e d i fortifit:1,.ionc , e p roge tta ndo u n J l"M' nak-. ~ .'l la ~ 11 :l , J.duta troncù i J..l\'ori inii.i;lt i. 111cntrc ri. ,uona,.l ancorl il cannone nel golfo. Infatti nd 1814 ,i ripete ro no gli avvcnimcmi del ' i99· I.orci BcnunJ... arnmir. ing le:-e, ~lia rcò t:0 11 7000 u . il alÌan 1 e ing lesi :1 Livo rno , e il ~3 rnari.o oc,11pav:1 S,H7.ana. Il 25 alcuni b~I. siciliani rnndou i eia na\ i ingle,i e provcnicnu dalb S1>Jgn.1 auac cavanu d::t 1ma re Lcriri e l'rn.:<.:upa\'ano, dopo di 3vcrc fauo ~altare in a ria , cnn poch i colpi d i ca nno ne, I:, battc.ri :.i d i Sa111a T(·rcsa. .\ ncora fu bl0<caro il folle di Santa .'.\fari.,, e cmtrcllo alla resa. dopo nu,c giorni di rni,renzd. Le navi d el nc.. : ntink dal m.:t.rc. col l01·0 fuoco, ne dcc isl' rr1 la (ad ut :t. Da allora b cittl seguì k ,orti ddb Liguria. :-id 1h57 fu deciso, rer opern d i Cavour. il lra,porto della sede dcli., R . Ma rin a d a ( ,cnu,·a a / , 1 S. , e Ilei 1861 s i inizi:w o la costru7.Ìonc dcil'ar~cnalc n,il. 1n::ir itti1no. che oc<:upa . con i ~uoi b..1,mi,. d:1r~nc, <c;-.li di costruzione· e offic11w . un ".ire~, d i 1..2Hi.ooo n1<1. 1 cuntigu:1 :iHa i::in :t, 11r l fondo del golft,. Con tc111pon.111<.·.arnc.;1llc e in l,rgui 10 le fortifica:t.iorn, sui colli tlon1inan1i e ndl'iwla Palm4.1na . ne tu:evano un.1 pi~t✓.7.,1· forte d , pr imo ordine.

Las P iedras. lforgo dc ll" Uru.~ua). nel cl ip. cli Canclon.-,. Il 18 maggio 1811. ,luranrc l;i guerra per l"inilii1end crr1,t delta Sp:.1.en:11 Anig:is, cor, un p i...·colo esc:-..:ico

Laticlavi. \' . .411g1•.r1uh11•1. Latecoère 44. Mon opla 110 id rosiluran te e d a bomh:11·tfamcnto, idoneo anche a missione di osscr"azionc ~ dcMinato al sc::rn7.io costic::To , t>uò ponarc un ... iluro J 1 700 Kg. o g ro~~e: bo111he, e cinque m itragliatr ici. 111 1nczz' or a <71.1c~lo

Golfo della Spezia

~~p p:HC:(chio

pu(, c~scn: da pod1i l1o min i tl'~u,form ato m

apparcccl>io rcrrcstre. La ,ua vdoc,1.'1 ,aria d a '')" a ~30 Km. all"or,1, a .sci:nrula del i:ari\'n e delle- lra"form~11.10ni .


LAT

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Latina (Via). Grande strada romana, da lla capitale a Iknevcnto . .'\vcva due d iramazioni pr incipal i: la T ttS<"u• la11a e la Adriana. Partiva dalla porta C3pena, come la via 1\ppia . È una delle più amic he: non si conosce la

LAT

d el 18~7-1888 e poi frc,1ucn1ò la scuola di g ucna. Colou ncllo nel 1912, ebbe il comando dd 6° rcgg. fanteria e andò in Cirenaica ove al comando d i una colonna indi. gena delle varie armi si meritò nel, 1913 la cr~ce da cav. dell'O. M. S. Dopo a,·er lcnuto il comando del 120 rcgg. hcrsagheri, ebbe nel 1915 il grado di magg. generale-. Comandame d elk truppe in T ripolitania, ne:! gennaio 191 7 operò contro le rnd1alle d i El Baruni, rimanendo ferito e ottenendo la croce di ca1. ddl'O. M. S . e due mcd. d'ar. gemo. T cn. generale nel febbraio 1917, andò a combattere comro l'Austria al comando della 25a d iv is . e nel giui;,n o 19 18, al Basso Piave, fu decorato ddla croce d'uff. dell 'O. M. S . Dopo la guerra lenne il comando tiella cli,·is. d i Cu neo e poi del la ,a d ivis . Alpini . [n P. i\. S. nel 1920, fu promosso nel 1926 generale di C. d'Armata nella riserva.

Tii posto militare Lntccoère

La to

del

poligono.

data <li costruzione; terminava a Capua, dove si inscnva nella via Appia dopo uno >'·ilupflO di 18 2 chilometri.

Chiamasi così un lato della linea poligonale, chiusa o d

Latin i. Ndl'amich ità, ebbero questo nome le popolazioni abitanti nel Lazio . I Romani ebbero lunghe lotte con loro; una g ue rra lati na fu combattuta "ll'epoca ri i Anco Marzio; un:1 seconda derivò dalla carciata dei Tar• quinii, quando si formò una lega latina per ristabilirli in Roma: :tl lora i L . vcnncrn sconfitti, ne lla ba ttag lia dd lago R<·gillo . Una terza ,olta i (,. presero le armi con tro Roma, costituendo una nuo,·a lega, ma anche questa volta (340-339) la guerra term inò o:on la 1·ittoria di Roma, clic li sottom ise defi 11 itivamentc.

aperta, cbe segna l'andamento generale del margine t:ltl ico, ossia della linea d i d ifesa prescelta su una data pofrlione da occuparsi con un 'opera: linea che prende il nome d i poligono di base della fortificazione. li iolO. o la pane cli lato, corrispond ente a LIU clcccrminaw fronte, diccsi law di Latini Giul io base , li lato d, base dicesi lato illlcrno del poligono, nella co,tru1,ionc di un fronte lastion:ito. qu~ndo la costruzione ~i fa esternamente a! lato scesso (co,crm,io nc in fuori). (V. fig. n. r). l i trac ciato d i q uc,co fronte si otteneva nel seguente modo : dato il lato di base A Al (lungo da 14:> a 28o m .) " divideva in 6 pani ; ,fai p unti cl i divisione C e Ci più pro,;im i a:l .·\ e Al si elevavano le perpcudico!a ri Cc, C 1, ' lunghe 1 / 6 di i\ A': {i univano i punti e, cl col punlu cli m~no m della cortina e si a,·cva co,ì b direzione d elle ,t qo .... . .. . . . .. ~ ~ . . . ... ~

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·1:ronre bastionato costr uito in dtf''lt-ro

(Laco esterno del poligono)

Torre sulla via Latina

Latini Giulio . Gene rale, Il . a Bergamo nel 1857. Sottot . dei bersaglieri nel 1878, parteci pi> alla campagna eritrea

tacce rb bastioni, le quali verso l' interno c!d frunlc erano limitate ai p u nti C Cl e verso I 'esccrno, in S cd S 1 • dalle bisettr ici A x, A'x 1 degli angoli in A e in ,\I dd poligono di ha;c, ossia dalle capitali d<'i bastioni . Su i fianc hi primi1i vi be, bi,., si costruiva l'orecchione armato cd i fianchi a triplice ord ine di Cuoch i. Il lato di base dicesi invece lato esterno del poligono. qua 11do b costru1.ione del fronlc ba~t :onato si fa intcr• n:1rne nrc a! !alo stcs.o (cost ruz io ne in dentro). (V. fig. n . 2). I.a costruzione in dentro si faceva nel modo se• guente: dal punlo di mezzo 111 del !aro d i ba,c A A '. lungo da 20 0 a 400 m . , si conduceva una perpendicolare mb, lun_!!a ordinariamcmc da 1/6 a 1/f:, di A .\ '; si tir,1-

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LAT

53S -

vano le rette A x, t\/xl passami pcl punto C; si prendevano su q ueste rette le porzioni A e, Alci lunghe da 2/7 a 3 / 10 di A A' e si avc1•ano cosl le faccic del fromc; dai punti ç e cl si calavano sulle rette A r, Afx' le perpendicolari e d 1 , cld, le quali costituivano i fianchi; riunendo fra loro i punti d, d 1 si otteneva la cortina; così il lato di base scr"i,·a da lato esterno riuncmc i salienti elci due bastioni.

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Fig. 2 - Fronte b:,stionato costn1ito in foori LaLo di Unse ( interno)

La Torre (Simone). Generale carlista, n . nel 18o4. S1 bauè nel 1824 contro i costi tuzional i, e fu tra i primi ad aderire in seguito alla causa di Don Carlos, che lo nominò generale. Al comando di una divi~ionc , !)i distin~e in varie occasioni, r imanendo fi no all' ultimo fedele alla ca usa prescelta. Latouche-Treville (Luig,) .

Laudon (barone Gcdcoucj. Fcld-maresciallo austriaco ( 1716-1790). Si segnalò combattendo contro Federico il Grande e contro i R ussi; a lui è dovuto il piano di bat• caglia di H ochkirch (1758). Combattè nel 1788 e '89 contro i Turchi- conquistando Belgrado dopo u n assedio cli t re me<i (1789). Laufach. Borgo della Baviera. teatro di combauimcntu - du rante la guerra del 1866 fra Prussiani e Assiani. Una piccola divisione di questi ultimi, inviata dal principe d'Assia verso L , vi si scontrò con la brigata prus, 1Jna \\frangei. Gli Assiani attaccarono ripctlltamentc, ma la brigata resistette, ed essi furnno cost retti a ritira rsi su Aschaffcnburg ( 13 luglio) . Lauffen, Ciuà della Bav iera, sulla Salzach. Vi si svolse il 13 d icembre 1800 un combattimento che a1)particne alla campagna del Morcau. Questi decise il passaggio della Salzach a L., :,Ilo scopo di costringere l'arciduca Giovanni ad abbandonare Salzburg . La divis. Decaen, arrivata davant i a L., trovò il ponte distrutto, e la posi·àonc custodita dal nemico. li generale Durutte passò il fiume a monte della posizione, e il nemico sloggiò dopo breve resistenza. Subito dopo Morcau concentrò a /. ., dove fu wbito r ista• bilir,1 il passag,ll'io, la massima pa rte delle sue forze; 1'opc• razione felicemente riuscita co,1rinse J'arcitluca alla ritirata.

,\ rnmirag lio francese (1745-1804) . Partecipò alla guerra d ·America; nel 1792 [u a :,;,poli con una flotta e costrinse il re a riconoscere la repubblica francese. Pari.o Torre Simone tecipò alla spedizione di S. Domingo ed ebbe nel 1804 il comando dcli" squadra del Mediterraneo. Si banè più volte con onore contro gli Inglesi.

La Tour d 'Auvergne (T tofilo) . Ufficiale francese (1 743-1800). Fece tutte le campai,:nc della rivoluzione. ecl ebbe da Napoleone il ti· tolo d i Primo g ranatiere della F rancia . Partecipò alla conqu1s1a della Sa,·oia; comandò nei Pirenei orientali la " culonna infc r-nalc » . \ fo. rendo, aveva legato la ,pa da d'onore decretatagli ,131

Bonaparte, (< :.11 pili degno )) . Tale spada nel 1861 \'enne dalla democrazia francc,c decrctatn a Giuseppe Cari1..atouche Treville I .uigi haldi , il qua le l'accetti, all:1 d isponendo che fosse restituita - come avvenne Francia dopo la sua morte.

La Tremouille (Luigi). Generale francese (1470-1 525). Nel 14<)8 vinse e fece prigionieri il duca d'Orleans e il principe J 'Orangc; nel 1493 combattè valorosamente a Fornovo; n el 1509 si distinse ad Agn adello. Caclck combat• tendo eroicamente a Pavia. Lattes (Giuseppe). Generale. n . e m. a Venezia (18381902). Sottot. d ';irt. nel 186r, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1890,. fu direttore della fabbrica d'anni di Brescia. In P. A. nel 1892, passò poi nella riserva divenendo magg. generale nel 1900.

Battagl ia di Laupcn (1339)

Laugi (Giovanni) . Chirurgo militare (1485-;565) . Per lunga dimora in Pisa n:H uraliz;,,ato 'i taliano, ma 1nativo della Slesia. Fu medico dell'elettorato palatino e lasciò un trat• taco sulle ferite d'arma da fuoco. " Laupen. Borgo della Svizzera, nel cantone di Berna. JJ 21 giugno 1339 vi si s,•olsc una battaglia fra gli Svizzeri e i nobi!i collegati di vari cantoni svizzeri, della Savoi:i, della fiorgogna. I primi disponevano di circa 500Ò u. comandati da Rodolfo d'Erbch; quasi tutti fan ti; gli alleati di circa 18.000 u. di cui 3000 cavalieri. Circa Soo..Svizzcri erano assediati dagl i alleati in L., ,1uando avanzò al loro soccorso Rodolfo, e venne a scontr:irsi presso il borgo con tutto I 'cscrci10 alleato. La fanteria di questo (u sbaragliata eia un attacco di carri falcati e prese la fuga, gettando 11


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LAU

536 -

p:inico nelle ri,<'nc. che la imilarono. .\ll"al.1 ,inistra sn1.zer.1, la ,·avallcria de, nobili tentò di ri,tabilire la situazione1 ma Rodolto intervenne coi suoi reparti gi:l viuo-

no~i. e contrattaccc\ cncrgic,11nen tc, !'l~onfì,:uicntio anche: t, cav;1lleria ncn1ica. Gli storici sv izzer i fan no ~1111mon r:.1n:: k perdite nemiche a ~ooo u., rnntro \Oli 35 u. ~,izz.cn. A favore di q uesti, ~tava l'eco ddla \'ittori:t d i ~1orga~·tcn,

col grado di magg . generale. Pubblicò studi d'indole tc,ni,n sull'artiglicrin.

'

. la11re1111 Ce1arc. Ing~gnerc. maggiore del ~cn10 n~1valt ( 1~65-192 1). Ideatore d i u n tipo d i ,ommeri:ibili :1doua11

i.:hc :l\'t'\".l dato fama alle loro fanterie.:.

Laurana. N:wc affon d am ine, <li 128 tonn ., va raia nel r<J18 in i\ust;·ia Ungheria, entrata a far parte della R. Y!a r11M nel JCJ2o. in~ie1nc con altrl' 11a,·i tld)a marina :lu:-.triac.1.

Sommergibile lipo Laurcnti

dalla marina italiana . Fu direttore del caniierc na\'alc An saldo-San Giorgw.

Laurentina ( Via). Strada romana. dirama, ione della \'Ì.1 O!-.lÌcnse: condm:eva a Laurcntllm ,,, l'attu~lc Torre Pa . terno. con u n percorso d i 26 c h ilometri. I(

Laudon Gedeone

J..aurcmi Luigi

La ureati (Mario) . Gcncrn lc.' 11. a Grou an in1.1rc nd 1!173. So1tor. di fon1cria nel 18<)3, pJrl<-.:ipi'> alla gucrr,1 cri1rca dc 1 1895-96. J11scgnò scienze· sociali alla scuola d i Moden a e frequemò la scuola d, guerra. Col grado di ,.1pitano lu in Libia nel 1911, 12 e 1.3 e per i comlxiui111cm i d i Bu-Mdiana e Z anzu r e bbe la mcd. <li br<>11>10. Entrato in gm:rra contro 1'1\ustria. ~i meritò nel 1916 due mccl. c1·a,gcn10: una ad Oppacch,asclla cd una a C a,:, Bo11ctti ove rimase ferito . Colonnello comandante il 281"

so Piave nd rc·gg. fam,•ria, lo condusse con ,·alorc al nas_ ~iugno 19tS mcri lan<losi la mcd. di brom!o e ndl'ofh:nsi\'a della ,·ittoria finale o,c \'enne insignito ddla croco eh cav. dcll'O , M. S. Dopo fo g uerra coma ndò il 51)° fa nlcria e nel 1920 andl, in P . .\. S. '.'Id 1929 fu promossu generale di brigata in A. R . A. Collaborb n r iviste militari cor1 articoli tecn ici.

Laurenti (L11ig1). Generale. n . a N izza Ma rittim:i , 111. :1 Du ranu, ( 1840-1910). Sottot. d "arr. nel 1861, partcdpè1 alla campagna riel 1866. Colonnello nel 1890. com all• dò il rcgg. art. tfa mon• c.ag1la, poi fu dircttor<.· terriwriale a La Spe1ia e quindi d,bc ,I comando

del 23° rcgg. da can1p:i~

Lauria. Comune in prov. di Polenza. Nel 18o6 vi " erano radunati i p::lrtigiani dei Borboni. contro i quaJi mosM· ,I generale francese Ma,scna. JI paese fu difeso prima alJ ·c,tcrno con barricale. poi nell 'interno con li cra o,ti11:1 zit11H.'; gli abitanti ~i batterono casa per ca,.1. n-1a infint: furnno ,opraffaui. La strage commc.sa dai vincitori non ri,pa n niò neppure i vecchi , le donne . i fanciulli . Chi poté. ,i <.1h-ò con la fuga. li paese fu completamente <lc\'astalo. ,acchcggiaro, incend iato. I Fra11ccsi pcrdc1tc1·" 25 ,n,,ni e 36 fcrili: molle centinaia d1 .,bitanli furono rna.s:tcrati.

J..,111rin (Nuggicro di). Am m iragl io sici li:,n o . n. del la Ua,ilicata. m . a Valcncia (1215- 1305). Dopo i " Vc,pn Siciliani ,, partecipò alle lolle contro g li Angioini. li ~7 set tembre 1282 co,trinse C,ulo I a ritjrani da Messina: I")i luglio 12, 3 hauè presw Malta b flotta angioina : il 5 giu-~,10 128-1 ,con lìs,c e cattu rò il principe d i Salerno 11cl golfo di 'lapoli; il 15 giugno 1285 prese Taranto; il r 0 no\'cmhn 1 i85 sconfi.sc i Frn nt'c>i a Sr1n Fel ice d i Cnrnlogna ; il ·I luglio 1299 sconfisse l"armata cli re Giacomo d · Ar;igona al capo c1 ·orlando, dopo d 1 esser.i guastnto con g l i !\ ragonesi . Quind i si ri tirò nella Spagna.

Lauriston (111111-du·u· Gù,como) . Genc rak francese ( r768 Fece le ,ampagne napoleoniche; fu clireltore dell:1 ,wola d':1rt . d , l.a Fè,·c, e poi (1806) commissario · civ ik e mi i. a Venezia. Sotto i Borboni partecipò alla spedi 1 Sili).

z1onc militare (1823-2.1) nella Spagn,1. Un suo figlio. Augusto ( 1790- 1860) fu pure gcnerak, e ilcJ1utato.

gna. Magg. generale nel

1897.

fu

:-.IICCC~!<IÌV:.ln 1e1H c

co111andan1c <l 'arl. ad Ale,,andria cd a Roma . In I'. A. nel 19M, pass<Ì nella riserva nel 1904 divenendo lcn. generale nel 1906 .

Lauter (Lodovico, 1•011). Generale tcd,·,co (1855- 1929). ,\ ppartcnnc all"arma d":m. e vi percorse una brillanlc car 11cra. Durante la guerra mondiale lcnne il co,nando 111 capo dell"art. pesante ccdcsca e ri ebbe p:1ne i1nportnn1,· ncll.1 distruzione delle fortezze belghe all'inizio della guerrn. e in segu ito nel bomhardamento di Pa rigi col cann, .,,c Ben ha.

r.111re11ti Fdia-. Gcncraie, n. a Ma lcra 1w l 1865. Sounl. d 'art . ne l 1884. pa<si'> poi nel ruolo 1ctnico di, mendo colonnello nel 1916 e b rig ad iere 1,-cncrale ne l 19 18. Passò nel 1925 in t\. R. Q. Laurcnti Felice

Lautrec. (Od<'tlo, r·ùco111c di Poi.,·). Mar esciallo d, !'rancia (1-185-1528). Servì Luigi Xli e Fr.,ncesco I. fu go\crnatore di Milano. Si distinse a Raven na nt-1 15 12. ucl 1522 fu sco11tìtto alla Bicocca; n,1 1525 pa rtecipi, :ili.,


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LA U

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battaglia d i Pavia: poi orwpè, il Milanese : morì sono "lapoli, cu i aveva posto l'assed io .

m :igg. gcncr:tle nella r iserva nel 1913 <! ten . gent'rak: nel 19 15 . Nel '.923 ebbe il grado d i gcn crak di div isione .

Lautule. f\o ,·go dei Vobci , fra Terracina e Fonti . ~c l 31 5 a . C. vi ,)i svolse u11a battaglia che :.1ppartienc ~dla .seconda guerr~1 san nirica 1 e fu combattuta d.:ti Ramani ag li ordin i del c.l itrntorc Q . F~bio Massi rno con tro i Sanniti. Livio, dcscri \'CO do c.7 ucsta batt~1g lia, c'inform<1 (hc avvennero Jue scontri, il primo dei q uali co n esito lncerto . il secondo con piena vìrroria dei Romani. Noi invece propen~ d iamo per una completa disfatta, come c i viene confermaw d;i l)iodoro. Di fatti se Ro111:l avesse ottenuto un sue~ cesso '" ittorioso, non a\'rernmo avuto I"insurrezione così estesa lungo l' intero corso ciel L iri ; F rcgel lc ricaduta in potere del San n iti, la Carnpan ia in rivol uz ione, la perdita di Lucera e 1'aristoc razia rapuana sbalzata di seggio.

Lava/le" Giuseppe. Generale, n. n Tortona nel 1856. Sottot. elci bersaglieri nel 1877, partecipò al la campagna e ritrea del 1887-88. Colonnello nel 1910, comandò il 7ì" rcgg. fanteria. 1\1agg. ge nerale comandante la brigata Forlì nel r9r4, entrò l:On essa ~n g uerra con tro }"Austria. ln P. A. nel 1918, ebbe nel 1923 il grad o d ì generale di d ivisione e nel 1926 fu colloca to a riposo .

L~w trec Odc::uo

Lauriston Ciac.omo

Lavagna (Giweppe). Generale, n. nel 183~. Sollo!. cl i fanteria nel 1859 . r,;ll recipò a lle ùllnpagnc dd r859, 1860, '61, ' 66 e ·70 mcr irnndosi la mc.n1.ionc ooorc.vnlc. Colonnello con1an d an te il 44° reg~- fanteria ne l 18cJ5, andò in P . A . nel 1896. Nella riserva fu promosso mai:~- genera le nel 1905 e nel 19 13 anclè, a ri poso. La Valetta. C iuà capol. dcl l 'isola d i l\falta . ,iruata sopra

un pro-montor i( , dom inante d ue baie. Grande porto

milllarc, pri.ncipalc base naYak ing!t:~e ne l Med iterraneo . Venne fon cbta nel 1s(i(i, per opera dei Cavalieri di Malta, e subito fortifica ta

pe r opera di varl in gc:gnc.ri m il. ila~

li~ni del sec. XVf, fra i qua li il LapJrclli e i due Grnga . I .e fortifìca:Gioni moderne sono oper a d cg li g li avvcnin1cnli

si orici .

rn µ-lc!'.òi . ( Pe r

v. ;vta/!a).

La Va lle (Edoardo). Ccncralc, 11 . nel , 862. Sottol. d i nd 1881. mc.:r it<'1 in Calabria cJ ur~w lç il tc..:rrc-

fanteria

mot0 dd

1908 la mcd . d i b ronzo di bencmcn.::nz.a. In P . . \ . nd

19 15, e bbe poco dopo la promozione a colo nn el lo e nella ri scrv~1 d ivenn e. brig:aJ icrc generale nel 1<)19.

Lavallea (Paolo). c;en cralc, n . ~ Tortona, 111 . a La Spezia (1e47-1929). Sottot. dei bersag lieri nel 1866, partecii'Ò alla guerra d i lak annn mcrit:.1111.Ju.)i la menzion e onorevole. Maggiore comandante il 5° bgl. bersaglie ri d ' Africa in Er itrea nel 1896, p a.ssè, i,1 fan teria nel 1901 colla promozione a colonnello c d ebbe il COffH1.ndo del 17° regg . In P. 1\ . nel 1905, d i\·c111lc

Lavarone (Altipiano di). Vasw altìpìano. a sud-est d i J'rento, poco u ltrc l'antico confine , L'Aust ria vi aveva costrutto pode rose opere fortifìcatoric, che valsero a :,barrare il passo alle truppe della nostra 1• annata , nel primo ~111110 d i guLrra. Orig li aJripi:rn i d i L. e d i f olg:1ri~1 mosse !:;1 grnndc off<.::ns.iva austriaca del maggio ] 916. Laveno. Comune in prm·. d i Varese, sulla sponda iomb arda d el La~o 1'-faggiore. Nel 1859. dopo lo scontro d i San .Fcrrno, Garibaldi divish d i for attaccare i for1 i d i Laveno (Castello} Cerro, i:,.Tonl 1 armat i con 13 cannoni) <Ki.:upa ti da una gua rnigione <W:>triaca d i circa 600 u. li 30 magg:o occupò a tal uopo C ittiglio, e diede d isposi1.ioni per l'attacco a L ., c he clol'cva avveni re ndla stessa notte. fvb gli Austriaci furono messi in a llarme da una lo,o gran g ua.rdia posla {uori dal p,ie~e, e la sor presa non ri11sd : i repa rti garibaldini che erano arrivat i presso il f r,rte furono re~pin ti dal fuoco d i questù. Bi\io aveva a d lntra rad unati cirt:a 200 u. per tentare c.\1 assa lire la A.ottigha austria.;a d i l rc vapori, armata in gue rra con 10 c~mnoni e 4 s ping,1 rdc 1 e ancorata a L. ma anche questa fece buona guardi:-1 e l'in1prcsa andò a monte an.che da q ue,ta parte. Dopo la battaglia d i Magen ta, la guarnigione austria~a abbandonò L. e s i rifugiò su i ele tti ,·apori ndh-1 S\'i7.1/.crn . Lavezzari (Roberto). Mcthglia d'oro, n. ad Asll, m. a Tonno <,1825 -1883). U flic ìalc d i fanteria dell 'esercito piemon tese, aveva preso <Hlùrcvolme nre parte alle campagne del 1848·,19 e d ì Crimea . Promosso capitano, era passat<> ne i bersaglieri , con j quaii par tc..-cip,J a lLi cam pag na dd 1859, rin1ancnt!o fe rito e guadagnandosi una rned. d 'argen to cd una n1.enzione r>norevolc. A l comando d ì un bgl. ci i bersaglieri (ìl 27°) prese pane alla campagna de l 1866, segna L.11H.losi nella giornarn. i nfausta de l 24 g iugno e mc. <.:a ndov i u na nuova e grave ferita. G li fu concessa 1x:r 1:-t . . : ondolt:1 troica tenuta in qucll ·oo.:asione la mcdagha cl 'oro al valo r 111H ira rc , con questa molÌV3?. ione : e, D imostrò m olta <·ncrgia e valore non comune nel <:ondurrc il prop rio battaglione all 'assa lto di Cu:-.toza., O \'C rj rnasc g ravemen te ferito )). Fu ~urce:ssivamenre ten . colonncliu n el 30° regg . fan teria e Dei 4" bersag lieri, e da colon nello COI\Jandò il <••) bersagl ie ri <.: gli ~Lahili me n ci militari d i pena . l..1wczzai-i Carlo . Generale, n . a Tortona nel 1868. Snttotcn . dd genio 11el 1888 partecipò alla camµagna d 'Atrica, ed ~1Ha g uc rr<.1 191 5-18 . Fu d irettore autonomo del genio a T aranto, generale di b riga ta nel r925, generale d i d ivis . nel 1929 assumendo LI carica di ispectore generale e d irc;ltorc del genio m ilitare pc:r i lavor i de lla R. Marina . Ave,·a comaDdaro il genio dei C . d'A . d i T or ino (r925) e l(oma ( 1926).

Lav is. Comun e del Tren tino, sull 'Avisio, poco p rima dello

sbocco d i queslo

11dl 'Adige .

I. 11 5 sette mbre 179(, vi a\·,·<.:"nn c

u1i

combattimento


LAV

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538 -

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che appartiene alla ca111p.1gna del Bonaparte colllro Au>tria. Avc\'a preso posi~ione, presso il pàcse, il gcn. au>triaco Dav iùovi,, in modo da poter l'c ncre sotto il proprio fuoco il ponte sul torrente, passaggio obbligato. li Bonaparte a,c,·a mn sè le ùi,·is. !\fasscna e Vietar. lJn primo auacco al ponte fu respinto dalla mitraglia nemica; il secondo riuscì . I Francesi superarono la resistenza che g li Au, tr·iaci oppuscro nel villaggio e se ne impadronirono. Da,·idovic bauè in ritirata, lasciando ~oo prigionieri. L<.pèrdite dalle due parti furono esigue.

LA Z

ga1i la,·oraton borghesi. L'esercito inglese con>ic'cra nella , ua regolamentazione la c reazione d i unità di lavoratori, allo scopn di evitare impiego di ,10m in i in hvori e scr vizi, da parte cli unit:'1 combattenti.

Lawfeld. Villaggio del Belgio, p resso Macstricht, nel J.iml>urgll . Ha dato il nome a due battaglie.

li. Un nuovo scontro a / •. av\'ennc il 29 gennaio 1797, fra la brigata francese Via! e 3000 Ungheresi, i qua li fu. rono costretti ad abbandonare il "illaggio.

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111. Un rcr,o combattimento vi ebbe luogo durante b campagna <lei generale Pciri nel T re ntino (1809), contro !?li insorti del Tiro lo c del Trentino. Subito dopo la presa di Trento (28 settembre), gli insorti si erano rifugiati a L. sotto il comando del cap. Schweig, il q uale guardava il ponte e coronava le al ture d i t iratori. Un primo dcbok tentativo, fattù dal 1<> rcgg. di linea. per impadronirsi di L., fallì . li Peiri allora formò tre colonne , di cui una destinata all'anacco frontale, e due a mO\·imcnti aggiranti. Quanùo il movimento di c1uestc fu proncmciato, il g ià ,-itato 3° regg imento attaccò di fronte, passò il liurne e con~1uistò il villaggio, mcnt~e i difenM>ri fuggivano per le montagne, avendo perduto circa 400 u. in tutto. Le perclitc degli Italiani del Pciri furono 4, morti e 98 feriti .

,1 . " ~. I .awlcy Roberto

Lazari Fabrizio

L I Francesi, comandati dal maresò;illu ,li Sassoni,,, ,·011tru gli Inglesi del duca cli Cumberland (2 lug lio 174i), Q uesti ultimi, che avevano seco rcggimentL tedeschi e olandesi, erano situati in forte posizione, appoggiati al c~ntro al villaggio, fortificato con opere can,p.tli, difeso da 10.000 u . con 50 cannoni. Le truppe francesi, animate dal k, p resenza del re Luigi XV, si ,lanciarono ali 'attacco alle 10 e per c:nquc ,·oltc furono rcsprnte; la lott., durò fino a ,era, terminando con la ritirata deg-li Ingle,i a Macstrieht. ,1uando furono costretti ;id abb:mdonarc L. al nemico. :\VC\'ano perduto 10.000 u. (.; 29 c:1nno:1i, l mprecb.Hc ma gr«vi le perdite elci francesi. Il. I Fn,nccsi di Jourdan contro gli ,\ ustn:ici del gcn. Kray (19 settembre 179.1). Ncll':ntacco di tutta la linea .11rstriaca, da Liegi a Macstrich t, la posizione d i L. fu :oc• ~,,nitamenlc difesa dai secondi, ma finì per cadere nclk ,nani degli 3\'\'ersari, che la bombardarono con 50 cannoni.

T.nvezi..tri Roberto

Lnvist::t Giusèpp<.:

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Lavista (Giuseppe). Gcner:tlc, n. e m. a Torino (1839• 1906). Sottot. dei granatieri nel 186o, nella campagna del 186o-61 si meritò la menzione onorevole nell'assedio d i Ancona, e la mcd. d'argento in c1ucllo di Cap ua. Cornbattè nel 1866 e vi guadagnò un'a ltra mcd. d'argento . Nel 18n passò in cavalleria di\'enenclo colonnello comandante il rcgg. Nizza nel 1887. Passato nella ri>erva nel ,891, fu promosso magg. generale nel 1898. Lavoratore. Chiamasi rnsì chiunque, militare o borghese, viene impiegato nei larnri di fortificazione o nella co,tru,ione di trincee; i lavoratori ,onu guidati dagli zap• patori del genio o dag li ingegneri. Duran te la gra nde guerra ( 1915-18) noi usammo in larga misura i lavoratori. i quali erano tratti da militari delle classi più anziane o meno idonei alle fatiche cli guerra, cd e.rana coMituiti in 4-' centu rie lavora tori )> . Queste ce1nuri<.: era no impiegate al riattamento ed alb costruzione d i strade, ali;, co;truzionc cli trincee, ecc. Lln cospicuo nunlero di t.ali centurie \'en11c da noi inviato in Francia per lavori sul fronte frJncot edcsco . Nella zona delle retrovie ve nivano invece irnpic-

Lawley (Roberto). Generale, n:no a Ca,ci11.1 , m . a Fim12e (18.19-1919). Sottot. nel 1865, percorse la carriera in :irtiglicria sino al gr:odo di ten. colonnello e: poi pa,si, nei di,trctti. Colonnello nel 1902, comandò succc,sivamentc i distretti cli Gi rge nti e d i Ancona. Passò nella riserva nel 1905 divenendo magg. generale nel 19 13. Laxenburg. Castello dell'Austria inferiore, nel quale ( , o g iugno 1682) venne conclusa una alleanza fra l'impern, wre d a una parte, e cb!l'altra i Circoli confederati di l'rnncon ia e ddl 'alto Reno citeriore ed altri principi clcll' lmpero, per la difesa dell'Impero <tesso wntro ogni ano d'ostilità, violenza e irruzione, per il mantenimento delle paci di Wes1falia e di Nimega e per opporsi e fficacem ente ;td ogni sort~l d i contntvvcnzionc o invasione, come pure alle ingiuste domande e preten,ioni formate contro l'lmpero e i suoi membri. E"identcmente la lega era rivolt.1 contro la Francia. Non si venne per/i subito :tl lc anni, no11 ,n-cnclo aderito alh, lega l' Ingh ilterra, vinco!ata. allora alla Francia, nè l'Elettore di Brandeburgo, ancora sdegnato ciel tradimento usatogli dagli alleati nel 1679, e per la guerra uclla quale trovossi impegnato l'imperatore coi Turchi. Lazari (come Fabrizio). Generale . n. ad Alessandria nel l79ì· Volontano nel 3° rcgg. di linea ita!j~no al :,cr• ,·izio del Regno cl ' Italin nel 1812. cessò dal servizio nel 18 14 e ne l 1815 d iven ne sottot. dei CC . RH . Colonnel lo


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LAZ

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comandante in ~a dei CC. RR. nel 1836 e magg. generale nel 1844, nel 1847 e bbe il comando generale dei carabi n ieri . D~l febbraio all'ottobre 1848 fu aiutante di campo generale del Re Carlo Alberto e guindi fu collocato a riposo c:ol grad o d i ten. generale.

La.sari Fabrizio. Gcncrnlc, n. a 'Torino, m. a Ripalta Nuova 1842-1920). Sonol. d 'a rt. nel 1861 , partecipò alla ca mpagna del 1866. Nel 1881 passò nel corpo di S . M. Colonnello nd 1890, coman dò il 93° regg. fanteria e poi fu capo di S. M. del io C. d 'i\. Magg. generale comandante la b rigata Ancona nel 1896, fu promosso ten. generale nel 1901 e comandò le divis. d i Catanzaro e di Piacenza. In P. A. nel 1906, passò nella riserva nel 1911.

L:lzari conte Fabrh:io

Lazeroff

Lazeroff (B.) Generale bulgaro, n . nel ,Bio, Prese pane alta guerra contro i Serbi nel 1885, alle guerre balcaniche del 191~-13, e alla guerra mond iale, battendosi nel settore <li ~lonastir. Quindi f.u alla testa dell'associazione ufticiali ìn congedo e contribuì :-1d abbattere i l governo d ì Stam-

bu linsk i . Rientrato in servizio attirn, ebbe il corn,1nd o della gu:irnigione di Sofìa.

LAZ

samcnlc popolata, e che solo recentemente, con grandiose ope re d i bonifica, va migliorando le condizioni di abitabilità . li Lazio Etm;co è paese vulcan ico di cui Monti Sabatini ., Cirnini e Volsini, contrad distinti dai laghi che ne occupano g li a ntichi crateri p rincipali (Bracciano, Vico e Bolsena) snno gli individui or0grafici n1aggiori . I basamenti di tali antichi apparati vulcanici sono molto estesi e si spin gono fin contro la destra del Tevere: caratteristico i l Soratte (691 rn .) e,r remo sprone sabat ino sul fiume. Fra i Salx,1ini e la costa sorge il g rup po dei Monti della Tolfa. Il te rreno frapposto ai tre laghi è foggiato ad alto piano vulcanico, fortemente ir,ciso dalle acguc, ricco di c reste di e•osione, di dirupi, di burroni e in gran parte coperto da foreste e folti macchieti, caratleristici nel Viterbese . 1 Colli Albani, plasmati ad anfiteatro semicircolare, costituiscono una massa vulcanica itl buona parte slabbrala, con pendici esterne ubcrwsc e a dolce decl ivio, in con• trasw con la nuda piana ci rcostante. I Monti Lepini presentano una zolla calcarea a dorsale d i rnedia elevazione, fratttlr;Ha nel senso trasversale, limitata dalla soglia di \'cllctr.i che la separa dai Monti Albani e dal fiume Ama.,e,,o che la divide dagli Aurunci . Questi plessi montani e collinosi sono sa!dati dalla piana :d luvionalc bipartita dal Tevere, ch iamata campagna laziale, prolungata a sud da lle paludi Pontine e a nord dalla H n.scia costiera che la unisce al la Jvtaremma Toscana . L:1 campagna, incolta, priva d'acqua , in buona parte ancora ma larica, divi.sa a Jati[ondi, è ancora scarsan1ente popo• lata, ma si avvia a n1iglior avvenire demografico cd agri-

culo per saggie previdenze governative lntesc a modificare condizioni remotissime . Le rapide conquiste di Roma, estese al Sannio, alla S icilia , all'Africa pingui granai colti-

Laziali. Vanno sotto ,1uesta denominazione le guel'!'e di lloma coatro i Sabini, g li Alban i, i Latini, i Volsci, j Veienti, fra il 700 e il 400 a. C . Se ne fa cenno alle

vati da schial'Ì i11l1uirono, infatti, sull'abbandono di culture suburba11e non pi,'t redd itizie e sul conseguente, ii,urbamcnto della classe dei piccoli proprietari; onde finirono cnl prevale re il latifondo e il pascolo . La conquista d i Roma proccdè gradualmente, motivat:i

\,oci dei singoli popoli.

aU'in iz io dì s trette necessità d i sicurezza iromediata: di

qui la guerra con Alba Longa, finita con la distruzione Lazio . Regione ital iana del versante tirrenico, che com-

prende la striscia costiera all' incirca tra la foce della l:'iora e quella dcli' Amaseno, il Preappennino romano, pa rte dei N{onti Sabini ed Ernici e le pianure interposte, cornprcsi i canali in cui scorrono i l medio Tevere e l'alto corso dd Sacco. :\!on ha vera individual ità geografica, come dim<,str~ l'artiftcioso lim ite terrestre, che segue nel tr'atto inte rno parte del corso del Tevere, raccordandosi indi alla dorsale degli Ernici e correndo poi dai due capi al Tirrene, s('condo linee ::iJfatto convenzionali. E priva anche di vera unità :storica in quanto l'antlco Lati11m (<< paese p !ano }>) non co1nprendeva jn orig ine c he la terra originaria dei Latini. e cioè le pe ndici della Sabina, i Colli ;\foan i e la pianura compresa fra questi e il Tevere; meocre il paese situato sulla desrra del fiume a p parteneva all'alropia no etrusco, d i cui solo le estreme pend ici erano considerare romane (Monti Gianicolo, Mario e Va ticano). La malaria che in fierì nella piana, determinò una delle cara tteristicbe del la regione e cioè lo s,·iluppo tki centri abitati sulle a lture, in posiz ion i salubri e forti per natura . Fa ccce:,,ionc alla legge Roma, che deve la su.a postura alle condizioni favorevoli offerte dai colli, a balze o riginariamente ripide, faci lmente fortificati, rlalla nav igabilità del basso corso del Tt:Yt:rc -

accesso n1ro in una costa

i1nportuosa e mala-

rie,: - e dalla protezione conferita dalla linea dell ' An ienc . Ciò non togl ie che l'Urbe sia cen tro d i una pianura scar-

di quel! 'a11lÌca metropoli; lo

sconfinan1cul0 jn Etruria e

•a sottomissione di Vejo (396 a. C .) per assicurarsi più largo dominio sulla destra d el Tevere; indi, con alterne \·icende, le guerre con le federazioni degli E rnici , Equi, Au rLmci e Volsci, che portano il confine romano 2.lle soglie rltlh Campan ia. Cosicchè già dal 343 a. C. Roma domina !a regione c ircostante del Cin1ino e lungo i dossi occidentali dell 'Appe nnino sino alle altmc della terra dei Volsci e a M. Circello. Colonne romane sono stabilite a Sora, s bocco dcìlc gole del Liri, e lungo la marina, a guardi:1 cki confini meridionali. Dal pun to d i vista mi lii:are il Lazio può rappresentare un obiettivo con1e regione che contiene la capitale. Dat~ la vicinanza di Ron1a al nrnre, l'eventu al ità di un attacc.;1) costiero per effettuare lo sbarco di for,:e considerevoli dc· stinatc a un 'incursione non è <la escludersi, per quanto

l 'impresa non sia scevra da grandi d ifficoltà e presupponga che I 'av\'ersano abbia consegu ito il dominio del mare. La costa lazi:ile è importuosa e m alsana. Al centro p resen ta una spiaggia bassa e alluvionale, con retroterra talora acquitrinoso , e poch i accessi da mare (Torre Asrura, Nettuno, Anzjo, Ostia, J,'iumicino). A mezzodì si ha la

zona delle paludi Pontine, ma larica, intersecata d a scoli, spiccatamen te sfavorevole al transito e alla sosta. d i forze ingenti e d i servizi pesanti al loro seguito . A settentrione b costa ha i caratteri 1narcmn1ani, ugualmente sfavorevoli :


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il picçolo porto cl, Civi1a,·ecchia non " prc,1.1 <1L!ale base di uno sbarco in gr.,nclc stile. poichè l"in\'asorc. assicuraloscnc il possesso di \'iva forza, incomrerehbc un rctroterr:, clominalO :1 l,re,·c d istanza da i Monti della Tolfa . privo cli lince a,kguatc di pc nctr"1.1o ne diretta e pe r ,wanzarc su lla Capitale c1owcbbe prima assicurarsi il fianco, impadronendosi della difficile e imricata regione ,,b.uin.L Nè m igliori condi,:ioni si trovano pii, a nord, entrando

nel

raggio

d'azione

di

M.

Argen tario,

notcvulc..-

c.1 pos;ddo difcnsiv<J.

l..<1:io. Brigaia cli fanteria di linea. cosliluita il 1" marzo 1915 per la guerra i1alo-austri:K.1 1915-1918. dai depositi del 5'J" e del ,6° fanteria. coi reggimenti 1~1• e 132•. Com l,aa è i11 izial1111;n tc nd ,cttc,re del M. Podgora e ncl l'o1rnbrc 1915 OfK' rÙ contro Bo,chini Superiore e contro i l ),{. S. Mkhele oc,up:indo le Rocce Ros.e •• e la tJ. 124. :---:el giugno 191/i [u .schierata ne:! settore d, Ronchi-Monfokonc-Cave d i Selz, ove occup<Ì l.t q. 70 r la quota Pelm:1; ncll'ago,10 raggi unse la fro11te M. Co,ich -quo ta 74Dol·c1dò e nel settembre occupò l.1 q. 144. '-lei novembre i ,111,. riparti ,i spinsero fino alla ,tracia Oppacchiasella-

dalla Repubblica vc,wia. per cui le na\l i11fc1te od anche >tmplìcemelll<' sospcllc. erano confinate nei canali di Fi,olo e Spignon. tra il 1•.rto di MalamOl.'C<> e Poveglia, e le pcr>one qclJ' i,ula d i Sanra Maria di :--lazarcth, det•a N11;:;11 rct/111m (d a cui forse ln:.c,1rt·110), dove , in dal 1403 erano tl'ctttcnuti malati o sospc111 di peste. prc,venicmi per via di mare. L. di terra \CllllCro istitmli nel q6.j a Pi,a. presso 1.1 d11,·,a di S3n L.1uaro. che potrchbc casere altra ('t1111o!ogta ddla vocc e SlH.:t.:cs:-iivamcntc ~ <ìC'nova. :t Fl n·nzc ed a Mil;ino . A cau,a delle epi<k1111e ri i colera, r hc dall'inizio del .,ecolo XIX colpirono l ' E.uropa . si sc111ì :1 !>i'4:,gno. tra le \'arie Nazioni, di collegare e coordinare 1 , ,1r1 mezzi c.hft:nsi,·i. donde conkrcn1.c internazionali, di n,i la prima cbk luogo nel 1851 a Parigi. E,i,le perta11tu un vcrn codice i nteJ"n:tzional<.; <.:i rea le misl1re di prolilas:_..i delle malattie infctrl\'C in i:rncrc e spc-ia lme ntc di que lle c,otichc (colera, pc,te, febbre gialla). Hanno (unzione di ~tJzioni quaranu:n:1ne in ltalia: I' ,\:..i nara (Sardegna) . PoYegli:i presso Vcncz1,1, '\'isida (Napol i). o ltre l~cnuva. !\a ri. Aug u:-i1,1, ' J'riestc. L:1 Stazione san ita ria 111.1 n trima 1kll'i-ola A sinar.1 è una delle più antiche e la :,;.Hl benefica .1;,.ione è stJU largan1cntc iu,piegata ìn pace cd in guerrJ. di~r-.c1ncntlo c.. ,a cli un gr~in nunltro d1 fobbricatl su \':t..,to ..,pazio per il disimpegno dei Yan :--crvizi. L;i Stazione sa nitar ia di Poveglia è pii, moderna e ri11nit:,, t.:(Jnvc nicnt<.·111c.· r1tc attrezzata per le esigcnic dei \ ari scr1

\ i~! di a,colL~1 dei pa4-SCl,!~kri, dì ricovero degli .l1nmal:1ti. per i~lamenlo. disinfezione~ c~c.

l\·tcdayli:1 della Ul"il,l<Hfl Lazio

C,i,ta.~ 1H.:,·ina ed :111:, dolina ., md di 'I· 202, perdendo 21 uflìc,.t!i e 13q~ mililari di truppa. Al pnnc1p10 del 1917 fu ancora nd consuelo seuorc c;irs,co, ma ,1 15 febbraio fu inviata :i Tolmezzo per as,umcrc la difc,a del sctlorc /\ho llut-M. Pra111ù,io-M . Cim,mc ove perina ,c fino a l!·ouohrc, al]orchè, in seguire> :-t i I 'offensi,·a au~lro-tedesca 1 ripici:ò, rnmbauenno al pas,c, della Mauria, fino oltre il

Lazzarine. " Cannt· laaarine » cr.mo dcuc k canne I ,11niglia del celebre

ÙH fucile e da piswla fnhbrica te cblla

Lazzaro Cominaw da Gardonc \"al Tromµia. Erano anche talvolta

.-h1.11natc

, Grcchcui .,

o " Grc'7nni ,.

f>i:t\T.

Fu ,-iolta il 21 11ovembrc 1917. I s uoi reggimenti furono d ,·rnrat i n,l lsi 111ctlag l1a d 'argcn10 al valore ,-olle seguenti moth·aziouì: Al 13Jo: cc Con imp('tO veemcntC' !\a.ng:uino~o eon,1ui,tò formidabili posizioni sulle pendici del S. Michek ,: nel ,cuore di Monfalcone; con incrollabile tenacia re"•

~tette ag)i accaniti ritorni offensivi dcll'av,-crsario

Rigoro~c m1:--ure cl i poliz1-.1 sanitaria quar.1ntenari:i c.·,i, t,ino per le p rovenienze dall'Orie nte ccl Estremo O rir111c. in passag~io au ravçn,n il M:tr Rosso cd il Ca11ak di $ucz: ann,r piì1 rigoro~ ~Jno le 1nisurc C(Jnccrncnti )e n:n· i clc ,1ina1e, r.ell'~ndata e nel ritorno, ai pellegrini mussuhnan, alla Mecc1. biste una ><·rie d i Stazioni sanitarie >ea):lionatc da Camaran. p resso la cost1 del Jcmcn, a Tor. Sncz e Ain Mll<a (Sorg enti d i Mosé) al l'estremo norù dd Mar Rosso.

~1.

tBas~o

!,011,0, 19 15-191h). A l 132°: « Si :1fkn 11i'i <L1pcrk1111enrc " Rocce Rosse, a Costone V iola del S. ~ ichclc, Slll Debcli cd a q. '+i di Monfalcone. dando costantemente fulgide pro,·c di ,·nlore e generoso tributo cli sangue ». (Basso bonzo. 1915- 1916). Le mostri ne della brigata crnno del colore di Roma. ,. c,oè nella parte superiore viola cd in q uel!a infer iore giallr,. La festa dei reggimemi è per il 131° il 7 dicembre, anni,cr<.1rio del combauimento a ';(. S. '<lichelc del 7 d1-c..cmhl'C 1u15 e per il 132° il 22 no,·cmbre, :rnnivcr:>ario ciel fatto d'armc:o alle Rocce Rosse del ';[. S. Mic hele del ~' nove m bre P) 15.

Lazzaretto. St,1?.ionc sani1an.1 d'isolamento i,tituita alk frontiac mariuim<· o terrestri per la p rofila~" elci morl11

i11 fcuivi c::,utlci . L'11:1 vera e propria polizia ~.111itaria ma• rin ima vcJHlc isti tu ita nella p rirna metà del secolo X V

Lazzarìni

(Ccsarr) . Ccnc11( [ 18 1 1. Sottul. nel 1H75, pc-r..::or,<.· la carriera in c:1,·alleri~ nella •1ualc di,·enne 01lon nello nel 19<>7. Comandò i l:rnc,cri di l' ircnzc e nel 1909 andò in I'. A. Nella riscrv:i fu

rale,

IL

prumu~so magg. generale 11el 1915 e nd tcJ23 assunse il grado di gcnnalc d, di,·isione. :-Jcl 1928 venne ,o! locaro a riposo.

Luzzarini Cc:,:m.:

Lazzaro (San). Ord i11c cavalleresco: V. Sa11 M<1mhia e La:::::aro .

Leau. Comune ciel Belgio. tra ~f.1c,tricht e Lou,.1111. Durante In gue.ra ,l'Olanda. il borgo e la citta del la erano o<.:cupat i d:i una gm1rniginnc lspano-olancle:,;e cli cin::a 600 u, :il comancl,, del gen. llcrnandez. Da Maestricht, dove 1i lro\'avauo i Francesi. fu inviato un forte distaccamento al comando del rnl. De la Bretèchc, per operare una sorpresa. Il colonnello operò di notte, per m e,:zo d i un d i,tac:amcmo che passò a t111<>to i fossa1i e rii un altro c he \i


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passò con piccole barche, riusce n,Jo così ad imp:1dronir,i di una pa lizzata che difendeva il solo argine per il quale ,i poteva accedere alla cittadella. Questa subito dopo, coll"arrivo dei rinforzi attraverso all"arginc, fu p resa , La riuscita della opcrnzionc notturna costrinse il governatore. che era nel borgo e non a,·eva fatto in tempo ad accorrere alla citt adelb, ad arrendersi con cuui i suoi (·1 maggio 1678).

l ebda. Ani. città cldla Tripolitania, a 6 Km. da I-loms. Fondata da i Fenici sulla costa sirtica, cli\'en nc al tempo dei Roman i fiorcntissim;i, specialmente sono Settimio Se,·ero e Marco Aurelio. Nel -195 a. C. era stata occupata dai Cartaginesi; ne l 336 ti. C . venne devastata dai Berberi ; nel 439 cadde son o il dominio dei Vandali. Giustiniano la fe~e riedificare sulla fine del scc. V e nel 662 gli Arabi la distrussero completamente. Dopo la guerra si procedette a riportare a lla luce, liberandole dalle sabbie, le sue maestose ro\'ine. Presso il porto <li L. \'èllncro tro,·ati i resti <li un fortino di forma qlladrata. Combattimento di Lebd" (3 maggio 1912). AppMtienc alla Campagna di Libia. li generale Reisoli, che comandava le truppe italia n e a I Ioms, decisa l'occu pazione d i L . v i desrin:ava tre colonne; una direttamente verso k. rovine. composta di 2 bgl. fant. e r scz. mitragliatrici; una indirizzata ai Monticell i di L. per agire contro la sr. nemica: era costitu it'a dall '8° rcgg. bersagl ieri, r se?.. mitr. e 1 btr. da montagna: la tera, costituita da 2 bgl. di fant. e r di alpini, con mitragliatrici e I btr. da montagna, seg uiva la seconda , come nscrva generale e protezio ne <lei

modificato. La testa mobile, che nel Gras partecipa solo al 111ovirncnto <li traslazione del cilindro, ne\ Lebcl partecipa anche a quello di rotazione. Invece che da unJ vite di ritegno, l'otturatore è fr rm ato nella corsa indietro dall'incontro del tallone inferiore della tc,ta mobile contro il risalto posteriore della cucchiaia del congegno di ripetizione. I.o scatto cd il grilletto sono mo ntati sopra un.1 piastra ad orecchie, insieme agli o rgani cli ripetizione, I.i quale costitui,ce il fondo della scatola di culatta. li sistema di ripetizione è a serbatoio fisso lungo il fusto, tipo Kropatschck, capace di 8 ca rtucce: tenuto calcolo che una cartuccia può essere disposta nella cucchiaia cd un 'alu.,

i1i,I; JB:-1+· ;;#a?m- ~

-i----'-'Fu<.·il\! LébcJ, 111o<l. 1886

nella carnera di caricamento, la ripetizione sarebbe di dieo colpi.

L'arm~1

fu n ziona anch e;:

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caric;Mn c nto

:-.ucccssivo..

mod. 1886 subl nel 1893 alcune modificazioni, intese ad e,·itare le rotture di bossoli, a garantire la sicurezza del tiratore in caso di tali rotture , ad aumen tare la rcsisten7.a ·d i talune pa rti , ed a rendere più sco, rcvnle il meccanismo di chiusura e di ,catto. Fu appunto nel i893 che la F rancia adottò cale fucile, cli calibro lì. Principale modificazione fu l'introduzione di un tnmponc• maschera, per proteggere il tiratore in caso d i sfuggite ,1, gas per rottura del fondello del bossolo. Fu la prima arma da guerra che introdusse l 'uso della polvere senza forno. li sistema Lehd

Leben. V. Ka;r e/ /,,-l,en. Q 8,4TT.4GUONI IT.ALl.4NI

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.4lTAt:r:Hl.4//A8/

Le Blant ((;iu/io). Pittore mii. francnc, n. 11d 1851 . •\utorc dl numerosi quadri d i .)loria francese, sono a lui dovuti, fra altri, « La morte del gen. d'Elbée »; • L'c.,rrnzionc d i Clrnrenc » ; " li pranzo dell'equipaggio"; « li comb:Hti rncnto di Ffrc-Champcnoise d el 1 8 1 ➔ »; « li 9" di lint:, alla Mo,\:om » .

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l ebeuf (l!.tlmo11do). Maresciallo d i Franc ia (1809-1888). Partecipò alla campagna del 1859 in Italia q uale coman dante dell'artiglieria, e a quella del 1870 battendosi :i Saint Privat e :t Cravclouc. Fu fatto prigioniero a Met,. Era stato per bre,·e tcmro, nel 186\), ministro dcli;, guerr.1.

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RAS éL LEBEN

Le Bloncl (M.). Scritto re rni l. del sec. XVI[!. lnsc·gnantc di matematica, pubblicò varie importanti opere: « Trattato della difesa e dell'attacco delle Piazzeforti • · con an nesso un « Dizio nario d ei term in i d'Artig lieria, e Fonilica7.ionc )11 <( Elementi <lella guerra d 'assedio )> ; ecc

Combattimento di Lebda (1912)

Le Bourget. V . Bourger . fianco dest ro. Dal rna ,·c. le artiglierie dell'incrociatore ausiliario « Ci ttà di Siracusa» dovevano partecipare all'azione. Dalle alture del Merghcb, il presidio doveva impegnare le truppe nemiche che le fronteggiavano . L'azione si in iziò alle 5: olle 6.30, dopo breve resistenza, gl i Arabi abbandonavano L. e Monticelli, do\'C si stabilivano le nosue truppe. Le perdite ùcl nemico ammontarono a circa 300 mo rti e 600 feriti: le nostre a 8 morti e 37 feriti. Nella notte seguente gli Arabi tentarono qua e là clcboli al• tacchi contro le nostre rosizioni, ma vennero respinti.

lebel (Nicola). Colonnello d'ari. francese (1835-1891), costruttore di un fucile a ripetizione che fu adottaro d alla Francia col nome di « Lehd mocl. t 886 », Il congegno di chiusu ra di questo fucile i: quello del Gras, leggermente

Lebrun (Carlo). Generale francese, duca di Piaccnz:t ('7i5•1859). Figlio dcll ' arcitcsoriere d i '.'Japolcone I e tcrz,, console, comha uè a Marengo, a Jcna , a F.ylau, a Wagram; (u aiutante di campo di Desaix e di l'sapo!conc; nel 181, fu governatore di An\'crsa.

L ebm11 Carlo. Gcnc,·a le francese (1809-1889). Nel 184<) partecipò all'assedio di Roma. Nel 1859, combatti: a Ma• ge:ita cd a Solferino ove rimase ferito. Generale di divi,. nel 1869, coman dò neila campag na del 1870 il 12<> C. d',\, e a Sedan rimase prigioniero di guerra. Scrisse: " Ha7.eillcsSedan • e " Ricordi militari •· L ebrun EHgmio. Gcnc·rale, n. :, Napol i nel 1863. Sottot. del genio nd 1887, nel 1905 meritò la mcd. di bronzo al

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LEC

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valor civile. Tcn. col. all'inizio della g uerra contro l'Austria, sull'Isonzo ( 19 r5) fu decorato della med. d'argento. Colonnello nel r9r7, fu d irettore dd genio a PalFmo nel 19r9 e poco dopo andò in P. 1\. S. Nel 1928 fu promos,o generale di brigata nella r iserva.

Le Canellier. Ammiraglio francese, n. nel 1855. Raggiunse il grado di con t rai111n ir. nel 1912 e d i viceammir. nel

Le Canellier

1916. Si l~ure ò a ll'Accademia delle Scicn.:c c d e bbe mission i scientifiche nei mari del Nord e ne l Madagasc:,r. Comandò

LEC

266°. Schierata il 20 maggio , 917 nelle pos,z10n1 del Dente del Dosso Fajt i e del Volkovnjak, dal 22 al 26 operò per la conquista delle alture da q . 126 a q . 236 (il T a mbu ro) ove i suoi riparti perdettero 46 u fficiali e 1760 gregari. D urante l'offensiva austro-tedesca del\ ·ottobre la briga ta, s.:hicrata parte sulla fronte Veliki Kribac-Nacl Logem e p a rte su l M. S. Miche le, coprì la r itirata della 3 1a. di\·is . e , dopo successive resistenze~ raggiunse il Piave. ln \'iata, nei p rimi giorni d i aprile 1918, su ll'altopiano d 'Asiago, la brigata fu schierata sulla linea d i M. Val Bella-Col del Rosso· di cui a ssunse l:1 d ifesa ad oltranza durante l'offensiva aust riaca del giugno, resistendo a lle on e

d;:1tc avvcr.sarjc che, dopo alcuni temporanei successi, ven ~ nero poi definitivamente respinte. Per la nostra oflcnsi\'a fi nale la brigata puntò cont ro il costone dello Stcnflc per

(1905-07) la Scuola de i Cannonieri. Nel 1914 comandò la 2" d ivis. della squadra leggera e fll a lla difesa del Passo d i Calais. Nel 1916 passò a lb direzione dei servizi della flo tta e l'anno seguente al la Riser\'a.

Lecce. Città capol. ri i a 12 Km. dal mare Adri:itico. Ant . cittù

p rovin cia,

dei Messap,, ebbe poi la sovrapposiz ione d i elementi greci e ron1~rni . Totila la p rese e la saccheggiò nel

542; i Greci n el 547 e 549 : rimase in potere degli imperatori d'oriente finn al ,cc. VII, guando fu presa rlai Longobardi. Nel scc. Xl,

Stemma di r,ecce

in seguito a battaglia nelle sue immediate vkinanzc, il vittorioso norm~nno Roberto Guiscardo si impossessò di L. ( 1067) e n e fece u na con lea. Allora venne co.struito un wtrionc, cht rll'na~c ind uso nel castello ,~cl scc. XVl come mastio. Nel " 98 cadde in po-

tere degli Svevi; nel 1266 degli Angio ini: fu a llora presa ria Ugo d i 8ricnne, ch e la d ifese cunlru Ruggero di Lauria . Nel 1384 passò a l principato di Taranto, e dal 1463 scgllì le so rti cieli' Ita lia meridionale, rimanendo aggreg:H~t ;;d reame

di

~apoli.

~Vlcdaglia della brigata Lecce

poi d i.-ig ersi co nlro la linea Echar-Co\'Ola-Vallc dei Ronchi. Raggiunti e s uperati gli obbie ttivi fu lanciata all'insegui rnrnw d el n emico verso Osteria Sertile e Ca l<lon azzo.

I! suo contegno in guerra m eritò la 1J1edaglia di bronzo al valore colla seguente motivazione : cc Per le prove Ji valore da te sul Carso e du ra nt~ il r ip iegamento; per lo slancio d imos trato a Cà Folina ( ,6 novembre HJ J 7) contrastando vigorosamente il passo all 'in vasore ; per le vin ù rnilitari dirnostratc in otto mesi di_ aspre azioni sugli altipiani » . (Carso-Piave-Altipiani, magg io 19 17,novem bre 19 1B). Dopo la g llcrra venne disciolta . Le sue mostrine furono di colore verde con una striscia grigia centrale nel senso verticale . La festa d i e ntrambi i reggi menti è il 16 no~ \'Cmbre (anniversario d ell 'azione d i Folin a, 1917).

Nel

q8o riuscì a resp in gere T urchi che avevano preso Otranto, e nd l'anno seguente i Leccesi fn 1ono con Alfonso alla ripresa della <letta città. Le snc fortificazioni datano dal scc. XVI e furono o rdin a te da Cado V, i l q u ale aflid<Ì l ' incarico a G iangiacomo DeJl'Acaya. Ven nero a llora costruiti il castello, d i forma quad rata . co n Pianta del castello di Lecce

due ordin i d i casarnatte e un ordine di fuoco in barbetta; 20 baluardi, corrine.

C a1tello di Lecce: recinto svevo (scc. Xl li)

fosso . Pi,, volte L. fu coinvo lta in Ione intesti ne; !"avvenimento saliente da l sec. XVI in poi è la sua partecipazione ai moti repubblica ni del 1799; a llora ven ne inv,isa da bande leginirn istichc contadine. che repressero il tentativo.

Lecce. Reggimento d i fanteria napoleta na, (ormato nel rj99, scioho nell 'anno seguente .

e le mura di cinta del la città, con

Leffe . Brigata <li fanteria d i linea costituita nell' aprile '9'i per la durata della guerra italo-austriaca 19 15- 1918 dai

depositi del 9-0 e ciel

lC>0

fanteria,

i.;Qi

reggimenti 265°

Lecco. Ci nà in prov . di Co1J10, stil lago omonim o . Fon <lata dagli Orobi, ebbe successive sovrapposizioni, fino a q uella dei Galli d i Belloveso. Divenne forte nd l 'epoca rom a n a, su bendo le sorti d e lla reg io ne, e n el 1035 venne in potere dcll 'A rci,·escovo di Milano e fu fortificata con


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murn e té>rri . Ne lle lotte comuna li parteggiò per Milano: in quella in1·ecc contro i l Barbarossa partc~g iò pe r l'irnpcralnrc. T e rminata questa lotta ) M ilano o ttenne la c itt:ì, tn~ qucsla ca cciò il presid io m ilanese : la ve rte nza fu chiu,a con la Pnce di Leté'O (12I 9). C iò non im pedì ch e la cillit si r ibellasse ai t-.1ii:lnesi ne l 122 5 e- ancc:,rn nd 1250; in q uesr'epnca, i Milanesi c;on gran<li fo r1.c si portarono acl as.)a) irc j J borgo, e, presolo, o.e d emoliro no le fo rtilic.:azio11i. Dich iaratasi pct i Torriani, che la fortificarono nuo vamente~ fu presa e dcvtlstata nel 1283 dalle genti vi ~

~contee; e ancora fu occupata da Azzone Visr.on ti dopo assed io : ma egli ne accrebbe le d ifese , considerando la ot~ t i:no p unw strategico conu·o le invasioni dai Grigioni . Dopo ìl 1350 f u in potere de i Rusca cli Como, contro i Visconti, e v i rimase finrh è Filippo :Maria V isc.:onti inv iò :,d t1 %cdi:Hla il conte d i Carmagnola : la rO(.;(a resistette dal 16 aprile 14 16 all'11 gennaio 1417. JI Ca rrnagnoln doverre d ifendere subito dopo L. ri a un te ntali,·o di occuparla. fotto dai Veneziani, che vi in viarono un corpo di rrup pc agli ord in i del C ampofregoso : q uesto corpo fu sconfitto p resso b città. -Nel 1+t6 un n uovo tentativo dei Vc:ne~iani •·iuscì_. ma !"anno dopo il Carmagnola la r iconquistava. Ne l i.p8 lo stesso Carmag nola, pa ssato a l soldo dei Vene z ia n i, assaliva L. togliendola ai viscontei . Per a lc uni anni b lotta divampò nel L ecchese fra i capitani a l soldo di Mila no t quelli al soldo d i Venezia: nel 14,17 b citt:'t fu invano assediata per 40 giorni d a Ylichek Atte ndolo che v i sacrificò molta ge n te . Giunto al la Signoria rn i!an c~c F'r.a n cesco Sforzn, riuscì a q uesti di riconquista re tutto

LEc

fc dck al Medici . n1a senza frutto. per la resislcn zl iv, inconlrnta . A llora d iresse le sue fo rze dircll;\rncnte a L., e i! t,.,fcdici dovette imh~rca re i suoi, battendo in ril ira ta . S i vc1111c :l t r~ttativc p l'i\'a te, e il :Medici otte nne L ., p ro ~ c l::ema11doscne conte~ e pa rte dc.:l territorio; po~sessi cbe cc~ dette nel 1531 a llo Sforz a , oltencndone in ca rnbio il marchesato d i Melegnano. 11. A ltacw di Lecco ( Ji99) . In fìoc aprile , la d ivi, . fra ncese Sérurier , d u rante il u-wv im e nto rii ' ritirata davant1 agfi J\.u~t ro -Russi che 3\'Cvano invaso l' It::tl ia, gettò su I~.

un rcparLo d i 1500 u. ag:1 l onh ni del comand~nHc Soye-,,.. .i l coman'd o dd gcn . Ilagra tion atracc::t, ma è respin t0 da l f uoco d i 12 can noni. L'attacco è r ipetuto al !e 14, ed i: ancora ribuua to . JI 1nattino del 27, u n corpo russo sotto

Nt:lla notte, Soycz. riceve l ' avviso ch e un corpo d i 10.oou l u striaci , i d irigeva ;i L. per la d estra rldl 'Adùa . A llora abbandona Ja città, imbarcando i .suo i uorn ini e ritiran do.-.i

per il lago a C{)mO. La cinà d i l.,_ e ra caduta in pote re degli A lleati dopo b reve resistenza nd J 734 , duran te Ja g ue rra per la Sue cession e d i Po lo n ia . N el pe riodo del le gue rre de l R isorg imento, i Lecchesi si sol!e1·ano ( ,') marzo 1848), rnstrill.~ ono la g uar nigione a ustriac;1 a cedere le arn-1ì, e inviaJ1u a l soccorso d i Milano una forte colonna di arm aci, che pass"ndo }'Cr Monza :> iul,. no la cirtà a l iberars i dalla g ua rn ig ione austriaca 1 e la sera del 2 0 forz ano la guard ia dr porta Cmn aclna, pe netrando> com e p r'i rno aiuto dall 'csterno. in M ilano.

Lech. F iume d cll,i G erm a n ia, a fll. d i d r. del Dan u bio .

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I ' , I• I 1 I , , ·•- ,

I,

I. Battaglia ml Lecf.• (i43)- A,pparticne a lla lo tta fra Pip ino, re elc i Franc h i, e suo cog nato Oatilio (o Odilo). ;1!lcato con J';J !emanno Tcudiboldo, c.::un gli AC)uilani, con g li Sia vi e con i s~sso11i. e desirleroso di sott rarsi a ll ·cgcn1onia franca . Oatil io s i trincerò su] L., e , q uivi giunto J>ipino, per J 5 g ior ni n essuno osò d i atta<.: c nrc . Infine i l ,,e franc.:o, inosserva to, col grO!>SO delle forze guadò a mon(e il fiume, e, di\"ÌSÌ j s uoi in due co!onn-e 1 assalì con cs,c d i fianco e alle spalle il campo nem ico . Oa lil io fu sconfitto , e si r ifugiò dietro l' I nn, mentre il p aese rcstaYa esposto al .saccheggio <lei vincitori . N d l'anno se guen te . :-.i sottom ise a Pipino. I L Bal tagfin St/l f.ec/1 (')18). App anirne all'invasio ne dei Magiari in Germania. Su lle rive d d fiume _. essi vennero ad urta re contro I ·esercito dei signori tedesc hi, i quali iu ro no completamente sconfitti. N el 955 sul L. fu combarrnta u11 a ba tta1slia che è d c u a cli Lech(eld o cli A11g<bu rg. ( \ ' . ).

Forti fie,1zioni di I ,ecco (sec. XVII)

il territorio ( 1452). Dal p rinc ipio del sec. XVI L . subì k vicen de dell a Lomba rdia, percorsa in que l secolo da Spag nuoli1 Frnncesi 1 Tc-:-k schi, Sv izzeri , avventu rieri. 1. A sstdio di Lcao . Fu p osto da Giacomo Med ici, dc Ltn 1·fe<lc.:ghiuo >l, il quale mirava :i costitu irs i_ u no Sl3to sul !ago di Como, co11 forze p roprie e un corpo vene -:< il

z ia no di Goo Can ti , nel 1628 . [, _ e ra

l ii. l'aw1ggio d,,f Led, (1632). Operazio ne m ililctrc chr appan;cnc al la g uerra rlei T re nta anni . li re svedese G u stavo A do lfo , in lotta contro i l gen. T il!y, ch e a veva con truppc im pe riali e bavaresi posto campo a R ai.n, wlla d r. de l L ., g iu n to su lla sr. del fi ume stesso, decide d i passare a viva forza, contro 1'upinione d ei suoi gene r<1 li. Dispone pe rtanto 72 peni su tre btr. in un p un to della ri va d ove ques ta comanda l 'oppos ta , cd inv ia la cavalleria a cercare

1111 gu~H.lo a mon te . Quindi, .sotto la protezione del fuo,..:o

dei suoi ca nnoni, fa gettare un ponte, a ttraver;>0 il qu::alc

presidiata da una

u n reparto fi in land ese sbncca sulla riva d r. e si t ri nce_ra .

g uarnigione sp agnuola . li l\kdici aveva d isposto l'assedio i11 modo che la c irr,ì non potesse essere soccorsa dalla pane

Subito dopo, iniziano il p assaggio le fanterie S\-cclcsi. T ill)'

i: sul po~to e te n ta cl i rigettare.. nel fium e gli Svedesi, ma

del lago, do1·c tcnc\'a barch e armate . Il Leyva, comandame

~ ferito a n,orte , e allora le sue rruppc co1nirK iano, sotto

de g li Sp.agnuCJli a !vlilano , op erò una d l\·ers io ne in Brianza ,

il f uoco dell'Jrtiglicri:l , a vacillare . quando sopraggiunge


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L.EC

545-

Passoggio del Lech (1632) A, fan tel'ia i mperiale; R , tusccllo; C, aniglicria imperiale; D, fanteri a ir'n1:>cri:1le; A', cavalleria i mperiale; F, testa di ponte degli svedesi; G, batterie S\'~dcsi; 1-1, batterie imperiali; lt fantel'ie svedt"si; K , tiratod svedesi; L. ca\·alleria svedese.

,.

la cavallerj.:1

svedese che ha trovato il gujdo . e piomba

sulle truppe alleate. In breve, esse sono volte in fuga : l 'elettore Massimiliano d i Baviera ne assume il wman do t

man ia con Morcau; nel

1 80:2

sottomise Haiti: era cogn·a to

di Nap oleone, avendone sposato la sorella Paolina .

si rifugia a Ratisbona .

Lechi (co,ztc Cimeppe) . Generale napoleonico, n. di Brescia (1766-1836). Fece le campagne napoleoniche , segnalandosi nel T r entino (1801) e nella Spagna (1808). Lecl,i Angelo. Gen erale n apoleon ico, fratello del precedente, n. di B rescia (1i69-1845). Combatti: nel 1797, 1799 . 1800, segnalandosi in varie azioni, poi in Catalogna dal 1808 al 1810. '.'Japoleonc lo orcupò anche in varie cariche ci-

1·ili; egli resse i d ipartimenti dell'Olona, dell 'Agogna, del Sc rio e

dd Ticino.

Lec/1.i Teodoro . Generale,

11.

a 13rescia, 111. a .Milano (17781866). Nel r 797 a capo d ' un rnanipolo rivoluzionario foce in .. sorgere Bn.:$Cia e si n1eritò dal governo provvisorio la 1nc<l .

d'argento . A ppartenne all'cscrci-

Lechi Teodoro

Lecl erc (d' Osti11 , Ca l'io) . Generale francese ( 1772-1802). Comhattè nella campagna cl ')talia con Berthier t in Ger-

LO cisalpi no; partecipò a lle cam-

pagne d i Romagna . e Valtellina,

e a lle successive napoleon ich e. Generale d i brigata nel 1806, <li resse l 'assed io d i Ci vitella del T ronto ; poi combattè in D al m azia e n el Montenegro. T ornato in Italia fece la campag n a e.lei 1809. Combattè poi a \Vagram e nella spedizio ne d i R ussia com a nd ò la Guard ia Reale . Ne l 1813-14 e bbe il comando della 4' d ivis. dell'armata d 'Italia . Nel 1848 com a ndò la guard ia civica d i M ilano cd il govern o provvisorio gl i d ie de la d irez ione di tutte le for:ze m ilitari della Lombard ia .

Lecton. Promo ntorio_ della Misia ; ora liad a 13arun o S . Maria. Vi si cornbattè ndl 'a11t10 Sj a. C. una battaglia navale che appartiene alla prima guerra mitridat ica e fu comballula e vinrn da i Roma ni comandati da !.. Licinio Lucullo contro la flotta di Mitridate VI Eupalorc, re del Ponto. Lectoure. C ittà del ia Francia, nel d ip . del Gers. È f ant. Lactoru , ciu~ galli(a e poi romana, distrulla ùai Visigoti durante le invasioni barbariche . riedificata nel X secolo, fortificata dagli Arrnagnacs. .Dura nte le guerre fra Luigi Xl e i Grandi del suo regno, il conte G iova nni

d ·1\rmagnac vi fu assed iato dalle miliz.ic reali , comandare da Giovanni Goffredi , arcivescovo d i Albi . li come si difese a l ungo strenuamente. e si a rrese col patto d i avere salva la vita, n1a fu invece ucciso con tutti i suoi, e b. popolazione stessa in grande parte massacrata 1 mentre la c ittà subiva il saccheggio. l,, fo presa ancor3 nel 1562 dal Montluc, durante le guerre di relig ione.

Ledochowski (fg,,azio). Generale polacco, n. nel 1789. Servì n e ll 'cscrcito napoleon ico e sì d istinse nella diiesa d i Dan z ica (1812). Nel 1814 fu d irettore dell 'arsenale d i Varsavia. Era colonn el lo d 'artiglieria, quando scoppiò (1830) la rivoluzione polacca, alla q,rnlc aderì , divenen do generale, e d istinguendosi a l comando della d ifesa d i Modli no. Ledro (Valle e lago d,) . Depressione monta n a, tra la va l G iud ica ria e la conca di Riva. Ricorda l 'avanzata a udace d i G a riba ld i nel 1866 (V . Pieve di Leho) e q uella de lle nostre t ru ppe re dentrici, che, ricalcando le orme garib a ldine, vi to rnarono nel l'a u tunno d el 1915. Ne i g iorni 35


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LEE

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18, 19, 20 ouobre le truppe della nostra 6> divis. espugnavano, con vivace lolta, .i monti Mdino e Palone, ed il 22 cima Nodic, perrncnendo così l 'ampliamcnlo della noslra occupaz ione nelle valli d' Ampola e di L. l n quegli slC>Si giorni, infatti, venivano occupate le località di Condino, Sto10, Pieve di L. e Bezzecca.

LaF

sul fondo una molla con suola, destinata\ a spingere in alto le cartucce che vi souo trancnute dalle ripicga111rc dei bordi superiori elci fianchi della scatola. Il scrbaloio si alloga in un incavo praticato nella cassa in corrispondenza dcll 'apertura inferiore del tubo di c.ulaua, cd è mantenuto >tabile nel suo alloggiamento, m ere<: il dcnt(· d i una leva che penetra nella l:lcca d 'una nervatura sa ldata ne lla parte po,tcriore della scatola serbatoio. Orig inariamente permetteva solo il tiro a ripetizione, ma po, fu modificar<' coll'applicazione d'un arreslo di ripetizione in modo da potere fare a volont/1 anche il t iro a carica memo successivo. Questo serbatoio fu applic:ito al rucil~ ddlo stes,o cosrrultore Lee, e fu sperimcncato in Dani marca prima del 188g. Il serbatoio conteneva 5 cartucce. L'arma funzionava tanlo a ripctizio~,e quanto a carica n1ento succes!)ivo, è

:'1

cilindro ~,orrevole \! girevole; l'Jr

mamcnto della molla spirale <lei percussor~ e la po,izionc cl, sicure21.a sono del sistema Berdan. Ledochowi ki {gnazio

Lee Roberto

Lee (Roberto Edmondo). Generale americano (1&>7-1870). Uscì da Wesl-Poim ufficiale del genio. Partecipò alla campai;na del Messico e fu poi cl ireuorc di West-Poinl. Scoppiala ' la guerra di Secessione si schierò dalla parte sudista e fu nominato magg. gen . comanclante le forze della Virginia. Nel marzo 1862 divenne il consigliere di fiducia del pre,idcnte confederato Jeffer,on Davi,; dopo la bmta~lia d i Fairs-Oacks soslituì Johnston nel comando dell'c:.c:rcito della Virginia ed ebbe poi il comando supremo delle forze con-

I.ee-Mi·:ford. Costrullori d i un fucile a ripet11.1onc, a cilindro, stato adottato dall 'Inghilterra col nome d i rucilc Lec-ll'lcuord mod . 1889. Questo fucile !)rcscnta alcune clirierenze, dal semplice mod. L:e mod . 1889, nel congegno di chiusura cd in quello di scatl<), dovute al fine di l<'· nere il èongcgno riparato e di polcre separare l'otturalorc dall'arma e di rimetterlo senza bisogno di attrezzi. li con xcgno quindi di otturazione ì: riparato d:1 un copcrch,o iungo quanto il cilindro. l i serbatoio è quello Lcc; sr,I t:, nto I<.: cart11ccc v i sono di~µo:,cc a scacchiera, e pcrcu\.

~,-- - ,

federare. Con mezzi scat~i, scn1pre in svantaggio~c condì ..

....

:doni d i in((;riorit:ì numeric::t, riportò succc~s i importanti e subì una sola ,confin a a Geny,burg . Dopo la guerra accettò la dirc,1;1onc del \\'ashington College di Lcxington di cui egli fece il primo istituto ·d'educazione degli Stati U11iti. Lasciò le « Memorie ,,, pubblicate nel 1904.

Lu Bu(lard, Roberto . Generale nordamericano, n. nel 1861 . Luogo1en. di fanteria nel r885, fece la campagna di Cuba nel 1898 e poi c0mbattè contro i ri bel li delle F ilippine. Kd 1902-904 tu governa1ore dell'isola dj Mindanao. Durante la guerra mondiale ebbe in Francia il grado cli magg. generale, agli ordini del gcn. Pershing.

Fucile Lee-Mctford mod. 1889

5cn2.a ecct"dcrc nelic dirnensìoni, c.:sso ne pub contenere un ::i 10. Un arrc~to di ripc:11 • zinne consente di eseguire il tiro a caricarnclllo successive,. ,enendo in riserva le cartucce del serbatoio.

maggior numero, e c ioè fino

Lee-1:'.11/idd. Co, trultori d i un fucile a npclizionc che fucile.: Lce-Enficld mod. 1903, calibro 7.7. Esso. per il funzion,imcnto com plessivo del congegno di caricamento e sparo, si può para gonare al sistema M:iuscr mod. 1889 belga; però le parti sono foggiate in modo notevolmenle diverso. Sono simili ed impiegano le sle,,c munizioni i precedenti tipi di fucili inglc>1: Lee :\1etford mod. 1889; Lee !11ctford mod, 1ES9-91; Lee Enfielcl moti. 1895. Il mod . 1903 ha la ca1rna corea; ha due sistem i di sicurezz:i, ed una linea cli m ira laterale (oltre la centrnlc) per le grandi distanze, ha il riparo per il mirino dell'alzo, e copricanna completo.

(u adottalo dall 'lngh iltcrra col nome d i

Leeds, Città della G ran Bretagna, nella contea cli York . .'Jelle sue v1c111anze si combaui: (15 novembre 655) una ~allaglia che appartiene alla lolla del re Penda di Mercia è0ntro Oswin . 11 primo fu completamente sconfitto e pc, • dette la vila nella lotta; Oswin si impadroniva così dd regno di Mcrcia. Lee Ilullard Roberto

Lcfèvre Camillo

Lu. Arm aiuolo inglese, primo co.~tnm o rc di un serbatoio da applicarsi ai fucili a relrocarica; quindi il serbatoio Lcc è il più antico del genere. Esso consta di una scatola Ji lamiera di forma appi:mica, aperta superiormemc; porta

Lefaucheaux. Annaiuolo francese, costruttore di un a piswla a rotai.io ne che prese il nome di pistola Lcfauchcaux a rotazione mod . 1853. .Le car tucce di tale p istola erano a spina, lutlc in metallo. In que~ta pistola il c.ane si arma automaticamente colla pressione del clito sul grilletto. E,s:1 fu data, allora, in Italia in dotazione ai Carabinieri Reali.


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·L EF

LEG

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Una pistola Lefauchcaux nuovo modello fu costruita per cartucce metalliche ad innesco centrale, a movimento continuo sul tipo Chamelot-Delvigne .

Augsburg, Bene pubblico, Cambrai, Ha11sa, Lombarda. Santa, Toscana , ccc. Della L . contro Roma, da cui originò la guerra Sociale, si parla a questa voce. T,ega Navale Ttaliana. La Lega N avale Italiana, posta sotto l'alto patronato di S. M. il Re, venne fondata a La Spezia nel maggio 1897, da un comitato presieduto dal contrammiraglio conte

P istola Lefaucheaux. mod. r853

Lefèbvre (Fra11cesco). Maresciallo di Francia, duca di Danzica (1755-1820). Combat tè nelle campagne della Rivoluzione e dell 'Impero, nel 1807 conquistò Danzica, nel 1808 fu in S[)agna. nel 1809 nel Tirolo.

<li Faliccn: e del quale faceva parte

il conte Gaetano Limo che diventò la mente e l'anima del comitato stesso. Fra i primi aderenti ebbe l'ammir. Benedetto Brin. Il 2 giugno 1899 l'Associazione fu regolarmente costituita sorto il nome di Lega Navale Jtaliana, e ne fu approvato il 1° Statuto sociale. Ne l 1907 fu eretta in Ente Morale. Nel r927 fu ricostituita come unico organo nazionale di pro{J11ganda mnri1Jarct riconosciuta dallo Stato. Ne è Presidente Onorario S. A . R. il Duca d'Aosta. La Sede Centrale risiedette a La Spezia sino al 4 maggio 1902; indi fu trasferita a Roma. La Lega Navale Italiana vuole una Patria forte sul mare, su quel ma re che fl• 1nare 11ostnt1n; perciò si propone di creare in Italia una vigorosa coscien7.a marinara e di ri-

Lefèvre (Camillo). Generale, n. a Modena, m. a Torino (1863-1929). Sottot. di fanteria nel 1884, partecipò alla campagna erit rea del 1895-96. Fu poi ìn Libia nel 19rr-12 e al Mergheb si meritò la med. di bronzo. Entrato in guerra contro l 'Austria, nel g iugno l9I5 riportò g rave ferita a Flava . Colonnello nell'ottobre 1915, comandò il 280° fanteria. Tenne poi successivamente i comandi della brigata Calabria e Marche, divenendo brigad iere generale nel 19,8. Ne l 1920 andò iq_ P. A. S. Leffingue. Villaggio del Belgio, nella Fianrlra Occidentale, presso Ostenda. Durante la guerra del 1708 nelle Fiand re, il maresc. Vcndclme affidò al generale Puygnion il com • pito di impadronirsene, met• tendo ai suoi ordini 50 cp. di granatieri e mao dragoni . Lefèbvre Francesco I l comandante iuglesc Marlborough aveva. fatto trincerare presso L. 2000 Inglesi~ oltre alla guarnigione nel borgo fortificato, e circondato da tre parti da i nonda~ione a rtificia le. l! gen . Puygnion aperse il fuoco con una batteri a contro k opere nem iche il 21 ottobre. E nella notte fra il 25 e il 26 attaccò il campo

chiamare l'attenzione pubblica sui nostri ,,itali problemi marittimi. Essa tende, nel medesimo tempo, allo sviluppo di tutte quelle sane attività che hanno sul mare i l loro campo di azione e perciò volge la propria opera a favorire l'incremento del la Marina da guerra e di quella da commercio, dcll'iJ1dus1.ria della pesca, del diporto nautico, della navigazione interna, ;ntercssandosi altresì alk questioni riguardanti l'emigrazione, l'espansione coloniale, l'or-

dinamento portuale, le costruz.ioni navali, l'isrruzionc nautica e la navigazione aerea. Sono istituiti viaggi di istru-

zione marinaresca inerlianre la corresponsione cle!l.a sola retta di vitto all 'aro1arore, e crociere economiche alle quali possono prendere parte i soci e k 1<,ro famiglie mediante il vcrsamenco d i una quota stabi lita volta per vol ta . Le sezio11i più progredite della L. N 1 I . diffondono fra soci la cultura mari.narcsca mediante conferenze perio--

d ichc e mediante sale cli lettura, biblioteche e ufficio di

informaz,ioni nauriche. Una Lega Navale è stata creata anche nella Jugoslavia, e

h_a preso il nome di Jadransl(a Straza (« Vedetta Adriat ica»).

Legato. G rarlo dell'esercito romano; l 'u fficiale che lo rivestiva era addetto al generale in capo o al governatore di una p rovincia : era nominaco da questi J o dal ..Senato, cd aveva funzioni

militari e civili. Assisteva i suoi capi

inglese da un lato, nu:ntrc faceva passare attraverso al~

cornc consigliere; funziona.va, p(,;r para-

l'inondazione altri reparti, i qual i assal ivano _il borgo . La sorpresa Tiuscì perfettamente . Gli Ingk ,-i non tentarono neppure di resistere, e si arresero senz'altro. Contemporaneamente r iusciva l'assalto al borgo, i difensori del quale che tentarono di resistere furono passati per le armi.

gonarlo a una carica attua.le, da « capo di stato n1aggiorc )) . Nella n1arina da

Le Fio (Adolfo) . Generale francese (1804-1887). Combattè in Algeria distinguendosi a Constantine; generale nel 1848, avverso al colpo rii Stato d i Luigi Bonaparte, venne esiliato. Nel 1870, alla caduta di Napoleone, divenne ministro della guerra . F~ infine ambasciatore a Pietrogrado. Lefort (Francesco). Generale e ammiraglio russo, nato a Ginevra (1656-1699). Suggerl a Piet ro I lo ste rminio degli Strelizzi; o,·ganizzò l'esercito russo e può considerarsi come i l fondatore de lla marina r ussa. Lega. Alleanza (V .) di due o più Stat i, a scopo offen· sivo o difensivo. Se ne parla alle singole voci, come

gue rra il L. adempiva a comando in sottordine. Il L. fu introdotto da Cesare in ciascuna legione, dapprin1a corne sorvegliante della disciplina dei soldati, poi co1nc vero comandante in battaglia; così

che diminuirono assai d'importanza g li incarichi dei tribuni, i guaii prima co-

mnndavano le legioni.

Legato romano

Leggere truppe. Questo concetto der iva dall'armatura di cui erano provvisti nell 'esercito romano, i veliti, soldati <( kvis .annatura )J . A ttraverso i secoli si considerarono truppe L. quelle che pit1 o meno adempivano alla funzione dei veliti, senza prendersi però i_n considerazione il genere dell'armamento. I legionari , fortemente iqqua. drat:i e ben comandati, avevano nei veliti i reparti irre 1


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golari e mobilissimi, che attaccavano la zuffa e combat• tcvano a gruppi o isolali, fuori dei ranghi regolari. Al 1'epoca feudale. tutta la fanteria può essere considerata vera e propria truppa L., poi che alla ca\'alleria, catafratta, spellava il compito risolutivo della banaglia. Questo finchè ncm comparve ro, dapprima nella Svizzera e poi alt rove, i solidi battaglioni dei fanti , e !"introduzione delle armi dJ fuoco non venne a modificare la situazione. Qua~i turrc le istiruzioni mii. an tiche possedencro erup pe L .. me no le persiane. D agli esercit i moderni, esse sono scomparse, almeno nelle forme e nei modi che ebbero nel passato; per certe funzioni indispensabili, si crearono appositi corpi, come quel li celeri, o spec inlit:\ ; ma anche què~ti gerarc hicamente organ11.zati al pari degli altri di uno stesso esercito. Certi tipi di comnagi balcanici possono ancora co11Siclernrsi u na de rivazione delle truppe leggere, e, nelle g uerre colon iali , le bande e le analog he formazion i irregolari.

prende il nome di « Cacciatori reali p~montesi » ; esso viene soppresso nel 1831.

Leggi (Vittorio). Generale, n. a Brescia, m. ad Ancona (186o-1927). Colonnello n el r9II, comandò successivamente i d istretti di Ma11tova e d i Pesaro. In P . A . nel 1917, fu pr<>mosso generale di brigata nella riserva nel 1924.

[n Piemon te, si sono co~titu ìri a lcun i reparti o rgan ici , di tcuppe leggere, denominati come segue:

L,:gio11e Truppe Leggere. :--Jcl r774 il Re determinò <I, formare un corpo d i truppe L . per d isi mpegnare il ser" izio di 1nrvcglianza .alle frontiere in pace, e que llo d'esplorazione in guerra. Nel 17i6 la legione ,·enne efletti,·a menre costituita con 2 bgl. su 4 cp. )..1el 1781 fu com , posta di r S. M., J 2 cp. cd , squad ra d i ri.1er va e ue l r786 si (o,mù con 4 bgl. , ~ cp. granatieri , una cacciatori cd una di riserva. :--Id 179; fu sudclivisa 111 2 rcgg. su 2 bgl. <li 5 cp. pitì una cp. d i g ranauen cd una d i riSCr\"a. Nel J796 vc111w lict 11 ziata .

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Bandiera d'ordinanza della Legione 'Truppe Leggere

Legione l..cggera 11 Cavallo. Formata nel 1792 per ordine ciel Re Vittorio Amedeo Ili, per essere adibita ag li stessi servizi della Leg io11e truppe L. Fu composta da poca 1ruppa. sempre 1uddi\'isa in piccole frazioni; partecipò alle campagne dal 1793 al r7!)6, nel quale anno venne liccni iata .

I .egio11e Renlr Leggera. Formata nel 1817 con 4 bgl. (z bgl. <lella legione Reale p iemontese e 2 dei cacciatori di N izza) per la so rveglianza dei confini, assume I 'an zian ità della legione delle t ruppe L. Nel 1821 è ridotta a 3 bgl. e nel dicembre rlello stesso anno ad uno solo, che

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Lcgionnrio rom,mo a piedi

Legionario. li milite d i una legione . Nell"escrcito romano, i· L . erano arn1t1ti con armi da gitto (giavellotto ferrato) e di gladio; come armi difensive ave vano l'elmo, la corazza, Jc garnbicl'l't lo scu cio . Nei p rimi tempi e rano / . soltanto i cittadini romani . Verso la fine dcll"lmpero tutti furono ammessi. li L. sopperì a sue spese :ti prop rio sostenta mento fino all 'anno 349 d i Roma. In tale anno gli fu riconosciuro il diriuo al mante nimento ;1 spese d el! 'erario. fu da questo momento che lo spirito mi i. dei Romani divenne ,·al iclissimo, e il loro addest ramento ammirevole, poi che potevano restare a lungo sotto le arn,i, senza essere costretti a tornare al lavoro spesso per procacciar.i da , ,vere.

Legiona,-i argt·111i11i. Nome dato ai componenti cli una legione agricola mih tare " (scc. XIX) che aveva il d u ro compito di colonizzare e combattere contro gli Indiani. Fu organizzata eia llalia11i. a cape, dei qua li era Silvino Ol ivieri, 11cll:1 prO\·inçia di S,,nra Fè.

Legione, Ordin anza rntLegionario romano a cavaUu tica cd organica dell'antico esercito romano. Tale denominazione cleri, a da.I verbo latino legcrc, sccglic;:rc, perch è la legione cra fonnat:.'l ùi uo m ini scelti fra ,1uclli designati, per legge, a l ser v17,10 nella 1111lizia. La L. seguì nella sua compo,izione organica e nel suo impiego nel campo 1a11ico le vicende della mili,ia ro man :l. che a ~11a volta. variò a second a d elle istitu zioni civ ili dò vari tempi . Originar iamente compr~ndcva tu tte le a rmi allora esistenti : fanteria leggera, fan tuia cli h.11. taglia, cavalleria; ~i con1poncva di 3000 uomini , in ra~ g ione ,li 1000 per ciascun a delle tre tribù. Scrvio T ull io apportò notevoli modificazioni alla sua Corma:>.ionc aven<lo ripartito la popolazione 111 cinque classi a ,econda del k fortune, l.c piL1 ricche d avano la c:ll'alleria. le meno abbie nti i fo n1i . Però si coaoscc assai poco della L. serviana : si sa ch'cssa aveva per unità tattica clcment,lre la ccn tu ria e che la ,ua ordinanza di hat1,1gl ia si approssima, ,l a quella falang itica . Era cioè compatta e puco arricolata. Successil'atnente con Camillo, e più tardi al tempo d i Pirro . essa fu resa più manovriera con la ripartizione 111 manipoli. Era formata di t re distinti gruppi cli soldati: gli asuti. i p rinc.ipi cd i lr.iari. Le d iffcrenza'di nome corrispondeva a nche ad una diflerenziazione cli impiego nel combattimento e a di,·crsicà d i posto occupato ndlo schieramento. Gli astati stavano in p rima linea; seguivano i principi, ed infine i t ria ri in r iserva. I soldati armati alla leggera, rorarii cd accemes, confusi poi - nel solo nome cli veliti, erano ripartiti fra i manipoli. Questa disposizione


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di clementi non era fatta a caso, ma fondata su criteri logici e basala sull 'esperienza di gue rra e sull e necessità del combattimento di allora. G li astati, soldati giovani e come tali facili all'entusiasmo ed al generoso impeto, dovevano invesùrc per primi il nemico; i principi, meno giovani e meglio :umati, so,tcneva no gli astati dopo il primo urlo col nemico, li sorreggevano, ovviavano al le manchevolezze della giovcmì, e ne rendevano piì, efficace l'ardore. I triari, soldati veterani, di provato valore, esperimentati i n molte pro,•c d i guerra, costituivano la massa di riserva che interveniva nclb lotta solo al momento del bisogno, o impiegata a rinforzo ùin:tto delle due prime linee, o lanciata sola nella opportuna dirczion<· per condurre a buon fine il combattimento. 1 triari cr,1110 minori <.li numero del le altre lince, pe rchè in essi con tava parcicobrmente la prodezza. La L. classica di Polibio, corrispondente al termine ultimo dcli<! due grandi guerre punica e macedonica, si di,•ideva in 30 manipoli: 10 di astati, IO di principi e rn ùi triari. Ciascun manipolo di astati e di principi aveva 120 uomini, rncntre i m~tn ipoli dti triari ne avevano solo 6o. Ogni manipolo si ripartiva in due centurie. che erano di 6o uomini ciascuna per gli astati e i principi e di 30 per i triari. In conscgucn1:a la /, . era for mata nel suo complesso di 3000 lrgionari, cui dovevano aggiungersi 12.00 vcliù. Ogni L. a,cva anche 10 turme di cavalleria. La disposizione degli uomini nei m(lnipoli fu l:1 stessa per tutte e ere le speciali1:ì di legionari. Ogni uomo disponeva nella riga e nella fila di circa tre piedi di spazio (m. 0.90). r manipoli si schieravano in righe cli 20 uomini ciascuna e quindi le file erano di sei uomini nei manipoli degli astati e dei principi e cli ll'C in quelli dei triari; d iventavano rispettivamente di 8 e di 5 quaiido i 40 \'Cl iii di cia,cun manipolo erano in c,xla ai manipoli stc55i. La L. si schierava normalmente su tre linee: la prima composta dei 10 manipoli di astati; la ,cconda dei 10 d i pri ncipi; la terza dei ro di tria ri . In ogni linea i manipoli erano posti l 'uno a liancu dell'altro, ad intervallo almeno uguale alla fronte di un manipolo. 1~1 disposizione dei manipoli era a M:acchicra; cioè i manipoli d i ciascuna linea corrispondevano agli intervall i t ra i manipoli dell a linea antistante. Con q uesto scliicramento, la L. veniva ad occupar<! un fronte al-

quanto maggiore di 400 m .. corrispondente ad una densità di ro uomini per metro . La disposizione della L. su più lince e a scacch ie ra dava modo di rcsi.,tere in misura gradatamente crescente a ll'urto nemico con l'infram missionc delle lince successive negli intervalli di quelle '1ntistanti, o d i esercitare sul nemico una pressione pure in misura sempre più accentuata , ino alla risoluzione della

In seg na ùella Vltl lccionc roma.na

lotta. In mezzo ai manipoli, o dietro, o attorno, o avanti. agili, kggeri, manovravano i vcliù ingaggiando e preparando J'a,.ione, tormentando incessantemente il nem ico. I manipoli avevano il loro punto di appoggio nell'ordinanza lcgionale, i veliti nei manipoli da cui si irradiavano come saette e su cui ripiegavano ,1e necessario. Nella L. romana si ha un mirnbi le esempio di perfetta coopera zione, nel campo tattico. della fanteria cii linea e di quella leggera. Le turme di cavalleria si schieravruio· alle ali c!ella L. - Gli Alleati di Roma dovevano fornire un certo numero di L. che avevano for7.a alquanto superiore a q uelle romane , in ;;cnere un lcr7.o di pil1. Verso 1:t lìnc della repubblica, la / •. ,ubì una :,<,s1a nzialc modificazione

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- 550 per opera essenzialmente di Mario. Essa cessò di essere manipolare e divenne coortale, avviandosi al ritorno all 'or dinanza falangitica che si compirà sotto l 'impero. Scomparve ogni distinzione fra veliti e legionari, e fra astati pdnc1p1 e triari. La L. fu divisa organicamente e tatticamente in 11, coorti, onde la coorte risultl, dalla riun ione

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LEG IONE 01 MANIPOLI . . . . . . . . . . . . . .. . .

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. .. Ve/1/i Asia/i • Cavalleria ~ Triari

Princìp,

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LEGIONE 01 COORTI (ccESARE) . . . . . . . . . . . .. . . ... .

Venlt ... .

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Le,q-,onan

Legione di manipoli e di coorti

di tre manipoli. La coorte mariana si schierava coi ere manipoli uno a fianco dell'altro, a contatto; ciascun manipolo con le due centurie u na dietro l 'altra; ciascuna centuria con. gli uomini su cinque righe. Le L. divennero permanenti, staccandosi completamente dalla cittadinanza. L'elemento uomo è qualitativameote meno saldo, e si pensa di compensare la scemata qualità col numero e con l'ordinanza più compatca. La gerarchia di anzianità procedeva da I astato a X astato; da I principe a X principe; da I triario a X triario, cosicchè i gradi erano 30; supremo quello di Primipilus dei tria ri, grado che dava aulOrità su tuLti i centurioni della L. e diritto di panccipare coi tribuni ai consigli di guerra. V'era poi nella L. una gerarchia a scelta che comprendeva : i tribuni, in numero variabile da tre a sedici per ciascuna L.; ne erano i veri comandanti cd amministratori: portavano un anello d'oro; i centurioni, eletti dai tribuni, portavano come distintivo un bastone di \'ite; i sottoccnturioni, aiutanti dei centurioni; i decurioni, che comandavano le decurie; i sig ni(eri, che portavano le inseg11e; i questori, specie di ufficiali di amministrazione; i metori, specie di comandanti degli zappatori; i notari, che tenevano i ruoli del personale; i tesserari, incaricati di trasmettere gli ordini del comandante in capo; i min isteri, incaricati della polizia del campo; inoltre inservienti e vigili. Nella cavalleria legionale v'erano i gradi seguenti: prefetti, due per ogni L.; decurioni, 30 per ogni L.; luogotenenti, uno per ciascuna decuria; ne erano i comandanti in seconda. Sotto g li imperatori le L. furono comandate da prdctt\ legionari, rivestiti dell'autorità e dell'amministrazione. li numero delle L. variò nelle varie epoche. All'epoca della m orte di Cesare, erano 40. D urante le lotte intestine

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successive raggiunsero il numero di 75 (45 di Ottavio e 30 di Antonio). Poi diminuirono, tanto che all'epoca di Augusto ernno 28, tre delle q uali furono d istrutte in Germania da Arminio. All'epoca di Settimio Severo, \'er,o la fine del li secolo, erano 33: all'epoca di Diocleziano, circa un secolo dopo, erano 175. Ogni legione aveva un proprio nurncro d 'ordine e un nome, cl i luogo, o cli persona, o di divinità, o di insegna, o encomiastico, od organico.

Legione. Questa denominazione, in luogo della divi,ionc. fu introdotta da Gioacchino Murat q uando avanzò nrl mal'zo 1815 verso )'A lla Italia con l'esercilo n~polctano; egli l'ordinò infatti in I,. invece che in divisioni .

Legione Bolognese. Costituita nel maggio del 1848 dai due colonnelli Carlo Bigna mi e lkrti-Pichat, con 500 vo lonta ri delle Romagnc, questa L. rimase qualche mese a Bologna, poi partì alla volta di Roma per prendervi parte :illa difesa del 1849 co1mo i Francesi. Caduta la repuh blica, si sciolse e molti dei suoi componen ti passarono ncll'll0 di linea romano. Legione Carnevali. Questo nome iu dato alla Scuoi., d'artiglicriJ e genio, diretta dal Prof. Anwnio Carnevali e costit uita presso l 'accademi a di S. Luca in Milano nd

1848. Legione Dalmato-luriana. Il governo provvisorio di Venezia, valendosi di giovani del la Dalmazia, dell'Istri;1 e in parte anche di Un1;;hcrcsi, che risiedevano in città e in qualche paese della Laguna, formò nel dicembre del 18~8 un corpo volontario al quale diede il nome sopra indicalo e del quale afiidò il comando al capit:rno Nizcovich. Sciolta nd febbraio 1849, rimase di essa soltanto un pie• colo nucleo di Dalmati, che formavano un:, compagni., agli ordini ciel capitano Scsmit-Doda, passando aggregau alla 4a brigata agli ordini del colonnello Belli ni.

Fiamma dclln Legione Accampamenti

Legione degli Accampamenti. Nel 1775 venne organizzata in Piemonte una L. composta da cp. di r 20 u. per ciascuno dei regg. provincia li, e fonnaca su 3 bg l. d i 4 cp. fucilieri e l granati.c ri di truppe scelte e pìil istruite di quelle degli altri rcgg. provinciali, pcrchè in sen•izio per 4 settimane ali 'anno. Nel 1777 venne formata una nuova


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cp. per provvedere ai lavori d 'accampamento della L. truppe leggere, una cp. cannonieri ed una di guastatori. Aumentata a 4 bgl. con una forza totale di 1531 uomini del 1786, partecipò alla campagna del 1792 e nell'a nno seguente venne scioha ed i suoi uomini formarono un « corpo dei g ranatieri reali » ed un « corpo dei guastatori » . Dal J 785 al 17rfi esiste ne pure la « Cavalleria della L. », formula di una cp. di circa 400 uomini.

Lcgio11r del Bradano. 155• Legione della ¼lizia Volontaria per la Sicurezza Nazionak, costituita il 1 ° aprile 1927 con reparto della 156> • Lucana » e della 157a, sciolte in seguito alla creazione della nuova prov . cli Matera, dove ha sede il comando. Comprende rre coorti, site rispettivamente la prima a Matera, la seconda a 1-'isticci, la ter,::1 a Valsinni, ed inoltre una centuria 1nitr~glicri, uu a ciclisti, ed una squadra di proato soccorso. Legione dell'Emigra:::io11c. l'.trecchi emigrali italiani residenti in Roma chiesero .ti governo della repubblica romana, nel febbraio 1849, di formare una legione di circa i 50 uomrn1, della quale assunse il comando !'Arcioni, uno svizzero del Canton T icino che aveva combattuto nel 1848 agli ordini del generale Allcmand1. Rinforzati da altri clementi volontari, fino a raggiu ngere un effettivo di 6oo uomini, si organizzarono in 8 compagnie, combatterono il 30 aprile a S. Pancrazio e poi si sciolsero per formare 9 bande dest inate ad operare rn Umbria e nel la Comarca per sollevare le popolazioni in favore della repubblica . Rientrati in Roma ve,·so 13 /ì11c di giugno, presero parte agli ultimi combattimenti contro i Francc,i e quando la città cadde in potere di questi, essi, già ridotti di nu mero e abbandonan dall'Arcioni, rimasern qualclic giorno ancora al comando del maggiore Liuzzi, poi si dispersero, ripassando i con fini pontifici.

Era composto di giovani sacerdoti, al comando del maggiore Sardo.

Legione E11ga11ea. Con decreto dcll"8 gennaio 1849 del governo provvisorio d i Venez ia, si costitul questa L., c'lmposta di volontari padovani e vicentini e comandata dal maggiore Mathieu, il qu.tlc aveva già tenu10 il comando del forte di Marghera. Es:.a era composta di 6 compagnie, dette di granatieri, d i fucilieri e eh cacciatori euganei, in tutto 6so uomini. Rimase a Venezia fino alla capitolazione, poi si imbarcò per Chioggia e il 26 ottobre si sciolse a Fusina. Legio11e Friulana. Questa L. di volontari si cost1tu1 a Udine il 1° aprile 1848 agli ordini dei colonnelli Conti e Cavcdalis. Capitolata Udine il itiorno 23, il Cavedalis (che poi diventò ministro della guerra a Venezia) riunl i poch i supcmiti e li condusse ad Osoppo per continuare in quel (orte la resistenza conrro g li Austriaci. Ricostituita il 12 5ettembre, la L., sotto il comando del colonnello Giupponi, si comportò onorcvolmcllte nella difesa di Venezia. Legione Galateo. Questa legione, formatasi .a Treviso nel marzo 1848 , con vok,ntari ciel Veneto, prese ,I nome dal suo comandante, maggiore Galateo. Divenuta poi la 4a L . cl, linea veneta, accrebbe i suoi cffenivi e passò agli ordini del colonnello Moccia, distinguendosi nella d ifesa di Vent-zia e soprattuuo a Marghera. Nel gennaio del 1849 entrò a far p:,nc della brigata comandata cJal generale Rizzardi. Legione Hohcri/ol,e. Fu chi:1mata cosi in Francia, sotto la Restaurazione, nel 1816. una L. destinata a raccogliere i militari non francesi. che avevano servito la Francia ma non erano naturalizzali.

Legione d'Onore (Ordine della) . Ordine cavallcresc<> francc<e, isti..tuito nel 1802 da Napoleone, al merito mii. e civile. Ebbe da lui cinque gradi: Grand'aquila, Grand'uflicialc, C'..omandantc, Ufficiale, Legionario. I decorati costituivano una Legione. divisa in 16 coorti , ciascuna delle quali com prendeva un dato numero di decorati delle cinque classi. Sopravvenuta la Restaurazione, l'ordine rìmase, mu, tandosi la denominazione di Grand'aquila in quella di Gran croce, la denominazione di Comandante in quella d i Cominencla1ore, la denomi1.cgione d'onore na?.ionc cli Legionario in quella di Cavaliere. L 'ordine rimase in vigore anche sotto i successivi cambiamenti di forma cli governo. La decornz io nc aa costituita da una stella a cinque raj!gi accollata a una corona imperiale, attualmente sosl ituita da una corona di quercia: nello scudeuo centrale ern la lesta cli Napoleone, cd ora è la testa della repubblica : nel retro v 'eia l'aquila imperiale col motto « Honneur et Patrie » cd ora vi sono d ue band iere tricolo ri con lo stesso motto. Un ordine dello stesso nome venne fondato ad llaiti nel 1849 ma durò quanto il suo fondatore, ! 'effimero impcr:IIMC SoJJ!ouque.

Legione Ecdesia,rica. Questo corpo figura fra quelli che Garibaldi passò in rassegna a Caserta il 6 novem bre 1860.

Legione Hohenlohc

Legione irlandese

L cgiune irlanduc. Organizzata i n F rancia con elementi dell' Irlanda, con uniforme verde e ornamenti gialli, durò lino al 1814.

Legione Italia libera . Si costitul a Ferrara nel 1848, con clementi quivi rifugiatisi dopo la caduta di Treviso, dove un bgl. col nome sopra deuo si era formato su 4 cp. combattendovi agli ordini del magg. Pandolfini. La L. combartè a Marghera. Si erano aggregati anche volontari dalmati e istrian i cd aveva raggiunta la forza cli 600 u., su due bgl. che il 30 gennaio 1849 passarono a far pari-e della 2~ brigata dell'esercito veneto e furono comandati dal colonnello Antonio Morandi. Fu sciolta il 27 agosto 1849.


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Legione ita/i(lna. Costituita nel 1803 nell'isola d 'Elba, per ordine della consulta cli Stato della repubblica lt3• liana, con cli,crtori, o bblig atisi a servire per cinque anni, e con oziosi e sospetti arruolati per forza. Poco tempo dopo la sua costi1u~ionc, fu l'rasfonnarn nel 6° rcgg. d i linea della fameria italica. Legione italiana. Costituita nel 1813, '1 1l 'inizio del crollo delle fortune 11apoleo11iche, per opera del governo inglese. li quale l:1 costituì con piemontesi e coscani già nl servizio dell a Francia e fatti prigionieri nella penisola il,c. rica, e con siciliani offerti e.lai re l'erdinanclo. La comandò l'uf• fìciak Latour, e agli ordini del gcn. Wilson, capo della spedizione, sbarcò con gli [nglesi il t2 dicembre 1813 presso Viareggio e prese il forte di Motronc, ma dopo che il gcn. Wil,,on fallì nel suo 1entativo d i prendere la citr:ì cli Li,·oroo, la L. Cu cl, nuovo im ba rcata sulle navi ing lesi. Legione italiana in U11gluria. Si costitu1 ncll'Gngheria il 25 maggio 1849 d u ran 1c la guerra d'indipende nza coniro l' Austria. ru ordinata su 6 cp. e uno sqdr. di cavai• leria, e a l comando d i 1\lessa11d ro Mo nti si distinse grandemente, subendo gravi perdite, tamo che dal numero in iiia le di J 2<iO combattenti (in grande p.irte d isertori dell'esercito austriaco) alla fine della in[clice campagna era ridolla a soli 500. I <1ua li, il 20 agosto, riuscivano doro faticosa ritirata a salvarsi, recando scco In bandiera dap• prirna i n territorio se rbo e poi in territorio turco: di qui la /,. fu imbarcata nella primavera del 1850 e diretta a C~gliarì, dove venne sciolta. l,egione I talia Libera

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tornando al reggimento e al reclutamento na,,,ionalc. Erano in sostanza una sorta di b rigare miste, c?mpo,te del'e tre armi.

Legioni libù-he, Cosl dette le L. della Milizia V. S. N. che prestano scr\'izio nella Libia, fin eia! settembre 1923, q uan<io vennero mobilitate la « Monte Vel ino » ( r32•) di Avezzano: la « Vespri » (171•) di Palermo; la ,, Cacciaion guide d i Sardegna » (176a) di Cagliari: in tutto 1771 uff. e militi. con ferma per 8 mesi. Le L. libiche presero parte a tuuc le azioni che permisero all' Italia di riconquistare in pochi anni 11 territorio perduto durante la guerra, non solo, ma di assicurare ,alda 111cntc nel 193 1 il possesso e la tranquillità della va,ta Colonia. Q uelle tre prime L. rimasero in Libia 8 mesi (la 176, dicci) e l'esperimento portò alla costituzione (1924) di due /.. libiche permanenti, la 1• per la Tripolitania, la 2• per la Cirena ica. li loro reclutamento è volontario e na7.ionalc . Per le legioni non nomi- Milite delle Legioni libiche na1c qui , V. ai n omi propri, come Africana, J\lauda, Amonini, Bandiera e Moro, Bergamasca, Franco-Italiana, Leggere (truppe), Lombarda, Pie n10111esc, Polacca, Provinciali, Reale, Romana , Sannita, Sette Colli, Straniera, Tebana, Torrcs, Toscana, Trevigiana , Tridentina, lìniver,itaria, Ungherese, Veneto-Napoletana, Vol1cggiatori, Zanardi , Zanellato, ccc.

Legione M . V . S. N. (V . .\1ilizia). Corrisponde al reggimento, è: com:mdata da un console, comprenc.lc da II e a sei coorti rii primo e d i secon do l>ando. Le L. sono 181, più 2 portuarie, q ferro,·iarie, 2 libiche (1932). L,·gio111: territoriale (RR. CC.). C..ousta e.li un comando e e.li tre o più divisioni , cia~cuna Sll due o pìù cp., suddi\'isc in tenenze, M:zioni, .sta~ioni. È co,tituita, per fora e ripartizione, secondo le neccssit:1 ciel servizio 11clla regione atlidatalc. Una L. Allievi Carabinieri è destinata all"istruzionc.: dei nuovi arruolati. Le L . !tono 22, e hanrw la ,eguentc dislocazione: Torino (4 <livis.), Alc,sanclria (5), Geno~a (;), Lil'orn() (4), Milano (6), T ren to (3), Verona (4), Padova (5), Trieste (6), Firenze (5), Bologna (5), .-\n~ona (5), Perugia (5), Roma (5), Ch ieti (6), Cagliari (3), .Napoli (5), Bari (➔), Catanzaro (5), Palermo (6), Me,. sinn (5). Legione urbana . Nome che prendeva la /., rimanente a lla Ca;>itale, cd era costitui1a, nei primi tempi cli Ro111.1, dai cittadini rimasti dopo completati gli dfcuivi delle L. desLinate alle varie provincie. L ,·gio11i dipani111e11tali. Creale in Francia nel 1816, con reclutamento regionale, dal minist ro Gou,•ion-St1int-Cyr, in luogo dei reggimenti. In tutto erano 86, della forza nominale di 16oo u. più 100 ufficiali. Nel 1819 d ivennero 94 . Lo ,tesso ministro che le a,·eva create, le abolì n el 1820,

Legione libica (bandn)

Legislazione militare. La legislnione militare, clerivazionc im111cdiata del diritto pubblico interno. è il complesso delle leggi per le quali ha vita o rganica e funzio 11;1 le la Forza armata e.lei lo Stato. Per l 'csccuzionc e l 'o,;enanza di questa legislazione, lo Swto opera mcdia111C· una gerarchia mi litare, che ha disciplina e forme a sè. S, vale altrcsì degli altri organi gerarchici di cui d ispone per i lini general i della vita pubblica, e.lancio ad essi. ove sia comporl~1bile, funzion i !>ussidiarie negli i ntenti mili1ari (Còmigli e.li leva, ccc.). Nel 1829 il gcn . Dc Vaudoncourt, tra1rnn<lo cld la « legislazione milirnrc nello Stato ~ostituzionale », scrive,•a: " la legislazione militare è una lcgis!a?.io ne eccezionale. L'esercito, depositario della forza e.Idio Stato, <leve essere sottomesso a un codice particolare di leggi c he racchiudono in termini p,u rostrctll le obbli gazioni cli questa parte attiva della M>Cietà. Ma l'esercito


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non è un corpo isolato, messo, dal carattere della propria missione socia le, fuori da ogni contatto colla società; il citcadino-soldato conserva, per così dire, una doppia personalità, la prima che obbedisce :1lle leggi comuni col resto della società, l'a ltra che è sottomessa, per eccezio ne , all a legge militare ».

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dei loro, fatti png10111eri poco tempn prima a Cerea. (Per la battaglia del 1799, vedi Adige, IV).

Legnano. Comu ne in prov. di Milano, iulla strada del Sempione. Fu colo n ia rornalla . I Longobardi vi si stabilirono e fortificarono; verso la metà del sec . Xlll Ottone

Legitima militia. Nelrant. Roma, veniva detta così la leva annua. In tempi di pace, serviva a completare i

q uacfri delle kgioni, e alla preparazione, mediante esercitazioni, delle milizie.

Legnago. Comune m prm•. di Verona, sullJ dr. dell"Ad,ge, con sobborgo (Porto Legnago) sulla sr. Ebbe anticamente una Rocra, che fu demol ita dagli 1\ustriaci ne l scc. XIX per dar luogo a nuove opere adauc ai tem pi. La su;t posizione sulle due riH,:, in posizione strategica• mente importanre, l'avC\·a fatto fortificare alrepoca de'la dominazione veneziana, ossia nel scc. XV. Nel secolo successivo, i Ve11eziani, per opera del Sammicheli, la rafforz.arono considt.:n.:vnlmcntc, con grosse: mura e h:istionì, estesi anche a Porto Legnago, ramo che si \'enne a costitmrc così una doppia lc>ta cli ponte. Nel sec. XJX gli Austriaci diedero grande importanza alla po,i7ione, che (u una delle fortezze del Quadrilatero, con Verona, Peschiera, M antova: in quell'epoca furono costruiti forti, bastioni, batterie. trincee, demolite in seguilo per le necessiti\ di espa11• ,ione della città.

I. Pr,·s" di Legnago (1513). Fu operata ,la Giovanpaolo llagl ioni, con 80 uomini d'arme e 1500 ìanti, per conto dei Ve neziani . Ln g uarnigione, di 150 Sp.ignuoli, si ri• tirò nella rocca, ma il Baglioni la battè con le artiglierie, e, cos1ret1i alla re,a i difensori, li fece pas,are tutti a fil di spada. Gli Spagnuoli poco dopo ricuperarono L., avendolo il llaglioni abbandonato.

11. !'resa Ji l.egnago (1796). Fu oper ata dai F rancesi, agli ordini di Augcreau, il quale l'investì l'1t ><:llembre dalla riva sin istra. Il giorno dopo la brigata Victor ch,udeva ,I blocco dalla riva destra, e allora la guarnigione, al l 'iu t imarn7.ionc fanale la sera stessa, si arrese. I Francesi vi presero 32 cannoni da campagna e liberarono 500

li castello di Legnano (sec. X I X)

Visconti vi fece erigere un castello, restaurato pii, cardi da Odofredo Lampugnan i, e ancora in seguito da altri. F u più vol te devasta to nelle guerre cbc si svolsero 111 LombanJia.

Battaglia di Leg11a110. Appartiene alla guerra di Milano contro Fed,:rico Barbarossa. Questi, spossato dalle lotte sostenute, c rasi ridotto a Co1no con scarse (orze, cin.:a 4000 u. in 1111to, comp resi g li aiuti forni1 igli dai Comascb;_ (',011 tal i truppe marciò in fine maggio del J 176 verso il Ticino, per tentare di congiungersi con le milizie del marchese d i Monferrato, di Pavia, e dell'arcivescovo di Magonza. I Milanesi, io(ormati d ella mossa dcli 'im peratore, si affrettarono ad a ttraversargli la strada con tutte le lom genti, che ammontavano a 12.000 combattenti, compresi 500 fanri lodigiani, novarc,i, piacentini, vercellesi, e alquanti cavalli veronesi e bresciani. Trecento gionni delle più. cospicue famiglie milanesi erano schierati intorno al Carroccio, su l q uale era pia111ato il vessillo cittad ino; essi

Bnttoglia di Legnano (A. Cassioli)


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,ostituivano la « Compagnia del Carroccio », e avevano giurato di morire piuuosto che veder cadere nelle mani del nemico il sacro palladio della patria e della libertà. Alui 9()0 Milanesi cosutuavano la « Compagnia della morte ", conundata da Alberto da Giussano, con lo stesso giuramento. I due eserciti si incontrarono la mattina del :29 maggio in u na spianata presso L. e la zuffa venne impegnata da 700 cavalieri collegati e 300 imperiali; i caval ieri milanesi non ressero all 'urto de ll 'addestrata e bene armata cavalleria avversaria, e furono sbaragliati, rifugiandosi fra i l grosso dei loro fanti , div isi in cinque forti bamiglioni. L'imperatore in persona, seguendo da presso la sua cavalleria, avanzò col resto dc' suoi, e guada~nando terreno nel combattimento, così da spingersi sin presso al Carroccio. Parte delle mili:tie milane;i erano state volte in fuga dall 'impcro del Barbarossa, ma parre

allora fortificata. Nel 18o7 l'esplosione di un carico di polvere distrusse una buona parte della città.

Assedio di Lcida (1574). Appartiene alla guerra di Fian dra. Dopo la vittoria di Bcrg-op-zoom, resasi manifesta la superiorità sul mare degli Olandesi sugli Spagnuoli, il Principe d'Orange ordinò all'ammiraglio Boisot di liberare L, stretta d'assedio da 12 mila fanti del Valdez. La citt.', non è molto lontana dall'Oceano cd una fitta rete da dighe: e di canali la circonda. Questo fano fece conccpirt· all'antmirag liaw neerlandese l 'idea <li inondare tutta l.t campagna attorno alla città, mediante la rottura delle dighe, e ·quindi trasportare amavcrso la laguna, su zat teroni appositamente costruiti, gli archibugieri e i can nonieri per battere le trincee spagnuole. Quando tutlo fu pronto, il Boisot (ccc aprire le dighe di ritenuta e l'armata si avan:tò verso la città. Valdez cercò subito da riparare al pericolo, facendo scavare canali di scolo ix:r far rimanere in secco gli attaccanti, ed aveva quasi rag• giunto lo scopo, quando la rottura di una diga e uu.,

Fortificnzioni di Leida (scc. :>,,.'VII)

Leg1H1110. 11 monumento, col • Guerriero • 1 di Enrico Butti

s1 era stretta a d iCcsa del Carroccio : intorno a questo si accese una mischia furibonda. La « compagnia della morte » in terven ne in tempo, al grido ,, S. Ambrogio » e anche i fuggiaschi tornarono a combattere. I Tedeschi, avviluppati da ogni parte, dovettero infine cedere: lo stesso impcaatorc venne rovesciato da cavallo. La strage fu grandissima, numerosi j prigionieri; il Aarbarossa a stento potè m<.ttersi in salvo, con pochissimi dei suoi. li campo impca iaie _fu messo a sacco. La vittoria decise l'imperatore a venire a patti con le città lombarde, e, stabilitasi una tregua di 6 anni, questa ven iva trasformata in pace a Costanza, nel n83.

marca altissima diede mouo all'armata olandese di avan zare facilmente. Era la sera de l 2 ottobre; lloisot ordinb l'attacco nomarno ai trinceramenti spagnuoli. Dopo una intensa preparaz ione di artiglieria gli attaccanti si lan ciarono all'assalto dei ridotti, difesi ostinatamente dagli Spagnuoli, conquistandoli a ll 'arrembaggio uno per uno. li giorno seguente Valdez sgombrò la piazza, dove entrò Boisot alla testa dei suoi soldati. Nella battaglia per la liberazione di L. fu impiegata per la prima volta l'Arc11 di Dclft (V.). La liberazione di L. segna la data dell~ indipendenza degli « Scali federali delle Sette Provincie "·

Legnano. !'-lave posamine, di 625 toon., varata nel J926. Prestò servizio a lungo nel Mar Rosso.

Lei tenitz (Alfredo). Generale, n. a Napoli, m. a Fi rcnzc:- (1838•1895). Proveniente dall 'Esercito delle Due Si ci!ie, passò od 1862 io quello italiano e partecipò ali,· campagne del 1866 e del 1870. Fu in Africa nel 1885 e venne promosso colonnello nel 1887. Comandò il 47" regg. fanteria e poi il Collegio mii. di Firenze. Magg. generak nd 1894, ebbe il comando della brigata Siena. Pubblicò: ,, Nozioni sul servizio dell 'artiglieria in guerra ».

Leida. Città dell'Olanda meridionale a ro Km . dal mare , sul Vecclìio Reno, alla confluenza di parecchi fiumi canalizzati. t la Lugdumm, Bata11orum dei Romani. Raggiunse il suo massimo splendore nel XV[ secolo e venne

Leitha. Afn. del Danubio, lungo 160 Km .; n asce i11 Austria e ha parte del percorso, sino alla foce, nell'Un gheria. Sulle sue rive il 15 giugno 1246 il duca Federico d'Ausuia venne sconfitto dal re Bela IV d'Ungheria.


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Lejeune (barone Luigi). Generale e pittore francese (177;-1848). Volontario nel 1792, partecipò a tulle le campagne della repubblica e dell ' impero. Ritiratosi dal servizio, divenne direttore della scuola di Belle Arti di Tolosa. A lui sono dovuti molti quadri di episodi militari ai quali aveva preso parte, come: • Battaglia di Marengo »; « Bmaglia •errestrc di Aboukir •; • Ba1raglia di Lodi •; « Battaglia di monte Thabor »; « Battaglia delle Piramidi »; ,< BivJcco in Mornvia >i; << Battagli:, di Sam o.Sierra )> ; « Bat• t~gli:, della Moskova » ; « Scene dcli 'assedio di Saragozza ».

Leiccn.i tz Alfi:cdo

Ll:j~rn,c T.ulgi

Leman (,-o,uc Giorgio). Generale belga (185,-1920). Uf, ficiale del genio dell'esercito belga, fu poscia trasferito nel lo S. M., e destinato, quale insegnante di costruzioni , architettura e geologia, all a Scuola milicntc. Conosc iutissime-. nel campo tecnico civile per alcune sue pubblica zic-ni sulla « Statica » e sulla • Resistenza dei materiali "· Tra il 19r I cd il 1913 SO• ~tenne una vivaci~sima cam-

pagna per la rimodernizzalinne delle opere della piazdi Liegi, si no ad essere. infine, egli ~l<.·\~O incaricato dei lavon . La )!UCrra scoppiò prima che i lavori stessi lossero fin iti. Allo scoppio della guerra mondiale aveva il comando della 3• di,·is.; difese la piau.aforte di Liegi e fu preso prigioniero nel fnrte Loncin, sallato sotto il fuoco tedesco. Dopo la guerra si ricirò a vita pri-

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Leman Giorgio

vata .

Le Mans. Citt/t della Fra ncia, capo!. del dìp. della !>arlhc , su questo fiume. Fu fortezza romana, dopo di e~scre stata città gallica. I. Comhattimc11ti ùitomo a Le 1Wa11s ( 1i93) . Durante la guerra della Vandea, l'esercito vandeano , condotto dal Larochejaquelin, attaccò la città ,il 10 dicembre. La piccola guarnigione, comandata da Houdiard, si difese per tre ore, e poi si ritirò ad Alcnçon. I Vandeani si stabilirono in Le M. Il giorno dopo il gen. repubblicano Westcrmann marciò sulla città alla lesta d, un corpo di cavalleria, seguito da fanteria. li generale attaccò con la prima, senza attendere i fami, e venne sconfitto e ferito. La cavalleria disordinata ritirandosi scompigli,ì la fanteria sopraggiungente; fortunatamente sopraggiunse con due regg. freschi il gen . Marccau, che rannodò le truppe e le ricondusse all 'auacco. La lotta si svolse

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accanita per le vie e nella piazza cent rale, tutta la serata e tutta la notte. Solo al mattino del 12 le ultime resistenze vandeane furono sopra.ffattc: i fuggiaschi furono lungamente inseguit i e le truppe repubblicane ne fecero slrage. I Vandeani perdettero circa 1 0.000 uomini. Il. Ba11aglia di Le ,\fa11s (187r) . Consta di una serie di combauimenti ira Loir"J e Sarthe, fra la 2• armata francese della Loira (gen. Chanzy) e la 2• tedesca (principe Federico Carlo) il 10-11 - 12 gennaio 187r. Ha notevole importanza come fase risolutiva della cosidetta « Campagana di Le Mans » cd è episodio importante delle opernzioni tedesche contro le forze organizzate a cura del Go,·erno della Difesa Nazionale per tentare la riscossa merci: la l iberazione de lle pia;<ZC minori e di Parigi. La 2''• armnca della Loira (corpi XVI, XVII, XXI e truppe ausiliarie, circa 150 mila u.) stava a/forzandosi attorno a Le M., fronte ad est, in attesa di poter prendere l"offensiva per dar la mano ai difensori di Parigi; frananto lo C hanzy d islaccava colo11nc mobili aven ti compito di tenere il contatto con l'avversario. La 2~ armata 1edesca (III, IX, X, Xli! corpo, 3 divis. di cavalleria, circa 6o mil3 u.) fin dai primi di gennaio a\'e\'a ricevuto l'ordine di procedere all'offensiva comro la 2• francese. Lasciate alcune forze a g uard ia di Orléans, il principe Federico Carlo si avviava fin dal 5 gennaio verso Le M. dividendo le forze in tre nuclei destinari a segui re coi grossi le strade che vi com•ergono da Chartres, Vendòme e Tours. Ciò dava luogo fra il 5 e il ') gennaio a una serie di combattimen ti con le colonne mo bili francesi, il cui vario risul tato produceva ncll 'avanzata co11ccntrica dei lcdcschi una serie di contrattempi; onde la fronte di marcia, an1.ichè aver andamento av,·iluppantc, presen12va un centro più avanzato delle ali, disposizione inversa a <1uclla volurn dal comandante. La sera de l 9 gen naio il XX! corpo francese era a sini, rra, il XVII al cen tro e il XVI a destra. Le colonne mobili erano confusamente disposte attorno a Le M. , per la maggior parte in ritirata sulle made che vi affluiscono. li gcn. Chanz)' aveva loro ordinato movimenti offensivi incesi a riconquistt,r terreno e spinti innanzi dal grosso il XXI corpo e parte del XVll e XVI per appoggiarle; ma in gran parte non avevano raggiunto lo scopo e le forze erano sparpagli;ne e disordinale. Ad onta di ciò lo Chanzy ritenne di poter ordi nare per ,I giorno 10 un'ofrc nsivl g:encr~lc, intesa soprattutto a con lc ne re con attacco

frotltak del XVII c<>rpr1 e attncchi su l fianco diretti dal1'ammir. Jauréguibcrry e dal gcn. Jo ulTroy (ala destra) le truppe del Ili co rpo tedesco che avanzavano sulla strada di St. Calais. I Tedeschi avevano a destra il Xlll corpo, con la 4~ divis . di cavalleria a guardia del fianco e del tergo; il III corpo al centro col IX a rincalw; il X a si nistra. Distaccame nti di , brigata d i fanteria e r di cavalleria servivano al collegamen to col centro e per vigilare l'ala esterna. Per il 10 l'ord ine era di ava112.are.

1' giornata (1u gc111111io). Il XIII corpo tedesco, a dr., passa l'Huisnc presso Sccaux con la 22• divis_-, ma questa, auaccata sul fianco dr. dalla 2• divis. del XX[ francese, è arrestata. La Ii• divis. passa il fiume a valle di Connerré, ma ~ pure :irrcstata dalla 1• di vis. del XXI francese: sulla estrema dr. una colonna tedesca conquista Chanlcloup. Al centro il III corpo tedesco ricaccia le truppe francesi del XXI corpo ed occupa Parigné e Changé; il IX corpo rimane in riserva. A sr., il X corpo tedesco avanza, mentre di fronte ad esso le tbvis. francesi Juffroy e Barry


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llatta11lin di Le Mons (187 1) Tedeschi: 1, 4 11 divis. cavaJJcria; 2, 2211o divis.; 3, 17-s divis.; 4, 4• brigata cnvallcria; 5. 18• divis.; 6, 6• divis.; ;, 5a. divis.; 8 1 1-4• brigata ca~·allcria; 91 2oi. divis.; 10, tcf' divis. - Francesi: 16° corpo: 1 , 3• divis.; 2, 2• divis.; 3, resti del reparto Du Barry; 4, divis. Lalande; 1 1 11 corpo: 5 e 6, 1" dlvis.; 7, 3°' divis.; 21° corpo: 8, 9, 10, 4°' divit1.; u, 3 11 divis.; 12, 1• divis.; 13, za divisione.

ripiegano in disordine senza aver opposto sufficiente resistenza. In complc,so il centro tedesco ha riportato il magg ior successo e<l è ormai al piede dell 'ahipiano di Anvours, caposaldo delle posizioni francesi; le ali sono ancora arretrate . Quindi, nel concetto del p1incipc Federico Carlo, la giornata ddl'11 dev 'essere impiegata in movimenti preparatori per auaccarc a fondo soltanto il 12. Gli ordini del gen. Chanzy sono per la resistenza ad oltranza e per l'offensiva ovunque po»ibilc, con draconiane mismc contro i fuggiaschi. 2a giornata ( 11 gemwio). Sulla dr. tedesca il Xlii corpo tedesco attacca le posizioni del XXI francc,c e giunge fra Connerré e I.a Chapelle. Al centro, il IV corpo, coadiuvato da truppe del lii, muove all'attacco dell'altopiano d i Anvours, ~cacciandone lu divisione Paris. Un conlrnttacco della d ivis. Goujard riporta i Tedeschi 31 margine nor<l-cst del! 'altipiano. li Ili corpo lenta da Cha11gé una p11ntat;1 nell:, ha.sura di Yvré l'Evcquc . ma, bauuto dall'artiglieria posta oltre 1"1-luisnc, non progredisce in misura conforme ai progressi del IX e soffre g ravi perdite. Sulla sr. il X corpo muove verso Mulsannc donde scaccia l'avversario, occupa a sera I ·edificio del « Vcrt Galam » e lo mantiene ad onta di ripetuti contrnttacchi. La dr. Francese è ormai sgominata.

3• gior11a1« (,2 gennaio). Nella nocrc lo sbandamento della dr. Francese si accentua e l'ammir. Jauréguiberr)' non riesce a riorganizzarla. 11 gcn . Chanzy alle 8 del mat-

tino dirama l'ordine di ritirata, inteso a difendere sino all'ultimo i passaggi sulla Sarthc, l'Huisne e l'acce,so all'ahitato, per poter sfilare con tutte le forze verso nordo,·c,t e portarle così nella :,;ona d i Alcnçon, nel concetto di eongillngcrsi colà col XIX corpo di nuova formazione e cli com·ergerc per Evrcux verso Parigi. I. 'esecuzione di tale CJrdine dà luogo a u11a .serie di s,on tri. Sul la tir. Tedesca, le <lue divisioni Jd Xlll corpo, sostenute da una brigata cld IX, incontr:ino resistenza da p,1rte del XXI corpo francese e cnmbattono quasi l'intera giornata ,cnza riuscire a travoli;ei'lo, ciò che avrebbe permc~so lo sbocco oltre la Sanhc sul fianco degli altri corpi e qu indi mutato in disastro la ritirata francese . Al centro, il IX corpo te<lcsco, trova sgombro l'altopiano di Anvours e lo occupa senza diffiw ltà per intero. Il III corpo attacca verso le 9 la divis. Roquebrune cld XVll francese d1e contrattacca con ardore e solo verso le 11 ripiega su Pont lieue. 1 Tedeschi inseguono e vengono co,ì a saldarsi col X corpo. Sulla sr., il principe Federico Carlo - ,olo a tarda ora emana ord ini per l'inseguimento: ma la stanchen.a delle truppe lo costringe a limitarsi ali 'azione di deboli d istaccam~nti, che non contrasta no gra n fatto la marcia de ll'armata francese, la quale, per intervenuti ordini del Mi nist ro della Guerra, anzichè tendere ad Alcnçon, è dircttn a Levai sulla Mayennc. A sera Le M. viene occupata dal X corpo tedesco e da reparti del Ili. Le perdite nelle opcrazio11i dal 5 al 12 gennaio sono le


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seguenti: Te<leschi, 200 ufficiali e 3200 soldati morti e feriti; France~i, 6ooo in tulio, oltre a 20 mila prigionieri e 17 cannoni .

Lemberg. V. Lcopoli. Lembo (o Libo). Barca vcnc:tiana, forse a fonc.Jo piatto. molto antica, ricorc.Jara durante la guerra di Chioggia, durante la quale !u armata con due o pit', bombarde. Lemercier (Alfredo) . Generale belga, n. nel 1863. Ufficiale e.lei lancieri, durante la guerra monc.Jialc " battè a Namur e durante la ritirata sulla '.\fama. Nd 1915. di venulO colonnello, comandò il 5" lancieri e ne! 1917 era magg. gener ale, e l 'anno seguente e bbe il comando della divis. d i cavalleria, con la quale prese parte all 'inseguimento del nemico. Nel 1920, nominato luogotcn. generale, divenne ispettore gcn. della cavalleria belga. Lemerle (Monte). Sull 'altipiano dei Srnc Comun i (q . 1234). Fu teatro d i aspri co mbattimenti, nel giug11u 1916, a!lorchè gli Austriaci. imp.1dronitisi, il giorno 3, dello sperone di ~(onte Ccngio, and.irono ad unare ,·iolcntcmcme contro le posizioni della ,1111stra cli val Canaglia (m. L., m . Zoveuc, m . Magn:tboscbi) per cerc:in.: ti, aprir,i il passo ver so b pianura. Su l L. si combmtè accan itamente il giOrno 6 cd il giorno 10 giugno, e le nostre fanterie (brigate Piemonte e Forlì, fra le quali era il I bgl. finanzieri), COllle5ero tcnaeemenre ,I possesso del

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estremità della penisola del Monte Santo (Calcidia). Nel

72 a. C. ebbe luogo la battaglia di L. tra Lucullo e Mitridate (lii ~uerra di Mitridate). Nel 926 d. C . fu combattuta una battagl ia navale fra Turchi e un rinnegalo per nome Leone, con 50 navi bene equipaggiate: la b,lllaglia fu vinta cbll'ammir. greco Giovanni Radinos al servizio dei Turchi. :-/ella Guerra di Candia (1656) tra Vcn~-i;iani e Turchi, r!opo che i Veneziani ebbero occupato l'isola di T c:nedo, si dil'essero a L.. per con<.1uistarvi un seno di r icovero per sverna re; dopo otto g iorni d i lotta l'isola fortificata si arrese . 1 Veneziani vi fecero mollo bottino. Nel 1770, ndla guerra Russo-Turca, la Rotta Russa siabilitasi nell'arcipelago assediò e prese L. L·occupazionc dcll"isola scrvl :1i Russi per un buon posto per svernare. Nel r807 davanti ali 'isola ùt L. fu combattuta una accanita battaglia che durò otto ore, fra Russi e Turchi; e si concluse con la disfatta dei Turchi . i quali perdettero cinque vascelli. Altra sconfitta ~uhirono i Turchi nel 1823 dalI ·ammiraglio greco Miauli,.

Lcmrr<:ier Alfredo

La line-a nel bo:ico del m. Lemcrlc, tenuta d3i Fi.n~tnzier-i (Giugno 1916)

monte all'avversario; la som m it/1, per poco sgom berata ncIL, giornata del ro, fu sollcciramcntc r ioccupata da u n bri llante contra ttacco della brigata Forlì. Tornarono gli Ausmaci all'attacco ne, giorni tfal 15 al 17, e; nuovamcmc riuscirono, il giorno 16, a riporre piede sulla sconvoh~ vctt~l <lei 111ontc, i11a ancora una voh l ne fL1rono ricacciati d al tlcciso slancio delle t ruppe della 30" divis . E fu con questi Yani attacchi che ,i anelò spegnendo la famosa « str:,fc expedition • austriaca.

Lemno (o S1aiimc11e). Isola nell'Egeo, una de lle Spo• radi , quasi

equidista nte da ll'entrata dei D:mlanelli e la

Lcnchnntin Luigi

Lenchantin (Lt!igi). Generale. n. a ~tentone, m. a Firenze (1859-1924). Sollot. del genio nel 1878, frequentò la scuola ri i guerra e pa,~ò nel cor po di S. M. Fu inse, g nante alb Scuo la d i p,l1crra . Colonnello nel r904, CO• ;nandù il 1ù" rc;;g. fanccria, indi fu rapo di S. M. del Il C. d':\., e poi capo uflicìo reparto intendcn'l-'I ciel comando del rorpo di S. M. t.fagg . generale nel 19ro, fu direttore gt.:nc:r;,d e dei ~ervizi logistici cd anun inistralivi del oninisrero della guerra , cd in tale gualità an dò poi in TripolitaniJ. Dopo ebbe il comando delb brigata Umbria . Ten. generale comandante l:t divis. di Firenze nel 1<)15, dal maggio al luglio 1915 comandò in i:uerra la 15• chvis. Colpito d:, sincope, ']Uandc, si ristabill riprese il comando della d i vis. territoriale d i Firenze e lo te11 ne sino al 19 r8, anno ìn cui fu posto in I'. A. ;,..:cJ 1923 ebbe, nella ri.crrn, il grado d.i generale di dl\'IS. Pubblicò un trattato ,ulle « Vie e mezzi di comunicazione ,,. Lencisa (Ca11,illo). P:nriotta , n. a Nov i Ligu re, m . in Polonia (1825-1863}. Frequentò l'Accademia d i Torino, ma ,i trasferì presto a Parigi dove entrò nella Legione ,1ranicra e combatt~ in Algeria. Nel 1S50 tornò in Italia e collaborò su argoment i mii. a giornal i e rivilte . Partccipb alla ca mpag na del 1859 nei Cacciatori degl i /1ppenni11i come capitano, e poi come maggiore di un bgl. toscano eia lui organizzato. Con lo stesso grado rimase ncll"escrcito fino al 1862. Andato 111 Polonia, panecipò alla nvoluzione del 1863 e cadde il ,., ollobre a Zicluno, combattclldo contro i Russi l'alorosame nlc.


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l.c11cùa Fa1<1ti110. Generale, n . a Nervi, m. a Torino (18~7-1890). Partecipò alla campagna del 1848, nella quale divenne sottolcncntc. Capitano dei g ranal icri, nei 1860 lasciò l 'esercito per seguire Garibaldi. Ritornato nell'esercito nel 1862, d ivenne colo nnello del 35" fanteria nel 1875, e fu promosso magg. generale coma ndante sup. dei distretti del 5" C . d 'A. nel 1884. Nd 1889 andò in P. A. Partecipò alle campagne del 1848, 1849, 1859 meritandosi la menzione onorevole a Palestro, ·a quella del brigantaggio cd alla guerra di Crimea. Pubblicò una monografia su « Pasquale Pao li e le guerre di Corsica.

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Lenormand. Armaiuolo francese di Parigi. Nel 1820 costrul una pistola a rotazione con cinque colpi . Lens. Città della Francia, l'antica Lemi11m o l~nd1m1, nel d ip. del P as-dc-Cah1is. Venne fondata da un proconsole romano. Durante i secoli XV e XVI fu ripetutamente assed iata da Fiamminghi e Francesi. Nella guerra mondiale fu teatro cli sanguinosi fatti : fu semidistrutta, perduta dagli Alleati e poi ripresa nella grande avan?,ata. {V. Anoil). I. Assedio di Lens (1642). Appartiene alla Guerra dei T rent'anni . li 19 aprile la piazzaforte di L. si trovava senza difesa pcrchè le forze francesi erano impegnate a S. Quintino ed a Pùo nnc, e il governatore dei Paesi Bassi, Francesco de Mello, in tre giorni d'assedio prese la città; il governatore d i questa venne decapitato.

Lenders-Lambin. Co,uuuori, tra il 1860 cd il 1865, cl, un fucile con otturatore cilindrico e coll"accensione della carica con sistema ad ago . Il cilindro otturatore, era provvisto di una sporgenza che andava ad allogarsi in un incastro della culatta, assicuran<lo così la chiusura. Il cilindro era manovrato col mezzo <li un manubrio girevole e scorrevole. Sulla parte superiore della canna ed all'altezza del fondello della cartuccia, eravi un foro per il quale passava un ago trnl'tcnuto e sollevato da una molla situata lungo la pa, te superiore della canna verso la bocca . Una cartella co n cane a pe rcussione determinava 1·acce11s,onc ,klla carica , battendo sopra la testa della molla nel punto ove ernvi l'ago, il quale a sua volta entrava, colb sua punta, nella cartuccia e dava fuoco all'innesco e questo alla carica . L'ago era subito tirato in allo automaticamente dalla sua molla. Lcncisa FaU5tino

l'iozzaforte di Lcns (sec. XVII)

F ucile Lcndcrs-Lombin, mod. 1865

I l. / /ssedio di Lens (1647). Appartiene alla guerra dei Trcnt"anni. I Francesi sulla fine del settembre posero l'as~cd io a L. sotto il comando del ma rese. <le Gassion. La cinà era occupata dagli Spagnuoli sotto il coma ndo del. l'arciduca Leopoldo. li maresc. de Gassion fece aprire t rincee e sorvegliare i passaggi, perchè non ,,i potessero transitare le truppe che l 'Arciduca aveva mandato a chie• dcrc in soccorso della città ; infatti poche truppe poterono entrare in L., mentre il resto dovette ritirarsi. Mentre il

maresc . de Gassion sorvegliava i lavori di trincea, vcnnt:

Lendinara. Citt:i in prov. di Rovigo, su ll"Adigetto. Durante le lotte comunali, fu asst1lita, presa e d i~trutta nel 1246 da E7,:,clino III da Romano; disputata fra Esten,i e Carraresi, fu in potere degli uni e degli -altri più volte altcrnatirnmentc: in fine fu occupata dai Veneziani e seguì k soni del Polesine. Mentre apparteneva agli Estensi, venne da Alberto d'Este fatta fortificare con terrapieni, nei quali si aprivano qua11ro porte turrite. Ebbe anche una rocc'a , precedentemente a quest'epoca, che durante le lotte c ui acccnnan1mo fu più volte assetliata .

Leningrado. V. Pie1,-ob11rgo. Lenk. Cannone austriaco , con rigatura a spirale, adottalo in Austria dopo la campagna del 1859; durò poco,

avendo presentato diCctti, e venne sost ituito dal tipo fran cese La H iue.

Lono. Nave cisterna per acqua, varata a Venezia nel 1923; lunghezza m. 32.15, larghezza m . 5. 97; dislocamento tonn. 281; macchina HP. 200, velocità migli; 9.

colpito da una fucilata alla testa e fu portato ad Arras dove morl. li m archese de Villcquier continuò I 'asscd,o in attesa dell'arrivo del nuo,•o comandante, maresc. de Ran · tr:tu: questi il 2 ouobre int imò la capitolazione agli assediati, che <lopo no,·e giorni di strenua difesa dovettero cedere. III. Ba11aglia di Le11s (1648). Appartiene all a g uerra dei Trenta anni. Il principe d i Conde:, dopo a, er ,·into a Rocroi , dires,c le sue t n 1ppe nell'Artois , dove a / ,, si t ro• vava l'armata imperiale comandata dall"arciduca Leopoldo. li 19 agosto i Francesi sul ma ttino si t rovarono di fronte ali 'armata nemica che occupava le alture: infor matosi il principe delle fone nemiche, credeu c oppor111no non dare battaglia anche pcrchè le sue truppe erano stanche cd affa. mate . Ma nel ma ttino seg uente, l'arciduca , avendo visto che le truppe francesi si dislocavano, credette ch e si ritirassero e mandò la sua cavalleria ad inseg uirle: avvenne uno scontro con la retroguardia francese che vi ebbe la peggio. li dislocamento era stato ordinato dal Condé per motivo di appro,·vigionamcnto : egli o rdinò le sue truppe


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in ordine d i battaglia e fatto dietro-front si d iresse verso L. L'armata francese disponeva di circa 16.000 u. (12 batt., 15 sqdr., 18 pezzi). La cavalleria leggera era scaglionata su due fi le fra le ali : 17 sqd r. alla dr. e 16 alla sr. La fanteria costituiva il centro di cui l'art iglieria copriva il fronte: aveva 7 bgl. in prima linea e 5 in seconda: 6 sqdr. d i cavalleria erano intercalati fra essi . Nella r iserva erano 600 cavalieri scelti al comando del d'Erlach. L'armata imper iale era d i 18.000 u., con 38 pezzi. l 16 bgl. e i 62 sqdr. che cost ituivano l'esercito imperiale erano schierati su due linee con una riserva. Quando l ';.rciduca vide avanzarsi in perfetto ord ine di b,itraglia le truppe del Condé, fece aprire il fuoco della sua artiglieria, ma non seppe approfittare della posizione dominante e della superiorità numerica dei suoi pezzi, e i l tiro fu inefficace. Gli Imperiali sferrarono un attacco generale, portando qualche disordine nelle file nemiche; ma il Condé con l 'esempio rincuorò i suoi saldali , ricordando loro a. gran voce la vittoria di Rocroi, e la prima linea nemica venne infranta.

Lentini. Città della S icilia, in prov. di Sirncusa. Vi sbarcarono nel 415 a. C . gli Aten iesi, g iuntivi con 20 triremi ccndotte da Alcibiade, durante la lotta cont ro Siracusa. Nel 214 subì un assalto che appartiene alla seconda guerra punica, e fu d i primo impeto mandato a rennine dal console M. Claudio Marcello e dal pretore Appio Claudio, i quali menarono orribile strage di 2.000 clisertori. Causa d i q uesta fazione di guerra fu il disracco della città dall'alleanza romana a favore dei Cartaginesi. Nell'847 fu presa dai Saraceni, cui invano la d isputarono i Dizanr.ini. Lemini Alaimo. Capitano sici liano de l sec. XIII. Capitano del popolo cli Messina, difese valorosamente la patria minacciata dalla occupazione d i Carlo d '1\ngiò sulla fine del scc. X III.

Lenze. Erano <letti così, nel sec. XVII, portavano sulle spalle i dr~goni piemontesi.

co rdoni che

Lenzen, Città della Prussia, non lungi eia lkrlino, presso l'Elba, fort ificata nel medio evo . Nel 929 vi si combattè una banaglia che appartiene ali 'insurrezione delle t ribù slave dell 'Havel e della Sprea, e fu combattuta c vinta dal conte Dernardo, agli ordini del re Enrico di Ger mania, contro di loro. Lenzi (Francesco). Generale macchinista della R . M., n. nel 1862, entrato in servizio nel 1877, prnmosso magg. generale macchinista nel r917, collocato in P. A. nel 1922, promosso ten. genera le ispettore per la d irezione delle macchine nel 1925. Prese parte alle campagne d i guerra del 1916-17-18 e fu giudice effettivo presso il T r ibunale Supremo d i guerra e marina dal 1921 al r922. Lenzuolo bianco. Venne così denominato dai nostri soldati un tratto dd desolato settore d i Oslavia, perchè vi campeggiava il candido ed unico 111ur o superslite d i una casa diroccata, che dava da lootano l'impressione di un lenzuolo bianco posto ad asciugare. Fu teatro di sanguinosi combattimenti nell 'autunno del 1915, e poi nella battaglia vittoriosa dell 'agosto 1916, che, con l'es11ugnazione d i tutta la cortina d ifensiva Podgora-Oslavia-Sabotino, determinò la caduta d i Gorizia . Leoben, Città della Stiria, sulla Mur. Il 18 aprile 1797 vi furono

stipulati i p reliminari di pace fra • Austria e

Francia, dopo la viuoriosa ca.mpa.gna napoleonica. Venne

Battaglia di Lens (1648)

Ma g li Imperiali, contando sulla loro superiorità numenca , si rianin1~nono; avevano ancorà squadroni intatti che. servirono per riorganizzare il resto e sostenere valicfan1cntc il

combattimento. L a mischia riprese più che mai violen ta, con a lterne sanguinose vicende: il Condé stesso fu in scrio pericolo, qu_ando a))parve la cavalleria al comando del d "Erlach, che rialzò con una opportuna carica le sorti dei Francesi. Il restante delle truppe imperiali abbandonò k alture e si gettò ne lla mischia, ma la fanteria francese resistette e poi cont rattaccò energica mente ; gli Impeciali presi dal panico ,•ennero sopraffatti. La loro resistenza fu meno lu uga e g loriosa che a Rocroi, ma la disfatta fu pi,, sanguinosa . Essi lasciarono circa 5000 prigionieri, 3000 morti, l'artig lieria perduta e perd ute un centinaio cli band iere. I Francesi e bbero 1500 u. fuori combattimento. La città di L . fu presa ; l'arciduca Leopoldo riuscì a g uadagnare Douai col resto della sua armata.

· a L. stabilito che si sarebbe tenuto un congresso per: trattare la pace definitiva tra F rancia e !Ìnpero germanico, sulla base dell'integrità dell'Im pero german ico .stesso. L'Austria rinunzia ai suoi d iritti sulle provincie belgiche e riconosce i limiti decretati dalla Francia, la quale, alla pace defini tiva, risarcirà } 1 Austria, in mo do conveniente. I Francesi sgombreranno 1c provi ncie austriache occupate . L'Austria

cede la parte dei suoi Stati in lt alia che t rovansi al di là della destra dell'Oglio e del la destra del Po, a patto d 'esserne r isarcita col territorio veneziano compreso fra l 'Oglio, il Po, l 'Auriatico e i suoi Stati ereditari, pit1 la Dalmazia e 1'Istria vcnc1.i:-1n:1. Il territorio veneziano compreso fra

l 'Adda, il Po, l 'Oglio, la Valtellina e il Tirolo, apparterrà alla Francia, la quale rin unzia acl ogni diritto sulle tre Legazioni della Rom agna, di Ferrara e di Bologna , acquistate col t rattato di Tolent ino ; q ueste (eccetto la fortezz.a d i Castelfranco) saranno cedute alla Repubblica di Venezia quale compenso delle perdute provincie. Gl i Stat i italiani ceduti dal l'Austria e q uelli veneziani acquisrati dalla Francia formeranno una repubblica indipendente . L 'Austria non si oppone alle disposizioni prese dalla F rancia col duca d i


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Modena relat ivamente ai ducati di Modena, Reggio, Massa e Carrara, a palio c he n ella pace gene rale il detto d uca o ttenga u n equivalente compenso. Con q uesto trattato ha te rmine, dopo sci campagne, la prima guerra della r-rancia rivo luzion a ria contro l 'Austria, la quale sacrifica lo Sta to p ii, a n tico d el l'Europa, me nt re la F rancia rivo luzionaria, che mira a stabilire il governo repubblicano in tutta Europa fa la pace, coll'abbandono di u n 'altra repubblica al d on1inio cl i un m o n:1rca.

Léogane. Borgo nell'isob della Guadalupa. li 22 dicembre del 179 5, durante la lotta nel mare delle Antille tra Fra ncesi e Ing lesi, u n corpo da slx,rco di q uesti ul t im i, ,1mmontantc a 3200 u . e guidato dal gen. Bowyer. investl L. da terra, mentre l'amrnir. Parker la batteva cl,, mare con i ca n no n i d i un a numn osa flotta . Il forte ça-l ra . d i L. , bene armato, fulm ine', k navi e le costrinse l r itirarsi al largo. Un breve e debole tentativo d 'attacco. fatto dal corpo cli sbarco, fal!ì ugualmente, e il generale Bowycr fu co.m·cuo a tornare a bordo con le sue t ruppe . abbando na ndo l' im presa.

Leogra. Bauaglione alpini ,, Val Lcogra ", costirnito nel febbraio 1915 per la gue m , italo-austr.,,ca, colle cp . 259, 260 e 261 cd assegnato al 6° regi:;-. :d pini . Ebbe iniziai mente anche le compagnie 93 e 1o8. cedute nel novembre 19,5 al bauaglione ~.f onte Jkrico d, num·a cmtituzionc. All 'in iz i() d ella g uc , rn occupò il Pasu bio; concorse po i all 'occupaziouc di M. Maronia sull'ahopiano di Folgaria e di Piazz,1 in \'al Terragnolo. Partecipò nel maggio l<Jl6 alla difesa dei pa,si di Xomo, della Horcola e di C,11npogrosso in Vallar,a, Conqu istò il 23 lugl io HJ16 il M . C imonc cd Arsiero, meritando la mcd. cl':irg. al ,·alor mii. Durante l'offensiva Austro-Tedesca dell'ouobre ,917 il Val J .cogra si ,,cca uì in stren ua resisten za a h1o nte Maggiore..:, a lvf. Aperto, a Travesio cd a M . Plcn, ma, sircmato di forze, fu ~cio!to il 30 no,·cmbrc 1917 e le sue compagnie passarono ai battaglioni Vicenza e M, l.lcrico. La moti,az io ne d ella med. d':trg . dice: « l i ba uaglionc Va l Lcogra , vincendo d ifficoltà cli terreno ntenutc insormoutabili e la tenace rcsisten7-1 del nemico. in unione ad alt,i reparti. conquist:tva con f1udacia e te-nricia sovi um ana I 'i1r1pcn ·io M . C imone cli /\r, icro, mantrnw dolo sa ld amente a prezzo cli un largo e generoso tributo di sangue "· Leonardi Cattolica (Pasquale) . Am m irnglio, 11. ,1 :--Japoli, m. a Roma (1854-1924). Entrato in servizio nel 1868 . fu promosso contrammir. nel 1907, viccammir. nel 1911, collocato in P . A. nel 19 17. Fu anche libero docente in Astronom ia n ella H. U oive rsit/, d i Ge nova. Sc nntorc n el 1910, fu nominato Cava liere dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata nel 1912. Fu Ministro della Marina d,il 1910 al 19,3 e I'rc,iùcnte del Consiglio Superiore d i Mari na nel , 916. Lasciò un " T ratta lo d i Navignio nc ».

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toriosa ba ttaglia della guerra incontrava morte gloriosa sulle trincee d el Pertica , alla cui conq uista egli aveva impavi damcntc condotto i suoi arditi . Era già decorato di mcd . d'arg. al valore; dopo la morte fu conferita alla mcmona del p rode capitano quell a d 'oro, con la ~guc nte mot ,Yazion <.::

• Capitano in un reparto d'assalto, dotalo di altissimo a rd imento e di nobifo,i111e virtù d i patri,,ta, in aspra loua. sotto il fuoco micidialissimo e in tragiche a zioni di corpo

a corpo. conquista,·2 con i suoi arditi tnunitissima

p<ht

zionc nemica . Ferito alla testa non si allontanava dal suo posto di cnmbatiimen to , rima nendo SCl11J)r c l'a n ima e il forza incitatrice pct" resistere ai reiLcr(tti con trattacchi nemi~·i. Colpito mortalmente, non cessò di incitare l'impeto dc, suoi finchè esalò l'ultimo respiro ». (Cima Peri ica, , 91~)-

Leonardi Cattolica

1..conardi \'jttorio

Leonardo da V i ne i. Artista e ,cicnziato ( 1451-15111). Si ocnipò anche di fortificazione, pcrchè. scnvcndo sulk artighcrie, propo1r modific1✓ioni alle cinte ct1Hiche, tantn da poter essere consideratt> uno degli a u tori della Scu<Jb i talia n a di fortific:izione ckll'epoca moderna . Negl i <critri e nei disegni di L. tro,·asi il fiore dcll'arcbitrttura militan· dell'epoca : r ivellini triangolari e semicircolari; difese a ean to ni , qw1dr~tte, r<Jtoncfe; r ccinli stel lali o (:0111 torrioni pc.:r breve sp:izio distaccati dagli angoli; casarn:mc staccate d i pianta poligonale; cavalier, di varia ahnza nel primo e secondo recinto; fossi doppi con :ic.:qua e senz:1; $peroni d1 <czionc trapezoida le e dental i nel profi lo pcl rivc,timc1110 dei terr:,picni; spahi, ccc.; quanto ,\lbcrto Durer propo,,· nel trattato scritto nel 1527. trovasi già, e con maggior sviluppo, nel « Codice a t la ntico » del N"strn . De l quale i disegni e le note sono suflicicnti per f.irlo compn·ndcre anche tra gli ingegneri che posero le ba<i della teoria sulle rninc moderne. Una ,cric cl, d isegni riguarda , Carri (V .) a r mati; altri cspongonn ~trtig licrie caricantesi d:l lla cu latta .

L,:011aJ'di Vittorio. Medaglia d'oro, n. a La Spezia oel

1895, caduto nel 1918. Studente cl i ragwneria, si arruo li, ncl l'eserciw 11d l 'imm i11enza della guerra co nt ro l'Austria, d i c ui era stato uno dei fautori più ardenti. Dopo aver frequentato un corso allie,•i ufficiali di complemento, di\'Cnne sotto!. c1 i fa nteria nel lugl io 19 15, e raggi unse su bito in linea il rcgg. cui era stato :issegnato (212) . Promosso successivamente tenente e capit..mo, con qucsl 'ultin10 grado p assò in un IJgl. di « fiamme nere » (il XVIII), n elle c u i fi le confermò le sue mag ni/ichc gualit,ì di com battente g ià spiegate a Plava, sul Carso e sul Pasubio. nella q uale ultima località era staro gravemente ferito. Nell'ultima vit-

l'\- ave da battaglia • Leonar do da Vin ci •

Leonardo da Vinci. :--:ave da battaglia di 11. classe, varata nel ca n tiere Ode ro d i (;enova, ed e ntrnt:1 in servizio nel 1914. Lunghezza m. 176, larghezza 28; d islocame1110 tonn . 23.138, macchine H l'. 32.300, velocità nodi 21; suto maggiore 3➔ , eq uipaggio 1018; armamen to X 305, VI 102;


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due !anc,a;1lun. Il ~ ago,to 1<,11&. mentre ;i trcffa,·a nel Mar Piccolo di T aranto, avvenne liii incendio ndle mun,. zio ni che ne causò I'affo11clamento . Dopo la irucrn1 lo scafu venne recuperato, ma la 11ave fu r:tdiata (1913).

Leoncin i (Oreste). Generale, n. a Livorno, m. a Mi lano ( 1861-1929). SotlOl. del gc11io nel 1879, fu per molli .anni addcu o all'Ispellorato generale dell'ar ma. Nel terre-moto del 19o8 meritò la mcd. cl'argemo di benemerenza. Colonnello nel 1912, fu addetto all'ufficio centrale del genio mii. del la Marina. Magg. gencr:,lc nel 1916, fu coman<.lante del gen io cielb w na Carn ia e poi del Xli C. d "A.; quindi pa,.,.\ comandante del genio della 3• annata, ,neri tandmi a Motta di Livcnza la mcd. d'argento e sull'AI tipiano Car~ico la croce dJ cav . dell"O. M. S. In P. A . $. nel 1920, chhc nel •~23 il g rado d i gcn. d i divisione.

e d , ardire. Le riscr\'c im iatc,:lr accort.rmcnte impiegava. tìnchi: col potente aiuto della nostra artiglieria. vide egli stcs.u i I terzo giorno coronati i suoi sf<w,i con la completa rotta delle forze nemiche,,. (Sobcr - Vertoibizza - 10- 13 ottobre 1916).

Leondari. Horgo della Grecia. nel! ' i\rcadia, territorio d i Mq::a lopoli. Qualche testo la chiama Ccuttra d'Arcadia . \'i " wolse nel :1.27 a. C. una battaglia che a ppartien e .,IIJ rn,ì detta Guerra ClcomcnicJ. e fu combattuta e ,·intJ da Clcomenc III , re di Sparta, contro la Lega Achea "gh •ndini <li Arato. Causa d i questa guefl"a cm stato l"acciuistn. da park degli Sparrani, d i M antinea, Tegea e Orwmcno nel 228, e l"occupaz,one di Belmina del 227 a danno della Lcg.i i\chca. !\"cl 1397 "' avvenne un'altr.1 hattag lin. fra i Tlll"chi e il principe Teodoro di Misitza, il <1ualc. battuto, divenne tributario dei l" incitori. E una tcr:r.:i battaglia ,i combattè prcw> L., nel 1459, fra il principe Tomaso Palcologo dd Peloponnc,o e i Turchi: ,I p rìm:ipc rimase vint.:itorc, ma po~o tempo dopo Maomc.:llO Il ~onqui ~tc\ tutto il Pclopo111H:~o cacciandone i signori cri, ~uarn.

Leon. Cm,ì dcli., Spagna, capo!. della prov . omonuna. e dell'antico regno, pure omonimo : è l 'antica f.cgio sep· 1111111 grmi11a, legione inslituita da Galba. Fu presa dai Got i nd 540 d. C ., quindi dai Mori acl 7r7 d. C.; (u ricon,1t11,rat,1 nel 719 da Pelagio e cl., qu~ti fortificata. Ass,·dio di lco11 (<J83 d. C.). :\pparticnc :dia guerra de, i\·lori con tro i Cri\tiani . .-\lm:111zor. che aveva rivolto le ~•nni -:untrc, il fCJ.!ll<> d1 Leun, c:oinparvc con un fortissimo.

Leoncini Oreste

I .concini

1\Jc,lfo

Leo11<i11i Adolfo. ~kd:,glia d'oro, n. nel ,P6; a Porto

ferraio. UOiciale in servizio atti,·ot iniziò la

!>Ud carricr.1

nel corpo dei bersaglieri. Dopo aver frequentato , wrsi dell.1 Scuola d i gl1erra passò nel 51' rcgg . lanlcria. c,,1 qu~lc ;indò in Libia. Torn~lO <Juindi nei bersaglieri. pJrtì per la guerra nel 1915 al comando del -;" bgl. ciclisti. Da ten. wlun nello ~·hbe il comando del 71" fanteria, t<xcando I., , ua prima ' ferita nel ;err ore d i O,lav ia . l'rnmosso culon ncllo, passò a comandare il 116° fanr. (brigata Trc\'lsu) alla testa del quale, nel scuore dei Soher, prc,\O C,oriziJ. guadagnò la mccl. d'oro. faa gi:'1 ,lccoraro d, una mcd . d i bronzo guadagnata in Libia nel 1912 e d i un "altra, ptll"L <li brnnzo, conferitagli sul Carso, nel 1915. Su,· n:s.,i, amcn :c. quale comandante di una brigata bersaglieri nella hattagl1.1 della Bainsizza (agosto 1917). ottenne la promuziun,· .,

esercito ,otto le mur,1 della cittò di /. . nel 983. Es:.a era ben m unita di ba,tioni e d i torri e di salde porte d i bronzo. ma non poté w,rt'nere )"assedio per quanro oppones,c u11;1 fiera rcsi,tcnza. Orribile iu il macello compiuto dai Mcm che entrati adla città la posero a sacco. 1\ lmanzor voleva far d istruggere lulli i bastioni, ma tanto e rano saldi che solo un.i parte fu distrutta. l" poco dopo i Cristi;,ni rioccupa\'ano tutta la rt·gione. che divenne la c.rpiulc del primo regno rmtiano aclla penisola ilx·rica.

Leone. Esplornt<ll"C kggr rn, varato nC" I ca ntiere 1\n,a)do a Sesrri Ponente ed e ntrato in ,ervizio nel 1918: lunghc1.z.1 m. 112, larghezza m . 10, di~locan1cnto 1onn. 2195: m~il··

ma5g . gt.:ncr:de per mcl ito di guerra ed lma mcd. d'ar gelllo; curn,111dante d i d i,·is . sul l'ia"c e su l c; rappa, fu decorato della croce d i ca, ., prima. d i uff. poi. nell'Ordine mii. cli Sa,·oia. Dopo la guerra com.111di, le di\'i,. lllil. territori.di d i Pola e di Palermo e fu p.i,,ato nell.1 r iserva nel 193 t col grado d i generale d i C. d ' i\. La mo tivazione- Ji med. d'oro così si csptilnc: Comandante di un rcggimcn!CI di fanten,1. prcpar.,, J con g r~ndc perizia l'attacco di una forte posizione ncrnie,1

ft

F.splorntor·t!

o Leon e »

e lo dirigcv~l con pari ardin-H.:n1 0. Co nqu istat:lb di primi 1

china 111'. 41.000, , elocità nodi 35; armamento guerrc,co cannoni Vlll- 180, Il jG, lanci,rsiluri 2; Srato Maggiore 9. equipaggi,) r37.

impulso, con pronta mo;sa personalmente guid:na, parnva alle prime mrnaccic av,cr.arie. Per tre giorni incrollabile sulla posizione d i fronte ai continui contrattacchi cd ,11 violenti tiri di artiglieria avversaria~ in tutti trasfondeva, col suo valoroso contegno, la forza e l 'energia necessaria a lrooteggi:irc la situazione. Ferito, non , i ritirava dalla lotta, ma, fulgida figura d i eroe, rimaneva imperterrito sulle prime trincee, esempio a tutt i di rneravig liu,a ten acia

Iaaeo11c L'ancaldo . l::splora1orc che fa parte di un gruppo di 12 navi gemelle. dette dei • Navigatori •· È stato varato dai cantieri del Tirreno a Ri,·a Trigosu nel 1929; dislocaménto ,, standard " tonn . 654; lunghezza m . 107,28, larg hezza m. ro,20; velocità 38 mig lia. Ha un apparato motore della potenza di circa 55.000 HP., a turbine Parson, ed a combustione liquida, :i. elic!tc, 4 caldaie a nafta. Ar 111ament0: VI 1:1.0/50 in t re impianti .binati, _sistemaci sul


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piano longitudinale della nave, uno binato , u l castello a proravia del ponte di con1ando, uno binato al cc.:ntro1 uno

binato sul castello d i poppa ; t re m itragliere da 37 mm . aa . di cui due sistemate sui fianchi della nave e la terza nel piano longitudinale a p roravia dd g ruppo prodiero d i lanciasiluri; 2 mitragliere da 12,7; 2 lanciasiluri binati da 111111. 533 situati in due stazioni su piattaforme girevoli in coperta. Stato maggiore ì, equipaggio 167.

LEO

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Leone d, Zii/,,.inge11. Ord ine cavalleresco crealo ne l Badc" nel 1812. Compren deva <Ju,ntro classi. Nasu·o verd e orlare> rl''1rancione . Venne sop presso dopo la guerra rnon,fo1lc .

Leone lii, /' !,aurico . Imperatore d 'Orie nte. Sall al trullo ne l 717, cacciandone Teodoro III. Vi nse g li Arabi che lt'ntava11u <li prendere Costantinopoli, ·e arrcslll le incursioni d ei Bu lgari, Morì. nel 741 , Leone V, lmp<::ralorc d 'Cric1nc , Salvò l 'impero sconfiggendo i Bu lga ri che si lT~mo fatti 111inacciosi . Regnò dal!'813 all"820.

Leone Fl. Imperatore d 'Oriente. Regnò d all'88G a l 9 r2. Sorto il suo governo la Sicilia fu perdu ta per opera degli Ar~1bi . Lasciò un Trattato di tattica •>, nel quale si parla Ji ~i roni lancian ti fuoc:o . Leone da Tripoli. Ammi-

Ordi11e del L-ton J-Hanco

(Cecoslovacchia)

Ordine del Leone e Sole (Pt,r,ia)

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raglio saraceno del scc. X Greco rinneg ato, fu .1! .ser

Leone d 'oro. Ordine cavalleresco, creato nel 17ìo d~t Federico Il d 'Assia, con una sola classe, portata a quattro pi ìt tardi, e infine ridotte ancorn ad una . Ven ne sopprc:-... u dopo la guerra mond iale .

vizio del re Scird, d i Cre1,1. Prese Salon icrn nel 904: ,coo fissc nel 911 J'ammir.

Leone d'oro. Ordine cavalleresco, fonrlato nel 1858 ,Ld d uca ri i Nassau . scompa rso nel 1866 quando il ducato fn assorbito dalla Prussia.

bizantino lmerio;

fu

\Con-

i-itco daH'alr rn amm ir . l,i,can-

tino Rad rno. Leone Gaspare. Generale . n . a Pa lermo nel 1862. Sottorcn . d i fall tcria nel 1882,

parr ecipcJ alle campagne !i~ bic he del 19r3- 19 J,J . Colonnello nel 19 15, con ,andò nel la guerra contro l'Austria il r37n fonr-eria mcrirnndo~ì la mcd . d'argento sul monte Cimone (1 916). Dal t9r.G al 1918 comandò la brigata Acqui, divenendo magg. ger1t.~r~tle nel 1917. Nel 1918. a Pod Korite, si g uadagnù una scconrb med. d'argento. In P. A . S. nel 1920, ebbe il grado di ge ne rale di d ivis. n el 19 23, e fu collocato a riposo nel 193 1. J,.A;one G aSJ'.>are

Leo11<' e Sole. O rd ine cavalleresco, istttuito in Persia nt.l 1808. Con1prcndcva due dassi . Si ch iamò allora Ordi111· dei Sole; più card i prese il nome c he conserva ancoro .11 . tua lmcnrc e le classi furono po rtate a ci11que. Nastro \'Crdc.

Leone Neerlundese . O rd ine rnvallcresco, fondato nel JS 15 dal re Guglielmo I. l.,ompn.:ndc lrc gra.di . li naslro è azzu rro con <lue line :1rancionc. 1.J di,·isa: (~ V1ri.us nrihilitat n . Leone Norvtf<CSl'. Ord ine cava lleresco, fondato ne lla S,·c~ia nd HJO.J . !➔a un solo g ra do, quello d) caval iere, e d i <.Jucsli possono t·sscrne nomi nari 5olo e.lodi-ci.

Leone A n uro. Generale, n . a Roma nel 1876. Sottot. d i fa nte ria nel 1897, freq uen tò poi la scuola d i guerra . In L ibia si m eritù la mcd. d i brouzo a l combattimento di Sidi Abdallah ( 1912) . Passato nel corpo d i S. M ., partec ipò a tutta la guerra contro l'Au stria divenendo colonnel lo n el t917. F u capo u fficio intendenza presso il Co mando Supremo ( ,918). Lasciato il serviz io attivo poco dopo la guerra , fu prom osso generale di b rigata in t\. R. A. nel 1929 . Leone Bùww . O rd in e cava lleresco, creato in Cecoslo vacchia nel 1 9 12. Com p re nde cinque c lassi, ed è con fer ito a suddit i stran ieri ben emeriti verso la repubblica. - Anche u n a medaglia d el L. FJ. /: stata istituita ne llo stesso a nno e per lo stesso m otivo.

Leone del Lù nburgo-Lussembttrgo di H olsteù1. O rd ine cavallere sco, den o anch e ,, del Merito » , creato ne l ducato nel 1818 e d iviso in tre classi . Cessò d i esistere nel se (olo scorso. Leone del l'alatinato . O rdine cavalleresco, creato in Bavie ra nel 1ì78; com prendeva una sola classe e veniva con ~ · ìerito soltan to aJla 1iobiltà , F u sop p resso n e l 1808.

Ordine del Leon d 'oro (Assia)

Ordine del L,eone di Zilhringen (B adcn )

Leonelli (Renato) Generale macchinista , n . n el Entralo in serv izio nel i 879, fu collocato in P. A. ·nel 19 r~. promosso brigadiere gen. 1nacchinista nel 1920, magg. gcn. 11cl 1923, generale vice ispettore per la direz ione delle chine n d r923 . Ven ne colloca lo a r iposo nel 1927. parte alle can1pagnc di g uerra 1911 · 12 e 1915- 17.

Leone/li Vincenz o. Generale, n. n el 1868. Sottot. nel 188i, percorse la carrie ra in fante ria e lasciò i I ser\'izio attivo nel 1920 co l grado d i colon nel lo . Nel 1923 fu -pro· mosso g enerale rii brigata in A. R, Q.


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Leonessa. 15• legione del la 'vl.V.S .N., creata a Brescia 1° marzo 1923, ;1glj urdini di Augusto Turati, su sei coorti, una centuria cicli!iti, un a rnitraglicri. La sua forza è di circa 250 0 u. il

Leonetti-Luparini (Benedetto). Generale, □ . a Spole to nel 1860. Sottot. di fanteria nel 1892, partecipò alla campagna <l'Africa nel 1895-96. In P. A . nel 1912, fu promosso colonne llo nel 191ì · Nel la riserva e bbe nel 1927 il grado di ge nera le di brigata.

mando degli eserciti imperia li n el Reno e si trovò in lo r,ta col Ture nne in quello e negli anni seguenti. Nel 1648 fu 11om,nato vicerè ùci Paesi !lassi e fu battuto a Len·s dal Co11ui:. Nel 1852 prese Dunkcrq u e, e nel 1657 fu sosti• tui to nel comando d all'arciduca G iol'anni d ' Austria.

Leoni (Mid1cl,·). Ingegn ere mii. veronese d el sec. XVI. Architc110 della repubblica ,;cneta . fu impiegato nella prima metà tk l 1500 alle fortificazion i d i Padova, Legnago e Verona . Leoni C iov~111.11i J:Jatl.Ùta . Generale, n. e m. a Vignola (1843-1923). Sottot. nel 1863, percorse la carriera ne l genio e combattè nella guerra del 1866 . Colonnello nel 1896, {u d irettore d el genio ad Ancona .. >le l 1902 andò in P. A . e nel 1906 nell.a riserva . Fu promosso m agg . generale nel 1908 e tcn. generale nel 1914. Leonida. Re d i Sparta. Mandalo a difen dere contro l 'esercito d i Serse i l passo delle T el'mopili (V.) con trecento Spartani e un m ig liaio d i Tespiani e T e ban i. sostenne a rdit:.tmcnlc la lx1u~glia ; mai preso alle spalle per i1 tradimento d i uno dei suoi . si gettò fra i n em ici battendosi col piccolo pug no cli prodi rìmastigli ai

fianco tutti gli Spartani e parte degli al tri - linch è non fu con <""ssi mas~at~raro da.i Persian i.

Leonza (Compagma della). Sorta Ji ordine , n il. , cost it1tito da cavalieri napoletani nel scc. X IV , a favon: della regina

L L (:onida

Margherita

e

del

fi-

gl io Ladislao . Avevano per tnsegna una leonessa legata a lle 1.ampe. Secondo il Giannone questa compagnia al'reblJt.: in !)c.:guito aiutato anche gli Angio ini .

Leopard i (Alcw11ulro d1) . I ugcgncrc mii. del scc. X VI, de tto anche « Alessand ro d el Cavallo » . Lavorò alle ionili cazion i di Padova nel 1509, conrribuendo al loro rafforzamento, che le mise in g!'ado

d i resistere al! ·assedio d i quelJ"anno. Lavorò anche a lle fortificazioni d i T reviso.

Leopolda. Vin della Toscana, da Pistoia al confine con g li Stati della Chiesa

(Legnioni) presso La Porretta .

Leopoldo lii. Duca d 'Austria (1351-1386): fo in lotta

Ordine del Leone Neerland ese (Olanda)

Ord inc di Leopoldo (Austria)

Leopoldo I. Imperatore di Germania (1640-J705) . Fra i ~uoi general i ebbe il i\1[ou LCi.:HCcol i e il principe Eugenio , che nnor~1rono l'impero con !>cgnalate v ittorie, salvan<lolo

dall'invasione de i Turchi, i quali arrivarono ad ass<:diare l:1 su a capitale.

Vienna, salv,Ita per opera d el Solicski. Ricuperò l'li~ngberia cac~iandonc i Turchi e facendovisi pro-

clamare re {1655). Si batti: contro la Francia nel 1672 e nel 1688 . Sotto cli lui l 'impero " "'eluse i g randi tr:mati cl i Carlovitz. di >!i mega, d i Rysw ic k .

Leopoldo I d"An/1,,/1 Dcs.«111. V . Anl,a/1. Leopoldo. Principe d i Bavie ra, feld ma resc iallo ( 1846-1<)30). Pre$C pa rte a lle guerre dd J866 e del 1870-71 . Raggiunse nel 1896 il g rado d i fcld marcscial ln cd assunse il com ando in capo <le l1·c.:scrcilU hJva rc~c . Nella guerra 1;1;ij1 [ [ 1 1 mondiale ebbe al frnnre or i~nrale il comand o della IX ar tn3rn . l.copoldo Salvatore . Granduca au!>Lriaco>

figlio

dc:l grauduc.:a Carlo

Sa lrntore . n. nel 1863. Percorse l:t

carriera neH 'artiglieria, di cui divt'l1nc ispettore generale . Partecipò aHn g uerrn mond iale batte ndosi specùt lm ente sul fronte o rien t::1lc, :=il co-

mando di arrnata. Leopoldo I. Reggimento napoletano di fan teria . acato nel 1_ì96 ùal duca di Roccaro;nana a proprie spt..:• se. Venne sciolto nel 1821.

Ordine di Leopoldo (Belgio)

Leopoldo Il. Regg imento na!1oletano J i fanteria, creato a Nola nel J 7<)8, al comando del colonne llo Dc Ro bertis. Venne sciolto nel 182 1.

impadro11Ì di Trieste. Venuto in urto con gli Svizzeri, fu da css~ sconli1to e ucc iso a Sempach.

Leopoldo. O rd ine cavnllcrcsco, tondato nel 1808 da F ra ncesco I d 'Austria. Era diviso in tre classi e scomparve dopo la g uerra mond iale . Dava titolo nobiliare :i!Ja per.sona ·cui era conferito .

Lèopoldo Guglielmo. Arciduca d 'Austria ( 1614-1662). Part<'cipèi a lle g uerre del s uo tem p o. Nd 1645 ebbe il co-

Leopoldo I. Ord ine cavalkrcsw, creato nel Be lgio !nel 1832. Com p re nde, ci nque dassi. La decorazione fu m a n te-

Leopoldo Salvatore artiduca d'Austria

contro i Bavaresi , e nel 1379 con tro Venezia; nel 1832 si


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nuta quasi uguale nell'urdinc di Leopoldo Il : in què..ta vennero aggiunte <lue spade incroci:Hc sotto alla corona. li na.stro è di colore amaranto.

Leopoldo /f. Ordine cavalleresco belga, creato <lai re o monimo nel 191>0. Comprende sci classi. Nel centro ha da un lato le armi dello Stato e dall'altro lato due L allacciate: il nastro è azzurro con banda \'erticalc nera . Leopoli (polacco L wo,v, tedesco Lcmberg). Capitale della Calizia, appartenente alla Polonia. Venne fortificata nel sec. XVI per opera dell'io~. mii. italiano Francesco Antonelli. Nel 1919, dopo che era stata incorporata da i trattati di pace alla Poloni:, . gli Ucraini renrarono di occuparla, ma gli abitanti. a5$istiti da alcune ccminaia di sol datt pobcch i, ri11;cirono ., respingere l 'assalto. Ballagli" strategica di Leopoli (24 ago,to-9 settembre 1914). Comprende due fasi: la prima raggruppa le azioni a nord del San (battaglia di Krasnic-Zamo,c) e quelle a cavalle,

della Zlata Lipa; la seconda costituisce la battaglia cl, /.. propriamente detta. 1• Fase: R11tragliti di Krasnic-Zamosc. Nella zona lv, scosa nitre il San, la 1a. armata a. u. (Dankl) il 2 1 ago,tu veniva altaccata dalla 4• armata russa; Dankl manovra per la sua sinistra col I C. <l 'A. cd il 25 s'impadronisce ti, Kra~nic, celllro stradale assai importante, mentre il V 11manc fermo al centro etl il X a destra alquanto arretrJto, per cui a sera la fronte della I armata presenta la forr11a d 'uno '\Calino di cui il V corpo, con fronte a nord, cosi,_ tui,-cc la benna, gli altri due corpi, con fronte ad c,t. le alza te. ll corpo di K11mmcr, dalla .sinistrn della Vistol:1. i: ch ianrnto in frena per concorrere verso N. alla battagli.,. 11)3, Jttaccato da un distaccamclllo russo. è co,1rctto a n piegare \'Crso Opatow. Franamo la 4• armarn a . u. (Aut fenberg) aveva proceduto per venirsi a schierare a dr. clclh 1". ma. convergendo per questo a sr.. venne ad ur1;1r,. ndb '>" armata russa nei pressi di Tomasov. Si era forma:., ,osì una soluzione rli continuirà fr:, essa '-' la 3a arn1;1t .1.

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AUSTRIACI RIISS!

Sl!uaz1one1/J!-8 IIl!lllllil << aiprim/o'/J'ett. mmJ « 11//S Jett.

Battaglia di Leopoli - Guerra mondiale - 1914

...


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rnccolta presso L.; l chiudere tale falla 11 C. S. frenolo• samcntc invia,•:,. il dis1accnmento d·nrm.ita dell'arcirluca Giuseppe Ferdinando (XIV C. d'A. e 41" d ivis. [lonved), mentre la 4• :irmata ,cni,-a rinforzata col XVII C . d'A. sotto alla 3a. li 26, mentre la ,a armata J. u. sta\'a com bauendo con favorevoli risultati (conquista di Krasnic) e s 'impegnava a fondo contro la .f armata russa ipingcndo il suo I corpo fra la dr. di questa e la Vistola, I ·avversario contrattlccarn le forze austriache che lo fronteggiavano nella regione di Zamosc. Frattanto l,1 5• a, 111,lta russa, n,cntrc con l:1 s ua dr. a,sc~ondava J·'1ttacco [ron1n le del la 4•, con la sua sr. (due corpi d'armata) tende,·a ad avvolgere la dr. della 4• umata a. u. Perciò, il 27, la situazione per le due armate austriache non appariva soddisfacente, inquantochè, data la mi11:1ccia d'a\'volgirnento della dr., i Sllceessi r iport:iti a Krasnic ed a Zamosc, in vece d i migliorarla, l'avevano peggiomta, tanto più che anche alla sr. il I corpo era stato contratt:1ccato nella regione cli Kotz. M.t sopra tlltto la situazione dd gruppo d'armata nord a. u. risultava grave pcl fatto che mentre si stava com1,aucndo con alterna vicenda a nord del San e con una regione paludosa alle 5palle. la 3• :irmata, ridona a soli tre corpi d'armat a, oltre :d distaccamento Kèiwess della 2• a rmata, il i6 veniva vigorosamen te attaccata ,ulla Zlata l.ipa dalla 3~ cd 8• armata russa (Russky e l3ru,silov). Ciò nonostante il C. S. a. u. clava ordine all'arciduca Giuseppe Ferduiando cli attaccare il fianco sr. della colonna della 5" a nnata russa . J\fa così facendo, ,i apriva la via ai Russi per p rocedere per Rawa Ruska su Przcmysl e per Zolkiew su L, nonchè per operare sul rove.cio dei due gruppi in cui veniva a trovarsi di,·iso l'esercito austriaco. li distaccamento del Kumrncr fu fatto concorrere all'offensiva della r• armata, e fu anche chiesto l"intervento del corpo tedesco Woyrs~h che a,·anz.:l\,t alla Vi. scola; ma l'uno e l"alcro vennero arrestati da forze russe. li gen. Auffcabcfg conra su l temp,:stivo arrivo de ll'arciduca, del c ui d istaccamento intende d i valersi per un attacco a,•. volgcnce per la dr.. mentre analogo attacco svilupperà per la .r. col Il e IX in direzione di Komarow: i corpi XVII e VI al rcnlro dovranno rc~isterc ad oltranza. Iniziato.si il 29, l 'attacco si sviluppa il 30 cd il 31 : l',tla ,r. raggiunge Komarow e l'arciduca s'avvicina, combattendo, a Tyszowece; ma, quando al generale Auffenberg più pro• mettente sorrideva il successo, ecco che, il 10 settembre, si affaccia nlle spalle d ell 'arciduca, fra Beckz e Uhoow , la 3~ armat~ russa, che egli cerca di arginare con la cavalleria. R<·so;i finalmente conto della gravità della situaeionc, il C. S. a. u. decide di rinunciare ;,d ogni idea d i u lteriore ava nzata in Polonia e d i correre invece a Erontcggiare la m assa principale nemica, che aveva gi:ì inflitto un serio scacco alle forze a. u. lasciate a difesa della c:atizia orientale cd a protezione del fianco cfr. e cldlc terga della m:tssa operante verso nord.

,,rre,tato e premuto da forze ,upcriori, re,i,rc il 26, ma frattanto I armata ru.sa (Bru,i ,lov) avanz:, fra Brzczany cd il !Jnicste r, noll trattenuta c he dalle divisioni Il• e 43a e dalla divis. di ,·avallcria. 11 C. S., illuso dai successi di Auffenlx:rg, il 27 rinforza Brudermann con una divis. ccl una brigata di Landsturm, ordinando alla prima truppa gi,1nta della 2• armata cli muovere a rin 1<,rZO della d1·. d i Bruderman11. Perdura l 'azione sulla Zlata-Lipa piuttosto favorevole ai Russi, i quali, pure con tinuando ,1 manten<re viva l"azione lungo il fronte, si spostano verso :--J .•(). per concorrere ali' azione in cui sann() molLO duramente impegnata la ,r. della ~• annata. In di r<ezione d1 Przmplany i Russi hanno sfond3tO fra il lii e !"Xl corpo a. u. Contemporaneamente passano il Bug a Kamionb: essi po»ono quindi minacciare il tergo dr!! 'a rciduca Giuseppe Ferdinando per Betz e l'cst renrn sr . della 3• .umata. Quc,tJ ultima (Xl corpo) nel pomeriggio del 27 si ritirava da tutta la linea in condizioni critiche, pcrc: ,è rotta in due tronconi. Nella giornata elci 28 il Xll ed il Ili Corpo erano a nord -ovest di Pr7.cmysl ; l 'Xl a nord-est l·d est di Leopoli; a ;r. di qucs10 la 23• divis. I lonved e la brigata di landsturm appoggiata a Lcopoli. All'ala opposta, tutta l 'Sa armata russa si :l\'anzava come llt:1gano C()n tro le già battute truppe della 11a d ivis. di tanteria e la 8• rii cavalleria . Brussilov procedeva frattanto, in accordo con Russk), nella sua manovra ano). gente: il 29, mentre I ·armata di Russky attaccava il Xli ed il 111 C.: • .-I'.-\. del generale Ilruclerrnann , costringendo il prim1 1 di essi a ripit:gare per evitare d'essere aggirato, l3russilov a\'anza,·a rapidamente sulla Cuitta-Lipa in direzione generale di Khodorow. Alla sera del 29 la situazione degli Austriaci del gruppo meridionale in Galizia (3• e ,a a rmata) appariva assai crit ica, per non dire disperata, pcrchè il VII corpo, non appena entrato nella lotta . era ,rato sommerso sotto una valanga nemica e la so• d ivis. I lonved prcs.ochè d istrutta. Un att:tcco notturno dei Ru ssi ,fondava le lince avversarie tra il XII cd il VII C. d'A.: le due divis. 38a e .13~, che avevano tentato di contrattaccare da Halicz vcr.o nord. erano state subii() mcs,c ruori causa: non restava quindi altro scampo che ndla ritirata, che avrebbe do vuto compiersi ìn direzioni divergenti: la 3• armata verso Leopoli, la 2~ verso Stry. Falli,•a un contrattacco tentato con l'ala sr. nella giornata del 30 per tentare d'allarglre le branche della tanaglia 1 msa ch e sempre pii, si serravano. Tutt:wia il C. S. .-\ustro-Ungarico, anzichè decidersi ad ordinare la r itirata generale dietro il San e sollo la protezione di Przcmysl. prese !a decisione di tentare ancora la sorte della battaglia. manovrando per lince interne e formando ht 1na.ssa con 1ena putc delle for1.c impegnate; nel settore sctrentrionak• e con le truppe b:1ttute ad est di Leopoli: dopo breve ,osca, ~i ha quindi la ripresa della battaglia ad ovc,t di L<:opoh.

1"- Fase: B1m11gli11 della Zlata Lipa. Il 25 agosto la 3• armata a. u. (Brudermann) ed il di,taccamento Kowt', della 2• sono a contatto con l'avversario lungo tutto il fronte da C:tcrnowirz a Kamionlrn: no tevol1ssima l 'infc, iorirà numerica degli Austriaci, canto più in sc1,,u ito all'invio del XVII corpo a rinforzo della -1• armata. La 11' cl ,"i,. Honvcd aveva dovuto ritirarsi da,·anci alle :,vanguar~li<: della 3• a rmata (Russky); a llrzczany il XII C . d'A. aveva sostcnutÒ q ualche avvisagl ia, mentre la 43• div is. era stata costretta a ritirarsi ,ulla destra della Zlata-Lipa. Il generale Brudermann decide di muovere offensivamente col Xl i ,u Zbozov, col Ili su Zalocze e coll'X I ,u Bus, :

,a Fa,c: Hattaglir, di Leopoli . (1 -9 settembre). La 4~ ~rmata a. u. doveva lasciare un velo di truppe di fronte al nemico, fare dietro-front, e con una conversione perno :t sr. ve nire a schierarsi fronte ad est, a sr. della 3• c della 2a, costituente quella il centro, questa l'ala destra, d1e alla loro rnlca ,i ,arebbero schierare acf ovest di L. Contro .illa 5• armata russa doveva rim,nere soltanto il distacc:,mc nto dd l'arcicluca, ùiminuito d ' una divis. di fanteria e d i una d i cav alleria, ritirate dal fronte N . per farll' concorrere alla bauaglia cli L. Nonostante l:1 tenue dcn'1t:i dello schieramento, era il di,taccamento dell'arciduca e l'ala d r, della , • armata resta,•a un vuoto ,li una t.rcn

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tina di Km .. guardati da lla cava lleria . A fronteggiare la situazio ne a nord , si vollero adotrn re procedimenti offensivi, donde l 'ordine a Dankl ed all'arciduca d'attaccare a fondo in dire,.ionc cli Lublino e di Cholm. Conrrau accati dalla 4• e dal la d r. della 5• armata russa, spi ntasi nel vuoto esistente fra la 1• a. u. e !"arciduca, si tende all'avviluppamento clclla dr. di quella: una divis . di qvallcri,, appicd.ua .1ccorre per scongiurarlo, ma la situazione app:trc co;l compromessa che soltanto con l'arrivo del II corpo di landstunn germanico (Woyrsch) si spera di ristorarla; pcrb detto corpo è ancora lontano. Il 4 i Russi svi luppano vigoroso il contrattacco della loro 4a e 5• armata nel momento in cui tutto l'esercito austriaco è jn movimento rxr a"ume1 c il nuovo schieramento: si ha dunque un com plqso di gruµpi staccati, lo ntani, incapaci a prestarsi reciproco appoggio e cli svolgere azioni coorclina1e e per di

pili rutti, più o meno, seriamente provati. Fonunatan1cntc per essi, I "offensiva russa è lcula e poco vigorosa: e ciò

fo,.,,. in dipendenza del loro proposito di procedere ad un

nuorn raggruppamento delle forze e di spostare verso nord est l"_a"c cli m anovra della 3" armata. Fatto sta che riesce alla 1• armata di mantenersi. pre,so a poco, sulle ant iche posizioni (ra O 1,ok e Turobin do ve si rafforza; sulla ,r . è il d istaccamento Ku111111er: I·arciduca ha ripiegato su Rava- Russka protendendo la sua sr. verw Turobin: RavaRus.k;i costituirà, nel pensiero del C. S. a. u. il perno della manovra controffonsiva che vuole esegui re con k armate 4•, 3• e 2", mentre fra Rava-Russka e la Vistola si don·:. r~nere contegno difensivo . Le t re armate sopra menzionare erano riu.citc a ùisi,;npcgnarsi dalle strette dei Russi cd a venirsi a schierare tra Rava-Russka ed il Dniqter per lanow e Komarno, con la dr. della 2 • in pr:o_lunga mento \'Crso Strr. · Il 5 sctlcir1br\i viene emanato l ·ord ine per la manovr:t controffensiva da iniz.iarsi il dì apprc;,o: nei giorni 6 e 7 la 4" armata guadagna terreno. np 1'8 ,la situazio ne si capovolge : l 'ala sr. cel la 4"' arrna,ta (➔ ,a I Jonvcd e XV II corpo con una d ivis. d i cava llçria). attaccata da preponderanti for.,c rus.e procedenti su Zo!)< iew e su Rava-Russka, è costretta a ripiegare cu11 g ravi µ~rd ite. Una ma;sa formidabile russa, costitu ita da colonne della 3• e della 5• armata, veniva cosi ad incu• neani tra il gruppo dcll"arciduca Giuseppe Ferdinando e la 4• arm ata, travolgendo la sr. di quest'ultima: tre divis. di cavJlleria. mandate in tutta fretta a chiudere la pericolosa ialla, arrestano per breve tempo i progressi dc, Russi. ~u Nicmirow; ma ciò non basta pc,.: r salvare la situa. z ione. La 4 8 armata, ridotta sulla linea Porylicz-Mag icrow fino a Groclck , resiste a s1e11to. In corrispondenza t!d fronte della 2• e dd la 3" armata il combatti,nento, nel g iorno i, non ave"a 3M,t11Ho

la violcn?.:t di quello sul

fronte <!ella 4• e ciò perchè lo sforzo rus,o tendeva a pre. ponde rar<: contro ìl ei:ntro austr iaco per sfondarlo; m,i tale ala non conseguiva va ntaggi. Il C. S. a . u. ordin:, l ·g ><:ttcmbre un nuovo attacco generale alle armate 3• e 2• . ma t'SSO falll completament,·; la prrssionc al cen tr:, non d iminul e I ':rrrnata Dankl no n potev,1 resistere a lung..,, tanto p,ù che il d istaccamento Kummer, schierato sulla ,u:i !,I°., lTJ m inaccialo d'avvolgimento d:t m3ssc di ca val

krio operanti per la sr . della Vistola . Stava bensì pa,sando questo fiume il Il corpo germanico. ma non ba~tava <JUeS10 per ristorare la situa:tione. A sud del Dniester .apµar ivnno nuove colonne russe: eosicchi;, o ltre allo sfondamento imminente cld centro .austriaco, anche l'a,.volgimento di ambedue le ali diventava probabile e d i non lontana scadenza. U 9 è la giornata decisiva: Dankl, che ha .!!i.à la cavalleria ru~sa ai ponti sulla Vistola sulla sua

sr. cd a l quale l'aiuto dd li corpo germanico non ba_,,,i per evitare l 'avviluppamento della su.a dr., decide il rip,c gamento della sua armata dietro il San : in peggiori con clizioni i: il distaccamento dell'arciduca che , cli steso com 'c su larga fronte , è impotente a sostenere il peso dell'ala sr. tiella 5a e della Corte ala destra della 3a armata russa , ed a ripiegare. Non meno critica la situazione della 4' armata: i Russi nel giorno 9 procedono su Nicmirow. Nella notte sul 10 l'ahi sr. della 4• armat a inizia\'a i' ripiegamento di;poncndosi ad angylo con il re sto del fron><dell"armaca. Ne consegue che Dankl è lasciato a sè stesso, tanto più che nella giornata del 10 l'arciduca era costretto ad abb,rndonare le sponde <lei fiume Rate, aprendr, cosl il passo al la massa sfondante del genera le Russk r. Frauanto Brussilo\' avan1.wa con la sua sr. per Stry ;11 Drohobyos, minacciando così le retrovie della 2• armata a. u. Forze russe cranù riuscire n passa re la V islola prc~s<• la connucnza del San minacciando eosl tutta l'intera linc.1 omonuna. In vari punti, al centro, la linea er a ,tata sfon data. Non c'era d unque un momento ùa perdere per scon g iurare la catastrofe, e l'n il C. S . a. u. ordina il ripic gamcnto generale: zona cli raccolta sarà la regione com presa fra San e Vistola. Tale regione venne raggiunta il 15 settembre dalle varie armate, più o meno tutte in con dizioni dcplore,·oli . La battaglia, srnltasi lungo una fromc d i 350 Km. , fu combauuta dagli Austri,1ci con la den,it,r media di 3 uo mini per metro lineare; non c'erano riserve e la h,maglia risultò sm inuz7,ata in azioni singole, conseguenza dell'avere impostato la manovra per la hauagli a ~u movimenli di innumerevoli colonne di divisione-, senz;.1 scaglioname1110 in profondità.

Leotardi (d, Sam"Alasandro , baronr Albeno). (:rnera it. n. a Digne, m . a T orino (1800- 1888). Sotto!. di fo ntcri.1 nel ilb8, si segnalò in Sa,·oia durante i moti 111,urrc zionali del 1834. T cn. colonrrcllo comandante il 5° regi(. provvisorio in Crimea , dopo la campagna ehhc il '"" manclo dell'11 ° fanteria divenendo colonnello nel 1851'. Nel 1859, al comanclo della brig ma Pinerolo, combatti: a S. Martino meritandosi la commenda dd l'O. M. S. Magg. generale nel 186o, comandò la 7• di"i,. attiva nella cam • 11agna del 186o-6r. Tcn. generale nel 1~61, comandò 1., divis. cli Forll; fu mcinhro de l comi1,1to delle armi cl , fanteria e cavalleria; comandò interinalmente il dip.1111 mento mii. di Bologna e nel 1866 anclò a ripos<J . L i·olt1rdi di Boyo11 f'ictro. Generale, nato nel 184(,. rn. a Torino nel 1919. Sortot. dei bersaglieri nel 1866, par tecipò alla guerra <li quell 'anno . Jnsegn:rnte rii topog rafi., alla scuola di Modena , d ivenne colonnello comand. il .Jl' ,egg. fanteria nel 1898. In P. A. nel 1904, raggiunse nell.. riserva il grado di magg . generale nel 1910. Pubblid, ,·:1r1c monografie 111ilitari.

Leoteaud. Generale francese, m. nel t j<)S. Uffici.i\ delle mil izie francesi nel la Repubblica cisalpina, si assum,· l "iucarico di compiere l'insurrc7ione nel Piemo nte rnntrn il re Carlo Emanuele IV . Fu quindi nomioato gcner.ik di clivisionc e assunse il comando dei repubblicani dcl1·ossola. L "intcrvento delle truppe regie fece fall ire il tcu· tativo e il L. , ,·ista ogni cosa disperata, si cl,eùc alla fug., ma riconosciuto e arre;tato da alcun.i contadini, t u come gnato al comandante delle truppe regie, tradotto a Casak. condannato e fucilato in~ieme ad altri pngionieri. Il .l!' 1

\·crno francese. interpc,::,lOsi a ~uo favore, ave\'tl otten uto

la sospensione della c.ccuzio nc; ma la staffetta che d,wc, r recare I ·o rdine giunse a <lesti nazione qualche ora dopro I., morte del L. e dei ,uoi compa)!ni .


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Leotichida. Re d i Sparta nel 491 -469 a. C. Succcdenc a Clcomcne, col quak 3\·e,•a compiuta l'impresa di Egina.

:-lei 4i6 comandi) con i-ateniese Santippo le forze greche riunite, d o po che Serse, sconfino a Salamina. era fuggito. Nel 479, la floua greca, forte d i 1,o navi , :ig li ord ini d i L. e d1 San tippo, bau cva quella persiana al promontorio di Mica le, libcranclo la Tonia. Pochi anni dopo J.. era im•iato m Tessaglia con un esercito a punire gli alleati cli Serse. Accusato di essersi lasci;ito corrompere dagli Ale-

comandate da Cnemo. I Pclopon ncsi, sebbene su per iori d i forze, non ardirono di affrontare gli Ateniesi in alto mare. come era avvenuto nella battaglia di Rion; ma fin gcndo di assalire Naupalto, li indussero ad avvicinarsi alla ,·osta ed a bloccarli. Speravano cli po1 cr prendnc tutte k

uadi , wrnò a Sp:Hta, fu prnccs$:llo e mancbw in esil io a Tcgc., ove morì.

Lepage. r\rm:11uolo, che nel 1!117 prese il hrc,·etto per un fucile dello « impermeabile all"acqua n: il solo cane era disposto all'esterno; l'accemio ne della carica avveniva per mezzo di una punta metallica che il ca ne cacciava contro l'innesco, disposto lungo l'asse della canna. Lepanto (ant. N,mpatto). C ittà della Locridc (Grecia) anticamente fortificata con triplice cinta cl i mura e torri , all' ing resso del golfo cli Corinto, il quale, compreso fra l'Etolia e il Peloponneso, è lungo 125 e largo 35 Km. faso era difeso da due forti castelli. silUati presso l'ingresso del golfo; la stretta, che lo metteva in comunicaz io ne col golfo d i Patrasso, era tlc tta: i Dardanell i d i L . Le fortificazioni della città ,·enncro d istrutte per articolo elci trJua10 d i pace di Carlovitz (1698) .

Castello di Lepanto (se<. X\' I)

f. l/t1uaglia di Lepanto (o di Naupatto) (429 a. C.). App.irt1cne al primo per iodo della g ue rra de l Peloponneso e fu combattula fra 20 navi dell'annata atc-niese agli ordini dd na,arca Formione e ,7 della Lega pcloponncsiaca ,

na,·i. ma undici di esse con Formionc si rifugiarono ne! purto d i :-lauµauo. Dclk restami, i Pcloponnesi, ~!cune !io pinscru n terra , uccidendo la gente che non ~i era ~:dvata a nuoto , altre rin1.1sre vuote le rimorchiarono . .Ma i Me~·

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Dardanelli di Lepanto (s ec. XVl )

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Rattaglia di Lepanto ( 1571)

seni che seguivano gli .\reni,-..i per terra . malgrado la loro

nc-z,a . Mah~, l duchi d1 Savo,a e di Firenze -

arrnatura cntrnrono in acqua , salirono sopra :l lcune e ~om-

,u~d1c (knova , oltn.: a minori Stati ita liani , i quali, non

battendo di su i banchi mentre venivano rimorchiate, le riebbero. Intanto un'ultim:a na,-e ateniese, poco vèlocc.

1x,tendo dar na, i, diedero uomin i - permiM: ai Crisliani di alle;ti re una poten te Aotta, e di inAiggcrc sul mare 1111 colpo decisivo alla potenza tu rca. che d:1 q uel la data ,cgna la sua decaden1.a. La Aorta turca si (~rà raccoh:-l, per parare la minaccia, Pe! gol/o d, f ... e la mattina del 7 o ttobre, all'anicinar,i ,'dia tlona an ersaria. si era schierata in battaglia. O>mpren dc\'a n2 galere e 60 galc_otte, con 750 ca nno ni, cd ~"' momatn d:1 88 mila u . Era comandata da Alì 1>ascià . ..:hc ~, trn, ~n ~t al centro con 94 navi: la dr. (53 a avi), era .,µ:I, r11 clin i cl i Mehrn1cr, la sr. (65) ag li ord in i di Lucri,.li. la riserva (jo navi) di Murad. La Aotta cri<tiana. ,ouo ,I comando di don· Gio,·anni d'Austria, comprcnclev:J 207 g ~k re . 3n na,·i minori . 6 galeau.c, ar mare e.on 1815 cannoni. Essa avanzò così disposta: centro (don Giovanni) 6.3 gaicrc. comprese 12 toscane (noleggiate dal Papa) comanda te da Marcamo nio Colonna, tre d i Malta. tre d i (;enova e tre dei Savoia. comandate da Andrea Provana: a!a destra (Giannandre:1 Dori a) 58 galere; ala sinistra (Ago ,1ino Barbarigo) 57 galere . Seguiva una riserva d i 30 gakrc. e prce<:dcvano le 6 galeazze (,cneziane) .-he aprirono il fuoco rnolw ell,,accmenrc. gettando il primo disord ine nd centri) avvcr, :1rio . Sulle na, i c ristìnnc cr:inn 7+ 000 lL tr:i soldari. marinai e vogatoti. lniziaiasi la battaglia, il Doria allargò in flJOrÌ e si ac coment,\ d i cannoncgginre da lungi la sr. t urca . L a <1ualc approfittò dell'inten·allo per cacciarvisi. e battere il fianco dr. de l centro cristiano, ment re q ueito si impegnava col ff ntro dei Turch i. Su lla sinima invece, il Barbarigo attaccò risoluramentc. e di primo impeto sgominò 30 galere ,,vvcrsaric, co~l'ringendonc gli equipaggi a getta rsi :1 rerra " ad abbandonarle arenare. L,t lotta al centro col fuo.:o e rnn arrembaggi durò a lungo, ma terminò con la com pleta <.lisfatta dei Turchi. So lo ro 11,w i furono arse o affo ndate; 140 galere e 17 galeone prese: 30.000 morti: 15.000 Cristiani lihetati: 5000 T urchi fa tti prigionieri . Le perd ite alleate ammontarono d 15 ga lere e 8000 u. Il sùlo Lucciali, in scgu1t() alb manona del Doria, ~he lasciò strasc,co cli

c.: hc vnlt:va raJ:g-iungcrc Formione. v<.: niva in~eguita da Ti1r.oc,atc comandante degli Spartani . Era casualmente forma suU-:incora una barca mercantile, prcs,o la quale arriva la nave :1tcnie,c prim.1 della lcucadia. g ira d i bordo in torno ad e,,a. c. comparendo a un tratto sul fianco della 1rircn1c spart~ma . b rnvcste col rostro tanto potentemente d:< frncas,arla: per il d ,c T 11nocrate si ucc i,c. A tal vista ritornò negli Atenioi il coraggio e con unanime grido cli eccitamen to corsero ,opra , l'cloponnesi , i q ual i resistettero a lquanto e poi fuggi rono. Gl i Atenie,i inca)znndoli, tolsero loro sei navt che ave\':tno p1ì1 ,·icine. riebbero quelle ~tate tfopprim:l rovinate .:,,ul1a costa <.: ri1norch iate, uccisero parte delle ciunne e par te fecero prigioni . Il. Assedio di Lep1111to 1191 a . C .). Appartiene alla g uerr:1 siriaca in Grecia, e fu im prcso dal console ."v!anio Acilio Glahrionc. La città er,l già da due mesi assediata e stava già per cadere, quando per intercessione di T. Q uinzio F lam inio, g li assediati, fra i q uali Fe nea e altri capi. ottennero una tregua fino al giorno in cui una loro legazione tornar potesse da Roma . L 'assed io fu tolto e l'esercito romano p:tssò nella Focidc.

Ill. Allacchi di Lepa11to ( 1~77). Era la p iazza 111 potere dei Veneziani, q uando Suleinrnn pasc ià mosse per assalirla. Venezia inviò nel golfo di L. una Aotta di 32 galere agli ord ini d i Anton io Loreda no, e b guarnigio ne, :tppro,·vigionata e assistita dalla Ac,ua, poti: col fuoco tenere in rispetto i Turchi e costringerli a battere in ritirata. La piazza fu n uovamente assalita dai Turch i il 26 agosto 1499. e questa volta [u facilmente presa . e,.;endosi allontanald dal golfo la flotta veneziana del <,rimani. n,ijazet. che aveva compiuto l'impresa, fece costrui re nel la srrettn fra i golfi d i L. e di Parrasso d ue forti. lV. Bnuaglin di Lepanto (, 571). Appari iene alla lo tta fra Cr;stian i e Turchi. L'u nione fra il Papa, la Spagna, Ve-

che tr:t\cinò


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critich e severe, riuscì a salvarsi con 40 galere. Alì cadde combattendo.

magg. genere.le nel 1916. Collocato a riposo nel 1919, nella riserva ebbe il grado di generale d i divis. nel 1923.

V . Presa di Lep(ln/o (Primavera 16o3). Fu operata da una flotta dell'Ord ine d i Malta (5 galere, 4 ,·asccll i, 4 fregate), al comando del piemontese fra Ascanio Cambia no, ammir. dell'Ordine. Liberati 392 schiavi cristiani e pres i 16 cannoni , il Cambiano tornò a Malta.

Leptis Magna. Am. cittiì. della Cirenaica, presso l'~ttualc Homs. Fu città fenicia e poi carlag inese . Durante le guerre puniche fu presa da Massinissa ; parteggiò per i Rti• mani nella g uerra g iugurtina. Settimio Severo, che vi nacque, ne fece una splendida città imperiale, restaurata da Giustiniano nel 3&6 d. C . Andò d ist rutta d u rante l'invasione a raba del Vll secolo. Le sue rovine sono state oggetto d ì sistematico restauro, iniziatosi con l'occupazione italiana.

VI. Presa ài Lepanto (1688) . Appartiene alla spcdizwne dei Venez iani , comamlati <lai Morosini, nella Morea. N el luglio css_, attaccarono i Dardanelli eh L.: i Turch, abbandona rono l'atrasso e il castello della riva pdoponnesiaca: difesero invece 'luello d ella riva opposrn, ma , attaccati vìgorosamcme, lo abbandonarono e lo fecero saltare . Il Morosin i ~t rncc.Ò subito dopo la fortezza di L. e questa [u abbandonata dai T urchi senza co11:battcrc.

Lepanto. Nave da battagl ia d ì 1a classe, con ridotto ceniralc corazzato con due piattaforme, e ponte cellulare p ure corazzato; scafo d 'acciaio. Fu varata nel cantiere Orlando a Livorno nel 1887; radia ta nel 1912, rientrata in servizio come

Cornzzata « Lepanto t

nave presidiaria, radiata nefinitivamente nel 1914; lunghezza m. 122, larghezza m. 22 .31 ; dislocamento tonnellate 15.900, m acchina I-IP. 15.797; armamento g uerresco cannoni IV 431 , Vlll 152 n, IV 120 A , la nciasiluri 4; Stato magg iore 36, equipaggio 7l 2 .

Lepanto. Nave posamine, varata dai Cantieri Naval i Riuniti d i Ancona nd 1927; dislocamento « standard » tonn. 625; lu nghezza m. 58,80, larghezza m . 8,70; apparato motore d i 1500 cavalli, velocità 15 miglia. Armamento g uerresco : 2 canno n i eia 102/35 e r canno ne aa. d a 76/ 40 ; 2 m itragliere da 6/5. Persouak d 'annamcnco : 5 ufliciali e 66 uomini d'equipaggio.

Le pore G;1c1 ano

Lepido (Marco Emilio). Generale romano, dell'epoca cesa riana. Seguì Giulio Cesare , e ne fu suo « rnag istcr equitum " nel 44 a . C . L 'anno seguente, e bbe il comando della « G allia Narbo nensis » e della Spagna e piò tard i dell'Afric:l, appar~<.:nendo, con Marco Antonio e con Ottavio, al scconno trimnv irato.

Lepore (Gaetano). Genera le, n. nel 1856, m . a Bologna nel 1925. Sollot. nel 1878, percorse la carriera in fante ria divenendo colonnello comanda nte il 29° regg. nel 1910. In JJ. A. nel -i 9 14, ven ne richiamato per la guerra Jivenendo

Le Quesnoy, Comune della Francia del clip . del Nord, fra Maubcuge e Cambrai. Fu piccola piazzaforte, fortificata nel Xll secolo da Baldovino IV e rafforza ta nel sec. XVI. !'resa da Luigi XI ai Borgognoni nel 1477, da Gug lielmo il Taciturno agli Spagnuoli nd 1568, cadde in seguito successivamente nelle mani dd Turenne (1657), del Principe Eugen io e del Villars (1712). I. Assedio di Le Quesnoy (1712) . Appartie ne alla campagna nella Fiandra del Principe Eugenio di Savoia, nella. guerra contro i Francesi. Dopo il ritiro dell 'armata confederata del genera le inglese Duca d 'Ormond, il Principe Eugenio di Savoia pose l'assed io a Le Q. Affidato i l comando delle opcraLion i d'assedio al barone d i Fagel, il Principe si 1en ne a protezione col grosso delle sue forze. Il 20, luglio. 1712 l' attacco si iniziò contemporaneamente su tre punti diversi e fu condotto con tale vigore che la g uarnigione il 30, lug lio fu costrella a do mantlarc la capitolazione e si arrese prigio niera cli guerra. Dopo la battaglia di l)enain il maresc. Villar s !)Otè facilmente riprendere la piazza. II. Assedio di Le Quemoy {1794). Appartiene ;illa campag na d i Fi andra del! 'armata tld N ord , che, comandata d al gen. Schérer , dopo J'assed ,o e la p resa di Landrecies, ricevette l 'ord ine di ripre ndere Le Q. Questa piaz7,aforte, tolta ai Francesi nel 1793 nalle poten,.e coalizzate, era p resid iata con 3000 u. :al comando del gen . a ustriaco Planck . Il 19 lugl io 1794 l'esercito rivoluzionario cominciòle operazioni d 'assed io, costruendo trincee e camminamenti, d isturbato d alle pioggie , da sortite degli Austriaci, dal fuoco di artiglieria e d i fucileria. Tuttavia il 3 agosto il generale Sché rcr iniziò un bcmbardamento violento appiccando il fuoco in d ive rsi punt i della citt~ . li comandante austriaco si a rrese a d iscrezione il 16 agosto e i Repubblicani entr aro no nel la pia zzaforte.

T.equio Clemente

Lerc:1ri :V1egollo

Lequio (Clemente) . Generale, n. e m. a Pinerolo (r8571920). Sottot. d'art. nel 1878 , dopo aver percorso la scuola, d i guerra passò nel cor po d i S. M. Colonnello nel 1900, fu nel 1902 ai comando d el 93° regg. fanteria. Magg. generale comandante la brig a ta Ancona nel 1908, passò nel


- 570 1910 al comando della 2• brigata alpini. In .Libia, al comando d i una brigata del la 5a divis. speciale nel 1912, iu decorato della croce d 'uff. dell'O. M . S. Vincitore ad Asabaa (1913), ebbe la prornozione a tcn . generale per merito d i g uerr-1, e la commenda dd l 'O. M . S. per aver diretto la spedizione al Garian. Dopo aver tenuto il comando della d ivis. d i Catanzaro cd essere stato ispettore delle t ruppe da montagna enuò in guerra contro l 'Austria ,1uale comandante della Zona Carnia e poi del XXV C . d'A. Nel 19t7 andò in P. A. cd assunse il comando del C. d'A. territoriale di Genova .

Lcrcari (Megollo o Domenico). Patrizio grnovcsc . Recatosi nd 1312 a Trebìsooda per ragioni <li mercatura, fu amrn<.·sso a corte, ma~ offeso da un cortig iano e non avenJo ottenuto soddisfazione, tornò a Genova, armò due ga lere e navigò verso Trebisonda, recando danni non lievi

tcgge. Quai:do i barbari del settentrione invasero le Spagne. L. fu presa ai Romani e saccheggiata, Poi vi s i stabiliron1> gl i Arabi, e subl le vicende della lotta fra e.ssi e i Cristiani, passando più volte dagli uni agli altri.

I. Dis/att,1 dei Pompeiani a Lerida (49 a . C .). Appa, tiene alla G uerra civile fra Cesare e Pompeo. Mentre a Roma si accanivano le discordie era i loro part igiani, Cesare, varcat i i P irenei, penetrò nella Spagna, nella quale ,rano sette legioni pompeiane, cinque delle qual i al cornàndo dei generali Afranio e Petreio, si trovavano nel giugno nei pressi cli L. Cesare rilevata la natura del ter1cno ed essendo i fiumi e i canali ingrossati pcl disgelo '.lelle nevi, fece costruire barche e ponti, e così potè avvicinare le legioni nemiche sul Segre, sulla ,-iva opposta

per terra e per m are ai sudditi d i qucll 'imperatore. Questi gli mandò con tro navi per combatterlo, rna il L. le vinse, e o ttenne la consegna de l cortigjano, c he si limitò a percuotere lasciandolo libero. Ma conseguenza d i questa impresa fu la conclusione d i un trattato (13r6) col quale l'imperatore concesse ai Genovesi molte agevob1zloni per il loro commercio: dal L. sarebbe derivato il g rande emporio commercia le d i Genova in Trebisonda.

li castdln d i I.erici

Lerici. Comune in pro,·. dc La Spezia, all'entrata del golfo dc La Spezia. Venne costruite> dai Pisani dove era Slalo l'anticn Eriàs portus o Castrum !lici.i. Sop r.:l un pron1ontorio sorge.: un castcl!o, nel quale si rifugiò Andrea

Daria. Nel castel lo d i L. fu prigioniero Francesco l d i F rancia. Nel 1256 i (,enovesi, do po la d isfatta dei Pisan i su l Scn:hio) presero L. d ~-t.')salto. 1l 25 llHuzo 18r,1 gli Inglesi sbarcarono a C. alcuni battaglioni di Sicil iani che avevano comba tt<;to nella Spagna alle loro dipendenze. Lo sbarco avvenne sotto la protezione dì navi ingk:s i, che dovettero col fuoco vincere la resistenza opposta dalla locale guarnigione . 1

Laici Felice. Generale, n . a Susa, 111. a Torino (184,1915). Sottor. dei ucrsaglieri nel , 861, partecipò alle campagne del 1866 e 1870. Frequentata la scuola di guerra, passò nel corpo d i S. M . divenendo capo d i S. M . della divis. di Padova nel 1890. Colonnello cornandante il 15" regg. fanteria nel 1894, andò in P_ A. nel 1899. Fu promosso magg. generale nel 1905 e ren. generale nel 19r3. Lerida, Città della Spagna, amicamcnte chiamata llerda: situata su] fiume Segre, affluente del l'Ebro· è cinta da baluardi fiancheggiati da torri e il forte Garden la pro-

Giulio Ce~are a Lcrida (4 9 a. C .) 1, Primo campo di Cesare; 2, Ponte gettato da Cesare ; 3, Collin:1 presa da Cesare ai Pompeiani; 4, Dassura in c ui Cesare deviò le acque del Segcc; 5, 6, Posizioni pompeiane; 7, Campo dj Cesare ; 8 1 Campo dei Pompeiani; 9 , Inseguim<.:nto di Cesare; 10, Ritirata dei Pompeiani; II, 12, Nuovj campi, e 13, ultime posizioni dei Pompeiani; 14, Aggiramento di Cesare alle loro posizioni,

a <Juclla dove accampavano i Pompeiani. :\folte serie ,ng uslìc minacdaron.o la riust:ita ~dei disegni di Cesare. che m i suoi so ldati dovette soffrire la fame, e non poteva, per la po~izione occupata , approvvig ionarsi; cosicchè i ge-: nera! i pompeiani ritennero facile e sicura la vittoria s11 Cesare: ma questi seppe sollevare gli animi dei solda ti . accaparrarsi l'affetto delle popo lazion i vicine, no;, solo. ma indurre i suoi soldati ad attirare alla sua causa i solda1i ~1 ,·\·crsari. I generali pompeiani, riusciti vani gli sforzi per


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ricondurre i loro soldati alla disciplina, pensarono di abbandon,irc la posizione per non e,serc costretti :1d arrendersi e si posero in ritirata. Ma Cesare con marce forzale, raggiunse i nemici e li obbligli alla resa risolvendo senzn lotta crucma e fclkemen te un 1110111clllo assai diffici le del la sua "ita militare . Egli aveva dovuto persino, allo scopo cli diminuire la portata delle acque del Scgre. t.1gliare parecchi canali per deviarne le acque e rcnclcrlc guadabili, in modo da poter O[JCrare su lle due rive ciel fiume. Il . /Jamglic1 di l.eridc1 (16-12). Appaniene alla guerra dei Trenta anni. li duca Olivarez, ministro d, Filippo IV, mandò a L. Lagancz, gm·craatore di .Milano. ~on 17.000 fanti, 6oO<J uomini di cavalleria. 1500 drago ni e -10 can• noni. I l maresciallo La Mothc ttccorse con 1z.ooo soldati htnc esercitati nelle marce e alla guerra <li montagna. L1ganez il 7 ottobre auaccù i Francesi e con Curioso impeto portò ndlc loro lile il disordine: l'intervento opporc11no di 4 . 000 uomini d, cavalleria francese mutò le sorri ddla lotta. Gli Spagnuoli lasciarono 2000 morti e perdettero l'artiglicrrn leggera.

lii. - .-lssedio di Lerido (164i)- ,\pparucne alla guerra <lct Trenta ann,. Nel 1647 il principe c!i Coudé assedi<'> il 14 rnaggio con 16 mila u. la ciuà. che resistclle ai primi attacchi. L· J 1 giugno la guarnlgio nt! :isscdiata, di ;c-oo u. di cu, Jvc,•a il comanc!o il portoghese Giorgio Hritt. piombò ><>pra i Francesi, i quali seppero resistere ricacciando nella piazza gli a\salitori . Il Conc!é spinse nvanti i )avori di trincea, disl11rbati da conlim u: ~orticc. ~1a invano : la resistenza del la guarnig ione fu rnltnen tc energica da indurre il comandJntc francese .1 t1J1,:I icrc I"a,~cd m 11 1; g-mgno e a battere 111 nt1rarn.

!V. Audio di Le,·ida ( 1 i07)- Appartiene alla guerra per la S1,ccessionc di Spagna. Fu posto alla piazzaforte eia! Juca d'Orléans in linc ciel mese di settembre: il duca iniziò subito i lavori rii trincea . Ncll:1 notte dal 12 al 13 ottobre fu dato l 'assalto e verso il ni,Htino b resistenza dei difensori, comandati dal principe di lhrmstadt, fu M1pcrata. I Francesi penetrarono in cit1à, mentre il prin, .:ipe sì chiuse nel castello, dove:, bl~cato, do,·ette .1rrcn dersi I' 11 novembre. V. A;udio di l. erid,1 ( 18 10). Appartiene al!a campagna dei Francesi nella Spagna. Fu posto alla piazzaforte dal gen. francese Suchet. Il presidio era composto di 9 bgl.. d'una squadra di cavalleria. due cp. cl'artigl.: in tutto ,·irca 8000 uomini, ai qual i vanno aggiunti un forte nun,e.-o di con tadini armati e rifugiati nella ciuà. Il gen . Garcia Contlé ne era il comandante. li gen Suchet aveva JI suo comando: I0-9ìì uomini di fanreria, 780 cli cavalleria. 877 di artiglieria: in tutto 12.634 uomini. Appena il Suchet d ispose l'attacw, il gen. spag1luolo O' Donncl concepì l'ardito disegno di , rorn1rc 1'auacco sor prendendo ; Francesi alle spalle, ma Suchet, anertito in tempo, svencb !"azione. battendolo e respin!,'endolo lontano. L'attacco <i •niziò la notte del 20-30 aprile rial colonndlo del genio I lax che fece apri re trincee e camminamenti coperti, che "f'rvironu egregia.mente in un terreno esposto ai tiri della artiglieriJ : Suchet fcct· .1prirc trincee ,ul!a sr. del liumc per attacc.irc la testa d1 ponte e per coprire i fucilieri che tì.1ncheggiav:1no b sr. dell'attacco principale. I lavori vennero ostacolati da I mal tempo e da ~ortite di Sp:1gnuoli dal fun e. La più importan te sortita fu il 4 maggio, eh 1..·irca 600 u. t.."ht· dopo un accanito combattimento furono r:GICcìau. Le lrU'lc..~ce aperte dai Fran,c~i :irrivarono fino

.\sst:dio di Lerida (1707)


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Assedio di Lerida ( 1810)

a 1200 mcli i dalle ridotte spagnuole. L'S maggio (u iniziala una nu,wa parallela a 120 111. circa dal forte e trincee e carnmìnamcn1i furono guarn ili di tirawri scdli incaricati di tormcnlare da vicino le artiglierie nemiche. li 12 maggio alle 9 del mattino 8 batterie francesi con 12 pezzi di grosso calibro bersagliano i bastioni e alle 5 di sera si sono aperte brcccie sufficienti per l'assalto. li gen. Suchet stabilitosi fra la città e il forte, il 13 ordina l'assalto mandando truppe di riserva a proteggere gli zappatori . Durante la notte le bombe e gli obici port:ino la costernazione nella città e il 14 a mezzogiorno sulla l0rre del castello viene issata la bandiera bianca. La guarni-~ionc uscl con tulti gli onori, consegnò le armi e venne faua p rigioniera di guerra: in tutto 6 genaali, r5 ufficiali ,uperiori, 292 ufficiali e 6978 sotto-ufficiali e soldati. Nel numero era compresa la guarnigione del castello di Garden che capitolb , Vennero presi inoltre 133 cannoni e cospicuo munizionamenlo. La resa di L . fu una grande jattura per la Catalogna e ne furono dichiarati traditori della patria 1 difcnsori.

Lerin. l:lorgo della Spagna ~u l fiume Ega, tributario dell"libro. Vi a,,,·cnne un combaltimento che appartiene aila guerra nella penisola iberica (1808). Il 25 ottobre gli Spagnuoli, dopo la g iornata d i Baylen, avevano occupato le loc:,lità di Viana e di L. T ale movimento costituendo una minaccia per le posizioni del maresciallo Moncey, questi ordinò alle brigate dei generali f-faben e Razo,1 e a quella di cavalleria del gencrnle Wath icr di riprendere le posizioni occupale dal nemico. I Francesi attaccarono vi~orosamcntc gli Spagnuoli, li sconfissero e li misero in fuga . , 200 cli essi vollero tentare di fare resistenza in L. , ma i l generale Granjean, che con le sue truppe sosteneva quelle ciel generale Wathicr, li costrinse ad abba.sare le armi, facendo prigioniera l"inlera colonna , composta di 43 ufficiali e 1200 ,oldati. Lérins (/;oft:). Piccolo arcipelago del Mediterraneo, sulle rn,lc della Provenza. t-. composto di due isole, S. Marg herita e S. Onorato, più alcuni isolotti e scogli disal>itati. :sic! 732 esisteva un monastero nella seconda isola, che fu assalito e distrullo dai Saraceni. Ricostruito dai benedctti ni ne l 976, quesli , per premunirsi dalle incursioni barbaresche, \'Crso la metà del secolo Xl costruirono alla punca dcll"isola un castello che esi~tc ancora, nel quale

si rifugiavano all ';ivvicinarsi dei corsari. Le isole furono occupale dagli Spagnuoli senza comrasto nel 1635, con una flotta di 22 galere, 5 vascelli e navi minori, al comando ,lei duca di Fcrnandincz e del marchese di Santa Cruz, e subito forlificate.

I. Attac,·o delle Isole Lérins (1687). li cardinale d ì Richelieu diede ordine ai comandanù della flotta francese, l"arcivescovo di Bordeaux e il conte d'!Iarcourl, di riprenderle agli Spagnuoli. A raie scopo il 27 marzo 1637, avvicinate le navi a brevissima distanza dall'isola di S. Margherita, la più forte delle due, abbatterono a colpi di cannone una parte delle fortificazioni nemichè, smamcllarono due torti e quind i ordi,wrono lo sbarco delle lruppe. Una quantità di battelli carichi di fanteria si avanzarono arditamente sotto il fuoco dei cannoni e della moschetteria. Gli Spagnuol i tentarono ogni sforzo per fare argine all'irrompere delle soldaleschc francesi, ma non poterono rcsi~rcrc a lungo a1 fuoco d'artiglieria della flotta che li colpi,•a incessanlcmcnte demolendo le forlificazioni, e il giorno , lesso ddlo sbarco furono coslrclti ad abbandonare due delle migliori posizioni di S. Margherita. Intanto i Francesi nella sosta del combattimento occuparono i giorni seg uenti a rafforzarsi sul posto per premunirsi da ogni cvcnlu:tle sorpresa. Ai p rimi d 'aprile la flotta francese, essendo stala rinforzata di 6 galere. condotte dall'ammir aglio l'ontcourlai, gli attacchi furono ripresi con nuovo vigore. Quindici galere spagnuole che apparvero in quelle acque non ardirono avanzare a portata dei cannoni francesi che impedivano loro cli avvicinarsi all"isola. Gli Spagnuoli. dopo aver difeso le loro fortezze p ietra a pietra, il r:? mnggio c,1pitobrono c lasciarono S. Margherita. 11 giorno ><·gucnte parte della floua francese si presentò davanli alI "isola di S. O norato hombardandola con tuui i suoi cannoni. La guarnigione impossibilitata a resislere capitolò dopo 24 ore. li 15 maggio 1637 nelle [sole Lér ins non r imaneva più neppure uno Spagnuolo. lii. Presa delle Isole Lérins. Apparlicnc alla campagna del 1746 durante la guerra per la Successione d •Austria. L 'esercito austro-sardo, deciso il blocco di Antibes, abbisognava di punti di appog1,,io e dì rifornimento per le operazioni di mare e riconosciuta la grande utilità delle isole di S. Margherita e di S. Onorato per la sicurezza e la comodità dei trasporti marittimi, il conte di Brown, generale in capo dcli 'esercito, decise di impadro nirsene .


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Ii 14 dicemb re 1746 !ccc collocare una batteria ,lt 4 pezzi sulla punta di terra più ,·icina al forte di S. Margherit,1. intanto che una galeotta della squadra inglese la tempestava di bombe per 24 me continue. 11 15 a sera le truppe $barcarono nell'isola <: vi si rafforzarono malgrado il fuoco del forte. L'isola di S. Onorato. rimasta isolata e senza ,·isorse, domandò d i capit0larc. Il comandante dcll 'i,ola <li S. M argherita , invitato ad arrendersi lo stesso giorno. -oppose un rifiuto, ma il giorno dopo fu coMretto ad ah-

Lescure (Luigi Mari", m urd,cse dt). Capo Vandeano (1766-1793). Ì'ci 1;92 fu imprigionac<i: libcralO per Oj>era

dc, Vandeani. ne fu nominato generale. Si bauè wmro i repubblicani felicemen te a ·1 houar,, Fontcnay e Saurnur. Sconfitto presso Nantcs, ~i riunì a La Rochcjaquelein; fu battuto in due scontri da Chabot e d:1 Wcs1crmann, ma li batlè a T itfauges . Durante la ritirat.i da Saumu1 f,, colpito n1ortalrncnte mentre ccrc.iva di riord inare !(li sbandati.

ba:,sare le armi. Lero. Una delle ,sole italiane dell'Egeo. separata da C:ilirnno, a S .-E. , da uno stretto canale ,cminato di isolette. Ha forma irregolare e coste frastagliate con numerosi e sicuri porti. li castello, impropriamente chiam,no veneziano, fu costruito dai llizant.ini sulla sommità della collina Appctici e venne restaurato dai Ca,·alicri di S. Giovanni di Rodi. che lo tennero per luro ba luardo lino al 1522, e poca nella <]ualc furono costrclli a cedere Rod i alle forze predominanti di Sol imano. Il castello rappresenta rnili1,1rmentc una Lescurc Luigi l\1arin

Lcsdiguièrc~ Francesco

Lesdiguières (Fr,111ce;co dc Ho1111c , duca di). :Vfarc&ei:tllo di Francia (1543-1626). Fu uno dei capi Ugonotti e si batti: rnntro I Cattolici nel Delfinato, contro il Ouca di Savoia nella P rovenz.1, do,•c venne nominato da Enrico l\' luogoten. generale, e nel 1590 al comando dei Va ldesi che lo avc·va ,w chiamato per difendere le loro v:dlatc ""Hro le truppe di Carlo Emanuele I. Nel 1625, pa;sato al J>,lllito cattolico, co111hattè per ,I duca d, Savoia ~ontro gli Spagnuoli in Piemonte. Lesina. hola pre»o la costa della Dalmni,1, una delle rn.,ggiori, :11u. detta " Pharia. » , appartenente alla Jugoslavi,1. Fu p resa da i Venezian i nel ~97, qua11do il dogt' Pietro Orscolo mo<sc contro i pirati narcncini. Nel 1345 venne de,·a,tata dai Genovc,i. Il capol. omonimo ebbe nel medio ~vo un ç;istello , c he gli Spag n uoli nel 15'51 lr:isfonnarono in ioflC47~ . Fortezza di Lcro (sec. XVII)

rncca imprendibile per quei tempi, nulla potendo le art,g licric dcli 'epoca contro quelle mura sol id issime che cingevano sopra fianchi ripidi la ,·etra del monte. Era inoltre un posto di osserva'licne di primo ordine, dominando la cosrn dell'Anatolia, tulio il nrnre into,·no e le isole . Oggi ne rimangono le mura perimetrali bene conservate. L'isola, dopo il dominio bizantino, passò ai Veneziani, poi ai Genovesi, e nel 1310 ai Cavalieri d i Rod i. L'isola respin~c _gli assalti cb Turchi nel r457, 1460, 1502. Nel 1505 venne di n uo,o ass.alita. Si narra che nell'isola fosse un solo cavaliere, il piemonresc Paolo Simconi, diciottenne. :il quale resistette rivestendo del la divisa dei cavalieri le mo!(li e i figli dei contadini, tanto che i Turchi, vedendo le mu ra del castello guarnite di cavalieri, batterono in ritirata. Nel 1522 L. cadde in potere dei Turchi, e tale rimase fino alla occupazione italiana, salvo un breve dominio, nel 1648, della flotta venez iana di Leonardo Foscolo. Il J2 maggin 1912 vi sbarcarono marinai della R. nave Sa11 M"rco. Dal 1916 al 1918 "i fu una ba,c c,,a,•alc inglese (a porto Lago).

Les Andelys. V. Andely. .Lesbo. V. Mitile11e.

Lesina (scc. XIX)

I. E're.m di /...es,na (219 a. C.). Fu operal.1 dal console L . Emi lio Paolo contro Demetrio di f'aria, che si era ribellato ai Romani. Il console approdò di notte co11 le sue genti e ne occultò una parte nei boschi . Fattosi giorno, si presentò con venti navi dava nti :ti porto vicino alla cillà. I Fa.rii con Demetrio accorsero ad impedire la disccs" riel nemico. Come si furono affrontati e la zuffa

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anrlav,1, 1 riscaldando, vc1111crn dall:1 città sempre maggiori SQccorsi, fino al punto d i lasciarla priva di ogni forza militare. Allora I Romani nascosti occuparono un colle fra la cilt:Ì e il porto, e tngliaro no la ritirata ai ne m ici. Demetrio a.:corLosi di ciò, smise di opporsi allo sbarco e decise di clar battaglia ai Ro mani che occupa,·ano il colle. La 7.uffa fu 1crribilc , ma g li Isolani .,Ila fine, inca lzai, alle spa lle cl:1 i Roman i, che crnno d iscesi dalle nav i, andan;no ,n rotta. Demetrio fuggì in Macedonia e L., pr<:,a, fu d"Lrutta dalle fondamenta. Jn ;cguito a tJuc,ca fazione . tutta l ' Illiria cadde i11 poss~,w dei Rnman.i .

<.:gli r innovò l"al l:'\cco e ,·iu~cì a ...opr:.1tlarc la .!,L .wc;dc:-,c, ma a quc·sta giunsero in buon p unto 3000. u. che il Lo,cnhaupl aveva distaccato al n1auIno e che giungevano 111 te mpo. 11 combattime nto la nguì e a sera fu in1crrot1 0 da una bufera di neve. C li Svede.i si rassegnarono. per ;;;,I. ,•arsi. ad ahbJndonare ,ul campo feriti e parte del carr<'ggio, e nella notre varcaron{) l.1 Lesnianka . :'-lei giorni ,cguenti ,u birnno perdite ncl l 'inseguimento opcrnto dai Russi, unto che ammonlJrono in tutto a 10.000 u.. 17 cannon i , 44 bandiere, 7000 carri e il t e~o ro d i g uc rr:1. I Russi perdeucro 100 0 morti e 3000 feriti .

Il. B,umglia di Lesii:a (1613). Avvenne tra gli Uscocchi ,·d una squadra Veneziana. Gli Uscocch i all 'inizio dd com ha ttime nto cbbem b peggio, ma presto si r iebbero e, sorpre,a la galera di Cristoforo Venier, uccisero lui con llltto I ·e,1uipaggio .

Lesseillon. l..<x..,lità fort,licata della Sarnia. :sic! 1r121 il Piemonte vi fc.:cc costn li rc dagli mg. mi i. Ran:i e O li•

III. Combauimemo di l.esina (18o6). A,·venne tra una flottiglia del Regno Italico (t re canno ruerc e uno sciabecco) comandata dal tenente Staltmini, di scorta a un con voglio, e quauro navi russe . il 5 maggio. Le navi ital iane ba tte•

rono quelle a\·,·crsarie, e

pnrerrn10

così \Cortare il con-

voglio " " " al po, IO dell' i;o la.

Lesna ia. \'illaggio della Russia, ,ul fiumicello Lc.nianb. a sud est di Mohilcv . Ha cfato il nome a una battag lia che :tpparric11c alla guerra fra Carlo Xl i di Svezia e Pietro il

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,•no, i foni Carlo Felice e Maria Cristina. per sbarrare la valle dell'Arc e per impt·dire l'agg1ramento delle <lifc,c <I, Val Dora (Ex illes), in .sn,ti tuzion,· clcl le foniiicazioni ,lel L, flrunet1,1. che er;tno state , mantdla te.

Lessini (Rgl. (I/pini) . V. ,\l0111i I.,·ssi11i. Lete. Nave cisterna, ,:,rata dal .:amierc di Riva Trigo,n nel 1916; dislocamemo standard ,, tonn. 1 rS2; lunghezz.1 111. 51 ,30. larghe:i,.za 9,Jl; ap par:1to n1otorc w-13 c,1valli. \'clocità 10 . 4 migli:,. f:: armata di 4 can non i da 120/45, 2 cannoni aa. da 76, 1 mitraglier.1 aa. d,t 40/ 39. Perso 11alc d'armamento : 1 uAiciale e ., , unmi111 d 'equi p:iggio. Let i. ~nlrb1i veterani t!i o rigine barbara, ai qual, erano ,tare a,,cgn:lle terre da coltinrc. Tale nome era adopc13t0 11dla Ga ll ia, cc11uc :1sscriscc ti Crol h1lanza . Lettera d i M arca (o l..et1cr,1-p,11c11te). C:trt.1 speciale, concessa dallo Stmo nei , <·coli dal XV in po, lì11cbè du r<• la g uerra c!i Co1·s,1 (V.) affidata ad armator i privati . .Mu niti d, tiuesta / •. , i cor,Jri pote, ano assalire e pr<"darc k navi cl i C01J1mcrcio nemiche, o <1uclle che ponasscro al nemico vi\'e ri, muniz ion i. uom ini. La / .. d isring uc,·a il rorsaro dal pirat3: quc~t ·ulti1no ~e cauurato <..·ni\':i impiccato come ladro. I.a legittimità dell'opcrazion<e di p reda era cs:unina ta e dcci.sa da speciali Cnrti degli ammiragl iati . 1

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llattaglìa dì Lcsnai~ ( t 708)

Grande d i Russia. Il gcn. Lòvenhaup t, era panico con 16.000 u. e un grande convoglio da Riga verso la metà di luglio del r7o8 1 per dirigersi verso la regione di Mo1,ilcv , dove si t rovava il re Ca rlo XII con 30.000 u. La marcia fu assai lenta, e condusse il 28 scu cmbrc alla battaglia di L Presso i l villaggio avevano preso po~izionc g li Svede;i , ba rrica ndo i fianchi col loro carreggio e collocand o (, bgl. in un vicino bosco. Lo Czar disponeva di forze poco superiori a quelle del Lo,•cnhaupt, poi c he il g rosso ru,so era in osservazione delk forze del re Carlo, il quale si e ra diretto verso l'Ucraina. Tuttavia decide di attaccare la forte posizione svedese, protetta anche da 7.0ne pallldosc. Divide i suoi in due colonne e alle ore 13 avanza. I sci bgl. Sl'cdcsi sono sloggiati da l bosco e ripiegano a L . dopo di a,-cr perduto due canno ni e parecchi prigionieri. Allora lo Czar riordina le sue schiere in due lince e attacca, uscendo d al bosco, il g rosso degli S,•cdesi . Dopo due ore Jj lotta, questi erano respinti e ripieg:i,•ano verso il loro carreggio, dopo di avere perduto altri ot to cannoni. Seguì u n~ sost:t d i circa due o re, d u rante la quale giunsero allo Czar -1000 dragoni di rinforzo: allora

Letteratura militare. La guerra mondiale h,, raprresent:110 una lunga p urcntesi nella attivitJ i 11tcl lc tru:1 lc degli ufTiciali di tutti gli c.<erciti. La pace ha riportato sul 1appeto la nccessit.ì di riacquistare quanto " era. d1n1cnti, ato ., per imparare quel d i piC, che le esigenze della g uerra moderna esigono . Si è avut~l perciò una riprc:;,l nd lc pubblicazioni cli storia dell'arte militare e di geogralia 1111litarc. L' Italia ha portato ,·alido contributo ag li studi militari . Me ritano di essere ricordate l'opera del generale Gra zioli : • La battaglia di Rivoli •; l'opera in qua uro rn. lumi ciel colo nnello Mara vigna: « Storia dcli 'arte militare modcrn:1 »; i tre vol L11 ni riel colonnello Ha.<Lico : " F.voluzionc d ell'arte della guerra » : i cluc ,·olumi del comandamc Bcrnoui: " La guer ra marittima » e ,, Il potere mari ttimo 11; l'opera d el generale Co rscl li : ,, 'l'attica moderna •>; quella del generale De Ambrosis: • Geografia militare razionale ,, . Fra gii scrittori milit~,ri ~lr::tnlcri ~i sono d is1i.nti il Camon ed il Cullllann . Lo svilu ppo ddb lette· ra tura militare dalla fine della guerra mo11cliale :1d oggi. ,otto il punto cli vista quantitativo, è veramente in,fXl· ncnte. Una fala nge di scrittori d i p rofessio ne o d i occasione si sono dedicati a questo genere di letteratura. /\d essi si sono aggiunti g li Enti statali e gli Stati Maggion clei vari Eserciti e Marine iniziando la pubblicazione d elle rispettive « Storie " ufficiali. Abbondano le opere a ca rnt1ere monografico su avv(:nimenti bellici ,n3rittimi di par-


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ùcola,c importanz.i. ,·ome le opere degli inglesi Jcllicoc, Bacon. Pollen, Fii<on Young e: ciel 1ede~o Scheer. clic si riferiscono ,pec,alm,·nte alla ba11aglia dello Jutland, rnm~ pure quelle c h e riguardano la guerra d(:i sommergibili, 1m c ui primegg iano i lavori del Gcier e del Thomasi, il yuak uhimo trall,t della p,irtecipazi,1ne della Marina fran cc,c nclr Adriatico. Il G,,binetto di cultura dclb nostrd Scuola d, guerra. _per dare mndo agl i stud iosi di conoscere la grande mole di opere di car aucrc tcrnico-milit:ore pubblicale sulla guerra mondiale. ha rnmpil.Jto, a cura del tenclllc dott. Blatw, una " Bibliogralia " ~i,tematica della leucr,llura militare po,t-bèlltca. A malgrado però cli tanla opcro,1tà intellettuale guerresca, ,iart10 ancor lontani dal possedere una Srnri :1 del la guerra. Ciò non deve sorprende-re. Trop pe e pmcnti '-0110 1e intcrfc1'<:•nze pa~,innali che cktern1inarono reticenze. !:,cune ahcra,.ioni: cd anche in l'""ato dopn ogni Rrandc o piccol.1 guerra c.: \Cguata nn:.1 fioritura letteraria in cui ogni bclligcr.:11He ha cercato di c~porre gli avvt11i111enti s<:co11dc> il proprio puuw di vi,ra. Le p11bbli-

del Tosti, del Caracciolo, del Segato, dei genera li l.anrczac. Duhoi,. ~iangìn , dcll'ammiragltu Ron'harc; dei generali Gurko e Danilo,·. 1nnumcrc\ oli sono le opere storico-m1liL.:1ri cli caraucrc ~cneralc su lla gucrr:i innndi:,k e la cital'1 ,, Hibliogrnti,1 ,, del tenente Blano ne numera alcune centinaia. Fra le piì1 importami si possono citart·: in Italia le pubblicazioni clc:I generale i\dnano Alberti: ,. te relazioni fra i capi di Stato .\'1a.~giorc <kl!a Triplice 11, " E:;ame di ;tkunc m::1novrc ~Kccrch ianti )), ,, L'azione militare ita liana nella. gucrr:1 mond iale ,,, " li maresciallo I lindenburg »; e quelle r~crnltc dal colonnello Angelo Gatti nella ,, Collezione itali:rna di cliarit memorie. )tud, e :locun1enti per M!r\'irc alla ,t\>n.1 della guerra del mondo ,,, nonchè gli scritti ùel Cali•

cazio1,i che preM:nt.1no le m.iggiori garaJ11.1(' di verità .;;to-

guerra dei tre imperi"· In Francia prim,·ggiano: il generale Palnt con " La grand,, guerre sur le !ronl occidenul •; il senatore Corncl con " I listoire de la guerre•; l'Hano1aux con « Hi,toirc illustrée dc la guerre " ; il generale :\lall~tcrrc con 11 l·:n1dc, et imprc.::s:,.,ic,ns dc guerre )>. Gli autori Lcdc~t.::hi clic hanno ,,ricw qill 'argon1c11to ~ono 1nimcn,~i, ma sopra tutti emergono lo Stcgcmann ~-on !3 ~u~-1 detta"liata Ce,,d1ich1c dc, Km•or, " • \., ~chwarl<" con i ,uoi ~o! umi :,.,u1l,1 , Tecnica dcli~ guerra >• , il \'fJll l:krnh~lrdi .:011 la sua " Dcutchlands Fcldcnkarnpf 19 14-1<J18 ». Dcgl, ,cri1tori inglesi sono da ricordare l ' l lamlcy, il :Vlarch, il :>Jdson ed il Repington, e per mole ccl abbondanza di notizie : la gr.1nde , Swri,1 • dc:! Times cd il ,·olu,ne XXXI\' della ,, l'.nciclop<:dia Britannica " destinato nmo alla guerra mondiale e 11cl quale figt1rano due s1udi equanimi , ulla guerra irnliana. Chiuduno la serie i colonnell i " 'i7.7.cri Fcylcr ed Egli. nonchè il generale ru,<n Dobro,·oski che ha scritto sulla mobilitazione degli eserciti russi. l\'el campo rnarittimo le opere pii, importanti di indole generale sono tJUelle riel Bcrnntti, dc:! Davelny. d el Pullcn e d el Byw:ner. L'anività del pensiero militare si è manifestata non soltanto od campo della ricostruzione critica degli av,·cnimenti. ma anwra 111 quello dd!a didattica. li pruno problema affro111aro è quello <ld\;1 « meccanicità o menu della

rica sono queHc c.h:f'i Uffici ,torici degli Se;ui ~laggìon. Le " Rda1.ioni uffi,·1,ili , per le operuion1 lcrrcstri sono: la fra11cc:-.ç : • Le~ armées trJl1\',,iM.., dans ia :,:r~l!Hie guerre 11 : la gcrrnani~a: H Der \Vcltkru:g 19 1-1-H;18 >) : l:1 bri lannicJ: \\ H i!\Lory o( tht' grc:H war 11; la rus,~t: .c nrc,·c c,po,io'.ione ddlc: operazioni ,ul fronte ru,~o •: la jugor ,l:iva: • Grande gu,·rra serba per l.1 liberazione e hm ione dell:1 Serbia, Croazia. Slavonia ,.; una bre,c Action dc J·Armée belg;e 1, cuinpktata daJl·opera d i ,ar.,tt,·re uflìno,o del tcnen,c colonnello Tasnicr c del maggiore Van O,crstract<·n " L.1 Bclgiqlle ..i l,1 guerre "· :-Sei 1,12; l'Ufti,.·io storico del OO!<ttro Stato m;1g,~iorc ha 1n11.1Jto b puh hli,.1zwne della cc Rèlazionc sulla g1amk guerr.1 . . Ha dato poi al le ,rampe mon(,gratie co111plete su alcune: ,1zioni su l Ironlc italiano: ,, La conqui,,.1 dd Col d i L:111:1 ., ; " La ..::onq111,1a de] ~f. >Jcro '); " l...a bJuaglia di Viuorìo Veneto ": La battaglia ~ul Piave »: uhre a, volumi sulle " Medaglie d'oro ,,, ,ulle " Hrig.1tr di Fantcna • . ,ullc u ( ìrn.ndi unirà }1 , H ti (( Rifornimenti dc..:!l 'E~rrcito mobiVi .. r:110 durante la guerra alla fronte italiana "• ,ulla ,, Con•1u1,ta di Gonzi a , . Assai utili per la comultazione sono :a " Chronlog)· of 1hc "·ar • britannica e l.1 teclcs.:a Sd1lachten und Gefechtc " · Gli Stati mag~ion delle marine belligeranti hanno pubblic.no le loro ,, Relazioni utli ciali ,, in gran parte 1radotte in italiano per cura dcl i 'Cflicio storico della R. Marina, il quale ha dato J!lc ,tampe una (Jua111i1à di pubblicazioni sulle opern,oni delle navi italiane. L ·opera elci Manfroni « La Marina italiana nella gucrrn rnonrlialc >1 ha carattere ltAicio,o. Interessami quantunque espongano il punto ri i vista personale, ,onu il libro delrammirag-lio americano Sims ,, La vittoria sul mare "

e quello dell'ammiraglio inglese Jdlicoe • La crisi nella guerra navale » . Seguono poi le opere dei principali attori della g-uerra, i quali hanno ,critto e reso d i pubblica ra gione le loro M,·morie. Così i due volumi del maresciallo cl'halia Cadorna La guerra alla fronte italiana ", ai quali seguì il volume Altre pagine sulla grande guerra • : le " Mc111orie n d el marcscial lo Gallien i; i due rnlum, del Falkc nhayn; le " Memorie » ciel Hindw burg, del Ludenclorfl', del Conrad, del Sellier d c Muranvillc, capo di S . .\,I. dell'Esercito bdga. di lord Churchill, dello Schccr. del von Tirpitz, del Kronprinz di Germania, del B[ilow, dell' Allemby, dell'Haig, del maresciallo Frrncb; del maresciallo Caviglia, del genera le Liuzzi, del Ca vaciucchi , ciel Ro nchi,

medesimo su lla gu(rra~ 1 volu mi del colonnello Maravigno.: " Campagna eld 1914 , , " Cli Italiani nell 'Oriente balcanico. 1n Russia e in P.1lc,11na ", " I saggi critici ,11lla guerra mondiale ,,_ Come: abbiamo ,•11110 • : del Villan: « La campagna di Macedonia "; elci Valori: " La guerra

it:.t lo ..au.striac:-i 1), ,t La gucrru sul fronte fr:1 1\co~brlga )), ci La

guerra futura >• , e qui gli ticrittori si sono divisi in dm.cam pi ncttaincnte antitetici. Tra i propugnatori del la mc~canicità della guerra abbiamo: il Baistrocchi. il Pentimalli, 11 Pona il Guadagnini. 1I llou,·ard, il Oaille. il C'..amon. il Sauli~I. l' i\)léha~r, il Culman, lo Schwarte. Nel campo opposto: 13a,tico, Maravign~, Targa, Caracciolo. 'frt'7,';n ni, Tayscn, Bolck e F reytag- 1.oringhovcn. Le principali <>pere di carallcrc 1ecnico-profcss1011alc sono: Caracciolo: • Come combatte !"artiglieria • • Corselli: « Tattica moderna " · Trezzani: « Impiego della divisioJ1c nel combattimento » e cc Il battaglione ìnquad r:ito », Ta rga: « La guel'ra di ononiagna " · Fcrreri: ,, Sistcrnnione delle posizion i nella guerra campale n ~(alcese: ◄< I carri ;1rmari ed il loro impiego n. D'Antonio: , ·1rauato sul tiro dell"artiglicria " · Verduzio: 1\ La dinami..:a delle macchine aeree ,, e u La costruzione dei velivol i '), M~ltese: 11 Aviazione ìwliana da ricognizione durante la guerra curopc:a », Anna n i : « Ex alto ad signum •, Bloch: « Balistique acrienne ", Villate: « Conliition< geographiques de la guerre •, Biowang: " Le, cngins d'accompagnemenl », Roger, " L'artillerie dans l'offensivc » e i) « D iziona rio tattico» cornpila10 da ll ' Istituto 1


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di Scienze militari di Varsavia in quattro lingue: francese. tedesco . russo c polacco. Accanto alle opcrt di carattere tecnico-professionale che hanno anincnza più o meno diretta con la guerra o che si ispirano all'esperienza di essa, la letteratura m ilitare post-1.,cllica non ha abbandonato il passato, fonte imnrnnentc di preziosa esperienza e non ha uascurato la coltura generale professionale. Citeremo l'antologia m ii. « :',lane ,. di Canevari e Prezzolini, e la nostra « Enciclopedia Mili tare », che rappresenta un contributo scusi bile in questo campo. (V. le biografie degli scrittori militari).

Letterman (Gio11atlza11). Ufficiale medico americano nella guerra di Secessione (1824-1872). li 19 giugno 1862 successe a Tripler come medico in capo dell'esercito del Powmac. Fu l'istitutore di un corpo di ambu lanza a dtic letti per lo sgombero dei feriti e dei malati. Ne fu fatto l'impiego per la prima volta il J] settembre 1863 nella battaglia di .\mtrctan. Jn questa occasione il L. raccolse qual• tro giorni prima del combattimento, oltre 200 ambulanze. e sgombrò il campo di battagli.i in 24 ore di oltre ro.ooo feriti malgrado che la distanza degl i ospedali di ricovero fosse di sei miglia dalla linea del fuoco. Si dedicò anche al riorclinamento del n,a[eriale sanitario, sistemandolo in modo eia diminuire quasi della m età il numero dei carri di trasporto. Istituì gl i ospedali da campo mobili {ornendoli tli .tpposito personale e materiale sanitario, così · che si 3\'C.S5C la possibilità di sgomberare e soccorrere i feriti durante b battaglia stessa. Questa organiz7..azione diede ottimi risultati nelle battaglie di Friedcrikshurg, Gottcsburg e Ch icka111a uga. Lettleri (Vinccn:::o). Ammiraglio napoletano del scc. XJX. Nel 18➔8 col grado di capitano di vascello comandò la fregata « Regina » durante la spedizione nell'Adriatico; nell'anno seguente a.sunse i l comancln della squ.idra inviata mn1r<i la S icilia ribelle. Nel 186o era retroammir. nella flott.1 napoletana, e quando questa pasw al Rcg110 d'Italia fu posto a riposo. Un L. Emanuele era stato (1824) pure retroammir. della marina napoletana.

Le1ticri Alfredo. Generale nel gen io L1avale. 11, nel 1851, entrato in servizio nel t86o, promosso magg. generale nel l 9()ì, collocato in P. A. nel 1910, m. nel 1911. Fu vice dircuore del Comitato per re,amc dei progcni di nav, nel 19 10. Lettonia (Lat11ii11). Stato repubhlicano dell'Europa, sul Baltico, fra Estonia, Russia , Polonia e Lituania. Capitale Rig:,, sul grande golfo omonimo. Costituitasi il 28 no, cmbre 1918, venne riconoscnu,, di ratto dalle Potenze S1cmma della Let1onia nd 1920. Superficie quasi 66.ono Kmq., ab. qua,i due m ilioni. Bandiera militare

bianca, con croce rossa, bianca, rossa. La storia del nuovo Stato ha inizio nel 1917, quando, scoppiata la rivoluzione russa, i Lc uoni proclamarono l'autonomia. Già nel 1915 lo czar Nicola aveva concesso ai Lettoni il diritto d i formare un c.sercito nazio nale, agli ordini della Russia. Nell 'agosto r 917 i Tedeschi invasero la L . e presero Riga, mentre i Lettoni si ritiravano a Pieuogrado. Il uauato di Brcst-Litowsk lasciò la Germania padrona del paese, dove fondò un regno di cui la corona •venne offerta a Guglielmo Il. Solo dopo la guerra

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fu possibile ai nazionalisti lettoni di proclal11arc l' iud1pcndcnza della L. Nell'inverno il nuovo Stato, non ancor;i organizzato, fu attaccato dai Bolscevichi, che presero Riga . La riscossa dei nazionalisti lettoni, nella primavera del ,91y, li liberò da questa minaccia. Subito dopo, in unione .:on g li Estoni, cacciarono (22 giugno) le truppe tedesche del Van der Goltz, dalla regione. Frattanto il picwlo esercito lettone si organizza va, e poteva così tener testa a uo ulteriore tentativo tedesco, e.seguito nell'ottobre-novembre 1919 per Bandiera naoionolc della Lettonia opera di Avalov, con 50.000 soldati raccogliticci. Tra il 9 e I' 11 novembre quc,t,· truppe, che avevano raggiunto le vicinanze di Riga, fu rono sconfitte dall 'csercito lettone, appoggiato da navi fran cesi e inglesi. Nd dicembre gli ultimi reparti dell'avventura tedesca erano cacciati dalla L. Rimanevano n11tlci bolscevichi, e per liberarsi di questi la L. strinse accordr con la Polonia, la quale inviò un corpo dr truppe, coman dato dal gen. Rydz-Smigly, il quale, cooperando con l'c,u cito lettone, tolse ai Bolscevichi .Dwinsk e altre localit,1 che ancora occupavano. Nel fchbraio del r920 il paest' era MneJiOJ'<J

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linalmcnte libero: formalmente lo fu con la pace conclu,.1

ti 15 luglio con la Germania e 1' 11 agosto con la Ru,<1.,. Seguì il riconoscimento giuridico del nuovo Stato (26 gen naio 1921) da parte ciel Cons iglio Supremo delle grnnd, nazioni: le frontiere ne erano delimitate defin itivamente il 31 marzo 1921 con l'Estonia e la Lituania e il i aprii< con la Russia.

Esercito. t ripartito iu 4 divis. composte da tre regi:, di fanteria cd u no d'art. da campagna. Vi sono inoltre le scgllenti truppe non indivi,ionate: 1 rcgg. di ca\'allcri~ su 5 sqdr. ; 1 rcgg. d 'art. pesante, 1 regg. di treni blin dali (due treni), 1 bgl. di zappatori, 1 distaccamento elci trorecnico, 1 cp. d'automobili blindate, 1 cp. automobili$ll. Effettivi di bi l:111cio : Ufficia li 2.000, Truppa r8 .ooo. li servii.io è obbligacorio da 20 a 50 anni di età; 1:ci ferma è è, 18 mesi, e per 18 anni gli uomini restano ascritti all.1 r, serva, dopodichè passano nell'esercito territoriale, sino .,

50 anni. Marina. La piccola marin:, della l. è costituita dJ lk seguenti uniti1: una cannoniera, ex tedesca, da 48o tonnellate; uno spczzaghiaccio; due sommergibili di 390 tonn . in emersione e 514 in immersione, varati nel r926, com • plctati nel r92i : velocità miglia 14,5 alla superfioie , " 9 ¼ in immersione; due drngamine di 225 tonn., com pletati nel r926.

Aviazio11e. t costiruita da un « Ccrpn degli aviatori diviso in due reparti, in dotazione ali 'esercito cd al la marina: in tutto, 26 apparecc~i, dei quali 16 entrati in


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,servizio nel 1927, sono del tipo Smolick S. 16. I rcpani .aeronautici della marina sono provveduti di idrovolanti .svedesi. G li uomini addetti all'aviazione lettone sono 450. l i reparto marittimo è a Libau, quello terrestre presso Riga.

Leucade. V. Sama Maw·a . Leucate. Comune della !'rancia nel clip. dell' Aude, un tempo forti fìcato, sulla riva di laguna mediterranea. Comba11irnento di Leucate (1637). Appartiene alla guerra tra la Frar1cia e la Spagna all'epoca d i Luigi Xlll. li comandante in capo dell'esercito spagnuolo, Olivarez, avendo -divisato di invadere la Linguadoca , diede l'ordine al generale Serbelloni di porre l'assedio alla fortezz.a di L., la q uale era difesa da due cp. francesi, comandate dal capitano Barry. Allo scopo di impedire ogni tentativo di sbloccamento del forte, Serbelloni fece scavare trincee sull'altura di L., e il 5 settembre cominciò l'attacco bombardando il forte con le artiglierie, sperando di prenderlo pr ima che giungessero i soccorsi che si stavano preparando a Narboua. Già aveva ridotto a mal partito la piccola guarnigione della fortezza, quando il 24 settembre giunse i! duca d 'Halluin, governatore della Linguadoca, con 10.000 uomini a piedi e 900 cavalli, e decise l'attacco per la mezzanotte del g iorno 28 settembre, muovendo con cinque -colonne. Quella di dr., alla prima resistenza nemica, si sbandò e si diede alla fuga , e questo avvenimento assicurò i l successo del! ·attacco. Pcrchi: il Serbclloni, credendo che lo s(orzo maggiore dei Francesi si esplicasse alla sua estrema sr.> concentrò quivi le sue riserve, e ciò pern1ise alla sr. fra11cesc di impadronirsi del forte Franqui, punto d'appoggio di destra del campo trincerato, e facilitò al proprio cemr~ il suo compito. Gli « hidalgo, ,, con una sortita ristabilirono la situazione, ma per poco, che l'I·falluin gettò nella mischia le riserve e costrinse gli Spagnuoli a ritir.arsi diet ro i trìnceramcn1.i. L a lotta era durata cinque ore; gli Spagnuoli, abbandonate le lince d'investimento, si ritiraronQ nella notte precipitosamente, lasciando nelle mani degli avversari artiglicrje e bagaglj.

Leuce. Città della costa ionica, nel l'Asia Minore, non lungi da, Focea: oggi Levki. Nel 131 a. C. vi si combatt~ . Lina battaglia che [u vinta da Ar istonico contro il console Li. ònio Crasso, coadiuvato da lle truppe ausiliarie dei re clienti Ariararte V, Filopatorc di Cappadocia, Pile mene di Paflagonia, Nicomcde di Bitinia e Mitndate V. l i console fu fatto prigio nicro: il re di Cappadocia rimase ucciso com· battendo. Leucopetra. Località della Grecia, all'ingresso dcl1'istmo di Corin to . Ha dato il nome a una battaglia (settembre del 146 a. C .) che appartiene alla sollevazione degli • Achei contro i Romani . Essa fu combattuta dal console L. Mummia, che disponeva di 25 . 000 fanti e 3.500 cavalli, contro Dieo, stratega della Lega achea, che aveva 12.000 uomini e 600 cavalieri. Questo sforzo estremo non valse a salvare la Grecia; però le ottenne, dopo la valorosa lotta della fanteria achea, d i cadere con onore sopra un cam po di battaglia. Dico fuggì a Mega poli e pose fine alla sua vita col veleno. La Grecia fu convertita i n p rovincia col nome di t\caia, e i l governatore di Macedonia ne tenne il reggimct)IO. Leudi (o Antrustioni). Hanno origine dal feudalesimo tedesco: erano quei guerrieri, votatisi al loro duce in irn• prese guerresche col . prestargli giuramento, e successi, nel ,possesso delle terre conq uistate, ai primi tedeschi condotti

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in Gallia dai re Franchi. In principio i L. ricevevano dal loro signore soltanto doni di armi, cavalli, ecc. più tardi invece, quando un re si impadroniva di altri paesi, concedeva spesso dei terreni ai leudi.

Leutari, Capo alemanno, fratello di lluccellino, che seguì in Ital ia . Divisosi da lui, marciò fino all'Adriatico e ne seguì la costa devastandola e saccheggiandola fino ad Otranto. Quando ritornò carico di bottino per la stessa strada, fu battuto presso Pesaro da Artabane, ma riuscì a sfuggire, e raggiunse il Veneto, dove egli e i suoi morirono di peste, come dice i l Muratori. Leuthen. Vi llaggio della Prussia, nel dist r. di Breslavia. Battaglia di Leuthen. (Della anche di Lissa : 1757). Appartiene alla guerra dei Sette anni. Stanno di fronte i Prussiani coman dati da Federico 11, contro gli Austriaci comandati dal p rincipe di Lorena. forze contrapposte: Prussiani: 49 bgl. , 134 sqdr. e 167 pezzi; totale 35.000 uomini . Austriaci : 84 bgl. , 144 sqdr., 200 cannoni: circa 80.000 u . Nonostante la schiacciante superiorità numerica dell'avversario, Federico decise dì attaccarlo nella posizione scelta dal principe p resso L., ottima per quanto avesse l'inconveniente di un fiume alle spalle. li Lorena fece gettare per precauzione molti ponti sulla Weistritz, onde avere libertà di transito. · Alle 5 del mattino, del 5 dicembre, Federico li muove da Neumarkt con un 'avanguardia generale (45 sqdr., 12 bgl. e JO pezzi) e col grosso formato su colonne d'ala costituite esclusivamente di cavalleria, in due scaglioni, e colonne interne costituite esclusivamente di fanteria, pure in due scaglioni. L'avanguardia, giunta a Borne, si incontrò colla cavalleria austriaca, la caricò t riuscì a respingerla facendo 6 00 prigionieri. La fanteria si fermò a Borne e la cavalleria si spinse fino a Nippern , ove fu ·arrestata dagli avamposti austriaci occupanti il terreno paludoso del llreegs Wasscr. Il principe di Lorena aveva disposto le forze ai propri ordini su tre schiere, delle quali la terza costituiva riserva ed era composta di fanteria e di cavalleria agli ordini del Nadasdy. Il fronte di battaglia si appoggiava a dr. alla zona boschiva cd in parte paludosa di Nippern, a sr. al borgo di L. Nella mattinata, però, il principe, in seguito a richiesta del Lucchese che comandava la cavalleria dell'ala destra, si era privato della r iserva, mandandone parte a Nippcrn, per sostenere il Lucchese che dalla ricognizione della cavalleria prussiana sopra accennata, te1ncva di essere attaccato. Con-

temporaneamente aveva dislocato l'altra parte a sud di L., per prolungare il fronte e sbarrare la zona collinosa, ma d i facile percorribilità, che si stende dal vi llaggio Slld· detto alla Wicstritz. li Nadasdy, che assunse il coma1,do della nuova ala sr. , schierò le proprie truppe a nord cd a sud di Sagschutz, formando un 'angolo rdto presso questo villaggio colla cavalleria del Serbelloni avanti a Gohlau . Federico decide di piegare da Borne verso sud e di portarsi con tutte le forze nella regione Lobetinz-Schricgwitz per attaccare l'ala sr. nemica, e muove su due colonne anzichè su r1uattro, al coperto dalle coll'i nc. Per marciare di fianco con sicurezza dì fronte al nemico, ordina all'avanguardia <.li lasciare tre bgl. a llorne a protezione della linea di comunicazione con Neumarkt, e destina tre bgl. a scortare i l fianco esposto : il resto dell 'avanguardia (altri 6 bgl.) avanza precedendo la cavalleria, la quale era alla testa della colonna di sinistra. li Re stesso, alla testa dei 45 sqdr. di avanguardia, guida il movimento, che, nonostante <JUCSte precauzioni, è scorto dal Lorena e dal Daun ; scnonchè costoro ritengono che Federico voglia ri ti37


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LEU rar<Ì verso sud, e sono felici d1 questa decisione del Re. A nc~~uno cJi e~i ~icnt; 1I pcn~icro cli ana,:cdrc i Prus&iani

per colpirli durante la manovra, nè quello di spingere almeno una pattuglia di caval ler ia per conoscere con esattezza la d irezione del movi mento ciel nem ico . Dopo mezzogiorno però i due generali austriaci hanno notizia che mas.e <.li cavalleria prussiana sono avvistate ad unente di Schriegwitz. Era iofJtli la testa del gros.o dei l'russianL che, dopo uuc ore di marcia, aveva raggiunt~ tale loca liuì . Feder ico fermò a q uesto p unto il movimento e sch ierò l'esercito per la battagl ia fronte a nord-est su due linee. obliquamente all'ala sr. dell'esercito nemico. Uhimato tale ,chicramcnto tolse dal fronte i 45 ~qdr. d'avanguardia e li fece disporre in terza linea, rl ietro l 'ala sr. della fanteria. Alle ere tredici tutto lo schicrame mo era com piuto sen za alcun disturbo per parte e.lei nemiw. Dopo tale ora,

Borna.

alluato in tempo, tanto che quando gli scaglioni avanzau dell'ala dr. prussiana vennero .id urtare contro L. nusci rono bensì ad impadronirsene, ma furono ,ubito UOJX> a, re,tati d a un v iolento fuoco delle fanterie· e delle batterie austriache. Gli ~cag;ioni success ivi, proseguendo la marci,1, ,cnncro anch'es,i ad impegnarsi all'ovest di L., ma furono meno fortunau ancora dell'ala dr. e doV<::Uero anzi , pe1 un momento, ripiegare per la superiorità del fuoco au >li iaco. La situazione critica dell'esercito prussia no, tan10

in (criore di numero all 'avversario, durò tult.ivia poco . I.a nuova linea austriaca fo1ma1a all'improvviso col successivo giungere delle truppe dell'ala dr., non potè .issumere la materiale continuità, cui <JUcllc truppe erano avvezze; CO· ,icchi: esse non seppero su bito approfittare del loro p ai·zialc successo ad ovest d i L. e, pur combattendo tenacemente, cominciarono <.!ovunque a cedere a nche µc;r sottrarsi all'aggiramento della loro si. da parte della ca, alleria riel lo Zietltcn che procedeva lungo l:1 WeistJitz . Lo Z iethcn Jinì per c,sere fer111ato; ma la fantc1 ia prussian.1 lo raggiun,c e LOrnplctò l'a, ,olgi1nemo. L·ala ,r, degli Austriaci (u allora de1initivarncute rotta . Quasi con• e temporaneamente venne pure roll,t l'ala dr., gr,1zic ad un >1ngolare ~pi,odio <li lotta d1 ,·;l\ ai!cria . \'er,o le r6 al gc ncr<ilc Lucchc,c, co,uandanre la cavalleri,1 dcli 'ala destra, pan e giunto il momento d1 JllJccare l'cmcnu ala c.lella lauteri a prus;ia11a arrestata dal fltOC() aust1iacu 1 cd ava nzò ;,1 tale ,copo con 60 ,qdr. in colonna. Il gen. Driessen, che: ~omanclava 50 ;qdr. prnssia111 all'ala sr. , si accorse del 1110vimenro della cavnllcria m,::.tri.1ct mentre ques.ta, ,mcurd in colonna, si prcpa,a,·a a spie g,1rsi in line" per burtar,i sulLi fanteria. In 1111 :tttim o ,1 D r i<:>,en ,i precipiti> ,111 !ianco dclJ'.1Hcrsario .:on 30 sqdr. in linc:a e rd,' ol!l,C in tesla e ili

.:\'cri gli Jmpcri.tli e bianclu i rruo;;siani: a. prim:l; b, secorid:l; t, terza po'->izione .

J•ederico ord ina l 'avaniatn a scaglioui con l'ala destra avanLata . l tre hg!. che a,cvano fiancheggiato l'ala sr. attaccano le ,ti ture di Sagschutz mcucndo · in roll• le truppe bavare,i e wu rtemberghcsi che c.liicndcvano cale località e che si ritirano in direzioni <livcrsc, parte verso /,. e pa.rlc ,·erso Gol1lau . Contrll (Jucsli borghi il Re invia i 6 bgl. d i a,·a.ngu"rdia che avevano marciato in testa alla colonna di sr., e l'attacco ha buon esito. Anche all'estrema al.i dr. J'ava112,1t.1 dei Prussiani procede, malgrado il terreno paludoso e rotto. !I principe di Lorena, non appena rotta la propria sr. ordinò un cambiamento gen erale della fronte delle fan te rie, che vennero celermente mosse per far fronte a sudovest, schierandole colla dr. a nord-est di L. e colla sr. sulle u Itime falde dei colli che scen dono da L. alla bassura paludosa d1e sta ad ovest d i Ra thtn . li mov i1nento fu

cuci,, cogl i .,hn. La cavalleria

au,11iaca fu ributtata e rott,1 rap i,lamente; gli sqdr . prussiani l'inseguirono, e travol>cro con essa l" dr. della iantcria au,triaca.

La battaglia era vinta. Gli J\u,triaci si affrettarono a rag giungere i pon ti della W eist ritz prima che !osscro occupati ti .ti l'russiani. li Re av rebbe volu to spingere l 'inseguimento nella notte, ma le truppe, stanchissime, non potevano marciare. Solo con ere bgl. di corazzieri e cinque sqdr. volontariamente offcrtisi il Re si spinse fino a Lissa, inca lzando il nemico in q uella di rezio ne. Le perdite a ustriache (11rono d i 28.000 uomini e u6 cannon i; quelle prussiane di 6.000 uomini. Gli Austriaci si ritirarono in Boemia per Schciwdnitz: tranne un grosso numero (20.000 uomini circa) che si chiuse in Breslav ia, dove non tardarono ad arrendersi. Il p ri11cipc di Lorena aveva pe rd ute in pochi g iorni la Sassonia e i due terzi del! 'esercito.


Leutrum (baro11e Federico Guglielmo) . Genera le tedesco al servizio di Casa Savoia (1692-i755). Venne in Piemonte nel 1706 e prese parte alle guerre successive in Piemonte. Nella battaglia di Camposanto (1 743) fu tcrim e salvò la giornata, ottcncn<lo Ja pro1nozione a maggior generale, nel 1744 si segnalò alla d ifesa d i Villahanca. Fu JJOi no,ninato governatore d i Cuneo e valorosame nte d ifese la città durante l'assedio del 17.14, guadagnandovi · il grado di ten. generale . Nel 1746 prese Asti, e continuò a guerreggiare fino alla pace d i Aqu isgrana. Tornò allora al govn natorato di Cuneo che resse fino alla morte.

Leutrum barone Carlo Emanuele. Generale del sec. XVIII. Comba tti: in Piemonte e.olla fanteria alemanna divenendo tcn. colonnello del regg. Zictten nel 1765. Nel 1774 ebbe il comando del ,egg. Reale Alemanno ed il grado di brigadiere di fanteria. Magg. generale nel 1780, d ivenne l"ogoten . generale nel I 783, al scrviz,io di Casa Savoia .

Leuttra. C itt,, allt. del l"Arcadia, nel territorio di Mega lopol i. Vi si combatte: nel 227 a . C. una battag lia che appartie ne all 'età della così detta g uerr:l C leomemnica, e fu combattuta e vinta da Cleomene III, re di Sparta, contro Li Lega achea agli ordini di Arato. Causa di questa guerra era stato l'acquisto da parte degli Spartani di Mantinca, T egea e Orcomeno del 228 , e l'occupazione d i Belmina del 227 a danno della Lega. Le111m1. Ant. città della Beozia, che l1a dato il nome a una ba ttagl ia (6 luglio 371 a. C.), che appartiene alle così delle G uerre Tebane . La banaglia è cnratterizzata da uu attacco d i ala eseguito m ediante una formaziooe a scaglioni con la sinistra avan ti. Questa è la pri1n::i gr~nde a pplicazio ne d d l 'ord ine obl iquo che le storie ricordino, se Jl"r non vogl iasi ritenere come tale la battaglia d i Timbrca (548 a. C.). Siamo nel breve ma miJit:irmcnte glorioso periodo dell 'egemonia 1ebana. L·escrcito spartano, Jmmon-

tante a

Lw

5ì9

LEU

10.000

.fanti, fra c ui 4000 Laceden1oni e

J uoo

ca-

va lieri agli o rdini elci re di Sparta Cleombroto , si trova d i fronte a Gooo Beoti e 500 cavalieri , m mandati da E paminonda e Pdopida . Per compensare wll"artc lo wantaggio del numero, Epaminonda, che era qud g iorno il comandante in c~1pu. s:1 lc su lle alture, fingendo di mu tcre

il cam po. Il nemico , tratto in inganno, accan1pa anch 'es$o, rom pe ndo g li ordini. Epaminonda coglie il momento opportuno e fflLJove ali 'offesa . Gli Sparwn i, sorpresi, si ordinano sc.;cundo Li. loro antica tattica, cioè io pri m:1 linea. con la cavalkria frontalme nte, in seconda con la fanteria.

Epaminonda invece pose la cavallcfia in prima linea frammischiata a fanteria leggera, per inquietare m:,ggionne ntc il nemico, e nella seco nda la fanteria, ordinata con la profond ità da 8 a 12 uomini; all 'ala sr. una grossa falange, massa rettango lare, con la profondità di 50 uomini, spalkggiat" dal 1,gl. sacro di 300 cornballrnti, agli ordini di l'elop ida; al ce n t ro e all'ala d r. la fanteria leggera molto d isicsa , per pareggiare il fronte nemico. L'azione è ini~iata dalla cav,illcria teba na, la quale, st"bbenc inferiore alla cavalleria spartana, la respin ge addosso alla propria fanteria, che resta ini;o1nbrata e ostacolata nell "attcco. Di ciò approfitta Epaminonda, il <Juale a passo di c~rica spinge

avanti 1a sua forte ala sr. contro I.a dr.

ne1n1ca

coman-

data d a Clco111broto, mentre trallicne il suo centro e la E ··J •--...--~i L_.J l,i'q'Jr-'u.l..r,. -

&.n:il:c /,,.,ti':~m.o.-r,. •

~ lJc,rilD lllxuw

n.

/·'t,l<_tn7~ {,r_.t·edt!MWIU'"• Cune.o 'lu.adt--a.,,_qoln_r,•. N. e, .l.ù-rtYL rl<!Jt-,,,.;(;t'Yf Vffr.rw 1t r-

F..

~---

Battaglia di Leuttrs (371 A. C.}

.sua ala destra. Contemporaneamente Pelopida col bgl. sacro m inaccia il fianco dr. e le s palle dell'ala spartana. Clcombroto fa ogni sforzo per libera re la sua ala dal cerchio che

la !j(ringcva, rna. trova la morte con S fo dri:::i e altri valorosi Spartani . Rotta quell'ala, i vincitori premono di fianco e alle spalle il centro e la sr., e completano la vittoria. G li Spartani superstiti si mettono in ritirata e si salvano nel prossimo campo. Dei 700 combattenti spartani 400 vi trovarono la morte, olt re a 1000 opliti lacedemo ni; rlei Tebani 300 solan1en te .

Leuze. Piccola ciLLà del Belgio, nel! ',I lainaut. Comhauimento di leuu (10 settembre 1691) . Appartiene alla guerra di Fiandra d i Luigi XIV e fu a nche d etto di La Catoire. Nella notte d,11 19 al 20 settembre il maresciallo d i Lussembu rgo, informato che l'esercito nemico com inciava

1

ritirarsi per rientrare nt:i quanìeri inve rnali,

ordinò ch e .,, sqdr. della Casa del Re, unitamen lc agli oltri regg. di cavalleria che costituivano la prima linea

Combattimento di Lcuzc, o di La Catoirc ( 169 1)


LEU

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della sua ala dc,trn . montas;c ro J ca"allo: c. postosi alla loro testa, puntò su L. Quivi giunto verso le 9 del mattino, 11011 trovò che la retroguardia del nemico fra il r io Dender e il ruscello La Catoire: fatte spiegare le sue t ruppe su due linee davanti a L. le appiedò per attaccare la fanteria nemica. Il principe di Waldeck , comandante

verifica delle liste di le, a, aWesame ed ali ' arruolamento degli iscrirti ; nel secondo periodo « Sezione straordinaria ,. vengono esaminati cd arruolati tutti gli iscritti per i quali

dell'esercito joglcse, fece tornare indietro Ja sua cavalleria,

Leva 1n.m·ùtinw . Sono soggetti aHa levH d1 111a1 t:, e qulndi pe rsonal1ncntc obbligati al serviz io mii. ncll 'armau, i cirrndini dcJlo Stato che, idonei alk armi, si trov ino in determinate condizioni previste dalla legge; e precisarncnt~ quel li che al momento della chiamata de lla L. marittima . se questa avvenga prima d i quella di terra, ov vero al m ome_n to della ch iamata cli q uella di rerra se qu esta avvenga prima dcli 'altra, siano stati o siano inscritti fra la gente di mare, o comunque abbiano esercitato o esercitino la

disponendola su sei lince sulla sr. del ruscello di La Catoire . Il maresc. Lussemburgo allora diede ordine alle truppe della Casa del Re di caricare senz'altro il nemico. Questi oppose u11a seria n:sistcnza, ma finalmente la Guardia del Cor po riuscl a superare la prim:, linea, precipitandosi sulle linee successive insieme con gli altri sqdr. , travolgendo ogni ostacolo fino alla quinta linea. La sesta linea nemica si. ritrasse in tutta fretta, protetta dal fuoco di cinque battaglioni, e i I g rosso della fanteria si distese lungo la dr. dd ruscello La Catoire. Allora il Lu ssemburgo arrestò la sua cavalleria, dopo aver preso 36 stendardi e fatti 400 prigionieri ; <Juindi, riordinate le truppe in colonna, le fece rientrare ai loro accantonamenti .

Leva. È così detto il complesso delle ' operazioni mediante le <juali i giovani che sono iscritti nelle Liste di Leva (V.) vengono " levati ,, dalla >Jazione e immess, nell 'Escrcito o nelle altre forze armate dello Stato. Le opera,.ioni d i f.. sono contcmpiate dalle leggi sul Recl11ta mc11to (V.). L'arruolamento mediante la L. è anche detto per Coscrizione (V.). I giovani inscritti sulle liste di leva sono =i.vviati dai c01nuni di residenza alle Commissioni 1nu~ bili di arruolamento (V.) secondo le date indicate in apposito manifesto di chiamata. Presso le Commissioni sono s:ottoposti a visita n1c<lica, e quindi assegnati alle varie armi

e specialità, oppure dichiarati riYedibili o riformati. L ' :i( fluenza dai com uni nelle località dove funzionano k Commission i mobili è regolata jn man iera cl1c gli iscritti non

siano costretti " rimanere i11 <Juclla località più di una g iornata. J.a presentazione degli iscritti alla Commissione mobile <li :trruolarncnto è obbligatoria; perciò la Commissione stessa dc.ve • accettare dichiarazio ne <li renltcnza per coloro che non si presentano senza giustificatò motivo nel giorno ccl ora fissati. Gli iscritti che r isiedono all 'estero devono presentarsi alla Regia Autorità d ip lomatica o consolare quanto prima sia loro possibile, oppure al Consiglio di leva del Regno. Quest'ultimo ha composizione simile alle Commissioni mobili di arruolamento. I residenti al-

1'estero sono d ispensati dal presentarsi alle armi in tempo di pace : il loro o bbligo di presentarsi è dato dallo stato di guerra, ron le norme che sono in tal caso stabi lite. Se rimpatriano, prestano servizio nel caso che non abbiano oltrepassato il 320 anno d'età, rispondendo, se l'hanno oltrepassato, soltanto alle eventuali chialllate della classe cui appartengono. I Consigli di leva hanno sede nelle città capoluogo di provincia e provvedono all'esame degli iscritti nel capoluogo di provincia, mentre nelle altre località viene provveduto a mezzo delle Commissioni mobili di arruolamento . Sia nei Co nsigli di leva, sia nelle Commissioni m obili, hanno voto deliberativo: il presidente, i consiglieri, gl i ufficiali del R . E.; hanno voto consultivo tutti gli altri, meno l'ufficiale medico che non ha voto. Le operazioni di L. sono effettuate in seguito ad ordine del Ministero della guerra e ,·engono compiute: in dm; periodi successivi; nel prin10, detto « Sezione ordinaria" e di durata stabilita dall'autorità centrale, i Consigli e le Comm issioni procedono alla

non fu possibile eseguire <lette operazioni ne lla sezione o r<l i•

naria . (V. anche Armolamento e De/etto).

n~n•igaz.ione Jnc he da diporto, o la pesca all:testcro, o in a lto man:, o t:osticra, oppure il ,nestierc <li barcaiuo lo o

battellante o sca ricatore di porto, ovvero i l servizio alle ton nare per la manovra delle reti; gli operai che haruio prcst::ito o prestano servizio negli arsenali o

cantieri; co

\oro clic abbiano esercitato o esercitino il

mestiere d ,

maestro d'asciai ca lafato o carpt:ntiere in ferro o in leg nn

di galleggianti di mare , lag hi o lagune; gli o perai addeu , alla costruzione o all'allest imento di navi e agli arm amenti navali g uerreschi, o come fuochisti., n1acchin isti 1 n1cc canici o elettricisti presso stabilimenti industriali, ov1'cro in servizio di apparecchi generatori o motori di galleg g ianti, o presso ì fari e segnalamenti rnariuimi ; i radiotelegrafisti navali; i prosciolti dall'arruolamento volontario precedentemente contratto in Marina; g li ingegneri navali e i diplotnati capitani n1aritti111i, costruttori o macchinisti navali; gli <lll icvi di scuole marittime pcschereccie o pro

fessio1rnli µcr la 1naestranza marittima , o di qualsiasi altra Scuola di carattere marinaresco. Chiunque si trovi in una delle predette .:ategoric h, l 'obbligo e il diriuo di compiere il servizio di L. nella R. Marina; però qualora dall'esame delle note preparatorie, approntate dalle Capitanerie di porto, risu ltasse che i I numero degli iscr itti ecceda il fabbisogno in relazione alla forza bilantiata del Corpo Reale Equ ipaggi Marittimi , pot rebbe essere <la) Ministero della Mati11a ordinata la non inscrizi'lne nel le liste di L. marùtim(I e l 'abbandono ., quella di terra degli inscritti eccedenti, da ndo la precedenza a quelli che . ne facciano dormrnda, ten ute presenti le esigenze del scn·,z10 .

Obblighi rii leva . Consiste ne ll'obbligo di presentazion,· ùei cittadini, ad epoca stabilita , nll a competente autorità per essere iscritti sulle liste di leva e . successivamente, arruolaù o rimandati a nuova leva o r i(ormati od esclusi dall'arrw,lamento. L'obbl igo di ltva è uno degli Obbligl, i -militari (V.). >lelle nostre Colonie, il ùccreto che istituisce i l serviz w della L. m ii. è stato emanato nel 1931. Prima di qucst:t data, era delegato ai Comandi di truppe. In base al tlecreto, sono stati :stituiti anche nclk Colonie i l Consiglio di L (nel Capoluogo), e le Commissioni rn obiL, c g-li uffici di leva. Leva in 111ass(I, Chiamata di tutti i cittadini alle armi , in caso di cstre.1na necessità. Nell 'ant. Roma , era detta " conjuratio ». Quando la Patria era in pericolo, il console o il dittatore, in Campidogl io, spiegavano un drappo rosso per i fanti e uno verde per i cavalieri: a questo segnale tutti i cittadini rivestivano il mantello mil. (sagum) e venivano co,1do.tti al campo di Marte, e quiv i arruolati in massa .


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LEV

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LE\ 1

l,eva fascista (1929) Rom» l.ev,1 Fascista. Coo,iste nel passam:10 degli a, .111guardisti nelle file del Partito fasci.1ta, passagg-io che avviene ogn i anno il 2 1 aprile, con cerimonie nelle quali viene loro consegnata la tessera del Partito e il moscheuo della Milizia . La prima ccri~1onia della L. F. avvenne nt'I 1927.

recavano k truppe da ,barco. co,tringendolc 3 rifugiarsi sulla fregata, che visto fallito il 1cn1ativo, si ritirò.

Le Vacher. Chirurgo delle armate di Fiandra del scc. XVIIl, autore di un 'opera: • Su qualche particolari1à concernente le piaghe fone dalle armi da fuoco • , nella quale sviluppa due importanti questioni d i chirurgia di guerra: il così eletto vento dei proiettili, e le tkviazioni di

Levasseur. Aeroplano francese (J928) costru ito in ,:iri tipi: da caccia , monopo,to e biposto (velocid 200 Km. al l'ora); da osservazione a lrc posti (,•docità 170); silurante con carico utile 1500 Kg., per la nave porrn aerei Béarn .

Levanzo. Rimorchiatore. costruito nd 1906. entrato in servizio nel 1916: tonn. 230.

c,~i attr:wcrs.o i tcs~uti .

Levalle (Nicola). Generale argentino, oriundo italiano, m . a Buenos Aire< nel 1902. Ebbe grande parte nella vita politic.1 :lrgentina e fu ancht: ministro della gucru. Levanna V

(R.~/.

,,tpi110).

Riel/a.

Levante.

Rimorchiatore,

varato a Crist iani~ nel 19r2;

:lcquistato dalla R. Marina nel Lcvalle Nicol;,

1915, radiato nel 1921: dislocamento tonn. 300, lungo mc

1ri 31-38, l~rgo 6.27 . \'clocit:ì

nod i i •5-

Levanto. Comune mariuimo della Liguria,

pro,. clc La Spezia, mun ito di 11 n ant. casrcllo . Il 17 111:mm ck l 18o8, durante il Blocco contiocn1alc, una fregata del\a Roua inglese che incrocia,·a sulla costa ,i presentò <lavan11 111

alla spiaggia d i L . lcnran<lo uno sbarco. Menrre un vivo cannonneggìamcnto impcg navasi tra il Castel\o e la nave inglese, 11 distaccamento dei Finanzieri, rinforzato da alcuni a bitanti armali. aprì ,I fuoco contro le scialuppe che

Le~a-sseur P. L . 5 da caccia

Levata. Vc:11\JmÌnaz ionc ormaj antiquata , non più in uso nel moderno linguaggio militare. Significa arruolare geme, fare solcilti. Ha lo stesso significato generale di leva. Levesi (Carlo). Generale, n. a Cuneo nel 1869. Sottot. di fanteria nel 1888, andò in guerra contro l'Austria col g rado di maggiore e su bito si distinse ad Oslavia e sul Sabotino meritantlo,i la mcd . d'argento, restando mt1tilato. Raggiunse nd 191ì il grado d i colonnello e, nel ruo lo speciale, quello cli generale di brigata nel 1929. Levi (Giulio). Generale, n. a Firenze nel 1870. Sottot. di' fanteria nel 1889, partecipò alla battaglia di Adua ( 18!)6). Frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M .


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L EV

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d ivenendo cOIQnnello nd 19r6. · Colo nnello brigadiere comandante la brigata Aquila nel 1917, e brigadiere generale nel 1918, andò in P. A. S. nel 1920. Levi Giusto. Genernlc. n. a Modena nel 187r. Sotrol. di fanteria nel 1892, partecipò alla guerra Eritrea del 1895-()6, e poi a quella conlfo l'Austria divenendo colonnello comandante il 27cJO regg. fanteria nel 1917. In essa meritò la mcd. di bronzo alla Ba,n~izza, quella d'argcn ro a Fadalto (1918) e la .:rocc da cav. dcll'O.M.S. a Nervesa. Dopo la guerra comandò l '880 regg. fanteria e nel 1920 andò in /1.. R. Q. Nd 1929 v1 fu promosse, generale di brigata .

sciato, fra altro: " La riforma de!rcsctcito »; « Studi cli guerra •: « -Il reg.,oimenro di riserve e la legge dei quadri , , oltre a lavori di soggeno italiano, come « Annib,dc a Ma genta » e altri.

Lewes. Cmà dcll'lngliilterra, capo!. della contea del Sussex. li Jj maggio 1264 "i si combatti: una battagli~ che appartiene alla guerra civile fra i Grandi d'I11gh1lterr., .

!,cvi C!lmillo. Generale scrittore mil. francese dell ·cpoca no,tra. Frequentò la Scuola superiore di g-ucrra . Partecipò al con fliuo mond i:ilc, inizian Levi Camillo dolo come comandante di reggimento: nel 1916 era divi~ionario: fu anche con la ""' d ivis. in Itali,1 nel 19 17. T erminò b carrie ra come governatore di Dunkerquc. Fra le sue opere, sono parecchi studi di battaglie, opere d'indole tecnica, storica. di varietà, d, mernoric, geografiche: il suo lavoro principale è la " StOJ'i,1 della difesa nazionak nel Kord » . e

Levico ((.'omb,1nimc11to). \' . /Jor~o. Leviè (Gi11uppc). Grne,alc còrso al servizio dclfa F rancia, del sec XIX. Nd 1800 fece la ca1npag11a d'Italia; raggiunse il grado di colonnello nella campagna dd 18o\): gua• dagnil il g rano di generale cieli 'esercito italiano nella spedizione di Russia ( 1812) e cadde combattendo a Malojaroslavctz . Levo (Giova1111i .'lu1011io Dc). Sergente maggiore generaie del sec. XVI, organizzatore della milizia paesana di Emanuele Fililxrro, 11. di l' iacen7.a . Ebb(: tale carica nel 1564 e dettò due anni dopo il « Discorso sulla milizia del Duca di Savoi,1 » . sorta d i regolamento adottato nello stesso :111110. Dopo di a\'crc o rg aniz.-,ato l'esercito ducale. 11 L. nel 1572 fu chiamato dal re di Ponogallo per lo stesso scopo. Lasciò anche uno "Scritto i< Sulla giornata cii Far

:'v1 it ra,gJiat rici l ,twis cvn1roacn:c (Cuerra irnlo~auscri:ica)

comandati da Simone rii :Monfon, e il re Enrico Ili, coadiu vato d:d fratel lo Riccardo. I primi disponernno di r5.ooo u ., che di\'iscro in qu,1t1ro schiere: i secondi marciarono ,ul nemico con "" g roi,o corpo d i battag li,1. prt·ccdu10 d:1 una avanguardia e seguito da un~ riserqt .1gli ordini del re. L ':n ~lng,.iardi;l rovcscib e sbarlgliò uno dei ,orpi a\ vcrsari, i:on1po!\t0 di n,ilizic lo11dinc~l, ma si lasciò atlrarre ~ inseguirne i resti , così die il Monforc piombò sul resto dcl1'esercito reale, lo mise in pezzi e prese prigion ieri il re e suo fratello . Due giorni dopo, il re scese ;i p,iui e si rassegnò a firmare il Compromesso di Lcwrs, 111 b,1-.c al quale il potere , so,ta,Ì7.ialmc·nLC, pa., ,.,va nelle mani del Monfort .

sa glia i,.

L ewal Giu lio

Levrone (I 111cr11:0J . Generale, n. ,. m . .1 Torino (18391898). Sottot. d el gen io nel 186r , comandò il Collegio d i Siena; colonnello nel 1892 direnorc territoriale ad Ale5. sandria. Andò in P. A . nel 1896.

ru

Lewal (Giulio Luigi). Ge11crale e scrittore mii. frnnee,c ( 1823- 1908). Partecipò alla guerra d 'Algeria, alla campagna d' Italia del 1859, a quella <lei Messico (1862), alla g uerra del 1870-71. Nel 1874, generale, [u direttore della Scuola di guerra, poi ministro della g uerra, infine membro del Consiglio su periore di g uerr,1. Com<: scrittore mii., ha la-

~litraa,;li,nrice I.C\\I.-. per \·elivolo

Lew is. M,,ggiorc amer icano, eh, ha ideato mir, .,gli,. trice e fucile mitragliatore: qucst'ultimo ado1tato dagli Stal 1 Uniti prim a tic! tipo Browni11g; la mitrag liatrice, costruita in l'ari tipi e per vari 11si, fu adottata in guerra anche nel nostro esercito: un tipo ~peciale fu anche costnnto per i velil'oli . li fucile L. è costituito da una canna eia f11cile, circondata da un involucro ll!bolar~ i.li alluminio. munito


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<li larghe nervature longitudinali . Intorno a questo. un altro involucro tubolare d'acciaio è fissato in modo che la sua imboccatura, restringendosi u n poco, si pro lunga m avanti , oltre alla bocca della canna. Q uesta disposizione fa sì che i gas della ca nea vengano ad agire ad ogni colpo

Spaccr\to del fucile mitragliere Lcwis

a guisa di stantuffo, aspirando attraverso al primo involucro 1.111a corrente d':.:tria fredda. La presa dei gas av\•lcne 1a.teralmc11te : ess i passano in una camera e <la questa in un cilindro, artravcrso ad un orifizio le cui dirnensioni si regolano a volont'i. 11 ca ricatore contiene 50 canuccie. Peso dell 'arma 2 2 chilogrammi .

Lewisite. Aggressivo chim ico d i inaudita potenza, preconizzato dagli Americani e defi nito dal g,·n. A. F ries "la rugiada della morte, dal pro/umo di geranio» . La sua auivirà d istruttrice sarebbe tale da rendere sterile di ogni vegetazione, per 1111 periodo di 7-8 anni, perfino il terreno che ne fosse invaso . La L. h, scoperta nel laboratorio chimico ddl 'Un iversità cattolica d i Brookland. e isolata. perfezionata e descritta nel 1918 dal capitano prof. Lee Lewis dal qua le prese il nome dcll'Uni,-crsit,, d i North-Western . Ch imicamente, è la clorovinildicloroarsina. e si prepara facendo gorgogliare l'acetilene perfettamente secco nel c loruro di ~rsenico, ugualmente secco, in pre-

.,enza di cloruro d i allum inio anidro che sen·c da catali7,· ZQtore . In tal modo, si ottiene un liq uido scuro, vischioso, che emana odore pungente simile a quello riel geranio, e che, con la distillazio ne frazionata, si d ivide e si raccoglie in tre d istinti composti, il primo dei q uali costituisce appunto la L. Essa si presenta sotto form:t di liquido i11colorc o debolmente giallo, bollente a 190° a pressione ordinaria; s;olid ifica a - 13° . f-: un energico vcsci,atorio, dotato anche di proprietà starnutatoria.

Lcxington. Città degli Stat i Ùniti, nel Massachussetts. Vi si svolse (18 aprile 1775) un combattimemnto che appartiene alla g uerra d 'Ind ipendenza degli Stat i Unit i. 11 gcn. ing lese Gage, che comandava a Bosto n, inviò a L., allo ~copo di sorprendervi i preparativi dei ribelli , una colonna d i g ranatieri e d i fanteria leggera, comandata dal luogo• tenente col. Smith e dal magg . P itcairn . L a milizia di L.. circa 70 uomini, verso le 5 del mattino del 19 si trovi., sulla strada, d i fronte agli Inglesi. Rotto il tentativo d i resistenza, le trnppe britanniche proseguirono su Co ncordia dove distrussero due cannoni_, getta.rono nei pozzi e nel fiume cinquecento libhre di palle coi carretti , dispersero grande quantità d i farine. l ntanto i coloni andavano riune ndosi) tanto che, superiori orn1ai di num ero_, ripresero

da ogni parte l'attacco , respingendo gli lnglesi su L ., dove era arrivato loro un. sostegno d i 16 cp, d i fanteria, soldati di mari na e 2 cannoni , comandati da lord Percy. A gran fa tica, attaccati d a og ni parte nella ritirata, gli Inglesi riuscirono a r·aggiungerc sul tramonto Charlcstowu , d 'ondc.

al mattino segucme, rientrarono in Boston. Q uesto comb attimen to, detto anche d i Concord ia, segnò l'ini~io della guerra d 'Indipendenza. Lexington. Città degli Stati Uniti, nel Misso uri , sulla , iva dr. del fiume o monimo. D urante la g uerra d i Seces-

sione, verso la fine dd settembre 1861 i Federali ne rin forzarono la guarnigione che fu portata a 2500 u. al co ~ mando del col. Mu lligan. Questi, sotto la minaccia di un imminente attacco dei Confederati, fece costruire un'im portante opera dalla cinta alta 18 piedi , circondata da fosso di eguale profondità e larghezza, capace di proteggere 10 .000 u . Vi si ammassarono convogli, animali da tiro e le 5 bocche da fuoco di cui il colonnello d isponeva. Il 12 settembre r86r i Confederati, condotti dal gen . Rains, e ,o,tenuti da 9 cannoni, dettero il primo assalto che fu respinto. Bloccata strettamente la pia,,za, ess i giunsero a impedire l'arrivo di qualsiasi r inforzo, e presto la situazione degli assediati si fece difficilissima: il 17 l'acqua venne a mancare completamente, Il 19 la guarnigione sperò d'essere salva : sull'a lrra riva del fiume era comparsa una numerosa colonna di Federali condotta dal gcn. Sturgis. Ma i Confederati avevano requisito o d istrutto tutte le imbarcazioni, e così lo Sturgis dovette ritirarsi . Int..imala la resa., i l Nlulligan volle resistere ancora; contro la sua YO· lontà fu issata ban diera bianca e gli ufficiali, riuniti a ronsiglio, constatata l'impossibilità di ulteriore resistenza, il 2t settembre decisero di capitolare .

Lezione militare. È quella che mira ad insegnare ad una persona alcuna cosa dell 'arte e della scienza bellica. Così , per es., è L . mii. quella che tende all'istruzioue elementare della recluta, come quella che apprenrlc ad un uomo di Stato una cognizione strategica. L'oggetto della lezione può essere una cognizione teorica, come un •azione concreta profession~tle (nn attu, un rnovìmento, ecc.) . L'efli.

cacia della L. mii .. qualunque ne sia l'oggetto. sarà in ragione del metodo usato nell'impartirla . Anche qualora l'oggetto della L . sia una nozione o una cognizione teorica. il metodo attivo, sperimentale e induttivo, sarà preferibile al ,netorlo espositivo, dogmatico e canedrarieo. li procedimento della L . mii., oltre tener conto dell'oggetto, deve conformarsi alla natura intellettuale e al grado di C<>ltura degli scolari, alcrimenti perde d'efficacia e malamtJ\lc raggiunge il suo ·scopo .

Lhassa. Capitale del T ibet . Trattc,to di Lha,sa. li 3 agosto 1904, il colonnello inglese Youngh usband, al comando cli un corpo d i spedizione, penetrò in L.~ e il 17 scttetnbre veniva finnato un trattato, in base al quale il governo del T ibet si obbligava a rispettare la convenzione ang lo-cinese del 1890 ed a rico, noscerc la frontiera fra il Sikk im e il Tibet come era stata definita dal! 'articolo primo di detta convenzione . Lo stesso Tibet si obbligava ad aprire mercat i in varie località con diritto d i libero accesso. li governo tihctano si obbligava inoltre a liberare da ogni im pedimento della ci rcolazione le strade ; a pagare al Governo britannico, in 75 rate annuali, la somma di 500 mila sterline come indennizzo delle spese per l 'invio d i truppe a L. e come r iparazione per g!i insulti e maltrattamc11ti al Commissario britannico: a garanzia del pagamento d i tale somma il governo britannico manterrà l'occu pazione della vallata d i Chambi tino a estinzione del debito; a radere al suolo tutte le fortezze e gli armament i che potessero impedire la liber a comunicazione fra la frontiera britannica e le città d i Gyantzc e L.; a non cedere , vendere, locare o ipotecare sotto q ~alsiasi forma il territorio tibetano a qualunque altra potenza; a non permettere a nessuna altra potenza l 'intervenro negli affari del Tibet ; a non ammettere nel Tibet rapprcsc,ltanti o agenc i rii alcuna potenza stranieni; a non concedere ad alcuna potenza str aniera la costruzione di ferrovie , strade, linee teleg rafiche, ecc .


LHO

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Lhorens. Piccola pianura presso la città spagnuola di Balaguer. Vi si erano nel 1645 concentrate le truppe spagnuole - durante la guerra contro la Francia - per tentare di difendere la città. Il conte d"Harcourt, che aveva preso Rosas nel maggio, avanzò nell'ottobre verso Balaguer e il 22 giugno venne ad urtare cont ro gli Spagnuoli a L. Per alcune ore questi resistettero, ma infine dovettero cedere, abbandonando numerosi prigionieri e lasciando 3000 u. d i perdita sul campo. Il successo francese permise al d'Harcourt di porre l'assedio a Balaguer. Liackowa. Villaggio della Russia occidentale nel governatorato di Minsk. Combattimento di Liackowa. Durante la ritirata di Napoleone da Mosca, i! 9 ottobre 1812 il generale russo OrlovDcmidov, comandante di u oa di vis. rinforzata con 12 bocche da fuoco, accerchiò nel villaggio di L. la brigata del gen. Giovanni Augereau , ridotta a 2 . 000 uomini, e dopo vivo combattimento l'obbligò ad arrendersi.

Liao Yang. Città della Manciuria, a sud di Mukden. Battaglia di Liao-Yang. Appartiene alla guerra RussoGiapponese, ~ fu combattuta fra il 24 agosto e il 4 settembre 1904. Attraverso le precedenti az ioni, le Ire armate giapponesi avevano gradatamente respinto le forze principali dell 'esercito russo verso la pianura del Liao cd operato il loro collegamento. I Russi si erano raccolti a L. Y., posizione favorita dalla vicinanza del corso del fiume Taitzi, sul q uale erano stati gettati quattro ponti. Da sud a est di L . Y . corre un anfiteatro collinoso. Il generalissimo russo Kuropatkinc aveva organizzato la posizione su tre lince fortificate precedentemente da una serie

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584 -

LIA

di posizioni avanzate in collina, con occupazioni spinte sulla destra del T angho (affluente de l Taitzi). A meno di 3 Km. dall'abitato, era una cinta di 11 forri sul tipo dei profili campali dell'epoca. Lo schieramento delle forze contrapposte è indicato nella cartina: i Russi d isponcvano di 120.000 fucili, 13 mila sciabole, 480 cannooi; i Giapponesi di 120.000 fucili, 4500 sciabole, 550 cannoni. La battaglia presenta un carattere strategico-tattico, e si può dividere in tre fasi :

1• fase ( 24-28 agosto): Sulla dr. giapponese, la 1a armata avanza il 24 su tre colonne: a dr. la 12• divis. contro le posizioni russe di Tscgu, che attacca il 25 <: prende il 26 con grande sforzo. Il X corpo russo, temendo aggiramenti, ripiega sulla linea Auping-Kusantsi.a, ove resiste il 27; ma il 28 è richiamato da ordini del Kurnpatk ine sulla linea retrostante fra Min diafan e Siapou, onde la 12a giapponese varca il Tangho senza difficoltà. La 2 " divis. giapponese s'impadronisce il 25 delle posizioni avan -zate russe del III siberiano presso Liandiansan, mentre la Guardia scaccia j Russi eia Tunsinpu. Gli attacchi procedono il 26 su Tadentsi e Kofinsti , ma, ad onta di enorme spreco di munjzioni, non riescono; chè, anzi, i Russi contrattaccano felicemente il 27. Necessiti; di coordinazione richiamano tuttavia nella notte anche il. III siberiano su lince retrostanti . Al centro, la 4a armata con la sua dr. (ro• d ivis.) aveva cooperato all'azione della Guardia verso T unsinpu e Kofinsti; onde la 6~, ormai sicura s.ulla sua dr. , può avanzare verso la posizione russ~ principale. A sr. , la 2 3 armata procede il 24 agosto su fronte rùaretto a cavallo del la linea ferroviaria e riesce, dopo vari combattimenti, a sloggiare le t ruppe avanzate russe ricacciandole su Asciantscian e stabilendosi sulla.

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Battaglia di Liao Yang: uJtima fose ( 1904)


-585 linea Sciumatsi-S ciantiscietsi. ll 27, minacciando l'ala esterna, obbliga i Russi alla ritirata \'Crso la po,izione principale cd occupa ,\ sciantscian il 28. Forti retroguardie russe soste nute da ca,·a lleria t rattengono !"avversario dando tempo al mo vimento retrogra<lo, assai foticoso in qL1d terreno piatte) .,ternperato dalle pioggie. In q uattro giorni rune le po,izioni avanzate ~no cosl cadute in mano dei Giap• ponesi che premono le retroguardie nemiche destinate a coprire il concentramento sulla linea c,terna del la pmi,.ione principale di L. Y. 2• fase (29-31 ngosto) : Un ,ivacc duello d, .,niglieric prelude all2 ripresa delle azioni e " protrae durante tutta questa !..se. Sulla sr. giapponese, la sera del 30 la 2a armata, coadiuvata dalla 6• divis. della 4•, attacca ripetutamente il settore rusio occidentale c . subendo eno rmi pcr1iite per fuoco d i artiglieria , s' impaùronisce del \'illaggio di Siasiansi. Nella nouc e nel giorno seguente l'offeosiva riprende, wstcnura dalle due intere armate 2• e -1•. con fuoco violentissimo e attacch i avvolgen ti, ri nnovati lino a sera; 111a il I siberia no è incrollabile . A sera , con meraviglia degli attaccanti, i Russi sgom brano k posizioni dietro ordine <ld Kuro patkinc, che raccoglie le forze per parare alla minJccia addensantesi sulla propria sr. in seguito all'azione della , a armata giapponese. Al centro, frallanto, il concorso alle azion i laterali avcvn dim inuito le forze gi'1p• poncsi, cosicchè il 30 d i fronte al settore cen trale russo trO· \'avansi soltanto la Guardia, una brigata della 2 3 e reparti ddla 10• divis. , che srnlscro un'azione a sè. Conquistate il 30 le posizioni avanzate d i T suidiagu e di Vanbatai, a stento potero no sostenervisi il 31 d i fronte a fieri contrattacchi e violento can noneggiamcn10 dei Rus,i , dei q uali [u interrotto lo slancio solo per l'ordine generale cli ripiega mento, che li costrinse a sgombrare le posizioni. I reparti della 2~ e rn• <livis. giapponese poterono allora raggiu ngere le unil:'1 rispettive; e la Guardia :1vnnzò nel settore cen trale, rimanendo peraltro :1 ,ud del Taizi sino al 2 settembre. Sulla dr.. la 1a armata giapponese aveva iniziato fin dal 29 il movimento 3ggirante dell'ala avversaria con la 12> d ivis ., mascherandolo con le azion i della 2• e della Gmmlia contr() il centro russo . Passato con qualche difficoltà il Taitz i a Kuantu n, la 12• fu raggiunta dai distaccamenti della 2 3 di vis. ; mentre una brigata di riserva clu igevasi ve1so le miniere di Ycntai. Fu questa appunto la minaccia che ind usse il generale Kuropatkinc a ritrarre la dr. e il cent ro per con trau.,ccare con la sr. Perciò il I, lii e X corpo rns,o, :rnzichè di sporsi a diresa permane nte dd le lince a sud del T aitz1, furono r ichiamati a nord del fiume. ]" fase (1 -4 sellembre): Il 1° settem bre le posizioni sgom brate dai Russi a sud di L. Y. furo no occupate d"i Giapponesi, che bo mbardarono viva men te hl città, l,1 staz ione ferroviaria e la testa di ponte. l i 2 e il 3 H:\lcmbre b :,> e 4• arm ata giapponese auaccarono sostenute da vi,·o fuoco cli artiglieria, ma i loro sforzi s"infransero dinanzi alla tenace resis tenza dei Russi. Solo la sera del 3 f 11 conq uistata Lll>a delle opere esterne; il languire rlclla difesa s'ann unciav;i per gl i o rdini del Kuropatkinc per l' evacuazione tli L. Y . in ;;cguito all'aggravarsi cldla situazione alla sua estrem a ala sr. Le retroguardie sgombrarono solo nel pomeriggio del 4, dopo aver salvato rutti i materiali traspo rtabili , facendo saltare i ponti. Le ava nguardie giapponesi so ltanto allor ~ potevano occupare la città e la stazione ferroviari a, sostandovi csaus1c e q uasi prive d i m li· r.izioni. A no r d del T aitzi, intanto, per parare alla minaccia sulla propr ia .sr. il Kuropatki nc aveva riunito presso Sahouto ucn il XVfl corpo, in attesa dell'arrivo dei corpi l , lii e X sibe riani, <lella brigat:i O rlow . ciclla ;5' divis.

<h riserva e del l europeo, arrivato per terrovi., . CQÌ qu ali conta,·a di effettuare un movimento controffensivo, facendoperno a Sahou1ouen, per serrare la 1• armata giapponese coa tro il fiu me. li generale Kuroki, che d isponeva soltanto della 12• divis. e di metil della 2• , la sera del 1° set tembre si trovava in posi1.ione assai crjlic:1; informato, tuttavia, dei progressi giapponesi contro D. Y., sollecitò la ina,cia rlella brigata della 2• divis. tuttora distaccata e nella notte stessa riuscl a impad ronirsi delle alture presso Sahouroucn. Consci dell 'irn portan·~a di q uel perno d 'azione, i R"isi dedicarono l 'intera giornata del 2 settembre a operarne L1 riconquista, cui pervennero verso sera. li generale Kuroki cont,,va spingere in quel giorno la 2• divis. oltre Sahoutouen, verso Lotatai, per avvilu ppare l'avversario, appoggiandola ,ulla dr . con la 12•, e spingendo la brigata di riserva verso, le miniere rii Ycntai; mentre la Guard ia . attraversando il Taitzi, avrebbe dovuto portarsi su Singtcheng, disegno che rimase s,·e111a111 dalla controffensiva russa. A sera la situa• ,.ione era, in complesso, piuttosto confusa: i Russi avevano ,offerto perdite insignificanti; i Giapponesi esausti, vcuovagliali a fatica, non ancora sostco ut i dalla Guardia e· dalla brigata di riserva, ,i trova,·ano in condizioni di gra,·e inferiorit~ numerica e tattica; e l'occasione sarebbe stata forse propizia alla controffensiva russa. Tale non fu il parere del Kuropatkine, che decise la ritirala su Mukdcn, iniziata il giorno , cguen1c. li I corpo europeo e i Co,acchi del Samsonow ebbero il compi10 di prender posi1,ione presso le m iniere di Yentai per proteggere lo sfilamento ,·crso n<>rtl del I c lii "beriano. Il XVII protesse il movimento del X e gli si nc.:odò, lasciando una retroguardia a Sahoulo ucn sino al pomeriggio <lei giorno 4. Nella notte .cguitò la ritirata dei Russi sotto la protc• zione di retrnguardie Ji cavalleria; solo al mattino dd 1 la retroguardia del I corpo siberiano fu attaccata a nord delle miniere d i Yentai, che abbandonò ai Giapponesi dopo il mezzogiorno . I reparti giapponesi spin ti innanzi in q uel pomeriggio procedettero con poco ordine e solo il mattino del 5 si ·constatò la ritirata ~cncrale dell'avversario. Mancò ogni inseguimento: sulla dr. per esaurimento di forze e tardo orientamen to , 11lla situazio ne: sulla sr . per mancanza di ponti sul Tai1zi . Le perdite ri mmootarono a rii m ila Giapponesi e a ,5 mila Russi.

Libano (Gra11 l.ib11110). Rcpul,blica indipendente dcli.\ Siria, sorta nel 1920 : superficie 9321 Kmq . , popolazione lioo .ooo ab. , capit ale Beirut". Confina con la Palestina, la Tr:rnsgiordania, I., Siria, cd è ), agnata e.lai Mediterraneo. L 'ant. vila)'et del / •. fu oggew, d, un 1ra11a10 (6 scucmhre 1864) firmato a Costantinopoli. e riguardante l'ordinamcn10 interno del vila ret stesso, ;il q uale era no co11cessi akuni privilegi . Ciè, si allacciava a trad izioni d 'al1tonurnia ; e infatti per vari secoli il L. fu indipendente, con propri principi, sebbene sonoposto, come la Siri:1, alla sonaoità della T urchia. Nel 1861, in seguito ad accordi tra le Potenze cm o pec, venne elaborato uno Sta tuto che consacrava !:i ,ovrnniti, e autonomia del L., il quale dopo la guerra ebbe l'occupazione mii. francese, ~ome consegu('n1,.a del ,, 1n.111tlam " della Francia sulla· Siria. Libau. Città ma rittima dcli" Lcnonia, ira il mar llal 1ico e il lago omonimo che si scarica in mare , con porto libero dai ghiacci anche d urante l 'inverno, arsenale e due bacini d i carenaggio. Il :2 agosto 18 14 fu bombardata e J"S maggio 1;15 occupata dai T edeschi. Libera- uscita. ;\i militari e graduali di truppa cd ai" ,ottu rficia li delle forze arm ate sono ,·llnct ssc. per regola-


-- 586 menlu, akunc on.: g iornaliere d1 u-,cila dalla CHM.:nna, a scopo di , vago e d, diporto. Durante tali ore i mii. d, cui ,opra po,sono liberamente sortire dai rispettivi alloggiamenti seni.a permesso alcuno, purchè non debbano scontare puniziom di prigione o di consegna. Occorre ch'o,i ,iano nella tenuta prescritta ed in ordine perfetto; <li ciò s1 accerta l'utìicialc <li picchetto, o in wancanza <li esso, il wttufficiale d"ispczione alla caserma. Nei giorni feriali !a L. U. ha luogo una sola volta dopo il scwndo rancio; nei giorni festivi invece es~a vit.:ne COIH.:<.:ssa due volte: tra il , 0 e ed il zo rancio (di massima dalle ore 11 alle 14) e dopo il secondo rancio (in via normale dalle 17,3<> alle 2 1 nella buona stagione, dalle 17,30 alle 20,30 nel periodo in\'ernale). I sottulf. ammessi alla carriera cominuat1\'a hanno la L. U. lino alle ore 23. li segn-ilc è dato dal trombettiere di sei\' izio con l'" avanti » ; il tt·nninc co n il segnale di ~ ritirata " (V.). Nemmo che 11011 sia munito di apposito biglietto di licen,,a serale può ri manc,·c fuori caserma dopo la ritirata.

8<1/lert'e

Russ

8,11/er,e Rvs

del la guerra. Il con<lannato prc,cnta I"i,tan:za al rii, ettor, dello Stabilimento do\'e sconta la pena, che la lra" nettc al R. A,•v. gcn . mii. con le proprie osserrn7.iuni ,ulla ''"' <lotta e sul ravvedimento dd condannato. L'a"ocatu in daga sulle condizioni economiche del condannato, se, potendo, ha in rutto o in parte soddisfatto alle sue: obbhgazioni verso la µarte lesa e abbia dimostrato cli essersi ra, veduto. Promuove, quindi, ;1 parere del Tribunale .,, pr emo mii. in Camera di Consiglio e lo tra,mette, coi d,,. rnmcnti, al :vlinistro della guerra. Ove il beneficiato co111n1c.tta nuovo delitto o vcngi1

menu agli obblighi della vi gilanza speciale cui è ,ottu posto di diriuo , la L. C. viene revocala ,

Liberia. Repubbli~a demo crati<:a dell 'Afri~a sud-occiucn tale, confinante c:on !.1 Co,t., d ·avo, io e la Sierra Leone, costituita nel 1847. Lo Stato indipendente fu fondato nel 1822 da una Società ame1 icaua di colonizzazione. :-.Id 1922 la repubblica fu posta Sternm,1 ùclla Libè:ria -,ono iJ ir.Xmtrollo finanziario ame ricano. Ha un.t -:.up<.·rtidt. ,1, 94.500 Kmq. con una popol;,zionc d, ci1ca r .500 .000 abitanti . Nell'interno sono uibù indipendemi . C.1p11.ilc Mon-

l'ovia. In

tcir1pu

di

gu..:1 1,l .

l'escrcito è f.:01npo,to di 5 rq ,!~,1ggruppat1 in due brigate : in tota le ci1·çu 3000 ~oldati. Per lbndicr~ della l.,il>eri.1 il trattato di \".-r,-aillc, ( 16 giugno 1919) la Germania ha rinunciato a tutti I diritti e privilegi risultami <lagli accordi conclusi con la L. nd 191 l.

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La città lenone di 1.ìbau

Liberazione (Ordine della). Ordine ca,·allerc,co e d, nobiltà, cre3to dall'effimero re T<..-odoro di Corsica nel , 73(1. Il distintivo era u ria stella smaltata in oro, sulla quale ,r;r rappresentala la Giusti7,ia; sotto la sua spada era un gloho sormontalo da croce: sotto la bilancia un triangolo con un T nel rnczzo. Comprendeva una sola classe, di cavalie1 i, e ne vennero creati 400~ fra insul.,ri e continentali : ma durò quanto duri, il regno. Uberazione ccmd1zio11al~. Col R. D. 21 fcbbrJio 1919. 11. 16o, è stato esteso al diritto penale militare l 'istituto della liberazione condiz iona le. Per , essa, a sensi dell 'ar t. 3, il condannato da un Tribunale mii. alla reclusione mii. o ordinaria per un tempo superiore ai due anni, che abbia scontato metà della pena e non meno di due anni, cd abbia tenuto tale condotta da far presumere il suo ravvedimento, può, a sua istanza, ottenere la L. C., sempre che il rima nente della pena non superi i qu.ittro ann i. Dal benefici" sono esclusi i recidivi per la seconda ,·olta in qualsiasi delitto, quando siano stati condannati a pena che superi i sette anni . La L. C. è concessa con decreto del Ministero

Libertà (Croce civile e militare della). Ordine cavall~1c,co, creato in Finlandia nel 1918, e sospeso nell'anno seguente, dopo cli c>sere stato conferito ai militari per atti di valore com[>iuti, o a civili che nvc;sero cont ribuito J I l'opera di liberazione dcl i., Patria. La decorazione per i civili manca delle clue spade. Comprendeva quattro classi. -- fu, anche 1s11tuita una

,\1ed~glia del/,, libertà, wn .:cssa a sottufficiali e ,o ld.111.

Libertà d'aziolle. F: locuzione mii. che , i riferisce esscnzialmc1:ne ali 'c1zionc str•tc;;" ., e tattica . I mezzi cd i me1odi del combattere mode, nll e contemporaneo hanno inOrd;nc della Libertà dotto ad attribuire ad ogni (Finlandia) comba11en1c, individuale o collemvo, d,tl soldato al generale, dalla ·"l ua,lra al gruppo d 'armate, una libertà d'azione, ind ispensabile aninchè m c glio riescano servite le ragioni ,tratcgiche o tattiche conun• genti proprie ad ogni singolo com battente sulla rispetti, a fronte, al q uale combattente solo, di volta in volta, ,i manifestano, e il quale solo puè> indi valutare a pieno. e da si1n ìfc valutazione al'goment~u·c l ':izionc che vi corri .. sponde e vi si deve proporzionare. In sostanza, per L. d' rl. .


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~·1mcnd<". dunque, la facohà che 1 .ingoh combattenti hanno di agire oltre quei rigidi termini che la disciplina formale del comando e "li ordini d'opera>:ionc sembrano imporre. f:. chiaro che la d'A. d i ogni combattente è p;opori.ion':l1c al rispetlivo grado. li principio generale che qual ,iasi libertà deve contenersi in giusti e determinati linùti, , aie anche per la L . d'A. bellica. Questa, tutta,·ia, ha un suo parùcolarc• carauere, che la dilkrenzia da tante altre forme; e cioè, 111entre fuori del campo militare !,, libertà è piuttosto un diritto, dj cui si può o meno fare uso, nel campo m il11:lr<' è un dovere : l'a,tcncnene può rapprcsen• rare un danno per l' n ionc bellica e una colpa per il com battente. Sua ,conseguenza logica i:, pen.m10, il do\'cre dd. l'/11iziativa (V.).

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Libertà dd m"ri. Fu proclainata dopo lu11ghc contese per la sovranità sul mare, che si accesero principalmcme ~d secolo XV I. quando i \Icneziani e i Gcno,·<·$i tcneYano ~cl .11fermarc ,.ildamt'nte il loro predominio sui mari italici ed anche oltre, e i Portoghesi, gli Spagnuoli, gli Olandesi, gli Inglesi, i l)anesi, gli Svedesi, si conte ndeva no quello 11011 solo su, loro mari quant 'anchc sull'O"eano, dopo le nuo,e audacie- di na,·ig:izionc d'altur.J e le grandi scoperte; pretese ancor più rinsaldate dalle fomo:,e bolle papal i del . trnipo appunto d i cali ,cuperte gcogrnlicl,c: di Kicolò \I del 1454, di Si,to IV del 1481 e specialmente di Alessan dro VI del 1493, con IJ quale ultima ., stabi!i,·a la lincJ <.h demarcazione dall' Artko all'Antartico, ., C<.'lllo mig!i:1 a nord delle 1\ zzorrc e del C:opn Verde, era il domin io dei Portoghesi e •1ucllo degli Spagn uoli. La stessa Jnghillerra. elle comro queste ri;er\'e a,·e,.1 protestato pn bocca della regina Eli,alxlla, assertrice, per le na\'i di Drake, della natur:1 del mare :o tutti comune, finiva col radunare a sua volta un cartolario di artiettli gc11t·mles ad l'etinendam et co11scrva11d,1111 a1uiq11am supc:riorit<1tem maru Angliac, <:cl istituiva gli « ,\ mmiragli », che chiamaYa " Re e s,. gnori del tn arc », per :,alvaguard3rc la propri,l :,ignoria marittima, imponendo pcrtino l 'obbl igo d i am11uinarc ogni bandiera che 11011 fosse inglese su lutti i mari ,ui quali tale signoria ,, estendeva. Contro t:ili eccessi ,i k\'Ò la libera rcpubbli.:a d 'Olanda, e, per essa, t..:go G ,ozio con ia famosissi ,na opera pubblicata ano nima nel 1605 : Ma,.,· Jiberum sive de itm: quod Batavis com peti: ad l11dacu com mercia, ri1enuta fondamentale per la teoria della libcrcà dei 1n:1ri, nella quale egli ordina a so,tegno della sua tesi irlcc e ragioni con preciso concetto giuridico cd anche con opportuni accomodamenti alle esigenze dei tempi, meglio esponendo quanto gli a,·cva insegnato il suo maestro, ita• liano, Alberigo Gentili. f•: così ampia la grandezza del mare, egli in sostanza d iceva, d:1 essere sufficie1Hc ai bi sogni di 1urti per ogni uio, cosicchè ogni limitazione all a navigazione, o alla pesca, o al commercio, de\'csi consi dcrarc contraria al d iritto delle genti per ragioni 11:Hurali, poichè il mare, perchè liquido e instabile, non consc111c delilllltazioni e q uindi occupazioni : e per ragioni morali l,)OÌChè esso è una , ia necessaria allo scambio dei prodoui variamente distribuiti nel mondo e creati dalla Di\'init:i per il bene di tutti; nè d'altra parte alcun vant aggio la pro • prietà del m:ire apporra al possessore, pcrchè il mare, come l'aria, è in<.·,auribilc ncll.1 sua utili:ua7.ione. Contro l'opera " ribelle " del pubblici, ta o landese si le\'Ò subito la pro testa dell'ambasciatore ing lese all 'Aia, Sir Cartclon, clt<· <.hicsc, nel 1615, la pu nizione dell'autore . Dopo vent'anni \'enne fuori la non meno famosa confuta>:ione di Gio\'anm Sclden : Mare da11sum seu de dominio maris, pubblicata a Londra nel 1636. dedi cata al re Carlo l d' Inghilterra, e

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dallo stcs~ re fau.i depositJrc, come documento uffic1ak. negli archivi dello Scacchiere è dell'.-\111 mir.1gliato. In seguito la discussione dalle competizioni polit iche (u portala nel più sereno campo della dcttrin,l, iu cui prc.10 ,i determinò una pre,·alente tcndcn,::1 ad UlM teoria intermedia; finchè, cessate le dispute che a \'oltc ,I\C\'3110 raggiunto un:, "iolcnza cd una pewlanza csrrcm;i, e "inie le ultime rcs islcnze politiche, il principio del la libertà as.oluta tra il XVIII e il XlX secolo d iventa generale cd a,,inmaucu, ~uu·unanimc consenso elci giuri~tl d"ogni p..lC)C: il VJttd, l'Ortolan, l'Hautefeuillc, il De R,,)ne,·al, l ' llul, ner, il Dc Martcns, il Klubcr, l'l·kffter, il Wheaton , il Bluntschli, e b glorio,:i Scuola italiana del Galiani, <lei• 1'Azuni, del Lamprccl1, del Lucchesi Palli" e di altri . Proclamato così il principio della libertà elc i mari nd1'intcrcssc di tutta la .società intcrnazionnlc:, non Mi.: ne.: rnnsentìronu, d::i allora, limillzioni s.e non per questo !>tC~~o imere,se colkui\'O, Pel quale intcre.sse appunto fu ammc:,.,o in tempo di pace ,I diritto d'inchiesta eh bandiera, sopr,1t tutto per la repressione ddb pir,llcria e: dcli., t ratta dc, negri, e in tempo di ;;ucrra il dirillo di ,·i,ita per I'eventuale dirino di preda. E ad ogni Stato ma, ittimo si la~iò sottopo,ta alla sua sonanità unJ wna eh 111.irc tcrritnnJk rn rorno alle proprie coste.

Libcnì di tra/fico marittimo. Il probi<-111.1 della libcn, dei mari tornò alb ribalta durJnte la gucro.1 mond1ak. qu.ndo gii Stati Uniti lo sostennero, prctcntkndo il neo• noscimenco del d intto alla bandier:l mercantile neutra : ~011 c.iò n1i r:t\ Jno a tr:-iflicare llbct\tmcnlc <,;on i be!ligcr,11ni. Per poco yu~to non portò alla ),'llcrra fr.1 Staù Unili c:d Alleati; ceno, :11nnW!l.S:l tale te~i, g-li lmpcri \:'(•11trali a, rei., ocro potuto resistere: ancora d u ,a per ql1,,nto tempo' Nelle cOll\'e nzioni na\'a}i fra il 1922 e il r 930, ossi:~ nelle conferenze da qudla di Washing1on a •1uclla dj Londrn. il problema si è ancora affacciato; ma l'lnghilteffa ha oue m oto che gl i Stati Unili non insistano nella loro tc:si: d, modo che l' Inghilterra ha potuto tenere ndlc mani un potente mc~zo coercitivo contro altre Nazioni, data la su:i potenza na\'alc. Neppure potè trionfare la tesi sostenuta dJI presidente degli Stati Uniti, lloover, della " Libertà di traffico per i rifomi,ncnti del le popola?.io ni civili », tesi che l'Italia aveva accettato. Libt:mì provuisorù1. Col R. D. 21 febbraio 1919, n. 16o,

è stato esteso al diritto penale rnil. l'istiluto della L. P. A sensi dcli' art. 11, possono goderne le persone non sotto• poste all'ammonizione o alla Yigilanz.i speciale, che abbiano rcsiden,:a o dimora fissa nel Regno e che, 111 prccedcn1.a. non siano state condannate alln reclusione, che siano in,. putate d i reati per i quali ,iano comminate pene rcstril tive della libertà personale non superio re agli anni \'Coli. Durante il giudizio, il Tribunale può concedere la L. P. SfllZa limiti di pena . Essa vie ne rc\'ocat:l ove il bcnctìciato contravvenga alle prescrizioni imposte cl al!'Ol'dinan,:a co11(c<lcntc il beneficio.

L ibetta (Giuseppe). l.;fTicialc della manna l>orbonica d, Napol i (1794•1855) comandan1c della pri rna nave a vapore che solcò il Medi terraneo, i l ,, l'erdinundo I » mun ita di un rudimentale apparato motore di 12 C:l\Jlh a 4 miglia o rarie; essa partì da Napoli il 1.7 settembre 1818, e ,·isitò i principali porti del Mediterraneo tino a Marsiglia, destando dovunque stupore cd ammirazione; era stata costruita ed armata dalla società partenopea Pietro Andriel e C., la q uale aveva o ttenuto molti pri,·ilcgi c:rl esenzioni dal Go,·cmo con l'obbligo però di riserbare il rn111ando -dei suoi


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piroscafi solo ad ufliciali della Real marina. Il /,., allora giovanissimo :ilficre di vascello, fu il primo a tc,:icrc tale comando, superando le preoccupazioni che suscitava quel genere di navigazione considerata ancora follìa, poichè osava mettere insieme l'acqua e il fuoco! Ma egli era di provalo valore: guardiamarina appena quindicenne aveva preso parte alla memorabile battaglia navale cli Posillipo del 2.7 luglio J 805 a ·bordo della fregata Cerere al comando di Giovanni Bausan, ed aveva g rande perizia marinaresca. Nel 1822, in 1eguito a denunzia di un cappellano di bordo, veniva destituito dal servizio, insieme con altri valenti ufficiali borbon ici, come " Libe ra le » , per avere spiegaw alI 'equipaggio in che cosa consistesse il governo costituzionale:. Scrittore e bratore, fu deputato cli Puglia nel drammatico parlamento del 1848. Ebbe due figli ufficiali di marina: Pasquale, che, dopo essersi corrc1tamcnte dimesso ,Jalla marina borbonica, arruolatosi con Garibal di fu imbarcato sul • Tuckery », e, passato nella marina it.tliana, compì 1u!la corveua " Magenta » il primo giro di circumnavigazione con bandiera nazionale, dando il suo nome ad uoa baia della Patagonia; e il seguemc: Libma Carlo. Figlio del precedente, m. a Peschici (Foggia) (1839-1902). Guardiamarina della flona borbonica nel 1856, passato nella marina <lei Regno cl ' Italia, vi divenne contrammir. nel ,885; guadagnò una mccl. d'argento al valore come aiutamc di bandiera dcll'ammir. Vacca nella battaglia di Li55a, e iu deputato al parlamento nelle legisbture XIII, XIV, XV.

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tibia e nd suo re1ro1crra. Nella impossibilità di addivenire :,rl una intc,a generale nel campo coloniale, nel! 'accordo del ,c·trembre 1919, col quale si stabilivano i confini fino a Tu mmo; la questione del T ibcsti e del Borcu o di altro compenso, fu rimandata ad ulteriori negoziati. La questione quindi dei confini meridionali della /.. è ancora insolura ( 1932).

A difesa dei contini della Libia verso J"Egitto, ~ staro impiantato un reticolato lungo 300 Km., da Porto Bardia a poco oltre Giarabub, dove termina in pieno deserto. li reticolato fu costruito in pachi mesi, nel 193 1, e , sbar r:,ndo in modo assoluto il confine, rese insostenibile l.1 rc,istenza dei ribelli della Cirenajca, i quali. privati di ogn, rifornimento, nello stc.so anno dove1tcro cedere le arm i. 3700 u. 1.w ornrono alla costruzione del reticolato , vigilaw con nuclei /issi e mobili di armati . (V. Circnflica e Tri1,olitania).

\fcdaglia della Libia . Il 27 agosto r923, dopo la cess.,. z iont'. dello , t~lo di g11err:1 rn Tripolirnnia e Ci rcnaica, [11

~·Icda~lia ùcllH v.ucrr.1 cii Libia 1

,tiluira. ("Ull R. decreto n. 2371 1 la 1ne<laglia ~on1mt:n10•

, .,ti,·a col motto " Libia , . Per a\'erc diritto a fregiarsi di 1ale medaglia i mi litari debbono e.sserc proposti dagli Enti da cui d ipcnd,lno; gli impiegati civili invece debbono es,e1c preposti dai comandi od uffici presso cui hanno FfCStalo scrv,zio, ,e ,lipcndenti dal MinistcrÒ della guerra, e dal M1ni,1cro d<·lk- colonie ,e clipcnclcuti eia altri Ministeri.

Reticolato sul confine della Libia con l'Egitto

L ibia. t il nome adottalo per l'Afric;, mediterranea italiana , conquisiat~ con la guerra italo-turca del 19 TI -I2. C'.,omprrncle la Tripolitania e la Cirenaic:i, con l'intermedia cost,t della Gran Sirte e tutto l'hinterland fino al Fcz7..an, confinando a sud col Sahara e col Sudan, a ponente con la T unisi;,, a kvnnrc wn l'Eg itro. L:1 colonia occupa circa 2000 Km. cli costa mediterranea con una superficie di circa 1.500. 000 Kmq. e una popolazione cli circa 1.050.000 abitanti. La L. fu provincia romana, poi invasa dai Vandali distrutti eia Belisario nel 533, indi conqu istata dagli Arabi. ai quali !u tolta dai Turchi. Nel 19 1 1 di\'enne colonia italiana , al!a quale come erede della Turchia si sarebbe dovuto riconcscere il dominio di tutto l"hintcrland libico anche dalle nazioni confina111i: ma la Frnncia con la occupazione di alcune località del Tibesti e del Borcu sollevò difficoltà ai riconoscimento dei diritti italiani. Dopo la conflagra7.ionc europea, alla conferenza cli Versailles venne sul tappeto la questione dei compensi coloni,di. L'Italia reclamò compensi in base all 'art. 13 del patto di Londra, ma per quanto si riieriva all'hiutcrlnnd tripolino, lo credcne superfluo se non ozioso, trattandosi di diritti che le provenivano e le provengono per aver sostiruito b T1Jrchia in

H. lncroci.ar.orc L ibìa

Libia. lncroci~tore, varato nel 19 12 dai cantieri ,\ nsaiclr.» d, Sestri Ponente, dislocamento • standard • tonn . 3.76o; lungo m. n 1.86; la rgo m. 14,54; apparato motore r1.530 ra,ralli; Yelocit:Ì 2~,5 miglia; arm:111,cnto .~ul'rrc·sco can ...


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noni Vlll 120/ 45. lii 7!>; mitragliere Ili 6/5; personale d':irmamento 14 uOìciali, .B• uomini cl'equipagg,o.

Librario. E ra così c hiamato colui che nella leg ione 10• mana tencv,, la contabilità dei soldati, in un libro sul quale erano tenute aperte le partite dei debiti e dei crediti d i .:iascuno di essi. Secondo gli antichi ~criuori mii. ,··era un L. anche presso ogni manipolo, con man:.ioni a naloghe " quelle del L. legionario. Dipendevano da una direzione _generale (sc/10/a) residente a Rurna . Esiste1•a110 anche nella marina di guerra.

Librator. Specie di ufficiale del genio dell'c,crcito romano . Presiede1•a al scr,·izio ddk acque potabili negli accampamenti, coadiuvaLO clall 'aq11ila che si occupava delle ,orgc nù e dal ca11aliclari11< che soprainccndc\'a :,Ile con dutture. • Libretta rossa. l're,e 11ucsto nome un fa.cicolo di 11onnc per l'addestramento d elle truppe, compilato dal generale Luigi C:ido rna quando comandava I.i divis. mii. territoriale di Salerno. Ern una sorta di « Ma nuale •• , il <1uale enunciava p rincipi cli lattica divergenti da qu<'lli in vigore, e ch e divennero, per forza di pcrsu,isionc, libro di testo per tutto l"esercito, specialmente per g li ufficiali giovani. Libretto personale. Oocumcnto di grande importanza c he viene istituim per ogni mii. di truppa e per ogni uff. dd R. c. Il L. I'. per g li uO-iciali com p rende Lf<• parti: la prima conùenc tutte le variazioni macricolari, le noùzie relative a ser vizi speciali cd a corsi compiuti dall 'ufficiak, le ricompense e le decorazioni orrenu1e; 1., seconda riflette le no te caratteri>tichc; la ter?.a serve per la regLStrazionc delle punizio ni . Per ciascun ullicialc sono isti1uite due copie del libretto personale; una è conservata presso l'ente ove l'ufficiale presta servizio, l'altra è tenuta dalla Dircz . gem·rale riel personale ufficiali del Ministero della Guerra. Gli ufficiali di S. M. hanno tre copie del libretto personale. Due sono conservate dagli enti sopra indicati: la terza dal comando del Corpo cli S. M. Nessun ufficiale [1UÒ p rendere l'isione del proprio libretto p,:rsonalc, ad ·eccezione d , quanto rifletlc la parte pri111:1. i\11che per ogni ,nil. di truppa è i:.ti tuito un L.; in cs,o cono reg istr:iti gli oggetti d i corredo c he egli riceve in distribuzione, le ,•accinazioni c he g li sono state praticale , ecc. C iascu n mii. d i truppa con,crva personalmente il proprio L., che i: documento d, :.cmplice carattere a m ministrativo . Nella R. Marina (C. R. E. M .) il librerto prn,onak de\'e essere custodito dal singolo militare, e spetta alle autorità di tenerli aggiornaù con le prescrine indicnioni. Librctlo çarattewtico di uolo . Librcttù per uflìciali e souufficia li della R. Aeronautica, tenuto in doppia copia (un o dai Comand i o dallo Stato Maggiore, l' altro dalla

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Direzione p<:rsonalc al Ministero) . Esso è destin ato soltamo ,u • naviganti » (piloti e osservatori); l'altro personale ha il solo libretto individuale .

Libri (l.ore11:::o). Generale. n . nel 1850, m. a Cerreto Guidi nel 19 q. Sottot. di cavalleria nel 1870, frequentò poco dopo la scuola di guerra. Colonnello nel r898, CO· mandò il rcgg. cavalleggeri Guide. In P. A. nel 1903, passò nella ri,erva nel 1908 e divenne magg. generale nel , 91t. Libroia (RaOc1de) . Mcda~fo d'oro. n . a •apoli nel tb!l9, caduto nel 1918. Ufficiale di ca\'allcria in scrvi?,io attivo, ave\ :1 prc,tato servizio

succcs~ivamt:nte nl'1 regg. Foggia e Saluzzo. Alla test:, app unl'o di u no sqdr. d i quest'ultimo. cadde eroicamente in uno ,k-gli u ltimi s,o ntri della guerra. durame tutt., la quale aveva da!O ripetute pro ve cli ardimento e di valore. Libroia Raffaele li mag nifico episodio, nel qua le trovò la morte il valoroso ufficiale, è così rievocalo nella moti\'azione di mecl. d'oro: « 1\ ll'orc.linc di mtaccare una bmreria nerntca c he imprO\ VIS3lllCnte :n•c,·a aperto il fuoco sul fianco del proprio rep.1,>i mcntc in marcia. con slancio e coraggio mirabili, alla testa dello squadrone di cui aveva il comando, :.i avventava impc cuosamcntc contro i pezzi :ixvcrsari in azione.

Fatto segno a vio le nto tiro e g ravemente colpito ac.l ambo ie gainbc, c:on pcnevera11te, indomita audacia, incurante dello strazio p rodouogli dalle dolo;anti ferite, riunite in uno sforzo ,upremo llllle le sue energie, cd incitato col suo fulgido esem pio il proprio reparto, perseverava con esso nell'audacissima carica, trascinandolo sui pezzi tuttora fumanti e, nell 'auimo in cui li conqu i,u,·a. co lpito a morte, lasciava g loriosamente la vita ,u l ,,11npo " · (Tauriano, Udine 2 novembre 1918).

Liburna. Tipo di na, e a remi, di costruzione pratica e di facile maneggio, che e bbe il nome dai L iburni . Questo tipo di nave (u adottato da.i Romani al tempo c.li Augu, to per la rnarìna da g uerra, pcrch/: più agile delle altre poliremi . I Romani ne fecero biremi, triremi, quadriremi e qu inquircmi. Di preferenza però le L. ebbero soltanto due ordini d i remi. I Romani modificarono il tipo primiùvo irrobu>tendolo, e, mediante l'assottigliamento e l'allung arnemo, riuscirono a dar loro lilla velocità molto su periore a quella delle navi i.imili. Zosimo, nel secolo V dopo Cristo, ci fa i.aperc che csi:.tcvano delle L. biremi molto più rapide dei Pemecontori. Le navi liburniche dettero ong,nc a nche :id una sp;:cialc categoria di soldati, i quali furono

Tipi di ~a\'i libumiche


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chiam:u i <l Liburn.u ii 1nilitcs ),, specialme11tc t]llando ven~ nero a cosmuirc il tipo più diffuso della nave da guerra. E rant> delle L. rotate quel le fornite di ruote a paletta. come nei piroscafi a ruote. L,1 for7.a motrice, cnme " ,·e,k ,n disegni rimonwnti a l V secolo. era data da huoi ag!:iogati.

Liburni . l'opol, abitanti la Lihurnia, o,sia ,1uell,1 pane ,lell'lrnlia che nell'antichità aveva mie nome, cd era compresa fra l 'Istria, e la Dalma7.ia. Erano abili marinai, e pira1i teinibili. Nel 229 a . C. Roma ebbe il primo urto ron loro, e mandò 200 navi, che domarono i l. con brev,· c-nergica campagna, tenninata col patto che nessuna nave liburnica potesse oltrepassare la foce del Drin verso sud. Pochi anni dopo, nel 221, Roma invia una seconda flotta, e <1uestn volta i L . sono del t utto ,ottomcssi. Le loro navi , dette Liburne , o Liburniche, scn·ironn di modello a quelle romane da questo tempo in poi. Licastro (Giweppe). Generale medico, " · a Palerm o ne l 1863. Soaot. medico nel 1890, in <luc valorose azioni compiurc in pace ne! , 903 e nel 1906 si meritò la mcd . di bronzo e J 'cncornio solenne al valor mii. Come ufficiale superiore partecipò alla guerra contro l'Austr ia. Colonnello nel 1920, lasciato il servizio attivo nel ,923, passò nella riserva divenendo magg. generale medico nd 1930. Licata. /\otica città della Sicilia presso la foce del fiume ~also. Fu fondata nel 280 a. C. cd è mentovata nella p,ima guerra punica (249 a. C.) per aver dato asilo ad una squadra romana, la quale, assalita all 'ancoragg10 da 1uclla c2rtaginesc, perdcne la maggior pane delle sue na,·i. Durante il governo borbonico L. col suo castello era considerata piazzaforte di quarta classe. Licata. Rimorchiatore, varato nel 1914; dislocamento " standard » tonn. 66; lungo m. 1680, largo m. .J,46: .1pparato motore 125 cavalli ; personale d 'armamento : 7 uom ini d'equipaggio.

Licoiana. Comnnc in prov. di Massa e Carrara, nella vallara della ~!agra; fu feudo <lei Malaspina che la fonilicarono sulle due sponde del Tevarone. l. ha parecchie fr.t z,oni, fra cui Terraro~,a che possedette un forrt castello, ccl è nota per i fanti che vi arruolava GiovanTJi de ' Medici i"'r le •ue Bande Nere. Licenza. As.,cnza del militare ,l;,I corpo o dall'11fficio, tlcbitamcnre autoriz7.ata dalla autorità superiore sulla ba~c cli norme e dispo<i7.ioni di carattere regolamentare. Le L. p1evistc dai nost1i regolamenti si riferiscono agli ul1icial i, sottufficiali, caporali e soldati. Quelle degli ufficiali sono cii quattro specie: ordinaria, straordinaria, breve, e per o,crciwre i diritti politici od amministrativi, ovvero le fun1.ioni inerenti. La concessione delle L. è sempre subord i nata a lle es igenze del servizio e della disciplina . La L. 01dinaria è quella di cui l'ufficiale può go<lerc nel periodo

cli 11u biennio, nella mi~ura massirna seguente: giorni 120 per l"ufficiale generale, 100 per l'ufficiale superiore, So per il capitano. 60 per l 'ufiiciale subalterno. All 'ufficialc che ,ada ammalato durame la I.. può essere conces,o in più, 11cl bi,:nn io, uno speciale periodo di .licenza ordinaria, va riabile - secondo i casi - da r ~ 6o giorni. L 'ufficiale di nuova nomina, o proveniente dall"aspettativa o dalla clisponib,lità, non è ammesso a godere della L. ordinaria ,e no n dopo che abbia compiuto u n anno cli servizio. La L. straordinaria può essere concessa agli ufficiali che per <1ualchc motÌ\'O non hanno potuto fruire della f,. ordì-

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n.1ria: essa è previ,ra per morivi di salute (infermitit <> frritc riportate in servizio oppure infermi,~ non derivan1i .I" ca'"' cli ,crvizio) e per affari privati. I-la la durala ma<sim;i, nel biennio, <li 180 giorni se concessa per inferm iti1 o ferite derivanti da cat1se di servizio; di 120 giorn· negli altri casi. La f, . per esercitare i diritti politici o amministra1ivi è quelb cli cui l'ufficiale può fruire nella sua qualità di elettore. La sua durata non è fissa : viene rc1;0lata caso per caso . La breve I. . è quella mediante la quale· l'ufficiale puc', allontanarsi solo per pochi giorni dal proprio corpo; ha u na d urala variabile da I a 7 giorni non compresi quelli occorrenti al Yiaggio. Gli ufficiali che chiedono b L . per l'estero, <levono ottenerne l 'autori7.zazionc dalle wmpetenti autorità, anche se si tratti di breve licenza. La concessione della l. viene comunicata all "uflìc;ak mediante una " lettera di licenza •, contenente t utte le mdicaz,ioui "del caso. L'ufliciale in I.. può vestire l'abit0 civile. Egli può es• sere richiamato per ragioni ri i servizio; cessati i motivi che de1crrninarono i! richiamo, l'ufficiale potrà ripartire per truire della parte 110n goduta della L. Le l. per i sottufficiali, caporali e soldati sono di tre ~pccic: ordinaria, straordinaria, breve. Essi sono annne~si a (ruire della licenza ordinaria, soltanto dopo compiuti tre anni di servizio: essa è di Go giorni e può venire goduta tutta in una ,ol volta, ovvero metà per ciascun anno del biennio. Non può fruire di licenza ordinaria il m ilirnrc che non abbia buona condot ta o non possegga sufficiente "truzione. I sotlllfficiali, caporali e soldati posso110 ottenere la L. st raordinaria per i seguenti motivi: per la morte di uno dei genitori o della moglie avvenuta da meno d, sl' i mesi ; per sistemare inte ressi di famiglia, dipendenti dall'essere il militare uscito dalla minore età, entro sei mesi da l compimento del 21° anno; perchè l'unico (ratello del militare è chiamato alle armi a scopo di istruzione; per c(HlValesccnza dopo grave o lunga malattia; per convalesc,·nza, in seguito a rassegna, o, per i sottufficiali, in ha,~ agli atti medico-legali ; per determinazione ministeriale (licen.ca collettiva). La L. straordinaria ha durata di,·ers;i a seconda dei vari motivi per Clii viene conccss:1 e dd la k1 ma militare. La durata della f •• collettiva è determinata ,fai Minisreru; essa p uò anche essere « illimitata » , cioè senza limire prestabilito di scadenza. La breve L . può essere concessa a qualunque sottufficiale, caporale o soldato che abbia buona condotta. La sua durata varia da uno a quindiò giorni per i militari a,·cnti la ferma superiore ai due :inni; da uno a dicci giorni per i militari vincolati ~ ferma minore. Le brevi L. sono concesse dai comanda 1>ti di corpo e dai comandanti cli distaccamento se uf1i ciali superiori o capitani. Gli ufficiali subalterni coman danti di distaccamento posrnno co11ccdcre le brevi L. solo s<" delegati a ciò fare dal comandante di corpo. All'attendente dell' ufficiale i1t L. che porti con sè i propri cavalli può essere concessa una licen7.a straordinaria. Gli ufficiali generali e colon nelli che hanno diritto a due attendenti, recJndosi in licenza ordinaria o straordinaria, hanno facole:. di condurre ,eco l ii\ attendente, che viene considerato in l,cenw straordinaria. La concessione di L. di qualsiasi specie per l'estero ai n,ilitari <li truppa è di spettanza del comandante della divisione, il quale deve anche autoriz7.arc il ril ascio del passaporto. Al militare di truppa che va in licenza è rilasciato un biglietto Ji licenza d:1 cui risultano i dat i essenziali. La L. può essere prorogat~ in caso di morte di uno de, geni1ori o della moglie, ovvero quando le condi7.ioni rii salu1c del congiunto siano tali da presentare cviden1c e<l


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immediato pericolo d, mone. La proroga è concc»a dal ComandJnte del corpo ,, cui il militare deve far giungere in tempo I• domanda ùi proroga ,I mezzo dd comandante del distrellO o dei CC, RR. Il m ilitare che, essendo in licenza, andandovi o tornandone, cade an1mala w 1 deve en.trarc in un ospedale possibilmente militare, Il nuni,lrn della guerra può sospendere la concessione delle / .. a tutti o a parte dei corpi dell'escrc,10, La concessione ~i i ntende so,pesa dopo ema nalo l'ordine d i mobilitnione. I comandanti di C. rl 'A.. d i divis., d i brigata hanno facoltà di ._,,,pendere e d, differire la concessione di qualsiasi L. ad un ufficiai<:, •1uando lo r,l\ 1 i<ino oppor tuno nell 'interessc del servizio e della disciplina, Speciali disposizioni regolano la concessione delle licenze ai militari clic prestano serviz io presso comandi e repani dislocati in colonia. Essi godono, in massima, di una L. coloniale, di una postcolonialc e di una dopo due anni di permanenza in colonia. Le L. suddette sono di durata diveri a a seconda delle varie colonie . Du ra nte la guerra italo-auslriaca e prccisamrnle dal ,916, furono concesse agli ufliciali, ai >OHu(ficiali cd ai militari di truppa speciali licenze per dare loro modo di ,·e,lere dopo un certo tempo le proprie famiglie . :'s'aturalmcntc erano esclusi eia tali licenze i mi l,rnri cli condotta poco buona o segnalati quali sovvcrsiYi. Cc:nccsse dapp, ima solo durante l'inverno, esse furono ckttc licenze unernali n; suc-cessivamcnle la durata complessi,.1 di esse fu npartita fra 11 periodo invernale-primaverile e quello estivo-autunnale. Durante la guerra furono concesse ai convalescenti d i ferite o n,alattie, part icolari L. d i convale,ccnza, d i durnla varia, stabilita da apposita commi"ione medica caso per caso. Ai militari che si distingue1•ano per atti di coraggio e di ardimento, erano concesse anche L . di v.iri., clurata a titolo di premio . Ncll 'ant ico esercito piemonlcsc, per quanlO l 'abitudine d i concedere L. fosse già in atto eia lungo 1empo, un regolamento per le L. appan·e solo il 7 marzo 1676, con p~nicolare riferimento agli ufficiali. Esso stabill che le L. dovevano essere chieste al sovrano, e ne fissò b durata; nel regg. delle Guardie i capitani potevano avere 4 mesi di L. all'anno. i luo_go1cnenti e gli a llie1i potevano averne 3. Negli altri rcgg. !a m1,ura era la seguente : capitani ~ mesi, luogotc.'nenti ed .,llicn 2: qudli che anda,ano tn / .. oltre !e Alpi :,, ,·va no un n,ese in pi/1. lntlipcnck n1rn1t,111c d.1 qucst·c L. ordinarie, j governatori delle p iazze avr.:\'a no focolt?1 cii conccdcrr, in caso d'urgenza, lice,nc di d ieci giorni. Per i colonnelli cd i luogotenenti colonnell,. il n,golamcnlfJ preden o si limitava a prcscri,·ere che essi dm·cvano essere prc,cnti in gu.irnigionc rn: mesi almeno all'anno. P i/, 1arcli le L . (congctl.i) furono nrese anche ai militari ti: trnppa; due snidati per compag,u'1, alla volta, pote,·ano godere di una L. di otto giorni, che in certi casi pote1•a essere porlata a tre ,cnimane cd ;,lnche a tre n,esi in da del ruttfJ ecceziona le. Queste 1.., :11 pari di quelle degli ufficiali, venivano ri i massima concc,se nel periodo invernale. Successivamen te la questione delle L. fu sempre oggetto di attente cure, e fu sancita in norme regolamentari a m:1110 a mano più complete e preci.se. !,icc11c(l agricola. 1 , una particolare specie di L. che viene concc,sa ai m ii. d i leva i quali siano piccol i p roprietari terrieri e lavorino <lircttamcme essi stessi la terra. Tale f,. ha la durata di dieci giorni (pi/1 11 viaggio) e può essere concessa nel periodo che va dal sclletnbre all'aprile. In casi assolutamente eccezionali, i comandan ti di corpo possono -però concedere la l. anche nel periodo compreso tra l'aprile cd il ~euembrc; essa è concessa in più della breve /,. spct-

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l.lllle ad ·ogni mii. che <e ne sia rc<.o me11tevolc. li ministro della guerra può -emprc stahil,rc che siano concesse speciali l. straordinarie cli durata varia a militari per i lavori agricoli, quando ricor rano determinate particolari conclii,ioni . Una L. :inaloga, ma di più lunga du rata, era ~rata istituita durante la grande guerra, allo ,rnpo essenziale di fal'orirc la produzione agricol;i. Essa era concessa ai militari contadini, Ja cui presenza era , i~onosciura nc,cssaria per il lavoro dei campi. Tale nercssi1à doveva essere comprovata a mezzo d i document i vidimat i dalle autorità comunali e dai CC. RR. ,\nehc da altri Stati, durante la guerra, furono concesse tali L.; in J-lrancia con lo stesso sistema che da noi; in ( :cnnania invece rnn lo scaglionamento della mobilitaz ione nelle regioni agricole, e con l'esonero dato a capi cli imprese agricole importan li: in caso dì necessità, come ad es. durante il raccolto del grano, furono tolti dalle truppe combattenti e inviati nell'interno decine di mi• gliaia cli soldati, con abbondanti mezzi d i trasporto.

licenza di lavoro. Era delta così nell'esercito prussiano di Federico Il. Veniva concessa ai soldati nazionali e ai mercenari, e generalmente era indeterminata. Durante 11 p,:r iodo di tale L., i soldat i avevano solo l'obbligo di pre,entarsi pc:r determinate istruzioni e riviste. Alloggiavano in caserme, se ve ne erano sul posto: se no in case privare.

Liceo (.\Ionie). Si trov,1 nel!' Arcadia, e ha dato il nome a una battaglia che appartiene ali 'epoca della guerra dcomcnica. Arato di Sicionc, capo nella lega achea, vi si scontrò con le truppe di C:lcomcuc 111, re di Sparta, e ne rimase sconfitto. Liceo mi/it(lre Arcidum Ferdinando . Denominazione data in Toscana nel 1849, pe,· opera del gen. Dc Laugier, alle ant. scuole m,I. dei « cadeui », uasformate anche sostan zialmente, a tipo politecnico, in modo da essere in grado di fornire ufficiali d'art. e genio, oltrcchè ingegneri civili e architetti. li numero degli allie,·i era fissato in 80: la durata del corso in 5 ann i : l'età d 'am111iss1one, agh an ni 14 come minimo. N,; fu primo direttore il magg. gcn . Luigi Scrri,tori. Dopo la guerra ciel I l--59. allorchc la Toscana fu unii.i .tlrltalia, il / .. ,·enne trasformato in Collegio milirarc.

Lichtem berg, Borgo dell'Alsazi~ Lorena uve nel secolo XVII, ~u di una rocci:1 inaccessibile, fu costruita una fortezM, giudicala imprcndihile, sulle ro, ine del c.1stcllo feudale del •ccolo IX.

l'rcsa di Lid,temberg. :\lei 1768 In forlc,.,za d i L. fu investila da un corpo di I ruppe francesi, comandate, dal marcsc. di Créqui, che voleva vendicarsi della principessa di H anau, la quale ~;1cchcggiava tutti i suo, conl'Ogli. l i i 011obrc i Francesi comparivano davanti al ca·stcllo con alcuni g rossi can noni e con un g rosso corpo di fanteria (ro rcgg.). La guarnigione ciel castel lo cm comandata dal luogotcn. colonnello D'Olnc, che resistette per noYe giorni: il 15 ottobre fu costretto a rendersi prigioniero cl i guerra, essendo Créqui riuscito, pur con qualche clifficoltii, a porre una m ina nella roccia su cui la fo rtezza era costruita . li colonnello riel Poitcau, Bcrtrancli, fu nomina10 govcrnarore della piazza. Licia, Regione nel sud dell'antica Asia Minore, confinante con la Frigia, la Pisid ia, la Panfìlia, i l ~cditcrraneo. Oggi il nome di !, . si estende a tutta la pseudo penisola tra il golfo cii Adalia all'E. e la b~ia d i ~acri all'O. , davanti


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alla cui costa meridionale sorgono l'isola di Castel rosso e altre. La L. fu sottomessa da Ciro e passò successivamente sotto il dominio dei Macedoni, dei Tolomei e dei Romani che la ridussero in provincia. Nelle sue acque venne quasi distrutta la flotta di P. Cornelio Dolabclla, ammiraglio del t. ,nmv'ro Antonio, <la Publio Cornelio l..entulo, luogote nente di Cassio.

Lico. Fi11me del Mar Nero, oggi /esci/ Ermak. Sulle sue rive, nel 66 a. C., si combattè una baltaglia che appartiene alla terza guerra mitridatica, c fu combattura da Cneo Pompeo Magno, il quale con un assalto notturno clistrusse l'esercito di Mitridalc VI Eupatore, re del Ponto. Solo con una piccola schiera di fedeli compagni Mitridate riuscì ad aprini la via per fuggire in Armenia presso suo genero Tigrane, che però lo respinS<!, ponendo anzi una taglia di 100 talen ti sulla testa del suocero, che gli aveva fatto ribelle il figlio. Licone. i\nt. città della Spagna, forse Luparia o Lobo11, presso Merida, sulla G uad iana. Nel 190 n. C. vi si svolse.: una bauaglia che fo combattuta dal proconsole Lucio Emilio Paolo contro i Lusitani; la vittoria rimase ai secondi; nell'esercito romano perirono 6000 uomini. Gli altri furono respinti dentro allo steccato e a gr:incle pc.:na difesero il campo; poscia dovettero ritirnrsi precipitosamente. L'anno seguente però, prima che giungesse il ,uo successore, il console si rifece dello scacco patito con due vittorie. L icorno. È il nome.: dato dai Riusi ad una loro bocca da fuoco ad avancarica, ancora in uso nel X [X secolo; apparteneva alla categoria degli obici lunghi da campagna e ne ernno armate tanto 1·:1rr. eia campagna che quella a ca,·allo. Licosa. Promontorio (ant. Enipeo) e isolelta (ant. Leu,·osia) a S.-E. del golfo di Salerno. Nel promontorio esi steva un fortino presidiato nel r8o6 da un reparto d1 5C' corsi e 30 cannonieri napoletani. Il r3 agosto, navi inglesi, fra le q uali il vascello « Pompéc », nave ammiraglia di Sidney Smitb, si prcscntaro110 davanti alla spiaggia e sbarca rono 400 u., che investirono il fortino. Si acce,;e un cornbat cimento, che durò fino al giorno seguente. Gli Inglesi sbarcarono rinforzi, ma giunsero in soccorso del fortino 500 corsi, i quali riuscirono a costringere gli Inglesi a tornare a bordo, dopo di aver loro inflitto perdite. All'altacco del fortino, validamente difeso dalla piccola g uarnigione , aveva pa rtecipato anche il Pezza (« Fra Diavolo») che serviva Borboni e perciò si trovava nelle file degli assalitori. Lidia, Regione nella parte ovest della antica Asia Mino re, montuosa a sud e ad ovest. Ebbe tre dinastie di re: Atiadi, I::rodidi, Mcrmanadi. La L. fu soggetta a Creso, a Ciro, ai Macedoni, ai Pcr>iani, ai re di Siria e di Pergamo. Nel 129 a. C. Attalo Ili la lasciò in eredità ai Romani. Sorse a grande potenza quando l'impero degli -As;iri ,·olgeva a rovina. I Lidi contrastarono ai Persiaui di Ciro il Grande la signoria dell'Asia Minore sui campi di Timbrca, dove furono sconfitti (548 a. C.). Lido. Rimorchiatore, rnrato nel Cantiere di Castellammare di Stabia ed entrato in servizio nel I908; lunghezza m. 33, la rghezza 6,53, dislocamento tonn. 2io, macchina Hl'. 549, velocità nodi TI; armamento guerresco un cannone da i6; equipaggio li uomini. Liechtenstein. Piccolo principato indipendente, sul Reno, confinante con l'Austria e con la Svizzera. Capitale Vaduz, superficie 159 Kmq., ab. n.ooo. Costituito fin dal 1690 . Appartenne fino al 1866 alla Confederazione· Genna-

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nica, alla quale.: era tenuto a fornire, in caso di guerra, un con tingente fissato in 91 uomini. Non ha coscrizione: le sue leggi stabiliscono che il cittadino del L. è costretto a sc.:rvire la patria fino al f,<jO anuo di età. liccll/et1stei11 Giuseppe Venceslao (Pri11cipc di). Generale auseriaco (1696-1772). Partecipò alle campagne contro i Turchi del 1716-1720 e combattè sul Reno nel 1734-35 2gli ordini del Principe Eugenio di Savoia. Nel 1746, duraritc la guerra di Successione d'Austria, riportò la vittoria di Piacenza. Uecluensie111 Giovanni Giuseppe (Pri11cipe d,). Generale austriaco (1i6o-1836). Si distinse nelle guerre di Turchia (1788-90) e poi nella campagna del 1799 iri Italia, dO\c fu alla Trebbia e a Novi, e in Germania, a llohenlinde11 e Salzburg. Dopo Austerlitz segnò la pace di Prcsburgo. )lei 1809 combattè a Wagram ed ebbe poco dopo il comando in capo dell"esercito, col grado di fcld-maresciallo. Liccluenstci11 Edoardo (Principe d,). Generale austriaco (1809-1864). Sottot. degli ulani nel 1827, passò poi in fanteria divenendo proprietario del 5° regg. fanteria di linea. Magg. generale: e luogotenente maresc. di campo, partecipò alla campagna d'Italia del 1849 e poi a quella del 185() come comandante del Il C. d'A . Comandò poi il VI C. d'an1,ata .

Licchten$tcin Edo.1r,lo

Liegi (ant. l..eodica o Lcodicum). C,uà del Bdgio, capo!. di prov. allo sbocco dell'Ourthe sulla Mosa. Fu già rio rente ncll'Vlll secolu, c nd XIII ebbe una propria mi li7,ia, organizzata da Enrico di Oinant. Lunghe lotte intestine fr.i ncbili e borghesi non impedirono lo sviluppo industriale e commerc1ale della città: i nobili vennero domali nel 1312, dopo un loro lcntativo di imporsi con le armi. Fortificata da am. tempo, le sue opere principali, restaur ate piè. volte. erano rappresentate dalla Cittadella e dalla Chartreuse: cinta d1 mura, queste furono rinfor1,:1te grandemente nel sec. XVI e nel seguente. Nel 16]5, durante la guerr,1 d'Olanda, il licgcse Vicrzat, che comanda,·a nella citta• della, la cedc.:ttc al francese conte d'Estradcs. Nel 1792, l'arm:i.ta dd Dumouricz ava nzò il 27 ottobre su L., dove si erano ritirati gli Austriaci. Ne segul un combattimcnlo presso la :¼osa: le rettoguardic austriache, batture, abbandonarono la ciuà, nella quale i Francesi entrarono il 29. Nel 1830, durante la sollcv:izione dei Belgi contro gli Olan desi, nella città di L., il 27 agosto, giunte le notizie della so!levazionc di Bruxelles, la cittadinanza entrò in fermento, e in breve la guardia nazionale occupò i po~ti mi!. cittadini, mentre le truppe ola11desi si ritiravauo nella citt3· della, al comando del gen. Vari Boccop. l. Assedio di Liegi (1468). Vessati dai Borgognoni, i Licgcsi si erano ribellati fin dal 1466, e la rivolta divampò maggiormente nell'estate del 1468: il 22 ottobre vennero assediati dal duca Carlo di Borgogna, appoggialo da Lui gi Xl di francia che intcrvcnue in persona. J,a resistenza dei Liegesi durò, sotto la pressione risoluta degli assalitori, numerosi e bene armati, fino al 30 ottobre. Quel giorno le orde borgognune superarono le mura, e invasero L. saccheggiando per parecchi giorni la città e facendo una orribile strage degli abitanti, che furono vittime di tutti gli orrori di una soldatesca brutale. La strage fu immensa, non Yenen d() risparmiali neppure i fanciulli e le donne .


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La I l3zzafonc di Liegi (sec. xvur)

li. Bombard<1111e11/c, di Liegi ( 1691). Appartie ne a lla guerra Germanica. /.. aveva una guarnigione imperiale, inviata dal p rincipe ti 'Orangc. Per punirla di a\"cre accolto mie guarnigione, i Francesi del marchese di lloufflers, 16 .000 u. con molta :,rtig lieria, si presentarono il 1° giugno davanti alla città. c he si apprestò a resistere. l'ostare le artiglierie, i Fran,c~i c:,cguirono nei giorui (bll 4 al 7 un imcnw bombardamento contro le mura, contro I.i Cina della e la Chartrcu,c, comro la stessa città . che subì grm , danni. Ma b guarnigione resistette, e il Iloufncr,, ricl, iamaro a Mcnin dal d uca di Lu,scmburgo , si nccontcntì, d ella inflitta puni,.ionc e la sera del 7 abbandonò le po,izioni prese pre sso la città. III. Presa dr Liegi (1702). Appartiene alb guerra per b Successio ne di Spagna. L. aveva g uarnigione fr.in(esc , agi i ordini elci Violainc . l i r3 o ttobre, g li Imperiali del Marlborough investirono la piaz,.a . li Violaine si ritirò ndla c:1tadella, lasciando parte delb guarnigione. at:E ordini ,Id Milon, nella Chartrcu,e. Gli Imperiali entraro no in ci11:'1 in seguito a pacifico accorcio con la Municipa lit:\, ed i11izia rono lavori d i 1ri ncca e d i a pp roccio contro le d ue operi' tenute dai F rancc'I. Le operazioni furono dirclle dal Cochorn, il quale fece piazzare parecch ie baueric. ,mnan· dole çon ~~o canno111 e :15 mort:u. La sera del 20. v,cnnc i ni ziato il fuoco, a l qua le vigoro,anicnte rispose ro i d ifrnsori. La b recc ia era aperta il 23 nelle mura della Cittaddla. Fu dato l'a»aho, che fallì, ma, r innovato subito con grandi forze. pcrmi>e ai Francesi di porre piede su!l.1 b reccia, dove fe~ero prigioniero il Violainc stesso, pene· trando subito dopo nella Cittadella ed impadro nendosene. Quindi g li Impe riali si rivolsero cotHro la Chart reu se, alla quale l 'assalto iu cbto il 29 ottobre. Resistette il Milon

tino al 31, cd oucn11c allorn d i capitolare e d i ritirar>i a d Anversa : qu.ntro bgl. d i l.icgesi clic e rano con lui l'ab• handonarono rientrand o nelle loro case. IV. Liegi uc/la Guerr<1 Mtmdia/e. Allo scoppio dcli.; g tt<:rra, la pinzafortc ù i f •. costit uiva, con quelle d i Att, ,ersa e d i N a mur,· il sis te ma d i fortific.tl-ioni al quale l'esercito campale helga dovcv:i appoggiarsi nel ca<0 eh<: l,1 sua neutral ità Cosse ,·iolata. Fino al 1880 non CShlCVa che la piazza di Anversa: 111:, . dopo il 1880, re Leopoldo li , acl evitare d i do ,Trc ini,.ialrnc n te abbandon are la maggi,;r p,,rt<: ddlo Stato, ritenne conven iente la costruz ione delle <luc piazze di Liegi e di Namur sulla Mosa , in m odn da poter disporre di una linea avam:arn sulla quale opporre ttllJ prima resistenza che permettc55<' all'c,ercito belga cl, w 111pierc la mobilitazio ne e d i schierarsi. La direzio ne d ei lavori ,•c1llle aflidata a l generale Bri:1lmon t, c d i l:1,ori furono com piuti nel p<:riodo dal 1888 a l 1892. Trn il 19 1r e il "''3 le opere vennero rimodernate per opera del generale Lcn,,,n. Esse Ct»t itui1·ano nel loro complesso u na dop pia test., di ponte a protezione dei pont i sulla .\ 10:,a; ne era ca ralltristic.1 il largo impiego <i i c.1 lcestr117.l".n ,. d i cupo le corau.ate. Dei foni, sei erano di maggiori dimensioni. ~ci di dimc:nsioni 1ninori 1 «:O.\lruiti ad una distanza dalla cm.ì che 1·.1nJ1a dai 7 ai 9.5 Km . circa: anche variabile era l 'intcr\'allo fra essi: da 1645 m . fr:, i fortini d i Embo urg e d i Chaudfontainc " 6400 m. fra il forte Ji Ilonccl lcs ed il fortino d i Embour,:;. I ioni prin• ,ipali, di iornlJ triangolare, a,·cvano 5 grlndi cupole me tal!iche e 3 o 4 piccole; l'arma mento era costituito d.t 2 canno ni da 150 mm., 4 cannoni da 1 20 111111. 2 o 3 obic i d:t 210 111111. e 3 o 4 cannon i ria 57 111m.: i parapetti crn nc, ,noitre gucrniti da 10 cannoni da 57 mm. [ fonin i ave-


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rnr,o 4 grn ,tdi cupole metalliche e 3 o 4 piçcolc; l 'arrna 111cnto era costitu ito da 2 cannoni da 150 mm., 2 can• noni da 120 mm., , obice da 2 10 mm. e 3 o 4 cannoni da 57 mm. Ci:t:-.cun (orte aveva os~crvatori e proiell<Jri sotto corazz.t cJ er:1 ci rcondato da fos,i profondi. La g u.1rnigionc dei !orci comprendeva complcs;ivamentc tra aniglieria e fanteria circa 4500 uomini; quella dei fortini circa 2500. Al cen tro dell 'opera si élevava una ma,sJ d i cakc,1ruzzo cli cemento. la quale conteneva 1uuc le cupole girevoli per a rtiglierie d, 111cdio calibro de,1inate all'azione lontana e cioè: : una cupol:i centra le a tiro d iretto per 2 cann(,ni eia 150 mm .: 4 cupole pure a tiro direuo. ciascuna per un cannone da 1 20; 2 o 3 cupole p untamento indircuo per 1111 obice da 2Hl ciascunu. Il fiancheggiamento dei fossi e r;i fatto con due gallerie di controscarpa situate l'una al ,a. !iente <:sterno; l'altra controscarpa al saliente di gola, rite• n uw meno esposto all ' in fi lata. C iascuna d i q ue, tc gallerie era a due piani, con 2 canno niere per piano: l'arinamento però consta\'a di i soli cannoni J tipo rapido . Tuu, i locali

alla prova per ricovero uornfr1i e per magaz7,ini crnno nel fronte d i gola, dietro il muro di scarpa e dietro quello cli co1nroscarpa. 1 magazzini a poh-erc erano lateralmente al la potema i11 capitale dell'opera; i locali per le muni zioni sotto la massa cculrnle di <:.akcsrruzzo. La Cortezza di Liegi ebbe una pane importante all'inizio ddla guerra nHrnd ialc 1914-18.

tanto ch e !a r4• brigala pol~. il 7 agusto, entrare nc!Li città dl Lieg i, n1cntre invece i foni esterni erano, tutti, ancora in mano dei &:lgi: caso unico nella storia militare. Tornala indietro questa b rigata dalla ciuà, il comandante della 2• annata tedesca (Diilow) o rdinò di proc,•. dere ad un auacco metodico ma speclllivo (cioè non più

Forteu:a di J,iegi ( 1914,)

cli sorpresa), e ne incaricò il gcn. Einem, a disposizione del quale pme tre corpi d'armata, mortai da 380 e can noni tla 420 . Con questi mezzi potenti a poco a poco l'auacco riuscì: i forti della cinta esterna uno dopo l'altro c~ddcro: <juc!li di I Jollogne e cli F lémallc, della fronte Ovest d i Liegi, furono g li ultimi a cadere, di modo che

il giùr110 1/• :1gosto la resistenza di L. era ormai annicn • tata cd i Tedeschi potevano procedere liberamente verso il territorio francese. L:1 rcsjstcnza di L . in un primo tcn1po fu ,opravalutaln come clcmrnlo ritardatore ddl.t 111vasionc tedesca dell.1 Francia: attualmelllc le Rela,;iom Ufficiali. 1an10 tedesca quanto francese, mettono in luce come non abbia rappresentato un elemcnw verarnclllc cc ,es;ivo m tal <enso : :11 massimo produs.c ai T edeschi un ritardo di _,6 ore .

Liegnitz. Città della Slesia, , ulla Ka1zbach, anc. dctt,1 /.ugid1111ttm. Ebbe in antico un castello. Qualcuno chiama d i L . la bauaglia del 1813, che generalmen te pre n de ,I nome dalla Kfltzbac/1 (V.).

Tol'n: coraz:i:,1t:t (se~:iom:) d ei fori i d i J.!cJ.;.i

V. Allocco di /,,ìegi (1914). (Guerra Mondiale). li 4 .,go,to sei b rigate mislc ledeschc . appo,ita111ente preparat e ccl a p• poggiate dal li corpo cli cavalleria e da batterie pesanti rampali . iniziarono l"auacco di L. di ,i,a fo,l-3, in modo da re11dcrc pi,, edere il movimento auraver;o 11 Belgio alle armate ted esche. prima e ~cco11da. li colpo d i mano. dopo "iolenta preparazione d';1rtiglicria. ,i effettuò sotlù h direzione del generale van Emmid, nella m>Ltc sul 6 agosto. La piazzafonc e ra in i,tato cli deficicnlc d ifesa: le truppe mobili erano raccogliticce e ,cn,.a coc,ione al• .:una. La .era ciel 5 !a 34• brigata te,k,c:i cd i hgl. cac• ciatori t• e 9° da Noni si infiltravano tra i porti esterni d i L o ncin e d i Po atissc; la 27• b rigata tra la ~Iosa ed 11 forte E,·cgnéc; !a 14• brigata Ira E\'cgnéc cd il forte Fléron; la 11'' tra Fléron e C ilaudefontn in cd inlinc k brigale 38 e 4 ~ tra Ounhe e Mosa. il corpo cli cavalleria tentava l'aggiramento da Nord e da Sud del'a piaz,..a per sch iernrsi poi ad Ovest d i css:t. A causa dell'oscurità e ciel 1crrcno rolto e boscoso l'az ione n on riuscl; soio al centro fu raggiunto ,I ,•ccchio forte rii La Chartreuse.

1. B111taglir1 di Licg111/z (u4 ,). Appaniene all'invasione dei Mon goli, g uidati da Batu Khan. Enrico li di $les i~ !i affro111ò concentrando le sue milizie presso L., do\'<', i l 9 aprile. si !i-\'olsc lo ~ontro, che riu!)CÌ sanguino!>i~simo. I(n rico a\'eva :i i suoi o t d ini m ilizie dclb Sksia, della P o· merania, della Polonia, della Russia e dei Templari, ma fu co,treuo ad accenarc la bauaglia prima che a lui po• resse congiungersi Venceslao d i Doemia. Si 11arra che i \1oogoli abbiano fauo uso, contro la ca,·allcria cli Enrico. cli macchine da gucna crneucnti gas, 1 quali esalavano un fetore insopportabile, e che con mli gas abb iano sgo,rn • nato i ca,·,diai. Eurico e molti dei nobili che lo scgui,·ano caddero combattendo, e ai ~longoli restò una vittori,t completa, la qu>1le dcs1i> in Europa grande sgomento. 1 u t• ta\"ia essi, 1x:r la 1norte del Khan Ocl~1i , avvenurn pt,..o dopo. ahbandonarono la Slesia dopo di a,·er!a dcva,1.11.1,

e si ritirarono nel rerrjtorio di Kiew. li. /Ja1tagli11 di Liegnitz (176o). Appartiene alla guerr., dei Scuc Anni e si combattè il 15 agosto . Caduta Gla1z i n potere degli Austriaci, Federico l i decise di portani dalla Sassonia nella Slesia. Giunto a L. si trovò di fronte Laudon al cli là della Katzbach, Daun sulla dr. , Lascy a


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LJE tergo, e Czcrnitczcv alla sr. Circondato da forze triple delle sue e con viveri appena per tre giorni, :ivuto notizia che Oaun e Lascy stavano per attaccarlo, si preparava a mular posizione, quando fu avvisato che Laudon sboccava sulla sua sr. <li qua dalla Katzbach. Allora, div iso l'esercito in d ue parti, dà il comando d i una a Zicthen per far fronte a Daun e Lascy verso L. e lo Schwarzwas1er, e con l'altra, sotto il suo diretto comando, va a contrattaccare Lauclon senza dargli t.e mpo d i fermarsi. Laudon, sorpreso <li trovarsi in faccia al nemico, è costretto per la ristrettezza del terreno a schierare in fretta le sm· truppe su 4-5 linee, ordinando alla cavalleria di caricare >3ila ,r. prussiana. Ma essa è respinta da un contranacrn ddla fanteria ed inseguita dalla cava lleria di Federico, ment re l'art. pesante prussiana, ripartita fra le brigate, produce gravi danni sull'ordine· profondo degli Austriaci, e la fanteria, stesasi verso sr. in una sola line:a 1 avanza . La dr. della fanteria di Laudon non può resistere al fuoco della moschetteria nemica, indietreggia e<l è rotta dalle ripetute cariche dei corazzieri prussiani. La cavalleria austriaca accorre in suo soccorso, ma è respinta dall 'azione concorde della cavalleria e della fan teria di Federico. Laudon tenta inutilmente <li prendere l'offensiva con la sr.: è costret to a ripassare la Kat?.bach . A respingere l' attacco di Daun, che si era mosso molto lenta1nentc I çrél bastnro u n semplice attacco dell'avanguardia d i Z icthcn. Lascy no,, si era mosso. Quando D aun ebbe notizia della disfatta di

d11rante la guerra franco-germanica del 1870-7,, all'assedio <li Strasburgo.

Affusto sistema Lici. La particolarit,, principale di questo affusto consisteva nella sua mobilità in direzioni d iverse ed era di due specie: per pezzi pesanti e per pezzi leggeri. I <lati di costruzione d i ambedue le specie erano uguali; soltanto che nell'affosto per pezzi pesanti le dimensioni

Affusto sistema L icl

,!elle vMic parti erano considerevolmente maggiori. Erano installati sopra un telaio che permetteva di alzare il cannone di m. 1,j5 o 1,50 per far fuoco, cd in questa particolarità completavano l'affusto Gribeauval del 1772. Inoltre poggiavano sopra un sostegno che permetteva di eseguire il tiro areato a guisa di obice.

Lierna. Comune in prov. d i Lecco, sulla sponda orientale <lei iago. Vi passa la strada mii. dello Stelvio. Nel medioevc, munito come era d i forte castello, si trovò imm isch iato nelle vicende g uerresche della regione, specialmente nella guerra decennale fra Milano e Como, nelle lotte fra Torriani e Visconti, e infine nelle gesta del Medeghino. I

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Laudon, ordinò la ritirata. In questa battaglia g li Austriaci perdettero ro .ooo u . e 86 cannoni; i Prussiani 2000 u .. Fra le truppe austriache che combattevano nella battaglia di L. si trovava anche il « Reggimento di Toscana » .

Liel (Cado) (1799-1863). Generale bavarese d'artiglieria. Prese parte alla campagna di guerra del 1849 nel Ba<lcn; nel 1850 fu plenipotenziario bavarese p resso la Comm iss ione mii. dd l ·unione tedesca in F rancoforte . Nel 1853 fu nominato m inistro de lla guerra . Nel 1839, essendo addetto allo Stato M aggiore genera le . si fece conoscere per la costruzione di un nuovo sistema d i affusto da fortezza. Gli affusti sistema L. furono adottati nel 1843 dall'art. da fortezza bavarese nel 1853 furono applicati anche a quella da assedio, e poi in varie fortezze. Ess i sono serviti di modello pure per la costruzione degl i affust i in ferro delle fortezze prussia11e, ed hanno sosteoulO la prova del fuoco

Ligasacchi (Giovanni Battista). Generale, n. a Volciano nel 1867. Sottot. di fanteria nel 189r, partecipò alla guerra libica e poi a quella contro l 'Austria. Colonnello comandante il 243° rcgg. fameria nel 1917, guadagnò sul Carso una med. dì bronzo e una d'argento. Lasciato il servizio nel 1900, venne nel 1928 promosso generale di brigata in A. R. Q. e nel 1929 passò nella riserva. Liggett (Htmler). Generale nordamericano, n . nel 1857. Uscito dall 'Accademia di West Point nel 1879, servì nell 'arma d i fanteria. P artecipò alla campagna di Cuba nel 1898 e alla !otta nelle Fi lippine dal 1899 al 1902. Venne promosso magg. generale nel 1917 e gli venne affidato in F rancia il comando del I C . d'A.; s11ccessivamente quello della 1a armata e poi della 3a. Fu in linea nel settore d i Saint-Mihici. Rimpatriato, ebbe i l comando del clip. occidentale fino al 182r, anno in cui andò a r iposo. Ligne (Principe Carlo Giuseppe dr). Maresciallo austriaco (173.5-1814). Fu anche uomo di S tato e scrittore: pubblicò, oltre a varie opere letterarie, una « Vita del principe Eugenio c-J j Savoia >> . Lignitz ( Vittorio d,). Generale e scrittore mii. tedesco (r841-r913). Prese parte alla guerra Franco-Germa nica del 18jo-7r e raggiunse nel 1896 il grado d i gcn . di C. d ' A. Scrisse parecchie opere, le più importanti delle quali sono: « Da tre guerre : r866, 1870-jI, 1877- jS »; « Per l 'igiene della guerra "; « La tattica moderna s~condo le esperienze della guerra russo-giapponese »; « La gue rra russo-giapponese » .


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Ligny. Comune del Belgio, nella prov. di Narnur, sulla Lignc, affluente dcli '()rncau. IJattaglia dt Lig11y ( 16 giugno 1815). Appamcnc alla guerra dei Cento giorni e fu anche detta cli Fle11rru. Napoleone 1, trovandosi di fronte ai due eserciti di Uliichcr e di Wellington con forze doppie del suo. divisò di batterli scpara1.1mcme, prima che foccsser<, la loro congmnzionc. li 15 passa la Sambra, occupa Charlcroi e respinge l':1vanguardia prussiana verso Flcurus; ma lt1 manO\'ra decisiva con tro la linea di collegamento dei due eserciti nemici su Sambrefk e Quacre-Bras rimane appena ,c((•nnata, per l'incertezza ctl i l'irn rtli del mov imento. li generale Hliichcr ha modo di disporre il suo esercito in ordine molto profondo sulle alture dinanzi a Samhrcffc, coprendo la strada Namur-Bruxelln, ed occupando forremcnte , vilJ.,ggi di Saint-Amand e L. Napoleone, oltrepassato Fkurus e riconosciuta la po,izione del nemico, giudica possibile una completa vittoria col concorso delle truppe cli Ne)·, eh 'egli crede già ai Quutre-lfras (V .) e gli mancia ripetuti orn ini cli manovrare ~on parte del le sue t ruppe su 13ry e Saint1\mand alle spalle dei Prussian i. Frattanto dà le disposizioni per l'attacco: \'Uole tenere occupato il nemico su tutta la fronte e sfonnarnc il centro. Alle 14,30 il Ili corpo

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""ne. facc,·a dietro-front e si allontanava nella direzione tla cui era venuta. Secondo gl i ordini dell' imperatore do vc,·a dirigersi su Bry, ma . non conoscendo il pae~e e te mendo di partarsi troppo a H ., piegò verso l'altra pa11, 1>cr una strada che conduceva n S. Amand . Ncy che stava in pensiero per_ qu:into avveniva verso Fleurus, mos,i;;e tarrli

cldlle sue posizioni, dando modo a Wellington, che gli \lava d1 (romc con )Oli 8000 uomini, di ricevere 1in(orz1. Tanto che, quando Ney a,sall Quatre-Ilras col 11 corpo cd una cliv,s. di cavalleria , la~ciando indietro il I corpo cd il rim.mcnce della sua cavalleria, non riuscendo a fori.are la posizione e vedendo crescere ,cmpre pi li le fnrz,· nemiche , ma ndava online al l corpo (d'Erlon) di intc, ,cnire. D 'F.rlon retrocedette . ma non raggiunge,·.i che a notte fatta le altre truppe dell'ala sr., k quali. dopo inutili sforzi avevano dovuto clis in1pcgnal'si e rerrocedcr,, fino alle posizioni primiti,•..-. Co,ì il ] corpo francese pa»ò la giornata correndo fra due h,1ttaglie senza prender partt .,d alcu11J. Le pcrd11c dei Prus,iani in questa giorn,na fu rono di o lm: 12.000 u. e di 40 pezzi d'artiglieria; quclk dei Francc,i di poco inferiori. Lo scon1ro cli / .. precccl<: d, due giorni la battaglia di Wa1crloo (18 giugno).

Liguor! (Emesto). Generale, n. a Hcncvcnco nel 186j. Sottot. nel 1889, partecipò .alle campagne libiche del 19121913-q e poi a quelle contro l'Austria . Promo,so colonnello nd 1!1'7, ,ull'A ltipiano Carsico ,i mcl'itò la mcd. d 'arge1110. Dnpo la guerra comandò le Scuole allievi ufficiali <: sottufTi<:i.i!i di Genova e di Lucca. In .\. R. Q. nel 1925, passò nella , iserva nel 1028. divenendo grn. di brigata nel l 'anno seguen te .

Liguria. Regione nalian.1 .1ffacc1a1a al ~-lcd1tcrranco. nettamente delimitata dalla ernia delle Alp,, dcll' Appcn nino l.igul'c e dal tr:ll lo di cos1;1 compreso fra i cor,i de l l:a Roja e del la Magr.a. Ha conligurazionc simile a una corona circolare di cui il margme superiore sovrasta I 'inkriorc di oltre , oou mctl'i in media; e riveste ,piccata indi vidual ità geografica, l'appresenrnnclo tlll versan1e con car:ll tcri di rara uni(ormicà n1orfologica . La corona ruontuos:1 Posizioni dei due eserciti a Ligny (181-1,)

(Vandamm c), rinforza1n da una clivis. dd II (Reillc), assale S . Amanti; il IV (Gérard) ;i,s:1le L. ; il marcsc. Grouch, col I e Il corpo cl, cavalleria riburca le L1uppc avanzar,· della sr. ncinica fino al borro dove scorre il ruscel lo Lignc; la Guard ia imperiale e il III corpo di cavalleria (Milhaud) stanno in seconda linea presso Flcurus, il VI corpo in riserva. Saint Amand è preso e ripreso più volte , /. , re;iste; i Pr11ssi:111 i d ifendono osiina1amcnre quei tlue vil laggi. Napoleone ,cava per lanciare il colJX> decisi,o su l ., al quale dovevano prender parte truppe della Guardia e del !V corpo di cavalleria imiemc con <1ucl lc del IV corpo ,d 'arinata al comando del gen. Gérard. al lorchè u11 grosso corpo fu >t'gnalato a sr. del gcn. Vandamme, direno su S. ,\mand. Temendo di essere assalito da un nuovo ne111 ico1 VandnmtlH: .sgombrò Saint Arnand . 111:1, riconosciutn Wtllnrsi delle truppe del d'Erlon, Napoleone ordinava l 'at1:ic.;o tìnale . I.. è preso a furia. mentre Gfrard si scaglia cornro il centro nemico ;olio spi:rnato di llry. e b caval Jcrb a dr. e a sr . c.:,cg-uisce vjgorosc cariche. l Prussian i cedono. ma non si sfasciano e si fermano a breve d1<1anza dalle posizioni abbandonate . A tarda sera la cavalleria pn.i \siaua tentò un attacco improvviso contro l'ala òr. francese (G , ouchy). ma fu respinta. La notte impedì ai Francesi di compiere I.i ,•ittoria. Frattanto la colonna cl'Er.lon, giunta a due tiri di cannone dalle posizioni prus-

che protegge la costiera ligure da ,euemrionc offre condo zion i cli accesso alla pianura padana innlto pi ù favorevoli di quel le offerte dai tl'atti alpino ccl appenninico contigui (.\. :\>larittime - Appeninno Toscano) essendo meno clc• \'ata, e con1radclistinta da frequent i intaccature del crinale e rc.:string i111enti dell 'arco montagnoso. Al centro d i essa ,ca Gcno,n, g rancle porco mediterraneo e sbocco di grande parte cleil'ltalia continentale. fchccmcntc situata a ll'incrocio tra le v:e terrestri e marittime che seguono la costa e quelle che vi convergono d'oltre monte e d'oltre mare. Pn quanto ,ia spiccata l'omogeneità geografica della re• g1one , le due riviere di Levante c di l'<>ncnte si differenz iano per caratt eri secondari. La prima ha co.c-c p iù ripide c. in complesso, meno articolale, per quanto offra il i~vorC\'ole porto cli Rapallo e il magnifico golfo de L:i Spezia; il ; uo retroterra montagnoso è profondo e rela tivamentc isolato, tanto che, ad ovviarvi, si OLluÒ l'allarciamcnlo ferroviario con P arn1J (linea del Rorg-Jllo) dcstinau a sopperire ad esigenze commerciali e - sopr:ittu lto m ilitari. Pi i, difficili, infine sono nella Riviera d i Lcvaul~ le comunicazioni tcm;stri fra le diverse vallate, e la stess.\ ferrovia litoranea procede aura,•erso continui trafori mon mm . La Riviera di Ponente, più ampia, contigua alla Francia. favorita ria passi montani più ngevoli vc,·so la piana piemontese, ha traui p ianeggianti meno angust i, maggiori risorse agricole e qui ndi importanza superiore. J'ra i punti d'accesso secondan, Lcvanto, Sestri, l.nvagna .


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598 Chial'ari, Rapallo, Voltri , Oneglia, Porto Maurizio, San R emo hanno piuttosto imponanza d i stazio ni clim atiche .che di centri marinari: le chiavi della costa ligure restano sempre Genova come porto commerciale, La Spezia come piazza militare e Savona quale porlo sussidiario nei ri• g uardi delle dirette comunicazioni col Piemonte. L'antica stanza cki pri mitivi abitatori della r egione - i Ligt1ri, d a cui e bbe il nome estendevasi oltre il venanre interno ,ino al Po e all'Orco; indi si ridusse a .cavaliere dell 'arco mont uoso. Le virtù fondamentali della razza resistettero tumivia attraverso tutte le vicende del m edio.evo, e si r ivelarono nella vocazi,Jne marinara , q uando, sospinti e r idotti alla costa, gli abitatori volsero nat uralmente al mare la propria attività. Attorno al Mille, con le prime affermazio ni delle individualità regionali Genova cominciava a rivendicare i propri diritti etnici che si man iCcstarono nella graduale unificnione, nei commerci, nella potenz a m arinara, dom inando a più riprese la Corsica, rivaleggiando con Pisa e con Venezia e spingendosi sulle vie dell 'oriente,. Dal punto di vista geografico valgano q ueste considerazioni d'ordine generale: a) Og n i attacco da mare contro la costiera ligure, per · quanto o rganizzato con largheu:a d i mezzi , è destinato a incontrare serie difficoltà per la ristrettezza della ,triscia l itoranea, l' immedi~tn do minio del retroterra montuoso, il frazionamento imposto dagli sproni che separano le ,•alli d'accesso; b) Un 'otfensi"a pro\'Cnientc dalla strada della Cornice. serrata fra monte e mare, presuppone la conquistà delle alture e un 'azione fiancheggiante, che richiede scavalca. mento di una serie di contrafforti e di corsi d'acqua, onde non po trebbe procedere spedita , a me no che non abbia funzione d iversiva o sussidiaria rispetto ad altra più direttamente intesa al conseguimento dell'obiettivo finale;

e) Un 'azione che tenda all 'occupazione della L. avrebbe migliori probabilit,Ì di successo se conseguente a un 'invasione del Piemonte, pok hè il versante i nterno delle Al pi ed Appennino L igure a più dolce declivio - presenta m inor d iAicul tà d'accesso e la piazza d'armi alessa nd rina offrirebbe mag gior facilità di rnccolta dei mezzi necessari. lo tale ipotesi, un 'azione sussidiaria lungo la linea della Cornice con correrebbe opportunamente all 'offensiva così pro-

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valse ad arrestare ed a respingere l'ill\·asore; nel luglio e ne l novembre confcrmil il suo valo_rc nella d ifesa del Coston di I.ora e nella conquista di lince importanti sul P asubìo. Per tali azioni le sue bandiere o tten nero la medaglia d'oro. Nel 1917 fu a lungo sul M. Pasubio e svolse brillanti attacchi sulle po,izioni di '.'vi . Zomo-Campandla-

Brigata Liguria: l\'lcdaglia del

1 57°

reggimento

Melen a, che le fruttarono h, concessione della mcd. d'ar gento. Operò nel 1918 prima a M. Valbclla, Col del Rosso, Col d'Echcle, poi sulle aspre posiz ioni del M. Corno. Sferrata la nostra otfcnsi\'a finale, la brigata avanzÒ lungo 11 torrcme Lcno, superò il Pozzacch io, raggiun,c F oppiano cd Albaredo, M. Spii e la Val Terragnolo. Il contegno della brigata fu anche citato sul bollettino di guerra ciel Comando Supremo N . 908 del 18 novembre 1917. La motivazione della medaglia d'oro è la seguente: • Rafforza1,·,i sulla fronte Val Lastaro-Zovetto, con invina costan·ta ed i11clomit:1 cnergiu le truppe del la brigata ,esistettero ere giorni ad un furioso bombardamento cd ai reiterati e poderosi attacch i del nemico, intrep ide, salde nel proposilo incrollabile di ,·inccre o cl i morire (M . Zo,etto, !,'lugno 1916). Con \'alore cd audacia parteciparo no poi alla difesa del Cosron di Lora cd all a conquista d i torti linee nemiche sul M . Pasubio (luglio-no,•cmbrc 1916) » . La motivazione della mcd . cl 'argento concessa ai due regg. d ice: " Contenevano lo sfor7,o nemico sulle posizioni affidate al loro valore; contrattaccando risolurnm entc I 'av-

gettata.

Sulla ba.e degli clement i geografici e delle consideraz io ni sucldcuc si è g uidati a lla conclusio ne che la I .. , vul. nerabile da mare, per quanto riguarda i suoi centri CO·

stieri, con azioni a fuoco navali ed ae ree, lo è assai meno rispetto ad operazioni di sbarco che tendaao a un ·occupazione territoriale. /\ raie riguardo essa è più vulnerabile dalle vie dl terra, segn:1tan1cntc da un 'invasio ne che si prepari di ro"escio attraverso la pianura di Alessandria; in altri termini la sua sicurezza d ipende da quel la del confine occidentale e rientra nel q uadro più comples:,o della difesa nazionale.

Lig11ri11. 13rigat:, di fanteria di lincJ, coslituita, nel 1915 per la durata della guerra italo-aust riaca 1915•1918, dai deposit i del 33, 34, 41, 44, 74 e 90 fante1·ia , coi regg . 157 e 158. Nell'ottobre 1917 fu assegnato alla brigata, quale te rzo regg . , il 165, che il t 7 fe bbraio 1918 andò a far parte dell:l brigata T aro. Durante la guerra fu dapprima schierata ,ul M. Korada; operò poi contro le m unite posi• zioni avversa rie di S. Lucia e d i S. Maria di T o lmino . Nel 1916 combattè prima sul Mnli e sul Vodil e poi sull 'altopiano d i Asiago o ve, durante l 'orTcnsiva austriaca del _giug no, esplicò u na mirabile rc,istenza sul M. Zovctto che

Brig,ua Liguria: !\ltda~Jia dd r58°' reggimento

,crsario con slancio intrepido e con eroici sacrifici. Minac• ciati sul fianco cd alle spalle contin uarono tenacemente nel la

dif<'sa. e, nel ripiegamento ad e~~i ordinato, mostrarono incrollabile fermezu » (Monte Zomo; Mclette. Cam panelle; 13 novembrc-5 d icembre 1917). Terminata la guerra la /.. fu mantenuta fra le brigate permanenti, per avere av uti cntrnmbi i rcgg . decorati d i med . d'o ro; ma, in virt ù della legge del 1926, il 30 set• tcrnbre di detto anno il comando della brigata {u d isciolto; pari sorre toccò al regg . 158°, che cedctre un bg l. all '89° e l 'altro al 157 fanteria; quest'ultimo fuse in uno ,olo i


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suoi due bgl. e fu assegnato al la 18• brigata d i fanteria. Le mostrine del la brigata sono di colore ara11cionc nella parte superiore e di colore cobalro in quella interiore; b festa dei due rcgg. è il 16 giugno, annl\·ersario dd com battimemo a M . Zovetto.

Liguria (/...tI). Mena galera sarda, costruita alla Foce (Genel 1815: :.cafo in legno, lunghezza m. 30, lar ghezza 6, banchi di voga 17, cannoni 3, equip"ggio 200 uomini. A l comando del luogot. di va,c. Luig i Serra Ca,, sano prese parte nello stesso anno alla spedizione della Capraia; fu radiata nel 1836.

110\ a),

Liguria. Nave da battaglia di 5" cl'a,se, con pon te cellulare corazzato e <cafo in acciaio, con vele, \'arata nel Cantiere Ansa ldo d, Sestri Ponente cd entrata in servizio

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lidi bastio ni e crttadclla. Durante la grande guerra fu occupata dall'esercito tedcs.o q uando i Francesi rip iegarono su lla Marna. Nel secolo XIX L . rappresentava il centro d'un c;impo trincerato di primo ordine. costituito eia una i..· inta fortilicata, una cittadella, parec.:chie batterie e nume• rosi fori i stacc:ni. I. .·luedio di l,,fla ( 1667). Appartiene alla guerra di !)e. tta Francia e Spagna, e fu jniziato dal ' I u• rc111"· il 21 ago,,,, i667. col bombardamento delle open· cslern~: quanro giorni dopo 22 pcui cli grosso calibro batterono in breccia la piazza , mentre si iniziavano lavori d i mina . L , piazza er:1 d ifesa da 3800 snidati e 15.oon b,_1rghc,i armati. comandali dal conte di Brou,, y. il quak. non potendo fore assegnamento sull'armata di soccorse, cli 20.000 SpHgnuoli . condotti dal conte di Marsin, capitolò il 28 agosto. volu✓,1<,ne.

Il. , /,srdio d, Li/In (1708). App.miene alla guerra per b Successio ne di Spagna, e fu po,,c, 1· 11 d i agosto del

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Ar'ictc- torpc"lini..:-r ',! Liguria

nel 1893; lunghena m. 80. larghezza 12.03: dislocamento tonn. 2i81, macchina I Il'. ì6n : armamento guerresco ca nnoni IV 15 2 A IV 120 ,\, lanciasiluri 2 ; stato maggiore 12, equipaggio 245.

Liguri guerre. Vanno SOilo questa denominazione le g u~rre sostenute dai Romani comro i Liguri (l,igustimm bellum). Una prima spedi~ione nd paese dei Liguri fu fatta nel 239 a. C., principalmente per fare rnzìa d'uomin i, pel bisogno che Roma ha cli schiavi (Guerrini). Nel z19 fu rono a lleati di Annibale. Nel 198 i consoli Minu7,io . Flaminio, Lepido e Paolo batterono le popolazioni liguri e apuane: 40 mila Liguri furono cauurati e trasportati da, consoli Co rnel io Lc11tulo e Droebio nel Sannio (175). Una sconfitta i R oinani subirono ,otto Marco P e1ilio, che ri mase ucci.o; allora il console Popilio fece una guerra senza quartiere,. d is truggendo gli abitaci e traendo schiavi i /.. fatti prigionie ri ( 174). Dopo d i ciò a ncora i L. furono in g uerra con g li eserciti roman i di Claud io Marcello, d i Sulpicio Gallo, d i Ful\'io Nobiliore. Finalmente, nel 116 a . C., Emilio S,au ro li domò dcfiniti,·amcntc: la regione divenn<· µrovincia rornana. 1.3 guerra contro i /... era dur:ita dl.111 quc 123 anni. Lilia (r.arlo). Gcncr:ilc austriaco (1805- 1881). Partecipi> alla camp:igna d 'Ita lia del 18,19 cd a q uella del 1859 come generale comandan1c la 2• di vis. del 1' C. d ·A .

Lilibeo. Rimorchiatore, di 124 lOnn .. entrato in ser vizio nel 1925. (Per la battaglia d i f •. , vedi ;\/arsa/a). Lilla. Città della Francia, capaluogo del dip. del . ·01<1 sulla l)culc, sede del , 0 corpo d'annata . La fondazione d , L. risale agli u ltimi secoli dc! do min io romano; e bbe J'l'CStc> un castello, e fiorì sotto 13,ildovino IV , conte d, Fiand ra. Nel 1213 subì tre a»edi, due da parte di Filippo Augusto. ed il terzo, che linl co n la distruzione della cit tà , eia parte del co111c Ferrand. Filippo iI Bello la espugnò nel 1297. Appartenne poi alle Case di Borgogna, d'Austria e cli Spagna: Lu igi XIV la fece fortificare dal Vauban . con so-

1708 dagli l rnpcriali elci pr incipe El1genio (50 bg l . e !JO sqdr.. 111 totale 50.000 u.) . La tortezza, comandata dal marc,c. Houflkrs, avna una guarnigione di 16 bgl. e di 9 sqd r .. co n un to tale rii 16.000 u. cd era ahbon dante111enre provvis1a d i 1Twni7.ioni. li p:tl'co d'assedio riel prr1t• cipc comprt·11<lc\'a 120 pezzi di grosso calibro, 6o mortai ed 1,hici e 3000 cassoni. li duca di Marlborough, ali.i testa d i 70. 000 u . . nccupa v" i pam1ggi d cli.i Schelda , :1 protezione degli assedianti contro possibili attacchi degli eserci11 francesi. comandati dal duca di Borgo,1:na. dal \ 'cnd.',mc e dal Bcrwick . Costruite le linee di r irconv:illa1.1onc. il 22 Hg osto si i nì7.lÒ lo iscavo delle ll'inccc: jl 23 gli as~cdiat i fe<:cro una sortita per impedire l'esecuzione elci l:,. vori, ma vennero respinti. Frattanto il duca di Borgogna il 31 agosto , i l'Ìunisce al maresciallo di l3erwick nelle vicinanze di T o urnay cd al la testa di 143 hgl., 250 sqd r. e 200 bocche d,1 fuoco, con un totale d i g6.ooo u., decide di tentare lo sbloccamento di L. Il 10 settembre, avanzando verso la piazza, ven ne ad urtare co11tro le forzedel Marlburough , che lo avevano prevenuto. prcs,o i vil laggi di Noydlcs e di Enclos. Rinforzi condoni da Eugenio accrebbero le forze ciel Marlborough , e il duca, dopo due giorni cli duello d'artiglieria, non osò assalire e si ritirò al di là della Schclda. I lavori d'assedio proseguivano frau.inlo senza interruzione. N el la none d"I 20 al 21 settembre un attacco tolse ai Francesi alcune opere avan;ca1e: nel la lolla i l principe Eugenio r imase ferito, e 11 comando ddk opcrJzion, IU assunto dal Yforlhorough . Assalitori e difcr, .,ori continua.

rono a battersi fino al 24 o ttobl'e, nel q ual giorno il 8 rJ11 f fkrs si rituò nella cittadella , abbando nando "gli Imperiali la città. Proseguirono allora le operazioni contro I.i cittadella : il tO d icembre un as»1lto dava agli lmpcrr.1li il camm ino co perto d ove si ra/Torzavano. Il Doufflers ottenne dal re Luigi XIV J'auton1.1:azionc cli trattare, e si arrese con gl i onori di guerra: per la strenua difesa ,•enne nominato Pari I d i Francia. La piazza fu l'esa ,d ia F rancia nel 1713. in hasc al trattalo di Utrcclrt. Ili . Assedio di Lilla (17!)2). Appartiene allc guerre della Rivol uz io ne Frnnccse. Subito dopo il fallimento rlell'oficn , si,·a francese nel &lgio, il duca Alberto d i Sa,sonia decise di irnpadronirsi di f .. , che a,·c,•a una guarnigione in maggiornr.za composta d i 8000 voloniari poco istruiti, dei q uali s<,ltanto 13 2 erano cannonieri per il servizio delle opere: e,.,i erano comandati dal gcn. Ruault. li corpo austiiaco d ' invc; timento accampò 11 23 senembrc davanti


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L1r,

alla piazz.a; c.;so contava drca 25 .000 fanti e ~ooo cav~•· !ieri, con un piccolo parco di 50 ca nnoni e 12 morrni. L "assetliantc M:a,·ò il ,5 I,1 trincea p rincipak d"app roccio e op rl la parallela ~u u nu !ungei fronte g ua rnendola con batterie. s,:aglion,lle cii 200 in 200 metri. I difensori ten laronn -.en'l3 successo varie sortite. Il 29, dopo van~, inti mazione cli resa, venne in iziato il bomharùamento, vin. lenti\.,i1no, d1c pro\'Ol"Ò incendi in città e :;i protras'-C nella

nolle e nei g iorn i wcce"'iv i q ua" ini nterrotto . Gli assrdia ti rispo!-.t..'r<, con fuoco vivissimo. Ciè) Jurò. sino al 5 ol• tobre: indi 11 ho111hardamento cominctò a lanb,uin: per difetto <li muniz ioni e per deterio ramen to d, talune bocd,c

tkl lt- 1ruppe , ittorio,e . li ge nerale Baq ut·da no impose l,1 resa a disc:r("Zione rlella città; ma, avendo terg1\·e~ato sulla possibil ità <li ecce,si da pane delle sue truppe , i comanda nti clcllc flotte icalia1u, francese e inglese. ancorali nelle acquc cli M iraOores a lato di quella cilena, lo "'" vert irono che se le soldatesche cile ne avessero ripc:tucn ., r,_ gl i ccces,i commessi a Chorrillos e Barrnnco. la flotta cilena sarchht- stata immediatamente di,truua dalle tre ,qu.1rlrt· riuni te . Dopo questa mirrncc ia il g r11. Baq11crhno diede le volute garan7,ic: dietro preghiera tlcl sindaco Tor rico. alcuni ufficiali rlellc navi italiane e inglesi curaro"" nel la maltin:i del 17 gennaio il disarmo ùci fo rti cli S . Cri ,wforo e S. Bartolomeo, noncl,t dcll'ar;enJ)c di Santa Catcrma. per adem piere ai p,111i tlcll.i ca pitolazione; alle 4 <ld pomni;::g10 u11.1 d ivi, , di truppe scelte cld -

J"c..,crcieo c.:ik tl(J cntra\·a .:.ile.111.io,. e in ordine perfetto in Lima .

da fuuro in1picgatt: Jd oltr~u1?.,l. D".dtr:t !MrtC l 'invei:itirnt.nto dell a piazz.1 non c r.i completo pn difetto d i for7e : d.1 vai Il" parti

pocc\·ano aftluirl· agli

~h,c-diat1

viveri. 1nunt

e rinlnr:1.i: e 1 con,1 ddla L,, e della nen ie fac1lita,·ano i 1ra,pon, per via nc<1uea. In tal i conrli<'.ion i il duca cli SJ\\onia. iniormato dello wiluppo del campo di Lcn, o,·c ~1 con<..:cnlrnvano bgl. di vo lontal"i fran~c~i, e tC• z1om

me11do eh,· i succe»i dd Dumo uricz nello Cha mpagne poce~!\l·ro con~t.·nrirgli ,li in,·rnrc for7,.c :1 soccorso dcJJa piazza,

decise d i togliere il cam po e rilra,..c le forze senza subire rnolc,lic. L:t cittl aveva molto wrTcrto : oltre -;oo ediliCJ distrutti cbll'inceudio; le vi11ime . non prcci, :ibili. più nume ro,c fr:l gli abi ta nti c he nella guarn igio ne ; pow .cnsibili le perdite degli as..ctlianti. ,parsi ,111,1 periferia e protetù da trincee profondissime.

Lima. C.1pitak: .Jd Pedi. sulla m·a "· dd Rinrnc, a 11 . Km. d:tl Pacifico. F u fondat,, da Francesco Pizarro nel 1535. eh,· la c h inn-iò " Ciudad dc lo, Rcy~s "· ln seguito prese il nornc di Rima,. .che gli Spagnuoli per corruzion<.: cambiarono in Lima. I. Presti t!i Li111u (17 gennaio 186J). Appartiene :,Ila g uerr;1 dd Pac,fìco. Dopo la battaglia d i Miraflorcs, nella qua le l'esercito pcrnvìa no rimase sconfilto, i diplomatici esteri esposero al comandante in capo dcli 'esercito cileno i pericoli a cui sarebbe stata esposta la citt:ì di L. se egli non avesse dato ordini sever i per impedire eccessi da parte

1

Il . Tratlwo di Linui (.:o ouo brc 1!,83). Pace tr.l Chile <· Pnù. che viene a porre termine alla g uc rr,1 del Pacifico : « Le relazioni di pace ed amicizia fra k rept1 bbl id1e del Chilc e elci Perù ,0no ristabil ite. La repubblica del Perù cede all,1 repubblica del Ch,. k. con pcrpctuic~ c senza ct1ndi1.1011i. il territorio dclb pro\·i,u.:i:1 litorn1e d1 Tar;1p:u.:à, il territorio del le p rovincie d i Tac na ed Ari,·;,. che rc,,tcrnnno di propm·t.'t del Ch1lc e ~a ra JJ110 sonomc,sc alla le_.;i, lazionc cd ali ·autorità cilcn., per un periodo di dieci anni . a con tare dal giorno rlella ratil ic.1 dd presente trattato di pace. Sp, rato questo tempo, un plebiscito .Jer idt·r:ì , co11 voto popolare, se il te rritorio delle de tte prrr ,·incic restcr.\ dclinitivamentc sotto la dominazione e ii potere del Chilc. o se continuerà a for p.trtc ciel tcm tm io pcru vi :1110. QtJello dei d ue pucsi al q uale sa ranno anne,sc le prov incie di T acna e tli Arica, pagherà al J'ahro 10 1111lioni di piastre, n1onc1.c cilene d'argento. u sold i penivi:111i dello >lesso valore e peso ». Scg11o no d i sposi:-ioni per i[ guano e il salnitro e sulle relazioni com mcrnali fra i due paesi. ()11indi k seguenti d ispo,izioni: ., I.,• i11den11it:ì dov llt c dal Perù ai C ileni che hanno sof ferto in seguito alla guerra saranno fi~atc da un trih11 nale milit,11c.· e da una comn1issionc mb.la lntern:tzio nak nom inata 1111111cdiawmcnte dopo la rat ifica del prcsenle aatt.llo, seg11endo la forma stabilita dalle recenti con\'en ziont, a,·ve nu1e fra il Chilc e i G()verni d' Inghilte rra, d 1 Francia e d'Italia. [ C ovcrn i contraenti r icono,cono ed aù.:euano la valiclilà di tutti gli ani .1mmin1~tr:iuv1 t giudiziari. pa,sati durante l 'occupn ionc mil itare del Perù. in base alla legge marziale del Go\'erno del Chìlc

Liman ( 1,011 Sa11dcrs) . Generale tedesco ( 1855-J92v). Fece la scuola d i guerra e d ivenne ge11ernlc nd I!JI 1. La sua llolorietà ebbe inizio nel 191.3, quando ,·enne inv iato in T urchia per riorg an izzarvi )'cserci1 0, ciò c he d iede luogo a proteste d iplomatic he russe . Scoppiata la g uerra moncltalc, ebbe, come ispettore gene rale dcll'eserc tto turco, la direzione delle o perazioni nella penisola cl i Gall ipol i quando ,·i sbarcarono i Franco-Inglesi e ,·i g uadagnò il


sopi a nno mc , li " d ifensore ,i\'i Danbnelli » . Nr l febbraio 1918 fu in Palestina al comando dell'esercit0 I11rco contro gli l nglcM, dai quali fu bat-

r

tuto; SOJJfil\/ \'COUtO ] ran n isliZÌ(J,

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LIM

un a 111 ,na: fattaia bri lb rc il 1(,, gli assediat i, comandati dal pn ncipc d i Nassau. resistettero per q11.rlche ora sulla b r~ccia agli a"alti dei hancesi. ma infine dovettero arrendersi. 11ttc11cndo patti onorcl'ol i dal Condé.

fu d a essi in1ern ato per "lcuni tnc,i a Malta. l-1«:iò un volume d i memorie: ,, Cinque anni d i Turchia ».

Limbach. Ci11il dclb Sa,,onia nel ci rcolo d i Chcrnnitz. Comb,111ime1110 di Limbadi.

Appartiene alia campagna del 1813 cli Napoleone in Ge rmania . 11 i maggio la clivis. Linian vc,n Sandcr, llruyèrc del l corpo di cav;,I. lcria (al quale appartcncvan(l il .1° cacci,Hori italiano ~ due ,qdr. del 2" cacciatori napoletano), scgu ilJ dal 2• leggero italiano, si inrontrav:t coi Ru ;;i che occu pava no Nossen. 11 villaggio fu r,1pidarncntc co1u1uisrato e.lai ca,·alieri iralimi, appoggiati dal 2n leggero, ma allo shocco o rientale ciel paese le colonne dcli" Xl corpo fu rono b:H tu tc dal tiro dTic:ici,simo delle a rtiglie rie ru~sc che erano in l:>aueria sul!.: alture di L . I.a posizione fu attJCCJta dal 2° lcg!!ero e rial 5° di linea, seguiti dalle altre t rup pe del C. cl' A., che manovrando. obbligarono i Russ i a mirarsi. inscgucncloli poi fino a T anncnbcr)?. G li Italiani si baucrnno con ardore ed ebbero 30 morti ,. 1 21 feriti.

L imbourg. Città ciel Belgio nella prov incia di Liegi. sulla Vesdre, anticamente fortificata. Nel u o6 iu presa dal1'irnperatorc En rico V , nel 1578 dal principe Alessandro Fanwsc di Parma, e nel 1633 dagli Oiand e,i . I. /'resa di Limbourg (1675). Appartiene alla guerra d'Olan da. Il 9 g iug no il marchese d i Rochcfort ,i recò a invc,tirc L., ,. 1·111,•cstim.:nto fu compiutO il giorno 13: il comando delle o perazioni fu assunto allora dal priHcipc di Condé, il quale, rc,pinti dopo due giorni di lotta i ncinici òa un c;unmi no coperto <.: <la una 1nezz;1.Juna posò 1

ti. Pres11 di Lim/,ourg (1;03) . .-\pp.1rticne alla g uerr., di Su«c,sione di Spagn,1. Il governatore della piazza. R,·1gnnc. sorpn.::,,c ) <bll 'improvv i!'lo arrivo degli Allc~Lti , coman .. dau d al ~fotlhorou_gh (13 scuc111hre) non fece in tempo .1 ritirarsi, k~onrlo gli ordin i ricn uci. Si apprc<tò alla d1lc:sa, rc~pin!I(' alcuni assalti ncrrnci, compì una felice ~ortit.i. ma, giunta l'arlig lìeria, (omprcsc tli non polcr re'.Òii,cerl· e si .,rrc-.e c011 tuui , suoi (26 settembre).

JJ[. Coml ,,u1,me1110 di Li11,l,011rg ( 1i96). 1\pparticnc alle ;.:uerrc c!el1;1 Ri, olt11.1onc Fr:rnc,:,,c. li 1(i seuemhre. mentre ,,Ila dc,tra di Jourcbn ancni, .1 11 comhattimcnto di Gic,scn, \'ll"1itJ L . . ove l 'Arcid ul.'.'a C{lrlo d'A.m,t1·1,1 aYcva cm1u·n t 1:1t\': tJU.l!)i tulle.! le ~m· forz.c. ~l\'\'l'nt\·a un con1bi.Hli1nento più de, i,ivo . Gli Imperiali . dopo qualchr attacco :,gli 3\':llnl'"'ti cli Mnrccau. <i impadron iva no 1kl ponte d i L. e dd ..,_nhhorgo ,1tu.1to sulla destra clc.:lla L:thn . ~,for._·eau lo J"i prc,l'. lo riperòeuc, Jo ripr<·,l·. e. rkt•vuti nuovi rinior:n,

-.i pn:parb a re~istcrc <1gli all:1n:h i dt.:11 'Arciduca che avcv:i ordi1rnto le "iHC truppe.: in qua1tro colonne, so)tcnutc pn.::-.,o L. ,b un,r h.111eria d , gro,,o calibro. \la la tndttina del 17 11 gener.1lc [rance,c Casteln·rt. che ,·omandava sulla dr. del ~{or t·au. , i ritirb stnz·ord)ni \'Cr:-.o la Nc,iwied, co:-.ì. 1..·hc il com3ndanh: frarKc;."!)(." tlo,Tut· abb101donarc iu frena le ,uc posizinn1 f:.w orito in quc:,,tt) <.b una ~pessa nebbia . Lt.. : colonne irnpc-riali ~n·an-,.arono Vl'r,o M nlzbcrg, e rit1 J~, pu~izionc dei Fr.;:incc,i. Forurn~1ta111t:ntc il g:cn . fkrna.douc.·. dn.· .,rri,.1va ,n rinforzo del .Mnrcau, trova nd o,i addosso agl i Imperiali, li allaccb sul tìanro ,o,.,,trinc_cndolì a fcn11:H$i e h tc:-nnc lmpcgna~1 fino a ,era . nu,lcndo infine ~ d 1,m1pc!,!nar,i e a h..lttcrc a ,u.1 vol la in ritirata . poccva r;.-ndcrc (·r111i.:.1

Limerick. Città ,kll" lrl.1111l.1. ali., (oce ckl liume Sh,mnon . ton portn. Fu :rn1icamc-ntc piazz~forte. ~cl t _ p "1 vc-nnc

presa ti~ Brucc.

LIMBV

Fonilicazionì di LimbouJ"g (:it'colo XVI)


L1.,1

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I. Assedio di Lìmaick (1651). Fu po~to dal gcn. ingk~ frcton, genero di Cromwcll. L a città. c:1ttol ic,1, oppose ai pre$biteriani lunga resistenza, ma ìn.fine dovette arrendersi , e l'lrcton fece g iustizia re quattro difensori come punizionr per la resistenza.

obH:gati rn ca,o di hi>ogno a prendere le armi rn thfe,d della propria provincia.

Il. A.,sedio di Limerick ( 1690) . Dopo la battaglia di Boync. il Lauzun e il T yrconncl, con le t1uppe franco-irlandesi. ~i ritirarono a /a1., dove ~; raccolsero circa 20.000 u., di cui prese il comando il !rancc_sc Roisseleau, essendo gli a Ieri due passati a Galw:,y. li 26 agosto Guglielmo Ili venne a porre l'assedio alla piazza, circondata da bassopiani paludosi. Il 27 agosto 500 granatieri inglesi tentarono

Llmmat. Fiume della Svizzera, afnucnte dell'i\ar : uscendo dal lago di Zu rigo prenclc il nome cli L .. ma a monte del lagu si chiama Linth.

un a tta('CO e ~upcraro no le nutra, n1a vennero ric:lcciati . 11 9 settembre un nuovo attacco inglese fu ancora re.spinto. Frattanto le pioggic ave,·ano inondato la pianura, e le artig lierie affond avano nel fango. tanto che Guglielmo [u costretto a togliere l'assedio.

Limitazione (degli armamen//) . V. L imiti

Armamwti.

(d'età). V. Età.

Pauaggìo della Limmat (25 seltcmbre !799). Appartiene alle guerre dcli:, Repubblica francese, nel la campag-na della Sviz7..era. Il generale ~!assena decise di varcare il fiume per illlpcdire la congiunzione dei Russi e degli A ustriaci. 37 barche destinate ali 'avanguardia furono nascoste dietro il villaggio di Dictikon, dove doveva avven ire il passaggio ; Ma~sena aveva assegnato frattanto a cia:.cuno <lei suoi gc-

111. Ass~dio di Limerick (1~1). Fu posto dal Ginkell, generale di Guglielmo Ili , sui pmni di seuembrc. La piazza cm d ifesa cfa 4000 irlandesi. li Ginkcll aperse il 5 le trincee cd eresse baucrie munite di 24 canno ni e 8 1nortai. che ap rirono il fuoco il ') .scllembrt·. I d ifensori tentarono alcune sortite, ma furono· ricacciati in cinà. Il 19 la breccia era aperta. Frattanto il Ginkd l riusciva a sbaragl iare un grosw corpo di cavalleria irlandese, accampato fuori ridia c111:'1, e I,, flotta ing-le,c nelle, Shanno11 vigila1·a p<.:rchè non. g ilrnges~cro srH:c,:orsi thd rnarc. G]i a<:scdiati scc scro a patti, e si ,·enne a una capitolazione (4 ouobre) che prese il non,c di « T rattato di L imerick " ·

lii. Trattato di J,imi:rick, Agli abitanti 1·cniva riconosciuto il d iritto al libero esercizio del culto ca11o lico; tuttavia do, vcvano prestare giuramento di fedeltà a Guglielmo lii. Lihcr i rii andarsene ,1uell i che .volevano farlo : e furono 12.000. Alla guarnigione er:ino concessi gli onori rii guerra. e libero ritorno in patria ~ii Francesi che.: avevano comba1 ~ tuto pet G iacomo, pretendente al trono di Guglielmo Ili. Questo trattato fu considerato dagli Irlandesi come la ,, M ag nu Ch nrta » della loro libertà religiosa (4 ottobre iC>91 ) .

Limes. Grandiosn vallo romano. erell o sul confine: del l' Impero dal medio Reno ,ino al Danubio, da Rhcinbrol fino a Rcg-ensburg. Fu ini,.iato da Dom,ziano e terminato da f\dri.ino; na lungo 540 Km .. mun ito di torri e di castelli . cd a,cva \'archi per il passo delle strode, custoditi da corpi d i guard ia . Presso il L. erano colonie d i 1•cterani (V. Agri duumates). Il nome L . lu dato anche •~li ahri valli (nel no rd rlcll' Jngh ilt,·1-ra. nei Balcani, nella~ Tripolitania) cretti a d ife,a dei wnfini: ma più propriamente .1 quello sopra indicato. Limisso (o Limauol). Porto ,lell'isola di Cipro. do,·c il C ran Maestro dell 'Ordine milit:1rc: di S . Giovann i d i Ge· rusa lernmc, Gio\ranni de Villier,, dopo la presa cli Acri ( 18 maggio 1291) da pane dei Musulmani, st:1bilì l:, sua cav:tli,·,·i mossero nel 13'>6 per la residenza e d:1 dove conquist,1 di Rodi.

Bauaglìa di Limiuo (G rnag_i:io 1191). ,\ppartienc alla Ili Crociata. Riccardo Cuor di Leone, per ,cndicarc un affronto ricevuto da bacco Corn11t•110. sig nore di Cipro, ~.lt~ tacd, L riuscendo a ,harcarc malgrado la re,1'tcnza delle truppe· greche, e prt·,c I., citt:ì: lsacto, ferito, rip:1 rcì a Nicosja.

Limitanei. F.rano soldati delle colon ie mil iwri che sotto il regno di Valentiniano lii risiedevano nelle Gallie, i quali, avendo ricevu to a gu isa d i fcurli terreni dallo StalO, erano

l'ossoggio dclla l.imm:u (1799) ncr.il, il mmpito tli eseguire dimostrazioni in di,·ersi punti , tahiliti. per trarre in inganno il nemico. Trnsportate a braccia le barcht· sulla riva dei fiume, di buon manino b hriJ!at.l Gaz,01. che formava l'a\'anguardia, auraver)Ò il fi ume e attaccc\ , ubirc, un reparto russo che si trovava in po,izionc dietro un bosco. Una parte della brigata riuscì :id o ltrepa,sarc il bosco, impnd ro nendosi d i sette pezzi d 'arciglic, ia e sbaragliando i Russi: il loro generale. Markm·, ferito, fu preso prigioniero. D u ran te q uesto combattimento

i I pon te era stato gettato. e alle 9 del mattino il grosso ir:inccs<' <·ra sulle alture della riva opposta.

Limo (Gaetano). Ufficiale di marina e scrittore mii., m . a Rom a (1862-1913). Pubblicò con lo pseudonimo di " Ar,gus •< L'armata d'Italia nc11a guerra futura)); o La ;:ucrra nel 19 .. .. " · Mo rì m,·ntre na pi csidcntc dell a Sez,nn<' della Lega Navale:. 11 :

L imoges. Capoluogo dd dipartimen to dell a I-laute Vienne. Fu la capitale dei Lcmovici che aiutarono Vcrcingetori;:c. Sotto i M erovingi e i Carolingi fu saccheggiata d ue l'olt,·. Nel Xli sec. formò una vi.contea molto polente. :'-Id 1370 / •. , durame la guerra dei Cento Anni in cui restò fedele a Carlo V, il principe di Ga lles si recò ad a,scdiarla. Dopo un mese di lavori, riuscì ad aprire una breccia, e, penetrato nel la città, la mise a fer ro e (uoco . ma,sacrandone gli abitanti. Limonest (battaglia). V . !. ione.


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LIN

l.impus (Arturo). Ammiraglio inglese, 11. nel 1863. Fu al Sudan nel 1884-85, nel Su<l Africa durame la guerra contro i Boeri, partccipan<lo alle operazioni sul Tugela e a lla libcrazion~ di Ladysmith e ne lla Cina ( 1900) contro i boxer,. Nel 1910 divenne con trammir. e nel 1914 fu a Malrn come sovrintci1dentc, promosso viceammir. nel 1918. Finita la guerra passò nella riserva.

,ci,·a ad avan,arc e liniva col rigcuan' l'attaccame che rip1cga\"a su Klcin Zschochcr. In quell'aspra. azione gli Itali.mi del Fontanclli si erano battuti eroicamente; I' Armancli con le sue batterie aveva fatto prodigi, e il generale Sant'A ndrea era rimasto ferito. Eras, raggiunto lo scopo, con quc;to comballimento, d i conservare libera l'unica \la di ritirata ddl'esercito francese a L1p"•·

Linares (y l'ttmbo, A,·. sc11io). Generale spagn uolo ( 1848- J9r4). Fece varie campagne a Cuba e alle Filippine, e si battè colllro i Carlisti. Nella guerra ispano-americana ( 1898) , i d istinse difendendo Santiago, dove rimase fer ito gravernenlc. Tornato in patria iu Capitano generale in nric pro, incie . e finì la carriera come prc,iclentc del Consigl io su pcriorc <lei Li G ucrra e Marina. Fu pure più volte mini~iro della guerra.

Li11de11a11 (barone Carlo Fed,•rico). (;encr.,lc d'artiglieria e scrittore au striaco (1742-1817). Servì dapprincipio nell'c,crcito prussia no e nel 1789 passò in quello amtriaco. Nel •7!1~ combattè in Italia. nel J799 e 18oo in Germania. Prese parte alle campagne del 18os e del 1809. ma dopo la disfatta di Aspcrn, andò a riposo. Le ;uc opere principali ,ono, « Sugl i a ppostamc1Hi i,wcrnali »; « Sul la tattica pl'US· ~iana ,1; cc Ideale d i un cscrciw permanente nello sp iriw dei tempi» .

Linarcs Arrenio

Linati (con te (,'am i/lo C,aone). Generale, n. a Parma. m . a Torino (1820-1909). Parrccipò alle guerre dell'indipendenza: colonnello nel 1863, comandò successivamente il 3$0 cd il 17° rcgg. fanteria. Magg. generale comandante la 2• brigata di fanteria nel 18;2, passò nella ri<ern nel 187i, divenendo tcn. generale nel 1893. Pubblicò: • ~ozio11 i d'arte e storia militare ». Lincoln. Città del l ' Ing h ilterra, capol. di rnntea, ant. detta l.i11d11m Colonia. Fu munita di robusto ca~tello nel medio evo. I. /1attaglia di Li11co/11 (r r.p ). Appartiene all:1 ribellione degli lngbi contro il re Stefano, ribell io ne fomentata da Matilde. pretendente al trono come figlia del re Enrico I. Sharcata in Inghilterra nel 1139, "i raccolse un esercito, di cui prese il comando il conte di Gloucestcr. Impadronitosi cli L., <jui\'i il conte fu assalito da Stefano: ma dopo accan ita battaglia il re venne .con fitto, ferito, fatto prigioniero. Il. /11111aglia di Lincoln (1216). Appartiene al tcnta1irn fatto d,1 Luigi, figlio del re Filipro Augusto cl i Francia. cli conq uista re il trono d'Inghilterra. Quivi molti sig nori del rq,no eransi ribel lati al re Giovanni ed avevano offcno la corona a L uigi. li quale sbarcò in Inghilterra il 30 maggio. entrò a Londra fo\'orcvolmente accolto. Ma essendo morto il re Gim·anni, il figlio decenne d i quc,ti fu nomi n ato re. e i n breve la naz ione inglese sì strinse intor no a lu i. Le t ruppe d i Luigi presero L. ma non potnono im padronirsi ciel castello. Assalite a loro volta dalle truppe •tali mmandatc dal Pembroke, vennero completamente sconfitte: ciò costrimc Luigi a venire a patti con Enrico. e a ritirrt r~i in F rancia,

Lindner. Armaiunlo amene.mo costruttore di un fucile a retrocarica. che d a lui prese nome ,, Lindner mod. 1860 ,..

Fucile Lindn\!r, mod. 18f,o

Era: a carnera con manicotto d1 chiusur,1 :id inn~~tuncnto. Girando a sr. il manicotto. la camera ti, chiusura ,enl\a disimpegnata dall'apertura po,teriore del manicotto ,tc"o· e rimbalzava in a l10 , ruotando artorno ad una cerniera, per effetto di una molla che la comp rimc,·a ,opra la sua faccia p<,stcriorè. Caricata l'arma , si abbassava I« camera e si gira,·a a dr. il manicotto, ,I quale abbraccia\'a la camera stc,sa e la man1.-ncva chiusa lungo l'a,se della canna. !\"ella g uerra di Seces,io ne, fumno usate delle « Carabine l.indncr mod. 1 860 », cd il sistema d i chimLira fu riconusciuro solido. Esso fu anche prc,entato alla Commissione nominata dalle Camere federali Sv1z1,cre il 20 luglio 1866.

L indenau. Borgo del la Germania, nelle vicinanze d i Lipsia.

Combauimelllo di /_indenau. Appartiene alla campagna del J8J3 di Napoleone in Germania . Il m attino del 16 ot, tobrè I:, g uarnig ion e d i Lipsia, composta di pochi bg l. di coscrmi, respingeva un primo attacco degli Austriaci, ma ,·isto l'aumentare delle masse nemiche, chiedeva soccorso al marcsc. Key, che inviava da quella parte tutto il IV corpo comandato dal Bertrand. Con tro di esso marciarono Slt tre colonne le truppe del Giulay, ma il Bcrtrand , pure cedendo terreno, dopo sette ore di ostinata resistenza riu-

l /itcn,1poli di Lind o

Lindo. ,\nt. città clcll'isola di Rodi, con porto, sulla costa S .-E. di fronte all'Asia Minore, fondata. secondo Pindaro, nel 1292 a. C. da Landino. Delle antiche fortificaz io n i rimangono ancora i ruderi d i un castello medioeva le, costruito dai cavalier i gerosolimitani.


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L IN

Ammassamento in linea di colonna 4~ Comp.

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Colonna dopP./a

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I.inca dl fianco e linea di colonn:1 (Fanteri~,)

Linea. t'sella sUalcgia, \'engono considerate varie sorta di L., a cominciare dalla L. di difesa presso al confine, che è la regione, più o meno profonda, ~iluatJ lungo il confine, nella q uale ><mo concentrati mezzi e forze mii. per opporsi ad un ' in\ ,t'iionc nemi,a_ l.wea di opcrt1~io11e. È la via. o il fascio ùi vie, principali e secondarie, eh~ conducono un esercito offensivamente vcrrn un da to ohbicui vo.

Li11c<1 di riti.-.1111. I': la "''• o ,I fascio di l'ie, princip.tli o secc>nda.rk, che; conducono un c.scrcilo che ripicg:a verso un dato ohbicttivo. Sulla linea eh opernioni, sono disposti magazòni, depos iti, ospedal i, ecc. : su quella di ritirata si dbpone gcner:ilmentc appena qu,mto è neccss..irio, mentre vengono preparati in essa punti di rc,istenz:1 per frenare l'inseguimento <la parle dd nemico. La distanza dalla base all 'ohbicttivo da ragg iungere rappresenta la profondità di una /.. di operazione. Tale profondità non deve essere eccessiva, e deve aV<·re sufficienti strade, pcrchè i l movimento logistico si possa svolgere senza difficoltà. La I.. d'operazione clcvc correre diriua per quanto è possibi le verso l'ohbietrivo, e possedere ostacoli laterali. Le L. <l'operazione possono essere anche due, o più , ma snno necessariamente com·ergcnti più o meno presto ,·crso l'obbiettivo. Casi di L. d'operazioqe divergen t i si possono avere q uando occorra far fronte a un nemico che si presenti da ,·arie direzioni. Linee interne ,i dicono quelle sulle 4uali manovra un esercito che , i trovi in posizione centrale rispetto ud altri eserciti, e che tenda pertanto ad agire in modo da batterli separatamente. Lince es1ernc sono quelle nel le ,1ual i ,nano•

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40 Pai::saggio d:tlla colonna nlla linea (scr. X\'ill)

Possnggio clnlla linea alla colunna (scc. XYlll)


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L I I'(

605-

vrano gli eserciti che tendonù a convergere verso un cser.

cito nemico riunito intcrna1nente ad essi. Linea è la fronte di un reparto d i truppe, o di un esercito o d i un'annata navale in l,attaglia o in manowa. Ed è una formazione estesa nel senso ddla fronte, al contrario della colonna, che è una formazione ampia nel senso della pro(ondità. Nella manovra del passaggio dalla linea alla colo1nna è viceversa si agiva nei secoli scorsi con una regolarità fissa, indicata nelle incisioni. 1

Linea rii fila, pit1 propriamente nel linguaggio navale, indica 110a fila for mata da pi i, navi (o da pii, reparti d 'esercito) poste una dietro l'altra. Nave ,li linea, all 'epoca della marina velica era quella con almeno rlue ponti e aln1cno 50 cannotii . Oggi s'intende la nave corazzata.

Fanteria di linea. Chiamav asi così la fanteria propriamente detta (reggimen ti d i linea) per distinguerla dagli altri corpi a p ie di , cornc cacciatori , bersaglieri , volteggiatori, ecc .

dicesi " L. di d ifesa ficcante » . Se non l'i i: il fuoco di cortina, la l... . di di fesa ficcante non esiste~ e ri mJne la sola radente .

Linea delle opere staccate . ì:'<elle piazzeforti a campo trincerato, d 1iamans:i così le L. costituite nel loro insicmç

dalle opere staccate dei ,·a ri fronti, poste a una distanza tale da lla cinta continua da sottrarre il nucleo abitato al bombardaml'nto dell'assediante.

Linevic (Nicola Petrollic) . Generale russo (rS:w• <908). Partecipò alla guerra Russo-Turca ciel 1877-78, r;1ggiunse il grado di magg. generale nel 1891 e di luogoten. generale nel 1899. Prese parte aHa spcdi·à)ne del 1900 in C:ina . Nella g uerra Russo-Giapponese del 190,1-05, comandò la annal" russa, ed ebbe il comando in capo dopo lf< battaglia d i Mukden .

,a

Lingua di Bue. Così ch iamata una specie d i daga colla lama cd il (ornimento d i forma diversa dalle daghe comuni , e che ricordava molto il " paraz.onio :., dei Romani e dei

Linea di mi,.-a. ~ così chiamata la visuale che, partendo dall'occh io, passa per la racca dell' alzo, sfiora la sommità de! mi.rino (o lo prende in pieno), ed arriva al bersaglio : in queste cond izioni , l',xchio <leve potere vedere il bersaglio, e, sparando, colpi rlo. Linea di difesa . (Fortificazione). È la linc,1 costituita <li, d iverse fortifica:t-ioni distribuite lungo un fronte di operaz ione. Le grandi L. di difesa sono cost ituite <la pareccl,ic fortilìcazioni facenti tra loro sistema, e disposte, per lo più, lungo un ostacolo importante, per es. un fiu.m c. Si pos-

sono cons iderare come regioni fortificate, e differiscono dalle 1egioni fortificate propriamente dette solo in ciò, che k opere d i forti.fica:t-ione che le costituiscono si sviluppano lungo una linea, retta o spezzata, anz.ichè lungo i lati di un poligono . Le grandi L . <li difesa sono « di frontiera " o (~ interne ;}. Le p rime servono a chiudere un tr~1tto di confine che non sia fonnato da una catena di 111o ntagnc , e talvolta a servire cnmc base per operazioni oifemive sul territorio nem ico; le altre sono destinate a favorirè le d ifese successive nell' interno dello Stato, e a permettere i ritorni offensi,•i. ln ogni caso, le fortifica:t-ioni estreme della L. const(lllO o rd inariamente d i piazze a g rande campo ll' incerrtto, per servire co1n e perni di rnanovra, e quelle intermed ie ,ii g ruppi d i opere, od anche d i fort i isolati. Se però )a L . è n1olto estcs~l, si. possono avere uno o due granòi campi trincerati intcrined ì. La disranza fra i vari punti fort ificati è rc.:golata in modo che l'azione di detti pu nt i si faccia sentire su tutta l'estensione degli intervalli ~ompresi. Come esempi di grandi L. rii difesa di frontiera si possono citare le due costruite dai Francesi sulla loro ironciera orienrnle (l'una fra Verrl un e Toul, lunga 70 Km . circa, e l',11,ra fra Epinal e Belfort . lunga 80 Km . circa), e la linea del Tagliamento per l' ltalia . Grandi L. d i d ifesa interne sarcl)bero state, per l ' Italia, contro un 'invasione dalla irontiera nord-est, i rronchì inferiori dc li ' Adige e del Po, qualora fossero state costruite le teste di ponte nei punti in cui detti fiumi sono attraversati dalle strade principali che dal Vcnew mettono nell'Emilia. Dopo Caporello ,i era in certo qual modo organizzata a d ifesa con opere campal i o sem ipermanent i la linea dell'Adige. Chiamasi a nche L. d i d iksa, nelle fortifìca?.ion i, la linea immaginaria dalle estremità della cortina, o da una porzione della medes ima, sulla faccia opposta sino all'angolo fìanch<:ggiato. Se vi è il fuoco cl.i cortina, quest a L. d i difesa si chi~ma « radente " e l'altra , che si suppone tirata dall'angolo fiancheggiaro all' angolo del fianco op posto,

Lingua <li hu...: (dc1ga)

Greci. L~ L. ùi bue era a iarna corta, assai larga pre s50 il tallone, a due fili, avente quindi la forma di un criangolo isoscele, Essa rappresentava quasi sempre un 'arJJla di lusso, ed era perciò ornata di lavori in incisiout, agemina, cesel lo, smalto, niello, su fondi bronzati o dorati, con soggetti allegorici, mitologic i, storici; così il manico. Le L. .

Lingua dl bue (spa<l.l)

d i bue fabbricate a Verona erano le più rino mate, e quivi, come a Vcnez ia1 c r;ino chia,nate ~· cinque de~ ~) , dai!~ lar ghezza della lama al tallone. Sul fodero di quest'arma era annesso spesso un piccolo colrello che a Verona era chian1atn u bastardo )) .

La L . di bue non a,·eva per guardia che una travcr,a rii rnt t~llo lunga q uanto era larga la lama al tallone . e terminata per lo piè, con due pal line o sporgcn,,e più o meno lavorate. Lingula. >lame dato ad una p iccola , p,1da, !>enza guardia, còlla lan1j a (orma d i lingua o d i fog lia. F.!>sa era usata dai Romani prirn a che

veni$se adottaw

L inguia

il gladi11,· o spada

celt ibera.

Liniers (Ciaco1J/O Antonio) . 1_.:flìcialc francese, al servizio della Spagna nell 'America del S,1d (1756-1810;. Organ izz.,\ nel 1807 col Pucyrredon l'attacco d i Buenos Aires, presa dagli I nglesi nel 1806 al comando di Beresdor( e li costrinse a capitolare: respingendo l'anno seguente un nuovo attacco guidato <lai gen. Pophan. L a Spagna lo nominò vicerè nello stesso anno. La rivolta di Huenos Aires nel 181o gli costt> la vita: çatturato, venne fu,:ilato dai ribelli.


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LIN

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t10

Linked System. Tra le riforme militari introdouc dal ministero inglese Cardwell (1868-1874) nell.1 organizzaziont dell 'esercito coloniale inglese, ,·i fo quella <lena del « Linked Systcm » o dc, reparti accoppiati. In ogn, distretto si reclutava un regg. di fanteria su 2 bgl. Uno dei bgl. risiedeva nelle colon ie cd era sul piede di guerra, l'altro in patria e sen·iva di deposito, riceveva ed istrui,·a le recl u te e fra i d ue bauaglioni vi era u 11 continuo scambio cli uomini. Dopo qualche anno i bgl. si davano il cambio cd il hg!. rileva nte cede va al rien trante le sue reclute, gli uomini non adatti al servizio coloniale ed al lo ro posto riceveva vecchi soldati. Analogo ~istema vigeva per le altre ,rmi. All'ingrosso si poteva dire che metà dell'esercito in glese , tanziato nel Regno Unico alimcnta\'a l'altra metà che presidiava le colonie. Ad ogni rcgg. permane nte e ra110 aggregati i bgl. di milizia e di \'Oloniari del distretto reg· gimemalc. Il L . S. durò una trentina d'anni, poi (u mo diticato dal mi:1istro Haldanc.

Linz (O Li111::, am. Lem,a). Città dell'Alta Au,tri,, ,11) l)anubio, forti ficata prima da Federico III nd sec. XV e JlOi nel :;,..-c. XVI munita di c,nra bastionata. ~el 1626 {u :1sscci iata inutilmente dai contarliui insorti e nel 1645 vi iu firmato un trattato di pace tra l'imperatore Ferdinando Il[ e il principe Giorgio R3boczy dei Sette Comuni. Tra il r828 cd 11 1836 l'arciduca Massimiliano d'Este vi iece costruire 32 torri da servire per la di(esa della città, c he dal nome dell'ideatore, furono chiamate torri r,orti6cazioo1 di Lin~ (sec, xvi) .lfassimilian~ (V.) e delle quali rimangono in piedi solo alcune . Nella chiesa dei Cappuccini si trova la tomlia d i Mo ntccuccoli.

Linois (conte Carlo d,). Ammiraglio france.e (1ì61- 1848J. Prese parte alla guerra d'America e poi a Ile campagne contro gli Inglesi; nel 18o1 sconfo,c lord Cockrane nella baia d i Algcsiras. Durante una campagna in India fu catturaw dagli Inglesi. Liberato dopo otto anni, da L uig i XV.lii fu nominato go1·crnato rc della Guadalupa cbe fu cosm:tto ad ahbandonarc agli Inglesi nel l814.

I. Assedio di L i11;:; ( 1742). Appartie ne al la g uerra d i Successione d ' Austria. Mentre si combat1c1·a in Baviera, il g-en . austriaco Kcve11uller nel d icembre 1741 si diresse col suo esercito alla \'olta di L. per assediare quella fortezza, occupata dai Francesi e dai 13avarcsi. Dopo varie sortite. i,cmprc respinte, gli assediati, venuti a mancare di munizioni e di viveri e perdura la speranza d i essere soccorsi dagli Alleati, il 24 ;::ennaio furono cosrreui :i capito lar,·. ottenendo buoni patti.

L inselles. Comune della Francia nel tlip. del Non], circondario di Lilla. t ,·icino alla Ly~ che in quel punto separa la Francia dal Belgio.

Combattimrm o di L.i11,el/er ( J 8 agosto 1793). t\ppa rtiené alle operazioni dell'armata del nord dell'cscrcico repubblicano. I.a di,•is. ciel gcn . Jourd;in era appena g iunta sulle alture di Lilla, che il principe d'Orange assalì i l'illaggi <rinccrati ci i L. e di Halton , che furono presi. I vincitori però, ignorando l'avvicinarsi della divis. Jourdan, rientrarono nel le loro posizioni, lasciando a guardi:, di quelle conquistate due soli bgl. Avvertito di q ,1csta r itirata, il gen. Jourdan li fece assalire da un distaccamemo francese, che mas~acrò ttltli coloro che non riuscirono a fuggire . Appena g iunto a cogni7.ionc del fauo, il duca di York che si trovava a Mcnin, ordinb al generale Lacke di riprend ere L. Gli Inglesi. sboccando dai cespugli che circondano L .. si slancia rono alla baionetta contro le t,·incec tenute d ai Francc.,i, cd impadronitisi delle artiglierie le rirnltJrono conl'ro i repubblica ni che dovettero ri lirarsi. Linteata, Nome dato da i Sanniti ad una loro legione. formaiasi dopo la battaglia di Lucera (294 a. C.) e cosl denominata dai veli di lino che coprivano gli altari su cui gi11ral'ano, o meglio dalle loro bianche vesti, per c ui si distinguevano dagli altri. I soldati chi:imaci a costituirla furono 16.000, e prcstal'Ono giuramento di bat1crsi fino all ' ulti . mo contro Roma per la liberti, rlclla loro terra . L inter. Piccolo bat1.inccr

tcllo romano, adoperato in acque ba~sc; serv iva per traspon<, di soldati o di mezzi da una ;panda all'altra di paludi o fiumi ad acq ue poco veloci, o per so;tcgno di pooti. ecc. Era a remi, come appare dalla inci sione, della colonna 1raian a.

li. <:0111batri111ento di l,ill: ( ,805). Appartiene alle 'gucrr!.· dell'Impero francese. li giorno dopo il passaggio della Traun a J.ambach. c»cndosi Murat portato con. una pan<" tiella ,ua riser1,1 su I,., costrinse gli Austriac, che combattcv:lllo alle porte del la città contro la brigata di c.,valkria del gcn. Milhaud. ad una ritirata prec ipitosa . lnsc·guiti dai dragoni del gcn . \Valthcr. gli Austriaci passarono a stc·nto la Traun. !11 q uesto combatrimento. nelle truppe francesi. ,i trovavano i regg. italiani 1• e 21• dragoni e jf 26° çacci:11ori a cava llo.

Lione (ant. l.11gd111m111). Città della Francia, capo!. del dip . del Rodano, alla confluenza di questo fiume con la Saona. Ha una cinta di vecchie forlificazioni. La sua posizione topografica con..entl d ì farne una piazzaforte di primo ord ine. ,\nchc ,ouo i Romani ebbe importJnza militare. I. Tra/lato di p<1,·c di Lione (16. gennaio 16or). Si rife risce alla lotta tra il re di Francia cd il duca di Savoia per il possesso del marchesato di Salu zzo. L'opera d i pacilica1.ione fu s,·olta dal cardinale Aldobranciini, delegato d, C lemente VIII; dopo laboriose trattative, egli riusciva a iarc .icceuare al duca di Savoia le condizioni del t rn m,ro di pace. il quale fu firm,1to ~ L. il 16 gennaio 16()1. Per que,to fran ato Carlo Emanuele doveva pagare 300.000 lire q 11ale indennità per spese di gucrfà. e conscrva,·a il marchc,ato d i Saluzzo in pieno possesso. li re g li restituiva le piazzeforti conquistate in Sa,·oia, senza i cannoni e i materiai, che v i si t rovavano all'epoca del la conqu ista. La Brcssa. il Bugey, il Valromev e Gex passavano a Enrico IV. Co,ì terminava la conlcsa per il marchesato di Saluu.o,

clur:iu

20

anni.

li. As;ed,o di Lione (r i93)· Appartiene alla lotra ira i Girond ini ed i Montagnardi della Convenzione. Dopo i torbidi del maggio 1793 nei quali i Mo ntagnardi e rano ri mas1 i soccombenti, la Conveni.ione ordinb al comandante in capo clcll'escrcito delle Alpi , ci i p re ndere tu tte le misure per ridurre all'ol,bedienza la città ribelle. A tale i,copo


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LIO

iurono inviate contro L. alcune divis. al comando del gen. Kellermann il quale 1'8 agosto pose il campo a Mi 1ibd . Respinta dai L ionesi l' ingiunz ione di accogliere l'c;er. cito repubblicano e di sottomettersi alle condizioni della Convenzione, il ge11. Kd lerma1111 cominciò le operazioni di assedio e fece bombardare la città. In breve ,i manifesta• rono gravi incendi, con distruzioni e perdite considerevoli. Gli a,sediati tcnt;,rono di\"ersc sortite, ma furono scmpn· ricacciati . Il bombardamento dul'Ò inintcrrott<) per dicci giorni, alla fine clci g uaii L. era fortcmcme l'ovinata. A poco a po.::o tutte le difese della città caddero il.l mano ddlc truppe della 0:mvenzionc.:. ccl i difen,ori, vista inutik una ulteriore resistenza, stretti dalla n1ancan~a d i vivcn e di 1mmizioni, avendo subìto perdite enormi, dovettero ,·apitolarc: il 9 o ttobre l'esercito repubblicano e11trò in citt:'1, .1hhandonanclosi a tutti g li eccc»i della più sfrenata licenza.

L1p

1895-96. In P. A. ne l 1915 e contemporaneamente promosso colonnello, ebbe nel 1919 il grado di brigadiere gcnerak e JXK" <lùp<> pas,ò nella riscr\"a. Pubblicò vari ;.:ritti. fia i quali: 11 Impiego del la mitragliatrice ~u terreno v.-irio >1.

L ionti (Gerolamo). Gc1wralc medico . 11. a Palermo nel 18;1 . So ttot. medico nc:I t~q6, nel 1911 .rndò in Libia cd .1 Tripdi menu, la mcd. di bronzo. Partecipò a IUIIJ la ~uerra 1<115-1!1 e poco dopo andò in ,\. R. Q. Colonnello nd 1925, f11 p1(1mosso magg. gen .. med ico nel 1932.

lii. &1t1aglia di L1011e ( ' 9 marzo 1814). Appartiene alla campagna d i Napoleone per la difesa della Fr.incia contro gli eserciti coalizzali. Il marc~ciallo Augcrcau incaricato Jclla d ifesa cli L. raccolse le , uc truppe che potevano ascendere a circa 27 .ooo u. e, dopo cli avere subìto vari scacchi nel tcnrnrc di coprire l:i piazz~ a distanza. prc;c Biplano I .ioré-Oli•:ier ( 1929)

Lioré-01 lvler. .-\croplano francese, monoplano. eia c:1cc1:1 e eia ricognizione 11ot1urna: peso a vuoto Kg. 1247, ca neo uri le Kg . . velocità circa 200 Km . /ora. - Aeroplano franccsc, a cellula biplana, rripnsto, metallico; peso totale Kg . 2900, ca rico uulc.: Kg. ~on. È armato con due m irragliatri1.: i.

,oo.

Battaglia di I.ione ( 1814}

Liotta (rlurc/10) . Gc1wralc, n . a S. ,\_~ala di Miluello (Messina) nel 1886. Uscuo dall.1 <cuoi., 1h Modena w1101. dei bersaglieri nel 1908, prese parte ali,, guerra libica distinguendosi al Merghcb e a Lcptis M;ig na. !'-."ella guerra del r 915-18 si l,;,trè, capuano , sul Col di Lana. Ent ralo nel 1916 in aviazione, fu in 1\lbania nd 191j, g uadagnandov i una med. d'argento . Oopo la guerra rim,i,e colà d<i orgil· nizzar,i il servizio di po,ta aerea, e nel 1924 tornò in Italia, dove ebbe il comando d i ,·aggruppamenw e d i stormo, col g rado di tcn. colonnello. Passato allo S. M .. Jssunse la direzione clclla " Rivista Aeronautica », tenendola da colonnello, e da geocr:1le di brigata aerea. Fu anche commissario dcll"Acro Club d"!talia, e r ;ipprescntò l'Italia nelle varie conferenze della Fc,krazionc Aeronautica internazionale: nel 1932 venne nom inato ispettore delle " l''a• driglie da · turismo aereo.

pos11.ionc fra !a S,lon.1 e b Grange Bianche. per Limonc,1 e Dard ill,· . li "J 111.uzo il principe d'Assia avendo scahilitc le truppe de l gcn. Ilianch i a La-Tour-de Salv;1gny e Dommartin. e il gen. Wimpfkn in , uo appoggio, ord inò loro ,li muo,crsi per Dardilly su L., mentre il gcn . Mumb " porterebbe avanti in,iemc al col. Hari ng da Chasselay ,u le alture d i Cnuzoll e Saim-RomJin. L e altu1·c di Dardilly fu rono prc,c d al gcn. Bianchi , e tutta la dr. de lla po,izionc francese, iorzata dalla colonna del gcn . Mumb. Alla destr.1 del ~'Cn. Bianchì il principe Wicclrunkcl ribunò un attacco. dircllo dal gcn. Digcon da La-Crange-Blanche su la strada ù1 Salvagny . l'\cì dive rs i comhaltimenti suc...:cdutisi sui ,·ari pu nti del la posiiionc i Frances i, sopraffatti dal numero, furono completamente battUli e costretti ad a bbandonare la rntà, occupata il giorno dopo dai collegati. Questo scontro fu anche dello <li l..imo nest.

Lipan (o 80l1111i.schbr<Jd). Piccola cutà della Boemia su la Zembcra , afflucatc da ll" Elba.

Lionetti (Antonio). Generale, n. a Barlttta nel 1860. Souor. di (antcria nel 1881. partecipò alla guerra crirrea del

Bntu,glia di L ,p,m ( 143,i). Appanicnc alle guerre comro gl i Ussiti in Boemia. Dopo l' insuccesso cl i Pi lscn, da cui

Lionctti Antonio

L iottu 1\ urelio


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u a stato co,treno a levare l'a»ed,o, Procopio. capo degli u~siti, giurò di riprendere la d td1, e, r:ldunato un nuovo esercito, ,i accampò nei dintorni cli Praga tra Bobmischbrcd e K.ursin, di fronte all'esercito dei Signori di Boemia, co111:inclatQ d,t Mainardo di Ncuhaus. Era suo disegno di non :Jttaccar ballaglia se non si pn.:scntas:sc occ:-hione favorcYole. l' di portarsi direttamente a Praga abbandonata dai SignCJn pa corrergli ,ncomro, ma . a,cndogli la cavalleria nemica a!>sal ico improvv isamente le tr incee, (u costre lto ,a venire alle 111:ini. Gli U11iti, che non ,i a,pettavano 1111 attacco di ca,·alleria così improvviso, ;i ritrassero clai trinceramenti. Frattanto Procopio, alla testa di un corpo di truppe scelte, ,i gettò in mezzo ai nemici, contrastando loro per qualche tempo la vittoria. Ma, accerchiato da un grosso reparto di Ca\'allena, cadde ferito a morte, e rimase pure ucciso ,ombancndo valorosamente anche l'altro Procopio, detto ,, il piccolo ». Cosl l'c,ercito u,sita venne completamente •.:onlino: il comandante della cavalleria, Czapek, si salvò con i ,upcrstiti.

Liparacch i (Dio11isio). Utlicialc della marina garibaldina. ·cll'orclinamcnto della marina sicili.ma, Garibaldi gli diede il comando della corveua « Tiickcr)' n, presso Milazzo (luglio 1860) ordi nandogl i di far fuoco sui soldnti borbonici quando essi cercassero rifugio nel castello. Ma per un guasto unprov,· iso ..tlla 1n,1c.:china, la Tllckcry ~ non poli: muoversi e il L. venne sottoposto a consiglio di guerra, d,d quak fu assolto . Passato nella R. Marina alla banaglia di l.i"a rnmanda,·a 1I tr.l'polto " Indipendenza • . Lipari. Grnppo di isole, dette ancl,c Eolie, <lavami alla costa no rd-oric ntaic della Sicilia: sono selle iso le, con dieci minori isoÌettc, cli origine \'ukanica. La maggiore è I.. , •,mpia 38 Kmq., con la cittad,n,\ omonima, dotata di piccolo porto e 11111nita cl, ant. ca,tcllo ; nel scc. X IX. durnntc il regno de i llorboni, era cla»ificata fonczza di IV classe. In tempi anùchbsimi colonia greca, troviamo I~. alleata dei S1r;icusani nel 42j a. C . e ancora nel 396, tanto che più vol te venne attaccata dai Cartagine;i, come nel 396 per opera di Imilcone, e nel 304 per opera di Agatocle. Finì anzi per cadere nelle mani dei Cartaginesi. Nel 200. dura111c la prima guerra punica, il console romano Cornelio Scipione Asina, partito da Ostia vcr,o la Sicilia con 17 na,·i, entrò nel porto di L. con l'idea di impadronirsi dcl1'1sola. Da Palermo, una di,is. della lforca canagincsc. agl i ord ini di Borio, accorst: ncll'arcipcl.,go, e bloccò le navi romane, t:atturandole in~icmc col consoft:. 1- Romanl pu:,ero la loro rivincit,1 in uno ,rnmro del 25; a. C. nelle acc1uc stesse di L., e le isole van nero in loro possesso. Durante la g,1erra civi le dell'u ltimo secolo a. C. , L. fu occupata e (ortificata da Pomp,:o, ed ai Pompeiani l:i tohe

L1p

Agrippa . Nel 16;6 si svolse nelle acque delle i,ole Eolic una battaglia navale che è detta di L., ma pi,, coniunc1>1cnce di S!rombo/1 (V .). Nel 1719 L. fu attaccata da ua,, ,nglc,i recanti fanterie tedesche. Gli abuami si difesero r 1·c,pi11sero un primo assalto, ma infine dovettero cedere, e l'isola fu occupai.I dalle fanterie sopra dette. li presidw ,1!cmannn do\'ettc rimanere a L. p<·r parecchi anni. dal momento che nel 17_34, durante la guerra per la Succc, , ionc di l'olonia, troviamo che gli Spagnuoli sbarcano truppe a L. e ,e ne impadroniscono, facendovi prigioniera la ~n:1ruigionc alemanna. Da allora, nessun avvcnin1cnto gucr,e,co i: p:i1 da segnalare nelle isok , che seguono le >Orti del la casa de i BCJrl.x.mi di Napoli .

Lipan. Rimorchiatore dragamine, e, gcrmalllco. entrato ,n serviz.io nel 192r; lungheu;a m . 29, larghezza 6,80, dis!o(.'~llncnto tonn. 3r8; armamento cannoni r da i6.

Lipari (G,upare). Generale, n. e m. a Roma (1823-1873) . C.1detto nell'art. pontificia, nel 1848 combattè a Vicenza e poi divenne capitano e maggiore del governo della repubblica romana. concorrendo nel 1849 alla difesa di Roma. Combatti: nel 1859 coi Cacciatori delle ,\ lpi cd a Tre Ponti meritò l'O, M. S. Maggiore nell'esercito regolare, fu capo di S_ M. a Palermo durante i moti del 1866. Colonnello nel 1868, comandò il 32° rcgg. famcria e poi il distretto m ii. d i Bologna . Nel 18ì1 ebbe il comando della guardia na✓.icnalc di Roma, col grado di generale. L ipar ot i (o Lipnl'ÌOIIÌ). l!atraglione di mar inai, natiYi de ll'isola di L ipari, formato da Ferd inando I cli Borbone nel 17;1. di cui dettò egli steS"> il regolamento. Fu disciolto nel 1;87 .

Lipella (Gioc•t11111i). Medaglia d ·oro. Il. a Riva di Trento nel 1899, caduto nel 1918. Impiegato bancario, appena l'età ,:licio con,entÌ si arruolò volontario per partecipare alla guerra che doveva redimere la sua terni. 1'11 dapprima soldato nel 139° rcj!g. fanteria, e poi aspirante uff. nella 994• ,p. miti .1gli.1trici. ::--Jclla prima giornata della battaglia del l'iavc, dopo aver dato fulgide prove d i entu,i:ismo e ti, valore. cadde mortalmente ferito sulle balze dcli' Asolonc. .-\ Ila memoria del giovanissimo ufficiale fu conferita la suprema r icompensa al valore con quesrn motivazione : " lrrcc.lcnto e vololltario di guerra, portò e comunicò fede ld cntusiJsmo nei suoi mitraglieri. Durante l'infuriare del hombard amen to ncmi.:o corse da un ';,rma a li 'alt ra, tutti i11citando <'<Jl\ la parola e con l 'esempio alla resistenza cd alla lidu,ia nelle soni del combauimcnto. Rimasta un';uma

Il castello <li Lipari


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L IP

senza tir::itore e serventi ed in una posizione orma ì inso-

stenibile, noncuraute del violento fuoco avversario, se la caricò sul le spalle e, portatala in altro luogo, riaperse da ,olo il fuoco sulle ondate ne• rniche . Ferito una prima cd una seconda \'nit.a, continua , v:-1 .i tirare, fino a che::, col-

pilo ripe,utarncnte al cadde

offrendo

in

petto ,

olocausto

alla Patria la s11a bella esistenza » . (Muut,· Asolonc , 15 gmgno

r918) .

Lìpezk . C ittà ,klh Russia mcrirhonak, nel gO\'ernatoralO di Tambov. sul Voroneje. Nel r215 vi sì .svolse una I ,ipelln G iovanni battaglia clic appartiene alle lolle fr,l i pr incipi russi in quel secolo. Jaroslav, che aveva intercettato i viveri alla città di ~ovgorod , fu affrontato presso L. dai. cittadini', guidati da Mtislav, e sconfitto . Qualche anno dopo Jaroslav riebbe il so11ra,•vento e potè diveni re .signore d i Novgorod . Liposcak (Antonio). Generale austriaco. n. nd 1853. Nd 191,:, raggiunse jl grado di generale al comando della 72• brigata di fanteria; nel 1913 quello della 2' divi,., e 11cl 19q divenne luogotenente maresciallo. Durante la grande guerra co n1bauè co n la sua d ivis. contro i Russi, d istin .. gucndo~i in varie occasioni. Prurnosso generale di fanteria, fu comandante d i C. d'A. e infine govcniatore di Lublino, sino alla linc della guerra. Lip pe

Det mold. Principato della Germania , fra la

\Vcs tfalia e I' Annovcr, scomparso come Stato sovrano iu

seguito alla g uerra mondiale. Aveva una supcrlirn.: cli 1215 Kmq . e 150 . 000 ab.; capitale Dctmclcl. '-lel 1~66 era entrato a far pa rte della Confederazione germ anica; in caso d i ~erra doveva n1cttcrc a disposizione della Confedcra-

zio,~ un bgL di fanteria, su 840 u., con una riscrYa di 3bc uon1ini. /ìattaglia di Lippe (15 d . C.). Prende il nome da una scl,·a ch e esistc,·a nella regione di L. La bauaglia appartiene alb carnpagna di CJe rmJnico, ed ebbe luogo dnpo g li onori H:si a i resti delle legioni di Qu intil io Varo rnassacrnte nella selva di Tc«toburgo (9 d, C.). Germa nico di là 1

condusse l'esercito con tro A rminio, face ndosi precedere da l

suo legato A . Cecina Severo cu.i alrinò la cavaJlcria. Arminio, raccollc le sue schiere, si ritrasse nella fotc;sta di J __, sinnil ando di cedere al rn.::tn ico, ma ad u11 1 ratto si vCL'i-c: ir•dietJ"o e lo assaH , facendo <.::onremporancan1cn tc uscir fuor i dalle gole dcc monti q ud le milizie che vi stavano nascoste. Ld cavalkria romana assalita da v:;irie parti, si scornpigliò, e fu respinta con le sue coort i ausiliarie verso le bassure paludose . l c.:avJ lieri Romani, scc nfittì giù con g ravi perdite, sarebbero stati distrutti in mezzo alle paludi . .,e 1

all 'ulti rno n1omcnto non fossero sta.ti salvati da Germanico,

sopraggiunto colle legioni in colonna se rrata . Arminio interruppe il c ombatti1nento , e i Ro1na ni, sebbent: avesscr<: ripreso animo, non osarono inseguire i Barbari nelle fo. reste, rna si ritirarono verso l 'Ems. Ciò scrive Tacito, il quale clciarna incerto l'esito di quella giornata. Lippi (Carmine) . Fisico napoletane del scc. XIX . Ideò nel 1819 l 'art iglieria a vapore, più tardi attr ibui ta all'americano P ark ins .

LIP

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Lippi Giovanni detto 1Vanui di Baào Bigio. Ingegnere: mii. del scc. XVI. Fu al servizio di casa Medici e del Papa; da giol'anc lal'orò alla fortezza di Cortona. Costrusse u11 forte alle foci dei Tevere (1567-1570) aven te il potere, p1ecedcntcmcnte ideato da Michelangelo Buonarctti, di paraliz·,;arc l'azione distruttiva dei proiettili che fossero arrivati sulla piattaforma, mcdiamc l'i nclin amento della mcJe<=irna verso il cen tro. <love era pw ricato un pozzo pro fondo pieno ti 'ac,1ua. 1

L iprandi (Paolo Petrovitc!t). Generale russo (1796-1864) . Co"'battè dal 1812 al 1815 contro i Francesi e nel 1831 in Polonia . Nel 1848 fu promosso tcn . generale. N el 1854 comandò il corpo d'investimento davanti a Kalafati ma do,-cttc ritirarsi a Bucarest. Come comandante del IX C. d 'A . f>artecipò all a battaglia della Cernaia. Lipsia. Città del la Sassonia, alla confluenza dei fiumi Elster . Plcissc e Ponhc. Fu in an tico for•titìcata, con ~asrcllo. N'e l 19 13 presso la ònà fu eretto un grande monumento a ricordo della ba1taglia di un secolo prima. Prese i! nome di L. . anche la battaglia rletta pi,1 propriamente di

llreùcnfc/d (V .). I. Tmllato di Lipsia ( 18 maggio 1745). J\110 separato e segreto fra Austria ed Elettore di Sassonia; detto anche <• T r attato di eventuale spartizione " , Le due potenze si accordano d i opcr~n; con ogni m ezzo per riprendere alla

l'rmsia la Slesia e la contea di Glatz, e di non posue !e armi prima d i aver farto delle altre conquiste contro la Prussia stessa, come ad esemp io, il ducato di Magdeburgo, il principato di Crosst:11, i feudi brandcnburghcsi in Lusazia. La Slesia e la con tea d i Glatz, eccetto i l dist retto di Schwibus , torneranno come an1 ich i St~ui pau-imoniah alI' 1\uscria. T utto il resto che si potrà conquistare, passerà all'Elettore rii Sassonia. La quadruplice alleanza di Varsavi:t mirava alla conqu ista della Slesia. Co n questo tratt:llo. che cu1npkt~ quell"allcanza, Austria e Sassonia lo d ichiarano ~1pcna1ncn tc, non solo, ma si propongono di ri. d urre la potenza del re di .Prussia entro lirn iti anche pili

ristretti che non a veS<e pt ima dcli 'annessione della Slesia . IL /ìat1aglù1 di Lipsia ( 18q). Azione decisiva tentata dagli Alleati per mcttnc fuori causa l'armata fr:11,ccsc, che nel 1814 operava in Sassonia ag li ordini di Napoleone I. Le forze degli Alleati, sopraffatte con enorme sforzo da i Francesi a Drcsda (26-27 agosto) dopo un seguito di opc:razìoni vantaggiose 1.·. o n tro l d istaccamenti francesi cotna n~ dat i dai luogotenenti dcll'hnpcratore vanno serrando il cerchio che st ringe !"armata p rincipale . Napoleone , comprendendo ormai l' impossibi lità di seguitare la lotta sul terri torio gern1an ico, vede la necessità assolu ta di aprirsi un varco per tras ferire le f orz e in F rancia; ma crede neccss;1ria una preventiva g rande affcrtnazione tattica. Eg li perciò dispone che tutti i corpi sparsi fra la Saale e l 'Elba convergano nella giornata del 14 o ttobre att0rno a L. (I gcn . Augercau vi si è trasferito da Wiirtzburg fin dal giorno

13; il Re Murnt vi si dirige dal sud c nella giurnarn del 14 • ha uno scontro di cavalleria con gli Alleati , riuscito a lu i sfavorevole ; con qualche ritardo v'accorre il m;iresc . N cy,

distaccato a nord nella regione della Mulda . Gli Alleati convergono a loro volta su L. : da nord Bliicher con l'armata di Slesia, diretto su M&kcrn; lo Schwa rtzenbcrg da sud scende con l'armata d i Boemia lungo le due r ive della Pleisse lanciando sulla sr. ncll 'Elstcr il corpo austriaco del G iulay ; lo segue a distanza di una marc ia l 'armata russa del Bcnnigsen; mentre il Bcmadotre sta per e11trarc in linea con l 'armata del nord fra i due comandanti sopra 39


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L!P

610 peratorc è perciò costrcl to a raccogliersi su fronte più arretrata. Il marcsc. Ney giunge in tempo ad inserire le sue forze tra quelle del Marmont e quelle del Murat, per fron teggiarc l'armata del Nord (Bernadotte). La linea fran ccse si arretra e si s:ilda così su un arco da Schonefcld sulla Partha, per S1oucritze, Probsthcida sino a Konnewirz, formando un saliente centrale ve rso Holzhausrn. L'arrivo dell'armata Bemadotte e <lei Russi <lei Bennigsen accentua la sproporzione numerica: più di 300.000 uomini premono 1 15 0 .000 Francesi addossati all"Elster, formando un «.:mi cerch io che ,,a serrandosi progressivamente. L 'azione del 18 ottobre perde il carattere tattico e degenera in sopraffazione di massa: la stessa schiacciante su -

detti. Non a torto le giornate di L. sono chiam;1te " /11 battaglia delle Na:::ioni »: Italiani, Francesi, Austriaci, Russi, Svedesi, lngle,i, Tedeschi della Germania, sono rappresenia ti nelle unità combattenti. Il 16 ottobre alle 9 del mattino lo Schwart1.enbcrg prende l'iniziativa dcli 'attacco e s'impegna, quando ancora non tulle le fone alleate sono a portata, nell ' intento di sorprendere i Francesi, aggirarne le ali e coglierli <li rovescio. (V. per i combattimenti del 16: IVachau, Lindenai,, Mockem). Le forze napoleoniche sono schierate attorno alla città. Guardano le provenienze da .s11d -cst i corpi l'oniatowsky, Victor e Lauriston in prima linea, spal!eggiati <lai corpi Augereau, Macdonald e da 11nità di cavalleria; la Guardia è più indietro, fronte ad est.

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Uounglia di Lipsia ( 1813)

I corpi Reynicr e Souham fanno fronte a nord-,,st, il corpo Manno11t, fronte nord , il corpo Bcrtrand a ovest d i L., sulla sr. dcll'Elstcr, è in posizione dietro Lindcnau a gua,dia del tergo. L"avan7..ata dell'armata di llocmia non i; iel iccmente regolata dallo Sd,wartzcnbcrg : la sr. s "im pacna verso le con/lucn1.e della Plt:issc con J"El1ter e il mo, ,mento , i resta paralizzato, ciò cbe inòucc a trattenere anche quello del le colonne Ciulay; di riflesso il centro e la dr. non procedono decisi ed è (acile ai corpi Vic1or e Lauri~ton riportare qualche momentaneo successo. Tuttàvia la grande superiorità numerica <là modo agli Alleati d i rin forzare la linea nei tratti più provati nella giorn:na, possibilità che manca ai Francesi. Nella giornata del 17 l'lm-

perioriti\ degli attaccanti ingombra e parnlizza le P""' bilità di manov ra. La dr. e il centro dei Francesi si so stiene tuua,·ia: ma la sr., sotto la prcs,ionc d elle arm.il.: llernadotte e Bliichcr che hanno attraversato la P.trtha, coad iuvale dall'azione di fianco elci due corpi Langnon e .York che agiscono <la nord, i: in critica situazione. Per eh più nel pieno dcli' azione il corpo sassone agli ordini dd gcnt:t(ilC Rcyn icr passa al ncmicoJ volgendo le .armi con! ro i Francesi : folla imprm visa che si produce a Paunsdort e che non si riesce a stagnare con sacrificio di unità di fanteria e cavalleria. La l inea frallcesc retrocede add<>.<Sa lldo,i al margine orientale di L., o,·e a notte l'azione h:, termine wn un ,·i,·i,,imo duello d'artighcria. A sera l'imperatore

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LIP

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ord ina la ritirata, per la quale nulla è l)redisposto : tutte le forze debbono de/iuire attraverso la città e sulla lunga strada in argine che traversa il fi ume sull'unico pome di Lindenau, mancando il Genio J\·l ilita re dei materiali di circostanza occorrenti a gittare i ponti sussidiari secondo gli ordini dati in precedenza da Napoleone. li carreggio e tutti i parchi sono tuttora a oriente della città. Ne seguono un ingombro enorme e una confusione indicibile. I gen. Macdona ld, Lauriston, Rcynicr e Poniatowsky coprono alla meglio la cinta orientale, mentre Ilertrand e Mortier, sulla sr. dcll'Elster, protteggono le adiacenze della strada di Weimar, via naturale d i r itirata. All 'alba del r9 gli Alleati riprendono J",macco : una calca infernale e un tumultuoso incrocio di truppe e carreggi parnlizzano lo sfìlatl'lento dei Francesi. È forza far saltare un centina io di carri per munizioni rimasti sulla dr. del l'Elsrer , ciò che aumenta la con fusione e il terrore. L'assenza del colonnello

L1s

!etani; il u3° di linea era costituito di Toscani; i.I r3° ussari di Romani. E dragoni italiani erano nella cavalleria, alla testa dei quali si distinse g randemente Annibale Saluzzo.

Lipsidrio. Piazza forte degli A teniesi ai piedi del monte Parncto. Nel 514 a. C. fu occupata dai fuorusciti aten iesi, ai quali la ritolse I ppia, figliolo di" Pisistrato; ed infine passò i□ potere degli Spartani chiamat i dagli Alcmeon idi. Liptay (barone Antonio). Generale austriaco (1745-1800). Nel 1796 fu sconfìtto a Castiglione delle Stiviere dal maresciallo ;\ugereau e nel 1797 combattè a Rivoli. Liquidi (Agg,-essivt). Costituiscono una delle categorie degli aggressivi chimici, secondo la classifìcazione che si usa fare di essi, rnggruppandoli in base alle proprietà fisiche che presentano, nelle normali condizioni cli temperatura e di pressione (gassosi, liquidi, solidi). Fra quelli liquid i, sono da rnenz,ionarsi: il bromo, il clorosolfonato di etile, il bromuro di benzile, i l bromacctone, il n itrocloroformio (cloropicrina), il cloruro di cianogeno, il solfuro di etile biclorurato (iprite), la fcnildiéloroarsina, la metildicloroarsina, ccc.; osservandosi però che una sin1ile classificazione 0011 presenta nessun vantaggio, nè utile e nem111eno pratico. Lira, Torpediniera costiera di 39 tonn ., entrata in servizio nel 1884, radiata nel 1904. Lircay. C irtà del Chilc, nel bacino del Mantaro, Trattato di Lircay (3 maggio 1814). Concluso fra gli insorti cileni e la Spagna. Gli insorti sono costrcrti a riconoscere la sovranità del re cl i Spag na; t!al canto loro i realisti riconoscono il governo provvisorio. Ma il vicerè del Perù non volle sanz;ionare il trattato. I ribelli ripresero le armi, furono battuti, varcarono [e Ande, e per tre anni

ancora i l Chile rimase sotto il dominio spagnuolo .

Liri. Nave cisterna, varata nel r929 dai cantieri Gerusa di

Gcnova~Voltri ;

dislocamento

,i

standa rci )~

tonn.

162;

lunga m . 28,50 e larga m . 6,02; apparato motore 120 HP. ; velocità 8 miglia; personale d'equipaggio 13 uommr. l'vlonum ento commemorativo della battaglia di Lipsia

de/ genio Mont(orc, incaricato dd brillamento delle m ine predisposte al pon1e di Lindcnau, pone la delicata missino e nelle mani di un semplice caporale del genio, il quale all'a pprossimarsi d i gruppi di tiratori nemici e d i stormi di cavalieri polacch i, fa saltare il ponte mentre i corpi Lauriston, Reyner e Poniatowsk y con molti sbandati (circa 40 mila uomini) sono ancora sulla r iva dr. Aku ni si sal vano a nuoto, fra cui il rnarcsc. Macdonalcl, molti arrncgano, come avviene al generale Pon iatowsky. La grande maggioranza cade prigioniera . La lunga colonna delle ullità francesi, decin1atc, ridotta a forse 60 n,ila u. ancora inguadrati, si allontana per la st rada di Liitzen: preludio alla liberazione definitiva del suolo germa nico. Le quattro giornate d i quella che (u anche detta « la battuglù, dei giganti " costarono ai Francesi 20 m ila uccisi o annegati, 30 mi l,i p rigionieri fra cui 22 general i, compresi iJ Reynicr e il Lauriscon, 200 cannoni e più di 600 carri. Ag li Alleati forse 50 mila uomini fuori combattimento. Alla battagl ia di L . parteciparono con onore reparti Italiani, sia quelli costituent i le divis. Zucchi e Fontanclli, sia quelli sp~ rsi, agli ordini di general i francesi. La divis. Gérard era· composta in massima parte di Piemon tesi e Parmensi; nella divis. Charpenrier si trovavano i Napo-

Lisa (Gino) . Medaglia d'oro, n. a Torino nel 1896, ca duto Valsugana nel 1917. Studente in belle arti, s1 arruolò volontario allo scoppio della guerra con l 'Austria, volle diventare aviatore, e nel 1916, col grado di se rgen te, vide appagato il suo sogno, con l 'assegnazione ad una squadriglia da bombarda men co alla fronte. Frequentato, quindi , ·un corso allievi uffi. Lisa Gino ciali, venne nominato ufficiale del corpo aeronautico, sempre nella specialità di bombardarntnlo. Prese parte, così, a paret:chic audaci imprese, se• gualandosi costantcn1cnte per abi lità ed ardi.mento, e rner i.. tandosi due medagl ie al valore, per arrischiate azion i di bombardamento sull 'Hert11ada (28 agosto 1917) e sulle Bocche di Cattaro (15 ottobre 1916); agli ordini, quest 'ultima, di Gabriele d ' !\nnunzio. Il 15 novembre dello stesso anno, in un impari combattimento con quattro apparecchi nemici, cui si éra spontaneamente offerto per soccon crc un altro

in


LIS

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aerop lano nazionale, ,occombcva eroicamente. La mot i,·«· zio ne della mcd. d ·oro dice : « Volontario di guerra. pilota da bombardamento arditis,imo e di ccccziorialc valore, sempre an imato da alto sentimento e da fede immutabile nella ,orte della nostr., Patria e delle nostre armi, fu per choc anni di guerra esempio mirabile di costamc valore . Più vol te in aspri e diflicili combattimenti ebbe ragione dell':tV\'ersario, quanlllnque con l 'apparecchio gra,·cmentc ava nato dai colpi nemici, e due volte ritomò con h carlinga macchiata del sangue del proprio equipaggio . li 15 novembre 1917. dopo aver condotto a rennine un ·azione d i hombardament0 per la quale si era offerto volontario, mentre riprendeva ht via del ritorno, vi:-.to un ~litro apparecchio nazionale assalito da numerosi avversari, gcnero~an1entc si slanciava in suo soccorso. Attaccato a sua volta da quattro caccia, dopo aver sostenuto lungo ed emo-

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fon . Questa piaua restava stretta d'assedio dal gro,so della di,·isione Trcskow. l i Bourbaki avanzò convergenclo contro la fronte an cr saria. col disegno di attaccarla fro11talmcntc fra H.:ricoun c Mon1béliard coi corpi XX, XXIV e XV, sostenuti dalla riserva, aggirandone l'ala settentrionale col XVIII e la di,·i,. Crémer, per modo da ricacciarlo u sud-est verso il confine svizzero, scacc:mdolo d:1 Belforl. li 1; genn,1io s'impegna l'azione su tutta la linea: l'at tacco dei Fra ncesi sul t ratto di fronte Mon tbéliard -Chagc1 incontra salda resistenza; l'artiglieria tedesca,. ouim.1menh situata, ha sdiiacciante 1·antaggio. Un successo parziak "

zionante con1bauimento, venuto a mancare

dcll 'azionc d i Lm mitragl iere ,balzato fuori dell'apparecchio per le arditi:,.,ime manovre, cedeva nell'impari lotta ·e, precipitando col resto dcl l 'eq11ipaggio srii'le lx1lzc rocciose del Trentiuo, conservava :dia glori:t la sua i::iovanc c~istenza incer:u11cnce \·otJl.1 alla Patria ». (Cielo d i Ca ldonazzo e della Val d 'A,tico, 15 no1•cn,l,rc 1917).

Lisaine. Fi1m1c cl,·1"1 Francia. nell':t!ta Saouc, presso llcl fort. 11:t dato il nome a una bauaglin che è detta .mche <li 1-féricourl. Ba1111glit1 de/111 Lisai11r (18ì1). Fatto d 'armc appancncnte ,il periodo tinak del la guerra franco-gcrman,1..1. L·.. \rmaca dell'Est" agli ordìn1 del gc;11crale Dourhak1l ~i concentri\ sui pri rni del gennaio t8j r nella regione fra Saonc e IJoub,, donde, muo,·endo ,·erso nord, a,·rcbbe dovuto sopraffare le (orze dd generale prussiano Werder, liberare dall'assed io Belfon, ,pingcrsi a "" allo dt·i Vosgi vcr,o !':\!sazia e la Lorena minacciando le rctro,ic dei tedeschi. Co,1 ituivano raie arma ca i cMpi X\' (M,1rtincau), XVIII (Billot), XX (Clrnchant) e XXIV (Brcssoks), e!cmcn1i ausiliari e un:i riserva: in totak circa 120 111il:1 l lO~ mini. T ale concentramento non poteva sfuggire al Werdcr, che raccol-.c rapidamente (orze. avviandole sulla linea tiella f.. per coprire l'as,cdio di Bclforc. li Bou rhaki cercò di soprava~zarc il Werclcr nella speranza di ,taccado da Odfort, ma si scontrò il 9 gennaio presso Villersexel con la divi,. Schrncling e la brigata von der Goltz (che I·avvcr,ario aveva distacca t<, verso , ud per gua«larsi il fianco) subendo qui,·i un arresto che diede tempo allo sfilJmento e all'ordinato amvn deJ Tc.·dcschi ~ulla L . F.::.si ~i schien1rono cotl la ~ 1 . appoggiata a Montbéliarcl e :il l)oub,; il centro al villaggio di H éricourt e al Mom Vaudoi,; la dr. al villaggu, di Frahicr. Da clr. a sr. ess i avevano la 2~ hrigat:o barle;c. la brigata von dcr Goltz, una divis. della J.andwher. spalleggiata clallc brigare badesi ,a e 3a. L'estrema sr. fra l''Allainc e il l)oub, era guardata da disrnccmncnti della divisione Dcbschitz. Ali 'estrema dr. il col. Willisen con 10 squadroni e 2 cp. c:icciatori copri,·a la stratb di Bel-

D:1trnglin della Lisoine (1871)

ha all'c,1.rer11a dr. irauccsc, ovc il XV w rpo penetra nel l'abitato di Monrbéliard , rimanendo ai Tedeschi la ron,1 che vieta lo sbocco verso Helforl. All'e,trcmo seucntrionak la sr. francese , trovandos i d i cont ro un ·occupniunc pitr estesa di quella prevista, s'impegna blandamentr. Ri presa l'azione il 16, i Francesi rinno1·ano col fovor dell.1 nebhi., impcwosi att acchi della dr. e del centro, reiterandoli ,n l'ano nel pomeriggio. Alla sr. la divis . C rémer , sostenuta dal XVIII corpo, riesce invece a impadronirsi verso ser.t di Chcnebier; 1mnaccia questa assai grave per tutta la linea


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an-ersJna. che potrebbe aprire la , ia pii, dircll.l su lklCort e preclud ere le comu nicu.10ni del Werdcr con !'.\ 1~azia. 11 generale tcdc~co lo a,·,·ertc e fa UI) estremo sfor /C, merci: le ultin1e uniti, di riscn ·a, rinforzate da reparti ciel corpo d 'assedio, che il gencrn lc badese Kc llc r Ìllnanzi l':i lba del giorno 17 conduce all'assalto di Chencbicr. Egli rie~e :, occupare in parte il trauo mc rid ionak di quel g rosso borgo. ma la d" is. Pcnhoat del XVIII corpo vi si ,osticnc dopo 1-1 lieve flessione della di,·is. Crémcr. e gli ,tttaccanll debbono indic tt·eggiarc: dopo un nuovo imm'C<'>So inrnntrato ncll'assallo <ldla parre seu~nirionalc dtll 'abitato. il Kellcr d eve lin,itar,i :, fronteggiare gl i sbocchi orie ntali di Chenchi..r per coprire Belfon. Uno sforzo estremo della H. francese pouebh,i decidere 1-, giornat,1 a loro favore, ma nè i due d ivision a ri , nè il co manda nte ciel XV III corpo dànno i mpul,o tran,lgcntc .1110 sbocro o/Tensivo ohrc Chenebicr, forse per non d 1iaro intuito della situazione ~ delle ,·ice1•dc in bilico su quel pun to, forse per le rnndizioni clellc t ruppe. Sul rc,to della fronte p rt',·alc 1·az1onc a fuoco con prcponde ra n·lJ del r:tnnom: trdcsco, nè può ,1ieran is, un episodio decisi\'o. T re giornate di com baui11,ento logorante in quelle condizioni d i terreno e di d ima ,i chiudono così senza frutto pc,· il Bourhak i, che \'Cclc trustrati i suo, sfor.ti cd ormai esclusa b pn»ih,lità sia cli un Slll.'l'esso l'isolutivo del!a sua .~r., !tia di dlicacc cnncorso dd p residio di Belfon: ,·ive ansie lo tra,·aµ liano 1ier le i ncognite d ella situ,1zionc stra1cgk.1 e le mt<erc,·oli ,ondizioni rlelk ~ue unit:ì, logoi c e decimale. Dopo una contcrc nza ..::oi comandanti rli ..:orpo d'annala e -:ol c0tnmis-

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da parte tede~ca circa 45 mila; le perdite francesi circa ~,)oo nomini, le tedesche circa 16oo.

Lisandro. Generale spanano. B:111è! gli Atenic~i comand ati da An tioco a Nozio (40i a . C.), e ancora ad Egospo t.1mos (405 a. C .) . P rese Atene nel 404 e vi stabilì il govcrn,, dc, Trenta Tiranni. Mo rl combaHenclo contro i Teba ni ad '\liart,·. nel 395. Lisbona. C.,piralc della repubhlica portoghese, nella E, trcmadura, sulla riva dr. dell'estuario del Tago . F u fonclatc-. da, Fenici e sono i Romani fu municipio e sede di un., colonia mii. col 11omc di Felititas /11/ia. Dopo essere ,tata 111 mano ai Vi;igoti. nel 716 (u occupata d agli Ambi ; fu tolta ai Mnrt da Ordo!!;nO lii che la free smantellare. lll'1 poi la ripig liarono i M u; ulmani e nel ,ee. X H cambiò cl1\'cr,c ,·o!tc di denominazione. Fu fortificata, e le sue 11pcrc ve nnero piè, volte ri1111i de rna 1c. \Teli.i parte occidcn1alc della cit1:'1 , su l Tago , fu costruita la torre d i Bclcm, robu;t;i ed dcgantc. ,n stile gotjco, , d 18o7 L. fu occup,tta pncitìcainrntc dai F rancesi ciel gcn. I unot, invitato a uò da, cittadini. i <Juali tunn:1110 fo$S,· occupata dagli I ngk-si che cr:1110 comparsi wn un,1 Aulla ml Tago. Juno t ~ongcdò le truppe portoghesi e il C. d'A. francese d 'occu1)azionc fu ,!cnomina10 esercito del Portogallo. l. Aucdio di Lùbo1111 (1147) . Appartiene alla Il Crociata. ,\lfonso. cumc di Pnrtog:illo, :isscclia"a la città clifcsa clai Musulma " i, 9ua11do sban;arono a d 0 !>01t(> 13 .00 0 pellegrini dcli;, regione renana e ingle~i, clireuì in T erra Sanla .

sario governativo Dc Serrcs, eg li ordina la ririrrna , che si inizi.:1 ~lto b protc7.1onc c.11 retroA?uaniic l:.~ciat.: j11 linea

Al(onso ch iese cd ottenuc l 'aiuto elci Crociati, j quali, sharcmi p rc,,o la città il 28 giugno, il 1° luglio con repentino

lullo il g iorno 18. I l generale \Vcrder, o rmai ras,u;urato, reintegra il 19 le ione che cingc\'ano lklfort e si ,n uove sulle orme dell·a\"vCr!'l-ario, 111 ritirala ,-cr~o He,anron . Le: forz.t; impcgriatc da p~rte francese lurono \.'.in..·;i 100. 0(JIJ u.;

11~salto

!rlC:

ne

irnparlronirono,

nel

mentre

i Musulrn:1ni

si rinch iudc\'ano nella cin:idclla. L'assedio di 9 uc,to concinuò. con lavori di mina. con lorri mobili , con catapulte, tino al 21 ottobre, ql1ando gli a,1ccliati, p,i,· i d1 vi\'cri,

Piaota di Lisbono (sec. X\' l}


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vennero a patti, ottenendo di abbandonare la cinà liberamente. Essa fu data al sacco, e Alfonso, preso il t itolo di re, ne fece la capitale del Portogallo. Il. Trattato di Lisbona (3 r mar~o 1667). Alleanza difensiva e offensiva tr~ Francia e Portogallo. Appena conchiusa la pace con l'Inghilterra , la Francia dichiarerà la g uerra alla Spagna; il Portogallo riceverà dalb Francia un sussidio annuo cl, r .800.000 l ire. Questo trattato è una manifesta violazione da parre di Luigi XIV della pace dei Pirenei. Ma egli , che g ià di MScosto aveva sempre aiu tato il Portogallo, preparava coiì la Guerra di Oevo/11zio 11t• (V .) cont ro la Spagna.

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gallo volesse negoziare a tale <copn. Ne lla pace la Spagna garantirà al Portogallo ruui i luoghi che questo a, rà tolto eventualmente agli Olandesi nelle Indie o sulle coste d'Africa e rinunzia ad e,,M, la colonia del S. Sacramento. V . Tra/lato di Lisbona ( r6 maggio 1703). Alleanza tra Iughilterra e Olanda da una parte e Porrogallo dall 'altra Se la Spagn,1 e la Francia, insieme o separatamen te cltlr:ts scro in guerra col Porwgallo, l'Inghilterra e l'Olanda, tor" narn vana la loro interposizione per ristabil ire la pace, ,i uniranno al Portogallo, fornendo a proprie spese un corpo di

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mila uondni. oltre un conveniente numero dl va

scelli da guerra, per la difc,a delle co>te e tlei dornin, fuori d'Europa . lino alla riconquisUI delle città e paesi cx cup:ui , ove q uesto dovesse avvenire. Se invece fossero a,sa lire rtnghilterra e !"Olanda da Francia o Spagna, il Por rogallo si associcrà a loro, pur cunscrvandr, il diritto al pattuito soccorso d'uumini e di vascelli. In ogni caso il Portogal lo, a difesa propria e degli Alleati, terrà pronu dicci vascelli da guerra, i q uali però non abbandnncran110 le coste portoghesi per congiungersi cun le armate de~l, alleati se non ne l caso che la Francia solt:,nto facose l.1 guerra. \'I. Tr,111~10 di Lisbo11u (16 maggio 1;03). Alleanza of te11siva e d ifen,i\'a tra llll!)Cratore. ln,:hiltcrra e Obnd., da una parte e Portogallo rl:oll'ahra. Quan do l'u cidu,., Carlo ,:orà giunto nella penisola, il Portogallo hrà o;,cr,1 con gli al1ri alleati rerchè eg li abbia il pos;csso di 1uu.1 la Spagna. ma non ,nrà ohblìgato di guerreggiare fuori cl ,

Sp~lgna l' cotl u 11 cser\'.ito superiore n 15 mila uorninj: riceI_.a torre d i

Bclem a J,isbo110

I li, Tmttato d, l uhon11 ( 13 febbraio r668). Pace fra Spagna e Portogallo, mediatric,· e gara111c l'Inghilterra . Si restituisce cl 'ambo le 1ùrti il tolto durante la guerra, ad eccezione della citi ~ di Ceuta, che rimnne alla Spagna . Si ristabiliscono le relazioni commerciali quali erano al tempo del Re Sebast iano. li Portogallo ., obbliga a man d.are truppe in F1a11dra per sostenere la Spagna contro la Francia. La Spag na, che non aveva potuto sottomeucrc il Portogallo mentre era in pace con _la F rancia, ,coppiata la guerra di Devoluzione e dovendo adoperare tutte le sue forze in Fiandra, accolse la mediazione dell'I nghilterra e pose termine alla g-uerra incominciata nel l 640. La Spagna tratta col re di Portogallo come con un principe e sovrano indipendente , ma non rinunzia formalmente ad ogni pretensione sul Portogallo se non col trattato di Utrecht. Col p resente trattato il Portogallo veniva meno a quello conchiuM> con la F rancia l'anno precedente. I V . 1'rattato di lis/;011a ( 18 i:iug no 1.701). Al leanza fra Spagna e Portogallo. li Portogallo garantisce il testamento di Carlo II rii Spagna per ciò che concerne 1:t successione. riguarderà come nemici lutti coloro che facessero guerra a Francia o a Spagna per impedire la detta successione, e chiuderà ad e,sì tutti i porti dei suoi Stat i. La Spagna risarcirà il Portogallo dei danni fottigli subire nelle In die per l 'introduz ione dei negri, e, in caso di guerra, non farà pace con Inghilterra e Olanda se non sarà risolta in favore ciel Portogallo una q uestione di debiti che questo S tato ha con le elette Potenze, se gl 'Inglesi non avranno restituito al Portogallo l'isola di Main da loro occupata, e se gli O lanclesi no n avranno rinunziato a qualsiasi pretesa per le perdite subile nella guerra del Brasile, e non avranno •·estituito le piazze d i Cochin e Cananor. ove il Porto-

ver,, dalle Potenze alicatc un sussidio annuo d i un on1lio11e di scucii e, immediatamente 500 mila per l'alle,u onemo de ll'esercito . L'arcid uca Carlo. divenuto re cli Spagna e delle Indie occidentali, cederà al Po,rogallo le ciu,, di 13adajo~, Albuqucrquc. Valenza, Alcantnra ncll'Estremadu ra, Guarda, Baiona ed :oltre nella Gall izia, oltre i d iriu i di ~pagna , ulle regioni a settentrione del rio della Plata. Il campo e i finì della lotta si allargavano. Mentre, in faui, col trattato del settembre r701, le potenze marittinw s 'e rano impegnate a procurare al! 'Imperatore soltanto una pane note,ole della successione, ora stipulavano di procurare al figloo il posses.so intero della monarchia spagnuola. Chi trae i maggiori vantaggi dalla stretta unione col Portogallo è l'Inghilterra. la quale considera già questo pae,c come una sua fattoria . li 27 dicembre dello stesso a,1,u, infatti fu conchiuso il famoso trartalo cli Methuen , che rese gl' lnglcsi padroni cli tutta l 'industria portoghese. Così pure il commercio nelle Indie soggette alla Spagu a sarebbe pa,sato e,clusivameme nelle man i degl'Jnglesi, >< avesse :l\·uto effetto il trattato di Barcellona, del 10 luglio 1;07, che più cl'ogni alrro documemo fo tes11mo n ianza delle aspirazioni dell' Inghilterra. V II. Tra/lato di Lisbona (~5 dicembre 1803). Convenzione segreta fra Turchia e Portogallo. Gli obblighi imposti al Portogallo col trattalo del 19 dicembre 18o1 sono con• vertiti in sussidio pecuniario di r6 ntl ioni di fra nchi: questa convenzione fu mutata in trattato patente a Lisbona (19 marzo 1804).

Vlll. Tmllato di Lisbona (30 agosto 1808). Fu concluso tr:t la Francia e l'Inghilterra dopo la battaglia di Vimeiro vinta d:tgli Inglesi . In virtù d i questo trattato, firmato a L., l'esercito france:.<: consegnava a quello inglese tutte le piazzeforti del Portogallo e quindi doveva lasciare il paese. con facoltà cli portare scco le ;,rtiglierie di grosso ca libro ccl i ca,•alli occorrenti per il loro trasporto.


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IX. l'rc;a di L1sho11a (1831). Appartiene alle guerre civili per il trono di Portogallo promosse da D. :Miguel di Braganza. L' 11 luglio 1831 l'ammiraglio (rnnccsc Roussin penetrò nel Tago con una llo1ta composta di 6 vascelli, 3 freg,uc, 1 corvetta e 3 brigantini; sfilò sotto il fuoco delle fortificazioni innalzate dai fautori d i D . Miguel a S. G iulianu, ne ,cavakò le artiglierie, sconlir,se le scarse navi miguelistc che si trovavano all'àncora. Jl 2 luglio dell'anno seguente l'ammiraglio ingkse Sir Carlo Napicr, preso il comando della piccola nona della regina Maria, ritornata dal n rasile, prese all'arrembaggio 2 ' vascelli, 2 fregate ed una corvetta purtoghcsi e liberò definitivamente /,, dai miguelisti, ~tabilendo solidamente in Por1ogallo gli ordini costituzionali.

L iscabianca. Rimorchiatore. di 388 tonn., enuato in sc rvizjo nel 1917, radiato nel 1919. Fece seni zio di dragaggio . Lìscanera. Rnnorchiatore, di 162 tonn., entrato in servizio nel 1916.

Liscie. Le p,1r1i di un affusto sulle 11uali ,corre clirc1t,m1entc o con mezzi interposti la bocc.i da fuoco durante il rinculo ed il r itorno in baueri,1. L isi Natoli (Michele). Generale, n. a Raccuia nel 1856. Sottol.

di

cavalleria

nel

· ijiS, fu pro111osse, colon-

ncl lo com,1ndantc i cavalleggeri di Catania nel 1909. Nel 19D fu in Libia e comandan do il rcgg. cavallcgg.:ri alla bat1:1glio di Zan.rnr ebbe la mcd. d'argento. Ma)lg, generale comandantc: b 1• brigata di cavalleria nel 1913, andò in P. A. nd 1917. llichian1atn in Ol"Ca.sionc ,!ella guerra e promosso lcn. generale nel l!)T7, ebbe nel 1923 il grado di gcLi,d-J'\atolì lVlichele nerak di di,·is. nella ri~erva; nel 1 92Ci a.ndb a riposo, col grado di gcn. <li C. d'A . Pubblicò :ikunc monografie $U Ì Cavalleggeri d'Alessandria , sul la m issione mii. in Russia, ccc. Lisima co. Gene rai(- d i Alessandro Magno, nomin,nn nel 323 a. C . governatore della Tracia. Alla morte del re. si impadronì della Macedonia. Nel 282 passò in Asia per combattere Selcuco, ma ne fu sconfitto e cadde combattendo, in età di 74 anni. , Lissa (ant . /un) . Isola dell'a rcipelago da lm.1to, g1.'1 appartenente all'Austria-Ungheria. Il 16 settembre 19 18 fu occupala dagli Italiani, i quali la sgombrarono nel giugno 1921, perchè dal trattato di Rapallo fu a,segnata alla Jugoslavia . Ha una superficie di 101 Kmq. cd una popola zinne di 5500 ab. È separata da quella di Lesina dal Canale di L. SILlla costa set tentrionale si apre una baia stcctta e profonda, che I' Amtria-Ungheria aveva fortificato: in fondo ad essa è situato il capoluogo L. nel porto San Giorg io, d ifeso dalle fortificazio ni sulle coll ine e sullo scoglio Hoste. Le sue acque furono teatro di parecchie battaglie: nel 384 a . C. Dioni>io di Siracusa vi sconfisse gli Jllir'ì; nel 229 i Romani, accorsi in aiuto di L. assed iata dagli Illiri, riportarono una grande vittoria su questi ultimi, obbligandoli

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a levare l'assedio e a ch iedere pace. !\:cl medioevo L. fu dominio dei Bizantini e nel 995 Pietro Orseolo li la fece cnnqu isrn re da Badoero Bragad ino , ammir. veneziano. I Veneziani ebbero L. dcfinitivamenre nd 1420. Nel 1483 fo devastata dalla Ootta degli Aragonc., i. All'epoca di Napoleone . l'isola fu occu pata a vice1Hfa dai Russi, dai Francesi e dagli Inglesi. Durante la grande guerra /.. fu ripetutamente bombardata da 11a,·i cd aeroplani italiani.

I. Combn1ti11m110 di Lissa (1So5). Appartiene alle guerre · dell'Impero napokonico. Il 5 dicembre 1So5 una squadriglia di corsari , composta dal « Masscna ", comandato da Giuseppe Bavastro, dal " Verdicr », al comando del Prébois e dal • Pino », comandante Bartolomeo Paoli, si incontrò nelle acque di L. con un 'altra comandata cd equipaggiata da Schiavoni delle Bocche di Canaro, battente bandiera austri:1ca e composta di tre brigantini e due polacche. Ba" astro si ponò a tiro corto e poi abbordò t· :1.n1marlnò succcssivan,entc un brigantino e le due po~ Iucche: le prede furono condotte in Ancona. I legni ila• liani ebbero 5 ferit i: g li avversari due comandanti uccisi 1: 15 marinai feriti. Il. Inmrsiom: ndl'isola di l.is.ra (,8 10). Per far cessare 11 danno che gli lnglc,i con le loro navi da guerra e com1re, d 1c avevano il punto principale d'appoggio nel1'isola di L., procurav,1110 ai commercio dell a Fran,-ia e elci suoi alleaci, il ,•iccrè Eugenio decise di impadronirsi dcll'i<ola e ne diede incarico al capitano di vascello Oubordieu, che co111a ndava una divis. di 7 navi. La spedizione la.,_,,, Ancona il 19 ouobre. a,·,·nrk, a bordo un bgl. d i fonccria col col. <,ifAenga; le navi deucro fondo il 2~ ~ l'orto S. Giorgio. ))ubord ieu sbarcò il bgl. senza incontrare resistenza da parte dc, pochissimi Inglesi che erano a g uardia d i molte navi predate e cli alue navi britanniche ivi ancorate. Ma tanto il Gifflenga quanto il Oubordicu, temendo qualche a11acco da parte della divis. inglese Hu,te, che incrociava in Adriatico, decisero di rimbarcare le truppe, por1ar via quanti bastimenti fosse possibile, bruciare gli altri e fare ritorno in Ancona. III. Ba11aglia di li,s.1 ( 13 marzo 1811). In seguilo a o rdini elci , icerè Eugenio, la spedizione fu ripetuta con 10 na\'i, armate çun 274 cannoni e montata d:.1 2500 u. al comando riel Duhordicu, che aveva imbarcato il col. Gi!Aenga con un corpo di occupazione. J.asci:1w Ancona I' 11 marzo, il 13 giunse in vista di /.. nelle cui acque trovò la divis . inglese Hoste. composta di quatuo navi, con 886 u. e 124 cannoni. li primo urto con le na,·i inglesi fu sosten uto da lla nave del Dubordieu, che aveva soprav:inzato le altre. e che rimase ucciso ai primi colpi d i cannone . La sua nave dette sugli scogli e fu fatta saltare dall'equipaggio che si mise in salvo a terra. Delle navi franco-italiane che sopraggiunge,•ano, ue furono catt urate, dopo vivace lotta, tre si rifugiarono a J.e·sinn, le al tre tornarono ad Ancona. Gli Inglesi ebbero a bordo 45 morii e q5 feriti; più gravi ma imprecisate le perdite franco-italiane, frn le qual i il comandante della Q Bellona •, l'udinese Giuseppe Duodo. TV . Auacm di Lissa (1866). Appartiene alla guerra di quell 'anno per l'Unilà (V.) d 'Italia. In seguito agli or· clini ricernti, la Horra italiana, agli ordini dell'ammir. Persano, attaccò il 18 luglio le fortificazioni dell'isola. La divi ~. dell'ammir. Vacca bombardò le batterie di porto Comisa, ottenendo scarsi risultati; la divis. ddl'amm,r. A lbini le baneroè d i Porto Mancgo; le corazzate agli ordini dircui del l'ersano auaccarono il forte San Giorgio:


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•-

~\.-

'!/Q,Ja...-... . La florra italin1,:1 bo"1b3rd:l

la ,\ For1111d.1bik u~ agli ordini tld S.:1n1t Bun. ct\':.ll7.Ù a breve clistam,a dal forte e con tiro bene aggiustalo ne fact.:va ~alu rc l:1 polv<:rit'.ra, mentre il R1boty 1 col ll Jh: di Portogallo » faceva lo stesso contro la batteria Schmich. li i 9 il furn;o w ntinuò , recando danni a lle opere. Ma la 111Jttin.1 del 20 , cniva segnalato l'arrivo dell,1 notta au,iriaca . Al lora il Pcrsano abb.1ndonò l "attac.o dell "isola e ord111ò alla Ootta di prepararsi a cmnbat1crc. V. H111taglù1 di f..,ù.w (20 luglio 1866). J;am111ir. Pcrsano aveva

di

suoi ordini

12

ct1razzr\lc e 9 n~vi iu legno; ~gli

w Clv"/ometri 2 3 w e> LEGNI

}AUSTRO

-CORAZZATE UNGARI·

CHE

ç>LEGNI

} ITALIA·

♦CORAZZATE NE

fonì ùi I.issa ( 19 l,i,glio , 866)

dispo,c che la floua a\':lnza,-c in linea di lì la. corauate rn testa : sU-rnizio del mov1men10 pa,sò ,ull" « Affomlatorc ,,. ahbandonando il ,, Re d"Italia », e ciò non fu a"crtito da tulti i com:mdanti del le n,1vi it:1 lianc. L'ammir. :1uslrittco Tegctthofi a,·c,·a con sè 7 n:avi coraz"•Uc, ,<..·guite da 19 navi iri legno. La formazione, piu ltostn comp.ma. ,-enne .1 trovar,i di tìanco alla line,r dr fila delle cornzatc italia ne, e la tagliò poco dopo le ore 11, fra 1·., Anron.1 " e 11 Re d' Italia ,,, cercando di investire il c,·11trn della linea, e 1rovando vi, a tcsistcn7.a ndk • intanto pitg:a }l si 1.~orazzatc 113liane. L ·a111mir . Vacca nistra. con l'in1cnzione di attaccare la co<la della forma 1.1one ncn11ca, cornpoHa di navi in kgno, n,n la mannvra viene ostacolata dal fuoco dcll'an-er~rio. La lotta diviene duello t rJ na,e e Havc, e la peggio 1ocrn alle i tal i.mc. li "Re <l'Italia», comandante Fa:i di Bruno, a,endo ricevuto uu colpo che gl i ha inutilizzato il timone, è con faciliti\ speronato dal « Ferdinando M,1x • e C<>la a prcco 111 due minuti con t11llo l'eq uipaggio. Il « Ile di Ponogallo •• circondato da parecchie navi nemiche, riesce a , tento a disimpcgn.ir,i. La ,, Palestro • lia per il fuoco nemico 1"111crn<l10 a bordo; il cornandan1c , Cr1ppdlini, al1.rga la S:111ta Barbara e manovra per uscire dal teatro della lotrn. aiuuto da navi ital iane. Ma all ' improvviso la Santa Barbara esplode, e in un attimo la nave è annientata. La ci San Martino >l è g ravcn 1cntc danneggiata, rna riesce a u-.cire d,t un gruppo <li na, i nemiche e ad av\"i-

ri nar.)t al le navi del Vacca . L' .. Ancona,> e Ja « Vare~e >>, nd mano, rare contro una coraz7.3ta austriaca, finirono per i11vcs1 irsi, con danni all:t seconda.

L'amn1ir.

Varca.

d1e 1gnor:t,·a do,·c fosse il coman<lantt.·, ordinò alle nan d,e :l\'cva raccolte di formare un.\ nuova linea di fila: otto corazzate,

che

si

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:i.ud•ovc:,,t ,

1ncnt"1 c i l

Tegcuhoff dirigeva ,·crso l°i,ola di f.. Solamt·ntc ,crso le 11 .40, quando cioè la bau aglia po1cva dirsi term in ata, i ,..:)!nali di comando partt'nti dal!" .. Affondatore " fu10 110 vedut i: ('"~i ordina,~rno la racciu alla llol l,l nc.·mil.:'il che si allontanava dal teatro cldla b.maglia. La flotta 1t;iliar1a è pre\lO riun ita, 111~1 intanro qudlj austriaca ~ entrata a Porco San Giorgio. Può telegrafare il Pc"'""' di t::~stn: ri 1nasro « padrone ddk· ac1.1ut= del combattunc..-nto ;;, rna non ha O!-!:.llO con le navi riun ite cii pion 1Uart: <tn.:ora sulla Ouua

Onttaglin dì L issa (, S66)

ncrnica, e

~i dirige

or:1

~u

i\Ot"OO;l,

rinun-

ciando alla pronta rivincita, cbc una ,naggiur decisione da parte .)ua avrebbe, ,•crso mcz7.ogÌorno o ,.;;ub.irn dopo, resa ~ncora possibile. La condona dell',11nmirag lio lo condusse da,anti al Senato costi1uito 111 , \ lta Corte di Giu-


L1s

LIT

6 17 -

s1izia, e ne uscì radiato dai ruoli della R. Marin.1. L 'lta lia aveva perduto due navi; I' AustrM nessuna. Le pcrditt· in uomini ammontarono a 620 morli e 40 fcritì s ulle navi it a liane, ;i 38 morti e r38 feriti su lle nav i austriach e.

alpini, nel qua l corpo rag1;iunsc il g ra dr, rii tcrl. colonnello nel 1905. In P. A. nel 1909, fu promosso colonnello nel 1912. Nella riserva ebbe il grado ,1, gencrak di brigata

Lissone (.ln1011io). Scrittore milanese. Fu capitano nei Dragoni d i Napoleone. Scrisse : " Oi fcsct del l'onore del le armi italiane ,,; tt Fatti storici mili1:1 ri dcll\:r:ì no::.l r:1 >); .. Lc11erc ,ugl, ltaliarn in Ca1alogoa •; " Compendio <ldla storia mil itar<' italiana dal 'i92 al 1815 » : « Dd l'escrcito piemoutc~c e della g u:-irdia n:izionalc >>; traJti-.. 1,l' con no((; e aggiunte 1., ,, Storia d i 1u11a l'Alkmai:na ,,.

Little-Big- H orn . Fiume degli Sta11 lJnit,, nel ~lontanJ, sub:tCAuente del Missuri. :'-Jd 1876 gl i Amrricani impo,uo all e trib,, dei Siux. comandat<.: dal capo Sitting Bl1 ll, di abhan<lon:ue i terncon ove si trovav:mn. !)Cr ,,~1biJin,i ndle r i~<.: r\'c loro :1:--:-.e;:gn:Hc . G li l nd1ani ritiutarono e ,;;i conn·n~ trarouo pn:s~,, il L.1-Lfl. Cont ro il \oh, campo mo:-.,<· il col. Custcr. cumand.tntt'.' il i reg.~. di cavaHcna. Divi),I la sua truppa i11 due d1~la(Lamcnt1, Li..trirb gli lmliani. g1un-

Lista di pun izione. Tipo speciale d i p11 111zio11e non grave:, in U!tO tuttorn nelle marine da gucrr:i. Il 111arin:llo che commette una lieve mancan,.a di disciplina ,iene pu• nito con uno o più giorni di l. d i p u ni.,,io nc. Ciò sign ifica che 111 tutte le ore <li riposo. e spccialmcn1c dopo il pranzo e b cena, i compon(·nti iale L. :,ono chiamati a poppa del la nave med iante uno s peciale segnale d i tromba, e vengono afli dari a loro p iccoli h\\OJ'i. s pcc ialmemc di pulizia e di ra:,:,e1to, l;t\on che dur.ino in gc neralc pe r lllllo il tem po dcll,t rineazionc. L iste di leva. S<mo documenti la èui compilazione è di spettanza dei m unicipi. Il 1° g-cnn:110 di ogni anno i municipi devono pubb lica re apposito 1n:111 ifestn, med iante

ne l 1<J23.

gcn<lo ~ino ~il la renda do\'e i (;:ipì sta\ ano a ,onsiglio: e intanto ~i incendiò il ,ampo. 111ass:1cr.111do donne e bambim. I guerrieri Siux, ,!,andatisi ,11 primo uno. n:,pin,crn g li inv asori dd çarnpo e corsi.:rn addn.,.so ~tl col. Custer ..:lw, cui rimanente. ;l\·e,·a. occupata un 'alru1a ,·teina. Superiori in numero e bene arm:1ti, mt,:u:c.1ro110 con :tccanimcnco gli

Amer icani, d1c, dopo un~1 giornat a d i ..:omh:1 (timcnto :--cnza ,1uanicre, tìnirono col l'essere llllti uccisi. A scrJ il colon ndlo, che con un troncone cli spa<IA nelle mani rcsisic,·a

u1 rimo dt.:1 ~uoi, ra dd~ fra i c..u.favt:ri . In ~cgno di amm1r>!7.Ìo nc p,·r il s uo cmismo g li Indiani, che a rutti i raduti 10lscro if sanguino,o troieo delle capigliature:. ne ri,pc ttuono la salma .

il quale tutt i i giovani che t·rltro l"anno com pia no il 18<>

anno di c1à -.ono ",c;rtiti dclrobbligo che loro incombe d i farsi iscri,·cre su lle L. di leva. ,\!,,uni giorni dopo 1•affi~sionc di tale m:rnifesto, i m Lmkip i prov,'triono ~l for compilar~· le schede per.on.,li di llllll i gim .ini, che si trov;rno nc:llc condi,.1011 i sudde1te, n:tl! nel tcrriLorio de l comune e di quell i che, pur ,ssen do nari a ltrove, sono rcside111i nel comune stesso, dando per <111e,ti contemporaneamente avvbo ai comun i d i 11ascita pt.:r evitare una du~ plicc i,crizio n c. Qu indi ve n1;ono compi late le I~. d i leva. che dal 1" al 15 febbraio sono p u bblicate dai comun i pcrchè gl i interessati possano prenderne visione. Nel mese di a prile una copia delle ( .. di leva, con k relative sch ede pcr,onali, sono inviate dai municipi all'uffino prov111cialc di leva .

L itta (Po mpeo). ~aµgio rc e storiw rni la11csc ( ri81-1852J. Studi,ì archi1c1111ra SOilo il Cagnola cd a veni 'anni di,ennc cannoniere ne1!'a rt. na poleonica . Partcc,pù alle h.m,tglic d r Ulma. 1\ustcr litz~ Sadlc, R:w h e \Vagran1 . D i\·(;n uto m :1g .. giorc ebbe I 'incarirn di ,·igilare e difcudcre la co,1a a<lri,1tica fra il Tronto e il Po , minacciata dagli !ngksi. >:cl 1814 partec ipi) alla d ifesa d i /\nC0na :isserl iat a dal le m ilizie 11apole1anc . La><:iato I \:.crcito si dedicò a st udi storici e pul,blicì, le " Famiglie celebri d'll:ol,a •· . :\'cl 1841-> lu chia1t1alo d,1i Milanesi a presiedere il <lic:istcro della g ,ic r-r.t nel 1,ro,·er no p rovvi!>ot'Ìr'.I di L omba.rdi:1 e dopo cm ign', 111 Piemonte.

Liw, ,Wodig/iani nob. patrizio milant'S<' Virtorio, Grnn;i lc. n. a :Vlilano nel 186o. Sotto t. di cavalleria nel 18;9. fo-c quencò poi la scuola di gucrr"- ('..,,Jonncllo comand:ontc i lancieri d i F irenze ne l 1910, partecipò alla g uerra lib ir ;i . Ma!!g. gcncr,1le nel , 914 . comandò la scuola d i caval k-11a rii Pinerolo. Tcn. generale nel 1916, comandò 111 guerr:1 I., 2a. divj!>. cli cuvallnia me rita11do~i nei giorni dclb viuon:i finale la c roce da cav. dcll'O , M. S. In P. A. S . nel 1 y20. passb nella ri,en·a nel 1y29 d,,cnendo contcmporaneamcnt,· gcncrnle di C. d 'A rmata. L ittardi (Camilla). Generale, n. nel 1857, m. a Torino nel I<)26. Sotto!. di fanteria nel 18i9, passò poi negli

Li ttore. NeU-an1. Roma, ufficiale pubblico. a<ldcuo al ~<.·n •izio d el le auturit;, supreme dd1a magistrawra ed 1n~·a. rirnto del la e secuzione de lle sen ten ze penali. La sua 111s<'gna era il fascio Iilloriu (\'. ) che portava nclb mano ,r. appoggiaw ali;, ,palla. Pare ch e i / .. fossero rreati da Romolo, e la loro ht1tuzione durò tino al principio clell'tmpero. Esso prcrc<lcvano i11 n11mern di 2.1 i d ina lon. in nurnero di

12

i cun!,,oli. di 6 i

proconsoli, , pretori , i m,,.·,rri cicli:, cav;tl lcria : d i 12 il prc•1orc dcli:, città . Ordi1wri;amcntc i / •.• in citt:'i, norJ portavano 11 fascio, 111.J. 1ndo,,.1\"ano la toga . E,~i :n'e,·ano anche il ...:nrn p ilo rii rrncrc ., t"rrno l:o fo!l:1, d i far rimanere ogni 11 ibù al ,uo posto e di racciarc i ~cdiz1osi.

Lituani a, Stato ind1pendc111c re puhblicano <lcll"Eurnpa. sul 1t1ar Balr...itton: rom ano t ico, nel b~cino dr ) Nicmc n , ..:onfìrn.•gli cs.erciri na11tc con Len oni~. JJo loni,1, Ger mania. C.1p11ale Kauna,. ~uper11c1c 56.000 Kmq. , :rb. 2 ..\00 .000. Fu Granducato inthpendrn1,•, con capitale V, lrrn. nel ,cwlo X lii. cd e bbe a l1J11are contro , Mongoli ac! oriente. e ,·0111ro i ca,alieri àcll'Ord1ne Teutonico ad occidente. Ma riuscì a fronteggiarli e d a baucrli. m a utcncn do la propr ia liheri:ì. I cavalieri f u mno ,confini cldìni11vamcn1c a l'anncnberg nel qw. e ciò ,cgnò l'a pogeo della potcnz.t l,tu,ina. che cr.r ;,rriva1.1 alle pone; d i Mos( a , e ,i ua ,pinta ti no a l mar N.-rn . Sul l:r li nc rld scc. X\. Li / .. fu per matrimonio pnncopesco unita alla Polonia . In ,cgu ico alle dcc,,ooni della Dieta <l1 Lubhno ( 1569) la L. ,·,nne add irillu r:, "·'°gg-cu:,ta all,t Polonia , e di quc~1a ~c~uì le soni. ancht· nelle ,lu.:cesst\'C: ~partizioni che portarono .,Ila scomparsa th quello Stato . Allora la L. a o riente de l Nicmc n passò a ll a Russia. Durante le g ue rre napoleoniche molri Lituani, insit·me cou i Polacchi, si bat• tcron,, nelle lile francesi. '-!cl ,~.30 e nel 1863. i Lituani


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LIT

furono a fianco dei Polaccht nelle due rivolte con tro i Russi. Scoppiata la guerra mondiale. la L. fu p1e,10 invasa e occupa ta chi Tedeschi. ta111u che la rivoluzione russa del 1917 non ebbe c he scarsa eco in un territorio wggcno alb leggt· marziale . Nel 1918 i nazionalisti lituani ten nero ( 16 tcbbraio) un Consig lio nazionale a Kaunas e vi proclamarono l'indipendenza del loro paese, di cui proclamarono Vilna capitale. Scoppiata la guerr.t rm,u-pol.1cca . i Holscc• vichi. viuonosi all'inizio, " spin.ero fino a Vilna, che occ upa ro110 :ill'inizio dd 1919. Ric:u;ciari dai Polacch i. , 13<)1,cevichi sgombrarono il territorio di Vilna . che fu occupa to d alle trup pe poi.teche. Ne l lug lio 1920 tornarono d i nuow, i Bolscevichi, e di nuo,·o do,·cuero sgombrarlo pcrchè battuti dai Polacchi. A llora i Litua n i si affrettarono ad oc-

serva d i reclu tamento » comp rende le milizie e,ccdcnti l'effettivo destinato all'in('Orporazionc nella forza bilanciata. Quale forza ausil i:ni:.t esiste un 'associazione ufficiale 11 Sau liu sajunga " che ha vari compiti: ,ervizio premilitare, ser \'i7.Ì

di rctrovja

o

ausiliari in caso di guerra , il 111.:intcni-

mento cieli 'ordine pubblico: comprende circa 40.000 uomin i al comando d i 1111 generale. I corsi di istruzione prcmilirnrc non sono obbligatori, ma recano privilegi nel servizio m,I. d egli in,critti ai corsi stessi. Aviazione. li corp<, degli aviatori fu cost ituito fin da l "!' 9· con m.1tcr iak residuato dall 'occupazione tedesca; pres.· parte nello stesso anno ai combattimenti contro i Bolsccv1Ch1. e nel 1920 .1lb carnpagna, insieme con i Polacchi, contro i Rmsi. In seguito, J'a, iazione lituana fu organizzat:1 su 6 squadriglie, ciascuna con 8 velivol i, da caccia, da osscr vazionc, da bombardamento notturno: gli apparecchi d.1 bmnbardamento sorio del tipo « Imolnik », cecoslov:1cchi, )!li altri di ,·ari tipi. In Memcl è una fabbrica di aeroplani: campi ~ono ~ Me111cl stesso e a Poniewi,ch . .\1ari11t1. La L . dispone di una sol:, na\'C (1931). un monitore d, 400 tonn ., a r inato d i 4 piccoli cannon i e di mi tr.1gliatrici. per il scn·izio di polizia nel porto di Memcl.

Lituo. Tron1b.1 lun_(!:t e ric urva della ca,·alkria, usat;i dai Romani . .l\vc\':t suono acu 10 e ,quillan1c cd era affidata ai /icitini.

Litun

Litzmann (Curio) . Generale pruss,ano e S<·rittorc mii.. nel , 850. Prese p,1r1c alla guerra franco-germanica <lei •hìO·ìl. Nel 1883 fu 1mcg-nan1c alla Scuola rnil. d, Mctz,

11.

Lituani della Guardia Imperiale 1\"~1polconica

cuparc Vil1rn. L a Società de lk Nnioni. invitata a decidere, inviò una Commissione che. in presenza dei rappresentanti polacchi e lituani . li »ò in ,.,na con k ren7.a te nu ra a S11valk i (7 ottobre 1920) i confini fr:i i due Stati. in modo che la con testata Vilna restava all.1 L. Due gwrn i dopo. il gctlC· raie palacco Zel igowski con un colpo di mano se ne impadro nì . cacciandone il piccolo p residio lituano. Invano la Società del le Na:r,ioni diede ragione al la L.: la Confcren,a degli Ambasciatori ( 15 marzo 1923) finl per sanzionare lo « stato d i fatto », ossia il colpo di mano. e la L. dO\eltc scegliere Kaunas per capitale. Le fu in vece, dalla stessa conferenza, att ribuito il territorio di Mcmcl. che era ,tato un tempo lituano, ed era diventaro tedesco per opera dei cava lieri te utonici nel scc. XIV. Esercito. Il presidente rld l, Repubblica è il comanda nt e in capo dc li 'cserciro. li rn inistero della Difes.1 nazio nale ,i occupa di ruuc le ,1uestioni concernenti ! 'organizzazione e l'anuninistrazjonc delle forze armate. L'esercito è compo~to di 3 divis. di fanteria compostr: da 3 regg. di fanteria a 3 bgl. d i 3 cp . fuci lie ri cd I cp. m itraglieri, ed I re~. d'art. da campagna a 4 btr. Vi sono inoltre: 1 brigata di ca va lleria di 2 regg., 1 rcgg. d 'art. pesante a 4 btr., e le truppe tecniche, comprendenti: 1 regg. geuio, I bgl . telegrafisti , 1 hg l. fel'rovieri , 1 bg l. a u tomobili. 1 g ruppo carri d 'as;alco. Effettivi di bilancio: ufficiali 1.38o, sottu(lici:1li 5.238, truppa 14.707. T utti i cittadini sono costre tti al servizio militare; gli obblighi cli servizio sono di 15 anni nell'cserciro attivo e nella sua riserva, e ro lnni ncll 'escrciro territoriale. La durata della ferma è di 2 anni per la fanteria e d i 3 anni per le altre armi . Una « ri -

~· nel t1Jo2 lu n ot11i11ato d irettore della Scuola cli guerra . :-Jcl HJ05 " ririrc', dal <n,.izio per dc<licars, alla anivit:\ d i ,cri t to re . La ,ua opera p rincipale è: " Comributo alla educazione tanie" dei no,tri ufficiali »; fra gli scritti minori

rkordcrernn: ,( Esercita.zio11i sul terreno per 11 traspono del lr lor?.c difen~i,·c >) : ,roi cli ca,·::allcria o, ccc.

I .iuto genovese ùd sec, X'V l

Liuto (o Leudo). Piccola nave genovese del ,cc. XVI a scafo gonfio, a un solo po nte e a d ue vele. Stazzava fino a 6o tonnellate cd era in genere adibita a ser\'izi di "igilanza costiera .


L1u

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Liutprando. Re dei Longobardi dal 71i al 744. C'..on~1uistò a i Bizan tini nel i28 Ravenna e la Pentapol i, estcn<.lenclo le sue conquiste tino allç March e. L 'anno seguente l'esarca Eutichio gli riprese le terre perdute, e poi ,i alici, con lui. nella guerra contro i duchi di Spoleto e di Bcnc\'ento. Nel 739 L. aiutò Carlo Martello contro i Saraceni. Liuzzi (C11ido). Generale, n. a Reggio Emilia nel 1866. Sottot. ,lei bersaglieri nel 1885, panc-cipò alla campagna italo -wrca (1911 - 12) ,,cl alla guerra 1915- 18, prima come CO• m;lllrl a ntc del settore V,11, lar,a, poi cornc Intenden te cl"Armata. meritando nella regione del Grappa la croce d i lifT. rlell'O . M . S. Insegn ante pres;O la Sct10, la di guerra nel 191 3, , C• OI\ a promo\\o magg. generale nel 1916 e dopo la guerra V{'ll i \'a nom in ato rnmandante ddb Scuola ,1css.1. Nel I 925 passò a ,0111.111dar,, l.t divis. di 'I reviso e pt,i ,1uelb di l',u.iova ; promosso gcn. di C. 11'.-\. nel 1928. \'enne nominaco comandante th ! Liuz7,i GtJido C. d"A. cli L:d inc . :--Jcl la Scuola di Guerra fondi, il " Gabinttto di Cultura ». Pubblicò: " Ricordi di 1111 cx Intendente d'Armala»: « Per Conferenze l'affratdbmcnto degli ,cucii ci\'ili e militari

e: prolu-.ioni 1) . Livadit i (Alessandro). Generale. n. nel 1865. Sonot. cli fanteria nel 1884. di,cnne colonnello comand,,nte il 90? ,eg)!.. ìantcria nel 1915. Partecipi> alla guerr;1 mondiale e nel 1918 an dò in P . /1. Nella riscrv;1 fu poi promu,so generale di brigata.

Liv ellazion2 (Topografia). Operazione intesa allo scopo d i dcterm i11arc la d iffe re nza d i livello u a clue o più punti e la quot.1 di essi sul livello medio dei mari. « trigonomcuica • e .. geometrica • . La prima ~i ha quando la dif • ferenza ,li li,·dlo tra due punti "ime a dctNminarsi in funz ione dd la dista nza o rizzon tak che separa i punt i stessi, e dell'angolo di elevazione o dep ressione che la congiu n gente cli c"i forma col piano orizzontale. In tal caso ci ,i serve d.-1 cannocchiale distanziametrico, del tdcmetro o ~luo. Si h a u n a /,. geometrica, tJUHndo la d ,ffercnza d , livello fra due p unti viene a dc ten11ina rsi clircuamclllC con un livello. senza dover ricorrere alla misura della distnnza e dcl!'an,::olo. Livellar.ione g,·omerrim di f'l'l'C15io11e : i ccJtlline n ti e le i~ole sono aura\'cr~:tti da grandi linee d i L .. colleg anti tra loro le ,tazioni mareografiche. Lungo dì esse si stahiliocono qu<.>tc Jssolutamente di punti bene individuati con upp osìti s<.gnali , ai qua li poi ,ono collegati, con operazioni 1r igonomcrrichc, i punti geo detici vicini . J lavor i per ta le !i,·ella:i:ionc sono compiuti, in Italia, dall'l stituto geografico militare.

L ivelli \Topografia). Princ ipali strume nti di livello sono : I·arch ipenzolo, il L . ad acqua, il L. a bolla d'aria, il L . a cannocchiale. Quel!i più comunemente adoperati per uso topografico >OIIO: il L. a holla d'aria, che trovasi unito a t7uasi tutti g lì a ltri struine nti d i una certa p recisione 1 e q ue llo a can nocch ia le, costituito da un cannocch iale astro-

nomico collimatore. sormontato da un / .. a bolla d'aria, il tutto disposto ,u di u n so,tegno e sorretto d a un treppiede. Frn i L. a c annocchia l,~ a dope ra li dall'[st itu lO geografico mii. da segnalare: il L. Achnclt, il Trougthon e Sirnms, il Lenoir, l'Egault, il Salmoiraghi, atto anche a misure di angoli verticali. Per la livellazione di precisione, I'lstit1110 a do però, fi n dal 1879, livelli Pi,tor e Martins, livelli Srnrke rimasti in uso sino al 1890 . Si ebbero, po,. li,·dli llertbelemy e, finalmente, livelli Zeiss di piccolo e grande modello. Piccoli strument i da adoperarsi nelle li\'d l:w.ioni spcditivc sono: il livelletto a collimatore pen, dente, strum ento tascabile irleato dal col. Goulier, il livdkuo inglese, il hvdlctro Abncy, cd altri, i quali ultimi dànno anche modo di rleterminare rapirlamcntc e con su[. ficiente approssimnione i l va lore d i 1111 angolo verticale. dal quale ,i oct ienc, per mc:tw d i appoiita tabclb, il v:1lore della pendenza corrispondente.

Livens projector. -Strumento ingle,c per il lancio dc, gas a,fì:-..~iant i. Adoperato <lun1otc la gn.rndc guerra, aveva una portata da m. 460 a m. 1300.

Livenza. Fiume del \'cn,·111. Nasce ncll'Ctlinese, da varie ,orgcnti; ha vari affluenl1, fra i c1uali il Montic:ino e il Mn luna: tlopc, u n corso di 115 Km. sbocca nel , l'Adn auco. a,-cndo acque profonde inguadabili dalla rnntlucnza col tl.leduna 111 pm. F.sscnclo il suo corso intcrpo,to t ra quelli dt:I l'agliamento e ciel Piave. ebbe una parte m olto i111porta n1e nel ripiegamento da ll '[son?o a l Pi:tvc. ad! \,uobre- no,-cmbrc 1917, e 11<.:ll'avanz.ata dell'anno ,c;::uenre. Ndl'ordimm· il ripiegamento d.1lla linea del Tagliamento a qudla del Piave, il mattino del 4 nm·cmbrt. il Coma ndo Sup remo dispose che la 2• arm:lla, q u a lora non fosse premuta d:l considerevoli forze avv<.'rsarie. dovcs~c sostare uno o due giorni sulla / ... per dar tempo d1 predisporre lo schieramento lungo il Piave. Le truppe clc!la 2~ a rmata, infatti , r~ggiunsero il co rso tld h ume nel pomeriggio del giorno 5, m entre fin da l mezzogiorno ne avevano iniziato il passaggio i grossi dell.1 3• armata. '>essun disturbo da parte anersana. A sera le truppe delle due a rmale erano sulla d r. della L ., con le retroguardie sulla spnnda orientale; umi i pont i ad o rie nte de ll a / .. erano già distrutti, memrc sulla L. stessa era stato fauo saltare solamente il ponte !erro, ia rio di Sacile. A Pòlccnigo la zri ar mata aveva mantenuto una solida testa di ponte, per ri servare q uel pa ssaggio alle due d iv isioni d ella Carnia (36• e 63•) qualora !o,sero ri uscite a sboccare in piano. !',;ella !,'lOrnata ciel 6, la 3• annata proseguì il ,uo m ovimento verso il Piave, mentre la 2• manteneva grossi nuclei d i re troguard ia sulla L., con l 'o,·dinc d i protr:ir rc la rcsi,tcnza a d oltranza. Un ten tativo di passaggio del fiume. per pane di panugl,c della 12• divis. germanica, nel pomeriggio, fu facilmente infranto. Dopo il tramonto. il n emico prese a lanciare s u Sac ile bombe incen diarie, impegna,1do anche un vivo comba ttimento contro la difesa della testa di ponte. La pressione a\'versaria si andò facendo sempre più intensa durante la notte . e nella mattinata d el 7 , verso le ore J r ,30, la 12• d ivis. germanica riuscì a passare la L. p resso il ponte della ferrovia, a Cavolano e Fiaschetti. Ma ormai le nostre: truppe di~locate lungo il fiume avevano già assolto alla loro funzione ritard atrice. ,. ne lla giornata del 7, quindi , di.strutti tutti i ponti Slilla L .. esse ripicg,lJ'o no verso il Mon ticano cd il Pia,·e. Nella battaglia di Vittorio Veneto, pronunciatasi il giorno 30 ouobrc la roltl austriaca, ,1 Coman do S upremo d iede subito gli ordini per l'inseg u ionen to del nemico ;' a ll a 3'


Liv

-

10:t arrrwta wccava l'onore di av::Hl%arc, attraverso il Friu li liberato, v{'rsn il Taglia.mento e l'Isonzo. Intanto il

t

620 -

Liv

e ripiegare sopra Bormio, ai Bagni , dove il R ohan raggi until i li sconfisse nuovame nte.

Corpo di cava lleria, lanciatosi nel pi ano, raggiungeva, nelle

p rime ore del poincriggio del 31 , la L.; la 2 • hrigarn (teggirncnti (;e nova e Novara) piombava sul nem ico c lic si :-ipprestava a Ji~ti uggcrc il pon te di Fi aschetti, e con una lo sgon1inava e pa.s~:iva lH.:r prim::i il Qualche ora dopo, le truppe della 1 0• armata e c.k lla 3• attraversa vano tu tre il fiume; d" Sacilc a Mo tta la p rima , da Motta a l m;1re la seconda . li g iorno d opo, le due annate con tinuavano la ma rc ia \·iuoriosa verso il T a ... g lia men to . (~irica i nipttuosa,

fiume.

Livio (Mano Salinato1·e). Console romano del scc . fl[ a. C . Nel 219 vinse gli Il liri e nel 207 sconfisse, a l Mc. tau ro , A sdrubale. d i cu i fece gettare la testa 11cl ca m po di Ann ibale . Livorno. C ittà marittim a , capo!. di provincia, a r4 Krn. a sud della foce dcli' Arno . È <l i orig ine incerta; i p ri rni ricordi precisi de lla s ua es istenza rim o nta no a l IOJì, quando

l . i tJcnZ(! . Nave cisterna_, var~ ta 1JC.·I 189:! cJai cantieri dci lo Stabi limento tecnico Trlc.:stino; dis loc.;amcnw <( :aan-

dard >> ton n. 2 20; lung a m . 28 1 08, larga m . 6~73; appa rato 1 \ docità 8 ,2 miglia. Pcr~onal;.: d'ar~ rn~m1ento : .13 uomin i d ·t'quipaggio.

motore di 120 c:1valli 1

Liverdun. Comune d e lla Franc ia, nel cl ip . d i Mcunhcct-Mosclk. V i fu coocluso (26 g iugno 1632) un tratrnto fra il re Luigi X lii di Francia e il d uca d i Loren a , nd qu;1 le s i conkrmava il prcçcdente tran ato d i Vie : in base a ciò, il duca cedeva :JI re Sten ay , Ck-rmon t, llar. Livi (Ridolfo). Gene rale medico, 11 . a Prato, m. a f'i. rcnz~ ( ,856- 1920). So ttot. m ed ico nel 1878, fu in A frica nel ,887-1888. Colonnello nel r9 r2 , coma ndò la scuola d'applicazione rli sanità mi i. Mag g . generale nel r9 r7. f u a lungo a dde 110 a li ' is pettorato d i sanità m il. Libero docente d i antropologi:, ali ' U niversità d i Roma, pubblicò un ·o pera poderosa : « Antropometrica M ilitare ,, . I.ivi Scipiont·. Generale, n . a Sieua nel 1862. Sottot. di are nel 1882, freq uentò poi la scuola d i guerra . D a l 1907 insegnò ge"grafia alla scuola m ii. di Modena e nel 1913 andò in P. A . Promosso colonnel lo nel 1914, fu r ichiamato durante la guerra e f-u addetto ad un coniando cl 'art. d ivisiona le . Brigadie re generale nel 1918, dopo la guerra p :issò nei ruoli della risn va. Pubblicò delle « Sinossi di geog rafia )).

Livigno. Cornunc in pro,•. di Sondrio ne lla va llata omonima . La va lle d i L. fu teatro d i vicende g uerresche , specialm e nte n ei s<:c. XV I e XVH. Per essa scesero più volte i Grigion i , quando , ùopo la rivo lta dc:l t< Sacro Macello }1 1 tentaro no d i sottomettere la V a ltellina; nei d in torni di L. n el 16_35 furono sorpresi g li Im peria li di F e rnan,onl d oi Francesi d , Rohan. p iombati da ll 'Eng ad in a, t. do po ~rcan ito combattimc nrn. st:o nfitt i, dovettero passare lo SpOl

Antica bana1t:ra Sternma di LiYorno

della J\llarina livornese

no n era ch e un castello fe u dale alla d ipcnurnza ri i Porro Pisano, d i cu i seg uì le sorti d opo la b:utaglia della Mcloria (u83). Nel r,1i1 Genova la vendette a lla l{epubblica t-iorenti11a a lla qua le rimase poi sempre fedele . Lu sviluppo " le prosp erità maggiori le ven nero d ;,i Medic i. Cos imo I dichia rò L . porto fra nco, fece costruire l ' arsenak , e la cin se d i mu ra . Ferdinando l la fortificò e ne a mpliò il porto in 111m1icra ria po ter ricoverare anche il grosso navig lio da guerra. <, li architetti Rodolfo Dudley, fuoru:,;cjto inglese:, Lorenzo Pun tarmi e il Buontalc11 ti vi furono lu ngamente impiegat i pe r lavori e piani (onifìcatori. A ll'epoca dclb R ivo lu:,ione francese e di Napoleon,· L . seguì le sorti della T <>scana. Nel 1849, dopo la battaglia rii N o vara, qua ndo tutti s'i nchin'1vano ai vi 11cito ri, L . chiuse le porte in faccia agli J\listriaci ed i suoi cittadini com bauerono va lorosamente cont"ro i solchu i de l g<"ncra lc Crc::n nevillc su lle mura e per le strade. Per ra l fa tto tu asseg nata a l Comune d i L. la medaglia d 'oro <li ben emerenza (R . D. 11 marzo 1906). Nel 1859, 1860 e ne l 1866 L. de tte un fon i.s:si mo con rrngcnte di volontari pe r le gue1rc..· della Ind iprndcnza . L. " serie del 13" Distretto m ii., della 2·' d ivis . tcrritor ia le del V li C . d 'A . (F ire n1.e) e del! ' Accademia Navale . Nel 1 <)26 v i fu istituito un Coman do SUf)eriore navale .

I. Asstdio di Livorno (1496). Appartiene a lle lotte tra la repuhhlica fio rentina e quella pisana. Chi~1n1ato 1n aiuro

La flotta repubblicana franc~se a L ivorno ( 1796)


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La fortezza ,·ccchia di Livorno com'è :1ttualmc1He

dai P1s:rni, che foccvano parte <lelb lega contro i Fraocesi, l'impi.:ratorc Massimiliano I scese in Italia con un piccolo escrnto dirigendosi a Genova. Qui rrnvatc le galere ,enezi:,nc e quelle genovesi che lo :tspettavano. con c,,:.c J'8 onobre r496 salpò alla volta di P isa , di dove 1nc»sc per assc<li.1re L., piazzaforre dei Fiorentini alleali <li Fr,rncia. L'a,scdio di L ., difesa da un Be1rmo Rica,oli. fu suhito intrapreso da terra e <la ma«·. ma la 1i\'ali1à t ra i Veneziani e lo Sforzn per il posst''>O di L. dopo che la ciuiì fosse stara presa. rendeva inu11lc l'attivit.'i mii. ckll'impcra1nrc. I.a guarnigione di L. in due •mrtiic :i,TLI sco,,o gli as;r.c:l ian1i cd Lh't:i-,o loro molta

cc,nrinuare Pa~~edio, e, ricondo tte duessc \'erso la Lombardia.

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truppt a

II. Combnttimemo di l.ivomo (1653). Appart iene alla !(Ucrra fra Inglesi e Ola11des1, e si svolse d,i>·anti al porto <li Li\'orno fra una flotta inglc., c, al romande, dcli 'ammir. Radile)', e una olande,c. comandat,t clall':1mmir. \',111 Galcn. Al primo urlo, un vascello inglese saltò in aria,

e poco dopo un altro fu preso dagli Olandesi. Il Badilcy ,i ritirò verso l 'F.lba, invano inseguito dal Van Galcn. ti quale, ferito. tornò a L. dove mnrl pochi giorni dopo.

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Fortezza di l. ivorno (scc. XVJJI) gente. Oal rnn rn loro i T edesch i, ino ltrnrisi al di In di Cecina. a,·crnno occupato e ~,echeggiato Bolgheri e Castagneto uccidendone gli abit:1nti, e la stessa sorte stava per toccare anche a Bibbona, q uando apJJarve dava111i a L. una ffotta francese, con carico di frumento e sold:1ti. Le navi a llcatc, costre tte dal vento a starsene ripat:1te dietro la Meloria, a\'C\':tnO lasciato libero il porto cd i Fr:.111<:esi vi entrarono a. piene vele. L 'aiuro agli assed iati fu decisivo, tanto più che il 14 novembre, sopraggiunta una ti.era burrasca , le navi :1ssedianti ne furono talmente clanncggiatc che l'imperatore riconobbe l'impossibilità di

Fortc;,.~a ,·ccchi,'l di Lh·omo (scc. X\'11)

III. Allac,·o di Livorno (1813). Dopo la rottura di Murat con Kapolcone un corpo anglo-siculo al coniando cli lord Bcntinck aveva ~1~sunto ! 'incarico di 1ninac<.·iarc h.: c()l,,lc toscane e di occupare L., Viareggio e Gc,uJ\'a, in manie ra d;1 tagliare :,I viccrè F.ugcnio le comunicazioni col l'iemonte. Fallito il tentativo di Viareggio, il 13 dicembre u n reparto co ndotto dal tcn. col. Catinelli composto di Anglo-Siculi, sbarcò presso L. I posti sulla costa furo no respinti o pre~i, i sobborghi della città che erano indifesi fu rono occupa ti. Nella piazza i Francci i si accinsero a d ifcn-


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dersi e a mantenere l'orc.line, giacchè il popolo parteggiava per gli Inglesi. Alle 7,40 del 14 dopo una inutile intimazione di resa alla guarnigione francese, cominciò rin vivo fuoco di fucileria ua gli Anglo-Siculi cd i Francesi comandati dal colonndlo Dupré, al quale si erano uniti i marinai della flottiglia toscana e i doganieri. Dupré fece

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Livorno: Torre del ~1arzocco

t irare dalle batterie senza riguardo per I·abitato. Il gcn . rouchin, che ~i tr0\ a,·a a Pi.s.a , avvertito. avan-z,ò ,·cno L. con un corpo raccogliticcio di circa 1000 li. cd alle 15 g li Ang lo-Siculi cessarono il fuoco per muovergli contro. :--Jon sccondato dalla guarnigione di l .. il gen. Pouchin cadde in una. imboscat:1 sulla via pis:tna, e subi te perdite abbastanza serie si ritirò a Pisa, dove si preparò alla di1

62.2 fe<a. Gli Anglo-Siculi non lo seguirono e ripresero le operazioni contro la ciuà. Bcntinck, che comanda,·a l°a11.acco, sperava aiuw da una sollevazione interna del popolo ostile ai Francesi, ma, venuta questa a mancare, fece evacuare i sobborghi e ordinò il rimbarco delle truppe ;:hc avevano avuto 300 u. fuori combattimento. Davanti :1 l. rimasero per alcuni giorni ancora 4 vasccll i e 4 fregate inglesi.

Livorno. Brigata di fanteria di linea che ritrae le sue origini dal 5° e 6° rcgg. di linea toscani, formati nel r859, il p rimo con due bgl. g randucali e il secondo con tre bgl. volontari, costituiti per la guerra di l ndipenden7.a. Il 30 dicembre di detto anno, i due regg. presero posto ncll 'ordine progressivo numerico dei regg. di fanteria dell'<·scrcito sardo, divenendo 33° e 34°. Prese parte alle ,egucnti campagne : 1859, 1866, r895-96 (Africa), 1903, 1904 (Cina), 19 11 e 1912. Durante la guerrn italo-austriaca 19151918. al posto del 34°, già distaccato a Rodi , fu costituito, coi bgl. (V, V e VI, un 34° bis che si sciolse il 1° ottobre 1919. L a brigata operò inizialmente sul Sabo tino e nella zona fra Val Peumica ed Oslavia, concor1enclo efficacemente alla conquista del « Dentino » del Sabotino e di q. 188, compiute rispettivamente il 23 ottobre cd il 20 novembre 1915. Per tali azioni. che couarono :dia brigarn la perdita di 3000 uomini fra i quali '!7 ufficiali, I~ ~uc bandiere ottennero la mcd. d·arµcnto JI ,·al. mii. Pas,ò quas, tutto il 1916 nelle Giudicarie nel ,ecwrc cl i Val Daone. Nel 1917 fu schierata prima nel ,cuore Fajci-Pecinka: cooperò poi con riparti del 33" alle azioni del maggio sul M. S,m to. Durante la battaglia della Hainsizza ( 17 agosto-12 seltcmbrc 19 17) pun tò da Descla ver,o q. 7-17, conquistandola insieme alle importanti poiizioni di Rame, Sveto, qq. 652 e 800. Si spinse poi fino all'orlo del Vallone di Chiapovano, conseguendo nuovi successi ,erso Podlaka e q . 878, che le ,•alsero la ,irnzione sul bollettino cli guerra del Cornando Supremo N. 824 del 26 agosto. Durante l'offensiva austro-tedesca

Livorno: Il pono veduto dall'alro


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d d l'mtobrc, la brigata, dopo successive resistenze al M . Koradae al M. Zuanin, ·r ipiegò. Il 7 novembre fu disciolta, per essere ricostituita il 22 dello stesso mese a Badia Polesi ne. Comba ttè poi a Col cl'Eche le e a Col Mo<chin, conqui,tando, nel settembre 1918, q. 800 e la Groucll.i. Sferrala la nostra offensiva finale, passò il Pia,•e a Crocetta Trevigiana d irige n dosi verse, Folina. Per la guerra il 33° costituì i rcgg. di milizia mobile 157° e 204°. Per effcuo della legge 11 mar7.0 1926 la L. ha assumo il nu mero d i 4• brigata d i fanteria , ed· è stata costituita su tre reggimenti : 33°, 34° e 38°. Colore delle mostrine: fondo unico arancione; festa dei reggimenti: per entram bi il 23 agosto, anniversario della battaglia della Bainsizza (23 agosto 1917); mo tto del 33° regg. : « Col sacrificio la gloria •; del 3·1°: " Cuore saldo pec dur:irc ». Durante la guerra, b brigata. ebbe successivamen te per comandanli i generali : Enore V cspignani (1915); Ferruccio Trombi (1915); Giovanni Villani (1915-17); Alberto De Marinìs (1917-18); Francesco G ualticri (1918-19) . La mo tivazione della medaglia d ' a rgento dice: " Per lo ,lancio e la resistenza spiegati con incrollabile fede fin clai primi mesi della guerra, rn asprissime lotte. vin cendo og111 d ifficoltà di terreno e di mezzi, pur nelle più av\"erse condizioni sanitarie » (Coglio-Falde del M. Sabotino, S. Floriano, Oslavia; maggio-novembre 1915); ,, ln un d ifficile periodo di opern7.ioni diclkro valido contributo alla vittoria delle nostre armi, logorando in accaniti combattimenti il nemico, con tenace ,·alore » (Rohol, l)cscla, Bainsizza, agosto 1917); "Si distinsero b, illantcmentc durante tutta la guerra ,, ( 1915-1918).

Livran. Comt1ne della Francia, nel clip. della J)rome, su lla dr. ciel Drom . Aued,o di Uvra11 (154ì)- Appartiene alle guerre di re ligionc del scc. XVI in frnnc i:1. Enrico Il. salito al t rono dopo la morte di Carlo IX, aveva incaricato il ,uo favonio, Ruggero di Saint-Larr-Dellegarde, da poco nominato rnarcsc. cii Francia, di porre l'a,sedio a L., pie.ola piazzaforte degli ugonotti del D cl/inato. In tre assalti consecuti,•i il maresc. fu ributtato quantunque attaccas.-.e con un buon corp<:> di truppe ed il paese fosse difeso soltanto da un piccolo numeru di abitami. E nrico intervenne per• snnalmente ecl ordinò un quarto assalto. E.,sendo stato :inchc questo contenuto e respinto vigorosamente, il re fece togliere l'assed io.

Liziola (Sebastia110). Generale, n. a Gcno,•a nel 186o. Sottot. d "art. nel 1880, diven ne colo n nello nel 1913 e CO• mandò il 9° regg. a,·t. da fortezza. Magg . generale nel 1916, andò in P. A. S. nel 1920. :--lei 1923 ebbe 1! gr:ulo d i generale di d ivis. e nel 1929 passò nella riserva. Llado. Villaggio della Spagna nella provincia di Gcrona, presso Figucras. Combatti111e11to di Uado. Appartiene alla spediziom· francese del 18:23 nella Spagna, e fu determinato ,bi tentati, o dei Costituz ionali ;pagnuoli di libcrnre la fortezza di Fig-u<.:r:ls . assediata dai francesi al comando de l gen . :'-laringoni:. Il brigadiere 1-'ernande,: eseguì il tenrati,·o con circa 3.000 uomini. Il colonnello italiano Pechiarotti ) che comandava l'avanguardia, for,n ata di un bgl. clella legione straniera, wmposta di liberali italiani e d, disertori francesi. venne a urtare il 15 ;c11embre con1ro un reparto francese d i 1 100 u., sch ie rato al comando del gen. Damcs presso L. li comba11imemo durò fino a sera, quindi il generale francese, raggiunto da due sqdr. di

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cavalleria , si spostò a Llers . La mattina seguente Fernandc~ tentò di aggirare la po,izionc francese che giudicò troppo forte, ma il movimento fu inrerrotlo dal fuoco e d all 'allacco dei Francesi, raggiunti frattanto da nuovi rin(orzi. Fernandez riinase ferito, e così il col. Pechiaroui che morì poco dopo. 2000 Costituzionali. avviluppati, deposeru le armi . Lt1 fortezza di Fi~ueras capitol,ì.

Llagostera. Villaggio della Spagna, presso Gerona. Durante la campagna dei F rancesi nella penisnb iberica, appena caduta Gerona (dicembre 18o9) comparve una massa di 5000 u . di milizie raccogliticce, esaltate dalla propaga nda patriottica n,a incllc a combattere. Si erano esse raccolte a L., e ritenevano certo il loro trionfale ingresso rn Gerona. ru inc,ricato il Palornbini di disperderl i, cd egli vi si accinse con 800 fonti e 200 cavalli. Inviati 300 fanti a sr., col Sanl'Andrea, e 200 graoarieri a dr., col Donfanti, egli a,·anzò verso la massa degli Spagnuoli, lentamente, come se temesse di attaccarli. Presero e.<si le armi, e si slanciarono contro gli Italiani, nia subito dai due lati sbucarono (uori il Sant' Andrea e il Bontanti, e, come n.irra il Lbsone, pila che una bat~ taglia t a una strage, c he rispar miò solo quelli che si :licdc,o alla fuga, sah•andosi nelle montagne. Llanes. Comune elci la Spagna, in prov . di Oviedo. Francesi \'i avev,100 un posto fortiJìcn to, che nel febbraio 1811, durante la campagna napoleonica nella Spag na, venne assalito da una banda di 4000 Spagnuoli con dotti da Porlicr. Il posto si difese finclil: sopraggiu nsel'O -1 cp., ,n.,iate dal gcn. Bonnct. le quali auaccarono le miliz ie avversarie e in hre\'e le disnersero costringendole alla fuga. ·

Llers. Comune della Spagna. in pro,·. di Geruna. prc\\n Figueras. Nel 1794 vi era un campo trincerato che fu pre,o dai Francesi con la ba uaglia che va sotto il no111e di .\1011111g11a Nera (V.). Llinas. Comu ne ddla Spagna. in prov . di Barcellona. Fu fortificato nel 155r con camdlo. Battaglia di L/i11as (16 dicembre 1808). l)opo la cadut,l d i Rosas, il gen . Saint-Cyr marciò su L., e la sua avanguardia (gen. Pino) venne quivi J contano con quella degli Spagnuoli, di cui aveva il <Ornando il gen . Vives. Questi ritirò l 'avang uard ia e prese posi,.io ne sulle -colline cli fronte al paese, collocando i i cannoni dì cui dispone,•a in modo da bauerne gli ,sbocchi. li gen. Pino, caricalo dalla cavalleria nemica agli ord ini d i Reading, no n po tè avanzare. Giunto il gro,~o francese, il Saint Cyr fece d i nuovo avanzare la divis. Pino, appoggiandola con quella del gcn. Souham. L a cava lleria italiana d isperse con una brillante carica quella spagnuola. pio111 I><', su lla sr. dtlk fanterie av\lersarie e conyuistò tre cannoni. La dr. spagnuola cercò di rc,istere, ma la ritirala della propria cavalleria, e l'avanzata verso d i essa di c1 ud la italiana, e delle due d ivis . del Sainc-Cyr, la costrinsero a rli,perdersi, abbandonando le a rtiglierie e lasciando nelle man, dei vincitori r500 prigionlcr·i.

Llobregat. Fiume della Spagna, nella pro,·. di Barcellona . D u rnnrc la ca ,npagna del 180S nella Sp:,gna, g li Spagnuoli si ,·rana fortificati ~ulla clr . del liume presso la cmà. con h.111eric, e con barricate sulle strade. li gcn. Duhcsmc, che comandava a narcellona, ordin/) alla divis. italiana Lechi di attaccare gli Spagnuoli e cacciarli dalle loro posizioni. Il generale Lcchi a,·anzb verso il ponte di


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Molinos dd Rcy e lo p rese alla baio netta, con I:\ bar. teria che lo difendeva; gli Spagnuoli si diedero alla fuga, 111seguiti cfa ll:t cavalleria napolcrn na del col. Z anard i. Tutte k difese cldla dr. del fiume caddero in potere ddk truppe italiane.

Lloyd (Humphrey t:vam). Gcnernk e scrittore militaie ( 1;09-1 7()3). Originario dal paC¼: di Galles, prestò servi~io nell"cscrcito inglese, e prese parte nel 1745 alla battaglia di F o ntenoy. Poi passò nell'esercito prussiano. nd 175➔ in quello francese. quindi in quello austriaco. Congedatosi anche da questo, fu durante le ult ime campagne della guerra d ei Sette anni al seguito del duca l"'c rdinando di Braunschweig. Riprese ancora servizio in Ingh ilterra, e nel ' i73 passò nd l'esercito russo come generale e prc,c parte alla c:impagna del rn~; quindi s, ritirò a v ira privarn. Tra k sue opere sono da r;, mmentarc in modo pa rtico lare : " Storia dcli 'u ltima guerra in Germania (1 ;56-57) n : " Trattato sui fondamenti generali dcli 'a rte della guena " ; « Manuale pratico militare per l'ufficiale »; cc Introduzione alla storia d ella guerra rn Germania nel 1756, ovl'cro memorie militari e politiche " · Uoyd str F,-1111ce,co. Generale inglese (1853 1926). Partecipò a lla spedizione d i Suak im (1885), di Cartum ( 1898) e alla guerra contro i Boeri (189c1-19c>1 ) , d ive nendo magg. gen . nel 1909. e as,umcnclo il comando mii. del d istrcu o di 1.ondra, che t~nne anc he; du r~tntc la guerra n1onrlialc: tu .dlora p10111osso luogoten . gc-

b"na. Mo nte Carrnu sino a M. Settepa ni. Bardineto era o,:cupata da ri<cn·e e protetla eia trinceramenti . La dr. (Sard i agli ,,, d ini del gen. Colli) occupava le adia,·c-nzc del Colle oi San Bernardo. coprendo gli sbocchi ,crso Care1sio. La forza degl i Austro-Sardi era cli circa 50 mila uomin1. La stagione era poco p ropizia alla guerra d i montagna; ma il gen. Schérer rrovavasi nella nccessuà eh ,istai.nlirc le comunicazioni col Genovesato, sia per rag ioni strategiche e politiche , sia - e più per 11 npcllenze logistiche. poichè in fauo di riformmcnti , 'er,1 da sperare assai più d alla conquista di nrngazzin i degli avversari che non da sollecita7.io ni alla p ropria Inte ndenza. Il 17 novembre una colonna france.se agli ordini del generale Chadct operò una r icognizione olfensi va eh "ebbe esito felice, tanto più c he - secondo le consue tudini del tempo gli 1\ustriaci disponcvansi a prendere i quar-

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L1eralc ( 19 17). Andò a ripo!-o

Lloyd Francesco

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19211.

Loano. Comune 111arittimo della Ligu ria, in prol' . di Savona, con aut. castello. ere110 nel 1289 per opera di Oberto Do ri a e; raffor1.:1w nel sec. XV II. Fu quasi sem pre in poicrc d ella famig lia Dori a, sino nl 1770, e seguì le ;orti cldla ri, iera di Ponente.

Bn1111glia di Loano. 17atto d 'anni saliente ddb cam pagna del 1795, comhallu ta dalle fonc repubblicane france;i contro gli Austro-Sardi nella w na clelle Alpi Ma, ittime fra l 'alta Born1ida e h Riv iera d i Po nenle. L ·armata francese cl 'ltali;i, agli ordini del generale Schérer. de~tinatovi in quel n1omenlo, si trovava nel novembre schicrnta fra In costa ligure e la dorsale alpina, fronte ad est; la dr. (gen . Augercau) appoggiata alle alture di M . Croce, M. Acuto e Poggio Grande ; il centro (gen. Masscna), sulle al ture presso Zuccarello e Castel Vecchio; la sr. (gcn. Sfaurier) verso la cresta alpma lungo il costone d i M. Alpe, Pizzo di Penne, M. Gallero. Sulla tinea erano stare costruite numerose opere campa li. In totale circa 40 mila uomini, male equipaggiati e difettosi di ri (ornimc nli. Gl i Au>1ro-Sard i fron teggiavano le linee francesi oltre il torrente Varatello. Alla sr. gli Austriaci del geo. \Vallis si appoggiavano a L ., protetto da trincerame nti , con occupazion i sopra Tairnno e San Pietro del Monte, U!,'1.lalmente fortificati. A tergo occupavano Pietra Ligure e Finale, località quest'ultima ove trovavasi il Coma11do in Capo (gcn. Dcvins). Altre rido tte ed occupazioni sulle due lince di alture di Pietra Ligure a Monte Carmo e da Finale verso M. Settepani. li centro (Austriaci al comando del gcn. Argcntau) correva da una ridona a,·anz:11a sopra Campo dei Preci, per Rocca Bar-

Batt"glia di Loano (1795)

ticri d'inverno, rallentando la ,igilann e concedendo larghe licenze agli ulliciali. Campo dei Preti fu occup:1to di sorpresa. Dopo aver p reparato un attacco avvolgcme sulla dr. avl'ersaria, il Comando francc,,e riconobbe che le nevicate precoci ostacolavano le operazioni ver so !'allo. Le truppe furono perciò richiamate in posizioni di raccolta e si preparò un 'azione contro il centro, affidata al geo . Massc11:1. Alla sr . il Sérurier doveva cond urre una a zione dimostrativa contro le posizioni prossime al l'alico d i San Bernardo per trattcner,•i le forze avversarie , impedendo loro d i accorl"crc vcrs(J sud ; alla dr. l 'Auge reau tiovel'a attaccar l'ala mcriclionale austriaca cercando di aggirarla con le due divis. La Harpc e Charlet ; il Masscna era dcsli 11ato ad agire contro il centro per rovescia rlo, staccandolo dalle ali, e c hiudere infine la rmrat,1 all ' Argcntau mcrcè una rapida occupazione della strada d i Mdogno e delle v icine pendici di Monte Set· 1epani. li Massena partì da Castdvccchio il 22 n m•cmbre verso sera, e prima dell'alba clel 23 conquistò di sorpresa le posizioni cl i Rocca 13arbèna; ma gli Austriaci, raccol tisi a Bardineto, vi si difesero tenacemente e ne furono scacciati solo a prcz7..0 di sforzi sang uinosi . Essi si ran nodarono più a valle oltre la Bormida, mentre i Fran cesi occupavano , in prossimi1à di Mclogno, la costa di


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Monte Settcpani . Frattanto l' Augereau, S\1ssidiato da alcune cannoniere che agivano da 1nare, anaccava i trinceramenti di L. e k lince innanzi a T oirano, incontrando seria resistenza. li combattimento si protrasse fino a sera ~ttraverso un violento uragano, senza che gli Austriaci abbandonassero le posizioni; soltanto nella notte ripiegarono verso Finale. All'alba del 24 l'A ugereau li andava incalz.ando con truppe d 'avanguardia, quando si rese manifesta l 'influenz:1 del successo ottenuto il giorno innanzi dal Massena sul centro; poichè egli fu in grado, dalle posiz ioni raggiunte, di spingersi su San Pantaleo e non ostante la tormenta della sera di avviare q uattro bgl. agli ordini del Joubert verso il Passo di San G iacomo, per imped ire alle forze del gen. Wallis una ritirata su lvlàllarc e di qui all'alta Bormida . Prem uti sulla fronte e sui fianchi, minacciati da tergo e prevenuti su Vaùo della marcia rapida di una colonna avversaria, gli Austriaci dovectcro frazionarsi, raggiungendo lungo v1c mulattiere la vallata della Bormida con largo giro, ment re i f'rances i si spingevano liberamente verso Savonu. Alla sr . froncese il Sérurier s'era limitato il 23 e 24 novembre ad azioni d imostrative . 11 25, rinforzato dallo Schércr con 5 nii la uomini, attaccò decisamente i Piemontesi che ripiegarono in Val Tanaro; raggiunse il 2G Garessio; il 2ì sloggiò le retroguardie avversarie _appostate alle falde di Monte Spinarclo . Il Coll i si portò a valle coprendo Ceva, ove vennero poi a rannodarsi per varie vie gli Austriaci dell 'Argentau . I Francesi non spinsero oltre l'nione, e presero i loro c1uanicri d'inverno . D ai p reliminari alla fase risolutiva l'operazione si era protratta per cinque giorni (22-27 novembre). Essa servì a ristabilire le comunicazioni dei Francesi lungo la R iv iera ligure e ad assicurarsi gli approvvigionamenti. Gl i Austriaci lasciarono 5000 prigionieri nelle mani dei Francesi, oltre a magazz.ini ben forniti e a

40 cannoni.

Lobel I (Enrico vo11). Colonnello prussiano e scrittore mii. (18r6-1901) . Nel 1854 fu nomi nato insegnante alla scuola mii. di art. e genio ; nel 1862,63 fece parte della Commissione per la fortificazione delle coste del mare del Nord e del Baltico. Dal 1867 al 1875 fu insegnante a!la Scuola di guerra . Scrisse : « Storia del fucile ad ago e concorrenti " : fu collaboratore di diversi periodici mii. e ne fonòò due che sono ancora in vi ta: Jahrbiichcr hi r die <lcutsche Armée u. Marine >>, e « Jahresber ichte iiber ò ie Veriinderungen u. Fort• schritte im Militarweseu "· Scrisse anche la maggior parte òegli articoli di ar, riglieria del di:r.ionario mii. del Potcn. Lobetti Bodoni (Pio) . Ammir aglio, tl. nd 1867, entrato in scrl'izio nel Lobetti-Dodoni Pio 1881, p romosso contram mir . nel 1917, ammir . di squadra nel 1923 , collocato in A . R. Q. nel 1926. Prese parte alle campagne d 'Africa del 1889 e 1891 e alle campagne di guerra 1915-18; fu direttore generale degli Ufficiali al Ministero della Mar ina nel 1919, e com andante del dip. di Napoli nel 1925.

Lobkowitz, Nome di due feldmarescialli austriaci: Venceslao (1609-1677) che si battè nella guerra <lei Trenta Anni e divenne poi ministro; e Giorgio (1686-lìSS) che combattè contro i Turchi, poi cont ro i Francesi, e ancora contro gli Spagnuoli in Italia, e i Francesi sul Reno.

Lobositz, Comune della Cecoslovacchia, in Boemia, sulla sr. dell'Elba. :-;tei testi m ii. è chiamato spesso Lowositz.

Lijbau. Isola del Danubio, a 12 Km. a valle di Vienna, c' iYenuta cel-ebre per averne N apo!cone I fatta la su~

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base di operazion i contro g li .i\ ustriaci che erano sulla sr. dd fiume, -e che egli assalì e sconfisse a \Vagrarn . L'i,oh: venne al lora fortificata e armata con 100 cannom e 20 mortai, j qual i se rvirono di protezione per i ponti gettati dall'isola per sboccare sulla riva sinistra.

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Vedrette Lobbia e Maodrnne

Lobbia alta, :-,Jel gruppo dell'Adamello, insieme col Dosson di Geno\'a ed il monte Fumo costituiva la prima barriera austriaca, che copriva l 'accesso alle testate di val Fumo e val Geno1·a . L'intera linea fu espugnata dalle truppe della nostra 5• <liv is. net giorni dal 12 al r7 maggio r916. (V. Adamello).

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Battaglia di Lobos itz (1756)

Battaglia di Lobositz (r 0 ottobre J756). Appartiene alla guerra dei Sette Anni . Federico Il aveva bloccato un corpo 40


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sassone (15 .000 u .) nel campo d i Pirna, quando fu avvertito che marciava al loro soccorso il 1na resc. austriaco Brov,.tn éon 26.000 fan ti, 7000 cavalli e 94 cannoni. li re abban donò le vicinanze di Pirna e mosse. con 22 .000 fanti, 8000 cava]jcri e 102 cannoni incontro agli Austriaci, i quali) a

tale notizia, presero posizione ira Sulowitz e L. Quando Federico si avvicinò al can1po dei ne1nici, si accorse che quest i avevano trascurato di occupare due posizioni anti.sranti, il Lobosch\)crg e 1a colli na di Omolka, limitandosi a inviare nelle loro pendici deboli avanguardie. Subito il re cacciò queste, e occupò fortemente la collina di Omolka, coronandola di numerosa artiglieria. Quindi schierò le sue

LOB

servarli dall' umidità. Perciò si costruivano solo piccoli magazzini al momento del bisogno, e la polvere vi si rraspor tava man mano dai depositi interni della forteua. Nella fortificazione .}cl]'epoca contemporanea invece questi L. sono in numero tale eia riparare tutti gli elementi della difesa. Questi elementi però non rich iedono tutti lo strsso g rado di sicurezza; sotto questo riguardo si po~-

sono ripartire in due classi: l;i prima costituita dai ricoveri per uomini e dai magazzini per mareriali, escluse le munizioni, la seconda formata dai locali necessari pel servizio delle munizioni. Diverse sono le con<lizioni alle q uali òevono sodd isfare i L., secondo che appartrngauu

truppe fra ~ due poggi, e fece esegujr(! un violento tiro

d'artiglieria sulle truppe austriache . Dopo <li ciò fece ava nzare la cavalleria contro l'ala sr. nemica, ma essa venne arn;stata <lal fuoco e da cariche della cavalleria avversaria. Allora il re lanciò la sua fanteria contro il villaggio di L.; malgrado ostinata d ifesa, gl i Austriaci furono costretti ad abbandonarlo. li gen. Rrown, abbandonato il villaggio, or<linò la ritirata, dopo di avere perduto circa 3000 u . e 3 cannoni. A.cl al crcttaruo in uomini ascesero le perdite dei Prussiani. Conseguenza <li questa battaglia fu la resa dei Sassoni del campo <li Pirna, a guardare i quali il re, per muovere contro all'esercito austrwco del maresc. Brown, aveva lasciato metà delle sue forze.

Locadellì (Vincenzo). Jngcgnere m ii. del sec. XVI, n . di Cremona. Fu prima al ser vizio di Carlo V e poi cli Enrico II, pel <]Uale fortificò nel 1557 la Rochelle. Ritornato al serviz.io di Spagna, fu da Fi lippo Il nominato sovraintendente delle fortezze di Sicilia.

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Locale alla prova sotto

il fronte di goltt d ì u n forte

alla ,a o alla 2 a classe, e nel primo caso secondo che servano per uomini o per materiali . I ri-:overi per uomini devono avere almeno una parete non coperta da terra, per poter ricevere luce cd aria direttamente dall 'esterno. essendo importante per essi la salubrità . f magazzini per materiali basta che siano bene arieggiati. I locali per munizioni invece devono essere al sicuro da qualunque sptl:ic

Locali alla prova (o Casamatte fV .] difensive). Sono nelle opere di fortificai.ione quei local i, chiusi da ogni parte e aperti solo posteriormente, protetti <la volte ricoperte di terra, o di cakestn1zzo, o di corazzature, in 1nodo da resistere ai tiri <l'artiglieria, che servivano per ricovc -

Sc,JlaW

( O.Ou)

i};,--,,,,..,..,,""~~=-~~~~~~ Locale alla pro va sotto il fronte esterno di un forte

rare uomini, macer.iaH , munizioni, in. 11.1odo che risultas~ sero protetti dai tiri stessi. Nel!' epoca antica erano costituiti da lle nicchie costruite alla base delle mura e dai locali casamatta ti che risultavano ai vari piani delle torri; nell 'epoca medioevale <lai van locali esistenti ,,ci castell i feudali. Nell 'epoca moderna i L. alla prova erano organizzati allo stesso modo delle casamatte offensive, ma riuscivano più protetti di queste ultime, pcrchè non cm necessario scoprire da essi il terreno di attacco; in q uesto

periodo il loro i mpiego iu però assai lim itato, g iacchè per il fatto che i difensori potevano stare senza grave pericolo allo scopen o sui terrapieni delle opere non si sentiva la necessità di ricoveri protetti; inoltre non si riteneva di dovere abbondare in locali protetti per le munizioni per le seguenti ragioni: 1°) perchè avvenivano fa-

ci li esplosioni ; 2°) perchi: non si sapeva in <]Ua l modo pre-

di tiro nem ico, perciò di solito completame,nc circondat i eia terra, e r ich iedono disposizioni speciali perchè risultino arieggiati e preservat i dall ' umidità . Ne ]le fortificazioni di montagna, per la r istrettezza dello spazio, si è costrerti moire volte a ,·idurre il n umero dei L . alla prova. alcuni dei quali possono essere collocati all'infuori del ['opera, sul rovescio, ove siano protetti dal r ilievo dcli "altu ra su cui l 'opera stessa è collocata. l\nzi se quest'a ltura è 111olto elevata, tali costruzioni po::,~ono -essere anche non alla prova , ad eccezione di quelle per muni7,ioni, le quali anche i; bene che comunichino coll'opera mediante poterne. Le costruzioni poste fuori dell'opera devono essere al sicuro contro attacchi di sor presa o di viva (orz:i : òò si ottiene circondan dole di trinceramenti di terra n <li muri di cinta con feritoie o con fossi. Nelle fortificac,ioni costiere i L. alla prova presentano le stesse caratteristiche che nelle fortificazioni terrestri. Nelle fortificaz ioni scn1ipcrmanenci e improvvisate i L. alla prova sono ridotti al minimo indispensabile. Locali per il servizio delle 1111mizioni. Sotto il nome di muniziòni si comprendono : le polveri, i proietti e le munizioni d iverse. I L . per le munizioni devono essere ripartit i e situati nelle opere così da conciliare nd miglior modo l 'ordine, la sicurezza e la celerità cld servizio delle munizioni stesse. L'ordine richiede che il scrvjzio sia ben ripartito per opere e in queste per fronti; la sicmczza vuole che i locali per mu nizion i siano lontani il più possibile dagli altri locali e dalle comunicazioni più frc<JUCntatc; che le munizioni siano disti nte per qualità e distribuite in locali di capacità diversa, per modo che i depositi maggiori siano lontani dal luogo ove k munizioni devono essere impiegate ; che si abbiano tune le cautele tanto nell a costruzione dei locali quanto nel servizio, necessa rie ad allontanare i pericoli di esplosioni


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eventuali per cau,c 1.into interne qualllo c,h:r ne. Ditlì cilmc111c " potrà <oddi,fare contcmporaocamcntc alle suddette condizioni i rn ogni caso si transigerà sulle meno impor1anti a vantaggio delle alare. In relazione alla specie di m unizio ni i locali relativi si distinguono in L. per le poh cri, per i proietti, per le munizioni divcr1e.

r~,wli per le polveri. Sono una specie dei locali pt:r munizio ni ed alla prova, esistenti nelle opere d, fortificazione. Com prendono i magazzini a polvere (o polve-

Jllcstiti cd uno ,pazio per laboratorio di crtticarncn lo . l'cr ponare i proietti dal livello del piazzale mtcroo, a cui si tro\'ano dopo Jllestiti, ai locali dove sono conservati e da ,1uc,ti ai pc·~zi dai quali devono essere impiegaci, se i v;i ri local i sono ad a ltezze diverse, si b u,o di deva tori; ,e sono allo ste>so livello si usano invece v"goncini che c:orrono su un binario. I proietti carichi si conscn·ano o dcmro le apposite casse da imballo, o dentro scaffali. o ;1ccatastati, impiegando opportuni ,ustcgni. I.oca/i per m1111izio11i diverse. Sor o / •. aìla pro,-., e,i>lemi nelle opere di iortificazionc e sono destinati a con , servare cartucce per arrnr portatili e per mitragliamc,, spolette, inneschi e cannelli, bombe a mano, e artitiz, da guerra. Devono essere di,tinti per ogni specie di munizioni eia conicrvarsi, e ,tparati dai local i per polv(·ri e per proieni. l lanno dimem1011i limitate. I /.,. destinati agli ;trt,lizi da guerra e alla gcl,11,na esplosi,·a richiedono rnaggiorr precauzioni di quelli per le polveri. e devono essere molto d i, tanti da tutti gli altri locali.

Locale per le polveri

r iac) g randi depositi; magazzini a polvere (o polveriere) di rifornimen to; magazzini a polvere di consumo giorna• licro, dette anche riservette cartocci; locali per la confezione dei cartocci. Questi ultimi per semplicità e ccleri(/1 del servizio sono generalmente situati in prossimità dei magazzini di rifornimento e devono essere in comun icazione con tal i magazzini e coi passaggi che conducono alle riservette cartocci. Le loro dimensioni sono tali da contenere le squadre e gli attrezzi occorrenti per il lavoro da eseguirsi, nnnchè qualche cassa a polvere e alcuni scalfali per cartocci confezionati. L 'illuminnionc dei L meno casi ecccàonali, vien falla con luce artifiçiale, specialmente elettrica. Per applicare l'illuminazione ne, muri di mli locali si praticano finestre di forma particolare, dcue nicchie, nelle lJLiali vengono collocate le lampade d curi~hc o le lanterne , e che sono divergenti verso l' interno del locale, affinchè questo riesca meglio illuminato.

L oc-0/1 per proieui. l proietti necessari in un'opera di fortificazione vanno distinti in due categorie: proietti da allcstir, i al momento del bisogno e proietti permanente-

Locale per proietti

mente allcsciti. (),:corrono quind, i seguenti locali: magaz7.ini per proicu i scarichi (che non occorre sicno alla provn ; magazzini per proietti alle, titi , detti ri,ervette per proicui (locali alla prova); locali per caricamento proietti (alla prova). 1 I.. di caricamento proietti sono di solito stabiliti agli angoli d, spalla nei fronti e loncani dai magazzini di rifornimento. f;; sufliciente che siano così ampi da contenere una certa provvista di proietti scarichi e di casse contenemi le . cariche interne, scaffali per proietti

Locarno. Città della Svizzera, nel Can1on Ticino, , ul Lago \.taggiorc . Fu feudo dei vescovi di C',orno nel me<l10 evo: poi appartenne a, V ,sconti che \'I fortificarono un ant. cas1cllo, in modo che un esercito svizzero di 1 0 . 000 u., 've nu to ad assalirlo nel 1502, non riuscì ,ld irnpadronirscnc. l~a città venne ceduta a lla Svizzera da Massim iliano Sfona nel 1513.

Il castello dei Visconti a Locarno

Trattato di l~ocamo. Concluso col nome di ,, Patto Renano • o di • Pauo di Sicurc-aa » il 16 ottobre 192;. tra Belgio, Cecoslo\'acchia, !~rancia, Germania, Gran Brt·• tagna, Italia e Polonia, riun itesi « allo scopo di ricercare di comu ne accordo i me1.zi per prcscrv:uc dal flagello della guerra le loro rispettive nazioni » . li patto fa parte di quella ahbondantissima colkzione di trattati che è <eguita come corollario alla guerra mondiale. Il trattato di L . si compone di 10 articoli , ed è firmalo da Italia, Belgio, Francia, Germania e Gran Bretagna; esso contiene l'impegno fra esse di garan1irc il manttnimcnto dello statu quo della frontiera del Reno, quale fu stabilita nel tr:ittato di \'enailks. Gli ,iccordi furono com pktati da convenzioni di arbitrato: fra Belgio e Germania; tra l'ra ncia e Germania; tra Cecoslovacchia e Germa nia ; tra Polonia e Germania. Venivano pure dalla. Fraacia conclu,i accordi con Cecoslo,·acchia e Polonia, per garantirsi sull'osservanza del uattato . Il trattato di f•. può essere considerato come il primo passo posi1ivo verso I 'ingresso della Germania nel la Società dd le Nazioni. Ad esso tenne dietro lo sgombro del territorio di Colonia da pane delle truppe alleace. La frontiera sul Reno era confermata da Germania, Belgio e F rancia, e garant ita d;, lt" lia e Inghilterra. Il patto di L. fu ratilicato a Londra da lle stesse pntcu:cc il 1° dicembre 1925.


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A ciò si deve aggiungere uu accordo verbale, senza stesura e firma, detto il « Gentlemen's i\grcemcnt ", ossia il " Patto dei gentiluomini "; una specie di impegno solenne di rispettare scrupolosamente gli accordi presi.

Locascio (Fc,-dina11do). Generale borbonico del sec. XIX. Si distinse nel 1848· a Messina nella difesa della cittadella contro gli insorti, e nella spedizione napoletana in Sicilia dell'anno seguente. Nel 1860 comandava la guarnigione cli Siracusa, e all 'avvicinarsi dei Garibaldini scese a patti, e abbandonò loro la città imbarcandosi per il continente con la guarnigione. Locat elli (Alessandro). Storico veneziano del sec. XVII; fu cancelliere del Morosini, e si segnalò nella guerra contro i Turchi, che descrisse nel « Racconto storico della veneta guerra in Levante » .

l.ocatelli Amonio. Medaglia d"oro, n. a Bergamo nel 1895. Uno dei più noti « assi ,, dell'aviazione italiana di guerra. Arruo latosi poco p rima della dichiarazione di guerra all'Aus1ria, ottenne in pochi mesi il brevetto di pilota e pr irna della fine del 1915, era già entrato in squadriglia. Rimase alla fronte durante tutta la guerra, dando a tutte le principali nostre operazioni il suo concorso di esploratore ed osserv~tore, audacissimo ed abilissimo, delle linee avversarie. Nell'agosto 1918, pilota della squadriglia « Serenissima», partecipò con Gabriele d'Annunzio al volo di Vicnna . Qualche tempo dopo, in un volo oltre Adriatico, ebbe l 'apparccchio colpito da uno srhrapucl nemico e, ferito, fo costretto ad atterrare in territorio nemico. Fatto prigioniero, riuscl a fuggire durante la nostra ultima, vittoriosa offensiva. Dopo la fi ne delle ostilità Antonio Locatelli

compì anèora

ardite

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prcsc aeree come la tras,·olata delle Ande e voli nell 'Artide . Fu legionario fiumano, agli ordini di .Gabriele d'Annunzio, e deputato della XXVII legislatura; scrittore brillante e sagace, narratore e cdcbratorc delle glorie dell 'aviazionc italiana. In guerra guadagnò la croce di cav. dcll'O. M. S. e 3 med. d 'arg e nto. La n1otivazione con la quale, in riconoscimento delle

mirabili prove di valore da lui date, gli fu conferita la medaglia d ·' oro, è la seguente:

(( Avìawre amm irabile, èsploratore sagacissirno, ternprato a rune le avversità cd a tutti i rischi, comba ttente di alto valore, si spingeva da solo e per cem i,1aia e centinaia di chilornetri su territorio avvcrsarjo, c. superando le concen-

trazion i di artiglieria e talvolta g li attacch i di pattuglie da caccia ncn1iche, giungeva su obiettiv i n1ilitari di grande im portanza, riportando sempre fotografie ed in formazioni preziose . Nell' ultimo volo di guerra, colpito da uno srhrapnel, che gli squarciava l'apparecchio, e costret to ad atterrare in lerritorio nemico, sebbene ferito al gi nocchio e lussato al piede, compiva la distruzione dell'apparecchio e riusciva per otlo ore a sottrarsi alla cattura del nemico. Caduto prig ioniero, superando rischi e stenti dl ogni sorta, raggiungeva le nostre l inee durante l 'ultima vittoriosa offensiva . FLJlgido esempio di• eroismo " · (Cielo della Carnia, dell' ,\1 -

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topiano, Alto e Medio Isonzo agosto-ottobre 191?; Cielo di Friedrichofen [ Lago di Costanza ] , di CrC\i.lzia e d i Fiume, maggio-settembre 1918).

Loches (Pace d,). Porta anche questo nome la pace che fu detta più comunemente di Be,mlieu (V.). Loco. Denominazione di un reparto della falange greca, di for,:a varia secondo le diverse ordinanze. Nell'ordinanza spartana il L. era una divisione della " mora " cd aveva la forza di cento uomini comandati da un capo detto Locaga. In alt re falangi, e secondo i vari scrittori mii. greci, fu di numero differente; nella falange macedone era il p i,, piccolo elemento organico dcll'intiera ordinanza falang itica e ammontava a sedici uomini. Il L. spartano era diviso in quattro pcntacostic. Locurcio (An1011io ). Generale, n. a S. Agata di Puglia nel 1858. Sottot. d'art. nel 1878, fu in Eritrea nel r888-89. Colonnello nel 19II, comandò successivamente il 2* rcgg. art. da campagna cd il 3° da fortezza. Magg. generale nel r915, tenne in guerra il comando d'art. del 9° e poi del 2"' C . d'A . guadagnandovi la croce da cav. dell'O . M. S. Tcu. generale nel 1916, comandò la 10• divis. e nel I9li andò in P. A. Richiamato in servizio al comando della divis . mii. terr. di Alessandria, passò poi a disposiz. del ministero delle armi e munizioni. Nel 1923 ebbe il grado di generale di divis. nella riserva e nel r928 quello di generale di C. d ' A. Locusta. Torpedinier a costiera, di 13 conn .. entrata in servizio nel 1883, radiata nel 1906, Lodi (ant. Laude Pompeia). Città in prov. di Milano, sul!' Adda. Fu colonia gallica, e poi municipio romano. Teodorico la ingrandì e fortificò con castello, che venne nd sec. XIV rifatto per opera di Bernabò Visconti e munito di torrioni. La città fu anche cinta di mura . Il castello venne spianato, meno due corri, nel scc. XIX . Nel 701 L. fu presa d'assalto da Ariperto, in lotta contro Rotari, Nel IX secolo fu fatta contea da Oddone I[, e data in feudo ai vescovi della città. Si determinarono da allora i prim i contrasti con Milano, e troviamo già nel 1036 i Lodigiani in lotta a Campo Malo contro l"arcivescovo milanese A riberto, il quale è costretto poco dopo da Corrano Il a riconoscere l 'indipendenza del vescovado di Lodi. li quale parteggiò per la contessa Matilde, e mandò m ilizie, comandate da Gisalberto Coinardo, alla I Crociata. T roviamo L. a11eata coi Cremonesi, e con Pavi:1, contro Milano, in fine clcll 'XI secolo. .'vi a Milano si vend ica, distruggendola nel 111,. Nel u53 Federico Ba rbarossa, sceso in Ital ia, intimò ai Milanesi di r istabilire i Lodigiani negl-i ant ichi privilegi e nella loro indipendenza. In presenza clel1':mpcratorc, i Milanesi cedettero; tua, aon appena egli fu partito, piombarono sul borgo (1157) e, cacciati gli abitanti, lo distrussero col fuoco compleramentc. I Lodigiani si rifugiarono a Pizzighettone, e poscia a poco a poco r icostruirono la loro città, che fu detta Lodi Nuova, in un terreno sopraelevato, detto co lle di Eghczzone, a breve distanza dal luogo dcll 'antica. Intervenne l 'imperatore in persona .a riconoscerla (3 agosto Il 58) e contribuì alla sua fondazione . Vennero erette forti mura difese da ampio fossato. La città fece parte J ella Lega Lombarda, non essendo rimasta sorda al fervore patriottico di quell'epoca. Dopo questo avvenimento, rimase fino a l r 193 in pace con Milano, m a nuovamente sorsero allora contrasti, appianati il 28 dicembre TI98 con una pace che delimitava i rispet-


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ti,•i territori, cd era vernmentc pace definitiva fra le due città. L. fu poi, come gli altri centri, in preda alle lottè mtestinc: nelle quali i nobili si appoggiavano alla famiglia Sommariva, e i popolani alla famiglia Overgnaghi. Quc1ti ultimi, dopo anni di contesa, furono nd 1 226 sconfitti cri esiliati. Nel 1236 Federico II prese le loro parti, ed assediò

tare un vescovo loro imposto. Ma il rancore durò a lungo, e trovò da allora i Lodigiani se mp re schierati coi nemici di Milano. II. Distmzione di Lodi (11n). Per quattro anni i Milanesi fecero una guerriglia di devastazione delle campagne nel Lodigiano, e infine si detwninarono ari assalire la città rivale . Investita, la presero d'assalto, t: ne e,eguirono la completa ro,·ina, abbattendo le mura e le torri e le case, facendo strage dei difensori. I Milanesi imposero b decadenza di ogni diritto o privilegio municipale, tanto che L. fu concellata dal novero delle ciuà e rimase semplice borgo. III. Pace di Lodi (9 aprile 1454). Conclusa tra Francescc, Sforza, duca di Milano, e la Repubblica di Venezia. Veniva stabilito : che l'Adda formasse il confine fra i due Stati; che il duca di Savoia e il marchese del Monferrltn. se volevano approfittare della pace, restituissero le loro conquiste in Lomellina e ncll'Alessandrino; che gli Stati italiani fossero invitnti a ratificare la p:1cc. li che essi fecero. U 30 aprile dell'anno seguente, la pace di L. fu integrata dagli accordi dei due Stati contraenti con Firenze, obbligantisi a mantenere la pace in Italia per ~5 anni.

Fortificazioni di Lodi (secolo xvn)

L facendola capitolare: ne cacciò allora i Sommariva (guelfi) richiamando gli o,·e.rgnaghi cui affidò il governo cittadino. Fu cretto allora il castello detto l mpcrial~, che nel 1252 venne distrutto dai Guelfi, i quali, morto Federico II , si erano affrettati ad assalire e riprendere la città, dove distrussero il castello eretto poco prima. Nel u59 Martino della Torre attaccò e prese L., tenendola fino al 1267, e cçdendola allora alla famiglia guelfa dei Fissiraga. Vennero crcui in città due nuovi castelli; L. parteggiò per i Torriani contro i Visconti ghibellini, ma alla venuta di Arrigo Vll scontò tale atteggiamento, chè l'imperatore cacciò i Fissiraga e installò al potere di L i Vistarini, appoggiati dai Visconti. Una ribellione dei ciu:idini costò ai Vistarini la virn , ma i Visconti in1crvennero. presero In cii tà e la tennero per loro conto, facendola occupare di sorpresa, nell'agosto del 1416. c!al Carmagnola. Quando, alla morte di Fil ippo Maria Visconti, fu proclamata la Repubblica Ambrosiana, L. si diede a Venezia, ma tornò sotto \1ilano allorchè questa città cadde nelle mani di Francesco Sforza. Seguì eia allora le sorti del territorio milanese, subendo le invasioni e il dominio dei francesi, degli lmpcriali, degli Svizzeri, degli Spagn uoli. Nel 1.848, malgrado che iu citlà fosse un;i forte guarnigione austriaca, la gioventù lodjgiana accorse a prestare man forte agli insorti mil.1ncsi, e nel 1859 fornì numerosi volontari a Garibaldi e all'esercitu regolare. L. è sede del 65° distretto militare: durante il regno italico (napoleonico) (u sede di scuola d'equitazione.

I. Assedio di Lodi (1027). L'imperatore Corrado li cl i Germania aveva concesso ad Ariberto, arcivescovo di Milano, il privi legio di investire il vcscorn di Lodi dei suoi feudi. Ariberto pretese di nominare addirittura tale vescovo, e i Lodigiani si rifiurarono. Ariberto, armati i suoi vassalli, devastò la campagna di L. e poscia pose l'assedio alla citt5. Gli abitanti dovettero cedere alla forza, e accct-

IV. Comba1time1110 di Lodi. Episoc.lio della campagna rra11ccsc del 17,fi in Italia. li gcn. Bcaulieu aveva ritratte lesue forze sulla sr. del Po per coprire la Lombardia; ma, <apulo che il Donaparte aveva passato il fiume a Piacenza. si ritirò in fretta verso l'Acida, coprendosi con vari distaccamenti, fra i quali, a L ., quello del gcn. Sebottcndorf. di circa rn mila uomini, alcune btr. e 16 S<Jdr. di ca val-

Combattimento di Lodi (1796).

leria, compresi I regg. napoletani « Principe • e « Napoli ». Il Bonaparte, desideroso di passar l'Adda al più presto, non disponendo degli equipaggi da ponte rimasti a Piacenza, doveva propendere a un'azione di sorpresa e di ardimento su uno elci ponti stabili. e scelse quello di L. Gli Austria,; tenevano la città e i sobborghi con poche


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forze : un bgl. so,ccnuto <la alcuni sqdr. Su lla sr. del• l'Adda invece erano stati cfaposti una trentina di pezzi, che infilavano il ponte e potevano incrociarvi i fuochi da breve distanza. Il Bonaparte :tvviò Sll L. le divis. Masscna e Augcreau. La debole retroguardia austriaca che occupava la città ripiegò, dopo breve sconuo. sull'opposca riva. li 130napa, te, intuita la necessità di fnrz.lrc il pon te prima che fosse danneggiato o interrotto, di persona dispose subito pcrchè prendessero posizione , due pezzi di art. leggera ,della testa d 'avangua1 i i a e ordinò l'immediata forma·~ione Jc, gran:1ticri in col nna serrata, lanciandola sul ponte. Il iuoco dei cannoni au~triaci arrestt, quell~ n1assa e ,·i I u un momento di pericolosa esitaz ione. Ma, c,sendosi ricono,ciuto che poco ~ monte l' :\clda era qud giorno gua•bh, k: senz.a difficoltà, si form,\ subito un,1 colonn.1 latera le . che rapidamente ctTetlUÒ il p:maggio dirigendosi su l tianco dr. delle truppe austriache, mentre i granatieri, riaoimati dai capi che si mi<.èro alla testa della colonna, ripresero di corsa I 'avan7.ala. L'assalco com binato sonì esito (clkc: gli Au;,rriaci si sl>andarono al>bandonando i cannoni, mentre il gro,so francese soprav,·eni\'a a rincalzo. l a ,tanche?.za delle t ruppe e b lontananza della cav:1llcria t'rnncese - ch 'era ,tata av\'iaca alla ricerca di guadi molto più a \'alle - non consentirono un efficace 1nscguimen10. Nel breve cr,mbaui111cnto gli Austriaci pcrdeucro circa 3000 uomini e una ventina di cannoni. I.e perdite dei Francesi

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mcd . cli argento al valore. Costituì anche, dura1ue la grande ~uerra, la cp. mitraglicri. Festa del reggimento: 26 otrobrc, anni, ersario del co,n-

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j Squillo dei Ca,·alleggeri di Lodi battim ento di H cn ni -Bu-Mcl iana (26 ouobre 191I). Motto: « Lodi s'immola •, e anche • Per il Re e per la Patria ».

Lodi Pietro Antonio. Capitano milanese del sec. XVf. Fu alla d ifesa di Malta a~1cdiata dai Turch i ed al la battaglia cli Navarino. Nel l5i5, in Sicilia, si battè contro i pirati algerini, e partecipò quindi ad azion i contro , medesimi in Bnr!Jer ia.

Lodi di Capriglio conte Carlo. Generale dei RR. CC. Apparteneva dapprima alla cavalleria, e passò da ulTicialc 1uperiorc nei Carabinieri Reali divenendovi colonnello comandante generale nel 1815. Nel 18t6 fu promosso magg. generale di cavalleria e J 0 segretario di pol i1.1a generale.

non ~no precisate.

Lodi. Reggimento cava lleggeri , costituito il 16 settembre 1859 col concorso tlei rcgg. Nizza, Saluzzo cd Alessandria . Nel r871 assume il nome di 15° regg. di cavalleria (Lodi); nel 1876 riprese quello di n:gg. cavalleria Lodi (15°) cd infine nel 1897 quel lo di Cavalleggeri di Lodi (15•). Panecipò alle campagne ciel 1866, 1870, 1887-'88, 1895• "Stemma dei Cavalleggeri di Lodi 1896, 19t1-'12-'13. Durante la guerra italo-austriaca 1915-1918 operò inizialmente appiedato nelle zone di Canale e di Monfalcone. Inviato, nel1'aprilc 1915, in Albania, eseguì ardite r icog nizioni lungo la Vojus~a. tenne I:, nostra linea tra le pendici occidentali della Malacastra e il mare e nel 1y18 cooperò alle az,ooi su Fieri e su lk rat pc,· l 'aggiramento delle alture della Malacastra. Nella no,tra ofk nsiva finale agì in Macedon i" ; portato,i poi in Bulgaria, concor.c all'occupazione di quella capitale . Frattanto fin dal •!JJ 5 M era costituito in pat ria un altro gruppo <li Stendardo dei Cavalleggeri di Lodi s,1uadro111 del « Lod i » che operò JJclla ,:ona di c;ori7.ia, sulla Vertojbizza, durante il ripiegamento dell'esercito al Piave, e nel 1918, inviato in Francia , partecipò alla battaglia del1'Ardre ccl alla con troffcmiva alleata. II 20 aprile J920 il reggimento fu disciolto . Esso ave,·a meritato in colonia due

Lodi di Capri~lio Carlo

Lodi Filippo

Lodi Fra11cc«·o. Generale, n. a Torrazza Coste, m. a F 11binc ( J840-1897). Sottotcn. di fanteria nel 1859, partecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Passalo poi negli alpini , vi divenne colonnello comandante il 5° regg. nel 1888. Nel 1895 { u promosso magg . generale comandante la brigata Cuneo . i.odi Filippo. Generale, n. e m . a Torrnza Coste (18401925). Sottot. dei bersaglie ri nel 1863. combattè nel 1866 e ,i meritò la mcnz. onorevole. Frequentò poi la ,cuoia di guerra. Colonnel lo nel 1897, cornancl,', il cl ist reuo mii. di Fogiia. 1n P. A. nel 1898, divenne ncJla ri~crva Jl'l:.tgg-. gc:ncralt:: nel 1908 e ten. genera le nel 1914. Lodalo (Pietro). Amm irnglio, n. nel

1873. eu lrato in ~c rvizio

nel 188;. promosso contrammir. nel 1925, ammir. di divis . nel 1926. Prc·se pane alle ca111pag ne L odalo Pi~tro di guerra r901 (Estremo Oriente), 1911-12 (Ita lo-Turca) e 1915-18. guadagnando i n questa una med. d'argento. Comandò il C. R. Equipaggi dal 1<)25 al 1927, passando in quest'ultimo anno al comando della 1• di,·is. siluranti.


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Lo domez (l:'nrico). Generale, n. ,1 Fircni:c nel 1865. Sottot. di fantccia nel 1885, nel rgo3 fu insegn:111te ali,, scuola centrale di tiro di fanteria. In Libia nel 1913, divenne nel 1915 colonnello comandante l"S• rcgg. fanteria, guadagnando in varie a:t.ioni due med. cli bron7.n e la croce da cav. dcll"O. M. S. Colonnello brjgadicre comandante la hrig. Cuneo nel 19171 magg. generale per merito di guerra nel 1•118, dopo !a gucrr~ com,indò la scuola d ·applicaz.. <li fanteria. divenendo .~cn. di dìvls. nel 1923. Nd 1i)li coman dò b divi,. mii. di Perug ia; :indi> nel r929 in P. A.

Lodro11c. Famiglia di conti trenLini; alla quale appartcn • nero: Paride, che, alleato di Venezia, nel 1438 aiutò i1 Gattamelata e, nel '439 sconfisse l'Amaruzz i sulla Sarca;

Lodovico Il (il Cio• 1•,rne). Imperatore del Sa-

Lodomez Enrico

cro Rom.,no impero (822875). Re d i Lombardia nell"841, dn·enne imperatore nell'~5~. Spese la maggior pane della sua vita a

combattere i S:iraceni nell"ltaha Mcridionak, e riprese loro la città di Bari. Nell'866 promulgò una legge d 'indole mii. , ,n seguito alle dogli~nzc delle popolazioni del Bcne,·entan~. Ta le legge comprendeva disposizioni per la leva, e cons1: dcrava l'eventualità del! ·esenzione, mediante pagamento eh una tassa proporzionata alla conclizione economica dell'e<o• nerando. ln caso di inadempie nza agli obblighi n1il., cd anche in caso di ,·endita di cose necessarie alla milizia, c r<1no srnbilite pene.

Lodrino (Colle d,). Passo rotabile delle ,\!pi Hr(·scianc, che unisce la Val S:1bbia (Chiese) con b Yal irompia (\!ella). La strada si stacca da quella di Val Sabbia a sud di Vestone, segue la valle del torrente Noz1.a, indi con vari risvolti risale a mezza ca.la raggiungendo il valico a quotn 800 presso l'abitato d, Lodrino, donde scende in \'al Trompia prc;10 Brozzo, a 111onte di Gardone. 11 val ico ha fon1.ione locale e completa la serie delle comunicazioni di cui è ricca la zona calcarea meridionale delle Alpi Lombarde. contraddistinta da numerose lince cli frattu ra longi1udinali. Nei riguardi militari facilita combinazioni cli manoHa fra la Val Trompia e la Val Sabbia, sia :11l' invasore che tenda allo sbocco diretto su flrescia, o miri a Salò nella regione del Garda; ~ia alle truppe che vi si oppongano appo)::· gian dosi alle alture prealpine. Lodrone. Frazione del comune di Storo, in pro\'1ncia <li Trento, situato nclb valle del C hiese. prt·s,o l 'anti.:•> confine. Fu preso dal Piccinino nel 1439 (\'. Te11110). Combattimento di f.odro11c. Appartiene alla guerra d'In dipendenza del 1866. Il 10 luglio un reparto di truppe aust riache (2 ep . d , fanteria e 3 d i cacciatori con tl,,e rezzi da montagn a) giunse presso il campo garibaldino di L. per una ricognizione. Dopo alcune fucilate fra gli a,·an,posti. ,i ingaggiò il combattimento: i Garibaldini (1•, 13'', 1~• cp. del 3° regg.) dovettero ritirarsi, abbandonando L.. lino al Caffo ro. Quivi gli Austriaci ritennero troppo fo, ti le posizioni degli Italiani, e presi cli mira dalle loro artigl ierie postate ~ Monte Suello, rerroceclcucro fino ;, Dan7.o . Minacciati di accerchiamento, riuscirono a d isimpegnarsi, facendo entrare in 37.ione le artiglierie di riserva. mentre i Garibaldù1i rioccupavano le loro posizion i.

Lodrone: 11 castello

Gioua1111i Battista , cbc si d istinse come generale imperiale;

Luigi, valoroso capitano del scc. XVI; combatti: a Pav,a ne l 1525, morì a Esseg, nel 1537, comhattcndo contro i Turchi; Al/urico, colonnello 1cdesco che morì a Lepanto nel 1571.

Lodz. Città della Polonia, sulla Lodka. //auaglit1 di Lodz (•ì·25 "novembre 1914). Appartiene alla guerra Mondiale, fronte Orientale. La <era del 16 no ,·cmbre la 9• armala tedesca era con la ~r. tra Ner e \Vartha, col ccrllro tra '-1er e Bz.ura a nord d i L.; con I:, dr. (massa aggirante costituita dal XXV C. Riserva e dal corpo d i cavalleria v. Richthofen) si erano impadronilt delle comunicazioni tr,t L. e Varsavia. Per il giorno 17 Mackensc n ordinò l'avanzata concentrica su L.: !"Xl C. d'A. ed il corpo di cavalleria Frommcl (3 div is.), dovc,·aoo attaccare da nord-ovest; il XVII ed il XX da nord; il XXV d i riserv a con il corpo J i caval le ria v. Richthofen da nord est per anolgcre la clr. del grosso della 2• armata rus;J. La 3• di\"is . della Guardia fu mandata all'ala sr. a dispo• ,iz.ionc del XXV C. R. Contemporaneamente il I C. A. R. (v. Morgen) agendo lungo la Vistola. doveva continuare l'operazione contro le (or1,e della 1• armata russa (V e VI Siberiano. II e VI C. d'J\.) già in ritirata, cd assicurare le spalle <lei grosso dell'armata tedesca durante l"azionc intorno a L. Il corpo di cavalleria v. Frommel aveva per missione di spingersi dalla dr. dello schieramento tedc~o pc, L. e Pabìanice fino alla Miazga per tagliare ai Russi la ritirata. La dr. tedesca doveva essere poi rinforzata dal corpo di Posen (circa due divis. terruoriali) proveniente d.1 Kalisch , da l corpo d i Brcslau (una divisio1w, ed a nche dalla 35• divis. di riSterva (già difesa mol>ile di Thorn) del dislaccame11to d'armata v. Woyrsch . La d istruzione dei pomi operata rial nemico e I·accanita resistenza delle retroguardie rrrardawno alquamo, specialmente all"ala sinistra (XXV C. A. R.) l 'avan zata delle for:t.e d irette su L. ; la sera del 18 i Tedeschi occu1)avano la linea Porszevice-Aleksand rowRrgez ing. Pronta~ente il grnnduca Nicola, rimessosi dalla


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sorpresa cd orientato sulla situazione, ordinava a sempre maggiori forze di agire contro il I C. R. tedesco sull:t bassa Bzura, ed alla 2• armata d i sosteneroi fra Bzura e ·er almeno fino a tanto che il fianco sr. di Mackenscn non fosse stato rotto: per tale scopo faceva gravitare da

l'accerchiamento: il centro dovc,1a tener fermo l'avvcr<ario, mentre avrebbero avanzate le ali, specialmente quella orientale (XX e XXV C. d'A. con la 3• O. R. G. ed il corpo cavalleria Richthofcn): la cavalleria doveva chiudere a sud l'anello, occupando Petrikow. Occorreva iar presto, pcrcbi:

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C• I • I a i w:l Battaglia di Lodz (1914)

quella parte la s• armata, che era stata fatta accorrere alla battaglia accesa verso nord. La contro-manovra russa, nel concetto informativo, efficace e giusta, non ottenne lo ,copo cui mirava, perchè riuscl lenta e slegata. Gli ordini di v. M ackcnsen pc! 19 prescrivevano la continuazione del-

già il comando tedesco aveva precise notizie sull'imroi • nente arrivo d i tutta la 5• armata russa, la q uale fa sera del 18 aveva il I C. d ·A. ad est di Pabiani, tutt o il XIX ad ovest del fronte Lack-Labianicc, chiudente la falla esìstence fra il corpo di cavalleria Novikov cd il XXIII C. i1·A.-


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il quale aveva obbligato, in concorso col XIX, ad nn lc~gero arretramento la fronte tedesca. Nel giorno 19 comincia la controffensiva russa: sono circa setre C. d'A. (XXlll, Il S., IV, I e I S., XIX e V) che veuivano ad opporsi ~i quattro tedeschi (Xl, XVII, XX , XXV R.) più la 3• D. R. G. e le riserve mobili di Posen e di Oreslavia. In quc;to giorno 1"ala occidentale tedesca (38~ divis.), è obbligata da minaccia d'avvolgimento a ri rirarsi a nord del basso Ner: conLrapposto al XX C. d'A. si trova, presse> Nowosolna, il I C. d'A. russo , che resistt accanitamente. La conferma del! 'avvicinarsi da ogni parte d, grandi forze russe non distoglie il '.\ofackcosen dal suo piano offensivo inteso all"auanagliamenro della 2• armata rnssa e di tulle quelle altre forze che foisero giunte a suo rincalzo. Pel 20, essendo enrrati in linea i corpi di Brc~lau. di J'o1en e la 353 di1·is. R .. ordina che i nsieme col corpo di cavalleria v. Frommel. concorr.ino ad attaccare il w rpn No, 1kov e ocl :l\,·olgere il tianco sr. del XIX corpo russo, contcmpornncamcnte al l 'auacco a fondo che il gruppo aggirante di sr. eseguiva in direzione di W acl l:11· Pabi,rni,, . Ma neppure il giorno 2 0 riesce alla dr. ed al centro tedesco d'avanzare: alla sr. il XX corpo, che si sentiva minacciato da tergo, do,-c, presso Glowno, un r<'gg. d i caval leria era stato attaccato da forze rn,se, e che aveva perduto una delle sue brigate passata colla massa · avvolgente d i sr., potè fare pochi progressi. l nwcc il XXV corpo R. con la 3• D. R. G. avanzò combaucndo fino alla linea Rzgow-Kalinko-Bedon. li I corpo tedesco, obbligato a ripiegare, sempre combattendo, sulla sr. dcli~ Bzura e ad avvicinarsi a Plutzk, dove si era riunito alle forze d i v. Zasuow ed al distaccamento di Thorn, era impegnato c;criamcntc e mmJC«.;iato d':wvolg11nento. ~facke:nscn invia rinfori, afiìnchè il I corpo possa riprendere Lovicz. a protezione delle rerg;1 dei combauenti intorno a Lodz, ma

dal nemico tra cui la ,:avalleria del corpo Novikov 1nssa1a dalla ,r. alla dr. del campo di battaglia. Aspro e micidiale combattimento deve sostenere la divi,. di testa (49•) in corrispondenza dell'argine della ferro,·ia ..aldamentc occupato e d ifeso dal nemico per nna distesa cli oltre 6 chilometri. L'artigl ieria russa fo strage del ca rreggio a111massa10 pres;o la , 1rada, g ià prima posto in d isord ine da una furiosa carica di ra\'alleria. Frattanto il geo . Litzmann procedeva lungo !J ,r. della ~liazga verso l"obictti,·o assegnatogli , con 1·aniglicria , ,I grosso carreggio e Gooo prigionieri

nonostante q ualche [ortunato co,nhattitne nto, non ci riesct: .

c he vc.:111vano ,1 seguito del la sua divis . Attraversata con"l-

Neppure il 21 la dr. tedesca riuscl .i progredire cd al centro il XVll coi-po dovette rimanere sulle difese. I \lolcnti attacchi dei Russi contro la fronte del XX corpo fanno rite11cre al generale v. Scholtz che il nemico ,ia premuto alle tcrgn dal XXV e che cerchi d'aprirsi un varco a qualunque costo verso nord; in parte egli è uel vero, però nel pomeriggio h a notizia di masse nemiche che stanno giungendo a l.o,•ic, e di altre masse che arnnz.i,•ano da sud e che sono già nrl una ventina cii Km. da L. Un 'avanzaca di forze nemiche su Strykow e su Brzeziny minaccia le sue ; palle: vi pro\'vcdc mandando a Strykov una brigala e perciò rimane con due sole. La massa avvolgente di \'. Schcffer a vanza fino a 4 Km. da L. che fa bombardare, venendo così a rncchiudere, insieme con il XX corpo, che premeva da nord, le forz.e russe che occupav:,no L . in u11 corridoio di appena TO Km. Da ogni parre la massa aggirante è attaccata; essa è completamente separata dal XX corpo; tuttavia il suo comandante non n'è punto impres sionato perchè ritiene sia il nemico che cerchi di aprirsi una via di scampo. Anche i l comandante dell 'arm ata si con!erva o tt imista , pure egli ri tiene si tratti di semplici rcsiste112e d i retroguardia che si oppongono alla sua massa aggirante, donde 11 suo ordine radiotelegrafico al XX e XXV corpo di per~i; tere nei loro attacch i per sterminare l'ala russa d islocata « ad est di Lodz ». Nella giornata del 22 nessun progresso all'ala dr. tedesca : il XX corpo è anzi costretto, sollo la minaccia di forze russe provenienti da Brt.eziny, di operare un cambiamento di fronte indietro sulla dr. La falla fra il XX e la massa aggirante raggiunge così r 2 km. in linea ù'aria. Fu nel 22 che il generale Mackcnsen finalme nte si rese ben conto della silllazionc

battendo la foresta d i Golkovck, soltanto per le 19 e nonostante 1·e,trema stanchezza delle sue rruppe, ordina di proseguire su Hrzcziny con la fanteria cd una batteria, giustamente intuendo quanto l'ocrnpazionc di tale localitù potrà tornare utile al XXV cd alla situaz ione generale. Alle 3 del 24 la brigata di dr. della D. G. R. , rido tta a poco p1ì1 di 2000 fucili, sorprende in Brzeziny il IV corpo russo che presenta scarsa e disordinata di(csa: per le 9 la fanteria della d ivis. tedesca è padrona della città e respinge cuutrattacch i nemici . Frauanro a sud, lungo l'argine della ferrovia , i Russi resistono agli anacchi del XXV corpo, ma contro !,1 loro dr. entra in azione l'artiglieria della 3• clivis. della G. R., contro la loro sr. quella della 5<>" divis. Presa così d"infilata da entrambe le ali, ed appresa la c,1dttta di 13rzeziny, la resistenza russa si disorganizza e si ,fascia. I.a 3& divis. ddb Guardia R. può ricongiungersi a! XXV corpo . li 25 novembre all'ala sr. della ga armata il XX corpo si era congiunto col I R . che nel ~3 si era impadronito della posizione di Sobora-Lowicr sulla Bzura e nel dì scgucnrc aveva inviato una brigata a Biala. L. resterà duello emozionante tra H indcnburg cd il grnnduca Nicola, degni uno dell'altro. Ma mentre il primo trovò nei suoi comandanti in sou·ordine e nelle sue truppe col-

pericolosa in cui si trovava la sua massa aggirante di sr. ed alle 19 le ordinava di ritirarsi subito ad est del Miazga ed attaccare l'indomani in direzione di Brzezin)' per allcggaire la pressione sul XX corpo e per riacquistare conlemporancamente le proprie comunicazioni. Con preciswne e con vigore ammirevoli il generale Scheffcr prov•·ide all"esccuzione dell'ordine ricevuto, egregiamente assecondato dallo spirito di disciplina e di sacrificio delle sue t ruppe e da lla intel ligente cooperazione dei comandanti in sou'ordine. Particolnnnentc ardua era la sfilata per il ponte di Karpin . La 50• divis. ne protesse il pa<saggio facendo fronte ad oriente presso Lazniwska-Wola; la 6& divis. cli cavalleria lo protesse dalla sr. del Miazga fronte a sud, la 9" sulla destra del fiume fronte a nord-c,t: la pro tezione de l fianco sr. delle truppe in ritirata fu .1ffidata alla 3a D . R. G . :,,.iella giornata del 23. mentre a fatica dr. e centro dell'armata conservavano le loro posizioni, il gen. Schcffer mosse :ill'attacco di Brzczin)·, rimanendo per tlltta 13 gio rnata ad operare da soln, pcrchi:, nonostante gli ord ini del comanda111c dell'armata, non fu possibile al generale Sholtz di far concorrere le sue truppe a tale attacco, essendo mant::nuro serfamenlc in1pegnato da nemico .)o,·ercfliantc; e ciò mentre dn o,g11l parte , a tergo ed :ai fianchi: cr~1 prcrnuto

bboratori ammirevoli per energia, intd ljgente in iziativa, fede e vigore, il secondo invece non può d irsi che sia stato bene assecondato dai suoi collaboratori: lo ,trumenro ,i dimostra resistente e solido, ma pesante, senz·anima e senza slancio. Ch i, fra l'altro, ne fece le spese fu il gen. Renncnka,npf, cui era stata allidat.1 la direzione delle operazioni contro la sr. tedesca e che, anche in quest 'oc-


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ca,ione, pare si sia dimostrato inferiore alla fama acquistata in J...fanciuria, tantochè venne esonerato dal comando dc:!l 'armata .

loe (Enrico). Ger1cralc e scrittore mii.

tedesco (1828a Parig i pr ima dd 1870, fornendo preziose informa,:ioni allo S. M. prussiano sulle reali condizioni dell'esercito francese; scoppiata la g11erra del 1870-71 vi prese parte come colonnello d i cavalleria. Raggiunse il grado di ten. generale nel r879 e d i feldmaresc. nel r895, anno in cui passò odia riserva. Lasciò un volo me di « Ricordi mil itari ».

1908). Fece la sct1ola di g t1erra, fu addeuo mil.

Loeffler (Federico) . Generale medico tedesco e scrittore militare (1815-r874). Nd 1863-64 quale rappresentante del Governo prussiano prese parte alle d iscussioni per la Con venzione di Ginevra. Nel 1864 partecipò alla l,>llerra contro in Danimarca e nel 1870-7, a quella contro la Francia. Fra le sue opere sono da riconbre: « Osservazioni generali ~ulJo .stato sanitario nelia guerra dd 1864 )) ; « Regole fon~ dame nrn 1ì pc,-- il trattamcntO delle ferite di anni rla fuoco in guerra )) : ,i Il servizio san itario n1ilitarc in Prussia >); inottrc pubblic() un giornale di n1c<licina militare.

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g1 i pel'lncttc d ì adattarsi bene sul contorno del Fusto della cassa all'altez~a del t ubo d i cu latta. Le cartucce , d isposte a ventaglio, sono introdo tte nel serbatoio dalla parte destra 111unita di un coperchio a cerniera; e tendono continua. mente ad uscire per effetto di una molla. Il serbato io è provvisto dell'arresto di ripetizione, in modo che l 'arma, n!la quale è a pplicato, può servire anche a caricamrnto suc cessivo. Questo serbatoio fu <:ostruito in modo da poter oscre facilmcotc applicato ai fucil i, con congegni di d1iusura a cilindro, rnediance poche modificazioni ed aggiunte .

Loffredo (Ferrante). Capita no napoletano del sec. XVL nel 1581. Alle d ipendenze d i Carlo V, cornbattè in in German ia, in Ungher,ia e fu vicario in1perialc nel k T'uglie infestate dai Barbareschi. Nel 1557 difese N apol i contro i Francesi. Partecipò anche alla battaglia di Lepanw (r571).

m.

Ita lia

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Lo forte (Francesco) . Genera le, n. nel r84r. Sottot. nel ge n io nel 1862, dopo aver partecipato alle campagne dd 1859-61, dive nne colonnello nel 1896 e a ndò in P. A . nel rf 99. Nella riserva fu ' prnm0,so rcn. genera le..: rn..·I r9q . Logadi. V . Agatergoi. Logerot (Francesco). Generale fra ncese (1825 -t \)!3) . l'ecc c.:ampa.gne in Algeria, e .si b.1n~ a Roma nel r 849, in Crirnt·a nel 1855) in Francia nel 1~70-71.

Apparecchio guardacoste Locning

Loening. Velivolo americano anfibio adottalo dagli Stati L1n iri per il scrvi,:io d i gua rdacoste. È do tato cli grande velocità. La sua carcnà è provvista di un fasciame d i grossezza tripla della usuale, ciò che gli conferisce una ">peja!c sicurez1Ja in mare molto agitato ; le ruote possono essere inserìt<: entro fenditure della carena e messe fuori con una mano,•ra ,1 mano della durata di poch i secondi . li serbatoio, immune da esplosioni, è stato invent ato dal maggiore inglese H . H. Keaos, e risponde bene a llo scopo qunntunciue riesca un po ' pesante.

Dil'enne gene rale di brigata nel 1875 e partecipò alla spedizione in Tunisia . venendo prnmosso generale d i divis. e nel 1884 d i Logcrot Francesco C . d 'A. Nel 1887 di,·cnnc rni nistro della guerra . Andò :l ri-poso nel r890. Due suoi fr:,tclli furono pure general i francesi.

Serbatoio automatico Loewe

Logica militare. Quando si dice che le azioni prat iche ptèr feconde sono quelle rette dal pensiero, si accen na a qudla potenza mentale che sa imcndcrc nelle cose e nei fatti in relazioni di causa ad effetto, e trarne regola e g uida per operare con profitto, senza rifarsi ogni volta ad una medcsin'la csperjc::nza e ripeter!a per_g iudiçarnc il risul rato. Nel campo ddl'azione rn il. , si mile potenza mentale, v ista nella sua pe rpetuità storica, s'identifica con la L mi litar~, o arte mer1talc d i comporre la dottrina bell ica, t raendola dalle cose e dai fauì bellici rnerliantc l'osservazione de l reale, e mediante solidi ragionamenti. Il suo fine non è, quindi, di pura speculazione fi losofica, bensì d i pratica app licai.ione; ossia fornire regola e guida all'arte m il. in pace e in guerra . Pertar1to, s'incontra la L. militare pa rticolarrncote nella storia, allorchè questa assurge a filo sofia della storia; nell'ord inamento scientifico dell 'arte bel li ca , quando esso inira a un lavoro ~cmprc pili .raz.ionak:: nelle regolamentazioni general i e particolari, all orquando le medesime rappresentano il sapere dottrinale per il forrnalc o normativo regolam ento dell'azione pratica in corrispondcn>:a del suo scopo. Essa dunque brilla nelle azion i dei grandi capitani e s'afferma e condensa nelle opere degli scriotor i mii. in ragione del loro potere intellettivo.

Loewe. Costruttore d i un serbatoio autornatico c he prese i! suo nome. È di lamiera cl 'acciaio e p uò contenere " cartucce. La sua sezione trasversale ha la forma d i U che

Logista (dal gr. logistt:s). Nella marina da guerra della antica C.recia e ra chiamato L. l'incaricato della conrahili tà e delle paghe dell'equipaggio di una nave.


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Logistica. (faercito). Quel r~mo dell'arte mii. che prevede e provvede l'occorrente pel combalCimenlo e per l'assistenza delle truppe operanti. E\'ita a 4ucsle inutili sacrifici, le asseconda nel conseguimento del suc.:esso, ne procura il ocncsscr<~ fisico e morale. Non si può considerare la L cli per sè ,tessa, bensl bisogna immagi narla intimamente .-onnessa con la stratei::ia e la tattica. Le operazioni logi,liche si estrinsecano manmTando e pred i,ponendo uomini e cose nel luogo e nel lempo consigliati dagli ohieni,·i e dai concetti della ,lrategia e della tattica, in maniera da assicurare l'inizio ed il proseguimento del conilittn sino ,d ia concl usione. Attualmente la mole gigan 1,·.,ca delle masse belligeranti , la quantità e la perfezione delle armi e e.lei m.ueriali. l.l velocità e l'auconomia dei mezzi mccc.1nici di lrasporto, hanno cornplicato e aumenmo le incognite del problema logistico. Ma gli elementi e~scnziali ,0110 sempre i medesimi: materiali e trasporti; · le fasi del procedimento risoluti,·o restano ancor.t: l'imma.gaz:zin:imento o ,unmassamento, il rifornin1c11to e lo ~gombcro. Ammassare od imm agazzinare vuol dire alle-

COMANDO D'ARMATA Capo di Stato Maggiore d'Armata Direzione tlci vu[1

Direzione dei trasporti per via ordinaria

servizi dell'Armata

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COMANDO DI CORPO D'ARMATA Capo di Stato Maggiore del C. d' A. Direzione dei vari servizi del C. d'Annata

Direzione dei trasporti per via ordinaria

COMANDO DI DIVISIONE Capo di Stato Maggiore della Divisione Ufficio dei vari servizi della Divisione Schema del funzionamento logistico cli un -.\rm::ua

stirc e 11rcpar3re quanto occorre alle truppe; sig nifica cio~ gra\'itare col peso di stabìl,mc111i e di magazzini sui reparti, facilitando a questi I 'a·1.ionc, ma oHacolandone o ad{lirittura pa ralizzando ne il mo vimento. A,·ere larga disposiz ione di 111ez.7.i, ma potersi muovere ksrnrncntc, sono caratteristiche antitetiche. La L. le concilia compromenendole alquanto entrambe . C'è chi vuole abbondare coi mezzi fin presso i minori rcparri, per renderne irresistibile l'urto; altri crede più alla manovra, e vuole reparti leggeri; altri infine, pitr modernamente, concilia l'una e l'altra tcndcnz.1 consigliando molti mezzi e molti trasporti meccan ici, per conseguire contemporaneamcnle potenza d 'uno e capacit~ di movimento. La 411estionc non è nuova. La ,1oria dell.i L . insegna che in ogni epoca il prevalere d·una o dell'altr.l di queste teorie dette speciale fisionomia a tutto il com plesso del le istituiioni militari. Sappiamo che i Persiani muovevano facilmente, pur disponendo di ma,se gigantesche. As.ic uravano il vctcovagliamcmo con le requi,i-

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zioni e le rapine, ma anche con il cifornimento dal proprio paese, rcsr1 possibile da unn jngcgnosa circoscrizione territoriale e da buoni collegamenti di po,ta a cavallo. L'esercito marcia\·a con le nurnt•rose impeclimenta inserilc al centro della colonna , provvcdern alla sicurezza guardandosi davanti e sui fianchi con distaccamenti di cavalleria. Pit'r agi!i e p1t1 piccoli furono gli eserciti falangitici dei Greci. li pac,e, povero, scarsamente li riforniva; do\'Ctlcro quindi vivere sulle risorse del territorio occu pato. Pochi carri :ti •cguico: quando fu possibile vennero parzialmente sostituiti da c011\'ogli na,·ali. Con Senofonte cd Alessandro l'organiz'l.a?.ionc logi~11ca permise movirnenli che ::incor oggi susotano la meraviglia. Romn nel periodo regio non spimc troppo 111 là la <ua ambizione e le sue legioni. Queste erano vincolare all'Urbe, donde ciascuna tribù provvedeva a fornire arm i e vettovagl ie ai propri soldati. Le g uerre puniche d i,ehiusero le vie dell'impero. La legione divenne grande unità mohilissima cd autonoma. Le impediment,I 1l1runo ridotte a lla macina del grano, al bottino di guerra cd :,Ile 1endc; o g11i soldato cboc con sè d i che vivere per tre giornate; la marci:l sì effettuò con forrnazioni pros~in,e a quelle del comb.mimcnto. L 'accampamento fu costruito in. maniera Ja agc\'olarc la ripresa delle ostilità , pur consentendo asilo e sicurezza alle truppe che vi stazionavano; _fu creata una "asta rete stradale militare, furono costituite le stazioni di tappa (più •tare.li divenute presidi, e poi città); f i.,t ituì la carica cl i Questore, specie d·imcodcrnc ai riiornimenti. Prevalse il p rincipio di ,fruuarc il paese o,:cupat<> per procacciare VI\Crt e materiali. I servizi logistici Curono quantn mai pcrlctti: ogni coorte ebbe un medico; il servizio del genio e della sussistenza furono assicurati con truppe tt·cnichc; quello J·arscnale. per così d irt·. con subilimenti territoriali (Pa,-ia, archi; Veron.1 e Cremona . scud i; Manto\'a, cornze ; Lucca, spade). M irabi li esempi d'organizzazione loi:istica furono: la spedizione in Airica dello Scipione, la marcia di Nerone dalle Puglrc al Mctauro contro Asdrubale, le impccsc di C.:,ar~ nelle Gallic, ccc. Con 1'impern, le legion i si appen s:intirono e s·abbarbicarono ai prcsid1: clecadde la manovra. I barbari, nelle loro im-asioni, dettero impulso vasto ma ruclimentalc alla l. Anche con le milizie feuda li i criteri d 'organizzazione cd i mezzi impiegaci per i serv iz i logistici furono alquanto primitivi. Le comunicazioni cd i trasporti peccarono di impcrfciione. La cavalleria, di"cnuta il nerbo della battaglia e soffocata da armi d ifensive, marciò lentamente; la fanteria ne as,icurava il fronte erl i fianchi. 11 ,-euo,·agliamento fu fornito dalle cmà come tributo. op pure procurato con ;acchcggio e - rapina. Le mil11.ie comunali, nel secolo Xl , dest inate a combattere attorno alle mura cittadine, non fecero progredire g1 an che la L Uno •pccialc commissario provvcclc,·a a l vcttO\'agliamento cd a, riforni mc111i con le " tolte » (requisiziuni). J secoli XIV. XV e XVI sono caratteriz.1;a1i dalla g raduale introduzione delle armi da fuoco. :-Se conseguono sensibili modificazioni nel carnvo logistico, poichè le nuove ;rrmi chiedono rifornimenti seinpre più vast i e pi ù rapid i. È questo il periodo del merccnariaco. Gli eserciti ,·anno aumentando d i mok, hanno carreggi e salmerie ,ino ad assorbire un terzo della lorza cffeuiva per il servizio e la sicurezza dei trasporti. Le risorse locai, non sono sufficienti ai bisogni del le m asse: i rifornimenti vengono pertanto a.<sicurati ancllt' con convogli lCrrestri e marittimi. Codazzi di fornitori. di mercanti e persino d i meretrici , seguono le truppe. La marcia è faticosa e lenta: in lonrnnanza del nemico si effettua col carreggio frammischiato ai rcpani; quando il nemico è


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prossimo, i nvece, con artiglierie e impedimenta riunite al centro delle colonne. Alessandro Famcse e Maurizio di Nassau portarono qualche miglioramento nel campo della L.; ma è merito soprattutto di Gustavo Adolfo l'aver ridotto jl carreggio, disciplinata la distribuzione del pane e dei viveri alle truppe evirando sperperi e ladrerie, l'aver ordinato la marcja e le st~.izioni con forn1azioni sirnili a q uelle previste pc! combattimento, l 'aver istituito un ser• vizio sanitario, ecc. In Francia, nel secolo XVH si istituirono g li intendenti generali ed i nrngazzi,1i d i approv. vigionamcnto. Coi p rimi fu possibile m oi-alizzare e controllare l 'amministrazione mii., con gli altri si volle facilitare il vettovagliamento l ungo le probabili linee d'operazione, con vantaggio della disciplina, e sottraendo le provincie al gravame delle requisizioni. Poco alla volta però i magaz7.ini influi rono sull'andamento delle operazioni. Essi costituirono obbiettivi da m inacciare o difendere, facendo perdere d i vista lo scopo vero della guerra . Dopo il r;40, con Federico Il, la L . divenne una vera e proprja scienza. Furono aboliti i magazzini. L c5crcito si rifornì presso stabilimenti territoriali, o attingendo alle risorse locali. Personale e mezzi organizzati fin dal la pace provvedevano a vettovagliare le t ruppe. Ogni bgl. ebbe cassoni rotabili per le cartucce, ogni cp. d ispose di cucina, viveri, attrezzi da zappatore, ccc. , trasportati su carri . Si fece largo impiego di pane biscottato. La marcia er~ per colonne, ciascuna delle quali si proteggeva con avanguardia parziale : mentre tutto l'esercito era coptTto dal1'avanguardia generale. Numeroso fu il carreggio dell 'epoca federiciana, 111a tecnica rnentc era perfetto e muoveva <lisci.. plinatissimo. Del resto non impedì al grande re di coprire 500 chilomet ri in 12 giorni, vincendo due battagl ie. La rivoluzione francese e Napoleone mutarono di colpo i vecchi sistemi logistici. Povero era lo Stato e· quasi nulla poteva fornire : bisognava vivere essenzialmente sulle r isorse del le provincie occupate. Le requisizioni non furono sempre organizzate con parsimonia e regolarità; talvolta degeneravano in saccbeggio, lasciando ben triste ricordo delle invasioni napoleoniche. Tutti i servizi furono migliorati, ma solamente quelli d'artiglieria, ·del genio e della pol i7,ia fu rono militarizzati : gli altri vennero affidat i ad i mprese che molto lasciarono a desider~re per l 'onestà e la capacità _ Ogni bgl. ebbe due medici. Ogni soldato aveva due paia di scarpe nello zaino, oltre quello indossato, ed un quarto paio lo seguiva sul carreggio. L'ordine di marcia fu sempre stabilito in relazione al con.ceno strategico. La mobil i1à delle armate napoleoniche fu tanto sorprendente, che q uasi sempre riuscì a sconvolgere ogni previsione del nemico. 1

l n stazione le

eruppe accantonavano ; in vic inan~a imme --

d iata del nemico sostavano ali 'addiaccio . L'istituzione dd capo di S tato Maggiore facilitò molto l 'organi'l.,7.azione dei servizi logistici. La seconda metà del secolo scorso i: caraLtcrizzata dal1'ap.plicazione delle grandi scoperte scientifiche. Le ferrovie sono largamente sfruttate per i trasporti degli uomini e dei materiali; il telegrafo ed il telefono costituiscono preziose reti d i collegamento. Gli eserciti sono m olto numerosi e più non possono vivere di requisizione. Le armi da fuoco abbisognano di notevoli rifornimenti. Il problema logistico comincia ad assumere aspetti grandiosi. Si debbono allestire stabilimenti e p reparare depositi nel paese sin dalla pace; bisogna predisporre i trasporti degli uomini e dei materiali. La def-icente preparazione ed il disordine dei servizi logistici, in Francia, nel t870, influirono tristemente sin dai prim i giorn i sull'andamento sfonunato di quella

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campagna. Nel 1866 i Prussiani hanno esperimentato e nel 1870 hanno perfezionato la loro organizzazione, divenuta poi il modello d'ogni altro esercito. Il Moltke aveva scisso la massa in armale . Ripartiti e convogliati per più linee d 'opcrazio,1i, i servizi, pertanto, hanno guadagnato in snellezza ed in perfezione. Attualmente l 'applicazione del motore a scoppio nei rrasporti, della radio pci collegamenti, la perfezione delle arm i automatiche-, la vastit,t tldle fronti e degli interessi messi in giuoco, hanno mutato la guerra in conffitto di popoli. La ricchezza e l'attività d 'una generazione sono state gettate nell'immane crogiuolo, durante gl i anni 1914-18. Se si pensa che il solo servizio pel rifornimento di rame congelata per l 'esercito italiano, dal 1915 al 19r8, ha richiesto una flotta di pi roscafi refrigera1ni , centina ia di convogli ferroviari e di colonne automobilistiche. impianti per la conscn·azione, stabilimenti ~H·anzati per la distribuzione,_ clc . , s i può j111n1aginarc clw cosa s i~1 s tato jl complesso di tutti i servizi logistici. Prima e d ur:ulte !a g ut:rra, a firinc..:o del comando strategico, ogn i g rande uniù ha avuto l 'Iutendenza. Pare che quest'organo ahhia costituito ima specie di dualismo non vantaggioso per l'affiatamento fra truppe e servizi. Ora l'intende nz a è stata aboli t·a, e le sue mans ioni sono state assunte rlallo Stato !'viaggiare del la g rande unità . T uttavi a gli studi pro o contro l'iutcnrlen7.;c fervono ancora in Italia ed altrove. Negli eserciti Httu;,li essenzialmente i servizi della logistica sono : Servizio d i sanità, di C<>1n1nissariato (vettovagliamento ed equipaggiamento), d 'artiglieri:.1, del genio, de]J'.aeronautica, delle informazioni, veterinario, delle trasmissioni, postak, dei trasponi (ferroviari, fluvial i. marittimi , per via ordinaria), idrico, della Polizia militare, della manutenzione stradale, delle retrov ie. (V. a queste voci). Nell'esercito italiano l'organizzazione logistica è affidata ad organi direttivi e .ori organi esecutivi . I primi sono costitu iti dai capi dello Stato Maggiore della grande unità con le dipendenti direzioni rii ciascun servizio_ Gli organi esecutivi sono: a) gli stabilimenti di prima linea, cioè quelli che provvedono agli immed iati hisogni delle truppe e SOHO ubicati presso i rcgg. alpini, le divis_ ed i corpi d 'armata; h) gli stabilimenti di seconda linea, ossia i magazzini d'armata, suddivisi in tante aliquote per qu.anri sono i corpi d'armata dipendenti; essi servono a r iforn ire gli stabilimenti della prima li nea, sono ubicati non più lontano tli mezza tappa d'autocarro dalle truppe e possibilmente stanno pn:sso stazioni fer roviarie; e) gli stabilimemi di riserva presso il comando supremo. Nel 1915 questi ult imi prendevano il nome di depositi centrali, cd erano destiuati a rifornire le armate . Ben presto si dimostrarono inceppan t i e insufficienti : le armate attinsero d irettamente

dalle fabbriche o dagli scali rcrroviari e marittimi. Non furono abolit i_, ma restarono a disposizione del comando supremo per dargli la possibilità di effettuare una data manovra logistica. G li eserciti sostanzialmente sono diventati molto pesanti: la ricchezza delle armi e de i mezzi è stata conseguita a scapito della mobilità. Gl i studi della L. oggi com·ergono nella ricerca di sistem i che pcrmetrnno rapidi spostamenti, pur senza rinunziare alla potcn7,a delle nuove armi ed ai nntaggi del le macchine.

Logistica (Marina). La logistica marittima, per provv-: dere agli svariati bisogni delle forze navali che opcranr, al largo delle proprie basi di operazione, deve curare I 'organiz.zazione di diversi servizi, rii cui quelli che maggiormente interessano sono .i rifornin1cn ti, Je riparazioni, il


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servizio sanitario e la sollecita comunicazione degli orçlini e delle notizie. Tali servizi sono in gran parte effettuati a mezzo del uavii::lio sussidiario e del naviglio ausiliario, Le navi sussidiarie, che costituiscono una ,, base mobile • che si sposta con essa, sono provvedute fin dalla costru:iionc di tutti gli adattamenti e le sistcnuzioui necessarie per il servizio speciale al quale sar,inno addette, e si distinguono in: rimorchiatori d':tlto mare, navi trasporto, nav i carboniere, na\'i appoggio, navi officina, navi cisterna, navi

distillatrici, navi magazzino munizioni e materiali ciivcrsi, navi ospedale, ecc. Le navi ausiliarie sono piroscali mcrca111ili inscriui in apposito ruolo, che. ali 'ordine di mobilita·4ione, devono senz'a ltro passare alla dipencienza delle autoritii mii. marittime, e imbarcare un certo armamento guerre~., sempre pronto ndlc IY.tsi ,h operazione, un uffi. ciale di vascello che ha In carica di comandante militare e alcuni marinai da guerra. Queste navi, co,ì militarizzate, acquistano tutte le prerogaiive delle navi da guerra ycre e proprit, non escluso il d iritto di visita e di cattura. I principali rjfornimcuri di cui una for,,a navale abbisogna sono il combustibile, le munizioni, l'acqua e i viveri. JI pii'1 importame è il rifornimento di combustibile, più complicato pel carbone, meno per la nafta, ma sempre tale da riçhiederc la necessità di superare difficoltà non lievi. Anche il riforn imento del le munii-.ioni è rii i:randissima importan7.a, stante la rapidità di tiro delle odierne artiglierie navali e il limitato numero di c.olpi che bisogna ad esse assegnare per ragione di peso. L'acqua può essere provveduta dai distillatori, di cui tutte le na"i sono fornite; ma siccome le calci:iie attuali ne consumano molta, e la distillazione costa fatica e carbone, e non sempre b,tsta per provvedere a tutti i bisogni, spesso le forze navali destinate ad operare a grandi distanze dalle proprie basi si fanno ac.:ompagnare da navi cisterne o anche da navi distillatrici. Gl'impianti frigoriferi hanno ora semplilicato i rifornimenti di viveri. I n fornimcnri del naviglio leggero prc,cmano, in genere, ma~~iori difficoltà che si ,crea di st•pcrare a mezzo delle na, i ,1ppoggio. Per pro,·vecicrc, per quanto è poss ibile, alle riparazioni nel luogo stcs,o in cui !a forza navale sta operando, si ricorre alle navi officina, ai rimorchiatori d'alto mare nel c:i,o di navi impombilicatc a servirsi dei propri appar,lli motori, ed ai bacini galleggianti che ev,dentemencc non devono seg,.iire l'armata in tulli i suoi movimenti, ma, quando si ritenga opporwno, si rimorchiano nelle acque dello scacch iere strategico. Al servizio sanitario prowedono le na"i ospedale, che hanno Eu nzione simile a quella degli ospedali da campo o rlei treni ospedali in uso presso gli eserciti. A bordo delle navt combattenti, mentre pc, vascelli e sulle prime coraz zate era relativamente facile p reparare un locale che ave»r i requisiti necessari per accentrarvi la cura dei feriti, cd istituirvi l 'ospcdale di combattimento, ora bisogna a,solutamcnte rin unciarvi, e qu ind i suddividere il scrvi,.io 5'lllitario durante il combattimento in diversi posti di medicazione, a ciascuno dei quali devono essere trasportati i fe. riti di una determinata zona della nave, appena le con• tingenze del combattimento lo permettono; qui,·i sono trasbordati sulle navi ospedale. La com unicazione degli ordini e delle notizie om,ai è enormemente facilitata dalle trasmis;,ioni rndio. Prima si provvedeva, cd anche ora si provvede quando non si ha modo di servirsi della rad io, me• diantc segnali , messaggi verbali o lettere. Di giorno i segnali son faui principalmente con bandiere; di notte con fuoch i, di oui i sistemi più usati sono i Fery e i Corion, con fanali elettrici fissati ali 'alberatura e con proiettori

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provvisti di porta oscuratrice. ~ccc,~ario complemento dei radiotelegrammi e dei segnali sono i messaggi verbali e le lettere che si trasmettono tl irett;unctllc o per mc?.zo di navi "-taffcua.

l.ogistica (Acrommti,·a). O~to il particolare addestramento e continuo alknamento al quale il personale dell'Aeronautica clc,·c souostarc, e la necessità di immediati ri.forni menti di materiali, , i può presumere che la sua attrezza. tur.1 di pace, debitamente inquadrata nel piano orgauico, le consenta di entrare scn?.'altro in azione, e che all'atto ddl.1 mobilitazione, relativamente all'esercito, abbia quindi ridotte necessità di nuo\'Ì contingenti di personale e materiak. D'altra parte però il suo particolare impiego, intrinsecamente collegato a lla massima mobilità, e le ca ratteri <richc del materiale, sempre delicatissimo anche se non molto i11gombrante, fanno assurgere i servizi logistici in questo campo a capitale importanza, poichè soltanto mantenendo in piena eflicenza il personale e materiale di volo è possibik ottenere dall'aeronautica tutto il suo rendimemo.

Logoramento. Dizione, Jttualmente alquanto in disuso nell.i terminologia militare, che vuol rappresentare l'insieme ddlc azioni di guerra condotte con metodica continuità e tendl·nti a menomare !"efficienza delle forze an·ersarie, colpendole, con qualsiasi mezzo bellico cd ogni qualvolta possiloile, nei loro clemcmi più vitali dell'esercito operante e dell'intero Paese·. Così si parla di guerra di logoramento. di ba1taglia d i logoramento, di tiro di logoramento, ogni quah·olta qunte forme di atti\'ità bellica - più che tendere ad una soluzione rapida del conflitto con operazioni intensamente manovrate, o mirare ad un .successo tangibile immediato con una battaglia di sfondamento e di rottura, oppure propor,i l'annientamento di un dato obicui"o con un tiro di distruzione - si limitino, per ragioni imposte o consigliate da esigenze varie, a logorare le forze ncmid,c in attesa di fasi più propizie per a7,ioni di carattere risolutivo. L'ultima guerra, ad esempio, è stata definita una vera guerra cii logoramento. t-:ell'anu,ilc regolamentazione tauica non v'è tracchi esplicila di azioni che sjano da,sif.catc di logoramento » : è però implicito che tu11c le az,oni di guerra debbano mirare a distruggere o per lo 111cno a logora re l'avversario. Ad esempio, le Norme Generali per l'impiego delle Grandi Unità, trattando ciella " contropreparazionc ,, ndl 'nione difensiva, stabiliscono che durante questa fase l'artiglieria debba svolgere azioni inte<e a logorare prcvenrivamcnte i mezzi di lotta dell'avversario, efTcuuando tiri d'interdizione su truppe pronte per iniziare l'attacco, su rincalzi e su riserve; o tiri di spianamento contro centri di resistcoza, ostacoli materiali. lavori ofk11,ivi, mc~zi di passaggio; oppure infine tiri Ji controbatteria, tendenti a neutralizzare le batterie avversarie più atti\'e. Logrono. Città della Spagna, nella provincia omonima, ,ituat3 sulla riva dr. dell'Ebro. Ha uo'antica fortc1.za. I. Presa di Logroilo (1808). Appartiene ,alle ,ampagne napolcooichc nella Spagna. li 25 ottobre, durante il combattimento rii Lérin, il maresc. Ncy attaccò f.. ; gli Spagnuoli sì difesero valorosamente ma dovettero abbandoua1c la pia:tza, dopo aver perduto qualche centinaia di uomini, e di aver mcsso fuoco al ponte. Ney lo fece ristabilire e, nell'inseguimento del nemico, gli fece numerosi prigionieri. Il. Co111batti11u:1110 di Logro1io (1811), Appartiene alle campagne nupolconichc della Spagna. I resti delle bande cli Biscaglia e Navarrn. inseguiti dalle colonne mobili fran-


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Combattimento e presa di Logroiio (1823)

cesi, si rifugiarono nelle montagne di Soria. Alcuni loro distaccamenti si trovavano nei dintorni di L. Il gen . Rogne! con 15r><> u. d i fanteri:i e 500 di rnvallcria fu m andato a dispcrclerli. Dopo una venuna di giorni di marce. con1romarce e ricerche. i Francesi incontrarono il nemico (2000 u.) presso L. lo a1caccarono, lo disperse ro, infl iggendogli un migliaio d·uomini di perdite. Ili. Com bn11i111ento e presa di Logroiìo (1823). Appart iene alla guerra contro i Cosrinizional i di Spagna. La tlivis. lrancesc Obert (4~ del I corpo) si spinse fino a L., chè gli Spagnuoli occupavano . Il 18 aprile , il gen. Dc Vittré, che comandava i Francesi, intimò la resa. Ma, avendo i nemici accolto il suo parlamentario a fucilate, co111andò \'a1racco della città, che era presidiata da 700 u . tli fanteria e da 250 di cavalleria. I Francesi si impadronirono delle due porte sull'Ebro, e cacciarono da /,. gli Spagnuoli , che ; i ritirarono combattendo ostinatamente, e, giunti a Villa-Medicina, ricevettero rinforzi . ~la le truppe ciel Dc Vittré caricarono a fondo, e gli Spagnuol i dovct1cro rifugiarsi sulle montagne, perdendo molti prigionieri.

Logudoro. 1 n• Legione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, costituita il 1° ma rzo 1923 a S:1ssar i. Si compone di 4 coorti, con sede a Sa,sari, /\lghero- Ozieri, Hultei, cd ha, come reparti speciali , un manipolo cicl isti, una ,czione mitraglieri, un a squadra pronto soccorso, una ceoturia mutilnti. Loiera (llt1ttaglia). V. A/gl,ero.

prende L ., proseguendo oltre, cacciando i Tedeschi dal castello di Goury: ma, contrattaccata vigorosamente , viene ricacc iala a L ., dove, r,cevuti rinforzi dalla 1• d ivis. (am· mir. Jauréguibcrr,'), " mantiene lra L. e il castello di Vil lepion. Frattanto la 3• divis . (Maurandr) avan za verso I-umcau , ma, fulmi,iata ,-falle artiglierie nemichè quivi in posizione, e dJ quelle di Goury, è cmtrelta a retrocedere ., T crm iniers e di q u, verso Orléans, con le rruppc prese dal panico. Le perdite del 16° corpo erano serie, e i Tedeschi a,·anza,ano: il gen. Chanzy chiamò in soccorso il 17° corpo (gc11 . dc Soni$) g iunto nella notte p recedente a Patay. ,\ L. resisteva ancora la 1• divis., raggiunta da una divis. del dc Sonis. La cavalleria del De Mic.hel opera va alla sr. dello schieramento. La lotta durò fino a sera intorno a L., che alla fine rimase nelle mani dei Tedeschi. Il 15 corpo, nello stesso giorno , aveva avan7.ato fino ad ;\nena,-, e di l jUi .su l'oupry, do\·e, pa~~ato il mezzogiorno, b sua 3• di,·is. (Pe,tavin) era andata a urtare .c,ontro la 22• tedesca, la quale, insieme con la J 7• di vis ., pu re giunta a, Tedeschi nel pomeriggio, aveva gi.', battuto la 3a francese. La lotta rimase indecisa ,u tuua la linea, malgrado che la 2 3 divi~. del XV corpo france~c aves~c.; raggiun to la 3" presso Pouprr. l,a none sospe,c su rntt.a la linea il Cuoco, e il generale in capo dcU-armata della Loira , D'Aurdle, ordinò per il matrino seguente la ritirarn su Orléans, data b stanchezza delle truppe, e lo sbandamento della 3~ divis. Cadeva cosl la speranza, al ,mcntat.a d a piccoli , uccc,si dei giorni precedenti. cli av,inzare al ,occo,10 di Parigi assediatJ.

Loigny, Comune della Francia, 11cl clip. Eurc-et-Loir. Battagli" di loiguy- f'oupry (1870). Appartiene alla guerra ~' ranco-Prussiana, e precede (2 dicembre) di due giorni la battaglia· di Orléans. Vi partecipano da par te francese il 16° C. d' A . (gen. Chanzy) su 3 di vis., e una di,·is. di ravalleria, e da parte tedesca il I C . 13avarese e una divis. ,di cav.illcria, sotto il comando del granduca d i Mecklem burgo. Durante la hattaglia altre truppe, verso la fine, intervengono dalle due pani, La lotta s'inizia verso le 9 d~I mattino; la · 2 • divis. francese (gcn. Oarry) attacca e

Loir (Mawùio). Scrittore m ii. francese, n. nel 1852. Fu ufficiale di m.arina, ma lasciò il servizio per darsi al giornalismo. Fra le sue opere : « La squadra dell'amm iraglio Cou rbet »; ,, Studi di storia marittima »; « La marina reale nel 1779 »; « La marina francese»; •< L'imperialismo tedesco ». Loira. Fiume della Francia, con lunga foce navigabile, :impia da 4 a l Km. di larghe~.za, terminante p resso SaintNazairc, dove ;bocca nell'Oceano Atlantico.


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Daitaglia di Loigny-Poupry ( 1870}

rcrnbaggio. La lotta durò Lutto il giorno, e terminò con la compleia vittoria dei Romani, i quali poterono dopo di issa :,ssoggettare I' Armorica.

I. Battaglia mila Loim (57 a. C.). Appartiene alle campagne di Giulio Cesare nella Gallia. Le navi dei Veneti. scesa b L. dove ; i erano raccolte in numero di oltre 200 , presso alla sua foce \'Cnnero a urrarc contro le navi romane, agli ordini di Deci mo Druto. Questi ave\'a imbarcato una legione, mentre altre due erano rima,te a 1crra presso Sain1 -Gildas, agli ordini di Cesare. Il qu,tle aveva avver1ito Druto che, data l'altez;z;a, la solitlità e la maneggevolezza delle navi dei Veneti, per poterle arrcmb,1re occorreva tagliar loro le driz;ze delle vele, rncdianlc falci innastatc su lunghe pertiche. A Bruto riuscì di eseguire tale manov ra, i 11 modo che legionari po1erono battersi all'ar-

Il. Combt1uimet110 sulla Lom, (765 d . C.) . .\pparrienc alle scorrerie degli Aquitani. Una di q ueste, condotta da Chjlpcrico, conte di Arvcmo, venne affrontata su lle rive della f~. dai conti Australdo e Adalardo di Chfi!ons, al servizio del re Pipino il Breve, e dopo accanito combattimento disfatta e dispersa. .lrn1111a della Loira. Subito dopo l 'armistizio del 3 luglio 1b r5, i rcSll dell'esercito francese banuto a Waterloo, e poi

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Licenziamento dell'armata della Loira (181 s)


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presso Parigi, furono inviati sulla {,. Il 1° seucmbre, il gcn . Ma"lonald fu incaricato d i sciogliere q uell 'annata, ciò che fu fatto da lui con energia e con prudenza, in modo che il ma!contenlO si limitò a danneggiamento ad armi e ogi;ctti d'uso, ma non ebbe neppure un principio di som :no,sa, come era avvenuto per lo scioglimento dell'armata del Reno.

Armara de/1,1 Loim. Prese questo nome in Francia , nel l 'ottobre del 1870, un 'armata costituita su l!.~ Loira dal governo repubblicano, su ere corpi d'armata (XV, XVI, XVII). Fu comandata dal gen. D 'Aurelle fino al 5 dicembre . In tale data, il ministero decideva di costituir e due .a rmate della L. La prima (corpi XV, XVIII , XX) agli ordini del gcn. llourbaki; la seconda (corpi XVI , XVII, XXI) agli o rdini del gen . Chanzy. Loire. Tipo d i aaoplano-arnbu lan;rn francese, di facile decollaggio e auerraggio, con un solo posto per il (erito, di quale il pilota può far pervenire ossigeno . :\'on vi è ~

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.\pparecchio di l'"icognizione Loire

posto per il merlico o infermiere. Jdroplano francese da ricognizione e da bombardamento, monoplano: autonomia 5 ore, ,·elocità 18o Km.-ora, carico U!ilc 1200 Kg.

Loison (G. B .). Generale francese (1770-18 16). Partecipò

alle guerre dell'epoca sua, guadagnaodo il grado di gcn. di divis_ nella Svizzera (1799). Nella campagna del 18n comandò la 3.1• d ivis ., della quale faceva parte il 113° rcgg. di linea, compost0 di toscani, e un regg. di cavalleria napoletano. La divis., trattenuta a Konigsberg. entrò in Ru~,ia qu:wdo Kapolcone era in ritirata, e dovette ripiegare.

Loizillon Giuliano

Lollini Jvo

Lol zillon (Gi11lia110). Generale francese (1829-1896). Fece la carriera in cavalleria. Partecipò alla guerra di Crimea (1855) e alla Franco-Prussiana del 1870-71, raggiunse il g rado di generale d i brigara nel 1879; fu poscia geu. d i divis. e di C. d 'A., e, nel 1893, ministro della guerra. Lokeren. Ciuà del Belgio, nella Fiandra orientale, sulla Durme. Durante la lotta (sec . XV) t ra il duca di Borgogna e la città di Gand, L. (u presa e saccheggiata dai Borgognoni neJ

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Combat1imc11to di Lokere11 (8 ottobre ryq) . ,\ppaniene alla guerra Mondiale. li generale von W erdcr , incaricato di dirigere le operazioni dell'ala sr. dell'esercito d'assedio d 'A1nersa, ave,·a avuto per compito di far passare il numero maggiore possibile d i truppe sulla riva settentrionale de lla Schelda e prima rli rutto di attaccare al più presto la posizione di L. .'\ contrastare il progetto rli v. Werdcr di impadronirsi del nodo stradale di l. era stata desti11:ita la 3• tlivis. dell'esercito belga . Dopn varie alternative di indietrcggi:tmenti e rli riprese di posi7.ioni il gcn. Bcrtrnnd o rdinò il ripiegamento generale di tutta la sua divisione, con la intenzione di far coprire il movimento dalla brigata cacciatori a piedi del col. Jaequet, i cui banagliom tenevano ancora Hillaere a sud-ovest di f .. La fanteria tedesca non avern pronunciato l'attacco, non avendo a ncora col grosso oltrepassato Zele. Tutrnvia il gcn. Bertrand si decise a incanalare per la strada !..-Gand anche la brigata di cacciatori, non essendo le truppe più in grado di opporre resistenza, data la loro spossatezza. Loflinì (Ivo). Medagl ia d 'oro, n . a Castel d'Aiano nel 189i, caduto sul Piave nel 1918. Non ancora diciottenne,

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,i arruolò nei volontari ciclisti riminesi, e dal Podgora, uve aveva potuto giungere, era stnto rinviato a casa, data: la sua giovane età . Un anno dopo entrava alla Scuola mii. rli Modena, Ottenendo, dopo pochi mesi di corso , la nomina a sottot. di complemento nel 6° rcgg. bersaglieri ; r;1ggiunt0 questo alla fronte, non tardò a segnalar si, guadagnandosi un encomio solenne. Passato quindi negli arditi, dette nuove, ripetute prove di valore, sia rlurante la ritirata dall' Isonzo al Piave, sia sul Valbclla, ov<: meriti, 1111a med. d'argento, oia, infine, nella battaglia del Piave. o,·c, tenente comandante rli una sez. mitragliatrici, si battè eroicamente, rifiutando fino al! 'estremo di arrendersi all'awersario e cadendo ucciso. Alla memoria del giovane fu conferita la suprema ricompensa al valore con questa motivazione:

" Già premiato per atti di segnalato valore, ferito e fatte prigioniero, affronrando quasi sicura morte, si liberava, e, non ancora guarito, tornas·a a sua domanda al comando della sezione mitraglicri . tenenrlolo con singolare bravura. In una prima azione, dando prova di perizia e cli coraggio mirabili, distruggeva e costringeva alla resa numero><: mitragliatrici an-ersarie. Procedendo innanzi con la sua sezione, rìwpcrava due nostre batterie cadmc nell e mani del nemico. e, ricevuto ordine d i ripiegare, sì ritirava per ultimo. Due giorni dopo dava nuove fulgide prove di eroismo, snidando il nemico che ostacolava l 'avanzata delle 11ostrc truppe. Caduti alcuni dei suoi serventi, ed avute inutilizzate le armi, con una decina di superstiti si slanriav:t all'assalco al grido di « Savoia • . Rimasto con pochissimi uomini, continuava a com battere accanit3mcnte. Circondato dai nemici, rifiutava di arrendersi, finchè colpito a morte esalava sul campo la sua anima eroica • · (Sovilla-Casa Pin, 16-18 giugno 1918).

Lollio (Urbico). Generale romano, del Il scc., sotto l 'imperatore Amoniao. Alcune popolazioni bretoni avendo tentato di sollevarsi, D. le ridusse all'obbedienza e per meg lio tenerle soggette fece costruire una vasta cinta fortificata che da Kacr-Riven sul Forth andava fino a Alcluyd sulla Clyde. Fu detta poi muragl ia di Antonino. Lombard. Chirurgo mii. francese del sec. XV!II-XIX. Ebbe il comando degli ospedali mii. di Dole e di Str3'burgo. e fu chirurgo consulente dell'annata del Reno nel 1792.


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Pubblicò un \'Olume sulla « Clinica chirurgica delle piaghe fatte dalle armi da fuoco ».

moriva nel 1250, ,cnza essersi potuto riavere da que lla scvnfitta.

l.ombard Ciu;eppt·. G~neralc; n. e m. a Torino (1829-

l.ombardf/ (Legione) . Corpo d i volontari lombardi, formato\i nel li96 dopo la \'CllUla dei Francesi a Milano. li gcn. Bonaparte dc~tinò a comandarlo il suo aiut,uue di campo Giuscpp<: Laltoz, d, ,v fantova, divenuto piì, tardi gen. di divisione. La legione passò a far parte della mi!izi.1 cisalpina.

1909). Sottol. di fanteria nel 18~8, partecipò alle campagne del 1848-49; a Novara rimase ferito cd ebbe la menzione onorevole. Passalo in artiglieria, combattè nel 1859 meritandosi la med. d"argento, cd altra d"argento ebbe per la cam pagna del 1860-6r. Colonnello comand. il 9° rcgg. artiglieria da campagna nel 1877, iu promosso magg. generale nel 1884 e comandò i! presidio di Mantov:1 e nel 18&7 la brigata Napoli. Collocato nella riserva nel 1892, vi divenne tenente generale nel 1895.

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Lombard Vi1tce11::o. Generale dell'Aeronautica, n. , Collegno nel 1883. Dopo la Scuola mii. di ~loden,1, entrò negli Alpin i e partecipò alla guerra Italo-Turca, guadagnandovi una mcd. d ·argento. Rimpatriato, entrò nd bgl. aviatore e divenne pilota mii. nel 1913. All"iniz10 della guerra italo-austriaca ebbe comando di squadriglia. l n fine del 1917 pa~sò negli Alpini sciatori. ma poco dopo tornò in Av iazione a comando di gruppo da caccia, e poi della massa da caccia, guadagnando un'a ltra mcd. d'argento e una di bronzo. Partecipò all"impresa di Fiume, dove tenne il comando della squad ra aerea del Carnaro. Nel 1915 er:t colonnello dell'Aeronautica e nel 1926 gc11crale di brigata aerea al comando della Il Zona. 1':el seuembre 1,i31 fu no minato gcntor>lc di d ivisione ;1erea, al comando della Il[ Zona.

Lombarda (Primr1 Lega) . Fu conchima nel 1167 a Pon • tida nel Bergamasco, nel monastero dei 13<:nedettin i, fra i deputati di Milano, Cremona, Bergamo, Brescia, Manto,·a e F errara, :dle quali città si aggiungcsero tn segu1t0 Modena, Parma, Piacenza, Bologna, ::--iovara, Vercelli, Como, Asti, Tortona, Lodi, , ·erona. Lo scopo della Lega era di rivend icare la libe rtà dei Comuni italiani dalla oppressione dell'imperatore Federico Barbarossa. La Lcg:• ricostruì :-1ilano, che nel n 6z er:1 stata distruua dal Barbarossa e fondò la nuova città d i A lessandria ; nel n 76 il suo esercèto sconfi»c l 'imperatorc sui cam!)i di Legnano; ,eguirono: l'armistizio di Venc1,ia (1177) e la pnce di Costan1-a ( 1183). L,Jmbarda (Seconda Lega). Fu conchiusa a Masio, frazione di Acquanegra. sul Chiese (Mantova) il 6 marzo 1236 dai Co111uni lombardi contro Federico II di Svezia, nipote di Barbarossa. La lotta fu lunga cd aspra. li 27 novembre 1237 a Cortenuova le milizie della Lega furono completamente sconfitte da Federico; m a a Parma, I '8 febbraio 1248, e alb Fossaha, il 26 maggio 1249, le forze imperiali furono d isfatte; E nzo, figlio di Federico, cadde pr igioniero dei Bolognesi e Federico li , scampato a stenlO,

Lombarda ( l.egione). Le legioni lombarde del 1848, fu rono due. UnJ, comandata dal generale Saverio Griffini, si co,titul a Casalpu,tcrlengo, si segnalò nel combattimento di Sommacampagna, ebbe particolare encomio dal generale Salasco e il Griffini fu decorato di medaglia d"oro al "· m. Alla fine della guerra, sconfinò in !svizzera. L'alt ra, comandata dal capitano Borra. composta di volontari lombardi, e costituitasi a Volta col nome di ,, Corpo FrancoLombardo », fu inv iata a Peschiera in rinforzo alle truppe regolari piemontesi e poi in Val di Ledro, dove ebbe uno scontro viuorioso con gli Austriaci del reggimento Badcn.

Lombardi (Alestandro). Scrinorc mii. del sec. XVII, autore di un'Opera intitolata: " Della fortificazione regolare ,, , pubblicata n~l 1646. l.cmbardi Agosìino. Medaglia d"oro, n. a Brescia nel ' 1831, ca<lu to nel 1866. Volontario lombardo nel 1848, combattè valoro~'lmentc nel TrcnLino e l'anno !)eguentc seguì Luciano Manara alla difesa di Roma. Divenuto nel 1859 luogotenente nei « Cacciatori delle Alpi ,., partedpò alla campagna di quell'anno, battendosi valorosamcnlc a Varese, e a S:tn Fermo. Kd 186o andò in Sicilia col Medici, al comando di una cp., e meritò la promozione a maggiore. Due anni dopo era con Garibaldi ad Aspromonte. Nella camp,1gna del 1866, alfine, questo magnifico super• stitc d i t utte le lotte s,er il nostro risorgimento cadeva, colpilo a morte. sul ponte di Cimego, mentre caricava il nemico, alla testa del 6Q bgl. ,•olontari garibaldini. Fu conferita alla memoria di lui la medaglia d'oro al valor mii. « per esscr~i spinto ml pomc cli Cimego ~I la test;, d i una compagnia cd aver caricalv alla baionetta il nemico che si av:1111-ava. Cadde ivi morto colpito da una pallottola al petto " (16 luglio 1866). Un suo fratdlo, Ct1rlo. comLombardi Agostino batti: pure nelle file garibald ine nel 1860 . e partecipò quindi alla guerra di Secessione nel Nord /\mcrica, dove cadde combat tendo nel 1865. Lombardi Prospero Ce,arc. Generale, n. a Casale ~fon. ferrato, rn. a M ilano ( r838- 1900). Sottot. cl i cava llcr,a nel 1857, panccipò alle guerre del 1859, 186o-61 e 1866, meritandosi la med. d"argcmo al Garigliano (18Go) e la menzione onorevole a Vi lla(ranca (186G). Colo nnello coman• dante il regg. cavalleggeri Guide nel 1&81. andò in P . .-\. nel 1889. Nel 1893 passò nella rèscrva col grado di magg. generale. Lombardi Stefano. Generale, n. :1 Dronero, m. a Toì ino ( 1862- r9~6). SottOl. d'a rt . nel 1882, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo di S. YI". Colonnello nel 1909, comandò poi il 70° regg . fanteria; magg. generale nel 1914, cbbo il comando del la brigata Parma. E ntrò in guerra 41


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contro l'Austria quale intendente della 3" armata e nell'epidem ia colerica (1915-16) si meritò la med. d'oro dei benemeriti della salute pubblica. Passato nel 1916 all'intendenza generale presso il Comando Supremo e d ivenuto ten. generale, ebbe nel 1917 il comando della 34 d ivis. e qualche mese dopo quello del VI C. d'A . ln tale quali,~, per azioni d i valore personale e d i capacità, venne decorato d i 3 med . d'argento e d ella commenda del1'0. M . S. Dopo la g uerra comandò il C. d'A . d'Alessandria e nel 1923 andò in P. A.

Lombsrdi Prospero

Lombardi Stefano

Lombardi Eugenio . Genera le, n. a Maddaloni nel 1866. Sottot. d i fanteria nel 1885, fu in L ibia nel 1913 e vi gu,rdagnò una mcd. di bronzo. Colonnello comamlantc il :u6° regg. fanteria in guerra nel r9r6, vi ottenne la croce da ca v. dcll'O . M . S. ; promosso brigadiere generale nel 1917, al comanclo dell a brigata ~forge sulle alture d i F iondar ottenne la croce d't1ff. dcll'O. M. S. Lasciato il servizio attivo jlOCO dopo la guerra, ebbe nel 1926 il grado d i generale d i d ivisione e nel 19_,2 fu collocaw a riposo. Lomb,,rdi t:duardo. Generale, n. nel 1867, m. a Napoli nel 1930 . Sottot. <li fanteria nel 1886, raggiunse nella riserva il grado di colonnello e, nel 1929, quello d i generale di brigata. Lombardia. Regiouc italiana d el la zona continentale delimitata da lla cresta alpina, dal lago di Garda e corso del Mincio, dal lago Maggiore e corso del Ticino e dalla linea del Po. ~la forma p ressochè quad rilatera e p uò definirsi, in sintesi, il settore med ia no del versante meridionale alpino. Come tale riveste unità geografica, bcnchè presenti estrema var ie tà morfologjca dai crinali alpestri al bassopiano e qu indi non abbia vera " individualità » ,ne l senso voluto dal la geografia razionale odierna. I: da osservare inoltre che la L ., come sudd ivisione razionale, don coincide integra!~ mente con la regione geografica già defin ita. Fisicamente non le appartengono, infatti: la Lomellina, 1'oltre-Po paappend ice incuneata fra vese, la /·eg ione d cll ' Antola Piemonte, Emi lia e Ligur ia, attribuitale attraverso vicende storiche e ammi1~istrative come non le appartiene la striscia mantovana oltre Mincio. Le apparterebbero invece il Canton Ticino e la Val Poschiavo, aggregale alla Svizzera; le Giudicarie e altri lembi ad iacenti, compresi nella Venezia T ride ntin a. La wna alpin;i della regione lombarda com prende i g ruppi delle Alpi Lepontine, Re tid1c, T icinesi, Orobie e Camoine, different i fra essi per n;itura (crisralli~a o calcare) per altitudine e per o rientamento , onde presenta nel suo insieme g rande varietà geognosrica e te t-

tonica. L 'alta montagna viene così a esse re fasciata da una corona di medie montagne e di lagh i che smembrano i plessi montuosi, facilitando la via~ilità e l 'abitabilità mcrcè larghe vallate longitlldina)i e trasversali e ride nti rive la custri. In questo trailo della chiostra .alpina si banno, ilifatti , alcune delle maggiori strade nazionali e inrernaziunali caratterizzate dal nome dei valichi rispettivi (Gottardo , Spluga, Maloggia, Stelvio, Tonale, ccc.) . Cinge da sud q uesta zona u na frangia di alture prealp ine e di anfiteatri morenici (Varesotto, Brianza, alture marginai; del Garda) che segna la transazione col piano ali 'incirca sulla linea Varese-Como-Bergamo-Brescia-Peschiera. La piana lombarda ha in complesso carattere uniforme, ben chè presenti nei suoi va ri tratti materiali sedimentar i d iversi per natura ed età. Ricchissima d 'acqua - specie a sud della cosidetta " linea dei fontanili », ove le acque sotterranee, filtrate aura verso i detriti grossolani dell'alta pianura, tornano ad affiorare - essa si distingue per fertilità ammirevole, ciò che spiega la ricchezza del suolo e la popolazione fittissima. Una complessa re te di canali irrigui e navigabili fra cui primeggiano il Canale Villoresi, il Naviglio Grande, il Na. vig lio delle Martesana - solca la piana lombarda completando con vie acquee artificiali la serie clei fiumi cbe scendono al Po dall'alta j<0na alpina (Ticino, Adda, Mincio) o dai plessi alpest ri meridionali (Olona, Lambro, Oglio) co11 n umerosi affluenti. La varia morfologia del la regione lombarda determ ina una doppia serie d i raggrnpparncnti dei cen tri abitati, l'una alpina, l'altra di pianu ra : la pr ima 11011 d ipende tanto dalle strade quanto da lle valli popolose e fertil i che hanno sbocc hi e confluenze naturalmente designate come luoghi d i convegno ed empori; la seconda è invece inquadrata dal reticolo delle strade e dalla serie d i

pon ti che segnano gli assi) ormai obbligati, del più jn. tenso traffi co attraverso la pia11Ura. All 'incirca equid istante d al margine pedemo ntano e del Po sorge Milano, sull'Olona, al cent ro di convergenza delle vie t ransalpine, per cu i passa anche la gran de d iagonale europea che ùal Danubio, attrave rso la Ilalcania e le Alpi Carniche, tag lia r:asvcrsa!mente l'Ital ia continentale sino a Torino, p rose• gucndo ind i per gli oppost i valich i alf,ini verso 1'Euro pa nord-occidentale. Caduto l'Impero Romano d'Occidente, d-0po le prime dominazioni barbare s' insed iarono nelle penisola Longobardi che diedero il nome di L . non solo alla regio11c considerata, ma a gran parte dell'Italia. Subcn-

nata la dominazione franca , il noroc continuò a sussistere limitatamen te all'Italia settentrionale e i n particolare a lla Gallia C isalpina. Quando Carlo Magno ne d iede l 'in ,·cstitura al figlio Pipino, .ass1rnse il nome d i Rc.:gno d' Italia. Più tardi , durante il periodo delle ten aci lotte fra Guelfi e Gh ibellini, assurse a indipendenza, ma si fra zionò in talllc repubblichette corrispondenr i alle maggiori città: fu l'epoca dei Comuni, caratterizzata d,1 period i di ,splendori e di decadenza . Seguirono le calate del Barbarossa e con esse le devastazioni ripetute delle città forti e dei centri popolosi dcTT'alta Italia (Asti , Ch ieri , To rtona, P iacenza, Hrescia, Crema , Milano) che p rovocarono la reazione delle città settentrionali, federatesi nella " Lega Lombard a ,,. Le ulteriori discord ie, e specialmente le lotte fra città g uelfe e ghibelline , favor irono l 'instaurazione delle Signorie, a t t raverso l ' istit11zione dei « Cap itani del popolo » : così i Torriani, i Visconti, gli Sforza (1450) si succedettero nella Signoria di Milano, che nel frattempo perdeva Bergamo, Brescia e Crema passate a Venezia, e Mantova crcttasi in Ducato autono_m o. Contesa tra Francia e Spag1rn durarne


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il secolo XVI , la L. rim:rse ~a l -ramo spagnuolo della casa d 'i>;uitria (1555) e infi-ne ali :-! ,;pero d'Austria (1706) il quale la dominò ..l. salvo la breve parentesi rivoluzionaria e oapoleonica ( r797'.1815) e hnsurrezionc del 1848 -:-- fino a l 1859. In queJl'anno la R'ace òi Villafranca riunì la L. al , Regno "di Sardegnà, eccetto Mantova e Peschiera, che le fut9no annesse solo dopo la campagna del 1866. Per la sua posizione· centrale la L. f4 teatro d i numerosi fatti d'arrne . sià , ai ten;p1 delle invasioni nordiche succedute al crollo dcll"lmper; cl'Occider"1te; sia durante le guerre di predomil)io fra ' gli Stati egemonici culminate nelle lotte tra Carlo V e Francesco I nel secolo XVI; sia attraverso le ctjmpagnc · ;~apol;on iche, sia infine durante le guerre per l 'i11dipenden.h e hrnità d ' Italia (1848-66). I.re operaZ:ioni ,nilita ri incontrano naturalrnèntc, nella regione lombarda, condizioni assai diverse nelle sue varie zone: nella sezione cristall ina delle Alpi tutte le clifl1col tà dejl'alta montagr,a, che richiedono truppe alpine, equipaggiamenti e servizi special i, largo uso di salrnerie; nella med ia montagna si hanno percorribilità rnigli?rc, condizioni logistiche piir favorevoli, meno d ifficile imp iego di n1ezzi tr_ainati; n.dla pianura grandi risorse logistiche, abbondanza di comunicazioni, ricchezza d'acqua, possibilità di azione a grandi masse; ma d ifficoltà d i procedere fuori delle strade, specie là dove si ha fitta coltivazione, clistese irrigue o fitta rete <li canali. Cause d 'intrinseca debolezza per l'inv iolabil ità del te rritorio lombardo nei riguardi geografici e storici f urono le seguenti: 1°) Il frazionamento territoriale della valle padana, che le assegnava confini di pianura mutevoli e d i scarso valor~ militare, come ad ovest la Sesia o il Ticino, ad est ora il Mincio, ora l'Oglio, ora linee CO!lYCnzional i, profondamente mutate attraverso I ·espansione d i Venezia nel Bresciano e col d ist acco della Signoria di Mantova. 2°) L'csisterna del grande saliente triden tino, c he agevoiava agli Imperiali le calate in Italia sulle due rive del Garda, dando loro straordinaria facilità di aggiramento delle difese montane che potessero organizzarsi al confine a lpino; condizione questa destioata a pesare duramente sui rapporti italo-austriaci durante il lungo periodo corso tra il 1866 e il 1915, in quanto sosteneva l'intransigenza della politica absburgica, forte di una situazione militare privilegiata in linea geografico-strategica. , 3°) La perdita del Canton Ticin_?, passato fin da i secolo XVI alla Svizzera, alterava il naturale confine montano, incuneandovi il grande salie nte che giunge alle sogl ie d i Como, e il minore di Val Poschiavo, che si p rotende in Valtellina. Oggid ì mli condizioni sono radicalmente modificate, e la I~. s'inserisce tra Piemonte e Veneto, p rotette o rmai dalle loro front.iere naturali, nè han p itr da temere facili sorprese dalla via dell 'Adige. Sussistono, invece, le non favorevoli condizioni del confine elvetico, sebbene siano attenuate dalla garanzia della neutralità svizzera. Anche considerata in astratto, la tutela del tratto di frontiera lomba rdo non può essere d isgiunta da quella dei tratti cont igui p iemontese e tridentino . Le offese che provengono dai saliemi elvetici specie dal Canton Ticino verso i l· territor/o lombardo, male si alTrontano coi puri apprestajnenti 'difensivi, che richiedono dispersione cli mezzi e d'i' forze lungo il margine e sbarramenti sulle vie princip~li d 'accesso: le molteplici d irez ioni di attacco obbligano il ? iiensore a contromanovre SI/ più lunghi percorsi, subordinandone l'azione alle inizialive avversarie, che facilmente l<l.,pre\,e.ngooo sui punti é nei momenti decisivi ; onde la

difensiva sistematica è anticipata condanna all'inferiorità e all'insuccesso, specie i n alta .,montagna. Le stesse 1\lpi Orobie, che per il loro sv iluppo tra Adda e Oglio e per I'andamento trasversale potrebbero aver funzione importante per arginare una calata dalla Valte llina al piano, perdono gran pa rte d el proprio valore geografico e militare - come cort ina rispetto ai bastioni montani antist~nti per il fatto che il viciHo .saliente svizzero rende facile uno sbocrn su Como, donde si g iu nge in breve sul tergo delle difese orobiche. La difesa delle Alpi Lo mbarde va dunque intesa essenzial ,ncntc come vigilanza, protezione e garanzia delle p ri ncipali vie d'accesso, integrata da operazioni atti,·e che, dai settori interposti e da quelli contigui piemontese e tridentino, convergano oltre frontiera, n1inacciando le lince di comunicazione dei salienti avversari e tendendo ad avvolgerli ; ciò che r ich iede l 'impiego di truppe mobili perfettamente organi7.zate, mezzi logistici adatti all'alta montagna e ottima conoscenza riel terreno. Ciò è tanto più necessario, data l 'importanza della pianura lombarda, vera piazza d'armi ddl 'Italia coutincntale, che occorre p reservare ad ogni modo da invasioni, le quali potrebbero compromettere la difesa dell'intera fronte alpina e me ttere in g iuoco le sorti de.I la penisola.

R. N'ave Lombardia

Lomh<lrdia. Nave da battaglia, varata nel Can tiere di Castellamma re di Stabia ed entrata in servizio nel 1892: lunghezza m . So, larghezza 12,03; d i.slocarncnto tonn. 2389. macchin.t HP. 68-12; armamento guerresco cannoni IV 152 A, IV r 20 A, lanciasilu ri 2 ; stato maggiore 12, equi.p aggio 245 . Lomhardir.. Brigat a d i fanteri a d i linea, costituita nel

185y con due regg . di grànaticri, 3° e 4°, e col nome d i brigata granat ieri di Lombard ia. Nel r87r assunse il nome

Premiazione della Brigata Lombardia al fronte

di brigata Lombardia cd i regg. divennero 73" e 74° . Prese parre alle campagne del' 1860-61, 1866, 1870, 1895-96, 19ur9r2. Durante la g uerra italo-austriaca r9 15-19r8 combattè inizialmente al Podgora, al Peuma e ad Oslavia, ove contrastò per tutto il 1915 quelle munite posizion'i al nemico, per&ndovi oltre 3000 uomini. Al principio del 1916 e fino al-


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l'arrile ,i impegnò in una accanita loua sul ~- Sahotino che

le {ruttò rilevanti vantaggi territoriali . Destinata ;ulì'altopiano di Asiago nd maggio, partecipò all'offensiva nemica cd alla nostra controffensiva. Ritornata sull'Isonzo per la battaglia di Gorizia, occupò Rubbia il 10 agosto 1916, spingendosi \erso il Nad Logem. Fu poi sul Veliki ove conquistò, il q settembre, b q. 265 e più tardi le posi2ioni del Pccinka fra q. 291 e le pendici meridionali ùd Vcliki, arri-

brigadieri Enrico Tellini (1917); Vito Puglioli ( 1917); Ma rcello Dc Luca (dal 19 I 7 al termine della guerra). Per la guerra 1915-'18 il 73° costituì il 27<i0 rcgg. di milizia mobile cd il 74° il 278°. Per effetto rlella legge Il marzo 1926 la L. ha assu nto il numero <li 15• brigata òi fanteria ed è coSLituita su tre rcgg. : 26°, 73° e 74°. Colore delle mostrine: fondo bianco con una riga centrale coba lto nel sc,wi oriz?Ontalc. Mollo del 73° rcgg.: « Du n~simm hosti •, e del i4o : « Sempre 3\'anti ad ogni costo . r esta dei reggi111c11ti: per il 73° il J 2 agosto, anni\'ersario dei combattimenti a Boschini, Rubbia e Naù Logcm (12 agosto 1916); per il 7·1" il 1° no,•cmbre, anniversario del combattimento ri i Pecinka-Veliki H rihack (1° novembre 1916).

Lombardia (R,·ggimwto d,). Formato in Fenestrelle nd 1;~6 : partecipò alle campagne dd 1792-96. Sciolto dal giu ramento do fedeltà al Re d , Sardegna, passò nel 1798 al .,crvizio della repubblica piemontese. Combattè ancora con1ro la Francia nel 1799-1800, e poi venne licenzi:no. C<,n il nome di Reggimento di Lombardia era pure stato

'.vledaglia del n• reggimento fanteria

,,ando lino al costone sud-occidenrnle del Dosso Fati, colla cattura di 1000 prigionieri e rilevante bouino. Le sue perdi te furono d i 30 u fficiali e 1400 gregari. Nel maggio 191i la L. compì nuovi prodigi nd settore di Castagncvizza e d, Nova V:1s che le costarono la perdita di altri 78 ufliciali e 2900 militari di truppa . Durante l'offensi,·a autunnale nemica, ripiegò in direzione di Conegliano, combattendo a S . Rocco d i fulgari,1 c nella zona da S. Francesco a Tr:unonti. Nel 1918 operò sul Grappa e , ul Montello, e nella battaglia di Viuoroo Veneto co nquistò le importanti posizioni dmc Roccioni dell'Abete e Roccioni delle Ca\'crnene, ~piogcndosi poi nella .:onca di Fcltre. Al valore dei ,uoi rcgg . fu tributata la m(·d. d'oro colla seguente mot ivazione: " Con irresistibile slancio e con indomita tenaci.i, aitaccarono e tolsero al nemico succcs.sivnmc11te numerose- trincee nella regione di Boschini e di Rubbia. ed inseguendolo ;.enza tregua concorsero cfficacemcnle con la conquo,ta del Kad Logem, ad aprire la via del Carso al Tricolore Jtaliano (9-15 agosto 1916}. Nuovo e superbo esempio di valore clic-

Dandiera del 749 reggimento fanteria

formato owl 1734 un regg . composto tli Italiani, che visse sino al , 759, alternando la formazione da I a 2 bgl. P artecipò all:1 guerra di Successione d'Austria. Era anno"cra10 fra i rcgg. stranieri. essendo composto di Italiani non appartenenti al regno di Sardegna.

Medaglia del 74° reggimento fanteria

clero nella conquista del Pccinka e del Veliki 1--Iribak (1 -2 110\'Cmbr e 1916), con urto impetuoso scacciando il nemico da solidi;~ime posizioni e canurandogli prigionieri e

materiali 1i . Durante la g uerra mondiale, la brigata fu successivamente comandata dai generali Giovanni Luhotti (1915-1916); Riccardo Bo:naini d a Cignano (1916- 1917) e da i colonnell i

Lombardia. Reggimento di fanteria spagnuola, chiamato • Tercio ordinario de Lombardia 11 , costituito nel 1548 agli oo·dini di Alvaro De Sauùi. Si battè con suoi reparti nelle Fiandre, e rimase a :-.tilano e nella regione fino al 1706, anno in cui abbandonò il M ilanese per passare nella Spagna , dove rimase, venendogli nd 1712 confermato il nome, che portò ancora per grande parte dd secolo XVJII. Lombarclini (Cam,llo). Generale, n . a Parma, 111 . a Brescia (1821 -1883). Vo lontario nelle truppe Parmensi nel 1841, pas;ò nd 1848 nell 'esercito sardo come tenente di


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S. M. e.I a Santa Lucia meritò la med . d 'argento. Combattè anche nella campagna del 1849 e nel 1855 in Crimea; nèl 1859 oucnne a Confienza la croce da cav. dell 'O. M. S. ed a S. Martino la promozione a maggio re per merito rii g uerra, Colonnello di S. M. nel 1862, a Custoza (1866) fu decorato della croce d'uff. dell'O, M. S. Magg. generale nel r866, comandò sino al 187T la brigata Aosta, e quindi la 1a brigata d i fanteria della divis . m ii. di Bologrrn; nel 1877 fu p romosso ten. generale comandante la divis. mii. di Brescia.

Lombardini Camillo

Lombardo, Trasporto ad elica, varato a Venezia ne l 1841, disloca rnemo to nn. p9; entrato nel R . Navig lio nel ,861, naufragato presso k isole Trem iti nel 1864; fu uno dei due piroscafi (col « Pie1nonte ") della spedizione dei Mille.

Lombardo Giuseppe. Generale, n. a Sassari nel 1868. Sottot . d'art. nel 1889, partecipò alla guerra contro l 'Aus tria con1c ufficiale superiore, lneritandovì una n1ed . dì bronzo c una d 'argento, a Rupa (1916), ove rimase ferito ad uoa gamba che g li venne amputata . Colonnello nel T917, Jascjò il servizio attivo e nella riserva divenne gen. 1930.

d i brigata nd

Lombardo-Veneto . Denominazione data alla parte italiana cicli ' impero austro-ungarico assegnatagli dal Congresso d i Vienna del 1815, composta della Lombard il e del Veneto. Fu formata dall'imperato re Francesco I con i terr itori del la Valtellina, del Milanese, del Mantovano, ciel Veneto, e con parti del P armigiano e del Ferrarese a nord del Po . E.ra diviso dal Mincio in d ue governi, ciascuno dei q uali aveva il proprio governatore: a M ilano cd a Venezia . Col trattato di Zurigo (10 novembre 1859) la Lombardia, me no j distre tti n1antovani , venne annessa ,al regno d i Sardegna; e il 21 o ttobre 1866 (plebiscito) i l Veneto e 1 d istreui mantovani vennero annessi al regno .d ' Italia .

Lombartzyde. Vi llaggio del Belgio nella F iandra occidentale, a nord d i Nieupor t sul nume Yser, d istante circa 2 Km, dalla costa del mare del Nord .

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mese dovcttern abbandonare le posizioni che tenevano a ponente dell 'Yser.

lombok. Isola neerlandese del mar della So nda , a o riente d i Giava . Nel 1894 il governo olandese vi inviò una spedizione mii. , agli ordini del magg. gen . Vetter, per ridurre a miti consigli il p rincipe di Mataran, indigeno, il q uale vessnva le popolazioni. Le truppe olandesi vennero, dopo lo sbarco, assalite nei loro bivacchi, e ne derivò una sanguinosa lo tta, che finì con la d isfatta degl i ind igeni: Mataram fu fatto prigioniero, e l ' isola divenne diretta colollia, senza sovranità jndigena.

Lombriasco. Frazio ne ciel comune cli P ancalìeri, in prov. di Torino, sulla sr. del Po . F u feudo dei Romag n~no: nel 13r6 nd la canonica di L. s tringevasi la lega ha Matteo Visconti, signore di Mi lano, e il principe Fi , lippo d ' Acaja, contro il re Ro berto d i Kapoli . Nel 1347 fu occupato dalle truppe di Luchino Visconti. Combattimento di Lombriasco (1691). Appartiene a lle campagne del principe Eugen io. Dur,1ntc l 'asserl io di Cuneo da parte delle truppe francesi elci maresc. C atinat , il principe Eugenio aveva usato uno stratagemma per ind urre il marchese Bullonda, rimasto solo comandante dell'.armata assediante, a roglicre l'assed io . Ri uscitogli i l colpo, il principe giud icò che il marescia llo avrebbe passato i l Po. e si pose in agguato in un bosco con l'i nte nzione cl i assalire la retroguardia francese. Come aveva preveduto, il Catinat passò il Po a L . cd ap pena la sua avanguardia fu sull'altra spo nda, il principe Eugenio alla testa dei suoi dragoni e d i alcuni regg. di cavalleria assalì 1e t ruppe non ancora passate, sbarag liandole. Il m:i resc. accorse in aiuto dei suoi; la zuffa si fece accanita, il princjpc stesso corse pericolo di rimanere stil terreno se un dragone no n l'avesse liberato uccidendo ut1 soldato francese che stava per col pirlo. Data l 'in feriorità delle sue forze, fece suonare la raccolta e s1 riti rò co,1 alcune bandiere e stendard i tolli al nemico .

Lombroso (Giacomo). Scrittore mii. mantovano del sccolo 'Xl X. Scrisse una « Vita privata d i N apoleone l "· una « Vita dd Principe E ugenio e dei capitani nelle guerre di l.uigi XIV >) , e una vasta << Galle da Militare » , in trt: vob mi, contenente biografie dei generali che combatterono nelle g uerre na poleoniche . Lomellina, 6° Legione della M . V . S. N., costiwita a Mo rtara il l~ febbraio 1923, su t re coorti (Mortara, Mede, Vigevano) e una sezione m itragliatr ici.

,lttacc/, i di Lombarlzyde (ottobre 1914) . Appartengono alla g uerra mondiale , durante la lotta all'estrema sr. dello ,chieramento belg-a verso la ·costa. Il 18 ottobre i T edesch i attaccava no L., ~,a la flotta inglese clell'amrnir . Hood in-

Lomellini Piscina (wnte Francesco Ma,-ia) . Generale, rn . n el 1817. Magg. generale nel maggio 1817, comandò per quattro mesi le milizie della provinc ia d i Torino.

{rnnse con le sue artiglierie l'avanzata germanica su L. Il g iorno 2 0 i Te deschi rinnovarono l 'atta,::co mette ndo jn azione alcune baucric pe$ant i, una delle quali fu d istrutta dai mon itors. Nella notte i Belgi evacuarono L., subito occupata d ai Tedeschi, che 1'ammir. Hood cannoneggiò il giorno dopo. Le navi continuarono il fuoco per undici ore ininterrottamente e l'avanzata tedesca fu infranta ùi n uovo : il n, i Tedeschi abbandonarono L . la quale fu rioccupa ta dai Belgi il giorno 23. Il 26, le truppe germaniche ripresero L. e rico minciarono J'atta(co; J·ammi r. Hood riprese il bo rnbardamqu o, ,ma ve1rnc efficacemente fronleggiato d alle batterie tedesche pesanti dei Tedeschi. I quali furono finalmente arrestati dall'inondazione provocata dai Belgi con la rottura clelle dighe, ·e alla fine del

Lomi (Cesare). Generale, n . nel 1864. Sotto t. di fanteria nel r882, partecipò alla campagna d'Africa del 1887. Passato poi nel personale dei d ist re tti, d ivenne colonnello nel r 9 r6. P assato nella riserva, fu promosso genera le di brigaw nel 1926. lomitten. Villaggio della P russia, nel distr. di J\farienburgo, .sul fiun1e Passarge. Combaui111c11to di Lomittc11 (5 giugno 1807). Appartiene alle campagne di Napoleone in Germania. tv!ent re i due eserciti belligeranti si disputavano il passaggio della Passarge 1 presso Spa.n.dau, due colonne russe sferraro no un

attacco contro la testa d i ponte di L. Le tru ppe russe tentarono più vo.ltc cli vincere la resistenza dei Francesi, ma


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LOM furono sempre respi nte da lla brigata Fcrcy che difendeva la posizione. Si combatté lino alle 5 di sera ed il nemico s1 ritirò dopo aver subìto gravi perdite .

luglio 1877 il 3° regg. artiglieria cominciò il bombarda-

11,emo tielle posizioni di L. P. riuscendo a smonta re vari cannoni turchi e co,tringcndo gli altri a cambiar posizione. li giorno dopo :illc ore 3 del mauino l'artiglieria romena

Lo M onaco (Frn11usco). Patriotta e scrittore, n. a :vfontalbano, m. a Pavia (1777-1810). Nel 1799 cloveuc esu lare da Napoli, e fu insegnante di noria nella Scuola politcrn ica mii. di Pal'ia. Scrisse un « Rapportu a Carnot " in coi precisò le colpe del go,•erno borbonico; « Oella virtù militare » ; ,, Vite dei famosi capitani d"lrnlia », ccc.

ripre...- il bombardamento; le batterie turche furono ridotte n1 silenzio; Jc. numerose navircl lc che si trovava110 nel porto furono affondate o distrutte: / .. P. incendi ara e le truppe

Lo Mo11,1co-A prile (Giuseppe). Generale, n. a Palermo nel r86o. Sottnt. di fanteria nel ,882, si segnalò alla fine del 1908 nell"opcra di soccorso, in occasione del terremoto calabro-siculo, 111critandusi la rned. di bronzo di benemerenza. Colonnel lo nel 19 16, bri i!3<liere generale nel 1919. a,. sunse nel 1923 il grado di )!C• neralc di brigata. ,\ll'inizio della guerra iwlo-au,triam ebbe il comando del 159" regg. di fanteria, e poscil gucllo del Centro di Mobilitazione Milano-Ove,t (68°, 159•, 225• e 27~0 ) . preparando uomini e co,c per la l rontc e dirigendo, contempor3neamcnte, cin9uc cor1,,i di alLo~l\lonoco ..\prile Cius lini ufficiali. F•, collocato a riposo nel 192-1 . Collaboratore della " Ri, ista Militare ,, e della « Rivi,rn cl i.fanteria•• pubblicò: ,, Lo studio del Soldato nella Scuola Militare »; " Lavori da zappatore nella fan teria n : \I Lo Stato d'Assedio e i nùlitari )); u Vencnzt: cavalleresche nell 'c,crcito ", ccc. Fondò nel 1899 e diresse dalla fondazione, il " Giornale del Solòato •·

A11<1rchi di f.om :a (1915). J\pparrengono alla 1tucrra monchale. I T~dcsch i iniziarono opernioni nella regione di /., rlurante la loro nlfensi,a in,emalc del 1915, ma allora non era loro propnsito d'attacca re subito la piuzza. pcrchè le artiglierie pesami di cui dISponc\'ano dovevano servire p,· r I "attacco di Ossowietz: così ,olevano solamente coprire <l:1 o,·cst l'a«nlio di Ossowiet7,. Perciò il XX C. d'/\, ,·cune mandato verso L. rin forzand<ilo con la 3• divis. R. e con la 5• brigata di fanteria. Si ebbero numerosi ,contri coi Russi presso L. J\ nord della forteua, ad esempio, tra la ,• div1s. R. e la s~ brigata tedesc,t, la Guarclia cd il V C. cl·,\. ru,,o. Nell'ultima decacie di febbraio la !:.ituazìone era molto te:-ia per i tedeschi, ma Ì rl seguito al .. !"arrivo della 1" di,·is. di Land\\'ehr e all'indebolimento, eia ']llclla parte, delle forze avversa rie, essa fu rist:tbi!ita a favore dC'1 Tedeschi. Il generale ,.. Staabs con la sua )ia cl ivis. di fante.ria e coi lcrritori~li, operò verso ovtst <li L. e dovette so,tencrc gli auacd,i del I V corpo sibe-

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,

Le fortificazioni d i Lomont (sec. xrx)

Ottomane::. di:,pcrsc.

Lom za. Città della Polonia, sul Narev,

rjtrni da No\vogora e ei a Os1rolcnka: si mnndarono a :-iostc

ncrla la .2• di vis., b 75" di,·i,. R.. la to" divi;. di Landwch r , la 4" d i cav~llcria, la i6" divis, Il.: comples,i,·amente dunque intorno a /,. , durante e subito dopo la L,;nrng!ia di }-\ugu:-itowo, combanerono circa otto divi)>. te ..

dcschc di fanteria cd una di C3\'allcria, al comando del generale von Scholtz, contro forze C<JL1ivalcnti da parte dei Russi. ,\vendo do\'uto rinunciare, durante l'offensiva e,tiva, all"attacco da nord delle pi:i~ze cli Ossowietz e di L. per le difficoltà oppo,te dai pantani e per l'accanirn resistenza in,ontrma ria parre dei Russi, fu soltanto dopo che Varsavia venne ,gombrata e che la 12• anrnlta tedesca potè 1mpadronirs1 clellc piazze di Pultusk, Roshan e Ostrolenka, che, risalendo la riva ntericlionalc del Narew13obr, L. e Ossowietz poterono ,•enirc occupate. All'attacco c1: L., dove ai 'l'cdeschi risul tava che aveva sede un CO• :i:ando ,J',rmata cd un quartier generale cii C. d'A., =i fecero pa, ieciparc una squad riglia di aeroplani eia bom bardamento, però con scarsi ri,ultati, L. cadeva il 9 agosto, cioè cin<1ue soli giorni dopo di Owolenka.

Lomont (Forte) . Costirni,cc sistema <li difesa col campo trincerato di llelfort, insieme con la posizione di Mrrn1 béliard. f::. situato sul pun10 culminante del monte L. a 833 m. d 'altezza ed a 4 Km. da l conlìne svizzero, li forte è munito di opere secondarie come il posto della RocheGéla, le batterie est, quelle degli Etabons, ccc. Le difese del monte L. dominano le strade per Basilea e il cor,o del Doubs. Lom-Pa lanka. C iuà della Bulgaria, alla foce del Lom nel Danubio.

La roc,ca di Lonato

Bombardamento di Lom -Pala11 I("· Appartiene alla gucrr:1

russo-turca elci 18n-78. Il comando dell'esercito romeno, alleato dei russi, avvertito di un l'ivo movimento di truppe turche a L. I'. sul Danubio, remendo che i Turchi 1entasscro d i passare il fiume, diede ordine di bombardare il porto, l'accampamento e le fortiiicazioui del nemico. li 7

Lonato. Comune in prov. di nresci:,, tra il Chiese e i! lago di Garda. Azzone Visco~ti nel 133i fece ricostcuirc e rinforzare la ,110 rocca, distrutta durante k guerre del se< . Xli, faccnrlola servire da baluardo contro l'invadenza degli Scaligeri di Verona. Trenta anni dopo L. ebbe una


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ci.nta di mura, contro la qua le cozzò pii, d'una volta Venezia nella sua opera di espansione in terra ferma. Pas<ata con Brescia sotto il domi nio della Serenissima, la forrczza fu tenuta sempre ben munita e guardata, wnto che Luig' Xli di Francia, al tempo della Lega di Cambra,, P<-T prenclcrc L. vi do\'Cttc porre regolare assedio perden dovi molto tempo e non pochi uomini. llattaglia di Lo11a10 (3 ago~to 1796). Appan icnc alla campagna in Italia del gcn. Bonaparte. Nella serata del 30 luglio c,,endo Slato questi informato che il gen . M,isscna aveva cvacu,no tulle le posir.ioni da lui tenute su i monti e che alle sue spalle, Brescia era stata occupata dagli Austriaci, risolvette immediatamente di abbandonare il parco d 'assed io davant i a Mantova e d i gettarsi con tutte le sue forze riunite sul gen . Quosdanovic in marcia verso Ga,,ardo e Salò. cli batterlo e quindi cli marciare contro il feldmaresciallo Wurmscr. Una colonna austriaca (gcn. Ocsk y) giunta a Descn2.ano la sera del 2 agosto senza avere incontrato neppure traccia di truppe francesi, la mattina del 3 continuò la sua strada ,·crso I~.. da cui, dopo breve combattimento, cacciò la brigata Pigeon della di,•isionc ~lassena. llonapar,tc, informato, accorse subito con Masscna e fece a11accare di fronte da due brigate il piccolo corpo austriaco, mentre una tena brigata manonava per tagliargli la ritirata . Oc,ky. vistosi preso fra d\1c fuoclri, fu costretto ad arrendersi con l]Uasi tutti i suoi u. Frattanto il gcn. Quosdanovic. che si trovava a Gavardo, aveva respinto giì attacchi della br igata Dallemagne e quelli della brigata Guieu, costringendo quest'ultimo a ritirarsi a Salò, .:hc egli intendeva di a11accare cd occupare il mattino seguente. Ma, avvertilo duran te la notte della disfatt~ completa del gcn. Ocsky a L.. crede11c che l'ala sr. austriaca fosse stata rigettata al di là dcli' Adige e di doversi trovare da solo alle prese con tutto l'esercito francese. Tanto che ordinò la ritirata immediata verso Trento. La battaglia di L. combatturnsi il 3 agosto 1796 è considerata come il pri mo episod io di quella chiamata batt:iglia di L. e Cas1iglio11c (V.).

Londonderry. Città dell'Irlanda, nell'Ulster. f:. l'antica Grianan , fondata nel V II scc. e fortificata. Nd 1613 la ci11à e il suo territorio furono dati alle 12 grandi corporazioni di Londra e riccvc11e il nuovo nome di L. Fu di nuovo fortificata al principio del sec. XV II. )lei 1689 (6 marzo) fu assediata dalle truppe di Giacomo Il, ma la res istenza cicgl.i abitant i lo costrinse a riti rarsi dopo di aver subìto grav i perd ite. Londra. C:,picale ddl'Inghiherra, sul Tam igi, a So Km. dalla sua foce. Grande porto, reso possibile per la navigabilità e larghezza del fiume. f:. l'ant. Lo11di11111m, già fiorente nell 'epoca romana. Divenne capitale dei Sassoni; fu presa dai Danesi, con una florra cl i 350 navi, nell'851 e dc,·astata. Subì vari assedi durante le lotte che insanguinarono l ' lngh ilterra. Fin daj med io evo una zona ampia cinque ettari, dìtesa da due cinte con fossato, con numerose torri lungo la cerchia, rappresentò la cittadella di L., centro di rifornimenti bellici e arsenale militare. i. Battag/irt di Londra (296 d. C.). Appartiene al periodo della tetrarch ia dell 'impero romano, e si ricollega alla spedizione dei Romani contro l'usurpatore M. Aurelio Carausio. Essa fu combattura presso la città fra Asclepiodoto, luogotenente dcli 'imperatore Flav io Costanzo, e I 'u, urpatore Alletto proclamatosi imperatore della Britannia; questi fu disfatto e cimase ucciso sul campo. I suoi soldati, get• tatisi :, saccheggia re L., •furono · inseguiti dai Romanì e

1msati a li I di spada. Dopo dieci anni di separazione la Britannia era così riconquistata per l'impero romano. II. Dattaglirt di L ondra (368). Fu combattuta e vinta da! generale Flavio T codosio, al servizio del l 'imperatorc t1·occidentc Valentiniano I Flavio, contro gli Scozzesi, che aveva no invaso i possedimenti romani spingendosi fino al Tamigi. Teodosio di,•i;;e le sue forze in parecchi corpi: assalì le schiere vagalJOnde dei predoni nemici, d isperse coloro che custodivano i progionieri e gli armenti, e riacquistò b preda tolta dai Barbari, costringendoli a riparare nelle loro montagne. Ili. Assedio di Lo11dra (994). Il re Olaf di Norvegia e il re Sveyn di Danimarca, armata una flotta d i 94 navi , si spinsero per il T amigi lino a L. e vi posero l'assedio. Gli abitanti, in !orta da anni contro i Danesi, si erano co11vcnienremc11tc protc!li, in modo che ai due re nou riuscì cli prendere la ciuà, e ii diedero a devastare il territorio, finchè il re sassone Etclrcdo riuscì a venire a patti con loro e ad allontanarli dall'Inghilterra mcrcè il versamento di un tributo.

IV, llat1aglia presso Londra (1015). Fu combauma e vinta dal re danese Canuto contro il re anglo-sassone Edmondo; questi perdette con la battaglia la parte settent rionale del suo regno. V. 'fraltrtfo di Londra (,359). Fu concluso fra il re Gio\'an ni di Francia e l'Inghilterra, ma le condizioni poste da questa nazione per il rilascio del re prigioniero degli lngbi dal 1356 non vennero ratificate dagii Stati Generali: solo I'.inno seguente si concluse il trattato d i B,.étigny (V.). VI. ·r.-attalo di Londra (,3 !cbbraio 1477). Frn Edoardo IV cl 'l nghilterra e Luigi Xl di Francia. Per mezzo di questo rrattato, cli tregua, la 1:rancia evitava l'unione di Edoardo con l 'imperatore Massimiliano, e lasciava inalter:ita la questione clella Normancha, che più tardi potc,·a es<erc ricongiunta alla corona di Francia.

VII. Tratt«to di Londra (7 agosto 1514). Trattato cli pace concluso fra Luigi Xli di Francia cd Enrico Vili d'Ingh ilterra. Quest'tiltimo si trovò costretto a venire a patti, perchè Luigi era riuscito a rappacificarsi con Ferdinando di Spagna, suocero di Enrico, e perchè si era rrovato ma l secondato cla ll 'I'mpcratore, che aveva avuto alleato, <0me Ferdinando, contro la Francia. Vili. Tm11ato di Londra (otcobrc ,5,8). Concluso tra Francesco I di Francia cd Enrico VIII d'Inghilterra. Il giorno 2 ,·enne firmato il trallato, di pace e alleanza fra , due Paesi; il 4 si stipulò la cessione alla Francia della città di Tournay e altri centri minori, dietro compenso di 600.000 corone d'oro.

lX. Tra/11110 di Lo11dra (27 011obrc 1662). Fra Inghilterra e Francia: la prima cede alla seconda, al pre:Gzo di cin'!UC mi lion i di lire, la città di Dunkerque, con artiglieria e munizioni. Con questo trattato l'Inghilterra rinunziava per sempre ad una politica propria sul continente: ciò accese lo sdegno degli Inglesi, per i quali Dunk crque veni,·a considerata come clùave dei Paesi Bassi e come trofeo del valore inglese; quale era stata Calais per i loro antenat i. X. Trattato di Londra (2 gennaio 1671). Fra Luigi XIV di Francia e Carlo li d'Inghilterra. Tra11mo d'alleanza,


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segreto, ai danni dell'Olanda. Il re di Francia doveva versare sus.~idio in denaro, e quello d'Inghilterra armare 50 \'ascdli per la detta guerra, e 6000 fanti da inviare sul continente.

XI. Tmttaro di Londra (26 marzo TjOo). Fra Inghilterra, rrancia e Olanda, per la divisione del regno di Spagna. PaS><:rà al Delfino quanto gli ,·enne asscgnato nel pr imo trattato dell ' 11 ottobre 1698, piì, i ducati di Lorena e Bar, m luogo del Milanese che pas,erà al duca di Lorena; all'arciduca Carlo, il regno di Spagna e tutti gli altri Stati che il re cattolico possiede in Europa e fuori. Le potenze contraenti as=ieranno le loro forze contro chiunque si opporrà all'esecuzione del trattato. Xli. Tra/la/o di Londra (6 apri le 1700). Alleanza segreta fra Oanirnarca e Brandeburgo. Le due potenze si promct• runo recip roca as,istenza. Federico IV di Danimarca avrebbe ,·oluto anche t rascinare l'Elettore nella lega contro la Svezia; ma ques1;, occupato allora esclusivamente del disegno di assumere il titolo di re di P russia , rifiutò d i farlo .

Xlii. Tra/lato di Londra (16 gennaio ljo2). Alleanza difensiva e offcnsiv:i tra Impero e Sassonia. Alleanza contro la Francia, linchè questa sia ridotta in giusti limiti e che tutti gli altri alleati contro di essa siano sicuri. Il re di Polo n ia, ektto rc di Sasson ia, p ro111e ttc cli non rn:onos,l'l'C ii duca d',\ngiò come re di Sp:igna, di contribuire col rno voto aila :lichiaraz,om· di guerra e di impegnare gli altri Sr:iti dell' Impero a segu ire il suo esem pio e ad rntrnre nella Grande Alleanza; fornirà inoltre all 'lmperatorc un corpo di 8 m ila uomini. L'Imperatore gli pagherà 200 mil:i scud i annui e g li garantisce i suoi Stat i. XIV. Tra11ato di Londra (20 gennaio 1702). Tra lnghilterra e Olanda da una parte e Prussia dall'altra. La Pr11.,sia è accolta nella Grande Alleanza del 7 scnembre; essa for. nirà un corpo di 5129 uomini ad Inghilterra cd Oland:1, cil<' ne sosterranno le spese per metà ciascuna. XV. Tr11//ato di Londra (2 ago~to 1718). Quadruplice al. leanza fra In ghilterra, Francia e Austria, µcr rim,bilire Ja p:,ce fra Imperatore, Spagna e Savoia. Fu detto Quadruplice perchè l 'Olanda si era dimo~trata propensa ad aderire. Gli Alleati fissano irrevocahilmcntc le segue n ti condizion i di pace f, a lmperatore da una parte, Spagna e Savoia dal. l'altra: I.a Sµagna restituirà la Sardegna all'Imperatore: questi riconoscerà Filippo V per lcgit.t imo re d i Spagna, rinunziando a tuui gli Stati ad esso spettanti pel trattato di Utrecht, nel mentre che Filippo V rinunzia alle pro• ,·incie d'Italia e dei Paesi Bassi g ià da llo stesso tratrntO aggiudicati all'Imperatore. La successione ai ducati di Parma e Piacenza e al granducato di To,cana, quali feudi ,mpc• riali, è assicurata a D . Carlo. figlio di Filippo V, e in aut~ dell'estinzione delle Case Farnese e Medicea. k tre po tenze si ribbl igano a spc,e comu ni di p resid iare con t ruppe svizzere LivorJlo, Portoferraio, Parma e Piacen za. Si stabilisce il cambio della Sicilia colla Sardegna &a Imperatore e Savoia: si conferma i l trattato ciel 1703, coll 'obhligo nell a Sa,o:a di ri nunziare alle ragioni che le comper,·vano sul Vige,·anesc e sulle Langhc: si riconoscono i diritti di Casa Savoia alla Successione di Spagna , mancando la disce ndenza d, Fi!ippo V: verificandosi questo caso, gli Stati di Casa. Savoia passeranno a un cadetto della famiglia, nè mai po• tranno essere riuniti coll,1 mona rchia d i Spagna. Si ga• ramir~e l'ordine di successione giii ~tabilito alle corone di Francia e c1·1nghi ltcrra . Reciproca assistenza in caso di g ue rra: F rancia, Inghilterra e Imperatore forni ranno I z m ila

uomini e l'Olanda la metà. Si dànno tre mesi di tempo a Savoia e Spagna per accettare le condi'lioni imposte; in ' caso di rifiuro, gli Alleati prenderanno le armi per CO• stringerle e l'Imperatore potrà rivc11dicare dal duca di Sa• voia i paesi ceduti col tra11a10 del I i03 e conferirli ad altro principe. XVI. Tra/lato di Londl'a ( 12 aprile 1728). C.om·enzione fra Inghilterra e Prussia. Poirhè la Francia ha invaso l'lm• p~ro con n111ucros1 eserciti e su1citatc altre potenze a !are lo >lesso, e poichè la Prussia. per sostenersi contro tanti nemici, ha incontrato spese enormi, l 'Inghilterra darà a questa potenza un immcditito soccorso in danaro, e preci• samcnte 670 mila sterline che la Prussia dovrà adoperare per mantenere e aumentare le prol'ric forze. (Questa convcniione fu rinnovata il 7 d icembre 1758, il 9 novembre 1759 e il tl dicembre 176o). XVll. Tm1taUJ di Londra (14 luglio 1786). Conven zione fra Inghilterra e Spagna, relativamente ai possedimenti americani . Per consolidare l'amicizia esistente, i coloni inglesi sgombreranno il paese d i Mosquitos. L a Spagna accorda un ampliamento di confine agu Inglesi, che occuperanno la piccola isola di Casina (Georgcs-Key), a patto però di non costruirvi fortezze nè di tenervi guarnigione. XVIII. Trattato di l.ondra (178;). Alleanza fra Russia e Austria con tro la Turchia. L'fmpcratorc s' imµcgna a mand:ire un corpo di truppe ausiliarie alla Russia, quando questa sar.ì in guerra colla Porta. XlX. Tl'fl/lato di Londra (12 luglio 1788). Alleanza fra Svezia e Turchia: la Svezia s'impegna di assalire la Russia e la Turchia le promette dei sussidi . La Russia cercava di ricuperare nella Svezia l'innucnza perduta dopo la rivo)u. zionc del 1772 e fomenta1•a continuamente il malcontento dell a nohiltà . Gust,1\'0 Il[, persuaso che soltanto una guerra fortunata a\'fcbbc potuto troncare g I 'intrighi della diplomnia ru,,a. fece causa comune colla Turchia, la quale ,13 un a nno lottava co111ro la Russia, e conchiusc il presente trattato che è un 'esumazione di quello d el li39· La Svezia non ne tra»c vant:1ggio, chè i sussidi promessi furono acco,·dati tardi e in misura modesta. XX . Tm111110 d, Londra (25 marzo 1793). Convenzione fra Russia e Ing hi lterra. Per opporre un argine a, per icoli che minacciano l'Europa per pane di Francia le parti contraenti si uniscono nella guerra contro questa potenza, nè deporranno le armi linch è la Francia non avrii rinunziato ai territori conquistati o che può conquistare; rompon.; ogni relnzio nc commerciale con essa, si impegnano d1 adope• rarsi per impedire che le potenze non implicate in questa guerra, che interessa tulli gli Stati civili. proteggano dircttan1ente o i11dire11amcnce1 in conseguenza della loro neu• tralità, il commercio francese in mare o nei porti della Francia ecl autorizzano i rispenivi ministri a preparare un tratta to definitivo d i alleanza e di commercio fra loro.

XXJ. Trattato di Lomlra (25 aprile 1793). Alleanza fra Inghilterra e Sardegna. Im pegnale in guerra contro la Francia, le due pote nze convengono di far causa comune per tutelare la propria sicurezza e gl'interessi generali dcli '.Europa. I.a Sa rdegna, per lllttO il corso della presente guerra, tcrr:'i in armi un esercito di 50 mila uomini; 1'!11gbilterra mander:1 nel ~ cditerranco una rispctrabilc flocta, pcrcbè npcr i secondo le circostanze , e fornirà all',\llcata un sussidio annuo d i 200 mila lire sterline. La pace si far;\ d i comune accordo e soltanto dopo la res1i1Uz1one alla Sardegna_ dei territori occupati dai Francesi .


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XXII. 'trattato di Londra (19 novembre 1794). Fra Inghilterra e Stati Uniti d'America. Perfetta e reciproca libertà di commercio e navigazione . In tutti i casi in cui vascelli sarnnno presi o trattenuti per gi usLO sospetto d·a,•crc a bordo propr ietà del nem ico, o d i portare al nem ico stesso qualcuno degli articoli che sono contrabbando di g uerra, i! vascello <ari. condotto al porto pii, vicino e più conveniente. e <e si tro,·erà a bordo qualche proprietà elci nemico, la parte soltanto che a questo appartiene verrà con fiscata e i l vascello sa r?t libero di cont inuare la sua rotta col resto del carico. li tra ttato d urer!i 12 anni . Questo trattato destò in Francia il massimo risentimento, poichè gli Staù Uniti rinunziavano al principio sacro e inviolabile che la bandiera copre la merce. adattandosi a sopportare una menomazione del d ir itto universale del le genti. Conosciuto in l'ra ncia soltan to nel 1796, questo trattato diede luogo ad un aspro conllitto cogli Stati Uniti, il qua le non finì che con la com·enzionc del 30 settembre 1800. XXII I. Tra11a10 di Londra (t• ottobre 1801) . Prelim in ari d i pace tra Francia e lngh iltnra. Di tutte k possessioni e colonie ocrupate o c<>nquistate contro Franc ia, Sp3gna e

Olanda <lall"Inghiherra. questa non consern che Ccrlan e l'isola della Trinit,1. ~!alta sarà rc~tituita all"Ordine di S. Giovanni sono la protezione d'una terza potenza. L·Egitto sa ,·~ restituito alla Porta . I territor i e possedimenti del Portogallo S3ra nno mantenuti ndla loro integrità. L a Franria si obbliga a sgombrare i parti del regno di :--lapoli e degli Stati romani; nel tempo stesso che ~li Inglesi sgombreranno Ponofcrraio e riconosceranno la repubblica rlellc Isole Jon ic. X XIV. 'rrttttato di Londra ( q gennaio 180<)). Fra Inghilterra e Sp;,gna. A\'cndo le due nazioni unite le loro armi contro il nemico comune, si stipula pace e stretta alleanza, du rante la g uerra con la Francia . L ·1nghiltcrra assisterà con tutte le sue fo r1.e il popolo spagnuolo nel la lotta cont ro la F1ancia e promette di non ricono.scre altro re rii Spagna che Ferdinando V Il; il governo spagnuolo non cederà alcuna porzione del proprio territorio in nessuna parte del mo nrlo. Dalla proclamazione di Giuseppe Buonaparu: a re di Spagna (7 g iugno 1808) fino al 1814, esistono d ue Spagne, l 'una piccola, lcga!t: riconosciuta dalla Francia e dai suoi alleati, !"altra grande, si può dire tutta la nazione, rappresentata da una Giunta Suprema, la quale governa i11 nome d i Ferdinando VII. XXV . Tmllato di Londra ( 14 agosto 181 4). l'ace fra Danimarca e Spagna. La Danimarca non riconosce nè riconoscerà altri per re legittimo di Spagna che Ferdinando VII. Si ristahiliscono fra i due Stati le relazioni cli pace e d'amicizia, gu aii erano pri ma del 1808. Non avendo la D anima1·c,1 dich iarat a gucrrn alla Spagn:1, q uesta accetta di ne goziare amichevolmente per la resti tuzione dei vascelli danesi trattenuti nei porti spagnuoli. XXVI. 'J'ra11a10 di Lomlm (6 luglio 1827). f'ra Inghilterra, F ra ncia e Russia, per la pacificazio ne del la G recia . Le potenze contraent, offriranno la loro med ia,ionc alla Porta e nello stesso tempo proporranno un armistizio. La situazione politica e civile della Grecia sarà così determinata: i Greci riconosceranno la sovranità dell' Impero ottomano; pagheran no a questo un annuo canone, ma si governeranno con magistrati scelti e no minati da loro ste»i co! concorso della Porta. Le p roprietà situate sul continente o nelle isole greche apparterranno ai Greci, mediante u na indennità da pagarsi ai presemi proprietari turchi. L 'o rdinamento e l 'estensione da darsi al nuovo territorio sa-

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ranno stabil iti da negoziati separati fra le potenze contraenti e le due parti ostili. Le potenze contraenti prenderanno immediatamente misure per istabilirc relazioni commerciali colla Grecia. Ove nel term ine e.I ' un mese l:1 Porta non accettasse il proposto ar mistiz io, o i C, reci rifi utassero di eseguirlo, le potenze contraenti adopereranno tutti i mezzi suggeriti dalla pruµenza per impedire il rinno\'arsi delle oSLilità senza però mettersi in istato d , guerra nè coll"una nè coll'altra delle parti belligeranti e senza interrompere la loro opera di paciticnione . li prc• sen te t rattato produsse in tutta Europa un.'imprcssionc profonda, poichè, sanzionando il trionfo di una rivoluzione . ,convolgC\·a la Santa Alleanza. XXVII . Trat1<110 di Londra (19 luglio 1828). Fra l ngh iltc ,·ra. F rancia ~ Russia . Un corpo di truppe sbarched il più presto possibi le nel la Morca, per mettere in istato di blocco completo t·armata turco-egiziana di Jbrahjm pa;cià. La Francia ,arà invitat a ad CSCl(uirc da sola questa misura in nome delle tre corti . L 'oggetto di tale misura sar;Ì wmunicato alla l'orta, con d ichiarazione che lo sbarco eh forze alleate 111 Morea non ~ operato con intenzioni ostili a suo riguardo. Le trup!)C francesi non la,ceranno l.1 lvlorea se prim., non si sarà. .1.llontanata rannata di Ibrahim. La ba tt aglia di Navarri110, quanurnquc ave,,c tagliato ,I nodo gordiano deliri <1uestionc greca, non aveva liberal:! la Grecia, e la Morea restava tuttavia occupata da Ibrahim. liglio elci pasc,,, d·Egitto. Convenne quindi eseguire l'amcolo addizionale ,cgrcto del trauato di Londra 6 luglio 1817. e interven ire armata 1nano. Le ci ttà rim aste luttavia in potc,c deg li Egizia11 i v<:n nero occu pate dalle truppe fra ncesi ,e11za difTkolt'I e gli Egi7.ia ni si a llo111.inarono. XXV III. Trullato di umdrn (3 febbraio 1830). Tr;i !'rancia, lngh,lterra e Russia . Viene stabilito che la Greci., formerà uno Stato indipendente e godrà d i tutti i diritti poli tici, ammi nistrativi e commerciali con indipendenza completa. V<:ngono fìssari i suoi confini politici. 11 governo sarà monarchico ccl ereditario cnn ordine d, primogeni tura: sarà afTicla to ad un principe, che non potrà essere scelto fra quelle fa miglie reg nanti negli Stati fì.-ma tar i il Tr:illato del 6 luglio 1827, e ponerà il titolo d i Principe sovrano ddla Grecia. La pace fra 1·irnpcro Ottomano e la Grecia sarà ristabilita " ipw focto • e le cause delle du<" Nazioni saranno trattate reciprocamente, sono i rapporti de, cliriui di commerc io e di n~vigazione . come q uello delle altre Nazioni in pace con l' im pero Onornano e con I.i Grecia. Seguo110 clausole d ·indolc militare, conseguenti al trattato, quelle concernenti le proprietà dei cittadini che paisann wtto il dominio t urco, e q uelle concernenti i di' itti tl i cittadinanza. XX IX. 'F r,1111110 di Londra (15 novembre 1831). Fra Au,tri:1, Francia. Inghilterra, Pru»ia, Rus,ia tb una parte e Bclg,u dalraltra. In considerazione elci fatti occorsi dal sett,·mbrc 1830 ne, Paesi Bassi e della necessità cl i apportare modi ficazioni alle transa:tioni del 1815, per matltenerc la pace generale, il territorio belga si comporrà delle seguenti pro,·i11cic: flrabante meridionale, Liegi, Namur, Hai naut, Fiandra occidentale, Fiandra orientale, Anversa, Lim burgo, i quali facevano parte del regno dei Paesi lla1,i costitu ito nel 1815. Il territorio belga comp renderi, inoltre.: una parte del grn nclucato di Lussemburgo, ciel quale tutto il rimanente sarà sempre posseduto dall'Olanda. Nei limiti indicati il Belgio formed uno Stato indipendente e perpetuamente neutro (art . 5), neutralità eh 'esso dovrà osservare verso t utti g li a ltri Stati .


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XXX . Trattato di Londra (7 maggio 1832). Fra lilghi lter ra, Francia e Ru,sia da una parte e Baviera clall'altra. per ordù1are de fin ilivamentc lo stato politico della Grecia. F rancia, Inghilterra e Russia, debitamente aulorizzatc a quest'atto dalla nazione greca, offrono la sovranilà ered itaria della Grecia al principe F ederico Ottone d i 8'1viera; il re di Baviera ;iccetta in nome del figlio minorenne. Il principe Ottone porcerà il titolo di re di Grecia e la corona passerà ai disccnden t i suoi d iretti in o rd ine d i primogenilura. In 11cssun caso le corone di Baviera e Grecia potranno rÌltnirsi ,ullo stesso capo. Le truppe del!e potenze a lleate lasciate in G recia fino a questo momento saranno sostituite da un corpo di 3500 uomini che il principe Oltone potrà arruolare in Ba,·iera, donde far:, venire altresl un certo nume ro di ufficiali allo scopo d i organizz,are in Grecia una forza militare nazionale. XXXI. Tra11m o di L ondra (22 aprile 1834) . Quadruplice alleanza !'ra Inghilterra. Francia. Spagna c.· Portogallo. li duca cli Br.1ganza, reggente del Portogallo. in nome cli Maria 11, adopererà ogni mezzo per costr ingere l'infanlc Don Carlos ad uscire dal territorio portoghese, e la regina reggente di Spagna wopcre ri, con un corpo di truppe sp:a• gnuc,le che farà entrare nel territorio portoghese per espel lerne l'infante Don Michele. Le operazioni delle milizie ispano-ponoghcsi ,a ranno appoggiate da un 'armata inglese e dallè for4e cli Francia, se le potenze conlracnti crederanno necessario. Quando i due pretendenti si ritireranno d agl i Stari ponoghc,i, e spagnuoli, sarà loro assirnrata una rendita conveniente alla loro nascita e grado. Questo celebre trattato fu considerato come un 'alleanza dei q uattro S tati costituzionali dell 'occidente , dest inata a controbibnciare l 'unione delle tre monarchie assolute del nord. XXXII. Trnuato di Londra (1~39). Fu concluso il 19 aprile fra Belgio e Olanda. per regolare la navigazione su ll.1 Schelda . Ve nne mud, fìc:lto con accordi fra i due Paesi i! 3 aprile 1925 (V. Aia e Schelda), XXXIII. T rattato di Londra (15 luglio 1840) . Fra ln gl:illcrra, 1\ustria. Prussia, Russia e T urchia, per vegliare sul mantenimento clell'imegrità e indipenc!cuza dell'Impero

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pero ottomano: i l contingente egiziano in caso di bi,ogn,'

è fosato in 18 mila uomini. Il trattato destò g rande irritazione in Francia, pcrchè questa nazione era stata Cl-elusa dalla c011fcre nza e 9 uindi dal ,, Concerto europeo», per volontà dell'Inghilterra, la quale giud icava la Francia troppo favorevole a ~chcmetJ\lì. L'irritazione ebbe però come unica conseguenza la caduta dc! ministero francese. li trattato restò in vigore fino al 191.1, q uando venne proclamato il prolcttorato in gbe sull'Egitto. XXX IV. Tmuato di Londra (r3 luglio 1841). Detto anche ,~ dcgJi Srrctti >), fra Inghilterra, Francia, Russio, Prussia, i\u~tria da una parte e Turchia dall'ahrn. Giusta il principio invari.,bil mcntc stabih lo come antic:t regola dd ,i10 impero, il Sultano 11011 pcr111ctterà mai, in tempo di pace, ad a kun b:1,timctllo da gui:rra delle straniere potenze di entr:lre negli Stretti . e le cin9uc grand i potenze si conformeranno a questo divieto. La Turchia si riserva di accor<brc elci fìrmani per consentire l'entrata degli Stretti ai piccoli vascelli a rmali che si trovassero a servizio delle legazioni delle potenze amiche della Porta. XXXV. Trallato di Londra (20 dicembre 1841), Fra Inghilterra, Francia, .-\uslria, Prussia. Russia. Conlro la tratta dei negri . li trattato consacra il princ1p10 del dirillo cli visita alle navi sospette d i esercitare la tralta . XXXVI. Tr,maro tli Lo11dr,1 (8 maggio 1852). Fra Dam ma rca, Austria , rra11eia, lnghilrerra, Prussia , Rus,ia, Svezia e Norvegia, per regolare la successione al trono della Danimarca. Kd caso dovesse e,tinguersr la discendenza m ascolina in linea diretta del re d i Danimarca F eder ico VII, le Potenze contrac11ti riconoscono nella tot.ilità degli Stali riuniti sotto la corona danese la ,uccessionc del principe Crisl iano d i Schleswig-I·lolstein. llimarranno inalterati i diritti cd obblighi reciproci fra Danimarca e Confederazione Germanica rclati,·amcnte ai ducati di I lolstcin e Lauen bou rg stabiliti dall 'ano fede rale del 1815. La Sardegna accede al pre>ente trattato con atto del 4 dicembre. La cri,i rivull1z ionari,l e diplomacirn apert.t in Europa al principio del 1848 iu chiusa, per un ceno tempo, col presente trattato.

ottomano o per porre un term ine alla guerra turco-t·g izi::mn

in Siria. Essendo l.1 T urchia d 'accordo colle altre <jUallro potenze sulle condizioni d'accomodamento che intende d, accordare al pasci/, d" E.gitto, Mehcmet-/\ll, le polc nzc <'On• traenti si sforzeranno di impegnare il pascià s1esso ,1d accct• tarle . I n caso d i rifiuto, a richiesta dd Sultano, cs,e pffll• deranno le m isure opportune J'Cr mcuerlc iu csecuz io11e. Qualora poi il pascià tentasse di marciare su Costantinopoli, le potenze, sempre guancia il Sultano ne faccia espressa richiesta, e come misura eccezio nale, si recheranno negl i Strelli del Bosforo e dei Dardanelli, per provvedere alla d ifesa del '"o tro110. Le condizioni principal i d ':1ccomod amemo fra il Sult,ino e il pascià d'Egiuo, contctlltte i11 allo separato annesso al trattato, sono k seguenti: Il Sultano accorda a Mehcrnet -/\ll la so vranità eredit aria in Egitto e, soltanto j>er la durata della sua vira, il comando dell a fortezza di S. Giovanni d'Acri e l'amministrazione della Siria mcridio n,le : Mchemct-All pagherà al Sultano un lr ibuto proponionato ai lerritori che gli. sono ccduli cogli :irtil·oli precedenti (tributo fissato poi in 15 milioni di lire all 'anno) e restituirà al Sultano la Ro t ta turca che tiene nei ,uoi poni; tlllte le leggi e trattari del l'impero otto· mano s·appli,;ano in Egitto; le forze cli terra e di mare del pascià si considerano come parte della forza <lcl!" ltn-

XXXVII. T ratt11to di f.0 11dra (20 novembre 1852). T r:1 Francia, Baviera, Inghilterra , Grecia e Russia. I principi d i Baviera, chiamati dalla convcn7.ionc del 1832 e dalla costituzio ne ellenica a succedere alla corona d i Grecia, nd caso venisse a mancare il re Ottone senz.i posterità diretta e legittima , non potranno salire snl trono greco se no n conformandosi all'ari, 40 della cost ituzione el lenica co,ì concepito: ,, Tutti i ;uccessori <iella corona greca devono profc,sa re b rel igione della Chiesa ortodos>a orirntalc » . XXXV III. Triutato di Londra (10 aprile 1854), Alleanza fra Ing hi lterra e Fr ancia. Le potenze contraent i fua nno ogni sforzo per ristabilire la pace fra Russia e Turchia. /\ tale scopo avvi,c ran no .11la maniera più atta :, liberare il territorio turco dalla Mraniera i nvasione . Convengono pure di tenere a freno la Gr<.-cia, cbe, come potenze protcurici, hanno il d iritto d i sorvegliare . Si accoglier,, con premura nella presente alleanza quelle fra le potenze ò 'Europa che desiderassero cntrarvÌ. XXX IX. 1"rnl/(lt0 di Londra (20 ottobre 1861). T ra Inghilterra e Francia, per porre fine alla situazione rivoluzio naria e caotica del ~ cssico, d anneggiante gli interessi


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<lcllc due Potenze. Vi è decisa una spedizione con.ero il Messico, di cu i poi si assume l 'onere la Franc ia. XL. Tra/lato di Lo1Jdrt1 (13 luglio 1863). Fra Inghilterra, Francia, Russia e Danimarca, per l'assunzione al trono di C,recia di Giorgio·· I, proclamato re con decreto nell'Assemblea nazionale dei Greci del 20 marzo-I" aprile 1863. Il re di Danimarca, operando come turare del suo sccondogrnito Crtstiano-Guglielmo-Ferdiuando-Adolfo-Giorgio, accetta per questo principe ancora minorerrnc la corona ereditaria ddl.1 Grecia. La Grecia, sotto la sovranità del principe cli Danimarca e la garanzia delle tre Corti, formerà uno Stato monarchico costituzionale inclipcndente. Le front iere dd lo !:icnto greco fissate dal la convenzione di Costantinopoli del 21 luglio 1832 fra le corti alleate e 13 Porta Ouomana, saranno allargate coll'annessione delle holc Jonic, se que,rn annessione, proposta dal l'Inghilterra, sarà ricouosciuta rnnformc ai voti del par lamento jonio e avrii avuta I 'ldc~1one d. 1\ustria, Francia, Prussia e Russia. In nc,sun caso le corone cli Grecia e di Danimarca saranuo riun ite rnllo stesso capo. Scconrlo i principi della co;tituzione ellenica riconosciuta dal trattato di Londra del 20 no\'<.cmbrc 1852 e proclamata con decreto dell' t\~,cmblea na:i;ionale della Grecia del 30 marzo 1863, i successori legittimi di re Giorgio I dovranno prokssare la fede della Chiesa ortodossa d'Oriente. XLI. Tfiltrato di Lond,·a (14 novembre 1863). Fra In gh ilterra, Frn ncia, Austria, Prussia e Hus;ia. L ' Inghilterra, desiderando di appagare il voto espresso dall'Assemblea legislati,·a degli Stati Unici delle isole Jonie, rinun1,1a al protettorato di Corfù, Cefalonia, Zante, ·s. Mama, Itaca, Cerigo e Paxo, che forma.vano colle loro dipenucnze lo Stato libero e indipendente denominato Stati Uniti delle isole Jonie. 1.-c dette isole, dopo la loro riunione al regno di Grecia, godranno dei vantaggi d'una neutralità perpetua. XLI!. Trallato di Londra (29 marzo 1864). Tra Francia, Inghilterra e Russia da una parte e Grecia dall'altra. Si riproducono lcttcralmen1e le st ipulazioni dei trattati .13 luglio e 14 novembre J863 relativi alla riun ione delle isole Jonie al regno cli Grecia. Per questo tra~tato le isole Jonie, occupate dalla razza ellenica fin dai tempi eroici, dopo t:1ntc vicende, facevano ritorno alla mad re patria, appagando il voto incessantemente espresso di rinunziare a quella falsa e affatto illusoria indipendenza che loro era itat:t riconosciuta <lalla conven;,,ione di Parigi . Durame il protettorato inglese, gl i abitanti di queste isole godevano d'un benessere materiale sorto molti riguardi superiore a quello dei loro fratelli di Grecia, ma tuttavia preferirono dividere con questi i pesi, anzichè. lasciare i propri interessi sotto la tutela <iel la loro possente protettrice. Non fu soltanto per un puro sentuncnto di disinteresse che l'Inghilterra rinunziò al dominio sulle Isole Jonie, nn anche perchè le premeva di ev itare l 'elczione al trono di Grecia del nuca di Leuchtemberg, sostemna da Francia e Russia, e perciò ad essa poco gradita. XLlJI . Trattato di Loud,:a (II maggio· 1867). Fr:1 Austria, Belgio, Franc ia, Inghilterra , Italia, Olanda , Prussia e Russia. Il re d'Olanda, granduca del Lussemburgo, mantiene i vincoli che legano quello granducato alla Casa d i Ornngc-Nassau in forza dei trattati. Il g randucato di Lussemburgo formerà quind'innanzi uno stato neutro: le parti contraenti s'obbligano di rispeuare il principio di neutralità stipulato col presente articolo. La città di Lussenibul'go, conside,ata in passato come fortezza . federale, cesserà di essere una città fortificata; il re granduca si riserva di

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mantenervi le truppe neces;arie per tutelare il buon ordine, ma ne usciranno le truppe prussiane che vi erano cli presidio. · XLIV. Traila/o di Londra (11 agosto 1870). Fra Inghil terra e Francia, per as,icura rc la neutralità e l 'indipcn, denza del Be lgio, durante la guerra tra la Francia e la Germania. XLV. Tmttato di Londra (agosto 1870). Fra Ingh ilterra, Italia e Russia. Le potenze contraenti protcst:1no la loro neutrali1à durante la guerra franco-germanica, e non !'al,. bandoncranno senza essersi prima comunicate le loro 1dct ~ulle moditicazioni che pote>se subire la loro politica rclarivarncntc nl!a detta neutralità. li trattato fu detto anche Lega dei :-lcutri. XL VJ. Trnflato di Londra (13 marw 1871). Fra Austria, Germania, Russia, Francia, !calia, Inghilterra e Turchia. Gli articoli Il, 13 e 14 del trattato di Parigi del 30 marzo 1856 sono abrogati e sostituiti dalle disposizioni seguenti: il principio della chiusura degli st retti dei Dardanelli t del Bosforo è mantenuto, colla facoltà nel Sultano di aprire quegli stretti in tempo di pace alle navi da guerra delle potenze alleate o amiche, nel ·caso che la J>orta lo giudicasse necessario per s:dvaguardarc l'esecuzione delle stipulazioni del detto trattato di Parigi. Il Mar :-<ero è aperto, come pel passato, alla marina mercantile di tutte le nazioni, In pari data si stipula una Conve nzione fra Russia e Turchia, che abroga quella di Parigi relativa al numero cd alla forza delle navi da guerra, che esse possono tenere sul Mar Nero. XLV!L '.rratlato di Londra (10 marzo 1883). Tra Germania, Austria, Francia, Inghilterra, Italia, Russia, T urchia, per la navigazione sul Danubio. Le Potcuzc firma, tarie del trattato di Berlino dccidouo che la giurisdiàone della commissione europea del Danubio si estende da Galatz a Bra ila; i suoi poteri sono prolungati per un periodo di 2r auni, l partire dal 4 aprile 1883. Al lo spirare di q uesto periodo s:1n111no rinnovati tacitamente, di tre in tre anni, salvo il caso in cui una delle Alti Parti conrracntj modifichi un anno prima l'intenzione di proporre modifiche. Il regolamen to di navigazione di polizia nuviale e di sorvcgi lanza, promu lgato il 2 giugno 1882 dalla commissione europea del Oanubio, con l'assistenza dei delegati della Seroia e della Bulgaria, è adotcaro tale quale come ,i trova, allegato al presente trattato e dich iara to app licabile alla parte del D anubio situata fra le Porte di Ferro e Braila. XLVIIf. Co11uenzio11e di l-011dra (24 febbraio 1884). Conferma la convenzione di Pretoria (1881) che poncv:1 fi ne alla prima guerra anglo-boera; e rinunciava a l protettorato sulla repubblica del Transwaal, dietro lievi compensi territoriali come rettifica di confin i. Tuttavia i trattati del Transwaal con una potenza estera dovevano ricevere l 'approvnionc dell'Inghilterra . XLIX . Trattato di Londra (8 ottobre 1904). Tra Francia e lnghiltel'fa, relativo a T e rra1rnova, alla Scnegambia . ali 'Egitto, al Marocco. La Francia rinuncia ai privilegi stabilni dall'articolo 13 del trattato di Utrecht e confermati e modificati clalle posteriori disposizioni. La Francia con· serva il diritto di pesca sulle coste di T erranuova comprt-sc fra il Capo S. Giovanni e il Capo Ra)c. I.a fron ticra esistente fra la Scnegambia e la Colonia ing lese della Gambia, sarà modificata in modo che sia assicu rato un accesso al Governo francese su un pumo del fiume Gambia che sarà riconosciuto di comune accorcio


accessibile ai bastimenti mercantili in navigazione marittima . li gruppo designatn col nome d 'isolc di Los, e situato di fronte a Konakry, è ceduto dal re d'(nghilterrn alla Francia. Il governo francese non ostacolerà l'azione dell 'Inghi lterra nell'Egiuo, chiedendo che 1ia fissato un termine all'occupazi9ne britannica; e dichiara che non ha inten1,io11e di cambiare la forma politica del Marocco. Da pane sua il go\'erno d'Inghilterra riconosce che la Francia ha diritto, come potenza limitrofa del ~larocco su una vasta d i~tcsa, e.li vegliare sulla tranquillità di questo Paese. Al fine d'assicurare il libero ingresso nello Sereno di Gibilterra, i due governi convengono di non costruire alcuna fortezza nè di fare opere di strategiche fortificaz io ni sulla costa del M arocco, nella parte compresa fra Melilla e le alture chè do111 inano la r iva dr. del Sebù. Tuttavia questa disposiidone non si applicherà ai punti auua!mente occupati dalla Spagna sulla sponda marocchina del Mediterraneo . li predominio della Gran Bretagna sarà rispettato dalla Francia, sui territori situati ad ovest del bacino della Menam , e quello della Francia sarà rispettato sui terri• tori ad est della medesima regione; tutte le possessioni siamesi ad est e a sud-est d ella zona vista, e le isole adiacenti, ilipendnno così dalla Francia, e d'altra parte tutte le possessioni siamesi ad ovest di questa zona e del golfo del Siam, con,presa la penisola Malese e le isole adiacenti, dipendono dall'Inghilterra. L. Trattato di Londl'a (12 agosto 1905). Alleanza Anglo. Giapponese. Si rinnova e si completa l'accordo del 1902 allo scopo d i consol idare la p ace generale ncll 'i\sia orientale e nelle Indie, di assicurare I 'indipcnden.<a e I 'integrità dell'impero cinese e il principio di uguaglianza per l 'indus1ria e il commercio di tutte le P o1enze in C ina, e infine di mantenere i diriui territoriali delle parti contraenti nelle regioni dell'Asia orientale e in Cin:1. Si conviene che se una delle parti contraenti si trovasse in stato cli guerra per la difesa dei propri interessi territoriali o quelli sopra specificati, l 'altra parte correrà immediatamente in aiuto della sua alleata come belligerante, e non firmerà la p ace ,e non d 'accordo con essa. La Gran Bretag na riconosce diritti di sovranirà del Giappone sulla Corea, e il Giappone li riconosce simi lmente all'altra pntcnza per l' India. La duratà del trauato era stabilita per dicci anni, rinnovabile. LI. Oichit1ra::io11e di Lo,idra (26 febbraio 1909). Costituisce il codice del diritto marittimo di guerra, ma . non c,,cndo mai , tata ratificata, ha valore obbligatorio solamente per le norme, che sono la massima parte, accolte nel diritto inccrnnionalc consuetudinario. Poche norme di diritto marittimo di g uerra erano comprese nella Dichiarazione d i Parigi elci 1856 ed in qualcuna delle 13 Con,·cnzioni del!'f\ ja del 1907 ; e poichè appunto dalla 12• d i quc.ste com·c nzioni veni,·a istituita una Corte internaziona le delle prede, per poter fornire a q uesto tribunale un codice scritto cli diritto bell ico marittimo, l 'Inghilterra si fece promotrice d 'una oon(crenza internazionale, la quale iniziò a I~ . i suo.i lavo(i in fine dell'a nno 1908 e li completò al principio dell'anno successivo. I.a Dichiarazione venne firmata dal!' Aust ria-Ungheria, dalla Francia, dalla Germania, dal Giappone, dall'Inghi lterra, dall 'Italia , dai Paesi Bassi, dalla Spagna, dagli Stati Uniti cl' America e dalla

Russia, ma ucssuna Potenza l'ha ma.i ratificata; tuttavia tanto l 'Italia durante il conflitto italo-turco, q~anto le altre Potenze firmatarie e belligeranti nella Grande Guerra, hanno <lichiarato di attenersi in massima alle regole della Dichia-

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razione, pur ammettendo poi non poche deroghe cd ecccz1on i, specialmcme per la parte rcbtiva al contrabbando di g uerra. Per deliberazione della Conferenza cli L., espressamente accettata anche durante la Guerra Mondiale, il rapporto generale prese ntato alla Cot1ferc nza medesima e da questa approvalo nell 'uhima sua ,eduta, ha valore d, commento ullicialc al testo della dichiarazione, e pçrciò esso serve d i guida, non solo alle autorità amministrativt e militari, ma anche alle aUlorità giudiziarie, e lluindi ai Lribunali delle prede, quando siano chiamate a giudicare in base alle norme in essa contenute. La Dich iara,;ione consta di 7, articoli che disciplinano il blocco in tempo d i g uerra , il comrabbanclo di guena, l'assistenza ostile, h1 distruzione delle prede neutrali, il passaggio di bandiera ddle navi mercantili, il carallcn: neutrale o nemico della nave e del carico, la resistenza alla visita, i danni ed intc• ressi nel caso che il sequestro della nave o delle mere, non sia convalidato da ll a giurisd izione delle p rede o ,c. senza che sia stato iniziato il giudizio, il sequestro non è rnamenuto. (V. Pred11 bc/liça) , LII. Trattato di L o11dra (13 luglio 1911). Concluso frJ Gran Bretagna e Giappone, a conferma del trattato d'alle~nza èicl 1905, per tener conto dei mutamemi intervenuti nella situazione politica internazionale. li trattato stabilisce che i due Paesi si impegnano: a consolidare e man tenere la pace generale ncll 'Asia Orientale e nelle Ind ie: a preservare gli interessi comuni d i tutte le potenze nclb Cina, assicurando l 'indipendenza e l 'integrità clcll'im pcro cmese, e il principio di ug11Jglianza per il commercio e l 'industria di tutte le nazioni nel la Cina; a mantenere in tatti i diritti territoriali delle due Po tenze nell'Asia Orien tale e nelle Indie. Llll. Pace di lo11dra (1913). Pone fine alla prima guerra Balcanica del 1912-13, e fu conclusa fra Turchia, Grecia, Serbia, !Julgaria, alle seguenti condizioni: La Turchia cede agli Alleati rutto il territorio ad occidente della linea Eno, M idia, sa lvo l 'Albani,1, per la q uale ognì decisione è riservata alle Grandi Potenze, intervenute come mediatrici e modcratriet; l' isola di Creta passa sotto la sovranità della Grecia; le questioni delle isole dell'Egeo, e del Monte Athos, sono pure deferite alle grandi Potenze; le questioni finanz iarie sono rimesse alle dccìsio ni di una Comm issione. Le trattative si erano iniziate il 5 maggio; il 27, di fronlc a tergiversazioni degl i Stati interessati , Lord Grey espresse la decisione delle Grandi P otenze d i non permettere nessuna modificazione alle clausole concordate. E il 30 maggio la pace venne firmata. Nasceva dalle deliberazio ni di Londr,1 il nuovo Stato dell'Albania. LIV. Palio di Londrn (6 settembre r9q ) . Stabilito fra Ing hilterra, Francia e Russia, che si impegnavano a non conchiudere pace separata nei riguardi degli Imperi Central i. li trattato ebbe grande influe nza nel mantenere salda la compagine della Intesa. XLV. Patto di londm (26 aprile 1915) . 'f!. il patto secondo !e clausole del quale l' Italia intervenne nella guerr.l mondiale. Il 12 febbraio 1915, Sonnino, min istro degli Esteri <l' Italia, aveva comunicato agli Imperi Centrali di non vedere più alcuna possibilità cli accordi fra essi Imperi e l 'lt~ lia ci rca In situaz io ne europea e mondinlc, dato il modo con ~ui fino allora si erano s,·olte le relati\'e prat\che. 11 4 marzo, per conseguenza, il go, erno italiano, di fronte all'incalzare degli avvenimenti , che rendevano sempre più impossibile la neutralità italiana, ritenne oppor• tuno en trare in trattative con gl i Srnti dell ' [ntcsa per rego-


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lare l'eventuale concorso armato d" Italia in loro favore. Tali due date è necessario ben precisare, perchè smentiscono le accuse, per tanto tempo rivolte all'Italia, di aver svolto, in qud periodo, u11 doppio g iuoco. Gli intenti che il governo italiano si riprometteva di raggiungere con l'intervento acca nto all'Intesa, riguardavano soprattutto le scguCjlti questioni: terre irredente e confine alla displuviale alpina ; padronanza del mare Adriatico, in coosiderazione che un grande Stato italiano no n poteva non essere il pad rone d i tale ma,·e, dato che la costa portuosa e sicura è quella Dalmata e no n quella Italiana, quindi non si è padroni dell'Adriatico se non si è padroni della co>ta Dal mata; isole del Dodeca nneso (V .); influenze in territori var i ext ra europei per lo sviluppo commerciale coloniale. Lo svolgimento delle trattative in proposito, iniziatesi il 4 marzo, durò sino al 26 aprile, giorno nel quale il trattato {u sottoscritto. Le maggiori difficoltà furono sollevate dalla Russia, la qualè, seguendo il suo programma di tutrice deglj interessi slavi nella penisola balcanica e quindi tutrice deg li intere ~si serbi, g iudicava eccessiva u na padron,111za soltanto italiana in Adriatico, e te meva c he lo sviluppo italiano in Oriente avrebbe reso più difficile l'attuazione delle mire russe su Costantinopoli e gli stretti; essa sollevò anche dublii sulla e ffettiva capacità militare italia na e quind i sulla efficacia pratica dell'inte rvento in Carnre dell'Intesa. I Serbi ,i mostrarono p reoccupati delle conseguenze di un intervento italia no nei ri)!liard i della penisola Ba lcanica. Il trattato venne firmato da F rancia, Ingh ilterra, Russia, Italia ; esso sanzionava le seguenti clausole principali : Terre irredente all' Italia, sino alla displuvialc alpina; Mare Adriatirn : il litorale dalrnata all' Italia, con le isole d i Lago,a , Lussin, Chcrso ed altre minori . Del litorale Dalmata la zona del porto di Fiume sarebbe restata ai Croati; mentre quella a sud della penisola di Sabbioncello sa rebbe pas~ata ai Serbi; Albania: il Porto rii Valona all 'Italia; inHuenza italia na in Albania riconosciuta; Asia '.'vlinore : riconosciuta una zona d'innueuza italiana in questa regione ( V. Adalia); Concorso finanziario : con tribu to finan ziario da parte delI'lnghilterra (so milioni di ste rline) per le prime spese di guerra.

Gli appunti che vennero mossi a questo trauato sono c,scnzialmc ntc i seguenti : Scarsa valutazione del p roblema coloniale, talllo che si rese poi necessario il convegno di S. Giovanni tli Moriana (V); Abbandono del porto ili Fiume ai Croa t i, il che dicùc luogo alle note controversie a fine guerra (V. Fiume), in segu ito alle quali, pe r aver Fiume, dovemmo rinunciare al litorale Dalmatico, meno Zara; Non previsto l'abbattimento totalitario dell'impero Austro-Ungarico, il c he avrebbe favorito d u rante la g l1erra un a politica francese non completamente ostile all'Austria, e che certo, nel 1918, ebbe conseguenze allorchè il problema serbo cominciò a risolversi con la creazione della Jugoslavia. li Trattato d i Londra consta d i tre parti : Memora ndum Italiano, conte nente le ric hieste irn liane accettate dagli altri: Dichiarazione che anche l ' Italia accedeva al precedente trat1310 di Londra ciel G settembre , 9 '4 nei riguarrli della inibizione di pace separnta; Impegno rii segretezza del patto co11chiuso fino al momento dell'entrata in campagna ddl"ltalia . Inoltre le t re potenze contraenti con l'Italia s'im pegnavano (art. 15) ad escludere il papa dalle trnnac-ive d i pace. LVI. Conferenza di Londra (gennaio 19r7). Conferenza d i capi nuvali del!' lnt,~>a , i quali discussero i provvedimenti da prend ersi per fronteggiare la g uerra sottomarina, condotta dai Tedeschi,

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LVII. Conferem:a di Londra (1921). Conferenza intera lleata, chiusa il 5 maggio, dopo l'app rovazione del piano finanziario delle ripa razioni da pagarsi da parte della Germania ai vincitori in seguito alla guerra mondiale. • I.VIII. Trattato di Londra (1924). Firmato il 15 lug lio tra Inghilterra e Italia , per la cessio ne del territo rio del Giuba all'Italia, come compenso preveduto dagli accordi del 1915 per il caso rii acquisti coloniali in Africa m seguito alla g uerra mond iale. LIX. Conferenza di Londra (1924) . Fu tenu ta dagli Alleati per il problema delle riparazioni. Gli accordi furono raggiunti il 2 agosto, intorno al progetto Dawes; il 9 ven nero firmati dai delegati tc.:deschi, e il r6 la Conferenza teneva !"ultima seduta, con l'accordo franco-belga-tedesco per lo sgombro della Ruhr e ntro un a nno da parte delle truppe francesi . LX. Pauo di Londra (1° novembre 1925). V. Sirnrez;;a (l'atto d,). LXI. Trattalo di Londra (22 aprile 1930). Trattato navale, concluso tra Italia, Francia, Giappone, Gran llretagna , Stati Uniti. Si ri allaccia al trattato di W11sl,i11g1011 (V.) del 1922 . È d ivtso in cinque part i. Le Potenze contraenti , i impegnano a non costruire na,·i da battaglia ~ino a tutto il 1936 . Soltanto l'ftalia e la Francia potranno costruire le 70 . 000 to nn. d i navi in sostituzione delle rndiate, contemplate rial trattato di Washington. Per le Navi Portaerà (V .) '"iene stabilito che non siano considerate tali le navi d ' altro tipo, se vengono munite di piattafor ma. Per i Sommergibili (V.) viene stabilito che il loro dislocamento non debba superare le 2000 tonn., sah·o quelli costruiti al 1° aprile 1930, che potranno essere consen-ati in numero di tre per nazione anche se di tonnellaggi(} superiore. Le u nità :1 usiliaric sono soggette a queste limita zioni : l'ar1namcnto non potrà essere superiore ai 155 m1n., e, se oltrepassante i 76 mm., no n potrà superare i quattro pezzi; non son.o consentili i Janciasiluri; la velocità non tlcvc oltre• passare i 20 nodi all 'ora; non debbono avere corazze; non clebbono a,•ere piattaforme per aerei, nè possibil id tecniche tali da metterne in mare più ùi t re. Non sono soggette a limitazioni le unità inferiori a 600 to1111.; que lle fra 600 e 1000 tonn. dovranno avere, per non essere ~ggettc a

limitazioni . velocità non superiore a 20 nodi all'ora; can no n i di cal ibro non su periore a 155 111111., e, se superiori a 76 mm., non p iù di <JUattro; inoltre non d ovranno pos sedere lanciasiluri. Il trattato detta norme per la sostitu zione clcile navi antiquate, e per il disarmo dcilc navi d a radiare. Una parte speciale, la terza, riguarda soltanto le tre potenze oceaniche (Ing h ilterra, Giappnne, Stati Uniti), le quali si impegnano per loro conto a seguire le pre,,cri7:ioni d i Washington , precisando così il numero d egli incrociatori corazzati : 18 per gli Stnti uniti , :r5 per !"Ing hilterra, 12 per il Giappone, e stabilendo che ,olo il 25 ~o di essi possano avere un ponte di a ncrragg,o per aerei . Le ue potenze dette i nsc rivono nella stessa terza parte del tranato l1n~ « Clausola d i salvaguardia » , allo scopo d i eseguire aumenti di forze navali_ nel caso che Francia o Italia aumentino le loro costruzioni 11av:1!i.

Longar one, Comune della p ro,·incia di Belluno, sulla dr. del Piave. Nella guerra h alo-Aumiaca, il suo nome è legato ari un triste episodio d ella ritirata del novemb re ' 17, poichè i I giorno 9 d i quel mese forze nem iche sboccate improvvì,amcnte dal passo di Sanc'Osvaldo riuscivano acl interdire la strada del Piave ad una grossa colonna cli


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655 truppe della 4• armata, np1eganl1 dal Cadore, catturando circa diecimila prigion ieri.

Combattimento di Longarone (13 marzo li97)· Appartiene alla campagna cl 'Italia dell'esercito repubblicano, sono il comando d i Napoleon e Bonaparte. L'arciduca Carlo aveva lasciato un distaccamento d i circa 3200 u. al comando ciel gen . L usignan, tra Feltre e Belluno. Bonaparte inviò contro costui il gcn. M asscna , che avanzando nell a valle del Pi,1vc raggiunse il Lusignan il 13 a L., lo bau~ e lo fece p rigioniero con circa 700 u., menue il resto si sbandava e si rifugiava fra le mon tagne .

Longbatta. Villaggio fortificato dell'isola di Sumatra nel reg no d i Ach e m, d ivenuto provincia olan dese dopo la guerra del r8ì3-7~ . !'resa di Longbaua. Appartiene alla g ue rra del 1873-74 degli Olandesi per l 'occupazione del regno di Achcm. L' atracco contro L. doveva effettuarsi con due colonne separate ; una doveva attaccare il villaggio d i fronte, l 'altra d1 fianco. La colonna incaricata dell'attacco d i fronte non potè raggiungere il suo obiettivo, ostacolata nel suo camm ino dalla j u ngla foltissima; appoggiando a dcma sboccò dopo alcune ore di marcia faticosissima al villaggio di Panjarct, mentre la colonna di <r. raggiunse L. e l'occupò a viva forza . Subito d opo ricevette l'online cl i impad ronirsi d ell'altro villaggio vicino, ma mal com prendendo l'ordine, la colonna si d iresse verso Lung, assai pita lontano e attraverso un terreno scoperto. Gli Achcmcsi a!Jora tentarono di riprendere L. ed il comandante olandese dovette rimandare part e dc1Je sue truppe a d ifendere il v illaggio, men tre col r esto continuava la strada e s'impadroniva di Lung, dove venne attaccato da fone preponderanti, e costre tto a ritirarsi su L. dopo d i avere subìto g ravissime perdite.

Longhena (Colomrn). Fu de tta così dal nome del suo comandante, Tl ittorio L., una colonna di volon tari brcsci•ni costituita in fine marzo 1848: servi agli ordini cieli' A!Jemand i e dopo le ope razioni d i quel mese tornò a Ilrcscia dove si sciolse. Longhi (Ct1rlo Fubio). Generale, a , e 111. a Mi lano ( 18341913). S01tot . di cavalleria nel l 856, , i merite) a Zinasco (1859), la med. c.l'.trgento. Colonnello nel 18!lo, comanclò il regg. Piemo nte Reale. Magg. g enerale comandante la •t- brigaia d i cavalleria nel 1887, passò nel 1890 al i 'ispettorato cklla sua arma, divenendo ten. generale nel 1R93 cd ispetto re nel 1894. In P. A. nel , 8,J6, passò nella riserva nel 1899. Longia no. Comune della Romagna, in prov. rli Forlì, rra i torren ti Rigosa e Fiumicino. Aveva un forte castello, costruito dai Malatesta di Rimini, che miravano ,1 difendersi d a Cesena. La rocca d i L. fu molte volte assed i,11a o ;mali1a. :-Jel u97 fu attaccata dai Cesenati che, sconfitti dai Riminc~i, si erano uniti ji Faentini, :.i Forli\'esi e :tgli Imolesi: i co llegali, invaso il co ntado d i L , lo de vastarono. :--!cl 1387 Gio,•anni Ordclafl'i assalì il ca,tdlo di L. ma fu rc,pinto per il valore dei difensori. Durante le imprese c.11 :--licolò Piccjn ino nelle Ro1nagne (sec . X V), al servizio del Visconti, egli assediò il castello di L ., ma non riusci a co11quistarlo . Long lsland (Combat1ime1110). (V. Brookly11). Longjumeau. Città della Francia nel clip . c.li Seine-et• Oise, n ella valle dell'Yvettc .

l'ace di Lo11gj111111:ou. CoJ1clu~a il 23 mar1.o 1568 tra Carlo IX cli F rancia e i Protestami. Pose fine alla seconda guerra di 1·eligionc e fu regolarizzata lo stesso giorno con l'Editto c.li Parigi. La pace di L ., detta anche piccola pace o pace imbavagliata, o f"'U zopf"', non era in clicrto che una tregua simulata, la q uale non durò che sci mesi; la guerra ricominciò in settembre in seguito ad un tentat ivo della regina madre (Caterina elci Medici) di impadronirsi dei capi protestan1 i.

Longo (Scmpro11io). Generale romano nel III :.ec. a. C . Fu COlJ ':icipionc nel 218, durante la seconda guerra p unica e combattè in Sicilia contro i Cartaginesi. Si banè alla Trebbia, e in fine nell'Italia meridionale do\'C sconfisse Annone a G rumc nto (21 5).

l ongo Ido. Ammiraglio del <CC. XIII, cli Cava dei Tirrc ni: scrvl sotto Federico Il. Longo Ora~io. Ingegnere mii. del scc. XVII. Lavorò fra :iltro anche alle fortificazioni cli Milano . Lo11go Ct1rlo . Ammiraglio, n. nel 1812, entrato in scr,·izio nel 18:23, nella marina napoletana, promosso nella m a rin a italiana contrammi r. nel 186 r, viccammir. nel l867 . Prt>sc parte alla cam pagna di guerra del 186o e fu presidente del Consiglio superiore di Ammiragliato nel 1868.

Longhi Carlo F abio

Longo G iacomo

Longo Giarnmo A11to11io. Generale, n. a .\1cs,ina. m. a Roma ( 1818-1 906). Ufficia le d ' art. (1836) del Regno delle Due Sicilie, partecipò alla rivoluzione di Palermo. Lasciata la Sicilia. si battè nel 1848 contro i Ilorlxmi in Calabria. Fatto p rig io n iero, ru cond:,nnatu ai lavori forzati a vita e passò 10 anni nel carcere di (;.acta. Amnistiato cc.I espulso, raggiunse G;iribaldi nel 1860: comban è e fu ferito a S . .\faria Capua Vcterc ed ebbe la croce da cav . dcl i 'O. M. S. Magg. generale del corpo rnlonrnri italiani nel 1861 . pa,sò nel l'esercito regolare nel 1862 e comandò l'art. del 5" chp. mii. Fu poi membro del Comitato d'art. e genio e comandante d'art. a t---",1poli . Ten. gcn<·rale nel 18jo. divenne presiden te del Comitato d'art . e genio. In P . A. nel 1884, fu depurato di Napoli n ell'Sa leg islatura e senatore nel 187G.

Longobardi. Popolo ;c~ ndinavo . soggiornato lungamente in Germania, poi in Panno nia (526) e ca lato in Italia nel 568. Qui,·i fondarono un regno suddi,,iso in ducati, alcuni dei 9uali , ad es. , q uelli di Benevento e di Spoleto, d ivennero potenti e autonomi: il primo a nzi .opravvisse al crollo della potenza longobarda. I L. furono in lotta coi Greci d i Bisanzio, i quali li [ro nteggiarono per lungo te m po, dato che erano padroni dd mare; men tre i L . ignoravano l 'arte del navigare . E ignoravano altrcsì la poliorcetica, tan to che l'assedio delle citt:, murate e ra per loro un scm-


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p licc ·blocco, col quale ottenevano per fame ciò che non -potevano ottenere per mancanza di macchine e di arte ossi~ d ionale: valga per tutti !·'esempio d i Pavia, che tennero assediata per tre anni p rima di poterla conquistare e farne la cap itale del loro reame. Soltanto nel 752 i L. di i\stolfo prendevano ai Grèci Ravenna, più di ottànta anni dopo da che erano pad roni dell 'Alta Italia . La monarchia longoba rda cadde nel 775 sotto l'u rto dei F ranchi. I L . erano tutti g uerrieri, fin dal 12<> anno d i età, quando l'individuo diveniva (t arjmanno )>; r2 di essi formavano una fara; 12 fare una dccania coma ndata da un decano; 12 decanie una sculdascia, comandata da uno sculdascio; 12 decanie e rano comandate da un duca : su t utti, il re . Questa gerarchia era militare e civile-giudiziaria . I L. ebbero ottima cava lleria ; i cavalieri portavano corazza, scudo, lancia~ i fanti scudo, g iavellotto, arco e freccia . Si nutrivano a spese del paese nel quale combattevano.

Longobucco. Comune in p rov. d i Cosenza, sul penclìo orien tale della Sila. Nel r8o6, durante la sollevazione contro i Francesi nelle Calabrie, venne occupato dalle bande d i un fanatico, Santoro, contro il q uale mosse il gen. Verd ier con un migliaio d i soldati Corsi, Napoletani e Francesi . 11 Santoro uscì ad affront aJli, e sulle montagne si accese un combatt imento che durò parecchie ore, finch/:. i rivo ltosi andarono in rotta (r6 ottobre) a bbandonando L ., che , invaso dai Franc~si , venne dato alle fiamme.

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Longoni Amb,ogio

sulla riva sr. · d ella 'Somme 3000 u . con 4 cannoni e 40<; cavallegger i. Il convoglio fu da .q ueste truppe catturato, e l'arciduca dovette ritirarsi.

Longstreet (Giacomo). Generale americano, n. nel 1819, allievo di West Point ne uscl ufficiale d i fanteria nel 1842. Partec ipò alla campagna dd Messico, e all"inizio della guerra lii Secessione, presentò le di.m issioni ed entrò nel ~ l 'esercito de l Sud , dove fu promosso brig . generale nel 1861 e luogoten . gen. nel 1862, alla vigilia d i Fredericksbmg, ove pùticolarmente si d istinse. Fino al setternore r863 partecipò a tutte le azioni dell'esercito confederato nella Virg inia; mand ato nell'Ovest decise la vittoria d i Chickamauga e dopo Knoxville raggiunse ancora l'esercito della Virginia cbe non lasciò fino al termine delle ostilità. Dopo la guerra fu ispettore d el porto d i New-Orléans Longwy (ant. Longus Vicus). Comune della Francia, nel clip. Meu rthe-et-Mosdlc . Venne fortificata nel sec. XVII, con cinta esagonale bastionata protetta da u n'opera a co rno e da cinque lunette, sopra una collina alta 120 m. sulla valle del Cbiers. Le sue fortificazioni furono restaurate ne! sec. XIX e munite di due nuove opere per battere le vie d el Oelgio e del Lus_semburgo.

Longoni (Ambrogio) . Generale , n . a N ovara , m . a Torino ( 1811-1890). Sottot. d i fanteria nel 1833, nel 1848 lasciò il servizio per assumere il comando d i 200 volontari bersaglieri mantova ni coi q uali combattè passando poco do po nei bersaglieri dell'esercito regolare . Nel 1849 com battè a Genova rimanendo ferito e meritando la meri . d ' argento e la menzione onorevole. Com -

battè poi in Crimea ed a S . Martino, ove rimase d i nuovo ferito ed e bbe la croce da cav. ddl 'O. M. S . Colonnello comandante il 15° rcgg. fanteria nel 1859 e magg . generale comandante la brigata Modena nel 1860, fece con essa la campag na contro il brigantaggio. Kel 1866 comandò la 19" di vis. divenendo ten. generale e poi andò a sedare l'insurrezione di Palermo. Dopo aver comandato le d iv is. d i Chieti e di Verona, andò nel 1877 a riposo in conseguenz,a delle ferite . N el 1848 fu deputato ù i Rapallo, nel 1849 di Novara, nel 1862 d i Teramo.

Longpré. Comune d ella Francia, nel d ip. della Somme, presso Amie ns. Nd sette mbre del 1597 vi aveva posto il campo durante la guerra di Fiandra - l'esercito francese del Mayenne . Il giorno 15, all' improvviso, sulle colline d ominan ti il villaggio apparvero le truppe dell 'arciduca Alberto d'Austria . Mentre i Francesi prendono le arm i, i ca nno ni imperiali batto no le mezze lune del ponte d i L. Le artiglierie francesi ben p1:esto rispondono al fuoco , e le colo nne imperiali che scend ono la collina ne sono arresta te e retrocedono. L'arciduca con questo attacco mirava a impegnare i Francesi , in modo da gettare un convoglio cli approvvigionamenti in Amiens assediata dai Francesi. Ma il re Enrico IV, giunto frattanto a i.., fece passare

Fortezza di Longwy (sec. XVII)

I. Assedio di Longwy (1646) . F u intrapreso d!a i Francesi agli o rd ini del marchese di La Ferté ; la guarnig io ne, appartenente agli Im periali del duca di Lorena, fece buona d ifesa per qualche giorno, ma dovette infine arrendersi . II. Presa di l.ong"'Y· È uno degli episodi dell' inizio delle g uerre della Rivolllzione francese. Nell'agosto d el r792 il corpo centrale d ell'esercito degli Alleati, comandato dal Duca d i Brunswick (circa 50 mila uomin i) sboccò d i fronte alla piccola piazza d i L. La vicinan za dell 'altura chiamata « Mont des Chats ,,,. che la dom ina da p resso , diede modo all 'attaccante <li situarvi b;ttterie in posizione vantagt,riosa. La piazza era p resid ia ta da circa 1800 uomin i, munita d i 72 pezzi ùi vario calibro e ben approvvig ionata . Il gover-

natore Lav.agne respinse l 'jntimaZione di resa fattagli il 3 1 ago sto e si dispose a resistere. Ma il pronto inizio d ei bomba rdamenro impressionò molto la popolazione : dopo tlieti ore d i fuoco i gravi d anni apportati da centinaia d i ·bombe mossero gruppi di • tumult'u anti a invocar~ la resa. Anche la maggioranza dei no tabil i foce insistenze in tal


Lo.N

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:se nso presso i l governatore, che iu costrccco a r,tpitolarc ,outro le sue intenzioni. La g uarnig ione pori: uscire con .gli onori di guerra a patto che si CO!ttituis~ prigioniera. L ·episodio di L. non n VC5te notevole importanza militare e r ientra nel novero delle facili cap itolazion i ottenute in primo tempo dagli Alleati. Ha invece significato politico, in quanto stav:, ., ri,elarc eh.- le popolazioni eh fronricr,1. lungi da ll 'esse re Ol'll llque animate dal l'alto spirito che sorreggeva i rivoluzionari della capitale e dei centri magg iori, non avevano grande fede nella stabilità dei nuovi ordinamenti e giudica,·ano in qualche modo legittimo l'intcrvenro reaziona rio, di fronte al quale si consideravano 9uasi ribelli passibi li d i punizione. /•. è perta nto uno degli esempi ,poradici di tale staio cli coscienza, e contribul a convincere g li Alleati della relari,·a facilità cli successi per attuare la rcsrnu ,·nione commessa alle loro armi: sul rhe cloyevano esser disingannati nel seguito degli eventi , q uando la Ri\'oluzionc seppe meglio alimentare lo spirito guerriero, improvvi sando eserciti e capi a difesa ciel territorio nnionalc.

III. Assedio di L,:mgwy (18jo). App,trtienc alla guerra Franco-Germanica. L. aveva allora un presidio di 4000 11 •• ,omandati dal ten. col. Ma%aroli, ed e ra annata con 13 1 ca nnnni. Da li 'agosto vennero scaglionati repani tedeschi i 11torno alla piccola Cortezza , i quali furono più ,·olte mok,rari da sortire. Soltanto il 30 dicembre fu iniziato l'in, vestimento della piazza , da 10 bgl. d i fanre ri:1, 2 sqdr .. 2 · b tr. da campag1 1a e u n parco d'assed io di 8(i cannoni, ,I tutto agli ordini del col. Kreuski. Il 13 gennaio 1871 il p resid io fece una sortita ma non riuscì a disturbare 1 lavori; il 17 }'investimento era complcLo. e si lni7iava il fuoco delle batterie tedesche. La fortezza si d ifese col fuoco lino al 23, quando ,·i scoppiò un incendio: il )?Ìorno dopo capitolò. Un:1 partt· del presidio, circa la me1à. rimcì o sa lvarsi nel Belg io . I.e perd ite furono lievi: 157 u. tra i Francesi e 6o fra i Tedeschi. ]V. !'resa di Lo11gwy (1914). Costituisce un epi,odio della battaglia nelle Ardenne; infatti col nome d i battaglia d i L . vanno intese le operazioni d'assedio fatte dai Tedeschi della 4• armala. allo scopo di vincere la resistenza di questa piccola piau.a della frontiera nord -est francest:, pe r procedere oltre sc:condo il p iano di i nva1ione d el la Francia. I.a difesa si basò piuttosto sul valore delle truppe che suJl3 efficienza delle opere. Gli abitanti avevano sgombrato la città fin dalle p rime avvisaglie nem iche . li Kronprinz ,I 21 agosto chiese la resa senza combattere della piazza, che . altrimenti, sarehbe stata distrutta ed i suoi abitanti ,onopost i ad una amme nda di 1.000.000 di franchi. Il ten . col. !)arche , comandante d el presidio, rifiutò e si d ispose alla difesa. 11 22 mauina cominciò un furioso bombardamt·n10 tedesco, clic d urò fi110 a tulio il 25. L. era staia ridoua ad un ammasso cl i rovine. li comandanre Darchc chiese un armistizio per potere sgombl'arc i suoi numerosi feriti, ma questo ,•enne rifiutato dai Tedeschi. E il g iorno 26 13 piccola piazza, isolata dal resto dell 'esercito francese di campagna, senza mczzi per poter resistere, si arrese.

Lonigo. Ciu:ì in p rov. di Vicenza, alle falde dei monti &rici, sul Guà. Ebbe un forte castello fin da antico tempo. del 9ualc rimango no avanzi. Presso la città, nel 697, i l re Cunibcrto sconfisse il duca ribelle Ausidio . Dal 1000 in " vanti la città fu contesa fra Padovani e Vicentini . e poi fra i Da Romano e i conti d i San Bonifacio, e altri, subendo le conseguenze di queste lotte e vcnendn più volte assalita e presa: finchè sì diede alla repubblica di \lcne7.ia. nel qo4. Ua allora seguì le sorti del Veneto.

Lop

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Lono (Fra11ccsco). Generale spagnuolo / 1S;:•1907). P.1rrecipò alle ca m pagne , k•l 1859 nel 1forocco. del 1873 a Cuba. del 1874-75 contro i CarlislJ nella Spagna. [bbe governatorati nelle Filippine, a Cuba. in patria. fino a quello ( 1902) degli Inval id i a M adrid. Nel 1906 fu rn inMro del la guerra. Loo. Comune del Relgio. circ. d, Di:<mudc. \'i s1 con eluse il 13 gi11g 110 1788 una alleanza difensi\·a fra Inghilterra e Prus~ia.

per

a!\:-.Ìcurarc

i mutui

intere:-.f-li e co11,;o..

lidarc l'amicizi,1 e,istclllc, secondo l'allcanz.1 conchiusa il 18 novembre 1;42. con patri rispondenti alle circo,1.1111c: dell 'Europa . Le due Potenze s'impegnano cl i mantenere l' indipendenza e la costituzione cldle P rovincie Unire . c. all'uopo. si .occorreranno con 20 mila uomini.

Lookou t. Nome dato in qualche testo alla battaglia di Cl1att,111ooga (\'.). Loper fido (Afllonjo). Proiessore e ingcgnere. n. a Ma tera nel 18~9. Libero clocentc d i geodesia teoretica nella R. Università di Firenze, geodeta capo dell 'Istituto geografico mii. di Firenze. nel quale iniziò l'insegnamento nel , 896. Ha numerose p ubblicazioni, tra le quali, principali: <( Lezioni di g-C"odesia >l: (( 1\ stro nomir, geodetica ,i : u T r.:oria. ècllc Carte Geografiche •; « Geodesia operativa . , tutte le pubblicazioni. infine. riguardanrì i la\'ori di geodesia compiuti da)!'Istit uto dal 1900 al 1929. I la insegnato per quattro anni , duranre la g-ucrra , a Cremona, prima, ad Albano poi, o\'e diresse i cor~i di geodesia per ufficiali d'artiglieria. Lopez (Pien o de dyala). Guerrjero spagnuolo (1332-qo;). Fu al servizio d i Pietro il c rudele, ma poi contribuì a ro,·esciarlo dal I rono, parreggiando per Enrico di Tran,tJ· mare. Tornato Pietro alla riscossa con inglesi e 1'a\'arrcs1. sconfisse En rico e free prigioniero il L. Riscattato da ~'.n, rico, fu ambasciatore in Francia ; servì poi Giovanni I, e fu ancora preso prigioniero comba11cnclo contro i Portog-hc,i. l'inì la sua vita com~ gran cancel liere cli Castiglia.

Lope::; Micl1cle di Lllgarpi. Capitano spagnuolo del secolo XVI. Inviato nelle Filippine. \'Ì conquistò Manill:i, trasformandola da borgo indigeno in capitale del posscdimcnw sragnuolo, di cui r imase capitano generale fino alla morte (r572) . f.opez Fra11ceseo. Archibugiere spagnuolo del sec . XVIII. f u discepolo d i )uan Sant us, e sall in tanta fama da meri ta re I ':1JJpella1ivo di « g rande " · Fu nominato archibui:ierc del re Carlo lii nel 1761. I suoi la\'ori erano riccrca11 in tutta Europa. - \lari altr i valcmi arch ibugieri, parenti del Francesco, o al lievi, portano lo stesso no, nc: Grego,·io, Giuuppe. Gioua1111i, Pietro, Valcn1i110 e un Fr,mcesco figl io di Gregorio. Lopez Tito. Generale, n. e m . a Roma (1806- 1884). Cadetto delle truppe pontificie nel 1831 , nel 1848 fu nel Veneto colla 1• legione r omana. Maggiore nel t849, com battè a Velle tri rimanendo gravemente ferito . Entrato ncll 'esercìto dell ' Ita lia centrale nel 1859, comandò il 24° regg. fanteria ~ poi il 44° divenendo colonnello. Partecipò alla repressione del brigantaggio. ~lagg. generale nel 18(>5 . comandò le truppe nella provincia d'Aquila e nel 1866 la brigata Valtellina e con essa partecipò alla guerra di quell' a nno . Nel 186i andò a riposo e 5Crisse, « ~ emorie deli 'Esercito Italiano 1796-1814 n; « Memo rie della battaglia d i Solferino " : « Memorie;: sulla ca mpagna franco-germanica del 1870-i 1 " : « Storia del brigantaggio nelle provincie meridionali II e un 11 [Jizionario militare » (rimasto incompleto).


LOP

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scritti però tutti ine<liti. Dopo il 1870 resse, per bre\'t tempo, il coma1Tdo della guardia nazionale di Rom a.

Lopcz Francesco Solanu . Generale paraguai,1110 (182718ìo). Guerreggiò contro il gen. argentino Rosas; divenuto <litta ime delia repubblica nel r862, rafforzò l'esercito per far fron te alle ostilità sem pre più acute del Paraguay cc)n le repubbliche argenti na, uruguayana e brasi]jana, o~tili1à che s boccarono .in aperta guerra nel r865, e terrn inarono nel 1870 con la .sconfitta del L., che rimase ucciso combattendo

Loquizza (già Lokvica). Villaggio rlell"Altipiano Carsico, caposaldo <lella prim a linea di fensiva austriaca oltre il Vallone. Fu espugnato dalle truppe <ld nostro XIII corpo, <l 'armata il 23 maggio r9r7, durante la decima battaglia dell 'Isonzo. Lorca. C ittà della Spagna nd la p rov. della Murcia. Fu un posto m ii. importante all'epoca <lella dorninn ione araba in Spagna. Venne fortificata. g iovandosi di una roccia elevata ndJa pianura. Nei suoi pressi si $volse, nd 712, unn batwglia fra il principe goto T codomiro e le truppe arabe,. d i Abdelaziz; il primo fu sconfitto, e, rifugiatosi in I Oriliucla, do\'ette poco dopo arrendersi e sottomettersi ad Ahdelaziz .

(ontro le f.orze superiori d ì tr<: Stati.

I .opez Francesco Solano

1913 fu promosso colonnel lo in P . A. e ne l 1917 magg .. generale . Nel 1923 assunse nel la riserva il grado di gencr;1Jc d i divisione.

Lopcz Giowmni Battista

Lopez Domenico . Generale spagnuolo (1829- 1911). Percorse la carricrn nell" a rtiglieria; partecipò a lh sped iz ione nel Marncco. Seguì le g uerre dd , 855 e 1859 e scrisse due opere in proposito . Nella g uerra civile del 1868 fu ag li ordini <li Serrano. Divenne poi aiutante di campo rlel re Amedeo di Savoia. Comandò le truppe che repressero nel 1873 la ribell ione ri i Cartagcna. :\lei 1883 fn no,ninato ministro tiella guerra e questa carica tenne in vari minjSlcri. :\lel 1906 iu anche Presidente del Cousig lio. Aveva r~ggirnno il grado di tcn . generale nel 1874 e di maresciallo nel 1895 .

Lopez Giovanni nattista . Generak: 1 11. a Nizza, n1. :t Piacenza (1832-1890). Sott0I. dd genio nel 1854, divenne co!onncllo appl icato al ministero della guerra nel 1875. !v1agg. generale nel 1882, fu cmnand . de! genio a Torino e nd J88G andò in P. A.

Lopez Fu,-io. Cenera!c, n . nel 1854, m. a Milano ad 1923. Arruolato nel 1872, divenne sorto!. nel 1879. >Jel

f're.w di Lorca (1823). Appartiene alla spedizione francese nel la Spagna. La fortenti e ra difesa da una t riplic, cerchia di mu1·a e da parecchie batterie che, con i loro tiri incrociati, domin;1vano le:: strade vicine . [) comandante del forte. brigadiere Menchaca, d isponeva di 600 u. scelti e di 18 cannoni . Il gcu. Bonncrnains, che comandava !"avan guardia francese I fece, il r2 luglio, investire la ..: ittà dal Li cavalleria e verso le lO d i sera l'occupava : forti grupp i di abitanti armati, unitisi :.J Bor111cmains: tenevano le co1lim: dei dintorni, mentre 1iragliltori scelti molestav::ino da alti campan ili i <liknsori della cittadella . Il 13 il generale fra11ccse faceva avanzare eruppe munite di scale, IL1<;ntrc giun--

gcva il resto della d ivis. Corsin col gen. Lovcrdo; subito le compagnie di carabinieri, approfittando dell'esitazione degli Spagnuoli, si slanciarono all'attacco e presero la prima cer-..:hiél di mura: indi pass"1rono, sotto il vivissimo fuoco dei difensori, il ponte levatoio che il nemico non era riuscito a sollevare, e costrinsero gli Spagnuoli a rifugiarsi ncll'uitirna cerchia~ e successivamente ad arrendersi .

Lordi (Ad,illc). Generale, 11. a Mmo Lucano nel 1860. Sottot. di fanteria nel 1879, passò nei CC . RR. nel 1804. Decorato d i 111ed. cl 'argento al va tor civile, ebbe in Sicilia la mcd . e.l'argento <li benemerenza durante il tenemoto <lei 1908. Colonnello comandante la legione di Cagliari nel r9r4, con1andò poi la legione di Rorna, e nd

:\ ttacco e presa di Lorca ( 1823)


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LOR

LoR

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lerleschi

Francesi

• o

10

20

30 Km.

Battaglia di Lore na (1914)

, 917, durante lo scoppio d' una polveriera , ebbe la rned. di bronzo. Magg. generale c01nan<lance il 3° gruppo di le. gioni nel J'.)18, poco dopo andò in ,wna d i g uerra al comando superiore dei CC. RR. Kcl 1919, all'istituirsi della

Regia Guardia , ebbe .il comando di

<::!>Sa

col grado di

teo . generale.

Loré 1A m brogio de). Guerriero francese (1369-14.16). Si bauè contro glj Inglesi duranLe tutta la sua v;u, contri-bucndo Cli riacquisto delle terre francesi clic ,ssi occupavano. Si distinse ad Aàncourt, a ) aigcau con Giovanna d'Arco , a Patay. a Meaux, a Po nto ise (1441) . Contribuì nel 1436 al ritorno d i Carlo Vili n Parigi, e vi f u nominato prevosr0 .

Lo ree eh io (Stanislao). i\rnmiraglio, ". nel 1860, entralo in servizio nel i874, collocato in P . A . nel r 9TI, promosso conrrammiraglio nella R. N . nel 1913, collocato a ripose, nel 19i9 . P rese parte alla campagna d'Africa ck l 1887. Loredano (o l.oredan). Antica famiglia veneziana che d iede dogi e g uerrieri alla pat ria. - Antonio. Oiksc Scutar i comro i Tu rchi d i Maometto IL nel 1474, obbl igandoli a togl iere 1' a,sedio . Nel r478 d ifese· con 32 galere Lepanto dai Turchi d i Suleiman Pascià, impedendo loro d i conquistarla. Pie tro. Ammiraglio vénez.iano. N el 1416 vinse i T urchi in battaglia navale presso Gallipoli. Nel r431 sconfis;c nelle acque d i Rapallo lo Spinola cbc comandava la flolla geno vese. Il Gattamclata nel 1438 lo fece eleggere gCncralissin1.o deUe forze terrestri di Venezia; eg)i ricon~ quist<Ì le fortezze venete sul P o; morì nello stesso anno .

Lorena. Regione del! ' Alsaz ia, nel bacino della Mosa\.fosclla-Reno, che ebbe confini storici variabili lungo i secoli. f.a sua storia m ii. si connette a quella dell"Alsazia.

Ha1taglia di Lorc11a (1914) . r-: una delle battaglie iniziali della g uerra mondiale, compresa nella bauaglia rlelle Fronliere (V .) . Sotto il nome d i battai{lia di L. vanno quindi intesi g li avven imenti svoltisi in'-' detta regione da 1

15 al :2.f agosro r9, 4. La prima e seconrla armata francese dovevano, in 1in primo tempo, raggiunge re la linea di SClarbruckcn: poscia, mcnue la ieconcla annata av rebbe attaccato la fronte Dicuzc-Cliatcau Salius, la prima avrebbe dovuto agg:ìrnre la sr. tedesca, collegandosi colla seconda nella

zona des ùangs. L 'azione in parola fu preceduta da quella del gen . Pa11 in Alsazia (V .). La pr ima armata francese conquislò il 15 ,,gosto gli obbiettivi assegnati quJsi senza resistenza; solo il X,'{I C. <l'A . dovè combat,ere per mgg iungere la posizione del Donou. La seconda an nata francese dovette invece respingere con piccoli con1battimenti n uclei nem ici . Il rG agosto fu ripresa l'avanzata. Sul fronte della prima ar mata i T edeschi no n oppos~ro resistenza, sicchè le con,1uistate posizioni del Donon furono ampliare cd o rganizzare a d ifesa. Sulla fronte della seconda armata il nemico fu assente a sud della Seille; oppose invece vivace re~istcn?,n a nord , con largo i1npiego d i n1itraglia~ lrici e di artiglicrì;:1 pesante camp~le, che · innissero gravi perdite ag li attaccanti. Ciò nonostante Avricourt, Monceyt

,\ boncourt fu rono ocrnpati claì Francesi. >/ella battaglia dì L. un episodio,

quello

d i ·Ethc,

mette in risalto l'irruenza dell'az io ne francese ) basata: su l

concetto dell 'ofTensiva a fondo e dec isa, che si arresta d i fronte al metodico combàttere dei Tedeschi, animati ·an1 ch'essi d i volontà offensiva-1 n1a deciSi a valersi di tut~i i mezzi materiali per assicurarsi il successo ; anche se> in conseguenza. la loro offensiva d ovrà risultare ,pìù ;le~ta_ Durante l'avanzata francese, .che diede luogo a Ila battaglia d i L., il 22 agosto accadde che l'avanguardia c!ella 73 divis.


LOR

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francese urta5.sc contro ncrnlco in posizione nel villaggio

di Ethe ed immediati dintorni. Ancor prima di rendersi conto della vera situazione del nemico, della sua efli-

LOR

Lorenz. Fabbrica d'armi di Carlsruhe, che: comuì ;1 primo proietto incamiciato per fucile (scc. XIX) e che fu chia rmto Compouud (V.).

cicnza. ccc., la di,·is. francese si schierò tutta e mosse aJ.

l 'assalto, appcnel sosten uta dalla sola artiglieria d ivisionale. l Tedeschi, che avevano costruito ostacoli passivi. piazzate nu1nerosc mitragl iatrici e chiesto l 'intervenlo <lellc a1·tiglierie pesanti campali riuscirono in breve tempo ad annientarf::: quasi la 7• d ivis. francese . li ' i e 18 agosto l 'offensiva francese fu continuata; il nemico si ritirava dovunque, opponendo scarse e deboli resistenze qua e là. Cosicchè il 18 le armate francesi avc,·ano raggiunto la linea Vasserville, Diane-la-Chapelle, Dieuze, Chfttea11-Sa lins, Nomen)'. Il contegno passivo rlei Tedesch i stupiva però il comando francese, che ben comprese trattarsi di una manovra difensiva-controffensiva, !Jasata sulle posizion i tedesche della Saar. Perciò il 18 agosto la prima annata raccolse le sue forze, e la seconda fece lie,·i progressi a Nord della Seille; la ca\'allcria fu fermata da,•anti la l inea del la Saar. Notizie davano che il nemico , , sta,·a ammassando tra Zabcm c Saar burg, per cui i Francesi temettero un attan.: o nemico sul loro fianco. AtJ ogni modo i\ 19 agosto, per conservare l'iniziativa delle opc1

razionì la 13 annata &ancese atlaccò in direzione di Saarburg : ciò diede luogo alla battaglia di Saarburg (V.); conten1poranea1nentc ìl giorno 19 la .seconda annata france,e

attaccava in direzione di Saint-A,·old e di Fau lquemont: queste azioni d iedero luogo alla battaglia di Morhange (V.). Le du, battaglie d iedero luogo a due azioni divergenti, causa del c01nunc insuccesso . 11 20 agosto la seconda arn1ata . sconfitta nella battaglia e.l i lviorhangc. ripiegava: come pure il 13 doveva ripiegare la prin1a .armata sconfitta a Saarburg . Le quasi contemporanee sco nfitte in t\!s.a1.ia . Lorena, Ardenne cd a Charleloi-Mons o bbligaro no il gcn. Joffff a far r ipiegare tutto l'esercito fra ncese verso la Senna.

Lorena. (Fra F.-ancesco di). Priore e ammiraglio dell '01 dine cl i Malta nel sec. XVI. Nominato capitano generale delk galere nel 1556, 1'anno segueme combatt~ contro i Turchi nelle acq ue d i Rod i. Per tre anni diresse le operazioni n1arittimc contro i T urchi, poi tornò in Francia.

Lorencez (Carlo). Gcncrak francese (18q -1 892). Si battè· in Alger ia e in Crimea, dove guadagnò il g rado d i generale d i brigata. Ebbe il comando ciel corpo d i spedizione francese al Messico, ma. battuto a Puebla, fu sostituito dal gcu. Forey . Comandò nella g ue,·ra del 1870 la 3" d ivi,. (IV corpo) e fu prigioniero a Mctz. Loreno (Reggimc1110 L. di S . A. il principe di Pie111011te). Reggimento del l'iemonn:, creato nel "1626; prese il nome d ì regg. di L.i Fa)'a nd 1640 e ,-enne sciolto n~! 1650. Partecipò alla guerra per la Successione di Mantova nel 1627-31 e a q uella contro la Spagna nel 1635-1649.

Lorcnzi (Omzio). Generale, n. e m . a Ventimigl ia (r8471926). SotlOt. d i cavalleria nel 1866, partecipò alla guerra d i que.\l'anno. Frequentò poi la scuola d i guerra. Colonnello comand. il regg. Genova cavalleria nel 1896 ~ ma~g . generale

cornand.

la

4a

brigata di cavali. nel i902, andò poi. in P. A. e fu nominato tcn . generale nd r

hl riserva nel 1911.

Loreto. Comune delle Marche, in pro,· . d i Ancona, sono nel sec. XIV inrnrno al Santuario della Santa Casa. L. ebbe in principio il no me d i Villa Sa111a Mal'ia ; fu fortiiìcata con mura e torr.i cd

ebbe un presid io per difenderla dalle incursioni dei Turchi . In L . s1 ve-

Lorcnzi Orazlo nera un 'antica Madonna che l'Aeronauàca d' [talia volle a sua protettrice. e che Bene-

detto X IV, cor1 breve del 24 marzo 1920, creò pat rona degli aviatori di Lutto il n1ondo. Lo stesso anno il (~averno ac

ceu-ò la decisione del pontefice e, nel 1911 . fece costrnir<· un tatnpo d'aviaz ione presso la città .

Trattato di pace di Loreto (1696). Pone term ine alla guerra germanica in Italia . Fu conchiuso, sono gli auspici de l papa , fra Amedeo d i Sa.mia, il maresc. di Catinar, gli ambasciator i veneziani e L1uel li d i Innocenzo XII. Si convenne quante,

segue: la Fn:incia, in caso di. bisogno, doveva inv iare a! duca d i Savoia 8000 u., da lei pagati; doveva restituirgli le terre toltcgli durante la g uerra, compreso Pinerolo, di cui però si dovevano demolire !e fortificazioni; ìl Ouca d i Sa\·oia doveva esser nominato generalissimo delle truppe franA

cesi in Italia; per tale carica doveva ricevere 50.000 scud i al mese, pi,, 40 m ilioni per le spese d i guerra; inoltre dove,•a dare, senza dote, la figlia in isposa al Duca di Borgogna. Cavalieri di Loreto (Ordine dei). Ordine cavalleresco che P aolo 1Il creò nel 1540 e Sisto V rin novò nel 1586, per la difesa del santuario di L. I ca,·a licri di quest 'ordine, che dovevano essere creati Conti Lateranensi, avevano per insegna una medaglia d 'oro, con l 'immagine della Madon na d i L. L'ordine fu soppresso nel sec. XVIII.

Lorette. Massiccio collinoso-marnoso di media elevazione della regione rlell 'Arrois, sito poco a nord d'Arras , a sud-~st

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Le fortificazioni d i Loreto (sec. XVIII)

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LOR

di Bcth11 ne ed alro,nt d, 1.cns (V , lo sdiiz:w ,, Artms ). .-\ttorno a q uesto rilievo collinoso si svolsero im por1an,i combanimcnù cd az,oni: occu!>at.ione tedesca nell'in\'asione dell.1 Francia (1914); d11rantc la battaglia dell'Artois del 1911 (V . Corsa al 11u1rc cd d rtois), nel! 'autunno ; 9 i .1; nel d icem brt: 19q attacchi francesi, d urante la g uerra d i posizione, per il possesso di tale zona dominante; nell'inverno 19q-191:; continua lotta d i 1nncea, di mine e di colpi d1 mano per ampliare l'occupazione francese della zona, specie nei pressi della cappella di L.; durame la 2• bauaglia dell'Anoi, (maggio 1915) conquistato cldi1ùtivamentc dai Francesi, tr., il 9 ed ,I 2 2 maggio 1915.

Lorges (duca Luigi di). Generale francese (1io.;-177;). Partecipò .,Ila guerra del 1733-34 in lt.1lta, e l'anno seguente ,ul Reno. Si baut a F omcnoy come brigadiere e divenne tcn . generale nel 1748. Partecipò alle pri me cmnpag nc dclb gucrrJ dei Sene Anni e poscia ebbe un )!o,·ern:lloraro nella Guycnnc. Lorgc, (drm, Giovanni di). Generale france,c ( 17-46-1826). Era marcsc. di campo quando scoppi,) !., lh\<,lt11:ionc francese. Emigr<> e combauè contro gli e~crciti dcli.i repubblica, r ientrando in F rancia con Luigi XV II I, dal qu,,lc fu nominala t,·n. generale e pari di Francia.

661

LOR

t.t!lo ,eparati c distinti \conic p1ìi t.irdi le .:ora,.zc). r.rJno perii modellati , ullc fattezze d1 chi doveva indossarli, cd i due pezzi erano fissati sulla persona con fermagli o fibbie ,u ciascuna spalla. La parte anteriore e che copri,·a 11 petto n.1 rhiam ata dai R omani pettorale.

Lor ic,i plumt>ta

Lorient. Cutà cldlJ Franò.i, nd dipart. del ~lorbihan, ali,, iorc dello ScorlT e del Blavct , che formano la mela e l'estunrio di L. f:: porto mi i. , munito cli foniticazioni, fr:i le <1uali quelle dell'isola di San Michele con varie batterie, poh·cncra. stnbilimcnu pirotecnici. li suo .irsenale mamtimo ~ attivi,;imo. Sulla punta della peni,ola che s'avanza

Lorgna (.4nto11 .\lana). Matematico e ing. nul .. n . prcs"i Veron a, 111. a Vcuczia (1736-J i96). Entroto gi°' ,inissirno nel Corpo degli ing . mi i. della Repu bblica vcncia, pubblicò opere di geometria e di algebra che gli diedero rinom.inza. La\"orò ,1llc fortificazioni di Verona, e poscia alla rcgobrizzazionc idrau lica nella lag una. Nel r778 LU nom inato ,olonnello e capo degli ing. mii. e dircllore della Scuola mii. ùi \'eron·1. Riordinò ;.:h ,tudi "<',llldo\J l',n. ,ci;n,11nento compkt<> della bali,11,a e u11 pol igono d, t iro, e dc<licu1<lo ~r~1nd1 cure .dl"rnsegna•

mc11to della topogra1i.1. :slcl 1;94 pr<.::-.cutù un progetto d1 riordin:1. ,ncnLO dcli 'c,effito. 111.1 I:, Rcpuhhlica non In prese in .-onsidera✓ 1 onc.

Lorica. Vocabolo di origine l.11,na e che era uS,llll per indi(;ue una pezza d':1nllc che copriva p<.:llO, pancia, lianchi e ,chiena tino alla cintura : ,omc

Legionario romano indo~ante la lorica

llll,l

corazz:i.

Si

..::ornporn..Xcl

cld

corsa le tto , o co razza d i cuoio o di metallo, li~ciu , o a

lamint·, o ad arwlli, ud J scag)ie (camicia~ cott.l , ~iaco, m:,-

~}

Fonificaziom di Lorient (scc. XJ X)

!l[-!J t Lorica ere-ca antica

glia) e dcHa giacdwLra a ~a.eco, o camicia di lino, sotlict.:, interna. Poi.:hè L1rma1ura dd busto è antichissima. co,i !J L. c,iste, a gi.ì ai tempi greci, cd era faua di due !)<:t.7.i di mc-

a , ud della rad:1 lr:t I 'iso lollo d i San Michele e gl i ,wg,1 delle Sorel le e della Pace, a 4 Km. dal porto di L. ,1 trova 1! porto e la ciu., di Port-Lon.is, pure fortificata. protetta dalla cittadella . A est , sulle alture tra la punta di Kcrso e la laguna di G5vres, ,i stendono le lince ,li Locmalo che, come le precedenti opere, difendo no l'entrata del rJnale nel tempo stesso che battono l'alto mare. Da l 1906. per l' attuaz io ne del programma d i riforma del ~1inistero della marina, allo scopo di ridurre le spese ,nd u ,triali ed am1nm1strati,·c della m;-_lrina, a L. è sta1,t ,on#


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p ressa la p refettura ma rittima, e I'ar,enalc e il porto sono stati special izzati per le.: nuove.: costruzion i . ne l p rin10 anna~

mento e nel le p rove delle navi, r imanendo rnpprcs,o il servizio rìparaz ion i salvo per q uan to concerne la manuten-

z ion e delle unità d i flottig lia e logistic he e de l materiale g a lleggia nte del _terzo e quano companirnento.

Loririi (Bo,1ai1110). Ingegnere ,. scritrore m ii. del ,ccolo XVI , n . nel r547 a F ire nze, autore di un t rattato « Delk Fortificazioni », in sei libr i; vi insegna l'arte di fabbrJcare ponci , inacch ine, rnuri sotto l 'acqua, tenapicni,

di difendere le fortezze, ccc. L aYorò in ftalia, in Francia, in Fiandra, e poi fu lu ngamente al servizio rl ì Vci1ezia , do\·e Cece cosrruirc mohc t'ortificaà oni . Coopetò coJ Savorgnan e forse ne fece il piano, ai lavori dcl Ìa fortezza d i Palmanova e ideò e d iresse q uel li della fonezza d i Zara .

Los

Trattato di Losar,11a (18 ottobre 19 12). Ch iude la italo-turca. I plenipoten7,iari dei due S tati tennero le sedute a Ouch y, e il trattato d i p ace assirnrava la piena sovranità . dell 'Ita lia su lla L ihia . Gli artico li di esso contemplavano il r ichiam o i,1 T u rchia di truppe n fuuzion a ri, lo scambio de i prigion ieri , l 'amnistia a i combatte n ti, il riprist inri de lle relazioni fra ftal ia e Tu rch ia, il ,·ersam ento di 50 m il ioni da pa rte dell 'l ta lia a l Debito Pubblico O ttomano. [I.

g:ucrr,1

lii. Co11/ere11za di Losa11r1tl (r923). Fu con,·ocata dalle G ran d i Potenze do po la guerra fra Turch ia e Grecia, per sistemare la pace e i rapporti t m que, due Stati. Erano s tati convocati i rapprcsenranti dei seguent i Stati: Ita l ia, Francia , Gia ppone, Inghilterra, Jugoslavia, Romania , G recia e Tu rchia. Inizia ta sulla fine del r9n, la Conferenza si chiuse solta nto nel luglio del r923, essendo stac~ p iù volte interrnua per dissensi . Il 20 gennaio si er:i riusciti .solo a raggiungere l'accordo sulla liliertit d i passaggio e di navig az ione negli S tretti. Il 17 lugl io, nella seduta fina le della Conferen za, sono appro,·ati i p rotocolli per lo sgombro de lle trcip pe a llea te da Costantinopoli e i l ritiro delle navi Ja g uerra e per Jo sgombro delle isole di Imbros l' ·1~cncdo:

la ri rrna del tratta to d i pace fra le Po tenze e la ·rurch ia avviene il 24 luglio. All'Ital ia è dcfinitivame□te ceduto il Dodecaneso, più Cas tdrosso; la q uest ione degli Stretti

è rcgo lar:1; le t:apìtolazioni sono abolite . Questa conferen7a a nnulla v,1 il trattato d i Sèvres (V.) . La Tmchia ria lzava il s uo pr<.:stigin; essa riprendeva in Europa la T racia sino alla Mari lza e ,J territorio di Smirne, nonchè Adalia: z o na già Lorin i Bo n:1luto

concessa all'in fluenza ita liana .

Lori~ ~\:lel iko"

L ori s M el icov (Mic/,,-h·). Gener ale russo (1826-1 888j. Comhattè nel Caucaso come colonnelln durante la guerr:i di Crimea, g uadagnandov i ll grndo d i ~ncora co11 tro

i Turchi nella

guerra

n,~_gg. ge nerale, e

<lcl l8Jj~;8,

~cu11fi1-;-

gc11 doli ad Alagia Dagh c. p rendendo loro Kars. Aveva inoltre combarrum nd 1847 contro i C ircassi. Da tcn . gen~ raie (1863) combatti: contro gli insorti deJla Polonia.

Lori to (Gi weppc). Generale. 11. a Bernalda ne l 1 ~60. Sotto r. d'art. ne l 1892. frequentò \,1 sc11ola di guerra ,; divenne colouncllo

nel 1918.

Partecipò alla g uerra 1915~

1918 meritandosi la med. d i bronz,o, e poi ,·enne ad detto all'ispettorato delle COHru~ion i d'a rt. con 111a11sioni tecniche . Capo uffic io della d irez. del servizio chim ico nel 1923, ebbe iì comando del 3(1 regg. art . tb cosra nel 1926. In P . A. nel 1927 , d il'ennc gen. d i b rigata nel 1931, r ichiamato in scniiziu a disposizione del mini~ti.: ro .\ g ricol~

Losano (Ma1ll'ic:io) . Generale, 11. a l'inerolv nd ,~.is; . Sottoc. d i fanteria nel 18;7, andi:i in P. A. col gra do d, 1na_ggiorc nel r9n2 . :'.\1d la riserva divenne cnlo nncllo nd 1913 . Richiamato p~r la guerra, comandò il deposito del ),o alpini. Ebbe nd 1917 la p ron,ozione a magg. generale t~

nd 1923 assunse il grado di generale di rlivi$ionc .

Loscalzo ( Vito). Gcucrale medico , n . a /v[arsico Nuu•." nel 186o. Sotto!. rnedico nel 1886, partecipi, :dia ,;uerra libica; nel r9 11-12 te nne a T ripol i la direzione del locale d 'iso la1ncnto pe r colerosi e nel HJl 3- 14 d iresse l 'ospcclalc mii. d i Derna e si segnalò ne l combattere )a peste h 1hho 11ica : ebbe per c ib la m ed. di bronzo dei benemeriti del la sanicà pubbl ica . Pure a Dana meritò b mcd . d i b ro nzo al valor mii. Parteci pò alla g uer ra contro l'A ustria del 19 1619 1~ di,-cnendo w lc,nndlo nel 1918. Dopo la g u erra andè, i n P. A . S. e nd I928 f u pr o mosso magg. genera le medico nella rlserva.

tura e Foreste .

Losa di Prarolo (c:o11/c Mamizio ). Generale del secolo X V III . Alfiere ne l regg. fa nte ria Sa luz.zo nel 1744, partecipò a lla guerra per la Successione d'Austria : rl il'cnnc colon nello nel 1787; governa tore del Castello cl' Asti n e l J j89 .

Loschi (l'ietro) . Generale med ico, n. ne l 1860. Sot!o\. medico ne l 1886. partecipi> alle campagne d ' Africa de l r88<r , 890 . In P . A . col grado di ten . colo nnello nel 19 12, fu prornnsso, nel la riserva, coJonnel lo nel 19r8 e 111.agg. gene rale medico ne l 1928.

fu prom osso brigadiere di fan te ria nel 1790 .

Losanna (an r. Lauson,ta). Ca po! . del cantone d i Vaucl , nella S"izzcra, su lla riva settentrion a le del la.go di Ginevra , con f>iccolo po ,·to (O uchy) su lla riva stessa.

I. Tratf.{1/0 d i L o;an na (30 o ttobre 1564). Co11cl uso da Emanuele f' iliberto d i Sa l'oia con i Be r nesi e h lega d a essi c reata per combattere suo padre Carlo !li. li duca abbandoiiò ag li Sv izzeri b

ri\'a dr. e.le] lago di Gine\'ra ~

Losito (Gac/cmo) . Generale . n. nel 1863 . m . a Peru,:i.1 nel 1929 . Sottot. d i fan teria nd 1881, passe\ poi nel pe, s,,nalc ,ki Dis,rerti, di\'cnen do cnlonnello ne l 19 r5 . Ne lla riserva fu promossò gcnera!c <li brigata ne! 1926.

Lossodromia, Direzione della rotta spec ia le clw percorrono le n::1v i durante le;; navigazioni nei rn;HÌ interni. La L . ha la proprietà di tagliare tutti i meridian i secondo uno .~tesso angolo e si pn:sta c1uind! al faci le carteggio .

ottenendo iÌ tran quil lo possesio del Chial>be. del paese di

potendo essere t racciata sotto form a di li11cc rette nelle

Gex e rii piccole zone presso G ine,·ra .

carte: naurichc che \'cngono ~tamp::1tt· secondo b pro:cz innc:.


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Lov

cli ~ creatore. Quando una na,e ,cgue la L.. non percorre il cammino più brc,c fra i due p umi della terra che con .giungono la rotta, ma, ad eccezione d elle navigazioni oceaniche, la. differenza fra la na,·iga7.1onc lo~sodrornica e <]Ue ll a del circo lo rnassimu che sare bbe la pit, brc,•c è talmemc piccola, che cuni seguono la L. per i vantaggi _pratic i clic essa offre.

dcll'indipenden7.a . Si compone\':, di due classi, ed destinato anche agi, stranieri. Durò bre,·c tempo .

Lossow (Gw,,a,1111) . Gener:ile prus,ian<> e --crittore militare (1767-1848). A·ce la campagna d i Russia del 18r 2 e la succc1-siva ùcl 1813. J'ra le sue opere: ., La guerra. Per i ,·eri combancnti •: « L'ideale della condollJ della guerra -; ,, Car:mcrisr ,ca dcli,; guerre di Napoleone " , Un altro L. (D11niele) (u pure generale prussiano (17n•ti83), Era abil ,s,imo nella piccola guerra e ne diede ampia prova ,n tulle le ba1wgl ie <.!ella guerra tk i Sette 1\nni a cu i partecipò.

Lotzen. Comune della Germania, n ella Pru ,,i:i O ,·ien tale, distr. di Gun1binnen, <.ul lago l...o\\'c111in. In b-.l,t' &1:~ l'accordo del 1927, nel la Con ferenza degli Ambasc iatori d, Versailles, è staw consentito alla Germania di costruirvi un campo trincerato. in quella zona dei laghi Ma<uri che v,de l'urro fra Ru,si e T edesch i ne l 19 14. li campo trin-

Lostia (,li Santa Sofia. Gioad1i110). <;cneralc. n. a Cagliari, m. a Quar10 Sant'Elcna (1822 -18,1-1). Souot. dei granatieri nel 1843, meri tò nella campagna del , ~Go la mcd. t1·arge1110. Colonnello nel 186➔• cornandò il 15" n:gg. fanlcria. Magg. generale comandante la 2a brigata della divis. di Firenze nel 1873. passb poi a l coman do cld 111·,,,idio di Ca_gliari. ::-lell.1 riserva nel 1R!lo, dl\'cnnc rcn. gencr.,le nel 1893.

era

Lotter i (Carlo .\lichelc). Medico mii. del sec. XVIII. Nomin:110 chirurgo delle Cuardie del Corpo nel 1739. ,·i

rimase sino al 1758, nel quale anno venne: no1t' inato chi• rurgo generale delle armate di S . .\1.

,·erato è de<linato ,I proteggere la parte meridionale ,!ella Pnmia orientale, co,ne quello d i Konig<berg ne protegge la parte sct1cmrionalc. Prima della guerra L. aveva il ,olo ,·alore mii. datole da un ant. ca;tello; <1ualche opera camp ale vi avevano costruiw i T e desch i nel 1914.

Loubet. Chirur_g<J mii. fran,:cse del ,ec. XVI I. Scn·i nelle guare di Germania e d i Fian dra, e fu chirurgo magi,.;ore e.Id Turenne. Pubblic,-. un Trattato ,ullc feri1c d'arma eia fuoco », ne l quale si d iffonde specialmente .,ull"influcnza di malattie co,rituzionali nd tlecorso delle k,ioni.

Lonia rii Sa111a Sofin Ci11• -'"/'/'f G,·ncr.,1::. Il. a c,,i:liari

Loudon. Comu11c clclla Franc ia nel d1p . della Vicnne. Il 3 maggio 1616 vi fu concluso un trattato di pace fra la

l17 , ;L Livorno ( I s~\} 1tj1 I ). Ten . d ·art. nel 1~➔~- mcrit,, a Ge

reggcnte Maria dc' Medicc e i principi ribelli al suo !!O· vernr,. appo,ggiali agii Ugonolli. 1 pr incipi furono :1111ni,1iat1 e dichiarati huoni ,cn·itori del re. Il trallato chi><. b reve durata. chè nel sette111b1·e la lotta si riaccendeva,

nova ( 1t,1,--Jl,}

L1 llh:nzmnç ono-

revole. Nel 1~61> ebbe ne ll a canrpa!!nJ dcli -C111hria e Marche la ml'tl. d'arg,:nto t.·d m

quella della Il"'•' ltaliJ la c roce tla .:.1,. ddl'O. M. S. Colnnndio comandan te il 7° rcg~. art. da cunpagnJ nel 1868, pe r l'inondazione del Lostia di Santa Sofio Gius. ,Hìli ebbe IJ mcd. d 'argento ,tl \".li. civik. ~1a~~- generale nel 18;;, comandcì l 'an. a Bo logna . In P . ,\, nd 1882, divenne, nella n,cr,·a. ten. generale nel 1&15.

L ostù1 di Sa111a Sofia conte RaOaelc, Gcncr,1le. n , nel 1859. Sottot. nel rbi9, percorse la carriera in fanteria divenendo colon11d lo comnnd . il 59° regg. nel ·1911 . Con esso entrò in guerra contro l 'Au stria. In P. A. ne l 1916. brig. generale nel 1922. ebbe nd 1923 nella nsen·a il grado di

gent.:rn!c di brigata. Lostia di S. Sofia Gherardo. Gencra!c. n. a Cagli.1•i nel r869. Sotl0l. nel 1889, pe rcorse la carriern in cavalleria divenendo colonn . nel 1916. Partecipò alle campagna d el 19 , 5-16-17 e lasciò il scr v1z10 atti\'O nel 1g23. :\"ella n~r,·a fu promosso gen. di brigata nel r931.

Lotar io I. lmpcr.uorc d "Occickntc (795-855). S.,lì al rrono ncll'S.10 : scnnfiuo dai frarcl li ncll'841 ebbe dal t, :li• tato d, Vcrclun (8➔3) l'Italia e parte della Francia. L otario li , il Srusone. Imperatore d'Occiden te ( 1065 1137). E!cuo re di Gernrnnia nel 1125 e imperatore nel I 133. Capo elci Guelfi co:11battè contro Federico di Hohensta11fen, ebbe clal Papa i beni della con tessa ~ atilclc. sottomise la Lombardia e cacci<'> ùa )lapoli re Roberto.

Lotta (Online 1/ellu). Ordine ca,·ailcrc,cu. i,1iwi10 in Grecia nel 182~, per rico111pen sarc i scr\'izi resi alla causa

Louisbourg. C111à rnarmima del Canadà, nella • uo,·a Scozi:1, sulla co,ra nord,o ricm:d,· dcll ' i,o la Cap-Br~lon . rondata dai l"rancni nel <cc. X\'11, fu da essi [ortific,HJ : le opere vcnlltr0 demolite: dagli lnglc~t 11\ linc del ,ec;c,lo XVIII. I. , lsscdio r/1 l,o,,,;bourg (1741). i\pp.trtienc :illa lot1.1 lra Inglesi e Francesi per il possesso ciel C:111adà , I prillli armarono a l3osron una Aulla di bo tra,porti, scortall òa 18 navi arm ate, al comando di u11 commerciante per nome PapJX-rcl. Oalle Indie era stata avviata a L. una squadra agi, ordin, dctl'ammir. Warrcn, che bloccò 11 porlo dr L. Da re,-ra, le 11uppe sb arcate dalle nav i del Papperei (3800 u .) bloccarono la p iazz,t e la hanerono con ..cttc baneric, ,crso la m c lii d i aprile . L 'assedio d urò fi no al 26 g iugno . giorno ,n cui la gu'1rnigionc, comandata da Ducha mbon, fu CO· stretta a capitolare. La c,u:, tornb alla Fr:111cia dopo b l'""e di A<] uisgrn na . Il. A.<sedio di Lo11ùbo11rg ( r75S) . App,1rt1ene alla guerra de i Sette :inni. Rinforzate le forze d'Amer ica, g li Inglesi , ui primi di g iugno mu,sero. con 14.000 u. comanda1i dal gcn . i\mherst, con tro L. Giunre le truppe sul le navi dcll'ammir. Bo,cawen (23 vascelli e 18 fregate) all'hola Hcak, la trov:uono trasformata in unj fortezz:t; tutti gli :icccssi ne erano gucrniti di cannon i e so ldati, li ge~1. Wolfc ,oorcì, e si portò sopra un 'alra rupe colle: sue rruppe e vi pose la bandie ra inglese. Sotto la protc,.innc d i questo p rimo nucleo . il resto delle forze potè shJrcar,· . co,tringen clci i Francesi a chiudersi nelb fortezza (13 giugno) dik,a d a l Drucourt e da 1 r nav i; i l W ol( però iniziò, un bombardamento così \"Ìolcnt<> che tre navi (urono distrutte. 11,e ntre le a ltre r imasero 111:i lconcie. canto che il 26 luglio 1;5/; l:i pinza {u costrcua a capitolare. Rima<ero nelle man, del vincitore oltre 500() prigionieri. 2::1 cannoni, 1S


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Ili. Co1ucn::io11e d, Loui;bourg (20 aprile 1000). Fra ln,..h,herra e Wiiriembcrg. li Duc.1 del Wurtcmberg fornirà, per tre anni. un corpo di 5 mifa uomini. I .e spese 5aranno a c.mco d ell" lnghìlterra. Alla pace generale i' lnghilterra ,.1dopcrcrà nel modo pi,, eflic,Kc per ouenere la rcstituz1onc completa deglt Stati che il d uca elci \\"iirtcmberg pn,,cdeva Ilei pri ncipio della guerr~ presente.

Louverture (Og,,is;a,m). GencrJ!e negro, di San Domingu. Fu JI servizio degli Spagnuoli dapprima, e poi dei Fr,inccsi, dai quali venne fotto generale di divisione. Nel 1 ~.,, si i111p:1dronì d el potere in San Domingo, ma :-Japolcone inviò il gen. Ledere nell'isola, e questi, clopo .1<p1a lolla nella quale i negri del L. si difesero eroicamente, riuscì a dominare la situnz.ionc. a sconfiggere le milizie del Louverturc, .i prendere prigioniero il gcner~.-lc negro, ~onducentiolo in Fran~1:1., do\'e nlorì in prigionia .

lii. l'ru,, d, Lo,aJ/to (15 luglio 1;;94). Apparucnc alk .:ampagnc della Rivol11zionc fra ncese, e fu o pcrnta d alle truppe cli Klébcr. Questi a,·anzò con tre divi,. vcr,o la .:111à. venendo a urtare contro la posizione deua della ,, Mornagna ci, it-rro », nella quale erano trincerale truppe austr iache. Klébcr lanc iò i suoi ali "attacco, e dopo o;tinalo combattimento si impadronl della posizione, mentre le di vis . Lefèbvre e l)ubois attaccavano e prendev:ano I"abbazia cl i F ioriva!. Fu subito dopo att,,ccata la CÌlt:'a, e gli Austriaci ne vennero cacciati, l'ipicgando a Tirlcmom .• Nella ciuà i Francesi liberarono i ,oldati loro presi dagh Au,1riaci a Landrecics. IV. A11auo d, l,ova11iu (1830). Appai tiene alla solleva1.,onc dei Belga per la loro indipendenza. Conuo L, che

.ivcva cacciate le .,utorìtà olandesi, mo,ie il 23 $Cllcmbre 1111 corpo olandese con 6 btr. , che investi la piazza da due lati. Gli abitanti della cmà riuscirono a difendere energicamente le mura, e gli Olande,i le auaccarono invano: dopo inutili sforzi, dovettero ritirarsi a T irlemonl. V. Co111b,1t1i111c1110 di lovat1io (1831). Appartiene alla. guerra fra Olaudcsi e Belgi. L ·armatclla belga dd gcn. Tiekcn. di 15 .000 u., ~on la qu;ile era il re Leopoldo del lklgio, d opo lo scacco subito da ll 'aitra armalH belga. del l)aioc. a,·cva pre,o posizione prt·<so L. ,I 10 a;:o,to. Gh O1.tndcsi, agli ordmi del prinupc ,l"Orangc. il 11. con io,-~e ,11pcriori. vennero aù assalire i Belgi. Fin dal p rimo urto lr guardie civili belghe sì sbanda rono, e il pan ico rapidamente ,i diffuse, tanto che la fuga in città divenne generale. Subilo dopo fu concluso un armistizio, che ebbe breve durarn, perchè l 'Olanùa non cedette se non quand o, cannoni francesi fen·ro cadere la cittadella d'Anversa.

Lu,·oi~ Francesco

Lo,·atelli ~lassimilinno

Louvois (F1·a11ce,rn .llichele l..c Tdlier, murcl,eu di). ~r.111-ra fr.mcc>t' (1639-1('91). Ministro della i;ucrra il, Lui!P Xl\". ne acò gli cwrciti; ispirò la revo.:a dell'edlllo di ~.intcs e ordinò le Dragonarc. Trasformò I:, Casa del Re in rnrpo ,n,I., che arrivò a contare 10.000 u. Fondi, la Ch,1 degli 111\•alid, e la Scuoia d'arliglieri.1. I suoi ordinamenti ni il. durnrono !in,> alla l{ivoluzione francese. Lovanio, Ciuà del llelg10 sulla Dyle. nella pro,. del l3rJbante. Fu capitale di omonimo ducato nel ,cc. Xl e di,cnne ben p resto fiorente. Venne forti ficata, mediocremente, nel sec. À''Vl.

I. Battaglw di Louumu (891). :\ppanicnc •Ile invasioni dei ]'\orinan ni , i quali avevano posto campo p resso L. fort ilicanclosi con palizz~ta e fo»o. Il re .'\ rnolfo di Carin1.ia, so\"rano germ~1nico, venne quivi ad assalirli, e, latta appiedare la sua ca,·alleria, avviluppò il campo ncmi ..·(L Gli as!.alitori, :,upcrata ogni resi~tcnz~, penetra rono ncU-ìnterno e fecero strage dei difensori.

Il. Assedio di l...{JJ,a11io ( 1635). Fu posto da Franre,i e Olandesi, co:1lizz,ni, nella g uerra coutro la Spagn;i in F ian dra . La piaz7.a, scarsamente approvvigionata, era difesa da 700<1 fami e 4000 cavalieri, ai quali si aggiunscro abitanti ,rinati. li ~; giugno il marcsc. d ì Chatillon fece meucrc in batteria , 4 pcz,,i. L "Imperatore aveva invialo in Fiandra ,I Piccolomini. con 20.000 wlclati, i qu:ili, mentre il mare~. francese ,niziava l 'auacco di L., arrivarono a ~aumur. Bastò quc;lo perchè il principe cl'Orangc, che comandava gli Alleat i, d'accordo col Ch,ìtillon si dec idesse a togliere l',niziato a,,cdio e d banerc in ritirata .

Fortific{1Zioni di Lovanio (sec. .XVf)

Lova.telli (.\l,wi111iltaT10). Ammiraglio, n. nel 1869, en t,-.no in servizio nd 1884, promo,so souoammir. nel 19 18, con tranunir. nel 19~3, ammi r. cli divis. nd 1923, ammir. di Squadra nel 1926, collocato in P. A. nel 1928. T'rc,c parre alle campagne di guerra 19 15-18; fu Adclcuo ~avale a Washington; comandan te d ella Piazza Marittima d i Venezia nel 1()23: ciel dip. m ii. mar. del Ba,so Tirreno dal 1<p6 al 1928.


Lov

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Lovcen. M onte dcll.1 Jui;oslJ\1,t, nel :'-,fontcnq:ru. do, minante le bocche di C.111aro, alt. 111. 1759. Darn l'importanza per l 'Austria della fortezza e ba,e maritti111a d, Cm. taro, essa impedl sempre al Montenegro di erigere fortifi, cuioni sul L. Nel senembre del 1914 i Francesi sbarcarono ad :\ntivari akuni cannoni di grOliSO calibro, i quali ve n nero rraspore tati sul L., dove già i Monlcnegnni a\'cvano mc~~o in posizione la loro grossa artiglieria (9 pezzi ant..iquati da JJO e 240). Il 19 ottobre queste artiglierie aprivano il fuoco ,oniro le opere di Catt~ro, ma l'Austr i'1 vi inv iava la coral.Zata 1c Zrimyi », la q ua le, armala. dl cannoni da 305, in pochi giorni controbattè le artiglierie del I.. e le ridu,,c al s1len:zio. L'idea di baucrc Cattaro dal L. ,enne quindi a bbando nata: il monte (li preso dagli Austriaci quando (gc1111nio 1916) occuparono il Monte negro. L'operazione fu eseguita tra il 7 e il 9; le truppe austriache ,:ilirono da Cattaro, protette da un bombardamento imen, ,,.,11110, operato dalla loro flotta, che costrinse i Montenegrin i ad abbandonare il /,., e quindi anche la loro capitale. dominata dal detto monte. Liivenhaup t (conte .ldumo di). Grnerale "cde~ (16;91719). Uopo <li avere servito l'Olanda, tornò in patria e ,cgu, Carlo X II dal quale Iu non,inato grncr.ile. partecipando all,- guerre del ~uo tempo; ,i battè a Poltava (1iog) do"e avc\'a comando eh fanteria, e, ferito, fu fatto png1oniero e condotto a Mosca dove morì . Un conte Curio di L. ( 1691 - 1743) (11 pure gcnn~ lc ,-•cclese. con C.irlo XII, dopo la morte del quale riu.cì a far dichiarare guerra alla Ruma : la capitolazione di Hebingfor,. da lu, difesa senza ').lll.'.Ce~so, to fece cond:an1urc a morte.

Lovenwolde. V. Be1·/1110 Xl. Lovera (di Castiglione, Fra11cc,co t:11rico). Generale dd '"'· XVill. l'crcor>c b carriera III fanteria. Nel li52 ,c1111c nom inatù comand.llJt<: della cittadella di i\lcssa□dria, c<l in tale ca rica fu promo»o colonnello nel 1774 e brig.1dicrc nel r781. Nel 1782 \'enne giubilato.

I.overa Di :\lnria Federico

Lovera Di i", laria t,; i useppe

l,011era De11111ria Gù1ci1110. Generale del sec. XVJII, rn. nel 1814. Al fiere nel rcgg. Mon krrato nel T7;7. divenne nd 1787 mai,:giore comandante il forte di. Serravalle. Pas,:uo nel 1788 al comando mii. di Chivasso, venne in tale in.:arico promo,w magi.:. gen. nel 1792, brigad iere nel 1796.

Louera di Maria F,·daico Costa11:;o. Generale, n. a To11110 nel 17!)6. Sottot. di fanteria nel 1814, paMÒ nd 1831 .11 Ministero degli Interni e di,·ennc colonnello nel 1843: tra,lcnto nei RR. CC. nel J8.17, v i veniva nomi n"to magg .

Lov

~rncr~1lc nd 1848 e ,h..,ume\ .1 il 1..·onundo del Corpo. Ten . gen(r.,k nel 1859, restò al detto comando tino JI 1867, 911a11do Iu collocato a riposo. :\vev,l fatto le ca111p.1gnc del 1815 e del 182r.

Lo,,e,,1 di .\/aria .-1/es;andro. Generale, n. a Torino nel , 79~. Sonut. dei gr,111atieri nel J~r;, divenne colonnello nel 184,1 e comandò il 7° rcgg. fan teria e poi il r~gg . Gr.rnaticr, Guardie col quale comb.mi: nel 1848. l\fagg. ge ner.rle comandante la brigata Aosta nel 18.1$, partecipò ,r!IJ c.1mpagn,1 del 18.19 e nel 1851 andò a ripo,o. Lot era di j\rlaria Ci1Hcppe. Ammiraglio 1 n. a Niz:l.;.i., m. ., Torino (1836-1903). Entrato in servizio nel 18;3, fu proonos.,o contrd111IT1ir. ntl 1883. viccammir. ncl 1888. e colloo,to in l'. A. nel 189 1. Si d istin>c ad :\ncona nel 1860 e vi guad"gnò b mcd . c1· ,1rgenm . E ancora a Gae1.1 nel , 861. ottenendovi la croce d i cav. dcli 'O. M. S. Comandò la R. A.:cademia Na,·ale dal 1884 al 1886; 11 Dipartimento ~farirrirno della Spaia dal 188b al 1890, e [u anche CO· ma1Jdante della Sljt1:lcl1·a del Med iterraneo. 1

Lovere. Comune in pro"- d1 Bergamo, al l'e,Lrcmit:ì. settcmnonale del lago ti 'Iseo. Era già noto di tempo dc, Longohard,, e \'enne brn pre,to fortificato. costituendo un porto mii. r,,g guardcvok, al lo sbocco della Val Camonica. Duranré ];1 lotta dei Franchi contro i Longobardi, i d11chi longob.mh do Brcsn.1 ,i rifugiarono a L. che non poterono tenere d, lronre all'im .1,0,·e. il quale li in~guì p<>i nclk vallate <: h , 1e rin inò e w ttomisc. [I borgo fu coinvolto nelle guerre e<>munali. <pe.:ialmente in quelle che riguardavano Brcsci.1 < Bcri:-:11110. ()uando Pandolfo :'-,.blate>ta chhc il potere ,1 Bergamo, /.. ,i ribellò, ed egli ( 1,105) J'a»,tlì. lo prese e lo d iede al s.trco e alk fomme. :\'cl 1427. 1'·"'•1l<> alla rq,ubhlica d i Vt·nc,.ia, ne ,cguì le sorti . Lovscia, Cnmunc ddb Buli::ari.1. sull'O,ma. nel di,tr. d i Plcvn:l, detto in bulgaro Lovc,h. Fu prc,o dai Ru"r dd .~cn . Vorolli'. ov j l 2 110vembrc 18 10 . Co111b<1111111e11w di /..Qvscia (1l>;;). È uno degli cpi,od, note,·oli cicli 'assedio cli Pie, n,1, durante la guerra ru,wturca del 1877-78. I.a posizione era ,t.11a occupata dJi Russi , c.· O\man p:.t~\.'i;'1, da Plc\' na. aveva il 20 lug lio : 1\viato a I~. b brigata di Rafaat p~,..,.._·i:ì. che llt' aveva l".ll' ..:1.ato 11 (fo,,t~1rc1n,ento n•~n dopo bre\'c ~ornhanirncntu. I Turchi ~i erano ,labihti .l L. ~onitic.rnt!o, isi. pot ~hc Osman la I itcnc,·a jltJ~iz i(,ne 1nd i,pcnsabih; pl' I' le SU<" comunicazioni con i lfak:ini. li .:rn11ando delle lruppc n,rchc era sraco Jffi<lalo :il ,c.cn . .\d1l p~1..c1à, con (JO')O uon1111t e Jkune hauerie. ll Jl :lgoHo. il g<.·n . r u~~o ltn~rct in:,;ki ço11 la zi\ divi-.;., due brjga.1c cli 1inforzo, .alcuni ,,1dr. di Co,:-ll\.'h1 e varit' lxutcrie, ebbe dal Comando S. l'ordine di occup.,re la posiz1ont d1 L . L.'•nanz.na :-ii cff<:ttuò il ,., ,cttembrc. g10rno in cui l';1vangu.1rdia. comanù.Ha da Skobclcff, sim11adronì scnz., troppa diOicoltà d i :1kune ahul'C presso L .. ,ulla dr . dclJ'Osma, ,i,remandod baucne e !lfeparanclo\'i trincee da 1,rarori. Il 2 ,cuembr<, si aprì 11 fuoco di .1rt1glieria, mentre le trup pe del grosso giun ge\'ano sul posto. Il duello cl , artiglieria , 'iniziò a lle 5 del mat1ino, e no11 era ancora cessato \TN> le q: le truppe della dr. russa. lungamente battute dal cannone. non poterono reggcn i nell'inazione, e ,I comandante di quell'ala prc,e fino dalle R dd manin<> l'i11 izi~1iv:1 dd l'attacco, r iuscendo :1 im padron irsi delle posizio11i tenute dalla sr. avversari,,. Cessaro il fuoco, le Skobcldf, che ,omandarn l'ala sr.. a sua ,·oha lanciò 111, nanzi i ,uni ..:hc, faH,riti òalb lungct prcpar..11.ione ebbero 1


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r,,cilc giuoco senza perd ite no ternli. I Turch i, ritiratisi o lrre il fiume, si disposero a dift:,a della città e un largo spiegamento di artiglieria fu necessario ai Ru!,i,i per prep arare dalle colline: di riva dr. la tra versarn dcli 'Osma t'

1:lc,i riuscil'ano a incendiare quattro \':\scclli olandesi. d•~ ,tndarono di,1rutti. Gli Olandesi, perdute inol,rc 18 nan minori, si posero in ritirata. guulati dall'ammor. Cornelio , :tn T romp. il c1ualc riuscì a salva re il grossn d ella 0ott.1

l'attacco dcll.1 :-.c cond:1 posizioae. L.'nv:inzata si effettuò a n.

col fa vo re del la no tte sop raggiunta. L e p erd ite del la nona olandese ammontarono a 6ooo u ., fra i <]11ali l"Obdam e

cora con p recede nza dell 'ala dest ra son o fuoco v ivissimo: ma lgrado k perdite, una forte r idotta, preparata ria, Turchi e bene :,rmata. fu presa. I Turchi si ritirarono mantenendo \'iva la fucileria e 1rasporrnndo le proprie artiglierie . in d ireziDnc sutl . m o lc, tal i a u ivamc n tr d ai Cosacchi . Le pcrd ;te furono : per i Tu rch i forse o ltre zooo uom ini: pci Ru"i oltre i , 500. La mattina seguente. ~ scttemhrc, l"avanguardia. agli ordini dello SkobelelT, avanzando verso Ple,·na, si scontrava con una co lo nna turca ch e troppo ta rd i si d irigeva di ,·in forzo verso L. e ,·hc b:Juè subito in ritirata .

Low e. V. H 11dso11 l..ot1•e. Lowcndahl (w111e Ulrico) . Maresci,llo di Francia ( 1700r75r:;). Sc:rvì negl i e~c:rciti imperiale, da nese , sassone. russo, a ustriaco; combattè w ntro i Tu rch i a Belgrado e Tcmcsl' ar : contro gli Spaguuolì in Sicilia: divenne generale sotto il re cli Sa,sonia nel 1732 e si di,tinsc l'anno seguente a Craco,·1a . ,\I scn·izio <lei Russi, si dminse a Choczim (1739) <: nella '!)edizion e contro g li S,·c,b1 ( 1743). Sulmo dopo pa»ò al servizio dcll:1 Francia e ,i distinse a Fontenoy . a O u den.udc, a Nicuport (17-16). !,\inno dopo. la presa d1 llerg-op-Zoom gli taceva guadagnare il bastone di maresciallo. Fu anche mtmbro dcll".-\ccadcmia delle Scicn1:,·.

Lowestoft.

Con ,11111: contea cli SulfolJ.. .

marittinv, <k-il'lnghiltcrra,

11ell:t

altri tre ammirai:li. Gli lngksi perdettero una nave e 6oo u .. fr,1 i quali gli ammiragli Lawson e S11npwn. In que-r~ i>auaglia fu,ono per la p rima volta ad operale dagli O lan clcs i le p a lle inca tenate (angeli ). /la111/,,m/0111e1110 di Lo,asto/t (25 aprii<·

1<;16). \'rune

operalo da quattro ,ncrociatori tedeschi. alle 5.11 del

lllJt

t ino. Due ba11c·r1c inglesi ri,poscro a l (uoco delle n avi, ma furnno fatte tacere d a a ln,ne salve be,, d ire tte . Rima,cro colpi1i gli in1pi,1111i del porro e circa 200 edifici della città. con perdita limitata nella popolazione. In. lC' 1\'C1111cro ak11n1

in -

lcg~cri e r,Kci:1torpcdinicrc in .. ;,?lesi. ,na I~, ,uperiorità delle navi 1edc\chc li costrin:-.i• a rit ira rsi avendo l--UbÌr co leggeri tlanni a due unicà. lToriatori

Lozzo Atestino. Com une in prov. d i Castello di Lozzo l'.,do\';i . Nel medio t.·,,, posscdcttè un huon ca~tellu. e ndb frazione Valbona nt: C'!'tt:-.tc,·a un ahr,,.

111unico cli

due..·

1urri

t'i:tgonali,

ani.:or~1

oggi consci VJlc.

N~l 1:,39 il ca>1, II,, d i /.,, tu lssa lito e prc·,o d:1 Ezzd inn

da Romano. il quale ne ,tcrn1in<'> i di.kn"iori e lo cit\~l"ilt',: di L .• rcu,btari dei luogo. lo restaur.uono. Fu a,,-,, lito dai Pacln\' ,1111 nel 131:, ,. diicso da guarnig-ione ,k-gl Scaligeri : che lo ~1bba._n<lon:u ono dopo d i a\'crlo d irnrr.llo.

1 ,omi

Lubatti ((;,o,·,11111i). Generale. n . a Torino nel 1657. Sottot. cleì gr:rnatieri nel I h7j. r:i~g iunse il grado d i colon .. ne llo nel 1908. Comandò il

Battagli, di Lo wcstofc (1665)

l/u11ugb« di Lowe,10/1 (1665). Appaniene alla guerra tra Ingloilterra e Olanda. Una nona olande,c di 113 navi, comandata dal haro n, d i O bdan1 . il 3 g-iugno presso L. si imba ttè nel la flu lla ing lese del duca d i York , com posta di 98 vascelli e -1 brulotti. Le due notte si incontrarono in linea di fila, riuscendo al cluca di mantenere la posizione cli sopravvento. Egli escgul due accostate successÌ\'c di 90 gr:,dì, occ upa11do così d u e lince di bolin a parallele a q uelle del nem ico : kt p rima a lu ngn e la seconda a breve

poriaw di a rtiglieria. Dopo quattro ore di lotta a colpi di cannone. il ,·asccllo ammiraglio olandese. che crasi a,,_ ,·icinalO a q uello clcl duca cl'York, p rese (uoco e saltò in

.a ria coi1

l l itto

il :-.uo equipaggio . F rattanto i brulotti jn-

(,6° rcgg. fanteria e poi, in z.3-, I.a scuola di fanteria di Parm,1. ~bgg-. generale comand. la brigata Lombardia, n el 19 r:;, en trh con essa in guerra. con .. ero J'r\ustri'1 e v i guadagnò una mcd. d, bronzo. Tcn. gcnnak nel 1916, comandò la· 2~• ùivis., e poi inte rin a ]. mrnic il XXII C. d 'A . Nel I.ubatti G iovannj 111 1; passò a comandare, sino ,1l1a fine ddl,t guerra, la cli\"· territoriale di Bologn.1. l'o~cia pa~..,t> in P . A. ; nel HJ23 assunse 11 graùo di gene• ral,• d , divisione e nel 19i/i ,enne collocato a ripo,o.

Lubecca. Cirri, libera d ella German i.i, sulle rive udl:t Trave, a 15 Km. dal Mar lhhico. Esiste\'a già come CttlcÌ nel sec. Xl ccl appartene,·:, .11 capo vencla (;onschak. :-.cl 11~8 ru p1-e,a e distrurra da R.1cc principe dei R u!;i . qurnd1 riw;i ruita d a l p rinc ipe Ado ltr, d i I lo!s1,·i11. Nel 111/1 ,11-


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LUB venne cin:ì libera, repubblicana. dell'impero. Prese l'iniziativa per la formazione della Lega della H1111sa (V.). Il te rritorio fra la repubblica di L ., la Vag ria e il m;ur costituì il Principato di / .. , che nel ,&n fu riunito al g-r.111 ducato di Oldenburgo.

I. Battaglia di Lubecca (1190). Fu combattuta e l'inta d.1 Adolfo fil di Schancnburg contro Enrico il Leone, d1 Sassonia . L:i sconfìtta di quest'ultimo rappresentava il crollo della pane guelfa in Germania; ma per l'imervento degli arci\'CSCO\'i di Colonia e Magon7.a si concluse la pace nello stc~so .1nnu. Il. l'ace di l.ffbec,a (n maggio 1629). l·u conclusa fra Cristia 110 IV . re d i Oan imarça, e I 'impc:ratore Ferdinando li con );i mnliazionc di Federico l ii. elettore d i S;i,so ni a. E,,.a pose hnc al 'òCCOllÙO rio clo della guerra dei Treni 'anni . detto , perio do dancx: .. ~ e fcc:è ricuperare al re Antica bandiera

re·

delle n:wi di Lubecca

dl l):1 nimarr,1 i suol domini,

L us

di 1000 u .. agli ore.l ini <.lei gcn. Mur\'cldt. il w maggio. Nd giorno seguente ~facdonald fece circon<.lare la pian.a d:1 ogni parte. e si disponeva a dare l 'assalto , quando gli ,\u,triaci (22 magg io) si <.lccisero a capito lare. (.'ongl'euo di f.ubìuna ( 1821) . Fu tenuto come corollario d i quello d i Troppau (V.). Nel mese di gennaio gli 1111pcratori d'Austria e di Ru»ia giunsero a L.. dm·c erano anche coll\cnuti r.1pprcscntanti della Francia e della Prus",'L 'lng hilt,rra si fece rapprescnrnrc dal " '" ambasciatore. come ~ O.)\Crvatorc ,. _ Era a nche int.en cnuto) chiamato ,lo elett i sovran i, Fcl'< linando I di Napoli ; e inoltre rappresc:ntami del Papa . del re di Sardegna. d el duca di :Vluclcna . I ~OHani cldla u Santa .\ lleanza » fecero co11osccrc :1 l'c rd inando la Imo volonti, di adoperare h, fonia pe r ,of Joc;uc i gt·rmi co~tituzionali napoletani: in pari tempo cr.1 <I.Ilo ordine alle: truppe :1u,triachc di ,·areare il Po e clingcr,i a N'~poli. mettendo a carico del regno di Napol i le rdaci,-c ,pc,e. proteste del parlamento napoletano non cbh<ro akun effclto : le baionette .w,tri.ichc. mo;se dalla Cl)nfc rcll't(I d i Lubiana, ripristin arono l 'a"olutismo anche a ~apuli . Il congresso. incletto dal Mettcrn1ch . durè, dal 26 gc11na10 ~il 12 m::tggio.

u

che ,·, ano , 1.Jl1 occup:,ti dalle truppe impcnal1. con l'obbligo però di non imnii-,chiar,i J'ii, negli affari della Ge rmania. lii. Pra,, di Lttbccc.J (1&!6). Appartiene Jlla , .11npagna <li Napoleone in Germania . Il g, n. Bliichcr con la retroguardia ckl p rincipe d ' I lo hcnloh,, sfuggi to all ';i,Ìone d el ;:cn. Soult ,ull'Elba, ,cdcndo,i tagliala la <tr,ub del Mcddcnblll'go dal Murat e inseguito <fai Bcrn.1dottc , riparò i n L. violandone b 11c11tralità. col proposito d i foni hcan i,i. ~fa il 6 ncl\'embr,·. poco dopo die Blud1n an:va OCCUfH-1t:-1 I.i citt;'1, questa f u raggiunta e circondat.t drtg:1 1 esercit i di Soult. Bcrnadottc e Murar. i <Juali l'a,s,dirono d:t o~ni ponte_ Si distin-.cro spc,1~1 lmentc in <Jut·,t.1 circo• ~ranza i <.:tlcciatori cOr~i t... del Po c.:d ìl i6° lcg!!('l"O, it:1• hano. tutti , !dia divisione Legrand. slanciandosi all':macw ,otto il \'ivo fuoco della mitraglia. norwuranti clcllc gra,·, perdite cli(' infliggevano loro i Prussiani. Oltrcp:1» a1c lt porte e pt'netratl in ciu,ì. si combattè ~tccanilamentc d ..1 a rubo le p,,rii nelle stra<.lc e ndle piazze. fìnchè il gcn. lll iicher, pcrclurn .~ra nde parte e.lei suoi soldati , fug~l da L . . n,em,e la ciu,ì ,·cnl\'a sacchcggi,11" dalle truppe "inori,"c.

Lubiana. C ,tt:'1 del la Iugoslavia. rapol. delh Carniol a. \'j fu coqruito uu castello ancora csi,1,·nte . l)ur.ullc l.1 campagna del 1b<><J (guerre dell'Impero franct>< ) il corpo di Macdonakl. composto del le cl ivis. Lamarq11c e Pully, ~~i un~e da\'~1nti a L. occup;lla cb una retroguardia ,11ht11ac..1

L ublino: Palazzo di citti1, fortificato (sec. X\'(J)

Lublino. Cin:i della Polonia. ,ulla lfotri7..a, già capo!. di govcn1;Horaw rus~o . l·u in antico cin ta di nnara . . rn.1 ~hbc carattere prevalentemente indmtriale e comrnac,ak-. Durante la g rande guerra /.. fu nel teatro dell,1 battaglia d, Leopoli (V .) . l>attag-lia clic i Russ i cl ,ìamano d i l.11bli110l.1•ov (Leopoli) .

\',--dut• di Lubiana (sec. X\'11 I)


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LUB

Luc

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I. Bt111,1gli.1 J, L11bli110 \ 1.H 1 ). Essendo mono Bob la,· prin· 'P" d, Halio., nd 1340. Ca,imirn ,I grande. IL' d, Po lon i.,, d ecise d i non perdcrt· b buona CJccasionc di ,1mpliarc 1 ,uoi Stati. e prevenendo i Lituani, i Tartari e gli Un:.:h,·rcsi, pretendenti al trono vacante, a\'anzò , crso L. ,lo,c , i incontrò con i Tart.iri, che sconfisse, occupan<lo la i..1t1;\ e consetr:mdola contro un vano 3trncco dei l.. ituan.i.

Il. Dieta di l.ub/1110 (15o<J). Grande assembka dei , ignori rcucl:ili polacchi e lituani, allo scopo d, decidere ,·irca la unione dei due Paesi, a,cndo il re d, Polonia Sig"mondo .-\l,g usto, privo di discendenza, deciso ,·hc dopo di lui la L. Jvc,se per granduca il re cli Polonia. La Dieu fu apena il ro gennaio . è , signori dell.t L. frccro ogni ,forzo per me<i e mesi allo scopo di c,·itare la decisione : il 1° luglio essa era presa, e per d11c secoli l:lscia\'a la L. sottomessa dfcttivamc ntc alla Po lonia : J' u :igo,10 il protocollo ,-cniv:1 firmato fl(:rÒ anche d:tgli Sw ti generali di Litu3nia. insieme con ,1uelli polacchi.

Luca Tarigo. Esploratort· appane n~1Hc al gruppo dei ,. ~avigatori n, varato dai Cant.icri Odcro licnn, fl Sestri nel u,.?~- Di~locamento tonn. 654. lun~hczz.a 1n. 107 ;28,

cni il comole C . Fabn-'10 Lusc11110 " recò con un for1c <sercito ,1 liberarla . I Lucani furono sconfini in una grande h auaglia campale , in cui morì il loro Messo capitano, Statilio. Essi parteciparono poi all.t g ue rra d1 Pirro, contro Roma. alleandosi a lui con i Sanniti ecl I Taren1mi. L11c<1nia. Reggimento nazionale dell'esercitu borbon ico, .:11,t ituito nel 1779. Partec ipò alla g uerra del 17si8, e, l 'anno dopo, fu s.:iolto.

11.

Lucas (dc la Roche d'Allé,y, conte Pictr<>). Gcne,ak. a RuOicux, n1. a Torino neJ 1714. Da giovane pn.·, tf)

•crv izio iu Olanda, in Francia cd in Austria; passò po, in Piemonte e nel 1692, come coloundlo, co,mmdb il rei:i:l'icmonte. Brigadiere di fanteria nel 1702, passò nelk p.unrtlic ciel Corpo. N el 1703 venne 11ominato comandante d , Vcrrua e ne fu valoroso difensore della cit tacici la nella c11npagna dd 1704-1 7?5. riportando due ferite. E.bbc quinci, 1I comando della cittadella cli T orino che ,1rcnuamenre di fese contro b Francia nel 1706, riporta ndo una terza :crita. Ten. generai<: nel 1707, o tte nne il col l;ire dcll 'An ""nziata nel 1713.

Lucca. Città d ella Toscana, capol. di p ro"., sul Scrchio. Fu cin,, e trusca, prc,.t clai L iguri nel Ul secolo a . C. (: dai Rurr1~1ni definiriva111cntc nd sw.'.~èS3iv,;. Fu p<>~ia, com<.· l.1 regione cui appartiene. in potere dei Gnu, dei Longo-

~.L,À1L·

\~/ ~

Arma della Repubblica di Lucca

Varo del cacciatorpediniere Luca Tarigo

1.irgha.za w . 20, velocità 38 miglia. lll,Kchine HP. 55.000. .\rmamento VI 1w150, 5 mitragliere, 2 lanciatorpeclin,, s1~1cm:Hc come nel ,, Lt:unc l'ançaldo )> . Stato maggk•rc 7~

cqu ipi1ggio 16i,

Lucana. 15(,a legioac '.\4. \'. S. K .. cosmuita ,I , 0 febbraio 1923 a Pot,·nza , do\'e risiede il comando. Fa parte del 4° raggruppamento C::un,(ie Nere (:-,.Tapoli) cd è alle dipendenze del XX lii Gruppo Legioni, d i Bari. l?. compo,rn di quauro coorti, con sede a Potenza. :\>Iclfi. Laurcnun:t, Latro nico, cd ha centuria mitraglicri, centuria c1d.1rn, centuria mutilati , sqt1.1drn di pronto soccorso. Lucania. Regione delL111t. Italia mericliouak. che comprendeva quasi tuna l'odierna Basilicata, parte della p rov. di Salerno, e parte di quella cli Cosenz,1. Era an11rnmenre abitata dagli Enotri: ma verso il ~20 :i . C . i Luc~n i, d i ,:-irpc sannita. "t.: ne impadron iro no. La L. entrò in guerra rnn Roma nel ~l!G a . C.. assediando Thurium, che s, diede J.i Ron,a111 i l'assedio continuò tino al ~s:1 , ~umo in

"-tcmma attu:1.le della città di Lucca

h.irdi, che I,, fecero c:1pitak di un ducato, e infine cki l'r.inchi, 1 quali la tennero in grande considerazione. i\puartcnne ali., duchessa Matilde fino al 1119; in quesc·epoc;, di\'enne libero comune e fu in lott,l con le città vicine a lun go, spcci:tlmentc con Pisa. Dal 13q al 13n cadde in pmerc di Castruccio C.iwacani: fo questo il periodo di n,aggior potenza di I.. Poi app;1nennc suc,cssi,•amentc J Cim•atrni d, Boemia. ai Rossi di Parma, a Ma,trno della ~ca la, ai Fiorcmini (!'341) rid ivenendo libero comune nel 1369. Dal 1392 al 1430 ne furono signori i Guinigi; poscia ,i resse a repubblica. e fu in lotta piìt ,·oltc con Firenze. :--cl 18o5 Napoleone I ne fece un principato per sua sorella E lisa; nel 1815 col nome d i ducato fu assegnata a Maria Luisa: nel 1824 passò al figl io Carlo Luig i, e nel 184j .,I granducato di Toscana , di cui seguì le sorti. Le fortificazioni di L. risalgono all'epoca romana. quanclo <rn chiusa in un rettangolo murato. Ma do\'c tcero essere 1,cn tenute o rifatte queste mura, se troviamo che alt 'cpoc:i ,k-i Goti era considerata come ciuà fortificata. Nel 126o ,urne cinta di nuove mura per opera del Comune. Nel ; 504 vennero decisi i lavori di fortificazione, con una g rande cinta b,istionata, dello sv.i luppo di 4200 m., con tt·rrapieni a ,carpa e fossati, su progetto dell'architetto mii. ,\ntonio c,~itali, che diresse i la"ori almeno in parte. \'Cllcndo c,>n tlotti a tt:rminc nd ,5~5. ~uovi bvori vennt:ro


Luc

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c.eguiti nei ba,tion, un se~olo dopo, ed cs,i furono :1rm:1ti con 124 cannoni. Nel le mura si aprirono l re sole pone. alle quali ne fu aggiunta una quarta nel tR05J.

Luc

669 -

cntrù in -.eg-rclc trauati\-e con b. gu;Jrni.crionc: tedesca l.t-

<l~t I .odov 1~0, e riuscì d1 \Orpresa :1 impadr,> dcll~, cirt:'l. caccianclonc Frann·-..co Cac;,tracani, feud.t-

,n.tta :1 L . l''r'>1

tario dc11'11npcra,ort'. ~fa i Tedcsch, mir;1\·n110 :-.oln a riri'Warnc cknaro. e

. la ,·cnclettcro a Glwrardino Spinol,1.

IV. Asudlo di l ,11cca (r3,p- 13.p1. La c1u.ì . ,cnduta da ~brtino ddb S(ab ai Fi(1rc:ntini era ~t.Ha oci:u~ parn d,1 una guarnigione d i questi. cd a\sccliata (22 agosto 13.p) da, r,. sani, i quali :1>piravano alla ,ignon.t I bastioni e I• ciu,, di Lucca nel secolo XVH della città . con un esercito con1tv•· sto di milizie cittadine . e di r ~°" l. Tra/lato L11ua (56 a. C.). Fu concluso tra Giulio .-11·a lli e 500 arcieri assoldati. J Pis:rni costruiro no una Cesare, M. L. Crasso e Gneo Pompeo, i quali costituirono linea cli circonvallazione d1 12 miglia di circuito, munu., il primo triuuwirato. Il trattato ebbe la sanzione d i 200 d i doppio fossato . e d i steccato con ridotte. In aiuto d~• ~natori e 120 littori, convenuti a L . per MlStencrc i P1•ani giunse c;iovanni Visconti 'di Oleggio: in aiuto della t1iumviri. citt:i i Fiorentini inviarono 36oo cavalli e 10.000 fanti. verso la metà cl ·agosto. agli ordini d i M:nteo d, Po111cIl. Assedio di L11m1 (tOli), Appartiene alla spedizione carali . Questi non riuscì a for ~hro che a gettare dentn> 111 Italia rii Corrado Il, imperato«· d i Germania. li cilica L . 300 cavalli e 500 fonti, mediante un improvviso colpo Rinieri di Toscana, rifiutatosi di rimnosccrc !"autorità di di mano con cui fu 3pcrta una breccia nello steccato. I due Corrado. tcntèi di resi,tcrgli, ma do,ctte ,hiudcrsi in L., o,·versa ri rim:1,cro inattivi fino al 2 ottobre 1341 , giorno dove fu assediato dall'imperatore. L'assedio d11rò pucbi 111 cui i Fiorentini, sclrsi di approvvigionamenti, si decigiorni . e terminò con la resa e la sottomissione di Risero ad attaccar battaglia. Un loro successo iniziale, durante nicri, e con l1.1i d i tutta la To,cana. Corrado ne diede al lora il ,1ualc fecero prigione il V isconti, fu reso nullo da un la signoria a &nifacio. padre dclkl contc1,a Mauldc. decisivo contrauacco dei Pisani. i quali riporlarono ,·it• toria, e (ecero prig ioniero il comandante dei Fiorentini. Jll . Occ11pa::ionc di L11cca (1329). Un corpo di 800 Tedeschi. che a, e\'ano ahbandonato Lodm·ico ,I Ba,·aro perchè Quc,ti abbandonaro no il territorio lucchese, e !"assedio conmak o111e11t i ddb paga, eletto a loro capo M.ir<u ,·;,conti. tinuì, . '.'!ella pri111avcr.1 del '34l Fircn,.e arm,, e innè, a /. 1

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Pianta della città e dei bastioni nei scc. XIX

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Luc

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un nuovo esercito, .1gli ordini del riminese ~la latc;ta de· ~falatesti, il ciualc Jccampò il "i marw presso J:i cit tà. Ma non o,i, assalire i Pisani, i ciuali erano bene approv, igionati e ben fort,ticati, sotto gli ordini di Nolfo da Montefeltro. Non riu,cendo a indurli a battaglia, il Malatc,ta. scars<·ggiando di viveri . si · decise alla ritirata il H1 maggio e tornò a Firenze. Questo avvenimento scoraggiò Lucchesi, i quali. perduta ogni speranza di soccorso , il 6 luglio 1342 si arresero.

Luc

VI. ,/uedio ti, t11aa (1437). Fu posto d,1 Francesco Sforza, capitano al servizio dei Fiurcntini, m:t 1·assedio ,·enne abbandonato pcrchè i Fiorentini credettero opportuno mandare quel capitano nell'Alta Italia. dove erano alleati dei Vene,.iani contro i Visconti cli Milano. Vll. Co11feren::a di Lucfa (1541), fra l ' imperatore C..r lo V e il papa Paolo lii. Si iniziò il 10 sencrnbre, e duri, pai·ecchi giorn i. V i si d iscusse sul concilio generale, che poi fu tenuto a T rento. 11 papa cercò di impedire un:1 nuova guerra Ira Carlo V e Fran

ce~co I, nonchè d, dissuadere il primo dall'impre,a di Algeri d ata Li ,tag:ionc avanzata. t>ucato di l.ucca. Come d, <T>nmo, ri111ont,1 ali ·epoca Lon gubarda e franca . Ma il nome. rinnovato nel 1815, indica lo St.1 lcrcllo cre,ao nel Congresso di Vjt1)n~, e ,omprendcntc g:ra11lk pJrtc del bacino <ld Secchio, con fin,1111e da 1111 lato con la To:-.c:111a e dall'altro con 1 Lcrriwri lO\Gtni di Pi(!trasanta l' <.li Barf!it, e col territorio della <~Jrtagnana • .,pparccnentc al ducato di Modena. Tale StalO avevn handicra bianca, con ~lemma borbonico in mezzo

e rntangolo ,·on colc,11 di Sp.1 gn:t,

giallo <: rosso ,

ncl l 'angnlo

~upl'rlorc. Fortif\t-azi,mi di Lucca (sec. X\' 111)

I.e \Ue milizie erano iormate da I bgl. ,u -I cp. di f11olicri e un~l cii gran;_tlicri; 2 cp.

di

\'. ,ls..edio di Luc,,1 (1430) . Era signore della città Paolo (;umigi . ,I <1uale a,cva parteggiato pc:r i Visconti nella 11uerra di questi con Firenze. Sulla fine del no,·embrc 14::,9 i F iorentini mandarnno nel territorio lucchese un c;ercito J,:li ordini di Nicolò Fortebraccio, che devastò anzitutto lt· campagne. Quindi, per con,iglio e >Otto la direzione del Brunclteschi, cercò d i d,:viare le acque del Serchio in piena , per volgerle verso la citti: ma il Guinigi, essendo,cne accorro, fece cle\'arc un alto argine, e le irrompemi acque furono l'Cspintc e si volsero verso il campo dt'Ì Fio rentini, i quali dovettc,·o abbandonarlo. Nel la pri111a,era L., che aveva implorato l'aiuto dei Visconti, vide grnngere. inviato da questi~ Francesco Sforza con 2000 ca ... , Jlli e 6ooo pedoni. I Fiorentini furono costretti ,1 battere in ri tir,ua. ,na riuscimno a persuadere lo Sforza. pagan do)!li 50.000 scudi d'oro, ad abbw<lonare la citr:à. Dove intanto una ,olleva>.ionc papolare a,·cva tolto il patere al C:uinig,, il quale fu condotto da llo Sforza a Milano. i\llont ..rn:i.to,i co~tui, i Fiorentini ripresero l'as:-cdio: continuan .. dolo senza <:Sito fino all'autunno, ->Otto gli ordini eh Giannantonio d:i Urbino. Le croMchc narrano che comro la ciltà siano state lan<: i:ttc, per mezzo di bombarde, a dist.1nza di 6-700 pa,,i, una grande quantilà di grosse pietre. ~cl novembre il Visconti i1wiò ,n soccorso dì L. un nuo,·o C/'!Crcito, cornandato da Niccolò Picci nino, il ,1u:ilc, arrivmo al Serchio, attaccò battaglia con i Fiorenuni che si erano moui a contrastargli il passo. La bat1.1glia (:, dicembre 1430) terminò con la $Confitta dei Fiorentini , 1500 dei quali ri nia.cro prig ionieri, e gli altri batterono dcfiniri,·amcnre in ritirata, dopo un anno di vano ,.1mpeggiamenro intorno alla città.

cannooicr i

guarcl:.u:<>.ste:

un

corpa d, carab1n,cr1 .1 piedi e a cavallo; una guardia urbana ., Lucca e tre reparti di guardie urbane pro,·incial, a Viareggio, Camaiorc e Borgo a Mozi1a110. 11 ducato scomparve sotto In pressione della vo lontà popolare. in mezzo .11 fermento delle idee liberali e costituzionali dcl 1847. Sommosse cìnadinc represse dai cara b inieri si ebbero il 29 mar,:o, il 4 e il 18 luglio : decisiva quella del 28 agosto, che indusse il duca Carlo Lodovico ., cedere il suo Stato al granduca di Toscana (4 otwbre 18471.

Lucc11. Brigata d , fanteria d i linea, ,uslìtuita nel luglio 1917 per la guerra italo-austriaca 1915-1918, dai depositi

1

.\foc.loglio della briJlata Lucca

del 23" e del toO fanteria. coi reggimenti 163 e 164. Ebbe originalmente e lino al 7 agosto il nome di J.lrigata G. li 163 fu costituito fin dal , 2 maggio 1917 cd apparccnnc prima, qua le lcr-..:o reggimento, alla brigala Pistoia. La hrìgata L. fu schierata nell'.1go~to sulla \'crtojbizza, ove


Luc

· - 6il -

contra, tò a ud:1.:i tentativi nemici d i ,fondamento. Sierrarasi nell'ottobre l'offensi,·a au,tro-tcdcsca. ripiegò al Pia,·c. ove fu schic rnta nd setto re di Villa Berti , al ponte fe rrov ia rio della J>riu la. "1el m a rzo 1918 fu inviata ,ul Mo n tel lo, e nel giugno, durante la battaglia del P iave, rcsiS<cttc a lle so,·cn:hianti forze nemiche fra la s trad a N. i e Gi avera . su lx:ndo perd ite rileva nti. Duranre la nostrn o ffensiva lin alc p:t>w il Piave a Villa Beni cd a,•anzò colla 58~ d ivis. ver~o Susegan a e M.inza n a, raggiungendo Vittorio Ve neto e p ro.segue ndo ve rso lle lluno . La brigata e bbe succc,,i,·amentc come comandanti i colonnelli brigadieri Alberto Garb asse, ,ino al no,·embrc 19'ì• e Piet ro Valerio. Papa. , ino a l te rmine della g ue rra. Colori ddle mostrine: la rnet:I superiore crcm1; 1 scu ro e quelk inferior, bianco nel scn,o orizzontale; festa dei reggi men ti : per t:ntramUi il 15 giugno . annive rsario del com• 1,auimento al 'vlo nrello ( 15 giugno 1918).

l.11cc" (Rrggim,·11t1J rn,·alleggeri d,). Co,titu ito in T osca na nel 1859 con clementi \'olont.ui . prc"' il nome di di\'i>. Gt\':tlleggcn toscan i, cambìato subito dopo in que llo di cavH lle ggcri d i Lucca . r860 fu ,ncoqx,rJlo nd R. E,ercito e l'anno ;cguentc cbhc il nome di 16° re~g . ca1,1llcria (Lucca). Nel r8i6 tu di nuo\'o chiamato rcgg. cavalleria Luc.-., (16°) cd infine nel 1&1; ebbe il nome d i C:1 \':illeggcri di Lucca (16°). Panccipò alle campagne del 1866, 1887·s11, 1895-<)(\. l</11·12. Durante la guerra elci 1915- 1~ ,8 , frazionato, d i,impe• d i collegamento . Un ,uo ><]d r. d u

, cl

Stemma Ca,·a llcggeri di Luc<::,

gnò

"""

,e,vizi

rantc l'offcn,i,;i nemica sul Trentino (giugno 1916) eseguì a rdire ricogni1.10ni lu ngo la V,,I d ' Assa cd u n :1!1r o agì col rcgg. cav:11lcggcri cl i Trevi,n nd ,cn orc di Mon falco ne td in <1uello di Can.1lc. Nel 191; il 1° i:ruppo dd / .. fu in\·i;tto in Macedonia, on: l 'anno ~UCC(.'"ivr,, a\'\'cnuto lo

Sq_uillo del regj:i!imento cav.illeri.1 Lucca

,fondamento della ironte macedon e, fu lanciato Jli'imcguinwnto del nemico e per la vallata del Vardar raggiunsc Prile p, Vdes, KuHcnd ,1, concorre ndo all 'occu pazione della capitale bulgara. Intanto il .2° gruppo, im iaw nclrAlhania meridionale, .,gì prima nella zona Gi:111nina e d i l·'.rsek, poi, nel J<)l8, a Fie ri ed a Berai, pa rtecipa n do alla vittoriosa avanzara (13 11a Vojussa a Scutari , a Duk ig no ed Antivari. '-/cl 1920 il reggimento fu sciolco. La festa de l reggirncnlO ricorre 11 6 agosto, an n ive rsario dd combattimento a Marinasi in Alba nia (H)18) . Mo rto : ,, Cladi11111 pro patria et rcge » .

Lucchesi Palli (1J111onio, prinàpc di Cnmpofranco). Generale nap oktano (1716-18o5). Entrò giovanetto cad etto in un regg. cli fonti e nel 175-1 creò a sue spese un reg~irnc n to d i cava lleria ch e d e no m inò « Sicilia » . Di,"Cnnc poi ten . generale. F u matematico, naturalfsta , poeta.

L11cchcsi-Pal/i Franceico. Ammiraglio napoletano del SC• u ,lo X IX . All a ca d uta dei Co,tituzional i (1821) venne nominato dal re Ferd inando miniwo della M arina. Un altro L. P. F1,ma•;,·o, dc, principi di Campo(ranw, lasciò

1·c,e rcito n apoletano q ua ndo la Sicilia insorse ( 1848) e fu nonunato colonnello dell'esercito ri,·oluz1onario, al com ando della piaz za rii Catania, d o,·e cadde il 6 aprile cnm bat te nrlo contro le truppe borboniche. Un de creto del Parlamento siciliano lo dich iara\'a " bencmuiro della patna •. Er.1 liglio del principe di Cam1x,franco, luogorcn. generale dd r(• in Skilia nel 1822 e ministro in Napoli in prin cipio del 18~8. Un Dome11ico L. , palermitano, fu marcsctallo di campo dell'esercito spagnuolo che M barri, 111 Sicilia quando l'iso la passò d al do m inio del P ie mo nte a •1uello d i Carlo VI d'A ustria (1720).

l.ucdesi Cesare. Genera le, 11. nel 11!5<J. Sotto!. di fante ria nel 18~2. pas,Ò nei Cara binieri nel 1/lR5 nella q uale arma divenne rnlonndlo nel 1917. In P. i\ . nel 1919 , t·u promo:-so g-cncrale Ji brigata nella n,en·a nel 1927.

Lucch eslni (Frrrli1,r111do). Ccncralc, n . .t Pi,-..1 nel 1Sliy. Sott,H . dei bersaglieri nel 18SR, fre,1uentò poi la scuola di guerra. Fu in Eritrea ed in Libi:, , neritando,i a B1r T obra, (1 9 11 ) la mcd. d'nrgcnw. Co- · lonncllo nel 1916, comha1Lucchesi Cesare rendo ,ul S. '.\1arco (191;) ebbe la croce da cav . d cll 'O. M. S. Hrigad icf'_c ge ncr.tle nel 1918, nel 1920 andò in l'. :\. S.

Lucci ((,'11glielmo). Generale, n. rid 1862. Sottot. d1 a rtig. nel 1881, d iven ne colonn ello n el r9 16, nel '!tlnlc anno andò 111 P. A. Briga<i,erc generale nel 1919. p.l"Ì> poi 11ella ri,çrva col grado di generale di h rig.ita . Luccial i (o Ucci,ili). Ammiraglio algerino del ,Pc. XV I, sotto Selim. nnnegato céìrso. Fu co1hnlcrato cornc il cors;H<, p iù ardito d opo il l3a rbaro»a e sopra nnom inato Chiligì (unmr, di ,pada). So,tituì ~fchcmed nel comand o d cll J formulabile milizia algcnna cli 9ue1 rcmpi. Assoggettò Tunisi :111 Algeri, m a no n riuscl a prendere I.i G o letta. Panccipi, a ll'impresa di Cipro del 1571. Comandò l 'a b sr . della Aotra turca nella battaglia di I.epanto e riuscì a sal varsi . Lucciola. Nome dato a 11nJ torpediniera cmticra del 188_3, di 13 tonnellate, in un gruppo di piccole silur,mti d istin te con nom i d i insetti. Fu rad i:tt:1 ne l 1898 . Lucedio, \'

Tri110 Vercclleie.

Lucera (:111L. Lric('l'ia o Nuccr;a). 1\11tica c ittil d elle l'uglic, fiorente fin dall'epoca delle guerre Sannniche. Nel 314 .1. C . i Romani, che 2\'cv:ino sterminati i Sanniti di L. , vi posero una colouia di 250 0

11. con1c

guarnigione.

per conscrva,c quel punto srrategico importante, che durant~ le g11<·rre Puniche fu una delle loro b:1\1 militari. E blx: nel scc . XIII llll impon en te castello , fatto costruire da Federico Il n el J:!33 sopra u n dosso tondeggi:111 tc presso la ciuà. Sul ciglio del dosso corrc,·a una robusta muraglia , cl i altezza variabile- fra i 15 e i 20 metri, interrotra d a 15 torri, d i cui ì pentagona li , 6 q ua drate e 2 tonde piì1 alte delle altre: v·era innltre in uno dei lati una g rand e rocca quadrat;i. "1cl 1239 Federico_ scdiò a L. una colo nia di 20 . 000 , a ra.:cni, i mportati ·dalla Sicilia. iedelissimi a lui che J /... tenne corte, e fedeli

fo.


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anche in ~cguito all.l t:Jusa s, e\·a. Essi in.fatti m,pitarono nel 12;4 Manfredi e lo appoggiarono. sacrili,ando;i in grande numero per !u, a Bene, ento. Nel 1267 ;i schieraro no a favore di Corrad ina, incorrendo uclk vendette d i C:ir!o d'Ang iù . il qu;ile. dopo Tagliacozzo, stcrminc', <1uelli di loro eh.e non vollero farsi cristiani. E quando

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ebbe seguito. ,\ ,h;tanza di rirca 6 miglia da L. si erge,. un altro tortiii110. Castel Faoremino. erlificato verso il "~"'· t· di cui rimangono i ruderi: in esso morì Federico li. Tale fort ilizio '1n dò in rovina dura nte le lotte fra Gudtì e Ghibellini . I. 1/ssedio di l.11a-rn (.po ,1. C.). Apparl!cnc alla >econcl~ guara sannitica e fu iniziato rlallc legioni del console L . Papirio Cu rsore . accorso a f.. per liberoire la ritlà. caduta in qucl l'.nn nu stesso in mano al nemico. e i 6Go ca,·alier: dati dai Romani in ostaggio ai Sanniti dopo l;i di<fatla delle Forche Caudine. L'assedio però non (u '""" plcro. se non 1ll'arri,·o dcll"altro corn.olc Q. Publilio. •I qua le, lasciaw al collega la cura dell'assedio . e scorrendo liberamente pci campi, chiu:-.t· ai nem icl ogn i via di V<'ltovagliarc. 1 San niti, vinti dalla fame. inviarono amh;i sciaturi a Papirio per t:awirc rlella resa. e l'<>llcnnero con le condizioni eh lasciare nelle mura le armi, i baga)(l1. , g iumenti <: !lilla l' imhcllc moltitudine. e d i passare ,ouc, il g iogo per vend icare l"on ta palila alle Forche Caudi ne. I Sanniti ac.:cttarono e 7.000 di essi pa,sarono sollo ,I giO)(O. I Romani fecero un 'immensa prerl:i. e ricuperarono gli ostaggi. le in~egne e le arm, Lune che avevano perduto. 11.

Bau aglia di L11c,•rn (~!,H a. C .) . Appartiene ali.,

LCrza guerra ,);11111i tica e fu cornbatlu ta e ,·inl:l dal con~olc

Marco Atiliu contro i Sanniti, dei quali ne cadrlero 4800 circa e furono falli prigionieri 78co, che furono mcs" ignudi sotto il )(iog-o. Mii neanche pci Roman i la vittoria fu troppo lieta, po iché essi rerdenero 7000 uomi ni circa. Ili. Assedio di L11c,:ra (663). Appartiene alla spedizione dcll"imperatort· bizant;no Vl\tame Il in Italia conlro , Longobardi . I quali si d ifc,cro a lungo, ma i nfine cerlct tcrn a un assalto impe w o•o dei Bizantini. La presa ,'.imì h1 saccheggiata e distruna, rimanendo un misero villaggio 1"1110 al 123J. ,1uantlo Federico Il fece risorgere I.. dalle ,11,· rO\'Ìnc .

T ratti del recin10 della rocca di Lucera

Cariò prese il castello di C. , lo ten ne in gra nde conto, comt potente fortezza angioina in Puglia. Tuttavia il ca<tello fu abbandonato, ed era già in ro,·ina in principio del ,cc. XVL. Nel secolo XIX, ~Olio i Borboni, ven ne p roposto d i rimod ernarlo e rafforzarlo, ma la proposta non

IV. Assedio di l.11cert1 t802). F u posto alla città da Pi pi no , fig lio <ii C:1 rl omag no, e durò a lungù, finch /: la città si arrese per fame ai Franchi. Lasciatovi presidio agli OI' <lini del duca Guinigi di Spoleto. que,ti fu a sua "oha a\;cdiato dal duca Grimoalclo di Benevento, e costrcth> :tlla resa .

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li Castello di L ucero nelle Puglic


V. Assedio di Luce,-a (1268-6g). Cado d'Angiò, in lotta .contro i Ghibellini e la parte sveva, anrlò ad asserliare L . nella primavera del J268. I Saraceni la d ifesero con energia ,e per quell'anno riuscirono a salvarla, chè Carlo abbanclon<'> l'assedio per correre a combattere Corradino di Svevi:,. Dopo la batta.g lia di Tagliacozzo, tornato in principio del 1269 a riprenrlcre l'assedio, lo portò a compimento. I Saraceni si difesero per sei mesi, e si. indussero alla resa quando ebbero consumate tutte le loro provvigioni. VI. Assedio di Lucera (1348). F u posto dal re angio ino Luigi di Napol i. La guarnigione, italo-tedesca, parteggiava per il re Luigi d'Ungheria . Bene approvvigionara e numerosa, operò parecchie sortite dal castello nel quale crasi .chiusa. Il re Luigi, ché aveva occupata la citt,ì, la fece fortificare. Un corpo cli 1 500 cavalieri tedeschi, comandati da Corrado Lupo per il re d' Ungheria, riuscì a raggiun_gere L., ma non riuscì a varcare le lince dell'assedio, ben custod ite dagli Angioini, e si ritirò a Foggia. Tuttavia Luigi d'Angiò dovette decidersi ad abbandonare l'assedio.

Lucerna. Città della Sviz;era, capol. di cantone, sul lago dei Quattro Cantoni. Fondata nel V[ secolo, entrò nel 1332 a far parte della Confederazione sv izzera. I. Pace di Lucerna (II aprile ,503). Conclusa fra Luigi Xli e i Can toni svizzeri d i Uri, di Schwicz e cli Un•tcrwold. ai qua li il re cede la contea di 13dlinzona.

II. Lega di L11urna (5 o ttobn: 1586). Patto d i alleanza fra i cantoni cattolici della Sv izzera, rlctto anche " Lega norromca >,, in onore di S. Cado. lll. Trattato di Lucem" (4 aprile 1651). Alleanza d ifensiva e offensiva fra Savoia e Cantoni svizzeri cattolici. .Si confermano i trattati d'alleanza del 1578 e 1634 . 111 caso .di guerra le potenze contraenti devono soccorrersi senza

.tergiversazioni e senza domandare la causa della guerra stessa. l Cantoni forniranno per tre mesi

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673

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un corpo di

truppe non inferiore a 6 nUJa uon1 ini, nou superiore a

mila, il q uale sarà stipendiato dal Duca d i Savoia. Quest i alla sua vo,lta, fornirà un corpo di mille fanti e 300 cavalli, o un sussidio mensile. Se sorgerà d iscordia fra due o più Cantoni, i l Duca, tornata vana l'opera d i conciliazione, clenunzied i l presente trattato a quello o a quelli dei Cantoni che rifiuteranno il suo arbitrato . La p resente alleanza durerà per tutta la vita del Duca di Sa,·oia e per quatlr'anni dopo la sua morte. 12

LU Chun. Nome rlell'esercitu nnionalc cinese, creato da Yuen Si-Kai. viceré del Chi-li, organizzato secondo le norme che regolano gli eserciti moderni . Ne.I 1895, radunato un primo gruppo di circa 8000 u. Yucn Si-Kai, mise mano attivamente alla organizzazione dell'esercito che nel 1()04 era stato portato a 6 divis . d i 12.000 u. ciascuna, con quartier generale a Pao-ling-fu. ~cl r905 fu compilato un progetto definitivo, pel quale la Cina avrebbe dovuto avere, entro l'anno 191 r, .'i6 divis. con un complesso rii 36o.ooo soldati modernamen te ist ruiti cd equipaggiati. Contemporaneamente fu vietato ai governatori provincia li cl i arruolare e mantenere truppe per proprio conto. Questo d ivieto però, ledendo molli interessi individuali, determinò ost ilità contro Yuen Si-Kai, il quale, rimasto privo anche dell'appoggio dell 'imperatrice vedova, morta in quel tempo, fu esonerato dal suo ufììcio. Ma lo scoppio della rivoluzione del r 911 lo fece richiamare alla suprema carica militare. In complesso l'esercito cinese dal 1894 al 19u aveva segnato uria serie ininterrotta, sebbene lenta, di progressi. Dalla rivoluzione del 1911 in poi l'esercito cinese p recipitò verso lo sfacelo per quel succedersi di rivoluzioni, di guerre fra le varie provincie, cli lotte di partiti, ecc., che hanno suscitato il caos in quella immensa regione. Il L. che Yucn Si ~Kal aveva creato con tanta cura 1 cessò d i esi-

stere come forza agli ord ini del Governo d i Pechino, e si suddivise in parecchi eserciti minori ligi solo ai loro comandanti.

Luciani (l.avi11io). Generale medico, u. a Pedaso nel 1S61. Sottot. medico nel 1887, fu in Eritrea nel 1895-96 meritando ad Adua ed a M. Mocram e Tucruf due med. d i bronzo. Partecipò alla guer17 ra libica ed a quella conlro I·Austria. divenendo colonneUo nel r9 ,8. Dopo aver d iretto l'ospedale mii. d i Panna, andò in P. A . S . nel 1920. t\1el r 928 (u promosso magg.

I

generale n1cdic.o nella riserva .

Luciano (Ettore). Genera le, n. a Riva d i Chieri nel 1847. Sottot. d'art. nel 1886. passò poco dopo nei bersaglieri. Tcn . colonnello di fanLuciano Ettore teria nel 1897, anelò in P. A. nel 1899. Nella riserva fu promosso colonnello nel 1904 e magg. generale nel 1914.

IV. Convegno di Lucern" (agosto 1920). F,1 tenuto fra Giolitti e Lloyd Georgc dal 2r al 23. Si constata il comp leto accordo dei governi i taliano e inglese nella necessità .d i ristabilire la pace i n tutto il mondo al più presto possibile. Si deplora che il governo dei Soviet i voglia imporre alla Polonia cond izioni cli pace incompatibili con la SLia indipendenza e si dichiara impossibile trattare col governo

L11cia110 Manara . Sommergibile, varato nel 1928 dal Cantiere '-Javale Triestino a Monfalcone, d islocamento tonnellate 228, lunghezza m . 69,80, larghezza m. 5,79; ap parato motore 3400 cavalli; armamenw guerresco I cannone da 102, due mitragliere da 13,2 a .a., 8 lanciasilt1ri

IUSSO.

d :l

533·

Reggimento di Llfcema. Reggimento w iz,;cro al serviz io

Lucignano. Comune nella provincia e nel circoncl. d i

del re di S~rdcgna, formatosi a Casale nel r793 su 2 bgl. d i 4 cp. fucilieri cd una granatieri. Combàttè contro la Francia nel 1793-96. Ridotto ad un bgl. di 6 cp. nel 1797, passò nel 1798 alle d ipendenze del generale in capo dcli 'armata francese in Italia. N el 1799 fu i ncorporato nella ,a legione elvetica, la quale nel 1800 passò al soldo della repubblica francese.

Arezzo nella Val di Chiana, su uno sprone del monte Polaz,zuolo. Lucio Silla ne fece una colonia romana . Ebbe da antico tempo una torre, che fo distrutta nel sec. XVI. Nel scc. XlV, dopo la battaglia di Campaklino, fu occupato dai Fiorentini, che lo diedero ai Senesi. Nel 1336 fu preso dai Perugini. Due anni dopo lo ripresero i Fiorentini. Alla cadut a del d uca d i Atene, L. si governò a comune. Nel 1358 tornò a Firenze, e nel 1370 a Siena, la q uale, dentr; · la cerchia delle ant iche mura, costruì una

Lucerna. Cappello a d ue punte dei RR. CC. italiani. t:. l'ultin10 re.sto dei n bicorni >) d i un tempo, in uso presso i·ari eserciti.

rocca turrita che ancora oggi rimane. Nel 1553 gli Spa-

43


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i;nuoli -se ne 11npadronirono temporancan,entc: ..:-, un anno dopo, con la ,:,duta d i Siena, passò ,otto i Medici .

<:0111h,1u i111n 1to di Luàg11n110 (2 ag<Jsto 1554). F. detta :indlc di M,11-àn110 <J di Scan11ag11llo, e appartiene alla guerra tra Fr:111cia e Spagna per la ,upremazia in Italia .

Lucinico. Frazione dd Comune di Gori;,ia, sulla dr. dcli ' b on zo. :\!ella nottt· ciel 31 ottobre 1477 1111 corpo di milizie venete agli ord ini d i G irobmo Novel lo, assali to dai Turchi. venne completamente distrutto. I.. fu raggiunti) dalle nostre 1ruppe ne, primissimi giorni della )!Uerra. rna non fu possibile m:mtcncrvisi. Successiv:,mente, il 11aese fu ri doli o dalle a rtig lierie ad un mucchio d i rov inr. Dopo l;i gue rra fu completamente ricoslruito.

Luck. V. f .,,tsk. Luckau. Città pru ,siana nella ci rcoscrizione cli Fraiw,. forte sull 'O de r , tra la Sprea e la Dama. Oltre al combat lÌmcnto pila a,·anti descritto, avvennero a L. nello ,tc,·)o .rnno, i seguenti due .1l1ri piccoli faui ,rarmc. Nelb 11011,, dal r9 al lo magg io 1913 la caval leria p russiana del curpo d 'annata d i llii lo w 1oprafkcc un re parto d i tru ppe ,a,,onì fac.:eutlo divcr!ioi pri)!ionicri. 11 20 agost<> succes,ivo. il corpo prus,iano di Tauentzien accerchiò un hgl. '"\'"'" lasciato indietro d o po la battagli,, d i Grossbecren e ballll· 1010 !o c,1,tri nsc a deporre )e a rm i. I P russiani fecero p,,, di 1000 prigion ieri e s'impadronirono di !I cannoni, di molte muni7ioni e vettovaglie . Comb1111i111rnto di l .uckau (4 giug no 1~13) . Appa rtieni· alla cam pagn:, d i Napoleone in German ia . Uopo la b,ll· t,1glia di Bautzcn il )!Cn. Ou<linot si diresse a / •., occupato dalle truppe del ,·on lliilow: egli fece attacc.orc dalla ,u,1 avangu:1rdi,1 i Pru.!>sian1 e li r igetti> dentro la città, Ol'l~\1~ pandonc i ,ol,ho rghi. I Francesi te n tarono d , dar l 'a,,:ilto alle- mura di / .. , che furono difese , igmosamcntc. li gcn. B,ilow Ieee ,ferrare un contranacco ,ui IÌanchi cl,·11,· truppe fran,e,i. che. dopo un cnm battimcnto ,anguino,o, furono ~0~1re tre: a rilirarsi avt·w.lo lasciato sul 1c-rrcoo 1 100

u. c.:

llll

cannonc:,

L<:

perdite furono

pn~''° a J-XX-o

q,:uali dalle due parti. Du rante il bhcco cli Sten., da pan e degli h n perial, m 1nand a ti d al m a rchese d i Marignauo , il marescinl lo Pie tro Strozzi, di pane francese. per allontan:ire gli c•crciti dalla città e dar modo a Siena di respirare. decise di tra<portare la iiucrra in Val di Chiana e ,I 20 luglio occupò Mar~ia no e Oliveto, accarnpandosi poi al ponte d el la Ch iana . M;, ,offrendo nel ca rnp<1 manc:in za d 'acqua e di vettovaglie, ,·olle riùrarsi e il 2 aiiosto " ,contrò presso / .. con l'esercito del rnarchesc di Marignano, il quale lo costrinse a venire a battaglia. Le u u ppc in,pcriali e rano cornposte di 2 000 Spag1n1ol i comand ati d a don Fra ncesco d i I laro, 4000 Tedeschi agli ordini cli ·;çcoJi> ~adrucci, Italiani al comando del conte di Pcpoli, oltre agli uomini d'arme e :1i cavalleggeri, cornand:it i <lal conte dl Sant~tfiora e d al conte d i ).1ugolara . Lo Strw.zi d isponeva p rc»o a poco d i ugual numero di combattenti: di questi, 3000 Francesi. 3000 Terleschi. 3000 Grigioni, 5000 Italiani . Al prirno uno, la ca valleria , c he e ra composta in g r.111 parte di rranccsi, non resse, e ,i volse in fuga. Lo Stroz7.i attaccò le schie re nemiche, e con ,ucccsso: ma quando b cavalleria an-er,._,ria, tornata dall'inseguimemo di quella dello St rozzi . pio m bò alle ,pal le ddle sue fanterie, dopo d isperato comba u imen to, q ueste an da rono in rotta. Lo Stro7.,,i, g rave. mente ferito, riu~cì a salvar;i: ma 5000 dei ~uoi restarono ucci,i, e molu prigionieri. Imprecisate le perdite dell'esercito im pe riale, ma mo llo infer iori a q uelle d el nemico, che per de tte inol tre le artiglierie . Cosimo I. alleato cli Carlo V , aveva contribuito con pronric milizie, e. a ricordo della battaglia svoltasi il giorno di S. Stefano, istituì l'ord ine dei Caval ieri c he portò il nome cli q uel sa n to .

,ooo

Luckner (Nicola). Maresciallo di Francia (1722-r79-1), Servì ncgll eserciti ho\':ll"csc e obndesc. Fu poi co lon nd lo degli ussarl ncH ·csl·n.:ito anno\'eriano e partecipò alla guerra dei Set te Anni . '\1el 1763 passò :1! scn i%io dd l:J F rancia come luogotcn. grn,·r:ilc, e nel 1791. fu 11omin.1to mare;ciallo. >Id 17<J2 comandò J"armnrn del Reno, e, nel mese di g iug no del lo stesso :inn<>, so,tituì Ro chambcau nel comando dell'armata ciel Nord . Gli fu urdinato d i invadere i l Belgio ; prese Mcnin e c ,,urtrai. 111:1 si ritiri) ,uccess,q111ente a Lilla. Fu inLuckncr ~icola ,·iato allor.1 sul Reno. La sua i11et7.ia in questa n.:gionc parve <ospet ta o voluta. e il tribunale rivo luzion ar io lo fece ghi gl!ouinare. Lucknow. Città dell' India inglese, capo!. rlell a pro,. d i Oudh , posta a caval iere del la Gnntè . afn . d i , r. del Gange . Fondata nel XVl scc. sul luogo d ove u n tempo sorge,·a Lackmansur . una delle città più antiche dcll'lndi,1. nel 1ì53 divenne la capitale del rcarne maomcua no di Oudh e nel 1857 fu p resa d agli Inglesi. Que sti sul princip io del scc . XX v i costruirono un cam po I rinccrato. Rivolta 1/i /.,11ck110,v ( 185ì)- Pochi mesi clopo !"occupa• zionc della citd da parte degli Inglesi, scoppiata nelle Ind ie la rivolta rlei C ipai (V .), in I.. le truppe ind iane , i


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ribellarono a nch'esse , con partecipazione ùclla popolazio ne civi le . il commissario capo della prov incia, colon nello La,vrcnctA, fi11 dal primo morncnto clell 'occ11p.-1zionc si era accorto elci grave malcon tento suscitalo 11d la popolazione ind iana per l'annessione della prov incia ai do mini della Co mpagnia . e procurò di rendere L. un sicuro rido tto d i d i(esa per g li Europe i, riducendo la Residenza ed i suoi dintorni quasi a ctimpo trincerato. Scoppiarn la rivolta , caddero in mano dei ri bel li tutte le località Ùllorno a L. e in(inc venne assediata la Reside nza . dove il Lawrencc aveva fatto ritirare gli Europc.:i , i quaii vennero armati ed orga11izzali 1ni litarmen tc . I ri belli non rispann iavann la vita neppu re alle donne e ai bambini che cadevano nelle loro n1an i, facendo strage rli tutti. Il col. T.a\vrencc cu1piLO da una gra.natn penetrata nel postiJ di coman do, moriva i l giorno 9 lugl io r857. Assun se il comando del la d ifesa il bri gadie re. l nglis, che rcsjstetlt: ag li attacch i degli asscdi,11n i , tinchè, il 25 settcmlire, fu liberato dall'arrivo delle colon11c dei generali Havc lock e Out ram, i qua li, panici da Cawnpore ai pr im i ·di luglio, erano riusciti a giungere a L. con 2600 u . , dopo avei" combattuto t.:Ontin uarncntc lungo la st rada con tro i ribel li. l'u !)ossibilc allora agli Inglesi d i a bbandona re L . e ritirarsi a Calcu tta . Si,· Colin Campbcll. coadiuvato dal gcn . Outra rn e da i brigad iere Ro berto Napic r, il 2 marzo 1858 marciò su L. con 7000 u ., e il 21 s'im padronì della città liberando!;, dai ribelli.

Lucocisterna. Località della Sardegna in prov. di Cag l;a ri, dove nel 1324 fo decisa la sone della Sardegna fra A ragoncsi e Pisani. Cadu ta Iglesias, l' infame Alfonso cl' Aragona, vi la sciò un piccolo presidio e con le eruppe e le navi si portò nei press i di Cag liari, risoluro a ptendere fa c,tt,, La flo ua piiana, coma ndat a da Man fredi dd fa Gherardesca si presentò nel lrattcmpo nel golfo di Cagl iari e l'infante, raùunata la sua flo tta, si schierò contro il nem ico. Dopo alcune scaramucce i Pisan i sbarcarono jnò i~ , turbati nel la loca lità detta la Maddalena e ,i av1·iarono verso Decin10. Era no 700 cavai.ieri e 2ouo haksrricri . Durnnte il c:unmino si unirono ad essi numerose bande <li Sa rd i che vo lel'allo opporsi alla conquista dell ' isola da parcc degli Aragonesi . Anche l' infante, sbarcate le truppe, si avviò con tutte le sue forze verso Decimo. Lo scnntro av~ venne nella pianura d i L. e fu ralnien re rabbioso 1·11npeto col q uale i Pisani ed i Sardi si gettarono addo,so agli 1 A 1agoncsi , che..: tutte le bandiere regie furo no abbattulc..: e; ! 'avanguard ia aragonese stava per sbandarsi, qu ando sopraggiu nse l ' infan cc co l grosso dcl i 'armata. La lotta si riac,esc; l' i nfante, qu;rntunque ferito, riuscì. a rianimare i suoi~ che ripreso ardi1nento, alfrontarono i Pisani e fini~ rono per sconfiggerli , costri ngendo li a rifugiarsi dentro Cagl iari. Ai ]>isani riuscì allora d i ottenere un trattato che concedeva lo ro di n n1ancrc ndl 1isola sotto certe condizioni, ma o rm ai que l possesso era per ess i perduto . (V . Cagl,'ari e Sardeg11a) . Lucoff (lllar1). Generale bu lgaro (r872-1926). F u all ievo del la Scuola J i g uerra cli Pietrogrado. Durante la g u<:rra mo ndiale iu dapprima sottocapo d i S . M . dcl i 'Esercito e nel 1916, r aggiunto il g rado d i generale, capo cli S. M. Per attriti coi T edeschi lasciè) la carica e assunse il comando del l;i li armata. È suo i l piano de ll 'operazione eonrro i rumeni pe r la Dobruggia, esegu ito dal Mackcnsen . Fu anche scrittore m ilitare. Luçon. Comune del la Francia, nel dip. della Van dea.

I. I/attaglia di Lt1fOt1 (30 luglio 1893). Appartiene alla g uerra ddfa Vandea all 'epoca della Convenzione. Il gene-

raie vandeano Royrand , l.'.:hc com::)nd.1Ya l'alto Puitou. :vo~ !endo pre nde'f u na rivincita degli scacchi subit i in d iversi incontri coi rcpubblicanj , ricorse per aiuro al generale d'Elhée e a Lescure. Il 30 lug lio un'armata di 15.000 uomin i arrivct sul mezzogiorno al villaggio d i Bessay a tre leghe da L. Qui le truppe si d ividono in t re colonne : una comandata da Royrnnd al centro: d'Elbc:e e Lcscure con le r ispettive colo nne formano le ali . Sta loro d i fronte l'e;ercito repu bblicano del gen . Tuncq con soli 6 . 0 0 0 u. , ma dislocato nei puuti pili favorevoli e con l'artiglieria piazzata in modo da controbattere vaniaggiosarncnte' quella ,·andeana. La battaglia, cominciata alle una del po,neriggio~ continu~ acca nita e incerta per diverse ore, poi l'abbandono della li nea da parte di un g ruppo cl i ufficiali e ,oldati su,cita il panico fra le truppe vandeane , che co1niuciano a cedere ed infine a ùarsi all a fuga, lasciando sul campo di battagl ia un rn ig lìaio di t L e due canno ni_ H. Hattriglia di L.11,on (13 agosto , 793). Dopo la battagl ia del 30 luglio r793 la Convenzione aveva raddop pi~H1J gh sforzi, inviando nuove truppe in Vanrlea. Gli in~ 1 sorti racco sero un nuovo esercito ùi 25.000 u . eh~ concc1l1rarono nel campo d i Oic . Nella notte· del r3 agosto l'eserci to si mise in marcia e g iunse su tre scaglioni presso L . su l far del giorno . Charettc reclamò per sè: la po8!zionc più avanzata, assicurando che sarebbe stato capace da ,olo, col suo piccolo corpo, d i prendere la città. StoH!et , Royrnnd , Dnn nissan cmriandavano lJ co lOJ1na. del centro r.hc doveva c,;sç rc appoggiata da Mirig11y con 3u can no ni . Larochejaq ucline comaodavà il tcrw scaglione . D i fronte a questi 25.000 u. si t rovava ancora il gcn. Tuncq , il q uale disponeva d i 9 .000 u . l1ttanto che l'esercito vandeano avanzava lenta1nentc in lunghe colonne, Charett<:, preso dalla smani(I di avere tutto per sè l'onore della giornata, cominciò l 'attacco prima ddl 'ora convenuta. Questo .suo precip itare l'azione g li d iede dapprincipio qualche vantaggio, ma fu causa della disfarta completa d i tutta l'armata . Il gcn . T uncq, avverti{() che una parte dei Vandeani avanzava a stento a causa degli irnpeUimcnti frapposti dal lrnsporto delle a rtiglierie, spostò alcuni bgl. che t rovavano d i fronte a l.arochcjaquel inc rimasto inattivo, e, portati li a rinfor:zo dell'ala assalita da l Charclte, riuscì a ,bandarlo. Nel can, po vandea no subentrò il d isord ine . Marigny lasciò il centro senza l'apµoggjo dell'artiglieria; il va e vieni di rinforzi g enerò conf usione ; il c01nandantc cercò invano di riordinare le tr up pe. Del momento approfittò il gen . Tuncq il quale fece avanzare le sue truppe, che in breve riusci rono sbaragliare completamente i Vandeani.

s,

Lucullo (Lucio Licinio) . Generale romano del I secolo a. C. , 11. nel n5. Mi litò sotto Silla; nel 74 batti: M itrida te e Tig rane e ancora il pri rno nd 73 e nel 72. Scrisse una storia della guerra rnarsica . Luda (Edoardo di Co,-temiglia). Generale, n. e m. a Torino (1847-1918). Sottot. del genio nel 1867, diven ne co lonnel lo nel 1899. Comandò il 2° r egg. genio, indi fu d irettore a Palermo e <lai 1902 tenne il comando in 2a rlell 'Accadcmia rnil. In P . A. nel 1905. nel 1909 passò nella riserva rl ive nC11do magg . generale nel 19rr.

L udendorff (f'rrico) Generale tedesco, n . J1d 1865. Fece di g uerra ed entrò subito nello S . M., dove clivenn.:, da colonnello, capo dell ' Ufficio Operazioni. Raggiunse il grado di generale di brigata nel I~JI4, e, scop~ piaca la guerra, fu quartiermastro della 2 • armata tedesca: d iresse le operazioni contro Liegi e su bito d opo d ivenne capo dj S. '.\-f. dcll 'Ba armata nella, Prussia Or ienla scuola


Luo

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tale. F u l 'artefice, insieme col maresc. Hindenburg, ddlc vittorie te-0csche in quella regione, guadagnapdovi il grado di 'tcn . gene rale, e n n1ase sempre a fianco <lcl n1aresciallo,

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LuG

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tronte russo fino al lugl io 1918, quando fu sul Piave. al comando della 34• brigata di fanteria . Nel 1924 divenne generale d i fonteria presso il Comando dell'esercito.

anche q uando q uesti diven-

7 1 ne il comandante in capo ,

dcli 'esercito tedesco, col grado di « oberquanier rnastcr » e sottocapo di S. M . Poco prima de lla fine della guérra (25 ottobre 1918) fu inviato in congedo a sua domanda . Dopo la g uerra fu per breve tempo nelle file nazio naliste ; nel 1922 si rit irò a vita

privata. P ubblicò: « I miei ricord i di guerra »; (< Condotta della guerra e politica » : << Docume n ti )), i quali

ultimi LudcndorfI E rrico

rigua rdano

la

sua

3zionc di comando.

Luders· (conte Alessa.11dro Nicola). Generale russo ( 17901874). Fece le sue prime anni combattendo contro Napo• leone; nel 183r co mbattè contro gli insorti polacchi ; nel 1844 fece la campagna nel Caucaso e nel 18.;9 comandò un corpo opera nte in Ungheria; nel 1855-56 combattè nella guer ra contro la T urchia <: g li Alleati , e oel 186 r ve nne non1inato governatore di Varsavia.

Ludwigsburg. Cicd, del W,irtemberg. Ebbe arsenale e scuola mil., e fonderia di can110ni . Il 5 ottobre 1805 vi si conchiuse una alleanz a tra Francia e \V i.irtca1bcrg; la Francia garant iva 1•incl ipenrlenza e l'integrità degli Stati degli Elettori d i Baclcn e W i.irtemberg, i q uali dovevano fornire un corpo di 3 m ila uomini il primo , e di 8 a 10 m ila i l secondo, quando gli eserciti francesi, v:.rcato il confine,

pe netrassero in

Germania.

Lugagnano Val d'Arda. Comune in prov. di Piacenza, sull 'Arda. È di origine antica e nella sua frazione di Velleia vi sono le rovine del l'antica città omonima. Com battimento di L11gag11af/o (1806) . Apparti~ne ai moti contro N apoleone nel le prov . di Parma e Piacenza, provocati dalle vessazioni cui erano sottoposte le popolazioni special mente delle montagne da parte degli agenti dd governo francese. Dopo ]a presa di flardi e di Borgotaro, le truppe francesi entrano nella valle di Tolla e si rliri, gevano sui colli che dominano L., intanto che gli insorti si e rano ritirati a valle, disponendosi in ordine rii battaglia . li comandante francese Vivian li attacca, ed essi non possono a lungo resistere; ve□gooo sopraffntti e di~

spersi, lascia ndo pr igioniero il loro capo. L. venne presa: agli insorti f u concesso di ritornare alle loro c ase .

Lugenfeld (lat.: Campus 11u,111itw. Campns numdacii: campo della menzogna) . Località la cui posizione non è bene definita; è posta secondo alcuni nelle vicinanze rii Ccmay, secondo altri presso Colmar , cd anche vicino a H auscn . Nell'833 vi fu combattuta la battaglia detta appunto di L. tra i tre figli di Lotario il Bona rio (Lotario, Lodovico e Pipino) che si erano ribellati al paclre e l'esercito cli Lotario medesimo, il q uale, t radito dalle sue miliz ie, fu sconfitto, catturato e relegato a Marienheim.

Luda di Cortem iglia Edoardo

Luders Alessandro

Ludi castrenses. Nell'esercito rom ano erano i giuochi che facevano i soldati quando stavano accampati, per temperare le fatiche guerresche con qualche di1·ertimento; in . fatti , secondo Svetonio, i soldat i con i L . C. non solo s1 eserc itavano, n1a anche si divertivano e si distraevano. Ludogoroff (Rum). Ingegnere mi i. bulgaro, n . nel r 869. Dopo la scuola mil. cli Sofia, frequen tò quella d 'Appl icazione art. e genio di T orino. Tornato in patria, fece la carriera nel! 'arm a del genio. Comandò la marina bu lgara (1911 -r3) e diresse le comunicazion i ferroviarie (r916-1918). Fu l 'organizzatore della piccola marina bulgara, che durante le guerre balcaniche difese efficacemente le coste. Com e scrittore, ha nu merose opere sulle « Fortificazioni campal i » , sulla « Fortezza di A d rianopoli », ccc.

Ludwig. (Gio, gio). Generale ungherese, n. nel 1871. Fece la scuola d i guerra. e partecipò alla gue rra mondiale come capo di S. M. di di,·is. e rii C . d 'A. al Ludwig Giorgio

Luglio (Croa' d,). Onori ficenza istituita in Francia nel r830, per i cittadin i segnalatisi nella rivoluzione di que ll'anno; consisteva in una stella a tre raggi, sormontata da corona 111urale : recava i l m otto (( Patria e Libertà)). Cessò

di esistere poco dopo la sua istituz ione . I

Lugo. Città della Romagna fra jl Senio e i l Santerno. in prov . di Ravenna. Si formò intorno ad u n castello, costru ito dagli arcivescovi ri i Ravenna. Nel 1218 i Fae ntini, col conte R ainicri

di Cunjo,

poterono -<.·11tr arc

per

tradimento nel castello che saccheggiarono e d istrussero. N el 1248 fu riconquistato ail'arcivcscovo di Ravenna. Verso il 1300 le forze ghibelline ripresero vigore e Ugucc ione dell a Faggiola salì in grande potenza in questo territorio, restaurando anche il castello di L. In seguito la citti, fu tributar ia dei Polentani di Raven na, dei Pepali di Bologna e dei Viscollli di Mjlano. Ritornata la Romagna al pontefice, merci: l 'azione del car.c[inalc Albornoz, L. wn le lerre circonvicine: venne affidate:\ in vicariato ai marche~i Estense di Fer;·ara . I conti di Barbiano e di Cunio dist urbarono q uesto do minio e impadronitisi del castello lo tennero con diversa fortu na fino al 1436, nel quale anno Francesco Sforza riconquistò l. aJla Chiesa e papa Eugenio IV ne fece cessione a Nicolò III, marchese di Fer rara ( 1437). Du rante le gue rre contin ue ciel p rincipio de l sec. -XVI , la rocca d i L. dovette sostenere sette assedi e le celebrate artiglierie cli A lfonso d 'Este, pr ima di vincere


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Luo

la battaglia di Ra,·enna, iurono prO\'ate nel ,a,tdlo d, L. Alla morte del duca Alfonso li, l'crrnra con L. e la ba,s~ Romagna ritornarono definitivamente allo Stato della Chiesa.

Presa di Lugo (tjg6). Aoparticnc· alla campagna d'Italia riel gen. Bonaparte. Quando le truppe francesi entrarono in L. , il popolo, irritato per le vessazioni d,·i commissari addetti alle requisizioni per le quali era stato privato <.li tutti gli oggc111 preziosi anche cli u,o personale, si ribellò ed a viva forza r ip rese quanto gli era stato [-)Ortato via. Invano il vescovo diocesano, cardinale Ch ia ramonc.i, esortò il popolo a desistere dalla resistenza, temendo il ripetersi delle stragi avvenute in altri luoghi. La rivolta ormai si ern organiz.zarn, e piccoli fatti cl 'armi vittoriosi, di Barbiano e di S. 13crnardino, diedero ai Lughesi l 'illusione che

Lei

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Luguia (do11 f'ieuo). Generale <lcll'escrc1to piemontese. Era comandante della città e provincia di Pinerolo e già maggior i;cncra le quando, nel 1793, gli fu dato il comando del rcgg. di Sardegna nel quale aveva servito per 36 anni. - cl 17g6 ebbe l'ufficio di comandante della città e provincia di Ivrea .

Lu1,'l'e del sec. XVIII

Luh Viu. Capo cinese del sec. XIX, che combauè lung-.1111cnte i Francesi nel Tonchino, comandando le bande delle « Bandiere Nere » . Nominato viccrì: clel Tonchino dall 'imperatore uella C inC1, fortificò Son Tai che gli fu prc<a dall'ammir. Courbct. Nel 1888, avvenuta la paòficn,one dopo le spedizioni francesi, L. si ritirò in Cina drnc fu norninato generale.

Lugo: la Rocca

avrcbbcru potuto upporsi va ntaggiosamente alla inva,ione francese. li gcn . ..\ugercau, che comandava le truppe operanti nella ba,&a Rom:1gn a, diede ordine il 7 lugl io 17<)6 di avanzare vcn,o L. ; i rivoltosi dalle siepi dei fossi, dai tetti del le case contrast:1rono l'avanzata e lcntarono un .:ombattimento presso Barbiano, ma dovettero desistere quando i Francesi cominciarono a tempestarli con le loro artiglierie. Si combatteva da ogni parte; si faceva fuoco dalle finestre delle case, dai teni, dalle chiese, ma finalmente i Francesi riuscirono ad impadronirsi della città, a't la q uale diedero un sacco che ,durò due g iorni, e se non si fosse intromesso paciere il cardinale Chiaramonti (poi papa Pio VII), L. sarebbe rimasta un cumulo di

rovine. Lugre (o Luggcr) . Bastimento della marina velica. u,a to come guardiacoste o come corsaro fino al secolo XIX. Era

arrnato con pochi cannoni o carronate; non era più gro~so di un ,omunc brick e poriava tre alberi. Rappresenta una modificazione delle navi dei pirati normanni.

Il forte Luigi, o Vauban, sul Reno

Luigi, Forte costruito sopra un 'isola del Rcuo, e munito di te,ta di ponte sulla riva sr. a \'alle di Strasburgo e a monte di I laguenau nel 1688, per ordine di Luigi IV. Fu in seguito chiamato « f orte di Vauban », dal nome ciel grande ingegnere mii. al quale fu affidata la costru-


L UI

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zio nc. N el 1793 aveva una guarnig io ne agli o rdin i del gen. Du rand, q uando venne ( 17 ottobre) i nve1tito dalla ri,·a H. da 7000 u. di fanteria e 4 sqdr. di cavalleria, comandati dal gen . au;triaco Lancr. Non ri uscendo, per scarsità d i artig lierie, a inrlurre al la resa col fuoco i difen sori, g li Aust riac i apersero una prima parallela il 5 novembre. e contin uarono nei lavor i d i zappa fino ad avvicinarsi tre giorni dopo alla testa di JX>me. Il ,o, ricevuti numi cannoni, iniziarono un bombarda memo intenso dalle due rive del fiume. l,a resistenza d urò fino al 13, ,1u ando la guaJ"n igionc si trovò ;td avere i propr i ptzzi smo ntali dal fuoco nemico, e i vi,•eri q uasi esauriti, tanto che do,·ene arrendersi.

l .11ig i Xlii. Re d i Francia ( 1601-1643) . Ebbe come .<ut, primo m,nistro il Richelieu e portò la Francia a grand,· potenn. Comandò personalmente l'esercito nelle guerre del suo tempo : assedii, e prese La Rochelle, conquistò il Rn, s,glio ne, si batti: in Italia, al JXISSO d i Susa (1 629).

Luigi IX (il Sam o). Re di F rancia (12T5-12io). A,ili in izì del regno entrò in lo trn contro E nrico lii d 'Ing h il terra che battè a Sairues ne l r242; r iuscì a concludere un trattato a Parigi con quel re ( 1259) ottenendo la Normandia, L -\ngiò, il Maine, il Poitou. Ordinò il regno limitando il potere dei signori feudali. Organizzò la settima C1·ocia111 (V.) nel 1248 , e !"ottava nel 1268, durante la quale m Ol'l. Luigi di Spagna. i\ mm iragl io fra ncese del ,cc. X IV. Entrò con tale carica :11 ser\'izio di Filippo V I nel 134 t e prese parte alla guerra per la Successione cl, Bretagna. Come capo della Rotta francese ehbc al suo tianco i Genovesi ch ia mati ria F il ippo ad o rgani'l,7,arla. Si ba uè a Guernesey contro gl i Ing lesi, mn d fe u ivamentc la battaglia fu d iretta da un Grirn:rldi e da un Doria. Luigi I, il Graudr. Re d'Un~heria (1326-1382). D0111,', i Sassoni d i Transilvan ia e sottomise i Croati. Nel 1347 e nel 1349 fece due spcrl izio ni nel regno d i Napoli , per vendicare l:1 morte rii suo fratello Andrea, re di Napoli. :Xd 1358 conquistò la Dalmazia togl1cnclo'3 ai Vcnezian,. Luigi X l . Re d i Fran,ia ( 1.p3-, 483). Lon è, lungamente contro i ,ig\1o ri feuda li, ap poggiati dagli Ing lesi, lb suo rrntello Carlo, d a Carlo il T emerari<,. Contro l:1 ,, Lega dc! Bene Pubblico ,, adoperò le armi (battaglie di Montlhén. di Heau,·ais, di San Quintino) e i trattati (ConRam, Sain.tMau r, Pé,onne, Senlis, l' icquign y, Soleuvrc) riuscendo infi ne ad a ffe rmare l 'autc,rit,ì reale. Col t rattato d i i\ rras .si assicurò la llorgogna ( 1482). Lasciò il regno ingr(ind ito e so1icio; pcrfc7.ionò le istituzioni mii. e iniziò la costruzione di una marin:, da guerra. Sciolse i franchi arcieri • e li sost ituì con gli Svizzeri. L uigi Xli. Re di F rn ncia ( r462-1515) . Panccipcì alla lo tta dei sig nori Cc.,dal i contro Carlo VllI ; nd r➔88 fu fatto prigioniero e tre anni dopo graziato dal re, che SCJ,'l!Ì in l talra. Difese Nm·ar,1 contro Lodo"ico il Moro, ma do\'ettc ceder la a questi. Morto Carlo senza fig li, salì al a-ono come geneno della fig lia d i Luig i X l (1498) . N ipote d i una Visconti, prese il titolo d i d uca d i Milano e "enne in Italia per far ,·alcrc i suoi diritti (1499-1500). lm iò un esercito per conquistare il :'\!apoktano, ma esso fu battuto a Seminara e Cerig nola e assed iato a Gaeta do\'e c:opitolii: L. ,dovette rin unciare a l regno di Napol i. Nel 1507 (1,sed i,', e prese c;,,no,·a . Partccip<', q uind i alla lega d i C<1111bmi (V .), \·insc i Veneziani ad .\ gnaclello~ sU(!Cf."!i~i,·amcntc. entrato m lotta con i suoi alleati, il suo esercito. battuto ., :'\!on , a (,513) abbandona,a l" ltalia. Sul suo territorio, b,muto a Guincg-auc dagli Ing lesi, concluse con essi ( 15 14) la pace <li Lo ndra.

Lui

L uii:i XIII d i Francia

Luigi XIV di F rancia

f.11igi XI V, il G.-a11de. Re cli l'rancia (1638- 1715). Durante la sua minorità, ebbe per primo ministro il Ma1.arino. che continuò l'opera del Richelieu e col trattato d, \Vcstfo lia ( 1648) assicurb alla Francia il predo minio i n Europa. Mon o Mazarino . governò rl irctwrnente, foccando le ult ime resistenze ddla nobiltà e assoggettando completamente la Francia alla monarchia. Il sun ministro Louvois gli or• i,,anizzò uu ma,inifico esercito, fonorc essen7.iak della po tenza d i L., che conq uistò la Fiandra e la Fr.mca Conte,, , n wn tcnendo la p rima col ti·allato d i AtJuisgrana (1668). B:mè l'O landa, riuscendo ad ottenere la l'lilnCa Contea col trattato di Nimcga (176q). Nella guerra della Lcg.1 cl'Augsburg perdette il Lussemburgo, col trattato di Ryswik (1697). l\"ellc guerre per la Successione cl i Sp,1gna riusci ., c.on~crv:irc, fr3 :1 ltcrmn ìvc di ~confitte e di viltol'ic , intano il regno. che lasci<', tuttavia spossato e stremato fi11anziaria , mente, anche per le lunghe lotte intestine d 'indole religiu,a.

Luigi Guglie/1110. Principe di Baden e maresciallo dcl' 1111pcro ( , 655-1707). Fu negl i eserciti del Montccuccoli; dopo b ono rle del T urenne b:1ttè piè, volte i F rancesi. :--Jcl 1683 difese Vienna contro i Turchi contro j quali eomb,mè fino al 1691; nd 1693 e nd 1701 fu a capo dell'esercito imperiale; contro L uigi XIV . Nel 1 i<>3 creò linee di d,fcsa nella Selva N era, o llimo modello di lince campa li . Le ultime sue c'1mpa_qne cont ro i Fnincesi del Vjilar s non fu. rune> fortunate come le precedenti; la storia mii . di questo gl:ncralc com:1: 26 campagne. 25 assedi. e 13 battaglie. J

Luig i G uglielmo del Radcn

Luigi XV di Francia

Luigi Il. Re d'Ungheria e di Boemia. Si battè contro i T urchi, dJi quali fu 5confitto e ucciso nella hamglia di Mohacs ( 1526).

!_uigi X V. Re di F ra ncid ( r illl-1 774) . Partecipi, alla guerra per la Successio ne d i Po lo nia, a q L1cl la per la


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Successione <l · Austria, guidando l 'esercito in Fiandra e in Lorena , e a que lla dei Sette Ann i.

Luigi ,ii Prussia. Principe, generale prussiano ( 1772- r8o6), nipote cli Federico il Grande. Nel li92 seguì l'esercito sul Reno, distinguendosi ali 'assedio di Magonza, dove guad ag nò il grado d i magg . generale, e nd 1791 nel Pal:11inato. 'Id 1So6 ebbe il comando dell'avanguardia dell 'esercito del Principe <l ' l lohenlohe, e pose il campo a !>aalfelcl con l'ordine di evitare il co1n battirnc::mo. Ma il 10 011obre. quando gli si presentò di fronte il nemico in forze molto superiori , no n osservò l'ordi ne ricevuto cd accettÌl baLt,iglia . Il suo piccolo corpo (circa Hooo 11.) fu anni,·ntato cd egli stesso trovò la mo rte com baLtendo.

Luigi Filippo. Re dei Francesi (rn3-1850). Scoppiata la

Luigi Filippo d'Orléans

, ivoluzinnc, seguì il padre Fi lippo " EgaliLé II nelle simpatie per la Repubblica . di cu, cli, enne maresciallo di campo e luogotenente gcn. dcli 'esercito del Nord, partecipando alle ba1ugl ie di Valmy, )cmmapes e Ncerwindcn. Co111pro111t•sso nel tradimento di Dumouriez, '-Ì ri fugiò in .'\merica. :-;cl 1~30 \'enne nomi nato luogot<·n. generale per o pera del T hiers e subito dopo • re elci F, .,n.:csi » . Du(ante

Lu i

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1923 con sede a .\'loclena , ha ➔ coorti : Modena, Vignola, Sassuolo, Pavu llo . oltre ad una ce nturia cic listi, una sezione mitraglia trici, un reparto Difesa A . T., d ue squadre di pronto soccor,o e un gruppo ,portirn. Ha la forza .Ji circa 2000 u. ProHedc ai corsi d1 istruzione prcm ilitorc .

Ordi ne di San Luigi. Ordine cavalleresco, reale e mii., fondato nd 1(>93 da L uigi XI V in Francia per ricom pensare i se rvizi resi da ufficial i di Lerra e di mHe. Croce d' oro a <111attro punte doppie; lcggcu<la ; t< Bd li~~1c virtucis praemium 1> Nastro rosso. Comprt·1ulcva tre classi. Venne anche contemporaneamente istitui ca una dccor·azionc per ~Ot • turTiciali e soldati, consistente Jll un medaglione o,·ale d i smalto rosso, con d ue spade Ordine d i San Luigi per I 'c~crcito e un 'àucura per la marina . L 'ord ine, abolito da lla Rivoluzione francese nel 1793 e ripris11nato nel 1816, fu soppresso nd 1830. 01'rline di Luigi I. Ordine cavalleresco, mi i. e civile, fondato nel 1807 dal granduca <l 'i\ »ia Luigi I. Compren deva cmque classi: la dt.-cor~zionc consisteva in una croce d 'oro, cun nnstro nero .1. margini ro!tsi. CC\SÒ di c~i~tcre dopo la guerra mondiak.

d suo rc:g:110 fu ese-

guita la , pcd,zionc 11d Belgio e completata la couqui,ta dcli 'Algcri ,1. !..a ri l'oluzione elci 1818 lo cacciò dal trono.

Luigi A medeo di Savoia , duca degli /Jhmzzi. Principe, .amm iraglio, senatore, n. :l Madrid nel t8ì 3· F.<Cj!UÌ c,pl()razioni nei man polari ( •!ì<J9·!JOO) e ascensio111 111nastc fa. m osc, rume quel!;, riel monte S. E lia nell'.-\laskn (1897), del Ruvcnzori in Africa (1906), del C::lracorum in India ( 1920). :\Ilo ., coppio della guerra it:1l0turca cm coa1tram 11 ur:1glio : or-

ganizzò pcrfettanw nte i servizi di crociera e dtresse le operazioni, guad.1,i:nandon la con,mcncla <lcll 'O. M. S. <; il gracio di ,·ice ammiraglio. Nel 19 15 assunk 11 comando della flotta italiana nell '.-\d riatico. Dopu b gul'rra , i dedicò a ,·aste opere d i colonizzazione in So malia, dove fondò Vittorio d'Africa. P ul,blicò una « Relazione » del suo ,·iaggio nelle regioni polari per la qua, le ollcnnc la medaglia d'oro dalla Societ:\ Gcogralica Italiana e la laurea di clou ore Luigi Amedeo di Savoia " ad honorem » della R. Uni,·ersità di lloln.~na, oltre :t medaglie d 'oro clcllc ~ocic1:, _lleogratìchc di Londra e di Berlino. Fu anche presidente del Con, iglio Superiore di .\farina. Tra 1·011ohre del 192H <: il febbraio del 1929 il Duca esplorò le ,orgenti del!' Oebi Sccheli, pubblicandone (l932) un 'am!>ia relazinnc .

Luigi Carlo Fnnni. j2' Legione della Milizia V. S. N . Ha per mo tto .. Costante e vigile • · Costituita il 1° marzo

Ordine d i Luigi d'.\ s•ia

Ordine e.li L uigi di Baviera

01'di11,, reah· rii Luigi. Costitui to dal re Lu ig, I in [I:,. vic ra nel 1827 Ìl1 ricompcn~a di ,cr·vizi mi i. o ci\'ili resi allo Stato . Olmprencleva una sol., da,se. Croce d 'oro sormo ntata da corona reale , nastro ro~,o-ru rchino. Cc»ò cl, esistere dopo la guerra mondiale.

Lmgi Cudornu. R. incroc,atore; fa parte ciel gruppo di

Incrociatore, Luigi Cadurn:1

na,· i detto dei • Condottieri »; cl,slocarnento , standard " tonn. 5.089; lunghezza rn . 16~,30, larghcz:1,a m . 15,50; l'clocità 37 mig lia. Apparato motore, della !><>lenza di circa 55.000 ca,·alli : 2 turbine, 2 eliche , 6 caldaie a nafta .


Lu i

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Lu1.,

Armamento: cannoni VJll 152-53, VI a .a. da l/J0•-17 e VI a.a: ùa 37-54; mitragliere VIII a.a. da 13,2 e lii da 6,5; lanciasil uri 2 da 533 binati. S. M. 19, equipaggio 494 u.

Francia di Napoleone I. Compren deva una wla classe. Fu mantenuto in vita anche per le guerre ,uccessivc c cessh di esistere dopo la guerra monclialc.

Luigi St'ttembrini. Sommergibile, varato nel 1930 dal Cantiere Tosi a Taranto; dislocamento tonn. 810; lunghezza m. 64,10, larghezza m. 6,67; apparato motore 3000 cav.11li, vdocid m iglia 17,5; armame11to guerresco I 101 , 2 mit ragliere da 13,2 aa., e 8 lanciasi luri da 450.

Lukas (Carlo 11011). Generale d i fanlcria austriaco, n. nel 186o. Durante la grande guerra combattè nel 1914 111 Galizia a! comando della 19" divis. di fanteria; nel J915 fu comandan te mii. di Praga e nella primavera elci 19l6 ebbe il comando della fortezza di Cracovia. Nel febbraio del 11)17 gli fu dato il comando del XXIV C. <l'A. al fronteitaliano e prese pane alla 10a e a lla 1 2• battaglia clell'!soazo.

Luino. Comune in prov. di Varese sulla sponda oriencale del Lago Maggiore , vicino all a foce della T resa . Sullo ,core io del scc. X V, nei gravi av\'cn,mcnu che accompagnarono la caduta della indipendenza lombarda, !.. fu occu pata per breve tempo dagli Svizzeri . Combt,uimenlo di Luino (15 agosto 1848). Appartiene alla campagna cli Garibaldi contro gli Austriaci in Lombard ia. Dopo la resa di Milano, Garibaldi con g li avanzi llclla legione lombarda sbarcò a L. la sera del 15 ago\lO 1848. Sebbene febbricitanle, dispose personalmcnlc

Lukomski. Generale russo . Al princip io dd la guerra mondiale collaborò efficacemente a!!a mobilitazione dell'esercito russo. Quindi comandò una divis. e poi fu nominato .;apo rl1 Stato Maggiore della 10' annata smro il gcn. Zurikow. Durante il governo provvisorio, L. fu capo di Stato Maggiore cld Comando ,uprcmo presso il gen. Kornilov. Loi e Burgas. Città ddla Turchia, nel di,tr. di Adrianopoli, ,ul Karagac. I. Assedio d; l.iile Burga,- (823). Appartiene alla guerra fra l'im'i>eratòrc bizantino Michele e il gcn. ribelle Tomas. Quest'u!umo, battuto souo le mura di Co,tantinopoli, si rifugiò n L. B. con gli a,anzi del suo esercito e quivi fu assediato dall'imperatore. Dopo cinque mni d'assedio, Tomas iu costre!lo ad arrendersi e venne fallo uccidere da Michele.

Combattimento di Luino (1848) suoi avamposti su!!a st rad:i di Germignaga e sul lato c,pj)OSto dd paese. Av1·ercito che un reparto cli joo AuMriaci ,i a1•vicina1·a sen7a sospeno alrabitato, pose , ubito in agguato 100 u. dietro una siepe ed altri 100 mandò ad occupare una piccola altura che domina la strada cli Varese, la,ciando il rimanente in riserva sulla ri,•a del lago. Appena gli Austriaci furono a buon tiro, furono investiti eia una scarica di fucileria. Riavutisi dalla sorpresa ed indi, idu:ua la posizione da cui veniva il fooco, vollero occupare la colliua per prendere alle ,pal le gli assal itori; parte si impossessa ciel! 'albergo e parte si forma in colonna ~ trecento passi dal paese. Garibaldi a llora li attacca alla baionetta con la sua riserva e riesce a metterli in fuga. Un gruppo che occupava la « Uccc:11.:l'.1a n opponeva resistenza, 1na il maggiore Angelo ed il capitano Vecchi, accorsi con una com pagnia del bgl. pavese, danno l'assalto e, sfondate le porte della locanda, 11c fanno str age. I Garibaldini ebbero quattro morti e Ordine di Luisa olio feriti; gli Au,triaci lasciarono (Prussia) sul campo 25 soldati e 1 ufficiale.

Luisa (Ordine d,). Ordine cavalleresco, creato nel 1814 dal re d, Prussia Federico Guglielmo III , per ricompensare signore o signorine che avevano dato prova di devozione , di umanit:,, di patriottismo d urante le guerre contro la

Il. Ba1111gl10 di Uilc Burgos (970). Appartiene alla guerra mossa dal granduca ru,,o Sviatoslav contro l'impero biza ntino. Dopo di avere conquist:llo facilmente la Bu lgaria, Sviatoslav penetrò nella Tracia e si diresse verso Costan1mopoli .;on un esercito di 30.000 uomini. L'imperatore G iovanni [ g li aveva opposto il generale 13:, rdas Sdero, il quale avcl':t indietreggiato tino a L. 8., dove, raggiunto da rinforzi, acccll1'1 bauag!ia e riuscì a ,alvarc l'impero ,configgendo picnamcmc Sviatos!av, il quale si ritirò in Russia.

lii. Bau,,glia di Lii/e 811rgas (1912). Appartiene alla f)rima guerra lfakanica. Dopo la ritirata eia Kirk K ilissc. i Turchl si erano schierati lungo I,, S!)Onda sr. de! Karagaac, fra lo sbocco di 4ucsto nell'Erghcne e la regione di Bunar J-lissar, occupando un fronte di circa 25 Km., d l<; avevano fortificato con opere campali im!'ro,•visate. Su queste liacc erano .chicrati 6 corpi d'armata, oltre 100.000 u. con circa .300 caunoni, agli ordini di N azim pascià, divisi in due armate, .:ostin1itc in quel momento. Una di esse, comandata eia .\bdullah pascià, comprendeva i corpi d 'armaw IV, I, Il, schierati in quest'ordine dall 'Erghcne a Karngaac; ; ulla sr. indietro, fronte a ll 'Erghcne, era una divis. di cavalleriJ. L'altra armata, destinata a operare nel settore di Bunar H issar, aveva in linea il Ili corpo (Muklar pascià) e verso Viza e Muselim i corpi XVlll e XVII. L'armata nominalmente era al comando di Feriq Hamcli pascià, ma egli non si mosse da Viza e il comando effettivo lo tennenel fronte Muktar pascià. Contro questo ,chieramcnte a,·anzarouo i Bulg-Jri, agli ordini di Ficeff e Savoff. Sulla dr., contro L. B., la I armata, agli ordin i del gcn. Kutinccff, con le d ivis. •" (Toseff), ro" (Bratisti!of) e (iA (Kouc,•); sulla sr., contro le posizioni di Bunar Hissar e Karngaac, la lii arn1arn, agh 0rdi11i del gen. Dimitricff, con le divis. 4• (Bo jadef) e 5" (Pctrof), appoggi3ta all'estrema sr. dalla 3• di, i,. (Sa-


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LUL

LuN

68 1 -

ravof) della Il armata . La d ivis. bulgara corrispondeva quasi, per forza, al corpo d'armata turco. In lutto, i Bulgari disponevano di oltre 1 00.000 u . con circa 200 cannoni . La lotto. si iniziò nel pomeriggio del 28 ottobre, quando avanguardie bulgare, p resso Karagaac, urtarono contro due regg. turchi sulla dr. del fiume e li cacciarono sull 'altra riva. Il 29 Dimitricff cacciava i Turchi <b Bunar Hissar, ma non riu sciva ad oltrepassare il Karagaac, e si lim..itava

a respingere contrattacch i del 111 corpo turco. La stessa ser a, le d iv is . bu lgare 4a e 6:i iniziavano l'attacco, m:1 trovavano

anc. fortificata con cinta murata. in tine ottobre del 1875, un corpo carlista assalì L . , custodita da guarnigione a l..

fonsina, in soccorso della quale accorse un reparto del r° C . d'A., al comando clel gen. Rcina . Il 22 queste truppe riuscirono a sbloccare dalla parte di mezzogiorno il borgo. Verso settentrione, i Carlisti avevano preso posizione sopra le colline dominanti. Tre volte il gcn. condusse all'assalto i suoi, e tre volte furono respinti, tanto clic egli rinunc iò alla lotta e si r idusse a tenere il borgo, dopo cli avere perduto 400 u. nei vani assalti .

vil'a resistenza nelle truppe del I e del li corpo turco .

Lumbroso (Barone Albato). Storico, do uorc in legge,

xvmc.

n. a Torino ne I I 872 t vo)on ~ tario di guerra, addetto mi li~

",' ~

', "" '

''

tare aggiunto ad Atcllc; nel 1918 . Oltre alcune opere sto-

rico- letterarie, a bbiamo d i lui va rie. opere che in teressano la ~luria miiitarc : alcune 3nnatc

b '\,, Ciongra

t-

0 A1use/im

I

( 1900- 19 12) della « Rcvuc Napoléonienne " da lui fondata; « I3i bliografìa dell 'f.poca

Napoleonica ~);

(( C.1ribalcJ i )) ;

Lumbroso Alberto

,, 1'.·apolcone I e l' Inghilterra»; <· :--Japoleone li ,, ; « Gioacchino Mural al Pizzo " ; ,, Il Due~ d'Otranto nel 18r5 " ; « li Processo dell'Ammiraglio Persano »; <i Il Carteggio di Pers:1110 e I.a Battaglia di Lissa » ; ,, Attraverso la Rivoluzione e il Primo fmpero " ; " N'apoleone e la sua Corte ,,; « Profilo d i Napoleone»; « Bibliografia della Guerra ~\llondiale "; « Origini econornichc e djplomatiche della Cuerra i'vlondialc » ; cc Carteggi Imperiali e Rcab) 1870.19.22 )); << Ca<lorna n; u Cin9ue Capi nella tormenta e d opo » ; " Da Adua alla Bain sizza e a Vittorio Veneto >>; n La Campagna del 1859 ,, .

Luminello. Cosi era chiamato quel pezzo rli acciaio, forato longitud inal mente, che ven iva avvitato alla culatta della canna (del le armi da fuoco portatili ad avancarica ed a percussione) sul B attaglia di Lulc Burg'1$ (1912)

11

li giorno 30 entrò in linea la 1• divi, . bulgara, la q uale prese L. B., ma ne venne ricacciata dai Turchi. Rinnovato l'attacco, la città fu presa. Nella notte seguente, le truppe turche del XVII e del XV II I corpo cominciarono ad arri.vare in linea, permettendo a Muktar pascià di fronteggiare la 3• armata bulgara. Ma sulla sr. turca le cose peggio -

rarono

i)

3r ► quando :-1rrivò sul loro fianco la

1 0"

di vis .

Luminello E' ~psula

pnrta , lun'linello ~> che

vi ,porgeva. Sull a parte superiore del L ., clic era fatta a tronco di cono, si adattava la capsula, per cui era

anche chi3m;lto ti ponaclp!>ula ,1. Venne in uso attorno al 1818 e l 'in venzione ne fu attribuita all'inglese Giuseppe

Eggs, e anche al francese Prclat .

bu lgara; e q uando la 4a clivis. , al tcntro, sfoncl/i le linee turche avanzando verso C iongra, e su perando così le <luc

armate avversarie. Abdullah pascià diede l 'ordinc d i ritirata, che si convertì p resto in fuga d isordinata . La destra dei Turch i .-esistette ancora, finc.hè , il 1° novembre, coniparve la 30. divis. bulgara della II armata e attacd, le truppe d i Muktar, già sfinite da ere giorni di lotta, e prive

di viveri. Ogni resistenza fu impossibile. L'artiglieria si sacrificò per arresta.re l'avanzata bu lgara, n1a anche da qucsra parte la ritirata si converti in fuga d isord inata . l Bulgari, sfiniti .a loro volta, non inseguirono che debolmente. La battagli a costò ad essi 1 6 .0 00 u. di perd ita ; ai Turchi 25 .000, e 160 caiuwni in gran pa rte abbandonati durante la ritirata.

Lullino (Hcggimcnto). V. Chiablesc. Lumbiel!". Comune della Spagna , in prov. d i l'amplo11a ,

Luna crescente (Ordine della). Ord ine d i cavalleria, fondalo a Messina nel 1269 da Carlo d'Angiò, per corn n1cn1or~uc Ja sua vit toria su Corradino d i Svevia e per pre,

miarc coloro che lo aiutavano e lo appoggiavano. L "insegna e ra costituita da una mezzaluna d'oro actaccata ad una

coll ana pure d'oro. Luna scema. Disposi1.ione tattica sul campo d i bat taglia, usata dagli e~crciti del scc. XVI e XVII. Era stata praticata prima dalle c0111pagnic di vc1nura .

Lunardi ( Vincenzo). Capitano , n. di Lucca, >n . nel 1806. Fu il primo aeronauta italiano. La prima ascensione aeronautica fu effettuata i l 15-9•1784 a Lond ra ove il L. era acldctto m ii. presso l 'ambasciata del regno di Napoli al la corte d'Inghilterra. Compì poi numerose ascensioni in Scozia, in Spagna cd in ltalia .


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Lund. Città della Svezia sul fiume Héije. Anticamente fu la città più importante della Svezia; in seguito decadde. I. Bauaglia di lw1d ( 14 dicembre 1676). Appartiene alla guerra tra Svezia e Danimarca. li q dicembre 1676 Carlo XI eh Svezia passò la Loder sopra il g hiaccio e offrì battaglia a Cri;tian<J V di Danimarca nei pressi della città di L. Il re danese accettb il combanimento che si manifestb subito sa ngu inoso e accanito da a111bc<l11c le pnrti . I due re co11dus1cro personalmente più volte i loro squadroni al combattimento ; ,1ucllo di Svezia riuscl a di,fare co,nplctarnente l'ala sr. dell'esercito danese, e poi corse in soccorso della propria ala sr. che com inciava a cedere. vi risrnbilì l 'ordine, cd assalì l'ala destra nemica con tale impelO che la vitlOria si delineò chi ara,ncntc i11 suu favore. 11 re di Danimarca fu co<trctto ad abbandonare il campo di battag lia lasciando >lii terreno molti morti e feriti e grande numero di prigionieri in mano agh S\'cclesi . 11 combattirnenlo era d urato dalla pr ima mattina finn al tramonto del sole. Gli S\'edesi di,·ennero con <1ucsta battaglia padro,ii della regione dello Schonen. li. Pace di L1111d (26 settembre 1679). Fu .:nnchiusa ,otto g li auspic i di Luigi XlV, ira Cri,tiano V cl, Danimarca e Carlo V di Sve,.ia; pose termine alla g uerrn dello Schonen fra le due nazioni. Per detta pace il òuca di HolsteinCottorp rientrava in !)ossesso dei suoi territori e ri~cql1israva la sua sovranità; la Danimarca cooscn·ava il ducato di Oldenburgo, e la S\'e~ia riprendeva nme le provincie asscgnatde col trattaw di Westfalia.

Lundy's Lane. >Jomc daw alla battaglia detta più comunemente di Chippatuu (V.). Lune lll (di Coru111iglit1 1·111<·e11:o). Gcner,1lc: dd secolo X IX. Nel 18 r5, fo comandante m ii. dcli:, provincia d"h-rca. :--/cl 1816 pa,.,;, al comando della cinà e del porto de La Spezia e nel , H, 7 fu nuni inato luo~1>tcnen1c del Re a '<lonacn. Lunelli Italo . Medaglia <l 'oro, n. a Tremo nel 1821. Volontariu trentmo, dopo essersi laurento in lettere all'Uni,·ersit/i <li Roma, si arruolò negli alpini. col nume cli guerra " Da Basso R.1ffaelc » . :tnelante di partecipa re all a guerra per la redenzione clclla ma terra. Di\'ellne succcs,ivamente aspirante ufficiak, ,oltot. d i cumplemcnto e te nente, segnalandosi per ardirnc·11to e v:.·ilorc in va rie occa ...

~ioni e

particolarmente nel ...

l'nt dua imprc,a della conqui st.1 del passo della Sen1111clla.

nd l'alto Cadore, per la q ua le nll'ritò la medaglia d"oro. Più tard i, , ul Grappa. fu decor:1to di mcda):ha a·argcnto. Dopo la guerra tu leg ionario fiumano e nella XXVII legisl:11ura fu ektto deputato al Parlamento. La mori,·azione del la 111cdaglia d'oro così si Lunelli Italo t:~pnmc: 11 Escmpi<J del pili fulgido e coscienlc ardimento, lnstan... cabile e ,prezzante cl, ogni pericolo, audJce lino alla rc111<.:riLà, ponendo in non c:i.le le gra\'Ìssimc ron,c:gucnz.e cui si csponc\'a come , olont:lno tre ntino, prodigava l'opc;r;t sua ,ndcfcs<a :d raggiungimento dell'ideale che lo a"e' a , pimo :ul arruolarsi nell'ner.:ito italiano, la libcr:1zione cioè della terra natia dal giogo ,tran icro. !\'clic epiche gior-

LuN

nate per la conquista del P,1sso della Sentinella. riu,ci, ., ad occupare, scalando parer, di roccia e di ghiaccio, un impervio gruppo montano. compiendo un'impresa alpinisticamente nicmorabilc e militarmente indispe nsabile per la conquista dcll'jrnportante località. Nel giorno dell 'attacco, col suo plotone scalava per pri mo e riusciva ad occu pare di ;orpresa una posizione dominante il passr, e le lin~-c di rifnrn,menw del nemico, volgendone in fuga i rincalz i e concorrendo efficacemente alb defìnici,·.i conquista " (Pa-,o c.klla Sentinella, 16 aprile 19 r6).

Lunense. 35• legione dclb Milizia V. S. N ., costituit., a La Spezia nel marzo 1923, su due coorti (La Spezia e Sar1,ana) oltre a una cencuri.a d i 111i traglieri e una squadra di pronto soccorso. Lunetta. Opera addiz ion« le esterna. aperta alla gola. costituita da un saliente e da due fianchi . Le L. a\'anzatc si collocavano al piede dello spalto, sulle capita li dei ba stioni e dei rivellini ed erano spesso cornpr<:se en tro un secondo spalto generale. Esse a,·e\'ano lo .ste,so scopo rb rivellini, sui ~111ali present,tv;ino i seguenti vantaggi: 1°) non lasciavano scoperto il uatto del muro di scarpa del corpo di piazza in corri,pondcnza del loro fosso; 2°) lasciav"no fra esse e la cinta un ampio spaz io protetto per riunin·i le truppe destina1c alle ,ortit,•; 3") la maggi,ire sporgenza as, icurava meglio i fronti adi:,ccnti dall'infilata. li fondo del fo,,o d i queste opere si trovava sul prolungamento del pendio dello ,palto per c"erc ben fiancheggiato dalla cint,1. La figura unna la vedere l,1 posizione delle lu nette av:<nzate e il loro tracciato. l.'i11\'enzione della L. appartiene a Jacopo Lameri , nell'anno ,563. I .1111t:llt1. :>:ome dato a una delle molte forme eh evoluzione t,ncica dc:I regg irncntr, spagnuolo nel secolo XVI.

Lunévill e. Citt:1 eh-Ila F ranci.t, nd d ip. )\.,(currhc-crYlosellc. sulla Ylcunhe. l'ace di l.1111éuill,· (9 febbraio 1~01). Tra Francia da una parte, Austria e Impero dall 'altra. ScgL1c al t r:maco preliminare di Parigi, 28 luglio 18oo. che non fu ratificato. Sono rinnov,tti e confermati alcuni articoli del t rattato di Carnpotoriuido. Il granduca cli Toscana rinunzia :tl granducato e alla parte dell'Elba che da e»a dipend e, col d iritto d'un ri,arcirncnto in Germania. I suoi Stati passano all"infantc cli l'arma. L'Imperatore consente ch e i 11:,csi alla sr. del lknu. i quali facc\'ano parte dell'Impero germanico, re,u1w alla Francia , così clic il w 111ine fra 1'1111pcro e la Rcpubblka francese, giusta c1uan10 fu stabilito nel Congrn,o d i Rastaclr, sia segnato d:,I punto in cu i il Reno l.i"'ia il territorio dvetico ,in do,·e entra nel terri-

torio b~ttavo. f.a Francia rinunzia formalmente :1d ogn i p<w,edimentn sulla dr. del Reno. 1 principi spodestati in tutto o !n paru: av r(mno un 'indcnnitA sc<.:ondo i criteri 51Jbil iti clal Congresso cli Rastadt. Le Potenze contr:ienr, garantiscono l 'ind ipendenza delle repubbliche llat,wa, H,·etica, Cis:ilpina. Ligure, e la facoltà a, c11tad1ni delle ,knc re pubhl iche d i cla r, i la forma d i govc: rnn che credono. La na, igazione dcli' Adige sarà libera. Con q uesta t rnlla to la F rancia oncne\'a la r i\',I ,r, del Reno e il lklgio; Mi!Jno e Mantova passa,·ano ali., repubblica Cisalpina; Veneto, l, tria e Dalmazia all'Austria. E,so fu complet:ltO, per la parte itali:ina, dal tr,ttlato di Firenze del 28 marzo successivo.

Lunghetti (Altss"ndro). Am111iraglio 11. e m. a Siena ( 1!!66-H)31). Emrato in sct\·izio nel 1880, fu collocato a


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L UN

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Due lunette: in alto a destra e a sinistra

riposo nel 1ç;16 col grado di capinno d i , ascello, promosso .:.ontram ,n ir . nel 1930. Prese parte alla carnpag1,a d 'Africa del 1888 ed al la guerra italo-turca del r9 11 - 1 2.

Lunghi (Oddone). Generale, n. nel 1863. Sottot. d i caval leria nel 1885, frequentò poi la scuola ù, guerra, rag g iun gendo il grado d i ten . colonnello. In P. A . 11cl 1914, [u promosso .:olonnel!o nel r9 16 e brig . generale ne l 1918 . Nel 1~)27 ebbe la prorno:%',ione a · generale di divis .

11ella riserva. Fu collaborato re <li riviste m ii. e si occupò . di atgomcnti rjgua rdanti la tecnica dell'arma e l' impiego tali ico e stratcg ièo della cavalleria. Compilò anche nel 1904 un « Regola-

me nto d'Equitaziom.: )) ,

Lunghia (Pictm ). Generale d el scc. XVIII. Percorse

comandante delle compagnie

e riunirono due flotte) raggiungtndo la spiaggia di L. ,

1797 venne norninato governatore della pro~

v,ncia e citti, di h •rca, e verso la fi ne riel 1798 fu col loCJCO :i

riposo.

torno a lla quale sorse poi la città. Essa d ivenne ben presto centro j,nportante lungo la via Aurel ia. Decadde ali 'epoca delle invasioni barba riche, e particolarmente soficrse pet i Vandal i nel V ,ecolo , ~ nd 6~1 e 650 per opera de; Longobard i. Ncll'849 (u .,accheggiara da una in va,io n<: saracena e ndl,850 da una normanna, condona da Hastings. Si disse che in tale circostanza i Normanni crcdc~sero di esse re arrivati a Roma. L'importanza di L. fu penlurn del tutto dopo !',nvasione dei Saraceni in prin cipio del s<:c. Xl; un ve,covado, che vi risicckva d al V secolo, fu allora trasferito a Sarzana. Co111c porlo marittimo (l'ortus Lr1nae) erroneamente è stato indicato il golfo de La Spez ia : L. ebbe invece un suo piccolo porto, _nella foce de lla Magra.

Sardegna divene ndo colonnello nel Iì7G. )Jominato franche dei disertori graziati nel 1780, ebbe il grado d i brigadie re di lantcria nd 17K3 . Comandante la città e prov . di Tortona ne! 1786 e magg . generale nel r789, divennt· ucll"anno seguente governatore ciel Castel lo e comandante la cirri, di Casale. Nel ,792 passò al coma ndo dd la città e prov. di Pinerolo e nel 1;-93 ebbe i l comando dd regg. Sardegna, oth~ntn do poco dopo la promoziu11c a lçne ntc generale. Nel

quel territorio soito i l con,ok Domizio Calvo rn:I 177 a. C ., \'i costruirono una fortczz~, per sorvegliare i Liguri, in•

Aisalto di Luui ( t016). Verso il 10o5 il re Musa d i Barbetia, sbarcato alla foce della Magra, p rese L. e ne fece un centro per le. sue 5cOrn:r ie. Genovesi e Pisani, colle. gatisi per incitamento del papa Benedetto Vlll, ,Hmarono

la carriera nel rcgg. fanteria

L unghi Oddonc

Luni (o L1111a). Ant. citt:i sulla sr. dei fiume Magra, pr~sso la. foce, fondatn forse dagli Etruschi 1 poi conqu istata dai L iguri, infi ne cl;:1i Romani, i qual i, rag-giunro

dove sbarcarono le loro tru!JJJC. Musa si chiuse nella citt?, e si difose strenuamen te~ ma ven ne sopraffatto, sa lvandosi con la iuga. Quasi tutte le sue navi furono rauuratc 1 con

molti prigionieri, dai vi ncitori. Limi. P iroscafo a ruote, varalo uel 1858 a Genova; lunghezza

rn . 29.63,

larg hezza m. 5,')o, d islocan1ento Lon-

nel lare r5r, equipaggio 26 Fu radiato nel 1903 .

uomini, macchina 6o

lIP.

Luni. Rimorchiatore, varato nel 1914; lunghc77,a rn. 37, larghezza m. 7, dislocamcnro tonn. 450. macchine 11P. 925 ,


LUN

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684 -

veloci tà nodi 12; arman1cnto guerresco cannoni 1 da 76, equipaggio 26 u_omini'.

Lunigiana. Regione situata fra la Liguria e la Toscana, comprendente il bacino della Magra e dei suoi affluenti; la Vara a ovest e l 'Aulella a est. Fu abitata dagli .Etruschi e poi dai Liguri, e fo teatro delle guerre che cont.ro questi ult imi combatterono i Romani. Nell 'epoca feudale appartenne ai Ylalaspina. Con lo sviluppo dei Cornuni, l 'unirà della L. si andò scomponendo tra i domini feudali, <livenuti sempre più numerosi. Durame la dominazione francese, gli cx feudi della Val di Magra appar tennero alla Repubblica Cisalpina, poi al Regno ltal_ico, infine vennero tutti annessi eia Napoleone all'impero francese ed inclusi nel dipartim. degli Appennini (Chiavari). Nel luglio del 1796 i Francesi e bbero a sostenere una p iccola g uerra di montagna contro gli insorti dei feudi imperiali della L. sobillati dal Gerola, m inistro d'Austria a Genova.

L,111igùwa. Reggimento di m ilizia toscana , creato dal granduca Francesco II nel 1741, quando si profilava la minaccia di invasione spagnuola. Aveva l 'obbligo di combattere soltanto entro i confini dello Stato; durante la pare, quello d i contribuire a mantenere l'ordine interno. li reggimento fu ordinato assai lentamente, tanto che era pronto soltanto nel 1744. Venne sciolto nel 1750. Luogotenente. Le an tiche compagnie avevano un capitano in prima ; tenente fu soltanto l' ufficiale più anziano della compagnia, detto il suo luogotenente. Viù tardi, il L. fu soltanto l 'u fficiale più anziano della compagnia, dopo il capitano. La qua lifica divenne allora di grado e fu açcorciata in ,, tenente». Ne ll 'ord inamento mii. del 1S4 1 in Piemonte, fra il capitano e il sottotenente eravi un L, in 1" e un L. in 2 3 . In marin;:t, il L. di vascello di 1a classe e quello di 2• classe stavano fra il capitano in 2" di vascello e il sottotenente di vascello. Dopo il 1849, il L.

Lup

In F rancia, il grado ti, L. G. fu dato per la prima volta, per opera del Richelieu, al Turenne e al Guébriam, quanrlo li inviò all 'assedio di Breisach, che era condotto dal duca ùi Weimar ( 1638).

L11ogote11c111e (11n111iraglio. Nella marina velica dei « Ca valieri di S. Stefano» in Toscana, eravi il L dell'ammiraglio, che corrispondeva al L . dei generali dell 'esercito. In Franci:1, vi fu nell a pr ima metà del sec. XVII un grado, che corrispondeva a cjuello di

viccamm.iraglio , ed era il grado di L. generale delle ar-

mare navali. Lupa teli i (Domenico). Patriota, compagno dei fratelli lfandjera nell'impresa delle Calabrie; fucilato con loro nel luglio 18.-14 . Era perugino; prese p,rte alla rivoluz ione del 183r contro il dominio papale; arrestato,

L upatèll i J)omenico

rimase in prigione fino al

1837, poi fu man-

clato in esilio. Partecipò a l tentativo ùei fratelli l3andicra e ne subì la sorte infelice.

Lupi (Dct,•salvo). Condottiero bergamasco del scc. XV, rn. nel 1461. Fu lungamente al servizio dei Veneziani, distinguendosi in molte occasion1, comhattendo ncll 'esercito dd Collconi. Respinse dalla Val Brembana N icolò

non ebbe due class i, rna fu un solo grado, fra il capitano

e il sottotenente. In Francia , fin dal 1444, sotto Carlo VII, fu chiamato L. il secondo ufficiale di tma compagnia. Luogo1eue11tc colonnello. Nei reggimen ti del vecchio tempo, il colonnello non comandava personalmeme il reggjn1enro, comando che era invece esercitaw dal « luogotenente del colonnello ». Quando poi i colonnelli vissero la vita dei reggimenti, il L. C. non ebbe più speciale incarico; fu un grado della gerarchia, definito piè, tardi ,, tenente colonnello ». Nell'esercito italiano, il L . C. compare nel 1656, sotto Vittorio Amedeo !. In Francia, il L. C. comparve come funzione nel 1543, e come grado nel 1767. Luogo1e11e11te generale. Nel passato, il solo comandante in capo delle forze annate di uno Stato, aveva il titolo di g"-.'.ncralc. In guerra , qua ndo 11011 esercitava personalnlcntc il comando, o quando distaccava grosse frazioni dell'esercito, delega--a i suoi poteri ad un suo luogotenente, che pe rciò si definiva « luogotenente del generale ». Al i ' incarico provvisorio si sostituì poi il grado di L. G., che r imase lungamente il secondo nel la gerarchia degli ufficiali generali, impl ican do com ando delle g rand i unità dell'esercito. Nel 1854 la qualifica d ivenne di " tenern e generale ». ~ella Milizia VoJontaria per la Sicurezza >Jazionale, il grado d i L. G. corrisponde a quello di generale di divi. sronc; egli ha wma,Ìdo di zona, ossia di gruppo di Jc. gioni.

Lupi Oetesalvo

Piccinino nel 1437, e contro lo stesso capitano fu alla di• fesa di Brescia negli anni seguenti . In una sort ita dalla cittit, battè il capitano visconteo Furlano a Lodrone e a Maderno (r439). Nel 1446, quando arrivò con le u·uppc veneziane fino alle porte di M.ilano, venne dalla Repul>• blica veneta fatto cavalier<.: . La sua vitet militare fu .tutta S?esa ir, icdele serv izio di Venezia .


Lupi di Moirtmo come Luigi. Generale, Il. ad Acqu i, m . a Torino (18o3-1887). Sottot. d"arr. nel 1822, di,·ennc -colonnello nel 1848 e fu comandante d"art . a Geno,·a, nella qual cari.:.1 rimase anche colla promozione a magg. generale (1859). ·c1 1861 fu collocato a riposo.

Lupi <.Ji Moirnno Luigi

Lus

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LUP

aprin,no il fuoco sin d:ti primi giorni del la g uerra italoaustriaca. 11 29 maggio 1915. anzi. il forte, gravemente dannegi:iato dal nostro tiro, alzò bandiera bianca. Si sa da rnrcc austriaca che il forte · austriaco Belvedere, allora, aprì il fuoco sul Luserna e che il comandante di questo fu sono posto a procedimento penale.

Lupicario. Cnpitano d i ventura del scc. Xli, al scrvi1.io dcll"lnghiltcrra contro la Francia. Con la sua compagnia d i Brabanresi sostenne valorosamen • te gli a~serl, del castello di An• delys e di Chatcau-Gaillard con1ro l 'escn:itn francese duraMe lii conqui,ta rlella Normandia da parte di Filippo Augusto.

Lupicini (A111011io). Ingegnere m ilitare (1530-1598), n. di Firenze. Fu anche geometra, astronomo, e idraulico nei lavori della laguna veneta e sull".<\rno a F'irenzc e a Pisa. Nel 1552 fu ali 'assedio di Montalcino. Nel 1578 fu al servizio di Rodolfo II d"i\ustria e provvide a lle fortificazioni di ,·arie ciuà, come Praga. :sldl'Ungheria si di. stinse in varie occasionì co111e artigliere sotto Giovanni d'Austria , special111cme all':tttacco di Visegrad . Lasciò due opere: • Architettura militare con altri avvertimenti appartenenti alla guerra >) e ,e Discorso militare > •. Lupo (l1Jpus). Istrumento guerresco usato nell'antichità per difcndcre le mura dall'urto degli arieti. Consisteva in una grande tenaglia di ferro dentata, la quale per mezzo di una corda a cui era legata, veniva abbassata sulla testa dcll 'ariete che, se r imaneva ,a ddcmato, tirando la fune era deviato o sollevato in maniera da non potere colpire <:on l'urto le mura. Lupo. Nella marina m ilitare era detta una piccola ve la nera, che scrvi,·a per navigare di notte all"oscuro senza iarsi scorgere dal nemico. Lupo Corrado. Capitan<J di ventura del XIV ; ec. C,rn. -<.lotto in Italia da Luigi <l'Ungheria fu da questi fatte, barone. All'epoca della spedizione contro la regina Giovanna rii Napol i, un itamente agli ,,Itri capitani clell'eser• <ito d i Luigi d C\'JSlÒ la Capita nata e la Terra d i Lavoro, batrendosi più volte contro gli Angioini. Fatto prigioniero :1lrinizio della bauagiia di Melico (5 giugno 1349) fu liberato per la vittoria rlci suoi . Partecipò poscia all'assedio cli A\'crsa che pose fine all:i guerra di Luigi d ' Ungheria nel regno di Napoli.

Luppis, V . Whitehcad. Lusena (Uo11ardo). Generale, r1. a Lirnrno nel 1864. Sotto!. di fanteria nel 1884, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. Nel 1907, in coraggiosa azione, ebbe la mcd. d'argento al va lor militare. Dopo aver partecipato alb _guerra italo-turca, prese parte a Quella contro l' Austri,1. Colonnello nel 1916, comandò il 149° fontcria, meritandosi una seconda mcd. d 'argento sul monte Lemcrlc e la croce da cav. dell'O. M. S. sull"Jsonzo. Nd 1917 passò al CO· manrlo del 12o" fanteria. Brigadiere generale nel 1918. dopo la guerra anelò in P. A. e nel 1926, col grado di generale d i brigata, passò nella riserva . Luserna. Villaggio <ul piccolo altipiano omonimo a nord dcli 'altipiano dei Sette Comuni. Vi sorgeva un moderno forte austriaco. contro il quale le nostre artiglierie

Forte di Lusernn S~n Giovanni (~cc. XVll)

s.,,,

l.u;erna G1oz·a11111 (ani. Lucerna). Comune in pro,·. d i Torino , su lla sr . del l'cll icc. Ebbe parte importante nelle guerre \!altini. Nel medio evo ven ne fortificata con mura. torri e castello: il tutto andò distrullo durame le guerre elci scc. XVI. Carlo Emanude Il vi fece costruire, contro i Valdesi. verso il 1655, una fortezza pentagonale. che fu derta di S. Maria. Quan<lo la ebbero i F rancesi, durante la loro occupn1one di Pinerolo, nel 1630, rimodernarono tale fortezza, che venne <lemolita in base alle condizioni poste dal trattato d i C berasco (1796). L11urnt1 (come Carlo). Generale piemontese del scc. X VI. Studiò dapprima giurisprudenza, cd era d iventato professore a Padova. Abbandonati i libri e presa la spada, era tornato in Piemonte ottenendo comando a Vercelli dal duca Emanuele Filiberto. Nel 1553, quando la ciuà fu sorpresa da i rrnucesi, riuscì ad uscire dalla cittadella e a correre a N'o,·ara. , dove era presidio spagnuolo, cbc intervenne obbligando i Francesi a ritirarsi. Passato come governatore a Cuneo, nel 1557 d iresse la celebre difesa della città cont ro i Francesi. Luscma d',,t,,grog11.1 marche;c Giuseppe. Generale del sec. XVIll, m. nel 1778. Ammesso nel 1726 corneua nel rcgg . P iemonte Reale cavalleria percorse in esso t utti i gradi d i\'encndo colonnello nel 1762. Comandò il rcgg. sino al 1768. nel quale anno, col grado d i brigadiere di cavalleria, passò capitano nelle compagnie archibugieri guardie della porta. Collocato a riposo nel 1771, fu promosso luogotc•) - generale d i cavalleria nel 1778. L11senu1 d' // 11grog11a Alessa11· dro. Generale, m . nel 186ì. Percorse la carriera in artiglieria divenendo colo nnello nel ,8 48. Luserna d'Angrogna At..nd •rcnnc, per primo, il comando sa ro del rcj!g . art. da campagna ed alla battaglia di N ovara ebbe la med. d"argento. Magg. generale nel t853, fu a lun~o ,1iutantc di campo del Re Vittorio Emanuele Il.


L us

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T,·,,. generale n el ,859. neìla g uerra di detto anno ,i merHÒ la wmmenda dcl l'O. M. S. Nel 1866 fu co lloca lo :l

ripo\(}.

Lushai (Sp1·dizio11e nel). L n regione d i L., interposta fra la Birm a n ia e l 'India, fu an nessa a quest'u ltima nel 1832. li GO\'èrno dell' India continuò però a pagare contrihu1,1oni ai c,tpi Lmha, per ottenere una rdati\'a tranquillit.Ì sul con fi ne . T u ttavia necessitò ta lvolta agli l ngksi d i ricorrere a spedizio n i p un itive, come nel 18-10 e nel 18-19 (colonna Lister). I Lushai ancora negli anni 1862, 1868, 18(,9 rinnova rono atti d i ostilità, sicchè il Governo del1' India dovclle organiz1-are u ,rn sp edizione comp rencle11te due colonne di truppe e una colonna di polizia. partenti quelle da Cachar e <Jlll-<ta da Tippcrah. La previst,1 giun 1.ione rlelk colo nne ope ranti no n avven ne, e la ,pedizione finì ,on insuccesso. Pe r frenare nuovi raids dei Lushai il com:1ndante generale dell'armata clelle Indie, Lord Napicr, <"Ostituì dur colonne d i circa 1500 cipai e 2 pc.:zi ciascuna, la prima al coma ndo del gcn. Bourch irr, p a rte nte da C:ichar, la seco nda comandata dal gen. Brownlow, partente da Chittacong. Le opcra?.ioni delle due colonne fu. r<)no notevo li, più che per resistenza del nemico da super:trc combaltc.;1ldo, per minur.ios~1 nrgan iz1.a7.iOrlc lo,gi!'lric~1. n,ercè la quale fu p<mibilc ad c,sc raggiungere gli obbiettivi prop<»tisi . percorrendo rispettivamente Km . 310 e 343 in p.1esc sconosciuto e molto d iflìcilc, .r nhc ndo perdite non molto rilevant i (107 la colonna d i Cachar e -17 la colon na di Chittacong) e riuscendo in $Oli quattro mesi a mettere f,·cno all'o,ti lità dei Lushai .

Lusi (G'i11/io). M ed:1g lia d 'oro, n. ad Ariano di Pugli:1 nd 1899, caduto nel 19 18. Studente di liceo a ~.,poli, non appena gl i fu con sent ito dall'ct:'1 si arruolò volontario nei bcr,:1g licri. Assegnato a l 20 rcgg. di ~t;u1za a Roma, senz~• a,-crne an1to l'autorizzazione ccrc<Ì di ragg iungere 1, rron tc, ma. ,coperto, fu rim~rndato indietro. Dopo a,·er frequentato un corso allievi ufficiali. o ncnuta In no~ 1n i11.1 a sottot. d i complemento. chiese ctl ottenne cli passare nei reparu d'assalto. Durante la ri1ira1,1 dalr lsonzo al Piave, m e n tre m l IV repa rto cercav:1 audacemente di o,tacolare I 'a\'anzata Lusi Giulio al nemico, \'Cniva g raven1cnte feri 10. Fu deco rato d i n1edaglia d'~lrg:cnto . Hc nchè tosse rima~to con un braccio an. chilosato, volle ben presto ritorn3rc alla fronte e negli ultimi g iorni di guerra, duran te la banaglia di Vittorio Ve ne to, cadde da prode, mentre , varcato t:ra i prim i il Piave, si gettava lcouinamentc alla conquista di un capo,,., ldo nemico. Prima cli morire l'eroico giovinetto trovò la forza subl ime d i svçntolare in faccia :ig li Austriaci un piccolo tricolore . Alla memoria di qu~slo m irabile a dolc,cenrc [u conferita la suprema distinzione al valore con qucç;ta n1otivazione: •< Costante , m irabi le esempio d i ,lancio, coraggio e puro a mor patrio, volo ntar io di guerw, benchè inabile alle fatiche per grave ferita riportata in combattimento, volle dare tutto sè stesso alla Patria ritornando alla fronte . Pa~sato il Piave tra i p ri mi, si slanciò alla testa del suo reparto coraggiosamente contro un capo,aldo accanitamente d ifeso. Colpito a poch i passi da mitragliatrici avversarie, bcnchè

Lus

m urcntc, fece sventol.irc il tricolore in faccia al ne,nico , ,, spirò inneggiando alla Patrin ,. [ Grisoler,1 (Ba,," Pia\'cJ ;o onobrc 1918] .

Lusignan (m archese Frcmce!Co GimeptJt·). e;cncrale au miaco (1j53-1832). ]\'cl 1790 ,i distinse presw Rochcfort ,ontro gli Olandesi. Nel 1797 comhattè sul Monte Baldo nel quano tentativo di soccorrere Mantova . e a Rivoli . Dopo la c;aduta d i Ma ntova l. si ritirò ve rso Long arone. dove fu bauuro dal Massena. Nel Ti99 partecipò all'io, asione in Italia e combattè a Novi , dove rì mase ferito e p rigioniero . Nel 1~05 il L. ebbe comando di divi,io,w ; ,rndò a riposo in seguito n ferita riportata presso Hausen nel 1F.09. Lusi gnano. Nome di una famiglia feu dale francese, al la quale appartennero Ugo X. partigiano nel 1213 cli Gio\'anui Senzaterra: nel 1225 ,i unl all'esercito di Lu,. g i VIII per respinge re gli lng lc~i. F11 due v olte con tro Luig i IX (J 227 e ll.J 1) , m a dopo la di,fatta deg li Inglesi a Taillebourg, si \ottomise al re e lo accom pagnò alla Crociata nella quale, appena giunto in Egitto, morl com~ batten do ( r249) . >Jci st'coli precedenti, si erano d isti11ti nelle armi Ugo /fl . c he combatti: nel 1020 contro i 'vl11,11lmani di Spagna; Ugo VI che nel 1101 fu in Palestina (' morl combanen,lo; Ugo VIII ch e venne pr-cso prigio n iero co11 Boerno ndo d 'A n tiochia dal su lrnno N oreddino nel 1164: infine . il fonclatorc del la casa dei L d ' O//rcma,·,•: Guido di L1wg11,mo . re eh Gerusalemme e di Cipro. n1. nel J 194- Fu . in l'ale,1.in a con Ba ldu ino IV. e .111;. ,ua morte divenne re di Gerusalemme (1T86). Alla bat· taglia di T ilx:riade (1 Y8,) fu \into e fatto prigioniero d~ Sabdino, che lo rimi..c in libertà clietro prome~•:• solenne di non comban er<· più co11 t ro i Musu lm an i. 1\ cquist,1ta l'isola di Cipro dal re d 'Inghilteira, vi istituì un p rincipato , nel quale suo fratello Amauri gli succedette col titolo ri i re;. Ugo I di Lmig11<1110, re di Cipro (u95- 1218). Succedette al padre ,\mauri I nel 1205. Sotto il suo regno i Ca\ a• ]ier i ospiralieri stabil irono in Cip ro la loro sede. Prese p a rte a lla croc i.1rn del 12 17 . Ugo I V di Lus1g11a110, re di Cipro (1299- 1359). Fu 111 lega co11 i Venezia ni e col papa nel 1324 e co11tribul nel 13,14 alla presa d i Smirne. l'1t·llv I di Lwig1111110, re di Cipro e di Gerusalemme ( 1.F9· 1369). Prese ai Musulmani Gorigos e Satalia ( J36o-1361 ); ,i portò in Qçcidente sperando cli trovnr soccorsi per la formazione di una crociata: nel 1365 prese Alcssanclria <l'Egitto e fece una spedizione in Siria; nel 1368 fu chiamato :li trono d ·J\ rmcnia e l ,annn sc g lic ntc rin •~se assas~ sinato da una congiura di b:1roni .

Gù1110 di Lmig11,1110, re di Cipro. Nel 1402 tentò invano d i prendere Famagosrn ai Genovesi , che l'aveva no p resa a i L., e nel , 433 volle attaccare Ales.sa n ti ria , m a il sul tano d ' Egi u o lo rigettò fino alla sua isola, lo bauè e lo fece p, igioniero, non rimettendolo in libertà che dietro paga• mento cl i un r iscmto e cli un tributo a nnuale.

Lusitania. Ant. regione della peni.ola iberic:n, corrispondemc presso a poco all'attuale Portogallo. l la dato il nome a rl uc guerre.

I. L111ila11it·a guura. I possedimenti di Roma nelle regioni orientali e meridionali della pcni$0la iberica godevano da (Jualche tempo de ll a p ace e tronguill it:,, g uanclo


Lus

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d'impro·.:v i:::o verso 11 154 a. C. un'o ndat~! di Lusitani . g u idal i Ua un certo Punico, :-ti p recipitò .su di essi c..lalla p(irte de ll'occidente. I pretori delle cfoc provincie, u lteriore e c iteriore, radunarono in (retta te loro forze, ma, colti a lla sprovvista, furo 110 sconfitti. Ai Lusitan i allora _si un irono i Vetton i e ] 'ondata barbarica, cresciuta d i nume ro e~ d i baldanza , a rrivò sino a 1ni11 acciarc Cartagcna capitale de!IJ Spagna romana, per cui il Senato decise d i man dare in Spagna il console l2uinto Fulvio Nobiliore . Prima che questi giungesse sul luogo, i L usitani battevano il p recore Lucin l\·fumrnio, e l' insurrezione si allargava. Il con ~ ~ole Nobi lio rc con 30 .000 soldati affronra i Lu silani presso Nt1manzia m ::t v iene sconfitto, perdendo anc he !a fortezza dove son(1 i suoi p rincipali 1nagazzjni, che si arrende ai ,·ittoriosi Arcvaci. alleati dei L usitani e p rincipa li sostenitori della rivolta. Per buo na sorte il p retore L. Mummio r iporta successi sui Lusitani nella prov incia ulteriore . passa il Tago e libera dal! 'invasione nem ica quasi tul-rn la provinci:1. ,\llora i l Senato a ffida ;i l con sole Marco Claudio Marcello la condotta delle operazion i ; cd egli, n:ca11do clall'lrnlia un forte rincalzo d i truppe. con poche vi gorose operazioni costringe g li Arcvaci a domandare la pace . tvkntre g li a,nbJsciatori rl i c1uest i vanno a l{oma per trattare le cond i-2,ioni di pace, 'vfarcello passa nella provincia ulteriore, do,·c i Lusitan i cd i Vertoni s i so no nuovarnente ribellati, li rjassoggetta e µonc i qu~rtieri a Cordov::i . lnw tanto il Sena.to~ per ev itare d i dover 1nanda rc ogni anno un 'anriarn ed un conso le~ giudica opponuno ùi abbattere og11i focolaio- rii insurrezione, ed ord ina a Marcello d i continuar<; le op<.:r:tziu ni <li guerra . 1vfa il con,~ole, a malg-rado ddl ·on.lim.:, :'i.Otloscrivc a Nun1anzia un fonnale trattato di pace con gli An:vaci. Il nunvo con~ole Lucio Licinio I ,uc:u·uo tl'()V:] così 1a guerra fin ila. llia eg li tu ttavia i11\'a<lc 1 dcvosta e !->poglia il paese dei Van:t.:i; que~ti alla b rutak: :iuvasiuqc- oppongono la devastazione di lutto ciò che può essere pred ato e si rifugiano nel le fo rtezze. Lucullo assed ia la principale di ès,c, l'alencia. ma la tcn:c1ce resistcnz:i degli assediati e la mancanza cli vettoYa~l ic nel p::1csc~ ridotto u n de.serro, lo costringono .:I lcv:1re l' as. scdio . Nella. rit irata che cornpie verso sud. attra,·cr, ,çrndo il IJuero. per andare.: in soi..:~orso del p re to re Scrvio Su lpicio Galba , nel frattempo battuto da i J.u, itani, è fortc rncntc molestato da costoro, che si ritraggono \'(:r~o occiden te, quando le forze rnmanc sono riunite. Lucullo, ri• n 1:-lsto in Spagna co1ne proconsole, fa una cam pagna cru• dcle d i sacchegg i e di stragi contro i Lusit ani , ottenendo un 'apparcn?.a di pac ificazione, che r10n dove,·a esse re che una t regua di ']Ualche anno. Nel 147 a. C., quasi tre a nni dopo i fatti n;;irrari, c irca 1 0 . 000 Lusitani r ipresero a molestare la prov incia u lte riorcJ dove era pretore Caio Pe• t ilio , d a l quale , dopo va ri scontri, furono accerchiati e costrctri a eh iedere la pace . Mentre si t ranav,:t fra !e d ue. pani, in mezzo ni Lusitani si leva Viri~ltù, che, aperta ard itamente h via a llo scampo dei compagni acce rchiati , teso un agguato ai pretore che li insegue, lo ba tte, lo uccide e ne d isperde le trnppe. Il pretore della provincia cile rio rc manda un rincalzo d i 5000 u · 1 ma V iriato li sorprende per v ia , li accerchia e li sbaraglia , facen done strage , e ponendo la sua sede a Toledo, di dove inizia un'au dace guerriglia contro le provincie: roi-nanc. L'anno seguente ( 146 a. C.), va j n Spagna con1c pretore Caio Plauzia con 10.000 fanti e 1300 cavalieri; su lla sr. del Tago, Viriato scoJ1fìgge la sua avanguardia e, passato il .fi.urne, si acc.a mpa . Il pretore lo assale, ma r iporta u na così grave sconfitta ch e deve fuggire in gra n disord ine e chiu. dcrsi n ei luoghi forti. Non pago d i questa vittoria, Vi riaro

Lu s

~i volge co ntro i) pretore della provincia citeriore, C ],1udio G11 irnano, e lo batte ripctutarncnte. Ron, a allora decide di 111a11darc in Spagna un 'intera arn1ata consobre . condotta cfa Quinto Fabio Massimo Emiliano , compost,1 di due legion i d i giovani coscritti. G iunto a Orso (Ossc•na), Emi liano è subito accosrato da Viriato, çh c nei p rimi scontri r iesce vinnrioso, per cui i l console decide di stare nel suo cam po, sc hivand o ogni grande battaglia , cd eserc itando Je proprie tr uppe inesperte . agg uerrendole con scorrerie e con azioni minute . Con le trup pe alquanto rn ìglionue , ne! 145 Emiliano i 11traprende una vigorosa ma prudente campagna contro V ir iato . riporta qualche buon ~uccesso, ,na b ri bellione degli Arevaci, che trattiene nella p ropria provinci~,1 !->clle11 trionalc il nuovo console Quinto Cecilio Jvfctcllo, inane.lato con notevoli fo rze a rincalzo d i Em i.. liana, g li impedisce di riportare dec isivo successo. ll pre• to re Qu inzio, succeduto .a Emi liano, è: battuto piè, volcc eia Viriaro che invade e raglieggi,1 q u asi tutta la provincia ronian~l u lterio re . Nel 142 a rriva in Spagna il console Quinzio Fabio \-fossimo Scrviliano, fratello adottivo di Emiliano , .:on d ue nuove legioni e 10 e lefanti. T en e~ dì penetrare in Lusitania, rna è vinco e ~osi-rcno a tornare in~ d ietro . Kc l 141 Servi liano ripreJ1de le operazioni con molta energia ma ricc,-c una tale sconfitta che deve subire ] 'umiliazione dì ch ie dere la pace e d i accettare le condizioni imposte da l vincitore., ratificate poi dal Senato : ind ipendrnza della Lusitan ia e riconoscimento d i Viriato per re dei Lu sita ni . Nel 1 40. Quinto Servilio Cepi(111e, , uccecluto a l fratello Se.n·il iano, rompe la convenzione s tipulata l'anno precedente e penerra in Lusitania, cercando invano d i co'itri ngcre a l combauiwento V iria to , ch e abil mcn rc lo schiva; ma poi. assalito anche dalle truppe di Popi lio Lena e abbandnnarn da molti, Viriato è: costre tto a chiedere la pace. Non \'olcndn accettare la con dizione del disa rmo , torna a cmnbattcre~ ma è assassinato nel son.no da. tre suoi luogotenent i corrotti dall 'oro dei Romani . I Lusitani al lora si el~ggon<> a nuovo capo Tcutamo, il quale d isegna l'cnH.:ra r ic:imen te d i fare una corsa fi no 3.l Med iterraneo per togliere SagwllO a i Rom~ni. n console Dcci1no G iunio Bruto, successo a Ccpio ne, sventa il di.segno e finisce d i rloma,·e i Lusitani, porta11do, per primo, le legioni fino su lle coste clell',A.tlant ico ; poi continua ad assoggettare alI 'impero d i Roma terre e genti ddh1 costiera occidentale della penisola . :--Jel ,36 Giunio Bruto arriva nel paese dei G allaeci e vi impone il riconoscim e nto della sovrani(~ d i Roma . Così la penisola Iberica è tu tra nel d ominio o ne lla t lientcb rli R oma, tranne la costiera sette n trionale.

li. Lwitanica guerra comro Serto,·10 (82-i3 a. C.). Quando Silla 3ppressavasi vincitore a Roma, Settario, prevedendo la rovi n a ri i sua pa rte, andò come p ropreto re al governo di Spagna, e do po varie vicende, osteggiato da Silla, si unì ai Lu sitani che lo fecero loro capo. Riunito un esercito d i :?600 Romani suoi seguaci, 700 Mauri e 4oqo fanti e 700 ca valieri Lusitani, tenne fronte, col suo questore Lucio lrtulcio, a quattro d uci romaui forti d i 128 . 000 uomini. Vinse Cotta in banaglia navale, battè il pretore Lucio Fufidio su l Guadalquiv ir, uccidendogli 2000 soldati, intanto che lrtu leio sconfiggeva e u ccideva Lucio Domizio Cn obarbo proconsole della provincia del l'Ebro e mette,>a in fuga il proconsole del la G a llia Transalpi na, venuto in soccorso con ere legioni e 15 00 cava lli ~ costringend olo a ripassare i Pirenei . Anche Metello Pio, inviato da Silla nella Spagna u lteriore, rimase sconfitto e fu costretto a bsciare la Lusitan ia. li vecch io Metello , uso alle battaglie orò inate, si lrovava a d is:Jgio ccintro la guerriglia adottata


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da lle truppe di Serrorio e chiedeva insistenremcruc rinforzi. Allora Pompeo fu mandato in Spagna con un esercito di 30 .000 fanti e 1000 cavall i, e Scrtorio, per impedire la congiunzione delle forze d i Pompeo e d i Metello, ord ioò a Marco Perpern>t <li porsi con le sue 53 coorti mariane coo<lottc d' Italia contro Pompeo dalle parti dell'Ebro e a L ucio lrtulcio di tener fronte a Metello nella Spagna ulterio re, pronto egli ad accorrere ovunque bisogni. La città di Laurone a sud di Valenza, si è data al nem ico e Senario vi pone l'assedio. Pompeo accorso in aiuto degli assedianti~ rimane .assediato egli stesso, perde una legione e deve assistere inoperoso alla espugnazione cd all'incendio della città. Scrtorio da ogni battaglia esce vittorioso o pari al nemico, ma i suoi ufficiali sono battuti più volte c Irtuleio a Segovia è vinto cd ucciso. Pompeo attacca sul fiume Sucronc (Xucar) l'esercito di Scrtorio, e, dopo fiero combattimento, rimane nuovamente sconfitto, ferito e messo in grave pericolo. Ma, sopraggiunto Metello, Sertorio vede di 11011 poter far fronte a tutti e due e si ritira, facendo disperdere le sue bande spagnuole coll'intesa di riunirsi a tempo determinato. Giunto il momento opportuno, riunisce le bande e con nuovo esercito torna i rl campo e stringe ed affama i nemici . Dopo lunga battaglia nel piano del Turia (Guadalquivir) presso Sagunto, Scrtorio sconfigge Pompeo, ma Metello, sebbene ferito, resp inge vit,oriosamentc le truppe di Perperna e di Caio Eremia, prende Valenza e la d istrugge. Dopo qualche tempo Sertorio venne assed iato in C lunia sul Douro (Vecch ia Castiglia), d'onde esce recando non pochi danni ai nemici; poi caccia Pompeo da!!'assedio di Pallanzia e intorno a Calagurri (Calahorra) batte lui e Metello e uccide loro 3000 soldari. Le guerriglie durarono ancora diversi ann i, e jl paese tra i Pirenei e !"Ebro, ove da ultimo s'era ridotta tutta la guerra, fu da ogni parte -devastato e ridotto all'estrema miseria. Soffrivano tutti e le legioni romane per non morire di fame erano costrette a svernare nella Gallia Narbonesc. Ma Roma inviò n uovi soccorsi, mentre nell'esercito di Sertorio rnminciò a. serpeggia re il malcontento, di cui era anima Pcrperna; i soldati d ivennero turbolenti e corrotti; le cittii si so llevarono da più parti a tumulto. Durante un convito per celebrare una vittoria a cui era stato invitato Scrtorio, questi, ad un cenno di Perperna, fu assalito ed ucc iso. Pcrpcrna allora prese il comando, e, servendosi degli apparecchiamenti g ià fatti da Scrtorio, si volse contro Pompeo. Ma ne fu sconfitto, fatto prigioniero e messo a morte insieme ai suoi complici. Presto quasi tutta la Spagna tornò in potere d i Roma e Pompeo r ientrò in Italia.

Lussazioni. Consistono in uno spostamento permanente delle estremità ossee costituenti un 'articolazione. Esse possono essere complete od incomplete (sublussazioni). In rapporto alla patogenesi vengono classificate in congenite, dovu te a nnlformazioni articolari, in patologiche o spontanee, consecutive ad artroflogos i, ed in traumatiche, le quali ultime _h anno la massima importanza nell 'ambieotc militare, essendo tutt'altro che rare, specie ne.Ile armi a cavallo. L 'a rticolazione più frequentemente colpita è quella della spalla, la quale generalmente, nella caduta, è la prima ad urtare contro il suolo. La violenza traumatica può agire sia direttamente (L. di spalla per caduta sul moncone d i essa), sia indirettamente (L. d i spalla per caduta sul gomito); meno frequentemente i capi articolari possono spostarsi per eccessiva contrazione muscolare (L . di spalla per esagerato mov imento di elevazione del braccio) . Nella evoluzione clinica d i _una L. articolare, _quando non esistano g ravi lesion i complicanti e la riduzione di essa sia stata

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completa, si ha d i solito la perfe tta resti1111io ad ù11egn11>1 8!latomica e funzionale dell 'articolazione lesa; in quelle non.. ridotte, ù1vccc, l'evoluzione cu lmina in quell'entità morbosa che va sotto il norne di ,, L. inv<'terata » . Ca cura i:nnsi.stc nella riduzione dcJ capo articolare lussJt:O, grazie ad opportune manov re colle quali si fa percorrere nuo va111cnte ad csso ma in .senso inverso , la. via seguita durante I "infortu nio . 1

Pal punto di vista medico-legale devono _ritenersi causa d"inabilità assoluta al servizio militare, ;, norma dell'art. 23 dcli 'Elenco A, " le L . permanenti o mal ridotte delle arti colazioni principali; quelle manifcstamc;ne abituali quando siano a carico di nrticolazioni importanti per la loro fun . zionc ». Il perito terrà presente che l 'importanza del disturbo funzionale articolare deve essere considerata in relazione alle esigenze della vita militare (maneg gio delle armi, marcir , ecc.). La L. permanente di un pol lice o di un alluce è compatibile col servizio mii. sedentario (;1rt. 13 dell'flenco B). La L. non riducibile di una delle grand i articolazioni, che menomi notevolmente la funzione dcl i ·ano, ~ ascrivibile alla quin ta categoria di pensione, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, quando trartisi di lesione riconosciuta dipendente da cause di sen1 izio.

Lussemburgo (Granducato del). Stato indipenrlente. tra !a Francia, la Germania e il Belgio; superficie Krnq. 2585. abitanti 300 .000 . Fu antica1nente contea, più o meno indipendente, e volta a volta soggetta all'Impero o alla Francia. fo base alle deliberazioni del Congresso di Vienna (1815) fece parte della Confederaz ione germanica, sottoposte• con unione personale al re d 'Olanda, granduca di L. E all:t Prussia fo consentito di te11cre guarnigione nella fortezza della capitale . Nel 1831 , dopo la separazione del Belgio dall'Olanda, quest' ultima cedette al Belgio la parte vallona del L. Sc io ltasi la Confederazione germanica (1866) la Francia fece pratiche col re d'Olanda per ottenere la cessione del gran<lucato, La Prussia si oppose, ma l'urto venne a ppianato nel Congresso di Londra del 1867, Allora il l, . venne lasciato unito all'Olanda, ma la Prussia ritirò la guarn igiorH:, mentre veniva proclamata la neutralità del granducato. Nel 1890 avvenne la separazione del L. dal1'0landa, e il granducato ebbe propri sovrani ;lppartenenti alla casa olandese di Nassau. Scoppiata la guerra mond iale, la sua neutra lità fu violata dalla Germania, e abolita nel trattato di Versailles (1919), il quale contemplava l' uscita del L. da lla lega doganale tedesca.

Esercito del Lussemb,;rgo. Il L . ha un:i piccola [orza armata, composta da 1 cp. di gendarmi e eia I cp . di volontari; la prima ha la forza d i 20 ufficiali e 170 u. d i truppa all'incirca, la seconda di 6 ufficiali e 170 u. di truppa . Lt!ssemburgo . Città capitale del granducato omonimo, sul fiume Alzette. Venne fortificata con buona cinta bastionata nel sec. XVI, pe1 opera dcli ;ing. mii. italiano :t-.farco da Verona, Le sue fortificazioni furono demolite in base alle d isposizioni del t rattato di Londra (1867) che proclamava la neutralità del granducato. I, Assedio di Lussemburgo (1543). Fu posto dagli lmperiali durante le lotte fra Carlo V e Francesco l agli ordini <li Guglielmo d i Frestemberg, j] quale disponeva di 1 0.000 u . Alla d ifesa della piazza accorse, in sieme col principe di Melfi , il capitano ita liano Piero Strozzi , con le. compagnie di archibugieri con le quali poco prirn1 aveva difeso felicemente Landrccics. Il Fre-


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t\sscdio di Lussemburgo (1684)

stcmbc rg non riuscì a prendere la piazza d'ass:-1ltn 1 e dopo

pochi giorni di vani tentativi abbandonò l assc<lio. 1

Il. Assedio di Lussemburgo (1684). Appartiene ;,ila campagna francese in Olanda, contro g li lspano-Olandcsi. li rnarcsc. di Cré9ui riuscì ad investire di sorpresa la piazza, il 28 a11rile, con 35 bgl. di fanteria e 41 sqdr. cli caval leria, vltre a 45 cannoni d 'assed io e 15 mortai . l i concentramento era stato opcratv con provenienze da diversi punti. Il giorno seguente si pose mano alle opere di circonval]nione, e frattanto arrivarono nuove truppe, parte delle quali furono dislocate in modo da proteggere l'assedio wmro tentativi d'aiuto dall'esterno. La piazza, <lifcsa dal principe di Ch imay, era ben approvvigionata. La tri ncea, ,otto la direzione del Vauban, fu aperta ]'8 maggio, sotto il fuoco vivo degli assediati, i quali eseguirono anche frcquemi sortite. li Vauban fece iniziare il bombardamento de lle opere nemiche il 10; il duello delle artiglierie si svolse intenso dalle due parti, causando danni gravi alle opere della piazza. Il 27 due grosse mine fatte brillare dal Vauban fecero breccia, e fo dato l'assalto: gli assedianti. malwado la i-esistenza trovata, riuscirono a stabilirsi sulla breccia. Nuovi assalti e nuove mine portarono avanti gli lS$alicori in vari punti: due bastioni erano in rO\li.na quasi completa. li p rincipe di Chimay capitolava il 4, ottenendo gli onori di g uerra, e libero di ritirarsi còn b guarnigione> ridotta a 1300 fanti e 500 cavalli.

Lwsemburgo (Francesco Enrico di ,Wontmorency, duca di). Maresciallo di I'rancia (1629-1695). Fu contemporaneo del T ll rcnne e del Condé; di quest'ultimo fu aiutante di campo; c!ivcnoe maresciallo di campo nella battaglia di Lens (1648) e fece tutte le campagne della sua epoca, acquistandovi buo na rinomanza, combattendo quasi sempre a fianco del C-Ondé. ~el 1672 ebbe il comando. dell'esercito e combattè m Fiandra contro il principe d'O;· range: raggiunse il grad~ ._dA· 1J1~ rcsciatlo di Francia rre ànni

dopo . Ebbe ancora comando in capo nella guerra della lega di Augsburg, e fu vittorioso a Fleurus, a Le uze, a Steinp kerque, a N eerwinde n (1690 a

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Alla stessa fatn.iglia àppartenncro C(lr/o di A1o12tmorcncy, duca rii L., 111aresciallo d i Fran~'Ìa (1702-1764) e Cristiano di Tingry L .. marescial lo di Francia (1675-1746) tiglio di Francesco.

L ussemburgo Francesco

Lussin. Isola del Quarnaro, sepa rata da quel la di Cherso da un lungo e angusto canale navigabile sul quale in tempi recenti è stato gettato un ponte che congiunge le due isole. Al tempo di Roma L. appartenne alla Liburuia, che faceva parte della provincia proco'nsolare dell'Illiria. 44


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Cacluw l 'impcro romano d 'otcidcnte, le i\nlc appr1n<.~11ncro

ai J o minio d i Odoacre, poi a q>:ello dei Goti e passarono quindi ai l:!izantini. Verso la 111età de l sec . VII, sotto l'i mperatore Eraclio, i Serbi ed i Croati si stabilirono sulle coste orien tali dcll 'Ad riatico, e divennero ben presw il (la. gd lo delle popolazioni costiere, le yuali, visto inutile ogni

,, Sicua.:l".l.a dei con lin i, rnarcia e comhauirucuto in 111011tagna nd 1866 n; \( L'attività deJla cavalleria nella gucrr...1 futqr.a \) ; 11 Sulla oècupazionc t'. pacificazione dei paesi di 1no11tagna j nsort i n; 1t La guerra di montagna » ; 1< 1 c,;()m. lx1ttimcn1i nel Trent ino da l 1701 al 1866 » ; "L'impiego d cll'an iglicria nella guerra di campagna e d i montagn,1

ricorso agli imperatori bizantini troppo lontani, si rivol-

da: p!1tHo d i , •iiita dei comandanti d i truppe >> .

sero per p rotezione a Venezia . Nel 998, Piet ro Orscolo Il, battuti i pirati sbarcava ad ()sscrn ed otteneva dag li abitanti il g iuranwnto d i fede ltà . Nd rn8r l'im peratore Alessio cedeva a Venezia quel potere sulle isole e nella lJalmazia e.be realmente da molto tem # po non teneva piè1. L., fotta ct.:ccziunc per brevissimi periodi d i soggezione ali 'Ungheria durante il 1nedio evo, appancnn~ a Venezia fino alla pace d i Cam poformio (1797); dal •ì97 al 1805 subì la prima duminazionc austriaca; dal 1805

al 1809 fece parte del ReTorrìonc di Lussin gno d'Italia e dal ·1809 al 1813 d i quel lo del le p r<w in . cie illiriche . Nel , 813 Lu rioccupata da ll" A11,1ria e nel Congresso d i Vù.:nna assegnata ad essa insieme e.on I ·rstria

In Dalmazia. Per difendersi dalle continue scorrerie dei Serbi e dei Croati e poi da quelle pi,, terribili degli Uscocc hi, gli abitanti d i L. che vivevano i n uno stato .:li q11asi continua g uerra, eressero òellc fortificazioni che ancora conservate in g ran parte attestano della gravità dei pericol i d i quei tempi. Ma le lotte con gli Uscocchi se ,fa una parte erano state causa d i d anni e d i lutti infiniti, furono a!rresì pcr i Lussini un •eccelleutc scuola di vìt~ marinara e l.us~ingrandc diede i nata li a n1olti e distinti ( omandanti di navi da guerra della Screnissirna. 1l 4 no ... e

1

vcmbrc r9 18 la R. nave Orsini prendeva possesso in nome.

,!d l'Italia dell 'isola di L. che aveva saputo conservare intatta la sua italfanità malgrado i tentativi contrari dell 'Austr ia nei cento anni della sua dominazione . Il porto di Lussinpiccolo è il migliore di tutto il Quarnaro.

Lussin . Nave da tras porto, varata nd J 912 d ai cant ieri cl i Rostoch; dislocamento

<i slan .

dard » tonn. 4.050; lunga metri 51,57, larga m. 12,56; con un apparato rnotore di r200 ca~

,·a l li, velocità 9 m igl ia . i\rma1nento guerresco : 4 can noni da r20/45 e 4 cannoni ;rn. da 70/ 40. Personale d'armarnen. to : 4 ufficiali e 64 uom ini di equi1»ggio.

Lutgendorf (barone Ca,·imiro von). Generale di fan. teria austriaco e scrittore m il., n, nel 1843. P rese parte alla guerra mnnd ia. lc: combattendo sui fronti serbo, russo e italiano. I suoi scritti principali sono: « Circa ii modo di irnpa,·t ire gli ordini in campagna presso un d istacca• mento»; « Conferen ze prat iche sulle operazioni delle brigate Moring e Baue r alla battaglia cl i Custoza del 1866 " ; « Raccolta d i terni per lo studio della Tattica a pplicata »; Liitgendorf Cosimiro

Lutsk (u l/lck, o Luzf(). Città della Polonia, r\clla Vo!!nia, :mllo Styr . gili fortificata. Ea11agl1a di J,1,tsk (.1· 7 g illgno 1yr6J. 1\ p partic11c .ili" Cfuerra ~fondl:1 k , fronte orientai~, e fa parte, anzi ne

1..:::0-

srit uiscc l'ano pi,, ~ onaute, dell'offensiva sferrar,, dal gruppo di--;;;-ma~c n1~sc de l ""genera le Brussit2v nel giugno

HJf6 nèlb Gal izia orientale é nella BuLov ina : questa nffensiva era stata gi;;ì decisa nel µiano generale de lle opcrai'. ioni de! fronte orientale tino tfall 'inverno, n1a \'c.:nncantic,;ipata di .:.1k:u 11 i giorni per al1eggeri rc la pressio ne degl i .~ustro-Unghercsi contro le forze ita liane degli J\ltipia11 i. t\d ognu na <lcHc sue armate Hrus!\ilov aveva a.\ ~cg 11ato LIII obbicnivo proprio; così alla 8• (destra) quale primo obbiettivo L.-Vladimir-Volinsk; alle due armate centrali " ' ~

7'\ Lcopoli; alla 9" (sinisu·a) Czernovitz e SrnnìsJau. A fronteggiare l'attacco di Brussilov era il gruppo di ar-

mate del generale Bochm-Ermolli, che ave\'a di

fronte

alta ga. ~-trinata fa ,,ir1. ~nnata aus triaca con alfo sua dr . la 2a. ed a sr. i l gnippo tedesco dcJ gcnerak Linsingcn . . \ Sarn) ç'era un corp:l russo di cavalleria ind ipenden te , che a,'c \·;J

o rd ine d i approfittare della rottura del fronte nemico pe r procedere per Kovel a protez ione del fianco d estro e p<:r operar..: sulle retrovit: Jcgli Austriaci in riti ram verso Leopoli, Si d irà soltanto dcli 'azio ne offensiva dell '8• armata (ljllat · t ro corpi d'armata) e p iù particolarmente delr Vlll corpo . che e ra all<t destra e procedeva direttamente su L l.t: grandi unità austro~ungarjd1e er<lno s tate spolpate <lei ,ni-

gli,,ri dementi in fatto di truppe e d i a rtig lic:ric p<:r farl i concorrere nlh 1\ Strafe expedition >1 contro I'Ita li~, 1'-lulto si facev:-l affidamento per resistere aJI cventuale offcnsiYa russa, nella robustezz a della siste mazione difensiva cui si era proceduto con particolare diligenza . Così sulla direttrice Rovno-L. si avevano due zone difensive : la p rima ad una ventina d i chilometri dalla città e l' altra ad doss<1ta allo Styr d i cui copriva i ponti . Specialmente la p rima era s istemata con tutti gli accorgimenti dell'3rte;; : trincee profonde, 111unjlc cli nurncrosi e bene prorelti ricoveri e d i solidi nidi di mitragliatrici, d i camminamenti, d i loca lit21 coperte per le riserve, d i osservatori, cct.:.; sul d inn anzi larghe striscic di reticolati. I ricoveri d i seconda linea, situati a circa mezzo ch ilometro dalla prima, contenevano laboratori, refettori, mense uffic iali e financo b;igni e cinematografi ed il terreno all'into rno era staro coltivato ad orto. Le teste d i linea delle numerose Dernuville erann state spinte molto innanzi per facilitare il servizio delle ba tterie pesami . La ha ttaglia d i L nella sua p rima fase eblx: spiccato 1

carattere di attacco frontale dj posizion! s isternatc a difesa; nel secondo perjodo, sehbc.:nc ancora si Uovcssero su-

p erare, da parte dei R ussi, g li ostacoli materiali di posizioni s istemate a difesa_. tuttavia acquistò ~arattcre di attacco in campo aperto, e ciò perchè gli Austriaci non erano più in grado di opporre resitsen,.c o rd inate su lince pre d isposte . Alle 3 riel 4 giugno veniva iniziato il bombar• damcnto delle posizioni aust,iachc e, comrariamemc alle consuetudin i russe d i muovere all';ittacco com Jc fanterie dopo poche ore d i preparazione di fuoco d'artiglieria, qucst!, durò invece per 48 ore : poche le artigl ierie pesanti,


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Per Kiev

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rl?OIVTE OEI OUé é5éRC!TI Al l'RINCI· -PIO /JELL/1 BATTACUA . ~- - - OBBIETTI VI RUSSI

lllill

L::J

AUSTRIACI

RUSSI

UBNO

--G11'Ann. Uattaglia di 1. ursk (1916)

n1a il ;{) d~ ca tnpagna , impicgaw :et 1n ~1~:<.d . produ~:,c buoni l'isu\1:1ri anche contro i reticolati e le trin-ccc. Grande il nen o :-.ismo nelk: linee austriache, che :,,j attcndt:va110 :-:c mpr<· d a un momeu lo al l'altro l'assalrn delle tanterie an·crsaric

e che~ frattanto, erano cspost·e a gra\'l penlitc. Il 5, Be H,-45., le fanterie russe n1os!l.cro a 11'as~alco l ' rncmrc i 76 continuavano i tiri sulle trincee, i pezzi pesa nti con

;i

liri a g~s ::isfissiant i, neutralizzavano il tiro delle ::u~tig licric nem jc hc, che

be n presto abbandona vano k

loro

posizioni di p rima linea per andarsi a ,rabilirc sulla second a . A l le 9 precise nmi i 76 passav:mo a l uro e.I, shorraulenco al d i là delle trincee, d i cui k fan terie si impossessavano

quasi se nza combattere. Per le

prigionieri~

incbcliti e quasi

folli,

11

masse d i

veniv:-1 no sg0mbrati.

Ne l pome riggio si e bbe una seconda fase della battaglia per la rienrr.::ita in azione del l'artiglieria austriaca e <pic-sta, col concorso ;::i:l tresì d 'un furioso temporale, concorse a

produrre una ~osta ud I'atracco. Da pane trd l:om:1ndo russo, d ttr~nte la no tte su l 6. luttc le d isposizioni t~r:"t1H i !>tate ('rn ::r natc per un nuovo e pili poderoso attacco contro !e po.siz.ion i d i 2" linea austriaca: ma non ce ne fu b isognn1 perchè già 11c lla 110tlc il difensore si era posto in ritirala in g rande d isord ine : i l fronte rlell '~vversario c:r~ rotto su una d istesa d i 'ì Km . cd il momento opportuno per l'impiego d ella cavalieri~ cr~ giunro. Ma le masse d i quest ' an na, a vv iale \'Cr'Sn Kovcl ~ t rovarono va lid3 barriera da p,mc d e i Tedesch i, che saldamente occup a vano quella reg ione : inoltre la L2'~ d iv is. d ì cavallel'ia cr-a stata tenuta a due g iornate dal tronk ; quin d i solamrntc il i mattino fu in g rado d ' oltrepassarlo per lanc iarsi all'inseguimento . Frnllan rn sullo S t)'r e sulle forti posizioni intorno a L ., sistemate a d ifesa (3a li11ca) i reparti meno scossi del difensore erano stat i fermati per o pporre una seconda difesa. Dopo un g iorno di sosta sulle conquistale posizion i. le fanterie del 1'8• armala il 7 ripresero l'avanzata ptr impossessa rs i d i L e dei passi del lo S tyr. di cu i la 12" D . C.

non era riu scita .tcl impadronir~i . La !,Ìt 11azion c rich iedeva cht: non si fJCrdcsse te m po, e, sebbene ancora insuA1cie nte

la prrpara:t,ÌfH1e d 'a rtigl ieria, per le 15 venne sferralo d::1 pane:: dei Ru ssi l 'Mtacco . Per due ,,o]te le fanterie si gcti,trono !Ìn .:tolto i. n.:(icolat i ch e trovarono ancora quasi int:1tti. tanto d ie dov<:ttcro ::,Ostan.:: ,oprc11do~i all..1 rne~lio da l t iro delle rnitragliatril'.i . Tentativi d ' aggiramento fa] ..

lirono; però poco a poco gli uomini che si erano fer mati a contatto de i reticolati, vi s'in filtrarono sotto , taglianduli con le pinze o face n doli sa ltare con tubi di gebtina. Passati oltre e riu niti a gru ppi, ~j gca~rono p ni sui pochi Aust riac i rimasti nelle trincee. Anche il fuoco dell'artig! ieri'1 del d ifensore a n dava smorzandosi. La battaglia era vinca e lu nghe co lonne d i p rigionieri, a sera, venivano

:i,·,·i::ne verso le retrovie .

Lutterberg. V illaggio della Prussia, sul la d r. Casse! e M,inckn.

della

Fu! da, fra

r:,,n:batt111'<'n!o di L1tllerbcrg (1758) . Appartiene a lla g ue rra dei Sette An ni . Il generale d ' Obcrg cnmancfo un esercito composto d i Pr ussiani, Assiani e Annovcresi , ed ha p reso posiz ion e sulla dr. della Fu lda, per opporsi al l' ava nzata de i Francesi con dotti da l p rincipe d i Sou bisc. G li ll.lleati arnmont:i.no ;1 2-3 .500 u. ( 2 0 bgl. e 22 sqdr .); .i Francesi , cui son o ,,n iti i S,issoni, a 40.000 u . (83 bgl. e 62 sqdr.). La posizione degli A lleati è forre su lla dr., appoggiata al fiume . li Soubisc cl{'ciùc il 9 d i sp ostarsi verso ki s r. nem ica per ag irirarla, puntando s u M i.inden. ll gcn . d'Obcrg, nel rnatt ino del 10 ottobre, s i accorge del tent ativo avversano . e cerca d i p reven irlo, ritraendo le rruppe su lla posizione di l,., molto accidentata . Il Soubisc fa ma rciare un corpo d i ~5 bg l., 18 sqdr. e 24 cannoni , agl i ordini del gen. Chevert , aJlo scopo d i s uperare !~ sr. ne mica. in direzione d i M ii ndcn; questo generale ha compiuto il movin-1ento verso le r4 , e attacca Ja s r. nem ica : rnentrc j l grosso irancese avanza co ntro il centro e la d r. della me-


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dcsima . Il d'Oberg non riesce a mantenere le sue posizioni, ma il terreno rotto gli permette di battere in ritirata in buon ordine su Munden , molestato solo dalle artiglierie del la dr. fra ncese. Le sue perd ite ammontarono a 1200 u. e 16 pezzi : i France.si perdettero 600 u. fra morti e feriti.

Lutto (Segno d,). I lutti genera li sono ordinati dal Ministero del la Guerra il quale ne determina altresì la du rata d i volta in volta. I.e bandiere che vengono esposte dagli edifici militari in occasione di lutti , sono inalberate a mezz'asta. Le bandiere dei reggimenti, nei lutti gene• rali, sono abbrunate per la durata del lutto medesimo. I militari possono portare il segnò di lu tto per la morte di · un cong iunto, pun:h~ ne; in (orrnino preventivamente. per via gerarchica, il comandante di corpo o capo di ser• v,z10. Il segno di lutto consiste in un nastro nero che nene portato al braccio si nistro sulla manica della giubba e del soprabito .

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del Piccolomin i, mentre alto comando nelle fanterie tiene Roberto Colloredo. Gli Svedesi hanno la sr. presso L. (artiglieria leggera e cavalleria); il ceot ro è coinposto d i artiglieria pesante e fanteria di fron te ai quadrati imperiali : la dr. è costituita d i cavalleria e artiglieria leggera. Drappcili di moschettieri sono interpolati fra gl i squadroni di cavalleria . La battaglia è attaccata verso le 11 del mattino dalla caval leria sverlese dell' ala dr. , corldoua pcrso11a lmcnte dal re . La cava lleria avversaria viene caricata e sbaragliata. 11 centro svedese av:lnza : la batteria nemica è presa, e due dei q uadrati vengono sgom inati. l i Wallenstein con tre tegg. di cavalleria fa fronte all 'attacco del centro e quivi ripristina la situazione, riprendendo i cannoni perduti e resp ingendo i fanti sredcsi. Gustavo accorre a.nch 'cgli al ..:entro, seguito da poch i cavalicri ma va a capitare fr~t 1 bgl. del rcgg . Pic..:olo1nini e nel la mischia rimane uccisu. Bernarcin d i Weimar assume il comanrlo degl i Svedesi e I: 1

Lutto (Marina). A bordo il segno di lutto è dato dalle a m ezz 'a.sta e, nelle navi a vela, dai pennoni im i1;·oncati . Quando a,,vienc la morte d i un ufficiale am -

b:indie re

mirnglio cornanda1He ÌJl capo di forza navale, tutte le regie navi present! tengono ban<liere e fiamme a mez7.'asta

dall'istante del decesso fino a quello della tu mulu ione, e . se all'ancoragg io, hanno pure i pennoni in1broncati k n;,1vì a vch1. Per b

funzione de lla tumulazione le Lom-

p:1g11 i" da sbarco d i 1unc le navi coinponenti la forza na. ,aie al l 'istante del lo sbarco o della sommersione della salma, eseguono tre scariche di m oschetteria. li resto dell 'equipaggio sta sch ierato sul ponte. Durante il tragitto da bordo :1 tt;rra la nave amm iragl i.a fa una salva di tanti tiri c1uant i " " competevano al gr>do del defunto. Qua lora la ~a lma debba cs:;crc sommersa, questa salva comirH:ia

un'ora prima della som1ncrsionc. Al mon1cnto del la tumulazione la detta nave fa una seconda salva, del numero prescr itto d i tiri, all'insegna, e quest~ è poi definitiva. mcmc arnrnainata. Se la salma è trasportata a terra, viene portata da d ue lance di ogni nave presente, una col comandante e !"altra con lo stato maggiore della nave. Quando si ::i rn rnaina l'insegna e la funzione funebre ha avuto fine,

Jc navi

r ialzano la bandiera e si l' irnettono

ncll 'assetto normale . Ono ri funebri analoghi son resi ad dficiali d'altro grado morti a bo'rdo, con salve e solcnnitù ridotte a seconda del grado. A nche d urante la funzione fune bre d 'un sottu fficiale, d 'un sorto-capo o d'un comune :: all 'istante dell' uscita da bordo o della sommersione della salw a, l 'equipaggio è schierato sul ponte, e tutte le navi prescnLi lcIJgono le bandiere e le fian:une a mczz.'asta .

Liitzen, C ittà della Germania , sul Flossgrabe11. afA . della Saale, nella reggenza di ·Muscburg . I. Battaglia di Liitzcn (6 no,•ernbre 1632). Appartiene alla g uerra dei Trenta Anni, tcrz.o periodo, o periodo svedese. ru combattuta tra gli Svedesi condotti dal loro re Gustavo l\dol[o (18 .000 u. con 20 ca nnoni pesanti , oltre i 1cggimcntali leggeri) e gli Imperialj, guidati dal Wallen,tein (40 .000 u. con 2r cannoni pesanti). Gli Imperiali ,ono schierati cii fronte alla strada L.-Lipsia, con la sr. al Flc,ssgraben e la dr. a L. Il loro centro è formato di 4 grossi quadrati di fanteria, di 4 0 0 0 u. ci~scuno . su tre lince, co n moschettieri ai 4 ,ingoli; l'ala sr. è costituita di cavalleria; la dr. pure, ma ha .anche un quadralo di t~nti. Sul fronte, l'artiglieria ~ disposta con 7 cannon i davant i al centro e q, comandati dal marchese Grana, piemontese, all 'ala dr. Fra i reggimenti imperiali sono quelli italiani del Gonzaga, dello Stro'lzi, del Coronino,

Battaglia d i Li.it 2en ( 1632): b, e, artighcrie imp~dali : d, ~, [lrtig lierie

svedesi; a, a 1 fanterie svedesi

r;conduce all 'assarto della batteria centrale, rico nqul~ta.n~ dola; poscia attacc~ e prende i 14 cannoni del!'a la dr. ne-

mica, e tutti questi pezzi rivolge contro gli I1npcriali. Sopraggiunge il gcn. in,periale Pap pen heirn su quest'.:ila. con 8 regg. di cavalleria ; egl i rima ne ucciso me ntre carica ~li s,·edesi , e mentre i l Wallcnsteiu ha rannodato le fanterr" del centro e le riconduce a sua volta all ',ittacco. D, •l uovo le contrastate artiglierie sono in potere degli Imperiali. Finora ha combattuto la prima linea svedese . Bernardo di vVeimar fa avanzare le truppe della seconda linea, e rnn qncste, che sono fresche, riprende defi nitivamente k posizion i e le artiglierie nemiche. Si i: fatta ,era, e rncntrc arrivano le fanterie ·del Pappcnheim il comandante degli lni periali si è posto in ritirata, si d irige a L ipsi,1. e di qui in Boemia. Le perdite ammontarono :1 9000 m orti per parte : imprecisato il numero dei feriri.

IL Battaglia di Liit.zen ( 1813). Appartiene a lle guerre dell'I mpero (V .) napoleonico, ed è i l fatto ,rai'rn i in iziale della campagna primaYerile in Sassonia .


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L'imperatore, che ha organi7.zato nuove forze dopo la <lisgraziata ca"mpagna di Russia, è riuscito a raccogliere 160 m jla u. (7 C. d'A.) con 700 cannoni. La grande massa è di g iovani coscritti, poco jstruiti e insufficientemente inquadrati; difettosa e deficiente la cavalleria; buona l'artiglieria. Gli Alleati hanno fra l'Elba e la Saale due armate : a nord i Russi agli ordini del Wiugcnstein, comandante in capo; a sud , verso Dresda e Chcmnitz, l'armata prnssiana agli ordini del Bliicher: la forza equivale circa quella dei Francesi, ma la fanteria è più solida e la cavalkria è ottima; inoltre le popolazioni simpatizzano con gli A lleati e nuclei d i partigiani infestano le retrovie dei Francesi, operando lo spionaggio a loro danno. In fi ne aprile l'esercito francese è in movimento, dal Meno, verso Lipsia. In <Jllesta zona a occidente dell'Elstcr avviene il concentramen to cici corpi francesi, e il 2 maggio l'eser cito marcia su Lipsia : il corpo di Lauriston oltrepassa

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Battaglia di Lutzcn (1813). A, A, prima posizione dei Prussiani B, B, id. dei R ussi; C, C, seconda posizione dei medesimi; D, D, artiglierie e fanterie francesi, all'attacco (la prima posizione francese è indicata presso Gross Gorschen). Gli Alleati sono indicati dai rettangoli bianchi: i Francesi dai rettangoli scuri.

Lindenau; Mac Donald lascia Mark ranstadt segulto dalla Guardia; Ne}' si dispone a incolonnare dietro la Guardia il suo corpo, c.hc bivacca a sud d i L.; Bertrand sta per g iungere a \1/ejssenfels; Otidinot è ancora in<lietro verso Naumburg. Sono circa le 11 quando le batterie del corpo Lauriston aprono il fuoco contro i sobborghi d i Lipsia; l'imperatore e il maresc, Ney avanzano sino a Liudcnau per osservare i risu ltati del riro. Ma il \ Vin genstcin aveva progettato d i spingersi verso L ., allo scopo d i isolare Eugenio , d 1c sapeva a 'vlagdcburgo, dalle t ruppe dell' imperatore . E ne viene una battaglia d 'incontro. l:l liichcr, che precede, viene ad attaccare improvvisamente le g-iovani truppe del Ncy, a sud d i L. Esse sostengono validamente l'attacco, ap poggiandosi ai numerosi villaggi (Starsiedel, Rahna, Kaya Klcin, Gross Gorscben, ecc.) e formano saldi quadr.::(i . Na poleone e Ney accorrono : l' imperatore intuisce su bi to la situazione e con rapide d isposizioni ri~hiama le forz.e verso L Mac Donald viene a form,<re l'ala , r . a Eisdorf ; Mannont serra su Stusiedcl e forma la dr.;

la Guardia passa in riserva a nord di L. Infine Bertrand al l'estrema dr. e il Vicerè Eugenio, che proveniva da Magdeburgo, all'estrema sr., si apprestano ad agire contro i fianchi dell'avversario, l'uno verso Poserna, l'altro verso Kiitzen. Dall'altra parte Bliicher, impegnato a fondo, non i: sostenuto con la necessaria vigoria : gli scaglioni succcs,iYi perdono tempo in spiegamenti metodici che portano a sforzi slegati; la cavalleria non è impiegata secondo il conccno iniziale e non risponde al compito. I villaggi , acc:.anitan1cote contcsj, restano in possesso dei Francesi; gli Alleati, logorati dalle perdite, m inacciati sui fianchi, debbono desistere da ll 'attacco. Nella notte la cavalleria del flhicher tenta urrn sorpresa contro i bivacchi avversari, m a è respinta . Al mattino seguente il \Vittgenstein , informato del fatto che truppe del Lauriston, entrate in Lipsia, risalgono l 'Elster per ragliarne i ponti, decide d i ritirarsi ripassando il fiume a Pegau . Un deciso inseguimento avrebbe completato il successo dei F rancesi, ma la stanchezza delle giovani fanterie e la mancanza di cavalleria non conse ntono cli effettuarlo. La battaglia d i L. è battaglia d'incontro con pericolosa sorpresa per i Francesi, ma la valida resistenza delle divisioni Ney, nelle quali erano n umerose le reclute del dipartimento dd Taro, dà tempo all'lm pcratore di costituire gradat amente una fronte con ali rinforzare, passando d ipoi alla controffensiva e alla ,ninaccia sulle com unicazioni attraverso l' El:;ter. Alla battaglia di L ii tzen parteciparono con onore gli ltaliani. La brigata Zuccbi si d istingueva particolarmente al villaggio d i Eisdorf, combattendo contro le truppe del \Vittgenstci n. Da parte francese, era.no stati in1pegnati circa 100 mila uomini; eh parte alleata circa altrettanti . d i cui 20 mila di cavalleria. Le perd ite furnno per i Francesi di

3000

n1urti, 10 mila feritj, 2000 displ'rsi; per gli

Alle'1ti d i 15 mila fra morti e feriti e 2000 prigionieri.

Li.itzow (barone Luigi). Generale tedesco (1782. 1834). C-Omandò un corpo d i volo ntari da lui organizzato e che da lui prese il nome di « Lii1zo,\.·tT 11

e

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segnalò nella

guerra dd ,813•14 conrro Napoleone. A tale corpo appartenne il poeta KOrn<::r. E::iSO g iunse a contare circa 3000 fanti e 500 cavalli e fu sbaragliato dal gen. Normann nel giug no 1813. Il L. In ricostitul Lùtzow Luigi e si batrè in quella campagna e nella successiva, alla fine della q uale il corpo venne ,,-iùlto. Egli e bbe il grado di magg. generale nel 1822.

Luvini (Giuseppe). Generale medico, n. nel 1825, m. a S. :Vlartino di Genova nel 1900. Sottot. medico nel 1848, partecipò a tutte le guerre dell'indipendenza ed a quella di Crimea . Colonnello nel 1878, fu d irettore di Sanità a Rari . Andato nella riserva nel 1881, fu promosso rnagg. generale medico nel 1895. Luxor (o Lucsor, o Lussor). Villaggio del! 'Egitto, nella prov . d i Kena, sulla dr. del Nilo, presso le rovine del1•amica Tebe.

Combattimento dì L11xor. Appartiene alla campagna del llonaparte in Egitto. Il maresciallo Desaix, informato che Osma n-bey-J-lassan coi suoi Mammalucchi si era avvicinato e1 lle rive del N ilo per ricongiungersi ad altri capi arabi,


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inviò il generale Davour cou la cavallerja per ostacolargli

a guard ia duc111ila soJdati, uscirono di notte cogli altri per

il passaggio del fiume . I Francesi si incontrarono cnn. i Mammalucch i, il 12 febbraio 1799, a L. Dopo tre ore di combattimento accanito, d urante il qu:ilc i Mammalucchi riuscirono a mettere in salvo un convoglio considerevole di vettovaglie, questi abbandonarono il campo di battagl ia, coperto di morti. Lo stesso Osman~bey~fiassan rimase ferito.

provvedersene. Ma me nt,·e essi tornavano con grande abbo ndanza d i frumen to, furono assaliti da Ca ninio e d isfat u . l.ultcr io si salvò con la fuga e Drappete fu preso. Il g iorno ;cgucnte giunse in rinforzo un altro luogotenente, C . Fabio, che con k sue milizie assunse la circonvallazione di parte della città. Er ano appena cornpiut i i lavori d elle t rincee, q uando giunse Cesare, il quale, essendosi accorto che i

Lu Y ir.g (Cilmpo verde, Bandiera verde, Battaglione verde). Organizzaàone mii. cinese. Corpo cli milizie prnvinci:ili c he, unita.niente alla o rgan izza:lione 1ni l.

mancil1.

detta delle « O tto Band iere >>, costituiva 1·esercito cinese. e c he, comprese le org anizzwiioni di pol izia delle acque della Cina meridionale in essa i ncorporatci raggìungev~ llll:t forza rotale d i 400.0 00 u. A d ifferenza della organizzaz10ne delle « O tto Bandiere », composta d i Manciù , Mongoli e Cinesi, il L. e ra costituito di soli C inesi. Com e organismo mii. il L. e ra · g iù in piena decadenza alla fine del sec. XIX, ed è avvel)\Jto ben d i rado che si sia potuto tare assegna.men to sopra di esso nel le varie campagne condo tte dalla Cina.

Luynes. Casa ducale fra ncese (D' A/ber, di L ) d i c,11 ricord iamo , seg uenti: Luigi (1672- 1750) : dap pr ima servì ncl l ·esercito francese, pùi passò al servi:..::io della Baviera dove d ivenne a nc he ministro. Carlo ( 1695-1758): k cc varie. campag ne <:: lasciò un volwnc d i ,\ Mernuric >) . Luigi Giuseppe ( 1748 -r807) : fu anche depurato agl i Sta[! Generali e senatore.

ciltad in i attingevano J'acqua ,da una fontana sita ne.I mani e,

stabilì di impadronirsene, ed essendovi riuscito . e bbe la città per ietc . A spave ntare gli insorti, il proconsole fece tag l iarc Ja mano destra a tutti i combattentì , e posci<1 li sparse per la Ga llia, affinchè a n nunziasse la sorre eh(· Roma serbava a chi ricusava di riconoscere la s ua sovranità . Co n la caduta di Uxellodunun1 la guerra gallica locd> ìl suo ttrnijne; essa era durata otto ann i : l;:1 rninanizz:1zione dcll"occidente fu un fatto com piut<>.

Luzio (Alessandro). Storico, giornalista e letterato, n. a San Severi no Marche nel 1857. Qui vuole essere ricord:llo partico larmente per i suo i notevoli s tudi sul R:isorgimeuto Irnliano, ai quab, con minuziose e accurate ricerche, portò notevolissimi contributi . Ricorderemo de lle sue numerose opere : « La congiura spagrn,ola contro Venezia nel 1618 » ; 1• Mazz ini

carbonaro >); « I processi della G iovane Iralia )> ;

I.a ri voluzione piemontc.:!it del. 1 8 2 1 )) ; ecc.

Luzzara. Comune in prov. d i R,,ggio Emil ia . F u municipio romano . forse l 'ant. !Vuceria, e andò d istruno d u-

Luzech (ant. U:,el/od111111,11). Città forte <lei Cadu rci nella Gallia aqu itan ica sul fiurn,· Lo t. non lungi da Cahor, . Assedio di Luzed, (50 a. C .). Appartiene al la decima ed u ltima g uerra del proconsole C . Gi ulio Cesare nd la Gall ia, L 'ultima rcsistc 11;,;a d i L. wst, tuisc.e il fatto principale della g uerra . lvi si chiu..;ero gli u ltimi capi della sommossa, 1.uttcrio e Drappetc, assediati d al luogote ne nte romano C. Ca ninin . Rc hilo. La città era munita da ogni p arte da balze p recipitose e non losciava a gente armata nessun accesso per salirvi. I Romani erano ~gli ordini di Caninio, il quale d ispose i suoi in t re campi , dai qual i. com111ciù a circonvalb.re la ç ittà, dove 110n erano gr:-.ndi p10,·vi.)tC di vive ri, per cu i Lutterio e Drappet(', la~ciativi

rante le invasion i barbariche. Ricostrnito nell 'alto medio evo, vi f u poi e re tto un caste llo, che aveva una piccoin guarnigione irupcri(dc nel r702, la quale si arrese al ma•

,e,c Vcndé,rnc dopo la battag lia . Il maresciallo fece ;,bb:i ttcrc il castello pri ma di lasciare il paese. /J1ll!agli11 di f . 11zzflra ( 15 agosto 1702). Appartiene a lla g ucrr,1 per la Succnsione di Spagna, e fu combattuta f,.,

l'esercito allc;.1to (Piemontesi.i Francesi, Spagnuoli) agl i or-

dini de l mare~c. VendOn1t·, presence il re d i Spagna Fi lippo V, e 1·esercitù imperiale, ag li ordini dd principe Eugenio.

U pr11 no, for te dì 55 .000 u. con 30 cannoni .

man.:ia va verso Borgoforte. per la d r. de l Po, e , i d i, poncva a porre iJ campo pres.s:o L.~ quando soprnggiunsc

Battagli::. d i Lu:tzar:t ( r702). Cal'ica degli squadroni de l ~ Savoia Cavalleri.l +


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Cesare.

l'esercito dd principe Eugenio, il quale, dalla sr. del Po, -e ra passato -sulla dr. a Borguforte1 e veniva a fronteggiare la m inaccia nernica con 28 n1ila u. e 5ì cannon i. Rico~

nusòurn b posiziune del nemirn, che si era rapidamente schierato) Eugenio avanzò jn ordine <li b:.Htag.lia contro gli Alleati, i q,,:1li si prep.ararnuo a sostenere l'attacco : cranu 53 bg!. e 101 sqdr. che venivano assaliti da 38 bgl. e -80 sqdr. La banag!ia si accende alle ore 17, con un duello d'art ig lieria. ,\Ile 18 la dr. imperiale, comandata dal Cummercy, attacca l'ala che ha di contro, appoggiata · al Po, ma il vivo fuoco di questa respinge l'attacco: il Cornmercy <: ucciso, due cannoni sono perduti. Nuovamente, rinforzata, Ja dr. imperiale torna all'assalto, e nuova1nc.::nte è respinta. Il principe Eugenio cerca la soluziun<: da questa parte, e vi accorre in persona; il terzo assalto supera la resistenza 11emica: n1a ] 'arrivo di cavalleria piernontcsc (dragoni di Savoia e ud Gencvese) ristabi lisce la ,itua'l,ione con ripetute cariche. Per tutto il rimanente dd la linea di battaglia frattanto si combatte, ma con minore accani mento . La notte tronca l'azione. Il principe Eugenio :s.i ritrae sull 'arginc delto cc Colatore Zero >} e vi si trincera. I.e perdite avevano ammontato a 5-6000 morti e icriti da parte imperiale, e 3.500 u. di parte alleata . 1 due eserciti rimasero così trincerati, uno d.i fronte all 'altro scambiandosi ,1ualchc colpo di cannone, fino al settembre, rnolc~tandosi viccndt.volrnen te con scorrerie. ~fa ne.ssuno osò di attaccare il ca111po dell'altro, e venuta la carriv;i MJgione ci:1scuno prese i quartier i invernali. 1

Luzzatto (,1do/fo). Generale, n . nel 1867. Sottor. cl ·art. nel 1887, raggiunse il grado di colonnello nel 1q16. Dopo -esser stato addetto all'ispettorato costruziun i d'art.. andò in P. A. S. nel 1920 . Nel 1925 fu pi~mosso generale di brigata in A. R. <J. e nd ,909 passò nella risen· a.

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Gene ralc 1

nato

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Trieste

nel

1870.

Sottot. d'art. nel 188r, frequentò la ,cuoia di guerra; [u in Libia nel 1912 e r9r3, partecipò poi _a tulta la g uerra contro l'Austria . Capo di S. M. dell'rra e poi della 34a divis .. si rneritò a Roana la mccl. d'argento; divenne colonnello nel 1916. Brigauicrc gen . nel 1918, comandò la br igata Porto Maurizio. meritando a Ncrvesa (giugno 19181 una seconda mcd. d 'a rgento ed alla battaglia finale, a Belluno, la croce da cav. <lcll'O. M. S. Dopo la guerra fu capo di S. l\·l. del C. d 'A. di Palermo e poi ebbe il comando della brigata Casa le. G.cn. u i divis. nel , 927. comandò la divis. mii. di Salerno e nel 1930 passò in sopran11.lltncro.

Luzzatto Arturo. Generale, n . ,1 Vienna nel 18p. Sottot. d'a rt. nel 1894, frequentò b scuola di guerra e partecipò alla guerra contro l'Austria divenendo colonnello nel 1917. Capo dì S. M . del 26° C. d 'A ., si meritò sull 'Altipiano d'Asiago la ,ncrl. rl'argcnlo. Dopo esser stato successivamente sottocapo di S. M. alla 5• e poi alla 9a armata. andò, nel 1920, in l'. A. S. Nel 1926 fu promosso generale di brigata in A. R. Q .

Lyautey (f.11igi) . l\faresciallo di Francia, 11. nel 1854. Fu dapprima ufficiale di cavalleria e passò alcuni ,rnni in Algeria. Nel 1894 veniva inviato in In<lu-Cina e iniziava la sua brillante carriera di ufficiale wlon iale, clic doveva portarlo alla dignità di maresciallo lii Francia ad 192r. Combattè col Gall ieni nel l'alto Tonchino; fu poscia capo di S. M. di quel Corpo d'occupazione col Vallièrc, indi, per le sue finissime doti di politico oltre che di m ilitare, capo rii Gabinetto del Governatore Rousseau. Nel 1898 passò al Madagascar ancorn col Gallie ni, e renne il comando della parte nord dcll'tsola, sottomettendo e ~go1ninando in tre mesi l ' insurrezione :1ntifrancc.s.e diretta


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LYA

dal Rabezana. Nel t903 fu promosso generale, e destinato in Algeria, dove $Ì erano manifestati dei moti antifrancesi a Figuig, a Taghib e davanti a EI-Maugar: moti che domò. ).lei 1907 diresse la campagna nello Chaouia tipica e brillante campagna di g uerra coloniale assai studiata nelle scuole militari per la sua perfezione - ed estese i confini del possesso francese. Indi fu Residente generale al Marocco (1908) col titolo di « Alto Commissario pei Confini algero-m:1rocchini » . Rimpatriato nel 1909, tenne per due anni il comando del C. d'A. di Rennès ; nel 1911 fu di nuovo al Marocco - residente generale - ove restò sino :ti dicembre 19r6, sistemando, tranquillizzando, ingrandendo il possesso cd il prestigio francese in quel regno arabo, anche attraverso i mot i insurrezional i degli Arabi, che volevano profittare del fatto di trovarsi la Francia in lotta aspra colla Germania ( 1914-'16). Dal dicembre 19 r6 al mirzo 1917 fu ministro della guerra, carica dalla quale si dimise per dissensi politici col go,•crno, che voleva troppo ingerirsi di cose stren amentc tecnico-militari. T ornò di nuqvo residente generale al Marocco, per rientrare in Francia nel r921, q uando ILI nomin;1to maresciallo di Francia, a riconoscimento del modo brilbnre con cui tenne alto il prestigio politico e militare francese nell 'Africa del Nord. FL• invia\O d i nuovo in Marocco nel 1923-24, a d irigere le operazioni nel Riff, con le quali sconfisse il capo arabo .\bd-el-Krim. Scrisse: « La funzione sociale dell'ufficiale »; ,, Del compito coloniale de Il 'esercito » ; ,, Nel sud del Ma-

rlagasc::1.r ,. ; ecc.

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Lyautey Luigi

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Lyons IZdmondo

Lyddlte. Esplosivo adollato in Ingh ilterra nel 1888, ,n ;eguito agli esperimenti eseguiti a Lydd, da Turpin -Armstrong . La L. è costitu ita eia acido picrico fuso o compresso, addizionato di binitrobenzene e vaselina. È largamente adoperata, quale esplosivo di scoppio, o dirompente, r cr la carica interna dei proietti. Lymann (A. S.). Inventore americano di un cannone detto « acceleratore », esperimentalo nel 1860. Era del calibro di J52 mm. e della lunghezza d i 50 calibri, straordinaria per quei tempi e tuttora raramente superata. Poichè a quell'epoca non si sapeva fabbricare acciaio ad alta resistenza :1t10 a sopportare l 'elevata pressione d i una carica molto pes.1n1e, necessaria per lo sviluppo di grande velocità iniziale, L. immaginò di mantenere bassa la pressione nella camera e lungo I ' :mima della bocci1 da fuoco, e pensò di risolvere il problema trovando il modo di bruciare progres"vamemc cariche grasse di polvere pirica. Perciò munì il

696 suo cannone cli ben cinque camere distinte, una in culatta

e le altre disposte lungo il cannone, in senso assiale e nella parte inferiore. Il proietto pesava 65 Kg. e la carica d i polvere 58,5 Kg. La piccola carica di polvere in culatta serviva a mellcrc in mov imento il proietto e l ' inventore credeva che le altre quattro si sarebbero incendiate ,uc ccssivamente a misura che il proietto, percorrendo l' aninia, avrebbe oltrepassato le rispettive camere scoperchiandole. La teoria era giusta, ma nell'applicazione pratica falll. In seguito L. inventò anche le polveri progressive a grani massicci, cilindrici, perforat i, per risolvere il problema balistico dell'alta velocità, ma la pratica non diede risultati soddisfacenti.

Camere <lei cannone l .ymann

Lynch (Patri:io). Amm iraglio cileno del sec. XIX. En 1rato giov:inissimo nella marina da g ue.rra ci lena, nel 1838, d urante la guerra contro il Perù e la Bolivia, prese parte al blocco del porto di Callao. Nel 1840 s'imbarcò su u11 vascello da guerra britannico e partecipò con la squadra inglese alla spedizione nella Cina, prendendo parte alla presa di Canton, Chusan, Wampoo e Nankuto. Tornato nel Ci!e . ebbe il comando cl, d iversi ,•ascell i della marina cilena e fu nominato governatore marittimo di VaJ. paraiso. Nella guerra del Pacifico ebbe il comando della spedizione contro Lima. Dopo la guerra , nel 1881, fu pro!nosso contrammiraglio . Lyons (lorfl /Jdmondo). Ammiraglio inglese (1i90•J858). Partecipò alla spedizione contro Giava, al blocco di Navarino c all"azione contro Acri . Nella guerra di C,imca ebbe 1I comando di una clivis. della squadra, e ,i ,ri~tin>e nelle operazioni nava li 11el Mar Nero. Lys. Fiume della Francia, nel dip. di Calais; sbocca nella Schclda. Offensiva tedesca mila Lys (9-11 aprile 1918) e Battaglia della Lys ( r2-15 aprile 1918). Inquadramento generale d. q ueste operazioni nella situazione strategica complessiva della fronte oceidcmale europea: vedi Francia (battaglia di) e Kemmel (battaglia del); per lo schizzo vedi Fiandr1t, battaglia del 19r8. Dopo S. Quintino i Tedeschi sfe rrarono il loro secondo colpo di maglio nelle Fiandre, a minaccia della costa settentrionale francese. Dal 9 ali' 11 aprile conqu istarono rune le posizioni alleate sulla Lys, tenute dagli Jnglesi e da due d ivisioni portoghesi, obbligando a ritirata precipitosa e non sempre o rdinata i difensori. Intervenne promamcnte il generale r-och colle riserve francesi, le quali, unendosi colle truppe inglesi sul posto (con cui fo rmarono il « Distaccamento Alleato del Nord ») riuscirono a mantenersi conlro i nuovi assahi nenlici del 12.. 15 apri le, evi~ rnndo il ripiegamen to dal saliente d 'Ypres, che pal'cva inevitabi le, dopo i successi riportati dal nemico nell"olfrn,i, :1 dei giorni 9 -1 l aprile.

....


.\.f (me<l io) d i circa u.500 mo:. e C (grande) che però non

M. L 'Italia ha adope-

fu costru ito. Uno ,pecialc t ipo, M A (tipo quota) fu pu re adopera to.

medio alta

rato vari aerei denominati

.\l (Macchi) di cui ricord iamo i principa li: M 15,

biposro da ricogniz ione vclnce, con ce llu la biplana, de l peso a vuoto di chilogramn1l

1230;

de lla velo-

òr,ì

di K mh. 185. ,\1 L /, progcuato dapprima come tipo scuola, adottato in seguito, per la sua veloci-

tà, come aerop lano da cacc ia : peso ,, vuoto Kg . 440,

,·elocità Kinh . 182. - M 9, bipJano adoperato d" lla R. Marina durante la guerra m ondiale, da rapida ricognizione ; 9 ualcuno rimase i11 serviz io per qualche tempo anche dopo la gue rra. Apertura d 'ali m. 15,45; peso a vuoto Kg . 1200;

ldro,·olante iVl 241 con siluro

Mabilais (l..a). Villaggio presso Ren ncs, in Francia, dov~ fu sottoscritto ( 2 0 aprile 1795) un trattato cli- pace che segue quello clella Jaunayc: e precede quello di Saint-Florent - fra i ca pi vandeani e i commissar i della repubbl ica francese . Come gli altri clue, fu reso n ullo dalla ripresa delle armi da parre dei Vandeani, che avvenne il 26 giugno . Macabebe, Comu ne dell'isola d i .Luzon nelle Filippine. ~el la gu erra ispano-americana del 1898, il gen. ~lonet del! 'esercito spag nuolo vi fu assecliaro e cusu-etto ad abbandonare il paese ai ribelli di Aguinaldo. Macabez (Ras el) . V. Bu Chemmasc.

ldrovol:rnte ·M 8

carlco utile Kg . t50; velocità Kmh . 175 ; ragg io d 'azione

Km . 7 0 0 . Il tipo M 9 era un miglioramento del tipo M 8, il qmlc a sua volta lo era di altro tipo enuato in servizio a l principio del 1918. ~ Un tipo, lvi 24 , è pure della R. Marina, biplano, per il lancio dei siluri ; ha una veloc ità cl i r90 Kmh. l l. Dirigibile italiano, del tipo Crocco-Ricaldoni, d i cui Curono studiate tre catcgorit : P (piccolo) di (i n:a 500 mc . ~

Aeroplano M 14

M acallè. Località dell'Eritrea, nella regione del T igrai, presso il villag gio di Encla Jesus.


A,sedio di 1Hacalli· (1895 -96). Appa rriene alla guerra contro l'Abissinia (V .). Dopo il cornbanirncnlo di Amba A/agi e lo scontro di Aderat . il gcn . Arimoncli determinava d, r ipiegare con tutte le sue forze su Adigrat, ma di lasciare un bgl. a presidiare il forte cli M . Tale divisamento f u giust ificato dall' impossibil ità d i sgombrare o d is truggere i rn:-l teriali colà raccolti; e dalla conve n ienza d i

conservare un punto d'a ppoggio per pross ime operazioni controffensive. Rimasero nel forte, al coni ando del magg. Galliano, , 163 uom ini, e cioè 163 italia 11i ( 20 uffi ciali e

698 -

del Negus era presso l 'Amba Alag i. intento a seppell ire i numerosiss iin i suoi rnorti . ll r7 , a 2 Km . a su d degli av<\mposti, apparve un grande assembnuncn to di razziarori, che precorrevano l'avanguardia nemica, e si arrestò :il ridosso delle alture di Scclicot. Nei giorni 17 e r S uno scambio d i lettere ebbe luogo fra Maconnen, che intimava lo sgombro e la ritirata, e il Gal!iano che serenamente anrwnciava la resistenza. Il 20 il forte aprì il fune" su masse di cavalie ri , che fu rono decirnati e volti in fugJ . Intanto g iungev~ informazione c he I'avanguarùia scioana si

Assedio d i Macallè (t896): r, Ras O liè; 2, Ras l\1angascià e T ecla Aiman'o t; 3, R~s i.v1icf!el e Al ula; 4-i H..ns Maconnenj 5, Negus l\.'fonelick

ern .spostata a D alò,

tagliandn ( osì cornplcta.1ncnte

le

possibilità d i ritirata da M. su Adigrat. Dal 20 al 29 nessun :1vvcnimen ro turbò J'attiv iu't degli italiani , alacr<."tncnte inlenti al 111iglioramento delle opere di resistenza. Corninciavano in rnnto a diferta re i viveri. I messag g i rli ras Maconnen diveniva no più imperiosi e m inacciosi. All'alba de l 5 genna io 1896 forti colonne scioane hirono viste sfilare da Scclicor, probabilmente per andare a incontrare il Negus, che con I oo rnila uomini avanzava, dichiarandosi dec..:iso di giungere: fino a Massaua e ivi r iposa re nella residen7.a del C:ovcrnarore . l i 7 si pronunciò il primo arrncco, portato da nu111erosc colonne, perven ulc 1-in poco avanti " Sciaffà . T nostri nuclei avanzati, appartenenti alla gran g uardia di E nda Jesus, dovettero re trocedere dopo tenace contrastata lotta nell 'abitato. Nel tempo stesso anche la ridotta delle alture di N .-E. veniva fur iosamente assa lita. I nostri. dopo averla d ifesa strenuamente, la fecero saltare; poi, profittando de lle grav i perdite dcll'altaccantc, la rico nq uistarono; però non furono in grado di ..::onservarla. Cadu1c le di fese esterne, il forte cominciò il fuoco di arti ~ glieria a brev1,; distanza contro le orde che si avanzavano celeri a ll'attacco de l parapetto e minacciavano soprattutto il , alicnte Nord. Nella prim a giornata avemmo sei morti e cinque feriti. Gl i assa lilori perdite molto considerevoli. L' indomani, 8 gennaio, gJi Abjssini cominciarono lavori di trinceramento e: invian,no colonne in varie direzioni per completare il cerchio di investimento. D ue artacchì fu. rono p ronunzia li con tro il salienlc N .-0. e contro il saliente: scttenl rionalc . G rand i masse nem iche si addensarono

13 sottufficiali) e 1000 indigen i, costituiti in 3 cp. del Ili e 1 de ll'VII I bgL indigeni: 2 sez. d 'art. da montagna (4 pezzi) ; 2 scz. del gen io; un drnppello di carabinieri . Il forle di .H. sorgeva fra la wnca omonima e la pianura d i Sciaffà, ,ovrastanclo il caslello di Re Giovann i, ma riman endo dominato da lle elevazioni orientali - a 1 Km. d i dislanza - e dal villaggio di Enda Jcsus - a 700 111 . .'.\Tcssuna sorgente t:ra nel forte, che dovevn pcr( iò procu •

,a rsi acqua alle fonti prossime di Mai Anest i e 'vl ai Scgabà.

Il forte consisteva in un vasto spiazzo di 1e rrc.:no chiuso da muro ;i .secco alto due 1netri: neppure compiuto ~ol fronte N .-0. Il ridotto era costitu ito dalla parte pi/1 elevata dd !o sperone, sul quale sorgeva una chiesa , circoodala da ~Ilo m uro . Jn com pksso ubicazione difettosa; sistcJnaz.ionc rud in1entale; assenza d'acqua; vi\·c rj per tre m es i, mancanza di legna e foraggio , F urono febbri lmente com piuli lavori di rafforzamento costruendo banchine, piazzole per artigl ierie, difese accessorie (reticolati, fogate pelricre), lraverson i per p roteggere dai tiri d'infilata. Sulle alture N .-E . fu costruito un ridotto -di osservazione capace di 50 u . L'isolamento del torte era frattanto com-

pleto, essendo stata inter rotta la linea telefo nica.; e solo

mezzo di comunicazione restava quello diffici le e aleatorio di rrn..:s~aggcri indigeni.

li 9 dicem bre 18.95 cominciarono :id avvistarsi punte di c avalleria, si;io a11a , mentre .~i ungevano not izie che I"csc r,ito

Tl fortino di TVfacallè

nel vallone di Mai Scgabà. appoggiate dal fuoco da pa, .1 p0stati sul la strada di Grisumbel e da altri sulle estremr pendici delle coll ine orientali; rna, no nostante 11 numero. l 'accaniirien to , e

l 'intenso ca nnon<.·ggiarncnto. il

rom hatti -

menro si chiuse senza vantaggi pcl nc:1nico. Continuò inp i.:<~ss11 nt:e il tiro rii artiglieria e circa seicento colpi caddero In (p 1el g iorno .su l forre; f u perciò necessario sgornbrare rapidan1cn1,: la polveriera, situata nella chiesa, perchè parricotanncntc bersag liata. Ulte riori azioni avvennero nel tardo pomeriggio verso End a Jesus e Mai Segabà. N cll a seconda gior nala, alla perd ila di tredici uomini, si aggiumc quella irreparabile ddlt due sorgenti, ormai in saldo possesso del nem ico. li 9 gen na.io gli Abissi ni. che avevano nel la notte sostituito le truppe 1nu,·atc nei giorni preced cnlt, f)l"O-


-699nunziarono una \'i,·a azione di fuoco dalle alture d1 ~.-E. memre oelrabi1ato di .\!. s'aduna,·ano altre numerose foru. Nella notte del ro 1l ne1nico rinnovò inutilì sforzi contro il tralto S .-0. co11 concorso d i artiglierie e mitrngliarri-,i. La .>lrcnua difesa aveva arrestato le forze del potente cscr-eiro abissino, ma la resistenza degli assediati era gii posta a durissima 1.iro,,1 dalla mancanza dei Yi,·eri e dell'acqua. Un lentatirn disperato per riprendere la sorgente di Mai An(·sli fallì. Ndla i:iornata dcll '11, alle ore 5. l'esercito del Negus pronunziò l'ul1imo att.irco generale, con forze imponenti e con indescrivibile ardore . Orde successive, p:ir tendo dal ,·illaggio, dalle ahure di :\'.-E .. dal \'allone di Ma, Segabà. con celerissimo impeto si andavano a infrangere con tro il saliente settentrion ale . Verso le ore 7 la bai: taglia aveva raggiun to il massimo d 'imen si1:'1; alle ore '/ decrebbe l'impeto; e neppure la pressione dei folt i rin cal✓.i nemici potè mutare l 'alfermarsi della rcsi,tcn,.a ila liana. Allorch<': la massa nemica " arrestò, i nostri ascan. dalle 1ri ncee, balzarono al co111rut1acco, gi,', pci dirupi ,t·· minali d i cau:l\·cri. Nostre perd ile nel la gioma r,1 3 r fra

morti e feriti. I 1rc giomi seguenti 12, 13. q gennaio lurono di rclati,·a calma. Una lrcgua che il Kegus a,·c, a chiesto per seppellire i cadaveri fu dal magi.(. G:1l!i:1no condizionai:, a che dovesse compiersi d a uo111 i11 i disarm,n i. E poich~ mie condizione venne rku~arn . non potè aver luogo. Intanto le perdile. le fatiche. le pri,azion, a1e1·ano incldx,l110 la eroica cl,fe,a. 11 magg. Galliano informò il Go,·ernatorc, mcdian1e messaggeri . del la impossibilit} di resistere; e d,c avrebbe cc,·cato gloriosa !inc nel fon e, sen za abbarÌdc>narlo. 11 19 b rc~istenza fisica t' morale dei difensori di .\I. era giunt;1 :1ll'cMremo. Ver\l, ~,a

gìu1v~c un

rne~...c, .

.,..ht· er.1 stato

invi.Ho cfol ca,·. Fchcr inc~ricaw d"l R. Go1t·rno di lrauarc rol '1cgu~ :i palli ddla resa. Il mc~~aggio imponeva al rnagg . Gallia1w, d'ordine d i S. M. il Re d' Italia. d i ceder.il forte, uscendone con ali onori militari :irrni t· bauat•li Il giorno :,, il forte fu,, sgomhrato e il· bgl. Jccam;., '\,; qu..tdrato nelle \'Ìcin:inze, coi canl'toni, i frriti, i bagagli al t·e,uro. La marcia di r itorno del bgl. fu compiuta con la ,con a dd l'in ccro imponen te cscrdto scioano. li ::P genn;1 10 , in prossimità d i Enda Agamus, l'esercito scioano ~ostò, e dalla_ "':l"a <lei fucili e delle lance uscì il nomo glorioso manipolo, che, do1~• poco. prc,enta, a le armi al c;o\'Crnatore \'Cnuto a riceverlo ed a fchc ilarlo. li rnag,:. Gall iano lu promosso len . rnlonnello per merito di ~u,·rra e ricc• \'erte un telegramma di altissi,110 elogio da ·S. M. il Re: il I " marzo l'eroe di Agordal e di :-.Iacallé 1ro,·a,·a morte gloriosa sulle pendici di :',fonte R;iio, nella giornata ,li A,hrn.

Macaluso (Egidio) . Generale-. 11. a R"cal111ut11 nel 1Sr, ,. Sottot. d i fant. ne l 1888 partecipi, alla gue!'ra italo-turca (1911-12) ed alla carnpa)!"na i1alo-austriaca (191;-18) di,1in. guendo,i sul Salx,tino. Fu com.u1damc del rcgg. cecoslo,acco nel 1918. Promosso generale nel J\Pì, andò a co. 1na11tlan; hl X hr1ga1 :, di fan teri.:e: ne:,;1 Jt)28 as:,,lll l">l' i.~ carli..::1 tli i,pcnore d i lllobi lit;,1.ionc alb dil'is . d, Pado\':l e L, tenne lino a l hJ32~ <Juando pa,"'> in soprannun~crn.

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Macaone. 'vfe<lico leggendario della amic., Grecia, che nel pot:rna di Omero figu ra con·1c n1cdico mii. e come guerriero. Entrò nel \'ent rc del famoso ca,·a llo cli i(,"n" e fu ucciso d1 Euripilo. "'

Macar. Fiume dell'Africa settentrionale. che ,bocca in mare presso Uti,., (Tuni,wa), deuo poi /l.1gr,1d,1, e in!Ìn<· klegcrd{I.

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Ba1t<1g/i11 111/ ,\Jacar (239 a. C.). Appartiene alla lotta fra i Cartaginesi, condoni da Amilcare Barca. e i ribelli africani, agli ordini di Spcndio e Ma1hos. Questi uhimi . in numero di 25.000 . ali ·~1pprosslmar:-.i dei Cartagmcsi si sd1 ieraronn con la dr. al fiume in una ,ola linea per al• tendere l'urto. I Cartaginesi (u .ooo u. con 70 elefanti)

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Rattaglia di :\facar (239 a. C.\. Cartaginesi: .'1, ali di cavalleria~ di fanti armati alla leggera; D , fon!eria pesante; C elefanti: T>, ri• belli aft ic,ini.

avanzarono C(llll(O il nen1iw schicrandu la fantcri~ pc• ,ante al centro, e costituendo le ali con la cavalleria e la famena armata alla leggera. Gli clcfanu. dietro il ccmro. .\fa a,·endo i Cartaginesi operato il loro schieramento a h rc,·e dis1,111Y,\ da i ribelli, questi credettero di polcrnc "Jl· profittare, e si lan cinrono sulle lince nvvcrsarie, le quali sos1cnncro l'uno, e in brc,·c sbaragliarono i ri belli, fooo ne rim.1-.cro , ut campo, oltre a 2000 prigionieri.

Macarite, Miscuglio e,plosirn, largamente adop<'rato d al! ·eserc ito hdga per la ,arica delle gr:ui:nc, a b:11c d i un nirro.:omposlO della serie ;iromatica. Fu preparato dalJ'ing. I. dc :-.tacar, e risulta costi1ui10 di 4 molecole di trinitrotolue ne (p. 28.10) e di 7 molecole di piomho niLrato (p. Ì I ,<)O) . Macbeth (i/ falso). Regnando in Scozia David I. salito at rrono nel 1124, un av\'cntun<"·rc sassone di nome

\\'ymond ,i fece passare per il figlio del conte \ni:o ,I, Moray, crede di 'vfacbet.h, e solle,·è, gli abitami dcll'11nla d , M:rnn. arruolando u n esercito e CO$tituendo 1111 'annata navale. dopr> aver gcIrn10 via la tonaca da frate. P,·r d iversi annl guerreggiò con David, 5nd1èt !)COnfitto in haluglia lerrcstrc, ~i dette :,Ila guerra di corsa cd infine. cat· turato, \'enne rinch iuso nel castello di Roxburg, dove morì i11 progwn1:a.

Maccari (Luigi). Generale, n . nel 186o. Sottol. dei bersaglieri nel 188o. percorse la carriera in detto corpo divenendo colonnello nel 1915. In P. /\. nel 1917 e magg. generale nello stesso nnno. passò ne lla riserva nel 1921 e nd 1923 nssunse il grndo cl i generale di divisione. Maccario (Giusto). G<·nerale, n. a J\"iua J.lariuim.1 nel 18(,6. Souo1. d, fantcri:1 nel r866. comandando un bgl. a Kasr El Lcbcn (t912) meritò la med . d 'argento. Partecipò a tulta la gut·rra contro l 'Austria d ivenendo colon nello CO· mand. il n 7'' fant. nel 1916 e brigadiere generale del la brig. Re n,•1 19 18. Si chstinse sul Carso cd a M. Tomba. ottenendo due med . d'ari:cn10 e la croce da ca,·. dcll'O. M. S . In r. A. S . nel 11120. passb poi in A. R. Q. col g r,Hlo di g·c,:n. di brigata.


-

700 --

Maccaroni (Curzio). Ammiraglio, n . :t Taran to nel 1874, entrato in servizio nel 1887, collocato !Il posizione ausiliaria nel 1923, promo,so contrammiraglio nel 1927. Maccastorna. Comune in prov . di Milano, sulla dr. dell"Adda, a poca distanza dalla sua foce nel Po. Possiede un castello abbastanza conservato, che risale all"epoca feu dale, e divenne celebre durante le guerre comunali, le fazioni guelfe e ghibelline e le conseguenti signorie. Dopo le carneficine dei Ghibellini cremonesi e lodigiani , avvenutev i nel 1270, Luchino Visconti, per garantirsi da queJ!a parte contro gli attentati dei Guelfi di Cremona, se ne unpadronl di sorpresa e lo diede in custodia ad un suo fidato. Ma poco dopo, Carlo Cav;tlcabò, signore di Cremona, lo fece occupare dalle armi del ,uo alleato e con-

Il castello di i\.1accastornn nel sec. XIX

giu nto Giovanni Vig,,ati, signore di Lodi, e poscia dal capitano di '"entura Cabrino Fondulo. Questi fece ampliare e restaurare i l castello, dandogli q uell a forma regolare. quadrala cd agguerrita che consen·a ancor oggi in massima parte. Dopo I ·a,sassinio del Cavalcabò e dei suoi familiari. ordinato dal Fondulo per impadronirsi della sig noria di Cremona, il castello di M. fu preso da Giovanni Vignati per ,-cndicarc la morte dei suoi congiunti. Tornata la pace fra il Vii;nati e il Fondulo, il castello fu restituito a q uest'ultimo; ma poco tempo dopo veniva occupato a tradimento da Oldriano Lampugoano, capitano di Filippo Maria Visconti, e Cabrino Fondulo, condotto a Milano, venne decapitato per ord i11c de l duca.

Macchina infernale. Ccncralm<'nte consisteva in una carcassa di vecch ia nave riempita di esplos ivi e che doveva funzion.i rc come poderosissima min:, per for saltare ponti. na\'i da guerra, opere di Corrificazione, ecc. Ne fu l'ideatore l' ingcgnc,·e italiano G iam bell i. che la costrnl et! adoperò la prima volta durante I'a~t!io di Anversa del 1585. Gli Inglesi fecero frequente uso di macch ine infernali ; spaventosa quella clic nel , 693 lanci:,rono contro Sa111t-Mt1!ò. G li Inglesi continuarono a far uso di M. I . nd 1694 e 105 contro Dieppc, Dunkcrque e Sai nt-Malò, sempre con risultati scarsi . Se ne valsero contro Calais nel 1804 e contro Rochefort nel 1809. Nello stesso anno distrussero la diga galleggiante che proteggc,·a la flotta francese ancorata nella rada dcli 'isola di A ix mcdian1c 1500 barili di polvere, posti, insieme con 3000 granate a mano, a bordo di una nave irrobustita da murature. l Confederati, nella guerra e.li Secessione, si valsero di .11. /. delle pit, svariate forme, persi no quelle simili a pezz i di carbone che mescolavano al ,·ero. Due .\/. / . simili alle inglesi sopra

MAC

descritlc dovevano essere portate e fa1te scoppiare sotto le mura di Caeta: ma l"operazione non ebbe luogo perchè la fortezza si arreso a Cialdini prima che fossero pronte (V. Brulotto). Anche i Peruviani, nella guerra tra Perù e Cile del 1879-1881, distrussero con M. I. le navi da guerra cilene ,, Loa » e « Covaclonga n. Durante la Guerra Mondiale la M. I. fece la sua ricomparsa all"attacco <li Zcebruggc 11cl 191!1, medianrc l'adattamento di vecchio sommergibile, il So. C. 3. Mucdii11a a vapore. 11 primo battello a vapore meritevole di tal nome, fu il " Charlotte Dundas », costruito d;1 Symington sulla Clyde nel 1801. Roberto Fulton costrnivJ nel 1807 in America il 1< C lcrmont » , vapore a ruote. e nel J812 il Belt ,·arava il vapore « Conctc • . La prim.1 nave da guerra a vapore può ritenersi il « Fulton I • • di 2475 1onncllatc, costruito nel 1814 per gli Stati Uniti e armato col'. 30 Cdrlnoni. Nel 183S furono costruite navi a vapore capaci di traversare l'Atlantico. Parallelamente In propuliione a ruota cedeva il posto a quella ad elica, introdotta dopo il 1840. Si ebbero dapprima navi da guerr" ad una dica, e poi la creazione di navi munite di doppia elica qual i le bmcr ie galleggianti « Voragine » (1862) e. " Gorgona » (1868); pili tardi il nostro " Duilio » (1877). Dal 18;5 in poi, le navi furono dotate di due o tre motrici o multipli di queste , azionami due o tre clich<." a seconda delle forme degli scafi. Macchine a triplice espan,ionc comparvero nel 188o, dapprima sopra piro,cafi d,1 carico, poscia sopra incrociatori corazzali dotati t!i alte vclocit?,. Verso il i<)oo ii introducevano le motrici a quadruplice espansione, che avrebbero avuto forse ulteriore wiluppo, se non fosse stato modificato radicalmente il " slema di propulsione, sostituendo le turbine aUe macchine alternative. Questo tipo di macchine venne applicmo. pc, la prima volta, dall'ing. Parson nel 1897, e adottalo nei due caccialopcrd iniere inglesi " Vipcr ,, e « Cobra ». Poichi: il rendimento di una turbina aumenta con il numero dei giri che è possibile far fare alla stessa, si ricorse alla ado· zionc di motrici dist ribuite su quattro assi, ossia navi con <1uattro eliche o quattro coppie di eliche, riducendo il diametro di queste ultime. Con sistemazione successiva, si è ricorso alla adozione tli ingranaggi rirhmori di velocità, vale a dire : !e turbine non sono calettate direttamente sugli assi delle eliche, ma fanno girare questi ultimi mediante grandi ruote di ingranaggio a den ti cli forme speciali. Con q uesti sistemi è stato possibile raggiungere la potenza tli 150 mila cavalli, immagazzinala in u11 solo scafo, quali ~:1rebbcro per e~mpio i m oderni inc rociatori icaliani o Tren to ))

e Trieste )), l'incrociatore cornzzato inglese ({ liood )) l{

di 42 mila tonnellate, e qualche altra nave da guerra delle marine

stranièrC.

I costruttori

moderni

tt:ndono ~\ sosti•

n ,irc le motri,i :1 vapore con motori a scoppio cli potenza Jppropriata; ma. mentre è stato relativamente facile adottare motori a scoppio e motori a combustione interna per i ,ommergibili i qnali, essendo di dislocamento limitato, hanno bisogno solamente di poche migliaia di cavalli di forza. non ahrcttanto può dirsi per !e navi di superficie. Nel 1929 i Tedeschi hanno in stallato sopra la nave corazzata " Admiral Scheer ». t!i 12 mila tonnellate un:t serie cli motori a combustione interna, capaci e.li sviluppare com plessivamente 25 mila ca valli, danrlo alla na,·e un:, velocit,ì di 25 nod i, c. 911cllo che più conta, una ctutonomia molto superiore a quella di tutte le :iltrc unità esistenti. pcrchè l:1 naft~l, con i rr1otori a com bu5tior1c interna. in ~ \'CCC di <.:$Ser e bruciata nelle caldaie, va a lavora re dil"etcamenle ndb 1norricc. ri~parmianclosi in (31 modo rutto

...


-

.M.AC

701 - -

i ! peso morto della installazione delle caldaie. sostituendolo -con alrrenanti depositi di combustibile. Macd,inari llllfÌIÌari. Pren dono questo nome i M. che concorrono a i servizi di bordo, escluse le motrici principal i. Sono tali la macch ina del t imone, le pompe di alimento delle caldaie, le pompe di ci rcolazione dei conden~atori, le pompe d i esaurimento, le frigorifere, i compressori d'aria, ecc. ,\ lcun i sono sistemati negli stessi locali delle motrici, altri in locali appro9riati, scrnprc sotto il ponte

.çorazzato.

MAC

M. Le M. <la guerra non sono adoperate soltanto per la difesa dei campi trincerati. ma esse sono piazzate anche sul cam po di battaglia, dietro la linea degli uomin i armati pesantemente » . Oltre alle balestre, ogni coorte aveva anche una catapulta destinata al lancio delle pietre e tki dardi; le M. a t iro orizzontale erano collocate sui fianchi e [ra gli intervalli della prima linea; le altre si trovavano indietro e h1nciavano i loro proiettili con tiro

parabolico. All':medio d, Jotapata . Vespasiano collocò intorno alla citti, 160 argani, q ualcuno dei quali poteva lanciare proiettili di circa 55 Kg. Tito, assediando Gcrusa!emmc, col locò degli argani che lanciavano pietre e blocchi di roccia, davanti al la linea degli arcieri, e di quell i che gettavano dardi, posti alla loro volta al centro delle opere d i terra che circondavano la città. Anche i G iudei tentarono di servirsi delle,; J\1. da guerra, ma esse furono pc;r

loro di scarsa uti lit:\ per mancanza di pratica. Al cont rario le M. dei Ro,nan i, e principalmente quelle del la

Antiche macch ine di g uerr::i (d al Lipsio) .~f<u:cl1i11t

da

~uenw . lstrurncnt ì che. prln 1a dell 'in\·cn-

.7.Ìonc della µol\'~,f e <la cannone~ scl'vi va no J lanciar<.:. frecce

o pietre, ad abbattere mura o a far breccia. Gli antichi nano ,nolto abili tanto nella costru2.ione, quanto nell'uso d i tali istnJn1cnti: da essi posseduti in gran nurncro, e che <:rnno stati jdcati, per la maggior parte. dagli asiatici . Le ~t/ _ da guerra passarono innanzitullo in Crecia, e di

!~ in Ita lia e poi in tutta l'Europa. dove i.I loro uso, nd medio evo, era generale presso rutti gli eserciti . I Greci non se oc servirono abitua lmente nelle loro imprese mii. -che dopo essere ù ivenuti soggetti dai Romani. Fu alla quart~ battagl ia di Mantinca (206 a. C .) che si cominciò .a riconoscere l 'importanza di tali istrumenti. 1 Romani ·n on dottirono le loro legion i di :H. cb guerra rh(: sotto

f

Arabica machina ad expugnatione urbium .. (dal Valturio)

10a legione, fu11ziona.\' ano egreg-iarncntc e lanciavano p roict-

Macchina da guerra con cannone (scc. XVH)

g li imperator i, e Polibio fa m enzione dei loro uso soltanto per l'attacco o la d ifesa dei trinceramcmi , negli assedi e nel passaggio d i fium i. Vegezio, a proposito d i quest i strument i, s:crivc :

<<

La legione è dotata d l balestte

montate su affusti a ruote, trainare da quadrupedi, e servite da dod ,ci soldati della centuria a cui appartiene ogni

liti enorm i; ma, poichè questi erano di piet ra bianca e<l ai raggi <lei sole pel loro riflessn erano troppo visibili, e ,;lavano modo ai Giudei di poted i almeno in parte sch ivare, T ito li fece tingere in nero e ne ottenne buon r isultato. Anche Dionisio, nell 'anno 370 a. C. , adoperò M. da guerra all 'assedio di alcune città di Sicilia. L'anno 2 19 a . C ., all'assedio di Sagunto, gli assediati impedirono 1i soldat i di Annibale l'uso degli arieti, rovesciando loro addosso una enorme quant ità di frecce c di proiettili. Quando Censorio obbligò i Cartaginesi a consegnare tutte le anni , gli abètanti gli consegnarono 2000 M.; c allorchè Scipione s'irnpa<lronì della stessa, vi trovò 121 catapul te grandi e 221 p iccole, 23 baliste grandi e 52 piccole,- oltre • ad una e norme quantità di scorpioni e•d altri armi. Al-


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702 -

l 'epoca de lr~sscdio di Siracusa da p,inc d i Marcello, :\ rdlimcde. d i!)tru~!!ie una grossa. .H. da guerra d ei Romani a

~·hin isrn :ivcva r;.rngo dopo

mezzo ri i proiettili lanciati d alle balestre. Nel medio evo

dopo il sottullìcia!e .;ontabilc. A poco per vol ta tutto <1ucsto

le M. da g ue rra furono adottate da tutti gli eserciti bclli-

fX'. r~onalc diven ne n1j litarc; nel 1850 la trasforrnazione er~

.l\'rebbern acq11i~tato Jiriuo alla pcn:-ìone.

if pilola ,

Il Primo ma(:-

<: il secondo Yeniva

g-cra t>ti e fecero parte del materiale di d ilesa delle piazze forti . T ra

le .\1. da guerra create rer Ja d istruzione, è da

rammentare quella ch e nel XIV secolo si t rova riprodow, nell 'opera d i Valt urio ,, Dc re militari " · Essa rappresenta un enorme dragone dalla bocca e dai fianchi del quale

~µorgono pc,,zl da fuoco. Una specie di ponte levatoio può ablx1ss~r..,i sul davan ti, per servire al tempo st<.·sso da scala per l'assa lto alle n1ura o da difesa in caso di att:11.x:o. 1\ l basso alcu ne c<>rdc cd una ca rrucola fissa te ad un piolo :--crvono per Jn ..':ij)O~rnmcnlo. Una k/ _ da guerra dd XVIJ 'ieco!o, descritta da Hanzckt e di cui si riporta il disegno, h~~ molla analogia con i i< blockhaus )) n-10bili, armati di un pcuo d'artiglieria, adoperati all 'assedio di Pu ebla del 1862. Questa i\1 _ e r;1 111CHH ;Ha

su otto

ruote; i monrnnti,

col locati ai c1m1 1trn angoli~ erano formati di due tn-1vi riur

n ite; al disopr,1 d i qucst:i impalcatura era no collocate tavole di forte spessore e bene inch iavardate per p iazzarvi I ':lrtiglieria; il tutto posto su un tavolato, al quale si erano adattale ruo te. Per la 1nanovra d i questa tW. si im pianta\'a al suolo q ualch e l'e rricello. Alle M . da guerra appartengo no le torri d'assalto, le grosse balestre, le catapulte, i tr:ihocchetti , l'ariete,

i)

n1ontonc, i l

gine, lo .)Corpionc od onagro ~ingolc voci.

1

mangano,

la testug -

l"elepnli: se ne parla ~~i le

Macchinisti. Erano detti così ncll'i,npcro bizant ino gli st~rv izio delle m~rchinc che bruc iav,1no il fuoco greco, e con t<:m pora neame utc i ncaricati ckllo '-;pcgnimcnto del fuoco che polt::>Sl' manifcstar!-'.i ~l bordo. Es~i l!Hlos~aYano capp11r<;i (OJI rnasdJCr

uomini aclòctti al

(.lh/'eu'onf! ffaNJ/,,eJ

ra

di

cuoio.

ptr

potere

senza

troppo nsch io a dem piere a l loro r.:ornpiw.

,\fdcc/1inisti navali. In turrc le m:irine da guerra il corpo dei M. N. è sempre stato scp:trato eia <1ucllo degli ufficia li di ,·ascel lo . Verso il , 9, 5 si è tentato in lngh ilterra di forn1are un unico corpo, a\'e11 te la stessa origine nelle scuole navali; si vollero conAllievi uffi'.:inli siderare i M. N . come una sped i macchina: diplomati c i:tl iuazione del corpo degli uffic ia li d i vascel lo. In Ital ia i M. lrntinù :ormato un corpo a sè Fino al 1922, epoca 1n 1.:m vennero fllsi c.:on il c::orpo Jcl CJenio Na\'alc . l M . Vt:niv,1110 form ati d apprima alla scuola d i Venezia ecl u,civano col grado di sottufficiali, potendo poi progredire ad uflìciali e<l arrivare fino al g rado d i generale ispettore. Attualmente vengo no forma ti ali · Acca,lcmia Navale insieme agli uffi(ial i di vascello. Usc<.:ndo dalr Accuìemia vengono avviati a ll 'Università per conseguire la laurea n i ingegneri n avali, e con questa laurea entrano ne l corpo ùd Genio Kavalc, avendo l'incarico di d isimpegnare a bmdo delle navi il corn pito di direttore d i macchina , e a te rra es~ ,e ndo in servizio delle riparnioni degli scafi e ,11acchine. Nella marina sarda, fino al 1845 il persona le cl i macchina e ra ingagi,,>iato con speciale co ntratto e compenso . In quell'e poca si s tabilì che i M. addeni ~] sen·izio delle macchine a vapore rlella R. Mari na, i quali volessero sntto ;11,ttersi a lle condizion i stabilite per l'arruolamento mil. , •

Allie·,i della R. Scuola i\1acchinisti di Vcncii:'t

...:ompiu ta, men tre si istùuivano le cariche d i direttore e di sottodiretrore delle maccl1in<.: a ~apore. Nella m::1 ri na napotctana, dove i macch inisti in primo tempo erano inglesi, vcn11c stabil ito nel 1839 che essi fos, scro tutti n:-izion:-,l i , t· l'anno st:gucnte venne fondata una .'H_:uola di ingc:g11cri meccaniò (allievi macchinisti) .

.1/,1cc/1i11is1i Jtdvali (lgi,·ne). Sulle □avi da gu<·rra i l la d el per,nnale addetto :dlc m acch ine i:. più mentak

1·oro

(hc manuak.-, l' consi,;te t:5scozialmentc nd la sorvegljanza degl i organi in funr.ionc. Questo lavoro è rncno f::tùcoso

sul le naYi l'ecen ti rou motori a turbi na . che richiedono auenzionc r.; imporrano mino1·i pcrico1i d'in fortun io. ! .1/, sono in un 'et~, in cui i ·organismo è pi1'1 n.::si stcntc verso i fattori 1nurbosi, e, rivcstt:ndo i l grado di M)ttufficia!i, godono di mig liori condizioni di lavoro, di vitto e di 3Jloggio: per questi n1otìvi presenrnno meòie basse di ruurbosità e mort;-ilità rispetto r1l lc ah..rc categorie minore

<lel!'.;H!Jiata .

Mac Clellan (Giorgio lirintou ). Genen lc llo rtbmcri cano (•S2,,-1kS6). Uscì ria West Point ufficiale del genio t.:.11trando subito :n cair1pagna nella gu<.:rra con tro il Mes:-;Ìco dove si distinse in varie circosrnnzc. Profe.s.sorc. a \VcstPoint. scri"sc un manuale 1n ilirnrc che per n,olto tempo f u rcgolnmcn ta rc rn;I ]·cscn:ito ~Hntrit.::1no . ~,fa11dato in Eu le operazioni in Crimea. scrisse un (< Rap-

ropa p<.:r .:,;cguir c

porto sugli cscrcitj Europei )) . Di m issionario nel 1857, fu nominaco vicepresidente della

ferrovi" centrale dell'Illinois . All' inizio del la guerra di Secessione

fti

rnagg.

ge1ierak

dei volo nwri cd ebbe poi il comando ùi un djp . n1ilitare. Il 3 giugno 1861 riportò il Mac Clellan primo .successo sui Confederati a Filipp i; il mese seguente liberi, la Virginj3 d àlle truppe· confederate. Assunse il comando del] 'esercito del Poromac dopo la sconfitta patita dai Federali a Bull-Run . In no, em brc ebbe la successio ne di Scott cd entri, in urto col governo, che pretendeva d i ingerirsi nella condotta delle


-

e poi

703 -

richi ..1111ato al cnmando del ~

Mac-Oowell. Gcncrnlc 111ncianicric,nu del ,cc. X IX.

l"esercito sotto la pressione dd l ' opinionc pnbblica <1uon<lo i Sud i!-.tÌ m inacciavano d ireuamcnlc \Vashington . mentre le opcrnzioni da lui p red i~posre erano in corso , fu sostituito dal Burnside. Cand idato a lla pres idenza nel 1864 non

.-\ llievo di Wes t-Point , ne uscì sn11ot. d 'o n. ne l 1838. Dimissionario nel 1851 per cied icarsi allo stud io clclk d iscipl ine militari~ scri~se parecc hie opere incf•r<..:ssan ti sulla. rarti('a degli eserc iti europei . Militò nel le forze federali;

riusci e si ril irh a vita privala.

p rumosso hrig. gen., fu designato cb1l gtn . Scott a sue.cedergli e f u ba ttuto nella p rima battaglia di llull -Run. D im is,io11a rio da lla ca rica ·ne) 1863 . fu p residente del R itiring l3oard al Minisl<:ro della guerra e poco dopo, con,andantc del d ip . del Pacifico. Nel J 878 iu promosse,

operaziunt. Esonc.:l'~Ho

Mac-Culloch (/Jcn,•deuo). Gcncrak norcbmc ricano ( 18141862) . .--\ 14 ann i lasciò gl i studi per farsi c:1cciatore e condusse un a \'iLJ avventurosa . Nel 1836 servì nell'artig lieria dcll"c,crcito del T exa s . Scoppima la g u erra contro il Messico~ n:dulÙ una c.:ompagnia di pnrrigian i e con essa raggiunse 1'cscròto del Taylor I dislinguendosi a Nlonterey e a Buena TV'"ista. Nominato Commissario dd l 'Uniune: al Texas 1'11 poi mand ato nell ' Utah colle medesime funzio ni. A l tempo d el l;i de7. ione d el Lin col n si trovava a Washington per im p ad ronirs i con un colpo d i mano della c ittà: il complo tto no11 ebbe seguito per le precauzioni prese dal gen . Scott. Nornin3lO brigadiere gçn. Sudista , ebbe il con,;111do delle truppe dell 'Arkansa s e a Viilson·,. c reek coll)andè, le fo rze con fede rate. A Pca Ridgc, do\'e cadde ~ul GHTtpo, avev~1 il comando di una d ivisione.

Macdonat d (Ciacomo) . Maréscia Ilo di Francia . duca di Taranto (1765- 1840). Appartenne ( t j8.·1) ;1lh legio ne irl~1 ndese. C aderì aUa Ri voluzione france.se incntn;. <.;l':l: ~Ot r Lo tcn . , d ivenendo gcn . d i brig;H;i nel l ?~) e d i di\'is. nel 1796. L'a n no seguente combattè in Germania, e poi in

h:il l:2 c!ovt: fu gover natore di Rcm1a ( 17')8). Du ran te I 'inva-

Macedone T e lf. Regg1111c n1i d i fante ria napole1 an:i , de tti :rnchc E..-tcro l e Il (V .). Quntionc macedone. Co n I 'o,:cuµazione serba della M~ c~clo n ia . ~H'\TH:..Lta d op\J la za guerra ba lca nica d el r9r3 . la Q. M. entri, ncl là , ua lasc acuta. Il pansn b,srno, ch 'e ra

dec iso a nuro per ctfcttuarc i suoi plan i. si dette a<l un · opera terrorist ica d ì cl i~rruzionc di tutto ciò d 1e cosritui\·a una nota d i hulgnrismo 1 eh~ potc~sc rirarclare od ingombrar~ ;J p roCC!-..)0 ser bo d i colo n izzazic)ne in M~re• don i.a . Scunk:. r.:hicx , professori e sacerdoti, lulti questi g a n.~l i viv i dc) sentimento rel igio~o e dell'idea naz ionale d c;i Bulgari-rna..:cdoni , fu rono p; rsc.:g uitati non appena l:klg rado estese ..;u t1ucl lcnjwrio il suo dominio. Questo processo viok·nto di co lon iz.zazionc scrba 1 non fece· che csa~p,:rnre il nazionaJismo dei Bu lgari, j qua li, durante il c.:0_11 Aiuo eu ropeo, scesero in campo a fianco degli I1nperi Cent rali, pecchi: ne,,un,r dd le µutenze Alleate fece al la

~ione austro-ru~~a dd ~cgue nte

Bulga ria

annn , raccolse le truppe fr~1n-

che t.:ostitu iscc parte integrante della sua storia e non può disgiunge re il suo ideale nazionale da <.JUd!o n1acc<lo11c. La Bulgari.i. uscita cblh guerra nnnilata cd ~~vvilita, non ebbe pi,, il m odo d i occuparsi della Maced onia, I trattati

cesi del mczzog10rno e le condusse nell' Al ta Ita lia; battuto sulla Trebbia, riuscì tuttavia .-1 congiung.::rs1 al Y(oreau .

1)opo ~,farcngo c:hYÌh g li Au~ ~rriaci dal Grig-ioni . Aven do dift,o il \1nreau. Kapolcone lo t.:soncrò ùal coma ndo fino a l 1809, quan<lo lo mandò ne li 'ese rcito cl 'Italia e quivi si dis tin:-.c, spcci~l rn~nte a \Va.

Macùonald Giacomo

maggior genern le .

un'offe rta

prec isa a

rigua rdo

della

Nfacedonia,

d i pace permisero ai Serbi d i ,!Tennarc ch e la Macedon ia costituisce geografì:c.amente ed etnografican1ente una apptnd ice naturale del la Serb ia ciel sud . e a d Atene a proclamare che i /vfacedoni sono dei « Greci b ulgarofoni ,, . Da queste premesse procedettero i s istemi violent i d i serbizzazionc ed ellenizzazione di tutta ,1uanta la Macedonia , la quale ris pose col terrore del le sue bande .

13ulg:-lria,

Jugoslavla,

Gre<.:ia.

Alban ia sono

in.tcn.::!,satt

grnm, dove guatbgnò il ba• il titolo d i duca di Tar~H1LO.

nella Q. Af., e finchè questa non sarà risolta con relativa soddisfazione dei Macedoni esisterà sempre il pericolo che di là si sprigion i la scintilla capace di ince nd ial'e un'alt ra

pagna cii Russ ia ( 18 12) e a quelle d i Germa nia e d i Francia , n ei due anni seguenti., come coma ndante d i corpo d'ann~ta. Kon se1:vl l'.im perat0re d utantc i C'..ento giorni . Ve nne nominato da Lu igi XVllf Pari d i Grancia .

1·olta tu w , la pcnisoh ba lcanica. scatenando la lotta tra i vari 11azionalis1ni particolaristi . ?vfalgrado che nei congressi balcanici di Atene e di Salonicco sia s tata inclusa nei prog ramm i l'ide a più p latonica che reale della risoluzione de l prob lem;i mi noritar io , è inrluhltato che il più ~ rande

,ton(; di m11rescia llo e l>artccipò qui ndi oli~ iottc nella penisola iberk a . a lla cam -

.Wat·

DonaId ( France:jco).

Generale napoleon ico .

n. a

Pescara, m . " F irenze (1 77ì- 1837) . Fu con le truppe regie a lla diksa d i Tolone contro i repubblicani ; tornato in

patria, J ivcn nc a sua volta repubblicano, ed entrò nel• l'cscrcilu f.r<1nccsc . Fece la campagn~ d 'Ita lia de l 1800, ~ pnt fu ag li ordi:,i cli Massèna ( 1805), Rimpatriato col grado d i capobattaglio11c de l genio. fece la campagHa <ld 1806 in Calabria contro gli Inglesi, e partecipò a ll'assed io di Amantea; più tardi ( 1812) a ll a campag na d i Russia. col grado di coionncllo; si battè pu re ne l 1813 in German ia, dove fu nomi nato maresciallo d i cam po . Tornato in pacr ia, ebbe dal Murat comando di brigata , e nel 1814 diresse l'assedio di A ncona, d ivenenUo ten . generale, e venendo no1ninato dal Murnt min ist ro della guerra. E ra stato anche d irettore de;;li ingegneri topografi de lla repubblica cisalp ina . D opo la , aduta di f'vlurat an dCJ in esil io in Austria e poi a Fircrnc .

o,rncolo che si possa o pporre a cutri i tentat ivi di pace compiuti dagli Stati balcanici . è costituito d alla Macedon ia . La penisola balcanica avrà sempre un ,esistcnz.a precaria e d osc illante fino al giorno in cui non si sar à riconosi..:iuto alla Macedonia il d iritto di piena autodecisione .

Macedonia. RcgioJtc del l'Europa antica a nord della C recia, !a (]Uale comprendeva p rincipalmente, .sul Ycrs:rnre o rientale del Pindo, tra il massiccio dell'Olim po ,1 s ud e quello dc! Raclope a no rd-est , i bacini dell' Aliacmone , dcl-

i' Assio ( Vardar), dello Srrimone (Struma) e del Nestos, ,\ 1 principio del! 'epoca classica era a hitaca da pa recchie tribù semibarbare; Eraclcia ne e ra la f.:apitalc. Secondo E ro c'oto , Per<licca I , cmigr~to eraclidc, ( u il primo re d i M ., i wi succcssnri accrebbero dalla parte di sud-e~t i loro domini, csd usa la Calcirlic;i.., occupata da una colo ni a greca.


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Durante le guerre mediche. la posizione della .Il. ,i raf forzò, e sotto Perdicca li corn inciaronr. i primi segni d i ostilità con Atene. La disfatta di quest'ultima nella guerra del Peloponneso, permise alla ,H. di espandersi più liberamente. Archelao I, fu l'in iziatore della organi1,zazione m ii. delle tribi', ancorJ semibarbare. Dopo la sua morte . avvenuta nel 399 a. C .. seguì un periodo di rirnlgimemi interni cd infine Filippo. impadronitosi del potere, condusse a tenn ine l'orga nizzaz io ne: po litica e mii. 1.·opera sua fu perfezionata da Ales,andro il Grnnde e ponò alla conquista di gran parte del mondo orientale. Durante le louc fra i successori di Alessandro. Polispercionc, succeclui:o a Amipatro nella rcgge11za, si fa hanere in Crccia e in Asia eia Cassanclro che occupa la M. e la Grecia del nord . Da questo momento la M. comincia a decadere e rirnanc soggetta successivamente a vari sovrani, fi nché 1\ 11tigono nel 2j8 vi fonda una dinastia stabile. Dopo li! con<Juista romana . la M. fu compresa nell'impero romano d'oriente. Nel scc. Xlii, i Crociati. impadroni1isi dell'imp~r·o greco, vi fond al'ono un regno a fovore d i lloniiacio d i Monferr,1to, che ebbe durata brevissima. Nel 1450 i Turchi occuparono la ~lacedonia e dominarono il paese fino ai nostri giorn i. La pessima amministrnione dei Turchi fu causa continua di rivolte interne e od ia formazione d i ,, cornitagi ». in istatO cli perpetua ribellione. In seguito alle guerre halcanichc del 1912-1913 la .\f. fu liberata fi. nalmente dalla domiuazio ne tmca, ma fu spartirn tra la Serbia, la Bu lgaria e la Grecia. /;tit11zio11i militari dei .\/aa-do11i. I Macedoni, scrnibar1':tri, a lungo tempo appartati dal mnnd" ellenico, si cr.1110 agguerriti nelle lotte contro gli lll irii ed i Traci dic ne prcme,•ano i confini. La forza dell'esercito macedone consisteva principalmente in una eccellente cavalleria. r·ccl utata fra i proprictnri d i te rre; la (antcria, fornita dai a,ntadini, aveva fama di valorosa. ma era poco temibile a cagione del ca11i,o arnµrnento e della deficiente istru71one. A poco a poco peri,, a contatto rlci Greci, i Macedoni prog redirono anche m ili tarmente e molti di loro prenclcncio parte. come mercenari. 3)le guerre de!l'Ellade. ne riportarono iHru:iionc <'ci esperienza. Il re Filippo, prima di s3 lirc al trono, era stato alla scuola ci i Epaminond :1 e d i Pdopida, i migliori capitani di quell"q><.x:a. La decadenza mii. di t\tcne e 1.h Sparta. ,possate dalle lunghe lotte, la debolezza cli Tebe, incapace cli conservare J"e/:t:monia ra,qgiun ta, o(Trivauo una occasione (avorcvolc per la crea zione in M. di una forte monarchia mii., e Filippo si pose all'opera migliorando la fanteria cd istituendo una specie di coscrizione. U na parte della popolazione rimaneva permanentemente alle armi. mentre il resto formava la riser\'a. Alle leve tumultuarie <lei suoi predecessori. FilipJX> sostituì così un escrci10 stanziale. Raddoppiò la fona della cava lleria, con b conqu ista della Tessaglia , paese d i vaste p i:111ure e produttore di ottimi cavalli. Adottò cd ampliò il <istema folangirico introdouo nella lattica greca da E paminonda; ma, scomparendo in esso la indi\'idualità del gucl'rie ro, pcrchè nell 'uno collettivo era d ifficile :,I sol dato di emergere, i giovani nobili macedoni al scr\'izio nella falange preferivano quelle delle truppe leggere che aprivano l'azio ne e nelle quali il sin~olo " peltasta " poteva m ostrare la sua bravura. Così, menuc nei primi periodi della storia mii. ellenica, i peltasti erano reclutati fra le classi inferiori della popolazione, nd periodo macedone, essi, armati in modo migliore e più completo, sotto il nome d i • ip:ispisti • si tolsero alle classi superiori e di,·cnnero un semenzaio di ufficiali di fanteria. Analoga

posizione e funzione aveva nel la cavalkria il w rpo scelto degl i « c tairi » . Coli 'esercito c he si era form<1to, Filippn ridusse alla sua obbedienza le città greche. Alessandro ere ditò dal padre l"esercito ed i progetti. Il nucleo principdlt· dell'esercito col quale passò in Asia era la falange. rn, 1·anno aggiunti gli ipaspisti e la cavalleria : egli assold,\ inoltre mercenari greci, e man mano che avan7.ava nuo, 1 corpi reclutati nelle regioni conquistate ed istruiti alla macedo ne. Gli eserciti macedoni furono an imati da fori<: spirito di corpo ; ogni reparto seguiva il proprio capo ed era a sua disposizione. La lunghezza delle guerre di Ale,sanrlro impediva al soldato macedone i contatti con l:1 pat\ia lontana, ed egli a\'eva finito col considerare il camp;, come la propria famiglia. Ciò spiega come alla morte d, Alessandro i generali se ne spartirono le truppe che seguirnno la (orcuna del proprio capo ed ognuno dei regni sorti dallo sfacelo dell'impero di Alessandro ebbe il proprio esercito di vecchie bande macedoni, di mercenari greci e: di truppe locali . A poco a poco però i Macedoni. vivendo fr.a gent i asiatiche cd africane, s'infiacchirono. I mercenari si reclutarono Cra gemi meno civili e meno molli: gli Etohi. gli Epiroti. gli Jllirii, i Traci, i bellicosi montanari tlcll 'Asi~ Minore; poi, esauritasi m:llc con tinue lotte interne. la potenza mi i. macedone fu distrutta dalla con quista di Roma. Prima guerra guerra romtmo-macedo 11ica (21 6-206 a . C.), Co! trattato di alleanza, stipulato nel 2 16 a. C. tra Car• tagine e la Macedonia. fu ,tabi!ico che il re Filippo do ,eva condurre un'armata a sbarcare in Italia, e Cartagine in compenso gli prometteva <l i rimetterlo in po~scsso dc.:i territori che Roma g li aveva preso in Epiro. In seguito a wli accordi, Filippo si accinse a raçlunar truppe verso .\ pollonia (Polina); ma bastò la voce, falsa, che una flotta romana era in rotrn per le coste illiriche, per farle retro ct·dcre precipitosamente. Intanto Roma si prepara ali., )!"Uerra e adun~ una flotta nelle acque pugliesi per trasportare al di là dell'Adriatico 11na piccola armata. Nel 2 , 4 F il ip po non sentendosi in gratlo rii ,b;ircare in Italia pc, la present.a della flotta romana nel basso Adriatico, ,·a ad attaccare i pos1es,i di Roma ncll'Epiro, ma ben prcsw è costretto a rinunciare alla impresa da un cor po d i trupp<: mmane sbarcate ,ullc coste cpirote. Nel 212, caduta Ta ranto nelle mani di Annibale, i Romani decidono di nnpcdire al re d i Macedonia di approfi.t tarne per uno sbarco ili Italia ; ma, non potendo impiegare molte rruppe al di là dell" Adriatico, pensano di far rivivere la coalizione grcc:i conlro la Macedonia, e vi riescono mcrcè l'opera di Levino, suscitando in Grecia una lunga guerra interna, durat:i fino al 206. In tale anno gli Etolii, che erano i membri principali della lega, fanno pace separata col re di Mac<:· donia e Roma, non potendo da sola sostenere una gucm, contro f'i lippo, si rassegna a far la pace con ,1uc.1i, Cl'• dendogli un piccolo territorio sui confini dell'Epiro. Seco11dtl guerra roma110-111accrlonica (205-197 a. C.). Dopo il morte tli Tolomeo Filopalorc re d'Egitto (205), Filippo di Macedonia fa alleanza con Antioco III d'Antiochia per

distruggere e spartirsi il regno egiziano, rimasto al cinquenne Tolom eo Epifane, e si porta col suo esercito in Asia :Vlinorc per occupar vi i possedimenti cgi:àani. Per c,•itare il turbamento dell'equilibrio mediterraneo, Roma manda in Oriente In squadra di Sicilia, condotta dal pro• pretore Marco Valerio Levino e in Egitto Marco Antonio Lepido in qualità di tutore del fanciulletto re. Nel 200 Filippo invade la Tracia, pas,a l'Ellesponto e assedia Abido;


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inoltre ai uta in tutti i modi una in1presa degli Acarnanìi <:ontrn Atc11c, alleata di Roma . Per questo farro Roma ha il cams belli contro il re macedone e i m barca a l3rindisi due legio ni, al comando d i Sulpicio Galba, con 1000 cavalli numid ici e gli elefanti presi a Cartagine. La piccola a rmata sbarc:;i ad Apollonia e minaccia d irettame nte la Macedonia, per cui Fil ippo ripassa in fretta l 'Ellesponto e -corre in Tessaglia, rnencre Roma g li suscic a co11 tro una nuova k ,g a g rec.a. Durante l 'inverno sui 199 una divis . <klla squadra romana d 'Orie nte , condotta e.la Caio Claudio Ccntone, incrocia lungo le coste greche e a p rimavera Oalha invade la Macedonia da occidente, gl i al leali Dar .danii e Illirii l'invadono da .settentrione , scend<::1H.lo per il Varda r, e g li .Atamaniani d.1 mezzogio rno, risalendo l'Aspro . F i lip po, attaccato così da tu tte le parti, concentra il nerbo delle forze contro Galba : le due a rmate, di forze quasi -eguali (c irca 25. 0 0 0 uomini per parte), si fronteggiano nella regione d i Monastir; l 'esercito macedone sorprende quello romano in una stJetta montuosa e ] 'attacca vigorosamente. La battaglia finisce col giorno, rna senza risultati sicuri,

benchè i Roman i si attribuiscano la vittoria. F ilippo si ritira con I ' interw.ione d i tirarsi dietro Galba e batterlo in local ità npponu na; Galba insegue per poco, poi si ritira •1rl Apollonia . Intanto F ilippo batte com plei:amente g li A tan1aniani e i Dardanii, mentre la flotta

rimane quasi

inoperosa . In complesso il quadruplice attacco con tro il ,·e m acedone è fall ito e Roma manda a p rendere il comando dell 'escrcito, in luogo di Gallia, il console Publio Vi!Jio Tappulo, che non riesce però a rialzare le sorti della guerra . Nel 198, Filippo in vade il paese degli Ati ntani scendendo

1:i

Voì11~"a e

,;,j trova d i

fronte !'~nnata ro-

mana condotta dal console Tito Quinzio Flaminino, che att:1cca i Macedoni e li sconfigge, Filippo si ritrae per la Tessaglia fino alla foce del Salamvria, deva~tando le città -tessaliche che a b bando na al nemico , prernuto come è dagli Araman ian i e dagli Etoli , che invadono la Tessaglia dopo la v i({oria rorna na; si riduce quind i a dilcndcre l'entrata nella Macedonia propriamente detta. Data la stagione avanzata, F larnjn i.nu non

lo attacca, e va nella Focidc per

.aiutare !a sollevazione ge nerale greca cont ro Fi lippo, per tentare d i espugnare Corinto e per trovare sul le coste di ,\ nticira buoni quartieri d'inverno . L imprcsa contro Cori nto fallisce e nell'anno seguente ( 197), flamin ino, con1

fermato"' nel comando,

riceve notevol i

rinforz i da Ron1a.

Allora, aiutato da lla flotta, assoggetta g li Aca rnanii e i lleoti, toglie,ido così a Filippo la sald a base che aveva ~ul golfo di Corinto. Poi si avvia per la Tessaglia verso Ja Macedonia, aiutato dalla flotta che lo r ifornisce d i vettovaglie . Ma F ilippo non aspetta Flaminino sulla frontiera J11acedone; entra in Tessaglia e i n.contra l 'armata ro tT"la.na :a Cinocefale (V.). Seguono la banaglia e la pace di questo

J1ome.

Terza gaer.-a ronwno-macedo11ica (172- 168 a. C.) . A F ilippo, mor to nel 179 a. C ., succede il figlio Perseo che si 11ropone di apparecchiare una grande riscossa greco~1nacc.donica contro i Romani. Il Sen ato, avuto sento re delle mene politiche d i Perseo, tendenti a stringèrc in fascio tutte le forze greche, in tima alla d ieta achea di p re11der partito, o con Roma, o con Perseo contro Ronia, e invia un:a ambascer ia (172) al re macedone, invitandolo, colla m inaccia della guerra, a mutar politica. Perseo rimanda gli an1basciatori con alterigia e Roma diçhi:Ha la guerra, iinbarca a Brindisi 35 .000 u . con ro.ooo ausiliari e li fa

scortare da u na squadra da guerra di 40 nav r. Comanda l'eserc ito il console Publio Licinio Crasso; ha il comando

della squadra il pretore Caio Lucrez,io. Il console mancia un distaccamento in Illiria pcrchè operi contro la ~facedonia e col grosso sbarca ad Apol lonia; poi la squad ra va nelle acque di Cefalon ia e vi raccoglie buon numero di nav i degl i Alleati. Perseo ha radunato le truppe in Tessagl ia c d jvi aspetta di essere attaccato, occupando la re~ gione del n1ontc Ossa. Ljcinio Crasso fa una n1arcia fati• cos:1 pc:r k montagne òell 'Epiro, e, superata la g iogaia dd Pindo, scende t ranquillamente lino a L orissa. Poco

!ungi da questa località ha luogo un pri rno urto tra le av:.rng:uar<lie, che finisce con un g rave rovescio di quella

romana; it co11solc non osa cimentarsi a una battaglia generalt e Perseo offre la pace, ma Licinio rifiuta, quanru n,1ue la voce del la vittoria macedone faccia d ivampare l'insurrezione greca, Le Operazioni procedono fiacche per <J Ua lche tempo; poi, in una azione tattica presso Elassona, sosten uta e risoluta dalle cavallerie, i Romani haru10 <Jualche successo; indi le due arn1ate si separano: Perseo sgombra la Tessaglia per a ndare a mettere a freno i Dardanii, il conso le va ad occupa re alcune città greche insorte contro Roma . N~ il console, nè il re osano venire ad azioni risolutive, pcrchè la base essenziale della con dotta mii. della g-ucrra è l'az ione politica della G recia, c he Perseo non è .sic uro di avere arnica, e Licinio teme gli sia nemica . Le operazioni dell'anno seguente com inciano con parziali n,a ripetuti rovesci del pretore Quinto Minucio, che tenta dì pcn<.: tran.:: in Macedonia col distaccan1cnto 111andato in IlViria da Licinio Crasso l'anno innanzi. L 'armata p rinci, pale romana tenta di passare i ,1 Macedonia dalla Tessaglia, valicando i in a nti Cam bunii, n1a s incontra con Perseo che le infiigge una grave roua , intanto che la flotta è battuta conten1poranearn,c;ntc da una flotta greca raccozzata da l'èfsco, e l 'Epiro è insorto contro Roma all 'annunzio delle vittorie macedoni. La sconfitta dei Romani poteva essere disastrosa , se Perseo avesse avuto l'en.ergia di Filippo~ ma 1

egli rimase in l\1acedonin, pago di averne imped ita I'en•

Irata ai Roman i. L'arH\O 169 il nuovo console Quinto Marcio Filip po giunge in Tessaglia con un rinforzo di 5000 uomini, e assunro il comando, decide di ritentare I'impresa, fallita l'a nno innanzi, di passare in Macedonia . Ma le operazioni si risolvono in vani campcggiamcuti delle due pa rti . Nel 168 prende il comando de)l 'a rmata di Macedonia il console Lucio Emi lio Paolo e quello della flotta il pretore Cneo Ottav io Oreo. Emilio, che s'era g ià d istinto nella guerra d i Spagna (189), mostra subito d i essere un energico e buon comandante; egli ristabilisce nn7.i# tutto fra le truppe la disciplina, che era molto decaduta. Perseo si e ra appostato sulla riv a sr. ·cJell'Enipeo, dal la qua l posizione vuole scacciarlo Em ilio per aprirsi il passo verso l 'interno della :V!accJonia; ma sembrandogli cosa ard ua e pericolosa un 'azione tattica l'rontak, per il g ran nurncro di macchine da gitto d i cui è provvisto l'esercito macedone, Em ilio fa veJJirc la squadra navale ad Eraclea per simu la re un imbarco d i truppe, per poi inviarle a Tcssalonica a minacciare uno sbarco, e contcrnporaneamentc mancia ad Eraclea P. Scipione Nasica con 5000 fan ti per fin gere d i imbarcarsi sulle n avi, ,na con l'ordine d i partire nottetempo e per la gola d i Ternpe raggiungere Elassona, di sca\'alc.arc la mo ntagna al passo di Pyth iu rn e di aggirare c.:usì Ja posizione nemica, in tanto che

l'ar~

n1ata lcrrà ferrno il nemico con continue scara1nucce, e gli impediò la vig ilanza lontana. L'operazione riesce a perfez.ione : Perseo, per non essere avviluppato e addossato al mare, lev::i in tutta fretta il campo e va a porsi a Pidoa. Qu i lo attacca pochi g io rni dopo i l console e lo batte 45


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così fierarncnte che l'armata macedone può dirsi distrutta. Perseo con poca scorta fugge a l'ella, di qui ad Amphipolis e poi a ll 'i,ola di Samotracia. Hloccato dalla squadra di Ottavio Orco, si arrende. li regno macedonico è finito e l 'ultimo successore cli Alessandro Magno ornerà il trionfo del console in Roma, e finir/i i suoi giorni in prigionia ad Alba.

Macedonia. Fronte Macedone nella Guerm Mondiale. Premessa, Pressochi: generale era l'avversione dei generali clell 'Intesa ad impegnare importanti contingcmi in Macedonia, rirencudo che tale impiego rappresentasse nul1'altro che dannoso clispcrdimen Lo di forze a detrimento delle operazioni sui te.1rri principali. T:de avversione era pure vi,·issima nel nostro paese. Il generale Cadorna, avverso ad ogni distra7.ionc d i forze nostre in Libia eJ Al h:tn.ia, non sarebbe slato invece co11tral'io a 111arlt.klrc in Macedonia prima però del crollo del fronte serbo un forte contingente italiano per concorrere con quelli degli 1\llcaci, ad una poderosa offensiva nella bassa Ungheria in concorso con quelle che attraverso il Carso ed i Carpazi, fossero state sviluppate da parte nostra e Ja pane dei Russi. A prescindere da tale concezione strategica, compromessa da Gorlice e dall' arrctrnmento russo, per l 'Intesa, in genera le, per noi, in particolare, era assai importante di scongiurare il pericolo che Salonicco cd i poni della Grecia potessero diventare basi dei sommergibil i dell' Intesa.

,915. - Non appena avuto sentore della mobilitazione generale bulgara e cldla rottura delle ostilit:ì con la Serbia senza preventiva dichiarazione di g uerra (29 settembre) nonchè della radunata nella bassa Ungheria di gra ndi forze austro-tedesche, le potenze dell' Intesa decisero l'abhandono della impresa dei Dardanelli e l'invio d'un corpo di spedizione a Salonicco. Il '5 ottobre cominciò lo sbarco : una divis. iJ1g lcse e due francesi. li 12 sbarcò il generale

Sarrail, col titolo di generale in capo. In seguito a sue cessiv i ~barchi, il 17 novembre a Sa lonicco, erano raccolti 120 mila uomini. L'esercito greco, pure mobilitato e fon~ di '.!40 mila uomini, metà elci quali erano in Macedonia. ra ppresentava u n scrio pericolo . dati gli umori in esso e nel paese prevalenti e specialmente data la politica gcnna nofila del re Costantino. in oppo,i2ionc con quella intcsofila del suo Pruno Ministro Vcnizelos. Per portare aiuto a, Serbi in ritirata, fino dal 20 ottobre forze francesi erano state inviate a Krivolak su l \lardar e gli Inglesi erano andati a stabilirsi a nord <lei lago cli Doiran, nonchè al passo di Kosturino, sui monti Helcs, donde si .ccnde in Bulgaria. Frattanto i Serbi compivano la loro ritirata at• traverso i monti cli Albania. Sono note -le alte benemc renze da noi acquisiate per ristorare quel! 'esercito e per portarlo in salvo a Corfù ed a Biserta. Avuta notizia che i Dulgari avevano occupato il passo di Babuna tra Vclès e Monastir, i f-ranccsi tentarono di spezzarne la fronte sulla riva sr., dcUa Ccrna nella speranza di dar la mano ai Serbi a N .-O. del valico: per cinque giorni (dal 15 al 19 novembre) aspra iu la loua tra Bulgari e Francesi; ma, non essendo riuscito lo sfondamento, il 22 il generale Sarrail ordinava il ripiegamento eia Krivolak delle sue tre divisioni (,22a, 156• e JSiA). Anche gli Inglesi assecondarono il ripiegamento francese. Venne creata allora il campo trincerato di Salonicco e sistemato a difesa il nuo,·o fronte assunto dagli Anglo-Francesi , i quali tenevano la linea Soravich-Florina-Kilkisch-Kilindir, fino oltre il lago Doiran. Di fronte ai Franco-Inglesi, i Tc<lcsco-Hulgari (gli Austriaci erano prc;sochè umi in A lba nia) si stabilirono su ·una linea che passa,·a per Kena li, quindi sulla cresta dei monti Kaimakailan. donde proscguin lino al lago Doiran: oltre il lago, risaliva sulla cresta dei monti Be Ics e q uind i seguiva In frontiera greco-bulgara del 1913. ! u tali lince i due avversari stettero a guardarsi per ohrc

Il:rraccamenti del Genio deHa divisione italiana a quota

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sene mesi, tranne in corrispondenza della frontiera grecobuigarn, dove, in ;cguito alla rc.~a del forte Rupe! e di qua,i tutto il IV corp~ greco, la linea inglese dovette venire portata sulla d r. dello Struma . 1916. - A!l'inizio del nuovo anno si avevano in \hcedonia un po' meno cli 100 m,b Francesi. altrettanti Inglesi ed alcune miAliaia di Serbi scampati alla stretta dei Bulgari: com plessiv:,n,entc a li ' incirca 220 mi la uomini con 700 cannoni di calibro vario, m a non superiore al 155, fronteggiati da 280 mi la Austro-Tcclc,co-Bulgari: questi ultimi dunque erano assai prevalenti per numero. Il comando delle fonc operanti in corrispondenza di tutto il fronte mace,lone era tenuto dal generale tedesco v. Scholtz; i Bulg;1ri erano cornandmi da l gene rale Gckoff . li coma ndo germanico clisponc,a d'una dec ina di d ivis. nel la penisola balcanica: buli,,ar~, 1 tedesca (la 10 1•) ed 1-2 turche, più quattro brigate di cavalleria. Con 1ali for:te ,i proponeva di prentkrc l 'offensiva contro i Franco-! 11glcsi con obbiett ivo il ca111po trincerato di Salonicco , impiegandone 2/3 per tale ,copo e lasciandone 1 / 3 in Dobrugia per guardare la Romania. () :mceno offensivo: agire per le ali per tagliare gli Alleaci da Salonicco e dai porti d'Albania. Questi, che erano stati rinforzati da una br igata russa, dai Serbi riorgani7.7.a ti t· dalla 35" cl ivis . italiana, si proponevano pure di prendere l •offensiva per aiutare i Romeni: dm·evano iniziJrla IO g-iorni prima che questi entrassero in guerra . Oltre alle sopra indicate forze regolari c·erano I Comitagi - 5000 circa - che sparsi lungo i confini frn l'Albania e la Mnccdon ia e nella Vecchia Se rbia, vivevano annidati tra i monti e molto d isturbo recarono ai Tedcsco- Hulgari. L'offensiva degli Alleati venne prc,•cnuta da quella dell'avversario: il 22 agosto la sr. serba, rinfonarn dalla 156a divi~. francc~c, respingeva cinque succe~,Ì\ i attacchi sulle altllre ad ovest del lago di Ostrovo. Desistettero i Ouh,ari da ulte riori attacchi ed allora gli Alleati mossero a g~neralc controffensiva. Mentre la dr. (Inglesi con la 35• divi,. italiana ch'era fra essi incuneata sul Kruscia Halcan) aveva soltanto compito impegnativo, Serbi, Hus;i t: Francesi al centro cd " sr. l 'avevano risnhitivo : dovcv:a uo i Serbi , eh 'erano al centro della linea, impossessarsi dei monti Malk.1 Midra e Kaimakalan, mentre i Russi e i l'rancesi alla sinistra, dm·e,·ano concorrere da O. contro il fianw dr. dell'avversa rio . Riuscì ai Serbi d 'impossessarsi bril la111t'mentc prima di Malka :Vlidra cd Orekcvo e poi anche dtl Kaimakalan; mancò invece l'azione sul fianco dalla parte dei Franco-Russi perchì: i punti cli partenza erano troppo lontani. Fu invece presa .\lomutir (V.) . l\!a la sopra, ,·<·nu1a caniva stagione e la sconfìtw romena indussero i go\'erni alleati ad ordin are la sospensione dell 'offensiva in Macedon ia. Si provvide perciò al la sistemazione invernale sulla nuova li nea occupata: alb 35• di.,i,. irn!iana ,·enne affidata Li diksa tldl'ans..1 della Cerna, tra Novak e ~lckovo; settore fino ad allora tenuto da 1 1/2 divisione francese e da r divisione St:rha. Essa rimaneva incuneata fra due divis. colon iali f ranccsi.

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19 1i, - La linea era tenuta all' inizio del 1917 come è indicato dalla cartina . Le forze, compresi tutti i servizi, erano le seg1Jcnti : Francesi 200 .000; Inglesi 180.000; Serbi 1 52 .000; lt; liani 55 .000 : Russi l0.()00: totale 597.<HlO . Di fronte, sempre al comando del gcn. tedesco Scholtz, erano Soo.ooo u .. qua,i tutti Bulgari: i Tede.chi a,·e,·ano lasciato sul fronte .H. una divis., oltre a numerose btr. spt·cialmente d, med io e grosso cal ibro, e distaccamenti di specialisti. D alla presa tli Monastir fino all a grande offensiva del set-

tcmbre 19 18 non vi furono notevoli mutamenti nella ,itua1.,onc generale, ma soltanto alcune azioni, talora accanite e sanguinose, ma soltanto d'importanza locale . In corrispondenza della nostra 35a divis. , con a,,iune di sorpresa nel la sera del 12 febbraio veniva dal nemico con<1uistato un tratto di nostre trincee, ma nel dl apprcs50 il colonnello Basso, con a!cune cp. ciel 1620, con magnifico slancio, la riprenrlcva. Il 27 cld lo stesso fummo noi cbe dopo poderoso bomba rdame nto 111u<>vcmmo a ll' assalto rlclk tr inr cc di q. 105<> e del Piton Brn lè, e le conquisram mo nonostante lo scoppio di una mina che distrusse prcssochè interamente una nostra compagnia. ;,..1ella prima,·era 11 i,>cnerale Serrai! fece CSC!,'Uirc tr<.· offensive dì moho n,ag~iorc: sviluppo cd importanza del le p recedenti : la prima, con rlupl ice au acco movente da Monastir e da i laghi di Okricla e di Prcsba su Rcsna, ave,•a per scopo di tiare a :Vlonastir più largo respiro: ma, nonostante alcuni iniziali ,·antaµg1 conseguiti. c,ça nel suo complc.so f alll. E fallì pure l'altra offensiva che va sotto il nome di batrnglia della Cc1'1W (V.). Fin dal 1916 il gcn. S,irrail insisteva perchè si troncasse con un colpo risoluto l' incognita della Grecia. governata dal germanofilo Cost:1ntino. Per \'arie ragioni i governi dell'Intesa agirono lcntarnenie, e soltanto il 12 giugno imposero e ottennero l'abdi,nionc di re Costant ino, ponendo sul lrono il principe Alessandro, e capo del governo Venizclos, il quale avc\'a già costituito da tempo a Salonicco un " governo della difesa nazionale n e organizzaw tre divisioni. :--Id 2" semestre, in seguito alla sconli11a romena .- al crollo del fronte

russo, la !,,ituaz ionc in 1'.1acc.:donia peggiorò, tanto più che l'Intesa non solo no n mandava rinforzi , ma era no state

ritirate truppe per inv iarle in Palestina. Si trattava addirittura di ridursi entro il campo trincerato di Salonicco, ma i Serbi minacciavano. ,n tal caso, accordi con l' Austria cd un movimento bolscevico simile al rus,o. Ad autunno inoltrato . a Salonicco cominciaron.o ad ar rivare elementi dcli 'esercito greco regolare con cui vennero costituite <JU:tttro divis. in aggiunta alle ere della « Difesa nazionale •· Al comando della 35• divis. italiana giungeva il gen. Mombcl li, che lo tenne lino al termine della guerra . Un colpo d i mano. eia noi tentato i! 31 agosto a q. 1050, riuscì a >1rappare la quota all'avversario, ma 110n a stabilirvisi per l'infernale fuoco dell'artiglieria avversaria su quel punto, su cui più nessu no potè rim,mcre. Per ordine del generale Sorrail, l'estrem a sr. eseguì un'offensiva d 'importanza locale ,u N ogrndct7. (lago di Okrid;1) per stabilirvisi e così coprir meo lio la strada Florina-Erkk. Molto bene immagmata, pr:parata e conclotta, ebbe pieno ,ucccsso. In seguito alla ri\'oluzione hols,evica, ed alle esagerate voci circolanti fra le trup!>e ~lopo il disa,1ro d i Caporetto, ,i ebbe la clde1.ioa,c dclb d ivis. russa, in seno della quale si costituirono i " comitagi dei soldati » : i più riottosi vennero manclau III Afri-a e gli altri impiegati come operai salariat i. li 22 dicembre il gener ale Sarrail lasciava Salonicco e \'cn iv:1 sostituito dal generale Guillauma{. 19r8. - Due fattori in puticolar modo concorse ro acl accrescere nel 1918 la capacir:, opcrati\'a degli Alleati in ;\l(acedonia, ossia il concorso dei prigionieri jugosla,·i e nel maggio il successo greco di Srka ù1 Lcgen, cbe cl imostrò che sulle truppe greche - a lmeno su quelle del I C . rl'A .. - , i pote\'a contare . Gli c leme nti jugoslavi, già appartenenti all'esercito a.-u. e fatti prigionieri dai Russi e dagli Italiani - specialmente quelli di nazionalità serba , bosniaca ed erzegovesc - avevano chiesto di partecipare al la guerra nelle file dell'In tesa. Scnrseggiavano gli unìciali per inquad rarli e vi si provvide con ufficiali serbi.


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L" offensiva interalleata dell'autunno 1918 sul fronte Balcan,co /ta lc'ti.ni'

Alleati r~clt:"sch/ A1#$lrO-t.1//9r1.rici

8 ulga.ri

F ino al sette m bre no n vi furo no avvcnirnc nti im portanti.

Solo in corrispondenza del p unto in cui l'ar mata francese èl ·o,icnte si sa ld ava col X VI C. d 'A. ital ia no (Alban ia) , ve nne eseguila u n'o ffensiva locale, per elim inare trn sal iente i5nicoloso per la strada San ti (2uaranta-F lori na nel tratto Ersck-Ko ritz a . t\.1o nostante

\ 'a.ccanira rc.sistenza jncontrata.

il Ti luglio le due colonne italiana e francese, r iusciva no a darsi la ma no a Baka, riducendo il fronte <l' una g ua, ramina di ch ilometri . In sostituzione de l ge nerale G uillaumat frattanto venne mandato ad assumere il comando 111 capo in Macedonia il gen . F ranchct d 'Espcrcy, il q uale si propose di mcllerc in esecuzione il piano p1'edisposto dal sllo predecessore per una grande offensiva . Jn segu ito ad ~1.c cordi inte rvenuti co l ge nerale Ferrero, doveva qut:sti , con u n 'a1.ionc prd im inare d ìversiva 1 rich iarnarc forze av-

versarie in Albania e fissarvele, m entre si sarebbe preparata ecl a suo tcn1po scatenata sul fronte macedone la. g rande offensiva . Per tale scopo era stato cmn blnato che le forze italiane d' A ibania, avrebbero gi rato cfa oriente la .Halt1-

kas1ra (V .) rnentr<: u n d i.staccamento francese sarcbl.,c disceso lllllgO la "a lle del Devoli ti no alla sua confluenza nello Skumbi per proteggere la dr . italiana : eventualmente poi i due corp i av rebbero procedu to su Elba.ssan e Durazw . L'az io ne, no nostante alcune contrarietà àerivanti t:sscnz ial-

meme dalla diflicolrà di mantenere j col legarncnli , e dalle con<lizio11Ì cl imatologiche (!orli ca.lo ri e malaria), si svolse sost~rnzialmente com 'era Slalo preveduto. 1m pressionato il C . S . aus tro-ung arico dei progressi italo-

fra ncesi in Albania, sostituiva il coma ndante delle forze i ,·i c!islocate col colo nnello-generale Pflanzer 13altin e v1 n1a11dava rinforz i. Prima che .la con troffensiva austriaca si sferrasse, il XVI C . d '!\. ita liano dovette sottrarvisi, oltre che per le perdite subite nei combattimenti, per le canivc condizioni in cui le truppe si trovavano per la rnalaria cd il calore oppri mente . Ali;, seconda metà d i luglio il XV f co,po ripiegava guindi. ordinatamente e si stabiliv:;. sul le [akk settentrionali nel la èl.f alak~stra ; ripiegava pure

la nostra c.olonna eh ·era sulla dr. a Malì S iloves e con essa qud la francese, conserva ndo il possesso di Kosnitza. Alb progettal a granrle battaglia di sfondamento in Y!acedo nia, non erano pe rò favorevoli i gove rn i a lleati , tranne

il Serbo; tuttavia riuscì a Franchet ù'Espt.:ry d'ottenere la autor izzazione ad eseguirla, Egli disponeva di 29 divisioni di cui quel le francesi metropolitane, serbe, ing lesi e greche su 9 bgl. , le colon iali francesi su r 2, quella italiana su 18: la forz,a numerica saliva a 574-000 u ., ma j fucili non superavano i 165 mila : su 200 .000 u. l'annata frarn.:csc .J 'Oriente contava appena 45 mi la fucili . Le artigJierìc al leate am mon tavano in tutro a 1600 pezzi, a 2 000 le mi t ragl iatrici ed a 200 aeroplani . Da parte dei Bulgaro-Tedesd i i, tra pressochè eguale il nu mero rlei bgl. (alleati 286, hu lg3ro-tccleschi 282), m a q uesti con effettivi a lq uanto ,.,. pctiori, tautochè di;ponevano di 205 m ila fuci li, ma solam ente di 1300 pezzi perchè, nei mesi precedenti, i Tcrlescbi ne avevano mandati tnolri in Francia : però erano restate molte artiglierie di grosso e medio calibro. fnol rre 2530 mitragliatrici e So aeroplani. Con la grande offensiva .,i tratta\'a di sferrare un com ple~so di ~trncchi s u v9ri punti dell'estesissimo fronte, tutti t ra loro legati da mutue relaz io ni st rategiche, con i q uali si aveva il proposito prim:l d i scardinare e poscia di sfondare il fronte stesso , per tendere al medio Vardar tra Vclès e Uskiib e tagl iare quindi in dllc k for7..c ancrsarie. Sfondate il r5 settem bre con vigorose azio11i del gruppo franco-serbo e più pa rticolarmente della 122• divis. e 17a coloniale francese e di due divis, serbe, il fronte avversario in corrispondenza di Oo1»-opolic (V.) , nella notte sul 16 entrava in azione la 1' armata serba (gen. Bojovlch), n1cntre il Voivoda Stc panuv lch spiugeva innanzi :1ltrc <luc divis. , tenute J·ino Jllora in

riserva. All"cstrcma dr. del grnppo franco-serbo cntra,·a pure in azjo nc il g ruppo Anselmc cd a sr. la

11à

co lo-

niale e la 3" greca. Ormai t11tto il sistema ciifensil'o fra Cerna e Vardar era scard inalu c cl al cc; ni ro si erJ apçr'ta

una larga breccia . Occorrc,·a approfittarne; perciò b za ar-


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mala serba veniva spinta verso il medio Vanlar e la '" vcr<o il corso inferiore della Ccrna. Il rj, nonostanlè la tenace rc~!~lenza dei difensore cd i suoi concrau:h:chi, l a\'~Hlzata ,cri.," p roçcd,~: il 18 la 1" ~rmata s'impadronisce del pon rc Razim Bcy iulla Cerna , e per agcvob rc all'armata inglese i suoi prngr<:ssi r isalendo il Vardar, la divis. di ca\"allcria serba , iene ,pinta su K:l\"adar, nodo stradale poco a ~ud della confluenza dclb Cerna nel Vardar. Essa rag•

e 35• divis. italiana, per puntare- "' Prilcp allo scopo di la):liare all't 1• armata nemica ogni ,·,a di scampo verso la Vecchia Serbia. las<i1ndolc solt;rnto aperta quella per l'Albania. [."attacco dell'ala dr. dcll'i\.F.O . s'inizia con !"avanzata dd la 35• divis. italian;,. F in dal q scu c,nhre aveva questa i11 iziaro azioni dimostrative per incatenare forze a,•,·crs:1ric sul proprio fronte e quc,te risposero tanto lt·ne allo scopo che si proponevano, che 1':1n-ersario volle

giungcv(1 infarri il Vardar e tJg-lio.va la ferrovia Uskiih( ;hi.: rgcl i. Il g ruppo Ansclmc sccndc\·a <l;:ii monti e rag-

pre\'cnire la nr,stra offcn!.i\ta con un ~uo atwcco , che sca-

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giungeva il Vardar a Denur Kapu e nello ;t,·sso dì vi giungc,·ano elementi della 2' ,,rmata serba fra Dcmirkapu e

Krivolak, mentre la 12 2• fr~1nce~, ~on

tutte le arci-

glicrie pe,a,n i, si stava tra.sferendo 11cll'ansa della Ccrna. Lo s(onclan1cn to t:r:l du nt1ui.: onnai. cornplc.:H). La circo .. ;rnnza però c he i prigionieri non ~uperavano i 6000 e non più di 100 i cannoni presi, lascia,·:i dubitare ai comandi alleati che r avversario ;tesse aspettando su posizioni più arretrate o rga niz?.:He a difesa, canto pili che .)i aveva noti1.ia di :irrivo di rinforzi sulla bassa St rum a. Contempo• rniwamcntc all'auacco sfondante del gru!)po franco-serbo sulla dr., !"annata inglese fin dal 18 e quella francese d'Oriente il 21 :ntra\"ano pure in azione. L"attacco inglese, cui concorse la q• d il'is. grcc3, ven iva sferrato il 18 alle 15,15 : co,tò molti sacrifìci ma condusse alla conquista dd Pctit Cou ronné e ciel villaggio d i Ooiran, nonchè d'una parie del Grand Couronné. Reiterati, sanguino,i a11acchi nei due giorni ,un·es,i,·i tallirono; però molto c,si concnrsero a facil itare l:i ri11>cira cicllo sfondamento da pa rte de i Franco-Serbi. e questo obbl igò poi i d ifenmri dd scrto,e Var dar-Doiran a ritir;mi. li 2 1 scl• 1embre anche in corrispondenza cli questo s<·t1or<" !e difese bulgare cedono: tutta la 2• armata bulgara infatti ha ini?.iato la slla ritirata pcl pa;,o di Kosturino e fra essa .storin, di acropl~i ni ~e minano k1 ~trngc e lo ~focclo. In quc::itc, g iorno <.·n tr:i pure 111 ~,1.inne l 'armata francese d"oriente (A.F .O.) la quale procede subito decisamente con la sua dr., costilllita dalla 3• di,·is. greca, T ,., coloniale

ten,, appun to il 21, e Sl"hbenc formiclnbilc il bombardamento e fll riosi e reiterali gli attacchi delle fanterie, tuttavia essi vennero ,·ittorio:i-;Hnentc rinlui'?.:lti e quindi, c.eoza indugio, in)icme con la , 1• coloniak e 43°' greca :1nche In nostra 35• avanzava ckcis:1men1e. ln tllito l'ancrsario il pniw lo d"av volgitnento, più non si ferm ò pe r tentare cli arresta re la nostra offensiva. Impadronitici così di tuuo il podcro,o <istema che ci fronteggiava e per la conquista del quale rnnto sangue era ~tato versato, i ca,·allcggcri di l.ucca 1 con d i~taccamc..:ntl d1 nutragliatnci su aulocarri che il generale Mombell i aveva tenuto pront i presso il (rome , \'cnivano lanciati ali ' inseguimento. Ormai la strada di P rilep ci era aperta e !"occupazione di quella città s:irebbc stata meritato compenso per i soldati italiani, m,1 le esigenze slrategiche non lo consentirono: su Prilcp vennero dirette invc'.:e la

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,a coloniale e la 31L greca, mentre la 35t1. ita•

liaua ven ne fo tta de,·ia rc ad occidenrc per tag liare la <tracia alle forze ncmich,· che si ritiravano dal fronte di Monastir ,·crso Kicevo. 11 24, sulla linea Vodjani.Kri,•agostani le nome colonne 10110 arrestate da forte occupa• zione ncm k;i sulle alture d i K ruscevo e del D raghisctz, nonchè alla stretta della Ccrna presso Vodjani. t\cca nitissima qui la resistenza, che però ,·iene superata; ed il 26 la 351 divi, .. cui sulla dr. concorrevano reparti francc,i. superava la grande muraglia dei monti Baba !'lanina e Draghisctz, e spingeva la sua dr. fìno sotto il M. Ccsma, col centro a Krusccvo e la sr. sulla linea Sveta-q. 1291 Drnghisetz. La strada di Prilcp era cosl tagliata al nemico in ritirata dal fronte di :<.lonastir; per tagliare anche quella

Hesa dei Rulgari a So p, alla dh-i~io ne ital iana (ottobre 19 18)


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di Kiccvo-Kalkandelc n, il 28, .superate aluc accanite resistenze, la colon na di dr. del la divis. avanzava a N .-E. cli Sop, quella, principale, del ccutro fino ad una linea di alture a circa. 3 Km . dal suclclcllo paese e quella d i se a sue! di esso. Qu i i Bulgari erano forti per numero, per armi e per terreno e si proponevano cl 'opporre di~pcrata resistenza, per coprire l'unica via di scampo che ancora loro rim:rncva aperta. Insieme con la I r• divis. coloniale operante alla ,ua dr., manovrò il generale \.lombdli da qutsta parte. Assai duri e sanguinosi comban imemi sostenne la 35• div is. i n q uei giorni; e poichè, da q uesto momento, la sua azione è strettameme legata con quella delle altre divisioni francesi cldl'A.F.O . Occorre ricordare cic\ che frattan to era succeduto in corrispondenza del settore di Monastir. In seguito alla r itirata della 302• divis. tedesca, sospinta poi verso occidcmc dalla nosua 35~, anche le divis. bulgare r"· e G• che _fronteggiavano i Francesi in corrispondenza <id settore ui Mona,tir, avevano abbandonate le loro posizioni e si erano poste in ritirata per la strada

Col di Vrata: 1\fonum ento ngli italiani caduti in Ivlaccdonia

di Kiccvo su Kalkandelen . Senonchè tre reggimenti, per o rdine superiore, erano stati richlamati e mandali a rin calzo della difesa ad occidente eh Monastir, attaccata dalla 76• divis. francese, ed altre forze erano sta te trau cnutc a Sop. Per spiegare cale r ich iamo d i forze già in ritirata, occorre ricordare e lo conkrma v . llindenburg nelle sue memorie essere Hato intendimento del generale v. Scholt:1. di fare un caru biamento di fromc indietro a d r. , perno Doiran, per coprire Uskub, in attesa dei rinfor:1.i Austro-Tedeschi che dovevano venire dall'Ungheria, dalla Polonia e dalla Romania. Ma a/Ii nchi: tale manovra potesse attuarsi, volevasi trattenere centro e sr.

a\'\ cr.sari, 1

donde l'invio dei rinforzi a Sop ed a N .-0. di Monastir. T ale de terminazione riuscì però fal:llc ali \ ,vvctsario, pcrchi: fin dal 25 le: uuppe che si ritiravano per la >trada di Kicevo si trovavano oltrepassate da elementi alleati. Kcl giorno 26 la 30~ divis. frnnce,c scendeva pc! passo di Prevaletz a Resna, la 76• e la 156• il 28 erano a Demi Hissar, sulla strada Monastir-K.iecvo, mentre a Brod ,u quella Pri k p -K icevo era la ua coloniale: nel dl seguente anche la strada Okrida-Elhasan-Lin risu lrnva tagliata. Mentre quc-

sti avvenimenti .si svolgevano all'ala sr. degli Alleati, il generale Franchct d'Espcrey costituiva il gruppo speciale Tranié, con molta cavalleria, al cui rincalzo mandava poi la 71'i• divis. e la divis. di cavalleria serba, per imposse,. sarsi rapidamente d i Usklib. La r• armata saba prosegue lungo la sinistra della Ccrna su Gradesko verso cui a,·anza pure la sr. della 2• armata . Il Comando in capo tedesco ordiua la resi,tcnza ad oltranza di Gradesko, pcrchè nodo , itale di comunicazioni e centro di grandiosi magazzini , ma fino dal 23, p reso il monastero ed il villaggio di Cicevo, Gradesko, debolmente difeso, cade in potere dei Serbi. Si tenta di difendere Velès, ma, attaccati cli fronte dalla 2• e minacciati di fianco e di rovescio dalla 1• ar mata serba e dal gruppo speciale T ranié, anche i d ifensori di Vclès cedono. E subito dopo la ca,·allcria serba è a Kociana e T1.areno Scio, donde minaccia l'alto Struma. li 29 caval leria francese e serba, al comando del generale Jouinot Gambetta, entrano in Uskiib prima che a su.i difesa giungano quegli clementi dell' n & armata che già erano arrivati a Kalkaudclen. La 2• armata serba proccd~ verso est e sale sulle alture che dominano Kustendil. GII Inglesi il 25 col loro X V corpo penetrano in Bulgaria pel passo di Ku, turino, ed il dl appresso occupavano Strurn nitza ; col XII s'impos,c»ano dei m. Belcs debolmente difesi e cli là procedono \'Crso sud, in accordo con i Greci che fron tc,t;g iano la 2a :,rmata bulgara , per minacciarne fianco e tergo. l i cuneo determinato rra i resti dcli·, 1• armata tedesca e le armare bulgare dal rapido procedere dei Franco-Serbi su Uskiib, le hrillarui operazioni della nostra 35• div is., col concorso della ua colonia le su ll a sua clr. e della 3o" franee5c sulla sr., per cui rimaoc\':,no pn:cluse all'avversario le strade di Kicevo e di Elbassan; e forse più ancora k wndizioni d i sfaccio morale il1 cui da ridotto l'esercito bulgaro, abbandonato d,,i comandanti e stati maggiori tedeschi. avevano reso ormai ogni ordinata rcsistenz.a impossibile.

L'armistizio e le 11/timt: operazioni. - Fino dal 26 set· tcmbre, subito dopo la perdita di Gradasl-.o, i Bulga ri aveva no Jt1andato parlan1entari per chiedere arm lsti:zio, ma non avendo le credenziali regolari, l'armistizio non potè venire firmato che il 29. Re Ferdinando abdicava a farnr c dei figliuolo lloris, ed abbandonava la Bulgaria. Alle 5,30 ciel 30 settembre, mentre stava per attaccare le posi,.ioni nemiche di Sop, il generale Mornbelli riceveva per radiotd cgramrna 1':ivvisn della conclusione dell'a rm istizio che doveva cnuar.e subito in vigore. Ne diede comunica1.ionc al generale nemico che aveva di fronte, ma q uesti, non credendo alla notizia, volle la conferma da Sofia, per la quale ci vollero due giorni. '.'lon fu dunque che il 3 che la divis. bulgara che avevamo di fronte ,i arrese: un comandante cli divis ., due di brigat:a, 16 uflìcial i slrpcriori, 234 inferiori e 7727 uomin i di truppa deposero le armi; ;noltre catturammo 8 cannoni, 70 mitragliarrici e molto mJ.te riak. Contemporaneruncntc s i arresero pure

10.000

u.

che avevano combattuto contro la 35• divis. sui M. Stramol e Baba, e soltanto per ragione di dislocazione, questi ,·en nero presi clall' J 14 coloni:,le eh ·era pre»o Kicevo. II marescial lo Mackcnscn tentò di costitu ire un nuovo f ront c in Serbia cd in Romania con gli elementi tedeschi della 113 armata sfuggiti alla cattur~1 , con le unit:Ì ~ustrotcdeschc cbe già vi si t rovavano e con altre da farsi af · fluire da altri teatri d'operazione. In Romania gjà c'erano tre divis. ed altre sette se ne attendevano dal la Rus.ia; inoltre se ne dovevano tra rre altre dalla Ru ssia meridiona le e dall'Italia : in tutto da quindici a ,·enti divisioni. Ma, a


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prescindere clic non tutte queste forze giunsero a tempo, si trattava, in g ran parte, di soldati delle classi anziane o di meno atti alle fatiche del la guerra. Quattro orma i gli obiettivi degli Alleati : la liber azione della Serbia e della Romania, l'occupazione del la Bulgaria e. la conquist a di Constantinopoli. Ai Serbi venne, 11aturalmente, affidata la liberazione del proprio paese; essenzialmente ai Francesi, con l'eventuale concorso dei Serbi, la liberazione della Romania ; i l quarto obiettivo agli Inglesì1 col concorso g-rcco, e finalmente all 'occupazionc della Bulgaria e delle ret rovie, nmi gli eserciti dovevano concorrere, ma in particolar m odo l'Italia nei riguardi della Bulgaria. Azioni guerresche importanti p iù non si ebbero, sebbene la German ia e l ' Austria fo,scro r imaste est ranee all 'arm istiz io bulgaro. I T edeschi tentarono resistenze a Nisch e poi • a Bakovic c Paracini, ma vennero ben presto sopraffatti . Jl 30 ottobre la · 1a arrnata serba era sul D anubio fra Biscuglic e Semendria ed il 1° novembre i Serbi rientrava no trionfalmente nella loro cap itale. Contcmporaneamcnrc i gruppi francesi Tranié e Patey raggiungevano il Danubio tra Vidcl ino e Lom Palanka e la 2• an nata serba atraversava il Sangiaccato di Navi Bazar e la Serbia occidentale, n1en tre Bosuia, Erzegovina e Montenegro erano occupati da reparti francesi . Alla conquista di Costantinopoli vennero fatte concorrere anche la brigata Sicilia e la 122• divis. francese. Proposito del generale /\filne era di incunearsi fon la Tracia e la penisola d i Gal lipoli e, col concorso delle flotte alleate, occupare tutta la riva europea dei l)ardanel li, donde sarebbero state ridotte al silenzio le batterie turche dell'opposrn sponda asiatica. Conquistati così i Dardanelli, le flotte li avrebbero attal'ersat i per andarsi a presentare d avanti a Costantinopoli. Della esecuzio ne di tale piano non ci fu però bisogno perelii: il generale AJlenby, procedeva dalla Siria, d ove aveva attaccato ccl annientmo d ue intere ,irmate turche, verso i l Bosforo e sulla sua dr. procedeva pure alla stessa volta il corpo d i spedizio ne di Mesopotamia . L'esercito curcc, era i n completo sfacelo. li 20 ottobre i l generale T ownshend, fatto prigioniero dai Turchi a Kut-cl-Amara nel 1916, ven iva da essi incaricato d i trattare per l'armistizio, con il Com ando navale intera lleato • Mud ros (V.). Il rn novembre le flotte alleate gettavano le ancore nel Bosforo, davanti al palazzo del Sultano. Per la liberazione della Romania cm srata costituita l',, Armat a d d D anubio,, forte d i sei <livis. franco-inglesi cd una brigata d i cavalleria, agli ordini del generale Berthelot. A Rcisciuk e a Giurgiu, e fra Sistovo e Nicopoli, il giorno 10 novembre, questa passò in Romania, la q uale aveva g ià scosso il giogo della disastrosa pace di l:!ucarcst c indetto la mobilitazione generale per r ientrare in guerra. Ben sc:usa resistenza erano o rn1ai jn g rado d'opporre le deboli e sparse forze d i Mackensen, per d i più composte di elementi scadenti. Per intercetta re le com unicazio ni fra la Germania e la Romania, !a ra annata serba e ra passata

sulla sr. del Danubio, aveva occupato Verscetz e Neufatz e ma rciava su T cmcsva r. Ma frattanto era avvenu to il crollo dell ' Austria, sconfitta a Vittorio Veneto; e l'armistizio li rmarn I' 11 novembre sui campi di F rancia poneva fine alla guerra, da parte della Germania, anche nella penisola Balca nica : l 'esercito di Mackcnscn otteneva di raggiungere i propri focolari attraverso l 'Ungl,eria .

Macella. ,\nt. città della S,cilia , ora scompa rsa. sull a costa orientale, nel territorio d i Messina. F u da Caio Du ilio p resa d'assalto e tolta ai Cartaginesi. Durante la seconda g uerra servile, venne

rafforzata da Atcn ionc~ capo degli

insorti, che ne free sua base contro Messina .

Macellazione. l n caso che si debba ricorrere alla M . l 'acquisto dei buoi occorrenti viene fatto per appalto dal Commissariato mii. e ogni capo è ,·isitato da apposita Co rnmissionc, assistila da veterinari n1il. , prin1a di essere abbattuti e macellati . Nei piccoli presidi la M . viene eseguita dai fornitori locali, col controllo del veterinario municipale. L a .'vi. dei quadrupedi i n campagna, viene eseguita in genere per cura ciel C:ommissariato mii. presso le Sezioni Sussistenze; rna puè, eventualme1nntc, per ragioni varie di dislocazione di repa rti lon tani, venire eseguita da i corpi s tessi. Og ni corpo o reparto destinato ad operare isolato, ed ogni comando di rcggirncnto 1 ha una rlotazione completa per la M . d i attrezzi, che sono contenuti in apposita

cassa. Per le truppe equipaggiate da montagna gli attrezzi sono con le nuti in due cofani. Essa dotazione è composta di 5 coltelli , 1 mannaia , 1 sega, 4 uncini e ,nateriale minuto . L\,bbattimento del bue viene fatto, o con un colpo d i mazza sulla nuca, o con lo stilo, battuto fra k corna nell 'occipite, sempre da esperto macellaio. Kclle colonie la M. viene effettuatà quasi sempre presso le truppe : nei reparti indigeni l'uccisione e.leve essere fatta secondo il rito e per rnano di un correligionario . D urante

confl itti molto lunghi, anche le M. nei paese, per la popolazione civile, debbono essere regolate e controllate per evitare sperperi, per stabilire zone di allevamento e di riserva e per evitare sperequazi011i fra il consumo delle diverse proYincjc , Il bestiame macellato per nutrire I'eser•

cito dura nte la guerra 1915-18 si assomma a 2.709.765 capi, con oltre 11 . 700.000 di quimali d i peso vivo cd una spesa complessiva di circa 2 miliardi di lire. In tempo di pace, nel nostro esercito, dal 1909, ossia da quando venne adottata la carne congelata , non si effettua più la macellazione.

Macello. t-; im propriamente chiamato così quel locale del magazzino viveri presid iario dove i q uarti di carne congelata vengono ·tagliati e distribuiti alle truppe per la confezione del rancio . In guerra, quando eccezionalmente le Sezioni d i Sussistenza od i corpi debbono provvedere alla macellazione, r icorrono od ai M. civil i dei paesi occupati o a locali di fort una. In questi ultimi bisogna che almeno vi sia ahbonrlante acqua e non siano ubicati troppo vicino agli accantonamenti. Maceo (Anto11io). Generale degli insorti cubarli (18481896). Partecipò alle rivoluzioni cubane e diresse quella del 1876, e poi q uella dd r896, durante la q uale, a Ponta la Brava, sopraffatto da forze superiori spagnuole, venne sconfitto ed UCCISO .

Macerata. Città delle Marche , capoluogo d i provincia, sede del 52° D isl rctto militare . È situata

quasi ;il centro delle Marche, n,-,lla regione fra le valli del Potenza e riel Chienti , a 31 t m . di al tezza, da cui dom inasi la regione

Stemma d i Macerata

piccoa. È cinta di mura, 1nunitc dj 33 lOrrion i, fatte co~

struire dal cardinale Albornoz. Tre forti proteggevano la città ; essi furono demoliti su l principio dd sec. XIX . :H. trae le sue orig ini da Recina o Helvia Recina, antica citl:à del P iceno, i cui avanzi sono sulla sr. "del Potenza a circa 4 Km. dall a città. All 'epoca delle invasioni barbariche (11 distrutta e la sua popolazione la riedificò sul colle.


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Occupara da Belisario, poi dai Longobardi, nel scc. XI ,i governò con leggi proprie; nel 1130 passò s.otto la signoria del conte Ruggero, poi a Federico I imperatore. Dopo un perio do di decadenza, risorse per opera di Nicolò IV. In seguito si mise s.orto la protezione di Rinaldo di Varano dei signori di Camerino, poi tornò al pontefice. Kcl scr. XV (u dominata dagli Sforza che la tennero fino al 1.155 e qu indi nuovamente appartenne a ll:i Chiesa. Il turbine repubblicano del 1797 fu fatale a .\/. poichè nell.1 insurrezione dei popoli contro le truppe fran.:c;i, subì stragi e saccheggio. In tutti i mori per b redenzione ,l'Italia, i Maceratesi par teciparono; lo stcsw Gari baldi nel g ennaio 18.19 fu a .H. dove co,tituì una legione.

Rofln di Macerata (4 maggio 1815). Appartiene alla campagrrn d egl i Austriaci conr ro Murat. Oopo la bau :1glia cli T o le ntino, Murat ordinò la riunione delle sue fo rze a Porto Ci\'itJ Nuova. La di\'is. Lecchi, che si ,rm•a,·a sul Potenza e quella dd gen . Carascosa che era ad Ancona, si posero in marcia verso il punto di riunione. li gcn. Lecchi, rnggiun to il re presso la cittii, fu incaric~to d ella retroguMdia; allo spunt:ir ciel giorno ass:dito dagli Austriaci li respinse. li geo. austriaco Bianchi mandò alcuni sqrlr. con artiglieria ad intercettare il cammino delle rruppe reali, le quali , alla vista degl i Austriaci, e malgrado tentativi della propria cavalleria di oppor>i al nemico, furono prese dal panico. La ritirata dell'esercito di Murat si cambiò in fuga disordinata e<l in breve M . fu abbandonata dalle sbandate truppe del re e occupata dagli A ustriaci. Maura/a. Brigata di fanteria di linea. costituita il 10 mar1.o 1915 per la durata della guerra italo-austriaca (19151918) dai depositi del 12° e 93° fanteria, coi reggimenti 121° e 122". Durante la gucrrn fu da principio schierata nella 7.0lla Redipuglia-Castelnuovo, ove a11accò le munitissime uincee avversarie dette << Rocciosa • e t< Dei ~forti », che caddero in ~uo possesso dopo una lotta cruenta e lu nga

!ore colla scgucmc motivazione: " Con energia e tenacia mirabili, i suoi reggimenti conquistarono e saldamente mantennero irnporta111is,imc posizioni sul Carso, prima ad oriente di Polaz:w e di Castello !':uovo, e poi, vigorosa, mente ricac.:i:uo il nemico, ad oriente del Vallone (lugliono,·embre 1915; agosto-novembre 1916). Con costanza pari al! 'ard imento,

soste nnero, per più giorn j, v iolen ti poclc -

ro, i attacchi del nemico e si distin,cro bri!lanlemcntc nella co11troffen,i,·a, onde l'in,•asore fu ricacciato al di là del Piave . La loro fede nella vittoria e la saldeua morale delle loro trnppe rifulsero ancorn al passaggio glorioso elci fiume, nonostante la violente\ reazione av,·crsaria »

MédugJiA del 12:2° reggimento

(Piave, 19-26 giugno 191M, Pia\'c-Livenza-Tagliamcnto, 24 ottobrc-3 novembre 1918). La brigata, in guerra, fu successivamrntc comanda ta d ai rnagg. generale Prata (1915-16), dal colonne llo brigadiere i\mcndola (r916); dal magg. generale Franco (1916-17); dal colonnello brigadiere Buzio (1917); dal colonnello brigadiere Marictti (1917-18); dal magg. generale Tagliaferri (1918 al termine della guerra). F esta dei reggimenti : Per e ntrambi ìl 27 ottobro;, anniversario della bmtaglia <li Vittorio Veneto. Colore delle mostrme : ~età superiore bianco e metà inferiore celeste, nel senso orizzontale.

Macerone. Piccolo altipiano pre»o Isernia.

l\1cdnalia dd I 2 I O rcggiment(J fanteria

che le cagionò I.i perdita di 92 ulliciali e 2500 gregari .

Nd 19 ,6 partcripò alla ba11:1glia d i Gorizia (6-17 agosto) riportando poi nuovi vantaggi verso Oppacchia,c ll:,. Nova Vas ed il vallone di Mikoli. Dopo accaniti combauimcoti nel novembre .:onquistò la q. 208 sud . Trasferita in qJ L,garina fra Pilcantc, 13rcntonico e Passo Buole vi trn,corse tutto il 1917. Nel gcn11aio del 1918 rl1 inviara nel ,errore del M. 1\ltissimo, ma richiamata sul Piave, la " Macerata " per la hau:iglia del giugno fu schierata fra S. Biagio di Callaha e Rovarè. La sua accanita resistenza a C. l\ ivan e C. Marrin i valse a respin ge,·c l 'invasore. Nella ba trni:lia cli Vinorio Veneto b brigata J/ . passò il Piave e raggiunse prima Ormelle e Tempio spingendosi poi fino al Tagliamento. Essa meritò la medaglia d'argento al va-

Scontro del .\lac,:ro11,: (26 ottobre 186o). Av,·ennc tra 1'1'~crcito borbonica e l'Esercito italiano. Quest'ulrimo, com p iuta feliccme11tc la campagna nelle Marche e nell'Umbria , iniziò, il 7 ottobre, SOilo il comando di Viuorio F.manucle 11, la marcia verso le provincie meridionali per la direttrice Ancona-Pescara-Roccaraso-lsc, nia, preceduto da u11.1 avang uardia speciale, comandata ria l magg. gcn. Paolo Griffini, che a,·e,·a ai suoi o rdini il 6° e 7" bgl. bersaglieri, i due regg. lancieri Novara e Milano, due cp . zappatori del gemo ed una sezione d'a1t1glicria . I Borbonici :ivev,1no la,ciata sgom bra la via degli Abr uzzi, ,,ci aubandonata la fortezza di Pescara, ma a,·e,·ano dis1)osto che 5,jOO uomini, cnn 4 peni d'artjglicria, comanda t i dal generale Dougla< Scotti. ,harrassero la marcia al nemico al passo del Macerone. Il generale borbon ico, 11011 raggua, gl iato sul la situazione avversaria, tenti', di d i(cnderc il paw, con una condotta puramente passi,•a, e clispose il gros,o delle ,ue forze (3000 u.) a piè del colle. mli:< rola• bilc:t i rirnancnti soldati e.li linea. c<l i tcrraz7.:rn.i arn1ati, c he completavano le sue forze, sulle alru ,e di <l r. e sr. citi passo. che. pertanto, restò indifeso e sen7~1 <orvcglianza. li Griffini, la sera elci 25 ottobre. oltrepassato coll'a,·anguardia Ca.tcl d i Sangro e Riunern, inv iò al passo del Mnc~rone, coilc funzioni d i posto avanzato, una cp . ber<:1glien ed un plotone del rcgg. Nov:ua. Nella no11e, egli ,tesso. port1to,i sulla ~izione e informato che i Borbo-

nici avanzavano da Isern ia, fece taggiungere il colle dai


MAC

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due bgl. bersagl ieri, <la una cp. del genio e dal 1 ° sqdr. de l Novara, chiedendo in pari tempo r inforzi al IV C. d'A. (Cialdini), che seguiva 1·avanguardia. All 'alba alcu ni cacciatori borbonici, dalle alture laterali, avvistate le tru ppe i taliane e vistisi scoperti, aprirono il fuoco. Ii 60 e 7" bgl. bersagl ieri presero subito posizione, ma il Griflìni ,

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M AC

t! segnale della insurrezione della Van<lca . Ebbe nel med io evo un castello.

I. Aua,·co e presa di 1Wac/1ecoul (lI giugno 1793). Appartiene alla guerra della Vandea. li gen . Charette, volendo l,bc rarc la Bassa Vandea dai Repubblicani, decise di im padronirsi di M. occupato facil men te dal gen. lleysser nel1'aprilc precedente. A quell'epoca era ten uta dal gen. Boisguyon con una guarnigione di 2500 Repubbljc.;ani, che, informat i delle intenzioni del lo Charcltc, si erano preparati alla difesa . Il gen . vandeano il giorno 1 1 giugno si presenta cùl suo esercito e fa attaccare g li av a1nposti ne~

miei dal suo luogotenente La Cathélinière. I Repubblicani si difendono v igorosamente e rigetrano con gravi perdite

un attacco al castello fotto da un altro capo vandeano, ma Charette a lla testa della sua cavalleria si precipita sul1'art iglicria di Iluisguyon e mette lo scompiglio nelle file repubblicane, che fuggono verso la c ittà dove si trincerano nelle vie e nelle case . In.seguiti con accanin1ento dai Realisti, sono costretti ad abbandonare M . lasciando sul

terreno un g ran numero di morti, Goo prigionieri , 14 can• noni, 4 petriere e 8 cassoni. IL !'resa e ripresa di Machecoul (r794) . Appartiene alla guerra della Vandea. Dopo la disfatta subita nel dicembre 1793 nei pressi di M ., il gen. vandeano Charette decise di r iprendere questa località per fare una diversione ali 'attacco che i Repubblicani preparavano a Noirmontiers, e il 1° gennaio Charette avanzò con un corpo di 8000 u . d ivisi in due colonne. L'avang uard ia della p rima colonna, circondato il caslcllo 1 3vanzc) sul paese seguita dal grosso,

Combattimento del Macerone (186~)

considerato che non era opportuno, con forze esigue, inizia re un cornbauin1ento, ordinò ai bgl. di ritirarsi, sotto

13 p rotezione della cp. del ge n..io e della sezione d'artig lie ria. I Borbonici, notato il 1novimenro retrogrado, at• raccarono cercando di aggirare j bcrs;:1glieri che per tre ore, con con,baltimento tcrnporcggiantc, tennero la posi;,ione. Giunto, alle ore 9, il Cialdini, con un primo bgl. del 9" fante ria, ord inò di passare sub ito al! a controffensiva. r.a linea horbnnica venne sfonchna c<l iJ ne.rnico fu travolto cd imcguito fino ad Isernia, <love reparti ital iani,

mentre la seconda colouna , g uidata da Laroberie e da Couetus, prese posizione sulla strada di N antcs per tagliare la rilirata ai nem ici. La maggior parte della guarnigione riuscì ad aprirsi un passaggio attraverso ai Realisti e raggiunse Bourgneuf, il cui comandante ripiegò su Pornic. li giorno dopo, il gen. Carpentier e.on due brigate ebbe l 'incarico di r iprendere M. Charette, accortosi del pericolo di essere accerch iato, ord inò la r itirata. I Vandeani si rannodarono, durante la 11ouc, a San Fil iberto e la mattina seguente,

tornando altiattacco, sorpre~ero

1

posti avanzati

dei Repubblicani, ma rimasero sopraffatti e dovettero r iti-

1

g iunti prima dei fuggiasd1ì, poterono fare prigionieri il

gen. Douglas Scott i, 35 ufficiali, 613 soldati e 19 terrazzani . Il gen . Grifli r1i caricò alla t<.:sta degli sqd r. il ncrn ico, guadagnando per questo la mcd . d'oro al valor militare.

Machado (Cado) . :\larc,cial lo brasiliano (18~0- ,897). Si battè contro il Paraguay e raggiunse i l grado di maresciallo nel , 895; nel 1897 fu nominato min ist ro della Gucrrn e venne assassinato da un soldato nello stesso anno.

Machaera. Così chiamata una spada ad un solo tagl,o che i Greci. di Omero panavano appesa accanto al fodero 1\.1acha(:ra del la spada; e eh<: serviva specialmente per immobre le vittime nei sacrifici e tag liarnc le car ni.

Machecoul. Comune della Francia, nel clip. Loira inferiore, sul Fal!eron. Kel '79., con Saint-Florent diede

ra rsi.

Machiavelli (Nicolò), Scrittore fiorentino (1469-1527); Segreta rio de lla Repubblica da l 1498 al 1512 ; esilia to poi e richjamato nel 15J9 . O ltre ad opere di vario genere si

occupò rii cose rn ilitari nei " Discorsi sopra la prim a deca rii Tito Liv io ", e particolarmente n el! 'opera « Dcll 'Anc della guerra >) in c;:uj t ratta del r~clutamento, ordlnan1cnto

e istruzione dei sold at i, e di alloggiamenti, e di fortifi cazioni, sost<: n(:ndo la necessità delle milizie nazionaJi di leva 1 che egli r.iusd a far costitu ire dalla Signoria fiorentina e di cui dettò gli ordinamenti. Fu anche commissario alle fortifical.ioni in Pisa, dove fece ai.gere la fortezza sull ·Arno . Cadul,\ la repubblica e \ornati i Medici, fu confinato e poi tarceratu, rna. da C lemente V Ir riebbe

incarichi d ·indok m il. iu Firenz<: e in Romagna. Machùn·elli Lodovico . Figlio d i Nicolò, si distinse ncl l 'assed io di Fircn7.e (r529-30) e prc,c pane nelle .milizie del Fcrrucci alla battaglia di Gavjnan~1; lOrnato in città, (u ucciso durante u na

son.ita.

,\llad1ù;uc/li Piero . Altro figlio di :--;iicnlò n . a Firenze, m. in mare (15,,f- , 564). Sedicenne pa rtecipò alla difesa della ~ua cin?, ,ontro !-{li I1npcri~li, e, fatto prit,Tioniero


MAC

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nel 1529, venne liberato dal Ferrucci. Due anni dopo era Vienna, nelle truppe che la difesero dai Turchi. Nel 1559, dopo aver peregrinato in Asia e in Africa, fu nominato da Cosimo I commissario nelle galere ducali e partecipò ali 'impresa delle· Gerbe. Nel 15Go ebbe il comando di una squadretta di tre galere, ma, assalito da 13 nav i turche, ne perdeue due sugli scogli della Corsica. li .M . i ncitò il duca a creare una propria miliz ia 1narinara, in vece di servirsi di n1crccnari, in grande parte genovesi , a

e vi riuscì. l\,.e l 156r e 1562 continuò a cornbatterc contro

i Turchi e vi r iportò successi. L 'anno seguente, fu luogotenente generale del la squad ra , agli ordini di don Giulio de' Medici e morì di malattia durante la spedizione al Pe,ìon dc Vclcz. .Machiavelli Vincenzo . Ingegnere militare del sec. XVI. Servì in Fiandra sotto Alessandro Farnese, e cadde ne]. !"assa lto alle mura di Maestricht (1579). Machiavelli Paolo. Generale medico, n. e m . a Genova ( 1827-1887). Volontario in Lombardia nel 1848, iniz iò la carriera di med ico militare nel 1859 e ndla campagna del 1866 rneritò la menzione onoJ"evole. Direttore dell'Ospedale mii. d i Milano nel 1872, e colon nel lo medico ispettore d i sanitò nel 1882, fu promosso 111agg.

ì\-Jachiavclli Paolo

gctH.:raJe

medico

T urchi, approfittò del momento favorevole in cu i le truppe ottomane eran solite ad affrettarsi verso i! proprio paese, per inuaprenclere l'offensiva contro la riva destra del Danubio . A tal uopo decise d'impossessarsi anzitutto dei tre, punti fortificati di Tu lcea, Macin e Hirsova e d i attaccare il Gran Vizir che stava tuttora a Babadagh. Allo ,copo d 'impedire che i presidi dei tre forti si appoggiassero reciprocamente, venne deciso di attacca rli e di passare il Danubio con.temporaneamente nei tre punti il giorno 19 ottobre. Men tre all'azione principale per T,,lcea-Babadagl, veniva destinato il gcir. v. Weisscnmann (V. Tttlcea), l'operazione contro .it . era affidata al m agg. gcn. Miloradovic, comandante delle forze russe concentrate a Braila. Il 20 ottobre, con un 'abile dimostrazione di truppe leggere, il gen. Miloradovic stornò l"attenzione del nemico verso valle e !a notte seguente passò il fiume con imbarcazioni, sbar-

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sidente del comitato di sanità mii. nel 1S86. Pubblicò nu1nerosc monografie, fra cui : "Otto anni all'ospedale militare di Milano »; Relazione sulle condizion i sanitarie del nostro esercito >> .

Maciej ovice. Borgata della Polonia, su l'Okrzcjka, che si espande in lago e poco dopo si getta nella Vistola. Battaglia di lvlacicjovice ( 10 ottobre 1734). Fu combattuta tra i Polacchi, agli ordini del gen . T addeo Kosciusko, cd i Russi condotti dal gen. Suvarov. Allo scopo dj ritardare la marcia di Suvarov su Varsavia, e imped ire la sua unione con le truppe del gcn. Fcrscn, il 10 ottobre 1794 Taddeo Kosciusko prese posizione a M ., dove respinse due assalti dei Russi. Imbaldanziti dal successo, senza aspettare i soccorsi che doveva portar loro Paninski da Zclechow, i Polacchi abbandonarono la posizione per profittare del d isordine prodotto nelle schiere nemiche, ma i Russi reagirnno e contrattaccarono. Kosciusko si precipitò con la cavalleria scelta e con tutti gli ufficiali del suo st~to maggiore sulle linee nem iche, ma questa disperata manovra non salvò i Polacchi dalla sconfitta. Kosciusko, colpito gravemente, fu fatto prigioniero, e le perdite dei suoi ammontarono a 6000 u. e 2r cannoni. La battaglia di /1.-f. segnò il definitivo smcmbramenro della Polonia.

Macin (o Matc!1i11). Fortezza già turca sulla d r. de l Danubio, in Dobrugia, poco lungi della confluenza col Sereth, testa di ponte della fortezza di Braila sulla sr. del fiume, di modo che le due fortezze si davano m utuo appoggio, special mente se le coi:nunicazion i fra di esse erano assicur:1tc dalle flomglie fluviali. l. Presa di Macin (1771). Nell'ottobre 177r, durante la guerra russo -turca dd 1768-ì4, i l maresciallo conte Romanzov,

te m pestiva rn,ente

inforn1ato

dei 1novi1nenti del

~:-1// Piazzaforte di Macin (scc. XIX) cando, jnosscrvato dal nemico, non lung, dal campo fortificato di M. Quivi dispose senz'altro le truppe per l'attacco, formando una colonna di 740 uomini con art . ai suoi ordini d iretti, una seconda della stessa forza, agli ordin i del col. 13orsov, mentre incamminaYa i n avang uardia, al comando del col. Faminzin, una colonna di un 600 granatie ri e cosacchi, preceduta da una ricognizione

di cosacchi stessi. La notizia <lcll 'approssimarsi dei Russi gettò l'allarme nel presidio t urco di M. che, svegl iato di soprassalto, in fretta e furia tentò' disordinatamente di contrattaccare. Ma il fuoco dell"arc. russa lo costrinse tosto a precipitosa ritirata nel campo. Frattanto le due colonne di attacco dei R11ssi avevano superato i pendii abbastanza ripidi a N. ciel campo stesso, allo scopo di accerchiarlo, mentre i granatieri lo attaccavano frontalmente e i cosacchi riuscivano a catturare una batteria isolata. Al fuoco so1·erchiante d'art. e di fucileria dei Russi il presidio turco non resse a lungo e si andò lentamente ritirando, fortificandosi su un 'altu ra più a S. Non appena il gen. Yliloradovic se ne accorse., tenne die tro con la sua colonna al

nemico, ordinando al col. Borsov di gettarsi nel campo e poi nella citt/1. I Turchi frattanto, sempre pit, scossi dal fuoco, finirono per cedere e ritirarsi nel forte d i Ilirsowa. Il generale russo, dopo un breve inscguimeruo, avendo

orrn.ai raggiunto I 'obiettivo dì impadronirsi di A1 ., tornò sui suoi passi e fece dist ruggere il campo fortificato del ne-


m ico, il borgo e un posto avar,z,ato più ad E., verso T ulcea . Dopo una ferrnata di quanro ore, necessaria per racco.gliere il bo ttino ( r9 cannoni, 5 g rosse imbarcazioni , 15 pontoni) il d istaccamento s'imbarcò d i nuovo e tornò a Braila . Le forze turche di M. pare ammonrnssero a i -8000 uomini {compresa (orse la popolazione maomcllana maschile). li. Presa di Macin (1828-29). In quell'epoca il forte aveva una guarnigione di 100 0~1500 u. Su un' alta coll ina, tonnara da un blocco d i g ranito sorgeva la cittadella, assai forte per natura e il cui fuoco batteva tutto il terreno avanti e le isole ciel Danubio. N el complesso la solidità dell'insieme della fortezza era tale che, qualora la cittadella fosse stata d ifesa vigorosamente, un semplice bombardamento ncn poteva farla cadere. Contro M. ';1 corpo russo de l gcn. Rud jcvic, che 1'8 giugno aveva passato il Danubio a valk: di l saccea, inviò due bgl. agli o rd ini del col. Bagowski , i quali concorsero ad accelerare la caduta del forte. La sorte di questo era legata a q uella della fortezza di Braila, che d alla metà d i maggio era assed iata dal V IJ corpo russo. Il forte capitolò il 15 g iugno, senza che il bombardamento, che s,i d i esso avevano aperto i Russi da Braila, fos,.c riuscito ad aprire una breccia . Prol,abilrnc~ te il presid io turco d i M . fu indotto ad arrc1tdcrsi dal timore d i no n potrr o ttenere condizioni vant aggiose dojJO la imminente caduta d i Bra ila (1i giugno).

III. Prern di !vfncin (1877-78). In questa guerra i Russi irtvascro con u na colonna secondaria la Dobrugia, passando il Dan u bil) a Brai!a . Il comand ante: del XIV corpo (Zimmern1ann), .appoggiato da numerose batterie d 'asserlio, non <lisrurb,no dalla flo ttiglia turca. e padrone così delle due sponde del fìume da Braila a Galatz, ai p ri mi d i giugno _gc::LtÒ indis turbato un lungo ponte a Braila. Ma , stante la

piena, il ponte non fu subito servibile, sicchè il fiume fu passato su barche . La notte sul 21 giugno 1877 dieci cp ., guidate dal gen . Zukov, ncJ n1assimo ordine e s i1enz.io, ment re k btr . di Brai la bom bardavano violentemente i'.1 .,

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Mackensen (Augt1st:J 110n) . Generale dell 'esercito tedesco durante l'ultima guerra mond iale, 11. nel r849. Percorse la carriera nel!'anna di cavalleria, e fu noto anche nel campo degli studi m ilitari. (niziò la g uerra mond iale da comandante del XVII C. d ·A. ; poco dopo era comandante della 9" armata su lla fronte o rientale, acquistandosi fa.n1a di generale capace, attivo, energico, fortunato. Nel 19 r5 fu posto al comando del la 2a armata tedesca. quella che formò ia massa d i manovra vittoriosa cffettivan1entc a Gorl ice-Tarnov ~

per c ui egli

guadag nò il bastone d i maresciallo. Il sistema d 'attacco allora usato per sfondare le linee fortificate nemiche con masse pesanti e profonde fu detto « attacco alla Mackcn sen » oppure « falange Macke.nsen » . Nel H)l 5 partecipò al!'abbattimento della Serbia; nel 19 rG cooperò efficacemente, sempre alla lesta delle Mackcnscn Augusto rruppe tedesche d'Oriente, al successo contro la Romania . Restò nei Balcani sino alla fine della g uel'!'a; collo sfacelo del la fronte tedesco-bulgara in Macedonia nel 1918, il M. si dovette arrrndcrc agli Alleati , che io in te rnarono a Ì'.1cusat:t,, Dalla cattività venne liberato nel 1919, e si ritirò a vita pr ivata.

Mao Mahon (Maurizio). Maresciallo d i Francia , duca di Magenra ( r808-1893). Partecipò alle campagne d'Algeria e d i Crimea; nel r859 vinse la battaglia di Magenta, gua dagnandovi il titolo di duca e il grado di maresciallo; nel 1870 fu sconfitto a Worth e ferito e fatto prigioniero a Scdan. Dal 1873 al 1879 fu presidente della Repubblica . Scrisse: "L'esercito di Versailles».

trag hettarono il fiume e occuparono le alture settentrionali. All taJba s' ir1gaggiò il combattimento con i Turchi rhc sta·vano alla difesa esterna rlel!e fortificazioni, ma, dopo nove ore di lotta, la guarnigione d i M . abbandonò la piazza ·s enza difenderla direttamente, ed 1 Russi l'occuparono! 1nen:tre l' intero XIV corpo passava il fiume.

Mack (di Lciberich , barone Carlo). Generale austriaco ,(1752-1828). Combattè nei Paesi Bassi co!llro la F rancia nel 1792-93 . Nel 1798 comandò l'esercito napoletano cltc si .arrese al gen . Championnet; nel 1805 comandò l'esercito operante in !Javicra e ari Ulrna si arrese a Napoleone.

Fu perciò condannato a morte, pena con1n1utata in 20 anni d i carcere; graziaro nel 1808.

Mackau (barone Angelo). Ammiraglio francese (17881855). Comandò la squadra francese nel 1813, a.l l'assedio di Anversa . Nel 1840 fu inviato a Bue nos Aires, dnve costrinse Rosas a firn1arc uua ,ouvcnzione . Pa ri di Francia J1d 1841, fu ministro del la marina e delle wlonie da l

,843 al 1847. Mackay (Andrea). Generale scozzese del scc. XVI.I. Durante la lo tta fra Giacomo Vlf e Guglielmo III fu par.tigiano d i quest 'ultimo. Sconfitto a Kil liekrankie (lugl io 1689) un mese dopo a Dunkeld, prendeva la r ivincita e d isperdeva l 'esercito giacol>ita. P rese ttuindi parte all'assalto di Athlone e alla battaglia di Steinkcrquc, nella q11ale rimase ucciso (1692) .

Mack Carlo

lvlac M ahon i\1aurizio

Maclodio. Frazione del comune di Lograto, in prov. d i Brescia, poco distante dall 'Oglio. Battaglia di Maclodio (12 ottobre 1427). Appartiene alla guerra fra il ducato d i M ilano e la repubblica d i Venezia , collegata con quella d i Firenze. Le truppe ciel primo e rano agli ord ini d i Carlo .Mala1esta , col quale erano Francesco Sforza, N iccolò Piccinino , Guido Torello, Angelo Della Pergola; quelle degli Alleati agli ordini del Car magno la. App.ena i due eserciti fora no a contatto, il Cannagnola operò un r ipicgametito, come se volesse battere in ritirata . Le truppe del Malatesta avanzarono in


colonna; la testa ,!ella quale, assalita vigorosamente, 11picgò d isordinando il resto, mentre il Carmagnola lanciava sui fianch i degli avversari reparri predisposti, e alle loro spalle il suo capitano Nicolò di Tolentino, con 2000 uornini scelti . Subito si accese Ja n1ischia, e i Viscolntei si batterono all ' in izio con energia; ma, avviluppati , dovettero in grande parte cedere le armi. Poch i i caduti, come avveniva in quel tempo, e moltissimi j prigiOnieri ca<lutì nelle mani del Carmagnola: 5000 fanti e altrettanti cavalieri , cmn preso il comanda nte v isconteo. Il Piccinino, con una n1ano dei suoi, s'aperse il passo con le armi e si sa lvò con la fuga, con lo Sforza e il Torello. Il Carmagnol a fc.ce rimettere subito in libertà i prigionieri, com ·era l'uso del tempo: ciò rappresentò pi,'1 tardi uno dei capi d'accusa nel processo che la repubblica gli fece e che gli costò la vita.

Macomer. Comune de lla Sardegna in prov. d i Nuoro (an r. Macopsisa). Possedette in antico un castello. Il suo territorio, al!'epoca r01nana, era attraver~a to da una ddlc grandi strade centrali dell'isola . Nei piani di M., il I9 maggio 1478, si con-1hattè una hatu!gl ia fra Leonardo Alagon, marchese d'Oristano, e Giovanni II re d 'Aragona; le truppe aragoncsj, cmnandatc dal vicerè ?"-,.ìicola. Carroz, sconfissero sanguinosamente l 'Alagon, che fu fotto p rigioniero <.: n1orì i n carcere .

716 -

MAc

entrò come brigadiere gcn. nc11 'cscrclro regolare . Comanrlante in seconda dell'esercito ùd 111s~issippi sotto Shcrman.,. torn:1ndo da una ricognizione fu ucci~u da una pa11a ne-

mica. F urono da lui diretti i lavori dei forti I fcury e Dondson, e le opere di fortificazio ne campale intorno a Cor into.

11.

Macry (Ferdinando). Generale dell'esercito delle Sici lie, e m . a N;1poli ( r71 9-r 842). Sotto t. d 'art. 11cl 1780,.

partecipò alle guerre del suo tempo contro la Francia e nel 18 ,5 tu elevato al grado di maresc. d i campo e fspettore generale d'artiglieria. L'anno seguente (u promosso re n . gen(:-

rale e capo supremo dell'arma. Apportò migliorie ,ilk armi agli affusti,, come pure ali 'ordinamento delle batterie,. spccialmcnte d i quelle costiere. Lasciò il servizio attivo. nel 1833, in età di 83 anni .

e

Macta. F iume del l'Algeria, nel d ipart. di 01'ano. Esce dalla palude di iH ., alimentata dai fiumi Habra e Sig, e fin isce nel Mediterraneo. Battaglia della Macta . Appartiene al la campagn a francese per la conquista dell'Algeria. M entre il gen . Trézd, il 28 g iugno 1835, era in m arcia per rientrare ad Orano, Abd~ d -Kader ocrnpò le colline p resso la M . con un forre gruppo di cavalleria e fanteria, ad accolse la colonna T rbel cc,n vivo fuoco d i fucileria . I Francesi fecero grandi

Miìcon (lat. Matiscae duomm). Città della Francia, capo\. del dip. di Saona e Loira, sulla dr. della Saona. NcU-an ticbità era un villaggio degli Edui . Nel sec. Xl d i-

sforà jJtT resistere all 'a u acco in1provviso, n1af sopraffatti dal nu1ncro e colti dal panico, ripiegarono disord inatamente sul grosso, gettandovi un grande scompiglio. Diversi grup1)i

venne capoluogo di contea cbe nel XI V sec . fu eretta in

d i Arabi piombarono sulia coda del carreggio che uova vasi nel mezzo della colo nna, in mauicra da separare da yuesta tutta la retroguardia francese , la quale, intuendo. il pericolo <li essere accerchiata , tentò di raggiunge re l'avan~

d ucato. Nel sec. XVI ebbe molto a soffrire per le g uerre

di rel ig ione. Combauimen!o di Mi/con (1811) . Appaniene alle g uerre dell 'Impero francese. Il 10 ma rzo il corpo austriaco del gen . Bianchi aveva occupato M., che la d ivis . francese del gcn . Musnier attaccò il g iorno seguente rb. su<l, 1n entre !l gen . Bardet doveva arrivare da est. Le clivision( france:e;i

erano separare d alla Saona. li gen. Musn ier , che d i.sponeva di 6000 u., d isperse un reparto d i cava lleria 11emica a q ualche d istanza d alla città e venne ad urtare poscia contro le truppe del gen. Bianch i appostale in posizione difensiva alle estremità ,ud della città. Dopo d i avere tentato invano di sopraffarle, la d ivis. françcse fu obbl igata, verso ~era,

r

a

ripiegare,

Jven<lo

perduto circa 700 u. e 2 pezzi d'artiglieria; dn parte austriaca le perdite furono di circa 1 000 n . compresi i prigionieri , e .2 cannoni . L'a ltra divis. francese non

fece a tcn1po

ad intervenire .

Maconnen (Ras). D ign it ario e guerriero abissino (1862-1906). N el ,887 fu dall' imperatore Mcnclik inviato a governare 1'1-:larrar; R as Maconn en poscia resse per qualche tempo la p rov incia del T ig rai. Partecipò con alto comando alla gu,·rrn ita lo-abissina del 1895-yo. Represse quindi una rivolra dì Ras i\1angascià . Mac-Pherson (]ames /Jirsey,·). Genera le nordamerica no (1828-1864). Cscl çla West Po int lrn. de l genio e vi rimase come insegnan te d i fortificazio ne. Prestò serv izio in Ca liforn ia e partecipò alla guerra di Secessione. dove divenne magg . gencrnlc dei volontari . d irettore generale delle tcrrovie m ilitari, capo d i S . M. del gen . Grant; nel 1863

guardia. 11 gen. Trézel, avendo vis to poco p ri1na il hg !. della legione straniera che fiancheggiava il carreggio correre verso Ja testa della colonna , aveva cercato di ragg iun gerlo per farlo fermare, ma intanto anche il comandante-

dello sqd r. sulla cir . del carreggio, si era d iretto al galoppo con i suoi uomini all'avanguard i,1. Alcuni conducenti, 1·imasti isolati tentarono di seg-uirlo , ma i carri affondarono nel terreno paludoso ; allora tagliate le t ire li<: si dettero alla fuga abbandonando i feriti . il gen. T rézcl. g iunto all'avanguardia, appena vide lo sqdr. d i d estra chestava per raggiungerlo , g li andò incontro, lo fece fermare e vo lgcrt' indietro; poi, n1cttendosi alla sua testa,

lo lanciò alla carica per fare argine alla massa araba e dare così il tempo ai fuggent i di potersi arrestare e riord inare. Questo atto d i energia cosrrinsc gli i\ rnbi a ripararsi sulle coll ine ; ma troppo tardi, pnchi: una g ran parte <li essi si ~Ta gi=i gettata su i carri dei feriti e ne avt,·a n1a.ssacrati panx:chi. L ~artiglicna, data la confusione generale, a,·eva yo tuto

a,·cre pochissima azione; anzi uno

dei due pezzi che aveva aperto il (uoco d urante qucst· u11ima ca rica, era caduto in mano del ncrnico. Dop,o inaud iti sforzi , il gen . Trézel riunì qt1akhc gruppo di j 11ggiaschi sopra uua cullinc1ta isolata e; con1inciò a controb~ tll..:rc il nern ico, servendosi audic di u n nczzo salvato. Il rc:-.to delle truppe e del carreg g io, che. si era potuto sottrarre al 1.:om battimen to , si e rano ammass~t i dietro la co llinetta: alcuni nel fugg ire fi ni rono per annegare nel fiume. La n1a~sa

si sbandò e

s, d iede alla fuga ; solo co n grand i sforz.i il

generale cd il :'-ìUO capo di stato 1naggiorc riusc iro no ri dirigerl a sulla strada di A rzcn: n1entre rimase a tentare di tranenere gli A rabi inseg uenti il capitano fkrn:Md con un centinaio di uomini. Questa estre ma re.sistcu:ta fece

fermare g li Arabi che erano alle calcagna dei fuggenti,


-

MAC

71i -

e la rit irata pmè procedere meno d isord inauunentc. Alle 20 le truppe <.:ntr:-1 rnnn in Arzcn dopo 17 ore di marLia. •

e 14 d i coinbau imc11to. I Francesi avevano a,,uto 300 morti,

_308 kriti e r7 prigionieri; avevano perduto mollo materiale e un pe.zzo d'artiglie ria.

Maculano (Viuceneo). !ngcgnerc m il itare del scc. X\/11, 11.

a Fiorc-n7.uola d'Arda ( 1578-1667). E ra frate dome nicano e divc nnt: ~~rrlinalc . Di~ n:!-St:: !avori ò i forrificazioul a

Mayotte e alcuni tratti della costa occidentale. Tali acquist i scontentarono la regina Ranavalo I. che espulse gli stranieri . Ma una d ivis. navale frane.o-inglese, comandata dal cap . di vascello Romain-Dcsfossés , bombardò Tamatava, o bbligando la Rcgin.a a revocare l'cdino. Ì\c\ 186;,., re~nando lZadama II, fo stipulato dalla Francia un trattato commerciale Lhe riconosceva la sovranidl dd capo degli I lovas sull 'intcra isola, trascurando i Sakalava già da tempo alleati del Fra ncesi .

Roma.

Spedizione dd 188 5-1884 . Massacri di Fra ncesi, offese

A Genova c.oucepì nel r625 la grandiosa cinta collegante 1c

a l Console, tbnn i a proprietà private, portai nno ad una

Genova ,

c rc::;tc

a

!via lw,

a

de i monti che ci rcon-

dano la c ittà; a Malta costruì

la cinta della Burmola a pro-

azione decisa da pa rre di forze navali francesi, all'occupazione d i M;ijunga (18 maggio 1883) e all ' inv io d, un ultimatum . Gli 1-Iovas, non essendosi sotton1cssj, f.u bom• bardata e quindi occuparn Tamarava. Successivamente l,1

tezio ne del porto e nel 1638 comi nciò il forte che cbbe il suo 11011'\c. A Roma progettò

h, ònta bastionata Gianicolcn~ se (1641) per ordine del papa Urbano VIII. Inoltre lavorò alle ivh culano Vincenzo fortificazion i de La Spezia, d i Vado, d i Savona, d i Piace nza. F u deno " il Fircn.zuola )).

_

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d.-va~c1nl-o

~,..,~_,.,../,-1,.~ Cinta gianicolense a Roma, del i\.1aculano

Madagascar. Grande isola rlell 'Occano I nd iano, a o riente dell'Africa del Sud, e ,eparat:1 da questa per mezzo del canale d i Mozambico. Superficie 592.000 Kmc1. Popolazione o!Lrc 3 mil ioni; bianchi 27.000 . Colonia france,e,

Tv/ear ·

,9.J~ JoJl1"nt>

cl(.J.,Oh.,:O,

setta da un governatorato.

Le pr;mc saltuarie colonizzazioni francesi nel M . ebbero un riconoscimcmo nei t rattati del 18 r5, per effet to dei quali fu stabilito il possesso francese del le coste; ma la trib,1 g uerriera rlcgli f Jovas, appoggia1'1 da l governat ore inglese dell ' isola Mall!izio, attaccò lo stabilimento francese d i Fon Dauphin, catturandone il pie.colo presidio. Pe.r tronca re questa si tuazione, il governo di Carlo X decise, nel r829, una :jpediz ione, che, composta d i 3 va~

scelli con·

300

u. da sba rco , e comandata rial cap. di

vascello Gourbcyrc! occupò la rada d i T intingue costruen-

dovi 1111 forte e l 'll o ttobre bo mbardi, T amawva . Sei g iorni dopo il piccolo corpo subl uno scacco a Foulcpoime . Il 4 nove,nbre conquistò il fotte cli Po intc-iì-Larréc presso Tintingue. · Dopo un 'invernata disastrosa per insrilubrità di chma e; rn~lattie, mentre i l corpo si disponeva a rip rendere

le operazioni, scoppiava a Parig i la rivoluzione del lug lio 1830. Il governo di L uigi Filippo, subendo le intimazioni del I'l ng hiltcrr:,, ord inava l'evacuazione d i M. che ebbe luogo nel lugl io 1831. N el 18~0-41 la Francia acquistò ,lai capi Saka lava le isole d i Nossi-Bé. Nossi-C11 mba e

L'isola di IVladagascar

squadrai al comando dd contramm iraglio Gahbicr, quindi del conrrn 111rr1 ìraglìo N(iot, distrusse e occupè, altri punti

ddla co~la otientale. Per 1nancan:t-a di rnezzi adeguati conÀ venne però alla Francia d i stipulare la pace (r7 dicembre 1885) ma ogni d isposizione di essa fu in pratica elusa, qualunque ingerenza francese respint a.

Spcdizio,,,, del 1895. n::uiva o

Tana narivo,

cui

Obiettiva fu la capitale, Amanapotevasi accedere

p::lrtendo da

Tamatava , sulla costa est , con percorso non facile d i 300 Km. , oppure pancndo dalla bai;, d, Maju11ga, sulJa costa ovest , con un i tinerario ùi 480 Km. lungo k valli della Betsiboka e l 'lkopa. Gli Hovas po tevano op porre da 2 5.000 a 30. 0 00 u. armati all 'n,ropca e 40 a 50 cannoni moderni. Venne scelta Majunga come base del ccvpo d i sped izione, organizzato in Fra ncia e nel Nord Africa nel-


l'inverno 1894-95 e affidato al generale Duchesnc. Esso risultò composto di : , bgl. cacciatori; 4 regg. fanteria su 2 brig. (Metzinger e Voyron); 1 sqdr. cavalleria; 46 pezzi (2 btr. montate e 2 da montagna, 3 btr. da montagna della marina; 4 pezzi da 120); genio 4 cp.; servizi. In totale r8 m ila u .. con 7 mila conducenti ausiliari; 640 cavalli e 6630 muletti da basto e da tiro, per 5040 vetture metalliche Lipo Lefebvre. Una <livis. navale, agli ordini del cap. di vasc. poi contramm . Biessairné, doveva coqperare alle operaz.ioni. La flotta nel periodo dicembre 1894· marzo 1895 fece saldamente occupare Tamatava, Diego Suarez, Passandava e Majunga. Gli Hovas, indecisi circa la direzione dcli 'attacco, si concentrarono presso Tamatava e p resso Majunga. Da l marzo a metà maggio il gen. Metzinger sbarca a Maj unga, organizza la base, quindi inizia le opear1,ion i offensive. Jn seguito ai cornbanimcnti di Ambodimonti e Androtra (r 5-17 maggio) gli Hovas rttrocedono verso l 'interno. Durante questo stesso periodo, altri scontri avvengono a D iego Suarez (An1bohimarina,

14 aprile) e Tamatava, dove le trup pe erano sulla difensiva . D al 17 maggio al 14 luglio il grosso rimonta su ba rconi la l.letsibol<a e l'Ikopa, fino al termine del percorso navigabile, Marololo. Gli Hovas, che hanno rinun contrastare il passo lungo il percorso boschivo e ziato paludoso estremamente favorevole agli agguati, si sono fortificati a Mavetanana. Il 9 giugno l'avanguardia del Mctzingcr si porta a sud di questo campo, che gli H ovas abbandonano. Viene organizzata una secollda base a Ma,·etanana-Suberbieville e creata fra Maroway e Mavetanana una via ca rreggiabi le. Gli Hovas, resi aJditi dalla immobiJità francese, attaccano il posto avanzato di Tsarasat ra (29 giugno) il quale resiste, e l'indomani viene r inforzato. G!i H ovas sono completamente sconfitti a M. Berirsoka e ripiegano su Andriba. 11 14 luglio il ponte sulla Bctsibob è compiuto e il corpo di spedizione fa un altro spostamen to in avanti. Il 21 e 22 agosto la brigata Voyron scontra 5000 [Tovas fortemente trincerati ad Andriba e riesce a scacciarli. Ad Andriba n uova sosta pc! prolunga mento de!la strada. Infierisce la febbre mietend,, gli d fettivi . l i corpo francese ha percorso da 2 a 3 Km. al giorno in n1ecba. Occorre es:i;o giunga a Tananariva, distante ancora 169 Km. , prima dell ' inverno. Di conseguenza vie1Je decisa !a costituzione di una colonna leggera con servizi someggiati. Tale colonna risulta compo,l'a di 5771 u. con 12 cannon i e 3075 quadrupedi, coi gen. Metziugcr e Vorron e col. De Lorme, i quali avanzano al cmnand6 di tre gruppi, a d istanza d i una giornala <li marcia l'uno dall'altro, lasciando Mangasoavina il q, 15 e 16 settembre . .L'avanguardia il 15 rigetta gli I-lava::. ne! combattimento di Tsinainondry. li r 9, col concorso del la col. VoyroJJ, forza il passaggio dei G randi Ambohimcnas e sbocca sull 'altop. d i Ernyrn<:. Qui il gruppo Voyron passa in testa. Il 26 la colonna è a Babay in vista di

a

Tananariva, mentre il nemico accentua la sua resistenza .

li comandante allora concenlra tutti gli clementi delle collonne, e, per evitare un terreno a risa ie, dc.scrive intorno a Tananari\'a un grande arco di ccrch io per attaccarla dal-

i 'est e nord-est. Dmame questa penosa marcia di fianco, eseguita dal 27 al 30 settembre, il gruppo d i testa (Mctzin ger) e la retroguardia (Dc Lorme) sono alle prese continue cogli Hovas. Il 30 mattina la manovra si sviluppa col gruppo Metzinger su lle creste ad ·est di Tananariva e il gruppo Voyron a nord-est form ante perno. (,li t-Iovas vengo•1" respinti sulla città . D ue bgl. aprono il fuoco sulle mura; mentre le truppe si disponevano all 'assa lto, gli

718 Hovas chiedevano la resa. La sera stessa Tanar,ariva ve. niva occupata, ed imposto un nuovo trattato di protettorato. ll comandante degli Hovas di Farafate, alle notizie di Tananariva deponeva a sua volta le anni, e così quello di Diego Suarez. Le perdite francesi ammontarono a 35 ufficiali e 344 r u. di truppa; II 37 d i m arina; IT43 conducenti non cuwpci. Totale 5756, mortaliti, gravissima, dovuta all"in sal ubrità del clima, alla mancanza d i mano d'opera in digena, per avere ooliticamcntc deluso l 'elemento malga,cio che sperava nei Francesi per sottrarsi alla tirannia Hovas; per la grave deficienza ciel servizio sanitario. Il 18 gennaio r896 fu proclamata 1·annessione, abolita la schiavitò, e intrapresa la repressione delle insurrezion i locali, opera cu i attese il gcn. Gallieni, che colpi severa.n1cntc tutti i fautori di torbidi e relegò Ja ex regirn1 Ranavalo a Réunion, quindi ad Algeri. Le forze che presidiano !"isola ammontano a un bgl. di fanteria coloniale europea; due regg. e un bgl. di tiragl iatori indigeni; un gruppo d "art. su tre btr., un a cp. d 'operai coloniali.

M ada lena (Nicolò). Medaglia d'oro, 11. a Venezia nel 1863, • caduto in Libia (1863-1913). Ufficiale di carriera, l'aveva iniziata, quale sottot. di fanteria, nel 1882; l 'anno seguente era passato negli alpini. Frequentò quind i i corsi della Scuola di guerra e nel 1901 fu inviato in Cina, al comando di un bgl. misto. Rimpatriato nel 1905, fu per qualche tempo distaccato nella Colonia Eritrea. Promosso colonnello nel 1912, comandò il 72° regg. fanteria; dopo poch i mesi partiva per la Cirenaica, ove comandò successivamente il 26° regg. fanteria ed un rcgg. spcciale composto di hg!. dei rcgg. 7°, 22<>, 26° e 34°. Alla testa di queste ultime truppe , combattè da prode nello scontm di Sidi Garbaa, rimanendo n1orta!mente 'fer ito. Fu concessa alla memoria di lui la medaglia d 'oro con la se1

guen te n-1otivazione : ,, Nell 'offensiva verso Ettangi (Derna) guidava ali 'attacco i dipendent i reparti con eroico coraggio, riuscefldo a •;onquistarc i trinceramenti di

Sidi Garbaa cd a mantenerv isi parecchie ore> tnalgrado Ja è ncrgica controffensiva nemica.

Ferito mortalmente, si opponeva a che lo trasportassero

Madalena Nicolò

altrove, e rimaneva sul sito, continuando a dare disposizioni, finchè spirava con stoica serenità )) (Sidi Garbaa, 16 rnaggio 1912) .

Maddalena (Colle <frlla). Passo delle A lpi Marittime che mette in comunicazione la valle della Stura (Tanaro) co,1 quella dell" Ubaye (Durance). La rotabile da Cuneo risale la Stura per Dernonte, V inadio, l'ietrapo,·zio, .Bersezio e raggiunge a 1996 m . il valico, donde, scendrndo il va llone ddl 'Ubayette e la valle dell 'Ubaye, sbocca a Barcclonncttc . Bcnchè meno battuta di aÌtrc strade transalpine ,. la rotabile della Maddalena ha gran de importanza in quaroto, lungo l 'Ubaye e rimontando la Durance, consente di aggirare !e d ikse del Guil e dell'alta Durance (B~iançon} a sussidio dì operazion i che si svolgessero dalle provenienze del Mongincvra. Mcrcè l a strada Barcelon nette-Colle d'Allos (2250 111.). La Colle St. Miche) (!506 m.), la valle dcll 'Ubayc comunica con quelle del Varo , lungo una via


-

719 -

Bar,.ccone

Orona.ye ou

~::,ccl.e~ o .,, e °' :1.. ~,,/

c'h.;:•;;:,·p~,, del I ' 3 v

·O r o n a.ye_,, o •,,,1r/1t" ll lll\lll l \'\,••

.

R.

Le difese del Colle della Maddalena nel 1793

che si presla a ll 'aggiramcnw delle difese della frontiera f rancc::sc sino al m are; utile sussidio a operazioni che si svol gessero attraverso i passi alpini compresi fra il Colle della .M . e quello d i Tenda. 1l Colle della M. è anche detto dell' Argentera o d i L arcl,e, traendo il nome dalle localilà più p rossime sui due versanti. Pt1SSaggi dd Colle della Maddalena. Al Colle della M . pare debba essere stabilito i l luogo in cui Marco Fulvio Fiacco sconfisse i Vegcnni . Il passo fu attraversato da Pompeo, q uando si recò nella Spagna a combattere Sertorio.

Valle Stura, verso i l Colle della Maddalena

L'imperatore Grazia no sconfisse al Colle della M. un esercito di 30 .000 Ga llo-Germani , i quali tentavano d i invadere l'Italia. Per il colle passò Francesco I nell 'agosto r515, dietro consig lio del suo generale Gian Giacorno Triv ul;,;io. Tl quale, mentr'era go,ve.rnatore a Lione , aveva studiato i passi, allora molto d ifticili, che conduceva no dalla valle ddl 'Ubaye a 9uclla del la Stura. Approvato dal re il progcno, malgrado l 'opinione sfavo revole del Lautrech e del Navarro,

il Trivulzio mandò avanti 3000 zappatori nrnniti d i corde e tavole e ordigni d'ogni sorta, incaricati di riattare il sentiero, rendendolo atto al passaggio delle artiglierie : 300 cannoni di piccolo e 72 di grosso calibro . La rupe d i Pietra Porzio, che sbarrava la valle e imped iva il passo ai can noni, fu fatta saltare a fqrza di mine. La falica fu grande, ma in quattro g io rni venne condo tta a tcn11inc, e l'esercito francese, condo no dal re in persona, po teva scendere nella valle Stura e dirigersi ad assediare Cuneo con tutte le artiglierie, le quali avevano vinto gli ostacoli a forza d i braccia, e mediante corde, e po nti gettati fra le rupi e i precipizì.

Combattimenti 11/ Colle della Maddalena (r793-94). Nel giugno dd 1793, gli Austro-Piemontesi avevano occupato con 4500 u, le posizioni, fortificate con ridotte, i ntorno al Colle della M. Il comando era tenuto dal gen. austriaco Su-assoldo. Contro le posizioni dette avanzò il m attino del 16 una colo nna francese di 3 000 u., comandata dal gen . Camilla Rossi, col proposito di scendere nella valle della S tura d i Demonte , mentre altre trup pe francesi operavano contro !e posizioni dd l'Auth ion e del Reuss. Il ge n. Rossi avanzò fronrn:11:nc:ntc con una colonna con tro il co lle ; lanciò una colon na a dr., con obiettivo Le Grange per la valletta del Puriac, e una a sr., dal colle Roburent, nella valletta del l 'Oronaye. Da\'allli alla colonna centrale, gli Austro-P iemontesi cedettero a bbandonando il Colle e le posizioni del campo dell 'Orobayc, e ritirandosi sul fondo valle. Ma quivi organ izzarono la resistenza, e passarono al contratl(lcCO . I Francesi alla loro volta, non raggiunti dalla colonna d i dr., furono costretti a riguadag nare il Colle del la M. , e d i q ui, alle 15, vennero cacciaci dagl i Alleati, i qual i si spinsero fino a Maison ,Méanc. I F rancesi tornarono ad atrnccare, ne l novembre, i l Colle che, do po breve combatlirnento di retroguardia (gcu. Strassoldo) fu sgombrato e abbandonato, La neve alta impedì ai Francesi di ottenere un successo pieno, catturando i d ifensori, e li obbligò a ritirarsi.


-720 Ancora essi tornarono a ll 'attacco del conteso Colle nel n1aggio 1794, agli ordi ni ck-l gcu. Vallbois. I! gcn. Zi111mermann . che dikncb·a la posizione co11 5 00 u . e 6 can noni, dovette il 7 maggio rclrocedc:rc, anche pcrchè nlinacciato allt: ali da colonne che avevano ricalcato le strade del l'anno precedente. Tuttavia, ricevuti rinforzi, potè man~ teu~rsi nella valle , impedendo ai Francesi di sfruttare il ~ucccsso iniziale . Kel luglio 1794, raccolti 19.000 u ., ren~ tarono ancora di rompere le d ifese austro-piemon tesi, ma le loro azioni si frnionarono in cornhattimen ti iso lati . (Per le operazioni del 1744, ved, Valle Slum) . ,\lfarlda/ena (La) . Nave da rimorchio, di trata in servizio nel 1893, rad iata nel 1923.

120

tonn., en-

Maddaloni (anl. !vfarla{o,,um). Comune in prov . <l i Napoli, presso Caserta. Fu ant. circond3.to di cnura longobarde, con castello, oggi in rovina. Vì Si svolse un episodio della battaglia <lei Volturno (V.).

Madden (sir Carlo). Ammiraglio inglese, n. nel 1862. Raggi unse il g rado di contran1m ir. nel r91r, dj vicearrunir. nd 1916, di ammir. nel 1918, di ammiraglio <li flotta nel r924. Partecipò alla spedizione in Egitto del 1882 e alla battagl ia dello Jutland nel 1916, <love comandava una d ivis. d i incrociatori da battag lia . Ebbe nel 19r9 il CO· mando in capo della flotta òell 'Atlant ico, e f u nominato nd 1927 capo di S . M. <lei le forze J,1'\\'ali ingli:si . Madia (Giuseppe). Generale medico, n . a Pianopoli nd 1862. Sottot. medico nel 1.887, fu ad Adua col T' bgl. indigeni rimanendo prigion iero e meritr,nùosi la mcd. d 'argento, Ufficinlc superiore a Tripoli_ nel 1911, quale diret• torc dei servizi <li polizia sanitaria ebbe la croce da cav. dd l'O . M. S . e la mcd . di bronzo dei benemerit i ùclla sanità pubblica. In guerra contro l'Austria dal 1915, fu decorato della med . di brnnw a S . Pietro dell'Isonzo . Co lonnello nel 1918, dop.o la g uerra fu direttore dell'ospe• dalc di Napoli e poi direttore di sanità del C. d · A. di Palermo. In P. A. nel 1924, fu promosso magg. generale medico nel 1928 e nel 1932 passò nella riserva.

l'vladia Giuseppe

J\1a<lonia Vincen.zo

Mad Mullah. V . Mullah . Madonia (Vincenzo). Medaglia d 'oro, n. a Terracini .Favarotta (Palermo) 111. sul Carso ( 1891-1915). Sottot. di complemento nel 75° fanteria nel l'anno 1913, eta da poco tornato a.i suoi Studi, allorchè fo richiarna lo alle arm i per lo scoppio· deUa g uerra con l'Austria . Incorporato nel 16° fanteria, fu ferito una prima volta e decorato al va!on.: sull'altipiano Cusico il 2 lugiio 1915. Poch i giorni dopo, mentre si lanciava tra i prin1i contro i crj nccrarnenti austr iaci di quota 109, cadeva mortalmente ferito. La mo-

tivazione di mcd. d 'oro ricorda così i l glorioso e pisod io : <t Già disti ntosi in precedenti combauimcnti per audac ia e sprezzo dd pericolo, nella none del 24 lugljo diresse il taglio dei n.;ljcolali nemici, nei quali riusd a far aprlrc un varco. e l 'indon1ani vi entrò per p rimo co n grande ardore ,. slancio, al la testa òella ,ua compagnia, cadendo n1ortalmentc ferito e continu;:indo ~i110 all 'ultin10 a<l mcitare i suoi » (Palazzo, 21-24 luglio 1915).

Madonna dell'Olmo. Chiesa, e convento, a breve d istanza da Cuneo ; ha dato il nome alla seguen te battag lia. Bauaglia ddla Madonna dell'Olmo (30 settembre 1744). Appaniene alla guerra per la Successione d 'Austria. Dllrantc l'assedio di Cuneo, da pane dei Franco-Spag nuoli, il re Carlo Emanuele Savoia fece avanzare da Sa luzzo l'esercito austro-sardo per soccorrere !a città, ponendo i! campo ai Ronch, il 29 settembre. I Franco-Spagnuoli s, apparecchiarono subito a òifesa, asserragliandosi sulla òr. al la ,W. dc/1'0 . e trincerando le cascine lungo la loro fronte . Carlo Eman uele sch iera l 'esercito per la hattaglia, che nel suo pç,Q_sicro deve essere data il r0 <li ottobre, mentre le milizie monregalesi e i Harbetti òe) le valli tor n1cnteranno e n1inacceranno i fianchi e il tergo degli asse-

d ianti, e il forte presidio d i Cuneo farà impeto fuori . A dr. è il regg. delle Guard ie (granatieri); la brigat a Savoia i.: a sinistra e quella di l\fonferrato al centro. Le b rigate P ic'nonte e Saluzzo sono in seconda linea . Dodic, conipagnic d i granatieri chiudono a destra l 'intcrvallo fra le due linee : ventiquattro cp. , cornandatc dal conte di .Ésery, stanno con la brigata Savoia a sinistra. Compiuto lo schierarnento, Carlo Emanuele comanda che l'esercito avanzi contro la fronte del nemico a d istanza da poterla battere col can none, ed ivi sì arresti aprendo il fuoco delle a rtiglierie e aspettando l 'indomani per dar battaglia. Ma quando la sr. degli Austro-Sardi giunge al posto p rescritto , un incendio scoppiato nelle cascine alla òesrra del nemico, fa credere loro che i Franco-Spagnuoli si stiano ritirando e sì preci• pìtano all 'inseguirnento; jnvecc i nemici sono fe:nni al Joro posto e accolgono gl i Austro-Sard i con vivo fuoco . Così verso me,.zogiorno del 30 settembre, ha princip io la bat· taglia, inaspcttatame11tc, contro la vo lontà d i Carlo Ema nuele, il quale prima tenta troncarla, poi si accontenta <li d irigerla. La sua d r. , e principalmente il regg. delle Guard ie, è vigorosamente attaccata dalla cavalleria nemica : ma esso st a salòa e ricaccia i n d isoròine gli squadroni assaltanti. Alla sr. i fanti della brig. di Savoia sostengono il formidabile urto della fanter ia nemica e appena lo hanno alquanto respinlu, si cacciano innanzi ardita1nente, ripren~ <luno ,ai Francesi una barterja da questi poco prirna conqu1.. stata e si impadronisco no di una band iera del regg . Lyonnais . Ma alla M . ddl'O . il nemico ri nnova l'assalto e la prima linea degli Austro-Sardi ha ,bisogno che la seconda la rinca l~i. La lotta, aspra e sanguinosa, dura così fino a sera, scn,.'aJcro .risultato che 1nolto valore dimostrato e molto sangue versato dall 'una e dall'altra parlc . Alle r8 Carlo Emanuele p rende consiglio dai suoi generali circ:i l'opportunità <li nmancre nelle posizion i tenute, oppure d i approfittare del!e tenebre de ll a notte imminen te per retrocedere ai Ronchi . Prevale questo consiglio e la ritira ta è· cornpìuta senza molest ie . .La battaglia costò ai Franw-Spaguuoli 4000 u. tra morti e feriti e circa .1400 agli AustroSard i. Perdile grandi per ambedue le pani , che contavano circa 25.000 cornbattenti ciascuna; nessun risuli ato di po• siti va vjttoria nè da 11na parte nè dalJ'altra: n1;1 l 'jn sucçcsso morncntaneo è degli Austro Sardi , i quali non :>o no 4


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1/,'. Battaglia della M adonna dell'Olmo. A, B 1 C. Francesi; D, Spagnuoli; h·, F, Fran~esi; G, Spagnuoli; H , I, .1, Fr~nt;esi_; K, Spagnuoli; L, Cavalleria mista; M. francese; At, spagnuola; Q, riserva alleata. Tntpµe del d uca d l Savoia: a, regg. Pa1lavidni; b, Guardie; 1.:, brigata IVl o nferl"ato~ d, bri~ata Savoi:\j c1 r:n ilizie; f, Granat ieri! g, brig:Hfl Piemonte; lt, brigata Saluzzo; i, h., cavalleria; j , milizie-; l, m, 11. batterie.

riusciti nell' in te nto cli sbloccare Cuneo, sebbene la bnttaglia abbia rese più di/fici li le condizioni degl i assed ianti, che una vernina d i giorni dopo ab ban<lon : .uono l'assed io. La battaglia ~ a nche dert~ di « Nostra Signora dell'Olmo» .

Madonna del Rosario. Ord ine cavallercscn, istituito nella Spagna verso i l 1:,29 dall'arcivescovo d i Tolone, per costituire una 1nilizia destinata a co1n batterc i t-.1uri. Aveva per Jnsegna una c.::rocc bia nca e nera, con l'immflgine dell a Vergi ne. L 'ordine raccolse molti combattenti e si estinse dopo la morte del fondatore _

Madonna della Scoperta. V. San Martino e Solj,,rino. /vfadoui,a di Campiglio (l'asso della) . I; uno dei va lich i d e lle Alp i Bresciane inserito nella linea d i frattura longiwdinale percorsa dal medio Chiese (lago d ' Idro) dal medio Sarca e dal Melecl rio , affluente del Noce. La rotabile che vi accede da Vestone risa le il Chiese e per l'insellat u ra d, Bondo (820 m .) scende a T ione su l $a rca, don de rimunta la Val Rcndi:11a e il vallone d i Ca mp igl io, naver.sando la displu vialc al Passo della Madon na (t642 m .) e per Va l Meledrio sbocca in Va l di Sole (Noce) a Dimaro. T,1le solco non p uò consiclerarsi d isgiu nto da i due paralleli del Garda e dell' Adige, comtln icant i m ercé le frattu re trasversali che aprono tra Chiese e Sa rca i passi di Lardaro e d i T iarno, e fra Sarca e d Adige g uell i d i Vczzano e di

Nag<1. l n questo siste ma di lince a g raticolato il passo della M. di C. ha funzione sussidiaria, e con guello di Molveno completa la viabilità dei tre solch i pualleli che dalla linea del '.\1occ (D imaro-Osteria della Rucch clla -Me,,zocorona) raggiu nge u na prirna fronte ct';1 rroccamcnto sulla

linea Storo-Riva -Mori . Nel l'ipotesi di operazioni su ampia fro nte, che richiedano i ·impiego di colonne leggere a sus• sidio d i tlllppc c)peranti lu ngo la valle dell ' Adige, il passo del la /',,f , ,!i C. può ftl'cr funzion e di norevole im portanza, ,ia per l'attacco sia !,e,- la difesa tiella fron te fra C ima della Presancl la e Cim:1 di Brenta, cht· tlomiml le comunlcazion i fra Noce, Chiese e Sarca.

Madr as. C ittiì dell ' im pero inglese delle l ndic, capul. della presidenza ornon ima, sulla costa rie l Corom a ndcl. Eb be la sua origine da 11 no stabi limen to commerciale costruito dagli Inglesi nel 1639, unitamente al forte S. Giorg io per d ifen derlo. Nel 1746 fu p resa dai Fra ncesi d i L a Bourdonnais, e restituita agli Inglesi , nel 1749 in virtt1 d el trattato di Acqu isgrana. Il geo. Lall y l'assediò nel 1758, ma fu liberata per l'arrivo della flotta ing lese . Da q uel l 'epoca appartenne definitivamente all'Inghilterra .

I. Battaglia navale di Madras ( 1746). Appartiene alla lot ta fra Ingh ilterra e F rancia per la supremazia nelle Ind ie. La sq ua rl ra dell'ammiraglio La Hourclonna is, com pos ta d i nove vascel l_i, con 2500 soldati da sba rco, lascia ta


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J' isola Maurizio, incontrò la squadra inglese davanti '-Jcgapatam, l'attaccò e la respinse; quindi, raggiunta Poodichén· si <lispo,c ad un attacco contro M. La difesa della ciuà, ~~stituita dal forte S. GiorAio di non grnndc valore e da una piccola g uarnigione, di 300 u. comandata da pochi ufficia li, non poteva offrire una rc~istenza considcre,•olc. li 15 settembre la squadra francese en1rò ndla rada cd :incoratasi <la,•an1i a M. cominciò a sbarcare le truppe e le aniglierie, ir1wn10 che i ntimava al governawrc la re,a della ciu/t. Il 18 mattina com inciò il bombardamento con le hauc ric da sbarco e durante la 11ottc successiva con le bat1eric delle navi , e il 2 r la ci1t/t dovette cedere ai Francc,i tutte le mercanzie e gli oggcui d'oro e d'argento pos· seduti dalla popolazione; la guarnigione (u faua prigioniera. li bottino amm<1ntava alla somma totale di 9 milioni di lire. Que,ta battaglia è chiamata anche cli Coromanclel. Il. 8ombardame11/o di Madras (22 settembre 1914). Fu operaio dall'incrociatore tedesco "Emden ,,, il quale , i pre,c11tò dopo le ore 2r del 22 sc1tc111hre davanti a M., dove le luci erano tutcc accese pcrchè nessuno pensava alla possibilità della comparsa cli una nave ila guerra nemica. L'incrociatore. accostatosi alla spiai:gia, aprì il fuoco. Dopo sparati 13<> colpi , inccndiand<1 due grossi depositi di petrolio. sospese il bombardamento, dura lo circa ro minu1i, e si allo ntanò. Le batterie costiere spararonn contro la nal'e tedesca qualche colpo "'nza alcun risultato. Furono resi inutilizzabili 6.800.000 lilri di petrolio. Poch, danni furono arrecati alla citth: 5 persone vi rimas.ero morte e 12 fentc.

M adrid. Citri, ca pitale della Spngna, sulla si· . del Man zanarcs. detta ant. Alt111tua Carpcwr,orurn e col medio n·o .Haiori111111. Venne presa dagli .\ rabi nel ilt, dopo la bat• taglia <11 Xeres, ed es\i la chiamarono .\1agerir. Raniero II vi sconfisse i Mori e 1:1 riprese nel 932. Divenne capi131e dell a Spagna sotto F ilippo 11, nel 1560. I. Tra/lato di Jfttdrid (r4 gennaio 1526). Pace tra Carlo V di Spagna e Francesco I di Francia. Questi, caduto prigioniero nella battaglia di Pavia, è reMituito a libertà, a queste cond i-t.ioni : rinuncia ad ogni pretesa in Irnlia, nelle Fiandre, nell'Artois; cessione dcl l,t Horgogna, suo matrimonio con Eleonora, regina vedova ed erede del Portogallo, ~orclla di Carlo V. Il trattato ,,enne sconfessato da Francesco I, appena questi potè rìentrare in Pari~i, valendosi dcli 'opposiz ione dei signor i del regno . Il. Trnllato di 1\1/adrid ( 1617). Fu concluso per la pressione del Papa e della Francia, allo scopo di mellcr fine allo Slato <li guerra in Italia, ìn cu, erano coinvolti Impero, Spagna, !'rancia, duca di Savoia, Vcncria, duca di Mantova . Lunghe e laborro,e [u rono le trattat ive, che si chiusero i l li ,eu cmbre. Venne , tabilito che il duca di Savoia restituisse quanto a,•eva occupato nel Milanese a clanno degli Spagnuoli, e nel Mo nferrato a dan1rn <lei duca cli Mantova. I! re d'Austria clovcva restituire ai Veneziani le terre loro prese, e q ue~l'i f:i rc similmente verso d i lui . JI duca e Venezia rìluttarono a sanzionare il trattato, ma infine le min::tccic del re di Spagna ,,, li decisero, li trattato ebbe tuttavia lenta esecuzione, tanto che non si ebbe pacificazione completa che nell 'anno seguente. IlI. '/'rollato di Madrid (1° giugno 1670). i\lkanza segreta fra Ingh ilterra e F ranci:1. li re Carlo Il riconosce i d iritti di Francia sulla monarchia spagnuola, promette di spedire alla prima richiesta 6 mila uomini e 50 legni di linea contro l'Olanda, e di usare dell'influenza inglese per attirare il

maggior numero di Stati tedeschi e nordici nell 'alleanz·; contro l'Olanda stessa. Luigi XIV promette di aiutare il re inglese a ristabilire il culto cattolico, fornendogli due 111ilioni cli lire, e, all 'uopo, 6 mila uo111ini, i quali vcrrnnno trasponati in Ingbilter.ra su navi ini,:lcsi, c.apitanatt· da Inglesi, ma st ipendiati dalla F rancia , per attutire ogni possibile rivolta. Luigi XIV , deciso cli muover guerra .,I I 'Olan<la che con la triplice alleanza a,·c, a fermato 1 co,·so ddle sue vittorie e conquiste, dovette innanzi 1uu,, ro111pcrc b tr iplice ~ ean~a stessa, ed ogni arte adopcrè> sca ltramernc per raggiungere l 'i ntento. Carlo li. che col i., distruzione dell'Olanda sperava cli rendersi as.soluto in In ghihcrra. non dubitò cli farsi vassallo e, come si dis~,· luogo1ene11tc di Francia; politica che, continuata poi da Giacomo Il , fu principal causa della fine fatale dei dur fratel li e di tulla la casa degli Stuart. Il trattato fu mutato in alleanza pubblica il 21 dicembre clcllo stesso anno e confermalo da nn scconclo trattato ( 12 febbraio 16;2). nel <1uale Lu igi XIV si obbligava a pagare a Carlo li Li somma annua di 3 mi lioni di lire per far fronte alle spc><· della guerra, 110n lasciando all 'Inghilterra, delle conqui,tt· eventuali sugli Olandesi, che alcune isole della Zelanda e dell'Olanda. IV. Tra/lato di Mad,·id (18 lugli9 1670). Fra fnghil tcrra e Spagna, relativamente ad alcune controversie io America. L'Inghilterra conserverit tutte le terre. paes,, citt~. rnlonie. ccc. che attualmente p<>ssiedc in America, nè ,0110 alcun pretesto sì potrà contestare ad essa tale d iritto. F'. , 1c t,lt.> b navigazione e il commercio nei rispettivi porti dcli '[rid ia che abbia.no fortez7..e, castel li o magazzini , ccccm , il caso d' tempesta o naufragio.

\", Trattalo di .\ladrùl (27 marzo 1;21). Alleanza eh fcnsiva fra Spag-na e Francia, per ristabilire, cememare e affermare pi~, m lidamente le relazioni reciproche. Le parli contraenti si g,1r:ln liscono a vicenda I ri~peuivi Stati t protestano di o,,crvare i precedenti tratta1ì di Utrecht. Baden e Londra, e quello che verrà stipulato a Cambrai per regolare· le differenze ancora esis1cnti fra Imperat<ll< r Spagna. In caso d i guerra, tentat i indarno t\llti i 111e1.1.1 cl, conciliazione, le d ue potenze si assisternnno con 15 fllil., uomini, c. all'uopo, con tutte le loro forze, clichiarnntlo h, guerra all'aggressore. Le due poten7.e accordano al duca di Panna una particolare protezione per la conscrva7.ione dei ,uoi Stati, diritti e dignità. Il presente trar.. tato ~ seguito da un a ltro alle stesse concli7,ioni, conchius<' a Madrid, J3 g iugno 1721, fra Inghilterra, Spagna e Francia; soltalllO il soccorso che le potenze contraenti devono prcslam in caso di guerra è cli 12 m ila uomini, o ppure l'equivalente in danaro o vascell i. VI. T rattato di Madrid ( 13 giugno 1721). Pace e amicizia fra Spag11a e Ing hilterra. S, confermano in sostanza i precede11ti trattati, quelli specialmente che riguardano il commercio e la tratta dei negri. Restituzione reciproca di tutti i beni presi e confiscati durante l 'ultima g uerra . L'Inghilterra inoltre rest ituirà ttHti i vascelli presi ag li Spagnuoli nei mari di Sicilia tre anni prima, coi loro c .Ul noni cd equipaggi. VJI. Tn1t1t1to di Madrid, o dell'Escm-ialc (ot1Ubrc-nove111brc 1733). Alleanza d ifensiva fra Spagna e Francia, deuo dalle case borbònichc il « primo pauo di famiglia e1crno e irre,•ocabile » . Le potenze contraenti si garantiscono i rispeuivi Sta ti e tutù i diritti che hanno e de. vono avere . La F rancia garantisce, all'in[ante don Carlo,


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Parma , Piacenza e T oscana , conforme ai capitoli -<iclla Quad rupl ice alleanza , e, insieme alla Spag na,

garan(i_sc~

aìla regina E lisabetta , nata duchessa d i Parma, tutti 1 di ritti e rag ioni che possono competere a lei o ai suoi èiscendcoti senza alcuna diminuzione , nulla importando chi se n e t rovi ora in possesso. Se la Spagna crederà di t0gliere all 'Ing h ilterra i privilegi commerciali di cui gode, e questa commetterà q ualche atto• ost ile, la F rancia farà con la Spagna causa comune, adoperando tutte le forze d i terra e d i ma re per procurarle la restituzione d i Gibilterra. L a Francia promette inoltre d i mand are in Italia 40 mila uom ini per operare secondo le circostanze e nell 'interesse della causa comune. I d isegn i di guerra e le operazioni militari si faranno o dalle due corti o d ai loro generali in Italia. Nel trattato di Torino del 26 settembre si escludeva la possibilità d' uria rottura coll'Inghil terra , che la Casa d i Savoia voleva conservarsi amica . Il re d i Sardegna av rebbe dovuto avere il supremo coman do e si precisavano

gl i acquisti a lui riservati; nel prese nte trar-

rato i nvece non si parla che dei diritti d i f'rancia e Spagna sulla penisola italiana e si stabilisce che la d ire zione d elle cose ddla guerra sare bbe assunta d alle due Corti o dai loro generali in Italia_. Dal re d i Sardegna, 1.1s01nn1a. non si volevano che i tesori e il sangue dei

suoi sudditi per ::-crv irc ai loro interessi; più t,1rd i infatti la Francia fi rmava coll'Austria i pre liminari di pace senza ne mmeno fargliene parola . VIII . Trattato di Madrid (13 genn aio t750). F ra Spagna e Portogallo , per stabilire le norme da segu irsi nel fissare limiti dei dom ini posseduti d alle due potenze ncll ·Amcrica e nell'Asia. Cesseranno le d isposizioni contenute nella bolla di Alcisandro VI (4 maggio '49.,) e nei trattati di Tordcsillas (7 giuguo 1494), Sarago7.Za (22 aprile 1529), Lisbona ( t 681), Utrecht (1715), cosicchè nella risoluzione di qualsiasi vertenza in avvenire s i prenderà norma uni,

camcntc cb ciò clic è stipula to attualmente. Il Portogal lo :·inunù1 ad ogni diritto sulle Filippine cd is( 1c ad iacen ti, che apparterranno alla Spagna ; questa alla sua volta rinunzia a tutto ciò che il Portogallo possiede sul fiume delle Amazzoni e nel d istretto eh Matto Grosso . [I Porto ga llo cede inoltre a lla Spagna la colonia dc! S . Sacramento e tu tto il territorio sulla riva scttentric}J)alc della Plata, e la Spagna rin u nzia al Portogallo qua nto trovasi su lla 1 iva settentrionale d ell 'Ybiari e l 'oricn tale del! ' lJraguay. Se mai dovesse scoppiare la guerra fra le po tenze con traenti , si convie ne c he i rispettivi sudditi di tutta l'Ame rica nieridion ale staranno in pace fra d i loro . Rcci, proca g aranzia di tutt1 la frontiera, .li presente trattato con tutte le sue clnusole durerà in perpetuo e resterà in\' ariabile anc he in caso d i g uer ra fra le parti contraenti.

IX. Trattato di Madrid, o deil'Escuria/e (28 ottobre 1790). Conveneion.e fra lnghiiterra e Spagna. I d islreni posti su lla costa N .-E. dcli ' An1erica settentrio nale saranno resri wit i ai sudditi in glesi, che ne sono stat i spogliati dagli Spagnuoli. I sudd iti del le due Poten2.e godranno della li, bertà di n a vigazione e di pesca nell'Oceano Pacifico, nel mare del Sud e in tutta la costa N .-0. dell'America settentrionale. Una contesa sorta fra le due nazioni per i l possesso d i poche capanne poste sulla costa riel Pacifico, nell a baia d i Nokota, tctrne per più mesi occupata l'atre nz ione p u bblica d i tutte le potenze marittime europee, e per poco non fu causa d 'una guerra sanguinosa. L'I nghilterra aveva g iù trascinata l'Olanda nella sua causa e Ja Spagna otteneva dalla Francia la con ferma del patto

di farniglia, c1uando fortu natame nt~ s1 potè canchiuclere··~il p resente trattato. X. Tra/lato di Madrid (29 gennaio 18or) . Alleanza fra Spagna e Francia. La Spagna dichiare rà guerra al Porto, gallo se questo, entro q u indici giorni, non farà pace colla Francia. A ll 'esercito spagnuolo d iretto contro il Portogallo, ìa Prancia aggiu ngerà un corpo di 15.000 uomi11i. Per tog liere la corte cli Lisbona dall'allc ·IJlza con l 'Inghilterra, la Fra ncia s'accordava colla Spagna Ìn un d isegno di g uerra contro il Portogallo . Il re di Spagna a malincuore si accingeva ad una guer ra impostagli soltanto dall 'essere legato al sistema pol itico della Francia. Ma, conchiusa la pace di Luu~vi llc e potendo la F rancia disporre di tutte le sue forze , non esitò più e fece attivi apparecchi militari. Napoleone premiò la sua buona volontà col trattato seguente.

Xl. Trntt(l/o di M"drid (29 settemb re 180!'). Pace fra l'ortoga llo e Francia (med iatrice la Spagna). I porti e rade del P crtogallo sa ranno aperti alla Francia e ai st1oi Alleat i t: chiusi all 'Inghilterra fino aJla pace di questa con la Francia. li Portogallo r imar rà neut rale durante la guerra p1cscntc. Il fiume Ca rnpanatuba segnerà il confine fra la Guinea portoghese e la francese. Un trattato speciale fisse,à defin itiv;uncnte le relazioni commerciali fra le potenze cont .aenti. ) lltanto si stipulano parecchi vantaggi w 1nn1crciali per ] 'industria francese e un trattamento pari a :1uello ;li cu i gode la nnione più privilcgi.ata riguardo a 1utte le prodllzion i francesi. li Ponogallo paghenì alla Fianc12 la somma di 20 m ilioni di lire quale indennità di gt1crra . Non ratificato d al Primo Console il trattato di flada10z, il quale paral izzava completamente la p ressione eh 'egi , avrebbe volu10 esercitare nel Portogallo contro J'ln, ~nilrcrra, u11 corpo d i truppe francesi stava per entrare nel territorio portoghese, quando, premendo gli avvcnjmcn•i, fu negoziato il presente trattato d i pace. Con esso i! Primo Console si procu rò il mezzo d i v incere le difficoltà opposte dal governo inglese alla conclusione della pace co1Ja Francia.

XH. lt1su,-rez io11c di Madrid (1808). Qu,rndo i Francesi d i )\':apoleone iniziarono l'impresa della Penisola Iberica, immi~hìandosi nella contesa fra Carlo IV e Ferdinando VII, :nviarono a M. un corpo di truppe, in principio del 1808. Poco :lopo essi dovettero reprimere un 'insurrezione (2 mag·g io) n ella quale perdettero, combattendo nelle vie della rittà, ci, ca 500 u. Il 20 luglio, Giuseppe Bo naparte en trava in città, non1inato re dl Spagna, appoggia to sulle baionette frw ce,i. In seguito alla sconfitta dei Francesi a flaylen, il nuovo re doveva i l 1° agosto abbandonare M. e ritirarsi dietro l 'Ebro, in attesa cieli 'arrivo d i Napoleone I, il quale rnnòusse con sè t ruppe sufficienti a ristabilire la situazione, e dopo vari con1battime nti si avvicinò in fine no~ vembrc alla rontcsa cap itale. Xlll. l'l'l'.Hl di Madrid (1808). L a citti, fu investita da Napo:eone, col IV corpo francese (Ldebvre), più le d ivis . d i cava lleria M iU1aud e Lasalle, il 2 d icembre : nitri corp i d 'armata stavano nel le vicinanze . La città era governata dal gen . Moria; aveva alcuni repani di Lruppe regolari e molti cittadini ave vano preso le armi cd cretto barricate. Circa 60 .000 u. in tutto, incitati dal gen. Castdar , accennarono così a voler d ifendere la capitale, no n m urata nè fortificata . Il 3, N apoleone fece da 30 cannoni d i cam, pagna battere il muro di cinta del palazzo del Retiro e subito dopo l'occupc'>. Si venne a patti , e la resa fu con,


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venuta co l Moria per il giorno scgue 1uc, in modo che chi volle potè durante la nollc lasciare la r ittà. XIV . Pre.cn di Mndrid (812). ln seguito alle ùccndc del la campagna d i qudl 'anno nel la penisola iberica , ìl re Giuseppe abbandonò M. il 10 agosto . Due giorni dopo \' i e1Jlrava il gcn . \:Vcllington. I F rancesi avevano forti Ji .. cato in que i tempi il palano dd Retòro, rafforzandone il g r3ndc nnu-o

di ci nta , e \'i avevano lasciato una guarni -

gione di 1 700 u. con r8o cannoni, 20.000 fucili, ricchi n1ag:1zzini. Ai prim i colpi di cannone degl i Inglesi, la guarnigione capitolò. I Fr,mcesi riprendevano M . il 2 novembre : il re Giuseppe si fece precede re dalla di,·is . ita liana ciel Palombini, la qua le cacciò dall a città le bande spagnuole dcli 'Empecinado, rimastevi dopo la rit irata del Wellington . Kel giug no 1813, i Francesi l'abbandonav'1no dchnitivamente . XV. Tml!ato di Madrid (5 luglio 1814). ,\l leanza fra l.l)~h iltcrra e Spagna. Se mai il commercio nei possessi spagnuoli in America fosse :lj)Crto a nazioni straniere, la Spagna promette d i amrnetlcrc l 'Inghiltcrra ad esercitare tale comnierciu, come la nazione pili favorita . L'Inghilterra impedirà ai propri sudditi d i forn ire an ni e munizioni ~g!'insorti d 'A1ncri~a contro la Spagna. XVI. Trattato di Madrid (9 febbraio 182,1) - C0□ vcnzione tra Francia e Spagna. Il corpo francese d'occupazione, posru sotto il comandn del d uca d "Angoulcm e, sarà d i 45 mila uomini; I 'occupa7.ionc du rerà fino al 1° luglio 1824 . li mantenimento delle truppe sarà a carico della F rancia, e b Spagna dovrà pagare soltanto la differenza fra lo stato cli pace e quello di guerra, cioè una somma di due milioni mensili. Con la convenzione dell'Escuriale, ro no\'ernhre 1824, il corpo <l "occupazione fu ridotto a 25 mila uornini. L'occupazione, prolungata prima tino al 10 gennaio 1825 (convenzione di Madrid, 30 giugno 1824) durò dkttivamentc per cinque anni (convenzione d i Madrid, 30 d icembre 1828). XVII. Trattato di Madrid (3 luglio r88o). Fra il Marocco da una parte e l 'Italia, l 'Inghilterra , l 'Austria, il Belgio, la

D animarcJ , la Spagna, gli Stati Uniti d 'America, la Fnrncia , la Germania, la >Jo rvegia, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Svezia dall'altra . l'. il primo atto di inrervcru:o iri tcrna1/.. ionak nel Marocco, in seguito alle esazio ni a cui eraiw S0ltuposti gli Europei nei porti. Quesra convcnz.ione è stata il punto d'o,igine cij molti trattali di commercio. 11 trattato contemplava esenzioni fiscali varie per i l pcr:,unalc maroc,;h ino addetto ai Consolati o alle Ambasci:1Lc europee, regolava il diritto d i proprietà degli Europei e la procec!u ra per i rea.ti penali e civiJi; riconosceva a tutte le nazioni fìrm~trarie il diritto Ji trattan1cntu come « nazione pili favorita )> . XVIII. Trattato di Madrid (26 luglio HJ25). Accordo tra Spagna e Francia per far fronte alle r ibellioni dei l\forocchini . Vcnn<.::ro prese disposizioni per irnpt:dire il contrabbando per mare a loro favore, per isolare i nuclei dei ribelli, per nun trattare isolatamente col loro capo, Abd el !Zrim . Nelle operazioni m ilitar i, è ammesso che colonne dell'una nazione possa no entrare, tcmporanc:.:.a1ncnte, nel territorio dcli 'altra. I nfinc, si ddirnitarono ckfinitivamentc i confin i fra i possessi dei due Stati nel Marocrn. XIX. T ratlato di Mndrid (7 agosto 1926). T rattato di amicizia, cl i couciliazione) di regolamento giudiziario fra Italia e Spagua. Il trattato fissa la procedura per la concilia7.ionc di eventuali vertenze che possano sorgere fra i due Stati. Con f 'art. 13, si stabilisce che se una delle parti coritrncnti fosse attaccata da terze po tenze, I·a Itra pane conserverà il ne utralità. li trattato è valido per IO anni .

Madsen. Nome di un 'arma da fuoco mod . 1908 , ca!:bro 6,5, t ipo fucile-mitragliatrice . L'arma fu ideata dall'ing . danese Sch uboe; venne mod ificata dal gen. Madsen, ministro della guerra in Dan imarca, e dalla fabbrica d'armi inglese Rcser. Appartiene al tipo a canna ed ottu ratore rinculanti d i quan tità diverse . Manca ,il meccanismo d i rarfreddamento, la canna è invece orovvista ali 'eskrno di nervature per l' irradiazione del calore. L'arm a i: sostenuta anter iormente da una forcella d"appoggio ripiegabile, cd è provvista d i calcio co,ne un fucile, per l 'appoggio contro la spa lla del tirato re. Il cast.elio si p ro lunga anteriormente


725 in un sottile tubo di acciaio che costituisce !"involucro della canna, e nel quale sono praticati dei fori oblunghi per facilitare la dispcr~ionc del ca lore . La molla del ricuperatore è alloggiata entro il calcio, che i: cii legno. Nella

MAE

con contratto di lavoro della durata di un solo anno); giornalieri (quelli che si prendono a giornata e sono licenziati subito dopo la fi ne di quel determinato lavoro per il quale erano stati ingaggiati). Per gli arsenali del R. Esercito vigono le stc,se norme: per tutte le M. sono osservate le leggi che riguardano la previdenza e le assicu-

r~1z.ioni.

Maestrelli (IJ0111c11ico). Scriuore del sec. XIX. Pubblicò: • Sulle condizioni sanitarie dell'esercito italiano nel decennio 1871- 1880 >•; « Il vitto del soldato»; « li suicidio nell 'esercito" : quc,t'ultima ~ opera <li ·13 anni di osservazioni.

Fucile•mirrogliatrice !Vfoc.lscn, mod. 1908

parte sr. del castello ,i unisce il meccani,mo di alimeniazionc, ;ul quale si fissa il · scrba toio-caricat0rc cur vili neo, capace di 25 cartucce. li tiro continuo si o ttiene mantenendo ~os.cantemcnlc p remulO il grilletto: il tiro inlcrmittcntc \i ,miene invece abbandonando la prcs.ione sul grilleno, appena scattnta )"arma. L'arma [u adottata dalla cavalleria danese, e pui anche da lla caval leria russa in Manciuri a. Ess,1 pc<:t Kg. 7.5, con dotazione rii 400 cartucce in cari-

~litragli3trice leggera :\Iadsen, mod. , 929. con affu~to molleggiante

1-lalvor Fessen

catori di .33 cartucce l'uno. È stata recentemente montaw ;u affusto leggero, molleggiante, ideato dal capitano dane;e Halvor Fesscn, che può sernre anche per ,! tiro contraereo. Nel 1928 è stato co;trutto un modello controacrei e untita nks, del calibro di mrn. 20, pc,anre 5.l Kg., e 97 con affusto completo. F. nello stesso anno sono stati allestiti due modelli per aeroplani. uno fi,,o per ,I pilora e per il tiro :,ttra\'crso 1·t11ca, e uno mobile pc,· l 'osservatore.

Maestrale. Na,·c sussidiaria, di 200 tonn., acquistata dalla R. Marina nel 1916, radiata nel 1920. Maestranze. Nome generico che viene dwi agli operai ;1dibiri ai la\'Ori manuali negli arsenali e sulle navi. li nome i: di origine medioevale. Le M . erano ordinate in compagnie, società e corporazioni; si dividevano a ,cconda dei mestieri in : in1pcciatori o calafati, mastri d'.1)'\c:ia ebanist i, fabbri, cordaiuoli, velai, fonditori, armaiuo li, bottai e rcmolai . A Venezia le .l/. dell'arsenale avevano il diri110 di dare in speciali circostanze, la guardia al Doge. /\ttualmcntc, in Italia, le M . degli arsenal i mii. marittimi vengono a mministrate da un ufficio speciale del Min istero della ~farina, che si di.:c ,, Ufficio Salariati "· Gli operai delle M. ,i dividono in: permanenti (quelli ,tipendiati a mese ed avent i d iri110 a pensione); temporanei (ingaggiati 1

Maestricht (o Maastric"1). Città dell'Olanda, capo!. del Limburgo, sulb ,r. della Mosa, col sobborgo di Wijk, sulla rivn dr. Lt parte meridionale della città è costru ita sul monte S. Pietro, coronato dalla cittadella. La sua origine risale al tempo elci Romani che costruirono un ponte sulla Musa e vi stabilirono llll posto di guardia. Presto si formò un borgo, poi una ciu:\ che per la sua po,izionc venne çhiamata città forte. In quei dintorni Claucl,o Ci,·ile clbtrusse in battaglia coi suoi Batavi un esercito romano. Dal 1284 al t4o8 AJ. subì cinque atrncchi ed as,cdi. Fu occupata dagli Spagnuoli, poi rlai Francesi, infine fu presa dagli Olan,ksi ai <1uali ,·ima.e rlefìnitivamentc. Alle fortificazioni di ,\/. nel scc. XVI lavorarono parecchi ingegneri mii. italiani tra i quali Alessandro Ca,·alca, c he morì annegato nel la Mosa all'assed io rii M.; Vincenzo e Pietro l'-fachiavclli ~he p resero parte anche alla difesa riel la c,n!t; 13artolomco Campi di Pesaro e suo figlio Scipione, caduto all'a»edio d1 M . cui a, eva partcdpato anche suo padre, che morì all'assedio di Harlem. I. Assedio di Macstridu (15i9). Appartiene alle operazioni di Alessandro Farnese nella guerra di Fiandra. L'8 mar7.n '5i9 il duca di Parma, governatore di Fiandra a noin,: riel re di Spagna, condu,se il suo esercito, con numerosa artig lieria, all'inveitimcnto di M. Il Farncsc fece sbarrare la ~{osa a valle cd a monte di .\/. mediante due ponti di barche, per togliere ai soccor1i la speranza di pote,· penetrare, per via ci'acqua, nell 'interno del la piazza fortt', ed anche per stabi lire vie di comunicazione fra le truppe ,ulle due rive del fiume. I difcnwri erano ~carsi rii numero. Allorchè le trincee furono sufficientemente avanzntc, Htergcs, comandante l'artiglieria sp::tgnuola , mise in az ione i ~uoi pcz:t.i rivers~11do sulla ciuà un gr:ln numero di proict11. Gli as.sediati rispondevano con energia; anche le donne partecipa\"ano alla difesa, servendo gli uomini che combattevano. Resisi padroni del fossato e praticata una b reccia nelle mura , g li assedianti tentarono un assalro, 111a furono respinti con gravi pcr<lìcc; allora> aumcn~ tato il fuoco delle baHerie, fu deciso un secondo auacco in due d iversi punti. li combattirnento che ne seguì fu accaniw e , 1 lottò corpo a corpo. G li Olandesi Hçr):, d a un2 parte e Tapp in dall'altra moltiplicarono i loro ,forzi per re>i\tere alle forze ,o,•crchianli degli Spagnuoli. i quali furono costretti anche questa volta a ritirarsi. Il Farncsc colse il momento che i diknsori, sfi niti dalk tatiche e dalla fame, avevano rallentata la vigilanza, e ,ferrò un nuo,·o assalro: la ciuà fu conquistata quasi di ;orprcsa. Gli Spagnuoli saccheggiarono la città e vi fecero una carneficina spietata, dalla quale scamparono appena 400 persone, t ra le quali il valoro~ti Tappin, governatore ddla cirrà. in riconoscimento della sua bravura. L ·assedio era costato :rl l'arnese :2500 uomini cd era durato fino al me~e di giugno.


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Il. Assedio di Macstric/11 ( 1673). Appartiene alla guer ra d'Olanda. Il 10 giugno 1673 Luigi XIV si presentò davanti a M. con un esercito di 40.000 u . La città era difesa da uM guarnigione di 5000 fonti e 1000 cavalli, o ltre a numerosi borghe,i armati, al comando del francese Farjaux, passato al servizio dell'O'3nda. Il 17 fu aperta la trincea e furono piantate cinque batterie . In q uesta occasione, ("ingegnere Vauban, che dirigeva le .operazioni d'assedio, si servì, per la prima volta, delle parallele, inventate dall'italiano Francesco Marchi u11 secolo prima: d q ueste aggiunse le piazze d'armi fra le trincee, per mettervi le truppe in battaglia e radunarle in caso di sortita. Nei vari attacchi dati quello del 24 giugno fu il più furioso d i tutti . Nel le fasi del combattimento la victoria arrise viccndevolmtnte ora ai Francesi ora agli Olandesi per l'occupazione di una mezzaluna avanzata, e la notte separò i combaucnti. Il giorno seguente la battaglia fu ancor più vi,·a e micidiale: una mina, accesa con troppa precipitazione. fece saltare gli Olandesi invece dei Francesi ai qt1ali era destinata. Questo accidente scoraggiò i

cittadini che indussero il governatore a trauare la resa, accordata a condizioni \'antaggiose. Il 29 giugno i resti della guarnigione uscirono dalla città con gli onuri dclb guerra cd i cittad in i conservarono i loro privileg i. Questa co nquista costò alla Francia cir.: a 8000 u.; gli a,:.cdiat 1 ne perdettero circa 3000. III. Attacco di Maestri::ht (1676). Appartiene alla g uerra d'Olanda. Dopo l'occupazione del 1673, Luigi XN aveva posto in M. una guarn igione d i 6000 fanti e r200 cavalli . li 7 luglio 1676, il principe d'Orange volle tentare di riprendere la città e andò ad attaccarla con un esercito d, ~5.000, imanto che il conte cli Waldeck da una parte e il duca di Vill:1 Hermosa dal! ' altra, trinceratisi in posizioni \·antaggi~, stavano in osservazione sui movimenti dell 'esercito francese, per impedire che questo soccorresse gli assediati, comandati dal conte de Calvo. Aperta la trincea, il 22 luglio furono impostate le artiglierie che com inciarono un fuoco dura10 otto gio rni ininterrottamcnce, dopo il quale fu sferrato l'assalto, terribile m,i inutile:

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La piazzaforte di ll<laestricht nel secolo XVII

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g li Olandc~i furono ributtati. Il giorno seguente. 31 luglio, il principe d 'Orangc fece ripetere il tentati\·o, anche questo riuscito vano. A un terzo assalto (u occupato il bastione Delfino e gli Olandesi stavano per sfondare un'altra parte delle fortificazioni, quando un incendio . .-·iluppatosi nei magazzini delle munizioni degli assediat i, produsse tra questi un grave disordine. di cui approfiuarono gli assed ianti per stabilirsi nelle posizioni conquistate. Intanto il maresc. di Schombcrg si avanzav; per soccorrere la cillà ed il principe d'Orangc, che aveva già perduto 12.000 u., non osò di aspettarlo, e nella notte del 26 agosto 1676 levò il campo, imbarcando sulla Mosa le artiglierie, le munizioni ed i feriti. JV. Assedio di Maestrie/Il (1748). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria. Nel maggio del 1718 i Francesi mossero contro M. e vi posero l'assedio. li marcsc. di Sa;sonia. che li comandava. si coprì dal lato della campagna con una linea di 28 ridotti quadri capaci di resistere alla grossa aniglieria, e di contenere un bgl. ciascuno, distant i 400 passi l'uno dalraltro e collegati da uno spal to e da una strada coperta. 11 barone d'Aylva gm•crnatore di M. e il conte di Marschal, comandante della guarnigione austriaca, spiegarono inutilmente tutta la loro abilità per contrastare il rcrrcno e respingere gli assedianti. La. città capitolò il • IO maggio. Appcn:1 firmata la resa, un corriere del duca di Curnbcrland venne atl annunziare la cessazione delle ostihtil. Quc,rn impresa fu l'ultima della guerra per la Successione d'Austria. V. Presa di Maestricht (1794). Appamene alle guerre <lella Rivoluzione. Dopo la battaglia di Aldenhovcn, liberato il terreno fra la Mosa e la Roor dagli Austriaci, il marcsc. Jomdan incaricò il gen. Kléber di imp:1dronirsi di M. Il Klébcr si recò con un esercito di 35.000 u. ad investire la piazza (23 ottobre). Sua prima cura fu cli compiere lavori necessari per premunirsi da eventuali straripamenù della Mosa; poi fatte costruire tre batterie incendiarie, dirette ciascuna contro una delle principa li contrade della eitrà, cominciò il bombardamento. Dopo alcuni giorni ùi fuoco mandò int imazione al governatore di M. di arrendersi . ma non riuscendo nel suo intento, nella notte dal 25 al 26 ottobre riprendeva più furioso il bombardamento al quale gli asscdjati rispondevano vigorosamente, e gl i auacchi e le difese si fecero sempre più accaniti e micidiali. Quando la città non potè più resistere, chiese di capitolare cd il 4 novembre 1791 la guarnigione ne uscì con gli onori militari.

Maestro (Magister). Parola applicata in generale ad <>gni persona che nella qualit~ cli capo abbia il comando e l'autorità sopra uo certo numero di uomini. Maestro d'armi. Istrunorc mii. della repubblica romana, che i11 ,cgnava ai giovani gli esercizi e la disciplina mii., inculcando nelle loro men ti le massime di subordinazione e dipendenza verro chi comandava. loohrc insegna,•a le leggi e l'arte della guerra. Venute in disuso queste scuole, s, stabilirono i M . d'a. per ogni legione per l'ammaestramento dei soldati. Mat:Jlro dell'esercito (Magùter militum). Titolo dato dall'i mpcracore Costantino a ciascuno dei due generali che comanda.,ano in capo, uno la fanteria, l'altro la cavalleria. Maestro (Magister). Nella marina m ii. dell 'a11t. Roma ~ra un ufficiale, il cui grado e le attribuzioni corrispondevano a quelle del maemo dcl:'equipaggio; così dirigeva

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la navigazione della nave, clava gli ord,ni al timoniere, a, marinai, ai remiganti; sedeva a poppa della nave. Gran Maestro dei bah·srner,. Nel sec. XV, in Franci:1. comandava la milizia dei balestrieri; era la dignità più <:mincntc nell ·esercito dopo quella d i Maresciallo di Francia e corrispondeva alla carica attuale di Ispettore generale delle varie armi. Da lui dipese fino al 1477 il M. d'artiglieria. Nel 1493 fu sostituito, sotto il regno di Carlo VI 11, dal Gran. M. d'artiglieria. .\Jaestro a,-maittolo, bari/aro, dispe11sie;e, 1-a1111ere. Nella marina da guerra della Repubblica Veneta costituivano lo stato minore tecnico a bordo delle galee. Maestro. Titolo istituito in Francia nel 1355, dato agli uomini d'arme non nohili, per distinguerli dai cavalieri. In seguito servì per designare , soldati della cavalleria leggera. ,'vfat:stro di campo. Dappr incipio si dette questo titolo, in Francia, a tutti i colonnelli, poi si applicò soltanto ai capi dei regKitnenti di cavalleria. Venne soppresso nel 1788. Nel Piemonte. tale titolo fu poruro nel sec. XVI-XV II dai comanda nti di rcgg. stranieri, non da quelli nazionali. Nell'esercito spagnuolo, il M . di campo aveva il comando del « terzo • (reggimento), ma la sua autorità era magg iore cli quella clcll'attualc colonnello ed il nllmero dei suoi soldati poteva ascendere fino a 6ooo. Maestro di campo generale. Era designato con questo nome l'ufficiale destinato a sostituire il comandante supremo. Con lo stesso nome era anche indicato l'ufficiale che a,•eva mansioni analoghe a quelle dell'attuale capo di stato m.1ggiorc. Era coadiuvato da <lue luogotenenti, un sergente maggiore gencr:,lc, due aiutanti, un quartiermastro, un capitano delle guide, un prevosto generale e un audirorc generale. In Picnionte, la carica fu istitu ita nel 1681, ma ebbe carattere temporaneo.

Maestro della 11a11e. Era così chiamato sulle galere e sulle navi a vela il pilota che dirigeva la navigazione impiegando gli Strumenti nautici, e osscr• Magiatcr (a poppa) vando gli ami. La della marina milica.rc romana voce è caduta in disuso sulle navi moderne nel scc. XIX. In generale i sottufficiali che avevano la contabilità del materiale di bordo erano del pari ch iamati maestri. Si avevano così il maestro d'ascia, il maestro calafato, il maescro d'alberi, il maestro veliere, il maestro d'equipaggio, il maestro de lle razioni, il maestro di sti\'a. Anche queste voci sono cadute in disuso; è rimasta soltanto quella del maestro d'ascia, operaio autorizzato a cost ruire piccole imbarcazioni.

Maestro ca,momcrc. Nella marina da guerra fr:u1cesc del sec. XVII, era uno elci principali ufficiali della na,c e solo il capitano cd esso potevano comandare ai cannonieri. Doveva avere profonde cognizioni circa l'uso e la conservazione delle artigl ierie e delle polveri. Quando i ,•ascelli da\'ano fondo, eca suo compito sor"egliarc le gornene, vis itare i cannon i ,id ogni cambio di guardia, ogni sera rinfrescarne gli ionesclù e ogni otto giorni visitare la carica.


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.\faes/ro armaiuolo, sellaio, ma,wcalco, sano, calzolaio, c<Jrrispondcvano laio, ecc.

all 'alluale

nostro

capo

armaiuolo,

sel-

Maestro d 'artiglieria. V. Artiglieria.

Mafeking. Città della Colon ia del Capo, ad!' Africa meridionale, sui confini dell'ex Stato libero dcll'Orange. Sul principio della g uerra anglo-boera, sulla fine di o ttobre del 1899, vi venne bloccato dai Boeri il colonn. Baclen Powel con un migliaio di soldati coloniali e 10 cannoni. Il 24 ottobre i Boeri, comandati dal Cronje, le cui forze a poco a poco salirono a 12.000 u., ini:tbrono il bomba rd aincmo, con un grosso pezzo e una doz:tina d i pe u ,i minori. :s!ei primi di febbraio rgoo una colonna inglese,

m. a Torino ( 1667-1735). Com b;Jttè sollo Vit torio Amedeo Il nelle guerre di Piemo nte, e poi in Fiandra, di,·e ncnclo maestro di campo, e poi gran maer,tro cl ';irtiglicria. Fu come ambasciatore in varie capitali e uropee, partecipò alla conferenza di U trecht, e governò come viccrè la Sicilia nel J7 14- 17 19.

.\laffci ,-o,,tc Viuorio Amedeo. Ge nerale, m. a Torino nel 1758. Percorse la carriera nei Dragon i di Piemonte dei qu.1li divenne comandante nd 1747, nel qual anno pure fu p romo,so brigadiere. Magg. generale nel 1754, tcncte egualmente e sino alla morte, il comando ùd reggim~nto. ,\fa!Jei di !loglio marchese Cla,ulio. Generale, m, nel 1781, Cornetta nel 1732, percorse la carriera 11ci Dragoni de l Re , coi quali combatti: nelle g ue rre di Su ccessione di Polonia e di Successione d'Austria divenendone colonnello co1nandantc nel 1762. Brigadiere nel ' 7i ' , magg . generale poco dopo e ten. generale nel 1774, di\'cnne nel 1777 go,•erna1ore rii Pinerolo e nd 1779 g overnatnre cli Nova ra. Ebbe nel 1780 il grado di generale dì cavalleria, Mafjei di Boglio c0 /1/C Ferdinando . Generale:, medaglia d'oro, n. e m, a Torino ( 1Ro2-t856) . A Il) anni era ufficia!<: nei " Caval leggeri del Re " · Da capitano fu nel « (;e. no\'a ea"alleria »: da maggiore passò nel rcgg. Novara, di cui ebbe il comando quale colonnello, segnalanrlosi a Som m:icampag11a, il 14 giugno , 848, così da meritare di e•· sere insig n ito della mossima ricompensa al ,·alore. Promo,,o g enerale ne l 1849, fu suc..::e~~lvamcntc.: aiutante <li can1po cli Re V ittorio ccl hpcttor e del l'esercito. La ,notrvazioue di mccl . d'oro i: quc,ta : 11 Pressn la cascina Calzoni .

.\ssedio di l\fafeking (1899-1()00)

,,imandat:i dal gen . Plumer, forte cli 8oo u . e 10 cannoni, dalla Rodesia per Buluwavo, re mò cli soccorrere la piaz7.a . Affrontati e sconfitta dai Boeri presso Gaberones, dovette ritirarsi . l Boeri si ritirarono spon taneamente nel m,1g-gio, r1u:mdo la viuorios,1 :ivan z:ita d i Lord Roberts li wstrinsc a correre in difesa dei propri territori <liretrnmcme min acciati. G li Inglesi ,ivc,,ano perduto nd la d ifesa di ,W. 74 morti, 151 feriti e 41 pngionicri. E,si ebbero a subire c1,rnkhe a ttacco che venne respinte, , cd cse!;uiro no ;ilct111c ,ortite, respinte dai Boeri. A,·cvano resistito per 218 g iorni ali 'assedio.

Maffei (Alt·ssa11dro). '.Vlarchese, generale ba,•aresc, n . a Verona, rn . a Monaco d i Baviera ( r662 -1 730). Nel 1680 combanè in Ungheria e fu fatto prigioniero; nel 170!1 fu nominato mare~ . clall'Elenorc di Baviera e, inviato ne l 1717 i.n Ungheria, ebbe gr.111 parte nella vittoria ùi Belgrado; fu poi luogotcn. generale; delle truppe clell'Elcttore d i Baviera. L asciò un volume di " Memorie " · Maffei Scipione. Scrittore riel sec . XVI li , fratello elci precedente. C urò la p ubblicazione dtllc ,, Memorie ,. di Ale.s,andro, scrisse un volume " Della scicnt ia chiamata cavullcrcsca )), e un'opera : 11 Verona illustrata )\t in cui s1 occupa anche delle • Mura e bastioni • , rivendicando i meriti d e ll 'arch . mi i. Sanmic hd i.

Maffci A1111ibah-. Generale del Piemonte, n . a Mirandola,

slanciatrn,i con alcu111

squa droni sul nemico supc.:riore i11 ?i' numero, che aveva assalito n<Jstrc truppe, al grido d i Mnffci di !loglio Ferd ir,:mdo e~ Chi mi a.,na mi '(;gua », riusciva a fugarlo, ferendo UJt uffic,alc au,triaco rn una lotta corp,> a corpo e riuscendo a liberarsi da vari Ulani, riportaralo cin,1uc glorio><: ferite n (Sommacampagna, 14 giugno 1R48). ,\ la[jd di Boglio collll' Carlo Giuseppe. Gene rale, proveniente da lla c:,valler ia: rli\'cnne colonnello nel 1819, fu nei ca,·alleggeri del Re e dal 1821 com.i ndò i d ragoni d el Gencvcse. Corna nclante in 2" del la 1• cp . ar chibugieri guardie della porta nel 1830 e magg. generale ndlo stesso :rnno, passò nelle gua rdie dd corpo nel 1833 dive ne ndo ten, generale nel 1834. Gran mac5tro d'art. nel 1841 e _gene rale nel 1847, fu collocato a riposo 11el 1849 ed ebbe il comando della guardia nazionale di 'l'orino, Fu nominaw senatore nel 1848.

.llaffei (Reggimelllo). Costituito nel dicembre 1703. con milizie d i C u neo, considerato come lrnppa d'orclinanza. Combattè contro Francia e Spagna dal 1704 al 1712. e parteci pò alla difesa d'Ivrea ( 1704) e a q uella d i Torino (1706), Fu licenziato nel 1713.

Maffi (Carlo). Gcnc rnle, n . a Mo n ticel li Pavese nel 1!!58. Sottot. di fanteria nel 1882, di"ennc colonnello del 33° fantcr:a nel 1914. Con tale comando iniziò la g uerra contro


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l'Austria~ Magg. generale nel 1915, comandò la brigata Re. In P. A . nel 1919, assunse nel r923 i l grado di generale d i d,vis. e nel 1927 passò nella riserva.

Maffizzoli (Cesare) . Generale, n . nel 1865. Sottot. di fan teria nel 1884, lasciò il servizio att.ivo nel 191 i; promo~so pocu d opo colonneHo, divenne gtn. di brig ata ndb1 ri<e r\'a nel 1928.

gn,:tari) è quella della buona conservazione, in modo ria t>O!cre assicurare in qualsiasi contingenza di tempo e di luogv la piena e sicura efficienza dei material i che vi sono custoditi. Particolari istruzioni e norme vigono al riguardo, istruzioni e norme le quali consentono di ottenere oltre una buona conservazione, anche rapidità di controllo. Le dotazioni dei M. sono determi nate ria l Ministero della guerra,

Magagua. Località negl i Stati Uniti d'America, 'presso la frontiera del Canadà. Durante la guerra anglo-americana , ii 9 agosto 18 12 vi si s,ontrarono uo <listacca1nento america.no comandato dal tcn . coi. Miller, Ione <lì 500 u., e gli Inglesi comandati dal magg. Muir, rin (orzati da numerosi ausiliari indjani comandati dal loro capo Tecum~chi in posizione d ietro una linea sotnmariamen te Jort il:icata con palizzate di tronchi di alberi . Gli Indiani, imboscat i lungo la strada percorsa dagli Americani, attacG-trono

v iolen temente

l'avanguardia

comandata

dal

cap.

Snclli11g, la q uale resistette ordinatamente, me ntre il grosso accorreva. Dato l'assalto alla posizione inglese , gli Americani, ,1uantunque circondari da ogni parte d;,gli Inglesi , torn3ti ali 'assalto , riusc irono a prenderla, costringendo in, line il nemico a ripiegare oltre 13ronstown che fu occupata. L'indomani gli Americani rientrarono in Derroit.

Magati (Cesare). Chi rurgo e scrittore (r579-1647), n. ,r Scandiano . N el 1616 pubblicò a Venezia l 'opera: « Dc ram ind ica.rione vuJncrurn seu dc vulneribus r~1ro tractandis, libri duo », in cui combatte il sistema allora invalso nel trau:~mcnlo delle ferite, consistente Jlel rinnovare frequen , temente le medicazioni fatte a base di unguen ti e di pomaEt:, e consiglia lnvccc

Ja semplice fasc.:l~nu.ra con molte-

plici st rati d i srriscie di cotone e di tela, lasciata a posto 1}(:.: r alcuni

giorni.

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>.::~.

.. :.';~17!),wi~(tp,~

.

Posir.ione dei magazzini per material i in un fortt! s tm:cat\J (A,B,C,D)

tan to pci normali bisogni che per quell i di mobil itazione. ()ucste so no intangibili ; quelle. invece, 111urnno a seconda

delle csige11ze del se rvizio . Le dotazioni di mobilit.:17.ione, a seconda della natura e della spec ie, devono essere sottoposte a rotazione e a periodici c:sperimen ri per 3,·c rle ~empre di pronto l'. sicuro impiego .

Magazzini dei corpi. Presso il deposito di ogni corpo si trovano /tf. per i materiali fJccurn.:nri non solo pei bi-

:,ogni norm ali di pace, ma anche per quelli inerenti aHa mobilitazione,

Maga.e~iui divisioNali. Presso i coma ndi di di vis . si tro-

Magazzì110. Generalmente indica il lo.:ale in mi

s,

trovano con,ervati i viveri, le munizioni, gl i oggetti d i vestiario, ed ogni altro materiale mobile indistribu ito all a truppa e depositato, oltrcchè pei bisogn i normali dell'Esercito, anc.:he in considerazione: dei bisogni di esso in raso di en trata in guerra . La preoccupazione di coloro ai qua li è demandato il compito della cura dei :\1. (conse-

vano 1\1. che hanno il complto d i ricevere i viveri dalle

va rie imprese foruitr.ici e curarne la distribu:;,.ione ai vari corpi. Presso i presidi, che non siano sede di comanrio di divis., esistono analoghi M. di presidio.

A1aga-;;:;ini foraggio , Un tale servizio è oggi fatto a gestione d iretta. Ad esso provvede il Comm issarialo m ii.

ed il serv izio è disimpegnalo da a!)positi A1. di presiàin .

Magaz;;,ino militare francese a Parigi (se,:. XVIIJ)


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730 -

Magazzi11i di guerra. Sono istituiti con special i criteri rispondenti al le necessità strategiche e tattiche; funzionamento, dislocazione, dotazioni, ccc. sono regolati da parti~olari disposizioni di carattere riservato.

proietti alle,titi, e i locali per ca ricamento proietti, sono locali alla prova e hanno costituzione analoga ai ,W. a rolverc e ai locali per confezionamento cartocci (V. Locati alla prova , Riserve/la, Polvcricm).

Magazzini a ·11trali militari. In Piemonte, prima del r670, i soldati si procura,·ano l'uniforme direttamente per loro conw; fu ~olo nel 1671, che, per 1'aumenrato numero dei g,cgari e pcl consolidarnento del ducato di Casa Savoia, i « capitani » ,•cnnero autorizzati a trattenere 7 danari al giorno, onde provvedere alle uniformi, tanto come clota-

Maga:::::i110 (Ma,·imt). iò sistemato in ogni pia-zza marittima e base navale; serve per :I rifornimento delle na,, in tempo di pace, e per la mobilitazione. Esistono M. munizioni, torpedini, siluri, paramine, materiali di ricambio.

2.ionc che come conservazione, incarico che per g li incon~

venienti cui dette luogc, venne poi affidato acl un « quartier mastro » per reggimento. Durante il regno di Vinorio Amcd...-o Hl, fu istituito in Torino un « .\/. Regio delle merci » ove si allest ivnno e conservavano gli oggeui di vest iario e d i eq uipaggiamento. Da q uesto gli oggetti vcni\·ano consegnati al u quartier maslro », t::mto pei bisogni immediati che per quelli della. mobilicazionc. Occu!>310 il Piemon te nd 1798 dai Francesi, tutto il mnreriale esistente nel detto magazzino, venne adoperato per \CStire i poco H,\titi soldati della nascente repubblica. Ritornati i Sa'"oia nel regno, con 13 ricostituzione dell'esercito ven ne riorganizzato anche il servizio vestiario :1datcandoln al le idee dd tempo. Con la formazione del Regno d'Italia vennero fusi nel ,\/. Regio delle merci i .H. degli Stati annessi, che nel , 861 presero il nome uniw d i Magazzini C,·uerali, e con I ·ordinamento dell '.Escrcito Italiano del 1 Sìo subirono una riforma e assunsero il nome dcfiniti,o di :H. Centrnfi Militar1. fasi sono destinati alla raccolta dei tes~uti e materie varie in genere per alimentare i corpi e tutti gli enti mi litari; magazzjni casermaggio, sus~istcnza~ o<pcdali, ccc. Presentemente (1932) ne esistono quattro (Torino, Firenze, Verona e Napoli) retti da ufficiali controllori responsabili, tecnici dei collaudi delle materie introdotte e dei materiali costruiti. Quello di Torino ha anche un Opificio, stabilimento prevalentemente manufatturiero, il quale, oltre a fare e studiare lutto quanto si riferisce a ll 'arredo ed all'equipaggiamento mi litare, ha una particolare aui,·ità in produzione di calzature militari, che durante la guerra ultima raggiunse le 2000 paia al giorno.

/l./agazzi110 per materiali. Nelle opere d i forwìcazione un locale alla prova (V.). Serve per j servizi dell'artiglieria, del genio, del commissariato, della sanità. Può avere una delle posizioni seguenti: 1°) sotto i terrap ieni , alto e basso dei fronti principali non soggetti ai tiri di rovescio; 2") wtto il ramparo di gola e addossato alla scarpa esterna; 3°) sotto lo spalto del fronte e addossato alla controscarpa; 4°) sotto i tr;1vcrsoni e paradorsi, se esistono. Nel primo caso riceve aria e luce dal terrapieno interno; nel secondo e nel terzo dal fosso; nel quarto dal terrapieno interno e da anrlroni appositi. La scelta della posizione pei M. delle opere dipende specialmente dalla forma e dalla grandezza dell'opera, nonchè dalla natura e configurnzione del terreno di attacco. I locali situati dietro la controsca rpa del fronte di gola sono applicabili soltanto coi fossi asciutti e si fanno a un solo ordine. Vi si accede o dircttamcotc dal fondo del fosso o mediante poterne sollo il fosso e scale.

Magazzino per proielli. Serve per la conservazione dei proietti, specialmente nelle opere di fortificazione. Si hanno: M . per proieui scarichi, M. per p roietti allestiti, o riservette proic11i, local i per caricamento proietti. Questi vi sono conservati in casse, o accatastati. l .\/. per proietti scarichi non hanno bisogno di speciali esigenze; quelli per

materiali di consmno, vestiario, viveri, ccc. Vengono am -

ministrati da_l(li ufficiali delle Ariui navali, da quelli del t;enio navale e dai Commissari, a seconda delle ,1ualit:ì ckl materiale. A bordo i magnzin i prendono il nome di " cali », e sono dati in custodia a sottuff. che si chiamano Capi carichi (Nocchiere, Timoniere, Cannoniere. ccc.). Il :\I. delle munizioni si chiama "Santa Ilarbara ». Ne lle navi :1 ve la i ,W. prendcv:1no nomi diversi a seconda del materiale che contenevano e si chiamavano: Dispensa o compa~na, il magazzino viveri; Santa Barbara, quello polveri ; 1-o."a, quel lo delle gomene; Camera, quello del le. vele; Giava, quello degli attrezzi .

Magdala. Amba fortificala clcll ' Abissinia a i730 m. ,li a 11czza, dom inante il corso del Bcchilo e la strada fra lo Scioa e il paese dei Galla. Durame la lotta condo11a da Ligi,: Jasù, nipote di Menclik, µcr il crono d ·Abissinia, conrro il partito che faceva capo all 'imperatore Zauditù , su l principio del 1917, il primo aveva fortificato l'amba con cannons e mitragliatrici. Gli Scioani tentarono di assalirla sui primi di kbbraio, ma vennero respinti . l.i,:?g- Jasù abbandonò M. lasciandovi un a guarnigione, la quale, assa lita dagli Scioani comandati dal fitauari Hapté Ghiorghis, dovette cedere le armi. (Per le operazioni inglesi contro .\f.. V. Abis.ci11i11). Magdeburgo. Città nel la Germania. wll"Elba. nodo fcrro,·iario importante. con porto fluviale frequentatissimo. Fu fortificarn cd ebbe campo trincerato .

I. Assedio di t14llgdeb11rgo (1631). Appartiene alla guerra dei Treota Anni, al principio del periodo svedese, e venne posto dagli Imperiali. agli ordi ni del conte di Tilly. Frattanto l'elettore di Sas1onia fronteggiava il re di Svezia Gu;rnvo AdoHo, il quale non potè correre in ,occorso dei ciuadini di .H. e dovcne contentarsi di inviar loro poche t ruppe al comando del gen. Falkenberg. Questi m ise ogn i impegno per salva,·c la ci11:ì, dando prove ripetute della sua capacit,\ e del suo valore, ma le Cor,;e soverchianti di Tilly ebbero il sopravvento: gli Imperiali s'impad ronirono r:opidamenlc di tulle le opere esterne, malgrado la rcsi; tcn7,a degli assediaci, i quali cominciarono a perdersi di coraggio e di spcran7,a quando ebbero la certez~,a che ni: il re di Svezia, nè i Con(cdcrati di Lipsia avrebbero potuto soccorrerli. Per colmo di sventura la discordia entrò fra i capi, e fu deciso di venire a trattative col nemico. L"csercito imperiale, abituato al sac.ch cggio, pensò che non gl i sarebbe stato possibile effettuarlo in M. q ualora fosse stata firmat~ b capitolazione è allora il conte di Poppen hcim approfinò, per dare l'assalto, di una none jn cui , cittadini, fiduciosi dei negoziati intavolati, si erano ritirati ;1 prendere riposo. Q11antu11que p resi alla s!'rovvista, i difensori di M . respinsero energicamente l'attacco e sta, ano per rigettare completamente gli Imperiali dalle opere che avevano scalato, quando Falkembcrg rimase ucciso, Pappcnheim, accortosi dello scoraggiamento prodotto nei difonsori dalla morte del loro generale, fece dare fuoco ad una casa ed in breve l' incendio rlivampr> dovunque. dando


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731 -

M AG

Assedio di JVlagdeburgo ( 1550- 1552) l

modo agli tmperiali di entrare in Cltt;l, dove si abbandonarono ad ogn i sorta di eccessi; il sacco della città. ciurato tre giorni, fu uno dei più spietati che ricord i la storia . Si calcola che le truppe massacrassero o bruc iassero 30.000 persone, senza d ist inzione d i sesso o d i età . li. Presa di Magdeburgo (8 uovémbrc 1806). Appartiene al la campagna del 1806 d i Napoleone in Germania. Dopo la battaglia di Jcna e la resa cii Erfurtb , il J 0 novembre /\.'cv e Soult bloccarono M. c il giorno 8 la bombardarono. 1\ pi)iccatosi i l fuoco a parecchie case del la città, gli abiu11Hi obbligarono il governatore conte K lei,r a ca;.,ito larc. ! Pn1ncesi si impadronirono di 22.000 u. di cui 20 gcnep rali e 800 ufficiali, 54 bandiere, 5 stenciardi, 800 cannoni e un m ateriak cospicuo d'artiglieria.

Magenta. Comune della Lombar dia sulla sr . del Ticino, presso uno dei più importanti passi di questo fiume , sulla strada e ferrov ia per cui dalla Lombardia si va in Piemonte. Nel 1167 .\1. fu saccheggiata dal Barbarossa, e nel J 279 i Torriani vi sorpresero i loro nemici facendoli quasi tutti prigion ieri cd uccidendovi Guglielmo della Pusterla. N el 1848 fu la prima ad accogliere fra le sue mura i P iemontesi condotti dal gen . Bes, e nel 1849 fu occupata per un momento da un drappello guidato in persona dal re Carlo Alberto, p rima della catastrofe cii Novara . Ba.ttaglia di Magentr1 (4 giugno 1859). Apparcienc alla campagna del r 859 per l'Indipendenza (V.) d'Italia. Dopo lo scacco subìto a Palest ro, il Gyu lai decise la ritirata su lla riva o rientale del Ticino, tra Bereguardo e Magenta, per battere d i fronte i l nemico che tentasse passare il liume [ra questi due punti, o attaccarlo sul fianco, nel caso ,hc cercasse d i forzarne il passaggio a nord. La notte sul 3 giug no gli A ustriaci ;,vcvano assunto la seguente disloca1.ionc : l C. d'A. (Clam Gallas) attorno a Magenta; 11 (Licchrenstcin) tra Ponte Vecchio d i Magenta e Robecco; divis. ci i cavalleria Mens'dorff a Corbetta; divis . Reischach (VII C . , Zobel) ,1 Castelletto; div is. Lillia (Vll C .) ad Abbiategrasso ; IlI C. d'A. (Sch warzemberg) ad Abbiateg rasso; V C. d ' A. (Stadion) tra· Morimondo e Fallavccch ia; Vlll (Bcnedck) a Motta Visconti ; !X (Schaaffgotschc) con 3 brigate in marcia da O lona, delle altre due una a Vaccariza Ì·' altra a Stradella; d ivis. Ur ban a Ga ll arate; Q. G. a Rosate. Il C lam Gallas, dal q uale dipe11deva anche il Il C . cl'A ., o rganizzò la tlifesa sul Naviglio tra Boffalora

e Ponte Vecch io d i Magenta, fronte al Ticino, dislocando le sue truppe su due linee e la riserva a Magenta, non tl'ascurando d i inviare 3 mezzi sqdr. in osservazione a Cuggiono, Mesero cd Ossona . Gli Alleati, la notle del 3 giugno, risultarono così dislocati: Il C. (Mac-Mahon, d ivis . Espinasse e La Motterougc) a Tu rbigo; Guard ia Imperiale (Régnault dc Saint jean cl' Angély) c!iv is . Camo u a Turbigo, ciivis. Mellincl a Trecate con avanguardia a San Martino; Piemontes i : d ivis. Fanti (2a), Durando (3') e di Sambuy (cavalleria) a Galliate; I corpo francese (Ba raguay d'Hill iers) con le divis . piemontesi Castdborgo (ra) e Cialdini (4a) a Lumellogno ; d ivis. Autemarre del V corpo (Gerolamo N apoleone) fra Vercelli , Alessandria e Tortona; ci ivis. Cucchiari (5•) sul Po a Frassineto; Garibald i a Val'ese; Q. G . Imperiale a Novara; Q. G. Reale a Galliate. Con tale dislocazione l'esercito alleato veniva a risultare schierato, fronte sud-sud-est, su 20 Km . e quasi ad angolo retto con q uello austriaco che aveva fatto fronte ad ovest. In base ag li ordini dell ' imperatore, che tendevano al posscss<> della sr. del T icino, e a parare minaccie nemiche da sud, il li corpo doveva marcial'e verso Boffalora e Magcma ; la divis. Mellinct, rinforzata da una brigata del IlI corpo, doveva passare il Ticino a San Martino non a ppena il Mac-Mahon fosse g iunto alla sua altezza; il IV corpo (Nicl) doveva avanzare su Trecate ed il l corpo su Olengo; il III corpo (Canrobert) doveva portarsi per Novara verso San Martino, q uando i due precedenti corpi avessero compiuto il loro movimento . Le divis . piemontesi Fanti e Durancio ciovevano raggiungere Turbigo ; una di esse doveva restarvi a guardia, l'altra u ni rsi a M ac-Mahon. Ne derivò una battaglia <l' incontro, che, condotta senza un concetto d irettivo, si frazionò m vari c.:on1battirnenti. Seèondo gli ordini ricevuti, Mac-Mahon, alle ore 9, marciò colla d ivis. La Motterouge Sll Boffalora e la divis. Espinasse su Marcallo; la d ivis . Camou della Guardia seguiva la p rima, che, non preceduta <la esplorazione, urtò improvvisamente a Casate e Bernate nei distaccamenti austriaci del l C . d' A ., e viotane la resistenza, proseguì su Boffalora; ma , presso M . Rotondo, fu costretta a fer marsi pcrchè sottoposta ad intenso fuoco d'artiglieria e di fanteria proven iente d a tale località. Il Mac-Mahon, che non s'attendeva l 'incontro col nemico, ordinò allora alla divis . La Motterougc d i fermarsi ed aspettare ad attacca re fino a che non fosse giunta a Marca llo la d ivis . Espinassc, già


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MAG

,ollecitata; contemporanca111ence affrettò il concorso della d ivis. piemontese Fanti, che potè giungere a Marcallo alle ore 15. La lotta sera intanto iniziata, fin dalle ore 8, sul fronte Boffa lora-Ponte Nuovo ri i Magenta, tra la divis. Mdli net della Guardia e gli a,·amposti austriaci cli riva dr. del Naviglio. Napoleone III, anch'egli sorpreso dall ' inrnntro del nemico in forze, a,·cndo udito il tuonare del cannone a nord di lloffalora verso le 12, orciinù al Mdlinct d "attaccarc Boffalora cd il llorgo rii Ponte Nuovo di Magenta. Le località vennero attaccate con slancio e prese dai Francesi, rna un violento con trattacco au~triaco li ri-

cacciò da Ponte Nuovo. Sopraggiunti rinforzi Ponte Nuovo i u riprern e le truppe austriache furono inseguite fino a 111età strada da Magenta. Il Gyulai, giunto a Magenta. resosi conto della situazione, fronteggiò la m inaccia da Hoffalora mediante la divis. Reischach , che r iprese Ponte :-,.!uovo e mise in pericolosa situazione la divis. Mcllinet, che co,11cmporanca111cnte venne minacciata sul fianco da Carpen,ago, da una brigata clel Il C. d"A. austriaco.

732 Il ,opraggiungere della brigata Pica n l del lll cor po fran-

cese ristabi lì la situazione e gli Austriaci furono costretti a ripiegare ancora una volta oltre il Naviglio. li continuo g iungere di r inforzi da parre austriaca rese pericolosa la situazione per i Francesi, sia perchè il !li e JV corpo, in-

,olon nati su :-l i un 'unica strada, non riusc ivano a m3rciarc con la celerità dm·uta, sia pcrchè l'auacco del Mac-Mahon si foceva ancora attendere. Verso le ore 16, il tuonare violento del cannone a nord di Boffalora, indizio sicuro che finalmente il Mac-Mahon attaccava, d issipò le preoccupazioni di Napoleone che ordinò alla divisione di te,,ta del IV corpo, giunta al bivio di Iloffalora, di accorrere subito, parte in clirezione di Iloffalora, e parte in direzione cli Ponte :,.Juo\'O. La di,·is. Fanti, raggiunto Mesero, proseguì alle ore 15,30 in direzione cli Marcallo; il Mac-Mahon alle 16 atrnccò e respinse gli Austriaci alla dr. su C. :,.Juova; ;il centro l'avanz.ata concentrica su Magenta delle lruppe francesi costrinse la divis. Rcischach a cedere: all'ala <r. !a divis. Espi nasse tra,·obc la hri~ata austriaca Rcznicek, che

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01=====1___..,.2-====.,'----4=====5 l<m. Hatt:,glia di Ma~cnta (4 giugno 1859)


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,33 -

dbperato contratta.eco su Mar,~l lo . Centro

di ritirata d i cune le truppe austriache: Magent:i. Alle 17.30 Gyulai ordinò alla cli\'Ì>. Lillia cd alla di,·i,. di cavalleria Mrn,dorfT. rimaste: spettatrici inorcrosc: della lotta , d i p rendere posizione a noni d i Corbella, p er sostenere la ritira1;1 ormai deci,a. Su l fronte occidcn tak la lona intanto riprcn1lc,·a accanita tra la divis. Mcllinct, appoggiat:i dal I\' corpo, e il Il C. d'A . aumi.,co. entrato in linea ad ovest del Nav ig lio . I.a brigata Picare! fu seria mente 1n imcci,1ta d i fianco. Napoleone , a parare questa nuova minacòa, impiegò la b rigata )annin del 111 corpo, giunta in quel momento; essa, rnndoua per,-onalmcntc dal maresciallo Can rohcrt, piombò addosso agli i\u,triaci e li ricacciò da Ponte Vecchio d i ~fogenra che fu a ncora ripreso e poi perduto defin itivame nte dagli i\us triaci (ore 19) . /\ Ile ore , 8,30 Mac-Mah on , dopo i succc,si c:onscgu iti, o rdinò l'ayanzata generale su M,1gcnra. La prima schiera france><: giur.se d:n·anti a lla stazione ferm\'iaria sistemata :t difesa d agli Aumiaci. Faceva parte di tale schiera anche il 9" bc rsaglie1-i con 4 pezzi (divis. Fanti), che p recedendo 1c altrr truppe, , i era spiegato a ,r, della di,·is. fapinassc , e con quc,ta conquistò alla baionetta la ,,azione ferroviaria e le ca,c settentrionali di M:igcnra. Contemporaneamente d ue bgl. dell a divis. Vinoy del JV corpo penetrarono in ::Vlagcntn per l a grande rotabile ciel Ponte N utJ\·o, ma, comrattaccati d a iruppc del I li C . ,l' A . austriaco, r ipiegarono sull'estrema ala d r. del :-Vlac -Mahon, producendo i,n vuoto tra le di, is. Mellinct e La ::Vlottcmu,gc. vuoto

cnlmato per ] · iniziauva. del g('ncr~ lt~

Au.~ cr.

Il i C. d 'A. au,triaco. che. alla fine, si ritirò ,u Robecco. ,,,no la protezione della brigata !Jiirfclcl. ancora intalla. ,. delle prime truppe della avanguardia del V C. d'A .. che sopraggiungeva sul campo di battaglia. '-lo re volc, in ,1uesta ritirnta , una carica d i 5 sqdr . del regg . Ussa ri ,, Re di Pru"ia » conrro le truppe del 111 e IV wrpo !rance.se. Gli Alleati non inseguirono cd il Gyulai potè 1itir.mi indisturbato ali' .\ dda nei giorni 5, 6 e 7 giugno. i\\'evano combattuto a Mage nta 47. 000 Allc,,u e circa 50.000 1\ustriaci. · Perdi te : Alleati: 4338 tra m o n i, le ri ti e pri~ionieri; Aul>ctrind : ro.:?26 dei qua li 4500 prigionieri.

.1/agema. Concua cli 1° ordine, ,·arata nel 1862 .1 l.1 ,orno, disiocJmcnto tonn. 2712 . lunghezz.i m . 63.75, lar-

co111~ndantc

Corvetta e tvlagenta ;t ghc7.za m .

l :!,CJ) . con ap;Kua10 n'!otorc

di

500

cava lli, ad

dica: radiata nel , 875. I la compiuto il pnmo giro cli circumna,·ign,onc con banclit·ra del Regno d'Italia. al colllando dd capitano di , a,ccllo Arminjo 11 , nel quale. per av<'rt' per la pnn ,n volta rik\'at i a lcnn i can" li dcli,, 1',1t.1gonia. fu 1111po>l0 ad una di c1ud lc haic il nome appuntv di Magcrl'a . .\lagema T:rcofe. Generale (183,-HJI O). Sotto t. d, fanteria nel 1859, partecipi'> a lle carnpag-nc del 1859 e 1866. Colon nel lo ne l 18<)4, wmandò il d istl'cllo m il. d i Chieti. In P . A . nel 1896. vi drvcnoe magg. gcnrralc nel •90·1·

Ossario d i !Vfogcnt·n

dell'artiglieria del li corpo, il quale schierò tunc le bat terie elci corpo sulla ferro,·ia, e col Cuoco costrinse a npiegarc su Magenta le truppe del lii C. d'A. austriaco c he conrrattaccavann . La loua continuò ~H.:canit:1 fi no a no rcc nelle st nck d i Magenta; ma finalmente la su prrioriti1 degli Alleati ebbe il ;opravvcnto sulla tenacia dcgl, Austriaci, che si ritirarono in clirezione di Corbetta, >Olio la protezione delle d il' is. Lill ia e Me n;dorff. La ,·aduta di Ma -

genta rc'ic stt rill' ogni .azione ad ùVest del Na\'iglin del

Maggersfontein, Località dcli' Africa meridionale. ~ulla frontiera dell 'c., Stato L 1l,c10 clell'Orang,·, a S. dt Kim bcriy. !Jmantc la g ue rra anglo-boe ra, I' 11 d icembre 18!)<) , i , i scnncrarono g li Ingles i. coma ndat i dal gc11. Mc1h uen. e i Boeri, comandati dal Cronje. Dopo la battagli;, ciel 21l no,·embre, 1 ttoeri. forti cl, oltre 7000 u., a,·c,·ano occ upato le a ltu re , abb io.<e che si uovano intorno a Srytro m ci n , a 15 km. dal !;, stazione d i Modder Rivn e vi si erano ,:iklamente t rin cerati. Specia lmente forte na i l lato dr. della posizione a \I ,, c he comprcndc,•a due ordini cli fuoco, l'uno sulla cre,ta delle alture, il secondo ai piedi di que1te, e ntramhi costituiti da trincee profonde e ristre tte, na,cosrc fra la vegetazione. A Goo m . -da q uc,tc era stato disposto un reticolato molto p rofondo . Gl i lng-lc,i, c h e comprendevano in tuuo circa 15.000 u.. pur non a, endo a lcuna notizia sulla consistenza e sullo ",luppo de lla posizione avversaria, decisero d i attaccarla . E il IO d icembre nel pomeriggio lord Mcthucn avanzò conm, le lince boere . marcianrlo lungo la dr. del Modder; l'arti~l ieria prese posizione e per due o re fece fuoco, senza che i Bocrj ) I facessero vi\'i; riparati nei trinceran1cntl non ,offrivano a lcun d anno. Alle una d el inanino del g iorno 11 le truppe e bb<!ro ord ine ri i me ttersi in movimc1w,; In


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marcia di avvicinamento si svol.sc sotto un'acqua torren. ziale; la uuppa, a d igiuno, era nelle peggiori condizioni fisiche e morali. Per quanto i movimenti ,i fossero svolti nel silenzio pii'! rigoroso, i Boeri dalle loro posizioni dominanti avevano visto che il nemico aveva levato le tende ed erano ali 'erta: e quando, rlopo molte incerte7ze, senza alcun ;crvizio di scopena, senza pattuglie, la brigata Vauchope fu pres,-o il reticolato e lo ebbe ,•areato in formazione profonda, essi erano pront i ad accoglierla. Quando fu a 400 m. dalle linee, queste d'un tr:mo si infiam• nwrono e prima che g li Inglesi potessero rendersi conto di ciò che accadòa, un quinto dei loro era carluw, e fra questi il generale. Aucrri1i gli Highlanclers si dettero alla 1L1ga, ment re l'artig lieria britannica cntr.1v~ in azione, bat• tcnrlo di fronte e d·infilata le trincee dei Boer i. Fu allorn che questi ult imi, ammassandosi al coperto dietro le proprie po:>izioni di sr. iniziarono un movimento offensivo che, rinforzandosi gradatamente::, poco dopo si fece minaccioso; l'arrivo di nuovç forze inglesi valse a contenerlo.

il sen·izio auirn nel 1919, col gra<lc, di brigadiere generale, dopo di avere partecipalo alla guerra icalo-austriaca. Assunse il grado di magg. generale nel 1923, e rli tcn. generale medico nel 1927.

Maggi (Bt1rtolomeo). Medico bolognese (1516-1 562) che 5i può consi derare come il fondatore della chirurgia mii. italiana. In un 'opera in latino « Sulla cura delle ferite di schioppo e bombarda » dimo,tra, contro il parere contrario dei chirurghi dei suo i tempi. che cali ferite non sono avvelenate nè uste, ma soltanto contuse. Egli sconsigliò l"mo delle filarce e diede r azional i precetti intorno al modo di estrarre i corpi estranei e di procedere ali 'esame delle lcritc. Mr1ggi Gero/11mo. Ingegnere mi litare ùe! secolo XVI, n. ad i\ngli:ari; si ,cgnalò nella difesa di Famagosta (1571), O\'C, cadulO prigioniero. fu strangolato dai Turchi. È autore cli un « Discorso sulb (ortificazionc degli alloggi~mcnti degli eserciti », e, insieme col Castriotto, dclropcra « Oella fortificazione del le città ». li suo fro nte bastionato aveva piccoli fianchi doppi perpcod1colari alla cortina, e 4ues1a spczzèltata a dente di sega, Tale si~tema fu :idottato dal Vauhan nella foriczzl di Ncu flrc::i,ach; a lui è a1trihuita l'invcn1,ione del r...taggi. Maggi Arwro. Gcne,ale, n. Firenze nel 1861. Souot. di fanteria nel 1880, prese parte alla can,pag na d · Africa del 1895-!)6, e a ,111ella ltalo-

a

T ur..:a

'!!!!I'Trincee boere

- inglesi

2

Km.

Combattimento di Magacl"St'ont~in (1899)

fntanto sul fronte lord Methuen spingc,·a a,·anti la linea; per i re volte gl i Inglesi r innova rono l'attacco; l'insu perabile barriera dei reticolati li costrinse sempre a np1egare con perdite sanguinose. Un nuovo 1entativo fu ancora respinto dai Boeri verso le 14, e questa volta la brigata, presa dal panico, si disperse in fuga. Riuniti a gran fatica gh sbandati, questi avevano preso posizio ne presso l'art iglieria, che continuava a sparare, quando entrarono improvvisaniente in azione i cannoni boeri, silenziosi fino allora. Fu un'altra fuga generale; le artiglierie vennero abbandonate e rimasero salve solo pcrchè i Boeri non si mossero. Dopo venti minuti di fuoco acceler:1to, che serv irono agli Inglesi per ripiegare nelle posizioni di partenza, jl fuoco tacq ue da an,bc le parti. L 'indomani , 12 dicembre, i Boeri riaprirono il fuoco e !"artiglieria britannica rispose ; alle TI però tutto era terminato; la battaglia era perduta e le truppe tornavano ad accampa rii presso Moddcr River , N ella lotta gli Inglesi pcrdeucro circa 1000 u., i Boeri poco più d i 200.

M aggesi (Tom maso). Generale medico, n . a Massa, m . a Rapa'lo (1857-1928). Souot. medico nel 1878, lasciò

19 1 T· l 2.

ErHrÒ in guer-

ra come colonndlo. al rnman<io dell'83~ f:1111eri:1 e nel 1915 nwdesi1110 ebbe il comando della brigma ~essina, eh,; la"ib pcrchi: ferito al le ca,•c di Selz. -1ornò, guarito, ~1aggi Arturo al fronte al comando della hrii;a1a Benevento, e poi della l 'dine, sino al termine della guerra, dopo la quale passò in l'. A. In guerra g11aclagnò una mcd. di bronzo e due d ·argcnto, oltre alla croce di cav, dell"O. M. Savoia.

M aggia (/:..mi/io). Generale, n. e m. a Verona (18691925). Soaot. degli alpin i nel 1888, frequentò poi la scuola di guerra e p.issò nel corpo di S. M. Nella guerra del 19151918 [u successivamente capo di stato magg. alla 3• divis., al. XX C. d'A., all'I ntendenza generale ·e comau dò le brigate Reggio e Napoli. Venne promo~so colonnello nel 1916 e brigadiere generale nel 19 r8 e meritò la croce da cav. <!ell'O. M. S. a Plava (r915), la mcd . d'argento sull';iltipiano della Bainsizza (1917) e quella di bronzo a Reims (1918) ove rimase ferito . Ca po d i S . M . del C. d 'A. di Firenze nel 1919 e comandante la brigata Roma nel 1920. andò nel 1924 in aspettati\'a per infermità di servizio.

Maggio (Colle di Via), Passo dcli" Appennino umhromarchigiano che mette in c01nu nicaiionc la valle dd Tcvel'e con la litoranea adriatica. La ,•ia rotabile si stacca eia ,1uclla di Val Tiberina sotto Pieve S. Stefano, r isale con numerosi ris,·olti al valico (m . 988) e oltre Barlia Tebalda si biforca: 11n ramo scende alla M arecchia e si dirige su Rimini; l"altro per Colccllalto e Sestino scende nella valle della Foglia, donde si allaccia a Borgo Pac,; con la strada che proviene dal Colle cli Bocca T rabaria, della quale rnp-


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735 -

presenta una st1ssid iaria•. In un ione ai passi della Consuma e della Verna, quello di Via Maggio dà I la pi,, breve comunicazione tra Firenze e Pesaro attraverso il Casentino e

l'al ta Val Tiberina, conferendo importanza non trascurabile a ·valichi di per sè secondari e destinati a funzione quasi esclusivamente locale.

Maggiora (Torquato). Generale, 11. a Refrancore, ni. a Torino ( 1840-1908). Sottot. d i fanteria nel 1859, combattè nelle guerre del 1859 e 1866. Colonnello nel 1892, comandò i! distretto militare di Ferrara e nel 1895 an dò in posizione ausi liaria. Nel 1899 venne passato nella riserva; vi fu p romosso maggior generale nel 1903 .

Maggiora Torquato

sizioni regolamentari. Risponde di ogni particolare istru• zione che ii Comandante del corpo credesse di affidargli. I segni distintivi di grado del maggiore sono: sul copricapo, due galloni metallici (uno grosso ed uno piccolo, '!"~sto al disopra di quello), d 'oro o d'argento a seconda

t:b

l'vlaggiorn Verg ano Tomaso

4

Maggior" Vergano Tommaso. Gcncrnle, n. ad Asti nel 1859. Sottot. d i fanteria nel 1881, passò nei CC. RR. nella quale arma divenne colonnello nel 1914. Comandò le legioni d i nari e di Ancona e partec ipò alla guerra mondi.aie. Generale di brigata nel l9 .. 9, comandò i l 14° g ruppo d i legioni e poi (1920) i l r 0 • 111 P. /\ . nel 1921, fu promosso generale di divis . nel 1927.

Maggiordomo. Ufficiale d'artiglieri a nei sec. XVI e XV!l, cui era affidata la custodia dei pezzi e delle muni7.ion i. Erano non più di tre nell 'artiglieria d i un esercito : uno doveva curare i pezzi, l'altro le muni,,ioni, e il terzo le materie necessarie per [abbricarlc . La c,uica di M. fu introdotta in Italia dagli Spagnuoli, e corrispondeva al 1(

maestro d'.a rtiglieria )i francese .

Maggiore. G rado della gera rch ia degli ufficiali del R. Esercito Italiano, cui corrisponde organicamente il comando di un bgl. od unità corrispondente (gruppo di art, , gruppo di sqdr. di cavalleria) ovvero mansioni presso CO• mandi nd uffici specificate e previste clalle norme in vigore . 11 grado di M . è immediatamente superiore a quello di capitano e immediatamente inferiore a quello di ren . ;:olonncllo, e viene ottenu to solo in seguito ad appositi esperi1nenti, s ia ad anzianità, sia a scelta . Sono dispensati •.bi snstenere rali esperimenti i capitani delle varie arm i

che hanno superato con buon esito i corsi della Scuola di guerra. li M. appartiene alla categoria degl i ufficiali supe· non; ne i: anzi il primo gradino. Per l'avan~amento a l g rado superiore, ad anzianità, non deve sostenere esperi~ mentì od eS-am i particolari; clèvc invece sottoporsi ad essi se aspira a ila promozione a scelta. li M . comandante di bgl. (od unità corrispondente) risponde al comandante di corpo della istruzione, della disciplina e dell'amrninistra~ione delle uuppc ai suoi ordi,ni, pure della loro condotta e del loro contegno in genere . Egli è l'istJUltOre e l 'edurntorc dei propri ufficiali . Sovra intende all'addestramento delle compagnie secondo le d irettive superiori e le d ispo-

1. Distintivo di grado (manopole) fino al 1 902; 2. Distintivo (controspalline) sino al 19 16, ripristinato nel 1926; 3 . Distintivo fmanopolc) dal 1916 al 1926; 4, F iletti1 uno grosso e uno sottile, d 'argento o d'oro a seconda delle varie armi, ~ul berretto. 1

dell'arma., specialità o servizio; su ciascuna spallina , una

stel letta di metallo banco contornata da un rettangolino di fettuccia metallica d 'argento o d 'oro anch'essa a seconda dell'arma e specialità . Sino all 'entrata in vigore dell'ordinamento 1926, le stellette, anzichè sulle spalline, erano portate sulle manopole della giubba. Inoltre durante l'ult11na g uerra e fino al 1923 i gradi sul berretto, anzichè metallici, erano in tessuto grigio verde, ~l grado d i maggiore del R. E. corrispondono, nelle ~ltre fori.e annate dello Stato, j g radì seguenti: Regia aeronautica : maggiore; Regia marina: capitano di corvetta; R. G. cii Finanza: 1naggiore; M. V. S. N .: seniore. li grado di M . comparve, nell'esercito piemontese, verso i: 1680, derivando dal sergente maggiore, ufficiale che seguiva in grado al l uogotenente colonnello. ln F rancia, '1uesto mut:lrpcnto di denom ina7.ione era avvenut0 un,1 decina di anni prìm,1. Presso t utti g-11 eserciti esteri esiste, nella gerarchia degli LJf!ì,·ia li, il grado corrispondente a quello di M ., che prende dcnominazi()ni varie (chc.f ùc bataillon in Francia, mayor 111 lnghi!tcrra , ecc.) . A tale grado corrisponde, come p resso rl i noi, il comando t itolare rli un bgl. (o di unità equiva-


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lente). ov,·ero il cfoimpegno d, particolari mansioni negli uffici, nei comandi, nelle branche dei vari servizi logi st;ci, ,·cc. Anche p resso g li eserciti slr~nicri il g rado d i ,H. (o corrispondente) appartiene alla c:itcgoria degli ufficiali $.Uperiori. \Jaggior generaf,·. V. Genera/('.

Maggiorità (Ufficio). Sono comunemen te così chiamati l'u:1icio del comando di corpo e !"ufficio del comando di hi:•• (od unità corrispondente). Il primo tratta i:li aff.tri gencrait, le prat iche concernenti gli uflìciali e in gcn,c;rc luttc le qucMion i di caraltcre riscr\':1ti . .f:~ formato dalb , iu111one degli uftìciali dei comandi di hg!. presenti nd!.1 sede del corpo e , i i: assegnato il maresciallo di rcgg 1 Inc1Ho. L"ufficio è 11orn,a1mcntc incaricalo dt"ll:'I com ~ pj lazir,nc ddlc si runzioni della (orza dd reggime 11t<,. della tcn•1ta dei regi,tri d i servizio degli ufliciali e dei \Oltuffìeiali e dei turni cli distaccamento. della trn,m1>\!0nc di iuu,· le carte periochchc, cd in genere ckl disbrigo dei )a. \ •xi clic intcres!\:llio il corpo 11el suo cc1111plesso. L·.,rlìcio ciel crJ1nando ,li bgl. (od uniti\ corrispondente) è rrtto dall'aiutJnte maggiore in 2• coacl1ll\ato dal maresc. di hg!.: suoi compii i principali sono: comur.icarc ai coman,!i d i, cp. gli ordini e le dispo.sizioni ciel cr,nnndanw di hgl.; raccogliere, verificare, riepilogare e trasmctlt' rc alla M. dr rcgg11ncnto le situazioni delle cp. cd i rebu, i documc111i, coadiu\"anclolo in tu11i i la,·o,i che ad e;so competono. Nei bgl. distaccati, l'uflìcio coma11do disim pegna le J'uni':n 11i di ufficio di corpo e tiene 1·n,nmini.strazionc del <li;t,1Ccamento. Della .\f. si può far ri,alire l'origine ai tt·mpi cl, Lui.~i XIV, allorchc ai com,indanti di regi; . furono n~,cgnati aiutanti maggiori per provvedere al servizi.

dc!la posizione di Ho1m, che fortiticò e tenne conm, tentativi del nemico di riprenderla, guadagnandovi il gradc, cli magg . genera le . Partecipò quind i al la battagl i~ di Zanzur e all'occupJzionc dd Uarian. Rientrato in Ital i~, nel 191-1, entrò !"anno seguente in guerra comandando la hrigata Bergamo. l.'armJStizio lo trovò ten. gen . ispettcre dcll'Ac run:1tllica; di qui pas~ò al minis1<.: ro Arn1i e Munizioni come gcn. ispettore, e ,1uind i divenne gen. i, pcttore dei Scn·izi logistici. Pas,ato in P. A. nel 1919, ebbe. ,•a, i in• rnrichi mini5tenali: !'ane,,pì, alla Marcia su Ron,a e quinci, lu per quakhc tempo prefetto elci Regno, a Como . ., Gro,,ero. c in fi ne a Cirgcnti. Nel 1927 raggiun se il grado di generale di Corpo d'Armata nella riscrn.

l\laggiorotti Leone :\ndrea

~Vfnggionu Cio, nnni

Magion e. Comune in prov. d i Pcnigia, siruatu su di colle presso il lago T rasimeno. Incerta è la sua orig ine: forse in antico era Villa Carpini. ove nel scc. Xl!! i l''.!rugini cd i Cortonc)i conchiuscro un trattato. Conscn·J una fortc,:za che ,cr\'iva ria abbazia ai cavalieri di :'vlal t.1. Nel 1502 vi si tenne un Convegno tra vari signori umbri 1111

Maggiorotti (Leone A11drl'II). Generale, n . a Milano nel 1h6o. S01101. del Genio nel 18711, si laureò poscia in mi:cgncria. Dal 1883 al 1887 insegnò fortificaz"mc e costru 7.Ì<ini pres,<J la Scuo la d 'applicazione d'art . e gen io, e vi tornò nel 189u, sino al 1901, quando passe, a Roma -do,c si occu!)Ò c!cll'introcluzionc delle automobili nell'esercito è fu a r-1po di tale -.cr,·i1.10, pas,;rndo poi all'lntcn<!cn~a dello S. M .. e, da colo11 nello (19 12) alrAcc:1tlcmia mii, di T or ino. Scoppiata l:i gue.-ra mondiale, r11 chiamato all'Intendenza generale dell'esercito, a capo del scr,·izio automobilistico; nel 1916 pass?, al comando degli • avi:1.tori in T urino, e tornò. magg. gt..·ncrale, nell 'anno se-

g:uc..:ntc in zonJ di guerra quale cornandnntc di a<.:ronaurica addetto al Comando supre1110. In fint· del r917 fu chiamato a Roma. a coprire la carica di direttore gcncr.,lc per l'Aeronautica a l yfrnistcro ridia guerra: per i ,c rvizi al fronte aveva ottenuto la croce di 11ff. de ll'O. M. S. Dopo Caporctto. tornii ,mcora al fronte, al comando del genio ddl:i 3' armata, e, clopo la .~unra. fu a disposizione cld .Mini,tno delle Terre Libe,atr, per gli accertamenti dei da nni d i guerra e per l,1 restaurazione di ']ucllc terre. Nominato gcnernlc di C. d 'A. ,-enne collocato a riposo nd 1929. Fra le sue opere ricorderemo: • Ordinamento dei campi trincerati • ; • Cor;o di co,truzioni architetlo11ich~ )> ; La fr,rtificazione pa sscggcr,1 coordinata :'l Ila tattica •1; ,, Ponti mcla llici di ava nguardia>•; t( L'automobile e I 'c,crcito » (in collaborazione col Puglteschi); • Manuale per l'ufficiale del genio in guerra ". <(

Maggiotto (Giovanni). Generale, n . a Venezia nel r85ì· .Sottot. dei bersaglieri nel 18n, partecipò alla campagna d'Africa del 1885, a quella del 1895-!f>, a quella del 191 r-12 in Libia, al. comando dcll'S-0 rcgg. bersaglieri e

Radia fortifkata dei Ca\ ali~ri Ji Nltlta a Nlagion~

e marchigiani, fra cui ()livcrotto da Fermo, Amonio da Vcna,rro, PaCJlo Orsini, Vitcllozzo Vitelli, G iat1 Paolo n,. glioni, Pandolfo Pctrucci, Giovanni Bentivoglio e altri, Jllo ;copo c!i stringersi in lega contro Cesare Borgia, il <p1alc, info, mato del wnvcgno, li attirò a Senigallia ove li fcc<.· n1assact:ll'c.

Magistra le. È quella linea che indica la figura del tracciato di una fortificazione. li tracciato risulta dalla pro iezione orizzontale di tutti gl i sp igoli formati clalle ,11pcrficie piane o curve che limitano lo sca,•o o la massa coprente. Siccome, generalmente. tali spigoli sono paralleli e la loro relati,·a posi7ionc è data dal profilo, così il tracciato stesso viene defìni tO da que llo di uno dei detti spi•


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737 -

goli, il quale si con,idera come principale e prende appunto il nome di m agistralt·. ~knt re in fortificazione passeggera per M. si prende la linea di foocn, in quella permancnt, si seguono le norme seguenti : r0 ) quando la scarpa del fosso ba muro aderente, la M. è il cnrdone del muro d i scarpa; 2°) quando la scarpa del fosso ha muro staccato n sem iaderentc, la ,H . i; la proiezione orizzont ale della parete esterna del muro, se verticale, e de ll a sommità d i detrn parete se e:;sa è tutta o in parte inclinata; 3°) se il fosso ha scarpa di te rra ed è asc iutto, la A/. è determinata

dall'intersezione ddla scarpa esterna del ramparo col terreno naturale; 4°) se il fosso è acqueo, per M. si prende l' intcrsoione della scarpa del fosso col pelo d 'acqua . Quando il profilo varia da una sezione all 'altra, il tracciato. per e~scre de term inato, deve contenere la proieziont·

cli tutti gli , p igoli .

una per 13 cassa, !"altra per le vettovagl ie dd distaccamento, i! 2 agosto raggiunse lvi ., dov~ i nornbili avvertivano jl cap. Millinkovitch, che importanti gruppi di insorti erano riunit, a Jcptché e che non avrebbe potuto raggiungere questa località sen za combattere. i\-talgraclo que!=.to avverti.. mento, il mattino dopo, 3 ago,lo, lo sqcl r . riprendeva la marcia preceduto a 1 Km. di distan1-a da un mezzo plotone . Appc1u i l grosso toccò la somm ità della collina che nasconde a nord la piccola città di Jeptché e l'avanguardia erJ. discesa a rnezza costa. questa fu attaccata dagli insorti bosniaci ed obbligata a ripiegare. Intanto gli insorti, sbucando da ogn, parte cominc iarono a stringersi su i fianchi ck!b colonna, pe r cui i! comand;m te ord inò ht ritirata; ma la strettezza dell a strada rendendo difficile alle due vetture di voltare indietro, fece perdere loro parecchio tempo e quando fu loro possibik si misero al galoppo verso M .

f -

Magistrato all 'artiglieria, Era uno dei magistrati dcli' Arsenale della repubblica veneta, e aveva giurisdizione su <li esso, insieme ai numerosi suoi colkghi , Provveditori, Patroni, Inquisitori, ecc. l i M . A . doveva curare specialmente il reggimento till'A tJ'l~nat inoltre teneva i ruoh di tutti gli ufficiali (fonditori, carrcri, fabbri, torn itori e altri) da lui dipencknti ; gl i erano affidali j parchi dei cannon i, le bon1be, 1c 111uni~ion i, g li apprc.sta1ntnti e i sa lnitri . 1\ veva q uindi un ufficio burocratico e am1nini:strativo. Inolt re il M. A . doveva custodi re il « Deposito intangibile », che c..:ra coslituiro ,da una raccolta di an ni d 'ogni genere occupanti k pareti di alcune sale del] ' Arsenale, e che si poteva toccare solo u1 c.:~so di assoluta necessità. 1

Magist ri (/Jngdo). Gener~lc, 11. a Palestrina nel 1868. 5ottor. d'art. nel 1891, partec ipò alla guerra eritrea del 1895-96 ed a quella contro l' i\ùstria del 19 15. Colonnello nel ruolo tecnico nel 1918, fu addetto alla fabbrica d'armi di Tern i, poi capo ufficio alla di rcàonc delle costrnzioni cl 'art. e dal 1926 diresse il p irotecnico di Capua . In P. A . nel 1930, fu promosso generale di brigata nel 1931. T11racciolo Magi.,1ri. ,, Turacciolo » µcr fucile, adottato i:1 Libia per p reservare le an ni i!alla finissima sabbia che penetra nella canna spccial mcnl'c quando soffia il vento g hibli. Il turacciolo M. ha il vantaggio che non provoca lo scoppio de!la canna, quando, µcr dimentica nza, il tiratore si dimentica <l i levarlo dalb bocca della canna per sparare. VcrificanJosi tale dimenticanza, al rnomrnto dello sparo, la pression~ dell 'aria, compressa t ra la pa llottola cd il turacciolo, .sl man ifr:sta contenlporaneamcntc nel foro praticato l11ng-o l 'asse òel gambo del turacciolo e nella testa di questo, 1'1 quale scoppia, prima che la pressione del!'aria nell~ canna sia tale da fare scoppiare quest' ultima. Nello sresso tempo la pallottola può facilmen te sp ingere fuori dalla canna il gambo dd turacciolo, che presenta allora una mini1na resistenza a!i ►uscìta dall'anima.

M:1glaj, Borgata dclb Bosnia su lla dr. della Bnsna. a, oiedi riel mo nte Ozzen. Possiede un antico castello. l. Sorpres" di Maglaj (3 agosto 1878). Appartiene alla campagna dc li' Austria-Ungheria in Bosnia-Erzegovina. li gcn . Philippovitch , comandante elci corpo d'occupa,;ione in Bosnia-Er:.::egov ina, aveva incaricato il capitano Nfillinkovitch , con uno sqùr. dd 7° ussari, di riconoscere la strJda lungo la sr . òclla Bosna sino a Jeptché . Accompagnava la r icog1ti zione u n ufficiak di sussistenza con la cass3, conte• ncn tt: 20 .000 fior ini . In esccuz.ionc dell'ordine ricev uto, lo S(Jdr. c01npc~:sto d i LH cavallni ! seguito da rlue vc.:lture,

Castello d i Maglaj

accompagnate da 20 ussari , in tanto che il resto dello sqdr. si ritirava a sc,glioni combattenòo. Quando gli equipaggi ragg iu nsero le prime case di M., furono accolti da un nutrito fuocn d i fucileria , il cui primo effetto fu l 'abbattirnento rlei cavaH i cf'attacc.:o . Lo sqd r. ragg iunse i\r/ ., e si aperse il passo a stento , lasciando 4ì morti sul terreno, e avendo n1olti feriti. I carri rimasero nelle mani deo·li •

D

IJlSOrtl.

Il. CombauÙl!u1!0 di M,1g!.1i (5 agosto r8i8). Appartiene alla campagna dd l 'Austria-Ungheria per I 'occupa7.ione ddla Bosnia-Erzegovina. 11 gcn . l'h ilippovitch , deciso a venJicare lo scacco subìto il 3, divise le truppe in tre co!onne b 1nHttina del 5 agost0 e k (ece convergere su A./. L<: bande degli insorti occupava no le case delle d ue r i1·e della Bosna, e quantunque ;ives~cro ricevuto qualche rinforzo da l sud, in totale non raggiungevano i l tnigliaio. La colonna di sr., comandata dal tc11 . col. Piue l, giu11ta per b pr ima in vista di M . , si preparò all'attacco, ingaggi,rndo il cnrn!x,ttirnento mentre un mezzo bgl. saliva sulle alture per aggit~uc il vil!aggio da est. L"avanguardia della colonna principale, sboccando dalla pianura, apriva subito il fuoco sulle case occupate dal nem ico, mentre il bgl. di 47


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te<ta della colonna di dr. (K innart) rnggiuugcndo la stretta

che serra il bacino di .H. <la sud , cominciava il fuoco e tagliava la ritirata agli insorti posti sulla sr. del fiume. Questi , abb::indonata in tutta fretta le case, si gettarono a testa bassa nella stretta, dove furono d ecimati dal tiro a

MAG

bvorarc con la mcdcsim:i onda : cioè 111 comunicazione diretta e reci proca fra di loro . Più M ., con diffçrentc onda di lavoro, formano la rete radiotelegrafica· (V.) e si salcbno un:i .-d l 'altra medi:1 1Hc nod i.

Magliano de' M~rsi. Comune in prov . d i Aqui la d egli Abruzzi , presso il Sa lto. Nel med io evo si chiamava klal!eanum de Carrluo daI vicino 111on te Carch io . Nel 1268 ,·i lu combattut:i una batt:.1 g lia , in cui il duca d 'Angiò sconfisse il re t1·Aragona. Nelle guerre fra gli Orsini e i Co!onna fu fortifo.:ata da 9uesri ultimi e nd 1528 ,·1 fu ucciso Scipione Colonna, vescovo di Rie ti, in combat tiinento con ~L1pokonc Ors-ino. Magliano Sabina. Comune in prov . d i Riet i. Sorge su collin:, ndla vallata del Tevere, d i fronre al ponte Felice. Anticamen te era cint:1 <li n1ura, ora rovin ate jn gran parte. Nel 1 155 nel castello di « Mallia no » si rifugiarono Adriano IV e l 'imperaiorc Federico Enobarbo, fuggiti da Ro ma in seguito alla sol!cvazionc del popolo . · M . ,i formò in lihero C01nune e potè lihcrarsì cfalla tirann ia degli Orsini che volevano signo.reggiarla . Con la invasione di Francesco Sforza nelle Marche e in g ran parte dcll°0mbria. M. c.1ddc in potere di q uesto capitano che poi dovette abbandonarla alle forze dei Drac'c eschi . Nel 1473 vi pose il campo Federico da Montefeltro generale delle anni della Chiesa, per reprimere la baldanza <lei Sa velli, ciel Malate,rn e del Pic-cinino cht: avevano invaso i domini poutifici .

Combattimento d i I\·1aglaj (5 agosto J 8i8)

s:ilve dell a fanteria e deli'artig lieria, e gli scampati , attaccati al la baionetta da una cp. appostata sulla strada, vennero rigettati nel fiume. In tanto la colonna Pittcl, occupato il villaggio e la cittadella che lo domina, ne aveva scacciato il nemico che era fuggito verso Jcptché. Il facile .successo d i M . costèi ai v incitori 4 morti e 14 feriti.

Maglia. E ra così chiamata anticamente l'armatura metall ica costruita tu tta di maglia ; si diceva M. gazzem"' qud la tonnara di ,u1elli schiacciati o piatti, e che era perciò a" chc chiamata ,\ foglia pia!!a. (Vedi Bolla e Giaco).

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2_. RECG. '0

Combattime11to di Maglia110 (dicembre 1798). Appartiene alla guerra tra la Repubbl ica F rancese cd il Regno di Napoli. fl gcn. Mack , comandante del l'esercito napoletano, allo scopo d i libera re la sr. del Tevere dalle trup pe francesi , distaccò tre bgl. e quattto sqdr. agli o rdini del maresc . d i carnJYJ ~1ersch, e li fece marciare su M ., dove i l gc n. fro nce,c .\!a,donald portò immediatamente i.I g rosso delle sue forze (circa 6ooo u.). All 'appatirc clei Francni, il gcn . tvktsch, <;hc già orcupava ii/., lxnLè in ritirata, ma la sua rctrogu.1rd1a non fc:ce in tempo a fuggire e fu n1assac rata dent ro l'abitato di M .; i res1i d elle sue truppe si ri_[ugiarono nelle montagne d i Ca}vj.

Magliano l'ictro Gì11/io . Generale, n. a Savona, m. a Torino (1811-i865). En trò nella marina sard a;_ nel 1834 era sotto r. di vascello, quando passò col grado di tenente nel g-en,o del! 'esercitQ, dove divenne colonnello, d irettore del ;;en;o a GcnoYa, nel 1859; l'anno seguen te coprl la stessa carica a Bulogna. Nel 1861, magg. generale, ebbe il coma:r<lo del genio ncll,e prov incie 11apolctane; infi ne passò a Lu- pa rte dd com itato dcli 'arma.

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:\fogliano Luigi

.\ faglia . Nei rnliegarnenti radiotelegrafici, la M.

è cosri-

tuita da t re n più stazioni <lcllo stesso tipo, d estin ate a

:

Magliano Carlo Gcrol:imo

i1!agli,mo Luigi . Genera le, n. a Genova, m .. a Sa\'ona (,840-1918). Sonot. di fonteria nel 1858, combatti: nel le (am pag ne

de! 1!:59, 1860-61 e 1866 rne rita.ndosl la men ..


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zione onorevo le. Colonnello nd 1885, comandò il 32° fanteria. In P. A . nel J 890 e nella riserva nel 1894, f11 promosso magg. generale nel 1898. Nel 1915 fu collocalo a _riposo.

Mag/iano Carlo Gerolamo. Ammiragl io, n . a Genova nel 1859, entrato in se rvizio nel , 874, promosso contrammir. nd 1913, col locato in l'. :',.. nel 1916, promosso viccammir. nel 1918, arnmir. di squadra nel 1926. f,: decorato di med . d1 h ronzc, '1 1 l'alor mi!. per ~ver preso p:i rte allo ; barco a Rod i nel 19J2.

promosso colonnello per merito d i .6'lJerra e meritò la mcd . di bronzo a Sidi Abdàlla . Dopo essere st,,to direttore del genio a Verona , partecipò a tutta la guerra contro l 'Aufu successivamente con1andantc del genio del 5° C . d'A ., della lii, lV e VI armata ; ebbe per merito di guerra le promozioni a magg. generale (1915) ed a tcn. generale (1918) e fu decorato della croce d'uff. clcll'O .M.S. Ne! 1923 amin1e il grado di generale._ di divis . e nel 1924 lasciò i l S. P . E. Pubhlicò il volun!e., " Gli irrsegaameati del la grande guerra » e collabori, a! 'i. ,, Rivista d'Artiglie-

stria:

ria e Genio ,, .

Magliano Domrnico. Ge nerale, n. a Magliano Alpi nd 1863. Sottot. di fanter ia nel 1882, passò tre anni dopo negli A lp ini, e tornò in fan teria nel 1915, come colon nello comandante il 1~7° regg., col quale ent rò in guerra nd maggio. ~el 1916 fu nominato colonnello brigadiere al ,om:2ndo del la brigata joP-io, rimanendovi anche da rnagg. genera le (1<J 17) . li 157 fanteria (brigata L iguria) otten ne sorto il suo comando la mecl. d'oro al valor m il. a Monte Zovetto, mentre egli vi guadagnava la med. d'argento , e per k operazioni di guerra successive o tteneva la croce di ca,·a licrc dell'Ordine Militare Savoia. Dopo la guerra andò in posizione ausil iar ia col grado d i generale di d ivisione e venne collocato a riposo nel 1932.

Magl inse (Enrico) . Generale belga , n. nel 1869. Fu insegnante alla Scuola d i guerra, e durante jl conflitto 1non -

dialc capo ddla Sezione Operazioni al G. Q. G. dappr ima, e nel 1916 sottocapo dello S. M. G. Colonnello nd , 9,6. divenne

magg.

gcntralc nel

,918. Dopo l'armistizio, ebbe il coman<lo della Swola d i guerra sino al 1920, e allora d iven ne capo dello S. lv!. generale, raggiungendo il grado

di Juogoren. generale nd

T9 22.

1\1aglinse Enrì:.o

Magi iol i (Antonio). Generale med ico, 11. nel · 1fi70. So tto tcn , medico nel 1896, partecipò alla gllerra libica cd a q uella contro l'Austria . ln P . A. S. nel 1920 fu promosso colonnello nel 1924 e magg. generale medico in A. R. Q. nel 1930.

1\ilaglia.no Domtnko

i •far.;lietta Pollari Luigi

Magliu\o (.111geln). Generale, n. a Napo li nel 1862 . SotlOt. di fanteria nel 1883,, partecipò alla gue rra libica cd a quella 1915-1918 contro l 'Austria. Colonnello nel 1915, comandò successivamente il 70" cd il 77° regg. fanteria, meritandosi la mcd . ,d ' argen to sul F aiti (1~16) . Magg. generale nd 1917, ebbe il comando della brigata Padova (n7°-118° fant.). Jn P. A. S.

nel Ma,;;liano Andrea. Ammiraglio, n . a L;vorno nel 1868, entr3to in servizio nel 1882, promosso sottoammir. nel 1921, collocalo in P. A. n el · 1923, promosso ammir. d i divis. nd 1926, ammir. di squad ra nel 1927. Ha preso parte alla Guerra 1'.fond ia le. Magliano Vitw,-io. Generale, n. a M antova nel 1871. Sorrot. dcglj alpini nel ,890, fu in L ibia nel J911 . Nella guerra contro rA.ustria, colonnello nel 1917 comandò il 144° fa nteria e poi il 5° gruppo alp in i e meritò la med. di bronzo i ull'Ortigara. !n P. A . S. nd 1920, fu promosso generale d: brigata in A . R . Q. nd 1926. 1

Maglietta. Nelle armi da fuoco portatili ·è un fornimcn to; è q uell'anello schiacciato che serve per infilare la cinghia per sostenere l'arma in spalla. Le M . nei fuci li sono d ue: una sulla parte anterio re ed a metà della lunghezza del calcio, l 'altra fissata ad una fascetta del fucile st<:S!VJ.

,\ Jagli,·11r, Pollari Luigi. Generale, nato a Modena nel 1863. So ttot . del genio nel 1881, contribul ad importan ti opere di fortificazione. Iniziatasi la guerra libica, andò in· Cirtn:i ica q uale uff. superiore del genio; nel 1 9 12 venne

1920,

~ssunsc il grado di

generale di divis. in A . R. Q. nd 1923 c fu collocato in l'I· serva nel 1931.

Magnaghi (Giovarmi Battista). A mmiraglio, n. a L omello (Mortara), m . a Roma (1833-1902). Erurnto in scrv1zw nd 1855 prese parte alle campagne del 1860 e del 1866, e gli fu conferita la croce dcll' O. M. 5. Fu deput ato al Parlamen to in due M zgnagh i G. Cottista legislature e membro della R . Accademia dei Lincei. Versatissimo in studi id rografici, fu il CJ'eatorc di sì .importante servizio nella R. Marjna, per . lungo tempo a capo dell 'Ufficio Idrografico d i Genova . Fu l 'ideatore dd la bussola COI\ la rosa galleggiante, I'inventore del Circolo ;1 · riflessione, del Cerchio azimuttale, di un cronometro e d i altre applicazioni e innovazioni di carattere nautico-idrografìco. Per i suoi srud i e le sue invenzioni gli fu conferit:i la mcùagEa d 'oro al Congresso geografico d i Parigi del 1875, e la medaglia cl 'oro di


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prima classe dei benemeriti delle scienze na,·ali. Ebbe van comandi, fra i quali quello del 1° dip. mii. marittimo. Pubblicò varie opere, frn le quali: « G li strume nti n riflessione per misurare angoli »; " Tavole e formule nautiche • ·

Mt1g11agl,i A ,11hrogio . Generale, 11. nel 1855, m. a Firenze ttcl J(P+ Sottot. comm issario nel 1875, ragg iunse il grado di colonnello nel ,904. Fu direttore di commissari"lO del X

'Kra\ allora fece riprendere l'attacco su tutta l::i linea; mJ Morc:iu riuscì vittorioso al centro e S~rur ier )i imparlrunl d i Villafr1nca . Sopraggiunti ag li Austriaci , ; bgl. ddla ri~rva, in un nuovo a~salto mbcro in piena rolla I Francesi. La perdita di questi ultimi assommò a 4000 morti

e feriti ed :1 3000 prigionieri, a molci cannoni,. muniz1otu

ud 19q.

e nnterial i; quella degli Austriaci fu di puco inferiore. (Jucsta bauaglia, che duri) pi/, d i dodici o re . fu chiamata anche di Vilbfraoca. In tulle queste fazioni le miliz:t• piemontesi e cisalpine, d1c combattevano a fianco dei F,anccs i, si comportarono va lorosamente, in modo speciale la mezza brigata fanteria leggera piemontese (, 0 regg . Granatieri) .

.\lagnaghi Emes10 . Generale, n . a Lomello nel 1870. Sottot. dei bersaglie ri nel 1892, passò nei Carabinie ri reali nel 1898. Partec ipò a tutta la guerra con tro l'Austria e nel , !12➔ fu promosso colonnello comand. la lc:gione di Verona_ In A. R. Q . nel 1928, fu promosso generale d i brigata ndla r iser\'a nel J 929.

Magn2nzlo. Ufficiale dell'esercito romanu, d 'origine germanica, 11. verso il 303. Fattosi proclamare impcr.11orc ad Autun, fece uccidere l'imperatore Costanzo ed entrò in Roma dopo di a\'erc ~onlitto Nepnziano, altro pretendente all'impero . Vcnuw in lotta colllro Costan,:o Il. imperatore d'Oriente, ne fu sconfino nel l'Illiria e riparò in Gallia, dore, non potendo pi ì, rtsistcrc alle forze so"erch ia n ti del

e poi ddl'XI C. d'A . e

meritò la mcd . di bronw di benemerenza in occasione del terremoto di Calabria dd ,908. In riserva nel 1912, fu promosso magg. generale

Magnan (Bernardo). Maresciallo di Francia (1791-1865). Partecipò alle guerre napoleon iche dal ,809 in poi, alla ,pedizione del 1623 nella Spagna . a <jUclla algerina. Per avere ecceduto nella rq1rc,s ione di torbidi a Lione nel 183', ,·enne posto in disponihil,tà _ Pa,>Ò allora al sen•izio Magnan fcr,111rdo della causa belga e partecipò alla lotta per l' indipe ndenza del vaese. '-lei 183, rientrò, gen . rii brig:na, ncll'c,crcito francese; nd 18~5 era gen. di divis.; nel 1848 represse nuovi torbid i a Lione : nel 1851 partecipò al movimcntu <lei 1 diccn1brc e I ·.111110 scgl1cntc venne nomin:no 111an.:sc .

di Frnncia.

Magnano. Frazione dd Comune µrov . di Verona.

di

Buttapietra,

in

C:omb11t1imrnro di ,\l<ig11a110 (5 aprile I i99)· Appartiene a!la campagna del 1;99 dcll'e;crcito repubblicano m Italia. li gcn . Schérer, comanda111c in capo dei Repubbl icani, che aveva s piegato l'esercito d a Vi llafranca :ill'Adigc al lo scopo di fornre il p.i:.saggio dd fiume, a>·anzò contro gli Austriaci del gcn. Kray. in modo da pesare fortemente sulla loru sinistra. Le d ivis _ Vic1or e Grcnicr avanzarono appoggiate all ' Adige; quelle dc l hHry e Mo ntricharcl . al centro, comandate da Morcau, si ,piegarono oltre il campo di .Il., collegate con le prcccclcnti medi:mte la div,,. Delmas:, posta in avangu:udiJ. Sérurier rimase so)o a sinistra a . g uard ia d i Vi!lafranca. (,l i Austriaci e rano i11 ordine in verso; da ciò dcri1·ò d1c al primo uno le due ali clesrre riu~irono ,·itturiose; quella di Kray s'impadronì di \·i1. lafr:111ca, mentre le d i\'is. Vic1or e Grcnicr misero in ron a

il nemico , annicnt:1ndone un reggin1cnto, <.", sccou,btc da l\'lorcau, che da parte su:, ,b\'a duri colpi agli Austriaci, giunsero fino agli ,pahi di Verona. Allora il generale austriaco dovette :ibhan<lonarc i suoi piani offen~ivi e rivai, gerc tutti ì suoi sforzi 3 tener lcst:1 ~ Morea.u, riu:,ccndov i con g ranrr, ste nti. Intanto che una !orte colonna si metteva di fronte a Victor. tulle le risc,Yc si geuaruno contro Grcnier facendolo indictrcgi:iare, riguadagnando il 1crreno perd uto e forzando le due div is. e rip iegare sul ce ntro.

ri\•alc, s1 uccise.

Magnesia. Ci1Là della Lidia, sulla pe ndice nor<l-o,-cst del rn . Sipi lo, prc»o il fiume Ermo; o ra .\-Ja11ùsa. I. /la11ugliu di .'1ag11esia (190 a. C.). Si ricollega ali., co,ì eletta guerra Siriaca in Grecia, e fu combattuta dal console L. Cornelio Scipione e da Eu me ne li, re d i Per gamo , che d isponeva di 30.000 uomini, contro .1\ntioco lii re cli Siria, che aveva 6o.ooo fanti, 12. 000 ca\'alli e 54 ek• fami . Scipione schierò al c,'ntro le legioni, ponendo dietro a queste 16 elefanti africani . All'ala sr., che ern p ro tet1,1 dall 'Ermo, collocò quattro tu rme cli ca,,alleria; alla d r . le t , uppe leggere col nerbo dei cavalli in avanti sotto !., condotta di Eumc:nc. >-:ell'accampamtnto infine; lasciò .1 guardia il tribuno militare Marco Lepido con 2.000 sol dati. An tioco ordinò le sue masse su due lince; ne ll a prima collocò le truppe leggere, nella seconcb la falange e la cavallcn:1; fra le due linee sta,·ano gli elefanti. Egli prc,c il comando d ell'ala dr.; alla sr., d ov'erano i carri. po,c Selcuco, suo figl io , e J\ntipa tro, suo n ipote; il centro fu aflidato a Minionc, a Scuside e a Filippo, mac>tro degli elefan1i. L'azione fu iniziata dall'ala dr. dei Romani contro i carn fr1kati a quattro ca\·,1llt. Eumcnc, non ignaro d i quclb loggia d i combattere, più che assalirli. orrlinò ai C retesi, :1i frombolieri e alla c:1v:tllcria d i saettarli in ordine sparso. Questa procella auerrì siffattamente i c.1• valli rlei carri falCJti, cau,a le ferite e i <larrli. che ,i diedero a correre disperatamente qua e 1:,, in fondendo d isordi ne nulle genti al1::,iliarlc, che furono travultc e poste ìn fut!~l. Sbaragliata la prima linea degli Asiatici. rimase scoperto il fronte della falange, la quale ,uhito re,tò impcgn.11.1 wl lc legioni. La cavalleria siriaca, saetta ta ciagli a rcieri . (u anch 'cm, messa in fuga lascia udo b falange scope, rn al fianco sr. Allora Eumcnc assall questa sul fianco e alle spalle coi suoi ca,•alli. •~ gli elefanti indiani, qua e J;, frapposti. trauenevano il solrlato romano, avvezzo già sin tlal k g uerre d'Africa a scansare l' impeto di si/fotte be stie, e a colpirle d i fianco coi giavellotti, o, potcnrlo far" più presso. 3 tai;!iare loro i garretti colla spada. La f., lange al durlice assaho balenò, e gli clefan1i cooperarono .i wrnpierc lo sba ragl io; perché quelle belve, esasperale dalle ferite, ~i voltarono inferocite contro la linea elci Siriaci. e misero nello scompiglio l 'intero campo. ~la. mentre In falange e le truppe leggere nemiche ,·enivano fatte J rezzi quil'i, i Ro ma ni vcni,·ano sbaragl iat i nel ('ala sr. Da


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quella parte Antioco, , cdendo che i Romani \'i avevano l.,,c iato appena ,1ua11ro turme di cavalleria e pochi pedoni. ,i scagliò co11 tro d i cs,i e li mise in ful(a . Nc ll' in,c,l!uirli tino all'accJmpamcnto romano, si tro,·ò di fronte al t ribuno Marco Emilio, il quale, coi suoi 2000 soldati di guardia e coi fuggitivi radunali e riordinati. resistmc i:ai:;liarclamcnl<:. In loro ,occorso <opra,l!giunse Attalo, fraid io d, r:u1ncm·, .;on :looo ca\'a lic:: ri, il quale r:on Emil io mise in fuga Antioco. Vincnori nell'una e nell'altra (tla. 1 Roman1 inseguirono i nc,n1ci fino a~li allo!?giamcnti,

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RCWIINI f'(l,V,CNE SIRIACI O c.irn Oi Etefanri

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Po·taglia di :Vfognesia (190 •· C.). Ro,nani: 1 1 fanteria Jeg~era e 2 ca\'nlleria di Eumenc; 3, lel,!'iomu i romani; -1, clefontin 5, C.tl\':n llcria e fontcr-i:i. r<>man~t; 6, camPO, .','hiaci: 7, carri e fanteria h=ggera~ S, fantcri.t leggera; 9, id. C' ca-

v:lllcria; 10 Ca\'alleria; 11 . falange.

e prt'silì dopo un grande sforzo. vi me narono granùc strage. Si narra esser morti in quel ùì dei nemici 53.<>00 fan ti e l•X',O cav.tlieri; pre,i 1400 e 15 elefanti mi loro condouicri. Dei Romani, o ltre ai feri ti, catldcro non piì, d r 300 fonti e :,.4 ca\'a!ieri, e 250 dell'esercito d' Eumcnc . .\nuoco fuggl .t $3rd i e di lì ad Apamca, affrcttandmi a mandare amb;1,riatori a Scipione per strj ngc- rc la p:h:c , cht· gli vtn nc mnccs,:1 alle seguenti condizioni: .abbandonasse l'Asia /-..finorc ~ino al Tauro (Licnonia, Gatazia, /\rmcnia Ivl1norc, le due Fri~ic. Lidia, Caria e Licia); pagasse 15.000 13· lenti per le spese di guerra, e 1000 rnlenti ogni anno per 1.2 anni~ d,csse -100 talenti ad Eumcnc; consc_gnasse coloro che lo a,·cvano consig liato alla guerra, e dieci o,taggi, fra i quali il minore dn suoi figli. Firmata la p,içe, Lucio ~l~ipion c ricevette: da! stnato rom:rno il l itolo d i ,~ Asiatico ,, . Il. Assed,o di .llag11mn (1305). Appartiene alla ~pcdi1ionc dc.gli Almornri (V .) nel!' Asia Minore . Oc,uparn .Il., t.:'-~i ne f\:cero il loro quartier generale, .,,n)m::t~!.)an dovi le nrchezzc c-0n9ui,ta1e nelle ripetute scorrerie contro i Turd1i del la regione, e a cl~11 110 dei Greci medesimi p~i 9u,1li Jo,·evano combattere, c»cnd o assoldati dagli imperatori d'Oriente . Durame una delle loro scorrerie. la ci1tadinan2a cli .H ., vc»ata e oppressa, , ; ribellò, oppresse la guarni-~ione, e chiuse le poric. Tornati gli A lmovari , po~tro l'assulto alla piazza. ripetendo in"ano gli attacchi . Mentre ~t acca11 ivano nell'impresa, avidi Uj ricuperare.: il bottino fauo. l'imperatore mandò loro l'ordine di passare in Bulga ria . Essi allor:t diedero un ultimo cfoperato mtacco alla

f ittà. ma furono sa ngu ino~amcntc respinti e dov<:ttero t<)rnJrc a Costantinopoli .

Magnin Decombe (Domenico). Generale del sce . XVIII. Percon,e i:;ran parte della carriera nel rcgg. fanteria Re-

MAG

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gina . C',0lonncllo nel 17~6. tblx

il comando mii. della

cmà e principato <l'Oncgli'.1 e di\'cnnc brigadiere di fanteria nd 1790.

Govcrna wrc del [orte di

Dcmontc nel 1791,

pa,0 nei trattcnuu due anni dopo. Magno (lat. Magnm). Korrn: cli alcuni re di Nor\'cgia. .\ln.~no I • .. il lluono •, figlio d i Sam 'Olao, dal 1035 al 104i r• di Nor\'eg,a, alla tiualc clieclc un co,hce di lcg1;i . Dopo ttna g uerra contro llardcknut. re di Da11im,1rca, fu deciso dic i! principe sopra\'\'I\'entc ;arcbbc succeduto all'altro, e così Al. nel 1042 d i\'enne re di Danimarca . PMe fine alle piraterie dq\li Slav i e Vichingi, sconfiggendo nel 1044 ad Addeby 15.000 Slavi che avc,•ano de vastato lo Jèidand. MMÌ nel w,17 combattendo contro Svcn F.stridson, ,uo luogotencrHc in Dan imarca.

Magno lii, dcm, « Picclinu,li •• re di :,,Jor\'egia nel 1093. Conq uistò le Oreadi, le Ebrid i, l'isola d i M.rn, e sbare<', in Irlanda, ma fu ucci\O. nel 1103. durante il ,•iaggio d i ritorno. .\lag110 V, re ili :--Jorvcgia (1156-1184). Fu proclamato re .i11'ctà cli cinque anni, sotco la reggenza di suo p:idrc Erling Sbkkc. Nella lolla contro il partito dei Birkcbann rimase ,·1n.:-itorc una prima volta., ma poi, in $eguilo a varie sconfitte, nel 1180 clovcuc fug~ire in DMlim:trca. ){accolse un esc1Tito e ricominciò la lolt~. ma r)ni3~e lH.> cbo in h:ittag!ia.

Magnocavallo di Varengo (<'ome Corrado). Generale, a Casale \lonfcrrato ( 17,8-1833) . Cornetta nei dragoni Piemonte nel lì93, si d imise coll'invasione francese in Pien,onte. Riammc~so in servizio nel 1815, divenne colon• nello nel 1821. Comandò i rcgg. Dragoni di S. M. e Cavallegge ri d i Piemonte. Magg. generale comandante la divis. mii. d i Kiu.a nd 18.,0. sbbc il comando della brig. Piemonte nel 1631 e nell'anno seguente andò a riposo. 11.

Magnoni (Luigi) . Gc ncrn k, n. nel 18(,0. S01101. di fa nte ria nel 1882, passò nei Carabinieri reali nel 1885. Da ;ubalterno ,i meritò la mcd. d'argento al valor civik. Nel 1913 (u in vi;it<> a Tripoli. e poi a Bengasi, dove organinò il nuovo corpo degli 1/,aptié. Colonnello nel 19 16, andò in P. A. nel 19w. Generale di brigata nel 1921, passò nel la riserva nel 192j e fu promosso generale di d i\'is. nel 1928. .\lognoni Luigi Magnum iter. Nel linguaggio mil. dei Roman i, s'in• elica va così la m:1rcia celere : quella cioè più veloce cicli·iter justum. l\farciando mag11is iti11erib11s le legioni man tenevano u na media d i 7 Km. or:rri per c.irca 5 ore, int(•rrottc -.olamen1c da brevissimi riposi, ossia quasi r:tddoppianclu la media normale dt'll 'iter justttm, che si aggirava .su i 4 Km. orari. Questa ragguardevole vdocità era resa p<>5<i!>ilt: rlall':1ltissimo graclo raggiunto ncll'addc,1ra.,,cnto al mov imento collettivo, dalla buon.i disciplina, t!a llo scino numero di impedim c nt;i tr:1~cinatc al seguito, ,·cl anche cla!l'esistenza d'una rete stradale mi 1. sviluppatiM,i111 J. Quando la marcia celere durava pili di 5 ore, pren deva il nome d i iter maximum cd equ ivakva alla


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marcia for7ala . Classico esempio d, qne>lo i: la marcia del cor,solc Claudio Nerone (207 a. C .), il quale, con 7000 u. ,rclli,simi, coprendo qu.isi 500 Km . in 10 giornJlC, si portò daiìe rive dell'Ofanlo al Metau ro, per ba ttervi l'em·cit,, d, As,lrubale .

Mago (Carlo). Generale, 11. a Panzone, m. a T orino (1833-1922). Sollot. di cavalleria nel 1855, partecipò alle campagne del 1859, 1866 e 1870 d ivenendo colo nnello dei lancieri Milano nel 1879. Magg. gcner.1lc nel 1887, comandò Li 4• brigata d i cavalleri;t e nel 1890 andò in P. :\. Trasferito nell~ riserva nel 1892, divenne tcn. generale nel 11-98. Magon (Carlo Renai<>). Ammiraglio francese (1,63-1805). Panecipò alla battaglia di Ouessant nel 1778, e nel 1788 prese agli Inglesi l ' isola di Diego-Garcia. Nel 18o1 comandò il « Monte Bi.rnco », nella squadr.t del Villarer-loyeuse, impad ron e ndosi del F ort- Dauphin e g uadagna ndo per questa impresa jl !,>Tado di contrammiraglio. Nel 18o5 morì combattendo a Trafalgar. Magone. Generale ca rtag inese, rratello <li An nibale, con cui fu alla Trebbia e a Canne . Comhanè poi nella Spagna contro Scipione e fu vinto presso Canagena. N el 205 a. C. .,i impadro nl d i Genova, ma, sconfitto da Quintilio Varo, morì di ferite (203 a. C.). Magonza (aut. M11go111ù1c11m, .\lag11111ia). Cillà della Germania (Assia Re nana), sulla sr. del Re no, in faccia alla connucnza col Meno, con sobborgo (Casse!) sulla dr. Deri,a dalla foadazione di due dei molti castelli Romani costru it i da Druso n ella regione del Reno per d ifesa a 1111ro le im•asioni germaniche. Uno dei castelli era sulla ~ollina do\'e poi sorse la cittadella , l'altro sulla riv a dr. de l fiLm1e. A. :\f. giungeva la strada mii. romana pro,·cnienlc dal Gran San Bernardo. L'imperatore Traiano nel 98 d . C. vi costruì un grande pon te su l fiume. Nel 69 d. C. i legionari di Roma vennero quivi assaliti e sconfitti dalle popol:izioni germaniche sobil la te e solle vme da Claudio Civile. L a città di,·cnne presto fiorcmc, ma andò distrutta nel 406 pe r ope ra d ei Vand,d i. Ricostruita uel 600, fu a capo della lega delle città del Reno nel 1247. Fu prc,,a nel ,cc. XIII da Adol[o cli .Nassau; 11cl 1631 ,fagl i Svedesi, nel 16+1 dai Francesi, o ltre agli assedi di cui diciamo a parte. La citt~ venne munita di opere bastionate e e.li ciuaclella nel secolo XVI. Nel 1657, la,orò alla fortezza l'ing. m ii. ital iano G iuseppe Sp.1 da, il <Jualc [ccc pmsciugare i terreni a occidemc della cittadella : questi lavori furono nel 1688 molto dog i:tti dall'ing. C hoi,y, a llievo del Vauban. Le fortificazion i vennero accresciule nel lì35, ,ouo la d,rtzione del colonnel lo Wal trnve, del genio p russia no. Nuove opere ve nnero aggiunte per ordine di Napoleone. La pia7.t:a era allora munita di q bastioni e una doppia cima, di(csa da sei forti. Ve nnero pure accresciute le opere delle isole e (JUCllc del sobborgo di Casse!. i':cl 1814 venne dal Cong resso d i Vienna dic hia rnta forte zza federa le, e successivamente le fonificazioni vennero ancora rimodernate. Dopo la g uerra d el 1866 cessò di essere fortena federale, e i P russiani aggiunsero alle ve.:dùe fortificazioni una c11nuro di forti staccat i, rendendola una fortezza moderna importante e tenendola in efficienza. Ma, in base alle cl.1usolc dd tra ttato d1 Versailles, la Gcr111 a nia doveuc procede re allo sman1clla111cnto d i tulle le opere, che fu terminato nel 192i ,

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I. JJ1111ag/itl di Magon.za (266 d. C .). Fu comh.1ttula e ,· int3 da M. Cassiano Latinio Postumo, leg ato romano. proclamato, contro l'imperatore P . Licinio GalJicno, i111pcrato rc del le legioni gall iche, contro L. E lia no suo nuo\'o emulo, proclamato imperatore a .1/. :-:on a,endo però Postumo, dopo la vittoria, pennesso il saccheggio d i qudla città alle sue milizie, fu trucidato da esse.

II. Assedio di Mago11ta ( 1635) . Appartiene alla guerra dei Trenta Anni. L'assedio ,·enne poslo nel maggio dagli Imperiali, agl i ordin i del conte di Ma nsfeld. La piazza era d ifosa dagli s,·edesi, i quali l '"·c,•ano occupall '}Uattro a1111i prima. Al suo soccorso marciò un corpo d i Frnnce,i (La Va lette) e ~vedesi (Weymar) alleati, e il duca di Mansfeld fu costretto a ritirarsi. Ma il paese, devastalo dalla gutrr3, era in rovina , <.: la mancanza di \'Ìveri co~ strinse gli Alleati a riurarsi, lasciando 4000 u. di guarnigione nella 1>iaz~a. Ili. Tr:11/a:o di Mago11::a (1 5 agosto 1658). Lega renana, tra Francia da un a parte ed i componenti la legn d i F r:,neoforte ( 14 agosto 1658), dall'altra. Principali clauwlc queste : a) la Francia accede alla lega di Francoforte; alu-i Principi, S<:nza differenza di religione, vi potranno partecipare; b) la lega è difensiva e non si estende al d1 là degl i obblighi rispe1ti\',1mcntc assunt i dalle parti contraenti nella Pace t!i Westfalia, e non nuoccr:ì ad ~lcuno, dentro o i'uori dc!l ' l111pcro, csclus:1 anch e la g ue rra in atto t ra Francia e Spagna; e) la Francia si impegna ad assistere gli 1\llcari in qualsiasi bisogno, sia collettivamente c lic s,ngo• larmentc, con 16oo fanli e 800 cavalli e proporzionata quantità di artiglieria; gli Alleati a loro volta mettono a d isposizione della Francia 1·c,crcito fcder:ilc in rli[csa di quanto essa possiede per effetto del!,, Pace d i Wcstfali.i; d) durata d el trntrnto: tre ann i. La lega fu rinnovata due ,•olte a Fr<wco/ortc (\'.) per la stessa dura1a, il 31 agosto 1660 e il 7 marzo 1663. S i convenne poi d i rinnovarla ogni triennio, ma si dileguò poi in particolari t ranati della Francia co i princip i T edeschi, i quali, d 'altra parte, v idero diminuire il pericolo per loro della potenza dell' AuHria, sotto i reiterati colpi della Francia, e pertanto non sentiro no pi ,', il bisogno della lega. IV. Assedio di .1-tagon::a ( 1689). Ap partiene a lla g uerra German ica. L'investimento venne i ni?.iato il 17 luglio d:1gli Imperiali, comandali dal duca di l.-0rcn:1 e dall' Elcuore d i Bavicr<1. La tri ncea ve nne apcrt.a il 24 e munita in bre\'c di 90 cannoni e 20 mortai . Alla difesa sta,ano 90<>0 Fr,111ccsi, comandati d:11 m archese d'Uxclles, il quale ave va a lato I'ing. mii. Choisy. La lona si s,·obc con duello con tinuo di a n iglieria e frequenti sortite degli as~cdiati; h trincea fu spinta avanti a poco a poco, con p3rallele e ridotte . sempre SOiio il , ivo fuoco della piazza. Un gr.111dc a ttacco fu d ato ;11 cam m ino coperlo il 6 settembre : esso costò 5000 u. agli assedianti, dopo una lotta accanita in cui gcuarono nella misch ia i11vano molt i bmtnglioni. Il p rincipe Eugenio di Sa,·oia, che a,•c,·a partecipato all'attacco. vi rimase fcrjto , Ma ormai ti f. cr:'l agli est rem i ; ò:t tìci sellimane la trincea e ra aperta; ridotte in cattivo stato le artiglierie e i fucili, e&aurite le munizioni. L '8 settem bre ia piana capitole\, e i F rancesi, r idotti a 6ooo u . \'alidi. o a encvano di ritirarsi a L audau. Le perd ite com plc, sive degli I m peria li nell 'assedio ammontarono a 6ooo uomini; quelle dei Francesi a ollre 1300 feriu e 800 morti. V. illlacto di Magon::a ( 1792). Appartie ne alle guerre dell,l Repubblica francese . ~ cmre gh Austriaci invadevano la F rancia, il gen. francese Custine marciò con la sua ar-


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Auedio di M:igonaa ( 1689)

marn su .Il. e t·in\'CStÌ il 20 ottobre. La )iaz7.a era difesa ria 800 Aust riaci e 2000 M~gonzcsi armati, comandati dal generale barone di Gymnich. Quc,ti si contentò di far luoco all'apparire del nemico, ma alla pt:rentoria ripetuta intimaziorle <li resa cedette la piazza e r it irò.

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VI. Assedio di Mngo11za (1793). Appartiene :,Ile guerre ddb Repubblica francese, e venne posto dagli ,\l leau , i quali, in fine marzo 1793, giunsero in numero di 6o.ooo (57 bgl. e 40 sqdr.) davanti a Casse!. Quiv i rirna,ero 10.000 Assiani, agli ordini del gcn. Schoenfcld; invece 50.000 Austro-Prussiani , comandati d:ol maresc. Kalkreuth, varcarono il fiume e investirono la città sulla riva sr.; I 'invc,timenm era complc10 il 1° aprile. La piazza aveva u11a guarnig ione d i 22.000 u., con 180 cannoni preesistcmi e So pezzi portativi l'anno precedente dai Francesi. Comandava in capo il gcn. Auhert-Dub:,)'et; la città era aftida1a al gcn . Do) ré, 1:, testa rii ponte d i Casse! al gcn. Meunk ,·. La difesa della guarnigione fu molto alli\'a : vennero e"'g uitc r1umcro~e sortite, e 13 lotta fra gli ~vamposti e col cannone fu continua. Delle sortite, d ue furono import,inti. Una, eseguita I' Il aprile d:,l gen. Meu nier da Cassel con 1-! .ooo u., comba ttè per tutta la g iornata conrrn gli As• sia ni, i qua!i solo a sera, ricevuti rinforzi. re.,pinscm gli as.alitori; l 'al tra (30 maggio) da M., con la forza di 6r,r.o u .. inva,c le trincee nemiche e danneggiò le opere, ma fu costretta :1 rientrare. In unn p iccola :17.ionc il gen. lllcunier

fu ferito grave1ncntc e mod poco dopo. • Le condizioni ddla città peggiorarono quando arrivarono agli assedianti n umero,c grosse artigl ierie fornite dagli Obndesi. li 19 luj!lio erano in l,attcria con tro la piazzaforte 207 cannoni, mentre 16 gro,,e · scialuppe armate tuona,·ano d,11 fiume. Gli a~scdiantì frattanto avevano i1Hensamc.:n te lavorato di

7.:!ppa, portando avanti le trincee munite man mano di ridotti e batterie, e av:1nwndo con parallele fino a 800 m. d:ollc opere. Il 4-5 luglio, un fuoco intenso fu aperto: in brc.ve il for1e San Carlo (u in completa ro,·ina, e \'icono a questo g ranclemcute rlannèggiato [u il forte Ital ia no: ,un ridotto che lo precedeva fu preso, perduto, ripreso dagli assedianti. Anche i forti Elisabetta e Filippo ,·enncro ,ovii,ati dal bombardamento, che arrecò gravi danni anche alla città. La quale, inol1re, si 1rovò a scarseggiare di viveri e d i mun i?.ioni , mentre la guarnigione, rlccim:tta dalla lotta e dalle malauic, con1ava ,·cr,o il 22 luglio appena ~ooo u. validi . In tali condizioni offerse di capitolare, priva com 'era di notiz ie sull 'andamento generale dell a g uerra. Il Kalkrcuth, che 1emc,·a di dovere abbandonare l'assedio i11 seguito ai movimenti delle nuove armate fra ncesi, si affrettò ad entrare in trattative. E il 25 luglio la guarnigione otteneva d i ritirarsi in Francia, col pano di non prendere le armi per un anno . VII. Convenzio11e di Mago11za (luglio 1793), fr:, ln~hilterra e 1'1 ussia. Le due Po tenze adopereranno con perfetto accordo le rispcui,·e for7.e nella guerra contro la Francia, ch iuderanno i loro porti ai vascelli francesi ed imped,ranno alla Francia medesima jj commercio dei neutri. Non ['<'Scranno le armi se nnn a\'ranno prima oltenuto la restituzione delle conqu iste che la F rancia potrà aver fotto sull'una o sull'altra delle potenze contraenti. (Cogli s1essi icnnini e alle identiche condizioni l 'Inghilterra stip ulò in seguito le con\'cnzioni di Londra (30 agos10) coll '.\ustria] . In forza di articoli segreti , aggiunti al trattato fra Austna e Ing hilterra, e dei quali no n si conosce il testo, l 'Austria riceve come compenso dei suoi sacrili7.i durante la guerra, u11'indcnni1à tcrritoriak- a spese dcli.o Francia, vale a d ire


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la Lorena, l'Alsazia e la Fiandra. Essa rinunzia ad ogni pretensione sulb Ba, it-ra e l"lnghiltcrra in cambio le garan1i,cc il possesso delle provincie bclgichc. •

VIII. lnve,1i111en10 d, :\fago11:::a (1;95). Appartiene alle operazioni svoltesi fra le armate rivoluzionarie francesi e quelle alleate. La p inza ern presidiata da circa 20 mila Austriaci, di cui gran parte campeggiava ali' aperto su.~li spalti; era ben armata e approvvigional:l e poteva agevolmente trarre dall',,rmata del Bas,o Reno (gen. C laidayt), personale di

disputarsi le po,izioni imermcdic. li 26 marw gli Austriaci dfruuarono, ;u tu11a la linea, un a11acco , iolento che mise in forse le sorti dell' investimento : lo stcs:so generale Michaud diresse il contractacco, che li respinse su Ile loro posizioni, e rimase ferito a una gamba clurantc la mischia. Rinforzati da nuove trupoe, i Francesi completarono i lavori con una tcrz,a linea di circon\'allazionc guernit:1 di forti baltcrie, ciò che indusse il ge11 . Cbirfoyt a ordi11arc un nuovo atrncco, inteso a impadronirsi di un trailo della

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Assedio di Mogo~.za (1;93)

rin[orzo e mezzi di rifornimento. li gcn . Michaud, comandante del! ' Armata del Reno, nel gennaio riccveuc dal Governo francese l'ordine di stabilirsi di fronte a .Il. e di cominciare k operazio ni d'invcstimc11l0. L' iuclc men,:a della stagione rendeva assai cluro quel wmpilo a truppe male equipa~iatc e nutrite, tanto pii, che ,i credette di adotlare un tracciato di grande ,vi luppo, costituente una doppia linea di circonvallazione disegnata a semicerchio da Laubenhcim a Monbach. Tu11avia, lavorando di gran lena, i Francc.;si riuscirono .,'\ porta1·e i lavori a buon punto entro il mese di gennaio. Le truppe 3\'\'crsarie, riparate in baracc-an,cnri, vennero così a co~tiruirc due campi semi-::mularj conccn tl'Ìci, tra i qu~li giornalmente avveniv~mo fazioni per

linea di circonvallazione, in corrispoudcnza dei vicini pos1i del boico di Moobach e dello Hardenberg. Oopo lungo cannoneggiamento segui l'attacco; i trinceramcnri del bosco d i Monbach f11rono co lti cli sorpresa ùa un wrpo leggero di assoldati nalma11 e Serbi, ma presto riconquistai! dai soldati repubblicani. Più contr.istata [u la lolla nelle ridouc dello Jundcn San e dello H :1rdenberg . occupate dagli Au• ,trìaci in forz:t e con artiglierie; cosicch.: i contra11acch1 dei Fr:lnrcsi incontrarono seria rcsisteni.:t e ~olo vctS() sera l 'inva,orc fu ricacciato. Ta li azioni di dettaglio non in• iluinno gran fauo sulla situazione, essendo chiaro che non si a\' rtbhc ragione della piazz:1 fino :1 quando non si fosse in grado di completare l'investimento dalla riva dr. del


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Reno. li Michaud graveme nte malato in seguito alla ferita fu sostituito dal gc,wraie P ichegru e l'Armata ebbe la denominazione cli « l 1nnata dd Reno e della Mosc ila » _ La pace separata franco-prussiaria (trattato d i Basilea), sotti·aendo contingenti agli Alleat i, parve o ffrire ai Francesi il rlestro di r iprendere il d isegno strategico del passaggio del Reno a Mannheim con l' 1\rmata di Sarnbra e Mosa (ala d r.) e a Diisscldorf con I' Armarn del Reno e :Vloscll a (ala sr.), se rrando il cent ro su ,H., che doveva essere investita anche dalla riva dr. Il felice pas;aggio de l fiume e la presa d i Mannbeim (20 settembre) permise al generale Jou rdan d i avviare forze lungo il Reno per comple tare I 'in v<:stirnen to di M .; del c he fu incaricato il gencr:ile Klébcr. Ma le operazioni procedevano fiaccam e nte per difettosa a:Lionc di coma ndo del Pichcgru : uno scacco subìto dai F r ,l(\ccsi a I-kidelberg permise la congiun zione òclle due a rmate avversarie (Alto Reno . Wurmscr ; Basso Re no, Clairfay t) facilitan do ad esse la manovra cent rale c he minJcciava il ]ourdan ùi avvilu ppamento e lo costrin geva a sg01nbrare le nuove l inee a terg-o di A1 . ç a ripassare il Reno a Neuwied con moi ra difficoltà. Dopo la ma-

novra contro k ali era naturale che il Clairfayt ~gisse sul 1

centro per ~boccarc o ltre Reno ria M., opcr:izionc facilitata

dal fatto elle il Pichegru a\1cva sgucrnito la lunga linea d'ìn vestitncnto sulla sr. òcl Re no, traendone due <livis. , portate su Mannheim . Rimanevano d i fronte al la piazza solo 20 mila uom ini ci rca, assai provati dalle fatiche e dal pessimo vcttovag lian1ento, con artiglierie can1pali prive di

~tttacchì e batterie da posizione senza adeguali lraini pe, sanll; disse:minati, per g iunta, su fronte tro9po vasta, b quale aveva i ·estrema d r. aµ poggiata al borgo d i Lanbenhcirn, senza prolunga men to sino a l .tiume . Su quest'ala, ap punto, molto opportunamente il generale Clai rfayt d iresse il suo sforzo principale. L'attacco iu p redisposto la no1te dal 28 al 29 settembre e favoritn da un temporale che va lse a occultar meglio gli apprestamen ti. D ue bgl. dovevano svolgere aziouc dimostrativa per r]c.:hiamare l · atten-

zione <lei F rance.si sulla loro estrema sr., mentre tre co-

lonnc dalla fron te Wci,senau-Forte Santa El isabclta-Zalbach dovevano attacca re ] 'ala d r. , second ;He da d ue bgl. e da un d rappello d i ussar i che, rimontando il Reno, mcrcè uno sbarco presso i villaggi di Stackcnhcim e di Ilodcnheim sarebbero cadut i a tergo dell 'est rema dr. francese. L'esecu z ione è perfetta: il d istaccamento sbarcato sorprende nei due villaggi il generale Courtot e il suo Staro 1-!aggiore (8;~ di\' is.) che sgombrano in llttta fretta recandosi a Lanbenh eim, dove g ià ferve il combattimento : incalzarn di fronte dalla colonna austriaca cent rale, d i fianco d a quella di sr. , sul rovescio dal d istaccamcllt0 di sb arco, l'S"· di vis. , i scompiglia. li generale Courtot , domina to clal panico. anzichè appoggiarsi a sr. sulla contigua 9a divis., arretra in disordine, assai lontano, scop rendo il fianco dr . dell 'occupazion e ed es ponendo la 9• d ivis. ad attacchi d egli Ussari, me ntre essa è già alle prese con le due colonne. :lu-

strlache. Tuttavia ciuclla uniuì ~i sostiene in virtù di una provvida conversione della sua br igata di dr. , dell'intcr,·cnro d i cavalleri a francese e dell'ene rgia del coman danrc. li Pichcgru - che ha il suo quartie r generale a Ober-lngelheim. assai indietro - avverte troppo tardi la falla prodot1asi alla sua dr. e intcr\'iene solt~nto per ord inare i ) ri pjcgamento delle d iv is . di sr . ( ro• e 11•) . le quali possono cffet.tua rlo sotto la protezione della 9a, che salva la si tuazione e sì ritira a sua volta . Verso k 14 Je tre div is. si raccolgor10 J ie1ro la linea della Selz, p rive dei loro parchi rli artiglitria , che han dovuto incendiare sul posto prima del ripiegamento, mannwdu i l r~lini. T. 'Sa divisione, che ha .>ubìto il più graYc scacco, si rau:o.~lic ind ietro, presso GrUnstadt, ancora in grave disonlinc . La giornata costava ai Frances i 4500 u., ù i cui 1633 prigionieri, oltre a 138 ca nnoni e -.oo ca rri di munizionì e v iver i; gli Austria.ci ebbero fuori tl i combattime nto 16<1 morti . fra cui due generali, 11 80 feriti, 12 5 djspcrsi . L'invc~Liruento di 1'f . ven iva cosi a fallire definitivamcnlc, e il Pic11cgru ~ gi~ esonerato per la ùefìcicnce capacità dimostrata ebbe a suo carico un nuovo capo di ,KCtJSa cbc gli valse il disfavore del Gnverno e l'esone ro dal comando.

Assedio di l\1agonza ( l 794- T; 95)


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Magra. N ave cisterna, ,·arata nel 1885 dai cantieri Odcro a Sestri Ponente; dislocamento tonn. 78; apparato motore 15 cava lli; n aufragata nel Mar Rosso nel 1895. Caaùuori della .H<1gra. V. Modena (brigata).

Magrini (lgi11io Maria) . L uogotenen te generale della :VI. V. S. K., 11. a Vcnczia nel 1885. Av,·ocato, iu volontario <li guerra e cai>itano, guadagnando due mcd . di bronzo e una d'argento . E bbe caricl1c amm inistrative nella sua città e partecipò alla Marcia su Roma. comandando l,1 legione San Marco. Fu anche alto com mi,sario all'Opera Nazinnalc Combattenti.

Maha (81md11!a). Eroe popolare dei Binmni , del secolo X IX . Conq uistò i paesi d, Assam e di Muniporc e tentò l'invasione del Cachar. :--lclla guerra del 1823-2-1 tra fa Birman ia e la Compagnia delle Indie, M . comandò l'esercito birn1ano e rimase ucciso combattendo contro gli Inglesi. Mahan (Al/r('(lo-'f'llllycr). U fficiale di marina e .\cr ittore mii. nordamericano, o. nd 1840. Prese parte alfa guerra d 1 Sc,c~sione e t u presi,knte della Scuola di guerra navale l N ewport ( t866-1888 e 1892-1893). Durnnte fa guerra con la Spagna fu membro del « Kaval ,\d,·isory Board " · e, nel 1899, uno dei delegati che rapprescnrnrono gl i Stat i Uniti alla con(crcnza dell 'Aia. Fra i suoi scritti si notano : « Influenza del clo,ninio <lei 111.1rc sulla storia "; " Innuenza del do minio <lei mare sulla Ri voluzio ne francese e l 'Jm. pt,ro »; "L'interesse degli Stati l.;niti nel dominio del mare ,, : <~ Lezioni della guerra 1spano-amerìcan3 )) ; flrcve storia de lla g uerra sudafricana "; « Il potere marittimo nelle sue relazioni con Id guerra elci 1812 »; e le Vite degli ammir:igli Farragu t e Nelson. Maharuga. Altura della Tri!)Olita111a, prc~so Rrach. \'i si ,\'olse ,,., conibattim,·nto che appartiene alla guerra colo niale dell'Italia in Libia, per la sottom issione dei r,bclli dopo la pace di Losanna.

morti, fra i quali Moharnmcd ben Abclalla, uno dei loro capi. Venne anche conc1uistata la bandiera verde detta « de I profeta ».

Mahdi. C.ol nome .\/. sono stati indicati nel mondo m uw lmano i profeti dei qual i Molw111111ed A l1111cd ( 18401885) fu in lotta contro gli I nglesi . Egli abbandonò il pmtn cl, funzionario egiziano, si rittrò nell'Alto Egitto, vi iormò t111a sella di fo natici (V. D ervisci), sconfisse gli Egiziani più mite e divenne signore del Darfur e del Cordofan, pren dendo Cartu111. - Altro .11. fu .\l ohammcd br" Abdul/ah ( 1850- 1899). G li Inglesi gli presero D on gola ed egli si ritirò ad Omdurman. Prc,a questa cittl nel 1898 per opera dì Kitchener , e distrutto il suo esercito, il M . si ritirò nd Cordofan. N el 1899 r icomparve con altro e,ercito sul Nilo, ma il 2-1 no,·cmbre fu pienamenic sconfitto a Om-Dcbrikat dal gcn . \Vingatc e morì combattendo. Mahé. Piccola ciuà dell"Lndia, sulla costa del Malabar. Sorge sopra un territorio che si eleva bruscam cmc sul mar<'. cd è bagnato a nord eia un piccolo fiume costiero, la cui imboccatura, O\lruita cl.i rocce, è inaccessibile anche ai bastimenti di piccolo toJlnellaggio. Dopo l 'occupazione francese da parte di La llourdonnais (1725) cambiò il nome e.li Ma,hi in qudfo di .lf. Fu presa dagli I ngbi tre volte: nel 1761, nel J779. nel 1793; essi nel r 8 i 7 la smumef. farono. At!,l<"CO e presa di .\Ja/,é, Appartiene alle gucrtc di espansione in India fra le compagnie francc,e, inglese e olandese. Kel J725 una squadriglia francese comandata da l'ardaillan, si presenti,, per ordine del governatore di Pond ichéry, davanti a M. intimandole la resa. Persuaso che la posizione particolare della città la rendesse immune da ogni pericolo di attacrn, il capo che la conrnnù ava si ,-;. tiutò di arrendersi. Il P:,rdaillan rimaneva inccno sull 'csito della impresa cd e;cogita,·a i mezzi da adottare quando il capitano dc L a flo urdonna is gli sottopose un piano di attacco, domand.rndo di poterlo mettere in csecu,.1011c . Il piano consisteva nella costru7.tone di una zattera per mezzo della qua le le t ruppe sa ,·ehbcro state sbarcate a terra in ordine ,li battaglia, prme1te dal Cuoco della squadra. Ottenuta l'approvazione ,I La Bourdonnais fece costruire lo 1.attcrone e fattivi salire i ,oldati li sbarcò sulla spiaggiJ ai piedi della roccia. Superata questa, che era la maggior difficolt:I, venne dato l 'assalto alfa città che (u presa.

M ahidpore. Locafit) dell'India su l Sipri, affl. Cange.

Combattimento di !llaharuga ( 19 13) Cli ascari eritrei con la bandiera verde del profeta

Il 23 dicembre r913 la colonna :V[iani partiva da Brach , e il mattino seguente assaliva le alture di M ., occupate eia forte nucleo cli ribelli . La lolla durò cinque ore, e terminò con la piena sconfitta di costoro, che si diedero alla (uga disperdendosi, e lasciando sul campo numeros issimi

èd

8a11,1glia di Mahidpore (dicembre 1817). Apparricnc alla guerra degli Inglesi cont ro i :'>l ahratti . li 21 dicembre le truppe dello Stato cli I lolkar , forti cl i 20. 000 uom ini, di cui un buon corpo di ca,·a!leria, a,·evano preso posizionl' a .\/., sul fiu 1l1C Sipr i, copenc da 70 bocche da fuoco . Nel mattino dello stesso giorno, era giunto d i fronte a 11uestc posizioni il gcn . Histop con circa 7000 Canti e 4000 oval li. Sebbene la posiz ione dc, Mah rntti fosse fort i,sima , il genera le inglese dedsc cli as,alirla senza indugio . li brigadiere gen. Makolm, comandante della rlivis. di tc,ta. senza tcn rnre in alcun modo t! i gi rare la posizi1.1ne nc111ica, scese nel fiume con la sua gente, lo guadò sotto il fuoco avversario, e, raggiun ta f"altrn spontfa, assall alla b.1ionctta I 'aniglicria mahratra e se ne imp:tdronl, decidendo a favore degli Inglesi dell "esito della battagli,,. Le perdite degli Inglesi fu rono di 780 u. fra i quali 38 uflìciali europei. Le perd ite dei :Vlah rau i am montarono a 3000 u.


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MAH

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Questa vittoria condusse al trattato di Mundesur (6 gennaio 1818) che ridusse di un terzo i possedimenti di Holkar.

Mahjus (Sù/,). Località nella zona <l i. Merg in Cirenaica. Il 22 febbraio 1914. una colonna italiana, del presidio d i Mcrg, era avviata verso il sud bengasino <love doveva partecipare ad opcra7.ioni di pofo;ia, q uando fu attaccata presso Sidi /\1 . dai ribelli , i quali l'investirono sulla sr. e in coda. Un pronto attacco liberò la colonna, che disperse ribell i attaccanti infliggendo loro una perdita d i 25 morti. Mahleb (o Mol,a/leb, Abu Sofra). Guerr iero musulmano (630-702) . Si batti: contro i ribelli alla dominazione omrn iade, liberando Bassora e contribuendo alla presa di Samarcanda. S i spimc con le sue truppe fino al!'[nd ia . Fu governatore a Mossu l e nel Khornsan , dove domò una ribell ione, rafforzando la potenza degli Ommiadi, dei quali fu uno dei n1igliori generali. Mahmlld (!limi Yemin ). Sultano dell'Indostan (967w30) . Fu so,·rano dapprima nel la Persia or ient ale, e lottò contro i Turcomanni . Invase l'India più volte, crea ndosi u n regno abb~stanza vasto .

Atfohmzui

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Su ltano della T urchia (t696-1754). Fu lun-

garnentc in lotta contro i Pers iani ; nd

I j.)2 concluse con

loro una pace che ehbe breve durata; i suoi eserciti vennero ripetutamente sconfin i dallo scià Nadir . '.',!cl n36 entrò in lotta con la Russia e perdette la Crimea, riuscendo tuttav ia, con felice difesa della linea del Danubio, a concludere un 1,uon trattato a Belgrado ( 1739). Sotto di lu i sorse I, pote nza dei vVahabiti nel l'Arabia.

Ma/11,wd Pascirì. Figlio d i Mcbcmer, Pascià di Scutari . verso la fine del sec. XVII[ crcditc\ la sov ranità dello Stato e combattè contro i Montenegrini, prendendo loro Celtignc. J\fa , avene.lo recato danni in territorio veneziano, la Repubblica reclamò a Costantinopoli. L a Porta inviò un esercito contro Nf. , il quale riusd a sconfiggerlo. Un se. rundo esercito arrivò a Scurari, e si disciolse per diser. zìoue incitata da M., perdendo le artigl icr,e. Un terzo esercito fu pure sbaragliato . Ma Pietro [ del Mnntencgru, raccolte.; forze superiori, attaccò 31. e riuscì a sconfiggerlo ; presolo prigio niero, lo fece decapitare. ,vfal1111ud !!. Su ltano della T ur;;hia ( 1785-1839). R iorganizzò l'esercito all'europea, e dopo aspra lotta riuscì a sopp rimere il corpo dei g ian nizzc(t, stcrn1ina.ndo i ribelli . Nel 1809 entrò in guerra con la Russia , perdendo Bcssarabia, ~1o ld a·v ia , Valacchia, ma riuscendo nd 18r 2 a strappare alla R LOssia il trattato di Bucarest. Soffocc', r ibell io ni dei Serbi (1814) e dei G reci , nonchè ( 1820-22) quella di Alì Tebelen, pascià di Giann ina, e lottò con tro i Wahabiti. Perdette b Grecia dopo la guerra per la sua indipendenza, vide la sua flotta distrutta a Navarino (1827) subì nuove sconfitte (1828-29) per opera dei Russi, coi qua li fu costretto a concludere la pace di Adrianopoli. Infine dovette lo1tare contro Mehemet A lì subendone parecch ic sconfitl(:, e domare rlbellioni nei paes i cri~tiani bakanici sottomessi alla Turchia. tvfalzmttd Che,11l(et pascià . Ge nerale turco (1854-1913). Fu insegnante ù i bal istica e tiro alla Scuola m ii. Per nove an ni ,·isse in Germania presso k fabbriche ,d'armi Jvlauser e Krupp. Tornato i11 patria, vi d ivenne generale e direttore 1ccnicu dell'art. turca. Ehbc il coman do del vilayet di Cossovo nel 19oì, e partecipò al movimento de i cc Gio,·ani

T urchi ». assumcmlo il comando in capo delle truppe di Salonicco (aprile r909) che marciarono rnlla Capitale. Ricevette allora la carica di ispettore gen. de lle truppe dello Turchia Europea, e subito dopo venne nominalo ministro dell;i guerra . Posto in disparte all ' in izio della guerra l taloTu rc:1, lornò in auge, co1ne.

gran vizir, dopo la disfatta dei Turchi nelle guerre Balcaniche. Pcrl assassinato a Costantinopoli , µcr opera di av,·er• sari politici .

Mahon. V. Port Mal,on. Mal,011 (lie11iamir10). U/Ticialc e scrinorc mi i. francese . noto sotto lo pseudon imo di lVlahmud Chewkct pascià llrt Roc, n . nel 1865. Proveniente dall'artiglieria passò poi in servizio di S. M. e pubblicò parecchi libri, fra i quali : cc Io e Pingot: giornale di un utTiciale di artiglieria 1; ; « Sotto la bandiera 11, « Papà Felice : tre granatieri de!! 'anno VIII ;, ; « Il mio reggi mento r usso ». In q uest 'u ltimo libro il M. espone i principì militari del g<:11. Dragomiro,·, e dà in compendio le sue idee suli 'esercito russo.

Mahr atti. Selt,l pol itico-religiosa del l' India, sorta nel sec. XVII dal le lolle fra le sette indiane e i maomettani. I ;.\,f ., dapprima piccola tribù ariana, avcql no costituito uno Staterello repubblicano nell a regione montuosa presso Bon1ba y. La loro forte coscienza nazionale e rcligio$a ne fece i capi della, lotta contro l'Islam; per il loro valore guerresco r:s:si avevano spesso avuto pane i1oportantc nclk vicende dei piccoli Stati del! ' India meridionale. T ra quest a nobiltà g uerr iera sorse Sivag'i , il creatore della potenza mahratlica , nemico acerrimo di Aurengzeb, al quale i nilissc diverse sconfitte. Morto Sivag'i (1680), Aurengzcb si portò nel mezz.ugiorno e prese Golconda e Bigapu r, distrug-

Ca·~·al ieri Mahrntti (1 818)

gendo g li Stati indipendenti del Dekkan. Ma i M . noti si diedero per vinti, e varie volte sconfissero l 'imperatore . Dopo la morte d i f\urengzcb, avvenuta nel 1707, B,ilag'i Visv::inath organizzò J 1\lf . in Stato 1nil itare, e , n1cdiante w 1 attacco contro Delhi, costrin se il Gran Mogol a r iconoscere I.a sua sovranità . E gli ampliò il regno fino a l Chambal , afHuente d i destra del Gange e conquistò l 'Orissa. I M . s' impadronirono poi ( 1720-1 740) dd Guzcrat e di


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l\1ah·a. La loro potenza rimase !)C r un morncnto ~co~sa dalla invasione d i N'adir Sh:,h ( 1738), salico al t rono pcr>1ano nel 1736. Ma la sua impre,., non fu che una immensa ra,.,.ia, terminata con la dc vasra7.ionc cl i Ddhi e la strage dei suoi ,,hitami. Da l 1740 in poi i M. riMlrsero ctl este.<:ro il loro dominio ,ino al Bengala e a Lahorc. Ma qui si trovarono di fro nte l'afgano Ah mcd Shah, che in flisse lo ro, nella battaglia di Panipot (1761), una tremenda sconfitta: 200. 000 combattenti, co, loro duci, \'i la,ciarono la vita. Da allor.1 il regno mal,ratto dernd de e , i fran tumò in diversi p rincipat i, i quali fu rono soggiogati dalla potenza britannica con la fondazione dcll"impero mgbc d elle Indie.

Guerm contro i Mah/'/11/Ì. Al p rincipio del sec. XIX non "i era in uma l'India alcuna poten7,a che aHcbbe potuto turbare 1.1 pace . t ranne i M. l'ormavano costoro ci nque Stati ind ipendenti , i qual i però si consi,kravano come confederati e riguardavano Baiee Rao Pesh w:i come lo ro leginimo capo supremo. Mentre g li lnglc,i erano imp<"gnati in ostilità con tro i Nepaules i, i l Peshwa ave va ini-

MAl

il 19 febhr:iio 1818, dove pe r,va Cokla, ard ito condottiero della ca\'allcria rn,1hrat1a. il Peshwa Bajcc R ao, stanco clelb vita eia fuggiasco e nella impossibilità d1 re sistere agl i Jnglcsi, nel maggio seguente si arre ndeva a disc rez ione al gen. sir John Malcoln, ollenendo di ritirarsi in un domicilio fisso dell'Indostan, con un assegno ann uo . Conten,poraneamrn tc al i 'azione principa le con tro gli Inglesi, condona dal Pcshwa, altre azioni secondarie si svolge\'ano da altri capi M. Uno cli essi, Ap pa S,ub, reggente di Nagporc, inform,110 dcli 'offensiva p resa dal Pcshwa , si era deciso ad agire nello stesso modo coniro il residente inglese Jcnkim. il quale, lasciata ~agporc. si era ritirato sulle alture di Siuabaldi con la su:1 sco rt a, com,111data dal col. Scon ; a1salito quivi il 27 novembre 18 17, respin~ I 'as,:olto, ,·. ra!(g-iunlù da altre truppe, rientrò a Nagpore d ove Appa Sahib si a rrese a discrezio ne. Però il disarmo degli Arabi e degli ,migl ieri non potè a,·venire c he in seguito ad altro comba1ù111ento che costò agli lngle,i 150 u. Nel mc;c se-~ucnte (2 r dicemb re 1817) avven iva la batrnglia di Mabitl(IOre (V .). Il 1'' gennaio 1818 è memorabile ne.~li annali mii. indiani per la dite,a del colle di I Jarigaon, soste n11ta dal capitano Staunton co n un hgl. di cipais di Bombay. 300 ca,•a!!i irregCJ!ari e 24 artiglieri europei con 8 pezzi. Assalit i mentre n1arciava110 da Sc..·raor ·v er..o Pun ..1 da 20.000 si di icscro per tutta la giornata e uclla notte poterono ritornare nc!lc loro po.,.jz.ioni d1 Seraor, senza lasciar prigionie ri. D eg li otto u!Tii:iali della colonna. ùi cui due ,·rano medici. cinque perirono e dei soldati indian i 187, cinè o ltre il <Juarto della fona. In <JUC\la campagna di quattro mc,i, che lord Hastini:, aveva intrapresa malgrado il ,·o to contra rio del Consiglio di Calcuua, egli avc\'a sgtlminato le (orze dei ,\/ ., dei Pinclarri e dei Palassi, asccnclenli compkssivamcntc a 150.000 u. e 500 cannoni , cd aveva soggiogato lo spiriw. p iù che g li esercit i, degli indigeni. a cui J\'C\'a fouo sentire che il dominio supremo clell'Jnclia era passato irremissibilmente nelle mani degli Inglesi.

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Battaglia di ~1aidn (l l uglio 1806)

7.1ato pr.itichc w n gli altri principi .Il. e con i capi dei l'i nda rri per un'azione comune contro gl'l nglcsi. Il marc hese <li I lastings, accortosi d i que1tc macchinazioni , volle c hia rire le sue relazioni con i principi .\1. e cost rime i più tc ntibi li, Sin d ia e il Pcshwa, a lirinare (g iugno 18 17) un nu0vo t«lltaco di alleanza. Cominciate le operazioni contro i Pindarri e poi scoppiato il colera negli accampamcmi inglesi, il l'eshwa, non curante dei tr~1ttari, smascherò i suoi progetti ed in iziò le ostilità assa lendo la Rcsidcn,:a di Puna impron-isamente. L 'Elphinstonc, resicleme inglese, fece appena in tempo a , alire a e.vallo con la sua scorta cd a ri ti rarsi a K irkec dove era accampato il col. llurr con circa 3000 u . i quali furo no assaliti, il 5 novembre 1817, dalle forze del Pcshwa in numero d i 18 .000 ca,·alli e 8000 tn nti, d i c ui una parte d i regol.1ri comandaci <lai porto1-;hcsc Pinto. Dopo un combattimento assai ,•irnce, nd <jualc gli Inglesi perdettero un ccn1i11aio di uomini, i M . fu rono 1·c, pinti dai cipais coniandat i dai residente f'.lpliin~to ne, che sebbene non militare, \'Olle guidare gli a~salti. li 13 dello stesso mese gli Inglesi entravano in Pun:1, se• gna ndo, con 1'o.cupazionc della sua capitale, la caduta dcli 'ultimo Peshwa. Dopo una nuo\'a sconfina ad Ashtec,

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Maiano (Gi11/i11110 da) , i\rc h itcllo militar,. n . a Maiano, a Napol i (1432-1490). Lavorò al Castel :-Suo,·o cli 1'apo li, e alle fonificaò oni (1471) cl i Castrocnro e Mo ntepoggiolo. - Un llenedetlo da ,\ ltiùtno ver,o il 1474 eresse il ca,tcllo del Carmine e le mura ciel reci nto urb,tno di ;-,bpoli. 111.

Maida, Comune in prov. di Catanzaro, sull'Amato, b,,,·c distanza dalla sua foce.

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Battaglia di Mt1ida (4 luglio 1806). Appaniene al la guerr.1 in Calahria u-a Francesi e Inglesi e fu anche dcttJ di Sa11t'E11fcmia . li 1 • luglio, il gcn. inglese Stuart sbarci, sulla spiaggia d i S. Eufemia con 5200 u. , elci quali tHt migliaio di Corsi, Siciliani e Napoletani, con 16 cannoni. Un piccolo corpo polacco, cli 300 u .. che te ntò di o p porsi ~Ilo sba rco, fu cost retto a ritirn rsi lasciando nelle mani degli Inglesi 50 prigionieri . Il gen . iranccse Rcynier rac


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colse q11an1e forze polè, e ,i ponò a ,\/., dove. al mauino del 4, lo Sllla rc mosse ad assalirlo, di,·idcndo le sue forze in 4 piccole brignic , a i::li ord ini tlci gcn. Cole, Oswa ld , 1\ cland, Kcmpt. Il gen . Re)·nier. ,•i;1i avanzare gli Inglesi. non ne attese l'uno sulb posizione che a,·eva preso, ma ne scese, con l' idea d i rigettare in mare l 'avvcrs:uio. I r•·r:,n ~ cc,i a,·anzarono con la sr. (r0 leggero e 42° do linea) .,gli ord in i del gen. Compèrc: col centro (Svizzeri e Polacch i) agli ordini del Pcyri e del Francc,chi ; con la dr. (23° leggero e i cacciatori a ca,•allo) agli ordini del Digoner. L:, lx111aglia si iniziò con un breve scontro tli 1iratori sparsi sulla dr. ingksc, e subito dopo i l Compi:rc avanzava in colonna con le truppe ai suoi ordini conuo la brigata Kc mpr, la qua le, in linea d i fi l:i, fulm inò con fuoco intcn<o la densa colonna francese e la ,b:1ragliò prima c he c\sa potc,,e venire alla baionella: il Compèrc. ferito, fu fatto prigioniero. Poco dopo !"azione , i accendeva al centro, dove la colonna polacca [u sbaragliara dal fuoco della brigata Ac!:,nd, mcnuc gli Svizzero ripiegavauo ordi11~1t:1mentc verso la destra francese. 1.~l quale, valcndo:;i dc!la sua c;n·alleria, fronteggiò gli lnglc,i del Cole e dcl1'Oswald, tìnchè :il ,occorso di questi i:iunse in rinfor.to. sbrcato il giorno stesso sulla spi;iggia d i S . Eufemia, t111 f<•ggimcnto inglc'>" di linea. li gen. Cole riuscl allora a rcsprngcrc la cavalleria , e la dr. fr:mcnc, raccogliendo gl, sbndaci della sr. e del centro, si poS<: in ritirata verso Catanzaro. Gli Inglesi non poterono completare la vittoria µc1· n1ancanz.a d i cava llcrh1. J)a parte francc..e, le perdile ammontarono a 16 ufficiali morti. 40 fcmi, 8 prigionieri, e 5"'' ,old:iti morti, 300 f,;rìti in salvo, 900 p ri gionier i di cui I., 111e1,ì feriti. l)a p.111e inglese. 1 ullicialc e 40 soldali morti. r3 ufficiali e 269 soldati feriti. Il campo francese, con munizioni e pro,·vi!,!ioni . f u prcs,J . Duran te la rit irata) :l\-c11<.lo i Francesi commesso ~'\:cessi e sparato sulla folla a :\farcdlinara, la popolaz ,one assalì e p rese il loro carre)(gio. E le Calabne, ali., notizia della battaglia di M . si sollevarono contro i Fr.,nccsi. Tut.tavil lo Stuart si accontcnrò di invi:ire a Scilla I:: brigata ()swald, e torn/1 col resto del le truppe in Sicilia .

Maìdenhead. Villaggio degli Stati Uniti. nella Nuo\'a Jersey. IJur:rnte l.1 gucrr,l d'lnd1pendcmca d"i\rncrica, Wa,hington, rinforzato il proprio esercito dopo il successo d i Truuon dall"accorrcre di numerosi ,·olonrari, ripassò il De laware e andò a far massa in Trencon. Gli Inglesi, che !,,i erano concen trati a Princctown, decisero d i aS!-.~llirlo prima che le sue foo,e si faccsocro troppo numcrosc, e il z genn aio 1777 marc:ia ,·onu a tJuell a volta, comandate dal gcn. Cormvalhs. li Washi11gto11, non ;enrcndo,i d"affronrare la loua, nè potendo, per lo stato dei ghiacci, ripa":ire sen,.a pericolo il tiumc. decise d i inoltrarsi nella Nuo va Jcr;ey c. lasciati accesi i fuocl11 degli accampamcn1i, ,ik-nzio,J• mente li abbandonò con tut1i i ,uoi. M entre giungna a M. v i trovò tre rcgg. inglciti in 11)3.rc.ia per ragg iungere il Cornwalli,. Si accese ,•iolenta la mischia; dopo ;overc ;ulle p1ime 011deggiato 1 gli Amt·ricani attac,,uono ,on vigore e costrinsero il nemico a dispe rdersi colla perd ita di ol tre 100 morti e 300 prigionieri. li Cornwallis. dopo un tent:uivo di insegu imento, si ritirò a Urun~\\'ick.

Maifreni (Guido). Medaglia d"oro, n. a \'oherra, m. ~ull'altipiano di Asiago (1894-1917). Figlio d, un colonndlo dell 'll.sercito, volle seguire lo vocazione pa1crna; pcrci,\ da sotlOL di complemento, passò nel ruolo aui,•o, in segu ito ad esam i, sostenuti pochi giorni prima che fosse dichiarata la guerra del 1915. Incorporato ncll"8° regg .

M,11

hc1,ag!ieri, passò poi, d.1 tenente, nel 12", tra le cui lìlc. 3nimosamcnte combaucnclo, cadde ,ull'altipiano dei Sette Comuni, nell"cpic,1 difesa del d ic(•mbrc 1917. Al kt memor"' <lei fJrodc uincialc (u concessa la mcd. d "oro con la seguente motivazione: " Giovane ullicialc d i p rovato valore, fu di fulg ido e<cmpio per calma e coraggio nel guidare la compagni.i cne comand~va all'attacco di forte posizione nemica. Ferolo una prillla volta , rimaneva al proprio posto, ed anim:ondo i ,uoi bersaglieri, rcspingern brillantemente e ripctutatnencc i furioM contrattacchi 3\·vcrsari. Colpito di nuo\o gravemente, co11tinu,;1va ad jncitarc i dipendenti e non cccle,·a un p.olmo di terreno, linchè, colpito monahnence un., tt1·1.a ,·olia, cadeva g loriosamente col nome rl'ilalia sulle lal,bra " (Mckttc d i Galliù, 4 dicembre 1917).

Maìllard (di To11mo11 mardtese Pietro). Generale, m. a Rumil ly nel 1580. Al seguito di Em,rnude Fi liberto, ,i distinse a S. Quintino. Luogotcn. generale nel 1563, ebbe p(,,O dopo il Colla re dell'Annunziata . Governatore gcnei;ilc <lclla Savoia, ebbe poi ii comando del forte rlell' Anllt!nziata presso Rumilly. .\/Jil/arrl di Toumon 11wrdu,e liurim Fmllct·uo . Gcncr:o!c. nipote del prcreclencc, m. nel 1632. Gentiluomo di camera di S . i\., percorse la camera milirnre in ca,•allcria ,J ivc11cndo iuogottn. generale . Maillard di To11mo11 barone di Co11fig11on Al/011So. Gene, 1lc, fro rello del precedrnte, m. nel 1660. Percorse la ca,r:cra ncll., cavalleria sa,·oiarda divenendo n..:r~tlc .

luogotcn.

gc-

.\ laillard di T oumon marchese Vittorio Amedeo. Genc1.11l, tiglio del preccdemc, m. nel •ìo2. Cornelia nella cp. ge111iluomini :m;icri nel r672, \'Cnne qualche an no dopo ck·uo gO\t·rnatore del e.Mello e contado di Niua. l>dl 168o al 1(,88 fu \'Cedorc generale delle mili2.ie, uhimo a coprire tale carica. Fu i11, ign ito del collare dell 'Annun -

ziata. M,,illard di ·ro111·11on 11wrd1e.e Fdia Ema,wcle. Generale. figliu d i Viuorio Amedeo. n. c 111. a Torino (16661;2!i). Cornelta nel rcgg. Piemonte Reale nd 1683, com1,.mi.: al la Staffa r,b ( 1690). Colonnello, giovanissimo, nel 1(,-.J 1, comandò il rcgg. Dragoni di Piemonre che resse ,ino al 1709, di, cncndo generale di banaglia di cavalieri,, ne ! 1705. Nel 17,JG p rese parte al la tli fesa d i Torino. Nel 1;09 ebbe il comando della 1• cp. gentiluomini arcieri ;(Ua rdic dd Corpo di S. A . R. Come rnle, accompagnò \"ittorio Amedeo in Si cilia e ne l li ' 9 ebbe il g rado di lur.goten. gcner.,lc.

i\luilia11! di T o flmo11 111m-d1<·s1• Vittorio Amedeo. Genera le. m . ., l orino nel ,754- Iniziò la carriera ne, Dragoni di Piemonte; maggiore 11cllc Guardie del Corpo nel 173 r, due anni dopo ebbe il comando della 2• cp. tli esse e lo tenne sino alla morte. divenendo gen . di brigata nel 1734, 111nresc. di campo nel •ì37 e luogoten. gen. d i cavalleria nel 1744. Nel r;50 ebbe il collare della SS. Annunziala. :\/ail/m·d S<'b11s1111110 .

Fddmarescial!o austriaco,

n.

nel

1746. Scrvl dapprima ncll"c;crçito toscano; nel 1773 pa,sÒ nel corpo del gemo austriaco e nel 1794 prese pane alla difesa d i Mac,cricht. Nel ,80~ fu nomi11:,10 direttore rlistrcuuak del genio in Ungheria cd eseguì numerose cristru:,;ioni militari e statali. Seri,;c anche libri 1~-cn,coscicn tilici circa I·ane for1 ific:1to ria.


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MAI

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.1,fnillard (Pseudonimo di Luigi Adolfo Go111.i:). Generale e scrittore mii. fr.mcese ( 1838-1 901). Fece la campagna del 1870 e fu poscia insegnante alla Scuola superiore di Guerra. Nel 1896, generale cli brigata, comandò la scuola di SaintCyr. 1 suoi " Elemen ti di guerra » fecero cesto, e I 'autore i: con,iderato come uno dei fondatori della moderna arte mii. francese: egli fu un ,uscenitorc ad o l,ninza cld 1•offcnsiva.

Guglielmo di Villchardouin, che , , fc-c erigere fonifìcazioni quando, dopo la 1V Croci~ta, se ne irnpadronì. Un forte propriamente deno .\J. ,i fu costruito dai Tur.:hi nel secolo XVI. :\fa il capitano veneziano Qucrini, proveniente da Malta con 24 gakrc nel 1570, aYuta notizia di tale costruzione, sbarcò truppe, cui si unirono

Maillebois (marchese G. B. Des ,\farcts). Maresciallo

di Francia (1682-1762). Si b;ittè in Italia come luogoten . generale. a Tortona (1n3) e a Guastalla nd se~ueme anno.

Nel 1739, inviato in Corsica, ne sedò la ribdlione. Tornato in Italia, vinse la bauaglia di 11.tssignana (1745) ma fu in,·ece battuto a Piacenza nell'anno seguente.

F->rtcz» d, :\lnina (s«colo X\ 11)

l\'laillcbois G. n.

i\laillé-Rrézè Urbano

Maillé-Brézé (niardiru Urb,1110). Maresciallo di Francia (1597-1650). Partecipò all'assedio ùclla Rochelle; fece (1029 30) la campag na del Piemonte; nel 163-1 quella d i Germania; nel 1635 quella dei Paesi Ba<si; infine quel 1e c0ntro la Spagna; d i,·enne nel ,642 vircrè cl i Catalogna . Maillé-Brhé Armando, duca di Fro11sac (o .\laillct). Ammiraglio di Frnncia, figlio nel precedente (1619- ,646) . Fece sotto ,uo padre la campagna di Germania e di Fiandra. e, passato nella marina . ,·i divenne gran maestro delle galere, ottenendo a 21 :urni il comando di una squadra. Rani: gli Spa~nuoli presso Caclice e presso Cartagena (16,10). Pa<sato in Italia , rimase ucd,o in battaglia na\',llc nelle acque toscane. da\·anti a Orbetello.

M ai M aret. Lra:alità clcll'Abi,sinia. al punto d'incroc10 delle Scnaf.:.

strade

J\digrat-Scnafè

e

,\dua-Dd.lra

D:,mo-

Co111ba11i11ie1110 di Mai \laret (25 febbraio 18!)6). 11 co!onn. Stevani, che sra, a a guardia dei ni.tjp'l.zini concentrati a M., essendo stato informalo d ic ras Sd,ath , riunitosi con Al!os Tafari cl,etro l'amba di Dcbra Mno, avrebbe lct1tato un attacw a "1. per impadro11irsenc, decise di prevt nirlo. La mattina del 25 febbraio, fatta eseguire una ricognizione del terreno, ~i tro, ò a contatto con la banda ribelle di rn s Sebath, forte d i circa rnoo u., e l'anaccò subito. La banda fu sconfina e dispersa con una perdita di 6o morti ed un centinaio di feriti. Nella colonna Stcvani st ebbero le ,cguenti perdite: bianchi, morti 5 e feriti 12; indigeni. morti 4 e feriti 16. Parre: ciparono al combatl imento due bgl. di bcrsaglic,·i, due cp. indigeni ed una batteria.

Maina. Regione della Grecia, nel mezzogiorno della Morca, abitata dai Mainoti, popolazione fiera che ,i presume discendente dagli Spartattt. li pae,e appartenne a

molti Mainoti, e dopo vi,·a lona se ne impadronì. Quindi. asportati i cannoni e le munizion i, lo fect demol ire. ! Mainoti aiutarono forteincllle il Moro,ini, allorchè que,ri (1685) fece 1'11npresa della Morea. S, batterono poi sempre contro i Turchi , tanto che ques1i, nel 1777, concedettero loro una ccrra autonomia. E furono validi,~imi combauemi nel 1 821-27 per la causa dell'indipendenza della Grecia.

Maine. Corazzata americana d i 6382 tonn , , velocità IV :250. \Il i;o, Vili 5i, VIII 3; mm., 4 mitr. e I lanc,asiluri, con equipaggio ùi :26 uff. e 329 11. c;iu rHa nelle acque dcll 'Avanil il 28 gennaio r8<j8, durante la ri\'oluzionc di Cuba che gli Stati Uniti aiutavano sollomano, il 15 fehbrnio successivo alle 2r ,40 saltò in aria in seguito a una 111i,1criosa csploswnc di cu, gli Ame11c"ni ,·ollcro rc,ponsah,li gli Spagnuoli. Fu questa la ragione che deterrninò l'opinione pubblica americana a imporre al presidente Mac Kinley la gucrr:i alla Spagna. lj,5 miglia, :lrmamento:

M aino (Ces"re). Generale commissario nella R_ Ma,ina, 11. ad Alessandria nel 1870, cntrn10 i11 ,crv izic> nel t ~S9, promo,so magg. generale nel

H,jfJ.

Maloli (l'aoln). Gcncrnle, 11. a S. Miniato, 111. combauendo a M. Majo (1864-1918). Sonot. d'art. nel 1882, ragg iunse il grado di colonnello nel 19,5. Comandò in guerra il 2° e poi il 7° regg. art. da campagna. Brigadiere generale nel 1917, quale comandanrc d·arr. ùclla 19• divis. in Val d·Ascico, il 20 ago,10 1918, durante una ricognizione nelle prime linee del M. Majo, riportò ferita mortale. Alla .ua memoria fu conccs,a la mcd . d 'arge n to.

Maiorano (Giulio Valerio). Imperatore romano, m, nel 461. Salì al trono nel 457 e louò contro i Vanda li, ,configgendoli nella Campania che a, e,·ano invasa . Passato in Gallia, vi co,trinse alla pace il re visigoto Teodorico, e il re "anelalo Genserico. Fu !ano uccidere da Ricimcro. M aiorca. V. Bn/en,·i.

I

" I


751 -

Battaglia narale prt:SSIJ .\laiorra (S13). Apparuene alle incursioni elci pirati saraceni. t.:na floua di questi. mentre tornava d alle coste spagnuole carica cli bottino, fu sorpresa nelle acque di .\/. <la una Rolla ispano-francese d i Carlo Magno, comandata dal conte lrmingar cli Ampurias, e picnamcmc sconfiua . Otto na>·i vennero catturate dai Franchi . e furono liberati 500 schiavi cristiani. Maipo (o .\111ipù). Fi ume costiero citi Cile, in pr,>,· . di Santiago. Una battaglia (5 aprile 1818) che appartiene alla lotta per l 'lndipeodcnza contro la Spagna fu comb:utu ta in una pianura p resso le sue rive, e prc,c il no111t· dal fiume. Erano cli fronte l'e>ercito dell'Jnclipenclenza ,;gli ordini dd San Martin, composto d i 4000 fanti e 1000 ":1ValJi, con 22 cannoni, e l'escn;ito spagn uolo, ,.-gii ordini del gcn. Osorio. Questi disponeva di due divis. (gcn D,: La I lcras e Alvara<lo) e una riserrn (gen . Dc La Quintana) : in tutto 5500 u. e una trentina <li pezzi. La batt,1glia fu arerta d:,ll'artiglicria, cui seguì l'un o delle 1ruppc e una mischia .acca nita , nclb quale l 'esercito spagnuolo linì per an<l..re in rotta, lasciando sul campo 2000 morti MAIPO

~

CSCRCI TO

<i.JI ·/NOtPENOf'NZ,t,

SP,t,CNUOlt

-

13:lnaglia d i :vlaipo ( 18, 8).

e tutta

1'111 tigllcri:.1 ,

la c~ssa

1

i feriti e

1500

pri,l!ionicri .

O,orio si salvò a stento con 200 ca,·alicri. L'c,crciw cicl l' lndipenclcnza riportò una perdita <li un migli.uo di u. fra morti e fe riti. La battaglia assicurò l'ind ipemknza <lei Cile, e permise al S;rn Mar tin di penetrar<' nd Però.

M aira. Valle delle i\lpi Mori1timc, in proY . di Cuneo, percorsa dal fiume o moni_n~o, affl . <lei Po dopo un c7."~o dt 120 Km. L,1 valle orig,n.a al colle ~faunn e tern1,'"a a Dronero. I.a valle è a11gusta , e sbocca in pianura pc:r mezzo di una lunga strclt:i; h:1 contralfoni rocciosi, d1f ticilmcncc praticabili, con sca"i sentieri e mulattiere. t pofra gli scacch ie ri dei colli di Tenda e del Mongincvro : i passi dai quali per c!>Sa ,i ;cen dc nella valle fra ncese di Orona) sono quelli di Sourone e delle Monache, il colle Mauri n che conduce nella valle d cll ' v ba yc e il colle della Scaletta per cui si va al passo della Maddalena. Du r:,ntc la guerra sulle 1\lpi nel 1742, Carlo f.manuelc lii icce erigere fortificazioni anche in questa valle, difesa, più che cl.i esse, dalle difficohà dei passi per un esercito.

,1,

Battaglione alpi11i V11/ ,\!Jaira. Costituito nel frbbra io 1915 per la durata della guerra j1alo-austriaca (1915-1918); {u as;cgnatO al 2° regg. alpini ccl ebbe le compag-nie 217• , 218• e 21iJ" - Dall'inàzin della g uerra fino al marzo 1916

MAI

fu schierato tra il passo di M . Cro~e Carnico ccl il Pal Grande cd operò anche sul' Pal Piccolo. Combauè poi su M. Rosso lino al mag~io 1916, allorchè fu inviato sulI'alto;>iano di ,\ siago ove tenne 1e,ta al nemico sul

l\h..'(h1glic del bana,glfone alpino \'oJ :\laira. YI. 13oldo, sulle Mclellc <li Gallio ed a Castelgomberto, ,offrendo gravi perdile. Sferra1as1 la nostra controffensiva sul Tre ntino ucrnpò M. Magal'Ì. Trn,fcrito in Val Lag,1rina, fu !>Chierato sulle pendici mcl d1 Coni Zugna fino all 'ottobre 1916. Inviato sul P asubio panccipò alle azioni ,lt-ll 'o ttobrc pe1 la conquista del « Dente " · Ritornalo in \';11 Lag-arina . ,·i rimase fino all'offensiva austro-rc<lesca dcll'ouo l)l'C ! (lii, allorchè, sfuggendo abilmente ad un accerchiamento ra· mico, si portò in Val Ca lcino, ove seppe rc'1>lerc Jlla \'iolcma prc~sione a,·,·crsaria con tenacia am111ircvok . Durante l'offensiva finale il bg l. , in viato a Sroro, pro...,guì per Tionc clnndc iu spinto in Val Rendena all"in,cgu,mcuto ciel nemico in rnua . Per l'eroico contegno tenuto in )!Ucrrn mer itò, oltre alla cito1.ionc ; ul bollcruno di gucrr,,dcl 15 dicc111bre HJ17 del Comando Supremo, clue me<l. ,l"argcnlo colle seguenti moti\'azioni: « Sin dal p rincipio ddla guerra, , on indo mito va lo re, il ba1tagl ionc Val Ma1ra corn.:orsc in lotte a~pre e sanguinose t.:ontro pre~ ponderanti forze nemiche alla ccmquista e alla tenace tlifc;a delle importantissime posizion i di Pal Piccolo, Frcikofcl, Pal Grande (:?.f maggio-1" luglio· 1915). Fulgido esempio di valore e di virtìt militari, il banaglione Val Maira, re.\isten<lo 1cnacementc con gravi perdite a s11pcr iori forze nemiche, mantenne impor1anti;,11ne pm1zioni ,1 M. Fiore e Cas1elgo111beno (6-7-8 giugno 1916) ,, . « Il battagl ione Val ylai ra, con icrrea tenacia e con superbo valo re, per 1re giorni comecuti,·i reststc,·a all'impero dì un 'in1era di-

vi~ionc ncrnlca, ')aldarnentc tenendo, con l'eroico sacrificio <lei suoi alpini , le tormentale trincee ch e g li erano sta1c affidare. Contratt.1ccando in ogni o ra , con manipoli cli prodi , riusci,,a a inchiodare l'invasore sulla linea che la Pa1ri:i a,•c,·a additato per !"estrema rcsis1c1wa (Val Calrn10 . 11-13 dicembre 1917). A,·c,·a già dato fulgide prove di abneg:izionc e d i ardimento sul i\l. Pasubio in aspre giornate d1 batu gli.1 ( 18-20 o ttohre 19, 6) " · Le perdite totali del bgl. nella g ue rra 19 15-18 ammont=tro no a: ufli :i:ili, n, . 11 , C. 38, di5pcrsi 16; u. di lruppa, m. 433, f. 14 16, disp. 283.

Maison (mard,ese .l\"1rola). Generale france,~ ( , 7iT •1840). Di famiglia sa, oiarda , partecipò alle cam1u.~ne napoleoMaìson Nicola n iche rimanendo più volle fcrito. Dopo la battaglia di Austcrlirz divenne generale di briga1a; nel 1812 partecipò nlla grande a rmat:1 e per essersi distinto al pas-


ì52 saggio della J3crcs111;1 ebbe il g rado rii generale d i divi,. Nella campagn:i del ,&13 comandò l'armata del Nord e difese il Relgio comro gli irwa,ori. Sotto i Borbo ni venne no minato pari cli Francia e governatore d i Parigi. Nd 1828 ebhc il comando in capo nelb Morca; nel 1829 fu promosso n,~rcsc. d i Francia e nel 1835 divenne ministro della guerra.

Maìsto (Pa1quale). G<:jeralc medico, n. nel 1sr.3. Souor. medico nel 1888, fu in E ritrea nel 1891. Nel 1893 meritò la med. di bronzo. Dopo a,·cr partecip;tto alla guerra libica cd a quella italo-austriaca ottene ndo b mcd. di bro nzo dei bcnemcrili della salute pubbl ica, andò in P . A. S. ( r920) . Colonnello nel 1920, {u promosso magg. generale medico nella ri,cn·a nel , 929. Maìstre (co111e Saverio Dc). Generale e scrittore savoiardo, n. a Chambéry, m. a Pictrograclo (1j6~-1X52) . Ufficiale dell'esercito del Piemnnte, dove servi nella fanteria di marina, er;1 capirnno quando i Francesi as,;o)!gct tarono il Paese (1798) e ,i rifiutò d i servire la Re pubblica. Passato in Russia, entrò nell'esercito e fece le campagne de l Caucaso e dell:1 Persia, d istinguen dovisi in vari,· occJsioni e divenendo colonnello nel 18ocJ e magg. generale nel 1 812 . Come scritto re, si dedicò a opere letterarie che gli diedero buona rinomanza.

,vlaùtre (conte Rodolfo Dc). Generale. nipote del precedente ( 1789- 1866). Figlio dell'ambasciatore d i Sardegna a Piet, ogrado. e ntri, nell 'esercito russo q uando il Piemonte era ancora soggetto alla Francia, col g rado di alfiere (1806). Dopo il trattato di Vienna ( 1815) passò col grado di 1110goten . colonnello, che aveva raggiunto, nell 'esercito sardo e 1•i d i"cn nc colo nnello nel 1819. tsd 1821 comandò interinalmcnrc la cl,vis. d i .\lcssandria; ntl 1830 d ivenne m ag-g. g,' t1Cra le e l 'anno seguente luogoten. generale: nel 1837 fu nominato governatore e comandante mi l. a Nizza; nel 1848 gcnnale d"cscrcito. Venne insignitn ciel col lare del l'Annunziata e anelò a riposo nel 1849. .\lais1re Ippolito (Or). Generale francese (1858-1922). Fu detto « asso di guerra francese». ,\I lo scoppio della guerra mondiale, geo . di brigai.I, fu capo ùi S. l\-l. . della 4• armata; nel settembre, per meriti cccezio11ali, :,;drando il

gr.tdo di gen. di di\'is., ebbe 11 comando ciel X XI C. cf'A. e ne l 191, divenne cnmandanre d "armata, succedendo a Mangin (nel maggio) al comando della G• . ru inviato nel L d icembre del 19 17 in Italia al Maistrc Ippolito (De) comando della H>'' annata e d iresse (30 dicembre) le nperaz.ioni che condussero all,1 presa del monte Tomba . Tor-

nato in Fra1H;ia nc.:1 marzo ,918 , assunse nel giugno il comando del Gruppo d'armate del Centro, e lo tenne sino alla 11 11 c de ll a g uerra.

M a ìtland c;,r Federico L c1(JÌS). Amn11raglir) inglese (17n-1839). Parrccipò alle guerre contro b Francia; nel 18J2 sbarcò con 12 m ila u . nclb Spagna cooperando alla lotta per la , ua liberaz ione. Com ancl.-a ;1 Bellerophon

q uando Napoleone si consegnò a lu i, i l 15 luglio ,8r5: egh lo condusse a Sant'Elcna. Di,•ennc ammir. nel 1830. Lasciò una " Narrazio ne della resa d i Buona parte " .

M a iwand. J..ocalit:1 dell" Afgan istan merirl ion ak, dove il 27 lugl io 1880 le truppe inglesi del geo . Burrows, 3 bgl.. 6 sqdr., 1 ber., circa 3000 u ., si scontrarono con i ribelli argani (25.000 u .), condotti da A)·ub Khan . li combattimemo durò quattro ore: gli l nglcsi, che avev ano attc•o per ore l 'attacco sollo il fuoco dell 'arl. nemica, quando esso av, enne furono rotti al primo ureo, subirono una completa sconfitta, perdettero 934 morti e 175 feriti , o ltre a un,1 grande quami1:1 di armi e di munizinni . Maizeroy (Paolo-Ged,·011c /oly d1). Ufiicialc e scntlurc mii. francese ( 17, 9-1780). Scgul il maresc . di Sassonia nelle campagne di Boem ia e di Olanda e col grado di len. colonnello (cce la guerra del 1756. Fu in corrispon denza con Federico il (,rande. I suo i libri principali sono: , Corso di rmlica reorica, pratica e storica »; « T eoria della guerra »; « T ratt~lo sull'arte degli assed i e sulle macchine da guerra degli antichi » . M aìzìl. Località della Cirenaica nella zona del Gebd Auaghir, fra E l-Abiar e Scltidima , dnvc, n el giu_gno r 924. una colonna comandata dal colono. Ronchetti e com posta

di Eritrei, cavalleria indige na e alcuni pezzi d 'art. da 111onragna, sorprese e annientò il grosso degli accampan,enti r ibelli.

Majalohonda. Villaggio della Spagna sulla strada Madricl -Salamanca ,

Comba111111e11to di ,\ Jaja/olwnda ( 1812). Appartiene "!In guerra dei Francesi odia Spagna . La mattina dcll'11 ago "o 1812 l'av,1111,:uarclia ckll 'esercito di \Vellington , che 111:1rci,1va su Madrid , avendo attaccato la cavalleria franCC'>C d i Trcilhard a Hoadilla, questa fu costretta a ritirarsi verso gli accampamenti di ,I/ ., dove unvavasi la divis. del gcn. F·alomhin1. Allora il geo. Schiazzctti , con i d ragoni Na poleone e cni l;1ncieri d i Berg, comandati dal colonn. D e la Tour, si a\'anzò contro la cavalleria nemic.i, portò socrnrso a quell i che poco prima ripicg-.ivano in disordine, e, ristahilito il combattimento ricuperè, alquanti prigionieri e I rattennc gli Inglesi nell ' inseguimento del l'esercito che ,i ritira,·a verso Valdcn1uro. M a jneri (Aflnibale). Generale, n. a Lodi, m. a M ilano (1826 1906). Sottot. cl, fanteria nel 1847, pa rtecipi, alle g uerre dell' Indipendenza del 1848--19, 1866 cd al!., g-ucrra in Crimea. Comhattendo a S . M artinn rimase kriro cd ehlx: b med. d "argento. Colonnello nel 1871, co111a11dò il i:,0 fanteria e nel 1879 la 31•· brigata d i fan rcria. L1-.ciato il scn·izio attivo nel 188o, fu promos,<> maµg-. generale nella riserva nel 1893. Majnoni (d'lmig11a110 Giuseppe A,uonio). Generale, n. a T rernea.n, m. a Mantova ( 1756-1807). :--Jcl , 790 ,·enne nominaro ,aposquadrone della Guardia è\'nionale d i Str:1sbt1 rgo, do"c esercitava il commercio e coinb:mè sotto Magonza e sul Reno, diventandovi colonnello, col quale grado com battè ndla Svizzera, gu:1dagnam\ovi il grado di :;cnernle di brigata. Fu con [·a,·anguarclia dell'esercito che nel 1800 valicò k Alpi e scese nella val d 'Aosl'a e si battì: a Marengo dm·c rimase ferito. Nel 18o3 era gcn. di cl ivi., . e per le k r ite riportate in g uerr:1 e per \"et!, \'enne im iato a Mantova come comandante della fortezza .


753 Maj,wni d'Intignano Stefano. Generale, n . e rn . a Milano ( 1838- r899) . Fratello del seguente gen., si arruolò con lui in cavalleria nel 1859 e prese parte alla campagna d i que ll 'anno e a quella de l 186o-61, g uadagnanclo una mcd. d'argento a Gaeta. Inoltre a quelle del 1866 e 1870. Colo11nello nel 1887, comandò il rcgg. Alessandria. Magg . genera le, com andò la III brigata d i cavalleria e lasciò il ,er\'izio atcil'O nel i897 . Collaborò a Riviste m ilitari.

MAK

Majocchi (Acl,;l/c). Colo nnello garibaldino, n. a Mtlano, m. a Cascina Grande d i Torre d'Isola (1821 - 19 0 4). Fu alla difesa d i Venezia, partecipò alla ,·ampagna del r859 e all ' impresa dei Mille col grado di capitano <li Stato Maggiore . A Calatafimi fu ferito e mutilato d i un braccio. Per cinque legislature (XII -XV!) fu deputato al Parlamento. Poverissirno, fu ricompensato con un poslO di magazziniere d i tabacchi . Majoli (Giova11·111) . Generale, n. a Varese nel 1872 Sotto t. di fanteria nel 1898, combattè in Libia mcritandos la med. d'argento a Zanzur ( 1912). Partecipò poi aUa ;.;ucrra 1915-t9r8 come fa nte e come ufficiale d i S . M. Colonnello 1\el 1918, fu capo d i S. M. della 45~ d ivis . e poi della c.livis. di Brescia. Dopo aver comandato il 42° regg. fanteria (1925), passò q ualche anno dopo al C. d'A . d i Bologna quale capo d i S. M . Nd 1932 fu promosso generale d i brigata comandante la zoa brigata di fanteria .

1\1..tjnoni Stefano

Majnoni d'In tignano Luig i

l',fajuoni d 'lmig11cmo conte.' Lmg1. Generale (1841-1918).

~ el 1859 abbandonò g li studi di matematica a Pavia, per a,ruolarsi nei Cavalleggeri d i Monferrato, guadagnando le spalline di sotto t. nella guerra d i quell 'anno. Partecipò alla campagna del r866 e poscia frequentò lo Scuola d i guerra. Comandò il 32° fanteria e poi (1884) i Lancieri d i Novara. Da generale d i brigata (1890) comandò la VII brigata d i caval leria; da ten. generale (1897) la rlivis. di Padova. Nel 1898 ci iv<;nne Ispettore di cavalkri;i ; nel 1902, generale d, C. d'A. , comandè, il IV corpo a Gcllova, poi il VI a Bologna , indi il [ ( 1904) a Torino. Nel 1905 fu nominato Minist ro della Guerra e Senatore. Come 1'-finistro. attribuì agli ispettori la responsabilità tecnica dell'arma rispettiva; d ispose che il Capo di S. M . fosse ind ipende,1te dalle vicende pol itico-m inisteriali, ecc. Cessata quiv i (1906) l'opera ,na, ebbe il comando del III C. cl'A . (Mila110) e nel 1909 passò nella riserva . Fu presidente della Croce Rossa, e collaborò a Riviste militari.

Majuba H ili. Collina del!' Africa meridionale, nel Nata!. Dur8n.lc b prima g uerra AnglopRoera gli Inglesi, al cop mando del gen . Colley, nella notte sul 27 febbraio 1881 c,ccuparono la cima del M. , domina11tc le posizioni ncrnic.ht. 11entre riposav<1no se nza avere preso alcuna misura di sicure7,z~,, i Boeri, comandat i da l gcn. Joubert , riup scirono ino:;servati a salire le pendici del rnontc e , valendosi a bilmente clella copertura del rcrren.o, aprirono su di essi un f uoco 1nicidiale, uccidcndo 1 fra i primi, il gene-

rale. Spossati dalla marcia notturna , sfiniti dalla fame, demoralizzati dalle perdite, gli Inglesi furono costretti a b.-attcrc in ritirata .

Makatal. Localit~ dell'Eritrea nei pressi di Archico, dove, il 5 luglio , 888, il capitano Della Corte, con un manipolo di Basci-Buzuk , sconfisse i l capo abissino Sehiarah-Areia costringendolo a rest ituire 40 00 capi di bestiame, ,·azziati fra la popolazione <li Gumhod.

Majnoni d 'Intignano come Gerolamo . Generale, n. nel 1880. Sottot. d i caval leria nel 1900, partecipò alla guerra dei 1915-1918. Colonnello nel 1926, comandò il rcgg. cava lleggeri F i ren7.e e poi, i n 2•, la scuola di cavaller ia , di cul fu insegnante. Generale di brigata nel 1932 fu col• locato a disposizione con i ncarich i spec iali. 1

Majo (ivlonte) . I mportante posizione della val Posina, fu occupat,1 dagli Ausrriaci durante 1'offensiva del maggio

19, 6. Dopo la loro ritirata, la linea nemica fu fotta passare .a ppunto per li m . 1H . . ove rimanemmo a f ronteggiarla a breve distanza. N ella notte sul 2 J agosto, g li Austriaci, çon attacco d i sorpresa, tcn.tjrono d i in1I_Jossesp

sars.i delle 11osrr~ posizioni: riuscc1HJ0, infauj, ad nccuilare le q uota 1472 cd il pianoro d i g . rn50; ma con rnntratt;;cchi sferrati nei giorni 22, 23 e 24, le truf>pc del nostro V C. d 'A. riuscirono a riconquistare il terreno perrluto. Succc:ssÌ\'arnentc il 30 agosto 1918 fu il no.st ro 31° reparto d ·assalto, appoggiato da altre truppe, che tentò di

ricacciare i! nernico dalle sue posizioni, espugnando la cosidc tla

(< q uo ta

Gemella » , catturancJo armi e prig ionieri,

rna pii'1 tard!i, violen teme nte contrattaccati, i nostri d ovet-

tero ripiegare, lascia ndo sul terreno circa 200 u. tra morti .e feriti.

ìv1aiocchi .r\ chille

I\.'lakarov Sergio

Makarov (Sergio U11esi movic). Ammiraglio russo (18481904). J' u lungamente in serviz io nel la S<!uadra navale del l'Estremo Oriente. Tornato in patria, tu addcuu al Ministero, nel ramo tewico navak . Si battè nel 1877-78 contro i Tu rchi . ideando dispositi\'i aui a serv irsi di scrn plici battelli come porta-torpedini . Raggiunse il grado di concramm ir. ne! 1890 e d ivenne ispettore gcn . dell'art. navale. Ideò un tipo di proiettile· rivestito, per ottenere maggi~rc penetraz ione ' nelle corazze e creò le navi rompi ..

gh iaccio. Parrccipò a lla g uerra russo-ci nese del 1894, e fu poi ,prefetto marirrirno a Cronstad t. Nel 1904 assunse il comando della flotrn r ussa a Port Arthur, e perì con la sua nave, la (( Pctropavlovsk )),

in una sortita contro la

flotta g iapponese, per urto contro uoa mina. Oltre a vari

4S


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scritti tecnici, p ubblicò: « Questioni di tattica navale», o pera tradotta in varie lingue.

Makten, Cannone automat ico per fanteria, del cal ibro di 37 mm., con affusto munito di due scud i alti cn, . 77. I! trasporto del pezzo avviene, in marcia, n1e. diante ur1 avantreno a 2 cavalli e, durante il combattimento, a braccia. Il pezzo ha un serbatoio di 5 colpi che possono essere spa~ati a tiro continuo o intern1ittente; jn caso di necessità si . può arrivare ad un2 celerità d i hioco di roo colpi al niinuto. Pesa Kg. 336. Questo tipo di connnne è stato adottato dall 'esercito russo; ogni rcgg. di fanteria ne ha una ber. su quattro pezzi. Maku. Città della Persia, nell'Azcrbeigian (Transcaucasia), a sud del Mon te i\rarat. Nel 451, nelle vicinanze di M. avvenne la battaglia di A11avair (V.) nella quale gli Armeni. furono sconfitti <lai Persiani. Makzen. Corpo regolare marocchino del sec. XIX , composto di 16.000 u. Tale nome fu dato in Algeria <lai Francesi a truppe indigene volontarie, orgaoizzatc e comandate da ufficiali d,gli affari indigeni. Ogni iscritto alle ,\,f, mantlenc un camn1cllo atto al servizio di guerra, con

relariva bardatura, ed è generosamente ricompensalo . I M . per respi ngerc aggressioni o per scortare convogli non possono essere trattenuti oltre un certo tempo.

chia1nati

Malabaila (Alcssat1dro) . Generale del sec. XVIII . Dopo aver appartenuto al rcgg. fanteria Monferrato ebbe nel 1775, col grado <li maggiore, i! comando mii. della città di Ormea, e poi cl i Cherasco. Nominato nel 1779 governatore del forte cli S. Michele presso Cagliar i, divenne nel 1i8S colonnello e nel 1788 passò al governo di Serravalle. Promosso brigadiere di fanteria governatore della città e provincia di Acq ui nel 1790, passò nel 1792 al comando della cina<ldla di Alessandria e nel 1796 fu promos5o inagg. generale. Ma/abaila Maurizio. Generale, m . a Casale nel 1846. Dopo aver combattuto contro la Francia, riprese scn·1zio in fanteria nel 1814- Colonnello comandante il 1° regg. della brigata Savona nel 183.3, andò a riposo nel 1838 e nel 1842 fu promosso magg. generale.

MAL

s'interpone fra il corso dcll 'Osum e quello della Vojussa; più che carattere dì catena, ha carattere di altipiano fo rtemente accidentato, sterile, sassoso, in parte coperto eia macchie : tranne in qualche punto al centro e sullo sperone che si dirige su Berat, dove si h anno e.ime che raggiungono 1200 m . , l'altezza meclìa dell'altipiano non supera i 600 m. e va degradando verso il Semeni e verso le paludi che, tra le foci del Scmcni e della Vojussa, accompagnano la costa . Ne consegue che, insieme con queste palud i, la M. costitu isce buona copertura di Valona per chi vi tende da nord e da est : ossia costituisce una discreta ma estesa linea di d ifesa di circa 25 Km. N elle operazioni che durante la guerra mondiale si svolsero in Albania, ebbe notevole i mportanza, percbè funzionò, per gli Jtaliani, da base difensiva ed offensiva. In essa infatti si stabilirono essi a difesa, dopo il salvataggio dei Serbi nel gennaio-febbra io 1914 a copertura del porto di Va lona e dei lavori cui si stava attendendo pel campo tri ncerato. Gli Austriaci non osarono at taccare quelle posizioni, ma si stabilirono sul versante settentrionale della catena, di fronte alle nostre truppe , con una linea rhc dal mare, per Lwani e Sinja andava a saldarsi al Tomor (2396 m.) coprendo Fieri e Bcrat. Nel luglio 1918 il gen . Ferrero mosse dalb M. (7 luglio) per attaccare le lince .11:striarhe; gl i sqdr. dei regg . Catania, Palermo e Lucca e lo sqclr. sardo attaccarono e presero Fieri e Marinasi , mentre. il centro nemico piegava sotto ] 'attacco di a ltr~ colonna; si procedeva cosl oltre il Sernen i. Quando perì,. in seguito alla co1Hroffcnsiva austriaca guida ta dal gcn .

Pfanzer Baltin , il nostro corpo operante, r idotto a due terzi di forza cd esausto dalla canicola, dalla sete, dalla stanchezza, e pili di tutto dalla ma1aria . dov<:tlc rito rnare sulla riva me ridionale del Semcni, fu ancora sulla M. che esso ritornò a stabilirsi {fine 4gosto), nè qui l'avverirnno, çsausto dd resto dalle stesse cause, si arrischiò ad auac~ carlo. Infine, fu ancora dalla M . che due mesi dopo le nostre t nippc mossero a quella vittoriosa offensiva che le portò fino sulle rive del lago di Scutari fi no a Cattaro (V. Albania).

Malacarne (Vincenzo). Chirurgo del scc. XVIII, di Saluzzo. Insegnò per 25 anni chirurgia nell 'Ateneo padovano e fu due volte in servizio mjl. nel Piemonte, prima (;Ome: ch.irurgo maggi~re del le guardie, poi della citta~ clc! la di T o rino. Scrisse : « Delle opere cleì medici e cerusici negli Stat i della Casa d i Savoia ».

Malacca. Penisola dcli 'Asia sud orientale, fra l'Oceano indiano e il mare della Cina. La sua parte meridionale costituisce il possedimento inglese degli Stabi limenti dello Stretto (Straits Scttlcments) , con capo!. M . , cit.tà rnarit1ima fortifìcata, occupata <lai Portoghesi nel 1509, presa dagli Olandesi nel 1642, passata agli Inglesi nel 182-1 , In fondo alla penisola è Singapore (V .). Il complesso dei possed imenti ingles i ammonta a 136.000 Kmq. co n circa ll<latlro m ilioni di abitanri , e comprende la Federazione degli Stati malesi (Fcdcratcd Malay Statcs) g li Stati non federat i, gli Stabilimenti dello Stretto. Le forze militarr sono così distribuite : Stabilimenti dello Stretto : un corpo dei voiootari , che ha serviz io attivo e di riserva, con orga~ nico <li I t6 ufficiali e 2900 u. di truppa, oltré a fon.e di polizia ammontanti a 35 uinciali e 3600 agen ti, la maggior parte asi:Jtjci . S tati non federati: volu1 ttari e uropei, in numero non p recisato; reggime nto dello Stato di Johorc (600 u.); for,e di polizia (1000 u.) Federazione degli Stati rnaksi : due rcgg. volontari , di cui uno europeo (54 ufliciali e 1552 u. di truppa) e uno indigeno (Ci3 ufficiali e 1771 u. di t ruppa) oltre a 160 ufficiali e 4000 agenti del corpo di poliz ia .

Malacastra. Rilievo mon tuoso appartenente a quel gru ppo che dal P indo si protende verso il Scmeni secondo l'orientamento generale delle D inariche meridionali . La M .

Malachowski (Paolo Giuseppe) . Generale dell 'ese rcito pruss iano, m . nel 1774. Prese parte alle campagne del r733 e r 734 in Polonia , si segnalò io molte occasioni, special-

Malabar. D istretto dell 'India inglese : il nome è spesso esteso alla intçra costa occidentale della penisola indiana. Ba!laglùz 11avale di Ma/abar (14 febbraio 1805). Questa azione, che più che il- nome di battaglia mer iterebbe quello di « d uello navale », avvenne tra la fregata francese « Psyche », comandante Ikrgerct, e la fregata inglese « San Fiorenzo » , comandante Lan1bert; .il con1ba.ttin1ento durò

c. irca tre ore con vivace azione deJlc artiglierie, e si venne anche ali 'arrembaggio. La cc Psychc " , rimasta con soli due pezzi validi) con cinquantasette uon1ini morti e settanta feriti, fu costretta a Ca!-)itolare: rarissimo esempio di capi tolazione formale sul mare.


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755 ~

mente nella guerra <lei Sette Anni, e raggiunse nel 1758 il grado di magg . generale e di ten. generale nel

zaga e poi di E nrico III di F rancia, distinguendosi alla difesa di floulogne.

1 771.

Malacria (Nestore) . Generale, n . a Breglio, m . a Mentone (1838-1920). Sottot. d'art. nel 1859, partecipò alle campagne del 1860-61 e 1866, meritandosi la mcd. d'ar· gento a Casrelfidardo e d ue menzioni onorevoli al Macerone ed a Gaeta. Colonnello

t,1alachowski t·o11te CClsimiro. Generale polacco (1765-1845). Nel 1786 entrò a far parte dell'esercito polacco. Dopo lo smembramento della Polonia (1795) si rit irò a Vienna dove visse fino al 1799, quando passò nel] 'esercito francese e combattè in Italia, rimanendo ferito e prig ioniero al la battaglia della Trebbia. Nel ,~02 prese parte alla spedizione di Hai,i. Ritornato in patria ne l 1807 fu nominato colonnel lo e comandante di un regg.

Malachowski Casimiro gata,

di fanteria del ducalO

di Varsavia e nel 1812 fu promosso generale di brigata. Alla bauagl ia d i Lipsia fu fatto prigioniero. Nel 1815 fu uomin;ico comanda nte della fortezza di Nowogcorgiewsk e nel 1818 andò a riposo. Nelle ' lotte fra la Polor1ia e la Russia del 1831, M . prese parte clapprima come gen. di bri-

poi con1c comandante di. d iYi~.;

combattè

a Bia-

lolenka (25 febbraio); cd a Sommcr tenne per alcuni giorni

H comando suprcn10. Malaclwwski Dobrogo.<t . Uffic iale tedesco e scrittore mi litare ( i 846-1903). Fece la guerra del 1866 contro l'Austria, cd iii quella del 1870-71 [u fer ito a Worth e prese parte all'assedio di Parigi. Dal 1882 al r885 fu insegnante a lla Scuola di Guerra, quindi governatore di Magonza e nel 1887 an-dò in congedo col grado di tcn. colonnello . Pubblicò ~critti vari sulla tattica tedesca e su Il' ammaestra ..

mento dell 'esercito, ed altri, come : " La battaglia (ron• tale e la battaglia d'ala»; « Saggio _d i storia comparativa della tattica dal , 740 in poi ».

Malacreda ( Francesco). Ingegnere mi i. veronese del sec. XVI . Entrò al servizio della repubblica veneta come ingegnere rnil. e lavorò alle fortifi.cazioni di Vernna, d i Peschiera e di Padova. Fu pure al servizio d i Ferrante Gon-

il 10:- regg. art. da

:con1<t1H.I.

1

campagna nel 1883 e magg. ge- ' ncralc nel 1891, comandò successivamente la brigata Como , la scuola allievi sottufficiali <li Casena e la brigata Livorno. Tcn. generale nel 1897\ comandò la <livis . di Napoli e pni quella di Alessandria . In P . ,\. nel 1900, passò nella r iserva n~I 1903.

Malaga, Città rnaritrima della Spagna, capo I. cli prov., nella Malacria Nestore baia omonima. I Mori vi CO· struirono una cittadella e un arsenale e la cinsero d, mura. I. Assedio di Malaga (1487). Appartiene alla g,1erra d; re ferdinando e fsabella contro i Mori. Ferdinando, che disponeva di una forte armata navale, bloccò con questa la piazza <lalb parte del mare, mentre la stringeva per terra con l 'esercito. Cornandav;i i difensori 7.agri Hameg, il quale si battè per pareccl1i mesi . Venute a mancare le vcuovaglie, si in iziarono tratt3tivc per la rc::ia, e di ci()

approfittarono gli St>agnuoli, i quali riuscirono a penetrare nottetempo in citt:r, e la posero al sacco, uccidendo molti abitant i nella miscltia che ne seguì. l f. Bauaglia navale di Malaga (24 agosto r704) . Appartiene alla guerra tra gli Anglo-Olandesi e i Franco-Ispani . Il re L uigi XVI, che desiderava contrastare ai prim i la signoria del mare, rillSCÌ ad o rganizzare un •armata, cui sj unirono navl spagnuole . In tutto, 32 vascelli, 24 galere, S boml1;1rde, 6 brulotti, e varie navi da trasporto, armate con t168 ~annoni; q ueste forze erano al comando del figlio del re , ammir. di Francia, conte di Tolosa. L'armata anglo-olandese era comandata dall'ammir. Rooke ;

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le navi inglesi dcll'3\·anguardia dall'ammir. Sbowcl, quelle olandesi della retroguardia dall'ammir. Calemburg. In mtro, 51 vascell i, 5 fregate, 7 bombarde, 4 brulotti e navi da trasporto. Alguanto inferiore il numero delle artiglierie. La lolla si accese fra le avanguardie alle 10 del mattino, e durò fino a notte: vari episodi di valore si verificarono da ambedue le parti, ma l'esito .rima,c dubbio. Pcrdcnero i Francesi 1500 u. fra morti e feriti; gli altri 784 morti e 1931 feriti, e una na,·c saltata in aria. Ancora per due giorni dopo la battagli3 le armate nemiche stettero ad osservarsi , e poi i Francesi ripararono a Mala;:a, gli altri a G ibi lterra, ciascu na del le parti attribuendosi 111 \ ittoria . O L A M tl lt:S I

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DOlrngl ia navale d i Malaga (1704)

Ili. Attacco di ,\ la/aga (18rn). Durame la guerra dei francesi di ~apoleone nella Spagna, contro JI/. mosse ~a div,s. Sebastiani , 1.a sua :wanguardia (,:en. Milhaud) cacciò facil111cntc i posti avanzat i spagnuoli, ma, quando volle :iil"CC'Jre la pit1~za, n~nne re~pinta. Gli Spagnuoli uscirono in massa contro le scarse truppe del Milhaud, rna in quel momento arrivò il gen. Scbastiani co l grosso delle fanterie. l111mediatamcnte queste attaccarono gli Sp,1g 11uoli, li vol,cro in fuga, li inseguirono con la spada alle reni e penetrarono con i fuggiaschi in città. Dopo breve miscl1ia nelle vie, M. fu presa. La cii vis . Sebastiani potè, con questo rapido succc,so, impadro nirsi di 48 canno ni d,t piazza e 23 da campagna, con abbondanti muuizioni. Malakand. V. Chitral. Malakoff. V. Sebas1opoli. Malamocco (anr. M,·11w1at1ct1m o Medoactts portus). Frazione del comune di Venezia, all'estremità meridionale del Lido di M ., striscia di terra lunga 6 Km. fra il mare e la 1,1guna. Vi è un huon porto. Fu sede del governo venczi,1110 nel i42- Venne presa da Pietro Doria durante la guerra cli Chioggia (1379). J.J1111aglia 11flvalc di Malllmocco (898). Fu combattuta tra navi della repubbl ica vcueta e navi degl i Ungheri, all'epoca delle invasioni di questi ultimi ndl 'Italia orientale. La ,-;uoria arri"' alle navi ,·enete.

Mnlamocco. Goletta a motore, nave sussidiaria, di 300 connellate; entrata in serv izio nel 1916, radiata nel 1920. Malaria. ~alauia endemo-epidemica il cui agente etiologico è un protozoo, il « plasmodium malariae » ; l'infezione si trn,mette da uomo malato ad uomo sano per mezzo di speciali zanzare del genere anofele, le quali colle loro punture inoculano il plasmodiurn, dopo che esso ha compiute, nel loro corpo il ciclo evolutivo necessario a

farlo divenire infettante. La M. Ì: malattia propria dei climi caldi e temperati: ne sono colpite quasi tutta l'Africa, gran parte dcli ' Asia e dell'America, la Russia Meridionale, i paesi balcanici, le coste della Spagna e del Portogallo. In Italia sono regioni malariche: la campagn3 romana, le paludi pontine, la Sardegna, la maremma toscana, la Calabria, le Puglie, la Basilicara e talune zone della Sicilia; in minor grado la bassa valle del Po, la p:irte p iù ba,~a della regione attraversata dai fiumi del Veneto e del Friuli, il Mantovano, talune zone basse dell'Istria, ecc. In genere la M . è endemica in paesi dove esistono terreni paludo,i o acque stagnanti cd ha il massimo d'intensità nella stagione primaverile ed in quella estivo-autunnale. Clinicamente si distinguono tre tipi principali di fcbhre malarica: la terzana primaverile, la quartana e l 'estivoa11tun nalc (o ter,,ana mal igna) b quale può dare talora la forma perniciosa. L'infezione malarica cronica è caratterizzata dalla cosidetta cacliessia palustre. li periodo d"incubazione va da 7 :1 15 giorni e talvolta è molto pii1 lungo, perfino di mesi (malaria latente). Un tempo !"infezione malarica presentava un elevato indice di morhilit:1 e di letalitl, indice anelato progrcssinmentc :ibbassandosi, grazie al trattamento terapico ed alle previdenze profilattiche, intensificate oggidl dalle grandi opere d i bonifica intraprese d:1I Regime F:mista. Le forze armate, che per esigenze di servizio in pace cd in guerra sono obbligate a vi\'crc nei focolai endemici della ma lattia, sono anch ·esse esposte a comr::trrc la in fc. z ionc, la quale una volta infieriva negli eserciti combattenti decimandoli addirittura. I.a profilassi antimalarica per tanto ha la piì, gr,mde importanza anche nell"ambiente militare. I11 base alle odierne conoscenze , ul modo di trasmissione ddla M ., le misure profi lattiche sono d irette innan2.i tutto a real11.1.are la bomfica dei malarici grazie ad un censimento rigoroso ed alla cura intensa e razionale di essi, e son dirette poi contro le zanzare ,tesse mala rigene con lavori di bonifica riguardant i la sistemaz,nnc delle actìUC, il riconoscimento e la distruzione dei focol:n anofclici. Vi i: infine la profilassi individuale clistinta in meccanica, coll'applicazione di speciali reticelle alle pone, alle finestre, ecc., nonchè protezione delle p::mi scoperte del corpo, cd in profilassi chininica con somministrazione del farmaco spc.-cilico ai sani nella stagione f:l\•orcrnle allo sviluppo delle zanzare malarigene. I.e norme precise di profilassi antimalarica ncll 'ambienrc mii. sono indicate nell,1 « Istruzione per la Igiene dei militari del Regi0 F.scrcito » . In base ai nuovi Elenchi delle Imperfezioni e delle Infermità rigu:inlanti !"attitudine fisica al servizio miliLare (R. IJ. 2G settembre 1930, n. 1401) e propriamente ai sensi del1'arr. 7 dell'Elenco A, deve ritenersi causa d'inabilità assoluta dcgl 'iscritti di leva e dei milirari « la malaria allo stato di ver:1 cachessia »; nei casi dubbi dopo osservazione in un o,pcùalc militare e, 9uando occorra, dopo rrascorrn il periodo della rivedibilità, e nei militari dopo infrut tuosa cur;i. Ali 'articolo suddetto segue l'an-crtcnza che il perito deve tener presente che molti malarici cronici, 1oh1 dal loro paese, curati conven ienrcmcllle e sufTicicntc nutriu , risorgono rapidame1ttc, epperò il giud izio d i riforma dovr,1 essere pronunciato solo per i casi di cachessia ,era e non per quelli che presentano deperimento organico con tumore di m ilza. Neil 'Arrnata nava le la M. non è rara su lle navi che dimorano nei porti tropicali, dove è molto dilTusa; tuttavia, cagiona una mortalità rdarivamente piccola. Da lunghi anni è tradiziona le la somministrazione dd chinino


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757 -

agli equipagg i n ei luoghi infestati dalla m alaria a scopo preve n tivo. P.resente mcnte, si usa il chinino dello Stat◊ (2 a 3 conkrri al g iorno) con ottimo risultato.

Malaspina, Nobile a ntica fam iglia, della Lunigiana, feud a taria ,lell 'J mpero. Fu sovrana della Lun igia n a e d i Massa Carrara nel XX secolo. Verso il 1220 si d ivise i11 due rami: de llo « Spino secco " e dello « Spino Fiorito ». Fra i g uerrieri d i q uesta famig lia sono da ricordare: Obizzo I . Verso i l ros o aiu tò P isa ni e Ge novesi con tro i Mo ri della Sardegna , dove i M. in seguito a ciò ebbero possessi tem poranei . C<.rrrado, n. nel 1180, combattè sotto Federico Il in Lomba rd ia e a P arm a. Federico, suo figlie,, cnmbanè in Lombardia, e poi in Toscana, re~ stando prigion iero a Mo ncaperti (1260). A1orcttoJ con; dottino in Tosca na tra il sec. XIII e il sec. XIV. Ucmabò, lo ttò con tro gli Sforza, ma venne p reso dal d uca MJssinù1iano, condo tto a Voghe ra e messo a Jnorre ne l 1514. -·- Rù-a11·do, figlio del pr~cede nte, dopo di avere a lungo iotta10 contro g li Sforza, subì la stessa sorte del padre 11<:! 1532. A lessandro ( 1754-1809). Fu valen te marinaio al serv izio della Spagna e navigò a lungo nel Pacifico; tornato nella Spag na, [u in urto col m inistro Godoy che lo fece arrestare. L iberato, venne in Italia e a M ilano il Melz.i d'Eri l, g li offrl il mi nistero d ella g uerra, ma egli non accettò e si ritirò a vita privata. :\ialaspina marchese Spnutta . Signore d i L unigiana 11el st<.'. X lV, n1 . nd J352. Fu i n lotta coJ,t rc> il Costraca11i, che gli prese Fosdinovo (13 14); ca pitano dei Pi,ani, combauè per loro e si di~rinsc a Monteca tini I'a nno :-;eguenrc . C1eò jn Lun igiana una po tente signoria~ che dalla Cisa giun,:cva al rnare , compren <lendo Sarzan:1 e ivb ssa, nonchè

p.arte dcila Garfognan:t . Più volre vide i suoi feudi inv asi, nd!e lotte !iUSten ute contro le potenze viçini.:, <lelle quali fu volta a vo lta alleato e nnnico ::,p{:cialmcn tc con Lucca~ Pi~~, Firenze . 1

,\la/11.rpi11a marchese Ippolito . Balì tl i Malta al p rincipio òel scc . XVII. rn . nel ,625. Nominato gene rale clclk galere pontificie , con sette d i ,1ueste si pose nel 1663 agl i o,tl ini di pap a Cleme nte per la lotta contro i Turchi e si battè iJ1 molte occasioni fino al 1605 , anno nd quale to rnò a Malta . !\!alaspùw Paolo Emilio. Amm irag:lio ponti ficio d el secolo X VII. Nel 168;2 assunse il com a ndo delle galere della Chiesa e d11e anni dopo partiva per la Marea, con 8 navi e u n regg imento d i sbarco di 1000 u. 1 e partecipava all'in1presa g uida ta d al Morosini , con tro le piazze fortt della Mo rea . Fece la carnpa g:na d i quell 'anno e elci segu(;ntc, di stinguendosi g randcn1entc, e poscia ,)i ritirò dal servizio. Malaspina L rulislao. m arch e.,.'" di M on ti e Suem . Generak, n. a Monti, 111 . a Parma (18_,9-1924). In v iato nel Malaspina Ladislao Co lleg io cicli' An n unziatella a Napo li, to rnò a Parma nel 1858 ed entrò, col grado d i sottote n ., nella fante ria par m ense. L' anno seg uente passò nell 'a rtig lie ria del l'esercito dell'Emilia e poscia fu a Torino, insegna nte al la Scuola d ' app licazione d'art. e gen io . F ece la ca m pag na del 1866

adùctto ai Cacciatori delle Alpi e q uella del 1870. Nel 1881 venne nominato con1ancJante in 2a dell'accade mia rnil. di Torino; nel 1884, colonnello , ebbe il coma ndo del 9°. rcgg. art. a Pavia; nel 1890, promo~so colonnello b rigadiere, quello dell'art. d a forte zza a Torino. Dal 1894 al 1897 d iresse la Scuola d 'Applicazione, e, promosso tel1. genera le, fu Ispettore d ell'art. da costa e fortezza. Nel 1901 passò nel la rise,·va.

Malatacca (Giovanni). C:apita no di ve ntura , n . di Reggio Calabria, al servizio dei Fiorentin i, i quali nel 1369 lo manda ro no ad assediare Sa n Miniato . ;\ vanzando in soccorso del borgo Giovanni Acuto, mandato eia llernabò Visconti, il M ., per ord ine della Signoria d i Firenze, lasciò ] 'assedio .::on un cnrpo di truppe e m;arciò verso Cascina.: incontrato l'~wvcrsario, ne f u sbarag liato e rimase prigio~ nicro con la n1aggior parte dc' suoi ufficiali. Malatesta

(o

,\la/atc.<ti).

Famiglia italiana 1 originaria di

Ravenna . F u dal n 95 al ,534 signora d i RimiPi, ri i parte della Ro ,rrngna, e temporaneamente di Cesena. Gn ra rno dell a ramig lia tenne P esaro e Fo ssom brone fino al 1445, ~HlllO in cui Gal•..;-;,tto lvi . vcndcll<: tale signoria agli Sforza . A Rimini rin1il~cro tino :-11 1534, q uando Pandolfo V la ven dette ai Ve ne1.iani. Ol tre

Sternmn dei 1\1alatcsta (secolo XV)

ai personaggi indic;1ti a parte,

ricordiamo j ~cguenri : .'Ha/a testa I da Verr:rr·thio (1212~ 1312), capo dei G udti in Rimi ni ; fu v ica rio di Cado, re d i t\'opo li, in Fi renze e costruì la rocca di G rad aro. •Maù,tcs/tt Pandol fo IT (1325-1373) : capita no d i ventura. CO· mandò I" ese rcito fiorentino contro le bande del conte Lando e riuscì a difendere il territorio della repubblica da costoro . - /\lalatesta Ili, /'Ungaro (1327-1372) : capitano d i ven tura, fu al sen •i1.io di Luigi d'Ungher ìa e vicario in Siena. Malatesta (,a/eollo (scc. XIV) : sig nore d i Rimin i e d i Pesaro) si impadronì ri i Cesena e di Cervia e f u vicerè in Napol i per la regina G iovan na. - .,_,Jal,llcsta Pandolfo V (1475-1534) : fu in lotta con Cesare Borgia, e per sollrarsi alla caduta vendette R imini a Ve nezia. M alatesta Ro• beno . 111 . nd 1570 com ba ttendo a Cipro con tro i Turcbi . Malatesta Ercoh· . m . nel 1591, fu anc h 'egli a Cipro e si d ist inse nell 'assed io di F amagosrn . ,'vlalt1tt1ta Ciacomo (1530- 1600): co ndottiero e scrillorc m ii , fu al serv izio della Ch iesa e poi d el la repubblica rli Venezia, cooperando alle fo rtificazioJJi d i Palmanova . Malatesta Carlo I. S igno re d i Rimin i, capita no cli ventura (1368-1429). Com ba ttè nel 1393, insieme col fratello Pand olfo, cont ro gl i Ordelaffi di For lì . Nel 1397 ebbe il co mando degli allea ti (Ma ntova , Firenze, Ferrara e altri Sta ti) contro i Viscont i. Fino all 'agosto questi ebbero la p re valenza , ma il 24 r.li quel_ mese eg li li batti: p resso Go• Yc rnolo . Nel 1408 pa rtecipò alle lolle civili d i Milano alleato d i Giovann i Maria Visconti, cd assed iò e prese 11 castello della città. Nel 1412 fu al servizio d i Venezia co ntro g li Ung ari , che sconfisse su lla Livcn za . ~ e! 1416 si recò in , occorso dei P erug ini in lotta contro Braccio da Montone, ma venne d a questi sconfitto e fatto p rig io n iero . R ilasciato per r iscatto, potè salvare i suo i Stati perchè soccorso d al fratello P a ndolfo, allora signore d i


- -758 Brescia . Nel 1424 venrte sconfitto insieme col fratello P~11doifo a Zagonara , c, càduto prigioniero, (u condotto a Milano, dove il duca lo t rattò amichevolrner11e, e ne divenne alleato . Ottenuto da lui ii comando delle truppe viscontee, si fece battere a Maclodio dal Carmagnola.

garliere e poi da magg. generale comandò in guerra le brigate Salerno e T reviso . In P. A. S. nel 1920, assunse nel 1923 il grado d i generale d i d ivisione.

Malatesta J>anr!olfo- IV. Sig nore d i Brescia, capitano d i ventura (r.,70-1427). Dai 1385 fu signore d i Fano. Nel 1402 fu ai soldo dei Visconti, da cui e bbe il castello d i Trezzo. Li abbandonò a lla morte di Gian Galeazzo, in seguito alla quale occupò a prorrio nome Monza e, J)erdurn q uesta , Brescia. Nell'ottobre ,!ci 1404 i. Colleoni gli tolsero Trezzo. Nel 1408 acquistò Hergarno . Nel 1411 fu assed iato in Brescia, e nell 'anno seguente in Bergamo, da F acino Cane, rna le c ittà resistettero . Passò poi :.\ comandare un eser• ci to veneziano nel Friuli; combatti: nel qr4 contro Cabrino F0nduio signore di Cremona, e in seguito d ivenne suo a lleato contro I Visconti . Questi lo assalirono, e gli tolsero Bergamo nel 1➔ 19 e Bresc ia nel 1421 . Passato in Romagna, fu co l fratello Carlo al solclo dei F iorentini, e con lui battuto nel 1.124 a Zagonara.

,Walatesia Sigin nondo Pa11 doifo. Condottiero e signore d i Fano e d i Rimini, n . di Brescia (1417-1468). Gonfaloniere della Chiesa, ridusse Bologna al l'obbedienza ddb S. Sede. l\lfalatesta Sigismondo Scrvl poi, dal 1437, la Re pubblica <li Venezia, combattendo contro il duca d i Milano, contro il P apa e contro i l re di Napoli. Ne l 1447 si alleò con Alfonso V d'Ara gona, re di Napoli, contro Francesco Sforza, e tornò poscia ancora al servizio dei Veneziani . )]cl 1452 com• ibattè contro i Montefeltro. · Nei 1460 entrò in lotta col _papa Pio Il, dal quale fu scomunicato, e dovette umiliarsi .al legato pon tificio, riducendosi alla sola sovranità d i Rimini, dopo di essere stato battuto a Senigall ia (1462). F u poi in Morea contro i Turchi, al serviz io di Venezia, ,dal 1464 al 1465, quind i tornò a Rimini dove morì . Ebbe ,splendida co rte e abbellì la sua città; fra l'altro, ideò e fece cost ruire la rocca, detta Ma latestia na.

Malatesta Roberto i l !vfagnifico. Signore d i Rim ini, ca p itano d i ven tura (1422-1482). Fu dapprima al servizio della Cì,icsa, ma, essend osi impadronito di Rimini corttro il volere del Papa, questi si a lleò ai Venez iani mentre il M. riceveva soccorsi dai F iorentini, dal re d i Napoli e dal Montefel tro, e con quesé'u ltimo riusciv;i a sconfiggere \)n esercito avversario che n1arciava su Rimini. Qujndi fu al servizio dei Venez iani come capitano genera le ; e del papa medes imo, che lo chiamò per affidargli il comando delle sue m iliz ie contro Alfonso duca d i Calabria. Questi, ~he marciava contro Roma, fu affrontato e sconfitto a Campo mon o da l M ., il quale, 'tornato a Roma, vi morl, forse avvelenato . M,1/ates/a Guido. Genera le , 11. a Modena nel 1863. Sottoten. dei gra natieri nei 1882, divenne colonnello nel r9r5, e fu il primo comandante del 132° regg. fanteria, col q uale ent rò in g uerra contro l'Austria. Passò poco dopo a i:omandare il 2 ° g ranatieri e si distinse sul!' Altipiano d i Asiago meritartdosi la rned : d 'argento . Da colonnello bri-

l'vlalatesta Roberto (tVTusco del LouvreJ Parigi)

Malatia (o Ycni Mt1/atia, ant. Mditene). Città della Tu rchia d 'Asia, nel bacino clell 'f.ufratc, presso la conAuenz:1 in questo del Mclas, .su lle propaggini settentrionali del Tauro, nd l'ant. Cappadocia. Venne fondata eia Traiano nel Il secolo e rnuniia Ji mura. Fu sede della XII legione romana, clett;.1 e( Fu)n1inatrix )) . Bauagfia di Malatia (576). Appartiene alla lotta fra i Pe rsian i d i Cosroc e i Bizantini . Il primo aveva invaso i territori asiatici appartenen ti ali 'impero di Costantinopoli, il quale provvide ad inviare in Cappadocia un esercito agli ordini del generale Giustiniano. Lo scontro fra , due eserciti avvenne presso M. Il generale bizantino disponeva di un eç,rpo d i $citi mercenari ag li ordini di Ku rs, il quale attaccò e sbaragl iò l'ala sr. persiana . Cosroe comb~ttè ~inche nella notte seguente e riuscì rnomenta~ ncamcntc 8 ristabi lire la situazione; rna, torn:.1to il giorno . venne assalito dai Bizantin i su tutta la linea, e pienamemc ;confitto. Molti dei suoi per irono annegati nel! 'Eufrate; egli ri1.1 scì a stento ad attraversare il fiume cd a metter si In salvb.

Malattie delle t ruppe. Le truppe rapprcsc11tano una collettività in condizioni speciali d i vita, per le quali, soprattutto nd primo periodo d'istruzio ne, quando le giovani reclute non sono ancora al le';'?te a sopportare le fa. tiche e i d isagi i nerenti al servi?io m ilitare, risulta una maggiore impressionabilità morbosa . Tale stato, per ovvie ragioni, si accentua ancor più in caso di guerra; 1na, grazie alle opportune norme igieniche, la morbilità neli 'ambiente mii., sia in pace sia in g uerra, è tutt'altro che devata, in modo che sono ormai un triste ricordo le pestilenze belliche che decimavano una volta g li eserciti combattenti . Nelle reclute assai frequentet"ncntc si manifc~tano casi di parotite od orecchioni, malattia infettiva _a cuta il cui


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agente specifico non è ancora conosciuto, con un periodo d 'i11cubazionc compreso fra un minimo di 8 giorni ed un massimo di 30 g iorni. A ltra malattia che si manifesta frequentemente, specie nelle reclute meridionali destinale in guarnigioni settentrionali, è il morbillo, dovuto probabilmente ad un virus filtrabile, con periodo d'incubazione variabile da 8 a r4 giorni . Rarissima invece è la scarlauina ed ancor più raro il vaiuolo, grazie alle rivacci nazioni antivaiolose, praticate sistematicamente. Altre malattie infetti,·e acute, che possono manifestarsi nelle uuppc sono: l 'influenza, la meningite cerebro-spinale, la polmonite, l:1 !ebbre tifoide, ccc. Le truppe destinate nelle Colonie va1uio spesso soggeuc a disturbi più o meno gravi a carico dell'apparato digerente : ga.)trici:,,rni , gastriti, catarri intestinali, di~pepsic, en• teralg ie . Esse poi possono contrarre tutte le malattie proprie dei climi caldi, specia lmente in quelli t ropicali o vicini ai tropici (mabria, dissenteria, colera. pcstc bubbonica, tifo cs~ntcmatico, ccc.) . Speciale men7.ione merita il .tracoma, che: nelle nostre Colonie t molto clifTuso i ra la popolazione indigena, donde il pericolo di eventuale trasmi;sione alle truppe. Malattie infcuive conseguenti a krite sono la risipola ed il tcte1no, In prima do vuta a streptococchi, il secondo al h1cillo di Nicolaicr, che t·sistc norn1al cnen te nel contenuto intestinale dei bovini e degli equini, donde il pericolo di tale infezione specialmente nelle truppe a cavallo. Un largo contributo vien pagato dalla collettività militare alle malattie celtiche, le quali sono : la blenorragia , !'ulcera semplice comagiosa (ulcera molle), cd infine 1a sifilide. La prima di queste malamc è la più diffusa cd viCll ritenuta dai pazitnti malatlla senza importanza, 1nentrc essa, qualora non ~ia convcnicnlen1entc curata. può produrre lesioni locali gravi e perfino alteraziorù morbose generali (malattie di cuore, artriti, meningite purulenta, ecc. In ogni caserma esistono appositi locali per la p rofilassi anciccltica, con pcrsonalc opportunamente istruito, a cui il militare che abbia avuto contalli :.c>.<uali dc\t; sempre ricorrere subito dopo l'amplesso, per essere sottoposto alle opportune opcra7.ioni profilattiche, le quali sono descritte ncll ' Allegato /J delle t'\ormc sulla profilassi antiluctica emana le dalla Direzione Centrale del .scn•izio sanitario militare in ciata 25 1nar20 1922. Nelle truppe possono osscn•arsi non di rado anche malattie curnncc contagiose e propriamente la scabbi,,, la tricofitiasi tonsurante, l'erpete circi ,rnato, la 1ig na u erpete ton,uranLe, la sicosi para\Sitaria o tricofitica e la onicomicosi, a seconda della sede in parti spron·istc di pd,, o sul cuoio capelluto, o nella regione della barba, o infine nelle ungh ie . L';,ffczionc può esser co municata non solo dall'uomo ammalato, ma anche dagli animali che ne siano affetti, specialmente dal cavallo. Durante le marce faticose d 'estate, sollo la , (erza del sole cocente, ed anche in g io rni molto cald i, umidi, afosi , bcnchè il cielo sia coperto da nubi, possono mani festarsi acci,lenti morbosi molto gra,•i e propriamente ,I cosideuo colpo di calore, il quale si osserva piì1 frequentemente nelle trnp pe a piedi che in quelle a cavallo, nelle grwdi masse che cammin:1110 compatte e nelle marce su terreno polveroso e mobile; anche nei fitti boschi, nelle giornate afose senza ventilazione, possono verificarsi colpi di c:,Jore. I mil itari che ue vengono colpiti nell a forma grave, cadono a terra privi di coscicn.ca, hanno rc,piro difficile, affanno, com·ulsioni e delirio, indi prostrazione, coma e morte. Nei casi meno gravi il p:iziente accusa malessere generale, e rroneamente

~possarc7.za, sete ardente, cefalea, vemg1111, ccc. L 'azione d;rctla dei raggi solari può determinare anche un semplice l'ritcn1a cutaneo. Nelle stazioni e regioni fredde, d urante le marce e più spesso ancora nel servizio di sentinella, si possono avere congelazioni e perfino l'assideramento gencrak, con prostrazione delle forze, abbattimento dell'animo, tendenza irresistibile al sonno e rigidità delle articnbzioni . Nelle truppe che fanno marce in montagna, ,i manifesta tal,·olta in qualche caso un complesso di disturbi noti col n"mc di mal rii montagna, che consiste in cefalea, senso d i estrem a stanchczz:t, acceleramento della respira7.ionc e del polso, palpitazione di cuore, sete viva, dolori agli a•ti, e talrnlta neo casi più gra,·i emorragie varie (epistassi. enrnttisi). lulinc. in casi eccezionali, fra le truppe alpine c,pm te per lungr, tempo :1ll'azione della luce bianca vivamente riflessa d,1llc nevi possono verificarsi d isturbi infiammatori e funziunali, a carico dcgl, occhi ,- di vario gr:1do (congiunuviti, stanchezza retinica, emeralopia) .

Le norme d i prolilassi dei vari acci<lc11ti morbosi, a cui

i: cspo,l.l la collct11vit:ì militare, nonchè l'opportuno soccorso c.l'ur,:enza, ~on contenute nella htruz.1one per igiene dei militari del R. Esercito.

la

Ma/1111ù· drgli equipaggi. Ncll'Arinarn n.iv.ilc la morbo,ità è di ci rca 300 <.¼>o all 'anno. Ad eccezione della lllbercolosi c delle malattie \'Cncrce, la morbosità è minore nel l'Armata che nell'Esercito, perchè il minor commercio con la popolazione civ,lc tiene.: il marinaio lontano dal) 'incontro con i fottcJri ca\'Jsal i del le altre cnalattic inf,·ttive endemiche (ilcoufo, dissenteria, ccc.). Si comporta come ncll'E,ercito ri,pcllo all'inHucn~ delle stagioni, con rnassimi in in\·erno cd estate e 111inimi jn prima.vera cd autunno. li nu111crn dei malati è in ragione inversa del

grado: più ele\"ato nei n1arinai, S!)ecialn1cnte nel primo anno d1 servizio, è nunore nei sottocapi (caporali), ancora pilt bassa nei sottufficiali, per ridursi a medie bassissime negli ullic:iali. Le affezioni p iù frequenti sono le malattie infcui\'c acme, quelle dcll 'apparecchio respiratorio e !e cutanee; molto rare sono le affezioni del sistema nervoso e le costituzionali . I morbi \'encrci sono le affezioni pii, frequenti nell 'Annata. S ino al 1914 si contavano circa 60 %o maiali d i blenorragia e ulcera molle e 18 ili sifilide. Dal 1915 è in ,·igore la disinfc-1:ione coercitiva post co,111111 e la morbosità nel 1920 (prima statistica sanita ria pubblic:ata dupo l 'i nterruzione della guerra mond iale) fu rispettivamente di 36.8 e 14,1. '

%o

Malauie e lesioni dei quadrnpedi. Qualunque alterazione nel funzionamento di uno o più organi del quadrupede m ii. che lo renda, anche temporaneamen te, i1wbile al ser vizio, co,t it11isc:e un a M. E siccome il quadrupede mii. è scelto con particolare cura all'atto dell'acquisto, e , iene sottoposto al servizio soltanto negli anni migliori della sua vita> così, o pportu nnmcnte usato e curato, dovrebbe me no

del quadrupede ord inario andar soggetto a /lii. Preme dunque che le li. \'cngano pre\'enute, o per lo meno avvertite in tempo, specie quelle che hanno carattere infcm,•o e co ntagioso . Le M. contemplate dai Reg. m il. vengono divise in due grandi categorie : Interne cd Esterne. Le prime comprendono quelle dell'apparecchio digerente, quelle dell'apparecchio respiratorio, quelle del s1;1ema nervoso, q uelle infettive. Le M. i nter,n c, a meno che non si tratti di indisposizioni momentanee, vengono sempre notifìcate dai soldati e dal maniscako al veterinario, al quale soltanto, sia in guarnigione che in campagna, spella la cura.


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Naturalmente il soldato di arrni a cavallo è tenuto a CO· noscere almeno elementarmente le alterazioni nella salute dei guadrupedi, per avvertirle e segnalarle in tempo. Ove i l <1uadrupcclc sia affetto da M. d'una qualche importanza, viene fatto entrare all"infcrmeria veterinaria, donde non esce che a cura ultimata, cd in condizion i di far servizio. Se invece non guarisce e si prevede una M. cro11ica,

viene .scnz 'altro proposto a

riforma, e

venduto

:all'asta pubbl ica. Le pi1, frequenti iVI. interne cui vanno soggeni i quadrupedi mii. sono le seguenti : Nell'apparato digcrcnLc, l"angina faringea, il catarro gastro-intestinale, le coliche; la prima interessa anche l'apparato respira. l<lrio, gi:,cchè attacca anche la laringe, e deriva in genere da came reumatizzanti, o alternative d i caldo e freddo. Ncll 'apparato respiratorio, l 'angina, b ~orizza, l'angina l;ringea, o laringite, la bronchite, la conges1ionc polmonare (fre<1uentc ncll 'csrn1e dopn ,forzi in andature veloci), la polmonite,· il corncggio, sibilo, fischio, o rantolo, caratterizzato da una respira,.,one rumorosa ccl anche penosa, che si rivela quando l 'animale è spin to alle veloci a rida• ture; non è improbabile, quando si trntti <li casi gra,·i, anche la morte del cavallo per asfissia durante una rapida ga lnpparn; tale M. è di solito inguaribile . Inoltre la bol1_iaggine, o bol~cdinc, car.-aucrizzata da respirazione di\ i,a in due tempi e da tosse secca; è anch'essa inguaribile, cd il cavallo mi!. che ne è affetto, dev'esse re al più presto riformat\l. :s/dl'apparecchio nervoso, più frequrnti nei quadrupedi cli truppa sono la c011gcstione cerebrale, mcningocnccfal itc, e capostorno; esse sono pericolose anche per il cavaliere o conclucente; 11 quadrupede non può essere mantenuto in servizio e tlev 'css.cl'e riformalo. A/ . nervosa

ab ..

basta nza frequente nei quadrupedi mii. è il ticchio, consistente nella deglutizione cli aria, od aria mista a saliva, vizio che l'anim:llc contr~c nelle lunghe ure d'oziu in scu

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dtria , e che h,1 come conseguc11za la dilataz10ne dello \tomaco, il catarro ga~tro•inte~tinale, le coliche gazo,c. Alt ro tipo di ticchio i: gue llo detto «dell 'orso,, . car;ttc • rinato da una oscillazione laterale della testa e ciel collo_ accompagnata ,bi dondolarsi sulle estremità anteriori. Tali M., per <1uanto portino ad un logoramento del guadrupccle mii., non danno luogo a riforma, giacchi; !";mimale conti.t1u3 a prestare ~rvizio.

Le M. infettive possono essere contagiose e non con. tagiose. Le prime sono preoccupanti per l'ambiemc mii., giacchè la trasmissione della M. in un agglomeramento di quad rupedi, diven ta un voro disastro, sia dal lato cconotu ico, che da quello ancora pii, gra,c della paralisi del servizio. ,\lcune clcllc M. contagiose (moccio , forcino, carbonch io) sono poi trasmissibili all 'uorno, e con esito generalmente letale. S'impone dunque la pi,, severa precauzione tanto nella cura dei quadrupedi, come nei necessari rnpporti con chi li go\'erna. Le pi1, comuni M. infcui\'o-contagiose dei quadrupedi mii. sono : l'adenite equina, il moccio, il far • ci no, cd il carbonchio. Di esse, molto g rave è il moccio : i casi che si presentino debbono venire isolati, le scuderie disinfettate, e così tutti i soldati che abbiano avuto contatto co11 l 'animale : quanto agli oggetti d i bardatura cd attrezzi, debbono essere bruciati. In ogni caso, per le anzidette M_ sono indispensabili l 'isol:tmento e la disin(~zione, nel modo il più rigoroso. Tali prescrizioni sono sostituite da semplice separazione, nelle scuderie cd infcnnerie delle caserme, quando si tratti di innucnza, febbre tifoidea, tetano, rogna, erpete tonsurante. Le due ultime presentano facilità cli propagazione, che esige separazione degli animali sani dai malati, e conseguente segre-

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gazione dei linimenti e bardature infetti, i quali devono essere c,clusivamcnte adoperati per i soggetti malati , cd a guarigione completa, tlcvono essere diligentemente disin. fenati . I.e .\1. esterne sono moltissin,c, però le più frequenti si possono ragg ruppare in tre categorie: krite, contusioni, distrazioni . Il trattamento delle ferite ì: !atto dal veterinario, ,pccie quando si tratti di rnt tura di grossi vasi sanguigni, in cui occorra arrestare ernorr~tgie. Pc.:rò può ca-

pitare ,pe«o che la ferita an-enga in luogo lontano ,lai veterinario, specie durante marcic, n1~novrc, o in c:1rnpagna, cd allora il graduato più elevato presente, od il :,c>ldato ,tesso conducente o cavaliere, provvede d'urgenza con le comuni nonne. Molto frequemi sono nel cavallo da sella le contusiùni prodotte dalla stessa ;ella, e dcno. mmate nel gergo mii. , liaccaturc », le quali, se non cu r~ tc in tempo, rendono inservibile il quadrupede, tantD da sel la che ria tiro. f'requenti sono anche le tlistruioni porcate d:.1 scìvola1nenti. cadute, violente contrazioni n1u~ swla ri, fatte nelle andature veloci : o passi [alsi su terreni accidentati od ineguali. E assai numero;e sono le .\/., per lo pi1'1 di carattere traumatico, interessanti lo scheletro, ç fJartil~obrn1entc le c~1·rcmit:l; esse vc ngon() conosciute nell'ambiente mii. colla denominazione generica di '-Opro.si " · Ve ne sono sul!~ faccia interna del garre tto (puntim1, s~agnuofo, o spa raguagnolo); :,ulla f:u.:cia esterna (giarda o giardonc}; sotto la pun\3 del garretto (corba) . I soprossi sugli ,uncl,i si chiamano scltine]lc c sd1icncllc- ; ,p1dli 111 1 pastura le. o 1,illa corona elci piede, formelle. Sono ure di lie,c importanza da principio, 111.1 se tra,rn• rate mettono il quadrup.:de fuori servizio per lungo ten1po, e di conlicgucuzn nelle :irmi a cavallo rlevono esser non \<'.>I,, aiten1amcntc curatc 1 nia prevenute con arne::,i di bar. datura proteggent i !e estremità. ~pccic durautc le rn ..ll'cic e le andature veloci. Di minore importanza sono le tare molli o slianc"menti ~inovia!i, alla regione cld garretto (vc,cicon i e cappelletti); a lla faccia anteriore del g inocd1io (cappcllcuo ron:,ci,to); cd alle faccie laterali dello st111co e tld no,kllo (mollette). Nella vita mii., specie in campngnat :icquistane> una certa g rnvità Je iofcrmjt;\ incere~)anti i! piede nei quadrupedi di truppa, pcrchè cause cli wp[Jicature, e d i assoluta inservibilità degli ani111a li, come le ,'Ontusioni o ,obbattiturc dell:1 suola e dei talloni, le se tole o fob, quarti, l'imputridimento e cancro del fettone, il rifoncl1111cnto o riprcn.,ionc, il chiovarclo c:m ilaginoso, l'acqua alle gambe, ricciuolo, o crepaccc; gli edemi, le piaghe c,ti,·c; generalmente mli M. dipendono da falsamento congenito cl i appiombi del quadrupede, non rnramcnte però deri\'ante anche da catti\'c ferrature, o da trasrura tezn nell'uso e nelle misure f)revcn,ive da p arte dei 111aniscakhi e dei soldati. Quando si tratta di casi gravi è ricl11c~1a sempre l'opera del veterinario, coadiu,,ato dal rnaniscako, al quale vengono prescritte ferrature corre11ivc, con razionale progressione.

Malaxa. Località dominante la baia di Suda, nell'isola di Candia. Durante la rivoluzione che condusse alla guerra greco-turca ciel 1897, vi si svolsero accaniti combattimenti tra Turchi e Musu lma11i candiotti cnJHro gl'insorti greci, i quali accerchiarono il fortino di M., l'unico in mano dei Turchi, che fu alfine preso ( 12 marzo). Ma in seguito :il bombardamento della fiott~ internazionale, anc,orarn a Suda, g l'insorti, fatto saltare il fortino, furono co$treni a ritirarsi, perdendo circa 200 uom ini. G li amn1iragli invitarono allnra il comandante delle truppe turche a La Canea


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ad occupare le posizioni abbandonate dag l'insorti, i qual i però, visto che i Turchi, assai clemoralizzati, non si decidevano a farlo, tornarono essi stessi a M,, eia dove tirarono contro le n av i lllrchc nella baia di Sud a (26 marzo). Nei giorni successivi furono infine allontanati dal t iro ddk: navi internazionali, che <listrllSSero ogni tri nceramento .

Mal borghetto. Comune in prov . di Udine . Nd medio evo era rocca (orte ed ebbe ste1nma; si d 1ia1nav~l Buonp borgl1cllo 1 ma gli venne cambiato il nome con

quello at,

tuale per le sue cont inue conresc con Ve nezia . La fortezza

d i M. nella guerra Gradiscana (agosto 1616) fu occupata dai Veneti; nd 1797 da Massena, Poco p rima che cominciasse la campagna del 1809 l 'J\ ustria rjcostruì le fortilicazion i d i .\f. a sbarramento d cll';tlt:a valle d el Fclla, conti"';> k prove nienze d all 'Italia, sulla linea principale di opcra.:ionc e d i wm unicaz.ione tra b Venez ia e 1'lnn (Udine-

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venne dato l'assalto con due bgl. dal fondo valle, con quattro dal pendio nor<l e alt ri qciattro dalla parte poste' iore dello sbarramento. Dopo accanito combattimen to i l>gl. che attaccavano da nord riuscirono a penetrare nello sbarramento c d a prendere la fortezza, Il capitano Hcnsd, comandante del forte, rimase ucciso in combattimento insieme a 5 ufficiali e 80 soldati, gl i altri furono fatti prig io n ieri. Questa sosta dell 'esercito francese a M . permise all'arciduca Giovanni d.i continuare la sua ritirata senza essere premuro dal ncn1ico.

Malcolrn. Nome d i alcuni re di Sco zia. Malrolm I , Salito al trono nel 9·12, m . nel 954, Dopo essersi annessa la contea di Moray, si alleò, nel 945 . col re Edmondo d'Jng h ilte rrn. Combatti: contro i l succcs~ore di quesri T adred e rirnasc ucc iso nel corso di una spedizione. iHah·olm Il . Salito al trono nel 1005, m, nel 1034. fl ll'as!>edio J i Durban, nel 1006, venne rigenato con grav i perdite; nd 1008 stipulò un 'allea nza con S igl~rd, conte di Okncy; nel 10 18 riporrò una vi ttoria sui Danesi) n1a nel 103r rimase sconfitto e dovette solto mcltcrsi a Canuto di Danimarca .

Malcolm lii. Salito al trono nel 1054, m. nel 1093. Era stato spogl ia to del trono da Macbeth e per r icon'1uistarlo dovette cercan:: aiuto agli I nglesi; cornbatr~ coolro i !'--!ormanni, e Guglie lmo il Cùnquistatorc dovette intraprendere conrro di lu i, nd T0/2, b sua gr~mdc spedizione in h <.:(.17,ia. i\1/. rip n:s<.: alcuni anni dopo la lotta contro Gut! i(·11110 il Rosso e n1orì su l campo d i battaglia di A 1nwick .

Malcolm GioMnn; (Sir). (;cnera le, diplomatico e sto , ico inglese (r769- 18_33) . Dal 1783 al 1830 prestù serv izio in Ind ia , segn"landosi all 'assed io di Scring;1patam (1792); fu co,n a nd a nte del forte S. Gi,1romo a Madras (1795). Prornosso generale <li brjgata, durante la guerra contro i Mahram , s'impad ront ciel loro campo ( tlh7), pacificò il distretto d i ~b iva e nel 1827 fu nominato governatore di Ho rnhay. Nel 1830 M . lasciò l'Ind ia. Scrisse una « Stori~

,!ella Persia dai tempi più r emoti fino all'epoca presente »; ,, S•·o ria politica dell'India », ccc. Le fortificazioni di ::'Vlalborgherto (secolo XIX)

Osop po-Chiu,aforte-M .-Tarvisio-Vii lacco) . Le 0!>erc d'allora consistevano in due blockaus d i legno per <lifcsa della fanteria, in tre batterie .scavate neJla roccia! c.:U ulcune altre piccole opere, che una stra.da coperta metteva in cornu ni ~

Malcontenti- Così chiamavansi nei sec . XVI e XVll k: milizit.: c..:hc a c~gionc della cattiva ammin istrazione militare, rimanendo pr_ i vi delle paghe, si ammutinavano. N egli eserciti, spagnuoli erano frtlp.1e nlj questi a1nmutinameu.t.i e µcr evitarli i ministri di Spagna erano spesso costrcni a

L'Austria \'i costrul nd

cou tinuarc la guerra anche se ingiusta o disastrosa, allct~ tando le milizie col n1iraggio dd saccheggio . N'è ordinaria~

secolo scorso il « Fune lle nsel » , intitolandolo al difensore del 1809 , a 1 Km. a est del paese, sop ra una piccola altura, con cupola corazzata. D11rnnlc la Guerra Mon-

mente v i era modo d i impedire o di sradicare dire ttamen te i! m.a le . Talvo lta i capitani in1pcriali marciavano cont ro i M. con t ruppe di diversa nazione; ma quasi sempre av-

caz ione fra loro . .L'armamento era c01nposto di 11 cannoni co11 uua guarnigione d i 300 u.

diale, le artigl ierie ital iane dem oJi rono il forte, di cui ora

veniva il contrario d i quanto si proponcv~no, rlmanen<lo

ri1nangono i ruderi.

contagiate dal male anche queste loro gemi. (V. Alteruti e Am,nutinaniento) .

Presa di /\-lalborg!,e110 ( 17 maggio 1809). Appartiene alla guerra d i Napoleone contro l ' Austria. Dmante la ritirata dall 'arciduca Giovanni d 'Austria verso l'lnn, il compito dello sbarramento d i M. era quello d i ritardare la marcia dei Francesi che insegu ivano gli Austriaci. H 14 maggio l'esercito del v icerè Eugenio con le d ivis . Durutte e Patcho d giunse con l'a vanguardia a M., mentre la divis. Fontanel li si era diretta verso Tarvisio . .Il giorno 15 cominciarono gJi assa lti c he furono respinti, come pure fu sventata una sorpresa notturna. Gli attacch i si ripeterono inutilmente per tutta la giornata del 16 maggio. A mezzogiorno del 17

,\,/a/contenti (Armata dei), Il duca d 'Alençon, irritato per il trattamen to usatogli a Corte dalla madre Caterina de' Med ici, che te neva lo lontano da ogni affare di Governo, durn1tlc l'assedio d i La Rochelle del 1573, cominciò a radunare intorno :i sè i cortigiani malcontenti, come Mont-

gommery, i partigian i ud la tolleranza, come Montmorency, i neo~convcrtiti, corne. Enrico di Na\larra, e tutti quelli che si rite nevano io diritto di lagnarsi per torri r icevuti. Il duca d',-\lençon, secondo g li Jccordi intervenuti, avrebbe dovuto reclamare la convocazione degli Stati Generali, e chiedere


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per sè il titolo di luogotenente generale del regno, essendo i l re

gravemente ammalato . Forse egli aveva anche di

mira l'esclusione dal trono di Francia, d opo la morte d i Carlo IX, che sembr ava imminente, del p roprio fratello, il duca d'Angiò, allora re d i Polonia . Oltre a molti signori di Francia, egli poteva contare sulla partecipazione alla lega degli Ugonotti francesi e <lei duca di Nassau, il q uale sarebbe accorso con le truppe protestanti d'Ale magn:,. Stava sul punto <li fuggire dalla Corte con l:'.nrico di Navarra per raggiungere Reims, e quindi Sedan , mentre Guitry con un distaccamento d! Ugonotti e ra già in vista

di San Germano , quando il suo favorito La Mole "·ciò il complotto a Caterina. li duca c<l Enrico di Navarra, arrestali, furono rinchiusi a Vinccnnes e co5tretti a scon•

fcssare il tentativo di San Germa no . La Mole ed il conte Coconasso piemontese, altro fiduciario <lei duca d'Alcnçon, furono cond.:inn:u i :.1 111orre e decapitati, cd i n1aresc. di Montmorency <: Cossé vennero inviati ali.a Bastiglia. l partigiani elle si e rano g ià riuniti furono att;1ccati e battuti alla Mar/le (V.) dall'esercito reale.

Malden. Forte costruito alla confluenza fra il lago Eriè e il fiume Detroit. Durante Ja guerra angio~americana, era occupato dagli Inglesi e da ausiliari Indiani. li colonnello Cass, dell'esercito americano, ebbe, sui primi del 1812, l 'incarico di i mpadronirsene, n1a non vi riuscì per la scarsità delle forze di cui disponeva. Sul principio del1'agosto, venne inv iato a 1\1. i) gen. nord;:irnericano llull, con truppe di rinforzo, e con 4 cannoni. T ullo era prom o per un regolare investimento, quando il gen . Hull, ritenendo di non avere forze sufficienti per l' impresa, improvvisamente decise di rinunciarv i. Cosl la campagna rlel Ca-nadà, iniziatasi con tante speranze, term inò senza rjsultalo alcuno per gli Americani. Malè. Comune i n prov. di Trento, in va l ùi Sole. Combattime11to di Malè (1848). Appartiene alle fazioni dei Volontari nel Trentino, durante le operazioni dei Piemontesi ·sul 1'..fincio. D ue cp. di volontari, comandate dal Mcneghelli (3", bergamasca, 1", bersaglieri trentini) poco meno di 200 u . , varcato il passo della Madonua di Campiglio, scese ro in Val di Sole e giunti a M. il q aprile vi costituirono un governo p rovvisorio o rganizzandovi nuovi

volon tari. Frattanto arrivava a M . il cap. Guicciardi col bg l. bersaglieri valtellinesi , e una cp. di volontari di val Camonica : in tutto si erano raccolti quivi 700 u. , senza artiglie rie e insufficientemente arinati. Contro gli Ital iani avanzò il 20 apri le i l col. Melczen, con un m,.. gli aio di u . e 2 cannoni. li Guicciardi schierò la sua p iccola truppa a ridosso del paese coprendosi con barricate, tenendo i n riserva i bersaglieri valtellinesi. Gli Austriaci avanzarono, e dopo due ore di fuoco riuscirono a far piegare l'esile linea italiana. Ma il Guicciardi, fatto avanzare il bgl. di r iserva, col fuoco e con attacchi alla baionetta tenne in rispetto il nemico, in modo che la ritirata potè compiersi con ordine, e con l ievi perdite.

M aleo. Comune in prov. di Milano, su lla dr. del l'Adda. Nel medio evo fo fortificata e ci nta di mura , di cui si vedono ancor oggi gli ~vanzi. Nel 1295 avvenne, nei suoi dintorni, una battagl ia vinta da Matteo Visconti, che comanda1·a i Ghibellini di Milano e Piacenza, contro i Guelfi di Lodi e Cremona. Maleo. Generale cartaginese (VII sec. a. C.). Cornbattè in Sardegna nel 536 ed essendo stato sconfitto venne csi-

!iato. Marciò allora contro Cartagine e la prese dopo assfdio, ma venne uccis? pcrchè accusatO di volersi far nomi nare re.

M a lenchini ( Vincenzo). Colonnello garibaldino, n. e m. a Livorno (1813-1881) . Combattè come capitano a Curtatonc, e divenne ten. col. nell 'esercito toscano; nel 1859 comandò un battaglione dei Cacciatori deg li Appennini, nel 186o con 800 Toscani raggiunse in Sicilia Garibaldi con la spedizione Medici e si segnalò a Milazzo e al Vo). turno col grado di colonnello. Passato nel! 'esercito regolare, combattè nel 1866 e fu alla presa di Roma con la divis. Bixio. Fu aiutante di campo ciel re Vittorio Emanuele Il; fu eletto deputato di Livorno per 6 legislatvre (dalla VIJ alla XII) e fu creato senatore nel 1876.

Malenchini Vincenzo

1\llalerba Agatino

Malerba (Iacopo). Architetto militare del sec. XVI, al scn·iz io del re d, Napoli . Nel 1547 fece il modello delle fw-rifìcazinni di Lipari. Malaba (Agatino). Medaglia d 'oro, n . a Catania, m. a Grazigna ( 1893-1 917). Sottot. di complemento nei mesi precedenti immediatamente lo scoppio della guerra ita!,,austriaca, partì per la zona cli operazioni col 119'' fan. tc:ria d i nuova forrnazione . Segnalatosi in n u1ncrose occa p sioni per ardimento e sprezzo cJd pericolo, ndl"ofTensiv;i ddla primavera r9r7 immolava la g iovane esistenza sul ct.mpo, a l comando ,della 309~ cp . m itragliatrici. La moti ,·azione, con la quale fu decretata la suprema ricompensa a!la meffh>ria dell'3rd irnentoso ufficìale, così si esprime: <' Cqmandant~ òi una com!)agn ia m itragliartici, avendo perduto, in seguito ad un lungo bombarJ amcnto nemico, ci nque delle sue arrni e tutti i capi-pezzo, n1anovrava egli stesso un ·u nica n1itrag liatricc, dove era rimasto a funzio. 11are da servente .i! soJo ufficiale superstite , riuscendo per tre giorni consecutivi, su posizioni allora conquistate , a respingere rjpctuti contrattacch i avversa ri. Colpito a morte~ veniva travolto con l 'arn'Hl , I.asciando glorjosamente la v ita sul campo ». [G razign a (Gorizia), 16- 18 maggio 1917] .

M a lesia br itannica. V. Malacca. Malestr oi t. Comune della Francia, sull 'Oust. li 9 gennaio 1343, al princip io dell a guerra dei Cento anni, fu conclusa in M. una tregua tra Edoardo Ili d'Inghilterra e il re di Francia Filippo VI. Malestroit (Giovatmi d,). Capitano di ventura <lei secolo XIV. Dopo la tregua del giugno 1375 tra ìl re di l'rnncia e il principe di Galles, con le milizie licenziate formò una banda di Brettoni e di Guasconi che, postasi al soldo di papa Gregorio Xl, e agli ordini diretti del cardinale Roberto di Ginevra, scese in Italia per ridu rre all 'obbedienza del papa la Romagna e la Toscana. La banda partecipò all 'eccid io cli Cesena (1377) insieme co11


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g li Inglesi dell'Acuto. Il M. si m ise poi dalla parte dell 'antipapa Clemente VII e si diresse verso Roma, ma Alberico da Barbiano, che si era posto al ser vizio del papa Urbano VI, ma.ciò contro di lui (1379) e presso Marino inflisse al M. utia completa sconfitta, distruggendo la sua banda. Tre anni dopo il M. moriva d i malattia a Napoli.

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bardamento e precipitò sep pellendo sotto le sue rovine i d ifensori.

Malines. Città del Belgio, sulla Dyle, fortificata nel secolo XVI. :'lei 1914 venne bombardata e danneggiata dai Tedesch i.

Ma.let (Claudio de). Generale francese (1754-1812). Era ufficiale quando scoppiò la Rivoluzione, cu i aderì d ivenendo comandante della guard ia na:,;ionale d i Dole e poscia partecipando alle guerre su l Reno . Raggiunse jl grado di gen. di brigata nel 1799. Ostile al Consolato e ali 'Impero, cospirò contro Napoleone e tentò nel 1812 una congiuria,

impadronendosi a Parigi, n1cn ~ tre l 'impcratore era in Russia, dei!a prefettura d i poli,;ia. La congiura fu to<;to .repressa, e

il M . fucilato n1S1cme con 14 Malet C laudio

~uoi com pi ici. Fortificasioni di l\.'lalincs (secolo XVI)

Mal fatano. Capo e porto su lla costa nord-occidentale del capo Teulada, in Sardegna. Combattimento presso Capo Ma/fatano (1811) . Avvenne il 28 luglio, tra nav i sarde e nav i di pirati tunisini. Questi erJno comparsi per tentare azjoni di pirateria sulle coste, con una goletta e due feluche. Ad attaccarli mosse una syuadrctta sarei", agl i ordini de l cav . Porcile: due mezze galere, uno sciabecco, un lancione armato . 1 Turchi ven-

nem vigorosc,mentc attaccati : la galera del Porcile andò all'arrembaggio dj una feluca;

i nemici invasero .la nave

dd Porci le, ma guesti, bcnchè ferito, li respinse e a sua volta si gettò con i suo i nel la nave nemica e la prese, facendo strage dei d ifensori, Quind i attaccò pure all 'arrembaggio la goletta che si batteva contro l'altra mezza galera, e la costri nse al la resa. L'altra feluca tu rca riuscì a salvarsi.

Malfn1at10. Corvetta di 3° ordine, varata nel 1844 dal cantiere della Foce a Genova; d islocamento lOnn. 682; lunghezza rn . 45,08, larghezza m. 7,44, con apparato moton· d i 16o cavalli, a ruote; radiata nel 1870. Nel maggio del 1860 fu inviata nel le acque della Sardegna per impedire che Garibaldi vi approdasse con i due storici piroscafi dei Mille.

Malfatti (Bartolomeo). Storico e geografo, n . a Mo ri nel 1828, m . nel 1892. Scr isse : ,, Imperatori e papi al tempo della signor ia <lei Franchi in Italia »; " li Quadrilatero·»; « I castelli trentini distrutti dai Franchi o ; ecc. Malgrate. Comune in prov. d i Como, sulle sponde del Lario d i fronte a Lecco. Nel medioevo fu fortificato e il suo possesso venne pili vohe contrastato durante la guerra tra Como e Milano. Nel r r26 i Lecchesi assaliro,10 nottetempo improvvisamente la rocca d i M . cacciandone i Comaschi dai q uali era guardata e facendone prigio nieri alcuni, per poi impiccarli il giorno seguente alle mura di Lecco. N el 1532, M ., avendo dato rifugio ai soldati spa• gnuoli e italiani fuggiti da Lecco , q uando la città fu assa. lita d i sorp'resa da Gian Giacomo Medici, questi vi mandò le sue truppe comandate da CèSare Maggi, il gualc la mattina del 14 febbraio d iede l'assalto a M. tanto per t~rra, quanto dal lago. La rocca, diksa da Accursio da Lodi, resistelle a lungo, finchè venne rovinata dal bom-

I. Trattato di Afrlines (1y3) . Venne fi rmato il 5 apri le da Massimi liano cl ' Austria, da E nr ico V Ili d 'Inghil1crra, dH Ferdinando d i Spagna e da l Papa, i qual i costituivano una Lega contro Luigi XII, alleato allora con i Veneziani per la conquista del Milanese. L 'alleanza durò circa un an no, e poi .si disgregò : la d iplomazia francese riuscì alla conciliazione col Papa e con la Spagna, e il re d'Inghilterra firmò il 7 agosto il t rattato di Londra.

II. Presa d1 Maline,- (1794). Appartiene alle guerre della Repubblica francese . Il 15 luglio, i Francesi del Souham batreva no sul canale di Lovanio lHI d,staccamento alleato dell'esercito del duca d i York e lo inseg uivano nella sua ritirata verso M. Quivi esso tentò d i resistere, ma gli inseguitori sfondarono le porte, e penetrarono in ci11à, donde gli Alleat i riuscirono a fuggire, r iparando ad Anversa.

Millincs di Brinno ,·onte Roberto . Generale del secolo XVIII . Corne1ta nei ,dragon i del Gcnevcse nel li34, percorse in detto rcggirnento tutti i gradi sino a luogote n. colo nnello . Brigadiere d i cavalleria nel 1768 e luogotco . generale nel 1774, fu gran ciambellano e governatore dd p rincipe d i Piemonte. Morì nel 1j83.

Mal ingh,er (Arturo). Generale, n. a Milano nel 1869. Sottot. dd Gen io nel 188y, partecipò alla guerra 191 5-rS. Promosso generale di br igata nel 1926, comandò il Genio del C. d'A. d i Triesre e nell 'anno seguente passò a comandare i l Genio del C. d'A, di Roma. Malingri di Bagnolo. (Gùtcinto). Generale n . a Torino nel '773, 111 . a Bagnolo. Cornetta in cavalleria nel 1789, fu ferito e fatto prigioniero alla battaglia Lidia Trebbia (1799). Riammesso ia serv izio dopo la restaurazione, fu per 23 anni addetto all'Accademia m il. , diventando colonnello ne l 1821 e . magg . generale nel 182 9 . Lasciò il servizio nel 1839, Malingri di Bagnolo A.lessat1dro, Generale, n. a Bagnolo P iemonre , m. a Torino ( 1855•1928)_. So.ttot. d i cavalleria nel 1876, da colonndlo (1903) coma!l~,ò ,il regg. No-


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vara e da magg. generale (19u) la 1• brigata cavalleria. A llo scoppio della guerra contro l'Austr ia divenne ltn . generale, costitul e comandò la 4• d ivis. di cavaller ia, tenendo tale comando per due anni e guadagnanrlo a Monfalco ne, nd maggio 1916 la med. d'argento al valore. Passato nel r917 in P. A., fu collocato a riposo nel 1921. Aveva fatto i corsi dc.Ila $ cuo ia di G uerra .

Mali11gri di Bag11olo Alberto. Generale, n. a Torino nel 1869. Sottot. d"art. nd 1887, ebbe la mcd. d'argento nel 1893 a Torino in occa.1ionc di un 'esplosione per !a quale rimase m utilato d'un occhio. Partecipò a t utta la guerra 19,5-1918 divenendo colo nnello nel 1<._p 6. Comandò il 3 1° regg. art. e poi fu addetto a l C . d 'A. d i Bologna ( 1919). In P. A. S. poco dopo, fu promosso generale d i brigata nel 1925 e nel 1931 passò nella riserva .

Malissori. Popolazione uonl-albanese, d i religione ro1nano-cattolica , abit~lfH<.: nelle m ontagne a nord e a no rdFest

d i Scu1;iri . li loro numero è d i circa 30.000 ind ividui . Nel 191 T, sosicnuli d al ~fontenegro, si sollevarono contro la Turchi,l, la quale mandò con tro di lnro parecchie spedizioni, 111a all:-i fine fu costretta. a concedere ai A-f. agevo. !azioni legislat ive e compensi pecuniari per ottenere la loro sottom issione. Durante la guerra balcauica (1912-13) i M. dapprirna prestarono soccorso ai !vtontcnegrini , poi, insieme ai M irditi , si d ich iararono contrari ad essi, come furono ostili all ' investi men w di Scutari.

assediate. Nel medio evo , M. era, ugualmente, qua!unquc proietto incendiario, lanciato a mano o per mezzo d i macchine.

Malleson. Co lo nnello inglese del corpo degli ingegneri del Bengala del scc. XIX. Scrisse la « Storia dei Francesi nclk Jnd ie »; « Biografie d i celebri generali del XVll e XVIII secolo;,; « Storia di Genova ». Mallet-Mortar. Mortaio inventato dall'ing. inglese Ma llet; chiuse la lunga serie delle bocche da fuoco di enorme mofe adoperate prima dei cannoni rigati. Questo rnortaio fu t:Ostruito con barre di fer ro (ucinato e con un sistema d i cerchi saldati a caldo. Senza affusto pe)ava 91.500 chilogrammi i la sua bomba aveva 889 mn1. di d iametro e conteneva una carica <li scoppio d i c irca 212

eh ilogr. d i polvere, pesandone 1562 quando era carica; J1ci tiri di prova, eseg uiti cou cariche c re.~ccntj di 23, 27

32 e 36 ch ilogramm i, rnggiunse 1a massima g ittata Ji ,1600 passi . Esso sparò soltanto q uattro colpi : l 'ultirnu avariò la bocca da fuoco re ndendola inservibile. Questo g lgan,es<.:o mort~io, non a\·c ndo punto corrisposto alle speran7.c dd suo _inventore, fu battezzato dal popolo « Follia d1 ralmcrston )>, e n1anrlaro, t:0n1c oggetto da 1nuseo, all'arsena le di Woolwich.

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IvlaJin gri dj B agnolo Ales~.

IVlalfadra G iuseppe

Malladra (Giuseppe) . Generale, n. a Tor ino ne l 1863. Sotr.ot. dei bersagl ièri nel 1886, combattè in Eri1rea nel 1895-96-97. Frequentata la scuola d i guerra, passò nel corpo d i S. M. In Somalia e poi in Libia nel 1912-13-14 q uale comandante del bgl. Ilenadir, rneritò nel 1914 la med. d i bronzo ad Es Scleidima ed a Gcdabia . Partecipò poi a tu tta la g uerra 1915-1918, d ivenendo colonnello nel 1\)15 e mngg. generale nel 19 r7. Fu , in g uerra, capo d i S . M . della 21• d ivis., del Vll C. d'A. e della IX armata e coma ndò la brigata T reviso. Venne clecorato dell a croce da rav . dell 'O. M. S. nel 1916 e della croce d 'uff. dello stesso ord ine nel 1918. Dopo la guerra coman dò la 3• divis. alpini e poi le d ivis. cli Treviso (1923) e d i Verona (1926). N el 1927 andò in P . A . Malleolo. Era il nome che si dava acl un'arma sulla specie della falarica, ma d i dimensioni più piccole, e più leggera, lanciata per mezzo d i arm i portatili . Malleolo. Nell'epoca bizantina, si disse M . elipsoide una sfera costituita da liste d i ferro e vuota, munita d i punte , entro la qua le si metteva .sto ppa e fuoco greco. D iveniva così un proietto incendiario, da lanciare contro le navi ne111iche, o contro macch ine ùi assedianti, o contro città

::\forraio Mallet

Malliano (di Sa11tt1 :\faria , marcl1ese Francesco) . Generale, n. a Fossano nel 1796. Nel 18q, dopo essere sta to guar<l i;) tf 'onurc in Francia, divenne ~ollot. di cavalleria~ nel la q uale arma fu promosso colo1111dlo comand ante il regg . Savoia cava lleria nel 1841. Magg . genera le comandan te la br igata Acqui nel 1848 , passò subito dopo a comandare la cavalle ria <ld r° C . d 'A. e nello stesso anno andò a riposo. Partecipò ;,Ila rampagna contro la Francia del 1815 ed a lla g uerra del 1848 . Malmaison (o La Malmaison). Villaggio della Francia ne l comune d i Ruei l, sulla sr. del la Sen na, presso Parigi . Possiede un castello costruito nel see. XV Ili. Combattimento della i\fahnaison (21 ottobre 1870). li gen. Ducrot, comandante della Il arn1ata, aveva destinato, per

una sortira da Parigi, 19 bgl. con d iversi corpi franchi, , sqdr. e 16 ber., in totale ro.ooo u . con 120 pezzi. Queste truppe ·avanzarono con 2 colo1111e, agli ord ini dei gen . Ilcrtheaut e Noel, dai margini nord c. sud di Rucil cont ro M . , co n una colo nna, sotto il col. Tholetton, contro il castello d i Buzanval, mentre una quarta e una quinta


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colonna si tenevano dietro le due ali e 14 btr. aprivano il fuoco su tutta la linea. L'ala sr. degli avamposri del V C. cl '/\. p russiano, attaccata, era composta di 4 bgl. i quali avevano occupato, al margine del bosco di SaintCloud a sud -ovest di ,H . , una posizione di <lifes, che si stendeva dalla Senna fino alla st retta di Tucufa , resistendovi, dopo che i posti avauzati erano stati sloggiati da parecchie compagn ie di zuavi dal parco di M., al fuoco vivissimo di molte btr. francesi , che, portatesi avanti sul la prima linea, appoggiava no la propria fanteria. Verso le 4 del pomerigg io, il col. v . Ebcrhard spinse il 46° regg. a l con,wnacco; M . fu ripresa, mentre all'altra ala i l gen . di d ivisione ,,. Schmidt per mezw del 50-0 regg. fanteria e del 6° rcgg . granatieri si impadron iva nuovainente di Buzenval e di due cannoni. Alle 6 del pomeriggio i Francesi erano respinti su tutta la linea, avendo perduto 500 u.

fra morti e feriti, e circa 120 prig ionieri . I Prussiani eb~ bero 9 ufficial i e r29 u. morti, 258 fer iti, 3 dispersi. I Francesi attaccarono ancora, con azione di piccoli reparti, la M. il 29 novembre e il 29 dicembre 1870, ma furono respinti. E la presero il 19 gennaio 1871, durante la battaglia di Buzen.val (V .), ma la riperdettero nella stessa g iornata.

Malmistra. Antica città dell'A,ia, nella Caramanlia. :<cl ro96, durante la prima Crociata, fu presa dai Napoletani e Pugliesi condoLti da Tancred i, che facevano parre dell'esercito crociato . Malmo. Città marittima della Svezia, porto principale per k comuniç:;17,ioni con la Danimarca, situata nel Sund di fronte a Copenaghen . All'epoca della Lega Anseatica t:rn una piazza dt grande importanza commerciale e rni lirnre. li 23 aprile 1512, dopo la battaglia navale di Bornholm, fu conclusa in M. la pace tra il re Giovanni e la Hansa, e nel 1524 vi fu stabil ilo lo sciogl imento dcli 'unione di Ca lmar. ,\ nche nella guerra dei Cont i, dal 1534 al 1536, M., sotto la direzione del borgomastro jorgen Kock, ebbe una pane importante, resistendo lungamente agl i attacch i del re di Danimarca; solo nell'aprile. 1536 la cittil ribel le fo sottomessa. Con la com·enzionc del 1662 vi furono regniate le condizioni per la cessione delle provincie danesi alla Svezia; in seguito alle pacì di Roskildc (1658) ·e di Copenaghen (1660). Nella battaglia navale dell'u lugl io 16ì7, combattutasi nella baia ùi Kjéjge, tre navi da guerra svedesi, essendo sfuggite ai Danesi, raggiu nsero M. dove furono attaccare, il giorno seguente, da lla squadra ausil iaria olandese. Una naYc fu presa e le altre due abbruciate. Nel liJO, dopo la rotta di Poltava, l'esercito da nese del gcn . Rantzau assediò .M. che {u liberata poco dopo dalle milizie stanziali svedesi, condoue dal gen. Stecnbock. 1

l. Trattalo di Ma/mii (26 giug no 1803). Fra la Svezia

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e il Meddcmburgo. La prima cede all 'altro il possesso di \Vismar, Pocl e Neuk loster, per la durata di 100 anni, con d iritto dì riscatto. Il duca del Meck lcmburgo pagherà n50 mil ion i d i scudi e non potrà ionificarc Wismar, nè farvi un porto d i guerra . II . A rmisth io di ,' vlalmo (1848). Il 26 agosto 1848, durante la guerra fra la Prussia e la Danimarca per lo Sch leswig-Holstcin , malgrado i successi riportati dal gen . prussiano Wrangel , per interposizione della Russia, dell 'Inghilterra e della Svezia, fu conch iuso a M . un an~1istizio di sette mesi fra i belligerant i. In virt ù dì tale armistizio era i~tituita , per lo Schlcsw.ig-Holstcin, una commissione ammi. nistrariva comune; le truppe di ambo le parti dovevano rientrare nei rispettivi paesi; la disdetta dell'armistizio doveva darsi wn un mese di preavv iso, e ali 'atto della denuncia ciascuua ddlc part i con tendenti sarebbe stata libera di riprendere le primitive posizioni. Questa convenzione, che favoriva l 'incurporazione dello Sch lcswìg nella Danimarca, raccolse in Germania la disapprovazione gene• raie e impedì che ad essa seguisse la pace. (V. Ducali, guerra de1).

Malnate. Comune in prov. di Varese, silllato sopra uno dei colli che determinano la valle dell'O lona . È auraversata dalla strada che da Como mette a Varese. Gl i Svizzer i del cardin. di Sion la saccheggiarono nel 1511, uccidendovi più di 1 000 persone. Fino a M. si spinse Garibaldi dopo la vittoria di Varese, nel l'inseguimento degl i Austriaci di Urban. Maloggia (o Maloia). Valico delle Alpi Retiche che dà accesso dalla Val Brcgagl ia (:Vlera , subaffluente del!' Arida) a! l'Fngadina (alta valle dell'Inn). La rotabile da Chìavcnn:, r isale la Val Hregaglia affro11tando la ripida ascesa alla soglia del ;\1. (1 ~ l r m .) che ap re il varco alla regione a dolce declivio cosparsa di laghi, costituente l'a lta En gadina (Silvaplana-St. :\-loritz). .Bcnchè segni una transizione non difficile tra due vallate.: aperte le cui testate si prolungano secondo un asse com une, il displuv io del M. ha funzione importante, come <]Uello che separa le acque di afn11enti p3dani e danubiani , tributari rispettivamente dell'Adr iatico e del Mar Nero. Ha altresì importanza mi! . i11 quanto apre sul rovescio immediato della frontiera italo-svizzera un a lunga via parallela alla fronte, che consente agevoli spostamcoti fra le due vallate e combinazioni di manovra da val Posch iavo e Val Malenco verso la Valtellina, e dalla Val Bregaglia verso il lago di Como. Malojaroslavetz. Borgo Luja, o Luscha.

della Russia centrale, sulla

Battaglia di ,vlaioiaroslavetz ( 1812). Appartiene alla campagna di Napoleone nella Russia. TI 19 ottobre l'esercito francese aveva iniziato la ritirata, <.: Kutu~ov, genera lis-

L'aeroporto di l\.1aJmU


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simo russo, ne era stato avvertito soltanto tre giorni dopo. In base alle informazioni ricevute, egli ordinò al gen . Doctorov d i portarsi con le truppe ai suoi ordini, oltre 80.000 u. , su M., che il mattino del 24 era occupato da due bgl. della d ivis. Ddzons, mentre il resto d i questa era r imasto sulla sr. della Luja . Le avanguardie russe cacciaro no di buon mattino da M. la piccola forza che vi si trovava. Il Delzons accorse con la sua d i vis., e respinse ì Russi, rient.rando i n M. ma non potendosi mantenere che sull'orlo del paese, perchè di' fronte a grosse masse russe sopraggiungenti: nella mischia in paese il Ddzons rimase ucciso. Sopraggiunto il principe Eugenio con un'altra d ivis. (gen. Broussier) verso le 10,30, gli I taliani poterono mantenersi nel. paese, ma non cacciarne Russi, che conti..

•·•·♦RUSSI

.FRANC/!SI

.••·•·" •·

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,

M alown. Località fortificata dello stato di l\"cpal m India, a sud dell 'Hirn alaia .

Presa di Maloum. Appartiene alla guerra del 1814-15 nelle Indi~ inglesi. 11 generale Ochterlony, comandante ddle truppe inglesi che operavano nel Nepal, nel novembre del 181.1 si era impadron ito successivamente di tutre le difese del paese. Non rimaneva ormai più a Umur Sing, comandante dell'esercito nepalese, che il solo forte d i M ., sotto il quale gli Inglesi giunsero il 15 a[Jrile 1815, dopo una ùura campagna di cinque mesi. Umu~ Sing assa lì il campo degli Inglesi, ma fu respinto con forti perd ite. Intanto il col. Gordner si spingeva con un corpo d i truppe irregolari nella prov. d i Almora, che fu occupata poco dopo rfal col. Nicolls, giunto in rinforzo d~ I Gardnc r. Caduta Almora, la posizione d i M. rimase completamente isolata e sen:,:a possibilità d i essere soccorsa. Amur Sing la d ifese valorosamente, ma , ridotte le sue forze a poche centinaia di u., dovette capitolare. li gen. Ochtcrlony gl i concesse d i uscir libero d;1lla piazza con armi, bagagli, band iere, due can notJi e tutte le sue cose private . M a lpaga (Castello di). Castello in comune di Martinengo, prov . di Bergamo. Le origini risalgono al 1200. Assunse importanza verso la metà del sec. XV, q uando il condottiero Barw iomeo Colleoni, acquistatolo dopo aver lasciato il comando degl i eserciti veneti, lo adottò a sua residenza, abitandovi fino alla morte nel 1475, e tenendovi per suo servizio 600 cavalieri. M alplaquet. Vi!laggio della Francia, nel ùiµ . del Nord, presso la frontiera belga.

Battaglia di :rvialojttroslavetz, ( 1812)

nuavano a sopraggiungere . Pìl1 volte il paese passò nelle mani degli uni e degli altri . In rinforzo arrivavano frattanto la Guardia ital iana e il corpo dd Davout. Profond i burroni impedivano movimenti aggiranti, e la lotta si svolgeva unicamencc per il possesso diretto del paese. Numerose artiglierie russe producevano forti perdite nelle file degli Ital iani. L'artiglieria di questi era portata sulla sr . della Luja, e im pediva ogni progresso dei Russi. Si lo ttava dunque solo nel paese, fra i numerosi cadaveri e feriti che ingombravano le strade. L'i1nperntorc n1andò a rinforzare i combattenti la divìs. italiana del generale Pino e parte della Guardia italiana. Lo sforzo d i queste truppe perrn;se, ùopo lotta accanita, d i cacciare i Russi dal paese e di fare avanzare l'artiglieria fi no oltre questo; me ntre chic divis. del corpo di Davout (gcn. Compans e Gérard) potevano altn:sì varcare la l~uja e intervenire. Era te1npo chi: il Kutusov, sopraggiunto con truppe fresche, le lanciava all 'atta.cco di ,i\,f.., ridotto in macerie fumanti e san. gui nosc. Anche q uest 'u ltimo sforzo dei Russi fu infranto, a tardissima sera, cd essi, la mallina dopo, ripiegavano su Kaluga. La hatt.~glia era durara 18 o re, fra 80.000 Russi e 17 .000 f ranco-Italian i (in grande maggioranza yucsti ultimi) con la perd ita di 8 .000 e 5000 u . rispettivamente. Due generali italiani (Pino e Gifflenga) e uno còrso (Fontana) vi erano rimasti fer iti, insieme con sei colonnelli e mol tissimi u fficiali. Il colonnello Galimberti vi guadag11ò i galloni d i gen. di br igata. Dei Russi, era rimasto ucciso i I gcn. Doctorov, 1

l/t11taglia di M11lplaq11et (r709) . Appartiene alla guerra per la Successione d i Spagna . Stanno d i fronte 80 . 000 Imperiali-Anglo-Ofandesi (129 bgl. e 252 sqdr. con 105 cannoni) comandati dal pr incipe Eugenio e dal Marlborough, contro 66.ooo Franco-Bavaresi (r 30 bgl. e 260 sqdr. con So cannoni) comandat i dal V illars, il q uale, in seguito ad una mossa del pri ncipe in direzione di Mons, raccolse l'eserci to sulhilipiano di M . ove giunse il 9 settembre. Tale posizione aveva notevole valore perchi: importan te nodo stradale per le provenienze eia Mons e da .M aubcugc. Tatticamente v'erano due robusti appoggi d'ab avanzati: il bosco di Lasnìèrc a dr. (propaggine del bosco d i Blangies) e il bosco d i Taisnière (propaggine ùi quello di Sars) a ~r ., con b pi::mura di ;.VI. al centro. Aveva però 11 difetto d i essere aggirabile per il bosco di Blang;cs, difetto aggravato dallo sch ieramento assunto dal Villars, che om ise

di guernlre maggiOrn1cnte quell 'ala. Anche nella organ iz• zazione dei lavori d ifensiv i il Villars si preoccllpt> di render forte il cemro e la dr. a tutto scapito <.!cli 'ala sr. li pri ncipe E11gcnio, con esatto apprezzamento del tcr rcoo, delle forze e della situai,ìone, decise di attaccare tlirnostrativamcntc la destra e il centro del Villars, agendo risolutivamente, a m.assa, contro la s ua sr. per aggi rarla..

Dopo accurate ricognizioni, ev itando d i disturbare i lavori e d i dare al larmi, il pri ncipe, fra il 9 e l 'ri settembre, dispose le truppe su tre g ruppi, ciascuno su tre schiere; precisamcotc con q uesti compiti: ala sr.: tenere a bada la d r. e il centro nemico; centro: contro il centro dell"ala dr. nemica (margine orientale del bosco d i Taisnière) per impcgna,·lo fortemente con attacco a fondo; ala dr. : massa di manoyra, più forte, per agire ad ovest della strada di Mons aggirando il fianco sr. del nemico.


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• l'IAN O Dl:LL.b. BATTA.GLIA di

MAI..PLAQUET

Battaglia di Malplaquet (1709)

Pra k tre masse operanti, largh i intervalli affidati al!a cav~llleria opportuna1nentc fraz.ionata. Un corpo staccato, m isto, composto di fanteria e cavalleria, era incal'icato di

un ampio aggiramento col compito <li piombare di sorpresa al.traverso i boschi d ietrn la sr. nemica . Due grosse batterie, stavano contro le ali dello schieramento nemico . 11 principe Eugenio si riservò il comando dell'ala d r., i! Marlborough del centro e della sr. Nel campo francese, i l rnaresc . Legai ebbe il comando dell'ala sr. dove pu re fu il Villars; il maresc . l:loufflers della dr. e del centro. I.a battagl ia si svolge secondo il concetto opera 1ivo <lei , principe Eugenio ; precisarm:nte: 1a fase: centro e destra alleata attaccano i Franco-Bavaresi di fronte e di lianco; la sr. francese respinge dapprima l'attacco frontale, ma è avvi luppata e rotta alla propria sr., è si ritira combattendo. 2a fa.re: di fronte all'orlo meri<lionalc del bosco d i Taisnièrc, Villars raccoglie gli sbandati della sua a la sr. roua e fugata dal principe Eugc11io e dal distac-

<li moschetto. l n Ma!plaquet è facile scorg-crc i caratteri della battaglia moderna per l 'ampiezza del fronte di schieramento e per i differenti c0111piti assegnati ai vari raggruppamenti di forze in rapporto al concct10 operativo del comandante.

Malsch. Borgata della German ia nel Baden, su un ramo dcli' ,\lb; in qualche testo è indicata con tale nome la battaglia più comunemente detta <li E11/i11gen (V.) . Malta (ant. l\lelita). Isola del Mediterr,u1co orie ntale, a sud della Sicil ia, che fa sistema con quelle di Gozo, Comino (e Km .) e m inori scogli. Superficie 232 Km,,., abitant i circa 200 111ila. Fiskarnente è iso)a italiana, che sorge dallo stesso zoccolo sottomarino su cui poggia la

carn<:.:nto m isLo; rìe5ce a tamponaJe forman<lo una nuova

linea con c ui trattic.:nc e respinge i hgl. nemici. In questo

momen to il Villars è ferito a un g inocchio, e Boufflcrs assume il comando. 3~ faje: il Marlborough, accortosi che av:;1nti :;1i settori da lui comand:lli il nemico aveva ridotto k forze a favore del la l'ropria ala sr., lancia avami la riserva e tut ta la cavalleria: le difese riel bosco di Lasnièrc sono superate e le lince d i Malplaquet occupate dopo

vio lentissimi e reiterati attacchi <li fanti e cavalieri. Mentre il noufflers stava per ristabiJirc la situazione anche da

q"csta parte a mezzo della propria cava lleria, sq,[>e che il maresc. Legai, all'a la sr. dello sch ieramento. era in piena ritirat'1 per effetto di un nuovo attacco riel principe Eugenio. Ed a llora ordinò la ritirata generale su Bavay; ritirata che si effettuò in completo ordine, anche perchè il nc:mico, causa la stanchezza delle truppe 11011 inseguì . Quella di M ., durata otto ore , fu la più sanguinosa battaglia del secolo XVIII : 8000 morti e 4500 feriti e 8 cannoni· le perdite francesi; 20.000 fra rnoni <.: feriti quelle degli Alleati. Il principe Eugenio vi riportò una ferita 1

Antiche bandiere marittime di JVfalta

Sicilia. Arida e, in buona parte, non adatta a coltura, per la sua posizione e per l 'ottimo porto naturale ddla Valleua - sca lo frequentatissimo - ha grande importanza geogra fica e strategica . specie per il conrrollo rleHa navigaziunc fra i due bacini n1ed iterra nei. li bacino interno è diviso in due dalla penisola di Scibarras. Cenno storico. Prin~i a stabilirsi nell'isola furono i Fenici; (orse i Greci vi ebbero in seguito stanza, seguiti dai Cartaginesi, i quali la ebbero li n dall 'inizio del V secolo a. C . e vi costruirono fort ifica1.ion i. Roma vi fece la sua

comparsa nel 257 a. C., per opera d i Attilio Regolo, che prese 1\1., ma l'isola ricadde in l)Otcre dei Cartagintsi,


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guidati da Santippe, l'anno seguente. Ancora ripresa dai Roinani nel 249, dopo la battaglia di Trapani, tornò a Cartagine in base alla pace seguente, e, infi ne, a Roma dopo la battaglia di Zama, nel 202. Le isole erano già sufficientemente abitate, poi che M . e Gozo divennero municipì romani. Nella divisione dell ' lrnpero, esse furono sotto fìisanzio . Nel V secolo, d. C. , Jc isole non furono risparmiate dalle invasioni dei Goti e dei Vandal i; nel 533 vennero prese da Belisario, e nell '8iO dagli Arabi, j quali costruirono mura turrite a p rotezione dd capoluogo, che era sorto dove poi fu la Città Vittoriosa. Sembra che q ualclie tempo dopo i Bizantini abbiano fatto un ten tativo di ripren dere lv! . agl i Arabi, con gl i ammirag li N iceta e Miniace; ma la loro flotta sarebbe stata sconfitta. Dopo la conquista operata dai Normanni, questi rico~truirono e raffor7.arono le fortificazioni del capoluogo.

421 u., 3 btr. pesanti); corpo reale del genio ( 1 cp. con ufl . e 92 u .). L 'aviazione è inglese, e comprende 1 squa .

2

rlriglia da osserva,,ione costiera, 3 squadrigl ie e , /2 della m~rina, una nave porta aerei : .in tutto 27 apparecchi di

linea e r 4 cl i r iserva. Ma la difesa dell'iso la è affidata essenzialmente alla flotta inglese.

.'vfalta (Ordine dei Cavalieri d1). Orcline religioso fondato nel IX secolo a Gerusalemme, col n.ome d i « Ospitalierl d i San Giovann i di Gerusalemme >l, o

t<

Gcrosoli-

L'isola segul da allora per molto tempo le sorti del regno

di Sicilia, al q uak rimase annessa. Nel 1420 il re Al fonso V d i Spag na concesse ag li abiranti una certa autonornia , e i

Maltesi organizzarono una loro flotta e un loro esercito, ta!i da r iuscire a proteggersi contro le scorrerie dei Sa raccni. Una di queste, composta di 18 .000 u ., nel 1427, fu da es~i ~co11fitta e costretta :1. ritirarsi in Africa. E così

Modéllo di G alera dell'Ord ine d i :v!alm

una spedizione tmca nel r 480. Nel 1530 si stabilì a M . l 'ordine dei Cavalie ri di Rodi , del quale diciamo più avanti. In base al trattato di Amiens, il 20 sette rnbrc 1802 il re d i Napoli spedì 2000 u. a presidiare M. , al comando del pr incipe di Pantelleria . Ma le t ruppe vennero rit irate, e l' Ing hilterra le sostituì con le proprie, r iuscendo a conservare \'isola, facendosi riconoscere dal Congresso di Vien na (18 15) la sov ranità su di essa, e creandovi una formidabile ba,e navale per la sua flotta del Mediterraneo. Le forze m il. di lvla lta, raccolte con arruolame nto vo-

ç(1c;1ttcre mii. e partecipò attivamente alle lotte dei Crociati. Ebbe allora casrclli fortificati in Palestina , in Transgiordania, in Siri:i : quivi sono ancora le rovine ckllo sta~ bilimento fortificato detto il ,, krak » degli Ospiralieri. :--lei detto periodo seguì k sorti dei Crociaci; caduta Gerusalemme (u87) emigrò a Margat ili Fenicia; nel , 191 i cava-

m iran i )) , Animato ben presto da sp irito guerriero, ~ssu11::::.c

litri si stabilirono a S. c;-iovanni d'Acri, conquistata da Rie•

rcgg. reale

coirdo Cuor cli Leone; caduta questa città nelle mani <lei su!cano d'Egitto ( 1291) si rifugiarono ne ll' iso la di Cipro,

maltese (7 u ff. , n4 g ,·acluaci , un m igliaio cli u . e oltrettanti d i riserva); artiglieria rea le maltese ( 2 2 uff.,

dove il Lusignano concesse loro Liin isso come sede . Quivi i imasern 18 aun i. e poi, col concorso de l genO\'eSc V i-

ionta.rio di soE n,altcsi, sono così costituite :

1

#(tl'tf.t.\'

,,.,~;i'i

L'isola di Malta nel secolo XV1 Il.


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gnolo, signore d i Co!> e di Lcro, e di akunc navi si(.:Ìlia.ne, riusciro1-.o con 25 galere a impadronirsi di Rodi,

nel 1308, strappandola ai Musulmani e ai Greci scismatici

e facendone la loro sede per due secoli, assumendo il nome di « Cavalieri di Rodi )>. Possedevano allora sei navi, ma ben prcstn volsero ogni cura alla marina, tanto che nel 1334 erano alleati con

a Nizza, bene accolti dal d uca Carlo III d i Savoia, il qua le concesse il porto di Villafranca per le loro navi. E ma nude Filiberto, che in q uel! 'epoca fu tenuto a battesimo dal Gran Maestro <lei Cavalieri, dispose, quando sall sul trono, che gli ufficiali della marina piemontese facc;ssero il loro tirocinio nelle galere dell 'Ordinc: ciò durò finn all'epoca d i Vittorio Amedeo II, ossia sino al principio dd ,cc. XVII I. N<:l 1530 essi ottennero da Carlo V l 'isola di Malta, la quale pe rò rimase nomin.1lmentc dipendenlc dal reame d i Sicilia. I Cavalieri, giunti a Malta con 5 galere, 1.

caracche e 7 altre navi , ne prendevano possesso, assu-

mevano il nome definitivo di « Cavalieri di Malta », e consolidavano la loro nuova posizione fra il 1530 e il

Ordine di Malta (croce spagnuola)

Croce de1l'Ordinc

di Malta Venezia e disponevano rii

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gale re. On.:up;.i;rono intanto

le minori isole presso Rodi e punti della costa, e fortificarono poten temente la città. Nel 1344 presero Smirne, appoggiati da navi <li ah rc Potenze cristiane, e la tennero fino al r40~, quando la città venne conquistata da Tamerlano. Nel

'3i7 ebbero persino. in Morea, un loro principato. G li Statuti dell'Ord ine si perfezionarnno: il Gran Maestro, capo supremo, ebbe a lato cav:l licri i11siiniti di v:i.ric alte cariche, come quella di maresciallo. comandante -dd k forze terrestri, e d i ammiraglio, comandante della flovt.a: quest'u ltima carica Iu quasi sempre coperta da un italiano. Divenuto poterne ed

in

guerra qu'asi con tinua

con i Turchi, partecipando alle imprese delle Potenze cristi,llle , si atnrò l 'odio dei Turch i, i quali tenOrdine di Malta tarono d i prendere l'isola nel 1480, (croce austriaca) sotto lv1aometto 1f, e non vi riuscirono ; ma un secondo tentativo, sotto Solimano, nd 1522 , ebbe felice esito. cd i Cavalieri dovettero capitolare abban <lonando Rodi_ I Cavalieri si rifugiarono aliorn in I talia , stabilendosi a Viterbo, donde, nel 1527, in seguito all'invasione delle truppe di Carlo V che saccheggiarono Roma, passarono

S. M. il Re d'Italia in abito di Cavaliere di Malta 1572., continuando nella loro lotta contro i Turchi. malgrado l.t loro posizione strategicamente pericolosa, data la vici•

nanz.a del le potenti marinerie turca, algerina, tunisirw, trij,olina. Le galere dell'Ord ine comparvero in tutte le grandi imprese della cristianità, a Lepanto, a Candia, a Scio, nella i\{orea, ccc. Gran di fortificazioni, c ui accenniamo a

parte, resero l'isola quasi inespugnabile. Arsenale d i terra e di mare permisern la fabbricazione di armi e la costruz io ne di navi. ] n questo perio do! fra i Gran Maestri fu-

rono qu;tttro Iwliani: Pierino d i Ponte (1531) ; Pietro del Monte (r563-1 572); F ra · Gregorio Carafa (1680-1690); Fra' N(arc:-1nronin Zondac.l ari ( 172o~Tj22) .

Rovina del krak de i cavalieri di S . Giovanni (poi di 1\1alta) in S iria ·19


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La Valletta, in centro : sulla punta a sr. è i) forte S. Elmo. Al di h\ della I\llarsa I\.'luscetta, da sr. a dr., il fot:'te Ricasoli, d opo due piccoli seni il forte S an Michele, la c ittà della Vittoria e il Borgo (Veduta del secolo XVIII) .

Dopo la presa di Malta ( 1798) rer ope,a del Buonapar tc, l'Ordine si rifugiò a "f'rieste, e di q ui a Pjctrog rado, sotto la protezione di Paolo l di Russia; 111orto il quale (1801) passò a Messin:i , a Catania, a Ferrara ( 1827) e infine a Roma (1831) dove da allora rimase. li trattalo d i J\mitns (1802) avéva stabilito la restiwz.ionc di M. all'Online, ma l'Inghilterra, come d icemmo. non la cedette . Oggi l'Ordine ha vit.a corne i t Associazione dei cavalieri del sovran() rni lilare Ord ine di M:d ta !Jel servizio sa11i-

111ati, lo spagnuolo Pardo che aveva studiato in Ita lia. V~nncro eseguile cospicue opere, talllo che nel r564 le for1 1ficazloJ1i e rano già sufficienti, e j Turch i l'anno dopo fallirono nell'impresa di co11quistarle. Furono a M. anche Bartolomeo Gcnga, che progettò La Vallctra , ,ul colle Scihcrra~, fortezza ampia , iak <la chiudere dentro di sè u1la

città, il Lanci e il 1vknga: quest'ultimo era a Malta, quan do i Turchi sb,1rrnrono nell' isola e posero l 'assedio

tario in guerra»; dur~intc la guerra conrro l'Austria lttrezzò q uatt ro ucni ospitalic ri trasporrando 148 .016 u. i

e ono posti di soccorso cd un ospedale di 100 letti y1 2011 :1 d i guerra, noncbè un ospedale di 350 ktti a Roma . La decorazione consiste in una croce d'oro con punte

M iliti deU'Ordine di J\llalt:a che trasportano un ferito

sma ltate di bianco, appesa ·a nast ro nero . /\bilo e mantello nero : a sinistra, su l petto, una croce di stolta bianca . La decorazione è ammessa fra quelle che possono porta re i mi litari delle forze annate italiane, con precedenza sulle decorazioni estere.

Fortificazioni di Malta . Quando i cavalieri di Rodi giunsero a Malta_ (1530) vi trovarono sopra un ' isolotto un castel lo, detto di Sant 'Angclo, wst ruito dai Saraceni nella seconda metà del IX secolo . Il posto era pericoloso , perchè vicino alle coste africane, pullulami di corsari barbaresch i audaci e bene armati. I cavalieri pertanto provvidero alle fort ificazioni , ch iamando dall'Italia per questo molti ingegneri m ii., primi ira essi il Fcrramolino e il Piccino; e poi Giulio Cesare Brancaccio, e il Falco, il Floriani, il flellar-

Labaro dei Cavalieri italiani di i\llalta

alla Città Vecchia, poi chian1ata Vittoriosa, e al Borgo,. tanto che egli ebbe la direzione tecnica della difesa. Dop<► la q uale tornò in Ital ia, e fu sostituito dall 'ing . Laparelli. che concretò il progetto dd Mcnga, sia pure rich1c.cndo alquanto l'occupazione della penisola in lung hezza. Fino al 1670 i lavori della fortezza furono d iret.ti dal Laparclli, poi dal maltese Cassar, allievo del Menga, che progct1ò anche le difese cieli 'isola di Gozo . Le vecchie fortilìcaz.ioni, come quella del Borgo , furono rcsta.u ratc . E ancora ingc-


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g ncri m ii. italiani

furono a A,f .

nella ~ccOH da n1rtà del

sec. XV I : Sc ip:onc Campi, Pompeo Floriani , Giovanni Rina ldini, che presentò un nuovo progetto per le fortificazioni dell 'isola di Gozo. :\lel secolo seguente, Pier Paolo Ploriau i, i.:hc Cccc. costru ire una nuova linea d i difesa, ampliante quella esistente lino all 'istmo della pcnisoleua ciel colle Sciherras; Vincenzo :¼aculano, che legò il suo sop rannome di Fircnzuola alla linea bastionata ampliante le opere della \'ccchia città; il marchese rli Sant' Angelo; il bolognese Orsi; il piemontese Va lperga, che creò un 'altra cinta al di là di <1uella precedente e il forre Ricasoli.

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1~1 sc:onfi ua. degli Angioini : I ':muni r. Cornut rima!>c u~rl~o in un arrcrnb;iggio; l'altro si salvù con 8 galere, avendo perduto 1c rimanenti, e 500 moni e 800 prig ionieri . Sulllto dopo, ii castello occupato da guarnigione angioina si arre11dcva, e Je isole Vt"niv.ano occu pate dagli Aragonesj.

Il i. d11.1c,o di M/llta (r55r). Fu tentato rlall',rn1111ir. tmco S inaun pasci:', nel] ·estate. Presentatosi davanti alla città la trovò mak cu, todita, rna alle prime cannonate rinu1Jciò ad auaccada, e si diresse invee.e a Goz.o. Quivi , sbarcate le tru_ppc, riuscì a sopraffare i difonsori, e devastata con1plctamc nte l"isola ne trasse seco schiav i gl i abitan ti.

I. Presa di lv/alta ( tt46). Appartiene alle guerr-e d'espansione dei Normanni verso l'Africa. Prima dell 'ìm presa cli Tripoli, una Aotta normanna, guidata dall 'ammiraglio Giorgio di ;\ntiochia, attaccò M., sbarcando truppe e assediando il capoluogo . Gli Arabi si d ifesero disperatamente, ma infine le mura vennero superate per assa lto. I Normann i fecero .strage rlei difensori , e poco dopo domarono un tentativo rli rivolta degli Arabi rimasti nell'isola, stenn inandoli o cacciandoli in Africa. ! I. Battaglia di M"lta (1283). Appartiene alla guerra del Vespm Sici liano, fra Carlo I d 'Angiò e Pi~tro Ili d'Aragona. 11 prirno aveva armata in Provenza una Rolla d i 20 galere.;, al cornando degli ammiragli Conntt e Bouvin, mar.siglicsi. A ltre 7 galere si aggiunsero a Napoli a tale Ho tta, c he s i d iresse a ~,1., dove venne a battag lia con una flotta di 22 galere aragonc~i e siciliane, agl i ordini d i Ruggero di Lauria. il giorno 8 o 9 luglio. La battaglia, iniz iatasi aH'alha, durò fino a mezzogiorno e t<~rn1inò con

IV. As.cedio di M/1/ta (r565). Varie im prese dei C;ivalieri contro i Turchi furono la causa determinante di un grnnde sforzo ordinato da Solimano Il contro l'isola, allo scopo di sbarazzar~i dei 1nolesti nemici. I Caval ieri, ve-nuti a conoscenza della minaccia, 111andarono in S ic il ia i non combJttenti, d istrussero le messi, avvelenarono i po zzi este rn i, rasero al suolo le casupole esterne e si prepararono alla di(esa . Erano 5·1' , di cui J 69 ital ian i, con 2 600 soldati spagnuoli e circa 600 0 maltes i armati. Tuui agli ordini rlcl Gran Maestro La Vallette . Le gakrc vennero ritirate ne l porto omo n im o, che f u sbarrato con una grossa caten~1 acquistata a Pisa .

La flotta tu rca, composta di 130 galere, 30 galeotte o galere bastarde e 1nol tc ,n~wi onerarie; :1gl i ordini di Pialì pascià , recando a bordo 38 . 000 u . da sbarco e 25 . 000 g t1a~tarori , avventu rieri e n1crcanti, con1andati da N{ustafà

pascià, compJrve nelle acque di ,\/. il 20 maggio, crl opcrè, subito lo .sbarco da lle due pa rti del porto, i nvesten do la

La piazzaforte di ~·.folta in principio del secolo XVIII A sinistra la Cotçonera, grande dota bastionata del Valpcrga; le linee forr.ific.ate internamente a questa sono del 1\-facuJano, detto il "f irenzuolaj il e nonvcau o uvrage t che continua la Cottonera è opera del l\llcnga. 11 pono delle galere divide la Sanglea, che ba sulla punta il forte S. l\'1ichele, dalla Città Vittoriosa, che ha sulla punta il forte S. Angelo. Sulla punta estrem:a in bas.s o è il forte Ricasoli. In centro, La Valletta, nella pen isola detta Sciberras, col forte S. Elmo sulla punt a, ideato dal Fcrramolino, con le opere centrali del Oella Genga, col quartiere nuovo (Florùlna) verso terra, fortificato dal Flor:-iani. 1 Dalle due parti del colle Sciberras Jc due f J\~larsc , , Grande e l'viuscetta; in quest'ultima un isolotto col forte l\fanoel. In seguito fu costruito sulla pnnta cli D ragut il forte T ig n é. All'epoca dell'assedio del 1565 esistevano solo le fortificazioni ùelJa S anglea e della Città <letta s ubito dopo Vittoriosa r con i due forti S an lvlichek e S ant'AngeJo, e term inato nel 1<,54, H forte S . EJm·o .


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città da un laxo, e occupando d all 'altro il colle Scibcrra, e la p unta che poi fu detta d i Dragut. ~umcrosc arti g lierie, [ra le quali d i grosso cal ibro e rano 20 canno n i. 20 falconi e 5 bombarde, furono messe in posizione, sia contro la città che co11tro il forte S. Elmo. Queste forze vennero raggiunte da genti dcli ' /\frica settentrionale, tanto che in tutto Pialì aveva 236 navi ai suoi comandi: tale flotta che sarebbe occorso uno sforzo concorde dell a cri stianità per affrontarla. Ciò non e ra possibile, sop rattutto per i l con tegno della F rancia, sim1oatizza n1:e per la Turch ia . Il forte S. E lmo e ra te nuto da 60 cavalieri e buon nu mero di soldati, al comando dello spagnuolo Eguares . Il forte rii S. Angelo era affidato al toscano Pietra del Monte; quello d i S. Michele al piemontese Giul io D a Ponte, ucciso ìl quale, (u sostituito d al cavaliere Vagnone , p ure p iemontese. u;, gruppo di Genovesi era alk J ikse della cirri, dalla parte d i terra . Il genovese Salvago riuscì due volte a salpare dalJ 'jsola pe r invocare soccorsi in S!ri!.iJ, e mrenne 600 u . che sotto Giovanni di Cardnna riuscirono a

sban.:are e a penetra re in città (29 giugno). Frattanto i Turchi avcvf!no conccnlralO i lorD n·1aggiori sforzi contro il forte d i S. Elmo. Epica fu la difesa, quanto accanito l'attacco. li Gran Maestro per mare, poi che ìl col le Scibçrras era occupato d ai Turchi , inv iò un rinforzo condol!o dall'italiano Della Motta e dallo spagnuolo De Med iano. Il bombardamento, per quanto tremendo, non fece cedere i d ifensori, e i T urch i a prirono la tri11cca, spinge ndo avanti alacre1nentc .i lavori dì zappa. Un rivellino c he era davan ti al forte fu preso, e i T u rch i si slanc iarono all 'assallo del l 'opera, muniti cli scale . !via dopo aspra lotta furono respinti: a 300 0 u. ascesero le loro perdile, a 120 quelle dei d ifensori . I Turchi, con . lunghe antenne

di nav i, jmprovvisarono un punte fra j] rivellino e le n1ura e.Id forte; i dife nsori riusc iro no a 1ncendiarlo, e a rcsping·cre d.ispcratan1cnlc un nuovo l\ 1ribontlo ~tt:-1cco. l\1a S. f imo aveva sublto gi:\ gravi danni, e i <liknsori e rano

assott igl iati. Ri uscì a l Gran Maestro d i getta re nel forte un n uovo soccorso, condotto dal piemontese Yagnone, e d ai toscani De Medici e M a rtelli, con l'ordine d i resistere ad ogn i costo. P remc vagli d i ritardare per yuanto possibi le l 'attacco alla città, nella speranza che giungess~ro in tempo i soccor.si c hiesti al vicerè <li Sicilia, don G:ucia. . Ma i Turch i instancabilmente e con d isprezzo delle perd ite n on lasciavano tregua ai difensori, ogni giorno costretti a battersi. Colmarono essi il fossato con terra e fascmc! e iniziarono la,•ori di mina, cui glt assediati opposero lavori d i, contromina. S. Elmo e ra ormai ìn rovi na. Le perdite

d i uomini g ravissime. li 16 g i\lgno, enonni forze si lanciarono all 'assalto da tulti i hiti, con sca le e corde . Giunti sul muro, una lotta feroce, senza quartieré, nella quale gli assalitori ricevevano sempre forze fresche, si svolse per

sci ore . L~ notte segnò breve tregua , e frJJ:ta nto 300 u. g iunsero ancora dalla città, ma per farsi uccidere i l g iorno dopo, poi che le murn rovinate non rap presentava no più una d ifesa, e d alle rov,nc, a frotte, i Turchi si slanciarono ,l mattino seguente all 'assalto d ecisivo. Il valoroso loro capo, D ragut, restò ucciso, ma gli ul tim.i difensor i vcn1,cro sopraffatti e somme rsi dall 'ondata degl i assalitori . I su perstiti furono scorticati vivi e cacciati in n1arc. 1 ro cavalieri e 1200 soldati erano feriti nell'~roica d ifesa. Da lontano, g li avevano seguito le fasi t ragi.c he di quella lotrn, -~ ve'd_e vano ora piantata la n1ezzaluna sul co;,qui1 itato forte . f•., I 1 _Dòpo la , calJqta di S. ElmoJ arrivarono ìn rinforzo al Turchi 2500 Algerin i, conrlotti d:1 Ass~rn Pasci~, i quali ,

alc;i

0

con u11 corpo d i Turc h i, diedero subito l'assaltr, al forte S. Michele, m a furono respinti con la perd ita d i 2000 u. Il colle Sciberras ve nne gremito di artiglieria e lutti gli sforzi furono concentrati contro la città, tanto pili cllf; si e ra sparsa la notizia che don Garcia prepa,ava, finalmente, una sped izione di soccorso . La città era battuta forte mente e assal ita dalla parte d i rerrn, e le in ura subivano da nn i riparati alla mcgiio . Il 15 luglio, u na q uantità di imbaffa1,ioni cariche di T u rch i, si gettavano alla spiagg ia 1nalg rado il vivo fuoco dei Cristiani che ne affondava parecchie, e riuscivano a sbarcare . 1vfo, respinti, dovevano d i nuovo imbarcarsi e sotto il fuoco delle a rtigl ie rie perivano quasi tu tti. Lo stesso giorno, un furioso auacco era scaten ato dalla pa rte di terra. Dopo parccch ic ore d i loua, anche; questo veni va respi nto, con !a perdi ta, per i Tu rchi, dl 2500 u.

Ogn i t3nto q ualche gruppo dì a nimosi riusc iva dal con tii,enlc, specialmente d all 'Italia, a raggiungere ]' i.sola, e o penetrare in città . Ma erano ri nforzi esigui. Il bombnròarnenta nou aveva rnai trcgu~\. Continuo il favoro di n1ina e di contron,ina . Cootinui gli assalti. Le 111ura si .sgretola\'ano per le mine e per i p roietti . L 'ing. italiano

Menga , d irettore tecnico della difesa, de tto dal Jurien de

la Gravi/:re « il Tod leben della d ifesa di Malta ,,, fece costruire dietro alle mura in pericolo un alto t rinceramento d i terra e fascine, contando di difenderlo uel caso ch e le mura fossero state superate . Potente fu un attacco dalO

il 7 agosto, d urame il ,1uale più volte gli strndard i dei

Tu n:hi raggiunsero le mura : in tale giorno, un reparto di cavalleria cristiana rj usd a pio1nhare :1!le spalle dei Turchi massacrandone i feriti ritirati indietro: g li assalitori, c redendo all 'arrivo di rinforzi, abbandonarono l'assalto. li 18 agosto, i preparativi dei Turchi fecero prevedere per il domani un nuovo attacco . Sulle mura accorsero anche i feriti e i rnalati, nella convinzione che se le rn ura fossero state superate, il massacro non avrebbe risparn1i::ito nessuno . I combattenti vcrntncnte vc1 lidi erano

ridotti a 500. Disperata e intera giornata di lotl a, q uella del 19 agosto ; nella notte, un sollievo d a to da un rinforzo mandato da Giannandrea D oria. Il io, i Tmchi avanzarono verso le mura un'alta torre d i legno : u n fortu nato colpo d i cannone la mandò in pezzi . Le enormi perdite degli assalitori l i ob bligarono a sostare . Ne approfittò il Menga per rin (orzare le d ifese e g li assalti parziali co11ti1uw rono,

scmµrc contenuti

per la eroica resistenza dei

difenso ri , continuamente sulle mura. Frattanto don Gareia aveva raccolto rinfocai, e sui prim i d i settembre era pronto a part ire, con 6o g alere spagnuole, genovesi (Giannandrea Doria), napoletane, sicil ia ne, savoiarde (Provana cli Leyn.ì), toscane (Appiani') : su og11i galera, circa 150 u . da sbarco. Queste forze , in tuuo 8000 u ., sono messe a terra .il 7 settembre, e la flouia torna in Sicilia, non essen do in forze sufficienti per affron tare quella turca. 11 r inforzo, sbarca to dalla parre opposta dell'isola, marcia verso la città assediata . I Turc h i si affrettano a iU1barcare le artig lierie) le 1n uniz.ioni, i feriti . Mustafà con ro. ooo u. affronta i nuovi venuti presso la

città.

Mentre

sta passa ndo dalla formazione in colonna

· con c ui aveva avanzato, alla formazione in line a! i ca-

,,all i e i fanti toscani, ag li orùini cli Chiappàno Vitelli, attaccano e rompono la colonna. Il resto delle truppe cristiane, fresche e infervorate per il lo ro com piro, piomba sui Turchi e in b reve li volge in fuga facendone strage. 3000 restano sul campo, g li altri riescono a imbarcarsi e il giorno 8 scuembrc spar ivano da ll 'or izzon re le ultime


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MAL

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Una squadra francese a ìvlalta

vele turche. In uo giorni di continua lotr:1 gli a~salitori 1

élvevano perduto 20 .000 u.; i difensori . 5000 sc,ldati e 214 cavalieri, di cu i 76 italiani. V. Presa di Malta (1798). Fu compiuta dalla Aorta fra11cese che t rasportava il Buonapartc in Egitto . La h ancia aveva motivo d i dolersi dell'Ordine dei cavalieri d i M ., perchè aveva avversa to la Rivoluzione, e protetto i nob ili emigrati, e fornito a rmi e polveri ; Spagna e Inghilterra . L'Ordine era del resto esaurito materiahnente e moralmente, e i Maltesi lo sopportavano a malinwore. IL 10

giugno i Francesi sono dav,1nti all 'isula e il Gran t-.-faestro . il tedesco Hompcsch, si r ifiuta di lasciare entrare le navi 1

nel porto . 1l Buonaparte manda il gcn. Rcynier a impad ronirsi di Gozo, difesa da un reparto d i guardi:<coste e da_ m ilizie. Poche fucilate allo sbarco, lievi scaramucce nell ' in terno : poi i d ifensori cedono il forte e l'isola. Frattanto p resso la ci ttà sbarcano le divis. Baragu.,y d 'Ji ill iers, Desaix, Vaubois : le truppe di guest'u ltimo hanno una breve scaramuccia presso l 'acguedotto, <loro la quale il Gran Maestro si chiu de a lla Valletta, con 4co cavalieri, 500 soldati, 4000 u. <li m ilizie mal dispo.;ti. Il giorno dopo, il Buonaparte intim a la resa; a cag ione di malcontento e ribell io ne dei Maltesi cont ro l 'Ordine, s ub ito egli riesce a concludere la Convenzione cui acceuniamo p iù avant i, occupando l'isola, dalla qua le i cavalieri d cli 'Ord ine si allo n tanano. Q u esto fortunato colpo di mano procurò al Iluonapanc 1200 canno ni, 30. 0 00 fucili, 2 vascel li, 2 gale re, 4 fregate. A lvi . venne lasciato una guarnigione cl i 4000 u. , agli ordini del V aubois. VI. Con venzione di M"lta (12 giugno 179g). Tra la Francia e l' Ord ine <li S. G iovan n i d i Gerusakmmc. [ c ava lieri dell'Ord ine ced ono all 'armata fra ncese la cillà e i forti d i Malta, rinunziami~ in favore della F rar.cia ad ogn.i d iritto di sovranità e p roprietà su quest'isola e su gucllc d i Gozo e Comino. L a Repu bbl ica francese adoprerà la sua influenza ne l Congresso d i Rastadt per procurare un principato cquivalcn1c a l G ran Maestro, che rie godrà per

tutta la vita, e per il momento s'obbliga a pagargli una pension e annua d i 300 mila lire . Agli altri caYalieri resi denti in M:.ilta ne sarà assegnata u na di !ire 700, e di 1000 a quelli che h anno olt re 6o a n ni <l'ct,1. La Francia s' interporrà p resso le a ltre Potenze europee, perchè con~erv ino ai cavalieri di loro nazione \ 'eserciziv dei dirini sui beni dell'Ordine ch e si trovano n ei loro Stati .

\'I l. Assedio di Ma/w ( 1800-1801). Fu intrapreso dagli Inglesi, i nsien1e co1) ì quali erano due fregate e varie navi o nerarie napoletane, con piccolo co rpo d i sbarco agli orclin i del brigadiere Fardcl la . Sulla fine dell'estate gli Inglesi avevano bloccato l' isola con la notta. L'u novembre, l 'a1nn1ir. Nelson intirnò la rcsa 1 e, avu tone un rifiuto, operò uno sbarco. Il gen. francese Vaubois si ch iuse, con i ,1000 u. di cui d isponeva. n ella Vci lletta : in porto era I'anunir. Vilkncuve, con 2 va~celli e 3 fregate, navi sfugp gite al d isast ro di Abukir. Le popolazio ni dell'isola, allo sbarco degl i A nglo-Napoletani, inal bera rono il vessillo napoletano, e nella Valletta il Vaubois dovette sorvegliare

~trettamentc, durante l'assed io, i ciuc1dini , ostili al dom inio francese . ~falgrado ciò 1 e rnalg rado il rigoroso blocco , riuscì a l generale, francese di resistere !ino :11 5 settemb re del 1801, respingendo n umerosi attacd1i , e ri.,pon de ndo al C,Jn tin uo bom bardamento, nel quale si d ist ins~ro molto gli ~wtiglieri napoleta ni. La resa avvenne per esaurimento dei

viveri, poi che le opere degli ingegneri italiani avevano magnificarnente resistito alle artigl ierie degli assedianti . Il V;iubois abbandonò a rmi e navi agli l nglesi , c ll e ne ndo solo di essere trasportato in Francia con le sue truppe . VJIT. Conferenza di !11/ a/ta (marzo 1916). Fu tenuta fra 1 cap i delle flot1c dell'I n tesa per studia re i mezzi a tti a fronteggiare la possibi lità che la Rotta 3uslro~cngarica tentasse di uscire dall'Adriatico per trasferirsi n..-l Mar Nero. In base :i guanto si d iscusse, venne d eciso d i conce ntrare b Aotta medi te rranea degli 1\ lleat i in p arte a Corfù e iri parte a Ma lta.

M<1ita . Reggimen to d i cava lleria spagnuola, crea10 in Fiandra nel t689; durò fino a tutto il sccob seguente. Maltaverne. V illaggio del la Savoia, sull ' lshe, a breve d istanza da Chambhy.

Co mbattimento di Ma/taverne (15 giugno 18.1 5). A ppar t iene alla cam p agna del 1815 in Savoia. Il ,na,esc. Suchct, co ma n dante de l corpo ti 'osservazione ,!elle t\ lp i. aveva in ca ricato il gcn. Mesclop di aggirare le posi1.ioni di Mont• mélian e d'Aig ue belle e d'im pe dire la di,trnz ione clei ponti situat i n elle vicinanze di ques1e località. Il gen. Mesclop inviò a tale scopo, la sera del q g iugno 1815, uno sgdr. dd 10" cacciatori, seg11ito d al 24° rcgg. 'di linea e _da un b gl. del 7°, in direzione d i ,'1,/ ., tra i! Gélanc e


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MAL'

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l' [sèrc . Giumo al quadrivio d i M ., su lla riva sr . dell 'lsicre , lo squadrone cacciatori s' incontrò con un distacramcnto del

regg. d i Savt1ia, che lo caricò e riuscì a catturarlo -

Maltese (Lcgio11<'). Costituita a Malta n el 179S dai Fra ncesi , con 700 soldati dei Cava lie ri, 200 guardie dd G ra11 Maestro de i medesim i, rrno marina i della sua flotta, passò con N apoieonc rn Egitto e p a rtecipò a quclLt campagna. Maltese Enrico. Generale, n.

a Palermo nel 1879 . Sotto!. d'art. 11d 1899, partecipò a lla cam pagna d i L ibia cd all a guerra italo -austriaca. Comandò la Scuola bombard ieri, che o rganizzò egli stesso durante la g uerra . Dopo la guerra ebbe

il c..:omando dei Carri armati

l\1altcse Enrico

(,924) e fo prurnosso gen . <li brigata nel 1926 e nominato ispettore di m obilitazione della d ivìs . mii. d i Bologna. Kel 1929 ebbe la d irezione del Centro Chimico rnilitare.

Malthus (Fra11cesco) . Genera le e scrittore m,: . francese

e.id sec. )... VIl. Di orig ine rnglcsc entrò in

.sci vi7.ÌO

nd-

J"esercito francese sorto Luigi XJII come c.:ùtnn1issario gcnerafe anifìcie1·e d 'a rt. e comanda nte supn:1:10 dei m in~ tor ì. 1\/el 11;3-1 in trodusse ne ll 'art . fra1,ccse i mortai e le bombe b ià conosciuti in German ia e in Olanda . Scrisse : (l Trattato dei fuochi artificiali >); << Pratica della guerra >) .

. Maltzahn (barone K11r1 l'On). Amm irag lio tedesco e n . nel 1849. Entrò in serviz!o nella 1narina prussiana nd 1866 e nel r900 fu promosso contram -

scrittore rnil..

mir. e di rettorc ckll 'accade mia na\'aJc; nel 1~Jo3 and,\ in

congedo col grado di v iceammirag lio. Dal <895 al 1903 fu insegna nte di arte mi i. marittima a ll'accad,-rnia navale. Scrisse : ,~ La guerra navale >>; t< La guerra marjttima tra il Giappone e la Ru» ia »; e mo lti articoli di sc ienza m ilitare marittima su ri\'istc tecniche tn!cschc. kfnltza/1n baro ne Axel. Generale prussiano e sc1i uore mil ., nel 1849 . E ntrò nel l'esercito nel 1870 e fece la guerra crnnro la Francia . Nel 1904 f u promosso zn~-?gg . gc..neralt.: a l rnmando d ì una brigata dì cavalleria, e nel r908 fu

11 .

col locaro a ,Jisposizione. Scrisse: n Lo .squri ..J rnnc nel .i;cr\·izio <l i catnpagna »; et Nlanualc per il sol!ufF.riale di c.:avaHcria nel servizio di campagna >); <( Prcstaziof1i d i ,:Jvalicre e di cavailo e preparazione di essi "; collaborò inoltre a d iverse riviste di cavalleria .

Malvani (Cesare). Generale, n. a T o rino, m . a Bag ni di --Lucca (1833-,918). Sottot. uel genio nel 1854, d ivenne colonnello nel 1875 e fu direttore del genio a La Spezia e a Piacen1:a, rlopo di avere fatto la campagn a dd ,859. Magg. generale nel 1882, fece parte de l Comitato art. e genio; tcn. generale ne l 1887, fu Ispettore del genio . l n P. 1\. nel 1894, andò a riposo nel 1901. i\1.alvani Enrico . Genera le, n. a Torino ne l 1864. Sottnt. d ' on. nel 1883, frequentò la scuola <li guerra e d ivenne colon nello nel 19J6. Partecipò a tutta l:1 guerra

Malvani Cesare

19,5-1 91R : nel 19,7, 911ak colonnel lo brigadiere comand. l'art. del 7° C. d 'A., combattendo nell a zona cars:ca meritò la med. d 'argento. Nel 19 rS coma ndò 1·art. del ~6° C. d ·A ., _fu promosso magg. generale cd andò in P . A . Nel 1926 passò nd lo r iserva col g rado d i gcner~1 le di ,U ivisione . A 1uj sono dovute molte opere rli ~cu ltura di vario genere. jn g rande parte di sog•

getto rnil llare. Malvern Hill. V. Smc giurni (Battaglia ài) . Malvasia. C ittà della G re cia, in ~forca, rnlla costa o rientale della Laconia. Sorge su lb sommità di uri'isolotto. !n:1c<:e:ssibik da ogni parte, meno che da q11cl la dove un poI1l<.: la congiu nge al conti 11cntc . Venne fondata e.fogli Epidauri di Argo, che la ehì,imarono t:pidauro . Nel m edio c1·0 fu chiamata ,Vapoli di Malvasia . e qu indi sempl icemente M. Nel 120 + quando i Francesi c·cl i Veneziani s i imp~1dronirono d i Costantinopoli, "\1. fu co11ccs~a in foralo a (juglielmo barone fr;.1ncesc, il quale ne f i i cacciato da Michele l'aleologo e si rifugiò a Venez ia, cu!cndo alla , ep ubhlic,1 rutti i SLIOi d iritti sull ' isola', l V~neziani con grossa ar1narn si i111paclronirono rii Al . e la ten nero fino :11 •53ì, q uando fu presa dai Turchi che b occuparono sa lt uariamente fi no al 1821 . J\.'c l n63, nelle acqti~ di M . una

lvlalvasia nel secolo XVII


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MA L

, quadra genovese condotta da t>icu·o Advocato, ve nne sco11fitta da quella ,·ene?.iana com:1ndata da Jaco!''' Delfino. M. fu bombardata, nel 1653, dall'arm:11a vcne,i:ina al coman do ciel Foscolo, il quale la fece (k1nolire e si ririri, <lopo avere port ato scco 22 cannoni tolti al forte . Fran ,nco Morosin i la fece bombardare inutilmcm, nel 16h;. e ri11, d a pr cmlcr la il 12 agosto 1690 dopo srrcttissin,o blocco . :-.lei 1 ; 14, essendo governatore della Mor,·a (; io,anni Dolfin, .Il., assahta dai 1· urchi. ,i arrese ,c111.a spa:J re Lln

colpo di cannone.

Malvezzi. Famiglia lx,lognc;~, alla (Jualc appartennero: (;i,tfinno, capitano d, ,•cnrura nd sec. Xl\'; cùmbattè al soldc, dei P is:\ni; Gaspt1re, nel secolo scgucnr.~ condottiero ,il soldo dell., repubblica di Venezia ; l.odovi<'l, suo· figlio, condottiero pure sotto i Vt·ne1iani e poi soun gli Ara• goncs i di N.tpuli contro gli Angio ini; L1rzio . figlio del 1

precedente, condottiero prima dei Venczia11i e poi d i LodO\·ico Sforza, per il quale co111hatrè 111 Toscano contro i Fiorc11 tini; si distinse ndla d ilcsa d i Padova contro gli lll1periali nd 1509 e l 'at1nu seguente fu nnminaro govcr nator<· _g-cncr;tlc delle ,Il mi n·ncziane; l'i,-ro, c,opitano in Francia ncll'e,crcito cattolico cont ro i ca!\'inisti (scc. XVI), torti:<l() in p,nria fu cap itano delle milizie della Ch iesa contro i Torchi.

M AM

man dò pc.i la VI armata e l'occupa7.i~nc ava11zata della frontiera Nord. Dopo la guerra andè, in po,i, ione au,i liari:1. Ottenne per merito di i,tucrra il grado oli generale d'armata, e nel 1931 passò nel la riserva . Venne nom inato ,enatorc nel 1929.

Mambrini (t.:"poleone). Maggiore gari1,a!,!,no, n. di :-fanto l'a (1R,l4- 1868). Prestò rtgolarc >trvizio nell 'esercito austriaco; nd 18.48 organizzò i bersaglieri onamovani; nel 18,19 comh.Htè nella dit'csa d, Rnma e sei:uì G.mbaldi nell., r itirata fino a San Marino . Ri prese le ,ir;,,i , w mbauè ancora nella campagna del 1859. Mameli (Giorgio). 1\mm iraglio della marina sarda , n. d; C:igliari. Nel sctltn1bre del 1815 prese pane all'azione wntro Trif"'" sono l'Jmmir. Si,·ori. riuscendo a distrui:i;:cr~ col fuoco il brigantino cl,•I bcy; nel giul!no 1848 ~I b'ucco d i Tritste ; nd manw 1849 fu promosso contrammir. e nel ll1Jggio <UCCCSSÌHl fu collocato a r;roso.

Mamachatum. Piccola ci ttà dell'.\rmrnia, situata ~o Km. a OVèSt di Erzerum. Durantr l.1 g-ucrra europea ,

rvt::irricli (;otfrcdo

Porta e m ura di 1'.1,1mnchaiurn

e prima del la defezione russa, fu teatro d; ~,,,1111ti comban i111cnri fra le t rupp,· russe e le turche, in ,·omeguen za dei yuali la ci t<:ì t u attaccata nel luglio 19 16 dai Russi e couqui:!-.Cata dopo vi,·o combattimento.

Mameli Goffr,·do. l'oeta e oatriotta , figlio del precedente, 1;. a Ccnova, m. o l\onw ( 182i•1849). Lasciò gli snodi per èarsi alla poesia e alla politi~a. ~ d 184~ corse a Molano inson., e combattè col grado cl i luogO(cncnt~. Nel ,t, 1<1 f,, a Roma , [nito il 30 aprile, fu nvminato aiutante d i c.,mpo di Gariba!tli, che segul a \'cllctri. li 3 giugno fu fento <li num·o gran:mcJHe a una gamba <:el ebbe· la prmnozionc n capitanù per mcriLO dl gnerrl, 1na gli 5l do,·ettc amputare l'arto. e t re giorni dopo cltc i F r:111, ~::M erano entI~Hi in Roma 1norì. Scri,,e inni p:.1triouici tra c t 11 il celebre ,, Fratell i d'lt:1l ia l•. Anche , uo fra1cllo

~

Fra ·rei- li

ti'/· ra· ·fia

M ambretti (Ettore). Generale, n. 11 ninasco nel 1859. Sotto!. dei bersaglieri nel 1877 com battè in Eritrea nd J 895-91> e meritò ta mcd . di bronzo ad Ad" 1 O\T rim:t~ feriro. Colo11ncllo co1l\,1 ndan1c il 6° bcrsaglicJi nd 1905, m occasione dcli 'eruzione del Vesuvio del l<t(>O ebbe b mcd. d'argento al ,·al. co\'ile. M:igg. generai~ romanci. la l.,rig:,ta Pistoia nel 19 11 , passò in Li bia : a Sidt Garbàa (19,3) g uadagnò una mcd. di bronzo, e ad Ettangi una mcd. d'argento. alla quale si aggiunse la <r<>et· ùa ca\'. ciell'O . M. S . Tcn . genera le comand . l.1 ,livi.;, , 1i Bologn:, nel t91;, partecipò alla guerra contro l 'J\us1ri:o , dove CO· mandò, nel 19 15-16, \ull'Isonzo, t·n• e poi b 3• di,•1~ .. quind i il XX C . d'A. , e , presso Asiago, le uuppe degli Alupiani, m eritando la croce d i g r. uff. dcl l 'O, M. S. per l'opera compiuta durante l'offensi\'a at'-triaca. Co

Le prime note dell'Inno di Mameli

Nicola fu ulTicialc d i Garibald i nel 1~60 e nd 1866 e it' quc~l 'ultima ('J mpag na rima~<~ fcriLO. 11umeli Efisio . Chimico itali:ino, n. a Ploagh·: nel tb;5. Insegnò chi mica in v:irie un i, crsità; dal 191,1 in quella d, P:irma. IJuranre la g uerra Lu il lo nddtorc e d irettore dd laboratono chimico ddla lii :\. e ,i oc.:upò dei ga, asfissianti, del loro '"" nelle azioni bellirhe e <lclla difesa !'1d ividuale e collettiv a contro rii c~~i .

Mamertini. Abitan ti dell'antica ,, Mamcrtium ", citt,, dcll' ltalia meridio nale, oggi ch ia111ata « Oppido Mamertina ,, . ;n prov . di Reggio di Cabbri:.. r..o,tituivanQ una ,pe~ic


di solcìatc:,t:a c he andJva a mililarc per co1H1> ckgli Stati vicini. Dopo aver servito Agatocle, tiranno di Siracusa, nel 284 a. C . s' impadronirono di Messina e cli varie città

della Sicilia. Pirro li sconfisse nell'anno 278 e tolse loro gran parte delle conquiste fatte, ma con l'aiuto dei Cartagi11esi, i guaii allora con i Greci di Siracusa si d ivideYano i l possesso dell'isola, i M. divennero ben presto la i-erza potenza dominatrice della Sicilia, Salito su l trono di Siracusa Gcrone 11, questi mosse guerra ai M . e l i costrinse a rinchiuclersi nella città di Messina minacciandoli di sterm inio . I Af. dornandaro no l 'ai uto dei Caru1ginesi ai

<Jllali affidarono l'acropol i, ma poscia, disgustati d i tali alleati troppo esigenti, sj rivolsero ai Ro1nani per averne soccorso a patto di sudditanza. Così, mentre i Cartaginesi tenevano la fortezza dominatrice dello st rcuo e i Siracusa ni assediavano la città, un esercito romano, sban.:::Hu in Sicilia, ba,ttè g li uni e gli altri, occupò Messina, e, fatta alleanza con Gcrone, si stabilì militarmen te nell' isola . Da ciò e bbe principio la prima guerra Punica.

M aminì (Domenico). Generak, n. nel 1862. Sottot. d i fanteria nel 1883, passò poi nel personale permanente de i d istretti e d ivenne colonnello nel r917. l n P. A. S. nel r920, fu promosso generale d i brigata nella riserva nel 1929. Mammalucchi. L"origine dei M. risale al XIII sec., q uando Gcng is Kan vendette molti schiav i, fotti nel Caucaso, ai Turchi Ai ubiti dell 'Egirro. Questi schiavi, ch iarnati M_, formarono, fn numero di circa 12.000 , una n1iliz ia che fu dotta Hali lqua. Essa era composta dapprima d i Circassi, Mingrel iani, e altri popoli , e in segu ito d i

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r iacq uistarono la loro indipendenza. Quando i l Bonapane sbarcò in Egitto (1 798) il loro numero era cli cir ca 8.500 : essi (u1ono disfatti alle Piramidi. Dopo la ritirata d i Napoleone dall "Egitto i .11. ritornarono foni e potenti come prima, fìnchè nel 18n Mehemet J\ll li fece massacrare dai ,uoi .·\l banesi, per disfarsi di un corpo pericoloso per i! governo. ~HrnJ1malucc1jj, Squadrone costituito ne l 1800 in Francia con .\1. condotti da Napoleone rlall'Fgitto e con elementi musulmani. Raggiunse la forza d i 250 u. Nel 1804 fece pane della Guard i,, Imperiale e nd 1815, alla caduta di Napoleone, in parte fu d i,pcrso e in parte massacrato nelle rivo luzioni delle provincie meridionali .

Mam mone (G{letano).

Generale napoletano

ndl'ese1·-

cilo del cardinale Ruffo. In o rig ine era n1 ugnaio; si fece

ca pe, d i briganti armati contro l'esercito di Championncl che marciava al! 'occupazione d i Napoli e guerreggiò 11clla provincia di Terra d i Lavoro e nello Stato Romano. Di an1n10 crudele , durante quelle g uerre c ì\'iliJ uccise di sua rn,mo oltr~ 400 persone tra Francesi e Napoletaui. Combattè sempre sotto gli ord ini del card inale Ruffo e alla resraura:--.ione fu fatto barone, g enerale, cavaliere costantin iano .

Mammuccari (Stanisiflo). Generale, 11. a Velletri nel 1865. Sottot . di fanteria nel 1884, andò in Eritrea nel 1887-88. Colonntllu 11cl 19r 5, partecipò a tutta la g• 1crra con tro l'Austria al coma ndo del 48° . e del 151° reg,. fan teria, e poi delle brigate Genova e T eramo, Jivcncndo brigadiere generale nel 19 18. Guadagnò tre mcd. d'argento su l Carso (1915) a Castelnuovo, M. Zcbio e .M . rior (r9r6) , sul Col tic! Rosso e Col d"Echele (1918) ed una di bronzo a i\fado ni (1917). Nel 1919 andò in Libia e nel 1920 in l'. J\ . S. Gcn . d i d ivis. nel 1925, passò nella riser\'a nel 1931. Mamofi (Enrico). Generale, 11. e m . a Reggio Emilia (1833-1907). Proven ie nte dall 'esercito dell 'Em ilia , col quale combattè nd J 859, passò in quello regolare nel 1860. Nella repressione del brigantaggio guadagnò a Paolise la croce da cav . dcll'O . M . S . Panecipò poscia alla campagna tic! 1 866 e nel 1877 fu colonnello co mandante il 29° fanteria . .'v!agg. gencrak nd 1884, comandò la brigata Bolog na e poi fo comandante su periore dei d istretti del H C. d'A. !11 P. A . nel 1892, fu promosso tcn. generale nella riserva nel 1895.

Mammalucchi (fine secolo XV Il!) sch iavi , che erano comprati nell 'Asia Minore. Obbedivano a capi che si sceglievano fra loro. Quando no n governarono per proprio conto, formarono sempre il nucleo delle truppe eg iziane, come, per esempio, durante le C rociate e cont ro Napoleone. Ben presto i M. d ivennero, al pari dei pretoriani, molto potent i, fincl,è si r ibellarono all'u ltimo dei sultani A iubiti, Mel ik-cl -Mohdan , e lo uccisero. Per oltre due secoli e mezzo i ~v1. dominarono l'Egltto. Fino al 1389 regnò la d inastia dei lvi. Bahariti: fra essi si dist inse il sesto sultano, Bibars, che occupò 11clla seconda metà del secolo Xlll la Siria, to lse alle signorie franche Cesarea, Antioch ia e Laodicea, si impadronì della piccola Armenia e si spinse fino nella Nubia. Sotto i Bahariti I 'Egiuo toccò il culmine della potenza , estendendosi d;i T unisi a Bagdad . Regnò poi la d inasti.i dei M. Burgiri, dal 1389 al 1517, anno in cui il sultano dei Turchi O ttomani , Sclim I, si impad ronì dcll"Egitto, facendolo però governare dai M ., cui d iede i l ritolu tli beys. Nel 1766 i M .

.\fomoli /l ngelo. Am miraglio , n. a Lo d i nel 1855, entrato in servizio nel 1876, collocato in P. A. col g rado di capitano d i vascello nel 1909, promosso contrammir. nel r913, ammir. d i d ivis. nel 1923.

Manacci (Marcello). Scrittore mi!. del sec. XVII. Pubblicò nel 1640 un « Compendio d'Instruttioni per gli l,0 111bard icri », dedicato a Ranuccio F arnese. Manacorda (Teones10). Generale, n. a Casale Mo nferrato, m. a Ravenna (1838-1898). Sottot. di fanteria, partecipò alle campagne del 1859-1860-1866-1870 e meritò d ue med. d 'argento, una a Custoza cd una alla presa di Roma. Insegnò all'Accademia mi!. cli Torino . Colonnello comand . il 57° fanteria nel 1882 e magg. generale nel 1890, comandò la brigata Aosta. Ten. generale nel 1896, ebbe il comando dell a divis. cli Raven na. Manara (Lrrciat:o). Colonnello garibaldino, n. a M ilano, 111 . a Roma ( 1825- 1849). Nel 1848 fu il capo del d rappclJo che corl<Jtristò Porla T osa a Milano, po i o rga-


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ninò un corJ,>O rii bcr,agherì con cui comhatt~ nel T rcn uno e in Lombardia. Durante l'armistizio riorganizzò il battaglione dei ber,aglic1 i lombardi i11 Piemonte e nel 184•1 ,on esso re,istettc croicam.:nte alla Cava sul Ticino. Dopo

~o\·ara

lo guidò a

Roma.

o,•e partecipò alb spc:diz,onc Velletri. Nom inato colo11 nello e ..capo di >lato maggiore di Garibaldi, nella difesa di Villa Sp.,da e.l(lclc rnlpito a

,u

rnonc.

.,1'111""'' Carlo. Generale, n. lmol.1 nel 1666. Sottotcn. di fantcri., nel 1891 , p arteci pi, alle campagne eritree del a

18S7-Htl. 1895-fi-97 ed a quelle hhichc del 1911-11-13-1.1, e meritò la mccl. ù · argento. Nella guerra con tro l'A ustria Manara l,uciano fu promosso colon11cl lo nel 1917 e ,ull't\lupiano d·t\silgo ,iportò due fcrile ed ebbe altra mcd. ù·argcnto. In P. A. S. dopo la guerra, n el 1926 lll p romosso generale d i brigatn ',1 :\. R . Q. e nel 19i9 passò ,w ll.1 riscn·a. {.egione .\la11am. Ebbe dapprima <1uesto nome il nucleo rii voloma ri raccolto da Luciano Ylanara il 21 marzo e g iorni scgu,:nti a Mila no , con !:'I quale panl per Brc,eia, avendo ra,2gn1111a la forza di ìOO u. Po,w,i agli m d ini elci gen . Alleman d i , prç\c il nome di cc 1 a co.. lonna \'olo1u~rj }) e poi di l l 10 hauaglionc volontari lombardi •·

Manardi (Nunzio). Cap it3no cl i ventura, n . nel 151b .1d A man .. dola. Servì ~uno \·ari ~i~nori par. tcci pando alle faz10111 dell'epoca, e infine, J):l!'t:-iato al serv izio della Ch iesa. \ en ne nominato comandante della fortezza di Civita\'eù.:hia.

Milite del.la colonna :\'tanara

Manaresi (Angelo) . Sottosegret ario di Stato pl·r ll guerra1 11. a Bologna nel 18<.JO, Laureato in legge, allo scoppio ddl.1 !,TUcrra con tro l" A11s1 ria p a rtl volon tario negli

alpini coi qu::i!i combauè

""" alla ,·iuoria finale. raggiungendo i! grado di ca!>itano e meritando due med. di bronzo. Riportò un:t ferita su l Grappa . Dep utato dallo 16~ legi,latura, presidente dcll '0!1era naz. Com battenti e dell'associazione naz. alpini, di,·enne maggiore di compkmcmo, e sottosegretario di Stato per la guerra dal 1929.

Manassas. È stato J:, tu que.,tn nome alla ba ttaglia ·più comunemente nota sotto quello d i 2a bauai:lia di /Jull Run (V.). Ma nasser o (Gi11upp1•, di Comgliule). Ccnc r:,lc. n. :1 Mondovì nel 1785. Al ,crvizio d el la Francia Il('} 1805-1807, dopo la restaurazione fu SO!loten. cli fanteria, ,,ella quale arrno divenne nel 1844 colonnello comandante ,1 6• regg. d1e cuDÙu::,::,C o !Santa [ ,l11:i:i ( d{48), ove riporti'J t111~1 ferie,,

MAN

per la 11ual~ , enne wll0<:atu .1 11poso .:ol grdÙO di magg. gcncr-.1k.

.,1a11auero di Co.,tigliole cu1111 1:ederico . 11-tedaglia d'oro, n. a :-.!ondovl nel J818, m. a Roma nel 18n. Ufficiale d, fanteria dell"escrcito Sardo, partecipi, alla campagna del 1848 ,11Jalc luogotcnen. nel 5° rcgg. r,11,tcria, riman e n do le rito a San.ta Lucia, cù a quella del 18.19. Alle campagne del 1S59 t· 1S6o-61 prc!>e p:irtc con1c mag,g1ure del 9° regg. (brigata Rt·gina). l.:1 guerra del 1866 lo tro,·ò colonnello. ,omane!. il 2° rci:g. (iranatit·ri di Sanlcgua, alla cui tc::,ta, nella giornala di CustOZ(l, guadagnb \a supreri1a distinzione al ,,atore. Da gc

neralc,

comandò 1:i

brigata

(iran aticri " la Scuob mii. d i Modl·na. La mocivazione d i n:ecl . ct·oro è la seguente : .. Per I., ,ua intrq,ide27_1 l\ilana.ssero Federico cd energica rc~ i~tcn'l.t.l nel difendere le posizioni a lui affidare sul vcrsaru.c cli Mo n te Croce e per l "eroi:;mo con cui, alla testa delle sue truppe, respinse quattro auacchi ciel nemico, trovandosi sempre dei p rimi fra i con, b:tttenti, inspirando cosl, con l'noico ,uo escmµio, l'a,·clo rc e la lì ducia nei suoi d ipende mi » (:--fonte Croce, 24 g iugno 1866).

Manayra (Paolo). Generale medico, 11. a Sospello, m. Roma (1S1ì-1887). Partecipò come u ffici:1lc medico :,Ile campag11c del 1849, 1859 e 1866 c d , alla gucrrn di Crimea, ouencndo a S. ~artino la croce da cav. dcll'O. M. S. Medico c.ipo del IV C. d · :\. nel 1866, ispet1ore sanit.ario del consiglio Sllpcriore di sanità militare, fu promosso magg . ge nera le m ed ico preside nte del comitnto cli sanità militare 11el 1880 e :1 nclò in P. /1. nel 1886. Fu direttore d<:I .. Giornale di medicina militare • dal 18i3 al 188o e pu bblicò molte monografie e scudi ,scientifici. Manca (tl'/J/bis, 11wrcl1<·sc Gerolamo). Generale del secolo XVlll. Uopo essere stato negli alabardieri guardi<: del vicerè d, Sardegna, passò nel lì57 nelle guardie del corpo, o ttenendo il grado di colonnello di caval leria ne! ,768 e ùi m.igg. grneralc nel 1774. :--Jel 1 775 eb be i l coma ndo d el la cit,adclla di Torino. Manca Thiui di 1'11/ahermosu e S011/il Croce marchese S1cf11T10. C,·ncnile , n. a Cagliari, m. nel 1838. Combattè nc11c guerre can cro la Francia de lla fin e del scc . XVIII, 1 iportando due fcrit<· . Magg. generale comand . la 3• ep. cieli~ guardie del cor1x, nel 1815 e ten . generale nel 1820. c l,bc ne l 1821 il colla re dell' Annl11tziata. Nel 1~3' fu nominato Al'an rnaest1·0 d".'tri iglicria col grado d 1 gencntlt d 'armal3. .\1t111ca Sin1011e. Generale, n. a Sassan, n1. a ·1 orino ( 1813- 188 1) . S0110 1. <i i ra n1e ria 11cl 1831, meritò la mccl. d'o rge nm a S. Manina. Colonnello comanda nte il 16° ~antcria nel 186o, chbe la croce da ca\'. dcll" O. M. S. nelb Ba,~.i Italia. Mngg. generale nel 11>61 . comandò la bi igata gr:rn atieri e nel r867 fL, collocalo :i. riposo.

Manca T l11esi di Villflli,•rmou l:rnc.</0. Generale d el secolo XIX. Come 11fficialc dei gran,uieri parcecipò alle prime guerre dclr lndipcndcnza e nella campagna del 1859 mcrit 0 la mcd . d"argcrHo. Comandante il 15° fanteria ne l


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r86o, nel la campagna della Bassa Ital ia cblx· la croce da ,:av. de!!"O. M. S. Magg. genera le nel 1865 comandò la brigata Brescia ch e gu idò nella campagna del 1866 o tteuc ndo ad O lio.si un ·altra rncd . d'argento. Dopo aver co• mand a to la 2" brigata d i fan teria, andò a riposo nel 1873.

Mancanza disciplinare. Ogni infrnz ionc voluta mente compiuta a lk nonn e sancite d a l rcgol:urn:nlo cli discipl ina mi i. Esse vengono coJp.itc con le punz ioni previste da) suddetto rcgola1nento. È stretto dovere d i ogn i superiore non solo di non provocare rnancan1.e, m:.1 anz;i di prcvcnirlei nel lirnite de l possibile , con azione morale 1n irante

og norn a lla dcvazio ne spirituak dell'inferiore. La sanz ione d iscip lit1arc clic vicuc i 11Hiu:. JJcr una M . dev 'essere dal superiore proporzionata a. 11a sua gravirà et :n ogni modo, deve tenere debito conto della condotta in genere d i chi è incorso nell ' infra7,ione che · si vuole colp ire. L a )1 . va d u n c1ue be n vagliata e bene valutata dal superio re perchi: possa <ivcrc g-iusta sanzione. È questo uno dei compiti pili delicati e difficili del superiore che dirertamen l<.: i 11fluct1za tutto Lrncbmento d iscip linare di un reparto. (V . Puni-

zior1i d1scipli11art). .:.Hancmt;.;a alla ch iamata alk anni per istruzione. Cona sist~ ne l fotto del m ilitare in congedo che, ch iamato alle armi per compicrt: un periodo di istru:2.-iunc, non si pre sent~ ;;1ll 'auturit{t rn iliunc enrro g li otto giorni; pena dJ mcs! due a mesi dodici di ca rcere mil it3re .

}dmu:anza alla chiamata d 'allarme o d i raccol ta in g ue rra. Quc!-.fo rea to presuppone il tempo di gutr ra e consiste nd fa tto dd mi litc,rc d i quc,lu11que grado che, SCIila leg ittimo ì1npcdimcn to, omette d i rc(arsi al proprio posto, nel ie pi.azze dich iara te in stato di gue rr;i o nei corpi che

~.i rro\·ano in prc~enz:;1 del nem ico. La penn ('._ la redus ionc militare da uno a cinque anni . 1\4ancanut. al!a chiarnata cii controllo : V

Chiamata .

Manceaux. Cos1nmore di un fucile che p rese nome d i fucile Manccaux rnod. 1865. Era a percussione ed a

MAN

di cartone d isposto sopra la polvere e fissato ad un filo d i o ttone c he attraversa la carica e il fondello e.li carto nt e vi si arrotola attorno. Il d isco d i cartone, s~i,lto fuori della canna, per e ffetto della scarica, trae d ietro a sè ttHla la c~rcuccia che pure 2:.. di cartone, in modo che si effeu ua in certo q ua l modo come un 'estrazione di bossolo auto-

matica e<l immeclia ta.

Manci (conte Filippo). Capitano g aribaldino, trentino ( 1~.39 -1869). Combatti: ndlc Guide nel 1859, fu coi Mille di Marsala, seguì Garibaldi nel 1861 e lo accompagnò dopo Aspromonte a La Spezia e poi fu rinchiuso a Fenestrd lc; fece anche le campagne cie l 1866. Manciano. Comune in prov. d i Grosseto, situalo tra la ,·alle delì ',\ lbeg n:J e q t1clla della Fiora. La sua rncca f u co,tru ita d alla Signoria d i Sie na verso j l 1420. N e l , 455 essa fu assa lita, saccheggiata e guastat a d alle genti cli Iacopo Piccin ina; le truppe senesi poco d opo mossero a ricuperarl a, cacciandone il presidio la~ciarovi dal P.iccinino. Alla caduta dell a Repubblica, nel 1557, M ,. col r imanente territorio stne.'>e, p:issò sotto il dominio di Cosi1no 1 di:i .Medici . Mancina. Così chiamata una specie cl i d ag a, e, meglio pugnale, che veniva im pugmito colla mano sr. ucl duello colla spada . Pare c he l'uso d i usare, o ltre la spada colla d r. , anche,; un':-1ltr 'arn1a colla sr. per parare i colpi, ed a!!.'cvcuienza andic per colpire,. sia venuto, in Jtalia ed in Francia, dalla Spagna tra il XV ed il XVI secolo. Aveva anche il nome d i « Daghetta ».

Mancini (Sal1mtorc Emidio). Genera le ita liano al ser,· i,.ic) d ell ' Austr ia, n. ad Ascoli verso i l 165 ..J, m. a T hercsicnsrndt dov ·ern governatore . Si occupò cJj [on i ficazioni e rnfforzò varie ciui, dcll'icnpero, fra le quali Joscphstadt. Partecipò all'assedio dì Belgrado, comandando un gruppo di batterie contro la fortezza e coopera ndo alla sua cadurn. j\,fancini Cio!ldnni. Generale, n. a S. Il ario in Can1po nel 1829, 111. nel 1898. Proveniente dall 'esercito toscano, pressò in quello regolare, cap it a no dei bersaglieri , nel 18Go. Colonnel lo nrl 1877, comandò il 56° fan teria e poi j distretti del la div is . d i Perugia. In P . A . nel 1885, fu promosso rnagg. generale n ella riserva. nel 1893. Comba ttè nelle campagne del 1-848, i 859 e 1866.

Mancir1i Ailo/fo. Generale del ge nio navale, n. a Castelmocuc (Torino) nel 1866, entrato in servizio ne l r889, cnl!ocMo i ;1 P. !\ . col grado di colonnello nel 1920, p ron1osso magg. gent ralc ne~ 1926 e tcn . gcncrak· nd I~J27 _\Ia11ci11i Ugo. Genera le, n. a Vignola nel 1872. Sottot. F uc?l~ l\:lanccaux , mod. 1865,

d 'art.

ne l 1891,

partec ip e\ alla guerra

1915-r918

1na11do d i un gruppo di obi(i P . C ., mcrir:incln

rctrocarica 1 con uno speciale ~istcrrw d i chi usura del ci. lindro o ttu;atore. Per aprire la scatola di n1hHta si alza una piccola placca o coperchio c he g ira a cerniera, e che SCJrVC ;.111(;:he fare scorn.:rc

di leva per in dltt.ro

cd

avanti il cilind ro o tturatore. Man dando :fvanti il cilindro ed abbassan do la Cartucc ia I\.1 anceaux pl a(ca o coperchio, que sto rimane fissato, e non occorre a ltro che c, rmarc il cane e mettere la ca psu la, ed il fuci le è p ronto per lo sparo . 11 Manecaux costruì anche la cartuccia per detto fucile, cd essa µrese pure rn'..'me ùa lu i. l! proiertile. ogiv;i,k-. pog,:.6a sopra u n dilìco

1111 a

al comed .

d , brouzo duranlc uno scoppio di n1uni~ioni a N <l Pan i /r916), d ue argento, una sull'Alt ip . Carsico (1915-r9r6) e l'altra a Pod Nakusnieck, o ,·e rimase feri to (1917) e !a cc-oce di cav . de ll 'O . M. S. a Fagarè d i Piave ( 19 ,7). Colonn e llo nel 1918 .· a ndò in P. /\ . S. nel 192 1 . r---•ei i 93 , fu promosso gencrn le cJ ì brigata in A . R. Q. _ \fa11cini Lorenzo. Ammiraglio, n. a Genova nel 18i4, ,n trnto in serv izio ne l 1889, collocato in l'. A. col grad o d i G-ipita no d i va~ce llo ne l ]~)29, promo~so contramrnir. ne l i 930. Ha p reso p a rte a lla Guerra Mondia le.

Mancini Giw cppe. Medaglia d 'oro, n . ad !\rezzo n el 1893, caduto nel 1917. So vtot. d i com plemen to nel 6° regg. benag lieri , alla vigilia della g uerra 191 5-18 partì µcr


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l\'lAN

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la zona di opt::razione col J 3° rcgg . d i nuov~i fonnazione. i\ Casteln\lO\'O del Carso. durante le prime b;tttagl ie dcl-

l'lsonzo, fu tre volte feri to e decorato di med . d'argento. Ne lla battag iia d 'arresto del l'autunno 1917. sull'Alt ip iano di Asi::igo, il valoroso uflìciale, do!10 csscrsj lconinarncnle battuto, rnckva in un impcluoso assalto alla baionuta . Il magn ifico episodio è così rievocato nella motivazione eh

medaglia d'oro: « Alla testa dd proprio reparto, incitando i suoi sold at i con la parola e con l 'esempio, li guidava all'assalto della pl' ima line::i nem ica, sbaragliandone le picco le g-uardie, eh<.: t:ostringeva ad asserragliarsi enrro una vici na l;aira. Cadu-

per p roteggere i compagni che ripic • ga,·ino. Fulgido esempio d i eroismo e di sentimento del

con i suol prodi,

dovere, spinto frno al consapevole sacrificio di st: stesso )\

("ler vcsa, 15-19 giugno 1918).

Manciuria. Stato dell 'Asia or ientale, comprendente la regione di tal nome, costitu ito nel febbra io del 1932, co l nome di Ma11ciù-Kuò , per opera dei Giappone-si, a Mukclen. Gli venne data costituzione di t ip o repubblicano, ma fu

t ig li d'intnrno la maggio r parte cki suoi uomini, l'ito rn av.a e.on Jinnovata violenza ed indomabile ten acia

~n·a~

4

sa lto dcll "im p rovvisat-0 (urri liz.io, venendo a lo tta corpo a

rnrpo. Ferito a bruciapelo da un colpo cli fucile all'ad.d orn.c. non vc.>lle cedere ~1 m.:111ico chr:, fol'te di numero. 1

tcntrn·a Lt riscossa , e d in un supremo !:.forzo ~ an imando ~on la voce i s uperstiti della compagnia, al g rido di ,1 S;:i\·oia! )) li trasci.-11a\·~ a nuovo assalto, iinpa<lrone ndosi

<ld l:::i ~nn res.a baita cd an uicnta ndo\·i i d ifensori. Poco dopo . q ra pp ato a forza d a i soldati d.al posto d "onore, spirava prim ,1 d i giu ngere al posto d i rncdicazinnc . 1:ulg ido esem pio

d: eroismo e dd le pii, alte virtù rni lit~ ri » . (M.onte Miela, -1~5 d icembre 1917).

B,mdiera ci ne.se presa dai G iappon e~i in ~·T anciuria ( 1932)

nomi nato presidente ;i vit:1 Pu Yi 1 cx imperatore d clht d i~ r1aMia 111anccse in Ci11a. l i nuovo Stato, c u i è stata da ta

per capitale Cian-Ciun (Chang Chun), confina con la Mo11-

lvlancini G iuseppè

Nlancino G iuseppe

Mancino ( Caio O.;iì/io). Console di Roma nd r38 a. C., ù: luogotcn. di Ca lµ urnio l'isone in Africa. nel 129. Si kcc sconfiggere <lai Numantin i e segnò una pace impostagli <fai ncrnico:, ~ornato a Ron,a, consig liò il Senaco a non ratif:;_ç:;.1r L-1, e si fece rj rnandarc a i nemici. i tjlrnl i

pnò lo lascia rono libem . Ma11ci110 Gius<eppc. Medaglia d'oro , n. a Palermo nel ;888, tildLJto nel 19 18 . I nsegnante ndlc scuole 111·imarie di Messu,a, allo scoppio delb guerra, nd 1915, ch iese cd ottenne la nomilla a sottot. d i rante ria d i M . T. Volonrnria mente dmnandò di essere ma ndato in linea 1 e tra le

fi le dd nS f:tntcria diede subito r ipctut,c prove d i valore, rimarn.:ndo ferite, ncll·agostu 19 r6; l'anno ~cguentc. sulla

Vcrtoibizza . ( u decorato di mcd . di bronzo . Essendo stato ro lp ito da co.11gclaincnto ag1i arti, fu cost retto a rimanere ,qualche te mpo lontano d.alla fron te, 111é"I , n on appena potè~ t:hicse d i essere inviato in linert, cd incorpor:1to nd T, r

,.,,._.,~~ - >,_.. ~

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fa nte ria, assunse ll con1ando del re!)arto ardit i. ali~ cui incontrò morte gloriosa dur.am c. la battagli~-1 del P ia.vt·.

lorn

Alla memori" del prode ufficiale, fu conccs,a la medaglia d'oro con questa motivazio ne: << Per qu~1t1 ro giorn i consecu tivi d i slrc.n 11rt lotta fece p rodig i d i valore col reparto a rdit i del reggimento, v~-1i ld.a mt.:n tc contribu end o ad arginare un' irruzione ncn1ica tì11chè b sciò I~ ,·ìta sul carnpo, sacrificand osi in un ult imo assalto 1

Aeroplano giapponese in ì\1anciur'ia ( 1932)

golia. con la Cin~ a lla gra nde muraglia cinese, cui !vlar G ia Uo, e, infine, con i posscd irnenti russi lungo \ ' ant. ConCmc; c5so rnpprcsenta il corona men to rii lunga azio ne rlei 1


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Cavalleria giapponese in ~11anciuria (1932)

Giapponesi d i insediarsi da pa.droni i11 M. La regione Iu indipendente all'inizio del scc. XVIJ, ma nel 1638 la di nastia mancese batti! i Ci11csi e si stabill a Pechino . La ,W. è montuosa e coperta di boschi ; essa è attraversata da una linea ferrovia ria a settentrione, proveniente dalla Siberia, che per Harbin raggiunge V!adivostok; da [-Jarbin una diramaàonc scende fino alla penisola del Liao Tung dopo cl i avere da Mukden lanciato due altre ùiramazioni , una verso la Cinn, a Tien Tsin, e una verso la Corea, fino al porto d i Fusan. Nella seconda metà de l sec , XIX · si ebbe in M. la penetrazione russa, che fu sostituita ùa c1uella g iapponese doj)O la guerra Russo-Giapponese del 1904-1905 . I Russi, du rante la loro occupazione, ebbero ostili i :\fancesi, e dovettero nel 1889 domare una loro rivolta, detta ckl « Vespro giallo " · I Giapponesi, sos1ituilisi ai Russi nel possesso nella penisola del Liao Tung con Port Arthur e ne lla gestione delle ferrovie , furono autorizzati a tenere nella regione manciuriana 15.000 u. per tutelarvi i loro interessi . Prima delle ostilità recen ti, vi avevano la 10•~ di vis., su 12 bgl., oltre a 4 bg l. auto• n omi per la guarrlia d elle ferrovie, e al iquote considerevoli di servizi vari. L'osti]ità che i Maru.:e::;i ebbero verso i Russi la r ivolsero verso i Giapponesi, i q uali in principio dd 193-:? intrapresero operazioni su vasta scala per soffo. care ogni ostil i1à e assicurarsi libertà d i penetrazione e d i sfru ttamento nella ricca regione. Le operazioni militari diedero luogo ad azioni contro reparti regolari cinesi, che furono cacciati a sud della grande 1nur..tglìa~ e a nume ..

rosè bande di irregolari, durante le quali, p rima delJa costituzione d<.:l!o Sr-ato rnanciuriano, i Giappontsi accusarono perdite ammontant i a 378 m . e 821 feri1 i. Le Potenze non hanno riconosciuto ancora (r.932) il nuovo Stato, e la Cina ha affermato d i vo.ler considerare la :'1. come sottoposta alle\ propria sovranit:ì, parte integrante dello Stato çjnese.

Manco Capac I. Fon datore dell'impero del Perù. Visse verso la metà del scc . X dell'era volgare . Riunì le tribù selvagge, le organizzù anche n1il itannen te! le incivilì, co• struì la città di Cuzco e fottificazioni nutnerose, e creò

Mandalay. Città della Birmania centrale, sull'!ravadi. Ha

una c inta

difensiva (ostitulta da muro d i rnatto11 i.

Venne presa dagli Inglesi mana .

durante la te r?:a guerra Bir-

Trarr,110 di Mandalay. Firmato il 3 marzo 1881 fr:i ftali:1 e Blrrnania , per opera del comanclanre Racchia: è un trattato <li pace e di atnicizja, regolante 1 rappor:i reciproci di comn1ercio e dj navigazione .

Mandar (C(lr[o Fra11cesco). Ingegnere francese ( 17571845) . Fu insegnante cl 'a rte della Jortificazione nel la scuola di Pontlevoy e poi d'a rchitettura nella Swola di pon ti e strade. Pubblicò , « De!I ·an;h itcttura dc I le fortezze ,,. Mandarini (.1bsandro). l ntcndente borbonico della Ca labr ia Citeriore, n. a Maratea, 111 . a San Lucido (1762-1820) . Durante ì 'insu rrei.ionc <.:alabrcse del 1806 ccmlro l'occupazione ( rnnccsc fu nominato goM andarini Alessandro vernatore di Ma ratea . Legò il suo nome al la d ifesa d ella città con tro i Francesi (180(•) e riprese nel 1815 il suo posto d'intendente.

Mandato. In base alle d iscussioni e agli accord i presi in seno alla Società delle Nazioni nel 1919, fu stabilito che 11 le colon ie e le regioni Jc quali in conseg11e n za dd la guerra hanno c.essato d i essere sotto la sovranità degli Stati d 1c le _g-oHTnavano precede ntemente e che sono abitate da popoli non ancora capaci cli d irigersi essi stessi nelle condiz ioni pa ri àcolarmcntc d ifTici li del mondo moderno » veng ::1110 aflì<latc a nazion i progn:ditc. Queste esercitano il .\1. in nome d<'lla Società delle Nazioni . Secondo il grado di

s,· iluppd, la s ituazione geografica e Je

ri~orsc economiche

una rninuziosa organizzazione politica, dando origine alJa

de lle regioni , vi sono ire specie di man dali . l mandati d riguarùano i tr.:rritori già appartenenti aJl 'impero 0Uo

d inas1ia degli Iucas (V-).

mano; ~e ne riconosce l'indipcn<lenza provvisoria a co n•

Manco Capac li. Ultimo Inca d d Pe rù . Successe al frardlo Atahualpa, messo a mort~ da Pizarro (15_i3), e tentò di lo ttare contro g li Spagnuoli. Dopo qualche successo, fu costretto a ri fugiarsi nelle Ande (1537); venne assassinato qualche a nno dopo da uno Spagnuolo e nella sressa maniera perirono i suoi due figli.

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rl!z.ione che la loro amministràzione .sia guidara clalla po tenza rnandatari::1 fino al giorno in cui sa ranno ritenuti capaci di governarsi da sè stc~si. l mandatì il, app licati specialmente all'Africa cen trale, garan tiscono la li berti, di coscienza e di cuho, n1a la !JOtenza mandataria ne nsr

~umc l' amm inistrazione <liretta; essa non può stabili re frirtificazioni u basi mil. e navali, nè ,lare :1gli indigeni istru•


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zioni mii., ~ho ciic locali. I mandati C {Africa ,udoccidcntalc ccl isole ciel Pacifico australe) prC\'Cdono l' ap• pl icazionc delle leggi <lei la potenza mandat aria come se i ccrritori ne facessero p:1rte integrante. Una Comm issione p,•rmanente esamina i rapporti periodico in"iati dalle po1<·n1.e manclat:1ric e riferisce al Consiglio della Società. L, posiil,ilità del termine d i un :\1 . ;, da considnar,i remota, spccialmenre pc,· quanto rig uarda le amiche colonie del la Germania nc11 · Africa e nel Pacifico, mentre >1 presume che una piìo l>rcvc durata possano .l\crc i .\/. relativi ai tre 1erritori .1p partcnenti alla Turchia : Palestina. Siria e Mc,opn ta mia (attuale regno ambo dcl!'l rak). P e rò tcnu w conto dei van, aggi che una Potcn7..a mandataria potrebbe realizzare col far dichiarare indipendente un territorio sol• toposto a!la sua tutela, ljU,inclo riuscisse a mamcner\'i, anche dopo. la protczi<Jnc, aon i; escludere che proposte di tcrm ine di M . possano es,ere fatte da Potenze mandatarie molto prima di quan10 ,i., ra~ione,·olmente d., attendersi. Ed è appunto per frontc!(giare que<t:i e\'entualit~ che' la Commissione dei ,V/. giu,tarncnce si preoccupa d i c;.1111inarc sotto tutti gl i aspetti ii complesso problema della loro cessazione. Con tale problema è connesso anche l'altro del trasferimento del .H. da una Potenza all'altra, .-il) c he non è affatto da escludersi, e che anzi un c!c111c11tMe senso cli equità internazionale erl imptr iose esiienzc economiche dovrebl>cro rendere realizzabile, nell'intre,:,c generale della pace. L'assegnazione di un .\I. non

g,:,

implica

un:1

c.lefinitiva attribuzione di po!>scsso, ma una

misssione pol itico-amministrativa d i carattere temporaneo; il Consiglio della Società delle Na7um, stabili"a il 15 sct.,etmbrc 1925 che " la cessazione o ,I tras[erimcnto di un M. non porri, avvenire senza che il Consiglio si si:, preventivamen te assic u ra to che g li obbligh i ,1sstrnti d all 'auti,a Po tenza manùataria saranno eseguiti è che tutl1 i diritti re• ,golarmcme acqu,s1aci souo 1'.1mmino,1ra>.ionc d, questa Potenza s:or:rnno rispettati. Dopo a\'\'Clluto il cambiamento,

il Consiglio continucr~L ad impiegare tu lla b su~1 influenza per assicurarsi dell 'esecuzione d i queqi obbligh i "· La Comf!lÌ'5ione hl riconosciuta la neccs\ilJ di rendcni conto, prima cli determinare la cessazione d, un .\/., del carat1cre degli accord i conclusi per i ·avven ir~ t.ra J.1 Potenza m:111<lataria e lo Stato soggetto a M., e ciò per ev itare che con questi ac.;ordi la Potenza mandataria si assicuri privilegi. Sono state inoltre prevedute le garanzie politiche e tecniche alle q uali dovrà essere subordinato il rirnnoscirnc nto <le.Ila sovran iti, d i uno Stato soggetto a m;rn<la ro. (V. anche Colonie) . ,\la11dato. In diritto penale miL si hanno quauro qualità d i man<l::ni:

1") Mandato di ca1111m, Decreto emesso d~I Giud ice 1>truttore mii., consistente nell'ordine impartito :,gli Ufficiali cd .a genti della forza pubblica, o ai comandanti di corpo, <li procedere all'arrl,sto rlell ' in,putato e di tradurlo in c;,.rccre, a disposizione del!' Autorità giudiziaria p reccdentc_ È obbligatorio per i reati puui1i colla pcua di morte, coi b\'ori forzati :, \'ita, e n tempo. con I., reclusione ord inaria; in tutte le altre ipote~i delittuo,c.:. l'cmls• ,ione dd M. l facoltativo. 2°) M1111d1110 di compari;;io11e. Decreto di cit.11.ionc dell'imputato, che consisre nell'ordine del Giucli.:c "truttore mii. che ingiunge all'imputato sccsso d i prcscnt,mi al suo cospetto in dctl·rtn inato giorno cd o ra. Ove l'im putato non ,i presenti ,cnza giustiticazione . il mandato di comparizione può c,sere co,wertito in quello di cauura. L ·emi,.,ione d i qucstu :\f. è sempre facoltativo.

3~) .\fa11d(lfo d'cJ1'rNto. \·iene emesso dal Giudice i,truttore mii. contro il testimone che. citato regolarmente. non si presenta senza produrre alcun1 scusa legitt ima, oppure <lai R. Avv . m ii. contro il condannato irrevocabilmente a pena restrittiva della libcr1à personale. per l'esecuzione della pena inffiua dalla senten,a. 4°) Mandato a deii11querc. 11 M. ,, una proposizione criminosa. fotta cd accettata. E»o ha d i speciale d i es• sere nell'interesse del nundantc. Si sostanzia nella com• missione do ,·iolare la legge penale (nella specie militare) che chiunque (mandante) . appartenente alle Porze Armate del lo St:tto o cstrancn alla M ili?.ia, per p roprio conto cd interesse af!ìda ad altro individuo (mandatnrio) il quale, per mercede o per rendere un servizio al committente, ac• cetta. A differenza del diritto penale comune, il diritto pe nale m ii. non ricl,iedc il p rincipio d i esecuzione o la co nsumazione del reato d a parte: del manda1uio. Nel reato tentato ,i infligge b pena comminata per il reato consumato. diminuita di due o tre gradi, a norma delle circo,tanzc e, specialme nte, secondo la maggiore o minore prossimità dell 'im o al la consuma:i: ionc del reato; nel reato mancato si infligge la pcn3 comminata per 11 reato consumato, diminuita cl, un gyado; per il reato consumato la pena è (luella o rd illa ria del re,no .

Mandelli. Famiglia milanese, della qnale mcrit,i.no cli essere ricordati Tt1c110 e Anselmo, capitani dei Milane" nelle guerre contro il Barbarossa; Guido, podc,tà dei Piacvntin i, sconlÌ lto e fatw prig ioniero nel 1200 dai Cremonesi: ,Jlberto, capitano al servizio di Genova; Otto, capitano prima dei l'adm·ani e poi dei :,,,jilanesi contro Federico Il: Ottorino, capitano degli :\stigiani e della lega delle c,uà cli Romagna nel se.:. XIV; l'ietro, Nicolò e T~afft1de. capitan, al serv izio tlei Visconti in quello e nel secolo successivo; Gi.1co1110, capitano della Chiesa e luogoten. del Serbdloni, m. alla Goletta nel 1563. .\ fcwdelli .lfoum. (;encralc, m. nel 184r. Doµo a\-cr rnmbattuto ncll.1 guerra con tro 1:1 Francia della fine del Sl'• colo X VIII. riprese servizio in fanteria alla restaurazione. Colonnello nel 1831, comanclò il 2° regg. della brigata Cu neo. Ne l 1835 chbe il coma ndo in 2• ciel corpo veterani e fu pro,nosso magg. generale nel 1839.

Mandello del Lario. Comune in pro,•. di Como. È situato sulla sponda orientale rie! lago di Lecco, al di,nno ddla strntla m ii. dello Stelvio. Ha origine an tichis,ima e se ne trova traccia nel periodo romano . Nel merlio evo fu luogo fortificato e i_mportantc, del quale è falla menzione pii, volte all 'cpoca delle guerre comunali, e specialmente di q uella d ecennale rra Como e Milano. Avendo parteggiato per Como e bbe molto :, soffrire dai Milane~ i: Federico Barbarossa nel TI56 lo prese sotto la sua protc zionc. Quando Gian Giacomo ~ledici , detto il ~kdeghino . castellano di Musso, sul principio ciel sec. XVI spadroneggiava sul lago e per la Valsassù,a, nelle acque di M. ,i combauè nel 1532 una battaglia navale tra la flottiglia del Mcdcghino e quella del duca di Milano, con la ,·ittoria del primo . Nel 1635 le uuppy francesi, condotte dal rnaresc. di Rohan, passando pe r M. · ne saccheggiarono e incendiarono buon numero <li case . Mandile (Luigi). Generale, n. :, Capua nel 1851. S01tC>ten. di fanteria nel 1871, frequentò la scuola d i _guerra ed insegnò arte mii. alla scuola m ii. Colonnello nel r901, comandò il 47" reg,::. fanteria e nel 1904 passò a comandar.; i! coHcgio mii. cli Ron1a. ~bgg. generale nel HJ'>i .


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comandò la brigata Abrun.i e dal 1908 la brigMa Venezia. Nel dicem bre 1908 si distimc nel terremoto di Messina e vi mt.ritò Ja med. d'oro di benemerenza. In riserva nel r911, fu promosso lcn . gcpera le. Pubb[icò: ti Lezioni di arte rnil itare » e un cc Trattato di ane n1ilitare n.

Mandracchio. S'intende la parte pi,, imcrna e meglio riparata di un porto. Nei medio evo diccvasi .Wandraggio. Oltre che la sicurezza contro i venti e le onde, offriva sicuro riparo anche contro gli ani di pirateria, pcrchè in generale era munito eh una apertura ri stretta che sbar.-

ra.vnsi di notte con travi e catene . Era tutto banchìnaro f!l 1'ingiro ed aveva t1llvolta capannoni che ricoprivano uno specchio rl ·acq ua in modo da potervi riparare sono le galee. Molli pon i italiani, come Napoli e Livorno, cd anche Malta, lo l,anno tuttora .

Mandrile (Cado). Generale, n . nel 18.16. Sottot. di fan teria nd 1866, combatcè in detto annu contro l' Au stria . Frequentò !a scuola di guerra e fu promosso colon nello òell'8r0 fanteria nel 1899. In P. A. nel 1904, fu promosso tnagg. generale nel la riserva nel l911.

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di Fargorida e di Topélc.

Ì\1el giugno socccssivo o(cupc) il M . Mandrone, da cui assunse il nome, e su lle circostanti posizioni di Corno Cavento e Croston del Diavolo operò fino al maggio 1918, allorchè conqu istò l'asso e Cresta Muoccaro. Per la nostra battaglia finale iniziò la avanzat:1 dalla Sella del Tonale g iungendo pri1m1 a Pizzano-Fucinc e poi a Cles, ove fu raggiu nto da l concluso armistizio. li suo comegno meriti) la citazione sul bollettino cli guerra del Comando Supremo N. 1098 del 27 magg io 191~. Le perdite del bgl. in guerra ammontarono a 8 ufl' . morti e ' ì feriti, e 50 u. di truppa mort i, 227 feri ti, 35 dispersi.

Manduca (Agostino). Generale dei carabinieri, n. nel 1862, rn . ne l 1926. Souot. degl i alpini nel 1881, nel 1885 pas.:,,Ù nei carabin ieri. Decorato dl mc<l. di bronzo al valur civiie. Colonnello nd 1915, comandò la legione di Cagliari e poi partecipò alle campagne 1916 e 1917 contro I '/1.ustria. Brigadiere gen . nel r919 comandò il 111 gruppo d i legionì e nel 19 22 passò nella rjscrva. 1

Mandrillo. Cosl chiamato un tavolone di legno nn(orzato con ferro, da collocarsi alla bocca del petardo,, pcrchè l'effetto di questi, nel lo scoppio, fosse ;,urncnwto. Mandriol i (l'a,so dt?,). Colle dell' Appenn ino tosco-cmiiiano che mette in comunicazione l'alta valle dell'Arno (Casentino) con qudla del Savio e del Ilidcmc. La rotabile si stacca da quella casentinese a rnollle di Bibbiena, risale il vallone dell 'Arch iano, r;,ggiu11gc il valico ai Mandrioli (JJ 73 n1.) e scende a Uagnu <li Romagna e San Piero in Bagno (461 m .) ove si biforca : il ramo orientale sej.,'1.Je il corso de] Savju c..: per Mercato Saraceno s'avvia a Cese na;

que llo occidentale, ri mon tando al Colle del Carnaio (ìi8 m.), raggiunge a Santa Sofia la valle dd Bidente e per G,ilcata e Meldola discende ,1lla via Emil ia tra Forlì e Forli mpopoli. Da Calear;1 un. al1acc.ian1cnto, attr;;1.ve rso il Pa.sso delle Ce nto Forche, scende a Rocca San Casciano nella va lle del Montone. Il passo ha, rispetto al Casentino, funzione identica a quella del passo d i S, Godeuzo rispetto al Mugello, stabilendo con esso una complc:ssa rete di corr1unicazioni fra l 'alto Arno e il margi ne JJCdcmontano Forlì-Cesena .

Mandritto (o klcmdiritto). È così chiamato, nella scherma cd in combattimento, il colpo d"a rma da taglio che va da destra a sinistra rispetto a chi adopera l 'a rma.

l\lfanduca }\ gostino

:\1anènti

Luigi

Manduria. Comune in prov. di Taranto, in p ianHrn. Fu in antico cinla di robuste mura, costruite con gro..,si

111assi retta11golari in pietra; tali mura ebbero un peri .. metro d i oltre 5 Km. Nel 338 a. C. sotto le sue mura fu sconfitlo da Mcssapl e Lucan i un iti, i\.rch.idamo, figlio dello spanano Agcsilao, ch iamato in Italia contro di loro dai Tarantini. Essendosi, durante la seconda guerra pu-

l

Mandrone. Battaglione alpini costituito nell'aprile 1916, per la guerra italo-austfr1ca 19r5- 1_918, con riparti sciatori

IVIurn. megalitiche di lvlanduria

nica, schierata in favore dei Cartagii1csi contro j Ro1nani,

I\1ed aglie d el battaglione alp ini l\:1ontc Mandrone

preesistenti . Appartenne al 5° rcgg. alpini ed ebbe le cp. 159, r6o e 161. Nell 'aprilc 1916 una conquistò i l passo di Cavcnto mentre le altre due operarono contro i passi

fu presa d'assalto cl:!I console romano Fab'io nel 209 a, C., e probabilmente in q uell"epoca distrutta, poi che non com pare fra i municipì romani; altr i a!Terma che la su.a d istn1zìonc avvenne più tardi, durante le invasioni barbari( he .

Manenteschi (l'ran,:esco. detto da Pettino). Capitano del sec. XV, combattè con Braccio da llfontone, poi fu prefetto dei Genovesi e cli Martino V.


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Manenti (l.11igi). Generale, n. a Siena nel 18ì1. Sottot. di fanteria nel 1893, pa rtecipò alla guerra eritrea del r8951896 e poi a guella contro l'Austria . A Casera Zebio (1916) rimase ferito e mer itò la med . d 'a rgento. Colonnello ne l 19 r8 . comandò il 255" fanter ia e dopo la guerra il 43° ed il distretto mii. di Alessand ria. In P. A. nel 1928, (u p romosso generale d i brigara nel 193 1.

b fortezza di Pisa c he fu detta in ,, Co' del ponte ddb

Mari'era (Fcrdi111111do). G enerale dei carabinieri . n. nel 18,17. Sorrot. d i fau tcria nel 1865. pMtecipò a lla cam pagn a del , 866. /\ei carabinieri reali nel 1876, raggiunse il grado d i co lonodlo nel 1899. Comandò successivamente le legior\ i dì Bari, Napol i cd Allievi . In P. A. nel 1905, fu promosso 1nagg. generale nella rise rva nel 19J 1.

cora:i;zc e scucii d i scorza, semplici fionde, archi e balestre . Le truppe ducali, so1to gl i ord ini ciel capitano Negro, non ri u.scirnno ad t;spugnar<:.: le roccie . Nel 1560 le truppe

Spina» .

Maneud. Posi:i;ione strategica dei Valdesi durante le lotte col Duca di Savoia, costitu ita da un g ruppo dì roccie c he dominano San G iovann i. I Valdesi difesero più volte fdicernenre <1ucsta posi✓.ione. Notevole il fatto c he nella

camp~~g-na del 1484 i Valdesi avcv<1no solo a dispusizione

s,~baudc erano agJi ordini del conte dd la Tri nitù, ma non ebbero m ig lior successo . è-Jel 1663 capitanavano le rruppe Jucal i i marchesi di San Damiano di F'kury, c. il conte di Bagno!e. Capitano dei Vald esi era G iovanni Janavcl, sostituitQ, dopo cli essere stato fcri.to, da Bartolomeo Jahicr

ch e mantenne k· posizioni.

A

Manfreda. 7 1• Legione della 'vl. V S . :--J., costituita nel 1923 a Faen za e d ipendeme dal XVII Gruppo J.egioni ( Ravenn a). È su tr-e roorti : Faenza , Castclbologucsc, .Ylodigliana. Ha una sezione mitragl iatrici, un manipolo ci-

...

l\1foner:1 Ferdinando

cl isti, u na squ adra d i p ronto soccorso.

Il re :\1anfredi

Manerba. Comune in p rov. d i Brescia, nella Valre nese, soµra lll'I colle d;i cui si domi na il lago di Garda. La sua rocca. fortissirlla per arte e per natura, servì di ricetto, nd 774, al pri11cipc longobardo Caccone, che vi resìstette per d ue anni a ll' assedio dei Franchi, quando, s(retto dalla

fame e perduta ogni speranza di soccorso, si arrese a Marcar·in, d uca dd Fri uli. Più tardi In rocca di M . fu teatro d i sanguinose vicende nel periodo della rivolta dei valvassori (fine del sec. Xl) . Su l principio del scc. X VI, nella d isce;:i i n fta lia cli Luigi Xl i d i Frarrci,i, la forté:aa d i M. venne assalita dalle truppe francesi agli ordini d i Gastone di Foix ed in parte smantellata. 'fornarn la pace nel paese col dominio della Repubblica ve neta, la rncca di .H. fu a bbandonata e ne l 1787 fu abbattuta per ord ine ciel

provveditore veneto h1arco Soranzo, pcrchè. divenuta ricet• t:1colo d i malfatto ri.

Manerbio. Com une in prov. d i Brescia, sulla dr. d el \,!el la, fortificato nel rncclio evo. Fu assediato, nd mar:i;o de l 1453, da i Ve nez ian i condotti da Gentile della L:onessa, e di(cso d a~li Sfo rzesch i. Il borgo fu preso d 'assal to, ma i Venezian i v i per<lettero il loro generale . ch e, rimasto gravemente ferito a un braccio, morì in segu ito a lla ferita. Manetta. F u de tto così qud ferro fatto a somig lianza rii una S allung ata che funz ionava <.la leva negli a rchibn~i a mie-eia, per fare abbassare il scrpc11Lino provvjsto d i m icc ia su lla p olvere. Col perfe:i;ionarsi dell'archibuso, t:mw per <]lle llo a micc ia quanto per g uelli a r uota cd a

fucile, la .\.1. fu surrngat;1 dal griJlc.::ttO. Manetta' o Chiave. Così chiamata una pa rte della balestm che serviva pc1 rendere l 'arco. Non si de,,c p eri, confondere con la c h iave da ruota, che ser viva per g li archibusi.

Manetti (llntonio). Ingegnere rn il. de l sec. XV, to scano . Fu discepolo del Bruncl lesco e vei-so il q6o costruì

Manfred]. Famiglia della Romagna c he fu padrona di l'acnza e d i altri centri della Ro mag na, d al 132.7 a l 1503, ~ebbene non in modo continuo, perchè ralvoka cacciata dalla ciui, durarne le guerre in testine o con gli State relli vicini . Si distimcro nelle arm i particolarmente: Aslorgio (o As!orre) ch e si impadronì di Faenza nel 1376 con l'aiuto +:i Visconti, dei Fiorent in i e dei Forlivesi, ebbe dai Visconti il comando del la compagnia della Ste ll a con la guale andò ad assalire Genova , ma ìu sconfitto e fa tto prigio niero ( 13 79); fu pe r u n anno (1400) in lotta con /\ lb<:rico d a Barb ia nn e b loccaro in Faenza, nel 1404 si risolse a vcn<.lcrc !a ciuà e a riti rarsi a Forlì; Asiorgio li ( 1412-1468), capitano dì ventura; / /slorgìo I V . uldmo signore dì Faenza , <]U ivi assed ia to da i Vcne:i;iani e costretto a lla resa; ()11aviauo, capitano d i ventura del scc. XV, al soldo dei F iorentini ; Cuida11tonio, p ure capitano d i vc nlllra ( r407-r 448) e signore di Fa..:nza; Luigi, signore di Marradi e condot-

tiero rlei 1=-' iorcntini: cht: lo imprig ionarono e g-li tolsero ia signori:1.

Manfredi. Re d i Napoli e S ic il ia, fi"glio naturale d i Federico Il ( 1231 -1266). Dopo aver neg ato sottomissione a l P..lpa e vinto le truppe pontificie 1 si fece incoronare a Palermo nel n58. Ma il Papa lo scom1Jnicò e investì del Regno d i Napoli Carlo d'Angiò. Manfredi combattè con l 'aiuto dei pochi ch e g li r imasero fedeli e cadde nelh battaglia d i Benevento . Le sue ossa furono fauc dissot• terrare d a l vescovo di Cosenza e gettate fuori dal territorio della Chiesa . Manfredi Giovanni. Generale, n. a Occimiano ( 18291910). Sotlot. di fanteria nel 1848, partecipò alla guerra del 1848-49, meritando la m enzione onorevole alla d ifesa d i Casale . Combatti: qu.incli i n Crim ea e nel 1859 : ferito gravemen te a Vin:i;aglio, d1be la med. d'a rgento . Nel!:< campagna del 1860 ebbe una seconda med. d'argento a Perugia e la croce da cav. dell 'O. M. S. a Mola di Gaeta. Colonnello nel 1878, comandò il 63° fanteria e nel 1880 passò nella riserva d iveucnd o magg. generale n el 1895.

Ma•1/n ·di Cristoforo. Maggiore e scrittore m ilitare, 11. a Pieve d i Teco (1838-1 922). Sotto r. d i fanteria nel 1859 fece la g uerra del 1866, e frequentò i corsi della Scuola d i guerra, p assando ne l 1~74 all ' U/Jiéio Storico dello S. M .,


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clove rimase pe r 14 an ni, e dove riordinò la documen tazione delle campagne del Risorgimento italiano. F ondò la rivista « Fanteria )> c.::: diresse la <{ Lega navale )). Pubblicò : (( L ·rtalia deve essere potenza terrestre o marittima ? )~ . « La spedizione sard a in Crimea nel 1855-56 », « La guerra in al leanza >•; « Il Marocco e l'Europa»; « Sulla d ifesa di Genova >> ; <( La civiltà e la guerra )); 1( Guerra o.ffcn.!,iva o difensiva )>; « Le spese improduttive }>; ccc.

biche del 19,2 e , 913. Colonnello comandante il 26° fanteria nel 1915, combattè con esso a S . Lucia di Tolmino ove riportò due fer ite me ritando la mcd. d'argento. Magg. ge nerale nel 19 r7, andò in P. A. S. nel 1920 e nel 1923 assunse il grado di generale di d ivisione.

Manfredini (Federico). Generale italiano al servizio dell 'Austria. n. a Rovigo. m . a Ca mpovcrnrdo ( 1743- 1829) . F u d apprima ufficiale ddl 'esercito di ·roscana, e si recò in Ausuia dove prese servizio e com battè nell., g ue rra dei Sette Anni, e poi con tro i Turchi (r789) tornando poscia in Toscana col grado di magg. gene rale . Divenuto p rimo minist ro del granduca Ferd in a ndo III, fece p ro clamare la neutralità della Toscana nella lo tta contro la Fra ncia r ivo lu zionaria. Ciò non tolse c he il Buonaparte penetntsse in Toscan~ nd ,79(i, e tre a nn i dopo le a rmi francesi ne cacciassero il Granduca .

Pianta di 1Vlanfrcdonfa sulla fine del secolo XVI

Man/redini Luigi. Generale, n. a Mantova nel 1868. Sottot. d'art. nel 1889 passò su hiro in cavalleri a, d ove d ivenne colonnello nel r917 , a l comando d el rcgg. Alessan dria; nelln stesso arrno fu promosso brigad iere gcn . comandante della 3" b riga ta di cavalleria per pochi mesi e passi, in l'. A. nel 1920. Pre,e parte aila guerra. contro l'Austria combattendo con la sua brigata durante Ja ritirata di Caporctlo, e

Jvfanfredi Albuto. Amm iraglio, n. a Ge nova nel 1852, e ntrato in servizio nd 1866, prumo~so contrarnrn ir. nel 1906, collocato in ausiliaria nel 1909, p romosso v1ccamm1r. nel 1912, amm ir . d i s9 uadra nel 1923.

.lfrmfredi-Emmanuelfi Vittorio . Generale, n. a Chier i nel , 860. Sottot. di fanteria nel 1879, meritò a Derna (19IJ) la med. d'argento. Colonnello coman<lantc il 72° fanteria nel 1913, pa rtecipò con esso alla guerra conu·o l'Austria e passò poi a comandare la brigata Casale colla p romozione a magg. generale ( 1915). l n P. A. nel 19r8, d ivenne nel 1923 generale , di d ivis. nella riserva.

Manfredi Giacomo. Ge nera le , n. a Savona nel 1861. .Sottot. d egli alp ini nd 1882, pa rtecipò alle campag ne li-

particolarm<· nte sul M ed 1111a .

Manfredonia, Citti1 delle Pugl ic, in prov . d i Foggia , nel golfo dello stesso nome, ed ifica ta da Manfredi d i Svc_via nel 1256 p resso l 'ant ica Sipo nto . La citt~, addossata a lle ultime propaggi n i '1el Monte Gargano, fu cin ta di mura çon torri e c.astcllo, che si conscrv~L ancora . Questo è costituito da un tozzo edificio quadrilatero, mu~ nito d i grosse m ura terminate a tre d egli angoli con robuste torri tonde e nel quarto da u n saldo bastione pt:ntaguno; nd l'interno di ques to recinto sorgono ahre quau-ro torri, d i cui tre rotonde e una quadrata; d i fuori restano ancora tracce del rivel lino, del cammino copertO e d el fossato . Il 6 maggio r380, dura nte la gucrr:1 d i

li castello d i Manfredonia


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Chioggia. 11cl porto <li .I/. ebbe luogo un combatlin,<'nto oa,·ale fra le galee geno, c,i comandate da Matteo MarntTo e 911ellc veneziane, con la scon fitta di ~j11este ultime. il cui condottiero. Taddeo Giustini,rni, fu fatto prigioniero. Nel q15, Giovanna 11, per sedare una ri,·011:1 scoppiata i11 .\/., fece as,cdia rc b città da Landol(o Maramaklo, Gio\'anni Cas.sano e Gian Paolo Orsini. Oal 1424 al 1415 fu conce"' in contea a Francesco Sforza c nel m arzo ciel 1.148 si arrese .igli ,\ragonesi dopo un assedio di due mc~i. )lei 1528 so,tenne ,·ittorin,amentc l'assedio <lei Frnncc,i mm:indati d,11 Lautrcc. Il 16 agosto rfoo, 1 T urchi , prc,enratisi con una flotta di 56 galee, vi posero l'assedio, e, ,·inca la resistenza elci cittadini, b presero e incend iarono tlopo a"crla saccheggiata e aver portato vi,1 un grande numero di sch ia vi. Il primo giorno dclb g uerr:1 italo-austrrnca, 24 maggio 19 15, poche ore dopo l.1 dichiar:izione, due torpedi niere austriache bombarclavano la sta:.oione fcrrn\'iaria. Lo stesso giorno. il cacciatorpedinicn· " Turbine » t1ccerchiato nelle acque di .\f. da qua11ro grandi silu r:1nt i nemiche, ,i difese tino a ll 'ul ti•no. poi colò a picco per non rendersi prigioniero. I! golfo di M .• che form,1 un .cno non molro profondo dcll '/\driatico, bagna le coste dì Capitanata e di Bari, c,tcnclendosi dall'estremità orientak di .\fonte (;argano al r romontorio orient:dc di Barletta.

M AN

puco dissimi li. Un piccolo AI. veniva detto Ma11ga11ella o Tro,·iamo queste macchin~ da guerra in uso

Tortorella.

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'

I ~1.lngano a contrappeso

nèl scc. X I li -XIV; solo nd sccolr, succ:essivo a poco a poco ,-cngono soppiantatt· dalle ar111i da fuoco. Nell'inc1-

M anfron i (Camilfo). Storico, n. a Cuneo nel 1863. In segnò stori:1 e geografia all'Accademia navale di Livorno: libero docente a ll 'Univcrsit.', di Roma. dirige ora (r9_32) la " Ri,·isrn delle rnlonie •. Le sue puhbhcnioni si riferiscono spe<·ial mente a Ha storia della ,narina; ricordiamo: « La squadra inglese a Livorno nel 1651 •: " Vcnt 'anni d i storia della manna siculo-napoletana ., : La marina militare dd grand uca lo mediceo »; " Storia dt·lla marina it:1l,ana dalla cadurn cli Co;iantinopoli ' alla hattagli.i di Lepanto • ; , L.1 marina vcnc:r,iana alh1 ditcs:1 di Salonicco•: « I nostri alh:ati n:wal i "; " Storia dcl i 'Ohmda "; « Storia tìdla marina italiana durante la guerra mondiale • : " Guerra iialo-turca, cronistoria clellc opcrnioni na,·ali "; • Storie nH1 11ic ipali : Genova n.

l\1angano in :izione: stanga abbassata (dal Rocchi)

r ip rodotta dal Rocchi, esso I: costituito da una 1o• hus1a base che sorregge una tra,·t· centrale ruotante sotto

S1011e

J\langano del secolo XV: A, ,·erricello; B. comrappeso; C. anello di corda agganciato in D ; E E, forca reggente barile di rnarerie incendiarie; Jì', parte superiore dcli 'asta.

M angano. ì\'0111e del medio evo italico; dato a macc hina da gitto riel tipo balista (balestra) o angonc: in sostanza, una giganrcsca fionda meccanica, per lanciare pietre o recipienti contenenti materie incendiarie. Sinonimi di M. sono la Bril'c·ola e il Trab11cco , simili a quello o di ben

M anganolln del secolo X V

uno scatto subitaneo e imperniata su grandi ,·crricclli. un uomo è desrin ato a far sal rn,·c l'uncino che mantiene SO


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abbattuta l'estremità della stanga . Un gruppo di uomini •nelle in tensione qlrnttro corde attaccate al contrappeso . Il proietto è ndla -t.isca della fionda al l'estremità della ,tanga. Saltato l'uncino, contemporaneamente g li uomini te ndono le corde : la stanga si solleva di _scatto e trascina la fionda, che desc rive larga cu rva e I.ancia fuori il proietto . Il tiro ciel M. era regolato rneglio che nelle macchine consimili. li ,v /. fu adoperato anche a bordo delle navi nell'epoca sopra detta; esso lanciava pietre arrotonda~e da scalpellini oppure barili con materie inccndù,rie : fu poi sost ituito dalle bombarde .

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nendo magg. generale nel 1916. Dopo la guerra comandòla d ivis. mii. territoriale cli Livorno; andato in I'. A. S. n~I 1920, assunse nel 1923 il grado di generale di divis. e nel 1932 fu collocato a riposo. Pubbl icò vari scritti, fra cui : (( Fenomeni psichici nlllitari >>; cc La psicologia del comando )) ; « Cen ni di tattica psicologica » .

.\fa11gano Fortunato . Generale (18.14-1915). Sot tot. di cavalleria nel 1864, divenne colonnello nel 1896 e comandò i cavallegge ri di Catania. In P. A. nel 1908, passò nella riserva nel 1908 col grado di magg. genera le e fu promosso ten. generale nel 1914-

Mangascià (Ras). Capo abissino ( 1869-,906). Nel 1889, alla morte del negus Giovanni d 'Abissinia, di cui era righo naturale, fu nom inato Ras del T igrai. Si mos1rò dap prima amico degli Italiani e o<tìle al negus Meoelik ; poi, fatto atto d i sottomissione a ll'1mperatore abissino ad Addis Abeba, nel 1895 si pose in guerra cont ro g li Jrnliani e fu battuto dal gen. Baratieri a Coati( e a Senafè. Nella guerra che segul comandava uno dei cinque grandi corpi in cui era diviso l'esercito ri i ~enelik . Dopo Adua fu destituito dall 'impcrawre, condotto allo Scioa e relegato s.opra

un'amba, essendo

Ras Mangasci/1

stato

so.c;pettato

di

tradin1ento.

Mangiogalli Antonio

Mangiagalli (Antonio). Generale, n. a Mortara, m . a Milano (1841-1912). Sottot. d'an . nel 1860, partecipò alla campagna del 1866 e divenne colonnello nel 1890. Fu direttore della fonderia di Napoli, capo divis. al ministero, comandante il 27° art. e diret tore d 'art . a Roma . Magg. generale nel 1897, comandò l'art. a Messina e nel 1901 fu ispettore delle armi e materiali dei corpi d ivenendo ten. generale nel r902. lspettore d 'art. da costa e da fortezza nel 1903 e dal 1906 ispettore generale del, l'arma , andò in P. A. nel 1908 e poco dopo passò nella riserva.

1\llangiarotti Onorato

Mangin Francesco

Mangin (Fra11a-sco). Gcncrnle francese (1R66-H)25). Percorse quasi in teramente la sua carriera nelle colon ie, e rag-

!,'. Ìunse il grado di generale d i brigata nel 1913; nell'agosto ;!cli 'anno seguente comandava la 5a divis. francese (MarnaVerdun) , e dal 1917 le armate 6a e ro•. Partecipò a ll 'offensiva « N ivelle » e fu allontanalo dal la fronte. perchè accnsato, come il Nivclle, él ' aver fatto salire le perdite francesi troppo fortemente senza conseguire ade guati risultati. Ma · Ckmenceau, salito al potere, ben conoscendo il valore del M ., lo rich iamò sulla linea affidandogli prima un C. d 'A., poi un gruppo di 10 divisioni , col cluale fece tutta la battaglia di Francia. Giunse sul Reno nell 'aurunno 19181 e vi restò quale comandante del corpo di occupa7.ione francese del Reno, svolgendovi attività politicornil., ten dente alla creazione d' una Repubblica Renana, quale Stato cuscinetto rra Francia e German ia. Fu poscia membro del Consiglio superiore di guerra , i spettore delle truppe colonial i, presidente del Comitato per la difesa delle Colonie . L asciò un volum e: « Come finì la guerra » e une> su « La Forza N era », riguardante quell 'esercito africano di cui egli fu uno degli organizzatori .

Mangrin (Gian Paolo). Capitano ciel sec. XV-XVI, n . di Schio, 111. snl campo di battaglia a Pavia nel 1525. Militò dapp rima col Piccinina e con Hraccio da Montone. poi fu al servizio di Ven<;zia. Manhes (conte Carlo Antonio). Generale francese ( 17771834) . ,'\ imante di campo di Gioacchino Murat, che scgul nel regno di Napoli, fu incaricato cl i estirpare il brigantaggio nelle Calabrie ( 1810), ed agl crudelmente. Durante la g uerra di Murat del 1815 contro gli Austro-Toscan i, comandava una legione (divisione).

Mangianti (Ezio). Generale medico, n . e m . a Firenze (1851-1919). Sottot. m edico nel 1875, da uff. superiore insegnò- igiene alla scuola d 'applicazione di sanirà mii. Colonnello nel 1908, di resse l 'ospedale mil. di Milano e poi divenne direttore di sanit,1 del IX C. d' i\ . In P. A , nel 1913, fu p romosso magg. generale medico nel r915 e nel 19r9 passò nella 1·iserv a.

en era il segnale del saccheggio e della strage.

Mangiarotti (Onorato). Generale, n. nel 1862. Sottot. di fanteria nel 1882, frequentò la scuola d i guerra e di,·cnne colonnello del 3o<> fanteria nel 1915. Partecipò alla g uerra contro l'Austria nella quale comandò le brigate Campan ia, Napoli e Treviso, e le divis . 13' e 30", dive-

Maniacco (Giovanm) . Patriotrn goriziano, rn. n el 1918. Arruolato per fona nell 'esercito austriaco all'inizio del la guerra, organizzò una rivolta per il 23 m aggio r918, co11 clementi italiani e slavi, a R adkersburg, rna la rivolta venne soffocata nd sangue, e il M., rimasto con altri prigio-

Mani a basso! Era il grido delle (ruppe del principe di

Condè, q uando entravano in una città conqu istata,


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niero, fo condannato con lo ro al capestro, davanti al quale le sue ulti me parole furono : lt Viva la libertà, vi va l'Italia! " ·

Maniace (Giorgio). Generale bizantino. Mandato contro Saraceni in Sicilia, quando fu richiamato si ribellò e si fr-ce proclamare impcra-tore. Combattè con le trnppc man<htegli contro, ma vi t rovò la morte (ro43). Manica. Braccio dcll ' Atlantico che separa la Gran Bretag na dal continente e uropeo e, per il passo di Calais, comunica col Mare del Nord. Geologicamente /: il risulrnto della sornmersione della lingua terrestre ~he, nel pctiodo terziar io, · univa il suolo br itannico al continente. Le coste francesi, alce e frastag liate nella Brettagna e penisola del Cotentin, ove presen tano gli ottim i porti d , Saint-Malo e Chcrbourg, si abbassano dalla regione dei

elci Cento Anni (1337-1453) la Man ica fu dom inata su ambe k rive dagli Inglesi ; indi , nell'evo moderno, i numerosi c0nflitti anglo-francesi, le rivalità coloniali e le guerre napoleoniche, ebbero nella Manica frequenti episodi navali.

flotta ddla "111nica (C!tanne/ Fleet, flotta del Canale). Fu chiamata cosl quella parte rlelb !lotta inglese che, al comando dcl i 'ammir. Campbell, rimase a proteggere la M. nel 1914- mentre il grosso , i stabiliva nella baia di Scapa Flow. Alle d ipendenze inglesi , era anche una flottiglia francese, comandata dall 'ammir. Ro uyer. composta di 6

vecch i incrcciatori e

alcune squadriglie di siluranti:

il

grosso della flotta francese era nd Mediterraneo, a proteggere i trasporti di truppe ,fall' Algeria.

I. Battaglia tuu,a/c m·lla Manim (1652). Appartiene alla guerra t ra Olandesi e lngksi. Nel novembre, l 'Olanda

- - - - - - - linea (J;- tor;mlinipericolosa per1/nawg/;o!ty~ » » » profonr/e Croois(lperliCie wc,acac:sc,~=-=• Linea cl/reti armate (con!orperlint) 5·

__...., ' -- ...... .... ._. ...........

2? ',

30'

\,.... 1s· Gh s barramenti nella l\.'lanica durante la J:!:Uerra mondiale

C,d vados verso I·estuario della Senna, che apre il magnifico accesso di Le l l avre ; .i nd i si rialzano nella muraglia · importuosa delle " Falaiscs » e solo a Bo ulognc e Calais pt esentano fa vorcvol i approd i. Le coste inglesi hanno porti numerosi (Fal mouth, P lymouth, Dartmouth, F.xmouth, Wcymourh) su cui primeggia quello d i Porlsmouth, protetto dell 'isola d i Wig ht. I venti e le marce atlantiche rendono d ifficile la navigazione della Manica, specie in prossi mità ciel passo di Calais, ove la massa acquea s'ingolfa verso il mare del Nor d origina11do forti correnti; o nde fa breve traversata tra Dover e Ca lais è spesso fortunosa. Ca ratterizzata oggi da traffico mondiale anivissimo, la ::V!a nica (u teatro d'intenso n1ovitn('nlo storico. J.e conqui!>tC d l Cesare in Hritannia (55 a. C.) stabilirono nuovi legami tra q uesta e il cont inente. L 'iuvasione del nord della Francia da parte dei Normanni , provenienti dalla Scand inavia (a. 911 cl. C.) e spint isi d ipoi fino all 'Italia merid ionale, attivò i contatti fra il nord e il sud d 'Europa. ù urante la g uerra

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inviò nella .11. t ina flo tta d i na,•i, al com ando dcl l'ammir. Tromp, avente in sottordine j) R11 yter. L'amrnì r. inglese .Blake, che incrociava lu ngo le coste ing lesi con 40 navj, mosse all 'atracco il 30. La lotta durò alcune ore e termi nò con la sconfitta degli Inglesi, i quali perdettero cinque vascelli : tre affondati e due presi dagli Olandesi. L'ammi r. Trnmp inalberò una scopa sull'albero di maestra e rimase a veleggiare .nel la M anica .

li. Combattimento nella lvfanica (1916). Il 27 ouobre 1916, un solo cacciatorpediniere inglese era di servizio nella zona or ientale della Manica, in appoggio allo sbarramento d i reri ancorate, per il caso che qu;ikhe sommergibile nemico vi fosse incappalo. La sorveglianza dello sbarramento era affidata a 4 squad riglie d i driftcr, e a due navi armate. Due squadriglie tedesche, di sei cacciatorpedin iere ciascun a, scarnbiate per naYÌ inglesi, riuscirono ad avv i~ r inarsi allo sbarrame nto affondando alcune delle navi di


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vigilanza. Men tre la prima squadriglia gctta\'a così l"allarrnc e lo scompig lio nella linea inglese,: la second a raggiungeva la rotta dei trasporti, fra Folkestone e Boulogne, affondando a cannonate il traspono " Quee n », che era scarico, dopo averlo accostato e avergli preso le carte d i bordo. Terminata ]·az io ne , dato l 'accorrere d i rinforzi in glesi da Dover, le navi tedesche si ritirarono dopo avere c!istrutto un caccialorpedinierc. il i, Nubian ); e sci <lriftcr. e avere gravemente danneggiato il cacciatorpediniere « Arnazon r, 1 tre drjftcr e un trawler.

Manica. Antica ord inanza tli archibugeri e cli moschettieri, posta nei giorni d i bauaglia su gli angol i o sulla fronte del compatto bgl. dei picchieri o dello sqdr. di cavalleria, per tenere lontano il nemico col fuoco. Quesra ord inanza, già in uso n el sec. XVI, prese il nome dalla figura delle maniche d i . un abito, pcrchè aveva tale figu ra rispetto 1d reparto che stava nel _1nezzo .

l so ldat i

ddla M . c raoo, seco ndo l'uso di guei tempi , divisi in drappel li d i sci o piìi file, e di otto o nove uomin i per fi la, quali, tirando e ricaricando d i piè (cnno, fil a per fila, m n l'ing inocchiarsi delle p rime tìnèliè tu tte yudle posteriori avessero sparato. Verso la n1ctà del sec. XVll c ·ernno per ogni f . 200 uomini ai più; vennero abolite verso la fine dello stesso secolo, quando tutte le fanter ie presero i I fucile; qu indi rimase il nome di M . alle d ue parti estreme di u n bgl. Il nome noi, anelò in d isuso se non dopo l'adozione delle forma·~ioui del lei rnttica prussiana, alla metà del secolo XVIII. Le M. erano p u re ch iamate a li . i~

1

M<1nica a ve1110. >lecessità d i protezione obbligano ad a bol ire mtte le aperture di murata della parlc centrale dd le navi da g uerra; per ta le ragione i locali macchina, caldaie, corridoio: ecc ., resterebbero senz·aria se non .si provvtdesse ~, venti larle median!c grandi aperture, che, partendo dal punte superiore ori7.zontale, attraversano tutti i ponti in termedi sotto forma di grossi tubi, nei qual i sono inseriti ventilatori elettrici . Questi ,tubi <.li aria tern1inano a lla p ane superiore con grossi gomiti che prendono il nome d i M. a vento, e sono girevoli in modo da poterli orit.:ntare sc:condo la direzione del Yento. Sulle nav i a vela erano fatte d i tela e si alzavano a i pennoni degli alber i, facendole penetra«· nell'interno della naYe attraverso gli osteriggi. Manichino. Era così chiamata q uel la parte della manopola che copriva un tratto d cIL1vambraccio; aveva )a forni.a dl un rubo tl'onco conico, term inante talvolta .superiormente a punta. Manico. Così viene ch iamata una parte del fornimento dell 'anna bianca manesca non innastata . Si chia111a pure impugnatura . - M. fu pure ch iamat a anticamente la parte in legno ch e sosteneva lo schioppo; in questo caso e ra quello che oggi si chiama incassatura o cassa. Manicotto. È

così chiarnato un tubo che copre la canna del fucile cli q ua lche inventore. Esso ha lo scopo d i proteggere la canna stessa dagl i mti, ùi concederle l ibertà di subire uniforn1emente ed in tutti i sensi le dilatazioni causate d a u n forte riscaldamento, d i Jendere più regolari le vibrazioni della canna a ll 'atro dello sparo, e di 1wrmtttere il maneggio dcll 'anna quando la canna è soverchiamente riscalda ta. li M. generalmente si avvita poste riormcn tc a lla scatola d i culatta cd anteriormente a d un a nello infi lato sulla canna clalla volata; esso porta i l mirino e l 'alzo, e mcdianu: u n sostegno ed un piuolo si

M AN

collega alla cassa, alla q u;ilc è trat tenuto da due fascette: quella d i volata porta lateralmente il fermo di sciabola baionetta. Contro però ai vantaggi sopra enumerati stanno i seguent i svantaggi coll'applicnzione del manicotto al fuci k : aum<:nto di peso; le ammaccature prodotte s u l manicotto spost ano le lince di mira e rendono poco estetica l'arma; il riscaldarnento de l 111anicotto è poco ritardato, e dopo relacivamentl: breve ten1po questo vantaggi<J ~ nu llo· l'arma viene ad aumentare d i costo. In con~eguenza il iH. è staio applicato in pochissimi fucili e d oramai p uò d irsi abb;1ndonato, spt.:cialme.nte colla sostituzione e.Id copricanna di leguo, che risponde rneglio, sotto lulli gli aspetti, allu $i.:Opu .

Maniglia. È così chiamata quella parre che trovasi nell'interno conca vo della rotella, e che serve, dopo infi lato il braccio nell'imbracciatura, a str ingerla coli.a mano .

t d i cuoio, oppure for mata di un tondino d i ferro ingrnssaro con stoppa e ricoperto di pelle. 1vf. del cannone : V . .,fo,a . Manilla , C inà capitale delle Fil ippine, nella rada_ omoni ma, alla [oce del Pasig . emissa rio del lago d i Bav. Svolge la linea dei suoi bastioni lungo le rive de-I tìumc . dove nel '5ì' la fondò Lopcz dc Lcgaspi per farne cent ro della potenza spagnuc,la. Avamporto, a rsenale e can tiere d i M. è Cavite, piazzaforte a S. della c ittà , la <]ualc tu parecch ie volte attaccata dai nemici della Spagna. L ·at~ raccò nel .16.18 il Tasman coll:1 flona O landese, alleato dei mauri di )olu e d i .Minda n ao; nel 1762 la presero gli Inglesi ; nel 1898 cadde in potere degli Stati Uniti. I. Pr,•,·a di M1111illi1. (Guerra lspano-l11glese: 6 ottobre

1-;foì. 11 col. Drapcr, saputo che la guarnigione d i M. 11011 si era prep arata alle imm inenti· ostilità fra la Sp~gn :1 e l 'Inghilterra, ch ie.se ed Ollcnnc nel genn aio 1862 il rnrnando d i una sped izione che da Madras doveva muove-re ,·erso le Fil ippine, Forte d i 450 fanti e 90 artigl ieri bia nd, i, e d i 800 in digeni, a cui si aggiunsero 250 europei di vari<: nazionalità, il 1° agosto salpò sulla squa dra di 1 1 legni, del viccammir. Cornish. li 23 settembre la spedizione d iede fondo nella rada di /1,J . e nel pomeriggi~ si in i,.iC:, lo st-arco a 2 miglia dalla città. Il giorno seguente -100 Spa-

gnuoli tentarono invano cli

rjbuttare il nemico

111

ma re

e il 29 a sera g li attaccanti aprivano la prima parallela . Sotto la p ioggia b attente fu eretta una batteria, che il 3 o ttobre cominciò a battere in breccia il bastione di Santiago. Una vigorosa sortita compiuta d agli assediati nella notte del ·1 fu respinta dalle truppe b ianche , corse in rincalzo ai n1arinai e agli jnd iani che stavano per essere travolti . Aperta la b reccia il 6, ali 'alba, dopo un::i buona preparazione d i art iglieria , gli Inglesi marciarono in co-

lonna all 'ntr.acco. Accesasi tcnacissima la mischia presso la brc1.:cia gl i Sp~gnuoli furono rigettati di casa in casa, nonostante la loro accanita resistenza. Alle 8 l'arc:ivcsco\'O 1

Rojo, govcrnarore d ella città, decise di capitolare. G li In glesi .sgombrarono M . nel marzo 1764. Il. p,.,,,tl di Mtinilla. (Guerra Ispano-Americana_, 1898). Dopo la battaglia di Cavite, avendo rifiutato il governatore spagnuolo, gen. Augustin, di cedere M ., il comran,-

mir. Dcw<.:y, non disponendo che di 1750 n1arinai,. rima:st.: in attesa dei rinforzi d i truppa. Gl i Spagnuol i frat-tantt>, pur contenendo g li insorti, poterono m ig liorare le d ifese d d la pinza . Esse si svolgevano con u n tracciato segnato d a una linea di b lockhaus, intervallati d i 2 o 300 metri , ognuno dei q uali era cinto di fosso, d i reticolati e d i ab-


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789 -

M AN

h:t11utc e prc,idiato da 20 a 6o uomini comandati da un u!Ticiale. A n ord d i S. Juan del Mo n te, o,•c sbocca,·a h conduttura d 'acq ua clellll ciu ~. esisteva una specie d i cam po trincerato con n11 mero,a guarnigione. Più indietro, sulla Jr. del Pasig, la linea dei sobborghi di Tondo. Cruz. Sampaloc, cm stata mt1nita di trincee e d i clilcsc acçcs!-one . A sud infine era la citti1 murata .,ui cui ran1pari erano cannoni antiquati; solo qualche pezzo da 1 50 m m. era moderno. Due bgl. e 2000 riservisti occupJ,·:ino Cavi1c Vicjo e Bacoor, sostenuti, sulla linea dello Zapote . da "" migliaio di mili ti . N ella pinza era no 8000 soldati e 2000 ,·c,Jo ntari . LJnico rinforzo su cu i si potesse sperare erano le truppe dd gen . Monet che doveva abbandonare la pro,·incia ,li Bulacan, mentre i gen. Los Rios e Tcjeiro rimanevano impegnati nelle altre parti dell' i,9la, a lo n a rc cont ro la rivolta. A fine m aggio Aguinaldo, sollevata la prov. di Cavi-te, a,·eva costretto gli Spagnuoli acl a bban donare lmus e San Fr,rnci~o di ~lalabon, attaccato e preso flacoor, ed cm giunto sul rio Z:ipote. Il 31 nrnggio, dopo !atta sang u inosa, il passaggio ve n iva forzato; g li Spag nuol i perdettero 1000 prigionieri, 4000 fucili e parecchi cannon i; ,I 74• rcgg. indigeno passò in mas,:1 al nemico. Dopo :,Itri quattro giorni d i oninati combattimenti la r iva dr. ciel fiume e ra totalme n te nelk m:111 i d egli i nsorti, i qual i, unitisi il 7 giugno alle forze giunte da Bulaca n e da Morong. completarono sul Pasig l'i1nn111nento della piazza. I. '8 giugno la difc,a si concentrava ,ulla linea dei blockhau; , su lla q uale il 13 gi:ì si com ba tteva aspramente . l nt,m tn il gcn. Pe n a era stato cnstrello ad arrendersi in Ca, itc Vicjo, mentre il Monc,t, bauuto a ~lakabelc e abbandonato cl:ii suoi, raggiungen fuggiasco la città. Si aggi ungeva la dise rzio ne in massa de lle tru ppe incligenc a rend e re sem p re p iù difficile la situazin ne . :--=d frallcm po giunge,•a il corpo di ,pedizionc americano, al comando del gcn. Wcslcy Merrill, forte di 11.000 u., e, sb:1rc:1to, prendeva. posizione intorno nlla pt::lZ'l.n. I. a sera del 3 , lu glio gl i Spag nuoli allaccarono gl i a vam-

Daniele ~1anin .\Ja11i11 Giorgio . GcncrnJe, figlio dei prcce<knte, n. e rn. a Venez ia ( 1831- 1~8~). Combauè giMineno a Venezia ( 18481849) e vi dive n ne ,01tot. dei bersaglieri del Gove rnn provvisorio; poi si laureò in ingegneria a Parigi ed c n1r1\ nell'esercito toscano come luogorcnente ( 1859) facendo la c:1111pagna ,!i <1uell 'anno . Si dimi;.c per seguire Garibaldi in Sicilia, dove iu promosso maggiore e poi luogoren. colonnello, guadagna ndo nella carnpugna la croce d i cav. del1'0. ~I. S. "'lei 11i6z passò col detto grado ndl'escrcito italiano. l'er ferite riportate nella spedizione dei Mille rimase ad detto agli S . 1...1. delle truppe ,n posizione cli aspcttativ~, rna vo lle b:;1 ner:-.i a Custoza 11gual mcn lc, riportanclo ,,!tra ferita e guadagnando la mcd . di bronzo. ,\iutantc di campo di S. M. il Re nel 1866, rientrò ;11 ,uvi7io aui,·o (corpo d i S . M.) nel 1868, V<·11endo nomi, nato 11cllo ,:esso a,rno comanda nte ., uperiorc del la Guard ia

po~ti americani; gli insorti ripit·garono ~cnza co1nbattcrc ~oprcndo le clr. delle truppe amcncanc. L, çituazione si

tati,·a nel t8i ' e a riposo nel 1873.

~t:1va facendo critica, lp 1:indo accorM.\ il g:cn.

e S. Antonio e ,ui b.istioni clclla ciuà vecchia; alle 10.30 le a rtiglierie tacque ro pcrchè gli Spagnuol i stavano ripiegando e ntro la cinta fortificata. Poco dopo, me ntre le

truppe americane

spiegavano per

1narci~1rc

all'attacco,

il gcn. Jaudencs, succeduto all'Augustin nd comando, chiedeva cli trattare e capitolava, ottenendo gli onori di g uer ra. Lo stesso giorno, nrrivava a M. la notizia che la guerra era cessata cssendo,i iniziate tra ltativc d i pace .

Manin (Da11iele). ,\,·,·ocato e patriota, nato a

Vcnczia, rn.

a

Parigi ( 1804-189). Arrestato dagli Au,rriaci nel , 847, fu b hcrato dalla rivoluzione del 1!>48. Presidente del Go verno Pro\'viso rio e d ittato re dopo No\'a ra, fu l'anima della ero ica d ifesa d i Venezia nel 18.19, e dopo la l'3 dut:1 ddla cirtà andi, in esilio ,1 Parigi.

Nazionale, col ~rado di mag~ . gcner:ifc. Pas1-ò in aspet-

c;ordun con

ri 11 (orzi costr ingendo il ne mico a ripiegare, dopo tre o re di lotta. li 13 agosto l'ammir. Dcwcy imt""'' la capitolazione entro un'ora, mmacciando di lx,mhard..1rc b città .

:\I le 9.40 1·_. Olimpie,, .,prì il fuoco sulle batterie Malate

Manipolo. U11it:'1 tattica <klla fante ria dell 'esercito roF.r:1 con1a11dato da un centurione e ,ornposto di

m ano.

120 militi per gli ,1,1ari e principi, cli soli 60 per i triari . Dieci \I. d , cias,:un:1 ,pe.:ie , omponevano l:1 kgionc. 'Id-

l .A? vecc hie art ig l ierie sp,,gnuotc su i bastioni ùi :'\1 anill:i (1 908)


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MAN

!'ordinanza regolamentare sul campo di battaglia, tulli 1 )I. erwo dispo,ti su dieci righe. perciò di 11 file se di astati e di principi, di ,olc 6 se d i triari ; tra fila e · fila, com.; tra riga e riga, vi era la d istanza di m. 1 ,So circa per lasciare a ciascun milite libertà di mo\'imcnto. >=ella le. gione i .\f. erano disposti su tre linee: i 10 d i astati formavano b prima linea, posli uno acc,ullo all 'al tro con intervalli ugua li alla fronte del ,H.; i 10 di principi forma,·ano la S<--conda linea, disposti come nella prima e corrispondemi agli intervalli di quc,1a ; infine i 10 di triari costi tuivano la terza linea, situati corrisponcicntcmcnte agl i intervalli della 2•. La distanza fra le lince era in media d i 50 metri. .,fouipolo. Era così chiamata anche l'in,cgna dell'omon imo repa rto di fan teria roman.1. Nei primi tempi era for-

J/a11<1glìa presso la gola .\la11lù111a (180 a. C.). l'u combtuna dal propretore Q. Fulvio F bcco contro i Ccltiberi, i quali segretamente avevano occupato la gola M. per la quale sapc\'ano dover passare l'esercito romano. Fiacco, assalito improvvisamente dai nemici, raccolse in un soio luogo i bagagli e i giumenti e pose in o rd inanza le sue gemi, corne il tempo e il luogo glielo permettevano. I.a pugna era già generale e varia era la fortuna. :,.,{a i Ccltibcri, come si accorsero di non reggere al combattimento frontale con i legionari, formaronsi in cuneo e urtarono den tr'O ìcrocemcntc. Le lc~ioni scompi gl ia ro nsi ,

ma la ca\'alleria romana da una parte e quella degl i alle.Ili dall'altra a,salirooo i due fianchi del cuneo e mi;cro in fuga i nemici , che furono tagliat i in gran pane a pezzi. Dei. Cehibcri perirono 17.000 uomini, ne furono prc,i 4000 e oltre mille cavalli. Oei Romani caddero 1491 :.oldati, e 3000 degli alleati.

Mani io (Mùrio Capitoli110). Generale romano; console ne l 392 a C .. vinse gli Equi ; nd 390 difese il Campiclogl,o contro i Gall i; accusato di a,pirare alla corona regia fu precipitato dalla Rupe Tarpea . .\1"11lio To1·q11a10. Con,olc romano nell 'anno 235 a. C. Dopo la partenza dei Ca rtaginesi conq11is1 ò la Sardegna della quale ebbe il governo. Vinse Asdrubale i l Calvo. comandante di una spedizione di Cartaginesi in Sardegna.

lnsej?ne manipolari

mato da una manata di fieno infissa in un palo; in se• guito, in cima ali 'insegna [u posta la figura di una mano. (\'. anche foseg1111). Manipolo . Ncll 'eserciro piemontese del sec. XVIII era l 'ultima suddivisione in cui era ripartito il reggimento. Questo nel 178G si divideva in 2 bgl., il bgl. in 2 cen turie. la centuria in 2 cp., la cp. in 2 plotoni, il plotone in 2 squadre, la squad ra in 2 camerate, l,1 came• rata in 2 manipoli. J/a11ipolo. Nella M. V. S. i':.. è il reparto, corri,pon• dente alla cp. e comandato da un centurione, in -ui si suddivide la coorte,

Maniscalco. Il M. dell'esercito è elemento del :.cr· vizio di Ma<rolcit1 (V.) che a sua volta fa parte del :,crvizio di Vcrermaria (V.) . Dispongono organicamente d i _l,,f _ e di al lievi tulli i rcgg-. d 'arma a cavallo, nonchè q uelli alpini e d'art. da montagna. Maniva (Passo d,). Colle che mette in comunicazione l'alta Val Trompia (Mella) con la va lle del Chiese a monte del lago d 'ìdro. Da Bovegno la strada rotabi le sale -a C'..ollio e San Colombano; diviene indi mulattiera, raggiunge il ,·alico a 1670 m. e scende a Bagolino 111 Val Caffaro, donde, nuovamente rotabile, ~i al laccia all 'ar• tcria del Ch iese sulla spon d.i occidentale del lago d'Idro a Sant'Antonio. I?. comunicazione d'importanza locale. che può assumere. peraltro. funzione sussidiaria notevole ri spetto al Passo di Lodrino per le combinazioni ,h manovr.1 (rn le due valli del Mella e ck l Chiese. Manliana. Pane della catena dell'ldubccla. alla sr. del I 'Ibero; probabilmcme l'odierna l'Aragona c la Ca;tiglia .

e

Sierra dc ~lolina

, tra

Mannelli (Camilla). Capitano del ~cc. XV I, n. ad Ar cevi:i in prov. di Ancona, nL a Namu,· nel , 588. Combatc~ nelle Fiandre >Oll.l Ale»andro Farne,e e tu il primo " piantare la bandiera sulle mura di ~faemicht. l'cr que,w fotto il Farncsc gli .:onccsse una collana d 'oro e il comando cl i un corpo di Val loni. Mannheim. Città della Germania, nel Baclen . alla confluenza del Neckar e del Reno . Fondata da Federico IV del Palatinato nel 1606, fu cruddmcrHe p rovai:, d urante le g uerre religiose, incendiata dai Francesi nel 1689. rie difìcata e fortificata nel 1699; durante le guerre della R, . voluzione fu presa dai Francesi senza colpo ferire il 20 dicembre 1795, ma ripresa dal Kray pochi gio rn i dopo. Cessò di cs,cr fortezza nel 1799 e pas,ò dal P;ilatinaw al flaclen nel 1803. Fu smantellata nel 18o6. I. A,sedio di Ma1111hcim. (Novembre 1688). Appartiene al le g uerre <li L uigi XIV in Germania. Ai prim i di no \'Cmbrc del 1688 il Delfino d i francia, partito da Philip~burg, si diresse a .Il. e vi pose l'assedio. Falli costruire due pomi, uno sul Neckar e l'altro sul Reno, fece aprire la trincea l 'S novembre; gli assedintì con\i 1H;hlrono un ben nutrito flioco d i artiglieria , causan do non poche per• dite tra le truppe francesi. Cost ruite alcune batterie eh cannoni e di morrai, il giorno ,u fu bombardata la ciu,ì appiccando il fuoco in diversi punti. L a sera stes,a hl

,illà si rese a discrezione . Reslstcva ancora la cittadella; il Sclinger che la comandava si prcpararn a difrndnla. ma la guarnigione lo co,trinsc a capitolare e la sera ddr 11 novembre i France,i ne presero j>ossesso. li Vauban, rhc d irigeva le operazioni d'assedio dcl l'cscrci.to del Dd F.no, adottò in questa ci rcostanza il tiro d ·infilarn . Il. Comba11ime11to al po111r: di Ma,111/,eim (r .1 giugno 1796). Appartiene alle operazioni de Il 'esercito del R.:no nelle

guerre della Ri"oluzione. l n seguito alk vittorie ripottat,· ,n Italia dall 'csercito rivoluzionario, il mare;c. ausuiacc, Wurmser rice\'etlc l'ordine di recar,i ,n Tirolo con 30. 000 uom ini, m<:ntrc il ri m=-incn lt· delle Hl<: 1.rupp<.:.

di cm avcv.1


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791 -

preso il comando il gen. Latour, doveva portarsi al ponte di M. Qui furono attaccate dal generale Moreau, che le -costrinse a chiudersi nella piazzaforte. Liberata così la riva sr. dd Reno, Morcau si diresse a Strasburgo.

lii. Presti d,: Ma1111hcim ( I i settembre t799). Appartiene alle operazioni sul Reno dcli 'esercito francese. 11 17 settembre Ij99 l'arciduca Carlo, non ,·olendo lasciare ai rranccii il tempo di completare le fortificazioni di M. che stavano riattando, marciò contro questa piazzaforte con ohre 3 0.000 u., la cui avanguardia si stabilì alla porta

MAN

divenne capo ufficio centrale del <lemanio del! 'aeronautica, passando l'anno seguente allo S. t,I. con funzioni d1 ,ot• tocapo .

Miinnlicher (Patli11a11tlo vo11). Ingegnere aus1ri.1co (184S· 1904). Inventò nel 1878 un fucile a ripetizione, adott:tto da diversi Stati, e successivamente man mano perfezionato . Miìnnlid1cr moti. 1888. Fu adottato dall'Austria e dal Perù. La canna porta ,ivvitato un tubo ove si alloga e si muove il congegno di otturazione : il tubo presenta due aperture: una superiore d, earicamenlo e l'altra infenore che serve di co111unicaziune col serba1oio delle cartucce. li congegno d; chiusun è a cilindro scorrevole e girevole, e porta internamente il congegno di scatto, a molla spira le; ha appoggio po:,tCl'iorc. I.'cstratrorc è a ga ncio; non

vi è espulwre. funzionando da espulsore lo sresso estrauore che è premuto costantemente in dcn1ro dall'elasticità della sua molla. li congegno di r ipetizione è costituito dalla ~catola serbatoio, che è chiusa sul fondo eccello che per un tratto posterio'tc destinato a permcllcre l'u,ctta del caricatore (a parchetto) vuoto. Una robust.1 moli:, serve per

Fucile ì\'l annlicher, modello 1888 (Perù)

sollevare le c;irtuccc da l p acchetto: c;sa termina ,u periormcnlc con una suola sulla quale appoggia la prima cartuccia . li pacch~tto carn:arore ~ tenuto nella ,cacola !>et· batuio a mezzo d ·un gancio a molla collocato posteriormente 3lla scatola ,tessa. li pacchcuo caricaiore, di lamiera d',1cciaio con iorma ad U , contiene 5 cartucce: c,so si imroducc nel serbatoio dall"apcrtura di caricamento . Quando il caric:1Lore rimane , uoto, cade a terra per proprio peso .

.\liinnltt·hcr

moti. 1890, calibro 8 . Fu adottato dal-

r Austria come perfezionamento del mod. 1888. L ·appoggio Fortezza di Monnheim (sec. XVII)

di Seckenhcim. [ Repubblicani avevano mantenuto un posto avan7.ato a Necker:iu, che il giorno seguente ,·enne auaccato dagli Austriaci, d ivisi i n due colon ne e comandati dal gcn . Kospoth. Questi fece marciare le truppe d'attacco lungo il Necker, ponendo la cavalleria fra le ,<lue colonne, ed assalì Neckenlll, la quale, t1uantunque opponesse una ~ria rcsisteow, fu presa dagli Imperiali -che si impadronirono ugualmente di tulle le opere esterne di M . dove entrarono 4 bgl. aum iaci favoriti clalla popolazione. Allora i Francesi, malgrado gh sfor7.1 dd :--l'cy, dovettero ritirarsi e furono rigettat i in disordine sulla riva sr. de l Reno. In questa azione i Francesi perdeuero 1500 prigionieri, 21 cannoni e 2 bandiere.

M ann i (Giuseppe). Generale dell"acronautic,, , n.

nel 1S8.1. Souot. clei bersaglieri nel 1900, passò nel 1911 nel •bgl. specia listi del genio quale pilota di dirigib,lc. Partecipò ali~ campagna libica del 1911-1 2 cd alla guerra 1915-rS. ,\Ila costituzione dell'arma aeronautica. passò in -essa col grado di vicecomandante di stormo . Colonnello nel 1925, fu addetto all'ufficio S. M. e poi comandò I 'VIII stormo da bombardamento ed il VII ,tormo da ,bombardamento nonurno . Gencrnlc di brigata aerea nel 1929, fu capo di S. M. della 1• zona aerea e nel HJJO

del congegno di chiusura è anteriore, per mezzo delle alette della testa mobile, la quale, per effetto dello scorrimc1\to del cilindro è costretta a ruotare. .È munito di espulsore. Il congegno di ripetizione è analogo a quello del mod. 1888, mJ il serbatoio è più rav,·icin,110 al ponticello e fa corpo con questo; 1·e1evatore è r idotto ad un semplice braccio ruotante, spinto in alto continuamen te eia una molla a lamina. 1'on vi è arresto di ripetizione.

Il cJricatore contie ne 5 cartucce. Miìnnlichcr moti. 1893. ,\donato dalla Rumania e dal1·01anda. !'.s50 difkrisc<! di poco dal modello adottato dall'Austria . Il gancio che trattiene il caricatore ne l ,erba-

~

1=•........-

Fucile MQnnlicher, modello 1$93 (Romania e Olanda)

toio è più corto e si impegna al caricatore a metà del dorso di questo, e non sulla wmmi1à. Il congegno di srntto è del sistema a " doppio sc"tto ,, .

.\1ii1111/icher moti. 1895, calibro 8. I~ lo ~tesso fucile mod. 1890 dcli' 1\ustria, modificato e migliorato in quakhe parte secondaria.


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MAN

792 -

Miim1/id1er mori. 1900. Co.,ì è chiamata una carabina a utomat ica, con can na_ sim ile a quella del fucile mocL 1895, ma p ii, corta. Il sistema autom atico ha congegno ana logo a quel lo del la pistola: cosi i l congegno d i caricamento e sparo , con lievi differenze nel meccanis1no d i scatto e nei serbatoio . L'arma ha il solo sparo intermittente, q r1indi, per esaurire le cartucce contenute nel serbatoio, occorre cedere e premere volta a volta sul grilletto _ Con q uest 'arn1a può essere usato il sistema di serbatoio arno\·ibjle;

ma è p referibile il serbatoio tipo Mauser.

~

Fucile l\Unnlicher modello 1893

Pistola ,Hiù111fic/1er, rnod , 1894, calibro 7,8, automat ic,i_ a canna scorrnolc avanti per effetto delI 'urto che il p roiettile provoca nel forzarsi, nell'irnpcÈ del sistema

~nar.si nelle rig he e nel percorrere l 'anim.a: per questo fa tto si comprime la molla ricuperat rice. L 'avanzata d ella canna determina l'estrazione e l 'espulsione del bossolo. Pe r caricare l'arma, occorre armare il cane; le cartucce si posson o introdurre nel serbatoio , o sc iolte, o mediant, un caricatore a lastrina con 5 cartucce _ Se avviene scatto a vuo to, si può a rmare il percussore agendo col pollice, oppure rinnovando la pressione su l grillotto . Quest 'ar ma, a rig-or di term i ne, è a funzionamento semi-automatico perchè: l'automa ticità, per essere completa, non do vrebbe ,;chiedere l' in tervento del tiratore per effettua re l'armamento del cane .

Serbatoio Miin nlicl,er, automatico, per il fucile M _ caricamen to successivo. (2ue.•ao serbatoio è costituito da una :-carola di lan1 iera avente i fianchi ampiamente intagliati cd ingrossati in corrisp ondenza dei fondelli delle cartucce . Esso si appl ic, superiormente e d alla parte d estra della c u latta, coi lal i maggiori alquanto inclinati avanti, ìn una apposita scan,1latura della cuhi,tta stessa , e si fissa con un piuolo come quell i di c ui ord inariamente sono provviste le sci'a bolc-baìonette per fissarle ai corrispon den li k rrni dei fL1cili. Le cartucce vengono in Lru<lotte dal disopra e, scen .. denc.lo per proprio pt:so, si portano successivan1cnte a con~ tallo degli organi che I)C n:golano l' uscita e l'introduzione nell'arma, e che sono pos ti ù1 funz iont: dal movimento stesso del cilindro nella sua corsa ind ie tro ed ava n ti . I l serba toio ..:011tjene

d:sciplin ati, gcne ra lmeme idonei alla bisogna (in maggioranza contad ini , per lavori di ste rro). Alq uanto complesso è il problema d ella M . d'O . c ivile. Operai borghesi sono .:h iama(i a compiere lavori st radali o d i fortificazione nelle retrovie; essi dipendono e sono orga niz1:ati dagl i ispcw,. rati e d a lle d irezioni del gen io civile p resso le Gran di Un ità mobilitale. Vengono dì norma scelti fra g li uomini ch e per età o per qualche menomazione fisica non banno ob• b lìghi di serviz io m il. Quella però che, per genere di lavoro e per quantitl di personale, costituisce la parte p reponderante della M. d' Q_ civile in servizio dell"esercito è la maest ranza d egli stab ilimenti m ilitari o a usiliar i nel paese. La bon tà de i prodotti è st rettamen te in relazione con la capaciti del la maestranza. All'atto d ella m obilitaz io ne gran parte ne v ie ne assorbita coi richiatni alle arm i e deve essere sostiaJita 1.'.:0n dementi poco pratici: prefe.. ribilm e n te don ne " ragazzi. Ciò comporterebbe una c risi sensìbilmcotc acuta p roprio nel momento in cui I ' i nduslria deve ra ddoppiare la sua attività, e tenderebbe a dare µro • don i scadenti, se non si ponesse r ipa ro con due provvidenze : produzione standardizzata e graduale sostituzione dd la n1acstranza idonea con altra non idonea al servizio m ilitare . L'impiego ùi donne e rag azzi nel le maestr:inz.e guerresche italiane, durante la passata g uerra, dopo \.Jll breve periodo di crisi, dette ottimi ri!)ultati e prese sviiuppo larg h issimo . Per lavori cl i carattere ag ricolo , in singole azien de , furo no anche a doperali i prigionieri d i guerra ed in qualche indu stria lavorarono operai libici (6000 circa, in 23 scaglioni), apposìtamcn lc venuti in Italia, d u rante g li anni 1915-18.

Manopole (o Guanti). Coprivano e d ifendevano le· mani prulungando~i ohre i polsi su parte d ell'avambraccio <.:on un a forn1a ~, cono

tronco detta manichino. Purono di vane specie c.: ciascun a ave va un nome particolare . 4

Nlanopola ture,, con bracciale

Manopole o g11a11ti di maglia . E rano, o un prolungamento del le maniche, o d a queste s tacca te, ed ave·vano la /orma d i un sacch e tto per le quattro d ita e con u n d ito separa to per il pollice : erano generalmente della s tessa maglia m etall ica delle m a niche _

9 cartucce .

Manopole di /ami11c, n :\iJillcne . Erano fonnate di

Mano. A nalogarncntc a c1uanto avviene per la t:ircofaz ìone dei veicoli civili, nelle zone d ì magg iore 1raffico , anche la circolazione m ii. , nel le strade comµrcse nel teatro ck•l!e operazion i, vien<.: rigorosame nte d isciplinata. Pe r con .. suctudi ne o , se non vi sono esigenze che io v ieta no, la mano destra deve esse re rigorosamente te nuta tfa tutti i ,·cico li isolati o in convoglio.

JI,1110 di faro (Ma1111s far,'a dei Romani) . Era il grap pino ò 'nrrcm baggio, o

arpagone.

.lfa110 d'opera . Nei lavori aventi caralterc m ilitare può nscrc im piegata ,W. d'O. m ii. o civile L a p rima trova largo i1npiego nei lavori spicciol i di cas tr;un en t.17,.io nc e di m a schera me nto pc! campo d i baltaglìa, nonchè ìn que lli più vasti per la manutenzione e pe r la c.:ostruzionc di strade . Lo sfruttamento della M. d'()_ m ii., per q uest'ul timo genere d i !avori, pennette di conseguire notevoli econom ie e di adnpcrarc masse d 'operai inquadrati e be n

la me d'acciaio disposre ~olarnc1Jt:: nel senso delle ì\'lanopola del secolo X I V

dita, a lt ro co lo XV .

che

pe r

il

gr~~ ndi divisio ni UcJ la mano, senz:1 dislinz ione di poll ice ; app ar1eu nno a l se-

Mm10/10/c o guanti di lamina , p ropriamente dette, appa rvero nd secolo XIV cd erano form ate di lami n e anicolate a scag lie che coprivano il d orso della mano e ciascuna delle dita , C:oll"introd uzionc delle arrn i da (uoco i cavalieri ritorna rono all'uso delle M. del secolo XIV, colle dila separate, coperte d i scaglie d'acc ia io. Le M . erano, costituite dal manichino, cuµrcnte una parte ckJl 'ava1nb raccio; dal dorso, con tre o quattro lamine; dalle dita, su c iascuna delle q uali gcucralme ntc erano da sci a dieci sqwunc. Il tutto era assicurato , in vario mo do, sopra un g uanto di pelle .


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M AN

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Manovella (o M,mivella). t il nome dato alla più an• tica arma di quelle che vennero chiamate rcvoh·er e rivoltel le, o più italianamente, armi a rotazione. J.a M. tedesca è una specie di archibuso sorto nel 1600. Un cilindro, contenente nurncrose cariche, girando su u n asse presenta alla canna successivamente le cariche Stesse, alle quali dà fuoco volta a ,·olta un serpentino a miccia.

ts ·-· r rtwr Ex nz~··i77Wfr '.\! :,novella tedesca {1601)

U na molla d isposta sopra la ,;anna e lungo il suo asse, ferma le cariche nel p unto voluto perchè si trovino esat• tamcntc in d irezione dell'an ima del la canna. La cost ru zione rappresenta la prima idea del cilindro a rotazio ne che fu applicato molto più tardi (1842) da Colt e che da lui prese nornc; esso servì prima anche per le carabine e poi dehnitivarnentc per le sole pistole. La M . doveva essere ,ostenuta da lb forcina.

.\l,111ovdla di mi,-a. V . Pmuamellto.

Manovra. Termine che h:i

quadruplice uso : nel ling uaggio st rateg ico, tattico, logistico, addest ra rivo. L a ,1/ . è il mezzo, la modalità con cui , i attua il concetto operativo dd comandante e per cui ,i applicano :il caso contingente i principi generali dclrarte della guerra. Prin• cipì cssenzi:ili della M. sono l'azioue a massa e la sorprc,a: ag ire cioè colln somma delle forze ne! punto e nella d irez ione in cui il nemico meno se lo a,pctca. Data la gra,ide estensione delle moderne fronti di schieramento si a,·ranno una azione principale nel tratto preocdto in base ai criteri di ,ui SOJJra, e una o pili azioni concomitanti, des1ina1e a facilitare quel la principale e ad impedire all'avversario l'azione a massa nel traltQ ove si sviluppa l'a7ione principa le stessa. li dosamcnto delle forze, il loro scaglionamento in profonduà per il go,·erno dclb battaglia, le ipotesi •u lla successione degli alti, il coordin .:1m c1ito delle varie a%.ionì e elci vari mezzi cn~tituiscono !a e,,c11>,a del disegno di M. La parie più i111po1tante del discgno di .\1. è la determinazione del rratto o dei tratti di fronte su cui esercitare lo sforzo principale. t questo appunto che d ifferenzi" e caratterizza i ,•ari tipi di M ., cosl nel campo srrntegico che in q uello tanico. Si può apriori;ticame ncc :11Tc1111arc d ic la direzione pi1'1 pericolosa ~ generalmente il fianco.

t111

L'a~ione contro uno o entrambi

i tianchi dà luogo rispertirnmcnte alla J/. d1 ·"·,·,luppamento semplice o doppio nel rnmJX> ranico. alla M . di oggiramcnco semplice ,, doppio nel campo ,t,.i tcgico. Nel

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campo ,1ra1egico abbiamo inoltre i scgu<·nti t ipi di ,\/.: per linee i11reme, quando una massa centrale interposta fra d ue o p1t1 masse nemiche opera in modo da impegnare battaglia separatamente con ciascuna successivamente; {'rr linee 1·s1u11e, qua ndo più masse agiscono concentricamente contro una massa centrale; M . s/011d,1111c rc111,-ale o ,jond,111/e d'a/11, quando nel campo strJtcgico una masu agisce in ~ui)~1 da inrerporsi 1 o nel centro o ver~ una. delle ali, u a le frazioni dell"cscrcito o degli eserciti avv<.~rrnri, in guisa da sepnrnrlc, per poi impegnar<.; lxntaglia con tali frnioni in tempi successivi colle proprie lone riunite contro le forze nemiche: separate. Data la gencralit~ e la uni,crsalità dei principi delrartc ddla guerra , la M . è attuabile da t utte le unità, grandi e piccole. Vari ano solo i rapporti di tempo, di spazio e Ji forza . Tulle le unità devono manovrare e cioè attuare delle modalitJ per l'applic,i,,ione dei principi per il con•cguimento dello scopo.

L a stori:i militare, compresa la gucrrn ultima, dà i11fi11 iti esempi di manov re de i vari ripi di manovra sopra enumerati, cosl nel campo strategico che in q uello tattico . W(111ont1 co11 i quadri. Nel linguaggio usuale sono cosl indicate le c,;-.ercitazioni l'.011 i quadri. E~:,c mi rano a perfezionare l' i, rrnzione de ll' uAiciale , sv ilL1ppandu in lu i la ca pacità a prcndrre decisioni logiche e rapide, cd a cont·rctare quc~lC in ordini chiari e conci!,i. Servono inoltre ad ~pprolondirc problemi non S\·iluppati adeguatamente cl11rante le c•ercitazioni colle truppe. Esse completano ed cvcnlUalmcntc sostituiscono quelle colle t ruppe. Po,sono essere a pat tlto un ico conrro nemico ~c.:gnato con ~,lcun i dementi, od a· partiti contrapposti. Il primo sistenia con,ente di concili-1re le esigenze dell'addestramento eoll'cconornia delle forze, e di meglio raggiungere ur: clctcrmi11a10 scopo ar!tlc•trat ivo, col seguire mi nutamcntt· le opc• r:1zioni d i un solo partito rapprcsc111a10. l i seco ndo ,i . ucn1a pt;"n1.!lte di ::,\'olgcrc l"cscrci t~1z1onc in condizione cli maggiore verosimigli:111u bellica e favorisce la rcaliz. zazionc dcll 'imprevisto, e wmegueotemcn1e della ini1,ia-

ttva per parte dei comand~irHi d i ogni g rado . Le k/, con

i <1uadri , devono essere svolte sulla base di un p,ogrnrnma orgamco che as~icuri un progrcs~I\•'() e graduale ~viluppo

ndraddestramcnto. La compilazianc del programm3 è compi to di ~hi d irige l'istru1.1ooe. Le ,\/. coi quadri po,"mo essere svolte solo su lla -~3rta o solo sul terreno, oppure pactc sul la ,·aria e parte sul terreno . Le pri me si svi luppano per intero in guarnigione, basando lo studio e le disposizioni c...:lusirnmente ,ulla carta topografica: le s,.-. cooJc si ,viluppano colb presenza efTertiva sul terreno prescelto . :-.:clic ,\f. , 111 terreno gl i u fficiali eseguono le

J\1lanovre militari ( 1Q2Q) : tiro d'nrtiglicria pesante campale


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MAN

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accessori,: ricogni7joni della zona che a ci:ucuno interessa, prima ddl:o emana7.ionc degli ordini; dopo tale emanazione, e dopo il lorn esame per p~rtc dei comandi gerarchici, avviene su l terreno la )oro discussione. Come è ovvio, l'uti lità cldlc M. sul terreno è maggiore. Ottimo anche il sisrema misto, di svolgere sulla cam la parte preli111inare della 1W. e sul terreno la pane esecutiva e conclusiva. Ciascuna M. i: organ izzata e gu idata nel suo svolgimento da un direttore, che di norma è il cornandamc dell"unità

Manovre militari ( 1929): mhragliatrice in azione

MAN

stc~se. Compilato il tema e fissati i compili, il direttore stabilisce un programma che conterrà le indicazioni circa le riunioni prelimi nari, le ricognizioni del terreno, i termini per la consegna dei documenti per parte dei vari ulliciah, l'oggetto delle discussioni e la loro success10ne. Gli ordini in cui viene concretata la soluzione del tema adon:,to dagli uflìcial i costituiscono nelle M. coi quadri il documento conclusivo della M. stcss:1, e la base per !e discussioni riassuntive. Poichè per ogni tema si avranno pi1'1 soluzioni, è ottimo metodo quello di esaminare le rnric soluzion i singolarmente e in confronto i rn Joro, attraverso i criteri che le hanno determinate. Scawriranno da questo esame errori e diversità dj apprezzamemi e di cntcr'i, il che costituirà nl:llcria di intercssanLi, utili e fe. conde discussioni. Lo svolgimento di una M. coi qu.,<lri comprende in genere le seguenti fasi : e5ame dell'argomento che è scopo principale della ,\/. dal punto di vista dottrinale (conkrcnza iniziakì; esame <le! tema ; esame del terreno; sol11zionc del tema; discussione della soluzione e am macslra mcnli (conferen?.a finale). L 'c,amc preventivo dell'argomento dal punto d, ,·ista dollnnale è utilissimo, in quanto la preparazione.: teorica culturale dei quadri sul l 'argomemo è condizione necessari:, pcrchè ,i tragga dalla :\!{. il massimo profitto. Di singobre utilità sono i confronti colle regolamentazioni

,uperiore a qucll,1 considerala. Per organizzare una M. il dircuorc deve fissarne lo scopo addestrntivo, scegliere un terreno che si presti allo scopo. e definire un caso concreto. Circa lo scopo è bene che sia unico: non conviene, in una stéss~ M., mirare a più .copi. La ,celta del terreno è pure in rappnrt.o allo scopo: è necessario che g li uflìt:iali ,; abituino ad apprezzarne le caratteristiche e le influen ze che cs,o esercita sull'impiego delle armi e dei mezzi vari. Il caso concreto deve definire. nel q uadro di un suppc,sto logico, la situaz ione particolare dcll" unitil d1c si vuole impiegare, precisarne il compito e fornire clcmemi di giudizio riguardo alla situazione nemica. li caso concreto costituisce l'ordito del tema, che è il documento base della M . coi q uadri. Il tema deve com prendere per ciasnin partito: un supposto, la siniazione particolare dell'unità che si esamina e del partito avvers;1rio, l'ordine dcll'autont,Ì superiore. li suppo,to è di massima comune ai due partiti: e.so deve essere semplice, limitato alle indicazioni necessarie per· inquadr:irc l'az.ionc. 1 partiti ~ono distinti normalmente in

ii:

Rosso e

l(

Azzurro )) . La :,,1tua-

7.ione particolare deve prccisa,e la situazione in atto dcll"unità da impiegare nel quad ro del) 'u nità immed iatamente superiore, delle laterali , e di quella nota o presunta del nem ico. L'ordine dell'autorid superiore deve tar cono scere al comandante cli ogni partito gli i11tendimen11 del comando super iore, i l compito particolare dcll"unil1ì in esame, le disposizioni esecutive. A seguito del tema devono essere indicati i compiti degli ufficiali che partecipano alla .H. Per ottenere che ciascun ufficiale eserciti determinate funzioni, conviene assegnare una stessa funzione a un gruppo di ufficia li , e disporre che i compi ti che ne derivano siano svolti s ingolarmente. Nel tis.-,arc i compiti il direttore della .11. deve curare che gli ufficiali, oltre a disimpegnare il compito loro affidato, partecipino a ttivamente a lla trattazione di tutrc le questioni che emergeranno nella M., e che sia sempre curata la realizzazione, anche in sede di studio, della cooperazione tattica con continui scambi di vedute con ufficiai, delle altre armi, circa le possibilità e le modahti di azione delle :tnni

Manovre rnilitarì (l929): pallone osservatorio

estere e il richiamo <lei problemi più dibattuti Sllll" argomcntO prescelto. Tale esame deve esser fatto cl31 direttore dd la ,VI ,, il q 11ale però, con opportune in1crrogazioni, può e deve accertarsi del grado di preparaz ione culturale e dominale raggiumo dagli ufficiali partccipanu alla .\f. stessa. L'<·same <lei tema deve essere fatto dal dirctw,·~ della .W. con criterio di progressività, e civ~ nelle prime M. fiss,He nel programma annuale si potrà trarre occasione da cs,-0 per illustrare i ,·ari aspeui del tema da risol\"ere; nelle successive potrà essere lasciato al criterio degli uniciali. Analoga111cntc per )'e,amc del terreno.


M AN

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i\-lanovre militari (1929): batteria pesante camJ)alc

La soluz ione del tema ,pen a al comandante dell 'unir,, di Af. Egli deve anzilullO individuarne gl i elementi, e suc<essivamcmc apprezzarne il valore, sia assoluLO che rcla1i,•o. Tali clementi sono i cosidcni • fattori del problema .tattico" e cioè : compito dell'unn:\ da impiegare; mezzi ;i d i, µosi7,ione; nem ico; terreno. Il compito costituisce l'elc-

Aftlnovru (Logistict1). !\"cl campo della logistica la ,I/. consiste cs,cnzia lrncntc nella preparazione e nel trasCcrimento dei materiali, o spostandoli da un settore all 'altro del fronte, o decentrandoli dagli stabilimcnt1 ciel com.rndo supremo, ocl anche attingendoli dalle fonti di produzione, per addensarli nel punto dove se ne prevede il consumo

mt:nto prcpondcranlc, e deve esser<.· esaminalo in rapporto

maggiore. Se si rifkttc al la mole gigantesca ddle grnndi

.agli ordini del comando superiore, alla situazione partico!a,e e al compito delle unità couugue. L'esame dei mezzi deve tener conto della !ore, efficienza nwterialc e ck llc po><ibilità medie in fatto tli \'alori morali , Sul nemico, sulla ba>e clegii clementi noti o probabili, è bene formulare !e ipotesi pili logiche, e più sfavore,·u]j e pc· riculosc per l'unità che s, impiega. L'esame c!el terreno deve essere fotto in stretta relazione al co,npito, alla siW:tzionc e alle forze, cd essere e,tcw a runa la zona cli più proh.,oilc sviluppo dell'azione. La soluzione del

unità di guerra e se si fa un computo del fabbisogno in materiali di dotazione e rifornimento, dc, trasporti, delle difficoltà di provvisrn, ccc., si può avere 1ma chiara idea clcll'imponente problema della j\J/ . logistica, Alla soluz ion, di quc\tO problema " dedicano gli Stati Maggiori delle grandi unrt:i: sino al 1918 invece vi pron•edcrnno le lnteaclenzc: ma queste sembrò fossero causa d'un latente dualismo in seno agli elevati comandi, tanto che fu rono abolite i:cl o_i;ni loro attribuzione fu assorbita dagli organi dello slès\O Comando. Così questo riebbe pienamente e cl i fatto la possibilità di dovere predisporre e , jfornirc i mezzi, inAu, nzando l'anda mento delle operazion i con la M. logistica armonizzata cd in stretta relazione con la ,\/.

tçma si concreta dal comandante in una decisione che t:.

tradotta in ord ini, preferibilmente scritti, alle unità clipcnùenti. Ndla discussione, nelle varie fasi della :\f. o al termine di css.i, il dircuore non deve tendere a censurare principì, emettere verdetti o imporre wluzioni personali; 111a deve esaminare le soluzion i adottale dai g ruppi di ufficiali, non con rigidi riferimenti alle norme regolamentari, ma alla stregua di criteri razionali, mcuendo in c\·idcnza anzi i casi in cui l 'applicazione del regolamento .: opportuna e quelli in cui invece essa non è possibile o lo è solo limitatamen te. indicandone i motivi, per ;ibituarc g!i ufliciali alla migliore soluzione dea problemi ,artici in base alle mutcvoh situazioni. Così si ,viluppcrà il senso ani, lico clei q uadri, l ' iniziativa e il ,cnso della rc,ponsabilit:L La M. coi quadri, oltre a wmpktarc e perfezionare l'istruzione degli ufficiali, deve ~rvirc anche :1 preparare gli ufficiali stessi alle tunzioni dr direttore d,· lk- cserdt~z ioni. A tal fine alcuni ufficiali saran no chiarnnti a coll aborare col d irettore per la loro organizza'li<me e il loro svolgimento.

Gr.uuli 11111110/'re. Espressione non più in u,o. dopo la pjll mano\ re di unitft ,u pcriori alla divisione, e cioè di C. d'A. o d' Arm ata, come si faceva prima della guerra, ::slornrnlmcnte si c:ffouuano invece c:sercitaz10111 di cli\'is. conrrappo,tc, opporloro abolizione : non si svolgono

tl1t1amente rinforzate.

strategica e

tauica.

La M, logistica e problema vecchio quanl 'è ,·ecchia la guerra . In ogni epoca cost ituì uno dei capos:lldi del la co11cczionc operat iva del condottiero. Da quando Epam inonda ruppe l:t rigida compagine della falange greca e pcn,ò ai vantaggi che potevano ,trarsi da Ila lvi. nel campo tau,co, da allora nacque spontaneamente, e corné logica conscguc,1,.a del la nriahile densità della massa com battente, il bisogno di distribuire razionalmcllte nello spazio e nel tempo i mezzi per la lotta cd i servizi per la ,·ita. Q uesta -~/ . logistica tu quasi enibrionalc con gli esercit i antichi, destinat i a operare e combattere in poco spazio , Divenne sempre più vasta e complessa con gli eserciti moclern,. i quali, con le armi da fuoco, furono chiamati ad opera re cd a comhnttcrc su fromi e profond11à sempre più ampit. Attualn1c1H è la pcr fcziQnc conseg uita in ogni r~rno del!., tecnica permette ampi e rapidi spostament i, adeguati agli immensi teatri delle moderne gnem:. Tutta,·ia il problema non è men arduo, per l'ingente quantità di cose occorrenti, per la d i1lìcoltà d i provvc<lerl c, per l'organiz. za7.ionc elci traffici di trasporto e d_i ,gombcro, per man tenere il sq:rcto ,ull'aui,-ità propria. Si dc,•c tener presente che non i: pos,1bi le dotare perm.111c11temcnte tLJ.ttc k unità


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con tull1 i mezzi che potrebbero occorrere in tutte le evenienze . P,imo perchè la s11Uazio nc muta cli m omento in mome nto e ciò c he serve ad u na può talvolta essere inutile a ll"altra unità; noi perch è i: impo.\~ibi le voler p revedere e prendere le disposizioni per ciò che accadrà dopo i pnm1 uni : perchi: dare umo a tulli significherebbe appesantire le masse con troppi materi,ili e con troppe p reoccu!Jazioni cd in fine pcrcl,è nessuno Staro ne potrebbe sopportare l'onere finanziario. Esempi di .\/. logistiche se ne ebbero in tulle le guerre : in quella mondiale raggiunsero proporzioni veramente impressiona nti . come nell 'offensiva tedesca in F rancia e nel Belgio (agosto 191~), nelle operazio ni c he condus.cro i tedeschi alle vittorie di Tanncnherg e dei laghi Masuri (agosto 1914 e febbraio 19 15), nell'offensiva austriaca e nella controffen siva italiana sul Trentino (maggio -giugno 1916), nella conqui,rn di G ori7.ia (agosto 19 16), ndl'otTensirn aus tro-germanica a Caporctto (ottobre 1917), nella battaglia d i Vittorio Veneto e ocll'inseguimcnto dell"Esercito austri,1co (ottob re 1918).

l'arw u111omobilìs1ico di 11u111ot1ra. V. P11rco. .\fa11ourn aerea. Insieme di esercitazioni, conglobate in un p iano strategico, svolte ù:,i reparti del le ae ronautiehc mii. per rea lizzare cd espairncntare i conceui e le teorie scaturite in seno ai vari enti di s mdio. Una M. A. può essere, quindi, effettuata sia con criteri escluc.ìvamcntc dì impiego, sia per risolvere prob lemi d i organica e di logi..,, u,:a. S,·~ondn la i;onfig ura.zio ne. gt"ografic:t. e.li un terri torio e il piano d i guerra generale, può avere per s,::opo anche l'attacco o !a difesa di centri demografici e industriali di vitale importanza, qu indi rivestire, in qu~khe su3 fase, carattere sp iccatame nte ofk nsi\'O o difcosivo. M. A. possono essere effettuate in cooperazione a rcp:rni terre,tri o forze na,·ali. Però, data l'importanz.1 alla quale ,ono assurte le aeronautiche mii.. , i p uò inte n<lere per ,\/. l'insieme di movin1cnti atri a provocare, nelle cond izioni ritc .. nute m ig liori. l"urto <li due forze esclusivamente aeree e contrapposte per conquistare il dominio del cielo. In Francia e in Inghilterra ~i ~ no svoht, ~ino 31 19JZ t soltanto M. //. d irette a sperimen tare piani d i difesa ;1erca dei grandi centri demografici . In Italia invece si sono srnltc P<'r la prima volta le grandi M. dell'Armata Aerea a partiti conrrappo<ti: vi parteciparono 2 d ivis . aeree su 5 brigate, 12 stor111i , 28 gruppi, 69 squadr ig lie e 37 sez ioni d i acropla11i e idrovolanti, eia bomb:mla rnento, c:,ccia e ricogni1.ionc strategica. In tutto iurono impegnati 894 fra aeropl.ini e idrovolanti . I due partiti , A e B, forti rispettivamen te rli 398 e 496 apparecchi , eseguirono varie az ioni <-li bomh~rdamcnto di centri dernografìci e indu miali ( 193 1) .

u

.\/a11ovrc navali. Quasi ogni anno le flo tte delle nazioni 111arin::trc c::.<.:guono .'\,/. con la p:1 rteci pazion<: dd m aggior numero possibile di unità della flotta. cercando di risolvere 'J">l'ciali problemi di car,mere tattico e strategico. Le Gm11di .\! _ sono ,empre precedute da un tema, svolto dividendo la no , ta in d ue partiti, ai quali v iene assegnato un compitn ùcterminato . Su ciascuna na \'C che prendi:.: p arte alle .\/., ,·engono imbarcaci degli uniciali a,·enu il compi!O di g iudici di campo. Talvolta , oltre alle na,·1 dei due partili, si rnohilitano navi di carattt:rc neutrale, .)Ulle qua li , ono irnba rc.,tc le persone c he ha11 110 il compito di osser,.arc e g iudicare lo svolg imento delle manovre. In base al tema da svolgere, ,•iene assegnala la dislocazione iniziale delle forze, l'or:1 d i ini,. io d elle operazion i e le

MAN

\'ell,cnà alle quali dc\'ono essere regolate le and:m1re dei vari tipi di nave . Per giudicare del risultato del contauo tattico, si osse rvano speciali norme in base alle quali , 0l1rc a te ner conto dell'armamento bellico delle unità giungenti a contatto, si tiene conto anche delle di>tanze e dei rilC\·amcnti son o i quali le uniti\ si scorgono reciprocamente, nonc hè della durata del contano . In base a ques ti calcoli le navi che sono state a contatto tattico perdono una al iquota del punto che rapprc<cnta la loro dlìcicnza bellica e <JUalora, dopo un p ri mo contatto, ne avvenga un secondo, esse si p resen tano con la efficienza menomata sia nel le qualità olTen , ivc sia nelle qualità d ifensive. /\ I termine delle esercitazioni, tulle le unit:1 che hanno preso parte alle ,\/., ,rngono riunite in un porto m ii. dove sono passate in riv ist:i dalran,mir. più clevmo in grado o da l C:1po rii S. M. Poscia tutti g li ufficiali ch e h,inno prew parre alle M. vengono riuniti per assistere a conferenze, svolte dai comandanti dei due partiti av,·crsari, nelle quali si illustrano e si spiegano i motivi che hanno dato luogo alle va rie fasi de ll'azione; d opo d i c iò il Capo d e llo S. M. , con conferenza ri3ssuntiva, trae le conclusioni fin~1li con i rclath·i insegnamenti,

Manresa (l at. ,'l-li11oriss11). Città forte della Spagn a, nella Catalogn a. in p ro v. di Barcellona, situata tra il Llobrcgat e il Cardoncr. Vi si trovano avanzi di costruzioni romane. li 21 marzo 1810 fu occupata dalle truppe francesi del gen. Schwarz, c he la dovette abbandonare il · 3 aprile SUCCC S.)i \'O •

Oc,·11pazio11t: ,: incendio ti, Ma11r,:s11 (30-31 mar7o 18 11). 1\ppartirnc alle ca mpagne elci F rancesi in Spagna. ~lentre il m a rcsc. Macclonald, con due brigare francesi e due ita1i:rnc, trasferiva il suo t.1uartic:r generale da Lcridn. a Bar• cellona, gli Spagnuoli, per ostacolargli la marcia, scesi da Carclon a si posero a M., intanto che altri corpi. agli ordini di Saarslield, avevan o occupato le a lture ch e scendono dal Mon,crrat, coll'inte nto d i stringe re il nem ico tra due fuochi. La testa dell 'esercito di Macdonalcl, giunta al fiume che serpeggia d'intorno a M.. trovò sb:irrati i ponti c d una 111rba d i n emici dall'altro lato in a tt iwdinc di difesa . Si im pegnò subito i l co,n b.itt irne nto, e, superati gli o,rncoli, Macdonalrl si aprì la strada tra i nemici all'arma bianca fin nell'interno della ci llà, che. ,gomhrau dagli abitanti. veniva occupata. Sopraggiun1a la 1iorrc k soldalcsche, nor1 ten ute a. freno dai comandanti, corninciarono a saccheggia re e ad incendia re le case ed in bre•:c tempo .\L fu tulla in fiamme. Gli Spagnuoli, che ,i erano ritirati , ui monti, alla vi\ta clell"inccnùio di _\I_ ,i prccipit:.t1o no ver!)u la città, dc>vc gin nscro s ul fa r d d g iorno 1 intanrn che i rcgg. francesi cd i bagagli si ponevano 111 mtwimcnto sul pon1c di Vilamara. p ro te tti dalla divi<. italian.1. Questa dovette sostenere l'attacco dei corpi di Saar,fidd e del b a rone Ercolcs, d i forze molto supe riori, e :t\'en do ne i\fac,lonald in persona p re,o il com a ndo, ordinò al Aenerale Palombini di liberare 11 fronte mtd1antc una carica di cavalleria, la quale con 1anto impeto fu t·>eguita dal c.1po,quadrone Erculei :illa testa dei d ragoni Napoleone, che g li Spagnuo li s, sbandarono lasciando libero il passo.

Manrovescio. È così chiamato. nella scherma ed in combauimen10, 1I colpo d 'arma da tag lio che va rla s, ni, tra a destra, rispetto a c hi usa l'arin:\ stessa. Mansfeld. Contea della Germania, ncll"Alt,1 Sas:.onia. .\ ppartenne ai conti omonimi, fra i quali, oltre ai due cit.lti a pa rte, ,i distinse ro nelle armi: Albert o lii (q8o-


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MAN

156o) che partecipb alla dife,a cli Magdeburgo nel 1550 e comban è sono ~fauri zio d i Sassonia; Carlo ( 15-43- 1595) che ,erd la Spagn a di Filippo li e l 'Impero contro i Tu rchi in ungheria e poi nella guerra di Fiandra; Arrigo (163;1; 11) che com hattè nella guerra per la S11ccessionc di Spagna e divcJJnc generai e d'artiglieria. .f,wsfcld Pietro Emesro I. Generale 1eclesco (151;-100-4). Combatti: con Carlo V e Filippo II co11lro la l'r'1nòa, cd ebbe pane notevole nella battaglin cli S. Quintino e nell:t

difesa <li Lu'"....emburgo; nel 1592 fu nominalo govcrna1orc dei Paesi B,1'>Ì; nel 1594 fu nominato principe 1kll'lmpcro.

i'vlan:sfcltl Pietro Ernc~to I

797 guerra contro la rcpubblic,1 ebbe il comando dcli 'art. nel corpo del Condi. P assò po.eia al ,crvizio della Baviera e nel 1800 tu 110111inato tcn . generale e co1uandan1e dcll'arciglicria ba, arese. Introdusse in Ba,·icrd un cannone perfezionato, sistema Gribcauval: egli perfez,onò anche la composizione dell a polvere e fondò la fabbrica d'armi di Ambcrg. h fonderia d i cannoni cli Augshur.~ e una Scuol.t d'art. per uffici,1'1. Istituì l'art. a cavallo e formò uua q,. operai d'art., ren dendo così la Baviera indipendente per quan to rig uardava l'art. e la fabbricazione delle armi. Lasciti delle " Gr:tndi ta\'olc per uso dell'artiglieria " e un ,. Trau;m, dei ferri e dell',1eciaio , .

M::msilla Lucio

M,msfeld Ernesto 11

Jl,msfeld Ernesto li. Generale tcde,co (1585-1626). Ser\'l il Duca d i Sassonia contro gli Spagnuoli e ne ebbe il ti to lo d i marchese d i Castelnuovo; aiut<'i i Boemi nella loro rivoluzione: combatti: a lungo contro Spagnuoli e lmpt·· riali e fu ,·into dal \Vallen,1ein a Dn,au (1fo6). Cli venne attribu ito il meri to di avere posto i mo,chettieri a canllo, du rante la gucrr.t cli partigiani fatta in Boemi;,, e quello <lei cannoni di cuoio.

Mansilla. Comtllle della Spagna, in pro,· . di Lcon.

I\fonsteio Cristoforo

Manstein (Cnstoforo J:.r111a1111c,). Generale pru..,iano (1711-1757). Figlio di un generale rt1'50 fece 11 primo '<·r vizio militare 11ell'c,ercito pru,siano, poi, passato èn quel lo russo, combattè coniro i Tartari cd i Turch i. Nella guc!'l'a riel 17-41 contro la s,·ezia comandava una brigata di fan. 1eria. In segu ito ai torbidi per la successione sul trono di Ru <sia. riprese sc n·izio 11ell'cserciro prussia110 prendendo parte alla campagna del 1745. Comba1tè in Boemia e cadde pre»o Welmina. I.asciò un ,·olume di • Memorie storiche. politid1c e mili l:11·i della Russia dal 1727 al 1744 >, .

ComlH111imcmo di .\1amilln (30 dicembre 11\08). Appartiene alla can,pagna del 18o8 dei Francesi nella Spagna. Mentre il maresciallo Soult SJ dirigc\'a verso Astorga per impc<lire al m archese de la Ro mana d i occuparla, l'avan_!:uardia del marcsciall", comandata OJI gen. Franccsch1, raggiunge,·a il g10rno 30 dicembre la retroguardia spai;nuola al villaggio d i lvi. cd impegnava subito ..:ombattimcnLo. Si loaò con accanimen to da am bo k parti . ma infine la ,·ittona rima><: al Franceschi, che nu,d a catturare 1500 prigionieri e 2 bandiere agli Spagnuoli.

,\la11ste111 G11s1111•0. Generale pru,,iano ( 1So5 18i7). Sot totcn. nel 1tb3. raggiun,c 11 grado cli magginr gem:r~ilc nel 1~59 e quattro anni dopo quello di tcn . generale. al co111:111do della 6• d ivis., con la qu:,lc comban~ nel 1864 distingurndosi a Diippel, poco dopo fu nominato comandante in capo delle truppe cl'assalro. ~ella guerra del 18<i<, comandò il IX C . d'A. che si d istinse a Sadowa c nel 1870 con lo >lc»o C. d'J\. a lvlctz e ,u lla Loira. Nel 18;, lu colloc.1to a riposo.

,\ -/ami/la l,ucio. Generale argentino del sec. XIX . Partecipò alla guerra contro il Brasile, e bauè le forze di questo Stato a Ombù (1827). Difese contro gli Anglo, F rances i ( 1845) la punta d i Obligado, sul Pa, an/1, r imanendovi feri to .

Mansur (Yal(t1b d Mogial,id dj. Sultano della SpJgna dcl i' Africa ,,·u entrionalc (1150-119y). Comb.,uè contm 1 Portoghesi, e gh Spagnuole, e il sovr:1110 moro delle Baleari. Vinse i\llonso IX aù Alar.:o, (1 r95) e ,i impadronì dcl1·Estrcmad11ra ; l'a11no seguente prese Salamanca. - V. anche Abb,widi e Boctti.

Mansiones. Erano k fermate, le stazioni. munite di ricoveri per la no1te e d i magazzin i, delle an t. vie romane. Talune di queste era no fortificate e munite d i presidio. Manson (Giacomo). Ccncrnle bava rese e ,aittorr mililare (.1 724-1809). Nato in Provenza, c 111rò ne ll'artiglieria francese nel 17.p e prese parte alla guem1 per l:1 Successione d' Aust,ia e quella dei Sette Anni. Lavorò con Gribeauval al perfezionamen tO delle bocche da fuoco . Nel 1788 fu pro mos,o mare.se. di campo. Allo scoppiu della Rirnl uzionc france-e rimase fedele a Luigi X\'I e nella

e

Mansura (e .iLws11ra/1, u « LL, Vittoriosa •). Città nel delta tic! N ilo, su lla dr. <lei ramo di Dainiata, fondaw dal sultano egizi,mo Melck ùopo l'assedio di Dam i:na (1218-19). I. Allacco di Mrms11ra ( 1221). Dopo la c:,duta <li D:1 iniara, il sultano d'Egi1ro a,·c,·a creato M., fortificandola. per tenere in ri,petto i Cri>tiani di Damiata. che erano agli ordini del vesco\'o Pelagio. Questi il r7 lugl io marciò ,u M . con un esercito a ppoggiato da flotta sul Nilo, e , av-:111zando lentamente. solo il 2.! ,·enne ad urtare contro le


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trincee musulmane. 11 sultano offerse loro Gcru,,;ilcmmc, a patto che abbandonassero Damiata e facc,sero la pace; ma Pelagio, respint;, In proposta, pose il campo davant i a M. La flo tta cristia na, che non faceva buona guardia, fu aU-improvviw assalita da ogni parte, e. ridotta in cattl\'c condizioni, do,·e,·a aprirsi il passo e ritirarsi a Damictta. F, altanto bande <li M usu lman i scornv::wano intorno, e tagliando dig he allagava no le terre. li 26 agosto i Cristian i furono costretti a le, are il campo ponendosi in marcia ,·erso Damiata, nella notte. I Musulmani as,alimno le colo nne per due noui e due giorni, recando loro gravi perdi te . P elagio fu costretto a ch iedere la pace, rnnclusa il 30 agosro: in 1,",e a questa. dovette accontentarsi di uscire· liberamente dall'Egitto, ciò che fece il ; ,eucmbre. II . B(ll/nglia d i M1111sur a (1250). Appartiene alla V[ Crociata. agli ordini di Luigi IX di Francia. Dopo di a,·cr presa Damiata (5 giugno 1249) i Cristiani prepararono l'avanzata verso il Cairo, e si posero in marcia il 20 novembre 12,19, in numero d i Go.ooo, per la stessa strada d1c trent'anni primn aveva vi~lO la disastro~a ritirata di

Pelagio. Solameme il 21 dicemhre l'esercito fu in ,·ina d, ,\!., occupata da forte esercito egiziano, appoggiato da flo tta sul :--J ilo . li re ord inò la costrnzio ne di una d iga per attra\"ersarc un grande canale, e i costruttori dovevano larnrare ;otto il tiro degli arcieri e balcstneri egiziani. La floll,1 di questi sbarcaYa nuclei di soldati che deva,rnvano le retrovie. 11 re fece fort ificare il campo, ed erigere torri m un ite di ba lestrieri per protegge«· i costruttori dclb diga. Gli egiziani riuscirono a meucnc il fuoco alle torri, mentre scavavano il terreno davanti alla diga che avanzava. L'S fcbbrn;o 1250, un bedui110 gui dò una parte dell\·\e rcito, m l re alla tesla, a un guado del canale, Varcato ,1uesto, i Templari, con a capo il come d'Artois, fratello ilei re, si slanciarono al galoppo e penetrarono in .U. Qui\ i però furono avviluppati dagli Egi1.ia11i e quasi tutti, compreso il conte, massacrati. Le altre truppe reali, avanzando a loro volta, ,i impegnarono col ncrnico; do!JO a,pra lolla. furono spinti sul canale, nel quale molti annega rono. Dal campo cristiano accorsero rinforzi, e un ponte gettato all a megl io perm ise a questi il passaggio : i Musulmani si ritirarono, e i Cristiani si rafforzarono su lla sponda conquistata. L · Il febbraio, vennero quivi gagliardamente assaliti, ma riuscirono a respingere l'assalto. Impossibile marc iare sul Ca iro : pericoloso restare q uivi : opportuno ritirarsi a Damiata . L'u lrima tes i, ragionevole, non prcvahc. Gli Egi1.iani non attaccarono; mandarono invece, per mezzo della loro flotta, un grosso reparto alle spa lle del campo cristiano, clie si trovò così circondato co1npletamenle, e privo dei viveri che gli giungevano da Damiarn. La fame, accompagnata dalle malattie, fece la sua comparsa. Il re tentò dt ottenere la pace offrend., di abbandonare Damiata purchi! fosse ridata Gerusalem me ai Crist ia ni : il sult,1110 J 'Egino, che sent iva o rmai nel pugno !a completa villoria, riliutò la proposta. Non restava che tentare di ritornare a Damiclla, e, come 30 anni prima, l'esercito cristiano si mosse nella norte dal 5 al 6 aprile a tale scopo. li nemico segul il mo vimento, massacran do o catturando q uanti re,wvano ind ietro, e i gruppi d i animosi che: tentavano di arrestare la marcia. Estenuato dalla fatica e ammalato, il re, che si era posto alla ret roguardia, si arrcst<Ì e fu preso. Nessuno raggiunse D':nn iata : chi non era rnono per gl i stcmi o per il ferro, era prigioniero. Molti di questi furono uccisi: i ca\'alieri piì1 ragguarrle,·oli invece tratl"tl con riguardo, per ottenere un tratt.llo

vantagg,0--0. E fu questo: la liberazione dei png1onica c:ra concessa, diecro l'abbandono dcll'Eg-iuo, e il pagamento d i 800.000 m onete d'oro. L asciati ostaggi a gaian'l.ia, fra i quali un fratello, il re Lu igi putè partirtper I" Siria .

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Battaglia d i i\llansurn (1250). .Il, S:,raccni cd Egiziani; a. Francesi del duca d'Angiò; b, Cipriotti; e, •r..:mplari; d. Francesi del iVl~lvoisio; e. Fiamminghi;/, Francesi dello Joinvillc; g, Francesi del conlc del

Poitout h, fanteria franresc; i. risenre; k, arcieri.

lii. <:omba11ime11to di Manmra (1 i98). Appartiene alla spcdi7.ionc dei France.si in Egitto. 11 generale Via I, che aveva ocrnpato Damiata, presidiò il 4 agosto M. con J50 u ., i quali furono attaccati il 10 da alcune centinaia d i arabi. Dopo una difesa di qualche ora, la piccola guarnigione tentò di uscire dalla caserma nella quale si era barrica1a, ma do1JO l<>!ta disperata Ullli caddero con le armi alla mano.

Mantegazza (Vico). Giorn"lista e scrittore, n. nel 1856 a ~l,lano. Fu corrispondente di guerra, e scrisse fra altro: ,, Da ~lassaua J Saati »; « Gli lraliani in Africa »; « L'as-


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scdio di \lacallè •;

, Tripoli e

i diritti della civiltà":

• L'Egeo »; " Storia ridia guerra mondiale » ; e".

Mantelletto. Specie di rip;uo formaco d i panconi, per lo più rivestili di lamiera, stabiliti sopra due ruote, che nelle operazioni di a<.<edio di una fortezza veni,·a ,pimo

MAN

l'uso <li 4ucsto genere dj vc,timcnto. Lo portarono in tatti i Greci ed i Romani, e p1ì1 tare!, fu adottato in quasj tutta Europa i trovò largo u:,o in Francia., dove ser-

viva genernlmeatc, a seconda della foggia, colore e va lore, a distinguere il gradò gerarchico sociale e militare. Fu considerato per molto tempo 11 d1strnt1vo della cavalleria . In Italia I 'u<o della mantellina alla cavalleresca e

Varie forme di i\fomcllcui

d inanzi ai guastatori per d ifenderl i ,bi fuoco d i fucilcr i,i degli assediati. Andò in disuso quando al ,uo poslO furono unpiegati i gabbioni e le fo"ine. L,1 voce si trova arlopc..TJt.a

dagli seni

tori del ,cc. XV (mante/111111) e così intitolò Leonanln un suo disegno rap• prcscn t:rnt:e un tc110 cli pn.1tezione in legno p<"r spini;arda. ;\Jantellello. Nell'assedio rli Malta,

,·enncro così chiamati ccrlt e.normi caschi, coscruiti con pcn.i di tavola, che' Turchi adoperarono per proteggersi, quando sali\'ano al1'a,salto, dalla grandinata di pietre d1c gli ns~cch:1ti rovc,ciavano loro .iddosso (r565). Mantelk tto del sec. X V

Mantellina. Oggetto dell'arredo militare, il quale, essendo mancante di maniche, ha il pregio di consentire faci lità d i costruzione, rapidità nell'uso, liberd 11c1 mov,. menti. Si Vl1olc che antichissima ._ira

l'ori gi!1c dd voca-

bolo; ne disc,· n dc la con,idera:tionc che antich is,imo era

Mantelline:

tvlcd ievalc.

Mnntellina italiana (S. A. R il Duca d'Aosta)

•1uella foderala di vajo, :1pparreneva alle persone di un ceno grado di nobiltà. :,Jell 'anno 1910 fu messa in uso nel! 'Esercito Italiano per le truppe a pied i, compresa I'arti);licria da montagna; venne alwlita nel 1930 e so,tituita, per la fanicria, grana-

Lanzichenecchi del sec. XVI

Carol ingia

Normanna


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tien, ccc., dal cappotto, che si differenzia dal « pastrano » pe, armi a cava llo g ià e tuttora in uso per la cavalleria, .1rrigliena d a campagna, ecc. La !vl. r imase quindi in .adoz ione pe1 bersaglieri, artiglieria da montagna , alpini ..

lI.~ Al. di ciclisti italiani (;rnteguerra)

Il Mantellina Greca

M. di fante (scc. XV)

Nl. di Cssflro prussiano (secolo X V ! II)

M . Romana

J.°W. impermeabile (Libia J 911}

Mantellini (Ce.ran') . Generale, n. e rn . a 1-'irenze {1827-1888). Sottot. de i volontari toscani nd 1848, passù ne ll 'esercito sardo nel 1800 come capitano d i S. M. Par tecipè, alle campagne del 1848-59-66 e 1870 ottenendo in quest'ultima la menzione onorevole. Colonnello nel r877 comandi, il 15° fa nteria e poi (1879) fu aiut . di can1po del re . :!vfagg . generale comandante la brigatJ. Regina nd 1883 , a nel ò in P. A. nel 1887.

cesso ottenuto con l'offensiva del maggio <lello stesso anno nella regione Mon ticelli (a sucl del passo del Tonale) Li

Mamellini Zoilo. Generale, n. a Fi lottrano nel 1867. Sottot. d i fa nteria nel 189 r, partecipò alla guerra libica e nel r912 a Tohruk meritò la mcd. d i bronzo. l n g uerra contro l' Austr ia guadagnò sul Carso un'altra med. d i bronzo, due d '," gc nto e la croce da cav . dcll'O . M. S., riportando d ue ferite. Colonnello nel r9 rì, comandò il 220° fanteria ed ottenne una terza mcd. d'argento. Nel 1918 comandò il 256° fanter ia e dopo la g ue rra resse il co mando del regg. ceco-slovacco, del deposito del 25° fanteria e dell '82° regg. fanter ia. In A. R. Q. nel r925, fu promosso generale d i brigata nel r927 e nel 1929 passò nel la riserva.

a protezione del petto e talvolta risaliva fi nn a proteggere ' 1a gola cd il mento . Fu usata nel XV e XVI secolo, specialmente nelle g iostre . Essa

Mante I lo (Monte) . Nella reg ione Tonale-Monticell i, ad un 'altezza di m . 3537. li 31 agosto 1918, con un·arclua e complessa azio ne offensiva, d irecta ad ampliare il sue-

5• divisione del nostro lii corpo d'arrnMa, riuscì ad im padronirsi dell'alta cima del M. e della punta Sall :V! atteo, m a q ualche giorno dopo, in seguit<) a contrattacco, ent rambe le posizioni ricadevano in mano agli Aust riaci. Ma111cllo d'arme. Così fu ch iamata una p iastra di ferro che si n1ctt<.;va

era sovrapposta all'armatura per maggiore prntczio ne. (V. Cuardarnorc).

,'vlantello dei qwtdrnpedi . J"a sua ,mportanza. nella vita mii. , , ta nel fatto che esso serve particolarmente

ìvlanteUo d'arme

:11in i,ì~nti 1cr,zione dei singoli an irnali, dal momento cl~t: r·,:r

lo ~far.o segnaletico non è sufficiente la matricola posta a fuoco sul p iede sr. anteriore, facilmente dctcriorahilc e variabile. !11 passato nei d iversi eserciti regnavano alcu ni pregiud iz i circa l'influenza del colo re del pelame sulla


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,esistenza e sul carattere dei q uadrupedi adihiti a! ;,rvizio mii., pregiudizi portati sia pure dalle leggende arabe, dove il cava!lo era i! compagno indi, 1;1b1le del comb,111entc. Ma col moltiplicarsi delle razze, e coll" a<latt amcnto a climi diversi, il .lf. dei quJdrupedi non ha più avuto alcuna inAuenza su!le attitudini varie al servizio mii. Viceversa la sempre maggiore gittata delle ar·m 1 -da fuoco ha portato alla opportunità di dare IJ preferenza, negli acquisti e negli allevamenti, ai qu~drupcdi d i M. meno visibile a distanza. E così mentre in passato i grane.li generali, e condottieri cl 'eserciti, appumo per -essere indi,·iduabili a distan7.a erano montati ,u destrieri di mantello bianco, o grigio-bianco (così Maometto, Napoleone, Viuo rio Emanualc I l, Garibaldi, ecc.), ora, a prescindere dall"uso dcll"automobile e degli aerei. si preferiscono cav:illi di mantello ,curo, contond ibile col colore del t erreno sul qu:ile si combatte. Di conseguenza anche per , trombenieri a ca,·allo, e per le pariglie delle btr. d'artiglieria, ,uno stati proscritti I M. clu-tri costi, tuen ti bersag-1 i vis ibile a distania; conlinuano ad essere tollerati i c2valli grigi per le rnu,iche a cavallo che non devono cm rart: in camp:igna, e per reparti di parata.

d'occupazione in Francia e nel t879 fu nominato governatore dell' .\ lsazia-Lorena.

Manthoné (Gabri~le). Generale della Repu bbl ica Parte nopea, d i famiglia sarnianfa , n. a Pescara, m. a Napoli (1j63-1799). C.:fliciale d'art. sono Borboni, sopraggiunta la rivoluzione ne segul le idee, fu rappresentante del popolo, poi generale e m inistro della guerra. Organiuò la Guardia nazionale, a1lidò il comando della piazza al gcn . Fedcrici e quello di Castelnuovo al gen . Massa. :--lon valutò l 'imporrnnza <lcll"i mpresa del cardi,,ale RufTo e quando questi ,i av.anzò colle sue bande verso Kapoli. .\/. gli andò incontro alla testa di 6ooo u., lasciando la guardia della città ai C.ilabrcsi fuorusciti. Dapprima vinse tutte le piccole bande d'insoni che trovò spane per la campagna, ma quando si tro,·ò di fronte al grosso delle forze e.I d Ruffo, venne sopraffatto e costretto a ritirarsi ,u i'-apoli. Volle allora preparare a difesa la città, ma a\'endo i Borbonici trionfato ,11 ponte dclb MaddaleM. anche Napoli aprì le po,,re alle truppe del RufTo . Come gli alt, i patrioti, arrc1tato e processato fu condannato al patibolo. Mantinea. Città del la Gre,i:1, nell '.\rcadia, dove sorge

I·auua!e villaggio di Gritsa.

ManteufTcl Edvino

ì\l:mthoné C::abridc

Manteuffel (bal'onc Edvino Carlo Gi,wanni), Ceneralc tedesco (1809-1885). Partecipò all.1 guerra ,!ri Uu<"ali (1864) e a quella del 1866 contro gli Stati minon di Germania . Nel 1870 co111andù dapprima liii C. d'A ., poi l,1 1a armata, oo,tringcn<lo il gen . fr,rnccsc Bou,baki .1 rifu~iarsi in S,·izzcra; clopo la guerra ebbe il com~ndo ,kll"esercito

I. B,1ttaglic1 di ,\/11111we1.1 (-11~ a. C.). 1\pparticne alla guerra cld Peloponneso (1° periodo), e fu combattuta da Ag,dc. re di Sparta, con~ro gli .\tcnicsi comandati d~ Alnbiade. Col primo erano genti della lleozia, di Connto, cl i Mcgara, ccc Col secondo, erano gli Argivi, i Mantinecji e altri; egli st:iva come comrni~sario supremo 31 campo, dove generali erano J.ache e Nicostrato. Agide a\'a 11zò contro gli .\ teniesi già schiermi , e, nccorgt·ndosi che la loro dr. sopr;lvanzava la !)ropria sr., ordinò .1 Bra,i,.1.1, che comandava quest"ala, di allargarsi in fuori. comandando in pari tempo a due corpi della prop ,·ia Jr., agli ordini dei polemarchi Ipponoide e .\ristoclc, di passare nl centro sr. per colmare ti vuoro così pro-dotto. I due polema rchi 11011 eseguiro no l'ordi ne, e la d r. atcnic«·, composta di ~fantincesi, e di Argivi, si ,lanciò nel vuoio così prodottosi, an-iluppando le truppe di Bras1da, e ricacciandole sgominate verso i loro bagagl i. In questo frattempo, Agidc, in luogo di · a.;corrcrc al wccor,o della sua ala sr., formò n1aS5::t rol p,o~lno centro. ~ au:iccò il centro

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Prima battoiilia di Mantinea (,p 8 a. C.) A, schieramento d(!gli Atc1ùesi; D, movimento de lla destra ateniese. per accerchiare l'ala s r. degli Spartanii C, primo. posizione ·(punteiigiata) delle truppe di Brasida; D, seconda; E, i due corpi che si rifiutano di obbedire •gli ordini di Agide; F, movimento di ,\gide sul centro degli Ateniesi. Sl


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Seconda battaglia di IVIantinca (362 a. C.). [n alto, i Tebani di Eparninonda; in basso, gli Spartani di Agesilao

nern ico sbaragliandolo, poi si \'Olse contro la sr . con1posta

rl ! cJvall i e fonti ateniesi e la mise in rolla, assicurandosi la vittoria. Le perdite arnmolllarono a 1 100 u. per gli Ateniesi e Alleati, a 300 u. per gli Spartani . II. liattaglia di "1anti11ea (3 Jugliò 362 a. C .). Appartiene al periodo delle così dette g uerre Tebane. ln questa battaglia il tebano Epam inonda applica come alla battag lia d i Leutrra (37 r a. C .), l' ,, o rd ine obliquo» e vince;

il movimento consiste in un.l conversione a dr. che porta la massa principalt· ad urtare il centro dc!Ia fronte nem ica. 1 T ebani d isponevano d i 30 . 000 O\Jlit.i e 3000 cavalieri comandati da Epaminonda , g li Spart~1ni <li 20 .000 Iaoti e 20 00 cavalli agli ordini del loro re Agesilao. Epaminonda pone a d r . la sua cavalleria framm ista a fa nti leggeri, a sr. la .falange tebana. Agèsilao schiera al centro la falange spartan;i, all;1 sua d r. quella degli Alleati, e alla sua sr. la cavalleria. Un'impetuosa carica dd h cavalleria dei Tebani, n1ascherando la marcia della fanteria, sg0 min1 la cavalleria avversa ria . La falange tehana intanto (a scag lioni seco ndo alcuni, per conversione secondo altri) invece di attaccare cmnc a L euttra una e.stremità della li nea nemica, si n1uove ed assak obliquamente il centro nemico e lo costringe a cedere. La cavalleria con l'inseguimento compie la vittoria. T attica mente la battaglia era vin ta per Tebe, ma, essendo stato fer ito a morte Epami no nda nella m ischia, le due parti si attribuirono la vittoria, per q uan.to il campo di battag lia restasse ai T e ban i, i q uali no n app rofittarono del successo tattico. La morte del loro duce ,cgnò la fine dell'egemonia di Tebe.

lll. Assalto di M11111i11rn (222 a . C.) . Appartiene alla dt:tta guerra Cleon11.::nic:a e fu co ndorto a tern1inc da

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Ant igono Dr,sone, re d i Macedo nia, chiamato in aiuto dalla lega Achea contro Sparrn. La cittad inanza pane fu resa schiav:--l, parte fu n1assacrata; Ja città prese il nonic d i Antigonea, che conservò fino al tempo d i Ad riano, <JUand o riprese il nome p rimit ivo . IV. Ra11aglia di Ma111i11ea (207 a. C .). Fu combattuw tra Filopemene, stratega della lega Achea , e g li Spartani ag li ord ini del loro t iranno Macanida. Filopcmene, che è inferiore per numero e non ha macchine balistiche e ca rri annati come il tlranno, esce da lvi. in tre colonnt; a sr., cioè: dall e par ti delle alture, con la fanteria e l" cavalleria leggera seguite dai peltast i, a l centro con I:, fanteria g rave:, a dr. con la cavallc..:ria regolare. Giunto ad un bur rone che attrave rsa la pianura sch iera ls falange in d ue linee con inte rvalli, in modo che la seconda possa rafforzare la prima . Maca nirla Oppone la sua fan .. teria e la sua caval leria a q uelle avversarie, la sua falange di fronte alla nemica, e le cata pulte sul davanti. Filo pcn1cnc, osservando il diseg no di Macanìda, che era q uello d i percuotere colle catapulte nelle coorti della falange e, fcrcn<lo gli uon1ini, reca r confusione i11 luna b massa , non gli lascia tempo all 'esecuz ione, e, avanzando rlalln sua sr. con la cava lleria, seguita da fanteria leggera, copre la fronte d istendendosi a d r. per rendere vana l"nione delle macch ine . Macanida la ncia b sua cavalleria leggera cuntro la sr. degli Achei, la mette in rotta e b incalza fino a !'1 . La faJan~e spartana i ntanto avanza per attraversare il bu rrone e caricare )a fan teria ncrnica . FiJo pemene non si perde d' anirno, ma, fatta volgere pcl fiarn.:n sr . la sua pr ima linea, le fo scoprire la seconda , la <]Ua!e ,u bentra nel posto donde quella si è mossa; e così rico,ti1ui$..::e 1'aln sr· . verso le alture senza accorcial'e la dr. e si 1


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Terza battaglia d.i J'vlantinca (207 a. C.). La città è alle spalle d eJl'escrcito <li Filopemenc

thsLcndc i n una sola linea. Questo

spicgan1cu to, osserva

g iustam e nte il Corsi , è reso possibile dalla poca efficacia

delle arm i missili del nem ico, dal burrone che lo copre, e dalla lentcz:ta dell 'avan;carc della compatta fal ange spar• tana, cui (1ud burrone fa iutoppo. A Pol ibio da Mega• lopol i, impo ne d i rnccoglierc i fuggrnti, e sussidiando in fretta l'ala del la falange, osservare il ritorno d i coloro che erano per ritira rsi daH' inscguin1'cnto. La falange spartana,

nell'attraversa re il burrone, si disordina e viene ricacciata e macellata dag li Achei . Macanida torna ind ietro da ,'vi. e trov;i ij passo chiuso e vi ncito re il ncrn ico. T enta dì piombare su l nemico e di aprir~i una vic1, ma k: sue schiere g ià srnuche sono pre ~to sbarag lia1c. F. 111cnue egli in un sito del fosso facile a passarsi cla va d i sprone al cavallo, F ilopcmcn'e, andatogli addosso , lo percosse mortal mente con la lancia. Dei Lacedemoni caddero morti ,1000, e moltissimi furono fatti prig ioni.

lesta di ponrc nor<l•o vest. Come 1uua M ., q uesta testa cli ponte ven ne fortificata secondo l'antico stile it aliano : pa• rapetti rive)titi in muratura, circondati da fossi larghi è p rofondi, collegati a un buon siste m a idrau lico che ne governa le acque . li ponte S . Giorgio, lungo 400 m ., mette

in comunicazione la parte nord .est della città con la testa d i ponte dello stesso nome e con l'opera esterna .detta la Rocca . ;\1., c..:on la sua cinta murala, costituisce per sè stessa la graudc testa d i pon,tc della parte australe dd la c iu à ; dal lato occiden rale , d inanzi a porta Pradella, sorge il forte Be!fìore; tra la strada di Borgoforte e il lago inferiore si t rova l'opera chia mata Cercsa , e dalla pane merid ionale dd

lago di mezzo, in vicinanza del vi llaggio

di Pietolc, sorge il torce dello stesso nome, chiave delle opere id rauliche della fortezza , composto di d ue fronti bastionati alla Vau ban. N el 1801, to rnata M. io possesso dei F rances i, il gen . Bonaparte v1 mandò i l gcn. del genio

Mantova. Città della Lombar. Uia, capoluogo d i provincia, situata

nd mezzo di una laguna artifici.al~ formata da lle acque ciel Mincio. Patria d i Virgilio, è d i <;rigin~ <:crusca . I Romani ~e ne imJ)adronirono dopo la vittoria sul Mincio

Stemma d i Mantova

del 197 a . C. contro Amilcare . Più ta rd i M. cadde in potere suc..;essiv.a111cn lc <l-c.: i Mar<.:omanni, 1Ji l{agaiso, d i Alarico; tiuin di pass;J agli Eruli, agli Ostrogoti , ai Greci,

ai Longobard i, ai Franchi, al regno d'Jtalia, ad Ottone Il, a Teba ldo conte d i Canossa. ;\lei 11 14 fu conq11ist:1ta ,bila contessa Matilde e poi diven ne una delle repubbliche lombarde. Dopo il 1257 fu signoreggiata dai !3orntccolsi, c. cad uti q uesti, dai Gonzaga che ne d1vcnncro duchi e la tennero fiuo ~I 1708. Avvenuta 1" morte d i F rancesco IV Gonzaga (1612) seguiro no le guerre per la S11ccessio11e (V.) d i M., ciel 1613 . 1617 e 16.7- 1631. T anto per la posizio ne, quanto per le numerose (>pere di fortifi . cazionc, M . era cnnsiderata, negli ultimi tempi , una delle piazze forti più potenti d 'Europa . E ssa occupa l'angolo sud-ovest del quadrilatero ,c ol q uale l 'Austria, dura nte la sua dominazione in Italia, si era assicu rata la d ifesa d i Venezia. Assisa in riva ai tre lag h i> superiore, inferio re t: di mezzo_, la città viene propriame nte a trovarsi su lla dr. del lago mezzano ed inferiore, me nt re la parte nord-oves1 è un ica al sobborgo di Porco per mcz:to de l ponte Molina costruito nel 1188. Quel sobborgo, circondaro da un 'an• rica murag lia, racchiude la cittadella e forma con essa la

Castello di San Giorgio a ìvlant.ova

Chasseloup per renderla atta alle guerre dell'epoca . Per avere sottomano le chiaviche per l' inondazione dei laghi, senza dover rlcorr-c.:rc a Governolo, troppo loncanol indusse i1 gcn . Chasscloup a costru ire una <liga a Cà Zanctti,

presso lo sbocco della valle d i Pajolo nel ·Mincio . L a cata• strofe na po leonica non permise che i d isegni d i Chas• selo up avessero completa esecuzio ne . Gli Austriaci r ipre· sero i p rogetti francesi , anzi li migl iorarono mettendo dop-

pie porte alla d iga C hasseloup, affi ne d i preser<'are anche la ci ttà d i i\!J . dalle inondazioni del Po rigurgitante pel Mincio in temp i d i piena. Nella g uerra del r848 le truppe toscane, accampate a C urtalonc e Mon tan~r::i, c;ressero opere d i approçcio contro k OJX-re d i Pradella, e gli A ustr iaci a11>eichè distruggerle formarono fra q ueste d ue località u na linea continua d i bastioni in terra lungo 1·osone, per aver modo di foraggiare le campagne interposte fra M . e tali


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cl1cse Giovanni d i Monferrato, signore di M ., iJ quale assoldò la compagnia d i ve ntura del conte Lan<lo, e !a gettò nel Milanese, allo scopo d i allonta n are i Visconti dall'assedio . Ma essi fronteggiarono il Lando con pane d elle trnp pe , e no n sé mossero da M, Assedio e gucrr" durarono fino all'S g iugno, nel qual g iorno vcnn<: fra i conrendenti conclusa la pace a Milano .

opere di fortificazione. Duran te q uesta campagna il gcn . Bava pose il blocco a ,H . a distanza , facendolo osse rvare dalla brig. Regina , da una cp . bersaglieri, dai regg . Genorn cavalleria e da due ber . M . fa parte del IV C. rl"A. di Verona e dipende dalla 9• clivis. territoriale d i Verona. t sede del G19 d istretto mii. Nel 1898, il gonfalone d el la àtà fu decorato della med aglia d'oro per beneme renze patriottiche; e con R. D. 18 lug lio 1926, fu co ncessa alla città la med aglia d ' oro al valor mii., in ricompe nsa dei sacrifici sopportat i per la causa del la redenzione N azionale .

\I. Attacco del Serraglio di lvfa11tova. Il 31 marw 139,, Gian Galeazzo Viscon ti, senza d ich ia raz ione di guerra, aveva fatto e ntrare nel territorio mantovano due eserciti . Comandava il p r imo Ugolotlo fliancardo, il quale aveva seco buon numero d i battelli; Giacomo dal Verme, col secondo esercito, si avanzava da 111czzog-iorno con l 'inte11zione d i passare il Po a Borgoforte; ambedue glè eser• citi avevano lo scopo di penetrare nel Serrag lio. Dopo tre

Serraglio di Mantova fu chiamato il terri torio rna.1tovano compreso fra il lago, il I'o, i! Mincio e ·I 'Oglio .

I. A ;sedio di _l>,.fa11tova (603). Appa rtiene alla lotta fra Bizantini e Longoba rdi, e fu posto al la città d al re longoba rdo Agi !ul(o, coadiu vato dalle miliz ie _ ausiforie a,•are

mesi e 1nézzo spesi in pi<.> cole e rapide scorrerie per le

c.:~mpa.g nc, e in assedi a vari

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castelli, i generali 111ilancsl non erano ve nuti a capo di gettare nn ponte sul Po o sul :Vfincio, perchè i M a ntovani. dalla testa di ponte a Borgoforte . impedivano a , ne• n1ici di navigare sul fiun1e. Giacomo dal Venne av eva radunaro 111,a flotta d i g rossi battelli nel la parte s upcriorc del Po, ma, fermato a Bm--

goforre, non potev~ giungere al Serraglio. Finalmente il r.1 luglio, alzatosi un gran ven-

to, alcune navi inccu<liaric, allestite in precedenza, forono spinte contro il ponte che ch iudeva il passo ; il ponte tu a rso e rotto dai ncmlci ad onta della energica d ifesa di Francesco Gonzaga, e così le Piazzaforte di Mantova (secolo XVII) campagne del Serragl io, pe r tanto te mpo rirnastc. jmmuni dai d anni di guerra, furono date in p red a alla rapacità e slave. Gli assedianti batterono le mura con g li arieti cd al furore dei sold ati. A questa not izia i Fiorentini, ale fecero breccia. L a guarnigione bizantina scese allora a leati del Go nzaga, mand arono i n suo soccorso tre loro capa tti e ottenne d i ritira rsi liberame nte a Ravenna (13 setpitan i : Carlo Malatesta, Paolo Orsini e F ilippo d i Pisa tembre). con 3000 cavalli ed i Veneziani inviarono una Aotta di Il. A;sedio di Manto,•a (1090-91). Appartiene alla calata sette galere al comando d i Francesco Bembo . Il 28 agosto d i Enrico IV di Gérrnania in Ital ia, in lotta con la wn1597 i Milanesi furono d isfatti nei pressi di Governolo; tessa Matild e di Tosca rrn, e fu iniz,iato nel mese di aprile. Giangaleaz w Visconti fece allora tornare dalla Toscana La contessa inviò continuamente rinforz.i e vi\'e ri agli asin Lo mbardia il conte Alberico da 13arbiano con la magsediati. Ma l' imperatore corruppe i difensori e !'11 apr ile gior parte delle sue forze ; poi, assoldato Facin,o Cane 1 r9r essi gli cedettero la città. con cinquecento la nce, e ricostituita una nuova floujgl ia piii for.te della prim a, il 29 o ttobre ordinò di tornare in te rH L A ssedio di Mantova (1256). Fu posto nell'aprile del ritorio di M. La flo tta viscontea trovò a Borgoforte quella J 256 da Ezzelin o da Romano ; per tre anni d i seguito avv-crsaria e la mise in rotta; quind i Alberico da Barbìano , inte1 pola tamen te lo lasciò a riprese, finchè per ultimo, arrivaco con le sue genti , entrò di nuovo nel Serraglio, accostatosi alle n1ura con 24 . 0 00 l i. riuscì ad aprire la spianò varie fortezze, e si portò fin sotto le mura della breccia. Allora i Mantovani scavarono una larga fossa diotro città. Avvic inandosi l 'inver no lé trup pe dd V isconti si riil muro, derivandone l 'acqua d al lago superiore, e , quando tirarono, e si riuscì a concludere u na tregua di dieci ann i, le colonne nemiche scavano per irrompere den tro la città, firmata l'II magg io 1398, solco la malleveria d el la repubtro\'andosi davanti q uesto ostacolo inaspettato, dovettero blica d i Vene zia. arrestarsi ; fatte segno ai colp i di bakstra dei d ife nsori fu.

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rono respinte, e coscrette ad a bbandonare l'assedio. IV . Assedio di Mail/ava (1357). Ven ne iniz iato in fine ~g(lsto d a Bernabò e Galenzo Vi,conti, in g uerra col mar-

VI. Co11ve11zione di iVlantova (20 agosto 1681). Tr a Francia , e M<1ntova. Mancando e redi legittimi, i l Duca lascia :ilh Francia la provincia del Monferrato ed ogni d iri[to su


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Novara, Mortara, Valenza, e come garanzia, la cittadella di Casale, se gli verrà richiesta. In cambio la Francia cede al Duca il principato di Rete! coi ducati di Umen e Charlevillc in Francia, pitt la patente di generalissimo delle truppe francesi in Italia, la somma di 250 mila doppie <; gli onori cl i principe e pari di Francia, nonchè il possesso di C remona e Ghiaradadda, se le arm i francesi potranno conquistare lo Stato di Milano. Il D uca, presentanc.losi l'occasione, stringerà lega difensiva e olFensiva con la Francia della quale godrà sempre di tutta la protezione. Con la convenzione stipulata in Saint Gcrmain in Laye il 16 settembre dello stesso anno, il Duca accorc.la ai Francesi la facoltà di presidiare Casale. La fortezza fu poi restituita nel lugl io del 1685. VII. Blocco di Mantova (1701-1702). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. Gli Imperiali, condotti dal principe Eugenio, rcsisi padroni di rutti i castelli e posti fortificati esterni, 1'8 dicembre 17ot , circondarono M. col blocco più rigoroso. li presidio della fortezza, composto di 5000 francesi, agli ordini del gen .

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sccllo e Guastalla per serrarlo contro la fortezza di ,\J. e privarlo delle comunicazioni con la Germania e col resto d'Ital ia , accrebbe la guarnigione di Brescello e ordinò al gen. Vi5conti di osservare, con scelta cavalleria, i n1ovi111enti del nemico in Emilia. li Visconti si fece battere a Crostalo, e il principe Eugenio, passato sulla dr. del Po, si hattè con i Francesi a Luzzara con esito incerto, n1a finì per ritirarsi dietro il Mincio . V III. ;J.wdio di Mantova (1796-1797). Apjlartienc alle guerre ddla Rivolu,;ionc Francese. Nel corso delle operazioni in Italia fra Add,1 e A dige, il Bonaparte ravvisò I, necessità d'impadroni rsi di ,W. per LOgliere agli :\ustr iaci quel solido appc,ggio e perno di manovra. La piazza era p residiata da circa 15 mila uomini, al comando del gen . Can,to d 'lrlès, ed era ben armata ( 316 bocche da fuoco di cui 18 di grosso calibro, 76 fra · obici e mortai, 60 pezzi leggeri). Delle opernzioni d'investimento fu in caricato il gen . Séruricr: fino dal 4 giugno egli aveva iniziato la costruzione di opere di frome a t utti gli sbocchi,

sen7.a poter fare durante tutto quel 1ncsc alcun tentativo

La fortezza e la città di Mantova nel secolo XVll

Tessi:, si d ifese con frequenti sortite. Nel maggio 1702 il duca di Vandomc, concentrò 40.000 u. sul Chiese e costrinse il p rincipe :Eugenio, inferiore di forze, a ritirarsi fra Asolo e Borgoforte. Quesrn disposizione lasciava esposta uoa parte dell'esercito imperiale alle sortite eia M.; perciò ad evirare ta li sortite da porta P radella e da porta Cerese, il p rincipe fece rizzar batterie contro l'argine di Cercse, coronò COtl c.lue batterie il lago di Paiolo nella posizione di Pictolc, fortificò il villaggio di Ccrese, costruì t re ponti sul Mincio inferiore, e infine prese le disposizioni necessarie perchè il suo eserci to potesse stare rranquillamcntc nel Serraglio, al riparo dalle sortite dd gen. Tessi: comanda,u c dì M . Ma il Vendòmc, passato l' Oglio e impadronitosi di tutti i punti fortificati del J\,fincio superiore, poti: entrare in M . per la cittaclella. A questa notizia gli Austriaci si trincerarono maggiormente al sud della fortezza, per conservare il Serraglio, e, data battaglia fuori porta l'radel la sullo stradale di Cremona, ricacciarono i Francesi nell'opera a corno e stabilirono una potente batteria nella posizione dì Bclfiore . Frattanto Fil ippo V re di Spagna, si. recò a Cremona, dove, preso consiglio <la) Vendome, stabilì di fare uno sforzo supremo per cacciare gli Imperiali da lle linee del Serraglio . Il principe Eugenio, presentendo il disegno dei franco-Ispani di prcnc.lcrc Brc-

serio contro la pi,1zza per il tardo arrivo del parco d 'assedio. li generale Wukassowich tell'tÒ il r6 una sortita mercè l";nione combin ata di due colonne: una cli 3000 uom,m uscita da Porta Pradel]a (strada di Bozzolo) e una di 1500 uomini da Porta Cerese (strada cli Borgoforte) . S'ebbe un combattimento serrato sulle linee stesse del le btr. frances i, ma, dopo c.luc ore di misch ia sanguinosa , gli assediati furono ricacciati in città . Giunto sul luogo, il Bonaparte racc<?mandò l'impulso del- lavor i, insis{enclo pcrchè venissero completati dal lato di Belfiore e cli Montanara (di fronte all'opera Pradella) e da quello di Zipata (poco a sud della lune,ra S. Giorgio). Episocli di maggior importanza s'ebbero nella notte dal 18 al r9 luglio. Per cingere più da· presso la piazza dal lato sud il generale Sérurier ravvisò l'opportunità d'im padronirsi di una posiz ione avanzata che 1a <lifesa conservava dinanz i

ai trinceramenti di l\1igliaretto. li generale Roccavina, che comandava le forze austriache da quel lato, verso le '.W del 18 luglio si vide attaccato sui fianchi da due colonne convergenri t:orn ;1ndatc dai generali Jvfurat e Dallemagn~, mentre alcune scialuppe armate effettuavano sul lago una azione a fuoco diversiva. Gli Austriaci furono costretti ad abbandonare la posizione arnnzata, ma difesero stren uamente la cinta. All"alba essi tentarono una sortita per di')


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struggere una paral lela. costruita dai Francesi, ma furono

a loro volta respinti. t\1a frattanto g li avvenimenti cam.pali incalzavano: l'armat~ austriaca d'ltaiia vcni"a rinforzata i l maresc. Wunnscr preparava lo sbocco da nord lungo le rlue rive del Garda. Il Bo<1apartc dovette perciò mobil itare tutte le forze rlisponibili, togliendo l"asserlio a M. Centoquaranta cannoni del parco furono inchiodati e sepolti nelle t ri1rcee mancando i traini per trasporta rli ; !"opera di due mesi• di tenaci sforzi andava frustrata. li Wurmser tenne a entrare in "/11 . jl 31 agosto: egli ordinò la rnccol ta dei materiali abbandonati dai Francesi e - firla nclo nel successo delle operazio ni campali disponeva che la guarnigione della piazza inca lzasse le forze del Séruricr. Gli avvenimenti volsero invece a danno degl i Austriaci: dopo le giornate d i Lonaro e Castiglione e la ritirata del e

\Vurmser Ja divisione Séruricr fu di nuovo a\'viata V('::rso la piaua(ortc. La guarnigione austriaca s'era d istesa nella regione del Serraglio: -spingendo distaccamenti verso ) 'Oglio; il gen. Sahuguct. preposto alle operazioni d ' investirr1ento, dovette li.ir'litar:.,;i a disporre in senso assa i largo sommarie 1nisurt: d i blocco, mancando dei n'laterial i d'assed io . Frattanto il Viurmser, battuto sull'Ad ige, rip,1ra"a in direzione di M . ove entrò il 13 setternbre: i l Sahuguct, benchè d isponesse di c irca 10 1niJa uomini, non riuscì ad impedirlo. Il Wurrnscr, appoggiandosi alla piazza, tentò la sorte delle armi. Il giorno 13 il gen . fra ncese Sahuguet attaccò Yerso la Favor ita e p rese tre canno ni .a gli Austriaci, n:,a quesli con un contrattacco rigettarono gl i assalitori e ripresero i loro pezzi . Il 14, verso Castella ro, 13 bg l. austriaci , attaccati da trup!)<' della divis. Massena, tr>Hten ncro i Francesi finché il gen. Ott, uscito da M . con 24 sqdr., li caricò e !i costrinse a ripiegare. ~(a lo scontro 1

principale si svolse il 15, dar1do luogo alla battaglia detta -della - favorita, -0 di San Giorgio, alla quale presero pan, 20.000 France~i e a1tn:tta1tti Austriaci. In 'queste posizioni il Wurmser aveva schierato tutte le forze d;sponibili. Il llonaparlc lanciò il gen. Sahuguet a dr. contro la Fa,orita e il gcn . Bon a sr. contro San Giorgio; fra queste truppe a"a nzò contro il centro austriaco il gcn . Masse na. Il 'Wurmser, attaccato dapprima sulle ali, sguarnì il centro per rinforzarle, e i! Bonaparte ne approfittò per lanciare all'attacco le truppe de l Massena. In breve g li Austriaci. battuti, si rinchiudevano in città~ avendo lascialo su l campo 2500 morti e feriti, e 2 000 prjgion_ i eri.

In M . t rovavansi 25 mila fanti e 5 mila cavalieri , forza eccessiva, in gran parte inutilizzata, che pesava grandemen te sul consumo dei viveri. Le febbri malariche infierivano per modo che in breve i difensori valid i (umno ria circa 15 mila . L'attiv it,ì della guarn igione non era recessiva : il 2 1 settembre s'e bbe un'escursione dì cava}. kria Ycrso Castcllucchio; ma , nonostante il meditato ripiegamento dei Francesi , essa non osò spingersi oltre. li 23 \'i fu un attacco al ponte di Gove rnolo, respinto con perdite. Vi~to che mancava occasione di azioni ali 'aperto, il generale Kilmainc. comandante temporaneo delle truppe d 'ìnvcstìn,ento, decise di attaccare il 29 i due acca1npan1enti au,triaci posti d ina nzi alle porte Pradella e Cerese : dinanzi al convergere delle colonne d'attacco i di fensori sgornbrarono senza resistenze notevol i, cositchè si. potep rono bloccare i d ue sbocchi. Il 1° ottobre fu blocca,ta anche la C ittadella . La d ifesa man ifestamente languiva: una sorlita sr1lh1 strada d i Soave per sa lvare foraggi che i frarrn.:si accingcvan, i a bruciare, fu respinta il 7 oltob rc; un tcr,tativo di scalata delle linee del forte di S. Giorgio d ,)U1

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Assedio di Mantova nel 1 ;99


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fu faciimente sventato nella notte del 18 . Erano gli ultimi bagliori : I "infier ire delle malattie e la penuria dei v1vcr1 para lizzava l'cfficiem:a delle truppe e l 'iniziativa ciel comando. Verso la fiflc d'ottobre, per difetto di carne bc,vind si co1ninciarono ad uccidere i cavalli; er:i onnaì manifesto c.hc, senza. l'intervento di

soccorsi esterni,

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piazza era condan nata. Peraltro, la ripresa ùcll'attività avver.uta in autunno sotto l'impulso del nuovo .;,,mandante ·delle forze austriache marcsc. Alvinzy, consigl iava ai Francesi di sot1rarrc forze al corpo rl ' investimento per port arle a Verona: cosicchè nel novembre rimanevano a M . solo a!cunc migl iaia di uomini agli ord ini del generale Miollis . Per evidente: difetto di tempes.tivc informazioni, il \ Vurmscr non ne prolinò al momento utile: la battag lia d 'Arcolc, sforzo ;:onsiderevole per venire in soccorso della p iazza cd operare la congiunzione J elle forze, si svolse il 15, 16 e 17 novembre senza che la . g uarnigione desse segno d i vita . Il \Vurmsct tentò vanamente una sortita solo il 23,

(gen. W ielkorski con 1300 nom ini) limitando a circa 500 uom1n1 il presidio dell'opera l'radella (gen. Bellcydier) . AU-ord ine diretto del comando nel\ ' interno della piazza erano circa Gooo uom ini . Il gcn . austriaco Kray, preposto ali 'i nvestimento, spingeva alacremente i lavori, ad onta cli varie sortite dei Francesi, quando alla metà di giugno un ord ì11c del ge11erale Suvarov ricbiarnò la maggior parre di quelle forze sulla T rebbia per partecipare a q uell 'azione campale. Il Kray fece poscia ritorno con rinfor7,i che ckvarono a circa 40 . 0 0 0 uomin i \ 'effettivo del corpo d 'a,. sedio . I lavori s'intensificarono principalmente sul margi ne ovest e sud della piazza, specie di contro all 'opera Pra-

MANTOVA ... a,,~i,,.. ~

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q uando il generale Kìlmainc era già tornato sulla line~

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d "i1n'esrimemo con le forze ricondottevi da Verona. Dura le,,i,Jnc circa le occasioni perdute, che talora potrebbero invertire le sorti di una campagna. L ' ultimo episodio notevole s'ebbe dopo la battaglia di Rivoli : il generale P ro-

6' l'o1ln,v.o /inp,.,./.,lA

vera,

proveniente da Anghiari con una colo nna di Au-

striaci , sperava di effettuare di sorpresa la penetrazione nel la piazza n1crcè un attacco in accordo con la guarni-

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g ione, c he valesse a rompere l 'investime nto . Egli si d i~ resse su M. da lato di S. Giorg il), ma crovò le lince vig ili e g ucrnilc; potè tuttavia cornunican.: col \Vurmscr a

mezzo rii un ufficiale montato su un bancllo e concordare un 'azio ne simultanea. Il rnattino del 16 gennaio, in fattj, mentre egli attaccava la posizione della Favorita: il \Vurn1sc..T tenta va una sort ita ver50 Sant'An tonio. Ma

ormai altre forze francesi erano a portata : menrre il Sérurier interveniv a subitot g iungeva nel raggìo lattico il ge• nera le Vietar> già spinto jnna nz i nella nulle da Rover•

bella, cd a ltre unità che il Bonapane faceva convergere di là su M. S'ebbe così un'azione campale (seconda battaglia della Favorita) nettamente sfavoreyo[c agli Austriaci : il Wurmser fu respinto nella piana; il Provcra accerchiato

fatto prigioniero coi 6000 uorn.ifli che ancora gli restavano. Dopo tanti mesi di tenace n::sis tc.nza s 'a pprossimava

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ormai il m omento della resa. Il d ifoHo d i 1·iveri, l'infieri ,:e dei mort i (oltre 7000 ammalati negli ospedal i) e i ripetuti insuccessi, decisero il marescial lo Wurmser a trattare. La guar nig ione ridotta a 13.000 uomini fu dichiarata p rigioniera i ino a prossima occasione d i scambio ed inviata in Friu li diet ro garanzie. Al venerando maresciallo fu concessa onorevole uscita con numc rnso scguito 1 de l s uo valore, per volontà personale del Bonaparte che ,tenne a mostrarsi generoso. li 3 feb-

Piazzaforte di Mantova (secolo XIX)

jn riconosc imen to

braio i Francesi occuparono la piazza, impadronendosi d i 538 bocche da fuoco e d i numeroso ma teriale, oltre qudlo

della. alla Porta Cercse e ai tri nceramenti d i Migi iarcttu.

Nella prima q uindicina di luglio, a 111alg rado dei fuoco

francese abbandonato in precede nza. Non vi rìrnancvano

violento della d ifesa, la line,i di comrovallazio11c andaYa saldamente organ izzandosi. Nel la notte dal 13 a.I J4 lu -

viveri che per tre giornate .

glio curninciò l' apertura del la tri ncea di approccio; il rs

IX. A,,sedio di Mantova (1 799). Appartime a!l'imasione degli Austro-Russi in Ital ia . Sui primi di apri le la rit irata del generale Sc!térer suJ l'/\dda abbandonava M . al proprio destino . Il governa tore francese generale Foi,sac

fu stabilita la prima parallela, il 17 e r8 una seconda. completate, estese e collegate entrambe nonostante il [uoco vivace della J ifesa . Nella notte rial 24 a l 25 luglio \'assed iante tentò J 'impaclronirsi del campo trincerato del

Latour, vi disponeva di circa

Tè. mcrcè l 'azio ne di duc co lonne conYc rgenti, mc ttcndo

10

rnila uomini~ in buona

parre reclute ; la piazza abbondava di vi\'eri , ma vi d ifet tavano i l materiale sanitario e le clotazioni per l'artiglieria e il genio. Il comanda c, ,c presidiò la Cittadc\ \,i {ge n. Monet con circa 1000 uom ini), la lunetta S. Giorgio (gen . h1eyrer

con cin.:a

1200

uomini) e i trinceramenti di .Mìg liaretto

in scrio pericolo la difesa ; ma 1 a prezzo di faticosi sforz i.

la situazione fu ristabilita. Il 26 luglio erano g ià in azione contro J·opna Pradella , l' isola Tè e il bastione d i S. Ales• sio n o pezzi , che ridussero al silenz io q uasi tutte le opposte batterie. Meno intense, sull'altra sponda . le az1on1


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a fuoco contro la Cittadella. Riunito un consiglio d i g11erra il Governatore dovè decidersi a restringere )roccupazjonc per poter presidiare meglio la fronte sud: il forte S . Giorgio fù sgombrato nella notte <lai 25 al 26. L 'evacuazione dell 'opera Pradella richiedeva invece preparativi più laboriosi , data l 'insistenza degli attacchi e la continua v igilanza nemica. 11 r itiro del presidio era d i necessità connesso all 'im mediata rottura della diga di cong iunzio ne con la città, importando frapporre un osracolo, mercè l 'allagamento del bacino del Pajolo, a protezione delle fronti O\'est e sud . Il d ifettoso brillamento della m ina predisposta impedì il deflusso delle acque esponendo la piazza al pericolo d i un 'i rruz ione dell 'avvcr sario dal fronte cli gola dell'opera abbandonata. La situazione era quanto mai criil tica: si fu a quc~to punto che il geoeralc Kray q uale già aveva fatto invano in precedenza una prima intimazione d ì ,:,;·, a inviò un parlamentare a proporre la capitolazione informando il governatore di tutti gli clementi della situazione esterna che stavano ad escludere la possibil ità di soccorsi alla piazza. La maggioranza del consig lio di difesa si pronunciò per l'apertura di trattative. Il 30 luglio si firmò, difatti, la capitolazione, in forza della quale la guarnigione a\'cva libero passaggio per r ientrare in Francia sino alla prima occasione d i equivalente scambio di contingenti . Erano trascorsi appena 17 giorni dalla prima apertura della t rincea. Gli Austro-Russi trovarono nella piazza 673 bocche da fuoco, una flottiglia di ! 5 cannoniere e viveri per alcuni rnesi.

X . Occupazione di Mantova (1814). l i giorno 8 febbraio 1814 il vicerè Eugenio, assalito dal maresciallo Bellegarde, fu costreno a ritirarsi dall'A<lige al Mincio , facendo .lv/. perno deila d ife;a di detto fiume. Bellegarde, passato I" Adige a Verona, fece aggirare il lago cl i Gar da per Rocca d 'Anfo e mosse col grosso delle t ruppe per forzare il Mincio a Pozzolo, Borghetto e Monzambano. Eugenio sboccò da M . per attaccarlo d i fianco, s'impadronì di Pozzolo, d istrusse il ponte e spinse rapidamente le sue colonne ~u Valeggio. Bellegarde, minacciato serinmente sul fiume, fu costretto a richiamare in fretta le truppe già passare sulla riva d r. ed a r inunziare all'impresa. Due g iorni dopo il gen . austriaco volle ritentare la prova per Bo rg hetto, ma fu nuovamente rintuzzato da Eugenio, e l'ala d r. che era scesa a Salò, fu rigettata cun perd ite sui monti. Dopo questi inutili ,te;1tat ivi, Bcllcgarde rimase inattivo, fidando nei progressi delle arm i napoletane g uidate da Mmat (alleato degli Austriaci), sulla riva dr. del Po, per spostare Eugenio clalla sua forte posizione. Questi approfittò d i tale inazione per m andare un corpo di 2 0 . 000 u . comandato da Grcnicr sulla dr. del Po per combattere Murat, m a q uel corpo YÌnto

dovette ripiegare su Piacenza, dove l'annunzio

della caduta d i N apo!CGne fece sospendere le operazio ni. T.a co,w enzionc Stipulata al castello Rizzini fra i bell igeranti mise il malumore fra i parrion i ed i soldati italiani che non intendevano seguire le sorti della Francia, ma volevano la ind ipendenza e Zucchi in M., Bertolctti in Peschiera facevano giurare alle · truppe che prima di cedere sarebbero stati sepolti sotto le rovine della fortezza . Intanto gli Austriaci si erano portati a Milano, dove il 13cauharnais, abbandonato da tucti, fece altra convenzione col Bellegarde per la quale cedeva M. e Pesch iera . Il ge n. Zucch i ohbedì e .il gen. austriaco lvhycr, e ntrò in ò t<tà per la porta S. Giorgio.

Mantova. Brigata di fa nte ria <li linea costitu ita nel 1915 per la d urata dell a guerra i talo-austriaca ( r915-1918) dai depositi del i2 e 79 fanteria, coi - regg. 113 e " 4· Du-

rantc la guerra fu inizialmente d islocata in Val L aga rina. partecipando alle operazioni contrn M. Giovo-Besagno, Zug na Torta e Costa Violina. Trasferita, nell'ottobr e 1916, sull 'Isonzo operò fino all 'ottobre i9r7 contro la fronte Lukatic-q . 238-Vcrsic, che riuscì gradualmente a conquistare. Anche la contr astata q. 146 cadde, dopo accanita lo tta, in suo possesso. Inviata poi sull'altipiano di Asiago fu schierata p rima in Val d 'Assa e poi nella zona fra Val (,ranez.za-M. Sprunk-Pria dell ' acqua . Rich iamata sul Piave per la battaglia del giugno, puntò accan itamente contro la fronte Casello ferroviario , Bojacco, Nervesa , ove riuscì ad arrestare il nemico, spingendosi verso il M ontello ira V illa Berti-q. r41 -Abbazia d i Nervesa . Durante la nostra o/Tensiva finale la brigata, passato il 27 o tto bre il P iave, occupò ~loriago, F ara d i Soligo, le alture d i S. Gallio ed il Passo d i S. Bolclo. Il suo contegno in g~erra, le valse o ltre alla citazione sui bollettini d i guerra del Comando Supremo n . 731 del 25 maggio 1917 e n. 1123 del 2r giugno 1918, la concessione della mccl . <l'argento al n4<> colla seguente motivazione : « Per lo slancio, l 'ardimcn,to e la tenacia onde conqu isrò for midabi li posizioni a prezzo di largo e generoso tributo di sangue, dando valid issimo contributo al buon esito della battaglia (Jamiano, 23-27 maggio 1917; Mo• riago, 26-29 ottobre 19, 8; Passo S. Boldo, 31 ottobre r918). G ià d istinrùsi per la tenace resistenza opposta da l suo 11 battaglione all 'incaJzante avanzata nemica (Zugna Torta, 17 maggio ,916) " . La brigata .fu comand ata in guerra successivamente dai seguenti generali : Gazzola (r915-r6); Faconti (1916); Vilaln is (r916); De Negri (1916-17) ; Ferrara ( 1917); De Angclis (19, 7-18); Paolini (1918). Le sue perdite ammontarono complessivamente a ufficiali, m . 56, feri ti 149 , d ispersi 30; truppe, m. 6u, feriti 2971 , d i. spersi 31,6. Festa dei Reggimenti: Per entrambi il 27 ùtt0brc, anniversario della battaglia d i Vittorio Veneto. Colore clelle most rine : Metà superiore verde e metà inferiore giallo nel senso orizzontale.

-'!antovn . Reggimento Lancieri , ~ostituito a Bologna nel

1909 con sgd r. tratti dai preesi:;tenti reggime nti Njzza, Pie~ n1onte Rea.le, S<1voia, Gcnov;i

cavalleria e

dai

lancieri

di

Firenze. Pt-r Ja guerra italoturca 191 1-12 lornl i suoi gre-

gari a reparti dell' arma mobilitati. Durante la gt1err a italoaustriaca (1915-1918) operò inizialmencc ndla zona di Mon falcone scontranòosi col ne-

Stemma dei Lancieri di Nian tova

mico ad Ariis . Fu poi ad ibito al servizio cl i d ifesa costiera alla foce dcli 'Isonzo . D u. rame l"otfensi\' a aust riaca del giugno 1916 nel T re nt ino impeg nò i suoi riparti m itragliatrici . Ncll"otto bre-novernbre 191 7 prote,sc il ripiegamento delk nostre retroguardie dal

S quillo dei Lancieri di l\ilantova

T orre al Piave. Ncll"ottobrc 1918 insegu, il nem ico m rotta >Ostcnenùo cruenti scontri a!la Live nza, al !vfeduna e a l\1o rsano n\·e, vinc3 )'accanita resisrenza dd nernico, lo ca-


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MAO

ricò verso Castions d i Strada. Costituì la 856• cp. mitragl iatrici, appiedat a. li suo contegno in g uerra gli valse, oltre alla citazione sul bolleuino d i guerra del Comando Supremo n. 12i,t del novembre 1918, la concessione della medaglia d i bronw al valore coll a seguente motivazione : " Già d istintosi sug li albori della );llerra, suonata l 'ora della riscossa, i suoi lancieri assalirono il nemico alla Livenza, lo ricacciarono al Meduna, lo incalzarono al Tagliamen to, finchè, sul campo di Castions di Strada , ne vinsero la estrema e pugnace resistenza». (Ariis di Monfalcone, 5 giugno 1915; Castions di Strada, 31 ot tobre-4 novembre 1918). Nel novembre 1919 il " Mantova » fu d isciolto. Festa del reggimento: 4 novembre : anniversario del combattimento a Castions di S trada. Motto del reggimento : « Referam t ibi Mantua pa!mas ».

Manu (Giorgio). Generale romeno. Durante la guerra turco-russa del 1877-78 ebbe il comando della 4• d iv is. e nel maggio 1877 d ifese val idamente le posizioni d i Olte• nitza, costringendo i Turch i a rinunziare alla lotta . Si distinse nella difesa del D anubio e ncll 'i.nvestimcnto d i Plcwna. Manubal i sta. (V. Balestra). Co,ì era chiamata

una specie tl i halestra a t iro diritto usata dai Romani fra gli strumenti d i guerra delle legioni.

Manubrio. Così è chiamato, nei fucili, yud pezzo di ;netallo sporgente normalmcme all'asse del cilindro om1ratore, e che generalmente termina a forma di sfera . Serve per maneggiare il cilindro ouuratore nel C'1 ricare e nello scaricare l 'an na.

Manuel (Stefano). Generale, m. nel 1S93. Ufficiale di fanteria, prese parte alle guerre ddl' indipcu<lenza ed a quella in Crimea: nella campagna del 1859 meritò la med. d'argento. ColonnelJo nel i864, comandò )'8° granatieri d ivcnc1to 78° fanteria . In riserva nel 1873, venne promosso magg. generale nel 1874.

809 mcd. d'argento: una sul Magnaboschi e l' altra sul S. Michele, ove riportò u na grave ferita, per la quale dovette lasciare il servizio attivo. Colonnello nel 1917, venne nd 1925 riassunto in servizio q uale invalido di guerra e nomina to comandante il distretto mil. di Sassari. Collocato· a riposo nel 1930, fu nello stesso anno promosso gcnerak d i brigata nella riserva,

A-fa11unta Celestino. Cencra!c, fratello del p recedente, n . ad Alghero nel 1872. Sottor. cli fanteria nel 189z, fu in Africa nd 1896. Partecipò a lla guerra 1915-18 rima nendo ferito• (1917) a Plava e meritandovi una mcd . d'argento. Da tcn. colonnello, assunse il comando del 279" e poi del 19° fanteria, meritan do sulla Bainsizza una seconda med . d'argento, e rimanendo · nuovamente.:. ferito. Promosso colonnello, ebbe nel 1918 il comanJo del 25" fanteria e poi del 152°, il quale durante la battaglia del Piave ebbe la mcd. d 'oro al valore, mentre il colonnello vi guadagnava la croce di cav . dcll'O . M. S. Partecipò con lo stesso reggimento alla battaglia d i Vittorio Veneto. An<lò in P . A. nel 1929 e nello stesso anno in congedo assoluto, col grado, di magg. generale.

Manutenzione stradale, ln guerra, viene assicurata mediante un apposito servizio organizzato c retto da fun. zion:lri del Genio civile, coadiuvati da uO-ìciali spcci~l isti,.

co lt i di norma dalle classi più vecchie o d alle categorie in congedo. Il serv izio è così congegnato: Con1piti di 9ucsro speciale servizio sono : mantenere in efficicnz,a la rete stradale a tergo dell 'Esercito operante, eseguire lavori di riattamento, coslruin,; opere d'artc1 sgom~ berare la neve, ecc. Varie sono le cause determinanti Jd logoramento delle comunicazioni: le più gravi possono es-

COMANDO GENERALE DEL GENIO Ispettorato del Genio Civile I y

COMANDO DEL GENIO D'ARMATA Direzione del Genio Civile d'Armata

..

..I

I

PERSONALE

J\1anue l Giacinto

Manunta Celestino

Manunta Manca (Ciov"'uri). Genera le rlei carabinieri , n . a Osi lo (r836-r911). Sottot. d i fanteria nel 1859, partecipò alle campagne del 1859, 1860-61. Passato nei carah inieri nd 1861, nello stesso ·1rnno ebbe b mwzionc onorc:vole nella campagna contro il brig:=rn taggio, a Ventruscclli. Colonnello nel 1889, comandò la leg io ne d i Napoli e nel 1896 andò in P . A . Magg. generale nel 1898, nella riserva n el 1899, fu promosso ten. generale nel 1908.

Ma,wnta Gai•ino. Generale, 11. a Sassar i nel 1868. Sottoicn . di fon rer i~ nel 1888, paneci1,ò alla guerra libica del 19J 1-12 e .a quel la del 1915 e nel 1916, meritando due

MATERIALE

Normale

Avventizio

Fisso

Mobile

Canto11icri

Squadre

Deposito attrezzi

COlll])l'CSSOTÌ

A n uaffìa tori

1nateriali ·v ari

Spazzanevr ccc.

lavora tori

I

sere in relazione agli agenti atmosferici ed al traffico: pioggia, nevicate, gelo . Le cause di logoramento relative al traffico si riferiscono all 'azione d i rotolamcn10, di strisciamen to e d'urto effettuata dal carreggio ed a quella. tangcn7,iale delle ruote motrici degli at1tomcz1,ì. È evidente

che dove il traffico è maggiore, molt i saranno i dan ni arrecati alla strada; e tanto più saranno gravi quanto

maggiore sal'à il trafiìco UegJi ~utomczzi . D':.ihra pane la


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buona conservazione ck ll:t rete strada le influisce su l rendimento del traffico ,tesso. Su buone strade si possono co•~re maggfflri - vcloei!¼-c m:c.s,ima ewnomia nello sforzo di trazione. Durante la guerra mondiale, sul la fronte italiana furono impiegati 40 mila operai in periodi nC1rmali e 50 mila nel periodo dello sgombero delle nevi . In Francia si calcola fossero adibiti alla .\f. S. 78 mila soldati e 10 mila borghesi.

Manzi (Stefa110). Generale, nato a Milano nel 1866. Sottoten. di fanteria nel 1890. divenne colonnello nel 191 7: com,rndò il 31° fonreria, chbc la med. d i b ronzo a Jami,rno e lasciò il servizio attivo poco dopo la guerra. Nel 1926 fu promosso generale di brigata nella riM:n·a e nel H)Z9 ven ne collocato a ripoiu. Manzikert. Località del vilayer turco di Bithis, deua anche Man:::kic,·t, o Afalale:rrd.

Bauag/i11 di .\1an:::ikert (w agosto 1oì1). Appartiene alle: guerre dei Turchi contro l'impero greco di Costanrinopoli . L' imJJeratorc Romano !V, a ll 'avanzarsi dei Turchi nei suoi territori dcli" Asia, ingannato da una fal>a notizia, aveva distaccato dal suo eserc ito, forte ui 60.000 u. contro il p:ircre dei suoi generali, la sua fanteria, ed in.

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posta· di so la cavalleria si dispone su tre corpi. [I primo . comandato da Alp-Arslan, de,c attaccare il nemico d, fronte-; il secondo ~i co>loca in imboscata dietro un bosi;o che lo nasconde ; il terzo ha l'ordine di attaccare i Greci sul fianco sinistro. l Turchi aucndono a piè fermo I 'attacco dei Greci, e dopo avere opposra u n a p ici:ola resistenza, si ririra lentamente allo scopo di attirare gli avver.ari nell'imboscata . Romano avanza con prudenza, e, soprn,gg iunta la notte, batte in ritirata. Anclronico, clic otliav:, l'imperatore, dichiara apertamente che <1ues10 movimento è una fuga e le .;uc parole spargono il panico fra tutte le truppe, che prese da Iolle terrore si precipitano verso g li accampamenti. I Turchi allora si mettono all'inseguimento dei Greci che fugg-ono, ne ma..;~ncrano un gran numero e fanno JJrigionicro Romano, che era stato abhandonat.o da, suoi. In seguito alla disL\lta elci Greci i Turchi invasero le provinc ie dell 'i\sia Minore e vi si stabiliro110.

Manzini (Italo). Gencr.,le, n. nei 1860. Sottot. di fanteria nd 1882, fu in Libia e la;i;iò il servizio attivo 11c l 11115, anno in cui fu promosso colonnello in r. A. :,./cl 192j di,·ennc generale di brigatJ nella riserva. Manzoli (Giulio). Generale. n. e m. a Triuggio (1847•1927). Sot• totcn . d'a rt. ne l 1866. divenne colo nnel lo comandante il 7" art. da campagna nel 1899. Magg. generale nel r905 , comandò l 'art. cli Alessandria. e fu poi ispettore dell'art. eia cam1)agna. In P. ,\. nel 1909 , fu promosso tcn. gc,H> raie nella riserva nel 1913.

Manzoni

(C,rr/o). Generak. M anzoli Giulio ad Ancona 11cl 1871. Sol· totcn . di fan1eri;i ne! 18<;1, fu in Eritrea erl i11 Libia ove nel 19 14 meritò a 1/.uctina la m cd. d i bronzo. Colonnello nel t9tì. comandè, nella guerra contro !"Austria il 55° fanteria. Ancora in Libi~ 1icl 1919-20, fu adcletro al tri!l1111a lc mii. di l)crna. Lasciato poco dopo il servizio a.cti\'o. \'en11c nel 1926 promosso generale di brigata in A.R.Q. 11.

Battaglia cl i Manzkiert (1071) E, riserva dei Grccii C, centro del loro schieramento agli ordini dell'imperatore Romano IV: B, D , :.li; F, corpo princip:ile turco, agli ordini di Alp Ar-slan; e;, illa destra. L'al:t sr, è imboscata più lontfmo e ind ietro

di cui non conosceva la forza, repa rti d i tt·uJJpa ins ufficienti , che furouo , ucccssiva• mente battuti e annientali. Il 25 agosto fu a,·,·ertito che un esercito turco, di 8 0 .000 u., com;111dato d:1! sultano A lp-Arslan . si trovava a breve distanza. Rich iamare le truppe distaccate, queste, anzichè obbedire, passalo il Tigri ,i ritirarono in Mesopotamia. Al le offerte d i pace del sultano, Romano oppose un rifiuto e si preparò a combattere. L 'esercito greco, composw .oltanto di ca,allcria, si dispose su una sola linea ci iviso in tre corpi. li gen. J\lratè~ di Cappadocia comanda l'ala destra; l'imperatore il centro, Brycnnius 1·a1a s1111stra . e il gcn. And ronico, con I~ riserva. forma la ,ernnda linea. Anche l 'a rmat:1 turca , wrn • ,·ì:.lto contro !'e,ercilo ncn 1il:o.

Ma11zo11i Cesa/'t'. Colonnello e scrittore mii., n. a Bergamo nel 1883. Sottot. di fanteria nel 1903, frequentò la scuola di gueua e passò nel corpo di S. M. Partccipè, alla guerra cont ro l 'Austria, e vi mer itò la ,ned. di bronzo ~ul C'..ar.o e la croce di cav . dcli 'O. M. S. od Trcnuno. Colonnello nel 1918, fu per parccclii anni imcgnantc alb scuola di guerra. Nel ,927 passò al 23 1° fanteria e nel 1q29 ritornò odio S. M. Pubblicò un volume sull' « Ord111a111cnto cicli ·esercito metropolitano ,,. Manzulagà. Funzionario wrco della Reggenza di Al• gcn. istiwiro nel sec. XV II ,131 sultano, per frena re l"nurorità chl' si erano arrogata i pascià a danno della Porta. li .\/. r,1pprcscntava gli interessi della milizia, imponc,·a 1 • tasse. an1ministr~wa il tesoro e pagavn le truppe. Con Ja sua istituz;onc le funzioni del pascià, nel governo della

Hcggrnza, divennero semplicemente decorative.

Maometta. Nome dato dagli Italiani del medio c,o e moderno alla ciu?i di Hammamcr, nel golfo 1•monimo, in Turch i,1. Venne assa lirn il 14 agosto 1806 da u na piccola llotta cristiana. comp<>sia di 7 galere siciliane, condotte dall"adelanrndo di Casriglia, e 3 galcr,· maltesi , agl i or• dini del generale de lle ga\er'c d i malta, Fra· Spel lctta.


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Le t ruppe ùa sbarco sorpresero la città, la presero e la posero al sacco. Mentre però indugiavano sul posto, sopraggi unse un ·nugolo di cavalieri saraceni, i quaii avvilupparono i Cristiani che cercavano di torna re a lle navi, e ne fecero u n massacro. Vi perdettero 500 u . i Sicilian i, -compreso l"adelantaòo; 39 cavalieri e 70 soldati i Maltesi. Maometta. Nome dato a u na delle due enormi bombarde turche (l'altra era la « Sultana», che scoppi/, al primo colpo), adoperate nel!"assedio d i Co9rnntinopoli. Era jn bronzo, tutta d'un pezzo, con proietto in marmo, del la

ri rconfere nza d i due metr i e mezzo, e del peso d i 6oo K.g. Occorrevano per il tra ino di q uesta bombarda 70 paia di buoi. Potc,·a tirare o tto o nove colpi nelle 24 o re .

cava d vento . Le M. moderne sono gencralmc□·tC in ferro, rna ne csiswno anche in legno <: se ne sono cosLruite in cemento annato. -Vcngo110 rimorchiate da alcri battelli.

Maori. Popolazione indigena del la Nuova Zelanda, cli indole bellicosa, contro la quale gli In glesi ebbero lungamente a lott'arc pcc l 'occupazione della loro regione. Avendo l"uso elci tatuaggio , quando un giovane aveva preso parte ad un con1battimento, gli venivano iw.:isi <lei rlisegni sul volto, e, ogni vo!ta che aveva compiuto una azione brill2nte, si aumentava il numero di guei tatuaggi, di modo c he i p rodi avevano tutta la laccia coperta d i cicatrici, ma disposte con a.ne , che costituivano il ll moko }). Obbed ivano ad u n capo che aveva un potere quasi assoluto.

Maometto. Fondatore de ll'Islam ismo (571 -632). Dopo vari anni di g uerra contro i Coraisciti, riuscì a conquistare la Mecca (1630). Con la v.i ttori a di Honain si r<.:se pa<l rone d i tutta l"Arabia, poi con<JUiscò varie città della Siria .

Maometto 11

!vlaomc/lo ll il Grande. Sul tano di Turc hia ( 1430-1481) . Sall al crono nel 1451 e nel 1453 conquistò Costantinopoli; s"impadronì anche dell' Albania, della ~erbia e della Va-

lacchia e · prese ai V enezi;ini Scl1t;1 ri e :,,,.Jcgroponte ; fu scon litro a Rod i dai cavalie ri di S . Ciovanni nel 1480; saccheggiò O tranto; tnorì ment re cornpi\'.'."l un ' impresa con• tra la Persia .

Maometto l ii (1642- 1691) . S i battè comro l 'Aust ria , !a Russia e Vcncz i,1, alla q uale tolse le isole d i Tenedo e Lemno. Le sue.:; truppe presero Candia, 1na \'cnnero bat~ tute a San Gott ardo (166,\) e sotto Vie nna (1683) perdendo l'Ungheria, mc.otre Venezia ricuperava la Dalmazia e la t-.1orea. Venne deposto da una rivolta <l i giannizzeri;

Maona. Societi, com merciale sorla 11el medio evo a Genova, in accordo con lo Stato. per lo sfruuarne nco di .colonie o rii st abili1nen ti all'estero. Può es,ere considerata come la p rogenitrice di imprese consimili . delle qua li !a piè, po tcmc fu h Compagn ia delle Jndic. Le M . genovesi e bbero navi e soldati alle p roprie d ipenden ze, e compirono 11ei mari d 'Oric1He molte imprese belliche: :, Cipro nd 1373 , p rendendo Famagosca, e ancora nel 1403 1>cr la d iksa dell'isola; a Focca; a Ccuta; a Chio, ecc . Quest 'ult!ma isola, occupata nel 1346, venne tenuta dai Geno.vesi fino ;il 1566. La perdi ta dei possed imenti in Oriente

Mapei (Nicoluì . Generale, n . nel r865. Sottol. cli fanre•ia nel 1884, frequentò la scuola d i guerra e lasciò il servizio attivo ne l 1910 col g rado di capitano . Nel 1929 raggiunse, nella riserva, il grado di generale di brigata. Mapello. Castel lo sul lago di Mantova . Ne l 1373 fu occupato da Amedeo Vl di Savoia. capitano su p remo del!a lega contro i Visconti e.li Nlilano. Marabottini (Vespa,ia110). Capitano del sec XVI, n . d i Orvieto. M ilitò al soldo della Chiesa sotto Pio V, e in Francia sotto E nrico lii. Marabotto (Frances,·o). Genera le, 111 . nel 1892. Uf1i ci3[e d 'art ., partecipò alle guerre del l'Indipendenza cd ,, qi,clla in C rimea. Colonnello nel 1860, coman dò l'art. d ella Sicilia . Magg . generale ne! 186 1, fu comandante l "art. del 4° clipartimcr1to e poi d ivenne membro ciel comita to dei'"art., c:i rica che mantcnn~ nel 1866 colla promo -

z ione a tcn. genera le . Nel 1871 passò nella riserva. Marabutto. Tomba dei santoni musulman i. !'resa del fort,· del Marabuno (21 agosto 1801). Apparriene alla camp,1gna d'Egitto del 1801 . Il gcn. inglese H utchinson , avendo deciso <li forzare le posizior1i dd gtn . Menou, al lestì una tlottiglia sul lago Marcotidt:.: e vi fece i111barcare 4000 u. a! comando del gen . Coote, il q uale, il 17 agosto, si d iresse tra il M . e l' isola Mari111 , mentre l 'Hulch in:s.on s tesso, a( la lesta <.klla maggior pane delle trnp pe, taceva ,ma d iniosrrazione contro i trincerametili di t<icopolis. Me nou si lirnirò a mandare verso il :\1. circa 600 u. agli o«li ni del gcn. Eppler, per imped ire lo sbarco degli Inglesi. Q uesto piccolo reparto nòn er, ostacolo sufficiente cd il gen . Conte potè sbarcare scnia opposizione , investendo il lvi . , che capitolò il giorno 21 : g l; l nglesi, rin forzati da 2000 Turchi, tacciarono Ep pler dalle posizioni occupate.

,cktcrrninò la cessazione degli istituti che li reggevano . .\1aom1.

Grossa imbarcaz:ione da carico, scn9.a vdc e

-senza remi , che sì usa nei porti m il . e mercanti li per il ca rico e lo scarico delle n1erci . Il norne è òi origine araba e non è clic la traduz ione in ;irabo dell a parola Vaso {ma-hon). La c:apacità del le M. è dalle 50 allè 100 tonn. Nel med io e vo presero tale nome alcune nav i da tr,:sporto, di for111a tozl.a e di grande capaci/.à , che seguiva no le flotte eia g uerra . Avevano vele 'luadrc e furono usale specialmente con1c nav igli da ,..-.arico, ma talvolta anche a rmate in guerra, simili allora alle galeazze, spe ~ -cialmcntc a Costanti nopoli, in Siria cd in Egi tto . Olt re alle vele era no <lo talc anche di lu nghi remi, in numero ,esiguo, clic servivano per l'approdo nei porti quando man-

Maracai. Com u ne del Venezuela, in proY . cli J\ra gua, sul lago Tocarigua. Nel t8 r6 un corpo d i ribelli all a dominazione

spagn uola,

com;:indato

da

~1ac

C regor,

vj

sconfisse i Rea listi.

Maraf i. Casta mi litare nel la Persia nei tem pi anti ch issim i, che insicn1e ai Pcsargad i ed i ~!aspi cost itui \·~1 un reparto regolare permanente, destinato alla repressione delle ribell ion i od inwrsioni ed alla guardia personale del sovrano .

Marafini (Valc111i110). Generale, n. a Cori nel 1863. Sottot. d ·.,rt. nel 1882. freq uentò la scuola di guerra e passò nello S. M . Colon nel lo nel 191 2. iu ca po ufficio


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al comando corpo S. \{. e poi (1914) comandò il 6o0 fanteria. Magg. generale nel r9r5, comandò la brigata J\fodena sul M. Nero e sul Mrzlt . meritandosi la mcd. di hronzo. Dopo a,·er disimpegnato delicati incarichi in patria cd all'c,tero, ebbe nel 1918 il comando della clivi,. di Ravenna . In P. A. nel 1919, fu promosso nel 1923 generale di di,·isionc e nel 1932 fu collocato a riposo.

,, Ca,ciatori c!elle Marche n , comandati dal conte Frisc,otti, <i a ppostarono sulle colline d i M., dom inanti la strada. Verso le ore venti sopraggiunse una colonna pontificta: : cacciatori delle Marche intimarono la resa; ingannata da lla semi-o~curità e <lalla fermezza d i quei pochi, essa ,i !asciò quasi tutta far prigioniera; la formavano 350 uo:11ini e go c:t\'alli.

Maraldi (Giacomo Filippo). Generale, n. a Perinaldo nel 1793 . Sottot. del genio nel 1815. comandò nel 1632 il bgl. zappatori. Colonnello direttore degli archivi del genio mii. nel t 36, p,mò nel 1837 membro dd con, iglio del genio. divenendo magg. generale nel 1 844. Comanddnte della cittadella cli A lessandria nel 1~4,, andò a riposo nel 1849.

\!arano Lag1111are. Comune dcll:i Venezia Giulia in prn, . d i Veline. La laguna di M. i: situata ali 'estremo su<I cld distrello di Palmanol'a ed i: difesa dal!' Adriatico da una linea di isolotti sabbiosi, attraverso i quali si aprono i porti <li Lig nano, S. A11<lrea e Buso. Nei secoli pa~sati fu castello assai forte, soggetto ai patriarchi cli Aquileia. Durante la guerra cli Chioggia, essendo stato occupato rlai GcnO\csi, l'ammir. ,·eneto Zeno ebbe l'ordine <li riprenderla, poi che i Genovesi di là minacciavano Aquileia. Zeno vi fu ferito ed i suoi respin~i.

,\!araldi Giacomo. Generale, n . la Genova. m. a Roma (18231884). Ten. d'art. nel 1844, meritò la croce da cav . de!J'O. M. S. nella camragna del r859. Colonnello nel 1862, comantlù il 9° art., e magg. generale nel 1867 fu direttore gen. d 'art. al rnin iitero e poi membro del comit,,to della , u:, arma. Ten. genera le nd 18;1, passò nel 1S82 al com.mdo <lclla di,•is. di Roma. Maraldi Giacomo

Marane (l\'a,.i). Nel sec. XJX, legni da carico della Repubblica Veneta, ,o,·cme ~sati in guerra. Non si ;a coa precisione se le .H. siano di o rigine ,•cneziana oppure se Jerivino dalla Spagna. Le .\f. si tro,·ano nominate ndla " Cronac:i » cli Francesco Longo. Maranesi (Fr,111crsrn). Patriotta del <ec. XIX. n. a Mnden:t, m. a Loricnt . Entrato nell 'c,crcico napoleonico, alla caduta ddl'impcr:itore era capo di bgl. Tornato a .Modena, partecipò alle congiure dei Carbonari e nel J 821 t'u condannato a 20 ann: di carcere, dei quali ne scontò la m,·t.ì, poi che nel 1831 "enne liberato dai r•rnhnionari rmiliani, emrnnrlo col grado di colonnello nelle loro file e militando <otto lo Zucchi nella hrc,·e infelice campagna, dopo la qua!c cmli> in Francia. Marangoni (C:enre). Generale, n . a Vicenza nel 1857. Sottot. d'art. nd 1~80. freq uentò la ;cuoia di g uerra e passò nel corpo rii S. M. Colonnello nel 190;. com.1ndò il 39° fanteria, e poi fu ,apo di S. M. del lii C. d':\. Magg. generale nel 1912, comandò in pncc ed in guerra la brigata l'uglie. In l'. A . nel 1919, nd 1923 assunse il grado di generale cli di,·is. e nel 1926 p.1>sò nella riserva . Màrangoni Cesare

Marano. .\nt. nome clel .:omune attualmente detto Cupr:, Marittima, che ha dato il nome a un epi,odio (Re;a di .\/arano) s,·oho,i nel 1cttembre 1h6o. dopo la bat 1,tglia di Ca.tclfidanl,,. La ,era del 19 scncmbre, per irnpcòi:e la riunione delle truppe pontificie in ritirata co:1 qudlc dello Chnigné nell'Ascolano, una quarantina d i

Presn di ,\/nrano (1542). li capitano Piero Strozzi, fuornscito fiorentino al rnldo di Francia, ritiratosi a Venezia durante la tregua conclusa a :-lizza tra l'imperatore e il re di Francia, essendo venuto a conoscenza che M. (la quale trenta anni prima, ribellatasi a Venezia, ,era data all'imperatore d'Austria) era tenuta da un piccolo presidio, se He impadronì rii sorp,esa per mezzo cli Beltrame del Sarchio da Udine e del capitano Turchello J.1 Brescia. Questi, fingendo di condmre grnno da Ven~zia, con due navi cariche di sol<la ti dello Strozzi, si diressero verso .I/., catturarono il governatore Ermanno G riinholfc, e fecero deporre l e :irrni al presid io reJ e:,co; l]l1indi alza rono su l castello l:t banclicra di Franci;i. Piero, con l'intenzione di fortificarvisi, lo tenne a sua ,pese finchè ;Ì rnppe la tregua fra l'imperatore e la Francia. Allora, dc,:deramlo partecipare alla guerra che gil arde\'a da ogni parte, ceden c M. ai Venezian; per tren tacinq11crn ila ducati, facendolo consegnare eia Francesco de' Pa7zi a suo nome al capitano del golfo Alessandro Coldumicro, spedi tovi dalla Repubbl ica con un piccolo presidio. .\Jurn110 sul Panaro. Comune <lell 'Emilia in prov. di :Vlodena, sulla sr. del Panaro. Anticamente a, cva un castello. di cui si vedono ancora gli avanzi, che durante il periodo delle lotte comunali, e specialmente negli nnni 1239, 1305 e 13u, fu ,·i\'atnente contrastato fra Bolognc,i e Modene,i. Nel r3z1 i Modene~i rafforzarono la rorca con una nuova torre e, nel r336 M. rnssò con l'vlockua >Otto b clominazione estense. Pi,1 tardi fu pre,a da Ptco cldla Mirandola, che dovette restituirla nel r338. M. 1>t1bì :il tre , icende guerresche nel 1518, a causa delle discordie ~oppiate fra le famiglie patrizie cli Vignola; vicende che si ripeterono nel 1526, nel quale anno ebbe a subire un hre,·e a"edio per opera della fazione dei Moreni che a\'c,·a trionfato in \Tignola cacciandone gli avv<.:r~ari , i quali .'l i erano r ifugiat i nella rocca cli .lvi. li capitano Girolamo FJdoppio, mand.1to con 400 archibugieri dal duca di ~todcna, costrin,c i Vig naksi a toglie,·c l ':tssedio.

Marantonio (F-:111·i<o). Generale, m. a Bagno a Ripoli ( 1854-1917). Soctot. del genio nel 1873, d,venne colon nello nel 19(15; fu direttore dell'officina costruzioni del genio e nel 190S comandò il 3° genio . Mngg. genera le comandante il genro a La Spezia nel 1910, andò a riposo nel 1914. Mar asti M arascsti. v;JJaggi della Romania, da i qut1li hanno preso il nome clue combattimenti appartenenti alh g uerra Mond iale, fronte Romeno. Jn d ipende nza della dcci-


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sionc dd Consiglio interalleato della guara, nella prima\'cr:1 cld 1 9 1 1, a, rcbbero dovuto sfcrrar,i olTcnsi,·c ;., corrispondenza d i tutti i fronci europei ddl ' lntesa. Sul fron te romeno-russo, ridotto al Scrcth in seguito alla sconfina di Arges, t ale offensiva era stata stabilita per l'aprile, ma per lo scoppio della ril'oiuzione russa, \'enne di mese in mese rimandata lino al lugho. Ailor;i, alle 50 di,·is.

fontcri:t e 10 cavalleria 1omeno-ruv)e, ::,i. contrapponevano. in Valacchia, 30 d ivi,. fanteria e 9 cavalleria degli Imperi Centrali. Direttrice generale dell"offensiva dil'isa1.i dai Romeno-Russi: Ramnicei-Sar:ll, verso cui avrebbe dO\'Uto ope· rare la 1 3 annata. L 'offensiva s'iniziava molto favorevolmente il ~, luglio in corrispondenza di 1\1/arasti , da parte delb 2• armata (Avcrcscu) contro i l gruppo tedeico del gen. Gerock, m" il giorno appresso veniva ordinato di sospenderla in seguito etl rl,sasuo russo di Tamo1)C)l (HukO\•ina) che veniva a scoprire !a dr. dcll"imero fronte romeno-rus,o. Tucra,·ia il gcn. i\verescu chiese cd ottenne di poter continuare !e

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prova di d,,cip lma e di , alo re data dalla 1 • armata nell'ambiente u1>gregatore dal quale essa cr.i circondata.

Maratea. Comune mariui mo della P..isi!iç:ua in prov . d i Potenza, nel golfo di Pnlicamo.

A.csedio di .\lar<1tca (,licembrc 1806). Durante !"invasione francese, 1"1ntcndcntc borbonico Aless,indro Mandarini, capo dcl!e bande d, .\/., m ise b rocca in condizioni di poter rc::.istere, trasport:indovi vctto,•a.glle e munizioni e aprendo feritoie nei muri, Il gcner., lc Lamar,1ue, co11 oltre 4000 u., ,i presentò soao le mura di .\/. ; i difemori g!i uscirono incontro e dopo brC\·c comhauimcnto >1 ritra,,cro nel ,aMcllo; quindi ,1! generale iran-:esc non rimase che 3,,-. diari, regolarme nte, dopo una vana intimnionc d, resa. Con rari colpi di pochi vecchi cannoni del castello e roto lando sass, sugli assedianti , i difensori, ,ouo il tiro delle :trtiglicric nemiche, respinscr<> tuu1 gli as>Jlti per parc,ch, giorni; poi, pmi di munizioni e di vi,·cri cd abbandonali

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eD~ e:::---,..___ --.. -s"-1 -----:::i Battaglia di :\larasti- t\lar>scsti (1917)

.operazioni offensive ti no a raggiu1\gcrc po~izioni migliori per stabilirsi ivi ditcnsivamen:e. Continuaron o C•Jsl le operazioni della 2 1 a1nl3ta, che si spin-e 11> Km. :il d, !:i del!c lince nemiche sul Screth, lino il lui:lio.•\ questo penodo di parziale otfonsiva soltanto da parte della 2a armnca, men tre il roto del fronte avc\'a do, um sosta re sùl Ser<::th , succedette, pochi di dopo, violenta la controffensiva avversaria. Il C. S. tedesco volle infatti ,1pprofittare ddl'c, i<lente sfacelo dcll"escrcito ru,so, che ;cmpre mag_giormt·ntc anda1·a cl,fTondendosi in tutte le :mnatc, pe: cercare di accelerare il crollo clcll"intcro fronte romenorusso : donde:; la duplice offensiva contro i! fro11tc russo (R•ga) a nord, e contro quello romeno-russo a sud. Per cercare d"ottenere qucst"u!timo, Il puntata tede,.:a ,·iene d iretta su .\fara;mi (6 agosto-3 settembre), impiegandovi l'inttra 9• armata, forte di n ;I, divisioni. lniz,a lmcnte vi vengono conu-appostc le 61/z ancora in relativa efficienza della 4' armata russa, e le 4 della 1 "' armatJ. romena {gcn. Cristescu) . La 34• di,,is. russa, che dO\'C\'3 difendere il passaggio <lei Scrcth, quasi senza combattere volge le spa lle, ma ~ prontamente sostituita dalla 5" romena; in seguito altre sostituzioni per analogbe cause dovettero operarsi, tanto che al!"ultimo si avevano in linea 3 divis. russe cd 8 romene. Queste ultime diedero prova di tale knacil e di così cle,,no spirito, per cui, dopo circa un mese cli reite rati sfor:Gii l'offcnsÌ\'a H.:<lc::sra ,·c11i,·:1 sospesa. :'11. ~ t resterà g loria romena, t:into pili per la 1nagnific:.1

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Castello di :Vlaratca dal!a flotta :-nglo-sicula che. tcnt~ti inutilmente diversi ~b;irchi. era 11npro,·\"is:m1c1H,· tornata in Sicilia, nella impo,sibilità di resistere piì. a lungo, il 10 dicembre 1:X,C,. 1.::1pltolarono e la rocca h 1 çonsegnat~ ai [,'rancesi che \ j l:1sciarono per qualche tempo un presidio. Le bande dc-I Vandarin i che d iicnde,·ano .I/., riconosciute come bclligtr.1nti, furono rispct'Jlte e gli ufficiala ebbero fa.:oltl cli rip.1rarc in Sicilia.

Maratona. Villaggio dell'Attica, sulla costa oricnt:1k dclb peni;ola in una valle abbastanza stretta. Rt11tagli11 di Jfaratona (490 a. C.). .\ ppartienc alla seconda spcdi1.ione persiana concm la Grecia. Fu combattuta sul piccolo p iano di M, ove i Persi:111i e rano sbarcati dopo .-·er minacciato Atene stessa dal mare . Milziade , a cui gli strateghi volentieri affidarono la direzione delle operazioni della campagna, probabilmente bene informato delle disposizioni prese nel campo nemico, si pose a capo del piano g uardando il mare , con le spalle ai monti e i fia nchi su due torrentc!li pantanosi, campo sufficiente per I,· sue poche forze, angustissimo per quelle del nemico. Coi suoi 10.000 Ateniesi e 1000 Platee.i, e altrettanti servi, fronteggia così il nemico dieci \·oltc ~upcriorc rende de• bolc il centro, forti le ali . La mattina del 12 settembre 490, i Pc:rsian, cl i, iscro così il loro esercito: circa 50.000 uo1


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mini rimasero presso il c:impo; la fameria iu ,chierata in online di ba naglia; metà ùell 'e,ercito, coniprc,a for.c la cavalle ria, doveva opera.re contro Atene e venne imbarcata con !"ordine di rener,i in vista d, .\f., linchè dalla

cima cld Pente lico 110 n fo,sc dato il segnale pe r lo sh:irco; ~ molto probat,ile che questo segnale sia ,tato dato quando già la battaglia era fìnira. t anche probabile però che Mil ziade , in forma to c.lclle d isposizion i dei nemico, si atTrertass.: ancora più ad auaccarlo. Certa cosa è, che al matt ino di yuel giorno egli tolse il campo col suo eserci to,

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dd suo esercito, che ~i <li stende, a da -t a 5000 pa,,1, ~cni'.~• soffrire gravi perd ite per le (rcccc landa~e dal 11e1111rn. Questo però resistette all'attacco. e ci volle del tempo prima che le lance e le armature di bronzo dei soldati greci foccsscro sentire la loro superiorità sugli nrchi e le spadt: degli .i;iatici. Non solo, ma il centro dcll'cse,cito greco \'enAc ,gom inato, e i soldati, e i loro serv i più an cora, , ubirono grandi perdite. :-s!cllo ,tesso tempo p1·11', 1t due ali greche prima rc1pinsero, po,cia mi,cro in un., completa rott:t le ali persitrne. A llora Mil7.iadc fece m.,nonarc le ali contro il centro per,iano, auaccanclolo con grande impeto e sconfiggendolo interamen te . G ravi furono le perdite dei Persiani posti in fuga, di cui parecchi pcriron,, nelb palude nordica : essi perdettero 6400 uomini. I Gred ebbero morl i r92 uomini, oltre ai caduli ciel contingente dei Platee.,i e dei servi, cli cui il numero ~ ignoto, come è ignoto quello dei feriti. Occup,110 il campo nen,ico, lo saccheggiarono e simpadronirono di .eue na"i. I Per.siani rimasti a bordo intanto, cui veni,·,rn" fa tti segnali dalle cime del Pentelico, gi ,·arono al

!\1arntona: T'umuJo s u!Ja tomba dei caduti

,:1po Su11ion per sorprenrlerc Atene dal porto tli Falcro; ma, prevenuti da Milziade cbe con m;ircia forzata era 1,;t?unto prima in città, se ne tornarono m Asia. Già prin1:1 di Milziade, e ra :irri vato ad A tene, con un~~ corsa ri-ma>ta lamosa (40 Km.) un ,uo soldato, il quale era morto per lo <tono compiuto, subito clopo di aver daw la not izia della vittoria agli Ateniesi.

Battaglia di è\1nratona (490 a. C.). A, Greci; 8, Persiani; C, campo greco; D. campo persiano

col ,uo piano di sgominare con un impetuoso :1ttaceo la fanteria persiana. Bcnchè ntgli .scrittori non si faccia menzione di una cav,dleria nemica, pure sembra indubitato ,re essa vi sia stata e che essi tacciano della sua opera zio ne , appt111to perchè ull:1 g rande pa lude al nord cd un 'altra minore al ., ud della pianura resero impossibile la ,11a panecipnione alla ba ttaglia, come dd pari impcd ironn che la fanteria persi:ina potesse far valere il pc:;o del proprio numero . .Milziade doveva fare il lentarivo di ,pmgcrc ne lla pianura al la corsa i suoi ,olda1i, bene abi:nati alla ginnastica, per metterli al sicuro ùcgli arcieri del nemico. Fu molto ard11;1 b mossa con cui Milziade diste~c più che fosse possibile la fronte del suo esercito, per impedire che in qualunque modo ,·cnisse circon,bto. Le 11 le, conrnndatc da Aristide e da Tcrnistock , forma,·ano i! centro in tre lince, quelle del!e ali in sei. Callimaco comandava l'ala dr. , i Platecsi stava no sull'ala sr., i servi armati di scudo d ietro. Il piano di Mi lziade fo pit:n3mente ~lUuato. Egli rrnscì a mettere in movimento,

al pa»o di carica, nello , p:izio di 2 400 passi, la fronte

Maraua. Villaggio clelJa Cirenaica, a sud ovest di Slonta. I! 14 niarzo 1914 il presidio di Slonla eseguì una ricognizione "' .\l., al coinaado del colonnello Martinelli. Incontrali presso ,W. nuclei di ribell i, li sbandò, ma fu da essi allaccato mentre riprendeva la marcia per tornare a Slonta. I nosl ri co11lr:maccarono, respinsero i ribelli inlliggrndo luru una perdita di 31 morti, e rienlrnrono con 9 feriti e un morto. li 24 :nar,:o, il gcn. (',amore marcii', :,u ,\J . con 24 cp. e ~1 c.:annoni e trovò quivi in pu~lzione 8oo ribelli con 4 pc1.zi. Iniziato il fuoco d'arc. sui ribelli. Cantore fece e.cguire un movimento aggirn1tle sulle vie di ritirata c.lel nemico, i l quale dopo bre\'c combattimento, in cui ebbe 90 morti, abbandonò la posizione. I no:s-tri, che ebbero soltanto seì feriti, ofcuparono i\1 . e vi , 1a!Jilirono u11 presidio. Maraudage (o Mr1m11d1·), ter111inc francese malamente italianizzato in qualche testo in .H11rode. Era il furt o commesso d1 soldati isolati presso gli abitanti dei paesi per i ,,ua li passavano. La M. era considerat.i delitto mii. cd il wldato wrpreso in flagrante veni,·a punito ùi morte. Quando però per circostanze cccczinnali I·esercito si uova,·a in gravi ristrettezze per 1nan<·anza di viveri, corne nella ritir1ta ddl'c:sercito napoleonico durante la cam pagna del 1812 in Russia, si org:111izzava110 delle .\1. i;i-


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ccndolc eseguire il più umanamente possibile . Ne crnno

incaricati ufficial i scdti fra i pili intelligenti, perchè non fossero commesse azioni contrarie all'onore e alla <lisci~

plina della mi lizia.

Maravigna (Pit·tro) . Genera le, n. a Catania nel 1876. Sottor. d i fan teria nel 1896, par,tecipò alla campagna libica ed alla guerra italo.austriaca. Fu inscgnarite alla Scuola d i Mo dena e alla Scuola di guerra. Raggiunse il gr:,du di generale di brigata nel 1928 cd ebbe il comando della 24• brigata d i fanteria, e il grado di generale di div isione nel 1932, al comando della div isione militare d i Firenze. Come scrillore m ii. , oltre a coll aborazione :i rÌ\'iste militari, e per un certo tempo anche alla " Enciclopedia Milita1·e » , ha p ubblicato le seguenti opere : « Guerra e ,i~toria « ; « Gli Italiani nel!'Oriente Balcanico, in Russ.ia e . in Palestina, 1915-1919 )); << Le undici offensive sull'Isonzo »; "Sto ria dell 'arte militare moderna ». Marazzi (conte Fortunato). Gcrn:ralc,

11.

(1851- 1921).

e m. a Crema

Nel 1870 lasciò

t 'l•,titt1to nautico di Genova per

anda re a combattere in Fran -

cia con Garibalcl i. 'Non avendo potuto raggiungere il proprio 1nrento 1 si :.irruolò volontario Ileil'esercito d i Versailles e venne nomìnato ufiì.ciale sul campo d i ba ttaglia. Soprag• giunta la Comune, passò nel.la

l')st; rnwn:: militare ; prese pa rte all'assedio di Anversa ncI 1832, alla presa d i Mascara nel 1835 e alla spedizione dd lc Porte d i Ferro nd 1839. Nel 1838 fu promosso t<:11. generale e nel t845 venne nom inato Pari d i Francia. Pubblicò: « Osserva,.ioni critiche sull'opera del ten . generale Rognat » ; ,, Sul la necessità di aumentare le forze il) Francia >} ; « Memorje ,l.

Marca. Nel mnlio evo venne ind icato con questo nome il territorio contiguo alla frontie ra , retto <la capi militari (:\1archcJt) ai quali era affidato il compi/O della custodia dei confin i. Deriva probabilmente da quel tipo d i colon ia mii. che i Romani fondarono lungo il Danubio . L 'organizzazione della M. con criteri difensivi è dell'epoca carolingia (verso 1'840); allora in essa erano stabiliti veri e propri campi trincerat i permanenti . In Italia , si ebbe allora la M . fri ulana. Le truppe dei !lfarchcsi esercitavano il compito che assunse in seg-uito la gendarmeria. lvlarca di fabbrù-a, marca dell'annaiuolo, monogrmnmtt . 'lei tcrnpi antichi, nei quali le anni erano fabbricate totalmen te a rnano, rartef-ice che lavorava in quelle, usava. i1r1primcrc un segno distjntivo della sua personalit3, come

il suo nome (per d isteso), oppure lettere dell 'alfabeto, generalmente le inizi~li del suo norne e cognome, o ppure in un motto di una o più parole ; da ciò le denon1ina-

zioni sopra dette. Questo sistema d i segnalare la propria o pera, ebbe in molti casi per conseguenza che i lavori cJcH'artefìcc, anche di fama, fu rono (; sono ancora oggi conosciuti per la sola n1arca, se nza che d i esso ~i s ia

spesso potuto conoscere il casato cd in qualche caso anche la nazio nali1ii.

legione straniera e d in Alge-

l\llarazzi Fortunato

ria -<.+i.venne capitano. Bimes~ ,osi nel 1872, divenne ne l 1873 sottot . d'arr. nell'esercito italiano; frequentò la scuola di guerra e passò poi nello S. M. Colonnello nel 1897, comandò successi vamente il 5-0, 93° e 53° fanteria. 1'.fagg. genera le nel l<JU3 , comandò la o riga ta Torino; nel 1906 fu sottosegretario di Stato alla guerra (m inistro Majnoni); Ilei 1908 comandò la brigata Ferrara, Ten. generale comanda!lte la divis. d i Bari, meritò in C;:1lahria la med .

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<l'argento di

:\!{arca. V. -/,,.;èl.t-et·a di ,\rlanYl, e Corsa . 1

bcncrnerenza in

occasione del terremoto del 1909. Nel 191 1 comandò la d ivis. cli Brescia. ln P. A. nel 1913, venne richiamato per la g uerra con tro l 'Austria . Comandò la 29" e la 12" divis.; cornbattè nel r915-1916 sul Carso e d irc,se l'offensiva con tro la tcstn d i ponte cli Gorizia, merita ndo la croce d'uff. dell'O. M . S. Dopo la guerra passò nella r i• serva. Dal L690 al 19 19 fu deputato e dal 1919 senarore del regno . Scrittore mii., pubbl icò : « Sull 'insurreziune pa• rigina del 1871 )); (< L 'esercito dei tempi nuovi ,); u Il con~ cingente unico e le sue conseg uenze ,i ; (' Splendori cd OJli · bre del la nostra guerra )1 ;

•~

Nazione armata,); ccc.

Marbot (Marce/lo). Genera le francese e scrittore mili :arc (178:H.854) . Figlio del generale Antoulo scgul il padre in Italia nel 1799, arruolandosi negli ussari. Pro111osso uf ficiale si trovi, alla difesa d i Genova assediata dagl i fo. g lesi . Come aiutante di campo del maresc. Augcrcau fece !e campagne del 1805-1806 e 1807. Nel 1808 era con

L a·nnes all'assedio di Saragozza, nel 1809 Ì ll Germania, poi con Massena in Portogallo ,durante le campagne ciel 18 ro e 1811. Come comandante d i un regg. d i cavalleria fece h campagna d i Russia del 1812, quel la del 1813 in n,i fu fatto barone , q uella del 1814 e quella del 1815 uve fu ferito per la undicesima volta. Fu proscri tto dalla Restaurazione. Rich iamato nel 1830 col grado di maresc. di c:unpo, fu addetto al Duca d'Orléans d i cui era stato

Sommergibile ,e À1arcantonio Colonna,

Marcantonìo Colonna. Nave presidiaria di 4a classe· (a vviso) varata nel 1879 dal R. Arsenale d i Venezia; dislocamento tonn. 656; lunga m. 66, larga rn. 7,35, con apparato motore cli 1104 1-JP.; velocità miglia 15,5; arma-


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mento guerresco cannoni 5 da 31 e nel 1913.

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mitragliera; radiata

Marcu11to11io Colornw. Sommergibile vnrato nel 1927 dal Cantiere Navale Triestino a Monfalcone: dislocamento tonnellate 804: lungo m. 68,20, largo m. 6.09; apparato motore 2iOO lIP.; velocità migli;t 17,5; armamento c:rn noni I 102, mitragliere Il 13,2, lanciasiluri Il 533.

Avviso e lv1arcantonio Colonnn,

.\lamm1011io 1/rugadino. Sommergibile posamine. varato nel 1929 dal Cantiere 1':avalc Tosi a Taranto; dislocamento tonn. 815, lungo m. 71,50, largo m. 5.61; apparalO mo·tore 1500 · HP. ; velocità mig lin 14; armamento guerresco cannoni I 102 , mitragliere Il q.~. lanciasiluri IV 533.

M ar care. Verho rnrrcntcmcme usato nel gergo di caserma per signific:lrc : mettcrt: la firm::i , porre il proprio nome in q ualche elenco, annr,t.,rc dati e notizie, ed nnchc segnare il passo, ossia non procedere nella carriera, ccc. T ipica è b fra~: u inarcare \ i~ita 11, che Jcueraln1entc , uol dire mctrersi ncll 'clcnco dei ch iedenti visita medica , ma in sen\ù figurato ~ignific.:a battere: fiacc:i, non aver vo.

caz,one d·a,t. e genio. Magg. generale comanch1nte l'art. del C . d ·A. ùi Mila ,10 nel 1896, comandò infine le hri • g:itc Toscana (1897) e Modena ( , 898).

Marceau (1-'rancesco Saverio Desgraviers). (jencrale france~e t1 769-r796). Partecipo alla Rivoluzione del 1789 e d,. venne rapida11 1cnfc generale di

brigata e di divisione (1793). Combattè in Vandea, clo~e ebbe il comando in capo e sconfisse La,ochcjaquelin . Si d istinse µoscia s,i'lla frontie ra orientale, dove cadde combat tendo a Ahcnkirchen.

Maree I (Stefano). Capo-popolo francese del scc. Xl V. m. nel 135l!. Prevosto dei mercanti d, Parigi, nel 1355 approfittò delle circostanze d1e i disordini del governo d i ~1nrceau ·F-rancesco Giov:mni il Buono e il pencolo d, una 111r.1sione inglese rendevano nen:ssaria la convocazione degl i Stati Generali, JJ<'l' farvisi eleggere depu1ato; divenne allora il vero pJ• dronc di Parigi ccl impiegò la sua auività a fortificare la ciu', e ad organizzare militanncnre il popolo e la borghesia. Creato cosl un vero eserc ito, nel 1358, cd entrato in urto col Del fino, il quale fuggl da Parigi, M. si al ice> con la Jac,1ueric inimicandosi l,1 nobiltà; poi con Carlo il :\fai, ,1g10, e, nella nouc del 31 luglio, disponcvasi ad aprirgli le porte di l'3rigi, quando fu ucciso con un colpo di ascia dallo scah;nn G iovanni Maillart, ;,rrnmcnto del Delfino Carlo.

lontà' di lavorare.

Marcellino. Generale bi7.antino del scc. V, 111. nel 468. Marcar ia. Comune in prov. di Mantova , sulla sr. dcl-

i ·aglio . Eblic un an r.ico castello, e seguì sempre le soll i del capoluogo.

Allarme di .Harroria (6 aprile 1848). Episodio che apyartienc al periodo delle opcrnioni fra Ticino e Mincio, tra l'esercito piemontese al comando di Carlo Albe rto e gli Au,triaci del Radctzh. L ·esercito piemontese, l.1 sera del 5 aprile, giunto sull'Oglio, inviò 111 a1•amposto a M. un bgl. di famcria, uno sqdr. di cavaller ia e 2 cannoni, allo scopo di sorvegliare le provenienze da Mantova. Un distaccamento austriaco, uscito da tale cittit per disturbare gli approvvigionamenti piemontesi che si stavano effettuando nella zona, raggiunse nella none seguente .\f., sorprendendo un plotone di cavalkria piemontese, al riparo sollo una tettoia. Ne seguì una fuga disordinata c!ci cavalli e ca valier,, che gettò l 'allarmc uci reparti fino a Bozzolo. La situazione fu ristabilita per il tempestivo intervento del hg!. di fanteria, che contrattaccò e respinse gli Austriaci , i quali si ri tirarono conducendo seco alcuni prigio11icri. !\'1arcarini Sebastiano

Marcariri i (Sebastiano). Gencr,1lc, n. ad Alba, m. a Tonno ( •841-1900). Souot. d'art. nel 186r, partecipò alla campagna del 1866. Coloancllo comandante il 17" art. J1e! 1 ~90, fu poi comandante in 2• del la ' scuola d 'appli-

])op(• l'assassinio del

patrizio Aezio, si creò una sovranità in I lliria e in Dalma1.ia. Nel 46/i, ca,ciò i Vandali dalla Sardegna, poi raggiunse in Sicilia la flotta comand3t,, da Ba,1li,co, mandata dall'imperatore Leone comro Genserico re dei Vandali, e rimase viuima di un a s;,assiuu.

Marcello (Ma1w Claudio). Generale romano, cinque ,·oltc console. Nel 222 a. C . vinse i c;alli, nel 2r5 Annibale presso Nola, nel 212 prese Siracusa dopo t re anni d' assedio; nel ?.O!) vinse Annibale a Canosa; nel 208 cadde in u·na ricognizione pre;,so Venosa. Anche suo figl io, dello stesso nome, fu console nel 1!)6 e vinse i Galli . :\iarcdlo Lorenzo . Am 1nira;:;!io vcne,-,iano, n . nd 16o3, m. ai Dardanelli nel 1656. Si battè a Valona cont ro i Turchi nel 163b perdendovi un braccio. Venne nominato prov veditore dell'armata di Candia (r615-48) e capitano generale di mare nel J 655. In"iato in Oriente. espugnò Gallipoli, ma nelia battaglia dea Dardanelli, vincitore dei Turchi, morl colpi to da un colpo d i cannone.

Marcello Lorenzo

.\farce/lo l're11i11ori. Cacciatopcrdinierc di 645 tonn., rato ed entrato in serviz io nel 1922.

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-817 Marcello Presti11ari . 37• Legione (Premilitari) della M . V. S. N. , costi•tuita a T orino nel 1923 su q uattro coorti, di ,cui la l V a Chivasso, con centuria ciclisti, sezione m itra-

gliatrici, rnani polo sciatori.

di larghe. groppe collinose degradanti verso il mare, smembrate dai valloncelli e torrenti ad riatici, La z.o na occidentale è geograficamente distinta col nome di « sinclinale di C2111erino » alta in media 2 00- 300 m . e cosparsa di dossi modellat i dal lavorìo delle acque, veri spunrnn-i soprav vissuti a lla degradazione esogena, su cui sorgono i centri interni (Sassoferrato, Matelica , Camerino, ccc.). La barra trasversale M. Cavallo-M. Rotondo chiude da sud la sindinale e salda l 'Appennino Marchigiano ai Monti Sibillin i, lasciando aperto il valico di Visso. La zona orientale è solcata da fiumi che hanno in maggioranza origine dalla catena del Catria, e, attraversata b March igiana in gole talora profonde, corrono in val li incassate d~vise da alti dossi ; ciò che spiega la suddi,·isione del paese in molti d1streLti

t:

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mancanz:a

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vero centro co1ninenta!e.

Le coste sono basse, uniforn1i, i1nportuose, $alvo rari spun ..

Legione ì\llarcello Pre1St inari

Marchanol (,·ome Giovanni Gabriele). Generale francese (1765-1851) . Avvocato al parla mento di Grenoblc, nel 1794 si arruolò nell'esercito repubbl icano, fece le campagne d'Italia e dd Reno e divenne capo di bgl. dopo la battaglia di Loano ( 1795). Generale di brigata do po Ja pace di Amiens, nel 1805 fu pro• mosso generale di divis . e prese parte alla guerra cli Spa• gna , all a campagna di Russia, e alla successiva di Gern1ania (1813). Comandanlç del d ipart imento dell' lsère nel 18r4, accettò la prima Restaurazione

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e si tenne in disparte durante i Cento g iorni. Accusato di aver ceduto Grcnoble a Napoleone, fu posto sotto giudizio (1816) e d ispe11sato dal servizio. Rientrò nell'çserci to nel 163 L e Lu igi Fi lippo lo 1\1a.rchand Giovanni nominò Pari di F rancia. Marche ed Umbria. Rag ioni prevalentemen te storiche hanno associato nella geografia descrittiva le Marche (più propriameme la Marca) all'Umbria. Le descriveremo partitamente. La Marca è una regione compresa fra la catena >1ppenninica del Monte Catria e l'Atlriatico, limitata a nord dal corso della Foglia e a sud <lai Tronto. Zona di med ie monrng-n~ e colline, ha caratteri di unità morfologica, ffHl non vera individualità geografica, in quanto non si d if. fercnzia dall'Abruzzo settentrionale, tla cui la d ist inguono soltanto diverse vicende s toriche

e sorti amministrative.

Vi si possono distinguere due zone affiaucate: a<l ovest la sinclinale, racchiusa fra le due dorsali parallele del Catria e del Suavicino (Catena Marchigiana); ad est la fascia

toni mont uosi che si protendono sul mare, come quello d i M. Cancro ; ivi la costa fa un gomito che protegge il porto di Ancona, unico d, qualche importanza, poichè tutli gli altri (Pesaro, Fano, Sen igallia, Falconara, Civitanm>a, S. Elpidio, S. Giorgio, S. Benedetto) sono mediocri porti-canali attorno cui si raggruppa la popolazione , in gran parte agricola, in minor parte rnaòttirna, pescatori piuttosto che marinari. La viabi lità della regi one inquadrasi nella serie dei valichi che traversano le catene appenniuichç dell 'Alpe di Luna, Ilocca Trabaria (rn44 m.), di Bocca Ser riola (730 m .), del Catria (Colle cli Fossato, Colfiorito, 818 m.), del Suavicino (Serre di San Quirico e di San Severino) ut,linat i in parte dalle vie ferrate (Foligno-i\nrona; Castdr,,irnondo-Macerata-Porto Civitanova) ed è: raccordata da vari allacciamcnri, oltre che dalle litoranee adriatiche stradale e fenoviaria. Situata fuori dalle grand i lince e.li comunicazione con Roma, la lvi. non ebbe mai l' importanza storica della Toscana e dell 'Umbria . Comcsa nelle ere antichissime fra Umbri ed Etruschi, fu poi stabilmente abitata dai Piceni , popolazione in origine Sahna. Roma li ebbe alleali contro aJ.tri popoli e dipoi li assoggettò nel la sua graduale conquista. l Piceni furono tra i primì ad organiz.z.arc quella. <<. guerra soc'iale )) che segnò un vano tentativo di riscossa dei popoli dom inati da Roma; in .eguito beneficiarono della cittadinanza che q uesta andò loro concedendo nella successiva evoluzione statale . Attraverso i l medio evo la M. an elò suddivisa fra Bizantini e Longobardi (Pentapoli e Durnto Fermano); poi divenne paese d i confine (M. -di Spoleto) dell 'Impero verso il mezzogiorno d 'Italia, fino a che Innocenzo 111 riusci ad assìcurarseuc il territorio nella progressiva forn1azione dello Stato della Chiesa, cui venne saldamente unita, specie ad opera di Sisto V. La M . rimase sempre legata al dominio pontificio, tranne nel breve periodo delle fit. t1z1c circoscnz,oni napoleoniche cbe la inglobarono nel Regno Italico (1808-14). Con le annessioni del r86o essa passava defi nitivamen te ali 'Italia unificata . Dal p unto cl i vista militare la M. non presenla caratteri così spiccate da prestarsi a considerazioni d'or,dinc particolare. La frontiera n1.arittin1a , per la costa in genere bassa, i1nportuosa e priva di fondali, non offre condizioni favorevoli allo sbarco di forze ingnui, che, d 'altronde, per procedere all'interno dovrebbero fra7.ionarsi nelle valli incassate e al· frot)tare una profonda traversata montana, con successive

linee d'ostacolo in condizioni strategicamente obbligate e tatticamente d ifficili. Con dizioni non m igl,ori incontrerebbero operazioni provenienti ùalla Romagna o dagli Abruni, poichè i dossi montuosi che corrono dalle catene meridiane al mare moltiplicano le difficoltà di avanzate verso sud 52


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MARCHE o 05

30

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UMBRIA


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o verso nord e la zona litoranea è una striscia spe»o serrata fra il margine delle alture e la spiaggia. Il dominio della \1. sarebbe meno difficilmente conseguito dalle provenienze occidentali (Umbria e Toscana) per chi siasi assicurato i valichi delle catene interne e sappia procedere con adeguate for7e, mcrcè l'azione di colonne ben collegate e con razionale successione di obiettivi. Anche in tale ipotesi, tuttavia, le modalità dell'avanzata richiederebbero avveduta coordina~ione strategica, tenendo prcselllc che la raccolta e il riordinamento delJe unità nelle valli e nella sinclinale mediana esige scaglionamento di forze che garantisca la sosta e occupazioni avanzate che facilitino le riprese offensive contro le posizioni dominanti da occupare o da attraversare. La regione della M. è sana e fertile, e abbastan?.a ricca di strade; quindi offre risorse molto utili dal plmlO di vista logistico. Ma in vari tratti della 7.0n:t collinosa è povera d'acqua potabile, ciò che richiederebbe speciali previdenze per prov,·edere a numerose truppe e quadrupedi. L'Umbria morfologicamente ~ costituita dal bacino sup,:riorc del Tevere, ed è circoscritta dalle creste delle cala quale ultima raptene del Falterona e del Catria presenta ali 'i_ncirca la linea divisoria della Marca - dalla vallata della Nera, dal corso del Chiani, dal canale di Chiana, dall'Appennino conoucse e dall'Alpe di Catenaia. Indivi<luali~ geografica ben definita nell'arca umbra hanno ! 'alta valle Tibcr irrn, la conca di Foligno e la valle della Nera, che ne sono precisamente le tre subregioni fondamentali. Speci;ilc carattere ba la wna del Trasimeno, grande specchio lacustre (135 Kmq.) il cui bacino ha acquistato singolare importanza tlopo le opere volte a bonificarne i margini. La circoscrizione amministrativa dell'Umbri:i. non corrisponde esattamente alla delimitazione gcogrnfica precisata, mancandole la testata della Val Tihcrioa; mentre comprende in più la piana di Rieti, la Sabina e parte dcli 'acrocoro abruzzese. Gli antichi Umbri, primi abitatori della regione nei tempi sroricamcnce noci, erano fieramente al'versi agli Etruschi , tb i quali li separava il corso del Tevere, limite che contrasta alla·: prettl ragione geografica, posto che le ,•alli in regioni montane accomun:lllo piuttosto che dividere i popoli. Regione agricola abbastauza r icca, l'Umbria fu zona di tran$ito ncl1 'i:ra romana: la via Flaminia ebbe !nfatLi in quel tempo funzione attivissima di co1lcgamenco col settentrione, e con la costi<,ra adriatica per i passi di Scheggia, di Cagli e del Furio. Ne! medio evo ragioni politiche fecero preferire la Via Cassia e la Senese, deviando il traffico dalla rcgiQne. umbra, tanto più per il fatto che il Ducato di Spoltto era vigile custode dei propri confini, spcciahnenrc cli fronte alla crcsccrlte d_iffuçiouc del potere papale. Unilicatc,progressivamente l't;mbria e le Marche nello Stato della Chiesa, l:1 viabiliti, locale riacquistò maggior vitd, data la facilit:l dei valichi appenninici e l 'aumentata importan za dd porto d_i Ancona. ~ci tempi più recenti vi contribul ancor meglio la rcuificazionc dell'ultimo tratto della antica via Flaminia, nel percorso che per il Colle di Fossato sbocca a Jesi e Falconara. Singolare importanza ba la couca di Foligno, come centro d'afrluenza ;,tradale e ferroviaria ,h11e provenienze circostan ti : Roma-Spoleto; Todi-Bevagna; J'irenze-A rezzo-Perugia; Macerata-Camerino; Falconara-Foswmbronc. T ale conca conferisce all'Umbria importanza notevole geografica e militare, come zona ricca di risorse, che si presta .a<l agevole raccolta di forze e a successivi <postamenti verso le · zone contermini. Speciale funzione possono, d'altra parte, assumere l'altipiano di Gubbio e

MAR

Sigillo, donde si ba facile accesso ai valichi che conducono alla costa adriatica; e il colle su cui sorge Perugia, in forte posizione che domina la regione del Trasimeno e quella fra il Tevere e il canale di Chiana, cd è incrocio stradale importante; ciò che giusti.fica il f,)tto che quella città sia capoluogo della regione. Il Trasimeno, opportunamente attrezzato, costituisce una base adatta per stazione d'idrovolanti a sussidio di quelle marittime, soprallutto come bacino interno di sosta e di riparazioni, meno esposto alle dirette offese costiere e alle mareggiate delle stagioni avverse.

Marche . Brigat1 di fanteria di l inea costrtulla nel 1861 coi regg. 55 e 56, formati colla cessione di bgl. da pane di preesistenti rcgg. Sciolte nel 1871 le brigate permanemi,

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Medaglia dello brigato Marche

(55° fanteria: identica per il 66°)

i due regg. assunsero il nome cli 55 c 56 fanteria (Marche), ma nel 1881 furono nuo,•:,mente riuniti in brigata. La quale partecipò ailc ca mpagne del 1866, 1895-96 e 1911-12. Per la guerra ita lo-aust riaca (1915-1918), per la quale il 55· costituì il comando della brigata Treviso cd il 56 il 115° fanteria, fu inizialmente schierata in Cadore ove opcrè,, contro le posizioni di M. Piana, Val Popcna, Va! Rim-

Monumento ai ca<luti del 55° Fanteria (a Treviso)

bianco, M. Paterno e M. Oberbacher. Trasferita nell'ottobre 19r5 sull'Isonzo, combattè al M. Sabotino e ad Oslaviu. Nel febbraio-marw 1916 fu inviata in Albania e schierata nel settore di Hadcrai. Nel giugno dello stesso anno la brigata rimpatriò, ma ndb traversata fu silurato il p:roscafo « P,·incipe Umberto " su cui era imbarcato il 55", che subl ri levantissime perdite (48 ufficiali e 1900 gregari). Rimandata sull'Isonzo, operò nella zona di Monfalcone-Selz e di Oppacchi;isella-Nova Vas. Inviata nelle G iudicarie v1 tra:.corse lntto il 1917 e metà del r918. Nel lug lio <li deuo anno fu schierata sul M. Grappa a nell'agosto fu inviata sull'altipiano di Asiago e fra Campo


Rossignolo e S. Giacomo <li Lusiana. Nel 1926 il comando della " y{arche " fu disciolto cd i regg. [urono assegnati il 55 alla 13• ed il 56 all:i roa brigata d i fanteria. Kel 1927 i due regg. (urono cambiati di brigata. La brigata ebbe successivamente in guerra i seguenti comandanti: Fabbri Augusto (r9r5); Amadci Giulio (1915); Roffi Annibale (t915); Cittadini Arturo ( r915-J6); i\madei Giulio ( 1<)16); Giannu,.zi Sapclli Alfredo (r916-17); Freri Orlando (1917-18); Rigabello Giulio ( 19 18); Lcfevre Camilio ( 1918). Le sue perdite ammontarono a ufficiali morti 129, feriti 167, cl i,persi 11; truppa, morti 2970, feriti 6339, r.fopcrsi T<)i2 - Festa dei reggimenti: per entrambi il 1~ novembre, anniversario del combattimento a Yl. Sabotino (1Q18). Colore delle mostrine: fondo a7.zurro con riga bianca centrale nel senso oriizontale. Mono del 55° fanteria: ,, Vir,tus ac fides »; e del 660: « Memento auderc ,emp<:r ».

Cacciatori delle Marche. V. Cacciatori. Campagna delle l\4archc e Umbria. V. Unità d'Italia.

Marchegiano (Costanzo). Generale, n. a Sc,sa Aurnnca, m. a Cagliari (1856-1928). Sottot. dei bersaglieri nel 1876, passò poi nei distretti e coman<lò quello di Cagliari ,dal 1909 colla promozione a colo,rnello. Jn P. A. nel 1914, fu promosso genera le cli brigata nella riserva nel 1919. Marchese (Carlo). AmmirJglio, n. nel 1843, m. a Torino nel 1913. Entra Lo in ,ervizio nel 1861, promosso contrnmtniraglio nel 1893.

generale; comandò l'isola della Sardegna e dal 1893 la divis. d'Ancona. Jn P. A. nel 1896, passò nella riserva rei 1S99.

Marchesi de' Taddci Malachia. Medaglia d'oro, n. a Casalmaggiore, m. a Napoli (1834-1878). Iniziò la. carrierJ mii. ncll'eserciro austriaco, quale luogotcn. nell'n° rcgg. L'lani. Date le d imissioni, si arruolò volo111ario a Bologna nel 1860, r.livcnnc capitano nd regg. cavalleggeri Ab sandria e guadagnò la med. d'oro nella giornata <li Cus101.a. Fu, successivamente, maggiore nei cavalleggeri di Foggia e tcn. colonnello nel regg. Lucca . La motivazione cli mcd . d ·oro i: la seguente : • Ali 'approssimarsi della cavalleria nemica, spinse il ,uo squadrone alla cari.::a con molto slancio e coraggio. :,,/ella mischia col nemico, ebbe il cavallo mortalmente ferito. A piedi e circondato da alcuni Ulani, si difese valorosamente e fu ferito ad un piede; ciò malgrado, riuscì a liberarsi; preso un ca,,allo nenùco, rimontò in sella e ricondusse più volre il suo squadrone alla carica » (Villafranca, 24 giug no 1866).

Marchetti (Giuseppe). Colonnello garibaldino, n. d i Vercelli (18o4-1866). Combattè nella Spagna e in Africa, e capitano nella legione italia na in America [u ferito :1 S. Antonio (1846) . Scgul in Italia Garibaldi nel 1848 e poi fu a Roma, dm·e, maggiore, comandò l'avanguanlia nella speclilionc di Velletri, rimanendo ferito nei combatt imenti del 30 aprile e del 3 g iugno. Nella ritirala versn San N.!arino ebbe il comando dello Stato Maggiore. '-Id 1859 col grado r.li tcn. cnlonnd lo fu comandante cli uno r.lci bgl. ciel rcgg. Cosenz, poi il comando r.lcl 5° regg. dei Cacciatori delle .-\lpi . .llurclwtti di .\/011tcstmtto Ottavio . Generale , nato a Caraglio (Cuneo) ad 1b23. Sottot. di cavalleria nel 1842 partecipò alle guerre del 18~8-49, del 1859, del r86o e r.lcl i S66, mern~ndo la croce di cav. dcll'O. M. S. Fu poi nom inaro cotn:indante il reggimento di cavalleria Vittorio Emanuele. Venne promosso, nel 1873, magg. generale, ed assunse comando di brigata di fanteria.

Marchese Carlo

M:u-chesi Malachia

Marchesi (Antonio). Architetto militare, n. a Settiguano nel q51, m. nel 1522. Lavorò alle fortificazioni di Pesaro nel 1574, a quelle di Gaeta nel 1497, a quelle di Napoli nel 1500. Tornato in T osca na, ebbe incarico di riordinare e migliorare le fortezze di Pisa, di Livorno, di Borgo San Sepolcro, di Arezzo, di Moncepulciano. Marchesi Carlo. Generale, n. a Sassari, m. a Torino (1836-1912). Sottot. di fanteria nel i856, partecipò alle cumpagne del 1859, 186o-61 e 1866, meritando due me<l. d'argento: una a Palestro Marchesi Carlo e l'altra a Capua. Passato nel corpo • d i S. M. , [u p romosso colonnello nel 1878. Dopo essere stato capo <li S. M. del 1° C. <l'A., fu addetto militare a Parigi. Primo comandante della brigata Salerno •e magg. generale nel 1885, venne nel 1891 promosso ten.

Marchetti Ottavio

Marchetti Gaemr10

Mnrcl,etti-Mclina Gae/0110 Fenli11antlo . Generale, n. a Rutrig!iera d'Asti, m. a Torino (1835-1907). Sotto<. dei bersaglieri nel 185j, cornbattè nelle campagne del 1859 e 1866. Colonnello nel 1883, comandò il 19° fanteria e nel 1891 fu promosso magg. generale comandante la brig:,ta Marche. In P. A. nel 1896, 1en. generale nel 1898, passò nella riserva nel 1899. Marcl,ctli di Montestmtto Carlo. Generale, n:tto a Caraglio (Cuneo) nel 1825. Sottot. di cavalleria nel 18.15, partecipò alla campagna del 1848, alla guerra d'Oriente, alle campagne del 1859, del 186o-61 e del 1866, segna-


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MAR

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landosi in va~i fatti d'armc e meritando la croce di cav . dell'O. M. S. Promosso magg. generale nel 1872, comandò

la 2& brigata di fanteria a. Bari. Marchetti Elia. Patriotta, n. a Bergamo, caduto in Polonia (1839-i8(i3). Fu dei Mille, e vi raggiunse il grado di tenente; pnrteciµù alla spedizione di Aspromonte; nel rS63 seguì Nullo in Polonia e cadde nella battaglia di Krzykawa.

t imo inviò oltre la Marcb, affluente del Danubio, un grosso corpo agli ordini dd principe Stefano, che prese posizione sopra. un rilievo dj terreno presso il vi llaggio di Croissenbrunn il giorno 1 I e la ma1tina d opo attaccò il campo nemico poco lontano, cacciandone le fanterie che _.lii'

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Marche/ti Ciuseppe. Garibaldi.no, n. a Chioggia, m. a Napoli (1849- 187i). Era il più giovane de, Mille, avendo solo undici anni : partecipò alla spedizione col padre.

Ivlarchetti d ì IVl ontestrutto Carlo

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I'vlarch etti Adolfo

Mm-d,etti /Jdolfo. Generale, 11. a ::Viorrovalle, m. a RoII)a (rR56- 1930). Sottot. dei bersaglieri nel 1877, fu in Eritrea nel 1887. Colonnello comand . il 5° bersaglieri nel 1908 e magg. generale nel 1913, entrò in guerra con tro l'Austria a l comando della b rigat a Bologna . :"Jel 1915 fu decorato della med. d'argento a Fogliano e ddla croce da cav. dcll 'O. M. S. sul Carso. Comandante la 21& divis. e t.e n . generale Jld 1916, ancora sul Carso guadagnò la croce d'uff. c!dl 'O . M. S. Comandò poi la Gi• d ivis., il IX e il XIV C. d 'A . ; nel 1917 ottenne la cornmenda del1'0. M. S.; a Latisana riniase ferito e meritò una seconda rned. d'argento. In P. A. nel 1918 e generale . di C. d'A . nel 1923, passò nella riserva nel 1928.

Marchetti Tullio. Gcnernlc, n. a Roma 11d 1871. Sottot. degli alpini nel 1891, partecipò alle campagne libiche del 1913-1914, e alla guerra del 1915-18, divenendo colonnello nel 1917 e merita n do la croce da ca,· . dell'O. M. S. nd Trentino e la croce d'uff. dello stesso ord ine sul Piave. Lasciato il S. P. E. poco dopo la g uerra, fu promosso nel 1926 generale d i br igata in A. R. Q . Mm·clzeui Odoardo. Generale, n. a Viterbo nel 1877. Sottot. d i fanteria nel 1898, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. P artecipò alle ca mpagne l ibiche cd a quelle del 1915-1918 . Colonnello nel r917, fu capo d i S. M.. rlell'ufficio informaz ioni del Comando Supremo, e meritò la croce da cav. dcll'O. M. S. Trasferito nel 1920 nel corpo della R. Guardia, ritornò poi nell'esercito . In P. 1\. nel 19:29, fu promosso generale di brigata od 1930. Marchfeld. P ianura sulla se del Danubio, a valle di Vienna. Oltre al.la ba1taglia d i cui parliamo, vi si svolse qnella d i Wagram . I. Ha/./aglì,, di /\.farchfeld (detta anche di CroÌJsenbrumz). Fu combattuta i l 12 luglio u6o fra l 'esercito d i Ottocaro Il re di Boemia e quello ciel re & la JV d 'Ungheria; il primo d isponeva di rno.ooo u., il secondo d i iqo.ooo. Quest'ul- ·

c::J UNGHERESI -

BOEMI

Ilattaglia di Marchfdd (1260) A , truppe del re Bela; D, reparto del Principe Stefano~ C CC, truppe del re Ottocaro

l 'occupavano. Ottocaro accorse con la sua caval1cria, e riprese il campo, volgen do rn fuga gli assalitori fi no all'altura sopra dct(a. Quivi gli Ungheresi cercarono di far frontc1 rna vennero assaliti da tre lati e pienamente sconfitti. A stento ripassarono la March, lasciando sul campo uoa perdita di r 4.ooo u.; il re Bela non fece in tempo a soccorrere i suoi e dovette riti rarsi a Prcsburgo.

H. Rattag/ia di M111·chfeld, detta anche di D11mkmt (26 agosto 1278). Ottocaro II, re di Boemia, non riconobbe l 'elezione di Rodolfo I cl ' Asburgo a imperatore, e ne derivò la guerra . La batta;:lia decise delle sorti della Boen1ia, poi che , dopo accanita lotta, Rodolfo ebbe il sopravvento, e sbaragliò le truppe: avversarie, che furono durante la fuga sciabolate e massacrate dalla cavalleria austriaca. Otto# caro ri1nasc rnortalmenre ferito sul camµo.

M archi (Francesco). GcMarchi Francesco aerale, n. a Firenze, m . a Tortooa (l 859-1924). Sotto t. d i fanteria nel 1876, frequentò la scuola d i guerra e passò nel corpo di S. M. Nel 1898 fu capo cli S. M. del R. Corpo Truppe Africa. Colonnello nel 1906, ebbe nel r908 il comando d el 60° fanteria, nel


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tgro quello in 2• della scuol a di guerra e nel 1911 fu capo di S. -M. del I C. d'A. Magg. generale comand. la brigata Parma n el 1912, andò in Libia ove fu capo di S. M . del I C. d 'A. speciale e poi successivamente comandante dei presidi di Rodi c di Homs, meritandosi a Psithos la croce eia cav. dell'O. M. S. Dopo aver comandato la brigata Alpi, ebbe nel 1914 il comando della scuola mii. cli Modena. Partecipò alla guerra contro l'Austria: comandò la 12a e la 27a divis ., fu promosso ten. generale nel 1915, e lasciò il S. P . E . nel 1917. Ma,·chi Francesco (Architetto mii.). V. De Marchi.

Marchie. Denominazione data fra il -i692 e il 1ìo• agli scaglioni in cui veniva r ipartito l 'esercito piemontese; tali scaglioni erano composti di reparti delle tre armi, e dei relativi servizi. Dal 1701 furono· adottati in ogni arma i raggruppamenti p rovvisori per brigate. Marchi ennes. Comune del Belgio nella prov. dell'Haiuaut, sulla Sambre. Castello antico.

I. Presa di Mllrchie,mes (30 luglio 1712). Appartiene alla · campagna del principe Eugen io i n Olanda. Il maresc. Villars, vittorioso a Denain, si diresse su "A1. ove si trovava una guarnigione di 4000 u. Nello spazio d i tre giorni si rese padrone della città fortificata; caddero nelle sue mani cento bocche da fuoco, e oltre cento zatteconi fiamminghi carichi di mercanz ie. II. Combattimento di Marcl,iennes (31 ottobre 1793). Appartiene alle operazioni dell'esercito del Nord , nelle guerre della Rivoluzione. Per appoggiare i suoi m ovimenti sulla Sambrc, il generale Jourdan aveva ordinato alla divis. <lei Davesne di operare una di versione in Fiandra, che fu eseguita senza grande resistenza da parte <lei nemico. Ma il duca di York, ritornato con un corpo austriaco, costrinse i Francesi a ritirarsi su tutta la linea dei post i occupat i poch i giorni prima. Il geo . Ransonnet, avendo ritardato a seguire gli altri corpi nella ritirata, venne sorpreso in M. dal principe d 'Orange, intanto che il gen. Otto gli tagliava la ritirata su Varling e su Hornage. Non trovando via di scampo, i l gen. Ransonoet decise di difendersi fino agli estreni, con i 4000 Francesi cli cui componevasi !a sua divis. Il combattimento cominciò furioso da una parte e dall'altra e gli spait i, i te rrapieni, le piazze, le vie e le case furono teatro di lotte accanite. Alcu ni pochi r iuscirono a scappare, j superstiti si rifugiarono in un convento dove si asserragliarono, difen_clen dosi con la rabbia della disperazione;· ma, mitragliati da t utte le parti, furono costretti alla fine ad ai;rendersi. 111. Combattimento di MMcf1iè,n,u·s (26-29 maggio t794). Appartiene alle medesime :orernioni dell 'esercito precedente. li 26 maggio 1794 ' i Fr ancesi tencarono il passaggio della S:unbre, in.tanto. che un reparto scelto fl 'avanguardia attaccava il campo av,•ersa rio di La Tourbe a valle di M. e la divis . Mayer lo aggirava per la strada di Philippeville. Ma questa· operazione non riuscl pcrchè la divis. Vezu non g iunse , i11 tempo a sostenere Kléber, e Fromentin non potè forzare il ponte . di Lerncs. Questi contrattempi dierlero modo ; agli Alleati di impostare una btr. di 5 pezzi, la quale, prendendo l'avangua rdia francese di fianco e alle spalle, la costFinse a r itirarsi. Il giorno 29 fu n uovamente ordinato i l passaggio della Sambre, e i gen. Marceau e Duhesme forza cono il ponte e riu• scirono ad impossessarsi cli M., malgrado la resistenza degli A ustriaci.

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Marchini (Do1ne11ico). Am111iraglio, n. a Genova nel 187r, entrato in servizio n el r884 , promosso sottoammir. nel 1918, collocato in P. A . nel 1920, promosso amrnir. di divis. nel 1926, ammir. di squadra nel 1927. H a preso parte alla guerra mondiale. Marchino (Amedeo Michele) . Generale, n. e m. a Torino (1870-1930). Sottotcn. di cavali. nel 1890, partecipò alla guerra 1915-rS meritando la croce <li cav. dell'O. M. S. nella battaglia di V ittorio Veneto. Promosso gen. di br igata nel 1926 passò a comandare la 3a brigata di cavalleria, quindi fu nominato ispcl· tore di mobilitazione presso la divis. di Novara. Marchionni (Francesco). Generale, n. a Pesaro nel 1869. Sottot. d'art. nel 1888, si specializzò nel ramo tecMarchino Amedeo nico. Partecipò alle campa• gne cli guerra del 1915-16-17, divenendo colonnello nel r9r7. Nel 1926 fu promosso magg. generale in aspcttati"a per riduzione quadri. Marchisio (Giuseppe). Generale n. nel 1860, rn. a Gan~lcsso nel 1927. Sottot. di fanteria nel 1879. In P. A. nel 19t4, fu promosso colonnello nel 1915, e nella r iserva raggrunse i l grado di generale di divisione. Marcia. È l 'ordinato movimento per via ordinaria col quale le truppe si trasferiscono, servendosi dei propri mezzi: cioè ;i p iedi la fanteria , a cavallo ed in bicicletta rispettivamente la cavalleria ed i bersaglieri. Quando il movimen,to avvjeue per ferrovia o su autocolonna <liccsi Trasporto (V.). Dmautc la guerra mondiale , parve che gli ottimi ri.sultati dati dai mezzi meccanici <lovcsscro indurre a far considerare annullata o diminuita la tradizionale impor• tan'za della M. Infatti di questa, negli anni 19r4-18, se ne ebbero pochi notevoli esempi; mentre di contro, giorno per giorno , andarono generalizza ndosi i traspor ti meccanici, in maniera spiccata quelli au-tomobilistici. Se però consideriamo gli special i caratleri <ldla guerra mondiale, e pensiamo che altre guerre probabilmente potranno svolgersi in differente maniera; se riflettiamo che non dovunque e non sempre esistono ret i ferroviarie o strade adatte al traffico automobilistico; che le colonne di autotrasporti tendono a con densare masse considerevoli sulle st rade, rendendole v ulnerabili all'insidia aerea nemica e a ' le artiglierie di maggiore gittata; se pensiamo ali 'enorme costo cd alle difficoltà inerenti alla provvista ed ai r ifornimenti delle macchine, dobbiamo ritenere che anche nella guerra moderna il problema della M . non scompare: è anzi più poderoso e più difficile a risolvere che mai, per la quantità ingente d'uom ini, di anni e di materiale che si debbono muovere .

I. - Sfrondandola dei particolari caratteri e delle mochli-tà accessorie, presso qualunque esercito ed in qualsiasi epoca, vediamo l 'organizzazione della M. fissata su questi capisaldi : a) preventiva ricognizione dell'itinerario; b) ricerca della sicurezza mediante distaccamenti sul la fronte e sui fianchi; e) frazionamento della massa, per vivere e per muovere, in più colonne: tenute pronte però a riunirsi per combattere; d) d istinzione tra le for mazioni


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di M. d i ogni colonna in vicinanza del nemico od in lontananza. Nel primo caso le formazioni sonp suggerite da cn ten strategie, e tamc,, nel secondo dalle esigenze disc iplinari e logistiche; e) arrivare presto alla mèta con truppa efficiente: cioè velocità e percorsi razionali. Gli antichi popoli orientali marciarono su una sola colonna di fanti, in çmlinanza massiccia. Pauuglie di ca• valieri precedettero, impcdimenta e carri falcati furono tenuti al cen-tro della colonna. Il movimento era necessariamente lenro. Migliori ma non meno massicce furono le formnioni greche (falange). Senofonte, con la ritirata dei Diecimila, e Alessandro, con la { conquista dcll 'Asia, offrirono lun1inosi esercizi di movimen to . ln lontananza del nem ico generalrneote i Greci marciarono in colonna, con sch iavi ed irnpedimenta al centro della colonna, cavalleria e fanteria leggera io servizio di sicurezza davanti e sui fianchi . Tipicamente mobile fu la legione romana. Le riforme di Servio Tullio e di Camilla ne fecero un agile organismo snodato in manipoli; dopo le guerre puniche, con ] '·ammontare della massa combattente, i manipoli si riunirono e si fusero in cooni . Comunque, manipolari o coortali, le legioni ebbero sempre una capacità tale di movimento di cui raramente se ne conobbe l'uguale nel tempo antico. La lvi. venne effettuata su una sola colonna in lontananza del nemico (lo11gissimum agmen) e su un numero vario di colonne quando il nemico fu vicino (duplici aut triplici agmin't' incedere). Non formaz ioni di M . schematiche ed assolute, ma d i volta in volta queste vennero studiate e adottate in relazione alla particolare situa zionc, nonchè alle esigenze dj vita e di movimento (incedere itincrì et proelio). Cesare marciò di preferenza con più colonne disposte rn quadrato (qttadratum

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incedere), dando dopo 18 secoli a Napoleone l'idea del battaglione quadrato. Cavalleria e veliti coprirono, sul fronte e sui fianchi, i movimenti delle legioni. La velocità oraria d i M. presso i Romani andò dai 3-4 chilometri (iustum iter), sino ai 7 (magnum iter) . La media lunghezza d 'una giornata si aggirò su 25 chilomcLri . Con Cesare questa media scese a 20 e con Claudio Nerone sàlì sino a 40-5◊. Le invasioni barbariche, più che M, furono tumultuose immigrazioni armate. Le milizie fwdali invertirono le funzioni della fanteria e della cavalleria, paralizzando la nzione dell'una e dell'altra. I fanti furono impiegati nei servizi di sicurezza ed i cavalieri costituirono il nerbo della battaglia. Le M. furono per conseguenza quanto mai lente e faticose. Le Crociate restituirono alla fanteria gran parte della primitiva importanza e ne fecero com·ergere in oriente colonne veramente imponenti, ma disordinate a causa della deficiente organizzazione logistica, della eterogeneità dei combattenti, dcll 'imerferenza fra gli interessi degli Stati pa rtecipanti. Scarsa mobilità ebbero !e truppe comunali, vincolate alla difesa imrnerliata delle pro• prie nn1ra. I secoli XIV e XV videro risorgere la M. militare. Le mil iz ie mercenarie preferirono le schermaglie all"urto e ridusse ro l 'azione a continue lvl. e contromarcic senza un definitivo obiettivo e senza un concetto st rategico vero e p roprio. La formazione fu schematica e pressochè sempre uguale: una sola colonna, divisa, n el senso della profondità, in avanguardia, battaglia o grosso, e retroguardia. Distaccamenti di cavalleria precedettero; l' artiglieria leggera stette con !"avanguardia; quella pesante con il grosso; operai e guastatori marciarono in testa alle prime truppe

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RE TR06VA /IIJIA

M:1rc:io di esercito del sec. XVI (dal M:ira,•igna)

per provvedere al ria.ttamcnw di ponti, ad aprire varchi, ccc.; le impcd imenta, numerose e pesanti, seguirono e talvolta inquadraronn i reparti per offrire loro una barricata mobile, specialmente nelle soste. Velocità oraria non superiore ai 4 chilometri : giorna te di 24 chilometri circa: do po setl'c od otto giorni di movimento la colonna sostava. Nei secoli XVII e XVlll furono migliorate le comunicazioni dell"Europa occidentale e meridionale, gli eserciti aumentarono considerevolmente il numero degli effettivi, k armi da fuoco presero largh issimo sviluppo . La M . non fu pitì scopo a sè: ebbe una rn/:ta ed un obiettivo. La si effettuò su tre o quattro colonne, ciascuna scissa, nel senso della profondità, in d ue scaglioni. Il collegamento fra colonna e colonna fu rigidamente tenuto a vista. Le formazioni venivano prese in base alle prev isioni che potevano esser fatte sull'eventuale urto. Gustavo Adolfo bandì que.to schematismo: istituì la brigata, unità di combattimento e d i M., le dette una ce rta autonomia, ed ordinò che le (onnazioni fosse ro studiate e prese di volta in volta a seconda delle contingenze. L 'armata wcdcsc fu ,·eramente agile, tanto che qualche analogia si potè: notare fra la brigata ùcl re Gustavo Adolfo e la legione ronun a. Grande importanza fu ùata a lle ricogni2.ioni preveotivc degli itinerari, fatt,e esegu ire da ufficiali ùi grado

elev.tto, ed alla disciplina cl i M . Con Federico Il il movimento avvenne ,u tante colonne per q uanti furono gli itinerari disponibili. Ciascuna colonna ebbe mezzi per combattere, vivere e muovere: prese cioè l'aspetto d'una moderna grande unità . Parziali avanguard ie n e garantirono la sicurezza, me nt re l' avanguardia generale coprl l,1 Al. di tutto I'esercÌlO. L 'alba del sccnlo XIX vide convalidato dal più grande condottiero moderno il principio di snodare l'esercito. Napoleone marciò su più colonne, costituite da g ran(li unità autonome, ciascuna indipendente nel regolare e disciplinare il proprio movimento. Composizione delle colonne e formazioni di queste furono sempre suggerite dalla situazione strategica e dalle esigenze d i vita, astraendo da qualsiasi schematismo formale. Grande unità d i M . fu prima la divisione, quindi il corpo d'armata . Avanguardie parziali di ogni colonna precedettero di un 'ora i grossi; fra nvang uardia e grosso marciarono i forieri e gl i operai ; gli equipaggi si accodarono alla propria divisione. Veloci ti, media 4 chilometri orari; giornate di M. sui venti chilometri. 1':on mancarono però esempi di ,\-f. eccezionali, nelle q uali furono, da qualche unità, raggiunti gli 80 chilometri in 36 ore di cam mino . L'organizzazione delle M ., rimasta per secoli affidata

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l\ifarcia di aniglieria nel secolo XVI

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di questa preparazione e d i questi studi. La manov ra avvolgente dell'ala dr. tedesca sulla frontiera francese, fu realizzata su 3 cQ!onne d i armate, profonde oltre ottanta chi lo metri e ~!rettamente collegare fra esse . Queste avanzarono su fasci d 'itinerari, con le divis. cd i C. d 'A. di prima sch iera marcianti parallelamente su strade diverse.

a ll 'empirismo ed alla pratica dei capi, dopo il 1815 d iventò oggelto d 'uno studio esatto; se ne fissarono le norme esecutive in rcgolan1enti scritti . Particolannente no tevole q uello del Radetzky. Dopo il 1848 s'andò maturando il processo evolutivo della tecnica mil., i,1 conseguenza delle g randi invenzioni nei campi dell'armamento, dci trasporti e dei collegamenti . I princip1 essenziali della i\Jl. rimasero immutati : djvidersi per v ivere e per n1uovcrc, bandire schematismo ed assolutismo nelle formazioni. Ma I 'applicazione non fu subito adeguata alla maggiore quantità dei combattenti cd alla complicazio ne dei nuovi meZ7.i in adozione. Soltan to nel 1870 il Molrke istih,ì g lj scaglion i di ivf., gli a lt o rari , i punti cl 'incolo11namento, i riforii imcnri scaglionati in p rofondità fin dalla pace sui probabili itinerari d i M., la suddivisione del carreggio che seg ue il reparto (piccolo) e quello che lo raggiunge d i tappa in tappa (grosso) . Con q uesti perfezionamenti i Prussiani marciarono a 4 chilometri orari, con una media giornaliera superiore ai :,5 chilometri. Nella campagna che li cond usse alla vitto rios,a giornata di Seùan, si scissero in tre co .. !onne d 'arm ata corrispondenti a tre lince ferroviarie per l'af/luenza dei rifornimenti. Verso il 1900, l' incessante aumen,tare degli effettivi e le tlifficoltà inerenti al passaggio delle poderose masse dallo schieramento profondo d i M . a quello di combattimento meno profondo e p iù lato , fecero orientare gli eserciti su formazioni sempre pi,, snodate e più svelte. Precisamente si studiarono movimenti m parecchie colonne di annate, dotate di g ran<lc autonornia e scaglionate in profondità su d ue ord ini d i linee: ) /ella · pr ima, avanscoperta d i eavalleria, avang uardia dei C. d' A. di r • linea, grossi dei C . d 'A. di 1a linea; nella seconda, C. d 'A . d i 2• linea , pa rchi d i carreggio. Fu accuratamente stud iato ogni dettagli o. Venne d ivulgato l 'uso del grafico d i M., il quale peraltro era stato ideato nel 1873 dal gen . Lcwal. La capacità al movimento costimì l 'oggetto sostanziale dell 'addestramento. I reparti marciarono con velocità oraria d i 4-5 chilometri e coprirono quotidianamente una media di 25 -30 Km. Nel 1914 si videro i primi risultati

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Dietro ogni divis. marciò il rc_lativo carreggio; il parco dei viveri e ddlc munizioni dell 'ar mata se~ì la p rima schiera. Media delle tappe giornaliere, 28 Km . per la estrema dr. e 20 per la sr. dell'ala avvolgente . [ P rancesi, incalzati dall'avanzata te desca, ripiegarono con colonne d i divisio ni. Notevoli esempi d i M . si e bbero nel 19 1'5 sulla fronte orientale tedesca (Laghi Masuri), in T r i,osilvania nel 1916, nell'invasione ausLriaca del Friuli nel 1917 e nell 'inseguimento dell'esercito austriaco battuto a Vittorio Veneto nel 1918. È: difficile prevedere quali potranno essere le 111Qnalità per la condotta d 'un moderno ese rcito nel movimerno delle guerre future, giaechè su <JUCSIO campo siamo in piena evoluziQne e fervono gl i stud i. Le au.uali tendenze fan no pensare che si c011soliderà sempre più il principio d i snodare le masse operami nel senso della fronte con molteplici co lonne, e nel senso della profondità con due o tre schie re. Ogni colonna sarà costituita da una grande unità, di for7.a mutahilc a seconda degli scopi strategici ad essa a/ridati. Precedera nno l 'esplorazione aerea, poi quel la terrestre . lontana e ravvicinata, eseguite dalle unità celeri d i ciclisti e cavalieri, q uind i gli elementi di sicurezza delle truppe. Il movimento si svo lgerà su fasci d 'itinerari, con fronte vastissima. Tuctt 1 rnezz i idonei al trasporto d i uomini e d i materiali saranno sfruttati. T ra colo nn a e colonna sarà ten uto un costaute collegamento. Man mano che la vicinanz,1 del nemico lo richiederà, le d istanze e gli iutcrvalli saran no d iminuiti e i reparti dallo schieramento profonda passeranno a quello di combatti 1ncnto. Il. Le M . del temp() d i pace o rd inar iamente sono d i allenamento ed eccezionalmente d i trasferimento . Quelle del tempo d i g uerra possono oserc così classificate : a) in

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ordine alla situazioae generale: in lontananza od in v1c1nanza del nemico; b) in ordine alla situazione particolare o a speciali contingenze: in avanti, in ritirata, di fianco; e) in ordine a l tempo ed :ti luogo: normali, celeri e forza te; diurne e notturne; in zona boscosa, in n1ontagna, in collina, ecc. Lo studio per l'organizzazione della M. si basa su dati sperimen tali. Da questi sono state dedotte alcune 11orme che possono essere così inquadrate: NORME GENERALI PER TUTTE LE MARCIE

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Ricog11izio11e dcll'iti11crario. Si compendia in uno schizzo sintetico con succinte note illustrative. Viene eseguita da ufficiali che percorrono i l terreno appositamente e serve per dare un 'idea chiara sullo sviluppo della strada, sulla planimetria, sul piano stradale, sulle opere d'arte, sul terreno adiacente, sugli abitati, sui bivii, sulla capacLtà logistica e sulle risorse per i collegamenti. Grafico di marcia. Fu ideato dal gen. Lewal nel 1873: serve a dare sinteticamente e con chiara evidenza l'idea del complesso movimento che avviene per una determinata strada.

STUDIO PREVENTlVO

Scelta dell 'ìtinerario. Ricognizione del l'itinerario. Grafico di marcia. FORMAZIONE

DELLA

COLONNA

Formazione di marcia. Profondità . Allungamenti. Frazionamen to della colonna. Posto delle truppe. Posto dei quadrupedi. Posto del carreggio . MovntF.NTI

DELLA

Formazione di marcia. Deve soddisfare alle seguenti esigenze: fac ilitare il mo'"imento dei singoli elementi, limitare la . profondità della colonna, consentire la rapida trasmissione degli ordini nell'interno della colonna stessa, essere in relazione alla capacità mi_oima della strada, lasciare libera una parte della strada pc! t raffico dei trasporti. Di norma gli eserciti moderni n1arciano, in ordine chiuso, per 4 di fianco. In Italia, dopo il 1928, è &tata -adottata la formazione per tre. l'rofonditù di marcùi. Dipende dalle formazioni, dalla disciplina di :'vf. e dalla pendenza del percorso . Gli Allungamenti (V.) tendono a variarla.

COLONNA

Incolonnamento. Tempi di sfilamento. Velocità di marcia. Lunghezza del percorso. Ora di partenza. Fermate. lnconLri cd incroci di colonne. Arrivo alla tappa. Disciplina d i marcia. SER.VlZl DI Mi\RCIA

Sicurezza in ma rcia . Sanità . Vettovagliamento. Collegamenti. Polizia.

NORME PARTICOLARI PER COND IZIONI SPECIAL! In lon.tallanza del nemico . In. vici.nanza del nemico. In i-itirata o ripiegamento. Di fianco. Celeri e forzate. Di alle namento o addestramento. Notturne. Con clima eccessivo o ca Ido o frcd do . Nella nebbia. Nella tormenta. Sulla neve o su ghiacciai. Su l!e rocce. In n1ontagna. Attraverso strette. In zone boscose o fihamente coperte. In colonia. Scelta de/l'ùincran'o. È in stretta relazione con l'obiettivo della M. e con la disponibilità di strade. Meglio ripartire le unità su più itinerari: quello più breve ai fanri, quello col fondo stradale più adatto all 'attigl ieria cd al carreggio.

Fmzinnamento della co/01111a. Le grosse colonne vengono frazionare in scaglioni e questi in unità di M. Con ciò si tende a contenere entro limiti tollerabili il d isagio derivante dagli allungamenti. Ogni scagl ione è costituito, in lontananza del nemico, con truppe omogenee: in vicinanza, con aliquote delle varie armi dosate in relazione al presum ibile impiego. F ra icaglionc e scaglione rleve esserci una distanza pa ri a quella che può essere percorsa durame una piccola fermata, per evitare che, alla ripresa della M ., dopo un riposo, la testa dello scaglione successivo possa urtare sulla coda di quello precedente. Ad ogni modo la distanza è opportunamente scelta a seconda degli allu ngamenti previsti. L'unità di M . corrisponde di norma al battaglione : in montagn~ o con reparti ciclisti a lla compagnia. Cioè a piccole frazioni che ad ogn i alt possono riassorbire gli allungamenti subìti, serrando in pochi secondi sulla propria testa. Posto delle tmppe, dei quadru.pedi e del carreggio. Viene stabilito in ordine ape esigenze logistiche e disciplinari, <]Uando .il nem ico è lontano. Quand 'è vicino, i nvece, in ordine alle probabilità d'impiego. Nel primo caso ogni reparto è seguito dalle proprie impedimenta, le colonne sono combinate con truppe omogenee, precedono le anni meno celeri, le altre si accodano. Nel secondo, invece, i l posto delle , t ruppe dipende dalla necessità di farsi precedere da un ità . esploranti e da elementi di sicusezza e ricognizione. Le t ruppe delle varie armi si succedono al ternativamente nella colonna a seconda <lei preventivo dosamcnto, fatto in previsione <lell ' urto. l n ogni reparto si stabilisce una ripartizione in scaglioni: generalmente questi sono u-e. Nd p rimo trovano posto le truppe e le salmerie di combattimento, cioè quelle che portano armi, munizioni, collegamenti e qualche materiale sanitario; nel secondo stanno il servizio sanitario, di vettovagliamenro ed altri minori con le relative salmerie; nel terzo infine vi è il c:irreggjo con le armi d i rise rva, il rifornimento del le munizioni, il materiale per la difesa chimica, ecc. ! ncolonnamellto. È l'operazione mediante la quale si passa dalla vasta dislocazione delle truppe stazionami, alla sottile c profo11da formazione di M. Se mal preparato e


MAR

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827 -

MAR

Marcia dj cavalleria {epoca napoleonica)

mal condo n o l' incolonnamento può produrre ingorghi e perdite d i t e mpo tali, d a rendere d isagevole l 'iniz io d ella M . e da farla mancare perfino, talvolta, ai suoi obiettivi. Il comandante dell a colonna, in dica uno o più punti d 'incolonnamcn10, scegl iendoli fra quelli più adatti allo scopo, meg lio ind.viduabi li sulla carta e sul terreno, e che si trovino sulla d irezione della M. h ·i prescrive che ogni reparto si presenti con la prop ria testa ad ora deter minata. Ufficiali a ppos itamen te comandati per ciascun pun to d'incolonnamento vigilano che ì reparti s'inseriscano nell'iti nerario all'ora e nd posto fissato ad ognuno, e comunicano le modalità - di M. e l 'ornrio stabi liti dal comandan te della colonna (V. Colonna).

Tempo di sfilamento. È in proporzione d iretta della profond ici, d i Al. ed in ragione inversa della velocità ora ria . Cioè i reparti imp,egano t an to p iù tempo a sfilare quamo più sono p rnfondi; e tanto meno quanto più son veloci.

Velocità di marcia. Dipende in g ran parte dalle condizioni moral i e dal grado d i addestramento e d'allenamento del la rtuppa. Vi influiscono anche le condizioni at-

rnos[eriche, la pesantezza della colonn a, il prolungarsi dei d isagi e del le fatiche per trop pi g iorni, le asperità ed il callivo stato d el le strade, le esigenze del servizio di sicu rezza, ccc. Truppe in b uone condizioni morali e fisiche, sufficien,t emente allenate cd a strade · buone con penden ze non superiori al 5 %, con clima normale, possono d a re questi risu ltat i : Grosse colonne, media oraria Km. 3 -3 ,5; piccole colonne di fanteria, 4-6; ciclisti-10-18; cavalle ria·, aruglìcria a cavallo e da campagna 8-10 ; carri armati 14 ; salmerie 4-5; carreggio 4 -6.

Lunghezza del pt'/'Corso . È in rela>.io ne all 'obiettivo da raggiungere : trova però limitazioni nelle stesse varie cause che tendo no ad abbassare la velocilà oraria. Fanteria allenata può, per più g iorni, copri re percorsi di 25-30 chilo1nclri ; i cicl is ti arrivano a percorsi

di 70 ch ilometri) la

cavalleria e l'ar,t iglieria a cava)lo di 45, l 'artiglieria da campagna di 35, il carreggio o rdinario di 30. Nelle colon ne di grandi unità, la lung hezza del percorso viene stabilita su quella dcll 'arma meno veloce e diminuita a l1' incirca d'un quarto o d' un terzo (20-22 chilometri) .

l\1arcia di fanteria (epoca napoleonica)


M ,IR

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828 -

• W1arcia del V Corpo 1taliano sopra Ancona (settembre 1860)

Ore di panenza. Possibilmente 30' dopo l 'alba per le truppe a piedi, un'ora per quelle a ca ,·,tl lo che debbono guernlre i quadrupedi. Non partire a ston1aco vuoto . ma n1c:zz'ora dopo aver mangiat0 . ger;scono

Le n1oùerne istruzioni st1g •

di 111arciare fret1ucn tenu:ntc d i notte, al fine d i

sottrarsi '"111'osscrvazlone aerea .

Fumate . Possono essere brevi o lunghe : servono a dare riposo alle truppe stanche. Bisogna ricorrac alle fermate luoghc (grandi ah) solo in circostanze speciali, poichè danno l imitato, ristorp e finiscono per aumentare i disagi

nella successiva tratta di strada. Le p iccole fe rmate sono in•;ero vantaggiose : vengono o rganizzate con alt orar i con-

temporanei o con alt successivi. Col p rimo sistema ogni unitù di M . si fer ma (per 10') al 50~ m inuto cli ciascuna ora d'orologio. Con l'altro le fer mate sono eseguire per

1:.rag!ioni ed avvengono ad intervall i variabili, quando lo sc:lglione c he segue ha raggiunto il po sto dove prccc:den •

temente era fermo quello che lo precedeva. Il primo sistema i: più rigido, l'a ltro è p iù elastico. fo rontri cd incroci di colonn e. D ebbono essere prestabiliti dai grafici di M. Non sono consent iti t!a -tutte le st r.a dc . La colonna piè celere di norma deve " vere la precedenza . II sorpassamento di colonne avviene analogamente agli jncroci. Arrivo alla tappa . La defluenza della t ruppa e dei materiali deve essere arrestata solo quando !a strada sarà sgombra. Pt:rciò occorre prcdisp~rre anticipatamente per

l'asscgna~ione e distribuzione degli aUoggiarr.cnti> o per lo meno ammassare i reparti, rnan n 1ano che arrivano, f uori dall 'itinerarjo. In A,f, prolunga,le si s.oggiorna nel lwlgo di rnppa ogni 3 o 4 giorni di mov imento. Le grandi

t.:1~irà

1

nel riprende re I~ :\1, dopo un soggiorno, fanno i rcpal't i di lesta con quelli di coda .

avvir<:Hdarc

Disciplina di m arcia . Ten de ad ottenere, col rninor di~pt ndio di energia, jl rendimento maggiore. Ogni reparto dc-ve tener pre:senti le seguenti norme essenziali : a) cura delle calzature e della puli,,ia personale degli uomini; h) inv igilare sull'affardel lamento della truppa e sul carico delle irnpcdimenta; e) regolare la cadenza dr M . ; d) far mantenere a ciascuno iJ s uo posto e proìbire qualsiasi al ~ Jungamen to; e) permettere ii pono d 'arma pi,, comodo; f) alleggerire i meno robusti; g) assicurare jl serv izio idrico special mente nella stagione ca lda . 1

Servizio di sicurezza in ·marcia . Contro 1'osstrvazione e !e offese aeree si provvede con la scelta di strade coperte , allargando sensibilmente gli imcrvalli e le distanze, mascherando il carreggio con teli m imetici , togliendo le truppe dalla &trada e ponendole nella campagna adiacente, infine marciando preferibilmente d i notte . L'azione terrestre del nemico viene prevenuta dal sen·izio di sicu. rezza in /\/ ., l'.ll i provvedono aliquote della colonna in mov imento, opponunamcntç di staccate. Esse prendono il nome di Avllnguardìa, d i Fianclieggiam,·nt u e d i R,·trogurmlia . (V . queste voci) . Scrviz1·0 sanitario in m arcia . Prinia d)inìziare il rnovirnento (meglio b sera precedente) sgomberare gli a mmalati su lla sezione d l sanità. Questa provvede a,] ricovero, neg li stabilimenti san ita ri, degli abbisngnevoli di cure ; g li altri ve ngonci trasportati s ulle autoa1nbulan.z,c o su n1ezzi d i requ isizione e raggiungono la colonna di lappa i n tappa. Ch i cade a,nrnalato durante il camrnjno viene curato am• hlll atorÌ<1 rncJJtc dai medici dei reparti. Se non può pro•

Formazione di marcia di squ.:ldra navale italiana (1929)


-8'29 seguire

viene fasciato

b;n

un

aiutante

di s;-inità pres.w

4ualche casolare. Le ambu lanze della sezio ne di san ità , che

periodicamente s 'avv icinano alla

colo nna,

provvede~

ranno a raccoglierlo.

Serviz io di vettovaglù,mento. La rruppa parte do \JO aver preso caffi: o brodo caldo. Ogni so ld ato ha scco il pane. Alla tappa o a metà del la M . si d istribuisce il rancio caldo. Le casse d i cottura ha nno reso possibile e facile il trasporto dei viveri caldi su lle sa lmerie o sul carreggio. Per procacciarsi tempestivame nte il fabbisogno di carne, le grandi unità, talvolta, si fanno seguire dai parchi d i buoi da

macellare .

Questo

sistc1na offre

molti

i nco nvenicntj .

I quadrnpedi portano ciascuno su l proprio carico una giornata d i foraggio, la quale d i norma è d isrr ibuita la sera prece-dente a l mov imento. ~elle zone scarse d'acqua occorre fars i scguit"c da aurohoui. StTvizio dei t:olleg(imcnti . Vengono is,tituiti fra cokmn;, e colonna e lungo la profondità di o~ni colonna. Importanti i collegamenti fra g rosso cd elem e nti d i sicurezza.

Sono special menre adatti i cava lieri,

i ciclisti,

i moto-

Marcie celeri e /oi"zatc. Debbono essere considerate ecc.e~ionali: sono possibili solo c:o n truppe ben allenate ·ed in colonne d i J;mitata forza . f,: buona norma .sullevare il fi. sico della t ruppa con speciali d istnbu1.ioni di viveri, eliminando q ualche pcsu, no n indispensabile, t!all 'affarddlamcnto. Con le M . celeri si tende ad au mentare la veloc ità oraria; con c1ucllc forzale il nun,ero delle ore per coprire un maggior percorso _ a moderata andatura: in qucst'ulrimo caso la fanteria può percorrere fino a 40 Km . ndlc 24 ore, i ciclisti 1 20 , l 'artiglieria da c:unpagna e quel la a cavallo 70, la cavalleria 90, il carrc·ggio ord inario 45. i,1urcie di' allenamento e di addestramento . Sono eseguite dalle reclute o dai richiamati. Debbono essere organizzate razionalmcntct cominciando da brevi percorsi con affardellamento poco pesante. l':. bene che anche le M . a scopo di a ll,·namcnto siano inquadrate in su pposte azioni tatt iche, perchè anche il più piccolo g rega rio si a bitui a lla

realtà dei 1novlrnenti di guerra. tvfarcie notturne. Sottraggono le miglio ri ore del riposo

l\'larcia invernale ( 1932) del 68° fanteria

cicl isti, coppie d i srazion i radio che proccr.lo no a sbalzi,

alla truppa e la stancano assai . Al buio, specialmente in

g li aerei, ccc .

montagna, non è facile co ndurre una colo nna : occorre 1iconoscere preventivame nte l' lrinerario o far u.so di g uide.

Servizio di Polizia. A l seguito del la colo nna, viene d isimpegnato da d rappelli tli CC. RR . Serve al rastrellamento dei disertori. Marcia in /011rananz a od i11 vwnan~a dd nemico . Nelle prime si ,tende a sodd isfare le esigenze igieniche e a dare

la maggio r wmotlità possibile alle t ru ppe. >,!elle seconde prevalgono le esigenze strnrcgiche e tacriche . >,lei le une si utilizzano tutti g l"ìcinerari disponibili; i carreggi s tanno con )e truppe; ogni colonna è con1posta con unità omo• gcnec. Nelle altre si serrano gl 'interva lli , si costituiscono le unità cmnplesse delle varie. armi, si ripartiscono in sca• glioni !e t ruppe, le salmer ie cd il carreggio. 1\fttrcia in ritirata . l?. analoga a quella in avanti, n1a con fronte rovesciata. Precede il carreggio scorta to, poi vengo no le salmerie, q uind i le truppe. Seguono i l g rosso della rerrog uard ia, la coda e la pattuglia di coda della retroguardia . Marcia di fianco. Sono massimamente pericoÌose, poichè offro no la m aggiore vulnerabilità ali 'offesa del nemico. L 'a vang uardia deve essere proporzio nata alle prevedibili offese suJla fronte, il fiancheggiamento deve costitu ire 1'og• getto delle maggio ri p recauzioni. Ripart ire il grosso su più itinerari . Scorta re con distaccarnenti di fa nteria le impedimenta e l'artig lieria .

C li scaglio ni tendo no ad aumen tare sensibilmente gli allungamenti, e la vcloc iti, si riduce a 2/3 della no rmale . Preferibilmente marciare su più st rade , fermarsi più frequen temente, assicurarsi del fuuzionameo-to dei collegamenti in profondità e con le colonne laterali . Il servizio di sicun.:zz3. viene stabilito con d is tanze rido tte.

Mm·à,· cou dima eccessÌvo . Nella stagione più calda p referire le ore notturne, d iminuire il carico del sol dato,

provvedere al ri foroirncnto idrico, adattare aHa stagione l'.:dimentazione cv}tando cibi g rassi, sorveg liare sull'igiene de lle vivande d istribuite, rallentare l'andatu ra, fermarsi di freq uente, contenere e regolare gli allu ngamenti, preord inare, con larg hezza d i mezzi,

il servizio san itario. Col

forte freddo muoversi nelle ore diurne più calde, d istribuire ind ument i di lana , aumentare il cibo, non sostare

allo scoperto, far camrninarc a piedi qualche vo lta anche le truppe montate, prevedere la possibili•.à dei congelamenti .

Marcie nella nebbia . Occorrono previdenze e accorgi1nent i per l 'orientamento, specie in montagna . Marcie nella tormenta. Camm inare serrati e magari v.i,ncolati con una corda. Non lasciare indietro nessuno : chi resta isolato probabilmente è perd uto .


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Marcie sulla neve e su ghù1ccù1i. Nella neve è faticoso camminare. Occorrono gli occhiali antiabbacinanti e indument; speciali. Collegarsi con pattuglie di sciatori. In montag na con la neve devesi tener conto delle probabili cadnte di valanghe. Dovendosi attraversare un ghiacciaio, as~umerc informazioni sulla forma, dimensioni e anda-

a ore: truppe specialmente allenate alla mon.tagna (Alpini) camminano per 6-j ore sulle 24; così p ure le salincrie e l' artiglieria someggiata. La fanteria cammina per 5-6 ore, gli uomini isolati per 8. In caso di ·m arcie forzate, le trnppc di montagna, le salmerie e !"artiglieria someggiata

mento dei c repacci .

sino a 8, gli nomi ni isolati sino a

Manie sull,· rocce. Provvedere speciali calzature e corde. Porre attenzione alla caduta dei sassi, provocata da chi precede.

Ma,-cia att.-avcrso strette. Se il passaggio attraverso la stretta è p revisto si prendono disposizioni analoghe a quelle per il passaggio per i ponti. Se esso non è previsto, si ricorre a cercare o ad aprirsi altri sbocchi , ~cl accelerare l'andatura, a fermare la colonna, oppure a farla transitare per scag lioni , per poi riprendere l'ordinanza normale al di là della stretta.

Marcie in m on tagna. Presem ano non lievi difficol tà, dovute ai d islivelli ed al clima. Occor rono truppe appositan1en.t:c. alknatc , buone g uide , calzature e vestiario specialmente st udiati, quadrupedi ben ferrati e scelti fra i pii, robusti. Sfruttare tmte le st rade, mulattiere e sent ieri ,

possono cam minare s ino a

ore sulle 24, la fanteria

11

10-1 2 .

,\,f arcia in zone bosmse . Copre dall 'osservazione aerea e ripara dai forti calori . R ichiede accorgimenti per la sicurezza, pe1 collegamenti e per l'orientamento . -

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Marcia in T ripoJitania (1930) 1\1arcia invernale d i fanteria

lvlarcia in colonia . La scelta de! l 'itincrario àipcnde dal1'ubicazione dei pozzi. Le impedimcnta sono quasi sempre

scindendo le unjtà in più colonne; frazionare ogn i co.lonna in scaglioni di bgl. ed in unità di marcia non più forti della compagnia . Ogni colonna preceduta ria gente pratica. Far riconoscere il percorso precedentemente, quand' è possibile. Non lascia re uomi11i isolati ind ietro. Particolare cura per !a condotta delle colonne muli : farle marciare s~paratamc nte dalle t ruppe, ripartirle in frazioni , curarne il carico. La profondità di M . in montagna è variabilisoima, in dipenclenza dai d isl ivell i che m utano sensibilmente da un tratto ali 'altro . L~ vdocitit di M . generalme nte è riciotta , e ancor più si riduce con co ndizioni 1ner tcorologiche avverse. La lunghezza del la M . ~ regolata

l' unica risorsa logistica disponibile, tuttavia il loro peso tende a rallentare sensibilmente la M. Comporre le colonne con truppe scelte, eseguire fermare brevi, possibil mente in corrispondenza dei poz1.i. Comidcrare sempre ogni colonna come se fosse i n prossimità del nemico e proc<:dere con ordini di M . simili a q uelli di combattimento. Le coJunnc si ripartiscono in : scaglio ne <li cornbat:tin1.cnto, convoglio con relativa scorta e ret roguardia . La velocid e la lunghezza clei percorsi sono quanto mai v.ariabili, in relazione al le esigenze tattiche cd alle cond izion i atmo sferiche. Le !ruppe indigene sono naturalm ente piè1 resisten ti e veloci delle truppe metropolitane .

L\-1arcia di colonna italiana nel deserto libico (1 9 12)


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MAR

831 -

.11,farcia alla battaglia. In guerra di movimer,to, prende questo nome il complesso di azioni e dì manovre con le quali l'esercito si porta a misura d i combattimento con l'avversa rio. ln ogni epoca la M . alla 8. è stata una fase del conflitto immed iatamente successivo od anche, talvolta, contemporanea alla mobilitazione ed alla radwiata. La ge-

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guerra di movimento. Certamente dovranno essere banditi i rapidi e speditivi procedimenti, sui quali era impostata la preparazione prebellica e che derivavano dalle fortunate teorie prussiane del 1870. La q uantità e la pesantezza dei complessi nuovi mezzi di lotta impongono accurata e dettagliata préorgatùzzazione della M. alla B., ess~nzialmcntc imperniata sulla rapidità e sulla sicurezza: la prima intesa a conseguire la sorpresa, l'altra a permettere il movimento st rategico delle grandi unità coperte da un primo scaglione già schierato in battaglia e pronto ad impegnarsi, per prendere il cont;itto e per fissare il nemico sulle posizioni a lui meno vantaggiose. Questo

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J\lfarcia alla battaglia d'un corpo meccanizzato

primo scag!jone ali 'i nizio del conflitto sarà dato dalle tn1ppe permanenti confinarie, poi verrà sostituito con le esplorazioni aerea e terrestre e coii le unirà avanzate. La regolamentazione italia1ìa chiama questa fase come segue: 1\ilaTcia in colonia, con servizio di sicurezza I, esplorazione aerea lontana e vkina; IJ, esplorazione terrestre di meharisti; llf, avanguardia preceduta da pattuglie di sicurezza; IV, scaglione di combattimento; V 1 convoglio

nial ità della concezione e la rapidità dell'esecuzione debbono ·tendere : a) a comcguire la sorpresa; b) a sboccare con le forze riunite nel campo di battaglia; e) a cadere su uo punto debole o vitale del nemico. Dopo la guerra mondiale parve che g li eserciti p iù non fossero indipendenti da l terreno, ma che su questo si abbarbicassero con mi lle p rofonde radici, che la lotta stesse per divenire un vastissimo cozzo di forze destinate a sopraffarsi per sfinimento; parve altresì che il rapporto fra l'amp iezza ·delle wne d'operazioni e le masse operanti fosse tale da rendere il terreno san,ro d i uom ini e d i mezzi, il _che verrebbe a togliergli lo spazio necessario per rnanovrare.

Oggi però q uesti dubbi sembrano superati. G ià quasi tutti gli Stati Maggiori si orienta no di nuovo verso la

Ma..-cia al nemico. Questa clenomina~ionc è della regolamentazione italiana in rapporto della ,\,f. alla battaglià . I vigenti coclici tattici italiani si fondano su due presup posti: a) ambedue i partiti sono a COll laUo sin dall'inizio delle osti lità con consistenti coperture: in questo caso si verificherà la tendenz.a a stabilizzare la fronte, con granrli unità inquadrate, su posizioni organizzate; b) i partiti hanno coperture di una certa consistenza, ma non tale da p~rmettere un arr<:sto , in questo caso i grossi andrebbero organizzandosi e radunandosi in zona arretrata cli qualche tappa, provvedendo alla loro sicurezza ciascuna grande unità coi P.rDpri mezz.i. La M . . al N. consiste nel portare avanti queste grandi unità arretrate nell'ordine, con la successione e nelle direzioni volute dal d isegno operativo. L 'avanzata è preceduta dall'esplorazione aerea a grnnde d,stanza, dai corpi celeri d'esplornione av;;nzala a distanza minore, e di nuclei cl 'esplora·àone vicina, Il movimento viene regolato con le modalità normali delle marcie in lomanànzà od in vicinanza del nemico.


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832 - ·

Aprire le file i11 marcia. Le colonne di fanteria e cli cavalleria, nelle mitrei': tii trasferimento lu ngo le strade ordinarie, usano la formazione « in lioca di lianco » su due oppure su qnnuro file: ma queste, in luogo cli tenersi tra di loro avv icinate, come accade norma lmente nella manovra, si ,rnccano per procedere metà sul lato dr. e metà sul lato sr. <lella strada. Questo atto si denomina « aprire le file in marlia » e ;i compie per così dire automaticamente ogni qualvolta dall'andatura al passo ordinario !e truppe passano ali 'antiatura del passo di strada. Il passaggio av,·icnc appunto in seguito ali 'avvertimento « pa,sa di strada », pronunziato ad alta voce dai singoli com;indanti di riparto. L'apertura delle lile in marcia ha lo scopo precipuo di teucre sgombro il mezzo della strada, in mo<lo che ,·i possano liberamente traosirnre sia i comandanti di riparto e di colonna per esercitare la lorn azione di sorvegljanza, i>ia i vi~ndanti comuni sia gli isolati o d,appclli militari che per qualsiasi c,igenza debbano oltrepassa.re o ;tl[ravcrsa.re la colot1L1a in marcia. Ma l'apertura cdle file favorisce altrcsì l'igiene e la resistenza delle truppe iu marcia, a.urnclllanùo la libertà di movimenti dei ~ingoli e facilitando la circolazione dell'aria lra riga e riga, tra li l,1 e fi la, ciò che è particolarmente utile nelle giornate di forti calori e su strade molto polverose. Per il !ibero tran,ito lungo il me1.zo delle strade percorse da truppe è vietato :, chiunque di porsi e rimanere tra le lile aperte tielle colonne marcianti o momentaneamente stazionanti sulle strade stesse; perciò coloro che non abbiano posto determinato nelle file, devono in ogni mo<lo tenersi l:.cne accostati da un lato o cbU-a.lcro cd eventualmente disporsi negli intervalli. 1

Mal'cia (Igiene). Abbiamo accennato alla necc.sità tielle fermate durante la .\/. In quelle e>tivc, si permetterà che i soldati bevano a suflicicnza acqua, se buona, consigliando però, nel caso che fos,c molto fre<lda, di berla a piccoli snrsi, tenentiola un pofo in bocca perchè non scenda troppo tr.:d<la nello stomaco. In qualsiasi stagione sono da v,ctare le bevande alcooliche, se non in dose moderata, poichè esse, dopo un breve periodo di eccitazione, lasciano l'organismo meno disposto alle fatiche e meno resistente alle influenze nocive del freddo o del caldo eccessivo. Quando le truppe stanche e sudate arrivano alla rnppa, non debbono essere tenute fer me in piedi , ma si deve concedere loro immediata.mente di deporre zaini cd armi e tii riposare. E se durante la marcia le truppe si fossero bagnale per sopraggiunta pioggia, sarà necessario accendere fuochi perchè esse facciano asciugare g li i.ndurncnti. Abbiamo accennato nella voce Malallie delle truppe al " colpo di sole » durautc la ma rcia. Ma fra gli accidenti di qlrcste si possono annoverare anche: le cor,gestiooi viscerali, prodotte dall'aumentato lavoro muscolare; le tachicardie, che compaiono sopr:mutto negli individui deboli e nei nevropatici; la sincope, che si manifesta talvolta al ter mine di una marcia, specialmente quando ai soldati non viene concesso immediato riposo, ma sono tenuli in piedi nelle file; I 'assidern rncnto, d urante le escursioni in moutagna in zone fredde. Spetta ali 'ufficiale medico di prc,,e nirc dove è possibile, me<liantc visite preventive, o mediante opportuni consigli ai comandanti volta per volta. M11rcia Reale. Marcia d'ordinanza italiana, di cui è autor~ il maestro Giuseppe Gabetù ( 1796-1862). Era capomusica del 1° regg. della br igata Savoia q ua11do ebbe dal re Carlo Alberto l'incarico di preparare una marcia

,l'ordinanza per l'esercito. Essa fu adotta!.\ nel 1848. e "enne n sostitui re una mttrcia d 'ordin~tnza che si eseguiva ,·on gr.rnde accompagnamento di pifferi dopo la fanfara reale nelle solenni occasioni,

1',vct Cfl~ # l F E&@;a Icf~ rlN@t#9±9re td~ tEW=m Le prime battute della Marcia reale

Marcia al campo. Segnale musicale che viene suonato in apposite circostanze previ$tc in modo preciso dal regolamento sul servizio territoriale e da quello di disciplina m ilita re. Al camb io del le guard ie, se le guard ie medesime banno il uombetticrc, questi suona la M. al campo appena la rispettiva i,ruardia ha presentato le arm i. Così pure ali 'allo dell'inalberamento della bandiera, allorchè la guardia, ove esiste, si schiera e presenta le armi . UgL•ali modalità si osservano quando la bandiera viene tolrn. Quando un

~-I~ f-. larcia al campo: sopra, tromba; sou.o, tamburo 1

reparto o una guardia rende gli onori presentan do le armi, i lrombcttieri (o il trombeuierc) suonano tre volte i l segna le d'attenti e la M. al campo, per il SS. Sacramento, per il Sommo Pontefice, per i Capi di Stati esteri, per i P rincipi della Famiglia Reale e delle Case regnanti estere, pel Capo del Governo, per i Cavalieri della SS. Annunz iata fregiati delle i nsegne dell'ordine, per i senatori e deputati riuniti in corpo e loro deputazioni, per le bandiere delle forze armate (!elio Stato, per le bandiere 11a1.ionali dei municipi decorate al valor militare. Marcia al Re. Segnale musicale il cu i uso è regolato ti,t particolari norme contenute nel u regolamento sul servizio territoriale » là dove si tratta del cambio delle guarrlie. Il trombettiere, se la guardia ne è provvista, suona la .H. al Re allorcbè la guar<lia stessa esce dalla caserma per rec:mi sul posto e q uando giunge jn prossirn ità <li questo. Fanno eccezione le guardie che montano con la band iera e k gua rdie d 'onore che siano accompagnate da una musica mii. (o fanfara) o tamburini, che suonano alternandosi lungo l'intero percorso; in tal caso non viene suonata la ,VI. al Re.

Reparti di marcia. Nei primi tempi della guerra italoaustriaca, dopo la partenza delle unj1/i mobilitate, si ricostituirono, presso i depositi dei reggimenti. e reparti delle varie arm i e special iti1, bgl. e regg. con personale richiamato dal congedo, appartenente a classi dell'esercito di


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cam pagna , pront i a pan ire per la fronte non appena ne fosse giunto l 'ordine. Queste wùtà furono delle « cli m~rcia », in relazione appunto al loro scopo ed al loro compito, che erano qud li d i muovere ,.!alle sedi cli guarn igione e d i raggiungere la zona delle operazioni per prende re parte aniva alle operazioni di guerra medesime. Tali reparti furono quelli che successivamente concorsero :i.

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formare le grandi unità di nuova costituzione, a mano mano che la mole del nostro esercito andava aumen-

tando con le particolari esigenze tiella grande e lunga guerra eh<: si combatteva. Alle unità di M . furono più tardi sostituiti i cosidetti reparti cl i compkmemo o reparti ,on,plemen/ar, (V.). Le unità di 1\./. avevano organici ed armamento uguali a quelli delle unirà dislocate in zona di operazionL Rrggimento (o Battaglione) di marcia . Nell'epoca napo• Iconica, furono indic:>.ti con tale denominazione quelli che venivano fonnati ai dcpo.sìti, con dist;i.ccamcnti cli_ vari èorpi, destinati a raggiungere l'esercito operante. Tali reparti sussis tevano e funzionavano per il p<.:riodo del viaggio dal deposito fino alla destinazione . Quiv i arrivato, il reparto veniva sciolto, e

ogoi di$tacca111cnto era incorpo~

rato nel pro["io reggi men to o baotaglione, Queste formaz ioni. provvis.orie vennero adoperare dai Frances i anche nella can1pa.goa del 1870. i'vlaràa su Roma. La storia offre sei esempi di }1 . di Italiani su ll a Città Eterna. Tre di essi, tentati con scarsi mezzi (1831-1862-1867) andarono a vuorn . !. Marciu s11 Honrn (49 a . C.). Soggiogata tutta la G_ci llia, Cesare si portò al di <]Ua delle Alpi e pose il carr1po presso Ravenna, di <love 1nandò ambasciatori a Roma per ottenere il consolato e 1a proroga delle provincie. /1. tale richiesta, Pompeo, ostile a Cesare ma non ancora apertamente 11cm ico, decise ipoc ritamente di rimaner neutrale; invece Leotulo e Marc~llo, i yuali allora t.rano consoli, deliberarono di opporsi in ognl 1nodo alle

pretensioni d i lui. Frattanto, 1ncntrc :1 Roma si trarnava cont ro Ccsat•c, Ca io Curionc, tribuno ,'ella plebe, si portò al campo di Ravenna per informar Cesare di q uanto si faceva contro cli lui, consigliandolo di radunare al pit1 presto tutto l 'esercito e di impadronirsi di Roma per sotuarre la Repubblica dall'oppressione dei snoi governami. Quantunque Cesare sapesse esser vero quanto si tramava in suo danno 1 stimò o ppon uno usare un g rande riguardo

per la Repubblica, aflinchè non si potesse d ire essere stato Ju; a dar morivo di p renrlere le armi , e scrisse al Senato che gli fossero accordate due legioni ed il governo della G3 llia Cisalpina e della Illiria. Se ancl,e questa sua domanda fosse stata respinta , si dichiarava disposto a r inunziare al comando dell'esercito del la Gallia, pnrchè però ~nche Pornpeo rinunciasse alle sue legion i, aggiungendo eh(: in Caso contrario si vedeva costre tto a portarsi perso11:1 l mente

a

Roma , per vendicare

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le ingiurie f atte a lui

e quelle fatte alla patria. Q uesta lettera fu consegnata da Curione, il 1° gennaio 49 a. C ., i n pieno Senato ai nuovi consoli Cornelio Lentulo e Claudio Marcello, La lettera provc,cò un w multuoso d ibattito scn7.a che si ven isse ad una deliberazione regolare, anz i venne m i nacciata

a Cesare la proscri2.ione q ualora• in u n giorno fissato non avesse lasciato l 'esercito. lntanto Pompeo, clic era accampalo alle porte di Roma con le sue trup pe, fece entrare in citti, alcune coorti, per tenere a freno i l popolo che com inciava a run1orcggjare in favore di Cesare. A ntonio

e Cassio , seguiti da Celio e da Gurionc, {uggirono di

notte da Roma e si portarono al campo di Cesare , mentre il Senato votava il decreto di proscrizione e distribuiva le provincie senza che fossero osservate le consuete formalità imposte ai magistrati per la loro entrata in carica. Pompeo radunò nelle sue m ani tutto il potere, abbandonatogli dai consoli. Egli pensava di poter fronteggiare Cesare. facilmente, tanto piò che questi aveva a Ra,·enua una sola legione . !Ifa d ·un t ratto giunge a Roma la notizia cbc Cesare ha 1nssato il Rubicone, limite della sua provincia; che h,-l. preso Rimini , che tutte le sue forze sono in movimento,

col favore del la Gallia che p romette di spedirgli ro.ooo fanti e 6000 caval li ; che i suoi legionari, lungi da ll 'esitare, sono pien i di spirito combattivo, ri11 unziando persino alle pagl,e; che infine tutte le città gli aprono le porte e che egli alla testa dei suoi si avanza rapidamente per la via Flaminia, accolto ovunque dalle popolazioni entusiaste. Pom peo, privo delle sue legioni di Spagna, all'annunzio inatteso, /; costretto a confessare di non poter difendere Roma , e cerca di sfug-gire al primo urto impetuoso di Cesare, arrestandolo con un;i aml.,asceri;i d i finti negoziati cl i pace di cui dà i ncarico ad un parente del proconsole e al prerore Roscio, Cesare risponde agli ambasciator i di mantenere ìc condizio ni contenute nella sua lette ra al Se-

nato, cd esprime il desiderio di avere un abboccamento con Pompeo. Questi impeòl che fosse risposto ali 'ultimatum <li Cesare e avvertì l sena.tori cd i n1agistrati cbc dove~ vano ritirarsi a Caµua:

non era però un semplice invito

il suo, poichè dich iarò che chiunque fosse rimasto in Roma sa rehhe stato trattato da ncrnirn della Repubblica. In tal modo egli lasciava la Yia libera per la Capitale a Cc~are, il quale. avanzava a grane.li passi, preceduto clJ questa dich iarazione : « lo ven_go µcr liberare il popolo romano da una fazion~ che l'opprime ed a ristabilire i

nelb loro d ign ità ~, . Pesaro, Ancona, Gubbio, Ascoli furono prese o piuttosto aprirono k loro porte e

tribuni

çacciarono

Jc guarnig ioni pom pe i~ne . Cesare si assicurò le

due g randi strade che univano Ronia alla Cisalpina, occupando le piazze forti di Arezzo sulla via Cassia. e di Gubbio, Pesaro e l\ncona sulla via Flaminia. Ascoli lo rese padrone della via Salaria, sbocco della Sabina ,u Roma; Cingoli che g li si diede, lo m ise in possesso della vallata t!d Velino, dalla q uale si scendeva in quella dell'Anicne e del Teve re_; in breve, tutte le comunicazioni con la capitale erano nelle sue in ani, e l 'Appenn ino !o copriva comro le truppe che uscissero dalla città. Ma Pom peo non aveva esercito iu Ro,na; rifugiatosi nella Campania, non vi si trovò ben presto più 1l sicuro e re, trocesse fino a Lucera , donde si portò a Ilri ndisi e di qui varcò il mare sbarcando sulla r iva opposta. Cesare frattanto , raggiunto da due legioni, da 22 coorti ausiliarie di GaHi e da 300 cavalieri del Norico, marciò contro Pompeo, dopo cl i avere preso Corfinio (V.), m a non riuscì H impdir<: che quegli gli sfuggisse. E: allora si recò a Roma , accolto come u n trionfatore (7 febbraio), e raccogliendo in breve 11 pote re nelle sue mani. li . Marcia su Roma (1831). D urante i moli della Ro magna t dopo !a presa di Ancona, G iuseppe Sercognani < Pier Damiano Armandi, cx colonnelli napoleonici, fu rono dagli insorti nominati generali : la rivoluzione si andava espandendo dalle Marche alle provincie di Perugia e dell' Um bria . Il gen. Scrcognani, che aveva assunto il titolo di comandante l 'avanguardia dell'esercito nazionale, aveva radunato ne! le Marche circa 2000 soldati appartenuti già all ·cscrcito pontificio ; a questi si unirono 200 vo53


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lontari bolognesi, capitanati dal col. Guidotti, altro ufficiale napoleonico, 300 Forlivesi condotti da un lkrtini e 400 Ravennati al comando di Giovanni Montanari. Formato in tal modo un piccolo esercito di circa 3000 u ., sul finir di febbraio marciò per la via Flaminia, stabilendo i suoi a!loggiamcnti a Terni, con i posti avanzati sino a Ponte Felice sul Tevere. li Scrcognani aveva ricevuto, dal governo provvisorio di Bologna, l'ordine di occupare tutta la riva sr. del Tèvere sino al Ponlc Felice. Si astenesse

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messo agli Austriaci di penetrare nel centro d'Italia. Ma i membri de] governo provvisorio delle provincie unite, avendo riconosciuto essere impossibile ogni resistenza dopo l 'intervcnto del!' Austria, sottoscrissero col cardinale kgato Benvenuti una convenzione, in base alla quale, dopo restaurato il governo pontificio, sarebbe stata accordata una amnistia generale. Pubblicata la convenzione con !'amni stia, le truppe al comando dello Zucchi e del Scrcognani ,i ,dolsero e ritornarono alle loro case. 111. Marcia SII Roma (1862). V. Aspromonte.

IV. Marcia Jlt Roma (1867). V. !Hentana.

V. Ma,·cia. SII Roma (1870). V. Unità d'Italia. VI. Marcia m Roma (1922). Rappresenta l'ultimo decisivo gesto del Fascismo per la conquista del potere. La presa della Qipitale fu decisa il 16 ottobre, in una riunione dei dirigenti tenuta a Milano, presieduta dal Duce.

Sbar-ramenci s ul Tevere l 1()22)

però dal marciare diretcamentc su Roma, perchè, essendo forte l'opposizione nella metropoli, cm pericolosa l'ocwpazionc di una città così grande, senza molte truppe regolari; col tempo i liberali, che pure erano molti. avrebbero potuto eseguire una rivoluzione interna. Nondim,·no il Scrcognani tentò di sollevare i Romani dirigendo bro un proclama. Dalla Toscana Napoleone e Luigi Bonaparte accorsero a Terni, di dove Napoleone scrisse al ronteficc, invitandolo ad abbandonare il dominio temporale. Durante la sua permanenza a Terni, il Scrcognani

Colonnn fascista in marcin su Roma (1922)

I Fascisti sulla via Salnrfo ( r 922J

inviò un mi!l'liaio di uomini in aiuto dei ri\"oho,i di Rieti, dove 3vvcnnc una scaramuccia col presiciio, senza alcun risultato. Intanto il gen. Frimont mosse da Modena e da Ft'rrara con 23.000 Austriaci il 19 marzo verso le l.cga1.ioni, e il gen. Zucchi, ministro della guerra e comandante in capo dei rirnluzionari, ne ordinò il conccntr.1mento a Rimini donde si diresse a Fano. Di qui, per la strada del Furio, intendeva un ir,i al Sercognani ccl ent rare in Roma, sperando che la Francia non avrebbe per-

Venne allora nominato un Quadrumvirato (Balbo, Bianchi, Dc Bono, Dc Vecchi) incaricato della preparazione mili tare, il quale assolse il suo compito rapidamente, riuscendo in soli dieci giorni a mobilitare 50.000 u. per l' investimen to di Roma, mentre affidava ai Fascisti delle provincie il compito di impossessarsi dei gangli vitali periferici - prefetture, poste e telegrafi, caserme - in 1110'10 d.1 proteggere alle spalle l'avanzata delle colono<' su Rom,1. P:1rticolar mente accu rata e pienamente riuscicn (u l'occupazione delle regioni vicine al Lazio : Toscana, Umbria , Abruzzi. Uno ,barramcnto prossimale, sulla linea Orte• \.iterbo-Civitavecchia, tagljò le comunicazioni con J'All.1 Ita lia, protello da altro sbarramento distale, rappresentato clall a Toscana in completo po,sesso dei Fasci,ti. Uno sbarra1nc11to prossimale, sulla linea Orte-Monlcrotondo-Tivol i, tagl:ò le comunicazioni con l'Adriatico, protetto distaimente dall'occupazione dell'Umbria e degli Abruzzi. Uno sharrarnemo ,u\la linea Tivoli-Valmontone tagliò le comuni,nioni col Mezzogiorno, men tre i Fascisti del la Camp:inia vigilavano in armi.


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Le spalle della M. su Roma erano in tal modo as5icurate. Le feriovie vennero interrotte a Civ itavecchia, a Orte, a Valmontone. Le forze del Governo alla periferia rimasero impegnate, immobilizzate localmente, è poste nella impossibilità di agire. Per ragioni logistiche, non volendosi r imanere troppo oltre una giornata di marcia dalla Capitale, le colonne destinate a operare il movimento furono così concentrate: ' Santa Marinella : generale Ccccherini e marchese Ferrone Compagni: forze provcniemi dalla Tosca na occidentale, lungo la linea Pisa-Grosseto-Civitavecchia;

A. Ceccherini-.Perrone C. B.4i,fori

D. 6atél

C. tara E. 8otfal "'.q ~

~. . . "1ss/

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5

La marcia fascista su Roma ( 192z)

Montcrotondo-Mentana : generale Fara e mcd. d'oro lgliori: forze della rimanemc Toscana e dell'Umbria; - Tivoli: Giuseppe Dottai: forze degli Abruzzi, del Lazio, di parte dell'Umbria e Marche; - Valmon.tone: Gatti : forze della Campania; - Foligno : generale Zamboni : riserva costituita con torzc provenienti specialmente dalla Romag na. P3ralldamente a questa preparazione militare, si svolgeva intanto UtlJI intensa e drammatica lotta politica, nella quale gl i elementi essenziali erano t re : Facta, capo di un Governo perfettamente in armonia con la perplessi tà, lo smarrimento e l'abuli:i della classe liberale dirigcntt; i partiti sovversivi, acerrimi nemici <lel Fascisrno, ma in qud momento sb~lorditi e sopraffatti dal rapido p recipitar e degli avvenimenti a loro danno; Benito Mussolini, Duce Jd Fascismo, che aveva tratto il dado e stava per passare trionfalmente il Rubicone . Il movimento, deciso, rapido, contemporaneo, si iniziò il 27 ottobre, con l 'occnpazione dei gangli vitali periferici, paralizzandosi con tale operazione immed iatamen te preliminare ogni possibile reazione dall 'c.-stcrno. Le for7.,c fasciste destinate ad agire direttamente

potevano pertanto subito concentrnrsi nei punti stabiliti e mirare all'obbiettivo: Roma! Dei due elementi avversi, quando - dopo un simulacro di vana difesa, tentato dal ministro Fact.1 - il partito liberale abbassò k arm i, anch<.' l'altro elemento si affrettò ad imitarlo, con un appello al proletariato, nel quale esso veniva invi tato a rimanere neutrale. La chiamata di Denito Mussolini a Roma (29 ot"

tobre) da parte del Re, rappresentava la vittoria sen:ia combattimento. E le colonne fasciste procedevano in tal modo alla M. su Roma senza trovare ostacoli, reprimen do solo qualche vano estremo tentativo di opposizione da parte di elementi sovversivi, con conflitti i nsignificanti nel quadro vasto della operazione con la quale il Fascismo si impadroniva del Governo.

Marciandi (Giovarmi Battista). Med_aglia d'oro del secolo XVIII, n. a Frassinetto, m. a Stra;,.;b;no (17ì3-1834), Soldato nel 1787 nel regg. Sardegna, il 1° ottobre 1793, ebbe la mcd . d'oro di Vittorio Amedeo Ili, perchi: nei pressi di Tolone entrò primo ùentro i trinceran1enti ·tolti al nemico con assalto alla baionetta. Passato poi nel regg. Lombardia e nel bgl. Cacciator i Regina col grado di sergente, fu promosso ufficiale nella brigata Piemonte nel 18r4. Nel 1816 passò nei trartenuti e coli 'istituzione dd1'0. M. S., ebbe la croce da cav. in sostituzione della me<laglia d·'oro. ,vl,1rcia11di Michele. Gene·rale, m. a Moncalieri nel T884. Ufficiale di fanteria, partecipò alle guerre del 1848-49, 18601861, 1866, e venne decorato del la mcd . d'argento a Novara, di altra m.ed. d 'argento 10 a Palestro, della croce d'uff. dell'O. M. S. a Castclfidardo e di l!lla terza mcd . d 'argento a Borgoforte. Colonnello nel 1862, comandò il 9° fanteria; magg. generale nel 1868, comandò la brig . Ancona e poi la 3a brigata di fanteria; nel 1877 passò nella riserva.

Marciani (Francesco). Generale, n . a Napoli nel r855. Sottot. d'art. nel 1875, {u aiutante di campo di Umberto I. Colonnello comandante il 17° art . campagna nel 1907, passò nel 1908 al comando in 2• della scuola applicazione art. e genio, e nel 19u del 5° da campagna. Magg. generale comandante l'art. da campagna a Verona nel 1912, partecipò alla guerra contro 1'1\ustria tenendo successivamente il comando di art. del V e del X C. d'A. e della Il'l arn1ata. Ten. gene. M arcinni Francesco raie nel 1916, andò in P. A. nel r917 e nel 1923 assunse il grado di generale di divis. nella riserva . Mar ciano (B"ttaglia). V. l.ucig,,ano . Marciano (Codice). È designato con questo nome- un codice che si conserva nella Biblioteca Marciana di Venezia, del senese Mariano (V.), detto il Tàccola, i I quale


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codice trova rispondenza in altro manoscritto, scoperto a

di essi l'attenzione di coloro a cui potevano intcres.1oar(',

Monaco dal prof. Jahns. En trambi riguardano le scienze rnccc:uiiche e l 'artigl ieria, e contengono progetti di mol~ teplici e svariate macchine mi i. del secolo XV. 1 disegni

ri1,rodusse cli sua mano, o coll'aiuto di disegnatori e cop isti, parecchi esemplari dell'opera, che vennero offerti ai sovrani cd ai condottieri di guerra, i più rinnmati tkl. l'epoca. Il Padre Guglielmotti, nel primo libro della cc Storia delle fortificazioni nel la spiaggia ro mana » parla del codice ,vi. ria lui esaminato a Venezia, rilevando i pregi altissi mi del suo con tenuto e ne deduce clic « il Taccola p ri ma d el 1;58 disegnava la cin ta bastionata coi baluardi pentag onali " · E i llustrando i disegni del codice M., nei quali ha credulo di vedere rappresentate le nuove forrnc fortificatorie, dopo aver riassunte le idee che sulla nuova maniern di fortificare ebbero i maestri della « Scuola Sangallesca " dich iara che « essa sorge coi disegni del Taccola >) , ~tttribuendo a quei disegn i, come al prin10 punto

di par tenza dell'ar.te fonificatoria moderna, lo svolgimento rltl le nuove forme cldl 'architettura militare. ]\,fa da un attento esame delle figure d isegnate nelle pagi ne del cod ice 1H. si rileva ch e il Guglielrnorri ha attribuito alla piauta pe111agona dei contrafforti ed · alle sporgenze del

u

,

Z-:~ ~ --

Castello del Codice l\ilarciano

sono abbozzati , e le leggende esplicative, talvolta som111arie, c;1lvolta assai sviluppate, di1nostrano trattarsi di una raccolrn d i note per la compi la,;ione di 1111 lavoro omogeneo, oss ia <li un 1< raccuu10 » che ricorda tJutlli celebri di Leonardo d:t Vinci e di Giuliano d a Sangallo.

Fortificazioni del Codice Marciano

rivestirnento d elle ripe scoscese, d isegnate dal Mariano, un valore tecnico che effettivamente non · hanno. Tra le varie incisio1~ i, una rapprcsc1ua il procedì1nento delle <t cave)), ad ottato ne l! 'antichità e nel medio evo, per a bbattere le mura di una piazza forte. Nella parte ccn1ralc del d isl'gno è raffigurata u na piazza forte (oppùlmn) costituita da un recinto a torri e cortine del tipo medioevale, tut~

Codice lVIarciano: NTantclletto mobile con albero sorreggente una coffa

Altro manoscritto è nella biblioteca nazionale d i Parigi, consimi le. G li , rudi fatti su questo a rgomento sono veuuti a st.ibilìre la paternità dell 'opera al Maria no; il quale, volendo rendere d i pubblica ragione gl i stud i ed i pro-

gcui raccolti nel suo lavoro pri,~it_ivo,. e richian1arc su

tora in vigore nella meta del sec. XV. Questa rappresc11tazione manifesta ch iaramente che Mariano di Jacopo non ol trepassò le cognizioni d 'arch iret.tura mi i. dell'epoca ;n cui visse, e qua ndo, nei suoi studi, ebbe occasione di cii,egnarc forme fortificatorie, riprod usse le alte torri quad rate del l'antichità e del medio evo. Un 'altra figura, relativa alle mine a polvere, reca u n castello merlato medioevale cl i pian ta quadrata, posto sopra un'altura , alle cui folde scoscese è riprodotta in duplice o rd ine una clispo · sizione di linee conte nu ta a n che in altri d isegni . Tuti i i , O · d ici scoperti p resentano le stesse caratteristiche del codice


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M., e da essi appare chiaramente che la spec iale disposizione di l inee riprodotte con t.auta frequenza, nelle identiche condizioni di sito, indipendentemente dal soggetto Jcl disegno, è da escl udersi possa essere l'espressione di concetti rig1rnrdanti la fortificazione . Quanto al vero significato del le anzidette lince, che ricorrono gencralmcitre tn prossimità dell 'acqua, e talvolta dove è raffigurata un'altura, è- p robal>ile che l'autore siasi proposto di rappresentare con c1uelle le pareti ripide della spiaggia marina o delle fa lde di un monte. Resta solo a chiarire se ciò voglia ind ica re naturale configuraz ione di ripe o di falde rocciose, ovvero opere artificial i d i sostegno. L';rn damento uniforme e le sporgenze simmet ricamente ricorn::nti ~l niodo di contrafforti avva lorano la second a ipotesi. Le opere non potrebbero essere delle palizzate, o altr i n1auufatti di legname, mancanùo nel disegno, l'indicazione c.k lle g iun1.io ni del le tavole di rivestimento; sembra invece dcbb;, tra ttarsi di muri con contrafforti esterni che vennero usati assai prima deg li interni . Quanto aHa pia nt:i eentagona assegnata a questi contrafforti si può credere che ]'ingegnere senese, trari:,1ndosi di rappresentare grncralrncntt: un rivestimento di ripe scoscese , abbia ritenuto opportuno di dare alle parli sporgen ti di q uel lo la figura <li tagl ia-acqua. Jl radicale r ivolgimento del l'arte fortificatoria, d:e il Guglielmorti ha credulo di vedere maniftstalo sul la metà del iec. XV nei disegn , del Mariano e nd progetto per l'atfoo.amento di Roma, doveva emergere, come tutte le grandi novità n1ihtari, da una grossa guerra. La caduta di Costantinopoli (1453), la crcsccllle potenza dei Turchi, e le loro minaccic d'invasione dell'Occidente, furono le cause alle quali deve attribuirsi 1'1mpulso d ato in Europa, massime in Italia, agli studi fortificatori , d'ondc ebbero origine le forme della nuova architettura militare . Marc ìanopoli. Città nella Mesia inferiore , fondata da Tra,,u10; forse è l'attuale Pravadi, nella Bulga ria. Battagli" di Marcianopoli (377). Appart iene alla ribellione dei Goti immigrat i al di qua riel Danubio col consenso dell'imperatore d'oriente Vaknte. Essa fu combattuta e vinta dal duca Fritigerno, coadiuvato <lai Vi~igoti, contro Lupicino, generale al servizio d i Valente e comandante in Trn, ia; egli aveva angariati i Visigoti ammessi nell 'i mpern romano d'oriente. Dopo la vi ttoria ornpale, Fritigerno assediò Lllpic ino rn

,i'. --- -

Af., dove accorsero g li Ostro-

goti e i Vi,)igoti , che di;H1zi erano entra!i al servizio 111il. romano. ln tal modo la ribel-

iionc si estese rapidamente .

M arcias (Ermil!ìo) . Y!edaglia d 'oro, n. a Terralba, ca~

duto sul Cmo (1897-1917). Di umi li nata!., fu soldato MarciAs Erminio valoroso della guerra mondiale nel 244° reg-g . fo nteria. Nella grande offensiva itali;uia dell'agosto 1917 cadde da p rode, dopo essere rim aslo a comhaHcre, bcnchè già due volte fer ito. La bella motivazione d i medagl ia d ·oro così si esprime: t(

Esempio costa nte

d i mirabile a ttività e di indomito

coraggio, pronto sèmpre alle più ardite imprese, non limitò la sua azione a compiere atti d , valore personale,

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ma ]a rivolse ' anche a preparare i compagni, a raccogliere i dispersi, ad incitare gli esitan ti, ed incorare gli scossi. Ferito una pri ma volta, segu itò a combattere; ferito più gravernentt; una seconda volta, rimase ancora al suo posto; finchè , colp ito da scheggia di granata, incontrnva morte glor iosa » (Versic-Korite, 19 agosto 191 7). Marcillac (marche<e Pietro de Cmsy de). Ufficiale e scr ittore mil . francese (1769-1824). Quando scoppiò la rivoluz ione era colonnello; em igrò e poi tornò in patria nel 1812, avendo aderito all'impero. Nel 1816 fu presidente del primn co nsiglio di gucrr~i corne colon nello fece qliindi la campagna di Spagna. Scrisse : « Viaggio in Spagn:1 ,, ; « Storia della guerra tra la Spagna e la Francia, durnnle gli anni 1793--94-95 » _; « Storia della guerra di Spagna nel 1823 ii ; e< Ricordi dell 'emigrazione,>. Marcille (Emilio). Generale e ingegnere francese, n. nel 1839. Fu addetto alla piazzaforte cli Li lla e nel 1870 prese parte alb guerra [ranco~prussjana, partecipando alle operazioni de Il 'esercito del Nord. Nel 1879 fu nominato capo se rvizio dei parchi di strade ferrate . In questo tempo iniziò lo studio del sistema di ponti metallici che portano i! suo nome. Promosso generale cli brigata nel 1894, diresse 1't Scuola delle strade ferrale . Ch ,amato a comandare il genio a Marsigli..~, M . conservò tale carica fino al 1897, poi fu direttore del genio di Parigi, ind, membro del Com itato tecn,co del geuio . Con la promozione a generale d i divis. (1899) ebbe anche la carica di governatore di Verdun. Si ritirò dal servizio attivo nel 1902. Marcio (Caio Rutilio). Console di Roma nel 355 a . C . Sconfisse i Prlvernatì ribellatisi a Roma e l'anno seguente fu nominato dittacore, onore fino allora n1ai concesso ad

un plebeo come egli era. Sconfisse anche gli Etruschi che n1inacciavano Rorna. Marcio Trem ulo . Console e generale romano del sec. 111 a . C., vincitore degli Emici e -dei Sanniti quando essi stavano per distruggere le legioni romane comandate da Cornelio, suo collega nel consolato nell 'anno 281 a . C. Do po una splendida vittoria riportata sugli E truschi entrò trionfante in Roma. J1/arcio Caio. Generale romano del scc. lll a. C . Si distinse nella guerra di Spagna con Gneo '-cipione e, dopo la disfatta e la morie di questi, rannodò i Romani dispersi dai Cartaginesi e sconfisse Asdrubale (2u a. C .). Si illustrò pure sotto gl i ordin i di Scipione Africano.

M a rck (La) . Famiglia belga che acqu istò la signOJia di L. M ., eretta poi in contea. Ad essa appartennero : Guglielmo, detto « il Cinghiale delle Ardenne " (14461485): incaricato da Luigi XI di Francia di sollevare i L icgesi, ne uccise il vescovo e prese il titolo di generale <lei L iegcsc; saccheggiò il Brabante, fu sconfitto da Massimiliano d 'Aust,ria, che lo fece -decapitare. - Roberto Il (1465-1535) : combattè contro l\.fassimi liano, seguì Carlo VIIJ in Italia e L uigi XI I nel Picmonre, d ist inguendosi a Novara (1513) ; invase quind i il Lussemburgo ma la disfatta cli Pavia gli fece perdere la contea, che riw però i n base al trattato tli Madrid ( 1 526). Roberto lll (r 491- 1537): combattè in Italia sotto Luigi X II e poi sotto Francesco I , rimanendo ferito a Marignano (1515) e prigioniero a Pavia (1525); divenne maresc. d i Francia e si battè ancora (1536) contro gli Imperiali. Lasc iò un volume di « Storia delle cose mcmorabih avvenute durante i Regni di Luigi Xll e Francesco I » .


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Marck (Guglielmo della). Scorrid ore del mare contro gli Spagnuoli al tempo dell 'insurrezione dei Paesi Bassi (sec. XVI). Venne ben presto nominato per il suo valore e la sua audacia 'viceammiraglio della flotta patriottica e poi, 11orninalmente, dal p rincipe d 'Ora11ge, governatore d'Olanda. C'..on soli seicento uomini, sbarcato a terra, conquistò la fortezza e la città della Briel (1572) che di · venne il primo baluardo dei ribell i. Marco (Aurelio Antonino, detto « i l filosofo ») . lmpe• ra tore romano, n. a Roma nel 121 d. C., m. nel 180 a Vienna , mentre stava prepa ra ndo la terza campag na contro i Marcomanni. Fu adottato da Antonino che poi se lo associò ncl l.. impero col titolo d i Cesare; gli successe ne l 16r. Regnò nove anni in compagnia del fratello Lucio Vero e d icci da solo. Il regno pacifico di Antonino aveva imbaldanzito i barbar i e rilassata la d isciplina dell'esercito. M . A . fu per necessità bellicoso e autoritario. 1 Parli, sollevati da Vologeso, turbavano l'Oriente, e M . A. alle legion i cli quelle contrade diede un capo spietato; t\vidio Cassio , i l quale, r istabilita la d isciplina ndle legioni, dopo q uattro anni di lotta sottomise Vologeso (_16_5). Quasi subito scoppiò altra g uerra per opera dei Barbari delle regioni del D anubio, i quali mettevano le provincie romane a ferro ,e fuoco e minacciavano l 'ltalia. I d ue imperatori rimasero quasi senza tregua nell'esercico; intanto una peste micidiale inficrl in ogni parte dell'impero e ne fu vittima anche Lucio Vero. in Oriente Cassio, inorgoglito per le vittorie riporMarco Aurelio tale, usurpò la porpora fai:endosi p roclamare imperatore da alcun i partigiani, ma dopo tre mesi fu ucciso d ai suoi stessi soldati cd il viaggio d i M . A., partito per combatterlo, fu un trionfo. Tornato a Roma, poco dopo dovette ripa rtire per il Danubio, dove b morte lo colpl p rim a d i cominciare la campagna. Ma,-co .·!ureiio Probo. V. Probo. Marco ù'lpio Tritone. Medico e amico d i Traiano ([-11 secolo d . C .), che accom pagnò in tutte le spedizio n i guc.rresche, comprese quelle contro i Daci di cui scrisse i « Commentari J) . Marco Greco. Scrittore militare greco d el sec. XI I. Si conosce di lu i un trattato ,, De' fuochi per distruggere i nemici » , scoperti ncila traduzione latina aìla Biblioteca d i Monaco. Marco da Verona. Ingegnere mi litare del scc. XVI. Servl sotto Ca rlo V nei P aesi l3assi, dove si recò verso il r54,,, e p restò la sua opera in molte fortezze. F ortificò la città di Lussem b urgo. Marco Polo. Incrociatore di seconda classe, varato nel r892 d ai cantieri Ansaldo a Sampierdareoa; dislocamento tona. 4930; lungo m. rn6,05, largo m . 14,67, con appa-

rato motore di I0.663 cavalli ; velocità miglia r7, 8; a rmamemo guerresco cannoni 6 da 152; 4 da 120; I da 75; 6 da 57; 2 _ d a 37, e I mitragliera; fu radiato nel 1922.

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Incrociatore -r l\llal'co Polo &

Marcoaldi (Ciovarm1). Generale, n. nel 1862. Soltot. d el genio nel 1883, andò in P. A . col grado di capitano nel 1907. Nella riserva fu p romosso generale di brigata nel 192 8 . Mar coff (Ivan). Generale bulgaro d'artiglieria, n . nel

186~. Sotto t. nel 1887, p artecipò a tutte le g uerre bulg a r~ <ld nostro secolo. Snittore mii. , d opo la fine della guerra mond iale, passato in congedo, pubblicò varie opere storiche mihtari. 1'1arcoff 1' ., pure generale bu lgaro, n. nel 1870, sottot. oel 189r, d ivenne ge nerale ne l 1916; era stato allievo della scuola d i g uerra d i Pietrog rado . Ebbe molte mission i; fo addetto mi litare a Costantinopo li, fu capo d i S. M. della 1• a rmata e comandante della di,;i.s. d i cavalleria dopo la mo rte del geneMarcoff I van rale Coleff.

Marcomanni, Popolazio n i ted esche, che al tempo di G iulio Cesare e rano comandate da Ariovisto e abitava no nel la valle del Meno. Verso 1'8 a. C. , Marobodno li condusse nella « marca » detta dei Boii (l'atruale Boemia), dove fondarono un potente reame , Venut i in discord ia con gli a ltri popoli germanici per gelosia dei capi, foro-no vinti dai Chernschi condotti da Arminio e dai Gotani coman dati da Catinaldo. Si sparsero allora a sud del Danubio e ne!l'So d . C . batterono Domiziano costringend olo alla fuga. Premuti d ai barbari del nord, nel II sec. invasero i l territorio soggetto all'impero e si spinsero fino ad Aq uileia, dove furono sconfitti da Paterno (r78). Nel 180 conclusero la pace con Commodo. Circa un secolo dopo, i M, ripresero le invasioni e g iunsero fino alle mura d i Ancona, ma Aureliano li ricacciò oltre il Danubio con una energica campagna; poi tllisch iatisi ad altri popoli n ord ici, nel sec. IV, il loro nome scomparve da lla storia.


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MAR

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Marconi (Guglielmo). Senatore, Presidente del!' Accademia d'Italia, n. il 25 aprile 1874 a Sasso in prov. di Bologna, inventore della telegrafia e della telefonia senza fili . F in da ragazzo si interessò delle esperienze d i Hert.c e nel 1896 era riuscito a t rasmettere, con esperimenti nei possedimenti p:>terni, telegrammi fra due stazion i all_a d ist anza di un Km . e più . Studiò dapprima a L ivorno, poi all'università di Bologna, q uindi si recò in Inghilterra per continuare i suoi stud i e le sue esperienze. Nel J897 fece ottimi esperimenti su l canale d i Bristol a 9 Km. di d istanza; nel 1898, per invito del Governo d'Italia, rip-ctè g li esperimenti a L a Spezia, raggiungendo i 18 Kn1 . Negli anni successivi raggiunse sempre maggiorj distanze, fino al momento attuale, in cu i si può dire che 110n esistono più distanze che non

siano superate o

lia e

nel

,930

ne

1'88° regg. fanteria . Frequentat i i corsi della Scuola di Guerra, fu per qualche tempo insegnante di t attica alla Scuola d i applicazione di fanteria di Panna. Capitano nel 1905, prestò servizio successivamente presso il 5° regg. fanteria ed il 20°, col q uale ultimo partì per la Libia, al comando di una sezione mitragliatrici. H 22 dicembre 1911, in uno scontro con gli Arabi, presso Tobnik, cadde ucciso, dopo essersi valorosamen te battuto, com 'è detto nella mot ivazione, con ia quale alla memoria di lui fu con.ferita la massima ricompensa al valore: « Comandante di due sezioni m itragliatrici, imp rovvisamente attaccato, con ostinata difesa diede tempo ad altre truppe di annarsi e di ricacciare il nemico . 1forì accanto

ad una m itragliatrice, che personalmente sparava » (Tobruk, 22 dicembre 19r 1) . Collaborò alla « Rivista Militare ».

supe--

rabili. A lla d ichiarazione di g uerra ali ' Austria M. si arruolò volontario cd ebbe subito il g rado d i ten . del genio; poi passò nella marina. A M. fu assegnato u n prem io dell 'Accademia dei L incei nel H/02 e nel 1909 ebbe quello 2'\obel per la fisica. Nel 1914 fu nominaw senatore del Reg no; nd 1929 e bbe da S . M. il Re il titolo t•asmissibilc d i rnarchc,e; fu tra i primi membri dell'Accademia d'ltaìv1arconi Guglielmo

MAR

d ivenne

Presidente. Lo stesso anno, a bordo dello yacht « Elettra » , ancorato nel porto di Genova, compì due in teressanti csperin1enti : con il primo

potè radioteldonarc per mezzo dei radiofasci ad illustri personaggi di Sid ney in Australia; con il secondo, a mezzo di radioonde, chiudeva i circuiti de ll'illuminazione elettrica dell'esposizione di elettricità e radio a Sidnei•.

Marconigramma. '.È il dispaccio r icevuto o da inoltrare per mezzo d i apparecchio radio fisso o campale. Generalmente è contradd ist into dal nom inativo delb stazione trasmittente e dal n·umero d 'ordjnc; inoltre vi si leggono

luogo, data e orario d i trasmissione, la sigla dell'autorità cui è diretto, le inùicaz.ioni d'urgenza, di cifrario impie gato, r ichiesta d i ripetizione per r icevuta e altre annotazioni d i servizio, oltre al testo sempre cifrato cd alla sigla dell 'au t0rità em ittente.

Marcori (Giovanni). Ingegnere militare dd scc. XVI. lnven.tò un parapetto mobile per fanteria; morì alla d ifesa di Famagosta (r57r). Marcorini (Antonio). Generale macchinista della R. Marina, n. a Treviso nel 1862, entrato in servizio nel 1878, collocato in P . A. nel 19J7, promosso magg. generale ud 1918, e generale v ice ispettore ne l 1925. Prese parte alla campagna d "Africa nel 1896 cd alla guerra italo-turca (19111912). Fu collocato a riposo nel 1925. Marcozzi (Carlo). Genera le, n. a Chioggia nel 1864. Sottot . commissario nel 1885 , partecipò al!J guerra italoaust riaca e raggiunse il grado di generale commissario nel 192~. Marcucci-Poltri (Gian Pietro). Medagl ia d 'oro, n . a Bibbiena, caduto a T obruk (1869-1911). Ufficiale in servizio attivo, aveva iniziato !a carriera quale sottot. nel-

Marcucci-Polrri Gian Pietro

IVT::trdarascu C .

Mardarascu (G.). Generale romeno, n. nd 1866. Sottoten. nel J888, fre,1uentò la Scuola superiore d i guerra, comandò la Scuola tiro per la fanter ia, e divenne gen . di brigata nd r916, e di divis. nel 1918. Fu capo di S . M . della III armala nel 1916, e poi della II sino al l<J18. Terminata la guerra, d ivenne Ispettore della fanteria, fino all'aprile del 1919, quando ebbe i l comando dell'armata d i T ransilvania.

d,

Mardia. Pianura rlelb T racia, rra F ilippopol i e Adrianopo li, che · ha dato il nome ad una battaglia (314 d. C.) appartenente alla guerra tra l'imperatore d'occidcmc Costantino e 1•;mpcratorc d'oricnt-c Liciniano Licioio. La battaglia, accanitissin1a,

tcrn1inò con la vittoria di Costan--

tino . T uttavia l:i. disfatta d i L icin;o non fu co mpleta, tanto che Costantino, minacciato sulle retrovie eri in v_ista del prossimo inverno, giudicò prudente di non pretcnucr troppo, e concluse con Lici nio una pace ragionevole. Come bo ttjno di vittoria Costanlino potè aggiungere ai suoi antichi possessi il Norico, la Pannonia, la ~vfesia superiorcl

la Dalmazia, la Macedonia e la Grecia.

Mardich (o lvfardyck). Comune marittimo della Francia nel d ip . del Nord, presso Dunkerque. Ne1l'antichità fu porto romano. Saccheggiato dai Norm:mni nel 943, fu soctomcs.so al conte d i Fiandra nel 1384. Quando ,I re <li Spagna d ivenne padrone dei Paesi Rassi, fece costruire un forte a ,VI. per proteggere il commercio delle Fiandre . La sua posizione lo rese oggerto d i contese e parecchie volte fu preso e ripreso nelle guerre fra le due nazioni . Nel 1623 una flotta o landese pose il blocco a ,W., che fu ben presto liberato uag li Spagnuo li . Il duca d'Orlea ns oc i11traprcsc la cong uista nel J645 e vi entrò il 10 luglio. D urante l'inverno fu ripreso dagli Spagn uoli; l 'anno seguente il d uca d"Orléans vi pose ancora l 'assedio, che fu costretto a levare dopo 17 giorni. Nel 1657 fu in vestito


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dal Turenne, e nd 1659 fu assegnato alla Francia col tratrato dei Pirenei. Dopo la cessione di Dunkerquc agli I nglesi per il trattato di Utrecht, L uigi XIV voile costruirvi Ull sistema di fortificazioni, che vennero demolite nel 'ì' ì ·

Mardonio. Generale persiano. Nel 492 a. C. comandò la spediàonc contro la Grecia; combattè al monte Athos, alk Termopili, a Salamina; nel 479 devastò Atene, ma poi fu scon tino a P latea ove cadde combattendo .

Mare (Logistica). I t rasporti ed i r ifornimemi per M . ebbero nella condotta delle operazioni hellichc gran de IITlportanza, la q ua le assunse nella guerra mond iale aspetti giganteschi per le distanze che sep~ravano uuo dall'altro i bell igeranti alleati, e per l 'enorme quantità di uomini e di materiali spostati da un teatro d 'opcrazioni all'altro . Pasti pen.;are al solo trasporto dell'esercito americano in Francia ed al salvataggio di quello Serbo su Corfù, per averne un' idea. J movimenti navali si distinguono in spe-

dizion i di unità complc::ssc c<l in trasporti e,-entuali o pe.. riodici di uomini e di rnatcriali per rifornimento. L Jorganizzazione delle spedizioni marittime e guel!a dei t rasporti per M. differiscono alquanto, e sono in relnzionc agl i scopi che ognuno dei due movimenti deve COllSCguire, nonchè agli speciali caratteri ed a lle esige11,1;c tecniche di essi. Tuttavia, in

ogni caso 1

questa organizza-

zione si impernia sui seguenti punti : a) ddinizione ed a llestimento delle basi d'imbarco e sbarco; b) modalità d'imbarco; e) scelta e preparazione ddlc navi occorrenti al convoglio; d) sistemazione delle persone e delle cose sulla nave e disc iplina o servizio sulla nave; e) traversata e s icurezza in navjgazio ne; f) sbarco normale od in ten itorio nemico ; g ) rimbarco. (V. Acque territoriali, UbenlÌ dei m ari e di tmffico mm·ittimo, Potere mariuimo, Marina, Convoglio, ecc .).

,,1al d,: mare. Il 1na l di 1nare è causato dai movime nti della nave ; si manifesta q uando il mare è agitato ed ha un 'intensità ta nto più grande quanto pi,, forte è il moto del le onde; scom pare q uando il mare r itorna t ranquillo . Dei d ue movimenti principali che subisce b ca rena, sulle n avi da guerra i: più pronunziato il roll,o, a causa della posizione laterale delle artig lier ie . I l rollio è megl io tollerato del beccheggio ; le maggiori sofTere1ne si hanno quando i due n1ovjme nti sono associati. N essuno è imn1une

dal mal di mare ; il navigare continuamente rende I 'orga•

Consoli del Mare. Furono creati nelle repubbliche mari. oarc italiane (Genova, 1206; Pjsa, 1.240; Lucca, per la

mercatura nel porto di Matrone, r370; Firenze, 124r, dopo l'acquisto di Livorno) allo scopo di aver cura delle navi da g ue rra, di sopraintendere al comn1ercio maritt1 mo strin-

gendo accord i a raie scopo con altre Potenze, alla <lisci. pl ina dei naviganti, alle vertenze fra questi e gli armatori , all a di.fesa delle spiaggie e dei porti, al ser vizio di illum ina?.ione. li loro tribunale fu detto Corte del Mare. In Geno,·a presero nel q90 il nome sopra detto d i « Con servatori del Mare » . In Firenze, furonn detti dal loro numero i « Dieci del Mare ». Sindaci di Mare . Sorta di ispettori creati dal!a repubblica d i Venezia, nom inati in rrnmero di due per la rlurata di quattro anni , e aventi l 'ufficio di vis~tare e ispt•

zionare le isole de ll 'Arlriatico e gli altri possedimenti della Repubblica. ,\;fare (Legione del). 117a legione della M. V. S. N ., costituita nel 1923 a Civitavecchia. Dipende dal 3" rag• gruppamento, XXI gruppo (Roma) . .È su tre coorti (Civitavecchia, T olfa, Morlupo) ed ha una centuria mitraglicri e una squadra di pronto soccorso .

Marecchìa (Cacciatori della). V. Cacciatori . Marechìaro, Cannoniera di 950 -tonne!larc, varata nel 1904, entrata in servizio nel 1923. È l'ex Taur us della

marina. austro•ungarica. MMcd,iaro. Nave ausiliaria (ambulanza) del la R. ~fa. rina. li 21 febbraio 1916 affondò al largo cli Durazzo per urto contro una mina. Rimasero uccisi il comandnnre e metà dell'equipaggio: i superstiti riuscirono a salvare tutti i malati che era no a bordo. Aveva cambiato il nom,· in 1( Taurus >> , poi tt Aurora )} . Era. stata varata a G la sgow nel 1914; dislocamento ton n. 1220; lunghezza m . 67,10, ]or. ghezza m . 14,20, apparato motore cavalli 3255, velocità miglia 14 ,7. A rn1amento g uerresco <:annoni

I

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1 20

e

I

da 76/40 a.a. Personale d'armamento: stato magg iore 4, equipaggio 64-

Maredromo. Aerop()rto galleggiante d'~lto mHe : la denominazione, recente (1932), ha generalmente sostitu ito quella di !soia galleggiante (V.). Le nonne giurid iche per regol arne il collocamento e ruso sono ancora Ìfl. discussione. I.I « Comitato ,Giuridico Internazionale d'Avi azione >>

ciò fece ad es. Venezia nell'Ad riatico per molto tempo.

se ne è occupato nel .IX congresso (Budapest, 2 0 settembre3 ottobre r930) app rovando r isoluzioni le quali mirano a stabilire che il M . possa essere collocato soltanto sotto la responsabilità di uno S tato, al quale spetta di dettarne le condizioni di uso da par te delle aeronavi ; che se il M . è aperto all 'uso pubblico non si possa rifiutarne l 'accesso a nessuna aeronave ; che gli Stati debbano portarsi reciprocamente a conoscenza i loro eventuali progetti di costruzione d i M., restando affidata ogni controver sia alla Società delle Nazioni, o ad arbitrato obbligatorio.

Collegio sopm la Miliz ia da mare. Magistrat ura veneziana, creata nel , 545 e costituita da un certo nu mero di officiali, i quali variarono da 10 a 27, uniti ai Provveditori dell 'armata e dell'arsenale. Il Collegio doveva sopraintendere alla difesa del mare Adriatico, alla r iscossione delle tasse e al giudizio civile dei remiganti nelle armate.

Marelli (Guglielmo). Generale, 11. nel 1865. Souor. de i bersaglieri nel 1891, fu in Libia dal 19q al 19r7. l'as• sato nel 1917 a combattere contro l 'Austria, comandò il 210° fanteria, e, colonnello nel 1917, il 19° bersaglieri . In P . A. S. poco dopo la pace, fu promosso nel 1929 generale di brigata nella riserva.

Conservatori del Ma,-e. Magistrat ura genovese, istituita nel r490 per giud icare le vertenze fra armatori e personale, in rapporto alla navigazione.

Maremmana. 98• legione della M. V . S. N . , costilllita a Grosseto nel 1923, dipende nte dal 3° raggruppa• mento (Roma), XX gruppo (Livorno) . t!: su g uamo coorti

nismo resisten te , ma vi sono dei naviganti che ne soffroJio per tu tta la vita. Tra questi si ricordano Nelson e Tc-

gctthoff . I movimenti della nave s0110 di disturbo ai tiri delle artiglierie; per attenuare questo inconveniente si ap• plicano le alette d i rollio e il giroscopio, che riescono utili per la prevenzione del mal d i mare. Mare chi/()'o. Si d isse M. chiuso quello in cui una Nazione t:hc vi aveva la padronanza vietava il com mercio ;


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(Grosseto, Orbetello, Roccastrada, Massa Marittima) . Possiede una squad ra di pronto soccorso.

Maremme (l?eggimento delle). .Reggimento di fanteria toscana che ebbe la stessa vita del regg. Lunigiana (V .). Marena (France;co). Generale di porto, n. a Bari nel 1870, entrato in servizio nel 1889, promosso magg. genera le nel 1927, ten . generale 11el 1930. Durante la guerra mondiale ebbe il comando del porto di Molktta .

MAR

scuola di guer ra e passò nel corpo di S. M. Colonnello nel 1898, comandò il 78° fanteria e poi i distretti mii. d i Udine, Sacile e Vicenza. Collocato in riserva nel 1910, fu promosso nello stesso anno magg. generale .

Marengo. I'razione del comune di Alessandria, sulla dr. dell a Bormida. I. Comb(Jttimento di Mal'engo (16 maggio 1799). Appartiene alla campagna del li99 dcli 'esercito francese in Piemonte contro gli Austro-Russi. Il gcn . Moreat1, temendo che gli Austro-Russi si concentrassero tra la Scr ivia e la Borm ida per t111 attacco decisivo, nell a notte fra il 15 cd il 16 maggio 1799 fece gettare un pon te di barche sulla Bor mida nelle vicinanze di Alcssandrici , e, passato sulla riva dr. con ìOOO u . sloggiò gli avamposti austriaci di M . e li rigettò verso S. G iuliano, prendendo loro 300 prigionier i. 1l gen. austriaco Lusignan, vedendo i Francesi ~ul punto di attaccare San Giufjano, spiegò la sua divis. davnnti al vil-

laggio. In qud mentre apparve sul campo austriaco il principe Bagra.tion con cinque bgl. e alcune centinaia di CO· sacchi , e subito s'ingaggiò il combaltimcnlo. Il gcn. Colli riusciva sul princ1pi'? a far ripiegare ia sr . dei Russi, n1a fu lVIarena Francesco

Marcnco M addalcno

Marenco (?vloriondo Ennco, diJ. Amm iraglio, n. a Torino nel 1861, entrato in servizio ne l 1875, collocato in P. A. Jicl 1905, promosso co11trammir. nel 1916, ammir. di d ivis. nel 1926 e di squadra ud 1927. il411rc1uo Maddule110. Generale, n. a S. Remo nel 1871. Sottot. dei bersaglieri nel , 893, si segna lò ne!I 'opera di loccorso d urante il rerremoto in Sici lia del 1908, meritandovi una med. d i bron,.o. Nel r911-,2 partecipò alla guer ra italo ~turca e comandò la sezione aviatori volontari di Derna.

In guerra contro l'Àustria nel 1915-18, ebbe la med. d'argctlto alla Vertojba (1916); colonndlo nel 1918, comandò il 1' bersagl ieri. Passato nel 1\123 al comando del 4° bersaglieri e nel 1928 del clisuetto mil. cli Livorno, andò nel 1929 in l'. t\ . Nel 1931 fu promosso generale di briga.ca.

Marenesi (Enrico). Generale, n. nel 1852, rn. ad Este nel 1922. Sottol. di fanteria nel 1871, frequentò poi la

egli stesso ricacciato indietro da un contrattacco del prin-

cipe Ragration . Anche l'ala dr. cominciava a cedere, quando nuove colonne di Austro-Russi, condotte dal gen . Kaim, costrinsero ~[orcau a ordinare la ririrata su iW. 1 che fu

eseguita a scacchiere e in buon ordine, malgrado il vioknto .fuocn nem ico, ripassando il fiume sotto !a prote•

zione di un bgl. che occupava la testa di ponte della Francesi in q uesta azione perdettero circa Bormida . 500 uomini . l i. Ballaglia dì Marengo (1800) . Appartiene alle guerre del Consolato francese; si svolge nella pianura di t\lessandrja , con 1'assurdo strategico di una battaglia in cui

le posizioui sono invertite, gli Austriaci del Mclas avendo a tergo la frontiera francese e i Francesi del Bonaparte le regioni dell'Impero. li comandante francese ha molte forze d isperse per guardarsi da tergo, mantenere presidi, assicurarsi le comunicazion i verso le Alp i centrali ed altre ne sottrae per avviare in cl irezioni divergenti colonne dirette ad accertare se l 'avversario non lenti di sfuggirgli.

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Battaglia di :\1arengo (1800)

Egli dispone di circa 28.000 uomuu, di cui 3200 di cavalleria, con 23 cannoni, divisi in quattro nuclei: uno piè, avanzato, di ci rca 10.500 uo mini, presso Marengo; uno di circa 8900 fra S . Giuliano e Torre Garofoli, a 8-10 Km. da Marengo; uno di circa 3500 a ca\'allo della Scrivia fra Sarezzano e Rivalta a J 8-20 Ktn. da )lfarengo; uno di 5300 a Ponte Curane, a 20-25 Km. da Marengo. L e forze agli ordini del generale Melas comprendono circa 30.000

uomini, di cui 7500 di cavalleria, con 92 cannoni, riuniti attorno 3d i\lcssaodria. Il q giugno queste forze. alle 8 del mattino, varcano su tre ponti la Uortnida: la colonna di sr. (Ott) con 3 brigate d i fanteria e 6 sqd r. (6ooo u.); la centrale (Mclas) con 3 divis. di fanteria e t di cavalleria (19.000 u.); la colonna di dr. (O' Reilly) con 4 bgl. e 5 sqdr. (3000 u .) : formazione adatta allo schieramento e alla manovra, con• ero un avversario scaglionato secondo un profondo ord ine d i marcia . L'avanguardia del la colonna centrale austriaca viene a contano con le lruppc della divis. Gardanne; il combanimellto s'impegna ,iolento e b,evc: attaccato di fronte dalla divis. Haddick della colonna Mclas e sul fianco sr . dall'avangua rd ia delb Cùlonna O' Rcil ly, il Gar<lannc ripiega in disord ine s11 Marengo, ove si spiega a sostegno la divi,, Chambarlh:1c e accorre il generale Vietar, comandante del corpo d'armata di testa. Sulla linea del Fontanone dinanzi a .Marengo giungono il generale L:innes con la divis. \Vatrin e indi la divis. Monnicr ; avviene cosl 11110 spiegamento successivo su lla d r. del Gardanne, con prolungamento della fronte da Marengo ,·er.o Cas.tel Ceriolo. li compito de!!'cstrcma dr. francese (~lonnicr) poteva esser qudlo di prendere di fianco la sr. del! 'attacca nte, ma, di fat to, il pronto convergere verso sud della testa di colonna dell 'Ott paralizza ogni tentativo in questo senso e ! 'azione conserva andamento frontale. Attraverso alterne vicende il combauimento si prolunga sin \'crso le 14; ma il fuoco nutrito dell' artig lieria austriaca, lo spiegamento delle d ivis. Kaim e della brigata Lattcrman n (che il gen. Me las spiega a r incalzo dell'avanguardia) e il concorso ,lell'Ott, che ha favorevole giuoco sulla dr. dei Francesi, dctcrmin.1llo il rovescio di questi, che ripiegano su San Giuli 1ao perèendo alcuni pezzi d'•artiglieria. Il ri~iegamenro (esplicitamente qualifi.

cato « dùoute » nei primi e più sinceri rapporti) è compiuto verso le 15 -,otto la protezio ne del bgl . granatieri della Guardia Comobre che si forma in quadrato a sudest ùi Castel Ceriolo e resiste validamente agli ,macchi di numero,i stormi di cavalleria austriaca. Durante questa fa,e, che comprende oltre quatlro ore, l'azione di comando del Bonaparte è assfli limitata: sempre fermo nella sua convinzione che il nemico tenda a sottrarsi, seb bene il canno ne jnsisten1e annunci la battaglia, fin verso le I r egli crede a una fazion,;, di retroguardia, e attende segnalazioni che lo chiamino a portare altrove lo sforzo risolutivo. Quando si r icrede, spinge innanii la d ivisione Monnier, ignornndo verosimilmente ancora le iniziat ive di avanzata del Victor e del Lannes; nel contempo invia ordini al Lapo) pc e al Oc;,aix perchè accorrano sul campo dell'azione, ov'egli g iunge solo fra le 14 e le 15. Il latore del richiamo del Lapoype raggiunge il comando di 9uella divisione a lle 18,30: forzando la n1;1rcia, il Lapoypc giunge a tarda &era a Castelnuovo Scrivia, dopo percor;i 50 Km. , senza poter partecipare alla baltJ)(l;a. Circa il richiamo del Desaix diretto con !a divis. Boudct vers,, Pczzolo Formigaro , corrono varie' versioni d iscordi . li Desaix era a tale distanza da non polcr udire il e.annone; avei,do so stato a circa 2 Km . o ltre Rivalt,1 in attesa del risultato d 'una ricognizione spinta su :-Jo,·i lo raggiun•c il messo che recava il contrordine spedito alle 11 dal Honapartc. La marcia d i ritorno fu iniziata ~opo le r5 e il Dcsaix g iunse presso San G iuliano verso le 17,30. >lei frattempo il Bonaparte Ì! accorso da Torre Garofoli a San Giuliano: la lunga linea obliqua che stendevasi Era Ca&tcl Ccriolo e San Giulia110 era ormai priva di con&islenza: la fronte francese r iducevasi ai resti <lellc d ivis. Monnicr e W atrin, raccozzati tlal Lannes a nord della strada di Tortona, e ai superstiti delle divi.ioni Cham• barlhac e Gardannc, rannQdati dal Viccor a sud cli essa. La colonna austriaca Ott, visto sgombro Castel Ceriolo, si accingeva a riprendere il movimento su Sale, minaccio,;, direi.ione per i Francesi battuti. L'O' Reilty si riordinava verso la Spinetta: tutto stava a confermare il successo degli Austriaci, che non ave,•ano impegnato ancora la colonna centrale. L 'ot1an1c11ne generale Melas, ormai cerco della vittoria, e avendo riportato una leggera ferita, affida al


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proprio capo di Stato .\laggiorc, gen. Zach, il compito di completarla puntando risolucamcnrc su San Giuliano con k trup pe d el centro, e corre ad Alessandria per spedire senza indugio il lieto annuncio a Vienna . La pura valutazione obie ltiva del l 'accaduro e della conseguente situazione de i Francesi slava a suggerire al comandante ri i questi la necessità urgente di ripiegare per sottrarsi a una r ipresa offensiva e sfuggire all'aggiramento; e ciò tanto più di fronte alla constatazione degli errori e del le imprevidcnzc che la dura realtà denunciava. Ma Napoleone Ilonaparte - sino a questo punto inferiore a sè stesso come condot~ tiero dimostra io quest "ora una fede ostinata, indice supremo ùe lb sua .grande forza di carattere . Il generale Zach forma con le truppe del cent ro una colonna d'attacco; egli medesimo è all' avang uardia con la brigata Saint julie ,, e i gra11atieri dd la brigata Lattermann, fia ncheggiato a sr. dal rcgg. d ragoni Liech tenstein, a dr. da lla brigata De Ilrié. Seguono la cavalleria del Pilaty, le divis. Kaim e Bellegardc. e la riserva di cavalleria E lsnitz . Sono

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nibili (circa t8) for mando una specie d i grossa batter ia sulla dr. dello schieramento ed apre il fuoco contro la linea avversaria, che pare alq uanto scossa, ma seguita ad avanzare. 1\ loro volta i Francesi contrattaccano con slancio: la fanteria del Boudet nell'avanzare maschera la propria artiglieria, eh "è costretta a sospendere il fuoco e a spostare innanzi alcuni pezzi pe.:- poter seguitare il riro. Di lì a poco la 9• br igata leggera esita, ondeggia e retrocede: i granatieri dello Zach, incoraggiati, si lanciano avanti alla sprovvista. In quell 'istante il Marmont riprende il fuoco in p ieno fulminandoli e il Kclkrmann , che ha g li squadroni in linea sulla destra del Lannes, mercè conversioni di plotone forma una colonna e, profittando degli intervalli tra i filari dei vigneti, piomba rap ido nel fianco dell'av versario; carica condotta in spazio ang usto da non più di 800 cavali~ri, cogl iendo l 'istante idealmente propizio. L 'azione, concorde e serrata, gener.a taJc sorpresa e disordine nella ava11guardia austriaca da travolgerla rn pieno, paral izzando ogn i possibile azione della numerosa cavalleria del Liechtenstein e del Pilaty. Ne segue la rotta generale per folle propagazione del panico. I bgl. spiegati dal Kaim sono a loro volta rovesciati; nuove cariche del Kcllerrn ann e del Bessières volgono in fuga la cavalleria austriaca . Lo stesso generale Zach è fatto p1igionicro dai Francesi con 2000 granatieri. La n1assa austriaca , priva ta

Museo della battagli, d i i\farcngo

circa k 17,30. La testa ùd la colonna Desa ix appare in vista d i San c;iuliano ; il generale conferisce subito col Bonaparte, 1! qu,le anz ichè discutere l 'opportunità di valersi delle truppe sopraggiungenti per assicurarsi la ritirata - d ispone senz'altro il sollecito impiego ùi esse per •rico~tituirc la .f ronte e dare una nuova battaglia : conce-

zione che r ispecchia la statura n:iorale. dell'uomo superiore. Boudct si p orta rapidamente in linea a cavalcavia della strada di Tortona, ira k truppe del Lannes a no, d e quelle del ge n. Victor a sud. L'avang uardia ,iustriaca si è spiegata ali' allcua di Cascina G rossa (3 Km. ciJca da San Giuliano) ed avanza decisa . S i inizia un cannoneggiamento ck r ive la la superiorità di fuoco austriaca. L 'avanguardia /.ach (circa 4000 uomini) è cli fronte alla m1ova linea francese che. ne conta almeno 6 o 7 mila, escluse le truppe del Victor, le qua li scaglionate uo po' ind ietro sulla sr. non hanno tempo di partecipare a lla fulm inea azione. Al contrattacco par tecipano solo q uelle del Lanncs, la divis . Desaix e alcuni sqdr. dd Kcllermann (il giQvane) dando luogo a un occasiona!e imp iego delle tre armj in breve raggio: raro perfettissimo esempio che ha ben pochi riscontri storici. Il generale Marmont, comandante di artiglieria, ha riunito tutti i pezzi dispo-

di guida, è messa in fuga , m entre forse i quattro quinti di essa non si sono impegnati. Le colonne dell"Ott e dcll 'O' Reilly, vista I;, rotta del cenrro, senza pensare ad attacchi di rovescio, verosimil mente a11cora attuabili, retrocedono per terna di esser tagliate fuori dai ponti. La brigata Weidenfeld è la sola che protegga la calca dei fuggiaschi e assicu ri la ritirata del centro e della dest ra. Verso le 22 anche le truppe della colonna Ott, che r iesce a forzare i l passo attraverso Castel Ceriolo, ripassano la Bormida sotto la protezione delle retroguardie del Weidcnfeld e ddl'O' Reill)' · Tale è, nelle sue lince generali , la battaglia di Marengo: notissima co me una delle g rand i viuorie napoleoniche., essa s i prestò a una serie di ricostruz:ioni inesatte, cui non fu estraneo il desiderio di Napoleone di p resentarla come frutto d,una CùD(.;Cz:ione tattica geniale, mascherandone la prì1na fase sotto le appa renze ùi un 'azione manovrata intesa a preparare la sorpresa e il successo finale. L o cert ifica un accurato confronto di documenti ufficiali da cui risulta una. progressiva alterazione, atta a n1.odificarc sostanzia!, mente quella fase, coordinandola, a un coucclto maturato a posteriori . Fede e tenacia riel comandante, tempestivo fortunato ritorno del Desaix, fe lice contrattacco idealmente armonico, che ha ripercussion.<..: assai larga nel rnomcnto finale, sono i fattori esclusivi della. v ittoria francese. Da pa rte austriaca i l manca to impiego di una splendida cavalleria, la scarsa iniz iativa delle colonne laterali, l 'assenza del Mclas, favoriscono la propagazione del panico e impediscono l 'impiego di moire forze non impegnate, le quali vero.similmente avrebbero potuto ancora annu llare gli effetti del l'inattesa reazione dei Francesi. Perdite: Francesi, 6000 rnorti o feriti e 2000 prigionieri; .Austriaci, 8000 n1orti

o feriti e

4000

pr igionieri .

Ma,-engo . 4• legione de lla M. V. S. N ., costituita il 1° febbraio 1923 ad Alessandria. D ipende dal 1<> raggruppamento (Milano) , lii gruppo (Alessandria). t su cinque coorti (Alessandria, Valenza, Sezzadio , Bergamasco, Acqui) ; dispone di una sezione m itraglieri , di una centuria ciclisti, di una squadra di pronto soccorso. Partecipò con volontari alla formazione delle legioni · libiche .


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Marengo Giovanni Matteo . Generale del scc . XVIII. Comba ttè col regg. l\{onferratu nella g ue rra per 1a Successione

d'Austria . Raggiunse il grado rii colonnello nel 1790 ed ebbe i l coman do in 2a del forte d i C:eva nel 1794. Nd 1796 fu promosso brigadiere d i fanteria e pochi mesi dopo venne g iubilato.

Marengo Giuseppe. Generale, n. a Cagliari nel 1808. Guard ia ciel corpo nel 1829 e sottot. d i cavalleria nel 1832, nel 1860 fu pres iden te dell a commissione d 'inchiesta p resso il tribunale mi i. di Cagl iari. Colonnello capo di vis . al Ministero nel 186o e rnagg. generale membro del comitato d i cavalleria nel 1862, andò a riposo nel 1868. Partecipò al kt guerra del r848-49.

Mareschal (de la Val d' lsère com~ Pietrn) (Dlwin dc). Generale del sec. XVJ. Ufficiale d i cavalleria nella seco nda met à del 1500, d ivenne nel 159ì colonnello della provincia di T arantasia e capitano delle g uardie del corpo. Nel r605 Cado Emanuele lo nominò primo co lonnello della fanteria savoiarda. e poco dopo consigliere d i Stato, e luogotcn . genera le di fanrecia. Ebbe il collare ddl'An11unzia ta nel r6r8 e mod nel 1623. Mareschal dc la Val d'ls<'re con/e Giovanni Battista (Dlwin dc). Generale del sec. XVII. Figlio ciel precedente, comandC> il regg . Tarantasia e raggiunse il grado di rnarcsciallo ri i campo. Morì nel r657 .

Marescl"'I dc la Val d'lsl:re con/e Sigismondo (Dlwùz de). Genera le del sec. XVII . Ebbe nel 1672 il grado d i comandante generale d i tutte le milizie della Savoia . Jvlorì ne l r707. Mareschal de la Val rl'l.<ère conte Gimcppe Prospero (Dlmin de). Generale ( 17t6-1781). Corncua nei d ragon i dd Genevese nel 1734, partecipò alla guerra per la Successione d i Polonia e d'Austria rimanendo ferito a Bassìg nana. Nel 1762 passò nelle guard ie del corpo e<l ebbe i grad i <li colonnello d i cavalleria nel r768, magg. gcnerale ne! 1774 e luogoten. generale nel 1780.

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Nell 'antico esercito piemo ntese, il grado di M . di Savoia, esisten te già da (empo , fu reso permanente nel 1430, per opera d i Amedeo VI[ , cd era la p iù alta carica m i!. dello St ato. Scomparve sollo Emanuele Fi liberto, per ricomparire come caricaJ senza l'appeHativo t< di Savoia )), nel 1730; da yucsr'cpoca al 1798 due soli generali la ebbero : O tto d i Rehbinder e Ottavio Giuseppe Ca.cherano d 'Osasca, conte della Rocca. Aveva i l diritto di « giustizia eccezionale)) su tutte le gcnti d i guerra; gl i spettavano la dire~ione della fanteria e delle m ili zie provinciali. nonchè il comando generale nel caso d i riunioni di truppc. Subito dopo il 1630, sotto Vittorio Amedeo, ven11e chiamato M.. di campo 'lucgli che prima era detto sergente

Bastone d i ):farcsciaJlo <l'Italia offerto da T'orino a S. i\. R. il Duca dJi-\osta

maggiore generale di campo, e M . di battaglia quegli che prima era delt(J sergente magJ~iore dl battaglia . Il ha~tonc d i M . era pii, corto d i c7uel lo francese; coperto d i velluto azzurro, recava sopra a ricamo croci .!>abaudc in or o.

Nell'esercito sardo, l'ordinamento del 1~15, dopo la restaurazione, comprese il g rado di M. subito dopo gucllo d i capi tano generale, il quale spett ava soltanto al Re o ad un Principe rea le . La dignità ·era d un9.ue la più alta dell 'esercito, ma era prevakntctncnte onorifica) e no n corrispondeva a de-terminate funzioni . F ino al 1835 il grado ìo ebbe Ignazio Thao n d i ' Revel ; da l 1835 i n poi Vittorio Amedeo dc la Tou r, e ,1uesti furono i due soli generali che se ne (reg iarono. Il grano (u mantenuto anche nell 'ordinamento dd 184t, rna poi scomparve.

Maresciallato. Grado e d i.g nità di marescial lo. Carica inerente al grado d i maresciallo. Maresciallo. Grado m ilitare, o anche d ig nità dello Stato, risalente al sec. XH, e adottato in quasi Lutti gli Stati (V . Feldmarcsda!lo). Fu creato da Filtppo Augu~to di }':rancia nd 1185; era inferior<:: at conestabile, .ma inM dipendemc da costui in tempo d i pace, e tale carica era a vita . Il primo fu Alberico Clément , m orto combattendo a S . Giovanni d 'Acri durante le crociate. Sino a F ranct·sco I (sec. XVI) vc ne furono due; poi tre : un quarto fu aggiunto da Enrico li. Nel secolo XVII ragg iunsero il nurncro di q uind ici-venti, compiendo le fu nzioni prima ,of-fida1e al conestabile, ca rica soppressa nel r 627. Nel principio del sec. XVlll al M. veniva affidato il comando del corpo d 'eserciro, costituito <li più brigate riunite. Il Bastone di Maresciallo d ivenne insegna dd grado sotto Francesco I. Ricoperto di velluto, in F rancia ebbe ri camo d i gigli d 'oro (sotto i napo lco nidi api), e, sotto le successive repu bbliche, stellette, In Sicilia il grado d i M. fu introdotto da Carlo ti' Angiò, e si ch iamava, come a,1che in altre parti d'Italia , Maliscalco. In Venez ia p ure comparve, con la denominazio ne di Man,·scalco del campo . M . o ,\Jarescalchi dd popolo furono detti in Roma ufficiali, un(> per rio ne, che comandavano alla gente del contado.

i\farcsciaJlo dell' impero napoleonico

,\ 4an·sdallo d'alloggio . Grado comparso nell'esercirn sardo con l'ordinamento del 1831; stava fra il brigadiere fu. ri<.:rc e i l furiere di squadrone. ll nonic.; è rirn asro da noi soltanto nei RR. Carabinicri . In F rancia fu sotto i Borboni, un 'alta carica , corr!sponJcntc al grado di capo di S. !\-1. Era anche, nel reggimento, l'u fficiale incaricato d i provvedere all'accarnpam ento o all'alloggiamento tlcllc truppe . Attualme nte è un sottu fficiale, nel le nrmi a cava llo, con g rado corrispondente a q uello di sergente nelle anni a piedi. Esiste anche nelle armi a caval lo il ,vi. ma11.iscnlco; 11u1t:.<tro M . ma11i<calco è detto q uello che ha il grado d i brigadiere; gli altri sono ch iamati amt oma.-esàallo.


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Maresciallo di campo. Ufficiale generale, [1egli a1)(ich i eserciti, incaricato di provvedere all 'accarnpamenco e al1',illoggiamento delle truppe . Il grado comparve dapprima negii eserciti spagn uoli del scc. XVl. Spesso corrisµose a quello d i colorrndlo, avendo allora il comando di un (( terzo J) t o r<:ggimento . Ma norrnahnente corrisp~ndcva al grado d i gcn. di brigata: ad es. dal 1814 a l , 848 rn Francia il M. di campo ebbe comando d i brigata . Ma/'esc,allo di Francia. Grado sup remo della gerarchia degli ufliciali generali nell'esercito francese che può essere conferito solo per azioni d i guerra . Durante l'epoca napolco11 ica, fu detto M . dell' Impero; Napolenne I creò W. quasi tutti i suoi generali comandanti di C. d'A., conferendo loro anche tiwli nobiliari. Soppresso di facto nel r875 , fu rip ristinato dur:\nte fa guerra mondiale, e conferim ni generali Joifrc, Fm.:h Pétain, Fay·olle, Ji n:rnchet d 'E.spcrey, Lyaurey, e, a titolo d 'onore postumo, ai gcn. Gal! icni e M,iunoury. I J\1. di Francia han no sul berretto una rripEce fi la di foglie d'oro; sulla manica sette steilcttc.

possono aver luogo a scelta fra j sergenti maggior~ v in citori di apposito concorso che contino almeno d ue anm di g rado. Gli altri due terzi dei pose, vacami sono ri serT R0M8A In SI ~

t$tf ~ I È![j lrJ,,1J IJ 121 Chiamata maresci'alli

,rati esclusivamente all'ava nzamcoto ad anzianità . li grado rii M . capo e qud lo di M . maggiore sono con feriti rispettivamente ai M . ordinari cd ai M . cap, al compimento

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Insegna di mare~cinllo d'Italia (croci rosse a sci punte m campo b1,, nco)

Marcsc/(/1/o d'ltalia. Grado supremo della gerarchia degli ufficiali generali, che p uò essere conferito solo per azioni csin1ie di guerra. Esso fu istituito dopo la g rande guerra . I segni d istintiv i del g rado sono : sul ber retto la greca e quattro gallo ncini; sulle spalline q uattro stellette a cinque punte, Con la grande uniforme il segno distintivo sulle spalline è rappresen tato dalla corona sabaud a. I ,'vi. d' Italia sono considera ti sen,pl'e in servizio pl.:n n.anente, anche quando vcngooo ad essere dispensat i, per età, dal serviz io attivo vero e proprio. Di <..] UCStO grado furono insign iti i genera.l i D iaz, Cadorna, Badoglio, Caviglia, Giard ino, Pecori-Giraldi, oltre a S. A . R . il duca d'Aosta, comandar.\te della III Armata i n g uerra. Spettano al M . d 'Italia, come ort0r i, la salva d i , 9 colpi e i t re squilli cl i tromba: la sua insegna è una bandiera bianca, con quattro stelle rosse a se, punte , che, quando imbarca, sale all'albero del la nave . Maresàallo . Grado della gerarchia militare Jlclla categ oria de i sottuff-icjali, c ui corrisponde o rganicamente il comando di un plotone (o reparto corrispondente) o il compito di pa rticolari mansioni d i uAicio previste dalle d i,posizioni in vigore . T re sono i gradi di ;\;f. : maresciallo ordinario; 1naresciaJlu capo; rn:-1 rcscial10 1nagglore. - I A1..

ordinari provengono <lai sergènti n1aggiori idonei ali 'avauzamcnto, che contino aln1cno tre ann i di g rado. Sino alla concorrenza di un terzo le promozioni a M . ordinario

Div.isa dì maresciallo dei Carabinieri (anteguerra)

de! 4° anno di grado, purchè siano dichiaraci idonei all'avanzamcmo. 1 M. ordinari ed i M . capi possono essere promossi al grado superiore a scelta anche dopo ere

f/1/ÌÌ(@.ifflf/ÌIÌÌÌPJ@lii

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D istintivi del maresciallo (sottufficiale)

anni d i perma nenza nd rispettivo grado, quando posseggano special i benemerenze o spiccate ']llalità militari. Tali promozioni a scelta non devono però superare In alcun modo il quinto dd le promozioni che avran no luogo in


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ciascun grado. I distintivi del grado sono : sul berretto un gallone cli tessuto d'argento, attraversa,to nel senso dell'altezza da strisciolc di pa nno nero a forma di s equidistanti fra loro. Sulle spalline il M. ordinario porta una striscia di tessuto d'argento, disposta nel ~nso della lunghezza della spallina, attraversata nel senso della sua larghezza ùa piccole striscioline di panno nero; il M . capo due di tali striscie, e il M. maggiore tre. I M. possono rimanere sotto le armi sino al compimento del 35° ann<> di ser vizio o del 6o<> anno cl 'età. fl grado di M. fu isti• tuito nel 1906, allorchè vennero aboliti i gradi di furiere e furier maggiore; allora comprese tre categorie: M. di compagnia, di battaglione, di reggimento.

Marescot (marchese Armando). Generale francese (1758• 1833). Partecipò alle guerre della Rivoluzione francese, e si distinse in varie occasioni, divenendo gcn. di divisione e primo ispettore del genio. Avendo partecipato alla capitolazione di Oailcn fu incarcerato e poi confinato a Tours. Da Luigi XVIII, richiamato in serv izio, venne nominato marchese e pari di Francia. Lasciò una « Rela7.ione dei principali assedi sostenuti in Europa daglj eserciti francesi dopo il 1792 "· · Marescotti (Guglielmo). Generale, n . a Crevalcore nel 1863. S01101. di fanteria nel 1883, partecipò alla guerra eritrea del 1S95-96. Colonnello nel 1915, entrò in guerra contro l 'Austria .al comando del 76° fanteria. Rimase rito a Ronchi (19 15) e guadagnò nella guerra due mcd. cl 'argento e uoa di bronzo. Comandò poi la brigata Siena (1917) ed il 4° fanteria (1918). !Jasciato il S. P. E. poco dopo la guerra, fu nel J 926 promosso generale di brigata nella r iserva.

re.

Marette (de Snifll'Agneux marchese Gimcppe Francesco Melchiorre, de). Generale (r753-1833). Percorse i primi annj della carriera in Savoia Cavalleria. Ufficiale delle guardie del corpo, nel 1798 lasciò il servizio presso il re di Sardegna, per riprenderlo nel ,s15 quale magg. generale di cavalleria; passò nei trattenuti nel 1818. Marey-Monge (C11glieimo, conte di Pé/11::c). Generale francese (175)6-1863). Percorse la carriera nell'ar1iglicria e partecipò alla spedizione di Algeri, rimanendo per lungo tempo in Africa, dove raggiunse (1843) il grado di mare.e. rii campo e, da generale (1848) il governatorato i11terinalc dell'Algeria. Pubblicò un volume sulle poesie e sui regolamenti militari di Abd el Kader. Marfée (/Jo;co della) . Pianurn boscosa della Francia presso Sedan, sulla dr. della Mosa.

Battaglia della Marfét• (1641). Appartiene alle operazioni dell'Esercito elci M11/co11tcnti (V.), che si era riunito presso Scdan sotto il comando del conte di Soissons. Il maresc. cli Chatillon, comandante dell'esercito reale. ricevette l'ordine da R1ehclieu di dar battaglia e si scontrò con i Malcontenti nei piani della M. Dopo clebolc re~istcnza i solda1i del maresc. ind ietreggiarono disordinatamente verso In posi?.ione dell'artiglieria, dove fecero nuo,·amcnte fronte, ma infine furono sopraffatti e si clicdero alla fuga, lasciando in mano elci Malconten1i 2000 prigionieri e 500 morti sul campo. Mentre l'eser·ci to del con te di Soisson alzava il grido della vittoria, di,poncndosi :id inseguire i fuggitivi, un colpo di pistola misterioso colpì a morte il comandante dei Malcon1cnti facendolo cadere da cavallo in mezzo alla sua guardia. Questa morte fu più vantaggiosa ai vinti di

quello che non fosse sta ta una vinoria, perchè l'esercito dei Malcontenti, perduto il suo capo, si sbandò.

Marga (L11ig1). Generale e scrittore mii. francese, n. nel 1846. Uscito dalla Scuola Polùecnica come ufficiale del genio, combattè in Algeria . Fu professore di sloria alla Scuola cl 'appl icazione d i Fontainebleau e addetto mii. in Olanda e in Spagna. Promosso generale ebbe il comando del genio del XX C. d'A. a ~ancy. t;; au1orc di una « Geografia militare ddl 'Europa » e di un « Atlante militare ». Margalef. Località della Spagna, nella Catalogna.

Bauaglia di Marga/e/ (18ro). Appartiene alle campagne dei Francesi nella Spagna. Mentre il m arcsc. Suchet stava assediando Lerida, il gen. spagnuolo O' Donnell avanzò allo scopo di costringerlo a levare l'assedio ed a ripiegare in Aragona. Attaccò pertanto con l'avanguardia nei pressi di M. glj ussari francesi del col. Durtbe, i quali, rinforzati subito dalla divis. [-Iarispe, opposero ferma resistenza. La manovra male eseguita di questi diede tempo ai Francesi di rinforzarsi con l'inriera divis. Meusnicr e di spiegare turta la loro cavalleria sull'ala dr. spagnuola, mentre la sr. si ,trovava alle prese con la divis. llarispe. La z u(fa fu viva, micidiale e di breve durata. La cavalleria spagnuola, sopraffalla da quella francese assai più numerosa, trasse seco l'ala destra cli O' Oonocll e un grosso corpo di fanteria fu tagliato fuori e costretto a deporre le Armi. Soltanto la divis. <li riserva del gen . Dc Ibarrota potè riunire e sah·are le truppe ,!.>andate e compiere la ritira1a con quakhe ordine. Gli Spagnuoli perdettero circa 5000 uon1rn 1.

Margarit (o M"rguuit, /Jcrengario). Ammiraglio di Guglielmo li re di Sicilia. Comandò la flotta siciliana composta di 6o galere con 300 cavalieri e 5000 fanti, che Guglielmo spcdl nel 1189 coo la terza Crociata jn soccorso elci Cristiani di Palestina. Durante l'assedio che Saladino avcn posto alla ciuà di Tiro, M. lanciò un brulotto contro la flotta saracena, gettandovi lo scompiglio. Di questo approfittò Corrado di Monferrato, che difendeva la città, per attaccare gli assedianti e costringerl i a ritirarsi.

Margarucci (A1111ibalc). Condottiero del sec. XVIT, n. a San Severino Marche. Combattè contro i Turchi e passò poi al servizio odia Spagna. Morì nel 1640 nella carica di castellano di Ferrar.,. Un Come/io M.. pure di San Severino, partecipò alle guerre contro i Turchi nel scc. XVII e si d istinse a Strigonia. Margate. Città dcli 'Inghilterra, nella contea di Kent, nell'isola di Thanet, all'imboccatura del Tamigi.

Battaglia di Margatc . Appartiene all a guerra tra !"Inghilterra e l'Olanda (r652-1654). Nel maggio del 1654 la flotta inglese, comandata dagli ammiragli Monk, l)ean, Penn e Lawson, devastò la cosra dcll'Obnda, men1rc la flotta olandese, agli ordini dcll 'ammiraglro Tromp e dei suoi luogotenent i Ruyter, Dc With ed Ilvcrtzen , rc..:ava non pochi danni alla costa inglese. li 2 giugno le due armate si incontrarono davanti al capo North Forcland, presso M. e vennero a battaglia che durò rutta la ginrnata con la morte di D ean. D urarue la notte J,, flotta inglese fu raffor,.arn eia 18 vascelli condotti dall'ammiraglio l'llake, cd il manino seguente la bauaglia riprese violenta. La disparità di forze costrinse gli Olandesi a riti rarsi verso le coste della Zelanda, lascia ndo in m,1110


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agli Inglesi 2r vascelli. In q uesta azione gli Inglesi aprirono il fuoco a mezzo tiro di cannone, mirando agli scafi e non agli alberi, come da tutti si usava.

Marghera. V. Venezia. Marghera. Cannoniera varata nel 1859 a Desenzano sul lago di Garda; dislocamento 200 tonn.; · apparato motore 50 [·IP.; radia:ta nel 1868. Margl1era. Nave posamine, varata nel 1903 dal R. Arsenale di Venezia; dislocamento tonn. 100 ; lunga m: 38,12, larga m. 6,32, con apparato motore di 486 HP.; velocità miglia 12,75; armamento guerresco 1 cannone da 76 aa. Margherita (di Valdemaro, o di Danimarca, detta La Semiramide del N01·d) (1353-1412). Combattè contro A lberto di Mcck lemburgo e lo sconfisse a Falkiiping (1389); riusd a concludere l'unione personale dei tre regni scandinavi e li governò fino alla morte. Fu anche in• guerra per sci anni (1404-1410) per il possesso dello Schleswig. Margherita d'Austria, duches,a di Savoia (1480-1530). Figlia dell"imperatorc Massimiliano I, sposò il duca Filiberto 1 di Savoia, e, rimasta vedova, venne nominata nel t507 governatrice dei Paesi Bassi. Partecipò alla conclusione della lega di Cambrai contro Vene7.ia (1512) e a quella pace di Cambrai del 1529 che fu detta « pace delle dame » pcrchè vi fu ncgoziattice anche Luisa di Savoia.

M argucritte G iovanni

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ostili, a battaglia impegnata , e quando già le sorti della battaglia cominciavano a volgere a sfavore di Diocleziano, si rivoltarono cd un tribuno nel tumulto uccise Carino. Dopo ciò anche l 'esercito d'occidente rese omaggio a Diocleziano.

Margueritte (Giova.1111i At1gusto). Generale francese (182r-1870). All'età di 15 anni si arruolò, come interprete, nello squadrone dei gendarmi mauri in Algeria. A 18 anni, promosso ufficiale, aveva già quattro citazioni all'ordine del giorno. Passò quindi nei cacciatori d'Africa e poi negli Spahis, combattendo contro Abd-el-Kader. Come colonnello dei cacciatori d 'Africa si distinse nella spedizione del Messico e nel 1867, tornato in A lgeda, fu promosso generale. Scoppiata la guerra franco-pruss;ana ebbe dapprima il comando della 1"- brigata della divis. di cavalleria Barrai!, poi quello di una divisione; rimase ferito mortalmente caricando alla testa della sua divis. nella battaglia di Sedan.

Maria. Comune della Spagna in prov . di Saragozza. Combattimento di Maria (1809). Appartiene alla cam-

Marghieri Guglielmo

Marghieri (Guglielmo). Generale, n. a Napoli ud 1859. Soltot. di fanteria nel 1879, frequen.tò poi la scuola di guerra. Colonnello nel 1906, comandò il r9"' fanteria e nel terremoto in Calabria del 1908 meritò la med. d'argento d i benemeren;,a. Comandò poi il collegio mi i. di Roma. Magg. generale comandante la brigata Regina nel 1912, ai\dò in Libia e nel r913 vi guadagnò la mcd . d'argento. Entrato irt guerra contro l'Austria nel 1915 al comando della brigata Regina, passò tosto al comando dell"Sa divis . come ten. generale. Nel 1916 ebbe il comando del X C. d 'A. e nel 1917 fu collocato in P. A. Nel 1923 assunse il grado di generale di C. d' i\. e nel 1931 passò nel la riserva . Margi. Pianura presso Aleppo, che ba anche dato il nome alla battagl ia del 1517, più spesso cl,iamata battaglia d i Aleppo (V .). Margo, Ant. città della Mesia, alla confluenza della Morava col Danubio. Vi si combattè (285 a . C.) una battaglia fra Marco Aurelio Carino e l'imperatore C. Aurelio Valerio Diocleziano. Sin dal principio l 'eserci.t o occic.lcntalc si mostrò d i molto superiore alle truppe di Diocleziano. Ma g li ufliciali superiori di Carino, che gli erano

c:J SPAGNUOLI -

fRANCéSI

Battaglio di Maria (1809)

pagna dei Francesi nella Penisola Iberica. Il gen. Blakc operava con 12. 000 Spagnuoli nell'Aragona contro il III corpo francese (Suchct) stabilito a Saragozza (3 divis . di fanteria e una brigata di cavalleria). For,cato con 12. 000 u. il passaggio della Buerta, avanzò contro Sucl1ct, il quale con forze uguali accorse a fronteggiarlo a M., dove si ingaggiò il combattimento (15 giugno). Il Blakc, schierato su due linee di cui affidò il comando a don Rocca e al marchese di Lazan, remò di avviluppare la dr. dei frnn cési, ma, eseguendo tale movimento, assottigliò il centro. Di ciò approfittò il generale francese, che lanciò su l centro nemico al momento opportuno una brigata, la quale lo ruppe; frattanto lanciava contro la sr. spagnuola un attacco cli cavalle;.ia, pienamente riuscito. Gli Spagnuoli. sconfitti, si diedero alla fuga , perdendo quasi tutte le


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aniglierie (25 pezzi), 1200 morti, 400 png1on1er1. Nell"inscguime n10, i Francesi catturarono a ltri 550 uom ini .

Maria Cris1i1111. Reggente ciel Ducato di Savoia (16o6-1663). Alla m orte del D uca Vittor io Ame deo I (1638) fu .ubito in lotta con i fratelli del defunto, cardinale Maurizio e pr incipe Tommaso, i ,,,iati p retendevano d i panecipue alla Reggenza, che era csercicata in nome <li Carlo Em:rnnele Il, eh<: aveva appena q ua ttro an ni. Da <]Ucsto M uria C ristin a contrasto d erivò un:i g uerr.a ci~ ,·ile fra M . e i cognati, i quah raccolsero parugi;mi in P,cmonre e assoldarono mercen ari stranieri, come fece d al ca nto suo la D uchc »a. I.o Stato, H11che per la presenza d i Fran cc~i e Spagnuoli, cadde in 1111 gra,·c <li,ordinc, che fu riparaco a poco a poco in seguito da Carlo Emanuele li. La Regge111e ,·enne ad accordi e a pacificazione coi cognati nel 16.p; ottenne ottimi sti-ccss i sul terreno della politica e,tcra, riusccndn ad opporsi felin:mcntc ai tcntati\'i de! Ric hclieu cli forc dd Piemonte una provincia francese. A li a rcggcute Jf. C. è clov urn la c rcnione delle casenne e la prima istituzione di una miljz,J re~olare di rinanza, ordm:11a in brigate :1 pied i e a cavallo .

.',fa,-ia Ade/aule. Fregata di 1• ordine, varata n el 1859 tonn. 3459; lung a m. 71 ,85, larga m. 15.04, con a pparaco motore d i 2255 caval li. ad elica; radiata nel 1900. Prese parte all'as>e<lio di Gacca ed alla battaglia cli !,issa. a Grccn w ich ; d islocam e nto

F regata , 1\11:lria A d elaide o

.lfam1 l'i,,. Frcgarn cora,.zaca, varata nel 1863 dalla Società 11 Forgcs <-"t Chantic, ~ dc la Mc!diterranéc )> a To. Ione; disloca men to 4268 tonn., appa rato moiorc del la potenza <li 2243 cJvalli; rad1at,1 nel 1904. Prese parte alla bauaglia di L1ssa. Ebbe p<:r motto : llaham vel,is: ,, porti l'Italia ", e fu questo for,c il primo motto i.s1ituito su nave della nostr:1 m a rina .

.\/an11 Teres11. Imperatrice di Germania, regina d'Ungheria e di Boeniia, a rciduchessa lVl nria T e resa d ' Austria (lili·'78o) . Quando le morì il padre, Carlo V I, che le 3\'C\ a assicurato il rrono in base alla • prammacica sanzione », entrò 1n guerra con i pretcndcnci alla corona (guerra per la Succe,,ionc d' Austria) . Federico il Gra nde battè gli Austriaci a Molwitz e si impadronl della Slesia. L'elettore di Sassonia avanzò fino a Praga. M. T. si rifugiò in Ungheria, e vi t rovò appoggio, aiutata anche cfall ' Inghi ltc rra e d all 'Ola nd a. La g uerra le fu favorevole (tratta to di ,\ cqu isgrana, 1748) e le colse soltanto la Slesia. Nella guerra dei Set te Anni fu contro Federico, ma non riuscì a ricuperare la perduta regione .

Ordi11e di .\/aria Teresa. Ordine mili rnre, creato in A u,tria da ll 'imperatrice M. T. in m emoria della battagl ia di Kolin (1757), lcggermencc modificato da f"rancesco I nel 1810, soppresso dopo la g ue rra m o ndiale . Era composco d i tre classi : G ran Cro ce, Com mendato re, Cavaliere . Ve. Ordine niva destinato a ricompensare atti di di ~!aria Teresa eroism o militare , e concesso agli u(fìc iali d i ogni g rado. L a clecoraz.io nc consisteva i n una croce d 'o ro smaltato di b ian co nel ccutro elci bracci, con un centro rotondo reealllc la parola a Forcitudini ., ; la croce era sostenuta da n astro bia nco con bande latc ral i rosse.

Fregata corazzata • Regina i\laria Pia• I

_Marialva (march ese A111011io M . y Me11aes). Generale portoghese (1621-1669). Ebbe governatorati d i provincia sotto i\lfonso VI e nel 1659 fu luogotcn. generale dell'esercito. In lona conuo gli Spagnuoli, li scon fisse a Vil lavicic,sa nel 1665; nel r6GS fu uno dei negoz iatori della pace che g a rantiva l 'indipendenza del Portogallo.

Mariam (B11). Località della Cirenaica, nella quale fu co n cluso fra il governatore c!clla Cirenaica e l 'emiro fd ris. sc nusso, un accordo (o ttob re .1921) che conferma que llo d i er Regima. L'em iro si fece \'crsare due milioni in oro per il licenziamento dei suoi dipendenti civili e n11l i1ari, e poi non solo li mantenne in servizio, m a li aumcntò 1 e strinse ncco rdi con i ribelli de lla Tripolitania. Mar iana fossa (e Mariani 11111ft). V . .Viario. M ar iani (Ci111eppc). Medaglia d 'oro, na to a Seregno ne l 1884. Sempl ice e valororn fante, a ll' in izio della g u err" era incorparato nel 201"' rcgg. fanter ia . Ferito in uno dei primi combattuncn ti, non appena guarito tornò alia fronte. Caduto prigioniero presso Castagneviaa nel maggio 1917, r iusci a fuggire e tornò a com battere, riportando ne g ravi


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ferite nella lotta per la conquista del monte Hermada, durante l 'na battaglia dell'Isonzo . Dopo ltrnghc cure, il prode fante volle ancora tornare alla fronte, e col 6° fan. teria fu nuovamen,tc, ed in mo do grave, ferito sul monte Asolone. Congedato, alla fine della gue rra, col grado d i serge nte, si impiegò in uno stabilimento industriale a Bo• visio Mo mbdlo. La med aglia d'oro gli fu conces.a con ques ta motivazione: « Mentre sulla linea era impegnato un furioso a corpo a corpo, rim asto solo a lla p ropria mitrailiatrice e fcri.to all a spalla, continuava un fuoco violento per trattenere la Ioga irrompente d el nemico.

nero rimodernate per opera dcll'ing. italiano Giuseppe Marieni. N uove opere vennero costruite nel secolo nostro, rimaste anche dopo la guerra n1ondiale, con1e testa di ponte su lla Nogat, con trincee e batterie d i grosso calibro stabili te a 5 Km. dalJa città . La quale fu sede dell 'Ord ine Teutonico, e venne occupata dai Polacchi nel 1460, passando alla Prussia ncll;1 spartizione della Po lonia del r770.

I. Assedio di Marienburg ( 1410). Appartiene alla guerra fra l 'Ordine Teutonico e Vladislao III d i Polonia, alleato con Vitoldo di Lituania, e fu posto nell 'estate dalle lruppe dei due sovran i dopo la battaglia d i Tannenbcrg. La città era difesa da Enrico d i Plauen, con 4000 u . Gli assed ianti, costretti a vigilare in terreno paludoso, furono de-

SoprMfatto non si arrcn<leva,

quantunque ferito una seconda volta al la gamba . Soprag~1ariani G iuseppe giunti i nostri con un contr~llaC<.:O, 1w.:::ntre si apprestava nuovamente a falciare l'avversario, cadeva riverso sulla propria arma . Colpito in pieno petto, soccorso e trasportato al vicino posto d i medicazione, tro\'ava ancora la forza d i incitare e .incuorare i compagni » (Carso, 21 agosto 1917).

Mariano (di Iacopo, da Siena). Ingegnere m ilitare, nato a Siena nel 1381, rn. poco prima del 1458. Fu soprannominato « Il Taccola» ed anche « !.'Archimede d i Siena». A lui si a ttribuisce il codice ,14aràano (V.) , col titolo « De Machin is "· Il M. ridusse a nche a teoria il germe dell'invenzione delle mine a polvere . Mariano Giuseppe. Generale macchinista <ldla R. Marina, n. a Genova, m. a Rivarolo Canavese (1858-r930). Raggiunse il g rado di tcn. generale e fu vice ispettore per la d irezione d elle macchine. Andò a riposo nel r914.

Mariazell, Borgo del!' Austria, nella Stiria, sulla Salza, subaffluente del Danubio. Combnnimeruo di Mnriaze/1 (novembre 1805). Appartiene alla campagna di Napoleone cont ro l'Austr ia, e si svolse durante la marcia dei Francesi verso \ "ienna. Il maresc. Davout, segueodo i monti della Stiria, avanzava verso M. e Lilicnfcld, q uando la sua avanguardia, il giorno 8 novembre, poco prima di M. si scontrò col corpo del gen . Mec.rfeldt che si portava a Ncustadt allo scopo d i cop rire Vienna. Il gen . Hcudelct, comandanre dell'avanguardia francese , attaccò vigorosamente gli Austriaci, li m ise in rotta e li inseguì. l) risultato d i questo combattimento fu la presa, da parte de] gen. Heudelet, di tre bandiere, di 16 pezzi d'artiglieria e di 4000 prigio nieri, fra cui il colonnello di Colloredo e cinque maggiori. l i reparto del Meerfelclt fu quasi comple tamente annichil ito.

Mariconda (Enrico) . Generale, n. a Mod ica nel 1867. Sottot. di fanteria nd 1888, nel 1902, durante un alluv ione a Modica, meritò la mcd. d i bronzo al val . civile, e nel 1908 l.i med . di bronzo d i benemerenza nd terremoto in Sicilia. Nella guerra contro la Turchia (1y11) ebbe b mcd . di bronzo a Sciara Zauia . Colonnello nel 1917, andò in P . A . nel 1918 e nd 1927 fu promosso generale d i brigata nella riserva. Marienburg, Città della Prussia Orien tale, sulla Nogat . V i ven ne cosrru iro un vasto castello nel 1274; la città fu fortifìcata nel secolo XV[, e ne! 1812 le fortificazioni ven-

...~ .

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~:;.~;_Jr:: Le for tificazioni di Maricnburg (secolo XVI)

cimati d alle malattie e dopo otto settimane cost retti a ritirarsi (19 settembre), t anto più che l'Ordine aveva raccolto rinforzi nella Livonia, nella Pomerania, nel !lrandeburgo, e si p reparava a liberare con la forza la città assed iata.

H. Trattato di ,'vlarienburg (25 giugno 1656). Alleanza fra Svezia e Brandeburgo, per por termine alla guerra d i Polonia e a reciproca d ifesa <lei rispettivi Stati. L'Ele ttore in caso di bisogno metterà a disposizione della Svezia un corpo d i 4 mila uomin i e questa soccorrerà l'Elettore con 8 mila. Inoltre essa gli cene Posen e Kalisch, e promette dì impedire qualsiasi invasione nelle provincie cedute, non chè nel ducato d i Pr ussia e nell'episcopato di E rmcland. La fo1tuna, che nel primo anno della guerra co,itro i Polacchi er:i stata favorevolissima al le arm i d i Gustavo di

Svezia, gli si n1ostrò così contraria nei primi mesi ùd r65G che, disperato d i potersi mantenere a lu ngo in Polo11 ia, disegnò una spartizione <li questo paese con Brandebur . g hesi, Russi, Cosacchi, ccc. E per incomincia.re, conc.:hiuse

il presente trattato con l 'Elettore, il quale rialzò rapìdarnen te le d i lui sorti,

Marieni (Gùueppe). Ingegnere militare, n. ad Averara , m. a Koptnik (1774-1813). lJrriciale del gu1io, proven iente 54


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dalla Scuola mil. di Modena, nel 1801 ebbe l'incarico di fortificare la testa <li ponte ili Valenza e poi diresse le fortificazioni di Brescia, Orzioovi, Peschiera, Rocca d'Anfo, Osoppo. Nel 1805-o6 insegnò Fortificazione alla Scuola mii. di Pavia. Nel 1807 ebbe il comando della piazza di Brescia e nel 1808 quella di Verona. Nel 1809 andò nd Friuli colla divis. Scveroli; paitccipò alle battaglie di Sacile, del Pia,·e, di Tarvis, di Raab, di Enzcrsdorf e di Wagram. ),1cl 181!>-Ir comandò le piazze di Legnano e di Venezia; quindi (u destinato a fortificare Da,w.ica e Marienburg. Compì poscia lavori importanti presso Mosc:i divenendo capo-battaglione per merito di guerra. Di ritorno dalla Russia, colla divis. Pino, al pas~aggio della Beresina diresse utili lavori per facilitare il passo, gertando, malgrnclo In penuria dei mezzi, un ponte di 2800 tese che rappresentò la salvezza di parte clell'cserc ito napoleonico. Lasciò un ~fanuale sui lavori di Z3ppatorc.

Marie11i Giacomo. Ingegnere topografo. o. nel lkrgamasco, 111. a Milano (nBo-1 850). Nel 1802 entrò a Mi. lano a far pane d i quel g ruppo di topografi che ebbero incarico di compilare la carta della repubblica italiana; divenne ing. topografo del regno d 'ItaJ;a nel I So6 c resse la sezione topografica del mini~tcro della Guerra. Passò con lo ,tesso compito al servizio dell"Austria nel 1815. Comp ilò carte molto accurate, e pubhlicò Memorie analoghe, e un « Portolano del Mare Adriatico ». Ne l 1839 divenne vice-presidente dell'Istituto geografico mii. di Vienna, e compilò fra altro una carta itineraria delle Alpi . Diresse i corsi d'in,cgnamento dcli,\ topografia, e, collo. cato a riposo col grado di colonnello, si ritirò a M ilano.

Ma.ricni Giuseppe

Marieni G. Dnttista

Marieni Giovanni Ballista . Generale, n. a Bergamo nel 1858. Sottot. del genio nel 1879, nel 1883 meritò nel terremoto di Casamicciola la med. cl"Mgcnto al val. ciùle. Dal r891 al 180 insegnò fortificazione alla scuola militare. Colon nello d irettore del genio a Bologna nel 1912, si rese benemerito in Libia nel 1912-13-14. Direttore del genio a Genova, partecipò a runa la guerra contro l"Austria, venendo promosso nel 1915 magg. generale per merito cli guerra . Direttore generale dell'aeronautica dal 1915 al 1917 e ten. generale per m eriti t-ccezio nali nel 1917, Jopo Caporetto divenne comandante generale dd genio in guerra, e fu insignito della commenda dell'O. M . S. In P. i\. S. nel 1920, nel 1923 assunse il gra<.lo di generale di C . J'A . e nel r930 passò nella riserva. A lui sono dovute varie monogrn/ic. Marietta. V. Kema,v Mo1111tt1i11. Mar iette. Costruttore belga d'armi, di L iegi. Ideò una pistola che da lui prese nome di pistola a ro1nione Marictte mod. 1842. Essa constava da 4 a 18 canne ril1nite

e formanti un solo tutto: à,scuna canna avc,•a il proprio luminello con capsula. Le canne giravano attorno ad un as<e, mediante la spinta in avanti dell'anello che forma, a il grilletto e ad ognuno di questi movimenti una canna si p resentava davanti al cane. Tirando l'ttncllo c.J d gril-

Pistola :\larieue mod. 1842

letto, partiva il colpo. Continuando il mov imento del l'anello avanti ed indietro, si sparavano succcssi,·amcnte , colpi di ciascuna canoa. Questa costruzione fornì proba btlmcmc a Colt l'idea c.Jcl cilindro girevole, con una cannJ sol:, fissa.

Marietti-Mayan (Carlo BotJijacio). Generale dei car.i• binieri, n . a "\/ovara, m. a Torino (1833-1900). Sotto!. dei granatieri nel 1854, passò nel 1859 nei carabinieri. Parte• cipò alle campagne del 1859 e del 1870. Colonnello nel 1881, comandò le legioni di Cagliari e di Napol i. In P. A. nel 1885, fu promosso n,ai:g. generale nella riserva nel

1892. Mnrietti Giovan11ì. G~ncralc, n. nel 18jt. Sottot. d'art.

nel 1891, fece la scuola di g uerra e pa»IJ nello S. M. Nel 1915 pas>Ò a disposizione della R. Marina cd ebbe sul1"lsonzo comando di gruppo d i btr. della medesima; l'an110 seguente fu a capo della diksa terre,tre di Vcne-.-:ia, e poi passò nella 1• armata. Nel 191j, colonnello briga• d icre, coman,lò la brigata Macerata e nel 19t8, magg. gc• ncrale, il raggruppamento di art. della 12• armata fran• ccse su I nostro fronte. In guerra guadagnò la croce d i cav . dell'O. M. S . Dopo la Marictti Giovanni guerra Iu membro della Commissione per lo sgombero delle provincie baltiche (r91<1), rappresentante (1920) nel Comitato mii. interalleato di Versailles, delegato nel la Commissione mil. permanente della SoC'ictà delle Nazioni, consulente mii. ai Consigli di Spa, Londra, Parigi. Nel r923 passò in A. R. Q., e nel 1931 fu collocato a riposo. Collaborò a Riviste militari e pubblicò uno studio su « Politica cd armi al Marocco » .

Marillac (Luigi d,). Maresciallo d i Francia ( 1573. 1632). Fu capitano dei cava lleggeri sotto Enrico i\/ e durante la minorità di Luigi Xli compì parecchie missioni diploma• tiche. Promo,so maresc. di campo nel 1620, combattè contro i protc,tanti (1628). In ,cguito fu nominato governatore <.li Verdun, comandò l'esercito di Cham pagne, ri• to rnò nel mezwgiorno della Francia, prese Privas nel 1629 e ricc,·ette il bastone di maresciallo nel 1630. Compromesso in intrighi, fu tradotto, per ordine di Richclieu, da,·anti una comnms,onc speciale, accusato di malversazioni, con • d ann ato a morte e g iustiziato.


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Marìn '(Paolo) . t;fficiale e scritcorc mii. francese, n. nel 1850. Uscito dalla Scuola Politecnica nel 1869, fece la campagna dd 1870, frequentò poi la Scuola di Fomainc• blca., e lasciò il servizio mii. col grado di capitano. Scrisse d iverse opere, tra le quali si notano: " Le ferrovie strategiche »; « L'arte militare nella prima parte del secolo XV " ; e durame la revisione del processo Dreyfus : « Estcrhazy/ » ; « li capitano Lebrun-Renaulti »; ccc.

va111 aventi la licenza cli lstìtuto Nautico e che hanno compiuto il biennio di studi superiori nelle universi-la cli Genova e di Napoli. Sono imbarcati sui piroscafi per breve periodo ,li pratica, dopo di che cominciano la carriera dai gradi inferiori. Per gli equipaggi nella M. , mercantile si ricorre alla gente di mare che è debitan,,cente matricQ!ata nei porti di armamento. Ogni uomo di ,· mare 1

Marina. Con questo nome generico si indica llllCo ciò che ha relazione con il servizio di mare, dalla costruzione delle n;lvi al loro arm amento, al! 'equipaggiamento e impiego per le necessità di pace (Marina mercantile, Marina da dipo-rto) e per quelle di guerra (Marina da Guerra). Quest'ultima comprende i dipartimenti, le basi navali, gli arsenali, i p orti di rifugio, ecc., ed impiega militari e civili per la preparazione del naviglio, e m ilitari per l'impiego dello stesso. Quella mercamilc comprende i porti di armamento e le capitanerie <li porto, ed impiega personale civile che all 'at;o della mobiliwz.ione viene militarizzato . Fino al periodo della guerra mondiale era una branca del .'11linistero della M. mii.; nel dopo guerra ne è stata st,parara, passando alla di pendenza del :'.vfinistero delle comunicaziqni . Analogo provvedi1nento si riscontra

Stato !.vlaggìore di nave da guerra italiana (coi,·etta •Magenta , , 1875)

ha il proprio libretto matricolare, che segue sempre i l marinaio e gli serve per gli arruolamenti (illgaggio). Questo· sistcrna era usato anche nelle marine veliche e in quella. rem!era per .il n1arinaio volontario, detto bonavoglia ... In tempo di guerra la M. mercantile diventa il na!Li-· ralc complemento di quella mii., collaborando con questa per i serv izi sussidiarj, di trasporto e di riforni1nenw, e

provvedendo alle

indispensabili scorte di materie prime

e di viveri per i bisogni della Nazione. L'efficienza delle

Marinaio

Soldato di Marina So1dato di Marina lVIarina Francese1 epoca napoleonica

M. da guerra è sempre st ata in relazione con la maggiore o m inore intensità <lei traffici marittimi, Erano celebri nei tempi antichi le M . dei Rodiani, dei Fenici e dei Cartaginesi ; quella di Roma divenne efficiente quando si trattò di combattere i Carrngiocsi e d i ripulire il Med iterraneo dai pirati, per avere libertà nel traA,co marittimo; nelle M. medioeval i sono celebri quelle che hanno dovuto pro-

nelle principali M. del mondo, meno per le Nazioni nelle quali la Marina non ha grande imporrnnza: qu.ivi non esiste un Ministero della M . ed essa non è: che una branca di quello della Gucrr:t : Cosl era quella austriaca prima della guerra mondiale, così è divenuta quella tedesca nel dopo guerra . l i personale della M. mii. italiana è formato: all'Accademia nava le di Livorno per gli ufficial i di vascello delle arm·i navali e del genio navale; med iante concorsi fra i laureati per gli ufficiali medici e commissari, con opportuni corsi integrat ivi ; con promozione dai sottufficiali per gli ufficiali del C .R.E.M. G li equipaggi formano nell'insieme il Corpo Reale degli Equ ipaggi Marittimi, sono di-

vjsi in categorie e specialità (ti1nonleri, nocchieri, cannonieri1 meccanici, siluristi, torpedinieri, se111aforisti, furie~ ri, ecc.) e provengono in pane dallo leva d i mare, in parte da arruolamenti volontari. I volon tari ricevono le ist ruzioni alle Scuole: <le La Speàa per i radiotelegrafisti, siluri'sti, ek:ttricisti, torpedinieri; di Pola per i cannonieri, nocch ieri, furieri, motoristi, di Venezia per i meccanici; di Taranto per gli idrofonist i. Nella M . micantilc gli ufficiali sono prelevati dai gio-

U fficiali e marinai italiani a bordo di sommergibile:(1932)

tcggere i p ropri t raffici : i contrasti fra le M . hanno avut:o sempre origine da necessità comn1erciali (guerre tra le repubbliche marinare italia ne, ua le flotte catalane e provenzali, tra le M . inglese e olandese, inglese e fran-


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MMI

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ce,e, inglese e spagnuola. Ebbero mag,1ifichc M. gli Arabi ne i seco li ùal IX al X lii e i T u rchi nei successiv i. Tunc le :-!azioni moùcrne che si affaccia no sul mare hanno una M. da guerra, la cui maggiore o minore importanza viene mimrata col numero del to nnellaggio complessivo e soprntrutto con quel lo del pe rsonale impiegato. Dopo la guerra mondiale, si è avuto uno sviluppo assai con~iderevolc delle navi leggere, mentre la comrazione delle grandi n;ivi d i li nea veniva ra llcn tau altretta nto consider('volrncntc.

.\farin<1 (Reggime111i I.a) . Con questo nome nello Stato ùi San.legn a furono creati alcuni regg imenti. In generale fu daw uile nome ai corpi che si formavano, prevalenrcmentc per circostanze occasio nali, nel la contea d i l\'izza, e servivano per la I clifcsa co"icra e per dare '--"'-~'--'I d istaccamcnli ò i sba rco alle na'"i sabaude. l più noti furono i seguenti:

M AR

alni marinai vennero destinati a mantenere il collcgamenw frn la 3• armata e il mare; dopo Caporttlo si forrnaronn succe,sivamcntc 4 bgl. di marinai, chiamati ~onfalcone, Grado, Caorle, Golametto, i qnali, insieme con un ragg111p parn,11to d'art. d'ogni calibro servito eia marinai , costituirono la brigata M. Molti can noni erano su pontoni. I -! bgl. di fucilieri si chiamarono reggimcnco e San Marco » ; la formazione orga111ca della brigata è del novembre 1917, a! comando d el l 'ammir . Moli\, nel basso P iave, dove i marinai npposero una insormontabile resistenza agli Au. striaci, di,tinguendosi particolarmente (19 dicembre 1917) :l Cortcllnzo . La brig:ita M. d ipend eva ratticamentc d alb 3" arm ala (4" d ivis. del XX!II C . d'A.). L'orga<>ico del

La .\farina. Reggimento formato nel 1672 .:on 10 cp. di Kinardi. Viuorio Rcggimen10 d 'ordinunza La :'\farina: CrO(.,'C b ianca in campa rosso con tin rnme verdi e itnco ra nera

Amedeo li lo mandò in ausilio :,Ile eruppe francesi d i Luigi Xl V. ! ncorporato

in

quell'esercito,

\'Ì

di-

venne il reggimento " n. 65, Nice ». Venne sciolto nel .r75~ e f u assorbito da l reggimento « n . 15, Lyonnais >•.

l..a .Ham1a Reggimento formato nel 1683 con 15 cp. di uomini della con rc:1 di ::--iina. Nel 1686 andò ill Francia, aù ausilio d i qudl 'esercito, e com battè nelle F ia ndre . Rotmsi !"alleanza fra Vittorio Amedeo Il e Luig, XIV. nel 16<.JO, il re di Francia sciolse il reggimenro, p,enclcn rlonc tutto il personale prig ioniero d i g uerra. La iWariJ1<1. V

Cuneo (Hrigma).

La Marina. V . 011eglia (Reggimento) .

Mm·ina (Brigata). Cost iruita nel lugl io 1915, dopo l'affondamento cieli'« Amalfi », con l'equipaggio di questa nave, inviato ad a rmare alcune btr. di medio calibro situate all 'cstrcma d r. della 3• armata. A poco a poco

i\:l edaglin al valol' militare di marina

reggimento era di , 15 ufficiali e 3600 u. di lruppa: le :mig licrie ciel raggruppame n to comprendevano ci rca 150 pezzi, e l'organico arrivò a 16o ufficiali (di cui molti dell'esercito) e 3500 u. Dopo la battagl,.1 del Pia,e, un 5° hgl. di marinai (bgl. )<avi) venne forn,ato e aggregato all:i brigat.1. La quale Caceva anche serv izio di vigilanza cmticra fra il basso Pi:.we e Venezia, disponendo ò, natanti, di draken, di velivoli . Il regg . .\1., <lclb brigata omoni ma, ebbe per comand an ti d apprima il cap . cli vasccl!o Dentice, poi (15 maggio r918) il cap . di vascello Sirianoi. l'ariecipò alle due grandi battaglie del Pia,·e e d, Vittorio Veneto, oltre a una ser ie rii nioni loc:ili nelb 70na ad e~sa affidata . Alle for1.e di sbarco della R. Marina è staro conferita la med. d 'oro al ,•alor mii. « per l'ardire e l'eroismo dimo4itraLo

nclJe varie azioni

compi ute nel

mese d'ottobre

1911 per l'occupazione della Tripolita n ia e dcli-a Cirenaica"·

0 OL F O

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Artiglierie del RaggruJ)pamento ~farina nelF.:\ho Adriatico durante la Guerra :\londiale


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MAR

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Ministero della Mm-i12a. Dalla proclamazione del Regno d'Italia ~ stato fino al 1917 congiuoramentc il d icastero della marina da guerra e di quella mercantile; da quella data, staccatasi la marina 1nercantile, è rimasto organismo

esdusivamente mil itare, con a capo, fin dall 'iniz.io,

u11

m101s1ro proprio quasi sempre ammiragl io, ma talvolta generale del l'esercito, o borghese. li ministro è coadiuvato da var i corpi consu ltivi tecnici, il Comitato degli ammiragli, il Consiglio superiore di marina, il CornitalO per i progetti <li navi, .i Consigli d 'amininistrazionc e di discipli na per i funzionari civili; e dall 'LifTicio del Capo di

Nel 1905 fo nominato sottosegretario alla Guerra; subito uopo divenne governatore d i Mclilla e combauè contro i Marocch ini, ottenendovi la promozione a ten. generale, col comando in capo in quella zona . Nel r9n fu nominato capi1:1no generale a Madrid, due anni dopo Alto c0mm is.s ario al Marocco, nel 1915 passò al comando di corpo d'armata; nel 1917 divenne ministro òel1a guerra, ne! 1920 passò nella riserva, assumendo la presidenza della Giunta centrale di mobilitazione delle industrie civili . .

Stato Maggiore, che h;:i il compito principale dì studiare, per b gucrnl, I 'orga• nizzazionc e 1nobilita• zione del personale e

del navig!io, i piani di gue1 ra, l 'addestra1nento delle forze navali ed i ~cn'i?.i v3ri per le co1nur1ii..:az.iuni, i rifornimenti I il traffico, ecc. Nel Ministero i servizi sono Bandiera del Ministro della Marina

ordinati

gruppati

1□

e

rag-

quattro

grnndi direzioni genemli - due del perso-

nale (personale e ser-

vizi miElari; personale civik e affari general i) e due del materiale (co:=;truzioni navali e meccaniche; anni e arm ~unenti navali) e in direzioni minori~ per i servizi sanitari, di cornmissariato, dei Bancliera del Sotto Segretario di Staro per la J\1arina lavori tecnici affidati a l genio militare, cioe fabtlricari, fort ificazioni, opere id rauliche del!a Regia marina. -- I Francesi crearono il Ministero della .H. nel 1626. A lla perifer ia, sono i tre clip. mar. de La Spezia, d i Napoli, di Taran to; i Comandi m ii. mar. e i Comandi di M"rina, I ·Accademia navale e l'Istituto guerra marittima d! Livorno. k Din::tioni varie d i Sanità e d i Corn• missariato, l' Istituto Idrografico di Genova, i Comandi d i R. Arsenale o Cantiere o J3ase navale, il Battaglione

ltaliano in Cina, <·cc. I Ministri della M . nel periodo dal 1860 epoca della nea:,;ione di raie m inistero a sè ·a l 1932, sono 5tati i seguenti: Cavour, rvfcnabrea , Persa no, Ricci} Di Negro, Menabrca, Cugia, La1narn1ora , Angioletti , Nato !1, Berti, Dep ret is, Bianchieri, Pescet to, Mcnabrea, Provana, Ribory, Castagnola, G. Acton, Ribot y, Saint l\oi;, lìrin, O i Brocchetti, Bri n, Fcrracciì:,, J3onelli, F . Acto11, Del Santo, l:Srin, Di Ru(.linì, Sa int Bon, Brin, Racchia, Murin, Brin, Di San Marzano, Canevaro, Palumbo, Bettola, /vlorin , Ilcttolo, Moriu, Giolitti, M irabello, Bcttolo, Lconardi Cattolica, Millo, Viale, Salandra, Corsi, Triangi, Od Bono 1 Sechi, Bergamasco, De Vito, T haon di Revd, · Mussoli ni, Sirianni.

Marina Vega don Giuseppe . Generale spagnuo!o (1848192.j). Partecipò alla guerra civile contro i Carl isti; poi passò nelle F ilippine comba ttendo contro i rihelli e raggiungendovi il grado d i gen. d i brigata (1896). Due anni dopo fu a Cuba e nel t900 d ivenne generale di divis.

Bandiera delle forze da sbarco della H. Marina (frcgfarn di medaglia d'oro al valor militare)

Marinaio. Colui che fa parte dell'equ ipaggio di una navt: 1 o che, cornunque, µresta serviz.io nella n1anua. Nelle amiche ma ri ne spesso il /14. andava nudo come il rematore . Sulle galere era considcn>to snhito dopo il timo• n iere e faceva il servizio di guardia sull'albero di maestro d i g iorno; di notte stava a prora su lle rembate. Si ch ia-

mavano marinai di parte e mezza, quelli che avev:1110 tliritto ad una ra7.ione e n1cz.z.a

e ad un soprassnldo maggiore. Arrivavano ~l due scud i e mez.zo al mese. Nelle n1odernc mari ne da guerra il renn ine generico serve a designare .r.utto il personale rii Distintivo i\1arina: Sottufficiali, oro; bassa (orza, ma il norn<.: Sottocapi e comun.i, rosso è più appropriato per gli . individui di una caregoria ùc.:1 l 'cquipaggio, quella che fa il servizio d i coperta, alle imbarcazioni, alle it ncore, ecc., e ch e dipende dalla categoria dei nocchieri . Sopra la moderna nave da battaglia il nume ro l!ci A1. è molto esi~Tltu : non arriva che ad un ventesimo c irca d i tutto l'equ ipa ggio, il quale è formato dalle altre categorie più n u merose dei cannonieri, fuochisti, ekttricis-ri, siluristi, ccc.


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Mal'inai di pianta. Denominazione data a un corpo di marinai, costituito dopo lo scioglimento dei battaglioni di manna, nel regno di Napoli, sotto Gioacchino Murat (1810). Pregl,iera dd Marinaio. Dettata nel 1902 da Antonio Fogazzaro. in occasione della consegna della bandiera di combattin1elllo all'incrociatore « Giuseppe Garibaldi». La p1eghiera, recitata. seralmente nella detta nave, passò poi

alle a ltre unità della flotta italiana. Ess:i è del seguente tenore: " A Te, o grande eterno Iddio, Signore <lei cielo e dell'abisso, cui obbediscono i venti e le onde, noi uomini cli mare e di guerra, ufficiali e solt!ati d'Ital ia, da questa sacra nave armata della Patria, leviamo i cuoril Salva ed esalta nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione, sah'a cd esalta il Re; dà giusta glori? e potenza al la nostra bandiera, comanda che la tempesta e i flutti servano a b, poni sul nem ico il terrore di ki, fa cl1e per sempre la cingano in d ilcsa petti di ferro più forti del ferro clic cinge guasta nave, a lei per semp re t!ona vittoria. Benedici, o Signore, le nostre case lontane, )e care genti;

benedici nella ca<lentc notte il riposo del popolo, benedici noi, che per cs~o veglian10 in armi sul 111~re. Benedici! ,>.

Mari11aio (Igiene). I caratteri somatici e psichici che formano l'attitudine all 'arnhienrc cd al l::.tvoro naurico esercitano uua considerevole influenza sull'efficienza bellica d~lla naYc; perciò la scelta dei Jod. è quanto mai accurata. Il reclutamento si (a in base a un regolamento (differente da quello del R. Esercito) che i.ndica le malattie ed imperfezioni esimemi dal serviz io nella R. Marina e deter mina i requisiti fisici per le vari.e categorie de l personale . l .M. p rovengono da iscritti di leva e volontari. Gli iscritti sono reclutati rrn la gente di mare e alla loro entrata in servizio debbono possedere le q ualità d i robuslezza tis ica necessarie per il 1nestiere di navigante. I volontari, essendo nuovi alla vita del mare, hanno bisogno, per acclimatarsi all 'ambiente navale e al nuovo lavoro, di un periodo di tirocinio, che trascorrono sulle va4Ìe navi-scuola, per mozzi, canuonierj, torped inieri, ccc. La razione alimentare assegnata al M . è fissata da talxllc che indicano la minuta dei tre pasti della giornata e per ogni giorno della settimana con la rispettiva qual ità e quantità di generi alimentari. Ta li tabd le <liiferiscono <la quelle del R. Esercito, perchè sulle navi la scelta degli al imenti deve fare larga parte ai cibi in conserva . Esse

indicano le variazioni da apportare alla razione alimentare per ragioni di clima, stato termico dell'ambiente professionale,

lavoro straordinario, periodo d i allenamento.

L~

divisa <lei M. è trad ,zionalc e quasi ugua le nelle annate di tutte le naz ioni e negli equipaggi mercantili. È semplice, comoda, elegante e sufficientemente varia per adat-

MAD

tarsi ai differenti climi e stagioni. La nettezza della persona è curata in modo particolare: nelle caserme e sulle na\'i della R. Marina vi sono i rnezzi. necessari: bagni,

docce, ecc. li M . imbarcato per lo più si trova nella necessità di fare il bucato a bordo. Sulle navi m inori egli lava da sè la biancheria personale; sulle grandi, sono impiantate lavander ie meccaniche cbc provvedono alla lavatura per tutta la comunità nava le. Il lavoro del M. è relativamente leggiero, perchè nelle caserme si lim ita agli esercizi mii. e sulle navi la massima parte dei 1'1vori viene eseguita da macch ine . Per compensare la scarsa operosità dei muscoli, cd atm1entare la vi .. goria fisica e l'agi lità del .lv.f., nella R. Marina si ùà grande sviluppo agli esercizi fisici: g innastica svedese,

spons professionali, giuochi ginn ici. La gj1rnastica svedese si esegue senza

attrezzi, ovvero con bastoni di legno o di metallo. Tra gli sports professionali il più importante è la voga in 1cgata; viene in seguito iJ nuoto; rntntrc la ve la, anzich<;'. tHl esercizio fisico, si deve considerare con1e mezzo di ricreazione. 1 giuochi ginnici si eseguono nei campi sportivi annessi al!e. (< C;ise dei n1arinai », esistenti ne lle sedi di Dip. Marittimo. Sui basti1ncnti a vela ie navigazioni senza approdo duravano mesi, e, spe-

cialrnentc nelle lunghe campagne all'estero, l'a llo,uanamento dalla pi!tria e l'isolamen to dal monc.lo nelle interminabili crociere davano origine alla nostalgia , che si presen t.ava in fo,-. 1na epidernica negli equipaggi; sui?e

J\llarinaio italiano in tenuta di passeggiata con tasca• pane e borraccia

navi moderne, la lret1ucnza degli approdi e le not izie della patria e della fam iglia, che si ricevono rapidarneni:c in tutte le parti del mondo, hanno

fotto scomparire questa forma morbosa . Un tempo i castighi per i M. portavano un'impronta di ferocia: sino al!:J. fine del secolo scorso si applicavano i [erri corti. Oggi, le punizioni sono più u1nanitarìe e con::;istono nel piantone, l.:Onseg-na e prigione; quest'ultima sulle navi si espia nccc.:,.sa:-ian1cnte in locali caldi~ che dagli americani vengono chiamati sweat boxes (scatole per sudare).

Marinare. Term ine comparso nella mar,na velica, ora caduto in disuso. Significava mettere nuovi marinari nel legno

predato.

Marinaro (Francesco). Generale. n . a S. Stefano Ca·,nastra nel 1857. Sottor. d i fanteria nel 1879, raggiunse

r

I

lVlarinaio irnliano completan1ente equipaggiato in tenuta da sbarco


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MAR

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il grado di colonnello nel 1911. Comandò a Tobruk il

30• fanteria, meritando nd 1912 a Uadi Aùda la med. di bronzo. D opo aver comandato 1'8r• fanteria, fu promosso magg. generale nel 1916 e nel 1917 a ndò in P . A. Nel 1923 assunse il grado di generale di divis . nella riserva.

Mari ncola (di S. Floro, Raffaele). Generale, n. a Catanzaro, m . a Roma (r 849-r9r8). Sottot. ù 'art. nel 1867, divenne colonnello comandante il 20° art. da cam pagna nel 1 902. In P. A. nel 1907, passò nella riscn·a nel 1911 di,·encndo magg. gcncr:dc nel r913. Mum11·0/a di S. Floro Fcn ·uccio. Gencr,,lc, n. nel 1864. Sottot. d"art. nel 1885, passò poi in fan1eria e nei bersaglieri. Fu in Eritrea nel 1888-89 ccl in Libia nel 19,4-15. com battè contro l'Austria dal FJ16 al 1918. Colonnello i\,farinrola Raffaele nel 1916 e brigadiere generale nel 1918, comandò in guerra le brigate Liguria e Cremona; si distinse sul Pasubio, sul Grnppa ccl al M. Pertica , meritando la croce da cav. del1"0. M. S. In P. A. S. nel 1()20, fu promosso nel 1926 generale di d,vis. in A. R. Q. e collocato a r iposo ne! 1930.

Marinell i (L11dovico). Generale, ingegnere, n. a Rieti ne l 1852. So ttot. del genio nel 1877, insegnò m atematica al collegio mii. di Milano, topografia ali' Accademia mii. e fortificazioue alla scuola di Modena. In P. A. nel 1908, colonnello nel 19n, fu d u rante la guerra contro !"Austria direttore del ge11io a Bologn a e nel 1918 fo p romo,so magg. generale. /I lui sono dovute numerose p ubblicaz ioni, fra c ui: « Noce descritti\'C su alcuni edifici militari d1 Spoltto e di Viterbo »; " Monografie sugli ingegneri e arch itetti militari Sanmicheli, Fra· Giocondo e Dc M'1rçh i 1► ; « Studio sui Castelli Veronesi »; u Studi e monogra lie sulle rocche medioevali d i Romagna »; « L a fortificazione come fu e come sarà "; oltre a numerosi articoli •u varie riviste .

M AR

effettivo di S. M. il Re. Nel 19_:;, fu promosso gcn. di divisione.

Marinctti Giulio. :\icdaglia ù"oro, n. ;i Verona nel 1877. Ufficiale i11 servizio attivo nell'arm a d'artiglieria , nei gradi da ~ottol. n capitano prestò servizio in varie special ità ckll"arma. Clpitano nel go regg. da fortezza, partecipò ~Ila cam;,agnl libica, gu:tdagnando un encomio solenne. Promosso maggiore poco dopo l'inizio della guerra italoaustriaca, fu fer ito sull"Altipiano d 'Asiago nel 1916, e decorato ùi medaglia d 'argento al valore; u na seconda medaglia, di bronzo, meritò l'anno seguente sull'Altipiano Carsico. Promosso tcn . colonnello, diede mirabili prove di tenace valore riportando nuo,·e ferite durante I~ battaglia del Piave, dove fu in signito della suprema ricom pensa al valore. Dopo la guerra, fu a iu tante di campo di S. M. il Re, colonndlo comandante il 9° re~. art. ùa campagn.i in Trento e capo-ufficio !'resso il comando d"art. del corpo il',\rmata di Roma . La motivazione, che accompagnò la concessione della suprema ricompensa al valore è la segue nte : " Comandamc di un gruppo cli banerie situate in una posizione a,,m,.aca, atte~ t:on sicuro animo ·1•anounciato skrrarsi rlell":ttlacco nemico. Rimaste isolate le baucrie e avuto l"ord111c di resistere fino all"eslrcmo, con la presenza e con l 'esempio incoraggiò l 'ultima difesa, pcrchè potessero c,scre trane in ,.ih-o

J

le bauerie pesanti. Essendo state accerchiale alcune delle' sue batterie, ordinò il Cuoco di repressione sulle colonne' :,

avversarie, che ne tra!tcin:w:ino prigionieri i pochi scrvemi rimasti. Quindi, viste perdute

le rimanent i batterie, raccolse i pochi superst iti nella ca~a del Comando di gruppo e quivi si dik,e accanitamente col fuc,le e con bombe a mano, finchè, coloito al pcllo Mnrinetti Giulio da una bomba lancia tag li da un avversario e gravemcnl<" rito, ,i rovesciava al! 'indietro col suo consueto sorriso sulle labbra gridando: Viva l'ltali:i » (Musilc, 15 giugno 19 18).

fc-l

Marini (Girolamo). Ingegnere mi litare bolognese del sec. XVI , 11. verso il 1490. A iutò il Sangallo nelle fortificaz ioni di Ancona. Passò poi al servi1.io della Francia per la quale fortificò Pinerolo e altre piazze del Piemonte. Passato in Francia r iebbe il grado di « ingegnere mag• giore » . Provvide a n um erose fortificazioni della frontiera della Champagne . Sua è la fortezza di Landrecies. Si d istime nella difesa d i Saint Dizier nel 1544. !\·cl 1553 difese Thérouanne, e vi rima!.<: ucciso. - l:n suo fratel!o, Camilla, fu pure ingegnere militare e cadde ncll:t difesa d i Mctz, che egli stesso aveva munita di fortifica,,ioni , il 5 <limnbrc ; 55i .

:vtarinaro Frnnccsco

Mannelli Ludovico

Marinetti (Adriano). Generale, n . a Verona nel 1875. Sotcotcn. di fanteria nel 1894, partecipò alle campagne di Libia cd alla guerra italo-austriaca. R aggiunse il grado d i generale nel 1926 ed ebbe il comando della 16& brigata d i fanteria . Nel 1929 fu nominato aiutante di campo

.\{ari11i l11igi. Scrittore romano, dd principio dd secolo XIX. Si occupò di storia e letteratura delle fortificazioni , pubblic.111do: « Bibl ioteca istorico critica di fonificazion<: oermancntc » ; « Saggio storico a lgebrico sui bastioni"· Morendo lasciò In sua biblioteca all'Accadem ia mii. di Torino. Marini L11igi. Generale, n. a Cagliari nel 18o8. Guardia del corpo nel 1826, diven ne sortot. di fanteria nel 183, . Colo nnello nel r 86o, comandò il deposito di fan teria di


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Sassari. Promosso magg . generale nel 1861, ebbe il CO• ma ndo ciel dipan imc1110 rnil. di Palermo e nel 1866 andò li

riposo.

Mnl'i11i N icola. Amm ir aglio, n. a N apoli nel 1845, en t rato in servizio nel 1863, collocato in ausiliaria col grado di capitano di vascello nel 1900, promosso contramrnir. nel 1902. l'rc,c parte alla cam pagna dell ' Unità d 'Italia nel 18(,6 e d'Africa del 1894. Marini Pietro. Generaic, n . a Cagliari nel 1850. Sottot . d 'art. nel 1868, frequentò la scuola di g uerra e pa»ò nel corpo di S . M. Addeuo mi!. a Costantinopoli nel 18g1, fu promosso colonn ello nel 1895. Co1t1a11dò il 34° fanteria e dal 18~ fu cap<> di S. M . del IX C. d':\. ~ agg. genemie rnmand . Ja brigata Val, tell ina nel 19()0, divenne ten. generale nd 1()08. Comandò :,ucccssivnn1cn tc le divis. di Perugia e di Verona cd i C . cl'.\ . Xli e IX, col quale entrò in g uerra contro l'Austr ia . In P. A. nel 1917 e CO• mandante del C. ù'A. territori ale cli Ro ma, meritò la mccl. d 'argento in occasio ne ddlo 1coppio d'una polveriera. Passò Marini Pietro poi nelb rise rva. Collahorò a riviste mi litari . Marini Gi110. Generale, 11. a Loreto nel iR58. Sottot. degli alpini nel 1879, partecipò alla campagna e ritrea del 1896. Colo nndlo nel r9 u , co1t1andò il 3° e poi 1'8° a lpini. In P. A. nel i915 e magg. generale nel 1917, ebbe nel 1923 il grado di generale d i divisione . Ma,-ini E nrico. Generale , 11. e m . a Portoferraio (1861 1922). Sottot. d'art. nel 18i9, ragginsc il grado di colonnello nel 1914 e di m agg. generale nel 1916. Comandò nella guerra contro l 'Austria il 3o<> artiglieria e l 'arr. del XXII C. d'A . )lei 1919 andò in P. A.

1Vlarini G ino

Marini Edoardo

,\farini Ft·n·ucào. Generale. n . ad Arezzo. m. a Grottammare (1866-1919). Sottoten. di fanteria nel 1884, parrecip,ì alla ca mpag na e ritrea del 1895-96. In guer ra contro l'Austria dal 1915. meritò nello stesso anno b mcd . d'argento sul C.1rso. Colonnello nel 1915, fu promosso magg. generale nel 1917. Mnri11i Alfredo. Generale, n. a Poggio Mincto nel J86g. So!lot. clegli alpini nel 1893, partecipò nel 1896 alla ba ttag lia d".'\ dua . Nel 1900 mer itò una med. cl"argca to al valor civile. t'requentò la scuola di guerra; fu in Libia

nel 1912-13 e vi g uadagnò un a mcd . d 'argento ( , 913). Entrato in guerra contro l'Austria al comando del bgl. alpini Adamello, fu decorato della mcd . cli bronzo a Doljc (1915) ove r imase ferito. D istintosi sul M. Roite ove ebbe una seconda med. di bronzo, comandò nel 1917 il 246° fanteria e cadde prigioniero. Colonnello nel 1918, dopo la g uerra comandò successivamente il de posito del 560 fanteria, il distretto mii. d i Bassano, il 5j0 fanteria ed il distretto mii. di Parlova. In P. A. nel 1927, fu promosso generale ùi brigata nel 193 c. .\lari11i Edoardo. Generale, n . a Vercelli nel 18i3. Sotlnlcn . di fanteria nel 1894, partecipò alla guerra d i Libia ed a lla g uerra 19J5-18, guadagnando d ue mcd . d'argento nd la prima e due nella seconda guerra. Raggiunse il grado di generale nel 1926 e fu nominato ispettore. cli mobili tazione a R.wenna; ne l r931 passò a coma ndare la t j• brigata d i fanteria, e nello stesso anno, promosso ,i:en. di divis., fu collocato a disposizione, per assumere nel 19,2 il comand o dell a d i vis. mi!. territoriale di Padova .

Mar ino. Comune in prov. di Roma, sul luogo dell'ant. Castrimoe11i11m, ;ri piedi dei colli Albani. Fu colonia m ii. fortificata ai temp i d i Si lla, e poi municipio romano. >kl medio c,•o la fortificarono gli Orsini, ai quali appartenne. Il forre castello venne invano assediato da Cola da Rientll nd 1347; verso il 1440 fu preso dal Ricci, arcive.~.:ovo d i Pisa, il quale lo tolse ai Colonna: questi lo rafforzarono e ingrandirono nel 148o. Httttaglia di ;\,frlrino (13j<)). Apparlicne all:t lott a fr:1 il paJM Urbano VI e l"antipapa avignonese Clemente VII (Iloberro di (;inevra) . Quest'ultimo assoldò la compagnia ùi ventura ciel Malcstroit, composta d i Bretoni e la spedì nel territorio romano. L'rbano a sua volta assoldò la compagnia italiana detta di San Giorgio, composta di ventu rieri a,i:l i ord ini d i Alberico da l3arbiano. li 28 a prile le due compagnie (forti d i circa 10.000 u. ciascuna) furono di fronte pres,o M. Il conte Alberico divise in due schiere i • uoi, u na del le quali renne sorro al suo com :1 ndo, l 'altra affidò a Galeazzo l'cpoli. I Aretou i e rano d ivisi• in tre parti, agli ordini di P ietro di Sagra, Bernardo della Sala e Mongisia. Il corpo elci Sagra, auaccato da q l1cllo del Pcpo!i, riuscì a sopraffarlo; ma il Barbiano investì i vmcitori e in breve li sbaragliò catturandone il capo. Subito dopo le ttuppc del Della Sala , attaccate vigorosarncmc, a ndaro no in rotta . Più ostinata fu la d ifesa del terzo corpo bretone, il quale si difese per cinque ore, ma infine fu sopraffatto . Le perdite dei brcro ni furnno g r:1ndissimc, e la loro tem ibi le compag nia scomparve da lla vita dell'Italia, restando qua e là piccole frazioni al servizio di qualche signorotto italiano. Non pochi passarono al servizio di Alberico da Barbiano . Il Malcstroit riusci a ri fugiarsi a Napol i, dove poco dopo morì. .\lari110 da Pinerolo. Ingegnere m ii. del scc. X V . Era al servizio dei principi d i Acaia cd i Fiorentini l o chiesero a Lodovico di Savoia nel 1405 d urante la guerra che essi a, cv ano contro Pisa .

Marinoff (K .-asti11). Generale bulgaro, n. nel 1855. Prese parte alla guerra russo-turca del 1877-78. Dal 1885 3.} 1890 ebbe il comando di un rcgg. di (anteri ~; dal 1890 al 1900 il comando d i una d ivis. ; durante la guer ra contro la Serbia (1913) difese [elicementc la fortezza cli Viddino. Marinozzi (Rt,Oncle). Generale macchinista della R . Marina, n.

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Kapoli nel 1868, entrato in scn·izio nel 1887,


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collocato in P. A . col gra.do di colonnello nel 1922, promosso brigadiere generai~ nel 1923, ten. generale nel 1925, morto nel 1931. Prese parte alla guerra mondiale.

Mario (Caio). Generale ,omano, 11. in Arpino (155-86 a. C.). Fu 7 volte console, vinse Giugurta nel 107 e 106, i Teuroni ad Aix ( ro2), i Cirnbr i a Vercelli (101); volendo togliere a Silla il comando del! 'esercito contro Mitridate (88) causò la guerra civile, onde dovette fuggire a Minturno e in Africa, rientrando nell'87 vittorioso iu Roma . Fossa Jll/arùwa. Quando Mario fu nella Gallia per pro· teggere l'Ital ia da una invasione cli Cilnbrj e s ì accampò sulle rive del Rodano, a nord d i Arles, per aver libera comunicazione col mare, c assicurare il trasporto delle vettovaglie reso malagevole dalle foci del fiume .ingombro di sabbia, fece scavare dai suoi soldati un canale che permetteva alle navi di Marsigl ia e a quelle provenienti dal! ' I.calia di evitare il pericoloso imbocco del fiume . Questo ca nale sboccava nel la località ove ora sorge il villaggio di Fu,;, che ricorda ancora il nome di F. M. come appunto venne chiamato i l canale. ,\fu/i l\1ariani. Secondo Frontino i legionari romani diedero tale nome al bastone che aveva fatto loro consegnare il console M., affinchè se ne serv issero per il trasporto del bagaglio personale. I legionari, dovendo trasportare nelle loro marcie, oltre a lle armi, anche oggetti di uso personale, vettovaglie e recipienti per cucinarvi il cibo, adottavano a t ale scopo mez. zi vari, servendosi anche di carrette e di bestie: da soma, ciò che recava i111pedin1ento e disordine nella colonua in marcia. M. provvide i suoi legionari di un l'vluli lvhlriani lungo bastone tcrm inante a forca, sulla quale veniv,~ infi lzato il fardel lo che riuniva il bagaglio individuale. l)ur;1nte la marcia i bastrrn i, che essi porta• vano appoggiati ad una spalla, furon chiamati scherzosamente i M. M. Plutarco dà altra sp iegazione all'origine di questo nome, facendolo derivare dal fatto che M. obbligava i · solda ti iìacchi e meno resistenti a fare lunghe rnarcic portando sulle spalle gran di pesi per abitua rli ad essere resistenti e cJpaci; a poco a poco i I nome passò a designare tutti 1

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Mario .1./berto. Scrittore e patriotta, n . e m. a Len dinara ( 18,5-1883). Nel 1848 partecipò con la Crociata rnmana alla difesa di Venezia ; dal r849 al 1857 fu giornalista a Genova e vi fu arresuto per cospirazione mazzi. niana. Prese parte all a spedizione dei ~vlille, come .;ottotenentc, divenendovi capitano. Eletto deputato d i Modica rifiutò il mandato; nel 1866 fu capo di Stato Maggiore dell'Elia; nel 1867 sollo-capo di Stato Magg iore di Gar iba ldi. Nei 1880 fondò a Roma la « Lega de!la Democrazia " . Tra le sue opere ricordiamo: « Garibaldi e i suoi tempi v ; ,< Camicia rossa )). Anche sua n1og lic, Jessic JVl,itc, partecipò alla spedizione dei J\.fillc e a tutte le azioni garibaldine sino al 1870 e fo infermiera di Garibaldi a La Spezia: scrisse le Vite di Garibaldi, :'v(az. zini, Berrani, ecc.

Mariotti (Temistocle). Generale e scrittore mii., n . ad Ascoli, m. a Roma (1838, 1921). SllJdiò legge nell'università

pon tific ia e nel r86o si arruolò volontario nell"escrcito toscano, dal quale passò ndlc schiere di Garibaldi . Conquistati i galloni d'ufficiale a Milazzo e la m ed , d 'ar• gento a S. Maria di Capua, passò nel 186r sottot. d i fanteria ,kll'csercito regolare . Combatti: ancora nel 1866. frequ<.:ntò la scuola <li guerra e lasciò il serv izìo mtivo permanente nel 1896 col grado rii maggiore. Richiamato in servizio quale capo sezione al m inistero , fu promosso colonnello nella riserva nel 1915. Nonostante la tarda età volle ancora dare l'opera sua d urante la guerra contro I' /\u,1ria e fu in zona <l 'opcrazionc, presiedendo un tribunale di guerra . RicoJ\ocato in

congedo col grado di generale, riprese i suoi s tudi di s toria cd arte militare.

Direttore

rlelln

biblioteca

1n il. centrale, propugnatorc ciel tiro a segno na-

l\:lariotti Temistocle

zionale, pubblicò vari volumi, fra cui : « La difesa di Roma nel 1849 » ; " Ieri e ogg i, pagine autobiografiche d i un soldato del Risorgimento )> ; « li Cadore nella prima campagna clell ' indipenrlenza » ; « Oell'educaziom: e della istruzione militare in ltal ia )> ; e( La discipJiua 111ilitarc negli esercit i modern i " ; « L'epopea italiana del r86o-6r " · Mariotti Celso . Generale, n. ad Asciano , m . a Milano (1846-192r). Sottot. d i cavalleria nel 1866, pauccipò alla guerra di quell'anno. Frequentò poi la scuola di guerra e nel 1901 andò in P . A . Colonnello nel 1903, fu nel 19r4 promosso magg. generale nella riserva.

suoi legionari. lvlm·io conte Gustavo . Generale, n. a Valenza, m. a Mi lano (18201879). Sotto!. di c:n•a!leria ne! 1839, partecipò alle campagne del r848,,19 e vi guadagnò la mcd. d ·argento. Colo11 nello nel I 862, l\llario G,1stavo COfnandò il regg. Piacenza; magg. generale nel , 868, ebbe comando di brigata di cavalleria. Nel 1875 passò a far parte del Com itato delle armi di linea; tre anni dopo passò nella r iserva col grado di ten. generale.

.'\1m·ioiti iì1.ario Giampaolo . Generale , n . a Treviso ne l 1873. Sottot. di fanteria nel 1893, partecipò alla guerra italo-,urca, m eritando d ue mcd . di bronzo, ad Iknni ove r imase ferito, ed a Zanz.ur (1912) . Combatti: quindi con• tro l'Austria dal 1915 al 1918, divenendo colonnello nel 1918. Al co mando del 92° fanteria ottenne due mcd . d 'argento e la croce da cav. dell 'O. M. S . Dopo la guerra comandò 1'81° fanter ia cd i l distretto m ii. di Pisa e nel 1931 fo promosso generale di brigata ispettore di mobilitazione della divis. di Imperia,

Maris (Via). Via romana imperiale, da Babilonia all'Egiuo, allraverso la Siria e la Palestina, passando per


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Damasco e la Galilea . Era munita a intervalli da castelli, d i cui rimangono vari resti, come quelli di Limes Arabicus, Kastal, Odn,h, e uno scoperto nel 1932 presso Cafarnao ,

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Piroscafo e J:vlarittimo)

Bombardamento di l',/arittpol (5 giugno 1855). Appartiene alla guerra di Crimea. Il ·1 g iugno 1855 una Oocriglia allca,t a composta di due squadriglie di cor vette, avvisi e cannoniere , una inglese al comando del cap. di vascello Lvons, figlio dell'ammiragl io, l'altra francese, comandata dal cap. di vascello Béral dc Scdaiges, lasciò le acque di Taganrog, che aveva bombardato il giorno µrima, per portarsi davant i a M. dove, dopo vana intimazione di resa , alle 9,30 del mattino iniziò il bombarda mento. Subito dopo il capitano Lyons ordinò ad un d istaccamento di navi leggere di rimontare i l fiume Kalmins, di sbarcare sulla riva dr. e d'incendiare i magazzini che vi si trovavano. Questa impresa ebbe successo. Un rcgg. cosacco che avrebbe potuto ostacolare seriamente l 'operazione d~gli A lleati non oppose che una debole resistenza e si ritirò. Il bombardamento continuò fino alle ore 13, per impedire alle truppe cd agli abitanti di M . di spegnere gli incendi. Le navi alleatè lasciarono q uindi la ratla alle 18 per dirigersi sulla costa orientale del mare cl ' Azof.

dislocamento wnn. 342, lungo m . 37,20, largo m, 7,62; apparato motore 951 cavalli; velocità migl ia u,8; armamento guern::scu 1 cannone da 57 n1m .

Mark Il Atlas. Aeroplano ingbc, biposto da caccia con mitragliatrici, o da bombardamento leggero diurno, con quattro bombe da 50 Kg. o due 'da n3, o da cooperazione con l'esercito, per fotografia aerea , radiocomunica-

Marittimo. Rimorchiato re, varato nel r9r5 dai cantieri della Cooperativa di prod uzione a Sampierclarcna;

r Maritz (Giovanm) . Meccanico sv izzero ( 1680-1743). Trovò il modo di fondere cannon i pieni in un solo pezzo, c di traforarli poscia con trapani . Nel I ì23 fu nominato commissario fonditore dell'art. svizzera; passato in Francia (1734) diresse h fonderia di L ione. - Suo figlio Giovanni (17 u-1 790) perfezionò il sistema del p,idrc, tenendo fisso i l trapano e facendo girare il blocco. Diresse varie fonderie in Francia, e nel 1765 passò nell a Spagna , dove fondò le fo11deric d i Barcellona e d, Siviglia. Prima dei M. si fondeva il pezzo entro forme ad anima interna. Maritza. Fiume della penisola balcanica: corso 437 km ,, dal massiccio del Ro<lope all'Egeo . li suo bacino ha grande importanza strategica, poichè costituisce una base a do ppio fronte, coperta da poderosi ostacoli naturali (m, Balkan e Rodope) convessa verso il centro dei Balcani, appoggiata sui fianchi al ~lar Nero e all 'Egeo.

T. Battaglia mila Maritza (1256). Appartiene alla guerra tra lo czar bulgaro Michele e il bizantino Teodoro IL Quest 'ultimo rimase vincitore, e fece ripristinare i confini fra i due Stati in base agli accordi già stabiliti nel r246, violati da llfichcle. Il. Battaglia sulla Maritza (1371). Appartien e all 'inva-

sione dei Turchi nella penisola balca.nica, e fu combattuta <la un esercito serbo di Go .ooo u., che agli ordini di Vucascin era sceso nella valle della lvi. , e il capitano turco Acci-l!bcchi. Quest'ultimo, esplorando la regione con 4000 cava lieri, scoperse che i Serbi, accampali sulle sponde del fiume: a due giornat~ di marcia da Adrianopoli , non facevano buona guardia, nel la notte fra il 24 e il 25 settembre ir ruppe da q uattro lati sull'accampamento, gettandolo in completo scompiglio, e sciabolando gli uomini ccrrorizzati dall'improvviso altacco. Parecch ie nugliaia degli assa liti rirnascro uccisi, altri annegati nel la 1\,/. , il rirnanente dispersi. A l campo rimase il nome di « perdizione dei Serbi ».

Mariupol. Città della Russia meridionale, capoluogo di distretto nel governo di Jecaterinoslav , sul mare di Azof, alla foce del Kalm ins . Fu fondarn nel 1779 da Greci ernigrati in Crimea.

Aeroplano inglese M ark (Arlas) I f

'l.ioni, rilascio e presa di n1essaggi. Può essere trasformato rapidamente in idrovolante, e servire anche come ,•elivolo d'addcstramen.to. Marlborough (Giovanni Churchill, duca d1). Gcucrale inglese (1650-1722). Militò con l 'escrcito che appoggiò Luigi XJV nella guerra contro l'Olanda (1690). Scoppiata la guerra contro la Francia,

ebbe il comando in capo e battè i Francesi a Ramillics, e, insieme col pri ncipe Eugenio, a llochsredr e a Malplaquet. Nel 1712, lìnita la guerra , (u accusato <li peculato, e privato di tutte le sue cariche, in cui fu reintegrato però dal re Giorgio, che lo nominò capo dcll 'esercito.

r

!

Marmande ( lat. Marmar,da). Città della Francia nel dipartirn. di Lot-ct-Garonnc, !Vfarlborough Giovanni sulla Garonna. Di origine merovingia o carolingia, fu fortificata, nel n95, da Riccardo Cuor di Leone; nel 1212 fu assccl iata da S imone d i Mont fort e presa da suo figlio Amauri nel 1249; µoi fu riunita alla Corona da San Luigi. Gli Inglesi se ne impadronirono con inganno nel 14·li, lasciandola µcrò poco dopo. Dur3ntc la campagna d i Francia degli Stati walizzati nel 1814, ,H. fu occupata clagl i Inglesi.


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Marmarica. Nave sussidia ria della R. Mar ina, entrata in serv izio nel 1916, radia ta nel 1921. Marmitta. Recipiente d i varia forma che serve per confezionare o traspor tare il r;1t,io. Quella più nota, nel nostro esercito, è la M. detta d a cam po . Consiste in una

lVIarmittè da campo {si vede anche una cucina ro tabile ex austriaca, preda bellica)

comune secchia di robus ta lamiera stag nata internamente e m unita coperch io . Viene impiega ta col fornello piega Diic Lomba rd i, nel q uale sci :\/. possono cucinare con-

d,

ten1porancarnt.n te.

Marmolada. Massiccio dulumitico, limitato da l fiume Cordevolc, dalla val d i Fassa e dalla val le Sa n Pellegrino . È il g ruppo pi/, esteso d elle A lpi ve neto-tre ntine; comp rende la cima p iù elevata d i tu tte le Dolom iti (111. 3960)

MAR

e ghiacciai permane nti. Durame la guerra 1915-1~ fu teatro cli n umerosi, b rillanti episo<li <li guerra alpina; notevol i, principalmente, l'occupazione del passo Fedaja, che dil"irle in due il massiccio, nelle prime ,dtimane d i g uerra ; e l' aspra lotta sostenuta nell 'aprile-maggio 1916 dalla brigata Alpi per I 'occupa.oione del Pizzo e della Punta Sera 1tta . Degni di ricordo sono anche i lavori i11genti com~ piuti dalle t ruppe italiaue, per rendere possibile la vi ta e la lotta su quelle impervie altitud ini, e l'assetto difensi,·o d,no a lle posiziut1i occupate fi no alla ritirata del novem bre r9r7.

Marmolada . Battaglione alpini costitu ito nd maggio 1917, rer la durata della guerra italo-austriaca (1915-1918), colla tr asfonnazione del preesistente 7' bgl. scia tori . Assunse prima il numero di 6° e poi il nome di " Marmolada » ; fo assegnato al 7° rcgg. alpin i cd ebbe le cp. 284, 300, e 301. Operò inizia lmente nella conca di Tesino e poi sull':tltopiano di Asiago . Partecipò alla battaglia d e!J'Ortigara, e dura nte l 'offensin a ustro-tedesca ddl'ottobre-nuvcmbre r917 sostenne una strenua resistenza a M . Tondarccar cd a M . Castelgomberto, ma fu sopraffatto dalla superiorità numerica avversaria. ll suo contegno meritò. ol tre alla citazione sul bollettino d i guerra N . 906 del 16 novem b1e 1917 dd Comando Supremo, la mcd . d'argento colla seguente n1otivazionc : cc li battaglione t-.1armolada respingeva, d isperdeva con tenacia sanguinosa, per ben sette volte, ingenti masse d i baldanzosi nemici anelanti a trabocca re in pianura (M . Tonderecar, 15- 22 novembre 1917). Nella disperata d ifesa d i una posizione attaccata da ogni parte, avvelenata di gas e sconvolta da implacabili bombardamenti, si imponeva a Il 'ammirazione dello stesso avversario » (Castelgombe rto, 4-5 dicembre 191ì)- Le perdite del bgl. ammontarono a ufficiali m. 5, feriti 7, dispersi 36; truppa m . 92, f. 305, dispersi 548.

Chiacciaio della M~u-rt1olada, visto d all'alto


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Marmont (Augusto, duca di Ragusa). Maresciallo di Francia (r77,1 -r852). Luogotcn. nel 1793, partecipò alle guerre sulle Alpi e poi alla spedizione <l'Egitto come gen. di brigata. Dopo ;\,!arengo fu gc11 . <li di vis. e nel 1 802 Ispettore d'art. Partecipò alla guerra del 1805-06 e , dopo di essere stato governatore delle provincie illiriche, a quella del 1809, dopo · la quale fu nominato maresciallo. Passato nella penisola iberica, vi comandò l'armata del

MA!l

aveva prescritto che la riorganizzazione ddle forze fran-

cesi dovesse avvenire a sud del]~ Senna, lasciando che la piazza di Parigi si difendesse colla propria guarnigione, comandata dal generale Gallie11i. Senonchè i Tedeschi, sia per difetto di forze dispouibili alla loro estrema ala dr, marciante, sia per l'errata iniziativa del generale von Kluck, che, per incalzare il nc1nico ritenuto in fuga, din1enticò

dall'altipiano di Langres alla Senna. Riceve l'Ourq, il piccolo e il grande Morin, passa per Chalons, Epcrnay, Chatcau-Thierry. Presso Epernay si immette nel fiume i l

(meglio trascurò deliberatamente) di guardare con adeguato distaccamento Parigi, finirono coll 'esporrc il loro fianco dr. ad eventuali offese partenti da Parigi. Di ciò accortosi i l generale Gall ieni, propose - e )offre sanzionò - cli sferrare un attacco partente da Parigi e diretto contro il fianco dr. nemico, in modo da obbligare questo a fermarsi e parare il colpo, che minacciava anche le sue comunicazioni col Belgio. All'L!opo tutto l'esercito francese arrestò i l suo rip iegamento sLJbito dopo passata la M ., mnov~ndo alla controffensiva, mentre con truppe tra~ dal]' Alsazia (ove la )oua s'era stabi lizzata), dalla Lorena e dalla guarnigione di 1'Parigi sì formò uri.a 68 armata francese, coman dante Maunoury, incaricata appunto di sftrrarc i l colpo contro il fianco dr . nemico. In conseguenza di tali misure, si ebbe il 6 setrembre la seguente situazione: Ga annata francese, a norc! della /\J. tra Darnmartin e Clayc-Souilly, protetta sLJlla fronte da lla cavalleria del Sordet; armata inglese di lord F rench , al limite sud della foresta di Crécy; 5a armata francese, da Provins a Sézarrnc, anch ·essa protetta da cavalleria

canale on1onimo.

spinta avai1tj; dis taccamento d'arn1ata Foch (poi ga ar-

I. Battaglia della Marna (6-,2 settembre 1914). Appartiene alla Gnerra Mondia le. In seguito dell 'invasione del Belgio e della Frar1cia del Nord <la parte delle armate tedesrhc, ali 'iniz io della guerra mondiale i ['ranccsi si trovarono costretti a ripiegare verso il cuore della Francia, per guaògnare il tempo e lo spazio nccessan per riorganizzare le proprie forze e portarle alla riscossa. JI generalissimo Joffre, colle sue direttive del 1° settembre 1914,

nuta), da Sézanne a Som rncsous, con le div is. di riserva a sud dell 'Al!bc e colle paludi di Saint-Gond sulla fronte; 4~ arma ta francese, a sud dell'Ornain, collegata col distaccamento Foch e con la 3a armata francese, situata tra Rcvigny e Verdun. Di fronte, la situazione tedesca era la seguente: t• armata, su l Gran Morin, con un C. <l'A. soltanto (il IV) ancora a nord della M .; 2& armata, a sud del fiume, con la testa delle colonne lungo la rotabi le da Montmirail a Chalons-sur-Marne; 3• armata, a sud-ovest

Portogallo e rim ase battuto e

ferito ad Arapilcs (1812). Nel 18r3 con1au<lò in <iermania jf

Vi C . d'A . e rimase fer ito a Lipsia. Prese parte alle campagne del 1814 in Francia, si sottomise a l.uigi XVIII dal quale fu nomi nato Pari di Francia e comandante della Guardia reale. Lasciò un volume di « Memorie )) e un'ope•

ra : " Lo spirito delle istituzioni milit::iri n. Ivlarmont Augusto

Marna. F iume della Francia 1 con un corso di 525 K1n .

40

~ francesi Prima battaglia della !\·forna (r91 4): la numerazione indica le annate

50 Km.


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<ldlc palud i d i Saint-Gond ; 4• armata , d i fronte alla 4• francese nell a zona d i Vitr y-le-François ; 5~ armata, in marcia !tingo i fianch i delle Argon ne. Frattanto la 1• e fa 2a armata francese fronte ggiavano, con guerra ormai g ià d i posizione, la 6a. e 7• armata tedesca in Lorena ed in

Alsazia . L 'attacco sul fianco dr. tedesco, ossia contro la 1 (!,, ar~ mata, d i von Kluck, si iniziò nel pomeriggio del 5 set• tembre e si sviluppò nel m attino del 6. Nei gio rni 6, 7 e 8, i n complesso, le sorti della battaglia volsero fave revoli pci T edeschi . Infatti von Kluck, più d irettamente minacciato dalla controffensiva francese, intuii,, tale m inaccia sul proprio Fianco d r. e sul tergo, fece schiera re

il IV C. d ' A. contro la 6a. armata francese, richiamando nello stesso tempo a nord ddla M . i C . d' A. che già

M AR

il van Hcntsch giudicò t roppo azzard ata la prosecuzione del! 'offensiva , ment re l' ala sr. della 53 annata francese e g !i Ing lesi stavano incuneandosi nel vuo to esistente 1"

e

2"

fra

annata tedesca, ed anzichè consig liare d i porre

riparo a tale rn inaccia, consigl iò la ritirata, per non cor•

rere troppi rischi, data l 'incert a situazione sulla fronte orienn le. Il comandante della 2 • armata decise pertanto la ritirata sul l'Aisne, imponendo così la necessità d i rilirarsi su tale linea fluviale a tutte le altre armate, compresa qucll,1 del vo11 Kluck che stava per raggiungere, inseguendo il nemico in rit irata, Parigi . A decidere i Tedeschi per la r iti rata sull 'Aisne in Au irono anche molto il fatto della scarsa disponibilità d i munizioni e quello del pessimo funzionamento dei servizi, conseguenza dell 'essersi le armate tedesche troppo velocemente spinte su Pa rigi, mentre

l'avevano p assata. Riuscì così a contenere l 'oiTensiva della

non potevano venire, in sì breve tc1npo, suffiClente1ncn tc

6" armata francese, non solo, ma anche a p rendere la controffensiva ta ttica, respingendo i Francesi su Parigi,

organizzati i trasporti dalla Ger mania, per il Belg io, sino quasi alle porte di Parigi. La battaglia della M . obbligò i Tedeschi a rinunci.~re al loro piano d i guerra iniziale (battere prima la F rancia e poi i Russi), ed a sostituirlo co n un piano perfettamente di,·crso, che portò alla guerra di posizio ne.

tanto che il giorno 8 il genernle Gallieni dovette rinfor zare la 6a armata con le trup pe de i presidio della Cap itale, portate sulla linea a mezzo d i tutte le autopubbliche requi~i te in poche ore. Il rinforzo giovò pochissimo : i Fran-

cesi del Maunoury non si sostenevano più, sicch/: poco dopo le ore r 2 del giorno 9 settembre l 'ordine d i fare ric11trare le truppe in Parigi era p ronto pe r essere d iramalo, ,1uando il generale von Kluck ordinò il r ipiegamento della ra armata, dando cusì partila vinta ai J-irancesi del Maunoury. Vedremo ora pcrchè accadde questo: ad ogni modo si lcnga presenrc cbc il complesso di av venimenti finora narrati tra 01,, armata francese e 1•\ tcclesca, va n oto anche sotto il nome d i « Battaglia dclJ'Ourcq » . Me ntre tutto c iò avveniva, la 2a armata tedesca aveva conrinuaco la sua marcia verso il sud. Per effetto clell 'avvrnulO ripiegamento a nord della ,~ armata, c d i questa avanzata verso sud della 2•, accadde che si creò un pericoloso -vuoto, di circa 20 Km., fra le due suddette ar-

Il. Battaglia delltt Marna (luglio 1918). l'a parte della piè, complessa b:tttaglia di Fi-ancia (V.) e consiste nel quinto tentativo tedesco del 19, 8 per rompere la fronte alkata occidentale i n E uropa. I precedenti tentativi sono descritti alle voci : Champagne, Fiand.-e, ,14atz, Montdidie,·,

1

mate tedesche, vuoto attraverso il qua le potevano agir<: sia gli Inglesi d a Crécy, sia l 'ala sr. della 5a ann ata fr3ncese. Intanto tutta · la 2• an nat a tedesca si buttò sul ccmro e sulla d r. della 5• francese, che si sostenne a .c:;tento,

rnentre

la

sr.

di

de tta

anna~a avanzava cauta ..

rntnte nel vuoto sopra descritto. Al centro dell 'immenso campo di b attaglia il d istaccamento d 'armaca Foch , alle paludi di S~int•Gond, ne i g iorni 6, 7 e 8 si soslen ne eroicamente contro quasi tutta la 3• armata tedesca; sul la sua d r., le armale: francesi 4a e 3• (sempre complessivamen te nei giorni 6, 7 e 8), erano state respiute dalle ar mate tedesche 4" e 5•, su Saint-D izier )'una , e addirittura travolta su Bar-le- Due l 'altra . Queste azioni ddlc armate 4• e 5• tedesche cost ituiscono quelln che è anche detta la battaglia di « Viuy-le-François tt . Come si vede, la situazione ia mattina del ,J settembre era favore volissima per i Tedeschi, quando, presso le arn1ate 1a e zà tcc..kschc , giunse il ten. col. di S. M. von H cntsch, uomo <l i fi ducia <lei Capo d i S. M. Ledesco von Moltke junior , col m andato rii controllare sul posto la situazione, c ù a] caso prendere, ln non1c: Ji ~l0hke, i provvcdllnent.i urgt:nti rircnu[i necessari . Si tcng,1 presente

che il tcn. col. He,usch proven iva il 9 settembre dal Comando Supr emo tedesco , ove i n q uei giorni pre,·aleva un pcssirnisrno ass8i $p into, a causa dei rO\'esci austriaci in Galiz ia e prussiani nella Prussia o rientale, che facevano

temere i l crollo della fronte or ientale e l'inl':tsione della Germania da parte dei Russi . Con queste preoccupazioni

Seconda battaglia della l\1arna: a~sud delle lince, 1 0EL, 6\ r/•, 5a armata francese; a nord1 9,\ t\ 1 11 armara tedesca

Compii:gne, Oise. !\folti storici e scrittori mi i. designano già col nome d i ,, Offemiva della Marna >> quella iniziatasi il 27 maggio 1918 sulla fronte Soissons-Rcims, e che, con una serie di accaniti com battin1cnti, portò i Tedeschi, il 1° giugno r918, su l fiume M . tra Don nans e Clr~tcauT h ierry , lungo la vai lata <lell 'Oise. Sistemate le loro po• siz ioni colla suc.cessiva offensiva della Matz (9- r2 giugno) i Teclesci1i decisero •di procedere a due attacchi risolutivi: uno nelle F iandre e l'altro dalla M . su Parig i. Quest'ultimo ar.racco costituisce la seconda battaglia della M., più propri amen re eri esattamen te clena. Rice\'uti i necessari rinforzi, fra cui due divis. austriache, i Tedeschi mossero a!! 'attacco il 15 luglio e riuscirono a passare, in un pritno tempo, !a M . per la sC'conda volta, tra l)onna ns e I'ossoy. Scrnbrè) P arigi n uovamente m inacciata per la seconda volta, come nel r 9t4. I combatt imer>ti proseguirono accaniti sino a l 18 luglio, con prog ressi tedeschi sempre p iù lenti e scarsi , finchè i continu i contrattacchi francesi arrestarono


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l'offensiva, la cu, forza il 19 luglio apparve definitivamente ~saurita. Questa fu, infatti, l'ultima offensiva degli Imperi Centrali in F.uropa .

Marnix (rilippo vo11). Capitano degli insorti fiamminghi contro il malgO\•crno spagnuolo. Prc,c parte a quasi rune le battaglie dcli 'epoca ( 1538-1598). - Un suo fratello, Giovanni, cadde nella battaglia d'Anversa nel marzo 1567. Maro (Perugino). Uno dei primi medici militari ricordati dagli antichi . Secondo Silio Italico, vissuto sono l'imperatore Tiberio, M. curò il giovane Serano, figlio di i\rtilio Regolo, ferito alla battaglia del lago Trasimeno. Marocco (in arabo, Maghrcb e/ Ak1a, ossia : fatremo Occide11te). Parte occiclenrnk dell'Africa ~cuencrionale, di cui l 'Algeria occupa la parte centrale e la Tunisia la parte orientale. La parola M. è una corruzione cli Marrakesh, nome di una dellc capitali del paese. 11 quale è compreso tra il Mediterraneo a ::-1. , l'Atlantico a O., il Sahara a S. , e l 'Algeria a E. La superficie approssi mati va della regione marocch ina si può va lutare a 800 .000 Kmq. Il M. { u abitato dai Berberi; le coste {urono popolate da colonie fenicie e greche . Nd 50 a. C. prese le parti di Cesare contro Pompeo. Da quell'epoca cominciò la penetrazio ne dei Romani, i quali nel 17 a , C . ne d iedero l'amministrazione a Giuba 11, e nel 47 d. C . lo ridus><:ro a pro,•iocia romana, della .\la11ritania Tingùana, che non fu mai completamente romanizzata. In segu ito f u an nessa alla d iocesi cli Spagna e quindi alla prefeuura delle Gallie. Nel 429, i Vantlali, chiamati dalla Spagna dal conte Bonifazio, inva~ro il .\I. e la Kumidia e tennero le due regioni fino :il 534, quando furonv cacciati dall' Africa dal bizantino Belisario, inviato contro d i lo ro ual1•impcratorc Giustin iano. Befoar io ristabilì ti no a T ani:cri la dominazione bizantina, la quale fu ro, csciata nel 620 5

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dai Vi<igoti, vcnuu dalla Spagna. Nel 681 cominciò la conquista araba. Okba, un ommiade, governatore della Tuni, ia, prese T angeri; uno dei suoi generali, Moza-bcnNacem, occupò il Riff, mentre altri passavano in Spagna e vi battevano i Visigoti. Le lotte fra gli Arabi cd i Berberi continuavano ancora, quando, nel 788, E.dris, fuggito cl,1l l'Arabia si rifugiò al ,'vi., bene accolto dai Berberi che lu nomi narono loro capo. A suo tiglio Edris II (793-829) succcdc11e un periodo di anarchia, du1ante il quale i Fatimiti e gli Ommiadi comandarono a turno. Nc::I 912, Abd -el-Ayx, della dinast ia degli Edrissiti, trovandosi a mal partito, offrì la corona ad Abd-el-Raman che regnava sugli Arabi di Andalusia. Questi si portò in M. <on un eser~ito, ma potè occupare soltanto Tangeri e Ceuta. Più tardi suo figlio El-H aken compì l'opera del padre. Gli Ommiadi, ri 1Uasti padroni del M., nel 990 ne diedero il comando a Ziri -Jbn-Atia, che fondò la d inastia degli Zeiriti, i quali go1•crnarono fino verso il ro6g. Nel 1291 i ·ammiraglio genovese Benedetto Zaccaria, al servizio del re Sa r1cio di Castiglia, inflisse ai Marocchi ni una terribile sconlitta, annient:tndo la loro flotta assai più numerosa della sua. Dalla fine del sec. XI fino al principio del ~cc. XVI, la storia del ,\f. non è più che un incessante , ucccdc rsi di d inastie e di guerre. Gli Almornv idi, gli A lmohad i cd i Mcri nidi, furono le dina~tie princip:ili che tennero il trono succe,,sivamcntc al ,I/. Non appena gli Spagnuoli ed i Portoghesi ebbero liberato il loro paese d Jgli Arabi, portarono la guerra in Africa, dove s pecialmente i Portoghesi fecero conquiste, occupando Ceuta (1415) e poscia estendendo il loro dominio su tult:i la costa fino a Mogador. Lo sceriifo Mulai-abcl-Allah chiamò don Sebastiano, re del Portogallo, il quale intr:1prcse la conquista del M. ma il suo esercito fu distruuo ed egli rimase ucciso alla battaglia di Alcazar-Quivir (1579). Dopo la morte cli Akmed, il più potente degli sceriffi,

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Marocco francese, :rv'farocco spai;.rnuolo, Zona internazionale (193 1)

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La G uardia del Sultano del !Yforocco, pa~sata in rivisrn dal ge.n Lyautcy

l 'impero andò decadc11do a causa delle lotte in testine. Il su!tano Mulai-lsmai verso il 1680 entrò in relazioni diplomatiche con L uigi XIV. Alla sua morte le lotte fra i suoi numerosi discendenti turbarono profondamente il paese. Mulai-Sidi-Mohammed , che regnò <lai 1757 al 1789, cacciò i Portoghesi da vari centri , e si distinse per gli sforzi che fece per introdurre qualche riforma civile nei suoi Stati. Dopo d i lui avvenne la guerra civile per la successione; infine, nel 1796, Mulai-Soliman fu solennemente riconosciuto sultano di tutte le provincie dcli 'impero. Egli i nviò un ambasciat ore •a Napoleone e aholì la pirateria, ma fu de tronizzato dai ribelli. Nel 1834, avendo il sultano esclusa dai suoi porti la band iera napoletana, e diretti contro di essa due brigantini armat i, il re di :--Japoli inviò . il 15 maggio, su lle coste del M . una squadra composta d i quattro vascelli, una fregata, una cor\'etta, un brigantino ed una golen a , al comanrlo del contrammir. Giambattista Staiti . Dopo varie trattative, il 25 giug no lo Staiti cd un plenipotenziario marocchjno , sottoscrissero, in Gibilterra, una convcn:1.ione con la quale veniva confern1ato il trat ..

tato del 1782. Avvenuta la conquista dcli' Alguia per parte della Francia, avendo il M . accordato aiuto e protezione a!l'e miro Abd-cl -Kade r,

i Francesi gli inviarono contro,

nel 1844, un corpo d'esercito, al comando del maresciallo

Bugeaud. bombardarono Tangeri e Mogador cd il 14 agosto sconfissero a lsly l'esercito m arocch ino .

Operazioni dei Francesi nel Mal'occo (1845-t9ro). Dopo la disfarla, la tribù dei Ben i lsnassen diede asilo ad Abdel-Kadcr, assumendo atteggiamenti ostili pe i quali il gen . Cavaignac dovette avanzare nella piana di T rifas a repr imere la r ibell ione. N el 1852, in seguito a nuovi atti di ostilità de i Beni lsnassen, una colonna francese s'avanzò lino a Targ irct, ntl cuore delle montagne, infliggendo loro parecchi scacchi consecuti,•i. Dopo un periodo di calma, un agitatore marocch ino raccolse gent i varie e sorprese 2 sqdr. d i cavalleria e i goums a Laila Maghnia, infliggendo loro una grave sconfitta (1859); ma una colonna rapidamente costituita a T lemcen obbligava l 'agit'1tore a ritirarsi verso il Sahara. Per r icondurre in quiete i\ paese fu organiz zata una colonna al comando del gen. De Martinprey, che obbligò , Beni Isnassen a chiedere la pace. Per venti ann i la guerra continuò (rn le tribù della m ontagna e quelle della pianura, costringendo le rrupp<: francesi a frequenti intervent i, anche a causa delle insolute questioni di fromiera con l 'Algeria. Finalmente, con gli accordi del 1<)01-, 902, le d ivergenze furono appianate. Nel 1902 però l 'Impero Scerifliano entrava in crisi per la lotta fra il sultano Abd-el-Aziz e il pretendente (cl-Ròghi) . I F rancesi sostennero il sultano contro il pretendente; ma poi quegli mutò condona e ciò portò a una rottura di relazioni commerciali nella seconda metà ciel 1906. Il 19 mar-

zo 1907 veniva assassinato a Marrakesh il dott . Mauchamp e ciò accadeva dopo una serie di ·consi mili viole nze rimaste

impunite. Il gen. Lyautey riceve:tc ordine di occupare come pegno la città di Ugida. L'operazione fu compiuta il 29 marzo da una colonna di 2000 u. e 600 cavalli. I Beni lsnassen per istigazioni da Fez sì agitarono, obbligando i Francesi ad organizzare due colonne (col. Félincau: 800 u. e 4 cann . ; cap. Pétremem: 300 u .) le quali però furono contrattaccate e cost rette a rientrare alle basi. Imponendosi una rigorosa repressione, il gen. Lyautcy raccolse sulla Erontiera ro mib u., e, dopo rinforzata Ugida, costituì due colonne (col. Brantière e col. Félineau) le quali circondarcmo il massiccio dei Beni Isuassen, occupan do Aiu-Sfa, operando la loro giunzione, imponendo la consegna delle arm i e una ammenda. Il

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gennaio 1909 k operazioni

erano felicemente terminate . L'accordo franco-marocchino dd 15 gennaio stabi ll il ritiro dei pos1i francesi di Ugida e dei Beni lsnassen, appena fosse organizzata la polizia sccriffana. NcU,1 primavera del rgrr, mentre una importante colonna francese, partita dalla Sciauia, si portava in soccorso di Fez assedia ta, il governo francese riuniva notevoli forze sulla Muluia, che in caso di bisogno avrebbero da est concorso a lle operazioni su Fez. Venne così costituir.a una colonna di 1 0 mila uomini, che occupò Debdù (4 maggio 19u). Il grosso delle truppe essendosi spost ato da Taurirt a Mcrada, le tribù non sottomesse insorsero alle sue spalle e inflissero gravi per<lite alle colonne di ricognizione (16 e 23 maggio). Poco dopo peraltro la pacificazione fu raggiunta. e la regione nord venne divisa nei

quattro settori di: Ben i Snassen - Ugida . Debdù - .Muluia. Nel 1911 essendosi le tribù attorno a Fez rivoltate e avendo posto l 'assedio alla capimle, il sultano chiese l'aiuto francese . Fu decisa una spedizione con tre colonne (gcn . Dalbicz, col. Brnlard e col. Gouraud) della forza totale di 27. 000 u., che si concentrarono a El Kcnitra, L 'll maggio le colonne Brulard e Gouraud mossero verso est arrivando, dopo alcuni scontri, a L alla lto . li generale .Moinier , con la colonna Dalbiez, si portò avanti il giorno 16. Quindi •con m arcia forzata di tre giorni superò l 'uadi Scbìi e il 2 1 giunse sotto le mura di Fez, quando questa stava per cadere sotto la pressione delle forze ribelli, le quali si dispersero all'arrivo dei Francesi. Quest i a Bahlil sconfissero gli Ait Yussi , che avevano minacciat'.l di saccheggiare Sefnì e di attaccare Fez . lvleknès venne espugnata e Mul ai Z in, fratello di Muai Hafid, proclamalO sultano in .Meknès , si sottomise. Rimanendo ostili i Beni Mtir, due colonne si portarono nuovarr1ente su Mcknès provocando un movimento generale di sottomissione. Per aprire una via diretta di comunicazione fra :Mcknès e Rabat, le tre colonuc il 2 luglio si misero ÌJ.1 marcia verso l'ovest , e, dopo di ave,·e respinto i ribelli Zcm mùr e Sta·


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bi liti posti fortificati , ripartirono il territorio in due zone: quella d i Mek nès, occupata dalle colonne 8 rulard e Gourau{i, e quella d i. Rabal-Mchedia, occupata da una colo r11Ja agli o rrlini del gen . Ditte . (V. a nc he lspa110-Marocclii11a1 Gul'rra).

Avvenimenti 19 11-1927. Dopo la conferenza d i Algcsiras, la Gern1an ia si diede a tener d'occh io la Francia e no n appe na questa occu pò Casablanca, invii, le sue navi da g uerra nella baia di Agadir, costr ingendo la nazione rivale ad un accordo, firm ato il 4 novembre r 91t, col qua le la Francia cede va alla Germania, nel Camerun, una striscia di terreno del Co ngo fra ncese. Success ivamente la Spagna e

la

Francia concludeva no

una convenzione a

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15-20 .000 u. , ma m caso di guerra l'esercito vcniva coQside revolme nte aumentato med iante l 'apporto recato c.lallc truppe dei capi delle p rovincie, tanto che poteva raggiungere i 100. 000 u. Il sultano leneva sem p re presso d i s~ una propria Guardia di 2000 11egri.

1\;farocco spagnuolo. La repubblica spagnuola ha dato il nome d i « esercito del Marocco » a lle truppe quivi st a nziate, poste ag li ordini di un « comandante superiore del corpo di occupazione» . L'arruo lamento è volontario, per Spagnuoli e Indigeni. In tutto, l 'esercito de( M. comprende 25 . 000 u., più rooo g uard ie civili, di pol izia, 6500 ascari indigeni, oltre a un incrociatore e quattro g uardacoste. L'cserciro comprende due divis., una a Mclilla, e l 'alcra a Ceu ta e ad .El Arash . L'aviazione è rappresen tata da due gruppi di aeroplani e uno d i idrovolami, oltre a una

squadriglia autonoma .

ìVforocchìni in marci::i nel 191 + s ui cam pi d i battag lia di Frant:i a

Mad rid (27 d icembre 1912) per la delimitnione delle rispettive zone. Intanto col trattato del 30 marzo dello stesso anno 1912, il sultano Mulai- Hafid aveva accettato il prote n orato francese, che fu r iconosciuto rcgolarrncntc dalle Potenze. Dalla convenzione di Madrid rimaneva però esclusa la città d i Tangeri (V.). li trattalo d i Versailles (191 9) segnò la fine di ogni influenza tedesca al M . Pe r esso la Germania rinunciava a qualsiasi beneficio proveniente da anteriori trattati conclusi col governo m arocchino, e perdeva ogni p rivilegio commerciale in quella z ona; tutti i beni tede.

schi al 1'11 . veniv.ano inca• rncrati . Gli avvenimen ti per b rivol ta del RiU (V.) posero a dura prova la Francia, che con g rande sforzo militare ed economico e con I';a iuto della Spagn::i riusci a d01n are i ribelli. Mrntre i possediMednglia del Marocco (Francia)

menti spagnuoli nel

.M .,

i così de tti t( prcsidìos >l i comprendono la piazzaforte d i Ccuta, l' isola di Pensa, le isole Zaffirine e il territorio d i Mclilla ; il protcltorato francese si estende su sei provincie : Kenitra, Rabat, Casablanca, Magazan, Safì e Mogador. fooltre ultimamente sono state occupate a J.tre zone, la più importante delle quali è quella d i T aza, che segna il congiungi mento fra le provincie d d l 'Atlaruico e quella algerina d i Orano. Ordinamenti militari. Nel secolo XIX, l'impero marocchino disponeva d i ua eserc ito regolare (111agze11) d i

M<1rocco francese. D ipende dall 'A/rica Occidentale francese (V.) e comprende la Maurirnnia, retta da un Con, . 1n issario. La regione è divisa in ciny ue Circoli . Le forze m ii. particolari del M . fr1111cese , il cui .comando è a Rabat , comp rendono 3 ùivis. di (an teria (Taza, Fez, Meknès) e

G uerriero marocchino

2 brigate mis.t c autonome (Marrakesh, Casablanca). Sono in llltto 'ì rcgg. d i fanteria, I bgl. di fanteria leggera d'Africa, 4 regg. cli cavalleria, 1 gr. di sqdr. delJa legione stranie ra, r gr. di sqd r . auto blindomitragliatrici. 2 rcgg. d 'a rt. , 3 bg l. del genio , 1 b rigat" d'ae ronautica su .z rcgglrn.cuti.

Medaglia del Marocco . Fu creata ne l 1909 dal Governo francese in favore de i milita ri d i qualunque grado, europei

ed indigeni, e dei funzionari civili che presero pane al le operazioni svoltesi nel M . L a rnedaglia è d 'a rge,uo, e nel nastro reca la scritta « Marocco >) .

Marocco (o Mmral(es/1). Città capi-

tale d el Marocco mcrid iouale, sulla sr. del Tcnsift, ai piedi del!' Alte, J\tlante, il cui porto è Mogador. La

I

città

'/

fu costr11ita

nel 1062.

I n1on~

tanari d el l'Atlan te l'assed iarono e la presero nel I04ì, quindi fu go,.ernata d a u 11 ebreo fino al 166ì; poi fu occupata s ucccssivam.entc da va.ri sceri nì e nel r6ì3 riunita al! 'impero. l'.: tnunlla di tre muri cli cinta fian.-

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chcggiaci ùa robuste torri, restaurate

Fanteria della Guardia

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nel I ì92 da Muhi-Yérid . Il 29 gen- ?.-brocco, secolo XJX naio 1782 vi fu sottoscritto un trattato di pace e di commercio tra la Francia e il Marocco. Q uesto trattato ne riconfe rmava ed ampliava con alrro d el 28 maggio r7G7, fra Sid i-Mohammed e Lu igi XV.


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Assedio dj ,'vlaro,·co ( 1T48). bhak , sultano del Marocco, spogliato d i tuui i suoi Stati da Abd-el -Munin, clic aspirava a conqu istare l' impero, non possedeva più che la ckttà d i ,V/ . dove s i era rifugiale. Nia il suo avversario non

tardò ad assediarvelo. La resistenza degli abitanti parendo insormontabile, Abcl-el -:-.fu n in ricorse all'astuzia. Pose una parte delle sue truppe in imboscata e ordinò al rimanente

Marocco A ntonio . Generale, n . a T o ri no, m. a l3ologna (1859-1922). Sottot. del genio nel 1878 , d ivenne colonnello nel 191 1 e a n dò in Libia, ove nel 1 911 - 12 comandò il genio del corpo d 'occupa7.ione del la Tr ipolitania, meritandovi la croce da cav. dcll'O. M . S . Dirct,core dd genio a Bologna poco dopo, fu promosso n:rngg. generale nel 1915. In guerra contro l ' Austria, comanùò il genio ùcl la 5• e poi della 7" armata. In P. A. nel 1918, passò poi nella riserva.

rvtarocco Antcnio Porta del cristiano a l'vlarocco

dcll 'escrciw di sferrare un assalto alle mura, quindi, fingendo d i esser colt i da panico, d i fuggire in d irezione dell'imboscata. l snidati obbediscono; corrono in massa contro le n1ura, d rizzano 1e scale e sin1ulano unn grande

.2ttività, pr,i cedono agli sforzi degli assedlati t e abbandonat.i g li spalti si danno alla fuga. I fuggit ivi vsngono inseguiti fìno al loro campo, k cui opere di fortificazione e le torri sono rovesciate. Ma ad un trnllo, k truppe in in1boscata

si

precipitano

sugli

inscguiluri,

che, caricati,

avviluppati,. ributtati, vengono tagliati a pe·6ZÌ, riuscendo solo in pochissimi a rientrare in città, dove spandono la desolazione . I cittadin i rimasti furono ben prèsto ridotti

.-

IVI arocco Pietro

,'vfarocco Pietro . Medaglia d'oro, n. a Milano nel 1889, caduto sugli Altipiani nel 1915. Giovane ufficiale d i complemento, fu una delle eroiche vittime, immolatesi al principio della guerra, per la posa dei tu bi esplosivi nei reticolati ncn1ici. La morte glorìo,c;a lo colse, n1entre, tuttora aspirante ufficiale, attendeva la promozione a sottotenente. Ecco la motivazione di medagl ia d 'oro: « Prescelto, per il suo noto coraggio, attraversava di notte, durante il fuoco della nost ra artiglieria, la zona in cui scop piavano le granare , e ne constatava gl i effetti sui ret icolat i nemici. Dopo essere riuscito ad attraversare, da solo, il primo ordine di reticolati cbe era stato distrutto, vi r itornava accompagnando la squadra porta tubi per continuare la J jstruzione, e, sotto il fuoco di fucile ria e di una mitrag li,,[fÌce, che aveva scoperto ed obbligato la squadra ad abbandonare a circa cinque metri del second o 1cticolato i tubi, riusciva da solo, carponi , a ricupera rli u no alla volta. Il mattino seguente, r itornando con [a compagnia p resso i reticolat i avversari, e guidando ancora i portatubi, 1nentre. li incoraggiava ad avanzarc sotto il fuoco bene aggiusrato del nemico, c 11c sostituiva egli stesso uno che era rimasto terito, veniva colpilo all'inguine e dava eroicame nte alla Patria la sua giovane esistenza » (Durer , 22-24 ottobre 1915) . 1

La cashaa di I\1arocco

alla fame: si narra che 100 . 000 persone morissero d ' inedia. Fra le truppe della guarn igione vi era una compagnia di F randli, i <]Uali stanchi rii più oltre soffrire, aprirono al ncn ,ico le porte affidate alla loro difesa . In un istante M . fu inv>1sa dalle trup pe di Ab<l-el-:V!unin che si abbandon arono ai più terribili eccessi; lshak , Calco pr igion ie ro con tutti i suoi parenti, {u condotto al supplizio. Con lui finì la dinastia degli i\ lmoravirll che aveva regnato cen to

Marolda (Angelo) . Generale, n. a Muro Lucano nel 1866. Sottot. d 'art. ne l r889, raggiunse il g rado · di colonnc!lo nel 1916. Parkcipò alla guerra 1915-18 e comandò il 52~ artiglieria. In P. A . S. poco dopo la guerra, fu ne[ 1928 p romosso generale d i brigata nella riserva. Maroni (Terzo). Generale, 11. e m. a Roma (184-1- ,915). Sot tot. di fanteria nel 1864, partecipò alla gucm1 del 1866. Colonnello nel 1899, coman dò il 51" fanteria e poi il distretto mii. di Fog-gia. In P . A, nel , 902, fu promosso rnagg. generale nella riserva nel t9u.

anni in Africa cd in Spagna.

Mrl1'occo Giovan Battista . Ammiraglio, n. a Villanova d'A st i nel 1853, entra to in servizio nel 1869, collocato in l'. A. col grado d i ca pitano di vascello nel 1908, promosso con tramin ir. nel 1909, a m m ir. cli divisione nel 1926.

Maronia (Afonie) . Alla testa ta della val Posnia , impor tante caposaldo della difesa aust riaca, poco o ltre l'antico confine (a nord d el passo della florcola), [u espugnato dalle truppe ~lel nostro V corpo d'armata, con una riuscita sorpresa, il 25 agosto 1915 . T ra il monte M. ed il 55


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soglio d' /\spio si p10nunc10, poi, l'attacco del XX corpo d'armata austriaco, comand ato dall'Arciduca ereditario, il 15 m aggio 1916. Le n ostre truppe, sotto la pressione avversaria, furono costrette a ripiegare sulla linea ToraroCam pomolon, ed il M . 1wn fu riconquistato che alla fine della guerra.

Maros. , \(fluente d i sr. del Danubio nell'Ungher ia, detto anticarnrnte Marus o Marinus. Nel 337 d. C. si combattè sulle sue rive una battaglia che appartiene alla guerra tra i Vandali coi loro vicini dell'est, contro i Got i, i quali sotto i l re Gaberico estendevano il loro potere aggressivamente tra il 331 e il 337. La banaglia, r imasta a lungo indecisa, finì con la sconfitta di Visumcro, re de i Vand ali , il quale cadde con una gran parte d el s110 esercito. I su perstiti d ella strage, sentendosi deboli comro l'irruenza d ei prepotenti Goti sulla sr. del Danubio, chiesero cd o ttennero d a Costantino d'essere accolt i sotto la sua protezione sulla dr. del fiume in Pan nonia, obbliga ndosi di fornire all"impero t ruppe assoldate, specie cavalleria. Maros-Vasarhely. Città della Transilvania, sul Maros, afAuenre della T isza. Nel novembre r848 un corpo di insorti Ungheresi vi fu baituto dagli Austriaci.

Maroso. R imorchiatore della R. Marina, d i 225 tonn., entrato in serviz io nel 1916, radiato nel 1920. Marostica. Comune del Veneto , in p rov. d i Vice nza. N el la piaz.za principale sorge il palazzo podestarile , fiancheggiato da antico e massiccio torrione, e sul colle SO·

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del borgo, spin te lungo i fianchi del Pausolino; così il sistema di fort.ificazio ni risultò completo. Nel 1404 M. pa.ssò alla Re p_ubblica di Venezia; durante la guerra della LC1ia d i Cambrai, fu presa due volte e poi riperduta d agli Imperiali. Nella campagna d el 1796 il gen. austriaco Alviuzy occupò M. e prese posizione con la sua a rtiglieria sul castello, ma il 15 nm'cmbrc dello stesso anno, dopo un breve com battimento, il gen. Bonaparte riuscì a sloggiarlo. Nel marzo 1922 fu concessa al Comune cli M . la Croce al merito di guerra per le benemerenze acquistate d u rante ·1a campagna 1915-18.

Maroto (don Raffaele). Generale carlista (1785-16.17). Nel 1808, arruolatosi in un corpo franco, divenne ufficiale e nd r815 comandante di u n reggimento. Cornbattè Jlei Chilc contro gli insorri; tornato in patria, entrò nelle file carliste e vi {u promosso ten. generale, dopò la morte di Zumalacarregui (1833) tenendo per breve tempo il coniando supremo. Quando il gen. Moreno fu nominato generale in capo, iW. ebbe il comando delle trn ppe carliste combattenti nella prov . di Vizcaya. Avendog li More no r ifiutato ogni soccorso dovcue levare l'assedio di Bil bao, e, messosi in urto con lui) dovette lasciare i l suo posto. Nel 1836 fu mandato nella Catalogna, ma, dopo

successi oucnuti in principio, avendo subìw UJH\ sconfitta presso Quicrce, fuggì in Francia. N el 1838 ritornò in Spagna richiamatovi da Do n Ca rlos, i l quale lo nominò generalissimo dc.i Carlisti. Liberò la città d i Estella assed iata dalle trup pe governative e cost rinse i l gen. avversario Espartero a ritirarsi al di lii d el! 'Eb ro . P iù tardi però venne con lo stesso Esparlero alle t rattative che portarono alla pace d i Vergara (30 agosto 1839), dopo la q uale M. wrnò nel Chi le d ove morì.

Marovoay. Borgata ciel Madagascar, sul Betsiboka, nel punto dove, du rante la stagione secca, ce5sa la naviga• 7,ione su questo fiume. Occupazione di Marovoay (1895) . Appartie ne alla sped izione francese al Madavscar. I Francesi mO$Sero nei primi d i maggio in di rezione d i M. su tre colonne, ap-

poggiatd dalla cannoniera

« Lynx >,

che risaliva il fiu1ne

J:letsiboka parallelamente ad esse. La colonna di sr. (Melzinger), respinto un attacco degli Hovas, riuscì ad occupare M . con un reparto ag li ordini del col. Pognard. La colonna del centro :(Bienaimé) portava a compirne nto la sua missione, riuscendo ad occupare con le truppe da sbarco Rova a breve d istanza da M. La terza colonna (Delbousquet) passata la Betsiboka con l'aiuto della nave " Gabès », ebbe molto facilitato il suo compito dalle operazioni delle colonne di sr. e del cenrro, e, dopo aver attraversato AmbaJama n ga, marciò su Ambohibary, d i dove perseguitò col fuoco gli Hovas già respinti dalla colonna d i sr., e la sera stessa rientrò ad Ankaboka. Questa opera zione assicurò ai F r ancesi il possesso d i M. e del) 'estuario della Bctsiboka. Marostica: Il Castello e la Porta Vicentina

prastante al paese sorgono ancora g rand iosi avanzi del castello medioevale , al quale si attribuiscono origini romane. Il castello, anteriore al 1000, fu soggetto alle vicende feudali e comunali che sconvolsero la regione tra il secolo X f ed il XIV. Fortificata d a Ezi.elino il Monaco, M . acquistò un'importanza mii. di prim 'ordine . Venutine in possesso gli Scal igeri, Can Grande allargò il castello inkriore e ridusse ad unità potente le fortificazioni del castello superiore. Nel ,372 furono erette le mura d i cinta

M arozzo (Achille) . Bolognese del scc. XVI. Si può considerare il creatore dell a scherma e uropea per i suoi libri: « Opera nova c h iamata il duello", « L'Arte delle firm i ». Marquesito. V . Porlicr. Marra (Pa.,quale). Generale , proveniente dall 'esercito delle Due Sicilie. Si era distinto combat tendo 1849 contro _gli insorti delle Due Sicil ie, ma nel 1860, maresc. rii campo, inviato a Palermo, non riuscì a frooteggiare i Garibald ini. Nel 1855 raggiunse il grado di b rigadiere

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cornand. la 2• brigata di fanteria; passò nel 186J nell'esercito italiano col grado di magg. generale e contcrn• poraneamente fu collocato a riposo.

Barra Bartolomeo. Generale del scc. XIX. Proveni,·a dall'cserciw delle Due Sicilie, dove era divenuto nel 1859 colonnello comand. il regg. Real Marina. Nel 1860 comandava a Reggio Calabria, ,na fu sostituito perchè si era lagnato di non avere avuto 1nezzi a disposiziooe per fronteggiare i Garibaldini. A Napoli ebbe il comando del!' Arsenale e elci Castello, che abbando nò per ritirarsi a Capua all'arrivo di (,aribaldi. Passò col grado di maresc . di campo nel 186r nell'esercito italiano, venendo collocato a riposo, Marra Achille. Generale, n. nel 1861. Sottot. d'art . nel 1883, partecipò alle campagne del r 887-88 in Eritrea. Nel 1910 passò nel ruolo tecnico. Colonnello addetto alle costruzioni d'art. nel 1915 e brigadiere gen. direttore del laboratorio pirotecnico "di Capua nel 1918, andò in I'. A. S, nd 1920 e nel 1930 passò nella riserva.

Marradi. Comune in prov. di Firenze, siluaw in una gola angusta della valle del Lamone. J',: di origine molto antica e ben presto fu sotto il protettorato della Repubblica fiorentina. N el 1440 il castello di M. [u abbandonato per viltà. da Bartolomeo Orlandini, capitano dei Fiorentini, a "liccolò Piccinina, che militava al soldo dei Visconti" di Milano, il quale potè così penetrare con le sue genti in T oscana. Verso la fine dd sec. XV , :W . fu occupata dalle truppe spedite da Venezia contro Fire1ì1.e per soste nere i Pìsani e Piero de' Medici, ma alcune compagn ie inviate dai Fiorentin i in Val L~n,one costrinsero i Veneziani a ritirarsi in tu.tta fretta da M., che si mantcn ne poi sempre fedele alla Repubblica di Firenze, della quale seguì le sorti .

Marra~ V incenzo

JVl aI"ras P ietro

Alarmdi (Passo dr). Valico dell'Appennino tosco-em iliano, che mette in comunicazione il Mugello (Sieve) con la valle del Lamone . La strada da Dorgo S. Lorenzo sa le con numerosi risvolti alla displuvialc, che valica a quota 922 m, presso la borgata di Casaglia, donde scende in Val Lamone e per Marradi e Brisighella raggiunge Faenza. È detta « Via Faent ina ,, ed ha attivo traffico poichè, per la cornoda sella delle Salajole, attraverso le alture mugelksi, comunica con Firenze . I....1 via ferrata Fi renze-Faenza, pure seguendone all'ingrosso il tracciato, se ne discosta lungo i trafori montani sia da F irenze a S. Piero a Sieve, sia presso il valico principale (Galleria degli Allocchi). La Faentina rncno battuta della Porreuana, che conduce a Bologna - ha tuttavia funzione importante per le comunicazioni con la Rornagna, sboccando sulla via Emilia circa a met:J distanza fra Rimini e Bologna cd avendo diretto allacciamento stradale e ferroviario con Ravenna .

MAR

Marras (Vince·n zo). Generale, n . a Cagliari, m. a Firenze ( 1839-1902). Laureato archirelto nel 1859, divenne nel 1860 sottot. di fanteria e poi passò nd corpo di S , M. Partecipò alle campagne del 1860-61 e 1866. Colonnello nel 1886, comandò il 58° fanteria. Magg. generale comandante la bl'igata Cremona nel 1894, fu promosso ten. generale nel 1898: comandò le d ivis . di Piacenza e di Anc,,na e nel r902 andò in P . A. Ma,-ras Pietro. Generale dei carabinieri, Il. nel 1867. Soctot. di fan.teria nel 1888, passò nel 1894 nei carabinieri. Partecipò alle campagne di guerra contro l'Austria del 1916-17-18. Colonnello nel 1921, comandò la scuola a1licvi ufliciali CC. RR. di Firenze. Nel 1926 fu collocato i,, P. A. e nel 192ì promosso generale di brigata.

M ar rat (un tempo: Maamh). Città della Siria, presso Aleppo. Nel dicembre del 1098, durante la prima Crociata, venne assediata dai Cristiani agl i ordini di Raimondo di Saint-Gillcs, conte di Tolosa. Mentre l'assedio era appena iniziato, sopraggiunse un altro esercito crociato, comandato dal normanno Boemondo. In breve la resistenza dei Musulmani fu vinta. Ma subito vennero in urto fra loro i due capi vincitori: Bocmondo fu costretto ad abbandonarla. Ma per poco. Ritornato in principio del 1099, assalì e prese M., cacciandone i provenzali. La città da queste lotte rimase fortemente danneggiata. Marr i (/:."zio). Generale medico, nato nel 1866, S01tmenente medico ne l 1892, partec ipò alla campagna in Eritrea nel 1895-96. Nel 1899, durante un incendio a Firenze meritò la mcd. d'argento al va. lor civ ile. Partecipò alla campagna libica ed a quella contro l'Austria . Colonnello nel

Marro Carlo

Marro Prospero

1923, andò in P. A. S. Magg. generale medico nel 1926, passò ne lla riserva nel 1928.

Marro (Carlo). Generale, n. a Mondovì, m . a Trinità (r824-1899). Tcn. d'art. nd 1847, comhattè nel 1859, meritando la mc<l. d'argento sulla Scsia e la croce da cav. dell 'O. M. S. a Madonna della Scopem. Nel 1860 ebbe nella campagna dell'Umbria e Marche una seconda mcd. d'argento , e nel 1866 fu promosso colonnello. Direttore cl 'art. a Firenze e poi a Venezia, divenne magg. generale comandante l;i 28• br igata di fanteria nel 1875. Dopo aver comandato i distrett i della cl ivis. di Roma, passò nel 1880 nella riser va ottenendo nel 1893 la promozione a ren . generale. Marro Prospero . Generale, n . a Garessio nel 1854. Sottoten . d "arr. nel 1872, fu in Eritrea, e durame la gllerra cli Libia capo del servizio informazioni istituito ad Atene.


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Colonnello ne ] J 912, fu memb ro del la commissione de i confini cl ·/\ lbania e com a ndò il 19<> art. da campagna . Magg . generale nel r9r5, fu prima addetto mii. in Serbia, e poi comaudò in g uerra l 'art. del 6<> C. d'A. In P. A. nel 1920, assume nel 1923 il grado d i generale di d iv is. e , nel 1928 passò .nella riserva.

Marrocco (/l cl,ilie). Generale medico, n. in Basilicata, m. a !\'apo li (r857- r927) . Prestò servizio in rcgg. e in ospedali, e fu per lungo temp o professore titolare alla Scuola d 'ap plicazione d i Sanitcì mii. Partecipò a lle c am pagne J el 1888-89 e del i 895-96 in Eritrea , e del 19JI -1 2 in Libia, e poscia alla g uerra mondiale come direttore d i san ità della 4a a n nata . In Eritrea venne fregia to d ella m c d. d'argento, i11 Libia di quella d i b ron zo a l valore. Divenne magg. generale merl ico nel 1923. Marrucinì. Popolo dell'antica Ita lia , discen°dente dagli Osci. Abitavano sulla d r. dcll'Aterno (Pescara), ed avevano per p r incipal i città Tcate (Chieti) e A.terno (Pescara) . Nella guerra <le i Roma ni contro i Sanniti, furono alleati <li questi u ltim i; poi, quando i Romani si resero padroni -cieli 'Italia centrale, i M . si sottomisero a Roma unitamente ad a ltri popoli (309 a . C.). Dopo la b attaglia d i Canne ,(216) rirna;ero fedeli a Roma e quando Scipione partì per l'impresa d'Africa (204), tra gli armati volontari che lo seguirono, vi erano anche i M. Nel 168 presero parte .con due coorti al la ba ttaglia di Pi<lna ; poi, nel 91, clopo lo scopp io de lla rivoluz io ne i talica, si unirono ai popoli ,r,bd li contro Roma; m a l 'anno seguente furono battuti ùa .Ma rio e sterm inati da Sii la; si sottomisero a llora nuovanwn te al dominio d i Roma. Marrullier (!?milio). Generale, n. a Capua nel 1856. Sottot. del genio nel 1880, insegnò archite ttura a lla scuola

d 'ap p licazione da l 1904-19 , 1. Colonnello nel 1912, fu <li rettore del genio a Milano e nel 1916 fo prom osso magg. generale. In P. A. nel 19 18, assunse ne! t923 i l grado di generale di d ivis . e nel r926 passò nella riserva. Collaborò con scritti <l 'indole tè cnica, s u ponti, casamatte, fortifica• z io n i in genere, alla « R.ivista d ·Artig lieria e Gen io » e p ubbl icò opere di architet.tura generica. Progettò e costrnsse l 'opera ,, Vitto rio Emanu ele 11 » a Taranto .

1\eropfano l.vhlrs X

Mars X. Apparecchio da ricognizione inglese, della ditta G louccstcrshire. Peso Kg . 985, velocità Km h , 177; arni a rnento, due m it rag liatrici Wich.e rs. Mars-la•Tour. V. Vionville .

Marsa (Tra1talo). V . La Marsa. Marsaglia. Comune in prov. d i Cuneo, c he h a dato il n ome a una battaglia detta anche d i Orbassano (4 ot• tobre 1693) appartenente alle opera7.ioni iu lcalia della guerra de lta u Germanica n. Stanno di fronte l 'esercito fran ...

Battaglia d ella Marsag!ia ( r693)


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ccsc comandato d al Catinat e quello austro-picmolllcsc comandato dal Duca V ittorio Amedeo I. I Frances i disron gono d i 44 bgl., 80 sqdr. e 30 cannoni; g li Austro-l'iccnoncesi d i 39 bgl., 79 sqdr. e 3r cannoni . Leggera prevalenza di forze eia pane elci Francesi, dato che i bgl. <le i Duca erano indebo lit i per le perd ite sofferte nei prccctienli combattimenti. l i Duca schierò le sue truppe fra Chisola e Sangone su due linee, colla sr ., ,kbolc, a p poggiata al Chisula, la dr., al comando del Duca cli Savoia, ap poggiata a!k boscaglie d i Orbassano; al cenc m, composto di fanteria , sta il principe Eugenio . li Duca fece costrui re un Vallo davanri ;1lle posizion i, ma omise, e fu grave errore, cli occupare le alture e la rocca di Piossasco che gli avrebbero offerto un o ttimo appoggio per ! 'ala sr. I! Catinat schierò l'esercito su tre linee : la 3~ linea costituente la rjserva. La sr. dello schieramento era appogg iata al Sangonc; la dr. alle alture cli Piossasco. Alle ore 3 del 5 ottobre l 'esercito francese mosse all'attacco. Dopo t re quarti d'ora di 1r1arcia di avvic inamento la cavalleria fran cese dell 'ala sr., a motivo della copertura del terreno, perdette il contatto colla fanteria; di ciò si preoccupò giustamente il Ca tinar, che, vokndo ag ire r isolutivamente per la p ropria d r. , riteneva necessario assicurare l 'jnviolabilità dell'ala sr. per non d ar buon giuoeo a controma novra probabile dell'avversario. Il Catinat arrestò l'avanzata e colmò l 'intervallo con alcuni sqdr. della seconda linea; indi ord inò la ripresa del movimento in annti, dando personalme nte il massimo impulso all'ala dr., che doveva attuare il suo conce,t.to operativo d i aggirame nto della sr. del Duca <!i Savoia. Questi si accorse della minaccia e éercò rimediare r inforzanùo !"ala sr. con alcuni bgl. d dla seconda linea: provvedimen to tempestivo ma .insufficiente, per cui egli doveva scontare l'er rore d i non aver sfru ttato bene g li · a ppig li della posizione e di non avere un sufficiente scagliona mento d i forze in profondità nell'ala esposta. Perciò I·ala sr. dello schie ramento del Duca non resiste tte al potente u rto della dr. francese. Anche l'ala rlr. piemontese, dopo un successo iniziale, dovette ripiegare, e l'esercito del Duca , sono la minaccia del doppio avvolg in1cnto tattico, si rltirò in grave disorcline sul campo d i Moncalieri, organizzato a testa di ponte. Le pe rdite d egli Aust.ro-Piemontcsi furono d i circa 7000 t ra morti e feriti, 1 500 prigionieri, trenta bandiere e grnn pane delle artiglierie . I Francesi perdettero 2000 uomin i tra morti e fe riti .

Marsal (lat. Marosallum , Marosallcn.,is vicus). Comune c!t!la Francia, nella Lorena, sulla Seillc. Piccola piazzaforte, fu assediata per ordine d i Luigi XJV dal maresciallo Dc I~ Ferté e occupata da i Prancesi nell 'agosto del 1663; venne bon1bardata e presa dai l'rus.ia,ù nel 18 r5 . Presa di Marsal (r870). Durante la g uerra Franco-Germanica, l'avangua rdia deBa 4& divis. di cavalleria tedesca a veva all'alba del J3 agosto accerchiata la piccol,i fortezza cl.i M. 11 p residio rifiutò di cedere e le battcric a cavallo lanciarono 8j g ranate sulla piazza, che rispose co n un sol colpo d i cannone, ma accogliendo a fucilate i d rappelli che si avvicinavano. li g io rno seguente il comandante della piazza si arrese: caddero nelle mani dei Tedeschi 60 cannoni, 3000 fucili e mo lto materiale da gllcrra, olrre alla guarnig ione prigioniera .

Marsala (ant. Lii/beo). Cittù del la Sicilia, in prov. d i Trapani, nella costa occiclcntalc, a sud delle Eg adi, p resso il capo Lilibc-o, o Boeo. E bbe ne l medio evo un castello quadrato, con quattro to rri agli angoli, due delle quali

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non esistono più . Nel see. XVI la città venne fortificata con mura e bastion i, nei quali si aprivano tre porte. Città fioren te fin da antich issimi tem pi, appartenne ai Cn i<li. Vi sbarcò Annibale nel 409 a. C. e ne fece una base fortificata cartaginese nel 396, quando vi trasportò g li abitant i della distrutta Motia . Dopo la p rima g ue rra punica , divenne base mii. e navale d ei Romani . Succcssivamt:nte vi si stabilirono' i Vanda li, i Goti, i Saraceni: da questi ultimi le venne il nome d i Marsala (l\,farsa - Alì, o porto d i Alì). Il quale porto era ottimo, ma nel 1532-35 venne per o rd ine d i Carlo V fatto co lmare, allo scopo di impedire ai T urch i di impossessarsene e d.i scrvir,ene. I. Assedio di Mam,la (Lilibeo). (276 a. C .) . Venne posto da Pin o , dopo che aveva conquistata tutta la Sicilia. Ma i Cartaginesi, padron i del mare, poterono riforn ire i difen sori cli soldati e di vettovaglie, e Pi rro, dopo due mesi di vani tentativi, (u cos trcuo a riJ1uncjare all 'inlpresa.

Il. Assedio di Mm·sala (Lilibeo) . (250-24, a . C.). Appart iene alla p rima guerra punica cd e bbe renn ine non con la presa o con la ùcd izione della citti,, ma con la fine stessa della guerra. Difend eva M. , ci.nrn di mura co n torri e fossato, ' il cartaginese Imilcone, il quale con soli .ro.ooo n1crce nari di gu_arnigione e con la popolazione urbina. seppe opporre una resistenza tenace e dannosa ai Ro mani. L'assed io fu in iziato .lai due consoli Caio At t ilio Regolo e Lucio Manlio Volsone, che vi giunsero con 200 navi e 40. 000 soldati. Bloccato i l porto, temarono di smantellare coll'ariete le mura e le torri . Sembrò dapprima che ! 'i mpresa dovesse felicemente riuscire in breve tempo, poicbè sei torr i nemiche furo no abbattu te, Ma Imilcone, con la costruzione di nuovi tratti d i mura, riuscì a rendere inutili g li effetti delle macch ine d'assedio e alle mine romane oppose le controm ine. In questo mezzo a lcun i dei princ ipali d uci dei mercenari, consigliatisi di co,~segnare la città ai Romani per tradimento, e persuasi che i loro soldati li avrebbero seguiti, balzarono nottete mpo fuori delle mura nel campo nemico e ne parlarono ai consoli. Ma l'acheo Alessone , come eb be sentore delle pratich e segre te, le ri ferì al ca pita no cartaginese, il quale seppe sventare a tempo il t radimento , parte colle

p,eghicre, parte con denari (; donaLivi. Cartagine intanto, congetturando d i quali cose abbisognassero gli assediati, spediva in soccorso Annibale, figlio d 'Amilcare , con 50 navi e 10 .000 soldati . Costui, ad onta della flotta romana e d elle difficoltà d i navigazio ne, approfittò d i un buon vento favorevo le, e con tutte le vele gonfie corse dritto all' imboccatura del porto con la gente sulle coperte delle

navj, armata e presta a combattere. I Romani, parte per la repentina comparsa, parte perchè temevano d 'essere spinti ud porto con i nemici dalla forza del vento, rinunciarono ad imped ire l 'entrata. Incoraggiato per l' insperato a usilio, lmilcone att uò subito una sortita, facend o il massimo sforzo presso le macchine d'assedio , tenta ndo cli incend iarle con liaccole d i stoppa accesa. Il tentativo fallì pe r l'energica resistenza dei soldati romani. La none seguente Annibale, imbarcati sulle nav i i cavalieri, che non erano di n~ssu na u tilità agli assediati , ma che potevano

rendere un huon serviz io al1,rovc, si trasportò nascostamente nell'altra città (Trapani) ch e restava ai Cartaginesi in Sicil ia e dove coma ndava Ad crbale , rende ndo d i qui malsicu re le com unicazioni di terra e d i mare ai Romani . Qui nd i a vvenne c he la carestia nel campo romano, e le malart ie, lò dccin1arono di alcune m ig liaia di uomini. Gli assed iali intanto rialzavano assiduamente ciò ch e il


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870 licia, il quale con 10.000 d i essi marciò contro M., d ifesa da guarnigione roroana. Arenione tentò e rinnovò più volte gli assalti, ma non essendo riuscito a prendere la città di viva forza, r inunciò a stringerla d 'assedio e batrè in ritirata.

nemico abbatteva, ma disperavano di g uastare e d i dist ruggere i suoi apparecchi , quando insorse una bufera di ven to c he, piomban do sulle macchine d 'assedio, ne scrollava le basi e ne svelleva da lle fondamenta le torrì fai,. bricate in capo a quelli. Approfitta l milcone di quest "occasione sì favorevole, cd in una sortita appicca il fuoco alle opere in tre luog hi , d istruggendole. Per riparare a q uesto d isastro, i Romani cinsero la città d i fossa e steccato e tirarono un n1uro dinanzi al proprio campo. L 'anno seguente Roma inviò il console Publio C laudio, il quale per imprudenza perdette la flotta d inanzi a Trapani, per cui fu condannato a grave multa. Circa quel tempo g iunse i l duce cartaginese Carta Ione con cento navi dinanzi a M .. 11 quaìe, sorpresi gli avanzi delle navi romane, parte oe arse, parte ne trasse seco. Poscia vennero i consoli ron1ani Lucio Giunio, Lucio Cecilio Metello, Marco Otacilio Crasso, Marco Fabio, ma nessuno di costoro fece cose degne di memoria; il che accadde ai comandanti degli an n i susseguenti. Nel 245 Am ilcare, d uce cartaginese, b ramando d i liberare la città, stretta dalla carest ia, ordinò cht una parte della flotta incrociasse in alto mare. Alla qual vista e.ssendo accorsi i Romani, egli c.::on alcune navi che aveva occultate a tal fine in luogo dove non potessero essere viste, occupò il porlo, e con la sua presenza e con la introdotta copia d elle cose ucccssaric, r ialzò gli animi degl i assediati a grande speranza e alacrità, in inodo che ess.i poterono sostenersi sino alla fine dalla prima guerra punica, eia~ alla pace, nell'anno 241 a. C. , ì 11 base alla qua!c M. passò in potere dei Romani.

lll. Ballaglia di Marra/a, o di Capo Lilibeo (218 a. C.). Appart.icne alla seconda guerra punica . Una flotta cartaginese era stata spedita a devasrare le cosre ddla Sicilia: 35 quinqueremi di essa erano sute costrette a riparare alle Egadi d a una tempesta. 11 prcl'ort Marco Emilio, che comandava a M. dove aveva una piccola flotta, uscì dal porto e p resso il Capo Lilibco attaccò battag lia con le n;iv i cartaginesi c.:hc av~nzavauo contro la città. La vitto ria rimase ai Rorna11 i, i <1uali costri nsero i Cartaginesi al la foga, prenden do loro sette navi. IV. Assa//o di MC1rsal" (103 a. C.). Appartiene alla guerra Servile. 1 servi ~ella regione occidentale della Siciha, sollcvatlsi, s, posero ag li oromi d i Ate n ione di Ci-

V. Sbarco dei Mille a Ma,-sala (11 maggio 1860). Appartiene alla prima g uerra per l'Unità d 'Italia (V.). La spedizione garibaldina dei Mille, partita il 5 da Quarto, giun-

lVIarsala: Porta G aribald i, già Porta a mare

gcva, sui piroscafi e< Pic1nontc » e <t Lornbardo », davanti a l porto di M. alle 13 del giorno 1 1, inalberando il tricolore con la croce d i Savoia. li primo si ancorò dietro il molo; il secondo incagliò in bassofondo all 'entrata del porro. Immediatamente si iniziò lo sbarco degli uomini e dei materiali, per mezzo di tutte le ba rche disponibili, su ll a pu nta del molo. L e navi da g11erra borbonic he in crociera non avevano incontrato i due pil'oscafi , nia una

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Sbarco dei· Garibaldini a Marsnln ( 11 maggio 1860)

di esse, lo « Stromboli », comandante Guglielmo Acton, poco prima1 delle 15 arrivò a M,, dove scorse la bandiera sarda sui piroscafi che stavano al lùra ultitnando lo sbarco. Esitò a far fuoco l'Acton, pcn·hè da due navi inglesi all'ancoraggio erano scesi a terra alcuni ufficiali, e pcrchè sulla ri,•a ,orgevano stabilimenti inglesi. li ritardo dell' Acwn fu provvidcn;,,iak, e quando lo « S1 romboli » cominciò a tirare sul molo e conlro le imba rcazioni non ottenne alcun risultato. Intanto arn, arono la « Parcenopc • e poi il "Capri », e l'« Eolo »; la prima nave tirò anch'essa qualche innocuo colpo d i unnonc contro la colonn~ garibaldina che dal molo si avviava alla Porta d1 mare, dcua poscia Porta C,~rilMldi. La clll:Ì fu immediatamente occupata senza contr.t,to, poi che la guarnigione era d ue g iorni prima partita per la slrnda di Trapan i, ag li ordini del ge nerale l.<.;ti;,,ia. Le navi borboniche, raggiunte dalla u Panenopc " d1c aveva a bordo il capitano Cos,o,·ich, comandante delle navi in crociera, si 1rnpadroniro110 del ,, Piemonte » e del « Lombardo » : quest'uhitno non si riuscl o. disincagl iarlo; il p1·imo fu condotto via a rimorchio. Marsma. Esploratore, ,·arato nel 1912. entrato in servizio nd 1914, radiato nel 1928: dislocamento tonn. 3790, lungo 111. 131, largo 111. 13, apparnlu motore JJL>. 22. 500, velocità 110<.11 27, armamento cannoni li 120, VI 76, Il ➔O, Il lancia>1lur, da .150. Equipaggio 14 ufficiai, e 322 uomini.

Enrico VII di prenderlo nel 13 r2 e mc11crlo a ferro e fuoco. I Pcrug1111 lo restaur:orono ancora nel 1391.

Marselli (Nicola). Generale, n . a Napoli, rn. a Roma (1832-189Q). Alfiere del Genio dell'esercito borbonico nel 1850, cntr,wa nel 1861 nell 'esercito italiano. Pancc,pò alla camp.1g11a del 1866 e da colon nello com:indò il 6i 0 regg. fontcl'Ìa. Promosso gcn . 11cl 1884, era noltlinato segretario generale al M-inistcro della guerra e comandava in seguito IJ brig. Modena e la di, is. di Catan7~~ro. Poi fu comandante in 2• del corpo di S. M. e comandante dr! VI C. d'A . Autore di poderose opere d, storia militare, t ra le <Juali monumcnrnli: " La guerra e la sua storia » e la • Scienza della slOria », il .\/. fu tra i crealOn <.h una nuova coltura mii. italiana. Insegnò alla Scuola di guerra, e , oltre alle opcr~ citate, in numerosi lavori divulgò le sue idee, fra le quali quella , realizzata nd l 'epoca fascista, sulla necessità dcli 'istituzione di cattedre universitarie militari. Deput:ico del collegio cli Pcscina e di Aquila dalla Xll alla XVII legis latura, fu nomina10 senatore cld Regno nel 1892 e ncll 'Alla Camera fu uno dei sostenitori dd la Triplice affermando che l 'Jrnlia do,·cva scegliere i ,uoi alleati per convenienza mii. e politica e non per sc111imcntali,mo. fra le sue pubblicazioni citeremo ancora: « La vita del reggimento »; « i\vvenimcnt.i del 1870-71 »; « Saggi di critica storica»; ,, li problema militare dell'in diper.denza nazionale »; • Discorso sul generale Jormni • ·

Il c..tello di '.\1arsciano

Marsc lano. Comune in p rov. di Perugia, fondato nel X secolo e fortificato con mura e torri. Nel 1210 vi venne conclusa la pace fra Perugia, Orvieto e Todi. fu feudo dei conti omonimi e nel XIII secolo appartenne a Perugia che ne accrebbe le fortificazioni, ciò che non impedì a

Marsel!i Nicola

Marsclli Raffaele

Marse//i Raffaele. Ammiraglio, n. a Cassino, m. a Roma {1851-1927). Guardiamarina nel 1867, fu varie volte in Africa e studiò fra i pr imi le nostre colonie. Ten. di va-


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scello, nel 188ì, comandò la p rima torpediniera Schikau acc1uistata dall 'Ital ia . Prese parte all'occupazione di Massaua e alla campagna del Mar Rosso nel 1889-90 e successivamente nel 189i. Fece la campagna di Cina con1e comandante dello " Stromboli ,, . Ricoprì in segu ito le cariche di: l'rcsidentc del Tribunale mii. dc La Spezia, Capo di S. .fvf. di quel Dipartimento, Direttore generale dcll"Arsenale di Kapoli, comandante la piuza mar. della Maddalena. Fu per due anni Aiu1an1c di Campo generale di S . M. il Re Vittor io Emanuale III. Fece parte lino al novembre 19 18 della comm,ss1one per le ricompense al valort..: e raggiunse il grado di am111ir. di sqt1adra.

M arsengo (Maurizio). Genernlc, n. a Pianezza nel 1874. Sottot. di càvallcria nel J893, frequentò poi la scuola di guerra. Nel 1914 era addetto m i!. a Madricl, donde passò in Rt,ssia con lo stesso ufficio e seguì le operazioni belliche

nel 1915-16; si dis1 insc all'assalto di Karpilovka ed al passaggio dello Stochod, meritando la mcd. d ·argento. Nel 1917 ebbe il coma ndo dei lancieri Novara e fu promosso colon nello. fn P. A . S. nel 1y20, fu nuovamente addetto mii. all'ambasc iata d i Madrid e nel r926 fu promosso generale di brigata.

Marsi. Anrico popolo di origine sabina dell'Italia centrale, che abitava nella regione alpestre intorno al bacino del Fucino, confinando ad est coi Peligni, a nord con i Sabini, i Vestin i e g li f.:qui, a ovest e a sud con g li Ern ie, ed i Volsci. Le loro città principa li erano Marrubio e Miolinia. Nel 340 a. C ., essendo essi in buoni rapporti coi Romani, concessero libero passo ai consoli che si avviavano coi loro nerciti, pc! Sannio, nella Campania. Nel 308 presero le arm i per sostenere i Sanniti contro Roma, che combatterono anche nel 301 per. opporsi alla fondaz ione di una colonia romana a Carsoli, sulla fronricra immediata del loro ter ritorio; vinti , dovettero comprare la pace con la cessione di parte delle loro terre . Da allora 1 M. cd i loro confederati, i Ma rrucini, i Pel igni ed i Vest ini , divennero alleati di Roma ed occuparono un posto eminente fra i Soci, .i cui contingenti ebbero tanta parte nelle vittorie romane . Durante la seconda guerra Punica, i M . ebbero a soffrire per la loro fedeltà a Rorna, avendo il loro territorio devastato più volrc da Annibale. Nondimeuo, verso i l termine di questa guerra, furono dei primi ad offrirsi volontar i alla squadra ed al l'esercito d i Scipione (205 a . C.). Nella grande lotta degli alleati italici con tro Roma, conosciuta sotto il nome di G uerra Marsica o Guerra Sociale (V.) i M. ebbero parte molto importante. Dopo scompaiono dalla sto ria come nazione e si fondano nell a comune condiàone degli I taliani, pur eouser vando in parte il loro carattere nazionale. Battaglio1le Marsi. Nell 'ordinamcnto milirare delle Due S icilie dal 1800 al 1806, costituiva uno dei sci bgl. cacciatori napoletani che facevano parte dell 'escrcito borbonico. Marsi. Popoli della antica Germania , \1/esfalia. Furono vinti da Germanico.

abitanti

nella

Mar sigl i (T.uigi Ferdinando). Generale e ·s crittore m ii. del sec. XVII-XVIII, n. e m . a Bologna (1658-1739). Fu anche geografo e naturalista . Nella sua prima gioventù visse per molto ternpo a Costantinopoli, dove studiò l'ordinan:1cnto miJ. ottomano. Passato in Austria aJ servizio

dell"imperatore Leopoldo, si distinse come ingegnere m ii. e costruttore di pont i e srrade. Durante le guerre i n Ungheria fu catturato dai Tur~hi e liberato dopo due anni con riscatto. Venne allora posto alla ùi rezione della f(!ll·

deria d 'art. a Vienna; poscia progettò le fonilica2.ioni cli Grau, e contribuì 'efficacemente alla presa di Budapest, conoscendone le opere per avervi lavorato nel per iodo in cui h1 schiavo de i Turchi . Divenuto generale, combatti: a Zenta souo il principe Eugenio. Nel 1689 p resied ette la con1missione incaricata della deljmita7.ionc de i con.fini fra l' Ungheria e la Turchia . Si distinse a Landau (I ì03) ma venne degradato per la resa di Brcisach, di cui la responsabilità spettava al conte Arco . Ritiratosi in Provenza, vi rin,ase lino al Tjo9,

quando fu cl•iamato a Roma, dove ebbe dal papa C lerncntc Xl l' incarico di orga11izzare le forze mii. pontificie. Infine fondò a Bologna un Istituto delle Scienze e delle Arti. La, sciò va rie o pere, fra le quali: « Osservazioni sul Bosforo »; " Il Danubio Pannonico )>;

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1 suoi

ì\,Jarsigli L uigi Ferdinando

p rogrcssi 1

la sua decadenza » , oJ.tre a una vigorosa campagna dj scritti per difendersi dall' accusa r iguardante la difesa di Breisach. Marsigl ia (lat. .l\llassilia). Città della Francia, capo I. del dip. delle Bocche del Rodano, in fondo a un a rada delimitata dai capi Couronne e Croisctte . Al vecchio porto {u aggiunto verso la metà del sec. XIX il porto della Jolictte . La rada è protetta da un gruppo d·isolotti: If, munito di ant. castello, l'omègue, Ratonneau . Fondata da Greci di Focca nel 600 a. C., tale colonia si accrebbe con l'esodo dei Foceesi dalla Grecia durame l 'invasione persiana del 544, e divenne ben presto fiorente e potente, creando rapporti con !"interno lungo il Rodano, e colonie commerciali sulle coste del Mediterraneo, fra !e lluali Antibo, Monaco, N izza. I Marsigliesi si diedero ordi namento re1,ubblicano, e la loro potenza come popolo marittimo fu tale, che riuscirono a tener testa felicemente ai Cartaginesi, che più volte sconfissero in battaglie navali . La città venne ben presto fortificata con mura e rorri. Fu alleata di Roma fin dall 'apparirc delle prime legioni romane nella Gallia, e ne ebbe più volte ~iuta : contro i Liguri che disturbavano le sue colonie di N izza e di Monaco, e contro i Salluvii, che furono attaccati e sconfitti dai consoli Fulvio Fiacco e Caio Sest io Calvinio. Dopo la resa a Cesare (49 a . C .), questi le tolse le colonie; Augusto 11c diminul ancora l'importanza, accresce11<lo invece

quella del porto Forum Julii (Fréjus) fondato nel 49 da Cesare. Passata durante le invasioni barbariche nelle mani di Visigoti, Borgognon i e Ostrogot i, finì ai Franchi nel 539. Ven ne saccheggiata dai Saraceni nel 735, e presa dagli Angioini nel 1252. Coinvo lta nelle guerre ci vili e religiose dei secoli XV e XV I, (u sottomessa in modo assoluto ai re di Francia da Luigi XIV, il quale vi cost ruì il forte di San Nicola.

I. 13attaglia di Ma,-sigùa (414 d . C.). Fu combattuta e ~ima eia] generale Bonifazio al serviz.io dell'impe-ratore d'occidente Onorio contro Ataulfo, re dei Visigoti, il quale, dopo le vittorie riportate in Gallia a pro' dei Rom ani, non avendo potuto ottenere la mano di Placida, sorel la di Onorio, tentò un vano attacco contro la città.


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Assedio di M arsiglia (-l9 a . C.): 4, torre di mattoni dei Ces;;iri:mi; 5J palizzate e trincee;l2, galleria in legname; 3, terrapieno di colmatura del fosso.

H. Assedio di Marsiglia (49 a. C.). Appartiene alla gue!'J'a civile tra Pompeo e Cesare e fu impreso da Cesarian i, perchè la cit,t.à si era d ichiarata per Pompeo, cui andava debitrice della liberazione . del mare dai pirati. Essa aveva accolto nelle sue 1)1ura quel Domizio Enobarbo, il quale, pur essendo staro investilo prima della guerra del comando della Gallia Transalpina, la sollevava contro Cesan.:. Questi, in marcia verso !a Spagna, destinò a quel] 'impresa il suo luogotenente Trcbonio: inoltre, siccome i Marsigliesi avevano navi da guerra e poteva no essere soc-

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piloti cd alla celerità delle navi, i Marsigliesi scansavano le navi avversarie e. ne ev it:w~:ino i l co"'zo; e quando potevano prendere il largo e stendere J'or<linanza, facevano ogni sforzo per circondare le navi cesariane, per opprin1crk ad una ad una, o rompere loro j remi ! correndo di fianco : forzati poi a venire alle strette, mettevano da banda la perizia dei piloti e gli ani fizi, e ricorrevano al valore · dei combattenti. I Cesariani, non avendo piloti abili, nè rematori addestrati, puichè erano stati presi in fretta dalle nav i onerarie, si trovavano impacciati alrresì dalla g ravezza e dalla kutezza delle navi, costrutte. come si disse, in fretta, con legname fresch issimo. Per la tJLrnl cosa, qualora si offriva l'opportunità d i combattere da

vicino, i Ccsariaoi volentieri si opponevano con una sola nave a due ncnliche, ed afferratele coi grappini, assalivano l' una e J'altra ali 'arrembaggio. Così, ucciso un gran numero d i nemici, i Cesariani li respinsero nel porto, dopo aver loro procurato la perdita di nove navi, sei prese e tre affondate. Intanto Trebonio dalla parre di terra prin-

cipiò ad alza re argini, a condurre macchi.ne, e ad elevare

l\llarsigl ia nel secolo XVI

corsi da Pompeo, che avtva il dominio del rnare, fece costruire in frclla dodici tri remi ad Arlcs, vi jmharcò valorosi sold3ti e ccmu rioni delle legioni e ne affidò il comando a Decimo Bruto, vincitore dei Veneti . Costui si collocò presso M ., n è ebbe molto ad aspettare un'assalto dei Marsigliesi. Questi, valendosi del consiglio di L. Domizio1 allestirono diciassette triremi e altre navi nlinori, su cui fecero salire grande nu1nero di co1nbattenti. Ani.

mati dal numero e dai prem i e affidati alla perizia dei

torri da due lati della città. Gli assediati dal loro lato, forniti d i ogni macchina mii., si sforzarono di mandare tutto a rnontc.: <; tentarono parecchie sortite, ma con g ranùi perd ite fu rono sempre rcspi1)ti . In questo frattempo giunse, ma ndato da Pompeo, il suo luogotenente Lucio Nasidio con diciassette navi cklle quali poche rostrate. A lui si unirono i Ma rsigliesi, j quali, dopo la prima sconfitta navale, avevano tirato fuori dal loro arsenale delle vecchie navi e le avevano restaurate con le superstiti del primo combattimento. Tutti insieme veleggiarono fino a Tolone in cerca del nemico. Non tardò a presentarsi Decimo Bruto con un numero d i navi aumentato; poichè a q uelle che erano stare costrutte per ordine d i Cesare aveva aggiunto le sci to lte ai Marsigliesi . Venuti alle man i, i Marsigl iesi diedero prove d i valore, mirando fin dal p rincipio a lla nave nemica capitana, riconoscibile dall 'insegna; per cui due loro trirem i scagliaronsi da opposte parti contro di essa. Bruto se ne avvide in tempo, e con un supremo sforzo d i voga sgusciò d i mezzo; le due triremi cozzarono tra di loro impetuosamente e si danneggiarono vicendevolmente in modo che, assalite dalle più prossime nav i nemiche, furono tosto colate a picco. ln quel mentre Nasidio, venuto a combattere per d isciplina e non per amor


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di patria, se ne fuggì, e Decimo Bruto riportò un'altra completa villoria sui Marsigliesi, i quali ebbero cinque navi affondate e quattro prigioni. Ciononpertanto i Marsigliesi non si sgomentarono e si occuparono della difesa della città. Intanto Trebonio fece costruire una torre in m uratura e presso di questa una galleria lunga 60 piedi. Di sotto a questa galleria gli assedianti sconquassarono una parte delle mura, che in breve crollò. A t ale sciagura i Marsigliesi finsero d i arrendersi, pregando il nemico di attendere l'arrivo d i Cesare per eseguire i d i lui comandi. Sospese le operazioni d i offesa e d i difesa, la d isciplina venne a rallentarsi. Ma alcuni g iorni dopo, mentre gli assedianti

III. Presa di Marsiglia ( 1423). Appartiene alla lotta fra gli Angioini e gli Aragonesi . Il re Alfonso V d "Aragona, partito da Napoli con 18 galere, giunto davanti a M., l'attaccò al! "improvviso, rompen do la catena che proteggeva il porto e penet;andovi. Sba rcate le sue truppe, e sopraffatta la breve e inefficace resistenza dei Marsigliesi, il re per tre giorni pose la città a sacco e a fuoco, ritirandosi dopo di avere caricato le navi sue e le pre(!atc nel porto con un ingente botti no. JV. Assedio di .'vfar.rìg/ia (15i4) . Appartiene alle guerre t ra Francesco I di Francia e l 'imperatore Carlo V, e fu posto .alla citr.à dal conestabile di Borbone il 19 agosto, mentre una /lotta di 18 galere, agli ordini del Moncada, leneva i! blocco dal ,nare. La piazza era d ifesa da Filippo d t Bri0n , cui si aggiunse Prégent de Bidoux, d i Malta, e Renzo da Ceri e Federico da Bozzolo , con 5000 Italiani. li Borbone, che aveva con sè il marchese di Pescara , iniziò lavori d i mina, sventat i dal lavoro d i contromina degli assediati, cc! eresse ba11erie con le quali bombardò intensamente le mura, riuscen do ad ap rirvi una breccia. I d i-

fensori elevarono dietro la brecc ia un altro muro, che tu detto « bastione delle darne », perchè costruito per opera specialmente delle donne marsigliesi. li 17 seuembre, la ci ttà ricevette da Arles un rinforzo di 1500 u., che violò il blocco dal mare. Un assalto fu dato il 25 settembre, ma venne respinto. Tre giorni dopo, il Borbone era co~

PoRT, ~--~-/

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L'isolotto e il Castello d'If, presso Marsiglia

stretto a togliere [· assedio, durato 40 giorni, perchè si avvicinava alla città un esercito francese d i soccorso, agii

orrl ini del mart:sc . di Cha han nes. Gli Italiani (in part<e fuorusciti Pisani) che aveva no preso parte alla d ifesa ottennero la cittadinanza mars igliese:. Nel mare, aveva contrj-

'

huiw alP~rrivo dei soccorsi, e a disturbare il blocco, una flotta d i JO gaicrc coman date da Andrea Doria, allora al serviz io d i F rancesco I. \I.· AvvenÌ1ilrnti di Marsiglia (1590-1598). li duca Carlo Eman uele I di Savoia, in lo t1a con Enrico l\l d i fran<:io,

i\1ar1-iglia nel secolo X V I I

prendevano riposo sul mezzogiorno, i Marsigliesi balzarono fuori dalle mura ed appiccarono fuoco alle opere col favore di un g ran vento. In un atti1no le fiamme invasero jl bast ione, le macchine n1ilitari, la testuggine,

}a torre,

gli strumenù da gitto, la galleria e la torre di muratura. Si ten tò la stessa cosa il giorno seguente, ma gl i assediati furono respinti in città con molte perd ite. Trcbonio non si abbatti:, ma imprese la costruzione di un altro bastione e di nuove macchine. Si era a questo punto, quando !"arrivo <li Cesare accelerò la resa della città ridotta agli estremi. Domizio si salvò con la fuga sopra una nave, e i Marsigliesi dovettero consegnare le armi. La popolaz ione fu r ispcllata da Cesare, il quale, lasciatevi d i presidio due legioni e una piccola flotta, spedì le al tre i n Italia cd egli partì alla volta di Roma.

:i!!orn Ligonutlo, entrato nella Provenza nel 1590. si im • possessò di M., dove nominò console Carlo Casau lx. Il gr:.111dnt::a d i Toscana, partigiano di Enrico IV, entrato in 2ccord i col cqn1andan tc del castello d'[f, inviò nell'isolotto (m,irzo 159r) una g uarnigione toscana di 150 u . ,

comandata d:,l capitano Rinuccini . Essa si collocò in ba racche, 1ncntre nel castd lo ri maneva una guarnig ione fran -cesc. Carlo Emanuele tentò di persuadere i Marsigliesi a cacciare

i Toscani, ma 11nn vi riuscì, COlllC non riuscì a

persuade-re la Spagna a tentare 1"impresa di occupare I'isolotto. Il duca di Savoia dovette in 11n~ dd 1592 abban donare la Provenza, ma j l g randuca di Toscana, malgrado le intimazioni spagnuole 1 che gli miuac.:ciò persino la guerra ne, suoi Stati, non abbandonò l'isolotto marsigliese. N el 1593, .F. nrico IV, d ivenuto càttolico, entra in guerra con la Spagna e ,nanda in Pi"ovenza il duca d i Guisa. Il console Casaulx si rivolge alla Spagna, che gli invia in soccorso Giannandrea Daria con 30 galere, le qua li sbarcano


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3000 Spagnuoli presso la città, agli o rd ini ài Carlo Doria. Nfa. frattanto una congiu ra toglie di mezzo il Cas:rn lx con l'assassinio, e il duca d i Guisa può entrare in ci,tà bene accolto dai Marsig liesi; al Doria no n rimane altro che battere in ritirata. Nel 1596 s'iniziano le pressioni sul granduca cli. Toscana perchè richiami i suoi soldati dall 'iso)a d'If. Non solo egli no n cede. ma . il 20 a prile 1597, i T oscani anaccano e pre ndono il cast.dio, cacciandone la g'llarnigione francese. Il duca d i Guisa Ecce al lora occupare l'isola d i Ratonneau, munendola d i artiglierie . li g randuca inviò nelle acque di M. una piccola flo tta , composw di cinque galere e varie navi da carico, con truppe e n1unizioni . ap;l i o rd ini di don Giovanni cie' Meciici. Questi occupò e fortificò l' isola Pomègues. li 24 giug no 1597 av-

Ro uget de Lisle a Strasburgo. Diffusosi rapidamente nel Mezzogiorno della Francia, (u portalo a Parigi da un bgl. di Marsigl iesi, do nde g li venne e gli rimase il nome .

\'enne un

Marsilia (Giuseppe). Ammiraglio, n. e m. a L agonegro ( 1874-1932). En trato in servizio nel 1888, fu collocato in P . A. col g rado d i capitano di vascello nd 1926, promosso crmtramrn.ir. nd r927. Prese parte alla guerra mondiale.

breve scontro naYale a cannonate fra

le navi

toscane e le francesi . Ma frattanto a Fi renze si iniziava no

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Le prime battute della I\.'larsiglicsc

Mar sin (conte Giovanni Gaspare Ferdinando) . Generale belga (1601 -1673) . Combatti: per la Francia in Piemonte · cd i n Catalogna. Passò poi al ser vizio della Spagna, come comandante delle trup pe riunite dei Paesi Bassi, Fu sconti no a Gand nel 1667 dal rnaresc . di Créqui, e costretto nel 1672 a togliere l'assedio da Charleroi . Marsin conte Ferdinando. Maresciallo d i Francia, figlio del precedente (1656-1706) . E ntrò in servizio nel r 673; accom pagnò F ilippo V a :\lapoli e partecipò alla bartaglia d, Luzzarn (1702) . Nel r706 era in Italia col d uca d 'Orleans e fu ferito n1ortalme ntc davanti a Torino . Marsit. Uadi della Tripolitania, nella regione cli Mizda. Vi si svolse un comb,ttimento che nppartiene alle operaz ioni d i g rande pulizia contro i ribelli, nel 1915. Una colonna agli ordini del colonnello Gianinazzi ( 1,100 u . d i cui la metà irregolari, con ;, cannoni), partita da Mizda ?er M. i l 5 aprile, il giorno ' dopo fu molestata da l ucileria nemic:a, e g li irregolari ne approfiltarono per darsi alla fuga. Il 7 mattina, all'uadi M ., i ribelli pronunciarono un attacco tol fuoco eia lungi, che cagionò fa fuga dei 1egolari libici. li resto della colonna riusd a rientrare n sera a Mizcla, avendo dovuto abbandonare i due cannoni che recava seco.

Ivfarsiglia e dintorni nel secolo X IX

M arston. Costru ttore di un fuci le che da lui prese nome di fucile Ma rston mod. 1865. li cili ndro otturato,e

trattative J)er· comporre la vertenza: in base al trattato del , o ma.ggio 159R, il gra nduca richia mava i soldati del Rinuccini cl:tll'isolotto, dove erano rimasti selle anni. VI. l're:,a di Marsiglia (1793). Contro b Convenzione, la città si schierò "perta mentc, e si sollevò ::dclirit11rra nella notte dal 7 all'S giugno . Il Comitatrl d i sa lute pubblica , ?. Parigi, ordinò alk navi della n-pubblica di non recare più nLJ l!a all a cittii ribelle. e al gcn . Cartaux di bloccarla dallo parte di terra : frattanto mise M. « fuori legge» . I Marsigliesi riunirono i loro bgl. a q uell i forni ri loro dal d ipartime1no, ma questo piccolo esercito non fu in g rado d i sostenere l 'u rto dei bgl. della convenzione e il 24 ago• sto, presso la città, veniva facilmente bauuto e disperso : il giorno dopo Canaux en trava in M. e l 'occupava, .impedendo così che passasse agli Inglesi , come avveni,·a quasi conternporanc;:1nente per la città di T olone.

M arsigliese. Inno nazionale della Francia, scritto, parole e musica, nell'aprile del 1792 dal capitano del genio

Fucile fvfarslon, mod. 1865

di questo fucile è a fonna di un turacciol J e scorre dentro una scatola di culatta avvitata alla canna. Questo otturatore è articolato a catenella, col braccio del ponticello che g ira attorno ad un robusto asse. Quando l 'ottu-


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ratore è chiuso, !a le,•a ponticello è aderente all'impugnatura. Abbassando la leva ponticello, l'otturatore retro• cede e così si p uò mettere la curnccia nella canna. La cartuccia ha il proiettile a punta ogivale, c,I un fonddlo formato da un di,co cli cuoio con un foro ripieno cli materia esplodente. li foro ciel luminello è al centro ddl'otluratorc e conduce la vampa della capsula al centro del disco d i cuoio, ove trovasi il foro colla materia csplo,iva.

porta la lan~ia, I'ancile e la spada. Parecchi imperatori si fecero rapprc~cntare con gli attributi cli Marte. Campo di Marte . Fu detta cosl l:1 pian ura v icino al Tevere dove i cittadini romani si esercitavano alle armi. Anche io seguito e fino all'epoca nostra io mohc città ,on lo stesso nome si chiamò lo spazio di terreno clove le truppe cseg11iscono le cvoluzio11i mi litari (Piazza d'an ni) .

\Jars/011-.\loor. Località dell'Inghilterra, nella contea di York, presso la ciu:ì di York. Bn1111glia d i Mnr.,·1011-Ilfoor (2 luglio J 644). ,\ ppanicne alla lott:1 tra reali;ti e parlamentari ali ' epoca di Cromwcll. L'esercito parlamentare, ingro55ato dagli Scozzesi, stringeva cl'asscdio York, già ridona agli estremi. Sentendo che i regi, condo11 i dal priHcipc Ruperto, si avan zavano, le schiere ciel Parlamento levarono il campo e si misero in ordine cli battaglia presso la palude di .\f. Ruperto li iaggiunsc e giuchcò con,·cnien1c cli anaccarli in questa posizione . Le due ~rmatc cont:1.,·:'U10 c iascuna ci rca 25.000 u. Il com battimento ebbe dapprima vicende incerte, 111a, sopraggiunto Crornwcll a rafforz;irc i parlamentari con truppe fresche, ben pre!.lo la ,·ittoria si delineò dalla sua pane; i realisti furono com pletamente sconfitti, perdendo nella battag lia tutta l'art iglieria, g rande numero cli prigion ieri ed oh re 3000 morti.

Marta, Rimorchiatore, vJrato nel 1913 atl Aberdeen; dislocamento to nn. ~90; lungo m . 35,74, largo m. 3,35; requisito durante la grande g uerra e resti tuito nel 1919. Marte. Dio della guerra, chiamato anche Mamcrs dai Sabini e dagli O,ci; fu adorato nel Lazio e nell' Italia centrale fìn dai tc,npi più antichi. Il suo culto era inolto diffuso in Ro ma, e vi attendevano i Salii, che pre,ietlcvano alle darze guerresche e custodivano il sacro ancile . La leggenda lo fa figlio cli Giunone • e non parla che delle sue relazioni amorose con Rea Silvia, la quale lo rese padre di Romolo e antenato ciel popolo romano. In suo onore si celebravano numerose feste, specialmente nel mese che porta,•a il suo nome. Fra i templi a lui dedicati, i più noti erano q uelli del Palatino, tlel Q uirinale, della Po rta Capena e quello di M. Gltorc nel Foro d'Augusto, cli cui rimane in piedi ancora una parte . Le do nne erano escluse tlal suo culto. Kcl corteggio di .11. figuravano diverse divinit~, la maggior parte allegoriche : sua sorella Ilcttona, sua moglie Nerio, la Pallidezza, lo Spa,·ento, il Corag~ gio, l'Amore, la Sicurezza, la Stntuo di Marte Vittor ia, la Pace . M. fu dapprima rappresentato con simboli: lupo, cavallo, quercia, una o due lance; JX>Ì gli fu d3ta una forma umana, ad imitazione clell 'Are~ greco: la figura cli un eroe guerriero. Lo si associò spesso con Venere, come nel gruppo del Museo Capitolino a Roma. !\:cl tempio d i M. Ultore, il dio teneva con una mano l'aquila delle legioni e con l 'altra uno stendardo. In una pittura delle Te rme di Tito ,

Tempio d i Mnrte Ul1orc a Roma

Scuola di Marte. F u 1Sllt U1ta in Francia nel 1794 in so<tituzione delle scuole mii. già esistenti, abolite ne l 1793. Era destinata ai ragazzi ciel popolo, e fo sciolta nd 1795; gli allievi vennero inviati alla fromicra per imparare a fare la guerra combau cnclo. Nel 1812 , Gioacchino Murat ne i>tituì una in N apoli . Dopo la restaurazione borbonica, il cardinale Ruffo fondò nel J 8r5 una Scuola di M . in Aversa, con diritto a ciascuna provincia ciel regno cli itwia rvi due allievi: tale scuola nel gennaio 1916 prese il nome di ,, Bm.,glionc degli allievi militari » . MMte. N ave ci,terna per nafta, varata nel 1892 d al cantiere Armstrnng a Ncwcastlc; dislocamento lOnn. 2530; lunga m. 9r,73, larga m. 11,46; apparato m otore 1200 ca-

valJj; velocità m iglia 10; armamen to g ue rresco 2 c:1nnoni

da 76.

Martelli (IJarcio). Ammiraglio ciel granducato di Toscana nel sec. XVI. Servì nelle milizie che difesero Firen7.e nel 1530; t·rnigrato in Francia, ebbe comando di gak rn sollo Leone Strozzi , e dopo la morte cli q uesti divenne gc11eralc: delle galere, par tecipando alla ~pcdrzionc in Corsica e alla guerra cli Siena. Tornato in patria nel 1557, ci nque anni dopo fu posto tla Cosimo I al comando delle galere toscane . Fece scorrerie nel Levante contro i Turchi, e cessò dalla carica per malattia. Martelli Fra11ctsco . Colonnello e piuore militare, "· a Napoli, m. a Rorna (1856-1929). Sottot. nel genio nel 1884, andò in P. A . nel 1904 col grado cl i capitano e nella riserva raggiunse il grado di colonnello. Da giovane studiò pittura sotto la guida del Morelli . A lui sono fra altro dovuti i r itraili di gran parte dei 111i 11istri della guerra. Martelli Achille. Medaglia d'oro, n. a NaJX>li nel 1874. Partecipò alla b3t1aglia dr Aclua nel 18g6, guadagnandovi un 3 mecl. di bronz-0 . Rimpatriato e congedatosi d;ill'cscr-


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Nl.A R

877 -

cito, aveva e m igrato negli Stati ·u niti cl ' A merica ~ donde

ritornò, allo scoppiare della guerra del 1915, per arruolarsi volo n.tariamente. li suo stato di servizio segue, J 'al lo ra , una serie co nt inua d i tappe gloriose : quattro protnozio ni per rnerito di gutrr~, a sottote nente, a tenente,

poneva del ferro e del manico; g uest'ultimo poteva essere di legno o u anche di fer ro . Il M . d 'arme propriamente detto aveva ,emprc la bocca e la penna; la prima normal-

a capitano, a maggiore; cin~

q ue ferire . e talu ne di esse molteplici, mcd. d 'argento, e infi ne d 'oro al valor mii. Nel g iugno nG è tra i col• pit i dai gas aslissia11ti sul San Michele; scampa alla mor•

i\'Iartt llo c~1rabina del secolo X V Il

te, ma JÌmanc miuato per tu tta la vita. Nell 'offensi va

mente serviva per colpire; C!>Sa e ra di fanne sva riate, con piano circolare, sferico, a tre o quattro punte, ecc.; la

autunnale ciel 1916, lanciatosi tcmcrarian1ente alla conquista

pe nna stava J ,olla parte o pposta alla bocca, cd era normalmente di forma quadrangolare a punta, o cun·a, 3 becco d i corno o d i pappagallo. Il M . rl'annc con mani co p iù lungo del! 'ord inario era l 'arma (avor ila dei Lucer-

di

una

dolina

Carsica,

è

ferito tre volte, ed. è r accolto q uasi moribondo . T or• Martelli Achille nato alla fronte, nella battaglia de ll 'estate r9r 7, è seppellito dallo scoppio di un grosso proiettile di bombarda, e si salva ,t stento. P rove ancora m irabili di coraggio, e J i energia, e di abnegazione, il M. dà durante fa ritirata al Piave, e nella difesa del G rappa . Anche all 'ultim a battaglia egli è presente, tra le truppe di assalto, e trova n1odo ancora di d istinguersi, In considerazione dei servizi eccezionà li resi a lla Patria da questo ufficiale e dal sacri• licio <li sè stesso, ogni volta con fede en tusiasta, gli fu conc<:ssa, alla fine della guerra , la med . d'oro. Dopo là guerra occupò un 'importante carica presso l'Opera per gli orfani di g uerra. Ecco la motivazione della mcd. d'oro: " Dall'America e senza obbligo <li servizio, arruolatosi volontario èi guerra col suo g rado di sergente n1aggiore, si prodigò con entusiasmo cd eroismo ccccziomle in molte-

donato Ja lancia. ~ on era d ·uso corn unc, ma ne e rano

plici imprese arrischiate e sang uinosi combattime nti, i.:on-

armati soltanto alcuni soldati che la tenevano come arma

nesi , e perciò in Gern1ania cd in S viz.z.cra era conosciuto so llo il- non1e di. L uzt'nlcr1-Ia mmer (m artello di Lucerna).

.Marte/lo ferrato . Era lo stesso M. cl' ar me, ma è da c redersi che venisse cosl chiamaw quando avev a il manico· di legno.

Martdlo-carabiua . Arma ado- 1Vlartelli d'arrne, sec. XV XVI pcrata nel sec. XVI -XVII nei reparti della gcnt!armcria, dopo che questa aveva abban4

scgucndo q uattro promozioni per merito di g uerra. R ipetute volte fer ito, anclic gravemente, persistette nella lotta e so lt:1nto se ne n lrassc per e ntrare <l 'autorità i n luogo di

cura. Due volte raccolto morente cd a stento salvato, p ur essendo minorato per la vita, colle k rite tuttora aper te, ~bbrev iò la ùcgenza in ospedale, e rifiutò la .:o nvalescenza per ritornare in linea, dove con ostinata esibizione volle, come sc 1t1pr<:: , a sè assegnati i posti più peri-:olosi ed j

compiti più difficili. Spese inoitre la suJ preziosa attiviti, in cflìcace opera di prnpaganda fra le truppe . Magnifica tempra <li soklaro e di co-

rna 1HJantc1 in tre anni ron tin ui d i g uerra diede costan te fui. g ido esempio di patriottismo, di fede e di valore m ilitare al più alto g rado » (CarsoMo ntc Grappa, d icem bre 19,5novcmbrc 1918).

Martellina. Così fu chia• mato il fe rro a piastra piegato a squad ro, che , nei fucili a pjetra focaia) riceveva la perM artelli d'arme

cossa della pietra stessa e ne provocava le scinti Ile per l 'accensio ne della carica. fuci li a ruota si trasformarono in fucili a M . nel secolo XVII .

Martello d'arme. Cosl fu chiamata l'arma bianca immanicata e da bon a che feriva per ammaccatura , Si com•

Mat'tcllo pcrforntore (fronte it:ali.tno, gucrrn mondiale)

personale, Consisteva in un grosso m artello di ferro, fo. rato in tername nte , e con tutto ce nt ro.

il meccanismo fissato

al


l\'lAR

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878 -

Martello perforatore. Il M. P. ad aria compressa fu adoperato moho nella guerra, specialmente sul fronte italoaustriaco, per scavare ga1lerie e inine. Esso venne intro~ dotto per la prima volta in F rancia, sulla fine di settembre 1914, dopo la battaglia della Marna, per minare una posizione tedesca a Pcrthes: in q uat tro mesi vennero allora scavati 550 m. di galleria.

Martin Garcia. Piccola isola argenrina nell'estuario della · Piaca, nell'America del Sud, davanti al delta dd Paranà e dell'U ruguay . D urante il conflitto dell'Argentina con

Marten-Hale. Costruttore di una granata a m ano cilind rica, con spoletta a percussione, munita di spina di sicu ,ezza, provvista al fondello, secondo l'asse, di una bocchetta d'acciaio placcato di mmc::, lunga 30 cm. circa. La bacchetta, che ha il calibro del fucile usato dal soldato, può servire per il lancio a mano, oppure, infilata completamente dalla bocca della canna nell'anima, per il lancio col fucile, impiegando l 'ordinaria cartuccia spro~vista di pallottola. L'inclinazione approssimativa del! 'arma si dà mediante una livdlctta, stando in ginocchio od a terra e poggi;:rndo l 'arma col calcio al suolo. La granata o bomba. ,v/.-H., ha, come in genere quest i strumenti, i 'inconveniente d i essere ù1gombrante e pericolosa anche per chi la adopera.

Mnrtin 125 . Aeroplano degli Stati Uniti d'America, costruito dalla « Glen11 Martin C_ompany » di Baltimora. J:: in alluminio_. ed i: stato costruito per il par1icolare

Martena (Giovanni Battista). Artigliere e scrittore mii. del sec. XVll, n. a Maruggio (Taranto) nel 1621. 1\ ppar tenne alla schiera di artiglieri valenti del reame di Napoli e fu capitano dei trabucchi e dei petardi a L ecce. Lasciò un 'opera : " Flagello Militare » in cui tratta dei Trabucclli, dei Petardi, dei Brulotti e fuochi artificiali di terra e di mare, e delle Mine e Contromine. Fu anche in Piemonte per qualche tempo. Martia. Nome dì una legione ronun, del! 'eserc ito di Cesare, nella guerra civ ile con Pompeo . Era formata di contingenti dati dalle provincie; i soldati ricevevano il titolo di cittadini romani come privilegio personale.

Martigné. Comune della F rancia, nel clip. della Loira. Vi si svolse un combattimento ( 17"./3), che appartiene alla guerra della Vandea . li gen. repubblicano La Bcrollière , preso il comando delle forze d' Angers e di Saumur, riunire ai Poats-de-Cé, si mise in marcia e il 14 luglio 1793 pose il campo a Fli nc, nelle vicinanze <li J'v{. I generali ,andeani La Rochejaquelioe, Lescure, Bonchamp e <l'Autichamp, r iuniti 15.000 u., partirono da Vihiers per opporsi ali,1 marcia di La Berollìèrc, e, il mattino del 15 luglio, attaccarono ; Repubblicani su due colonne, rompendone l 'avanguardia e prendendo 5 cannoni. Ma Bernardo di Marigny, che tra partito alla test a della cavalleria per aggirare i Repubblicani, essendosi srnarrico, ritornò al galoppo, generando grande confusione e panico fra i realisti, i quali, per il polverone alzato dai cavalli, non avendo potuto distinguere i cavalieri, credettero di essere assa liti dal nemico. In un momento si rompono k file e tutti si danno ali:, fuga, senza che nessuno riesca a ferma rli, ment re le truppe repubblicane aotaccano e sbaragliano la colonna di sr., assicurandosi cosi completa vittoria. Màrtimprey (conte Edoardo di). Generale francese (18081883). Partecipò alla conquista dcli ' Algeria e raggiunse il grado di gcn . di brigata nel 1852 e di divis . tre anni dopo. Fu capo di S. M. dell"esercito francese in Crimea ( r854-56) e dello stesso in Italia (1859). E bbe poi il comando in capo deTT 'escrcilo francese, e passò infine in Algeria come governatore (1864). Un altro generale M ., Angelo (18091875), combatti: in Algeria, in I talia , nella guerra de l r870-7I, divenendo generale di d ivis. nel 1859. Lasciò un 'opera sulla riorganizzazione de li 'esercito,

l 'Uruguay, appoggiato dalla Francia e dall' Inghilterra, l ' u ottobre 1838 l'isolotto fu difeso dal comandante argentù10 Costa, partigiano di Rosas, ma una flottiglia franco-uruguaiana riuscì ad impadronirsene.

Aeroplano Martin r25

impiego del bombardamento in picchiata, con u na bomba di 453 Kg. L'aeroplano è altresl munito di due mitragliatrici fisse, e una o due accoppiate a bra11dcggio . :f!. biposto, per un pilota-bombardiere, e per un mitragliere.

Granate Martin. Introdotte dall'ingegnere metallurgico francese Mar tin, erano costituite da una sfera cav.a nella quale i nt roduccvasi poco prima del tiro della ghisa {usa liquida. li r~pido raffreddamento alla superficie ostruiva il foro della granata. L a palla era introdotta nd c.mnone in mezzo a riuc stoppacci umidi e veniva sparata così. Andando ad urtare nel tiro contro il bersaglio si spaccava proiettando ali 'intorno la grisa allo stato pastoso. Martin come Pil'tro. Ammiraglio francese, 11. nel Canadà_. m . nel r820. D ivenne contrammir. al principio della Rivoluzione francese. Comandò le forze navali del .\,(editerranco e si battè nel marzo 1795 nel golfo di Genova contro l 'ammìr . inglese Hothan1. Fu !)oscia viccamn1ir. e prefetto marircimo a Rochcfort (1799). Dicci ann i doJJO, non riusci ad evitare il disastro navaJc alle isole .di Aix e v~nne destituito. Martin di i\fo111ù !Jecmrù, conte Luigi. Generale, m. nel 1834. Dopo aver combattuto sotto Vittorio Amedeo III nella guerra delle Alpi, partecipò alle campagne in Ispagna coll 'esercito di Napoleone l. Ritorn11to al serviz.io del Re di Sardegna nel 1814, divenne colonnello nel 1820. Fu successivarncntc comandante <li Pont Be;iuvoisin, di H6pital e tic! forte di Leisscl lon. Nel 1833 fu collocato a riposo col grado di magg. generale . C,u:ciatori di Martin. Nd corso della guerra contro la Francia, , i formarono (gennaio 1794) d ue compagnie fra11 che di cacci(l/ori volontari che portarono il nome del loro capo, il conte L uigi Martin di Montù Beccal"ia. fecero la campagna del 1794 e furono sciolte nel febbraio 1795. M"rtin di Montù Beccaria cotUl' Giuseppe. Generale, n. e m . a Torino ( t 782-1858). Al" servizio di fra ncia, combatti: nel 1812-13-14, passò nell'esercito sardo come sottot. dei carabinieri nel 1815 e fu promosso colonnello di cavalleria nel 1838. Magg. generale nel 1847, comandò la


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MAR

città e provincia <l i Torino . Rimase in servizio fino al 1849; in questo anno fu collocato a riposo .

Tcu. generale nel 1886, comandò la divis. di Perugia,

Martin d'O,·fengo conte Et1orc . Generale, n. a Torino nel 1790, m. nel 1866. Entrò al servizio della Russia nel 1810 e partecipò alla campagna del 18n : alla Beresina rimase ferito. Nel 1828 guerreggiò contro i Turchi riportando altra ferita e nel 1829 entrò nell'esercito sardo col grado di ten. colonnello. Colonnello della brigaia Savona nel 1831, fu poi capo d i S. M. della d ivis. rii Savoia e comandò l '11° fanteria. Magg. generale comandante la brig. Cuneo nel 1836, ebbe nel 1844 il comando della d ivis. di Genova ne! 1848, ebbe poi il comando della 2• d ivis. provvisoria di riserva e nd 1849 andò a riposo.

Martinazzi (Ciova1111i). Generale, n . e m . a Pavia (r834-1909). So-ttot. del genio nel 1855, combattè nel r859

nel 1887 andò in P . A., nel 1902 passò nel-la riserva.

meritando la menzione onorevole . Colonnello nel r877, fu d irettore del genio a Bari e poi comand. superiore dei d istretti della divis. <li Piacenza. Magg. generale comandante superior.; dei distretti del IV C. d'A. nel 1886, andò in posizione ausiliaria nel 189r. Nel 1895 venne promosso tenente generale nella riserva.

Martin di M omtì Bec,·aria Ces!ire. Generale, n. a Biella nel 1802. Sç,ttor. d'art. nel 1817, raggiunse i l grado di colonnello ne! 1848. Comandò l 'art. in Sardegna e.. poi ad Alessandria. Nel 1858 fu collocato a riposo col grado di magg. generale.

Martin di ,W ontù Beccaria Ferdinando. Generale, n. e 111. a Torino (1808-1874) . Soctot. di fanteria 11el 1827, 11el 1839 passò nei Rll. carabinieri. Colonnello od 1856, comandò in 2a il corpo dei CC. RR. Partecipò alla campagna dd 1859 quale comand. super iore ,ki CC . .RR. Magg . generale nel 1860, fo coma ndante l\1artin Ferdinando in 2 « del corpo; tcn. generale nel 1862 fu membro del Comitato dei carabinieri . Nel 1866 fu collocato a riposo. .\1artii: de Brettes, Giovanni Ballista. Scrittore militare francese, n. nel r81 3. Dalla Scuola Politecnica passò in artiglieria e si occupò dello studio delle scienze applicate alla sua arm;i. Pubblicò diverse opere tra cui: « Nuovo sistcm~ ci' artiglieria da can1pagna Ji Luigi ~apolc:onc Donap3rce )) ; « Studi sui n1ovjmenti e le proprietà meccaniche <lei proiettili oblunghi o appiatlit,, proiettat i nel1'aria senza rotazione iniziale attorno al loto centro d i figura». Martin de Pal/iì:res Carlo. Generale e scrittore mi i. francese (1823-1876). Allievo d i Saint-Cyr, entrò nella fanteria di marina, fu ferito a Sebastopoli, prese parte alla spedizione della Cocincina e d ivenne generale di brigata nel 1868. Ferito gravemente nella difesa d i Bazcilles (1870), appena guarito iu posto d a Gambetta al comando d i una di vis.; poi co111an<lò il XV C . d ·A. e protesse la ritirata da Orléans. Nel 187, fu e letto rlepulato <ldla Gironda. I.asci/, d iversi scritti politici e militari. Martin Ippolito

Manin di ,\!o11tù Reccarù, Ippolito. Generale, n. a Cham-

béry, m. a Torino (1827-1912). Sottot. di cavalleria ael 1847, combatt~ nel 1848, 1859 e 1870. Colonnello nel 1867, comandò i cavalleggeri d i Lodi e poi la 7' brigata d i cavalleria . Magg. generale eom and, la 6a brigata d i cavalleria nel 1879, passè, poi al comando della 1• brigata.

lvlartinazzi Gio\•'anni

JV1artinelli l\llichclc

Martinella. Così ch iamavasi a Firenze nel medio evo, una campana che, un mese prima della uscita delle tù,ppe cittadine d2 Firenze per la guerra, era innalzata sopra l'arco della Porta S. Maria. La M. suonava giorno e notte

per rammentare a<l ogni iMante, ai soldati ed ai cittadini, che la guerra era imminente. Al momento della partenza la campao;t ven iva collocata sopra un castello di legno costruito su \111 carro , che tirato da cavalli, procedeva alla testa delle milizie. Rintocchi della campana, o suono a distesa, facevano conoscere gli ordini del duce supremo.

Martinelli (Cesare). Maggiore garibaldino, n. a Bologna, m. nel 1867. Prese parte .all'insurrezione della sua città nel 1848; fu ufficiale ml 1860; maggiore a Bezzecca nel 5'' reggimento vi fu ferito; partecipò alla spedizione del 1867 e rnorì. per le fnitc r iportate a Monte Rotondo .

J\llattinelli Vittorio

Maninelli Cesare

M.(lrti,iel/i Michele . Generale, n. a Napoli, m . a Catanzaro ( 1851-1915). Sottot. d'art. nel 187:,, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S . M. Colonnello nel 1896, comandò il 67° fantèria. Magg. generale comandante la briga ta l\1eseia nel r902; ten. generale nel 1909, comandò la d ivis . d i Caianzaro. Nel 19 11 lt, collocato 1n n serva . .

Marti11el/i Jlittorio . Generale , n. e m. a Modena (r 859-

'!:125)· Sottot. di fanteria nel 1880, fu in Eritrea dal 1887


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MAR

al 1897, meritando d ue mcd. d 'argen to:

880 -

una a Cassala

(1894) cd u na a Mocram e T ukruf (1896). Colonnello cornand. il 19° fa nrcria nel 1913, fu in Libia nel 1914

e vi guadag!lò una mcd . di b ronzo . .Magg. generale nel H)l ), ebbe il comando ddla brigata Friu li colla quale entrò in g uerra contro l" Austria . Passato nel rg16 al comando ddla 16• di vis., si segn alò a Selz ed a Ronc h i e fu decorato della croce da cav. dell'O. M . 5. T en. gene rale nel 1917, comandò la 36> di vis. In P. A. nel 1917, passò poi

nella

ri,-;erva .

Mar1i11cl!i Giorgio. Generale, n , nel 1860 Sottot , dei bersaglieri n el 18~0, partecipò alla ca m pagna e ritrea del ,895-96. Colo nnel lo nel 1914, ebbe il comando del l'S> bersaglieri col quale iniziò la guerra con tro I 'Auwia. In P . A . nel HJ16, fu promosso magg. genera le nel 1917. Nel 1923 assunse il grado d i generale di divis. e nel 192é passò nella riserva,

Martinclli Cesare. Generale, n . a Mo dena nel 1867. Sottot. dei bersagl ieri nel 1886, frequentò poi la srno la d i guer ra. Nel 1912 insegnò storia m ii. alla scuola d i Mo dena . Colonnello nel 1916, (u 1 0 cornand"ntc del 220" fanteria col q uale combattè con tro l'A1m ria. Capo d i S. M. dd C . d'A . territoriale d i Roma, meritò nel 1918 la med . di bronzo in occasione dello scoppio cl 'una pol veriera. Nd 1919 comandò 1'85° fanteria in Albania; nèl!o sresso anno fu promosso generak ùi brig ata comand ane~ della brig a ta Valtellina. Nel 1921 fu col loca to in

posiz ione ausiliaria. Martineng-o. Comu ne in prov, di Bergamo tra il Serio e l'Oglio. Fu nel medio evo murato, con torri e castello. Presso il borgo i Mila nesi nel I qr sconfissero i P avesi. Appartenne nel secolo XIV a Pandolfo Malatesta signore d i Brescia, che concesse a ,\4. special i statuti e p riv ilegi, confermati dalla Repubblica veneta qua11do d iverwc signora della regioJJc. Neì 1404 fu preso da Ga leazzo da Mondovì e saccheggiaro; in q uell 'epoca su bì le vicend<: delle guerre c he devasrarono la regione. f\"el 1441 fu assediato da Francesco Sforza, allora generale dei Venezia ni, con 30.000 u., ma, soccorso dal Piccinina d i uomini e vctto\·aglic in tcn1po potè rcslstert:. 1',lon solo, ma lo Sforza fu bloccato dal Piccinino nel suo ca mpo, d ivenendo da a,sediante, assed iato . Scnonchè i nterrup pe tutte k opernion i la pace di Cremona, del 20 novembre. Nel , 454 Venezia concesse M . al Colkoni, c he la fece fortificare nuovamente : tornò alla Repubblica dopo la morte d i costu i. 1

Martinengo . Famiglia originaria del comune omonimo, al la ,iuale appa rtennero molli

uomini d 'arme..:, specialtn<.:ntc

:.Vlartinengo Cesare

nei secol i XV-XVII. Ricordere mo fra essi Leonardo, Gerardo, Giacomo e Gaspare, che combatterono per Venezia agli ordini del Collconi, e i seguen ti :

Martinengo Cl'stlr<, . Condottiero del secolo XV, al servizio dapprima della regina Giovanna d i Napoli; poi d i Filippo Visconti, per il quale si battè a Maclodio ; poi d i Francesco Sforza, dal quale fu inviato nel mezzogiorno in soccorso degJ , alleali A ngioini; infine della Repubblica d i Venezia, per la quale comba ttè a Caravaggio .

.\1arti11,·11go Giovanni, conte di //arco . Ingegnere m ilitare d el secolo XV; al servi7.i(, dell;1 Rcpul,h]ica di Vene7.ia costruì nel r450 la Rocca d'Aufo cd ebbe il titolo d i c0mc dalla Repubbl ica . Marti1Je11go Nestore. Ingegnere militare del secolo XVI. Fu al servizio deJia Repubblica veneta, e fra !.'altro partecipò ai lavori d i fortificazione nell 'isola eh Candia.

Maninengo Ercolt-. Generàle del sec . XV!ll. Col rcgg. di Sicilia p rese parte alla guerra d i Successione d'Austria. Passa to nel rcgg. provinciale d i Novara (1752), ne divenne colonnello nel 1775 . Brigadiere di fanteria nel t783, passò nei trattenu ti nel 1789 col grado d i magg. generale. Manir,cngo Marco Antonio. Generale del sec, XVIII , Comandò dal 1767 il regg. provinciale d i Novara. Magg. genera k nel 1 ì75, divenne governatore della · ciuà e provincia d i Alba, ne lla quale carica fu p romosso luogoten . g<:ncralc nel r780 e gcuerale di fanceri~ nel 1789. Maninengo Col/coni Ettore, Ingegnere m ii. bresciano del sec. XVJJJ. Al servizio di Federico · II cl i Prussia, passò po i a fortificare Bresc ia e (ecc parte del corpo legislativo de! la repubblic.a Cisalpina . Comandante delle guardie nazionali del d ip . del !vlella nel 1800, sotto il regno cl 'Italia fu p residente del corpo legislativo . N el 1805 inventò una macchina d'ince ndio a d ifes• dei porti e p ubblicò un op uscolo sull a « M ilizia equestre ». Nel 1807 fu nominato senatore e nel t8 r5 si ritirò a vita p r ivata . Martinengo Dalle Palle conte Luigi. Ufficiale jraliano al servizio deli ' ,\ ustria nel secolo XIX . Scoppiata la rivoluz ione unghe rese ( r849) disertò ed e ntrò nell 'esercito mag iaro, col g rado d i capita no degli Ussari. Venne ferito sul Tibise0 e preso dagl i Austriaci conda n nato a parecchi a1111j d! carcere , scontati i t]Ualì ~i ritirò n Venezia .

Manir,engo Filippo . Generale, n. a Torino nel ,864. Sottot. <li fanteria nel 1886, fu in Er itrea nel 1887. Colonnello comandante del 73"' fan teria nel r916, e brigadiere generale com andante della b rigata Ca labria nel 1918 . nella guerra conrro l'AustrtJ.

guad agnò tre rne<I. d'argento, la croce da cav . dd l 'O. M . S. a Dosso F airi (rgr6), e quellà d i uff. dello stesso o rd ine Martinengo F ilippo sul Col della Berretta e sul Co l Caprile (r9r8). Dopo la guerra comandò le brigate Panna e Basilicata e nel 1926 fu promosso generale rii div is. com a n<la11tc della div,s , d i Ancona. N el 19 28 fu collocato in P. A . 1'ifartùu>ngo Stefauo . Gencralt:, n. a Genova, 1n. a Roma (,365 -,927). Sonor. d'art. nel 1884, fu in Eritrea nel 1888. Nel r9ro passò nel ruolo tecnico. Colonnello nel r9r6, diresse durante la g uerra lo stabilimento lavorazione spolette d ell 'officina d 'a rt. di Torèno . Direttore JeJ R. polverificio del L iri nel 1922, fu nel 1925 prOlllO$SO magg. generale e dest in ato alla d irezione studi cd e sper ienze . Nel 1927 fu nom inato capo repa rto della dire z . superiore dc? s.crvizio tecnico d'artiglieria.

Maninengo di Villagana Angdo. Generale, n, a Brescia nel r8t;6, Sotlot. dee bersaglieri nel 1886, entrò in guerra


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contro 1'Austria e al comando d i un bgl. bersaglieri guadagnò una med. di bronzo nel 1915. Coman<lò nel 1916 il 31' fanteria e, colonnel!o nel 1917, il 17° bersaglieri. Ebbe poi il comando delle brigate Grosseto e Catania e fu promosso brigadiere generale nel 1918. Combattendo in varie r iprese presso i l Piave, meritò due med. ti 'argento e la croce da cav. dell'O. M . S. Dopo la guerra comant!ò la 2 " brigata bersaglieri (1920) e la brigata Toscana (1923). Nel 1926 andò i n A .. R. Q . e nel 1928 p assò nella riserva.

Martinetto (o Martinello). Era così chiamato uno dei quattro strumenti coi quaE si caricavano

le balestre, ad cccezIOne di quelle a pallottola. Dal M . presero nome tutte le balestre che con quello venivano caricate. Era di ferro o d'acciaio, e funziooava col s i~ stema di un ordinar io martinetto,

solo che, invece di sollevare pesi, serviva a

Ma.rti.nctto pe r balestra

tirare a sè e

tendere

la corda dcli'arco: a tal uopo , l'asta deruata che si muoveva per mezzo di un manubrio ripiegato a squadra, a ,•eva u n gancio bipartito che afferrava la corda e la t raeva fino alla tacca della noce. Il M. si adattava sulla balestra con un anello di cor<la, raccomandata a due perni che sporgevano lateralmente.

Martinez (Alo11so). Archibugiere spag1rnolo del secok, XVII . Ideò una canna con chiodi di ferro di cavallo, che nessuno cercò di imitare per la grande lavorazione che esigeva. Emigrato in Por togallo, il re Don Juan lo nominò s uo archibug iere. Per motivi politici, fuggl a Barcellona <love fu chiuso in prigione: riconosciuto dall 'uflicialc di _guardia, ne i nformò i l capitano generale che possedeva molti pregevoli lavori di Martinez e non permise che un sl va.leme artefice fosse giustiziato; liberatolo, lo mandò a MajorCl come maestro maggiore di armi; in questa carica morì. - Molti altri M. figurano fra gli spadai famosi di Toledo, e fra gli archibugieri spagnuoli. Martincz Gùucppe. Uomo di mare napoletano del sec. XVIIJ, soprannominalo « capitano Peppc ». Si distinse per audacia e competenza, tanto che nel 1752 ebbe il comando di una squadretta d i sciabecchi napoletani, con la q uale · corseggiò a danno dei pirati barbareschi. Martinez

Campos (Arsenio).

Generale spagnuolo (1831-1907). Partecipò alla guerra Carlista, Martincz Campos distinguendosi a Saragozza e nella guerra Ispano-Marocchina {1859,60) dopo la quale passò a Cuba dove raggiunse il grado di gen. di br igata. Nel 1873 domò la ribellione di Valenza e fu promosso gen. di divis., e poi capitano generale della Catalogna, sconfiggendo i Carlisti più volte. Inviato a Cuba, firmò con gli insorti dell 'isola il trattato di Zanjon. Tornato in patria, fn ministro della guerra e presi<lcotc del Consiglio. Nel 1895 ebbe il comando delle forze spa-

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gnuolc a Cuba contro gli insorti, e lo tenne fino al principio del 1896, quando fu sostituito dal gen. Weyler. Martùrez Gabriele. Amm iraglio, n. a Napoli nel 1837, e ntrato in servizio nel 1851, promosso contrammir. nel 1885, viceammir. nel 1891, collocato in P. A. nel 1894. Prese parte all:1 campagna del 186o-61 e fu membro del Comitato navi al Ministero della Marina.

Martina;:: Ernesto . Generale del genio navale, n . a Napoli nel 1844, entrato in ser vizio nel 1860, promosso ispettore del genio navale nel 1892, ispettore generale nel 1896; nominato ten. gen. nel 1904; collocato in P . A. nel 1905. Martinez Frt1ncesco. Generale, n. ad Avellino, m. a Mercato Sanseverino (1857-1930). Sottot. d 'art. nel 1879, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96-97. Combattè in Libia nel 1912 ed a Misurata rimase ferito ed ebbe la med. d 'argento. In P. A. nel 1913, fu promosso colonnello nel 1915; passato nel 1913 nel la riserva, vi fu promosso generale di brigata nel 1924. Martinez Enrico. Generale del genio navale, n . a Napoli nel 1859, entrato in servizio nel 1881, promosso magg. generale nel 1916, collocato in P. A. nel 1920, promosso generale nel 1923 e generale ispettore nel 1926.

Martini (Francesco di Giorgio). Archi tetto militare di Siena (1439-1502). Costruì molti edifici per Feder ico di Montefeltro, per Giovanni della Rovere (rocche · di Mondavio e Mondolfo) e per gli ~i\.ragonesi; inventò le n1inc e riformò la teoria delle fortificazioni col suo cc Trattato di architettura civile e militare ». Disegnò la cinta bastionata con nuova forma a

fiancheggiamento radente e proclamò la massima che la bontà 'delle fortezze risiede nell'artifizio della pianta anzichè ncl!a grossezza dei 111uri, affermando così l'importan i\1artini Francesco za del tracciato. Egli suggerì inoltre l'impiego di un muro a fer itoie fatto per lungo sul fondo del fosso e i capannati , ma queste proposte 111contrarono allora poco favore, mentre furono applicate nel secolo XIX . Chiamato in Calabria nel 1492 da Alfonso d'Aragona, dispose opere nuove e miglior.a menti alle fortificazioni esistenti; ne ri1nangono traccie a Carovigno e a

Gallipoli. Lasciò inoltre manoscritto un « Codice di macchine e fortificazioni ». È considerato capo della scuola fortificatoria detta <lei cc soldati » o cc Urbinate », in contrapposto a quella degli « architetti >> capitanata dal Taccola e a q uella « mista » capitanata dai Della Scala. Martini di Casteh:uovo Giweppe. Generale (1764-1844). Percorse la carriera in fanteria. Colonnello nel 1827, CO· mandò la città e prov incia d 'Ivrea e dal r830 la c.ittà ed il ca~te!Jo di Villafranca d, Nizza. Nel 1842 fu collocato a riposo col grado di magg. generale. , Marti11i Ferdinando . Generale, n. ad Occimiano (1775-

1863). Sottot. del genio ne l '79·1, partecipò al le campagne del 1794-95-96-99. Comandò il castello di Casale nel 1825, la città di Mortara nel 1836 e fu promosso in detto anno colonnello. Nel 1844 fu collocato a riposo e promosso n1agg. generale. 56


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Marti11i di Cigala conte Enrico. Generale, Jl . e m. a Torino (r8u-r876). Sottot. di cavalleria nel 1830, meritò a Pastrengo la mcd . d'argento. Nel 1854, dopo aver comandato i cavalleggeri d i Aosta, fu nominato ispettore del!e RR. scuderie ed io tale qualità divenne colnnne!lo nel 1856. Magg . generale ed aiutante d i campo del Re nel 1859, ebbe nella campagna della bassa Ital ia la croce ;fa cav . ddl'O. M. S. Ten. generai<: nel 1862, comandò l2 divis. di Cremona, poi fu di.rettore dei deposi.ti cavalli e nel 1866 andò a riposo.

Martù,i Giovanni. Ammiraglio, n . a Napoli, m . a Roma ( 1859-r930). Entrato in servizio nel 18n, fu promosso contrammir. nel 1913, collocato in P. A . nel 1914, promosso ammir. di divis. nel 1926. ]'rese pa rte alla campagna del 1888 nel Mar Rosso; tnrnato in Patria, d ivenne presidente del Tribunale supremo di Guerra e M arina.

,W artini Fede,ico (De) . Fabbricacorc d'armi n . in Ungheria ( 1832-1897). Laureatosi in ingegneria, fu ufficiale del gen io nell'esercito austriaco e partecipò alla g uerra del 1859 in Italia. Passato poscia nella Svizzera, vi ideò il fucile che fu adottato nel 1871 , ma sostituendosi la sua canna a quella del fucile I-/enry (V.) prese il doppio non1c. Martini Francesco. Ufficiale garibaldino, t reni ino. Partecipò alle campagne del 1859, 1860 e 1866 nelle Guide, segnandosi particolarmente al Volturno, e ai tentativi di Sarnico e Aspromonte. Anche suo fratello Ge,·olamo foce le stesse campagne, e gli altri fralelli .,1rcJ,imede e Aristide combatterono con Gerolamo nel 1866 nel battag linne Castellini .

JVlartini Paolino

l'vlartini Giovanni

,vlarrini Giulio. Generale, n. nel 1860, m. a Napoli nel nel 1925 . Sottot. d'art. nel 1·8 79, passò nel 1910 nel ruolo tecnico. Colonnello nel 1913, fu capo ufficio all'ispettorato UJstrnzioni e.I 'artiglieria. e poi della din.:z . generale tccn.ica delle lavor;,zioni. Magg. generale nel 1916, andò in P. A. S. nel 192 1 e nel 1 923 fu promosso ten. generale. Martini Enrico . Generale, n . a Napoli nel 1862. Sottot. d'art. nel 1880, passò nel 1910 nel ruolo tecnico. Colonnello direttore del laboratorio p irotecn ico di Bologna nel 1915 e magg. generale nel 1917, Eu nel 1921 addetto all 'ispettorato costruzioni d'arl iglieria. Nel 1923 fu promosso ten. genera le e nel 1925 andò in P. A. Richiamato m scn·izio ncll 1anno scgm:nk, fu di nuovo col locato in P. A. nel 1931.

M artini Felice

:\1artinl Enrico

Martini Felice. Generale, 11. a Pavia, m. a Roma ( 18251905). Ten. ciel genio nd 1848, combattè nel 1849, in Crimea e nel 1859; me ritò la med. d 'argento a Pa lest ro e la menzione onnrevole a Monte Suclio. Colonnello capo d ivis . al materiale del geni0 al min istero nel 1869. diresse per 5 ,rnn i i lavori per l'arsenale marittimo d i Venezia. Magg. generale comand. dd geo.io di Torino nel 187ì, fu nel 1863 promosso ten. generale membro del comitato d';,rt. e genio. In l'. A . nel 1885, passò nel 1891 nella riserva . Diresse il « Giornale d el Genio n e pubblicò un « Progetto sui bersaglieri delle Alpi » e « Progetti e lavori peJ iiordinamcnto ed ingrandimento ddl ~1rscnalc n1~-uittin10 di Vt:nezia )> . 1

;,f artini Cesare. Ammiraglìo, n. a. Sassello, n1 . a Genova ( 1850-1931). Entrato in serv izio nel 1864, fu collocato in P. A. col gra,ln d i capitano d i vascello nel 1904, promosso contrarnmir. nel 1908, ammir. di divis,onc nel 1923.

Martini Paolino . Ammiragli", n. a Napoli nel 1859, entrato in servizio nel 1877, promos~o contrammir. nel 191 L,

collocato in P . A . nel 1916, promosso viceammi.r. nel rçr8, ammir. di squad ra nel 192.6. Fece varie can1pagne n avali e fu direttore del C .R. E. M. dal 191r a l r916.

Martinica. IsoL, delle Antille Francesi, superficie 988 Kmq., ab. circa 200.ooo~ per la n1aggior parte n1ula1.:ti e negri. Capoluogo dell'isola è la città fortificata d i Fort-dcFrance. La ./\4. fu scoperta da Cristoforo Colombo nel suo <1l1Mto viagg io in Ame rica ( 1502-150.1), e colonizzata dalla Francia nel 1625. ·N d 1790 vi scoppiò la rivoluzione cui .seguì la guerra <.:Ì\'ilc; le nuin crose operazioni n1iL avvenute durante quel lungo periodo di confusione neJl •iso la vanno sotto il nome di ({ Guerra rii (Tros-lvtorne )). I. Attacco della Martimca (1674). Ap partiene alle guerre cnlonia!i per il possesso delle ,\ntille. La flona ofandese al comando dell'ammiraglio Ruytcr glunsc davanti alla kl. }l 1 luglio 1674- Entrato nella bai;1 d i Forte Reale, l'amrnir. olandese [cce sbarcare le truppe e tentò subito di prendere o di incendiare alcuni bastin1entì francesi che si trovavano in riparazione nel bacino di ca renaggio , ordinando a due fregate e ad un hrulotto d i e ntrare nel ca nale che conduceva al bacino. Jl.fa i Fra ncesi fecero offondare nll'ing,·essn del canale due basrimc11ti mercantil i i qual i chiusero il passaggio. Qucsrn manovra cd i l t iro continuo di una lx-tllc.ria di tredici cannoni resero vano i l tcutati vu ,,landcse . Il Ruyter continuò lo sbarco d elle sue t ruppe che ammontavano a pit1 che 4000 u. Le Prevost de Saintclv!arthc, cornandantc alia. ,V/., .s i gettò con tutta la truppa a sua d isposizione. circa r 6o u. nella uincea che coprivil il massiccio del Forte Reale . Cli Olandesi non riuscirono a forzare la trincea . situata in forte posizione, e s i ritirarono d opo aver perduti parecchi solda1i. C'.-crcarnno allora di raggiungere alc une case dietro le cpiali si appo-


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sta rono ; m a i cannoni delle navi francesi li fecero slogg iare dal nuovo appostamcnw . N el franempo, essen do lorn sopraggiunti rinfo rz i!- decisero di attaccare una seconda, e poi una te rza volta la tri ncea, m a sernpre con esito negativo . E il Ru ytc r , avendo perduti molti ufficiali morti e parecchi ieriti, fra i q uali il p roprio figlio, v isto in utile ogni ten tativo di p rendere ia M . ai F rancesi, diede l 'orc!inc alle truppe di rimba rca rsi e si diresse con la flotta ve rso la Dominica . II. Presa ,ldla Martinica (1762). L'amm iraglio inglese Rodn ey, il 7 gennaio 1762, si p rese ntò davanti alla M. co n u na /lotta d i 40 v ascelli che trasportavano u n ese rcito di circa 13.000 u. da sbarco comandati dal gcn. Moncton . Cominciò subito le ost ilità sba rcando nd <1uarticre del M a rin ~ooo soldati , i quali , acco lti da un nutrito fuoco dagl i abirnnti, ritornarono subito sulle navi per ripe tere altrove il ten tativo . Rod ney si ponò allora nell a rada di 1\rbets e vi effe ttuò u no sbarco sollo la protezio ne del fuoco cl 'ar tiglieria ddlc navi, bombar d ando la riva per parecch ie ore. Occupò q uindi le alture circost anti, prendend o il Mo rne: Ta, lensvn. In tanto Moncton avanza va cautamen te su un terreno accidentato , riel q uale era contrastato passo per passo, se bbene gl i abitanti non potessero opporre ai suo i 18 .0 0 0 u . ri i t ruppe regola ri che dodici o tre d icim ila irregola ri , pie n i d i coraggio ma p r ivi d ì discipl ina . Le Vassor tic la T o uche , c he era alla testa cli questo corp o , col t ito lo d i gove rnatore generale, f u sloggi:ito da tutte ]e posizio ni successiv;lmtn tc occupate. Ag li Inglesi no n restava più che u n poS\o jmportante da mt.accare, l 'altura Garnier , u ltimo baluardo de ll 'isola. F.ra però necessa rio re ndersi priir,a pad ron i de lle alture d i Fort-Royal, e Moncto n le p rese d'assa lto; quindi si diresse contro il forte e riuscì a prendere la cittadella in meno rii ono ore; subito dopo si po rtò pertanto al forte San Pietro, dove la popolazione si a rrese pri ma d tc vi g iungesse con i suoi sold ati De l a T ouche, il ~1uale fu così costretto a ridursi nel suo ultimo trinceramento. Si doveva .all<:ndcrc u n com,battime nw accanito <· sanguinoso, ma gli abitanti , temendo le cunse.gucn ze d i un bombard ame nto e rii un assalto da parte delle truppe assedian ti, i nd ussero il governatore a preferire un;1 cai]itolaz10ne onorevole ad un ~acrificio inutile . E la M . fo così con q u istata d agli !11glcsi, i quali la restituirono al la pace.

111. Combauimcnto della Martinica ( 1781). L"ammir. francese conte de Grasse .il 28 aprile g iunse alla Al. con u na flotta di 23 v~1scclli, in accompagna111cn to di un nun1croso convog \10. La s<:r:.i dello stesso gjorno g ]j fu riferito che il

Forte Rea le era bloccato da 17 vascelli e 5 fregate inglesi agli o rd ini ddl 'ammir. Hood, il q uale voleva opporsi all'en trala i n porto del suo con voglio . L 'indomani mattina i! De Grasse si m ise in marcia col suo convoglio per an-

dare a cercare il nem.ico: e verso k

11,30 le due arn1atc si trOv[trono a portata del tiro dei cannoni . Gli Inglesi si 1ni ~

sero in ba ttagl ia a traverso la baia d i Forte Reale, per ch iudere il passaggiu del con voglio, ma il generale francese .fece d irigere sop ra di essi, e, approfittando del momento in cui b battagl ia si ingaggiava con la loro avanguardia. fece ju trodurrc il convoglio che si andò ad ancorare , seflza altri ostacoli, n_d la baia . G!i l11glesi, che e rano di mo:to infe riori cli numero, si rlrirarono verso le isole di Sa n Cristoforo e rli Anr.igoa.

IV . ;//tacco della Martinica ( 1793). Appa rtiene alle guerre dd la Rivoluzio ne francese. Approfittan do della g uerra civile all a YI . t ra F rancesi realisti e F rancesi repubblica ni, il gen . ing lese 13n1cc 1 operato il 16 g iugno uno s barco a C:ise.i',Tavi re, jl giorno r8 si mise i,, n1arcia su due CO· !o nne, pe r anda re ad attaccare S . P ietro. l l gen. repubblicano Rochambcau , governa to re della M . , avverriro ddla presenza degli I ng lesi nell 'isola, aveva d isposto d iverse imboscate su ll a strad a ch e dovevano tenere le t ru ppe del gen . Bruce, e gli abitan ti della città, per secon d arc il piano di Rocham beau, anJarono loro inco nrro . Le coJonnc inglesi sor. prese da llllt i i lati d ai t iragliato rì in imboscata furono messe ,n d isord ine. Nel frattem po, sopraggiunto Hochambeau , le ca ricò impetuosa men te e comple tò la disfatta . !I corpo d'armata d i Bruce si rifug iò sulla spiaggia del mare per mette rsi sotto !a p rotez ione de lla squadra dd contram rn ir. Garner, s'imbarcò e si allontanò . V . /'resa ddla Martinica ( 1794). Appart iene alle g uerre dell a Rivoluzione francese. L ' 11 febb ra io la f-lolla britan nica comparve sulle coste della AI. sbarcandovi truppe che presero subito possesso di molti punti jin1ultaneamentc. Il gen. repuhblica,w Rocnamheau non aveva a sua d isposizione che 600 u. da opporre al.le forze considerevoli con le qua li gl i l n glesi venivano ad assa li rlo. Si ridusse perta nto a d ifendere Sa n Pietrn, e, d istribuite le poche rruppc ,1i suoi ord ini cd i patriot i dell ' isola in varie compagnie, le mise a difesa dei forti. Gli Inglesi, investiti i forti con regolare assed io, scavando trincee ed erigendo batterie, nella q uali collocarono <)o bocche da fooco, co1ninciarono il bon1 bardan1tnto da terra. e da mare, du rato o ltre u n mc,e ininte,-ro ttamentc . Riusciti alla fine ad aprire breccie in molti f,urni, la cinà fu costretta a capitolare. L 'isola tornò alla Francia in base alla pace d i J\iniens .

n Forr- H.oyal alla 1\.1artinica (epoca n apoleonica)


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VI. Presa della Martinica (1809). Appartiene alle guerre dell' impero napoleonico. Avendo gli Inglesi stabilito d ' impadronirsi della M ., radunarono nel mare delle )sole Sotto Ven~o una squadra di 7 vascelli di linea, 3 fregate, 72 legni leggeri e più di 100 t rasporti , facendo venire truppe e materiali da guerra dalle diverse ·colonie delle Ammc. Costituirono cosl un corpo d 'operazione, composto di 12. 000 u. di linea, di numerosi artiglieri e oltre 3000 soldati di marina . Per opporsi a forze cosl numerose, l"ammir. Villaret-Joyeuse, comandante della M ., non disponeva che di 2500 u. Il 30 gennaio ,609, gli Inglesi sbarcarnno e si formarono in due colonne: la prima, della forza di 8500 u. era comandata dal capo della spedizione gen. lkckwith, e dal ten. gcn. Prevost; la seconda, della forza d i 3500 u ., era agli ordini del magg. generale Maitland. Il 31 i Francesi furono costretti ad evacuare il forte San Pietro e, per non abbandonarle in mano agl i Inglesi, bruciarono due navi da guerra ritirandone gli equipaggi a Fort-dc-Francc. Il primo febbraio gli Inglesi sloggiarono il col. Miany cd il comandante Prost dal posto di Dusson e si stabilirono sulla cima della collina di Surirai. Mentre il col. Montfort difendeva validamente il posto di Landais, il comandante Boyer de Peyrcleau sferrò due assalti contro Surirai, tentando invano di scacciarne gli Inglesi. In questi inutili tentativi i Francesi per dettero 500 u. tra morti e feriti. Questo stesso giorno, 1 ° febbraio, gli In. glesi cominciarono l'attacco ed il bombardamento dell'isolotto Ram iers, difeso da 132 u. al comando del cap. Petit. Il 2 assalirono con forze superiori il posto cli Landais e lo presero. Contemporaneamente due colonne rinforzate si portarono contro due ridotte poste alla testa del campo trincerato , ma dovettero ritirarsi. In tanlo nel campo fran-

cese avvenivano gravi diserzioni. Le guardie nazionali che si erano portate valorosamente nei precedenti combattimenti, intimid ite d alla ·m inaccia inglese di confiscare tutti i beni dei coloni sorpresi con le armi alla mano e di- deportarli poi a Botany-Bay, abbandonarono il combattimento è si ritirarono alle loro case. Questa defezione lasciò la colonia e gli approcci del forte Desaix senza difesa. L 'ammir. Villarct-)oyeuse era ridotto ad avere ap pena 1500 u. , non compresi i cannon ieri, per difendere due forti, contro un nemico dieci volte più n umeroso e appoggiato da una squadra abbastanza potente che era già penetrata nella baia di Fort-de-France. Decise quindi di r itirarsi (3 febhr;,io) nel forte Desaix, dove si sarebbe potuto difendere lungamenre, e fece incendiare l'ultima nave da guerra rimastag li, mentre gli Inglesi stavano per impadronirsene. li 4 l'isolotto d i Ramiers si arrese dopo tre giorni d i bombardamento. Il giorno 8, due scialuppe i nglesi sbarca rono 800 uomini, i quali si impadronivano del Fort-deF rance. Il 17 febbraio cominciò llll bombardamento fu. ,·ioso contro il forte Desaix; un tentativo di attacco fu r ibuttato; si 'ripetè l'assalto il 19 dopo una intensa preparazione di fuoco d 'artiglieria; il 24 febbraio il Villarct fu costretto a capitolare : la guarnigione, a cui furono uniti tutti i prigionier i fatti durante la campagna, i n totale 2400 persone, venne condotta prigioniera in Ingh iltcrra. - 1. 'isola tornò ancora, definitivamente, alla Francia coi trattati del 1814-,5. (V. anche la voce : For te Diamante).

M artiny (von Molastow, Ugo). Generale austriaco, n. nel 1870. Raggiunse il grado di magg. generale nel 1908,

e.li gcn. di d ivis. nel 1912 e di generale di fanteria 11el 1915. Durante la guerra mondiale si distinse a K rasn1k, contro i Russi, al passaggio della San e nei Carpazi. Con l'attacco di Molastow corninciò la campagna che ponò in un mese le sue truppe alla occupaz ione cli l'FZcmysl, e ,oi cli Lublino. Combau:è inol tre a Luck e a Gl ika contro Ilrussilov. Dopo la g.ierra si rituò a vita privata. Martiropol i. Antica città dell'Armenia, oggi Mejafarkin . Nel 578 d. C. vi si combattè una battaglia fra i Ilizantini e i Persiani; questi ultimi vi rimasero sconfiui,

e jl loro

generale , Mcbode, cadde com battendo. Nel 582, ; - Persiani se ne im padronirono, e ne cacciarono tutti gli abitanti ad eccezione delle donne e degli schiavi.

Martiny Ugo

Battaglia e assedio di Mal'IÌl'opoli (53, ). 6000 Persiani, accampati sulle r ive dd Ni nfeo, cercavano di attaccare !\,/ . I Roma ni, che occupavano la piazzaforte, usciti d.alle mura, ingaggiarono il combattimento e poco dopo finsero di darsi alla fuga, senza però rompere le loro formazioni . I Persiani, ingannati, li inseguiwno disordinatamente, ed i Romani alloraJ fatta fronte indìerro, si gettarono sui Persiani, uccidendone 2000 e facendo prigionieri i comandanti. Qualche tempo dopo i Persiani tornarono davanti a M . e vi posero l'assed io . La città, quantunque molto ricca, mancava cli viveri e non avrebbe potuto resistere a lungo, se una spia non avesse datç agli assediati il modo cli liberarsi dai Persiani. Presentatosi a Sitta, generale dei Romani, l'av vertì che gli assedianti aspettavano rinforzi dagli Unni. Sitta, con danaro, in dusse la spia . a tornare al campo nemico per annunziare che gli Unn i, corrotti dai Romani, anzichè portare ailllo avrebbero attaccato i Persiani , i quali, a questa falsa notizia , colsero l'assed io cli M . e si ritirarono.

M artonite. Con tale nome i F rancesi, nel loro codice segre to, indicarono una 1nisceJa eminentemente

lagrimo-

gena , costituita di bromacetone p. 80 e cloracetone p. 20. L 'aggiunta del cloracetone aveva lo scopo cli diminuire la perdita del bromo ne\ composto principale, il bromaccto nc, che , a lungo andare, va spontaneamente soggetto

:i.

decomposizione. Esso, infatti, non è molto stabi le; si altera con facilit?1, specie in presenza e.Ii ferro, 'per cui) nell'impiego per la carica dei proietti, si rese necessario che q uesti venissero internamente rivestiti di piombo. Durante la guerra mondiale, il bromacctonc fu anche largamente sfruttato dai Tedeschi, i quali lo usarono nella · miscela della seguente composizione cemesinrnle : bromacetone p. 25, bromuro cli cianogeno p . 25, benzolo p. 50. Tale misceb era dotata di spiccato potere irritante per le mucose, e di proprietà soffocanti e tossiche di rapida azione. Ugualmente fecero gli Austriaci, i quali, specialmente nella battaglia del Piave, il 15 giugno 1918, lanci,irono nelle nostre linee di difesa, dall'Astico al mare, non meno di 600 mila proiet ti caricati di questo energico aggressivo. Mart orell. Città della Spagna, nella Catalogna , a lla confluenza dd Noya col Llobregat.


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MAR

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Presa d; Martore!/ (30 giugno 1808). Appartiene a•:a campagna dd 1808 dell'esercito napoleonico in Spagna. Allo scopo di liberare le rive del Llo brega.t dalle truppe spagnuole, la divis. Lechi avanzò su M., che fu sgombrata dalle bande spagnuole, le quali si rifugiarono nei limitrofi monti; solo alcuni corpi lcggieri ne difesero pet t,reve tempo gli accessi, soprattutto dalle alture che la dominano, sia sulla dr. della Noya sia sulla sr. dd Llobrcgat; ma all ' impeto dell'attacco nulla potè resistere. M . fu presa e de,•astata; un bgl. s'accampò sulle alture e gli altri, attraversaci i fiumi laterali, dispersero il nem ico e si assicurarono il tranquillo possesso della città, racccogliendo contemporaneamente c1uante più munizioni da guerra e vet tovaglie poterono. Dopo qualche giorno gli Italiani abbandonarono .1\4. e si riunirono con le altre divis. francesi intorno a Barcellona.

Martos (lait. Augusta _Gemella). Città deila Spagna, nell 'An dalusia, prov. di Jaen. Colonia romana sotto Cesare Augusto , fu tolta ai Muri da Ferdinando III nel 1225 e data all'ord ine d i Calatrava . llssedio di Martos (1238). Appartiene alle guerre dei Mori in Spagna. Nell 'anno 1238, Mehemed-Abu-Said, informato che il governatore di M . era uscito dalla fortezza con la guarnigione per saccheggiare la campagna, si presentò davanti a questa piauaforte per impadronirsene. La moglie del governatore fece immediatamente chiudere le porte e $i preparò a una vigorosa difesa , aiu.tata dalle altre donne che avevano seguito il suo esempio, e si erano inc::ssc sotto Ja sua condotta, versando sugli assed ianti sa~

raccni pietre e pece bollente·. Così r esistettero linchè, sopraggiunti i loro uomini a soccorrerle, i Mori battcronn in ritirata .

Marucci (Nicolò) . Capitano riel sec. XV, n . d i T olentino, m. nel 1435. Si arruolò sotto Pandolfo Malatesta, ;1 q uale lo mandò in soccorso dei Fiorentini contro l'imperatore. Da quel! 'epoca passò al ser vizio della Rept16blica di Firenze . a cu i rimase sempre fedele. Si distinse ad Anghiari (1425) e d ivenne capitano generale della Repubblica; nel 1433 si impadronì di Tolentino, e durante la guerra contro il duca di Milano, comandò l 'esercito della lega tra il papa, i Fioren tini e Venezia, quando fu fatto prigioniero da Nicolò Pìccinino comandante delle truppe duca li; non avendo voluto mancare di fede ai Fiorentini, fu fatto m orire cli veleno in prigione . Marucci Antonio. N ipote d el precedente, rn . nel 15oj. Servì il duca di Mi lano ed il re Ferdinando di Napoli, dal quale ebbe il titolo di consigliere e tem : e castelli nel ream e, disti nguendosi nelle guerre del suo tempo.

Mamcci Nicolò. Figlio del precedente, si distinse nelle guerre d'Italia del scc. XVI. Fu alla battaglia di Pavia e poi p assò al servizio dei papi Clemente Vll e Paolo l!I, sotto il q uale utimo, protesse dal saccheggio Perugia e l'ano minacciate da Pier Luigi Farnese. Marucco (Stefano). Generale, n. a St>mmariva del Bosco nel i862. Sottot. di fanteria nel 1882, nel 1913 guidò il bgl. alpini Feltre ad Asabaa meritandosi la mcd. d'argento. C olonnello nel 1915 , comandò in guerra il 162~ fanteria. In P. A. nel 1916, fu promosso nel 1917 magg. generale. Assunse nel 1923 il grado di generale di divis. e passò nella riserva nel r928.

Maruffo (Matteo). Ammiraglio genovese del scc. XIV. Nel gennaio del 1380 fu inviato a soccorrere Chioggia as-

scdiata dai Veneziani. Durante il viaggio, incontrate sette galere del la. Repubblica veneta, che si recavano a Manfredonia per vettovaglie, le assalì e le prese. Quindi, recatosi a Chioggia , volle provocare i Veneziani a battaglia, n1a non vi riuscì, e, tratto in inganno da Vettor Pis~:rni,

rim ase a sua volta assediato . Dopo la resa della città salpò per Trie~te, Arbu, l'ola e Capo d 'Istria, rifugiandosi nel porto di Zara ; quindi, avveouta la pace fra le due Repubbl iche rivali, tornò a Genova .

Marulaz (Iacopo Francesco). Gene rale francese (1769r842). Volontario a 17 atmi, divenne colonnello a 29; e nel 1804 Napoleone lo nominò generale d i cavalleria. Partecipò a tutte le guerre napoleoniche r iportandov i n umerose ferite. N el 1809 si distinse a Wagram ove fu ferito per la d iciannovesima volta e guadagnò il grado d i generale di divisione. Nel 1814 ebbe il governo di Bcsançon che valorosa mente difese e nel 181 5 andò a riposo.

Mamlaz Lriigi. Generale francese, figlio del precedente (1802-188~). Sottot. nel 1822, partecipò alla campagna in Ispagna (1823-26) e poi alla spedizione i.n Algeria ove rimase ferito. Colonnello nel 1849, si battè a Roma. Genera le di brigata nel 1852 e di di vis. nel 1855, andò in riserva nel 186j, ma ritornò rn servizio per la campagna del 1870. ,

Marull i (conte Francesco Saverio). Feldmaresciallo i m periale, n. a Barletta nel 1675, m . a Uologna nel 175r. Iniziati gl i stud i g iuridici , abbandonò i codici per darsi al mestiere delle armi , entrando nell 'ordine dei Cavalieri di Malta, e prese parte alla impresa di Chio nel 1694. T re anni dopo passò al serv i7.io di Carlo II di Spagna e quindi di Filippo V , che lo mandò in Italia a. presidiare Orbetello. Sotto gli ordini di Eugenio d i Savoia si battè a Pctcrvaradi.no (1 716) gua<lagna ndovi il grado di maresciallo . Dopo la capitolazione di Belgrado (1717) e la conclusione della pace, il principe Eugenio lo nominò governatore generale della Serbia, rimanendo in tale carica tredici anni, durante i quali fece costruire n1oltc opere di fortificazione i ntorno a Belgrado, tanto da rendere la città quasi inesp ugnabile. Maria Teresa lo promosse feldmaresciallo ; carico di onori si rit irò a Bologna. Reggimento Ma mlii. Reggimen to napoletano costituito nella p rima metà del sec. XVIII dal conte Francesco M . Si distinse alla battaglia di Orsowa contro i Turch i, nel 1738. Fu conservato fino al 1799.

Marulli T,-aia110·, dttca d' A scoli. G e n era le napoletano (176o-1823). N e! 1809 fece parte col grado ùi maresc. di campo, della spedizione anglosicula contro i Francesi. Nel 1817 fu nominato governatore mii. delle provincie di N apoli e di Terra di Lavoro; nel r822 ebbe il grado di ten. generale nel nuovo esercito riorganiz zato. Marwitz (Giorgio). GeneM nrwitz Ciorgio raie tedesco (1856-1929). Sortoten. di cavalleria nel 1875, frequentò la « Kriegsakademic ", passando a far parte del Corpo di S. M. Dur'ante la guerra mondiale comandò la cavalleria tedesca


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MAR

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nell'invasione della Francia, poi il VI C . d'A., poi la 2• e la 5• a rmata; fu collocato a riposo il 13 ottobre 1918.

Marzani (Tommaso , c:onte di -Squillace) . Ammirag!io e genera le d el scc. XIV. F u al servizio del re Ro berto cii Napoli ; governò l'Acaia dal 1309 al 13r3; in quest'anno si trovò a Va v ia conlro Matteo V isconti ; ('anno seguen te cornbattè nel marchesato d i Saluzzo; nel ,317 era a capo <ld la flo tta sici li,rna e nd 1326 fu col d uca di Calabria a Fire nze .

Marzocco. 95a Legione della M. V . S. N . , costituita a F irenze nel febbraio del 1923. Appartiene al XIX Gruppo Legioni: è su quattro coorti, con sede rispettivamente a Pontassieve, 13orgo San Lorenzo. Greve, Montaione. li coniando è a Firenze. Dispone di una centui·ia tnitraglieri, di un nucleo d i pronto soccorso, e d i un nucleo auromobili,tico. M. A. S. (o semplicemente Mas). Formula abbreviata di « Motoscafo Anti-Somrnergibi.le ». Questo tipo cl i unità molto piccola e molto veloce venne ideato dal l'lca lia d urame la

Marzari (Pietro). Artigliere vicentino del sec . XVI. Fu capitano e maestro dei bombardieri, e pubblicò un volume

<li « Istruzio ni d ·artiglier ia >) . Marziobarbul i. Secon do Vegezio vi furo110 nell'Illirico due legioni, della forza rii 6000 u. , i quali erano deno,:ninati lvf . pcrchè usavano con n1acstria un'arn1a spec iale da lancio c:hian1ata mm·zioharbrtlo. E ra questa una lunga freccia impiombata vicino ali 'asta cd impennata all'altra estreJniLà. Marzo (Campo d,). Era così chiamato il raduno che i f'ranchi erano soliti fare nei primi g iorni di prin1avera, per deliberare insieme col loro capo o re sugl i affari interni dello Sta to e sulle spedizioni g uel'!'esclk. Ord ina,·iamcntc le assemblee si lcncvano al p rincipio del n ovilunio o del plenilunio e v i prendevano pal'te i guerrieri, armati di rutto punto, e gli uomin i liberi. Quando i Franchi si furono assicurati nel pO!:iSCsso <.lei territori occupati e vi si. stabilirono organi7.zandoli definitiva1ne nte , tn]i asscmbfcc 1

guerra mond iale, e f u presto ·imitato da tutte le nazion i,

specialmen te rla quelle che, avendo come noi mari intern i, potevano impiegarle senza difficoltà . Il loro disloca mento varia dalle 12 alle 30 tonn., a seconda dei t ipi ; 7

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andarono m d isuso.

Mas

Marzo France,w. Ammiragl io, n. a Napoli nel r875, entrato in serviz io t)cl r888, collocato in P_. A . col grado di cap . d i vascello nel 1923, promosso contra mm ir. nel r927, a tnmir. di . d ivis . nel r930. Prese parte alla gue,ra mondiale.

Marzocchelli (Ranuccio). Generale , n. nel 1867. Sottoten . nel 1890, freque ntò la scuola di g u<:rra. Nel , 917 andò in P . A., nel 1918 fu p(Omosso coloundlo e nel 1929 gene rale d i brigata nella riserva .

le velocità var iano fra le 18 e le 30 miglia. L 'armame nto è costituito da un cannone di piccolo calibro, due mitragliere , alcune bombe antisommergibili e due siluri, che possono essere lanciati con lanciasiluri a tenaglie .. Durante la guerra monrliale furono impiegati per scorrerie l ungo la costa ncrn ica, per ricerca e attacco d i som•

mergibili, per scorta a con vogli, per vigilanza alle coste e ai porti, per agguato con tro il traffico nemico, e anche

corne posamine. l\e furono cosrruiti circa 300 durante la

Marzocchi (Claudio). Generale, n. a Radicofani, m. a

g ue rra rnondiale, effettivamen te irnpieg~ni 24,1, perduti 12.

Roma (1844-1 921) . Sottot. del genio nel r865 , raggiunse il grad o d i colonnello d irettore capo d ivis. al ministero nel 1897. I n P. A . nel 1902, passò nella riserva nel r907 e nel 1909 fu promosso magg. generale . N el 1915 fu richiamato in s<:rvàio e fu addetto al! 'ispe ttorato gcn. del genio in Ron1a.

Con dec re to de l t'9r7, fu concessa alla ba11diera della Flottiglia M. dell'Alto Ad riatico la · merlaglia rl 'oro con q uesta rnotivazione :

a

Per le ripetute prove d i ard irnenro

date dalle un ità che le compongono nelle v3rie importanti missioni di guerra comp iute dall'inizio della campagna, e part icolarmente per la brillante spedizione d i attacco e

l\1as in crocie.ra



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guerra sono: gli attacclù contro le navi rifugiate nel porto di Durazzo; l'attacco contro le due navi t ipo « \Vien » a Cortellazzo, in una azione fiancheggiante delle truppe; il siluramento della nave austriaca « W icn " ormeggiata

Masala (Pietro) . Generale, n . ad Alghero, m . a Genova (1816-1864) . Sottot. di fanteria nel 1833, meritò a Palestro la med . d'argento. Colonnello comand. il 26° fanteria nei r86o, ebbe a Gaeta la croce <la cav. dell'O. M . S. Magg. generale nel 1862, con1t!ndò successivamente 1c brigate

Regina, Puglia e Toscana.

Granatieri di

Masaniello (Tomaso Aniello) . Pescivendolo napolcrnno, n. ad Amalfi, m . a Napoli (1620-1647). li ma !governo del duca d 'A rcos aveva esasperato il popolo nap(!letano, oppresso da vessazioni fiMasai:, Pietro scali di ogni genere, quando per una nuova gabella sui frutti, i l 7 luglio 1647, si levò un'aperta ribel lione, speci~lmen te per opera di lvi. il quale, 'fre tipi dil,Mas italiani 1:3-ella gucrra·' mondiale

a:l uno dei moii di Trieste; la beffa di Buccari; il siluramento della corazzata « S. Stefano », avvenuto il 10 giugno I9'l8 per opera di una sezione d i M. in agguato . comandata dal ten. di vascello Luigi Rizzo. Questa azione rappresenta uno dei più bei fatti de lla guerra marittima passata. Ma tutta la storia di ,1ueste piccole navi è storia

Mas

di energia, di coraggio, di ardimento. Sui fragili scafi, i marinai d'Italia osarono sfitlarc più volte le grosse navi nemiche, mantenendo una vigilanza sul mare che negli u ltimi tempi della guerra potè dirsi perfetta. Le squadriglie di M. erano munite d i idrofoni per la scope, ta dei sommergibili, e dislocate lungo tutta la co-

armata di

bastone una schiera di giovani, se ne servì

per i nveire contro i gabellieri. Quindi la plebe, inneggiando a M., arse il casamento ove erigevasi la gabella e corse furibonda al palazzo regio per domandare al vicerè l'abolizione del dazio. Le prigioni furono aperte, i palazzi dei nobili assaliti e devastati. M . intanto, disarmare le soldatesche, forniva i l popolo di armi e tli muni' zio1ii ed occupava i forti tiella città; emanava disposizioni ai capi del popolo c<l organizzava i scrvi,.i di vig i1:tnza e di c!ifesa. Per intervento del cardinale Filomarino, .i l 13 luglio fu stabilito un accordo fra il viccrè e A-!., ai qu~1.k veniva confermato il titolo assunto d i " capitano generale riel popolo »; ma la carica lo rese subito ar rogante e feroce : gli amici più fidati lo abbandonarono, e, in seguito ad una •cong iura, fu

ucciso a colpi di archibugio nel chiostro del Carm ine dove stava passeggiardo. La

folla portò la sua testa, fra gli applausi, al palazzo del vicerè, mentre jJ corpo crn

rrascinaw per le strade e vilipeso.

Masaniello (del Puttiniate)

Masaniello. Nome dato a un sommergibile italiano varato in fine del 1926: assunse in principio tlcl 1927 il nome di « Goffredo Mameli».

Mas pronto per Faffondamento di bombe antisom1:nergibili

st iera Italiana. Anche i Tedeschi e gli Inglesi li usarono nella gue rra costiera lungo le Fiandre. Il loro motto di guerra fu ideato da Gabriele D'Annunzio, ed è : ,v lemento "udere semper: Ricordati d i osare sempre!

Mascalcia (o Maniscalcia). Nel gergo mii. la voce 1H. non significa soltanto l'arte del ferrare il quadrupede , ma anche e più specialmente l 'ambiente dove il quadrupede viene ferrato, e spesso p ure curato da leggere lesioni agli arti, per par re del maniscalco. Nei riguardi del primo significato V. Ferrtltum. Circa il secondo è p rescritto dai regolamemi mii. che ogni reparto d'arma a cavallo equivalente alla cp. abbia, nella caserma dove alloggia, apioosito locale per la ferratura dei quadrupedi, provvisto di fucina con relativo

rnanticc, incudine, e tutti g li arnesi

occorrenti alla ferratura . La M. da campagna era costituita in passato, nei singoli eserciti, da un apposito carro a due ruote, che portava tutto l'occorrente per la ferratura_


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La necessità di ridurre la lunghezza delle coloonç carreggio in marcia, ha fatto sopprimere il carro M., che è stato sostituito da semplici cassette, contenenti una fucina da campa in ferro ripicghcvole, con relativo mantice a rotazione, ed attrezzi e ferri. Tali cassette, che sono in d ist ribuzione a ciascuno sqdr.; btr. o reparto equivalente, vengono riposte in uno dei carri a 4 ruote, nell'apposito allogamento. I reparti someggiati hanno pure apposite cassette di formato trasportabile a soma, che vengono portate da un mulo. Per le immediate necessità di ferratura presso le colonne di quadrupedi in marcia, si provvede a mezzo di una borsa da :11., portata dall 'allievo maniscalco; essa pesa,

trabbando di armi. La co lonna, destinata a vendicare la sconfitta della Macta, fu costituita di l r .ooo uomini, di cui rooo indigeni, con bagaglio ridottissimo. Nella piana essa si dispose in vasto quadraw cli fonteria, al centro del quale erano l"artiglieria, la riserva ed il convoglio, costit uito soprattutto di cammelli. Al passaggio dell"Habra il nemico, che osò attaccare, venne respinto. Poi la colPnria, avviata su lviostagancm, raggiunse Af ., a i 36 Km.

da Orano, attraverso la montagna senza strade e con tempi pessimi. La città fu trovata abbandonata, sicchè il Clauzcl rinunziò a lasciarvi un presidio. Il ritorno fu penoso per mancanza di viveri. Scoppiò la dissenteiia. Come risultato politico la regione fu organ izzata in ere beyliks : Tlemcen, Mostaganem e lo Sceli/f. Dopo la partenza dei F rancesi, Abd-cl-Kadcr r;emrò a Mascara.

Mascaretti (Francesco). Generale, 11. a Pianello nel 1862. Sottot. d "art. nel 1883, passò nel 19rn nel servizio tecnico divenendo coloùnello nel J9r6. In P. A. S. poco dopo !a guerra, fu promosso magg. generale in A. R. Q. nel 1925 e nel 1928 passò nella riserva. Mascaretti Facino. Generale, n. a Torino nel 1870. Sottoten. d'art. nel 1890, passò nel ruolo tecnico dell'arma nel 1911 e partecipò alla guerra italo-austriaca . Raggiunto il grado di magg. generale d 'art. nel 1927, fu nel 1928 nominato Capo del Servizio chim ico militare, e nel 1929 direttore principale del R. Arsenale di Napoli, carica che tenne fino a! 1932. Maniscalchi delJ'cpoca napoleonica

completa, kg. 3,300, cd è accompagnata da altra tasca per ferri da cavallo, del peso complessivo -di kg. 1,350. Grande impor{anza ebbe la M. e nella massima considerazione furono tenuti i maniscalchi presso i popoli nordici. Tantochè all 'epoca delle invasioni barbariche vediamo il titolo di maniscalco, o marescako, passare per onorifico. Si faceva a llora distin7,ione fra M. curante e bassa M. La

Maschera polivalente Italiana tipo Z

lvlascak ia militare (anteguerra)

prima oggi si è inquadrata nella veterinaria, ment re l'~ltra corrisponde a quanto intendiamo attualmente per mascalcia p ropriamente detta.

Mascara. Città dell'Algeria, nel clip. di Orano. Spedizio,ie di 1\1/ascara (1835). A ppar tiene alla guerra di conquista dell'Algeria da parte dei Francesi e fu operata dal maresc. Clauzcl. Q uesti fece costruire anzitutto un forte a 14 Km . a sud-est di Orano e occupare l'isolotto d i Rascgun all 'im bocco della Tafna, per impedire il con-

Maschera antigas. L'evoluzione dei sistemi di difesa individuale contro l' azione dei gas asfissianti seguì, durante i l corso della guerra Mondiale, quella degli stessi gas impiegati, a causa della loro varietà e dell 'azione biologica di cui erano dotati. F u per questo che la ricerca di un meno di protezione adatto ed efficace fu irta di difficoltà assai gravi, e costituì, anzi, il problema più preoccupanre, e per di più indilazionabile, che attrasse maggiormente l'interesse delle varie Nazioni belligeranti. Tale problema, fin dall'inizio, si era presentato in tutta b sua gravità, dopo i disastrosi effetti prodotti dai p rimi attacchi a ondate, praticati dagli cscrcit; degli Imperi Centrali contro gli avversari del tutto impreparati . li primo, più naturale e appropriato mezzo per garantirsi dall 'azione dei gas asfissianti, fu la maschera, ideata a salvaguard ia, in un primo tempo, degli organi respiratori, <:, successiYameutc, di quelli visivi mediante gli occhiali pel riparo dai composti irrita1lti e lagrin1ogeni. l nfìne, col progresso e lo sviluppo assunti dall'impiego degli aggressivi chim ici, non solo si dovettero apportare modifiche opportune alla maschera stessa, ma fu giocoforza estendere la protezione del combattente a tutta la superficie del corpo. Queste mo-


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<lifiche fu rono del m assimo vantaggio per le finalità della difesa, per·mettcndo una g raduale d imin uz.io nc dell'ind ice d i mortalità do vu ta ai gas da combattimen to, tanto che i casi d i morta!irà, i quali nei primi attacchi ragg iunsero l'alto indice del 35 %, si r idussero progressivamente fino

al 2 %, al lorchè entrar.ono in can1po gli aggressivi vescicator i. [ molteplici studi e le svariatissime esperienze riflettenti la sicurezza ind ividuale contro l 'azione dei gas si ispirarono ai s~gue nti principi fo ndamentali : o

a) adozione d i reattivi chimici capaci eh decomporre, di neutralizzare e di fissare l 'aggressivo, spogliandone

l' aria da respirare e purificandola; b) uso d i mezzi fisici, atti a filtrare l 'aria facendone .assorb ire i gas nocivi da sostanze appropr iate , ad esempio :

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cui, se ,bi p unto d i vista teorico, poteva ritenersi magg io rn1e nte raccon1andabile , in prarica però, per le suaccen~ nate d ifficoltà, fu meno sfruu ato dei primi due sistemi. T utte le cure per p reservare i combattenti dall' azione nociva dei gas d i guerra (urono perciò rivolte al perfezionamento dei mezzi tecnici destinati alla diksa personale (masd,crc, aucoprotettori, apparecchi respi ratori, ecc.), in relazione alla q ualit:i e alle cont inue variazioni dell 'aggressivo ch imico contro cui era necessario difendersi. In princ ipio, trattandosi soltanto di n cu,lr~frt-zarc g as soffocanti d i natura acida, fu bastevole avvalersi d i u n mezzo, per g uanto rud imentale e primitivo, abbastanza idoneo : la « M. m onovalente " · Salvo mod ificazio ni di deuaglio, a sccon<..l a <lei vari ese rciti, essa era costitu ita da una benda d i tessuto lì lt ran~e d i regola uno strato di coto ne avbagnato in una sol uzione idrogli,,ul to nella rnussola cerinica d i carhonato o d i bicarbonato sodico, oppure d i iposolfito sod ico. La benda, appl icata sul la bocca e su lle

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ì\11aschera inglese

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Soldati italiani in trincea, con mt,schera

IVIaschera 1\1 . 2 Francese ca rbone ,

J\.1aschera ad imbuto italiana

nerofumo , k ieselg uh r, te rra vegetale, ecc. ; no n

tu tti , naturalmente, d i pratica u tilizza-zi.o ne ai fini clella d iksa personale ;

e) imp iego, nella località infestata, di ossigeno per la respirazio ne d i aria pura, ar tificiale . Tutti e tre i siste1n i furo no larg amente sfruttati, in m aggior m isora però i prim i d ue, che se,·vi rono d i base alla costruzione degli ap parecchi denom inati « fi ltra nti » , per differenziarli d a q uelli r iferent isi al terzo principio e che vennero ind icati col titolo cli « isolanti » . Q uest'ultimo sistema, fondato su ll 'assenza d i q ualsiasi contatto delle vie rcspirator-ie con l'ambiente esterno, si prestava util me nte in t utti i casi , indipcndcnlemc,n c dalla specie e dallo stato d i co ncentraz.io ne degl i aggressivi. Ma la realizzazione d i e sso presentò non lievi i111ralci e non poche d ifficoltà, inerenti essenzialmente alla produzio ne dell'os.sigcno, per

n:trici , permetteva, cqsì di respirare aria pura perchè i gas specie clo ro e bromo - da i q uali l'at mosfera si trovava inquinata, restavano , nella filtraz,ione, fissati dal le sostanze alca line del liqu ido d i impregnazio ne. M a, pcrchè la ne utralizzazione a base d i reattivi chimici si verificasse nel modo più sollecito e completo, d urante il tempo, Cioè, cl i una inspiraz io ne , occorreva che }a zona fi ltrante fosse moire, estesa. J\ 1.al fine, il tampone dd la M. fu costitu ito cl i parecchi strati d i m ussola e, .i n ultimo , negli apparecchi respiratori> fu ilnpi(:gato il reattivo in forma so lida, g ran ulare e spug nosa, ciò che r ispondeva perfettamente ai requisiti voluti. Le condiz io ni indispe nsabili , infatt i, alle quali una M. deve sottostare, perchè possa

esplicare una

reale ed efficace funzione protettiva , non

disgiunta da una notevole durata, sono : )a chiusura. ermetica e la sic11.rez,.a cl i possedere un filtro a base d i sostan7.e appropri ate per la depuraziooe dell 'atmosfera jnq uinata i l q uale abbia notevole spessore e sia capace, quind i, d i offrire una larga superficie, che perm etta il maggio r cont;ttto possibile dell 'aria inspi rata col reattivo


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MAS

89! -

llCutralizzan le . Questo, a sua volta, non deve produrre sostanze d annose! nè andare soggetto a rapida alterazione.

La variclà dei gas impiegati durante il confl itto e le loro me~colanz.c condussero, inevitabilmente, a frequenti moè ilìche anche ndl 'impiego delle sostanze assorbenti, neutralizzanti e fissatrici uti]izz. ate nei mezzi di protezione .

:Salmerie ted esche con uomini e ca,·alli proiet ti da maschere ( 19 18)

Coll'irnpicgo di svariati aggressivi: come pure per la di~ vcrs;r/, del comportamento e delle proprietà di essi e la possibilità del loro impiego simulwneo , si impose la ne-cessità che i mezzi di difesa fossero adatti a combattere .contemporaneamente qualsiasi tipo di gas, ciò che dette o rigine alla costruzione della « M. polivalente». Esten dendosi però ancora l'uso di nuovi aggrcss1v 1, la .M . 5ubì

MAS

riodo del conflitto fo sufficienlc applicare una camicia di rivestimento interno alla scatola -filtro, fatta con una fascia di flanell", o con ,·ari srrati di carta senza colla, preparata con " cellulosa al solfato d i sodio ». Con ta le dispositivo, le arsine venivano arrestare e se ne spogljava

l 'aria abbisognevole alla respirazione . A t;ilun i ap parecchi vennero p rodigate cure ancora maggiori, in 1nodo da farli raggiungere il più nito grado di perfezione, e furono q uelli destinati al r istretto e scelto personale adibito a servizi spec iali e delicati: osserv.atori, puntatori? lclefonisti, mitraglieri, infermieri, ufficiali e sortufficiali dirigenti di re• parti in azione, ecc. G li eserciti delle varie Nazioni belligeranti, per la difesa personale, adottarono una quantità notevole d i M ., 1\1000 e pol ivalenti, che man mano furono perfezionate. In Francia: maschera. T. !'1., rnaschera Gravereaux M. 2, respiratore A.H .S., respiratore Tissot; in Inghilterra : casco P.H.G., Srnall Box Respira tor, perfezionato al punto eia resiste re 40 ore consecutive :;cnza alterarsi. L' An1crica usò maschere francesi e inglesi ; 1na, verso la fine del confljtto, studiò una maschera propr ia, che fu giudicata fra le m igliori e in seguito venne assegnata in dotaz ione alla Marina da guerra ; gli Eserciti ,t edesco e austriaco ebbero maschere co11 boccheruole; l'Esercito italiano: m aschera a imbuto, maschera M. Z., e infi ne lo Small Box fcspirator inglese che, per la verità, era basato su principi la di cui priorità fu giustamente attribu ita al prof . lcilio Guarcschi. Quesri infatti, fin dal la metà del 19r5, aveva ideato, e proposto al Ministero rlella G uerra italiano, un apparecchio respi ratore per fettamente iclent ico. Quanto agli apparecchi iso lanti, se ne ebbero di vari tipi, conosciuti sotto il no me generico di autoprotetto,·i, dei quali il m igliore ~ quello .Draeger. Essi sono in genere (orn i,i di un serbatoio carjcato ,cl i ossigeno sotto pressione e eh una scatol;i contenente sostanze capaci di assorbire l'anidride carbonica che si emette ron la CS!)irazione. Il )oro f unziorn:Hnento si verifica in un sis.tcrn~l chiuso, a perfetta tenuta, fuori cwe dal contatto clcll'atmosfcra inquinata, ciò che offre agli indiv idui che l ' adoperano tllla sicura d ifesa del Yiso e la protezione completa degli organi respi rarori. Senonchè gli apparecchi sono troppo ingombranti, hanno una breve durata d i funzion;,men to, pari cioè alla quamilà di ossigeno costituente la

ca ric.1,

per cui abbisognano di

CO·

stame rifornimento . Il loro uso quindi- noff può essere largamente esteso, n1a resta c ircoscritto· ai bisogni ri chiesti da taluni casi speciali soltamo. Furono anche adottate M . per proteggere gli animali: vedi alle voci Cane e Cavallo. 4

1\o1aschere antigas 1 1 polivalen te italiana; z, id. francese; 3, resp iratore inglese; 4, ma-

schera franc.ese; 5, 6, apparecchi Draege1· e Tissot.

neccssarìan1ente

,11lestiti i veri

«

ulteriori variazioni, fino a che vennero apparecchi respiratori », basati su processi

eh neu.tra lìzzazlone chimica e su fenon1cni di assorbimento. Trassero o rigine, per tal modo, molteplici e svariati tipi di M. ccl apparecchi di protezione per Ja difesa antigas, molti dei quali ebbero, in realtà , pregi indiscutibili. Essi si dimostrano adatti a preservare l'organismo anche rial l'azione lfcl!'ipritc apparsa nel luglio 1917 consid erata, beninlcso, solo nella sua attività sull'apparato respiratorio; e, per renderli efficaci anche contro le arsine g li aggressivi tipici che caratto izzarono l 'ultimo 'pe-

Mascheramento. Consiste nel modificare la visibilità degli oggetti fino a renderla m inima, sia alla visione diretta, sia a lla riproduzione fotografica. Gi,, p rima della grande guerra, coll'adozione della polvere srnza fumo e delle arm i a lunga giltata , il p rincipio del M. cominciò ad affermarsi: dapprima si adottarono ])er le truppe uniformi atte a confondersi col terreno, poscia si studiò il modo di occultare i materiali ed i lavori del ca mpo di battaglia per mezzo d i r ipari · o maschere. T ali studi r iguardavano sol.o la visibili tà da o.sservatori terrestri e dai pHlloni frenati. Ma, col progres,o dei mezzi di osservazione, e soprattutl(o collo sviluppo dell'aYiazione, i l M. si è evoluto ed ha assunto una importanza grandissima. Verso la fine del 1914 a Toul si iniziarono i pri m i esperilneoti

per

la ricerca di un metodo razio11ale

di Af.

(pittu ra di materia li a ch iazze per fonderne le forme geometriche col terreno circostante, impiego di teloni colorati,


MAS

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892 -

soprabiti speciali per uomini di pattuglia, ecc.). Il M. comprende non solo i mezzi che permettono di sfuggire a 1l 'osservazione dell'avversario, ma tutti gli accorgimenti che permettono di ingannare il nemico materialmente e moralmente, celando le proprie intenzioni cd i propri lavori fino a renderli irriconoscibili. I mezzi che si possono usare sono infiniti; molti di essi hanno carattnc tecnico e scientifico, ma il loro impiego è tlll'artc che richiede genialità ed esperienza. Si possono fare queste

distinzioni : a) Ma,c/1erame11to dello ,cl,iemmemo e dei movimenti di tmppa. Non è sufficiente occultare quanto si vuol nascondere al nem ico, ma occorre che anche l 'attenzione di questo sia stornata (M. indiretto). Volendo, ad esempio, occultare truppe, non

basta

nasconderle,

111a,

med iante

costruzioni ed operazioni in altre località, dare la falsa impressione che le truppe stesse siano in q ueste località. Così nel 1917 g li Austriaci, per simulare un 'offensiva nel ·rrentino, cercarono di inscenare un aume nto di artiglie rie, portando di notte fin <lietro alle pr ime lince <lei mortai da 2ro, che il giorno dopo eseguirono tiri di inquadramento, ma che poi sparirono. Procedimenti simili furono usati altr e volte sul nostro fronte <lai nemici , e dal nostro Comando Supremo prima della presa di Goriz,ia. Per sottrarre il movimento d i truppe ali 'osservazione aerea nemica si provvede facendo eseguire le marcie di notte e tenendo di giorno i reparti nascosti negli abitati, nei boschi, ecc. In caso di cattivo tempo, quando il movimento e l'osservazione degl i aerei sono difficili , _si possono eseguire spostamen1i anche di giorno. Anche con temf'O bello, piccoli reparti possono spostarsi di giorno marciando in fila indiana lungo i margini ddlc strade; in uno spostamento fuori strada occorre avere l 'avvertenza di rispettare i terreni coltivati, evitare il taglio delle siepi, sfn.mare, ali 'avvicinarsi degli aerei, tutti i ripari naturali . Il M. vero e p roprio contro l'osservazione nemica dei movimenti di truppa può essere artificiale o naturale. Il primo si fa con stuoie, fr·a scate, arelle, teloni dipinti o ret i

MAs

(questo sistema sçrvc bene contro l 'osservazione terrestre); il secondo si attua sfruttando l 'alberatura delle strade. I vantaggi che offre il. M . naturale sono tanti da consigliare che sia praticata su larga misura l 'alberatura de lle strade. b) Masc/1cn111,ento delle co,tmzioni, delle opere d'arte e ' degli osservaiori. Questi obbieuivi possono essere mascherati in due modi : o rendendoli invisibili, o trasformandoli in modo di dare impressione di costruzioni d i altra natura; se si m,tta poi di ogget ti m ol to appariscenti non resta che l'impiego delle nebbie artificiali o del fumo. Siccome col M. si tratta di rendere materiali e lavor i identici alla natura circostante, è logico che si r icorra ai materia li naturali (erbe, frasche, alberi) ; in mancanza di questi si ricorrerà alla coloritura opportuna degli oggetti, a graticci, a impalcature di legno rivestite di tela opportunamente verniciata , a larniere, a teloni co lorati,

a re tj

m imetiche semplici da completare sul posto con fogliame, oppure preventivamente preparate con rafia colorata variamente a seconda <lei luogo dove debbono essere impiegate. li M . deve precedere qualsiasi altro lavoro e deve cercare di non alterare la /isonomia del terreno. Le opere va nno adattate al terreno ed alla vegetazione, evitando forme non natur:1li e troppo geometriche; occorre evitare linee lunghe, diritte, orizzontali, con spigoli vivi e alti r ilievi. Perc iò si devono arrotondare tutt i gli spigoli , spianare i eumu_li o cop rirli con reti simmet riche o con zolle o con altri prodotti del terreno ci rcostan~c. Il M. deve rinnovarsi spesso, specialmente a seconda dei cambiamenti di tempo e di stagione. Se sj tratta di ricoveri, deve evitarsi il fumo, perchè q uesto svela i ricoveri stessi, a malgrado del m igliore mascheramento. I depositi munizioni dov rebbero esse.re dispost i in modo ir regolare, così da dare l'idea d i un abitato . Per mascherare efficacemente un oggcilo qualsiasi in rilievo rispetto al terreno circnsrante, non basta ricoprirlo in un 1110(10 qualsiasi; occor re far sparire anche le ombre proprie e le ombre portate. Per evitare le ombre per la maggior parte del giorno si estende il M . ai lati

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Maschen unento di strada in Val Sugana (guerra 1915-18)

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893 -

t 1.ascheramento stradale (guerra .1 91 5~18 )

dell 'oggetto da occultare, con dolce pendenza , fi no a confonderlo col suolo. In tal modo si hanno ombre soltan,to q uando il sole è molto basso, cioè nelle ore in cui l'osser vazione aerea è poco temibile per le non buor,c condiz ioni di visibilità. Se l'oggetto trovasi su terreno non perfettamente piano, devonsi aggiungere piani artificiali che riproducano le analoghe forme del terreno circostante, in modo da subire nello stesso tempo le stesse variazioni di illuminazione.

e) ,Wasc/1era111cnto delle artiglie,·ie, dei can·i a,-,nati e delle navi mediante la pittum. Tale sistema fu molto usato nella grande guerra, specialmente dagli Inglesi e dagli Ame ricani. L 'oggetto mediante la pittura può essere mascherato i n vari modi, per cercare di ottenere un ef. fetto p las::ico, con pitt~ ra a piccole chiazze o con pittura a grandi chiazze. l i primo sistema è di successo problematico pe rchè, mentre le ombre vere variano colla posizione del sole, le ombre dipinte hanno posizione fissa ; e perchè i colori artificiali, per quanta cura si metta, non possono confondersi con i colori naturali. Il chiazzamento degli oggetti con tinte artificiali consiste nel coprire· l'oggetto da mascherare con eh iazze irregolari di colori vari a tiotc n eutre, alcun~ delle quali devono intonarsi allo sfondo naturale. È rnewdo incompleto perchè se l'oggetto è bene illurn inato 11011 impedisce di lasciar scorgere le ombre proprie e le ombre portate; è efficace con luce diffusa, o.ssia cou tem po coperto che p roduce scarsa ombra. Si impiega con altri proced imenti e, anche con luce viva, per oggett i di piccole dime nsioni. I Tedeschi p . es. dipingevano g l i elmetti degli uomini in

trincea a

chiazze

verdi e ka ki. Anche !e navi furono mascherate con il sistema della pilitu ra durante la grande guerra . (V. anche la voce : A111isommergibil,). In principio furono d ipinte a piccole chiazze, poi si dipinsero con striscie di rlue colori (azzurro o verde cupo e azzurro o verde chiaro), che

non correvano per tutta la lunghezza dello scafo nè erano parallele alla linea di immersione, ma r isultavano oblique rispetto a q uesta, con interruzioni in vari p unti. Questo sistema non durò a lungo, e si venne alla pi ttura a larghe striscic di vari colori, in parte parallele, in parte divergenti e in parte curve. Gli stessi criter i usati per le navi si applicano agli obbiettivi terrestri colla differenza che per questi sono prefer ibili le macclie irregolari con margini non ben definiti. Nella p ittura dei cannoni, ad es., si deve cercare di far scomparire la forma cilindrica delle volate e il contorno rettilineo degli scudi mediante effetti d i contrasto.

T ipo di nave americana mascherata, d urante la g uerra mondiale

d) Mascl,eramento delle posizioni. Devono occultarsi ali 'osservazione terrestre ed a quella aerea: i movimenti di terra, il tracciame nto di opere, le variazioni alla confi. gurazionc generale del terreno, i r iflessi del sole sulle parti metalliche, i l carreggio parcato in modo regolare , gli assembramen.ti di oggetti scuri su fondo ch iaro e viceversa. Bisogna evitare regolarità e uniform ità di lavori, e adoperare M . intonati all 'ambiente e :il terreno circostante . Oltre alle ope re vere è opportuno eseguire altre


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894 zione che la nebbia naturale fu

opere simulate, per trarre in inganno il nemico (M. indiretto) ed obbligarlo a disperdere il suo tiro su larga estensione di terreno. Così , oltr e ai reticolati veri , che devono essere nascosti , convcrri< fare piantagioni di pa letti che dall 'alto diano l"impressione d i veri reticolati. Neli°'occultarncnto delle posizioni sono da p refer irsi i M. naturali;

portune e nunicrosi modi di produrre le corrine (proietti fumogen i, apparecchi fumogeni si tuati a terra, a bordo delle navi e degli aerei; bombe da aeroplano fumogene, ccc.). Una cortina <li fumo può coprire un obbie.ttivo,

così ad es. si potrà coprire un n1ovimcnto di terra e.o\

un attacco, può nascondere carri armati

seminarvi sopra delle g raminacee e delle leguminose. Nelle postazioni di artiglierie occorce dissimulare le t raccie prodotte dalle vampe, o mediante reti mimetiche a m . 0,50 dal suolo, o cospargendo il terreno di erba o adattando opportunamente il terreno antistante; si deve inohre evitare la regolarità nella disposizione dei pezzi e il tracciamento delle vie di accesso. Si dovranno scegliere possibiln1ente !e posizioni in terreno rotto, in modo che non sja

può cela re movimenti di truppe. Il fumo può essere irn-

molto spesso utile ai

combattenri, ~i s tudiarono ovunque sostanze fumogene op-

che avanzano:,

necessario ,tracciare sentieri ; o, se ciò non è possibile , si

distenderanno reti

mimetiche sulle vie di accesso, o si

........

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,

I

Roccie fintc1 in tela, sotto le qunli possono essere appostate mitragliatrici

piegato in due modi : o per accecare il nemico la nciandoglielo cont ro diretwmuitc, o per stendere una cortina o una nube fra le proprie truppe cd il nemico. Il primo modo si attua mediante i l lancio di proietti fumogeni, m::. ric hjede un grande spreco di munizioni; il secondo è pi/, facile ad attuare mercè: I 'impiego di apparecchi generatori di iumo. Bisogna però che la cortina abbia una estensione più vasta della fronte da masche rare; i n çaso contrario si otterrebbe il risultato di attirare il tiro su

ciò che si vuol proreggere. La scelta dell'uno o dell'altro dei due metod i i: consigliata dalla situazione •tattica. Anche g li aerei possono in1picgarc il fanno per loro propria di.. fesa, sia lanciando bombe fosforogene sulle batterie controaeree per accecarle, sia distendendo cort ine di (umo. Il fun10 infine può essere impiegato utilmente ndl'attacco e

nella diiesa delle coste. li M. ha un nemico non trascu-

Cannone c~tmuffatù cun reti mimetiche

tratcicranno ~egn i di movimento in varie dircz.ioni . Sarà vantaggioso costrurre false batterieJ simulandone lo sparo con castagnole. D urante la g uerra si sono cercati vari arti-

lici per occultare la iiam,ua delle artigl ierie; si sperimen tarono parecchie sostanz.e antl-va1npa, eh~ veni, :::ino aggiunte alb carica di lancio. Se una batteria è- individuata e bat tuta, il .A1. può ancora inte rven ire , simulando opportuna .. mente scoppi. e fumate, allo scopo <l i rendere difficile l'ag p iustamenro del tiro nernico.

e) 1\4asch.eramento contro la fonotelemetria . Quando si suppone che il nemico stia procedendo all'aggiustamento del tiro mediante la fouotclemcu-ia, è opportuno fare sparare pezzi e castagnole vicino ai punti di caduta . Per con~ fondere ] 'avversario ed evirare che egli possa ind ividuare

la posizione del le batterie colla fonotelemetria, è oppor tuno fare esplodere castagnn)e conte mpo raneamente ai 110 -

stri pezzi. Si è cercato inol tr<; di attutire il rumore del colpo di partenza col ,, freno d i bocca » , già adottato per alcune bocche da fuoco negli Stati Uniti d'America ed cspcrimcotato anche m Italia ed in Francia. Cortine di fumo •· nebbia anifiàa/e. Nella considera-

ivlaschcr,amento dj strada (guerra I9l 5- tS)

rabile nella fotografia : bisogna essere molto abili per ingannare l'obbiettivo fotografico . La forografia rivchi, m ed ia nte opportuni trattamenti chimici, la differenza di natura di oggetti che alla visione dirctrn non presentav ano

alcuna differenza .nè nella forma, nè nel colore ; ogni M. dov rebbe essere sem1Jre controllato mediante fotografie aeree, al fine di giudicare in rnodo preciso sulla sua efficacia.


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895 -

_Hasclieramento ncll:l difesa con.troaeren. terrùotiale. Serve, in tutti g li altri casi, a modificare il normale aspetto esterno degli obbiettivi, allo scopo di ostacolarne l'idcnti• ficaz,ione agli .ae rei ne m ici. Si usano mezzi e sistemi di

carattere permanen te, da attuarsi ·fin dal tempo d i pace, come: I 'alberalllra per gli obbiettivi di piccole d imensioni; l 'architettura esterna per i maggior i (specialmen te depositi d i m unizioni , de positi di combustibili liquid i, ecc.); il m imet ismo per gli uni e per gl i altri; o mezzi e siste mi di carattere provvisorio, cioè da attuarsi all 'atto del bisogno, come : schermì artificiali con mantel li o re ti mimetiche; falsi o bbiettivi, cioè riproduzione in legno e tela dei veri c he devono essere mascherati; imJ;iego di nebbie artificiali su ampia zona n ei d intorn i degli obbiettivi. Di notte si ricorre anche all'abbagliamento con p roiettori od alt re sorgenti luminose, jn 1nodo da illuminare verso l'alto , la, sciando in ombra il terreno circostante; e all'oscuramcnto 1

cioè soppressione totale o p arziale dell 'illuminazione pubb lica e privarn . Nel campo logistico il M . , o p iù propriamente l'occultamento alla vista, comprende svariati provvedimenti di ca, rattcre collettivo, intesi a rendere invisibili o non ricono-

scibili i nugazzini, gli stabilimenti, il t raffico st radale, i mov imenti delle eruppe, ecc. Moltepl ici sono i sistemi, ma tutti generalmente consistono in accorgimenti mime tici. Talvolrn <lai M. nel campo della logistica d ipende il segreto e la conseguente sorpresa.

Durante le guerre d i Carlo XII d i Svezia, questo re nel 1701 doveva attraversare la Diìna, mentre la riva opposta era occupata da un corpo sassone . Preparate le barche per passare, il re , osservaro che la d irezione d el vento era dalla sua riva verso 'luella elci nemico, fece accendere g randi fuochi dì paglia umida , e coprì cosl con intenso fumo il passaggio e la riva opposta , in modo che potè varcarlo indisturbato, e porre il piede nell'altra sponda senza avere subìto perd ite. Un al tro curioso esempio d i M. col fumo è sta.to adoperato d ai Toscani nell 'imp resa d; Nàmm· (V.), quando essi si cop rirc,no çon fumo prodotto da pagl ia, nello stesso rrl()dO che ~"eva fatto· Carlo Xli, ("Ornro i Turchi .

difese, qua ndo il

resto della rocca fosse stato perduto.

Nel 1H. erano conservate le p rovviste cl i viveri e di muni-

zioni da guerra, la cisterna per l'acqua, le prigioni, ecc.; ,esso costituiva un'alt ra piccola rocca dentro la principale, dominance le rimanenci part i dcll"opcra, chiuso tutto all 'intorno e con ingresso separato. L a denominazione di ,W. rimase ancora in uso, accanto a quella di (< torre n1aestra >>,

nel periodo d i t ransito e nei primord i della moderna arc hitettura m ilitare.

Mascia (Eduardo). Generale., 11. a Napoli nel 1861. Sotto!, d 'art . nel 1881, passò nel 1910 nel servizio tccnjco. D irettore della fabbrica d'anni di Bresc ia, fu p romosso colonnello nel 1915. Magg. genera le nel 1917, fu direttore del polverificio sul Liri e poi della fabbrica d'armi d i Terni. Passato in posizione ausiliaria sp('riaie nel 1921, as-

sunse nel 1923 il grado d i generale di divisione e nel 1930 passò nella riserva .

Mascolo, Nelle antiche a rtiglierie (secolo XVI) dal corpo della bocca da fuoco era tal volta tagliata via la metà superiore, verso la culatta, per u na certa lunghezza . Da quelI·apertura, poster iore , si jmrocluceva la palla nel! 'anima della bocca da fuoco. Poscia si allogava dietro la pa lla il M., cilindro cavo nella ca,·ità del quale era già stata messa la polvere della carica. Qu in d i i l lvi. veniva spinto a stretto contatto con l ';,pertura cilind r.i ca posteriore della bocca da fuoco, mediante un cuneo met21Jico cacciato a forza dietro

di esso. Ogni bocca da fuoco aveva due o p iè, M., in ,nodo da tenerne uno sempre pronto con la polvere, allo scopo di far fuoco pi è, rapidamente . Il M. fu adottato solo per artig lierie di piccolo cal ibro, forse per l'impossibilità d i ottenere sistemi sicu ri d i chiusurn in quelle di grosso calibro . Sostanzi_almente, il M. rappresenta il primo tentativo tli bocca da fuoco a retrocarica.

Mascone. Zona della prora della nave in cui cominciano ad a rrotm1darsi le forme dello scafo e che è perciò rigonfia corne una guancia _ U term ine è molto usato in navigazione : Sl <licc navigare col vento o col rnarc g rosso

al M ., avvisrnrc u n bastimento al lvl ., ecc. Q uando si introdussero le bombarde ne.Ile navi, le prime vennero collocale alla rembata; e poi al mascone.

,Mascotte. Durante la

gucrra 1

furono

in

voga oggetti o anin:1ali considera~~ come porta~

fortuna da i combattenti, e chiamatì col vocabolo francese . Re• parti degli eserciti, navi, aeroplani, ne cero uso.

fe-

Masdea (Edoardo). Generale del Cellio nai\•1aschio della cittadella di 'rorino

vale n. a Napoli, 1n. a Roma ( 18~9•1910) . Entrato in servizio nel

Lconcino- rna!:cotte dì rep:ui:o americano (guerra mondiale)

Maschio (o Mastio e anche Cassero e /)011gio11,·). Nella fortificazione med ioevale e ra chiamata M. la parte p rinci• pale più elevata e più forte rii una rocca, castello o for.

1865, d ivenne ing, d i prima classe nel 1895 e d irettore del Genio navale nel r 890. Partecipò al Comitato per i

tczza, ove il castellano dominava tun i e non e ra domi. n;uo da alcuno, di dove signoreggiava sull ·ingn.:s:so prin-

tore dcli 'opera ddl'amrni.,r, 13rin. Raggiunse i l g rado di ten . genaalc del Genio navale· e nel 1910 venne nominato

cipale e dove poteva fare l' u ltima ritirata e !e supreme

senatore.

disegn i, delle navi, nella <Ju,ile carica operò crnne continua-


MAS

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' Mas-d' Eu, Villaggio della Francia, nel Rossiglione, sui Pirenei orientali, in prossimità della frontiera spagnuola. Combattimento di Mas-d'Ett. Appartiene alla campagna del 1793 del l'esercito francese. A metl, di maggio il gcn. spagnuolo don Antonio Ricardos, avendo portato coi rinforzi ricevuti il suo esercito a 18.000 u., decise di sloggiare i Francesi dalle loro posizioni e ordinò al duca d'Ossuna di attaccare il villaggio cli M. d'Eti. I Francesi, che occupavano una pos;zione proteua da burrnni e inattaccabile di fronte, fulminavano con le artiglierie le eruppe spagnuole, quando Ricarclos, per far cessare quel fuoco micidiale, fece manovrare la sua cavalleria per aggirare la dr. delle batterie francesi, attuvcrsando un burrone colpito dai tiri d'i nfilata dei Rcpubblic:rni. Gli squadron i spagnuoli furono messi in disordine, ma il gen. Dagobcrt, troppo freuoloso di sfruttare questo principio di viuoria, sguarnl la sua sr. per inseguire il nemico, ed allora il duca d'Ossuna, accor tosi dell'errore commesso dal gcn. francese, ordinò un assalto vigoroso che costrinse i bgl. repubblicani a ripiegare, e penetrò nel campo. Nello stesso tempo l'ala dr. francese, uscita dalla sue posizioni, si trovò in,•estita da una btr. di 14 bocche da fuoco, abilmente piaz1A1ta, e dovette formarsi in quadrato per respingere le cariche della cavaller ia spagnuola. T recento gendarmi repubblicani, ri fiutando di caricare il nemico, diedero il segnale della fuga e furono seguiti da tutto il resto dell'esercito francese. Il gcn. Dagobert riuscì ad arrestare i fuggiaschi e quindi a compiere ordinatamente la ritirata vcr.m Pcrpig nano. Masè (Amilcare). Generale, n. a Mantova, m. a Roma (1842-1907). Souoc. di fanteria. nel 186o, partecipò alla guerra della bassa Italia meritando la mcd . d'argento a Gaeta. Combatti: anche nel 1866. Colonnello nel 1894, comandò il 76° fanteria e dal 1897 il distretto mii. di Roma. In P. A. nel 1899, fu nel 1906 promosso magg. generale nella riserva. Maseiok, Comune dei Paesi Bassi, sulla Mosa, a poca d istanza da Charleroi. Presa di Mauick (1672). Appartiene alla campagna di Luigi XIV in Olanda. Ai primi di maggio del 1672 il visconte di Turenne parcl da Charlcroi con una avanguardia di 20 . 000 soldati di fanteria e 2000 dragoni, per andar e ad investire M. e impiantarvi un grande magazzino di rifornimento, dopo avere aumentate le opere di fortificazione. La città si rifiutò di aprire le porte e gli abitanti si misero in islato di difesa quantunque non aves,ero una guarnigione. 11 visconte fece mettere in posizione le batterie e cominciò a bombardare la città. Il fuoco durò una intiera giornata; gli abitanti, sp:,vcntati delle conseguenze di un più lungo e intenso bombardameotO, costrinsero il borgomastro a rendere la città, che venne fortificata in maniera da rendere io1possibile ogni comunicazione tra le Provincie unite e Maestricht. Masella (Antonio). Generale, 11. a Bari nel 1861. Sottoten. di fanteria nel 1883, insegnò armi, tiro cd art. alla scuola mii. Nel 1913 andò in P. A. col grndo di maggiore. Richiamato per la guerra, fu promosso colonnello nel 1917 e generale di brigat~ nel la riserva nel 19:,7. Masi (Luigi). Generale, medaglia d'oro, n . a Peuig nano, m. a Palermo (1814-1872). Laureato in legge, dnpo aver preso pa rte alla c:1mpagna del l 848 quale capitann

aiutante di campo del gen. Ferrari, nella divis. volontari romani, cedette alla passione delle armi e si dcdjcò interamente alla causa del riscatto . Colonnello nel 1° regg. kggcro veneto, si distinse nelle difese di Venezia e di Roma e poscia emigrò, rientrando in patria nel 1859; comandò allora il i<> regg. delle colonne mobili della Rnmagna, e nel 186o i Cacciatori del Tevere. Formatasi alfine l'unità d'Italia, di,·ennc maggior generale (i861) e come CO• mandante della brigata Umbria, guadagnò la mcd. d'oro, per l'energia dimostrata nel reprimere i moti palermitani del settembre 1866. Promosso ten. generale (1871) ebbe il comando mii. della prov. di Roma e poscia passò a comandare la divis. di Palermo. La motivazione per la quale fu decorato di med. d'oro è la seMasi Luigi guentc : « Con intelligenza e bravura, alla testa di sei battaglioni, aprl le comunicazioni interrotte fra le caserme ed il Palazzo Reale, conquistando col fuoco e con la baionetta case e barricate» (Palermo, 21-29 settembre 1866).

Masi Tullo . Generale, n . a Lugo, m . a Bologna (18531915). Sottot. del genio nel 1872, frequentò poi la scuola di guer ra e passò nel corpo di S. M. Colonnel lo nel 1896, comandò 1'88° fanteria e dal 1897 il 3° bersaglieri. Magg. generale comand. )J brigata Ferrara nel 1902, passò nel 1907 a coma111farc la Guardia di Finanza divenendo len. generale nel 1909. Comandò :\<lesi Tullo la divis. di Napoli dal 1911 <.'Cl il IV C. <l'A. dal 1913. Per tre legislature rappresentò Lugo nlla Camera. Masi Viuorio Ema,me/e. Gc~erale, n. nel 1861, m. a Venezia nel r932. Sottot. di fanteria nel 1882, passò nei bersaglieri nel 1899 e divenne colonnello nel 1915. Comandò il 27° fanteria ~ nel 1916 andò in P. A. Magg. generale nel 1917, assunse nel 1923 il grado di generale di divis. e nel 1927 passò nella riserva: nel 1930 fu posto in congedo assol uto per infor m ità dipendenti dal la guerra.

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Masina (A11gelo). Ten. colonnello garibaldino, n . a Bologua, m. a Roma (1815-1849). (Il suo vero nome era però De Masini). Comballtè prima nella Spagna e terminò i suoi giorni gloriosamente battendosi nel la difesa d i Roma.

Masin a Angelo

Lancieri Masina. Prese questo nome un gruppo di 40 uomini, montati su cavalli di loro proprietà, organizzato dal Masina. Tale gruppo partl per Rom a e si mise a disposizione di Garibaldi, il quale aggregò questo piccolo

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corpo di cavalleria alla Legione Italiana comandata dal Sacchi. Lo squadrone, composto di romagnoli, aumentò poscia 1 S\1oi effettivi, fino a raggiunger-e la forza di 90 cavalli, e prese il nome di Cavalleria Franca. Combattè a Velletri; ne.Ila giornata del 3 giugno, uno stormo di questi cavalieri caricò i francesi ,a Villa Corsin,. Alla loro testa era i l_Masina, che colpito da una palla nemica, cadde. fulminato.

Masino (di Mombello, conte Giacinto). Generale, n. a Chieri, m. a Torino (1779-1843) . Sottot. di fanteria nel 1794, partecipò alle campagne dal 1794 al 1798 e a quella del r8r5. Da colon nello comandò in 2 a il collegio dei figli dei militari in Racconigi (1835) . :vlagg. generale nd 184r, ebhe il comando del forte d i Vi nadio e poco dopo quello dell'Accademia Militare. Masino (Reggìmerito). V. Dogliani.

Maskara. C ittà dell'Algeria, capoluogo di circ. nel d iparrim. di Orano, sul versante meridionale dello Scìareber-Rich. t, fabbricata sopra due alture, separate da un fiumicello ove ] 'acqua scorre in tutti i tempi. Durante la campagua contro Abd-d-Kadcr, M. nd 1835, fu incendiata e quindi abbandonata dalle truppe <lei maresciallo Clauzcl; rifabbricata dagli arabi, venne ripresa dal gcn. Bugeaud nel 184r. Masnada. Dal lat, volgare 111a11sio11ata, da cui maimada, la gcrue di fam iglia, i servi cd altri dipendenti che nel medio evo seguivano il loro signore in guerra. Dapprinùpio M. significava « compagnia di gente · armata»; poi il mal procedere delle fanterie raccogliticce del medio evo, fu cagione che si desse il nome di M. ad una accozzaglia triste di malfattori e <li banditi (/1,,/asmulien), nel qual significato si adopera ora la parola. ,\,1 , nell 'esercito feudale era una delle g randi u nità in cui dividevasi r esercito stesso. Due o più corpi d i M., alcuni dc, quali armati di archi e di balestre, ernno collocat i ai fianchi del corpo d i battag lia, costituito da tutti i cava lieri feudali, per bersagl iare i cavalieri nemjci; alcuni invece erario tenuti a tergo del corpo di batragiia per soccorrere i cavalieri fcrjti o stanchi, che si sottraevano alla m ischia.

fu capo di S . .M. del Xll C . d'A. :vlagg. generale nel 1908, ebbe il com,mdo della brigata Ba,ilicata .

Masotto (Umberto). Medaglia d'oro, n. a Noventa Vicentina nel 1864, caduw ad Adua nel 1896. Ufficiale in servizio attivo nell'arma d'art. nel 1887, col grado di tenente, era a ndato per la prima volta in Eritrea, nmanendovi ben otto anni e dando prova di singolari attitudini per la guerra e la vita di colonia . Promosso capitano uc.:I

regg. art. da campagna nel 1894, ritornò poco dopo

22°

in Eritrea, attratto rial fascino

della vita avventurosa . Era stato decorato di una mcd. cli bronzo per i l combattimento di Agordat (r893); per la sua morte gloriosa gli fu conferita la mcd . d'oro con la seguente rnot ivaz.ionc :

Wfasotto U m berte

« Si d istinse durante tutto il comb,Htimcnto, nel dirigere con efficacia ed intelligenza singolari il fuoco della propria batteria. Sereno ed imperterrito, sacrificò eroicamente la propria vita e quel la dei suoi, per rim anere sino all' ultimo in batteria a prore,.ione delle altre truppe » (Adua , r 0 marzo 1896).

Masperi (Filippo). Generale, n. a Brescia, m. a Roma (1863-1918). Sottoc. di fanteria nel i 888, passò poi negli alpini. Insegnò matematica alla scuola d i Modena, frequentò la scuola <li guerra, passò nel corpo di S. M., e fu promosso colonnello capo di S. M. dd VII C. d'A. nel 1915, nel quale anno entrò in guerra contro l' Ausuia col 72° fanteria, Magg. generale nel 1916, comandò la brigata Reggio e poi fu cl irettore generale al Ministero della guerra. Masperone. Capotecnico d 'art . italiano, che diede il nome 'ad un serbatoio da lui ideato e costruito, da. applicarsi al congegno di chiusura del fucile Vettcrly. Normalmente esso sta applicato all 'arma , ma lo si può togliere colla massim a faci lità . Sull'a nna, può pre ndere due posi-

Masone. Comune della Liguria in prov. di Genova. li suo antico castello fo espugnato nel r625 da Carlo Emanualc I ; _nel 1746 gli Austriaci se ne impadronirono e lo d isrrusserc, con le mine. Gli Austriaci distrussero anche il borgo, djspe rdcndone gli abitanti che avevano impugnato le arn,i c.ontrn di loro, 111a fu ciedificato dal marchese Cent urioni . li colle di M ., sull':,ppennino ligure, segna i l più breve cam 1n ino tra la costa cc.1 Alessa ndria ed il Po.

df I . t

Masones (Giacomo). Generale italiano <lei sec. XVIII al servizio <ldla Spagna, n . di Cagliari. D irc,se la scuola rn.il. d'art. e genio a Mad rid , cd ebbe anche incarichi diplomatici : fra l'altro fu uno dei rapprescnta,ui della Spagna al congresso d i Acqu isgrana (1748). Mason i (Socrate). Generale, n. nel 1847, m. a Bologna nel 1918. Sotto!. di fanteria nel 1866, partecipò alla guerra d i qucll'~nno . Nel 1903 andò in P. A. col grado tli ten. colonnello. Fu promosso colonnello nel 1906 e n1:-1.gg. gcdlera lc ndla riserva nel 1915. lvfaso1ri Enrico. Generale, n . a Siena, n1. a Lastra a Signa (1854-19n). Sottot. di fanter ia nel 1876, frequentò la scuola di guerra, passò nel corpo di S. M . e iu promosso colo nnello nel 1902; comandò il 22° fanteria e poi

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Serbatoio Maspcrone

zioni, u na sollevata per il Ìlro a ripcti,:ione, l 'altra abbassata o di riposo; la stabilità nelle due posizioni è assicurata da una molla. li serbatoio è fatto a tramoggia e porta un gambo che serve per unirlo all 'arma . Le cartucce sono contenute da un pacchetto o caricawre di lamiera sottilissima d 'acciaio, formato di un fondo c di un 57


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corpo: facendo imbocore il pacchetto, col fondo all'ind ietro, nel la tramoggia e premendolo in basso, le cartucce discendono col corpo del pacchetto, mentre il fondo d i esso è an-cstato d alla parte su periore della t ramoggia; al termine de!Ìa corsa, i l fondo cade a terra ed il corpo è ùrato via dal soldato. Le cartucce cadono nella camera per effetto rleib corsa indietro cd avanti del cilindro, che agisce sugl i orgai1i clic ne regolano la caduta nella camera stessa. Col serbatoio carico, si può fare anche il tiro a caricam('nto successivo. Questo sistcn1a si presta facilmente, pcrchè semplice, ingegnoso e di poco costo, alla conveniente trasformazione a ripetizione di armi a cilindro scorreYolc.

Maspi. Casta militare della Persia antica. Costituiva una specie di esercito permanente_ , di cui i l sovr ano si ser viva per le operazioni d i guerra di conquista, per reprimere le ribellioni e le i ncursio ni, per combattere le potenze rivali, e per la guardia personale. Massa. È uno dei grandi principi dell 'arte della guerra . Principio genera le , eppertanto applicabile senza restrizioni di' tempo e di spazio: e cioè vale così in strategia com~

Da quanto sop ra detto consegue che nella battaglia moderna sono d i importanza assoluta i collegamenti, pcrchè condizione necessa!'ia se pure non s uffic iente, per realizzare la A,f_ nd campo strategico e cattico, per assorninare gli sforzi r1el tratto decisivo e nel momento pi ù opportuno,

di uom ini e mez7~Ì ampia111cntc spaz.iati. Ciò spiega l affa nnosa utilizzazione di ogni. mezzo, dal 1

più amico al più moderno, dal porta-ord ini alla radiotelefonia, e la immediata a ppl icazione, nel campo bellico, <l'i ogni prog resso scientifico, in materia di collcgarrn:nto . Il principio della M . si applica anche nella d ifensiva, concentrando la resistenza nei tratti della fronte che hanno maggiore in1portanza per il difensore , e tenendo una forte

riserva per il contrattacco. L'applicazione del pri ncipio della ,\ I., come di quello della sorpresa , con cu i deve essere sernpre coordinato, dà luogo, nel campo strategico e in

quello tattico, ai vari tipi di manovra. Il principio della ;\1. e I.i sua importanza decisiva sono di cSticma semplicità cd evidenza. T uttavia esso è infranto con una frequenza che costituisce una aonnalità; e non solo in guerra, ma persino nelle esercitazioni d i pace, colle uuppc e coi quadri . li fatto, apparentemente inesplicabile, lo è invece fac ilmen.te . Oltre al senso artistico spiccato si richiedono nei capi solid ~ qualità di carattere : il voler tutto d ifen. dcre, e ovunque att1ccarc scagiona dalle responsabi lità immed iate: quelle storiche, ancora lontane, non preoccupano. Ne consegue che il principio della M. viene tanto (re<1u,ntemcnte infranto: e a tale infr.azione segue, di conseguenza, l'insuccesso. N oll vi è dubbio che la applicazione del pri neipio della M . è in ragione d iretta dalla capacità dei cap1.

i n tattica, per le grandi unità e per le minori. Come per gli altri principi dell'arte della guerra l 'attuazione si realizza mediante la Manovra (V.) . La rnassa sta a , base d i c1ualsiasi manovra, e quasi sempre la riuscita è in ragione d iretta della sua applicazione : per essa la somma delle forze viene applicata nel punto più -debole del! 'avversario per determinare in esso e per esso la rottura del suo schieramento. :'lella battaglia moderna, data l 'estensione delle fronti e la molteplicità dei mezzi d i offesa e d ifesa, il ,'vfossa (Marina). Nella ripartizione organica per l'im« punto » può . comprendere più tram 111 cui si e ffettua p iego della flotta , la M. è costituita da navi da battagl ia . l'azione principale e, altri tr:itti in cui (senza violare per (corazzate o incrociatori corazzati) e da squadr igfic di cacquesto il principio della m assa, ma an,:i per sccondarne ciatorpc<linic::re, sia per la protezione contro i sommergibili la real izzazione), si effettuano uno o più attacchi cpncorlurante la navigazione, sia per azione collegata con le m itanti. Tut.ta I'ar ee bellica sta appunto nel dosamento grandi navi durante il combattimento. A questa M. vanno delle forze, e nel coordinamento degli sforzi : i quali due aggiun.r.i espJoratori e incrociatori medl, riuniti in gruppi atti sono i corollari immed iati e d irecti del posrnlato che · celeri. enuncia il principio generale d i massa. La M . non const a solo di dementi 1nate riali : non è cioè la somma aritrnetica Massa di San/(1 Barbara . Costituita io Piemonte con tale di uomini e di mezzi, ma è integrata dagli elementi cedenominazione da lontano e imprecisato tempo . A tal mentatori di indole morale, che dànno compagine più o uopo gli u fficiali d'art. lasciavano ogni anno una giormeno solida agli clementi materiali. La storia offre una nata d i stipend io. Tale M. doveva servire per fornire susserie quasi infinita d i esernp'i al riguardo . Inoltre: nella sidi alle famigli~ degli artiglieri che si trovavano in anbattaglia moderna la ,H. non richiede la materiale preg ustie, o alle vedove e ai figli dei medesim i. Dopo la senza e consistenza degli uomini e mezzi nel tratto preguerra del 1859 venne soppressa, in seguito al le annessioni scelto per la sua appl icazione. È ·sufficiente la convergenza che ampliavano grandemente il corpo del!' Artiglieria. · nell 'azione. Questo fenomrno , meno appariscente nell 'imM.assa interria dei Corpi. Prima del 1911, l 'amministrapiego degli uomini, lo è di p i,ì nell'impiego dei mezzi. zione e l,1 contabilità dei Corpi era disciplinata dal RegoLa manovra del fuoco rappresenta per l'appunto l'impiego lamento IO giugno 1898 e si imperniava sulle « masse a massa del fuoco, mentre i mezzi ·(artiglierie, mitragliainterne dei corpi ». Quescc ci pervennero dal vecchio esertric i pesanti) possono essere anche dislocati su fronte recito piemonccse, che, come è noto, molto aveva cli quello lativamente ampio . Chè anzi tal d islocazione, in larghezza francese, pcrsso il quale, a sua volta , le M. risalivano ai e in p rofond ità, attua il secondo dei grandi p rincip1, quello tempi che precedettero la Rivoluzione fra ncese (furono della sorpresa : poichè come è noto, è dall'applicazione di creazione del marchese d i Louvois) e soprav,•issero anche tutt i i princip'i e d a!Ja reciproca loro integrazione che nel perio do successivo. L'azienda economica del Corpo scaturisce il successo. L 'attuazione della M . in una maaveva, come base finanz iaria, l'assegno giornaliero delle novra è prevalentemcM<: determinata dalla costituzion e, ef. truppe e quad rupedi, i l quale coml?rendeva tutto quanto ficienza e d islocazione della riserva e dalla possibilità della manovra del fuoco . . La r iserva, soprattutto, col suo tem- , era necessario al loro mantenimento. Dall"asscgnazionc d i questo assegno derivava, da paPte dell 'amminiSérazione mii. pestivo intervento, decide cieli" azione sfrutcando i risultati l'obbligo dc! conto, rappresentato dalla com petenza del -ottenuti coll 'a ttacco, rendendoli definitivi. L '. impiego della Corpo medesimo. Questo assegno, suddiviso fra i diversi riserva infatti è l'atto solenne, culn1inante , e conclusivo bisog ni ai quali il Corpo doveva prov vedere (rancio, vedella b1ttaglia , che impegna la massima responsabilità del Comandante . È l 'espressione più squisitamente artistica _stiario, spese comuni, quadrupedi, ccc.) costituiva la fonte di alimentazione dei servizi in oggetto e l'apertura e te~ ·della guerra in q uanto si sottrae a nonne p:'escrittive.


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l\-1assa neJ · secolo X V I con

nuta a g iorno di altrettanti conti ln,tern i che assumevano precisan1cnte il nome <li (< massa )>: ~Vi . rancio, M. ve~ stiario, AJ. generale, Nl. quadrupedi , ecc . Economicamente considerate, quind i, queste « :Vfasse » avrebbero dovuro chiudersi sempre almeno a pareggio, inquantocl,è g li assegni che le alimentavano rappresentavano il m;1Ssimo sul quale avrebbero dovuto fare assegnamento; le somme effettivamente spese, rapprescntavanfJ il diritto delle compete nze che si saicbbcro dovute interamente im piegare per lo scopo pel quale ven ivano concesse. Erano in sostanza rami capitoli che l'amministrazio ne militare artificialmente creava nd suo interno al corrispondente capitolo del bilancio generale dello Stato, ma con questa sostan?:iale d ifferenza : che mentre ne! bilancio dello Stato lo stanziamento a capitolo è lim ite massimo d i spesa, in quèllo della Guerra, in vece, non veniva a(Ì avere che carattere indic3tivo e non limitativo. Se così non fosse stato, allorquando si decretò la soppressione delle M. , queste avrebbero dovuto chiudersi a pareggio cd invece, non solo un a rticolo della legge del ministro itaiiano del Tesoro f' . Tedesco (1910) accordava uno stanziamento straordinario per la liquida?.ione d i queste lvi. tutte o q\lasi in d ifetto, ma occorsero

tempo e provvedimenri ancora per la scomparsa definitiva

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bastioni

d i. ogni strascico passivo ai quale ;i.vcvano dato origine. La legge Tedesco (17 luglio 1910, n. 5n) che ebbe per motto « tutto dello Stato - m tto allo Stato » , con l'art. J , stabilisce che « le masse interne dei corpi sono abolite ». Dopo un secolo e più cli vita scomparve così dall 'amministrazione mii. tale sistema. Sebbene esso abbia dato motivo a tan te c ritiche cd abbia avuto in tutù i tempi decisi ·oppositori , devesi purtuttavia riconoscere che le ,V[, partirono da un sano e razionale conc.eMo informatore, e, se avessero segu ita l'evoluzione dei tempi , starebbero a rappresentare la forma più adatta per l 'attuazione di un esteso decentramento ;irnminìstrativo periferico.

Massa.. Città della Toscana, capoi. della prov. confinante con !a Liguria, sul Frigido. Ebbe un a ntico castello, fondato forse dai profughi d i Luni, e divenne marchesato feu dale. Distrutta dai L ucchesi nel 1268, venne ricostru ita da Castruccio Castracani , F u !ungamente d isputata fra i i-falaspina di Lunigiana , i Pisani, i Lucchesi e i Fiorentini, fino al 1441, quando ne divennero signori i Malaspina. Nel 1520 passò ai Cybo, che la fecero cingere di mura bastionate n el 1557, connesse aJ castello. Nel 1663 d ivenne d ucato, che Napoleone I assegnò alla sorella .Elisa Baciocchi,

Massa: il Castello


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e che, dopo varie vicende, finì nelle mani di Francesco IV duca di Modena, seguendo le sorti di tale d ucato. Massa Oronzo. Generale della Repubblica Parte nopea, n. a Lecce nel ' i6o, rn . a Napoli nel 1799. Entrato giovanissirno nella Scuola dei cadetti, ne uscl col grado di alfiere. Nd 178i fu inviato in Francia insieme ad altri giovani ufficiali per perfezionarsi nelle cognizioni sulle artiglierie . Tornato in patria nel 1789 fu assegnato al corpo reale degli ingegneri. Nel 1795 prese il congedo e si ritirò a vita privata dedicandosi essenzialmente alla scherma. Nel 1798 ,fu r ichiamato in servizio, ma, avvenuta la proclamazione della Repubblica Partenopea, vi aderì cd cblx, il grado d i generale d'art. ed i l governo di Caste lnuovo Ripresa Napoli dalle truppe del cardinale Ruffo, il M. fu giudicato da un consiglio di guerra e decapitato in piazza del Carmine. Massa di San Biagio come Augusto. Generale, n, aè Alessandria nel 18oi, m . nel 18j3. Sotlot. dei granatieri nel rfo5, da tcn . colonnello ebbe il comando del 160 fanteria nel 1852 e del 1° granatieri nel 1853; divenne colonnello nel 1855 . Combatti: nel 1859 ed a Madonna della Scoperta rneritò Ia croce da cav. dcll'O . M. S. Magg. generale a disposizione nello stesso 1859, andò a riposo nel 186r , Massa A lessandro. Generale , n. e rn . a Modena (1841-1906). Sortoten . di fanteria nel 1859, partecipò alle ca mpagne del 1859, 1860-61, 1866, 1870 cd a quelle del bri gantaggio, rimanendo ferito nel 186r e n1erirando- la n1cd . d 'argento e la menzione onorevole. Cornandò in 2a il Collegio mil. tli Firenze nel 1878. Colonnel lo ud 1886, comandò il w 0 bersaglieri, la scuola centrale di fanteria ( in :z') e l'n° lxrsagl icri. Magg. generale comand. la b rigata Modena nel 1893, a,idò in P. A. nel 1898 e nel t9or fu promosso ten . generale nella riserva. Scrisse, fra altro: « Tattica applicata alla condotta del fuoco » ; « La i\<lassa Augusto

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(1915-1918) dai depositi del 66 e del 42 fanteria, coi regg. 251 e 252. Schierata, nel maggio I9Ii, nel settore di Sagrado, operò contro le posizioni del Dosso Faiti fino a lJ'ofknsiva ausa-o-tedesca dell'ottobre, durante la quale essa

Medaglta del 251 fanteria

ri piegò dopo aver opposto all'invasore successive resistenze alla stretta dì Stupizza, al ponte di Bonzicco sul T agliamento e sulla linea Bibano-Gaiarine. Schierata su l Mon te Grappa. vi sostenne accan iti combattimenti per il resto dell'anno 1917. Nel r9r8 agì sul M. Pertica e su l M. Asolone ed ebbe il compito, durame la controffensiva italiana del giugno, di riconc111 istare il M. Pertica ed Osteria del Forcelletto fino a Colle della Martina . D urante la battaglia di Vittorio Veneto la brigata, dilagata in Val delle Bocchette, superò il M. Prasso lan ed il Menaor, incalzando il nemico lungo la dorsale Col Zaloppa, M, frcdina,

f uc ileria col!e armi nuove )). ,'vfossa Giuseppe. Generale medico, n . ne.! 1849, m. a Roma nel 1919. Sottot. m,;dico nel 1874, nel 1905, dopo esser stato direttore dell'ospedale di Genova, fu promosso colonnello direttore di sanità dei VI C. d'A. ln P. /\ . nel 19rr, fu promosso magg. generale nel 19 14 , 1'1nssa Antonio . Generale comm issario delb R. Marina ;

n. a Vernazza (La Spezia) nel 1854, entrato j n servizio nel 18i2, collocato i n P. A. col grado di colonnello nel 1914, promosso nella r iserva magg. generale nel r915 , generale co01rnissa rio capo nel 1923, ten . generale nel 1926. Prese par te alla campagna cl' Africa. MassÌJ Giuseppe. Generale , n . a La Spezia n el 1865, Sottot. di fanteria nel r884, partecipò a\!a campagna erilrca del 1895-96. Iniziata la guerra contro l'Austria al com,mdo ùi un bgl., si segnalò a Selz (1915) rimanen do

g raven1cntc ferito e 1neritando la me d. d 'argento. Briga•

die re generale nel 1918, assunse nel 1923 il grado di gcnec-ale d i brigata, fu collocato in congedo nel 1925 e richiamato in servizio temporaneo nel 1926. Massa-Carmra. Brigata di fanteria di linea costituita nel marzo 1917, per la durata dei!a guerra italo-austriaca

rvlcdagiia del 252 fanteria

M. Ronconc, proseguendo per Arte n, Fonzaso , Fiera d i Primiero e toccando, alla data del! 'armistizio, Imer e Mezzano. Al 252°, che ebbe maggiormente occasione di for r ifulgere jJ suo va lore, fu concessa la medaglia di bronzo

coìla seguente motivazione: « Dopo aver dato magnifiche prove di valore i n sanguinosi combattimenti sul Carso e nella ritirata dell 'ottobre 1917, chiamato alla difesa -del M. Grappa, vi sostenne, per un intero anno, strenue lo tte , opponendo, ;illa tracoianz:i nemica, invi.tta,

tenace resi-

stenza. Nclla battaglia della riscossa, crollata, dopo sci giorni di violenti nttacchi, la fronte nen1ìca sul Gnl~'Pa~ balzava con superbo slancio all'inseguimento, 3-vangu,udia de! corpo d 'ar mata, e, infrangendo l'u ltima acc:anita resistenza dc! nemico, entrava per primo a Fonzaso ,,. (Carso, maggio-aprile 1917; M . Grappa, 16 novembre 1917-3r otwbrc 1918; Arten , Fonzaso-Fiera di Primiero, ,.4 novembre 19,8). Festa dei reggimenti : per entrambi 3 1 ottobre, an111versa1io del combattimento a M. Prassolan, M . Roncon


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Assedio d i1.J\1ussada: 2, 3, 4, p iartaformfl dì mattoni sulla quale si eleva (5) una torre in legno; 8, ariete manovrato sotto Wla torre in legno; 9, 10, brecda. Il campo romano è in basso a dr. ln prìmopiano 1 catapulte romane.

(31 ottobre 19r8). Colore delle mostr ine : fondo rosso con una fascia verde al ccnlro nd senso vert icale. La brigata ~ stata com andata in guerra dai generali : Poggi (1917), Salia ( 19 17), Spalvieri (1917-18; Dho (1918), Bellotti (1918 alla fine della guerra) . Le sue per dite ammontarono a ufficiali m . 36, feriti 118, dispersi 23 ; u. di truppa rn. 469, f . 3147, tfoprni 1853.

lvfassa Cristiana. V. Brandaluccioni. Masse. V. Corpi volanti. Massa coprente. È 1100 degli d ementi costitu tivi di u n'opera d i fortificazione ; essa mette il difensore in buone condizioni per sviluppare l 'azione delle sue armi, protegge i suoi mezzi di difesa e ostacola il facile accesso all'opera. Data la sua azione, la M. C. è elemento attivo o di combattimento ; nel suo profilo e nel suo tracciato deve essere organizzata io modo da favorire J'azione delle arm i e proteggere il difensore . Ma;sa Fermana. Comune in prov . di /\scoli Piceno, situato sulla vetta di un colle, presso il quale scorre il torrente Ete. Fondata nel sec. Xli, fu luogo assai forte, come può rilevassi dagli ava nz i di torri , e baluardi che si vedono attor no ali 'abitato . Nel 1222, unitamente a l\-fagliano e Montcverdc, cercò d i resistere alle armi di Feder ico II. N el 1252 si diede spontaneamente alla città di Fermo per non soffrire più a lungo le angherie di Guglielmo di Brun-

foi:-tc, suo signore. Valerio, succeduto a (ìug:lielmo, con l 'a iuto della fazione ghibellina riuscl a riprendere i l dom inio di lvf. e dei castelli vicini . Nel I32i t ramontata la potenza dei Brunforte, M. rinnovò la sua dedizione a Fermo, di cu i seguì le sorti.

Massada. Ant . città della Giudea, presso il Mar Morto, coslruita sopra un alto roceione isolato. l Romani , che avevano occupata tuttn la regione , vc11nero a porvi l'as..

sedio nel 72 d. C ., esscmlovisi rifugiati gli ultimi ribelli alla loro dom inazione . La citti1 era di(csa da Eleazar, e l'assedio vi fu po~to da un corpo di truppe romane agli ordini di Flavio Silva. Quest i riuscì a sollevare le sue macchine fino alle mura di M. , costruì terrapieni e muri, e battè la città energicamente. Quando essa fu ridotta agli . estremi, E leazar persuase gl i abitanti a uccidersi fra loro, piuttosto che arrendersi ai Rornani. l quali posero con questo assed io fi ne alla loro guerra per la con quista della Giudea.

Massalubrense. Comune in prov. di N apoli , fortificato ud n1edio evo con torri, i cui ruderi s i vedono an ..

cora, per difendere la costa dalle invasioni barbaresche . Decadde per le lunghe guerre che si svolsero nel reame di Napoli, specialmente per q uella del 1459 fra Giovanni d'Angiò e Ferdinando I d'Aragona, nc!Ja quale parteggiando per l 'Ang iò !vi. oppose r esistenza per d ue anni alI 'Aragonese, finchè, costretta ad arrendersi, Ferdinando la demolì, non lascia ndo iu piedi che i casali. Nel J 558 fu invasa dai Turchj che la posero a sacco, uccidendo molti abitanti e molti portando vi a schiavi. I Borboni vi fondarono la casa degli invalidi ccl una scuola <li nautica che offriva eccellenti piloti. Nel 1927 (u soppresso il convalescenziario di M ., istituito dal governo i taliano durante la guerra mondiale.

Massari (Michele). Generale e scrittore mii. , n . a Milano, m . a Siena (1829-1903). Sortot. del genio nel r 848, partecipò alle campagne del 1848-49, 1859, 186o ed a q uella della Crimea, meritando la menzione onorevole a


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Novara e la med . d'argento a Pesch iera. Colonnello nel 1867, fu direttore del genio a T reviso e poi a Palermo. Magg. generale nel 1877, comandò la 9• br igata di fanteria e poi i d istretti ciel III C. d 'A. In P. A. nel 189, , fu promosso ten. generale nella riserva nel 1895. Scrisse: « Il generale Alfonso Lam ar mora » ; « Sulla difesa generale cl' Italia » ; « Sulla necessità della fortificazione per la difesa degli Stati e dcli 'Italia in particolare » .

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testare . Il corpo di spedizione italiano si accinse subito 2!1a costruz ione di fortificazioni, di magazzini, di barac-

camenti, ecc. , estendendo l'occupazione alle località cl, Moncullo e di Otumlo, donde proveniva l 'acq ua necessaria alla città. Da allora M. divenne il punto d ' appoggio dell'espansion~ italiana in Etiopia, ed in essa furono accentrati tutti i servizi amministrativi della Colonia Eritrea.

Massaria (Giovanm). Generale, o. a Vicenza nel 1855. Sottot. dei bersaglieri nd 1876, par.tecipò alle campagne eritree del 1895-96 -97. Colonnello nel 1907, comandò il 92° fanteria. In P. A . nel 1913, fu promosso magg. generale nel r915. Nel 1923 assunse il grado d i generale di clivis. nella riserva.· Massarotti (Giu,eppe). Generale medico, . n. a Potenza nel 1870. Sottot. medico nel r895, partecipò alia campagna d'Africa 1895-96, a quella dell'Est.remo Oriente (1900-1901), alla guerra italo-turca t9u-12 ed alla guerra italo-austriaca 1915-18. F u direttore dell'Ospedale di Milano e direttore cli Sanità mii. a Trieste; promosso gcn. medico nel 1928, divenne ispettore <li Sanità mi!. a Mi lano, ove tenne tale carica fino al 1930. Massaua, C ittà e porto dell'Eritrea, costruita su due isolotti corallini situati a ridosso della costa africana del Mar Rosso, e collegata con q uesta per mezzo di una lunga ruga passante per l'isola d i Taulud . 11 canale che la divide clall.a terraferma ne costituisce il porro principale, che è lo sbocco marittimo di tutti i prodotti dell'Abissinia , i l porto migliore di tutta la costa occidentale citi Mar Rosso, frequentato dalle barche arabe, che esercitano il cabotaggio sulle coste dell 'Eritrea. M . fu capitale della Colonia Eritrea fi no al 1897, è sede del Commissariato regionale omonimo e capolinea della ferrovia M.-Asmara. La città fu [ondata dagli Arabi ncll 'alto medio evo; nel 1557 fu presa dai Turchi che nel r866 la cedettero ali 'Egitto; venne allora aggregata al gove rno generale del Sudan. Nel 1884 l'Italia, accordatasi con l'Inghilterra circa la politica d i quest3 in Egitto, ebbe il suo .appoggio per un'azione sulle coste del Mar Rosso e nel] 'interno del paese. Nel gennaio del t885 si cost ituì un corpo d i spedizione (800 u. al comando del col. Saletta) che il 5 febbraio sbarcò a kl. prendendone possesso in nome dell 'ltalia. Essa era presidiata da una guarnigione egiziana che, davanti alle forze sbarcate, non oppose alcuna resisrenza, limitandosi a prop

~1ass:ma nel 1887

Massena (Maurizio). Med. d'oro del scc. XVJJI, n. a S. Biagio presso Nizza Marittima. Iniziò la carriera mil. nelle milizie di Kizza nel 1794. Passato. caporale nei cacciatori scelti di Nizza e poi nel regg. "Piemonte, si segnalò nelle guerre del Ij94, 1795, 1796, 179j, e specialmente all 'assalto della ridotta Spingarda, ove, seguito da quattro sottuffic.:iali, entrò per prin10, e, ad arma bianca, portò lo sgomento nei difensori, atterrandone molti: venne

li porto di l\1assaua


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decorato della med. d'oro d i Vittorio Amcùeo Ill. Nel 1797 fu p romosso sergente delle truppe leggiere.

.1,-!nssena Andrea, duca di Rivoli, principe d'Essli11g. Maresciallo di Francia, n. a Lavenzo presso Nizza nel 1758, m. a Par ig i ne l 1817. Nel 1775 si arruolò ,nel reggimento reale italiano, poi lasciò il servizio e lo riprese nel 1789, nella guardia naz-ionale, dove fu fatto capitano. Nel 1791 riprese servizio nell'esercito francese e divenne colonnello l'anno seguente. Contribuì a cacciare gli Austro-Sardi dalla contea ·di N izza e fu subito promosso gcn. di br igata, e di divisione nel 1793. Fe~e le campagne delle Alpi, distinguendovisi , del 1794-95 e fu poi agli ordini del Booaparte in quella del .1797, seguendolo da allora, in tutte le sue campagne, :,bile e fortunato, tnnto da essere sop,annominato « il prediletto della vitcoria ». Fu nel 1798 governatore degli Stati romani, si battè nella Svizzera nel ,799 contro gli Alleati , e difese valorosamente Genova nel 1800 contro gli Austriaci. Costituitosi l 'Impcro, ebbe il bastone di maresciallo, e partecipò alle campairne del 1805· ;'!l!< _"t,~ ~ 1806-1807- , 8CJ9, guadagnando a .Es.,ling il principato omonimo. Passato nella penisola iberica, vi ebbe nel 18n insuccessi contro le lince d i Torrcs Vedras e per due anni rimase a T olone come governatore. Aderì nel 1814 ai Borboni , si tenne in d isparte durante i Cento Giorni, fu governatore di Parigi alla-Restaurazione. lvlasscna 1\ ndrea

fu nel 1h17 promosso magg. generale comand. le milizie ,'ella provincia d'Asti.

Massetti di Frinco Paolo . Generale, m. nel 1829. Come ufficiale di cavalleria prese parte alla guerra contro i Francesi dal 1792 al 1798. Rit iratosi dal servizio mii. nel 1798, lo riprese alla restaurazione, nel 1814, quale · colonnello comandante i cavalleggieri di Piemonte, che guidò nella campagna di Grcnoble del 1815. Magg. generale nel 1817, comandò la città e provincia di Novara e nel r818 lasciò il se rv izio attivo .

Massidda (Antonio). Generale, n . a Sassari nel 1804. Sott~c. di fanteria nel 1822, passò in cavalleria nel i824 e combattè nel 1849. Colonnello comandante il regg. Novara cavaller ia nel 1849, passò nel 1850 al comando dei cavalleggeri di Sardegna. Magg. generale comand. il corpo dei carabinieri reali di Sardegna nel 1859, fu nel 1862 promosso ten. generale, membro del .comitato dei CC. RR., del quale comitato divenne ·presiùcnte nel 1867. Nel 1869 andò a riposo.

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Massen zio (Marco Aurelio Faleria). Imperato.re romano, figlio di Massimiano E,-culio, proclamato imperatore dai pretorian i e dal popolo romano nel 306. Vi ncitore di Severo e di Galcrio, mercè i talcmi del padre che aveva assunto a collega e poi depose, t rionfò dell 'usurpatorc Alessandro in A(rica. Ma, assalito da Co~canrino, suo cognato, dopo essere stato sconfitto a Torino e a Vercelli, perdette la battaglia di Ponte Milvio, e fuggendo annegò nel Tevere (312). Durante q uesta- spedizione, la tradiziCJne pone la visione miracolosa del labaro. Masseria (Giuseppe). Patriota corso (1725-1763). Combattè cont ro i Genovesi, dai quali venne preso mentre tentava con alcuni complici di prendere per sorpresa Aiaccio per conto del Paoli. I Genovesi lo condannarono a morte. S uo figlio Filippo, m. nel r8oj, seguì i l Paol i, combattè nel !]68 e andò con lui in esilio; a 11'epoca della rivoluzione combatti: per ]' indipendenza c.lcll'lsola e poscia pas.sò al servizio dell 'Ingh ilterra, e.love ebbe anche incarichi diplomatici. Massetti (di Frinco, conte Giiw:ppe). Generale, m . a d Alessand ria nel 1786. Coionncllo nel 1747, comandò il regg. provinciale di Aosta. Brigadiere d i fantcri>l nel 1754, magg. generale nel 1761 e Juogoten. generale nel 1771, nel 1774 fu promosso generale di fanteria . Dopo esser stato per breve tempo governatore di Tortona, passò nd 1774 al.. governo di A lessandria.

Massetti di Frinco marcliese Mania. Generale, m. nel 1827. Partecipò alla campagna con tro la Francia del 17931796. Rip reso servizio nel 1814 col grado di colonnello,

~fossidda Antonio

Massicra France,;;co

Massiera (F,:autesco). Generale, n. a Nizza lv!arittima, m. a Torino (1815-1895). Percorse la carriera nei carabinieri. Partecipò alle campagne del 1848- 1849, 1859, 1866 e di Crimea, meri tando la menzione onorevole. Colonnello nel 1865, comandò la 9• legione e poi quella di Verona. Magg. generale nella riserva nel 1874, fu promosso ten . generale nel 1895. Massìgnano. Comune in prov . di Ascol i Piceno, sopra un colle tra i fiumi Aso e Menocchia . li paese, cinto di m ura, si mantenne indipendente fino al XIII secolo, quando fu sottoposto, da re Manfredi, a l dominio di Fermo. Nel 1532 M. [u st retta d'assedio dalle soldatesche di Muzio Colonna, sped ito dal vicerè di Napoli per aiutare gli t\scolani in guerra coi Fermani. Poi l 'assedio fu proseguito dai soli Asy,lani che espugnarono il paese. Massimiliane torri. Opere in muratura , isolate, da servire a scopo di fortificazione, e dal nome de ll"ideatore, arciduca Massimiliano d'Este (1782- 1863), chiamate M. La torre M. consta di un piano terreno, due piani ed una piattaforma, per una altezza ,totale J i II m. La piattaforma è circondata all' intorno d a un parapetto. l cannoni, collocati in alto, sono incavalcaci su affusti, in maniera cbe contemporaneamente dicci di essi possano battere un unico bersaglio. Ambedue i piani sono destinati egualmente _ocr istallazione di cannoni: in q uel lo inferiore· è accasermato il presidio. Esternamente la torre è circondata da fosso e parapetto. Li nz venne fortificata con questo sistema di torri, copia lontana· del primitivo torrione maest ro, detto del Sanmichclc. M'1ssimiliane armature. V. Armatura.


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M assimiliano I, lmpcratore di Germania (1459-15 19). Figlio dell'imperatore Federico III, entrò in lotta con Luigi XI di Francia per l'eredità della sposa Maria di Borgogna, eredità comprendente l'Artois e la Franca Contea, che la Francia reclamava. Col trattato di Arras (1482) cedette: a Luigi la Piccardia e la Borgogna e con quello di Senlis (1493) conservò le altre provincie austriache. Nel 1492 cacciò gli Ungheresi dall'Austria e: sconfisse i Turchi alla battaglia di Villach, rigettandoli nella Bosnia. Re dei Romani fin dal 1486, nel 1508 prese il titolo di imperatore di Germania, detto senza essere incoronato dal papa. Lottò contro gli Svizzeri ma senza successo, e doveue riconoscerne la indipendenza a Basilea, nel 1499. Avendo sposato ia seconde nozze Bianca figlia di Galeazzo Sforza, pot~ interven ire nelle cose d'Italia, dove si trovò a competere con i re di Francia Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I. Quest'ultimo, nel 1515, dopo la battaglia di Marignano, gli impose la pace di Cambrai e la cessione del Milanese. Partecipò alla Santa Lega del 1511, e al trattato di Bruxelles ( .1 516) col quale cedette Verona ai Veneziani. Tentò di stabilire in Germania un potere centrale, creando un Tribunale Supremo dell'impero e dwidendo lo Stato in dicci circoli; divisione che durò fino al 18o6. M. perfezionò l'arte militare, migliorò l'artiglieria, e organizzò la famcria tedesca creando la milizia de, bnzichenecchi.

Mnssimiliano 1 imperatore di Germania

Mnssimiliano II imperatore di Germania

.tlassimilia110 li. Imperatore di Germania (1527-1576). Figlio d1 Ferdinando I, guerreggiò contro la Francia nel 1544 e contro i protestanti nel 1548. Nel 1550 fu governatore dei Paesi Bassi e si sforzò di conciliare j cattolici con i protest~nti. Fu nominato re di Boemia nel 1562, di Ungheria nel 1563, dei Romani nel 1562 e, alla morte del padre, nel 1564 prese il titolo di imperatore. li sr.o rifiuto di pagare un tributo promesso da Ferdinando I, provocò u n "invasione dei Turchi in Ungheria, ma essi furono disfani dagli Imperiali condoui da Nicola Zriny. Con tutto ciò M. nel trattato col sultano Selim Il si obbEgò a paga re un tributo annuo per non av ere ulteriori invasioni. Massimiliano I il Grande. Elettore di BaYiera (1573-1651). Kd 159;- suo padre abdicò in suo favore, e nel 1009 divenne il capo dei cattolici federati e capo della Lega Santa ir. lotta contro l"Unione dei principi protestanti. Aflìdò il comantlo a T illy, il c1uale vinse i Boemi alla Monragna lliaaca (1620). Fu il sostegno più energico tlcll'imperatore Ferdinando 11, che gli diede la dignit.ì elcuorale, wlta al palatino Federico V, e l'Alto Palatinato (1624). Quando Wal lenstein tentò cli sottomettere tutta la Germania al

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di1potismo imperiale, M. si avvicinò alla Francia e spinse J"impcratore a disfarsi del suo generalissimo. Nel 1631 il suo esercito fu disfatto a J.ipsia, e nel 1632 sulla Lecl, da Gustavo Adolfo. Nel 16➔7 .lf. firmò con la Francia il trattato di Ulma cd il suo atteggiamento indusse l 'imperatore Ferdinando lll a finn:,rc quello di Vestfalia. Massimilia110 Il. Elettore di Baviera (1662-1726). Si alleò con l'Austria e l'aiutò contro i Turchi nel 1683, poi fu con questa in lotta dal 1688 nl 1697. Nel 169:> fu governatore dei Paesi Bassi, che appartenevano alla Spagna. Si unl alla Francia nella guerra per la Successione di Spagna, ma l'esercito franco-bavarese fu sconfitto a Hoehstadt nel 1704. Passato in Francia, partecipò nel 1702 alla battaglia d i Ramillies. Coi trattati di Rastadr e di ll:,den (r7r4) Ottenne di nuovo la Baviera, e nel 1717 sostenne l'imperatore contro i Turchi. Mammilia110 I Giuseppe. Re di Baviera. Figlio del gcnl'ralc francese Federico di Deux Ponts-Dirkcn..feld (17561825). Fu uflìcialc al servizio della Francia, raggiungendo nel 1778 il gratlo di maresc. di campo. Allo scoppio della rivoluzione si ritirò a Mannheim e nei 1795 succedette al fratello Carlo li 'come conte palatino di Dcux-Ponts. Nel 1799 venne nominato elctrorc di Baviera, e nel 1801 strinse un trattato di alleanza con Napoleone; nel 1805 entrò nella Lega del Reno, sostenne l'impermorc francese contro I· Austria ccl ebbe il titolo di re dopo il trattato di Prcsburgo. Nc:I 1813, dopo la battaglia di Lipsia, abbandonò >Japolcone e firmò con gli Alleati il rra.ttato di Ricd. Ordine militare di .\fassimilia110 Giuseppe. Quesc'Òrdine era stato preceduto tla un segno di tlistinzione al valore, creato da Carlo Teodoro nel 1797. Il re di Baviera Massimiliano Giuseppe I lo trasformò in un vero e proprio Ordine nel 18o6, composto di tre classi : Gran croce, per Ordine Militnre di gli ufficial i generali; Commendatore Massimiliano Giuscp. e Cavaliere per gli altri. Conferiva titolo di nobiltà a chi ne era insignito. La decorazione consisteva in una croce d 'oro smaltata in bianco : da un lato recava al centro la sigla di Massimiliano, dall'nltro b scritta « Virtuti pro patria». L'Ordiue scomparve dopo la guerra mondiale:. Massimi/ia110 F erd inan do Imperatore del Messico (1832-1867). Fr~tello clcll'imperatore Frnnccsco Giuseppe d'Austria, si dedicò fin dalla giovinezza alla marina austriaca di cui diven ne il capo supremo e l'organizzatore. Fu anche governatore a :-.1jJano. Nel 1864 si lasciò indurre, per consiglio cli ::--lapoleonc li[ , ad accertare la corona di Massimiliano i:mpcratore del Messico imperatore dd Messico, offertagli dalla deputazione di una fa,ione a,·,·ersa al presidente Juarez, il quale era ,iato cowctto da essa a rifugiarsi negli Stati Uniti. M . entrò a Messico il 2 giugno c subito cercò di raccogliere e conCarlo.


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c11are i migliori elementi del partito liberale, intanto che le truppe francesi, che l'avevano accompagnato, si battevano contro i partigiani di Juarcz. Dopo il ritiro ddk !ruppe francesi M. con l'appoggio della giunta cli Mcs;,ico, risolvette di resistere fino alla fine. Ma il paese si so!lcvò e l'imperatore dovette ritirarsi a Queretaro, dove i soldati di Juarc~ andarono ad assediarlo, costringendolo ad arrendersi a discrezione. Giudicato da un consigl io di guerra fu condannato e fucilato a Cerro de las Campaoas presso Querctaro il 13 giugno 1867. La sua salma fu consegnata al l'ammirag lio austriaco Tegetthoff che la t rasponò in Austria.

Massimiano (MMco Valeriano Erculio). Imperatore romano, n. in. Pannonia, m. a Marsiglia (250-3Io). Generale romano, nel 286 fu associato all'impero da Diocleziano e nominato A ugusto per 1'Occidente . Nello stesso ann;, vinse in Gallia i Bagaudi e nel 292 scacciò dall 'Italia l'usurpatore Giuliano; pcrscguit6 i Cristiani; nel 305 a Milano, abdicò per obbedienza a Diocleziano. Nel 306 fu d i nuovo sul trono, come Cesare di suo figlio Massenzio, proclamato im peratore. Ne1 307 vinse, a Ravenna, Severo ; nel 308 congiurò contro il figlio, ma, sco-perto, si rifugiò presso Costantino, alla vita del quale pure

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Nel 237 il Senato lo proclamò imperatore per opporlo a ~fassi.mino, ma subito dopo il suo ingresso a Roma, avvenuto l'anno seguente, i pretorian i insorsero contro di lui e lo assassinarono.

Massinissa. Re di N umidia (238-148 a. C.). Combattè nella seconda guerra punica come alleato dei Cartaginesi; nel 206 si alleò ai Romani : vinse Silace ottenendo il regno ..!i tutta la N umidia, sostenuto dai Rom~ni e tollerato per forza di cose dai Cartaginesi. Durante la terza gu~rra punica fu pure alleato di Roma. Massonat (Claudio). Colonnello e scrittore mii. n. ad Aix-ks-Bains (Chambéry), m . a Luserna S. G iovanni (18331906). Partecipò alla guerra ùd 1859 guadagnando a S. Martino la mcd . d'argento, e a quella del 1866, guadag nandovi quella di bronzo a Custoza. Entrato nel corpo degli Alpini (1884), divenuto colonnello comandò !'82° fanteria e passò nella r iserva nel 1893. Scrisse fra altro : « La guerra in montagna »; « I principali fatti militari nelle Alpi marittime ».

messo fra k guardie di Set1\1assimiano imperatore ... timio Severo, divenne trjbuno di ,\ lessandro Severo e lo ~ssassinò prendendone il posto nel 235. Inondò di sangue il mondo roma no, ma le popolazioni, stanche della sua tirannia, elessero imperatori i due Godiani. M., che marciava contro i Sarmati, ritornò sui suOi passi e pose l 'as. sedio a<l Aquileia, dove fu pugnalato insieme al figlio Massimo dai suoi soldati.

Massone (Emilio). Generale, n. a San Francesco d 'A lbaro, rn . a Rccco (1848-1931 ). Sottot. d'art. nel 1871, passò da m.iggiorc in fanteria, e divenne colonnello nel 1892, al comando del 92° fanteria. Fu poi addetto mil. all 'a mbasciata di Parigi, e, promosso magg. generale (1898) ebbe il comando della brigata Venezia e il comando in 2a -della Scuola mii. Da ten. gene• Massone Emilio rale (1905) coma ndò la stessa Scuola; nel 1907 fu nominato comandante in 2" <lei Corpo di S. M.; nel 1903 della di vis . mii. d i Genova; nel 1910 del II C. d' A. Nel 1913 venne collocato in P . A. e fu nominato sindaco di Genova, carica che tenne fino al 1920, meno il periodo della guerra 1915-18, quaJ1do, richiamato in servizio, comandò il C. d 'A. di Alessa ndria.

:'1assimino·Daza Ca,o Giulio Vate,·io. Imperatore romano, m. nel 313. F iglio di un pastore trace, fu investito, nel 305, da suo zio Galerio del titolo di Cesare e del governo della Siria e dell'Egitto. Ebbe il titolo di Augusto nel 307 e alla morte di Galcrio s'impadronl delI 'Asta Minore. Fu sconfitto a Perineo da Licinio e fuggl a Tarro <love morl.

Massot. Chirurgo francese del sec. XVIII al servizio della Russia, e scrittore. Chirurgo maggiore della guardia del Re e chirurgo in capo dell'esercito russo d urante la campagna contro i Turchi, nel 1791 pub!:>licè, a Pietro• burgo un « Trattato su lle p iaghe delle armi da fuoco », in cu i illustra le lesioni di tutte le parti del corpo, prodotte dai proiettili di piccolo e grosso calibro.

insid iò, e 1norì strozzato. Massimino (Caio Giulio V,,ro Massimo, il Trace). 'Jm• peratore romano, d 'origine gotica (173-238). Dapprima pa• store ~ di forza e rculea, fu a rn~

Massimo (,vtagno Clemente) . Imperatore romano, nato nell a Spagna, m. nel 388. Fece parecchie spedizioni sotto gli ordini di Teodosio, allora semplice generale ; divenne comandante delle truppe della G ran Bretagna, e, approfit. tando <lel l'entusiasn10 suscitato per due grandi vittorie riportate in Irlanda e nella Scozia, si foce proclamare in1peratore, dopo avere fatto uccidere Graziano a Lione, Teodosio lo r iconobbe imperatore per la Spagna e per la Gallia, e A4. si stabilì a Trcviri ; ma q ualche anno dopo invase l'halia, telltando di toglierla a Valentiniano. Allora Teodo.si0 intervenne, lo sconfisse p resso Aquileia e presolo p1 igionitro lo fece decapitare insieme al figlio Vittorio. lvlassìmo Marco Clodio P11pic110 . Imperatore romano, m. nel 238. Da semplice sold ato pervenne ai gradi più alti e fu governatore in Grecia, in Birinìa, a Narbona.

Mastellone (Riccardo). Generale, n . a Capua nel 18i3. Sottot. d 'art. nel 1890, divenne colonnello nel 1918, avendo partccipaco a tutla la g uerra contro I'Austria, 1nerit.a ndovi

la mecl. <l i bronzo. Comandò il fr' raggruppamento art. d'assed io nel 1918 ed il ro<' regg. da campagna dal 1920. Addetto al comando d 'art. del C. d ' A. di Bari nel 1926, fu promosso generale di brigata, ispettore di mobilitazione della divis. m ii. territoriale di Volosca nel 1931.

Master. Ufficiale di rotta sulle navi da guerra inglesi nd sec. XVIII. Oltre al governo della nave , era incaricato di dare lezioni di astronomia agli aspiranti ufficiali che s'imbarcavano sulle navi da guerra. Mastro (di campo, ecc.). V. Maestro . Mastropiero (Orio) . Quaran tesimo doge di Venezia , eletto nel 1178, m . nel u92. Durante il suo dogato av-


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venne la spedizione in Dalmazia per ridurre quei popoli all 'obbedienza, nella quale impresa i Veneziani occuparono l'isola di Pago e vi posero un presidio. Gli Ungheresi che difendevano Zara resero vani gli sforzi di Venezia e l'impresa falll. Nel u82 stipulò un trattato d i a!leanza offensiva e difensiva con !'imperatore greco Manuele Comncno, e nel u90-9r mandò la flotta veneziana alla 3• Crociata e alla presa d i S. Giovanni d'Acri.

Masuri (Battaglia dei Laglu). Appartiene all a Guerra Mondiale, fronte orientale, e fu combattuta fra il 7 e

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'!vcva disposto però che il XXII corpo si mettesse presto in misura di sostenere la sr. di Rennenkampf manovrando da Biala contro la sr. avversaria. I Tedesch i avevano il gcn. Muhlmant, con la divis . landwehr di v. der Golt:,: e con tutte le riserve mobili <lellc piazze della Vistola inferiore, schierato lungo la frontiera sud-est del la Prussia Orientale; la divis. mobile d i Konigsberg lungo la riva occidentale della Dcime da Labiau al Pregel; una brigata di landwehr a Tilsit; il corpo R. Guardia sulla Passarga. Quindi, proseguendo verso sud, il I R. , l'XI , il XX a. u.;

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Oslrole11 >> - - • » (13 » ) » (23 Jeffembre) OE=::320t==:=4ÈO~6t=O=:180=~100 Km. Battaglia dei Laghi l'vfasuri (settembre 19,4)

il IO setrrembre 19q. I resti della 2& ann ata russa sono sulla linea Bnbr-Narev, a copertura d i Varsavia-Bielostock: la r• a rmata (Rennenkampt) forte di 5 C. d 'A. e di 5 divis. di cavallel'ia, in posizione difensiva t ra il KuIischcs Haif e il lago Mauer, con d istaccamcmi fino al lago Spirind ig . Pressocchè tutte le forze sono in prima linea: una sola div is. è, inizialmente, d i fronte allo sbocco di Lotzen . Debole ed alquanto arretrata l 'ala sr., cui la 10" a rmata , che stava radunandosi intorno a Bielostock , e che aveva già circ;t sei divis . t ra Ossovierz e Augusrowo, non çra ancora in grado di dare saldo appoggio. Il generale Schylinsky, comandante del gruppo d 'amiate russe N.-0 .,

avanti a quest i ultimi, due divis. di cavalleria verso Lotzcn. Sulla dr. del XX prima il XVII nei pressi di Passcnbcim, poi il I ad est di Ortelsburg con dinna nzi una br igata della 1• d ivis . di cavalleria: finalmente all'estrema dr . la 3" D. R . Lo sch ie ramento tedesco veniva quindi a sopravanzare entrambe le ali dello schieramcmo russo, specialmente ,'Crso sud; favoriva quindi il doppio avvolgimento cui appunto mirava v. Hiudenburg. A parare la minaccia della controffensiva da par.te della 10a armata, venne dest inato il distaccamento François (I C . d'A., 3a ·D. R. e brig. cavalleria) . È intendimento del generale v . Hindenburg d ' impegnare


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fortemente il centro nemico tra Pregel ed il lago Maurer, manovrare quind i per la dr. per aggirare da sud, i.o direzione di Lotzen, la sr. russa, mentre i l distaccamento del generale v. l~rançois avrebbe fromeggiato le eventuali off~se · della 10• annata russa, basata sulle piazze del Narew e su Grodno. li primo urto avviene il 7 fra Pregel ed i laghi Masu ri: i cor pi •tedeschi I R., Xl e XX urtano in posizioni saldamente sistemate a di fesa e non riescono a superarle. L'B si delinea la manovra avvolgeote, perchè, mentre il XVII con parte delle due divis. di cavalleria ed anche formazioni di landwehr, riesce a resistere a forze molto superiori in corrispondenza di Lotzcn, il I corpo, ch'era i11 marcia per Johannisberg su Lyk con la 3• divis. R. per fronteggiare le forze nemiche segnalate fra Biala e Graievo (XXII e III corpo della IO~ armata), può venire sostituito in quella missione dalla di vis. v. Goltz, essendo rimasti affatto inattivi i reparti della 2• armata schierati lungo il Narew : esso potrà quindi, nel dl seg uente, puntare invece contro il fianco sr. delle fone nemiche impegnate contro il XVlf. frattunto la 3• di\'iS. R. e la di vis. v. Goltz s'im pegnano contro il XXII C. d'A. russo presso Biala : quest.o si limita a sostenere tenace di fesa per tutta la giornata dell '8, ma a sera ripiega verso sud-est, radiotelagrafondo al gen. Rennenkampf che non poteva adempiere il mandato ricevuto di marciare contro il fianco dr. dell 'avversario, perchè attaccato e battuto presso L yck. La battaglia infuria per tutta la giornata dcll '8 ed anch~ durante .il 9 su una fronte di una cinquantina di chilometri. Alla sr. tedesca il C. R. G. non riesce a progredire; ed alla dr. si era lottato contro forze ragguardevoli, dietro cui si sapeva esserne molte altre. Seb-· bene qui si fossero conseguiti notevoli vantaggi, t uttavia non si poteva ancora ritenere la situazione tranquillante. Al la sera del 9 settembre però il I corpo tedesco riesce a sboccare tra Lotze.u, ed Arys ed a prendere in fia11co le forze avversarie che, soverchianti, premevano il XVII corpo \cdesco. Ciò nonostante Rennenkampf si mantiene fiducioso: o rdina di contrattaccare, 111a la sua sr., piuttosto debole, non è in grado di eseguire l 'ordine; anzi comincia a cedere: !a cavalleria tedesca si i: iminuata nella regione di Goldap ed ha provocato panico sul tergo dell'avversario, specialmente a Gurnbinnen, dove pochi sqdr. con una batteria s'impadroniscono tiella stazione ferroviaria e della città. A tale episodio non viene subito data importanza alcuna, però nel giorno successivo, posto anche in relazione con gli altri avvenimenti non fortunati , determina nel gen . Renne.uhampf completa sfiducia , cosl da ordinare con la massima fretta la ritirata generale verso la frontiera russa. li ro la manovra retrograda dei Russi è in pieno sviluppo, coperta da forti retroguardie contro le quali combattono con vantaggio le truppe germaniche. La G. R. ed il I R. si avanzano su Insterburg; i corpi Xl , XX, XVlll procedono verso Goldap, mentre da sud si avanza verso la stessa località il I corpo. Il generale Hindenburg, per avvolgere le ali nemiche, secondo il piano concepito, ordina ai corpi d'ala d 'accelerare il movimento, in modo da raggiungere da nord e da sud la grande strada da Wirbal!en a Kowno, ed infoui tutti procedono veloci, per quanto alquanto disordinatamente, tantochè l 'rr le colonne dell'XI corpo, a causa d"un panico i ng iustificato, retrocedono ed i corpi cl 'arm.ata laterali deviano dalla loro strada per acce>rrere al loro soccorso, perdendo cosl una mezza giornata : i Russi riescono a sottrarsi all'accerchiamento. Quanto al generale Rennenkampf, egli parve talmente scosso d,dl 'ultima notizia ricevuta p rima d'ordinare la ri-

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tirata, e forse dal ricordo di ciò che era capitato pochi giorni prima al collega generale Samsonov, che, abbandonato il su0 Stato Maggiore, riparò in Kowno, privandosi cosl della possibilità di guidare i suoi corpi d'armata. Il 13 settembre la 1• armata russa ha la dr. sul Niemen a valle di Kowno, la sr. ad est dei boschi di Augustowo ed il centro a Mariampol, fronteggiata da presso dai Tedeschi, che Ìll tre giorni hanno percorso un centinaio di chilometri; tuttavia l'attanaglian1cn to della 1 a armata russa è fallito, perchè in tempo i Russi si sono sottratti alla stretta : una parte sono già sotto la_ protezione del cannone di ·Kowno, una parte s.ta passando il Niemen. Ad ogni 111odo, se la lnanovra non è riuscita, grandi per• dite subirono i Russi e soprattutto rimase scosso il morale d~lle truppe ed anche dei loro capi per molto tempo; ond'è che non saranno più in grado di operare da questa patte.

Masuri-Soldau (Battaglia difensiva dei Laghi). Appart iene alla guerra Mondiale, fronte Orientale. Da taluno, setto la denominazione di « prima battagl ia di Augustovo », sono comprese solamente le operazioni svolte dal 25 settembre al 3 ottobre 1914, fra il Niemcn e la l inea Angerapp-Laghi Masuri-Lyk, tra I 'Sa armata tedesca e la 10a russa (era la 1• armat;J. che aveva assunto questa nuova numerazione), contemporaneamente ad altre analoghe operazioni difensive svolte dal corpo territoriale del generale v. Zastrow tra Mlawa e Soldau, per opporsi all'avanzata ddla 1 a armata russa dal basso Bug ,•erso nord. Siccome però le operazioni di questi due gruppi di forze tedesche continuarono fino dopo la battaglia di Lodz, sempre avendo lo stesso scopo: la difesa dcll.a Prnssia Orientale , nècessaria per lasciare svolgere la manovra del generale v. Hindenburg nella Polonia Orientale, cosl delle loro vicende si farà breve cenno, appunto fi no a che con la battaglia di Lod,. -1 'o(fensiva in Polonia ebbe la sua decisione, cioè fino al dicembre 1914 . E poichè per conseguire lo scopo loro, quelle operazioni nella Prussia orientale dovevano tendere a conservare il possesso del nodo stradale d i Soldau e quello della linea Angcrapp-Laghi Masuri-Lyk, così si è ritenuto di comprenderle sotto la denominazione di « battaglia (difensiva) dei Laghi Masuri-Soldau » . In seguito a ll 'annientamento dell'armata russa di Samsonov a Tannenberg ed alla sconfitta dell'armata di Rcnnenkampf sui laghi Masuri, la Prussia Orientale era stata l iberata, e l' invasore ricacciato diet ro il Narew-Bug e dietro il Niernen; ma contemporane~mente era avvenuta la sconfitta ddl'cscrcito austro-ungarico a Lcopoli, la quale richiedeva un pronto aiuto dt i Tedeschi ai loro alleati. Perciò il C. S. tedesco ordinava che il colonnello generale v. Hindcnburg, con la maggior parte delle forze del! 'Sa .arn1ata, si trasferisse verso Cracovia, lascial1do alla difesa della Prussia orientale una dec.i na d i d ivis. di fanteria ed una di cavalleria, sotto il generale Schubert. Le forze t rasferitesi con Hindenburg nella Polonia Meridionale ovrebbero costituito la 9a armata, quelle rimaste sotto v. Schubert conkrmavano la loro denominazione di ga armata clrc, inizialmente, risultava costituita dal I C. <l'A., dal I .C. d'A. R., dalla 3~ divis. di r iserva, dalla divis . di cava!Jeria di von der Goltz, dalla 1• divis, di cavalleria, èal corpo mobile di Konigsberg (circa 25 bgl.) dalle t>rigatc <ii landwthr presidiarie e di landsturm, con cui si costituì il corpo del generale Zastrow a Mlawa e distaccamenti di copertura lungo la front iera meridionale della Prussia orien tale. Si trattava dunque principalmente, di formazioni di !andwehr e di landsturm, distese sull'esteso fronte Tilsit-


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Pillkallen-Mariampol-!nwalki-Augustowo, con la divis. d i cava! leria sul dimu1zi verso i\ Niemen, e col corpo v. Zastrow intorno a Mlawa : erano in complesso, lrnppc abbastanza solide, sebbene di classi anziane. Coi prcsid1 delle fortezze della Vistola e con la landsturm si formò a Soldau il corpo d'armata guardaconfini di v . Zastrow, forte di due divis., che divenne in seguito il XVII corpo d'armata R. La fortezza di Thorn, oltre alla 35" divis. R. , che seguì le sor ti della 9a armata , ne formò un'altra (corpo v. Dickhuth) che venne mandato verso Plotzk, ed una brigata d i landsrurm. Le fortezze di Posen e di Brcslau costituirono pure analoghe formazioni, utilmente impiegate a guardia delle frontiere, e da cui si trassero poi elementi per sostituire corpi attivi dcli '8• annata e per aumentarne le forze. Compito dcl generale v . Schubert era di opporre resistenza ad oltranza, va lendosi della linea P regel-1\11gerappLaghi Masuri, con la p iccola fortezza di Lotzen. Tale linea e ra stata già precedentemente r~fforzata, n1a doveva essere resa imupcrabìle per fronteggiare una non improbabile offensiva russa. Del pari occorreva conservare ad oltranza il nodo stradale di Soldau per cui l'avversario avrebbe potuto cadere sul rovescio della linea anzidetta e penet rare nel cuore della Prussia Orientale. Il gen . v. Schubert rimaneva alla d ipendenza di v . H indenburg, il quale, volendo subito approfittare clell 'eccessivo addensamento delle forze russe in corr"ispondenza dell'angolo formato dalla con(]uenza del San nella Vistola, per passare questa a val le e quindi operare contro la dr. nemica, non limitò il compiw di v. Schubert alla semplice difesa, ma volle che con .dimostrazioni offensive richiamasse verso di sè l'atteni.ione del] 'avversario, facendogli credere d'avere ancora d i fronte l'an tica Sa armata con tuote le forze che aveva, e cercando di mantenerlo ·nell 'ignoranza dell'esistenza di una 9a .an nata. 11 granduca Nicola non aveva nessun sentore

della costituzione di quest'u ltima armata, e tanto · meno dei progetti di Hindenburg : ord inò quindi al Rcnnenkamp f di operare vigorosamente contro le forze avversarie che aveva di fronte, in accordo con la 1a. armata rnirantc a Soldau, per debdlarle o quanto meno per trattenerle nella Prussia Orientale, menrre egli avrebbe continuato l'inseguimento del] 'esercito austro-ungarico per distruggerlo. Dati i reciproci compiti dei bell igeranti in corrispondenza della Prussia Orientale, si ebbero molte azioni tattiche, alcune delle quali di notevole entità, tra i l N iemen e la linea Angcrapp--Laghi Masuri e nei pressi d i Mlawa . La divis . von dcr Goltz bombardò Ossowietz ; forze ddl'8• armata , precedute dalla cavalleria, avanzarono verso i l Niemen tra Grodno e Kowno, g ravitando verso Grodno . Rennenkampf, che si p roponeva di procedere con la sua sr. rinfor zata, per marciare per Lyk e Johannisburg verso Soldau, allo scopo cli dar la mane) alla 1• armata, passò il Niemen 11 29 settembre e t rovò nei boschi d i Augustowo accanita resistenza da parte dei Tedeschi : raie resistenza egl i superò e respinse l'avversario al di là del confine politico, fin sotto Lyk ed anche di questa importante località riuscl ad im padronirsi. (Alcuni storici chiamano 1• battaglia d i Augustòwo questi episodi, come di cemmo). Anche v. Zastrow era stato attaccato da importanti forze presso 11lawa, n1a aveva potuto resistere. Rimaneva ancora ir,vu]ncrata la linea di principale resistenza Angerapp1.aghi Masuri, davanti a lla quale continuavano a battersi le forze di v . Schubert; però all'ala dr. tale linea era m inac(Ìata per l'abbandono di Lyk e per i reiterati attacchi russi contro le forze di v. Zastrow davanti a Mlawa, iantochè il C. S. tedesco, di ciò preoccupato, man dava al-

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1'8• annata il XXV C. d'A. di R ., che primierameme era stato destinato alla 9'. '<ell 'ottobre il Gran.duca raccolse verso la sua ala dr. in Polonia una sessantina <li divis., con le quali si proponeva di sboccare offensivamente sulla sr. della Vistola fra Nowo Georgicwsk e la confluenza del San , per operare comro la sr. austro-tedesca, forte soltanto di 18 divis. ; il gen. Rcnncnkampf av rebbe dovuto appoggiare tale offensiva , puntando vigorosamente attraverso la linea di resistenza dcll'Sa armata , che doveva venire attaccata. di rovescio dalla 1a. annata russa puntante

per Soldau verso il cuore della Prussia orientale. L'8• armata venne bensì ricacciata dalle posizioni antistanti alla sua principale linea di difesa Angerapp-Lagh i Masmi, ma su questa resistette accanitamente. Però in tali resistenze si esaurirono il I cd il XXV C. d 'A. d i riser va, che erano sratj più duramente impegnati. Per ordine di v . H inden burg, tali corpi andarono a r icostituirsi a Thorn e vennero sostituiti con reparti p residiari tra.tti dai depositi della Prussia Orientale. Appena ricostit uiti, i corpi d'armata anzidetti vennero fatti partecipare alle grandi operazioni, con gli altri corpi della 9a armata, che condussero alla vi ttoria di lodz . Sebbene in qualche pun.t.o della principale linea di difesa i l nemico fosse riuscito a penetrare, e sebbene and1e v. Zastrow, nuovamente attaccato nelle sue posizioni Mlawa-Prassuysch, fosse stato obbligato a ritirarsi sulla linea Soldau-Neidenburg, tuttavia v. B indcnburg prelevò ancora alla Sa armata la 1a divis. Poichè però era d i somma importanza che v. Zastrow mantenesse il possesso del nodo stradale di Soldau, l'Jinde·nburg lo fece rinforzare dalla 2a e 4" divis. di cavalleria , tanto più che con tale rinforzo sarebbe stato pasco in grado d 'eseguire dimostrazioni offensi,·e verso sud , in una direzione molto sensibile nei r iguardi delle operazioni in corso. ~onostante la riduzione di forze subita <lall '8" arma ta e nonostante che le forze rimaste fossero costitu ite , come :/è detto) principaJmente da unità territoriali , tuHavia la linea Angerapp-Laghi !v!asuri fu sostanzialmente sempre man tenuta. Ciò 1i deve soprattutto alla vigorosa e sapien te azione di comando esercitata dal gener~le v. Below, succeduto al generale v. franfois, il quale, alla sua volta era succeduto a v. Schubert tra il settembre ed il novembre. Del pa ri v. Zast row riuscì a conservare il vitale nodo stradale di Soldau. Dopo la battaglia di Lodz, se nello scacchiere della Prussia Orientale le azioni tattiche non cessarono, di molto si affievolì però l'intensità degli attacchi da p arte dei Rnssi, anche per la inclemenza della stagione. In seguito cominciò l'invio all '8• armata ,di nuove for ze, c<l i l trasporto nella Prussia Orie ntale della 9a armata per preparare lo schieramento delle forze che dovevano partecipare, nel febbraio 1915, alla offensiva che culminò con !a battaglia di Augustowo . M. A. T. Misceb esplosiva che si prepara con composti nitroderivati del la serie aromatica. Il prodotto si ottiene con la fusione di p arti 60 di acido picrico e pani 40 di tri tolo, e risulta di colore giallo. Questo esplosivo fu adoperato, nel corso della guerra mondiale, pel carìcamento interno dei proietti; e, poicl1è ha il p regio di p oter fondue sott 'acqua, cosi il suo impiego non p resenta perjcoli.

Matabeleland. Regione dell'Africa australe, ~eparata dal Transvaal dal fiume Limpopo. Ha circa 344 kmq . di superficie c<l 1.000. 000 di abitanti. La popolazione si compone di MMabde, di stirpe bant tì, con ructe le caratteristiche dei negri, conquistatori del paese nel 1834, di :Vlakalakas, di Marciona.s, Ottentotti, Boschimani, Boeri,


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Inglesi. li .I/. costituì un regno, con capitale llulavaio, a 136o m. d"alt. fondato nel 1836 dal capo \folisccatze, m. nel 186S, al quale successe il re Lobcngula, che nel 1888 ~cccttò il protettorato degli Inglesi. rl paese si chiama ora Rhodesia meridionale.

Campag,m del ;\latabcldand (1893-9-1). Appartiene alle campagne dell'Inghilterra per il posse;;o dcll"Africa australe. Nel luglio del 1893, essendosi rifiutati i .'.vlatabcle di ritirarsi dai dintorni della citr:', di Victoria, dove si erano sp inti per razziare, l'alto commissario sir Enrico Loch a,·c,·a autori..:zato l'amministratore Dr. Jamcron a prendere tutte le misure necessarie per la sicurez7,a della colonia e per ndurre all'obbedienza i ribelli. Delle forze disponibili si formarono u-e colo,rnc, con obiettivo Bulavaio, capitale dei Mat:1bclc: due prov<:nicnti da Tu li e una, com;1ndata dal magg. Forbes, da Salisburg. Quest'ultima. ra(forzaca dal corpo che il magg. Raaf aveva reclutato a Jçhannesburg, parti\'a da Salisburg i! 3 scnembre e passa ndo per il Forte Charcercr si riuniva il 18 col distaccamento dì Victoria, marciando direttamente su Bubvaio. 11 :i.i accampa,·a sul fiume Sciangani e si divideva in due gruppi, uno composto di Europei e l 'ahro a circa 500 metri di distanza, costituito da indigeni. Il giorno seguenlc 5000 Matabelc danno l'assalto al campo degli indigeni alle 4 rle! mattino e li sbaragl iano, quindi si precipitano contro il campo inglese. "'1a i loro tre assalti sono respinti succ~;!ivamcnte cb un fuoco "iolcnto di moschetteria e d'artiglieria .. 11 terreno troppo 1nsichoso impedisce agli Inglesi di inseguire i fuggenti, li r0 novembre, a due giornate

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dalla residenza reale, sul fiume Bcmbcsi, avviene un nuovo vigoroso sforzo dei migliori soldati del re Lobcngula (;ooo u.). Il campo ciel distaccamento di Salisburg, che riceve l'attacco principa le, deve es,crc disimpegnato da una energica sortita delle trnppe di Victoria, ed i l re sopraffatto i· costretto alla fuga. Frattanto il col. Goold Adams, venuto da Macluts1c, ha atua,·eu;1to a piccole tappe il disu-etto di Taci e marcia in direzione di Bula,·aio, che OC· cupa il giorno 12 novembre. Ormai per compiere la completa paciricazionc del M. non Jesta più che impadronirsi del re Lobengula, il <1ualc si era ritirato sullo Sciangani. Con piccole operazioni gli Inglesi riescono ad isolare il re fuggitivo, che alla fine si rifugia lontano sulle montagne di Mafungo Buzi. Qualche mese dopo (apri le 1894) la morte d i Lobengula toglie agli l nglcsi ogni causa di inquietudine per la pace del paese.

M atagorda. For1c della Spagna, situato sull'csuema punta meridionale della terra-ferma, a nord-ovest di Cadice. Presa del forte di Matagorda (11-23 aprile 1810). · Appartiene alla g uerra dei Francesi nella Spagna. Durante il blocco di Cadicc, mancando il marcsc. Soult di po<izioni favorc,·oli per la postazione delle batterie necessarie al bombardamento della città assediata, ordinò l'attacco del forte d i M . Questo fu attaccato l '11 aprile, e per lo spazio di dodici giorni sopportò il fuoco cli dieci mila colpi di cannone che lo demolirono. Il giorno 23 i suoi difensori l'evacuarono ed il suo possesso rese accessibile la parte meridionale del Trocadcro favorendo la messa in batteria di grm~i pezzi d'artiglieria. (V. Cadice).

FINE DEL QUARTO VOLUME


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